W-WORLD: CHI DIVENTERA' IL SIGNORE DEL MONDO?

di Jean91PI
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** PROLOGO ***
Capitolo 2: *** Capitolo uno. ***
Capitolo 3: *** Capitolo due. ***



Capitolo 1
*** PROLOGO ***


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Prologo
FARSITY, TERRE LIBERE, SALOON ULTIMO GOCCIO
ZZWWWWiSSHHHHH ZDEENNNG!!!
“Ah ah preso!!! E con questa ho fatto un altro 10/10!”
“Non è possibile… non ne hai ancora sbagliato uno!!! Ah stai sicuramente barando…”
“E tu sai sicuramente che non è così”
“Mi secca ammetterlo, ma questa volta hai ragione, Will”

William “Will” Smith si alzò dal suo sgabello vicino al bancone e andò verso il bersaglio con la freccetta che aveva appena tirato, e che aveva colpito per l’ennesima volta il centro.  Alto un metro e ottantacinque per ottanta chili di massa muscolare, biondo e con due occhi azzurro cielo, lo Sceriffo di Farsity poteva essere definito come il classico giovane di bell’aspetto che aveva fatto rapidamente carriera nella sua città. Il suo interlocutore, un signore non più giovanissimo con folti baffi neri, era il barista e proprietario del locale Ultimo Goccio, che l’ aveva sfidato per la quinta volta nella serata a una gara di freccette, e per la quinta volta aveva perso.
“Comunque non so come tu abbia fatto. Ti ho dato da bere tutta la sera, e sei ancora lucido come al primo bicchierino… speravo di batterti con questa strategia!!!”
“Ah ah… in effetti poteva funzionare… Ma è già l’alba? Uff… meglio  che torni a casa e dorma un po’… avrò pure la mattinata libera, ma questo pomeriggio dovrò essere bello carico!”
“Già, e vedi di fare il tuo dovere… Questa città ha sempre bisogno di te!”
“Lo so. Da quando Farsity si è trasformata da piccola cittadina di minatori a grande città del divertimento, i crimini sono all’ ordine del giorno. Ho la scrivania sempre strapiena di lavoro!”

Farsity era diventata nel corso degli anni una città sempre più importante per chi cercava divertimento di ogni tipo a prezzi di ogni tipo. Nata in una zona circondata da miniere d’oro e d’argento e sviluppatasi grazie ad essi, aveva nel corso del tempo cambiato la sua fisionomia. Ormai le miniere si erano esaurite, ma l’oro entrava comunque grazie ai numerosi turisti provenienti dalle città limitrofe o addirittura da fuori lo stato. Farsity formava infatti con altre 20 città la Confederazione, uno degli stati liberi dal dominio di RJP. La Confederazione si trovava dalla parte opposta rispetto alla frontiera, tuttavia venivano costantemente inviati rinforzi contro l’esercito delle tenebre, nella vana speranza di una vittoria che facesse pendere l’ago della bilancia dalla parte del bene.
Un uomo entrò nel locale.
“Guardi mi dispiace, ma siamo chiusi. Torni stasera dalle 7 in poi. Il menù prevede carne alla griglia, patate arrosto e crostata di mele, con vino della casa come bevanda, il tutto a soli 15 $, spettacolo di ballerine incluso. Un vero affare, mi creda!!!”
“Sei tu Will, lo Sceriffo di Farsity?” disse l’uomo. Aveva indosso un lungo impermeabile, benché fossimo in piena estate. Non si riusciva a scorgere la sua faccia.
“Esatto…” rispose Will. La voce dell’uomo era decisa e inquietante. Non gli sembrava ubriaco, pareva anzi molto lucido: sì, cercava proprio lui. Sperava si non dover ricorrere alle maniere forti.
L’estraneo lanciò contro Will un coltello…
Con un rapido movimento, lo Sceriffo schivò il colpo. Il coltello si conficcò nella parete, e li rimase, vibrando leggermente.
“Niente male. Sì, meriti decisamente la mia attenzione. “ disse l’uomo “Preparati, dobbiamo affrontarci!”
Will capì all’istante che non stava scherzando. Non poteva tirarsi indietro, era pur sempre lo Sceriffo della città.
“Ok, ma il duello si svolgerà fuori dal locale. Non voglio distruggere ciò che il mio amico ha costruito con le sue stesse mai!”
“Veramente avevo chiamato la migliore impresa edile della città, ma il principio è giusto! Will, stendi questo sbruffone, ma fuori dal locale!” disse il barista.
I due sfidanti si trasferirono all’esterno. L’ alba era sorta da poco, ma si potevano già osservare gli edifici di Farsity. La città aveva mantenuto la sua fisionomia storica, con edifici bassi e senza tetto, tutti con colori chiari e scuri neri. Lo scontro si sarebbe svolto in strada, tanto nella città era proibito circolare con velivoli a motore: erano ammessi solo cavalli e carri trainati da cavalli. A quell’ora, poi, tutti erano ancora tra le braccia di Morfeo. Non avrebbero disturbato eccessivamente gli abitanti e i turisti.
“Bene, cominciamo. Non ho tempo da perdere, io” disse Will, e si gettò all’attacco del suo rivale. Quest’ultimo si tolse l’impermeabile e rivelò il suo aspetto.
-Un ninja del Regno del Sole!- pensò il giovane. Aveva immediatamente capito chi aveva di fronte, la sua armatura parlava per lui. Indossava una corazza senza maniche di un nero incredibilmente lucente che gli copriva tutto il tronco, negli arti superiori portava due parabraccia argentati all’apparenza molto pesanti e pantaloni anch’essi neri con parastinchi argentati. Sul volto un coprinaso gli celava la parte inferiore della faccia, mentre un elmo argentato gli copriva la parte superiore del capo. Sul petto sinistro portava il simbolo del suo Paese, un sole con sei raggi. Aveva anche una cintura con diverse armi che non sapeva bene riconoscere, ma intuiva che le avrebbe scoperte ben presto.
Will tirò immediatamente fuori la sua Colt 45 e sparò due colpi in rapida successione. Il ninja tirò fuori uno strano coltello, e con esso deviò i due proiettili.
-Incredibile!!!-  disse tra sé Will. Quello non era certamente uno di quei criminali che si incontrano di solito a Farsity. Ripose la pistola nella fondina, e sguainò la sua spada. Non era una vera e propria spada, ma un misto tra un machete e un gladio. Era l’eredità che aveva ottenuto alla morte di suo padre, avvenuta ormai quindici anni fa. Un regalo che avrebbe voluto ricevere in ben altre circostanze.
Anche il ninja partì all’attacco, armato del suo coltello. Ora che lo vedeva meglio, credeva  si trattasse di un kunai: lo aveva studiato al corso di Armi Esotiche, diversi anni prima.
Le due armi si incrociarono ben presto, il rumore del metallo tintinnò nell’aria per diversi minuti. Si era intanto formata una piccola folla di curiosi, persone appena uscite dai locali notturni, in cerca forse di qualcosa che ritardasse il loro ingresso nelle stanze d’ hotel.
I combattenti si staccarono. Per ora il duello era totalmente in pareggio.
-Avevo capito che con questo non posso abbassare la guardia…-
“Bene, direi che ci siamo riscaldati abbastanza…” disse il ninja “ E’ ora di fare sul serio!”.
Quindi fece un salto altissimo verso il cielo. Will rimase ancora una volta stupito dalle abilità del suo sfidante.
A quel punto il ninja lanciò il suo kunai. Poi pronunciò alcune parole in un’altra lingua.
A quel punto il kunai si moltiplicò a ripetizione, e tutti i nuovi coltelli puntavano verso Will…
-Beh, anche io non sono proprio un pivellino… - pensò Will, e con la sua spada deviò uno dopo l’altro i kunai, che andarono a conficcarsi negli edifici vicini, rompendo anche diverse finestre.
“Complimenti. Mi stai piacendo…” disse il ninja “Vediamo come te la cavi con qualcosa di più sofisticato!”.
Fece un altro balzo verso il cielo, e lanciò un altro kunai verso Will, e anche questo si moltiplicò.
“Ancora la stessa strategia? Dovresti variare un po’” rispose lo Sceriffo. Solo quando i coltelli furono più vicini si rese conto che ai kunai erano attaccate delle piccole bombe.
KABOOOOOOOMMMMM
Una gigantesca esplosione scoppiò davanti al locale Ultimo Goccio. La folla di passanti, benché non fosse vicinissima alla zona dello scontro, fu colpita dall’onda d’urto del colpo. Gli edifici stessi subirono alcuni danni, primo tra tutti l’Ultimo Goccio.
La polvere causata dall’ esplosione ricopriva la zona del duello.
-Dovrei averlo messo definitivamente k.o.- pensò il ninja -Peccato, un po’ mi piac…-. Solo allora si accorse di un’ombra tra la nube di polvere che si avvicinava minacciosa a lui: Will, con la sua spada in mano, sferrò un fendente contro il fianco del suo nemico. Il colpo andò a segno, ma l’ armatura del ninja attenuò notevolmente il colpo. Quindi quest’ultimo indietreggiò, e si rimise in posizione di guardia.
“Direi che è ora di chiudere il match. Questo sarà il mio attacco finale.” disse lo straniero.
Alzò l’indice e il medio della mano destra, quindi gridò qualcosa. All’improvviso, il ninja si sdoppiò, poi si quadruplicò, e così via, fino a creare un intero esercito di cloni, che si diresse contro Will.
Lo Sceriffo non riuscì a contare quanti ne sconfisse, poiché una volta colpiti, questi scomparivano dal nulla, come dal nulla erano nati.
Ad un certo punto però, due cloni spuntarono da sotto terra e afferrarono Will per le caviglie, altri due gli fermarono le braccia: era immobile.
“E’ il momento di farti assaggiare il mio colpo segreto!” urlò il nemico, che si era camuffato tra i cloni.
Il suo corpo venne pervaso da un’intensa luce bluastra, che da tutte le parti del corpo si dirigeva verso il suo pugno destro, fino a creare una massa notevole di energia.
“Colpo del Drago Levante” gridò il ninja, e colpì con tutta la sua forza l’addome di Will.
La potenza del colpo fu tale che lo Sceriffo venne scaraventato contro l’ Ultimo Goccio, e con lui i quattro cloni che lo immobilizzavano. Il giovane urtò l’edificio, che cedette di schianto.
“Il mio locale!!! NOOOO!!!” gemette il proprietario, che da tempo era uscito dal locale, vedendolo in pericolo. Quindi aggiunse : “NOOO Will!!!”
Ancora una volta, la polvere coprì la scena del duello, che poteva dirsi terminato. La folla si riavvicinò la luogo del combattimento. Lo Sceriffo era stato sconfitto…
“In fondo, non eri nulla di eccezionale…” disse il ninja. Raccolse il suo impermeabile, e si incamminò verso  l’uscita della città.
Un rumore si assi di legno lo fece rigirare.
Una figura emerse dalla polvere.
Will era di nuovo in piedi.
“Ora comincia il bello…” disse…




Angolo Autore: 
ho ripubblicato la storia perchè c'erano stati alcuni "errori di stampa". In questa versione non dovrebbero essercene...
spero vi piaccia così come piace a me.
so che diversi punti vi saranno per il momento oscuri, ma vi verrano spiegati in seguito.
per darvi un'idea del protagonosta, mi sono ispirato a chace crawford su consiglio di mia sorella Hahaha_cit_Niall



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Capitolo 2
*** Capitolo uno. ***


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CAPITOLO UNO.





“CAPOOOOO CAPOOOOOOOOO!!!”
“Stai bene???”

Due uomini si stavano avvicinando a Will. John Clarkson e Ted Tummon , rispettivamente Vice-Sceriffo e Assistente dello Sceriffo, potevano essere definiti come gli agenti più particolari del dipartimento. Grassottello uno, gracilino l’altro, formavano comunque una coppia di sicura affidabilità, grazie alla mira da cecchino del primo e alla grande abilità investigativa del secondo. I due circondarono il loro capo, intenti a proteggerlo.
“Non vi preoccupate, ragazzi… me la cavo io!!!” disse Will sghignazzando. Ormai la sua sete di combattimento era alle stelle, i suoi occhi ora rosso fuoco non venivano certo in pace…
“Direi che può bastare…” disse il ninja.
“Cosa???” replicò Will. Credeva di aver capito male.
“Direi che è il momento delle spiegazioni” disse lo straniero, e si scoprì il capo “Mi presento: sono Kagem Yamashita, Sovrano Eletto del Regno del Sole.”
Will non ebbe dubbi. Aveva visto la sua faccia diverse volte alla tv. Era uno dei principali fautori dell’ Alleanza delle Terre Libere, nonché Generale delle forze militari dell’Est. Aveva ottenuto numerose vittorie sul fronte, ed era  considerato, nonostante i suoi trentatré anni, già una leggenda.
“Dalle vostre facce stupite, capisco che alcune cose non vi tornano…”
“Puoi dirlo forte, amico!!!” urlò John.
“Lasciami spiegare. Sapete del torneo organizzato per stabilire il nuovo Sovrano della Terra, vero?”
Tutti annuirono. Non si parlava di altro da giorni.
“ Sono stato incaricato dall’ Alleanza di cercare guerrieri interessanti che possano partecipare al torneo. Mi hanno parlato di un giovane sceriffo promettente a Farsity, ed eccomi qui. Dovevo verificare personalmente le tue capacità; d’altronde, c’è in ballo il destino delle nostre terre! Non voglio mandare allo sbaraglio dei ragazzini che alla prima difficoltà vengano sconfitti!”
“Direi che il ragionamento non fa una piega…” rispose Will.
“Allora, verrai tra un mese a Las Ginevras per partecipare al torneo?” chiese Kagem.
“Sono diventato Sceriffo per difendere la gente, e non posso chiedere di meglio. È l’occasione giusta per svolgere al meglio il mio compito!”. Will aveva accettato.
“ E chi mi darà indietro il mio locale???”
Tutti si girarono. L’ ormai ex proprietario dell’ Ultimo Goccio sembrava ora più minaccioso di Will, e pretendeva dal Re una risposta soddisfacente.
“Non ti preoccupare, oste. L’Alleanza  rimborserà tutti i danni.”
“Volevo ben vedere!!!” gridò il barista, e se ne andò mugugnando verso casa.
Quindi i due guerrieri ritornarono al centro dell’ attenzione.
Ti aspetto con ansia. Credo che potrai dare un contributo importante alla nostra causa.” disse il ninja. “ A presto. Vado alla ricerca di altri talenti… Ah, giusto, non pensare di aver visto tutto il mio potenziale…”
“La stessa cosa vale per te…” ribatté Will.
Il Re sorrise, quindi si allontanò.
 
 
ALCUNI GIORNI DOPO

“Siamo pronti, finalmente?” disse Will. Dovevano partire tre ore fa, ma i suoi due aiutanti tardavano il viaggio. Dovevano salutare le loro rispettive famiglie, con annesse lacrime.
“Ok, direi che possiamo andare…” disse Ted.
“Fermi un attimo!”
Un signore chiamò verso di sé l’attenzione di tutti.
“Generale!” disse Will.
Di fronte ai suoi occhi, il giovane si trovò il Generale Custler, leggenda vivente della Confederazione, ma anche padre adottivo di Will. Era lui che l’ aveva formato e fatto diventare un guerriero forte. Benché non fosse più giovanissimo, i suoi occhi incutevano ancora un timore reverenziale nei suoi interlocutori.
“Dove pensavi di andare senza di me, pivello?” domandò il Generale “Vengo anche io. Non posso certo lasciarti andare allo sbaraglio!”
“Ma ormai sono grande abbastanza!” rispose Will.
“Non ci crederai davvero?” ridacchiò Custler “Forza, partiamo!”
E il quartetto si mise in viaggio.
 

GIORNI DOPO, LAS GINEVRAS (TERRA NEUTRALE)

“Wow!!!” disse John.
In effetti, questa è la parola principale con la quale si descrive meglio la città di Las Ginevras. Era stata costruita in tre giorni, subito dopo l’ annuncio del torneo, in una territorio donato dalle due fazioni. Era incredibile pensare che in così poco tempo era stata costruita una metropoli in grado di ospitare un milione di abitanti. Alti grattacieli dominavano la città, che era stata progettata in modo da avere gli edifici più bassi vicino alla cinta muraria, e quelli più alti al centro. Poteva sembrare una fortezza, senza essere stata creata con questa funzione.
La notte in cui arrivarono, la città sfavillava di mille luci. Hotel, bar, taverne, ristoranti, discoteche, night club, coffe shop e altro. Nella città non mancava nulla. -Altro che Farsity…- pensò tra sé Will. Las Ginevras batteva Farsity almeno cinque a zero.
I quattro si diressero  verso l’ hotel riservato a loro. Avrebbero alloggiato lì per i primi giorni, poi si sarebbero trasferiti fuori città, dove si trovavano le arene. Si diceva che la più grande potesse ospitare centomila posti!
Dinnanzi a loro si mostrò l’ Hotel De’ Principi. L’insegna diceva 5*, forse erano addirittura poche. Alto 150 metri, in pieno centro, sarebbe stato la residenza di sovrani, governatori, duchi, conti, satrapi, ambasciatori, diplomatici e compagnia bella per tutta la durata del torneo. L’ interno era meraviglioso: i materiali più comuni erano il marmo e l’oro. Tuttavia il gruppo, dopo le pratiche di check-in, si diresse immediatamente nelle loro stanze, per riposare dalle fatiche del viaggio. Il giorno dopo sarebbero cominciati gli allenamenti in preparazione del torneo. Will voleva sviluppare alcune tecniche, che lo avrebbero aiutato, così sperava, nella vittoria.
 

GIORNI DOPO

“Scusi, mi può ripetere il suo nome?”
“William Smith…”
“ Ah ecco… l’ho trovato!”
“Ah, finalmente…”

Will era in coda per l’iscrizione al torneo da diversi minuti, e la tipa dello sportello, benché piuttosto carina, ci stava mettendo un’eternità nelle procedure burocratiche.
-Quando si dice belle, ma senza cervello… - pensò il giovane mentre apponeva  una firma ad un foglio che gli venne mostrato. Erano le regole del torneo. Le avrebbe lette con calma in seguito.
Quindi si mise a fare un giro nell’ area delle arene. Erano state create dal nulla dieci stadi, che avrebbero ospitato gli incontri tra i vari sfidanti. Attorno a ciò, sorgevano i campi base dei combattenti.
RJP aveva fatto costruire un castello. Ci passò vicino, ma non troppo. Quattro bastioni, posti agli angoli, scrutavano dall’ alto la zona. Will contò circa mille uomini armati di arco che presidiavano le mura. Lo Sceriffo pensò che difficilmente qualcuno si sarebbe avvicinato, sia per la fama del proprietario, che per il gigantesco cerbero posto all’ingresso.
Si allontanò in fretta. Non era certo quello il momento di farsi notare…
Lui aveva scelto un tendone, diviso in quattro scompartimenti. Probabilmente non era lussuoso come altre dimore, ma quello aveva.
Scelse di passare il resto della giornata ad allenarsi. Il giorno seguente ci sarebbero stati i sorteggi per il primo turno e i primi scontri. Sperava di non dover affrontare subito uno forte. Anche se, alla fine, avrebbe dovuto sconfiggerli tutti…

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Capitolo 3
*** Capitolo due. ***


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CAPITOLO DUE.

 



“William Smith contro… Ais Sato… Arena 2 ore 16.30”
Il sorteggio era arrivato. Will sapeva il suo primo sfidante.
Il Supercomputer del Torneo aveva cominciato ad accoppiare i vari duellanti, e Will si sarebbe scontrato con Ais detto Pugno di Ghiaccio. Avrebbero combattuto all’ Arena 2, la seconda più importante. Ais era infatti il Campione in carica dei Pesi Massimi di pugilato delle Terre Libere. Era molto popolare, oltre che molto ricco. Capelli ricci stile afro e folti baffi neri, rappresentava lo stereotipo dello sportivo tutto muscoli. Will si ricordava ancora di una sua intervista di qualche giorno prima, nella quale sbagliava tre congiuntivi a frase.
Gli scommettitori davano la vittoria di Ais quotata a 1,65. La sua era a 5,25. Di certo non aveva i pronostici dalla sua parte. Tuttavia, l’aveva visto più volte in televisione, e non lo temeva troppo.
Si andò a preparare. Tra qualche ora sarebbe cominciato il suo incontro. Prima, però, ci sarebbe stata la cerimonia di apertura. Era obbligato da regolamento ad andarci…
 
CERIMONIA DI APERTURA, ARENA CENTRALE

“Buongiorno, signori e signore!!! Sono Pierluigi Montagna, e sarò l’ Arbitro Ufficiale degli incontri. Riepilogherò brevemente le principali regole del torneo. Tutti gli sfidanti sono stati divisi in 16 gironi eliminatori. Il vincitore di ogni girone passerà alla fase successiva, dove ci saranno incontri ad eliminazione diretta.  Durante un match si possono usare tutte le armi che uno vuole. La vittoria viene assegnata se l’avversario rimane al tappeto per più di dieci secondi, se va fuori dal ring, se si arrende o se viene ucciso durante il combattimento. Se l’avversario si arrende, ma il suo nemico lo uccide comunque, quest’ultimo verrà squalificato. Altre regole le potete trovare nel Manuale che è stato consegnato a ciascun lottatore. Direi che non ho altro da dirvi per il momento. In bocca al lupo, e che vinca il migliore!”. . Tuttavia, questo Montagna non poteva dirlo. Le probabilità di vittoria finale di un membro del Bene erano risicate, solo per il fatto che nell’ altro schieramento c’era un certo RJP. Doveva tenersi buono entrambi gli schieramenti…
“E ora, l’incontro inaugurale del torneo: Leonidas contro Phil McPharlon!”
La folla urlò, pronta a inneggiare il proprio beniamino.
Will lasciò l’arena e si avviò verso gli spalti, dove John, Fred e il Generale gli avevano tenuto un posto. Era curioso di vedere i due combattenti all’opera.
“Ma non saremo in pericolo?” chiede Fred “Questi non scherzano!”
“Non ti preoccupare!” rispose il Generale “Vedi quelle persone in prima fila? Sono magni e streghe dell’Ordine degli Stregoni di Wizia. Hanno creato una barriera magica invisibile attorno all’arena che protegge il pubblico sugli spalti e gli impedisce di interferire.”
“Ah, ecco chi erano i tipi con quei lunghi mantelli!”
Will notò inoltre che l’arena era circondata  da telecamere volanti che riprendevano il tutto da molteplici angolazioni. Era TvUno, l’ emittente che si era aggiudicata l’esclusiva del torneo. Vedeva in seconda fila il giornalista della televisione che, affiancato dall’immancabile spalla, si stava lanciando nei soliti sproloqui pre-match, paragonabili per importanza ad un torneo di canasta.
L’Arbitro richiamò su di sé l’attenzione:
“Bene, è il momento del primo match. Che i combattenti salgano sul ring!”
Leonidas salì sull’arena. Non molto alto, capelli scuri e folta barba in tinta con i capelli, indossava una corazza dorata che gli copriva il tronco, schinieri in bronzo e un lungo mantello rosso.  Aveva uno scudo con una lambda dipinta sopra, una lancia in mano e una spada corta al fianco. il Re di Sparta, con il suo sguardo, prometteva una battaglia feroce. Non lo conosceva di persona, ma la sua fama lo precedeva. Diventato re molto giovane, comandava il reparto degli Spartani nelle guerre contro l’esercito delle Tenebre. Era nettamente favorito contro il suo rivale, il Cacciatore di Taglie Phil McPharlon. Vestito con una leggera cotta di maglia, aveva già sguainato le sue due spade, pronto a scagliarsi all’attacco del suo nemico.
“Quando suonerà il gong, l’incontro potrà cominciare!”
I due si posizionarono uno di fronte all’ altro, a una distanza di circa venti metri.
BOOOONG
Phil si scagliò all’istante contro il Re.
Leonidas divaricò le gambe, portò indietro in braccio destro, e scagliò la lancia contro il suo sfidante.
La lancia si conficcò nel centro del cranio del suo rivale, che cadde riverso al suolo.
L’Arbitro contò fino a dieci.
Il gong risuonò tre volte.
L’incontro era terminato.
Il pubblico rimase ammutolito per un po’, poi la folla si scatenò.
“E il vincitore è… Leonidas!” urlò Montagna.
“Incredibile! È stato un incontro lampo!” disse John. “Non è niente male questo qui, vero Will?”
“Già. Ma ora devo pensare a me. Tra mezz’ora comincia il mio incontro!”
“E allora muoviamoci, pivello!” disse il Generale, e si avviarono verso l’ arena 2.
 
ARENA 2
“Salve, signori e signore! Benvenute all’arena 2. Sono Franco Papparista, l’ arbitro di questo match, valido per il girone F di qualificazione, che vedrà contrapposti William Smith e Ais Sato!”
I due salirono sul ring. Ais indossava un paio di calzoncini viola di dubbio gusto e un mantello bianco, che si tolse una volta salito sul ring, mostrando il suo fisico da pugile per il pubblico femminile. Will indossava invece la sua camicia bianca portafortuna, jeans e stivaletti neri in pelle. Alla cintura aveva messo la fondina con la sua fedele pistola, e sulla spalla sinistra il fodero con la sua spada. Tuttavia, vedendo che il suo rivale non aveva armi, posò le sue per terra:
“Voglio combattere in maniera equa contro di te” disse Will rivolto al suo sfidante.
“Sicuro? Quest’errore potrebbe costarti molto caro…” replicò Ais.
“Non ti preoccupare!” rispose Will.
“Bene, l’incontro può cominciare!” disse l’arbitro.
BOOOONG
I due si lanciarono all’attacco.
Raffiche di pugni tempestarono entrambi gli sfidanti.
Quindi si allontanarono, tornando alle posizioni di partenza.
“Niente male, davvero…” disse Ais.
“Neanche te, in effetti!” rispose Will.
“Peccato che l’incontro debba finire così presto!” replicò Ais.
“Cosa?” Will non capiva: non aveva subito danni gravi.
“Guarda il tuo corpo ora!” esclamò Ais.
Ora Will capiva cosa intendeva il suo rivale: pezzi di ghiaccio si stavano formando sul suo corpo.
“Tra un po’ sarai completamente surgelato. Ti conviene arrenderti subito. Non voglio farti del mal… Cosa?”
Il ghiaccio si stava sciogliendo…
“Come è possibile questo? Non può essere!!!” Ais era sconvolto. La sua voce tremava, le sue ginocchia tremavano, le sue mani tremavano.
“Hai ragione: un peccato debba finire così presto!” rispose Will. Si scagliò contro il suo rivale. Gli sferrò un pugno all’addome, che piegò in due il Campione, quindi un uppercut sul mento che lo fece volare in aria, e alla sua discesa un calcio rotante che lo spedì fuori dal ring.
Il gong risuonò tre volte.
“William Smith è il vincitore dell’incontro!” sentenziò l’ arbitro.
La folla esplose in un boato.
Will prese le sue cose e scese dal ring.
“Una dichiarazione a caldo, Mr Smith?”
“Cosa ne pensa di questa vittoria?”
“A chi dedica questo successo?”
Will venne tempestato di domande dalla folla dei giornalisti, forse più confusionaria del pubblico degli spalti. Dopo aver risposto a queste fondamentali domande, lo Sceriffo si dileguò per tornarsene alla sua tenda. Non voleva apparire come quello favorito, o robe simili.
Allora notò lo schermo gigante, sul quale capeggiava una sua foto, con la scritta “La possibile rivelazione?”
Forse si era già fatto notare sin troppo… 


Angolo Autore:
eccovi l'ultimo capitolo della saga!!!
commentate numerosi!!!
Passaggi che per ora non vi tornano chiari verranno spiegati in seguito!!!

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