Conor is MINE!!

di beljectjoner
(/viewuser.php?uid=272471)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Compleanno di merda..o no? ***
Capitolo 2: *** Una visita inaspettata ***
Capitolo 3: *** E se mi stessi..innamorando? ***
Capitolo 4: *** Wish you were here... ***
Capitolo 5: *** Mamma, devi portarmi in ospedale... ***
Capitolo 6: *** Per la prima volta, ero felice.. ***
Capitolo 7: *** Il suo cuore batteva forte, come batteva forte il mio.. ***
Capitolo 8: *** Davvero mi stava capitando tutto quello? ***
Capitolo 9: *** Ero pronta, se solo lui avrebbe voluto.. ***
Capitolo 10: *** Una settimana.. E forse non l’avrei più rivista… ***
Capitolo 11: *** Dimmi la verità, mi ami? ***
Capitolo 12: *** La nostra avventura stava per cominciare… ***
Capitolo 13: *** Se lo avessi incontrato cosa avrebbe fatto? ***
Capitolo 14: *** Al settimo cielo! ***
Capitolo 15: *** Era un momento speciale, romantico. ***
Capitolo 16: *** Vuoi vivere con me? ***
Capitolo 17: *** La nostra canzone ***
Capitolo 18: *** Ero solo un’amica? ***
Capitolo 19: *** Alessia, ti amo... ***
Capitolo 20: *** Finalmente sveglia! ***
Capitolo 21: *** La bestia è caduta, e il principe ha la sua principessa! ***
Capitolo 22: *** Sono felice di non averti persa! ***
Capitolo 23: *** Finale ***



Capitolo 1
*** Compleanno di merda..o no? ***


Compleanno di merda..o no?

 
Driin!! Driin!!
Uff..che palle la scuola…
Driin!! Driin!!
UFFA!! Prendo la sveglia e la lancio contro il muro, e finalmente si spegne. Ma al contrario entra mia madre.
‘Alessiaaaa!! Ma ti alzi da questo cavolo di letto!? Sono quasi le otto e fra mezz’ora devi stare seduta su una sedia aspettando il professore che ti spiega nuove cose per la tua vita!!’. Se, come no. L’unica cosa che fanno i professori è rompere le palle.
Controvoglia sposto le coperte e mi alzo. Cavolo e che freddo!! >.<
Era l’otto gennaio, faceva una casino di freddo mia madre rompeva e stavo facendo tardi a scuola. Una cosa mi ero dimenticata. Era il mio compleanno, compivo sedici anni. Bella merda. Come al solito tutti se ne sarebbero dimenticati. Mi preparo e scendo in cucina. Prendo qualcosa da mangiare ed esco di casa, non prima di aver salutato mamma. Dopo quella chi la sente. Perdo lo scuolabus e viene anche a piovere. E sono senza ombrello. Ma che cazzo di compleanno è questo!?!? Ma la sfortuna segue solo me. Mi incammino per la scuola sotto la pioggia fortunatamente non è poi cosi lontana. Arrivo col fiatone. Era appena suonata la campanella. Entro in classe e il prof. mi fa la solita sgridata. L’ho detto che rompono le palle quelli. Il bello è che li pagano anche. E’ il primo giorno di scuola questo, da dopo le vacanze natalizie. Passate di merda perché mio padre ha lasciato mia madre, dopo che si è trovata una più giovane di lui che si sbatte tutti i giorni. Ma ormai di questo non me ne fregava granchè. Ero sempre stata molto più legata a mamma, anche perché a causa del suo lavoro, papà era sempre fuori, e quella volta che ritornava se gli chiedevo qualcosa, per poco non mi mandava a fanculo. Comunque, visto che ho fatto tardi, l’unico posto che era rimasto era quello vicino a Conor. Conor Maynard, fighetto diciassettenne (rimandato) che credeva di essere il migliore in tutto. Tutte le ragazze della scuola andavano appresso a lui. Se ne baciava uno al giorno, e le ragazze erano così idiote da buttarsi acnhe tra le sue braccia. Che stupide. Sbuffo e, col morale di merda, vado a sedermi vicino a lui.
C – Ciao bella!- mi dice con quella sua aria da Conor sonoilmigliore Maynard.
Io – Non rompere Maynard..- gli rispondo senza nemmeno guardarlo in faccia.
Cinque ore. Cinque cazzutissime ore che non passavano mai. Fortunatamente non pioveva più fuori e quindi decisi di ritornare a casa a piedi. Non avevo nessun amico. O almeno ce l’avevo. Annaluisa. Ma io la chiamavo Momi. Non lo so perché. Mia madre mi disse che quando la incontrai per la prima volta all’asilo la chiamai Momi, e quindi la chiamo sempre cosi. A lei piace. Piaceva. Si è trasferita da Manchester a Milano un paio di mesi fa prima, di Natale, perchè suo padre aveva trovato lavoro lì. Mi mancava un casino. Per lo più prima di andarsene litigammo anche e quindi sono mesi che non la sento. Non sa nemmeno di mio padre, credo. Mentre cammino, qualcuno mi chiama, e mi giro. Conor. Che rompi quel ragazzo! Ma perché ora era assillato da me?
 

CONOR POV

La vidi da lontano e cominciai a rincorrerla, urlando il suo nome a squarciagola. Non so perché ma non mi aveva mai fatto questo effetto una ragazza. Chiunque vedevo la prendevo la usavo un po’ e poi la cambiavo con un’altra. Ma lei, quando la vedevo il mio cuore cominciava a battere forte. Che io mi stia innamorando? ..Nah! Ma che cazzo dici Conor? Uno come te non può innamorarsi..eppure…
 

ALESSIA POV

‘Aleeeee!!’- mi girai per vedere che era. Conor. Ma che palle! Feci finta di non sentirlo. Ma riusì a raggiungermi. E mi si mise davanti.
Io – Che vuoi Conor?
C – Niente volevo solo darti.. questo, ecco- aveva in mano un pacchetto tutto colorato con un fiocchetto rosa sopra.
Io – E questo cos’è?
C – E’ un regalo, per il tuo compleanno..
Come faceva a sapere che era il mio compleanno? E poi perché mi aveva fatto un regalo?
Io – E tu come cavolo fai a sapere che è il mio compleanno?- non sapevo se dovevo essere felice perché qualcuno se n’era ricordato, o se essere arrabbiata perché l’unico che lo aveva fatto era un coglione.
C – Tua madre lo ha detto a mia madre, e visto che lei sapeva che venivi in classe con me, me lo ha detto ed io ho pensato di farti un regalino..
Io – e perché me lo hai fatto?
C – Perché siamo amici!- lo disse in modo allegro, tutto contento.
Io – E da quando io e te siamo amici? Non ci siamo mai rivolti la parola, anzi quelle poche volte rompevi anche le palle. E ora, tutto ad un tratto siamo amici!?
C – Ok, scusa. E’ vero non siamo amici,ma potremmo diventarlo, no?
Lo guardai allibita. Uno come lui, che non mi aveva mai cagata, ora voleva diventare mio amico? Si certo, e io sono bella come Selena Gomez.
Io – Queste cazzate con me non funzionano, Conor.. Credi che sia una di quelle oche che cadono subito ai tuoi piedi!?
C – Ma io non voglio questo..dai credimi ti pregooo!!- si inginocchiò lì in mezzo alla strada. La gente incominciò a guardare.
Io – Okokok!! Va bene siamo amici ma ora alzati da terra!
C – Siii!! Siamo amici graziee!!- si buttò addosso e mi abbracciò, tutto contento. Ma che cazzo gli stava succedendo!?
 

CONOR POV

A – Okokok!! Va bene siamo amici ma ora alzati da terra!
C – Siii!! Siamo amici graziee!!- mi buttai tra le sue braccia e l’abbracciai, tutto contento. Ma che cazzo mi stava succedendo!?

SPAZIO A ME (?)
Ciaooo.. questa FF è stata appena sfornata dal mio brain (?) ahaha ook spero che leggiate in tanti..Graziee <3

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Una visita inaspettata ***


UNA VISITA INASPETTATA

 
Lo guardavo. Era strano, non l’avevo mai visto..sotto quell’aspetto.
C – Allora?
Io – Allora che?
C – Lo apri o no il regalo?- chissà come qualcuno mi aveva fatto un regalo, perché non accettarlo? Ma si dai..apriamolo.
Io – ok..
Lo apro, ma ci metto una vita ‘ma quanto cazzo di carta c’è attorno!?’
C – Scusa, non sono molto bravo negli incartamenti..
Idiota. Finalmente (santo dio) riesco ad aprire il regalo. Lo ricordavo bene. Lo avevo visto in un negozietto molto tempo prima, con Momi.. dissi che volevo tanto comprarmelo, ma che non avevo i soldi. Momi mi promise che me lo avrebbe regalato lei e invece.. sono rimasta sola. Cazzo di testa che ha troppi pensieri..Fanculo.
C – Ti piace il bracciale?
Io – Si..ma come fai a sapere che lo volevo comprare?
C – Ti vidi molto tempo fa con una tua amica che lo guardavi, ma poi non l’ho hai preso più. E quando mia madre mi ha informato del tuo compleanno, ho subito pensato che ti sarebbe piaciuto come regalo…
Io – Grazie..
C – Prego.
Mi guardava e sorrideva. Anche io ci provai, e un piccolo sorrisetto, tra falsità e verità, uscì sul mio viso. Aveva un sorriso bellissimo, non l’avevo mai notato. Cacciai quei pensieri dalla testa. Stronza, non dimenticarti che quello davanti a te è sempre Conor ‘pensodiaverlosoloio’ Maynard. Mi aiutò ad indossarlo.
C- Ti sta bene..-ancora quel sorriso sul suo volto..
 Guardai l’orologio al polso, e notai che era tardi. Cazzo, non avevo voglia di sentire la solita ramanzina di mamma.
Io – Scusa Conor, ma ora devo andare..emh, grazie ancora per il regalo, Ciao.
C – Prego. Sono contento che ti sia piaciuto. Ci vediamo in giro, ciao!
Si avvicinò e mi diede un bacio sulla guancia. Poi lo vidi allontanarsi, notando che a volte si girava per vedere se ero ancora lì. Ma perché faceva tutto quello? Il regalo, e poi quel bacio.. Mi incamminai velocemente verso casa, per non fare ancora più tardi. Aprii la porta di casa e salutai velocemente mia madre.
Io – Buongiorno mamma,- dissi dandole un bacio sulla guancia,- scusa per il ritardo, e che un mio amico mi ha trattenuto.
- ok, ma la prossima volta cerca di fare prima..
Io – Certo…
Andai in  camera mia e appoggiai (lanciai a dire il vero LOL) lo zaino nel suo angolo personale. Mi svestii e indossai una tutta larga. Mi piaceva stare comoda in casa. Scesi giù in cucina e mangia velocemente, finchè non sentii mia madre che mi chiamava dal salotto.
- Ale, puoi venire un momento qui, per favore?
Io – Certo, mamma!
Mi alzai dalla tavola e andai in salotto. Mia madre era lì, con una torta in mano.
- Auguri!! Pensavi che me ne sarei dimenticata, eh? Allora ti piace? E’ la tua preferita, quella al cioccolato. L’ho comprata perché lo sai, non sono molto brava ai fornelli..
Aveva ragione, era una frana in cucina. Mi avvicinai a lei, mentre stava posando la torta sul tavolino. La abbracciai e la ringrazia del gesto; tagliammo la torta e la mangiammo insieme. Era buona. Poi si alzò e andò verso la sua camera, per poi tornare qualche minuto dopo, con un pacchetto tra le mani.
- Questo è il mio regalo, per te!
Io – Mamma, non dovevi..
- Che!? La mia bambina compie 16 anni!
Io – Mamma!! Non sono una bambina..
- Lo so, scusa..ma per me lo sarai, sempre..
Sorridemmo insieme, poi mi porse il pacchettino e lo aprii. Era un CD. Di Avril Lavigne, era la mia cantante preferita. La adoravo e le sue canzoni mi ispiravano molto.
Io – Grazie mille, mamma. E’ un regalo stupendo..
- Non c’è di che, amore. Sapevo che ti sarebbe piaciuto..M-ma quello? Dove lo hai preso?- disse vedendo il bracciale di Conor al mio polso.
Io – Nulla, è un regalo che mi ha fatto Conor..
- Chi, il figlio di Trisha? Già, le avevo accennato del tuo compleanno. Non pensavo che l’avrebbe detto al figlio, tantomeno che lui ti avrebbe fatto un regalo.!
Io – Eh, già…
 
……
 
- Ti piace?
Io – Ma chi!? No!! Anzi è solo uno stronzo che si dà troppe arie.!!
- Ehy! Piano con le parole.. In fin dei conti, non lo conosci nemmeno.
Io – Meglio cos’..
Il discorso finì lì. Andai a chiudermi in camera mia, e cominciai ad ascoltare il nuovo CD, fino ad addormentarmi. Erano verso le sette, quando mi svegliai. Andai in cucina e la mamma non c’era. Aveva lasciato un biglietto sul tavolo, dove mi informava che era uscita per lavoro e che tornava tardi. Allora mi stesi sul divano e accesi la TV. All’improvviso sentii il campanello suonare. Chi poteva essere a quell’ora? Mi alzai scocciata e andai ad aprire. Una visita inaspetta.
Conor era lì, con un sorriso a trentadue denti stampato sul volto.

 

Ciaoo! Scusate si ci ho messo tempo per il secondo capitolo. L'ho scritto da una settimana ormai. però a causa della scuola non ne avevo mai il tempo ma ora eccolo qui.. Vi chiedo solo di recensirlo prima del terzo capitolo GRAZIEE <3

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** E se mi stessi..innamorando? ***


E se mi stessi..innamorando?


CONOR POV
Erano verso le cinque, quando arrivò Josh, il mio migliore amico. Lo conoscevo da bambino. Ero diventato quello che ero grazie a lui, o da quel che ho capito, a causa sua. Io cercavo di cambiare, di tornare ad essere quel ragazzo dolce e gentile che le persone adoravano. Ma più stavo in sua compagnia, e più peggioravo. Quel pomeriggio lo passammo a giocare a Fifa. Vince sempre lui con quel gioco. E che cazzo!!
J – Allora, che facciamo stasera?
Io – Scusa bello, ma dovrai passare la serata senza di me. Io ho da fare..
J – Davvero? E cosa? Qualche scopata in programma? La conosco?
Io – Fanculo, Josh! No, niente di tutto questo, fatti gli affari tuoi e non rompere le palle!
J – Ook, amico. Scusa.. ora vado ci vediamo domani davanti scuola, ok? Ciao.
Io – Ciao..
Quando se ne andò, andai in bagno e feci una doccia veloce. Mi preparai per bene ed uscii. Sapevo che, quando mi avrebbe visto davanti casa sua, si sarebbe arrabbiata, ma avevo tanta voglia di vederla, e quindi decisi di andarla a prendere a casa, sperando che ci fosse, e di portarla da qualsiasi parte avrebbe voluto, anche sulla Luna, se ce ne sarebbe stato bisogno. Avrei fatto di tutto per lei..
Cazzo, Conor! Come hai fatto a perdere la testa per lei? Cosa ha che le altre ragazze non hanno?
Uscii di casa e in dieci minuti ero davanti la porta di casa sua. Bussai al campanello e qualche minuto dopo la porta si aprì. Era lì, indossava una tuta grigia, larga, e aveva i capelli un po’ arruffati. Ma era comunque bellissima..
 
ALESSIA POV
C – Ciao, Alessia.
Io – C-ciao.. ma che ci fai qui?
C – Bhè, visto che è il tuo compleanno, possiamo andare a fare un giro insieme..
Prima il regalo, poi il bacio sulla guancia..ed ora quello. Mi stava chiedendo di uscire, proprio a me. Ma perché si comportava così? Mi stava prendendo in giro? O forse..gli piacevo.. Ma che stronzate pensi, Ale!? Uno come lui non si innamorerebbe mai di te. E poi tu lo odi, no? Bene. Ora comincio a parlare anche da sola. Di bene in meglio.
Io – Non so, veramente pensavo di rimanere a casa…
C – Da sola? Ma è il tuo compleanno! Non penserai davvero di rimanere in casa, e per di più da sola? Daii, ti prego!
Io – Conor, ma che vuoi!? Perché devi rompere le palle proprio a me? Che cìè, sono finite le ragazze che ti vengono appresso? Te le sei già fatte tutte!?
C – Ma che cazzo dici Ale!? Io non mi sono fatta proprio nessuno! Stammi a sentire. Non mi muovo da qui, finchè non mi dici che esci con me..
Io – Fanculo, Conor…-gli dissi, e gli chiusi la porta in faccia. Mi ristesi sul divano a guardare la TV. Tanto non sarebbe rimasto davvero lì ad aspettare.
 
CONOR POV
A – Fanculo, Conor..- disse, e mi chiuse la porta in faccia. Almeno non mi aveva preso a calci i culo. Sapevo che avrebbe reagito in quel modo. Era fatta così (per quel poco che conoscevo di lei). Mi sedetti sulle scalinate e cominciai a giocare col cellulare. Aspettando e sperando che uscisse dalla porta, per uscire con me.
 
ALESSIA POV
Era passata una mezz’oretta da quando era venuto Conor. Ero curiosa se davvero era rimasto. Cosi andai ad affacciarmi alla finestra, e, con mia grande sorpresa, Conor era l’ seduto sulle scalinate col cellulare in mano. Era davvero rimasto.. Che coglione! Ma faceva freddo, e così avrebbe preso un malanno. Decisi di farlo entrare dentro mentre mi sarei preparata. Tanto era solo un’uscita, no? Gli aprii la porta e lo invitai dentro.
Io – Ok, esco con te, ma questo non significa che tu mi stia simpatico! Torno subito..
C – Grazie..- è l’unica cosa che disse.
Andai in camera mia, mi lavai velocemente e poi scelsi cosa indossare. Tra i panni, cadde una maglietta. Me la ricordavo bene. Era passato quasi un anno da quando quel ragazzo mi mise le mani addosso e…
L’odio, la vergogna e il dolore che provavo a causa di quel mostro era ancora tanta. Nessuno sapeva di quello che era successo. Dopo aver fatto, mi lasciò lì a terra, contro quel muro freddo di quel vicoletto, e se ne andò, era mezzo ubriaco. Quando lo vidi il giorno seguente, piansi davanti a lui e, invece di chiedermi scusa per quello che aveva fatto (pensavo che era colpa dell’alcool), si mise a ridere e che si era divertito con me..STRONZO!! Ecco perché ero diventata molto più fredda verso gli altri. Se fosse capitato di nuovo..non so se avrei resistito come la prima volta..
E pensare che il suo migliore amico… Forse sapeva tutto, e voleva provarci anche lui… Non gliel’avrei mai permesso. Ormai avevo imparato la lezione. Posai quella maglietta. L’avevo nascosta bene, anche agli occhi di mia madre. Presi un jeans e un maglioncino per tenermi al caldo, e scesi.
 
CONOR POV
Girai un po’ per il salotto, aspettando che scendesse. Su un mobile c’erano un sacco di foto sue e della madre. Del padre non ce n’era traccia. Mia madre mi aveva detto che erano divorziati da poco, il motivo però non me lo disse. Ero curioso di sapere tutto, della sua vita. Avevo voglia di conoscerla meglio, sapere più cose possibili su di lei. Sentivo che mi stavo innamorando sempre di più..e lei avrebbe ricambiato?..sentii dei passi dietro di me. Era pronta, e bellissima…
 
ALESSIA POV
Presi il cappotto e la sciarpa, fuori faceva molto freddo.
Io – Sono pronta..allora, dove andiamo?
C – E’ una sorpresa..dai andiamo…
Uscimmo di casa, chiusi la porta di chiave, e cominciammo a camminare. Andammo verso il bosco, dopo un quarto d’ora ci eravamo imboscati per bene. Io avevo sempre la guardia alzata se avrebbe provato a fare qualcosa.. Davanti a noi c’era un albero gigante e alzando gli occhi notai che tra gli enormi rami, c’era una casetta, fatta di legno.
Io – Wow, ma come fa a stare lì su..?
C – Per maglia..- disse, tutto stranito. Stavo quasi per prenderlo sul serio. Che scema!
Io – Davvero?. Lo sentii ridere come un matto.
C – Ahahah..No! L’ha costruita mio padre…
Io – Ah..- era molto carina dall’esterno. Girammo attorno all’albero finchè non notai che c’era una scaletta, per salire.
C – Forza, saliamo.
Io – Che!? Neanche per sogno!- avevo paura delle altezze, anche se mi sarebbe piaciuto vederla all’interno.
C – Che c’è? Paura?
Io – In po’..- non mentii. Perché avrei dovuto farlo?
All’improvviso mi avvicino a se e mi cinse i fianchi. Avvicinandosi al mio viso, mi disse nell’orecchio che non dovevo averne, perché se fossi caduta, mi avrebbe presa. Sentii i brividi sulla schiena. Perché? E se mi stessi..innamorando?


SPAZIO ALL'AUTRICE (?)
OOK.. MA QUANTO E' DOLCE CONOR? ANCHE SE UN Pò STRONZO LO E' MA NEI CAPITOLI AVANTI CAMBIERA NON PREOCCUPATEVI.. PER FAVORE CHI LEGGE RECENSISCA ANCHE.. ALMENO UN PAIO PER SAPERE SE VI PIACE O MENO.. PERCHè SE NO NON CONTINUOO.. PER FAVORE! GRAZIE <3

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Wish you were here... ***


Wish you were here

 
CONOR POV
Io – Non devi avere paura.. Se tu cadessi, io ti prenderei..- le dissi nell’orecchio.
Mi allontanai da lei, per vedere se l’avevo convinta. Aveva l’aria spaesata, ma sembrava che avesse voglia di salire..
A – V-va bene…
Feci salire prima lei. Quando arrivammo in cima ed entrò, era più calma. Ormai il pericolo era passato. Era stupenda anche quando aveva paura.
A – Wow! E’ bellissima, e grande! Ci possono dormire dieci persone qui dentro!
Io – Ahah, già, mio padre non ha badato a spese.
A – Deve volerti molto bene…
Io – S-si.. me ne voleva..
Si girò verso di me con un’aria triste..
Io – E’ morto un paio di anni fa, in un incidente stradale.
A – Mi dispiace..Scusa, parlo troppo a volte..
Era dispiaciuta per me, quanto era dolce!
Io – Non ti preoccupare..
Ci sedemmo sul divanetto posto al centro della casa.
Io – Quando cominciò a costruirla, avevo cinque anni. Anche un mio amichetto della scuola ce l’aveva, e io l’adoravo. Certe volte scappavo di nascosto di casa per andare lì dentro a giocare. Chiedevo sempre a mio padre di costruirla, ma mia madre non voleva, diceva che era troppo difficile e che poi sarebbe stato troppo pericoloso per me. Ma poi cambiò idea, e fece fare tutto a mio padre. La costruì con le sue mani. Me la fece vedere a Natale, come regalo. Ero così felice quando la vidi, che ci dormii all’interno già quella notte, tra le braccia di mia madre e mio padre. Fu il Natale più bello della mia vita. Non ci ho portato mai nessuno qui dentro, nemmeno il mio migliore amico. Tu sei la prima..
A – Davvero?
Io – Si…
A – Perché sono l’unica che hai portato qui..?
Dovevo dirglielo. Digli che mi piaceva, che mi faceva battere il cuore ogni volta che la guardavo negli occhi. Perché ormai ne ero sicuro: la amavo.
Io – Tu..mi piaci. All’inizio ti vedevo da lontano in modo estraneo, ma, non lo so..ultimamente ho sempre voglia di starti vicino, di abbracciarti…
Sei diventata speciale, per me…
 
 
ALESSIA POV
C - …sei diventata speciale, per me...
Rimasi a bocca aperta. Conor *sonoilmiglioreditutti* Maynard mi aveva detto che gli piacevo, e che ero speciale per lui. Non sapevo se crederlo..o no. ma era sempre e comunque l’amico di…Mi alzai, e, non pensando nemmeno più alla paura, ma solo a quello che mi aveva appena detto Conor, scesi dalla casetta e me ne andai. Mi seguì e quando riuscì a prendermi, parlo.
C – Perché te ne sei andata?
Io – Perché tu sei Conor Maynard. Fai finta che ti piaccia una ragazza e poi, dopo avertela portata a letto, la butti come se fosse immondizia. E poi te ne trovi un’altra, illudendo anche lei.
C – Hai ragione.. ma da quando ti conosco..sono cambiato. Sto tornando ad essere quel ragazzo calmo e gentile che ero un tempo. E-. continuò avvicinandosi- se tu sarai accanto, non ti farò mai soffrire, te lo prometto.
Stava quasi per baciarmi, quando vidi un’ombra dietro di lui.
- Hey, Conor!
Lui si giro verso l’ombra. Capii subito dalla voce che era lui. La sua voce, ormai, la ricordavo da quella sera…
C – Hey, Josh! Che ci fai qui?
J – Nulla, stavo facendo un giro,- posò lo sguardo su di me, e fece quel sorrisetto da stronzo che aveva- Ciao, Alessia..
Josh era più grande di entrambi. Vent’anni. Lavorava in un’officina. Di scuola, non se ne parlava nemmeno. Mi voltai di lato. Non risposi,  e non volevo nemmeno guardarlo in faccia.
C – Vi conoscete?
J – Si, molto bene… Allora era lei quella che ti dovevi scopare stasera..?- disse ridendo.
Non riuscii a trattenere le lacrime. Avevo gli occhi rossi. Ecco che succede se vai fidarti un po’ delle persone..
Mi girai e corsi via. Il più lontano da quella merda…
 
CONOR POV
J - … Allora era lei quella che ti dovevi scopare stasera..?
La prima cosa che mi veniva da fare è dargli un cazzotto a quella sua faccia di cazzo che si ritrovava. Le sue parole mi rimbombavano nella mente più e più volte. La rabbia aumentava sempre di più, stavo quasi per esplodere. Ma quando vidi Alessia scappare con le lacrime agli occhi, mi voltai verso Josh.
Io – Con te facciamo i conti dopo…
J – Uuuuh, che paura..
Fanculo quel cretino, dovevo andare da Ale. Era lei la mia priorità in quel momento. Mi girai e la rincorsi…
 
 
ALESSIA POV
Ormai avevo corso tanto, e pianto tanto. Ero stanca, e così mi sedetti su una panchina, e pensavo…alle parole che aveva detto quello stronzo. Avevo ragione. Conor non stava cambiando, era solo un bugiardo. Tutto quello che aveva detto lo aveva detto solo per i suoi secondi scopi. Ma, allora se non me ne fossi andata dalla casetta, forse… Me lo ritrovai davanti. Si sedette accanto a me, con l’aria rattristata, come se fosse dispiaciuto. Ma non ero stupida. Non ci sarei cascata di nuovo, nelle parole di quel coglione.
C – Scusa..per quello che ha detto. Lo so, è uno stronzo.
Io – No, tu sei uno stronzo!- mi alzai e stavo per andarmene. Non volevo nemmeno più sentire la sua voce. Ma lui riuscì a fermarmi.
C – Aspetta, ti prego. Perdonami, io non farei mai quello che ha detto. Dovresti conoscerlo meglio.. Lui è buono, ed è un grande amico..
Parlava come se non sapesse nulla di quello che aveva fatto il suo buono e grande amico.
Io – Tu non sai niente.. Niente!!- le lacrime cominciarono a scendere di nuovo, stavolta erano di più. Mi prese i polsi e mi buttò tra le sue braccia.
C – Hai ragione, sono uno stronzo, ed hai ragione, non so nulla di te, ma ho tanta voglia di conoscerti meglio..Ti prego..
Stavo quasi per crederlo ma quando pensai alla sera in cui il suo amico mi..Lo scansai da me. Non riuscivo a perdonarlo. Anche se, in fin dei conti, lui non aveva fatto nulla.
Io – invece io vi conosco troppo bene tu e quel.. bastardo!! Tu non sai cosa ho provato quando lui mi..- ops. Avevo parlato troppo. E avevo anche urlato. La rabbia mi fece cacciare quelle parole dalla mia bocca troppo in fretta.. e adesso? Avrei dovuto dirgli la verità?
C – Quando lui.. Cosa?
Io – N-nulla..-cercai di mentire, non lo guardavo nemmeno negli occhi. Ma Conor non era stupido. Cercai di guardare il suo sguardo. Aveva capito benissimo che mentivo.
C – Bugiarda. Che cosa ha fatto?
Io – Ti ho detto niente..- ancora bugie, Conor non sarebbe durato a lungo. Mi avrebbe fatto dire tutto.
C – Dimmelo!!
Era arrabbiato, si vedeva. Forse con me, che non volevo dirgli nulla, o forse con l’amico, che aveva fatto qualcosa a me. Allora non sapeva davvero nulla…
Cedetti, tanto forse, se l’avesse chiesto all’amico,  gliel’avrebbe detto, e dopo si sarebbero fatti anche una bella risata…
Mi sedetti sul muretto affianco a me.. E gli dissi tutto…
Io – Stavo tornando a casa. Per fare prima, presi una scorciatoia. Era tardi e non volevo sentire le solite ramanzine di mia madre. Mentre camminavo, notai che era dietro di me. Mi salutò da lontano; ‘Alessiaa!!’. Ci conoscevamo, ma eravamo solo conoscenti, non eravamo in grande confidenza. Mi girai, e lo salutai anche io. ‘Ciao Josh!’. Solo quando si avvicinò meglio, e mi fu davanti, capii che era ubriaco. Cominciò a bisbigliare qualcosa, ma non riuscivo a capire. Mi guardava e sorrideva. Cercai di andarmene, ma mi prese da dietro e..mi sbattè contro il muro.-Le lacrime continuarono a scendere. Era la prima volta che lo raccontavo a qualcuno. E lo stavo raccontando proprio al suo migliore amico. Rimasi per un po’ in silenzio, presi aria e continuai..- cercai di urlare, ma mi mise una mano sulla bocca. Mi straccio la maglietta e..mi abbassò i p-pantaloni…- non ce la facevo più. Non riuscivo a raccontarlo. Ricordare quelle cose mi faceva già male, figuriamoci parlarne. Mi asciugai le lacrime, e saltai direttamente alla fine.- mi lascio lì a terra. Lo sentivo allontanarsi, con quella sua risata in sottofondo..-
Conor aveva uno sguardo vuoto. Forse stava pensando che aveva fatto bene..oppure era arrabbiato, e era…
Alzò la testa al cielo, stava piagendo..Stava piangendo..per me? La abbassò nuovamente, nei suoi occhi c’era rabbia. Non mi guardò nemmeno in volto, e se ne andò. Già, era arrabbiato, ma con me. Certo aveva troppa vergogna, di me. Ma almeno non mi rompeva più le palle. Però quando tornai a casa, sul mio letto freddo, sentivo la sua mancanza. Pensavo a quelle parole che mi aveva detto nella casetta sull’albero. C’era un problema. A me lui, piaceva. Ma ormai era troppo tardi. Oh, vorrei che tu fossi qui…

CIAO! SCUSATE SE QUESTO CAPITOLO E' MOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOLTO (?) LUNGO.. MI E' USCITO TUTTO D'UN FIATO LOL... QUELLO PRECEDENTE NON HA AVUTO MOLTE RECENSIONI COME SPERAVO.. MA HO VOLUTO COMUNQUE CONTINUARE PERCHè MI PIACE SCRIVERE E SPERO SEMPRE CHE QUALCUNO RECENSISCA... GRAZIEE <3

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Mamma, devi portarmi in ospedale... ***


Mamma, devi portarmi in ospedale...

 
CONOR POV
A - ..lo sentivo allontanarsi, con quella sua risata in sottofondo..- Alessia era in lacrime ed io…io. Ero furioso.. Come aveva.. POTUTO!! Mettere le mani addosso ad una ragazza, alla MIA ragazza!! Si, non lo era ancora, e quando è successo (non so quando) forse non la conoscevo nemmeno, ma in quel momento la consideravo mia, e di nessun’altro. E pensare che qualcuno, quel qualcuno, il mio migliore amico! Che gli mette le mani addosso, e che la…violenta!! Tutto divertito. Stavo per esplodere, ma allo stesso tempo cominciai a piangere. Doveva essere distrutta, quando le era capitato. L’avrà detto alla madre? No, se no J..non riuscivo nemmeno a pensarlo il nome di quel bastardo! Se la madre lo avesse saputo, ora sarebbe dietro le sbarre. Me ne andai lasciando Alessia, li da sola, a piangere. Si, lo so, era sbagliato. Avrebbe pensato che non l’avrei voluta più vedere..ma in quel momento pensavo solo al volto di Josh, tutto rotto per colpa di tutti i pugni che gli avrei dato…
L’avrei picchiato? Oh, si.
L’avrei insultato? Tanto.
L’avrei odiato? All’infinito.
Andai verso casa sua, e lo incontrai verso metà strada. Era seduto su una panchina con una bottiglia di birra in mano e una ragazza sotto il braccio. Era Kate. La conoscevo bene, visto che eravamo stati insieme per un mese circa. Quando ci pensai, mi venne il voltastomaco…
J – Hey, ma guarda chi c’è? Conor Maynard! Quello che se la fa con le ragazzine piagnucolone..
Era ubricaco. Io no, ero solo furioso, e in quel momento potevo essere più pericoloso io, di lui.
Io – Kate, lasciaci soli..
K – Che? Io non me ne vado, voglio stare con il mio Josh!
Si guardarono e si misero a ridere. Era ubriaca anche lei..
Io – Te lo ripeto un ultima volta, brutta stronza.. Alza quel tuo culo dalla panchina, e vattene..
Non avrei mai trattato una donna come stavo facendo io in quel momento, figuriamoci metterle le mani addosso..ma ero troppo incazzato, per controllarmi..
K – Ma..
Io – Ho detto vattene!!- ormai non riuscivo più a controllarmi, stavo esplodendo. Kate si alzò tutta arrabbiata, ed anche un po’ impaurita, e se ne andò.
Ormai eravamo soli. Io e Josh. La mia rabbia, il suo dolore, e i suoi lamenti dopo che l’avrei picchiato. Ad un tratto si alzò. Ecco, era il momento.
J – Hey, ma che cazzo fai? Io quella dovevo scopar…- non gli diedi il tempo di terminare la frase, che gli mollai un cazzotto sul naso. Cadde all’indietro, alzandosi poco dopo.
J – Ma che cazzo fai? Sei impazzito?
Io – Come hai potuto metterle le mani addosso, brutto stronzo! – gliene diedi un altro, stavolta sulla mascella, e più forte.
J – Ah, ora capisco..Te lo ha detto lei? Non sono cazzi tuoi chi mi faccio oppure no, chiaro.
A quelle parole non ci vidi più. Mi buttai su di lui, convinto che avrei riuscito a pestarlo. Ma stavolta riuscì a difendersi. Dopo un po’ finì tutto, e lui ebbe la meglio. Ma almeno gli avevo rotto il naso e la mascella. Non mi importava che le avessi prese, mi importava solo di Alessia, e del dolore che aveva provato e che continuava a sentire. Tornai a casa tutto barcollante, dopo che Josh se n’era andato lasciandomi a terra. Mia madre, quando mi vide in che stato mi ero ridotto, stava quasi per piangere.
- Oh mio Dio, Conor! Ma che hai fatto?
Io – Nulla mamma, ho litigato con Josh, e abbiamo fatto a botte..
- Ma perché? Ti ho sempre detto che quel ragazzo non mi piaceva.. Non voglio che tu lo continui a vedere, te lo proibisco!
Io – Non preoccuparti, mamma. Non voglio mai più vederlo nemmeno io..
La testa incominciò a girarmi, e poi..nero.
 
 
ALESSIA POV
Mia madre stava urlando il mio nome,quando mi svegliai. Scesi, ed andai in cucina. Era molto presto.
- Buongiorno, amore! Scusa se ieri sera non sono rimasta con te, problemi al lavoro. Avrei tanto voluto festeggiare il compleanno con te. Allora è andata bene la serata?
Io – Alla grande mamma! – mentii ovviamente. Non potevo dirgli la verità, oppure gli avrei dovuto raccontare tutto.
- Bhè, sono contenta che tu ti sia divertita anche senza di me… Un compleanno bellissimo, no?
Io – Già!- in verità era stato un compleanno di merda. Da dimenticare il più presto possibile. Dopo aver fatto colazione, andai a farmi un bagno caldo. Ne avevo il tempo, e poi mi avrebbe aiutato a scacciare i brutti pensieri della sera prima. Passai una buona mezz’oretta nella vasca, a pensare la sera prima. A Conor, a Josh… Pensai anche a cosa sarebbe successo quella mattina, quando avrei incontrato Conor.. Mi avrebbe sicuramente evitato. Mi alzai dalla vasca, mi asciugai e mi vestii. Presi lo zaino dalla mia camera e, dopo aver salutato mia madre, mi avviai alla fermata dell’autobus. Fortunatamente riuscii a non perderlo e quando arrivai davanti scuola, la campanella ancora non era suonata. Cercavo Conor, ma notai che non c’era. Non c’era nemmeno quando entrai in classe. Mi feci coraggio, e decisi di andare da Jennifer, una sua amica. Non erano molto intimi, ma parlavano abbastanza che sicuramente lei sapeva qualcosa. La salutai gentilmente e lei ricambiò altrettanto, e poi gli chiesi di Conor.
Io – Scusa, Jennifer, per casa hai sentito Conor? Sai perché non è venuto?
Je – Ma come, non hai saputo? Conor è in ospedale.
Io – Cosa? In ospedale, perché?
Je – La madre ha detto che ha litigato bruscamente con Josh, e sono arrivati addirittura a piccharsi. Josh ha solo qualche graffio e il naso rotto, ma Conor se l’è vista peggio. So solo che quando ieri sera era tornato a casa, era tutto pieno di ferite, e che dopo essere svenuto, la madre lo ha portato in ospedale. Poi non so più nulla.
Conor aveva litigato bruscamente con Josh? Si sono picchiati e ora Conor era in ospedale? Mi sentivo.. in colpa. Decisi che stesso quel pomeriggio sarei andata a trovarlo. Ringraziai Jennifer delle informazioni e mi sedetti nel banco dove ieri c’era anche Conor. Vorrei tanto tornare indietro nel tempo, e fermarlo, quando se n’è andato via, dopo avergli raccontato di Josh.. Forse ora sarebbe ancora affianco a me...
Le lezioni passarono in fretta, fortunatamente. Uscii da scuola, tornai subito a casa e dopo mangiato, avvisai mia madre.
Io – Mamma, devi portarmi in ospedale…

 
SPAZIO AUTRICE:
Scusate se vi ho fatto aspettare per questo capitolo, è che per colpa della scuola, il tempo va a farsi fottere.. (delicatezza portami via) Anyway spero che vi piaccia, e che mi direte se vabene o no.. GRAZIEE <3
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Per la prima volta, ero felice.. ***


 

Per la prima volta, dopo tanto tempo, ero felice..

 

Io – Mamma, devi portarmi..
- Che cosa!? Perché, non stai bene? Cosa ti senti?
Io – No, mamma, sto bene io.. E’ per Conor, è in ospedale e voglio, devo andarlo a trovare. Ti prego, dimmi che mi accompagni, per favore!
- …va bene, ma devi raccontarmi tutto, va bene?
Io – Certo, mamma..
Ovviamente non le dissi tutto tutto. La informai solo che Conor aveva litigato con un amico e che si erano picchiati, e lui aveva avuto la peggio.
- Povero ragazzo.. Speriamo che stia bene.. La madre mi aveva detto che ultimamente si era comportato in modo strano, a causa delle amicizie che frequentava..
Io – Già..
- Speriamo che stia bene, e che si riprenda presto..
Io – Già, speriamo..
Rimanemmo in silenzio per il resto del viaggio. Quando arrivammo, corsi subito verso il bancone delle informazioni per chiedere quale fosse la camera di Conor. Quando entrai, lo vidi steso su quel letto bianco. La madre era seduta sul divanetto, affianco al letto.
- Maria, che piacere vederti, cosa ci fate qui?
- Ciao Trisha, abbiamo saputo di tuo figlio e mia figlia voleva venire, per vedere come stava.
- Ah, capisco..
Uscirono fuori per andare a prendere un caffè insieme. Rimasi solo io, e Conor.
 
CONOR POV
Quando aprii gli occhi, vedevo tutto bianco. Ero morto? No, sentivo mia madre e una voce che non conoscevo, chiamarmi. C’era mia madre davanti a me, con un sorriso stampato sul volto. Dall’altro lato c’era un uomo, coi capelli grigi e gli ochhiali.
Io – M-mamma, dove sono?
- Sei in ospedale, Conor. Sei tornato a casa tutto barcollante, e poi sei svenuto.
Si, ricordavo che avevo litigato, con Josh, per..Alessia! Chissàcome stava, non vedendomi a scuola..
- E’ stato fortunato, ragazzino. Hai solo una costola rotta. E qualche graffietto in faccia. Dovrai rimanere qui solo per stanotte, e poi potrai tornare a casa anche domani, dovrai aspettare che la ferita si chiuda un po’.
Ascoltavo si e no il dottore. Ormai pensavo ad Ale, e nient’altro. Il dottore dopo un po’ uscì e mia madre mi chiedeva se stavo bene.
Io – Si mamma, sto molto meglio ora. Grazie!!
- Non voglio più vederti con quel Josh, capito!? Ti ha rovinato la vita! – Lo disse con un’aria arrabbiata, ne aveva tutto il diritto…
Io – Si mamma, non preoccuparti, nemmeno io voglio vederlo più..
- Ma perché avete litigato? Intendo il motivo..
Io – Nulla mamma..
- E’ per una ragazza?
Io – Si.. No..ti prego mamma, dimentichiamoci di quello che è accaduto, ok? Ti prego fallo per me…
- Va bene…
Arrivò un’infermiera con un vassoio tra le mani, e feci colazione. Lo svuotai velocemente, avevo molta fame. Dopo un po’ mi addormentai.
 
ALESSIA POV
Mi avvicinai a lui, dormiva come un bambino. Pensando che era lì per colpa mia, incominciai a piangere. I miei singhiozzi lo svegliarono. Asciugai velocemente le lacrime, e mi appoggiai sul letto, senza toccarlo, per non farlo male.
C – Alessia..
Io – Conor.. Stai bene?
C – Si, ora sto benissimo..- era felice di vedermi. Ed io ero felice che stesse bene.
Io – Ma si può sapere che hai fatto?
C – Niente, ho solo preso a pugni Josh..
Io – davvero? E allora perché ci sei tu su un letto d’ospedale, e non lui?
C – Perché dopo un po’ ha reagito. Ed ho avuto la peggio. Ma non fa niente. Anhe lui ha il naso e a mascella rotta.
Io – Fa nulla!? Conor, tu sei ferito, su un letto d’ospedale!
C – Ti preoccupi per me?- fece un sorrisetto, ed io cominciai di nuovo a piangere.
Io – Preoccuparmi per te? Certo che mi preoccupo! Sei su questo letto per colpa...- mi tappò la bocca, e si alzò lentamente, ebbe qualche sussulto. Gli faceva male.
C – Non, dirlo! E non pensarlo mai.. Tutto questo è solo colpa di quello stronzo. Non avrebbe dovuto, mai fare..quello che ha fatto. Se le merita. Ero così arrabbiato con lui ieri sera, e lo sono tutt’ora. Non voglio più vederlo, se no..
Io – Se no, nulla. Ti prego, basta. Io voglio solo dimenticare..
Mi asciugò le lacrime e mi fece cenno di avvicinarmi a lui. Mi fece spazio, e mi stesi affianco a lui, sempre cercando di non farlo male. Rimanemmo lì, insieme a guardarci negli occhi. Per la prima volta, dopo tanto tempo, ero felice…
 
 
- Alessia? Alessiaa! Dai, svegliati!
Mi svegliai tutto ad un tratto e, nel farlo, feci male a Conor.
C – Ahia!
Io – Oddio, scusa!
C – Non ti preoccupare..non mi sono fatto poi così male..
- Alessia?
Io – Eh?- mi girai, e vidi mia madre che mi osservava. Mi alzai velocemente dal letto. Che figura di merda. Chissà che pensava mia madre!
- Ehm, ho interrotto qualcosa?
Io – Nono..
- Ahah ok.. Senti io vado a casa, se vuoi rimanere..
Io – Si, rimango.
C – No tu te ne vai..- mi girai verso di lui. Perché non voleva che rimanessi?
Io – Vuoi che me ne vada?
C – Si..ma non fraintendermi, non voglio che tu rimanga in ospedale con tutti questi malati, a dormire qui..No! Ma potrai tornare domani, se tu lo vuoi..
Si preoccupa per me…Che carino!
Io – Va bene, me ne vado. Ma domani mattina torno!
C – Va bene..Allora..- disse guardando mia madre. Lei capì subito che era di troppo.
- Ho capito. Ti aspetto fuori in macchina. Ciao Conor. Guarisci presto!
C – Grazie, signora.
La guardammo uscire, appena chiuse la porta, mi avvicino col braccio a lui.
C – Spero che tu domani venga..
Io – Ma certo che vengo!- lo dissi con entusiasmo, anche troppo. Si mise a ridere.
C – Ahah, ook.. Ci vediamo domani- si avvicinò e mi baciò sulla guancia. Mi feci tutta rossa. Sembravo un pomodoro.
Io – A-a domani..
Gli sorrisi e ricambiò. Uscii dalla camera e, dopo aver salutato la madre di Conor, andai in macchina. Durante il tragitto verso casa, io e mia madre facemmo un bel discorsetto…
Per la prima volta, dopo tanto tempo, ero felice..
 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Il suo cuore batteva forte, come batteva forte il mio.. ***


Il suo cuore batteva forte, come batteva forte il mio..

 
- Allora?
Io – Allora cosa?
- Tu e Conor.. State insieme?
Io – No, mamma,siamo solo amici…- ma avrei tanto voluto che fosse tutto mio. Non avevo mai provato quelle emozioni e sensazioni per una persona..
- …per il momento..
Io – Mamma!
- Che c’è? Ehy voglio conoscere il tuo fidanzato! E se è Conor, non preoccuparti mi piace molto quel ragazzo. Anche se deve smetterla di fare a botte..
Io – Mamma.. Primo: ti ho detto che NON è il mio fidanzato. Secondo: lui non farà mai più a botte.
- E che ne sai tu?
Io – Lo so.. e basta!
Forse un giorno avrei detto a mia madre tutta la verità. Quando ormai non significava più niente. Si sarebbe arrabbiata, tanto. Ma ora era troppo presto per dirlo. Soprattutto dopo quello che stava succedendo con Conor. Tornai a casa, mi feci una doccia, e dopo aver indossato il pigiama andai a dormire pensando che il giorno dopo, avrei incontrato di nuovo Conor..
Mi svegliai, e fortunatamente era sabato. Niente scuola. Mi vestii, feci velocemente colazione e mi alzai.
Io – Mamma! Vado da Conor!
- Ook, amore! Fammi sapere come sta e non fare troppo tardi!
Io – Va bene.. Ciao!
Stavolta andai in ospedale da sola, con il pullman. Quando arrivai in camera sua, il letto era rifatto, e Conor non c’era.
- Bhù!. Sobbalzai. Che paura! Mi girai e lo vidi tutto sorridente dietro di me.
C – Buongiorno..- mi prese per i fianchi e mi baciò sulla guancia. Cominciava a piacermi quando faceva così.
Io – Buongiorno.. come mai già in piedi?
C – Il dottore ha detto che sto bene. Non devo sforzarmi molto, ma posso tornare a casa.
Io – Davvero? E’ fantastico! Lo abbraccia, troppo forte.
C – Ahi..
Io – O mio Dio! Scusami..
C – Ahah.. Scherzando!
Io - ..scemo!- stavolta gli diedi uno schiaffo sul braccio. Continuava a ridere, e così risi anch’io. Aiutai lui e sua madre a tornare a casa. La sua casa non era molto grande.. Ne riuscii a vedere solo la cucina.
C – Vieni, andiamo nella casetta..
Io – Va bene..
Quando arrivammo lì, ormai mi era passata la paura di salire, perché dietro di me avrei avuto Conor. Salimmo, e Conor si stese sul letto, poco lontano dal divano. Mi chiese di stendermi affianco a lui. Non avevo paura, sentivo di potermi fidare di lui. Mi stesi, e mi appoggiai sul suo petto. Il suo cuore batteva forte, come batteva forte il mio. Restammo in silenzio per un po’. Mentre io tamburellavo con le dita sul suo stomaco, e lui giocava con le ciocche dei miei capelli.
C – Mi dispiace..
Io – Di cosa?
C – Di quello che ti ha fatto Josh..- mi stava chiedendo scusa per una cosa di cui non aveva colpe.. Era davvero dolce e gentile..
Io – Non devi nemmeno pensarci a scusarti.. Non è colpa tua. Non voglio più parlarne, facciamo finta che non sia mai successo..
C – Ma non possiamo fare finta di niente!- si alzò di scatto. – Ti ha.. messo le mani addosso!- stava solo peggiorando le cose. Si girò verso di me, e capì che era difficile per me ascoltare quelle cose.
C – Scusa.. ma pensare a quello che è successo.. proprio ala ragazza.. che amo…
Abbassò lo sguardo. Aspettava una risposta, a quelle parole che aveva appena detto. Ed io, avevo solo una gran voglia di abbracciarlo.. e baciarlo. Così lo feci. Allargai le mie braccia attorno a lui, e posai le mie labbra sulle se. Erano morbide, e calde.
Mi allontanai dopo un po’. Sorrideva.
Io – Anche io ti amo..
Mi abbracciò e mi baciò lui stavolta.. La mia vita (se così vogliamo chiamarla quella che avevo vissuto fino a qualche giorno prima) stava cominciando a rivedere la luce. Ero felice, e avevo al mio fianco un ragazzo fantastico.
Il giorno dopo la passammo insieme, andando a fare un giro per il parco e a mangiare un gelato. Mentre la sera lo invitai  a casa mia e guardammo un film insieme.
Mia madre, in sua assenza, continuò a chiedermi se stavamo insieme, e gli dovetti dire di si, se no non la smetteva più. Era felicissima per me. Passò un mese. Io e Conor stavamo sempre insieme, non ci dividevamo mai. A scuola, nello stesso banco, e al ritorno, a volte a casa sua, altre a casa mia. Incominciammo a studiare insieme. Conor era una frana a scuola, e così lo aiutavo a recuperare. Una sera entrò di nascosto nella mia stanza, dalla finestra. Quando entrai in camera, urlai dalla paura, ma fortunatamente mia madre non mi sentì.
Io – Conor! Ma che ci fai qui?
C – Nulla…è che volevo stare con te. Mi mancavi..
Io - ..anche tu mi mancavi tanto.
C – Posso dormire con te.. Non ti toccherò,giuro!..
Io – Certo che puoi dormire con me..
Sorrise. Era bellissimo..
Andai in bagno a mettermi il pigiama, poi tornai in camera, e mi stesi sul letto, con Conor al mio fianco. Non so perché gli feci quella domanda, forse perché avevo voglia di sentire la sua voce.
Io – Mi canti una ninna nanna?
C – Che cosa?
Io – Ti prego..
C – Non so..ho un po’ vergogna..
Io – Non devi averne, soprattutto con me.
C – V-va bene..
Incominciò ad intonare una canzone, l’avevo sentita un paio di volte, ma non ne conoscevo il titolo. Aveva una voce stupenda, dolce. Era bravo a cantare..
Io – Sei bravo.. a cantare. Hai una voce stupenda. Dovresti diventare un cantante,visto che a scuola non sai nemmeno una mazza.
Ridemmo insieme, ma senza esagerare, s oppure mia madre ci avrebbe sentito.
C – Bella battuta, Ale..
Io – Non sto scherzando..saresti fantastico..
C – Va bene, ma ora dormi, va bene? Notte, amore mio..
Io – Notte..
Avevo molto sonno, e mi addormentai subito…
 

SCUSATE SE HO TARDATO A POSTARE IL CAPITOLO SPERO VI PIACCIA.. GRAZIE PER LE RECENSIONI <3

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Davvero mi stava capitando tutto quello? ***


Davvero mi stava capitando tutto quello?

 
 
Mi svegliai presto, il giorno dopo c’era scuola. Mi girai e rigirai tra le coperte, e notai che Conor non c’era. Mi alzai e vidi che sul comodino affianco al letto c’era un bigliettino. Lo presi e lo aprii. Era di Conor.
‘Buongiorno amore! Scusa se non c’ero quando ti sei svegliata. Volevo tornare a casa per cambiarmi, prima di andare a scuola, e non volevo crearti problemi, con tua madre. Mi farò perdonare. Ci vediamo a scuola, ti amo.. Conor.’
Sorrisi a quel bigliettino. Davvero mi stava capitando tutto quello? O era tutto un sogno? Scherzosamente mi diedi un pizzicotto..ahia! Si, era la pura realtà. Avevo un ragazzo meraviglioso al mio fianco, che mi amava. Ed io amavo lui, con tutte le mie forze. Posai il bigliettino nel cassetto, e scesi in cucina.
Io – Buongiorno, mamma!
- Buongiorno, Alessia! Di buon umore stamattina, eh?
Io – Davvero? Non me ne sono resa conto…
- Ahahah, ok… Ma stanotte è venuto qualcuno? Ho sentito ridere…
Oh, merda! Andiamo Ale, sforna dal quel tuo cervello una palla, che tua madre può credere facilmente..
Io – Ero con Conor..- ma che cazzo sto dicendo!?
- Con Conor?
Io – S-si..ehm..al telefono! Ha incominciato a dire qualche barzelletta, e mi faceva ridere..
- Ah, capisco.. Che stupida, avevo pensato che ci fosse proprio lui! Ahahah!!
Io – Ahah, ma che cazzate pensi, mamma!!
..Fiù. per un pelo. Fortunatamente ci era cascata. Cavolo, era veramente stupida!
Feci velocemente colazione, sperando che non mi facesse altre domande. Tornai in camera mia, mi vestii e preparai la borsa.
Io – Ciao, mamma!
- Ciao tesoro!!
Uscii di casa e presi l’autobus. Arrivai davanti scuola, sperando che ci fosse già Conor ad aspettarmi. Ma invece non c’era nessuno. Anzi, qualcuno c’era…
- Ma guarda un po’ chi si rivede..
Mi vennero i brividi. Era dietro di me, quindi non lo vedevo in faccia, ma quella voce…quella sua cazzo di voce. Rimasi immobile. Non riuscivo neanche a girarmi, la paura ormai era troppa. Josh non lo vedevo da circa un mese. Da quando lui e Conor litigarono. Nemmeno con lui si era fatto più sentire. Allora perché era lì? Che cosa voleva?
J – Che c’è, non ti giri nemmeno? Hai paura anche di guardarmi in faccia?
Io non potevo aver paura di lui. Dovevo reagire. Presi coraggio, e mi girai. In faccia aveva ancora qualche graffietto che gli aveva fatto Conor. Lo guardai negli occhi.
J – Ma guarda un po’.. Da quando non ci vediamo? Ah si, ricordo.. Da quando il tuo fidanzatino ha cercato di prendermi a pugni, e poi c’è finito lui all’ospedale.. Ahahah!!
A sentire quelle parole, e la sua risata, mi buttai su di lui. Ma che pensavi di fare? Eh, Ale? E grosso il doppio di te, cazzo! Mi spinse e mi fece cadere a terra.
J – Che pensavi di fare, eh? Sai dovrei mandare anche a te all’ospedale, così tu e quel cretino di Conor, capirete che non potete fare nulla contro di me.
Avevo paura, tanta. Speravo che arrivasse qualcuno in mio soccorso, ma nulla. Mi guardò, e notò la paura nei miei occhi.
J – Paura? Come quella sera?
Incominciò a ridere.. ed io scoppiai a piangere. Ecco la mia fine è vicina. Spero solo che dopo tutto questo, lui avrebbe passato dei guai con la legge. Vidi la sua mano che si avvicinava a me e abbassai lo sguardo.
Quando…
- Non provare a toccarla..- mi girai, e vidi Conor, che lo tirava lontano da me. Il suo volto mi faceva venire i brividi. Aveva un’aria seria. E forse, anzi, quasi sicuramente, era arrabbiato. Mise le sue mani sul petto di Josh e lo spinse violentemente, lontano da lui, e da me.
J – Ma guarda un po’, è arrivato anche il fidanzatino!
C – Josh, vattene…
J – Se no? Che fai, mi prendi di nuovo a pugni? Non ti è bastato l’ultima volta?- lo disse con un’aria di sfida. Lo stava provocando. Conor stava per buttarsi su di lui, quando, in lacrime lo fermai.
Io – No, Conor! Ti prego…avevi promesso!-. mi guardò negli occhi, e il suo volto serio e arrabbiato, cambiò. In quello dolce, che aveva sempre quando stava con me.
C – Va bene. Scusami.- disse, asciugandomi le lacrime con le dita.
Guardò per un’ultima volta Josh, io feci altrettanto. Poi ci girammo dall’altro lato, e andammo via, verso le porte della scuola. Non camminammo molto, che Josh ci seguì e prese Conor per la spalla.
J – Tu non te ne vai così, hai capito ragazzino!
- Ma che sta succedendo qui fuori?
Mi girai, per capire chi era. Nel frattempo, Conor e Josh, si guardavano fissi, negli occhi. Era il professore di educazione fisica. Alleluia! Era molto grande di statura, ed era un bene. Se per caso Josh, avrebbe provato a picchiare Conor, lui lo avrebbe fatto allontanare immediatamente.
Io – Buongiorno, professore.
- Buongiorno, Alessia. Allora si può sapere che sta succedendo qui?
Posai lo sguardo su Conor, che cominciò a parlare.
C – Nulla professore, stavo solo facendo una bella chiacchierata col mio amico..
- Bhé sarà meglio che il tuo ‘amico’, se ne vada, fra poco suona la campana.
Silenzio. Conor e Josh continuavano a guardarsi, finchè Josh non sbuffò.
- Allora?
J – Va bene, v bene… me ne vado! Ma non finisce qui, Maynard..-lo guardò con un’aria minacciosa, che la mia paura aumentò ancora di più, e se ne accorse anche il professore al mio fianco. Josh, finalmente se ne andò. Conor si girò e venne verso di me, prendendomi per i fianchi.
C – Stai bene?
Io – Si, ora sto bene..


 

Ecco qui il capitolo vi chiedo solo di lasciare una recensione per favoree! Grazie <3

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Ero pronta, se solo lui avrebbe voluto.. ***


Ero pronta, se solo lui avrebbe voluto

 
CONOR POV
Avevo ancora l’immagine del volto spaventato di Alessia, nella mia mente. Il professore si avvicinò a noi.
- Tutto bene ragazzi?
Io – Si prof., grazie.
- Va bene, io torno dentro. Spero di non vedere più quello che ho visto qualche minuto fa. Oppure sarò costretto a chiamare i vostri genitori.
Io – Non si preoccupi. Non capiterà più..
Il professore ci guardò per un’ultima volta, e poi torno dentro. Uff, per un soffio. Stavo per prenderle di nuovo da quel coglione! Guardai di nuovo Alessia.
Io – Sicura di stare bene?
A – Si, non preoccuparti..Tu?
Io? Avevo un po’ paura. Che quello stronzo gli avrebbe fatto chissà che cosa, e io non sarei riuscita a proteggerla.
Io – Sto bene…-. La campanella suonò dopo un po’, ed entrammo in classe, sedendoci al nostro solito posto. Le ore passarono in fretta. Al ritorno l’accompagnai a casa. Avevo paura che Josh si sarebbe rifatto vivo.
Io – Hey, alle cinque alla casetta?- ultimamente andavamo sempre lì, e passavamo il tempo parlando e scherzando insieme.
A – Va bene.. Ci vediamo lì..
Io – Hey!- la abbracciai da dietro e le baciai il collo- Ti amo..Sta attenta..
 
 
ALESSIA POV
C – Ti amo..Sta attenta..- capii subito cosa voleva intendere. Josh. Ma non poteva venire fino a casa mia, no?
Io – Anche io ti amo. Starò attenta, non preoccuparti.
Mi lasciò andare, e lo vidi allontanarsi. Entrai in casa e salutai mia madre.
Io – Ciao mamma, sono tornata!
La sentii urlare dalla cucina.
- Ciao, amore. Tutto bene a scuola?
Io – Si mamma, tutto bene..- altre bugie.. Ma quando gli avrei detto la verità?.. Posato lo zaino in camera, andai in cucina e pranzai. Poi aspettai le cinque stesa sul divano, guardando un po’ di TV. Verso le quattro e mezza, avvisai mia madre, ed uscii. In dieci minuti mi ritrovai davanti alla scaletta. Salii ed entrai. Conor ancora non c’era. Mi appoggiai sul divano, e cominciai a pensare. Josh aveva detto a Conor, che sarebbe ritornato. Cosa avremmo fatto? Lo avrebbe sicuramente picchiato, e non potevo permettergli di mandarlo di nuovo in ospedale. E allora? Dire tutta la verità? No. Troppa paura..Scappare? Eeeh, esagerata! Uffà, quante domande! Presi il cellulare, per guardare che ore erano..le cinque e mezza! Oddio, Conor stava ritardando. E se Josh..
Io – No!. misi la testa fra le mani, per buttare quel pensiero orribile fuori dalla mia testa.
- No, cosa?- alzai subito la testa. Era Conor. Con le lacrime agli occhi, mi buttai su di lui, facendolo cadere a terra.
C – Hey, Ale!..ma che ti prende?
Io – Perché hai fatto così tardi? Pensavo che Josh ti avesse incontrato e..- non riuscivo a dirlo.
C – Hey Hey..non piangere. Scusa se ti ho fatto preoccupare. Mia madre mi ha obbligato a ordinare la camera…- mi venne da ridere.
C – Ecco, è così che ti voglio. Sorridente.. Ora, puoi farmi alzare, per favore? Se proprio vuoi stenderti su di me, lì c’è un letto caldo e comodo.- Risi ancora di più.
Io – Ahah! Pervertito!
C – Che ho detto?- Incominciò a ridere anche lui, mentre mi alzavo da dosso a lui. Si andò a stendere sul letto, e io mi affiancai a lui.
C – Allora, cosa facciamo?
Io – Non saprei.. qualche idea?- lo guardai, aveva un’aria pensierosa.
C – Mmmh…no.
Io – Ahahah!..cominciamo bene.
Rimanemmo in silenzio per un po’, poi cominciai a parlare.
Io – Cosa facciamo con Josh?- incominciavo ad avere veramente paura di quel ragazzo.
C – In che senso?- rimasi a bocca aperta. Ma era cretino, o mi stava prendendo per il culo!?
Io – Nel senso che se ce lo ritroviamo davanti quello ci ammazza!- incominciò a ridere, mentre io ero seria al massimo.
C – Ahahah, ma non ti preoccupare, non ci metterà mai le mani addosso, oppure io lo mando dietro le sbarre!
Io – E’ una cosa seria, Conor..- mi guardò, e divento serio anche lui.
C – Io sono serio…Non potrà farci niente. Non lo permetterei mai..
Io – Sembra facile a dirlo, ma.. non dimenticarti che sei stato in ospedale per colpa sua. E a me..
C – Hey! No, non pensarci ti prego! Non pensiamo a Josh, e a tutto il resto. La cosa più importante da pensare ora è solo..noi.
Lo disse così dolcemente, che riuscì a cacciare dalla mente tutti i pensieri negativi. Lo baciai.
Io – Conor, promettimi una cosa..
C – Qualsiasi cosa..
Io - ..Non mi abbandonare..mai..
Si alzò leggermente e si stese su di me, appoggiandosi sulle mani.
C – Ricorda queste parole: Alessia, ti amo, e non ti abbandonerò mai. Promesso.
Quelle parole cominciarono a rimbombarmi nella mia testa. Ero felice. Anche io lo amavo, tantissimo. Ed era tutto mio.. Presi il suo volto tra le mie mani, e cominciai a baciarlo. Ormai le mie paure, che qualcuno mi toccasse, erano svanite, grazie a lui. Ero pronta, se solo lui avrebbe voluto… Cominciammo a baciarci con più passione, e gli misi la mano sotto la maglietta. Lui la prese, e mi fermò.
C – Aspetta…
Io – Qualcosa non va..?
C – E’ che..dopo quello che ti è successo…
Io - ..non devi avere paura per me…ma se tu non vuoi, ti capisco..
C – Pensi che io non ti voglia? Io ti amo, e ti voglio. Più che mai. Ma..
Io – Ma…?
C - ..non voglio farti del male..non voglio che tu pensi che io sia come..lui.
Io – Ma come puoi pensare certe cose!? Tu non sei e non sarai mai come quello stronzo!
C – ok.. ma promettimi che se esagero, oppure tu non ti senti ancora pronta…mi fermi.
Io – Va bene…
Mi sorrise, e cominciammo di nuovo a baciarci. Mise la sua mano sotto la mia maglietta, dietro la schiena. Aveva le mani fredde, sentii un brivido. Anche io rimisi le mani sotto la sua maglietta, e pian piano gliela tolsi. Continuava a baciarmi, scendendo fino al collo.
Io – Ahahah..- si fermò.
C – Perché ridi?- disse, guardandomi con aria divertita.
Io – Scusa..è che mi hai fatto il solletico!- incominciò a ridere anche lui. E poi continuò, togliendomi la maglietta. Lui aveva un fisico..WOW!! E cosa avrebbe pensato del mio? Continuammo a baciarci e a toccarci, finchè non sentimmo un rumore provenire da fuori…

Scusate per il ritardo.. Buona Vigiliaaaa!! :D

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Una settimana.. E forse non l’avrei più rivista… ***


Una settimana.. E forse non l’avrei più rivista…

 
La porta si apre improvvisamente e ci ritroviamo la madre di Conor davanti ai nostri occhi. Velocemente Conor si alza e, dandomi la mia maglietta, si rimette la sua.
C – Mamma! Ma che caz.. cavolo ci fai qui!?
Io, tutta imbarazzata, indosso velocemente la maglietta, e mi alzo dal letto.
- Ehm, scusate ragazzi..di avere disturbato. Comunque sono qui, perché la madre di Alessia, mi ha chiesto gentilmente se puoi tornare a casa, ha detto che deve parlarti urgentemente.
Mia mamma doveva parlarmi? Doveva essere una cosa grave se voleva parlarmi subito.
Io – Grazie dell’nformazione, signora. Ora vado.
- Prego, cara. E..scusate ancora del disturbo-, dice poi apre la porta e se ne va.
C – Che figura di merda…
Io – Eeeh già.. Vabbè. Ora vado da mia madre.. Vediamo cos’ha do tanto urgente da dirmi.
C – Non ne hai proprio idea?
Io – No..
C – Vabene, allora ci sentiamo dopo, ok?
Io – Vabene..
C – E scusa ancora. Per mia madre- Mi venne da ridere. Era imbarazzante, ma anche un po’ divertente.
Io – Ahahah..non ti preoccupare..- Lo baciai e me ne andai. Tornai velocemente a casa, era tardi. Entrai in casa e cercai mia madre. Era in cucina.
Io – Mamma, mi cercavi?
- Si, tesoro. Siediti. Dobbiamo parlare.
Aveva uno sguardo triste e preoccupato. Mi sedetti di fronte a lei. Sapevo che qualcosa sarebbe andato storto…
Io – Dimmi tutto.
- E’ difficile dirlo per me. Ma purtroppo dobbiamo farlo. Alessia, dobbiamo trasferirci.
………….
Che cosa ha detto? Che cosa CAZZO ha detto!? Mi alzo da tavola, e comincio ad urlare.
Io – Che cosa!? Dimmi che stai scherzando!
- Mi dispiace tesoro. Ma il lavoro mi costringe a trasferirmi a Liverpool.
Liverpool…era lontanissimo dalla piccola città in cui vivevo. In quel momento pensai ad una cosa: Conor. Che cosa gli avrei detto? Io non volevo lasciarlo, lo amavo. Ho trovato un ragazzo fantastico, dolce, gentile, che mi ama. E ora dovevo buttare tutto all’aria. Quei momenti passati insieme…NO!!
Io – Mamma, ti prego.. Non ci sono altre possibilità?- lo dissi piangendo. Ero in lacrime e non riuscivo a smettere.
- Mi dispiace tesoro, ma..no. ho cercato tutti i modi per evitare questo, ma sono obbligata a trasferirmi. Sai ho già trovato una casa. L’ho presa in affitto, non è grande come questa, ma…- la interruppi.
Io – No! Io non ci vengo, capito!? Non voglio trasferirmi.. qui c’è la mia vita..qui c’è.. Conor! Io non lo lascio! Non voglio!
- Non puoi rimanere qui da sola, Ale..
Io – Non me ne frega un cazzo! Io non ci voglio venire in quella città di merda! Voglio rimanere nella mia!
- Hey, signorina, modera il linguaggio. Non mi interessa se qui c’è Conor o qualcun altro. Che tu lo voglia o no, fra una settimana partiamo.- lo urlò, era arrabbiata con me. Io non volevo andarmene, e lei mi obbligava.. Non riuscii a resistere.
Io – Vaffanculo!- mi diede uno schiaffo. La guardai e poi scappai in camera mia, chiudendomi dentro a chiave. Mi stesi sul letto, in lacrime. Mia madre venne a bussare alla porta, dicendomi che non voleva farlo davvero, e che le dispiaceva. Ma io non stavo a sentirla. Dopo un po’ se ne andò. Rimasi lì a pensare: a Conor, al trasferimento, al fatto che avrei dovuto lasciarlo.. Infine mi addormentai.
Quando mi svegliai notai che era mattina. E che era tardissimo! Cazzo, dovevo muovermi se no avrei fatto tardi a scuola. Mi lavai velocemente e poi uscii di casa, senza nemmeno salutare mamma. Non ne avevo voglia.
Andai davanti scuola, quando, prendendo il cellulare, notai che c’erano tre o quattro chiamate, e un paio di messaggi. Tutti di Conor. Quando l’avrei visto, gli avrei dovuto dire tutto…
 
CONOR POV
Tre - quattro chiamate. Due messaggi, e non mi aveva risposto. Ero in pensiero per lei. Quella mattina uscii di casa velocemente e mi affrettai ad andare davanti scuola. Forse l’avrei incontrata lì. Infatti quando arrivai la vidi che giocava col cellulare.
Io – Ma si può sapere che cazzo fai!? Ti ho chiamato, ti ho mandato messaggi! E non ti sei fatta sentire!
A – Scusa, Conor.. E’ che.. mi sono addormentata ieri e mi sono svegliata solo stamattina..
Io – Vabbè, non fa niente..Allora tutto bene? Cosa doveva dirti tua madre?
All’improvviso la campanella suonò.
A – Ne parliamo dopo, fuori scuola.
Io – Va bene…- sembrava preoccupata e triste. Ma che gli stava succedendo?
Le lezioni passarono in fretta, e fuori scuola mi disse che doveva fare una cosa urgente, ma che ci saremmo visti alla casetta. Se ne andò velocemente, senza neanche salutarmi per bene.. Mentre ero a casa, all’improvviso il cellulare squillò. Era lei. Mi disse che voleva vedermi, perché dovevamo parlare. Ecco, era successo qualcosa, me lo sentivo. Decidemmo di incontrarci nella casetta, come facevamo ormai da sempre. Andai velocemente nel bosco, e quando entrai, ancora non c’era. Che cosa voleva dirmi? Era cosi importante? Speravo tanto che non era qualcosa di brutto. La porta si aprì. E lei era lì. Aveva gli occhi rossi, aveva pianto, si vedeva. La cosa era grave.
Io – Hey, amore.. Tutto bene?
A – S-si..cioè, no.
Io – No? Che è successo?- mi preoccupava, soprattutto quando incominciò a piangere- Ehy, perché piangi? Non deve essere poi cosi grave..
A – Si invece. Conor, è difficile dirlo.. Mi devo trasferire. A Liverpool. Mia madre a causa del lavoro, deve andare a vivere lì. Ed io… devo andare con lei.
…Devo andare con lei…
…Devo trasferirmi a Liverpool…
Quanti kilometri c’erano di distanza? Oppure miglia? Avrei preferito che non me l’avesse detto.
Io – Fra quanto devi partire..?
A – Fra una settimana..
Una settimana.. E forse non l’avrei più rivista…


Buon Natale pipol (?) Spero che lo stiate passando bene e che abbiate avuto dei bei regali.. Che ne dite di un paio di recensioni prima del prossimo capitolo?

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Dimmi la verità, mi ami? ***


Dimmi la verità, mi ami?

 

Gliel’avevo detto. Dovevo dirglielo. Il problema è come l’avrebbe presa la notizia.
Io  – Mi dispiace. Ho cercato di far capire a mia madre che non volevo andare con lei. Ma non ha voluto cambiare idea. Sono obbligata…
C – Bhè, ma potremo sempre parlare per telefono, al pc… E poi qualche volta verrò io da te, e tu da me…
Io – Non è così facile, Conor… Non possiamo fare tutto questo casino… Staremo mesi senza vederci, e quanto durerà tutto questo? Un mese, due? No..Forse è destino. Forse non dobbiamo stare insieme. Dovremo finirla qui, prima che…
C – Prima di cosa? Ma che cazzo dici!? Davvero vuoi finirla qui? Solo perché stai per partire, eh?
Era arrabbiato, e deluso. Ma non potevamo andare avanti in quel modo. La distanza ci avrebbe diviso prima o poi. Allora, tanto vale finirla adesso. Anche se fa male, molto.
A – Io non posso, non ci riesco a mantenere una relazione in questa situazione. Tu qui, ed io a migliaia di kilometri di distanza. Una settimana, e poi, quando me ne andrò, che faremo? Non ci vedremo mai. Saremo troppo lontani, e ne soffriremo entrambi. Io non posso farcela..Scusami…
Non credevo di dire davvero quelle parole. Io lo amavo, e lo stavo deludendo. Lo stavo lasciando. Ma prima o poi sarebbe successo in quella situazione.
 
 
CONOR POV
Non potevo crederci che diceva quelle cose. Si stava per partire, ma se mi amava davvero, anche la distanza non sarebbe stato un ostacolo. Perché lei mi amava, no?
Mi sentivo uno schifo… Volevo tornare indietro nel tempo, a quando stava dicendo quelle parole, e zittirla. Ma non si poteva. CAZZO!! Forse lei non mi amava, e aveva trovato il pretesto giusto per lasciarmi…
Io – Non mentirmi. Non puoi lasciarmi solo perché sarai un po’ più lontana. Ci sono tanti modi per vederci. Siamo nel ventunesimo secolo, esistono cellulari, computer, mezzi di trasporto. Non puoi dire queste cose solo per la lontananza. Dimmi la verità, mi ami?- avrebbe detto di si, se no, perché mi avrebbe preso in giro per tutto quel tempo?
 
ALESSIA POV
C – Dimmi la verità, mi ami?- pensava che io non lo amassi. E’ arrivato a quel pensiero. Io stavo una merda perché lo stavo lasciando ma lo amavo con tutta me stessa, e lui pensava che non lo amavo…ed ora? Cosa gli dicevo? Se avessi detto di si, non avrebbe lasciato andare, ed avrebbe fatto di tutto per farmi rimanere. Io volevo tanto rimanere, stare con lui, e non lasciarlo mai…
Ma se dicessi no, soffrirebbe tanto, come sto soffrendo io. Ma forse mi lascerebbe andare. E magari un giorno riuscirà a dimenticarsi di me. Dovevo solo mentire. Dire una bugia. Ero abituata, una in più una in meno, non avrebbe fatto male a nessuno.. solo a me, e di più a Conor…
A – Pensavo di amarti.. ma non, Ti amo..- ebbi una fitta al cuore. Facevano male quelle parole, sia per me, che per lui. Lo stavo distruggendo, ma era meglio così, dopo un po’ si sarebbe dimenticato di me. Ed io sarei riuscita a dimenticarlo? L’unico ragazzo che mi ha aiutato con tutti i miei problemi. L’unica che mi ha fatto sentire speciale, ed unica. L’unico che mi amava…
C – Va bene. Allora buon viaggio. Spero che la tua vita andrà avanti al meglio, anche senza di me. Ciao.-..questo è quello che disse, poi girò la faccia, e se ne andò. Rimasi sola, nella casetta dove mi aveva detto che mi amava. La stessa dove io lo avevo lasciato. Mi accasciai a terra, e rimasi lì, a piangere. Per ore ed ore, finché non sentii la porta aprirsi. Forse è Conor.. Nah, lui non sarebbe mai più tornato. Ma era l’unico a sapere di quel luogo, oltre a me, e alla madre. Forse, Josh?! Bhé, anche se fosse stato lui, non me ne fregava un cazzo ormai. Potevo anche morire, senza Conor..
- Alessia?- sentii il mio nome, era una voce femminile, familiare. Sembrava quella di mia..madre? Mi girai per vedere se era lei.
Io – Mamma?
- Alessia, tesoro! Sei qui? Mi hai fatto prendere uno spavento. Non tornavi, e ho chiamato a casa di Conor. La madre mi ha detto che forse eri qui. Ha anche detto che Conor è tornato a casa e si è chiuso in camera sua, non vuole nemmeno mangiare. Hai voglia di dirmi che cosa è successo?- si sedette affianco a me. Le raccontai tutto, mentre il mio volto era rigato di mille lacrime.
Io – L’ho lasciato mamma. Vivere distanti sarebbe stato troppo difficile, e avrebbe fatto male ad entrambi. E per lasciarlo andare, gli ho detto che non lo amavo. Gli ho mentito mamma, io lo amo e non riesco a dimenticarlo. Ma l’ho lasciato ed ora non lo rivedrò più..- misi le mani sul mio volto. Mia madre si avvicinò e mi abbracciò.
- Mi dispiace amore.. So come ci si sente a lasciare la persona che si ami.. Anche io mi sono sentita così quando tuo padre mi ha lasciato.. Ma poi il tempo è passato e grazie alle persone che mi vogliono bene al mio fianco sono riuscita ad andare avanti. Grazie a te, sono felice. E vedrai, che un giorno anche tu riuscirai ad andare avanti. Riuscirai a trovare un’altra persona che ti ami come ti ama lui. Forse tra tanti anni vi incontrerete di nuovo e lui non sarà più arrabbiato con te, e ricorderete i bei tempi passati insieme… Ora andiamo a casa.
Io – Va bene..- mi asciugai le lacrime e tornammo a casa. Forse mia madre aveva ragione, grazie alle persone che mi volevano bene, sarei riuscita ad andare avanti. Ma il problema era che oltre a mia madre, non c’era nessuno che mi voleva bene.. L’unico che mi era accanto, Conor.. se ne era andato anche lui, perché quella mia fottuta testa aveva deciso così, senza nemmeno chiedere consigli al cuore…
Quella settimana fu una merda. Volevo rimanere dentro casa, così non l’avrei visto, ma mia madre mi obbligò ad andare a scuola. Era una tortura ritrovarmelo tutti i giorni davanti. Non mi degnava nemmeno di uno sguardo. Forse mi aveva già dimenticato. Eppure continuava a venire a scuola..
 

 
- Ale, muoviti che fra un po’ l’aereo parte. Dobbiamo andare!
Io – Si, mamma ora mi sbrigo…
Presi una penna e un foglio, decisi di scrivere delle ultime parole a Conor. Non potevo lasciarlo così. Avevo deciso di dirgli tutta la verità…
‘Caro Conor, quando leggerai questa lettera, io sarò già molto lontana.. Spero solo che tu non la butterai nel cestino, e la aprirai, leggendo quello che sto per dirti.. Ti amo.. Quando nella casetta, mi avevi chiesto se ti amavo, ho mentito. Così non avresti sofferto molto.. Anche se io ci sto soffrendo tanto.. Mi manchi, tanto. Dire che non ti amavo, mi ha distrutto.. Ma sappi che TI AMO, e che sarai sempre nel mio cuore. Spero che tu mi perdoni un giorno.. Addio, Conor. Con amore, Alessia’.
Dal mio volto caddero delle lacrime, che finirono sul foglio. Chiusi la lettera e la misi in una busta.. Scesi in cucina, vidi mia madre che prendeva le valigie, ed io la aiutai a portarle in macchina.
Io – Mamma, puoi farmi un favore.. Prima di andare in aeroporto, voglio passare un attimo per la casetta nel bosco, per favore.
- Per fare cosa, scusa?
Io – Vorrei vederla per l’ultima volta, e poi ho dimenticato una cosa lì, che mi serve assolutamente.- non voglio dirgli della lettera, se no non mi avrebbe mai portato lì.
- Va bene…Ma sbrigati, se no perdiamo l’aereo.
Arrivati lì, salii velocemente di sopra. Fortunatamente non c’era, così non avremo litigato. Però avrei tanto voluto rivederlo, un ultima volta..Presi la lettera e la appoggiai sul divano. Guardai per l’ultima volta la casetta, e me ne andai, sperando che un giorno Conor avrebbe letto la lettera, e non sarebbe più stato arrabbiato con me…

 

SPAZIO ME (?)
E così si sono lasciati.. Che peccato, erano una bella coppia,Ma chissa forse si incontreranno? Ora non so più che dirvi LOOL Recensite! :D

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** La nostra avventura stava per cominciare… ***


La nostra avventura stava per cominciare…

 
CONOR POV
- Conor! Conor! Ti prego puoi farmi un autografo? Sono una tua grandissima fan!
C – Certo dolcezza, come ti chiami?
- Marta.
C – Ecco qui, Marta. Il tuo autografo.
- Grazie mille! Ti adoro!
C – Grazie a te splendore..
Era stancante la vita da star. Andare avanti e indietro, senza fermarsi nemmeno un minuto. Ma far felice le persone con la mia musica, mi bastava a farmi continuare. Gli ultimi due anni la mia vita era cambiata completamente. Dopo che A..., dopo quella storia, decisi di non andare più a scuola. Non ne avevo per niente voglia. Un giorno, ricordai di quando mi disse che avevo una bella voce, e per scherzare incominciai a caricare delle cover su Internet. Non avrei mai pensato che un cantante famoso in tutto il mondo mi avesse notato, e che mi avrebbe fatto sfondare. Ora sono qui, a firmare autografi ai miei fans, e a fare concerti in ogni città. Mi piace molto farlo. Ho conosciuto tante nuove persone, tante nuove ragazze, ma non sono mai stato insieme a nessuno. La mia mente ricordava ancora Alessia. La amavo ancora, e speravo sempre che un giorno sarebbe tornata da me.. Ricordo ancora quando trovai la sua lettera nella casetta, un mese dopo la sua partenza. Se avessi capito subito che mentiva.. Avrei tanto voluta cercarla, ma ormai era troppo tardi. Non avevo più il suo numero, non sapevo il suo nuovo indirizzo.. non ero più arrabbiata con lei. Anzi, in fin dei conti, non lo ero mai stato…Non riuscivo ad odiarla, la amavo troppo. Se solo fossi riuscita a trovarla…
 
ALESSIA POV
DRIIN! DRIIN!
Ma che cazzo! La sveglia rompe la palle tutti giorni. Ma non si scarica mai? Mi alzo dal letto. Avrei tanto voluto rimanere lì, sotto le coperte, negli ultimi due anni,da quando ero arrivata. Da quando avevo lasciato Co..- Buongiorno, tesoro!
Io – Giorno mamma.
- Allora, elettrizzata per oggi? E’ l’ultimo giorno di scuola. E poi parti..
Io – Già, non vedo l’ora mamma!
La scuola stava finendo. Avevo atto nuove amicizie, fortunatamente. Avevo conosciuto delle amiche fantastiche: Laura, era di Madrid, spagnola, ma si era trasferita lì col padre, dopo che sua madre morì, quando lei aveva cinque anni. E Flavia, che era di Liverpool. Ci eravamo conosciute a scuola e avevamo fatto subito amicizia. Quest’anno avevamo deciso che, come regalo per l’ultimo anno scolastico, avremo fatto un viaggio. Saremo state due mesi a Londra. Davanti scuola c’era Flavia, andai da lei, e la salutai.
Io – Ciao Fla!
F – Ciao, Ale! Allora sei pronta per l’ultimo giorno di scuola?
Io – Si! Ma sono più emozionata, per quello che viene dopo. Il viaggio!
F – Siii!!!
- Ragazze! – ci girammo entrambe. Era Laura.
Io – Hey Laura! Finalmente!
L – Scusate per il ritardo. Dovevo fare una cosa..
F – Che cosa?
L – Nulla di importante. Ragazze avete sentito l’ultima canzone di Conor? E’ stupenda!! Dice che è dedicata ad una persona del suo passato…
Già, io volevo tanto dimenticarlo, e lui che fa? Segue il mio consiglio, incomincia a cantare, diventa famoso, e dulcis in fundo, diventa l’idolo della mia migliore amica. Ovviamente, loro non sapevano che lo conoscevo, e nemmeno della nostra storia finita..male. Se lo avessero saputo, sarebbero scoppiate, soprattutto Laura.
Io – No, ancora no.. Me la fai sentire?- eppure mi piaceva ascoltare le sue canzoni. La sua voce, mi ricordava i bei momenti passati insieme. Chissà se aveva letto la mia lettera.. Lo amavo ancora. Avevo cercato di conoscere nuovi ragazzi. Di innamorarmi di nuovo, ma era sempre nella mia testa. Se solo avessi avuto la possibilità di rivederlo…
La canzone che Laura mi fece ascoltare si intitolava ‘Pictures’:

‘…Mi manchi così tanto, manchi così tanto…
…Mi manchi tanto…
…Non abbiamo fatto l’amore…
…Come diavolo faccio a ricordare? …
…È per questo che sono stato sempre a scattare foto…
…Perche non volevo perdere nulla…
…Non avevo lasciato niente…
…Facevano parte della nostra storia…
…Perché non volevo mi mancassi poi così tanto…
…Mi manchi così tanto, manchi così tanto…
…Mi manchi tanto…’

 
Già, sentivo che quelle parole erano per me. Ricordo ancora la Canon, chiusa in quel cassetto, che lui tirava fuori per fare fotografie. Chissà se le aveva cancellate…
…L’una.
F – Ragazze, siete pronte?
…L’una e cinque.
Io e L – Eccome..
…L’una e dieci… DRIIIN!!
- Siiiii!!
La scuola è finalmente finita! Non ce la facevo più. Quei due mesi a Londra mi avrebbero fatto sicuramente bene. Io, Flavia e Laura ci salutammo, e ci diedimo appuntamento davanti alla stazione.
Erano le due e mezza, quando il fischio del treno ci fece capire che dovevamo partire. Salutai velocemente mia madre, e tutte e tre insieme salimmo sul treno che ci avrebbe portato a Londra. La nostra avventura stava per cominciare…

 

Ecco il capitolo.. Scusate per il ritardo.. Spero vi piaccia! <3

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Se lo avessi incontrato cosa avrebbe fatto? ***


Se lo avessi incontrato cosa avrebbe fatto?

 
CONOR POV
- Hey Conor?
Io – Dimmi mamma…
- Parti di nuovo?
Io – Purtroppo si..- da quando ero diventato famoso, non rimanevo molto a casa. E la mamma rimaneva sola. Mi mancava sempre tanto. Le avevo proposto di venire insieme a me, per stare più insieme, ma non volevo. Forse perché voleva rimanere a Brighton, nella casa e nella città dove aveva vissuto con papà..
- Dove andrai di bello stavolta?
Io – A Londra. Ci dovrò rimanere per un paio di mesi.. Almeno potrò farmi anche una vacanza.. Perché non vieni con me? Dai, mamma, ti prego! Staremo insieme.. Prendila come una vacanza, che trascorrerai con il tuo adorato figlio (?)
- Non so, Conor..
Io – Facciamo così. Tu vieni con me. E se ti annoi, o hai nostalgia di casa, ti faccio il primo treno per riportarti qui. Ti prego, ti prego, ti pregooo!
- E va bene.. Forse mi farà bene una vacanza..
Io Sii! Grazie mamma! Londra, stiamo arrivando - lo dissi con un’aria di sfida, facendo ridere mia madre.
Preparammo le valigie, e prendemmo il primo treno per Londra. Avevo sempre sognato di visitarla. Ricordavo quando, con Alessia, promisi che ci saremmo andati insieme… Dopo un paio d’ore eravamo arrivati. L’autista ci accompagnò con l’auto in albergo. Era enorme, come tutti gli alberghi in cui ero stato. Ma ormai ci avevo fatto l’abitudine. C’erano alcune fan all’entrata, a cui feci un autografo per ognuna. Poi salutai mia madre, che entrava nella sua stanza, ed entrai nella mia. Mi buttai a capofitto sul letto, dove mi ci addormentai poco dopo.
 
ALESSIA POV
Flavia – Che bellaaaaa!! Londraaaaaa!! Non ci posso credere ragazze, siamo a Londra! Wow, questa sarà l’estate più bella della nostra vita!
Mi venne in mente che con Conor non avevo mai vissuto l’estate..
Laura – Hey, Ale, tutto bene?
Io – S-si.. allora ragazze, prendiamo un taxi ed andiamo al nostro albergo, ok?
F e L – Sii!
Chiamammo un taxi, che in poco tempo ci porto in albergo. Non era molto grande, ma non mi potevo lamentare. La nostra camera aveva un letto grandissimo, che andava bene per tutte e tre. Poi affianco c’era la cabina armadio, che fortunatamente era grande, e poi il bagno. Appena entrate le ragazze si stesero sul lettone, mentre io andai a farmi una doccia. Uscita di lì, notai che c’era la TV accesa, e all’improvviso sento Laura urlare.
L – Aaaah!
Io – Che cazzo ti urli, Lau?
L – Oh Mio Dio! Tu non indovinerai mai che cosa ho appena saputo.?
Io – Forza, illuminaci..
L – Conor Maynard! Qui. A. Londra!
Che cosa? Lui era a.. Londra? Nello stesso paese in cui ero io? No, non è possibile.. o forse si?
F – Ma ne sei proprio sicura?
L – Sisi! L’hanno appena detto in TV! Farà un concerto domani sera! Ci andiamo dai! Per favore..
Se fossi andata al concerto, forse sarei riuscito a vederlo, e a parlargli. E cosa gli avrei detto dopo due anni? Ciao Conor, ti ricordi di me, sono quella che ti ha lasciato perché si doveva trasferire. Prima ti ho detto che non ti amavo, e poi me ne sono andata, lasciandoti una lettera… No! Ma avevo così tanta voglia di vederlo, anche solo da lontano… Ma si, ho deciso, ci sarei andata. Forse non si sarebbe neanche accorto di me, dopotutto, era diventato famoso. Non sarebbe stato tanto facile avvicinarlo..
Io – Va bene! Ci andiamo!
L – Davvero!? Sii!! Ale, ti amo!
Io – Ahaha! Anche io!
F – Hey, ed io? Mi lasciate da sola!
Io – Aahaha certo che no! tu vieni con noi!
F – Aaaw, vi amo!
Io – Ahahaha, siete le migliori ragazze!
Rimanemmo in albergo quella sera. La mattina dopo andammo un po’ in giro per Londra, a comprare qualche vestito da mettere quella sera per il concerto. Erano verso le sette, incominciammo a prepararci. Mi misi un pantaloncino di jeans, maglietta bianca con scritto ‘free hugs’ sopra, e un paio di Converse con bandiera inglese. Mi truccai leggermente, e quando furono pronte anche Laura e Flavia, scendemmo. Chiamammo un taxi, e arrivate davanti all’arena, sentii il mio stomaco svuotarsi improvvisamente. Se lo avessi incontrato cosa avrebbe fatto? Rifiutarmi o venirmi vicino? Ci mettemmo al nostro posto.. Le ragazze intorno a noi incominciarono a contare i secondi che rimanevano prima che Conor salisse sul palco.
5..
4..
Mancava poco.. Rivederlo, quegli occhi, quel volto…
3..
2..
1..
Aaaaah!
Le luci si accesero, e lui era lì, sul palco, in tutta la sua bellezza. Il mio volto incominciò a rigarsi di lacrime. Era bellissimo, non era cambiato neanche un po’. Il concerto andò avanti per un paio d’ore. Dopodiché, Laura decise di fare la fila, per farsi autografare il Cd di Conor.. Più ci avvicinavamo e più le gambe mi tremavano. Ecco, era il nostro turno…
 
Ecco qui il capitolo!! Buon 2013 a tutte!! :D 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Al settimo cielo! ***


Al settimo cielo!

 
 
CONOR POV
Il concerto era finito. Rimaneva firmare solo qualche autografo per le fan, e poi sarei potuto tornare in albergo. A farmi una bella doccia e una bella dormita. Le persone pian piano diminuirono…
Io – Ciao bella, come ti chiami?
- Laura..!
Io – Bene Laura, che frase vuoi che ti scriva sul Cd?
- A Lau, Fla, ed Ale! Le mie migliori fan!
Ale? No, non poteva essere la stessa, sai quante ce ne sono in tutto il mondo che si chiamavano così. Non alzai lo sguardo, per avere una delusione. Scrissi quello che la ragazza mi aveva detto e glielo ridiedi, velocemente.
- Grazie mille, Conor!
Io – A voi!
Si stavano allontanando dall’arena quando uscendo da lì, la vidi. Con lo sguardo perso nel vuoto. Era lei. Mi notò, e ci guardammo negli occhi. Mi avvicinai a lei, e le posai le mie labbra sulle sue…
 
ALESSIA POV
Stavo per piangere, quando me lo ritrovai appiccicato a me. Le sue labbra.. quanto mi erano mancate. Rimanemmo in quella posizione per un po’, poi si staccò da me, e lo guardai negli occhi…
C – Sei davvero tu?
Io – Bhé, che io sappia.. Si.- ci scappò ad entrambi una risata.
C – Non sai quanto ho aspettato questo momento. Speravo con tutto me stesso che un giorno ti avrei rivista, e quel giorno è arrivato. Quando trovai la tua lettera, volevo tanto cercarti, ma era troppo tardi. Ma ora sei qui, davanti ai miei occhi…
Io – Anche tu mi sei mancato, tanto… Quando ti dissi che non ti amavo, mentii, solo per non farti soffrire ancora di più. Tanto un giorno ti saresti dimenticata di me. Ma solo quando stavo per partire capii che avevo fatto uno sbaglio. Ci stavo soffrendo troppo, e non volevo andarmene, senza prima averti detto la verità. Ti ho scritto una lettera, perché pensavo che non volessi più parlare con me..
C – Ho sbagliato ad andarmene quel giorno dovevo chiederti più spiegazioni. Ma ora, sono felice, perché tu sei qui,e non ti lascio più andare..
Mi prese il volto tra le sue mani e mi baciò di nuovo. Quando mi ricordai, che con me c’erano Fla e Lau.
Io – Ehm, ragazze, posso spiegarvi tutto.
L – Bhé, fai in fretta allora, perché sto per svenire- incominciammo a ridere tutti insieme. Conor ci accompagnò al nostro albergo. Prima di rientrare mi prese per i fianchi e mi baciò.
C – Noi ci vediamo domani, vero?
Io – Certo… Ci vediamo domani mattina.
C – Notte…
Io – Notte! – e gli stampai un bacio sulle labbra.
Tornai in camera, dove Laura e Flavia mi stavano aspettando. Dovevo prepararmi, perché gli avrei raccontato tutto. Entrai e le vidi, sedute sul letto che parlavano fra di loro. Laura si alzò e venne verso di me.
L – Tu. Ora mi spieghi come cavolo fai a conoscere Conor Maynard!
Io – E’ una lunga storia. Siediti, che ve la racconto..
Incomincia dall’inizio: da quel giorno a scuola, quando mi ero seduta al suo fianco. Il regalo, la visita alla casetta, il nostro primo bacio, Josh… Gli raccontai anche di lui. Si perché, in fin dei conti, è grazie a lui che siamo arrivati a questo punto. E poi loro erano le mie migliori amiche, dovevano sapere. Chissà che fine aveva fatto Josh…
Le raccontai tutto, fino all’episodio del trasferimento, della lettera, e della nostra separazione..
F – Wow..
L – Perché, non ce lo hai mai detto?
Io – Perché era una storia difficile e volevo dimenticarla..
L – Si ma noi siamo le tue migliori amiche, o no? Ci avresti dovuto dire tutto fin dall’inizio!
Io – Scusatemi tanto…mi sentivo vuota, ogni volta che pensavo a lui e a tutto quello che ho passato… Ma grazie a voi riuscivo un po’ a non pensarci. Poi lui è diventato famoso e tu, Lau, hai incominciato ad ascoltarlo. Se vi avessi detto qualcosa, avevo paura che non mi avreste creduto… Mi dispiace!
L – Va bene, scuse accettate! Hai passato un momento difficile, e ticapisco…
Io – Grazie, ragazze, voi si che siete delle amiche…
F – Tua madre sa di quel.. Josh?
Io – No.. Conor era l’unico che lo sapeva. Grazie a lui sono diventata più forte, mi ha fatto sentire speciale…
F – Capisco.. Glielo dirai mai?
Io – Mi sono ripromessa che un giorno gliel’avrei detto, quando sarò pronta…
L – Va bene… Ora ho una domanda per te.. L’avete fatto?
F – Laura! – incominciammo a ridere tutte insieme ed io diventai rossa.
Io – Quasi… Eravamo nella casetta, e la madre ci sorprese, mentre lui era su di me! Fortunatamente, ci eravamo tolti solo la maglietta!
F – Oh mio Dio! Ahahahah! Mi immagino la madre! Ahahah!!
L – Già! Sarà rimasta sconvolta! E immagino Conor! Sai che imbarazzo!
Io – Già..però ora basta, ok?
F – Ok..- smise di ridere, quando non riuscì a trattenersi, e ricominciò.- Ahahah! Scusa, ma è troppo divertente!
Io – Siete due… TROIE! – presi un cuscino e lo lanciai verso di loro. Ed è così che cominciò una battaglia di cuscini, finché non ci stancammo e ci addormentammo. Ero felice, avevo ritrovato Conor, il mio Conor. Ma, non so perché, avevo anche un po’ paura. Forse perché avevo paura di perderlo di nuovo…
 
CONOR POV
Ero al settimo cielo. L’avevo ritrovata Alessia, la mia Alessia! Ero così felice che avrei potuto fare qualsiasi cosa! Tornai in albergo, e mia madre, quando mi vide capì subito che era successo qualcosa. Le raccontai di Alessia.
- Sono così contenta per te, tesoro!- lo era davvero. Sapeva quanto l’amavo, e quanto avevo sofferto per lei. Cenai e dopo andai a dormire. Volevo inviarle un messaggio ad Ale, ma mi ero dimenticato di chiederle il numero di cellulare. Avrei dovuto farlo, il giorno dopo…

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Era un momento speciale, romantico. ***


Era un momento speciale, romantico.

 
Mi sveglio, vedendo la luce del sole, che mi acceca gli occhi. Presi il cellulare, poggiato sul comodino, e vidi l’orai: 10:30. Decisi di alzarmi dal letto, ed andai a farmi una doccia. Conor aveva detto che ci avremmo visti quella mattina, ma di lui ancora non c’era traccia. Mentre uscivo dal bagno, con l’asciugamano addosso, sentii bussare alla porta. Forse erano Flavia e Laura, visto che non c’erano. Quelle due stronze erano uscite senza di me. Andai ad aprire, e mi ritrovai Conor in piedi di fronte a me, che mi squadrava dalla testa ai piedi.
C – C-ciao splendore – ero in un imbarazza totale..
Io – Giorno.. – entrò dentro e chiusi la porta, Conor si buttò sul letto.
C – Scusa amore se ho fatto tardi. Le fans mi venivano dietro e ho dovuto trattenermi. Ma ora sono qui, e sono tutto tuo!
Io – Che belloo! – mi buttai su di lui, dimenticandomi completamente che ero nuda!- mi sei mancato così tanto.. ma ora sei qui, e non ti lascio più.
La situazione si capovolse, ritrovandomi lui su di me.
C – E chi ti
lascia!? Tu starai sempre con me, per l’eternità! – cominciammo a baciarci, con più passione. Quando lo fermai.
C – Hey, qualcosa non va?
Io – Ricordi quando nella casetta, mentre stavamo per farlo, tu mi dicesti che se non ero pronta, potevo fermarti? – io lo amavo e lo volevo tutto per me, ma in quel momento non mi sentivo… pronta.
C - ..ho capito.. – mi baciò, e poi si alzò da dosso a me.
Io – Scusa – non sapevo che altro dire.
C – Hey, non importa! Stare insieme non significa fare solo.. l’amore. – mi venne un brivido a quella parola. Io ero vergine (quasi), ma lui non era così casto. Era esperto.. Andai in bagno a cambiarmi. Uscii poco dopo, ed andai verso Conor.
Io – Allora, cosa facciamo?
C – Ti porto per Londra!
Io – Davvero? Che bello! – incominciai a saltellare dalla gioia come una bambina di cinque anni, facendolo ridere. Uscimmo poco dopo dall’albergo, e ci avviamo a piedi verso la città. Conor mise il suo braccio attorno alle mie spalle, proprio come due fidanzati. Aspetta.. ma noi SIAMO fidanzati! Dopo un giro per le strade di Londra, Conor decise di portarmi sul London Eye. Camminammo fino alla ruota, mentre guardavo le bellezze dellà città. La nostra meta non era lontana, e quando arrivammo, entrammo nella prima cabina libera. La ruota cominciò a muoversi, e la nostra cabina ad andare sempre più in alto. Io e Conor ci sedemmo sul sedile, e rimanemmo abbracciati per tutto il tempo, baciandoci e facendoci le coccole.
C – Mi sei mancata così tanto.. Ogni volta che ero triste o giù di morale, mi veniva voglia di abbracciarti. Ma il ricordare che tu non eri più al mio fianco, mi deprimeva ancora di più..- lo avevo fatto soffrire, molto. Ma nemmeno per me era stato facile, all’inizio. Non volevo mangiare, non volevo uscire, andare a scuola. Non volevo parlare con nessuno, non volevo vivere. Stavo smettendo pian piano, quando mia madre mi obbligò ad andare a scuola. Lì conobbi Laura e Flavia.
 
*Flashback*
Ero seduta ad un tavolo della mensa. Ero sola, ed ero la tipa nuova, che tutti squadravano dalla testa ai piedi, per capire se ero una di quelle puttanelle che andavano con tutti, oppure una di quelle solite nerd sfigate, che avevano sempre voti alti. Io me ne fregavo altamente dei loro giudizi e delle loro critiche. Ero troppo.. depressa, per pensarci. Comunque stavo cominciando a scartare il sacchetto con la mia merenda all’interno, quando sento una vocina squillante, che mi saluta.
- Ciao! – alzai lo sguardo e la vidi, con un sorriso stampato sul suo visino.
Io – Ciao..- era ancora in piedi, quando prese una sedia e si sedette proprio di fronte a me. Allungò la sua mano verso di me.
- Piacere, io sono Flavia!- non mi mossi di un millimetro, e non le strinsi la mano.
Io – Alessia…- ero fredda nei suoi confronti. Non ero brava a fidarmi delle persone. L’unica di cui mi ero davvero fidata era…
F – Di dove sei? Non ti ho mai vista da queste parti..- però sembrava simpatica. Forse lì le persone era più gentili. Incominciai ad aprirmi.
Io – Sono di Brighton..
F – Wow, e molto lontano da qui!
Io – Già..- incominciammo a parlare del più e del meno. Dopo un po’ conobbi anche Laura, me la presentò Flavia. Anche lei era simpatica, e gentile. Grazie a loro, incominciavo a dimenticarmi di Conor. Quando un giorno Laura mi fece ascoltare una canzone. Si chiamava ‘Just in case’. Era un ragazzo, e la sua voce mi era molto familiare. L’avrei riconosciuta anche tra mille.
Io – Come si chiama questo cantante?- non poteva essere lui. Non gli piaceva cantare, e quando gli dissi che aveva una bella voce, pensava che lo prendevo in giro..
L – E’ un cantante nuovo. Ha sfondato da poco. Ed è anche del tuo stesso paese. Si chiama Conor Maynard. Lo conosci?- ecco, ti pareva che non mi perseguitava anche lì quel nome. Era per forza lui. Stesso nome, stesso cognome, stesso paese… Era lui. Ma non volevo dirlo a Flavia e Laura. Non ero pronta, e quindi mentii.
Io – No.. mai sentito.
L – Che peccato.. sarebbe stato fico avere come amico una sta..!- già.. figuriamoci se era il tuo fidanzato, fino ad po’ di tempo prima. Conor.. una star!? Si, era bravo, ma diventare addirittura una star mondiale! Ma mi piaceva sapere che si era fatto una vita, anche senza di me…
 
………
 
Mi sveglia da quel flashback, quando la cabina si fermò all’improvviso. Conor mi prese per mano e mi portò al finestrino. Era uno spettacolo meraviglioso. Era mattina, ma era comunque bellissimo vedere Londra dall’alto. Guardavamo verso l’esterno, mentre lui era dietro di me, con le sue braccia attorno ai miei fianchi, e con il suo volto appoggiato sulla mia spalla, mentre mi lasciava leggeri baci sul collo. Era un momento speciale, romantico. Ero felice. La ruota ricominciò a girare e ci ritrovammo di nuovo al punto di partenza. Scendemmo, e la giornata andò avanti con noi due mano nella mano, camminare per le strade di Londra. Mi riaccompagnò in albergo, dopo aver pranzato fuori. Voleva continuare a passare la giornata fuori, insieme a me. Ed anche io volevo rimanere tanto con lui. Ma quella sera aveva un concerto. Mi invitò ad andare al suo concerto, ma rifiutai. Avevo sempre due amiche che mi aspettavano. E anche se volevo tanto stare al fianco di Conor, non potevo trascurarle. Lui capì, mi baciò e se ne andò, non prima di prendere il mio numero di telefono. Entrai in camera, e Flavia e Laura erano lì.
Io – Ma guarda un po’ chi si rivede! Stamattina mi sono svegliata e mi sono ritrovata sola, belle amiche che siete!
F – Scusa Ale! Avevo voglia di fare shopping. E poi tu non sei stata poi così sola, o sbaglio?
L – Allora, cosa avete fatto tu e Conor? Voglio sapere!
Io – Alloraaa…- mi siedo sul letto a gambe incrociate, e loro si affiancarono a me. Gli racconto tutto quello che è successo, e le parlo anche del concerto..
L – Tu che cosa!? Hai rifiutato di andare ad un suo concerto!?
Io – Volevo stare un po’ con voi!
F – E cosa pensi di fare stasera?
Io – Non saprei.. Potremmo vedere un film!
L – Si! Da poco è uscito un film fantastico, che dobbiamo vedere assolutamente..
F – Bene, allora vada per il film!
- Siii!!

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Vuoi vivere con me? ***


Vuoi vivere con me?

 
A turno andammo a farci una doccia, e poi ci vestimmo. Uscimmo verso le sette e arrivammo al cinema. Il film si intitolava ‘Amore a prima vista’, era quei soliti film strappalacrime. Non mi piacevano molto, preferivo più i film d’azione e i film horror. Ma era carino. Il film finì dopo un paio d’ore ed io e le ragazze ci divertimmo un mondo. Tornammo a casa e prima di andare a dormire, sentii il cellulare squillare.
Io – Pronto?
- Hey piccola, sono Conor.
Io – Avevo capito che eri tu già quando mi hai chiamato piccola.!
C – Allora, cosa hai fatto stasera?
Io – Sono andato al cinema! Un bel film.. Tu? Andato bene il concerto?
C – Alla grande! Ci vediamo domani?
Io – Certo! Non vedo l’ora..
C – Ok! Allora ci vediamo domani mattina. Fa venire anche le tue amiche.. Buonanotte amore.. Ti amo!
Io – Anche io ti amo! Notte..
Attaccai, e informai le ragazze del programma per il giorno dopo.
L – Oddio, che bello! Domani incontro Conor!
Io – Primo: lo hai già incontrato. Secondo: abituatici. E terzo: Conor è MIO!
Flavia incominciò a ridere, mentre io fulminavo Laura con gli occhi, scherzosamente.
L – Certo, Conor è tuo. Non ruberei mai il fidanzato alla mia migliore amica. Anche se è un figo da paura, ed è bellissimo cazzo!
Io – Hey!
L – Ahahahah, scusa. Scherzo!
Io – Meglio per te!
Ridemmo tutte insieme, e poi andammo a dormire. Il giorno dopo ci alzammo presto e ci preparammo in fretta, anche se non sapevo nemmeno quando sarebbe passato Conor a prenderci. Mentre aspettavamo, guardammo un pò di TV, e al telegiornale parlavano del concerto di Conor della sera precedente. Diceva che era stato un successo, proprio come aveva detto lui. Bussarono alla porta, e Flavia andò ad aprire.
F – Ciao, Conor.
C – Ciao..- cercava di ricordarsi il suo nome, anche se non lo sapeva, perché non gliele avevo mai presentate.
F – Flavia, piacere!
C – bhé, piacere Flavia. Io sono… ah scusa. Già lo sai, che stupido!
F – Ahah, non fa nulla!
Flavia lo fece accomodare dentro, e Conor venne verso di me.
C – Bella stanza. Non grande quanto la mia, ma è carina! Sembrava più.. enorme l’altra volta!
Io – Ahaha, forse perché c’eravamo solo io e te.. Comunque grazie!- gli andai incontro e misi le braccia intorno al suo collo, dandogli un dolce bacio.
C – Buongiorno..
Io – Buongiorno..
- Ehm..- guardai Laura. Era un po’ in imbarazzo.
Io – Conor, lei è Laura. L’altra mia amica.
C – Si, mi ricordo di te. La ragazza dell’autografo?
L – Si, piacere..
Io – Allora. Che cosa facciamo?
C – Per ora, usciamo fuori, voglio presentarvi i miei amici, adesso!
Io – Non vedo l’ora!
Uscimmo dalla stanza, chiudemmo la porta a chiave, e andammo fuori, dove c’erano tre ragazzi.
C – Ragazze, loro sono Marcus, Jake e Ronnie! Ragazzi vi presento Laura, Flavia e la mia RAGAZZA- specificò quella parola- Alessia.
M – Piacere!
R – Salve ragazze.
J – Ciao!
Io; L e F – Piacere!- dicemmo all’unisono. Dopo le presentazioni, andammo a fare un giro al museo. Mentre gli altri facevano amicizia fra di loro, io e Conor camminavamo insieme, un po’ più dietro. All’improvviso si gira verso di me, e comincia a parlare.
C – Voglio proporti una cosa.
Io – Dimmi..
C – Visto che ci siamo ritrovati, e che le tue amiche stanno facendo amicizia con i miei amici- ci scappò un risolino ad entrambi. Potremmo andare a vivere insieme. Possiamo comprare una casa qui e potremmo stare lì tutti insieme..
..era una bella idea, però c’erano dei problemi:
-Io non avevo soldi per comprare una casa;
-Non sapevo cosa ne avrebbero pensato le ragazze e, soprattutto mia madre;
Io – Si, è una bella idea.. Mi piace molto! Ma..
C – Ma cosa?
Io – Devo chiedere anche il parere delle ragazze, e poi non ho molto soldi. Non abbastanza da comprarmi una casa!
C – Per i soldi non devi preoccuparti! La comprerò io la casa.
Io – Ma non posso farti comprare una casa e farla pagare solo a te!
C – Hey- si ferma, e si mette di fronte a me, prendendomi il volto tra le sue mani- non pensare ai soldi. Tu vuoi venire a vivere con me?
Aveva gli occhi color oceano, dove mi ci perdevo ogni volta che li vedevo.
Io – Si, voglio vivere con te!
Avvicinò il suo volto al mio, e mi baciò. Allungai le braccia e le appoggiai sui suoi fianchi..

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** La nostra canzone ***


La nostra canzone

 
 
- Hey piccioncini! Vogliamo andare?
Era Marcus, con Flavia al suo braccetto (?) Ok! Secondo me Conor ce li aveva fatti conoscere apposta, per non farle sentire sole, e per passare un po’ di tempo insieme. Dopo il giro, andammo a pranzare in un ristorante. E Conor propose la sua idea di vivere insieme agli altri. Ne erano tutti entusiasti, e approvarono senza problemi.
C – Bene, allora domani ci trasferiamo!
Io – E dove? Ancora dobbiamo sceglierla la casa.
C – L’ho già comprata.
Io – Wow, di già!? E se avessi detto no?
C – Non avresti mai rifiutato- si avvicinò e mi baciò.
Io – Sai, forse hai ragione..
Dopo mangiato io e Conor andammo a vedere la casa, mentre i ragazzi erano tornati in albergo. Si trovava in collina, e, più che una casa, era una villa! Appena entravi c’erano delle scale che salivano sopra. A destra c’era la cucina e a sinistra il salotto. Sopra c’erano tre stanza da letto, dove all’interno di ognuna c’era un bagno.
Io – Wow, ma è.. ENORME!
C – Lo so.. E’ fatta apposta per noi!
Giravo per casa, a guardare le diverse stanze. Salimmo le scale ed entrai in una stanza. Era diversa dalle altre. C’erano tutti apparecchi elettronici.
Io – Cos’è questa stanza?
C – Stanza di registrazione, dove creo e registro le mie canzoni.
Io – Ook…- andò verso una chitarra e la prese fra le mani, incominciandola a suonare. La conoscevo bene quella melodia. La stessa che mi cantò quella notte, nella mia cameretta.
C – Te la ricordi?
Io – Certo, la nostra canzone. Quella che…
C - …cantai quella notte, per farti addormentare.
Io – Si..- finì la canzone, e posò la chitarra dove l’aveva presa. Andammo a vedere le stanze da letto, l’ultima era più grande. Due erano identiche, mentre l’ultima era diversa dalle altre. Le pareti erano di un celeste cielo. C’era la cabina armadio con le porte di vetro, decorate con dei disegnini. Al centro della stanza c’era il letto, come quelli che si vedono nei film di storia, quelli antichi.
Io – Perché questa stanza è diversa dalle altre due?
C – Perché questa è la nostra camera. Spero solo che ti piaccia..
Io – Stai scherzando!? E’ bellissima, la adoro!
C – Sono felice che ti piaccia.
Girai un po’ per la camera per guardarla meglio. Era splendida! Guardai il letto, e mi ci buttai a tuffo. Era morbidissimo! Dopodiché si buttò anche Conor al mio fianco ed incominciammo a ridere insieme. Incominciammo a baciarci, e Conor si appoggiò su di me. Ci baciammo con più passione, quando Conor si fermò.
C – Scusa..- stava per alzarsi da me, quando lo presi per il braccio e cadde di nuovo su di me. Incominciai a baciarlo, di nuovo.
C – Vuoi..?
Io – Si..- ero pronta. Lo amavo. Era tutto mio. E lo volevo tutto per me. Mentre ci baciavamo, misi le mie mani sotto la sua maglietta, per fargli capire che doveva toglierla. Si alzò un po’ e la fece scivolare sul suo corpo, lanciandola in una parte indefinita della stanza. Il suo corpo era sempre stupendo, come quella volta nella casetta. Incominciò a baciarmi sul collo e mi tolse la maglietta. La sua mano finì sulla mia schiena e mi vennero i brividi, anche se stavolta non era per il freddo. Cercai di sbottonargli il pantalone, per toglierlo, ma non ci riuscivo. Era la prima volta. Mi aiutò lui con le sue mani, e lanciai l’indumento lontano da noi. Mi tolse i pantaloni, con più facilità di come avevo fatto io. Rimanemmo in intimo. Era eccitato, si sentiva dallo strusciamento (?) sul mio corpo. Ci privammo di tutti gli indumenti che c’erano rimasti addosso. Prima di andare fino in fondo, si fermò.
C – Sei pronta? Se ti faccio male, dimmelo. E mi fermo.
Io – Va bene..
E cominciò. All’inizio faceva male, ma subito il dolore svanì, diventando piacere. Andammo avanti per un po’, finchè non ce la facevamo più. Si fermò e si appoggiò al mio fianco. I nostri respiri erano accelerati e i nostri battiti veloci. Ero sudata. Faceva molto caldo, ma non era solo per quello. Mi voltai verso di lui, respirava velocemente. Quando riuscii a parlare, gli dissi che lo amavo.
Io – Ti amo..- si girò verso di me e, prendendomi il volto tra le sue mani, mi baciò.
C – Ti amo..- rimanemmo lì per un po’, addormentandoci. Erano verso le sette, quando mi svegliai, col la suoneria del cellualre. Era un messaggio, da parte di Laura.
‘Hey bella! Dove sei? Pensavamo di andare a mangiare una pizza tutti insieme! Che fai, vieni? Fammi sapere! Baci, Lau.’
Sicuramente con tutti insieme, intendeva anche gli amici di Conor.
C – Hey amore, buongiorno…
Io – Buonasera, vorrai dire! Sono le sette di sera!
C – Ah, davvero? Allora dormo ancora, dimmi quando sono le otto di mattina. Notte!
Io – Scusa amore, ma devi svegliarti. I ragazzi vanno a mangiare una pizza,  e dobbiamo andare anche noi.
Mi alzai, presi i miei vestiti e me li misi.
C – Uff, che palle..- si alzò e mettendosi i boxer, mi venne alle spalle, prendendomi per i fianchi- io volevo rimanere con te, tutta la notte..- disse baciandomi sul collo.
Io – Lo so, amore.. ma avremmo tutto il tempo di stare insieme..
Finimmo di vestirci, e mi accompagnò in albergo.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Ero solo un’amica? ***


Ero morta?

 
 
C – Vado in albergo, preparo le valigie per domani, mi faccio velocemente una doccia, e torno subito da te.
Io – Va bene..
C – Che cosa farai tu? Mi penserai vero?
Io – Ahah! Credo di si.. E poi farò quello che farai tu. Però prima la doccia e poi le valigie!
C – Ahahah! Ok, allora ci vediamo dopo. Ti amo!.- e mi diede un bacio a stampo. Entrai nella camera dell’albergo, e vidi Flavia e Laura stese sul letto a guardare la TV. Le loro valigie erano già pronte.
Io – Wow, avete fatto presto a preparare le valigie. Siete entusiaste del trasferimento, eh?
F – Sii! Sono simpatici gli amici di Conor!
L – Già, soprattutto quel Ronnie! E sono anche carini… Sono una buona compagnia!
Io – L’ho notato…
L – Tu invece dove sei stata con Conor?
Io – Mi ha fatto vedere la nuova casa. E’ bellissima, vi piacerà sicuramente!
F – E siete rimasti lì, per tutto questo tempo?
Io – Si..
L – E che cosa avete fatto?
Io – Ehm, è tardi. E fra poco i ragazzi sono qui, vado a farmi una doccia! Vi racconto dopo!
F – Oddio! Non mi dire che..
Io – Dopo, eh? Vado a farmi la doccia.
Presi il necessario e mi chiusi in bagno. Feci un bagno caldo rilassanti, e pensavo a quello che era successo fino ad un paio d’ore prima. Quella sera capii che Conor mi amava. Non avevamo scopato, o fatto sesso. Avevamo fatto l’amore…
Dopo il bagno, mi asciugai e mi vestii velocemente. Come ultimo tocco, mi truccai leggermente. Uscii dal bagno ed io e le ragazze aspettammo fuori dall’albergo. Aspettammo circa dieci minuti, quando vedemmo una macchina nera, tipo i blindati, venire verso di noi. Alla guida c’era Conor. Da quando guidava? Ci salutammo ed entrammo in auto, io davanti e le ragazze dietro. Guidò per un po’ Conor, mentre parlavamo e scherzavamo insieme.
Arrivammo davanti alla pizzeria, e seduti ad un tavolo mangiammo. All’uscita, c’era dei giornalisti, ed alcune fan ad aspettare Conor. Noi ci mettemmo da parte e Conor cominciò a fare qualche foto e a rispondere qualche domanda dei giornalisti.
- Conor una foto!
- Conor mi vuoi sposare?
C – Quando vuoi dolcezza!- ovviamente scherzava. Però era un po’ gelosa, solo un po’.
- Conor sei fidanzato?
- Hai trovato l’anima gemella, Conor?
C – No, non ancora, ma spero di trovarla presto.
- Sono tuoi amici quelli, Conor?
C – Sisi..
- Perché non ce li presenti?
C – Scusate, si è fatto tardi e dobbiamo andare. Ciao!
Entrammo velocemente in macchina e andammo via. Perché? Perché aveva detto che non era fidanzato? Perché aveva detto che ero solo un’amica? Forse aveva vergogna di me.. Già, potevano indagare meglio su di me e creare qualche scandalo. Conor aveva di me..
C – Hey, amore.. tutto bene?
Io – Si..- risposi fredda, senza nemmeno guardarlo in faccia. Rimanemmo in silenzio per tutto il tragitto, mentre i ragazzi ridevano e scherzavano dietro. Non avevo voglia di parlare con lui, anche se mi avrebbe chiesto che cosa avevo. Arrivammo finalmente davanti all’albergo.
C – Se vuoi, possiamo entrare..
L – Si, perché no? Stiamo un po’ insieme- disse Laura guardando Ronnie. In quel momento ero così confusa e arrabbiata con Conor, che non lo volevo al mio fianco.
A – Ho molto sonno, e sono stanca. Sarà meglio che voi andiate in albergo.- aprii lo sportello, scesi dall’auto e richiusi con forza. Andai in camera e mi stesi sul letto. Sentii bussare alla porta ed andai ad aprire. Che cretina! E’ normale che era lui.
C – Posso entrare?
Io – No.
E gli chiusi la porta in faccia. Non volevo vedere. Ma la bloccò con la punta del piede e riuscì ad entrare. Andai a sedermi sul letto, scocciata.
C – Si può sapere che ti succede?
Io – Nulla..
C – Lo sai che non sei brava a mentire..
Io – Ti ho detto che non ho nulla, sono stanca!
C – Cazzo, Ale! Puoi dirmelo che hai sei la mia ragazza!
Io – Ah, ora sono la tua ragazza!? Invece davanti alle tue fans e ai giornalisti sono solo una tua amica!
C – E’ per questo che sei arrabbiata con me? Perché ho detto davanti ai giornalisti che non sono fidanzato?
Non gli risposi. Non pensavo che fosse così stupida da non arrivarci.
Io – Che c’è? Hai vergogna di me? E’ per questo che non vuoi che sappiano di me?
C – Ma che cazzo di storie ti inventi, Ale!?
Io – Senti non rompere! Voglio che tu te ne vada, ora! Voglio rimanere sola..
C – Cavolo Ale, mi conosci bene, non ti farei del male.. Siamo fidanzati, e ieri abbiamo scopato, Cazzo!
..Scopato? Scopato!? Per lui era solo una scopata e basta!?
C – Scusa.. Ho sbagliato- già aveva sbagliato, di grosso.
Io – Conor, vattene..
C – Ma..
Io – Vattene!- urlai. Non ce la facevo più. Conor abbassò lo sguardo.
C – Va bene. Ora me ne vado. Ma voglio dirti un’ultima cosa. Non ho detto ai giornalisti di te non perché mi vergogno di te. Non potrei mai. Ma solo perché pensavo che tu non fossi pronta, per farti conoscere al mondo intero..- Aspettava una mia risposta, ma rimasi in silenzio.
C – Va bene. Ora vado. Ci vediamo domani mattina..- si girò e se ne andò. Già, quella mattina sarei andata a vivere insieme a lui. Non abitavamo ancora nella stessa casa e già litigavamo. Incominciavamo proprio bene…
 
Non avevo voglia di fare nulla, nemmeno di pensare, e così cercai di addormentarmi, ma invano. Non riuscivo a non pensare a Conor. A quello che aveva detto ai giornalisti, e quello che aveva detto a me ‘pensavo che tu non fossi pronta per farti conoscere al mondo’. Forse aveva ragione. Avere tutti i giornalisti addosso, che non ti si staccano mai da dosso, perché vogliono sapere tutto su di te. E poi, cosa succederà, se lo venissero a sapere le fans? Incomincerebbero ad odiarmi e ad insultarmi. Non riuscivo a dormire, e nemmeno a pensare. Laura e Flavia non c’erano, e quindi  decisi di andarmi a fare un giro. Non portai nemmeno il cellulare con me. Volevo rimanere completamente sola. Girai un po’ per Londra, finchè non mi persi. Incominciai ad avere un po’ paura. Era tutto buio, non si vedeva niente. Mentre attraversavo  la strada, sentii una frenata, e poi… il nulla.
 
 
CONOR POV
Il giorno dopo provai a chiamarla. Io non volevo dirle quelle cose. Mi dispiaceva e volevo chiederle scusa. Ero arrabbiato, e incominciavo a dire cose che non volevo. Per me quella giornata non era stato solo sesso. Anche per era amore. Ma quella cazzo di quella boccaccia parlava troppo a volte. Dovevo chiederle scusa, assolutamente. Il telefono continuava a squillare, ma nessuno rispondeva. Incominciavo a preoccuparmi. Decisi di prendere l’auto e andare all’albergo. Quando arrivai e bussai alla porta, non aprì nessuno. Da lontano vidi che stava arrivando Laura.
Io – Hey, Laura!
L – Conor, buongiorno!
Io – Giorno! Scusa, sai dov’è Alessia? La sto chiamando da un sacco di tempo, ma al cellulare non risponde.
L – Forse sta dormendo e non l’ha sentito. Aspetta, ora apro la porta.
La aprì, sperando che lei fosse lì, sul letto, a dormire. Ma non c’era. Il suo cellulare era lì sul comodino, ma lui dov’era?
 
 
ALESSIA POV
- Sta bene?
- Non lo so… Respira ma credo che sia svenuta..
- Chiamate subito un’ambulanza!
- Speriamo che non sia troppo tardi.. E’ così giovane…
Urla. E mille voci, era l’unica che sentivo. Avevo qualcosa che mi scorreva su tutto il corpo, che mi procurava calore.. Sentivo tutto, ma non riuscivo ad aprire gli occhi. Poi non sentivo più niente.
 

 
Apro gli occhi, ora ci riesco. E’ tutto bianco intorno a me. Sto sognando? Da lontano vedo che ci sono le mie amiche. Cerco di salutarle, ma non riesco a muovermi. Stanno piangendo: perché? Mi giro, e vedo mia madre, con un uomo al suo fianco, era sfocato il suo volto, non riuscivo a vederlo bene. Capii chi era solo quando mia madre lo chiamò per nome. Quel nome. Non lo sentivo da una vita. Mio padre, non lo vedevo da una vita. Piangono anche loro, anche se mia madre di più. Ma perché piangono? Forse è successo qualcosa.. Volevo avvicinarmi, andare da loro, e dirgli che io ero lì al loro fianco, che tutto sarebbe andato bene. Ma oltre a non muovermi, non riuscivo nemmeno a parlare.
Per ultimo vidi lui. Il mio Conor. Ero ancora arrabbiato con lui, ma vederlo lì che mi osservava, e con le lacrime agli occhi, sentivo una fitta al petto. Volevo abbracciarlo, consolarlo. Ma nulla. Le mie mani non si muovevano, e le mie labbra non parlavano. Potevo solo vedere e ascoltare, impotente..
- Ha sofferto?- disse mia madre. Ma con chi stava parlando?
- No signora, l’auto l’ha investita. Ed è morta sul colpo..
Morta!? Chi era morta?
Vedo mia madre avvicinarsi a Conor. Erano entrambi in lacrime.
- Mi dispiace, Conor. Ma non ce l’ha fatta. E’ morta.- Ma si può sapere chi cazzo è morta!?
- No.. non è vero!- urlò lui, piangendo ancora di più, e mettendosi le mani in volto.
- Conor… Alessia non ce l’ha fatta. Alessia è morta…
…Che cosa? Ero, che ero morta? Ma, non è possibile! Io non potevo morire! Io dovevo stare con la mia famiglia, con le mie amiche.. Dovevo stare con Conor! Non volevo lasciarlo, di nuovo.. Avevo voglia di piangere, ma non ci riuscivo. Volevo urlare, dire che io ero lì, e che li sentivo, e che li volevo bene. Nemmeno quello.
Forse, ero davvero morta?
 
 
CONOR POV
1 ora…
2 ore…
3 ore…
Ma cazzo era finita?
L – Ma dove può essere andata?
F – Non ne ho idea. L’ultima volta che l’ho vista è stato ieri sera..
Eravamo tutti lì, nella stanza d’albergo. Laura, Flavia, Marcus, Ronnie, Jake. E io. Tutti, tranne Alessia..
R – Conor, è successo qualcosa? Tra te e Ale, intendo..
Giusto. A loro non avevo detto niente di quello che era successo la sera precendente.
Io – Abbiamo litigato..
F – Ecco! Spiegaci che cosa è successo, tutto!- mi feci un bel respiro  raccontai tutto. D’un fiato.
L – Bhé è comprensibile che se l’abbia presa. Ma non è poi così grave. Vedrai che tornerà tra un po’ torna. Ha solo bisogno di stare sola.
F – Laura ha ragione, vedrai che tra un pòentra in camera, e ci saluta, facendo finta che non è successo nulla.
Già, forse avevano ragione. Aveva bisogno di stare sola, e poi sarebbe tornata. Avremo fatto pace, e tutto tornato sarebbe tornato come prima. Solo io e lei.
4 ore…
5 ore…
6, 7, 8 ore………

 Ciaoo :D
Scusate per il ritardo ma, erano gli ultimi giorni e li ho voluti godermeli al meglio.. mlmlml.. volete sapere cosa ho fatto? ..Sono stata a casa!! AHAHAHAH ok.. non interessa a nessuno! questo capitolo è moooolto lungo.. Spero di riuscire ad aggiornare domani, perchè domani è il mio compleanno e voglio farvi un regalo.. Vabbè ora vi lascio.. Grazie a chi legge e recensisce!! ^__^

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Alessia, ti amo... ***


Alessia, ti amo…

 

Per un po’ Alessia non parlerà, perché da come avrete capito nei capitoli precedenti, ha avuto un incidente. Non si sa ancora come sta…

 
Io – Ora basta.. Chiamo la polizia!- presi il cellulare, e composi il numero. I ragazzi non mi fermarono. Rispose un uomo. Gli raccontai tutto. Della scomparsa di Alessia, e da quanto tempo non tornava.
- Come si chiama la ragazza?
Io – Alessia, Alessia Stone…
- Ha circa diciotto anni, capelli lunghi e castani, ed è un po’ bassina..
Io – Sisi, è proprio lei! L’avete trovata?
- E’ un suo parente? O è almeno maggiorenne?
Io – Si sono maggiorenne. E si, sono il tuo ragazzo.
- Va bene. Sarà meglio che passi in centrale. Non era molto lontano. Arrivammo subito. Entrammo e parlammo con il poliziotto seduto affianco alla reception. Fortunatamente era lo stesso con cui avevo parlato al telefono, così non avrei dovuto ripetere tutto.
- Si, ora le spiego. Si sieda.- era tutto così strano. Cazzo, era scomparsa una persona, doveva muoversi, trovarla. Non stare seduti lì.
- La ragazze che state cercando, Alessia?.. L’abbiamo trovata..
Io - Davvero? Dov’è ora?
- Venite con me, vi porto da lei.
Uscimmo dalla centrale, e salimmo in un auto della polizia.
Mentre il poliziotto guidava, incominciai ad innervosirmi.
Io – Senta, che lei sia un poliziotto o no, me ne frega. Voglio sapere dove cazzo è la mia ragazza!
-…E’ in ospedale. Ha avuto un incidente...-…cosa? Alessia, in ospedale?
Io – Com’è successo?
- Stava attraversando la strada, quando un auto l’ha investita. Non aveva nulla con sé. Né cellulare, né portafogli. Fino a quando non avete chiamato voi, non sapevamo nemmeno il suo nome.
Va bene, sapevo dov’era. Ora la domanda più difficile..
Io – E’ grave?
Il poliziotto non rispose. E la presi come una conferma.
Arrivammo in ospedale e il poliziotto chiamò il medico che si prendeva cura di Alessia. Ci accompagnò alla sua stanza, però non potevamo entrare. Le stavano facendo delle analisi. Era stesa sul letto. Attaccata a dei tubi. Aveva la fasciatura intorno alla testa. La cosa più brutta che vedevo, erano i suoi occhi. Chiusi. Lei era lì, senza vita. Il suo corpo non si muoveva.
Io – Come sta?- chiesi al dottore, trattenendo le lacrime-
- Ha preso una bella botta, ha sbattuto con la testa. E’ in coma farmacologico.
Io – Si riprenderà?
- Non lo sappiamo.. Quello che vi dico è che dobbiamo aspettare, e che dovete starle il più vicino possibile. Parlate con lei, forse riuscirà ad ascoltarvi e a svegliarsi.
Laura si avvicinò al dottore.
L – Possiamo entrare?
- Certo, potete rimanere tutto il tempo che volete. Come ho detto dovete starle vicino..
F – Grazie…
Il dottore se ne andò, perché aveva altri pazienti a cui badare. Dopo che le infermiere ebbero finito di fare dei controlli, entrammo nella stanza. Tutti si avvicinarono ad Alessia, tranne io. Non riuscivo a vederla in quello stato. Sembrava… morta. Laura notò la mia debolezza, e si avvicinò a me. Le stavano cominciando a scendere delle lacrime.
L – Lo so, è triste vederla in questo stato. Fa male. Ma ora non dobbiamo farle sentire la nostra tristezza. Dobbiamo aiutarla, parlando con lei. Valle vicino, dille quanto la ami, e che ti dispiace per quello che è successo fra di voi. Dille che hai paura di perderla, dille tutto quello che provi..
Laura aveva ragione. Alessia aveva bisogno di me, ora più che mai. Mi avvicinai leggermente a lei, mi venivano i brividi. Le lacrime cominciano a scendere, e non riesco a fermarle. Jake si avvicina a me.
J – Hey, amico. Se vuoi, ti lasciamo solo con lei.
Accenno un lieve si. I ragazzi se ne vanno, Flavia mi passa affianco e prima di uscire, mi dice che andrà tutto bene. Rimaniamo soli. Mi avvicino fino ad arrivare al suo fianco. Prendo la sedia che c’è poco più lontano dal letto. Dopo aver preso un bel respiro, incomincio a parlare.
Io – Ciao, Ale. Non ti chiedo come stai. Sarebbe una domanda stupida. Mi sono preoccupata così tanto per te…- incominciai a piangere di più – non voglio perderti Alessia. Tu devi stare con me, ti voglio al mio fianco. Mi dispiace per ieri sera. Io non volevo ferirti. Ho detto solo cazzate ieri. Ai giornalisti, avrei dovuto che tu eri mia, che eri la mia ragazza. Ma avevo paura che tu l’avessi presa male, che avevi paura delle critiche dei giornalisti e quindi non sapevo che dire in quel momento, se non che non ero fidanzato. Ne avrei parlato poco dopo con te, ma non me ne hai dato il tempo. Per me quello che è successo l’altro non era sesso. Noi non abbiamo scopato. Abbiamo fatto l’amore. In quel momento non ti scopando, ti stavo amando… ti prego, Ale. Non abbandonarmi, non lasciarmi da solo, di nuovo. Non potrei pensare di perderti di nuovo. Alessia, ti amo…
Mi alzai dalla sedia, mi avvicinai di più a lei, e la baciai. Aspettavo solo che si svegliasse all’improvviso, e che mi abbracciasse, dicendo che stavo bene, come accadeva nei film. Non accadde nulla, non si muoveva di un millimetro. Mi accasciai sulla sedia, ormai senza speranze. Ma ricordai di quando mi lasciò quella lettera, nella casetta, e le speranze erano rinate. Non potevo buttarmi giù, non potevo gettare le speranze nella spazzatura. Lei si sarebbe svegliata, me lo sentivo.
Io – Ti posso promettere solo una cosa, in questo momento. Che ti sarò affianco, non me ne andrò mai, finchè non aprirai gli occhi, e mi dirai che mi ami. Come io amo te.
E rimasi lì. Ad aspettare che i suoi occhi si aprissero…
 
 
Le ore passavano. I giorni passavano. Io e i ragazzi eravamo sempre lì, parlavamo e in un certo modo, scherzavamo, con lei. Come se fosse sveglia. Ma non si svegliò. Passò una settimana, ormai, i dottori avevano le speranze. Ed anche i ragazzi pensavano che non si sarebbe mai svegliata. Ma io ero sempre lì ad aspettare, di rivedere i suoi occhi verdi, e il suo sorriso smagliante. C’era anche mia madre lì, e dopo un paio di giorni dall’incidente, arrivò anche la madre di Alessia. Appena mi vide, se la prese con me, dandomi la colpa di tutto quello che era accaduto. Mia madre la calmò, e dopo un po’ si scusò con me. Era solo triste, e distrutta. Era normale. Quella mattina rimasi sola con Alessia. Sua madre era andata con la mia in albergo, per darsi una sistemata e mangiare qualcosa. Sarebbe tornata più tardi. Anche i ragazzi andarono in albergo, per riposarsi un po’. Erano rimasti lì tutti i giorni. Non ci trasferimmo più nella nuova casa. Decidemmo di aspettare il risveglio di Alessia. Mia madre tornò con la madre di Alessia, e poco dopo rientrarono anche i ragazzi. Mia madre venne verso di me.
- Tesoro, vogliamo parlarti..
Io – Dimmi mamma..
- So che risponderai di no,ma.. stasera hai un concerto, e secondo noi dovresti andarci..
Io – Hai ragione mamma. La mia risposta è no.- la mia Alessia è in un letto d’ospedale, tra la vita e la morte, e loro volevano che andassi ad uno stupido concerto!? Ma che cazzo si erano fumati!? Anche la madre di Alessia cercò di convincermi.
- Conor, sei chiuso qui da una settimana. Devi uscire. E fare quel concerto.
Fallo per Alessia, lei vorrebbe che tu andassi. Ti vorrebbe sul quel palco, a far felice milioni di persone. Faresti felice anche lei..
Io – Non voglio allontanarmi da lei. Le ho promesso che le sarei stato affianco, finche non avesse aperto gli occhi.
L – Forse non si sveglia, perché tu sei qui..- mi girai, e la guardai, fulminandola con gli occhi.
R – Che cosa intendi?
L – Alessia, era arrabbiata con te. Forse vuole stare un po’ senza di te. Per capire cosa deve fare, quando avrà deciso, si sveglierà.
Forse Laura aveva ragione.. forse non si svegliava perché c’ero io al suo fianco. In fin dei conti lei mi odiava prima che succedesse l’incidente, ed era colpa mia se era sul quel letto. Ma io non volevo abbandonarla. Mi venne un’idea.
Io – Va be. Farò il concerto,ma ad una condizione.
- Dicci tutto..
Io – Voglio che Alessia veda il concerto. Potremmo mettere una televisione qui dentro, così avrà la possibilità di guardarlo.
- Va bene. Non credo che ci saranno problemi.
Io – Bene..
- Allora, io vado a parlare col dottore di questa cosa, mentre tua madre e i ragazzi verranno con te al concerto. Rimarrò io qui. Con mia figlia.
Io – Va bene..- mi avvicinai all’orecchio di Ale- torno presto amore mio. Spero che ti piacerà la sorpresa.- la baciai sulla fronte e, dopo un ultimo sguardo, andai via. Avevo paura, e se si svegliasse? E se io non fossi stato lì? Forse avrebbe pensato che l’avessi abbandonata..
- Conor, siamo arrivati…- scendemmo dall’auto, ed entrammo nel camerino.
 
…..
 
Mancavano quindici minuti al concerto. Avevo fatto qualche prova. Ci riuscivo, a cantare. Anche se pensavo troppo ad Alessia. Ma dovevo farlo, così forse si sarebbe svegliata.
- Tesoro, sei pronto?
Io – Si, mamma.
- Hai qualcosa in mente?
Io – Si..
- Spero che vada tutto bene.. Sta attento..- mi diede un bacio sulla guancia, e andò a sedersi. Le luci erano spente. Mancano pochi secondi al concerto. Si sentono le urla, delle persone fuori, che chiamano me. Sono al centro del palco, col microfono in mano. Le luci si accendono e gli spettatori cominciano ad urlare di nuovo. Chiedo gentilmente al pubblico di stare in silenzio.
Io – Voglio raccontarvi una storia. Tutto è iniziato quando avevo diciassette anni, ero seduto tra i banchi di scuola, quando vedo una ragazza che si siede vicino a me. La conoscevo solo di nome, non eravamo amici stretti. Si chiamava Alessia. Non ci parlavamo mai, io ero il solito ragazzino che se la sbatte. Invece lei era una ragazza silenziosa, non aveva molto amicizie, a volte la prendevo anche in giro.. Ma quel giorno mi colpì particolarmente.. Era il suo compleanno, me lo aveva detto mia madre, che era amica della sua. Non so perché, ma le feci un regalo, un braccialetto che lei aveva visto tempo prima in una vetrina, ma che non poteva permettersi, perché costava troppo. Quando glielo diedi, rimase un po’.. sbalordita, non era abituata a quei gesti. Quella sera stessa la andai a prendere a casa e per il suo compleanno, la portai in un posto speciale, dove non avevo portato mai nessuno. Incominciava a piacermi, ed infine me ne innamorai, ho addirittura a botte col mio migliore amico per lei. Mi mandò all’ospedale, e lei mi rimase affianco finche non mi sentivo bene. In quella situazione ci avvicinammo, uscivamo insieme, andavamo a scuola insieme.. Dalla mattina alla sera, non ci lasciavamo mai. Una sera di nascosto, entrai in camera sua e per farla addormentare, le cantai una ninna nanna. E’ grazie a lei se sono qui; fu lei a dirmi che avevo una bella voce. Pensavo che sarei stata con lei, per sempre. Finche un giorno, cambiò tutto. Cambiò città, dovette trasferirsi. All’inizio ci lasciammo e lei, mi mentì, dicendo che non mi amava. Lasciò una lettera nel nostro luogo ‘segreto’, la trovai troppo tardi, perché lei se n’era già da un bel po’ di tempo. Nella lettera diceva che mi amava, e che non avrebbe mai voluto mentirmi. Rimasi con la speranza di ritrovarla un giorno. Sono passati due anni, sono diventato famoso, ed ora sono qui. La mia Alessia l’ho ritrovata, e la amo ancora, più che mai. Però non so se lei ama ancora me. Una settimana fa abbiamo litigato, perché ho detto ai giornalisti che era solo un’amica. Ho mentito, ed ho sbagliato, lo so. Ora lei è in ospedale, ha avuto un incidente ed ora si trova in coma. Volevo solo farle sapere che mi dispiace, non volevo litigare con lei. Alessia è la mia ragazza. Ti amo Ale. Ti prego svegliati, e ritorna dalla tua famiglia, dai tuoi amici. Torna da me!- presi la chitarra, e sedendomi su uno sgabello posto al centro del palco, comincio a cantare.- questa è per te, Alessia. La nostra canzone. Ti amo- cantai la nostra canzone.. mi sembrava di ritornare a quella notte, nel suo letto, mentre gliela cantavo.. di ritornare a quel giorno, quando gliela cantai, prima di fare l’amore. Finii di suonare e continuai il concerto, dedicato a lei…
 

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Finalmente sveglia! ***


Finalmente sveglia!



ALESSIA POV
Il suono di una melodia, mi fece sobbalzare. Non sentivo nulla da parecchio tempo.. Ero rinchiusa in una stanza tutta nera, seduta con le gambe attaccate al mio petto, sperando che qualcuno o qualcosa mi aiutasse ad uscirne. Ed ora quella canzone, la conoscevo molto bene.. quella mia e di Conor. Quanto mi mancava. Lui, mia madre, i miei amici. Sentivo la voce di Conor, che cantava. Ma sentivo che non era al mio fianco, forse lo stavo solo immaginando. Mi feci forza, e provai ad aprire gli occhi.. Ci riuscivo! Mentre li aprivo, sentivo la voce di mia madre, che parlava con me. Non si era accorta che mi stavo svegliando.
- Sei fortunata tesoro. Hai trovato un ragazzo fantastico, che ti ama. E’ quello giusto per te.
Continuai ad aprire gli occhi leggermente, avevo paura che non mi sentisse, come in quello strano sogno, in cui ero morta. Parlai piano e lento, avevo la bocca secca, come se non parlassi da molto. Forse era passato molto.
Io – M-mamma..- non riuscivo nemmeno a parlare, avevo molta sete. Finalmente riuscii ad aprire completamente gli occhi. Vedevo mia madre, quanto mi mancava il suo viso. Era in larime.
- Tesoro! Ti sei sveliata! O-o m-mio D-dio! Aspetta, chiamo un d-dottore!
Uscì velocemente dalla stanza. Mi girai verso la melodia che sentivo, era una TV. Allora non me l’ero immaginato! Guardai attentamente, perch+ mi facevano male ancora un po’ gli occhi. Era abbastanza sfocato, ma capii subito che era Conor. Mio dio, era cosa tanto che non lo vedevo, quanto, un giorno? Una settimana? Un mese? A me sembrava un’eternità. Mi scese una lacrima. Mia madre rientrò, con un uomo al suo fianco. Si avvicinò e mi fece qualche controllo, mentre mia madre parlava al telefono. Forse stava avvisando Conor e i ragazzi del mio risveglio. Il dottore mi fece un ultimo controllo, e mi parlò, sorridendomi.
- Sta bene signorina. E’ davvero un miracolo! Ora vado, dopo torno per farti qualche altra analisi. Rimani con la tua famiglia adesso.- il dottore si allontanò, e infine uscì.
- Amore, come ti senti? Siamo stati così in pensiero per te! Se ti avessi persa.. io..
Io – Non preoccuparti mamma, sto bene. Mi girai solo un po’ la testa..
- Vuoi che chiami di nuovo il dottore?
Io – Non ti preoccupare. Non ne ho bisogno.. Mamma… Cos’è successo?
- Hai avuto un incidente… Mentre attraversavi la strada, un auto non ti ha visto, e ti ha investito.
Io – Mamma, devo dirti una cosa…
- Se si tratta di Conor, so tutto. E’ stato lui ad avvisarmi, di quello che ti era successo. All’inizio diedi la colpa del tuo incidente, ma poi mi spiegò tutto, e gli chiesi scusa..
Io – C’è un’altra cosa.. E’ da tanto che devo dirti una cosa.. e forse te lo dico ora perché spero che tu non ti arrabbi con me, o che tu non faccia pazzie…
- Dimmi tesoro…
Io – Ricordi quando Conor finì in ospedale, perché litigò col suo migliore amico, e lui lo picchiò?
- Certo che mi ricordo.. Povero ragazzo, fortunatamente si riprese abbastanza in fretta.
Io – Bhè, c’era un motivo per il quale litigarono..- gli raccontai tutto, forse perché dopo quello che mi era successo, avevo paura della morte. E non volevo morire mentendo a mia madre. Non volevo più mentirle.
- O mio Dio, tesoro. Perché non me l’ha mai detto?- le lacrime ricominciarono a rigare sul suo volto. Ma queste non erano come quelle di prima, piene di gioia. Queste erano colme di tristezza.
Io – Perché avevo paura.. di non so che cosa.. Ma grazie a Conor, la mia vita è cambiata. Ho superato le mie paure ed ora sono felice. Ormai è passato tanto tempo, e non ci penso più a quello che è accaduto. E dopo che l’ho detto anche a te, lo so un po’ in ritardo.. Voglio che tu dimentichi, e che vada avanti con la tua vita, insieme a me..
- Va bene, amore. Tutto quello che vuoi.. Sono così contenta che tu ti sia svegliata…
Io – Anche io lo sono.. Mamma, dov’è Conor?
- Conor sta arrivando.. L’ho già avvisato..
Io – Grazie..
- Lo ami, vero?
Io – Si mamma.. Tanto!
- Ma so che avete litigato..
Io – Anche questo è vero, ma in tutto questo tempo che ho dormito, ho pensato molto a noi due e a quello che è successo, e ho preso la mia decisione..
- Qualunque decisione tu prenda, io sarò al tuo fianco, ricordatelo.
Io – Grazie mamma. Ti voglio bene..
- Anche io tesoro..
Volevo vedere Conor, e la cosa più importante, dovevamo parlare..

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** La bestia è caduta, e il principe ha la sua principessa! ***


La bestia è caduta, e il principe ha la sua principessa!

 
 
CONOR POV
Cantavo.. e cantavo. Non ce la facevo più, volevo rivedere Alessia.
L – Conor!- vidi Laura che veniva verso di me, in lacrime.
Io – Che c’è? Si tratta di Alessia!? Che cosa le è successo?
L – Si tra di lei, si. Si è svegliata. Sta bene Conor. Grazie a te, ora sta bene!- Mi appoggiai al muro, e sorridevo come un ebete. Stavo quasi per piangere dalla gioia. Mi ripresi, e velocemente io e i ragazzi, insieme a mia madre, salimmo in macchina, e ci avviammo all’ospedale. Dovevo vederla, avevo bisogno di rivedere i suoi occhi, il suo sorriso.. Ma sicuramente voleva parlarmi…
Arrivammo all’ospedale. Parcheggiammo l’auto ed entrammo.
 
 
ALESSIA POV
La porta si spalancò all’improvviso. Lui era lì, a guardarmi, tutto sorridente. Stava quasi per piangere.
Io – Conor…
C – Alessia!- corse verso di me, e mi abbracciò.- mi sei mancata così tanto. Stai bene?
Io – Si sto bene.
L – Ale, ci hai fatto preoccupare…
Io – Ragazze..!- vennero tutti vicino a me, e mi abbracciarono. Parlammo per un po’, spiegandomi cosa era successo in tutto quel tempo, mentre io dormivo. Dissero che Conor era rimasto al mio fianco tutto il tempo, e che non voleva andarsene nemmeno per mangiare. Mi dissero anche del concerto, dove aveva raccontato di me, e di lui. E della nostra storia. E del fatto che mi aveva dedicato tutto il concerto. Dopo un po’ i ragazzi se ne andarono, rimanendomi sola con Conor.
C – Mi sei mancata tanto.. Pensavo davvero di perderti..
Io – Anche tu mi sei mancato..
C – Davvero? Pensavo che tu fossi arrabbiata con me.. Mi dispiace per tutto quello che è successo.. Sei su questo letto per colpa mia..
Io -  Non è vero Conor. Non pensarlo nemmeno!
C – Ma se io non avessi detto quelle stronzate, non avremo mai litigato e..- lo presi per la maglietta, e portandolo verso di me, lo baciai.
Io – Ti amo, Conor. Ho sbagliato a prendermela con te. Scusami..
C – Anche io ti amo.. Scusami..
Io – Non importa, è tutto passato…
Ci fu qualche minuto di silenzio, mentre lui mi continuava ad accarezzarmi i capelli.
Io – Ho detto a mia madre, quello che è accaduto… con Josh.
Mi girai verso Conor, per guardare la sua espressione, a sentire quel nome. Guardava verso il vuoto, chissa che pensava. D’un tratto si gira verso di me.
C – Come l’ha presa?
Io – Bhè, un po’ male… Sono passati quasi tre anni da quando è successo, e gliel’ho detto solo ora. Ma le ho anche detto che deve andare avanti come ho fatto io, e lei ha capito.
C – Ok..- si girò, e cominciò a guardare di nuovo il vuoto.
Io – Che fine ha fatto?
C – Chi?
Io - ..Josh…
Mi guardava. Avevo capito subito che lui sapeva che fine aveva fatto. Ed io ero curiosa di saperlo..
C – E’ finito in galera.
Io – Davvero? E come?- finalmente quello stronzo era dove meritava di essere.
C – L’hanno scoperto che vendeva droga ai minorenni, e poi l’hanno anche beccato a rubare, quindi ora gli toccherà stare tre o quattro anni dietro le sbarre…
Io – Wow..- ora cominciai io a guardare il vuoto. Josh ci aveva dato così tanti problemi, ma ora non ci avrebbe dato più fastidio.
C – Se la polizia sapesse quello che ha fatto a te, ci starebbe per l’eternità in galera..
Io – Bhè, questo è vero. Ma ormai, è storia passata. Lui è in galera, dove merita di essere. Invece noi siamo qui, felici e contenti. La bestia è caduta, e il principe ha la sua principessa!
C – Già, una bellissima principessa…- e posò le sue labbra sulle mie.
Quanto mi mancavano. Si era fatto tardi, quindi mi addormentai, felice.
1. Ero sveglia. Ed ero Viva..
2. Avevo Conor, al mio fianco, che non mi avrebbe mai lasciato…
Il giorno dopo, quando mi svegliai, Conor era lì. Lo baciai sulla guancia, e si svegliò.
C – Buongiorno…- disse, baciandomi.
Io – Giorno…
All’improvviso sentimmo bussare alla porta. Era la madre di Conor.
C – Prego mamma. Entra.
- Grazie, Conor. Alessia, buongiorno, vedo che stai meglio. Ci hai fatto preoccupare così tanto, tesoro…
Io – grazie mille signora. Per essermi stata vicino. E soprattutto per essere stata vicino a mia madre.
- Non preoccuparti, l’ho fatto con piacere. E’ sempre una mia amica. A proposito di tua madre, se per caso la vuoi non è qui. Mi ha chiesto di dirti che sarebbe tornata da te più tardi. Sicuramente starà preparando qualche sorpresa per te. Le è sempre piaciuto organizzarle. E poi in quest’occasione speciale, ci vuole proprio!
Io – Già, grazie dell’informazione..- salutò nuovamente e poi uscì dalla camera. Finalmente sarei riuscita a stare un po’ sola con Conor…o no?

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Sono felice di non averti persa! ***


Sono felice di non averti persa!

 
Speravo tanto di rimanere un po’ da sola con Conor, ma sentimmo nuovamente bussare alla porta. Stavolta erano i ragazzi.
M – Buongiorno ragazzi!
L – Heyla! Come va oggi, Ale?
Io – Molto meglio, grazie.
F – Allora, il dottore ti ha già detto quando potrai tornare a casa?
Io – Non ancora..
Parlammo un po’. Quando Flavia ci disse che si era fidanzata con Marcus.
Io – Wow, davvero!? Auguri! – mi allungai verso Flavia, e l’abbracciai.
C – Ehy, amico! Hai fatto colpo, eh?- disse Conor, vicino a Marcus, che diventò un po’ rosso.
M – Eh, già..
Notai però che Laura era un po’ giù, ma non le chiesi nulla, perché forse non ne voleva parlare davanti a tutti. Feci capire a Flavia, con lo sguardo, che doveva far uscire tutti, e lasciarmi sola con Laura. Lei capì subito.
F – Ragazzi, io vado a prendere la colazione. Venite con me? Da sola non ce la faccio a portare tutto.
M – Io vengo!
J – Ho una fame!
R – Quando andiamo?
Tutti e tre uscirono dalla stanza, e Flavia chiamò anche Conor.
F – Vieni anche tu Conor!
C – Ma hai tre di loro, appresso! Non ce la fai?
Io – Dai, Conor! Così ti vai a fare anche un giro…- come al solito, non aveva capito che dovevamo rimanere solo io e Laura, ma lo riuscii a convincere.
C – Uff.. E va bene! Ci vediamo…
F – Lau, tu rimani con Ale!
L – Va bene…- mentre uscivano, sentii Conor lamentarsi, che poteva benissimo rimanere lui con me, e Flavia che gli diceva che non doveva rompere.
Ora potevo parlare con Laura. Rimasi un po’ in silenzio, pensando come le dovevo parlare. Decise le parole che dovevo dirle, incominciammo la conversazione.
Io – Allora?
L – Allora che?- aveva uno sguardo un po’ triste. Era successo per forza qualcosa.
Io – Hey, a me non puoi mentire.. Avanti, cos’è successo?
Fece un sospiro, sapeva che non era brava a nascondere i suoi sentimenti.
Io – E’ per un ragazzo?
L – Si..
Io – Allora perché non me ne parli? Sono la tua migliore amica, a me puoi dire tutto.
L ..va bene! E’ Ronnie. A me piace molto, e mi ha fatto capire che io piaccio a lui, ma…
Io – Ma cosa?
L – Io non ho avuto un ragazzo, e non so come ci si comporta in queste situazioni… Lui invece ne ha avute chissà quante di ragazze.. Ho paura che poi lui capisca che io non sono perfetta come mi vuole lui..
Io – Sai, Conor è il mio primo fidanzato!
L – Che cosa, davvero? Non sembra. Sei così.. aperta, con lui!
Io – Certo, perché lo amo. Se ti piace una persona, non importa che sia la prima o la decima, devi comportarti.. normalmente. E’ proprio per questo che ti piace una persona, a volte: perché con lui riesci ad essere te stessa!
L – Quindi secondo te cosa dovrei fare?
Io – Prendi Ronnie, e digli tutto quello che provi, e che pensi.. Digli quello che hai detto a me, così ti sentirai più libera.
L – E se a lui non piacesse quello che direi?
Io – Se a Ronnie piaci davvero, capirà. Se no, non è il ragazzo giusto per te.
L – Ok…- aveva capito, ma vedevo ancora un po’ di insicurezza nei suoi occhi.
Io – Hey- misi le mani sulle sue spalle- fatti coraggio, e parlaci!- i suoi occhi incominciarono a brillare. Finalmente aveva capito.
L – Va bene! Mi hai convinto, grazie Ale! Tu si che sei un’amica..
Io – Prego bella!- la presi verso di me e l’abbracciai.
L – Sono contenta che tu stia bene. Io e Flavia eravamo così distrutte quando abbiamo saputo dell’incidente. Fortunatamente c’erano i ragazzi che ci tiravano un po’ su di morale.. Sono felice di non averti persa!
Io – Anche io sono contenta Laura…
Mentre i ragazzi non tornavano, parlammo di quello che era successo tra Flavia e Marcus, e di come si erano fidanzati.
R – Ecco la colazione!- disse, anzi, urlò, Ronnie. Entrarono uno alla volta, Conor per ultimo.
C – Uff, sono stanco morto- mi venne da ridere, mentre Conor si buttò sul divanetto.
Jake venne verso di me, e mi porse un sacchetto.
J – Tieni Ale, questo è per te. Abbiamo chiesto al medico se potevi mangiarne uno, ed ha acconsentito.
Aprii il sacchetto, e ne uscì un profumo buonissimo. Era un cornetto, ripieno di cioccolato…Che buono! Lo divorai velocemente, era da tanto che non mangiavo qualcosa di veramente buono.
F – Il dottore ha anche detto che tra un’oretta verrà da te, perché vuole parlarti.
Io – Va bene, grazie!
Aspettammo impazienti il dottore, e nel frattempo finimmo di fare colazione. Conor era al mio fianco, e i ragazzi invece erano seduti sul divanetto. Il medico entrò in camera, e venne verso di me.
- Allora signorina, come si sente oggi?
Io – Meglio, la ringrazio.
- Ora facciamo qualche controllo, per capire se è tutto  a posto, o se devi rimanere ancora un po’ qui, d’accordo?
Io – Va bene…
Il dottore incominciò a farmi controllo, che durarono per circa una mezz’oretta. Nel frattempo era tornata mia madre, con la madre di Conor. Al termine delle analisi, il dottore ci diede il risultato finale.
- Perfetto! Stai davvero bene, però se non ti dispiace, vorrei che rimanessi un altro paio di giorni qui. Giusto per vedere se è davvero tutto a posto. Non vorrei che prendessi qualche ricaduta.
Io – Va bene! Posso chiederle solo una cosa?
- Ma certo! Dimmi.
Io – Posso alzarmi dal letto? Non mi sento più le gambe!- dicendo quello, riesco a far ridere tutti.
- Ma certo che puoi alzarti… Ora vado, ci vediamo più tardi.
- Arrivederci dottore!- lo salutammo tutti insieme.
Un altro paio di giorni e avrei potuto lasciare quel posto. Non vedevo l’ora!

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Finale ***


Finale


Quei due giorni in ospedale, passarono in fretta. Tra la compagnia e le risate dei ragazzi e di mia madre, il giorno del mio ritorno a casa arrivò presto.
- Bene, signorina, è tutto a posto. Si sente meglio, vero?- mi chiese, il medico prima di andare.
Io – Si, sto benissimo!- mi sentivo davvero alla grande, come se non fosse mai capitato l’incidente.
- Va bene, allora è finalmente il momento di ritornare a casa. Se per caso ha qualche ricaduta, venga subito da me. Anche se, sono convinto che non ne avrà bisogno. Buona fortuna!
Io – Grazie, dottore. Per essersi preso cura di me!
- E’ stato un piacere, è il mio lavoro! Arrivederci!
C – Arrivederci!- dopo aver salutato il dottore, uscimmo finalmente dall’ospedale. Feci un respiro profondo, e finalmente… aria pulita! Avevo passato così tanto tempo in quella stanza d’ospedale, che incominciavo ad odiarne l’odore. Posai lo sguardo al cielo, mi mancava così tanto quell’immenso colorato d’azzurro, sporcato di nuvole bianche. Mi mancava essere viva, ma fortunatamente, lo ero. La mano di Conor che si poggia sulla mia spalla, mi fa tornare alla realtà.
C – Hey, piccola, tutto bene?- mi girai verso Conor, e sorridendo lo abbracciai. Lui ricambiò.
Io – Ora si…
Entrammo in auto (ma quanto cazzo era grande?), e dopo un breve tragitto notai che non andavamo verso l’albergo.
Io – Dove stiamo andando? L’albergo è di là..
C – Albergo? A cosa serve quando abbiamo una casa tutta nostra! Te ne sei dimenticata?
Già.. La nostra casa! Come ho potuto dimenticare il luogo dove ho passato il momento più bello della mia vita?
F – Abbiamo aspettato il tuo risveglio, per trasferirci! Le valigie sono tutte dietro. Pensa che noi ancora non l’abbiamo vista!
L – Già, non vedo l’ora di vederla!- nei giorni precedenti, Laura aveva parlato con Ronnie. Finalmente si erano chiariti, Ronnie aveva capito perché Laura aveva qualche insicurezza e lui, le aveva assicurato che doveva comportarsi come avevo sempre fatto, in modo normale. Proprio come avevo detto io. Non ci mettemmo molto ad arrivare, la casa era rimasta sempre la stessa. Scendo dall’auto, ormai ferma, e cerco di prendere le mie valigie, ma invano. Le prende Conor al posto mio, non vuole che mi sforzi; è molto premuroso nei miei confronti. Già, perché mi ama. Entro in casa senza problemi, come se abitassi lì da una vita. I ragazzi, entrando, si meravigliano della grandezza della casa; Flavia e Laura corrono verso il piano superiore, seguite a ruota dai ragazzi, mentre Conor si avvicina a me, poggiando le sue mani sui miei occhi.
C – Ho una sorpresa per te… o almeno, abbiamo!
Io – Davvero? Mi piacciono le sorprese!- sento Conor ridere leggermente, mentre mi manda verso, credo la cucina. All’improvviso ci fermiamo, e togliendomi le mani dal viso, osservo la scena davanti ai miei occhi: mia madre, con la madre di Conor ed i miei amici (quando erano scesi?). erano tutti lì, e la stanza era tutta decorata di festoni. Il più grande aveva la scritta ‘BENTORNATA’.
Io – Wow! Grazie, è bellissimo- abbraccio Conor. E le lacrime di gioia riempiono il mio viso. Festeggiamo tutti insieme, e quando si è fatto tardi mia madre va via insieme alla madre di Conor, e ognuno si ritira nelle proprie camere, dopo aver dato la buonanotte a tutti. Ora sono sul letto insieme a Conor, abbracciati. Ormai la mia vita è stupenda: ero viva, ed avevo al mio fianco la persona più importante.
 
CONOR POV
Ormai la nostra vita era stupenda. Siamo riusciti a superare parecchie ostacoli, grazie a quello che proviamo l’uno per l’altro: amore.
La guardo negli occhi, è lei tutto quello di cui ho bisogno.
- Ti amo, Alessia…
- Ti amo, Conor…
E, posando le mie labbra sulle sue, siamo qui, io e lei.. A goderci la nostra vita. Insieme
 
 
C. ed A. POV
Quello che ho capito da tutta la mia vita, è che l’amore e l’amicizia, sono la cosa più bella che ci sia… E che con queste due grandi cose, la tua vita sarà stupenda!

è finalmente finita!
1. Vorrei scusarmi per questo enorme ritardo.. Scusatemi!
2. Mi farebbe piacere se almeno questo ultimo capitolo lo recensiste.. per sapere se la storia vi è piacuta, non vi chiedo molto.
3. Vorrei ringraziare tutte le persone che hanno seguito, hanno messo nelle preferite e nelle ricordate questa storia..

 

Grazie di cuore! <3

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1430286