Eppure sembra una fiaba..

di Catnip_sissi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Principio ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Emozioni ***
Capitolo 4: *** America ***
Capitolo 5: *** Spiagge ***
Capitolo 6: *** Spiegazioni ***
Capitolo 7: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Principio ***


Ciao! sono una fan accanita di Josh e questo è il miglior film mentale che mi sono fato sul nostro incontro! leggetelo e ditemi se vi piace e sopratutto se vi rispecchiate in me!


‘Eccoci qui’. L’ammiccante guida ci aveva condotto all’imponente castello sforzesco di Milano il Primo giorno della nostra gita scolastica. La mia migliore amica sembrava interessata a quello che stava dicendo quindi non era in vena di chiacchiere. La guardai per un’ attimo… Claire era proprio il genere di persone che ti aspetti di vedere in un grande centro culturale. Capelli rossi occhi verdi e quell’aria buona di chi sa ascoltare. Era anche una cervellona e  in classe non aveva nessun problema. Questo aiutava anche nei compiti ovviamente. A patto che la convincessi a darti una mano. Io la corrompevo sempre con qualche Mon Che rie, i nostri cioccolatini preferiti.
Dato che ero troppo nervosa per prestare attenzione alla guida e la mia migliore amica non mi avrebbe dato tanto conforto se non avessi parlato di arte, decisi di parlare con un’altra compagna di classe. ‘Pss!’ la chiamai ‘Chantal vieni qui dai!’ lei si girò e mi guardò con aria interrogativa. Le ripetei con la mano di avvicinarsi. Quando fu abbastanza vicino le sussurrai ‘ stasera devo assolutamente riuscire a restare da sola con Tom. Ormai è da un mese che non fa altro che lanciarmi sfrecciatine. Non ce la faccio più!’ lei sorrise e disse, con lo sguardo rivolto alla guida come se quello che stavamo dicendo riguardasse almeno lontanamente il castello, ‘sta tranquilla Nina! Quello ti mangia con gli occhi! Piuttosto tu devi darmi una mano con Luigi. Ha tutte quelle ragazze intorno…’ e assunse quell’aria tipica sua, tipica di chi si sente insicura. E lei lo era molto. Non che fosse brutta per carità! Era molto carina con il viso tondo i lunghi capelli che le arrivavano fino alla base della schiena e occhi color miele; ma spesso non riusciva ad essere se stessa in mezzo agli altri. Con me e Claire lo era, ma perché si fidava di noi.
Continuammo a parlare di ragazzi fino a che finalmente la guida fini di parlare e ci concesse un’ora di shopping, per il sollievo generale. Ho il sospetto che sia stata la prof a chiederglielo. Conoscendola è molto probabile che tra 20 minuti la vedremo con diverse borse dei suoi acquisti e  un portafoglio moto alleggerito.
Ora, Prima di andare avanti forse è meglio  che vi parli un po di me. Ciao mi chiamo Nina e questa è la mia storia. Si lo so, state sicuramente pensando ‘ ma questa ora che vuole e perché sto leggendo questo coso?’. Bè la mia storia è molto singolare, sembra essere una favola e quasi lo è, ma il perché lo scoprirete in seguito.
Sono una ragazza di 17 anni, 18 tra una settimana. Frequento l’ultimo anno del liceo classico in un paese al sud dell’Italia. Il mio è un paesino piccolo e ci conosciamo tutti. Sono amica di piu della metà della classe dalle elementari e questo ci ha uniti molto. Ovviamente c’è sempre lei, Lucrezia che mi odia da quando ne ho memoria ma questo non è importante per ora. Vi sto parlando della mia gita di quinto superiore a Milano. Purtroppo quest’anno non ci siamo potuti permettere di fare un viaggio all’estero perché la scuola ha ricevuto delle lamentele per i costi degli anni passati allora per cercare di ammortizzare l’ira dei genitori infuriati il preside ha deciso di tagliare fuori dalla lista delle scelte le mete estere. Uffa. Quest’anno dovevamo andare a Parigi. È il mio sogno andarci da quando avevo 5 anni e mia cugina mi parlò della Tour Eiffel , di quanto fosse alta e di tutta la magia di Parigi. Ma non importa. Ho solo rimandato l’inevitabile. Ci andrò. Forse come regalo per il diploma o dei 18 anni. Tanto ho gia deciso che non voglio fare la festa. Sono una frana ad organizzare feste.
Ma dove ero rimasta? Ah si lo shopping. Io, Chant e Cle cominciammo a guardare quali negozi erano più ala nostra portata e quali evitare subito. Ci si avvicinò Lucrezia mentre ci allontanavamo dalla vetrina di Bulgari con un sospiro. Erano tute cose troppo costose per noi. Per lei invece, con un padre nel mondo della produzione cinematografica come il suo è una cosa da niente spendere migliaia di euro in borse scarpe e profumi. In classe si vanta sempre del profumo che indossa perché se l’è fatto fare apposta per lei. Ci guarda con finta tenerezza ‘Oh ragazze, volete entrare con me? Potremmo fare Shopping insie… oh scusate, forse non potete permettervelo.’ E con un sorriso beffardo entrò, seguita dalle sue ‘gregarie’ come le definiamo io e le altre. Solo Chant è un po’ triste. Delle tre lei è quella che ama di piu il lusso e le marche, solo che Lucrezia non l’ha mai reputata all’altezza di finire nel suo “giro”. Ovviamente  ci ripete piu volte che per lei non siamo assolutamente un ripiego e che non si separerebbe per nessun motivo da noi, anche se io noto una strana luce negli occhi quando guarda il nuovo acquisto dell’una o dell’altra amica dell’oca ricca.
Ci dirigemmo verso un negozio dalla vetrina promettente quando vedo Tom e i suoi amici che entrano in una gelateria. Chissà perché ebbi una voglia matta di gelato e lo dico alla mie compagne. Loro non se lo fanno ripetere 2 volte e mi accompagnarono.
Quando entrammo vedemmo Tom che flirtava con una bionda cameriera allegra. Sento la rabbia montare dentro, e aumentare sempre di più quando lui mi guarda e continua a parlare con la cameriere con quell’aria da “Sono-Figo-e-me-ne-vanto” che usa con me. Allora mi rivolsi al barista chiedendo 3 granite al melone. Non sono più in vena di gelato.
Uscimmo  e tom mi segui lasciando dentro i suoi amici alle prese con la seducente cameriera tutta sorrisi e risolini.
Mi cinge le spalle con un braccio fingendo un gesto casuale ed avvicinò la sua guancia alla mia per poter prendere un sorso del mio bicchiere. Lo allontanai di scatto. ‘ma chi ti credi di essere?’ gli dissi tutta rossa. Non sopportavo la sua vicinanza così improvvisa. Lui fece un mezzo sorriso e si avvicinò ‘non dirmi che sei gelosa piccola’e mi sfiorò con la punta delle dita la guancia. rimango immobile con il cuore che accelererò. Sentii il sangue che arrivava alle guance e sentii un caldo improvviso da non tollerare piu i vestiti, nemmeno la canottache indossavo in quel momento.
‘volevo chiederti se ti va di fare una pasteggiata ‘ . Lo guardai cercando di ricordare come si articolava una frase. Non ci riuscii e risposi solo con un debole ‘quando?’ e lui mi rispose sempre ridendo ‘adesso piccola’. Mi prese per mano e ci allontanammo per la grande via di una città sconosciuta. Stavo ancora cercando di realizzare che Tom, lo stesso Tom per il quale avevo una cotta de 3 anni mi stava tenendo per mano, quando all’improvviso mi spinse in un portone sei aperto e si incollò alla mia bocca. Le nostre labbra si mossero in sincrono e per qualche minuto si sentirono solo i nostri respiri smorzati e i nostri cuori che battevano come colibrì. Dopo un po’ le su mani che fino a quel momento erano state sulla mia schiena si mossero scendendo. Arrivarono al mio fondo schiena e si fermarono… sentivo che il momento perfetto si stava realizzando. Il momento che avevo aspettato da mesi era arrivato. Il silenzio fu rotto da lui ‘erano settimane che speravo di mettere le mani sul tuo corpo sai?’ e io sorridendo tra un bacio e l’altro risposi ‘A si? Non ci credo’. Per tutta risposta lui mi schiacciò ancora di più tra lui e il muro. ‘Mmm.. stasera mi toccherà farti cambiare idea ’ e mi baciò con passione. ‘sarà meglio che torniamo Tom. Tra poco la prof ci cercherà’ . Uscimmo dal portone mano nella mano.
Poco prima di arrivare dagli altri però si staccò veloce e corse dai suoi amici. Chant e Claire si avvicinarono a me di corsa e mi chiesero dettagli. Erano eccitatissime.
‘ragazze non è successo niente calmatevi!-
Claire mi urlò -niente? Ma ti sei vista come sei conciata??-  il terrore mi assalì e mi controllai nel riflesso di una vetrina. Ero una disastro. Avevo i capelli, un tempo raccolti in una treccia, sparati all’infuori come una pazza, il lucidalabbra sbavato e dietro avevo su tutti i vestiti una polvere bianca, ricordo dell’intonaco del muro contro il quale  ovviamente Tom mi aveva spinta. Ma le cosa peggiore era dove la polvere non c’era ossia due brando sagome di mani all'altezza del mio fondo schiena che sembravano urlare –ehi questa qui ha fatto qualcosa che non doveva fare!-
Mi diedi subito una ripulita e seguii le mie amiche dalla prof che ci stava radunando perché dovevamo proseguire la visita.
 
6 ore dopo ero esausta e affamata.
Quando la guida annunciò la pausa i miei piedi cantavano l’alleluia. Vidi Lucrezia che si avvicinò a tom. E fare la smorfiosa con lui. Orgogliosa di avere qualcosa che lei non poteva avere mi gustai la scena aspettando che lui la scansasse e la mandasse via. Ma non lo fece. Anzi restò al gioco e vidi anche che.. no dovevo essermi sbagliata.. che lui la palpò! Si lo rifece e lei ammiccava senza vergogna davanti a tutti! Ora mi sente!
Mi alzai e andai da lui. Appena mi notò si staccò da Lucrezia e mi fece cenno di andare nella stradina alla sua sinistra. Mi immaginai in quel momento simile al dio greco Ares versione femminile, che avanzava verso i nemici con un vento di burrasca che si alza al suo passaggio. E il vento c’era davvero, solo che era un venticello estivo e dolce, quindi per niente simile a quello che mi aspettavo.
Arrivati nella stradina prima che io aprissi bocca, mi baciò con passione e mi scordai cosa stavo pensando. Appena lo realizzai, lo respinsi con uno scossone e gli dissi ‘ a che gioco stai giocando?? Non voglio che baci me e poi palpi lei!’ lui mi guardò confuso ‘come no? Scusa ma perché?’
-Perché?-urlai –scherzi??-
-No perché dovrei- sembrava davvero preso in contropiede.
-scusa ma tu perché mi hai baciata?- risposi cercando di non far avverare la visione che avevo in testa-
-hai delle labbra da urlo! E poi sei mozzafiato..- e mi guardò come un cane guarda la bistecca.
-quindi tu non mi hai baciata perche…io.. bè ecco… non mi hai baciata perché ti piaccio?
Sembrò cascare dalle nuvole. -Io?? Ma che scherzi?? Io sono fidanzato con Lucrezia!-
E mi cascò il mondo addosso. Non ci credo.
Mi voltai di scatto e cominciai a camminare cercando di respingere le lacrime. Sentivo che mi chiamava ma non faceva altro. Tutti quei film romantici dove lui correva dietro a lei, la stringeva e la baciava. Tutte stronzate.
Cominciai a correre via, via da tutti, via da lui che mi aveva ferita.
Feci un cenno alle mie amiche di restare li. Le avrei rassicurate piu tardi, appena mi fossi fermata.
Fu in quel momento che accadde. Che lo vidi per la prima volta. O forse fu lui a vedere me.
Mi fermai per prendere aria e cacciai fuori il telefono per mandare un messaggio a Claire quando una moto sbucò dal nulla e risciò di investirmi. La inforcava un ragazzo vestito con dei jeans scuri, un cappotto di pelle e una casco nero e rosso. Inchiodò giusto in tempo. Mi urlò di spostarmi ma non mi mossi. Ero scioccata. forse vide le mie lacrime. Allora lui tirò fuori un altro casco nero e bianco e me lo lanciò al volo. Per non prendermelo in testa lo afferrai e lui mi tese una mano. Non so perché l’afferrai. Dopotutto era uno sconosciuto a viso coperto. Ma non ci pensai 2 volte e salii sulla motocicletta aggrappandomi forte alla sua schiena

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Ciao a tutte Hutchers! ecco qui il secon do capitolo come promesso, dopo 2 recensioni. per il terzo volevo mettere lo stesso traguardo, anche per capire cosa vi piace di più e cosa vi piace di meno così da poterlo scrivere adatto ai vostri gusti :) ho cercato di farlo più breve perchè mi sono accorta che il primo è troooooooooooooppo lungo... bè detto questo, buona lettura! 

Mentre sgusciammo tranquilli nel traffico ,realizzai cosa avevo fatto. Ero salita su una moto. Di uno sconosciuto. Lo stavo stringendo forte. E.. e.. e caspita che fisico che aveva. Nonostante il giubbino di pelle sentivo chiaramente i suoi muscoli contrarsi mente guidava e arrossii, felice di essere dietro di lui così da essere nascosta. Non mi accorsi dove parcheggiò fin quando non entrammo in un lussuoso Hotel. Oddio non è che si è fatto un’idea sbagliata di me? Può darsi. Respirai a fondo. Dovevo parlargli. Ma come? Procedeva filato verso gli ascensori. Quando fummo soli al loro interno mi tolsi il casco intero che mi aveva coperto tutto il tempo il viso.
Lo guardai, curiosa di scoprire l’aspetto del mio salvatore misterioso.
Però con mio stupore rimase col casco. Si diresse verso gli ascensori ed entrammo. Feci per guardarmi allo specchio e rimasi quasi scioccata. Davanti a me c’era un’anonima ragazza di 17 anni, con un’espressione stravolta in viso. Mano nella mano ad un ragazzo. Un ragazzo che aveva ancora il casco e che cominciava a spaventarmi.
Quando le porte dell’ascensore si aprirono vidi l’attico splendido di un hotel. . Era riccamente decorato con mobili d’epoca,tessuti ricamati finemente, e una moquette così spessa da poterci dormire su. Il tutto era di colori caldi che andavano dal pesca  al bordeaux. Quando capii dove si stava dirigendo mi bloccai. Stava andando verso la camera da letto. Devo andarmene via da qui, pensai tra me e me. Lui si voltò e mi disse, indicandomi un divanetto stile cinquecentesco - Sorry Miss. Vuoi aspettarmi in corridoio? Ho bisogno di one minute.
Io lentamente gli risposi –no grazie. Devo andare poco lontano da qui e non voglio disturbarti più di tanto-
Così, liberatami della sua mano che stringeva la mia mi affrettai ad andare verso le porte dell’ascensore. Mentre si aprirono  mi chiese come mi chiamavo. Glielo dissi proprio mentre la porte si chiudevano. Non so perché. Vuoi perché ero stanca e non volevo sembrare irriconoscente.
Vuoi perché ero stata delusa da Tom e volevo rifarmi.
Vuoi perché mi attraeva e sentivo di attrarre lui.
Oppure solo perché ero pazza e incosciente. Può darsi.
Quando andai giù nella hall decisi che, se dovevo essere rintracciata er meglio fare le cose per bene. Andai alla reception e l’addetta mi squadrò dalla testa ai piedi con espressione scettica. Il messaggio era chiaro. Questo non è il porto per te carina.
-mi scusi signorina-cominciai incerta – nell’attico adesso sta un ragazzo e….-
Lei mi bloccò subito e la sua espressione si fece subito esasperata. - Uffa ancora un’altra! Non puoi salire basta!
Io la interruppi. –No no, non voglio salire. Se chiedesse di me potete riferirgli un messaggio? Da parte di Nina. Capirà.- e le diedi i foglietto che avevo scritto (e torturato) in ascensore. Sopra c’era scritto:
 
Ciao ragazzo misterioso. Sono Nina.
Sto all’hotel Duomo, stanza 133.
Se vuoi puoi trovarmi li domani sera Vorrei ringraziarti e scusarmi per come sono scappata.

 
Mi guardò e poi guardò il foglietto chiuso. Poi annuì. E aggiunse- glielo darò solo se chiede di lei quindi non ci speri troppo-. Detto ciò non mi degnò piu di attenzione.
 
Arrivai all’albergo che era ormai ora di cena e sgusciai al piano di sopra per darmi una ripulita.
Dopo cena raccontai tutto a Claire e Chantal. La mia euforia era alle stelle. Sembrava uno di quei romanzi rosa che avevo letto in passato. Quello della ragazza che incontra per puro caso un ragazzo misterioso. La differenza era che questo ragazzo non mi avrebbe contattata quasi sicuramente.
Perciò, dopo essere rimaste sveglie fino alle 2, io non ne volli piu sapere e mi addormentai.
Ma ancora non sapevo di essermi sbagliata. La mattina dopo mi svegliai con calma e mi vestii tranquillamente Indossai un comodo jeans e una maglia stile hip-hop. Quando scesi per l colazione, sentii l’impiegato alla reception che parlava con Lucrezia.- lei è la signorina Nina?-
E Lucrezia con il suo solito modo di fare altezzoso rispose- no bleah. Una così- e si indicò- può mai essere scambiata per una cosa tanto insignificante?- e indicò me che ero apparsa accanto a lei. Allora il ragazzo mi porse una busta nera, e mi disse – sono passate ieri sera poco dopo che lei è arrivata e hanno consegnato questa-. Solo per il fatto che Lucrezia sbavava per la curiosità era una bella notizia.
Salii di corsa le scale ed andai in camera per aprirla.
Quello che c’era all’interno mi lasciò basita.
 
Si invita la gentilissima signorina
A partecipare in data 8 Aprile
Al gran Galà nero e bianco
Che si terrà nel Grand Hotel La Scala alle ore 19.00

 

E dentro c’era un altro fogliettino ripiegato.
Accompagnami per favore. È una scocciatura andarci da solo.
Il ragazzo misterioso.
Ps: non preoccuparti se non sai cosa indossare. Ti manderò qualcosa di appropriato.
Pps: tranquilla prima a poi mi presenterò. Questa firma è ridicola.

 
Detto questo rimasi senza parole. Non so cosa spinse le mie gambe ad alzarsi e camminare verso la porta e andare nella stanza della Prof. Ma fatto sta che le dissi che mi sentivo svenire e che avevo bisogno di restare in albergo.
Sapevo gia che lei odia prendersi cura degli alunni e non si offrì per restare con me; in compenso però fece rimanere claire che mi fu di grande compagnia. A mezzogiorno preciso bussarono in camera. Io mi tuffai sotto le coperte pronta a nascondermi, ma quando Cle aprì la porta c’era una cameriera con un pacco in meno. Era molto voluminoso quindi balzai giù dal letto per aiutarle a portarlo dentro. Sopra c’era solo una scritta. Per  Nina. Urgente.
Lo aprii senza emettere alcun suono ma quando il contenuto fu libero da imballaggi un gridolino di stupore mi uscì involontariamente.
Dentro c’era un bellissimo vestito nero. Era un vestito modello orientale, con la chiusura alla coreana. Era un tubino, con 2 grandi spacchi laterali, che servivano a rendere il vestito meno serioso. Il tutto rifinito in raso bianco. Le scarpe erano splendide. Decolletè nere in raso, con un discreto fiocco sin raso bianco sul lato e un tacco altissimo. La pochette era abbinata alle scarpe. Una favola. Attaccato al vestito c’era l’ennesimo biglietto del mio amico misterioso.
Vengo a prenderti per le 18.30. fatti trovare fuori dall’albergo.
Ale 4 iniziai a prepararmi, in presa alla frenesia. Cle i acconciò i capelli in un’ elegante chignon morbido e alle 18.25 scesi giu.
Doveva avere un tempismo perfetto altrimenti la prof mi avrebbe beccata. Intanto ci avrebbe pensato Cle a coprirmi.
Lui arrivò puntuale con una bella macchina sportiva argentata metallizzata.
Mi fece salire e finalmente potei guardarlo in faccia per la prima volta.
Era bello, con la carnagione chiara, i capelli castani tenuti corti. Gli occhi non li vidi perché era troppo buio.
Quando mi guardò mi raggelai. L’avevo gia visto. Gia lo conoscevo. O meglio. Sapevo chi era, il suo nome di battesimo e tutta la sua biografia.  si presentò.
-Ciao Nina. Finalmente metto fine a quelle firme ridicole- Mi tese la mano e disse- sono Josh. Josh Hutcherson.

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Capitolo 3
*** Emozioni ***


ciao a tutte ancora! sembra che vi piaccia la mia stora quindi  ecco a voi un altrp capitolo. è un capitolo di passaggio, poco importante ma utile alla storia : il traguardo è ancora di 2 recensioni quindi  se volete il seguito non siate tirchi e recensite :D Dire che rimasi scioccata è un eufemismo. Quasi svenni.
Conoscevo molto bene quel nome, era stato uno dei miei attori preferiti quando ero un po più piccola. Ora non lo seguo più, ecco perché non ero al corrente della sua vacanza in Italia.
Mi ricomposi in qualche secondo. Riuscii a dire molto elegantemente –Piacere Josh. È un piacere conoscerti- e mi si allargò sul viso un sorriso di quelli splendenti che ti lasciano basito. È così che rimase lui.
Felice di aver smesso di portare l’apparecchio esattamente 2 mesi prima sorrisi tutto il tempo che trascorremmo in macchina per arrivare all’hotel.
Mi faceva domande educate su di me tipo da dove venivo e cose così, sembrava dovesse scrivere la mia biografia. Non che io non sapessi a memoria la sua dopo tutto, ma per essere educata e non fare la scortese gli posi anche io alcune domande, tipo dove viveva, con chi è venuto a Milano e cose così.
Ero ancora sotto shock ma devo dire che mi ripresi alla grande e in poco tempo.
Ahimé, non servì a niente perché il solo fatto di arrivare al galà mi mandò in iperventilazione. Tutti i chilometrici 10 metri per arrivare all’entrata dell’hotel erano pieni zeppi di fotografi, con un’unica zona per passare in mezzo, su un brillante tappeto rosso. Josh si comportò da vero cavaliere scendendo dall’auto per primo e venendo ad aprire la mia portiera. I fotografi erano in visibilio. Mi sentii davvero bene in quel momento. Il mio accompagnatore mi prese sotto braccio e mi scortò verso la porta, senza fretta, permettendo al branco di fotografi di Immortalarci  e porgli mille domande su chi era la  graziosa ragazza al suo fianco. è una favola, non ci credo.
Quando entrammo Josh mi rivolse un’ occhiata interrogativa ma devo aver avuto un’espressione abbastanza tranquilla perché anche il suo sguardo si distese.
Passammo l’intera serata a girare per la sala a parlare con gli Ospiti, diverse volte mi presentò a della gente famosa in giro per la sala.
Ma purtroppo, le cose belle sono destinate a finire, giusto? E quindi sapevo che non potevo tornare in albergo troppo tardi.
Ma nemmeno nelle mie più nere previsioni sapevo che avrei trovato qualcuno dell’albergo QUI.
Josh fu costretto a lasciarmi sola un momento e fu in quel momento che la vidi.
Lucrezia.
Porca miseria. Che ci fa qui!?
È splendida lo devo ammettere. Fasciata in un lungo abito da sera nero cosparso di brillantini, i capelli biondi sciolti sulle spalle mossi, e gli occhi di un verde intenso che brillavano anche se eravamo lontane.
Era evidente che non si era fatta truccare dalla sua amica ma da uno stuolo di truccatori ed estetisti professionisti. In quell’istante anche lei mi vide, mentre distoglieva gli occhi dal suo cavaliere, con il quale sembrava stesse civettando come una quattordicenne.
Mi fulminò con lo sguardo e si diresse furiosa verso di me
-Chi  ti credi di essere!-cercava di non urlare ma la furia trapelava dalla sua voce –ci hai seguiti! Questa è una festa esclusiva! Tu non ci puoi stare! Tom chiama la sicurezza!
Fantastico.
Anche Tom.
E giusto nel momento che Josh non è con me! Se questa non è sfortuna…
Tom mi guardò con uno sguardo pieno di risentimento. Perché?? Forse perché pensa che io ho seguito loro perché sono gelosa??
Ok si.Ero gelosa. Che non sia ri
Prima di aver iniziato a vivere la mia fiaba con uno dei primi 30 ragazzi più sexy di Los Angeles!
Mi faccio rossa con un peperone e ribatto cercando di sembrare calma –Se davvero credi che io non abbia altro scopo nella vita Che non sia rivolgere ogni pensiero a te e al tuo bellimbusto ti sbagli! Sono stata invitata qui dal mio accompagnatore!
Lucrezia scoppiò a ridere sfacciata. – tu?? Un accompagnatore?? Ma ti prego! Non ho mai sentito niente di più divertente in vita mia! E sentiamo un po, chi sarebbe? E dov’è adesso? – disse fingendo di cercarlo nella folla nella sala.
-ecco io.. bè… credo si sia allontanato un attimo…
-vai a raccontare a qualcun altro le tue frottole cara!- disse Tom cercando trattenere una risata.
Mi sentii morire. Ma dato che la fortuna arride agli audaci in quel momento arrivò Josh con due coppe di champagne.
-Ecco Nina. Pensavo avessi sete, è tutta la sera che ti  trascino in giro-sorrise, porgendomi un bicchiere e aggiunse – non penso di essere stato presentato all’affascinante amica della mia lady e al suo ragazzo. Piacere sono Josh.
La faccia di Lucrezia mi la ricorderò per sempre! Dio com’era umiliata! E sorpresa! E un altro miliardo di emozioni che non fecero altro che gonfiare la mia ammirazione verso josh.
E quando aggiunse con un Occhiolino verso di me – e scusateci ma riamo richiesti in pista per il primo ballo - mi prese per mano e aprimmo le danze.
Io mio orgoglio era al massimo. E anche la mia vanità.
Riepilogando Cos’era successo in queste ultime ore.
Sono stata invitata a un Galà di classe da un ragazzo misterioso.
Questo ragazzo è josh Hutcherson.
Ho umiliato Lucrezia.
Mi sono prese la rivincita su Tom (che per inciso è rimasto di sasso quando è comparso Josh, e non ha più spiccicato parola).
Sto volteggiando in pista tra le braccia di un mito del cinema.
Sono felice.
Ma la serata,Anche una delle più perfette, deve finire.
Josh mi riportò al mio albergo e rimanemmo un po a chiacchierare in auto.
-Allora- iniziò –che ne pensi?
Di cosa?- rispondo io sorridendo – del fatto che ho conosciuto te, della serata, o in generale?
-in generale- ribatte compiaciuto.
-è stata una delle serate più belle di tutta la mia vita, e ti ringrazio tanto. mi piacerebbe rivederti-.
Non ce ne siamo accorti ma mentre scambiavamo queste poche battute ci siamo avvicinati.
Quando lui mi rispose ormai eravamo a 10 centimetri di distanza –sei bellissima, e stasera sei stata fantastica-
E mi baciò. Fu un bacio dolce, di quello che crescono pian piano, dove ogni contatto di fa desiderare un altro, e quello dopo ti fa desiderare sempre più. L e sue mani giocherellavano con i miei capelli e mi accarezzavano la schiena, mentre le mie avevano l’unico compito di tenerci uniti.
Dopo un po’ mi staccai ed entrai in camera.
Dormivano tutte, mio malgrado, perciò andai dritta a letto, sorridendo compiaciuta della favola che stavo vivendo.
 
La mattina dopo, verso le 10 decisi di chiamare l’hotel per parlare un po con il mioragazzo misterioso. quando composi il numero e mi risposero chiesi del signor Hutcherson.
-Mi dispiace signorina. Ma il signor Hutcherson è partito questa mattina presto.
Mi sentii le gambe tremare – dov’è andato?- chiesi con voce tremante, anche se in fondo conoscevo gia la risposta. – a casa sua. In America.
-tornerà presto?- di si. Di  si. Di si.
- no mi dispiace. Non prevediamo il suo ritorno presto. Ce l’avrebbero comunicato. S enon mi sbaglio deve iniziare a girare un nuovo film, che lo terrà impegnato per almeno tutta l’estata. E comunque non tornerà in Italia molto presto.
Ecco. Adesso è il momento per svenire dissi a me stessa.
Dopo divenne tutto nero.

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Capitolo 4
*** America ***


Ciao ! scusate per l’assenza ma ho avuto da fare in queste vacanze, solo ora ho avuto il tempo di aggiornare! :D  questa volta la quota delle recensioni che vorrei raggiungere prima di aggiornare è tre. Spero che mi seguiate e mi facciate sapere che ne pensate della storia, anche solo per dirmi che non vi piace o se volete dirmi di smettere di scrivere stronzate XD detto questo buona lettura a tutte Hutchers! :D 

 -Ciao papà.
La mia voce suonava monotona e tesa, ma non me ne preoccupavo piu da un po di tempo. Da quando siamo tornati dalla gita non so piu che fare di tutto questo tempo che non riesco a impiegare in nessun modo. Così, tra un sospiro e un altro  mia madre mi ha proposto di andare a trovare papà, che attualmente vive in California da qualche settimana.
Dovete sapere che mio padre è un ufficiale di marina e passa il suo tempo viaggiando da una parte all’altra del mondo. Recentemente però ha chiesto un lungo periodo di licenza poiché è rimasto vittima di un naufragio. Era una cosa da niente, e non ci sono stati né morti né feriti, si è solo preso un grande spavento.
Io intanto mi sono diplomata e adesso passo le lunghe giornate estive con le mie amiche, programmando un viaggio prima di iniziare l’università. Purtroppo non ho ancora scelta. Che disastro. Non che mia madre non mi sproni, ma è come se sentissi nella mia mente un orologio che fa tic-tac tic-tac, e non lo sopporto granché.
Ormai sono passati mesi da quando l’idolo della mia infanzia Josh Hutcherson mi ha lasciato senza dire una parola per tornare in America e mi sforzo di non pensarci mai. È un incubo.
È in questo clima emotivo che ho accettato di passare un paio di mesi da papà e adesso lo sto proprio chiamando per sentire che ne pensa.
-senti , io volevo sapere se per te è un problema se vengo a stare un po da te. Sia la scuola è finita e ho bisogno di distrarmi un po. Ti andrebbe un po di compagnia?- cerco di mettere tutto l’entusiasmo possibile nella mia voce. Devo convincerlo assolutamente. Ormai l’idea di lasciare il mio paesino mi sta dando alla testa.
-Qui? A trovare me? Oh certo piccola! Sarebbe magnifico! Sai ormai muoio di fame senza te o la mamma che vi prendete cura di me!-
Rido. –oddio dovrebbe essere illegale lasciarti in balia di te stesso! vuoi che ti passi la mamma? Così magari vedete gli ultimi dettagli?- lui è entusiasta –si si certo, passamela.-
Mia madre prende il telefono dubbiosa. -Ciao tesoro dimmi…. Mm,… si… no assolutamente non voglio… bè oddio vedi un po tu…- poi la sua faccia diventa tutta rossa –oh capisco.. no no ormai quel che è fatto è fatto…si, te la ripasso.- e mi fa cenno di prendere il telefono.
-oh tesoro!-esplode papà- sono così felice che verrai a trovarmi! E non sai ancora la parte migliore! Ti ricordi lo zio Steve?- date che fa una pausa mi rendo conto che dovrei conoscerlo e si aspetta proprio da me una risposta. –Ehm, si certo! Perché?- sono molto incerta e papà intuendolo mi da spiegazioni – è un mio collega un po più in alto di me e ha una casa qui in California! Dato che lui e sua moglie hanno da poco avuto un nipotino e la figlia lavora tanto non possono proprio venire qui e.. me l’hanno affittata a un prezzo di favore! È una casa bellissima ed enorme! Ti piacerà! Indovina dove si trova? A Los Angeles!  Non è fantastico?-
Tipico di mio padre, del mio caro simpatico e un po’ Peter Pan di papà. Si entusiasma per ogni minima cosa e so che se non dimostro lo stesso entusiasmo sarà difficile da buttar giù una volta lì, così  mi adeguo – Oh fantastico! Mare sole e tanto divertimento! Fa proprio per me! Eh papà, senti dato che la casa è grande posso portare una mia amica con me? È Claire e stavamo proprio decidendo di fare un viaggio insieme.. sarebbe Super!- mi risponde  -per me non c’è problema ma dovrei parlare con i suoi, comunque tu prepara le valige tesoro. Massimo entro una settimana sarai Qui!
 
 Fu così che mi ritrovo su un’ aereo diretto a Los Angeles, in prima classe, con una coppa di Champagne in mano, regalo per il diploma di mia zia. Dato che si sente in colpa di non essere venuta alla mia festa dei 18 anni, mi ha regalato il viaggio in prima classe per l’andata, e un biglietto aperto per il ritorno. Non c’è bisogno di dire quanto la adoro.
Unica nota dolente del racconto. Sul mio stesso aereo c’è la simpaticissima Lucrezia. Ve la ricordate? Non parliamo più dal diploma e sinceramente non mi è mancata affatto quell’aria snob che si da. Stranamente è molto affabile oggi e quindi vuole sapere tutto su di me, dove vado e tutto il resto. Lei mi racconta che sta tornando in America dove la Aspettano suo padre e delle persone importanti, per i quali  sta per intraprendere la carriera di attrice. Le racconto che purtroppo Claire non è potuta venire. A quanto pare lei e Chantal avevano preparato una crociera a sorpresa per noi tre e ora sono sulle coste greche senza di me, perché io sono dovuta partire. Anche se devo dire che non mi sono sembrate tanto dispiaciute che io non ci fossi. Nina basta! Dico a me stessa  non puoi pensare sempre male di tutti!. , Sono una 18enne, diplomata, single e in viaggio per una delle città più sfarzose del mondo, sono ufficialmente banditi i cattivi pensieri.
Finita la nostra conversazione mi rilasso e mi godo il film che ho scelto sul mio monitor personale. Ho scelto Barman e il Cavaliere Oscuro- il ritorno. È un film lungo ed è tra i miei preferiti, uno dei pochi davvero carini dell’elenco.
Senza sapere ne come ne quando mi addormento e quando mi sveglio chiedo subito a una Hostess quanto tempo ci vuole prima di arrivare a destinazione.
-circa un’ora signorina- e con un sorriso abbagliante se ne va, catturando lo sguardo di un ragazzo seduto alla mia destra. Mi ricorda molto la barista di Milano, quella che ha tentato di sedurre Tom…
Scaccio quel pensiero e sorrido al ragazzo che mi guarda con aria colpevole e decido di iniziare la mia avventura proprio li, prima di arrivare a destinazione.
-ciao, non ti preoccupare non ti fucilo mica se guardi una Hostess- gli dico un sorriso tra i più caldi che posso fare.
- oh be sinceramente non volevo guardare lei ma te- ecco di nuovo l’aria colpevole – dormi da più di 10 ore e mi chiedevo quale ragazza riuscirebbe a farlo così tranquillamente su un’ aereo. Non siete tutte in ipertensione?
E allora noto che ha le mani avvinghiate ai braccioli della poltroncina.
Rido ancora – oh cielo no! Anzi lo trovo rilassante stare su un’ aereo senza nemmeno una turbolenza-
E continuiamo così con chiacchiere leggere e senza senso fino a quando non atterriamo.
Ho scoperto che il mio compagno di volo si chiama Ryan, è un’ anno più piccolo di me e va al mare per raggiungere i suoi cugini che, come me , si sono appena diplomati e stanno festeggiando. Solo che loro sono americani. Ci scambiamo i numeri, così che da poterci rivedere, se ci annoiamo che le rispettive compagnie. Penso di chiamarlo sicuramente: le alternative sono mio padre, Lucrezia, o la solitudine. Mmm…. Penso sia molto meglio un gruppetto folto di ragazzi americani non credete?
Bè la mia euforia si esaurisce presto come potete immaginare, altrimenti questa storia non sarebbe un granché.
Sto appunto pensando questo quando, giunta fuori dall’aeroporto non vedo mio padre. Ovviamente è in ritardo. È un ritardatario cronico. Saluto con una mano Ryan che mi passa davanti offrendomi un passaggio. Purtroppo devo rifiutare perché papà mi deve venire a prendere.
Ovviamente passa anche Lucrezia che sembra aver abbandonato l’aria amichevole che aveva a bordo sostituendola con un’aria di vittoria. La seguo con lo sguardo. Procede verso una limousine, cosa che non mi stupisce, data la ricchezza della sua famiglia.
Ad un certo punto lo portello della macchina si apre ed esce la gamba di un ragazzo fasciata in jeans scuri e converse nere.
Una vocina del mio cervello mi dice che non è possibile. Conosco quel pantalone.
E invece è possibile perché dalla macchina esce lui. Josh.
LO sapevo! Ha saputo che sono in America e vuole rimediare al danno fatto. Faccio per avvicinarmi a lui con un sorriso a trentadue denti quando lui non mi nota neppure. Va dritto verso Lucrezia la abbraccia e..
No il mio cervello non può elaborare un’allucinazione così triste.
La bacia. Non appassionatamente. È un bacio leggero, come quelli che si danno quando si ha fretta. Poi mi vedono, entrambi. Nello stesso momento. Per prima cosa noto la faccia di lei, contorta in un ghigno di vittoria. Poi la faccia di lui, un misto di sorpresa, dolore e scuse. Si vorrebbe avvicinare, perché fa un passo verso di me. Ma lei lo blocca trascinandolo in macchina e non posso fare a meno di notare il modo possessivo con il quale gli stringe il braccio. Quando la macchina mi passa accanto lui mi sta fissando. Ci guardiamo per un lungo istante prima che la macchina fila via dal parcheggio. Lasciandomi li, sola, con il mio dolore.
 

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Capitolo 5
*** Spiagge ***


Ciao a tutti quelli che state leggendo in questo momento! Spero vi continui a piacere la mia storia e che il nuovo personaggio vi piaccia! Noterete una certa somiglianza con Jake Abel, e se non la notate, bè, tanto meglio! La soglia a cui vorrei arrivare prima del sesto capitolo è 4 recensioni questa volta! Ci arriveremo?? Spero di si :) alla prossima!

Ormaisono a Los Angeles da una settimana, e mi sto annoiando a morte.
Certo, dopo la spettacolare vista dei Josh con quella li sono stata uno straccio, ma dopotutto potevo aspettarmelo.
Davvero credevo che i divi del cinema fossero così come ce li presentano? Dovevo immaginare che lui era come loro, falso e bugiardo. Perciò dopo i primi momenti di sconforto ho deciso di darmi al totale relax. Ora però mi rendo conto che il relax è triste e noioso da sola e mi sto scervellando per trovare una soluzione.
Allora, pensai,potrei chiamare Claire.  Scarto subito l’ipotesi. In questo momento sarà rientrata dalla crociera e non vorrà farsi 12 ore di aereo per venire dall’amichetta depressa.
Lucrezia no, è assodato dagli eventi… rimane…
Come ho fatto a non pensarci prima?!
Ryan!
Cerco freneticamente il cellulare e trovo il suo numero. Schiaccio il pulsante verde di chiamata e dopo due squilli scatta la segreteria telefonica. Gli lascio un messaggio : Ehi ciao Ryan! Sono Nina, ti ricordi di me? Ci siamo conosciuti sull’aereo una settimana fa… mi chiedevo.. non è che oggi pomeriggio fai qualcosa? Pensavo che potevo raggiungerti.. l’America è una noia da sola! Ok, bè, chiamami. Click.
Subito dopo pranzo arriva la risposta per SMS. Ciao Nina! Che piacere sentirti! Oggi pomeriggio io e il gruppo di mio cugino scendiamo in spiaggia. Vieni con noi? Se si dimmi dove sei che ti passiamo a prendere alle 3! Ciao!
Euforica al massimo risposi con l’indirizzo della casa in cui stavamo io e papà e corro ad avvisarlo. Dopo di che corro a prepararmi. Scelgo un bel bikini rosso e arancione e un pareo blu elettrico, dopo di che riempio la borsa. Decido si passarmi un velo di trucco (a prova d’acqua, s’intende) e scendo alle 3 meno dieci davanti al vialetto. Arrivano con dieci minuti di ritardo a bordo di una grossa Jeep, degna di quei fantastici fuoristrada che si vedono in TV sulla spiaggia. Ero gia con l’eufioria alle stelle quando Ryan mi fa conoscere tutto il gruppo. Ben, Tessa, Logan, Andy, Samantha, Molly e suo cugino Luke.
I miei occhi cantano l’alleluia quando vedono Luke. È una ragazzo molto carino, con i lineamenti morbidi, ancora un po infantili, certo, ma allo stesso tempo attraenti, il fisico mozzafiato, tipico di chi passa le giornate a nuotare, e due occhi verdi come la pianta di gerani che mia madre ha sempre sul davanzale della cucina.
Sorridono tutti affabili e mi accolgono sulla Jeep. Mi fanno accomodare davanti, tra il sedile del passeggero, dove siede Ryan, e il guidatore, cioè Luke.
Mi chiedono un po di me e io cerco di soddisfare tutta la loro curiosità in un inglese un po stentato, tanto che devo farmi aiutare da Ryan a tradurre ciò che voglio dire.
Arrivati alla spiaggia scendiamo e seguo il gruppetto delle ragazze mentre i ragazzi scaricano la macchina. Una di loro, mi sembra Samantha, mi sorride radiosa e lo prendo come un invito a iniziare la conversazione.
-Allora- inizio un po titubante –di solito che fate  per passare il tempo?
-oh facciamo di tutto! Noi ragazze soprattutto prendiamo il sole, chiacchieriamo e giochiamo a pallavolo. I maschi sguazzano tutto il tempo in acqua…tieni gli occhi aperti, a loro piace fare scherzi!
- non c’è problema, faccio molti scherzi anche io- le faccio l’occhiolino e ridendo continuiamo a camminare verso un posticino libero sulla sabbia.
Dopo un paio d’ore trascorse con le ragazze vorrei fare un tuffo ma nessuna vuole accompagnarmi, e da sola non mi va tanto.
Per fortuna ad alleviare la noia arrivano i ragazzi che (sorpresa!) ci fanno un gavettone coi fiocchi!
Le altre lanciano gridolini e cercano di mandarli via ma io no. Mi alzo tutta bagnata e  mi avvento su Luke che preso alla sprovvista cede sotto la mia debole spinta. Cadiamo entrambi nella sabbia e ci sporchiamo dalla testa ai piedi ridendo come bambini.
Poi mi alzo di fretta e lo prendo per mano, involontariamente, e lo trascino verso il mare.
-Adesso vediamo chi lo fa il gavettone!
- Sei sicura baby?- mi prende di peso e corre verso le onde buttandomi dove l’acqua è abbastanza alta da non farmi sbattere a terra. Iniziamo a scherzare facendo la lotta in acqua quando veniamo raggiunti da tutti gli altri e giochiamo così fintando che  non è abbastanza tardi da dover andare a casa.
- Allora ci si vede domani?- chiedo.
-Stasera non vieni?- mi risponde Sam – c’è la grande festa in spiaggia. Devi venire!
-Si devi!- Mi incoraggia Ryan
Gli altri si limitano a sorridere ed annuire.
Il mio sguardo si sofferma su Luke ma poi confermo la mia presenza. Mi verranno a prendere alle 10.
 
Oh no! Che mi metto!?
Sono nel panico. Sono le 9.30 e non so che cosa fare. Mi sono fatta la doccia, truccata e pettinata, ma non so cosa indossare. Soprattutto perché non so che impressione voglio dare agli altri.Sopratutto a Luke, aggiunge una parte inconscia del mio cervello.
Penso ancora a Josh e sono terrorizzata dal perdere la testa per un altro ragazzo. Sono 2 opposti. L’uno alto, l’altro ‘medio’, uno biondo l’altro bruno, uno scherzoso e spumeggiante, l’altro pacato e romantico.
Grande dilemma.
Ma chi se ne frega! Josh sta con Lucrezia e io ne approfitto con luke. Al diavolo il resto!
Così scelgo un abitino semplice stile impero di tulle celeste con le spalline sottili e la scollatura a cuore, abbonandoci una giacchetta in pelle nera con la manica a tre quarti  e le converse nere. I capelli sono lisci. Unico accorgimento per la serata: costume anziché intimo. È una festa sulla spiaggia, chi lo sa che non può capitare un bel bagno di mezzanotte??
 Alle 10 in punto suonano alla porta ma quando vado ad aprire con mio stupore, e piacere, c’è solo Luke.
Come avevo previsto, appena mi ha visto è rimasto senza parole, e lo accecai con un sorriso a 32 denti.
Mi aprì la portiera della macchina e mi fece salire, poi si accomodò al posto di guida e andammo alla festa, conversando  piacevolmente.
La spiaggia non era la stessa di stamattina perché era stata addobbata con striscioni e lanterne colorate. Era stata montata anche una pista di legno e un bar. Sembrava una discoteca a tutti gli effetti.
Luke mi offe  da bere ma rifiuto, non voglio sembrare una ragazza che beve, però quando mi offre un po del suo coktel accetto senza problemi.
Poi raggiungiamo il resto del gruppo e invadiamo la pista.
Ballavamo in cerchio, a turno nel mezzo, e quando toccò a me ero imbarazzatissima. Così Luke invase il cento del cerchio e mi strinse a se. Mi prese la mano e cominciammo a ondeggiare al ritmo.
Gli altri cominciarono a urlare e ridere ma non ci facevo gran che caso, pensavo solo a quanto fosse stupendo il corpo di Jake…
Continuammo a ballare avvinghiati come due polipi, e io, imitando le ragazze che vedevo in discoteca in Italia, cominciai a strusciarmi ballando, a mio avviso, come una porno star che fa la Lap-Dance. A Luke non sembrava dispiacere anzi mi assecondava, cercando in alcuni momenti di baciarmi ma io lo schivavo pronta, perché volevo ricordarmelo il primo bacio con lui.
Ad un certo punto, quando i nostri amici ormai si erano stancati e avevano abbandonato la pista ci ritrovammo faccia a faccia, sentivo il suo respiro sul mio viso che mi riscaldava e il mio sul suo, entrambi  ansimanti perché eravamo stanchi per il lungo ballo ma eccitati dallo stare insieme.
Le nostre labbra si stavano per incontrare… un angolino remoto del mio cervello registrava il fatto che intorno a noi la folla cominciava a urlare come se fosse impazzita. Vagamente conscia del fatto che erano arrivate delle celebrità, concentravo tutta la mia attenzione sulle labbra piene, semiaperte che ci invitavano a baciarle. Quelle labbra si stavano avvicinando quando mi furono strappate via e dopo un colpo vidi Luke barcollare, con il naso che gocciolava sangue.
Cercai di vedere chi lo aveva colpito e restai di sasso. Era stato Josh.

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Capitolo 6
*** Spiegazioni ***


Ecco qui un altro capitolo! Non so, questo è decisamente poco importante e un po fiacco poiché serviva solo a spiegare il comportamento di Josh nei confronti di Nina. Il prossimo capitolo sarà il conclusivo quindi spero che vogliate farmi sapere cosa ne pensate, soprattutto di una cosa.. preferite che Nina scelga Josh o Luke?? Terrò molto conto delle vostre risposte perciò rispondete in tanti! La quota di recensioni da raggiungere è 3.. a presto!

Luke si riprese in un baleno e restituì il pugno a Josh, che cadde a terra quasi svenuto.
Corro da lui –Ma sei impazzito? Che hai fatto?!- urlo contro Luke.
-è stato lui a cominciare! Se l’è cercata-
-Sei assurdo-
Con l’aiuto di Ryan prendo Josh cingendogli la vita per sostenerlo e andiamo verso la limousine.
Chiedo all’autista se può portarci a casa di Josh, dopo di che saluto Ryan ringraziandolo per l’aiuto, e salgo sull’auto.
Lungo il tragitto Josh si sta svegliando. Gli porgo un bicchiere d’acqua con un sorriso. Stupito, prende il bicchiere e mi lancia una lunga occhiata indagatrice mentre beve.
Restiamo in silenzio durante tutto il breve viaggio, poi, quando arriviamo, molto galantemente mi chiede di entrare con lui.
-Grazie per avermi accompagnato- esordisce.
-Di niente- sono un po in imbarazzo, e si vede parecchio.
-Posso offrirti qualcosa da bere o altro?-
-si-comincio raccogliendo a piene mani il mio coraggio e la mia faccia tosta -potresti offrirmi delle risposte. Perché sei partito così dall’Italia? Senza dirmi niente?-
-mi dispiace. è complicato- balbetta.
-Abbiamo tutta la notte- dico con un sorriso
Sospira . -Ecco, tutto è cominciato la sera del galà Bianco e Nero. Ho conosciuto il padre di Lucrezia, che mi ha fatto mille domande sui miei impieghi precedenti accennando a un film per il quale stava facendo i provini per il co-protagonista. Ho risposto a tutto molto educatamente e lui se ne và senza dire altro. Ma, Fatto sta che poco dopo che ti ho accompagnata all’albergo, ricevo la chiamata di un altro produttore che mi chiede se sono disponibile. Ovviamente ho accettato e lì mi è arrivata la notizia. Se volevo il ruolo, dovevo partire la sera stessa. Ma non volevo lasciarti! Quella sera è stata… speciale.-
-Ok questo spiega la partenza improvvisa- concedo –ma Lucrezia!? L’hai baciata!- mi giro dall’altra parte per non fargli notare gli occhi lucidi, perciò non lo vedo avvicinarsi alle mie spalle. Mi prende un braccio e dolcemente mi fa girare. –non sapevo quello a cui andavo incontro! Quando sono andato a firmare il contratto, il mio agente ha notato una clausola. Se volevo il ruolo, dovevo inscenare una finta storia d’amore nella vita reale con la mia co-protagonista, che alla fine si è rivelata essere Lucrezia! È tutto finto! Ho pensato a te tutto il tempo. Penso di essere realmente coinvolto… da te..-
Non gli lascio dire altro. La prima volta ha dovuto fare lui il primo passo ma questa volta non riesco a trattenermi. Mi avvicino di scatto e incollo le mie labbra alle sue. Lui risponde subito al bacio. Ci facciamo trasportare da questo bacio fin sul divano, dove ci sistemiamo comodi, e intanto continuiamo a scambiarci altri baci sempre più profondi, che scatenano la voglia di qualcosa di più.
Sento solo vagamente il mio giubbino che scivola via giù dalla spalle e il suo golf che finisce sul pavimento.. il mio vestitino che pian piano  allenta l’aderenza sul mio corpo, e la siua camicia che si apre sotto il mio tocco leggero. Il tutto sopraffatto dalla consapevolezza delle sue dita leggere che sfioravano la mia palle provocandomi brividi….
 
La mattina dopo mi sveglio all’alba e Josh non c’era. L’orrendo déjà-vu si stava ripetendo.
Prima di cadere nel panico lui  è arrivato con un vassoio colmo di cose da mangiare e una rosa rossa in bocca.
Lo bacio dolcemente –sei un tesoro. Muoio di fame!-
-Per così poco!? Figurati!-
-è stato bello restare qui stanotte- e accenno un sorriso. Sorrido molto da quando lo conosco.
-devo parlarti di una cosa. Sai quello di cui ho parlato ieri? Il contratto con quella clausola? Io devo ancora rispettarlo fino alla fine della campagna pubblicitaria, quindi… -
-quindi devi stare con Lucrezia- il nome mi esce quasi come se fosse un insulto –capisco-
-ma te lo prometto. Appena tutto questo finirà verrò a prenderti e farò qualsiasi cosa per farmi perdonare questo piccolo problema-.
- va bene- sorrido-dopotutto si tratta della tua carriera. Non fa niente-.
 
A metà mattina sono a casa sul letto a non fare un bel niente. Mi c’è voluto un po’ per calmare papà e assicurarlo che la sera sono tornata tardi mentre dormiva e la mattina sono uscita presto per andare in spiaggia.
Se l’è bevuta quasi subito poiché non ho mai combinato niente in vita mia. Il pomeriggio chiamo Ryan per passare il pomeriggio insieme. Non gli va di uscire così lo invito a casa insieme a Sam per passare in resto della giornata in piscina.
Arrivano subito e cominciamo col vedere che musica mettere come colonna sonora e optiamo per un po’ di rock cominciando con Radio Gagà dei Queen.
Passiamo il pomeriggio a sguazzare in acqua e alle sette ci mettiamo a pasticciare in cucina per cercare di preparare qualcosa di goloso da mettere sotto i denti, preparando tre piadine così farcite da non riuscire nemmeno a morderle!
Chiacchieriamo del più e del meno. Samantha mi chiede dell’università e mi sbatte in faccia l’orrenda realtà nella quale non so che fare del mio futuro. Mi faccio convincere a fare domanda all’università della California per una borsa di studio come studente straniero. Dopotutto mio padre resterà a Los Angeles per un bel po’! E poi mia madre potrà raggiungerci spesso.
La serata  termina con un mix di alcolici e patatine tanto da star male e infatti entrambi restano a dormire a casa mia. -Parola che è stata la serata più divertente che ho passato in vita mia!- esclamo- vi adoroooo!!-
Verso le undici suonano il campanello e mi precipito giù per le scale ad aprire.
Davanti alla porta però mi si presenta Luke. Ubriaco fradicio. Non sapendo che fare lo porto dentro e lo metto sdraiato sul divano. È in totale catalessi. Emana un odore sgradevole quindi gli faccio un caffè forte, espresso, e glielo porto.
Poi chiedo a Ryan di aiutarmi a spogliarlo per fargli una doccia. Non che io stia esattamente sprizzando gioia al pensiero ma non posso lasciarlo in quello stato.
Dopo averlo lavato e asciugato lo riportiamo sul divano mezzo svestito, infatti addosso ha solo i pantaloni.
Anche ubriaco devo dire che ha un certo Fascino e lo fisso senza vergogna (dopotutto sono brilla io, gente!). Di colpo lui apre gli occhi e mi si avventa sulla faccia come un polipo.
Mentre tento di allontanarlo con la coda nell’occhio vedo un’ombra sulla porta, esattamente di fronte al divano.
Lì. Mentre Luke sono-un-polipo-baciatore mi si è spalmato addosso c’è Josh che fissa la scena inorridito. Nei suoi occhi si legge molto. Delusione. Dolore. Frustrazione. Rabbia.
Gira sui tacchi e se ne va, sbattendo rumorosamente la porta.

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Capitolo 7
*** Epilogo ***


Mi alzo confusa dal divano, spingendo via Luke. Sento le lacrime pungermi gli occhi ma non ho la forza di salire al piano di sopra per rifugiarmi sul mio letto, il mio rifugio sicuro, così mi rannicchio sul grande tappeto e comincio a piangere rumorosamente.
Ho rovinato tutto.
No. Non sono stata io. È stato quel dannatissimo Luke. Non posso credere che Josh mi abbia vista tra le braccia di quel viscido, e ha pensato che lo stessi.. non so.. rimpiazzando?? Avrebbe dovuto capire che cercavo di respingerlo. Sono scossa dai singhiozzi quindi non sento dei passi avvicinarsi né la porta aprirsi. Sento solo due braccia calde che mi risollevano e mi abbracciano strette. Talmente strette che vorrei urlare.
Non l’ho fatto. Non l’ho fatto perché le due forti braccia che mi sono intorno alla vita sono Sue. Inspiro avidamente il suo profumo. Un profumo che solo lui può avere che non sentirò da nessun altra parte.
Mi accarezza lieve la schiena sussurrandomi di calmarmi. Ora c’è lui qui.
Piano i singhiozzi cessano e mi trovo tranquilla a dondolare sul posto tra le sue braccia.
 Mi prende la mano e mi porta al piano di sopra dove ci sono le camere. Arrivati nella mia mi fa accomodare sul letto e tira fuori il pigiama da sotto il cuscino. Mi aiuta a metterlo, togliendomi gli abiti di dosso. Devo ammettere che per qualche secondo ho pensato volesse replicare la notte precedente, poi realizzo che non approfitterebbe mai di un mio attimo di debolezza in questo modo.
Mentre mi cambio, anzi, mi cambia, ha messo la borsa dell’acqua calda nel letto, per non farmelo trovare ghiacciato ma pronto ad accogliermi.
Si stende sulle coperte accanto a me, ma io mugolo qualcosa in segno di protesta.
-cosa hai detto?- mi chiede
-dormi con me.
-lo sto facendo-
Avverto, più che vederlo, il suo mezzo sorriso sulle labbra. Apro le coperte. Voglio che dorma accanto a me.
Lui alza un sopracciglio ma decide di accontentarmi. Si toglie la camicia celeste restando in canottiera e toglie i jeans, dopo di che si infila dentro,  alle mie spalle. L’ultima cosa che ricordo quella sera è le sue braccia che mi circondano e mi tengono stretta a sè mentre entrambi scivoliamo nel sonno.
 
Quando riapro gli occhi nulla è cambiato, solo Josh che  non mi abbraccia più. Le sue braccia giacciono inerti sulle lenzuola, mentre sul suo volto c’è un’espressione di beata tranquillità.
Il mio stomaco brontola così decido di andargli a preparare la colazione. Cerco di alzarmi senza fare rumore ma appena appoggio i piedi sulla soffice moquette la testa comincia a girarmi forte. Odio i postumi di una sbronza.
Mi infilo la vestaglia bianca ai piedi del letto e scendo al piano di sotto. Penso di preparargli le crépe con la nutella.
Ne ho portato un grosso barattolo dall’Italia sapendo che in America è difficile da trovare.
In cucina trovo Sam in piedi che beve un grosso bicchiere di succo alla pesca, il mio preferito.
Mi porge un bicchiere colmo di acqua  con un sorriso –ho messo dentro un paio di aspirine, mi ringrazierai quando ti passerà il mal di testa-. Vedo che sul bancone è gia pronto un altro bicchiere con un’altra aspirina da parte. Probabilmente per Ryan.
 
Quando le crépe hanno finito di sfrigolare, le farcisco tutte con la nutella e ne porto tre a Josh, su un vassoio, assieme a una tazza di caffé lungo e un bicchiere di succo.
Salgo con calma i gradini, facendo attenzione a non permettere nemmeno una a goccia di liquido di rovinare il perfetto vassoio del buongiorno.
Lui dorme ancora. Appoggio il vassoio sul cassettone e mi avvicino dolcemente al letto. Solleticandogli l’orecchio gli sussurro –Tesoro, alzati. La colazione è pronta-
Apre gli occhi pian piano dandomi un bacio sulla guancia. Molto opportuno dato che entrambi abbiamo l’alito fresco mattiniero.
Si stiracchia e lancia un’occhiata alla sua colazione in attesa.
-Penso che prima mi andrò a fare una doccia- e sorride.
-Io invece penso che dovresti prima mangiare- e metto il broncio.- si raffreddano le crépe!-
Sempre sorridendo josh si avvicina al vassoio prendendo con le mani una crepe arrotolata e se ne mette in bocca un’estremità. Si avvicina con l’altra estremità ancora penzolante e me la offre. La prendo con la punta della lingua e do un piccolo morsetto. Lui da un altro morso e a quel punto solo due centimetri separano le nostre labbra. Con il morso finale faccio congiungere la nostre bocche in un dolce, mi sembra proprio il caso di dirlo, bacio.
Ridendo entra in bagno e sento l’acqua che scorre. Accidenti quanto è bello. Vedo nel riflesso dello specchio che si sta togliendo la canottiera. Solo al bivio “entro o me ne vado?” sto per entrare quando un pensiero mi attraversa il cervello. Luke!
Scendo di corsa i gradini e non trovo nessuno nel salone. Guardo nello studio. Niente. Così vado in cucina ma ci trovo solo Ryan e Samantha che chiacchierano mangiando ognuno una tazza di cereali. Mi salutano con la mano e Sam mi fa un cenno verso il bordo del bancone. C’è un biglietto scritto su uno dei post-it dell’ingresso.
Ciao Nina. Scusami per ieri. Penso di essere stato uno sciocco a credere che avrei potuto conquistarti in unas ola sera. Mi scuso con te e con Josh. Quando ti ho sentita piangere mi sono reso conto di essere un’idiota perciò ti chiedo scusa. Quando vorrai ci sarò, come amico e sempre e solo come tale.
Sei fantastica e lui è molto fortunato.
Jake
Ps. Grazie per esserti presa cura di me ieri sera. Non me lo meritavo.

 
Un mese dopo
Sono sul divano e aspetto che Josh arrivi.
Devo dargli una grande notizia.
Appena apre la porta non lo vedo neppure. È nascosto da un grande mazzo di rose e lillà. Il profumo è talmente travolgente da mandarmi in estasi. Sa quasi di LUI. Prendo i fiori e li metto in un grande vaso nell’ingresso da dove il loro odore potrà spargersi per tutta la casa.
Poi lo abbraccio e lo bacio dolcemente sorridendo.
Lo porto in soggiorno e dopo che l’ho fatto accomodare sventolo una busta marrone davanti ai suoi occhi.
-indovina un po’?- esulto
Lui sgrana gli occhi. –non mi dirai che…-
Annuisco come una bambina di 2 anni .
- ma è fantastico! Sei stata ammessa!-
Ebbene si. Sono stata ammessa alla California State University, a Los Angeles. Frequenterò i corsi per laurearmi in letteratura inglese, sperando di andare abbastanza bene per poter aspirare a una cattedra alla stessa università.
Sono su di giri.
Ho fatto chiarezza sulla mia vita. Ora è tutto al suo posto.
Ma andiamo con ordine.
Vi ricordate Claire? Bè mi è venuta a trovare e ha fatto la conoscenza di Luke, che finalmente ha messo la testa a posto. Sono tornati insieme in Italia dove studieranno entrambi architettura.
Samantha e Ryan hanno deciso di provare a vedere se nella loro amicizia c’era qualcosa di più. Abbiamo tutti le dita incrociate.
Papà è tornato a navigare, ma tra 2 anni andrà in pensione, e si trasferirà con la mamma a Parigi.
Sono felice anche per il fatto che adesso potrò visitare la mia città preferita quando vorrò… vi state chiedendo perché?? Ecco.. perché il mio fidanzato Perfetto, con un lavoro Perfetto, ha deciso di farmi il regalo Perfetto comprando un piccolo appartamento Perfetto nel centro  Perfetto della Perfetta Parigi.
Ci andremo appena il suo lavoro glielo permetterà e quando sarò libera dai miei studi. Per adesso mi sono trasferita da lui poiché l’amico di papà ha deciso di affittare la casa dove stavamo; la cosa non mi dispiace affatto.
Adesso va tutto come deve andare.
 
Angolo dell’autrice(leggete please!):
ecco qui finita la mia long su josh.. ditemi se vi piace e non ignoratemi come avete fatto nel capitolo precedente perché ci rimango male…Un bacioneeeeee.
Catnip_sissi

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