Non puoi resistermi, sono Draco Malfoy di Didone24 (/viewuser.php?uid=25386)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La sfida ***
Capitolo 2: *** Irresistibile ***
Capitolo 3: *** Il gioco ha inizio ***
Capitolo 4: *** Inizio movimentato ***
Capitolo 5: *** Gelosia ***
Capitolo 6: *** Desiderio ***
Capitolo 7: *** --- Note dell'autrice --- ***
Capitolo 8: *** Domande senza risposta ***
Capitolo 9: *** Visita inaspettata ***
Capitolo 10: *** Ripensamenti ***
Capitolo 11: *** Con te pareggiamo i conti più tardi, Mezzosangue... ***
Capitolo 12: *** Risvolti imprevisti ***
Capitolo 13: *** Conflitti sul lavoro ***
Capitolo 14: *** E poi ad un tratto capisco... ***
Capitolo 15: *** Deve essere ***
Capitolo 16: *** Il vero Draco, la vera Hermione ***
Capitolo 17: *** Felicità e controindicazioni ***
Capitolo 18: *** La torre ***
Capitolo 19: *** Non lasciarmi ***
Capitolo 20: *** Quello che noi dobbiamo ***
Capitolo 21: *** Hogsmeade ***
Capitolo 22: *** Pericolo ***
Capitolo 23: *** Narcissa Malfoy ***
Capitolo 24: *** Scorci di luce nel buio ***
Capitolo 25: *** Rivelazione ***
Capitolo 26: *** Il padre e il figlio ***
Capitolo 27: *** Epilogo ***
Capitolo 1 *** La sfida ***
Fan fiction
Non puoi resistermi,
sono Draco Malfoy
Questo perché ogni volta che non
ho niente da fare mi devo per forza impelagare in sfide assurde con Blaise. Mi
sono cacciato in un bel casino. L’altro ieri ho trascinato Blaise in un posto
non lontano dalla Foresta Proibita. Non lo conosce nessuno, quindi l’ho scelto
come rifugio nei momenti in cui ho bisogno di stare solo. Ma siccome quella
sanguisuga di Pansy Parkinson non fa che assillarmi e starmi addosso tutto il
giorno, e avevo un disperato bisogno di aiuto, non ho avuto molto tempo per
pensare a un posto che non fosse il mio angolo privato. Solo Blaise poteva
aiutarmi, ne ero sicuro al duecento per cento. Ma sapevo anche che la canaglia è
anche un inguaribile bastardo, nonostante sia il mio migliore amico, e se la
situazione che gli pongo davanti non mi mette in serissimo rischio di vita,
quello per escogitarmi qualcosa di efficiente vuole una ricompensa. E cazzo. Se
la deve pure scegliere questa diavolo di ricompensa. Evidentemente quel giorno
aveva la luna storta, perché mi ha chiesto una cosa che non avrebbe dovuto
chiedermi per nessuna ragione al mondo.
-
Senti Blaise, devi aiutarmi. Per forza. Quella rompipalle numero
uno di Pansy non fa altro che starmi addosso tutto il giorno, e ho provato
qualunque modo per scaricarla, ma lei non demorde. Non ce la faccio più, ogni
volta mi si incolla come una piovra e mi fa fare un sacco di figure di merda.
Davvero, sono così disperato che le ho persino contate. Le figure di merda,
intendo.
-
E questo sarebbe un problema? Insomma… mi hai fatto perdere un’ora
di sonno… per questo?
-
Eccome se è un problema! Io non la sopporto più!
-
Okay, okay… ho già in mente qualcosa, tranquillo.
-
E sarebbe?
-
Tu non hai strategia, amico mio. Fai le cose senza prima pensarci,
ecco perché ti trovi nei casini. Invece di portartela a letto di notte e
trattarla come una pezza vecchia di giorno, perché non provi a levartela di
torno definitivamente? Direi in modo più… drastico.
Dopodichè ha fatto una lunga
pausa, decisamente troppo lunga, per pensare a qualcosa o più probabilmente
giusto il tempo di farmi perdere la pazienza.
-
Allora? Non hai ancora finito di ragionare?
-
Certo che non sai aspettare neanche un minuto, eh?!
-
Diamine Blaise, o sputi il rospo o me ne vado.
-
Pansy è molto dotata, sai. Insomma, parliamoci chiaro, è una bella
ragazza in fin dei conti, non puoi mica negarlo.
-
Mi stai dicendo che dovrei accollarmela nonostante sia una
rompiballe totale?
-
Sei anche impaziente, caro mio Draco! Non ho detto questo. Oltre a Pansy ci sono un sacco di altre ragazze che
farebbero la fila pur di farsi vedere in giro con Draco Malfoy per un giorno. E
molte di loro sono pure carine. Non te ne viene in mente nessuna?
-
Ma dove vuoi arrivare?
-
A… Hermione Granger, per esempio?
-
La mezzosangue? Scherzi?
-
Sarà pure una mezzosangue, ma oltre ad essere la più intelligente
della scuola è anche una gran bella ragazza. E non puoi negarlo.
-
Cosa dovrei farci con la Granger? Portarmela a letto per una
notte, far entrare Pansy in camera mia nel bel mezzo di una scopata mozzafiato
per farla infuriare come un camionista in coda in autostrada e poi? Mi
sputtanerebbe davanti a tutti!
-
No, no… assolutamente no. Tra l’altro così non funziona con
la Granger…
non è il tipo di persona che si fa mettere i piedi in testa. Quella devi
conquistarla con le unghie e con i denti prima di portartela a letto. Ma un uomo
pieno di fascino come Draco Malfoy accetterebbe questa sfida… Guarda che se non
ti fai avanti tu lo faccio io. E’da un sacco di tempo che voglio provarci con
la Granger, ma
questa volta voglio godermi dall’alto tutto il divertimento. E’ tutta tua, ma
non per molto, se non ti muovi.
-
E’ una sfida, Blaise?
-
Diciamo che se vinci ti converrà parecchio. Te la spassi con
la Granger e
in più ti sbarazzi di Pansy.
-
Affare fatto.
Affare del cazzo. In questo
preciso istante ho appena ricevuto un ceffone dalla mezzosangue per aver tentato
inutilmente di baciarla. Solo per la sfida, s’intende. E la cosa peggiore è che
Blaise ha visto tutto, e adesso mi fissa con un ghigno patetico stampato in
faccia:
-
Uno a zero, amico!
-
Eclissati Blaise!
-
Un bel po’ brutale Draco, non ti pare?
Neanche il tempo di sferrargli un
cazzotto che si smaterializza immediatamente facendomi sbattere violentemente il
pugno sulla porta del bagno dei prefetti. Ecco che cosa mi sono guadagnato
accettando questa sfida di merda. Una porta in faccia e una mano sanguinante.
Cazzo!
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Capitolo 2 *** Irresistibile ***
Fan fiction
Oggi è stata una giornata a dir poco stressante. Di
mattina le regolari lezioni (ma decisamente più pesanti del solito dato che
Piton suppliva in Difesa Contro le Arti Oscure), poi non ho avuto neanche il
tempo di pranzare che mi sono fiondata in biblioteca a studiare per il compito
di Trasfigurazione di domani. Finito di studiare volevo concedermi un po’ di
relax, quindi mi sono diretta al bagno dei prefetti pensando che a quell’ora
sarebbe stato sicuramente libero, dato che potevano essere le undici passate. E
invece chi mi trovo davanti? Draco Malfoy in persona. Come si dice… dalla
padella alla brace.
-
Oh, scusami, se ci sei tu me ne vado… - Faccio per andarmene ma
lui è più veloce di me, mi prende per un braccio e comincia a fissarmi con la
sua solita aria da seduttore estremamente sexy. Ma io non ci casco. Non sono
come tutte le altre ochette che gli corrono dietro, io ho la mia dignità.
-
Tranquilla, non devi andartene… posso sempre girarmi dall’altra
parte…
-
Sicuro Malfoy! Preferirei fare il bagno con un’ippogrifo piuttosto
che farmi vedere nuda da te!
-
Come sei permalosa… volevo solo essere gentile.
-
Gentile un corno!
-
Faresti meglio a darti una calmata bambola, non sai cosa ti perdi…
Un sacco di ragazze a Hogwarts farebbero la fila pur di fare un bagno insieme a
me. E tu rifiuti così?
-
Io no. Io ho una dignità da difendere!
-
E allora difendila bene, perché anche tu prima o poi cederai al
mio fascino... proprio come tutte le altre.
Mi passa decisamente troppo
lentamente la mano fra i capelli… Non so cosa mi succede, non riesco a muovermi,
sono come paralizzata dai suoi occhi di ghiaccio che gli danno un’aria così
angelica… Non riesco a fare a meno del tocco della sua mano che delicatamente mi
accarezza la schiena provocandomi dei brividi che non avevo mai provato prima…
Non è che anch’io mi sto facendo abbindolare dal fascino di Draco Malfoy?
Insomma… Non mi è mai capitato di lasciarmi toccare da un ragazzo, perfino
quando Harry o Ron mi sfioravano la mano io la ritraevo imbarazzata… bè, anche
adesso sono estremamente imbarazzata, tuttavia non riesco a muovermi, sono come
pietrificata dal suo sguardo che, non posso negarlo, lo rende irresistibile. Ma
che cosa sto pensando? Stiamo parlando di Malfoy! Il mio eterno e insopportabile
nemico! Il ragazzo che cerco sempre e accuratamente di evitare!
-
Ma che diamine stai facendo? – senza neanche pensarci gli mollo un
ceffone, per poi accorgermi che la porta del bagno era rimasta leggermente
aperta in modo che qualcuno da fuori potesse godersi tutta la scena senza essere
visto. E figuriamoci se non avevano preparato tutto! Sono abbastanza lucida da
capire che il terzo incomodo è proprio Blaise Zabini. Bastardo. Non riesco a
trattenere le lacrime, perché oltre ad essere caduta nelle grinfie di Malfoy
sono stata anche vista mentre me ne stavo ferma come un baccalà mentre lui mi
metteva le mani addosso… che caduta di stile, Hermione.
-
Vedi? Dici di essere diversa, ma anche tu cedi alle
tentazioni…
-
E tu sei la tentazione fatta persona! – Santo cielo, ho sbagliato
battuta. – Cioè, volevo dire… Vattene, okay? Se non sei venuto per farti un
bagno esci immediatamente di qui e lasciami sola! – e per evitare di farlo
replicare gli sbatto violentemente la porta in faccia chiudendolo fuori.
Ho continuato a piangere come una
fontana per tutta la notte. Forse non sono poi così diversa dalle altre. Come se
non bastasse nel chiudergli la porta in faccia non gli ho lasciato il tempo di
riprendersi le sue cose che erano ammucchiate sul pavimento, tra cui c’erano una
camicia bianca e una cintura. Oddio, ora che ci penso mi sono fatta toccare da
un Malfoy a petto nudo. Questo significa che magari voleva veramente farsi un
bagno… oppure che… Ma che cazzo vado a pensare! Comunque quelle cose devo
riportagliele e al più presto, prima che Harry e Ron pensino che mi sono
attardata per un piccolo incidente di percorso… Più che piccolo, direi
gravissimo. Ma se continuo a farmi mettere così le mani addosso da Malfoy penso
proprio che non so dove andremo a finire. Lo giuro, non succederà più. La
prossima volta lo schiaffo glielo darò prima che possa rivolgermi la parola.
-
Ehi, Herm, ma che fine hai fatto?
-
Harry! – rispondo cercando di essere naturale. – Non sei ancora a
letto?
-
Come potevo? Io e Ron eravamo preoccupati per te! Dove sei stata
fino a quest’ora, è mezzanotte passata!
-
Ehm… ho… fatto un giro di ispezione nei corridoi… Sai, ci sono
molti mascalzoni che vanno a zonzo per i corridoi di notte *si, proprio come ho
fatto io…* Ne ho beccati tre!
-
Ehi! Ma di chi sono quei vestiti?
-
Quali? Questi? Oh, non lo so, li avrà dimenticati qualcuno nel
bagno dei prefetti… Ora vai a letto, Harry, domani sarà una giornata pesante e
dovrai essere in forze!
Così dicendo lo spingo fuori
dalla porta e gli do una veloce buonanotte. Buonanotte un corno. Non credo
proprio che riuscirò a prendere sonno. Non solo ho passato una giornata di
merda, devo anche sopportare i miei due migliori amici che non sanno farsi i
cazzi propri. Ma che sto dicendo… si sono solo preoccupati per me. Bene, oltre
ad essermi messa in ridicolo sto diventando anche acida.
-----------------------------------------------------------------------------------------------------------
Salve a tutti! Grazie per le recensioni, sono contenta
che la mia storia stia avendo successo^^ Spero che l'ispirazione per scrivere
altri capitoli non mi manchi... figuratevi, anch'io sono curiosa di sapere come
và a finire, dato che le idee mi vengono quando inizio a scrivere... Continuerò
al più presto, cmq. Voi continuate a recensire!
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Capitolo 3 *** Il gioco ha inizio ***
Fan fiction
Non so cosa diavolo mi passa per la testa. Sto
diventando pazza, questo è sicuro. Al momento mi trovo davanti la porta della
lussuosa camera da prefetto di Draco Malfoy, il biondo seduttore che l’altra
notte mi ha decisamente stregato – accidenti… ma che dico? - . Si, adesso vado a
ricoverarmi al San Mungo nel reparto per gravi problemi cerebrali. Oltre ad
avermi intontita brutto, il ricordo di quella notte nuoce alla mia pazienza e
alla mia concentrazione. Fattostà che adesso sto per fare la figura di merda più
grande del secolo, soprattutto se non mi decido tempo cinque secondo a bussare a
quella dannata porta. Infondo devo solo dargli dei vestiti. Il problema è che
temo di rimanere pietrificata un’altra volta, e non posso permetterlo, ne va
della mia dignità. Il mio cuore batte a tremila quando raccolgo tutto il mio
coraggio da Grifondoro e la mia mano si libra in alto per bussare, ma ecco che
non faccio in tempo a posare le mie nocche sul legno pregiato che mi trovo
davanti Draco Malfoy vestito semplicemente con una camicia bianca sbottonata e
un paio di jeans strappati. La camicia mi manda letteralmente in estasi. O, per
meglio dire, quello che c’è sotto.
-
Ehi Granger, sei venuta per rimediare al danno dell’altra notte? –
comincia a scrutarmi con uno sguardo che non mi piace. E questo mi fa arrossire
violentemente.
-
Ti sbagli, ho avuto solo l’accortezza di portarti questi.
-
Oh, certo, eri talmente violenta che non ho potuto fermarti e sono
dovuto correre via…
-
Chiudi quella bocca Malfoy, o al posto di uno schiaffo ti arriva
addosso un bello schiantesimo!
-
L’ho detto io che non ci sai fare con le buone maniere…
Può avermi ammaliata quanto
vuole, ma il mio tempismo è ancora in ottimo stato. Non fa in tempo a finire la
frase che gli punto la bacchetta al collo, proprio come ho fatto tante altre
volte. Ma mai in una situazione del genere. Così imbarazzante che la mia mano
trema di brutto.
-
Ti conviene stare zitto se non vuoi che ti faccia ingoiare quella
lurida lingua.
In risposta si limita a un
sorrisetto che mi infastidisce ancora di più, e con un rapido movimento mi
strappa di mano i suoi vestiti.
-
Perché me li hai riportati? E abbassa quella bacchetta, non voglio
mica toccarti, per quello ci saranno momenti migliori.
-
Ti piacerebbe Malfoy!
-
Si, infatti… Però non hai risposto alla mia domanda.
-
Non pensare che voglia essere gentile con te… Avrei fatto
volentieri a meno di questo incontro, ma a pensarci bene non voglio che Harry e
Ron si insospettiscano di qualcosa vedendo vestiti non miei nella mia
camera.
-
Ah, certo, perché Potter viene a trovarti spesso!
-
Stà zitto stronzo, se non si vede è il mio migliore amico, quindi
viene in camera mia quando gli pare! E tu invece quale sgualdrina da quattro
soldi ti porti a letto? La cambi ogni sera, vero?
Ed ecco che arriva l’apoteosi.
Pansy Parkinson in una veste molto succinta appare davanti la porta posando le
braccia attorno al collo di Draco. Non so perché, ma questa visione mi provoca
una forte morsa al cuore.
-
E chi sarebbe la sgualdrina? Draco, con chi stai parlando? Non
dirmi che perdi tempo con la mezzosangue!
-
Sarò pure una mezzosangue cara la mia sgualdrina da quattro soldi, ma almeno
nella mia testa c’è qualcosa di funzionante.
-
Ehi, ehi… Pansy, non ti intromettere. Non sono cose che ti
riguardano.
-
Ah, se è per questo neanche a me! Stavo giusto per andarmene!
Ma prima di eclissarmi gli do un
leggero bacio sulla guancia, tanto per fare ingelosire quell’insopportabile
idiota.
-
Ci rivediamo Draco!
Provo un immenso piacere nel
vedere Pansy che urla come una dissennata chiedendo spiegazioni e Draco che
l’abbandona sulla porta con quella sua sottana da prostituta dirigendosi
distrattamente verso il ragazzo della porta accanto, che lo fissa con aria
divertita. E chi poteva essere mai? Blaise Zabini in carne ed ossa, che per la
seconda volta ha assistito alla scena totalmente indisturbato. Ma questa volta
sono stata una brava attrice, e la figura di merda l’hanno fatta Pansy e il suo
adorato Malfoy. Non credo che questa storia finirò presto. Anzi, il divertimento
deve ancora cominciare.
--------------------------------------------------------------------------------------------
Salve a tutti! Volevo
dedicare due righe ai ringraziamenti per tutti coloro che hanno recensito. I vostri commenti mi
spingono a continuare e mi è di grande utilità. Mi sento
molto ispirata^^ Ditemi che ne pensate anche di questo terzo capitolo. Per quanto riguarda la storia,
spero di infittirla e renderla ancora migliore di quanto spero di fare.
Ci rivedremo presto!
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Capitolo 4 *** Inizio movimentato ***
Fan fiction
-
Non avevi detto che volevi toglierti Pansy dai piedi? – mi chiede
un Blaise visibilmente sconcertato.
-
Certo, amico, ma a letto è tutto un altro discorso… e poi come hai
visto
la Granger ha segnato un punto a mio
favore mandando in escandescenza Pansy.
-
Ehi, guarda un po’ qua! Ti ha lasciato pure il segno del
rossetto…
Non posso che sorridere
compiaciuto. Ho vinto il secondo round senza fare praticamente niente. Devo
ringraziare Hermione, è stato tutto merito suo. Un momento… da quando la chiamo
Hermione? Certo che questa sfida mi sta fondendo il cervello. Dannato Blaise…
bè, intanto la mia vittoria schiacciante l’ha sconvolto, si vede lontano un
miglio.
-
Cos’è compare, sei deluso?
-
No, però… Non è così che si comporta
la Granger
di solito. Boh, forse lo dico
perché non la conosco abbastanza, ma sono sicuro che abbia in mente qualcosa.
-
Io ho la situazione in pugno al momento, qualsiasi cosa voglia
fare sarà sicuramente a mio favore.
-
Sempre sicuro di te, Draco… Ma che tu ci creda o no lei non è come
le altre, e questa prima o poi non sarà più una sfida fra noi due, ma fra Draco
Malfoy ed Hermione Granger.
-
E si preannuncia molto divertente… Ora devo andare a sbrigare una
cosetta… E non provare a seguirmi!
Purtroppo non faccio in tempo a
dire un’altra parola che suona la campana di inizio delle lezioni. Che palle. Mi
giro meccanicamente dall’altra parte virando verso la mia stanza per prendere
libri e bacchetta. Oh merda. Ci sono un paio di mutande di Pansy sopra il libro
di Pozioni. Le catapulto distrattamente sotto il letto ed esco a razzo diretto
ai sotterranei. Per fortuna quando entro in classe Piton non è ancora dentro, ma
i banchi sono tutti occupati, quindi mi tocca sedermi a primo banco proprio
sotto la cattedra, che rottura. E sempre seguendo il mio istinto lascio scorrere
il mio sguardo lungo tutta l’aula,
in cerca dell’oggetto del mio divertimento. Poi la vedo. Si dirige al banco di
Potter e Weasley ma vi si allontana disorientata dato che è già occupato da
Finnigan e quella gallina numero uno di Lavanda Brown. Cammina a passi svelti
percorrendo lo stretto corridoio centrale dell’aula. Poi il suo sguardo si posa
sul primo banco da me occupato. Avanza rapidamente verso la mia postazione
dandosi un’ultima occhiata in giro per assicurarsi che sia proprio l’unico. Si
siede senza degnarmi di uno sguardo, ma non m’importa granchè, dato che adesso
la mia attenzione è rivolta a Weasley che mi maledice a bassa voce arrossendo
come un termometro, e Potter che cerca inutilmente di calmarlo.
-
Ma si può sapere cosa ci trovate in quella saputella? – chioccia
la Brown
mandando un’occhiataccia alla mezzosangue.
-
Stà zitta tu! – per una volta in vita tua ben detto Weasley.
-
Dieci punti in meno a Grifondoro. – Oggi il professor Piton ci ha
rivolto i suoi saluti così. La giornata non potrebbe cominciare meglio.
Col solito colpetto alla lavagna
appaiono gli ingredienti per la “pozione dell’invisibilità”. Cazzo, quanti sono.
Dato che sono intento a osservare Hermione affettare i suoi ingredienti e
inserirli uno dopo l’altro all’interno del calderone, facendo assumere alla sua
pozione un bel colore argenteo, non sono in vena di concentrarmi sulla mia. E
infatti, dopo la solita esplosione provocata da quel decelebrato di Finnigan,
non mi stupisco troppo quando il mio intruglio produce un botto celestiale e
tutto il contenuto della pozione mi cade addosso sporcandomi la tunica che un
minuto fa era immacolata. Hermione mi fissa con aria disgustata. Merda. Questa
sfida mi sta facendo perdere il controllo delle mie azioni. E come fiore
all’occhiello, per la prima volta in sette anni ad Hogwarts, Piton osserva il
mio calderone ormai in frantumi e con noncuranza pronuncia le parole:
-
Venti punti in meno a Serpeverde.
-
Mi scusi signore. – Certo che sto diventando matto. – Posso andare
a cambiarmi?
Per tutta risposta Piton si
guarda intorno con aria di sufficienza vedendo che da tutti i calderoni esce un
fumo puzzolente che non promette niente di buono. E comprensibilmente schifato
dal risultato mediocre li fa sparire tutti con un colpo di bacchetta. A questo
punto la faccia di Hermione assume un colorito violaceo per la rabbia. Ci credo,
come sempre la sua pozione era perfetta.
-
Data la gravità della situazione, questo pomeriggio vi
eserciterete in coppia e domani mi farete trovare in cattedra le fiaschette con
la pozione fatta decentemente.
Dopodichè comincia a elencare lui
stesso le coppie. E indovinate la faccia di Weasley quando Piton arriva a…
- Malfoy… Granger.
----------------------------------------------------------------------------------------
Salve!! Eccovi il quarto capitolo della mia fic
[eheh, comincio ad usare il linguaggio comune!]. Spero vi sia piaciuto. Cmq
volevo ringraziare tutti per le recensioni, sono felicissima che la mia storia
vi appassioni tanto! Mi raccomando, continuate a recensire! Posterò il nuovo
capitolo al più presto... prima però devo farmi venire l'ispirazione^^ Bè... per
ora vi dico solo che ne vedrete delle belle! A
prestissimooooo!
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Capitolo 5 *** Gelosia ***
Fan fiction
Okay Hermione, adesso fai un bel
respiro profondo e mantieni la calma. No, a stento riesco a mantenere la mia
mano al suo posto, e non schiaffeggiare selvaggiamente quell’idiota di Malfoy. O
tenere a freno la lingua evitando con tutte le mie forze di non urlare contro
quel guastafeste di Piton che non solo ha distrutto la mia pozione fatta a
puntino, per di più mi ha messo in coppia con l’essere che momentaneamente siede
accanto a me. Li odio tutti e due in una maniera indescrivibile. Ma nonostante
vorrei uccidere il biondino qua presente non posso farlo perché dovrò passarci
un intero pomeriggio a rifare quella dannatissima pozione. Mi viene da urlare
quando esco dall’aula e un Ron a dir poco paonazzo mi viene incontro
ansante:
-
Hermione, ma come cazzo ti è saltato in mente di andarti a sedere
accanto a quell’energumeno?!
-
Senti chi parla! E a te non è neanche passato per l’anticamera del
cervello il pensiero di non sederti con quell’ochetta?
-
E’ lei che si è messa lì, non l’ho mica invitata io!
-
E comunque si da il caso che è grazie a te che adesso mi ritrovo a
dover fare quella diamine di pozione con Malfoy! Avresti dovuto dirle che quello
era il mio posto!
-
Ehi, voi due, volete smetterla di litigare!
-
Ma Harry! Diglielo anche tu che è stata Lavanda ad incollarsi a
noi come un polipo!
-
Si, Herm, ha ragione.
-
Non me ne importa niente di chi e come si è incollato a chi,
perché oggi pomeriggio anziché starmene a sguazzare nell’ozio accanto al camino
con un libro in mano, dovrò passare ore inutili in biblioteca a…
-
Ma quale biblioteca? – e chi poteva essere? Il biondo in questione
si passa una mano tra i capelli spingendoli all’indietro con noncuranza. – Tu
vieni in camera mia!
-
Che cosa? Scordatelo, non ci penso neanche lontanamente!
-
Fai come vuoi… Tanto se non vieni sola ti ci porto io nella mia
stanza.
-
Si, sicuro! E come fai, mi trascini col tuo sguardo magnetico?
-
Potrei farlo benissimo, ma… Ho in mente altri mezzi, se proprio
vuoi saperlo.
Ron nel frattempo è diventato
verde di rabbia. O di gelosia, boh. In qualunque caso non provo pena per lui,
dato che è colpa sua se mi ritrovo a nuotare nella sfiga più nera.
-
Ti conviene scomparire all’istante Malfoy, altrimenti…
-
Altrimenti? Che mi fai?
-
Io…
-
Geloso Weasley? Bè, non hai tutti i torti.
-
Stà zitto idiota! – è tutto quello che riesco a dire.
-
Ti ricordo che la mia stanza sta nel secondo corridoio al quarto
piano.
-
Non me ne frega niente.
-
Ah si? A presto, eh?
Lurido stronzo. Come si permette
di prendersi gioco di me in quel modo? Quantomeno vorrei evitare le crisi di
gelosia di Ron, che stanno diventando di dominio pubblico. E che palle.
Ovviamente solo perché siamo amici.
-
Hermione, so che non puoi evitare di andarci, però…
-
Però cosa? Credi che non sappia controllarmi?
-
Dovresti?
Oh merda, Ron non sa niente della
notte nel bagno dei Prefetti.
-
Lasciamo perdere. Infondo è solo una pozione, ci vorrà una
mezz’oretta.
-
Se lo dici tu…
Harry nel frattempo mi scruta con
un’aria del tipo “ma non gliel’hai ancora detto?” . Cerco di spiegargli
telepaticamente di tenere la bocca chiusa e corro verso l’aula di
Trasfigurazione. Per fortuna la lezione sarà in comune con Corvonero, perciò non
rischio di dovermi sedere di nuovo con quel bastardo di un Malfoy. Comunque per
sicurezza entro in classe fra i primi e mi posiziono al penultimo banco. Sarò
sola, dato che abbiamo compito.
Tutto finito. Il compito mi ha
fatto rilassare. O meglio, dato che ero concentrata al duecento per cento sulle
domande non potevo certo pensare al pomeriggio che mi aspetta.
Ma ora si. Non ho fame, ho lo
stomaco annodato. Mi cibo solo di due patate bollite, tanto per non sembrare
agitata. Saluto tutti e mi dirigo rapidamente alla mia stanza. Non so cosa
intendeva dire Malfoy prima, ma io in camera sua non ci vado di sicuro. Mi
stendo sul letto esausta, e nonostante sia decisamente in ansia riesco a
prendere sonno in pochi minuti.
Qualcosa mi sveglia. O qualcuno,
che sicuramente non è benaccetto. Comunque sento bussare alla porta. Menomale
che mi sono addormentata con i jeans e una camicia. Mi alzo meccanicamente e mi
trascino di malavoglia verso la porta. So già chi è, e quello che mi
aspetta.
-
Non sei venuta davvero.
-
Ti aspettavi che venissi?
-
Lo speravo. – Mi sembra sincero.
-
Non mi hai neanche dato un orario, magari sarei venuta dopo.
-
Non credo… Comunque adesso possiamo andare.
-
Di restare qui non se ne parla, eh?
-
Assolutamente. La mia stanza è molto più accogliente.
-
Senti Malfoy, ti ricordo che dobbiamo solo fare una stupida
pozione. Nient’altro.
-
Non convincerti troppo Granger.
-
Ah si? E allora sai che faccio, me ne resto qui da sola e ognuno
si fa la pozione per conto suo! – Faccio per chiudere la porta, ma lui è più
veloce di me ed entra in camera mia. Poi mi spinge sulla porta bloccandomi con
le braccia forti ed esperte.
-
Andiamo?
-
V-va bene.
Mi sto comportando da perfetta
idiota. Non ho neanche preso libri né ingredienti, spero che almeno lui ce li
abbia già pronti. Ma perché vuole portarmi in camera sua? Neanche un bambino di
cinque anni non lo capirebbe. Io so cos’ha in mente Malfoy, solo che non voglio
ammetterlo. E soprattutto non voglio ammettere che quando entriamo nella sua
stanza meravigliosa e si sbottona la camicia per il caldo è davvero troppo
bello. Più che aver paura di lui, temo me stessa. E temo il mio autocontrollo,
che da quando ho varcato la soglia non dà segni di vita.
‘Giorno a tutti! Ecco il quinto
capitolo della mia fic. Io mi sono divertita molto a scriverlo, spero che
l’abbiate letto con lo stesso divertimento ^^ Avrei voluto inserire anche la
parte a seguire (in camera di Malfoy… cominciate a pregustare!), ma ho pensato
di dedicarvi un intero capitolo, il prossimo. Mi raccomando, non ve lo perdete!
E grazie ancora per le recensioni, siete fantastici!!
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Capitolo 6 *** Desiderio ***
Nuova pagina 3
Perché sto
sudando? Perché ho le guance in fiamme? C’è qualcosa nell’aria che mi turba. Non
so… ho una brutta sensazione. Non dovrei aver paura, perché infondo dobbiamo
solo preparare la pozione. Appena avremo finito me ne andrò senza lasciargli il
tempo di fare niente. Però la tensione che c’è in questa stanza mi soffoca.
Anche Draco sembra bloccato. Si contorce convulsamente le mani, e credo che il
suo cervello al momento non sia nelle condizioni di captare ciò che deve fare.
-
Non startene lì all’in piedi, siediti. – Mi indica il letto. Io però viro
meccanicamente verso la poltrona più vicina. – Mi basta questa, grazie.
-
Come vuoi.
-
Allora, cominciamo con questa pozione? Io avrei fretta.
-
Okay. – Mi passa il calderone con dentro gli ingredienti e il libro di
pozioni. – E’ tutto tuo.
-
Che cosa? Dobbiamo lavorare insieme!
-
Io guarderò. Anche guardare richiede concentrazione.
-
Preferirei versarla dalla finestra piuttosto che darti una sola
fiaschetta della mia pozione!
-
In quel caso una buona porzione di prato scomparirebbe *ricordo che
stanno preparando la Pozione dell’Invisibilità!* e non ci vorrà molto a trovare
il colpevole.
-
Stronzo. E se andassi a dirlo a Piton?
-
Ti prometto che non usciresti da questa stanza fino a domani mattina.
-
So già come si fa, puoi riprenderti il tuo libro.
Dopodichè
comincio ad affettare gli ingredienti. Sono tentata di inserirli in quantità
doppia, tanto per fargli prendere una T per la scortesia. Ma non mi andrebbe di
mandare di nuovo in fumo il mio lavoro, quindi cerco di concentrarmi e di
mantenere la calma.
-
Stai tremando.
-
Scusa?
-
Perché tremi?
-
Oh, ehm… Non è niente, tranquillo.
-
Senti. Guarda che non voglio mica saltarti addosso. O meglio, lo farò
quando mi permetterai di farlo.
-
Ma che stai dicendo? Non ti permetto di giocare con me, Draco Malfoy!
-
A me invece piace tantissimo. Ah, ti è caduto un capello nel calderone.
-
Merda!
Guardo dentro
nella speranza di poterlo ancora vedere. La pozione dev’essere perfetta, ma non
lo sarà con un ingrediente in più. Lo vedo! Affondo una mano all’interno per
toglierlo di mezzo, prima che faccia danno. Oh cazzo. Mi è sparita mezza mano!
-
Un altro buco nell’acqua, Granger!
-
Passami quel libro.
-
Carina la mano!
-
PASSAMI QUEL LIBRO, ORA!
Lo sfoglio rapidamente fino al
paragrafo dedicato alla Pozione dell’Invisibilità e lo percorro con lo sguardo.
Poi leggo inorridita: “Durata dell’effetto: 24 ore.” Non potrebbe andare peggio.
Allora, ricapitolando. Sono in camera di Draco Malfoy perché Piton ci ha messi
in coppia per fare un’odiosissima pozione. Malfoy non vuole fare un cazzo e
quindi sto facendo praticamente tutto da sola mentre lui mi guarda. Per di più
un capello mi è appena caduto nel calderone rischiando di rovinarmi per la
seconda volta il risultato. E cercando di prenderlo, mi è sparita la mano e non
sarà visibile all’occhio umano per le prossime 24 ore. Ma come si dice… la sfiga
non ha mai fine.
Terminata la pozione ne verso la
giusta quantità in due fiaschette e ci scrivo sopra con la bacchetta il mio
nome. Poi ne lancio una a Draco. E infine, per evitare che quella canaglia sexy
possa farmi qualche scherzo pericoloso, corro in bagno e getto tutto il restante
contenuto nel water. Sapete, per sicurezza.
-
Attacchi di vomito? – In risposta gli mostro il calderone vuoto.
-
Sei stata gentile a lavarlo.
-
E’ inutile che fai il gentiluomo con me, Malfoy. L’ho svuotato solo per
evitare qualche scherzo di cattivo gusto.
-
Hai paura di me?
-
Assolutamente no.
-
E allora qual è il problema?
-
Non c’è nessun problema, ma per quel poco che ti conosco sono arrivata
alla conclusione che è meglio essere previdenti.
-
Mah… Comunque, che facciamo adesso?
-
Io me ne andrei volentieri in camera mia a riposarmi.
-
Qui è abbastanza comodo.
-
Intendo spogliarmi, infilarmi il mio pigiama e dormire fino a domattina.
-
Okay. Sigillo!
-
COSA?? Hai… sigillato la porta! Fammi uscire immediatamente! – Provo
tutte le controfatture che conosco, ma senza risultato.
-
Lì c’è un pigiama e un comodo letto a una piazza e mezzo.
-
Allora. Calma. Forse non hai capito che devi farmi uscire, e subito!
-
Dai, non fare così… voglio solo conoscerti meglio.
-
No, tu sei completamente pazzo!
-
Bè, se la metti così ora infilati quel coso e fammi vedere come ti sta. –
Mi indica una sottana di pizzo nero piegata accuratamente su di una sedia.
-
E quello lo chiami pigiama? Sembra più una sottana da prostituta.
Preferirei dormire con l’armatura piuttosto che con quel minuscolo pezzo di
stoffa.
-
Comunque stanotte dormi con me, è inutile discutere.
-
Lo dirò alla McGranitt, puoi starne certo!
-
Non credo.
-
Sei sempre così indisponente?
-
Un uomo fastidioso e irritante è sempre un uomo pieno di fascino.
Passiamo ore a
fissarci come due imbecilli. Né io né lui ci decidiamo a dire una sola parola.
Che bastardo. Insomma, mi ha chiusa di forza in camera sua! Non glielo perdonerò
mai. Anzi, la prossima volta che Piton o qualsiasi altro insegnante prova a
mettermi in coppia con Malfoy giuro che lo schianto davanti a tutti.
Mi sento in
trappola, cazzo. Ho sempre più sonno, ma non oso chiudere occhio. E
quell’imbecille continua a fissarmi e a infastidirmi.
Sono le due di
notte. Le mie palpebre non reggono più. Non me lo perdonerò mai, ma mi
addormento. Lì a terra, con un Malfoy per niente assonnato ma visibilmente
divertito, reso ancora più bello dalla luce della luna che si riflette sulla sua
pelle di porcellana.
Finalmente ha
ceduto. Era ora. E’ troppo bella quando dorme. Mi alzo cercando di non fare
rumore, la prendo in braccio e la adagio sul letto. Mi stendo accanto a lei, e
rimango a guardarla per ore. Poi cedo, e mi abbandono fra le braccia di Morfeo.
Ah, quando Blaise saprà…
Mi sveglio
sussultando alla vista di un Draco Malfoy a petto nudo che dorme come un bambino
accanto a me. Caspita, è troppo bello. Se non fosse così bastardo sarebbe
perfetto. Poi quella sottana piegata su una poltrona cattura la mia attenzione.
Adesso che lui dorme posso provarla. Mi alzo furtivamente dal letto, la prendo e
mi dirigo verso il bagno. C’è un grande specchio. Lì di fronte mi tolgo i miei
jeans scoloriti e la mia semplice camicetta bianca e mi infilo l’indumento che
non avrei mai pensato di mettere, almeno in una circostanza del genere. Ora che
ci penso Harry e Ron si saranno molto preoccupati non vedendomi arrivare,
sapendo per giunta che ero con Malfoy. Bè, pazienza. Comunque mi sta a pennello.
E’ una sottana nera, molto corta, molto scollata e molto sexy. Mi cinge i
fianchi lasciando intravedere le mie forme e il seno, mettendo in vista il mio
decolltè. Okay, devo ammettere che Malfoy ha gusto. Faccio una giravolta e
sorrido, pensando che lui non mi vedrà mai vestita così. E invece il mio cuore
fa un salto all’indietro quando mi accorgo che due braccia perfette mi cingono
la vita. Riesco a vedere il nostro riflesso allo specchio. Non riesco a dire una
parola perchè la sua bocca incontra quasi immediatamente la mia. Una parte di me
vorrebbe staccarsi, l’altra mi dice “no, questo momento è troppo magico per
rovinarlo”. Ed è quella che prevale. Lentamente la sua lingua si fa strada nella
mia bocca, le sue mani mi accarezzano soavemente partendo dal collo… e scendono,
scendono sempre di più, percorrendomi la schiena…
E’ il mio
turno, adesso. Gli slaccio la cintura, tremante. Non so cosa succederà, so
soltanto che non riesco a fermarmi. Gli abbasso i jeans assaggiando ogni
centimetro della sua pelle…
Poi mi spinge
sul letto. Vedo solo i suoi occhi annebbiati dal desiderio di farsi strada
dentro di me. Mi apre il corpetto e comincia a baciarmi il seno, la pancia, i
fianchi. Mi ribalto sopra di lui, e senza pensarci gli sfilo i boxer. L’unico
pensiero che mi passa per la testa è che io, Hermione Granger, sono nuda per la
prima volta davanti a un ragazzo, e questo ragazzo si chiama Draco Malfoy. Io,
Hermione Granger, sto per fare l’amore con Draco Malfoy.
Brividi di
eccitazione mi percorrono tutto il corpo quando lui entra dentro di me, piano.
Con una delicatezza che non conoscevo. Mi fa male, ma non riesco a parlare.
Perché lo voglio, desidero ciò che sta accadendo con tutta me stessa. Lo spingo
dentro con più forza, e non riesco a trattenere gemiti di piacere. Lui invece è
silenzioso, non fa che guardarmi con quegli occhi che mi hanno stregata già da
troppo tempo… Occhi che trasmettono un’irrefrenabile voglia di continuare, senza
fermarsi mai, ed è quello che voglio anch’io.
E infine lo
sento venire. Anche Draco Malfoy rompe il silenzio in un urlo soffocato di
estremo piacere.
Non so per
quanto abbiamo continuato. Adesso mi trovo distesa accanto a lui, che dorme
beato, con la testa appoggiata al suo petto. Nuda.
Sorrido. Ho
fatto l’amore. Mi sono sentita desiderata. Per la prima volta in vita mia mi
sono sentita una donna. E lo amo per questo.
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Capitolo 7 *** --- Note dell'autrice --- ***
Nuova pagina 3
Note dell’autrice
Salve a
tutti! Sono Didone24. Qui dedico poche righe a tutti i lettori.
Innanzitutto sono felicissima per tutte le recensioni che avete lasciato. Mi
spronate a continuare e per di più i commenti mi sono molto utili per
migliorarmi. Inoltre sono rimasta sbalordita anche dal numero di persone che
hanno letto la storia… a quanto pare, più di duemila! Mi sembra un risultato
fantastico. E’ la prima volta che pubblico le mie fan in un sito dove vengono
lette da tante persone… Vi chiedo di commentare in tantissimi, ci tengo molto a
sapere cosa pensa la gente delle mie creazioni.
Comunque
passo ai ringraziamenti: grazie ai lettori, a tutti coloro che hanno recensito e
anche a erika, che ha creato questo sito magnifico. Ho visto che ci sono un
sacco di persone che amano scrivere e condividono la mia passione. Continuate,
perché scrivere libera l’anima dalla prigione del corpo, permette di esprimere
emozioni che altrimenti non verrebbero fuori. Non ci crederete, ma quando sono
triste o arrabbiata mi viene molta più ispirazione, perché tiro fuori tutto
quello che ho dentro, ed è una sensazione meravigliosa. Okay… credo di aver
esaurito le cose da dire. Spero di non avervi annoiato, ma ci tenevo tanto a
fare sapere che sono orgogliosa del mio lavoro e soprattutto rendervi partecipi
del mio amore per la scrittura. Perché scrivere… è arte!
Baci e ci rivedremo presto col prossimo
capitolo! ^^
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Capitolo 8 *** Domande senza risposta ***
Nuova pagina 3
La sensazione
di pienezza di ieri notte mi ha abbandonata in fretta così come è venuta. La
parte di me che ieri mi sussurrava mentalmente di controllarmi ora mi sovrasta
riempiendomi di sensi di colpa. Mi chiedo perché sono stata così stupida. Avrei
potuto perdonarmi se avessi bevuto una quantità tale d’alcool da rendermi
incapace di comprendere quello che stavo facendo. Ma io ero cosciente. E la cosa
più grave è che lo volevo. Ma solo adesso mi rendo conto di quanto sono stupida.
Ho fatto sesso
con Malfoy, e dopo? Dopo ci sarà il nulla. Non significherà l’inizio di una
storia. Malfoy è abituato a questo genere di cose, mi prenderebbe per stupida se
gliene parlassi apertamente. E io? Io davvero voglio una storia con Malfoy?
Pensandoci bene nemmeno lo conosco. E per quanto possa essere bello e dannato,
io non lo posso soffrire. O almeno, è come la pensavo fino a qualche ora fa.
Quando dorme
sembra un ragazzo come gli altri. La sua è solo una maschera di freddezza che si
è imposto forse perché è un Malfoy, forse perché appartiene ai Serpeverde.
Fattostà che io non ho mai conosciuto un ragazzo così. Lui sembra incapace di
provare qualsiasi sentimento, e invece stanotte malgrado fosse solo sesso mi ha
dimostrato il contrario. Non so in che modo. Ho visto un bagliore di luce nei
suoi occhi che non avevo mai notato. E forse volevo illudermi che fosse per me.
Finalmente
l’effetto dell’incantesimo di sigillo è svanito. Ne approfitto per alzarmi
furtivamente dal letto, infilarmi i miei vestiti e correre in camera mia. Prima
di chiudermi la porta alle spalle mi ricordo della Pozione dell’Invisibilità, e
corro a prenderla cercando di non svegliare il bel biondo che sembra stia
sognando. Lo guardo rapita per l’ultima volta per poi sparire nel corridoio
ancora buio, diretta alla mia stanza per recuperare il libri che ho dimenticato
ieri. Mi viene da sorridere al pensiero che sia stato proprio Malfoy a farmi
dimenticare per la prima volta una cosa così importante. Certo, in confronto al
resto non lo sembra più così tanto.
Non riesco a
capire se provo qualcosa verso Draco. O meglio, non riesco a capire perché. Lui
fuori è il tipico ragazzo che ogni ragazza sogna per sé: bellissimo, sensuale,
perfetto. Ma dentro? E’ un bastardo, uno che se ne frega degli altri, uno che ti
giudica guardandoti dall’alto in basso solo perché il tuo sangue non è “puro”
come il suo. E poi non ci si può innamorare in una notte. Insomma, è
scientificamente impossibile.
No, forse la
spiegazione è un’altra. La spiegazione è che non conosco l’amore. Non so cosa
sia. E cercare le risposte sui libri questa volta non mi servirà. Forse aveva
davvero ragione la Cooman quando al terzo anno mi accusò di avere un’anima arida
e raggrinzita.
In effetti a
pensarci non sono mai stata innamorata. E’ strano per una diciassettenne. Tutte
le ragazze che conoscevo fin da piccole avevano un idolo, qualcuno di speciale
che le faceva tremare solo a vederlo. Io invece stavo sempre a guardarle
dall’alto in basso come se fossero pazze. Le consideravo delle stupide. Allora
io e Draco non siamo poi così diversi: anch’io spesso giudico le persone senza
neanche conoscerle.
Assorta nei
miei pensieri mi dirigo in Sala Grande, e senza fare troppo caso agli sguardi
sconvolti dei miei amici mi siedo al tavolo di Grifondoro e mi servo una tazza
di latte e cereali. Farei volentieri a meno di qualunque domanda, ma
figuriamoci. Ron parte a raffica:
-
Ma dove sei stata?
-
Quando?
-
Non prendermi in giro
Hermione, oggi non è giornata.
-
Non so di cosa tu stia
parlando, sono stata da Malfoy a preparare la pozione e poi sono tornata in
camera mia. Forse non mi hai vista arrivare.
-
Siamo stati svegli tutta la
notte! – esordisce Harry. – Si può sapere dove ti sei cacciata? Eravamo
preoccupati per te, non ti è passato neanche per l’anticamera del cervello?
-
Eri con Malfoy? Sul serio? –
s’intromette Ginny.
-
Stà zitta tu!
-
Scusatemi. – è tutto quello
che riesco a dire.
E come una
vigliacca corro via, lontano da tutti perché so che nessuno benché sia il mio
migliore amico può capirmi. Non approvo nemmeno io quello che ho fatto,
figuriamoci loro, che Malfoy preferirebbero vederlo stampato su un muro
piuttosto che a letto con la sottoscritta.
Sembra che lo
sfortuna più nera mi segua come un’ombra perché come se non bastasse la
sensazione di risentimento che mi sta divorando viva incontro Malfoy seguito a
ruota da Blaise Zabini e da Theodore Nott. Okay, probabilmente ha già detto loro
tutto ma non è un mio problema. Piuttosto devo pensare a dileguarmi e alla
svelta.
Non mi serve
far lavorare i neuroni, perché sono colta totalmente alla sprovvista dal fatto
che Malfoy non mi degna di uno sguardo. I suoi amici invece mi fissano con aria
divertita, senza però fermarmi o fare domande.
“Perché non mi
guardi?”. E’ l’interrogativo che mi tormenta per tutto il tragitto per andare in
camera mia. Poi penso che ho due ore di Pozioni e devo assolutamente correre
verso i sotterranei. Non posso arrivare in ritardo, non ho intenzione di sedermi
di nuovo con Malfoy, ho bisogno di evitarlo il più possibile, o comunque se devo
incontrarlo è per parlare e non durante una lezione. Non voglio stare neanche
vicino a Harry o Ron, mi bombarderebbero di domande alle quali non so
rispondere. Arrivata in classe capisco che l’unica soluzione possibile è il
banco di Lavanda e Calì, anche se mi detestano del loro odio non me ne frega
niente. Poso la pozione in cattedra e mi siedo fingendo di ripassare. Bella
situazione in cui ti sei cacciata, Hermione.
Non riesco a
concentrarmi un solo minuto. Oltre a stare male psicologicamente ho anche un
gran mal di testa. E siamo ancora a prima ora, non so come farò per le altre
quattro. Troppe domande. E’ tutto un gran casino, in parole povere. Nemmeno per
un momento Malfoy si degna di guardarmi. Cosa dicevo prima a proposito
dell’amore? Io tremo quando lo vedo. Ma che significa?
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Capitolo 9 *** Visita inaspettata ***
Nuova pagina 3
Sono così
stanca e avvilita di questa giornata che l’unica cosa sensata da fare mi sembra
indiscutibilmente rinchiudermi nella mia stanza e starci fino a domani, così non
posso provocare altri guai. Sono stanca, ho un gran mal di testa e non ho la
minima intenzione di affrontare né Ginny, meno che mai Ron, che andrebbe in
escandescenza accusandomi di essere una stupida irresponsabile e incapace di
controllare le proprie facoltà mentali. Bè, è più o meno come la penso anch’io.
Però ho bisogno
di parlare con qualcuno, quindi dato che non lascerò la mia camera per le
prossime 12 ore ho mandato via gufo un biglietto a Harry chiedendogli di venire
in camera mia. E come dimostrazione che la sfiga mi perseguita mi
ricordo solo dopo aver spedito il gufo che Harry questo pomeriggio ha gli
allenamenti di Quiddich e non sarà disponibile prima delle otto. Bè, ho perso le
speranze adesso. Meglio che mi stenda sul letto e dorma, invece di aspettarlo
fissando il soffitto come una deficiente.
Qualcuno mi
sveglia. O meglio, sento bussare alla porta svegliandomi di soprassalto.
Finalmente Harry è arrivato, ho un disperato bisogno di spiegargli la situazione
di merda in cui mi ritrovo.
-
Entra, Harry, la porta è
aperta.
-
Bell’ accoglienza, essere
scambiato per San Potter!
Cazzo. Ma
perché? Perché sono così maledettamente sfigata?
-
Che ci fai tu qui?
-
Capisco che aspettavi Potter,
ma potresti trattarmi con più gentilezza dato che sono venuto fino in camera
tua.
-
Ma che onore averti qui! Sai,
purtroppo al momento la gentilezza non è il mio forte. E soprattutto se devo
usarla con te.
-
Qualcosa non và?
-
Assolutamente niente. Anzi, è
tutta un gran casino e ci sto di merda, ma non sei la persona più adatta per
parlarne. E poi non credo che t’importi qualcosa di me.
-
Ma che dici? Se sono qua
significa il contrario.
-
Non si direbbe, da come
non mi hai neanche guardata davanti ai tuoi amici…
-
Allora è questo! Bè, Blaise
lo sa.
-
Sa cosa?
-
Che abbiamo fatto sesso.
-
Che cosa?
-
Sei sorda?
-
No, aspetta, non puoi
sbandierare così i cazzi miei!
-
Fino a prova contraria sono
anche cazzi miei, credo.
-
Ma…
-
Senti, mettiamo subito in
chiaro una cosa: Blaise è il mio migliore amico, e io gli dico tutto. Quindi non
cominciare a lamentarti perché non mi fa alcun effetto. E tu, invece, che cosa
devi dire a San Potter?
Mi blocco. Bè,
si, in effetti è di quello che gli devo parlare. Ma è diverso, tutti sanno com’è
Malfoy, ma io? La gente mi conosce per quello che sono? Non credo proprio. E poi
il mio sta diventando un problema, e se non lo dirò a qualcuno scoppierò di
sicuro.
-
Silenzio di tomba, eh Granger?
-
Senti, parliamoci chiaro. Ho
fatto uno sbaglio. Un enorme sbaglio che purtroppo non posso cancellare. In
tutta sincerità però mi da fastidio che la persona con cui sono stata a letto mi
eviti davanti agli altri.
-
E’ così che faccio sempre. –
Vedo scintillare i suoi impenetrabili occhi di ghiaccio.
Non voglio
piangere davanti a Malfoy. Devo trattenermi, non posso permettermi di dargli
questa soddisfazione. Significherebbe dargliela vinta, e io non voglio perdere
un’altra volta.
-
E allora perché sei venuto
qui?
Tombola. Per la
prima volta in vita mia vedo Draco Malfoy che non sa rispondere. Resta zitto,
come un bambino alle elementari che non vuole ammettere di non aver studiato la
lezione.
-
Non lo so.
-
Hermione! Ho appena ricevuto
il gufo, ero agli allenamenti! – Harry irrompe in camera mia in divisa da
Quiddich e sventola il biglietto che gli avevo mandato qualche ora prima. D’un
tratto poi si rabbuia in viso.
-
Malfoy? Che ci fa qui?
- Harry… devo spiegarti una
cosa, ma dopo. Per adesso sono io a dover capire. Vengo da te appena
finisco, okay?
-
Come vuoi, Herm…
-
Grazie.
Dopo che Harry
abbandona la stanza lanciando un’occhiataccia di profondo disgusto al qui
presente biondino, io e Draco restiamo di nuovo soli.
-
Allora? Perché sei qui? –
chiedo impaziente.
-
Ti ho detto che non lo so.
-
Dovresti. Perché sai, mi
sembra che ti stia comportando in un modo un po’ ambiguo. Senza parole, Malfoy?
Bè, ti dico una cosa. Per me non esiste il sesso senz’amore. Non illuderti che
potrai avermi così altre volte, non sarò così ingenua.
-
Chi ti ha detto che mi
interessa fare sesso con te?
-
Non credo che tu sia venuto
qui solamente per farmi una visita da amico.
-
Questo è sicuro.
-
C’è altro?
Una muta
risposta mi fa capire che no, non ha niente da aggiungere.
-
Puoi andare. Oh, Malfoy.
Continuerai a evitarmi in pubblico?
-
Credo di sì.
-
Bene. Sai una cosa? Sei un
emerito bastardo.
E solo quando
si chiude la porta alle spalle, sconfitto, io posso piangere.
Di solito non
si piange per qualcuno di cui non ci importa nulla. E invece lacrime amare mi
bagnano il viso, incapaci di fermarsi. Non capisco. Non capisco più un tubo da
quella notte. Troppi dubbi, troppe incertezze. Lui continuerà ad evitarmi. La
cosa non dovrebbe toccarmi, e invece mi fa perdere così tanto le staffe che mi
ritrovo a prendere convulsamente a calci il comodino. Perché lo faccio?
Poi Harry
piomba in camera mia e assiste alla mia selvaggia reazione. Mi abbraccia e
riesce a fermare momentaneamente quella scarica di energia distruttiva che non
sono riuscita a controllare da sola. Vorrei che se ne andasse, che mi lasciasse
sola una volta per tutte. Perché so che mi costringerà ad ammettere qualcosa che
non riesco ancora ad accettare.
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Capitolo 10 *** Ripensamenti ***
Nuova pagina 3
-
Hermione calmati, ti prego.
Non posso fare a meno di
piangere. Harry infondo può capirmi, e dal canto mio io posso fidarmi di lui.
Non riesco a trattenere le lacrime, è più forte di me. Perché mi sono spinta fin
troppo in là con questa storia, e adesso che sarebbe ora di finirla ci sono
dentro fino al collo. Cazzo, mi fa male sapere che il ragazzo con cui ho fatto
sesso, benché sia un bastardo numero uno, si vergogni a rivolgermi la parola.
No, mi correggo. Si vergogni di me.
-
Cosa è successo?
Mi asciugo le lacrime che mi
bagnano il viso. Ho un innato bisogno di parlare, di essere capita.
-
Harry, sto male… sono una stupida…
-
C’entra Malfoy, vero?
Annuisco. Si, c’entra Malfoy
eccome.
-
Sono tutto orecchi.
-
Ieri pomeriggio sono stata da Malfoy
per la pozione. Volevo prepararla in biblioteca come sempre, ma lui mi ha
costretta ad andare in camera sua. Non avevo scelta, quindi l’ho seguito. Fin
qui tutto bene, HO fatto la pozione mentre lui stava a guardare. Appena finito
volevo andarmene in camera mia, ma figuriamoci. Me l’ha impedito. Mi ha fatta
restare in camera sua per forza, capisci?
-
Ti ha costretta a startene lì e tu
non hai opposto resistenza?
-
Ha usato la magia per sigillare la
stanza.
-
Che bastardo… E tu non hai usato
controfatture?
-
Ho provato tutte quelle che
conoscevo, ma niente. Per il resto del tempo siamo rimasti a fissarci come due
imbecilli fino alle due di notte. Non volevo addormentarmi, davvero. Ma alla
fine ho ceduto. Qualche ora dopo mi sono ritrovata sul letto di Malfoy, accanto
a lui che dormiva. E poi…
-
E poi?
Non ci riesco, le parole mi
muoiono in gola. Parlarne mi ricorda la mia stupidità.
-
… Mi sono alzata per andare in bagno,
e… ecco… Mi ha messo le mani addosso.
-
Che cosa?! Io quello stronzo lo
ammazzo con le mie mani!
-
No, Harry! Non è questo il punto. Il
punto è che io gli ho lasciato fare. Gli ho dato il via libera, capisci? Sono
andata a letto con Malfoy.
-
Ma perché, Hermione? – Harry mi fissa
con uno sguardo che non mi piace. E’quasi… deluso. Da me. – Insomma… stiamo
parlando di Malfoy! Tu lo odi! Da sette anni non fate altro che litigare!
-
Non lo so, Harry. Ti giuro che in
quel momento stavo da Dio. Ed è proprio questo che mi fa stare di merda! Mi
sentivo bene, non cambierei una virgola di quella notte. Ma adesso lui mi evita.
Non mi parla davanti ai suoi amici, non mi degna di uno sguardo. E’ come se non
ci fosse mai stato… quello, capisci? Mi tratta come la Mezzosangue di prima, non
come la Hermione con cui ha passato una notte! E’ questo che mi fa sentire
vuota. Mi sono illusa di poter cambiare le cose, e invece ho fallito, come al
solito. Quello che non riesco a capire è perché. Perché m’importa che lui
mi guardi con occhi diversi. – Tralascio volutamente tutta la faccenda della
sottana, perché penso che se non l’avessi indossata… Se fossi rimasta a letto,
tutto questo non sarebbe successo. Sono io l’idiota.
-
Però oggi era qui. Come mai?
-
Mi ha detto che non lo sapeva.
-
Non lo sapeva?
-
Parole sue. L’ho mandato via, non ho
resistito un minuto di più.
-
E poi sei esplosa comunque. – sorride
Harry, indicando il comodino che stavo prendendo a calci cinque minuti fa.
-
Harry, che cosa devo fare? Come mi
devo comportare?
-
Bè… io non sono molto esperto in
materia… Però credo che non ci voglia un genio per capire che provi qualcosa per
lui.
-
E così anche tu la pensi come me, eh?
-
Già. Non è escluso che ti senta così
perché ti sei semplicemente pentita di quello che hai fatto, ma ti assicuro che
è normale. Però… il comodino dice tutto. – Non è il caso di essere allegri, ma
non posso fare a meno di sorridere con lui.
-
E adesso che dovrei fare? Andare da
lui e dirglielo?
-
Non devi preoccupartene. Il cuore ti
guiderà verso la strada giusta, quando sarà il momento.
-
Stento a crederci. In questo periodo
il mio cuore è un po’ malandato. – ammetto io.
-
E comunque devi sapere una cosa. –
continua Harry. – Io… io detesto Malfoy, ma non devi mai sentirti giudicata, né
da me, né da Ron. A proposito… gliel’hai detto?
-
Non ancora.
-
Bè, fallo. Lui è tuo amico, ha il
diritto di sapere.
-
Ma Harry, Ron non approverebbe mai!
-
Sono sicuro che accetterà qualunque
decisione prenderai.
-
Speriamo… Grazie, Harry.
-
E di che? Gli amici servono a questo,
no?
-
Tu sei un amico speciale.
-
Anche tu. – fa una pausa. – Oh,
un’ultima cosa: se Malfoy ti fa soffrire, o si azzarda a prendersi gioco di te,
giuro che gli spacco la faccia. Quindi fatti trattare bene.
Non so cosa rispondergli. Che
mi faccia soffrire è già ovvio. Comunque sono molto grata a Harry, è stato
capace di ascoltarmi ed ha accettato le mie scelte. Lo saluto e poi resto di
nuovo sola. Per dirla alla Ron, in queste situazioni ci vuole una sigaretta.
Peccato che io non fumi. Bè, a parte il mio cervello, quello sta andando in fumo
assieme al resto. Sarà che l’amore è corrosivo? Cosa, ho detto amore? L’ho
pensato? Cavolo… qui si mette male. Meglio che mi faccia una bella dormita,
prima di fare un’altra cazzata colossale.
Quattro piani più sotto, Sala
Comune di Serpeverde…
-
No, aspetta, frena un secondo! Sei
andato a letto con la Mezzosangue? – Draco in risposta ghigna compiaciuto. –
Pensavo che stessi scherzando quando me l’hai detto prima!
-
Io non scherzo mai. Dovresti saperlo,
Blaise.
-
E si è lasciata trasportare così…
senza opporre resistenza?
-
Già.
-
Notevole…
-
Te l’ho detto che non ti conveniva
sfidarmi. Peccato che non ci siamo giocati galeoni. Siamo ancora in tempo, però…
-
No, grazie! Mah… sono stupito. Non è
da lei.
-
Da quando conosci la Granger?
-
Non la conosco, ma non mi sembra il
tipo. Non è che l’hai fatta ubriacare?
-
Ma che mi prendi per scemo? Così non
ci sarebbe stato gusto. La verità è che sono irresistibile.
-
E tu? Provi qualcosa per lei?
-
Scherzi? E’ una sudicia Mezzosangue!
Come potrei…
-
Frena la lingua, Draco. Stiamo
parlando di persone, non di oggetti.
-
E tu da quando sei moralista?
-
Lascia perdere, che è meglio… Se non
provi niente per lei, perché sei andato in camera sua?
-
Chi te l’ha detto?
-
Ti ho seguito, no? Poi avete chiuso
la porta e me ne sono andato.
-
Bastardo…
-
Allora? Perché ci sei andato?
-
Non lo so. – Maledizione. E’ la
stessa risposta che ho dato alla Granger. Già, perché ci sono andato?
|
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Capitolo 11 *** Con te pareggiamo i conti più tardi, Mezzosangue... ***
Nuova pagina 3
Non so più che fare. Forse
è solo il rimorso di quella dannatissima notte che mi offusca la mente. Forse mi
sento così perché la sensazione che mi travolge non l’ho mai provata prima. O
forse è perché non voglio accettarlo. Mi costringo a credere che il Principe di
Serpeverde non occupi da circa due settimane un posto fisso nel mio cervello.
Cerco continuamente di scacciare il pensiero del tocco febbrile e delicato della
sua mano, il sapore dei suoi baci sulla pelle, il suo corpo teso contro il mio…
ma non ci riesco. E’ la prima volta che mi capita una cosa simile: per questo
non so come comportarmi, penso che ogni cosa che vorrei fare sia categoricamente
e inevitabilmente fuori luogo. Ormai ho smesso perfino di tormentarmi l’anima
col pensiero di essere una totale idiota: la mia mente si libra ben oltre il
senso di colpa. Continuo a chiedermi perché diavolo sia venuto fin qui. Voleva
vedermi? Un motivo ci deve pur essere, in fondo per quanto possa essere stronzo
Malfoy non è uno stupido. Conoscendone la crudeltà potrei anche convincermi del
fatto che sia piombato senza preavviso nella mia stanza solo per godersi la mia
reazione. Forse voleva semplicemente accertarsi che avessi ancora voglia di fare
sesso. Si, sicuramente era per questo. Ma non voglio crederci.
Cazzo, Blaise mi ha
ficcato in testa un pensiero fisso. Perché diavolo sono tornato dalla
Mezzosangue? Per dare una svolta alla nostra sfida? Si, con tutta probabilità
era per questo. Solo che non ci avevo pensato. Dannazione…
Quando finalmente riesco a
liberare la mente dai miei perversi pensieri dagli occhi color tempesta e i
capelli biondi, mi accorgo che si è fatta ora di colazione. Diamine, non ho
chiuso occhio tutta la notte?! Impossibile. Da quando un dannatissimo ragazzo mi
fa quest’effetto? Di solito se la notte non dormo il motivo è più che valido.
Ripasso mentalmente la lezione del giorno. Oppure ripenso a qualcosa di
particolarmente felice. Ma Malfoy non è né un incantesimo né tanto meno un
ricordo felice (figuriamoci!). Lui è solo… Draco.
-
Ehi, Mione! Ancora dormi? – E’ Ginny che
per l’ennesima volta ridesta la mia attenzione.
-
Ti senti bene? Io sto scendendo per la
colazione!
-
Sto benissimo… arrivo subito! – Le
ultime parole famose. Neanche il tempo di terminare la balla del giorno che la
mia migliore amica piomba in camera mia come una furia.
-
Hermione! Santo cielo!
-
Che c’è?
-
Hai bevuto?
-
No!
Una frazione di secondo
dopo capisco il perché dell’espressione allucinata che deforma in una maniera
quasi ridicola il volto di Ginny, guardandomi allo specchio. Ho due occhiaie da
far paura.
-
Non hai dormito?
-
Indovinato. Sai, in questo periodo…
-
…Un’interrogazione dopo l’altra. Ti
posso capire.
No, non era esattamente
quello che volevo dire. Ma può andare…
-
Infatti. Ho… ho ripassato mentalmente
tutta la notte. – Bugia.
-
Doveva essere una lezione complicata, se
Hermione Granger è stata messa alle strette! – Questa volta Ginny mi sorride
radiosa.
-
Però quelle occhiaie… meglio eliminarle!
– E con un colpo di bacchetta fa sparire i solchi grigiastri di pochi istanti
prima.
-
Adesso io scendo. Ti aspetto sotto con
Harry e Ron, sbrigati!
Che persona d’oro è Ginny.
Avrei fatto meglio a dirle tutto, anziché usare la solita patetica scusa del
non-ho-chiuso-occhio-perché-dovevo-ripassare. Lei non lo merita. Bene. Le
spiegherò tutto appena possibile. Appena starò meglio.
La Sala Grande è gremita
di gente. Il mio sguardo si posa istintivamente sul lungo tavolo di Serpeverde.
Precisamente su UN Serpeverde. Ride e scherza con i suoi presunti amici.
Presunti perché in quegli occhi, che esprimono ogni sfumatura di ogni sua
emozione (e questo l’ho capito quella notte) che lui sembra voler nascondere,
riesco a leggere insoddisfazione. Insoddisfazione verso un mondo che gli è
estraneo. Verso un padre che non gli ha saputo regalare amore, e ha scioccamente
pensato di poter colmare ogni desiderio di suo figlio rimpinzandolo di cose
materiali. Insoddisfazione verso una cerchia di falsi amici che gli vanno dietro
solo per timore. Perché così facendo si guadagnano l’audience, la popolarità che
ogni ragazzo ha sognato almeno una volta nella vita. Cosa potrebbe colmare quel
vuoto? O… chi?
E quando mi accorgo
(inutile dirlo, maledettamente in ritardo) che i nostri sguardi si sono
incrociati, arrossisco violentemente e mi giro di scatto dall’altra parte della
Sala. Merda, che figura.
Non riesco a trattenere un
sorriso guardando i miei migliori amici. Quelli di sempre. Quelli VERI. Ron,
come al solito, si ingozza di cibo quasi fino a scoppiare. Harry ride. Io non
rido da due settimane. Harry ha perso tutto. Ma nonostante ciò continua a
vivere.
Non si può perdere
qualcosa che non si è mai avuto. Lui non è mai stato mio. Però mi sento privata
di una parte di me. Una parte immensamente importante, quella in cui si celano
tutte le emozioni, i sentimenti. Mi sento privata del mio cuore.
Perché lui me l’ha
rubato.
Senza pensarci due volte
mi fiondo fra Harry e Ron.
-
E…mmio…ie! – E’ così che mi accoglie
Ron.
-
Manda giù tutta quella poltiglia prima
di parlare, o finirai per affogarti! – esordisce Ginny in tono di rimprovero.
-
Ciao, ragazzi!
Non faccio in tempo a
mandare giù il primo sorso di caffè che un gufo dall’aria malconcia plana di
fronte a me con un atterraggio altrettanto maldestro. Annodata a una zampa porta
la Gazzetta del Profeta.
-
Rita Skeeter… Rita Skeeter… “Le dieci
coppie magiche più quotate”… ma che razza di…
-
Guardate qua! – tolgo di mano il
giornale a Ron, che non ha volutamente fatto caso al titolone in prima pagina
“ATTACCO DI MANGIAMORTE AD HOGSMEADE”.
-
Merda! – commenta Harry.
-
E’ morto qualcuno che conosciamo? –
chiede Ron in tono annoiato. La solita, dannatissima domanda di sempre.
-
“Nonostante le recenti rassicurazioni
del ministero che negano il ritorno di Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, un
esercito di Mangiamorte porta nuovamente il terrore nella cittadina di Hogsmeade…”
Niente di buono anche oggi, eh?
-
E’ morto qualcuno che conosciamo?
-
E smettila, Ron! La faccenda è seria!
-
Ehi, chiedevo! Se morisse qualcuno
sarebbe altrettanto seria!
-
Comunque no, niente morti, per fortuna.
Ma hanno fatto abbastanza per terrorizzare la gente un’altra volta.
-
Nessun problema! Tanto ci sarà San
Potter a salvarci tutti! – quella voce. Bastarda.
Mi giro di scatto e mi
trovo davanti il diavolo in persona. Dio, quant’è bello…
-
Come al solito arrivi al momento
sbagliato, Malfoy! – risponde Harry. – Vedi, il tuo caro paparino colpisce
ancora!
-
Non ti permettere di rivolgerti a me in
quel modo, Potter, o…
-
O che fai?
Vedo la rabbia
accenderglisi negli occhi. Quella rabbia incontrollabile, che non conosco. Ora
Malfoy si erge in tutta la sua altezza, a un palmo da Harry. Non voglio che
tutto questo sfoci nella solita rissa.
-
Harry… Falla finita…
-
Cos’è, Mezzosangue? Hai paura che il tuo
amichetto ci rimetta un braccio? Bè, può darsi, non te lo nascondo…
-
Stronzo!
Quello sguardo. Quello
sguardo glaciale. Mi trafigge come una spada affilata. Mi ferisce al cuore.
Senza che mi venga detta un’altra parola torno a sedermi, sconfitta.
-
Con te pareggiamo i conti più tardi,
Mezzosangue.
Se solo fossi riuscita a
non cedere. A dimostrargli che non ho ancora perso…
------------------------------------------------------------------------------
Salve a tutti! Mi scuso
immensamente con i lettori, dato che non aggiorno da settimane... Mancanza
d'ispirazione, mi dispiace. Sarà il caldo, non so... Fattostà che ieri mi sono
spremuta le meningi per farmi venire in mente qualcosa, qualche aneddoto
particolare... vedrete! Spero di riuscire a postare con una certa regolarità
(non dico tutti i giorni, ma tenterò almeno una volta a settimana), e
soprattutto che la fic non sia stata dimenticata dai primi lettori che hanno
recensito. Vi giuro, mi dispiacerebbe immensamente! Comunque ho visto che ci
sono state già parecchie letture. Aspetto con ansia le vostre recensioni, mi
raccomando! Ci tengo tantissimo a sapere se il mio lavoro è stato apprezzato.
Bè... ho esaurito il da dire ;) Recensite, mi raccomando!!!
P.S.
A proposito: ho Harry Potter 7 in
inglese! Sapete che figata? ;)
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Capitolo 12 *** Risvolti imprevisti ***
Nuova pagina 3
Okay. Arrendersi non è
esattamente il comportamento che un Grifondoro con le palle assume in situazioni
del genere. Mi sono fatta raggelare da uno stupido, dannato sguardo. Lo sguardo
che ho odiato per sette anni. Lo stesso che mi ha stregata. Ma cazzo! La partita
non è ancora finita! Posso ancora giocarmela, eccome se posso. Gli dimostrerò di
che pasta sono fatta. Che Hermione Granger non si tira indietro. Mai.
Harry è così incavolato
che ha i pugni così serrati che sembra quasi che le vene stiano per scoppiargli.
Riesco a intravedere anche un sottile pulsare al livello della tempia. Ron è
livido di rabbia. Non so perché, sarà scritto nel loro DNA, ma i miei migliori
amici e Malfoy si odiano in una maniera quasi assurda. Anzi, il perché lo so
eccome. Draco Malfoy è un bastardo. Per come si prende gioco delle persone, per
come non si risparmia le sue stupide frecciatine volgari ogni volta che gli
passo accidentalmente davanti.
Ma questa volta sarò io a
fargliela pagare. Sarò io, per una volta tanto, a metterlo in ridicolo davanti a
tutti.
-
Harry, vuoi sederti, per favore?
-
Non sopporto che ti chiami in quel modo!
-
Non… non importa, davvero. Infondo ci
sono abituata.
-
E non è giusto, cazzo! Come puoi
innamorarti di un tale infame?!
Merda.
Calma, Hermione. Fai un
bel respiro e preparati a fingere.
-
Cosa hai detto? – dice Ron spaesato.
-
Niente! Non ha detto niente, vero Harry?
-
Io… scusa, ero soprappensiero.
-
Innamorata di Malfoy? Ma che diavolo ti
prende, Harry!? Ahahah!
Almeno posso concedermi un
sospiro di sollievo. Ovvio, non è possibile che Hermione Granger si sia
innamorata di Draco Malfoy. E’ così assurdo che Ron ci si fa sopra una bella
risata.
-
Io avrei una cosetta da fare, ragazzi.
Ci vediamo a lezione.
Prendo la borsa e mi
catapulto fuori dalla Sala Grande. Non c’è bisogno di riferire a nessuno quello
che ho intenzione di fare. Voglio che tutta Hogwarts sappia che nessuno si
prende gioco di Hermione Granger. Neppure il principe di Serpeverde.
Raggiungo in fretta il
corridoio in cui è situata l’aula di Trasfigurazione. Fingendo di ripassare
estraggo un pesante libro dalla borsa e mi apposto davanti alla porta. Mi
provocherà, lo so. Lo fa sempre. Lo fa da sette anni.
-
Sempre col naso sui libri, eh,
Mezzosangue? Non che tu abbia altro da fare… - Che vi avevo detto?
-
Io almeno non ho bisogno di una
raccomandazione, Malfoy!
-
Non ti permetto di parlarmi in quel
modo, sporca…
-
E cosa me lo impedisce? Credi che
qualcosa di te mi spaventi? Te lo garantisco, razza di arrogante che non sei
altro, questa volta il tuo sangue puro non ti aiuterà a salvarti la faccia!
-
Che cosa…
-
LEVICORPUS!
Fra risatine e grida di
approvazione, l’intero corridoio esplode in un boato alla vista di un Draco
Malfoy che sembra appeso per una gamba ad un filo invisibile che lo tiene
sospeso a mezz’aria.
-
Così la prossima volta imparerai a
tenere a freno quella lurida lingua che ti ritrovi! – ghigno orgogliosa.
-
Ma và a quel paese, sporca mezza babbana!
EXPELLIARMUS!
Un raggio di luce rossa mi
colpisce in pieno petto, facendomi sobbalzare parecchi metri più indietro.
-
Stupeficium!
Da penzolante per aria,
Draco Malfoy cade a terra con un tonfo sordo. Ma non abbastanza perché la
McGranitt non lo senta. La professoressa ci viene incontro di gran carriera,
ansiosa di conoscere il motivo di tutto quel trambusto. E fa presto a scoprirlo,
vedendoci entrambi a terra.
-
Signor Malfoy! Signorina Granger! Cosa
succede?
-
Professoressa… io… - inizio, cercando di
inventarmi in una frazione di secondo una scusa plausibile.
-
Questa lurida Mezzosangue mi ha appena
schiantato, professoressa. – Stronzo di merda. Ora si che sono nei casini!
-
Signorina Granger! Come hai potuto… e
tu, Malfoy, dovresti sapere che questo non è esattamente il linguaggio più
consono ad un ambiente scolastico! Nel mio ufficio tutti e due, immediatamente!
Non posso fare altro che
seguirla. Certo che nuoto nella sfiga più nera. Io volevo solo… dargli
una lezione. E invece cosa mi becco?
-
Questo non è il comportamento che mi
aspetto da due allievi modello. – Dice la MacGranitt, torva. – E’ inutile dire
che mi avete parecchio deluso, soprattutto tu, signorina Granger. Non mi resta
altro che assegnarvi una punizione. Tutti i sabati a partire da domani, dalle
otto alle dieci. Per tutto il mese.
Malfoy è a dir poco
basito. Io non posso dirmi meno turbata. Perché sono così stramaledettamente
stupida?
-
A domani. – ci congeda la McGranitt.
-
Sei un’idiota! – è così che Malfoy mi
rinfaccia tutto il suo rancore, appena usciti dall’ufficio della McGranitt. –
Come cazzo ti è passato in testa di fare… quello che hai fatto? Tutti i sabati!
Per un mese! Sai che significa?
-
Che dovrò passare quattro giorni
d’inferno assieme a te?
-
Che sono rovinato! Merda, è possibile
che tu possa provocare solo guai, Granger? Te la farò pagare cara.
-
Quanto mi spaventi!
-
Vedrai
se te la farò pagare.
Mi si avvicina
pericolosamente. Il suo viso è a un passo dal mio. Posso persino sentire il suo
profumo…
-
Bè, è stata colpa tua. Perché non la
smetti neanche per un secondo di chiamarmi Mezzosangue e mi eviti
categoricamente dopo quello che è successo e…
-
Diavolo, Granger! Non me ne frega niente
di quello che è successo! Non me ne importa niente di te né di ciò che fai o
pensi! Chiaro?
Perché sono così bugiardo?
Perché non mi levo la maschera di freddezza che mi ritrovo? Io non sono bravo
con i sentimenti. Semmai gioco con quelli altrui.
Non riesco a fare niente
neppure quando i suoi grandi occhi si riempiono di lacrime. Me ne resto lì,
immobile, a fissare il vuoto.
-
Ti odio!
Idiota. Sei un idiota. E’
tutto quello che la mia mente riesce a formulare. Poi più nulla...
Lei corre via, ignara di
tutto. E un terribile e insopprimibile senso di inquietudine mi assale. L’unica
consolazione è che domani, nonostante mi odi, io la rivedrò.
|
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Capitolo 13 *** Conflitti sul lavoro ***
Nuova pagina 3
-
Hermione, che cosa…
Non mi degno di dare a Ron
una risposta. Perché nemmeno io ne ho una. In meno di dieci minuti sono riuscita
a rovinare una giornata che potevo dire essere cominciata bene. Sono una
stupida, non ne faccio una giusta. Quattro giorni! Quattro giorni con Malfoy!
Sarà l’inferno.
Che mi detesta lo sapevo a
priori. Non avevo affatto bisogno che me lo ricordasse. Per di più con quelle
parole così aspre, così dure… Non è stato certo Mister Finezza. Bè, se non altro
anche io ho fatto la mia parte: perché lo odio, lo odio con tutta me stessa, con
tutta la forza che ho in corpo.
Eppure al tempo stesso lo
amo. E se amare sembra una parola grossa, droga, tormento e frustrazione non lo
sono. Perché lui da quella notte è questo, per me. Solo un irraggiungibile,
irrefrenabile desiderio. Represso.
Fortunatamente l’ultimo
banco è libero. Mi ci fiondo alla velocità della luce ammonendo gli sguardi dei
miei amici con un cenno.
Alla fine della lezione
(inutile dirlo, due pesantissime ed esasperanti ore) mi tocca la mia unica ora
buca settimanale. Il momento più adatto per rinchiudermi in camera mia e,
possibilmente, non uscirne mai più.
E invece per mia disgrazia
sono dovuta uscire eccome. Adesso eccomi indugiare davanti la porta dell’ufficio
della McGranitt, per espiare il mio reato con la primissima punizione della
storia di Hermione Granger. Mi viene da ridere al pensiero. E’ tutta colpa di
Malfoy, se mi sono cacciata in questa situazione!
Non ho molto tempo per
formulare altri pensieri sconnessi, perché indovinate chi mi trovo davanti
appena mi decido ad aprire la porta?
-
Non sei puntuale come sempre, Granger, o
sbaglio?
-
Da quando t’importa?
-
Non mi importa affatto.
-
Allora chiudi il becco. Dov’è la
MacGranitt?
-
La vecchia arpia dice che la nostra
“punizione esemplare” consiste nel rimettere in ordine degli archivi che nessuno
tocca da secoli… Sai, risalenti al periodo in cui non aveva ancora tutte quelle
rughe disgustose. Intendiamoci, stiamo parlando della preistoria…
-
Ti ho chiesto dov’è.
-
Che cazzo vuoi che ne sappia?
Gli riservo uno sguardo di
puro odio.
-
Comunque è molto meglio così, almeno non
romperà le balle come al solito…
-
Stiamo parlando di un’insegnante,
Malfoy! Capisco che per te l’educazione è un optional, ma sai, dato che dovremo
passare tre ore piene assieme direi che è meglio se ti dai una calmata!
-
Senti Mezzosangue, hai idea di con chi
stai parlando?
-
Con uno stronzo!
-
Non ti permettere…
-
Senti, dacci un taglio! Passami
quell’archivio della Madonna e diamoci da fare!
-
Passartelo? Io? Prenditelo da sola,
Mezzosangue!
-
Fanculo.
Ah, Hermione, dovresti
saperlo ormai. Uno dei 324975565983 difetti di Malfoy è proprio il fatto di
essere uno scansafatiche di prima categoria. Come vuoi, me lo prendo da sola,
brutto arrogante dei miei stivali!
Merda, quanto pesa. L’ho
solo pensato, certo, non gli darei mai questa sublime soddisfazione.
-
O ti metti al lavoro o lo dico alla
McGranitt!
-
Che fai, tu?
-
Hai sentito benissimo! E’ anche colpa
tua se siamo qui, ricordi?
-
Non credo proprio. Se non sbaglio sei
stata tu a combinare tutto quel casino.
-
Dannazione, Malfoy! Non puoi farmi fare
tutto da sola!
-
Chiudi quella boccaccia, Granger. E
soprattutto non darmi ordini. Piuttosto, passami quella boccetta d’inchiostro…
-
NON SONO IL TUO ELFO DOMESTICO!
-
Stai calma, idiota.
-
Ti detesto!
-
In quanti altri modi hai intenzione di
dirmelo?
-
Stà zitto, lurido…
-
Ehi, frena quella lingua. – Mi prende
per i polsi, stringendoli fino quasi a bloccarmi la circolazione.
-
Mi… Mi fai male…
-
E te ne farò ancora di più, se
necessario. Pretendo rispetto. Chiaro?
-
Non lo meriti. Non meriti niente! – La
sua presa si fa ancora più dolorosa. Ma io non cederò.
-
Chiaro?
-
MAI.
-
Cazzo, Granger! Certo che sei una
rompiballe numero uno! A volte mi chiedo come facciano Potter e Weasley a
sopportarti…
-
E io mi chiedo come mai i tuoi presunti
amici non ti abbiano ancora mandato a quel paese…
-
Tutti desiderano la mia presenza. E
tutte le ragazze la desiderano nel loro letto…
-
Tutte le oche di Hogwarts, immagino di
si…
-
E tu sei una di quelle.
-
Non ti permettere, stronzo!
-
Perché, non ho ragione?
-
Io… Non l’ho voluto io. O la memoria
gioca brutti scherzi?
-
Chiunque l’abbia voluto, non credo
proprio di averti costretta, Granger…
-
Ah! Se credi di mettermi in imbarazzo ti
sbagli di grosso.
-
Che ne dici di provare di nuovo,
Mezzosangue?
-
Lurido verme schifoso! Come credi che
possa pensare a una cosa del genere mentre mi trovo con un infame bastardo
nell’ufficio di…
-
Guarda, l’ufficio non è un brutto posto,
te l’assicuro.
-
Fottiti! E lasciami in pace!
Dopodichè mi immergo nel
mio archivio, e gliene lancio un altro in modo che si tappi quella boccaccia e
si metta al lavoro. Spero proprio che gli arrivi dritto dritto in testa.
-
Passami l’inchiostro. – Dopo una buona
mezz’ora di silenzio, ecco che torna alla carica.
-
Non sopporto gli imperativi.
-
Cazzo, sei proprio una rompiballe! – Fa
per alzarsi e prenderselo da solo. Ma un’idea ecco, per così dire, insolita, mi
piomba in testa a una velocità allucinante…
-
E tieni, razza di incivile! Ops!
Bè… si, naturale, l’idea
era proprio quella di rovesciare accidentalmente l’intero contenuto della
boccetta sulla sua candida camicia.
-
CHE CAZZO FAI??
-
Mi è scivolata, scusa!
-
Scusa un corno! Ti sembro stupido,
Mezzosangue?
-
Direi, se ti sei fidato di me.
-
Dannazione… PORCA PUTTANA!
E così, senza degnarmi di
un’altra parola, sbottona quel che rimane dell’ex bella camicia appena stirata,
rivelando i suoi perfetti, definiti addominali. Pazzeschi.
-
Toglimi quegli occhi di dosso!
-
Ma non…
-
Zitta. Non voglio sentire un’altra
parola. – Si fa sempre più vicino... – Bene, sono le nove. Direi che me ne posso
andare.
-
Non dovremmo aspettare…
-
Tu aspetta pure chi diavolo ti pare,
Granger, io ho altro da fare.
-
Allora…
-
Anzi, vattene. Non voglio averti davanti
un minuto di più.
-
Ma…
-
Vattene, cazzo! Non ti pare abbastanza
il danno che hai fatto?
-
E sai quanti danni hai fatto TU a me?
-
Se intendi danni cerebrali ce li avevi
già!
-
Bastardo pezzo di merda!
-
Se hai finito con gli insulti puoi
sparire.
-
Sparisci prima tu.
-
Vai a quel paese, Mezzosangue.
Non è andata proprio male.
Infondo me l’aspettavo. Bè… sarebbe stato meglio se ci fosse stata anche la
McGranitt, ma almeno una parte della mia vendetta l’ho avuta.
Se prima Malfoy mi
odiava a morte, ora mi odia ancora di più. Se m’importa? M’importa eccome. Ma
per una volta in vita mia voglio godermi la mia piccola vittoria. Purtroppo ci
rivedremo la settimana prossima… il che non promette niente di buono.
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Capitolo 14 *** E poi ad un tratto capisco... ***
Nuova pagina 3
Lurida sudicia
Mezzosangue. Sono due giorni di fila che mi incastra con scherzetti di cattivo
gusto. Non posso nemmeno dire che abbia stile. Fa le cose senza pensarci,
quella.
Prima la storia del
corridoio. Poi la trovata dell’inchiostro. Me la pagherà. Nessuno si prende
gioco di Draco Malfoy, meno che mai una sporca Mezza Babbana.
Per prima cosa oggi
umilierò personalmente quegli idioti dei Grifondoro. La partita di Quidditch
sarà uno scenario spettacolare. Una volta che avrò preso il boccino voglio
proprio ficcarlo in bocca allo Sfregiato. Dopo ho in serbo di fare ingelosire la
Granger. Per quanto possa essere maledettamente orgogliosa niente e nessuno
riuscirà a cancellarle dalla faccia un’estrema delusione. Mi servirò di Pansy
giusto il tempo che mi ci vuole per fare rosicare la Mezzosangue.
-
Pensi a lei, eh Draco?
-
A lei chi?
-
Non fare l’idiota, amico…
- Se intendi la Granger…
-
Vedi, ho indovinato!
-
Non hai indovinato un bel cazzo, Blaise!
Dicevo… Ho intenzione di divertirmi un po’ con lei, tutto qua.
-
Se per divertimento intendi…
-
A quello ci penserà Pansy.
-
Draco, te lo devo proprio dire… sei un
infame!
-
Da quando ti frega di Pansy?
-
Tu te ne sbatti di tutti, ma non pensi a
come possa sentirsi sfruttata come una pezza vecchia?
-
Stà a vedere come le ragazze cadono ai
miei piedi…
Viro in direzione di Pansy,
seduta in una poltrona vicino al camino, stranamente silenziosa.
-
Ehi dolcezza – naturale, a volte bisogna
fingere nella vita… - Sei libera dopo la partita?
-
Fatti pure la Granger, Draco, sono stufa
di essere usata!
-
Che diavolo stai dicendo, Pansy?
-
Lo so che t’interessa la Mezzosangue,
non sono mica un’idiota!
-
La Mezzosangue? Chi è che ti riempie la
testa di cazzate?
-
Forse non l’hai notato, Draco, ma anche
io ho un cervello, e lo uso!
-
In effetti proprio non ci avrei giurato…
-
Portati a letto la Granger, con me hai
chiuso.
Ma cosa cazzo succede al
mondo? Io? Rifiutato? Dev’esserci un errore. Voglio dire, sono o non sono il
principe di Serpeverde? E adesso mi tocca anche venire umiliato da Pansy
Parkinson? PANSY PARKINSON? Dico io, dev’essere successo qualcosa di ignoto.
Fattostà che quell’oca non mi ha dato neanche il tempo di tapparle il becco che
se n’è andata tutta impettita lasciandomi al centro della sala. E’ importante
sottolineare che ogni singolo essere (perchè parlo anche dei ritratti) presente
mi sta fissando.
-
Bè? Che avete da guardare? Disturbi
della crescita, niente di cui preoccuparsi. – Vorrei controllarmi, ma… - E cazzo!
Fuori dai coglioni che non è giornata!
Con ciò congedo tutti e
tanti saluti. Pansy mi odia? Non che la cosa mi turbi, per carità, ma nel mio
vocabolario non esiste l’espressione “essere rifiutato da una ragazza”, e poi
Pansy a letto non è niente male. No, la verità è che in un nanosecondo una
nanerottola di un metro e sessanta ha buttato all’aria tutti i miei progetti di
vendetta. E soprattutto, come farò ad attirare l’attenzione di Hermione?
-
Dai, la trovata dell’inchiostro è stata
micidiale!
-
Lo so, Ron, ma lo sai che Malfoy è un
tipo vendicativo…
-
Ma per favore! Herm, ci siamo io ed
Harry a proteggerti!
-
Figuriamoci. Non siete le mie guardie
del corpo. E poi Malfoy non è mica un pazzo criminale…
-
E’ figlio di Mangiamorte!
-
E allora?
-
E allora è naturale, tale padre…
-
Naturale?
-
Ovvio!
-
Ma Ron… stai scherzando, vero?
-
Mai stato così serio in vita mia.
-
Essere figlio di un Mangiamorte non
significa esserlo a sua volta!
-
Scommetto quello che vuoi che quello è
già al servizio di Tu-Sai-Chi…
-
NO!
-
No? Hermione, lo sai anche tu che…
-
Io non lo so, Ron! Come puoi dirlo? Ne
hai la certezza? Solo perché odi Malfoy, e non fate altro che litigare, e…
-
E perché è uno stronzo? Lo sai quante ne
ha combinate a quelli degli altri anni? Sai quanti ne ha pestati? Infondo sei un
prefetto!
-
Questo non…
-
Cosa?
-
Ti sbagli!
-
Mione, l’hai visto con i tuoi occhi…
-
Lui è diverso, Ron. Non è come credi. Tu
non lo conosci…
-
Perché, tu si?
Ecco. Adesso sento
piombarmi addosso lo sguardo stranito del mio migliore amico. Ci mancava anche
questa. Certo, come posso io, Hermione Granger, conoscere la profonda indole del
ragazzo più bello e dannato di Hogwarts? Come posso avere l’assoluta certezza
che anche lui non sia in realtà un Mangiamorte come il padre?
Io non lo so. A pensarci
bene non so niente di lui. L’unica cosa che so è che… mi dispiace. Mi dispiace
essere stata sempre così prevenuta nei suoi confronti. Mi dispiace che per sei
anni non ho fatto altro che ignorarlo. Non ho mai visto niente in lui. Niente,
tranne ovviamente una pelle diafana, due occhi color dell’oceano, un viso
angelico e… una maschera di freddezza.
Io non conosco Draco
Malfoy. Ma lo amo, tutto qui. Lo amo per i suoi occhi. Quegli occhi che
sembravano volermi dire qualcosa, quella notte… Quegli occhi che mi mancano come
l’aria.
E al tempo stesso lo
detesto. Ha un caratteraccio. Testardo, sfrontato, vile, egoista, duro, freddo
come il ghiaccio. Come si fa ad amare e odiare insieme una persona?
-
Lui non è un Mangiamorte.
-
E come lo sai?
-
Non capiresti, se ti dicessi
semplicemente di guardarlo negli occhi…
-
Come…
-
Scusa Ron, io… vado a prepararmi per la
partita…
-
Hermione!
Ormai è troppo tardi per
le domande, Ron. Non ci crederai, ma improvvisamente mi è venuta voglia di farmi
bella. Per lui. Per stuzzicarlo, per provocarlo. Proprio come fa lui. Ostentando
il suo egoismo.
Non sono il tipo di
persona che definirebbe sé stessa provocante. Ma tant’è. Mi è venuta in mente
solo una camicetta. Bianca. Con le maniche svasate e le rifiniture argentee. E
una gonna. Non mia, di Ginny. Me la prestò anni fa “per una grande occasione”.
Pensavo che non l’avrei mai usata. E invece eccomi davanti allo specchio della
mia camera, a scrutare la mia immagine. Hermione Granger in minigonna. Che
evento! E per chi, tutto questo? Per Malfoy. Chi l’avrebbe mai detto…
***
Perdonooo! Chiedo scusa a tutti per
l'attesa! Ma quant'è che non scrivo?? Ho perso il conto anch'io! Posso togliermi
definitivamente dalla testa di intraprendere la carriera di scrittrice, se non
riesco a darmi una regolata con i tempi. Insomma, se fossi un elfo domestico mi
sarei già punita a morte! SCUSATE SCUSATE SCUSATEEEEEEEEEEEEEE!!! Mi dispiace
davvero di avervi fatto aspettare così tanto, ma non ho avuto uno straccio, un
misero straccio d'ispirazione. Spero di aggiornare più spesso. Comunque sappiate
che a breve ci saranno ulteriori sviluppi... e novità :P
Spero di non aver perso i miei lettori
per la MIA negligenza. Continuate a leggere, vi prego!!!
|
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Capitolo 15 *** Deve essere ***
Nuova pagina 3
Mi passo un po’ di
lucidalabbra sulla bocca. Una spennellata di fard sugli zigomi. L’immancabile
tocco di mascara. E sono pronta.
E’ strano pensare che non
mi sono mai truccata per nessun ragazzo. Non mi sono mai truccata a dire il
vero. Poi arriva uno stronzo. Un Purosangue. Un bellissimo ragazzo. Dannato.
Spietato. Orgoglioso. Quasi inverosimile. Il primo ragazzo per cui sento
il bisogno di farmi bella. Il primo per cui indosso una minigonna. Il primo di
cui mi sono veramente innamorata. Il primo con cui ho fatto l’amore. Il primo.
Esco furtivamente dalla
mia camera pregando con tutte le forze che ho in corpo che sia Harry che Ron
siano già negli spogliatoi. E soprattutto che qualcuno incrociandomi non mi dica
: “Ehi, Hermione, dove vai vestita così?”. Comincio a pensare di aver esagerato
un po’. Ma pensandoci bene non dev’essere un problema, dato che la maggior parte
delle ragazze di Hogwarts usano quest’abbigliamento.
La cosa deve aver
immediatamente suscitato l’interesse degli individui di sesso maschile della
scuola. Vedermi vestita così è tutta un’altra cosa.
A dire il vero mi sento un
po’ troppo osservata. Certo, vedermi girare per i corridoi in minigonna è come
vedere Voldemort ed Harry che si scambiano battutine amichevoli. Bè, quasi.
-
Stracciamoli quelli, va bene? Siete
pronti? – Più che un incoraggiamento alla squadra lo riterrei un ordine.
DOBBIAMO vincere. So perfettamente che l’esito della partita è letteralmente
nelle mie mani, ma ho bisogno della collaborazione di tutti. Niente equivoci, e
soprattutto niente bolidi in testa. Voglio che i Grifondoro rimpiangano la loro
formazione. Voglio che LEI guardi me. SOLO me.
- A quasi due ore
dall’inizio della partita, le due squadre si trovano in parità! Ancora nessuna
traccia del boccino, a quanto pare!
… Sembra che Harry Potter
abbia avvistato qualcosa! Sarà proprio la pallina magica? Malfoy parte
all’inseguimento, signori, quello è davvero il boccino!
Forza… Potter, fatti
colpire da un fulmine… DEVO prendere quel boccino, accidenti… Quella
dannatissima firebolt… Potter, levati…
-
DRACO MALFOY PRENDE IL BOCCINO!
SERPEVERDE VINCE!!
Un coro di “Nooo” si alza
dalla parte dei Grifondoro. Potter, ma che razza di figura fai? Farti soffiare
il boccino sotto il naso… Che caduta di stile!
Sollevo il boccino,
trionfante. Mi sento davvero… felice. Perché lei, da lassù, non si è unita ai
suoi compagni di casa. Sorride. Ha i lati della bocca piegati un po’ all’insù.
Ma io lo vedo. Probabilmente sono l’unico a notarlo. Tutti avranno notato la sua
minigonna. Il suo trucco inusuale. Ma non il suo sorriso.
Quello è per me. Dovevo
essere io a farci caso. A dargli un peso.
Ma cosa dico? Non volevo
vendicarmi?
Si è appena alzata. Oddio,
è una visione…
Che diavolo sto dicendo?
Non posso crederci. Devo essere fuori di testa.
Però è così bella. Con
quelle gambe, così lunghe… Non le avevo mai notate prima.
Draco, cosa cazzo ti sta
succedendo?
E’ troppo bella. E sarà
mia.
A un certo punto non me ne
importa più niente del suo sangue. E nemmeno del mio. M’importa che oggi, per la
prima volta in sette anni, si è messa una gonna. Perché l’avrebbe fatto? Per me.
Non ho nemmeno più tanta voglia di farla soffrire. Voglio averla. Adesso. Sono
quasi contento che Pansy mi abbia rinnegato davanti a tutti. Altrimenti adesso
non starei qui, ad ammirare l’oggetto del mio desiderio. O forse… forse c’è
qualcosa che va oltre il semplice desiderio. Perché tutto si può desiderare.
Tutto si può avere. Basta pagare. Per averla non mi basta desiderarla. Non mi
basta un prezzo. Per averla davvero, devo amarla.
Sono Draco Malfoy,
accidenti. Non ho mai provato amore per nessuno. Nemmeno per mia madre. E adesso
arriva una Grifondoro, Mezzosangue, saputella, impertinente, che sconvolge
tutto.
Io la voglio. Io la… amo.
Lo amo? Lo penso davvero?
Sono davvero contenta che
abbiano vinto la partita. Ma non è solo questo. Mi sta guardando.
Dev’essere per la
minigonna.
Anzi, no. Mi guarda in
modo diverso. Mi guarda come mi ha guardata quella notte. Cosa leggo nei suoi
occhi? Desiderio? Passione? Amore?
-
Hermione, io…
-
Cosa?
-
Mi dispiace! Ce l’avevo lì davanti,
potevo prenderlo… Ma quel Malfoy mi ha incastrato!
-
Oh. – E’ stato Harry a interrompere i
miei pensieri. Non ho nemmeno pensato che potesse essere deluso per la partita
persa. Sono un’egoista, lo so. Ma non riesco a non essere felice per il ragazzo
che da settimane occupa un posto fisso nei miei pensieri.
-
Herm? Ma che stai guardando? –
interviene Ron.
-
Oh. Niente.
-
E allora? Non dici niente?
-
Andrà meglio la prossima volta…
-
“Andrà meglio la prossima volta?”… Ma
era contro Serpeverde, accidenti, ci siamo fatti battere da… insomma…
-
E’ solo una partita…
-
Cosa?
-
Solo una partita.
Ad un tratto mi sento
terribilmente stupida. L’avranno capito tutti che il mio abbigliamento è dovuto
al fatto che ho inconsciamente (ma davvero?) tentato di attirare l’attenzione
del signor Malfoy. Voglio andare a cambiarmi di corsa. Non voglio altri occhi
addosso!
Stai arrivando, Hermione…
Le scale, dove sono le scale? Ah, si… la Torre… dannato Malfoy, vedi che effetto
mi fai? Ancora pochi gradini…
-
Perché tanta fretta?
E il mio cuore perde un
battito.
-
Io… stavo…
-
Non c’è motivo di correre tanto.
-
Scusa?
-
E dai, Mezzosangue… Ormai la partita è
finita, no?
-
Cosa diavolo stai dicendo?
-
Bella domanda. Piuttosto… come mai
questo abbigliamento succinto?
Bene. Oddio. Lo sapevo!
Non dovevo vestirmi così. Non ho fatto altro che mettermi in ridicolo!
-
Io… io volevo… ecco…
-
Dai, scherzavo. Ti sta molto bene.
Vorrei formulare un
semplice “Lo pensi davvero?” ma mi sembra troppo fuori luogo, sdolcinato, e
inoltre la lingua mi si è attaccata al palato e sembra non potersi muovere di un
millimetro.
-
Di sicuro… è molto meglio del tuo solito
stile suora.
Ancora silenzio. Non mi
sono mai sentita così in imbarazzo in vita mia… Davvero, non so cosa dire. Credo
sul serio che mi stia prendendo in giro. Fattostà che non riesco a spiccicare
parola…
-
Cos’è, ti sei ingoiata la lingua?
-
Uhm…
-
Proviamo a vedere se ti funziona ancora…
Non so cosa è successo
dopo. O meglio, lo so. Draco Malfoy mi ha baciata. Avrei voluto rispondere a
quella specie di provocazione, ma non me ne ha dato il tempo. Mi ha baciata.
Il tempo si è fermato.
La sua bocca è così
esperta. Così fredda. E’ come se cercasse qualcosa dentro di me… Esplora ogni
angolo della mia bocca con estrema facilità. E quando anche le nostre lingue
s’incontrano, bè, ho appurato che la mia lingua funziona benissimo.
Non è stato come quella
notte. Altrettanto intenso, ma c’era qualcosa di più. C’era dolcezza, conforto,
gentilezza. Doti che non gli avrei mai attribuito prima. C’era tenerezza. C’era
amore.
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Capitolo 16 *** Il vero Draco, la vera Hermione ***
Nuova pagina 3
La mia mente non è
riuscita a registrare quello che è successo dopo. Non so per quanto altro tempo
abbiamo continuato a baciarci, in quel freddo corridoio che a me sembrava il
posto più meraviglioso che avessi mai visto.
La magia si è interrotta
solo quando, dopo una buona mezz’ora, i Grifondoro delusi per la partita persa
si sono ritirati in Sala Comune. Non ho fatto in tempo a dire niente, perché lui
si è staccato a una sorprendente rapidità congedandomi con un semplice
“vediamoci alle dieci. Nella Stanza delle Necessità”. Poi più nulla. E’
scomparso nel buio lasciandomi sola con le mie emozioni.
So che è stato un bacio
vero. Sincero. So che lui l’ha voluto almeno quanto l’ho voluto io.
Per la prima volta dopo
settimane mi sono sentita davvero felice.
Draco Malfoy. Un nome,
un’ossessione. Ha rappresentato odio, frustrazione e rimpianti, per sei lunghi
anni. E adesso, adesso che tutto è cambiato, cosa rappresenta Draco Malfoy per
me? E quando dico per me intendo la VERA me, la vera Hermione Granger, una
ragazza che ha bisogno di amare come tutti, e non la secchiona antipatica della
scuola.
Lui rappresenta… il limite
che ho oltrepassato. Il muro che ho abbattuto. La montagna che ho scalato,
l’orizzonte che ho toccato. E’ stato Draco a farmi scoprire chi sono. Anche se
non lo sa, è solo grazie a lui che mi sento così… felice. E anche se questa
felicità è solo la mia immaginazione, anche se non resisterà nel tempo, anche se
se ne andrà velocemente com’è venuta, non m’importa. Io voglio godermela.
Prima che Harry, o Ron, o
Ginny possano venirmi a cercare, mi catapulto in camera mia. L’appuntamento è
fra un’ora.
Ho deciso di togliermi la
gonna. Può anche starmi bene, okay, ma voglio che Draco mi veda per come sono,
in tutto e per tutto. Quindi prendo i jeans più smessi, più vissuti che ho, che
giacciono ancora spiegazzati sul letto disfatto, e me li metto. Io vivo in
jeans. Perciò devo andare da lui in jeans. Tanto, per una volta in vita mia, so
che non mi respingerà.
Ci abbino un delizioso
maglioncino celesta a girocollo, e un paio di scarpe da ginnastica.
E sono pronta.
La Stanza delle Necessità…
è dal quinto anno che non percorro quel corridoio, ma me lo ricordo come fosse
ieri… Quando noi dell’ES fummo scoperti, della squadra d’inquisizione della
Umbridge faceva parte anche Malfoy. Ora che ci penso fu proprio lui a
catturarmi. Solo che prima ripugnavo quella stretta. Adesso no. Adesso è la mia
più grande speranza.
La Stanza delle Necessità…
ora che ci penso… a cosa dovrei pensare esattamente per farla apparire? Dato che
è già occupata dovrò pensare alla stessa cosa che ha pensato Draco. Oddio. E se
non dovesse aprirsi? Potrei starci tutta la notte…
Bè… i miei complessi
mentali si sono consumati non appena mi sono vista apparire davanti un’enorme
porta. Ho pensato che fosse un sogno, e così l’ho aperta, senza esitare, perché
temevo di potermi svegliare da un momento all’altro.
Sono più che sorpresa di
trovarmi in una stanza enorme, completamente vuota. Cioè, non proprio vuota. C’è
Draco, in realtà. Solo Draco. Non so perché ma questa cosa mi sembra
particolarmente eccitante. Io e lui solamente.
-
Ciao. – Quella voce. La riconoscerei fra
mille. – Sei venuta. – Ogni sillaba mi rimbomba nelle orecchie, e voglio che sia
così. Voglio sentirlo in ogni angolo del mio corpo e del mio spirito. Non voglio
che mi sfugga come prima.
Vorrei scoprire il vero
Draco, e che lui conosca la vera Hermione.
-
Ciao.
-
E la gonna? – Mi sento un po’
imbarazzata, ma so già la risposta. Ero preparata.
-
Bè, ho preferito i jeans, perché non ero
io.
-
E allora perché l’avevi messa?
-
Oh. Forse per un certo biondino?
-
Risposta prevedibile. – ghigna
compiaciuto.
-
Ah si?
-
Sai, forse se non ti fossi messa quella
gonna adesso non saremmo qui.
-
Davvero?
-
Sicuro. Il fatto è che i miei ormoni non
hanno retto.
-
Nemmeno i miei.
Si avvicina, gentile. Mi
stringe la mano. E cattura le mie labbra in un bacio dolce, premuroso.
-
Stai molto bene anche in jeans.
-
Non l’avrei mai detto…
-
Lo penso da un bel po’, lo sai?
-
Bè… a dire il vero… come potevo
immaginarlo? Pensavo che mi odiassi!
-
Mezzosangue, per quanto si possa odiare
una persona, se questa persona ha due gambe mozzafiato un ragazzo sano di mente
non può non notarle…
-
Oh. Mi sento molto meglio. – sorrido.
-
Ancora prima delle gambe ho notato un
cervello. Ma quello l’hanno notato tutti, suppongo. Dopo un po’ ho notato un
certo caratterino niente male. A volte ti porti le palle, Mezzosangue, dico sul
serio. Ma questo non è un problema, per me.
-
E cosa?
-
E’ piuttosto eccitante, in effetti…
-
Ma cosa dici? Io… insomma…!
-
Granger, Granger… come sei ingenua…
-
Cosa vuoi da me, Malfoy? Lo voglio
sapere adesso. Non ho intenzione di affrontare altre delusioni, perciò ti…
Non mi ha dato il tempo di finire la frase, perché mi ha tappato la bocca con un
bacio.
-
Secondo te che cosa significa questo?
Sinceramente, ce ne ho
messo di tempo per pensarci.
-
Io… non lo so… Dimmelo tu.
-
Prova a indovinare. Una saputella come
te non dovrebbe metterci troppo.
-
Che sono la ragazza di turno?
-
Davvero ti paragoni alle altre?
-
Non… non ne ho idea!
-
Lo sai, invece. Sei proprio
un’approfittatrice, Mezzosangue. Vuoi che sia io a dirtelo.
-
Forse.
-
Significa che mi sono innamorato di te,
accidenti!
L’ha detto. L’ha detto.
Non sono stata io, io non ho fatto niente, non ho mosso le labbra, sono rimasta
immobile e lui l’ha detto. Si è innamorato. Di me. Di Hermione Granger.
Dannazione. Mi sento male.
-
Oh…
-
Che ne pensi? – ghigna divertito. E’ mai
possibile che niente e nessuno possa togliergli quella calma, quella dannata
tranquillità? Che niente e nessuno riesca a fargli perdere il controllo?
-
Non credevo fosse possibile che ti
innamorassi di una Mezzosangue.
-
Al diavolo il nostro sangue. Non
m’interessa. Allora? Non hai risposto alla mia domanda. Che ne pensi?
Silenzio.
-
Penso che era da moltissimo tempo che ci
speravo…
-
Bene. – Un sorriso. Quel sorriso. Così
enigmatico, così splendente. Così vero.
Questa volta sono io a farmi avanti. Con prudenza, certo. Non voglio
dimostrargli niente, eccetto forse che ricambio il suo amore.
-
Cavolo, Mezzosangue…
Ancora una volta, una
danza di lingue. E’ come se fossero sole e ghiaccio a incontrarsi, a fondersi
l’un l’altro. Nessuno dei due cede, perché ha bisogno dell’altro.
Sento la sua mano
scivolare tra le mie dita, correre indiscreta lungo la mia schiena.
-
Così non va… - dice lui, staccandosi
all’improvviso.
-
Cosa c’è?
-
Devo tornare al mio dormitorio, o
finisco nei casini. Non puoi ammaliarmi così, Mezzosangue…
-
Non puoi restare?
-
Devo andare, altrimenti quelli mi
daranno la caccia.
-
Aspetta… proprio adesso…
Non riesco a fare a meno
di quel contatto. Lo attraggo di nuovo a me, ho bisogno del suo calore, del suo
profumo.
-
Domani resterò con te tutta la notte, te
lo prometto.
-
Va bene.
-
Senti, devi promettermi di non parlarne
con nessuno.
-
Cosa…
-
E’ importante. Nessuno deve sapere. La
voce non deve assolutamente arrivare alle orecchie di mio padre. Sarebbe la
fine, per me e per te. Hai capito? Neanche ai tuoi amici.
-
Io… ci… ci proverò…
-
Devi promettermelo! E’ importante, hai
capito?
-
Okay.
-
Bene. Mi fido di te… Hermione.
-
Tanto domani… insomma… siamo in
punizione…
-
Meglio così.
Mi regala un ultimo, dolce
bacio sulla bocca e sparisce.
Già mi manca come l’aria.
|
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Capitolo 17 *** Felicità e controindicazioni ***
Nuova pagina 1
Mi sento così bene.
Sento che niente possa
sfiorarmi. Sento che qualsiasi commento, qualsiasi critica, oggi mi scivolerà
addosso. Anzi. Sarò così felice e innamorata che nemmeno me ne accorgerò.
E allo stesso tempo mi
sento tanto… sola. Adesso che lui non c’è sono solo Hermione Granger in una
stanza immensa. Vuota. Vuota come ciò che ho dentro. Lo vorrei con me, adesso,
quasi per evitare che la magia che si è creata fra noi un attimo fa non svanisca
più. Perché che cos’è l’amore, se non una straordinaria magia?
Accidenti. E’ assurdo. Con
tutte le ragazze che ci sono, proprio di lei dovevo andarmi ad innamorare. Lei,
che ho detestato per tutti questi anni. Lei, la Mezzosangue. Lei, la secchiona
impertinente che sotto sotto ho sempre invidiato. Lei. La lei che, lo so, mio
padre mi truciderebbe se venisse a saperlo.
Ma lei è anche la ragazza
dagli occhi dorati, così vispi, così espressivi. Lei è bella, è gentile, è
sincera. Lei è una magia. Ma soprattutto, lei è la Hermione che amo. E non mi
importa se verrò ostacolato, so che mio padre e i suoi seguaci mi braccheranno
come un animale. Ma la cosa non mi turba. Perché si sa, l’amore ha le sue
controindicazioni. O almeno così mi avevano detto.
Adesso lo capisco. Capisco
cosa si prova quando non hai la persona che vorresti con te accanto a te. Adesso
conosco il senso di vuoto che mi riempie quando lei è lontana. So qual è la
frustrazione che t’invade quando vorresti scrivere il suo nome dappertutto, ma
devi resistere e non lo devi fare, perché qualcuno potrebbe spifferare tutto a
tuo padre e allora si, a quel punto sarete morti tu, lei e tutti quelli che vi
amano.
Cazzo. Voglio che arrivi
domani sera. Voglio che nasca un nuovo giorno come non l’ho mai voluto prima.
Voglio che quel giorno muoia e voglio andare in paradiso insieme a lei mentre il
giorno è ancora sospeso tra la vita e la morte.
Vorrei tanto parlare con
Blaise. So che di lui posso fidarmi. Ma ci sono tanti ficcanaso in giro, e le
conseguenze non oso immaginarle. E poi le ho fatto una promessa.
Vorrei tanto parlare con
Ginny. Lei è la mia migliore amica, capirebbe e terrebbe la bocca chiusa. Ho
bisogno di parlare con qualcuno. Potrei scoppiare per la felicità se non lo
faccio. Però gliel’ho promesso. Nessuno deve sapere che stiamo insieme.
Oh, l’ho detto? Stiamo
insieme, noi due? Mi sembra così assurdo. Eppure è così. Lo amo così tanto che a
stento mi trattengo dallo scarabocchiare il suo nome in ogni angolo di pergamena
che ho sotto tiro. Ma quant’è maledettamente bello amare?
-
Hermione, che fine avevi fatto? Mi hai
fatta preoccupare! – Ah, già. Ginny. Ginny non sa niente di tutto questo, e se
la situazione non cambia non lo saprà mai. Cosa le dico? Sono stata in
biblioteca a studiare fino a tardi? Mi sono persa nei corridoi?
-
Ginny… io…
-
Almeno avvertimi la prossima volta se
fai tardi, così non rimango come una scema ad aspettarti fino a notte fonda!
-
No, non hai capito! Lascia che ti
spieghi.
-
Dove sei stata?
-
Senti. E’ una questione delicata. Mi
dispiace tanto ma non posso dirtelo…
-
Ma…
-
Fammi finire, per favore. Non devi
preoccuparti per me. Va tutto bene, anzi, va meravigliosamente e mi sento felice
come non mai. Vorrei anche solo provare a spiegartelo. Purtroppo non posso,
almeno per adesso. Ti dico solo che… insomma… da oggi in poi non aspettarmi… la
notte.
-
Si tratta di un ragazzo?? – Accidenti.
Appena ha sentito odore di maschi si è subito tranquillizzata. Le brillano gli
occhi.
-
Oh, Hermione, è fantastico! Chi è il
fortunato?
-
Bè… Te l’ho detto, non te lo posso dire.
-
Come no?
-
Senti, ti spiegherò tutto al più presto,
te lo prometto. Mi è stato detto di non dire niente a nessuno, quindi ti prego
di non farne parola con Harry e Ron, per l’amor di Dio.
-
Va bene, stai tranquilla.
-
Grazie Ginny, sei un’amica…
Quando Ginny è uscita, mi
sono addormentata quasi subito. Pensavo di non riuscire a prendere sonno
all’inizio, ma il tutto si è rivelato estremamente facile. Semplicemente, non ho
avuto bisogno di restare sveglia per pensare a Draco. L’ho sognato.
E finalmente è un nuovo
giorno. Non so quanto tempo è passato dall’ultima volta che sono stata così
felice. Forse ero ancora una bambina, chissà. Bè, oggi ho scoperto che la
felicità ha dei sintomi. Sintomi che sono estremamente riconoscibili dall’occhio
umano.
Quando sei felice, per
esempio, non ti accorgi di esserti messa la maglietta al contrario, in modo che
più o meno tutti possano vedere l’etichetta perché hai dimenticato di
scioglierti i capelli che sono ancora scomposti e raccolti in una mezza coda
dopo una notte di sogni.
Oppure non ti accorgi che
la tazza del tuo caffè è già abbastanza piena e continui a versare la bevanda
finchè qualcuno non ti ammonisce dicendoti che hai sporcato tutta la tovaglia. E
tu reagisci con una risata.
Quando sei felice vai a
sbattere contro il vassoio pieno di uova e bacon del tuo ragazzo e glielo
rovesci tutto addosso, allora capisci di essere completamente rincoglionita per
andartene in giro fra la gente. E quel bellissimo ragazzo ti fa un sorriso e ti
soffia sui capelli come se fosse la cosa più naturale del mondo.
-
Hermione, ma che ti prende? – Ron mi
fissa allampanato. – Sei strana stamattina o sbaglio? C’è qualcosa che non và?
Guarda che mi sto preoccupando.
-
No, Ron, sto benissimo! Non dovresti
complimentarti con me per la mossa eroica che ho appena compiuto? Vedi che
faccia aveva quello stronzo di Malfoy? – Ho scoperto che quando sei felice, che
anche fingere è terribilmente divertente.
-
Bè, quello è stato divertente… ma sei
pazza??
-
Ron, lasciala stare! Non vedi che non ti
da retta? – Santa Ginny, Santa Ginny…
-
E tu perché non ti fai i fatti tuoi? Non
lo vedi come si comporta?
-
Okay ragazzi, calmatevi! – non sopporto
vedere i miei migliori amici litigare, anche se sono fratelli. – Ron, sto bene,
davvero. Non preoccuparti. Mi credi?
-
S-si…
-
Bene. – Sorrido, e gli do un bacio
amichevole sulla guancia. Poi mi allontano.
Che idiota mio fratello… neanche fosse successo niente di che, quello sta
gongolando come un deficiente e si tocca la guancia da almeno dieci minuti.
Arrenditi Ron, io lo so cos’ha in mente Hermione…
J
Uffa. Queste lezioni non passano mai! Un’altra cosa che ho capito è che l’amore
comporta un notevole calo di concentrazione. Almeno del 70%. Insomma, chi se ne
frega di come trasfigurare un ratto in una teiera quando c’è un bellissimo
ragazzo che aspetta solo te? Ma chi cavolo l’hai inventata la trasfigurazione??
Che palle… almeno l’avessi nella stessa classe. Neanche quello, posso solo
sognarmela… almeno fino a oggi pomeriggio. Menomale che siamo in punizione.
-
Signor Malfoy. – Merda.
-
Mi dice per favore cosa successe durante
la rivoluzione del 1879?
-
Ehm… - Hermione ma dove sei? – Penso che
la data in cui morì Merlino.
-
Oh, questo significa… dieci punti in
meno al Serpeverde, suppongo. A cosa sta pensando precisamente, signor Malfoy?
-
Buona sera signorina Granger. Signor
Malfoy… - Questa la calorosa accoglienza della McGranitt nel suo studio. - Direi
che sia giusto incominciare dagli archivi dell’altro giorno ancora da
riordinare, che ne dite?
-
Certo, professoressa. – rispondo io.
Draco ha l’espressione vuota di uno che ha appena finito di fumarsi una
sigaretta…
-
Penso che sia meglio che, oggi che sono
disponibile, rimanga io a controllare che le vostre operazioni siano corrette.
Io e Draco ci scambiamo
uno sguardo di sconforto. Che sfortuna è mai questa?
-
Ci sono domande?
-
No, professoressa.
-
Bene. Cominciate subito.
Chissà se Draco conosce il
metodo di comunicazione telepatica. Bè, è una cosa piuttosto avanzata, ma penso
che se lo sapesse avrebbe dato già segni di vita. E invece niente… mi tocca fare
il lavoro sotto il vigile controllo della McGranitt. [Hermione]
Fatti prendere da un
infarto, vecchia strega… [Draco]
Un’ora dopo…
-
Bene, signorina Granger. Malfoy, stia
più attento per favore, quel raccoglitore va nel reparto in latino, non vede?
Lancio un’occhiata
divertita a Draco. Che razza di cretino mi sono andata a cercare… Sta sbuffando
silenziosamente, so che dentro di se le starà urlando di tutto, povera
professoressa…
-
Minerva! Vieni, presto! Le mandragole
sono sbocciate prima del tempo e stanno divorando tutte le serre!
-
Santo cielo, arrivo subito! Voi due,
restate qui e continuate il vostro lavoro!
Oddio. Chissà che casino
dev’essere scoppiato là dentro. Bè, onestamente non è che me ne freghi poi
molto. Non riesco a resistergli neanche un secondo.
-
Finalmente quell’arpia se n’è andata… -
sospira attraendomi a sé con impazienza.
-
Draco!
-
Cos’è, preferisci difendere la vecchia o
baciarmi subito?
-
Mmm… magari ci penso…
Altroché. Mi getto in men
che non si dica fra le sue braccia diafane. Le nostre labbra sono come
calamitate. I nostri corpi si attraggono, è una forza sconosciuta, mi proviene
dal cuore e non avrei mai pensato di avere tanta energia in corpo. Lo bacio con
foga, con passione, con desiderio, vorrei andare oltre subito, spogliarlo, ma
non è possibile.
… a un certo punto sento
rumore di passi…
-
Draco, fermati!
-
E vieni qui…
-
Sei impazzito?
Cerco di ricompormi nei
pochi secondi che ho a disposizione. Draco non sembra preoccuparsi più di tanto.
Bè, almeno l’abbiamo scampata.
-
Siete ancora lì? Ma come? Vi rendete
conto di quanto lavoro avete ancora da fare, voi due?
Menomale che stasera ci
vediamo, dopo questo pomeriggio non riesco proprio a pensare di passare un’altra
notte senza di lui…
|
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Capitolo 18 *** La torre ***
Nuova pagina 1
Salve a tutti! Mi scuso con tutti i miei lettori per
la mia prolungata assenza. Mi dispiace veramente avervi fatto aspettare tanto,
ma ho avuto un periodo di totale astinenza da ispirazione e non ho scritto quasi
niente. In compenso oggi la musa ispiratrice mi è tornata e ho sfornato un
capitolo di cui sinceramente vado molto fiera!! Mi raccomando, leggete in tanti!
Inoltre vi invito a leggere anche la mia one-shot "L'amore non muore" sulla
coppia Ron/Hermione... per adesso, però, immergetevi nella lettura di questo
nuovo capitolo pieno di sorprese! Recensite in tanti, vi prego, ho bisogno di
sapere le vostre opinini (e soprattutto, se in tutto questo tempo ho perso
lettori -.-")! Bè... dopo questa premessa... vi auguro buona lettura e ci
rivediamo preso con il prossimo capitolo!
Nuova pagina 1
- …Ci vediamo sabato
prossimo, sperando che riusciate a portare a termine il lavoro. Arrivederci,
signorina Granger. Signor Malfoy…
Draco, che evidentemente
non ha sentito una parola di quello che ha detto la McGranitt, rimane seduto con
lo sguardo vacuo rivolto al muro. Il suo cervello recepisce che è il momento di
andare soltanto dopo un mio preoccupato strattone.
Appena usciti mi spinge
contro la parete adiacente l’ufficio catturandomi le labbra in un bacio
mozzafiato. Vorrei dirgli che la gente in giro potrebbe andare a spifferare
tutto, ma non ce la faccio. Non posso. Mi ha intrappolata fra il suo corpo e la
parete, come se temesse che io scappi.
-
Draco… - è tutto ciò che riesco a dire,
in un gemito. Gli afferro le braccia, stringendomi a lui più che posso…
-
Ti aspetto nella Torre di Astronomia. A
mezzanotte.
E corre via, lasciandomi
sola in quel corridoio che adesso che lui non c’è mi sembra orribilmente freddo.
-
Draco.
Entro nella Sala Comune, cercando di non farmi invadere la mente da tutti i
pensieri estremamente perversi che mi stanno inevitabilmente divorando vivo.
Questa stanza non mi è mai sembrata così squallida. Queste mura, mai in vita mia
le ho viste tanto fredde. Perché ormai, forse, non ci sono più abituato. Ormai
c’è solo lei, il suo calore, il rossore delle sue gote infiammate di passione,
una passione che non avevo mai conosciuto nel letto di nessuna.
-
Draco.
Il mio nome. Questa notte, Hermione, sussurrerai il mio nome, lo griderai e lo
sussurrerai di nuovo. E mi imprigionerai con la tua voce calda.
Ma c’è un’altra voce adesso, la voce del mio migliore amico, che mi riporta
inesorabilmente alla gelida realtà.
-
Che c’è?
-
Dove sei stato esattamente?
-
Nell’ufficio della McGranitt.
-
Con Hermione?
-
Già. Ti dispiace? – so che mi invidi,
Blaise. Mi sento un po’ in colpa (ed è uno dei tanti nuovo effetti derivati dal
frequentare Hermione: io non mi sono mai, mai sentito colpevole prima) a pensare
queste cose, ma questo è quanto.
-
Draco, sei nei guai.
Un’improvvisa ondata di
gelo, e tutto il calore diffusomi nel corpo un attimo prima dal pensiero genuino
di Hermione sparisce come per magia. Lo sapevo, dovevo saperlo.
-
Che cosa significa?
-
Tuo padre sa.
Le parole mi trafiggono
come la lama di una spada. Mio padre. Lucius Malfoy. Sterminerebbe i Mezzosangue
dalla terra se potesse.
-
E allora? – cerco di emettere un tono
indifferente.
-
Draco, non fare l’idiota. – dice Blaise,
incredibilmente serio.
-
Secondo te, Blaise, che cosa può farmi
mio padre? – è una domanda stupida, lo so già di cosa è capace Lucius Malfoy.
-
Diavolo, tuo padre è un Mangiamorte! Sai
meglio di me quanta gente malvagia può mobilitare per rovinarti la vita! A te e
a lei!
-
Blaise, tu… - lo interrompo – credi che
mio padre mi odi?
-
Che cosa significa?
-
Dimmelo. Dimmi se credi che mi odi.
-
Io non… è sempre tuo padre…
-
E quindi?
-
No, non ti odia. Ma odia i Mezzosangue.
Non sopporterebbe l’idea che tu stia con una di loro. Farebbe di tutto per
impedirti di avere qualsiasi tipo di rapporto con lei…
-
E cosa devo fare? Cosa DIAVOLO devo
fare? Lasciarla? Io… io non posso. Non posso.
-
Vuoi farti uccidere?
Grazie, Blaise Zabini. Hai
colto nel segno. Mi hai colpito al cuore. Lo so che mio padre non avrebbe
scrupoli a eliminare un traditore del suo sangue, anche se lui fosse il suo
stesso figlio.
-
Ti sbagli, Blaise. Mio padre mi odia. –
è tutto quello che riesco a dire.
-
Ma… Draco, in questo momento non è
questo il problema! Lui ha chiesto di vederti!
-
E mi è lecito sapere… chi è stato… a
cantare?
Blaise tace per un attimo.
-
Blaise, dimmelo.
-
Non posso.
-
Devi dirmelo ADESSO! Blaise, sputa quel
fottutissimo nome, o ti ritrovi invalido per il resto della tua VITA! –
istintivamente tiro fuori la bacchetta, puntandogliela al collo, premendo su una
vena che ha preso a pulsare convulsamente per la sorpresa.
-
Devi promettermi che non le farai del
male… - le farai… un nome è già balenato nella mia testa, quel maledetto
nome…
-
PANSY! – lascio andare Blaise, in preda
alla furia.
-
Ti prego, lasciala stare…
Ma io sto già correndo in
direzione della sua stanza. Quella puttana, è solo una lurida puttana che non
merita nemmeno di essere torturata.
-
ALOHOMORA!
-
Draco!
-
Puttana!!!
-
Dra… - non fa in tempo nemmeno a
iniziare la frase. Non riesco a reprimere un sonoro schiaffo che le incendia
immediatamente la guancia, tingendola di un rosso così simile al bel colorito di
Hermione… no, non è possibile paragonarla a lei…
-
Come hai osato? Come hai potuto soltanto
pensare di andare a dire tutto a mio padre? Lo sai in che razza di casino mi hai
messo? Perché, Pansy? PERCHE’??
Una squallida lacrima le
riga il volto arrossato. Ma non mi fa il minimo effetto. Non la compatisco,
anzi, tutto questo dramma me la fa odiare ancora di più.
-
Rispondimi. Voglio sapere perché l’hai
fatto.
-
Draco… perché… ti amo… - è un sussurro.
Un pianto che alimenta la mia furia, una furia omicida, distruttiva, una furia
che non è mia, è la rabbia di mio padre, è come se la parte di lui che vive in
me saltasse fuori adesso, nel momento in cui vorrei con tutto il cuore rinnegare
il nome che porto…
-
E invece io ti odio! Ti detesto!
Adesso i lamenti di Pansy diventano singhiozzi, i singhiozzi grida. Ma non mi
importa.
Me ne vado, lasciandola lì, in quella visione pietosa, distesa sul pavimento, il
volto nascosto tra le braccia, per reprimere la voglia di ucciderla.
Sbattendo la porta, rompendo il pianto di quella lurida traditrice, mi imbatto
in Blaise.
-
Che cosa le hai fatto?
-
Ringrazia che non l’ho strangolata. E
dille di tenere la bocca chiusa, o la prossima volta non sarò così buono.
-
Tuo padre ti sta aspettando nella Sala
Comune.
-
Figlio mio.
La Sala Comune è deserta,
più gelida che mai, come se fossero appena passati 10 dissennatori insieme. E le
parole, ancor più fredde delle mura, di Lucius Malfoy tagliano l’aria, spezzano
il silenzio.
-
Padre.
-
Come hai trascorso queste giornate qui a
scuola?
-
Secondo te, cosa ho potuto mai fare in
una scuola? – mi disgusta scoprire quanto il tono della mia voce sia simile a
quello di mio padre.
-
Oh, dimmelo tu, Draco. Perché ho
ricevuto delle informazioni che non mi sono piaciute per niente, sai. Ma dato
che mi fido di mio figlio sono venuto a parlartene di persona, per accertarmi
che le mie preoccupazioni fossero infondate.
-
Che cosa vuoi sapere? – fingo di esserne
ignaro.
-
Se ti rendi ancora conto di quanto
valore abbia il sangue che scorre nelle tue vene.
Già, il sangue. E’ tutto
ciò di cui puoi andar fiero, Lucius.
-
Certo.
-
E allora sono tutte dicerie le voci che
girano su Hermione Granger?
Vorrei chiedergli di non nominarla, ma le parole mi muoiono in gola. Posso
ancora mentire.
-
Hermione Granger? La Mezzosangue, dici?
-
Esatto.
-
Quella lurida, sudicia e immonda
creatura… Nata Babbana… è la feccia della terra, padre, come puoi pensare…
-
Strano, Draco. Perché sai, è stata
proprio la tua futura moglie a riferire. Mi è sembrata molto convita.
-
Pansy? Padre, hai la mia parola che si è
inventata tutto. E’ che in questo periodo sto frequentando altre ragazze
purosangue, e lei non riesce ad accettarlo. Quindi cerca di ostacolarmi dicendo
cose che mettono in cattiva luce la nostra famiglia.
-
Se è davvero così, Draco… divertiti
finchè puoi, ma non dimenticare la promessa fatta alla sua, di famiglia. Non
dimenticare che presto Pansy Parkinson diventerà tua moglie. Cerca di tenerla
sana di mente.
A questo punto Lucius Malfoy scoppia in una sonora risata. Una risata che mi fa
gelare il sangue nelle vene. Una risata alla quale sono costretto a rispondere
con altrettanto gelo. Mio padre non sembra accorgersi della vena di sarcasmo
nella mia voce. Ma come potresti, papà? Come potresti comprendere
qualsiasi cosa che vada oltre il superfluo?
-
Bene, mi sento molto sollevato.
-
Mi fa piacere – mento.
-
Però, Draco, sappi che ti tengo
d’occhio. Non osare nemmeno avvicinarti a quella feccia umana. Sai quello che ti
aspetta, a te e a lei.
E con queste parole, dopo
aver mostrato il Marchio Nero da sotto il mantello, lascia la Sala Comune in un
silenzio insolito.
Bè, papà, non mi
impedirai di vedere Hermione. Non riuscirai a metterti fra me e lei. Non le
torcerai nemmeno un capello, te lo giuro.
Ma io per stanotte devo
vederla.
L’enorme, fredda torre di
Astronomia è illuminata solo dalla flebile luce di due bacchette.
-
Pensavo non venissi più. – esordisce
Hermione. – E’ successo qualcosa?
-
Non è successo niente, stai tranquilla.
Ho solo avuto una discussione, niente di importante.
-
Vuoi parlarne? – dice lei, sorridendo,
la sua voce gentile, le parole dolci come zucchero. – Forse non è il caso di…
-
Hermione, ho bisogno di te ora. Dopo
parleremo. Adesso voglio solo te…
-
Oh. Draco…
Le nostre mani si
intrecciano insieme alle nostre lingue. E’ una danza calda, sensuale, è come se
compensasse tutto ciò che nella mia vita non ha un senso.
E’ una danza che sembra
durare ore. Abbiamo bisogno l’uno dell’altra. Sento il profumo di Draco
inebriare i miei sensi e non posso più aspettare. Sento le sue mani scorrermi
dappertutto, sento il suo bacino muoversi con sempre più impazienza contro il
mio.
La mano calda scende lungo
la mia schiena, regalandomi intensi brividi di piacere. L’altra sbottona
sapientemente la camicia e un attimo dopo la lascia cadere a terra come una
candida piuma.
Hermione è divina. E’
stupenda, bellissima, un angelo. Non riesco a misurare in tempo, è come se tutto
si fosse improvvisamente fermato a questo momento celestiale. Tutto quello che
riesco a fare è contemplare la mia dolce Hermione sbottonarmi con un’estrema
sicurezza la camicia e liberarmi in fretta dalla costrizione dei pantaloni.
Lascio che la sua gonna
finisca a terra insieme agli altri indumenti e per un attimo mi fermo ad
ammirare la bellezza che ho davanti agli occhi. E dimentico tutto il resto.
Sembra circondata da un’aura dorata. E’ proprio lei, Hermione, il mio unico
sogno, in piedi davanti a me, che mi sorride radiosa e felice.
Poi mi ritrovo ad
accarezzarle e baciarle il seno. La sento gemere piano a ogni mio tocco. Molto
lentamente salgo verso il collo, poi di nuovo il seno, la pancia, assaporando
ogni centimetro di pelle come fosse di miele.
-
Aspetta. – quando arrivo all’elastico
degli slip, mi ferma.
-
Cosa c’è?
-
Voglio che mi guardi negli occhi. Questa
volta non voglio fare sesso. Voglio fare l’amore con te, Draco.
-
Anche io.
Riprendo a baciarla con
dolcezza, come per rassicurarla.
-
Sei l’unica cosa… l’unica persona… che
da senso alla mia vita…
-
Draco…
-
Hermione… Mmmh…
E finalmente le sfilo le
mutandine. Lei fa lo stesso con i miei boxer. La attiro ancora di più a me,
poggiandole la schiena contro la parete.
E finalmente entri in me,
Draco. Ed è come se i tuoi movimenti, così sicuri, così eccitanti, andassero a
tempo con i battiti del tuo cuore. Come una musica, la musica dell’anima, quella
melodia che da ritmo alla mia vita.
-
Continua… ti prego… - supplico in un
sussurro. – E lui si ferma.
-
Dì il mio nome.
-
Draco…
-
Dillo ancora…
-
Draco…
-
Più forte!
-
DRACO!!
-
Va meglio… ti prego, non smettere…
-
Draco… mmmh…
Ed è così che ci
ritroviamo insieme, ansanti, distesi sul pavimento. A riscaldarci solo una
coperta. Adesso sono al sicuro tra le tue braccia, Draco, è la sensazione più
bella del mondo, e vorrei dirti solo che ti amo. Vorrei trovare le parole
giuste, vorrei che ti ricordassi di me e di questo momento per sempre.
-
Hermione… - e quando Draco pronuncia
piano il mio nome, è come se lo urlasse al cuore.
-
Ti amo.
|
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Capitolo 19 *** Non lasciarmi ***
Nuova pagina 1
Un’intensa luce mattutina
rischiara la stanza diffondendo un piacevole calore. Un raggio di sole che entra
dalla stretta finestra della Torre va a posarsi con grazia proprio sul bel viso
di Hermione, che, quando dorme, sembra più una dea che una donna in carne e
ossa.
I suoi riccioli color
cioccolato le ricadono sul volto sereno. Ha i lati delle labbra leggermente
curvati all’insù, come se stesse sognando qualcosa di particolarmente felice. O
forse fa semplicemente finta di dormire, chi lo sa. Per godersi la sensazione di
essere contemplata, adorata e spogliata con gli occhi di colui che ormai è
schiavo del suo amore. Non posso fare altro che guardarla. Che misurare con gli
occhi ogni centimetro della sua pelle di porcellana. Non posso che ripetere a me
stesso che vorrei non essere mai nato per quello che sto per dirle. O meglio,
vorrei non essere mai nato con questo maledetto nome. Un nome, un timbro
inflitto a fuoco sulla mia pelle perché non venga mai cancellato.
Rimango rapito da quella
visione a lungo, forse per ore. Non oso toccarla, come temendo che svegliandola
spezzi un meraviglioso ed effimero sogno.
-
Mhmm… - ad un certo punto si sveglia, e
io non posso fare altro che sorridere di cuore.
-
Hermione.
-
Draco… allora non è stato solo un sogno…
-
No, è successo davvero. – le rispondo
dolcemente spostandole i capelli dal viso.
-
Sai, temevo… che mi sarei svegliata da
sola nella mia stanza… senza avere te accanto…
Queste parole mi provocano
un’intensa fitta allo stomaco. E non so se sentirmi da Dio o infinitamente
triste quando lei mi abbraccia forte, lasciandomi senza fiato. Come se volesse
aggrapparsi alla sua unica certezza… come se temesse di essere lasciata sola…
-
E allora… l’hai detto davvero… quello? –
sussurra, sempre ancorata a me.
-
Si. Ti amo.
Adesso sento un brivido
scuoterla e abbracciarmi ancora più forte.
-
Io… ti… ti amo anch’io… - soffia al mio
orecchio, procurandomi una dolorosa morsa al cuore. – Non l’avevo mai detto a
nessuno.
-
Nemmeno io.
Adesso Hermione si
scioglie dall’abbraccio e mi fissa negli occhi, seria. Poi, d’un tratto, mi
bacia con un trasporto impressionante. E tutte le cose che devo dirle si
dissolvono nella mia testa come aria, come se non fossero mai esistite…
-
Hermione. C’è una cosa che devo dirti. –
sussurro, tenendole la mano.
-
Dimmi pure – sorride.
-
Ecco… devi sapere che qualsiasi cosa
succederà… - mi sforzo di guardarla dritto negli occhi. – io non ti dimenticherò
mai.
Improvvisamente il sorriso
radioso di un secondo prima scompare dalle sue labbra, lasciando il posto a
un’espressione incerta.
-
Che cosa significa?
-
Significa che sei… e sarai sempre…
l’unica.
Lei continua a fissarmi
con incertezza, come se avesse colto qualcosa che io non ho osato pronunciare.
-
E…?
-
Che vuoi dire?
-
So che c’è dell’altro, Draco.
Non so cosa fare se non
tacere. Come se volessi che il silenzio parlasse al mio posto. Ma lo sguardo di
Hermione non vuole silenzio, vuole parole, fatti, conferme.
-
Mio padre. Sa di noi.
La muta risposta di
Hermione non mi sorprende. Ciò che invece mi aspettavo non è successo: avrei
giurato che i suoi occhi si sarebbero riempiti di lacrime, che avrebbe pianto. E
questo dimostra tutta la sua forza, la sua voglia di andare avanti. Non posso
fare a meno di attrarla a me, di baciarla, accarezzarla ed essere inebriato
ancora una volta dal suo profumo.
-
E con questo? – dice lei staccandosi
all’improvviso, brusca.
-
E’ per la tua sicurezza…
-
Cosa? Draco, cosa?
-
E’ meglio se non ci vediamo più.
-
No.
Adesso lacrime amare
inondano i suoi begli occhi dorati. Perché l’ho delusa. Io, Draco Malfoy, non
sono stato capace di proteggerla. E per questo non riesco a dire una sola
parola. L’unica cosa che posso fare è fissarla, terrorizzato da me stesso e da
quello che sono riuscito a provocare nella persona che amo: solo rabbia, e
tristezza.
-
A me non importa di tuo padre. – dice
lei, singhiozzando, con una fermezza che non le avevo mai sentito prima.
-
Non mi importa se mi vorrà ammazzare.
Infondo cosa c’è di nuovo, Draco? Tuo padre odia quelli come me.
-
…e la nostra relazione è un motivo in
più…
-
NON MI INTERESSA! - mi
interrompe. E mi ritrovo ancora una volta a guardarla, straziato da ciò che io
stesso le ho inflitto.
-
Se vuoi davvero… fare qualcosa per me…
non lasciarmi.
-
Ci perseguiteranno!
-
La vera persecuzione per me sarebbe
starti lontana. Draco, ti prego. Ormai non puoi lasciarmi. Non ti permetto di
giocare con me. Ti ho detto che… ti amo, e non c’è mai stato niente di
così vero nella mia vita.
Lei. Mi sta supplicando.
Di non lasciarla.
E le sue parole sono una
tortura.
-
Io non ho paura di tuo padre. Ho paura
di vivere senza te accanto. Perché arrivata a questo punto… non so sul serio
cosa farei. Mi accontento di averti solo di notte… di fare finta di niente, di…
fingere che non ci sia niente… non m’importa…
-
Hermione. Tu… sei la persona più
meravigliosa che abbia mai conosciuto.
Faccio una pausa, e lei mi
da il tempo. Prendo un respiro, ignaro di tutto quello che la mia decisione
comporti.
-
Io devo proteggerti. Non mi perdonerei
mai se…
-
Non succederà. – dice, sicura.
-
Va bene. Però mi devi giurare che starai
attenta. Che non dirai una parola a nessuno. Non devi guardarmi, non devi
rivolgermi la parola. Non devi permettere che si scopra come e con chi passi le
notti. Qualsiasi cosa io dica o faccia, tu non prestarmi attenzione. Non posso
permettere che ti succeda qualsiasi cosa per colpa mia.
-
Lo so.
-
Ogni sera, a mezzanotte, ci vedremo
nella Stanza delle Necessità.
-
Grazie. – mi sorprende. Quel timido
grazie mi fa sentire ancora più colpevole.
-
Grazie a te, stupida. Sei tu che mi stai
dando coraggio per affrontare questa pazzia. Sei tu che mi stai colmando la vita
rischiando la tua…
-
…e sono io che ho scoperto chi è davvero
Draco Malfoy. – sorride radiosa.
-
Però se continuerai a litigare con Harry
e Ron non pretendere che non me la prenderò…
-
Fa parte del piano sfottere quei due! –
lei fa un’espressione offesa.
-
Allora fa parte del piano anche
insultarti davanti a tutti!
-
Devi proprio?
-
Non ne posso fare a meno.
-
Okay, Mezzosangue…
-
Prima di insultarmi pubblicamente però
baciami.
-
Con piacere…
Prendo il suo volto fra le
mie mani e affondo le mie labbra nelle sue. Ed è come la prima volta. Avere la
sensazione di non volerla lasciare andare via per niente al mondo, con il peso
di doverlo fare. La fretta di godere dell’ultimo minuto in cui posso averla si
impadronisce del mio corpo, impedendomi di fermarmi. E baciarla ancora,
toccarla, entrare dentro di lei, piano, poi più veloce, come per dare un ritmo a
tutte le emozioni che non so esprimere a parole…
E ancora una volta ci
ritroviamo distesi sul freddo pavimento, nudi, stretti l’uno nell’altra come
legati da una forza invisibile. Una forza che rende forti, che da coraggio e fa
andare avanti. Una forza che non sapevo di avere, e forse nemmeno lei.
-
Draco… sei una cosa inspiegabile…
-
Non sai tu.
***
-
Se non ci fossero tutte quelle spie in
giro ti avrei già chiesto di restare con me fino a domani. – mormora Hermione,
senza fiato. – Oh, non era per farti sentire in colpa – ride.
-
Se c’è una cosa che non potrebbe mai
farmi sentire in colpa è averti trovata.
Poi si lascia guardare
mentre si veste, e ancora una volta resto estasiato da quello che i miei occhi
non si sarebbero mai aspettati di vedere.
-
Cos’è, vuoi che ti vesta io? – ride lei.
-
Magari…
Mi alzo, controvoglia.
Prendo i vestiti finiti la notte prima sul pavimento e li indosso, come se ormai
davanti a lei fossero solo un’inutile costrizione.
-
Vai prima tu e scendi dal dormitorio di
Grifondoro per andare in Sala Grande. Così non possono sospettare niente. – dico
io.
-
E se mi chiedono dove sono stata? Cosa
ho fatto? – e qui mi lancia un’occhiata divertita – cosa rispondo?
-
Che ne so, sei tu qui quella
intelligente.
-
E così te ne lavi le mani! Complimenti!
In risposta la bacio, con
una passione prima d’ora sconosciuta.
-
Adesso vai.
-
A domani notte.
E lo guardo ancora
un’ultima volta prima di correre verso la Sala Comune. Lo guardo mentre assume
la sua solita espressione dura e dannata. E quando entro nel dormitorio,
cercando di non farmi sentire, osservo i volti delle mie compagne ancora
dormienti come per mandare loro un messaggio segreto che dice “io so cosa c’è
oltre quello sguardo”. Si, perché non posso fare a meno di sorridere al solo
pensiero di aver visto oltre il guscio gelido di Draco. Io, e solo io ci sono
riuscita. Ed è una sensazione meravigliosa.
Stranamente non mi
spaventa nemmeno il pensiero di quello che mi ha detto prima. I Mangiamorte. Ci
hanno scoperti. Sospettano di noi. Ma io mi sorprendo a sentirmi tranquilla lo
stesso, perché Draco mi proteggerà, mi starà accanto. Mi fido di lui e non
potrebbe essere altrimenti.
E non mi importa nemmeno
di essere costretta a ignorarlo. Le notti colmeranno i miei vuoti. Io suo freddo
calore saprà saziarmi di tutto quello che mi manca.
Mi stendo sul letto con
ancora i vestiti addosso. I vestiti che sanno si lui. I miei capelli sanno di
lui. Mi piace pensare che, a poco a poco, stiamo diventando una cosa sola. Spero
solo che niente e nessuno possa rompere questo amore, che è un po’ come una
bolla di sapone che volteggia nell’aria…
-
Dov’è stata? Non l’abbiamo vista
rientrare stanotte…
-
Chissà… in biblioteca?
-
Che dite! Sarà stata con qualche
ragazzo!
-
Un ragazzo?
-
E chi?
-
Hermione… con un ragazzo!
-
Impossibile…
-
No…
-
Si!
-
Cavolo, chissà chi è…
Voci. Voci che sussurrano
cercando di non far rumore, ma si sa che quando un gruppo di ragazze è intento a
spettegolare, per di più sulla vita privata di altre ragazze presumibilmente più
fortunate, non riesce a non farsi sentire.
-
Si è svegliata!
-
Adesso le chiediamo tutto…
-
Hermione! – Lavanda Brown mi fa
svegliare di soprassalto sventolandomi le sue lunghe trecce in faccia. – Dove
sei stata stanotte?
-
Eh? Io? – sinceramente, Lavanda, urlarmi
nelle orecchie non è un modo molto rassicurante per ricevere confessioni.
-
Si, tu! Non sei rientrata stanotte! –
squittisce Calì Patil, seria.
-
Io… sono stata in biblioteca a studiare
fino a tardi… probabilmente stavate già dormendo tutte… - sbadiglio.
-
Davvero? Ma come?
-
Pensavamo che fossi con un ragazzo!
-
Bè, vi sbagliavate.
-
Ehi, che cos’è questo casino? – ed ecco
Ginny, la mia eterna salvezza. – Hermione! Sei tornata! – no, intendevo dire il
contrario.
-
Fate largo gente, Hermione ha bisogno di
respirare!
-
Ma… - comincia Lavanda.
-
Niente ma! – la interrompe Ginny, che in
30 secondi riesce a riportare l’ordine nel dormitorio.
-
Herm, Herm…
-
Ciao Ginny – cerco di sorridere.
-
Stai bene o ti hanno fatto il terzo
grado?
-
Diciamo che ci hanno provato.
-
Che pettegole… però a me lo racconti,
vero?
-
Cosa?
-
Quello che hai fatto stanotte! E
soprattutto… con chi!
-
Io? Oh, ti… ti sbagli… sono stata in
biblioteca.
-
Non ti credo neanche morta.
Bè, non so che farci. Non
posso dire niente a nessuno, ne va della mia vita e di quella di Draco. Solo
ora, forse, comincio a rendermi conto del peso che avrà questa situazione, per
me e per lui.
-
Ginny… - dico, cercando di non farmi
sentire dalle altre che sembrano delle Orecchie Oblunghe viventi – Ok. Non sono
stata in biblioteca. E non voglio mentirti. Quindi ti dico solo che è una
faccenda molto seria e non ne posso parlare… con nessuno.
-
Oh, bè… - risponde un po’ delusa – Se è
questione di vita o di morte…
-
Più o meno.
-
Come?
-
Cioè, volevo dire… insomma, è una cosa
importante, molto, ma non fraintendere… Ho tutto sotto controllo.
-
Bene. Bè, se un giorno dovessi cambiare
idea e volessi chiedermi un aiuto, io ci sarò.
-
Grazie mille. E scusa se ti nascondo
sempre tutto. Ma sono costretta, sul serio.
-
Si, ti credo, stai tranquilla.
-
Bene. Ah, Ginny… non dire niente di
tutto questo a…
-
Harry e Ron. Lo so.
-
Perfetto.
Poi Ginny si allontana,
facendomi l’occhiolino e rimproverando le ragazze che ancora cercano di
origliare.
E io, approfittando degli
ultimi cinque minuti per stare a letto prima che inizino le lezioni, ripenso
alla notte appena passata, in estasi. Tormentandomi le labbra ancora rosse e
gonfie che i baci roventi di Draco mi hanno lasciato.
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Capitolo 20 *** Quello che noi dobbiamo ***
Nuova pagina 1
Scendo nervosamente le
scale, ricordandomi solo ora che ieri pomeriggio non ho praticamente toccato
libro. Sono stata talmente occupata a fantasticare su me e Draco da dimenticarmi
di ripassare per l’interrogazione di Storia della Magia e il compito di Pozioni.
Merda.
Okay, sono una caposcuola
e la decisione di comprare una penna autocorreggente dei gemelli Weasley non
concorda pienamente con i miei saldi principi morali. Ciò non toglie che non
intendo avere risultati degni di Lavanda Brown, e inoltre non dovrei sentirmi
troppo in colpa dato che in 7 anni non ho mai giocato sporco mentre c’è gente
(come Draco) che non ha fatto altro, nonostante tutte le regole imposte dalla
scuola. Adocchio Seamus (che fa le veci di Fred e George da quando hanno
lasciato la scuola), reprimendo l’istinto di sequestrargli l’intera scatola di
Merendine Marinare che sta contrattando con un timido ragazzino del secondo
anno.
-
Seamus…
-
Hermione, ti prego, ne parliamo dopo,
sono nel bel mezzo di un ottimo affare…
-
Tieni, offro io per questo simpatico
ragazzo. – gli dico, tendendogli due o tre banconote che non ho neanche contato.
-
Grazie! – esclama il ragazzino,
contento.
-
Hermione! – dice Seamus, guardandolo
allontanarsi. – Hai diffamato la legge di Hogwarts!
-
Chi se ne frega, dovresti essermi grato
che non ti ho sequestrato tutto! – ribatto io.
-
Adesso devi darmi una delle tue
Autocorreggenti.
-
Che cosa? – Seamus è evidentemente
spiazzato. – Sei Hermione Granger o Pansy Parkinson sotto l’effetto della
Pozione Polisucco?
-
Sono Hermione, idiota. Ieri non ho avuto
il tempo di ripassare… devo solo accertarmi di non fare errori… Oh, insomma,
vuoi darmi quella penna o devo chiedere a qualcun altro?
-
Ovvio che te la do! Anche due! Insomma,
questa è una data da ricordare!
-
Senti, non è che devi andarlo a dire. La
uso solo per questa volta, giuro.
-
Tranquilla, Hermione, puoi usarla quando
ti pare!
E se ne va, gongolante. Mi
sento un po’ un’oca senza cervello con questa diavolo di penna in mano, in
effetti. Ma la mia voglia di fare un buon compito reprime l’impulso di gettarla
il più lontano possibile da me…
-
Hermione! – mi accoglie Ron vedendomi
entrare nella Sala Grande.
-
Ciao, ragazzi. – rispondo con un saluto
generale, versandomi nella tazza una quantità di caffeina non indifferente per
restare sveglia.
Ma niente, nemmeno il
caffè, può tenermi sveglia più della straordinaria visione che ho davanti in
questo istante. Draco Malfoy nel suo elegante assetto da Caposcuola, bello come
il sole, entra nella sala seguito da una cerchia di Serpeverde. Mi stupisco
constatando che Pansy Parkinson non gli sta alle calcagna come mi aspettavo.
Insomma, mi ero preparata. Ma niente, la Parkinson per chissà quale motivo non
si vede in giro.
Bè, comunque non posso
fare a meno di compiacermi cogliendo lo sguardo di Draco fisso su di me, come se
mi stesse spogliando con gli occhi.
Ho paura. Ho paura che un
sarcastico “Mezzosangue!” esca dalla sua bocca. Mi accorgo immediatamente che
non ho voglia di scherzare. Non voglio fingere. Preferisco che mi ignori
piuttosto che continuare un gioco che non mi piace.
Draco sembra accorgersene,
e dopo avermi accuratamente fatto la radiografia distoglie lo sguardo, senza
dire una parola.
-
Scusa Hermione, non per farmi i fatti i
tuoi… - inizia Ron.
-
Bè, lo stai già facendo… - lo ammonisce
Ginny.
-
Stà zitta tu! Allora? Perché Malfoy ti
guarda in quel modo?
Bè, Ron è il mio migliore
amico. Non mi sembra molto carino dirgli semplicemente di farsi gli affari suoi,
quindi cerco di essere evasiva.
-
Evidentemente mi trova attraente.
-
Cosa? – Ron è visibilmente sconcertato,
come se fosse impossibile che la sua migliore amica interessi a qualcuno.
-
Secondo te un ragazzo perché guarda una
ragazza? – dico, sorridendo. Pensando che Draco mi desidera più di ogni altra
cosa…
-
Oh. Bè, hai ragione. Però…
-
Però? Ti da fastidio che Harry mi
guardi? – interviene Ginny maliziosa, stringendo la mano di Harry, che la fissa
adorante.
-
Ma no! Insomma, sei mia sorella!
-
Ed Hermione è la tua amica!
-
Io… miseriaccia, ho fatto solo una
stupida domanda!
-
Tranquillo Ron – dico io con dolcezza. –
Non importa. Pensiamo a mangiare, chi se ne frega dei gusti di Malfoy?
Io, per esempio.
Poi il Preside fa il suo
ingresso nella Sala, posizionandosi al centro del tavolo degli insegnanti.
Sembra voglia dirci qualcosa.
-
Un attimo di attenzione, prego. Devo
darvi un annuncio.
Nella Sala cala
immediatamente il silenzio.
-
Sono lieto di comunicarvi che il giorno
di Natale si terrà un ballo nella nostra scuola.
Mormorii eccitati si
alzano dai quattro grandi tavoli. Un ballo… non posso fare a meno di pensare che
non potrò andarci con Draco. Ron già mi fissa, sorridendo.
Non è giusto. Non posso
fare a meno di guardare verso Draco, trasmettendogli tutta la tristezza che ho
in corpo. Lui mi lancia una rapida occhiata che sembra voglia dire ciò che io
stessa provo e poi si gira di scatto verso i suoi compagni di casa.
-
Sarà una grande festa dove si richiede
l’eleganza. E che gli studenti siano in coppia, per vivere la serata il più
piacevolmente possibile…
Un altro tuffo al cuore
quando Ron mi prende la mano con dolcezza. Mi limito a ritrarla, lasciandolo
visibilmente sconcertato. Non posso. Non voglio.
Sono tentata di correre da
Draco, ma il mio tacito dovere è come un vincolo che mi tiene incollata alla
sedia.
-
…Ovviamente si richiede la massima
partecipazione di prefetti e caposcuola, che sono chiamati a partecipare alle
riunioni organizzative che vi saranno comunicate a tempo debito. Bè… sono sicuro
che abbiate gradito l’idea quanto e più di noi insegnanti. Buona giornata!
-
Che idea fantastica!
-
Spero che Micheal Corner mi inviti!
-
Sarebbe un sogno!
-
Magari avere Harry Potter per una sera…
- schiamazzano Lavanda e Calì, estasiate dall’idea della festa, e mi stanno già
pregando di proporre all’organizzazione l’inserimento di graziosissime
decorazioni in tutti i toni del rosa.
-
Abbassate la cresta, il mio ragazzo non
si tocca! – interviene Ginny, seria. E comincia a baciare Harry con un trasporto
non indifferente, provocando mormorii di disapprovazione da parte di Lavanda e
le sue amiche.
Bè, se l’intento di Ginny
era quello di essere invidiata, c’è riuscita. E non solo dalle ammiratrici di
Harry. IO la invidio. Perché può permettersi di baciare il suo ragazzo alla luce
del sole, senza temere di essere mandata all’altro mondo. Ok, Harry ha dovuto
affrontare la qualunque, e lei ha sofferto tanto. Ma ora, nonostante tutto,
niente riesce ad allontanarli l’uno dall’altra.
Chissà, forse succederà
anche con me e Draco. Se riusciremo ad andare avanti. Perché io sono
disposta a tutto. Sono certa di amarlo. Ma lui? Sarà capace di reggere tutto
questo?
Non riuscendo a sopportare
che tutti questi pensieri mi invadano il cervello un altro minuto esco dalla
Sala Grande, decisa a fare una passeggiata in giardino per rilassarmi un po’.
Decido di sedermi sotto un
grande albero accanto al lago, godendomi il flebile calore di una bella giornata
soleggiata. E penso. Penso a quanto vorrei non restare sola. A quanto vorrei con
tutto il cuore andare a quel ballo con Draco. Vorrei che, adesso che la guerra è
finita, i Mangiamorte la smettessero una volta per sempre di essere Mangiamorte
e lasciassero i loro figli liberi di fare le loro scelte.
Senza riuscire a
sbarazzarmi dell’eccessivo tasso di stress che questi pensieri mi provocano, mi
sdraio sull’erba ad occhi chiusi all’ombra del grande albero, cercando di
sgombrare la mente.
E poi sento morbide labbra
baciarmi dolcemente. Godendomi quella sensazione inebriante restando ad occhi
chiusi, come fosse un sogno.
-
Ehi… - mi sussurra Draco all’orecchio.
-
Mi hai trovata, eh?
-
Ti ho fissata tutto il tempo,
Mezzosangue. Anzi, se ci tieni a saperlo la mia perversa mente ti ha tolto di
dosso tutti quei vestiti.
-
Oh. – sorrido – Peccato che sia stata
solo la mente.
-
Non mi provocare. Non posso mica
spogliarti qui…
-
E se qualcuno ti ha seguito?
Il suo sguardo, d’un
tratto, si fa serio.
-
Nessuno mi ha seguito. Devi stare
tranquilla quando sei con me. Non devi temere niente. Hermione, io mi sono
imposto di proteggerti da qualsiasi cosa. E io mantengo le promesse, non devi
dimenticarlo mai.
-
Io non… non dimentico.
-
Bene.
Non so cosa dire. Non
trovo parole che bastino a esprimere la mia riconoscenza e i miei sentimenti.
-
A che pensi?
-
Al ballo. Non sai… quanto mi piacerebbe
andarci insieme a te.
-
Bè, quello è l’ultimo dei nostri
problemi.
-
E’ vero… sembra stupido, lo so… ma
l’idea di andarci senza di te mi da la nausea.
-
Perché non ci vai con Weasley? – la sua
domanda mi spiazza.
-
Ron?
-
Ho visto come ti guardava. Si vede che
ti vuole. – Lo dice con una tale naturalezza, una tale calma da farmi arrossire.
-
Pensaci. Ci devi andare. Dobbiamo tutti
e due. Tu con Weasley, io non so…
-
Che cosa? – il pensiero che Draco possa
portare a una festa un’altra ragazza mi fa terribilmente male.
-
Hermione, dannazione, siamo caposcuola.
Se vedono che non ci andiamo avranno dei sospetti. E basta un sospetto per
azionare mio… padre.
Silenzio.
-
Con chi ci vai? – è tutto quello che
riesco a dire.
-
Non lo so. Troverò qualcuna.
-
Sai che la vorrò morta, vero?
-
E tu sai che sono sette anni che voglio
morto Weasley, ma ho fatto uno sforzo immane per non fare soffrire la mia
piccola Mezzosangue.
-
Come hai detto?
-
Lascia perdere. Non è importante.
-
Oh… come vuoi.
-
Hermione, ascoltami. Devi fidarti di me.
Ti prometto che usciremo al più presto da questa situazione. Sono Draco Malfoy,
accidenti. Draco Malfoy esce sempre vincente.
A questo punto chiudo gli
occhi, abbandonandomi a un bacio profondo.
-
Adesso devo andare. A stanotte…
-
Aspetta.
-
Che c’è?
-
Volevo solo dirti che ti amo.
Un solo sguardo è la
taciuta risposta. Mi perdo ancora per un attimo nella tempesta che impazza nei
suoi occhi, e poi sono di nuovo sola. Ma con quello sguardo ancora nel cuore…
Rigirandomi la mia nuova
penna autocorreggente fra le mani torno alla realtà, pensando con una totalmente
inaspettata mancanza di terrore al compito e all’interrogazione che mi
aspettano. Torno a scuola, pregustando già un intenso pomeriggio di shopping con
Ginny e Luna.
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Capitolo 21 *** Hogsmeade ***
Nuova pagina 1
Salve! Eccomi con un nuovo
capitolo della ff! Vi ringrazio per tutte le recensioni che avete lasciato,
siete fantastici! Mi raccomando, continuate a leggere e non ve ne pentirete ^^
Rispondo a una recensione:
Draco e Pansy non stanno insieme, ma le loro famiglie hanno progettato di farli
sposare. Ma non credo che questo matrimonio si farà... baci a tutti e ancora
mille grazie!
Hermione Granger è rimasta
Hermione Granger! Ho gettato la penna nel lago! Sapevo le risposte praticamente
a memoria e l’interrogazione, nonostante non abbia toccato libro, è andata a
gonfie vele.
Devo dire che è piuttosto
gratificante sapere di essere ancora una studentessa modello.
Comunque adesso questo
discorso è più che inopportuno. Devo cercare di togliermi il pensiero di Draco
dalla testa, per oggi.
Arrivata nella mia camera
apro l’armadio in cerca di qualcosa di essenziale ma carino per andare ad
Hogsmeade. Ci hanno concesso il pomeriggio libero, quindi sicuramente ci sarà
anche Draco. Okay, non ci riesco proprio a non pensare a lui.
Alla fine opto – come
avevo previsto, d’altronde – per il più semplice degli accoppiamenti: i soliti
jeans e un pull bianco panna, con le solite scarpe da ginnastica.
-
‘Mione! – Ginny irrompe selvaggiamente
in camera, come sempre. – Ma che ti sei messa?
-
Io? – rispondo, simulando di essere
offesa.
-
Ovvio! Vuoi farti notare da lui o
no?
-
Ma da lui chi?
-
Che ne so! Non vuoi dirmelo!
Scoppio a ridere,
esasperata.
-
Non è che non voglio, non…
-
Puoi. Lo so.
-
E comunque mi noterà lo stesso, anche se
non mi agghindo come se fossi Moira Orfei.
-
E così hai qualcosa da ridire suoi miei
vestiti? – ride Ginny.
-
Ma, sai… quella minigonna…
In realtà, Ginny è
bellissima. E’ sempre bella, ma l’abbigliamento scolastico non mette in risalto
le sue forme e i suoi lineamenti delicati. Oggi invece indossa una camicetta
celeste dalle maniche svasate e una discreta scollatura e una semplice minigonna
in jeans, nonostante fuori non so di quanto la temperatura superi il grado.
-
Sai, ho detto ad Harry che sarei uscita
con te e Luna per comprare qualcosa da mettere per la festa, quindi voglio che
mi noti almeno da lontano.
-
Gin… se preferisci uscire con Harry vai
pure, io…
-
Scherzi? Senza i miei consigli potresti
uscire dal negozio con un vestito serioso stile suora del novecento…
-
Grazie per la fiducia, tesoro.
-
Di niente. Comunque ti serve
assolutamente il mio aiuto, Hermione. Quella sera il tuo ammiratore segreto
dovrà svenire sul colpo quanto di vede. Sono stata chiara?
-
Ginny, si può sapere che cos’hai in
mente esattamente?
-
Solo dimostrare ai maschi che anche
Hermione Granger ha un corpo, e non è niente male.
Alzo gli occhi al cielo,
esasperata. Però Ginny ha ragione: anche se non potrò stare con Draco, voglio
che almeno lui mi guardi tutta la sera.
-
Allora, andiamo? – chiedo.
-
Certo, ma prendi un bel po’ di galeoni.
Ci dirigiamo verso la Sala
Grande, dove ci aspetta una più che mai stramba Luna Lovegood. Luna indossa una
gonna lunga smessa, tempestata di strane spille floreali, che danno all’insieme
un tocco decisamente primaverile, abbinata a un paio di stivali anch’essi
decorati con fiori di ogni forma e colore. A completare il tutto i suoi soliti
adorati orecchini pendenti a forma di ravanelli.
-
Ciao, ragazze!
-
Ciao Luna. – bè, nonostante
l’abbigliamento un po’ insolito Luna è molto carina. Credo che stia uscendo con
Neville. Prima che possa chiederle la conferma, Ginny mi precede.
-
Come và con Neville? – chiede, mentre
cominciamo ad avviarci alle carrozze per Hogsmeade.
-
Oh, è fantastico! Un tesoro! Ieri siamo
andati a fare una passeggiata nella Foresta Proibita, mi ha aiutata a cercare
gli schiopodi!
-
Oh… davvero?
-
Si! Non ne abbiamo trovato nemmeno uno,
ma è stato ugualmente affascinante! E poi Neville mi ha spiegato un sacco di
cose interessanti su un sacco di piante…
Mentre Luna continua a
raccontare a una Ginny esterrefatta ma contenta, io avvisto Draco. E come non
notarlo, lo riconoscerei fra mille. Anche lui aspetta la carrozza per Hogsmeade.
Sento il sangue arrivarmi a una velocità allucinante alle gote, che mi si
tingono di un rosso scarlatto. Lo voglio. Lo vorrei subito, adesso, e invece
l’unico contatto che mi posso permettere sarebbe litigare, come…circa un mese
fa.
-
Guarda, Draco… - dice Blaise.
-
Ehi, Draco, c’è la Mezzosangue! – urla
quell’energumeno di Goyle puntandomi il dito contro come se fossi una condannata
a morte.
-
Modera i toni, deficiente! – Draco mi
rivolge solo un’occhiata che a me sembra eterna, e in quell’ attimo riesco a
perdermi nei suoi occhi di ghiaccio. Poi distoglie lo sguardo e sono costretta a
tornare alla realtà in cui lui è il Purosangue bastardo e io sono solo una
Mezzosangue orgogliosa.
Nella frazione di tempo di
quel gioco di sguardi è arrivata la carrozza. Draco si gira ancora verso di me,
prima di salirvi sopra, e questa volta rompe il silenzio.
-
Granger, non startene lì imbambolata, la
carrozza è arrivata.
-
Sai, Malfoy, avrei preferito prenderne
un’altra per stare il più lontano possibile da te, ma se ci tieni tanto…
-
Figuriamoci se voglio stare con una
Mezzosangue. Il fatto è che in famiglia mi hanno insegnato la galanteria. – un
coro di risa sguaiate parte dal gruppetto di serpeverde che lo attorniano, fra i
quali anche questa volta manca Pansy Parkinson.
-
Tu galante, Malfoy? Quando nevicherà ad
agosto! – dico, sprezzante.
-
Vuoi salire o no? La carrozza sta per
partire.
-
Salgo, ma non vedrò l’ora di arrivare!
Faccio cenno a Ginny e
Luna di seguirmi, anche se entrambe accolgono la proposta con riluttanza.
-
Weasley e Lovegood! Granger, Granger… la
tua compagnia mi sorprende ogni giorno di più. Ti sei scocciata dello Sfregiato
e del suo compare?
-
No, affatto. Oggi avevo voglia di
cambiare aria, se ti può interessare.
-
Per niente. Le faccende di una
Mezzosangue secchiona non mi riguardano.
-
Allora taci.
Draco sembra capirmi, e
tace, guardando fuori dalla finestra.
Poi il suo sguardo si
sposta di nuovo su di me, che sono seduta giusto di fronte a lui e non riesco a
staccargli gli occhi di dosso un solo momento. E mentre i Serpeverde sono
occupati a litigare animatamente con Ginny e Luna, fa una cosa che non mi sarei
mai aspettata.
Tende la mano e sfiora la
mia, per poi stringerla forte e ritrarla, senza lasciarmi neppure il tempo di
godermi il momento.
E io cerco di comunicargli
telepaticamente quanto lo amo.
Arrivati a Hogsmeade,
Draco mi lancia un’altra occhiata furtiva per poi allontanarsi con i suoi amici.
La cittadina sembra
rinata: non ci vado dai tempi in cui la guerra non era ancora finita. Come se
fossero tempi remoti, come se il mondo non avesse mai perso nessun innocente. E’
finita ieri ma per me ora è un’altra vita. Una vita che voglio passare con Draco.
Una vita in cui nessun Mangiamorte mi impedirà di essere felice insieme a lui.
Adesso la gente passeggia
tranquillamente per le stradine affollate, i negozi hanno riaperto e si respira
un’aria decisamente festaiola.
-
E’ fantastico – dice Ginny. – Non me la
ricordavo così bella…
-
Nemmeno io. – rispondo.
-
Che ne dite di fare un salto da
Mielandia? – chiede Luna contenta.
-
Ci vorrebbe un po’ di zucchero per farci
riprendere dallo shock di aver passato circa 20 minuti con quei Serpeverde da
quattro soldi… - dice Ginny – Grazie, Hermione! Avrei preferito prendere
un’altra carrozza… Quando Harry saprà che abbiamo accettato un passaggio da
Malfoy…
-
Io dico di andare subito da Madama
McClan, così ci togliamo il pensiero dei vestiti, che ne pensate? – dico io,
ignorando le proteste di Ginny.
-
Tu? – chiede Ginny a Luna.
-
Per me va benissimo. Vorrei comprare un
bel vestito stile hippie, vi piace l’idea?
-
NO! – rispondiamo in coro io e Ginny.
-
Ma come? Sono così belli…
-
Luna, oggi un bel vestito per te lo
scegliamo noi. – taglia corto Ginny, seria.
-
Ma…
-
Niente ma! Neville resterà paralizzato!
– dico io, facendole l’occhiolino.
Ancora nel bel mezzo dei
nostri discorsi frivoli entriamo da Madama McClan. Il negozio è pieno di gente e
un gruppo di ragazze si è già avventato fra le decine di vestiti eleganti
posizionati in una stanza a parte.
-
Che belli… - dice Luna.
-
Si, però guardate i prezzi, sono
carissimi! I miei mi toglieranno la paghetta per 3 mesi… - dice Ginny, ma sembra
dimenticarsi del pensiero dei soldi quando vede uno splendido abito nero corto.
-
Vado a provarlo!
Anche io ho adocchiato
qualcosa. Un bellissimo vestito blu e argento, corto. Con un ampia scollatura
bordata di strass e una fascia sotto il seno, sempre in argento. Lo provo.
Scende morbido lungo i miei fianchi e la scollatura lascia intravedere il
decolté.
-
Hermione, sei stupenda! – esclama Luna,
fasciata da un abito verde smeraldo lungo fino ai piedi, che si intona con i
suoi occhi.
-
Accidenti! – urla Ginny venendomi
incontro. – Devi prenderlo per forza, ti sta benissimo!
-
Dite? Non vi sembra…
-
E’ perfetto. – mi interrompe Ginny.
-
Già – concorda Luna con un sospiro.
-
Bè, anche voi state benissimo.
Ginny ha deciso di provare
almeno altri 15 vestiti, ma nessuno le piaceva come il primo. Io e Luna siamo
rimaste a guardarla delirare ridendo come matte finchè non si è decisa.
Adesso stiamo camminando
per le vie della città. Finalmente entriamo da Mielandia, poi da Tiri Vispi
Weasley, che straripa di gente e ha ormai superato di gran lunga gli altri
negozi di scherzi.
Poi ci dirigiamo ai Tre
Manici di Scopa. E lì lo vedo. Immobile, lo sguardo fisso nel vuoto. Solo.
Quando mi accingo a entrare senza salutarlo, lui mi sibila un sussurrato “esci”.
Ed è un colpo al cuore. Sta aspettando me. Chissà da quanto poi.
Ginny e Luna ordinano due
burrobirre.
-
Per te? – mi chiede Luna.
-
Io… niente. Aspettatemi qui, torno fra
mezz’ora.
-
Ma dove vai da sola?
-
Devo… devo fare una cosa.
Ginny annuisce e mi fa
segno di uscire.
Ha cominciato a nevicare.
Apro la porta, ma Draco non c’è più. Cerco di seguire delle orme sulla neve,
anche se potrebbero non essere sue. Fa che lo trovi… ti prego…
Dopo circa cinque minuti
lo trovo. E’ lui. Appoggiato a un albero, mi fissa con il suo solito ghigno
stampato in faccia.
-
Certo che sei davvero intelligente,
Mezzosangue. Come hai fatto a trovarmi?
-
Nevica. – dico semplicemente, accennando
alle impronte sulla neve.
-
Oh. Già. Vieni qui. – è un ordine. E
sono come ipnotizzata dal padrone delle mie azioni. Avanzo piano verso di lui e
poso delicatamente le mie labbra sulle sue.
-
Mmh… ti amo… - sussurra Draco,
accarezzandomi i capelli.
-
Sono due ore che ti aspetto. Dove sei
stata?
-
Ho… ho comprato un vestito per la festa.
– il suo sguardo d’un tratto diventa di ghiaccio e fa raggelare anche me. Si
sposta, sciogliendosi dall’abbraccio e torna a fissare il vuoto, pensieroso.
-
Già. Quella dannata festa.
-
Sei stato tu a dirmi di andarci.
-
Infatti. Ma non vuol dire che mi vada
vederti con un altro.
-
Io invece mi divertirò a vederti
abbracciare una qualunque…
-
Io non abbraccerò proprio nessuno. Se
non te.
Oh. Mi viene da piangere.
Mi viene da urlare, da ridere, un miscuglio di molti sentimenti, in effetti.
-
Lo sai che ti amo da morire, vero? –
dico io.
-
E come potresti non amarmi…
-
Baciami. Dopo non ci sarà il tempo.
-
Con piacere…
Fortunatamente il luogo
dove mi ha portata era deserto, perché Draco mi ha quasi spogliata. Dopo circa
mezz’ora sono tornata da Ginny e Luna, lasciandolo ancora in balia dei suoi
pensieri.
E quando loro mi hanno
chiesto dov’ero stata, ho risposto semplicemente “dove volevo”. Perché è lui che
voglio. Lui è la mia essenza vitale, lui mi permette di andare avanti e di
guardare oltre le difficoltà. Draco Malfoy. Chi l’avrebbe mai detto.
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Capitolo 22 *** Pericolo ***
Nuova pagina 1
La Sala Grande è inondata
dalla flebile luce di un centinaio di candele, sospese a mezz’aria sopra le
nostre teste. Decine e decine di studenti si riversano minuto dopo minuto nella
sala, tenendo per mano le loro damigelle. Un’avvenente biondina in questo
momento stringe il mio braccio fino quasi a bloccarmi la circolazione, e mi
fissa con aria adorante. Ma io non la vedo.
Il mio migliore amico
Blaise Zabini è intento ad abbracciare una bellissima Pansy Parkinson, splendida
nel suo abito nero nonostante stia passando tempi duri. Ogni tanto, Pansy posa i
suoi occhi su di me, incenerendo con lo sguardo la ragazza con cui sono
costretto a passare questa serata che spero finisca il prima possibile. Poi si
volta nuovamente verso Blaise improvvisando un sorriso forzato.
Lo scorrere dei miei
pensieri viene frenato quando lei fa il suo ingresso nella Sala. Una
dozzina di persone, come me, rivolgono delle occhiate di sorpresa (e di
compiacimento), verso la meravigliosa, straziante visione di Hermione Granger
che scende le scale a passi lenti, guardando dritto davanti a se. E’ stupenda, è
di una bellezza disumana. Mi sento mancare, non posso fare a meno di staccarmi
di dosso la biondina che sta involontariamente attentando alla mia vita
stritolandomi un braccio per contemplare da lontano la mia Hermione.
Fasciata da un vestito blu
con rifiniture argentee che lascia una perfetta visuale delle sue lunghe gambe e
del suo decolté, mai messo in mostra prima d’ora. Cerco di sorriderle, per
rassicurarla, per dirle silenziosamente che in questa serata ci sarà lei e
nessun altra.
Mi si stringe lo stomaco
quando un Ronald Weasley compiaciuto quanto me le passa una mano intorno alla
vita, dandole un leggero bacio sulla guancia. Vorrei ucciderlo, ma grazie al il
mio autocontrollo riesco a limitare l’istinto omicida stringendo i pugni come se
volessi frantumare un bicchiere di vetro.
Una frustrazione con cui
convivo ormai da circa un mese mi assale quando lei, rivolgendo la guancia rosea
a Weasley, mi fissa passandosi seducentemente la lingua sulle labbra. Una
scarica di eccitazione si impossessa del mio corpo. Non so quale forza ormai
riesce a tenermi saldo e immobile al mio posto impedendomi di correre da lei e
portarla via da questa dannata festa. L’unica mia certezza in questo momento è
che sto impazzendo e Dio solo sa quanto.
-
Chi è quella? – chiedo a Ginny,
liberandomi dal soffocante abbraccio di Ron.
-
La ragazza che sta con Malfoy, dici?
Annuisco.
-
E’ Catherine Smith, Corvonero, del
quinto anno. Ma non credo che stiano insieme.
-
Certo che non stanno insieme. – dico,
cercando di non far trasparire l’ovvietà della mia risposta e soprattutto
l’istinto di scaraventarla il più lontano possibile da Draco.
Questa sera, definirlo
attraente è riduttivo. Paragonarlo a un angelo è superfluo.
E’ semplicemente perfetto,
e non ho mai avuto in mente prima d’ora una definizione più chiara di
perfezione.
Nelle riunioni che
Prefetti e Caposcuola hanno tenuto per organizzare il ballo (dove mi sono
obbligata a stare quanto più lontana da Draco), si è deciso di eliminare i
quattro lunghi tavoli delle Case e inserirne di più piccoli per garantire
maggiore privacy agli studenti. Ed è così che io, Ron, Ginny, Harry, Neville e
Luna ci ritroviamo seduti allo stesso tavolo a chiacchierare cercando di
sovrastare la musica che si fa sempre più assordante.
Purtroppo Draco ha avuto
la fantastica idea di posizionarsi proprio di fronte a me, rendendomi ancora più
impossibile l’ascolto di quello che i miei amici stanno dicendo. Come se non
bastasse, il principe di Serpeverde ha deciso di ricambiare il mio gesto di
qualche minuto prima, e adesso mi ritrovo a sorridergli maliziosamente mente si
passa la lingua sulle labbra con un’aria maledettamente sexy.
Una violenta scarica
elettrica mi attraversa tutto il corpo, e se non fossi stata seduta so per certo
che sarei già a terra, per come le mie gambe siano diventate incredibilmente
molli. Draco ride di gusto osservando la mia espressione distrutta, poi decide
di farmi il favore di guardare altrove in modo che finalmente la smetta di
arrossire violentemente a ogni suo movimento e torni al chiacchiericcio dei miei
amici.
-
Ti va di ballare, Hermione? – chiede Ron,
speranzoso.
-
Certo – mento. C’è il novanta per cento
delle possibilità che io cada maldestramente. Uno, non sono abituata ai tacchi.
Due, l’effetto di caos scatenatomi poco fa da Draco è ancora in corso. Ma di
passare la serata seduta a fantasticare non se ne parla, quindi decido di
accontentare Ron e mi dirigo di malavoglia verso la pista da ballo.
-
Finalmente potremo divertirci… - mi
sussurra all’orecchio il mio migliore amico, con uno tono irriconoscibile.
Questo atteggiamento un
po’ mi spiazza, quindi decido che tacere è la soluzione migliore.
-
Che ne dici di prendere qualcosa da
bere? – dico a un Ron scatenato (penso che comunque abbia già bevuto una
quantità abnorme di Firewisky prima di venire, dati i suoi comportamenti
anomali) dopo circa un’ora che balliamo. Onestamente, sono già a pezzi, e il
pensiero di Draco non fa che peggiorare il mio già alto grado di frustrazione.
-
Ottima idea! – risponde allegro.
Ci allontaniamo dalla
pista da ballo, diretti all’angolo bar dove troviamo Seamus, che sembra essere
l’unico studente che non si è ancora ubriacato.
-
Ehi, Ron! Che prendi da bere?
-
Un Firewisky, amico.
-
Allora vai forte stasera! – dice Seamus,
alludendo a me. - E tu, Hermione? Cosa prendi?
-
Una burrobirra.
Seamus mi passa un
bicchiere, scontento. Avevo pensato a qualcosa di più forte, in effetti, ma non
so per quanto tempo io sia capace di resistere all’alcool, dato che non ho mai
bevuto niente di forte. Quindi decido che è meglio tenermi sobria e sorseggio la
mia burrobirra, cercando di non pensare a niente.
Ron invece vuota il suo
bicchiere in un attimo e questo mi preoccupa. Non voglio che si ubriachi,
l’alcool non provoca altro che guai e ne ho già abbastanza per poterne reggere
altri.
-
Non ti azzardare a bere un solo goccio
di più!
-
Come? – chiede Ron, intontito dal Wisky
e dalla musica a volume altissimo.
-
Ho detto che devi smettere di bere
quella schifezza! – urlo.
-
Oh. Come vuoi. Torniamo a ballare?
-
Aspetta.
Sono sicura che, se non ci
fosse stata la musica, Ron avrebbe avvertito che il mio cuore ha smesso di
battere per un attimo.
-
Finnigan, dammi qualcosa di forte.
-
Certo, Draco.
Non so come, si è liberato
della biondina. O forse lei lo sta aspettando da qualche parte. Ma ora Draco è
qui, seduto a un passo da me, che sorseggia non so quale liquore babbano con lo
sguardo perso nel vuoto, e ancora una volta oggi sento il bisogno irrefrenabile
di saltargli addosso e spogliarlo…
Il rumore sordo del
bicchiere vuoto posato sopra il bancone mi riporta inesorabilmente alla realtà.
Draco mi scocca un’occhiata divertita. Poi lo vedo perdersi nuovamente tra la
folla, e a quel punto mi ritrovo a essere incapace di controllare qualsiasi
istinto che mi spinga a seguirlo.
-
Ron… devo… andare in bagno… aspettami
qui, capito?
-
Va bene, ma fai presto.
-
E non bere!
Mi allontano
meccanicamente dall’angolo degli ubriachi.
Sento ancora la scia del
suo profumo inebriare i miei sensi senza ritegno.
Non devo. Non devo andare
da lui. Lo so, ma non mi importa. Ho bisogno di Draco, ora, in questo istante, a
costo di essere uccisa da un Mangiamorte.
Fortunatamente lo trovo in
un angolo remoto della Sala, seduto a un tavolo e solo. Guarda me. E’ una
visione elettrizzante. Aspetta me. Riesce a incatenare il suo sguardo al mio e
ad attirarmi verso di lui senza battere ciglio. E il bello è che sono
perfettamente lucida, so cosa sto facendo. Ma non me ne importa niente.
Mi siedo sulle sue gambe,
incurante della gente che, lo sento, il destino ha messo intorno a noi per il
semplice fatto che ha la mente annebbiata dall’alcool.
-
Mi stai facendo morire. – mormoro al suo
orecchio, facendo in modo che le mie labbra sfiorino la sua pelle diafana.
-
Non sarei dovuto nemmeno venire. Ti
rendi conto di quanto stiamo rischiando? – dice lui alludendo alle persone.
-
Sono tutti ubriachi. E poi… non mi
importa.
Mi guarda negli occhi e
riesce a scatenare in me l’inferno più nero, la voglia di lui che mai fino ad
ora mi ha assalita così tanto.
Poso le mie labbra sulle
sue, schiudendole quasi subito e lasciando che la sua lingua mi invada la bocca,
regalandomi mille sensazioni che non so nemmeno descrivere.
Lascio che le sue mani
percorrano la mia schiena e si insinuino sotto il vestito, accarezzandomi le
gambe con una delicatezza che mi stordisce più di quanto non lo sia già.
Gli circondo il bacino con
le gambe e mi ritrovo seduta cavalcioni sopra di lui, incapace di trattenere la
mia incontrollabile eccitazione.
Comincio a sfilare i
bottoni dalle asole della sua candida camicia, uno per uno, con una lentezza
dovuta anche al tremore che ha catturato le mie mani.
Gli accarezzo il petto con
dolcezza, fermandomi un attimo per appoggiare la testa contro la sua pelle calda
ma senza un goccio di sudore.
-
Basta… fermati. – supplica, ma sono
ormai sorda anche alle sue stesse parole.
-
Hermione, ti prego, vai via.
-
Non posso. Non posso…
-
Devi. Vattene, è una pazzia.
Alla parola “pazzia” il
mio cervello ricomincia a recepire ciò che dice.
-
Dobbiamo vederci dopo, o io muoio.
-
Ci vediamo alle 4, alla Torre.
A questo punto libero la
presa, cercando di ricompormi come posso. Sono una stupida, lo so. Ma non ce
l’ho fatta. Mi allontano, cercando di non guardare Draco e sperando con tutto il
cuore che quelle persone avessero davvero perso il controllo.
Trovo Ron, che ancora mi
aspetta seduto al bar.
-
Ce ne hai messo di tempo! Ma che fine
avevi fatto? – Se non altro, almeno il mio migliore amico non mi ha vista con
Malfoy.
-
Scusami. Non mi sento molto bene.
-
Vuoi andare via? – chiede con fare
protettivo, prendendomi la mano.
-
Si…
-
Ti accompagno.
Sto per dirgli che non ce
n’è bisogno, ma sono attraversata da un’idea da non lasciar perdere. Se la gente
mi vede uscire con Ron, forse non sospetterà di niente, e forse se qualcuno ci
ha visti commettere il fatale sbaglio penserà che eravamo ubriachi, o cosa.
Infondo sarebbe molto più ragionevole che Hermione Granger stesse con Ron
Weasley piuttosto che con il purosangue per eccellenza Draco Malfoy…
-
Grazie.
Sovrastata dal senso di
colpa, attraverso la Sala ancora stretta nell’abbraccio caldo e protettivo di
Ron. Ancora una volta scorgo Draco, che guarda in cagnesco il mio migliore amico
e poi si gira dall’altra parte, senza darmi l’occasione di comunicargli col
pensiero che sto facendo solo il nostro bene.
Non mi sono mai sentita
così a disagio prima d’ora in compagnia di Ron. Non ho mai saputo cosa
significasse usare una persona a vantaggio di se stessi. E soprattutto, non ho
mai sentito addosso tanti sensi di colpa tutti insieme.
Quando Ron si avvicina
pericolosamente al mio viso per baciarmi, non sono capace di scansarmi e
allontanarlo. Mi sento davvero colpevole nei suoi confronti, perché non sto
agendo con un minimo di umanità, non lo sto lasciando fare senza opporre
resistenza per non privarlo di un attimo di felicità, no. Probabilmente sto solo
aspettando che qualcuno arrivi in questo corridoio deserto e vedendoci vada a
dire a tutta la scuola che stiamo insieme.
-
Ron… - finalmente riesco a scostarlo da
me – No.
-
Cosa c’è? Non ti piace come bacio?
-
Non è per questo… così non va bene. Tu
sei il mio migliore amico. – vedendolo tacere, penso che sia meglio completare
la frase con qualcosa di più sensato. – E basta.
-
Oh. Certo.
-
Mi dispiace, io… avrei dovuto fermarti
prima…
-
Hai un altro, Hermione? – pronuncia le
parole un altro col tono di uno che ha appena scoperto che la sua ragazza
lo tradisce.
-
No. – mento. – Voglio solo mettere in
chiaro che ti voglio bene… punto.
-
Capisco. Bè, almeno ci ho provato. –
Sento un tono di scusa nella sua voce, ma qui quella che dovrebbe scusarsi sono
solo io. – Non pensiamoci più, okay?
-
Okay.
-
Riposati adesso, ti vedo stanca. Forse
hai l’influenza.
-
Può darsi.
O magari, sono solo malata
di stupidità o di totale mancanza di tatto e di altruismo.
Mi trascino fino in camera
mia, sfinita. Non mi aspettavo che la serata prendesse una piega del genere, non
doveva succedere niente di quello che ho fatto e che non ho saputo fermare.
Adesso capisco perché la
gente beve. Per scrollarsi di dosso pesi che non può sopportare, per esempio. Ed
è quello che vorrei fare io, adesso, bere per dimenticare. Solo che nella mia
camera non c’è niente, se non dell’acqua minerale.
Senza nemmeno togliermi il
vestito della festa, mi butto sul letto, tirando un sospiro di sollievo per
essere uscita finalmente dal vortice caotico che mi ha scombussolato la vita in
una sera. Rimango ore a fissare l’orologio, senza riuscire a chiudere occhio,
senza pensare.
Quando le lancette segnano
finalmente le quattro meno un quarto mi alzo meccanicamente dal letto, come se
fossero passati appena cinque minuti da quando mi ci sono stesa qualche ora
prima. Improvvisamente, il pensiero che fra poco più di dieci minuti rivedrò
Draco mi ha rimessa in sesto liberandomi del peso opprimente dell’attesa… e del
resto. Passo dal bagno per dare una sistemata alla bell’e meglio ai capelli, che
avevo stirato per l’occasione, ed esco furtiva. La scuola è ormai addormentata e
i corridoi sono deserti. Solo due studenti si trovano dove non dovrebbero: e si
da il caso che siamo proprio io e Draco.
-
Ce ne hai messo di tempo. – mi accoglie
Draco, quando varco la soglia della Torre di Astronomia.
-
L’appuntamento non era alle quattro? Ho
sentito male? – chiedo, ingenua come una bambina, pensando di essere in tremendo
ritardo.
-
Sciocca, sei puntualissima. E’ che… la
tua attesa mi fa stare male. Ogni minuto che passa temo che tu non arrivi più.
E’…straziante.
Queste parole mi provocano
un moto di tenerezza nei suoi confronti.
-
Adesso però sono qui. – dico
maliziosamente, scandendo le parole come per fargli recepire meglio il concetto.
-
Già. Dai, vieni qui. Mi fai impazzire.
Mi avvicino lentamente
verso di lui. Poi, man mano che diminuiscono i metri che ci separano, aumento il
passo. Sempre più veloce, come se correre da lui fosse l’ultima cosa che faccio
nella vita. Come se non aspettassi altro. E in effetti è così.
-
Ho bisogno della tua presenza… come
aria… - sussurro, abbracciandolo.
-
Non sai io. Di aria non ne ho molta, da
quando sei entrata nella mia vita.
Una morsa allo stomaco. La
morsa inconfondibile del senso di colpa.
-
Non dire così. Mi fai sentire malissimo.
-
Bè, è la verità. – dice sincero,
scrutandomi negli occhi. – Solo il fatto di vederti a un metro da Weasley mi
mozza il fiato, sai?
-
Mi dispiace. Ma adesso sono qui per te,
no? Cerca di goderti il momento…
-
Senz’altro.
E senza dire un’altra
parola posa le sue labbra nell’incavo del mio collo, infuocandolo di baci
ardenti di desiderio.
-
Sei bellissima… ma ti preferisco senza
niente addosso, che ne dici?
Sento che sta cercando di
spogliarmi con dolcezza, ma gli viene difficile. Il desiderio a volte è
incontrollabile e lo so bene.
-
Se vuoi puoi anche essere un po’ meno
delicato. – dico seria, sfilandomi il vestito che immediatamente mi lascia
coperta solo dalla biancheria intima. Con impazienza, mi sfilo anche quella,
accendendo il lui una passione palpabile.
-
Dio santo…
Anche Draco si libera
presto dai suoi vestiti, e, quasi subito, entra in me, incapace di aspettare
oltre, regalandomi un piacere incredibile, e insieme ne raggiungiamo l’apice
quasi all’unisono.
-
Hermione?
-
Si?
-
Stai diventando una dea del sesso,
accidenti.
-
Cosa? – rido, incredula.
-
Dico… mi hai quasi raggiunto.
-
Oh. Bene!
-
Da quanto tempo siamo quassù?
-
Tre ore, forse?
-
Forse. Avvicinati.
Eseguo il suo ordine senza opporre resistenza. E in pochi minuti ci
addormentiamo, sfiniti, l’una nelle braccia dell’altro, lasciando che solo il
ricordo di questa notte mozzafiato invada i nostri ricordi.
***
-
Alohomora!
Lucius Malfoy, seguito da
un paio di Mangiamorte, fa irruzione nella torre, orripilato dalla vista di suo
figlio che stringe fra le braccia una sporca Mezzosangue.
-
Bastardo. Tu. Non sei. Mio figlio. –
sibila, come se Draco potesse sentirlo nei suoi sogni.
-
Prendeteli. Andiamo a Malfoy Manor.
|
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Capitolo 23 *** Narcissa Malfoy ***
Nuova pagina 1
Hi guys! Premetto che
questo capitolo è un pò diverso dai precedenti... il perchè lo scoprirete
presto^^ Ho lasciato in sospeso il finale, quindi ci saranno degli sviluppi,
naturalmente :P Mi scuso per la confusione fatta nel capitolo precedente con il
negozio di Madama McClan, che è un negozio di Diagon Alley mentre io l'ho messo
ad Hogsmeade ^^" e ringrazio Lucy Light per avermelo fatto notare. Adesso vi
lascio al capitolo... spero vi piaccia, e mi raccomando, continuate a
recensire!! baci <3
Ancora intorpidita dal
sonno, sento due mani fredde e rozze stringermi dalla vita fino a farmi
soffocare.
Mi rendo conto di quanto
sta succedendo solo alla vista di Draco, a testa bassa davanti a un imponente
Lucius Malfoy bruciante di rabbia. Draco non riesce a distogliere gli occhi dal
pavimento, come pietrificato. Un’acuta fitta di dolore mi colpisce quando vedo
il padre sferrare un calcio dritto alla schiena al figlio, facendolo cadere a
terra, ansante. Non riesco a reprimere un urlo, ma questo non fa che accrescere
il mio già ardente dolore perché il Mangiamorte che mi tiene stretta con una
presa ferrea sembra stia per stritolarmi e sento mancarmi l’aria. Vorrei gridare
aiuto, ma qualcosa mi dice di non farlo. Perché tanto, se non muoio adesso,
morirò fra qualche ora fra le mura della lussuosa Malfoy Manor.
Mi chiedo: come hanno
fatto a penetrare nella scuola? Come sono riusciti ad eliminare
tutte le misure di
sicurezza che ci sono? Qualsiasi sia la risposta, non importa. Perché, qualsiasi
cosa abbiano fatto, io e Draco adesso siamo su una squallida carrozza e ormai
Hogwarts è soltanto un’immagine sfuocata nel cielo ancora pallido del primo
mattino.
Il Mangiamorte – che non
ho nemmeno visto in faccia – mi tiene ancora stretta a sé. E il peggio è che le
sue orride mani mi stanno attraversando il collo, poi la schiena. Ancora una
volta, il bisogno di urlare viene frenato dalla paura che si è impadronita del
mio corpo togliendomi la parola.
-
Non toccarla, cane. – sibila Draco,
seduto di fronte a me, proprio come quel giorno ad Hogsmeade… Lui non è
trattenuto da nessun Mangiamorte, il che forse è un buon segno per lui, ma non
per me.
-
Altrimenti? Mi sa che devi abbassare la
cresta, Draco, o tuo padre te la farà pagare più di quanto non abbia già deciso.
-
Non me ne frega un cazzo. Toglile le
mani di dosso. ORA. – La voce di Draco è simile a un ringhio soffocato, che
sorprendentemente ha effetto sul Mangiamorte, che mi toglie le mani di dosso
scrollandomi violentemente contro la parete della carrozza.
-
Non lo faccio mica per obbedire agli
ordini di un ragazzino traditore del suo sangue, per di più. Anche se non è
niente male, io non voglio avere niente a che fare con questa feccia… forse la darà in pasto agli
elfi domestici, cosa farà il vecchio Lucius, Draco?
-
Non… provocarmi. – dice, tremante.
Il resto del viaggio
procede silenzioso verso la campagna. Non ho la forza né il coraggio di
piangere, c’è troppo silenzio. Non posso che ripensare alle cose più belle che
sono successe nei miei 17 anni di vita. Ho come il presentimento che, da un
momento all’altro, la mia vita finirà. Lo sento. E tutto, il Mangiamorte che non
ho ancora nemmeno guardato in faccia seduto accanto a me, lo sguardo perso nel
vuoto di Draco, mi fa pensare che io non sia la sola a pensarlo.
Quando la carrozza si
ferma, è come se mi fossi appena svegliata da un sonno profondo. Mi sembra per un
attimo di essere arrivata alla Casa Bianca. Solo dopo qualche secondo riconosco
il luogo dove mi trovo. Malfoy Manor, l’enorme, lussuriosa tenuta dei Malfoy,
che probabilmente deve contenere anche stanze raccapriccianti, dato che ci
stanno portando una come me.
Con uno strattone il
Mangiamorte mi spinge fuori dalla carrozza, facendomi sbucciare i palmi delle
mani contro il pavimento ruvido.
-
Cos’è, Granger, vuoi essere presa
con delicatezza? – dice il Mangiamorte, abbandonandosi a una risata sguaiata e
priva di espressione. – Per tua informazione, avrai un trattamento riservato a
quelli della tua specie.
-
Non sono un’animale. – la prima frase
che riesco a emettere. Penso che per gente come questa il fatto che i
Mezzosangue non si ritengano bestie non sia una cosa ovvia.
-
Oh, no. Quasi.
Draco tiene ancora gli
occhi bassi. Vorrei tanto sapere cosa gli passa per la testa. Non conosco le
atrocità che possa aver commesso Lucius Malfoy, ma posso immaginarle. Dev’essere
un’umiliazione per lui essere figlio di un individuo del genere.
-
Forza, Mezzosangue. Ti concederò un giro
turistico in casa mia, che ne dici? – Per la prima volta, Lucius Malfoy mi
rivolge la parola usando un tono di falsa cordialità.
-
Oh, sarà un onore per me… Malfoy.
Un’occhiata di profondo
disgusto si dipinge sul volto pallidissimo del padre di Draco, attanagliandomi
le viscere e togliendomi il respiro. Poi distoglie lo sguardo ed entra.
E’ come me l’aspettavo.
Immensa, regale, lussuosa. Ma fredda. E vuota. E’ il posto più squallido che io
abbia mai visto, in effetti. Pareti bianche, soffitto altissimo, pavimenti
tirati a lucido. Al centro dell’atrio, un’immensa scalinata di marmo cattura la
mia attenzione.
In cima, una donna di una
bellezza smisurata ci scruta con attenzione, per poi accingersi a scendere con
grazia le scale. La pelle bianchissima, i lisci capelli neri lunghi fino alla
vita, gli occhi del blu tempesta che tanto amo. E’ così diversa eppure così
somigliante al figlio. I lineamenti sono gli stessi, regali e delicati. Se
guardandola negli occhi escludessi tutto il resto, giurerei che fossero gli
occhi di Draco.
-
Figlio mio! – esclama Narcissa Malfoy in
un impeto di controllata felicità. Non riuscendo a trattenersi ancora, corre
lungo i pochi metri che la separano dal figlio, per abbracciarlo. Ho uno strano
sussulto al cuore. Adesso capisco perché Draco è così diverso da suo padre, così
speciale. Lui è tutto sua madre, sia fuori che dentro. Entrambi vittime della
stessa condanna.
-
Non toccarlo. – dice Lucius Malfo,
fulminando sua moglie con lo sguardo. – Prima dev’essere punito.
-
Che cosa gli vuoi fare? – dice lei,
scrutando me per la prima volta per evitare lo sguardo del marito. Abbasso gli
occhi, mortificata.
-
Punirlo quanto basta per riportarlo
sulla strada giusta.
A queste parole emetto un
gemito strozzato. Vuole punirlo. Per colpa mia. Vuole fargli pagare di essersi
innamorato di un essere come me. Lucius Malfoy mi disgusta, vorrei morire
all’istante piuttosto che tollerare ancora per un minuto questa situazione.
Narcissa Malfoy posa una
mano sulla spalla di Draco. Non potendo proteggerlo da suo padre, l’unica cosa
che può fare è cercare di dargli un po’ di conforto.
-
Draco verrà con me, lo punirò
personalmente. – Draco alza lo sguardo verso il padre, disgustato. – Non
sopporto l’odore dei Mezzosangue, quindi sarai tu a portare la Granger nei
sotterranei, Narcissa.
Senza dire una parola,
Narcissa Malfoy mi afferra un polso con una stretta sorprendentemente forte.
Senza badarci, mi giro verso Draco, sopraffatta dal presentimento che sia
l’ultima volta che lo guardo, mentre cammina in silenzio seguendo il padre.
Ancora una volta mi sorprendo a pensare a quanto sia bello, a quanto lo amo e a
quanto mi mancherà in questa non-vita che mi si prospetta davanti.
Ancora intrappolata nella
fredda presa di Narcissa Malfoy vengo trascinata nei sotterranei, che sembrano
usciti da un film dell’orrore. Solo uno stretto corridoio di cui non vedo la
fine, estremamente buio e gelido. Ci sono solo delle porte, tutte chiuse. La
madre di Draco ne apre una chiusa a chiave, liberandomi solo lì dentro.
-
Vorrei tanto sapere che cosa ci fate tu
e mio figlio in casa mia.
La calma apparente con cui
mi rivolge per la prima volta la parola mi fa sentire ancora di più un
insignificante insetto che sta per essere schiacciato.
-
Io… lei non… non sa niente?
-
In realtà non ci credevo.
-
Cosa non credeva?
-
Che Draco fosse davvero innamorato di
te.
Questo mi lascia senza
parole. Avrei dovuto prevederlo, ero pronta, ma mi è arrivata come una pugnalata
di traverso.
-
Che cosa gli sta facendo? – dico io,
ignorandola.
-
Penso che lo stia frustando. – risponde
lei, calma. Una scena terribile mi appare nitida nella mente, indesiderata.
Cerco di ricacciare dentro l’immagina di Draco torturato a sangue dal suo stesso
padre, ma il risultato sono altre lancinanti fitte di dolore al petto.
-
Io devo morire qui? – Narcissa mi scruta
curiosa nell’oscurità.
-
Non voglio che tu muoia. Se mio figlio
ti ama, devi essere una persona molto preziosa. Più di quanto il tuo sangue
dimostri.
Tutt’un tratto ho voglia
di ringraziarla. Di abbracciarla, anche se non la conosco nemmeno.
-
Ho pensato – continua, rompendo il
silenzio – che valga la pena mettermi contro mio marito. Io voglio solo il bene
di Draco, ormai. Tu sei tutto per lui. Gli hai dato quello che io non ho mai
saputo dargli. Ti voglio viva a tutti i costi, per questo. Infondo, se dovessi
morire non perderò molto. Ormai tutto quello che avevo l’ho perso sposando
quell’uomo. Voglio che almeno Draco sia felice.
Le sue parole mi lasciano
senza fiato. Non voglio piangere, non voglio farmi vedere debole da lei.
-
Io non voglio che lei si sacrifichi per
me. – dico, nonostante mi sembri molto fuori luogo come considerazione.
-
Io non mi sacrifico per te. Lo faccio
per mio figlio.
-
Ma è per colpa mia che deve farlo.
Lei mi fulmina con lo
sguardo.
-
Io posso solo esserti riconoscente,
Granger. Per aver ridato un cuore a Draco.
-
Grazie.
-
Non ringraziarmi. Dovrai resistere qua
sotto per giorni, forse settimane. Credi di potercela fare?
-
Tanto non ho alternative. – rispondo,
constatando solo adesso quanto la mia frase sia vera.
Un’altra occhiata
fulminea, quasi d’intesa. Poi Narcissa mi lascia sola in questa stanza vuota e
senza un filo di luce, chiudendosi la porta alle spalle.
Cerco a tentoni una parete
a cui appoggiarmi. La trovo quasi subito, rendendomi conto di quanto angusto sia
il posto in cui sono rinchiusa. E pensare che un paio d’ore fa ero ancora a
Hogwarts, in quella Torre spoglia, che in confronto a tutto questo mi sembrava
un paradiso. Stretta fra
le braccia di Draco, con addosso il suo profumo, inebriata dal suo calore.
Adesso sento solo il suo
unico, straziante grido di dolore dopo l’ultima frustata. E, finalmente, posso
piangere.
|
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Capitolo 24 *** Scorci di luce nel buio ***
Nuova pagina 2
Salve a tutti! Vi ringrazio tanto
per le recensioni che avete lasciato, siete fantastici *-* Mi raccomando,
continuate a recensire vi prego, per me è importante sapere che riscontri ha la
mia fanfic^^ Ma bando alle ciance! Vi lascio subito alla lettura di quest'ultimo
capitolo! Kisses! ;)
Sarebbe il caso di dire
che i miei occhi si sono ormai abituati a questo posto. Più che altro, sono
rassegnati all’oscurità. Non un solo raggio di sole può entrare in questo
dannato tugurio. Penso che tornare a vedere la luce mi accecherebbe per sempre.
Non so quanto tempo è
passato da quando mi hanno rinchiusa qui. Davvero, ho provato a restare lucida,
mi sono sforzata di contare i giorni che passavano, ma ho abbandonato il
tentativo pensando solo allo scorrere delle mie ore in un posto che potrebbe
significare la fine di tutto. E poi ho pensato a lui. Ed è stato l’incubo
più straziante che abbia mai fatto.
Non mi spaventa l’idea di
morire. La morte mi ha sfiorata (o meglio, sono stata io ad andarle incontro)
così tante volte che ormai ci ho fatto l’abitudine. Quello che mi terrorizza è
il dopo. Per Draco. Sua madre aveva ragione: sono stata io, Hermione
Granger, una Mezzosangue figlia di Babbani, a tirarlo inconsapevolmente fuori
dall’agonia della sua realtà. Non posso sopportare l’idea di vederlo soffrire
ancora, rientrare nel vincolo di una vita senza futuro, senza amore…
Certo, morire sarebbe un brutto colpo anche per me. Se ci fosse qualcos’altro
dopo e i nostri ricordi si conservassero intatti nella memoria, vorrei smetterla
anche con quella seconda vita. Il ricordo di Draco torturerebbe la mia anima, lo
so. Devo farcela, devo sopravvivere, ne va del destino di due persone.
Le uniche, vacillanti
speranze che mi sono rimaste, le ripongo in Narcissa Malfoy. La madre di Draco è
stata la sola a spezzare il silenzio terribile di questi giorni. Conservo
intatta l’immagine del suo viso pallido e bellissimo, anche se da quando sono
qui dentro è come se fossi diventata cieca. Sentire la sua voce è sempre un
sollievo, un effimero scorcio di felicità in questo buio disumano. Quando
Narcissa scende qui sotto a portarmi qualcosa da mangiare (e lo fa solo una
volta al giorno; penso che Lucius Malfoy sia convito che io stia lentamente
marcendo nei sotterranei del suo maniero) e riusciamo a scambiare qualche parola
il sangue comincia a scorrermi nelle vene veloce, impazzito, caldo. Ovviamente,
la sua voce chiara e vellutata mi evoca il ricordo di Draco, le sue parole
sincere, il suo sorriso angelico e tentatore.
Ancora una volta,
nell’ennesima ora scandita dal mio dolore, leggere lacrime mi rigano il viso
come l’incessante pioggerellina autunnale. Penso a Harry, Ron, Ginny, Luna. Ai
miei compagni di Casa, ai miei genitori. Si chiederanno dove sono finita.
Sarebbe sciocco da parte loro pensare che io li abbia abbandonati per fuggire
chissà dove con Draco, ma è un’ipotesi che probabilmente nessuno ha escluso,
dato che sia io che Draco non ci vediamo in giro da giorni. Vorrei tanto che
capissero. Che continuassero ad avere un briciolo fiducia in me, nonostante
tutti i miei sbagli. Che venissero a prendermi e portarmi via da questo
maledetto, freddo inferno.
E, infondo a tutti questi
pensieri, un profondo e lacerante senso di colpa mi trafigge come una spada nel
cuore. E’ colpa mia se siamo finiti qui. Solo mia. Non avrei mai dovuto
cedere a quella stupida tentazione, non avrei dovuto nemmeno mai avvicinarmi a
quella dannata festa. Non mi sorprenderebbe se Draco stesse meditando di
lasciarmi, dopo tutto il casino che ho provocato… un’altra acuta fitta di
dolore.
Cerco di scacciare quell’assurdo
pensiero e dopo un tempo indefinito tormentato dai miei singhiozzi mi obbligo a
smettere di piangere, ricacciando dentro a forza le lacrime.
Il cigolio ormai familiare
di una porta che si apre lentamente mi sveglia dal mio sonno inquieto.
-
Narcissa? – dico, cercando di mantenere
un tono calmo.
-
Hermione.
Il delicato, inebriante
sussurro fa impazzire il mio povero cuore. La voce di velluto ad arrivarmi alle
orecchie non è quella di Narcissa, ma quella di Draco.
-
Draco! – dico in un urlo strozzato.
Cerco di alzarmi per andargli in contro, ma le mie gambe sono deboli e stanche,
e ricado inerte sul freddo pavimento di pietra. – Dove sei… vieni, ti prego… -
supplico, sull’orlo delle lacrime.
-
Sono qui. Caspita, non ti vedo…
Sento il rumore sordo dei
suoi passi mentre mi viene incontro, svelto, sfidando il buio. Sentirlo
avvicinarsi mi riempie d’aria i polmoni e mi da la forza di rimettermi in piedi.
Lo cerco disperatamente, avida di lui.
Al tocco della sua mano
fredda lo abbraccio con tutte le forze che ho in corpo. Quasi subito trova le
mie labbra, catturandole in un bacio così intenso e infuocato da farmi svenire.
La gioia di questo momento è così immensa che non riesco a smettere di tremare,
al sicuro tra le sue braccia che mi sorreggono senza sforzo.
-
Mi sei mancata… - mormora Draco
tenendomi stretta a sé.
-
Anche tu. Non sai… - non riesco a finire
la frase a causa dei singhiozzi. Draco, paziente come non mai, mi accarezza i
capelli asciugandomi le lacrime senza dire niente. D’un tratto mi sento così
bene, riscaldata dal suo abbraccio, che non m’interessa più di nulla, nemmeno di
uscire viva da questo incubo. Insieme a lui sono felice, sempre. E’ come se le
sue carezze mi toccassero il cuore, intorpidito dalla sua straziante mancanza.
-
Non sai quanto mi sei mancato. E quanto
ti amo.
-
Posso immaginarlo. – Se non fosse buio
pesto, sono certa che vedrei un sorrisetto nascere dalle sue labbra.
-
Stai sorridendo, vero? – chiedo, sicura
della risposta.
-
Già. Come hai fatto a capirlo?
-
Ormai ti conosco troppo bene. So sempre
quando sorridi e quando no. Infondo sono io che manipolo le tue espressioni, no?
-
Pensavo che l’avessi dimenticato. –
risponde in tono serio.
-
Dimenticarti? Come avrei potuto? – dico,
indignata. – Draco, io ti amo. Forse finora non sono riuscita a
dimostrarti quanto, ma è così. Non c’è stato un solo secondo in cui io non abbia
sentito la tua mancanza. Anzi, temevo che ti saresti arrabbiato con me, che non
mi volessi più vedere…
-
Che cosa?
-
Bè… è per colpa mia se siamo finiti qui…
al ballo, io non… non avrei dovuto fare quello che ho fatto e…
-
Ti sbagli, Hermione. Tu non c’entri
niente, sul serio. Qualcuno ha fatto la spia prima che tu… ecco, mi saltassi
addosso. Non precedermi, sto sorridendo. Anzi, a essere sincero, sono felice che
tu l’abbia fatto. Mi hai fatto sentire in paradiso quella sera.
-
Vorresti dire… che ci avrebbero portati
qui comunque? – dico, sconvolta.
-
E’ probabile.
-
Ma, insomma… nessuno sapeva di noi! –
esclamo inorridita, scostandomi per un attimo da lui.
-
Non allontanarti. Ti prego. Non essere
arrabbiata. – implora.
-
Non sono arrabbiata. – mi avvicino
nuovamente a lui, abbracciandolo. – Lo giuro. Vorrei solo sapere chi c’è dietro
a questa storia.
-
Io non lo so. Ma ormai non importa più.
Dobbiamo pensare a uscire di qui.
-
C’è un modo? – chiedo speranzosa.
-
Io e mia madre avevamo pensato a una
passaporta. Sarebbe il modo più facile e sbrigativo, ma Lucius – ho un sussulto,
sentendolo nominare suo padre per nome – ci ha segregati in casa, e ci sono non
so quanti Mangiamorte a sorvegliarci. Siamo in trappola.
-
Non avevi detto che c’era un modo? –
dico sconcertata.
-
L’ho detto. E’ solo che… non voglio
illuderti.
-
Che vuoi dire?
-
Ci vorrà del tempo.
-
Quanto tempo?
-
Non lo so, Hermione. Non ne ho idea, ma
sto facendo tutto il possibile, credimi.
-
Ti credo. – appoggio la testa sul suo
petto, godendomi questo momento di inquietudine e pace insieme.
-
Dovrò combattere. Finchè mio padre resta
a sorvegliarmi non posso niente contro di lui. Ma presto se ne andrà, la sua
vita è fuori da questa casa.
-
Dove andrà?
-
Al Ministero. Uno dei suoi progetti
ultimamente è quello di diventare Ministro della Magia.
-
Che cosa? – sono sbalordita,
sconcertata, terrorizzata. Se Lucius Malfoy diventa Ministro sarà la fine per
tutti i Mezzosangue esistenti sul pianeta.
-
Lo so, è orribile. Ma per adesso
dobbiamo pensare a uscire di qui. Dovrò affrontare un paio di Mangiamorte, posso
farcela.
Il mio cuore accelera
furioso nel petto, facendomi sussultare.
-
Che cosa significa dovrò?
-
Che sarò io a combattere.
-
No.
-
Non posso permettere che ti succeda
qualcosa, lo capisci? – dice frustrato, stringendomi le mani.
-
Ma… non posso pensare di vederti… solo
contro tutti… quei Mangiamorte sono pronti a uccidere! – urlo disperata.
-
Anch’io sono pronto a uccidere! –
esclama Draco, senza allentare la presa.
-
Tu… - le lacrime sono pronte a uscire,
ancora una volta. – Se dovesse succederti qualcosa io morirei.
-
Hermione, maledizione, non dire così. –
svincola una mano dalla mia per tracciare col dito il contorno del mio viso
contratto dalla paura, per poi sollevarlo con delicatezza verso il suo, come se
potessi guardarlo in quegli occhi color dell’oceano. – Non posso permettere che
ti facciano del male. Non me lo perdonerei mai. Io saprò badare a me stesso, ma
tu devi avere fiducia in me. Promettilo. – mi fissa attraverso l’oscurità con
uno sguardo tanto penetrante che riesco a coglierlo nonostante il buio.
-
Non dirmelo. Sei arrossita, vero? –
sussurra sicuro, percorrendomi la schiena con le dita.
-
Già. E mi dai i brividi. – confesso
senza imbarazzo, per poi poggiare una mano sul suo petto. Sento i battiti
accelerati del suo cuore e mi chino per ascoltarli.
-
E’ impazzito. Sai, quando ci sei tu non
riesce a controllarsi, e non credo che ci riuscirà mai.
-
Nemmeno il mio. – sorrido – E non mi
dispiace per niente…
Mi sporgo in avanti
cercando le sue labbra morbide. Le trovo. Ne traccio i contorni con la lingua;
sento Draco sussultare.
-
Devo andare.
Passa qualche secondo
prima che io recepisca il messaggio. Probabilmente il più straziante incubo dopo
giorni e giorni di prigionia.
-
Non è giusto. Hai interrotto il sogno
sul più bello.
-
Mi dispiace. Devo tornare, mio… Lucius
non sa che sono qui.
-
Aspetta…
Riprendo a giocare con le
sue labbra finchè non le schiude, arrendendosi all’alchimia che corre veloce tra
i nostri corpi. Poso le mani sulla sua schiena, insidiandole sotto la camicia.
Sento Draco gemere.
-
C’è qualcosa che non…? – le parole mi
muoiono in gola quando mi accorgo di aver accarezzato delle grandi cicatrici. La
prova della sua agonia.
Penso immediatamente allo
straziante urlo di dolore. L’urlo che ho continuato a sentire in tutti i miei
incubi. E rabbrividisco.
-
Scusa. – sussurro mortificata.
-
Non preoccuparti. Non fanno più male. –
mi rassicura, sincero.
-
Ti ho sentito urlare per tutto questo
tempo.
-
Mi dispiace.
-
Come ha potuto farti una cosa del
genere?
In risposta, Draco mi
accarezza con dolcezza la guancia. Le sue dita fredde ardono come il fuoco sulla
mia pelle.
-
Non preoccuparti per me. Pensa a tenerti
in forze per quando ce ne andremo.
-
Ci proverò.
Mi bacia sulla fronte, per poi attraversare l’angusto stanzino e chiudersi la
porta alle spalle, girando più volte la chiave.
E resto sola, all’in piedi, di nuovo debolissima, una mano posata sulla guancia
bruciante.
E il suo profumo sulla pelle.
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Capitolo 25 *** Rivelazione ***
Nuova pagina 1
Risposta a
Lucy Light: ho letto Twilight, New Moon ed Eclipse ^^ Scrivere il capitolo
precedente mi è venuto spontaneo come sempre, ma dopo ho notato che il Draco
protettivo nei confronti di Hermione è un po’ come Edward con Bella. Sto subendo
l’influenza della Meyer (mitica!!) e mi fa molto piacere ^^ quindi hai pensato
giusto ;) .Seconda risposta: è vero, ho un po’ tralasciato Hogwarts per
mantenere lo scenario sui nostri due beniamini. Anche perchè per dare
un quadro della situazione a scuola ho dovuto temporaneamente inserirmi nella
testa di qualcun altro e non è stato facile. Di certo, comunque, Silente, Harry
& co. non se ne stanno con le mani in mano, tranquilla^^ Non so se alla fine
avranno un ruolo più o meno significativo, devo ancora pensarmela :P ma lo
saprete a breve. Detto questo, vi ringrazio tutti per i complimenti, che per me
sono stati del tutto inaspettati dato che non pensavo che la mia storia avrebbe
avuto tanto successo… grazie mille a tutti per aver continuato a seguirmi dopo
il lungo periodo di assenza (anche se adesso mi sto facendo perdonare postando
tutte le settimane), mi date la forza per trarre ispirazione anche dalle cose
più insensate XD Quindi continuate a recensire, vi prego! Le recensioni sono
fondamentali, per favore! Baci, Martina ^^
Hermione, vorrei tanto
dirti che ci manchi. Da morire. Mio fratello Ron è quasi impazzito. Harry, non
so per quale strana ragione, continua a dire che è colpa sua, che doveva
proteggerti… ma da cosa, Hermione? Da quello che mi nascondevi? C’era dietro un
pericolo così grande? Siamo tutti in pensiero per te. Poi, il fatto che tu sia
misteriosamente sparita insieme a Malfoy mi ha scioccata. Era lui il misterioso
ragazzo? Ti ha fatto del male? Non potrei sopportarlo. Comunque la tua assenza
ha creato un vuoto incolmabile. Insomma, amica mia, hai provocato un vero
casino. Ti pretendiamo indietro.
-
Weasley, è la terza volta che lo ripeto,
il preside ha un discorso da farci. Saremmo onorati della tua presenza… - Piton
mi ronza intorno come un avvoltoio da non so quanto, ma solo ora mi accorgo del
suo tono nasale e sarcastico.
-
Mi scusi, io… stavo pensando… - risolini
beffardi partono dal gruppo dei Serpeverde infondo all’aula. Solo Pansy
Parkinson non si unisce a quel coro stonato.
Il suo comportamento da un
po’ di tempo mi insospettisce non poco. Non si vede più insieme al solito gruppo
di Serpeverde. Non pranza nella Sala Grande con tutti, non partecipa alle visite
ad Hogsmeade. Che io sappia, l’unica persona che frequenta nell’ultimo periodo è
Blaise Zabini. Lui è molto preso, ma lei ha la mente altrove, persa chissà dove.
Non avrei mai creduto di poter pensare una cosa del genere, ma sono preoccupata
per lei. Vorrei aiutarla, però temo di essere ferita dal suo sarcasmo. E’ scesa
dal piedistallo, ma la sua aria fiera e regale potrebbe dimostrare il contrario.
Forse mi ricorda un po’
troppo te, Hermione. Due donne costrette a portare il peso dello stesso
fardello, anche se mi sfugge quale sia. Due donne i cui destini si stanno
lentamente intrecciando in un’infinita rete di ricordi. Mi sfugge il filo di
tutte queste supposizioni, quindi provo a liberare la mente facendomi stordire
dal profumo del mio Harry, inchiodandolo alla parete di pietra fuori la Sala
Grande.
-
Uffa… non mi baci più come prima… - dico
esasperata, riprendendo fiato.
-
Scusami, Ginny. E’ che sono in pensiero
per Hermione.
-
Lo siamo tutti, amore. Non credere che
sia colpa tua, non è così.
-
E invece si! Come ho potuto… lasciare
che le cose andassero avanti… - avverto una nota di rancore nella sua voce, e mi
sento mancare.
-
Come hai detto, scusa? Quali cose? Sai
qualcosa che io ignoro?
-
Pensavo te l’avesse detto.
-
Non mi ha detto niente. Non so niente.
Vuoi spiegarmelo, dannazione? – non vorrei sembrare arrabbiata, ma non riesco a
trattenere la frustrazione di non essere a conoscenza di un tassello importante
nella vita della mia migliore amica.
-
Mi aveva pregato di non dirlo a nessuno,
ma ormai non serve negare l’evidenza. Sta con Malfoy. – dice stringendo i pugni.
-
Malfoy… lo immaginavo. Sono spariti
entrambi, dopotutto. – mormoro, calmandomi.
-
Pensi che siano insieme? Magari l’ha
rapita.
-
Scherzi? Perché avrebbe dovuto farlo?
-
Non ne ho idea, Ginny. Però, insomma…
stiamo parlando di Malfoy!
-
Harry, lei lo ama. Era impossibile non
notarlo. Era felice, assente, sorridente… e non tornava al dormitorio di notte.
– dico con una risatina, pensando alla notte in bianco passata ad aspettarla, il
primo giorno.
-
Cosa?? – urla Harry, sconvolto – Non
tornava? Per stare con Malfoy? Per Merlino…
-
Nemmeno io ci torno quando vengo da te.
– sorrido maliziosamente. Harry si addolcisce.
-
Bè, con me sei al sicuro.
-
Certo, non corro alcun pericolo con
tutti quei Mangiamorte che ti ronzano attorno!
-
Ehi, ora non farmi sentire in colpa.
-
Dobbiamo informare Ron. – dico cambiando
discorso.
-
Andrà su tutte le furie…
-
Pensaci, Harry. Non è giusto che rimanga
all’oscuro di tutto. Bisogna dirglielo.
-
Hai ragione. Prima però aspettiamo il
discorso di Silente.
-
Devo parlare anche con la Parkinson.
-
Credi che lei sappia qualcosa di questa
storia?
-
E’ probabile. Insomma, è sempre stata
legata a Malfoy.
-
Allora parleremo con lei e Ron.
-
Speriamo che Silente abbia qualche buona
notizia…
Harry mi cinge la vita con
un braccio, e insieme entriamo nella Sala, già stracolma di studenti in delirio.
Tutti tranne due.
Come al solito, non appena
il Preside si alza dal tavolo degli insegnanti cala il silenzio.
-
Ho delle comunicazioni urgenti da farvi.
Come tutti sapete, due dei nostri studenti sono spariti ormai da parecchi
giorni. – dice solennemente.
Sento, accanto a me, il
rumore di un bicchiere che si frantuma. E si da il caso che la mano di mio
fratello stia lentamente cominciando a sanguinare, inondata da minuscole schegge
di vetro trasparenti, ma lui non sembra curarsene. Ron è diventato paonazzo,
l’espressione esasperata del dolore, della nostalgia, da un’incontrollabile
rabbia.
Punto la bacchetta verso
la sua mano rossa, pronunciando a mezza voce l’incantesimo per ripulirgli la
ferita.
-
Meglio che tu stia lontano dai
bicchieri, Ron. – mormoro, carezzandogli la spalla.
-
Hermione Granger e Draco Malfoy non si
vedono a Hogwarts dal 26 dicembre. Noi insegnanti supponiamo che sia opera di
alcuni Mangiamorte. Ovviamente, l’Ordine della Fenice ha cominciato
immediatamente le ricerche, ma senza risultati. Per questo motivo, chiedo a
tutti gli studenti di collaborare. Se qualcuno pensa di avere informazioni
utili, lo comunichi al più presto. Le vite di due studenti – alla parola “vite”
ho un sussulto – potrebbero essere nelle nostre mani. Inoltre, l’Ordine ha
bisogno della vostra collaborazione. I ragazzi del settimo anno, qualora
volessero, sono chiamati a partecipare alle ricerche con i membri dell’Ordine.
Da questo momento, i volontari possono farsi avanti.
Ron scatta immediatamente
in piedi, mormorando a denti stretti un “aspettavo solo questo”.
Anche Harry, ovviamente,
si alza senza dire niente. E, nonostante sia ancora al sesto anno, lo faccio
anch’io, senza nemmeno pensarci.
-
Ginny, no! – mormora Harry prendendomi
per un braccio.
-
Stà zitto amore, voglio vedere chi
saranno i miei compagni di viaggio.
Molti studenti, alcuni
sicuri, altri titubanti, acconsentono alla richiesta del preside, forse per il
solo fatto di accaparrarsi l’onore di una battaglia non ancora cominciata, o per
ricevere l’ammirazione di chi ha troppa paura per decidere di rischiare la vita
su due piedi.
Fra questi noto Neville,
Dean, Seamus, Lee Jordan e ragazzi di altre case: Zacharis Smith, Michael
Corner, Blaise Zabini. E vedo Pansy Parkinson correre fuori dalla Sala, in
lacrime, coprendosi il volto con le mani.
Istintivamente la seguo.
Poco dopo, in giardino, scorgo una sagoma familiare. I capelli corvini le
ricadono sugli occhi arrossati dal pianto. Le gote, di solito pallide, sono
infiammate dal rossore dato dal dolore che la tormenta.
-
Levati dai piedi, Weasley. – dice, con
un tono sorprendentemente fiero, senza la minima traccia di incertezza.
-
So che non ti sono molto simpatica, ma
ho bisogno del tuo aiuto. – cerco di mostrarmi disponibile, scostandole i
capelli dal viso.
-
Non toccarmi!
Mi allontano leggermente
dalla Serpeverde, ma non ho intenzione di arrendermi.
-
Sono un’ottima osservatrice,
Parkinson – dico, enfatizzando il suo cognome. – e mi accorgo di quando c’è
qualcosa che non và…
-
Non c’è niente che non va in ME! –
sbotta lei, ricominciando a singhiozzare.
-
Non ho detto…
-
Anzi, Weasley! Forse hai ragione tu!
Magari ho davvero qualche gene fuori posto! Magari sono pazza, e me ne rendo
conto solo adesso! Perché tutto dev’essere maledettamente così ingiusto? Perché
sono costretta a vedere, ovunque mi giri, gente felice mentre io continuo a
marcire nel mio dolore?! Spiegamelo tu, Ginny Weasley! Tu che vieni a farmi la
predica senza nemmeno sapere chi diavolo sono e…
-
Ehi, calmati. Non sono venuta per farti
la predica. Io non ti conosco, hai ragione. Posso immaginare come ti senti in
questo momento…
-
No, non puoi…
-
... e so che non è facile. – continuo,
ignorandola. – Vorresti smettere di vivere… e passi le giornate torturandoti
l’anima sperando che le cose cambino all’improvviso… lo so. Ci sono passata, e
dovresti saperlo, dato che ero e sono fidanzata con il mago più popolare
d’Inghilterra. Ho sofferto molto per Harry. Temevo per la sua incolumità. E
soprattutto mi mancava, da morire. Capisco come ti senti, Pansy. Però devi
smetterla di comportarti così, la vita va avanti. Adesso, se vuoi riscattarti
per i tuoi errori devi darmi una mano. Non posso permettere che venga fatto del
male alla mia migliore amica. E tu sei l’unica persona che può aiutarci, lo so.
-
E l’unica che ha provocato tutto questo.
Tombola. Rimango di sasso,
aspettando che parli.
-
Ero gelosa di Draco. Non potevo
sopportare che mi abbandonasse per una Mezzosangue. Non riuscivo a tollerare
l’idea che sarei rimasta sola, una volta che lui se ne fosse andato. Anche se
sola lo sono sempre stata, dopotutto. Sono stata io ad avvertire il padre
di Draco, pensando che lui l’avrebbe allontanato dalla Granger. Sono stata io
a spiarlo, ovunque andasse. Io ho aperto il varco ai Mangiamorte perché la
portassero via… non immaginavo che avrebbero preso anche lui. Io… io lo amavo…
-
E gli hai fatto tutto questo.
Complimenti.
Bè, ora si spiega tutto.
Sono arrivata alla soluzione, ma solo adesso comincia ad assalirmi la sensazione
di esserci arrivata troppo tardi. Mi costringo ad allontanare una tale assurdità
dai miei pensieri e torno a occuparmi di Pansy, che ha ripreso a singhiozzare
silenziosamente.
-
Hai un solo modo per riscattarti. Dimmi
dove sono.
-
Non lo so, te lo giuro.
Sull’orlo di una crisi di
nervi, cerco di mantenere la calma reprimendo una dozzina di modi di mandarla
subito a quel paese.
-
Non… hai presente un posto dove
potrebbero averli portati?
-
Hanno un’infinità di proprietà, quelli.
-
Giusto. Devo ammettere che non ci sono
abituata. – sorrido. – Allora, ti viene in mente niente?
-
Il posto più vicino a Hogwarts è la
tenuta, Malfoy Manor.
-
Ma potrebbero essersi smaterializzati,
che ne so… per toglierli di mezzo… - dico in un sussulto, imprecando mentalmente
per l’assurdità che ho osato pronunciare.
-
No, non credo. I Malfoy abitano lì, e
Lucius vorrà sorvegliarli personalmente per evitare che fuggano… o semplicemente
per tenerli lontani… comunque è una possibilità… sarà meglio controllare lì
prima di avventurarvi in posti che non conoscete.
-
Giusto… hai ragione… - Un misto di
adrenalina, agitazione e paura mi attanaglia le viscere e mi sento mancare il
respiro, pensando all’azione imminente. Pensando che potrebbe essere troppo
tardi. – Bè… grazie, Pansy. Mi sei stata davvero utile.
-
Fallo quanto tutto sarà finito. Mi sento
troppo in colpa per i ringraziamenti, adesso.
-
Come vuoi. Ora devo andare ad avvertire
gli altri. Non c’è un minuto da perdere. Tu resti?
-
Non avrei il coraggio di guardare Draco
in faccia. Mi ucciderebbe con gli occhi.
-
Capisco. Allora ci vediamo.
Corro, per quanto le mia
gambe mi concedano di essere veloce. Finisco per scontrarmi con la McGranitt, ma
non mi importa. Da questo momento, ogni secondo è prezioso e il nostro unico
obbiettivo quello di liberare Hermione e Malfoy.
Raggiungo i volontari
raccolti nella Sala Grande attorno al Preside e a Remus Lupin, ansimando.
-
Ginny! – esclama Remus con calore. – Che
piacere vederti!
-
Ciao, Remus. Ascoltatemi tutti, adesso.
– una ventina di sguardi curiosi si posa su di me, ma non ci bado. – Ho scoperto
la verità. Non c’è tempo per spiegare. Dobbiamo andare a Malfoy Manor. Subito.
***
Da quella volta, Draco non
è più venuto a trovarmi. Le mie speranze di vederlo si sono spente
definitivamente quando un giorno (o una notte, non ne ho la minima idea) al
posto di Narcissa è venuto a portarmi da mangiare un elfo domestico.
Mi sento sempre più sola.
Le ore passano, più lente che mai, e non posso che rimpiangere tutti i momenti
della mia ex-vita, anche i più insignificanti.
Ho bisogno di lui. E il
pensiero di vederlo combattere contro un gruppo di Mangiamorte pronti a uccidere
non la smette un attimo di torturarmi. Farei qualunque cosa pur di proteggerlo,
ma allo stesso tempo so di non potere nulla contro di loro. Mi sento così
impotente… incapace di fermare un destino che prima mi ha resa la persona più
felice del mondo, e un attimo dopo mi ha uccisa dentro. Eppure, se avessi potuto
scegliere, avrei accolto questo destino a occhi chiusi. Avrei sacrificato la mia
intera vita, pur di ricevere l’amore di Draco.
Ancora immersa nei miei
pensieri, avverto il cigolio ormai familiare della porta dello stanzino che si
apre lentamente, aspettando l’elfo con il mio cibo o magari un Mangiamorte
venuto per farmi fuori.
-
Granger. – mi sento mancare dalla
felicità, riconoscendo la voce di velluto appartenente a Narcissa Malfoy. E il
ricordo di Draco ricomincia a investirmi, facendomi pulsare il sangue nelle vene
e scoppiare il cuore nel petto, indolenzito dalla nostalgia.
-
Narcissa! Sei venuta! Finalmente! –
esclamo con tutto il debole entusiasmo che ho in corpo.
-
Si. Scusami tanto, – il pensiero che una
donna purosangue del rango di Narcissa Malfoy si scusi con una come me mi fa
quasi sorridere - mio marito non mi ha concesso un attimo di respiro. Ma adesso
se n’è andato. Domani Draco combatterà.
E’ un colpo al cuore. A
quelle parole così amare vengo attraversata da una travolgente ondata di dolore.
Non voglio. Eppure dev’essere così.
Non dovrei sorprendermi
tanto, infondo lo sapevo già. Ero preparata. O almeno così pensavo.
Non posso permettere che
Draco rischi tanto per me. Ha già passato troppi guai per causa mia. Devo
provare a oppormi.
-
Non è necessario che lo faccia da solo.
Voglio aiutarlo.
-
E’ fuori discussione. – risponde, seria.
-
Perché?
-
Non te lo permetterebbe mai. Tiene
troppo a te, ormai dovresti saperlo.
-
E io tengo a lui. E se gli capitasse
qualcosa? Non puoi lasciarlo combattere!
-
Ormai abbiamo deciso. E’ troppo tardi.
Avresti dovuto pensarci prima di farlo innamorare di te.
Sembra quasi che mi stia
accusando. Che sia colpa mia se Draco mi ama. Sento montare dentro di me una
rabbia improvvisa.
-
Oh, certo, adesso ti rimangi quello che
hai detto non so quanto tempo fa. Ho perso il senso del tempo, sai. Non sei
l’unica a soffrire, Narcissa Malfoy. Se Draco non dovesse farcela io…
-
Draco ce la farà. E’ un ragazzo forte,
sa come si affronta una battaglia.
-
Ma… come… puoi restartene indifferente
quando potresti veder morire tuo figlio! – urlo disperata.
-
Non parlarmi così, Granger! O ti
prometto che resterai a marcire qui per il resto dei giorni che ti rimangono.
Ricorda, sei tu che hai provocato tutto questo. Non hai il diritto di sindacare
sulle mie scelte. Sono stata chiara?
Mi si annoda lo stomaco.
In altre circostanze a questo punto sarei in preda ai conati di vomito, ma ora
non ho molto da mandar giù. Mi lascio andare contro la parete, scivolando fino a
toccare terra, sconfitta.
-
Come vuoi tu.
-
Non diffidare delle mie scelte, Granger.
Domani sarà tutto finito.
-
Come fai a esserne così sicura?
-
E’ un Malfoy. La nostra famiglia non si
lascia scalfire da nulla. Ce la farà. – sembra molto convinta delle sue parole.
-
Allora sarà una lotta ad armi pari.
Spero solo che Draco sarà il più forte.
-
Lo spero anch’io. Infondo mio marito non
ha più nulla da darmi. E probabilmente non l’ha mai avuto.
Sembra più una
conversazione con se stessa, quindi non mi sembra il caso di obiettare. Ormai ho
perso. La sento sbattersi la porta alle spalle.
E’ fin troppo frustrante
avere la persona che ami a poche mura di distanza e non poter correre a
raggiungerla. E’ frustrante sapere che sta rischiando la vita per te, e tu non
puoi starle accanto, proteggerla, dirle che l’ami. E’ insopportabile il non
riuscire a pensare ad altro se non che una battaglia non ancora cominciata
potrebbe privarti di una parte di te, strapparti il cuore, toglierti l’aria dai
polmoni, farti gelare il sangue nelle vene.
Eppure devo farcela.
Mi sembra impossibile
avere ancora lacrime da piangere, ma è così. Ancora una volta i miei singhiozzi
spezzano il silenzio. E, cullata da questa strana e dolorosa musica, scivolo nel
sonno. Semplicemente per sognarlo un’ultima volta.
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Capitolo 26 *** Il padre e il figlio ***
Nuova pagina 1
Salve a tutti! Scusatemi per il tremendo ritardo, dovuto a eccesso di studio
e mancanza totale di ispirazione. Mi scuso anche con lo staff, per il
contrattempo che c'è stato dato che avevo deciso di postare dei capitoli che ho
cancellato quasi subito perchè non ne ero convinta. Non si ripeterà più.
Premesso questo, vi lascio alla lettura di quest'ultimo capitolo! Ovviamente
alla fine ci sarà un epilogo dove conoscerete meglio le sorti di Draco ed
Hermione, quindi non disperate ;) Piuttosto vi prego di lasciare tante
recensioni, voglio proprio sapere cosa ne pensate :P Spero di riuscire a
soddisfarvi ancora una volta, fatemi sapere! Baci, Martina ^^
-
Voglio che Hermione sia al sicuro. Non deve per
nessun motivo mettere piede alla battaglia.
Io e mia madre ci troviamo nell’immenso
giardino di Malfoy Manor. Che tra poche ore si trasformerà in un campo di
battaglia. Il giardino è l’unico luogo dove i Mangiamorte non possono sentirci.
-
Certo, Draco. Andrà tutto bene. – Narcissa
cerca di rassicurarmi, ma l’inquietudine è troppo forte, troppo grande perché io
possa tranquillizzarmi.
Di morire non m’importa. Lei non meritava tutto
questo. Adesso la mia unica ragione di vita è proteggerla; quando tutto sarà
finito potrò anche andarmene.
Il pensiero della morte non dovrebbe scalfirmi,
eppure ogni volta che la mente vola oltre questa vita il cuore mi si stringe nel
petto. So che non mi darei pace. Hermione, i suoi occhi dorati, quella bocca
così morbida, le dita bianche e affusolate… il suo calore contro il mio corpo
freddo e statuario, la sua fragilità contro la mia durezza, la sua sincerità
contro la mia arroganza…
Non faresti altro che uccidermi di nuovo, amore
mio. Sempre, ogni istante, mi pugnaleresti anche in Paradiso.
-
Draco. – mia madre mi poggia una mano sulla
spalla. Un gesto estremamente dolce e materno, un gesto a cui non sono abituato.
La fisso per un attimo interminabile e mi sembra di specchiarmi nei suoi occhi
così simili ai miei.
-
Ti prego. Pensa a te stesso, almeno per oggi.
Combatterò al tuo fianco.
-
Come… - inizio, ma lei mi interrompe.
-
Draco, sono tua madre. In 17 anni ho sempre
cercato di comportarmi come tale. Di starti vicino, di darti un po’ di felicità.
L’ombra di tuo padre me lo ha sempre impedito. Per Lucius dovevi solo crescere
forte, orgoglioso, dovevi diventare un Mangiamorte come lui. Non ho mai, neanche
per un attimo, smesso di sperare che scegliessi la strada più difficile, quella
della ribellione, che io non avevo mai avuto il coraggio di prendere. L’hai
fatto. Hai deciso di schierarti dall’altra parte. Non ti ho mai ringraziato per
questo. Poi, lasciandoti amare da quella ragazza hai dichiarato guerra a tuo
padre, e hai dimostrato un coraggio straordinario. Ho finalmente cominciato a
sperare di vederti felice. Oggi è giunto il momento di mettere fine al nostro
dolore. Fallo per me, Draco. Non avere paura, combatti come hai sempre fatto.
Mi abbraccia, e poi più nulla. E’ il vuoto e
l’immenso insieme. Improvvisamente vengo pervaso da un’energia nuova, una forza
inaspettata che si insinua in ogni mia singola cellula.
-
Và da lei. – dice sciogliendosi dall’abbraccio.
– Ne ha tanto bisogno.
-
Non… non so se ci riesco.
Di nuovo l’essenza di Hermione torna a
scorrermi nelle vene. E senza dire un’altra parola mi giro di scatto e corro
via, incurante degli sguardi maligni dei Mangiamorte attorno a me.
***
Sarà perché sono imprigionata in questo posto
da un tempo che sembra un’eternità. Sarà perché sono stata privata di ogni
emozione positiva, ma non mi sono mai sentita peggio in vita mia. La sensazione
di aver perso tutto ha già preso possesso della mia lucidità. Non so come
fermarla. E’ un tarlo distruttivo, che mi divora giorno dopo giorno sbriciolando
quel che rimane della mia anima. Fisso il vuoto, annoiata, esasperata,
sconcertata. Mi sono ridotta a pensare a due cose solamente: Draco, e che vorrei
morire.
Il cuore comincia a battermi furiosamente nel
petto quando avverto il familiare cigolio della porta dello stanzino.
Non mi preoccupo nemmeno di alzarmi in piedi.
Non ho paura. Se fosse un Mangiamorte, credo che mi farei uccidere senza
pensarci.
-
Hermione… no, non…
Quella voce. La sua voce.
-
DRACO!
Sento la porta chiudersi alle sue spalle. In un
attimo gli occhi mi si gonfiano di lacrime. I singhiozzi mi tolgono il respiro,
e non riesco a controllarli. Non posso credere che se ne sia andato.
-
Draco! DRACO!!! – urlo disperata. – Draco… ti
prego…
La poca forza che mi ha permesso di reggermi in
piedi tutto questo tempo mi abbandona, così non mi resta che lasciarmi cadere
distesa sul freddo pavimento, il volto tra le mani.
Non appena due gelide mani mi sollevano da
terra è come se il sangue ricominciasse a scorrermi nelle vene, come se il cuore
riprendesse finalmente a battere.
Non riesco a parlare. L’unica mia reazione è di
prenderlo a pugni, più forte che posso, anche se so perfettamente di non
provocargli alcun dolore fisico.
-
Come hai potuto… lasciarmi così… farti sentire
e poi andartene via… - dico singhiozzando, ancora intenta a pugnalarlo. – Sei un
bastardo...
-
Scusami.
Mi stringe a sé, intercettando le mie mani per
poi portarle ai lati del suo viso.
-
Mi dispiace. – sussurra.
-
Finalmente ti sei degnato di farmi una visita.
– non è un granchè, ma è tutto quello che riesco a dire, il viso nascosto
nell’incavo del suo collo.
-
Mi dispiace. – ripete. – Ho pensato… che non
era la cosa giusta da fare. Cerca di capire quanto mi è costato starti lontano.
-
Lo so eccome! Pensi che sia stato piacevole per
me aspettarti qui, ogni maledetto minuto? Dannazione, Draco!
Stringo i pugni intorno alla sua camicia, più
forte che posso. Cerco di drogarmi per quanto posso del profumo che mi è mancato
così tanto. Lo stesso inconfondibile profumo di sempre.
-
Hai tutto il diritto di odiarmi, Hermione. Non
ti biasimo. Sono stato imperdonabile. Ma credimi, l’ho fatto per te. Per non
darti altro dolore.
-
Tu… - vorrei dirgli che la lontananza mi ha
quasi uccisa, ma lascio che le parole mi muoiano in gola. – Ti credo, e non ti
odio.
-
Grazie.
Lo sento respirare tra i miei capelli,
orrendamente sporchi. Ma di questo non m’importa. Averlo qui, stretto a me, è la
cosa in assoluto più meravigliosa del mondo.
-
Considerati libera.
-
Che significa?
-
Verrà qualcuno a portarti via da qui. Se non
sarò io lo farà qualcun altro.
-
Voglio te. Non me ne importa niente degli
altri. Pensa a sopravvivere, Draco. O quando uscirò da qui la prima cosa che
farò sarà raggiungerti. Non ti azzardare a lasciarmi sola un’altra volta.
Mi sorprendo io stessa della durezza della mie
parole.
-
Avrai me.
-
Promettilo.
-
Hermione, io…
-
Ti prego.
-
Te lo prometto.
Finalmente mi prende il volto tra le mani, per
poi catturarmi le labbra in un bacio mozzafiato. Mi sento come catapultata
dall’Inferno al Paradiso. Guido le sue mani sui miei fianchi smagriti, cerco
avida il suo collo per lasciargli una scia di baci estremamente dolci.
-
Ti amo, Hermione.
-
Ti amo anch’io. Troppo.
Lo sento rilassarsi, riprendendo a baciarmi con
trasporto…
Poi un’esplosione. La porta salta insieme a una
marea di scintille incandescenti con un tonfo sordo. Vedo il volto di Draco,
come accecata dalla una luce perlacea emanata dalla sua pelle bianca. Vedo i
Mangiamorte riversarsi nello stanzino, le loro sagome scure avventarsi su Draco,
a decine.
-
Maledizione! – urla Draco. Poi vedo Ron.
Sopraffatta da un misto di stupore e paura
resto immobile a fissare il mio migliore amico attraversare lo stanzino
facendosi strada tra i Mangiamorte intenti a lanciare maledizioni.
-
Weasley, portala via da qui! – urla Draco, che
nel frattempo ha estratto la bacchetta e cominciato ad affrontare un Mangiamorte
inferocito.
E, un attimo dopo, vedo Harry. E Ginny, che
combattono fianco a fianco. Vedo Dean Thomas, Fred e George, Remus Lupin. Tonks
e la McGranitt. Vedo Narcissa affrontare quasi a passo di danza Bellatrix
Lestrange. Finalmente vedo e desidero di essere cieca.
Ho una paura terribile. La paura che una sola
di quelle persone possa morire per me. Ho paura che Draco possa non farcela. Ho
paura quando un paio di braccia dalla stretta ferrea mi afferrano per la vita.
Solo dopo mi accorgo che appartengono a Ron.
***
Riesco a riprendere lucidità quando Hermione e
Weasley si smaterializzano lontano da questo inferno. Non è come me l’aspettavo.
Ci hanno colti di sorpresa, e non so come Silente e il suo esercito ci abbiano
scovati.
-
SECTUMSEMPRA! – urlo scagliando l’incantesimo
sul Mangiamorte che ho davanti, che in un attimo comincia a perdere sangue a
fiotti.
-
Draco, Draco… non hai la stoffa di tuo padre…
perché non mi uccidi?
-
Non provocarmi, cane!
-
Fallo, Draco. Uccidimi!
Vengo pervaso da una incontrollabile scarica di
rabbia, e il desiderio di spegnergli per sempre quella risata falsa e isterica
in gola si impossessa totalmente del mio corpo.
***
-
Ron, Ron!
Non posso fare a meno di abbracciarlo. Non
riesco a dire una parola. Lontana dalla battaglia, sembra quasi che io non abbia
mai smesso di vedere la luce, che ora mi acceca più che mai. Penso a Draco. Ho
paura. Mi sciolgo dall’abbraccio.
-
Ron, devi riportarmi laggiù.
-
Sei pazza. Non se ne parla. – risponde serio.
-
Ron, ti scongiuro.
-
Non puoi fare niente in queste condizioni.
-
Devo andare là! Io lo amo! Non posso starmene
qui con le mani in mano ad aspettare che qualcuno lo uccida! – urlo, cercando di
reprimere le lacrime.
-
C’è tutto l’Ordine della Fenice. Scordati di
andarci, sei senza forze. Non ti hanno nemmeno dato da mangiare?
-
Dannazione, non è questo il punto! Non mi
importa se sono debole! Riportami là!
-
No.
-
Allora guardami attentamente. Ti dimostro
quanto sono forte.
Comincio a correre, sotto lo sguardo allibito
di Ron. Infondo il giardino non può distare così tanto dalla mia ex prigione. So
che l’ultima cosa che Draco desidera è vedermi combattere al suo fianco, so di
aver deluso irrimediabilmente Ron. So di essere in pericolo da quando le mie
gambe hanno iniziato a sorreggermi nella corsa. Ma non mi importa. Ho combattuto
tante battaglie. E questa non sarà l’ultima.
***
-
La differenza tra me e mio padre, cane, è che
io non sono un assassino. Ma posso fare molto male. Crucio! – scaglio
l’ennesima maledizione contro il Mangiamorte che ho scoperto essere il lupo
mannaro Fenrir Greyback.
-
Avada…
-
EXPELLIARMUS! – respingo l’Anatema che Uccide.
– Sectumsempra!
Questa volta il colpo è dritto nel petto, a
pochi centimetri dal cuore.
Ancora esterrefatto alla vista del sangue che
ricopre quasi per metà il Mangiamorte la vedo. Mia madre si batte con estrema
abilità contro la sorella Bellatrix, ed Hermione combatte al suo fianco.
Come se avesse riacquistato in un minuto la sua
forza.
-
Ora si chiudono i giochi, Draco. Hai appena
firmato la tua condanna. AVADA KEDAVRA!
E all’improvviso, davanti ai miei occhi, un
inconfondibile lampo di luce verde. Nello stesso, infinito attimo sento Hermione
urlare e vedo il niente davanti ai miei occhi. Vengo investito dal sapore
sanguinolento della morte, che inesorabilmente mi apre la strada al suo sentiero
dritto e infinito.
E poi vedo mio padre gettarmisi davanti.
Solo che questa volta non è un disegno della
mia immaginazione, adesso è la realtà.
L’Anatema che Uccide ha colpito Lucius Malfoy e
non me. Perché mio padre ha voluto salvarmi.
Improvvisamente, tutto si ferma. Tutti
tacciono, tutti abbassano le bacchette. Per rispetto, o per paura che Lucius
Malfoy possa risvegliarsi e condannarli per aver tentato di uccidere suo figlio.
Bellatrix Lestrange si lascia cadere in
ginocchio, il volto nascosto tra le mani. Non si preoccupa di soffocare uno
straziante urlo di dolore. Hermione mi corre incontro tra le lacrime,
stringendomi fortissimo.
Silente, affiancato dal nuovo Ministro della
Magia, irrompe nella stanza insieme a una dozzina di Dissennatori incappucciati.
Nessuno dei Mangiamorte tenta di Smaterializzarsi.
La prospettiva di finire ad Azkaban è persino
migliore rispetto a quella di aver perso per sempre, per mano loro, uno di loro.
Il più grande. Mio padre.
Sento le braccia di Hermione stringermi forte,
il suo corpo scosso dai singhiozzi contro il mio, i suoi riccioli solleticarmi
il volto deformato dal terrore.
E, abbandonandomi alla sua infinita dolcezza,
capisco che è tutto finito.
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Capitolo 27 *** Epilogo ***
Nuova pagina 1
E così siamo arrivati alla fine della nostra storia...
spero di avervi appassionato, fatto ridere e commuovere, spero di avervi fatto
amare i personaggi e le loro avventure... e spero che mi lascerete tante
recesioni! :D Con questo capitolo una storia finisce, ma presto inizierò a
lavorare per una nuova fanfiction! Continuate a seguirmi! E grazie a tutti per
la fedeltà e la tanta pazienza che avete dimostrato. Baci ^^
Entrare nella Sala ormai
ha un impatto emotivo incredibile su di me. Se poi ci sono centinaia di persone
che, appena varchiamo l’ingresso, si girano sorridendo verso me e Ginny (che da
quando ho rimesso piede a scuola fa di tutto per non perdermi di vista neanche
un secondo), mi viene quasi voglia di alzare i tacchi e andarmene, perché non
riesco a guardarmi intorno senza arrossire violentemente.
Siamo tornati da un
settimana, e Hogwarts non è mai stata così… entusiasta. Sembra davvero che le
case non esistano più, che sia un’unica anima ad agire, e un valido motivo per
cui adesso mi vergogno da morire è che non sono ancora riuscita a ringraziarli
abbastanza.
Ogni mio pensiero viene
totalmente sconvolto quando intravedo lo sguardo terribilmente penetrante di
Draco illuminarsi e perdersi nei miei occhi. Sento le caviglie cedere, il mondo
intero barcollare sotto i miei piedi. Per fortuna Ginny ha intuito il mio
leggero disagio e mi ha evitato di svenire davanti a tutti tenendomi forte per
un braccio.
-
Posso rubartela un secondo? – dice Draco
avvicinandosi a noi.
-
Come se non l’avessi già fatto una
volta… - risponde Ginny, sarcastica ma sorridente.
-
E’ mia, Weasley – puntualizza
Draco mostrando i denti bianchissimi. Lo fulmino con lo sguardo per averla
chiamata per cognome.
-
Ah, già… Ginny. Mi ci devo ancora
abituare. – ghigna divertito. – Comunque, dicevo…
-
Afferrato il concetto… – risponde lei,
rassegnata. – Divertitevi!
-
Anche voi! – dico io, alludendo a lei ed
Harry.
-
Non vorrai lasciarmi perché non so
pronunciare il nome della tua amica! - dice Draco, incatenando i suoi
meravigliosi occhi di ghiaccio ai miei.
-
Mi accontento se a stento ricordi come
si chiama. – mi fingo offesa, allontanandomi da lui di qualche passo.
-
Okay… ripassiamo.
Ginny Ginny Ginny Ginny Ginny…
-
Ehi! Adesso non ti sforzare troppo!
-
Come vuoi. – mi prende per mano,
accompagnandomi nella Sala sotto gli sguardi divertiti o sconvolti di più o meno
tutta la popolazione studentesca di Hogwarts.
D’un tratto non ho più
paura né vergogna. Stretta fra le sue braccia, circondata da un calore nuovo,
esplosivo e inaspettato. Quello del suo cuore.
Improvvisamente vengo
pervasa da una sensazione fortissima, una voglia matta di restare sola con lui.
-
Che ne dici se andiamo a fare una
passeggiata vicino al lago? – propongo.
-
Ci sarebbe il nostro discorso, ricordi?
-
Ah… si. Giusto. E allora? – rido.
-
Risposta interessante. Significa per
caso che non te ne importa niente e che vuoi assolutamente restare sola con il
sottoscritto?
-
Esattamente. – e poi, alimentando una
scarica di adrenalina pura che mi si è appena accesa dentro, poso le mie labbra
sulle sue, baciandolo con passione.
-
Caspita… ho... afferrato il concetto,
si. – dice Draco staccandosi e fissandomi con un’espressione perplessa ma
divertita.
Mi cinge la vita con un
braccio e ci dirigiamo fuori dalla Sala Grande, in giardino.
Questa notte c’è la luna
piena; un tappeto di stelle ricopre il cielo.
-
Stringimi di più. – sussurro, poggiando
la testa sul suo petto.
-
Quanto vorrai. – dice Draco prendendomi
il viso tra le mani. Lambisce la mia bocca con la sua, baciandomi con una
dolcezza mista a pura passione.
-
Guarda il cielo. – soffia al mio
orecchio, staccandosi per riprendere fiato.
-
Si. E’ stupendo. – dico ansimando,
cercando di respirare a fondo per riempire di nuovo d’aria i polmoni.
-
Se solo potessi… te lo regalerei.
-
Non ne avrei bisogno, amore mio. Adesso
sei tu il mio cielo. – dico timidamente.
Lui sorride, cominciando
ad accarezzarmi i capelli.
-
A proposito, non ti ho ancora detto che
sei bellissima.
Ah, già. Ho omesso il
particolare del vestito. Draco mi ha regalato un meraviglioso vestito color
argento, lungo fino ai piedi, scollato sulla schiena e sul davanti, con una
fascia tempestata di strass sotto il seno.
-
Bè… non c’è che dire, hai ottimi gusti.
-
Questo sicuramente – ghigna divertito –
ma saresti bellissima anche senza niente addosso…
-
Oh. Per quello dovrai aspettare ancora
un po’ – sorrido maliziosa.
-
Peccato… resisterò.
E mi bacia ancora… lascio
che le sue mani scorrano ovunque, che le sue labbra indugino sulla mia
scollatura per poi tornare avide sulla mia bocca… lascio che il cuore mi scoppi
nel petto per l’emozione…
-
Hermione, Malfoy! – mi stacco
immediatamente, imbarazzatissima, mentre Draco ride di gusto alla vista di Luna
Lovegood che corre trafelata verso di noi.
-
Oh, scusate, scusatemi tanto… vi stanno
aspettando tutti per il discorso…
-
Certo, Luna, ehm… arriviamo subito. –
dico arrossendo fino alle punte dei capelli, e faccio per seguirla, ma Draco mi
afferra per un braccio, attraendomi di nuovo a sé.
-
Solo un secondo. – dice a Luna.
-
Draco, per favore, ci stanno aspettando
tutti!
-
Prima devo fare una cosa. - mi prende il
volto tra le mani, accarezzandomi le guance con tanta dolcezza che mi farmi
quasi svenire. – Ti amo, Hermione. E voglio passare tutta la vita insieme a te.
Sento il cuore martellarmi
impazzito nel petto, mi manca l’aria. Altre volte mi aveva detto quella frase,
ma mai l’avevo sentita… così. Spontanea e indimenticabile.
-
Ti prego, tienimi o svengo.
Draco scoppia a ridere,
sorreggendomi tra le sue braccia.
-
Dai, non prendermi in giro… ti amo
anch’io, da morire. Non lasciarmi mai.
-
Mai. – ripete lui, guardandomi serio
negli occhi.
E, stretti l’una
nell’altro, ci dirigiamo nella Sala…
-
Ehi, sei sicura che non vuoi che ti
prenda in braccio? – chiede apprensivo vedendomi barcollare.
-
Sicurissima. – anche se in realtà la
risposta sarebbe che ho un calo degli zuccheri e devo stendermi immediatamente
da qualche parte.
E infatti, tempo due
passi, cedo. La testa comincia a girarmi e mi sento mancare. Sento le sue forti
braccia sorreggermi e mi maledico mentalmente per la mia scarsa resistenza
fisica alle emozioni.
- Hermione Granger, mio
amore, non ti sei ancora abituata al concetto che nessuno, meno che mai la sua
ragazza, può resistere all’incredibile fascino di Draco Malfoy?
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