Believe

di Hoplessy
(/viewuser.php?uid=169393)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Presentazione. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1. ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2. ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3. ***
Capitolo 5: *** capitolo 4. ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5. ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6. ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7. ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8. ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9. ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10. ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11. ***



Capitolo 1
*** Presentazione. ***


Image and video hosting by TinyPic

Presentazione.


Ed eccomi quì, a scrivere, di un ragazzo che mi ha rubato il cuore, è un ragazzo normalissimo,
come daltronde lo sono io.

Mi presento, mi chiamo Andrea, ho 16 anni, sono una ragazza che ama lo sport e ama divertirsi con le sue amiche, non ho mai avuto un ragazzo per più di un mese, penserete 'questa è una vera sfigata' , ma no non lo sono. Sapete quando non si incontra il vero amore, è inutile continuare a fingere di amarsi come fanno certe coppie, per me è meglio lasciarsi che continuare a prenderci in giro.
Ecco mi sono dilungata troppo, volevo parlarvi di lui, si chiama Justin, ha 18 anni e fa la mia scuola, è uno di quei ragazzi che non guarderebbero mai quelle come me, lui è uno di quelli che guarda le cheerleder, fa parte di un gruppo di ragazzi che fa street dance e hip hop. Si, insomma è uno forte .
A volte lo vedo passare davanti a casa mia, si ferma a guardare il mio cane e a fargli le carezze, lui ama il mio cane e a volte mi parla solamente per chiedermi come sta River, si quello è il nome del mio cane, è un pastore tedesco, ancora cucciolo, ma quel cane per me è come una sorta di porta fortuna, è il mio amico più intimo, gli racconto tutto ciò che mi succede e credetemi, se potesse parlare andrebbe a riferire tutto a Justin.
Conobbi Justin quando lui era in terza superiore e io ero una primina, fin dal primo giorno che lo vidi mi innamorai dei suoi occhi color miele, cercavo ogni giorno di farmi notare, ma tutti i miei sogni caddero a pezzi quando lo vidi con la ragazza più gettonata della scuola, il capo delle cheerleder Kate Anderson, odiavo quella ragazza, metteva in ridicolo tutte le altre ragazze, sopratutto le primine. Si prendeva gioco dei ragazzi, tranne di Justin, di lui non so se fosse davvero innamorata o se gli piacesse solamente il suo lato b.
Vederli insieme provocava qualcosa di strano nel mio stomaco, era forse gelosia? Può essere, ma che io fossi gelosa o no, ne a lui ne a lei importava, decisi di mettermela via, di non pensare più a lui, tanto non mi avrebbe mai notata.

Un giorno tornando a casa da scuola, incontrai Justin, cercai di non vederlo, feci finta di stare al telefono e di parlare con mia sorella, Hope. Era così imbarazzante, io che fingevo di essere al telefono con mia sorella mentre ero quasi fianco a fianco con il ragazzo più bello di tutta la scuola. Forse ero davvero una sfigata.
Lo sorpassai, con un passo veloce, solo che ad un certo punto..
- Andrea! - urlò Justin.
Oh cazzo e ora che faccio? Che gli dico? Ok Andrea, calma. Puoi farcela.
- Ciao Justin! - feci un sorrisone girandomi verso di lui.
- Se stai ancora al telefono possiamo parlare più tardi -
Guardai il telefono, e lo misi in tasca.
- Oh no tranquillo, era una conversazione noiosa, dimmi pure -
- Avrei bisogno di un lavoro e dato che te hai un cane piccolo potrei fargli da Dog Sitter -
- Justin, non lo so, mi occupo io del cane e sinceramente mi piace, ma se vuoi puoi aiutarmi, mi farebbe piacere -
- Certo mi va benissimo! Quando posso iniziare?-
- Anche oggi pomeriggio se ti va, dovrei portarlo al parco e poi a lavarlo, se ti va puoi venire con me - sorrisi
- Oggi, alle 16?- disse sorridendo.
- Alle 16 va benissimo! -
- Allora ci vediamo oggi, ciao Andrea- sorrise e cominciò a correre verso a casa sua.
Ah si, mi ero dimenticata di dirvi che casa sua sta attaccata alla mia, siamo vicini di casa, in tutto quel tempo non lo avevo mai visto, e non mi aveva mai parlato in vita sua, nemmeno quando andavamo a mangiare a casa sua io e mia madre quando io ero piccola.
Tornai a casa, ero felicissima, piena di gioia, dissi tutto a mia sorella e a mio fratello più grande che conosceva Justin.
- Sorellina non farti troppi viaggi, Justin non va insieme a quelle più piccole -
- E perchè non dovrebbe?-
- Perchè quelle più grandi ci danno di più - fece un sorrisino.
Avevo capito, io non potevo dargli ciò che Kate Anderson poteva dargli, certo io non sono una che la da a tutti, anche perchè la mia prima volta vorrei farla con una persona di cui sarò davvero innamorata e non solo per il gusto di perdere la verginità, a scuola mia ci sono già bambine che sanno ancora da latte ma si scopano metà scuola e sono pure bruttine, la mente maschile non la capirò mai.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 1. ***


Image and video hosting by TinyPic

Capitolo 1
 
Arrivò il momento del mio appunto con Justin, ero tesa, oddio eccome se lo ero, non sapevo che mettermi così misi un paio di shorts in jeans e una maglia bianca un pò lunga, all'americana.
Suonò il campanello, era lui, andai ad aprire ma era Kate.
- Ciao Andrea -
- E tu saresti? - 
- La ragazza di Justin, Kate -
- Oh e quindi? - feci un sorrisino.
- Quindi vedi di stargli alla larga -
- Gli ho solo dato un lavoro sta tranquilla -
- Bene, ah lui non sa che sono venuta quindi ti consiglierei di stare zitta se non vuoi che la tua vita al liceo finisca in frantumi -
-Me la sto facendo sotto dalla paura, oh ora è meglio che te ne vada, il tuo ragazzo sta arrivando, ciao - le sorrisi e le chiusi la porta in faccia. 'Strega' pensai.
Volevo solo sprofondare, non volevo parlare con Kate, non volevo nemmeno sapere che per lei esistessi, sarebbe stato meglio che fossi rimasta invisibile a tutti i 'famosetti' della scuola.

Dopo pochi minuti arrivò Justin, io avevo quas le lacrime agli occhi per ciò che io e Kate ci eravamo dette.
Bussò alla porta, ed io andai ad aprire.
- Andrea - sorrise
- Hei Justin -
- Che succede? -
- Nulla, vado a prendere River e andiamo ok? -
- Mi fai entrare? -
- Certo, scusami. Entra pure -
Justin entrò in casa, mentre andai a prendere River, appena lo vidi mi saltò addosso come se avesse già capito che qualcosa non andava in me.
Ma in fondo, lo poteva vedere pure ma mummia che non ero la solita Andrea.

Tornai con River tra le braccia, sorridendo.
- Finalmente rivedo il tuo sorriso - disse Justin
- Come? - 
- Mi piace il tuo sorriso - sorrise.
Sorrisi e gli misi River tra le braccia.
- Su smettila con queste smancerie, non dovresti farle a me -
- E a chi? -
- A Kate, è lei la tua ragazza -
- La mia ragazza? No, lo era. Ora non lo è più. Oltre a me si scopava altri ragazzi e io non voglio una troia come ragazza, voglio una che ami solo me -
- Il ragazzo più Figo della scuola è pure dolce? - mi misi a ridere.
- Perché avevi qualche dubbio?- rise.
- Direi di sì - sorrisi.
Andammo verso il parco insieme, scherzavamo e avevo sempre qualcosa di cui parlare, sembravamo amici da sempre, era quasi più amico mio che di mio fratello, non potevo crederci ero al parco con Justin Bieber, il ragazzo che avrebbero voluto tutte nella mia scuola pure le professoresse.
Mi girai per guardarlo, e lui fece lo stesso, ci fu un incrocio di sguardi, uno di quelli magici da non dimenticare nella vita di ma teenager, ma per lui sarebbe valso qualcosa quello sguardo? Per me lo era stato, quello sguardo durò solo pochi secondi ma per me il tempo si fermò e riuscivo solo a vedere i suoi occhi, marrone chiaro, quasi color miele, sembravano gli occhi di un bambo che aveva una voglia di uscire da quel corpo da duro, ma che nessuna ragazza gli aveva dato la possibilità di farlo uscire.
Mi girai dall' altra parte facendo un sorriso e continuando a pensare a quell'attimo in cui, se fosse stato un disegno, ci saremmo raffigurati solo io e lui, e nel resto del foglio c'era solo bianco, perchè i protagonisti eravamo io e lui, Andrea e Justin.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 2. ***


Image and video hosting by TinyPic
Distolsi lo sguardo, era durato troppo, magari si sarebbe insospettito e avrebbe capito tutto. Io non volevo che lui sapesse che ero completamente innamorata di lui, sarebbe stata una pessima figura. 

Arrivammo al parco, non c’era praticamente nessuno, cosa molto strana, c’era solo qualche passate che camminava mano nella mano con il proprio parthner, e la cosa non mi tirava di certo su di morale. 
Guardai River, e lo sganciai dal guinzaglio, cominciò a correre, era bellissimo, sembrava quasi una palla di pelo che si muoveva rotolando, cominciai a ridere solo al pensiero. 
-Perché ridi?- chiese Justin 
-Guarda River, come corre. Non ti sembra una palla di pelo?- sorrisi 
Justin guardò attentamente River per poi scoppiare in una risata che non finiva più, sembrava uno scemo, quasi peggio del cane. 
Ma mi piaceva guardarlo mentre rideva, era felice e questo faceva felice pure me, il suo sorriso, la sua risata così tremendamente bella, il suo modo di piegarsi in due dalle risate e di buttarsi a terra per poi guardare il cielo con occhi spalancati. Amavo i suoi occhi, in quel momento se avessi avuto una macchina fotografica gli avrei fatto una foto, in ricordo di quel momento. 
-Posso farti una foto con il cellulare?- gli chiesi abbassandomi verso di lui 
-Basta che poi non la metti su facebook- sorrise 
-Perché se no?- 
-Ti vengo a trovare a casa – rise 
-Allora la metto volentieri- risi 
In quel momento, presi il cellulare e gli feci una foto, poi mi alzai velocemente e cominciai a correre verso River che ormai si era allontanato un po’ troppo. 
-Non caricarla su facebook!- urlò Justin ridendo a crepa pelle 
-Grazie per avermelo ricordato – urlai sorridendo 
-No! Non ci provare! – mi guardò con aria di sfida 
Amo le sfide, sono le uniche cose che mi fanno andare avanti, per me la mia vita è tutta una sfida, il mio carattere è chiuso e introverso con i ragazzi, la sfida è parlargli senza cominciare a balbettare. Era raro che con Justin non balbettavo di solito, non riuscivo a parlare, anzi per me era meglio tacere, forse è per quello che fin’ora non avevo ancora un ragazzo. 
Presi River e guardai l’orologio, ‘ è tardissimo cavolo!’ pensai. 
-Justin dobbiamo tornare a casa! S’è fatto tardi e River deve mangiare- 
-Ma il bagno?- 
-Glielo facciamo a casa mia d’accordo?- 

-Che proposta allettante Andrea – sorrise 
-Attento a quello che dici Justin- sorrisi 
Mi venne vicino e mise il braccio attorno al mio collo, e proprio in quel momento passò Kate in macchina, appena mi vide parcheggiò e si precipitò da noi. 
-Hey amore- disse a Justin 
-Amore? A me? No hai sbagliato Kate- 
-Non siamo più insieme?- Kate fece una faccia triste quasi vera, ma non lo era. Era solo una bravissima attrice. 
-No e ora è meglio che torni a casa- 
-Andrea, ti avevo avvertita – 
Io la guardai e abbassai il viso, proprio in quel momento Justin mi strinse forte, davanti a Kate, non vidi il suo viso, ma immagino come fosse. Gli occhi pieni di rabbia, le ciglia inclinate, la bocca come quella di un cane rabbioso, e le guance rosse, come il sangue. 
-Cosa vorresti farle?- disse Justin 
-Andrea lo sa bene – disse Kate sorridendo 
- Puoi provare a farle di tutto, a scuola sarà sempre con me e anche nel tempo libero- disse Justin stampando un bel sorriso a 32 denti.
Mi aveva difeso, davanti alla sua ex, davanti alla ragazza più bella e gettonata della scuola, davanti ad una vera e propria Barbie, una ragazza di quelle perfette, senza nessun difetto fisico, l’unica cosa che in lei peccava era il carattere, era cattiva, subdola e se la prendeva con chi non riusciva a difendersi, ma con me ora c’era Justin.
-Come puoi stare con una così?- riprese Kate 
-Più che altro come ho fatto a stare con una come te- continuò Justin. 


Dopo quella frase Kate, ci girò le spalle, e tornò nella sua preziosa macchina, dopo quella frase pure io rimasi con gli occhi spalancati mentre mi gustavo la scena, River cominciò ad abbaiare e io rimasi con il sorriso sulle labbra.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 3. ***


 

Image and video hosting by TinyPic

Justin divenne un po' strano, e dopo che Kate se ne andò mi prese la mano 

-torniamo a casa?- disse

-certo-
-sei stanca?-
-solo un po'-

Justin era strano, non capivo che cosa li fosse successo, un momento prima rideva e scherzava mentre ora sembrava una mummia, priva di sentimenti felici. Sembrava triste, malinconico e si vedeva che la comparsa di Kate lo aveva cambiato.
Durante il tragitto dal parco a casa mia, nessuno dei due aprì bocca.
-grazie per avermi riaccompagnata a casa e grazie ancora per avermi difesa-
-ma figurati -accennò un sorriso
-be' allora ci vediamo domani- dissi
-certo alla stessa ora?- disse Justin
-si, non ritardare. - sorrisi
-sono sempre puntale- sorrise 
-be' allora a domani -sorrisi
-ciao Andrea - sorrise
Chiusi la porta, e salii in camera mia, mi connessi su facebook e controllai le solite notifiche, ero in casa da sola, i miei erano usciti, mia sorella stava al parco e mio fratello Austin è andata ma prenderla.
Intanto io cominciai a ripensare al pomeriggio che era appena passato, a me a Justin e a Kate, comincia a incidermi nella testa le solite paranoie che ogni ragazza si fa, le solite fottute domande che tutte noi ci poniamo dopo un appuntamento, ovvio, se quello potevo chiamarlo appuntamento.
Arrivò l'ora di cena e scesi a preparare la tavola, ma in salotto mi trovai mio fratello e mia sorella, entrambi sembravano preoccupati e tristi.
-ma che succede oggi? Siete tutti tristi?- dissi sbuffando
-Andrea, dovremmo dirti una cosa-
-è successo qualcosa a mamma o papà? O a River?-
-no niente di tutto questo- rispose Hope
-ma riguarda Justin -proseguì Austin
Io li guardai senza capire nemmeno una parola, stavano parlando troppo senza dirmi niente.
-volete dirmi che succede?!- dissi alzando la voce
-Andrea vieni con me- disse mia sorella
Uscimmo in giardino, io ancora non capivo nulla, mi guardavo attorno, cercando di capire se era uno scherzo, ma non sembrava per niente una cosa su cui ridere.
Senza dire una parola Hope mi portò davanti a casa di Justin, mi teneva la mano, ma io continuavo a non capire. Ricominciai a girare su me stessa, cercando di capire qualcosa in più, e poi ecco..la macchina di Kate, stava parcheggiata davanti al giardino di Justin.
-Hope che significa tutto questo?-
-io e Austin abbiamo visto Justin insieme a Kate oggi al parco,dopo aver portato a casa te, è stato con lei-
La guardai incredula, cercai di non ascoltare quelle parole, di non farmele entra in testa, cercai di guardare avanti senza piangere, di alzare il viso senza stare male.
- Ah. Be' non importa-
-Non importa?! Andrea come puoi dirlo? A te importa e lo sai!-
Cominciai a camminare verso casa, stritolando un braccialetto di plastica tra le mani, non le risposi, non avevo energie per parlare, sopratutto di quel discorso. Lasciai che le lacrime rigassero il mio viso, per qualche secondo, poi finsi di stare bene, ma continuai comunque a camminare affiancata da mia sorella, che sapeva di dover stare zitta in quel momento. Non appena arrivammo a casa, Austin si fiondò su di me chiedendomi come stavo, io mi limitai a guardarlo negli occhi per poi correre in camera, quella notte la passa in bianco, guardando le foto dei miei vecchi ricordi d'infanzia.
Arrivò l'alba e sentii la porta aprirsi, non ero spaventata, anche perché mi accorsi che era mio fratello.
-Austin che cavolo ci fai qui?!- sussurrai
-E te che cavolo ci fai ancora sveglia?-
-Te l'ho chiesto prima io-
-Volevo dormire con te, almeno al tuo risveglio ti saresti trovato qualcuno di Figo nel tuo letto non un cesso come Justin- sorrise
-Non funziona Austin-
-Lo so piccola, ma io te lo avevo detto di stare attenta a Justin. Lo conosco meglio di te, e conosco meglio di te anche la mente maschile. -
-Vorrei solo sapere perché proprio a me, perché doveva far stare male me-
-Perché sei più debole delle altre, perché sei leale, bella ma menefreghista nel settore ragazzi. Non ti sei mai interessata a lui, o almeno non glielo hai fatto capire, e se ora starai male lui ne sarà felice. Cerca di sorridere, sei bellissima quando lo fai-
Sorrisi e gli diedi un bacio nella guancia -Grazie Austin-
-Nessun problema, ora è meglio che torno a letto domani vado a lavorare, notte sorellina- mi diede un bacio e tornò in camera sua.
Il giorno dopo, mi svegliai alle 15.58, mi vestii in fretta dato che doveva venire Justin, pochi minuti dopo suonò il campanello, andai ad aprire e si, era lui.
-Hei Andrea allora andiamo?- sorrise
-No, non andiamo da nessuna parte io e te.-
-Che succede?-

-E' meglio che torni da Kate, vi ho visti ieri sera e ho capito tutto-
Justin sbiancò e si cominciò ad agitarsi -no non capisci invece! Io..-
-Tranquillo, va tutto bene. Tu tornerai il ragazzo di Kate mentre io continuerò ad essere Andrea, quella che non sarà mai guardata da nessuno-
-ma io non..-
Lo interruppi -no, nemmeno io.- chiusi la porta, dicendo quella frase senza senso, ma sentivo che aveva quel che di misterioso e poi ci stava bene nel discorso finale di una conversazione.
Rimasi li, a fissare la porta, ricordando il primo giorno che ci parlai, 'non dovevo parlarti, avrei solo dovuto evitarti' pensai.
Perché proprio a me? Perché non potevo avere una storia a lieto fine pure io? Da quel momento in poi, cominciai a odiare la Disney, e cominciai a odiare anche il fatto di essere rimasta la solita sfigata, ma non potevo cambiare, io ero una sfigata, e sarebbe rimasto così. 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** capitolo 4. ***


Image and video hosting by TinyPic

Si, ero rimasta la solita sfigata che al college nessuno si sarebbe filata, che Justin avrebbe solo usato e che ogni ragazza della scuola avrebbe voluto ammazzare. 
Specialmente Kate. 
Passò qualche giorno dall'ultima volta che vidi Justin, o meglio che mi parlò, a scuola lo vedevo tutti i giorni e ogni volta che ci scontravamo c'era uno scambio di sguardi, intenso, sembravano momenti magici da ricordare, invece non lo erano, non dovevo cadere nella sua trappola, non di nuovo.
-Finiscila di guardarlo- mi disse la mia migliore amica
mi girai di scatto per guardarla -Ehm Giulia, non lo sto guardando-
-Si certo come se non ti conoscessi abbastanza bene vero?-
Io e Giulia eravamo migliori amiche da quasi 8 anni, siamo sempre state vicine e insieme, litigavamo spesso si, ma nessun litigio ci aveva mai divise. Lei mi conosceva davvero bene, sapeva quando in me qualcosa non andava, quando raccontavo bugie per nascondere qualcosa, ormai sapeva ogni mio singolo gesto e viceversa.
-Su dimmi che ti succede, è da parecchi giorni che sei strana- continuò
-Justin- la guardai
-Che vuol dire?-
-Ero uscita qualche volta con lui, due settimane fà, per portare al parco River, ma poi Kate ha rovinato tutto-
-In che senso Kate ha rovinato tutto?-
-Nel senso che una sera è andata a trovare Justin e indovina un pò? Si sono rimessi, mentre lui il pomeriggio prima mi aveva difesa davanti a lei, mi diceva cose dolci mi trattava come se gli piacessi -
-Che coglione -
-Già- abbassai lo sguardo
Giulia mi abbracciò e io per poco non mi mettevo a piangere, mi serviva davvero un abbraccio così dalla mia migliore amica, almeno qualcosa che mi facesse stare bene ce l'avevo, ed era lei.
-Andrea ho un'idea!- sorrise esclamando 
-Lo sai che le tue idee non funzionano quasi mai vero?-
-Oh e smettila! Questa funzionerà!- sorrise
-Oh mio dio, dai dimmi tutto-
-Sorridi sempre, anche quando lo vedi con Kate, non abbassare lo sguardo, guarda avanti a testa alta e sorridi. Lui ama il tuo sorriso no?-
- Hai ragione -
sorrisi
- Ecco sta arrivando! Mi raccomando sorridi !- urlò buttandomi al centro del corridoio
Cominciai a camminare, non sapevo dove andare ma rimasi con il sorriso fino alla fine degli armadietti, Justin mi passò vicino, continuava a fissarmi ed io sorrido, ad un certo punto sentii una mano prendere la mia, era lui.
E ora? Giulia mi aveva solo detto di sorridere, non pensavo che avrei anche dovuto starci vicina!
-Posso parlarti?- disse Justin avvicinandosi al mio orecchio Guardai Giulia, che in lontananza mi diceva di dirgli di si e così feci. Justin mi portò vicino ad un albero in cortile, dove nessuno ci potesse vedere, chissà perchè.
- Che vuoi?- gli dissi
- Chiederti scusa -
Lo guardai negli occhi, mi ripetevo di resistere, che quelle scuse per lui non valevano niente e che lo stava facendo per mettermi in una trappola di Kate,che lui era solo suo complice.
Ma quegli occhi, sembravano sinceri, quegli occhi parlavano da se, non c'era bisogno che lui dicesse niente, ma non potevo ricaderci, non dovevo. 
- Non conta che ora, dopo due settimane mi chiedi scusa, non voglio scuse da una persona che nemmeno conosco, o che almeno credevo di conoscere. Kate ora, come prima, è la tua ragazza e io non voglio più saperne niente di voi - gli occhi mi si riempirono di lacrime, pronte ad uscire, pronte a farmi fare la figura dell'incoerente.
Si lo ero, ero incoerente con le parole, o meglio tra il mio cuore e la mia mente c'era incoerenza, il mio cuore voleva accettarle quelle scuse, la mia mente per proteggermi mi diceva di mandarlo via. In fondo, le bugie sono ammesse per proteggerti, giusto?
- Lascia perdere Kate, te vuoi saperne ancora qualcosa di me?-
-Lasciami stare Justin- mi girai per andare via ma lui mi prese la mano incrociando le sue dita con le mie, ora era il mio cuore a parlare e a farmi muovere, era lui a decidere come sarebbe andata, per la prima volta era più forte della mia testa.
Rimasi immobile davanti a lui, davanti ai suoi occhi che riuscivano ad incantarmi con poco, le sue mani che stringevano le mie, lui che si avvicinava sempre di più con il suo viso, le sue labbra erano così vicine, e il mio cuore stava quasi per scoppiare.
- Justin no- lo guardai spostandomi
- Che succede? Non volevi baciarmi? -
- Io non voglio baciarti, io voglio un ragazzo che mi tenga sempre con se, e che non si vergogni di vedersi con me o meglio, che le altre persone ci vedano insieme. E se questo per te è un problema, allora puoi stare con Kate. Se te sei quel tipo di ragazzo allora io di te non me ne faccio niente. -
- Pensavo di averti fatto capire che non sono quel tipo di ragazzo -
- Portandomi dietro un albero, in un angolo del cortile della scuola?-
- No, cercando di baciarti nonostante sia insieme alla ragazza che tutti reputano la più bella della scuola-
- Se vuoi veramente dimostrarmi qualcosa, dovresti prendere una decisione-
- Non ci riesco-
- Non c'è nessun problema Justin. Me ne vado io. -

Non appena finii di dire quella frase, corsi da Giulia pregandola di portarmi a casa, le avrei spiegato tutto a casa, ma in quel momento volevo solo piangere in camera mia, senza nessuno che disturbava il mio pianto che sarebbe durato qualche ora. 
Lei rimase lì con me, tutto il pomeriggio, con mio fratello che faceva avanti e indietro per la mia camera, per farmi ridere o per raccontarmi ciò che gli diceva Justin su di me, ma anche se erano cose davvero belle, non riuscivo a stare meglio. 
Perchè avevo dato fine ad una cosa più bella delle sette meraviglie del mondo, avevo dato fine alla cosa più importante per me e avevo detto fine al ragazzo di cui ero innamorata sul serio.
-Hei Andrea, lo so che forse non è il momento ma dovresti vedere una cosa- disse mio fratello entrando in camera mia 
-Austin per favore..- dissi con una voce tremolante 
-Non te ne pentirai, vedrai- disse sorridendo 
Mi alzai, e andai con lui, mi affacciai al suo balcone, e chi vidi? 
Justin.
Con un telo dove c'era scritto:

'Andrea, forse ho sbagliato a non scegliere la ragazza più bella della scuola, ma nel mio cuore c'è una ragazza ancora più bella. E quella sei te, perdonami. '

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 5. ***


If this is a dream, let me slep


Hai mai cercato l'amore ma esso non è mai arrivato? Io si. 
L'ho cercato tante volte, ma ha sempre voluto cambiare strada, o se era nella mia stessa corsia faceva finta di non vedermi e mi schivava, ma sapete l'amore arriva da se, arriva quando sa che siete pronti ad amare sul serio una persona, quando capisce che il vostro cuore ha voglia di aprirsi e di dar spazio ad un nome, o ad un altro battito oltre che al proprio.
Bè il mio cuore era pronto, me lo sentivo. 
Rimasi a guardare Justin e il telo, per qualche minuto, non sapevo se quello era un sogno oppure se era la realtà, lo fissavo cercando di capire qualcosa in più, oltre al gran mal di testa per colpa delle lacrime. 
Lui mi guardava, con quel viso gracile e dolce, con quel sorriso che sarebbe stato capace di illuminare tutta la terra e quegli occhi, che fin dall'inizio hanno cercato di dirmi qualcosa, che il mio cuore aveva afferrato ma la mia testa si rifiutava di farlo, ora anche lei lo aveva capito. 
Mio fratello mi guardava sorridendo -Allora sorellina, vuoi andare ad abbracciarlo o no?- 
Chiusi gli occhi per circa due secondi, il tempo di sbattere le ciglia e di uscire dal sogno, se lo era. Non appena chiusi gli occhi l'unica cosa che mi venne da pensare era
 
'per favore, fa che non sia un sogno' 
e quando aprii gli occhi, mi ritrovai nella stessa situazione, mio fratello Austin che sorrideva,
Justin nel cortile con il telo, io ferma immobile, quasi come una mummia, mi girai verso
 le scale cominciando a camminare, per poi aumentare il passo iniziando a correre, mi ritrovai davanti alla porta che portava al cortile sul retro dove si trovava Justin. 
Quando la aprii non esitai un secondo, mi misi a piangere, ma stavolta erano lacrime di gioia, per poi saltare in braccio a Justin mentre lo stringevo forte come se fosse un bambolotto o un anti-stress. 
-Finalmente ti sei decisa a scendere- disse Justin sospirando 
sorrisi -Ti odio! Giuro che ti odio!- 
-Ti odio anche io piccola - si mise a ridere mentre mi stringeva 
Scesi dalle sue braccia, e andai a chiamare Giulia, la feci scendere, non appena vide Justin cominciò a fare versi strani, come se si stesse per uccidere da sola. 
-Giulia, ma sei normale?- 
-Io? Sempre stata - sorrise 
Guardai Justin che rideva, mi girai verso di Giulia e pure lei rideva, ok stava per succedere qualcos'altro, non è vero? Odio quando Giulia organizzava qualcosa. 
Venne fuori mia sorella dalla porta finestra della sua camera e cominciò ad urlare -E' arrivata! E' arrivata!- 
Guardai mio fratello, Justin e Giulia, Hope dopo aver visto la mia faccia se l'era svignata sotto le coperte. 
-Ragazzi che sta succedendo?- 
-Ti fidi di me?- disse Giulia 
-Non molto- feci un finto sorrisino 
-E di me?- disse Austin 
-Ancora meno- risi 
-Di me piccola?- disse Justin sorridendo 
- Si - sorrisi 
-Oh grazie!- esclamarono Austin e Giulia 
Mi misi a ridere e rimasi vicino a Justin, vidi arrivare Kate, oddio mi sembrava un incubo, cominciai ad agitarmi quando la vidi avvicinarsi a Justin, cominciai a tremare talmente tanto da non riuscire a rimanere ferma con le mani, Justin se ne accorse e mi tenne ferme entrambe le mani con le sue, Kate vide la scena e si avvicinò violentemente a me. 
-Che succede quì?! Justin?!- urlò 
Justin stava per rispondere, quando lo fermai girandomi sorridendo e baciandolo davanti a lei, Austin e Giulia rimasero a bocca aperta e quando mi staccai pure Justin sembrava sorpreso e senza parole, ma mi sorrise e mi strinse forte. 
Non appena mi girai Kate stava per tirarmi uno spintone quando Hope prese il tubo dell'acqua più della schiuma che aggiunse e cominciò a bagnarla tutta ridendo. 
-Ti piace Kate?- urlò ridendo 
-Ma che diavolo di scherzo è questo?!- urlò Kate completamente fradicia 
-Scherzo? Quale scherzo? Justin ha scelto me, ha scelto la ragazza che gli ha aperto il cuore, non le gambe- dissi sorridendo 
Austin mi guardava senza parole, come tutti del resto, Kate cominciò a diventare tutta rossa -Me ne vado!- disse 
Io mi misi a ridere girandomi verso di Justin
-Non avevi detto che non volevi baciarmi? Perchè lo hai fatto?- disse lui sorridendo 

-Perchè stavolta ho seguito il mio cuore- 
Ci baciammo ancora, ci tenevamo stretti l'uno all'altro, forse ero cambiate sapete? forse mi ero accorta che a volte per riuscire in una missione o in qualsiasi altra cosa bisogna rischiare, che poi le cose vadano bene o male, bisogna provarci. Io l'ho fatto, io ci ho provato, ho rischiato, e sono cambiata. 
A scuola non sarei stata 'la sfigata' ma mi avrebbero chiamata solo 'Andrea'.
Si perchè quella schiuma, mi aveva salvato la vita.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 6. ***


 Everythinks are chance

Il giorno dopo a scuola era tutto diverso, sembrava quasi che Kate e il suo gruppetto si fossero divise, Justin si avvicinò a me non appena mi vide, mi prese la mano e mi accompagnò fino al mio armadietto
-Non devi più preoccuparti di Kate e del suo gruppetto di Barbie- disse Justin.
-Perchè? Che è successo?- sorrisi guardandolo
-Bè ora che tu sei la mia ragazza non possono più farti niente - sorrise
Mi avvicinai a lui e gli stampai un leggero bacio a stampo
-Non sono ancora la tua ragazza Justin- sorrisi

-Allora lo sarai molto presto piccola- 
sentimmo la campanella della prima ora 
-Oh devo scappare, se ritardo un'altra volta mi metto nei guai, ciao principessa- mi diede un bacio a stampo e corse in classe.
'Sempre il solito' pensai sorridendo.
Chiusi l'armadietto e andai in classe, non appena varcai la porta tutti cominciarono a salutarmi e a chiedermi se volevo stare in banco con loro, ma io avevo già la mia compagna di banco, Allyson.
Non appena mi sedetti al mio posto, Allyson alzò il viso credendo che mi fossi andata a sedere con qualsiasi altro compagno di classe
-Che ci fai quì?- mi disse

-Ehm Allyson è il mio posto questo, non te lo ricordi?-
-Si certo, ma pensavo che ti fossi andata a sedere con i più fighetti ora che sei la ragazza di Justin-
-Oh mio dio anche te lo sai?- sbuffai
-Andrea lo sanno tutti-
-Bè non mi importa, questo è il mio posto e te sei la mia compagna di banco- sorrisi
Allyson sorrise e continuammo a parlare di tutto e di più, del suo weekend di come ci fossimo conosciuti io e Justin, si insomma diventammo davvero amiche in un'ora di matematica. Quando suonò la seconda campanella, ovvero la fine dell'ora mi ritrovai Justin sulla porta
-Forza piccola, muoviti - mi sorrise
-Un attimo Justin - risi prendendo le mie cose
Quando mi avvicinai a lui prese in mano i miei libri e mi portò fino all'armadietto, durante la piccola camminata che c'era da fare tra la mia classe e il mio armadietto incontrammo una grande amica di Kate che mi sorrise e mi salutò, non capivo ciò che stava succedendo, il liceo era così difficile da capire, 
insomma se stai con il ragazzo più bello della scuola tutti ti filano, se no sei come una lebbrosa, tutti ti devono stare lontani se non vogliono prendersi anche loro la tua stessa malattia.
Ciò non mi piaceva molto, quel giorno vidi tanti ragazzi e tante ragazze essere prese in giro perchè erano nuovi e non conoscevano ancora nessuno di 'famoso'.
-Justin ma non ti da fastidio vedere tutti quei ragazzi essere presi in giro da dei tuoi amici?-
-Un po' si, ma non posso farci niente, non è compito mio dirgli di smetterla-
-Come no, sono tuoi amici-
-Sono insensibili piccola-
-Si ma anche tu lo sei, facendo così-
Mi avvicinai ad un amico di Justin che stava quasi per pestare un ragazzino di prima, gli diedi due picchietti sulla spalla con il dito, lui si girò e sorpreso mi disse -Hey ragazza di Justin- sorrise
-Scusa la puoi smettere?- lo guardai fredda
-Di fare cosa?-
-Di fare del male a quel ragazzo-

-Ma ci stiamo divertendo, niente di male sù- rise
-Sentimi un pò, o la finisci o quello che le prende sei te-
-Si e da chi?- si mise a ridere
-Da me - lo guardai andandogli viso a viso
Il ragazzo di prima mi guardò come per dirmi grazie e il bulletto lo mollò subito
-Non ti tocco solo perchè sei la ragazza di Justin-

-Si bravo adesso vedi di andartene-
Aiutai il ragazzo ad alzarsi e gli chiesi come stava, mi rispose che non era niente di che e mi ringraziò, si avvicinò Justin sorridendo e mi abbracciò.
Penso che abbia capito perchè feci quella cosa, non mi piaceva vedere della violenza a scuola, sopratutto da parte di bulletti che se la prendevano con chi non si sarebbe potuto difendere, ovvio.
Era cambiato tutto, Kate si era divisa dalle sue amiche Barbie, tutta la scuola pensava che io e Justin stessimo insieme, cioè si più o meno era così, ma ancora non mi aveva chiesto ufficialmente di essere la sua ragazza, i miei compagni di classe che mi trattavano come se fossi famosa, Allyson che aveva paura di non essere più vista da me.
Ora a scuola mi conoscevano come ' la ragazza di Justin Bieber ' oppure come 'Andrea, quella figa ' , ogni volta che Justin e Allyson me lo dicevano scoppiavo a ridere, ma era bello sentirsi accettate per una volta.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 7. ***


oh, that boy

Era finita quella giornata finalmente, a scuola era tutto così pensante ormai, è vero essere conosciuta a scuola era bello, ma non troppo. Kate non si faceva più notare, indossava sempre gli occhiali e non parlava più con nessun a parte con Sarah, la sua amica più intima. 
E chi se lo sarebbe mai aspettato che la Barbie numero uno sarebbe stata scartata dal gruppo, che creò lei stessa. 
Uscii da scuola, Justin aveva un rientro oggi dato che era già al quarto anno, io ero solo al secondo perciò di rientri non avevo ancora, così tornai a casa da sola, accompagnata da Allyson, c'era un silenzio di tomba, non riuscivo ad aprire bocca o a trovare un argomento che non parlasse di Justin o della scuola, stavo provando nuove emozioni tra cui l'amore e l'essere notata. 
Ad un certo punto Allyson ruppe il silenzio 
-Andrea, ti va se qualche volta usciamo a bere qualcosa insieme?- 
-Certo Ally, anche oggi pomeriggio se vuoi- sorrisi
- Non devi uscire con Justin?-
- No ha un rientro oggi e quando finisce poi deve andare in palestra, magari mi verrà a salutare stasera quando va a trovare mio fratello per quei stupidi video games- risi
Allyson rise con me, forse avevamo trovato una buona intesa, nonostante fosse stato difficile per lei accettare il fatto che io fossi diventata famosa, forse non voleva stare in mia compagnia per non essere derisa dal resto della scuola o forse voleva solo rimanere se stessa, almeno all'interno dell'ambito scolastico.
-Allora ci vediamo alle 4 da starbucks?- 
-Perfetto- sorrisi, le diedi due baci nella guancia e la salutai per poi avviarmi verso casa mia.
In quel momento incontrai Josh, il migliore amico di Justin, lui stava al terzo anno, per colpa di una bocciatura due anni fa, non era male a scuola ma era un bulleto.
Mi squadrò dalla testa ai piedi, io misi le mie cuffiette e continuai a testa alta, non appena lo scansai mi prese il braccio, pensai che fosse una fissa dei ragazzi prendere per il braccio una ragazza quando avevano voglia di rivolgerti la parola.
-Andrea dove vai?-
-A casa perchè?-
-E Justin?-

-Ha un rientro oggi-
-Oh giusto. Ti va di fare due chiacchiere insieme?-

-Ehm Josh io dovrei essere a casa ora, ho già un pò di ritardo poi se mi fermo a parlare mia madre mi uccide-
-Ti accompagno io a casa- sorrise
Lo guardai con occhi strani, quando mai il suo migliore amico mi parlava così dolcemente? C'era qualcosa sotto? Mah. Decisi di dirgli di si, magari aveva bisogno di un favore o di parlare così da amici, anzi conoscenti. 
-Certo- gli risposi
Ci mettemmo a camminare, e lui continuò a parlare
-Potrei farti una domanda
?-
-Spara-
-Faresti mai le corna al tuo ragazzo?-
-No mai, perchè dovrei?-
-E se lui te le facesse a te?-
-Be' lo ignorerei per il resto della mia vita, ma questo cosa c'entra?-

-La mia ragazza mi ha fatto le corna, ma non riesco a non perdonarla-
-Oh Josh.. Mi dispiace- lo guardai con un'aria triste
-Tu che faresti al mio posto?-
-Io? Oh bè non saprei, Justin è il mio primo vero ragazzo e spero di non provare mai quella sensazione, ma secondo me dovresti seguire il tuo cuore-

-Grazie- sorrise e mi diede un bacio sulla guancia
Arrivammo a casa mia, mia madre stava fuori dalla porta ad aspettarmi, aveva un'aria triste, non preoccupata o arrabbiata, così salutai Josh e mi avvicinai a lei.
-Mamma che succede? Scusami per il ritardo ma a scuola non mi facevano uscire- solita scusa idiota per giustificarmi.
-Hope è all'ospedale-
-Che cosa?- sentii un vuoto nello stomaco ed un colpo al cuore
-Ha avuto un attacco d'asma, non ne aveva mai avute prima ti stavo aspettando per andare a mangiare qualcosa e poi andare da lei-

-Mamma sinceramente dopo questa notizia non ho molta fame, ma Austin?-
-Sta già la con lei, ha detto che s'è ripresa ma vorrei controllare con i miei occhi-
-Va bene mamma, lasciami chiamare Allyson, sarei dovuta uscire con lei questo pomeriggio-

-Piccola vai pure, oppure porta anche Allyson staremo da tua sorella solo poche ore, dopo dovrà riposare-
Sorrisi e chiamai Allyson, mi disse che sarebbe venuta volentieri con me e che mi aspettava a casa sua per l'ora che avrei preferito io, ci salutammo e buttai giù il telefono.
Mandai subito un messaggio a Justin dicendogli se la sera potesse venire da me, che era successo qualcosa di grave e che avevo bisogno di lui.
Poco dopo mi chiamò
-Hey piccola che succede?-
-Hope è finita in ospedale per un attacco d'asma, ti prego riesci a venire da me stasera?-
-Certo amore, sarò da te per le 9 ok?-

-Grazie mille, ciao amore fai il bravo- sorrisi e riattaccai.
Arrivarono le 4, io Allyson e mia madre andammo a trovare mia sorella, stemmo li fino 6 e mezza, poi la salutai e tornammo a casa, Allyson si fermò da me a mangiare e verso le 9 tornò a casa, mancava solo mezz'ora dopo di che sarebbe arrivato Justin, andai a farmi una bella doccia e mi prepararmi.
Erano le 9 e mezza giuste, il campanello suonò, devo ammettere che quel ragazzo aveva un puntualità ottima.
Aprì la porta e me lo ritrovai davantii un mazzo di rose rosse tra le mani,sorrisi e gli diedi un abbraccio seguito poi da un bacio a stampo.
Rimanemmo tutta la serata in casa a giocare con la play, o a carte, poi ci guardammo un film romantico e uno horror, si fecero mezzanotte, era passato tutto quel tempo ed io non me ne accorsi.
Mia madre ci vide scherzare e stare insieme così lo invito a pranzo e a cena il giorno dopo, Justin accettò sorridendo, era una proposta che per lui valeva parecchio, forse la madre di Kate non lo aveva mai invitato, forse lo vedeva entrare in camera di Kate e due ore dopo uscire soddisfatto. 
Per la prima volta mia madre si attaccò ad un ragazzo, era la prima volta per lei come per me, era tutto così romantico ma allo stesso tempo strano. Non mi era mai successo in tutta la mia vita di adolescente, nessuno mi aveva mai invitata ad uscire, nessuno mi aveva mai regalato rose rosse, nessuno era mai rimasto con me fino a tardi di sera, nessuno veniva alla porta della mia classe solo per salutarmi rischiando una nota dalla nostra stessa prof di lettere, nessuno a parte lui.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 8. ***


I'm a Loser.

 

La mattinata passò in fretta, come il pomeriggio, mi ritrovai distesa sul divano senza sapere che fare, Justin stava agli allenamenti di calcio, la mia migliore amica a quelli di nuoto, mia sorella stava studiando e mio fratello, bè non so che stesse facendo, ma meglio non disturbarlo. 
Accesi la televisione, e mi imbattei in un film romantico, dove però la coppia non riusciva a stare insieme e dopo vari tentativi ci riuscirono, finì il film con lei che decise di tornare dal suo ex e lui che rimase solo a pensare a come potesse finire una vera storia d'amore, un finale abbastanza deprimente per un film romantico no? 
Ne ebbi abbastanza di quelle soppopere inutili che solo mia nonna riusciva a capire, me ne tornai in camera mia e cominciai a smanettare con il computer, andai su facebook ma ormai l'unica cosa che potevo fare è accettare richieste d'amicizia infinite e poi uscire subito se no una mandria di ragazzi e ragazze mi contattavano, e questo solo perchè? 
Perchè ero la 'quasi' ragazza di Bieber. 
Era piacevole si, ma essere conosciuta solo per questo mi rodeva un pochino, forse ci avrei fatto l'abitudine un giorno, magari un giorno molto lontano. 
-Andrea!- Austin entrò urlando dalla porta facendomi prendere un colpo 
-Ma che modi sono Austin! Mi hai fatto prendere paura!- 
-Devi venire subito a vedere!- 

Mi prese la mano e cominciò a correre giù per le scale trascinandomi con se 
-Austin ma che..- 
Mio fratello aprì la porta e mi ritrovai Justin e Kate, proprio li davanti a me, che si tenevamo per mano, avevano le labbra così vicine, tanto vicine da non poter usare spiegazioni di alcun genere, nessun tipo di scusa plausibile per poter perdonare qualcuno. 
-Io.. io non ci posso credere- Sbattei la porta sedendomi per terra e chiusi gli occhi, vidi quella scena altre milioni di volte nonostante avessi gli chiusi, cercai di non piangere, ma quel nodo alla gola mi stava soffocando, aprii gli occhi e mi ritrovai Austin davanti, non capiva nulla neppure lui, anzi capiva solo una cosa, la sua sorellina stava male e questo lo rendeva nervoso. 
-Andrea, se vuoi ci parlo io- 
Feci segno di no con la testa, quel nodo alla gola mi impediva di parlare o anche solo di accennare una qualche forma di suono,come potevo parlare dopo ciò che avevo visto?
Quel maledetto nodo mi impediva anche di piangere, riusciva solo a farmi pensare a tutto quel dolore e a farmi perdere del tutto il respiro, che forse in quel momento sarebbe stato meglio per il mio cuore, piuttosto di strapparsi in mille pezzi. 

Corsi in camera, spensi il cellulare e lo gettai sotto il cuscino, in pochi minuti tutta la casa sapeva di me e Justin, quella sera avevo i nonni a cena, e sicuramente sapevano già tutto perché mia madre non riesce a stare zitta, e mio fratello neppure. 
Mi preparai cercando di non pensarci troppo, non appena arrivò i nonni ci mettemmo a tavola, io stavo male, infatti non mangiai niente, il nonno mi guardava con occhi dolci poi quando vide che mi alzai dal tavolo senza aver toccato il cibo venne con me fuori sull’amaca. 
-Piccola mia che succede?- 
-Nulla nonno, va tutto bene- strappai un sorriso finto, ma da brava attrice 
-Al tuo nonno non gliela racconti giusta, e lo so perché lo vedo, il ragazzino ti ha fatto stare male?- 
-Ecco bravo nonno, mi ha presa in giro, pensavo fosse qualcosa di serio, insomma lo sembrava davvero- 
-Ah dolcezza- mi mise una mano sulla nuca e poi continuò..
–Sai a volte i ragazzi non sanno cosa fanno, a volte fanno gli stupidi e fanno stare male le ragazze, ma non devi darci molto peso, se ti ha fatto stare male vuol dire che non ti merita piccola- mi baciò la fronte ed io sorrisi, stavolta era vero. 

-Grazie nonno- sorrisi e gli diedi un bacino nella guancia poi ce ne tornammo insieme a tavola,
mangiai qualcosa solo perché per quel poco tempo stetti un po’ meglio grazie alle parole sagge del nonno. 

Passò un ora, e sentii il campanello suonare, guardai la porta come se già sapessi chi mi sarei ritrovata davanti se fossi andata ad aprire io. 
-Andrea vado io- disse Austin 
-No vado io- disse Hope guardando Austin poi riprese –ha ferito mia sorella maggiore,devo parlarci io- 
Si alzò da tavola e andò ad aprire, io lo vidi dalla tavola e mi alzai e corsi in camera scoppiando di nuovo a piangere. 
-Hope, ma che ha Andrea?- disse Justin 
-Che ha Andrea? Magari te lo dirà quando finirà di stare male per un coglione come te!- 
-Che ho fatto?!- 
-Niente Justin, niente. Magari quando hai voglia raccontaci com’è andata oggi con Kate eh- gli fece l’occhiolino e sbattee la porta davanti alla sua faccia, per poi correre in camera da me. 
-Andrea l’ho mandato via- 
-Grazie Hope-sorrisi ancora con il viso rigato da mille lacrime 
-Chiedo a mamma se domani mattina puoi rimanere a casa con me ok?- 
-Si grazie, non ce la farei a vederlo a scuola- 

Hope corse giù, e dopo aver avuto il consenso della mamma venne su in camera mia dandomi la buona notizia, ovvero che domani mattina avrei potuto dormire un po’ di più, dato che stanotte l’avrei passata sicuramente in bianco. Presi velocemente il cellulare e lo accesi, mi trovai 6 messaggi di Justin, lunghi km. 
Sinceramente non mi importava cosa ci fosse scritto in quei messaggi, mi aveva deluso e ciò non cambiava. 
‘’Hope mi ha detto che mi hai visto con Kate oggi, hai ragione non ho nessun alibi, ma non voglio perderti, ho sbagliato, per un momento mi mancava Kate e volevo capire se mi piacesse ancora, per questo non ti ho ancora chiesto di essere la mia ragazza, ma oggi quando tua sorella mi ha detto che ci hai visti, ho cominciato a tremare e da li ho capito che di Kate non mi importa, ma mi importa solo di te. Andrea perdonami se puoi. ‘’ 
Non gli risposi e spensi di nuovo il cellulare, ero stanca, gli occhi mi si chiudevano da soli, lo stomaco si lamentava perché aveva fame ma io sapevo che se avessi mangiato qualcosa l’avrei vomitato subito, così appoggiai il viso sul cuscino e mi addormentai subito. 
Avevo la testa piena di pensieri, pensavo che lui sarebbe stato l’unico a non deludermi, ma forse sono ancora troppo piccola per pensare che la mia vita sarà tutto rose e fiori, la quasi ragazza di Bieber ora sarebbe stata ‘la patetica’. 
Si patetica, perché mi sono fatta illudere per così poco. Sono patetica!

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 9. ***


Don't lost the hopless.

Per poco non pensavo davvero di essere importante per qualcuno, si insomma per un ragazzo, che avrei dovuto fare? 
-Andrea, come stai?-
Hope entrò dalla porta scacciando tutti i pensieri che mi stavano circondando la testa 

-Direi che non va proprio benissimo- risposi con la voce un pò bassa 
-Immaginavo- disse avvicinandosi -So che ora mi ammazzerai ma dovevo farlo- continuò Hope. 
-Fare che cosa?- la guardai un pò preoccupata
Dopo pochi secondi di silenzio, sentii la porta aprirsi, la guardai intensamente senza battere ciglio, poi lo vidi, era Justin, con un mazzo di fiori in mano. 

Feci quasi una faccia schifata quando vidi il suo viso, come se non mi piacesse più, nemmeno lo salutai, ma rimasi soltanto a guardare il suo viso senza dare segni di felicità ne di tristezza, ero impassibile. 
-Ciao- disse Justin guardandomi 
Hope si girò verso di me quando vide che non rispondevo 
-Andrea respiri ancora?
-Si- risposi fredda continuando a guarda Justin 
Nonostante tutto il male che mi aveva fatto i miei occhi non riuscivano a staccarsi da lui ed il mio cuore non riusciva a smettere di battere così velocemente. 
'Basta' pensai rivolgendomi al mio cuore. 
ti prego basta battere così forte, devi darmi un segno che potrò dimenticarlo. Ti prego dammi un segno 
-Hope puoi lasciarci da soli?- disse Justin interrompendo il silenzio che si era creato 
-Andrea, ce la fai da sola?- mi guardò 
-Si, tanto se devo mollargli uno schiaffo nemmeno tu riusciresti a fermarmi-
mi vennero gli occhi lucidi dopo quelle parole
 e vidi il viso di Justin rivolgersi verso il basso 
Sentii il cuore rompersi e gli occhi tutti lucidi, avevo detto qualcosa che aveva fatto male a lui ma sopratutto anche a me. 
Mia sorella uscì dalla camera ed io presi coraggio 
-Che ci fai quì?- mi alzai dal letto guardandolo nonostante il cuore mi facesse tanto male 
-Sono venuto per chiederti scusa- rispose alzando il viso 
-Chiedermi scusa? Tu vuoi chiedermi scusa?!- alzai la voce 
-Si- rispose freddo 
-Ti sto per tirare sul serio uno schiaffo è meglio che te ne vai Justin- 
-Tiramelo pure, me lo merito. Ma non me ne andrò di quì finchè io e te non faremo pace- si mise in piedi di fronte a me 
-Allora è tempo sprecato perchè io non ti scuserò- 
Feci per andarmene dalla stanza quando Justin cominciò a parlare interrompendo la mia voglia di uscire da quella stanza 
-Lo so Andrea, ho sbagliato, hai tutto il diritto di tirarmi uno schiaffo, magari anche due o tre o quanti te ne servono per sfogarti. Hai il diritto di non volermi più vedere, di non volere nemmeno più frequentare quella scuola, solo perchè non hai più voglia di vedermi. Hai diritto a tante cose, che non sto nemmeno quì a dirti, ma ogni persona ha diritto ad una seconda chance, e se tu non vuoi darmela, ti lascerò stare. Promesso- tirò il fiato e mi guardò dritto negli occhi 
-Quindi posso davvero tirarti uno schiaffo?- mi avvicinai a lui chiudendo la porta 
-Si- si avvicinò già chiudendo gli occhi preoccupandosi della velocità della mia mano sulla sua guancia. 
Gli presi dolcemente il viso e mi alzai in punta di piedi, dandogli un piccolo bacio a stampo, lui aprì gli occhi e mi guardò con una faccia strana. 
-Non dovevi tirarmi uno schiaffo?- 
-Io non faccio male a chi voglio bene- 
Rientrò Hope nella stanza e ci vide così vicini, che le venne da pensare che avessimo fatto pace, così si avvicinò a noi e sussurrò 
-Justin, com'era lo schiaffo?- rise 
-Chiedilo a tua sorella- accennò un sorriso 
Hope si girò verso di me
-Non gliel'hai tirato vero?- 

-No Hope direi proprio di no- 
-Quindi state ancora arrabbiati?- 
-Chiedilo a Justin-
dissi
Justin abbassò il viso di uovo, e sentii un altro colpo al cuore, cavolo ero stanca, so di amare quel ragazzo, so che non riuscirò a dimenticarlo e so che starei male senza di lui, perciò che mi costa dargli uno schiaffo e perdonarlo? 
Mi avvicinai a lui, spostai delicatamente Hope e alzai il viso a Justin, per poi tirargli uno schiaffo, non forte, uno piccolo solo per il significato, poi gli presi la mano e guardai Hope. 
-Dicevi che non sarei stata capace di tirarglielo vero?- sorrisi 
-Sbagliavo, ma questo vuol dire...- non la lasciai finire 
-Si Hope, l'ho perdonato- sorrisi alzando il viso per guardare la reazione di Justin 
Lui sorrise, vedevo quanto era felice, quanto quel sorriso significasse per me, sentii il cuore che finalmente trovò la pace dentro quella gabbia toracica.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 10. ***


Image and video hosting by TinyPic

Sembrava che quello schiaffo avesse sistemato le cose in modo definitivo, non amavo rimanere arrabbiata con lui anche perché erano più le volte che avrei voluto abbracciarlo anziché tirargli uno schiaffo.
Ormai era un mese che io e Justin ci frequentavamo e non capivo perché non mi chiedeva di essere la sua ragazza fissa, forse non era ancora deciso di avere una relazione così seria, ma io si, lo ero.
Justin mi salutò con un bacio prima di andare a casa, quando chiusi la porta dietro alle mie spalle sentivo che già mi mancava anche se erano passati solo pochi minuti, mi arrivò un messaggio, un anonimo ‘Ciao, volevo solo dirti che ti amo, ciao Andrea’.
‘Chi poteva essere?’pensai. ‘Forse Justin?’
Ma non doveva di certo usare l’anonimo per dirmelo, mi aveva sempre detto tutto in faccia, e un ‘ti amo’ detto per messaggio non era proprio il massimo, ma il gesto è stato carino.
‘E se non fosse Justin?’
‘E se fosse solo uno scherzo?’
‘E se invece fosse davvero qualcuno che mi ama?’
‘Ma perché era venuto fuori ora?’
‘Non poteva essere qualcun altro, no.’
‘Ma perché non poteva essere nessun’altro? Andrea ragiona, ci sono tanti ragazzi a scuola’ mi chiesi.
‘Ah giusto, semplice. Io, non so come, ma piaccio solo a Justin’

Avevo mille domande che mi passavano per la testa, domande che non avevano risposte,
ma forse la risposta l’avrei avuta mandando un messaggio a Justin.
E se non fosse lui? Mi sarei messa nei guai da sola, se Justin avesse pensato che fossi andata con un altro.
No, non lo penserebbe mai. Giusto?
Lo spero.
Mi feci coraggio e mandai un messaggio a Justin
-Tesoro mi hai scritto tu un messaggio con l’anonimo?-
In pochi secondi Justin rispose –Uhm..No amore perché?-
-Sai qualcuno mi ha scritto e mi ha detto che mi ama, e pensavo fossi stato tu-
-No piccola, ma se vuoi vengo da te e vediamo chi può essere-

-Sei appena andato via, non ti scoccia tornare?-
-Dalla mia ragazza? Come potrebbe scocciarmi?-

Sorrisi, come una cogliona, bè come potevo non farlo? Il mio ragazzo era così scemo e allo stesso tempo dolcissimo, mi sorpresi un po’ che sarebbe tornato qui da me, di solito non ha mai voglia di fare niente, ma forse per vedere la sua ragazza avrebbe fatto di tutto,come del resto mi stava dimostrando.
-Ok amore, allora ti aspetto fuori in giardino- gli risposi sorridendo
Presi le cuffiette e nell’attimo che provai ad infilarle nel buco del telefono mi arrivò una chiamata.
‘’Anonimo’’
-Ci ri-siamo- dissi
Risposi velocemente per paura che mettesse giù e magari sentendo la sua voce avrei riconosciuto chi era.
-Pronto?- dissi
Una voce inquietante cominciò a parlare, quasi come se fosse uno di quei killer nei film, con la voce metallizzata.
-Ciao Andrea- disse
Presi paura ma continuai la telefonata, Justin sarebbe arrivato in pochi minuti e mi sarei sentita molto meglio, rispetto a come sto ora.
-Chi sei?- risposi fredda
-Il tuo ammiratore segreto, ancora non l’hai capito?-
-Perché stai parlando con una voce metallizzata?-

-Perché non devi sapere chi sono, ti rovineresti la vita- disse
-Dimmi chi sei-
-Lascia Justin e te lo dirò-
riattaccò.
-Pronto?! Pronto?!- dissi senza rendermi conto che aveva riattaccato.
Cazzo!’ pensai.
Vidi Justin arrivare dal vialetto di casa, aveva un cappuccio in testa, e una felpa larga, molto strano da parte sua, ma il viso e la camminata era la sua, riuscivo a riconoscerlo da lontano.
Poi pensai che fosse il mio ammiratore, magari assomigliava a Justin, così presi lentamente dalla borsa il ‘profumo’ al sapore di peperoncino che Austin mi aveva regalato, in caso di emergenza.
-Justin?- dissi
Il ragazzo si avvicinava e non sembrava Justin, la sua camminata si faceva sempre più veloce e insolita, come se avesse paura di qualcosa che lo inseguiva o del buio che lo circondava, mi accorsi che non indossava le sue stesse scarpe, e non erano i jeans che di solito metteva Justin.
Quello non era il mio ragazzo.
Corsi dietro casa per prendere River era ancora un cucciolo, ma non sembrava poi così piccolo, ringhiava a tutti coloro che si avvicinavano a me, troppo pericolosamente per lui.
-River stai buono ora ok?- sussurrai
Il cucciolo si strinse a me e lentamente andammo davanti a casa, il ragazzo era al cancello, non si muoveva sembrava paralizzato, e non appena River tirò fuori i denti il ragazzo cominciò ad indietreggiare lentamente, Justin non era ancora arrivato ed io mi preoccupai così lo chiamai.
-Justin dove sei?!-
-Piccola scusami ho avuto un contrattempo, mamma mi ha trattenuto un attimo a casa-
-Amore non venire a casa mia-
-Perché che succede?
-
-Ti racconterò tutto domani, ti prego stai a casa-
Riattaccai velocemente quando vidi che quel ragazzo ricominciò ad avvicinarsi, vedevo il suo sorriso sulle labbra quando mi guardava in quel momento da brivido,
non portava l’apparecchio ma aveva dei denti bianchissimi, che nella mia scuola è un obbligo averli così.
Questo non mi aiutava per niente.
-Vattene via!- Urlai.
Hope uscì velocemente di casa e mi vide terrorizzata, River era in posa per attaccare, si vedevano i denti e ringhiava.
-Andrea che succede?-
-Hope c’è un ragazzo la!-

-Si lo vedo, ma non è Justin? Perché fa così River?-
-Perché quello non è Justin, Hope!-

-Vieni andiamo!- disse Hope prendendo la mia mano
Andammo in casa, chiudemmo tutto a chiave, c’eravamo solo io,lei e River in casa, mio fratello era dalla stronza con cui si frequenta, i miei erano andati a mangiare ad una cena di lavoro e Justin non doveva venire proprio ora che c’era quel ragazzo, poteva fargli del male.
Mandai un messaggio ad Austin
-Austin, sono Andrea, vai a casa di Justin e dormi li stanotte, ti spiegherò tutto domani, credimi ciao-
Austin non si preoccupò più di tanto, e mi rispose con un ‘ ok’ forse voleva dormire dalla sua ragazza, ma per me avrebbe fatto di tutto, anche perché era raro che gli chiedessi qualcosa a mio fratello.
Poco dopo mandai un messaggio ai miei, e gli chiesi se io e Hope potevamo andare a dormire dalla migliore amica di mia sorella, Kristy e che se volevano dormire nell’hotel dov’erano andati a cenare, potevano starci.
-Va bene piccole, andate pure io e papà allora rimaniamo qui in hotel, fate le brave e chiudete tutto,mettete River in casa, ciao bimbe vi voglio bene, baci-
Io e Hope chiudemmo tutto, abbassammo le tapparelle, chiudemmo tutte le porte a chiave e mettendo anche l’allarme, poi salimmo in camera nostra per chiudere i balconi, portando con noi River.
Quel ragazzo era ancora li, fermo, come se gliene fregasse del tempo che passava fuori al freddo, aveva sempre quel sorriso stampato in faccia, forse era davvero un killer, sentiva la paura che io e mia sorella avevamo di lui, e per questo era felice.
Quella sera eravamo sole io e Hope, River era un cucciolo e si addormentò preso, meglio per lui, ma sicuramente io e Hope non avremmo dormito quella notte.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 11. ***


please don't leave me alone

-Andrea che facciamo? Quello rimane sempre la- disse Hope guardando alla finestra

-Non lo so, rimaniamo ferme, suppongo-

-Ma chi è?
-E' questo il punto, non lo so- dissi affanciandomi alla finestra

Sentii un vibrolio provenire dal mio cellulare, era Justin.
-Pronto?- dissi sussurrando
-Amore, come mai parli così piano?-
-Hope sta dormendo non voglio svegliarla- feci un segno con il dito ad Hope per fargli capire che non deve parlare
Hope fece segno di si con la testa e rimase zitta mentre io continuai a parlare con Justin
-Ah, va bene piccola. Posso venire da te? Ti prego mi manchi-
-Amore..-
-Ma perchè non posso?-

Sbuffai, ma senza farmi sentire da lui, misi una mano sul telefono e guardai Hope
-Hope che devo fare? Vuole venire quì- sussurrai
-Fallo entrare da dietro, non penso che lo veda-
-Va bene- sospirai
**
-Amore, ci sei ancora?- disse Justin non sentendo nessuna mia risposta
-Puoi venire, ma passa da dietro e senza farti sentire-
-Va bene piccola, da dietro e silenzioso. A presto- 
Riattaccai.
-Andrea se quello lo sente te lo ammazza, ti rendi conto?-
-Hope almeno se nessuno lo sente abbiamo un uomo in casa e comunque staremo più tranquille-

-Devo sempre vedere il lato positivo?!- disse scocciata
-In questo momento direi di si-
Mi allontanai nella stanza dei miei genitori, da li potevo vedere se Justin stava arrivando, vedevo una sagoma da lontan, ma non riuscivo a capire bene chi fosse,
-Hope?-
-Che succede?- si precipitò da me
-Il tipo è ancora davanti al cancello?-
Hope andò nell'altro stanza e guardò dalla finestra
-Si è ancora quì!- disse
-Bene controlla che non si muova, sta arrivando Justin-
'Almeno spero' pensai.
Il ragazzo si avvicinava sempre di più, e poi riuscii a riconoscere il suo viso, si era Justin.
Scesi lentamente le scale che portavano dietro e lo feci scavalcare.
-Amore- sorrise e mi baciò a stampo
-Amore forza andiamo in casa c'è troppo freddo quì- sussurrai
-Hai ragione piccola, entriamo dai- disse
Entrammo in casa e chiusi tutto a chiave e tornammo in camera mia, Justin vide Hope sveglia e quasi impante.
'Cazzo, e ora che gli invento?' pensai.
-Hope ma non stavi dormendo?- disse guardandola
-Ehm si..ma..- non riuscì a finire la frase che la bloccai
-Justin devo dirti una cosa-
-Dimmi- mi guardò quasi preoccupato
Bè, si doveva preoccupare in un certo senso, qualcuno stava perseguitando la sua ragazza, io penso che chiunque si sarebbe allarmato.
-Non ti volevo far venire perchè c'è un ragazzo, fuori dal cancello, è lì da quando ti ho detto di non venire ed è troppo macabro-
-Chi è?!- alzò la voce
-Shh! Non urlare.-
-Scusami- sussurrò
-Comunque.. Non sappiamo nè chi sia, nè cosa voglia da noi o da me, prima ho ricevuto una chiamata anonima, che diceva che c'era qualcuno che mi amava, e che dovevo lasciarti se volevo sapere chi era.-
-Non mi lascerai vero?-
Lo guardai molto male, come se gli stesse per arrivare un altro schiaffo sulle guance.
-Ma secondo te voglio mollarti?Dai non dire cavolare Justin!-
-Ahaha va bene amore! Ma ora che facciamo?-
-Stiamo zitti, tu dormi quì stanotte quindi avvisa tua mamma, non ti lascio andare a casa da solo, hai già rischiato a venire quì-

 

-Ma non ci sono i tuoi?-

-No dormono in un hotel dove hanno avuto un congresso-
Justin sorrise e mi diede un bacio sulla guancia, poi si allontanò un pò per chiamare sua madre, ma rimase sempre nella stanza,
anche perchè avevo chiuso tutto a chiave, mi sentivo al sicuro con Justin in casa, ma avevo lo stesso paura, 
chi era quel ragazzo?
che cosa voleva da me?
era cattivo?
e sopratutto perchè voleva farmi lasciare con Justin?

Erano domande che mi ponevo ma a cui non riuscivo a dare una risposta che mi potesse rassicurare,
erano risposte che mi impaurivano ancora di più, per questo cercai di non farmi più domande,
in cui la risposta non fosse 'non succederà niente, andrà tutto bene.'

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1187455