Amore impossibile?

di elemontana
(/viewuser.php?uid=276523)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** E se fosse amore? ***
Capitolo 3: *** Il freddo. ***
Capitolo 4: *** La notte di Natale ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


"Ciao. Sono Elena. E sto per morire. No,non sto scherzando,e non è una esagerazione. Ho 10 anni,e oggi con i miei genitori sono andata a fare una settimana bianca fuori città. Mi piace molto la neve,la montagna,i paesaggi..così mi sono sporta un po' troppo da un burrone,maledetta la mia curiosità,ed ecco: sto cadendo.
Mi rendo conto da sola in questo lasso di tempo che non posso rimanere viva. La terra è troppo dura per permettermi di vivere."
Pensavo questo. Poi apparve.
Apparve un mucchietto di neve. Fu quello che mi salvò.
Sentì le urla dei miei genitori.
"Elena! Elena! O Signore,sei viva?"
"Io..credo..di si.."
"Benedetta sia la neve! Ti ha salvato!"
"Ma quella neve prima non c'era!"
...
"Sì,èancora sotto shock.."sentii bisbigliare.
Come se non sentissi.
Comunque quell'esperienza mi rimase nella mente per sempre.
E non fu l'unica.
In quel momento ero felice: ero salva,ero viva.
Ma sopratutto avevo la strana sensazione di non sentirmi sola.
Che ci fosse qualcuno con me che stesse gioiendo.
Era forse possibile?
Ma non fu l'unico episodio. Ce ne furono molti altri,che mi fecero capire che nella mia vita sarebbe successo qualcosa di unico.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** E se fosse amore? ***


“Oh, com’è bella. Oh, quanto contiene nel cuore.”
Pensavo così quel giorno. Era notte, stavo come sempre davanti alla Luna, grato del dono che mi aveva fatto.
E poi pensai a lei. Ero rimasto affascinato da quella bambina. Sarebbe stato un peccato lasciarla morire.
Stava cadendo, e in quel momento era tranquilla, bellissima, pronta a morire di quella stupida morte.
Il vento mi scompigliava i capelli biondo platino e faceva freddissimo. Ma io il freddo non lo sentivo, sapete, sono io che provoco il freddo. Sono Jack Frost.
E non ero mai rimasto così affascinato da una persona come quella volta.
“E’ così debole.. Io la devo proteggere. Non posso permettere che accada di nuovo”.
Mi aveva rapito. Io, Jack Frost dal cuore di ghiaccio, era rimasto colpito da una mortale. E’ incredibile come le persone possano ucciderne altre inconsapevolmente e con la sola forza di esistere.
Quella sera avevo solo lei in mente, e non sapevo nemmeno se certi pensieri fossero corretti per un Custode come me.
“Mi sa che dovrò chiedere aiuto ai miei amici.”
Mi alzai in volo, presi il mio bastone e mi lasciai trasportare dal vento.
“In Lapponia!”
Si avvicinava il Natale, e forse andare in Lapponia non era esattamente la cosa giusta da fare.
Ma poi mi decisi.
“Dopotutto, da chi potrei andare? Il canguro di Pasqua mi sfotterebbe, Dentolina farebbe tutte quelle piroette che fanno le donne quando si parla di queste cose. E Sandman ..beh. .lui non parla. Pensa per immagini. E non sempre sono in grado di comprenderlo.”.
In pochi minuti giunsi nella casa di Babbo Natale.
Alcuni yeti mi si pararono davanti.
“Ehi, gente” dissi “E’ grazie a me che i bambini del mondo credono ancora nel vostro capo!”
“Oh, ciao Jack! Ehi, come prosegue la vita? Fa freddo, eh?”
Sorrisi.
“Eh già. Comunque, Babbo Natale è in casa?”
“Non sei stato molto furbo a venire a trovarlo 10 giorni prima di Natale. Noi ti lasciamo entrare, ma non ti assicuriamo che poi sarai in grado di uscire.”
“Ahahaha! Ma non è lui che dovrebbe portare la gioia e la pace?”
“Beh certo, il 25 dicembre, nessuno ha parlato dei giorni precedenti. Dai, Jack, entra!”
Li salutai ed entrai. C’era un gran fermento.
La fabbrica era ricoperta di giocattoli ovunque e gli yeti e i folletti si stavano dando un gran daffare per sistemare tutto entro la Notte di Natale.
La cosa che più mi colpì fu il globo gigante al centro della sala. Rappresentava tutto il mondo, e per ogni bambino che credeva brillava una lucina.
“ L’ultima volta che sono stato qui solo una lucina era ancora in vita” sussurrai.
“E non ti ringrazierò mai abbastanza. In confidenza, si sono addirittura triplicate!”
Ero felicissimo. Mi voltai.
“Ciao Amico!”
“Ciao!”
Babbo Natale era sorridente.
“Sono felice di vederti” mi disse. Poi mi fulminò con lo sguardo.
“Cosa vieni a fare 10 giorni prima di Natale?”
Oooops! Ecco che si scatenava la belva!
“Scusami Babbo, sono desolato, ma mi è successa una cosa..”
“Peach??”
“No, no, ma va. Ecco..”
Gli raccontai tutta la vicenda, di come avevo visto quella bambina cadere, come l’avevo salvata dalla morte e di come ero rimasto affascinato da lei e dal suo modo di vivere.
Finito il racconto Babbo Natale era a bocca aperta.
“Tu.. innamorato?”
“Innamorato??? Io non stavo pensando a questo..”
“Di una mortale!”
“Eh già..”
Era sconvolto.
“Vieni nel mio studio, te ne prego. Adesso.”
Lo seguii, incapace di parlare.
La lingua era appiccicata al palato e avevo paura di quello che sarebbe accaduto.
Entrati nell’ufficio Babbo si si sedette e mi invitò ad accomodarmi, facendo altrettando.
“Jack, non credo tu sia il primo che si innamora di una mortale. Ma non puoi. Non è il tuo compito. Sei venuto qui per proteggere i bambini e gelare il mondo. E basta.”
Mi vide molto triste. La sua voce si addolcì.
“E’ comprensibile, Jack, tu sei quello che sta più a contatto con gli umani, noi altri Guardiani ne siamo distanti anche se lavoriamo per loro.”
“Ma se per esempio il canguro Pasquale..”
“Coniglio, Jack, coniglio. Cos’è? Speri che si innamori di una coniglietta? Noi non siamo destinati ad amare qualcuno. A meno che non sia una Leggenda. C’è sempre Dentolina.”
Lo fulminai con lo sguardo.
“Ok, ok. Ho capito. Ma ci sono altre feste! C’è Cupido per San Valentino.”
“Non sono gay”
“Oh, beh peccato.. C’è il primo dell’anno!”
“Ma è un bambino!”
“Ci sono le maschere di Carnevale. C’è la Befana! E poi ci sono..”
“BASTA! BASTA! Babbo Natale, io non voglio innamorarmi . voglio solo capire se è possibile che sia accaduto.”
Sorrise.
“E’ naturale Jack. E’ bene che tu provi un po’ d’amore.”
Poi si rabbuiò.
“Ma questo non deve modificare il tuo compito signorino Frost! Vai, gelaci tutti! E lasciala perdere. Lei non ti puo’ vedere, finchè non crederà in te. E lei non ti crede, vero?”
Ero piuttosto sconvolto, mi alzai dalla sedia scricchiolante, pensoso.
“No Jack. Non è possibile. Non puoi farla diventare Leggenda”
“Oh, certo. Addio Babbo Natale e grazie. Ah! Aspetto un tuo regalo ;) “
“Stanne certo. Arrivederci!”
Uscii dalla fabbrica in preda alla delusione e all’angoscia, poiché io non riuscivo a capacitarmi del fatto che una bambina, una piccola minuscola umana in questo terribile mondo potesse aver scaldato un cuore ghiacciato come il mio.
“E poi, l’ho vista solo una volta. Ma quella sua consapevolezza negli occhi mi ha svuotato completamente. Tutto ciò in cui credevo si è distrutto di fronte a quello sguardo. Una bimba con occhi da grande e cuore giovane. Forse Babbo Natale ha ragione, me ne sono innamorato”.
Colpo di fulmine? Non lo so, a quei tempi non ci credevo.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Il freddo. ***


Quella notte non la scorderò mai.
Mio papà mi abbracciò, dicendomi di stare più attenta, di rendersi conto del bene prezioso della vita. “Lo so papà. Buonanotte papà.”
Mi stavo per addormentare, quando la finestra si aprì e del freddo si infilò nella camera.”Brrr! Devo chiuderla!”.
Nel farlo però mi fermai. Non capivo perché, ma in quel punto della camera stavo benissimo.
Mi sentivo felice, come se fossi avvolta in un abbraccio.
Avevo perso la cognizione del tempo. Potrei essere stata lì ore, o solo secondi. Ma tutto quello che ero non era importante. C’ero solo io e quel freddo che non pungeva. Avvolgeva, rinvigoriva, faceva piangere ma rendeva liberi.
Sorrisi come un ebete.
Poi mi resi conto di quello che stavo facendo.
“Devo essere pazza. Meglio chiudere la finestra”.
Ma poi ripensandoci, perché? Stavo bene così ora.
Mi sdraiai sul letto e mi rimisi le coperte addosso, avvolgendole su me stessa.
Ma non riuscivo a dormire.
Pensavo a quella sensazione.
“Forse lo shock di oggi è stato più traumatico del previsto. Ora sento abbracci invisibili e le neve compare a caso sotto di me. Bah, spero proprio di riuscire a dormire”.
Facevo fatica, ero agitata. Poche ore prima stavo per morire..
Poi accadde.
Sentii una presenza, qualcosa che lentamente mi permetteva di rilassarmi e di addormentarmi.
Quella notte sognai la neve.
 
La mattina dopo mi svegliai.
La finestra era ancora aperta, ma ora il freddo non lo sentivo più.
Anzi, mi dava una sensazione piacevole.
Da quel giorno in poi cercai sempre la neve e il gelo.
Non capivo perché, ma mi faceva sentire meno sola.
“Buongiorno.”
Scesi in cucina.
“Ma! Elena? Hai dormito con la finestra aperta?”
“Oh, si! E qui in cucina fa decisamente troppo caldo.”
“Tu sei pazza.” disse mio fratello.
Si ho un fratello. Ho anche una sorella se per questo.
Lui ha 13 anni e lei 16.
“Già, confermo.” Rispose la sedicenne.
Poi tutti dimenticarono questa affermazione e tornammo a fare colazione.
“Cosa vuoi per Natale, Elena?”.
Mia mamma.
“Boh.”
“Come boh? Fai la seria! Dobbiamo avvisare Babbo Natale!”
“Va bene. Allora digli che voglio la neve!” già, non nevicava da troppo tempo.
“ah.. e un DVD.”
Mia mamma scoppiò a ridere.
“Non so se sei una sentimentale o un’ipocrita consumista.”
“Eh?”
Rise di nuovo.
“Lascia stare, inoltreremo le tue richieste a Babbo Natale.”
“Aspetta mamma!”
“Cosa?”
“Digli anche che se può anticipare la neve di qualche giorno sarebbe perfetto: la scuola chiuderà.”
“Confermo che sei pazza.”
La mamma accarezzò la mia testa riccioluta e mi baciò una guancia.
“Buona giornata, tesoro.”
 
Qualche ora dopo ero rimasta a casa da sola. Aprii tutte le finestre e mi posizionai al centro della stanza.
Inizialmente avevo freddo, e mi sentivo stupida.
Poi quel freddo mi avvolse e mi sentii felice.”

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** La notte di Natale ***


La neve. La mia bambina voleva la neve.
E io ero felice di potergliela dare.
La sera infatti lanciai nella cittadina di Present Village grandi fiocchi di neve.
E mentre volteggiavo nell’aria ridendo, vedevo tutte le faccette felici dei bambini.
Poi la vidi.
La vidi sorridere e ridere da un balcone.
E quegli occhi. Pieni di meraviglia. E stavano guardando me, proprio me!
Volai davanti a lei, che urlò felice:
“Babbo Natale l’ha fatto davvero!”
Mi si spense il sorriso.
“Già, Babbo Natale. Tu non mi vedi. Non credi in me.
Quel grosso energumeno si prende fin troppo meriti. Bastardo”
Ma non mi importava, il sorriso di quella bambina mi aveva rallegrato la giornata, mi aveva reso felice.
Io ora ero il suo angelo custode. Non l’avrei mai lasciata sola.
Ogni notte lei si addormentava con la finestra aperta, e io entravo, e mi sedevo sul suo letto accarezzandole i capelli.
“Sei bella, sei bellissima”.
E lei sorrideva. Anche se non mi vedeva e non capiva.
La mattina poi le davo un bacio sulla guancia, e mentre si preparava io me ne andavo a finire i miei compiti per il mondo.
Tornavo, la prendevo per mano e la accompagnavo a scuola.
Poi me ne dovevo andare di nuovo. Ed era terribile.
“E’ la prima volta che mi pesa così tanto avere abbandonato una persona. Sto diventando pazzo.”
Un giorno Elena perse un dentino a scuola. Io non ero con lei. Non lo sapevo.
Entrai a notte fonda nella sua camera che già dormiva.
Ma faceva dei sogni così agitati!
Così chiesi al mio amico Sandman, che era ogni notte puntualissimo a spargere i sogni.
“Sandman! Mandale dei buoni sogni!”
Sorrise.
Nemmeno lui poteva fare niente.
Allora mi avvicinai accanto alla piccola e le accarezzai una guancia.
D’un tratto il suo volto enigmatico si sciolse e apparve un sorriso.
“Ma cosa.. io posso congelare la paura! E’ vero!”
Ma farlo mi aveva richiesto tanta energia, così, stanco, mi addormentai vicino a Elena.
 
“AAAAAAAAAAAAAHHHHHHHHHH”
Un urlo mi fece svegliare di soprassalto.
Guardai spaventato verso la mia bimba, ma stava ancora dormendo serenamente.
Tirai un sospiro di sollievo.
“Ma chi allora..”
“AAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHHH”
Sentii di nuovo quel grido ed eccola lì: Dentolina era in camera di Elena con il volto spaventato e angosciato.
Dalla nostra ultima avventura aveva riscoperto la bellezza di stare con i bambini, e lei stessa ogni tanto andava a raccogliere i dentini.
“COSACOSACOSACOSA CI FAI QUA??? PERCHE’ SEI VICINO A QUELLA BAMBINA???PERCHE’ LE DAVI LA MANO???PERCHE’ DORMIVI CON LEI?????????????’”
Quella piccola fatina si muoveva come impazzita da un posto all’altro facendo luccicare le sue piume verdi e colorate.
“Io ne sono innamorato” sussurrai.
“COOSA???”
“Io ne sono INNAMORATO!”
“Oh no, e adesso?? Svengo, giuro che svengo! “
“Non dovresti raccogliere il dentino e dare un soldino?”
Ci avevo provato.
“Lo sai che tu non potrai mai stare con lei?”
Ma perché tutti me lo ricordavano?
“Amore fine a se stesso. Sono felice a farla stare bene.”
“Ma tu hai un compito con tutti gli altri bambini, Jack! Non puoi! Cosa farai quando avrà il suo primo ragazzo? Quando proverà una cotta? Quando avrà il suo primo rapporto ses..”
“Ehi, piano, siamo un libro per bambini.”
“Ma sai bene che lo leggono anche gli adulti! Comunque.. ci hai pensato?”
No, non l’avevo fatto. O forse si. Ma solo sperando di essere presente in quelle tre opzioni. (sia ben chiaro che aspetto che sia cresciuta per la terza ^^).
“Beh, dovresti pensarci Jack. Tu non puoi amarla, e se non la dimentichi rischierai di soffrire.”
Aveva ragione. Diamine se aveva ragione.
Ma cosa potevo farci?
Quegli occhi color cioccolato fuso mi avevano portato via dal mondo dove stavo e mi avevano fatto entrare nel suo.
Sarei stato accanto a lei per sempre.
Pensavo così fino alla notte di Natale.
Ero seduto sul suo letto e la stavo osservando come sempre dormire.
Quel giorno era tutta eccitata in attesa del giorno dopo.
Improvvisamente sentii un leggero scampanellio.
E ricordai che di lì a poco sarebbe arrivato Babbo Natale.
“Presto, se mi vede qui scoprirà che non ho dato ascolto alle sue parole.”
Presi il bastone, mi alzai in volo e cercai di uscire dalla finestra ancora aperta.
Ma scivolai su un peluche di Elena.
Caddi rovinosamente facendo un fracasso micidiale, udibile però solo a Babbo Natale, che intanto si era avvicinato alla casa.
“Maledetto Zenzy!”
Sul suo peluche infatti ero scivolato.
“Adesso sono nei guai!”
La porta della cameretta si spalancò e un ombra gigantesca ricoprì il pavimento.
“Eccolo..”
Babbo Natale restò a bocca aperta.
Poi sibilò tra i denti.
“Jack! Che cosa ti avevo detto??”
Era infuriato.
Gli occhi erano due fessure.
La bocca in un ghigno e il viso rosso.
Abbassai lo sguardo.
“Vattene di qua! “ urlò.
Ma non fece svegliare Elena.
“ Tu non dovresti essere qui, vattene immediatamente!”.
La vena gli pulsava sul collo con forza e io non seppi far altro che piangere. Sì, piangere.
Mi stavano privando della mia bambina, di cui ero innamorato. Uscii dalla finestra continuando a piangere.
A notte fonda venne la grandine.
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


“Aww! Che sogno assurdo che ho fatto stannote. Ho sognato come sempre la neve, ma c’era un ombra, sfocata l’ombra di un ragazzo.
Tutto lo sfondo poi si era ricoperto di rosso sangue.”
Mi ero svegliata in quel punto. Ma non importa.
E’ la mattina di Natale, no?
Chiusi la finestra e corsi al piano inferiore, felice.
 
 
E’ la mattina di Natale e io non sono con lei. Chi la proteggerà?
Nessuno. Ero triste in quel momento. Sempre intento ad osservare la ormai sbiadita Luna.
La Luna. Mi aveva rovinato due volte la mia vita.
Prima dandomi un potere che non avevo chiesto, e poi facendomi innamorare di una ragazza che non potevo avere.
Ero immerso in pensieri di questo genere quando qualcosa mi fu calato sopra la testa.
Qualcuno mi stava chiudendo in un sacco, ma io ero più seccato che spaventato.
Mi sentii ballonzolare e saltellare attraverso qualcosa di duro e granuloso. Avevo già capito.
“Canguro di Pasqua, lasciami!”
Il traportatore si fermò.
“MI CHIAMO CALMONIGLIO! Siamo quasi arrivati.”
Poco dopo mi fece uscire dal sacco.
TA DA!!
Gli altri Custodi erano riuniti nella fabbrica di Babbo Natale.
“Ma allora è un vizio! Cos’è, volevate fare un replay di quando sono diventato Custode?”
Sul capo di Sandman comparvero alcune immagini di smile che ridevano.
“Qualcuno ha ancora il senso dell’umorismo, grazie amico”
“Jack, non ti abbiamo portato qui a caso. Dobbiamo parlare con te e cercare di capire.”
“Elena..”
“Sì.”
La mente di Sandman disegnò dei cuoricini.
“Si, sono innamorato di lei, e allora?”
Scossi i miei capelli e mi infilai le mani nella tascona blu della mia felpa.
“Ma non tu devi Jack!” Calmoniglio era stranamente preoccupato.
“Noi non possiamo amare.”
“No! No! Questo lo dite voi! Ma io non sono come voi, io la amo e starò con lei.!”
Non ce la facevo più a stare con quella gente che non capiva niente di me e del mio cuore.
Così mi alzai in volo, aprii una finestra e scappai.
Volai, facendomi trasportare dal vento, per molti luoghi.
Ma non riuscivo a guardare la Luna, poiché sapevo di aver compiuto una sciocchezza.
Abbandonare i Custodi era un completo tradimento.
Piangendo, la vista mi si appannò, andai a sbattere e caddi svenuto.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1436915