Spiriti

di bik90
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Inizio ***
Capitolo 2: *** Prime conoscenze ***
Capitolo 3: *** Arrivi ***
Capitolo 4: *** Acqua e fuoco ***



Capitolo 1
*** Inizio ***


Il paesaggio che le si stagliava davanti la lasciava indifferente. Un paio di volte aveva fissato un punto indefinito del cielo limpido e altrettante volte era tornata a fissarsi la punta delle scarpe. Avrebbe tanto voluto viaggiare in moto ma suo padre era stato categorico e avevano dovuto usare la limousine che di solito veniva lucidata per le grandi occasioni dell’uomo. Lamentarsi non era servito a niente. Provare a dirgli che a lei di quell’Accademia non fregava niente non aveva portato a nessun risultato.
<< Impaziente di arrivare? >> la stuzzicò il signor Kuga che sedeva di fronte a lei mentre sorseggiava un bicchiere di vino bianco.
Lei lo guardò in cagnesco senza rispondere e questa sua reazione lo fece scoppiare a ridere.
<< Vuoi una coca-cola? >>.
<< Smetti di fare il padre premuroso, lo so che sei contento di liberarti di me >>.
Goro allargò le braccia in segno di resa.
<< Ammetto che non mi dispiacerebbe che qualcuno ti rimettesse in riga >> disse con calma << E poi dovresti essere orgogliosa di frequentare l’Accademia degli Spiriti, non a tutti si presenta quest’occasione. Non tutti possono vantare di avere uno Spirito >>.
Involontariamente Natsuki si toccò il lobo destro dove da qualche giorno vi era incastonato il piccolo orecchino con un piccolo cristallo. La gemma brillò per un attimo al contatto delle sue dita.
<< Sei amareggiato che non sia capitato a te? >> gli domandò in tono brusco.
Suo padre non rispose preferendo limitarsi ad osservarla e la sedicenne tornò a guardare fuori. Ormai non doveva mancare molto al loro arrivo. Scostò leggermente la manica dell’uniforme della sua vecchia scuola che aveva indossato per vedere che ora fosse. Si erano messi in viaggio all’alba ed era quasi ora di pranzo. Sentì il suo stomaco brontolare ma non se ne curò, il suo unico pensiero era trascorrere meno tempo possibile con quell’uomo. Le venne da sorridere riflettendo sul fatto che, nonostante avessero vissuto per sedici anni sotto lo stesso tetto, erano quasi due estranei. Non avevano mai avuto un buon rapporto e lei fin da bambina aveva preferito la compagnia della loro vicina di casa. Era una donna sola, di mezza età, molto gentile che le preparava sempre i biscotti per merenda. Quando frequentava la scuola elementare, si fermava sempre da lei e veniva aiutata con i compiti; successivamente, quando avrebbe potuto stare a casa da sola, cucinarsi e studiare, vi si recava lo stesso. Ripeteva a se stessa che lo faceva per tenerle compagnia, perché non c’era mai nessuno che la andasse a trovare ma nel suo cuore sapeva la verità. Quella signora le ricordava la madre che non aveva mai avuto e che era morta nel metterla alla luce. Suo padre non si era risposato una seconda volta e quindi quella era l’unica figura femminile di riferimento che aveva. Ma poi un paio di mesi fa anche lei era morta di infarto fulminante secondo il parere dei paramedici che stavano portando via il corpo mentre la sedicenne stava rientrando. Così non aveva potuto raccontarle la sua giornata come faceva sempre, non aveva potuto sentire il profumo dei suoi biscotti che si espandeva per la cucina, e soprattutto non aveva potuto dirle addio. Se n’era andata in silenzio esattamente come Saeko sedici anni prima. Nell’arco dei mesi che seguirono poi, la sua vita fu completamente stravolta. L’arrivo di Duran, il suo Spirito, era stato così improvviso che quasi non si era accorta di quello che era accaduto. Solo quando un forte dolore l’aveva colta all’altezza dell’orecchio si era accorta dell’orecchino e di quello che significava. Non ne aveva fatto parola con nessuno per diversi giorni; d’altronde con chi avrebbe dovuto farlo? Non conosceva nessuno che poteva definire veramente amico e suo padre era sempre troppo impegnato col suo lavoro. Era stato da allora che aveva iniziato a vedere delle cose alquanto strane. Le capitava inaspettatamente e quelle immagini duravano solo un paio di secondi. Delle volte non comprendeva nemmeno lei cosa vedesse, sapeva solo che le faceva terribilmente male la testa dopo. Delle volte le urla che sentiva era agghiacciati. Scosse impercettibilmente il capo domandandosi se fosse normale. Magari avrebbe potuto porre qualche domanda alla preside dell’Accademia, forse lei le avrebbe saputo rispondere e anche prescriverle qualcosa per il dolore. Chiuse gli occhi per un momento e l’attimo dopo la limousine si fermò. L’autista scese dall’auto e aprì lo sportello per permettere a padre e figlia di scendere a loro volta. Natsuki osservò la struttura austera senza un minimo d’entusiasmo.
E così è qui che vivrò d’ora in avanti, pensò con un mezzo sorriso, Se credono d’ingabbiarmi si sbagliano di grosso.
L’autista depositò per terra accanto a lei le due valigie con tutte le sue cose e si affrettò ad allontanarsi ad un cenno del signor Kuga.
<< Fa un sorriso, Natsuki >> la incoraggiò Goro << Stai per diventare un’alunna dell’Accademia degli Spiriti >>.
In quel momento tre figure vennero verso di loro. Una era una ragazza più grande di lei forse di qualche anno, una poco più che una bambina su una sedia a rotelle spinta da una donna che indossava una ridicola uniforme da cameriera. La sedicenne le guardò inarcando il sopracciglio.
 
Shizuru Fujino era stata fatta chiamare dalla preside dell’Accademia e diligentemente aveva lasciato le sue lezioni per recarsi da lei. Era una studentessa di diciotto anni, dagli ottimi voti ed era stata votata dagli studenti come Presidentessa del Consiglio Studentesco per le sue doti e il suo charme. Ma c’era un’altra cosa che nessuno sapeva su di lei. La ragazza rivolse un leggero sorriso a due studentesse del primo anno che uscivano dal bagno e queste si allontanarono parlottando tra loro e gettando brevi occhiate alle loro spalle. Arrivò in presidenza e bussò prima di entrare.
<< Entra pure >> disse la voce della preside.
Shizuru, nell’avanzare, rimase come sempre colpita da quel viso da bambina e dalla costituzione gracile di Mashiro Kazahana. Si domandò come fosse riuscita a ricoprire quel ruolo ma poi preferì lasciar perdere.
<< Buongiorno Shizuru-san >> la salutò cortesemente la preside con un sorriso << Spero di non averti disturbata proprio nel mezzo di una spiegazione interessante >>.
La diciottenne ricambiò il gesto e fece un leggero inchino in segno di rispetto.
<< Buongiorno a lei Kazahana-sama >> rispose << Sicuramente c’è qualcosa di molto importante se la preside vuole parlarmi >>.
Shizuru era sempre stata molto sveglia e perspicace e le sue doti si erano sviluppate ulteriormente con l’arrivo Kiyohime, il suo Spirito.
Mashiro annuì prendendo da un cassetto della scrivania un fascicolo e poggiandolo sul tavolo.
<< Oggi arriverà una nuova alunna >> spiegò << E mi è sembrato doveroso avvertirti >>.
Gli occhi della Presidentessa del Consiglio Studentesco s’illuminarono.
<< Vuol dire che è lei? >> domandò senza riuscire a non far trasparire una nota di gioia.
Di nuovo la preside annuì allungandole le carte affinché le leggesse. Shizuru prese il fascicolo scorrendolo velocemente mentre un sorriso le increspava le labbra. Vide la sua foto e rimase senza fiato. Era lei, non c’erano dubbi; forse i capelli erano un po’ più lunghi ma i suoi occhi erano gli stessi che ricordava. Sentì il cuore iniziare a batterle forte nel petto nel leggere le sue note disciplinari e come veniva descritto il suo carattere. Su quel lato non era cambiata per niente.
<< Come…come avete fatto a capire che era lei? >> domandò alzando per un attimo gli occhi sulla figura sulla sedia a rotelle.
L’altra le fece segno di arrivare all’ultima pagina e Shizuru comprese come era accaduto. La foto che osservava inquadrava la gemma della sedicenne, un cristallo incastonato in un orecchino, posta sul lobo destro. Involontariamente si toccò il suo situato invece al lobo sinistro e sorrise. Era davvero tornata.
Hai mantenuto la tua promessa, Natsuki, pensò portandosi la mano al cuore, Finalmente sei ritornata da me.
La voce della preside la fece tornare alla realtà.
<< Credo che sia lei >> disse semplicemente voltandosi verso la finestra e notando una limousine salire verso l’Accademia.
Shizuru mosse qualche passo verso il vetro senza smettere di sorridere mentre Mashiro spostava la sua sedia quel tanto che bastava per poter passare attraverso lo spazio tra la scrivania e il muro per poter arrivare alla porta. Chiamò la sua cameriera personale per farsi aiutare e tornò a guardare la studentessa.
<< Vorrei che venissi con noi, Shizuru-san >> disse la preside.
La ragazza non se lo fece ripetere due volte e si mise a camminare accanto ad entrambe. Quando la vide con quell’aria di sufficienza e il viso imbronciato, comprese quanto le fosse mancata e si ritrovò a pensare che d’ora in poi non avrebbe più dovuto sognarla. Sarebbe stata proprio lì con lei, nello stesso istituto. Avrebbero condiviso gli stessi professori, avrebbero mangiato alla stessa mensa, avrebbero dormito sotto lo stesso tetto. Le sorrise con gentilezza nell’incontrare i suoi occhi e si beò dello sguardo leggermente in soggezione che le rimandò.
<< Buongiorno >> salutò la preside fermandosi di fronte alle due figure << Il signore e la signorina Kuga, immagino. Io sono Mashiro Kazahana, la preside dell’Accademia degli Spiriti >>.
<< Esatto >> fece l’uomo allungando << Piacere di conoscerla Kazahana-san. Sono lieto che mia figlia frequenti questa scuola >>.
Cos’è, uno scherzo?, pensò Natsuki osservando la ragazza che aveva parlato.
A suo dire non aveva più di tredici anni.
<< Il piacere è tutto mio, Kuga-san. Natsuki ha ricevuto un dono molto prezioso ed è giusto che venga seguita in questo cammino >>.
Si voltò verso la sedicenne sorridendole.
<< Natsuki-san, ti presento Shizuru Fujino >> disse la ragazza << E’ la Presidentessa del Consiglio Studentesco, per qualunque cosa puoi fare riferimento a lei. Domande, informazioni, richieste, non farti problemi >>.
Natsuki guardò la diciottenne e improvvisamente quel nome le parve familiare. Se ne domandò il perché.
<< Piacere di conoscerti, Natsuki-san >> disse la più grande allungando una mano per stringere la sua.
L’altra non rispose limitandosi ad acconsentire al gesto. Inaspettatamente una voce rimbombò nelle sue orecchie con forza.
<< Puoi chiamarmi solo Shizuru >>.
Chiuse gli occhi per un attimo per la fitta dolorosa che le attraversò la testa.
<< Va tutto bene? >> continuò la ragazza che le stava davanti con aria premurosa.
<< Sì >> mentì l’altra.
Era la sua voce quella che aveva sentito? Impossibile, non aveva mai visto la diciottenne prima di allora.
<< Bene >> disse Goro guardando prima la figlia e poi il trio << Se non c’è altro, io andrei >>.
<< Le auguro buona giornata, Kuga-san >> rispose cordialmente Mashiro << Natsuki-san, vieni con noi. Shizuru-san ti mostrerà l’Accademia >>.
La sedicenne si voltò un solo attimo verso il padre in segno di saluto prima di vederlo entrare nella limousine e ripartire.
<< Ti serve una mano con le valige? >> chiese la diciottenne.
<< No, faccio da sola >> disse seccamente Natsuki seguendole.
Nel grande atrio si separarono, la preside disse loro che aveva delle pratiche da svolgere e augurò alla nuova studentessa un felice soggiorno in Accademia. Rimaste sole, la sedicenne iniziò a guardarsi intorno dovendo ammettere che quel luogo non somigliava per niente alla precedente scuola che aveva frequentato. Shizuru le mostrò la mensa, l’infermeria, le aule dove si stavano svolgendo le lezioni, i luoghi d’allenamento, le aule studio con i computer nel caso ce ne fosse bisogno ma la sedicenne si limitava ad osservare il tutto senza un minimo d’entusiasmo.
<< Non ti interessa, Natsuki? >> le domandò improvvisamente la Presidentessa dolcemente togliendo il suffisso dopo il suo nome per creare un’atmosfera più intima.
L’altra si strinse nelle spalle.
<< E’ una scuola come un’altra per me >> rispose.
Fredda come sempre, notò la più grande, Eppure io riuscirò a farti ricordare.
<< Ma non è vero questo >> precisò con lo stesso tono << Tutti i ragazzi che studiano qui hanno ricevuto qualcosa di molto speciale >>.
<< Dov’è la tua gemma? >> le chiese in modo diretto la sedicenne.
Shizuru si scostò una ciocca di capelli per mostrarle l’orecchino che aveva a sinistra dove vi era incastonata una piccola ametista. Natsuki lo fissò per una manciata di secondi meravigliata.
<< Ma è come il mio! >> esclamò << Solo che a me è a destra >>.
La diciottenne le sorrise con calore ed una sensazione di benessere investì inaspettatamente l’altra mentre le posizionava dietro l’orecchio i capelli scuri per poter osservare.
<< Sì >> disse << Sono davvero uguali >>.
Le sfiorò il collo con la punta delle dita senza smettere di sorridere. Per la prima volta la sedicenne le rivolse uno sguardo di gioia sincera che le fece spalancare il cuore. Dopo così tanto tempo, era tornata. Aveva promesso che l’avrebbe fatto e finalmente ci era riuscita. Era da quando aveva nove anni che la attendeva, ora non avrebbe più dovuto aspettare.
<< Shizuru-san, Shizuru-san! >> esclamò una voce femminile.
Le due ragazze si voltarono verso destra e videro una ragazza vestita con l’uniforme che faceva intendere la sua appartenenza alla scuola correre nella loro direzione.
<< Salve Mai-san >> salutò la diciottenne allontanando la mano dall’altra.
<< Buongiorno anche a lei >> rispose Mai fermandosi per riprendere fiato << Miss Maria…Miss Maria mi ha detto che è arrivata una nuova studentessa! >>.
Natsuki la guardò inarcando il sopracciglio. Aveva corti capelli rossi ed era alta all’incirca come lei. Probabilmente aveva la sua stessa età.
Sono qui genio, avrebbe voluto risponderle.
Guardò invece Shizuru che le aveva lanciato una breve occhiata.
<< Mai-san, ti presento la tua nuova compagna di stanza Natsuki-san >>.
Nel sentirsi chiamare in quel modo Natsuki sgranò gli occhi e si ritrovò a fissare la terza ragazza.
<< Compagna di stanza? >> ripeté incredula.
<< Ciao! >> la salutò allegramente la rossa tendendo la mano << Io sono Mai Tokiha >>.
<< Natsuki Kuga >> rispose la mora stringendola << Non sapevo che avrei diviso la stanza con un’altra ragazza >>.
<< Oh, ma è una cosa divertentissima!>> affermò Mai che pareva entusiasta della novità << Vedrai, Natsuki, ti piacerà! >>.
La sedicenne si strinse nelle spalle per la seconda volta.
<< Shizuru-san, Natsuki può venire con me? >>.
La Presidentessa annuì con calma.
<< Certo, noi abbiamo terminato >> disse << Mostrale pure i dormitori. Per qualunque cosa non esitare pure a chiedere, Natsuki >>.
Mai prese per mano l’altra sedicenne trascinandola sulle scale dalle quali era arrivata. Varie volte, finché le fu possibile, si voltò per guardare la diciottenne che era rimasta immobile a guardarla.
 
<< Questa è la nostra stanza! >> esclamò la rossa spalancando la porta con aria allegra.
La mora entrò senza mostrare la stessa contentezza dell’altra mentre si guardava intorno. La camera era abbastanza grande e luminosa con due letti posti l’uno di fronte all’altro, due scrivanie, due comodini, due armadi e due librerie. Natsuki si gettò su quello che aveva delle semplici lenzuola bianche comprendendo che l’altro, coperto da un copriletto variopinto, era dell’altra ragazza.
<< Sei stanca per il viaggio? >> le chiese Mai guardandola.
La sedicenne si strinse nelle spalle con fare indifferente e alzò leggermente gli occhi per guardarla.
<< C’era qualcun altro prima di me? >>.
Un velo di tristezza attraversò lo sguardo della rossa per un secondo.
<< No >> rispose appoggiandosi al davanzale della finestra << Sono arrivata l’anno scorso, l’ultimo acquisto dell’Accademia se così si può dire >> rise leggermente << E prima di te non c’era nessuno con cui dividere la stanza. Ho passato un anno da sola in una stanza doppia aspettando che finalmente uno Spirito si decidesse a mostrarsi ad una ragazza della mia età >>.
<< Beh, a mio avviso sei stata fortunata >> rispose Natsuki << Una stanza doppia tutta per te! >>.
Mai le rivolse un sorriso.
<< Sono contenta di non esserlo più sinceramente >>.
<< Sei strana >> commentò la mora stendendosi sul letto e fissando il soffitto << Qual è il tuo Spirito? >> domandò dopo qualche minuto di silenzio.
Era curiosa, prima che Duran andasse da lei non aveva mai pensato che le sarebbe capitato di appartenere a quell’Accademia.
Gli occhi della sua coinquilina s’illuminarono. Era tremendamente contenta di fare conversazione con una sua coetanea nella sua stanza. Natsuki la vide alzare leggermente la manica del braccio sinistro per mostrarle un bracciale d’argento al cui centro era incastonata un’unica gemma rossa. Doveva essere un rubino. Lo sfiorò con la punta delle dita e la pietra d’illuminò per pochi attimi prima di far apparire lo spirito che vi dimorava.
<< Il mio è la salamandra >> rispose mentre la grossa lucertola si arrampicava agilmente sul suo braccio per arrivare alla spalla << Si chiama Kagutsuchi >>.
<< La salamandra è il simbolo del fuoco >> disse la mora << Il tuo Element è associato a questo elemento? >>.
Mai la guardò annuendo.
<< Per essere una nuova sei preparata >> affermò strizzandole l’occhio con aria complice.
<< Ho letto qualcosa su qualche libro >> le rispose con aria vaga Natsuki senza scomporsi.
<< Non posso fartelo vedere >> ribatté Mai << E’ vietato materializzare i nostri Element quando non ci alleniamo >>.
<< Cosa? >> esclamò la sedicenne dagli occhi verdi mettendosi seduta << Perché? >>.
<< Sono le regole dell’Accademia. Purtroppo, non sapendo padroneggiarli al meglio potremmo creare dei problemi e anche farci male >>.
<< Io so padroneggiare benissimo il mio Element >> precisò la mora con uno sbuffo << Oh, avanti fammelo vedere! >>.
<< Non posso, Natsuki >> ripeté la rossa senza smettere di sorridere << Vedrai che non mancherà occasione per mostrarti quanto io sia brava >>.
<< Che palle, però >> sbuffò la sua nuova amica.
<< Che ne pensi se andiamo a mangiare a mensa adesso? >> le propose Mai << Così ti faccio conoscere gli altri! >>.
 
Fissava il pavimento senza osare alzare lo sguardo da un tempo che gli pareva infinito. Dai raggi che filtravano da una finestra alle sue spalle, comprese che doveva essere giorno. Sentiva tutti i muscoli rigidi e doloranti per la scomoda posizione ma non se ne lamentò. Sin da bambino era stato abituato ai lavori pesanti, spesso aveva aiutato il padre, operaio in un cantiere, a trasportare carichi pesanti affinché non si affaticasse troppo. Fece un respiro profondo e si ricordò perché era lì. Da quando aveva ricordato, la sua vita non era più stata la stessa. Era ossessionato dal desiderio di fare qualcosa per cambiare il corso degli eventi, per salvare la persona di cui era innamorato. Il suo volto si affacciò nella sua mente e lo fece sorridere per un attimo. Nonostante la sua costante imbranataggine, le cadute rovinose, le gaffe che involontariamente faceva, lui l’amava davvero ed era fermamente convinto a fare qualunque cosa per lei. Anche tradirla.
<< Alzati >> disse una voce femminile davanti a lui.
Il ragazzo ubbidì senza però sollevare gli occhi. Sarebbe stato troppo doloroso guardarla negli occhi avendo la consapevolezza che non era lei.
<< Sarai un bravo soldatino? >> le chiese la ragazza in tono ironico immaginando il motivo per il quale teneva lo sguardo basso.
<< Farò il mio dovere se anche tu ti comporterai bene, Sakura >> rispose l’altro leggermente risentito dal modo in cui parlava.
<< Oh, ma che bravo >> scherzò Sakura << Sai, non l’avrei mai detto che questa volta saresti passato dall’altra parte >>.
<< Io voglio salvarla >>.
<< Non è la sua vita che ci interessa, sai perfettamente anche tu cosa è successo cento anni fa >>.
Il ragazzo annuì.
<< Non provare a farle nessuno scherzo >> precisò l’attimo dopo.
Sakura sorrise avvicinandosi a lui.
<< Non vuoi farmi divertire nemmeno un po’? >> domandò sollevandogli il volto con due dita.
I loro occhi s’incontrarono e ancora una volta il diciottenne rimase colpito da quanto erano grandi e verdi.
Esattamente come i suoi, pensò.
Serrò la mascella con un movimento quasi brusco mentre la ragazza si allontanava di pochi passi. Si voltò per un solo attimo e, quando tornò a guardarlo, gli lanciò un cofanetto. L’altro lo prese al volo senza problemi ma non lo aprì.
<< E’ tuo >> disse semplicemente Sakura.
A quel punto lo schiuse scoprendo che al suo interno vi era una gemma nera. La riconobbe immediatamente come un’ematite.  Sollevò gli occhi scuri sulla ragazza di qualche anno più piccola di lui con aria interrogativa. Sakura si strinse nelle spalle e quel modo di fare gli ricordò quello di un’altra persona.
<< Pensavi di poter entrare nell’Accademia degli Spiriti senza uno spirito, forse? >>.
Lui inghiottì un groppo di saliva.
<< Ma com’è possibile che… >> mormorò appena.
La sedicenne gli fece un gesto con la mano per dire che era irrilevante.
<< Mio padre è capace di questo ed altro. Ora indossa il guanto e non togliertelo mai >>.
Il diciottenne ubbidì. Era un guanto di quelli usati per praticare il kendo e non ferirsi alle mani dalle dita tagliate e lasciate scoperte. La gemma era situata perfettamente al centro del dorso dell’arto e non infastidiva per nulla i movimenti.
<< Adesso evocalo >>.
Una scarica elettrica trafisse il giovane nel momento in cui stava per chiedere spiegazioni. Lo Spirito si materializzò da solo al suo fianco guardandolo negli occhi.
<< Dihor >> disse semplicemente lui come se fosse stata la cosa più naturale del mondo.
<< Da questo momento risponderà solo ai tuoi ordini ma tieni sempre presente che il vostro non è, per così dire, un legame nato naturalmente >> spiegò << Non crucciarti se non sarà come gli altri spiriti >> aggiunse con una nota divertita nella voce.
Il ragazzo ordinò al suo Spirito di scomparire prima tornare a fissare la gemma che gli era appena stata donata.
<< Adesso vai, sai cosa devi fare. Mi raccomando, un solo passo falso e sei fuori Takeda >>.
Mentre si voltava, Takeda strinse la mano a pugno ma non disse nulla, camminando verso l’uscita. La sua prossima meta era l’Accademia degli Spiriti.
 

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Capitolo 2
*** Prime conoscenze ***


 
La mensa non era molto affollata, per lo meno non come le scuole che la sedicenne aveva frequentato. C’erano forse quaranta ragazzi misti tra maschi e femmine, tra bambini e adolescenti. Ogni classe doveva essere formate davvero da pochi alunni.
Questo significa, si ritrovò a pensare Natsuki mentre seguiva Mai col vassoio in mano, Più interrogazioni!
Per poco non perse l’equilibrio a quella considerazione.
<< Natsuki, tutto okay? >> chiese la rossa leggermente preoccupata.
La mora si affrettò ad annuire cercando un posto dove mangiare senza le continue occhiate che gli altri studenti le lanciavano. Odiava essere la nuova arrivata, quella che tutti guardano e per la quale scambiano frasi a bassa voce col compagno.
<< Non ci sono molti bambini >> commentò notando un unico tavolo dove erano seduti cinque ragazzini.
Mai scosse il capo.
<< Sono rarissimi i bambini che possiedono uno Spirito già a quell’età >> spiegò << Di solito l’età più frequente in cui si entra in Accademia è l’adolescenza, come noi >>.
<< Ehi Mai! >> esclamò improvvisamente una ragazza alzandosi in piedi e agitando la mano per farsi vedere.
<< Chie! >> rispose l’altra al saluto trascinandosi dietro l’amica.
<< Lei è la nuova ragazza? >>.
<< Vi presento Natsuki Kuga, ragazze >> disse Mai quasi con orgoglio << E’ la mia compagna di stanza! Loro sono Chie e Aoi, andiamo in classe insieme e la loro stanza è vicina alla nostra >>.
<< Piacere >> rispose la mora sedendosi di fronte a loro e trovando l’entusiasmo della sua coinquilina un po’ eccessivo.
<< Ciao Natsuki, piacere di conoscerti >> disse  la ragazza che doveva chiamarsi Aoi << Abbiamo saputo del tuo arrivo, sorella Yukariko ci ha informate stamattina >>.
<< Sorella Yukariko? >> ripeté scettica l’altra.
Oh no, c’erano anche le suore?
<< E’ una delle nostri insegnanti >> s’inserì Mai dopo aver ingoiato il primo boccone.
<< Che palle >> mormorò Natsuki alzando la sua ciotola di cibo per iniziare a mangiare.
Stava per portarsi il ramen alla bocca quando improvvisamente la scodella si mosse da sola sfuggendole dalle mani. La sedicenne scattò in piedi facendo rovesciare la sedia e si voltò nella direzione in cui era finito il cibo. La ciotola era retta da una ragazzina che le sorrideva con sarcasmo in piedi tra i tavoli.
<< E così tu sei la nuova arrivata >> disse leccandosi una mano.
In quel momento la mora vide alle dite della sconosciuta dei lunghi e affilati artigli. Doveva essere il suo Element.
<< Ridammela immediatamente! >> tuonò muovendosi verso di lei.
<< Altrimenti? >> chiese l’altra senza smettere di sorridere.
<< Nao-san, non si fanno questi scherzi e soprattutto non si materializza l’Element fuori dagli allenamenti! >> esclamò Mai che prevedeva guai.
Natsuki reagì alla velocità della luce e mentre camminava impugnò le sue pistole con entrambe le mani. Sparò il primo colpo a pochi centimetri dal piede di Nao in segno d’avvertimento e stava per far partire il secondo quando una voce autoritaria la bloccò.
<< Che cosa sta succedendo qui? >>.
Natsuki si voltò e incrociò gli occhi di una signora anziana ma dallo sguardo energico dimenticandosi di avere in mano delle armi.
<< Miss Maria! >> esclamò Mai.
<< E’ stata lei a iniziare! >> disse prontamente Nao facendo sparire i suoi artigli.
<< Io? Mi hai rubato il ramen! >>.
<< Non mi interessa chi ha fatto cosa. Materializzare con scelleratezza gli Element è severamente vietato, non lo sapete forse? Una bella punizione non ve la toglie proprio nessuno a voi due! >>.
Punizione? La mente di Natsuki era sconvolta. Oh, no!
<< Ci sono problemi, Miss Maria? >> domandò Shizuru che stava arrivando in quel momento.
<< Fujino-san, scorta queste due ragazze in presidenza. Hanno appena usato il loro Element senza permesso >>.
La diciottenne guardò la mora che dovette abbassare gli occhi.
<< Oh >> iniziò con calma << Natsuki-san è arrivata oggi, sono sicura che non era ancora al corrente delle regole che ci sono qui. Sono venuta proprio per consegnarle la sua uniforme >>.
La donna parve rifletterci per qualche istante e osservò la ragazza notando che non indossava la divisa scolastica. Shizuru Fujino aveva detto la verità. Fece un sospiro.
<< Va bene, per questa volta lascerò correre. Yuuki-san, vieni con me >>.
<< Che cosa? Ma non è giusto! >> si lamentò la ragazza.
Natsuki le rivolse un sorriso compiaciuto.
<< Ciao Nao >> disse agitando leggermente la mano mentre l’altra era costretta a seguire l’adulta.
Tornò a voltarsi credendo di poter finalmente pranzare in pace ma trovò Shizuru vicinissima a sé. Il calore del suo corpo la fece arrossire.
<< Questa è la tua nuova uniforme, Natsuki >> disse con confidenza << Sarebbe meglio che tu la indossassi subito >>.
La mora alzò gli occhi verso l’amica dal capelli rossi.
<< Ma stavamo mangiando! >> si lamentò.
<< Natsuki, dai retta a Shizuru-san >> venne in aiuto della più grande Mai << Vai a cambiarti, ora fai parte di questa scuola >>.
Le strizzò l’occhio in segno d’intesa.
<< Va…va bene Shizuru-san >> mormorò la sedicenne dagli occhi verdi afferrando con foga la divisa e seguendo l’altra.
Camminarono per i corridoi deserti in silenzio per qualche minuto.
<< Vuoi cambiarti nella tua stanza? >> le domandò improvvisamente la diciottenne mentre si dirigevano nell’ala dei dormitori.
<< Cosa? Eh…okay… >>.
Perché diavolo quando sono vicino a lei mi comporto da idiota?
<< Te l’ho chiesto perché nel caso in cui non avessi la copia della chiave della tua camera, avresti potuto utilizzare la mia >> spiegò Shizuru leccandosi leggermente le labbra pensando a quello che avrebbe potuto farle se fossero state sole.
Aveva atteso così tanto di poterla riavere.
<< Grazie, Shizuru-san. Lei è molto gentile >>.
<< Per favore, chiamami solo Shizuru e dammi del tu >> rispose la più grande << Dopotutto siamo coetanee, no? >>.
<< Sì… >> mormorò arrossendo non poco per quelle parole << Va bene, Shizuru-sa...ehm, Shizuru >>.
Proseguirono immergendosi nuovamente nel silenzio.
<< Shizuru, grazie per quello che hai fatto prima >> proclamò improvvisamente la mora << Mai mi aveva avvertito di non poter materializzare gli Element. Ho reagito d’istinto di fronte a quella Nao >>.
L’altra si limitò ad annuire mentre pensava che aveva sempre la capacità di mettersi nei guai.
<< Per favore Natsuki, prova a comportarti bene. Okay? Sta lontana dai pasticci >>.
Aspettò di vederla annuire prima di tornare a guardare davanti a sé. Si fermarono di fronte alla stanza della sedicenne ed entrarono dopo che la ragazza fece scattare la serratura. Si diresse in bagno velocemente mentre la diciottenne si sedeva su una sedia attendendo.
<< E’ tutto a posto, Natsuki? >> domandò ad un certo punto notando che l’altra non usciva.
<< Sì, sì! >>.
<< Allora esci, no? >>.
Qualche istante di silenzio prima di sentire la maniglia della porta che si apriva. Shizuru si alzò in piedi e sorrise notando che il laccio non era stretto intorno al collo e il gilet color panna non aveva tutti i bottoni chiusi.
<< Credo che ti stia benissimo, è proprio la tua misura >>.
Il volto della sedicenne prese letteralmente fuoco a quelle parole e vedendo che si stava avvicinando a lei. Delicatamente la più grande abbottonò per bene la divisa e le fece un fiocco col cordoncino.
<< Ora sei perfetta >> affermò.
Natsuki abbassò lo sguardo verso le gambe nude. Non aveva mai indossato un’uniforme scolastica così corta.
<< Forse la gonna è… >> iniziò a dire << …corta… >>.
<< Dici? >> chiese Shizuru posandole le mani sui fianchi e facendo finta di niente nel sentirla rabbrividire << Ma no, Natsuki. Tranquilla, ti sta benissimo. Sembri una brava bambina >>.
Aveva sentito bene? L’aveva chiamata brava bambina? Come faceva a prendersi tutta quella confidenza? Si conoscevano da appena un paio d’ore.
La diciottenne le sfiorò una guancia scostandole i capelli dall’orecchio e dal collo. Si specchiò per un attimo nella sua gemma e dovette far ricorso a tutto il suo autocontrollo per non chiudere la distanza con quelle labbra semiaperte che parevano attendere solo lei. La guardò negli occhi sorridendole e l’attimo dopo la osservò chiuderli mentre si premeva le dita su entrambe le tempie. Una frase rimbombò nella mente della più piccola e fu doloroso.
<< Sei bellissima, Natsuki >>.
Ancora quella dannata voce!, avrebbe voluto urlare.
Somigliava così tanto a quella di Shizuru.
<< Natsuki, che hai? >>.
<< Niente >> mentì la mora sentendosi meglio.
<< Sei sicura? Possiamo andare in infermeria >>.
<< No, non ce n’è bisogno. Sto benissimo >> insistette la sedicenne << Penso che sia meglio tornare dalle altre >>.
 
Anche Mai si complimentò con lei per come le stesse bene la divisa dell’Accademia e si era premunita di metterle da parte qualcosa da mangiare che Natsuki spazzolò in un secondo. Insieme a Chie e Aoi, uscirono nel giardino della scuola. Il sole che splendeva riscaldava l’aria e rendeva gradevole la temperatura.
<< Natsuki, ti iscriverai a qualche club? >> domandò Aoi.
<< Club? >> ripeté l’ultima arrivata.
<< Sì, qualche attività extrascolastica. Noi per esempio siamo iscritte al club di fotografia >>.
La mora guardò Mai.
<< Anche tu? >>.
La rossa scosse il capo.
<< Non sono iscritta a nessun club, non avrei materialmente il tempo >>.
L’altra sedicenne la guardò senza comprendere.
<< Nel pomeriggio lavoro in un bar vicino l’Accademia >>.
<< Davvero? E per quale motivo… >>.
Fu interrotta dal saluto di un ragazzo che stava passando di lì. Dall’uniforme Natsuki comprese che aveva la loro stessa età.
<< Ciao ragazze >> disse << Ciao Tokiha >> aggiunse facendole la linguaccia.
<< Buon pomeriggio Tate >> salutarono sia Chie che Aoi.
<< Ciao Yuuichi >> rispose Mai imitando il gesto.
<< Tu sei quella nuova di cui parlava Miss Maria oggi? >>.
<< Già >> affermò la sedicenne allungando la mano << Natsuki Kuga >>.
<< Tate Yuuichi >> dichiarò il giovane spostando il peso della sua spada da una spalla all’altra.
<< Dove vai Tate? >> chiese Chie.
<< Mi alleno un po’ >> rispose il sedicenne << Oggi pomeriggio la palestra è vuota >>.
<< Perché non ti iscrivi anche tu Natsuki? Dopo aver visto quello che sai fare, credo che potresti concorrere tranquillamente per il posto vagante di Capitano >>.
<< Ehi, noi non accettiamo femmine nel club! >>.
<< Come sei sessista, Yuuichi >> s’intromise la ragazza dai capelli rossi.
<< Tanto non mi interessano le vostre sfide con le spade di legno, tranquillo! >> esclamò la mora.
<< Meglio così allora, Kuga! >> disse Tate << Adesso devo proprio andare >>.
<< Insopportabile >> mormorò Mai non appena il ragazzo si fu allontanato.
<< Devo proprio darti ragione >> convenne Natsuki.
<< Mai e Tate hanno sempre avuto questo tipo di rapporto >> affermò Chie facendo l’occhiolino alla ragazza in questione << E sai come si dice? L’amore non è bello… >>.
<< …se non è litigarello! >> concluse Aoi ridendo.
Le guance della rossa divennero di un colore ancor più forte dei suoi capelli.
<< Vorrei proprio avere il tempo per approfondire questa interessante discussione ma devo scappare al lavoro! >>.
<< Anche noi dobbiamo andare, tra poco inizia il corso di fotografia >>.
In poco tempo Natsuki si ritrovò sola. Approfittò della situazione per allentare il fiocco che le aveva fatto Shizuru e si guardò intorno. I ragazzi che erano fuori in giardino erano tutti impegnati in qualcosa. I più piccoli giocavano tra loro, i più grandi studiavano insieme seduti o distesi sull’erba in modo responsabile.
Oh, che palle!, pensò stendendosi e osservando il cielo.
Iniziò a strappare ciuffi d’erba svogliatamente pensando a tutto quello che le era accaduto. Evocò silenziosamente il suo Spirito che si accovacciò fedelmente al suo fianco e lo guardò negli occhi. Per lei era bellissimo, quello che sentiva per lui era più forte di qualunque altra cosa avesse mai provato fino a quel momento. E ovviamente si domandò perché fosse andato proprio da lei, perché tra i tanti ragazzi della sua età avesse scelto una sedicenne nemmeno troppo brillante. I suoi voti scolastici erano pessimi, s’impegnava quel tanto che bastava per passare l’anno senza essere rimandata in nessuna materia, non si era mai circondata di amici ma aveva sempre preferito la solitudine, parlava poco e mal sopportava suo padre. Forse quella era l’occasione che cercava da tanto, un cambiamento che la costringesse a mollare tutto e tutti per ricominciare di nuovo. Detestava suo padre, un uomo che si era sempre importato troppo poco di lei e della sua vita, che non vedeva l’ora di lasciarla da sola per dedicarsi al suo lavoro. Improvvisamente si ritrovò a riflettere su sua madre, una donna che non aveva mai conosciuto poiché era morta poche ore dopo la sua nascita. Credeva che fosse anche per quello che il signor Kuga fosse sempre stato poco presente nella sia vita. In fondo se non fosse stato per lei, la donna sarebbe ancora viva.
<< Ti disturbo, Natsuki? >>.
La ragazza aprì pigramente gli occhi interrompendo il flusso dei suoi pensieri. Shizuru, era di nuovo lei.
<< No, stavo per addormentarmi >> rispose mettendosi seduta e passandosi una mano tra i lunghi capelli.
Fece sparire Duran e tornò a guardare la diciottenne notando che teneva tra le mani qualcosa.
<< Stavo tornando ora dal club di cucina e ti ho vista qui. Ti andrebbe una fetta di torta? >>.
Senza aspettare che dicesse qualcosa, le si sedette di fronte.
<< Ma è buonissima! >> esclamò la sedicenne.
<< Ookini per il tuo complimento >>.
<< Ne posso avere ancora? >>.
Shizuru l’accontentò sorridendole felice di poter stare un po’ con lei.
<< Mai-san ti ha informata dei vari club che abbiamo in Accademia? >>.
<< Oh, non ho nessuna intenzione di faticare più del dovuto >> affermò schiettamente Natsuki continuando a mangiare e facendo ridere l’altra.
Sei rimasta uguale, Natsuki.
<< Ci sono tanti corsi, non te ne interessa nessuno? >>.
<< Assolutamente no >> ripeté la sedicenne convinta << Tu invece a cos’altro sei iscritta? >>.
<< Oltre al club di cucina? Sono iscritta a quello dell’ikebana e del tè >>.
<< Cavolo, e magari sei anche la più brava dell’istituto >> scherzò la mora.
Il sorriso che le rivolse la diciottenne le fece comprendere d’aver indovinato.
<< Sul serio? Allora ti sto facendo perdere tempo, sarai sicuramente piena d’impegni >>.
<< Nulla che non si possa fare più tardi >> le rispose tranquillamente Shizuru sistemandole per la seconda volta il fiocco intorno al collo per vederla arrossire.
Le piaceva quando lo faceva.
Rimasero in silenzio per qualche secondo.
<< E’ da molto che sei qui? >>.
La diciottenne annuì.
<< Da quando avevo nove anni >>.
Ed è dalla stessa età che ricordo, avrebbe voluto aggiungere.
Natsuki emise un lungo fischio.
<< E’ tantissimo >> costatò << Ma ormai puoi dire che sei fuori, no? Cosa farai una volta diplomata? >>.
Shizuru fissò il cielo con un mezzo sorriso.
<< Molti di noi ambiscono a ricoprire cariche importanti, so di persone che sono diventate guardie del corpo di ministri e regnanti di vari paesi. Con il nostro potere sarebbe la cosa migliore >>.
La mora sbuffò.
<< Parare il sedere a qualche politico senza un briciolo di cervello, egoista e magari anche grasso? Ma per favore, puoi ambire a molto di più >>.
La diciottenne le accarezzò il collo a quel complimento.
<< E tu invece? Cosa vuoi fare? >>.
<< Spero di mantenere la mia indipendenza sempre, anche qua dentro. Ho una moto, sai? Mio padre ha promesso che me l’avrebbe spedita. Sai che sensazioni si provano? È bellissimo sentire il vento tra i capelli, il freddo pungerti, la città e i suoi abitanti rimpicciolire fino a sparire. Ti senti padrone del mondo >>.
Shizuru osservò il suo sorriso mentre le descriveva quello che sentiva.
<< Magari un giorno ti porto a fare un giro, che ne dici? >>.
<< Mi piacerebbe moltissimo >> affermò sinceramente l’altra alzandosi in piedi << Ookini per il tuo tempo e per la tua promessa allora >>.
 
Natsuki uscì dal bagno mentre finiva di abbottonarsi il pigiama e notò Mai sveglia seduta a gambe incrociate sul letto. Si passò una mano tra i capelli e s’infilò sotto le coperte dopo aver guardato l’ora. Il giorno seguente sarebbe dovuta passare in segreteria a ritirare i nuovi libri scolastici, la rossa si era già proposta di accompagnarla e di darle una mano a mettersi in pari con i vari programmi. Non aveva compreso che l’altra sedicenne non aveva nessuna voglia di studiare.
<< Beh, notte >> disse poggiando la testa sul guanciale e spegnendo la luce della sua abat-jour.
<< Cosa, dormi? >>.
<< Sai, è una cosa che faccio spesso a quest’ora >> precisò la mora voltandosi dall’altra parte.
<< Sei insopportabile quando fai così! >> esclamò l’amica tirandole addosso il proprio cuscino.
<< Ehi, non ti permettere! >>.
Mai rise.
<< Perché non mi racconti qualcosa di te? >> le domandò.
Natsuki tornò a guardarla inarcando il sopracciglio destro mentre poggiava la testa sul palmo della mano per tenerla alzata.
<< Non c’è niente da dire >> rispose secca << Ma perché non dormi? >>.
<< E dai, Natsuki! E’ la prima notte che passiamo insieme >>.
<< Appunto, sai quante altre ne dovranno passare? >>.
La sedicenne dai capelli rossi rise a quelle parole e si stese finalmente nel suo letto.
<< Hai ragione >> disse con un sorriso << Allora buonanotte >>.
<< ‘Notte >>.

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Capitolo 3
*** Arrivi ***


<< Natsuki corri, siamo in ritardissimo! >> esclamò Mai mentre si dirigevano in classe.
La mora le andava dietro coìn una pila di libri in mano che le impediva di avere una buona visuale del corridoio. Quella mattina si era svegliata tardi nonostante la rossa le avesse urlato chissà quante volte di alzarsi dal letto.
<< Miss Maria ci metterà in punizione! >> si lamentò la rossa senza smettere di correre.
Non erano riuscite nemmeno a fare colazione ma la ragazza aveva preparato il bento per entrambe. Questa era l’unica consolazione di Natsuki che già sentiva lo stomaco brontolare. Improvvisamente Mai svoltò a sinistra e nell’imitarla, la sedicenne dagli occhi verdi andò a sbattere contro qualcuno. Cadde per terra facendo rovesciare tutti i libri che aveva.
<< Ma porc… >> mormorò la mora a denti stretti dopo che il volume più grande le cadde sulla testa.
<< Haruka-san! >> esclamò Mai tornando indietro di pochi metri << Si è fatta male? >>.
Solo in quel momento Natsuki posò gli occhi sulla figura della ragazza contro la quale era inciampata.
<< Non lo sai che non si corre nei corridoi? >> la sgridò la bionda rialzandosi.
<< Siamo in ritardo per la lezione, ci dispiace molto! >> rispose la rossa al posto dell’amica raccogliendo i libri sparsi nel corridoio mentre l’altra si massaggiava il sedere.
<< Questo non vi giustifica! >>.
<< Ci scusi >> continuò Mai facendo un breve inchino << Non accadrà più >>.
<< Oh che palle >> disse invece Natsuki sbuffando << Anche lei è in ritardo come noi, non farne un dramma Mai >>.
<< Che cosa? >> tuonò l’altra ragazza che dai colori della divisa doveva avere la stessa età di Shizuru << Stai per caso insinuando che sono ritardataria? >>.
La mora stava per controbattere ma la mano della rossa la bloccò.
<< Natsuki >> sussurrò << Per favore >>.
<< Mi domando dove sia finita l’estradizione di voi ragazze più piccole! >>.
Natsuki guardò Mai. Che aveva detto?
<< Si dice educazione, Haruka-san >> intervenne Shizuru avvicinandosi al trio << E, Natsuki, noi non siamo ancora in classe perché abbiamo una riunione. Facciamo parte del Consiglio Studentesco >>.
La sedicenne dagli occhi verdi si voltò nella sua direzione e arrossì comprendendo la brutta figura che aveva fatto.
<< Esatto, la bubuzuke ha ragione! >>.
Natsuki lanciò un’occhiata interrogativa alla diciottenne per come l’aveva chiamata ma l’altra si limitò a sorriderle.
<< Buongiorno Shizuru-san >> salutò cordialmente Mai.
<< Per questa volta lasceremo stare, ma se la prossima volta vi vediamo di nuovo correre per i corridoi vi puniremo. Che ne pensi, Haruka-san? >>.
La bionda le osservò entrambe per qualche secondo prima di annuire.
<< Va bene, va bene. Sei tu la Presidentessa. Ma solo per questa volta, intese? Ora muovetevi ad andare in classe prima che ci ripensi >>.
La rossa si affrettò ad annuire inchinandosi e costrinse l’amica a fare lo stesso.
<< Grazie infinite Shizuru-san e Haruka-san! >> disse.
<< Grazie… >> mormorò semplicemente Natsuki senza staccare gli occhi dalla figura della diciottenne mentre veniva trascinata via dall’altra.
 
Natsuki sbadigliò e scattò in piedi stiracchiandosi quando suonò la campanella mettendo fine alla prima parte delle lezioni. Odiava restare per tanto tempo ferma soprattutto se era a scuola e se era una lezione. Emise un secondo sbadiglio mentre guardava Mai chiacchierare con altre ragazze vicino il suo banco. Si domandò come facesse ad essere entusiasta e allegra per tutto. Tornò a sedersi aspettando che terminasse. Ancora non se la sentiva di inserirsi nella sua cerchia di amicizie, non era tagliata per avere molte persone intorno. Lo sguardo le cadde sugli scarni appunti che aveva preso. Era stata una lezione per lo più di ripasso per la classe in vista degli esami che si tenevano ogni due mesi per controllare il livello generale dei ragazzi. Nel ripensarci le vennero i brividi. Interrogazioni e compiti, questo significava un sacco di rogne per lei che di voglia ne aveva ben poca. Rilesse ciò che aveva scritto trovando le sue frasi banali e molto sterili.
Gli Spiriti sono custoditi nelle gemme. Ogni gemma è unica esattamente come lo Spirito, non esistono due pietre uguali ma con animali diversi e viceversa. Il legame che si crea col possessore di una gemma si spezza solo con la morte. Uno Spirito muore solo se la sua gemma viene distrutta; al contrario, se è il padrone a morire, l’animale scompare e cerca qualcun altro cui legarsi. Durante un combattimento lo Spirito può essere ferito anche gravemente ma mai ucciso. Quando ciò accade, l’animale si ritira dal campo e viene dichiarato sconfitto. Uno Spirito guarisce da solo e non c’è un tempo preciso, varia a seconda della tempra dell’animale e da quanto è stato ferito.
Rilesse e si fermò per diversi secondi su una sola parola.
Combattimento.
Credevano davvero che avrebbero lottato una volta fuori dall’Accademia? Che ci sarebbe stato qualcuno da dover sconfiggere o qualcuno che desiderava uccidere? Non c’era nessuna guerra in atto nonostante i fragili equilibri che regnavano tra i vari stati. Lei di politica non ne capiva molto ed era certa che proprio per questo, stare accanto a uno di loro e assoggettarsi alla sua volontà, non faceva per lei. Si vedeva molto di più a correre con la sua moto per le strade deserte mentre, magari, Duran le era accanto. Sentì Mai staccarsi dalle amiche e avvicinarsi a lei da dietro. Si voltò ancor prima che la ragazza avesse detto o fatto nulla per richiamare la sua attenzione. Da quando il lupo era andato da lei, tutti i suoi sensi si erano affinati notevolmente. Vedeva bene al buio, la sua velocità e la sua agilità negli spostamenti era aumentata. Per non parlare della fame che provava. La rossa le sorrise porgendole il bento.
<< Studiavi? >> le domandò sedendosi di fronte a lei.
Natsuki si strinse nelle spalle.
<< Quanto manca agli esami? >>.
Mai dovette pensarsi un attimo prima di risponderle.
<< Tre settimane circa >>.
La mora sbuffò dondolandosi con la sedia.
<< Che palle, solo tre settimane per tentare di salvare il salvabile >>.
<< Dai, Natsuki, non essere drastica >> le disse l’altra allegramente << Basta un po’ di impegno e li supererai anche tu! >>.
Impegno? Quella Mai non aveva capito proprio niente allora.
<< Lavori anche oggi pomeriggio? >>.
La rossa annuì.
<< Stacco alle sei e mezza, un orario perfetto per chi ha il coprifuoco alle sette! >>.
Già, pensò la sedicenne dagli occhi verdi, Il coprifuoco, alle sette per giunta. Che posto di merda e che regole ancora peggiori! Mi manca la mia moto.
 
<< C’è qualcosa che non va, Mashiro-san? >>.
La ragazza annuì molto lentamente mentre beveva un sorso di tè e non smetteva di osservare il fascicolo che le era arrivato quella mattina.
Takeda Masashi. Maschio, diciottenne, possessore di uno Spirito.
Possibile?, si chiese la Preside per un attimo chiudendo gli occhi, Possibile che il mio potere stia fallendo? Il mio tempo sta scadendo forse?
<< Takeda Masashi >> disse a voce alta voltandosi verso la sua cameriera.
Fumi la guardò aspettando che continuasse.
<< Non sento niente >>.
<< E’ questo il problema? >>.
<< Stando alle carte è tutto in ordine. È solo un normale ragazzo che ha ricevuto uno Spirito qualche giorno fa e ha fatto domanda per iscriversi in Accademia. Eppure io non sento niente. Il mio dono è quello di riuscire ad avvertire l’energia rilasciata da una gemma quando si lega a qualcuno ma stavolta non c’è niente >>.
<< Cosa crede che possa essere allora? >> chiese Fumi perplessa.
In tanti anni Mashiro non aveva mai sbagliato.
La Preside scosse il capo chiudendo il fascicolo e sospirando.
<< Non lo so ancora. L’unico modo per scoprirlo è attendere >>.
<< Non vuole informare Fujino-san? >>.
<< No, per ora non ce n’è bisogno. Non vorrei allarmarla per nulla. E poi il ragazzo dovrebbe arrivare tra qualche ora >>.
 
Takeda scese dall’autobus e dovette camminare per un bel pezzo prima di arrivare di fronte al cancello dell’Accademia degli Spiriti. Si guardò intorno spostando il peso del suo unico bagaglio da un braccio all’altro e quasi sobbalzò nel sentirlo aprirsi da solo. Entrò titubante, domandandosi se fosse spiato in quel momento e involontariamente abbassò gli occhi sul dorso della sua mano. Stava andando tutto come previsto per il momento. Fece un respiro profondo e notò un ragazzo che stava procedendo verso di lui.
<< Buongiorno, Takeda Masashi? >> chiese il giovane.
L’altro annuì.
<< Seguimi, Kazahama-sama ti sta aspettando >>.
Il diciottenne lo affrancò camminando.
<< Vedo che pratichi il kendo >> continuò l’allievo dell’Accademia notando la spada che l’altro portava a tracolla.
<< Esatto, e anche da molti anni >>.
<< Abbiamo un posto vuoto come Capitano nel club di kendo >> affermò il giovane << Io sono Reito Kanzaki, piacere. La preside mi ha detto che frequenterai l’ultimo anno, staremo in classe insieme >> aggiunse presentandosi.
<< Piacere di conoscerti Reito >> rispose Takeda stringendogli la mano.
Proprio mentre stavano varcando le soglie dell’Accademia Fuuka, la campanella che segnava la fine delle lezioni suonò. Tutti i ragazzi, ridendo, chiacchierando e scherzando, si riversarono nei corridoi per dirigersi alla mensa.
<< Andiamo, Mai! Ho fame! >>.
Per poco Takeda non perse l’equilibrio nel sentire la sua voce. Si voltò e la vide. Era esattamente come ricordava. I loro occhi s’incontrarono e si rese conto che stava sorridendo come un ebete. Eppure non gli importava.
<< Tu? >> esclamò Natsuki notandolo tra la folla << Che cosa ci fai qui? >>.
Reito rise mentre Mai si avvicinava all’amica.
<< Vi conoscete? >>.
<< Fre…frequentavamo la stessa scuola >> spiegò Takeda balbettando.
<< Oh, ma che bello! >> disse la rossa guardando alternativamente prima la mora e poi il diciottenne << Anche tu hai ricevuto uno Spirito? Buongiorno Reito-san >> aggiunse arrossendo.
<< Buongiorno anche a te, Mai-san >> salutò l’altro con un sorriso.
Istintivamente il ragazzo alzò la mano chiusa a pugno per mostrarle la sua gemma. Natsuki si strinse nelle spalle con fare indifferente.
E meno male che era un dono esclusivo, pensò, Perfino questo imbecille l’ha ricevuto.
<< Beh, allora divertiti >> affermò semplicemente la sedicenne dagli occhi verdi voltandosi nella direzione della mensa.
<< Aspetta! >> disse Takeda senza che il rossore svanisse << Ora che siamo entrambi qui…mi chiedevo se…se… >>.
Non aveva nemmeno finito di parlare che Duran si materializzò accanto alla sua padrona. Un solo sguardo da parte del lupo bastò a zittirlo completamente. Mai nel notare ciò, comprese immediatamente che le intenzioni della mora erano quelle di fargli capire il suo posto. Rise sottovoce portandosi la mano davanti la bocca. Gli Spiriti rispondevano ai desideri volontari e non dei loro padroni, spesso anche Kagutsuchi si era materializzato improvvisamente.
<< Andiamo, Mai? >>.
La rossa annuì ricordandosi che dopo la mensa dovevano pulire la loro classe come punizione per il ritardo e lei poi doveva scappare al lavoro.
<< E’ stato un piacere conoscerti Takeda-san >> affermò cordialmente facendo un breve inchino << Buona giornata Reito-san >>.
Anche i due ragazzi ricambiarono i saluti e mentre le sedicenni si allontanavano, entrambi le osservarono, ognuno immerso nei propri pensieri.
 
Natsuki si guardò l’uniforme scolastica e sospirò. Invece di pulire la loro classe, lei e Mai avevano iniziato una lotta con i cancellini che avevano finito per sporcarsi le divise. L’amica poi si era cambiata in fretta per andare al lavoro e l’aveva lasciata sola dicendole che c’era la lavanderia nell’istituto.
Già, ma dove?, si domandò passandosi una mano tra i capelli e tornando a stendersi su un banco vuoto.
Prima aveva anche visto Chie e Aoi ma aveva dimenticato di domandare qualche informazione a loro che erano tutte prese dall’arrivo del nuovo studente. Non riusciva a capacitarsi di come le voci si spargessero ad una tale velocità, praticamente tutto l’istituto ora sapeva che lei e quell’imbecille di Takeda venivano dallo stesso liceo. Si passò le dita sulla fronte pensando a quanto fosse sfigata. Tra le tante persone che frequentavano la sua vecchia scuola, proprio lui doveva essere scelto per possedere uno Spirito? Che palle, che palle, che palle!
<< Natsuki, che ci fai in classe? >> domandò Shizuru affacciandosi dalla porta.
La sedicenne si mise a sedere e l’altra sorrise nel vedere la polvere di gesso dappertutto.
<< Fammi indovinare >> continuò entrando << Miss Maria ti ha messa in punizione per il ritardo di stamattina >>.
<< Ci ha messe in punizione >> la corresse la più piccola << Anche Mai. Tu, invece, che stai facendo? >>.
<< A turno i membri del Consiglio Studentesco prima della cena controllano che tutte le aule siano in ordine, per questo sono qui >> le spiegò la diciottenne.
Le si avvicinò scostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio e le sorrise mentre l’altra arrossiva.
<< Oggi… >>.
<< Sì, lo so >> la interruppe l’altra sbuffando << E’ arrivato quell’imbecille di Takeda in Accademia. Vuoi domandarmi qualcosa anche tu visto che ormai è di dominio pubblico che andavano a scuola insieme? >>.
Shizuru di fronte alla reazione dell’altra rise.
<< Non era questo che volevo chiederti! >> esclamò divertita << Volevo sapere se avevi iniziato a studiare, gli esami si avvicinano e hai parecchio da recuperare >>.
La sedicenne arrossì di fronte alla gaffe appena fatta e si chiese come mai quella ragazza fosse così apprensiva e gentile nei suoi confronti. Non si conoscevano per niente, eppure le parlava con una confidenza e una familiarità come se fossero amiche da sempre.
<< Non mi piace studiare >> proclamò tornando a fissare il soffitto << Non c’è niente che mi piaccia in questa scuola >>.
Sono contenta che certe cose non cambino mai, si ritrovò a pensare la diciottenne con un mezzo sorriso.
<< Ne sei sicura, Natsuki? >> le chiese accarezzandole la guancia con la scusa di pulirla dal gesso << In fondo è solo il secondo giorno che sei qui >>.
<< Già, immagina che palle sarà trascorrere tutto l’anno qui >>.
Per un attimo quelle parole ferirono la più grande che si affrettò a scacciarle dalla sua testa.
Ricorda Natsuki, ti prego. Fallo e tutto finalmente avrà un senso. Me l’avevi promesso.
<< Sono sicura che cambierai idea >> disse speranzosa << Ora dovresti cambiarti la divisa, non puoi presentarti a mensa in queste condizioni >>.
<< Mai non mi ha detto dov’è la lavanderia >> borbottò la mora.
<< Scendi le scale principali, segui il corridoio e poi svolta a destra >> rispose prontamente Shizuru con un sorriso << Adesso devo continuare il mio giro >>.
<< Ciao Shizuru e grazie >>.
 
Stavano salendo in camera dopo cena. Salutarono Chie e Aoi continuarono per il corridoio.
<< Allora >> annunciò la rossa gettandosi sul letto stanca << Mi devi dire niente? >> domandò strizzando l’occhio all’altra.
Natsuki inarcò sul sopracciglio.
<< Andiamo, Takeda-san non ti ha staccato gli occhi di dosso per tutta la cena >>.
<< Non ci pensare nemmeno, è un imbecille a mio avviso. E non cambia niente anche ora che è qui >>.
<< Sei troppo dura, Natsuki! >> esclamò Mai << Io credo che sia carino, se vuoi un parere >>.
<< Cosa? Carino? Ma l’hai visto? Per favore, Mai >>.
<< E allora come sarebbe il tuo tipo ideale? >>.
La mora sbuffò.
<< Non mi interessa cercarmi un fidanzato >> affermò l’amica voltandosi dall’altra parte.
<< Non ti interessano i ragazzi? >> chiese la rossa << E Shizuru-san invece? >>.
<< La smetti con queste domande? Che cosa c’entra Shizuru adesso? >>.
<< Niente >> rispose ridendo Mai di fronte al suo imbarazzo << Però ieri ti ha offerto una fetta di torta mi hai detto >>.
<< E tu hai fatto il bento oggi, che cosa significa? >>.
La sedicenne dai capelli rossi le accarezzò una ciocca di capelli comprendendo che l’altra non sapeva nemmeno cosa fosse un corteggiamento.
<< Meglio dormire >>.
<< Ehi, adesso mi spieghi dove volevi arrivare! >> esclamò la mora lanciandole contro il cuscino << Guarda che ho notato come sei arrossita ogni volta che è passato vicino a noi quello, come si chiama? Reito! >>.
<< Cosa? >> rispose Mai diventando improvvisamente rossa << Non è vero niente! >>.
<< Sì che lo è, altrimenti perché saresti arrossita anche ora? >> incalzò l’altra divertita.
<< Stavamo parlando di te e poi adesso dobbiamo davvero metterci a dormire >> costatò la rossa guardando il suo orologio da polso << E’ tardi e domani mattina abbiamo gli allenamenti con gli Spiriti >>.
<< Davvero? >> domandò Natsuki.
<< Sì, non hai controllato il tuo orario? >> si passò una mano sulla faccia nel vederla scuotere il capo << Ma Natsuki, dove hai la testa? >>.
<< Significa che potremmo utilizzare i nostri Element? >>.
<< Faremo addirittura dei piccoli scontri tra noi >> disse l’altra facendole l’occhiolino e notando come le si fosse illuminato lo sguardo << Contenta? >>.
Natsuki sorrise. Finalmente qualcosa di bello.                                      

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Capitolo 4
*** Acqua e fuoco ***


Prima di iniziare questo capitolo vorrei fare una piccola premessa. Da questo momento in poi (spero XD) l’utente CastaDiva si è offerta di aiutarmi per quanto riguarda la parte di poteri e combattimenti dei personaggi. I complimenti e qualunque tipo di apprezzamento, quindi, sono diretti anche a lei.
 
 
 
Quella mattina non c’era stato bisogno di buttare giù dal letto Natsuki. Quando Mai aprì gli occhi, la trovò già vestita e pronta a scendere a fare colazione. Le sorrise pensando che era davvero la sua giornata. Le era dispiaciuto non vederla entusiasta per le lezioni che avevano seguito ma il suo repentino cambiamento d’umore la faceva ben sperare. Si cambiò anche lei e aprì la porta per uscire. Si fermò vedendo sulla soglia, pronta a bussare, la figura di Shizuru.
<< Buongiorno Mai-san >> salutò col suo solito sorriso << Cercavo Natsuki >>.
<< Mai, ma che… >> mormorò la mora affacciandosi << Oh, buongiorno Shizuru >>.
<< Ciao Natsuki >>.
La sedicenne rimase qualche secondo a fissarla completamente rapita dai suoi occhi e non prestò ascolto alle sue parole.
<< Cosa? >> domandò quando vide la rossa farsi da parte per farla uscire.
<< Natsuki, devi andare con Shizuru-san in presidenza per il test dell’elemento >> precisò la rossa << Non sei curiosa di sapere a quale appartieni? Io ero molto eccitata mentre aspettavo! >>.
<< Non mi hai ascoltata, Natsuki? >> disse la diciottenne con una leggera nota ironica nella voce << Forse sei ancora un po’ addormentata >>.
<< Shizuru, io sono sveglissima! >> precisò la mora facendo ridere entrambe prima che la diciottenne iniziasse a incamminarsi per il corridoio.
<< Su, vai! >> la spronò l’altra.
<< Cosa c’è da essere così eccitati? >> chiese la sedicenne dagli occhi verdi.
La sua coinquilina scosse il capo con fare sconsolato.
<< Oh avanti, non dirmi che non sei nemmeno un po’ curiosa! Il mio elemento è il fuoco, chissà il tuo! >>.
La mora si strinse nelle spalle. Non vedeva l’ora di sgranchirsi un po’ con Duran e far vedere a tutti di cosa era capace quando impugnava le sue pistole, le sembrava solo una perdita di tempo
<< Ci vediamo dopo Natsuki! Mi troverai a mensa >> la salutò l’amica allontanandosi dalla parte opposta.
<< Perché devo fare questo test? >> protestò Natsuki mentre seguiva la più grande.
<< Lo abbiamo fatto tutti, serve a capire qual è il tuo elemento >> le spiegò la Presidentessa << In uno scontro, ci sono molti fattori che giocano un ruolo importante. Tra i quali questo. Anche gli allenamenti devono tenere conto delle predisposizioni della singola persona >>.
<< Il tuo qual è? >>.
<< Il fuoco >> le rispose Shizuru guardandola.
La sedicenne arrossì senza motivo.
<< Come Mai? >>.
La diciottenne annuì.
<< Io e Mai-san ci alleniamo spesso insieme >>.
Il pensiero che se fosse appartenuta anche lei a quell’elemento avrebbe potuto trascorrere più tempo con la più grande quasi la folgorò. Si ritrovò a riflettere che la diciottenne era l’unica persona che l’aveva trattata bene fin da subito, non le sarebbe dispiaciuto trascorrere in sua compagnia anche il tempo degli allenamenti. Mai già lo faceva. Improvvisamente avvampò pensando a quanto tempo la sedicenne dai capelli rossi avesse passato con la Presidentessa a migliorare il suo modo di combattere. Voleva che capitasse anche a lei. Andò quasi a sbattere contro la schiena di Shizuru che si era fermata di fronte la porta della presidenza e in quel momento notò anche un altro ragazzo che attendeva di poter entrare.
<< Buongiorno Presidentessa >> salutò cordialmente Takeda << Ciao Natsuki >>.
La mora alzò gli occhi al cielo e mormorò un leggero saluto mentre la diciottenne rispondeva con gentilezza. Pochi secondi dopo si sentì provenire dall’interno l’ordine di entrare. Takeda si mosse immediatamente mentre Natsuki gettò una veloce occhiata a Shizuru che le fece l’occhiolino.
<< Ti aspetto qui >> le sussurrò prima di vederla scomparire nella stanza.
L’interno era molto luminoso e in un ordine quasi maniacale. I due ragazzi avanzarono incerti verso la scrivania dietro la quale sedeva la preside. Immediatamente notarono che non erano soli. C’erano altre cinque persone oltre a loro e alla Preside. Salutarono con rispetto e attesero.
<< Takeda-san e Natsuki-san, sapete entrambi perché siete qui? >> domandò Mashiro.
Li vide annuire anche se con un minimo d’esitazione. Indicò una grande coppa di vetro colma di un liquido che poteva sembrare acqua posta sul tavolo e diede l’ordine prima al ragazzo di avvicinarsi.
<< Non sarete voi a scegliere l’elemento anche se desidererete con tutto il cuore qualcosa. L’elemento è già in voi, deve solo venire fuori. Come sapete, sono quattro quelli percepibili da chiunque: terra, aria, acqua, fuoco. Ognuno di essi ha pregi e difetti, punti di forza e punti deboli che vi aiuteranno o vi saranno d’intralcio in un combattimento. Ogni personaha la predisposizione a un elemento ma solo chi ha uno spirito riesce ad utilizzarlo a proprio vantaggio. Vi ho fatto chiamare per scoprire insieme a quale elemento sietecollegati. Le persone che vedete qui con noi sono i referenti degli elementi. Miss Maria lo è della terra, Midori Sugiura dell’aria, Fumi Himeno del fuoco, Youko Sagisawa dell’acqua e Yukariko Sanada del vuoto >>.
Tutti i presenti fecero un saluto dopo essere stati chiamati.
<< Vuoto? >> ripeté Natsuki perplessa.
Mashino fece un leggero cenno del capo.
<< Quando toccherete la coppa, l’acqua al suo interno comincerà ad agitarsi. Se ribolle, l’elemento sarà il fuoco; se si creano dei vortici, sarà il vento; se s’increspa e trema, sarà terra; se aumenta di volume fino a straripare, sarà acqua e, infine, se diventa dolce sarà il vuoto. La parola che usiamo per indicare nessuna attinenza con i quattro elementi è vuoto. Vuoto è tutto ciò che gli uomini non percepiscono coi sensi come i sogni o le illusioni, ad esempio. Non dovete pensare, però, che sia uno svantaggio questo. Possessori di Spiriti molto importanti appartenevano a questa categoria. Takeda-san, metta la mano sulla coppa sfiorandola leggermente, per favore >>.
Il diciottenne ubbidì e fece un respiro profondo. Immediatamente l’acqua all’interno si mosse e senza capirne il motivo aumentò fino a strabordare.
<< Molto bene Takeda-san >> disse la Preside << Il tuo elemento è l’acqua >>.
Il ragazzo fece un piccolo inchino indietreggiando sapendo che era la volta della mora. Nonostante le parole di Mashiro, Natsuki iniziò a sperare con tutta se stessa che quella coppa le dicesse di avere lo stesso elemento di Mai. E di Shizuru ovviamente. Allungò la mano esattamente come aveva fatto Takeda prima di lei e chiuse gli occhi.
Fuoco, fuoco, fuoco, fuoco, iniziò a pregare nella sua testa, Per favore fuoco.
Sentì l’acqua sotto il suo palmo agitarsi e gorgogliare ma non ebbe il coraggio di vedere. Solo quando avvertì il liquido gocciolare e picchiettare leggermente sul pavimento comprese ancor prima che la Preside parlasse.
<< Acqua anche per te, Natsuki-san >>.
La sedicenne aprì gli occhi e desiderò che si aprisse una voragine sotto i suoi piedi.
No, io volevo il fuoco!
Notò che Takeda la stava fissando sorridendo e lei in tutta risposta gli lanciò un’occhiataccia.
<< Voglio rifare il test >> affermò guardando Mashiro negli occhi << C’è sicuramente qualcosa di sbagliato >>.
La Preside scosse il capo.
<< Non c’è niente di sbagliato, Natsuki-san. Ripetere il test è inutile. La coppa mostra solo ciò che è già certo e che non può essere cambiato. Il tuo elemento è l’acqua esattamente come Takeda-san >>.
<< No, non voglio l’acqua! >> esclamò la sedicenne << Voglio ripetere il test! >>.
Si avventò sulla coppa ma la cameriera della Preside fu più veloce di lei e la tolse dal tavolo.
<< Non servirà a niente urlare >> continuò Mashiro << L’acqua è l’elemento che è sempre stato dentro di te, non puoi cambiare questo. Non mi hai ascoltata prima? >>.
Natsuki si morse il labbro inferiore con rabbia.
<< Natsuki, non è poi così male essere… >> le disse il diciottenne per provare a calmarla poggiandole una mano sulla spalla.
<< Non mi toccare tu! >> gli urlò contro la mora correndo fuori dalla stanza trattenendo a stento le lacrime.
Non appena fu fuori, i suoi occhi incontrarono quelli della diciottenne. Sentì che non avrebbe retto un solo secondo in più e si fiondò tra le sue braccia cercando rifugio. Shizuru non disse nulla, si limitò a stringerla, a cullarla e ad accarezzarle i capelli. Sapeva perfettamente qual era il suo elemento ma non aveva potuto dirglielo prima.
<< Va tutto bene, Natsuki? >> le domandò dopo qualche secondo.
La mora non rispose non capendo nemmeno lei il suo comportamento e arrossì comprendendo la pessima figura che aveva fatto di fronte a tutte quelle persone.
<< Shizuru >> sussurrò tristemente << Il mio…il mio elemento è l’acqua >>.
La diciottenne le sorrise accarezzandole una guancia.
<< E’ un buon elemento, non trovi? >>.
No, io volevo il fuoco! Volevo fare anch’io gli allenamenti con te come Mai!
Quei pensieri la fecero avvampare fino alla punta dei capelli e dovette nascondere il viso contro il petto della Presidentessa.
<< Volevi qualcos’altro? >> chiese dolcemente la più grande cercando il suo sguardo.
Natsuki annuì non osando guardarla. Se l’avesse fatto, avrebbe visto gli occhi di Shizuru illuminarsi per quella risposta.
<< Natsuki, dovresti rientrare. Sagisawa-san ci sta fornendo ulteriori spiegazioni sul nostro elemento e sugli orari degli allenamenti >>.
Shizuru lo fissò desiderando di avere il potere di incenerire con lo sguardo.
<< Anche tu, Takeda-san, hai l’acqua come elemento? >>.
Il diciottenne annuì non potendo non arrossire. Una profonda gelosia s’insinuò nella Presidentessa pensando al tempo che avrebbero trascorso insieme soprattutto perché entrambi nuovi studenti.
<< Natsuki… >> continuò il ragazzo leggermente a disagio.
<< Arrivo >> rispose rudemente la sedicenne asciugandosi gli occhi e staccandosi dalla diciottenne.
S’imbarazzò non poco per quello che aveva appena fatto e sperò che l’altra non se la fosse presa per il suo sciocco comportamento. Si voltò verso Takeda e rientrò.
 
<< Non ti piace il tuo elemento? Anche Chie ha l’acqua >> chiese Mai notando come l’amica avesse a malapena mangiato qualcosa.
<< La migliore studentessa dell’acqua, prego >> precisò la bruna strizzando l’occhio e passando in quel momento di lì per riconsegnare il proprio vassoio vuoto.
Mai la salutò sorridendo mentre la sedicenne dai capelli neri si limitò ad un cenno del capo.
Erano tutti a mensa per fare colazione e mancava poco all’inizio degli allenamenti. Da ciò che aveva capito la mora, quella era una giornata in cui tutti i ragazzi si cimentavano negli scontri, dai più grandi ai più piccoli. Questo includeva la diciottenne che avrebbe passato sicuramente del tempo con la rossa. Si ritrovò a stringere con forza le sue bacchette e annuì fissando il piatto intatto. Come poteva spiegare che ci era rimasta male perché voleva avere lo stesso elemento di Shizuru? Si sarebbe presa in giro da sola.
<< Allora perché quel muso lungo? >>.
L’altra stava per rispondere ma fu bloccata dall’arrivo di Nao che in modo euforico saltò sul tavolo per avere l’attenzione dei presenti.
<< E così la nostra nuova arrivata è uscita dalla presidenza piagnucolando come una bambina di cinque anni perché non ha avuto lo stesso elemento della sua cara amichetta. Complimenti, ottima mossa Kuga >>.
Un bisbiglio generale si levò tra gli studenti mentre Natsuki arrossiva per l’imbarazzo di essere al centro dell’attenzione per una cosa che avrebbe preferito tenere per sé. Mai si voltò per guardarla e nei suoi occhi si leggeva chiaramente un’esplicita domanda.
<< Non è…vero… >> mormorò sempre più rossa.
Come diavolo aveva fatto a saperlo? Era successo appena un quarto d’ora prima!
<< Dai Kuga, ammettilo che ci sei rimasta male e che sei corsa dalla tua Presidentessa >>.
Ancora mormorii sommessi e veloci occhiate.
<< Nao, io ti ammazzo! >> urlò la sedicenne alzando la mano stretta a pugno e preparandosi a saltarle al collo.
<< Che c’è, ti brucia non avere l’elemento del fuoco come la pervertita? >>.
Natsuki rimase un attimo immobile riflettendo sull’appellativo usato dall’altra ragazza.
Aveva appena definito Shizuru pervertita? Ma come si permetteva? Salì sulla sedia per afferrarla e suonargliele ma la mano della Presidentessa la fermò. Si voltò per guardarla e arrossì ripensando a ciò che era accaduto prima. Doveva essere sembrata patetica ai suoi occhi.
<< Nao-san è davvero l’ultima persona che dovrebbe parlare. Ricordo perfettamente che quando, anni fa, toccò a lei fare il test urlò e arrivò quasi alle lacrime dicendo che era solo una farsa perché l’acqua della sua coppa non si era mossa >>.
Adesso tutti gli occhi erano puntati sulla quindicenne che stava diventando rossa.
<< Sta zitta, pervertita! Ero solo una bambina allora, avevo sette anni! >>.
<< Vero, vero. E ricordo bene anche chi ti ha consolato dopo >> rise la diciottenne osservando il suo imbarazzo.
Tra i ragazzi si levò qualche risa.
<< Non è assolutamente vero! >> strepitò Nao scalciando sul tavolo.
<< Quindi il tuo elemento è… >> mormorò Natsuki pensando voce alta.
<< Il vuoto, sì genio >>.
<< E’ molto più bello l’acqua >> cercò di tirarle su il morale Shizuru facendole l’occhiolino.
<< Stai cercando di consolare la tua bella? >> esclamò la più piccola << Devo forse ricordarti, che sei in squadra con me? Non vorrai inimicarti la tua partner, vero? >>.
Natsuki fissò alternativamente prima una e poi l’altra con aria interrogativa.
<< Squadra? >> domandò infine.
<< Non lo sai? >> imbeccò la rossa << L'accademia crea una squadra di tre elementi a seconda delle caratteristiche del singolo. Io ho avuto la sfortuna di capitare con la pervertita. Gelosa? >>.
<< Gelosa io? >> ripeté la sedicenne dagli occhi verdi senza smettere di essere rossa << Assolutamente no, non so proprio cosa sia la gelosia >>.
Shizuru rise ricordando che non era mai stata brava a mascherare i suoi sentimenti.
<< Ne sei sicura? >> insistette Nao comprendendo d’aver centrato il punto.
<< Sicurissima >> rispose Natsuki << Mai, tu con chi sei? >> chiese voltandosi verso la rossa e trattenendo il respiro.
La quindicenne aveva parlato di tre persone, sperò involontariamente che non si trattasse di lei.
<< Akane Higurashi >> disse l’amica indicando la ragazza seduta a qualche tavolo di distanza convinta che la mora non ricordasse chi fosse.
La vide fare un sospiro di sollievo e se ne domandò il motivo.
<< Attualmente >> continuò Nao << Le uniche coppie con un posto vacante siamo io e la pervertita,  la tua amica rossa con l'eterna fidanzata e Reito Kanzaki con Alyssa Searrs. Ah, c'è poi il suo spasimante che al momento è un libero >> aggiunse indicando Mai.
<< Ehi, Tate non è il mio spasimante! >> esclamò la sedicenne comprendendo immediatamente di chi stava parlando << A me non piace! >>.
<< Certo, certo >> disse l’altra facendo un gesto con la mano per dire che non era importante e alzando gli occhi al cielo.
<< Libero? >> fece Natsuki cercando di capirci qualcosa.
Non avrebbe mai pensato che fosse così complicato avere uno Spirito.
<< Qualcuno come te >> spiegò la diciottenne << Qualcuno che ancora non è in nessuna squadra >>.
<< Bella la vita di un libero >> affermò la quindicenne con aria sognante << Nessun combattimento tra squadre, nessuno con cui rapportarsi. Il mese più bello della mia vita >>.
Mai storse il naso non riuscendo a comprendere cosa ci fosse di bello nel rimanere soli.
<< Quanto si rimane liberi? >> domandò la mora.
<< Dipende. Generalmente il primo mese di accademia lo studente appena arrivato rimane singolo perché non in grado di padroneggiare i propri poteri. Quando le sue capacità cominciano a manifestarsi, lo si fa combattere e osservando come si comporta i referenti decidono con chi abbinarlo. Nel tuo caso sarà Sagisawa-san a valutarti e infine, col consenso di tutti, entrerai in un team >>.
<< Come si comporta? >>.
Perfetto, pensò l’attimo seguente la sedicenne, Un altro test. Merda! Ma perché hai scelto proprio me, Duran?
<< Ma non sai proprio niente? >> disse Nao portandosi una mano sulla fronte << Come i suoi poteri si possano integrare con quelli di un altro studente, genio. Puoi avere anche i poteri più forti e fantasmagorici di tutti ma se non hanno alcuna affinità con quelli di altri due studenti o solo uno rimani libero in attesa di un nuovo arrivo. Un po’ come quello sfigato dello spasimante di Tokiha >>.
<< Ancora con questa storia? >> esclamò nuovamente Mai diventando rossa e agitando un pugno.
Nao rise.
Shizuru prese per un braccio Natsuki avvicinandola a sé da dietro e le sfiorò con la punta delle labbra l’orecchio destro.
<< Ti piacerebbe >> le sussurrò per rincuorarla sapendo bene quale fosse il suo cruccio << Essere in squadra con me? Può capitare anche se abbiamo elementi diversi >>.
A quelle parole il cuore della mora perse un colpo e si ritrovò ad arrossire ancor prima di rendersene conto.
Il suono della campanella la salvò dal rispondere. Mai, che non aveva notato l’intimità creatasi tra le due, la afferrò per la mano sorridendo.
<< Pronta ad iniziare? >>.
 
Venne separata da Mai quasi subito. Yuoko andò da lei e da Takeda per condurli in un altro luogo essendo nuovi negli allenamenti. Natsuki osservò Mai e Shizuru allontanarsi insieme mentre a lei toccò camminare accanto allo sfigato. Fu perfino quasi invidiosa di Nao che seguì le altre.
Una giornata in compagnia dell’imbecille, pensò con stizza passandosi una mano tra i capelli, Perfetto, mi divertirò tantissimo oggi.
La loro referente li portò in una struttura al chiuso in cui si alternavano spazi di terra e erba a ampie piscine piene d’acqua.
<< Allora ragazzi >> iniziò Youko con un sorriso << Per questo primo allenamento non faremo cose esageratamente complicate, dopotutto siete ancora troppo inesperti >>.
Parla per lui, avrebbe voluto risponderle la mora già seccata di essere accomunata a Takeda.
<< Vieni pure, Yuuichi-san >> continuò la donna << Anche lui ha come elemento l’acqua e visto che non appartiene ancora a nessuna squadra ho pensato che avrebbe potuto darvi una mano almeno all’inizio >>.
I due ragazzi si voltarono nella stessa direzione vedendo avanzare il sedicenne con la sua solita spada di legno.
Ci mancava lui, si disse Natsuki portandosi una mano alla fronte, Ora siamo davvero al completo. Nao mi prenderà in giro come non mai e farà bene stavolta.
<< Uno stesso elemento non pregiudica che due soggetti abbiano lo stesso stile di combattimento. Ognuno di noi ha una diversa predisposizione. Io, ad esempio, sono specializzata nel curare mentre Yuuichi-san è un combattente da distanza ravvicinata. Per capire come utilizzare i vostri poteri dovete prima capire le vostre inclinazioni >>.
La fa facile lei, continuò nella sua testa la ragazza dagli occhi verdi, E se le mie inclinazioni non servissero a Shizuru? Addio possibilità di entrare nella sua squadra.
Arrossì a quel pensiero chiedendosi perché fosse diventato così importante per lei starle vicino.

<< Ho chiamato qui Yuiichi-san per farvi dare una dimostrazione >> spiegò l'insegnante << Poi ci penserò io ad aiutarvi ad utilizzare al meglio il vostro elemento durante le nostre lezioni individuali. >>.
<< Lezioni individuali? >> ripeté sconvolta la mora.
Pure? Sappi, mio caro Duran, che sto iniziando a odiarti.
<< Sì >> confermò Tate << Tutti i nuovi arrivati le fanno per mettersi in pari con gli altri studenti. Fino a quel momento non potrete di certo misurarvi con gli altri >>.
<< Visto che voi due siete allo stesso livello seguirete le lezioni insieme >> affermò Youko << Ora materializzate i vostri Spiriti >>.
Tutti e tre si affrettarono ad ubbidire. Natsuki si sfiorò appena l’orecchino facendo illuminare la sua gemma e immediatamente accanto a lei apparve Duran. Guardò gli altri ragazzi incuriosita di sapere quali fossero i loro Spiriti. Osservò Takeda toccare l’ematite e subito dopo ai suoi piedi si materializzò un cane marrone dagli occhi gialli. Era di poco più piccolo del suo lupo e non sembrava per niente indifeso. Non avrebbe saputo dire a quale razza appartenesse, ma aveva l’ossatura sottile e agile, gli arti ben sviluppati e il pelo doveva essere ispido al tatto. Si accucciò dopo aver guardato negli occhi il suo padrone. Tate, invece, evocando il suo animale, sfiorò appena l’azzurrite che aveva sull’impugnatura della spada e si concretizzò una scimmia poco più grande del normale. Natsuki si domandò se le dimensioni dei loro Spiriti aumentassero con l’aumentare della loro forza e della bravura del padrone ma preferì restare in silenzio. Alzò gli occhi su Youko che stava sorridendo e attese.
<< Bene, nessuno di voi due ha problemi nel chiamare a comando il proprio Spirito >> affermò la donna.
Che si aspettava?, si chiese la mora con un leggero sbuffo, Che Duran se ne restasse nel cristallo facendo finta di niente?
<< Posso affidarti i nostri nuovi studenti, Yuuichi-san? >> chiese cortesemente la referente << Ho bisogno di andare a controllare anche gli altri allenamenti >>.
<< Certo Sagisawa-sempai >>.
<< Allora sempai, cosa ci mostri? >> chiese con riguardo Takeda una volta rimasti soli.

<< Non chiamatemi sempai >> arrossì lui.
<< Beh, sei qui da più tempo mentre noi siamo solo dei novellini >> fece notare l'altro ragazzo

<< Allora io dovrei chiamare sempai Alyssa-san sebbene abbia solo sei anni >> rise Tate << No, chiamatemi pure col mio nome >>.
<< D’accordo Tate-san >> disse Takeda.

La mora scosse il capo di fronte a quella conversazione. Ma quanto erano ridicoli quei due?
<< Per quale motivo sei tu a mostrarci come si usa l'elemento? >> chiese subito dopo mettendo da parte quelle chiacchiere inutili << Pensavo che Chie fosse la migliore >>.
<< Solo perché ha dei voti migliori dei miei nella teoria! >> esclamò stizzito il ragazzo << Nel combattimento sono io il migliore. In ogni caso il primo della classe aiuta il referente a controllare gli altri >>.

Che palle!, pensò la sedicenne abbandonando l'iniziale idea di diventare la migliore tra gli studenti dell'acqua, Studio, studio e ancora studio. Non sopravviverò mai a quest’anno scolastico. 

<< Ma ora basta con le chiacchiere >> affermò Tate << Iniziamo con le basi. Takeda-san, anche tu pratichi il kendo giusto? Mi servirebbe uno sfidante tieni >> aggiunse lanciandogli una spada di legno << Le protezioni non servono, non faremo un vero combattimento ma solo una dimostrazione >>.
Natsuki sbuffò. Perfetto, ora doveva assistere anche alle dimostrazioni di kendo.
I due ragazzi si esibirono in attacchi basilari per qualche minuto fino a quando il più giovane non disse di fermarsi.
<< Bene Takeda-san, sei molto bravo. Ora però utilizzerò il mio Element e vedrai come il combattimento cambierà >>.
 Detto ciò abbandonò la sua spada di legno, evocandolo. Natsuki si fece attenta ma non vide alcuna differenza. Da una spada a un semplice bastone; anzi, per il suo punto di vista la situazione era anche peggiorata. La ragazza fu però presto contraddetta quando il bastone si allungò fino a raggiungerla.

<< Bastone allungabile, mai sentito parlare di Son Goku? >> scherzò lui mentre alle sue spalle apparve l'immagine della sua scimmia << Coraggio Takeda-san, combattiamo di nuovo. Ma ti avverto che non sarà la stessa cosa >>.

L'altro ragazzo partì alla carica lanciando un urlo d’incitamento. Tate aveva ragione, a parte il cambio dell'arma, che aveva di certo mutato l'assetto del combattimento, sentiva come se quel bastone vibrasse. Ogni volta che parava un colpo, la sensazione era diversa. Decise di imprimere più forza di prima, per mettere alle strette l'altro che invece pareva non essere messo in difficoltà. Alzò le braccia in alto preparandosi a un poderoso attacco frontale. Tate si mise in posizione di parata e quando la spada di legno toccò la superficie del bastone andò letteralmente in frantumi.

<< Ma che diavolo?! >> esclamò Natsuki sorpresa tanto quanto Takeda.

<< Sorpresi? >> ironizzò il sedicenne con un mezzo sorriso << Il mio potere consiste nel dare al mio Element le stesse caratteristiche dell'acqua. Posso aumentare la pressione per sferrare colpi micidiali. A seconda della potenza, posso uccidere sul colpo una persona. Oppure posso anche proteggermi così >>.
Il bastone cambiò forma sotto un silenzioso ordine, creando un vortice d'acqua intorno al proprio padrone.
<< Naturalmente non vi faccio vedere tutto il mio repertorio, altrimenti che sorpresa avreste quando ci scontreremo? >>.

<< Fantastico, davvero fantastico! >> affermò entusiasta l'altro ragazzo battendo le mani come un bambino di fronte a un prestigiatore << Anch’io saprò fare cose del genere? >>.
Tate sorrise compiaciuto.
<< Dipende dal tuo Element e da come saprai sfruttarlo >>.
Quella fu l’ultima cosa che sentì Natsuki prima di allontanarsi di soppiatto. Ne aveva avuto abbastanza di quei due, del kendo e perfino dei loro Spiriti.
Che perdita di tempo!, esclamò dentro di sé mentre faceva il percorso al contrario dopo aver richiamato Duran all’interno del suo cristallo.
Per fortuna aveva un ottimo senso dell’orientamento che, da quando aveva con sé Duran era migliorato notevolmente. Riusciva a muoversi senza difficoltà tra scale e sentieri. Era decisa a trovare il luogo in cui si allenava Shizuru. Voleva vederla, voleva vedere cosa riusciva a fare lei invece di sentire chiacchierare quei due. Sicuramente sarebbe stato più produttivo che restare con le mani in mano e farsi poi prendere in giro dalla quindicenne. Doveva ammettere però che quello che aveva visto fare a Tate era davvero stupefacente e si chiese quale fosse la sua abilità ora che era a conoscenza del suo elemento. Da quando Duran era arrivato, aveva sempre pensato che a svilupparsi erano stati solo i suoi sensi. Ritornò alla realtà quando vide scie di fumo alzarsi verso l’altro e comprese di essere arrivata. Man mano che avanzava, le voci familiari di Mai e Shizuru si fecero più nitide seppur inserite tra tante altre voci. Si stavano allenando insieme. Quella considerazione le fece più male di quanto si aspettasse. Si acquattò dietro un cespuglio per non essere vista e iniziò ad osservare la scena. Dalla sua posizione aveva una buona visuale di entrambe. L’ambiente scolastico intorno a loro pareva essere scomparso, ovunque la sedicenne guardasse non vedeva altro che verde, piante selvagge, rocce, e perfino un piccolo laghetto. Il settore riservato agli allenamenti dei ragazzi del fuoco era in tutto e per tutto simile a una savana in miniatura ed era molto diverso dal settore dedicato all’acqua in cui era stata fino a quel momento. Dopo le sue considerazioni sul paesaggio, Natsuki cercò con lo sguardo la figura della diciottenne. Non ci volle molto e la mora si sorprese di come fosse facile per lei trovare immediatamente l'altra ragazza. Shizuru si stava allenando con Mai, isolata dagli altri ragazzi. Entrambe avevano evocato i propri Elements. La rossa aveva intorno ai polsi e le caviglie delle specie di anelli, adornati con tre magatama ciascuno. Shizuru invece teneva tra le mani una specie di lancia, una naginata dalla lama ricurva per la precisione.
<< Ara ara Mai-san >> disse la più grande guardando al soffitto, chiuso dal tetto << Immagino che non volerai oggi >>.

<< Immagina bene, Shizuru-san >>replicò la rossa.
Effettivamente, sebbene il soffitto fosse alto, non era una buona idea librarsi i cielo avendo il limite dell'altitudine. Inoltre non si sarebbe potuta muovere più di tanto anche nelle altre direzioni se non voleva rischiare di coinvolgere altri studenti nel combattimento. Mentre era immersa in queste riflessioni, quasi non si accorse di come la sua sfidante si stava pericolosamente avvicinando, brandendo il suo Element. Mai fece appena in tempo ad erigere la sua barriera di energia, prima che la lama dell'arma la colpisse.

<< Ottimi riflessi >> si congratulò la diciottenne che anche mentre combatteva non perdeva la sua proverbiale grazia.
<< Ottimo tempismo >> ironizzò l'altra.
Vedendo che si era creata una situazione di stallo, Shizuru decise di abbandonare la carica, preferendo allontanarsi. Una volta che la più grande fu ad una distanza considerevole, Mai decise di eliminare la barriera. Questa era molto utile ma ogni volta necessitava di un notevole utilizzo di energia.

<< Mai-san >>le urlò Shizuru << Che ne dici di allenarci con le fiamme? >>.

<< Va benissimo, Shizuru-san. È un’ottima idea >> rispose la sedicenne dai capelli rossi << Ma per favore non mi lanci un colpo troppo potente, non posso utilizzare troppo fuoco per diferdermi >>.
La più grande annuì e concentrò il suo potere nella cavità respiratoria per poi rilasciarla sotto forma di una palla di fuoco che si diresse velocemente verso l'altra ragazza. Mai sapeva cosa fare in queste situazioni. Creare una grossa fiammata non avrebbe fatto altro che potenziare il colpo della diciottenne. Ormai l'aveva capito. Decise così di giocare d'astuzia creando una piccola esplosione poco vicino all'attacco dell'altra in modo da dissolverla. Mai si preparò, le sue dita erano pronte per schioccare.
Ancora più vicino, più vicino…, pensò la più piccola attendendo, …ora!
Agì pensando che fosse la mosse migliore.Una piccola esplosione ridusse la portata della fiamma di Shizuru, dividendola in diverse lingue di fuoco che si sparsero per il campo. Questo risultò inaspettato per Mai ma non se ne preoccupò più di tanto. Intorno a lei vi erano validi studenti, abituati ormai ad anni di combattimento. Avrebbero saputo sicuramente difendersi da delle piccole fiammate. Proprio per questo motivo la rossa si stupì non poco quando vide Shizuru lanciarsi disperatamente a protezione di un qualcosa che Mai non riuscì ad identificare.
<< Shizuru-san! >> urlò la sedicenne non comprendendo.
Natsuki non riusciva a muoversi, vedeva il colpo della rossa avvicinarsi rapidamente a lei e non fare nulla per evitarlo. Involontariamente le mani le iniziarono a tremare e chiuse gli occhi aspettando. Ma non accadde nulla. Tutto ciò che sentì fu un gemito strozzato. Riaprì gli occhi e vide la diciottenne di fronte a lei che le dava le spalle.
<< Shizuru! >> esclamò preoccupata la sedicenne uscendo dal suo nascondiglio.
<< Natsuki? >> domandò Mai allibita nel vedere la mora << Che…che cosa…non dovresti essere con Takeda nel settore dell’acqua? >>.
<< Shizuru, ti sei fatta male? >> chiese invece l’altra senza prestarle attenzione << Mi dispiace tanto, è tutta colpa mia >>.
<< Non è…nulla… >> mormorò la diciottenne prendendosi il braccio colpito con quello sano.
Natsuki notò immediatamente la ferita infertale ed ebbe una fitta al cuore.
<< Oh Shizuru! >> continuò la sedicenne dai capelli scuri sapendo che sarebbe scoppiata a piangere da un momento all’altro << Ma tu…e il braccio… >>.
<< Cos’è successo qui? >> disse la voce di Youko << Natsuki-san, finalmente ti ho trovata… >>.
Non terminò la frase vedendo quello che era accaduto all’altra studentessa.
<< E’ tutta colpa mia! >> esclamò la mora con le lacrime agli occhi << Per favore, Sagisawa-san, l’aiuti! >>.
La donna si chinò strappando ciò che restava della manica della divisa scolastica per controllare.
<< Sto…sto bene… >> affermò con una piccola smorfia di dolore la Presidentessa << Non…non piangere Natsuki… >>.
<< Dobbiamo andare in infermeria >> affermò risolutamente la dottoressa aiutando Shizuru a stare in piedi e sorreggendola col suo corpo << Per oggi i vostri allenamenti sono terminati >>.
Natsuki osservò in silenzio e col cuore che le batteva nel petto ad una velocità folle le due figure allontanarsi.
 
<< Natsuki, dobbiamo scendere a cena >>.
L’altra non diede segno d’aver sentito. Mai le si avvicinò e le poggiò una mano sulla spalla sentendola tremare. Vedere il braccio ustionato e dolorante di Shizuru doveva averla scossa parecchio, tanto da non proferire parola da quando erano tornate dagli allenamenti. Si era chiusa in camera preferendo saltare il pranzo ma aveva bisogno di mangiare qualcosa, non poteva digiunare in eterno.
<< Andiamo? >>.
La mora si ostinò a fissare una pagina bianca del quaderno che teneva aperto sul letto e non rispose.
<< Natsuki… >> continuò la rossa con pazienza << …sono sicura che Shizuru-san sta bene. Sagisawa-san sicuramente le avrà dato una delle sue medicine >>.
<< E’ colpa mia >> ripeté per l’ennesima volta la sedicenne dagli occhi verdi.
Non era voluta andare nel pomeriggio a trovare la diciottenne nonostante Mai glielo avesse ripetuto tantissime volte, l’unica cosa che diceva era che era colpa sua. Le prese il volto con entrambe le mani guardandola dritta negli occhi.
<< E’ stato solo un incidente, può succedere quando si ha a che fare con poteri grandi come i nostri >> affermò risolutamente << Se vuoi dare la colpa a qualcuno, dalla a me. Io ho sbagliato a mirare. Altre volte è capitato, il mio potere e la mia concentrazione sono ancora instabili e ho fatto danni anche peggiori, credimi  >>.
<< Io non sarei dovuta essere lì! >> rispose la mora << Shizuru ha parato il colpo che avrebbe colpito me altrimenti. È per questo che ora è in infermeria >>.
<< Perché allora non vai a vedere come sta? >> le ripropose l’amica per l’ennesima volta << Sono sicura che le farebbe piacere vederti >>.
Natsuki scosse il capo.
<< Sicuramente non vorrà vedermi, non dopo quello che le ho fatto >>.
Mai sospirò. Quanto era testarda quella ragazza? Forse troppo.
<< Basta stare qui e rimuginarci sopra. Adesso andiamo a cena e poi tu la andrai a trovare in infermeria. Sono stata chiara? >> disse con tono che non ammetteva repliche.
La sedicenne dagli occhi verdi la fissò un solo secondo prima di affrettarsi ad annuire. Scese dal letto, s’infilò le scarpe e la seguì verso la mensa.
La mora comprese che si stava parlando di lei e dell’incidente non appena mise piede nel locale. Molte ragazze grandi e piccole erano sedute intorno a Nao che stava raccontando cosa era successo quel pomeriggio. Si ritrovò a stringere le mani a pugno lungo i fianchi e a ingoiare le urla che invece avrebbe voluto dare.  La mano sulla spalla della rossa le fece capire di ignorare la situazione e di sedersi a mangiare. Scelsero un tavolo piuttosto isolato ma non appena la quindicenne le vide, alzò una mano per richiamare la loro attenzione.
<< Oh, eccoti finalmente Kuga! >> esclamò con un mezzo sorriso << Devo proprio ringraziarti, sai? L’incidente che hai provocato ha messo fuori gioco la mia partner per qualche giorno e così niente allenamenti di squadra! >>.
Un brusio generale si alzò tra coloro che ascoltavano che si voltarono verso la mora. Natsuki si accorse che le occhiate che le rivolgevano alcune giovani studentesse erano cariche d’ira.
<< Ignorale, sono solo delle oche >> le sussurrò Mai notando come le nocche delle mano dell’amica fossero diventate bianche per la forza che stava usando nello stringere il vassoio.
<< E’ colpa sua? >> bisbigliò una ragazza ad un’altra mentre le passavano accanto gettandole una gelida occhiata.
<< Sì, pare che Shizuru-san non possa combattere per l’ustione riportata >>.
<< Non potremmo vederla combattere, odio questa nuova studentessa. È tutta colpa sua >>.
Natsuki non riuscì a resistere oltre. Scattò in piedi facendo quasi rovesciare la sedia e si voltò verso le ragazze che avevano parlato chiamando Duran. Il lupo immediatamente reagì al suo volere apparendo. Senza che gli si fosse detto niente si mise in posizione d’attacco ringhiando minaccioso verso le studentesse. Anche se era contro le regole, stava per materializzare le sue pistole quando vide entrare Shizuru. La sua sola presenza bastò a calmarla e il suo Spirito fu invaso dai suoi stessi sentimenti. Smise di mostrare le zanne accucciandosi ai piedi della sua padrona.
<< Questo posto è libero? >> le chiese gentilmente.
Senza aspettare una risposta si sedette accanto a lei. La mora la osservò sorpresa. Pareva che stesse bene e che non provasse alcun dolore. L’unico segno che le ricordava ciò che era successo era il braccio sinistro ben fasciato e tenuto fermo da un fazzoletto annodato sulla spalla. Per diversi minuti nessuno si mosse o disse qualcosa. Mai teneva il respiro sospeso e si permise di tornare a respirare normalmente solo quando vide l’amica tornare a sedersi e richiamare l’animale.
<< Dovresti mangiare, Natsuki >> disse la Presidentessa sorridendole << Se diventa freddo non è più buono >>.
La sedicenne si affrettò ad ubbidire sotto lo sguardo di entrambe. Iniziarono a mangiare in silenzio sentendo in un primo momento gli occhi di tutti puntati addosso. Natsuki spesso lanciava occhiate veloci e furtive alla diciottenne che pareva ignara di tutto. Mangiava tranquillamente con la destra e non pareva particolarmente rallentata nei movimenti. Quando terminò posò delicatamente le bacchette sulla ciotola vuota e guardò la mora con un sorriso.
<< Ti andrebbe di accompagnarmi in una passeggiata, Natsuki? >> le propose.
Voci sommesse si levarono nella mensa a quella domanda. Le ragazze più piccole erano eccitate e mandavano sorrisetti alla sedicenne come se si fossero dimenticate tutto quello che era accaduto prima. La mora arrossì sapendo che era fissata dai presenti e che un no sarebbe equivalso a farsi sbranare da tutti.
<< C…certo >> mormorò alzandosi e seguendola fuori.
Per i primi minuti camminarono ognuna immersa nei propri pensieri. Un leggero vento scuoteva i rami degli alberi e le loro uniformi rendendo gradevole la passeggiata. Il cielo era limpido e privo di nuvole all’orizzonte. Shizuru chiuse gli occhi per un attimo pensando a quanto fosse contenta d’averla ritrovata finalmente e si portò una mano sul cuore.
<< Shizuru, stai male? >>.
La diciottenne scosse il capo e nel riaprire le palpebre vide il volto di Natsuki leggermente preoccupato. Sorrise accarezzandolo con la mano sana.
<< Sei…sei arrabbiata con me? >> chiese timidamente la più piccola mentre riprendevano a passeggiare.
<< Perché dovrei essere arrabbiata con Natsuki? >> domandò a sua volta la Presidentessa << Sono contenta che abbia accettato di venire fuori con me >>.
A quelle parole la mora arrossì ancor di più.
<< Intendo >> continuò la ragazza tenendo gli occhi bassi << Per quello che è successo oggi. Per il tuo…per il tuo braccio >>.
La diciottenne allora si fermò sotto un albero sempreverde chiedendole di fare lo stesso e iniziò delicatamente a sciogliere una benda dal braccio. Natsuki si fece attenta e notò immediatamente come la parte lesa fosse ricoperta di scaglie. Come un serpente. Lanciò alla maggiore un’occhiata interrogativa. L’altra le sorrise con gentilezza prima di evocare il suo Spirito.
<< Kiyohime >> disse quasi in un sussurro.
Immediatamente sul braccio si materializzò un serpente marrone che si mosse quel tanto che bastava per non cadere. Sibilò senza intenzioni cattive verso la mora.
<< Lui è il mio Spirito >> lo presentò Shizuru accarezzandolo con l’arto sano << E, esattamente come te, anch’io ho acquisito qualcosa da lui. Come la resistenza al fuoco, per esempio, o la velocità nel rigenerare la mia pelle >>.
Natsuki accarezzò timidamente la testa di Kiyohime.
<< Vuoi dire che… >>.
La Presidentessa non la fece continuare.
<< I serpenti cambiano pelle in determinati periodi, io tutte le volte che vengo ferita. E poi, con i rimedi di Sagisawa-san, avviene tutto ancora più velocemente. Tra qualche giorno sarò come nuova >>.
La mora le sorrise contenta che non fosse nulla di grave. Lasciò che Shizuru le sfiorasse con la punta dell’indice le labbra schiuse e sentì una piacevole sensazione all’altezza dello stomaco.
<< Sei più tranquilla ora? >>.
Stava per rispondere quando fu improvvisamente colta da una fitta spaventosa che la fece chinare su se stessa. Chiuse gli occhi.
<< Tornerò, Shizuru, e mi riconoscerai da quest’orecchino. È la mia promessa >>.
 

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