Heart Of Stone

di Lully Cullen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo1. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2. ***



Capitolo 1
*** Capitolo1. ***


Buonaseraaaaa! Rieccomi.

Allora, per tutte coloro che seguono TMIK : non cancellerò la storia. Devo solo pensare a come svoglere la trama dato che l'idea che avevo per quella storia l'ho messa qui.

Secondo: ieri avevo pubblicato una storia, " Locked Out Of Heaven ", l'ho cancellata e l'ho adattata a questa, mi è venuto un flash oggi, e ho voluto sperimentare, perchè mi piaceva di più l'idea di Edwar bambino e ammalato.

Terzo:ahm.. non so. Spero vi piaccia!

Buona lettura!


 

 

Heart Of Stone.

 

 


Si dice che sia il destino a scegliere le cose.

Volente o nolente devi solo sottostare a ciò che lui ha in serbo per te.

 

 

Quando ero piccola avevo sempre creduto che questa fosse solo una stupida diceria; il destino te lo costruisci da solo, con le tue mani. E io volevo costruirmi il mio.

Sbarcai in America nel 1911 per studiare medicina, ero di nobili origini italiane, e i miei genitori volevano solo il meglio per me, così decisero di mandarmi all’estero per ampliare la mia cultura. Iniziai a studiare medicina, e diventai allieva di Carlisle Cullen;il mio scopo era trovare una cura alla spagnola, un’epidemia che stava facendo stragi.

Mi impegnai al massimo, fino a che non diventai una vittima della mia ricerca: mi ammalai anche io di spagnola, e da dottoressa diventai paziente. Buffo, no? Il mio unico rimpianto era di non poter salutare i miei genitori, di non potergli dire quanto li amassi, e per la prima volta da quando ero lì, realizzai di essere sola.

Non avevo nessuno al mio fianco, non avevo nessuno che avrebbe pianto la mia morte, se non i miei genitori. Ma mi sbagliavo. Fu Carlisle a salvarmi. Fu Carlisle a rendermi come lui; una vampira. Da allora sono passati quasi cento anni, e io Isabella Swan, dopo una dura lotta contro la sete di sangue, mi ritrovo a visitare e curare piccoli bambini nell’ospedale di Seattle.

All’inizio fu difficile, la sete di sangue era forte. Non mi bastavano gli animali, non mi bastava spezzare il collo a uno stupido cervo e seguire la dieta del mio creatore. Ma non potevo mettere nei guai colui che aveva rischiato di essere scoperto solo per salvarmi, e dopotutto, non ero io a voler salvare gli esseri umani?

“ Ingrid, può diminuire le dosi di antibiotico, i globuli bianchi si stanno abbassando “ mormorai posando la cartellina del piccolo paziente.

“ Va bene dottoressa “ .  Adoravo i bambini. Quando ero umana ne sognavo uno tutto mio; una famiglia, tre figli, e sette nipoti. Avevo già calcolato tutto. Peccato che non potessi avere figli, e che cento anni dopo fossi ancora single.

“ E tu Thomas, devi mangiare le verdure, o darò a Ingrid l’ordine di farti tre punture al giorno “ dissi severa al piccolo marmocchio seduto davanti a me. Thom scosse il capo e spalancò gli occhi.

“ No, le punture no “

“ Prometti che mangerai le verdure? “ lui arricciò il naso, come se stesse valutando la mia proposta e in fine annuì. “ Bene. Ci vediamo dopo peste “ gli lasciai un bacio sulla fronte e uscii dalla camera.

“ Dottoressa, c’è un nuovo paziente “ annunciò Ingrid professionalmente, “ questa è la sua cartella, la stanza è la 403 “ annuii e iniziai a leggere i dati.

Si chiamava Edward Masen e aveva quasi quattro anni, era affetto da un neuroblastoma di 2 livello, doveva essere sottoposto a una chemioterapia e in seguito a un trapianto di midollo osseo. Mi diressi verso la camera 403 e bussai alla porta.

“ Non avere paura piccolo, vedrai che usciremo presto di qui, e la mamma ti porterà a vedere l’albero di Natale più grande al mondo… Avanti “.

Entrai e sorrisi per infondere un po’ di coraggio al bimbo che si guardava in giro spaurito.

“ Io sono Isabella, tu devi essere Edward “ dissi sorridendogli, mentre affiancavo la madre. Lui arrossì e si limitò ad annuire.

“ Io sono Elizabeth, la madre “ si presentò la signora dai capelli rossicci. Erano tutti e due davvero belli, il bimbo poi aveva degli occhi verdi capaci di catturarti.

“ E’ stata già avvisata della cura? “ domandai a bassa voce sedendomi sul letto e accarezzando quella massa di capelli rossicci. Potevo sembrare maleducata, ma era stato più forte di me; erano quasi irreali, come i suoi occhi. Sorrisi al bimbo, che arrossì di nuovo e poi tornai a guardare la madre che annuì sconfortata.

“ Andrà tutto bene, non si preoccupi. Abbiamo preso il neuroblastoma in tempo, non è ancora entrato in un livello critico. Con una terapia d’attacco e un trapianto di midollo si risolverà tutto. “ spiegai alzandomi e accarezzandole il braccio. “ Avete già fatto gli esami di compatibilità per il midollo? E’ meglio sbrigarsi… “ sentii i battiti del cuore della signora aumentare e gli occhi farsi umidi.

“ Sono completamente sola… “ ammise abbassando lo sguardo. “ Mio marito è morto qualche mese fa, e sono l’unica persona che gli è rimasta. Spero di essere compatibile io “ soffiò sorridendo al figlio, mentre una lacrima le solcava la guancia.

“ Allora è meglio sbrigarsi, in caso dovremmo trovare un donatore compatibile. “ Chiamai Ingrid e le dissi di prenotare urgentemente una serie di esami per Elizabeth; non bisognava perdere tempo, il bimbo era già al secondo stadio. Il telefono della donna iniziò a squillare, lei aprì la borsa di fretta e andò vicino alla finestra per avere un po’ di privacy.Io intanto mi risedetti vicino ad Edward e gli sorrisi.

“ Quanti anni hai ometto? “ gli dissi per fare amicizia, nonostante sapessi la sua età.

“ Quattro, signorina “. Rispose lui, mentre il suo cuore aumentava i battiti. Scoppiai a ridere e gli scompigliai i capelli.

“ Signorina? Il mio nome è Isabella. “ Gli spiegai mentre lui arrossiva. Elizabeth chiuse la telefonata e si avvicinò lentamente.

“ Mi dispiace, devo andare… il capo mi ha chiamato e devo tornare a lavoro. Mi dispiace, ma se non torno a lavoro mi licenzierà. E’ un tipo piuttosto… burbero “ confessò mentre gli occhi le diventavano umidi. Si avvicinò ad Edward e gli lasciò un delicato bacio sulla guancia, accarezzandogli i capelli.

“ La mamma torna stasera, te lo prometto. Arrivederci dottoressa Cullen “. Lui annuì e seguì con lo sguardo la madre che uscì fuori dalla porta. Poco dopo il piccolo iniziò a singhiozzare, mi avvicinai a lui e iniziai ad accarezzargli i capelli.

“ Shhh.. che succede ometto? “ bisbigliai, facendogli appoggiare la testa sul mio seno.

“ Mamma… sta tutto il giorno via, io sono sempre solo. “ mormorò tra i singhiozzi.

“ Lo fa perché ti vuole bene, lo fa per te “ gli spiegai, iniziando a cullarlo.

“ Ma mi lascia solo “ continuò, asciugandosi gli occhi con la mano.

Come spiegare a un bambino di quattro anni che la madre va a lavorare per potersi permettere le cure che lo faranno guarire? Come spiegare a un bambino di quattro anni che è in bilico tra la vita e la morte? Non si può, è impossibile.

“ A volte… bisogna fare a meno di alcune cose Edward. Lei vorrebbe stare con te… ma ha bisogno di soldi per farti stare bene e farti uscire fuori da qui… “ mormorai cercando di trovare le parole adatte. “ Tu vuoi uscire fuori di qui? “ gli domandai sorridendo.

Lui annuì e si asciugò le lacrime. “ Anche la tua mamma lo vuole. E poi, ci sono io a farti compagnia… Vuoi essere mio amico? “ Il sorriso che mi fece mi scaldò il cuore, e fu come se per la prima volta,il mio cuore di pietra tornasse a battere.

 

 

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Avevo già pubblicato una storia simile, ieri. Ma l'ho cancellata. Oggi mi è venuto un flash e ho chiesto a Cass il parere, e dopo avermi confessato che " mi ama",ho cancellato la storia e mi sono messa all'opera.

Fatemi sapere cosa ne pensate, a me piace molto l'idea. 

Un bacione, alla prossima!

Lully

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Capitolo 2
*** Capitolo 2. ***


Buonasera ragazze!

Eccomi con l'aggiornamento.

Vi ringrazio per le recensioni che mi avete lasciato, sono commossa.

Allora, avrei due cose da chiedervi:

1- qualcuno potrebbe creare una copertina per questa fanfic?

2- Mi potreste dire qualche canzone triste? Non posso farci nulla, mi servono per l'ispirazione.

Awww.. spero di a ver detto tutto.

Ah, in fine settimana, o all'inizio della prossima, ci sarà un regalino natalizio ;D

Buona lettura!

 

 

 

Capitolo 2.


Ci sono momenti che non ti sai spiegare, non sei pienamente cosciente dei tuoi gesti, o meglio, sei consapevole di ciò che fai, e mentre una parte di te urla “ che diavolo stai facendo? “, l’altra parte dice “ continua, fai ciò che ti fa stare bene “. Io stavo seguendo la seconda voce della mia coscienza, mentre fissavo il piccolo Edward dormire nelle lenzuola immacolate. Si era addormentato da circa due ore, erano le undici di sera, e io ero lì impalata a guardarlo dormire dal vetro della sua camera che dava sul corridoio principale. Elizabeth era accanto a lui, stremata. Era tornata verso le otto di sera, proprio quando il piccolo si stava per addormentare, lo aveva stretto a sé, lo aveva cullato e gli aveva raccontato una storia, una di quelle dove il lieto fine è scontato. Edward si addormentò poco dopo, ed Elizabeth lo seguì a ruota.

Il telefono iniziò a vibrare nella tasca del mio camice, facendomi distogliere l’attenzione dalle due figure che dormivano placidamente.

Hai intenzione di fissarli ancora per molto? Che ne dici di una caccia in famiglia? Ti aspettiamo, Alice.

Sorrisi mentre riponevo il telefono in tasca, posai la mano sul vetro e sospirando mi ritirai nel mio ufficio per cambiarmi, sperando che tutto procedesse per il meglio.

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“ Jasper smettila di manipolare il mio umore, chiaro? “ Ingranai la quarta e scoppiai a ridere, sentendo in lontananza la voce di mio fratello Emmett inveire contro Jazz.

“ Io non sto facendo niente orso “ rispose questo. Potevo immaginare il sorriso increspare le sue labbra, mentre gli altri si godevano la scena in diretta.

“ Infatti sono io che passo da uno stato emotivo altamente eccitato, ad un altro altamente incazzato, vero? “ continuò il primo, alzando la voce. Spensi il motore e scesi, dirigendomi a velocità vampiresca verso di loro.

“ Calmate i bollenti spiriti, Bella è tornata! “ Entrai in casa e trovai Emmett che cercava di strangolare Jasper, mentre gli altri si godevano la scena. “ Oh, è tornata la stalker di casa. Com’è andato il pedinamento sorellina? “ Emm mi fece l’occhiolino e continuò a maltrattare il biondo, mentre gli altri ridevano.

“ Jasper, fagli male “ mormorai mentre il diretto interessato faceva come gli avevo chiesto.

“ Basta voi due, si va a caccia! “ Alice si mise davanti ai due, iniziando a battere il piede sinistro in segno di impazienza. In poco tempo il folletto radunò l’intera famiglia, come se fossimo a una gita scolastica. “ Dobbiamo rimanere uniti “ Alice passeggiava in salotto, dando ordini alla truppa. “ Nessuno deve vederci “.

“ Ma stiamo andando a caccia, o a rubare qualcosa? “ domandò Rosalie, fissando la sorella con un sorriso.

“ Sargente Grizzly, venga avanti! “ disse Alice in tono autoritario mentre Emmett faceva un passo in avanti.

“ Si, signor capitano? “ Rispose Emm, con una mano in fronte, imitando un soldato dell’esercito.

“ Può ricordare quali sono i rischi e i pericoli della missione alla sua consorte? “ Alzai gli occhi al cielo per il teatrino, mentre Esme e Carlisle se la ridevano, fissandoci dal divano.

“ Il rischio è che gli umani ci vedano signore, il pericolo è che con una mossa sbagliata i nostri capi firmati si sciupino, signore! “ Soffocai una risata con un colpo di tosse e Rosalie scosse il capo.

“ Ha capito cadetto Riccioli d’Oro? “ Rose si limitò ad annuire sospirando.

“ Alice, non potremmo evitare questo teatrino e andare a caccia? Devo essere in ospedale tra sei ore “ mormorai guardando Carlisle per chiedergli aiuto; mentre quest’ultimo mise le mani in avanti come per dire ‘veditela tu, figliola ‘.

“ Si infatti Alice, tra sei ore inizia di nuovo il suo turno di stalking, muoviamoci ! “ Fulminai Jasper con lo sguardo e sgattaiolai fuori alzando gli occhi al cielo; non avevo altro tempo da perdere, e non volevo discutere sulla mia leggera paranoia riguardo al piccolo Masen.

Ero solo professionalmente preoccupata, accidenti! Era un caso piuttosto delicato, pochi bambini riuscivano a sopravvivere al neuroblastoma, poiché spesso non veniva preso in tempo, e non volevo che Edward rientrasse tra questi casi; lo avrei salvato, a tutti i costi. Sorpassai il fiume e iniziai a correre velocemente, sentivo gli altri dietro di me, ma avevo davvero bisogno di stare un po’ da sola.

Accelerai e mi concentrai sugli odori che sentivo: alci, puma e grizzly. Mi avventai su un puma, chiudendo gli occhi e lasciando che una sensazione di benessere di impadronisse del mio corpo; i puma erano i miei favoriti in assoluto, il loro sangue assomigliava di più a quello umano, niente a che vedere con quello degli erbivori. Feci fuori qualche altro puma, mentre Emmett e Jasper si divertivano a far uscire fuori di testa un povero grizzly; sospirai e nascosi le carcasse dei puma, lanciandole nel burrone che si trovava a qualche centinaio di distanza; quando gli altri avrebbero finito, avremmo dato fuoco alle carcasse.

Sospirai, mentre qualche tiepido raggio di sole preannunciava che era l’alba; mi sedetti su un ramo e rimasi a fissare l ‘estesa boscaglia, rimuginando un po’. Il ramo si abbassò quel po’ da farmi capire che vicino a me c’era un’altra persona; Carlisle per l’esattezza, si sedette vicino a me e restò per qualche minuto in silenzio.

“ Ti è mai capitato di fare qualcosa nonostante la tua testa ti dicesse di non farlo? “ mormorai a bassa voce, sapendo che poteva sentirmi benissimo. Lui sorrise e annuì.

“ Certo, quando ho trasformato te, Esme…Rosalie... il cuore mi diceva che dovevo farlo, ma la testa mi diceva che mi sarei messo nei guai, che correvo un rischio troppo grande. Ma alla fine, ho creato qualcosa di bellissimo Bella, una famiglia. Per quanto la testa possa avere ragione, il cuore ha sempre la meglio. “

“ Non voglio che muoia.. E’ come… non te lo so spiegare. Anche adesso che sto qui, non faccio altro che pensare che potrebbe avere una crisi da un momento all’altro. E’ solo un bambino, non può morire, maledizione! “ sbottai.

“ Siamo medici, il nostro compito è salvare le persone Bella, ma non sempre ci riusciamo. Non possiamo ancora fare miracoli… “ disse sospirando. Sapevo che aveva ragione, ma se era stata data a me una seconda possibilità, perché non darla anche agli altri? Così si creerebbe un mondo di vampiri immortali, brava Bella, ottima idea! “ Ce la farai Bella, ne sono sicuro “ continuò, abbracciandomi.

“ Grazie papà “ Sorrisi e dando un ultimo sguardo all’alba coperta dalle nuvole, e tornammo a casa. Gli altri avrebbero avuto la scuola. Avendo 24 anni avrei potuto sia fare ( all’infinito) il liceo, o fare la dottoressa, all’inizio temevamo che facendo la dottoressa qualcuno ci avrebbe scoperto, ma così non fu, quindi decidemmo che avrei fatto una volta la studentessa, e un’altra il medico. Si, insomma.. non volevo passare la mia vita in quei banchi verde militare. Mi asciugai i capelli e mi diressi al piano di sotto, dove gli altri stavano passando il loro tempo.

“ Bella, guarda se non sono identico! “ Emmett si mise un paio di occhiali e accese la tv, e partì una canzoncina con un balletto davvero idiota. “ Hey, Sexy laaaaaaaaaaady.. “ Emm iniziò a imitare il tipo in tv, iniziando a saltellare come uno scemo. Soffocai una risata e mi sedetti accanto a Rosalie, che guardava suo marito sconcertata, mentre questo muoveva il suo bacino avanti e indietro.

“ Rose, il suo movimento di bacino promette bene “ dissi continuando a guardare mio fratello, mentre gli altri scoppiavano a ridere.

“ Bella, non sarai passata dal lato oscuro anche tu! “ rispose lei dandomi un buffetto sulla spalla per poi ridere. “ Il mio scimmione è sexy. “ sentii Jasper scoppiare a ridere ancora di più, mentre Emmett finiva la sua esibizione.

“ E allora Rosellina mia, ti sono piaciuto? “

“ Tu mi piaci sempre scimmione! “ rispose lei baciandolo.

“ Ehi Emm, ho sentito che al circo cercavano uno scimmione danzante, se vuoi posso dargli il tuo numero! “ Jazz si accasciò sul divano in preda alle risate, mentre Alice sfogliava una rivista di moda, cercando di trattenere le risate.

“ Adesso basta voi, andatevi a preparare, dovete andare a scuola! “ Esme entrò in salotto, fissando i quattro seriamente. Loro annuirono e si dileguarono nelle loro camere, mentre Alice mi abbracciò e mi sorrise come ad incoraggiarmi.

“ Non ti scoraggiare, e prendi la tua auto “ disse prima di dileguarsi. La guardai non capendo.

Alice a volte era davvero enigmatica, non ti diceva mai cosa sarebbe successo, ti diceva cose del tipo “ vedi se il carrozziere domani è aperto “ , per avvertirti che qualche cretino ti avrebbe tamponato l’auto, non diceva mai “ oggi ti tamponano l’auto “.

 

Scossi il capo e sospirai, mentre Esme si avvicinava sorridendo,si sedette vicino a me e mi accarezzò i capelli. “ Cosa c’è figlia mia? “ poggiai il capo sulla sua spalla e scossi il capo.

“ Ti voglio bene, mamma “ chiusi gli occhi e mi feci coccolare un po’ dalla mia mamma. Adoravo avere quel rapporto con Carlisle ed Esme, non mi vergognavo a dire che amavo essere coccolata dai miei genitori, mi piaceva che si prendessero cura di me come se ancora avessi 17 anni, al posto di cento.

“ Anche io tesoro “. Carlisle entrò e posò la valigetta sul tavolo, sorridendo alla scena; oggi avrebbe fatto il turno di mattina, proprio come me.

“ Bella, vuoi un passaggio? “ sorrisi, pensando di accettare l’offerta di Carlisle, quando le parole di Alice mi tornarono in mente.

“ Non ti scoraggiare, e prendi la tua auto “.

“ Grazie Carl, ma vado con la mia auto. “ Salutai entrambi con un bacio sulla guancia e uscii. In pochi minuti arrivai all’ospedale, ero ansiosa di sapere come stesse Edward… o meglio, come stessero i miei piccoli pazienti. Mi diressi velocemente al piano ed entrai in ufficio per infilarmi il camice, quando qualcuno mi chiamò.

“ Dottoressa, buongiorno. Oggi ci saranno gli esami della signora Masen, in mattinata hanno detto che le faranno avere la risposta “ ringraziai Charlotte e mi incamminai verso la camera 403 per avvertire Elizabeth. Bussai e dopo un flebile avanti, entrai. Il piccolo Edward si stava stropicciando gli occhi mentre sbadigliava, e la mamma gli accarezzava i capelli.

“ Buongiorno. Come state? “ domandai avvicinandomi al letto, scompigliando i capelli al piccolo paziente.

“ Bene, grazie “ risposero entrambi nello stesso momento, sorrisi e poi guardai la signora Masen.

“ Elizabeth, tra mezz’ora ci sarà l’esame che ci permetterà di stabilire se il suo midollo osseo è compatibile con quello di Edward. “ Guardai il piccolino che faceva vagare gli occhi da me alla sua mamma e poi riportai la mia attenzione su di lei “ inoltre oggi inizierà la prima seduta di chemio “.

I suoi occhi diventarono umidi, e annuì, cercando di trovare qualche appiglio che distogliesse la sua attenzione da quello che le avevo detto, per non scoppiare a piangere. Poi mi sedetti vicino ad Edward e gli sorrisi per incoraggiarlo.

“ Hei, ometto… oggi inizieremo la cura, così prima iniziamo, prima potrai uscire da qui “ lui annuì serio, e mi cadde un pezzo di cuore a pensare che avrei dovuto spiegargli cosa gli avrebbero fatto. “ Ti faranno una piccola puntura qui “ continuai, indicandogli il braccino “ e lasceranno appesa una sostanza che combatterà le cellule cattive, okay? All’inizio farà un po’ male, ma poi passa. “

I suoi occhi si riempirono di lacrime, se avessi potuto mi sarei messa a piangere anche io, mi piangeva il cuore a dirgli quelle cose, ma cosa avrebbe fatto quando si sarebbe trovato davanti l’infermiere con la flebo? Sarebbe scoppiato a piangere e avrebbe tentato la fuga, ecco cosa sarebbe successo.

“ Hei, hei… ti fidi di me? “ lui annuì, tra i singhiozzi. Il verde dei suoi occhi era diventato più profondo e vivo, a causa delle lacrime. “ Ti farà male solo all’inizio. Te lo prometto. “ Non avevo il coraggio di dirgli che la cura che stava per fare probabilmente (anzi, sicuramente),gli avrebbe provocato conati di vomito e perdita dei capelli. Glielo avrei detto, ma non ora. L’odore di Charlotte mi arrivò alle narici, era giunta l’ora. Bussò, e guardò prima la signora Masen e poi me.

“ La signora può venire a fare gli esami “, lei annuì e seguì l’infermiera, non prima di aver salutato il suo bambino. Mi voltai verso Edward e gli asciugai le lacrime con le dita, sorridendogli.

“ Dopo starai meglio, vedrai “. Dalla porta entrò Isaac,con il carrellino contenente il materiale necessario per la flebo, ed Edward sbiancò, e i suoi occhi diventarono di nuovo lucidi in pochi minuti.

“ Vuoi che te la faccia io? “ domandai al piccolo, facendo ad Isaac cenno di aspettare. Edward annuì e io avvicinai il carrello a me, per facilitare la cosa. “ Quando ero piccina anche io avevo paura delle punture, sai? “ iniziai, cercando di distrarlo. Di sicuro io preferivo quelle odierne a quelle passate, quando vedevi quell’ago chilometrico… Dio, morivi sul colpo! “ mia madre doveva rincorrermi per tutto il salotto per prendermi “ Afferrai un batuffolo di cotone e ci spruzzai sopra l’alcool, per disinfettare il lembo di pelle che avrei usato per la flebo.

“ Anche mia madre era così, e pensa, mi raccontò che quando era piccola si innamorò di mio padre perché quando gli fece la puntura, non le fece male. Si innamorarono e si sposarono “. Strano ma vero.

Charlie e Reneè si passavano dieci anni, ma allora era tutto normale. C’era chi a tredici anni diventava già mamma..beh, diciamo che le cose da allora erano parecchio cambiate, cambiate in meglio. Afferrai l’ago e sorrisi, sentendo le parole di Edward; “ Prometto che se non mi fai male, quando sarò grande ti sposerò “.

Feci entrare l’ago nella pelle e l’odore del suo sangue mi entrò dritto nelle narici; chiusi gli occhi e bloccai la respirazione. Non mi dava fastidio, ma era meglio essere prudenti. Isaac prese il carrellino e andò via, chiudendo la porta.

“ Allora, ti ho fatto male? “ Lui scosse il capo sorridendo e si avvicinò a me per darmi un bacio sulla guancia.

“ Quando sarò grande ti sposerò, l’ho promesso “ scoppiai a ridere e gli scompigliai i capelli.

“ Ma quando tu sarai grande, io avrò le rughe e i capelli bianchi “ mentii.

“ Non fa niente, sarai dolce e gentile lo stesso. “ Dalla porta entrarono Charlotte e Elizabeth, la prima con i referti in mano, e la seconda con l’ansia che le attanagliava il respiro; mi alzai e afferrai la bustina gialla, pregando con tutta me stessa che l’esame fosse positivo. Trattenni il respiro e iniziai a leggere, mentre il battito cardiaco della signora Masen aumentava sempre di più. Alzai lo sguardo su di lei e abbassai il foglio.

“ E’ negativo… “ bisbigliai “ Non è compatibile “.

 

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Fatemi sapere cosa ne pensate! Un bacione!

Lully

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