Anch'io ti seguirò...

di Winry4ever
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1- Una missione per due ***
Capitolo 2: *** 2- L'inizio della missione ***
Capitolo 3: *** 3-...Ti amo... ***
Capitolo 4: *** 4-La morte ***



Capitolo 1
*** 1- Una missione per due ***


UNA MISSIONE PER DUE

Il sole chiaro, ancora debole per scottare, entra nella stanza poco illuminata, dando fastidio agli occhi di Mustang. Egli aveva dormito lì sta notte, insieme a tenente. Sono stati costretta a rimanere nell’ufficio perché avevano molto lavora da svolgere, ma alla fine, qualche ora di dormita se la sono fatti.
Roy dormiva sopra la sua cattedra. La testa appoggiata scomodamente sulla scrivania, la bocca leggermente aperta. Sbavava sognando qualcosa. Era coperto dalla giacca del tenente, che la sera prima si era preoccupata di tenerlo al caldo.
Hawkeye era già sveglia, forse neanche non ha dormito perché come sempre lei vegliava su di lui.
Mustang aprì piano gli occhi, senza alzare la testa, vedendo tenente seduta dietro la sua scrivania con la dolcevita e i capelli sciolti. Si stava pettinando con un pettine di legno, era molto graziosa. L’uomo la guardò ancora un po’, poi si alzò piano, asciugandosi la bocca. Si accorse della giacca in più che aveva sulle spalle, mentre si stiracchiava.
- Buongiorno Colonnello, ha dormito bene?- chiese lei rimettendo velocemente la molletta sui capelli.
- Non era molto comodo, ma sì, ho dormito bene.- disse piegando la giacca della sottoposta e dandogliela disse: - Tenente, ha dormito?- guardava gli occhi stanchi della ragazza.
- Sì colonnello.- non poteva rispondere di “no”, non poteva disturbare i pensieri del suo superiore.
Mustang intravide una cartella tra le mani di lei, la osservò bene.
- Tenente, ma quella è una missione?- chiese lui sbadigliando un’ultima volta, ultima.
- Sì, la stavo leggendo. E’ una missione da niente secondo me, colonnello, perché dovremo proteggere semplicemente un uomo.-
- Di chi si tratta?-
- Un certo Michel Tajake. E’ molto ricco e dice che lo vogliono uccidere.- disse lei chiudendo delicatamente il documento e lo porse al suo superiore.
- Allora sarà tutta noia… lei tenente verrà con me vero? Altrimenti sarà una seccatura.-
- Certo colonnello, io la seguirò ovunque lei andrà, è il mio lavoro.-
Seguire colonnello era solo il suo lavoro, non avrebbe permesso a nessuno di toglierselo, a nessuno. Seguiva quel uomo dappertutto, sia perché era la sua sottoposta sia perché il suo cuore le diceva che è giusto.

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Capitolo 2
*** 2- L'inizio della missione ***


L’INIZIO DELLA MISSIONE

Il tessuto rosso accarezzava le gambe della donna. I tacchi facevano un rumore regolare sul pavimento. La borsetta sulla spalla e nella mano dello stesso braccio c’era stretta la pistola. Nell’altra mano una piccola valigetta, nella quale c’erano altri vestiti ma non per lei. I capelli biondi le davano solletico alla schiena nuda e il roseto rosso la imbarazzava davanti agli occhi dei lavoratori del quartier generale, che la fissavano quando passava. Era la donna più bella del tutto edificio. Tutti gli uomini la osservavano affascinati da tutta quella grazia, mentre altre donne la guardavano con disprezzo e gelosia.
Riza entrò dentro l’ufficio, dove si trovava tutta la squadra di Mustang. Sentì subito gli occhi dei militari su di se. A Havoc cadde la sigaretta e assunse un’espressione stupita e piacevole, fece un mezzo sorriso. A Falman caddero i documenti dalle mani, smettendo di parlare spalancando leggermente la bocca. Fury che giocava con Black Hayate, si fermò di colpo, alzandosi in piedi.
Brosh, anche se avesse sempre gli occhi per Maria Ross, la guardò compiaciuto e sorpreso. Breda smise di mangiare il suo panino con tonno che aveva portato da casa. Maria Ross sorrise come per dire “Complimenti! Sei veramente bella!”.
Mustang assunse un espressione mai vista dai suoi sottoposti. Spalancò gli occhi e aprì la bocca, incominciando a sbavare. Sentiva il cuore che gli batteva a mille, non sapeva che parte del corpo del suo tenente guardare. Voleva dire qualcosa ma non ci riuscì.
- Colonnello, questi sono i vostri vestiti.- disse Riza chiudendo la porta, sorridendo dolcemente. Non ha mai sorriso in quel modo. Era bellissima. Appoggiò la pistola sulla sua scrivania con la borsetta.
- Te te tenente… ma…ma… io…lei…tu… sei…- balbettò Mustang alzandosi in piedi. Gli occhi fissi su di lei, unica stella che brillava quella sera.
- Colonnello si calmi… dobbiamo andare in missione fra non molto. Sono le quattro di pomeriggio, tra un quarto d’ora dobbiamo essere a casa del signor Tajake.-
- Certo… tenente.- erano le prime due parole sensate che riuscì a pronunciare da quando entrò Riza nella stanza. - Tornate tutti al lavoro!!!- ordinò ai suoi sottoposti, che fissavano ancora il suo tenente. Il suo tenente.
Tutti i militari tornarono alle loro faccende, anche se ogni tanto l’occhio andava alle curve esposte del tenente.
Mustang si andò a cambiare, e dopo cinque minuti fu di nuovo nell’ufficio. Indossava dei pantaloni neri, una camicia bianca e una giacca dello stesso colore dei pantaloni, non indossava cravatta. I primi due bottoni della camicia erano slacciati, i capelli corvini leggermente spettinati e intorno a lui c’era un profumo abbastanza forte ma piacevole.
- E’ pronta tenete?-
- Sì, ma prima di uscire le devo dire alcune cose, le ho dette al signor Tajake.- disse appoggiandosi al bordo della scrivania - Ci chiameremo per nome, anche se sarà difficile… saremo sposati, per finta…-
- Ma questo lui lo sa?- chiese Roy sorridendole.
- Certo, ci ho parlato ieri con lui, adesso andiamo… Roy.-
Era così bello sentire per l’uomo il suo nome da lei. Era la prima volta che lo pronunciava.
- Andiamo, Riza.-

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Capitolo 3
*** 3-...Ti amo... ***


Ho riscritto questo capitolo per ben quattro volte... alla fine non ho ricontrollato per bene.Spero che vi piaccia, anche se alla fine mi odierete per la fine...
Voglio ringraziare quelli che hanno commentato, specialmente The_Dark_Side, che commenta sempre le mie storie e mi segue sempre... grazie... XD



...TI AMO....

Il vento soffiava diminuendo a poco a poco la sua portata. Il sole scendeva sempre in basso, per poi, a poche ore da lì, tramontare.
I due militari stavano viaggiando con la macchina già da due ore, senza mai fermarsi. Poco tempo dopo, arrivarono davanti ad un grandissimo cancello di ferro, con vari ornamenti e decorazioni. Dietro il cancello, si estendeva un giardino verde, pieno di rose rosse e bianche e di alberi di vario genere. Roy guardò un melo, ricordandosi alcuni dolci ricordi della sua infanzia che trascorse a casa della famiglia Hawkeye. La casa era bella grande, aveva due piani. Le finestre erano molto grandi in altezza. La porta era di legno, con le decorazioni scolpite in essa.
- Entriamo?- chiese Roy spegnendo il motore del veicolo e scendendo, per poi andare ad aprire la porta al suo tenente. Era una cosa strana per la donna, di solito lei faceva da sola tutte queste cose.
- Si, andiamo.- rispose scendendo dalla macchina quando le viene aperta la porta.
Roy le pose il braccio, al quale lei si aggrappò con entrambe le mani. Sembravano una coppia di innamorati, non due militari che vanno a svolgere la loro missione di protezione. Stavano molto bene insieme, forse anche troppo.
Bussarono alla porta, che gli viene aperta da un uomo alto e magro. Era il maggiordomo della casa Tajake. Egli era abbastanza buffo. Aveva un naso stretto e lungo, sembrava un becco di un volatile.
- Prego entrate.-
Subito dopo, dietro il primo l’uomo, ci fu un altro che gli salutò tutto nervoso e un po’ spaventato.
- Buonasera signori, voi dovete essere i due militari venuti a scortarmi domani mattina, giusto?-
- Sì, signore. Adesso per favore, ci può indicare una stanza… il colonnello si deve riposare.- disse la donna guardando il suo superiore con quel sguardo fermo e gelido, non sorrise.
- Oh, certo… Thomas, indica al signore la sua stanza.-
- Tenente è sicura di voler fare lei il primo turno di guardia?- chiese Roy abbastanza preoccupato.
- Certo, signore. Non si preoccupi, spero di parlare un po’ con il signore Tajake e chiarirmi un po’ le idee riguardanti questa situazione.- disse lei incurvando leggermente le labbra in un sorriso da farlo vedere solo a Roy.
- Come vuole… adesso se non vi dispiace, vado a riposarmi.- il colonnello seguì Thomas che lo portò alla sua stanza, mentre altri due andarono nel salotto e con un bicchiere di brendy, conversarono per tutta la sera. Riza, sinceramente, non aveva toccato l’alcool offerto per motivi di sicurezza e di protezione del signor Tajake.

La mattina, Roy trovò Riza seduta davanti alla porta dell’uomo, con la pistola in mano e nell’altra caffè.
- Tenente… si vada a riposare, tanto partiremo tra tre ore. Ci penserò io a seguirlo per questo tempo.
- Va bene signore.- disse lei alzandosi sulle gambe che tremarono.
- Dai ti porto io nella stanza…- disse sollevandola dalla terra -…non si vergogni tenente.-
- Uh… ha dormito bene sig…- le sue parole morirono nella bocca di Roy che la baciò dolcemente. Quasi subito, si staccò dalle dolci labbra di lei.
- Adesso dorma, tenente, lei mi serve sveglia.-

Le ore per dormire, passarono velocemente. La porta della stanza si aprì e Roy fece entrare i raggi di sole.
- Riza… svegliati…- sussurrò sedendosi sul bordo del letto e accarezzandole delicatamente il viso.
La donna aprì piano gli occhi e si sedette sul letto. Roy la abbracciò e la baciò di nuovo, ma questa volta ci fu più passione tra i due. Le lingue di loro si toccarono per poi intrecciarci e di nuovo separarsi.
- Ti amo…- le sussurrò lui baciandola un’altra volta, accarezzandole i capelli sciolti e la schiena.
- Anch’io Roy… anch’io ti amo…-

Dopo mezz’ora, la coppia scese dal signor Tajake, annunciandoli che sarebbero usciti a momenti per scortarlo da suo amico. Riza ricontrollò per ennesima volta la sua calibro e guardò il suo superiore con felicita.
- Colonnello, andiamo. Vado prima io.- disse premendo la maniglia della porta per poi aprirla leggermente.

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Capitolo 4
*** 4-La morte ***


LA MORTE

Riza spalancò la porta e, sempre con la pistola nella mano, avanzò lungo il sentiero che portava alla loro macchina.
Il cielo era sereno. Era pulito dalle nuvole bianche, che il giorno prima occupavano il cielo. Sembrava tutto tranquillo, forse anche troppo, infatti Riza si insospstì, è per questo che voleva uscire per prima.
“Se deve morire qualcuno, quel qualcuno sono io…”
Riza non lascerebbe mai morire il suo colonnello, ne la persona che dovevano proteggere, per questo uscì per prima. Si sacrificò.
Partì un sparo. Roy corse fuori dalla casa, lasciando solo Tajake in preda al panico. L’uomo sgranò gli occhi e si fermò di colpo, vedendo Riza distesa per terra.
- Tenente!!!- urlò - TENENTE!!!-
Le corse vicino, si inginocchiò e la prese per una mano.
- Riza, vedrai che andrà tutto bene… c’è la farai… Riza… respira…-
La donna lo guardava, respirando a fatica. È stata colpita sopra il cuore. Un colpo fatale… fatale.
Guardava Roy, sussurrando un debole “Ti amo”, lo ripete più volte per essere sicura che lo sentisse. Lo disse anche lui, per poi tornare a sorreggerla in vita, parlandole.
- Roy, mi sento… mi sento debole…-
Era la prima volta che il Tenente Riza Hawkeye ammettesse la sua debolezza e stanchezza. Roy sgranò gli occhi, non era un buon segno, significava il peggio.
- Riza… sii forte… ti prego… Riza, non chiudere gli occhi…- la incitava sempre meno convinto di quello che diceva.
Aveva paura di perderla, aveva paura.

Riza faticava a tenere aperti gli occhi. Si sentiva stanca, voleva riposare, anche se sapeva cosa avrebbe significato per lei quel riposo, la morte. Sì, solo la morte e la perdita di tutto.
Le venne in mente un sacco di ricordi. Si ricordò quando era piccola. Roy era venuto a stare a casa sua, per essere seguito da suo padre e apprendere l’alchimia. L’alchimia era tutto per lui. Il ricordo le giunse a quel melo da cui prendevano sempre le mele, che erano più buone e succulenti.
L’ultima immagine che vide, era Roy in preda al panico. Le sue guance era bagnate dalle lacrime e le sue mani dal sangue.
“Non piangere Roy… non farlo…”

- RIZA!!! RIZA… NO!!! No…no…-
Roy scoppiò in lacrime. Non ci credeva, il suo tenente, il suo tenente la lasciato solo. Da solo con il destino. Si coprì il viso con le mani, pianse emettendo singhiozzi strazianti e pieni di dolore.
In passato ha vissuto durante la guerra, ha ucciso e ha visto morire le persone, ma questa morte per lui fu una cosa che non vorrebbe mai che succedesse. Mai…mai.
Due ore dopo, arrivò tutta la sua squadra. Nessuno non riuscì a trattenere le lacrime davanti al corpo immobile del tenente. Tutti le volevano bene… tutti la amavano… ma solo una persona si accorse solo ora di amarla veramente.
- Colonnello… è meglio andare ora.-
Mustang non voleva far toccare il corpo a nessuno, non lo voleva che toccassero la sua donna. La prese in braccio. La testa ricadde all’indietro, le braccia a penzoloni, i capelli d’orati sporchi di sangue.
(…)
Passò molto tempo da quell’avvenimento. Esattamente un anno preciso. Oggi sarebbe l’anniversario della morte della Riza Hawkeye, lui non scordò questa cosa. Non la dimenticò. Quel giorno, non andò alla sua tomba come faceva ogni santo giorno, ma restò nell’ufficio insieme alla sua squadra a lavorare.
I sottoposti del colonnello non capivano perché Mustang aveva comprato il posto vicino alla tomba del suo tenente, quando glielo chiedevano, lui rispondeva che presto sarebbe stato occupato, infatti nello stesso giorno nel quale morì Riza Hawkeye, morì anche lui…

“Qui giace Roy Mustang, morto il 9 ottobre del 1921...”


“Il Colonnello Roy Mustang si suicidò il giorno 9 ottobre nel 1921, alla fine della sua giornata lavorativa.
I suoi sottoposti scoprirono il corpo del suo superiore il giorno dopo, la mattina presto. L’ora della morte fu presunta verso le ore 22 di sera.
L’uomo si è ucciso non riuscendo più a sopportare i ricordi del passato che gli facevano soffrire sempre di più. In particolare la morte del suo tenente Riza Hawkeye, stesso giorno e stesso mese…
Il militare venne sepolto di fianco alla tomba del suo tenete come venne scritto nella lettera scritta prima dello suicidio avvenuto. Tutto il suo possesso venne bruciato come venne chiesto. L’unica traccia che rimase dei due fu una vecchia foto in bianco e nero, dove, ormai diventati quel che erano, sorridevano felici di stare ancora insieme… “


FINE

Questa fan fiction la dedico ad una mia amica, che morì il 9 ottobre del 2005, per colpa di un incidente stradale…
rimarrai per sempre nei nostri cuori…

Ringrazio a tutti i commenti e alla prossima... scusatemi per la fine così crudele...

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