live is hear everyday my heart

di Mari_BubblyGirls
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quanti desideri hanno sentito le stelle? ***
Capitolo 2: *** Un semplice, magico abbraccio. ***
Capitolo 3: *** You never alone, we born to the better ***
Capitolo 4: *** Le sorprese sono i regali più grandi ***
Capitolo 5: *** Cibo. Cibo. CIBO. ..e una panchina. ***
Capitolo 6: *** More Than This ***
Capitolo 7: *** Can you rescue me? ***
Capitolo 8: *** Rivers Flows In You. ***
Capitolo 9: *** Ansia. ***
Capitolo 10: *** Conosciamoci. ***
Capitolo 11: *** Torte Margherite ***



Capitolo 1
*** Quanti desideri hanno sentito le stelle? ***


1. Quanti desideri hanno sentito le stelle?

Sbattendo la porta, uscii di casa veloce. Ero talmente furiosa che ero uscita infischiandomene del vento e del freddo. Pensavo solo “Basta basta basta!!” e avevo voglia di urlarlo, pensai che se io avessi incontrato qualcuno in quel momento gliel'avrei gridato in faccia: «BASTA!!!»... Ma quando mi ritrovai davanti una dolce coppietta felice, mi limitai ad uno sguardo fulminante.

In testa mi rimbalzavano da una parte all'altra le urla di casa mia, le parole di mio padre, le parole di mia madre, le urla di mio fratellino.

Mio fratellino..

L'avevo abbandonato. Mentre al piano di sotto i miei erano nel pieno dell'ennesimo litigio, lui, Mark, era entrato in camera mia singhiozzante, eppure silenzioso, si era avvicinato e aveva sussurrato: “Mary.. Mamma e papà giù sono brutti, sono bruttissimi.” Lui, da bambino di quattro anni non intendeva cosa stava succedendo in casa mia, ma capiva perfettamente che ciò che facevano non era bello. Era brutto.

Era da un bel po' che si prendevano a urla, per le scemenze più disparate: “Sara, ti avevo detto che oggi non volevo mangiare pasta col ragù! Ma non ascolti mai?!?” “Non rivolgerti a me così, io amo il ragù e se lo voglio cucinare lo cucino. Se non ti va, non mangiarlo e cucini tu la prossima volta!” “Io odio il ragù lo sai bene!” E continuavano così bla bla bla.. Era una gioia salire in camera mia, nella soffitta tappezzata dai poster, dalle foto e dagli striscioni, mettere musica a palla e credere che, chiudendo la porta della tua camera, avresti chiuso l'entrata del mondo, lasciando per te le tue amiche, i tuoi sogni..

Quella sera avevo messo Mark sotto le coperte, poi ero scesa giù intrufolandomi tra i due e dicendo semplicemente: «Ora a letto. Mark sta già dormendo se si sveglia lo rimettete a dormire voi due.»

Mia mamma mi aveva allora urlato contro che io ero un'irrispettosa, non mi dovevo permettere eccetera. A quel punto ero scoppiata urlando: «Voi non capite un c.. un cavolo di me! Basta mi state rovinando la vita non mi posso mai rivolgere a nessuno dei due siete sempre arrabbiati non ho bisogno di due genitori che non mi aiutano!»

Ed ero uscita.

Ci stavo ripensando quando mi ricordai un piccolo particolare. Chiusi gli occhi. Sperai che non fosse vero. Li riaprii e abbassai lo sguardo. Caddi nella disperazione: ero in pigiama. Mi guardai intorno: superata la coppietta (chissà cos'avevano pensato!!) Non c'era nessuno in giro, i negozi erano chiusi e io per fortuna abitavo nella periferia di Mullingar. Senza perdere tempo mi misi a correre; la mia meta era il parchetto.

Il parchetto era uno dei miei posti preferiti, ci andavo sempre quando volevo un po' di spazio per me. Era sempre bellissimo. Ci eravamo trasferiti da qualche mese a Mullingar, e per fortuna eravamo a fianco al parchetto. A quell'ora era deserto, i lampioni non lo illuminavano in parte, era buio, ma io non avevo paura. Ero solo arrabbiata e dovevo trovare un modo per sfogare la mia rabbia.

Tutto stava andando a rotoli. Mi ero trasferita in questo cazzo di posto, in cui non conoscevo nessuno, a malapena capivo l'accento irlandese, figuriamoci, a scuola nessuno mi considerava, a parte una simpatica ragazza di nome Martha. Ma lei non riusciva ad occupare tutto il mio cuore (ovviamente..). Tutti i miei amici li avevo lasciati in Inghilterra, ad Oxford, per colpa del lavoro di mio padre, che l'aveva costretto a trasferirsi per un anno qui.

Raggiunsi il laghetto e, spostata una cascata di strane piante che cadeva da un albero, mi ritrovai in una specie di tenda naturale. La luce dei lampioni era scomparsa, solo la luna si specchiava vanitosa nella superficie del lago. Presi un sasso e lo lanciai: «Non sarai bella a lungo!» Urlai furiosa. Il riflesso della luna si increspò, per poi tornare come prima. Sembrava mi stesse prendendo per il culo, così presi un altro sasso e lo lanciai. Questa volta, muovendosi, sembrò addirittura comparire una bocca alla luna che rideva. «UAAAA non ridere!» un altro sasso. Un altro lancio. Un altro ancora. Un altro sasso, lo sollevai e e lo scagliai più forte che potevo nell'acqua.. o almeno avrei voluto farlo, dato che una mano afferrò il mio braccio quando era ancora in aria.

Così il mio braccio cambiò traiettoria e il sasso mi finì nel piede. Urlando mi mossi come una pazza e saltellando su un piede mi girai e vidi una sagoma scura dietro di me, che era indietreggiata davanti al mio grido. Un attimo di silenzio. «UAAAAAAAAAAAAAAAAA» Urlai con tutto il fiato che avevo in gola e chiudendo gli occhi mi lanciai (con un piede solo) cercando disperatamente (ad occhi chiusi) l'uscita della ''tenda''. Andai a sbattere contro il ramo di un albero. Questo però non mi tolse il fiato, così continuando ad urlare caddi col culo per terra. A questo punto pensai che ero finita e che quella sagoma (fantasma, uomo, spirito che fosse) mi avrebbe certamente fatta a pezzi, così non tentai di rialzarmi, e buttata per terra schermai la faccia con un braccio mentre l'altro era istintivamente corso al piede mooolto dolorante. Continuavo ad urlare perché pensavo che magari il parco non fosse poi così deserto, e se qualche brava persona mi avesse sentito, sarebbe corsa in mio aiuto. .. E se non fosse stata una brava persona, quella?.. Forse avrei dovuto smettere di urlare.. forse no.. La bocca mi fu tappata. Prontamente, cominciai a rotolarmi per terra nel tentativo di creare più problemi che mai al presunto fantasma/spirito/stupratore/ubriacone. Non sarei morta facilmente. Io avevo uno spirito combattivo, cosa credeva? Dopo qualche rotolata, mi accorsi che lui (il fantasma/spirito/stupratore/ubriacone) non mi aveva ancora fermato. Mi immobilizzai e smettendo di urlare aprii lentamente gli occhi.

Oh mio Dio. Avevo ragione. Era un fantasma.

Avevi i capelli bianchi quasi fosforescenti , la pelle era pallidissima e gli occhi.. erano grigi, ma non si capiva bene, erano di un grigio strano. Questa volta non mi misi ad urlare, non so per quale strano motivo la voce era sparita. Rimasi immobili a fissarlo terrorizzata, mi stavo già immaginando la sua voce spettrale che mi diceva di raggiungerlo nel regno dei morti, o che era morto davanti a quello stesso laghetto, nello stesso punto e nella stessa posizione in cui mi trovavo io o insomma, cazzate simili, che lui, spalancando la bocca.. rise. «AHAHAHAHAHAHAH»

Mi sfuggì un gridolino acuto, leggermente sorpresa, non pensavo che il fantasma si sarebbe messo a ridere. Doveva essere molto sadico, per mettersi a ridere prima di predire la morte ad un'altra persona.

«Ahah... Oddio, stai bene?» Mi chiese.

La voce chiara e sicuramente umana, mi rese immobile. In un attimo la consapevolezza dell'immensa figura di merda che avevo appena fatto mi cadde addosso come un macigno. Mi pietrificai.

Dovevo avere una faccia e una posizione buffa, perché quel tipo grigio e fosforescente si mise a ridere talmente tanto da piegarsi in due e rimanere buttato per terra contorcendosi.

Lo stupore e la vergogna iniziale lasciarono posto alla rabbia.

«CHI CAZZO SEI TU??» Velocissima improvvisamente ritrovai l'uso della parola e dei muscoli. Balzai in piedi «ANZI NON MI INTERESSA, COSA CI FAI QUI?? MI SPIAVI?»

Tutta la sua grande risposta era un «AHAHAH» che sembrava non finire mai. Per mia sfortuna era addirittura contagiosa, perciò mi ritrovai a tentare di non ridere anch'io, inutilmente. Mi venne uno sclero, e iniziai a ridere come una scema, fino a quando non cominciai a piangere dalle risate, mentre lui alzava la testa e diceva singhiozzando: «Eri.. ahahah.. divertentissima.. ahahah.. pensavo che stessi... ahahah.. male.. ahahah». Io, senza smettere di ridere, imbarazzata, mi coprii il viso con le mani scuotendo piano la testa. Sono una cogliona, lo so.

Piano piano il momento di sclero passò e rimanemmo seduti per terra. Io guardavo il lago, per evitare di guardare il ragazzo a fianco a me. Dopo qualche secondo di assoluto silenzio, lui sospirò e con la coda dell'occhio notai che mi guardava. Disse piano: «Comunque all'inizio sembravi parecchio incazzata.»

Gli risposi fredda: «E lo ero.. »

Lui rimase in silenzio forse aspettando che gli spiegassi il motivo della mia iniziale rabbia, cosa che non volevo fare. Magari non gliene fregava niente, quando mai sarei andata dal primo che mi capitava per caricarlo di tutti i miei problemi? Lui sembrò intuirlo, infatti si girò verso di me e mi fissò, semplicemente. Mi volsi per guardarlo anch'io e.. il mio cuore mi salì su fino alla gola. Era bellissimo, i suoi occhi sembravano volermi entrare nell'anima, così profondi che.. non ne uscii più e rimasi incantata, con la bocca semi-aperta e sicuramente un'espressione sognante. Lui si girò verso il laghetto e allungò le gambe per terra, reggendosi sui gomiti. Io arrossii (menomale era buio quindi non lo notò!) e rimasi a gambe incrociate, temendo di combinare qualche casino cambiando posizione.

Alla fine sbottò: «Immagino non mi dirai il perché.»

Mi affrettai a rispondere: «No!.. Cioè, no.. è che non mi va di parlarne..»

«Capisco..» Corrugò la fronte: «Non sei irlandese.» Affermò

Gli diedi ragione: «Ovvio. Non lo so neanche capire bene, l'accento irlandese che si ha qui! Vediamo se indovini da dove vengo.» Stavo guardando i pezzetti di cielo che si vedevano dietro i rami dell'albero, da cui le stelle tremavano continuando però a brillare, e lui non rispondeva, così dopo qualche secondo mi girai e ritrovai i suoi occhi incollati a me, a forma di punto interrogativo che indagavano cercando sul mio viso qualche segno grazie al quale capire da dove provenivo. Erano due punti interrogativi metallici eppure vivi due punti interrogativi che sembravano voler solo bucare il mio cuore. Cosa che riuscirono a fare. Chiusi gli occhi prima di assumere la mia solita espressione imbambolata buttai la schiena all'indietro, sdraiandomi anch'io come lui.

Socchiuse gli occhi un poco, guardandomi concentrato e disse: «Inghilterra. Sei di.. Oxford.»

Spalancai gli occhi e mi girai verso di lui. Chiesi sbalordita: «Come cacchio hai fatto ad indovinare?»

Sorrise e chiudendo gli occhi mormorò: «Io so tutto»

Sorrisi anch'io: «Tu invece? Anche tu parli con un accento diverso e più comprensibile. Da dove vieni?»

«Ahah.. Indovina» Mi fece l'occhiolino. Sentii un formicolio in tutto il corpo e mi venne la pelle d'oca. Una folata d'aria fredda mi fece tremare e ranicchiandomi mormorai «Brrrr che freddo..»

«C'è la mia felpa se vuoi.» Disse subito lui con voce squillante.


* my space *
Hello c:
Questa è la mia prima ff, spero tanto che vi piaccia..
Allora? Mi ritiro forever in un cantuccio e non tocco mai più nè una penna nè una tastiera del pc,
o continuo?? Ditemi che ne pensate peipi e.e
Scusate se non è granchè..
c:
Sciiiaooo :D

kisskiss Mariii :*

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Capitolo 2
*** Un semplice, magico abbraccio. ***


«Oh, no non ti preoccupare!» Lo guardai cercando di rassicurarlo, io non avevo freddo, noooo quando mai. E non volevo mica la sua felpa, nooooo quando maaai. Ma malgrado questo, non potei fare a meno di pensare che se avessi avuto la sua felpa ci saremo rincontrati per forza il giorno dopo. «Comunque non lo so.» Dissi cercando di cambiare argomento.

«Sono nato proprio in questa cittadina. Solo che ho viaggiato molto e ormai è uguale parlare in inglese o irlandese. Tieni. » si sfilò la felpa scura e me la lanciò.

In quel momento, mentre rossa come un pomodoro e imbarazzata cercavo di infilarmi la felpa, mi ricordai che ero in pigiama. Fuck. Per fortuna era buio, e se lui non si fosse messo ad osservarmi bene i vestiti, non si sarebbe notato..

io: «ora sarai tu ad avere freddo.» Dissi seriamente preoccupata.

Lui non rispose, continuando a guardare il laghetto, o forse la luna. «Comunque che ci fai qui tutta sola a quest'ora?»

Ebbi uno scatto impercettibile: «Beh, potrei farti la stessa domanda anch'io.»

lui: «Mi mancava questo posto. Da bambino Ci venivo sempre.. E ho preferito venire qui a quest'ora perché.. Diciamo che non mi è molto possibile venire qui di giorno..»

Mi voltai improvvisamente: «Sei un vampiro???» Se avesse risposto di sì, non mi sarei stupita. Aveva un non so che di... magico, anche se questo un po' mi impauriva.

Gettò la testa all'indietro, strizzando gli occhi e rise «Ahahah, no.. Non ti preoccupare e non ricominciare a rotolarti per terra, maialina»

Rimasi a bocca aperta: «... COME SCUSA???»

lui: «Oh scusa, ti ho offeso?»

io: «SI!!!»

Lui si girò con un sorriso a trentadue denti «Non era nelle mie intenzioni, però sei stata troppo divertente!»

io: «Ah! Immagino sia un bene!! … Farò finta di niente!»

Lui rise con quella sua risata adorabile, si alzò e mi chiese: «Hai fame?»

io: «Come potrei avere fame a quest'ora?»

Lui: «... Io ne ho. Mi prendo un barretta di cioccolato» Così dicendo vidi che prendeva un oggetto non bene identificato che doveva essere uno zaino e tolse qualcosa «Sicura di non volerne?»

io «No grazie.»

Lui: «Bene, così me la mangio tutta io!»

Io sorrisi teneramente guardandolo, il cuore aveva preso a tremarmi e lui si ristese nell'erba a fianco a me.

Chiusi gli occhi e pensai che non mi ero portata dietro il cellulare. Ora i miei genitori si sarebbero incazzati a morte.

Lui: «A che pensi?»

Io: «Ai miei che mi scuoieranno viva appena rientrerò a casa.»

Gli andò di traverso un pezzo di cioccolato: «Perché??»

io «Non ho il cellulare, non mi andava di prenderlo, e loro non sanno dove io sia andata»

Aprii gli occhi.

Lui «Beh.. Non puoi incolparli allora. Prova a metterti nei loro panni!»

Io «Oh beh proprio questo l'ho già fatto un sacco di volte!»

Lui «Se sono in pensiero per te significa che ci tengono molto a te.»

io «O forse significa che prendono qualunque scusa per incazzarsi. Con me, poi.»

lui «Ma no.. Sono sicuro che ti amano come ogni genitore ama la propria figlia. A volte sono un po' rompiscatole anzi, più volte direi!, ma lo sono perché pensano che questo sia per il nostro bene ed essendo anche loro umani, fanno il possibile pur sbagliando spesso.»

Le lacrime avevano preso a scivolarmi lungo il viso. Mi scappò un singhiozzo, e me ne pentii subito, non volevo dar l'impressione della ragazza piagnucolona, soprattutto non a quel ragazzo! Me ne scappò un altro, e istintivamente, come se volessi chiudere le porte al mondo, mi coprii il viso con le braccia. Un altro singhiozzo, e sentii delle braccia che mi sollevarono da terra, e poi un abbraccio «Shhhhh non piangere, perché devi piangere?»

Crollai e piansi come una disperata, sulla sua spalla.

«Mi... sig dispiace» singhiozzai «Scusa..»

Tentai di sciogliere l'abbraccio appena mi accorsi che gli avevo infradiciato la maglietta.. e in più c'era freddo e la sua felpa l'avevo io. Mi sciolsi quando mi accorsi che ero appena stata tra la sue braccia. *u* awwwwww

Ma Chissà cosa pensava ora di me. Avevo paura di alzare lo sguardo e trovarmelo davanti così vicino alla luce della luna. Il volto si alzò da solo, senza comando, e incontrai i suoi occhi belli, belli, belli. Da vicino non era semplicemente bello. Lo confondevi per un angelo. Inoltre mi chiesi com'era. Per qualche strano motivo (ok, probabilmente solo perché era buio e non si vedeva una mazza) io vedevo solo gli occhi, i capelli.. e stop. Giusto perché erano ''luminosi''

lui «stai meglio?»

tirai su col naso «sì, grazie.»

Lui «Bene, perché ora ho la maglietta FRADICIA» E nel buio lo vidi sorridere a trentadue denti.

Io (con le lacrime agli occhi): «Oh, scusascusascusa!| Tieni la felpa!» Me la stavo già per togliere, quando lui mi fermò e mi disse: «Non ti preoccupare. Questa tienila tu che hai freddo. Che ne dici però di uscire da qua?»

«Non ti preoccupare. Questa tienila tu che hai freddo. Che ne dici però di uscire da qua?» Mi prese per mano trascinandomi fuori dalla ''tenda''

io «NNNOOOOO... Ehm... perché non rimaniamo qua?» Avevo già fatto abbastanza figure di merda nel giro di un'oretta, tutte esclusivamente con lui.. Non mi andava che ora mi vedesse anche in pigiama ._.

lui: «.. Vuoi diventare cieca? Dai, così ti accompagno anche a casa.. Ah a proposito come ti chiami?»

sperando si dimenticasse di uscire alla luce dei lampioni, esclamai: «IL MIO NOME HA UN'ORIGINE MOOOOOLTO ANTICA.. Ehm... Vedi, taaaanti taaaanti ma taaaaanti anni fa, in un posto moooolto lontano, significava “Principessa”, mentre in Israele significava “Goccia di mare” o anche “Perla di mare”, mentre oggi... »

Vidi che lui inclinò la testa: «Che ne dici se ne parliamo mentre ti riaccompagno a casa?»

sobbalzai: «Noooooo, devo finire la storia qui, sennò... sennò potrei non ricordarmela!!»

lui: «..»

io: «Vabbe' comunque mi chiamo Mary. Tuuu???»

lui «..... ehm..»

io «....?» Perché non rispondeva subito?

lui: «Io mi chiamo..» Per qualche strana ragione si fermò ancora un momento «...James. Mi chiamo James. Piacere» Mi porse la mano. Gliela strinsi e dissi: «Bene James, narrami la storia del tuo nome!»

lui (ridendo piano) «Mary, Te la racconto strada facendo»

io «Perché vuoi proprio andare?? T.T»

lui: «Dato che non vengo qui molto spesso, vorrei stare un po' con la mia famiglia, finché posso..»

Mi riprese per mano (*u*) e questa volta mi trascinò un po' più forte.

Puntai i piedi. «Oh.. che ne dici se vai allora? Io vorrei rimanere ancora un po' qui!!»

lui «.......» Ecco. In qualunque modo ora pensava PER FORZA che fossi una tipa strana.

Mi demoralizzai. «Vedi.. io... a me non piacciono i lampioni.» MA CHE CAZZO DI SCUSA ERA QUELLA?!?! AVEVO IN TESTA CIPOLLE, IO!!! Mi scoraggiai ancora di più e balbettai «cioè.. no non è così.. è che.. beh.. la luce.. il dottore..» Mi stavo scavando la fossa da sola. Anzi, me l'ero già scavata e ora mi stavo solo sotterrando viva, da sola. Decisi che stare zitta era senz'altro la decisione più saggia da prendere.

Lui «....... AHAHAHAHAHAAH dai vieni e non inventarti balle! Cosa c'è che non va?» e senza aspettare una risposta mi fece uscire allo scoperto. Io feci di tutto per rimanere al buio, e zitta zitta tentavo di nascondermi dietro di lui sperando e pregando in cuore che non si girasse NEANCHE UNA VOLTA. Realizzato questo pensiero... lui si girò. Pensai che fosse la fine. E lui urlò.

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Capitolo 3
*** You never alone, we born to the better ***


Urlò: «OMMIODDIO HAI UN INSETTO ENORME SUI CAPELLI!!!!!!» «AAAAAAAAAAAAAAA» E saltando, scalpitando e dandomi colpi in testa urlai «TOGLIMELO TOGLIMELO TOGLIMELOOOOO AAAAAAAAA, AIUTOOO» ...fino a quando non mi accorsi che lui non era più in piedi, ma per terra a piangere dalle risate. Rimasi con la testa china. Poi mi buttai sopra di lui «Che simpatico!!!» Ma non potei fare a meno di ridere anch'io. Avevo il cuore che batteva a mille e scoppiai in una risata isterica. Inoltre aspettavo il momento in cui si sarebbe accorto che ero in pigiama. Guardai giù. Eh sì, il miei mitici pantaloni del pigiama, bianchi a farfalline viola e stelline rosse, non erano facilmente passabili per pantaloni normali.. Rabbrividii pensando alla mia molto poco futura figura di merda. L'ennesima. Così mi sedetti per terra, nascondendo le gambe il più possibile. Lui si alzò e, ridacchiando mi porse la mano per aiutarmi. Senza guardarlo negli occhi mi alzai, immaginando già le battute e le risate che si sarebbe fatto appena viste le farfalline e le stelline. Invece, con mia enorme sorpresa, mi tenne la mano e mise l'altro braccio dietro la mia schiena IN ASSOLUTO SILENZIO.

«Dove ti devo accompagnare, mia “principessa”?» Per poco non svenni tra le sue braccia.. Così inciampai. «Ehm.. io abito qui dietro...» «Perfetto!» Non avevo ancora alzato gli occhi per paura di vedere un'espressione canzonatoria sul suo viso... Ma quando li alzai il mio cuore fece qualche capriola nel petto. Gli occhi erano blu scuri, la pelle perfetta, e la guance erano rosse e accaldate (da tutte le risate che si era fatto, solo grazie a me! Oh, quanto son utile alla società ). Era biondo, anche se i capelli cambiavano leggermente tono dal ciuffo alle basi della testa. Sorrideva, e notai che i denti bianchi scintillavano un po'... che avesse l'apparecchio? Insomma, nel complesso era PERFETTO. Mi stavo godendo quello sguardo da ormai uno, due secondi.. Quando caddi. Persa nella sua bellezza non mi era accorta di una radice di un albero lì affianco che spuntava dal terreno. «Ai.» Dissi semplicemente. Rise e mi guardò bonario «ti dovrò portare a casa in braccio!» Sentii il sangue ribollirmi in faccia. Lo fissai. Aveva un qualcosa di familiare... «... James, non ci siamo mai visti prima, vero?»

Era una domanda stupidissima, ma la mia lingua si muove sempre prima del mio cervello (credo che ormai si fosse capito). Inarcò le sopracciglia «No.» sorrise (viva le figure di merda yeee). Poi sembrò quasi che volesse cambiare bruscamente argomento «Dove vai a scuola?» Oh, no.«Ehm... Vado in quell'edificio rosso e basso che sta a due curve da qui...» Ecco. Non sapevo manco il nome della mia scuola. Messa bene, proprio. «Ah sì! Certo certo, ho capito! … Domani a che ora esci?» Lo guardai inclinando confusa la testa «Alle 12.30... Ma a che scopo quest'interrogatorio?» Lui si strinse nelle spalle «Curiosità.»

Intanto eravamo usciti dal parco. Mi fermai. «James...» Mi morsi il labbro. «Grazie.» la parola uscì dalla mia bocca come una lacrima che non vuole tornare indietro esce dall'occhio. Anche senza guardarlo, lo sentii sorridere «Mi ha fatto tanto piacere, incontrarti e conoscerti, Mary! Oggi anche grazie a te è stata una splendida giornata! - “Awwwww che tenero” pensai arrossendo -...Inoltre mi hai fatto ridere un casino HAHAHAAHAH... Quando ti sei rotolata per terra, ahahahah..» Strizzò gli occhi e gettò indietro la testa, scoppiando a ridere «..Ok, James.....Basta.» Ci godeva, a farmi desiderare di essere da un'altra parte? «Quando ti impappinavi, ahahahahah...» «JAMES. Ho detto BASTA.» «Quando sei caduta, ahahahahah...» «.....» «Ahahahahhaah» «..............» Ok,era abbastanza. «AHAHAHAHAHAHAHAH» «JAMES!» «Ok, la smetto!» Si asciugò le lacrime e continuò a ridere sommessamente. Mi ricordai che i ragazzi si divertono con poco.. o meglio, mentii a me stessa, perché effettivamente di motivi per ridere di me quella serata ce n'erano abbastanza. Mi sorprendeva però che non mi avesse ancora presa in giro (anche se senza cattivaeria eccessiva) del pigiama. Chissà..

Ci stavamo avvicinando a casa, e io sentivo fisicamente la pressione della paura per i miei sempre più. «Eccoci..» Il mio tono era da film horror. «ECCOCI!!» Esclama e mi guarda sorridendo. Ma cosa ci trovava di bello? Io non ho la forza di guardarlo e abbasso lo sguardo. Sentivo il battito d'ali delle farfalle nello stomaco. Era come se stessi ribollendo, e non volevo entrare in casa.. perché dovevo rientrare? Avrei potuto far finta di entrare, per poi seguirlo, ammirarlo mentre dormiva, lui come un cucciolo, già me lo immaginavo, doveva essere tenerissimo..

Interruppe le mie fantasie «Vuoi rimanere qui forever, Goccia di mare (?) ?» Così dicendo mi abbracciò. Mi fece il solletico su collo respirando, e andai in effervescenza, mi venne la pelle d'oca e le farfalle dentro di me impazzirono. Chiusi gli occhi e respirai il suo profumo. Non ci avevo fatto caso.. Era dolce. Mooolto dolce. «....James? Sento odore di marsh mellow. ahahahah» Ecco. Era fatta. Ormai avevo perso la testa. Il mio cervello fumava di rabbia per le innumerevoli figure di merda che stavo collezionando nel giro di un'ora, ma al resto del corpo non gliene importava niente. Lui sembrò capirlo, trattenne una risata e mi rispose: «Lo so... e mi piace! Ne ho mangiati un po' prima di andare al parco..»

Io ero completamente andata. Mi misi a ridere isterica. «Ahahahah, che buooooni i marsh melloooow ahahahah» Poi diventai rossa mi misi le mani in faccia e ridacchiando aggiunsi: «Scusa, missà che sono un po' stanca... Vado. Sto sclerando.» Non so da dove mi uscì la pazzia, fatto sta che poi gli stampai un bacio sulla guancia e corsi sulle scalette, aprii a velocità fulminante la porta di casa ed entrai saltellando (?). Lo sentii dire «Byee Principessa!» e lo vidi di sfuggita prima di chiudere la porta. Era davvero bello. Bellissimo.

Chiusa la porta. Rimasi circa dieci secondi ferma immobile, con un sorriso ebete stampato in faccia. «AAAAAAAAAAA» strillai sottovoce (?) Saltando e muovendo le mani. Feci il giro del soggiorno come una pazza, improvvisai una danza cantando «Oh yeah. Oh yeah. Ohyeahohyeahohyeah.» Feci qualche piroetta, per poi accorgermi che... Mio padre mi osservava serio seduto sulla sedia ad un metro da me. «Oh, ciauz papuzzo mio- Squittii amabile -Vuoi il bacino della buonanotte?» Con un balzo fui a fianco a lui, chinandomi per baciargli la guancia, quando la sua espressione mi fermò. Non era molto esortante alla mia felicità. Rimasi un momento sbalordita, poi sorrisi e dissi «E cos'è quel musoooooone?? Papino sorridi che la vita è bella!» Detto questo gli mandai un bacio e girandomi per salire le scale verso camera mia mi trovai mamma davanti. «Mary Anne Milosz. Tu non esci più per un mese, almeno.» Ah, sì? Cercava di rovinare la mia felicità? ..Non sapeva con chi aveva a che fare!! «....Ok, Mammina <3» Le schioccai un bacio e saltando fino al terzo gradino mi girai ed esclamai a gran voce, facendo un inchino (??) «Signori, sono lieta di annunciarvi che mi sto recando a letto! Buonanotte!» E salendo le scale a due a due, arrivai in camera mia. Mi buttai letteralmente sul letto, abbracciai il cuscino e agguantando il cellulare, composi il numero della mia migliore amica, Sarah.

Dopo qualche TUU TUU che mi fece impazzire, rispose: «Pronto?»

io «Saraaaaaaaaah non hai capito cosa mi è successo oggi!! Cioè, no, stanotte!!! Cioè, insomma, era bellissimo!!» Dopo qualche istante in cui la mia migliore amica si svegliava (erm.. forse l'avevo disturbata? Vabbe' avevo troppe cose da raccontare per rimandare la conversazione! «... Mary?» Mi chiese titubante. «Sssiiiiiiiiiiii sono io! Allora sono uscita per fare una passeggiata, stavo lanciando pietre quando BU! E' comparso lui dal nulla, poi ho pianto e lui profumava di marsh mellow, Mi ha chiesto se volevo della CIOCCOLATA!! Della cioccolata Sarah della cioccolata!! Oh, è stato così dolce... Ma andiamo con ordine.» Mi stavo lanciando in un'appassionata descrizione di com'era andato tutto, quando intuii che aveva qualcosa di strano. Non rispondeva. «...... Sarah?» «..Sì?» La sua voce era flebile. Mi si insinuò nel cuore, come un serpente, la paura che qualcosa andasse storto. «Stai bene?» “Ti prego dimmi di sì, ti prego dimmi di sì..” «Chi, io?» rispose senza emozione «Oh, certo che sto bene. Quando mai io sono stata male?...» “RISPOSTA SBAGLIATA.” «.... Sarah, ma che ti prende?? » Ero sconcertata. ...Ma che succedeva? Molte farfalle smisero di volare. «............ Niente.» Sì, si vedeva. «Sarah.» «Oh, niente! Non succede niente! Stavi parlando di te, no? Continua a parlare di te! Solo di te, come sempre!!» La sentii sbuffare.

«...»

«........ Oh, senti. Non ho voglia ora di discutere. Lasciamo perdere. Ciao.» io rimasi in silenzio, non riuscivo a capire cosa stesse succedendo. Neanche lei chiuse, aspettò un qualche mio segno di vita. Io ero immobile, fissavo il muro di fronte a me, accasciata sul letto. Appoggiai il cellulare di fronte a me e lo misi in viva voce. «Sarah. Ma...» Pausa. «Ma che stai dicendo? Che ti è successo? Sono qui mi puoi parlare benissimo...» Lei mi interruppe e sentii la furia farsi strada nella sua voce «è successo, Mary, che mi son stancata. Ora mi hai chiamata solo perché TU avevi qualcosa da raccontare. È un semplice sfogo, il tuo. Quando io ho bisogno non ci sei mai. Non ti sei preoccupata minimamente di me.»

Sentii una lacrima scorrere sulla guancia.

«Ora non sai neanche cosa dirmi. Tu sei lì mentre io sto qui da sola.. e mi chiami solo per dirmi che hai incontrato un ragazzo con marsh mellow e cioccolata, o non so che altro. Dov'eri finita in questo periodo?»

“no no no no e no: non è così che deve andare!” I pensieri correvano veloci... ma le parole no. Rimanevano bloccate alla base della gola. Forse era colpa loro se sentivo un nodo in gola. «Sarah... io non ti chiamo da una settimana... non di più.. non mi sembra tantissimo..» Mi morì la voce. Mi tremarono le labbra e la sentii dire: «Finiscila, Mary. Io non ci sto più. Addio.»

E chiuse la chiamata.

Tutto ciò che riuscii a fare fu togliermi la felpa, mettermi sotto le coperte e accucciarmi abbracciando la felpa. Era rossa. La odorai e sentii quel profumo, quel profumo di marsh mellow.

...Perché, Perché le cose non possono maaai mai andare bene?

Mi sentii sola.

E sola piansi.


CIIIAOOOO 
C: Che bello è la prima volta che "commento" da autrice :D
mmmbeh ora avete visto che succede. Secondo voi ora che accadrà? Il "misterioso" (che poi non è tanto misterioso per noi eheheh) James si farà più sentire?
E Sarah?
Perché James voleva sapere in che scuola andava Mary?
E SOPRATTUTTO, CHI è JAMES? (domanda stupida, lo so, ma vabbe :D)


Ringrazio

Sere1711
federicaMalik
le righe di tomlinson

NON SAPETE QUANTO MI AVETE FATTA FELICEEE *-*
grazie a chi ha messo la storia tra preferita/seguita/ricordata *-*
ora vado sciiiaoo a tuuutti :3

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Capitolo 4
*** Le sorprese sono i regali più grandi ***


4. Le sorprese sono i regali più belli.

 

Il giorno dopo a scuola la mattinata fu uno schifo. Compito in classe di scienze. Mi feci schifo da sola (cosa non tanto strana). Alla ricreazione rimasi sola in classe formulando centinaia di ipotetici messaggi che avrei dovuto inviare a Sarah. Li scrivevo per poi eliminarli subito.

Le restanti lezioni le passai a dormire sul banco. Martha, che era la mia compagna di banco, quel giorno mancava.

Non doveva andare così. Mi ricordai una frase che non so quale cantante avesse detto “quando il cielo arriva al culmine è seguito dal mal tempo”. James ieri notte mi aveva mandato in iperventilazione, mi aveva fatta stare bene, aveva fatto fare le capriole al mio cuore.. Tutto sarebbe dovuto andare perfettamente. Nei miei piani io dovevo chiamare Sarah, raccontarle piena d'entusiasmo come avevo conosciuto quel ragazzo meraviglioso, e tra uno sclero e l'altro lei sarebbe dovuta impazzire per me e per il mio splendido colpo di fulmine. Invece no. Come sempre, quando mai la fortuna aveva bussato alla mia porta? Sarah si era incavolata, per qualche motivo strano solo da lei conosciuto. Conoscevo la mia migliore amica da tre anni ormai, ricordavo ancora come il primo giorno di scuola mi si fosse avvicinata quella tipetta formulando la frase «CiaopiacerediconoscertimichiamoSarah.» cercando (forse) di battere il record mondiale di “frase formulata più velocemente”, stringendo la mano a tutte le persone che le capitavano davanti. Ci eravamo sedute insieme durante l'ora di spagnolo e scoprii (oltre che non sapeva una mazza di spagnolo, come me d'altronde) che era una ragazza simpaticissima. Ricordavo la prima sua dedica che avevo trovato sul diario “ciao Mary, sono Sarah e spero che diventeremo grandi amiche perché dopo solo una settimana di scuola, per me sei già speciale”. Ricordavo tutto di lei, ogni più piccolo litigio, tutte le più grandi risate, le cazzate combinate insieme... E ora lei si incavolava.. per che cosa, poi?

Suona la campanella. Oh, no, ecco quella pallosa di inglese. Eh vabbe'.

Non era la prima volta che capitava, Sarah era un tantino lunatica, ogni tanto quando tutto le andava male prendeva una scusa qualsiasi per incavolarsi col mondo. Sospirai. Le avrei parlato al più presto, dovevamo risolvere in fretta perché senza di lei io non potevo stare. In quei tre anni c'eravamo sempre state l'una per l'altra, non potevamo discutere su qualche scemenza. L'avrebbe capito, certo era colpa mia che non l'avevo chiamata.. In fondo lo sapevo, che si sarebbe arrabbiata, ma non ci avevo pensato più di tanto. Non era l'unica a soffrire, e in quel periodo non mi sentivo perennemente al settimo cielo. Anzi.

Mi ricordai che i miei genitori mi avevano anche rifilato una punizione, cheppalle! Non che fosse così importante, loro non c'erano mai in casa, se fossi uscita e rientrata entro le otto non se ne sarebbe accorto nessuno, dato che anche mio fratellino stava prima all'isolo, poi a casa dalla baby-sitter. Inoltre i miei genitori non avevano mai dato molta importanza alle punizioni. Questa volta non sarebbe stato diverso.

Campanella. Fine della scuola, ma non del suplizio di quel giorno. Mi si presentava una serata passata ad ascoltare canzoni deprimenti mangiando nutella chiusa in camera mia.. Pensai che sarei potuta andare al parchetto, magari avrei rincontrato James.. No. Avevo appena litigato con la mia migliore amica, non era il caso di scoppiare a piangere per la seconda volta sulla sua spalla. Sorrisi debolmente e un'ondata di calore mi invase, chiusi gli occhi e in un attimo mi riapparirono davanti i suoi occhi blu... mi stavo solo illudendo. Magari si sarebbe anche dimenticato della felpa rossa che profumava di marsh mellow. Magari non ci saremo mai più rivisti. Magari lui era già fidanzato, solo che dato che gli ero scoppiata a piangere davanti, non aveva potuto fare nient'altro che abbracciarmi e consolarmi... Magari mi aveva chiamata principessa per prendermi in giro.. Magari.. Magari.. Andai a sbattere contro la schiena di un ragazzo.

«Scusa!» esclamai... Ma lui neanche si girò. Notai allora che l'uscita della scuola era bloccata da un gruppo di studenti. Cos'era tutta quella confusione all'uscita della scuola?? Ok, ce n'era sempre, ma quel giorno più del solito. Si stava creando una piccola folla di persone attorno a qualcosa che non riuscivo a vedere. Non mi importava molto, ma ero costretta a passare in mezzo a quel tumulto, per uscire da scuola. Mi addentrai tra la folla.. e c'era una carrozza. In mezzo alla strada. Trainata da uno splendido cavallo bianco. Che ci faceva una carrozza davanti a scuola? Per quel che ne sapevo, non era di particolare usanza andare a scuola in carrozza.. Boh, questi irlandesi. Tutti pazzi.. Decisi di ignorare la carrozza, tornarmene a casa e abbracciare la felpa di James rivivendo tutti i momenti con lui della serata precedente... quando sentii una voce che mi chiamava. «Maaryy!» Mi fermai. Che soffrissi di allucinazioni? «Mary! Girati, dove vai?» Ok, era una voce conosciuta. Mi ricordò il parchetto. ….JAMES! Mi girai subito.. e per poco non svenni. Mi trovavo a qualche centimetro dal muso del cavallo. «Aaaaaaaa» strillai sobbalzando.

Dalla carrozza si affacciò James che ridendo disse: «Smettila di strillare e sali sopra, Boccia di Mare!» Si fermò un secondo con l'espressione persa nel vuoto. Poi si riprese «Cioè, volevo dire, ''Goccia di Mare''» . Entrai di corsa dentro notando che dalla scuola stavano arrivando delle ragazze che, con gli occhi fuori dalle orbite e un'espressione a dir poco rassicurante in viso, stavano cercando di raggiungere la carrozza urlando come pazze. Mi sedetti svelta di fronte a lui. Mi sorrideva felice e mi chiese «Com'è andata la giornata??»

In quel momento realizzai che mi trovavo dentro una carrozza con James. Tutto divenne improvvisamente bellissimo. «James, ma che ci fai tu qui??» Chiesi sbalordita.

Inarcò un sopracciglio «Mi sembra ovvio: ti ho aspettato per farti una sorpresa!» Disse con un'espressione fiera. «Non sei contenta?» si preoccupò. Risi nervosa «Oh, James.. che dolce grazie!» a queste parole lui si mise seduto composto e gonfiando il petto guardò fuori, con un'aria baldanzosa.

«Ma.. dove stiamo andando?» chiesi con una voce tutta miele che suonò diabetica anche alle mie orecchie.

I suoi occhi brillarono «Oh, ma questa è una sorpresa! Ho pensato che sarebbe stato divertente andare con te nel luogo in cui dovevo andare oggi!»

Le farfalle del pigiama erano tornate a far compagnia al mio stomaco, anche se mi sentivo più calma della serata precedente. «Poi» aggiunse, provando un improvviso interesse verso le sue unghie, «Ecco, ehm... Poi io...» Si morse il labbro. Sentii il sangue ribollire a quella mossa. CavolinofrittodiBruxelles, era dannatamente sexy. Sorrisi quando notai che le sue guance erano diventate dello stesso colore della sua maglietta, rosse. «Beh, io volevo rivederti, quindi insomma ho pensato che oggi ci saremo divertiti. Ecco.» Dicendo questo si buttò all'indietro e si spaparanzò sul morbido sedile rosso.

«Oh..» Mormorai. Ero in iperventilazione «Grazie.. son sicura che ci divertiremo.» Avrei potuto dire qualcosa di più intelligente, ma non mi veniva niente da dire «La felpa!» esclamai.

Lui sorrise e rispose tranquillo: «Non ti preoccupare, son sicuro che oltre ad oggi avremo altre possibilità di vederci.» Io sorrisi di rimando, come un'ebete. D'un tratto mi ricordai della vettura (?) in cui stavo.. «James..- Dissi sorpresa guardandomi attorno -.. Da dove l'hai tolta fuori questa.. carrozza?» Lo fissai strabiliata. Ero rimasta tanto emozionata dal fatto che fosse venuto, lui, James il Ragazzo Perfetto, a prendermi a scuola, che non avevo ancora dato grande importanza alla carrozza e al cavallo.

«Ho pensato ti sarebbe piaciuta.. Mi sbagliavo?» rispose lui inarcando le sopracciglia con un sorriso sghembo.

«Aww James... ma come hai fatto?» domandai, non mi sarei mai aspettata una cosa del genere. Insomma, queste cose in genere fanno parte dei film Disney, non della vita reale. … no? Lui, lui si era tolto fuori da chissà dove una carrozza, solo perché pensava che mi sarebbe piaciuta. Quasi mi commossi. Non lo lasciai rispondere: «Oddio James, tu sei pazzo!» esclamai. Misi le mani sulla bocca emozionata, gesto tipico che nel mio linguaggio dei segni significa ''momento di estasi”

La carrozza era bianca all'interno, con i sedili rossi morbidi e bellissimi pieni di cuscini ricamati ai lati, due semplici portiere con i vetri enormi, per cui entrava un sacco di luce.

Esclamai allora: «Aiuto non ci posso credere!! Sono con te su una carrozza trainata da un cavallo bianco!» Per la felicità temetti che gli occhi mi diventassero stelline (?) data l'espressione di vago divertimento che mostrava James guardandomi.

Poi si mise nella mia stessa posizione, sgranò gli occhi e gridò in falsetto imitandomi «Aaaaaaa aiuto James aiutoo James una carrozza Oh. Mio. Dio. Oddio! Ommioddio!! James sei il più intelligente il più bello oddio grazie per questa meravigliosa carrozza!!» Io gli diedi un colpo sul ginocchio e risi. Guardai fuori dal “finestrino” (se così si chiamano i “finestrini” delle carrozze) e notai che eravamo usciti dalla città. La voce di mia mamma che mi diceva da piccola “Non fidarti maaai degli sconosciuti..” cercò di farsi strada fino al mio cervello, ma non glielo permisi. Anche la coscienza del fatto che in realtà ero in punizione cercò di farsi strada, ma la bloccai immediatamente. Niente doveva rovinare quel momento.

«Ti prego dimmi dove stiamo andando!» Mi sporsi verso di lui, appoggiandomi con i gomiti sulle ginocchia.

..Lo fece anche lui! In qualche secondo mi ritrovai a dieci centimetri da lui.

Penso che disse qualcosa tipo «No è una sorpresa.»... Ma in realtà non lo so. Mi ronzava qualcosa nelle orecchie, e i suoi occhi erano così vicini... coooosì vicini... la sua bocca era così vicina, cooosì vicina.... Mi resi conto che mi stavo avvicinando quasi involontariamente. Mi bloccai, arrossii e, memore del fatto che avrei fatto meglio a non parlare se non volevo fare altre colossali figure di merda, mi buttai all'indietro talmente forte che mi feci male alla schiena, senza però proferir parola. Lui mi guardò in maniera strana, leggermente inclinando la testa.. Che tenero sembrava un bambino piccolo.

«Beh? Sparita la curiosità, “gocciolina”?» (? gocciolina??) chiese.

Io scuotendomi dall'incanto esclamai con una voce da rompere i timpani: «Oh! No no.. certo che no ahah.. Ti preeego dai dimmi dove stiamo andando!!»

Lui, compiaciuto del mio interesse rispose «Niente da fare...Non ti dirò nieeeente.»

A me non interessava particolarmente, infatti risposi «Occhei <3 ». Poteva anche portarmi in una discarica. Insomma, ero in una carrozza con un cavallo bianco e uno SPLENDIDO RAGAZZO BIONDO CHE ILLUMINAVA IL MONDO OGNI VOLTA CHE SORRIDEVA!! ..Perciò il posto in cui stavamo andando sarebbe anche potuto restare un'incognita. Non mi sarei uccisa. .. Ma a quanto pare non andava bene a James. «E va bene, dato che sei così insistente (? ma dove spiegamelo!) te lo dirò!» E con gran solennità aggiunse: «Ti sto riportando a casa.»

Caddi dalle nuvole «Cooooosa??» la mia voce era quella che ha un bambino quando gli promettono le caramelle e all'ultimo momento non si mantiene la parola data. E forse effettivamente mi sentivo proprio così.

Lui mi sbirciò e serissimo chiese innocentemente: «c'è qualcosa che non va? Non vuoi ritornare a casa?»

Io ero ammutolita... Mi sarei aspettata di tutto ma non quello! Non volevo rientrare a casa.. No! No no no io non sarei rientrata a casa! Non volevo! Avevo appena deciso di infrangere le regole, e non avrei abbandonato l'idea così debolmente! Malgrado le mie urla interne di protesta, rimasi zitta e mi accorsi che una strana espressione a metà tra la sorpresa e il divertimento mi si dipingeva sul volto. Spalancai gli occhi e inarcai la sopracciglia, sbattendo qualche volta le ciglia: «... Ma stai scherzando?»

Mi stavo già immaginando la faccia di mia mamma... Inoltre James era uno stupido! Era venuto a riportarmi a casa con una carrozza! Poteva almeno farmi un'altra sorpresa, quando mai si fermava all'idea della carrozza!

«Sì!» rispose con un ampio sorriso.

Certo che era proprio tonto! Io non volevo.. Aspetta, ma aveva detto di sì! Stava scherzando. Avevo involontariamente trattenuto il respiro perciò mi lasciai andare buttando fuori l'aria e chiudendo gli occhi «Ah! Ecco..» Lui rideva dicendo: «Ci sei cascata davvero in pieno!! AHAHAHAH»

Io scossi la testa bonariamente guardando fuori e domandai questa volta interessata: «Ti prego ora mi dici dove stiamo andando?»

Mi guardò per un attimo con espressione strana. Sembrò concentrarsi, fissò un punto vuoto e aggrottò le sopracciglia.. Aprì la bocca e io sentii la bollicine nello stomaco: dove mi stava portando?? Quello sguardo era così serio.... oh sicuramente doveva essere una bellissima sorpresa! Stavo già sclerando.

«..Ti vanno le patatine alla paprika?» Ora che aveva fatto questo sforzo immane per dire ciò che gli stava sicuramente più a cuore, gli occhi gli tornarono chiari a mi concesse un sorriso.

Io invece rimasi interdetta. «...Wow. Che risposta emozionante.» la mia voce invece era senza emozione.

Lui sbuffò «Beh io sono stato gentile. Ora me le mangio tutte io.» tolse da sotto un cuscino (??) un pacco di patatine alla paprika.

«Ehi!! Non ho detto di non volerne!»

«Chi tace acconsente.» Mi rispose chiudendo gli occhi e assumendo un'espressione da lord. Detto questo iniziò ad ingozzarsi come un maiale. Quando ad un tratto guardò fuori e mi sorrise tutto sporco sul muso di polverina rossa «Oh! Siamo quasi arrivati!!»

«Ma dove????»

 

 

*my space *

HIIIIIII C:

coooooome vaaaa?? Spero beneeeeee ( eh sì oggi come avrete certamente notato mi sento molto Liamosa (??) yeeeeeeeeeeah buddie!)

Quinnnndiii... ok la smetto. :D

Dove starà portando la nostra Mary, James? (o meglio, dove l'ha portata??)

che ne pensate di Sarah?? Si riappacificheranno???

E james? Che ne pensate?? Io lo trovo troppo puccioso (?) :3

Ditemi quello che ne pensate, vi prego elencatemi tutti gli errori che ho fatto, se voglio migliorare devo saperli!!!! :D

FedericaMalik TI PREGO QUANDO CONTINUA LA TUA FF???? t.t

 

Ringrazio infinitamente

Sere1711 (tu mi hai DAVVERO aiutato infinitamente non so come ringraziarti!!!)

harlydream (anxjsansj sei dolcissima tesoro)

le righe di tomlinson (anjxndcskndcmkd anche tu sei un tesoro)

e grazie anche a

MarinaL

Daisy_5

 

Grazie a tuuuuutti quelli che l'hanno messa tra le ricordate/seguite/preferite anxjsnsksmnk siete dolcissime crazzie crazzie :'3

P. S. se vi va aggiungetemi su twitter (ricambio tutte) sono @LikeI_LoveYou c:

 

P. P. S. so che vi rompo le palle ma vabbe' :D andate a leggere la mia nuova Fanfic (si intitola “Diari” ed è un altro dei miei scleri c:) !!!

 

kisskiss Mari :* (PASSATE DA Daisy_5 la sua ff è xnsjacndansxkcdn :3)

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Capitolo 5
*** Cibo. Cibo. CIBO. ..e una panchina. ***


5. Cibo. Cibo. CIBO. ..e una panchina.

 

Mi affacciai. Mi affacciai e il mio primo pensiero fu.. un enorme punto interrogativo. «..Eh?! ....La festa del … cibo???» Chiesi interdetta.

Vedevo da lontano un paese che all'entrata portava un enorme striscione in cui c'era scritto a caratteri cubitali “LA FESTA DEL CIBO”

James saltò sul sedile emozionato: «Sìììì era da anni che non venivo!!»

Io lo guardai scioccata. Era al settimo cielo. I suoi occhi brillavano mentre mi diceva: «E' una cosa meravigliosa, ti danno cibo gratis ovunque! Dolci a palate di tutti i tipi, tutto di tutti i tipi, creme budini torte e dolcetti di tutti i tipi! E non solo dolci!! Oh, Mary, è un paradiso!! Sono così emozionato...» Fremeva sul posto.

Era diventato talmente rosso che pensai che stesse per trasformarsi in una sorta di cuore gigante con la scritta “cibo” al centro (?). «...James? Sicuro di star bene?» Chiesi seriamente preoccupata.

Lui sembrò non sentirmi perché ignorando la mia domanda quasi mi si buttò sopra, mi prese le mani e disse: «E tu mi accompagnerai! Oh sì sarai la mia fedele compagna di.. di... di.......» Si fermò. Pensai che stesse tornando normale (non che lo fosse mai stato, almeno non dal giorno prima) invece esclamò : «DI SPORT!»

«James, di che sport stai parlando?» Chiesi con una vocina che non so da dove mi venne. Insomma, stupido anche lui, quando mai mi saltava addosso?!?

Rispose ovvio: «del mio preferito. MANGIARE <3 »

Gli lasciai le mani «No, grazie.»

Lui mi guardò perduto «Oh no, che succede??»

Presi in prestito la sua espressione da lord (da lady..??) e dichiarai altezzosa: «Devo dimagrire. Non posso mangiare! Se vuoi ti farò compagnia..»

Mi interruppe: «OK PERFETTO! Guardaaa stiamo per entrare!!!» ….Era quasi spaventoso. ….Spaventosamente bello, aggiungerei.

Appena entrammo nel paesino, notai una certa differenza tra quel paese e Mullingar. Era pieno zeppo di persone!!! … Persone vestite in modo stranissimo, poi! Mi girai verso James.. e mi spaventai. «Oddio... perché porti gli occhiali da sole e una barba finta??» Chiesi curiosa. Mi accorsi che dietro la barba mi sorrideva.

«non hai visto che tutte le persone sono mascherate??»

Aguzzai la vista. Mormorai: «James... Ma non sono travestite semplicemente... Ognuna di loro.. è... ma è una pietanza! Cioè.. si son travestiti da cibo??» Lo guardai confusa.

«Esattoo !» fece lui, alzando le sopracciglia.

Ribattei: «.. James, anche non contando che è abbastanza strano travestirsi da cibo.. ma tu non sei travestito da cibo!»

«... Beh? Che problema c'è se mi travesto e basta?» Chiese con aria spavalda. Poi, senza lasciarmi rispondere esclamò: «razzista!!»

«Razzista?»

«Sì, tu! Razzista di travestimenti!»

Aggrottai le sopracciglia e dissi lentamente: «..Lo sapevo che non eri normale! Ora però scendiamo?»

In un batter d'occhio lui era fuori tenendo la portiera aperta porgendomi la mano per scendere.

Risi. Si era anche alzato il cappuccio della felpa (rossa....) che aveva appena indossato, e faceva un effetto strano vedere un ragazzo con le sopracciglia bionde, i ray ban neri e una barba castana che ti teneva la portiera di una carrozza per aiutarti a scendere. Afferrai la sua mano e mi diede la scossa, una volta a terra alzai lo sguardo ma le lenti scure mi mettevano in soggezione, così ancora eletrizzata mi girai... tutti ci stavano osservando.

«James.. Non si usa molto la carrozza, missà! Ci stanno fissando tutti» bisbigliai terrorizzata.

«Non ti preoccupare!» Mormorò lui di rimando. Venne davanti a me.. e fece un inchino alla folla. Urlò qualcosa in una lingua stranissima.. e tutti iniziarono ad applaudire. Poi mi prese per mano e ci avviammo in mezzo alla strada.

Io incuriosita «Cos'hai detto??»

lui aprì la bocca per rispondere ma un uomo, con occhiali da sole scurissimi in giacca e cravatta, si avvicinò dicendo : «Ehm.. Nnnn.. James la carrozza rimarrà qua all'entrata del paese. Ok?»

James alzò il pollice: «Ok, no problem.»

Appena quell'uomo si allontanò gli chiesi: «..Chi è quello?»

Lui evitò il mio sguardo e leggermente nervoso mi rispose: «Chiamalo Mike. Ehm... lui... diciamo che controlla che vada tutto bene.»

«Cioè che vada tutto bene??» La mia voce assunse un tono più alto di quello normale, ero un tantino nervosa.

«Eh sai, con la carrozza... insomma, tutto. Controlla che vada tutto bene. Comunque» disse allegro (cambiando argomento): «eccoci. Ci sono i dolci, Mary!!»

Scossi la testa: non poteva cambiare argomento così! «Aspetta! Cos'hai detto prima?»

« Niente di importante forse per te.» Si girò e notai il rossore sulle sue guance «..Ma per me invece è importante..»

«...?»

« … “un applauso a questa dolce principessa”» Gli saltai al collo.

Mangiammo qualcosa ridendo come due pazzi, quando poi fummo pieni (o almeno, quando IO fui piena, perché lui era un pozzo senza fondo) ridendo e correndo come due bambini piccoli trovammo un piazzale bellissimo con una vista panoramica favolosa. Mi sedetti in una panchina e sospirai. Chiusi gli occhi e appoggiai la testa sullo schienale della panchina. Lui era in piedi, con le mani nelle tasche dei jeans. Per tutto il pomeriggio non si era tolto il “travestimento”, ma nessuno ci aveva badato molto, e solo ora si tolse gli occhiali e la barba, lasciandosi però il cappuccio alzato.. Il piazzale era deserto, il cielo azzurro sembrava non finire mai, mentre in lontananza sentivo il chiasso delle persone. Era tutto perfetto. James si avvicinò e si sedette a fianco a me sulla panchina, chinandosi e appoggiando i gomiti sulle ginocchia. Sentivo la distanza che ci separava, la sentivo e sentivo anche il bisogno di cancellarla, spazzarla via.. mi venne un brivido al pensiero delle sue braccia che mi circondavano. Mi circondavano per proteggermi, per portarmi via, lontano da lì lontano da tutto e da tutti.

«Mary, sei felice?» Crac. Silenzio rotto da una domanda difficile.

Io pensai a lui. Pensai a ciò che nel giro di 24 ore mi era successo con lui. Poi però pensai a Sarah. Pensai ai miei genitori. Pensai ad Oxford e ai miei amici. Sospirai «Io... io non lo so. Anzi» mi corressi subito «No. Se non ne sono certa non lo sono, no? .. Tu?»

Lo vidi scuotere la testa «A volte mi sembra di essere al centro di un ciclone. Le cose intorno a me girano troppo velocemente, mentre io preferisco rimanere al centro per non essere spazzato via.»

Si girò e i suoi occhi avevano strappato un pezzetto di cielo per vestirsi, perché erano di quegli occhi che tu li guardi, e dopo parecchi secondi ti senti svenire dentro. «Sono un codardo,-continuò- perché ho paura di riprendere le mie cose. Ho paura di correre il rischio di buttarmi. Ma così rimango infelice a guardare ciò che se ne va via.».

Abbassai lo sguardo «Non andare via..» mormorai «Non so perché, ma non andare via..»

Lui si coprì il volto con le mani «Non ti preoccupare. Mai ne avrò il coraggio, penso..»

Sospirai. «L'altra notte ho parlato solo di me» Aggiunsi.

«non hai parlato.- mi fermò - Ti sei sfogata ma non mi hai detto niente.»

Alzai gli occhi al cielo sorridendo e ripresi velocemente: «vabbe' insomma.. Parlami un po' di te. Perché non abiti più in irlanda?»

Parlò lentamente: «Beh la storia è lunga.. Diciamo che volevo viaggiare un po' così ho deciso di partire. Ora vivo a Londra.»

«Che figo! Dev'essere bellissimo!» dissi con voce ammirata.

«Lo è.. solo che mi manca molto la mia famiglia... vorrei vederli tutti insieme qualche volta..»

Non capii e chiesi: «Cioè?? non puoi??»

«No... diciamo che è molto raro..» Aveva una voce lenta e triste. Non mi piaceva vederlo così..

Tentai di cambiare argomento: «Ah.. capito.» No. In realtà non avevo capito ma vabbe'. «Ok.. ma come vivi a Londra?? Quanti anni hai?»

«Ho 19 anni tu?» mi chiese interessato, girandosi finalmente a guardarmi negli occhi.

Mi venne un colpo e risposi dopo qualche attimo. Quegli occhi mi mandavano in tilt e per poco non dimenticai la domanda che mi aveva fatto, così risposi titubante: «17...»

Lui tornò a guardare l'infinito (si sentiva molto poetico??) .. Beh almeno non mi sarei più impallata.. Riprese: «Abito con miei amici.. Ma parto molto spesso! Non stiamo sempre a Londra..»

Mi raccontò che era stato in un sacco di posti, mi parlò dei suoi amici “quattro coglioni” li definì, ma non aveva tanta voglia di parlare, e neanch'io, avevo lo stomaco in subbuglio e parlando troppo avrei detto solo scemenze, così dopo un po' ci ritrovammo in silenzio l'uno accanto all'altro. Stavo bene con lui, mi sentivo al mio posto, ed ero felice. In quel momento, ero felice.

«Sai, ora sono felice.» Bisbigliai. Forse neanche mi aveva sentito.

lui si girò e mentre metteva il braccio dietro la mia schiena disse «Anch'io.. grazie a te.»

Io cominciai a guardarmi le unghie, arrossi subito e lo corressi «No.. io non ho fatto niente» lo guardai negli occhi con un coraggio insperato e la bocca parlò da sola: «sei tu che hai reso questa giornata splendida.. grazie mille, perché sennò sarebbe stata il contrario.»

Il braccio mi circondò le spalle e mi dovetti avvicinare a lui, appoggiando il capo sulla sua spalla. Dentro di me la “Vera Mary” (doppia personalità?) stava impazzendo, mi sentivo piena di bollicine e con un uragano dentro. Chiusi gli occhi e assaporai quel momento. «Mi devi promettere una cosa..» Dissi piano.

Strinse debolmente la mia spalla «.. dimmi, Mary.»

io riaprii gli occhi ma non mi mossi. Dopo qualche secondo che mi sembrò un'eternità, in cui scacciavo tutti i pensieri scettici, ripresi «Promettimi che non te ne andrai.. Perché anche se è passato solo un giorno.. è stato un giorno bellissimo..»

Lui chinò lo sguardo e i suoi occhi sinceri, con i suoi occhioni blu, con il suo mare dentro gli occhi mi fissò. «Io.. io no, non me ne andrò.. Mary. Grazie. Grazie mille perché mi stai insegnando tante cose in meno di 24 ore.»

Rimasi a respirare il suo profumo per un lasso di tempo indeterminato, quel tempo che non passa e che passa troppo velocemente, poi decisi che era il momento di rientrare a casa.

«Io dovrei rientrare..- dissi mio malgrado - So che è ancora presto, ma in realtà non sarei neanche dovuta uscire di casa»

Lui si alzò lentamente, e a me subito mancò il suo profumo, mi alzai anch'io ed evitai di guardarlo in faccia, mi sentivo accaldata e rossa, sicuramente poi avevo i capelli inguardabili, ma sinceramente in quel momento non mi importava niente. Poi si mise gli occhiali da sole e la barba, aggiustandosi il cappuccio.

Mi girai e vidi in lontananza Mike, l'uomo in giacca e cravatta, entrare in un negozio, ma pensai fosse semplicemente un uomo che gli assomigliava molto. Cosa ci faceva lì quel tizio?? Ci spiava? No.. semplicemente mi ero sbagliata.

Silenziosamente ci incamminammo verso la carrozza, lui mi prese per mano, e le guardavo, le nostre mani intrecciate, e pensavo alla fortuna che mi era capitata.

Una volta sulla carrozza, ci sedemmo a fianco, e passammo gran parte del viaggio in silenzio.

Dopo un po' mi disse: «Non so il tuo cognome..»

«Milosz. Mio bisnonno era spagnolo.. e il tuo?» Chiesi con una voce giusto un po' assonnata.

Guardò fuori. Guardai anch'io fuori e mi accorsi che ad ogni centimetro che percorreva la carrozza mi stavo allontanando da lui. Decisi di non pensarci.

«... Horan.» Lo disse come se stesse facendo cadere un macigno.

Questa parola mi ricordò lontanamente qualcosa.. «Missà che è lo stesso cognome di un attore..»

Lo vidi sorridere per un attimo, poi però assunse un'espressione strana, come se si stesse trattenendo dallo scoppiare a ridere. «No.. di un cantante semmai.» Mi corresse.

«Ah boh. Non ci capisco molto, non mi sono mai interessata tanto.»

lui curioso «Ah, e che musica ascolti?»

io feci spallucce «Boh.. musica commerciale? Ma no, dipende, anche rap. Tu?»

«A me piace scriverle, le canzoni.» Mi rispose con un tono misterioso e divertito, i suoi occhi brillavano di una luce strana. Lo spinsi dandogli una leggera spallata «Eh, che poeta..»

Lui mi sorrise.

«arrivati.» mi annunciò. Guardai casa mia.

«dammi il tuo numero.» Tirò fuori un BlackBerry.

Glielo dettai, e così fece anche lui.

«Aspetto un tuo messaggio» dissi in tono scherzoso. In realtà non stavo per niente scherzando.

«Non aspetterai per molto. Ci vediamo sicuramente domani.»

«è una promessa?» chiesi speranzosa.

Passarono attimi. «..Sì.» era un po' preoccupato.. poi però il suo volto cambiò lentamente, si avvicinò, vidi i suoi occhi sempre più vicini, sentii nuovamente il suo profumo, un brivido mi attraversò la schiena, si avvicinava si avvicinava e io rimasi immobile, mi diede un bacio sulla fronte, ma rimase più del dovuto, il mio cuore impazziva, non sapevo se stesse facendo concorrenza a una batteria, o se fosse morto, andato in tilt.. non sapevo più niente! Lui si allontanò rosso io lo guardai e sentii un bisogno fisico di baciarlo, ma malgrado ciò, scesi dalla carrozza in assoluto silenzio, Mi girai, gli dedicai un sorriso ebete e aprii la porta di casa.

Dopo che se ne fu andato, mentre io rimasi alla soglia di casa come nei film americani ad agitare la mano, mi sfiorai la fronte e chiudendo gli occhi, entrai dentro.

 

Mia mamma mi aspettava poggiata alla finestra. Ooooops, mi ero scordata fosse il suo giorno libero oggi.

 

 

*my space *

BUUUUuuuUuUUuuU (??)

scusate sto sclerando. C:

Aluuuuura. James è troppo puccioso e teneroso secondo me *-*

Secondo voi??? :D

Mari è tutta sclerata, ma vabbe', lasciamo perdere, è un caso perso (sembra che io stia parlando di me stessa alla terza persona, dato che mi impersonifico (? esiste questo termine vero??) moooolto in lei :3 )

Con Sarah la questione si amplierà di più nel prossimo capitolo, e forse le cose andranno un po'... peggio? O meglio? Ditemi che ne pensateeee

e soprattutto, come reagirà secondo voi la mamma di Maryy??? c:

Ancora una volta, VI PREGO, ditemi tutti gli errori tutto ciò che secondo voi non va bene della storia, TUTTO. Voglio sapere T U T T O.

 

Ringrazio:

le righe di tomlinson V D O

harlydream I O <

annalisastyles A R 3

 

Grazie a tutti quantiiiii yeah buddie c: anche per l'altra FF!!!! (“Diari” :'3 ccrazzieh mileeeee)

 

Kisskiss Mariiii :*

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Capitolo 6
*** More Than This ***


 

6. More Than This.


«ciao mamma.»

«Mary.. ti devo parlare.» Sguardo rivolto verso l'infinito, anzi esattamente verso lo stipite della finestra.. ora che guardo bene, là c'è una ragnatela. Che schifo, devo subito correre a prendere lo scovolino per pulire, sì è una buona scusa per scomparire ed evitare una possibile ramanzina..

«..Che c'è?» chiesi fingendo ingenuità.

«.. che romanticone, è venuto a prenderti in carrozza.» Mi sorrise, ma era un sorriso stanco, tirato. Ok, questo non me l'aspettavo. Dove erano finite le urla e le sfuriate?

Anyway, feci finta di niente, e arrossii «Già..»

«Potevi scrivermelo. Mi avresti inviato un sms, non sapevo dov'eri..- sospirò -Mary. Scusa. Mi dispiace, ma non puoi.. non puoi mancare anche tu. Ti prego, scusa perché lo so che è molto difficile, ma non lasciarmi sola anche tu.»

Io rimasi senza parole. La abbracciai, mi sembrò l'unica cosa da fare. Mormorai: «Non mancherò... scusa se non ti ho detto niente oggi dopo scuola.. pensavo mi avreste detto di no..»

Lei replicò ridacchiando: «ti avremmo detto di no.. ma hai fatto bene ad essere uscita. Vorrei poterlo fare anch'io!»

Io sorrisi.

«..Puoi andare.» Disse lei sospirando.

Salii le scale, ma dopo qualche gradino mi girai per vedere giusto in tempo i suoi occhi gonfi e arrossati. Saltai le scale e riabbracciandola dissi «Scusa mamma.. e grazie.»

 

«TUU TUU»

Io mi ero accucciata nel letto con in grembo la felpa di James, mentre il cellulare mi rendeva nervosa. “Rispondi... rispondi..” pensavo.

«Pronto..»

«Sarah! Ascoltami!» Prima che rispondesse iniziai a parlare «Scusa! Mi dispiace! Non sai quanto, ma ti prego ascoltami! So che in questo periodo non ti ho chiamata, ma credimi, credimi quando ti dico che eri in tutti i miei pensieri!! Qui sono sola.. sono sola e i miei genitori non fanno altro che discutere, i miei compagni mi nominano solo quando spettegolano tra loro, non conosco nessuno, perdonami se non ti ho chiamato! Ero troppo incazzata col mondo, e ho commesso un errore assurdo, ti ho inconsapevolmente caricata di tutto ciò, e non avevo voglia di fare niente, neanche di chiamarti...» Ecco, ancora un po' e avrei cominciato a balbettare.

«Mary, aspetta!»

io mi fermai «Scusa! Mi dispiace così tanto..»

«No, Mary, sono io, sono io che ho sbagliato, appena ti sei presentata tu, ho preso la tua lontananza come scusa per sfogarmi.. Scusa..» La voce s'incrinò e la sentii singhiozzare.

..E ora che cazzo facevo? Mormorai: «Shh.. Piccola ora sono qua. Sono qua anche se mi porto dietro tutti i miei errori.. che è successo?»

«Mary.. Stephan..» Respirò cercando di calmarsi «Stephan.. Stephan un giorno scendendo dal pullman ha dimenticato il cellulare. Ho trovato tutti i messaggi, Mary, tutti i suoi messaggi! Ma ho fatto finta di niente, son tornata indietro a restituirlo, anche per chiedergli spiegazioni, no? Solo che mentre tornavo da lui è arrivato un messaggio da quella tipa, una certa Celine, gli diceva di vedersi alle 17 nella piazza davanti a casa sua. Io ho fatto finta di niente, gli restituisco il cellulare, e poi alle 17 vado, ed eccoli lì i due piccioncini, a sbaciucchiarsi!»

Io ero immobile. Ero sbiancata... Stephan mi avrebbe sentito. Io lo sapevo, che quello era un coglione. Aveva merda in testa. O meglio, l'unica cosa di cui era dotato sembrava il cazzo, ma io non ero molto sicura neanche di questo. O se anche ne era in possesso, pensai che presto non se lo sarebbe più ritrovato.

Continuò: «Ah, e la sai una cosa?? Quel bastardo mi aveva anche scritto di incontrarci alle 18.30! Infatti alle 18 l'ha mandata via e mi ha addirittura scritto “dove sei? Io sono già qua”.»

«Spero che tu lo abbia già ucciso!» Sibilai con una voce velenosa.

Lei rise «Ahah, non ancora, ma mi ha sentito..»

Chiesi confusa: «Sarah, ma perché non me l'hai detto?»

«Non lo so.. avevo paura che tu mi trovassi appiccicosa.. e poi, boh, questa cosa che sei lontana un po' mi irrita..»

«Non sai quanto irriti me...» Avrei continuato a dirle che mi dispiaceva, e blablabla, ma mi fermò:

«Mary, ti voglio bene. Potrai mai perdonarmi per la scenata di ieri?»

«Noo sei tu che mi devi perdonare!»

«Ahahah.. comunque - aggiunse - dai, ieri mi stavi per raccontare di un ragazzo..»

Mi illuminai e urlacchiai (?): «Awwww ssssìììììì <3 » e brevemente le raccontai di James, del parchetto, della carrozza e di quanto fosse bello, simpatico, stupido, buono, profondo, splendido, fantastico..

«Come hai detto che si chiama?» Mi chiese pensierosa.

«James Horan. Horan come un cantante, ha detto.»

silenzio.

...

Lei strillò sovreccitata: «Ommioddiooo Mary! Hai detto che è biondo, giusto? Ha gli occhi azzurri, giusto??»

«...Sì... perché tutto questo entusiasmo?» Cosa le era preso?? … Ora magari mi avrebbe detto: ti prego fammelo conoscere è l'uomo ideale per m..

«MA SEI PAZZA??- fui costretta ad allontanare il cellulare per non perderci il timpano. - Mary.. lo conosci Niall Horan, vero??»

«..Ehm... -...... ecco, certo che lo conoscevo (?) “pensa pensa pensa.. chi potrebbe essere??” pensai. - ...è il cantante di cui mi ha parlato?»

«SI', ED E' PROPRIO COME ME L'HAI DESCRITTO TU!» Il tono di voce continuava a salire.

«Allora perché mi ha detto di chiamarsi James e non Niall??» Chiesi scettica.

«..Magari non si vuole far riconoscere!!» Rispose lei ovvia.

«See certo, e un cantante famoso va a cercarsi proprio me '-'»

«Che ne sai, a parte che al cuor non si comanda, poi a volte capita, perché a te non dovrebbe capitare??» Ok. Mi sembrò di vederla, con gli occhi a forma di cuoricini e la nuvoletta sopra la testa che raffigurava il molto prossimo matrimonio con questo cantante.

«........... Sarah.»

«..Daaaai Mary prendi almeno l'idea in considerazione!!» Ecco che cominciava con la lamentela.

Io sbuffai alzando la voce: «Ma figurati! Per poi rimanere delusa dopo??» “No, grazie”

«Che palle che sei... Dai Mary, è il cantante dei One Direction!» Lei a questo punto probabilmente già sbatteva i piedi per terra perché io mi ero permessa di far scoppiare la sua nuvoletta.

«Ma se tu non li segui neanche!» La smontai.

«Beh, almeno io non sono fuori dal mondo come te! Se lo vedessi, lo riconoscerei.»

«Boh.. Domani lo devo vedere.. vabbe' ora devo andare tesoro, ci sentiamo domani!»

«Certo, aspetto news!» Squittì mielosamente.

Pensai che potevo andare a cercare foto di questo Niall Horan su internet, ma il computer era al piano di sotto e, a parte che non avevo voglia di scendere, per qualche strano motivo non volevo. Non volevo sapere niente su di lui, niente che non mi dicesse lui su se stesso. Non volevo scoprire che mi aveva già mentito, magari quel cantante era fidanzato.. Insomma no, non volevo. Finché durava, questo sogno ad occhi aperti, sarebbe durato. Non dovevo essere io a rovinare tutto.

 

Mentre mi stavo per addormentare mi arrivò un messaggio: «Buonanotte principessa.. Già indossate le farfalle e le stelline? <3 ». James. AAAAAAAAAAAAAAAAA era Jameeessss!

Io rimasi qualche secondo a fissare il messaggio poi mi misi a ridere da sola e gli risposi senza pensare «sì e le trovo bellissime! »

Lui rispose dopo un po': «Sei tu a renderle bellissime! Ora sono stanco, sogni d'oro. <3»

«Sogni d'oro a te <3 ..»

Mi addormentai pensando a lui.

La mattina arrivai in ritardo. A scuola sobbalzavo ad ogni rumore, aspettando un suo messaggio, o una sua chiamata. Alla fine non riuscii a resistere e gli scrissi «Buongiorno! C:»

. Fu un suicidio. Più secondi passavano, più cresceva l'ansia, guardavo nervosa tutto attorno a me. Dopo circa 5 minuti andai letteralmente in crisi.

«Milosz, stia attenta!» Gracchiò quella cornacchia della prof. Balzai sulla sedia facendo cadere il diario e l'astuccio. Le penne e le matite volarono per tutta la classe. Guardai la professoressa che mi fissava attonita. «ma cos'hai??» Mi chiese infastidita. Mentre mormoravo un «niente..» mi alzai troppo bruscamente e feci cadere la sedia. Nervosissima, guardai la professoressa e non sapendo che fare chiesi «....Posso andare in bagno?»

Lei «..no. Prima metti a posto.»

Ero un'imbranata. Facendo un chiasso assurdo alzai la sedia, e passai un sacco di tempo a gattoni tentando di recuperare tutti i colori. Decisi che non avrei più portato un astuccio a scuola. Sentivo anche qualche risolino dai miei compagni. Umiliata, mi alzai e senza dire niente mi diressi verso l'uscita.

La prof mi bloccò:«dove stai andando??»

«..in bagno.» Risposi ovvia.

La prof socchiuse gli occhi: «torna a posto e chiedimelo seduta.»

Sbuffai, mi sedetti e chiesi «Posso andare in bagno???»

«No.»

Rimasi a bocca aperta. Ma quanto era stronza quella donna?? «ma come???»

Quella matta fece sbattere le sopracciglia sfoggiando un'espressione da cogliona: «Hai dimenticato la parolina magica.»

Keep calm” mi ripetei tra me e me: «PER FAVORE, posso andare in bagno?»

«ora sì.» Mi sorrise con stronzaggine.

Mi sedetti sulla panchina che c'era nel corridoio a fianco al bagno e fissando la schermata del cellulare mi chiedevo “Ma perché non rispondi?? Ma perché non rispondi?? Ma perché perché perchéééé???”

Provai ad inviargli un altro messaggio: «Hei C: finito il credito??»

Niente.

Niente. Nothing. Nada. Un cazzo. Il silenzio. Non mi fece neanche uno squillo con l'addebito per farmi capire che era vivo e che non aveva soldi. No, quando mai?

Dopo altri dieci minuti chinai il capo e me lo tenni con le mani “Mary, sei una stupida. Stupida stupida stupidissima. Come cazzo potevi pensare che un ragazzo come lui ti calcolasse?” Sentii un conato di vomito e decisi che non volevo rientrare in classe. Dopo qualche minuto passato a guardare l'albero che si vedeva dalla finestra arrivò una mia compagna a dirmi che la prof si stava innervosendo. Le dissi che stavo male e lei mi guardò strana, poi mi diede il suo cellulare con le cuffie e disse: «Tieni, ascoltati qualcosa nel frattempo.». Poi corse via, lasciandomi stupita, e non feci in tempo neanche a ringraziarla. Mi misi le cuffiette e feci partire una canzone a caso.

Forse aveva il cellulare scarico. Forse ora stava con un'altra ragazza e non aveva voglia di parlarmi. Forse non poteva rispondere e forse non ci saremo sentiti mai più...

«I'm broken, do you hear me? Im blinded.. cause you are everything i see..»

Fermai i pensieri e mi concentrai sulla canzone. L'avevo già sentita, non ricordavo esattamente dove, ma l'avevo già sentita, e non ci avevo mai prestato molta attenzione. Guardai il titolo: More Than This. L'artista su quel cellulare era sconosciuto.

La rimisi da capo e la ascoltai tutta. Mi lasciai cullare dal suono di quelle parole, di quelle voci, e un brivido inaspettato mi attraversò la schiena quando sentii una voce diversa dalle altre cantare «If I'm lauder would you see me?» Mi ranicchiai cercando di bloccare il maldipancia e la nausea e guardando fuori mi commuovevo, pensando a tutti quei brevi momenti che avevo passato in due giorni (o insomma, un giorno) con James. Ascoltai quella canzone una decina di volte, poi suonò la campanella per la fine della scuola. Si avvicinò a me la mia compagna che mi aveva prestato il cellulare. La guardai cercando di fare gli occhi da orsacchiotto bisognoso di amore (?): «Ti prego mi invii “More than this”?»

«Certo.» Detto fatto.

Mi avviai verso l'uscita della scuola e quasi ansiosamente guardai fuori, aspettandomi di vedere per la seconda volta una carrozza nera, un cavallo bianco e un ragazzo biondo sorridente.. ma ciò che vidi fuori dalla scuola fu una strada deserta. O almeno, se non deserta, senza neanche una di queste cose. Abbassai lo sguardo e fuggii a casa. Mi sentivo veramente male.

Una volta a casa misi velocemente a posto il soggiorno e mi mangiai uno yoghurt, non avevo fame, poi salii in camera mia e misi sullo stereo More Than This.

Guardavo il soffitto. Il soffitto della soffitta. (?) Realizzai che era il soffitto della soffitta. «Perché soffitto e soffitta si chiamano allo stesso modo?» Inviai a Sarah. Dopo pochi minuti mi rispose: «Tesoro, ti stai facendo seghe mentali? Chiamami.»

«Ssssaaarah?»

«Che succede?»

Bene, dovevo decidere se fingere o meno.. Ma se fingevo, che senso avrebbe avuto averla chiamata? Risposi: «Niente. Sto un po' male..»

«..e il bel biondo ancora non si è fatto sentire.» Terminò la frase.

«........ già.» Le diedi ragione riluttante. Era difficile ammettere che quel ragazzo aveva già tanto potere su di me.

Sbuffò «Maaaary! Non esagerare, probabilmente ti chiamerà stasera!»

«Ma se mi aveva promesso di uscire, stasera!»

«Vabbe' magari non ha credito e non può fare altrimenti..» Cercai di crederle... Ma in quel momento mi arrivò un messaggio. «Mi è arrivato un messaggio! Oddioooo!!» esclamai. Controllai in fretta.

ci rimasi di merda.

«Scusa ma oggi sono occupato. Ciao»

BUM. Il mio cuore si era lanciato da una rupe e ora non emergeva più. Sentivo la voce in lontananza di Sarah che mi chiedeva «Allora?? Maaaryyyyy!!! Rispondi, cazzo! Sei morta??»

Sospirai e le dissi con una voce spenta che neanche riconobbi: «Indovina.»

«Che cosa? Se sei morta?»

ahah. Divertente. «Non fare la stupida hai capito perfettamente!»

«Era.. lui?»

«No era un procione alato! Chi dovrebbe essere??» Esclamai esasperata.

«Erm.. nervosa?»

«No, non senti la felicità che spruzzo da tutti i pori??» Ok, stavo esagerando e me ne resi conto. «Scusa. - mormorai stanca. - Senti qua. “Scusa ma oggi sono occupato. Ciao” testuali parole.»

«...Beh, magari era occupato davvero.»

«Oh questo l'ho dato per scontato. Il punto è il modo in cui me l'ha detto.» Sentii le lacrime inondarmi gli occhi «Scusa, Sarah, devo scappare.»

Chiusi senza aspettare e scoppiai a piangere, misi More Than This sullo stereo e mentre ascoltavo quella canzone piansi come una disperata.

 

 

*my space *

SCIAOS BELLAS GENTAGLIAS (?)

*taaaaaaaa ttaaaaaaaaaaa * (dovrebbe un suono triste.. D:)

E così le cose non vanno molto bene alla nostra cara Mary (a me è cara, in realtà non so se lo sia anche a voi... vabbe', insomma, avete capito.)

Dov'è finito James??? Che fine avrà fatto e perché ha risposto così freddo?

O non era freddo e tutto è solo una sega mentale di Mary (cosa alquanto probabile..)??

Cosa accadrà ora?

Mary si trasformerà in un unicorno rosa???? O un unicorno rosa si trasformerà in Mary? O James si trasformerà in Sarah????

Fatemi sapere cosa pensate :3 vi aspetto nelle recensioni, bellezze.

 

Grrrrrrrrazie a:

sharonbobbo

Daisy_5

OneD_ILoveYou

le righe di tomlinson

annalisastyles

harlydream

niallerrayban

tommo_smile

Mica_97

 

siete troppo cdnsincdiovd <3

Grazie a tutti coloro che l'hanno messa tra le preferite/ricordate/seguite *-* snadcns

 

Kisskiss Mariii :*

 

P. S. HAAHHAHAHAHA “Mi sono fatto la cacca addosso” Liam e Louis sono due geni, mentre Niall è un idiota. #muchlove (fatemi sapere se avete capito di cosa sto parlando e.e muahahah (?) )

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Capitolo 7
*** Can you rescue me? ***


7. Can you rescue me?

La giornata seguente a scuola ci andai sperando di vederlo ovunque. Me lo immaginavo in ogni situazione, in classe che entrava chiedendo di me, in bagno che entrava chiedendo di me, dalla finestra chiedendo di me, dal cassonetto della spazzatura chiedendo di me, ovunque chiedendo di me.. Insomma mi diressi a scuola sognando ad occhi aperti. Stavo un po' meglio del giorno prima, ma ero confusa e non sapevo che fare, lui non mi aveva più cercato e io avevo speso il mio tempo dedicandolo tutto alla nutella e a Sarah, con cui dopo avevo gossippato un po'. ..Giusto poco poco. Lei aveva insistito sulla sua teoria del cantante, ma era troppo surreale per essere fattibile.

Camminavo pensando a queste cose quando, sovrappensiero, non mi ero accorta di un gruppo di ragazze davanti a scuola contro cui andai a sbattere. «Oh, scusa!» Alzai lo sguardo.

Il mio primo pensiero fu: «Oddio esistono gli zombie.»

Quelle ragazze mi guardavano in maniera ossessiva, con gli occhi fuori dalle orbite e un'espressione maniacale in volto. Un gruppo di stressate pazze.

Cercai di fare il giro attorno a loro borbottando «scusate..» a testa bassa, ma loro mi si pararono nuovamente di fronte.

«Ok, parla.»

. Oddio, e queste qua ora che volevano da me?!

«Ehm.. parli con me?» Chiesi con un tono intimorito e innocente.

Quella che aveva parlato prima esclamò: «Sì non fare la finta tonta!»

Mi uscì dalla bocca una risatine nervosa e dissi: «Ragazze.. di cosa state parlando??»

«Aspetta,- si fece avanti una piccolina bassa e con due treccine talmente fini che quasi quasi scomparivano - … ma quello era Niall Horan giusto??»

Io rimasi pietrificata. Poi una folata di vento mi trasformò in cenere. (?) «di chi state parlando...... ?»

«Del ragazzo dell'altro giorno!!» Mi risposero ovvie.

La prima che aveva parlato, mi fissò in maniera strana (non che lo stesse già facendo.) e sibilò: «Lo sappiamo che tu lo sai. E sappiamo che tu sai anche che noi sappiamo (?) quindi smettila per favore e rispondi alle nostre domande.»

Un'altra ne uscì: «ieri non ti abbiamo visto da nessuna parte! Ma oggi ti abbiamo aspettato all'entrata, meno male che non sei arrivata in ritardo!

Realizzai che dovevo scappare. «Ragazze, avete sbagliato persona. Non conosco nessun Niall Horan. Sono in ritardo, ciao.» Così mi buttai tra di loro e spingendo come una matta ne uscii. Mi seguirono. Mi misi a correre. SI MISERO A CORRERE ANCHE LORO.

Mi chiusi in classe. Era un incubo! Bussavano dicendo «Ti prego, scusa, non volevamo spaventarti, ma cazzo tu conosci Niall Horaaaaaan!! Ed eri con lui su una carrozza!»

Mi girai e i miei compagni mi guardavano strabiliati.

Una volta seduta sulla sedia, mi concedetti dieci minuti per pensare.

Niall Horan. James Horan. “«Io mi chiamo..» Per qualche strana ragione si fermò ancora un momento «...James.»” ecco perché quando gli avevo chiesto come si chiamava non aveva risposto subito. Ecco perché si era travestito anche se non aveva l'abito da dolce. (?) Ecco perché era uscito di notte (per le fans..), perché aveva sorriso dicendo che era lo stesso cognome di un cantante, ecco perché viveva da solo, perché viaggiava... ecco perché non mi aveva più cercato.

La lezione passò tra un pensiero e l'altro. Appena uscita da scuola corsi in bagno e aspettai che la stragrande maggioranza delle persone uscisse, non volevo rincontrare quelle ragazze.

Non volevo avere niente a che fare con lui, anche se ripensandoci, non ci sarebbe voluto molto, probabilmente lui si era già dimenticato di me e ora stava flirtando con qualcun'altra.

Mi arrivò un messaggio.

Tremante, controllai «Ciao, sono Martha, ti va di uscire stasera? Sono appena tornata da casa di mia nonna e ho voglia di compagnia!»

Oh. Martha... Certo! Che cosa pensavo?? Sbuffai. “Smettila di illuderti, credulona. I sogni e cose simili son tutte stronzate.. e quel Niall Horan, James, o come cazzo si chiama, non ti cercherà mai più...”.

«Non ho tanta voglia di uscire..» Le risposi.

Dopo un po' vibrò di nuovo il cellulare. «Oh perfetto neanch'io! Hai voglia almeno di vederci? C:»

Ci pensai. E perché no? Non volevo tornare a deprimermi. Anzi in realtà non mi avrebbe fatto malissimo deprimermi, sempre meglio che fingere di essere contenta, ma risposi comunque «Ok C: dove ci vediamo? Casa tua o casa mia?»

«Casa mia. Ti aspetto!»

Inviai a mamma un messaggio in cui le dicevo che sarei andata da Martha e uscii dopo aver mangiato una fetta di tortino ai finghi. Non avevo fame.

Non riuscivo a non pensare a James.. o meglio, a Niall. Sicuramente mentre io pensavo a lui, lui, con i suoi profondi occhi di mare e di cielo stava già incantando una nuova ragazza, aveva migliaia di fans al seguito e magari già si faceva un'altra ragazza.. mentre io pensavo a lui. Dovevo togliermelo dalla testa.

Cominciava già a far più freddo. Arrivava l'inverno. Pensai a James che era stato a maniche corte e mi ricordai che la sua felpa era su, sul mio letto, che profumava di marsh mellow..

Agguantai una sciarpa viola e imbacuccata uscii fuori.

Non ero mai stata a casa di Martha.. Era piccola ma confortevole. Mi salutò abbracciandomi e dicendo: «Cosa sono quegli occhi tristi?» Mi fece ridere, perché così dicendo ingrandì gli occhi e sporse il labbro con una strana espressione che doveva essere triste...

«No, niente..»

«Sì infatti anch'io tengo il broncio quando non ho niente.»

Io fissai il parquet senza proferire parola.

Lei mi prese per le mani e mi fece sedere sul divano del salotto, mentre davanti a me dalla cucina prendeva due tazze e dopo avermene dato una, si spaparanzò affianco a me.

«Spero ti piaccia la cioccolata calda!»

«oh sìsì....» Mi si illuminarono gli occhi. Adoravo la cioccolata calda. Andai a togliermi le scarpe a fianco a una scarpiera che avevo intravisto dietro la porta del salotto, e mi misi comoda anch'io di fronte a lei.

«Sei fidanzata?» Mi chiese sorridendo

«No lasciamo perdere, tu?»

«No ma per ora non mi interessa nessuno.. perché lasciamo perdere??»

Scrollai le spalle e scossi il capo chiudendo gli occhi: «No niente niente.»

Lei sorrise maliziosa: «credi che io sia totalmente disinteressata a ciò che accade a scuola??»

Io mi irrigidii. “No, ti prego” pensai “adesso anche questa qua mi fa impazzire con questa storia di Niall Horan, o James, o insomma, come cavolo si chiama.. Basta non ne voglio più sentire parlare!!!... E poi, come se le persone ora mi considerino solo per questo cantante qua..”

Mi ricordai di parlare. «...in che senso, scusa?»

«secondo te?? Il biondino sulla carrozza dove lo vuoi mettere??»

«.... Ah. .....» Non sapevo come comportarmi. Ma lo sapeva o no, che quello era probabilmente un cantante famoso?? ...Aiuto. Non volevo lasciarmi sfuggire niente..

Lei mi sorrise a 32 denti e disse tutta entusiasta: «Dai, su! Perché sei così a terra! Raccontami, come si chiama?? come vi siete conosciuti? Me lo devi presentare!!»

Lasciai andare il respiro che avevo trattenuto involontariamente. Non sapeva niente per fortuna: «aaaaah... Boh, ma no, non era niente..»

Lei mi guardò strana: «cioè??»

«Non era niente. O meglio, non è più niente.»

Lei seria: «avete litigato?»

«ma no.. semplicemente non c'è mai stato un ''noi''. E poi ci conosciamo da giusto.. tre giorni? Quattro? … no no, non è niente.»

«Dall'espressione dei tuoi occhi non si direbbe.»

«..............» Oh, cazzo.

«Ha fatto lo stronzo.»

annuii. Poi pensai al casino in giro che ci sarebbe stato se si fosse scoperto che io avevo detto qualcosa sul celeberrimo Niall Horan. Oddio. «Cioè, in realtà no, vedi... è che... erm.. cioè.. praticamente tipo.. insomma lui.. insomma diciamo che mi aveva promesso una cosa e non ha mantenuto la promessa.. anzi è stato anche abbastanza freddo. In più ho scoperto di punto in bianco cose assurde su di lui.. Meglio non averci molto a che fare. Ho l'impressione che rimarrei spesso delusa.»

Lei fissava un punto nel vuoto con l'espressione seria «Capisco.. Vabbe' dai, è solo un ragazzo! Qui abbiamo pane e nutella, litri di cioccolata calda, l'xbox e Just Dance3!! Cosa c'è di meglio?»

Così dicendo balzò in piedi e mi trascinò a ballare con lei.

Risi: «Eh già, sarebbe bello dirlo pensandolo davvero!»

Passammo la serata a sclerare come due pazze, mi divertii con lei, eppure ogni risata mi pareva stonata, il mio cuore rimaneva ghiacciato e James era ovunque. Alla fine della serata mi abbracciò e disse «ci vediamo domani, piccola. Ricorda per qualunque cosa io ci sono.»

«Grazie.. lo stesso vale per te. A domani!»

Mentre arrivavo a casa vidi da lontano il parchetto. Mi fermai in mezzo alla strada. Dovevo andarci, lo sentivo come obbligo, anche se pensavo “No no e no! Io lo devo dimenticare, punto!” Ma i miei passi proseguirono da soli verso la meta tanto ambita. Rimasi all'entrata, alla luce gialla e debole dei lampioni, e fissai da lontano il piccolo lago scuro, gli alberi, i viottoli e le panchine. Una folata di vento fece muovere la seggiola di un'altalena. Mi corsero i brividi lungo la schiena. Ero divisa, avevo troppa paura per tornare nel luogo in cui avevo incontrato James, ma ero obbligata a farlo.

Ero paralizzata. “No, non sono obbligata” pensai, e corsi a casa veloce, pensando furiosa “Sono una stupida, non lo conosco da nemmeno una settimana!!!”

Eppure correndo via mi sembrò di correre via anche da lui.

La mattinata il giorno dopo passò velocemente. Ero arrivata in ritardo, una vocina mi diceva che un mucchio di ragazze scalmanate mi avrebbe assalito appena mi avesse vista, così passai la ricreazione in bagno e anche dopo scuola aspettai un po' che passasse il tempo.

Tornata a casa, deserta come sempre, salii in camera mia e piegai accuratamente la felpa. Come avrei fatto? … Lui, da personaggio famoso, sicuramente se ne sarebbe fregato altamente di una misera felpa e di una soggetta di ragazza.

Scesa giù, entrai su internet. Non avevo mai usato molto il pc. All'inizio, quando mi ero iscritta su Facebook, e basta. Digitai su google: Niall Horan.

Mi si strinse il cuore. Eccolo lì, in migliaia di foto.. c'era James.

James che sorrideva.

James che faceva una smorfia.

James che faceva gli occhi storti con una barretta di cioccolato in mano.

James, James, James e ancora James.

Volevo sapere qualcosa su di lui, ma mi paralizzai. Cosa mi importava di lui?

Chiusi tutto. Sì, era lui. Feci giusto in tempo a leggere “Niall James Horan nasce in Irlanda il...”

Mi accucciai sul divano con una coperta, e acceso lo stereo, mentre le note di More Than This danzavano nell'aria, presi un libro stupido e mi misi a leggere.

Avevo perso la cognizione del tempo, fuori era buio da un pezzo, quando sentii una melodia provenire da fuori. Io ero in camera mia, stavo studiando Catone (anzi, stavo imparando ad odiarlo: mi stava davvero antipatico!!), mi fermai e rimasi ad ascoltare. Era... erano le note di una chitarra. Mi avvicinai lentamente alla finestra.

La aprii e mi affacciai. Non credetti quasi ai miei occhi.

 

«If I'm lauder, would you see me?»

Davanti a casa mia qualcuno con in mano una chitarra cantava. La voce mi scosse, mi vennero i brividi. Il ragazzo aveva una cuffietta rossa, rossa come la felpa che portava, rossa come le sue guance quando alzò lo sguardo. E il mare inondò tutto il mio cuore, perché fanno così gli occhi che dentro hanno il mare...

«Would you lay down.. in my arms and rescue me..»

Oddio. Era lui. Tornai dentro. Mi sedetti per terra appoggiandomi al muro e chiudendo gli occhi lo sentii cantare con la sua voce meravigliosa: «'Cause we are.. the same... you save me; when you leave it's gone away...»

Silenzio. Mi alzai scattante e mi catapultai giù. Eppure mi fermai prima di aprire la porta. Cos'avrei fatto? Non ci conoscevamo che da tre, quattro giorni... che facesse così con tutte le ragazze?

...No, non sarebbe poi stato possibile. Aprii lentamente la porta...

.......

non c'era più nessuno. '-'

Uscii fuori e mi guardai attorno. I vicini si erano affacciati alle finestre e mi guardavano strana, alcuni ridacchiavano... Vidi un foglietto per terra. “Ti aspetto nel Luogo Segreto. Voglio farmi perdonare. Vestiti di stelle. C:”

Rientrai velocemente. Il Luogo Segreto.. non ebbi un attimo di esitazione. Salii in camera e mi misi un vestito blu scuro a maniche lunghe con una fascia argentata sotto il seno e che ricadeva morbido a balzi. Era in lana, caldo e invernale, un paio di panta neri e gli stivali neri. Non avevo voglia di truccarmi, così decisi che un po' di matita e mascara potevano bastare. Lasciai i capelli castani e mossi sciolti, una sciarpa scura, i guanti e un basco blu scuro. Uscii di corsa.

Correvo correvo, sentivo il sangue ribollire nelle vene, mentre ridevo di felicità. Io, solo io sapevo il Posto Segreto. Nessun'altra in tutto il mondo. E ora avremo chiarito tutto ciò che era successo in due giorni di sua assenza.

Avevo l'adrenalina che mi stava facendo impazzire mentre correvo. Entrai nel parchetto e avvicinandomi al Posto Segreto rallentai. Mi fermai. Lui era là, dietro quella miniforesta (?) di liane o piante che cadevano dai rami dell'albero.

Agitatissima, alzai le tende....

Oddio. C'era un tavolino con tre candele sopra, apparecchiato egregiamente, al centro di un cerchio di candele. Per terra da una parte era appoggiata la chitarra. Poi in piedi c'era lui.

Mi sorrise a 32 denti, con le guance rosse e accaldate, gli occhi blu che sprizzavano gioia, i denti scintillanti... c'era da morire con quel sorriso.

Mary.. non farti abbindolare!” Pensai, anche se dentro ero già sciolta cercai di rimanere impassibile (non me la cavai affatto bene..)

Incrociai le braccia e cercai di assumere un'espressione neutra: «Mi devi spiegare qualcosa?»

Lui abbassò lo sguardo: «Ehm.. vedi... ecco, non ho potuto farci niente, non avevo neanche il cellulare.. Scusa.»

Mi si strinse il cuore a vederlo così triste. Ma non dovevo mollare... anche perché io non mi riferivo solo a quello.

«...ma se mi hai inviato un messaggio!»

«No, non ero io. »

«Sì. Era il cellulare che ha deciso di scrivere da solo.» Mi tremava la voce.

«Beh.. no...» indietreggiò guardando per terra in imbarazzo. «.. Ce l'aveva.. un mio amico, il cellulare. Non lo potevo prendere così non ho potuto dirti niente.. e inoltre, non ero a Mullingar. Ero in un'altra città pe..»

«per?? E non potevi dirmelo prima di promettermi che ci saresti stato l'altro giorno?» esclamai interropendolo ed esprimendomi con ampi gesti.

Lui rimase muto col capo chinato. Alzò una mano e lentamente si grattò (o meglio, la appoggiò e basta) dietro la nuca, cominciando a dondolarsi.

Alzò lo sguardo e i suoi occhioni blu imploranti perdono sotto quei capelli biondi mi fecero entrare in uno strano stato. Sentii le farfalline. Le mie nuove migliori amiche, a quanto pare..

Aprì la bocca per dire qualcosa, ma lo fermai: «e poi.. non intendevo solo questo. C'è dell'altro, no??»

Lui spalancò gli occhi tipo “oh. Fuck. Sono stato scoperto.” e sbiancò.

«ehm..........»

«....c'è dell'altro, GIUSTO???» Lo guardai decisa. In realtà dentro la Vera Mary avrebbe fatto di tutto, anche mettersi a saltellare da una parte all'altra o andare a caccia di farfalle, pur di uscire da quella situazione.

«io... ? Beh io .. sono un ragazzo normalissimo.»

Mi sorrise radioso. «Solo che l'altro giorno purtroppo mi hanno legato al sedile di una macchina e trascinato in un'altra città per un'intervista.» Mi dedicò un sorriso sghembo con fare preoccupato.

L'immagine di lui legato in una macchina mi fece sorridere

Lo svisai (?) con aria scettica: «Ah.. un'intervista. Cosa vuoi che sia,un'intervista?? Anch'io, ora che me ne ricordo ne ho una domani!»

«Dai, hai capito tutto.. Non sapevo come dirtelo..» si fermò. Mi fissò occhi negli occhi. I suoi erano Mare e i miei... boh? Cioccolato? ...Un mare di cioccolato???? (?) Pupille nelle pupille. «Questo non cambia niente.» Sussurrò.

Così dicendo mi si avvicinò pericolosamente e una volta che mi fu vicinissimo mi chiese: «Can you rescue me?». I suoi occhi erano vicinissimi, sentivo il suo alito farmi il solletico e lui strizzava lievemente gli occhi, era così sexy era così bello.. si inumidì le labbra con la lingua.

Oddio.

Il mio cuore si sciolse e rimasi a guardarlo senza fiato. Sentii il sangue salirmi e invadere le guance, era così perfetto.. Mi sentii quasi mancare. Mi risvegliai e guardai per terra «Ehm... ehm..»

OH CAZZO QUAL'ERA LA DOMANDA CHE MI AVEVA FATTO??

Ah, sìsì, giusto. Perdono. Sì, se lo perdonavo. Ma perché?... Ah certo, per il cantante. E per l'altro giorno. Sì sì, dovevo dimostrarmi forte. «Ehm... dovrai saperti far perdonare...»

Lui sorrise timidamente «Certo!» Poi indietreggiò e quasi inciampando portò indietro una della due sedie in legno «prego..»

Io mi avvicinai, mi sedetti. Quel luogo era... magico. Sembrava di trovarsi nella caverna delle fate.

Lo fissai curiosa «Ma tu ci pensi la notte, a che sorprese farmi??...» “...oppure fai così con tutte?” non lo chiesi ad alta voce ma penso che la mia seconda domanda l'avesse sentita anche lui.

Era chinato, stava prendendo due vassoi, ma si girò e mi guardò coi suoi profondi occhi, e passò del tempo prima che mi rispondesse. Tempo per rispondermi con gli occhi. Quelli erano occhi magici, magici come il luogo in cui mi trovavo.

«..Sì....»

..A quale delle due domande stava rispondendo?

«Non sono molto bravo a cucinare.. erm... spero che ti piaccia la pizza. :3 »

Erano due margherite. Due semplicissime margherite. «Certo.. ehm.. beh? Che mi dici?? Mi dovresti raccontare un sacco di cose!» Squitti io amabilmente (bleah.. diabete.)

Lui fece spallucce «Mmmmboh... cosa vuoi sapere?»

«Tutto!» mi sentivo un po' a disagio: non sapevo niente su di lui... Niente di niente! Nemmeno che tipo di canzoni cantasse il suo gruppo! Che fossero tutte come More Than This (insomma, poi, come faceva ada aver anche indovinato che canzone avevo scoperto in quei giorni??)?

Lui mi sorrise addentando un pezzo di pizza «Ehm... Mi chiamo Niall James Horan.. sono nato qua il 13 Settembre... » si fermò. Mi guardò e gli brillarono gli occhi «Ehm.. e sono.. sono a tavola con una snjdsnbsxj azza.»

Era diventato rosso come un papavero.

Lo guardai un po' confusa. «...cosa?»

lui guardando in basso «..una snodnd ragazza.»

io ridendo nervosa «.. ehm, non ho capito scusa...» Stavo diventando anche sorda, bene.

Alzò lo sguardo «una BELLISSIMA ragazza...»

Io stavo addentando un pezzo di pizza, che mi andò di traverso, cominciai a tossire come una pazza, non la finivo più. Si alzò e mi chiese preoccupato chinandosi su di me «Oddio, stai bene?!»

Finalmente la tosse si calmò e me lo ritrovai vicinissimo, vedevo le pagliuzze nere nei suoi occhi ghiacciati, mi avvicinai a lui, lui si avvicinò a me, preoccupato.. Sentivo il suo respiro mescolarsi al mio, lui mi guardò lentamente, incantato, tornò a strizzare un po' gli occhi, oddio, questo ragazzo mi voleva morta quel giorno.. Sentii la sua mano salirmi sulla nuca e rimanere tra i capelli, invitandomi gentilmente ad avvicinarmi ancora un poco. Chiuse gli occhi, stavo per farlo anch'io...

Colpo di tosse. Cough.

Giusto uno. Guardai la pizza e rossa di vergogna borbottai «sì.. sto bene.. ahah..»

Lui tornò a sedersi «Eh, ecco.. ok.»

«ok.»

Io mi mordevo le labbra, scuotevo la forchetta, il coltello, il piatto, tagliuzzai la pizza senza più toccarne neanche un pezzetto, mi guardavo attorno nervosissima, lo fissavo, poi avevo paura di “essere scoperta” e subito a cercare qualcos'altro da fissare.. Mentre lui mi guardò, molto semplicemente, e mi sorrise.

«non hai più fame?» Mi chiese dopo poco.

Scossi la testa fissando un po' lui, e subito un po' il bicchiere, un po' lui, un po' il bicchiere.. Lui.. Bicchiere.. «No, ma se vuoi tu puoi pure continuare a mangiare...»

Chiuse gli occhi e risse ovvio: «questo era scontato.»

Risi: «Aaaah, scusa, mi sono quasi scordata di con chi ho a che fare!»

Lui rizzò la schiena e si indicò col pollice. Aveva una macchia di sugo sulla guancia. Che dolce, ahah. Ribatté con aria fiera «Yes, babe, mi devi rispetto!»

Presi il tovagliolo e gli pulii la guancia «Sei un ingordo..» Rimasi così, sentii la mia espressione cambiare, mi addolcii, e anche lui divenne serio, si appoggiò alla mia mano..

Per l'ennesima volta, mi risvegliai. Ritirai la mano. Abbassai lo sguardo. Il bicchiere era davvero interessante.. “quanto tempo ci vuole per fare un bicchiere?” cercai di distrarmi. Ahah. sì..

Mi raccontò che aveva vinto il provino ad x factor uk due anni fa, ma non era passato come singolo. Allora avevano unito lui e altri quattro ragazzi per formare una band.

Erano diventati incredibilmente famosi in pochissimo tempo.

Io rimasi muta ad ammirarlo raccontare e ingozzarsi, quando finì si stiracchiò mi guardò con gli occhi socchiusi.. era così sexy... al solo pensiero che prima eravamo stati così vicini mi vennero i brividi. Brrrrrr...

Sorrise misterioso, si alzò, e da dietro un cespuglio accese qualcosa, forse una radio, e sentii le note di Rivers flows in you. Aaaawwww adoravo quella canzone. Venne accanto a me e mi porse il braccio. «Signorina, vuole ballare?»

Io ero al settimo cielo «Awwww sìììì!» Mi alzai... Mi ero dimenticata che non sapevo ballare. «Ecco, c'è un problema.»

Lui alzò un sopracciglio. «?»

«ehm... non so ballare..» Che vergogna. Ero un'handicappata.

Lui mi tenne stretta per la vita e mi dedicò un sorriso dolce, rincuorandomi: «non preoccuparti, guido io.»

Mi persi tra le sue braccia, appoggiò il mento nel mio collo, sentii il suo profumo, mi appoggiai a lui, e persi la cognizione del tempo.

 

 

*my space *

ASDFGHJKL. A me piace questo capitolo, non so a voi, AMO James asdfghjkl *-* (che per me rimarrà JAMES FOREVER. Lo lovvo <3 .)

Aaaaaaanyway. Today is the end of the world... MA non lo sarà, perché ancora io non mi sono sposata con Niall u.u Perciò, KEEP CALM, non agitatevi, non accadrà niente di brutto..

in più è già tardi, non succederà niente :D (non è vero muahahahahah IO VI SPIO ATTENTEEE (?) )

Che ne pensate del capitolo?? Com'è stato james???

E Mary, ha ragione a comportarsi così??

E Martha?

E le fans?

E Niall?

 

Grazie a:

harlydream

OneD_ILoveyou

annalisastyles

Niall dream_

le righe di tomlinson

 

ASDFGHJKL grazie *-* siete favolose come sempre <3 <3

grazie a chi legge.

Grazie a chi mette la storia tra le preferite/ricordate/seguite .ù

:D

 

P. S. RICORDATEMI DI LEGGERE LE VOSTRE FF MANDANDOMI UN MESSAGGIO.. perché io ho la memoria un po' corta!!! D:

 

(ora ho a fianco mio fratellino di 4 anni che urla a cicciobello (che piange.) “ZITTA BAMBOLINAAAA!!!” e io non ce la faccio più, ho anche un altro fratello che suona il flauto e STO. IMPAZZENDO. Per fortuna domani finisce la scuola... !!)

 

kisskiss Mariii :*

 

l'unicorno rosa non è diventato Niall :'c uffi... ci speravo anche io un po'. :c l'unicorno rosa ci ha deluso. :c

P. P. S. E' SCIENTIFICAMENTE PROVATO CHE OGNI DIRECTIONER ABBIA LETTO IL TESTO DI MORE THAN THIS CANTICCHIANDO LA CANZONE!!! :D o no??

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Capitolo 8
*** Rivers Flows In You. ***


8. River Flows In You.

Lui mi tenne stretta per la vita e mi dedicò un sorriso dolce, rincuorandomi: «non preoccuparti, guido io.»

Mi persi tra le sue braccia, appoggiò il mento nel mio collo, sentii il suo profumo, mi appoggiai a lui, e persi la cognizione del tempo.

Ci dondolavamo avanti e indietro, le sue mani si muovevano nella schiena con dolcezza, sentivo i brividi che mi lasciava, tremavo un po' io e tremava un po' lui. Mi scostai un po' e lo guardai negli occhi, quegli occhi teneri, socchiusi e un po' strizzati, che si rilassarono appena incontrarono i miei.

Le farfalle nello stomaco stavano facendo migliaia di capriole ma per fortuna non avevo mangiato che un misero spicchio di pizza. Eravamo così vicini, ma lui si avvicinò lentamente, piano piano, sentivo il suo respiro, chiuse gli occhi, lo feci anch'io e sentii le sue labbra poggiarsi delicatamente sulle mie. Tornò un attimo indietro, aprii gli occhi e lo trovai a guardarmi con dolcezza (non voglio sapere che espressione avevo io sennò penso mi reputerei un essere privo di intelligenza per il resto della vita.) mi sorrise teneramente poi ritornò a baciarmi.

Questa volta schiuse le labbra e prese a baciarmi più volte, sentii la passione che gli pulsava nel sangue, mi baciava spingendomi un po' indietro, mentre la mani mi accarezzavano i capelli, mi spingevano leggermente verso di lui. Avvertii che si stava trattenendo, infatti dopo poco si staccò e mi guardò sorridendo beato, tutto rosso e accaldato (ASDFGHJKL.)... Poi improvvisamente intravedetti una scintilla scattare nei suoi occhi e... cominciò a farmi il solletico.

Io ero tutta asdfghjlftyv non ci capivo assolutamente nulla, quindi ridendo come un'idiota mi buttai a terra, rotolandomi per terra con lui sopra che mi faceva il solletico ridendo anche lui come uno scemo. La finimmo stesi per terra, come la prima volta che c'eravamo incontrati.

Avevo il suo braccio dietro la nuca e rimasi con la mano sul suo petto.

Lo sentivo respirare, con calma, sentivo il suo cuore battere veloce, poi calmo, mossi la mano come per assicurarmi che lui fosse vero, e fosse lì, per terra con me. Volsi lo sguardo.

Guardavo le stelle.

Sentii la sua voce bella, rassicurante e dolce dirmi: «Lo sai che desiderio significa mancanza di stelle?»

Sorrisi e chiesi: «davvero?»

«sì.»

«quali sono le tue stelle allora?» Gli chiesi. Mi piaceva quel gioco.

Lo sentii ridere piano. Sorrideva, ne ero sicura. «Le mie stelle sono tante.. le tue semmai quali sono?»

Pensai che non mi aveva risposto: «Tante lo stesso.. me ne puoi dire una? Se vuoi..»

Lui si girò verso di me. Eravamo vicinissimi. Volevo baciarlo. Mi fissò con i suoi occhi blu, con la bocca perfetta, le guance accaldate e un espressione seria. Mi vennero i brividi.

«Una di quelle stelle sei tu.»

Chiusi gli occhi e mi accucciai contro di lui: «Io sono qua.»

Lui mi abbracciò forte: «Sì... per questo lo sono anch'io.»

Mi sentivo così bene tra le sue braccia. Mi sentivo al sicuro, protetta, e niente e nessuno avrebbe potuto separarci. Niente e nessuno.

«Erm.. Mary?»

Avevo ancora gli occhi chiusi e respiravo il suo profumo, risposi con una voce dolciastra: «Sì?»

Chissà quale altra romanticheria mi stava per dedicare.. asdfghjk.

«... Posso mangiare il resto della tua pizza?»

Ah. Certo, dimenticavo di parlare con un maschio.

 

Era presto, erano le otto. Non ero preoccupata per i miei, quel giorno sarebbero arrivati alle otto e mezzo. Ma era meglio farsi trovare in casa.

Così sussurrai mio malgrado: «Devo tornare a casa..»

Mi ero alzata e mi preoccupai per il tavolino le candele e tutto. «come farai a rimettere tutto a posto?» chiesi.

«Don't worry.. Al massimo chiamo qualcuno e faccio mettere a posto. Ti riaccompagno a casa.»

Io stavo per uscire dalla “tenda” quando mi fermai. Rimasi immobile a guardare per terra.

«...tutto bene?» Mi strinse un poco la mano.

Io alzai lo sguardo: «Io... James.. o insomma, Niall, io non..» sbuffai nervosa. Le parole non mi uscivano dalla bocca. «ecco, la vedo difficile.».

Lui si irrigidì. «che cosa, scusa?»

«Ehm.. ehm.. vedi James io.. io voglio una cosa seria. Non una botta e via.»

Lui mi prese le mani «ma anch'io.»

Io alzai lo sguardo sempre più agitata «Lo so! Solo che.. vedi, io non so prima di tutto come la prenderebbero i miei genitori. E poi.. e poi...»

«Non sai come la prenderesti neanche tu.» completò la frase.

«Es.. esatto.- in quel momento mi maledissi mentalmente e continuai a guardarmi i pedi per evitare il suo sguardo. -E'.. tutto così difficile, già in questi giorni non ti sei potuto far sentire, non voglio neanche mettere in conto le fans e i paparazzi, e il turbine di vita che ci sarà. Se.. » “se sarà una cosa seria” finii nella mia testa.

Lui mi lasciò la mano (quanto mi fece male quel gesto. Morii dentro.), fece un passo indietro e si mise le mani nelle tasche dei jeans guardando in alto un punto impreciso. «Mary, io non ti sto costringendo. Io.. so che ti sembra difficile, ma non so perché, non so per quale motivo ti ho incontrato, so solo che c'è qualcosa dentro di me che mi dice di non lasciarti andare.» mi guardò disperato «Ti ho detto com'è la mia vita. Sono sempre al centro di un ciclone, le cose vengono, vanno, fanno come cazzo pare e piace loro, ma non voglio lasciar andare anche te! E io non ce la faccio più, non riesco..» la sua voce stava diventando roca, si fermò e respirò lentamente chiudendo gli occhi. «..non riesco a fare tutto da solo. Ma.. ma se tu già da ora decidi di mollare.. io...»

Non ce la feci più e mi buttai praticamente sopra di lui, circondandolo con le braccia e affondai il viso nel suo collo.

«No. Basta. James non dire niente, sono qui e non voglio andarmene.»

Lui rimase in silenzio e ricambiò l'abbraccio. «Andiamo.» disse dopo poco.

Mi riprese per mano. Le strade erano deserte, per fortuna. Lui per precauzioni si mise il cappuccio e gli occhiali da sole. Era presto e potevano vederlo le fans.

Lo guardai: era così bello.. Lui giocherellò con la mia mano: «Non sei mica vestita di stelle oggi..»

«Ahah, ma ti piace così tanto il mio pigiama?»

«Certo, sei così ssssecsssssiiii» e mi diede un colpo di fianco.

Per poco non caddi. «Soprattutto grazie al mio pigiama.» Gli sorrisi.

«Ci vediamo domani ok?»

«Oh, vediamo..» feci finta di pensarci su «sì, forse domani non ho interviste e cose varie. Per dieci minuti possiamo vederci. Anche tu sei libero?»

Rise di gusto, divertito: «Ahahah, sìsì, per domani non mi hanno detto niente, non dovrei avere problemi.. se non mi faccio sentire sappi che è accaduto qualcosa di grave.»

«Allora va bene. Ci conto.»

«Non ti deluderò.»

«James?» Chiesi con voce tremante.

«..sì?»

«...» guardavo per terra «erm... non starai qua per sempre, vero?»

lui esitò: «.....No.»

«.........» respiro. «per quanto tempo starai qua??»

«Due settimane.»

Spalancai gli occhi. Lo guardai terrorizzata. «Ah. Una è quasi passata, partendo da quando ci siamo incontrati.»

Annuì senza guardarmi in faccia. «Già. C'ero da un giorno. … Quindi mancano ancora otto giorni..»

«e poi??» Chiesi in ansia.

«Londra per qualche giorno. Poi partiamo e se non sbaglio siamo prima in Francia, poi andremo in Spagna, Italia, Germania.. o forse prima Germania? Uhm.. No no era prima Italia.. no Germania..»

Mi fermai di botto e lui si girò. Non ci fu bisogno di tante parole. Mi abbracciò e disse «Ci sentiremo... per quanto tempo ancora rimarrai qua??»

«tre mesi.» “e noi ci conosciamo che da cinque giorni.” pensai triste.

«... Beh, è ottobre.. a gennaio torni a Oxford, lì ci vedremo sicuramente spesso!»

«Dovremo rimanere comunque tre mesi separati..» improvvisamente ero triste, molto, molto triste.

Lui ci pensò sopra e disse «cosa sono tre mesi di fronte a otto splendidi giorni?? Inoltre sono sicurissimo che troverò il modo di tornare ogni tanto!»

«....» Non sapevo cosa dire. Il fato era contro di noi. Già ero una persona debole, non avrei saputo come fare di fronte ai giornalisti e alle fans pazze che mi odiavano, o che mi adoravano, boh, poi ci si metteva anche la distanza..

«erm, volevo dire moooolto spesso! Ti sembrerà di avermi a fianco tutti i giorni!!!» Gli si accesero gli occhi.

Sorrisi scettica: «certo, e poi diventerai babbo natale per portarmi i regali a natale, e io mi trasformerò in una nocciola (?) e vivremo felici e contenti forever... come no.»

Lui fece un sorriso a 32 denti: «Io ADORO le noccioleee» mi abbracciò giocoso spingendomi e facendomi perdere l'equilibrio. «giochiamo!!» Propose felice.

«cosa??» .. Ma avevo sentito male?

Lui esclamò (con la stessa voce che aveva davanti alla Festa Del Cibo): «sììì acchiapparello!!»

«cos..»

«comincia a correre!!!» Mi interruppe.

Lo guardai male. Lui non perse un solo secondo e mi si buttò addosso facendomi il solletico

«Nnoooooooo» esclamai, e corsi veloce, ma non abbastanza. Dopo dieci secondi sentii le sue braccia circondarmi nuovamente e portarmi in alto. Mi fece fare un girò e mi riappoggiò a terra. Grande errore, con uno scatto mi riportai avanti e ridendo urlai «sei lento!!»

«..Ma stai parlando con me o con il tuo riflesso allo specchio??» Mi chiese ridente.

Non ci volle molto per ritrovarmi ancora una volta tra le sue braccia. Mi girai e lui mi guardò sorridendo. Non c'era nessuno in strada. Ci baciammo ridendo.

Casa era deserta come sempre. Stavano per rientrare i miei.

«Allora.. ci sentiamo davvero per domani??»

«No, dai, per finta!»

io sorrisi guardandolo male e dandogli un colpetto: «Bene... erm.. allora vado.»

Lui mi portò le mie mani dietro la sua nuca mentre lui le mise nella mia schiena «Non c'è assolutamente niente che vorresti dirmi dopo questa serata?» Chiese, e mi tornarono i brividi. Mi stava provocando.

lo guardai negli occhi (gli occhiali li aveva già messi in tasca e il cappuccio era sceso da un po'. Guai a chi avesse osato disturbarci.). Erano così profondi, blu, più profondi dell'oceano, trasparenti eppure scuri, ipnotizzanti..

Mormorai: «Sei indimenticabile. Grazie per questo.»

Lui prese le mie mani e se le portò alla bocca. Le baciò e poi mormorò: «e tu grazie per essere il mio sogno.» Poi mi baciò sulle labbra delicatamente e si incamminò. Mi sorrise e girandosi rimise il cappuccio e gli occhiali da sole.

Pensai che sarebbe stato strano vederlo per strada. Non c'era più il sole da un pezzo, e lui portava gli occhiali da sole. Cos'avrebbero pensato le persone? Avrebbero pensato che lui era speciale? Che lui era il ragazzo più bello, dolce cretino, il ragazzo più perfetto del mondo?

No. Non l'avrebbero pensato perché lui era solo mio.

Ancora un volta, oltrepassai la soglia di casa con un sorriso ebete stampato in faccia.

 

 

*my space *

BUUUUUU :D

Eccomi qua, con un nuooooovo (e luuungo) capitolo :D

I prossimi li posterò più lentamente, perché ormai sono quasi arrivata al punto in cui sono arrivata con le brutte … D:

Anyway, come vedete il mondo non è finito (yeah buddie!) :D avevo ragione... sì lo so, io ho sempre ragione, ma vabbe'! :D

 

Pensate che la paura di non farcela di Mary sia infondata?

Com'è James? Cosa ne pensate??

Cosa accadrà ora secondo voi??

avverranno casini?

E come faranno loro due così distanti?

 

MUAHAHAHHAHA mi sento potentee... ok, basta. D:

 

grazie a:

le righe di tomlinson

harlydream

OneD_ILoveYou

Niall dream_

niallerrayban

tommo_smile

 

 

asdfghj continuate sempre a starmi vicina *-* vi adorooo

grazie a chi legge.

Grazie a chi messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite.

:D vi lovvo tanto <3

 

kisskiss Mari :*

 

P. S. mi si è rotto il cellulare (alleluja così me ne comprano uno nuovo) quindi entrerò mooolto di meno t.t mi sorro :c

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Capitolo 9
*** Ansia. ***


9. Ansia.

 

Mi sentivo bella, mi sentivo bella perché un ragazzo bello mi voleva bene. Non mi voleva bene perché mi era venuto a prendere da scuola con una carrozza. Non perché aveva organizzato la cena fuori, no, non solo per questo. Mi voleva bene perché i suoi occhi si accendevano quando mi parlava. Mi voleva bene perché era venuto al freddo e al gelo sotto casa mia cantandomi una canzone. Mi voleva bene perché a volte ci sono cose che si sanno perché le sa solo il cuore. Mi voleva bene e io mi sentivo bella, bellissima.

La mattina dopo avevo due paio di panta neri (faceva troppo freddo!) uno sopra l'altro, un paio di shorts in jeans, una felpa bianca con la bandiera inglese e i ponpon (mi faceva sentire molto fiera della mia origine) una sciarpa enorme e molto caldosa blu (?) e camminavo molto gasata verso scuola. Avevo la testa fra le nuvole, vedevo solo James, gli occhi di James, i capelli di James, il sorriso di James, il fisico di Jam..

«Erm.. ciao!»

puff. La nuvoletta James scoppiò e mi accorsi di avere davanti due ragazze. Mi guardano con occhi cucciolosissimi, sembrava si stessero per mettere a piangere. Mi sembrò di averle già viste..?

Una di queste prese parola con un tono vergognoso: «Ascolta, ti volevamo chiedere scusa per come ti abbiamo aggredita qualche giorno fa.»

L'altra titubò: «Noi non volevamo davvero spaventarti ecco.. ecco noi..»

«Puoi dare questo ai ragazzi?» si buttò la prima in avanti e sempre a capo chino mi consegnò un pacchetto.

Una delle due scoppiò in lacrime: «Noi c-ci teniamo così ta-tanto, ti prego sigh, ti prego abbi cura di Niall... Lui è così dolce..»

Anche l'altra cominciò a singhiozzare e io sentii le lacrime pulsare negli occhi. Mi gettai su di loro per abbracciarle.

Dissi con una voce preoccupata: «Oh mio Dio, come vi chiamate bellissime?? Non piangete non c'è nessun bisogno di piangere, vi prego mi sto commuovendo anch'io..»

Quella che aveva pianto per seconda alzò lo sguardo rigato di lacrime: «Oh, ma.. ma ci stai chiedendo i nostri nomi!! Oddio, grazie grazie..»

L'altra rimase con la faccia coperta dalle mani ma la sentii dire: «Anne»

«E io sono Laura»

«Mary, piacere» portai avanti la mano per stringerla, ma loro non sembrarono accorgersene.

«Lo sappiamo..» Mormorò Anne mentre finalmente liberava il viso e si asciugava le lacrime con la manica della felpa: «Ascolta, davvero, dallo a Niall.. sappiamo che ci sono tante persone che te lo chiedono sicuramente, ma... ti prego, io prego di incontrarli tutte le sere.. Può sembrare stupido ma Niall viene qua pochissime volte e non si sa mai niente di lui...»

Le interruppi. “ci sono tante persone che te lo chiedono”.. no, non ero ancora stata contatta da nessuno come postina, non ancora. «Veramente siete le prime persone che mi chiedono una cosa così.. Mmm..» pensai: “no, Mary, sta zitta. Non promettere niente...” ma non ce la feci a vederle così. Mi si stava spezzando il cuore. Soprattutto quando Anne esclamò: «Oh, ma cosa dico, non li incontrerò mai!» E si gettò tra le braccia dell'amica piangendo.

«Nooooooo!.. non piangere.. erm.. stasera siete libere??» Chiesi disperata. Non volevo essere la causa di tante lacrime, ma di tanti sorrisi, se possibile.

Mi guardarono strane.

Laura disse tremante: «Oddio... oddio sì, perché??»

«Erm.. non lo so,- Oh, cazzo, non potevo andare in giro a pescare ragazze da far conoscere a James.. ma vabbe'. Quella sarebbe stata la prima e ultima volta, pensai. -.. Però vi va di darmi il vostro numero di cellulare?»

«Oh mio Dio.. sì.. sì sì certo ecco..»

Ci scambiammo i numeri di cellulari mentre loro si esprimevano con gridolini di felicità, saltelli eccetera.

A scuola incontrai altre ragazze, con quelle che sembravano tenerci di più ci scambiammo il numero di cellulare. Mi sentivo strana, tutti mi fissavano e i ragazzi si erano improvvisamente accorti che anch'io esistevo. Eppure non mi piaceva, anzi, avrei di gran lunga preferito non essere notata da nessuno, circolare invisibile come sempre, aspettando solo di andarmene da quel posto.

In classe Martha mi aspettava seduta sul posto, mi fissò con aria incazzata e appena mi sedetti, sbottò: «Non dirmi niente, tu, mi raccomando..»

Io preferii far finta di non capire: «..what?»

«Non fare finta di niente. Escitene tranquilla con una star e non dirmi niente! Vai pure da quelle che se ne fregano di te solo per quell'assurdo motivo! E poi, non potevi dirlo anche a me??»

Io rimasi a bocca aperta. “Oh, no.”pensai semplicemente. Mi concentrai per decidere cosa dirle, ma la bocca come sempre mi precedette. «No, ti prego non fare così.. Io..» “Il banco, Mary ricordati di fissare il banco.” «Io avevo paura che anche tu ti interessassi a me solo per Jam.. Niall. Per Niall... Scusa. Perdonami. E poi non ne ero neanche così sicura, perciò se te l'avessi detto e non fosse stato lui ci avrei fatto una clamorosa figura di merda..»

Lei si stava già addolcendo, era arrabbiata per finta, sicuramente aspettava che io chiedessi “scusa” per bombardarmi di domande, infatti mi prese le mani e mi rassicurò subito: «Ok, non ti preoccupare.. Ero un po' offesa perché non me l'avevi detto, ma non importa.» Spalancò gli occhi e sorrise maliziosa «Allora...?»

Io (falsa innocente) le chiesi: «...Allora cosa?»

«Allora avete fatto pace, o era una balla anche quello che mi avevi detto?» esclamò.

Io non seppi cosa risponderle. Non la conoscevo abbastanza bene da andarle a raccontare i fatti miei, non mi fidavo, e non volevo correre il rischio di finire tra i pettegolezzi di tutto il mondo. Così le dissi: «No, erm... diciamo che era un'esagerazione, ahah..»

«Ah, capito tesoro. Com'è baciare una star??»

WTF?!?!? Ma che domanda era quella?? Sentii il gelo nella schiena e rimasi immobile sbattendo le ciglia: «....Cosa?! Ma che domanda è questa!»

Lei abbassò lo sguardo e tentennò: «Ok, scusa per l'indelicatezza..»

«Meno male che te ne accorgi da sola!» sbuffai e mi alzai per allontanarmi. Una vocina dentro di me disse: “ti ci dovrai abituare.” … “ho bisogno di Sarah” pensai io.

Sentii Martha chiamarmi ma per fortuna arrivò la prof. Io le davo le spalle ignorando i bigliettini che mi trovavo davanti con sopra scritto “scusa” .

Finalmente squillò la ricreazione.. c'era solo un problema. Martha mi stava attaccata chiedendomi scusa. «Ok, sei perdonata.» Le dissi con un falso sorriso quando non la sopportai più. «Oh, che bello!» squittì lei sbattendo le mani.

Non feci in tempo ad uscire dalla mia classe per prendere la merenda che due ragazzine mi fermarono chiedendomi degli autografi. Erm... forse stavano esagerando.

Risposi imbarazzata: «Ragazze, erm, certo, anche se mi sembra un tantino esagerato.» Loro invece saltellavano da una parte all'altra. Non sapevo cosa scrivere, così ricordandomi di due attori di teatro ai quali una volta da piccola avevo chiesto un autografo, scrissi: “Con affetto, Mary Milosz” «Ecc..» Dissi porgendo loro i foglietti, ma non feci in tempo a dire “ecco” che mi strapparono i bigliettini dalle mani urlando: «Oddio, grazie grazie grazieeee!!! Abbiamo saputo che stai chiedendo i numeri di cellulare delle fans. Vuoi i nostri??»

Rimasi spiazzata.. Erm, no ecco, vedete se vi sembra normale, gente che arriva e pretende che tu debba avere il loro numero di telefono, e per di più ti fa pesare il fatto che tu non glielo abbai chiesto prima. «Ahah, beh dai sì, datemi i vostri numeri»

Mi guardarono basite: «E il tuo non ce lo dai?»

Socchiusi gli occhi infastidita: «Erm..» oddio. E ora che facevo?? Avevano esagerato sul serio, io non vado in giro a sbandierare il mio numero di cellulare ai quattro venti.. “l'hai già fatto” pensai. Merda. Ero nella merda. C'era la probabilità che entro il giorno dopo migliaia di fans pazze e scatenate avessero il mio numero. In preda al panico, sibilai: «Scusate, devo andare.»

Fuggii dalla classe, ma mi inseguirono: «Scusa, ti diamo i nostri numeri.» Me li dettarono e dissi frettolosamente: «Ok, ciao.»

Le sentii da lontano prendere Martha e chiedere a lei il mio numero. Comprai la prima cosa che vidi e scappai in classe terrorizzata. Un ragazzo mi seguì e mi chiamò: «Mary?»

Io mi girai: «ciao, ci conosciamo?»

«No, ma ti sei dimenticata questo sul bancone.» Mi restituì il mio portafoglio. «Oh, porcapaletta, grazie mille, scusa in quest'ultimo periodo sono un po' sbadata..» Lo osservai meglio.

Era un tronco di ragazzo. Aveva i capelli castano scuro, leggermente spettinati, sicuramente però spettinati apposta, la pelle chiara, i lineamenti delicati ma allo stesso tempo decisi, la maglia attillata a maniche lunghe lasciava trasparire il fisico muscoloso e gli addominali scolpiti, ma ciò che ti catturava subito erano i suoi occhi, verde scuro, che mi fissavano magnetici. Il viso era serio, eppure i suoi occhi sorridevano maliziosi. «Non ti preoccupare, capita a tutti.» Sorrise «come ti chiami?»

Istintivamente inarcai le sopracciglia e stavo per uscirmene con un sarcastico “davvero non lo sai?” ma la mia coscienza dentro di me mi ricordò che non per tutti ero al centro del mondo, perciò meglio non fare figure di merda. «Mary, piacere»

«Christopher, per gli amici Chris.» Ci stringemmo la mano. «Perfetto, erm, ciao.» Sorrisi di sfuggita e mi rintanai in classe. Non mi piaceva come mi sorrideva quello. Non mi piaceva affatto. Mi guardava come un bambino osserva il dolcetto tanto ambito.

A pranzo quel giorno c'era mia mamma, era il suo pranzo libero (?) ma dopo un'oretta sarebbe dovuta subito rientrare in ospedale. Io non avrei mai fatto l'infermiera, era un lavoro che non mi affascinava per niente. Quando con Sarah ad Oxford fantasticavamo sui lavori che ci sarebbe piaciuto fare, i miei erano sempre qualcosa di divertente in cui comunque dovevi viaggiare o essere creativa. Il mio sogno infatti era quello di diventare una regista, ero sicura che un giorno ci sarei riuscita. L'infermiera, invece, non ha niente di divertente o di particolarmente entusiasmante.

Era stanca, ma almeno quel giorno avrei mangiato bene, mi aspettavano spaghetti e ragù, fettina impanata, tortino di zucchine e torta al cioccolato. Miiiaaaammmm.

Dopo essermi ingozzata in maniera peggiore di James (mission impossible.), mia mamma mi chiese come fosse andata la scuola quel giorno. Feci spallucce e borbottai: «Come sempre» Poi lei mi chiese con un'espressione maliziosa: «E di quel ragazzo, che mi dici?»

Cazzo. Io non sapevo mentire, e ora che le dicevo?? Era importante, glielo dovevo dire che lui era famoso? Glielo dovevo dire che aveva migliaia di fans e chissà quanti paparazzi? Sì o no? Mi impappinai e balbettai: «Ahah, erm sì quel ragazzo.. sì sì tutto bene.»

Lei mi rivolse un'occhiata perplessa: «..C'è qualcosa che dovresti dirmi?»

Evitai il suo sguardo. «Erm, no non penso.. Oh, mamma che buona la torta perché non ne fai più spesso?» Sembrò cascarci «Sono contenta che ti sia piaciuta!» Sorrise felice, per poi aggiungere: «Mary, ti posso fare una domanda?»

«Dipende, quale?» risposi cauta. “Help me” pensai.

«Ma quel tipo da dove l'ha tolta fuori una carrozza??»

Mi misi a ridere «Ci credi che non ne ho la più pallida idea? E' pieno di sorprese!» Lei sospirò lieve «Sta attenta, però.» Annuii seria. Sì, dovevo stare attenta. Non pensavo tanto a lui, ma a tutto il resto.

 

Quando mi annoiavo, avevo l'abitudine di appoggiare i piedi sul muro con le gambe distese, rimanere a testa in giù, e chiamare Sarah. Dopo un po' quella posizione diventava scomoda, ma all'inizio mi trovavo bene.

«Prontooooo????»

Urlai quasi: «Haaaaloooo»

Lei rise e mi chiese: «Che mi racconti, cicciona?»

Rimasi a bocca spalancata e inarcai le sopracciglia, poi però mi ricordai che lei non poteva vedere la mia espressione così replicai offesa: «Io cicciona?? Ma ti sei vista??»

«Io sì, sei tu che non mi vedi da un po'.»

«Lo stesso vale per te! Ahahah Dai scherzo, come stai?»

A Sarah venne un attacco di strano sclero e mi rispose con una voce zuccherosa e oca: «Ihihih tessoro mio ma come ztai? Zaooo»

«..Stronza che non sei altro, ecco chi mi ha rubato lo spacciatore personale!»

La sentii ridere: «Dai, racconta!»

«Indovina.» Mi misi bene sul letto ed iniziai a fare cuori col dito sulla parete.

«Erm... Hai imparato a cavalcare un asino? Che ne so!»

«No, è qualcosa di molto più interessante!» Mi bloccai. Non avevo pensato minimamente alla possibilità che forse anche Sarah si sarebbe comportata da falsa, da quel momento.. ma cosa andavo a pensare?!? Lei era la mia migliore amica!!! Non l'avrebbe mai e poi mai e poi mai fatto!

«Erm..Riguarda il biondino?»

«Yeppaa»

«NO, NON DIRMELO.»

«sììììììììììììì» Squittii io raggiungendo il tono ultrasonoro.

«HAI SCOPERTO CHE È DONNA?!?»

Sbuffai: «Daiii Sarah sii seria!!»

«Oh, se ho sbagliato prima significa solo una cosa. È Niall James Horan.»

Io urlai cantando a squarciagola: «I SOGNI SON DEEEEESIDEEEERIIII DI FELIIIICITAAAAA' E UN GIORNO SPERI CHEEEE SI AVVERIII E UN SOGNO DIVENTA REALTAAAAA'»

«Mary, te la sei inventata. Non è così la canzone!» Mi corresse lei, con voce triste.

«Ma che importaaaaaa non capisci?? Avevi ragione, è davvero lui!»

Rispose ovvia: «Certo che avevo ragione, io ho SEMPRE ragione!»

Io sorrisi e mi scusai scettica: «Eh sì, scusa quasi dimenticavo con chi ho a che fare.»

«Per questa volta ti perdono, mia fedele suddita!»

Risi, e mi sentii finalmente leggera in tutta la giornata. Sarah era l'unica persona che appena scoperta la vera identità di James non usciva fuori di melone. … Forse perché lo era già, fuori di melone. Vabbe', comunque fosse, la amavo proprio per questo.

L'unica mia vera amica che non si comportasse da falsa.

«Mary? Perché sei in silenzio? Dovresti parlare, sono curiosa, su!» Mi incitò con la sua voce squillante.

«Ti voglio bene, Sarah, se l'unica che non sia impazzita fregandosene di me e interessandosi solo a James..»

«ahahah, non ti preoccupare.. Ti voglio bene anch'io! Però ora PARLA!»

Le narrai di tutto ciò che era successo con James e dopo, delle ragazzine, dello stress e tutto.

«Ora stasera devo organizzare qualcosa per queste poveracce, sennò muoiono, penso..»

Lei mi bloccò pensierosa: «Ma.. Ma non hai detto che James starà lì per pochissimo tempo??»

Sospirai e le risposi triste: «Sì..»

«Allora non sprecare tempo per delle ragazzine pazze, Mary!»

Io mi irrigidii, ma non feci in tempo a replicare che la sentii esclamare: «Ma che cazzo sto dicendo?? Scusa, Mary.. è ovvio che effettivamente tu voglia aiutarle.. Hai un cuore d'oro. Però non dimenticarti di te e James..»

«Non ti preoccupare, non lo farò.. ma se posso rendere felice qualcuno.. beh, buon per me!»

Sospirai. «Ora vado, Saretta mia. Ci sentiamo sicuramente dopo!»

«Ti mando un bacio e un abbraccio forte forte, Mary!»

Chiusi la telefonata e guardai il soffitto, come sempre. Mi aiutava a pensare (?).

E ora cosa mi inventavo? Potevo chiamare James e chiedergli se era disponibile quella sera per incontrare qualche fan..

Però avrei dovuto darci un taglio. Non potevo sprecare tutto il tempo che avrei potuto passare con lui (che era già pochissimo.) in disparte guardandolo mentre abbracciava altre tipe e firmava autografi.

Mi bloccai un attimo. Realizzai che ero effettivamente “in storia” (non mi piaceva utilizzare questo termine ma lo face perché non me ne venivano in mente altri) con una Star. Famosa. Internazionalmente.

Ma che cazzo era successo, la fortuna aveva deciso improvvisamente di scopare ed era di buon umore?? Boh.

Fatto sta che lui era perfetto, sembrava serio, era carino (carino?? Era... era asdfghjkl. Altro che “carino”), era simpatico e dolce.. Insomma, boh, una botta di culo.

...Ma come aveva fatto a notare una tipa come me? Io nel più fantasioso dei miei sogni mi immaginavo con un ragazzo sì carino ma non particolarmente, magari dolce, un po' stronzetto.. ma niente di che.

Questa volta la vita mi aveva stupita.

Mi risvegliai dalle mie riflessioni e decisi di darmi una mossa e di inviare un messaggio a James.

«Hey, allora per stasera? <3»

 

 

*my space *

HELLO.

C:

 

Allora ragazze, sono un po' nervosa perché mi sta chiamando uno che un tempo era il mio “fidanzato” (se si può chiamare così.)... Mi chiama, io rispondo e lui chiude. Non mi chiama neanche dal cellulare ma dal numero di casa, forse non sa che me lo ricordo a memoria.

È molto, molto inquietante e sto impazzendo.

Quiiiindi non sclererò molto..

Beh che ne pensate??

Aspetto i vostri commenti e le vostre recensioni :3

 

Ringrazio:

niallerrayban

harlydream

OneD_ILoveYou

Niall dream_

le righe di tomlinson

 

ringrazio chi legge.

Ringrazio chi mette la storia tra le preferite/seguite/ricordate.

Ringrazio tutti.. <3

 

Sciaoo c:

kisskiss maaariii :*

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Capitolo 10
*** Conosciamoci. ***


10. Conosciamoci.

Sperai che non accadesse come l'ultima volta che avevo preso l'iniziativa.. Cioè, speravo di non dovermi deprimere a causa del suo silenzio.

Iniziai a prepararmi per uscire (in fondo me l'aveva promesso, che saremo usciti.) Mi misi un maglioncino marrone di quelli enormi che io adoro, con un'immagine Disney di Minnie e Micky e un paio di panta neri (come sempre, io li adoravo erano comodi e caldosi.) e un paio di UGG marroncini. Mi stavo cominciando a truccare quando mi arrivò un messaggio. Mi catapultai nel letto e lessi il messaggio.

Sììì era il suo. “Hey bellissima, tra mezz'ora sei pronta? Passo io, non ti preoccupare.<3”

Mi morsi le labbra e sorrisi con aria ebete, poi lentamente iniziai a digitargli un altro messaggio: “Ascolta, ho fatto una promessa a qualche mia amica.. Ehm, ti va di incontrare qualcuno? <3”

Avevo appena appoggiato il cellulare sullo scaffale del bagno, che squillò la suoneria, indicandomi che avevo appena ricevuto un nuovo messaggio.

Fans?” mi aveva risposto semplicemente. Ero stata un'idiota. Era ovvio che lui fosse stanco di incontrarle, ma ripensando a quelle ragazze non potevo non fare niente. Eppure non volevo renderlo infelice.. così gli inviai “Sì.. Ti prego poi ti prometto staremo tutta la sera insieme. :(“

Ero un po' tremante quando riappoggiai il cellulare, finii di truccarmi e notai che erano già passati venti minuti.. e lui ancora non mi aveva risposto. Stavo cominciando ad innervosirmi, inviai un messaggio anche a mia madre e la avvisai che sarei stata fuori con James, lei rispose subito “ok, ma stai attenta.”.

Poi mi sedetti sulla sedia in camera mia e iniziai a guardarmi attorno sempre più ansiosa, aspettando impazientemente un segno di vita da parte di James. Pensai che magari ascoltando qualche canzone il tempo sarebbe passato più velocemente, feci partire qualche canzone di Pitbull ma anzi ciò non fece che aumentarmi l'ansia. Allora mi si accese la lampadina, mi scaricai qualche canzone e ne ascoltai una che si intitolava “Irrisistible”. Al primo “Don't”, mi sciolsi immediatamente. Mi tranquillizzai e la ascoltai un paio di volte, fino a quando non mi colse impreparata il campanello. Mi catapultai giù saltando a due a due i gradini e presi un bel respiro prima di aprire la porta, aggiustandomi i capelli. Mi aspettava la visione angelica di James che in mano aveva un mazzo di rose rosa e sorrideva con gioia. Io mi avvicinai per prenderle e lui fulmineo si chinò per baciarmi sulle labbra. Alzai lo sguardo sorridente, mi brillavano gli occhi e gli dissi imitando la sua voce sexy «Ciiaaao Uomo sechisi.».

Poi entrai dentro e lo invitai ad entrare un attimo, chiusi la porta e salii svelta in camera a mettere in un vaso le rose, ma quando scesi giù non lo trovai più nel salotto.

«James?» Lo chiamai piano, cercandolo con lo sguardo. Entrai in cucina e lo trovai davanti al frigo.. No, non cercando cibo (come invece mi sarei aspettata, data la sua voracità nel mangiare.), ma osservando con un sorrisetto le foto che c'erano appese, che erano prevalentemente di quando ero o poppante, o mocciosa. Bello, davvero.

Arrivai da dietro e lo abbracciai. Lui mi accarezzò con dolcezza le braccia e si girò, chinandosi cercando desideroso le mie labbra. Cosa che non mancò a trovare. Mise le mani dietro la schiena e le lasciò vagare mentre mi baciava. Socchiuse le labbra e io lo imitai immediatamente, facendo diventare quel bacio qualcosa di poco casto, mentre lui spingeva la testa contro la mia (?).

Io mi staccai e gli dissi a voce bassa: «Ho promesso a delle mie amic..»

ma non mi lasciò finire, mi baciò con passione e sorrisi ricambiando. Mi staccai nuovamente e lo guardai negli occhi: «Eheh, calmino! Devo mantenere le promesse che faccio!» E gli rivolsi un'occhiata supplicante.

Lui sbuffò alzando gli occhi al cielo. «Ok.. dove dobbiamo andare?»

Sorrisi soddisfatta e assumendo una strana espressione, sbattendo le ciglia e fissando un punto imprecisato in alto, e muovendo le labbra indecisa, alla fine gli feci sapere: «Beh.. andremo... Erm..» Mi fermai. Io non conoscevo minimamente la città, ora che ci pensavo. Messa bene, proprio.

Rimasi immobile senza spiccicare parola, mentre lui alzò leggermente un sopracciglio e poi scoppiò a ridere: «Non ne hai la più pallida idea.» Concluse sorridendo.

Mi lasciai andare ad un sorriso anch'io e annuii: «Già!»

Lui mi lasciò i fianchi su cui erano posate fino a quel momento le sue mani, e iniziò a girovagare per la cucina osservando tutto con enorme interesse, poi disse senza guardarmi negli occhi: «Dì loro di farsi trovare in piazza Londra. Tra mezz'ora.»

Io lo trovai adorabile. Tutta contenta presi il cellulare e inviai un messaggio alle ragazze da cui mi ero fatta dare il numero, poi lo misi in silenzioso per non essere disturbata e lo appoggiai sul ripiano che avevo a fianco.

«E in questa mezzoretta che si fa?» Gli chiesi curiosa.

Lui in quel momento stava ammirando una foto molto imbarazzante che mi ritraeva a quattro anni al mare completamente coperta di alghe, con gli occhi chiusi e la bocca spalancata. Lui non lo sapeva, ma da quel che mi avevano raccontato in quella foto ero in procinto di cantare a squarciagola per tutta la spiaggia: “son io la più bella madama dorè, son io la più bella!” Sorrisi divertita a quel pensiero.

Lui si girò appena formulai quella domanda e mi guardò inizialmente con un'espressione seria, che poi si tramutò in qualche secondo in una maliziosa e divertita leggermente. Socchiuse gli occhi e mi disse con voce bassa (e sexy): «Conosciamoci..»

Io scoppiai a ridere istericamente e lo scongiurai: «Non con quella faccia, però, James.. Sembra che tu voglia sco.. erm, scozzare!» Sentendo il termine che mi ero appena inventata, mi misi a ridere ancora più forte e mi piegai per terra.

Dentro di me avrei voluto tanto sapere perché stavo facendo quella scenata. Vabbe', ormai dato che c'ero ridevo.. da sola, perché lui era rimasto serio. O meglio, non lo sentivo ridere da coglione come faceva sempre. Il che mi sembrò strano, alzai lo sguardo e me lo ritrovai davanti con una strana espressione, gli tremavano le labbra.. Poi si lasciò andare e iniziò a ridere anche lui, si buttò per terra ed iniziò a ridere tenendosi la pancia (nello stesso mio modo, poi.), e mentre io mi chiedevo perché stessimo ridendo così tanto (normale, mi dicono.) mi ritrovai per terra a fianco a lui e girai lo sguardo.

Aveva il viso a chiazze rosse, e gli occhi lucidi, un sorriso che avrebbe davvero illuminato anche gli abissi dell'oceano, e due iridi azzurre scintillanti per le lacrime. Perfetto, come sempre. Si girò anche lui verso di me e mettendosi un po' più comodo, cioè alzandosi sui gomiti, mi chiese: «Signorina Milosz, non ci sarebbe un posto più comodo su cui coricarsi?»

Gli dedicai un sorriso scettico e risposi: «Certo. Alza il culo e vai sul divano, su.»

Lui sbarrò gli occhi sconvolto ed esclamò: «Cooome sei volgare!» Poi si alzò con un balzo e dopo qualche secondo mi ritrovai fra le sue braccia «Ora ti meriti una punizione!»

Dopo i primissimi secondi in cui non mi ero ancora resa conto del fatto che mi aveva presa in braccio, iniziai a divincolarmi stile lombrico e gridando «Mettimi SUBITO giù!» e cercando in tutti i modi possibili di liberarmi, lui mi mollò sopra il divano.. o almeno, queste dovevano essere le sue intenzioni, perché io rimasi aggrappata a lui. Sembravo un koala.

Lui mi rivolse un'occhiata stranita e io tenendomi forte al suo collo gli dissi: «Peggio per te!» Stavo per aggiungere “ora ti starò appiccicata per sempre!” Ma sentii delle mani farmi il solletico.

Persi il controllo di me stessa e caddi sul divano come un sacco di patate, con la mia risata che più che risata sembravano urla di un criceto in calore (?). Lo sapevo, mi ero sempre vergognata del modo in cui ridevo.

Non riuscivo ad allontanarlo da me e rimanevo così vittima tra le sue mani (?).

Mi faceva male la pancia da quanto stavo ridendo.

Ad un tratto mi ricordai delle ragazze fans. «James? Che ore sono?» Chiesi cercando di parlare normalmente. Lui si fermò e si guardò l'orologio: «Erm, missà che è ora di andare. Mancano 5 minuti.»

«Merda!» Esclamai rizzandomi in piedi come una molla e correndo a mettermi una sciarpa scura. Io non vivevo senza sciarpe.

Lui invece con calma mi seguì e mi aspettò davanti alla porta con un sorriso radioso. Quando mi imbacuccai ben bene mi chiese: «Andiamo?»

Io annuii e uscimmo fuori, mi girai verso di lui per domandargli dove dovessimo andare, ma lui mi mise il braccio sulla spalla e mi strinse a se con forza, per chinarsi su di me.

Lo sentii bisbigliare: «Ci sono due paparazzi dietro la macchina, Mary. Cammina velocemente.» Poi sembrò ricordarsi che stava andando a firmare degli autografi, e aggiunse: «Anzi, non ce n'è bisogno... semmai bisognerà scappare dopo. Tu stai sempre vicino a me.»

Io sbiancai. Due paparazzi. Che anche in quel momento ci facevano foto. Foto che poi sarebbero finite in giornali e giornaletti di tutto il mondo. Merda.

Istintivamente iniziai a correre quasi, e James mi imitò subito. Lo seguii e girammo in una viottola strettissima, mi fermò però prima di girare nuovamente e mi sussurrò guardandomi negli occhi: «Bella, questo lo faccio per far contenta te.. Anche loro ovviamente, ma ci sei tu per prima. E ricordati che non ci starò molto, anzi, e subito dopo dobbiamo correre. Scappare.. ok?» Mi sorrise incoraggiante.

Io annuii semplicemente. Stavo ancora pensando ai paparazzi che ci avevano aspettato fuori da casa mia. Oddio. Realizzai che sapevano dove abitavo io.

Stavo per ripetere “merda” mentalmente, ma non feci in tempo.

James mi aveva trascinata fuori dalla viottola ed eravamo sbucati in una grande piazza.. completamente piena di ragazze.

Cazzo, ma da dove erano uscite fuori? Io sì e no avevo contattato una decina di ragazze. Appena si accorsero di me e James (anzi, di James, punto.) si scatenò il putiferio. Venimmo quasi investiti. Sentii James che in quel turbine mi strinse più forte la mano e mi mandò un'occhiata per dirmi “tieni duro”. Poi delle ragazze intelligenti fermarono le altre e con foga le costrinsero ad indietreggiare e lasciarci un minimo di spazio. Improvvisamente tra tutto quel frastuono si sentì la voce di un uomo che superava di gran lunga tutte le altre.

«Horan!» io non vedevo niente, ero bassa, ma notai che Niall aveva inizialmente sorriso, poi però aveva assunto un'espressione preoccupata. Le ragazze si zittirono leggermente intimorite, anche se molte continuavano a strillare e saltellare in iperventilazione. Alcune piangevano.

La voce continuò ad urlare, questa volta un po' più vicina: «Ma sei MATTO?? Ma cosa stai comb.. lasciatemi passare, ragazze!» Vidi lo stesso uomo che aveva “controllato” la carrozza alla festa del cibo, lo stesso che mi era sembrato di scorgere da lontano controllare noi e poi entrare in un negozio.. Come si chiamava? Tom? Mike? Ben? Non me lo ricordavo... era comunque un nome corto. Vabbe', poco importava.. ero sorpresa di rivederlo lì.

James però pareva preoccupato, invece.

Tom/Mike/Ben riuscì finalmente ad arrivare davanti a James che evitò di guardarlo in faccia e si girò verso di me.

«Ma che cazzo stai combinando?!» Gli chiese furioso Tom/Mike/Ben.

James rispose un po' intimorito: «Beh, avevo promesso loro che sarei venuto.. Non erano così tante. Davvero..»

Quello sbuffò roteando gli occhi e si girò verso le ragazze che ormai assistevano alla scena tutte in fermento per avere Niall James Horan di fronte a loro. Gridò: «Allora ragazze, tutte in fila davanti alla piazza. Fate in fretta.» Quelle però non si spostarono di un millimetro. Sbraitò nuovamente: «Ho detto di mettervi in fila davanti alla piazza!» Allora corsero tutte davanti alla piazza, non in fila ma poco importava.

Io ero rimasta muta tutto il tempo, James si chinò e mi disse: «Lui è Mike.. è stato incaricato di farmi da bodyguard e in teoria avrei dovuto avvisarlo.. Non sapevo fossero così tante..»

Io mi sentii una cacchetta, in quel momento. Era tutta colpa mia, se ora James era finito nei guai. Ma perché non riuscivo a combinarne una giusta?!

Lo guardai con aria sconvolta e lo supplicai: «Perdonami! È tutta colpa mia... che merda, ma perché son fatta male??» Lui mi zittì mettendomi una mano sulla bocca e poi scompigliandomi i capelli: «Non ti preoccupare.. Ora ci pensa lui.»

Io però mi fissai la punta delle scarpe con aria sconsolata.

Ti vuoi rovinare la vita? Conosci Mary Anne Milosz! Non ha mai nessun tipo di problema ad incasinartela!

Mike si avvicinò alle ragazze e ne contò dieci a caso e le portò avanti, contando pochi minuti che lasciava loro a disposizione per autografi e cose varie con James.

Nel frattempo, notai che ai lati c'erano uomini con enormi macchine fotografiche che immortalavano qualsiasi momento. Paparazzi ovunque. Il mio incubo.

 

*my space *

ohhh goooood al posto di “space” ho scritto “spacciatore” e.e

Aaaaaanyway a tutti, mi dispiace tanto peeerdonatemi se ho postato questo capitolo ora..

ma sono incasinata persa con i compiti e le interrogazioni, e questo e quell'altro, sono sicura che anche voi non siete al settimo cielo per la scuola quindi confido nel fatto che mi possiate capire t.t

 

Il capitolo è una schifezza ne sono consapevole, volevo solo dirti che non andrà tutto rose e fiori appena James partirà, ma ci sarà qualche sorpresa muahahahahahh (?)

Ok basta.

Cheeee ne pensate?? :D

Ditemi tutto ciò che vi passa per la testa, anche se non c'entra, tipo se pensate “unicorni che diventano prosciutti” scrivetemelo nelle recensioni :D

Vi aspetto come sempre c:

 

I ringraziamenti vanno alle fantasticosissime:

niallerrayban

annieoliviero

coniYOLO

LaCaliforniana_

OneD_ILoveYou

alexia oneD

harlydream

Niall dream_

le righe di tomlinson

 

anjkdnksdjnsdk vi lovvo much!!!!! :D

ora evaporo e.e

grazie a chi legge

grazie a chi mette la storia tra le preferite/seguite/ricordate anmkcdnmdcks :D

 

kisskiss Maaari

 

P. S. ho fatto una cover su You tube di one thing con una mia amica! Passate e se potete lasciate un commento o seguiteci su twittah (sono nella descrizione del video i nostri account c;)

http://www.youtube.com/watch?v=daxzS8lHWAA

 

mlmlmlmlml... che significa MUCH LOVE! (cooosa stavate pensando,e h?? e.e ) :D

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Capitolo 11
*** Torte Margherite ***


11 Torte margherite.

 

Ad un tratto parcheggiò un'auto dalla quale uscirono tre uomini vestiti allo stesso modo di Mike, e si misero a schermare la folla contenendo alcune ragazzine che saltavano urlavano e piangevano.

Io guardavo imbambolata la scena quando sentii una voce chiamarmi.

Mi risvegliai e notai che James mi fissava trattenendo a stento una risata. Quando mi incantavo avevo una faccia buffa, lo sapevo già.

«..Mary? Sei con noi o stai sognando?» Mi chiese sorridente. «Queste ragazze qua ti devono dire una cosa.» Accennò appena con la testa a tre ragazze che aveva di fronte.

Non le avevo mai viste. Una di loro aveva gli occhi rossi e lucidi e ogni tanto alzava la manica della felpa che indossava per asciugare velocemente un lacrima che le cadeva dall'occhio. Le altre due però non erano a quei livelli.

«Vi lascio sole.» Disse James e si allontanò verso un altro gruppo di ragazze che lo aspettavano controllate da uno di quegli uomini che a me sembravano tanto loschi.

Io mi avvicinai alle ragazze e sorrisi loro timidamente.

«Ciao..» Mormorai tentando di farle parlare.

Una di loro fece un passo in avanti e titubante prese la parola: «Ehm.. possiamo fare una foto con te?» Chiese.

Io annuii contenta di essere utile almeno a qualcosa, anche se sinceramente non capivo perché volevano fare una foto proprio con me. Non è che avessi molto di speciale, io. Ma certo se mi chiedevano una foto non avrei detto no senza motivo.

Mi si misero a turno a fianco e fecero le foto che volevano tanto. Quando arrivò il turno di quella in lacrime, dopo la foto mi abbracciò affondando la testa nella mia spalla e singhiozzando: «Grazie mille... Tu hai realizzato il mio sogno!» Poi sorridendo con due occhi scintillanti si allontanò insieme alle altre, dopo che ebbi firmato anche gli autografi. Si fermò e tornò indietro: «Tieni questi sono i nostri account su Twitter!» Mi porse un bigliettino e evaporizzò.

In quel momento realizzai che non avevo Twitter. Vabbe', me lo sarei creato più tardi, a casa.

 

Mi sorprese il fatto che finì dopo neanche mezzoretta, il tutto.

I bodyguard erano stati tutto il tempo col fiato sul collo alle fans (che poi avevo scoperto non essere tutte di Mullingar, ma di molti paesi lì vicino.) e dopo che incontravano James per pochissimi minuti, le costringevano ad allontanarsi dalla piazza, anche sapendo che sarebbero rimaste lì intorno nella speranza di incontrare nuovamente James.

Finalmente dopo l'ultimo gruppetto di ragazze, i body guard si avvicinarono a noi dicendoci di entrare nella macchine, io stavo iniziando ad avviarmi, ma James scosse la testa.

«No.»

Io mi girai fissandolo incuriosita, chiedendomi perché volesse correre il rischio di girare a piedi.

Lui aggiunse: «Non vi preoccupate, Mike tu aspettaci con una macchina vicino a casa- gli rivolse uno sguardo eloquente e Mike annuì – noi vi raggiungiamo a breve.»

Gli uomini entrarono nelle auto, e James si girò, mi prese per mano ed iniziò a correre.

Continuammo a correre fino al parchetto, lì mi mostrò un'uscita piccola, minuscola anzi, della quale non immaginavo neanche l'esistenza. «Dai, Mary. Corri.» Mi diceva ogni tanto, e si girava preoccupato, controllando che non avessimo paparazzi dietro. Finalmente sì fermò e ridendo come un'idiota gli lasciai la mano poggiandomi sulle ginocchia inarcando la schiena e respirando affannosamente. Lui aspettò paziente che risollevassi lo sguardo poi si mise a ridere con me.

Lo ammirai mentre rideva tenendosi la pancia e pensai che non avrei mai e poi mai immaginato di essere, un giorno, a fianco ad una celebrità, innamorata di lei, a ridere con lei scappando dai paparazzi e dalle fans.

Mi portò ad una macchina guidata da Mike e disse: «Portaci a casa mia.»

L'uomo annuì semplicemente e iniziò a guidare. James mi mise un braccio intorno alle spalle e mi guardò sorridendo soddisfatto. Io mi persi in quei suoi occhi azzurri consapevole di avere uno sguardo ebete, ma non distolsi lo sguardo, sentivo il formicolio nello stomaco, ma rimasi a guardarlo, lui si avvicinò piano a me socchiudendo gli occhi, io lo imitai, socchiusi un poco le labbra, quando lui si fermò e sussurrò: «Sai cucinare?»

Io mi allontanai guardandolo male: aveva rovinato un bacio perfetto. Gli chiesi: «Ma che domande sono queste? Certo che so cucinare.»

Lui sorrise guardando fuori dal finestrino annuì vigorosamente poi tornò a guardarmi e disse: «Lo sapevo che sei perfetta.»

Io inarcai le sopracciglia e sospirai scettica. «Certo...»

Lui non rispose e continuò a fissarmi sorridendo insistente, mentre io cercavo di ignorarlo guardando fuori.

Ad un tratto sbottai: «Smettila di guardarmi in quel modo!»

Lui appoggiò il capo sulla mia spalla scostandomi di poco i capelli, e sentii il suo respiro sul collo. Porca palettina, sembrava mi stesse sniffando, così non era valido, sentivo la pelle d'oca e i brividi ovunque!

Inspirai lentamente e mi girai verso di lui, eravamo a pochi centimetri di distanza ma non ci baciammo, continuammo a respirarci la pelle l'uno dell'altro, io risi, lui mi prese il viso tra le mani.. E lo fermai mettendogli la mano sulle labbra.

Lui mi guardò contrariato e io gli indicai Mike. James alzò gli occhi al cielo con espressione esasperata e si sedette composto e innocuo al suo posto guardando il finestrino col broncio.

Io sorrisi e guardai fuori.

Era come se ci conoscessimo da sempre.

In silenzio arrivammo davanti ad una villetta piccola ma confortevole, almeno dall'esterno.

Lui scese e mi tenne la portiera aperta facendo scendere anche me, poi disse a Mike che per qualunque problema l'avrebbe chiamato e infine mi prese per mano e mi accompagnò alla porta.

Rimasi incantata, il salotto era di dimensioni normali, ma era arredato divinamente.. e soprattutto ovunque c'erano foto di James e di un altro bambino e ragazzo che intuii doveva essere suo fratello.

«Lo so, è imbarazzante.» Lo sentii borbottare dietro di me, io invece risi piano e mi avvicinai a tutte quelle foto così dolci, lui in pigiama che mostrava a circa quattro anni un enorme camion giocattolo, lui che rideva indicando un buco tra i denti che doveva indicare il suo primo dente da latte caduto, lui era così puccioso in quelle foto e ora era lì... aspetta. Ma dov'era finito?

Mi guardai intorno e non vedendo più traccia di lui scrollai le spalle e continuai incantata ad ammirare James junior in tutta la sua bellezza.

Ad un tratto sentii delle braccia circondarmi la pancia e qualcosa mi si appoggiò sulla testa, mi girai e lo abbracciai. Mi sentivo così bene tra le sue braccia, era in grado di riportare tutto a posto.

Dopo un tot di tempo indeterminato, sentii la sua voce dolce dire: «Vieni, andiamo a cucinare!»

Si staccò da me e saltellò (sì, saltellò.) in una stanza lì a fianco, io lo seguii curiosa e mi trovai davanti una splendida cucina, col piano da lavoro enorme.. Insomma, il sogno di mia mamma.

Sopra c'erano varie ciotole piene di ciò che doveva essere farina, zucchero, uova..

Lo guardai curiosa chiedendo: «Ma vuoi cucinare sul serio?»

Lui annuì mentre gli occhi gli sbrillucicavano e mi sbatté in faccia un libro, che allontanai leggendo “Le torte della nonna.”

Lo guardai divertita: « “Le torte della nonna” ?? Dimmi che non sei serio!»

Lui mi fissò con i suoi occhioni da cucciolo e mi chiese candido: «Certo che lo sono, perché?»

Io scossi la testa e lo aprii iniziando a leggere le ricette, mentre con la coda dell'occhio notai che si stava spostando e stava venendo verso di me.

Avvicinò la testa leggendo anche lui la ricetta ed esclamò: «Questa mi piace!»

Io alzai lo su di lui e gli feci notare: «Guarda che questa è una semplicissima torta margherita.»

Lui annuì convinto e gridò quasi: «Mettiamoci ai fornelli!»

Pesammo tutti gli ingredienti e iniziammo a mescolare il tutto. Io non ero abituata, avevo il robot a casa, ci pensava lui a creare la torta, tu dovevi semplicemente versarci gli ingredienti dentro.

Stavo mescolando faticando un po' quando ad un tratto lui mise fulmineo il dito dentro la miscela e poi me la spalmò sul naso.

Io non feci in tempo a ribattere che lo ripeté, questa volta però lo scostai (anche se ormai il danno era fatto) e guardandolo meravigliata e ad occhi aperti dissi: «Ma.. Ma questa è una dichiarazione di guerra!»

Lui per tutta risposta cercò di rimettere il dito dentro la ciotola ma gli diedi un colpo, ci misi due dita dentro e gliele spalmai in faccia.

Lui a questo punto ridendo ci mise tutta la mano dentro... e mi toccò i capelli. Io impazzii. I capelli di una ragazza non vanno mai toccati, mai. E se ancora James non lo sapeva, beh l'avrebbe saputo presto e se lo sarebbe ricordato per sempre.

Rimasi con gli occhi chiusi qualche secondo, poi lo fissai immobile mentre lui rideva come non mai continuando a disegnarmi strane figure in faccia con la crema.

Poi senza dire niente, presi l'intera scodella piena di crema e gliela buttai interamente addosso. Lui si mise a ridere e con le mani cercò di crearsi un buco tra la crema, per gli occhi, poi boccheggiando iniziò a ridere come uno scemo cercando di gridare senza soffocarsi: «Brutta.. Brutta stronza!»

Io allora mi unii a lui ridendo e senza pensarci due volte presi un piatto in cui c'era la farina e gliela buttai addosso.. o almeno tentai di farlo, perché lui mi aveva prevenuto e aveva capovolto il piatto, facendomelo versare in testa. Poi mentre io mi giravo passando in rassegna il più veloce possibile tutto ciò che c'era in quella cucina, lo vidi sbucciare alla velocità della luce una banana, per poi inseguirmi correndo fino a quando io non mi armai di un uovo e glielo buttai sulla maglia, mentre lui mi spiaccicava la banana in faccia.

Io allora cerci di implorare perdono, o meglio, implorai una pausa, gridando tra le risate: «Time-out! Stop! Basta!»

E lui ridendo mi lasciò andare, mi specchiai nel vetro della dispensa e mi toccai i capelli appiccicosi scuotendo la testa divertita, indecisa però se piangere o ridere. Quell'idiota invece rideva con la sua solita risata scema (adorabile.), quasi rotolandosi dalle risate per terra.

«C'è un bagno?» Chiesi con voce flebile e lui annuì e si incamminò verso un piccolo corridoio, mentre io lo seguii subito.

Il bagno era enorme e spazioso, con una parete costituita interamente da uno specchio, che in casi normali avrei adorato... in quel caso però non c'era neanche da mettersi le mani nei capelli talmente facevano schifo.

«Oh, no..» Mormorai disperata e corsi verso il lavandino, per iniziare a lavarmi la faccia.

Sentii la sua voce dire: «Sta ferma.» E poi acqua calda bagnarmi la testa e i capelli e nel riflesso allo specchio vidi che teneva in mano il tubo della doccia, massaggiandomi dolcemente la testa.

Mi rilassai, era così dolce.. e pensare che ci conoscevamo da pochissimo...

Per un attimo pensai che avrebbe potuto con un semplice movimento infradiciarmi tutta ma mi bloccai dicendomi che non l'avrebbe fatto.

Dopo che mi lavai i capelli e me li asciugai col phone, lui aspettò che uscissi per farsi una doccia veloce, mi disse di aspettarlo in camera sua, ci avrebbe messo meno di tre minuti.

Camera sua era.. una normale camera di un normale diciannovenne. Cioè, vari poster al muro, uno di Justin Bieber, un altro dei Beatles, roba sparsa un po' ovunque, il computer con la scivania in una angolo, il letto fatto (sicuramente non da lui.) con sopra felpe e jeans..

Mi sedetti sul letto ad aspettare e controllai il cellulare.. Mi venne un colpo. Oddio. Avevo una cinquantina di messaggi da leggere. Iniziai a leggerl.. erano quasi tutti da parte di numeri sconosciuti:

Grazie mille per la serata di stasera, hai realizzato il mio sogno, ti amo, sei unica speciale e bellissima xx” Oh, grazie.. ma chi era? Boh. Le risposi: “Grazie a te, son sicura che anche tu sei bellissima ciao ciao xx”

Coppiai la risposta e continuai a leggere:

Oddio ancora non ci credo ho abbracciato Niall James Horan! Digli che lo amo e che per lui noi directioners ci saremo sempre. Digli che è il mio sorriso xx” Questa volta scrissi: “grazie xx” e coppiai la risposta per inviarla uguale a tutti.

Io amo te e Niall, insieme siete veramente carini, sei una ragazza fortunata, digli che lo amo xx”

VI ADORO VI AMO CON TUTTO IL MIO CUORE SIETE DANNATAMENTE PERFETTI xx”

DIRECTIONERS LOVE MIALL. Xxxxx”

grazie sei veramente speciale. Non sai cos'è significato per me questa serata. Xxx”

Impallidii improvvisamente ad un messaggio:

Tu devi morire. Niall è MIO.”

Sentii i brividi nella schiena e rimasi a leggerlo centomila volte. Tutto d'un tratto non volevo più leggere il resto dei messaggi.

«Mary?» Mi girai istantanea terrorizzata e calmandomi in un primo momento che era Niall, tornando in agitazione quando realizzai che era solo in pantaloni.

Abbassai lo sguardo sul cellulare e deglutendo riuscii a dire: «Messaggi che mi hanno inviato le tue fans..»

Vedendo la mia espressione dopo aver indossato una felpa (uffa.) si sedette a fianco a me circondandomi le spalle con un braccio e chiedendomi preoccupato: «Cosa dicono?»

Io risi piano nervosamente e dissi «No.. sono quasi tutte dolcissime.. Solo che ne ho appena letta una non tanto rassicurante..» Lui mi prese il cellulare dalla mano con delicatezza e letto il messaggio disse: «Non ti preoccupare. Non ti faranno proprio niente.»

Io scossi la testa e tentai di spiegargli, rimanendo nervosa: «No... non è quello. Figurati, non ho paura che mi facciano seriamente del male... solo che mi chiedo perché mi vogliano così tanto male..»

Lui fece spallucce e la finì: «Sono esagerate.» Poi sorrise furbetto e iniziò a farmi il solletico ai fianchi, e mentre io gridavo: «Noooo!» lui continuava divertito.

 

 

*my space *

Hello Hello Peopleeeesssssssss (?)

Aluuuuura sto male :c

Stanotte mi son svegliata alle cinque del mattino perché mi si era bloccata la respirazione e stavo soffocando.. ma questi sono particolari e non ve ne frega niente.

Spero solo di essere riuscita a sciogliervi un po' implorando il vostro perdono per un ritardo così assolutamente clamoroso.

È che sono davvero incasinata. :c

 

Aaaanyway.

Cosa succederà?

Questo è un capitolo noioso, ne sono consapevole, ma il bello (?) deve ancora venire c:

Ve lo posto perché non posso farvi aspettare in eterno :o

 

Ringraziamenti:

TU, SPLENDORE LUMINOSO (?) CHE STAI LEGGENDO IN QUESTO MOMENTO.. grazie. <3

per sopportarmi devi davvero essere una eravigliosa persona c:

soprattutto a:

niallerrayban

harlydream

Niall dream_

LaCaliforniana_

coniYOLO

la righe di tomlinson

alexia oneD

OneD_ILoveYou

 

ringrazio i lettori silenziosi

e quelli che hanno messo la storia tra le preferite/ricordate/seguite

asdfg. Vi lovvo very shetty yeah buddie (?).

 

ora vado a leggere qualcosa di interessante (?) c:

kisskiss Maaari c:

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