Non puoi resistermi, sono Draco Malfoy

di Didone24
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La sfida ***
Capitolo 2: *** Irresistibile ***
Capitolo 3: *** Il gioco ha inizio ***
Capitolo 4: *** Inizio movimentato ***
Capitolo 5: *** Gelosia ***
Capitolo 6: *** Desiderio ***
Capitolo 7: *** --- Note dell'autrice --- ***
Capitolo 8: *** Domande senza risposta ***
Capitolo 9: *** Visita inaspettata ***
Capitolo 10: *** Ripensamenti ***
Capitolo 11: *** Con te pareggiamo i conti più tardi, Mezzosangue... ***
Capitolo 12: *** Risvolti imprevisti ***
Capitolo 13: *** Conflitti sul lavoro ***
Capitolo 14: *** E poi ad un tratto capisco... ***
Capitolo 15: *** Deve essere ***
Capitolo 16: *** Il vero Draco, la vera Hermione ***
Capitolo 17: *** Felicità e controindicazioni ***
Capitolo 18: *** La torre ***
Capitolo 19: *** Non lasciarmi ***
Capitolo 20: *** Quello che noi dobbiamo ***
Capitolo 21: *** Hogsmeade ***
Capitolo 22: *** Pericolo ***
Capitolo 23: *** Narcissa Malfoy ***
Capitolo 24: *** Scorci di luce nel buio ***
Capitolo 25: *** Rivelazione ***
Capitolo 26: *** Il padre e il figlio ***
Capitolo 27: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** La sfida ***


Fan fiction

Non puoi resistermi, sono Draco Malfoy

Questo perché ogni volta che non ho niente da fare mi devo per forza impelagare in sfide assurde con Blaise. Mi sono cacciato in un bel casino. L’altro ieri ho trascinato Blaise in un posto non lontano dalla Foresta Proibita. Non lo conosce nessuno, quindi l’ho scelto come rifugio nei momenti in cui ho bisogno di stare solo. Ma siccome quella sanguisuga di Pansy Parkinson non fa che assillarmi e starmi addosso tutto il giorno, e avevo un disperato bisogno di aiuto, non ho avuto molto tempo per pensare a un posto che non fosse il mio angolo privato. Solo Blaise poteva aiutarmi, ne ero sicuro al duecento per cento. Ma sapevo anche che la canaglia è anche un inguaribile bastardo, nonostante sia il mio migliore amico, e se la situazione che gli pongo davanti non mi mette in serissimo rischio di vita, quello per escogitarmi qualcosa di efficiente vuole una ricompensa. E cazzo. Se la deve pure scegliere questa diavolo di ricompensa. Evidentemente quel giorno aveva la luna storta, perché mi ha chiesto una cosa che non avrebbe dovuto chiedermi per nessuna ragione al mondo.

- Senti Blaise, devi aiutarmi. Per forza. Quella rompipalle numero uno di Pansy non fa altro che starmi addosso tutto il giorno, e ho provato qualunque modo per scaricarla, ma lei non demorde. Non ce la faccio più, ogni volta mi si incolla come una piovra e mi fa fare un sacco di figure di merda. Davvero, sono così disperato che le ho persino contate. Le figure di merda, intendo.

- E questo sarebbe un problema? Insomma… mi hai fatto perdere un’ora di sonno… per questo?

- Eccome se è un problema! Io non la sopporto più!

- Okay, okay… ho già in mente qualcosa, tranquillo.

- E sarebbe?

- Tu non hai strategia, amico mio. Fai le cose senza prima pensarci, ecco perché ti trovi nei casini. Invece di portartela a letto di notte e trattarla come una pezza vecchia di giorno, perché non provi a levartela di torno definitivamente? Direi in modo più… drastico.

Dopodichè ha fatto una lunga pausa, decisamente troppo lunga, per pensare a qualcosa o più probabilmente giusto il tempo di farmi perdere la pazienza.

- Allora? Non hai ancora finito di ragionare?

- Certo che non sai aspettare neanche un minuto, eh?!

- Diamine Blaise, o sputi il rospo o me ne vado.

- Pansy è molto dotata, sai. Insomma, parliamoci chiaro, è una bella ragazza in fin dei conti, non puoi mica negarlo.

- Mi stai dicendo che dovrei accollarmela nonostante sia una rompiballe totale?

- Sei anche impaziente, caro mio Draco! Non ho detto questo. Oltre a Pansy ci sono un sacco di altre ragazze che farebbero la fila pur di farsi vedere in giro con Draco Malfoy per un giorno. E molte di loro sono pure carine. Non te ne viene in mente nessuna?

- Ma dove vuoi arrivare?

- A… Hermione Granger, per esempio?

- La mezzosangue? Scherzi?

- Sarà pure una mezzosangue, ma oltre ad essere la più intelligente della scuola è anche una gran bella ragazza. E non puoi negarlo.

- Cosa dovrei farci con la Granger? Portarmela a letto per una notte, far entrare Pansy in camera mia nel bel mezzo di una scopata mozzafiato per farla infuriare come un camionista in coda in autostrada e poi? Mi sputtanerebbe davanti a tutti!

- No, no… assolutamente no. Tra l’altro così non funziona con la Granger… non è il tipo di persona che si fa mettere i piedi in testa. Quella devi conquistarla con le unghie e con i denti prima di portartela a letto. Ma un uomo pieno di fascino come Draco Malfoy accetterebbe questa sfida… Guarda che se non ti fai avanti tu lo faccio io. E’da un sacco di tempo che voglio provarci con la Granger, ma questa volta voglio godermi dall’alto tutto il divertimento. E’ tutta tua, ma non per molto, se non ti muovi.

- E’ una sfida, Blaise?

- Diciamo che se vinci ti converrà parecchio. Te la spassi con la Granger e in più ti sbarazzi di Pansy.

- Affare fatto.

Affare del cazzo. In questo preciso istante ho appena ricevuto un ceffone dalla mezzosangue per aver tentato inutilmente di baciarla. Solo per la sfida, s’intende. E la cosa peggiore è che Blaise ha visto tutto, e adesso mi fissa con un ghigno patetico stampato in faccia:

- Uno a zero, amico!

- Eclissati Blaise!

- Un bel po’ brutale Draco, non ti pare?

Neanche il tempo di sferrargli un cazzotto che si smaterializza immediatamente facendomi sbattere violentemente il pugno sulla porta del bagno dei prefetti. Ecco che cosa mi sono guadagnato accettando questa sfida di merda. Una porta in faccia e una mano sanguinante. Cazzo!

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Capitolo 2
*** Irresistibile ***


Fan fiction

Oggi è stata una giornata a dir poco stressante. Di mattina le regolari lezioni (ma decisamente più pesanti del solito dato che Piton suppliva in Difesa Contro le Arti Oscure), poi non ho avuto neanche il tempo di pranzare che mi sono fiondata in biblioteca a studiare per il compito di Trasfigurazione di domani. Finito di studiare volevo concedermi un po’ di relax, quindi mi sono diretta al bagno dei prefetti pensando che a quell’ora sarebbe stato sicuramente libero, dato che potevano essere le undici passate. E invece chi mi trovo davanti? Draco Malfoy in persona. Come si dice… dalla padella alla brace.

 

-         Oh, scusami, se ci sei tu me ne vado… - Faccio per andarmene ma lui è più veloce di me, mi prende per un braccio e comincia a fissarmi con la sua solita aria da seduttore estremamente sexy. Ma io non ci casco. Non sono come tutte le altre ochette che gli corrono dietro, io ho la mia dignità.

-         Tranquilla, non devi andartene… posso sempre girarmi dall’altra parte…

-         Sicuro Malfoy! Preferirei fare il bagno con un’ippogrifo piuttosto che farmi vedere nuda da te!

-         Come sei permalosa… volevo solo essere gentile.

-         Gentile un corno!

-         Faresti meglio a darti una calmata bambola, non sai cosa ti perdi… Un sacco di ragazze a Hogwarts farebbero la fila pur di fare un bagno insieme a me. E tu rifiuti così?

-         Io no. Io ho una dignità da difendere!

-         E allora difendila bene, perché anche tu prima o poi cederai al mio fascino... proprio come tutte le altre.

 

Mi passa decisamente troppo lentamente la mano fra i capelli… Non so cosa mi succede, non riesco a muovermi, sono come paralizzata dai suoi occhi di ghiaccio che gli danno un’aria così angelica… Non riesco a fare a meno del tocco della sua mano che delicatamente mi accarezza la schiena provocandomi dei brividi che non avevo mai provato prima… Non è che anch’io mi sto facendo abbindolare dal fascino di Draco Malfoy? Insomma… Non mi è mai capitato di lasciarmi toccare da un ragazzo, perfino quando Harry o Ron mi sfioravano la mano io la ritraevo imbarazzata… bè, anche adesso sono estremamente imbarazzata, tuttavia non riesco a muovermi, sono come pietrificata dal suo sguardo che, non posso negarlo, lo rende irresistibile. Ma che cosa sto pensando? Stiamo parlando di Malfoy! Il mio eterno e insopportabile nemico! Il ragazzo che cerco sempre e accuratamente di evitare!

 

-         Ma che diamine stai facendo? – senza neanche pensarci gli mollo un ceffone, per poi accorgermi che la porta del bagno era rimasta leggermente aperta in modo che qualcuno da fuori potesse godersi tutta la scena senza essere visto. E figuriamoci se non avevano preparato tutto! Sono abbastanza lucida da capire che il terzo incomodo è proprio Blaise Zabini. Bastardo. Non riesco a trattenere le lacrime, perché oltre ad essere caduta nelle grinfie di Malfoy sono stata anche vista mentre me ne stavo ferma come un baccalà mentre lui mi metteva le mani addosso… che caduta di stile, Hermione.

-         Vedi? Dici di essere diversa, ma anche tu cedi alle tentazioni…

-         E tu sei la tentazione fatta persona! – Santo cielo, ho sbagliato battuta. – Cioè, volevo dire… Vattene, okay? Se non sei venuto per farti un bagno esci immediatamente di qui e lasciami sola! – e per evitare di farlo replicare gli sbatto violentemente la porta in faccia chiudendolo fuori.

 

Ho continuato a piangere come una fontana per tutta la notte. Forse non sono poi così diversa dalle altre. Come se non bastasse nel chiudergli la porta in faccia non gli ho lasciato il tempo di riprendersi le sue cose che erano ammucchiate sul pavimento, tra cui c’erano una camicia bianca e una cintura. Oddio, ora che ci penso mi sono fatta toccare da un Malfoy a petto nudo. Questo significa che magari voleva veramente farsi un bagno… oppure che… Ma che cazzo vado a pensare! Comunque quelle cose devo riportagliele e al più presto, prima che Harry e Ron pensino che mi sono attardata per un piccolo incidente di percorso… Più che piccolo, direi gravissimo. Ma se continuo a farmi mettere così le mani addosso da Malfoy penso proprio che non so dove andremo a finire. Lo giuro, non succederà più. La prossima volta lo schiaffo glielo darò prima che possa rivolgermi la parola.

 

-         Ehi, Herm, ma che fine hai fatto?

-         Harry! – rispondo cercando di essere naturale. – Non sei ancora a letto?

-         Come potevo? Io e Ron eravamo preoccupati per te! Dove sei stata fino a quest’ora, è mezzanotte passata!

-         Ehm… ho… fatto un giro di ispezione nei corridoi… Sai, ci sono molti mascalzoni che vanno a zonzo per i corridoi di notte *si, proprio come ho fatto io…* Ne ho beccati tre!

-         Ehi! Ma di chi sono quei vestiti?

-         Quali? Questi? Oh, non lo so, li avrà dimenticati qualcuno nel bagno dei prefetti… Ora vai a letto, Harry, domani sarà una giornata pesante e dovrai essere in forze!

 

Così dicendo lo spingo fuori dalla porta e gli do una veloce buonanotte. Buonanotte un corno. Non credo proprio che riuscirò a prendere sonno. Non solo ho passato una giornata di merda, devo anche sopportare i miei due migliori amici che non sanno farsi i cazzi propri. Ma che sto dicendo… si sono solo preoccupati per me. Bene, oltre ad essermi messa in ridicolo sto diventando anche acida.

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Salve a tutti! Grazie per le recensioni, sono contenta che la mia storia stia avendo successo^^ Spero che l'ispirazione per scrivere altri capitoli non mi manchi... figuratevi, anch'io sono curiosa di sapere come và a finire, dato che le idee mi vengono quando inizio a scrivere... Continuerò al più presto, cmq. Voi continuate a recensire!
             Didone24

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Il gioco ha inizio ***


Fan fiction

Non so cosa diavolo mi passa per la testa. Sto diventando pazza, questo è sicuro. Al momento mi trovo davanti la porta della lussuosa camera da prefetto di Draco Malfoy, il biondo seduttore che l’altra notte mi ha decisamente stregato – accidenti… ma che dico? - . Si, adesso vado a ricoverarmi al San Mungo nel reparto per gravi problemi cerebrali. Oltre ad avermi intontita brutto, il ricordo di quella notte nuoce alla mia pazienza e alla mia concentrazione. Fattostà che adesso sto per fare la figura di merda più grande del secolo, soprattutto se non mi decido tempo cinque secondo a bussare a quella dannata porta. Infondo devo solo dargli dei vestiti. Il problema è che temo di rimanere pietrificata un’altra volta, e non posso permetterlo, ne va della mia dignità. Il mio cuore batte a tremila quando raccolgo tutto il mio coraggio da Grifondoro e la mia mano si libra in alto per bussare, ma ecco che non faccio in tempo a posare le mie nocche sul legno pregiato che mi trovo davanti Draco Malfoy vestito semplicemente con una camicia bianca sbottonata e un paio di jeans strappati. La camicia mi manda letteralmente in estasi. O, per meglio dire, quello che c’è sotto.

 

-         Ehi Granger, sei venuta per rimediare al danno dell’altra notte? – comincia a scrutarmi con uno sguardo che non mi piace. E questo mi fa arrossire violentemente.

-         Ti sbagli, ho avuto solo l’accortezza di portarti questi.

-         Oh, certo, eri talmente violenta che non ho potuto fermarti e sono dovuto correre via…

-         Chiudi quella bocca Malfoy, o al posto di uno schiaffo ti arriva addosso un bello schiantesimo!

-         L’ho detto io che non ci sai fare con le buone maniere…

 

Può avermi ammaliata quanto vuole, ma il mio tempismo è ancora in ottimo stato. Non fa in tempo a finire la frase che gli punto la bacchetta al collo, proprio come ho fatto tante altre volte. Ma mai in una situazione del genere. Così imbarazzante che la mia mano trema di brutto.

 

-         Ti conviene stare zitto se non vuoi che ti faccia ingoiare quella lurida lingua.

 

In risposta si limita a un sorrisetto che mi infastidisce ancora di più, e con un rapido movimento mi strappa di mano i suoi vestiti.

 

-         Perché me li hai riportati? E abbassa quella bacchetta, non voglio mica toccarti, per quello ci saranno momenti migliori.

-         Ti piacerebbe Malfoy!

-         Si, infatti… Però non hai risposto alla mia domanda.

-         Non pensare che voglia essere gentile con te… Avrei fatto volentieri a meno di questo incontro, ma a pensarci bene non voglio che Harry e Ron si insospettiscano di qualcosa vedendo vestiti non miei nella mia camera.

-         Ah, certo, perché Potter viene a trovarti spesso!

-         Stà zitto stronzo, se non si vede è il mio migliore amico, quindi viene in camera mia quando gli pare! E tu invece quale sgualdrina da quattro soldi ti porti a letto? La cambi ogni sera, vero?

 

Ed ecco che arriva l’apoteosi. Pansy Parkinson in una veste molto succinta appare davanti la porta posando le braccia attorno al collo di Draco. Non so perché, ma questa visione mi provoca una forte morsa al cuore.

 

-         E chi sarebbe la sgualdrina? Draco, con chi stai parlando? Non dirmi che perdi tempo con la mezzosangue!

-         Sarò pure una mezzosangue cara la mia sgualdrina da quattro soldi, ma almeno nella mia testa c’è qualcosa di funzionante.

-         Ehi, ehi… Pansy, non ti intromettere. Non sono cose che ti riguardano.

-         Ah, se è per questo neanche a me! Stavo giusto per andarmene!

 

Ma prima di eclissarmi gli do un leggero bacio sulla guancia, tanto per fare ingelosire quell’insopportabile idiota.

 

-         Ci rivediamo Draco!

 

Provo un immenso piacere nel vedere Pansy che urla come una dissennata chiedendo spiegazioni e Draco che l’abbandona sulla porta con quella sua sottana da prostituta dirigendosi distrattamente verso il ragazzo della porta accanto, che lo fissa con aria divertita. E chi poteva essere mai? Blaise Zabini in carne ed ossa, che per la seconda volta ha assistito alla scena totalmente indisturbato. Ma questa volta sono stata una brava attrice, e la figura di merda l’hanno fatta Pansy e il suo adorato Malfoy. Non credo che questa storia finirò presto. Anzi, il divertimento deve ancora cominciare.

 

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Salve a tutti! Volevo dedicare due righe ai ringraziamenti per tutti coloro che hanno recensito. I vostri commenti mi spingono a continuare e mi è di grande utilità. Mi sento molto ispirata^^ Ditemi che ne pensate anche di questo terzo capitolo. Per quanto riguarda la storia, spero di infittirla e renderla ancora migliore di quanto spero di fare. Ci rivedremo presto!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Inizio movimentato ***


Fan fiction

-         Non avevi detto che volevi toglierti Pansy dai piedi? – mi chiede un Blaise visibilmente sconcertato.

-         Certo, amico, ma a letto è tutto un altro discorso… e poi come hai visto la Granger ha segnato un punto a mio favore mandando in escandescenza Pansy.

-         Ehi, guarda un po’ qua! Ti ha lasciato pure il segno del rossetto… 

Non posso che sorridere compiaciuto. Ho vinto il secondo round senza fare praticamente niente. Devo ringraziare Hermione, è stato tutto merito suo. Un momento… da quando la chiamo Hermione? Certo che questa sfida mi sta fondendo il cervello. Dannato Blaise… bè, intanto la mia vittoria schiacciante l’ha sconvolto, si vede lontano un miglio.

-         Cos’è compare, sei deluso?

-         No, però… Non è così che si comporta la Granger di solito. Boh, forse lo dico perché non la conosco abbastanza, ma sono sicuro che abbia in mente qualcosa.

-         Io ho la situazione in pugno al momento, qualsiasi cosa voglia fare sarà sicuramente a mio favore.

-         Sempre sicuro di te, Draco… Ma che tu ci creda o no lei non è come le altre, e questa prima o poi non sarà più una sfida fra noi due, ma fra Draco Malfoy ed Hermione Granger.

-         E si preannuncia molto divertente… Ora devo andare a sbrigare una cosetta… E non provare a seguirmi!

 

Purtroppo non faccio in tempo a dire un’altra parola che suona la campana di inizio delle lezioni. Che palle. Mi giro meccanicamente dall’altra parte virando verso la mia stanza per prendere libri e bacchetta. Oh merda. Ci sono un paio di mutande di Pansy sopra il libro di Pozioni. Le catapulto distrattamente sotto il letto ed esco a razzo diretto ai sotterranei. Per fortuna quando entro in classe Piton non è ancora dentro, ma i banchi sono tutti occupati, quindi mi tocca sedermi a primo banco proprio sotto la cattedra, che rottura. E sempre seguendo il mio istinto lascio scorrere il mio sguardo  lungo tutta l’aula, in cerca dell’oggetto del mio divertimento. Poi la vedo. Si dirige al banco di Potter e Weasley ma vi si allontana disorientata dato che è già occupato da Finnigan e quella gallina numero uno di Lavanda Brown. Cammina a passi svelti percorrendo lo stretto corridoio centrale dell’aula. Poi il suo sguardo si posa sul primo banco da me occupato. Avanza rapidamente verso la mia postazione dandosi un’ultima occhiata in giro per assicurarsi che sia proprio l’unico. Si siede senza degnarmi di uno sguardo, ma non m’importa granchè, dato che adesso la mia attenzione è rivolta a Weasley che mi maledice a bassa voce arrossendo come un termometro, e Potter che cerca inutilmente di calmarlo.

 

-         Ma si può sapere cosa ci trovate in quella saputella? – chioccia la Brown mandando un’occhiataccia alla mezzosangue.

-         Stà zitta tu! – per una volta in vita tua ben detto Weasley.

-         Dieci punti in meno a Grifondoro. – Oggi il professor Piton ci ha rivolto i suoi saluti così. La giornata non potrebbe cominciare meglio.

 

Col solito colpetto alla lavagna appaiono gli ingredienti per la “pozione dell’invisibilità”. Cazzo, quanti sono. Dato che sono intento a osservare Hermione affettare i suoi ingredienti e inserirli uno dopo l’altro all’interno del calderone, facendo assumere alla sua pozione un bel colore argenteo, non sono in vena di concentrarmi sulla mia. E infatti, dopo la solita esplosione provocata da quel decelebrato di Finnigan, non mi stupisco troppo quando il mio intruglio produce un botto celestiale e tutto il contenuto della pozione mi cade addosso sporcandomi la tunica che un minuto fa era immacolata. Hermione mi fissa con aria disgustata. Merda. Questa sfida mi sta facendo perdere il controllo delle mie azioni. E come fiore all’occhiello, per la prima volta in sette anni ad Hogwarts, Piton osserva il mio calderone ormai in frantumi e con noncuranza pronuncia le parole:

 

-         Venti punti in meno a Serpeverde.

-         Mi scusi signore. – Certo che sto diventando matto. – Posso andare a cambiarmi?

Per tutta risposta Piton si guarda intorno con aria di sufficienza vedendo che da tutti i calderoni esce un fumo puzzolente che non promette niente di buono. E comprensibilmente schifato dal risultato mediocre li fa sparire tutti con un colpo di bacchetta. A questo punto la faccia di Hermione assume un colorito violaceo per la rabbia. Ci credo, come sempre la sua pozione era perfetta.

 

-         Data la gravità della situazione, questo pomeriggio vi eserciterete in coppia e domani mi farete trovare in cattedra le fiaschette con la pozione fatta decentemente.

Dopodichè comincia a elencare lui stesso le coppie. E indovinate la faccia di Weasley quando Piton arriva a…

 

- Malfoy… Granger.

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Salve!! Eccovi il quarto capitolo della mia fic [eheh, comincio ad usare il linguaggio comune!]. Spero vi sia piaciuto. Cmq volevo ringraziare tutti per le recensioni, sono felicissima che la mia storia vi appassioni tanto! Mi raccomando, continuate a recensire! Posterò il nuovo capitolo al più presto... prima però devo farmi venire l'ispirazione^^ Bè... per ora vi dico solo che ne vedrete delle belle! A prestissimooooo!

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Capitolo 5
*** Gelosia ***


Fan fiction

Okay Hermione, adesso fai un bel respiro profondo e mantieni la calma. No, a stento riesco a mantenere la mia mano al suo posto, e non schiaffeggiare selvaggiamente quell’idiota di Malfoy. O tenere a freno la lingua evitando con tutte le mie forze di non urlare contro quel guastafeste di Piton che non solo ha distrutto la mia pozione fatta a puntino, per di più mi ha messo in coppia con l’essere che momentaneamente siede accanto a me. Li odio tutti e due in una maniera indescrivibile. Ma nonostante vorrei uccidere il biondino qua presente non posso farlo perché dovrò passarci un intero pomeriggio a rifare quella dannatissima pozione. Mi viene da urlare quando esco dall’aula e un Ron a dir poco paonazzo mi viene incontro ansante:

 

-         Hermione, ma come cazzo ti è saltato in mente di andarti a sedere accanto a quell’energumeno?!

-         Senti chi parla! E a te non è neanche passato per l’anticamera del cervello il pensiero di non sederti con quell’ochetta?

-         E’ lei che si è messa lì, non l’ho mica invitata io!

-         E comunque si da il caso che è grazie a te che adesso mi ritrovo a dover fare quella diamine di pozione con Malfoy! Avresti dovuto dirle che quello era il mio posto!

-         Ehi, voi due, volete smetterla di litigare!

-         Ma Harry! Diglielo anche tu che è stata Lavanda ad incollarsi a noi come un polipo!

-         Si, Herm, ha ragione.

-         Non me ne importa niente di chi e come si è incollato a chi, perché oggi pomeriggio anziché starmene a sguazzare nell’ozio accanto al camino con un libro in mano, dovrò passare ore inutili in biblioteca a…

-         Ma quale biblioteca? – e chi poteva essere? Il biondo in questione si passa una mano tra i capelli spingendoli all’indietro con noncuranza. – Tu vieni in camera mia!

-         Che cosa? Scordatelo, non ci penso neanche lontanamente!

-         Fai come vuoi… Tanto se non vieni sola ti ci porto io nella mia stanza.

-         Si, sicuro! E come fai, mi trascini col tuo sguardo magnetico?

-         Potrei farlo benissimo, ma… Ho in mente altri mezzi, se proprio vuoi saperlo.

 

Ron nel frattempo è diventato verde di rabbia. O di gelosia, boh. In qualunque caso non provo pena per lui, dato che è colpa sua se mi ritrovo a nuotare nella sfiga più nera.

 

-         Ti conviene scomparire all’istante Malfoy, altrimenti…

-         Altrimenti? Che mi fai?

-         Io…

-         Geloso Weasley? Bè, non hai tutti i torti.

-         Stà zitto idiota! – è tutto quello che riesco a dire.

-         Ti ricordo che la mia stanza sta nel secondo corridoio al quarto piano.

-         Non me ne frega niente.

-         Ah si? A presto, eh?

 

Lurido stronzo. Come si permette di prendersi gioco di me in quel modo? Quantomeno vorrei evitare le crisi di gelosia di Ron, che stanno diventando di dominio pubblico. E che palle. Ovviamente solo perché siamo amici.

 

-         Hermione, so che non puoi evitare di andarci, però…

-         Però cosa? Credi che non sappia controllarmi?

-         Dovresti?

 

Oh merda, Ron non sa niente della notte nel bagno dei Prefetti.

 

-         Lasciamo perdere. Infondo è solo una pozione, ci vorrà una mezz’oretta.

-         Se lo dici tu…

 

Harry nel frattempo mi scruta con un’aria del tipo “ma non gliel’hai ancora detto?” . Cerco di spiegargli telepaticamente di tenere la bocca chiusa e corro verso l’aula di Trasfigurazione. Per fortuna la lezione sarà in comune con Corvonero, perciò non rischio di dovermi sedere di nuovo con quel bastardo di un Malfoy. Comunque per sicurezza entro in classe fra i primi e mi posiziono al penultimo banco. Sarò sola, dato che abbiamo compito.

 

 

Tutto finito. Il compito mi ha fatto rilassare. O meglio, dato che ero concentrata al duecento per cento sulle domande non potevo certo pensare al pomeriggio che mi aspetta.

Ma ora si. Non ho fame, ho lo stomaco annodato. Mi cibo solo di due patate bollite, tanto per non sembrare agitata. Saluto tutti e mi dirigo rapidamente alla mia stanza. Non so cosa intendeva dire Malfoy prima, ma io in camera sua non ci vado di sicuro. Mi stendo sul letto esausta, e nonostante sia decisamente in ansia riesco a prendere sonno in pochi minuti.

 

Qualcosa mi sveglia. O qualcuno, che sicuramente non è benaccetto. Comunque sento bussare alla porta. Menomale che mi sono addormentata con i jeans e una camicia. Mi alzo meccanicamente e mi trascino di malavoglia verso la porta. So già chi è, e quello che mi aspetta.

 

-         Non sei venuta davvero.

-         Ti aspettavi che venissi?

-         Lo speravo. – Mi sembra sincero.

-         Non mi hai neanche dato un orario, magari sarei venuta dopo.

-         Non credo… Comunque adesso possiamo andare.

-         Di restare qui non se ne parla, eh?

-         Assolutamente. La mia stanza è molto più accogliente.

-         Senti Malfoy, ti ricordo che dobbiamo solo fare una stupida pozione. Nient’altro.

-         Non convincerti troppo Granger.

-         Ah si? E allora sai che faccio, me ne resto qui da sola e ognuno si fa la pozione per conto suo! – Faccio per chiudere la porta, ma lui è più veloce di me ed entra in camera mia. Poi mi spinge sulla porta bloccandomi con le braccia forti ed esperte.

-         Andiamo?

-         V-va bene.

 

Mi sto comportando da perfetta idiota. Non ho neanche preso libri né ingredienti, spero che almeno lui ce li abbia già pronti. Ma perché vuole portarmi in camera sua? Neanche un bambino di cinque anni non lo capirebbe. Io so cos’ha in mente Malfoy, solo che non voglio ammetterlo. E soprattutto non voglio ammettere che quando entriamo nella sua stanza meravigliosa e si sbottona la camicia per il caldo è davvero troppo bello. Più che aver paura di lui, temo me stessa. E temo il mio autocontrollo, che da quando ho varcato la soglia non dà segni di vita.

 

 

‘Giorno a tutti! Ecco il quinto capitolo della mia fic. Io mi sono divertita molto a scriverlo, spero che l’abbiate letto con lo stesso divertimento ^^ Avrei voluto inserire anche la parte a seguire (in camera di Malfoy… cominciate a pregustare!), ma ho pensato di dedicarvi un intero capitolo, il prossimo. Mi raccomando, non ve lo perdete! E grazie ancora per le recensioni, siete fantastici!!

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 6
*** Desiderio ***


Nuova pagina 3

Perché sto sudando? Perché ho le guance in fiamme? C’è qualcosa nell’aria che mi turba. Non so… ho una brutta sensazione. Non dovrei aver paura, perché infondo dobbiamo solo preparare la pozione. Appena avremo finito me ne andrò senza lasciargli il tempo di fare niente. Però la tensione che c’è in questa stanza mi soffoca. Anche Draco sembra bloccato. Si contorce convulsamente le mani, e credo che il suo cervello al momento non sia nelle condizioni di captare ciò che deve fare.

 

-         Non startene lì all’in piedi, siediti. – Mi indica il letto. Io però viro meccanicamente verso la poltrona più vicina. – Mi basta questa, grazie.

-         Come vuoi.

-         Allora, cominciamo con questa pozione? Io avrei fretta.

-         Okay. – Mi passa il calderone con dentro gli ingredienti e il libro di pozioni. – E’ tutto tuo.

-         Che cosa? Dobbiamo lavorare insieme!

-         Io guarderò. Anche guardare richiede concentrazione.

-         Preferirei versarla dalla finestra piuttosto che darti una sola fiaschetta della mia pozione!

-         In quel caso una buona porzione di prato scomparirebbe *ricordo che stanno preparando la Pozione dell’Invisibilità!* e non ci vorrà molto a trovare il colpevole.

-         Stronzo. E se andassi a dirlo a Piton?

-         Ti prometto che non usciresti da questa stanza fino a domani mattina.

-         So già come si fa, puoi riprenderti il tuo libro.

 

Dopodichè comincio ad affettare gli ingredienti. Sono tentata di inserirli in quantità doppia, tanto per fargli prendere una T per la scortesia. Ma non mi andrebbe di mandare di nuovo in fumo il mio lavoro, quindi cerco di concentrarmi e di mantenere la calma.

 

-         Stai tremando.

-         Scusa?

-         Perché tremi?

-         Oh, ehm… Non è niente, tranquillo.

-         Senti. Guarda che non voglio mica saltarti addosso. O meglio, lo farò quando mi permetterai di farlo.

-         Ma che stai dicendo? Non ti permetto di giocare con me, Draco Malfoy!

-         A me invece piace tantissimo. Ah, ti è caduto un capello nel calderone.

-         Merda!

 

Guardo dentro nella speranza di poterlo ancora vedere. La pozione dev’essere perfetta, ma non lo sarà con un ingrediente in più. Lo vedo! Affondo una mano all’interno per toglierlo di mezzo, prima che faccia danno. Oh cazzo. Mi è sparita mezza mano!

 

-         Un altro buco nell’acqua, Granger!

-         Passami quel libro.

-         Carina la mano!

-         PASSAMI QUEL LIBRO, ORA!

 

Lo sfoglio rapidamente fino al paragrafo dedicato alla Pozione dell’Invisibilità e lo percorro con lo sguardo. Poi leggo inorridita: “Durata dell’effetto: 24 ore.” Non potrebbe andare peggio. Allora, ricapitolando. Sono in camera di Draco Malfoy perché Piton ci ha messi in coppia per fare un’odiosissima pozione. Malfoy non vuole fare un cazzo e quindi sto facendo praticamente tutto da sola mentre lui mi guarda. Per di più un capello mi è appena caduto nel calderone rischiando di rovinarmi per la seconda volta il risultato. E cercando di prenderlo, mi è sparita la mano e non sarà visibile all’occhio umano per le prossime 24 ore. Ma come si dice… la sfiga non ha mai fine.

Terminata la pozione ne verso la giusta quantità in due fiaschette e ci scrivo sopra con la bacchetta il mio nome. Poi ne lancio una a Draco. E infine, per evitare che quella canaglia sexy possa farmi qualche scherzo pericoloso, corro in bagno e getto tutto il restante contenuto nel water. Sapete, per sicurezza.

 

-         Attacchi di vomito? – In risposta gli mostro il calderone vuoto.

-         Sei stata gentile a lavarlo.

-         E’ inutile che fai il gentiluomo con me, Malfoy. L’ho svuotato solo per evitare qualche scherzo di cattivo gusto.

-         Hai paura di me?

-         Assolutamente no.

-         E allora qual è il problema?

-         Non c’è nessun problema, ma per quel poco che ti conosco sono arrivata alla conclusione che è meglio essere previdenti.

-         Mah… Comunque, che facciamo adesso?

-         Io me ne andrei volentieri in camera mia a riposarmi.

-         Qui è abbastanza comodo.

-         Intendo spogliarmi, infilarmi il mio pigiama e dormire fino a domattina.

-         Okay. Sigillo!

-         COSA?? Hai… sigillato la porta! Fammi uscire immediatamente! – Provo tutte le controfatture che conosco, ma senza risultato.

-         Lì c’è un pigiama e un comodo letto a una piazza e mezzo.

-         Allora. Calma. Forse non hai capito che devi farmi uscire, e subito!

-         Dai, non fare così… voglio solo conoscerti meglio.

-         No, tu sei completamente pazzo!

-         Bè, se la metti così ora infilati quel coso e fammi vedere come ti sta. – Mi indica una sottana di pizzo nero piegata accuratamente su di una sedia.

-         E quello lo chiami pigiama? Sembra più una sottana da prostituta. Preferirei dormire con l’armatura piuttosto che con quel minuscolo pezzo di stoffa.

-         Comunque stanotte dormi con me, è inutile discutere.

-         Lo dirò alla McGranitt, puoi starne certo!

-         Non credo.

-         Sei sempre così indisponente?

-         Un uomo fastidioso e irritante è sempre un uomo pieno di fascino.

 

Passiamo ore a fissarci come due imbecilli. Né io né lui ci decidiamo a dire una sola parola. Che bastardo. Insomma, mi ha chiusa di forza in camera sua! Non glielo perdonerò mai. Anzi, la prossima volta che Piton o qualsiasi altro insegnante prova a mettermi in coppia con Malfoy giuro che lo schianto davanti a tutti.

 

Mi sento in trappola, cazzo. Ho sempre più sonno, ma non oso chiudere occhio. E quell’imbecille continua a fissarmi e a infastidirmi.

 

Sono le due di notte. Le mie palpebre non reggono più. Non me lo perdonerò mai, ma mi addormento. Lì a terra, con un Malfoy per niente assonnato ma visibilmente divertito, reso ancora più bello dalla luce della luna che si riflette sulla sua pelle di porcellana.

 

 

Finalmente ha ceduto. Era ora. E’ troppo bella quando dorme. Mi alzo cercando di non fare rumore, la prendo in braccio e la adagio sul letto. Mi stendo accanto a lei, e rimango a guardarla per ore. Poi cedo, e mi abbandono fra le braccia di Morfeo. Ah, quando Blaise saprà…

 

Mi sveglio sussultando alla vista di un Draco Malfoy a petto nudo che dorme come un bambino accanto a me. Caspita, è troppo bello. Se non fosse così bastardo sarebbe perfetto. Poi quella sottana piegata su una poltrona cattura la mia attenzione. Adesso che lui dorme posso provarla. Mi alzo furtivamente dal letto, la prendo e mi dirigo verso il bagno. C’è un grande specchio. Lì di fronte mi tolgo i miei jeans scoloriti e la mia semplice camicetta bianca e mi infilo l’indumento che non avrei mai pensato di mettere, almeno in una circostanza del genere. Ora che ci penso Harry e Ron si saranno molto preoccupati non vedendomi arrivare, sapendo per giunta che ero con Malfoy. Bè, pazienza. Comunque mi sta a pennello. E’ una sottana nera, molto corta, molto scollata e molto sexy. Mi cinge i fianchi lasciando intravedere le mie forme e il seno, mettendo in vista il mio decolltè. Okay, devo ammettere che Malfoy ha gusto. Faccio una giravolta e sorrido, pensando che lui non mi vedrà mai vestita così. E invece il mio cuore fa un salto all’indietro quando mi accorgo che due braccia perfette mi cingono la vita. Riesco a vedere il nostro riflesso allo specchio. Non riesco a dire una parola perchè la sua bocca incontra quasi immediatamente la mia. Una parte di me vorrebbe staccarsi, l’altra mi dice “no, questo momento è troppo magico per rovinarlo”. Ed è quella che prevale. Lentamente la sua lingua si fa strada nella mia bocca, le sue mani mi accarezzano soavemente partendo dal collo… e scendono, scendono sempre di più, percorrendomi la schiena…

E’ il mio turno, adesso. Gli slaccio la cintura, tremante. Non so cosa succederà, so soltanto che non riesco a fermarmi. Gli abbasso i jeans assaggiando ogni centimetro della sua pelle…

Poi mi spinge sul letto. Vedo solo i suoi occhi annebbiati dal desiderio di farsi strada dentro di me. Mi apre il corpetto e comincia a baciarmi il seno, la pancia, i fianchi. Mi ribalto sopra di lui, e senza pensarci gli sfilo i boxer. L’unico pensiero che mi passa per la testa è che io, Hermione Granger, sono nuda per la prima volta davanti a un ragazzo, e questo ragazzo si chiama Draco Malfoy. Io, Hermione Granger, sto per fare l’amore con Draco Malfoy.

Brividi di eccitazione mi percorrono tutto il corpo quando lui entra dentro di me, piano. Con una delicatezza che non conoscevo. Mi fa male, ma non riesco a parlare. Perché lo voglio, desidero ciò che sta accadendo con tutta me stessa. Lo spingo dentro con più forza, e non riesco a trattenere gemiti di piacere. Lui invece è silenzioso, non fa che guardarmi con quegli occhi che mi hanno stregata già da troppo tempo… Occhi che trasmettono un’irrefrenabile voglia di continuare, senza fermarsi mai, ed è quello che voglio anch’io.

E infine lo sento venire. Anche Draco Malfoy rompe il silenzio in un urlo soffocato di estremo piacere.

 

Non so per quanto abbiamo continuato. Adesso mi trovo distesa accanto a lui, che dorme beato, con la testa appoggiata al suo petto. Nuda.

Sorrido. Ho fatto l’amore. Mi sono sentita desiderata. Per la prima volta in vita mia mi sono sentita una donna. E lo amo per questo.

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Capitolo 7
*** --- Note dell'autrice --- ***


Nuova pagina 3

Note dell’autrice

Salve a tutti! Sono Didone24. Qui dedico poche righe a tutti i lettori.

Innanzitutto sono felicissima per tutte le recensioni che avete lasciato. Mi spronate a continuare e per di più i commenti mi sono molto utili per migliorarmi. Inoltre sono rimasta sbalordita anche dal numero di persone che hanno letto la storia… a quanto pare, più di duemila! Mi sembra un risultato fantastico. E’ la prima volta che pubblico le mie fan in un sito dove vengono lette da tante persone… Vi chiedo di commentare in tantissimi, ci tengo molto a sapere cosa pensa la gente delle mie creazioni.

Comunque passo ai ringraziamenti: grazie ai lettori, a tutti coloro che hanno recensito e anche a erika, che ha creato questo sito magnifico. Ho visto che ci sono un sacco di persone che amano scrivere e condividono la mia passione. Continuate, perché scrivere libera l’anima dalla prigione del corpo, permette di esprimere emozioni che altrimenti non verrebbero fuori. Non ci crederete, ma quando sono triste o arrabbiata mi viene molta più ispirazione, perché tiro fuori tutto quello che ho dentro, ed è una sensazione meravigliosa. Okay… credo di aver esaurito le cose da dire. Spero di non avervi annoiato, ma ci tenevo tanto a fare sapere che sono orgogliosa del mio lavoro e soprattutto rendervi partecipi del mio amore per la scrittura. Perché scrivere… è arte!

 

                                         Baci e ci rivedremo presto col prossimo capitolo! ^^

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Capitolo 8
*** Domande senza risposta ***


Nuova pagina 3

La sensazione di pienezza di ieri notte mi ha abbandonata in fretta così come è venuta. La parte di me che ieri mi sussurrava mentalmente di controllarmi ora mi sovrasta riempiendomi di sensi di colpa. Mi chiedo perché sono stata così stupida. Avrei potuto perdonarmi se avessi bevuto una quantità tale d’alcool da rendermi incapace di comprendere quello che stavo facendo. Ma io ero cosciente. E la cosa più grave è che lo volevo. Ma solo adesso mi rendo conto di quanto sono stupida.

Ho fatto sesso con Malfoy, e dopo? Dopo ci sarà il nulla. Non significherà l’inizio di una storia. Malfoy è abituato a questo genere di cose, mi prenderebbe per stupida se gliene parlassi apertamente. E io? Io davvero voglio una storia con Malfoy? Pensandoci bene nemmeno lo conosco.  E per quanto possa essere bello e dannato, io non lo posso soffrire. O almeno, è come la pensavo fino a qualche ora fa.

Quando dorme sembra un ragazzo come gli altri. La sua è solo una maschera di freddezza che si è imposto forse perché è un Malfoy, forse perché appartiene ai Serpeverde. Fattostà che io non ho mai conosciuto un ragazzo così. Lui sembra incapace di provare qualsiasi sentimento, e invece stanotte malgrado fosse solo sesso mi ha dimostrato il contrario. Non so in che modo. Ho visto un bagliore di luce nei suoi occhi che non avevo mai notato. E forse volevo illudermi che fosse per me.

Finalmente l’effetto dell’incantesimo di sigillo è svanito. Ne approfitto per alzarmi furtivamente dal letto, infilarmi i miei vestiti e correre in camera mia. Prima di chiudermi la porta alle spalle mi ricordo della Pozione dell’Invisibilità, e corro a prenderla cercando di non svegliare il bel biondo che sembra stia sognando. Lo guardo rapita per l’ultima volta per poi sparire nel corridoio ancora buio, diretta alla mia stanza per recuperare il libri che ho dimenticato ieri. Mi viene da sorridere al pensiero che sia stato proprio Malfoy a farmi dimenticare per la prima volta una cosa così importante. Certo, in confronto al resto non lo sembra più così tanto.

Non riesco a capire se provo qualcosa verso Draco. O meglio, non riesco a capire perché. Lui fuori è il tipico ragazzo che ogni ragazza sogna per sé: bellissimo, sensuale, perfetto. Ma dentro? E’ un bastardo, uno che se ne frega degli altri, uno che ti giudica guardandoti dall’alto in basso solo perché il tuo sangue non è “puro” come il suo. E poi non ci si può innamorare in una notte. Insomma, è scientificamente impossibile.

No, forse la spiegazione è un’altra. La spiegazione è che non conosco l’amore. Non so cosa sia. E cercare le risposte sui libri questa volta non mi servirà. Forse aveva davvero ragione la Cooman quando al terzo anno mi accusò di avere un’anima arida e raggrinzita.

In effetti a pensarci non sono mai stata innamorata. E’ strano per una diciassettenne. Tutte le ragazze che conoscevo fin da piccole avevano un idolo, qualcuno di speciale che le faceva tremare solo a vederlo. Io invece stavo sempre a guardarle dall’alto in basso come se fossero pazze. Le consideravo delle stupide. Allora io e Draco non siamo poi così diversi: anch’io spesso giudico le persone senza neanche conoscerle.

Assorta nei miei pensieri mi dirigo in Sala Grande, e senza fare troppo caso agli sguardi sconvolti dei miei amici mi siedo al tavolo di Grifondoro e mi servo una tazza di latte e cereali. Farei volentieri a meno di qualunque domanda, ma figuriamoci. Ron parte a raffica:

 

-         Ma dove sei stata?

-         Quando?

-         Non prendermi in giro Hermione, oggi non è giornata.

-         Non so di cosa tu stia parlando, sono stata da Malfoy a preparare la pozione e poi sono tornata in camera mia. Forse non mi hai vista arrivare.

-         Siamo stati svegli tutta la notte! – esordisce Harry. – Si può sapere dove ti sei cacciata? Eravamo preoccupati per te, non ti è passato neanche per l’anticamera del cervello?

-         Eri con Malfoy? Sul serio? – s’intromette Ginny.

-         Stà zitta tu!

-         Scusatemi. – è tutto quello che riesco a dire.

 

E come una vigliacca corro via, lontano da tutti perché so che nessuno benché sia il mio migliore amico può capirmi. Non approvo nemmeno io quello che ho fatto, figuriamoci loro, che Malfoy preferirebbero vederlo stampato su un muro piuttosto che a letto con la sottoscritta.

 

Sembra che lo sfortuna più nera mi segua come un’ombra perché come se non bastasse la sensazione di risentimento che mi sta divorando viva incontro Malfoy seguito a ruota da Blaise Zabini e da Theodore Nott. Okay, probabilmente ha già detto loro tutto ma non è un mio problema. Piuttosto devo pensare a dileguarmi e alla svelta.

Non mi serve far lavorare i neuroni, perché sono colta totalmente alla sprovvista dal fatto che Malfoy non mi degna di uno sguardo. I suoi amici invece mi fissano con aria divertita, senza però fermarmi o fare domande.

“Perché non mi guardi?”. E’ l’interrogativo che mi tormenta per tutto il tragitto per andare in camera mia. Poi penso che ho due ore di Pozioni e devo assolutamente correre verso i sotterranei. Non posso arrivare in ritardo, non ho intenzione di sedermi di nuovo con Malfoy, ho bisogno di evitarlo il più possibile, o comunque se devo incontrarlo è per parlare e non durante una lezione. Non voglio stare neanche vicino a Harry o Ron, mi bombarderebbero di domande alle quali non so rispondere. Arrivata in classe capisco che l’unica soluzione possibile è il banco di Lavanda e Calì, anche se mi detestano del loro odio non me ne frega niente. Poso la pozione in cattedra e mi siedo fingendo di ripassare. Bella situazione in cui ti sei cacciata, Hermione.

 

Non riesco a concentrarmi un solo minuto. Oltre a stare male psicologicamente ho anche un gran mal di testa. E siamo ancora a prima ora, non so come farò per le altre quattro. Troppe domande. E’ tutto un gran casino, in parole povere. Nemmeno per un momento Malfoy si degna di guardarmi. Cosa dicevo prima a proposito dell’amore? Io tremo quando lo vedo. Ma che significa?

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Capitolo 9
*** Visita inaspettata ***


Nuova pagina 3

Sono così stanca e avvilita di questa giornata che l’unica cosa sensata da fare mi sembra indiscutibilmente rinchiudermi nella mia stanza e starci fino a domani, così non posso provocare altri guai. Sono stanca, ho un gran mal di testa e non ho la minima intenzione di affrontare né Ginny, meno che mai Ron, che andrebbe in escandescenza accusandomi di essere una stupida irresponsabile e incapace di controllare le proprie facoltà mentali. Bè, è più o meno come la penso anch’io.

Però ho bisogno di parlare con qualcuno, quindi dato che non lascerò la mia camera per le prossime 12 ore ho mandato via gufo un biglietto a Harry chiedendogli di venire in camera mia. E          come dimostrazione che la sfiga mi perseguita mi ricordo solo dopo aver spedito il gufo che Harry questo pomeriggio ha gli allenamenti di Quiddich e non sarà disponibile prima delle otto. Bè, ho perso le speranze adesso. Meglio che mi stenda sul letto e dorma, invece di aspettarlo fissando il soffitto come una deficiente.

 

Qualcuno mi sveglia. O meglio, sento bussare alla porta svegliandomi di soprassalto. Finalmente Harry è arrivato, ho un disperato bisogno di spiegargli la situazione di merda in cui mi ritrovo.

 

-         Entra, Harry, la porta è aperta.

-         Bell’ accoglienza, essere scambiato per San Potter!

 

Cazzo. Ma perché? Perché sono così maledettamente sfigata?

 

-         Che ci fai tu qui?

-         Capisco che aspettavi Potter, ma potresti trattarmi con più gentilezza dato che sono venuto fino in camera tua.

-         Ma che onore averti qui! Sai, purtroppo al momento la gentilezza non è il mio forte. E soprattutto se devo usarla con te.

-         Qualcosa non và?

-         Assolutamente niente. Anzi, è tutta un gran casino e ci sto di merda, ma non sei la persona più adatta per parlarne. E poi non credo che t’importi qualcosa di me.

-         Ma che dici? Se sono qua significa il contrario.

-         Non si direbbe, da come non mi hai neanche guardata davanti ai tuoi amici…

-         Allora è questo! Bè, Blaise lo sa.

-         Sa cosa?

-         Che abbiamo fatto sesso.

-         Che cosa?

-         Sei sorda?

-         No, aspetta, non puoi sbandierare così i cazzi miei!

-         Fino a prova contraria sono anche cazzi miei, credo.

-         Ma…

-         Senti, mettiamo subito in chiaro una cosa: Blaise è il mio migliore amico, e io gli dico tutto. Quindi non cominciare a lamentarti perché non mi fa alcun effetto. E tu, invece, che cosa devi dire a San Potter?

 

Mi blocco. Bè, si, in effetti è di quello che gli devo parlare. Ma è diverso, tutti sanno com’è Malfoy, ma io? La gente mi conosce per quello che sono? Non credo proprio. E poi il mio sta diventando un problema, e se non lo dirò a qualcuno scoppierò di sicuro.

 

-         Silenzio di tomba, eh Granger?

-         Senti, parliamoci chiaro. Ho fatto uno sbaglio. Un enorme sbaglio che purtroppo non posso cancellare. In tutta sincerità però mi da fastidio che la persona con cui sono stata a letto mi eviti davanti agli altri.

-         E’ così che faccio sempre. – Vedo scintillare i suoi impenetrabili occhi di ghiaccio.

 

Non voglio piangere davanti a Malfoy. Devo trattenermi, non posso permettermi di dargli questa soddisfazione. Significherebbe dargliela vinta, e io non voglio perdere un’altra volta.

 

-         E allora perché sei venuto qui?

 

Tombola. Per la prima volta in vita mia vedo Draco Malfoy che non sa rispondere. Resta zitto, come un bambino alle elementari che non vuole ammettere di non aver studiato la lezione.

 

-         Non lo so.

 

-         Hermione! Ho appena ricevuto il gufo, ero agli allenamenti! – Harry irrompe in camera mia in divisa da Quiddich e sventola il biglietto che gli avevo mandato qualche ora prima. D’un tratto poi si rabbuia in viso.

-         Malfoy? Che ci fa qui?

 

-      Harry… devo spiegarti una cosa, ma dopo. Per adesso sono io a dover capire. Vengo da te         appena finisco, okay?

-         Come vuoi, Herm…

-         Grazie.

 

Dopo che Harry abbandona la stanza lanciando un’occhiataccia di profondo disgusto al qui presente biondino, io e Draco restiamo di nuovo soli.

 

-         Allora? Perché sei qui? – chiedo impaziente.

-         Ti ho detto che non lo so.

-         Dovresti. Perché sai, mi sembra che ti stia comportando in un modo un po’ ambiguo. Senza parole, Malfoy? Bè, ti dico una cosa. Per me non esiste il sesso senz’amore. Non illuderti che potrai avermi così altre volte, non sarò così ingenua.

-         Chi ti ha detto che mi interessa fare sesso con te?

-         Non credo che tu sia venuto qui solamente per farmi una visita da amico.

-         Questo è sicuro.

-         C’è altro?

 

Una muta risposta mi fa capire che no, non ha niente da aggiungere.

 

-         Puoi andare. Oh, Malfoy. Continuerai a evitarmi in pubblico?

-         Credo di sì.

-         Bene. Sai una cosa? Sei un emerito bastardo.

 

E solo quando si chiude la porta alle spalle, sconfitto, io posso piangere.

Di solito non si piange per qualcuno di cui non ci importa nulla. E invece lacrime amare mi bagnano il viso, incapaci di fermarsi. Non capisco. Non capisco più un tubo da quella notte. Troppi dubbi, troppe incertezze. Lui continuerà ad evitarmi. La cosa non dovrebbe toccarmi, e invece mi fa perdere così tanto le staffe che mi ritrovo a prendere convulsamente a calci il comodino. Perché lo faccio?

Poi Harry piomba in camera mia e assiste alla mia selvaggia reazione. Mi abbraccia e riesce a fermare momentaneamente quella scarica di energia distruttiva che non sono riuscita a controllare da sola. Vorrei che se ne andasse, che mi lasciasse sola una volta per tutte. Perché so che mi costringerà ad ammettere qualcosa che non riesco ancora ad accettare.

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Capitolo 10
*** Ripensamenti ***


Nuova pagina 3

-         Hermione calmati, ti prego.

 

Non posso fare a meno di piangere. Harry infondo può capirmi, e dal canto mio io posso fidarmi di lui. Non riesco a trattenere le lacrime, è più forte di me. Perché mi sono spinta fin troppo in là con questa storia, e adesso che sarebbe ora di finirla ci sono dentro fino al collo. Cazzo, mi fa male sapere che il ragazzo con cui ho fatto sesso, benché sia un bastardo numero uno, si vergogni a rivolgermi la parola. No, mi correggo. Si vergogni di me.

 

-         Cosa è successo?

 

Mi asciugo le lacrime che mi bagnano il viso. Ho un innato bisogno di parlare, di essere capita.

 

-         Harry, sto male… sono una stupida…

-         C’entra Malfoy, vero?

 

Annuisco. Si, c’entra Malfoy eccome.

 

-         Sono tutto orecchi.

-         Ieri pomeriggio sono stata da Malfoy per la pozione. Volevo prepararla in biblioteca come sempre, ma lui mi ha costretta ad andare in camera sua. Non avevo scelta, quindi l’ho seguito. Fin qui tutto bene, HO fatto la pozione mentre lui stava a guardare. Appena finito volevo andarmene in camera mia, ma figuriamoci. Me l’ha impedito. Mi ha fatta restare in camera sua per forza, capisci?

-         Ti ha costretta a startene lì e tu non hai opposto resistenza?

-         Ha usato la magia per sigillare la stanza.

-         Che bastardo… E tu non hai usato controfatture?

-         Ho provato tutte quelle che conoscevo, ma niente. Per il resto del tempo siamo rimasti a fissarci come due imbecilli fino alle due di notte. Non volevo addormentarmi, davvero. Ma alla fine ho ceduto. Qualche ora dopo mi sono ritrovata sul letto di Malfoy, accanto a lui che dormiva. E poi…

-         E poi?

 

Non ci riesco, le parole mi muoiono in gola. Parlarne mi ricorda la mia stupidità.

 

-         … Mi sono alzata per andare in bagno, e… ecco… Mi ha messo le mani addosso.

-         Che cosa?! Io quello stronzo lo ammazzo con le mie mani!

-         No, Harry! Non è questo il punto. Il punto è che io gli ho lasciato fare. Gli ho dato il via libera, capisci? Sono andata a letto con Malfoy.

-         Ma perché, Hermione? – Harry mi fissa con uno sguardo che non mi piace. E’quasi… deluso. Da me. – Insomma… stiamo parlando di Malfoy! Tu lo odi! Da sette anni non fate altro che litigare!

-         Non lo so, Harry. Ti giuro che in quel momento stavo da Dio. Ed è proprio questo che mi fa stare di merda! Mi sentivo bene, non cambierei una virgola di quella notte. Ma adesso lui mi evita. Non mi parla davanti ai suoi amici, non mi degna di uno sguardo. E’ come se non ci fosse mai stato… quello, capisci? Mi tratta come la Mezzosangue di prima, non come la Hermione con cui ha passato una notte! E’ questo che mi fa sentire vuota. Mi sono illusa di poter cambiare le cose, e invece ho fallito, come al solito. Quello che non riesco a capire è perché. Perché m’importa che lui mi guardi con occhi diversi. – Tralascio volutamente tutta la faccenda della sottana, perché penso che se non l’avessi indossata… Se fossi rimasta a letto, tutto questo non sarebbe successo. Sono io l’idiota.

-         Però oggi era qui. Come mai?

-         Mi ha detto che non lo sapeva.

-         Non lo sapeva?

-         Parole sue. L’ho mandato via, non ho resistito un minuto di più.

-         E poi sei esplosa comunque. – sorride Harry, indicando il comodino che stavo prendendo a calci cinque minuti fa.

-         Harry, che cosa devo fare? Come mi devo comportare?

-         Bè… io non sono molto esperto in materia… Però credo che non ci voglia un genio per capire che provi qualcosa per lui.

-         E così anche tu la pensi come me, eh?

-         Già. Non è escluso che ti senta così perché ti sei semplicemente pentita di quello che hai fatto, ma ti assicuro che è normale. Però… il comodino dice tutto. – Non è il caso di essere allegri, ma non posso fare a meno di sorridere con lui.

-         E adesso che dovrei fare? Andare da lui e dirglielo?

-         Non devi preoccupartene. Il cuore ti guiderà verso la strada giusta, quando sarà il momento.

-         Stento a crederci. In questo periodo il mio cuore è un po’ malandato. – ammetto io.

-         E comunque devi sapere una cosa. – continua Harry. – Io… io detesto Malfoy, ma non devi mai sentirti giudicata, né da me, né da Ron. A proposito… gliel’hai detto?

-         Non ancora.

-         Bè, fallo. Lui è tuo amico, ha il diritto di sapere.

-         Ma Harry, Ron non approverebbe mai!

-         Sono sicuro che accetterà qualunque decisione prenderai.

-         Speriamo… Grazie, Harry.

-         E di che? Gli amici servono a questo, no?

-         Tu sei un amico speciale.

-         Anche tu. – fa una pausa. – Oh, un’ultima cosa: se Malfoy ti fa soffrire, o si azzarda a prendersi gioco di te, giuro che gli spacco la faccia. Quindi fatti trattare bene.

 

Non so cosa rispondergli. Che mi faccia soffrire è già ovvio. Comunque sono molto grata a Harry, è stato capace di ascoltarmi ed ha accettato le mie scelte. Lo saluto e poi resto di nuovo sola. Per dirla alla Ron, in queste situazioni ci vuole una sigaretta. Peccato che io non fumi. Bè, a parte il mio cervello, quello sta andando in fumo assieme al resto. Sarà che l’amore è corrosivo? Cosa, ho detto amore? L’ho pensato? Cavolo… qui si mette male. Meglio che mi faccia una bella dormita, prima di fare un’altra cazzata colossale.

 

Quattro piani più sotto, Sala Comune di Serpeverde…

 

-         No, aspetta, frena un secondo! Sei andato a letto con la Mezzosangue? – Draco in risposta ghigna compiaciuto. – Pensavo che stessi scherzando quando me l’hai detto prima!

-         Io non scherzo mai. Dovresti saperlo, Blaise.

-         E si è lasciata trasportare così… senza opporre resistenza?

-         Già.

-         Notevole…

-         Te l’ho detto che non ti conveniva sfidarmi. Peccato che non ci siamo giocati galeoni. Siamo ancora in tempo, però…

-         No, grazie! Mah… sono stupito. Non è da lei.

-         Da quando conosci la Granger?

-         Non la conosco, ma non mi sembra il tipo. Non è che l’hai fatta ubriacare?

-         Ma che mi prendi per scemo? Così non ci sarebbe stato gusto. La verità è che sono irresistibile.

-         E tu? Provi qualcosa per lei?

-         Scherzi? E’ una sudicia Mezzosangue! Come potrei…

-         Frena la lingua, Draco. Stiamo parlando di persone, non di oggetti.

-         E tu da quando sei moralista?

-         Lascia perdere, che è meglio… Se non provi niente per lei, perché sei andato in camera sua?

-         Chi te l’ha detto?

-         Ti ho seguito, no? Poi avete chiuso la porta e me ne sono andato.

-         Bastardo…

-         Allora? Perché ci sei andato?

-         Non lo so. – Maledizione. E’ la stessa risposta che ho dato alla Granger. Già, perché ci sono andato?

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Capitolo 11
*** Con te pareggiamo i conti più tardi, Mezzosangue... ***


Nuova pagina 3

Non so più che fare. Forse è solo il rimorso di quella dannatissima notte che mi offusca la mente. Forse mi sento così perché la sensazione che mi travolge non l’ho mai provata prima. O forse è perché non voglio accettarlo. Mi costringo a credere che il Principe di Serpeverde non occupi da circa due settimane un posto fisso nel mio cervello. Cerco continuamente di scacciare il pensiero del tocco febbrile e delicato della sua mano, il sapore dei suoi baci sulla pelle, il suo corpo teso contro il mio… ma non ci riesco. E’ la prima volta che mi capita una cosa simile: per questo non so come comportarmi, penso che ogni cosa che vorrei fare sia categoricamente e inevitabilmente fuori luogo. Ormai ho smesso perfino di tormentarmi l’anima col pensiero di essere una totale idiota: la mia mente si libra ben oltre il senso di colpa. Continuo a chiedermi perché diavolo sia venuto fin qui. Voleva vedermi? Un motivo ci deve pur essere, in fondo per quanto possa essere stronzo Malfoy non è uno stupido. Conoscendone la crudeltà potrei anche convincermi del fatto che sia piombato senza preavviso nella mia stanza solo per godersi la mia reazione. Forse voleva semplicemente accertarsi che avessi ancora voglia di fare sesso. Si, sicuramente era per questo. Ma non voglio crederci.

 

Cazzo, Blaise mi ha ficcato in testa un pensiero fisso. Perché diavolo sono tornato dalla Mezzosangue? Per dare una svolta alla nostra sfida? Si, con tutta probabilità era per questo. Solo che non ci avevo pensato. Dannazione…

 

Quando finalmente riesco a liberare la mente dai miei perversi pensieri dagli occhi color tempesta e i capelli biondi, mi accorgo che si è fatta ora di colazione. Diamine, non ho chiuso occhio tutta la notte?! Impossibile. Da quando un dannatissimo ragazzo mi fa quest’effetto? Di solito se la notte non dormo il motivo è più che valido. Ripasso mentalmente la lezione del giorno. Oppure ripenso a qualcosa di particolarmente felice. Ma Malfoy non è né un incantesimo né tanto meno un ricordo felice (figuriamoci!). Lui è solo… Draco.

 

-         Ehi, Mione! Ancora dormi? – E’ Ginny che per l’ennesima volta ridesta la mia attenzione.

-         Ti senti bene? Io sto scendendo per la colazione!

-         Sto benissimo… arrivo subito! – Le ultime parole famose. Neanche il tempo di terminare la balla del giorno che la mia migliore amica piomba in camera mia come una furia.

-         Hermione! Santo cielo!

-         Che c’è?

-         Hai bevuto?

-         No!

 

Una frazione di secondo dopo capisco il perché dell’espressione allucinata che deforma in una maniera quasi ridicola il volto di Ginny, guardandomi allo specchio. Ho due occhiaie da far paura.

 

-         Non hai dormito?

-         Indovinato. Sai, in questo periodo…

-         …Un’interrogazione dopo l’altra. Ti posso capire.

 

No, non era esattamente quello che volevo dire. Ma può andare…

 

-         Infatti. Ho… ho ripassato mentalmente tutta la notte. – Bugia.

-         Doveva essere una lezione complicata, se Hermione Granger è stata messa alle strette! – Questa volta Ginny mi sorride radiosa.

-         Però quelle occhiaie… meglio eliminarle! – E con un colpo di bacchetta fa sparire i solchi grigiastri di pochi istanti prima.

-         Adesso io scendo. Ti aspetto sotto con Harry e Ron, sbrigati!

 

Che persona d’oro è Ginny. Avrei fatto meglio a dirle tutto, anziché usare la solita patetica scusa del non-ho-chiuso-occhio-perché-dovevo-ripassare. Lei non lo merita. Bene. Le spiegherò tutto appena possibile. Appena starò meglio.

 

La Sala Grande è gremita di gente. Il mio sguardo si posa istintivamente sul lungo tavolo di Serpeverde. Precisamente su UN Serpeverde. Ride e scherza con i suoi presunti amici. Presunti perché in quegli occhi, che esprimono ogni sfumatura di ogni sua emozione (e questo l’ho capito quella notte) che lui sembra voler nascondere, riesco a leggere insoddisfazione. Insoddisfazione verso un mondo che gli è estraneo. Verso un padre che non gli ha saputo regalare amore, e ha scioccamente pensato di poter colmare ogni desiderio di suo figlio rimpinzandolo di cose materiali. Insoddisfazione verso una cerchia di falsi amici che gli vanno dietro solo per timore. Perché così facendo si guadagnano l’audience, la popolarità che ogni ragazzo ha sognato almeno una volta nella vita. Cosa potrebbe colmare quel vuoto? O… chi?

E quando mi accorgo (inutile dirlo, maledettamente in ritardo) che i nostri sguardi si sono incrociati, arrossisco violentemente e mi giro di scatto dall’altra parte della Sala. Merda, che figura.

Non riesco a trattenere un sorriso guardando i miei migliori amici. Quelli di sempre. Quelli VERI. Ron, come al solito, si ingozza di cibo quasi fino a scoppiare. Harry ride. Io non rido da due settimane. Harry ha perso tutto. Ma nonostante ciò continua a vivere.

Non si può perdere qualcosa che non si è mai avuto. Lui non è mai stato mio. Però mi sento privata di una parte di me. Una parte immensamente importante, quella in cui si celano tutte le emozioni, i sentimenti. Mi sento privata del mio cuore.

 

Perché lui me l’ha rubato.

 

Senza pensarci due volte mi fiondo fra Harry e Ron.

 

-         E…mmio…ie! – E’ così che mi accoglie Ron.

-         Manda giù tutta quella poltiglia prima di parlare, o finirai per affogarti! – esordisce Ginny in tono di rimprovero.

-         Ciao, ragazzi!

 

Non faccio in tempo a mandare giù il primo sorso di caffè che un gufo dall’aria malconcia plana di fronte a me con un atterraggio altrettanto maldestro. Annodata a una zampa porta la Gazzetta del Profeta.

 

-         Rita Skeeter… Rita Skeeter… “Le dieci coppie magiche più quotate”… ma che razza di…

-         Guardate qua! – tolgo di mano il giornale a Ron, che non ha volutamente fatto caso al titolone in prima pagina “ATTACCO DI MANGIAMORTE AD HOGSMEADE”.

-         Merda! – commenta Harry.

-         E’ morto qualcuno che conosciamo? – chiede Ron in tono annoiato. La solita, dannatissima domanda di sempre.

-         Nonostante le recenti rassicurazioni del ministero che negano il ritorno di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, un esercito di Mangiamorte porta nuovamente il terrore nella cittadina di Hogsmeade…” Niente di buono anche oggi, eh?

-         E’ morto qualcuno che conosciamo?

-         E smettila, Ron! La faccenda è seria!

-         Ehi, chiedevo! Se morisse qualcuno sarebbe altrettanto seria!

-         Comunque no, niente morti, per fortuna. Ma hanno fatto abbastanza per terrorizzare la gente un’altra volta.

 

-         Nessun problema! Tanto ci sarà San Potter a salvarci tutti! – quella voce. Bastarda.

 

Mi giro di scatto e mi trovo davanti il diavolo in persona. Dio, quant’è bello…

 

-         Come al solito arrivi al momento sbagliato, Malfoy! – risponde Harry. – Vedi, il tuo caro paparino colpisce ancora!

-         Non ti permettere di rivolgerti a me in quel modo, Potter, o…

-         O che fai?

 

Vedo la rabbia accenderglisi negli occhi. Quella rabbia incontrollabile, che non conosco. Ora Malfoy si erge in tutta la sua altezza, a un palmo da Harry. Non voglio che tutto questo sfoci nella solita rissa.

 

-         Harry… Falla finita…

-         Cos’è, Mezzosangue? Hai paura che il tuo amichetto ci rimetta un braccio? Bè, può darsi, non te lo nascondo…

-         Stronzo!

 

Quello sguardo. Quello sguardo glaciale. Mi trafigge come una spada affilata. Mi ferisce al cuore.  Senza che mi venga detta un’altra parola torno a sedermi, sconfitta.

 

-         Con te pareggiamo i conti più tardi, Mezzosangue.

 

Se solo fossi riuscita a non cedere. A dimostrargli che non ho ancora perso…

 

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Salve a tutti! Mi scuso immensamente con i lettori, dato che non aggiorno da settimane... Mancanza d'ispirazione, mi dispiace. Sarà il caldo, non so... Fattostà che ieri mi sono spremuta le meningi per farmi venire in mente qualcosa, qualche aneddoto particolare... vedrete! Spero di riuscire a postare con una certa regolarità (non dico tutti i giorni, ma tenterò almeno una volta a settimana), e soprattutto che la fic non sia stata dimenticata dai primi lettori che hanno recensito. Vi giuro, mi dispiacerebbe immensamente! Comunque ho visto che ci sono state già parecchie letture. Aspetto con ansia le vostre recensioni, mi raccomando! Ci tengo tantissimo a sapere se il mio lavoro è stato apprezzato. Bè... ho esaurito il da dire ;) Recensite, mi raccomando!!!

 

P.S.

A proposito: ho Harry Potter 7 in inglese! Sapete che figata? ;)

 

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Capitolo 12
*** Risvolti imprevisti ***


Nuova pagina 3

Okay. Arrendersi non è esattamente il comportamento che un Grifondoro con le palle assume in situazioni del genere. Mi sono fatta raggelare da uno stupido, dannato sguardo. Lo sguardo che ho odiato per sette anni. Lo stesso che mi ha stregata. Ma cazzo! La partita non è ancora finita! Posso ancora giocarmela, eccome se posso. Gli dimostrerò di che pasta sono fatta. Che Hermione Granger non si tira indietro. Mai.

 

Harry è così incavolato che ha i pugni così serrati che sembra quasi che le vene stiano per scoppiargli. Riesco a intravedere anche un sottile pulsare al livello della tempia. Ron è livido di rabbia. Non so perché, sarà scritto nel loro DNA, ma i miei migliori amici e Malfoy si odiano in una maniera quasi assurda. Anzi, il perché lo so eccome. Draco Malfoy è un bastardo. Per come si prende gioco delle persone, per come non si risparmia le sue stupide frecciatine volgari ogni volta che gli passo accidentalmente davanti.

 

Ma questa volta sarò io a fargliela pagare. Sarò io, per una volta tanto, a metterlo in ridicolo davanti a tutti.

 

-         Harry, vuoi sederti, per favore?

-         Non sopporto che ti chiami in quel modo!

-         Non… non importa, davvero. Infondo ci sono abituata.

-         E non è giusto, cazzo! Come puoi innamorarti di un tale infame?!

 

Merda.

 

Calma, Hermione. Fai un bel respiro e preparati a fingere.

 

-         Cosa hai detto? – dice Ron spaesato.

-         Niente! Non ha detto niente, vero Harry?

-         Io… scusa, ero soprappensiero.

-         Innamorata di Malfoy? Ma che diavolo ti prende, Harry!? Ahahah!

 

Almeno posso concedermi un sospiro di sollievo. Ovvio, non è possibile che Hermione Granger si sia innamorata di Draco Malfoy. E’ così assurdo che Ron ci si fa sopra una bella risata.

 

-         Io avrei una cosetta da fare, ragazzi. Ci vediamo a lezione.

 

Prendo la borsa e mi catapulto fuori dalla Sala Grande. Non c’è bisogno di riferire a nessuno quello che ho intenzione di fare. Voglio che tutta Hogwarts sappia che nessuno si prende gioco di Hermione Granger. Neppure il principe di Serpeverde.

 

Raggiungo in fretta il corridoio in cui è situata l’aula di Trasfigurazione. Fingendo di ripassare estraggo un pesante libro dalla borsa e mi apposto davanti alla porta. Mi provocherà, lo so. Lo fa sempre. Lo fa da sette anni.

 

-         Sempre col naso sui libri, eh, Mezzosangue? Non che tu abbia altro da fare… - Che vi avevo detto?

-         Io almeno non ho bisogno di una raccomandazione, Malfoy!

-         Non ti permetto di parlarmi in quel modo, sporca…

-         E cosa me lo impedisce? Credi che qualcosa di te mi spaventi? Te lo garantisco, razza di arrogante che non sei altro, questa volta il tuo sangue puro non ti aiuterà a salvarti la faccia!

-         Che cosa…

-         LEVICORPUS!

 

Fra risatine e grida di approvazione, l’intero corridoio esplode in un boato alla vista di un Draco Malfoy che sembra appeso per una gamba ad un filo invisibile che lo tiene sospeso a mezz’aria.

 

-         Così la prossima volta imparerai a tenere a freno quella lurida lingua che ti ritrovi! – ghigno orgogliosa.

-         Ma và a quel paese, sporca mezza babbana! EXPELLIARMUS!

 

Un raggio di luce rossa mi colpisce in pieno petto, facendomi sobbalzare parecchi metri più indietro.

 

-         Stupeficium!

 

Da penzolante per aria, Draco Malfoy cade a terra con un tonfo sordo. Ma non abbastanza perché la McGranitt non lo senta. La professoressa ci viene incontro di gran carriera, ansiosa di conoscere il motivo di tutto quel trambusto. E fa presto a scoprirlo, vedendoci entrambi a terra.

 

-         Signor Malfoy! Signorina Granger! Cosa succede?

-         Professoressa… io… - inizio, cercando di inventarmi in una frazione di secondo una scusa plausibile.

-         Questa lurida Mezzosangue mi ha appena schiantato, professoressa. – Stronzo di merda. Ora si che sono nei casini!

-         Signorina Granger! Come hai potuto… e tu, Malfoy, dovresti sapere che questo non è esattamente il linguaggio più consono ad un ambiente scolastico! Nel mio ufficio tutti e due, immediatamente!

 

Non posso fare altro che seguirla. Certo che nuoto nella sfiga più nera. Io volevo solo… dargli una lezione. E invece cosa mi becco?

 

-         Questo non è il comportamento che mi aspetto da due allievi modello. – Dice la MacGranitt, torva. – E’ inutile dire che mi avete parecchio deluso, soprattutto tu, signorina Granger. Non mi resta altro che assegnarvi una punizione. Tutti i sabati a partire da domani, dalle otto alle dieci. Per tutto il mese.

 

Malfoy è a dir poco basito. Io non posso dirmi meno turbata. Perché sono così stramaledettamente stupida?

 

-         A domani. – ci congeda la McGranitt.

 

-         Sei un’idiota! – è così che Malfoy mi rinfaccia tutto il suo rancore, appena usciti dall’ufficio della McGranitt. – Come cazzo ti è passato in testa di fare… quello che hai fatto? Tutti i sabati! Per un mese! Sai che significa?

 

-         Che dovrò passare quattro giorni d’inferno assieme a te?

 

-         Che sono rovinato! Merda, è possibile che tu possa provocare solo guai, Granger? Te la farò pagare cara.

 

-         Quanto mi spaventi!

 

-         Vedrai se te la farò pagare.

 

Mi si avvicina pericolosamente. Il suo viso è a un passo dal mio. Posso persino sentire il suo profumo…

 

-         Bè, è stata colpa tua. Perché non la smetti neanche per un secondo di chiamarmi Mezzosangue e mi eviti categoricamente dopo quello che è successo e…

-         Diavolo, Granger! Non me ne frega niente di quello che è successo! Non me ne importa niente di te né di ciò che fai o pensi! Chiaro?

 

 

Perché sono così bugiardo? Perché non mi levo la maschera di freddezza che mi ritrovo? Io non sono bravo con i sentimenti. Semmai gioco con quelli altrui.

Non riesco a fare niente neppure quando i suoi grandi occhi si riempiono di lacrime. Me ne resto lì, immobile, a fissare il vuoto.

 

-         Ti odio!

 

Idiota. Sei un idiota. E’ tutto quello che la mia mente riesce a formulare. Poi più nulla...

Lei corre via, ignara di tutto. E un terribile e insopprimibile senso di inquietudine mi assale. L’unica consolazione è che domani, nonostante mi odi, io la rivedrò.

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Capitolo 13
*** Conflitti sul lavoro ***


Nuova pagina 3

-         Hermione, che cosa…

 

Non mi degno di dare a Ron una risposta. Perché nemmeno io ne ho una. In meno di dieci minuti sono riuscita a rovinare una giornata che potevo dire essere cominciata bene. Sono una stupida, non ne faccio una giusta. Quattro giorni! Quattro giorni con Malfoy! Sarà l’inferno.

 

Che mi detesta lo sapevo a priori. Non avevo affatto bisogno che me lo ricordasse. Per di più con quelle parole così aspre, così dure… Non è stato certo Mister Finezza. Bè, se non altro anche io ho fatto la mia parte: perché lo odio, lo odio con tutta me stessa, con tutta la forza che ho in corpo. 

 

Eppure al tempo stesso lo amo. E se amare sembra una parola grossa, droga, tormento e frustrazione non lo sono. Perché lui da quella notte è questo, per me. Solo un irraggiungibile, irrefrenabile desiderio. Represso.

 

Fortunatamente l’ultimo banco è libero. Mi ci fiondo alla velocità della luce ammonendo gli sguardi dei miei amici con un cenno.

 

Alla fine della lezione (inutile dirlo, due pesantissime ed esasperanti ore) mi tocca la mia unica ora buca settimanale. Il momento più adatto per rinchiudermi in camera mia e, possibilmente, non uscirne mai più.

 

 

E invece per mia disgrazia sono dovuta uscire eccome. Adesso eccomi indugiare davanti la porta dell’ufficio della McGranitt, per espiare il mio reato con la primissima punizione della storia di Hermione Granger. Mi viene da ridere al pensiero. E’ tutta colpa di Malfoy, se mi sono cacciata in questa situazione!

Non ho molto tempo per formulare altri pensieri sconnessi, perché indovinate chi mi trovo davanti appena mi decido ad aprire la porta?

 

-         Non sei puntuale come sempre, Granger, o sbaglio?

-         Da quando t’importa?

-         Non mi importa affatto.

-         Allora chiudi il becco. Dov’è la MacGranitt?

-         La vecchia arpia dice che la nostra “punizione esemplare” consiste nel rimettere in ordine degli archivi che nessuno tocca da secoli… Sai, risalenti al periodo in cui non aveva ancora tutte quelle rughe disgustose. Intendiamoci, stiamo parlando della preistoria…

-         Ti ho chiesto dov’è.

-         Che cazzo vuoi che ne sappia?

 

Gli riservo uno sguardo di puro odio.

 

-         Comunque è molto meglio così, almeno non romperà le balle come al solito…

-         Stiamo parlando di un’insegnante, Malfoy! Capisco che per te l’educazione è un optional, ma sai, dato che dovremo passare tre ore piene assieme direi che è meglio se ti dai una calmata!

-         Senti Mezzosangue, hai idea di con chi stai parlando?

-         Con uno stronzo!

-         Non ti permettere…

-         Senti, dacci un taglio! Passami quell’archivio della Madonna e diamoci da fare!

-         Passartelo? Io? Prenditelo da sola, Mezzosangue!

-         Fanculo.

 

Ah, Hermione, dovresti saperlo ormai. Uno dei 324975565983 difetti di Malfoy è proprio il fatto di essere uno scansafatiche di prima categoria. Come vuoi, me lo prendo da sola, brutto arrogante dei miei stivali!

 

Merda, quanto pesa. L’ho solo pensato, certo, non gli darei mai questa sublime soddisfazione.

 

-         O ti metti al lavoro o lo dico alla McGranitt!

-         Che fai, tu?

-         Hai sentito benissimo! E’ anche colpa tua se siamo qui, ricordi?

-         Non credo proprio. Se non sbaglio sei stata tu a combinare tutto quel casino.

-         Dannazione, Malfoy! Non puoi farmi fare tutto da sola!

-         Chiudi quella boccaccia, Granger. E soprattutto non darmi ordini. Piuttosto, passami quella boccetta d’inchiostro…

-         NON SONO IL TUO ELFO DOMESTICO!

-         Stai calma, idiota.

-         Ti detesto!

-         In quanti altri modi hai intenzione di dirmelo?

-         Stà zitto, lurido…

-         Ehi, frena quella lingua. – Mi prende per i polsi, stringendoli fino quasi a bloccarmi la circolazione.

-         Mi… Mi fai male…

-         E te ne farò ancora di più, se necessario. Pretendo rispetto. Chiaro?

-         Non lo meriti. Non meriti niente! – La sua presa si fa ancora più dolorosa. Ma io non cederò.

-         Chiaro?

-         MAI.

-         Cazzo, Granger! Certo che sei una rompiballe numero uno! A volte mi chiedo come facciano Potter e Weasley a sopportarti…

-         E io mi chiedo come mai i tuoi presunti amici non ti abbiano ancora mandato a quel paese…

-         Tutti desiderano la mia presenza. E tutte le ragazze la desiderano nel loro letto…

-         Tutte le oche di Hogwarts, immagino di si…

-         E tu sei una di quelle.

-         Non ti permettere, stronzo!

-         Perché, non ho ragione?

-         Io… Non l’ho voluto io. O la memoria gioca brutti scherzi?

-         Chiunque l’abbia voluto, non credo proprio di averti costretta, Granger…

-         Ah! Se credi di mettermi in imbarazzo ti sbagli di grosso.

-         Che ne dici di provare di nuovo, Mezzosangue?

-         Lurido verme schifoso! Come credi che possa pensare a una cosa del genere mentre mi trovo con un infame bastardo nell’ufficio di…

-         Guarda, l’ufficio non è un brutto posto, te l’assicuro.

-         Fottiti! E lasciami in pace!

 

Dopodichè mi immergo nel mio archivio, e gliene lancio un altro in modo che si tappi quella boccaccia e si metta al lavoro. Spero proprio che gli arrivi dritto dritto in testa.

 

-         Passami l’inchiostro. – Dopo una buona mezz’ora di silenzio, ecco che torna alla carica.

-         Non sopporto gli imperativi.

-         Cazzo, sei proprio una rompiballe! – Fa per alzarsi e prenderselo da solo. Ma un’idea ecco, per così dire, insolita, mi piomba in testa a una velocità allucinante…

-         E tieni, razza di incivile! Ops!

 

Bè… si, naturale, l’idea era proprio quella di rovesciare accidentalmente l’intero contenuto della boccetta sulla sua candida camicia.

 

-         CHE CAZZO FAI??

-         Mi è scivolata, scusa!

-         Scusa un corno! Ti sembro stupido, Mezzosangue?

-         Direi, se ti sei fidato di me.

-         Dannazione… PORCA PUTTANA!

 

E così, senza degnarmi di un’altra parola, sbottona quel che rimane dell’ex bella camicia appena stirata, rivelando i suoi perfetti, definiti addominali. Pazzeschi.

 

-         Toglimi quegli occhi di dosso!

-         Ma non…

-         Zitta. Non voglio sentire un’altra parola. – Si fa sempre più vicino... – Bene, sono le nove. Direi che me ne posso andare.

-         Non dovremmo aspettare…

-         Tu aspetta pure chi diavolo ti pare, Granger, io ho altro da fare.

-         Allora…

-         Anzi, vattene. Non voglio averti davanti un minuto di più.

-         Ma…

-         Vattene, cazzo! Non ti pare abbastanza il danno che hai fatto?

-         E sai quanti danni hai fatto TU a me?

-         Se intendi danni cerebrali ce li avevi già!

-         Bastardo pezzo di merda!

-         Se hai finito con gli insulti puoi sparire.

-         Sparisci prima tu.

-         Vai a quel paese, Mezzosangue.

 

Non è andata proprio male. Infondo me l’aspettavo. Bè… sarebbe stato meglio se ci fosse stata anche la McGranitt, ma almeno una parte della mia vendetta l’ho avuta.

 

Se prima Malfoy mi odiava a morte, ora mi odia ancora di più. Se m’importa? M’importa eccome. Ma per una volta in vita mia voglio godermi la mia piccola vittoria. Purtroppo ci rivedremo la settimana prossima… il che non promette niente di buono.

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Capitolo 14
*** E poi ad un tratto capisco... ***


Nuova pagina 3

Lurida sudicia Mezzosangue. Sono due giorni di fila che mi incastra con scherzetti di cattivo gusto. Non posso nemmeno dire che abbia stile. Fa le cose senza pensarci, quella.

Prima la storia del corridoio. Poi la trovata dell’inchiostro. Me la pagherà. Nessuno si prende gioco di Draco Malfoy, meno che mai una sporca Mezza Babbana.

 

Per prima cosa oggi umilierò personalmente quegli idioti dei Grifondoro. La  partita di Quidditch sarà uno scenario spettacolare. Una volta che avrò preso il boccino voglio proprio ficcarlo in bocca allo Sfregiato. Dopo ho in serbo di fare ingelosire la Granger. Per quanto possa essere maledettamente orgogliosa niente e nessuno riuscirà a cancellarle dalla faccia un’estrema delusione. Mi servirò di Pansy giusto il tempo che mi ci vuole per fare rosicare la Mezzosangue.

 

-         Pensi a lei, eh Draco?

-         A lei chi?

-         Non fare l’idiota, amico…

-   Se intendi la Granger…

-         Vedi, ho indovinato!

-         Non hai indovinato un bel cazzo, Blaise! Dicevo… Ho intenzione di divertirmi un po’ con lei, tutto qua.

-         Se per divertimento intendi…

-         A quello ci penserà Pansy.

-         Draco, te lo devo proprio dire… sei un infame!

-         Da quando ti frega di Pansy?

-         Tu te ne sbatti di tutti, ma non pensi a come possa sentirsi sfruttata come una pezza vecchia?

-         Stà a vedere come le ragazze cadono ai miei piedi…

 

Viro in direzione di Pansy, seduta in una poltrona vicino al camino, stranamente silenziosa.

 

-         Ehi dolcezza – naturale, a volte bisogna fingere nella vita… - Sei libera dopo la partita?

-         Fatti pure la Granger, Draco, sono stufa di essere usata!

-         Che diavolo stai dicendo, Pansy?

-         Lo so che t’interessa la Mezzosangue, non sono mica un’idiota!

-         La Mezzosangue? Chi è che ti riempie la testa di cazzate?

-         Forse non l’hai notato, Draco, ma anche io ho un cervello, e lo uso!

-         In effetti proprio non ci avrei giurato…

-         Portati a letto la Granger, con me hai chiuso.

 

Ma cosa cazzo succede al mondo? Io? Rifiutato? Dev’esserci un errore. Voglio dire, sono o non sono il principe di Serpeverde? E adesso mi tocca anche venire umiliato da Pansy Parkinson? PANSY PARKINSON? Dico io, dev’essere successo qualcosa di ignoto. Fattostà che quell’oca non mi ha dato neanche il tempo di tapparle il becco che se n’è andata tutta impettita lasciandomi al centro della sala. E’ importante sottolineare che ogni singolo essere (perchè parlo anche dei ritratti) presente mi sta fissando.

 

-         Bè? Che avete da guardare? Disturbi della crescita, niente di cui preoccuparsi. – Vorrei controllarmi, ma… - E cazzo! Fuori dai coglioni che non è giornata!

 

Con ciò congedo tutti e tanti saluti. Pansy mi odia? Non che la cosa mi turbi, per carità, ma nel mio vocabolario non esiste l’espressione “essere rifiutato da una ragazza”, e poi Pansy a letto non è niente male. No, la verità è che in un nanosecondo una nanerottola di un metro e sessanta ha buttato all’aria tutti i miei progetti di vendetta. E soprattutto, come farò ad attirare l’attenzione di Hermione?

 

 

-         Dai, la trovata dell’inchiostro è stata micidiale!

-         Lo so, Ron, ma lo sai che Malfoy è un tipo vendicativo…

-         Ma per favore! Herm, ci siamo io ed Harry a proteggerti!

-         Figuriamoci. Non siete le mie guardie del corpo. E poi Malfoy non è mica un pazzo criminale…

-         E’ figlio di Mangiamorte!

-         E allora?

-         E allora è naturale, tale padre…

-         Naturale?

-         Ovvio!

-         Ma Ron… stai scherzando, vero?

-         Mai stato così serio in vita mia.

-         Essere figlio di un Mangiamorte non significa esserlo a sua volta!

-         Scommetto quello che vuoi che quello è già al servizio di Tu-Sai-Chi…

-         NO!

-         No? Hermione, lo sai anche tu che…

-         Io non lo so, Ron! Come puoi dirlo? Ne hai la certezza? Solo perché odi Malfoy, e non fate altro che litigare, e…

-         E perché è uno stronzo? Lo sai quante ne ha combinate a quelli degli altri anni? Sai quanti ne ha pestati? Infondo sei un prefetto!

-         Questo non…

-         Cosa?

-         Ti sbagli!

-         Mione, l’hai visto con i tuoi occhi…

-         Lui è diverso, Ron. Non è come credi. Tu non lo conosci…

-         Perché, tu si?

 

Ecco. Adesso sento piombarmi addosso lo sguardo stranito del mio migliore amico. Ci mancava anche questa. Certo, come posso io, Hermione Granger, conoscere la profonda indole del ragazzo più bello e dannato di Hogwarts? Come posso avere l’assoluta certezza che anche lui non sia in realtà un Mangiamorte come il padre?

 

Io non lo so. A pensarci bene non so niente di lui. L’unica cosa che so è che… mi dispiace. Mi dispiace essere stata sempre così prevenuta nei suoi confronti. Mi dispiace che per sei anni non ho fatto altro che ignorarlo. Non ho mai visto niente in lui. Niente, tranne ovviamente una pelle diafana, due occhi color dell’oceano, un viso angelico e… una maschera di freddezza.

 

Io non conosco Draco Malfoy. Ma lo amo, tutto qui. Lo amo per i suoi occhi. Quegli occhi che sembravano volermi dire qualcosa, quella notte… Quegli occhi che mi mancano come l’aria.

 

E al tempo stesso lo detesto. Ha un caratteraccio. Testardo, sfrontato, vile, egoista, duro, freddo come il ghiaccio. Come si fa ad amare e odiare insieme una persona?

 

-         Lui non è un Mangiamorte.

-         E come lo sai?

-         Non capiresti, se ti dicessi semplicemente di guardarlo negli occhi…

-         Come…

-         Scusa Ron, io… vado a prepararmi per la partita…

-         Hermione!

 

Ormai è troppo tardi per le domande, Ron. Non ci crederai, ma improvvisamente mi è venuta voglia di farmi bella. Per lui. Per stuzzicarlo, per provocarlo. Proprio come fa lui. Ostentando il suo egoismo.

 

Non sono il tipo di persona che definirebbe sé stessa provocante. Ma tant’è. Mi è venuta in mente solo una camicetta. Bianca. Con le maniche svasate e le rifiniture argentee. E una gonna. Non mia, di Ginny. Me la prestò anni fa “per una grande occasione”. Pensavo che non l’avrei mai usata. E invece eccomi davanti allo specchio della mia camera, a scrutare la mia immagine. Hermione Granger in minigonna. Che evento! E per chi, tutto questo? Per Malfoy. Chi l’avrebbe mai detto…

 

***

Perdonooo! Chiedo scusa a tutti per l'attesa! Ma quant'è che non scrivo?? Ho perso il conto anch'io! Posso togliermi definitivamente dalla testa di intraprendere la carriera di scrittrice, se non riesco a darmi una regolata con i tempi. Insomma, se fossi un elfo domestico mi sarei già punita a morte! SCUSATE SCUSATE SCUSATEEEEEEEEEEEEEE!!! Mi dispiace davvero di avervi fatto aspettare così tanto, ma non ho avuto uno straccio, un misero straccio d'ispirazione. Spero di aggiornare più spesso. Comunque sappiate che a breve ci saranno ulteriori sviluppi... e novità :P

Spero di non aver perso i miei lettori per la MIA negligenza. Continuate a leggere, vi prego!!!

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Capitolo 15
*** Deve essere ***


Nuova pagina 3

Mi passo un po’ di lucidalabbra sulla bocca. Una spennellata di fard sugli zigomi. L’immancabile tocco di mascara. E sono pronta.

E’ strano pensare che non mi sono mai truccata per nessun ragazzo. Non mi sono mai truccata a dire il vero. Poi arriva uno stronzo. Un Purosangue. Un bellissimo ragazzo. Dannato. Spietato. Orgoglioso. Quasi inverosimile. Il primo ragazzo per cui sento il bisogno di farmi bella. Il primo per cui indosso una minigonna. Il primo di cui mi sono veramente innamorata. Il primo con cui ho fatto l’amore. Il primo.

 

Esco furtivamente dalla mia camera pregando con tutte le forze che ho in corpo che sia Harry che Ron siano già negli spogliatoi. E soprattutto che qualcuno incrociandomi non mi dica : “Ehi, Hermione, dove vai vestita così?”. Comincio a pensare di aver esagerato un po’. Ma pensandoci bene non dev’essere un problema, dato che la maggior parte delle ragazze di Hogwarts usano quest’abbigliamento.

La cosa deve aver immediatamente suscitato l’interesse degli individui di sesso maschile della scuola. Vedermi vestita così è tutta un’altra cosa.

A dire il vero mi sento un po’ troppo osservata. Certo, vedermi girare per i corridoi in minigonna è come vedere Voldemort ed Harry che si scambiano battutine amichevoli. Bè, quasi.

 

-         Stracciamoli quelli, va bene? Siete pronti? – Più che un incoraggiamento alla squadra lo riterrei un ordine. DOBBIAMO vincere. So perfettamente che l’esito della partita è letteralmente nelle mie mani, ma ho bisogno della collaborazione di tutti. Niente equivoci, e soprattutto niente bolidi in testa. Voglio che i Grifondoro rimpiangano la loro formazione. Voglio che LEI guardi me. SOLO me.

 

- A quasi due ore dall’inizio della partita, le due squadre si trovano in parità! Ancora nessuna traccia del boccino, a quanto pare!

 … Sembra che Harry Potter abbia avvistato qualcosa! Sarà proprio la pallina magica? Malfoy parte all’inseguimento, signori, quello è davvero il boccino!

 

Forza… Potter, fatti colpire da un fulmine… DEVO prendere quel boccino, accidenti… Quella dannatissima firebolt… Potter, levati…

 

-         DRACO MALFOY PRENDE IL BOCCINO! SERPEVERDE VINCE!!

 

Un coro di “Nooo” si alza dalla parte dei Grifondoro. Potter, ma che razza di figura fai? Farti soffiare il boccino sotto il naso… Che caduta di stile!

Sollevo il boccino, trionfante. Mi sento davvero… felice. Perché lei, da lassù, non si è unita ai suoi compagni di casa. Sorride. Ha i lati della bocca piegati un po’ all’insù. Ma io lo vedo. Probabilmente sono l’unico a notarlo. Tutti avranno notato la sua minigonna. Il suo trucco inusuale. Ma non il suo sorriso.

Quello è per me. Dovevo essere io a farci caso. A dargli un peso.

 

Ma cosa dico? Non volevo vendicarmi?

Si è appena alzata. Oddio, è una visione…

Che diavolo sto dicendo? Non posso crederci. Devo essere fuori di testa.

Però è così bella. Con quelle gambe, così lunghe… Non le avevo mai notate prima.

Draco, cosa cazzo ti sta succedendo?

 

E’ troppo bella. E sarà mia.

 

A un certo punto non me ne importa più niente del suo sangue. E nemmeno del mio. M’importa che oggi, per la prima volta in sette anni, si è messa una gonna. Perché l’avrebbe fatto? Per me. Non ho nemmeno più tanta voglia di farla soffrire. Voglio averla. Adesso. Sono quasi contento che Pansy mi abbia rinnegato davanti a tutti. Altrimenti adesso non starei qui, ad ammirare l’oggetto del mio desiderio. O forse… forse c’è qualcosa che va oltre il semplice desiderio. Perché tutto si può desiderare. Tutto si può avere. Basta pagare. Per averla non mi basta desiderarla. Non mi basta un prezzo. Per averla davvero, devo amarla.

Sono Draco Malfoy, accidenti. Non ho mai provato amore per nessuno. Nemmeno per mia madre. E adesso arriva una Grifondoro, Mezzosangue, saputella, impertinente, che sconvolge tutto.

Io la voglio. Io la… amo.

 

 

Lo amo? Lo penso davvero?

Sono davvero contenta che abbiano vinto la partita. Ma non è solo questo. Mi sta guardando.

Dev’essere per la minigonna.

Anzi, no. Mi guarda in modo diverso. Mi guarda come mi ha guardata quella notte. Cosa leggo nei suoi occhi? Desiderio? Passione? Amore?

 

-         Hermione, io…

-         Cosa?

-         Mi dispiace! Ce l’avevo lì davanti, potevo prenderlo… Ma quel Malfoy mi ha incastrato!

-         Oh. – E’ stato Harry a interrompere i miei pensieri. Non ho nemmeno pensato che potesse essere deluso per la partita persa. Sono un’egoista, lo so. Ma non riesco a non essere felice per il ragazzo che da settimane occupa un posto fisso nei miei pensieri.

-         Herm? Ma che stai guardando? – interviene Ron.

-         Oh. Niente.

-         E allora? Non dici niente?

-         Andrà meglio la prossima volta…

-         “Andrà meglio la prossima volta?”… Ma era contro Serpeverde, accidenti, ci siamo fatti battere da… insomma…

-         E’ solo una partita…

-         Cosa?

-         Solo una partita.

 

Ad un tratto mi sento terribilmente stupida. L’avranno capito tutti che il mio abbigliamento è dovuto al fatto che ho inconsciamente (ma davvero?) tentato di attirare l’attenzione del signor Malfoy. Voglio andare a cambiarmi di corsa. Non voglio altri occhi addosso!

 

Stai arrivando, Hermione… Le scale, dove sono le scale? Ah, si… la Torre… dannato Malfoy, vedi che effetto mi fai? Ancora pochi gradini…

 

-         Perché tanta fretta?

 

E il mio cuore perde un battito.

 

-         Io… stavo…

-         Non c’è motivo di correre tanto.

-         Scusa?

-         E dai, Mezzosangue… Ormai la partita è finita, no?

-         Cosa diavolo stai dicendo?

-         Bella domanda. Piuttosto… come mai questo abbigliamento succinto?

 

Bene. Oddio. Lo sapevo! Non dovevo vestirmi così. Non ho fatto altro che mettermi in ridicolo!

 

-         Io… io volevo… ecco…

-         Dai, scherzavo. Ti sta molto bene.

 

Vorrei formulare un semplice “Lo pensi davvero?” ma mi sembra troppo fuori luogo, sdolcinato, e inoltre la lingua mi si è attaccata al palato e sembra non potersi muovere di un millimetro.

 

-         Di sicuro… è molto meglio del tuo solito stile suora.

 

Ancora silenzio. Non mi sono mai sentita così in imbarazzo in vita mia… Davvero, non so cosa dire. Credo sul serio che mi stia prendendo in giro. Fattostà che non riesco a spiccicare parola…

 

-         Cos’è, ti sei ingoiata la lingua?

-         Uhm…

-         Proviamo a vedere se ti funziona ancora…

 

Non so cosa è successo dopo. O meglio, lo so. Draco Malfoy mi ha baciata. Avrei voluto rispondere a quella specie di provocazione, ma non me ne ha dato il tempo. Mi ha baciata.

 

Il tempo si è fermato.

La sua bocca è così esperta. Così fredda. E’ come se cercasse qualcosa dentro di me… Esplora ogni angolo della mia bocca con estrema facilità. E quando anche le nostre lingue s’incontrano, bè, ho appurato che la mia lingua funziona benissimo.

 

Non è stato come quella notte. Altrettanto intenso, ma c’era qualcosa di più. C’era dolcezza, conforto, gentilezza. Doti che non gli avrei mai attribuito prima. C’era tenerezza. C’era amore.

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Capitolo 16
*** Il vero Draco, la vera Hermione ***


Nuova pagina 3

La mia mente non è riuscita a registrare quello che è successo dopo. Non so per quanto altro tempo abbiamo continuato a baciarci, in quel freddo corridoio che a me sembrava il posto più meraviglioso che avessi mai visto.

La magia si è interrotta solo quando, dopo una buona mezz’ora, i Grifondoro delusi per la partita persa si sono ritirati in Sala Comune. Non ho fatto in tempo a dire niente, perché lui si è staccato a una sorprendente rapidità congedandomi con un semplice “vediamoci alle dieci. Nella Stanza delle Necessità”. Poi più nulla. E’ scomparso  nel buio lasciandomi sola con le mie emozioni.

So che è stato un bacio vero. Sincero. So che lui l’ha voluto almeno quanto l’ho voluto io.

Per la prima volta dopo settimane mi sono sentita davvero felice.

Draco Malfoy. Un nome, un’ossessione. Ha rappresentato odio, frustrazione e rimpianti, per sei lunghi anni. E adesso, adesso che tutto è cambiato, cosa rappresenta Draco Malfoy per me? E quando dico per me intendo la VERA me, la vera Hermione Granger, una ragazza che ha bisogno di amare come tutti, e non la secchiona antipatica della scuola.

Lui rappresenta… il limite che ho oltrepassato. Il muro che ho abbattuto. La montagna che ho scalato, l’orizzonte che ho toccato. E’ stato Draco a farmi scoprire chi sono. Anche se non lo sa, è solo grazie a lui che mi sento così… felice. E anche se questa felicità è solo la mia immaginazione, anche se non resisterà nel tempo, anche se se ne andrà velocemente com’è venuta, non m’importa. Io voglio godermela.

 

Prima che Harry, o Ron, o Ginny possano venirmi a cercare, mi catapulto in camera mia. L’appuntamento è fra un’ora.

Ho deciso di togliermi la gonna. Può anche starmi bene, okay, ma voglio che Draco mi veda per come sono, in tutto e per tutto. Quindi prendo i jeans più smessi, più vissuti che ho, che giacciono ancora spiegazzati sul letto disfatto, e me li metto. Io vivo in jeans. Perciò devo andare da lui in jeans. Tanto, per una volta in vita mia, so che non mi respingerà.

Ci abbino un delizioso maglioncino celesta a girocollo, e un paio di scarpe da ginnastica.

E sono pronta.

 

La Stanza delle Necessità… è dal quinto anno che non percorro quel corridoio, ma me lo ricordo come fosse ieri… Quando noi dell’ES fummo scoperti, della squadra d’inquisizione della Umbridge faceva parte anche Malfoy. Ora che ci penso fu proprio lui a catturarmi. Solo che prima ripugnavo quella stretta. Adesso no. Adesso è la mia più grande speranza.

 

La Stanza delle Necessità… ora che ci penso… a cosa dovrei pensare esattamente per farla apparire? Dato che è già occupata dovrò pensare alla stessa cosa che ha pensato Draco. Oddio. E se non dovesse aprirsi? Potrei starci tutta la notte…

 

Bè… i miei complessi mentali si sono consumati non appena mi sono vista apparire davanti un’enorme porta. Ho pensato che fosse un sogno, e così l’ho aperta, senza esitare, perché temevo di potermi svegliare da un momento all’altro.

 

Sono più che sorpresa di trovarmi in una stanza enorme, completamente vuota. Cioè, non proprio vuota. C’è Draco, in realtà. Solo Draco. Non so perché ma questa cosa mi sembra particolarmente eccitante. Io e lui solamente.

 

-         Ciao. – Quella voce. La riconoscerei fra mille. – Sei venuta. – Ogni sillaba mi rimbomba nelle orecchie, e voglio che sia così. Voglio sentirlo in ogni angolo del mio corpo e del mio spirito. Non voglio che mi sfugga come prima.

Vorrei scoprire il vero Draco, e che lui conosca la vera Hermione.

-         Ciao.

-         E la gonna? – Mi sento un po’ imbarazzata, ma so già la risposta. Ero preparata.

-         Bè, ho preferito i jeans, perché non ero io.

-         E allora perché l’avevi messa?

-         Oh. Forse per un certo biondino?

-         Risposta prevedibile. – ghigna compiaciuto.

-         Ah si?

-         Sai, forse se non ti fossi messa quella gonna adesso non saremmo qui.

-         Davvero?

-         Sicuro. Il fatto è che i miei ormoni non hanno retto.

-         Nemmeno i miei.

 

Si avvicina, gentile. Mi stringe la mano. E cattura le mie labbra in un bacio dolce, premuroso.

 

-         Stai molto bene anche in jeans.

-         Non l’avrei mai detto…

-         Lo penso da un bel po’, lo sai?

-         Bè… a dire il vero… come potevo immaginarlo? Pensavo che mi odiassi!

-         Mezzosangue, per quanto si possa odiare una persona, se questa persona ha due gambe mozzafiato un ragazzo sano di mente non può non notarle…

-         Oh. Mi sento molto meglio. – sorrido.

-         Ancora prima delle gambe ho notato un cervello. Ma quello l’hanno notato tutti, suppongo. Dopo un po’ ho notato un certo caratterino niente male. A volte ti porti le palle, Mezzosangue, dico sul serio. Ma questo non è un problema, per me.

-         E cosa?

-         E’ piuttosto eccitante, in effetti…

-         Ma cosa dici? Io… insomma…!

-         Granger, Granger… come sei ingenua…

-         Cosa vuoi da me, Malfoy? Lo voglio sapere adesso. Non ho intenzione di affrontare altre delusioni, perciò ti…

 

Non mi ha dato il tempo di finire la frase, perché mi ha tappato la bocca con un bacio.

 

-         Secondo te che cosa significa questo?

 

Sinceramente, ce ne ho messo di tempo per pensarci.

 

-         Io… non lo so… Dimmelo tu.

-         Prova a indovinare. Una saputella come te non dovrebbe metterci troppo.

-         Che sono la ragazza di turno?

-         Davvero ti paragoni alle altre?

-         Non… non ne ho idea!

-         Lo sai, invece. Sei proprio un’approfittatrice, Mezzosangue. Vuoi che sia io a dirtelo.

-         Forse.

-         Significa che mi sono innamorato di te, accidenti!

 

L’ha detto. L’ha detto. Non sono stata io, io non ho fatto niente, non ho mosso le labbra, sono rimasta immobile e lui l’ha detto. Si è innamorato. Di me. Di Hermione Granger. Dannazione. Mi sento male.

 

-         Oh…

-         Che ne pensi? – ghigna divertito. E’ mai possibile che niente e nessuno possa togliergli quella calma, quella dannata tranquillità? Che niente e nessuno riesca a fargli perdere il controllo?

-         Non credevo fosse possibile che ti innamorassi di una Mezzosangue.

-         Al diavolo il nostro sangue. Non m’interessa. Allora? Non hai risposto alla mia domanda. Che ne pensi?

 

Silenzio.

 

-         Penso che era da moltissimo tempo che ci speravo…

-         Bene. – Un sorriso. Quel sorriso. Così enigmatico, così splendente. Così vero.

 

Questa volta sono io a farmi avanti. Con prudenza, certo. Non voglio dimostrargli niente, eccetto forse che ricambio il suo amore.

 

-         Cavolo, Mezzosangue…

 

Ancora una volta, una danza di lingue. E’ come se fossero sole e ghiaccio a incontrarsi, a fondersi l’un l’altro. Nessuno dei due cede, perché ha bisogno dell’altro.

 

Sento la sua mano scivolare tra le mie dita, correre indiscreta lungo la mia schiena.

 

-         Così non va… - dice lui, staccandosi all’improvviso.

-         Cosa c’è?

-         Devo tornare al mio dormitorio, o finisco nei casini. Non puoi ammaliarmi così, Mezzosangue…

-         Non puoi restare?

-         Devo andare, altrimenti quelli mi daranno la caccia.

-         Aspetta… proprio adesso…

 

Non riesco a fare a meno di quel contatto. Lo attraggo di nuovo a me, ho bisogno del suo calore, del suo profumo.

 

-         Domani resterò con te tutta la notte, te lo prometto.

-         Va bene.

-         Senti, devi promettermi di non parlarne con nessuno.

-         Cosa…

-         E’ importante. Nessuno deve sapere. La voce non deve assolutamente arrivare alle orecchie di mio padre. Sarebbe la fine, per me e per te. Hai capito? Neanche ai tuoi amici.

-         Io… ci… ci proverò…

-         Devi promettermelo! E’ importante, hai capito?

-         Okay.

-         Bene. Mi fido di te… Hermione.

-         Tanto domani… insomma… siamo in punizione…

-         Meglio così.

 

Mi regala un ultimo, dolce bacio sulla bocca e sparisce.

Già mi manca come l’aria.

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Capitolo 17
*** Felicità e controindicazioni ***


Nuova pagina 1

Mi sento così bene.

Sento che niente possa sfiorarmi. Sento che qualsiasi commento, qualsiasi critica, oggi mi scivolerà addosso. Anzi. Sarò così felice e innamorata che nemmeno me ne accorgerò.

 

E allo stesso tempo mi sento tanto… sola. Adesso che lui non c’è sono solo Hermione Granger in una stanza immensa. Vuota. Vuota come ciò che ho dentro. Lo vorrei con me, adesso, quasi per evitare che la magia che si è creata fra noi un attimo fa non svanisca più. Perché che cos’è l’amore, se non una straordinaria magia?

 

Accidenti. E’ assurdo. Con tutte le ragazze che ci sono, proprio di lei dovevo andarmi ad innamorare. Lei, che ho detestato per tutti questi anni. Lei, la Mezzosangue. Lei, la secchiona impertinente che sotto sotto ho sempre invidiato. Lei. La lei che, lo so, mio padre mi truciderebbe se venisse a saperlo.

Ma lei è anche la ragazza dagli occhi dorati, così vispi, così espressivi. Lei è bella, è gentile, è sincera. Lei è una magia. Ma soprattutto, lei è la Hermione che amo. E non mi importa se verrò ostacolato, so che mio padre e i suoi seguaci mi braccheranno come un animale. Ma la cosa non mi turba. Perché si sa, l’amore ha le sue controindicazioni. O almeno così mi avevano detto.

Adesso lo capisco. Capisco cosa si prova quando non hai la persona che vorresti con te accanto a te. Adesso conosco il senso di vuoto che mi riempie quando lei è lontana. So qual è la frustrazione che t’invade quando vorresti scrivere il suo nome dappertutto, ma devi resistere e non lo devi fare, perché qualcuno potrebbe spifferare tutto a tuo padre e allora si, a quel punto sarete morti tu, lei e tutti quelli che vi amano.

Cazzo. Voglio che arrivi domani sera. Voglio che nasca un nuovo giorno come non l’ho mai voluto prima. Voglio che quel giorno muoia e voglio andare in paradiso insieme a lei mentre il giorno è ancora sospeso tra la vita e la morte.

 

Vorrei tanto parlare con Blaise. So che di lui posso fidarmi. Ma ci sono tanti ficcanaso in giro, e le conseguenze non oso immaginarle. E poi le ho fatto una promessa.

 

Vorrei tanto parlare con Ginny. Lei è la mia migliore amica, capirebbe e terrebbe la bocca chiusa. Ho bisogno di parlare con qualcuno. Potrei scoppiare per la felicità se non lo faccio. Però gliel’ho promesso. Nessuno deve sapere che stiamo insieme.

Oh, l’ho detto? Stiamo insieme, noi due? Mi sembra così assurdo. Eppure è così. Lo amo così tanto che a stento mi trattengo dallo scarabocchiare il suo nome in ogni angolo di pergamena che ho sotto tiro. Ma quant’è maledettamente bello amare?

 

-         Hermione, che fine avevi fatto? Mi hai fatta preoccupare! – Ah, già. Ginny. Ginny non sa niente di tutto questo, e se la situazione non cambia non lo saprà mai. Cosa le dico? Sono stata in biblioteca a studiare fino a tardi? Mi sono persa nei corridoi?

-         Ginny… io…

-         Almeno avvertimi la prossima volta se fai tardi, così non rimango come una scema ad aspettarti fino a notte fonda!

-         No, non hai capito! Lascia che ti spieghi.

-         Dove sei stata?

-         Senti. E’ una questione delicata. Mi dispiace tanto ma non posso dirtelo…

-         Ma…

-         Fammi finire, per favore. Non devi preoccuparti per me. Va tutto bene, anzi, va meravigliosamente e mi sento felice come non mai. Vorrei anche solo provare a spiegartelo. Purtroppo non posso, almeno per adesso. Ti dico solo che… insomma… da oggi in poi non aspettarmi… la notte.

-         Si tratta di un ragazzo?? – Accidenti. Appena ha sentito odore di maschi si è subito tranquillizzata. Le brillano gli occhi.

-         Oh, Hermione, è fantastico! Chi è il fortunato?

-         Bè… Te l’ho detto, non te lo posso dire.

-         Come no?

-         Senti, ti spiegherò tutto al più presto, te lo prometto. Mi è stato detto di non dire niente a nessuno, quindi ti prego di non farne parola con Harry e Ron, per l’amor di Dio.

-         Va bene, stai tranquilla.

-         Grazie Ginny, sei un’amica…

 

Quando Ginny è uscita, mi sono addormentata quasi subito. Pensavo di non riuscire a prendere sonno all’inizio, ma il tutto si è rivelato estremamente facile. Semplicemente, non ho avuto bisogno di restare sveglia per pensare a Draco. L’ho sognato.

 

E finalmente è un nuovo giorno. Non so quanto tempo è passato dall’ultima volta che sono stata così felice. Forse ero ancora una bambina, chissà. Bè, oggi ho scoperto che la felicità ha dei sintomi. Sintomi che sono estremamente riconoscibili dall’occhio umano.

 

Quando sei felice, per esempio, non ti accorgi di esserti messa la maglietta al contrario, in modo che più o meno tutti possano vedere l’etichetta perché hai dimenticato di scioglierti i capelli che sono ancora scomposti e raccolti in una mezza coda dopo una notte di sogni.

Oppure non ti accorgi che la tazza del tuo caffè è già abbastanza piena e continui a versare la bevanda finchè qualcuno non ti ammonisce dicendoti che hai sporcato tutta la tovaglia. E tu reagisci con una risata.

Quando sei felice vai a sbattere contro il vassoio pieno di uova e bacon del tuo ragazzo e glielo rovesci tutto addosso, allora capisci di essere completamente rincoglionita per andartene in giro fra la gente. E quel bellissimo ragazzo ti fa un sorriso e ti soffia sui capelli come se fosse la cosa più naturale del mondo.

 

-         Hermione, ma che ti prende? – Ron mi fissa allampanato. – Sei strana stamattina o sbaglio? C’è qualcosa che non và? Guarda che mi sto preoccupando.

-         No, Ron, sto benissimo! Non dovresti complimentarti con me per la mossa eroica che ho appena compiuto? Vedi che faccia aveva quello stronzo di Malfoy? – Ho scoperto che quando sei felice, che anche fingere è terribilmente divertente.

-         Bè, quello è stato divertente… ma sei pazza??

-         Ron, lasciala stare! Non vedi che non ti da retta? – Santa Ginny, Santa Ginny…

-         E tu perché non ti fai i fatti tuoi? Non lo vedi come si comporta?

-         Okay ragazzi, calmatevi! – non sopporto vedere i miei migliori amici litigare, anche se sono fratelli. – Ron, sto bene, davvero. Non preoccuparti. Mi credi?

-         S-si…

-         Bene. – Sorrido, e gli do un bacio amichevole sulla guancia. Poi mi allontano.

 

Che idiota mio fratello… neanche fosse successo niente di che, quello sta gongolando come un deficiente e si tocca la guancia da almeno dieci minuti. Arrenditi Ron, io lo so cos’ha in mente Hermione… J

 

Uffa. Queste lezioni non passano mai! Un’altra cosa che ho capito è che l’amore comporta un notevole calo di concentrazione. Almeno del 70%. Insomma, chi se ne frega di come trasfigurare un ratto in una teiera quando c’è un bellissimo ragazzo che aspetta solo te? Ma chi cavolo l’hai inventata la trasfigurazione??

 

Che palle… almeno l’avessi nella stessa classe. Neanche quello, posso solo sognarmela… almeno fino a oggi pomeriggio. Menomale che siamo in punizione.

-         Signor Malfoy. – Merda.

-         Mi dice per favore cosa successe durante la rivoluzione del 1879?

-         Ehm… - Hermione ma dove sei? – Penso che la data in cui morì Merlino.

-         Oh, questo significa… dieci punti in meno al Serpeverde, suppongo. A cosa sta pensando precisamente, signor Malfoy?

 

 

-         Buona sera signorina Granger. Signor Malfoy… - Questa la calorosa accoglienza della McGranitt nel suo studio. - Direi che sia giusto incominciare dagli archivi dell’altro giorno ancora da riordinare, che ne dite?

-         Certo, professoressa. – rispondo io. Draco ha l’espressione vuota di uno che ha appena finito di fumarsi una sigaretta…

-         Penso che sia meglio che, oggi che sono disponibile, rimanga io a controllare che le vostre operazioni siano corrette.

 

Io e Draco ci scambiamo uno sguardo di sconforto. Che sfortuna è mai questa?

 

-         Ci sono domande?

-         No, professoressa.

-         Bene. Cominciate subito.

 

Chissà se Draco conosce il metodo di comunicazione telepatica. Bè, è una cosa piuttosto avanzata, ma penso che se lo sapesse avrebbe dato già segni di vita. E invece niente… mi tocca fare il lavoro sotto il vigile controllo della McGranitt. [Hermione]

 

Fatti prendere da un infarto, vecchia strega… [Draco]

 

Un’ora dopo…

 

-         Bene, signorina Granger. Malfoy, stia più attento per favore, quel raccoglitore va nel reparto in latino, non vede?

 

Lancio un’occhiata divertita a Draco. Che razza di cretino mi sono andata a cercare… Sta sbuffando silenziosamente, so che dentro di se le starà urlando di tutto, povera professoressa…

 

 

-         Minerva! Vieni, presto! Le mandragole sono sbocciate prima del tempo e stanno divorando tutte le serre!

-         Santo cielo, arrivo subito! Voi due, restate qui e continuate il vostro lavoro!

 

Oddio. Chissà che casino dev’essere scoppiato là dentro. Bè, onestamente non è che me ne freghi poi molto. Non riesco a resistergli neanche un secondo.

 

-         Finalmente quell’arpia se n’è andata… - sospira attraendomi a sé con impazienza.

-         Draco!

-         Cos’è, preferisci difendere la vecchia o baciarmi subito?

-         Mmm… magari ci penso…

 

Altroché. Mi getto in men che non si dica fra le sue braccia diafane. Le nostre labbra sono come calamitate. I nostri corpi si attraggono, è una forza sconosciuta, mi proviene dal cuore e non avrei mai pensato di avere tanta energia in corpo. Lo bacio con foga, con passione, con desiderio, vorrei andare oltre subito, spogliarlo, ma non è possibile.

 

… a un certo punto sento rumore di passi…

 

-         Draco, fermati!

-         E vieni qui…

-         Sei impazzito?

 

Cerco di ricompormi nei pochi secondi che ho a disposizione. Draco non sembra preoccuparsi più di tanto. Bè, almeno l’abbiamo scampata.

 

-         Siete ancora lì? Ma come? Vi rendete conto di quanto lavoro avete ancora da fare, voi due?

 

Menomale che stasera ci vediamo, dopo questo pomeriggio non riesco proprio a pensare di passare un’altra notte senza di lui…

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Capitolo 18
*** La torre ***


Nuova pagina 1

Salve a tutti! Mi scuso con tutti i miei lettori per la mia prolungata assenza. Mi dispiace veramente avervi fatto aspettare tanto, ma ho avuto un periodo di totale astinenza da ispirazione e non ho scritto quasi niente. In compenso oggi la musa ispiratrice mi è tornata e ho sfornato un capitolo di cui sinceramente vado molto fiera!! Mi raccomando, leggete in tanti! Inoltre vi invito a leggere anche la mia one-shot "L'amore non muore" sulla coppia Ron/Hermione... per adesso, però, immergetevi nella lettura di questo nuovo capitolo pieno di sorprese! Recensite in tanti, vi prego, ho bisogno di sapere le vostre opinini (e soprattutto, se in tutto questo tempo ho perso lettori -.-")! Bè... dopo questa premessa... vi auguro buona lettura e ci rivediamo preso con il prossimo capitolo!

Nuova pagina 1

- …Ci vediamo sabato prossimo, sperando che riusciate a portare a termine il lavoro. Arrivederci, signorina Granger. Signor Malfoy…

Draco, che evidentemente non ha sentito una parola di quello che ha detto la McGranitt, rimane seduto con lo sguardo vacuo rivolto al muro. Il suo cervello recepisce che è il momento di andare soltanto dopo un mio preoccupato strattone.

Appena usciti mi spinge contro la parete adiacente l’ufficio catturandomi le labbra in un bacio mozzafiato. Vorrei dirgli che la gente in giro potrebbe andare a spifferare tutto, ma non ce la faccio. Non posso. Mi ha intrappolata fra il suo corpo e la parete, come se temesse che io scappi.

-         Draco… - è tutto ciò che riesco a dire, in un gemito. Gli afferro le braccia, stringendomi a lui più che posso…

-         Ti aspetto nella Torre di Astronomia. A mezzanotte.

 

E corre via, lasciandomi sola in quel corridoio che adesso che lui non c’è mi sembra orribilmente freddo.

 

 

-         Draco.

 

Entro nella Sala Comune, cercando di non farmi invadere la mente da tutti i pensieri estremamente perversi che mi stanno inevitabilmente divorando vivo.

Questa stanza non mi è mai sembrata così squallida. Queste mura, mai in vita mia le ho viste tanto fredde. Perché ormai, forse, non ci sono più abituato. Ormai c’è solo lei, il suo calore, il rossore delle sue gote infiammate di passione, una passione che non avevo mai conosciuto nel letto di nessuna.

 

-         Draco.

 

Il mio nome. Questa notte, Hermione, sussurrerai il mio nome, lo griderai e lo sussurrerai di nuovo. E mi imprigionerai con la tua voce calda.

Ma c’è un’altra voce adesso, la voce del mio migliore amico, che mi riporta inesorabilmente alla gelida realtà.

 

-         Che c’è?

-         Dove sei stato esattamente?

-         Nell’ufficio della McGranitt.

-         Con Hermione?

-         Già. Ti dispiace? – so che mi invidi, Blaise. Mi sento un po’ in colpa (ed è uno dei tanti nuovo effetti derivati dal frequentare Hermione: io non mi sono mai, mai sentito colpevole prima) a pensare queste cose, ma questo è quanto.

-         Draco, sei nei guai.

 

Un’improvvisa ondata di gelo, e tutto il calore diffusomi nel corpo un attimo prima dal pensiero genuino di Hermione sparisce come per magia. Lo sapevo, dovevo saperlo.

 

-         Che cosa significa?

-         Tuo padre sa.

 

Le parole mi trafiggono come la lama di una spada. Mio padre. Lucius Malfoy. Sterminerebbe i Mezzosangue dalla terra se potesse.

 

-         E allora? – cerco di emettere un tono indifferente.

-         Draco, non fare l’idiota. – dice Blaise, incredibilmente serio.

-         Secondo te, Blaise, che cosa può farmi mio padre? – è una domanda stupida, lo so già di cosa è capace Lucius Malfoy.

-         Diavolo, tuo padre è un Mangiamorte! Sai meglio di me quanta gente malvagia può mobilitare per rovinarti la vita! A te e a lei!

-         Blaise, tu… - lo interrompo – credi che mio padre mi odi?

-         Che cosa significa?

-         Dimmelo. Dimmi se credi che mi odi.

-         Io non… è sempre tuo padre…

-         E quindi?

-         No, non ti odia. Ma odia i Mezzosangue. Non sopporterebbe l’idea che tu stia con una di loro. Farebbe di tutto per impedirti di avere qualsiasi tipo di rapporto con lei…

-         E cosa devo fare? Cosa DIAVOLO devo fare? Lasciarla? Io… io non posso. Non posso.

-         Vuoi farti uccidere?

 

Grazie, Blaise Zabini. Hai colto nel segno. Mi hai colpito al cuore. Lo so che mio padre non avrebbe scrupoli a eliminare un traditore del suo sangue, anche se lui fosse il suo stesso figlio.

 

-         Ti sbagli, Blaise. Mio padre mi odia. – è tutto quello che riesco a dire.

-         Ma… Draco, in questo momento non è questo il problema! Lui ha chiesto di vederti!

-         E mi è lecito sapere… chi è stato… a cantare?

 

Blaise tace per un attimo.

 

-         Blaise, dimmelo.

-         Non posso.

-         Devi dirmelo ADESSO! Blaise, sputa quel fottutissimo nome, o ti ritrovi invalido per il resto della tua VITA! – istintivamente tiro fuori la bacchetta, puntandogliela al collo, premendo su una vena che ha preso a pulsare convulsamente per la sorpresa.

-         Devi promettermi che non le farai del male… - le farai… un nome è già balenato nella mia testa, quel maledetto nome…

-         PANSY! – lascio andare Blaise, in preda alla furia.

-         Ti prego, lasciala stare…

 

Ma io sto già correndo in direzione della sua stanza. Quella puttana, è solo una lurida puttana che non merita nemmeno di essere torturata.

 

-         ALOHOMORA!

-         Draco!

-         Puttana!!!

-         Dra… - non fa in tempo nemmeno a iniziare la frase. Non riesco a reprimere un sonoro schiaffo che le incendia immediatamente la guancia, tingendola di un rosso così simile al bel colorito di Hermione… no, non è possibile paragonarla a lei…

-         Come hai osato? Come hai potuto soltanto pensare di andare a dire tutto a mio padre? Lo sai in che razza di casino mi hai messo? Perché, Pansy? PERCHE’??

 

Una squallida lacrima le riga il volto arrossato. Ma non mi fa il minimo effetto. Non la compatisco, anzi, tutto questo dramma me la fa odiare ancora di più.

 

-         Rispondimi. Voglio sapere perché l’hai fatto.

-         Draco… perché… ti amo… - è un sussurro. Un pianto che alimenta la mia furia, una furia omicida, distruttiva, una furia che non è mia, è la rabbia di mio padre, è come se la parte di lui che vive in me saltasse fuori adesso, nel momento in cui vorrei con tutto il cuore rinnegare il nome che porto…

-         E invece io ti odio! Ti detesto!

 

Adesso i lamenti di Pansy diventano singhiozzi, i singhiozzi grida. Ma non mi importa.

Me ne vado, lasciandola lì, in quella visione pietosa, distesa sul pavimento, il volto nascosto tra le braccia, per reprimere la voglia di ucciderla.

 

Sbattendo la porta, rompendo il pianto di quella lurida traditrice, mi imbatto in Blaise.

 

-         Che cosa le hai fatto?

-         Ringrazia che non l’ho strangolata. E dille di tenere la bocca chiusa, o la prossima volta non sarò così buono.

-         Tuo padre ti sta aspettando nella Sala Comune.

 

 

 

 

-         Figlio mio.

 

La Sala Comune è deserta, più gelida che mai, come se fossero appena passati 10 dissennatori insieme. E le parole, ancor più fredde delle mura, di Lucius Malfoy tagliano l’aria, spezzano il silenzio.

 

-         Padre.

-         Come hai trascorso queste giornate qui a scuola?

-         Secondo te, cosa ho potuto mai fare in una scuola? – mi disgusta scoprire quanto il tono della mia voce sia simile a quello di mio padre.

-         Oh, dimmelo tu, Draco. Perché ho ricevuto delle informazioni che non mi sono piaciute per niente, sai. Ma dato che mi fido di mio figlio sono venuto a parlartene di persona, per accertarmi che le mie preoccupazioni fossero infondate.

-         Che cosa vuoi sapere? – fingo di esserne ignaro.

-         Se ti rendi ancora conto di quanto valore abbia il sangue che scorre nelle tue vene.

 

Già, il sangue. E’ tutto ciò di cui puoi andar fiero, Lucius.

 

-         Certo.

-         E allora sono tutte dicerie le voci che girano su Hermione Granger?

 

Vorrei chiedergli di non nominarla, ma le parole mi muoiono in gola. Posso ancora mentire.

 

-         Hermione Granger? La Mezzosangue, dici?

-         Esatto.

-         Quella lurida, sudicia e immonda creatura… Nata Babbana… è la feccia della terra, padre, come puoi pensare…

-         Strano, Draco. Perché sai, è stata proprio la tua futura moglie a riferire. Mi è sembrata molto convita.

-         Pansy? Padre, hai la mia parola che si è inventata tutto. E’ che in questo periodo sto frequentando altre ragazze purosangue, e lei non riesce ad accettarlo. Quindi cerca di ostacolarmi dicendo cose che mettono in cattiva luce la nostra famiglia.

-         Se è davvero così, Draco… divertiti finchè puoi, ma non dimenticare la promessa fatta alla sua, di famiglia. Non dimenticare che presto Pansy Parkinson diventerà tua moglie. Cerca di tenerla sana di mente.

 

A questo punto Lucius Malfoy scoppia in una sonora risata. Una risata che mi fa gelare il sangue nelle vene. Una risata alla quale sono costretto a rispondere con altrettanto gelo. Mio padre non sembra accorgersi della vena di sarcasmo nella mia voce. Ma come potresti, papà? Come potresti comprendere qualsiasi cosa che vada oltre il superfluo?

 

-         Bene, mi sento molto sollevato.

-         Mi fa piacere – mento.

-         Però, Draco, sappi che ti tengo d’occhio. Non osare nemmeno avvicinarti a quella feccia umana. Sai quello che ti aspetta, a te e a lei.

 

E con queste parole, dopo aver mostrato il Marchio Nero da sotto il mantello, lascia la Sala Comune in un silenzio insolito.

 

Bè, papà, non mi impedirai di vedere Hermione. Non riuscirai a metterti fra me e lei. Non le torcerai nemmeno un capello, te lo giuro.

 

Ma io per stanotte devo vederla.

 

 

L’enorme, fredda torre di Astronomia è illuminata solo dalla flebile luce di due bacchette.

 

-         Pensavo non venissi più. – esordisce Hermione. – E’ successo qualcosa?

-         Non è successo niente, stai tranquilla. Ho solo avuto una discussione, niente di importante.

-         Vuoi parlarne? – dice lei, sorridendo, la sua voce gentile, le parole dolci come zucchero. – Forse non è il caso di…

-         Hermione, ho bisogno di te ora. Dopo parleremo. Adesso voglio solo te…

-         Oh. Draco…

 

Le nostre mani si intrecciano insieme alle nostre lingue. E’ una danza calda, sensuale, è come se compensasse tutto ciò che nella mia vita non ha un senso.

 

E’ una danza che sembra durare ore. Abbiamo bisogno l’uno dell’altra. Sento il profumo di Draco inebriare i miei sensi e non posso più aspettare. Sento le sue mani scorrermi dappertutto, sento il suo bacino muoversi con sempre più impazienza contro il mio.

La mano calda scende lungo la mia schiena, regalandomi intensi brividi di piacere. L’altra sbottona sapientemente la camicia e un attimo dopo la lascia cadere a terra come una candida piuma.

 

Hermione è divina. E’ stupenda, bellissima, un angelo. Non riesco a misurare in tempo, è come se tutto si fosse improvvisamente fermato a questo momento celestiale. Tutto quello che riesco a fare è contemplare la mia dolce Hermione sbottonarmi con un’estrema sicurezza la camicia e liberarmi in fretta dalla costrizione dei pantaloni.

Lascio che la sua gonna finisca a terra insieme agli altri indumenti e per un attimo mi fermo ad ammirare la bellezza che ho davanti agli occhi. E dimentico tutto il resto. Sembra circondata da un’aura dorata. E’ proprio lei, Hermione, il mio unico sogno, in piedi davanti a me, che mi sorride radiosa e felice.

Poi mi ritrovo ad accarezzarle e baciarle il seno. La sento gemere piano a ogni mio tocco. Molto lentamente salgo verso il collo, poi di nuovo il seno, la pancia, assaporando ogni centimetro di pelle come fosse di miele.

 

-         Aspetta. – quando arrivo all’elastico degli slip, mi ferma.

-         Cosa c’è?

-         Voglio che mi guardi negli occhi. Questa volta non voglio fare sesso. Voglio fare l’amore con te, Draco.

-         Anche io.

 

Riprendo a baciarla con dolcezza, come per rassicurarla.

 

-         Sei l’unica cosa… l’unica persona… che da senso alla mia vita…

-         Draco…

-         Hermione… Mmmh…

 

E finalmente le sfilo le mutandine. Lei fa lo stesso con i miei boxer. La attiro ancora di più a me, poggiandole la schiena contro la parete.

 

E finalmente entri in me, Draco. Ed è come se i tuoi movimenti, così sicuri, così eccitanti, andassero a tempo con i battiti del tuo cuore. Come una musica, la musica dell’anima, quella melodia che da ritmo alla mia vita.

 

-         Continua… ti prego… - supplico in un sussurro. – E lui si ferma.

-         Dì il mio nome.

-         Draco…

-         Dillo ancora…

-         Draco…

-         Più forte!

-         DRACO!!

-         Va meglio… ti prego, non smettere…

-         Draco… mmmh…

 

 

Ed è così che ci ritroviamo insieme, ansanti, distesi sul pavimento. A riscaldarci solo una coperta. Adesso sono al sicuro tra le tue braccia, Draco, è la sensazione più bella del mondo, e vorrei dirti solo che ti amo. Vorrei trovare le parole giuste, vorrei che ti ricordassi di me e di questo momento per sempre.

 

-         Hermione… - e quando Draco pronuncia piano il mio nome, è come se lo urlasse al cuore.

-         Ti amo.

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Capitolo 19
*** Non lasciarmi ***


Nuova pagina 1

Un’intensa luce mattutina rischiara la stanza diffondendo un piacevole calore. Un raggio di sole che entra dalla stretta finestra della Torre va a posarsi con grazia proprio sul bel viso di Hermione, che, quando dorme, sembra più una dea che una donna in carne e ossa.

I suoi riccioli color cioccolato le ricadono sul volto sereno. Ha i lati delle labbra leggermente curvati all’insù, come se stesse sognando qualcosa di particolarmente felice. O forse fa semplicemente finta di dormire, chi lo sa. Per godersi la sensazione di essere contemplata, adorata e spogliata con gli occhi di colui che ormai è schiavo del suo amore. Non posso fare altro che guardarla. Che misurare con gli occhi ogni centimetro della sua pelle di porcellana. Non posso che ripetere a me stesso che vorrei non essere mai nato per quello che sto per dirle. O meglio, vorrei non essere mai nato con questo maledetto nome. Un nome, un timbro inflitto a fuoco sulla mia pelle perché non venga mai cancellato.

Rimango rapito da quella visione a lungo, forse per ore. Non oso toccarla, come temendo che svegliandola spezzi un meraviglioso ed effimero sogno.

 

-         Mhmm… - ad un certo punto si sveglia, e io non posso fare altro che sorridere di cuore.

-         Hermione.

-         Draco… allora non è stato solo un sogno…

-         No, è successo davvero. – le rispondo dolcemente spostandole i capelli dal viso.

-         Sai, temevo… che mi sarei svegliata da sola nella mia stanza… senza avere te accanto…

 

Queste parole mi provocano un’intensa fitta allo stomaco. E non so se sentirmi da Dio o infinitamente triste quando lei mi abbraccia forte, lasciandomi senza fiato. Come se volesse aggrapparsi alla sua unica certezza… come se temesse di essere lasciata sola…

 

-         E allora… l’hai detto davvero… quello? – sussurra, sempre ancorata a me.

-         Si. Ti amo.

 

Adesso sento un brivido scuoterla e abbracciarmi ancora più forte.

 

-         Io… ti… ti amo anch’io… - soffia al mio orecchio, procurandomi una dolorosa morsa al cuore. – Non l’avevo mai detto a nessuno.

-         Nemmeno io.

 

Adesso Hermione si scioglie dall’abbraccio e mi fissa negli occhi, seria. Poi, d’un tratto, mi bacia con un trasporto impressionante. E tutte le cose che devo dirle si dissolvono nella mia testa come aria, come se non fossero mai esistite…

 

-         Hermione. C’è una cosa che devo dirti. – sussurro, tenendole la mano.

-         Dimmi pure – sorride.

-         Ecco… devi sapere che qualsiasi cosa succederà… - mi sforzo di guardarla dritto negli occhi. – io non ti dimenticherò mai.

 

Improvvisamente il sorriso radioso di un secondo prima scompare dalle sue labbra, lasciando il posto a un’espressione incerta.

 

-         Che cosa significa?

-         Significa che sei… e sarai sempre… l’unica.

 

Lei continua a fissarmi con incertezza, come se avesse colto qualcosa che io non ho osato pronunciare.

 

-         E…?

-         Che vuoi dire?

-         So che c’è dell’altro, Draco.

 

Non so cosa fare se non tacere. Come se volessi che il silenzio parlasse al mio posto. Ma lo sguardo di Hermione non vuole silenzio, vuole parole, fatti, conferme.

 

-         Mio padre. Sa di noi.

 

La muta risposta di Hermione non mi sorprende. Ciò che invece mi aspettavo non è successo: avrei giurato che i suoi occhi si sarebbero riempiti di lacrime, che avrebbe pianto. E questo dimostra tutta la sua forza, la sua voglia di andare avanti. Non posso fare a meno di attrarla a me, di baciarla, accarezzarla ed essere inebriato ancora una volta dal suo profumo.

 

-         E con questo? – dice lei staccandosi all’improvviso, brusca.

-         E’ per la tua sicurezza…

-         Cosa? Draco, cosa?

-         E’ meglio se non ci vediamo più.

-         No.

 

Adesso lacrime amare inondano i suoi begli occhi dorati. Perché l’ho delusa. Io, Draco Malfoy, non sono stato capace di proteggerla. E per questo non riesco a dire una sola parola. L’unica cosa che posso fare è fissarla, terrorizzato da me stesso e da quello che sono riuscito a provocare nella persona che amo: solo rabbia, e tristezza.

 

-         A me non importa di tuo padre. – dice lei, singhiozzando, con una fermezza che non le avevo mai sentito prima.

-         Non mi importa se mi vorrà ammazzare. Infondo cosa c’è di nuovo, Draco? Tuo padre odia quelli come me.

-         …e la nostra relazione è un motivo in più…

-         NON MI INTERESSA!          - mi interrompe. E mi ritrovo ancora una volta a guardarla, straziato da ciò che io stesso le ho inflitto.

-         Se vuoi davvero… fare qualcosa per me… non lasciarmi.

-         Ci perseguiteranno!

-         La vera persecuzione per me sarebbe starti lontana. Draco, ti prego. Ormai non puoi lasciarmi. Non ti permetto di giocare con me. Ti ho detto che… ti amo, e non c’è mai stato niente di così vero nella mia vita.

 

Lei. Mi sta supplicando. Di non lasciarla.

E le sue parole sono una tortura.

 

-         Io non ho paura di tuo padre. Ho paura di vivere senza te accanto. Perché arrivata a questo punto… non so sul serio cosa farei. Mi accontento di averti solo di notte… di fare finta di niente, di… fingere che non ci sia niente… non m’importa…

-         Hermione. Tu… sei la persona più meravigliosa che abbia mai conosciuto.

 

Faccio una pausa, e lei mi da il tempo. Prendo un respiro, ignaro di tutto quello che la mia decisione comporti.

 

-         Io devo proteggerti. Non mi perdonerei mai se…

-         Non succederà. – dice, sicura.

-         Va bene. Però mi devi giurare che starai attenta. Che non dirai una parola a nessuno. Non devi guardarmi, non devi rivolgermi la parola. Non devi permettere che si scopra come e con chi passi le notti. Qualsiasi cosa io dica o faccia, tu non prestarmi attenzione. Non posso permettere che ti succeda qualsiasi cosa per colpa mia.

-         Lo so.

-         Ogni sera, a mezzanotte, ci vedremo nella Stanza delle Necessità.

-         Grazie. – mi sorprende. Quel timido grazie mi fa sentire ancora più colpevole.

-         Grazie a te, stupida. Sei tu che mi stai dando coraggio per affrontare questa pazzia. Sei tu che mi stai colmando la vita rischiando la tua…

-         …e sono io che ho scoperto chi è davvero Draco Malfoy. – sorride radiosa.

-         Però se continuerai a litigare con Harry e Ron non pretendere che non me la prenderò…

-         Fa parte del piano sfottere quei due! – lei fa un’espressione offesa.

-         Allora fa parte del piano anche insultarti davanti a tutti!

-         Devi proprio?

-         Non ne posso fare a meno.

-         Okay, Mezzosangue…

-         Prima di insultarmi pubblicamente però baciami.

-         Con piacere…

 

Prendo il suo volto fra le mie mani e affondo le mie labbra nelle sue. Ed è come la prima volta. Avere la sensazione di non volerla lasciare andare via per niente al mondo, con il peso di doverlo fare. La fretta di godere dell’ultimo minuto in cui posso averla si impadronisce del mio corpo, impedendomi di fermarmi. E baciarla ancora, toccarla, entrare dentro di lei, piano, poi più veloce, come per dare un ritmo a tutte le emozioni che non so esprimere a parole…

E ancora una volta ci ritroviamo distesi sul freddo pavimento, nudi, stretti l’uno nell’altra come legati da una forza invisibile. Una forza che rende forti, che da coraggio e fa andare avanti. Una forza che non sapevo di avere, e forse nemmeno lei.

 

-         Draco… sei una cosa inspiegabile…

-         Non sai tu.

 

***

-         Se non ci fossero tutte quelle spie in giro ti avrei già chiesto di restare con me fino a domani. – mormora Hermione, senza fiato. – Oh, non era per farti sentire in colpa – ride.

-         Se c’è una cosa che non potrebbe mai farmi sentire in colpa è averti trovata.

 

Poi si lascia guardare mentre si veste, e ancora una volta resto estasiato da quello che i miei occhi non si sarebbero mai aspettati di vedere.

 

-         Cos’è, vuoi che ti vesta io? – ride lei.

-         Magari…

 

Mi alzo, controvoglia. Prendo i vestiti finiti la notte prima sul pavimento e li indosso, come se ormai davanti a lei fossero solo un’inutile costrizione.

 

-         Vai prima tu e scendi dal dormitorio di Grifondoro per andare in Sala Grande. Così non possono sospettare niente. – dico io.

-         E se mi chiedono dove sono stata? Cosa ho fatto? – e qui mi lancia un’occhiata divertita – cosa rispondo?

-         Che ne so, sei tu qui quella intelligente.

-         E così te ne lavi le mani! Complimenti!

 

In risposta la bacio, con una passione prima d’ora sconosciuta.

 

-         Adesso vai.

-         A domani notte.

 

 

E lo guardo ancora un’ultima volta prima di correre verso la Sala Comune. Lo guardo mentre assume la sua solita espressione dura e dannata. E quando entro nel dormitorio, cercando di non farmi sentire, osservo i volti delle mie compagne ancora dormienti come per mandare loro un messaggio segreto che dice “io so cosa c’è oltre quello sguardo”. Si, perché non posso fare a meno di sorridere al solo pensiero di aver visto oltre il guscio gelido di Draco. Io, e solo io ci sono riuscita. Ed è una sensazione meravigliosa.

 

Stranamente non mi spaventa nemmeno il pensiero di quello che mi ha detto prima. I Mangiamorte. Ci hanno scoperti. Sospettano di noi. Ma io mi sorprendo a sentirmi tranquilla lo stesso, perché Draco mi proteggerà, mi starà accanto. Mi fido di lui e non potrebbe essere altrimenti.

E non mi importa nemmeno di essere costretta a ignorarlo. Le notti colmeranno i miei vuoti. Io suo freddo calore saprà saziarmi di tutto quello che mi manca.

 

Mi stendo sul letto con ancora i vestiti addosso. I vestiti che sanno si lui. I miei capelli sanno di lui. Mi piace pensare che, a poco a poco, stiamo diventando una cosa sola. Spero solo che niente e nessuno possa rompere questo amore, che è un po’ come una bolla di sapone che volteggia nell’aria…

 

 

-         Dov’è stata? Non l’abbiamo vista rientrare stanotte…

-         Chissà… in biblioteca?

-         Che dite! Sarà stata con qualche ragazzo!

-         Un ragazzo?

-         E chi?

-         Hermione… con un ragazzo!

-         Impossibile…

-         No…

-         Si!

-         Cavolo, chissà chi è…

 

Voci. Voci che sussurrano cercando di non far rumore, ma si sa che quando un gruppo di ragazze è intento a spettegolare, per di più sulla vita privata di altre ragazze presumibilmente più fortunate, non riesce a non farsi sentire.

 

-         Si è svegliata!

-         Adesso le chiediamo tutto…

 

-         Hermione! – Lavanda Brown mi fa svegliare di soprassalto sventolandomi le sue lunghe trecce in faccia. – Dove sei stata stanotte?

-         Eh? Io? – sinceramente, Lavanda, urlarmi nelle orecchie non è un modo molto rassicurante per ricevere confessioni.

-         Si, tu! Non sei rientrata stanotte! – squittisce Calì Patil, seria.

-         Io… sono stata in biblioteca a studiare fino a tardi… probabilmente stavate già dormendo tutte… - sbadiglio.

-         Davvero? Ma come?

-         Pensavamo che fossi con un ragazzo!

-         Bè, vi sbagliavate.

-         Ehi, che cos’è questo casino? – ed ecco Ginny, la mia eterna salvezza. – Hermione! Sei tornata! – no, intendevo dire il contrario.

-         Fate largo gente, Hermione ha bisogno di respirare!

-         Ma… - comincia Lavanda.

-         Niente ma! – la interrompe Ginny, che in 30 secondi riesce a riportare l’ordine nel dormitorio.

-         Herm, Herm…

-         Ciao Ginny – cerco di sorridere.

-         Stai bene o ti hanno fatto il terzo grado?

-         Diciamo che ci hanno provato.

-         Che pettegole… però a me lo racconti, vero?

-         Cosa?

-         Quello che hai fatto stanotte! E soprattutto… con chi!

-         Io? Oh, ti… ti sbagli… sono stata in biblioteca.

-         Non ti credo neanche morta.

 

Bè, non so che farci. Non posso dire niente a nessuno, ne va della mia vita e di quella di Draco. Solo ora, forse, comincio a rendermi conto del peso che avrà questa situazione, per me e per lui.

 

-         Ginny… - dico, cercando di non farmi sentire dalle altre che sembrano delle Orecchie Oblunghe viventi – Ok. Non sono stata in biblioteca. E non voglio mentirti. Quindi ti dico solo che è una faccenda molto seria e non ne posso parlare… con nessuno.

-         Oh, bè… - risponde un po’ delusa – Se è questione di vita o di morte…

-         Più o meno.

-         Come?

-         Cioè, volevo dire… insomma, è una cosa importante, molto, ma non fraintendere… Ho tutto sotto controllo.

-         Bene. Bè, se un giorno dovessi cambiare idea e volessi chiedermi un aiuto, io ci sarò.

-         Grazie mille. E scusa se ti nascondo sempre tutto. Ma sono costretta, sul serio.

-         Si, ti credo, stai tranquilla.

-         Bene. Ah, Ginny… non dire niente di tutto questo a…

-         Harry e Ron. Lo so.

-         Perfetto.

 

Poi Ginny si allontana, facendomi l’occhiolino e rimproverando le ragazze che ancora cercano di origliare.

E io, approfittando degli ultimi cinque minuti per stare a letto prima che inizino le lezioni, ripenso alla notte appena passata, in estasi. Tormentandomi le labbra ancora rosse e gonfie che i baci roventi di Draco mi hanno lasciato.

 

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Capitolo 20
*** Quello che noi dobbiamo ***


Nuova pagina 1

Scendo nervosamente le scale, ricordandomi solo ora che ieri pomeriggio non ho praticamente toccato libro. Sono stata talmente occupata a fantasticare su me e Draco da dimenticarmi di ripassare per l’interrogazione di Storia della Magia e il compito di Pozioni. Merda.

Okay, sono una caposcuola e la decisione di comprare una penna autocorreggente dei gemelli Weasley non concorda pienamente con i miei saldi principi morali. Ciò non toglie che non intendo avere risultati degni di Lavanda Brown, e inoltre non dovrei sentirmi troppo in colpa dato che in 7 anni non ho mai giocato sporco mentre c’è gente (come Draco) che non ha fatto altro, nonostante tutte le regole imposte dalla scuola. Adocchio Seamus (che fa le veci di Fred e George da quando hanno lasciato la scuola), reprimendo l’istinto di sequestrargli l’intera scatola di Merendine Marinare che sta contrattando con un timido ragazzino del secondo anno.

 

-         Seamus…

-         Hermione, ti prego, ne parliamo dopo, sono nel bel mezzo di un ottimo affare…

-         Tieni, offro io per questo simpatico ragazzo. – gli dico, tendendogli due o tre banconote che non ho neanche contato.

-         Grazie! – esclama il ragazzino, contento.

-         Hermione! – dice Seamus, guardandolo allontanarsi. – Hai diffamato la legge di Hogwarts!

-         Chi se ne frega, dovresti essermi grato che non ti ho sequestrato tutto! – ribatto io.

-         Adesso devi darmi una delle tue Autocorreggenti.

-         Che cosa? – Seamus è evidentemente spiazzato. – Sei Hermione Granger o Pansy Parkinson sotto l’effetto della Pozione Polisucco?

-         Sono Hermione, idiota. Ieri non ho avuto il tempo di ripassare… devo solo accertarmi di non fare errori… Oh, insomma, vuoi darmi quella penna o devo chiedere a qualcun altro?

-         Ovvio che te la do! Anche due! Insomma, questa è una data da ricordare!

-         Senti, non è che devi andarlo a dire. La uso solo per questa volta, giuro.

-         Tranquilla, Hermione, puoi usarla quando ti pare!

 

E se ne va, gongolante. Mi sento un po’ un’oca senza cervello con questa diavolo di penna in mano, in effetti. Ma la mia voglia di fare un buon compito reprime l’impulso di gettarla il più lontano possibile da me…

 

-         Hermione! – mi accoglie Ron vedendomi entrare nella Sala Grande.

-         Ciao, ragazzi. – rispondo con un saluto generale, versandomi nella tazza una quantità di caffeina non indifferente per restare sveglia.

 

Ma niente, nemmeno il caffè, può tenermi sveglia più della straordinaria visione che ho davanti in questo istante. Draco Malfoy nel suo elegante assetto da Caposcuola, bello come il sole, entra nella sala seguito da una cerchia di Serpeverde. Mi stupisco constatando che Pansy Parkinson non gli sta alle calcagna come mi aspettavo. Insomma, mi ero preparata. Ma niente, la Parkinson per chissà quale motivo non si vede in giro.

Bè, comunque non posso fare a meno di compiacermi cogliendo lo sguardo di Draco fisso su di me, come se mi stesse spogliando con gli occhi.

Ho paura. Ho paura che un sarcastico “Mezzosangue!” esca dalla sua bocca. Mi accorgo immediatamente che non ho voglia di scherzare. Non voglio fingere. Preferisco che mi ignori piuttosto che continuare un gioco che non mi piace.

 

Draco sembra accorgersene, e dopo avermi accuratamente fatto la radiografia distoglie lo sguardo, senza dire una parola.

 

-         Scusa Hermione, non per farmi i fatti i tuoi… - inizia Ron.

-         Bè, lo stai già facendo… - lo ammonisce Ginny.

-         Stà zitta tu! Allora? Perché Malfoy ti guarda in quel modo?

 

Bè, Ron è il mio migliore amico. Non mi sembra molto carino dirgli semplicemente di farsi gli affari suoi, quindi cerco di essere evasiva.

 

-         Evidentemente mi trova attraente.

-         Cosa? – Ron è visibilmente sconcertato, come se fosse impossibile che la sua migliore amica interessi a qualcuno.

-         Secondo te un ragazzo perché guarda una ragazza? – dico, sorridendo. Pensando che Draco mi desidera più di ogni altra cosa…

-         Oh. Bè, hai ragione. Però…

-         Però? Ti da fastidio che Harry mi guardi? – interviene Ginny maliziosa, stringendo la mano di Harry, che la fissa adorante.

-         Ma no! Insomma, sei mia sorella!

-         Ed Hermione è la tua amica!

-         Io… miseriaccia, ho fatto solo una stupida domanda!

-         Tranquillo Ron – dico io con dolcezza. – Non importa. Pensiamo a mangiare, chi se ne frega dei gusti di Malfoy?

 

Io, per esempio.

 

Poi il Preside fa il suo ingresso nella Sala, posizionandosi al centro del tavolo degli insegnanti. Sembra voglia dirci qualcosa.

 

-         Un attimo di attenzione, prego. Devo darvi un annuncio.

 

Nella Sala cala immediatamente il silenzio.

 

-         Sono lieto di comunicarvi che il giorno di Natale si terrà un ballo nella nostra scuola.

 

Mormorii eccitati si alzano dai quattro grandi tavoli. Un ballo… non posso fare a meno di pensare che non potrò andarci con Draco. Ron già mi fissa, sorridendo.

Non è giusto. Non posso fare a meno di guardare verso Draco, trasmettendogli tutta la tristezza che ho in corpo. Lui mi lancia una rapida occhiata che sembra voglia dire ciò che io stessa provo e poi si gira di scatto verso i suoi compagni di casa.

 

-         Sarà una grande festa dove si richiede l’eleganza. E che gli studenti siano in coppia, per vivere la serata il più piacevolmente possibile…

 

Un altro tuffo al cuore quando Ron mi prende la mano con dolcezza. Mi limito a ritrarla, lasciandolo visibilmente sconcertato. Non posso. Non voglio.

 

Sono tentata di correre da Draco, ma il mio tacito dovere è come un vincolo che mi tiene incollata alla sedia.

 

-         …Ovviamente si richiede la massima partecipazione di prefetti e caposcuola, che sono chiamati a partecipare alle riunioni organizzative che vi saranno comunicate a tempo debito. Bè… sono sicuro che abbiate gradito l’idea quanto e più di noi insegnanti. Buona giornata!

 

 

-         Che idea fantastica!

-         Spero che Micheal Corner mi inviti!

-         Sarebbe un sogno!

-         Magari avere Harry Potter per una sera… - schiamazzano Lavanda e Calì, estasiate dall’idea della festa, e mi stanno già pregando di proporre all’organizzazione l’inserimento di graziosissime decorazioni in tutti i toni del rosa.

-         Abbassate la cresta, il mio ragazzo non si tocca! – interviene Ginny, seria. E comincia a baciare Harry con un trasporto non indifferente, provocando mormorii di disapprovazione da parte di Lavanda e le sue amiche.

 

Bè, se l’intento di Ginny era quello di essere invidiata, c’è riuscita. E non solo dalle ammiratrici di Harry. IO la invidio. Perché può permettersi di baciare il suo ragazzo alla luce del sole, senza temere di essere mandata all’altro mondo. Ok, Harry ha dovuto affrontare la qualunque, e lei ha sofferto tanto. Ma ora, nonostante tutto, niente riesce ad allontanarli l’uno dall’altra.

Chissà, forse succederà anche con me e Draco. Se riusciremo ad andare avanti. Perché io sono disposta a tutto. Sono certa di amarlo. Ma lui? Sarà capace di reggere tutto questo?

 

Non riuscendo a sopportare che tutti questi pensieri mi invadano il cervello un altro minuto esco dalla Sala Grande, decisa a fare una passeggiata in giardino per rilassarmi un po’.

 

Decido di sedermi sotto un grande albero accanto al lago, godendomi il flebile calore di una bella giornata soleggiata. E penso. Penso a quanto vorrei non restare sola. A quanto vorrei con tutto il cuore andare a quel ballo con Draco. Vorrei che, adesso che la guerra è finita, i Mangiamorte la smettessero una volta per sempre di essere Mangiamorte e lasciassero i loro figli liberi di fare le loro scelte.

Senza riuscire a sbarazzarmi dell’eccessivo tasso di stress che questi pensieri mi provocano, mi sdraio sull’erba ad occhi chiusi all’ombra del grande albero, cercando di sgombrare la mente.

 

E poi sento morbide labbra baciarmi dolcemente. Godendomi quella sensazione inebriante restando ad occhi chiusi, come fosse un sogno.

 

-         Ehi… - mi sussurra Draco all’orecchio.

-         Mi hai trovata, eh?

-         Ti ho fissata tutto il tempo, Mezzosangue. Anzi, se ci tieni a saperlo la mia perversa mente ti ha tolto di dosso tutti quei vestiti.

-         Oh. – sorrido – Peccato che sia stata solo la mente.

-         Non mi provocare. Non posso mica spogliarti qui…

-         E se qualcuno ti ha seguito?

 

Il suo sguardo, d’un tratto, si fa serio.

 

-         Nessuno mi ha seguito. Devi stare tranquilla quando sei con me. Non devi temere niente. Hermione, io mi sono imposto di proteggerti da qualsiasi cosa. E io mantengo le promesse, non devi dimenticarlo mai.

-         Io non… non dimentico.

-         Bene.

 

Non so cosa dire. Non trovo parole che bastino a esprimere la mia riconoscenza e i miei sentimenti.

 

-         A che pensi?

-         Al ballo. Non sai… quanto mi piacerebbe andarci insieme a te.

-         Bè, quello è l’ultimo dei nostri problemi.

-         E’ vero… sembra stupido, lo so… ma l’idea di andarci senza di te mi da la nausea.

-         Perché non ci vai con Weasley? – la sua domanda mi spiazza.

-         Ron?

-         Ho visto come ti guardava. Si vede che ti vuole. – Lo dice con una tale naturalezza, una tale calma da farmi arrossire.

-         Pensaci. Ci devi andare. Dobbiamo tutti e due. Tu con Weasley, io non so…

-         Che cosa? – il pensiero che Draco possa portare a una festa un’altra ragazza mi fa terribilmente male.

-         Hermione, dannazione, siamo caposcuola. Se vedono che non ci andiamo avranno dei sospetti. E basta un sospetto per azionare mio… padre.

 

Silenzio.

 

-         Con chi ci vai? – è tutto quello che riesco a dire.

-         Non lo so. Troverò qualcuna.

-         Sai che la vorrò morta, vero?

-         E tu sai che sono sette anni che voglio morto Weasley, ma ho fatto uno sforzo immane per non fare soffrire la mia piccola Mezzosangue.

-         Come hai detto?

-         Lascia perdere. Non è importante.

-         Oh… come vuoi.

-         Hermione, ascoltami. Devi fidarti di me. Ti prometto che usciremo al più presto da questa situazione. Sono Draco Malfoy, accidenti. Draco Malfoy esce sempre vincente.

 

A questo punto chiudo gli occhi, abbandonandomi a un bacio profondo.

 

-         Adesso devo andare. A stanotte…

-         Aspetta.

-         Che c’è?

-         Volevo solo dirti che ti amo.

 

Un solo sguardo è la taciuta risposta. Mi perdo ancora per un attimo nella tempesta che impazza nei suoi occhi, e poi sono di nuovo sola. Ma con quello sguardo ancora nel cuore…

 

Rigirandomi la mia nuova penna autocorreggente fra le mani torno alla realtà, pensando con una totalmente inaspettata mancanza di terrore al compito e all’interrogazione che mi aspettano. Torno a scuola, pregustando già un intenso pomeriggio di shopping con Ginny e Luna.

 

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Capitolo 21
*** Hogsmeade ***


Nuova pagina 1

Salve! Eccomi con un nuovo capitolo della ff! Vi ringrazio per tutte le recensioni che avete lasciato, siete fantastici! Mi raccomando, continuate a leggere e non ve ne pentirete ^^

Rispondo a una recensione: Draco e Pansy non stanno insieme, ma le loro famiglie hanno progettato di farli sposare. Ma non credo che questo matrimonio si farà... baci a tutti e ancora mille grazie!

 

Hermione Granger è rimasta Hermione Granger! Ho gettato la penna nel lago! Sapevo le risposte praticamente a memoria e l’interrogazione, nonostante non abbia toccato libro, è andata a gonfie vele.

Devo dire che è piuttosto gratificante sapere di essere ancora una studentessa modello.

Comunque adesso questo discorso è più che inopportuno. Devo cercare di togliermi il pensiero di Draco dalla testa, per oggi.

Arrivata nella mia camera apro l’armadio in cerca di qualcosa di essenziale ma carino per andare ad Hogsmeade. Ci hanno concesso il pomeriggio libero, quindi sicuramente ci sarà anche Draco. Okay, non ci riesco proprio a non pensare a lui.

Alla fine opto – come avevo previsto, d’altronde – per il più semplice degli accoppiamenti: i soliti jeans e un pull bianco panna, con le solite scarpe da ginnastica.

 

-         ‘Mione! – Ginny irrompe selvaggiamente in camera, come sempre. – Ma che ti sei messa?

-         Io? – rispondo, simulando di essere offesa.

-         Ovvio! Vuoi farti notare da lui o no?

-         Ma da lui chi?

-         Che ne so! Non vuoi dirmelo!

 

Scoppio a ridere, esasperata.

 

-         Non è che non voglio, non…

-         Puoi. Lo so.

-         E comunque mi noterà lo stesso, anche se non mi agghindo come se fossi Moira Orfei.

-         E così hai qualcosa da ridire suoi miei vestiti? – ride Ginny.

-         Ma, sai… quella minigonna…

 

In realtà, Ginny è bellissima. E’ sempre bella, ma l’abbigliamento scolastico non mette in risalto le sue forme e i suoi lineamenti delicati. Oggi invece indossa una camicetta celeste dalle maniche svasate e una discreta scollatura e una semplice minigonna in jeans, nonostante fuori non so di quanto la temperatura superi il grado.

 

-         Sai, ho detto ad Harry che sarei uscita con te e Luna per comprare qualcosa da mettere per la festa, quindi voglio che mi noti almeno da lontano.

-         Gin… se preferisci uscire con Harry vai pure, io…

-         Scherzi? Senza i miei consigli potresti uscire dal negozio con un vestito serioso stile suora del novecento…

-         Grazie per la fiducia, tesoro.

-         Di niente. Comunque ti serve assolutamente il mio aiuto, Hermione. Quella sera il tuo ammiratore segreto dovrà svenire sul colpo quanto di vede. Sono stata chiara?

-         Ginny, si può sapere che cos’hai in mente esattamente?

-         Solo dimostrare ai maschi che anche Hermione Granger ha un corpo, e non è niente male.

 

Alzo gli occhi al cielo, esasperata. Però Ginny ha ragione: anche se non potrò stare con Draco, voglio che almeno lui mi guardi tutta la sera.

 

-         Allora, andiamo? – chiedo.

-         Certo, ma prendi un bel po’ di galeoni.

 

Ci dirigiamo verso la Sala Grande, dove ci aspetta una più che mai stramba Luna Lovegood. Luna indossa una gonna lunga smessa, tempestata di strane spille floreali, che danno all’insieme un tocco decisamente primaverile, abbinata a un paio di stivali anch’essi decorati con fiori di ogni forma e colore. A completare il tutto i suoi soliti adorati orecchini pendenti a forma di ravanelli.

 

-         Ciao, ragazze!

-         Ciao Luna. – bè, nonostante l’abbigliamento un po’ insolito Luna è molto carina. Credo che stia uscendo con Neville. Prima che possa chiederle la conferma, Ginny mi precede.

-         Come và con Neville? – chiede, mentre cominciamo ad avviarci alle carrozze per Hogsmeade.

-         Oh, è fantastico! Un tesoro! Ieri siamo andati a fare una passeggiata nella Foresta Proibita, mi ha aiutata a cercare gli schiopodi!

-         Oh… davvero?

-         Si! Non ne abbiamo trovato nemmeno uno, ma è stato ugualmente affascinante! E poi Neville mi ha spiegato un sacco di cose interessanti su un sacco di piante…

 

Mentre Luna continua a raccontare a una Ginny esterrefatta ma contenta, io avvisto Draco. E come non notarlo, lo riconoscerei fra mille. Anche lui aspetta la carrozza per Hogsmeade. Sento il sangue arrivarmi a una velocità allucinante alle gote, che mi si tingono di un rosso scarlatto. Lo voglio. Lo vorrei subito, adesso, e invece l’unico contatto che mi posso permettere sarebbe litigare, come…circa un mese fa.

 

-         Guarda, Draco… - dice Blaise.

-         Ehi, Draco, c’è la Mezzosangue! – urla quell’energumeno di Goyle puntandomi il dito contro come se fossi una condannata a morte.

-         Modera i toni, deficiente! – Draco mi rivolge solo un’occhiata che a me sembra eterna, e in quell’ attimo riesco a perdermi nei suoi occhi di ghiaccio. Poi distoglie lo sguardo e sono costretta a tornare alla realtà in cui lui è il Purosangue bastardo e io sono solo una Mezzosangue orgogliosa.

 

Nella frazione di tempo di quel gioco di sguardi è arrivata la carrozza. Draco si gira ancora verso di me, prima di salirvi sopra, e questa volta rompe il silenzio.

 

-         Granger, non startene lì imbambolata, la carrozza è arrivata.

-         Sai, Malfoy, avrei preferito prenderne un’altra per stare il più lontano possibile da te, ma se ci tieni tanto…

-         Figuriamoci se voglio stare con una Mezzosangue. Il fatto è che in famiglia mi hanno insegnato la galanteria. – un coro di risa sguaiate parte dal gruppetto di serpeverde che lo attorniano, fra i quali anche questa volta manca Pansy Parkinson.

-         Tu galante, Malfoy? Quando nevicherà ad agosto! – dico, sprezzante.

-         Vuoi salire o no? La carrozza sta per partire.

-         Salgo, ma non vedrò l’ora di arrivare!

 

Faccio cenno a Ginny e Luna di seguirmi, anche se entrambe accolgono la proposta con riluttanza.

 

-         Weasley e Lovegood! Granger, Granger… la tua compagnia mi sorprende ogni giorno di più. Ti sei scocciata dello Sfregiato e del suo compare?

-         No, affatto. Oggi avevo voglia di cambiare aria, se ti può interessare.

-         Per niente. Le faccende di una Mezzosangue secchiona non mi riguardano.

-         Allora taci.

 

Draco sembra capirmi, e tace, guardando fuori dalla finestra.

Poi il suo sguardo si sposta di nuovo su di me, che sono seduta giusto di fronte a lui e non riesco a staccargli gli occhi di dosso un solo momento. E mentre i Serpeverde sono occupati a litigare animatamente con Ginny e Luna, fa una cosa che non mi sarei mai aspettata.

Tende la mano e sfiora la mia, per poi stringerla forte e ritrarla, senza lasciarmi neppure il tempo di godermi il momento.

E io cerco di comunicargli telepaticamente quanto lo amo.

 

Arrivati a Hogsmeade, Draco mi lancia un’altra occhiata furtiva per poi allontanarsi con i suoi amici.

La cittadina sembra rinata: non ci vado dai tempi in cui la guerra non era ancora finita. Come se fossero tempi remoti, come se il mondo non avesse mai perso nessun innocente. E’ finita ieri ma per me ora è un’altra vita. Una vita che voglio passare con Draco. Una vita in cui nessun Mangiamorte mi impedirà di essere felice insieme a lui.

Adesso la gente passeggia tranquillamente per le stradine affollate, i negozi hanno riaperto e si respira un’aria decisamente festaiola.

 

-         E’ fantastico – dice Ginny. – Non me la ricordavo così bella…

-         Nemmeno io. – rispondo.

-         Che ne dite di fare un salto da Mielandia? – chiede Luna contenta.

-         Ci vorrebbe un po’ di zucchero per farci riprendere dallo shock di aver passato circa 20 minuti con quei Serpeverde da quattro soldi… - dice Ginny – Grazie, Hermione! Avrei preferito prendere un’altra carrozza… Quando Harry saprà che abbiamo accettato un passaggio da Malfoy…

-         Io dico di andare subito da Madama McClan, così ci togliamo il pensiero dei vestiti, che ne pensate? – dico io, ignorando le proteste di Ginny.

-         Tu? – chiede Ginny a Luna.

-         Per me va benissimo. Vorrei comprare un bel vestito stile hippie, vi piace l’idea?

-         NO! – rispondiamo in coro io e Ginny.

-         Ma come? Sono così belli…

-         Luna, oggi un bel vestito per te lo scegliamo noi. – taglia corto Ginny, seria.

-         Ma…

-         Niente ma! Neville resterà paralizzato! – dico io, facendole l’occhiolino.

 

Ancora nel bel mezzo dei nostri discorsi frivoli entriamo da Madama McClan. Il negozio è pieno di gente e un gruppo di ragazze si è già avventato fra le decine di vestiti eleganti posizionati in una stanza a parte.

 

-         Che belli… - dice Luna.

-         Si, però guardate i prezzi, sono carissimi! I miei mi toglieranno la paghetta per 3 mesi… - dice Ginny, ma sembra dimenticarsi del pensiero dei soldi quando vede uno splendido abito nero corto.

-         Vado a provarlo!

 

Anche io ho adocchiato qualcosa. Un bellissimo vestito blu e argento, corto. Con un ampia scollatura bordata di strass e una fascia sotto il seno, sempre in argento. Lo provo. Scende morbido lungo i miei fianchi e la scollatura lascia intravedere il decolté.

 

-         Hermione, sei stupenda! – esclama Luna, fasciata da un abito verde smeraldo lungo fino ai piedi, che si intona con i suoi occhi.

-         Accidenti! – urla Ginny venendomi incontro. – Devi prenderlo per forza, ti sta benissimo!

-         Dite? Non vi sembra…

-         E’ perfetto. – mi interrompe Ginny.

-         Già – concorda Luna con un sospiro.

-         Bè, anche voi state benissimo.

 

Ginny ha deciso di provare almeno altri 15 vestiti, ma nessuno le piaceva come il primo. Io e Luna siamo rimaste a guardarla delirare ridendo come matte finchè non si è decisa.

 

Adesso stiamo camminando per le vie della città. Finalmente entriamo da Mielandia, poi da Tiri Vispi Weasley, che straripa di gente e ha ormai superato di gran lunga gli altri negozi di scherzi.

 

Poi ci dirigiamo ai Tre Manici di Scopa. E lì lo vedo. Immobile, lo sguardo fisso nel vuoto. Solo. Quando mi accingo a entrare senza salutarlo, lui mi sibila un sussurrato “esci”. Ed è un colpo al cuore. Sta aspettando me. Chissà da quanto poi.

Ginny e Luna ordinano due burrobirre.

 

-         Per te? – mi chiede Luna.

-         Io… niente. Aspettatemi qui, torno fra mezz’ora.

-         Ma dove vai da sola?

-         Devo… devo fare una cosa.

 

Ginny annuisce e mi fa segno di uscire.

 

Ha cominciato a nevicare. Apro la porta, ma Draco non c’è più. Cerco di seguire delle orme sulla neve, anche se potrebbero non essere sue. Fa che lo trovi… ti prego…

Dopo circa cinque minuti lo trovo. E’ lui. Appoggiato a un albero, mi fissa con il suo solito ghigno stampato in faccia.

 

-         Certo che sei davvero intelligente, Mezzosangue. Come hai fatto a trovarmi?

-         Nevica. – dico semplicemente, accennando alle impronte sulla neve.

-         Oh. Già. Vieni qui. – è un ordine. E sono come ipnotizzata dal padrone delle mie azioni.  Avanzo piano verso di lui e poso delicatamente le mie labbra sulle sue.

-         Mmh… ti amo… - sussurra Draco, accarezzandomi i capelli.

 

-         Sono due ore che ti aspetto. Dove sei stata?

-         Ho… ho comprato un vestito per la festa. – il suo sguardo d’un tratto diventa di ghiaccio e fa raggelare anche me. Si sposta, sciogliendosi dall’abbraccio e torna a fissare il vuoto, pensieroso.

-         Già. Quella dannata festa.

-         Sei stato tu a dirmi di andarci.

-         Infatti. Ma non vuol dire che mi vada vederti con un altro.

-         Io invece mi divertirò a vederti abbracciare una qualunque…

-         Io non abbraccerò proprio nessuno. Se non te.

 

Oh. Mi viene da piangere. Mi viene da urlare, da ridere, un miscuglio di molti sentimenti, in effetti.

 

-         Lo sai che ti amo da morire, vero? – dico io.

-         E come potresti non amarmi…

-         Baciami. Dopo non ci sarà il tempo.

-         Con piacere…

 

Fortunatamente il luogo dove mi ha portata era deserto, perché Draco mi ha quasi spogliata. Dopo circa mezz’ora sono tornata da Ginny e Luna, lasciandolo ancora in balia dei suoi pensieri.

E quando loro mi hanno chiesto dov’ero stata, ho risposto semplicemente “dove volevo”. Perché è lui che voglio. Lui è la mia essenza vitale, lui mi permette di andare avanti e di guardare oltre le difficoltà. Draco Malfoy. Chi l’avrebbe mai detto.

 

 

 

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Capitolo 22
*** Pericolo ***


Nuova pagina 1

La Sala Grande è inondata dalla flebile luce di un centinaio di candele, sospese a mezz’aria sopra le nostre teste. Decine e decine di studenti si riversano minuto dopo minuto nella sala, tenendo per mano le loro damigelle. Un’avvenente biondina in questo momento stringe il mio braccio fino quasi a bloccarmi la circolazione, e mi fissa con aria adorante. Ma io non la vedo.

 

Il mio migliore amico Blaise Zabini è intento ad abbracciare una bellissima Pansy Parkinson, splendida nel suo abito nero nonostante stia passando tempi duri. Ogni tanto, Pansy posa i suoi occhi su di me, incenerendo con lo sguardo la ragazza con cui sono costretto a passare questa serata che spero finisca il prima possibile. Poi si volta nuovamente verso Blaise improvvisando un sorriso forzato.

 

Lo scorrere dei miei pensieri viene frenato quando lei fa il suo ingresso nella Sala. Una dozzina di persone, come me, rivolgono delle occhiate di sorpresa (e di compiacimento), verso la meravigliosa, straziante visione di Hermione Granger che scende le scale a passi lenti, guardando dritto davanti a se. E’ stupenda, è di una bellezza disumana. Mi sento mancare, non posso fare a meno di staccarmi di dosso la biondina che sta involontariamente attentando alla mia vita stritolandomi un braccio per contemplare da lontano la mia Hermione.

Fasciata da un vestito blu con rifiniture argentee che lascia una perfetta visuale delle sue lunghe gambe e del suo decolté, mai messo in mostra prima d’ora. Cerco di sorriderle, per rassicurarla, per dirle silenziosamente che in questa serata ci sarà lei e nessun altra.

 

Mi si stringe lo stomaco quando un Ronald Weasley compiaciuto quanto me le passa una mano intorno alla vita, dandole un leggero bacio sulla guancia. Vorrei ucciderlo, ma grazie al il mio autocontrollo riesco a limitare l’istinto omicida stringendo i pugni come se volessi frantumare un bicchiere di vetro.

 

Una frustrazione con cui convivo ormai da circa un mese mi assale quando lei, rivolgendo la guancia rosea a Weasley, mi fissa passandosi seducentemente la lingua sulle labbra. Una scarica di eccitazione si impossessa del mio corpo. Non so quale forza ormai riesce a tenermi saldo e immobile al mio posto impedendomi di correre da lei e portarla via da questa dannata festa. L’unica mia certezza in questo momento è che sto impazzendo e Dio solo sa quanto.

 

 

-         Chi è quella? – chiedo a Ginny, liberandomi dal soffocante abbraccio di Ron.

-         La ragazza che sta con Malfoy, dici?

 

Annuisco.

 

-         E’ Catherine Smith, Corvonero, del quinto anno. Ma non credo che stiano insieme.

-         Certo che non stanno insieme. – dico, cercando di non far trasparire l’ovvietà della mia risposta e soprattutto l’istinto di scaraventarla il più lontano possibile da Draco.

 

Questa sera, definirlo attraente è riduttivo. Paragonarlo a un angelo è superfluo.

E’ semplicemente perfetto, e non ho mai avuto in mente prima d’ora una definizione più chiara di perfezione.

 

Nelle riunioni che Prefetti e Caposcuola hanno tenuto per organizzare il ballo (dove mi sono obbligata a stare quanto più lontana da Draco), si è deciso di eliminare i quattro lunghi tavoli delle Case e inserirne di più piccoli per garantire maggiore privacy agli studenti. Ed è così che io, Ron, Ginny, Harry, Neville e Luna ci ritroviamo seduti allo stesso tavolo a chiacchierare cercando di sovrastare la musica che si fa sempre più assordante.

 

Purtroppo Draco ha avuto la fantastica idea di posizionarsi proprio di fronte a me, rendendomi ancora più impossibile l’ascolto di quello che i miei amici stanno dicendo. Come se non bastasse, il principe di Serpeverde ha deciso di ricambiare il mio gesto di qualche minuto prima, e adesso mi ritrovo a sorridergli maliziosamente mente si passa la lingua sulle labbra con un’aria maledettamente sexy.

 

Una violenta scarica elettrica mi attraversa tutto il corpo, e se non fossi stata seduta so per certo che sarei già a terra, per come le mie gambe siano diventate incredibilmente molli. Draco ride di gusto osservando la mia espressione distrutta, poi decide di farmi il favore di guardare altrove in modo che finalmente la smetta di arrossire violentemente a ogni suo movimento e torni al chiacchiericcio dei miei amici.

 

-         Ti va di ballare, Hermione? – chiede Ron, speranzoso.

-         Certo – mento. C’è il novanta per cento delle possibilità che io cada maldestramente. Uno, non sono abituata ai tacchi. Due, l’effetto di caos scatenatomi poco fa da Draco è ancora in corso. Ma di passare la serata seduta a fantasticare non se ne parla, quindi decido di accontentare Ron e mi dirigo di malavoglia verso la pista da ballo.

-         Finalmente potremo divertirci… - mi sussurra all’orecchio il mio migliore amico, con uno tono irriconoscibile.

 

Questo atteggiamento un po’ mi spiazza, quindi decido che tacere è la soluzione migliore.

 

-         Che ne dici di prendere qualcosa da bere? – dico a un Ron scatenato (penso che comunque abbia già bevuto una quantità abnorme di Firewisky prima di venire, dati i suoi comportamenti anomali) dopo circa un’ora che balliamo. Onestamente, sono già a pezzi, e il pensiero di Draco non fa che peggiorare il mio già alto grado di frustrazione.

-         Ottima idea! – risponde allegro.

 

Ci allontaniamo dalla pista da ballo, diretti all’angolo bar dove troviamo Seamus, che sembra essere l’unico studente che non si è ancora ubriacato.

 

-         Ehi, Ron! Che prendi da bere?

-         Un Firewisky, amico.

-         Allora vai forte stasera! – dice Seamus, alludendo a me. - E tu, Hermione? Cosa prendi?

-         Una burrobirra.

 

Seamus mi passa un bicchiere, scontento. Avevo pensato a qualcosa di più forte, in effetti, ma non so per quanto tempo io sia capace di resistere all’alcool, dato che non ho mai bevuto niente di forte. Quindi decido che è meglio tenermi sobria e sorseggio la mia burrobirra, cercando di non pensare a niente.

 

Ron invece vuota il suo bicchiere in un attimo e questo mi preoccupa. Non voglio che si ubriachi, l’alcool non provoca altro che guai e ne ho già abbastanza per poterne reggere altri.

 

-         Non ti azzardare a bere un solo goccio di più!

-         Come? – chiede Ron, intontito dal Wisky e dalla musica a volume altissimo.

-         Ho detto che devi smettere di bere quella schifezza! – urlo.

-         Oh. Come vuoi. Torniamo a ballare?

-         Aspetta.

 

Sono sicura che, se non ci fosse stata la musica, Ron avrebbe avvertito che il mio cuore ha smesso di battere per un attimo.

 

-         Finnigan, dammi qualcosa di forte.

-         Certo, Draco.

 

Non so come, si è liberato della biondina. O forse lei lo sta aspettando da qualche parte. Ma ora Draco è qui, seduto a un passo da me, che sorseggia non so quale liquore babbano con lo sguardo perso nel vuoto, e ancora una volta oggi sento il bisogno irrefrenabile di saltargli addosso e spogliarlo…

 

Il rumore sordo del bicchiere vuoto posato sopra il bancone mi riporta inesorabilmente alla realtà. Draco mi scocca un’occhiata divertita. Poi lo vedo perdersi nuovamente tra la folla, e a quel punto mi ritrovo a essere incapace di controllare qualsiasi istinto che mi spinga a seguirlo.

 

-         Ron… devo… andare in bagno… aspettami qui, capito?

-         Va bene, ma fai presto.

-         E non bere!

 

Mi allontano meccanicamente dall’angolo degli ubriachi.

Sento ancora la scia del suo profumo inebriare i miei sensi senza ritegno.

Non devo. Non devo andare da lui. Lo so, ma non mi importa. Ho bisogno di Draco, ora, in questo istante, a costo di essere uccisa da un Mangiamorte.

 

Fortunatamente lo trovo in un angolo remoto della Sala, seduto a un tavolo e solo. Guarda me. E’ una visione elettrizzante. Aspetta me. Riesce a incatenare il suo sguardo al mio e ad attirarmi verso di lui senza battere ciglio. E il bello è che sono perfettamente lucida, so cosa sto facendo. Ma non me ne importa niente.

 

Mi siedo sulle sue gambe, incurante della gente che, lo sento, il destino ha messo intorno a noi per il semplice fatto che ha la mente annebbiata dall’alcool.

 

-         Mi stai facendo morire. – mormoro al suo orecchio, facendo in modo che le mie labbra sfiorino la sua pelle diafana.

-         Non sarei dovuto nemmeno venire. Ti rendi conto di quanto stiamo rischiando? – dice lui alludendo alle persone.

-         Sono tutti ubriachi. E poi… non mi importa.

 

Mi guarda negli occhi e riesce a scatenare in me l’inferno più nero, la voglia di lui che mai fino ad ora mi ha assalita così tanto.

 

Poso le mie labbra sulle sue, schiudendole quasi subito e lasciando che la sua lingua mi invada la bocca, regalandomi mille sensazioni che non so nemmeno descrivere.

Lascio che le sue mani percorrano la mia schiena e si insinuino sotto il vestito, accarezzandomi le gambe con una delicatezza che mi stordisce più di quanto non lo sia già.

 

Gli circondo il bacino con le gambe e mi ritrovo seduta cavalcioni sopra di lui, incapace di trattenere la mia incontrollabile eccitazione.

 

Comincio a sfilare i bottoni dalle asole della sua candida camicia, uno per uno, con una lentezza dovuta anche al tremore che ha catturato le mie mani.

 

Gli accarezzo il petto con dolcezza, fermandomi un attimo per appoggiare la testa contro la sua pelle calda ma senza un goccio di sudore.

 

-         Basta… fermati. – supplica, ma sono ormai sorda anche alle sue stesse parole.

-         Hermione, ti prego, vai via.

-         Non posso. Non posso…

-         Devi. Vattene, è una pazzia.

 

Alla parola “pazzia” il mio cervello ricomincia a recepire ciò che dice.

 

-         Dobbiamo vederci dopo, o io muoio.

-         Ci vediamo alle 4, alla Torre.

 

A questo punto libero la presa, cercando di ricompormi come posso. Sono una stupida, lo so. Ma non ce l’ho fatta. Mi allontano, cercando di non guardare Draco e sperando con tutto il cuore che quelle persone avessero davvero perso il controllo.

 

Trovo Ron, che ancora mi aspetta seduto al bar.

 

-         Ce ne hai messo di tempo! Ma che fine avevi fatto? – Se non altro, almeno il mio migliore amico non mi ha vista con Malfoy.

-         Scusami. Non mi sento molto bene.

-         Vuoi andare via? – chiede con fare protettivo, prendendomi la mano.

-         Si…

-         Ti accompagno.

 

Sto per dirgli che non ce n’è bisogno, ma sono attraversata da un’idea da non lasciar perdere. Se la gente mi vede uscire con Ron, forse non sospetterà di niente, e forse se qualcuno ci ha visti commettere il fatale sbaglio penserà che eravamo ubriachi, o cosa. Infondo sarebbe molto più ragionevole che Hermione Granger stesse con Ron Weasley piuttosto che con il purosangue per eccellenza Draco Malfoy…

 

-         Grazie.

 

Sovrastata dal senso di colpa, attraverso la Sala ancora stretta nell’abbraccio caldo e protettivo di Ron. Ancora una volta scorgo Draco, che guarda in cagnesco il mio migliore amico e poi si gira dall’altra parte, senza darmi l’occasione di comunicargli col pensiero che sto facendo solo il nostro bene.

 

Non mi sono mai sentita così a disagio prima d’ora in compagnia di Ron. Non ho mai saputo cosa significasse usare una persona a vantaggio di se stessi. E soprattutto, non ho mai sentito addosso tanti sensi di colpa tutti insieme.

 

Quando Ron si avvicina pericolosamente al mio viso per baciarmi, non sono capace di scansarmi e allontanarlo. Mi sento davvero colpevole nei suoi confronti, perché non sto agendo con un minimo di umanità, non lo sto lasciando fare senza opporre resistenza per non privarlo di un attimo di felicità, no. Probabilmente sto solo aspettando che qualcuno arrivi in questo corridoio deserto e vedendoci vada a dire a tutta la scuola che stiamo insieme.

 

-         Ron… - finalmente riesco a scostarlo da me – No.

-         Cosa c’è? Non ti piace come bacio?

-         Non è per questo… così non va bene. Tu sei il mio migliore amico. – vedendolo tacere, penso che sia meglio completare la frase con qualcosa di più sensato. – E basta.

-         Oh. Certo.

-         Mi dispiace, io… avrei dovuto fermarti prima…

-         Hai un altro, Hermione? – pronuncia le parole un altro col tono di uno che ha appena scoperto che la sua ragazza lo tradisce.

-         No. – mento. – Voglio solo mettere in chiaro che ti voglio bene… punto.

-         Capisco. Bè, almeno ci ho provato. – Sento un tono di scusa nella sua voce, ma qui quella che dovrebbe scusarsi sono solo io. – Non pensiamoci più, okay?

-         Okay.

-         Riposati adesso, ti vedo stanca. Forse hai l’influenza.

-         Può darsi.

 

O magari, sono solo malata di stupidità o di totale mancanza di tatto e di altruismo.

 

Mi trascino fino in camera mia, sfinita. Non mi aspettavo che la serata prendesse una piega del genere, non doveva succedere niente di quello che ho fatto e che non ho saputo fermare.

 

Adesso capisco perché la gente beve. Per scrollarsi di dosso pesi che non può sopportare, per esempio. Ed è quello che vorrei fare io, adesso, bere per dimenticare. Solo che nella mia camera non c’è niente, se non dell’acqua minerale.

 

Senza nemmeno togliermi il vestito della festa, mi butto sul letto, tirando un sospiro di sollievo per essere uscita finalmente dal vortice caotico che mi ha scombussolato la vita in una sera. Rimango ore a fissare l’orologio, senza riuscire a chiudere occhio, senza pensare.

 

Quando le lancette segnano finalmente le quattro meno un quarto mi alzo meccanicamente dal letto, come se fossero passati appena cinque minuti da quando mi ci sono stesa qualche ora prima. Improvvisamente, il pensiero che fra poco più di dieci minuti rivedrò Draco mi ha rimessa in sesto liberandomi del peso opprimente dell’attesa… e del resto. Passo dal bagno per dare una sistemata alla bell’e meglio ai capelli, che avevo stirato per l’occasione, ed esco furtiva. La scuola è ormai addormentata e i corridoi sono deserti. Solo due studenti si trovano dove non dovrebbero: e si da il caso che siamo proprio io e Draco.

 

 

-         Ce ne hai messo di tempo. – mi accoglie Draco, quando varco la soglia della Torre di Astronomia.

-         L’appuntamento non era alle quattro? Ho sentito male? – chiedo, ingenua come una bambina, pensando di essere in tremendo ritardo.

-         Sciocca, sei puntualissima. E’ che… la tua attesa mi fa stare male. Ogni minuto che passa temo che tu non arrivi più. E’…straziante.

 

Queste parole mi provocano un moto di tenerezza nei suoi confronti.

 

-         Adesso però sono qui. – dico maliziosamente, scandendo le parole come per fargli recepire meglio il concetto.

-         Già. Dai, vieni qui. Mi fai impazzire.

 

Mi avvicino lentamente verso di lui. Poi, man mano che diminuiscono i metri che ci separano, aumento il passo. Sempre più veloce, come se correre da lui fosse l’ultima cosa che faccio nella vita. Come se non aspettassi altro. E in effetti è così.

 

-         Ho bisogno della tua presenza… come aria… - sussurro, abbracciandolo.

-         Non sai io. Di aria non ne ho molta, da quando sei entrata nella mia vita.

 

Una morsa allo stomaco. La morsa inconfondibile del senso di colpa.

 

-         Non dire così. Mi fai sentire malissimo.

-         Bè, è la verità. – dice sincero, scrutandomi negli occhi. – Solo il fatto di vederti a un metro da Weasley mi mozza il fiato, sai?

-         Mi dispiace. Ma adesso sono qui per te, no? Cerca di goderti il momento…

-         Senz’altro.

 

E senza dire un’altra parola posa le sue labbra nell’incavo del mio collo, infuocandolo di baci ardenti di desiderio.

 

-         Sei bellissima… ma ti preferisco senza niente addosso, che ne dici?

 

Sento che sta cercando di spogliarmi con dolcezza, ma gli viene difficile. Il desiderio a volte è incontrollabile e lo so bene.

 

-         Se vuoi puoi anche essere un po’ meno delicato. – dico seria, sfilandomi il vestito che immediatamente mi lascia coperta solo dalla biancheria intima. Con impazienza, mi sfilo anche quella, accendendo il lui una passione palpabile.

-         Dio santo…

 

Anche Draco si libera presto dai suoi vestiti, e, quasi subito, entra in me, incapace di aspettare oltre, regalandomi un piacere incredibile, e insieme ne raggiungiamo l’apice quasi all’unisono.

 

 

-         Hermione?

-         Si?

-         Stai diventando una dea del sesso, accidenti.

-         Cosa? – rido, incredula.

-         Dico… mi hai quasi raggiunto.

-         Oh. Bene!

-         Da quanto tempo siamo quassù?

-         Tre ore, forse?

-         Forse. Avvicinati.

 

Eseguo il suo ordine senza opporre resistenza. E in pochi minuti ci addormentiamo, sfiniti, l’una nelle braccia dell’altro, lasciando che solo il ricordo di questa notte mozzafiato invada i nostri ricordi.

 

 

***

 

-         Alohomora!

 

Lucius Malfoy, seguito da un paio di Mangiamorte, fa irruzione nella torre, orripilato dalla vista di suo figlio che stringe fra le braccia una sporca Mezzosangue.

 

-         Bastardo. Tu. Non sei. Mio figlio. – sibila, come se Draco potesse sentirlo nei suoi sogni.

-         Prendeteli. Andiamo a Malfoy Manor.

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Capitolo 23
*** Narcissa Malfoy ***


Nuova pagina 1

Hi guys! Premetto che questo capitolo è un pò diverso dai precedenti... il perchè lo scoprirete presto^^ Ho lasciato in sospeso il finale, quindi ci saranno degli sviluppi, naturalmente :P Mi scuso per la confusione fatta nel capitolo precedente con il negozio di Madama McClan, che è un negozio di Diagon Alley mentre io l'ho messo ad Hogsmeade ^^" e ringrazio Lucy Light per avermelo fatto notare. Adesso vi lascio al capitolo... spero vi piaccia, e mi raccomando, continuate a recensire!! baci <3

 

Ancora intorpidita dal sonno, sento due mani fredde e rozze stringermi dalla vita fino a farmi soffocare.

Mi rendo conto di quanto sta succedendo solo alla vista di Draco, a testa bassa davanti a un imponente Lucius Malfoy bruciante di rabbia. Draco non riesce a distogliere gli occhi dal pavimento, come pietrificato. Un’acuta fitta di dolore mi colpisce quando vedo il padre sferrare un calcio dritto alla schiena al figlio, facendolo cadere a terra, ansante. Non riesco a reprimere un urlo, ma questo non fa che accrescere il mio già ardente dolore perché il Mangiamorte che mi tiene stretta con una presa ferrea sembra stia per stritolarmi e sento mancarmi l’aria. Vorrei gridare aiuto, ma qualcosa mi dice di non farlo. Perché tanto, se non muoio adesso, morirò fra qualche ora fra le mura della lussuosa Malfoy Manor.

 

Mi chiedo: come hanno fatto a penetrare nella scuola? Come sono riusciti ad eliminare

tutte le misure di sicurezza che ci sono? Qualsiasi sia la risposta, non importa. Perché, qualsiasi cosa abbiano fatto, io e Draco adesso siamo su una squallida carrozza e ormai Hogwarts è soltanto un’immagine sfuocata nel cielo ancora pallido del primo mattino.

 

Il Mangiamorte – che non ho nemmeno visto in faccia – mi tiene ancora stretta a sé. E il peggio è che le sue orride mani mi stanno attraversando il collo, poi la schiena. Ancora una volta, il bisogno di urlare viene frenato dalla paura che si è impadronita del mio corpo togliendomi la parola.

 

-         Non toccarla, cane. – sibila Draco, seduto di fronte a me, proprio come quel giorno ad Hogsmeade… Lui non è trattenuto da nessun Mangiamorte, il che forse è un buon segno per lui, ma non per me.

-         Altrimenti? Mi sa che devi abbassare la cresta, Draco, o tuo padre te la farà pagare più di quanto non abbia già deciso.

-         Non me ne frega un cazzo. Toglile le mani di dosso. ORA. – La voce di Draco è simile a un ringhio soffocato, che sorprendentemente ha effetto sul Mangiamorte, che mi toglie le mani di dosso scrollandomi violentemente contro la parete della carrozza.

-         Non lo faccio mica per obbedire agli ordini di un ragazzino traditore del suo sangue, per di più. Anche se non è niente male, io non voglio avere niente a che fare con questa feccia… forse la darà in pasto agli elfi domestici, cosa farà il vecchio Lucius, Draco?

-         Non… provocarmi. – dice, tremante.

 

Il resto del viaggio procede silenzioso verso la campagna. Non ho la forza né il coraggio di piangere, c’è troppo silenzio. Non posso che ripensare alle cose più belle che sono successe nei miei 17 anni di vita. Ho come il presentimento che, da un momento all’altro, la mia vita finirà. Lo sento. E tutto, il Mangiamorte che non ho ancora nemmeno guardato in faccia seduto accanto a me, lo sguardo perso nel vuoto di Draco, mi fa pensare che io non sia la sola a pensarlo.

 

Quando la carrozza si ferma, è come se mi fossi appena svegliata da un sonno profondo. Mi sembra per un attimo di essere arrivata alla Casa Bianca. Solo dopo qualche secondo riconosco il luogo dove mi trovo. Malfoy Manor, l’enorme, lussuriosa tenuta dei Malfoy, che probabilmente deve contenere anche stanze raccapriccianti, dato che ci stanno portando una come me.

Con uno strattone il Mangiamorte mi spinge fuori dalla carrozza, facendomi sbucciare i palmi delle mani contro il pavimento ruvido.

 

-         Cos’è, Granger, vuoi essere presa con delicatezza? – dice il Mangiamorte, abbandonandosi a una risata sguaiata e priva di espressione. – Per tua informazione, avrai un trattamento riservato a quelli della tua specie.

-         Non sono un’animale. – la prima frase che riesco a emettere. Penso che per gente come questa il fatto che i Mezzosangue non si ritengano bestie non sia una cosa ovvia.

-         Oh, no. Quasi.

 

Draco tiene ancora gli occhi bassi. Vorrei tanto sapere cosa gli passa per la testa. Non conosco le atrocità che possa aver commesso Lucius Malfoy, ma posso immaginarle. Dev’essere un’umiliazione per lui essere figlio di un individuo del genere.

 

-         Forza, Mezzosangue. Ti concederò un giro turistico in casa mia, che ne dici? – Per la prima volta, Lucius Malfoy mi rivolge la parola usando un tono di falsa cordialità.

-         Oh, sarà un onore per me… Malfoy.

 

Un’occhiata di profondo disgusto si dipinge sul volto pallidissimo del padre di Draco, attanagliandomi le viscere e togliendomi il respiro. Poi distoglie lo sguardo ed entra.

 

E’ come me l’aspettavo. Immensa, regale, lussuosa. Ma fredda. E vuota. E’ il posto più squallido che io abbia mai visto, in effetti. Pareti bianche, soffitto altissimo, pavimenti tirati a lucido. Al centro dell’atrio, un’immensa scalinata di marmo cattura la mia attenzione.

In cima, una donna di una bellezza smisurata ci scruta con attenzione, per poi accingersi a scendere con grazia le scale. La pelle bianchissima, i lisci capelli neri lunghi fino alla vita, gli occhi del blu tempesta che tanto amo. E’ così diversa eppure così somigliante al figlio. I lineamenti sono gli stessi, regali e delicati. Se guardandola negli occhi escludessi tutto il resto, giurerei che fossero gli occhi di Draco.

 

-         Figlio mio! – esclama Narcissa Malfoy in un impeto di controllata felicità. Non riuscendo a trattenersi ancora, corre lungo i pochi metri che la separano dal figlio, per abbracciarlo. Ho uno strano sussulto al cuore. Adesso capisco perché Draco è così diverso da suo padre, così speciale. Lui è tutto sua madre, sia fuori che dentro. Entrambi vittime della stessa condanna.

-         Non toccarlo. – dice Lucius Malfo, fulminando sua moglie con lo sguardo. – Prima dev’essere punito.

-         Che cosa gli vuoi fare? – dice lei, scrutando me per la prima volta per evitare lo sguardo del marito. Abbasso gli occhi, mortificata.

-         Punirlo quanto basta per riportarlo sulla strada giusta.

 

A queste parole emetto un gemito strozzato. Vuole punirlo. Per colpa mia. Vuole fargli pagare di essersi innamorato di un essere come me. Lucius Malfoy mi disgusta, vorrei morire all’istante piuttosto che tollerare ancora per un minuto questa situazione.

 

Narcissa Malfoy posa una mano sulla spalla di Draco. Non potendo proteggerlo da suo padre, l’unica cosa che può fare è cercare di dargli un po’ di conforto.

 

-         Draco verrà con me, lo punirò personalmente. – Draco alza lo sguardo verso il padre, disgustato. – Non sopporto l’odore dei Mezzosangue, quindi sarai tu a portare la Granger nei sotterranei, Narcissa.

 

Senza dire una parola, Narcissa Malfoy mi afferra un polso con una stretta sorprendentemente forte. Senza badarci, mi giro verso Draco, sopraffatta dal presentimento che sia l’ultima volta che lo guardo, mentre cammina in silenzio seguendo il padre. Ancora una volta mi sorprendo a pensare a quanto sia bello, a quanto lo amo e a quanto mi mancherà in questa non-vita che mi si prospetta davanti.

 

 

Ancora intrappolata nella fredda presa di Narcissa Malfoy vengo trascinata nei sotterranei, che sembrano usciti da un film dell’orrore. Solo uno stretto corridoio di cui non vedo la fine, estremamente buio e gelido. Ci sono solo delle porte, tutte chiuse. La madre di Draco ne apre una chiusa a chiave, liberandomi solo lì dentro.

 

-         Vorrei tanto sapere che cosa ci fate tu e mio figlio in casa mia.

 

La calma apparente con cui mi rivolge per la prima volta la parola mi fa sentire ancora di più un insignificante insetto che sta per essere schiacciato.

 

-         Io… lei non… non sa niente?

-         In realtà non ci credevo.

-         Cosa non credeva?

-         Che Draco fosse davvero innamorato di te.

 

Questo mi lascia senza parole. Avrei dovuto prevederlo, ero pronta, ma mi è arrivata come una pugnalata di traverso.

 

-         Che cosa gli sta facendo? – dico io, ignorandola.

-         Penso che lo stia frustando. – risponde lei, calma. Una scena terribile mi appare nitida nella mente, indesiderata. Cerco di ricacciare dentro l’immagina di Draco torturato a sangue dal suo stesso padre, ma il risultato sono altre lancinanti fitte di dolore al petto.

-         Io devo morire qui? – Narcissa mi scruta curiosa nell’oscurità.

-         Non voglio che tu muoia. Se mio figlio ti ama, devi essere una persona molto preziosa. Più di quanto il tuo sangue dimostri.

 

Tutt’un tratto ho voglia di ringraziarla. Di abbracciarla, anche se non la conosco nemmeno.

 

-         Ho pensato – continua, rompendo il silenzio – che valga la pena mettermi contro mio marito. Io voglio solo il bene di Draco, ormai. Tu sei tutto per lui. Gli hai dato quello che io non ho mai saputo dargli. Ti voglio viva a tutti i costi, per questo. Infondo, se dovessi morire non perderò molto. Ormai tutto quello che avevo l’ho perso sposando quell’uomo. Voglio che almeno Draco sia felice.

 

Le sue parole mi lasciano senza fiato. Non voglio piangere, non voglio farmi vedere debole da lei.

 

-         Io non voglio che lei si sacrifichi per me. – dico, nonostante mi sembri molto fuori luogo come considerazione.

-         Io non mi sacrifico per te. Lo faccio per mio figlio.

-         Ma è per colpa mia che deve farlo.

 

Lei mi fulmina con lo sguardo.

 

-         Io posso solo esserti riconoscente, Granger. Per aver ridato un cuore a Draco.

-         Grazie.

-         Non ringraziarmi. Dovrai resistere qua sotto per giorni, forse settimane. Credi di potercela fare?

-         Tanto non ho alternative. – rispondo, constatando solo adesso quanto la mia frase sia vera.

 

Un’altra occhiata fulminea, quasi d’intesa. Poi Narcissa mi lascia sola in questa stanza vuota e senza un filo di luce, chiudendosi la porta alle spalle.

Cerco a tentoni una parete a cui appoggiarmi. La trovo quasi subito, rendendomi conto di quanto angusto sia il posto in cui sono rinchiusa. E pensare che un paio d’ore fa ero ancora a Hogwarts, in quella Torre spoglia, che in confronto a tutto questo mi sembrava

un paradiso. Stretta fra le braccia di Draco, con addosso il suo profumo, inebriata dal suo calore.

 

Adesso sento solo il suo unico, straziante grido di dolore dopo l’ultima frustata. E, finalmente, posso piangere.

 

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Capitolo 24
*** Scorci di luce nel buio ***


Nuova pagina 2

Salve a tutti! Vi ringrazio tanto per le recensioni che avete lasciato, siete fantastici *-* Mi raccomando, continuate a recensire vi prego, per me è importante sapere che riscontri ha la mia fanfic^^ Ma bando alle ciance! Vi lascio subito alla lettura di quest'ultimo capitolo! Kisses! ;)

 

 

Sarebbe il caso di dire che i miei occhi si sono ormai abituati a questo posto. Più che altro, sono rassegnati all’oscurità. Non un solo raggio di sole può entrare in questo dannato tugurio. Penso che tornare a vedere la luce mi accecherebbe per sempre.

Non so quanto tempo è passato da quando mi hanno rinchiusa qui. Davvero, ho provato a restare lucida, mi sono sforzata di contare i giorni che passavano, ma ho abbandonato il tentativo pensando solo allo scorrere delle mie ore in un posto che potrebbe significare la fine di tutto. E poi ho pensato a lui. Ed è stato l’incubo più straziante che abbia mai fatto.

Non mi spaventa l’idea di morire. La morte mi ha sfiorata (o meglio, sono stata io ad andarle incontro) così tante volte che ormai ci ho fatto l’abitudine. Quello che mi terrorizza è il dopo. Per Draco. Sua madre aveva ragione: sono stata io, Hermione Granger, una Mezzosangue figlia di Babbani, a tirarlo inconsapevolmente fuori dall’agonia della sua realtà. Non posso sopportare l’idea di vederlo soffrire ancora, rientrare nel vincolo di una vita senza futuro, senza amore… Certo, morire sarebbe un brutto colpo anche per me. Se ci fosse qualcos’altro dopo e i nostri ricordi si conservassero intatti nella memoria, vorrei smetterla anche con quella seconda vita. Il ricordo di Draco torturerebbe la mia anima, lo so. Devo farcela, devo sopravvivere, ne va del destino di due persone.

 

Le uniche, vacillanti speranze che mi sono rimaste, le ripongo in Narcissa Malfoy. La madre di Draco è stata la sola a spezzare il silenzio terribile di questi giorni. Conservo intatta l’immagine del suo viso pallido e bellissimo, anche se da quando sono qui dentro è come se fossi diventata cieca. Sentire la sua voce è sempre un sollievo, un effimero scorcio di felicità in questo buio disumano. Quando Narcissa scende qui sotto a portarmi qualcosa da mangiare (e lo fa solo una volta al giorno; penso che Lucius Malfoy sia convito che io stia lentamente marcendo nei sotterranei del suo maniero) e riusciamo a scambiare qualche parola il sangue comincia a scorrermi nelle vene veloce, impazzito, caldo. Ovviamente, la sua voce chiara e vellutata mi evoca il ricordo di Draco, le sue parole sincere, il suo sorriso angelico e tentatore.

 

Ancora una volta, nell’ennesima ora scandita dal mio dolore, leggere lacrime mi rigano il viso come l’incessante pioggerellina autunnale. Penso a Harry, Ron, Ginny, Luna. Ai miei compagni di Casa, ai miei genitori. Si chiederanno dove sono finita. Sarebbe sciocco da parte loro pensare che io li abbia abbandonati per fuggire chissà dove con Draco, ma è un’ipotesi che probabilmente nessuno ha escluso, dato che sia io che Draco non ci vediamo in giro da giorni. Vorrei tanto che capissero. Che continuassero ad avere un briciolo fiducia in me, nonostante tutti i miei sbagli. Che venissero a prendermi e portarmi via da questo maledetto, freddo inferno.

 

E, infondo a tutti questi pensieri, un profondo e lacerante senso di colpa mi trafigge come una spada nel cuore. E’ colpa mia se siamo finiti qui. Solo mia. Non avrei mai dovuto cedere a quella stupida tentazione, non avrei dovuto nemmeno mai avvicinarmi a quella dannata festa. Non mi sorprenderebbe se Draco stesse meditando di lasciarmi, dopo tutto il casino che ho provocato… un’altra acuta fitta di dolore.

 

Cerco di scacciare quell’assurdo pensiero e dopo un tempo indefinito tormentato dai miei singhiozzi mi obbligo a smettere di piangere, ricacciando dentro a forza le lacrime.

 

Il cigolio ormai familiare di una porta che si apre lentamente mi sveglia dal mio sonno inquieto.

 

-         Narcissa? – dico, cercando di mantenere un tono calmo.

-         Hermione.

 

Il delicato, inebriante sussurro fa impazzire il mio povero cuore. La voce di velluto ad arrivarmi alle orecchie non è quella di Narcissa, ma quella di Draco.

 

-         Draco! – dico in un urlo strozzato. Cerco di alzarmi per andargli in contro, ma le mie gambe sono deboli e stanche, e ricado inerte sul freddo pavimento di pietra. – Dove sei… vieni, ti prego… - supplico, sull’orlo delle lacrime.

-         Sono qui. Caspita, non ti vedo…

 

Sento il rumore sordo dei suoi passi mentre mi viene incontro, svelto, sfidando il buio. Sentirlo avvicinarsi mi riempie d’aria i polmoni e mi da la forza di rimettermi in piedi. Lo cerco disperatamente, avida di lui.

 

Al tocco della sua mano fredda lo abbraccio con tutte le forze che ho in corpo. Quasi subito trova le mie labbra, catturandole in un bacio così intenso e infuocato da farmi svenire. La gioia di questo momento è così immensa che non riesco a smettere di tremare, al sicuro tra le sue braccia che mi sorreggono senza sforzo.

 

-         Mi sei mancata… - mormora Draco tenendomi stretta a sé.

-         Anche tu. Non sai… - non riesco a finire la frase a causa dei singhiozzi. Draco, paziente come non mai, mi accarezza i capelli asciugandomi le lacrime senza dire niente. D’un tratto mi sento così bene, riscaldata dal suo abbraccio, che non m’interessa più di nulla, nemmeno di uscire viva da questo incubo. Insieme a lui sono felice, sempre. E’ come se le sue carezze mi toccassero il cuore, intorpidito dalla sua straziante mancanza.

-         Non sai quanto mi sei mancato. E quanto ti amo.

-         Posso immaginarlo. – Se non fosse buio pesto, sono certa che vedrei un sorrisetto nascere dalle sue labbra.

-         Stai sorridendo, vero? – chiedo, sicura della risposta.

-         Già. Come hai fatto a capirlo?

-         Ormai ti conosco troppo bene. So sempre quando sorridi e quando no. Infondo sono io che manipolo le tue espressioni, no?

-         Pensavo che l’avessi dimenticato. – risponde in tono serio.

-         Dimenticarti? Come avrei potuto? – dico, indignata. – Draco, io ti amo. Forse finora non sono riuscita a dimostrarti quanto, ma è così. Non c’è stato un solo secondo in cui io non abbia sentito la tua mancanza. Anzi, temevo che ti saresti arrabbiato con me, che non mi volessi più vedere…

-         Che cosa?

-         Bè… è per colpa mia se siamo finiti qui… al ballo, io non… non avrei dovuto fare quello che ho fatto e…

-         Ti sbagli, Hermione. Tu non c’entri niente, sul serio. Qualcuno ha fatto la spia prima che tu… ecco, mi saltassi addosso. Non precedermi, sto sorridendo. Anzi, a essere sincero, sono felice che tu l’abbia fatto. Mi hai fatto sentire in paradiso quella sera.

-         Vorresti dire… che ci avrebbero portati qui comunque? – dico, sconvolta.

-         E’ probabile.

-         Ma, insomma… nessuno sapeva di noi! – esclamo inorridita, scostandomi per un attimo da lui.

-         Non allontanarti. Ti prego. Non essere arrabbiata. – implora.

-         Non sono arrabbiata. – mi avvicino nuovamente a lui, abbracciandolo. – Lo giuro. Vorrei solo sapere chi c’è dietro a questa storia.

-         Io non lo so. Ma ormai non importa più. Dobbiamo pensare a uscire di qui.

-         C’è un modo? – chiedo speranzosa.

-         Io e mia madre avevamo pensato a una passaporta. Sarebbe il modo più facile e sbrigativo, ma Lucius – ho un sussulto, sentendolo nominare suo padre per nome – ci ha segregati in casa, e ci sono non so quanti Mangiamorte a sorvegliarci. Siamo in trappola.

-         Non avevi detto che c’era un modo? – dico sconcertata.

-         L’ho detto. E’ solo che… non voglio illuderti.

-         Che vuoi dire?

-         Ci vorrà del tempo.

-         Quanto tempo?

-         Non lo so, Hermione. Non ne ho idea, ma sto facendo tutto il possibile, credimi.

-         Ti credo. – appoggio la testa sul suo petto, godendomi questo momento di inquietudine e pace insieme.

-         Dovrò combattere. Finchè mio padre resta a sorvegliarmi non posso niente contro di lui. Ma presto se ne andrà, la sua vita è fuori da questa casa.

-         Dove andrà?

-         Al Ministero. Uno dei suoi progetti ultimamente è quello di diventare Ministro della Magia.

-         Che cosa? – sono sbalordita, sconcertata, terrorizzata. Se Lucius Malfoy diventa Ministro sarà la fine per tutti i Mezzosangue esistenti sul pianeta.

-         Lo so, è orribile. Ma per adesso dobbiamo pensare a uscire di qui. Dovrò affrontare un paio di Mangiamorte, posso farcela.

 

Il mio cuore accelera furioso nel petto, facendomi sussultare.

 

-         Che cosa significa dovrò?

-         Che sarò io a combattere.

-         No.

-         Non posso permettere che ti succeda qualcosa, lo capisci? – dice frustrato, stringendomi le mani.

-         Ma… non posso pensare di vederti… solo contro tutti… quei Mangiamorte sono pronti a uccidere! – urlo disperata.

-         Anch’io sono pronto a uccidere! – esclama Draco, senza allentare la presa.

-         Tu… - le lacrime sono pronte a uscire, ancora una volta. – Se dovesse succederti qualcosa io morirei.

-         Hermione, maledizione, non dire così. – svincola una mano dalla mia per tracciare col dito il contorno del mio viso contratto dalla paura, per poi sollevarlo con delicatezza verso il suo, come se potessi guardarlo in quegli occhi color dell’oceano. – Non posso permettere che ti facciano del male. Non me lo perdonerei mai. Io saprò badare a me stesso, ma tu devi avere fiducia in me. Promettilo. – mi fissa attraverso l’oscurità con uno sguardo tanto penetrante che riesco a coglierlo nonostante il buio.

-         Non dirmelo. Sei arrossita, vero? – sussurra sicuro, percorrendomi la schiena con le dita.

-         Già. E mi dai i brividi. – confesso senza imbarazzo, per poi poggiare una mano sul suo petto. Sento i battiti accelerati del suo cuore e mi chino per ascoltarli.

-         E’ impazzito. Sai, quando ci sei tu non riesce a controllarsi, e non credo che ci riuscirà mai.

-         Nemmeno il mio. – sorrido – E non mi dispiace per niente…

 

Mi sporgo in avanti cercando le sue labbra morbide. Le trovo. Ne traccio i contorni con la lingua; sento Draco sussultare.

 

-         Devo andare.

 

Passa qualche secondo prima che io recepisca il messaggio. Probabilmente il più straziante incubo dopo giorni e giorni di prigionia.

 

-         Non è giusto. Hai interrotto il sogno sul più bello.

-         Mi dispiace. Devo tornare, mio… Lucius non sa che sono qui.

-         Aspetta…

 

Riprendo a giocare con le sue labbra finchè non le schiude, arrendendosi all’alchimia che corre veloce tra i nostri corpi. Poso le mani sulla sua schiena, insidiandole sotto la camicia.

Sento Draco gemere.

 

-         C’è qualcosa che non…? – le parole mi muoiono in gola quando mi accorgo di aver accarezzato delle grandi cicatrici. La prova della sua agonia.

 

Penso immediatamente allo straziante urlo di dolore. L’urlo che ho continuato a sentire in tutti i miei incubi. E rabbrividisco.

 

-         Scusa. – sussurro mortificata.

-         Non preoccuparti. Non fanno più male. – mi rassicura, sincero.

-         Ti ho sentito urlare per tutto questo tempo.

-         Mi dispiace.

-         Come ha potuto farti una cosa del genere?

 

In risposta, Draco mi accarezza con dolcezza la guancia. Le sue dita fredde ardono come il fuoco sulla mia pelle.

 

-         Non preoccuparti per me. Pensa a tenerti in forze per quando ce ne andremo.

-         Ci proverò.

 

Mi bacia sulla fronte, per poi attraversare l’angusto stanzino e chiudersi la porta alle spalle, girando più volte la chiave.

E resto sola, all’in piedi, di nuovo debolissima, una mano posata sulla guancia bruciante.

E il suo profumo sulla pelle.

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Capitolo 25
*** Rivelazione ***


Nuova pagina 1

Risposta a Lucy Light: ho letto Twilight, New Moon ed Eclipse ^^ Scrivere il capitolo precedente mi è venuto spontaneo come sempre, ma dopo ho notato che il Draco protettivo nei confronti di Hermione è un po’ come Edward con Bella. Sto subendo l’influenza della Meyer (mitica!!) e mi fa molto piacere ^^ quindi hai pensato giusto ;) .Seconda risposta: è vero, ho un po’ tralasciato Hogwarts per mantenere lo scenario sui nostri due beniamini. Anche perchè per dare un quadro della situazione a scuola ho dovuto temporaneamente inserirmi nella testa di qualcun altro e non è stato facile. Di certo, comunque, Silente, Harry & co. non se ne stanno con le mani in mano, tranquilla^^ Non so se alla fine avranno un ruolo più o meno significativo, devo ancora pensarmela :P ma lo saprete a breve. Detto questo, vi ringrazio tutti per i complimenti, che per me sono stati del tutto inaspettati dato che non pensavo che la mia storia avrebbe avuto tanto successo… grazie mille a tutti per aver continuato a seguirmi dopo il lungo periodo di assenza (anche se adesso mi sto facendo perdonare postando tutte le settimane), mi date la forza per trarre ispirazione anche dalle cose più insensate XD Quindi continuate a recensire, vi prego! Le recensioni sono fondamentali, per favore! Baci, Martina ^^

 

 

Hermione, vorrei tanto dirti che ci manchi. Da morire. Mio fratello Ron è quasi impazzito. Harry, non so per quale strana ragione, continua a dire che è colpa sua, che doveva proteggerti… ma da cosa, Hermione? Da quello che mi nascondevi? C’era dietro un pericolo così grande? Siamo tutti in pensiero per te. Poi, il fatto che tu sia misteriosamente sparita insieme a Malfoy mi ha scioccata. Era lui il misterioso ragazzo? Ti ha fatto del male? Non potrei sopportarlo. Comunque la tua assenza ha creato un vuoto incolmabile. Insomma, amica mia, hai provocato un vero casino. Ti pretendiamo indietro.

 

-         Weasley, è la terza volta che lo ripeto, il preside ha un discorso da farci. Saremmo onorati della tua presenza… - Piton mi ronza intorno come un avvoltoio da non so quanto, ma solo ora mi accorgo del suo tono nasale e sarcastico.

-         Mi scusi, io… stavo pensando… - risolini beffardi partono dal gruppo dei Serpeverde infondo all’aula. Solo Pansy Parkinson non si unisce a quel coro stonato.

 

Il suo comportamento da un po’ di tempo mi insospettisce non poco. Non si vede più insieme al solito gruppo di Serpeverde. Non pranza nella Sala Grande con tutti, non partecipa alle visite ad Hogsmeade. Che io sappia, l’unica persona che frequenta nell’ultimo periodo è Blaise Zabini. Lui è molto preso, ma lei ha la mente altrove, persa chissà dove. Non avrei mai creduto di poter pensare una cosa del genere, ma sono preoccupata per lei. Vorrei aiutarla, però temo di essere ferita dal suo sarcasmo. E’ scesa dal piedistallo, ma la sua aria fiera e regale potrebbe dimostrare il contrario.

Forse mi ricorda un po’ troppo te, Hermione. Due donne costrette a portare il peso dello stesso fardello, anche se mi sfugge quale sia. Due donne i cui destini si stanno lentamente intrecciando in un’infinita rete di ricordi. Mi sfugge il filo di tutte queste supposizioni, quindi provo a liberare la mente facendomi stordire dal profumo del mio Harry, inchiodandolo alla parete di pietra fuori la Sala Grande.

 

-         Uffa… non mi baci più come prima… - dico esasperata, riprendendo fiato.

-         Scusami, Ginny. E’ che sono in pensiero per Hermione.

-         Lo siamo tutti, amore. Non credere che sia colpa tua, non è così.

-         E invece si! Come ho potuto… lasciare che le cose andassero avanti… - avverto una nota di rancore nella sua voce, e mi sento mancare.

-         Come hai detto, scusa? Quali cose? Sai qualcosa che io ignoro?

-         Pensavo te l’avesse detto.

-         Non mi ha detto niente. Non so niente. Vuoi spiegarmelo, dannazione? – non vorrei sembrare arrabbiata, ma non riesco a trattenere la frustrazione di non essere a conoscenza di un tassello importante nella vita della mia migliore amica.

-         Mi aveva pregato di non dirlo a nessuno, ma ormai non serve negare l’evidenza. Sta con Malfoy. – dice stringendo i pugni.

-         Malfoy… lo immaginavo. Sono spariti entrambi, dopotutto. – mormoro, calmandomi.

-         Pensi che siano insieme? Magari l’ha rapita.

-         Scherzi? Perché avrebbe dovuto farlo?

-         Non ne ho idea, Ginny. Però, insomma… stiamo parlando di Malfoy!

-         Harry, lei lo ama. Era impossibile non notarlo. Era felice, assente, sorridente… e non tornava al dormitorio di notte. – dico con una risatina, pensando alla notte in bianco passata ad aspettarla, il primo giorno.

-         Cosa?? – urla Harry, sconvolto – Non tornava? Per stare con Malfoy? Per Merlino…

-         Nemmeno io ci torno quando vengo da te. – sorrido maliziosamente. Harry si addolcisce.

-         Bè, con me sei al sicuro.

-         Certo, non corro alcun pericolo con tutti quei Mangiamorte che ti ronzano attorno!

-         Ehi, ora non farmi sentire in colpa.

-         Dobbiamo informare Ron. – dico cambiando discorso.

-         Andrà su tutte le furie…

-         Pensaci, Harry. Non è giusto che rimanga all’oscuro di tutto. Bisogna dirglielo.

-         Hai ragione. Prima però aspettiamo il discorso di Silente.

-         Devo parlare anche con la Parkinson.

-         Credi che lei sappia qualcosa di questa storia?

-         E’ probabile. Insomma, è sempre stata legata a Malfoy.

-         Allora parleremo con lei e Ron.

-         Speriamo che Silente abbia qualche buona notizia…

 

Harry mi cinge la vita con un braccio, e insieme entriamo nella Sala, già stracolma di studenti in delirio. Tutti tranne due.

 

Come al solito, non appena il Preside si alza dal tavolo degli insegnanti cala il silenzio.

 

-         Ho delle comunicazioni urgenti da farvi. Come tutti sapete, due dei nostri studenti sono spariti ormai da parecchi giorni. – dice solennemente.

 

Sento, accanto a me, il rumore di un bicchiere che si frantuma. E si da il caso che la mano di mio fratello stia lentamente cominciando a sanguinare, inondata da minuscole schegge di vetro trasparenti, ma lui non sembra curarsene. Ron è diventato paonazzo, l’espressione esasperata del dolore, della nostalgia, da un’incontrollabile rabbia.

Punto la bacchetta verso la sua mano rossa, pronunciando a mezza voce l’incantesimo per ripulirgli la ferita.

 

-         Meglio che tu stia lontano dai bicchieri, Ron. – mormoro, carezzandogli la spalla.

 

-         Hermione Granger e Draco Malfoy non si vedono a Hogwarts dal 26 dicembre. Noi insegnanti supponiamo che sia opera di alcuni Mangiamorte. Ovviamente, l’Ordine della Fenice ha cominciato immediatamente le ricerche, ma senza risultati. Per questo motivo, chiedo a tutti gli studenti di collaborare. Se qualcuno pensa di avere informazioni utili, lo comunichi al più presto. Le vite di due studenti – alla parola “vite” ho un sussulto – potrebbero essere nelle nostre mani. Inoltre, l’Ordine ha bisogno della vostra collaborazione. I ragazzi del settimo anno, qualora volessero, sono chiamati a partecipare alle ricerche con i membri dell’Ordine. Da questo momento, i volontari possono farsi avanti.

 

Ron scatta immediatamente in piedi, mormorando a denti stretti un “aspettavo solo questo”.

Anche Harry, ovviamente, si alza senza dire niente. E, nonostante sia ancora al sesto anno, lo faccio anch’io, senza nemmeno pensarci.

 

-         Ginny, no! – mormora Harry prendendomi per un braccio.

-         Stà zitto amore, voglio vedere chi saranno i miei compagni di viaggio.

 

Molti studenti, alcuni sicuri, altri titubanti, acconsentono alla richiesta del preside, forse per il solo fatto di accaparrarsi l’onore di una battaglia non ancora cominciata, o per ricevere l’ammirazione di chi ha troppa paura per decidere di rischiare la vita su due piedi.

Fra questi noto Neville, Dean, Seamus, Lee Jordan e ragazzi di altre case: Zacharis Smith, Michael Corner, Blaise Zabini. E vedo Pansy Parkinson correre fuori dalla Sala, in lacrime, coprendosi il volto con le mani.

 

Istintivamente la seguo. Poco dopo, in giardino, scorgo una sagoma familiare. I capelli corvini le ricadono sugli occhi arrossati dal pianto. Le gote, di solito pallide, sono infiammate dal rossore dato dal dolore che la tormenta.

 

-         Levati dai piedi, Weasley. – dice, con un tono sorprendentemente fiero, senza la minima traccia di incertezza.

-         So che non ti sono molto simpatica, ma ho bisogno del tuo aiuto. – cerco di mostrarmi disponibile, scostandole i capelli dal viso.

-         Non toccarmi!

 

Mi allontano leggermente dalla Serpeverde, ma non ho intenzione di arrendermi.

 

-         Sono un’ottima osservatrice, Parkinson – dico, enfatizzando il suo cognome. – e mi accorgo di quando c’è qualcosa che non và…

-         Non c’è niente che non va in ME! – sbotta lei, ricominciando a singhiozzare.

-         Non ho detto…

-         Anzi, Weasley! Forse hai ragione tu! Magari ho davvero qualche gene fuori posto! Magari sono pazza, e me ne rendo conto solo adesso! Perché tutto dev’essere maledettamente così ingiusto? Perché sono costretta a vedere, ovunque mi giri, gente felice mentre io continuo a marcire nel mio dolore?! Spiegamelo tu, Ginny Weasley! Tu che vieni a farmi la predica senza nemmeno sapere chi diavolo sono e…

-         Ehi, calmati. Non sono venuta per farti la predica. Io non ti conosco, hai ragione. Posso immaginare come ti senti in questo momento…

-         No, non puoi…

-         ... e so che non è facile. – continuo, ignorandola. – Vorresti smettere di vivere… e passi le giornate torturandoti l’anima sperando che le cose cambino all’improvviso… lo so. Ci sono passata, e dovresti saperlo, dato che ero e sono fidanzata con il mago più popolare d’Inghilterra. Ho sofferto molto per Harry. Temevo per la sua incolumità. E soprattutto mi mancava, da morire. Capisco come ti senti, Pansy. Però devi smetterla di comportarti così, la vita va avanti. Adesso, se vuoi riscattarti per i tuoi errori devi darmi una mano. Non posso permettere che venga fatto del male alla mia migliore amica. E tu sei l’unica persona che può aiutarci, lo so.

-         E l’unica che ha provocato tutto questo.

 

Tombola. Rimango di sasso, aspettando che parli.

 

-         Ero gelosa di Draco. Non potevo sopportare che mi abbandonasse per una Mezzosangue. Non riuscivo a tollerare l’idea che sarei rimasta sola, una volta che lui se ne fosse andato. Anche se sola lo sono sempre stata, dopotutto. Sono stata io ad avvertire il padre di Draco, pensando che lui l’avrebbe allontanato dalla Granger. Sono stata io a spiarlo, ovunque andasse. Io ho aperto il varco ai Mangiamorte perché la portassero via… non immaginavo che avrebbero preso anche lui. Io… io lo amavo…

-         E gli hai fatto tutto questo. Complimenti.

 

Bè, ora si spiega tutto. Sono arrivata alla soluzione, ma solo adesso comincia ad assalirmi la sensazione di esserci arrivata troppo tardi. Mi costringo ad allontanare una tale assurdità dai miei pensieri e torno a occuparmi di Pansy, che ha ripreso a singhiozzare silenziosamente.

 

-         Hai un solo modo per riscattarti. Dimmi dove sono.

-         Non lo so, te lo giuro.

 

Sull’orlo di una crisi di nervi, cerco di mantenere la calma reprimendo una dozzina di modi di mandarla subito a quel paese.

 

-         Non… hai presente un posto dove potrebbero averli portati?

-         Hanno un’infinità di proprietà, quelli.

-         Giusto. Devo ammettere che non ci sono abituata. – sorrido. – Allora, ti viene in mente niente?

-         Il posto più vicino a Hogwarts è la tenuta, Malfoy Manor.

-         Ma potrebbero essersi smaterializzati, che ne so… per toglierli di mezzo… - dico in un sussulto, imprecando mentalmente per l’assurdità che ho osato pronunciare.

-         No, non credo. I Malfoy abitano lì, e Lucius vorrà sorvegliarli personalmente per evitare che fuggano… o semplicemente per tenerli lontani… comunque è una possibilità… sarà meglio controllare lì prima di avventurarvi in posti che non conoscete.

-         Giusto… hai ragione… - Un misto di adrenalina, agitazione e paura mi attanaglia le viscere e mi sento mancare il respiro, pensando all’azione imminente. Pensando che potrebbe essere troppo tardi. – Bè… grazie, Pansy. Mi sei stata davvero utile.

-         Fallo quanto tutto sarà finito. Mi sento troppo in colpa per i ringraziamenti, adesso.

-         Come vuoi. Ora devo andare ad avvertire gli altri. Non c’è un minuto da perdere. Tu resti?

-         Non avrei il coraggio di guardare Draco in faccia. Mi ucciderebbe con gli occhi.

-         Capisco. Allora ci vediamo.

 

Corro, per quanto le mia gambe mi concedano di essere veloce. Finisco per scontrarmi con la McGranitt, ma non mi importa. Da questo momento, ogni secondo è prezioso e il nostro unico obbiettivo quello di liberare Hermione e Malfoy.

 

Raggiungo i volontari raccolti nella Sala Grande attorno al Preside e a Remus Lupin, ansimando.

 

-         Ginny! – esclama Remus con calore. – Che piacere vederti!

-         Ciao, Remus. Ascoltatemi tutti, adesso. – una ventina di sguardi curiosi si posa su di me, ma non ci bado. – Ho scoperto la verità. Non c’è tempo per spiegare. Dobbiamo andare a Malfoy Manor. Subito.

 

 

***

 

Da quella volta, Draco non è più venuto a trovarmi. Le mie speranze di vederlo si sono spente definitivamente quando un giorno (o una notte, non ne ho la minima idea) al posto di Narcissa è venuto a portarmi da mangiare un elfo domestico.

Mi sento sempre più sola. Le ore passano, più lente che mai, e non posso che rimpiangere tutti i momenti della mia ex-vita, anche i più insignificanti.

Ho bisogno di lui. E il pensiero di vederlo combattere contro un gruppo di Mangiamorte pronti a uccidere non la smette un attimo di torturarmi. Farei qualunque cosa pur di proteggerlo, ma allo stesso tempo so di non potere nulla contro di loro. Mi sento così impotente… incapace di fermare un destino che prima mi ha resa la persona più felice del mondo, e un attimo dopo mi ha uccisa dentro. Eppure, se avessi potuto scegliere, avrei accolto questo destino a occhi chiusi. Avrei sacrificato la mia intera vita, pur di ricevere l’amore di Draco.

 

Ancora immersa nei miei pensieri, avverto il cigolio ormai familiare della porta dello stanzino che si apre lentamente, aspettando l’elfo con il mio cibo o magari un Mangiamorte venuto per farmi fuori.

 

-         Granger. – mi sento mancare dalla felicità, riconoscendo la voce di velluto appartenente a Narcissa Malfoy. E il ricordo di Draco ricomincia a investirmi, facendomi pulsare il sangue nelle vene e scoppiare il cuore nel petto, indolenzito dalla nostalgia.

-         Narcissa! Sei venuta! Finalmente! – esclamo con tutto il debole entusiasmo che ho in corpo.

-         Si. Scusami tanto, – il pensiero che una donna purosangue del rango di Narcissa Malfoy si scusi con una come me mi fa quasi sorridere - mio marito non mi ha concesso un attimo di respiro. Ma adesso se n’è andato. Domani Draco combatterà.

 

E’ un colpo al cuore. A quelle parole così amare vengo attraversata da una travolgente ondata di dolore. Non voglio. Eppure dev’essere così.

Non dovrei sorprendermi tanto, infondo lo sapevo già. Ero preparata. O almeno così pensavo.

Non posso permettere che Draco rischi tanto per me. Ha già passato troppi guai per causa mia. Devo provare a oppormi.

 

-         Non è necessario che lo faccia da solo. Voglio aiutarlo.

-         E’ fuori discussione. – risponde, seria.

-         Perché?

-         Non te lo permetterebbe mai. Tiene troppo a te, ormai dovresti saperlo.

-         E io tengo a lui. E se gli capitasse qualcosa? Non puoi lasciarlo combattere!

-         Ormai abbiamo deciso. E’ troppo tardi. Avresti dovuto pensarci prima di farlo innamorare di te.

 

Sembra quasi che mi stia accusando. Che sia colpa mia se Draco mi ama. Sento montare dentro di me una rabbia improvvisa.

 

-         Oh, certo, adesso ti rimangi quello che hai detto non so quanto tempo fa. Ho perso il senso del tempo, sai. Non sei l’unica a soffrire, Narcissa Malfoy. Se Draco non dovesse farcela io…

-         Draco ce la farà. E’ un ragazzo forte, sa come si affronta una battaglia.

-         Ma… come… puoi restartene indifferente quando potresti veder morire tuo figlio! – urlo disperata.

-         Non parlarmi così, Granger! O ti prometto che resterai a marcire qui per il resto dei giorni che ti rimangono. Ricorda, sei tu che hai provocato tutto questo. Non hai il diritto di sindacare sulle mie scelte. Sono stata chiara?

 

Mi si annoda lo stomaco. In altre circostanze a questo punto sarei in preda ai conati di vomito, ma ora non ho molto da mandar giù. Mi lascio andare contro la parete, scivolando fino a toccare terra, sconfitta.

 

-         Come vuoi tu.

-         Non diffidare delle mie scelte, Granger. Domani sarà tutto finito.

-         Come fai a esserne così sicura?

-         E’ un Malfoy. La nostra famiglia non si lascia scalfire da nulla. Ce la farà. – sembra molto convinta delle sue parole.

-         Allora sarà una lotta ad armi pari. Spero solo che Draco sarà il più forte.

-         Lo spero anch’io. Infondo mio marito non ha più nulla da darmi. E probabilmente non l’ha mai avuto.

 

Sembra più una conversazione con se stessa, quindi non mi sembra il caso di obiettare. Ormai ho perso. La sento sbattersi la porta alle spalle.

 

E’ fin troppo frustrante avere la persona che ami a poche mura di distanza e non poter correre a raggiungerla. E’ frustrante sapere che sta rischiando la vita per te, e tu non puoi starle accanto, proteggerla, dirle che l’ami. E’ insopportabile il non riuscire a pensare ad altro se non che una battaglia non ancora cominciata potrebbe privarti di una parte di te, strapparti il cuore, toglierti l’aria dai polmoni, farti gelare il sangue nelle vene.

Eppure devo farcela.

 

Mi sembra impossibile avere ancora lacrime da piangere, ma è così. Ancora una volta i miei singhiozzi spezzano il silenzio. E, cullata da questa strana e dolorosa musica, scivolo nel sonno. Semplicemente per sognarlo un’ultima volta.

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Capitolo 26
*** Il padre e il figlio ***


Nuova pagina 1

Salve a tutti! Scusatemi per il tremendo ritardo, dovuto a eccesso di studio e mancanza totale di ispirazione. Mi scuso anche con lo staff, per il contrattempo che c'è stato dato che avevo deciso di postare dei capitoli che ho cancellato quasi subito perchè non ne ero convinta. Non si ripeterà più. Premesso questo, vi lascio alla lettura di quest'ultimo capitolo! Ovviamente alla fine ci sarà un epilogo dove conoscerete meglio le sorti di Draco ed Hermione, quindi non disperate ;) Piuttosto vi prego di lasciare tante recensioni, voglio proprio sapere cosa ne pensate :P Spero di riuscire a soddisfarvi ancora una volta, fatemi sapere! Baci, Martina ^^

-         Voglio che Hermione sia al sicuro. Non deve per nessun motivo mettere piede alla battaglia.

 

Io e mia madre ci troviamo nell’immenso giardino di Malfoy Manor. Che tra poche ore si trasformerà in un campo di battaglia. Il giardino è l’unico luogo dove i Mangiamorte non possono sentirci.

 

-         Certo, Draco. Andrà tutto bene. – Narcissa cerca di rassicurarmi, ma l’inquietudine è troppo forte, troppo grande perché io possa tranquillizzarmi.

 

Di morire non m’importa. Lei non meritava tutto questo. Adesso la mia unica ragione di vita è proteggerla; quando tutto sarà finito potrò anche andarmene.

 

Il pensiero della morte non dovrebbe scalfirmi, eppure ogni volta che la mente vola oltre questa vita il cuore mi si stringe nel petto. So che non mi darei pace. Hermione, i suoi occhi dorati, quella bocca così morbida, le dita bianche e affusolate… il suo calore contro il mio corpo freddo e statuario, la sua fragilità contro la mia durezza, la sua sincerità contro la mia arroganza…

 

Non faresti altro che uccidermi di nuovo, amore mio. Sempre, ogni istante, mi pugnaleresti anche in Paradiso.

 

-         Draco. – mia madre mi poggia una mano sulla spalla. Un gesto estremamente dolce e materno, un gesto a cui non sono abituato. La fisso per un attimo interminabile e mi sembra di specchiarmi nei suoi occhi così simili ai miei.

-         Ti prego. Pensa a te stesso, almeno per oggi. Combatterò al tuo fianco.

-         Come… - inizio, ma lei mi interrompe.

-         Draco, sono tua madre. In 17 anni ho sempre cercato di comportarmi come tale. Di starti vicino, di darti un po’ di felicità. L’ombra di tuo padre me lo ha sempre impedito. Per Lucius dovevi solo crescere forte, orgoglioso, dovevi diventare un Mangiamorte come lui. Non ho mai, neanche per un attimo, smesso di sperare che scegliessi la strada più difficile, quella della ribellione, che io non avevo mai avuto il coraggio di prendere. L’hai fatto. Hai deciso di schierarti dall’altra parte. Non ti ho mai ringraziato per questo. Poi, lasciandoti amare da quella ragazza hai dichiarato guerra a tuo padre, e hai dimostrato un coraggio straordinario. Ho finalmente cominciato a sperare di vederti felice. Oggi è giunto il momento di mettere fine al nostro dolore. Fallo per me, Draco. Non avere paura, combatti come hai sempre fatto.

 

Mi abbraccia, e poi più nulla. E’ il vuoto e l’immenso insieme. Improvvisamente vengo pervaso da un’energia nuova, una forza inaspettata che si insinua in ogni mia singola cellula.

 

-         Và da lei. – dice sciogliendosi dall’abbraccio. – Ne ha tanto bisogno.

-         Non… non so se ci riesco.

 

Di nuovo l’essenza di Hermione torna a scorrermi nelle vene. E senza dire un’altra parola mi giro di scatto e corro via, incurante degli sguardi maligni dei Mangiamorte attorno a me.

***

 

Sarà perché sono imprigionata in questo posto da un tempo che sembra un’eternità. Sarà perché sono stata privata di ogni emozione positiva, ma non mi sono mai sentita peggio in vita mia. La sensazione di aver perso tutto ha già preso possesso della mia lucidità. Non so come fermarla. E’ un tarlo distruttivo, che mi divora giorno dopo giorno sbriciolando quel che rimane della mia anima. Fisso il vuoto, annoiata, esasperata, sconcertata. Mi sono ridotta a pensare a due cose solamente: Draco, e che vorrei morire.

 

Il cuore comincia a battermi furiosamente nel petto quando avverto il familiare cigolio della porta dello stanzino.

Non mi preoccupo nemmeno di alzarmi in piedi. Non ho paura. Se fosse un Mangiamorte, credo che mi farei uccidere senza pensarci.

 

-         Hermione… no, non…

 

Quella voce. La sua voce.

 

-         DRACO!

 

Sento la porta chiudersi alle sue spalle. In un attimo gli occhi mi si gonfiano di lacrime. I singhiozzi mi tolgono il respiro, e non riesco a controllarli. Non posso credere che se ne sia andato.

 

-         Draco! DRACO!!! – urlo disperata. – Draco… ti prego…

 

La poca forza che mi ha permesso di reggermi in piedi tutto questo tempo mi abbandona, così non mi resta che lasciarmi cadere distesa sul freddo pavimento, il volto tra le mani.

 

Non appena due gelide mani mi sollevano da terra è come se il sangue ricominciasse a scorrermi nelle vene, come se il cuore riprendesse finalmente a battere.

 

Non riesco a parlare. L’unica mia reazione è di prenderlo a pugni, più forte che posso, anche se so perfettamente di non provocargli alcun dolore fisico.

 

-         Come hai potuto… lasciarmi così… farti sentire e poi andartene via… - dico singhiozzando, ancora intenta a pugnalarlo. – Sei un bastardo...

-         Scusami.

 

Mi stringe a sé, intercettando le mie mani per poi portarle ai lati del suo viso.

 

-         Mi dispiace. – sussurra.

-         Finalmente ti sei degnato di farmi una visita. – non è un granchè, ma è tutto quello che riesco a dire, il viso nascosto nell’incavo del suo collo.

-         Mi dispiace. – ripete. – Ho pensato… che non era la cosa giusta da fare. Cerca di capire quanto mi è costato starti lontano.

-         Lo so eccome! Pensi che sia stato piacevole per me aspettarti qui, ogni maledetto minuto? Dannazione, Draco!

 

Stringo i pugni intorno alla sua camicia, più forte che posso. Cerco di drogarmi per quanto posso del profumo che mi è mancato così tanto. Lo stesso inconfondibile profumo di sempre.

 

-         Hai tutto il diritto di odiarmi, Hermione. Non ti biasimo. Sono stato imperdonabile. Ma credimi, l’ho fatto per te. Per non darti altro dolore.

-         Tu… - vorrei dirgli che la lontananza mi ha quasi uccisa, ma lascio che le parole mi muoiano in gola. – Ti credo, e non ti odio.

-         Grazie.

 

Lo sento respirare tra i miei capelli, orrendamente sporchi. Ma di questo non m’importa. Averlo qui, stretto a me, è la cosa in assoluto più meravigliosa del mondo.

 

-         Considerati libera.

-         Che significa?

-         Verrà qualcuno a portarti via da qui. Se non sarò io lo farà qualcun altro.

-         Voglio te. Non me ne importa niente degli altri. Pensa a sopravvivere, Draco. O quando uscirò da qui la prima cosa che farò sarà raggiungerti. Non ti azzardare a lasciarmi sola un’altra volta.

 

Mi sorprendo io stessa della durezza della mie parole.

 

-         Avrai me.

-         Promettilo.

-         Hermione, io…

-         Ti prego.

-         Te lo prometto.

 

Finalmente mi prende il volto tra le mani, per poi catturarmi le labbra in un bacio mozzafiato. Mi sento come catapultata dall’Inferno al Paradiso. Guido le sue mani sui miei fianchi smagriti, cerco avida il suo collo per lasciargli una scia di baci estremamente dolci.

 

-         Ti amo, Hermione.

-         Ti amo anch’io. Troppo.

 

Lo sento rilassarsi, riprendendo a baciarmi con trasporto…

 

 

Poi un’esplosione. La porta salta insieme a una marea di scintille incandescenti con un tonfo sordo. Vedo il volto di Draco, come accecata dalla una luce perlacea emanata dalla sua pelle bianca. Vedo i Mangiamorte riversarsi nello stanzino, le loro sagome scure avventarsi su Draco, a decine.

 

-         Maledizione! – urla Draco. Poi vedo Ron.

 

Sopraffatta da un misto di stupore e paura resto immobile a fissare il mio migliore amico attraversare lo stanzino facendosi strada tra i Mangiamorte intenti a lanciare maledizioni.

 

-         Weasley, portala via da qui! – urla Draco, che nel frattempo ha estratto la bacchetta e cominciato ad affrontare un Mangiamorte inferocito.

 

E, un attimo dopo, vedo Harry. E Ginny, che combattono fianco a fianco. Vedo Dean Thomas, Fred e George, Remus Lupin. Tonks e la McGranitt. Vedo Narcissa affrontare quasi a passo di danza Bellatrix Lestrange. Finalmente vedo e desidero di essere cieca.

 

Ho una paura terribile. La paura che una sola di quelle persone possa morire per me. Ho paura che Draco possa non farcela. Ho paura quando un paio di braccia dalla stretta ferrea mi afferrano per la vita. Solo dopo mi accorgo che appartengono a Ron.

 

***

 

Riesco a riprendere lucidità quando Hermione e Weasley si smaterializzano lontano da questo inferno. Non è come me l’aspettavo. Ci hanno colti di sorpresa, e non so come Silente e il suo esercito ci abbiano scovati.

 

-         SECTUMSEMPRA! – urlo scagliando l’incantesimo sul Mangiamorte che ho davanti, che in un attimo comincia a perdere sangue a fiotti.

-         Draco, Draco… non hai la stoffa di tuo padre… perché non mi uccidi?

-         Non provocarmi, cane!

-         Fallo, Draco. Uccidimi!

 

Vengo pervaso da una incontrollabile scarica di rabbia, e il desiderio di spegnergli per sempre quella risata falsa e isterica in gola si impossessa totalmente del mio corpo.

 

***

 

-         Ron, Ron!

 

Non posso fare a meno di abbracciarlo. Non riesco a dire una parola. Lontana dalla battaglia, sembra quasi che io non abbia mai smesso di vedere la luce, che ora mi acceca più che mai. Penso a Draco. Ho paura. Mi sciolgo dall’abbraccio.

 

-         Ron, devi riportarmi laggiù.

-         Sei pazza. Non se ne parla. – risponde serio.

-         Ron, ti scongiuro.

-         Non puoi fare niente in queste condizioni.

-         Devo andare là! Io lo amo! Non posso starmene qui con le mani in mano ad aspettare che qualcuno lo uccida! – urlo, cercando di reprimere le lacrime.

-         C’è tutto l’Ordine della Fenice. Scordati di andarci, sei senza forze. Non ti hanno nemmeno dato da mangiare?

-         Dannazione, non è questo il punto! Non mi importa se sono debole! Riportami là!

-         No.

-         Allora guardami attentamente. Ti dimostro quanto sono forte.

 

Comincio a correre, sotto lo sguardo allibito di Ron. Infondo il giardino non può distare così tanto dalla mia ex prigione. So che l’ultima cosa che Draco desidera è vedermi combattere al suo fianco, so di aver deluso irrimediabilmente Ron. So di essere in pericolo da quando le mie gambe hanno iniziato a sorreggermi nella corsa. Ma non mi importa. Ho combattuto tante battaglie. E questa non sarà l’ultima.

 

***

 

-         La differenza tra me e mio padre, cane, è che io non sono un assassino. Ma posso fare molto male. Crucio! – scaglio l’ennesima maledizione contro il Mangiamorte che ho scoperto essere il lupo mannaro Fenrir Greyback.

-         Avada…

-         EXPELLIARMUS! – respingo l’Anatema che Uccide. – Sectumsempra!

 

Questa volta il colpo è dritto nel petto, a pochi centimetri dal cuore.

 

Ancora esterrefatto alla vista del sangue che ricopre quasi per metà il Mangiamorte la vedo. Mia madre si batte con estrema abilità contro la sorella Bellatrix, ed Hermione combatte al suo fianco.

 

Come se avesse riacquistato in un minuto la sua forza.

 

-         Ora si chiudono i giochi, Draco. Hai appena firmato la tua condanna. AVADA KEDAVRA!

 

E all’improvviso, davanti ai miei occhi, un inconfondibile lampo di luce verde. Nello stesso, infinito attimo sento Hermione urlare e vedo il niente davanti ai miei occhi. Vengo investito dal sapore sanguinolento della morte, che inesorabilmente mi apre la strada al suo sentiero dritto e infinito.

 

E poi vedo mio padre gettarmisi davanti.

 

Solo che questa volta non è un disegno della mia immaginazione, adesso è la realtà.

 

L’Anatema che Uccide ha colpito Lucius Malfoy e non me. Perché mio padre ha voluto salvarmi.

 

Improvvisamente, tutto si ferma. Tutti tacciono, tutti abbassano le bacchette. Per rispetto, o per paura che Lucius Malfoy possa risvegliarsi e condannarli per aver tentato di uccidere suo figlio.

 

Bellatrix Lestrange si lascia cadere in ginocchio, il volto nascosto tra le mani. Non si preoccupa di soffocare uno straziante urlo di dolore. Hermione mi corre incontro tra le lacrime, stringendomi fortissimo.

 

Silente, affiancato dal nuovo Ministro della Magia, irrompe nella stanza insieme a una dozzina di Dissennatori incappucciati. Nessuno dei Mangiamorte tenta di Smaterializzarsi.

La prospettiva di finire ad Azkaban è persino migliore rispetto a quella di aver perso per sempre, per mano loro, uno di loro. Il più grande. Mio padre.

 

Sento le braccia di Hermione stringermi forte, il suo corpo scosso dai singhiozzi contro il mio, i suoi riccioli solleticarmi il volto deformato dal terrore.

 

E, abbandonandomi alla sua infinita dolcezza, capisco che è tutto finito.

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Capitolo 27
*** Epilogo ***


Nuova pagina 1

E così siamo arrivati alla fine della nostra storia... spero di avervi appassionato, fatto ridere e commuovere, spero di avervi fatto amare i personaggi e le loro avventure... e spero che mi lascerete tante recesioni! :D Con questo capitolo una storia finisce, ma presto inizierò a lavorare per una nuova fanfiction! Continuate a seguirmi! E grazie a tutti per la fedeltà e la tanta pazienza che avete dimostrato. Baci ^^

 

 

Entrare nella Sala ormai ha un impatto emotivo incredibile su di me. Se poi ci sono centinaia di persone che, appena varchiamo l’ingresso, si girano sorridendo verso me e Ginny (che da quando ho rimesso piede a scuola fa di tutto per non perdermi di vista neanche un secondo), mi viene quasi voglia di alzare i tacchi e andarmene, perché non riesco a guardarmi intorno senza arrossire violentemente.

 

Siamo tornati da un settimana, e Hogwarts non è mai stata così… entusiasta. Sembra davvero che le case non esistano più, che sia un’unica anima ad agire, e un valido motivo per cui adesso mi vergogno da morire è che non sono ancora riuscita a ringraziarli abbastanza.

 

Ogni mio pensiero viene totalmente sconvolto quando intravedo lo sguardo terribilmente penetrante di Draco illuminarsi e perdersi nei miei occhi. Sento le caviglie cedere, il mondo intero barcollare sotto i miei piedi. Per fortuna Ginny ha intuito il mio leggero disagio e mi ha evitato di svenire davanti a tutti tenendomi forte per un braccio.

 

-         Posso rubartela un secondo? – dice Draco avvicinandosi a noi.

-         Come se non l’avessi già fatto una volta… - risponde Ginny, sarcastica ma sorridente.

-         E’ mia, Weasley – puntualizza Draco mostrando i denti bianchissimi. Lo fulmino con lo sguardo per averla chiamata per cognome.

-         Ah, già… Ginny. Mi ci devo ancora abituare. – ghigna divertito. – Comunque, dicevo…

-         Afferrato il concetto… – risponde lei, rassegnata. – Divertitevi!

-         Anche voi! – dico io, alludendo a lei ed Harry.

 

 

-         Non vorrai lasciarmi perché non so pronunciare il nome della tua amica!  - dice Draco, incatenando i suoi meravigliosi occhi di ghiaccio ai miei.

-         Mi accontento se a stento ricordi come si chiama. – mi fingo offesa, allontanandomi da lui di qualche passo.

-         Okay… ripassiamo. Ginny Ginny Ginny Ginny Ginny…

-         Ehi! Adesso non ti sforzare troppo!

-         Come vuoi. – mi prende per mano, accompagnandomi nella Sala sotto gli sguardi divertiti o sconvolti di più o meno tutta la popolazione studentesca di Hogwarts.

 

D’un tratto non ho più paura né vergogna. Stretta fra le sue braccia, circondata da un calore nuovo, esplosivo e inaspettato. Quello del suo cuore.

 

Improvvisamente vengo pervasa da una sensazione fortissima, una voglia matta di restare sola con lui.

 

-         Che ne dici se andiamo a fare una passeggiata vicino al lago? – propongo.

-         Ci sarebbe il nostro discorso, ricordi?

-         Ah… si. Giusto. E allora? – rido.

-         Risposta interessante. Significa per caso che non te ne importa niente e che vuoi assolutamente restare sola con il sottoscritto?

-         Esattamente. – e poi, alimentando una scarica di adrenalina pura che mi si è appena accesa dentro, poso le mie labbra sulle sue, baciandolo con passione.

-         Caspita… ho... afferrato il concetto, si. – dice Draco staccandosi e fissandomi con un’espressione perplessa ma divertita.

 

Mi cinge la vita con un braccio e ci dirigiamo fuori dalla Sala Grande, in giardino.

 

Questa notte c’è la luna piena; un tappeto di stelle ricopre il cielo.

 

-         Stringimi di più. – sussurro, poggiando la testa sul suo petto.

-         Quanto vorrai. – dice Draco prendendomi il viso tra le mani. Lambisce la mia bocca con la sua, baciandomi con una dolcezza mista a pura passione.

-         Guarda il cielo. – soffia al mio orecchio, staccandosi per riprendere fiato.

-         Si. E’ stupendo. – dico ansimando, cercando di respirare a fondo per riempire di nuovo d’aria i polmoni.

-         Se solo potessi… te lo regalerei.

-         Non ne avrei bisogno, amore mio. Adesso sei tu il mio cielo. – dico timidamente.

 

Lui sorride, cominciando ad accarezzarmi i capelli.

 

-         A proposito, non ti ho ancora detto che sei bellissima.

 

Ah, già. Ho omesso il particolare del vestito. Draco mi ha regalato un meraviglioso vestito color argento, lungo fino ai piedi, scollato sulla schiena e sul davanti, con una fascia tempestata di strass sotto il seno.

 

-         Bè… non c’è che dire, hai ottimi gusti.

-         Questo sicuramente – ghigna divertito – ma saresti bellissima anche senza niente addosso…

-         Oh. Per quello dovrai aspettare ancora un po’ – sorrido maliziosa.

-         Peccato… resisterò.

 

E mi bacia ancora… lascio che le sue mani scorrano ovunque, che le sue labbra indugino sulla mia scollatura per poi tornare avide sulla mia bocca… lascio che il cuore mi scoppi nel petto per l’emozione…

 

-         Hermione, Malfoy! – mi stacco immediatamente, imbarazzatissima, mentre Draco ride di gusto alla vista di Luna Lovegood che corre trafelata verso di noi.

-         Oh, scusate, scusatemi tanto… vi stanno aspettando tutti per il discorso…

-         Certo, Luna, ehm… arriviamo subito. – dico arrossendo fino alle punte dei capelli, e faccio per seguirla, ma Draco mi afferra per un braccio, attraendomi di nuovo a sé.

-         Solo un secondo. – dice a Luna.

-         Draco, per favore, ci stanno aspettando tutti!

-         Prima devo fare una cosa. - mi prende il volto tra le mani, accarezzandomi le guance con tanta dolcezza che mi farmi quasi svenire. – Ti amo, Hermione. E voglio passare tutta la vita insieme a te.

 

Sento il cuore martellarmi impazzito nel petto, mi manca l’aria. Altre volte mi aveva detto quella frase, ma mai l’avevo sentita… così. Spontanea e indimenticabile.

 

-         Ti prego, tienimi o svengo.

 

Draco scoppia a ridere, sorreggendomi tra le sue braccia.

 

-         Dai, non prendermi in giro… ti amo anch’io, da morire. Non lasciarmi mai.

-         Mai. – ripete lui, guardandomi serio negli occhi.

 

E, stretti l’una nell’altro, ci dirigiamo nella Sala…

 

-         Ehi, sei sicura che non vuoi che ti prenda in braccio? – chiede apprensivo vedendomi barcollare.

-         Sicurissima. – anche se in realtà la risposta sarebbe che ho un calo degli zuccheri e devo stendermi immediatamente da qualche parte.

 

E infatti, tempo due passi, cedo. La testa comincia a girarmi e mi sento mancare. Sento le sue forti braccia sorreggermi e mi maledico mentalmente per la mia scarsa resistenza fisica alle emozioni.

 

- Hermione Granger, mio amore, non ti sei ancora abituata al concetto che nessuno, meno che mai la sua ragazza, può resistere all’incredibile fascino di Draco Malfoy?

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