Wake me up.

di AxlCharityBip
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sorry. ***
Capitolo 2: *** We'll always be together. ***
Capitolo 3: *** You break my heart in the blink of an eye. ***
Capitolo 4: *** Kiss me like you wanna be loved. ***



Capitolo 1
*** Sorry. ***



Wake me up.

1. Sorry. 
 

 

Ci sono quelle notti in cui proprio non ci riesci. Non riesci a dormire, nemmeno a pensare, a parlare, non riesci a respirare. Ci sono quelle notti in cui vorresti solo alzarti e farla finita, una volta per tutte. Un taglio di troppo, un proiettile dritto nel cuore, un volo dal settimo piano e finisce tutto. In un secondo. E lo sai che potresti farlo, ma ti manca il coraggio. Come avrebbe reagito Louis? Mi faceva male pensare il suo nome. No, a lui non sarebbe importato. Ma a Gemma? E.. mia madre, come avrebbe reagito? Le fans? Non potevo farlo, non potevo nemmeno pensare che per me avrebbero sofferto tutte quelle persone. Non riuscivo a immaginare la mia famiglia, i miei amici, riuniti attorno alla mia bara chiedendosi dove avessero sbagliato. Non sopportavo quel pensiero, infondo lo sbaglio ero solo io.. ero io a non essere abbastanza per questo mondo, per loro. Per tutti. Mi sollevai dal pavimento, tremante, con solo i boxer addosso. Non ricordavo nemmeno come ci ero finito a terra, a guardare le stelle che brillavano spavalde attraverso il vetro della finestra. Charlotte, dormiva beatamente sul mio letto, nuda. Qualche ora prima ero in un bar, completamente ubriaco, e faticavo a ricordarmi i dettagli di quella sera. Ricordavo le mani della biondina sul mio petto, sulla mia erezione, ricordavo la mia disperazione perché quelle mani non erano di Louis. Ricordavo il dolore al petto perché era come se lo stessi tradendo. E ricordavo la risata limpida della ragazza quando avevo urlato 'Louis' in preda all'orgasmo. Speravo che lei non lo ricordasse. Presi i miei vestiti ed uscii di corsa dalla camera di quello squallido motel in cui ci eravamo fermati, il primo che avevamo trovato. Lasciai dei soldi sul bancone, raccomandandomi che la notizia di 'Harry Styles in un motel con una ragazzina bionda' non finisse in prima pagina. 
 
- Ti ho già detto che sono obbligato a stare con lei. Non la amo.. 
- E sei anche obbligato a fare l'amore con lei? Sei obbligato a portarla a cena ogni sera? Sei obbligato a dimenticarti di me, per stare con lei? 
- Ti prego, non fare così.. 
La voce di Louis stava per spezzarsi. Gli occhi erano colmi di lacrime, ma non si azzardava a farle scendere. Era troppo orgoglioso. Camminavo avanti e indietro per la stanza, tenendomi occupato con qualche oggetto. Il mio tono di voce era spaventosamente calmo. E sapevo che lui aveva paura di perdermi, lo sapevo. 
 
I flashback del giorno prima tornavano rapidi, senza volermi lasciare un attimo di tregua. Respirai profondamente ed entrai in macchina, storcendo il naso per il forte odore di alcool, dovuto alle bottiglie vuote lasciate in ogni parte della macchina qualche ora prima. Erano le cinque della mattina ed io mi stavo avviando verso casa, sperando di non trovare Louis. Quella era anche casa sua, sì, ma speravo ardentemente che restasse a dormire da quella puttana della sua ragazza, almeno per quella notte. La voce di Ed Sheeran si disperdeva nell'abitacolo, e il sole iniziava a far capolino tra le fitte nuvole che coprivano Londra. 
 
- Se ora te ne vai, se metti anche solo un piede fuori da quella cazzo di porta, non tornare più. Mai più, Louis. 
- Harry.. 
Fu un attimo. Un attimo e presi il cellulare, scagliandolo contro la porta, mancandolo di qualche centimetro. Cosa stavo facendo? Persi tutta la mia calma apparente, iniziando a singhiozzare come un bambino, lasciando che le lacrime mi rigassero le guance, senza premurarmi di fermarle. 
 
Una fitta al cuore. Accostai la macchina davanti alla grande casa dipinta di colori vivaci, per poi scendere rapidamente e correre verso la porta. Non sapevo se qualche paparazzo era appostato lì intorno, dovevo fare il prima possibile per evitare di finire in qualche giornale. Entrai, respirando immediatamente l'aria pulita e l'odore familiare, fin troppo familiare, dei pancakes che cucinava Louis ogni mattina. Erano le cinque e mezza, perché stava cucinando? Sicuramente aveva sentito il rumore provocato dalla serratura, e allora perché non correva da me? Perché non mi baciava? Perché non tentava di sistemare le cose? 
 
- Ho detto di non tornare! Sono stanco di litigare, sono stanco di doverti vedere appiccicato a Eleanor, sono stanco di doverti aspettare ogni notte. Sono stanco! STANCO! 
Avevo urlato con tutto il fiato che mi ritrovavo nei polmoni. E lui avrebbe dovuto abbracciarmi, mi avrebbe dovuto dire che sarebbe andato tutto bene. Sarebbe dovuto rimanere con me. Per sempre. Però la vita non è un film, ed io lo sapevo bene.. Appoggiò la mano sul manico della maniglia. 'Scusa' aveva mormorato, prima di andarsene nascondendo le lacrime. 'Scusa'. 
- CHE CAZZO ME NE FACCIO DELLE TUE SCUSE? 
Avevo urlato, quando aveva chiuso la porta dietro di sé. 
E avevo continuato ad urlare e a piangere, quando mi ero ritrovato a terra, da solo. 
 
Vidi la sua testa sbirciare dalla porta della cucina, sorrideva. Aveva le occhiaie viola e profonde, il viso stanco e tirato, le palpebre sul punto di chiudersi. Non era riuscito a dormire. Eppure, sorrideva.. e lo faceva perché ero a casa.
- Non.. 
Eravamo entrambi sul punto di piangere. 
- Non riuscivo a dormire e allora.. 
Non ressi quella situazione. Abbassai lo sguardo e salii in silenzio le scale, lasciandolo lì, sulla porta, con un sorriso che stava per spegnersi, nella consapevolezza che sì, mi aveva perso. 




Writer's Corner. ©

Okay. L'ho pubblicata e già inizio a pentirmene, però dai, tutto sommato mi piace
E' una Larry, da come avrete capito, e beh era da tempo che volevo scrivere di loro due, ma non trovavo mai il giusto 'input', chiamiamolo così. 
Per chi avesse ancora le idee un po' confuse, questa storia parte dopo l'ennesimo litigio tra Loueh e Harry, ma stavolta sembra essere qualcosa di più grave. Sorrynotsorry. 
Okay, la solita idea che la gente ha è questa: Harry è quello più debole, Lou è il più forte.. non so ancora come saranno questi personaggi, ma spero di stupirvi e di non creare una storia scontata. I miei bambini, aw. Mi sto dilungando anche troppo, quindi.. fatemi sapere cosa ne pensate, alla prossima! xx

 

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Capitolo 2
*** We'll always be together. ***


 Wake me up.

2. We'll always be together.

 


 

Il continuo senso di nausea dovuto alla sbornia mi stava uccidendo. Ero accasciato sul pavimento del bagno e stavo pensando di ficcarmi due dita in gola, almeno avrei smesso di sentirmi male. L'indifferenza con cui avevo trattato Louis qualche minuto prima mi contorceva le budella. Stavo iniziando a chiedermi se quella fosse la cosa giusta da fare, se davvero dovevo allontanarmi da lui. Come avrei fatto? Ormai ero talmente dipendente da lui..
- Harry, non vorrei disturbarti, ma avrei bisogno del bagno. 
La voce di Louis arrivava forte e sicura dall'altro lato della porta. 
Quasi mi spaventò. Era la voce che usava quando doveva negare il Larry Stylinson, quando doveva fingere di essere sicuro di sé, quando fingeva che non gli importasse di come mi sentivo io mentre ripeteva la parola 'falso'. E' tutto falso amore, non è così? 
Vomito. I miei pensieri furono interrotti dai conati di vomito, e potevo quasi immaginarmi Louis che aggrottava le sopracciglia, con la mano a mezz'aria pronta a bussare di nuovo per dirmi di uscire. 
- Harry? 
Silenzio. 
- Harry? Stai bene? 
Sorrisi. Nemmeno ci riusciva a fingere che non gli importasse. Ora la sua voce era preoccupata e quasi insistente. 
- Harry, ti prego.. 
Lo ignorai totalmente, mentre qualche lacrima scivolava sulle guance senza il mio controllo. 'Idiota', pensai. 'Non piangere. Non ora.' 
Mi alzai da terra a fatica e tirai lo sciacquone, per poi avvicinarmi barcollante al lavandino. Aprii l'acqua e mi pulii la bocca, il viso, le lacrime. Avevo le guance rosse e le labbra violacee. Di sicuro con quell'aspetto e in quelle condizioni sarei stato costretto a restare a casa, il che significava trovarsi tra i piedi Louis. Sbuffai. Mi avvicinai alla porta ed attesi. Una sua parola, un suo urlo, uno sbuffo, qualcosa
- Apri questa cazzo di porta! 
Sbottò, all'improvviso. Mi venne da ridere, ma alla fine furono le lacrime ad averla vinta. Ricordai delle sue mani che mi tenevano la testa, quando qualche mese fa avevo avuto la febbre. Ricordavo perfettamente il suo tocco dolce e delicato, la premura con cui mi baciava le labbra e mi diceva che presto sarei stato meglio.
Asciugai velocemente le lacrime ed aprii la porta, evitando il suo sguardo.
- No, non sto bene. 
Dissi, in un sussurro. Uscii dal bagno e corsi nella mia camera, sbattendo la porta e scivolando a terra, con le spalle al muro. Scoppiai in un pianto disperato, l'ennesimo in quelle ventiquattro ore. 
 
- I tuoi occhi sono i più belli che io abbia mai visto.. 
Mormorò lui, accarezzandomi lentamente i ricci. 
- Sciocchezze, ti sei mai guardato allo specchio? 
Risposi, come quelle coppiette alle prime armi che si fanno complimenti a vicenda. Sorrisi e gli posai un bacio sulle labbra, rabbrividendo per quel contatto. 
- Mi amerai per sempre? 
Glielo chiesi quasi ridendo, ero consapevole che il per sempre non poteva esistere, però con lui sembrava così ovvio e scontato che saremmo cresciuti e morti insieme. 
- Finché morte non ci separi. 
Affermò lui, sorridendo.
 
I ricordi continuavano a riaffiorare nei pensieri, e mi stavano letteralmente lacerando il cuore. Ad ogni ricordo che mi veniva in mente potevo sentire il mio cuore spezzarsi a metà, sempre di più e non credevo di poter arrivare a tal punto: l'amore insano che provavo per Louis Tomlinson mi stava distruggendo.
Finalmente i singhiozzi si erano calmati, e almeno non tremavo più. Avevo sentito il cellulare vibrare nella tasca sei o sette volte, ma non avevo risposto. All'ottava volta lo presi dalla tasca dei pantaloni e risposi, cercando di non far tremare la mia voce. 
- P-pron-pronto? 
Tentativo fallito. 
- Harry, che succede? 
La voce spaventata che sentivo dall'altro capo del telefono era quella di Niall. Chiusi gli occhi e tentai di regolare il mio respiro. 
- Niente.. avevi bisogno d-di qualcosa? 
- Volevo solo sapere se ti andava di venire a cena con me e i ragazzi.. Avevo chiesto a Lou di dirtelo ma ha detto che non eri in casa e.. 
- Certo, tranquillo. Temo di non poter essere presente, ho.. delle faccende da sbrigare. 
Mi affrettai a rispondergli. Quindi ora era così? Avrebbe detto a tutti che non ero in casa solo per non venire a parlarmi? Ci eravamo davvero ridotti a quella situazione? 
- Oh.. 
La voce delusa di Niall mi fece quasi pentire di avergli detto di no. 
- Mi dispiace. Sarà per un'altra volta.
- Certo amico, alla prossima. 
Chiusi la chiamata e presi a guardare il cellulare che giaceva nella mia mano. Lo schermo era rotto in tanti piccoli pezzettini, per via del lancio che gli avevo fatto fare qualche giorno prima. Era un miracolo che ancora funzionasse. Avrei chiesto a qualcuno di procurarmene uno nuovo, ma volevo solo.. volevo solo piangere chiuso nella mia camera, in quel momento.
 
A svegliarmi qualche ora dopo erano state le urla di Louis nel corridoio. Stava litigando con qualcuno. 
- Non puoi incolparmi per tutto, Liam! Non solo lui ci sta male! Sono distrutto, cosa credi? 
Sospirai e mi alzai dal letto. Il forte mal di testa mi impediva di pensare, per non parlare poi dei crampi allo stomaco. Presi un respiro profondo ed uscii silenziosamente dalla camera, intravedendo la testa rasata di Liam dalla cima delle scale.
- Devi parlargli! Vi state facendo male a vicenda, come fate a non capirlo? E tu, Louis, non puoi pretendere di fare il doppio gioco! Harry o Elean...
Si era interrotto quando mi aveva visto scendere le scale con passo lento, dovevo sembrare una specie di morto vivente. 
- Oh, continuate pure, devo solo andare in cucina. 
Mormorai, sorridendo a Liam, come se la situazione non mi riguardasse affatto. Stavano entrambi in silenzio e continuavano a guardarmi, senza avere il coraggio di dire qualcosa. Fu Liam il primo a parlare. 
- Harry... 
Alzai una mano come per fermarlo prima che continuasse a parlare, e poi entrai in cucina cercando di non finire per terra. Ingollai due pasticche di aspirina buttandole giù con un po' d'acqua, mi affrettai a prendere qualcosa da mangiare e tornai nella mia stanza, sotto gli sguardi confusi di Liam e Louis. 
Non riuscivo a capire come facessi a risultare tanto indifferente, quando in realtà dentro di me urlavo tutto l'odio e l'amore che provavo per Louis. Forse stavo diventando un po' come lui, che riusciva sempre a mascherare tutto quello che provava con un sorriso tranquillo ed uno sguardo spensierato. Louis era così. Rideva in pubblico e piangeva dentro, ed io ne ero consapevole. Forse ero l'unica persona nell'universo in grado di capire Louis con un solo sguardo. Però, ultimamente, vedevo solo un grande muro che ci separava.. e non capivo se fosse per colpa di Eleanor, per colpa dei rumors su me e Taylor, o per colpa nostra. Capivo solamente che insieme non stavamo più bene. Non stavamo bene quando litigavamo di giorno e la notte facevamo l'amore solo per costringerci a credere che stesse andando tutto alla grande. Ci stavamo sgretolando di giorno in giorno, ed ora mi chiedevo se lui soffrisse quanto soffrivo io. Per un attimo il suo viso devastato di quella mattina mi era tornato in mente, ma avevo fatto in fretta a scacciarlo. Questa volta non mi sarei tirato indietro, non mi sarei fatto intenerire dai suoi occhi blu, e soprattutto non avrei pensato al dolore che mi stava procurando quella lontananza. Questa volta era finita per davvero, e quella consapevolezza mi faceva bruciare il cuore.
La verità è che non solo lui mi aveva perso. Mi ero perso da solo, e non sarei mai più stato in grado di ritrovarmi.
 
- Un giorno.. un giorno urlerò al mondo quanto ti amo! TI AMO. IO AMO HAR... 
Feci in tempo a tappargli la bocca con una mano, anche se non riuscivo a smettere di ridere. Eravamo entrambi ubriachi e lui continuava a farneticare cose senza senso. 
- Harry, mi ami come hello kitty ama il rosa? 
- Certo.. certo, Boo Bear. 
Ogni tanto un passante si fermava a guardarci, ma fortunatamente eravamo al buio e in più eravamo coperti con i berretti e le sciarpe.
- La nostra storia non finirà.. mai, Hazza. 
Gli sorrisi e spostai lo sguardo sulle sue labbra rosate. Decisi di rischiare, gli presi il viso tra le mani e lo baciai, gustandomi quel momento.
- MAI. 
Avevo urlato con gli occhi che brillavano, un po' per il freddo di Londra e un po' per la gioia. L'avevo preso per mano e l'avevo trascinato fino a casa nostra, con la convinzione che nessuno potesse mai dividerci. Louis era il mio soulmate e sarebbe rimasto con me per sempre.




Writer's Corner. ©

E sono di nuovo qui! Yoo, lo so che siete felici. 
Ho aggiunto il banner, che ne pensate? Ho fatto del mio meglio, a me piace tanto. **
Devo dire che questo capitolo non mi fa uscire pazza, però è un po' un capitolo di passaggio.. presto inizierà la storia vera e propria, e spero di riuscire a comunicarvi tutto quello che provo io scrivendo. Spero di farvi piangere e farvi ridere, così come faccio io. Ringrazio vivamente I_Love1D, Louissass_ e I_want_be_free che hanno recensito! Grazie mille, davvero. 
Ovviamente ringrazio anche tutti quelli che hanno messo la mia storia nelle seguite, nelle ricordate e nelle preferite! Vi amo, lol. 
Non so più cosa dirvi, quindi.. fatemi sapere cosa ne pensate, al prossimo capitolo! xx

ps: se volete parlare con me, mi trovate su Facebook (Vanitas Lexa) e su twitter (@____sweetcheeks). :*

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Capitolo 3
*** You break my heart in the blink of an eye. ***


Wake me up.
 
3. You break my heart in the blink of an eye.
 
 

 

Qualche giorno dopo..
 
Una volta mi avevano detto che prima o poi le brutte giornate finiscono, e che il giorno dopo tutto torna normale. Era con questa speranza che mi ero svegliato quella mattina, dimenticandomi persino di aver litigato con Louis. A ricordarmelo, però, fu l'orrenda immagine che mi si piazzò davanti. Delle valigie erano appoggiate davanti alla porta di casa e lui stava indossando il giubbotto, pronto ad uscire. 
- Che stai facendo? 
Chiesi con voce sommessa, anche se già lo sapevo. Stava andando via, via da me. Cercai di non piangere con tutte le forze che possedevo. Ero pietrificato e continuavo a spostare lo sguardo da lui alle valigie, in cerca di una spiegazione plausibile. Avrei preferito sentirmi dire che stava andando a fare una rapina che avrebbe compreso un omicidio di massa. Invece disse tutt'altro.
- Vado da Eleanor. Ho pensato che dato che le cose tra noi non vanno più bene... 
- El-Eleanor? 
Ripetei, sentendo le gambe diventare molli e la vista offuscarsi. Perché lei? Non poteva andare da Zayn, da Liam, o da Niall? E soprattutto.. perché doveva andare via? 
Louis fece per avvicinarsi, forse con l'intenzione di tranquillizzarmi, ma poi ci ripensò e restò al suo posto. 
- Mi dispiace. 
Stava andando via per la seconda volta. Stessa storia, cambiavano solo le parole. Stava andando via e mi stava lasciando di nuovo solo. Solo
- E'.. è giusto così. 
Mi limitai a dire, riprendendo il controllo del mio corpo. 
- Hai bisogno di aiuto per portare le valigie? 
- No, grazie. In questi giorni verranno i ragazzi per aiutarmi a portare le altre cose, quindi.. 
- Quindi ci si vede in giro.. 
Lui annuì, abbassando lo sguardo. 
- Ci si vede in giro. 
Non potevo crederci. Non volevo crederci. Aspettai che uscisse di casa con le sue stupide valigie e corsi nella sua stanza, sentendo già le lacrime bagnarmi il volto. Non era possibile. Appena entrato nella sua stanza sentii il suo odore forte, e mi sembrò di vedere ancora i nostri corpi avvinghiati in quel letto troppo stretto per noi. 
- Louis.. 
Mormorai, sdraiandomi sullo stesso letto che solo qualche settimana fa accoglieva il nostro amore. Quando feci scivolare una mano sotto al cuscino, sentii qualcosa di ruvido sfiorarmi la mano. Un biglietto. Mi misi a sedere, aprendo quel biglietto chiuso in quattro con il cuore che batteva a mille e le mani imperlate di sudore. 
'Per Harry' il solo pensiero che poco prima avesse scritto il mio nome, che ormai da tempo non veniva pronunciato dalle sue labbra, mi provocò i brividi. 
'Ciao Hazza. Sapevo che saresti venuto in questa stanza, in questo letto; e se l'hai fatto significa che mi ami ancora, non è così?'
Lo immaginavo mentre rideva di me, perché aveva sempre saputo ogni mia mossa. Ogni mio pensiero.
Sì, lo amavo con tutto me stesso.
'So che è tutta colpa mia, lo so, e non sai quanto odi me stesso per questo. Ho perso tutto ciò che di buono c'era nella mia vita. Tu mi rendevi una persona migliore, Harry. Ed io ho rovinato tutto. Dimmi, amore, hai mai conosciuto qualcuno di più stupido di me?'
Il tratto della penna era irregolare, segno che tremava mentre scriveva. O, semplicemente, scriveva con le lacrime agli occhi. 
Ed anche io piangevo, leggendo quelle parole tanto vere quanto strazianti. 
'La nostra storia d'amore è stata la più bella delle storie d'amore. Abbiamo vissuto dei momenti stupendi, che ora purtroppo sono solo sommersi da cattivi ricordi. Non odiarmi perché sono andato da Eleanor. Devi capirmi, anche se è difficile.. vederti ogni mattina e non poterti baciare per me era insostenibile. Dormire da solo, senza i tuoi ricci a sfiorarmi la pelle, senza le tue gambe intrecciate alle mie, non era possibile. E lo sai che non sono mai stato in grado di cucinare, e sicuramente non potevo continuare a mangiare al takeaway. Scusa. Anche se non vuoi le mie scuse, io sono obbligato a scusarmi. Promettimi solo che non scorderai mai tutti i nostri momenti felici. 
Tuo per sempre, Boo.' 
Come potevo non odiarlo? Come potevo? Aveva promesso che non sarebbe mai andato via, e invece l'aveva fatto per la seconda volta. Accartocciai il biglietto e lo gettai per terra, lo calpestai, lo ripresi e lo strappai. Non mi importava se l'avrebbe visto i giorni successivi. Non mi importava se il suo cuore si sarebbe ridotto in brandelli, non mi importava se avrebbe pianto per me. Louis William Tomlinson era ufficialmente un idiota. 
Ed io, io ero ufficialmente innamorato perso.
 
Ero seduto per terra, al centro della stanza, con il cellulare in mano. Continuavo a scorrere le foto di tumblr, sul tag 'Larry Stylinson'. All'inizio mi chiedevo come facessero le fans a capire tutto quello che passavamo, ma poi ci feci l'abitudine. Alcune di loro erano talmente capaci di leggerci dentro che erano addirittura inquietanti. E, purtroppo, avevano anche capito che qualcosa tra di noi si era rotto per sempre. Non volevo che quell'ideale di amore che si erano create venisse distrutto con uno schiocco di dita. Non volevo che il mio ideale di amore venisse distrutto. Mi sembrava ancora di sentire il respiro caldo di Louis sul collo, quando mi prendeva il cellulare e mi diceva di smettere di guardare quelle cretinate. Lo faceva soprattutto per evitare che finissi in qualche fatto riguardante Eleanor, ma era bello guardare tutti quei fotomontaggi che facevano su di noi. Sarebbe stato altrettanto bello dire a tutte loro che non avevano più bisogno di fotomontaggi, sarebbe stato bello urlare a tutti che stavamo insieme. Anche se ormai, di noi due restava solo la polvere di un amore troppo grande e troppo puro per quel mondo così sporco e cattivo. 
 
Eravamo seduti a tavola da quindici minuti, ma nessuno aveva ancora aperto bocca. 
- Ti sei divertito con Eleanor? 
- Smettila. 
- Era solo una domanda. 
- Non era una domanda. 
- E cosa doveva essere? Una domanda, Louis, tutto qui. Puoi anche non rispondere. Perché mai dovrei sapere cos'ha fatto il mio ragazzo con la sua puttanella preferita? 
- Harry, ti prego. 
In realtà, il problema era che ero pieno di insicurezze. Il problema era che un angelo come Louis non poteva davvero essere capitato a me, quindi aspettavo che qualcuno me lo portasse via da un momento all'altro. Sospirai, portandomi le mani sugli occhi. 
- Scusa. Scusami, Louis, è solo una brutta giornata. 
 
A ripensarci ora, quella era la solita conversazione che avveniva ogni sera da almeno due mesi. Ed eravamo entrambi stanchi di quella situazione. Terribilmente stanchi. Mi alzavo dal tavolo, sparecchiavo in silenzio e andavo ad aspettarlo sotto le coperte. Sapevo che sarebbe venuto dopo qualche minuto, sapevo che mi avrebbe baciato e sapevo che avremmo fatto l'amore. Mi chiedevo come potesse un ragazzo di diciotto anni sopportare tutto quello. Come potesse affrontare un mondo del genere, in cui veniva giudicato sbagliato, ed in realtà la sua unica colpa era amare. Ed era vero che i soldi non facevano la felicità, a guardare quei due ragazzi che erano diventati, chiunque poteva affermare che quella non era la felicità. 
Perché io e Louis ci saremmo bastati così, anche vestiti di stracci. Ci saremmo bastati in qualsiasi situazione.
 
Alla fine ero tornato nella sua camera, stavolta accompagnato da una confezione di birre da sei. Avevo abbassato tutte le serrande e mi ero seduto in un angolo del letto, con le spalle al muro e una bottiglia in mano. Lui era la ragione per cui stavo affogando. Ne ero consapevole mentre lasciavo che la birra mi bruciasse la gola, mentre lasciavo che i ricordi viaggiassero indisturbati nella mia mente senza scacciarli via. Oh, e facevano dannatamente male, ma erano tutto ciò che di lui mi rimaneva. Respirai profondamente e presi un altro sorso dalla bottiglia. Il telefono di casa squillava insistentemente, probabilmente erano i ragazzi o il manager che volevano sapere perché non fossi alle prove. Non mi importava delle prove. Non mi importava più di niente. 
 
Eravamo appena tornati dal compleanno di Liam, forse solo un po' brilli. Eravamo entrati in casa cantando e ci eravamo ritrovati a ballare per tutta la casa, nel salotto, in cucina, persino sulle scale.. 
- LOUUUUUUEH!
- Sì, tesoro mio? 
- CIAO! 
Gli urlai nell'orecchio e corsi nella sua camera, gettandomi sul letto mentre continuavo a ridere come solo i pazzi sono in grado di fare. 
- Loueh, facciamo l'amore. 
L'avevo guardato mentre si toglieva la sciarpa rossa che gli avevo regalato e la lasciava sulla scrivania. 
- Non potrei mai approfittare di una giovane donzella ubriaca. 
Aveva risposto, sdraiandosi su di me e baciandomi ogni parte del viso. 
- Sei tu la donna, Loueh. 
Avevo ripreso a ridere cercando inutilmente di arrivare alle sue labbra, ma lui continuava a spostarsi.
 
Ero alla quarta bottiglia. 
- Loueh.. 
Mormorai, vedendolo davanti a me. Si stava togliendo la sciarpa e si stava avvicinando. 
- Loueh, non.. non.. 
Mi tolse la bottiglia di mano e si sedette accanto a me. 
- Harry, ti prego, sei uno straccio. 
Mi prese tra le braccia. Ero talmente ubriaco e disperato che non mi resi nemmeno conto che Louis era davvero lì, e che io ero davvero tra le sue braccia.
 
- Certo, sono la donna.. 
Anche lui rise. Rise così forte da farmi venire i brividi. 
- Se un giorno sarai costretto a sposarti con Eleanor.. 
Dissi, senza nemmeno far caso alle mie parole. Una smorfia si impadronì del suo volto, facendomi ridere ancora di più. 
- Dicevo.. dovrai dirgli che lei fa l'uomo, perché tu sei una donna. 
- Ma io.. Io, Harry, sposerò solo te. 
E così dicendo mi aveva baciato. Mi aveva stretto tra le braccia. Mi aveva sussurrato parole dolci. Ed io, come un bambino, mi ero addormentato mormorando il suo nome.




Writer's Corner. ©

Ho partorito un altro capitolo! Non siete felici? HAHAH, potete anche dirmi di no, eh. ç_ç 
Ci ho messo un po' di più a scrivere questo capitolo, avevo bisogno della giusta ispirazione. In compenso, ho già qualche idea per il prossimo capitolo, yo yeah. (?)
AAAAAAAAAH, quanto sono bellini questi due? Amo i flashbacks, sono così devastanti. ç_ç
E.. oh la la, colpo di scena finale: Louis fa la sua comparsa e cerca di tranquillizzare un Harry disperato che probabilmente si ucciderebbe con la prima corda disponibile.. 
Harry se ne deve ancora rendere conto, ma capitelo, è ubriaco e depresso. Ha tutte le ragioni per pensare che Louis sia solo una visione (insomma, parliamo di Louis Tomlinson, non capita di averlo davanti tutti i giorni. ma questo non è il caso di Harry.. sto divagando.). 
Detto questo, sono tristissima perché Louis va via. OH DANNAZIONE, PRENDI IL TUO BAMBINO E BACIALO SOTTO AL VISCHIO, OKAY? 
....perché mi arrabbio con i miei personaggi? 
Okay, la smetto, parlo troppo. 
Passiamo ai ringraziamenti: grazie mille a Larryishere e Louissass_ che hanno recensito il capitolo. 
Grazie anche a tutte quelle persone che l'hanno messa nelle ricordate/seguite/preferite, essere apprezzata per me è davvero importante.
Vi scongiuro, lasciatemi qualche recensione in più stavolta, eh? 
AH, e l'ultimissima cosa! 
Stavo pensando di scrivere una parte del quarto capitolo dal punto di vista di Lou, che ne pensate? Fatemi sapere. C: 
Al prossimo capitolo! xx



 

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Capitolo 4
*** Kiss me like you wanna be loved. ***


Wake me up. 

4. Kiss me like you wanna be loved.


Louis.
 
Era terribilmente tardi ed Eleanor mi aspettava nella sua, nella nostra camera, ma io non riuscivo a pensare di addormentarmi accanto a lei. Il volto di Harry tornava di continuo nei miei pensieri, impedendomi di ragionare. Solo pochi secondi ed ero già fuori di casa, senza nemmeno avvertire la ragazza che mi stava rendendo la vita un inferno. Ma no, non ero arrabbiato con lei. Ero arrabbiato con me, con la fama, con il management. Con il mondo, che pensava che l'amore tra me e Harry fosse sbagliato. Come potevano giudicarci sbagliati? Come potevano guardare gli occhi di Harry e giudicarlo sbagliato
Premetti il piede sull'acceleratore e imprecai contro me stesso.
Meritavo tutto quel dolore, meritavo di perdere Harry. Lui era troppo per me. Lui aveva bisogno di qualcuno che potesse proteggerlo in ogni momento, di qualcuno che lo amasse ogni secondo di più. Io non ne ero in grado. Harry era fragile ed io non sapevo prendermi cura di lui. Parcheggiai la macchina davanti a quella che fino a qualche ora fa era anche casa mia. Non avevo il coraggio di scendere. Non avevo il diritto per entrare e uscire dalla sua vita ogni qualvolta ne avessi voglia. 
'non tornare mai più, Louis.' portai le mani agli occhi, costringendo le lacrime a non scendere. Ero stato uno stupido a lasciarlo andare via. 
Scesi dalla macchina e corsi alla porta, con le mani che tremavano. Infilai la chiave nella serratura con un po' di difficoltà, la feci girare tre volte ed entrai. Buttai il cappotto e le chiavi a terra e corsi al piano di sopra. Nella sua camera non c'era. Controllai nel bagno, in cucina, e poi capii. 
Con il respiro pesante aprii la porta della mia camera. Buio. Era tutto buio, e avrei pensato che non ci fosse, se solo non avessi sentito qualche singhiozzo provenire dalla stanza. Mi chiusi la porta alle spalle e mi tolsi lentamente la sciarpa, lasciando cadere anche quella a terra. Ora che i miei occhi si erano abituati al buio, riuscivo a vederlo rannicchiato in un angolo del letto con una bottiglia di birra in mano mentre mormorava il mio nome. Come avevo ridotto quell'angelo? Come avevo potuto rovinarlo con le mie mani? 
Mi sedetti accanto a lui, sentendo il forte odore di alcool mischiato a quello dolce di Harry. Lo presi tra le braccia nonostante le sue proteste, probabilmente non riusciva nemmeno a rendersi conto che ero davvero lì, con lui. Non riusciva a rendersi conto che non l'avrei lasciato mai più. 
- Harry, ti prego, sei uno straccio. 
Mormorai, stringendolo a me. Passai le mani tra i suoi capelli che mi erano mancati troppo in quei giorni. Mi chinai su di lui e baciai le sue labbra rosse e screpolate e sentii di poter respirare di nuovo. Lo cullai tra le mie braccia per farlo addormentare, mentre continuavo a dirgli che non me ne sarei più andato. 
- Scusa Harry, scusa. Ti amo, ti amo tantissimo, scusami. Scusami.. 
Asciugai le sue lacrime, lasciando scorrere le mie. Era bellissimo anche con il volto bagnato dalle lacrime. Quanto ero stato stupido? Potevo sopportare gli insulti, potevo sopportare l'ira dei manager, potevo sopportare di veder crollare la nostra carriera, ma non potevo sopportare di vederlo in quello stato. Non potevo stare lontano da lui. Sfiorai le sue labbra con le dita, sentendo il suo respiro rallentare, segno che ormai si era addormentato. Sarei rimasto in quel modo per tutta la vita.
 
Harry. 
 
Mi svegliai il giorno dopo, con un mal di testa così forte che mi sembrava di sentire un trapano nel cervello. La debole luce che filtrava dalle fessure della serranda bastava ad irritarmi. Solo qualche minuto dopo capii che mi trovavo nella stanza di Louis, e le braccia che mi stringevano erano proprio le sue. Nonostante fossimo al buio, sentivo i suoi occhi azzurri fissi sui miei, e istintivamente tremai. 
Ero tra le sue braccia, e tutto nella mia testa mi ripeteva che era sbagliato, che dovevo alzarmi e andarmene, che non sarei dovuto ricadere nella sua trappola. Però, io feci tutt'altro. Lo strinsi a me e lo baciai, probabilmente con la mente ancora offuscata dall'alcool. Lo sentii sussultare sotto di me e sorrisi, involontariamente.
- Sei qui. 
Sussurrai, al suo orecchio. 
- Sono qui, non me ne vado più.
Sentivo le sue dita tra i miei capelli. Appoggiai la testa al suo petto, sentendo il suo cuore battere regolarmente. Quante volte avevo ascoltato quelle parole? Quante volte gli avevo creduto? Quante volte se n'era andato di nuovo, lasciandomi solo? 
- Lou.. 
- Harry, io ti amo. 
Mi interruppe ancora prima che potessi dire qualcosa. Percepivo che il suo battito del cuore accelerava, capivo la sua paura, ma non potevo permettergli di usarmi in questo modo. Il mio cuore non reggeva più le sue bugie. 
- Anche io, è questo il problema. 
Risposi soltanto, con la voce molto più sicura e ferma di quanto mi aspettassi. Mi misi a sedere sul letto, dandogli le spalle. 
- Ci sono troppe cose che.. 
Iniziai, ma lo sentii singhiozzare. Stava piangendo. Nascosi il volto tra le mani, insultandomi da solo perché stavo per distruggerlo definitivamente. 
- Louis, ti prego. Non è facile per me. Io.. io.. 
Respirai profondamente, impedendo alle lacrime di scendere. Presi la sua mano e la strinsi nella mia, voltandomi nuovamente verso di lui. 
- Ho rovinato tutto, non è vero? 
Quella domanda mi spiazzò. Mi sembrò di leggere tutto il dolore che provava nei suoi occhi limpidi come il cielo d'estate, il dolore che io gli stavo procurando. 
- Sssh. 
Sussurrai, chinandomi su di lui. 
- Abbiamo rovinato tutto. 
Conclusi, dandogli un leggero bacio che sapeva di lacrime e tristezza. Infondo, cos'altro avevo da perdere, se stavo già perdendo lui?
Sentii le mani gelide di Louis insinuarsi sotto la maglietta, anche se quel tocco era bollente. La parte razionale di me mi diceva che stavo facendo tutto sbagliato. Se mi fossi lasciato andare a Louis, quella mattina, non avrebbe mai capito che non ero una bambola da cui andare quando si stancava di Eleanor. Ma come potevo resistere ai suoi baci? 
Intrecciai la sua lingua alla mia e continuai a baciarlo, con i nostri respiri che diventavano affannati. Le mani di Louis ripresero a sfiorare la mia pelle, fino a quando la mia maglietta non fu lanciata a terra, seguita immediatamente dalla sua. Bastarono pochi minuti per restare totalmente nudi, lui era dentro di me e si muoveva lentamente, come se avessimo tutto il tempo del mondo. Io, però, sapevo che non era così. Lui urlava di amarmi tra un gemito e l'altro, ma io sapevo che non era vero. Le nostre mani erano intrecciate, le nostre lacrime nascoste dall'altro, la disperazione palpabile nell'aria. 
E stavamo facendo l'amore, perché facevamo sempre così quando le cose non andavano bene. E sempre sarebbe stato così. 
 
- Boo.. 
- Sì? 
- Io.. 
Avevo la bocca asciutta e le parole bloccate in gola. Avrei tanto voluto dirgli quanto lo amavo, ma mi era impossibile. Se non avesse ricambiato? Se non mi avesse amato nemmeno la metà di quanto lo amavo io? Sospirai, ripetendomi di nuovo le parole nella mente. 
- Hazza? 
- Boo... 
Il bisogno di dirglielo era tale come il bisogno di respirare, perché io ero vivo solo se Louis era con me. Mi presi coraggio, e lo dissi. Senza pensarci più. Io lo amavo e lui doveva saperlo.
- Boo, io.. ti amo. 
Sussurrai, vicino al suo orecchio, seduti sul divano del nostro appartamento. 
- Mh.. 
Lui rise. Sembrava seriamente divertito, così abbassai lo sguardo sul pavimento e cominciai a mordermi il labbro. Avrei dovuto rimediare in qualche modo.. 
Mi prese il viso tra le mani e mi baciò, leccando il sangue che stava uscendo dal labbro spaccato. 
- Ti amo anche io. 
Mormorò, a pochi millimetri dalle mie labbra. Strabuzzai gli occhi, incredulo alle sue parole. Mi amava, io lo amavo. Ci amavamo. E andava bene così. 
 
Louis si era accasciato accanto a me, asciugandosi di fretta le lacrime, ma questo non mi impedii di fermare le mie. 
Accarezzai il suo volto con un mano, per poi portarmi l'indice alle labbra assaporando il sapore del suo dolore. 
- Forse.. 
- Non dirlo, Harry, non dirlo. 
- Abbiamo bisogno di.. 
Lui si era già alzato, cercando i suoi vestiti. 
- Una pausa. Abbiamo bisogno di una pausa. 
Conclusi, mentre lui era ormai sulla soglia della porta.
- L'unica cosa di cui avevo bisogno, Hazza.. eri tu. 
Mormorò lui, con i singhiozzi che ormai scuotevano il suo corpo. 
- Solo tu. 
Sorrisi tra le lacrime, mentre mi lasciava di nuovo solo. 
'Sei uno stupido, Harry.'



Writer's Corner. ©

Ommioddio, ommioddio, ommioddio, sono passate tre settimane! 
Mi scuso tanto, ma nelle vacanze divento incredibilmente pigra, e mi sono cullata nel 'dolce far niente'. 
Beh, by the way, sono tornata.. credevate di esservi liberati di me? lol, non è così, mi dispiace.
Bene, cosa c'è da dire su questo capitolo? Pensavate finisse bene? Eh no! HAH. 
Ebbene sì, avete letto bene, Louis va via!  
Sono una bastarda, lol. Okay, non credo ci sia altro da dire, quindi... è l'ora di pubblicare, anche se questo capitolo non mi piace molto. 
Spero di non farvi aspettare altre tre settimane, al prossimo capitolo! xx 

Come al solito, vi ricordo che potete trovarmi su facebook (
Vanitas Lexa) e su twitter (@____sweetcheeks). 
Grazie a chi mette la storia tra
preferite/ricordate/seguite, è importante per me, e soprattutto grazie a chi recensisce
Un grazie particolare va ad
Alice
, che mi supporta - o sopporta, se preferite - con questa storia. 

Mi dileguo per davvero, addio, fatemi sapere cosa ne pensate!


 

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