HyperAegy

di Dean Lucas
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incipit ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Il segreto di Ty ***
Capitolo 8: *** Il segreto di Ty II ***
Capitolo 9: *** pausetta :) ***



Capitolo 1
*** Incipit ***


Carissime amiche e amici di Hyperversum IV,

Tornati dalle vacanze, non mancano le novità. La più succosa al momento è questo spin-off: Hyper-Aegy, nato dall’intreccio delle storie e dei personaggi di Hyperversum IV e del mio romanzo inedito AEGYPTIACA - I Prescelti degli Dei (per ulteriori notizie basta andare sul mio profilo e cliccare sul sito del libro o sulla pagina Facebook dedicata), che alcuni di voi hanno già avuto modo di apprezzare in anteprima.

Mi sono così affezionato a entrambi i gruppi di personaggi dei due romanzi che mi è venuta l’idea bizzarra di farli incontrare e… dopo qualche bozza, così per gioco, ho scoperto che la cosa non solo funzionava, ma addirittura il finale svelerà nientedimeno che il segreto di Hyperversum che nel mio IV volume era solo accennato.

Ecco a voi, per iniziare, l’incipit della trama che cercherò di aggiornare ogni settimana. Fatemi sapere se vi piace ovviamente, ci tengo moltissimo ai vostri commenti.

A presto,

Dino

HYPER-AEGY

Monika guardò con preoccupazione la clessidra che scandiva il tempo di caricamento sul visore a LED.

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L’ultimo carattere lampeggiava a intermittenza.

Nonostante l’addestramento militare e la sua proverbiale freddezza quell’attesa la rendeva nervosa.

L’intero pianeta apparve sul visore, come in una foto via satellite, mentre ruotava lentamente su se stesso. Le cifre del contatore della data ruotarono impazzite e si arrestarono all’improvviso.

Monika lesse il numero e sbarrò gli occhi.

L’ultima cosa che pensò prima di perdere la percezione del proprio corpo fu che doveva smetterla di giocare ai videogame.

***

Monika si guardò attonita le braccia e le gambe. Jeans aderenti e maglietta erano spariti e al loro posto indossava un lungo mantello grigio di lino grezzo.

Una folata di vento caldo le scompigliò i capelli biondo platino davanti agli occhi.

«Tirati su il cappuccio!» la sgridò Ian. «E’ troppo pericoloso! Ti ho già detto che nessuno deve vederci in volto!»

«Nessuno tranne loro» aggiunse la donna.

«Certo, certo... se mai troveremo il modo di farci ricevere» replicò preoccupato Ian.

Monika si tastò i fianchi e roteò gli occhi. «Ovviamente la mia Beretta calibro 9 è sparita e siamo tutti senza un’arma. Grandioso!»

«E qui si muore di caldo» aggiunse Ty.

Ho una notizia ancora peggiore» sibilò lei. «Guardate a ore nove.»

Ian si voltò di scatto e vide i temibili ankh che scintillavano tra le mani di due Delicate.

Deglutì.

Il solito Hyperversum.

Davanti ai suoi occhi, le case di fango e argilla dei nemeh di Giza tremolavano come un miraggio nell’aria rovente.

Ian scosse il capo, sconsolato. Erano appena arrivati nell’antico Egitto e i guai li avevano seguiti come un’ombra.

***

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Capitolo 2
*** capitolo 1 ***


Ty inarcò un sopracciglio. «Ma sono solo due belle ragazze, che pericolo potrebbero mai...»

Ian gli afferrò con forza un braccio e lo spinse dietro di lui. Si parò davanti a Ty e Monika e osservò le due giovani.

Avevano entrambe capelli lunghissimi e lisci, rasati sopra l’orecchio dal lato del cuore. Se quel che raccontavano le leggende era vero, quelle donne si tagliavano i capelli in quel modo per non dimenticare il sacrificio cui erano state costrette da bambine.

Un tessuto nero fasciava loro il petto, mentre alla base del collo sfoggiavano il tatuaggio di una croce allungata, sormontata da un ovale. Ian sapeva che era questo il triplice segno che simboleggiava la donna, l’ankh, e la Stella del Mattino.

 I fianchi erano nudi e ornati da una cintura dorata, cui erano appesi il tessuto triangolare centrale bordato d’oro e un altro più squadrato dietro la schiena. Il kohl esaltava i loro sguardi minacciosi.

Ian era certo di non potersi sbagliare.

Non poteva credere di essere davanti alle leggendarie Delicate.

Le guardie degli dèi.

 

***

 

La più alta delle due fece un passo avanti. Non aveva smesso per un solo istante di fissarli negli occhi.

La seconda Delicata le lanciò uno sguardo furtivo. «Misha, guarda il colore dei loro occhi...» le sussurrò con voce allarmata.

«Non sono cieca, sorellina.» Misha avanzò di un altro passo, facendo roteare l’ankh tra le dita. Lo strano coltello catturò la luce del sole sulla superficie nera e traslucida come cristallo. «Chi siete?» domandò col tono autoritario di chi era abituato a comandare.

Ian era come paralizzato, il fatto che Hyperversum avesse reso possibile persino la comprensione di quel linguaggio antico non lo stupiva quanto la consapevolezza di essere di fronte a due Delicate.

Approfittando della sua esitazione, Ty lo superò e si piegò in un elaborato inchino. «Thierry De Ponthieu, per servirti» disse alla Delicata facendole l’occhiolino. «Ma tu puoi chiamarmi Ty, se preferisci» 

La ragazza lo fissò interdetta. Un istante dopo, senza preavviso, colpì Ty con un calcio in pieno volto, spedendolo a terra già privo di sensi.

Accadde tutto nello stesso istante.

La Delicata più giovane scattò verso Monika, menando fendenti con un ankh per ogni mano. Misha si avventò contro Ian.

 

***

 

Ian attese che la Delicata allungasse il primo affondo, poi scartò all’ultimo momento da un lato. Aspettò che la ragazza lo superasse nello slancio e la colpì a un fianco con una violenta gomitata. La reazione della giovane fu incredibilmente rapida: ruotò su se stessa, arcuando una gamba in aria, e colpì Ian in pieno petto con un piede.

Ian sentì l’aria che fuoriusciva dai polmoni, arretrò di un passo e vide a stento arrivare il pugno che lo centrò alla mascella.

La vista si annebbiò per un istante.

Un altro colpo al ventre lo fece piegare in due dal dolore. La rapidità e la forza della sua avversaria era sconvolgente.

Una mano lo afferrò rudemente per i capelli e Ian sentì la gelida consistenza di una lama sulla gola.

«Ora vedremo se nelle tue vene scorre davvero il sangue dei Figli del Cielo» ringhiò Misha.

 

***

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Capitolo 3
*** capitolo 2 ***


***

 

«Figli del Cielo?» Ian aveva già sentito queste parole: così erano chiamati i Nephilim, gli esseri nati dall’unione degli dèi con le Figlie dell’Uomo. Per questo aveva raccomandato a Ty e Monika di nascondere i loro volti dietro i cappucci.

A causa del colore dei loro occhi.

Occhi di cielo, come le iridi degli dèi.

In quel mondo ancora giovane, tutti gli umani avevano gli occhi del colore della terra da cui era stati generati. Sarebbero passati millenni prima che...

Un urlo gli ghiacciò il sangue. Con la coda dell’occhio, Ian riuscì a intravedere Monika che si premeva una mano su un fianco. La sua giovanissima avversaria ansimava e sanguinava da un sopracciglio.

«Arrenditi, donna» sibilò la voce spietata di Misha. Ian sentì la lama dell’ankh che premeva sulla gola.

Monika spostò lentamente la mano dal fianco e si guardò le dite sporche di sangue. «Non sai nemmeno chi siamo e perché siamo qui» la sua voce era carica di una rabbia appena trattenuta. «Quando il tuo padrone saprà cosa hai fatto, ti farà frustrare come una schiava.»

Ian sentì le dita della Delicata che stringevano con più forza i suoi capelli. Non era così che doveva andare. «Puoi uccidermi con un solo gesto» disse alla donna che gli aveva puntato il pugnale alla gola, «ma prima permettimi di spiegare. Non siamo nemici della Signora di questa città, noi...»

«La Divina Sfinge non ha amici tra i Figli del Cielo» ringhiò Misha.

«Certo che non ha amici!» sbottò Monika. «Se mandano voi ad accogliere i loro ospiti, non ho difficoltà a credere che si sono fatti qualche nemico.»

Ian fissò in cagnesco il maggiore dell’USIC: non era certo famosa per la sua diplomazia.

Fu in quel momento che Ty riacquistò i sensi.

Scrollò il capo e fissò incredulo la scena di fronte a lui. Poi disse: «Hyperversum, pausa.»

Una mela luminescente comparve dal nulla e fluttuò nell’aria davanti al volto del ragazzo. Sotto la sfera luminosa brillavano i nomi di Ty, Monika e Ian.

 

***

 

«I segni degli dèi!» urlò spaventata la Delicata più giovane, facendo un passo indietro. «Misha, non possiamo combattere contro tre Figli del Cielo!»

«Noi non vogliamo combattere» esclamò Ian. «Vi prego, ascoltateci!»

«Sta’ zitto!» Misha sguainò con un gesto fluido e incredibilmente rapido il secondo ankh allacciato a una gamba e lo scagliò verso la mela luminosa.

Ty rimase impietrito mentre l’arma sibilava a un palmo dal suo viso, trapassava l’immagine eterea della mela, e si perdeva alle sue spalle.

Misha arretrò di un passo trascinando Ian con sé, senza spostare lo strano pugnale dalla sua gola.

Monika si voltò verso Ty. «Abbandoniamo la missione. Adesso!»

Il giovane annuì. «Hyperversum...»

Le parole gli morirono in gola.

«Ferma questo dannato gioco e riportaci a casa!»

Ty aveva gli occhi sbarrati e la bocca socchiusa. Non riusciva a parlare.

«E’ un ordine!» gridò Monika.

Il ragazzo indicò con una mano tremante qualcosa davanti a lui.

Il maggiore si voltò da quella parte e sul suo volto comparve una maschera di stupore e paura.

Ian osservò incredulo la Delicata più giovane che crollava in ginocchio.

Poi sollevò la testa e ciò che vide non lo dimenticò per il resto della sua vita.

 

***

 

 

 

NdR: CHI INDOVINA COSA HA VISTO IAN? :-)

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Capitolo 4
*** capitolo 3 ***


***

 

Capelli lunghi e neri, occhi allungati dalle iridi d’oro liquido, labbra morbide socchiuse come in un bacio. Indossava una succinta tunica color bronzo che l’avvolgeva come una guaina, lasciando scoperte le gambe quasi per intero. Un’ampia scollatura disegnava un triangolo che aveva il proprio vertice sull’ombelico e proseguiva fino alle spalle, le maniche erano lunghe e svasate ai polsi. I lacci dorati dei sandali si avvinghiavano alle gambe fin sotto al ginocchio.

La voce calda e appena un po’ roca della creatura annunciò: «Io sono la Sfinge.»

Ian pensò che era bella oltre ogni umana immaginazione.

 

***

 

La divinità si avvicinò con calma verso di lui. Con un brusco movimento, Misha lo costrinse a toccare la terra con la fronte. Ian sentiva i passi della dea e il cuore che martellava nel petto a un ritmo sempre più insostenibile.

Lei era sempre più vicina.

L’aria divenne immota e pesante da respirare.

Il tempo sembrò fermarsi quando i piedi della Sfinge giunsero a un palmo dal suo volto chinato sul terreno sabbioso.

Ian credette che era impossibile. Eppure era lì, più vicino di qualsiasi uomo alla soluzione del mistero più profondo e angoscioso che da sempre aveva tormentato il genere umano. Il mistero cui centinaia di religioni aveva tentato di rispondere. Il mistero che la scienza aveva cercato invano di svelare.

L’attesa era insopportabile. Il battito nel suo petto, assordante.

La Figlia del Cielo era lì. Il suo corpo gli faceva ombra.

«Chi sei?» domandò quella stessa voce, roca e femminile.

Ian aveva pensato per molto tempo a cosa avrebbe risposto a quella domanda. Aveva riflettuto a lungo, ben prima di intraprendere quel viaggio. Prima di convincere Monika e la USIC. Prima di parlarne l’anno prima al generale Freeland.

Fece un lungo respiro.

Un altro.

«Io... »

Misha lo colpì brutalmente con un calcio. «Ti rivolgerai a lei solo dopo le parole il tuo corpo è il più sacro dei luoghi, il paradiso che il mondo non può eguagliare» ringhiò la Delicata.

Ian deglutì. «Il tuo corpo è il più sacro dei luoghi, il paradiso che il mondo non può eguagliare. Io sono tuo figlio, mia signora» disse infine. «Un tuo figlio lontano. Molto lontano.»

La Sfinge restò immobile e in silenzio.

Senza sollevare lo sguardo da terra, Ian indicò con una mano Ty e Monika. «Anche loro sono tuoi figli, mia signora.»

La dea si sedette sui talloni. «Guardami.»

Ian sentì che aveva paura, ma non riuscì a disobbedire a quella voce.

Allungati, affilati, ed esaltati dal kohl, gli occhi della Sfinge effondevano dalle palpebre socchiuse una luce dorata, simili a due scintillanti soli gemelli. Era incredibilmente più bella di quanto un uomo fosse in grado di sopportare. Ian si sentì perduto.

La dea inclinò il capo da un lato, come per osservarlo meglio. «Il colore dei tuoi occhi...» sussurrò.

Fu allora che Ian vide ciò per cui lui, Ty e Monika erano venuti fin lì.

Appesa al collo con un semplice laccio di cuoio, una piccola clessidra dorata pendeva tra i seni della Sfinge.

Solo che quella non era una clessidra.

Era Hyperversum.

 

 

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Capitolo 5
*** capitolo 4 ***


***

 

La Sfinge comprese cosa Ian stava osservando e arcuò appena le morbide labbra in un sorriso.

«Da come lo guardi, sembra che già conosci il potere del sacro omphalos. E’ per questo che sei qui?»

Sacro omphalos. Così lo chiamavano gli antichi greci, che per primi avevano scoperto la sua esistenza. L’ombelico del mondo.

Ian deglutì ancora una volta. Era così incredulo che gli sembrava di osservare se stesso da fuori, come se non fosse davvero lui davanti alla Divina Sfinge. Incapace di sostenere oltre lo sguardo della dea, chinò il capo, meditando cosa avrebbe potuto dire alla Sfinge e cosa invece avrebbe dovuto tacere.

La dea gli sfiorò il mento con un’unghia smaltata d’oro e gli sollevò delicatamente il volto, costringendolo di nuovo a perdersi nelle sue iridi d’oro liquido.

Ian sentì un brivido percorrergli la schiena. Non riusciva a parlare, non riusciva nemmeno più a pensare. Cercò di concentrarsi su Isabeau, sul suo viso candido e delicato come porcellana.

L’immagine della sua amata affiorò dai ricordi e svanì un istante dopo.

La Sfinge gli colmava ogni senso. Non c’era che lei. Non c’era posto per altro.

Per qualche istante Ian si dimenticò persino di respirare.

Poi la dea si rialzò e camminò con calma verso la Delicata più giovane che aveva aggredito Monika, ferendola a un fianco. La ragazza, Ian pensò che non poteva avere più di diciassette anni, era visibilmente sconvolta e si prostrò ancora di più ai piedi della divinità.

Monika sogghignò. «Vi avevo avvertito che la vostra padrona vi avrebbe fatto frustare come schiave per averci attaccato senza motivo.»

La Sfinge non si curò delle parole del Maggiore, afferrò la testa della giovane per una ciocca di capelli e la costrinse ad alzare lo sguardo. «Tanisha...»

La Delicata era a un passo dalle lacrime. Dal sopracciglio ferito il sangue aveva disegnato una striscia rosso scuro che le solcava il volto fino al mento.

La dea le passò una mano sugli occhi. La ferita scomparve.

Monika aggrottò la fronte e arretrò di un passo.

La Sfinge si voltò di scatto verso di lei. «Sei stata tu a ferire una delle mie Delicate, non è vero?»

Monika guardò Ian in cagnesco e maledì mentalmente Hyperversum.

 

***

 

«Il tuo corpo è il più sacro dei luoghi» sibilò Monika, cercando per istinto la sua Beretta calibro 9, dimenticandosi per un istante dov’era. Le sue dita trovarono soltanto la fibra grezza del mantello che l’avvolgeva, intrisa del suo stesso sangue dove la lama della sua avversaria l’aveva ferita.

«Sai batterti bene» aggiunse la Sfinge. «Ben pochi sono coloro che sopravvivono dopo uno scontro con una Delicata. Dove hai imparato a combattere, straniera?»

«Sono stata addestrata nel corpo dei marines, mia signora» esclamò con orgoglio Monika.

La dea inarcò un sopracciglio. «Marines, hai detto? Non conosco questo popolo.»

Monika fece schioccare la lingua. «Uomini grandi e grossi, tutti muscoli e coraggio, col cervello come optional, specie quello che ho sposato» sibilò il Maggiore. «Per qualche tempo non credo che ne vedremo da queste parti.»

La Sfinge allungò una mano verso di lei e Monika indietreggiò di un passo.

«Se volessi farti male, avrei lasciato che le mie Delicate svolgessero il loro compito fino alla fine» le sorrise la divinità. Monika sentì la sua mano che le sfiorava un fianco. Osservò  la dea che intingeva un dito nel suo sangue e tracciava sul mantello un simbolo del tutto simile a un geroglifico. Sentì caldo e la ferita sembrò bruciare.

Quando la Sfinge tornò a guardarla, Monika capì che l’aveva guarita.

La creatura allora si voltò verso Ty e lo fissò intensamente.

«Tu possiedi un’abilità davvero speciale, ho visto come hai creato dal nulla quel frutto luminoso. Fallo ancora per me, ti prego.»

Ty obbedì con un sorriso sciocco stampato sul volto. La mela del gioco apparve ancora, fluttuando a mezz’aria, e subito dopo lui le ordinò di sparire.

Quando la dea gli sorrise, Ty arrossì fino alla punta delle orecchie.

«Bene» esclamò la Sfinge. «Ora immagino che vorrete sapere qualcosa di più su questo monile, non è vero?» aggiunse giocherellando col ciondolo che aveva appeso al collo.

Ian, Monika e ty annuirono, col fiato sospeso.

«Questo oggetto tu trovato molto tempo fa, alle pendici di un monte chiamato Parnaso, in una terra al di là del mare che bagna l’Egitto.»

La dea si riavviò i scintillanti capelli neri.

«Fu mia madre a forgiarlo, in un atto estremo di disperazione, come ultimo dono ai Figli dell’Uomo.»

Per un istante vi fu soltanto silenzio.

«Voi conoscete mia madre, non è vero?»

«Lei è la madre di tutti noi, mia signora» rispose Ian con voce tremante.

«Eva era il suo nome» disse la Sfinge. «E l’alito di vita che l’ha generata è custodito per sempre in questa clessidra.»

 

***

 

 

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Capitolo 6
*** capitolo 5 ***


***

 

Ian sbarrò gli occhi, incredulo. Monika gli ricambiò uno sguardo carico di un’intensità sconcertante.

Il professore Seth Lloyd, del dipartimento di fisica quantistica del Massachusetts Institute of Technology, l’aveva teorizzato nel suo celebre saggio sul Quantum Leap. Ora erano i suoi occhi a vederlo.

Era un sogno. Eppure era vero.

L’origine di Hyperversum non risiedeva nel XXI secolo. Risaliva all’alba dei tempi, quando l’uomo ancora doveva calcare la superficie del mondo che ora abitava. E lui stava per scoprirlo.

La Sfinge sorrise, un sorriso di una bellezza silenziosa e immortale. Si voltò verso Ty e si avvicinò lentamente verso di lui.

«Ora so perché siete qui.» Ty abbassò immediatamente lo sguardo, incapace di sostenere la bellezza inumana della dea. «Ma siete voi forse a non saperlo del tutto. לגלות מי אתה, מישל aggiunse la Sfinge.

Ian aggrottò la fronte, chiedendosi come mai non capiva quelle parole.

La dea si fermò a un passo da Ty.

«Dopotutto, ero certa che saresti venuto.» La Sfinge prese il sacro omphalos tra le dita e lo sfilò dalla testa.

Ian e Monika si scambiarono uno sguardo attonito. Ty aveva ancora lo sguardo fisso sui propri piedi.

La dea fece scivolare il laccio di cuoio cui era appesa la clessidra dorata sui capelli e sul collo di Ty. «Richiama il frutto misterioso, richiama il tuo potere, Figlio del Cielo.»

Monika scattò rapidamente in avanti, Shani e Misha si frapposero tra lei e il ragazzo, fissandola minacciosamente. Il Maggiore scosse la testa, esasperata. «Può essere pericoloso, dannazione! Cosa ha intenzione di fare?»

Ian non sapeva cosa rispondere. Perché la divinità aveva fatto indossare a Ty la clessidra dorata? Si accorse che il ragazzo tremava.

«Richiama la mela rossa, Figlio del Cielo» intimò di nuovo la dea.

Ian fu acutamente consapevole che nessuno di loro poteva rifiutarsi di eseguire un ordine della Sfinge.

«Hyperversum, pausa» sussurrò Ty. Il menù rosso luminescente del gioco apparve all’istante, fluttuando a mezz’aria.

Shani e Misha misero le mani sugli ankh agganciati alle cosce, intimorite dal potere evocato dal ragazzo.

La dea posò le dita sulle due clepsamie della clessidra e le svitò leggermente. Dalle ampolle dorate sembrò fuoriuscire una scia calda e luminosa. Ian deglutì quando quella stessa luce fluttuò verso la mela rossa del menù di Hyperversum e l’avvolse completamente.

La sfera del gioco cambiò colore. Divenne dello stesso colore delle iridi della Sfinge, tanto da sembrare una palla d’oro liquido sospesa nell’aria. Il moto che la faceva ruotare su stessa accelerò all’improvviso.

Fu allora che la sfera cambiò ancora il suo aspetto.

Sprazzi di ogni colore scintillarono sulla sua superficie, miscelandosi tra loro, mentre girava su se stessa sempre più velocemente. I colori si amalgamarono a tal punto che la sfera divenne completamente bianca, di un candore accecante.

All’interno della sfera apparvero monti, pianure, mari, colline, case, cieli, città, imperi, sguardi, volti…

Ty, Monika e Ian fissarono la sfera sconvolti e con le lacrime agli occhi.

Dentro la sfera, ognuno di loro credette di vedere se stesso, il suo passato e parte del proprio futuro.

 

***

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Capitolo 7
*** Il segreto di Ty ***


***

 

Ian sapeva che era giunto il momento.

Il momento di sapere.

Di conoscere.

Di svelare.

Il segreto più sconvolgente della storia dei Figli dell’Uomo.

Hyperversum.

L’antico Egitto.

Il Destino di Jeanne d’Arc.

La Sfinge.

Lui, Ty e tutti coloro che portavano nel loro stesso genoma il marchio genetico dei Figli del Cielo.

Ogni cosa era stato ordita per uno scopo.

Fin dai tempi in cui il mondo era solo un cucciolo.

Fin da quando ogni cosa era stata creata.

La sfera di luce bianca accecante sospesa nell’aria rallentò il suo moto. Si spense. Tornò ad essere soltanto il menu del gioco. Solo un istante prima, Ian aveva creduto di vedere la sua vita scorrere riflessa in quella luce. Il giorno in cui gli era stato detto che i suoi genitori erano morti. Il naufragio sulle coste di un mondo sconosciuto quando Hyperversum aveva svelato il suo arcano mistero. La prima volta che aveva visto Isabeau, disteso sul letto ancora convalescente. La prima volta che l’aveva baciata. La prima volta che le aveva detto di amarla. La prima volta che aveva creduto di morire per mano di un sicario. La prima volta che aveva visto suo figlio…

Ian trasalì.

Stava succedendo qualcosa.

 

***

 

La clessidra dorata che la Sfinge aveva messo al collo di Ty ora riluceva di uno strano bagliore.

Ian si accorse che tutti stavano fissando l’omphalos. Persino la dea sembrava in attesa.

Ty prese tra le mani il monile e ritrasse di scatto le dita.  «Brucia!» Afferrò il laccio di cuoio cui era appesa la clessidra e cercò di sfilarla dal collo.

«Non farlo, ragazzo» sussurrò la Sfinge. «Lascia che ciò che deve accadere, accada.»

Ty fissò impietrito la dea.

«Non devi aver paura. Lascia che accada.»

«C-cosa, mia signora?» balbettò lui.

Anche Ian voleva saperlo. Cosa stava succedendo? Monika era di fianco a lui e sembrava altrettanto nervosa. Shani e Misha erano tra loro e Ty, pronte a intervenire a un cenno della Sfinge.

La dea sorrise impercettibilmente. «אתה בנו של יהוה, הילד.»

Ian non capiva le sue parole. Monika aggrottò la fronte e gli rivolse uno sguardo interrogativo.

«אתה בנו של יהוה, הילד.» ripeté la divinità.

«I-io non c-capisco, mia signora.» Ty era disperato.

« אתה בנו של יהוה, הילד. בואו גורלך התגשם, המושיע של השמים» La dea non sorrideva più. Nei suoi incredibili occhi d’oro liquido brillava una strana luce.

All’improvviso il collo di Ty scattò all’indietro, il ragazzo sbarrò la bocca. Dalla gola uscì un rantolo di sofferenza.

Ian si gelò sul posto, non sapeva cosa fare. Pensava velocemente. Monika fissava in cagnesco le due Delicate che avevano portato le mani agli ankh e sembravano disposte a tutto.

La luce intorno alla clessidra appesa al collo di Ty crebbe d’intensità fino ad avvolgere lentamente il petto del ragazzo. Il rantolo divenne un urlo possente e disumano. Le vene sul collo e sulle braccia risaltarono all’improvviso, mentre i muscoli cominciarono a tremare.

«Ty!» gridò Monika. Ian sapeva che il maggiore non poteva più aspettare. Nemmeno lui. Qualsiasi cosa stesse per accadere non voleva scoprirlo sulla pelle del ragazzo. Non l’avrebbe mai permesso. Monika gli fece un cenno di intesa, Ian annuì.

Scattarono in avanti.

Le Delicate sbarrarono gli occhi.

Un sibilo nell’aria.

Alle loro spalle.

La Delicata più giovane si gettò contro Ty.

L’ultima cosa che Ian vide fu l’asta di un’arma nera e traslucida che spuntava dal ventre di Shani e il sangue che bagnava il suo corpo giovane e perfetto.

 

***

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Capitolo 8
*** Il segreto di Ty II ***


***

 

Ian non credeva ai suoi occhi.

Tutto era accaduto così velocemente: lo scatto di Shani verso Ty, la lancia che affondava nel ventre della giovane Delicata, i suoi occhi sbarrati.

In quello stesso istante, Ian sentì un altro sibilo nell’aria. Poi un altro, un altro e un altro ancora. Senza sosta. Si gelò sul posto, paralizzato dalla paura.

Le lance lo superarono fischiando da ogni parte e si fermarono con un tonfo sordo sul corpo di Shani.

La giovane Delicata emise un rantolo soffocato e scivolò in maniera scomposta ai piedi di Ty, straziata da una selva di aste che spuntavano crudelmente dal petto e dall’addome.

La luce dell’omphalos avvolgeva ancora il petto di Ty che tremava e gridava senza sosta.

Ian sentì la mano di Monika che gli stringeva con forza il braccio. Si voltarono nello stesso istante, terrorizzati da ciò che i loro occhi avrebbero mostrato, ed entrambi seppero che il loro peggior incubo si era appena materializzato.

 

***

 

Ian batté le palpebre.

«Gli anubidi!» gridò la Sfinge.

Monika batté le palpebre. Due volte.

«Misha, proteggi il ragazzo!» La dea li aveva raggiunti con una velocità innaturale e ora si trovava di fianco a loro, davanti a Misha e Ty.

Ian vide un esercito di colossi dalla pelle d’ebano, simili in tutto all’uomo tranne per la testa, che era quella allungata e animalesca di uno sciacallo.

«E questi da dove sono spuntati?» la voce di Monika non era mai stata tanto incerta e balbettante.

«Quelle bestie hanno sentito l’odore del Malakhim.»

Ian fissò la dea con aria interrogativa. «Il Malakhim?»

«Il Malakhim. Il vostro amico» spiegò la Sfinge.

Ian si voltò verso Ty. Le vene sul collo pulsavano in rilievo, il mento era reclinato all’indietro e la bocca spalancata in un muto grido di dolore. Le braccia erano tese ai lati del corpo, le unghie affondavano nei palmi fino a far sanguinare le mani.

«Gli anubidi faranno di tutto per uccidere il Malkhim prima che sia troppo tardi. Essi lo temono più di ogni altra cosa.»

«Perché?» chiese precipitosamente Ian, pur temendo la risposta.

La dea sorrise ma non rispose alla sua domanda. «Proteggete il vostro amico a qualunque costo, il Malakhim è più importante di tutti noi. E’ per vivere questo momento che il vostro destino vi ha condotto fin qui.» Poi la Sfinge raccolse da terra l’ankh che era appartenuto a Shani e senza aggiungere una parola scattò con rapidità innaturale verso le fila degli anubidi.

Fu allora che la luce che avvolgeva il petto di Ty esplose in una miriade di filamenti luminosi che si diramarono a raggiera dal suo corpo.

Ian dovette ripararsi gli occhi con una mano per non restare accecato. Fu investito da una folata di vento e granelli di sabbia, e sentì Monika che urlava qualcosa che non riusciva a comprendere. Le voci inumane e gutturali degli anubidi echeggiarono nell’aria, insieme al terribile grido di battaglia della Sfinge.

Poi la luce abbagliante che scaturiva dall’omphalos si affievolì e qualcosa sembrò oscurare la luce del sole.

Ian riaprì gli occhi.

Sollevò il capo al cielo.

Stagliata contro il disco solare, controluce, una temibile creatura li stava fissando dall’alto. Le sue ali erano così enormi che sembravano poter gettare il mondo nell’oscurità.

«Proteggete il Malakhim! Egli è ancora troppo debole per difendersi!» urlò la dea.

Ian deglutì e seppe che quella creatura era Ty.

 

***

 

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Capitolo 9
*** pausetta :) ***


Nota dell'autore: Hyper Aegy è al momento sospesa causa impegni di promozione su AEGYPTIACA - I Prescelti degli Dei appena pubblicato.
Riprenderà non appena sarà possibile. In questo sequel-crossover sto sperimentando qualche idea per il seguito di Aegy. Per ulteriori info www.deanlucas.com o la pagina facebook del libro: http://www.facebook.com/deanlucas.scrittore ;-)

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