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Nuova storia! E posso dire due al prezzo di una visto che
ieri sera Vanessa190 ha pubblicato quella che abbiamo scritto a quattro mani!
Visto quanto mi piace la saga di Harry Potter non potevo fare
a meno di scrivere una Brittana nel suo mondo.
Perché non abbiate dubbi la storia si svolge dopo la morte di
TuSaiChi.
Questa volta sarà una long seria… almeno per i miei standard
;-) diciamo che sarà sui venti capitoli.
Bando alle ciance ci vediamo alla fine!
Buona lettura!
Brittana e le bacchette gemelle
Prologo: La bambina al
di là del muro
Era stesa a pancia in su, sentiva i richiami della madre, ma
non si mosse, osservava il cielo azzurro. Le piaceva quel colore e quel giorno
d’autunno era particolarmente bello. Una risata felice la fece sobbalzare. Si
voltò ad osservare l’ampio muro di cinta che circondava il maniero della sua
famiglia. La loro casa era avvolta da numerosi incantesimi, tra cui numerosi
respingenti, nessuno era mai andato a vivere vicino a loro, lei non aveva mai
sentito dei rumori al di là del muro, figurarsi una risata! Incuriosita e di
certo per niente spaventata decise che sarebbe andata a vedere. Senza alcuna
difficoltà si alzò nell’aria fino a giungere in cima al muro.
L’autrice della risata era una bambina. Era sola e osservava
affascinata delle anatre che facevano il bagno nell’acqua del ruscello che
costeggiava quella parte del muro.
“Ciao!” Le urlò facendola sobbalzare, era sicura di non
essersi fatta sentire!
“Ciao…” Le disse lei poi visto che la bambina non sembrava
intenzionata a smettere di guardarla con quel sorriso disarmante oltrepassò il
muro e ridiscese. Si aspettava dello stupore, magari un po’ di spavento, ma
niente, la bambina continuava a guardarla tranquilla.
“Ti piacciono le anatre?” Le chiese allora cercando di distogliere
quegli occhi da sé.
“Sì! Sono buffe e tenere!” Lei non le aveva mai considerate
degne della sua attenzione, se non quando gliele servivano a tavola, ma si
trattenne dal dirlo,
“Cosa fai qui?” Chiese e la piccola la guardò perplessa e
confusa,
“Guardo le anatre…” Sentì le labbra incresparsi in un sorriso
e ne rimase stupita, eppure trovava lo sguardo confuso della giovane dolce,
“Ok… ma voglio dire, qua c’è il bosco e niente altro…”
“Oh, papà e mamma hanno comprato una casa un po’ più giù, al
villaggio… e io ho pensato di vedere se c’erano delle fatine anche in questo
bosco, come in quello vicino alla mia vecchia casa!” C’era un piccolo paesino
sotto alla collina che ospitava casa sua, i genitori della giovane dovevano
esservi trasferiti, poi si rese conto di quello che aveva detto la bambina,
“Fatine hai detto?”
“Sì, tu ne hai viste?” Le chiese speranzosa,
“No…” Nel vedere lo sguardo deluso della giovane aggiunse,
“Però conosco un elfo domestico!” la bambina che fino a quel momento era
rimasta sdraiata scattò in piedi, lo sguardo che scintillava di gioia,
“Davvero? Posso conoscerlo? Me lo presenti?” Rimase stupita
da quella reazione e per un istante pensò di accontentarla, poi si trattenne,
“No” Il volto della bambina si fece immediatamente triste, il
suo sguardo si abbassò mentre strusciava i piedi a terra. Lei la guardò e capì
che era sul punto di piangere, “Voglio dire, ora non può venire, è molto
impegnato sai…” La bambina alzò di nuovo gli occhi sorridendo,
“Hai ragione! Scusa, magari un altro giorno allora…”
“Certo…” annuì lei ottenendo in cambio un altro sorriso
luminoso.
“Io mi chiamo Brittany, mi sono
dimenticata di dirtelo!” Ridacchiò portandosi la mano davanti alla bocca,
trovando la dimenticanza chiaramente divertente,
“Santana Lopez” Rispose lei fiera del cognome che portava,
“Che nome strano… però mi piace proprio!” Le sorrise ancora
poi le prese la mano sorprendendola, “Vieni, ti faccio vedere una cosa!”
Santana la seguì nel bosco lanciando sguardi preoccupati alle sue spalle, il
muro si allontanava, le era proibito superarlo, si ricordò. Poi i suoi occhi
tornarono sulla biondina che la stava guidando per il bosco, in fondo a lei le
regole non piacevano!
Il giorno dopo si ritrovarono al ruscello e così quello dopo
ancora, i giorni passavano, arrivò l’inverno e poi la primavera. Oramai non
passava istante in cui Santana non pensasse con impazienza al momento in cui
sarebbe potuta scivolare oltre il muro ed esplorare il bosco con Brittany. La bambina era piena di idee e si entusiasmava
per ogni cosa, starle vicino era la cosa più bella e divertente che Santana
avesse mai fatto. E proibita, perché Santana sapeva che se l’avessero scoperta
a passare così tanto tempo con una babbana
l’avrebbero punita. I suoi genitori erano gentili e la amavano, la riempivano
di attenzioni e regali, ma erano molto fieri del loro lignaggio, la famiglia
Lopez era rispettata per essere una delle famiglie di maghi dal sangue più
puro, da secoli non vi era stato immesso un solo goccio di sangue babbano e
questo doveva rispecchiarsi anche nelle loro frequentazioni. Santana era una
bambina e non sapeva queste cose, non consciamente almeno, ma aveva ascoltato i
discorsi dei suoi genitori a sufficienza dal comprendere che mai avrebbero
permesso che lei giocasse con una babbana. Oltre al
fatto che Santana non nascondesse in alcun modo i suoi poteri a Brittany, anzi, faceva di tutto pur di stupirla e
sorprenderla.
Un giorno saltò il muro con un sorriso enorme sulle labbra, Brittany era lì, come sempre intenta a giocare con le
anatre che ormai abituate a lei le correvano attorno,
“Oggi posso presentartelo!”
“Ciao San!” Disse la bimba con un enorme sorriso
raggiungendola,
“Brit ti ho detto che posso
presentartelo!” La bambina la guardò perplessa,
“Chi?”
“L’elfo!” Brittany iniziò a
saltellare dall’eccitazione,
“Ora? Proprio ora?”
“Sì, te l’avevo detto!” Quel mattino sua madre le aveva
regalato l’elfa che prima si occupava della cucina,
era troppo anziana, così ne era stato preso un altro e l’elfa
era stata trasferita al suo particolare servizio.
“Devra!”Chiamò e una piccola figura
in un elegante livrea nera e porpora apparve al suo fianco. Brittany
aveva un sorriso enorme che metteva ben in vista i due dentini mancanti.
“Padroncina…” Quando l’elfa vide
che non era sola sgranò gli enormi occhi verdi, “Padroncina… non…” Iniziò
confusa e preoccupata,
“Piacere! Io sono Brittany, come ti
chiami?” Le chiese la ragazza,
“Io… padroncina, vostra madre… lei non sarà contenta…”
“Ti è stata fatta una domanda…” Le fece notare lei e allora l’elfa sbatté le palpebre e disse,
“Devra… signorina Brittany…” La bambina batté le mani felice,
“Grazie San! Ho sempre desiderato conoscere un elfo! Sei
bellissima!” Aggiunse facendo sgranare gli occhi all’elfa,
“Santana!” La voce proveniva dall’altra parte del muro, ma in
un istante la madre fu accanto a lei, Santana si morse un labbro, dallo sguardo
stupito e poi arrabbiato della mamma capì che era nei guai,
“Vai immediatamente nella tua stanza, faremo i conti più
tardi!”
“Ma mamma…”
“Niente ma! Subito, se non vuoi che Devra
torni ad occuparsi della cucina!”
Santana guardò Brittany,
“Ciao…” Disse e poi prese la mano di Devra
che la smaterializzò riportandola nella sua camera.
La signora Lopez guardò la bambina davanti a lei, era
chiaramente una babbana,
“Scusa mia figlia…”
“Sei la mamma di San?” La bambina sorrideva e la donna corrugò
la fronte,
“Sì… da quanto tempo la conosci?” La bambina sorrise,
“Oh giochiamo insieme da quando sono arrivata qui…” Strinse
gli occhi nello sforzo di ricordare,
“Non mi ricordo il giorno… però era autunno!” La donna sgranò
gli occhi, ora era primavera, Santana si incontrava con quella bambina da mesi!
Non era accettabile che sua figlia frequentasse dei babbani.
Alzò la bacchetta, un leggero movimento,
“Oblivio” Disse e gli occhi della
ragazza si velarono, pochi minuti e la bambina tornava verso casa saltellando,
felice di aver visto delle anatre fare il bagno.
“Mamma…”
“Santana, hai usato la magia davanti ad una babbana, ti sei vista con lei per mesi! Le conosci le
nostre regole!”
“Ma…”
“Niente ma! Non lo avresti tenutonascosto se dentro di te non avessi saputo
che era sbagliato e male frequentare quella… babbana!”
Santana sobbalzò quel termine era uscito in maniera così spregiativa! Era male Brittany? Era sbagliato che loro due fossero amiche?
“Sei in punizione, niente magie per due settimane e non
voglio che Devra ti aiuti, è chiaro? Farai da sola!”
Santana non disse niente, due settimana senza magia era sufficiente, sapeva che
sua mamma poteva anche fare di peggio se voleva! Sua madre ritornò alla porta
della camera poi si voltò,
“Non vedrai più quella bambina… mai più! E lei di sicuro non
ti cercherà…” Fece una piccola smorfia, poi se ne andò.
Santana guardò la porta chiudersi su quella sentenza, cosa
aveva fatto sua madre? Doveva aver usato la magia, perché lei sapeva che Brittany l’avrebbe aspettata accanto al muro qualsiasi cosa
sua madre le avesse detto…
“Devra, cosa ha fatto mamma?” Era
curioso cosa potessero fare e sapere gli elfi domestici,
“Un incantesimo della memoria, padroncina…” Santana sentì il
suo stomaco stringersi, Brittany… non avrebbe nemmeno
più ricordato di conoscerla, con un colpo di bacchetta sua madre aveva
cancellato da lei anche solo il ricordo del suo nome. Si gettò sul letto
lasciando che le lacrime scorressero sul suo volto, Devra
le si sedette accanto e lei si lasciò abbracciare mentre l’elfa
le accarezzava dolcemente i capelli. Non l’avrebbe mai più rivista. Avrebbe
perso per sempre il piacere di tuffarsi in quei due occhi azzurri come il
cielo.
Note
Allora cosa ne dite? Questa volta non mi sono limitata nel
prologo! (Cosa ne dici Pidocchia?)
Vi anticipo solo che nel prossimo capitolo ci sarà un salto
temporale…
Piccola postilla, Santana può usare la magia a quel modo
perché, si sa, i bambini maghi la usano in maniera molto più libera e sicura
rispetto a quando crescono… insomma… concedetemelo! ;-)
Oltre a questa storia, come vi dicevo, Vanessa190 ne ha
pubblicata un’altra che abbiamo scritto insieme! Il titolo parla da solo, se
non l’avete ancora letta ve la consiglio, naturalmente!
Grazie mille a tutti voi che siete arrivati fino a qua e se
vorrete scendere ancora un pochino e lasciarmi un commento sarò ancora più
grata!! ;-)
Come da programma il primo capitolo con salto temporale!
Buona lettura!
Primo capitolo: La
bacchetta giusta
Diagon Alley era affolla, piena di vita e
fermento, come sempre nei giorni precedenti il rientro a scuola. Santana teneva
la mano di sua madre mentre suo padre portava numerosi pacchi. Era già stata a Diagon Alley prima, ma ora l’eccitazione era decisamente
maggiore, aveva undici anni e finalmente era arrivata la sua lettera per Hogwart. Il giorno dopo avrebbe preso il treno per la più
famosa scuola di maghi!
“La bacchetta! Abbiamo dimenticato la bacchetta!” Disse sua
madre notando il negozio di Olivander, “Ti va di
andarci da sola? Così io e tuo padre pensiamo al tuo regalo?” Gli occhi di
Santana brillarono,
“Va bene!” si staccò dalla madre e si diresse rapida e sicura
verso il negozio. La famiglia Lopez prendeva le sue bacchette in quella bottega
da secoli.
Il negozio era vuoto, Santana osservò le numerose scatoline
chiedendosi dentro a quale ci fosse la sua, quella che sola l’avrebbe scelta e
che lei avrebbe impugnato fino alla sua morte.
“Oh… Lopez, dico bene?” Olivander la
guardò e lei sorrise,
“Sì, Santana Lopez” Disse orgogliosa.
“Molto bene… allora…” Si tese in alto per prendere una
bacchetta,
“Questa l’ho costruita il giorno in cui ho saputo che i Lopez
aspettavano un figlio…” Santana guardò nella scatolina, c’era un bacchetta di
legno scuro, “Legno d’ebano, rigida, cuore di drago.” Santana sentiva che era
la sua, allungò la mano ma prima che la toccasse la porta alle sue spalle si
aprì. Santana si voltò incrociando due occhi azzurri e un sorriso che non aveva
dimenticato anche se ora i denti erano tutti al loro posto.
“Ciao!” Disse la bambina avvicinandosi,
“Salve… signorina…”
“Mi chiamo Brittany!” Disse la
giovane attirando lo sguardo perplesso di Olivander
che si aspettava un cognome,
“I vostri genitori?”
“Oh, sono rimasti indietro… sono stati molto stupiti quando è
arrivato quel signore con la lettera per… Hogwa…”
strinse gli occhi cercando di ricordare,
“Hogwart” Le venne in aiuto
spontaneamente Santana guadagnandosi un sorriso luminoso che la fece arrossire.
“Oh quindi se avete ricevuto un inviato del Ministero della
Magia e non un gufo, la vostra famiglia non ha maghi nella sua discendenza?”
“No, non penso proprio anche se zio Ted sa far comparire le
monete dalle orecchie…” Olivander posò la bacchetta
per Santana e si avvicinò curioso alla bambina, estrasse un metro e iniziò a
misurarla,
“Curioso… interessante, forse…” Mormorò, poi annuì e
raggiunse una scatolina che porse alla giovane, Santana osservò, incapace di
dire o fare altro, mentre Brittany tendeva sicura la mano
impugnando la bacchetta. Non accadde nulla, Brittany
guardò Olivander che riprese la bacchetta e andò a
prenderne un’altra.
Dieci minuti e numeroso scatole dopo Brittany
non aveva ancora la sua bacchetta.
“Siete una sfida! Mi piacciono le sfide!” Olivander
sembrava essersi dimenticato di Santana, ma la bambina era troppo stupefatta da
quello che stava succedendo e stava ferma in un angolo ad osservare i
fallimenti dell’uomo. Brittany era una maga, una
strega, come lei!
“Aspettate qua!” Disse l’uomo poi sparì nel retrobottega.
“Come ti chiami?” Le chiese Brittany
che non sembrava per niente demoralizzata,
“Santana Lopez” Le rispose lei di gettò,
“Bel nome! La tua l’hai già trovata?” Le domandò, Santana
sbatté le palpebre poi annuì,
“Sì, è quella lì…” Le indicò la bacchetta dimenticata sul
bancone,
“Forte! Ho sempre pensato che dovessero avere la stella in
punta ed essere tutte brillanti…”
“Beh… normalmente sono fatte di legno o di osso…” Le spiegò
Santana che malgrado la confusione si sentì immediatamente a suo agio, come se
non fossero passati anni, come se avesse lascito Brittany
solo un giorno prima… certo perché lei ricordava, mentre Brittany
no…
“Anche tu vai a Hog…” Si bloccò di
nuovo e Santana annuì,
“Sì, è il mio primo anno! Sarò una Serpeverde!” Aggiunse, Brittany la guardò perplessa,
“Che cos’è un Sempreverde?”
“Non Sempre, Serpe… è una della quattro case di Hogward, la mia famiglia è di Serpeverde da sempre!”
“Oh… allora voglio andarci anche io!” Santana sorrise,
“Non è così semplice, Brittany, il
Cappello Parlante decide per te, ci sono anche Grifondoro, Tassorosso e
Corvonero…” la bambina ascoltava concentrata,
“Non credevo che fosse così complicato! Meno male che ti ho
trovato! Così mi spieghi tu tutto!” Sorrise e Santana arrossì di nuovo.
“Interessante…” Santana sobbalzò mentre Olivander
guardava le due bambine affascinato,
“Signorina Lopez, vi dispiace…” Le tese la bacchetta sul
tavolo e Santana la afferrò sicura. Nulla, niente luce, niente riconoscimento,
con delusione guardò la bacchetta e poi Olivander che
invece appariva eccitato.
“Non succede spesso… nello stesso momento, acquistate
insieme… ma forse… oh sarebbe strepitoso… così piccole…” Continuava a
borbottare mentre abbandonava le scatole che aveva preso per Brittany e tornava nel retrobottega.
“Questa era la mia bacchetta!” Disse confusa Santana,
“Mi dispiace… ma sono sicura che ce ne sarà una ancora più
bella!” Cercò di rassicurarla Brittany,
“Eccole…” Olivander arrivò con una
scatola più grande delle altre, aprì il coperchio osservando le due bambine che
aveva davanti con occhi penetranti,
“Forza… prendetele…” Brittany
guardò Santana, per la prima volta indecisa, la ragazza si strinse nelle spalle
e poi allungò la mano, Brittany la imitò e presero le
due bacchette adagiate una accanto all’altra. Immediatamente si creò la magia,
furono avvolta da luce e colori.
“Eccole! Meraviglioso! Straordinario!” Olivander
era davvero soddisfatto, “Derivano da un esperimento, la vostra, signorina
Lopez, racchiude artiglio di grifone strappato con la forza, mentre la vostra,
signorina Brittany, due crini di unicorno donati
volontariamente, sono state estratte dallo stesso tronco di noce e in nessun
momento della lavorazione sono state separate… saprete che l’unicorno e il
grifone sono notoriamente opposti, fiero e arrogante il primo, dolce e gentile
il secondo. Due bacchette fatte per essere in opposizione ma create per
completarsi.” Santana guardò Brittany, non sembrava
aver capito cosa dicesse Olivander, non più di quello
che aveva afferrato lei. Aveva solo capito che la sua bacchetta era di noce con
nel nucleo artiglio di grifone e che era calda e sicura nel suo palmo.
“Non credevo sarebbe mai successo che scegliessero… ma a
quanto pare mi ero sbagliato! D'altronde l’arte delle bacchette non è mai un
azzardo!”.
“Santana?” Chiese la madre entrando nel negozio. “Buongiorno
signor Olivander” L’uomo le fece un cenno con la
testa, “Peli di lince in legno d’ulivo, una gran bella bacchetta…” La donna
sorrise poi guardò sua figlia,
“Sei pronta?” Santana alzò la bacchetta mostrandogliela,
“Bene, tuo padre ci aspetta all’esterno, con il tuo regalo…” Solo allora notò Brittany, il suo sguardo rimase perplesso per un attimo poi
i suoi occhi si sgranarono,
“Tu…?” Brittany le sorrise e la
donna non ebbe bisogno di altre conferme, “Vieni Santana!” Ordinò poi pagò la
bacchetta ed uscirono,
“Ciao San! Ci vediamo ad Hogwart!”
Le urlò dietro facendo aggrottare la fronte a sua madre.
“Santana…”
“Mamma è una maga come me… e mi piace, è simpatica e le
nostre bacchette…”
“Santana, sei una Lopez! Lei sarà anche una maga, ma… la sua
famiglia rimane babbana! Devi fare amicizia con i
maghi provenienti da famiglie che abbiano perlomeno uno stemma!” Santana si
morse un labbro,
“Mamma perché? Lei è gentile e…”
“Santana, non sto scherzando, non puoi disonorare così il tuo
nome e la nostra famiglia, promettimi che non la frequenterai, sarebbe
sbagliato, per lei e per te, siete di due lignaggi differenti!”,
“Cosa succede?” Chiese suo padre che si era liberato dei
pacchi ma che teneva un lungo involto tra le mani,
“Nulla caro… vero Santana?” Sua madre la guardò ma prima che
lei potesse rispondere Brittany uscì a sua volta dal
negozio di Olivander raggiungendo i suoi genitori.
Santana arrossì nel vederli, avevano ridicoli abiti da babbani
e si guardavano intorno, spaesati e confusi, accanto a loro un addetto del
Ministero cercava di spiegargli che non erano allucinati se avevano visto un
uomo smaterializzarsi. Anche suo padre era stato attratto dal curioso
gruppetto,
“Babbani! Mi chiedo perché vengano ammessi a Diagon Alley!” Rise. La madre di Santana guardò sua figlia
interrogativa,
“Voi davvero essere parte di quel ridicolo?” Santana strinse
la bacchetta che ancora teneva nella mano, era calda, rassicurante,
“No”
“Bene, sono sicura che incontrerai un sacco di maghi
interessanti a Hogwart!”.
Brittany si voltò verso di lei agitando la
mano, anche lei stringeva la bacchetta, Santana distolse lo sguardo, decisa più
che mai ad ignorare questa volta per sua scelta quei due splendidi occhi
azzurri.
Note
E succede ancora una volta, il destino le vuole insieme ma la
Signora Lopez si oppone. Santana ora ha la possibilità di scegliere da sola,
riscoprirà o no Brittany a Hogwart?
Saprà vedere oltre i limiti di sangue imposti da sua madre? Sembrerebbe di no.
Prossimo capitolo altro salto temporale, l’ultimo promesso!
Ultimo salto temporale come promesso, ora entriamo nella
storia!
Buona lettura!
Secondo capitolo: L’esame
fallito
Quello era il suo settimo anno, presto avrebbe finito i suoi
studi e sarebbe entrata nel mondo degli adulti.
“Santana, cosa stai facendo?” La richiamò la bionda seduta al
suo fianco, due penetranti occhi verdi che la osservavano,
“Stavo riflettendo…” La ragazza la guardò perplessa,
“E su cosa? Hai finalmente deciso di dare un’occasione a
Sam?” Santana fece una smorfia,
“Chi? Quello sfigato di Tassorosso?”
“Andiamo è carino!”
“Quinn, se anche non fosse un Tassorosso, non genererebbe
nessun interesse in me!”
“Perché? E’ carino, sta sulla scopa in maniera eccellente e
la sua famiglia è più che accettabile, almeno cinque generazioni di maghi e…”
“Ferma, ho sentito abbastanza, forse è il caso che chiami
Puck!” Quinn scosse la testa,
“Cosa centra Noah?” Santana la
guardò maliziosa,
“Nulla! Ovviamente io non ho notato come vi guardate
ultimamente!”
“Non ci guardiamo in nessun modo!” Santana era pronta a
ribattere con malizia felice del cambio di argomento quando nel loro dormitorio
comune entrò Rachel sbuffando,
“Non ne posso più!”
“Cosa ha fatto Finn questa volta?”
Le chiese Quinn, la ragazza si slacciò la cravatta verde argento e la gettò sul
suo letto,
“Non nominarlo nemmeno!”
“Senti Rachel, ricordami quante volte
ti ho detto di non metterti con quella pertica di Tassorosso?” Chiese Santana
infastidita,
“Ecco…”
“Diciamo un migliaio di volte? Non mi hai ascoltata, bene,
però ora non voglio sentire più una parola sui vostri continui litigi!”
“Cos’ha oggi?” Chiese Rachel a
Quinn che si strinse nelle spalle,
“Riflette…”
“E su cosa?”
“Su Sam…”
“La piantate voi due?” Chiese sempre più irritata Santana,
“Sam? Quello biondo di Tassorosso?”
“Sì, le ha chiesto di andare a vedere la partita dei Grinfondoro e Corvonero…”
“Ho detto di piantarla! E non ci andrò, gliel’ho detto
qualche ora fa!” Quinn fece una faccia stupita,
“Credevo ti piacesse…”
“No, non mi piace!” Ribatté Santana,
“Ma se hai già deciso, su cosa riflettevi?” Chiese allora Rachel,
“Ho fallito l’esame di prova della professoressa Holiday.”
Confessò allora con rabbia Santana. Un silenzio attonito riempì la stanza,
“Aspetta, tu sei un genio in incantesimi!”
“Mi ha chiesto di eseguire un Patronus.”
Di nuovo silenzio, le due ragazze sapevano che era il tallone d’Achille di
Santana, non era mai riuscita ad eseguire quell’incantesimo, per quanto ci
avesse provato.
“La professoressa Holiday ha detto che molto probabilmente il
commissario esterno lo chiederà all’esame di fine anno…” Le due ragazze di
guardarono, poi Quinn parlò,
“Sono sicura che ce la farai…”
“La Holiday ha detto la stessa cosa…”
“Bene allora! Di cosa ti preoccupi? Dovrai solo allenarti di
più, se vuoi ti sveglio alle cinque del mattino così…” Santana guardò male Rachel,
“Non ho intenzione di perdere le mie ore di sonno!”
“Non capisco proprio perché voi due non capiate i vantaggi di
una sveglia…” Quinn la interruppe,
“Santana, io e Rachel siamo pronte
a darti una mano, nel pomeriggio, dopo le lezioni…”
“Vi ringrazio, ma… la Holiday ha già trovato la persona che
mi aiuterà…” Santana si morse un labbro mentre ripensava alla professoressa.
“Santana, sei una grande maga, sono
sicura che puoi farcela… forse io non ho il giusto approccio, ti affiancherò
uno studente, a volte è sorprendente come possiate capirvi meglio tra di voi!”
Aveva sorriso amabile,
“Aspetti professoressa, posso farcela
da sola, non ho bisogno di nessun aiuto!” La donna l’aveva guardata sorridendo,
“Tipico di voi Serpeverde, orgogliosi
fino alla morte! Ma un aiuto ogni tanto va accettato!”
“No, professoressa…”
“Bene allora è un ordine, accetterai
lo studente che ti affiancherò ed imparerai ad evocare un Patronus.”
Santana aveva fatto una smorfia, ma non aveva potuto replicare oltre,
“Posso saperne il nome?” La donna
aveva annuito,
“Il migliore Patronus
che io abbia mai visto, evocato al primo tentativo… ti piacerà, ne sono
sicura!”
“Santana?” Si riscosse dai suoi pensieri,
“Sì?”
“Vieni in biblioteca con noi?”
“No, ho… devo vedere… per il Patronus…”
Balbettò,
“Ok… ci vediamo dopo allora…” Le due ragazze si guardarono
preoccupate ma lei le ignorò alzandosi in fretta. Chiuse il nodo della cravatta
e afferrò la bacchetta poi uscì dal dormitorio e dalla sala comune dei
Serpeverde per raggiungere i piani più alti del castello.
Santana era fiera delle decisione e delle scelte che aveva
fatto, sì, era considerata arrogante e fredda, altezzosa e aggressiva, ma era
rispettata come maga e malgrado tutto aveva dei buoni amici. Eppure c’era una
macchia, ricordava con precisione cosa era successo alla stazione di King’s Cross quando aveva undici anni, ricordo che avrebbe
volentieri rimosso.
“San!” L’aveva chiamata una voce, si
era voltata, Brittany le correva incontro, la mano
che svolazzava sopra la sua testa in un saluto. L’aveva raggiunta e aveva
sorriso,
“Meno male che ti ho incontrata…” Si
guardò attorno poi le sussurrò, “Mi spaventa un po’ questo treno… con tutto
quel vapore sembra un grosso drago…”,
“Scusa, ma non credo che dovresti
parlarmi!”
“Perché San?” Aveva chiesto lei
confusa,
“Non chiamarmi così! Non parlarmi, io
e te non siamo amiche!” La bambina l’aveva guardata confusa poi aveva sorriso,
“Oh è un gioco dei maghi?”
“No, io sono una Lopez e tu sei una
figlia di babbani! Io e te non saremo mai amiche!” Brittany era rimasta in silenzio, i suoi occhi erano diventati
tristi e Santana si era voltata per evitarli, perché non poteva sopportarne il
dolore.
Quando il Cappello Parlante era sceso
sulla testa di Brittany qualche ora dopo, Santana
aveva trattenuto il respiro, la ragazza aveva incrociato gli occhi con i suoi,
poi il Cappello aveva parlato e la ragazza aveva distolto lo sguardo.
Dopo quella volta non li aveva più incrociati i suoi occhi.
Sì aveva ancora visto Brittany, erano nello stesso
anno, a volte avevano persino lezione insieme, ma Brittany
non l’aveva mai cercata con lo sguardo, mai si era soffermata su di lei, mai
aveva tentato di parlarle.
E ora?
Avrebbe rivisto i suoi occhi color del cielo.
Note
Il capitolo serve per prendere il respiro ed entrare nella
storia! Questa è la Santana cresciuta, che malgrado gli anni non sembra aver
dimenticato la sua piccola amica dell’infanzia!
Stanno per riincontrarsi… cosa
succederà? Vedremo nel prossimo capitolo!
L’aula di incantesimi era vuota, Santana vi entrò, era
agitata, molto agitata, troppo agitata.
“Ciao…” Sobbalzò e il suo cuore accelerò un attimo prima che
il suo corpo si voltasse. E lei era lì. Indossava ancora la tunica nera, al
collo la cravatta blu e bronzo della sua casata, sul cuore lo stemma: un aquila
di bronzo in campo blu.
Brittany rimase immobile, aspettando la sua
risposta, poi vedendo che lei rimaneva in silenzio fece un passo avanti e posò
i libri che teneva tra le braccia su uno dei banchi.
“La Holiday mi ha detto che… però se non vuoi…” Santana si
riscosse,
“No, cioè sì, ho dei problemi con il mio Patronus
e la professoressa ha detto che potevi aiutarmi, ma se non ti va…”
“Sono qui no?” Chiese lei ovvia, poi si sfilò la tunica e la
gettò sui libri, “Iniziamo?” Santana annuì, poi estrasse la bacchetta in attesa
di istruzioni. Brittany però si era bloccata,
“Non mi ricordavo che fosse così simile…” Disse piano e
Santana arrossì, abbassando la bacchetta e nascondendola dietro la sua gonna.
Brittany estrasse la propria, così somigliante
alla sua, la gemella…
“Inizio io?” Chiese e al cenno di assenso di Santana la
guardò, fissa negli occhi, poi sorrise,
“ExpectoPatronus”
Mormorò con tranquillità, un tono dolce, il sorriso sulle labbra. Dalla
bacchetta di Brittany uscì un filo di luce che si
concentrò in una piccola anatra. Era bellissima, irradiava tranquillità e
serenità. Santana sorrise suo malgrado, poi un colpo di bacchetta di Brittany la fece scomparire.
“Meravigliosa…” Si lasciò sfuggire e Brittany
arrossì,
“Grazie… ora tocca a te…” Santana si sentì subito nervosa,
dopo una simile perfezione lei sarebbe apparsa ancora più penosa del solito!
“ExpectoPatronus!”
Disse, nel tono imperioso con cui scagliava gli incantesimi. Una leggera luce
si diffuse nella stanza per poi scomparire. Un completo fallimento. Si morse un
labbro arrabbiata con se stessa, “ExpectoPatronus!” Provò ancora, ma nulla. Sbuffò furiosa, “E’
inutile! Non ce la farò mai!” Brittany scosse la
testa,
“Beh, così no!” Santana alzò lo sguardo su di lei mentre alla
rabbia si univa l’umiliazione, “Sei un po’ troppo… autoritaria e poi sei
arrabbiata” Santana incrociò le braccia,
“Cosa vuoi dire con autoritaria? I miei incantesimi
funzionano sempre, anche con questo tono!” Brittany
sorrise e Santana si corrucciò, da quando lei faceva ridere?
“Lo so che sei bravissima, ma per il Patronus
ci vuole un ricordo felice e mentre lo pensi non devi cacciarlo con
l’autorità…” Santana fece una smorfia, quella storia del ricordo felice era un
assurdità! Di sicuro avrebbe ottenuto il suo Patronus
se solo avesse afferrato il giusto movimento di polso o il giusto tono…
“Vuoi provare ancora?” Le chiese Brittany
e Santana annuì anche se con scetticismo, “Dolcezza…” Aggiunse Brittany, “Oh a volte per visualizzare meglio qualcosa io
chiudo gli occhi…” Santana annuì di nuovo, alzò la bacchetta e chiuse gli
occhi. Visualizzare un ricordo felice, ne aveva a bizzeffe, doveva solo
concentrarsi, sì quando la Sylvester le aveva fatto i complimenti per la
miglior pozione che avesse mai visto, quello era stato un gran giorno!
“ExpectoPatronus!”
Sentì il calore sfiorargli per un istante il volto, aprì gli occhi consapevole
di aver fallito ancora. “Maledizione!” Brittany
aspettò che si calmasse, si era seduta su uno dei banchi, la testa appoggiata
su una mano e la fissava. “Cosa c’è?” Le chiese lei brusca,
“Sei bella” Le disse spiazzandola e facendola arrossire.
“Vuoi vedere ancora come faccio io?” Chiese poi e Santana annuì, anche soltanto
per fare qualcosa invece che rimanere lì imbambolata e rossa come un pomodoro.
Brittany sorrise di nuovo pronunciando
l’incantesimo e poi nell’osservare il suo anatroccolo che caracollava nella
stanza.
Parecchi tentativi dopo Santana abbassò la bacchetta,
“Non capisco…” Brittany si strinse
nelle spalle,
“Vedrai che ce la farai! Ora però devo andare, abbiamo la
partita domani e dobbiamo vincere contro i Grifondoro…” Santana sapeva che era
lei la nuova arma messa in campo dai Corvonero, la ragazza era un interrogativo,
nessuno l’aveva mai vista volare, lei che era associata solo ai libri. Brittany afferrò la tunica infilandosela poi prese i libri
dal banco, prima di uscire si voltò verso Santana, “Credi che potremmo
rivederci domani alla stessa ora?”,
“Sì! Voglio dire, se non hai altri impegni…”
“No, non ne ho… allora a domani…”.
Santana la osservò andare via, era passata un’ora, anzi era
volata, non era migliorata di un millimetro eppure… eppure era soddisfatta,
felice forse? Probabilmente dipendeva dal contatto con il Patronus
di Brittany, o forse… forse dipendeva dal fatto che,
sembrava che Brittany non fosse arrabbiata con lei…
“Allora come è andata?” Le chiese Quinn non appena lei la
raggiunse in biblioteca,
“Bene”
“Hai evocato un Patronus?” Le
chiese subito Rachel,
“No”,
“Oh… ma ti stai avvicinando?”
“No, per niente!” Aggiunse Santana sorridendo, Brittany entrò nella biblioteca e lei la seguì con lo
sguardo, si sedette con alcuni Corvonero, uno lo conosceva, era nella squadra
di Quidditch insieme alla ragazza, Mike, l’altra era
la sua fidanzata, ma Santana non ne conosceva il nome.
“Non ci capisco più niente…”
“Che novità! Ti sei messa con un Tassorosso!” La rimbeccò
Santana, “Quinn, domani vieni con me alla partita?” Chiese poi,
“Credevo non ci volessi andare…”
“Non ci volevo andare con il Tassorosso, i Corvonero saranno
i nostri prossimi avversari, devo vedere come se la cavano!” Sorrise, dopo la
partita avrebbe avuto lezione di Patronus!
“Vengo con voi!” Si inserì Rachel,
“Sicura che non devi vederti con pesce lesso Finn?”
“Sì, sono sicura, e poi gioca nei Tassorosso! Vedrà la
partita anche lui.”
“Cosa fa il portiere? Grosso com’è nasconde tutti e tre gli
anelli in contemporanea! O aspetta però… che scopa riesce a tenerlo in aria?”
“Finn non è grasso e…” La
bibliotecaria lanciò loro un’occhiataccia e le due si zittirono. Santana alzò
gli occhi e per un istante credette che Brittany la
stesse guardando, ma fu solo un istante, perché la ragazza voltò gli occhi e
tornò a fissare il libro che stava studiando.
“Sai mi fa quasi strano non vederla con dei libri in mano!”
Commentò Rachel e Santana la fissò accigliata,
“A chi ti riferisci?”
“Alla cercatrice di Corvonero” Santana osservò Brittany che stava immobile al di sopra del campo, sembrava
aspettare pazientemente che il boccino la trovasse, il suo diretto avversario
di Grifondoro invece volteggiava avanti e indietro, in su e in giù.
“Se continua così di sicuro il boccino non lo trova!”
Commentò Quinn che in quanto cercatrice dei Serpeverde sapeva di cosa parlasse,
“Sono sicura che ha un piano!” Disse Santana,
“Ok che è una Corvonero… ma io proprio non riesco a
immaginarlo un piano…” Si bloccò perché in quel preciso istante Brittany scattò in avanti, tesa sulla scopa,
“Brittany Pierce scatta in avanti,
deve aver visto il boccino d’oro!” Urlò il commentatore, anche se tutto lo
stadio l’aveva vista e teneva gli occhi puntati su di lei. Pochi secondi e la
ragazza alzò il pugno in alto, il bocchino che brillava riflettendo il sole. Il
cercatore di Grifondoro stava ancora cercando di invertire la direzione della
sua scopa. Lo stadio esplose in applausi e grida, in particolare l’ala dei
Corvonero.
“Wow!” Disse solo Quinn, “Oh si tratta di fortuna sfacciata
o…”
“Quella ragazza è un genio!” Disse lei sorridendo, “E hai
visto come vola? Con che sicurezza e padronanza?” Non ottenendo risposte si
voltò a guardare le due compagne, “Che c’è?”,
“Santana, lo sai vero che sono nostri avversari?” Le chiese
Quinn,
“Certo, finalmente un avversario degno di te no?” Le disse
Santana cercando di moderare il suo entusiasmo,
“Se lo dici tu… io continuo a sperare sia stata solo fortuna!”
Rachel annuì alle parole di Quinn, non giocava a Quidditch, stava a malapena su di una scopa, ma dopo sette
anni passati con le due ragazze e un fidanzato che difficilmente parlava
d’altro aveva per forza di cose dovuto diventare una tifosa.
Santana tornò a guardare il campo sul quale Brittany stava planando. La ragazza saltò con agilità giù
dalla scopa e fu accolta dalle braccia festanti dei suoi compagni.
Improvvisamente Santana desiderò che fosse già ora della sua lezione.
Note
Il primo incontro e la prima lezione.
Brittany con tunica, libri e della casa
Corvonero… strano no? Dovremmo approfondire! ;-)
Santana? Se prima era pentita di aver allontanato bruscamente
Brittany ora sembra totalmente dimentica del perché
lo aveva fatto…
Vedremo cosa succederà nel prossimo capitolo!
Grazie mille e ciao ciao
Dimenticavo, Vanessa190 ha postato il primo capitolo della
storia “The Beauty and The Beast” che abbiamo scritto
insieme! Se vi va andate a darci un’occhiatina! ;-)
“Sei sicura di pensare a qualcosa di felice?” Le chiese Brittany per l’ennesima volta, era seduta a terra mentre il
suo Patronus le svolazzava attorno. Aveva cambiato
gli abiti da quidditch per l’uniforme da scuola con
tanto di tunica che però aveva tolto non appena era entrata nella stanza.
Santana sbuffò,
“Sì! Secondo me dipende dal movimento o dal tono o…” Brittany la guardava dubbiosa e Santana si sdraiò a terra
esasperata. Brittany ridacchiò e Santana si voltò a
guardarla perplessa,
“Che c’è?” Brittany rideva ancora,
“Se entra qualcuno e ti trova sdraiata a terra siamo nei
guai!” Santana non si mosse anche se sul suo volto apparve un sorriso,
“Tu saresti nei guai, sei tu l’insegnate qua…” La ragazza
sembrò rifletterci poi annuì,
“Giusto…” Si alzò e le indicò di fare lo stesso, Santana
obbedì, “Ora proviamo un'altra cosa, ma secondo me non funzionerà!” Prima che
Santana avesse il tempo di interrogarla la ragazza fu dietro di lei, il corpo
che in pratica aderiva al suo.
La mano di Brittany si posò sulla
sua,
“Sei pronta?” Le chiese a qualche centimetro dall’orecchio.
Santana era tutto meno che pronta, non riusciva a pensare a nulla, però quando
la mano della ragazza mosse la sua la lasciò fare e mormorò,
“ExpectoPatronus”
Dalla bacchetta fuoriuscì della luce, intensa e costante, un progresso certo ma
nessuna forma, neppure abbozzata.
Brittany si separò da lei,
“Vedi, non è un problema di movimenti, dipende da quello che
provi mentre dici l’incantesimo… a cosa pensavi? Perché ora è andato meglio…”
Santana che era ancora lì a chiedersi perché il suo cuore battesse così in
fretta scosse la testa,
“No… io non lo so… cioè pensavo ad una cosa felice…” A cosa
pensava? A nulla, c’era solo la mano di Brittany
sulla sua e il suo corpo…
“Se non vuoi dirmelo non importa… io penso agli anatroccoli
che ho visto una volta da piccola, non so perché, ma è un ricordo felice per
me…” Abbassò lo sguardo, “Sono sicura che tu ne avrai di molto più belli…”.
Santana non parlò, aveva gli occhi sgranati e il respiro mozzò, il ricordo
felice di Brittany era lei! Certo non poteva
ricordarlo, perché ci aveva pensato sua madre ma… ora lo sapeva, lo aveva
studiato quel dannato incantesimo, si cancella il ricordo, non l’emozione.
“San?” La chiamò lei e Santana sobbalzò, “Oh, scusa… non
volevo… non arrabbiarti ok?” Santana la guardò perplessa, ora Brittany era piuttosto tesa e preoccupata,
“Cosa? Perché dovrei arrabbiarmi?” Brittany
si morse un labbro e arrossì,
“Ecco… sai… quando eravamo a Diagon
Alley, la prima volta che ci siamo viste, io ti ho chiamato così fuori Olivander e non mi hai risposto e poi a King’s
Cross... ho capito che non ti piace, nessuno dei tuoi amici abbrevia il tuo
nome e…” Santana si sentì davvero male, vederla così confusa e spaventata la
fece sentire colpevole,
“Puoi chiamarmi come vuoi… io…” Si interruppe poi seguendo
l’istinto sollevò con due dita il volto della ragazza affinché i loro occhi si
incrociassero, “Devo chiederti perdono, per quella volta… io non so perché ho
dato retta a mia madre, ma l’ho fatto e ti ho detto quelle cose orribili, e… tu
non mi hai più parlato, ho creduto che non mi avresti mai più perdonato…” Sentì
la sua voce incrinarsi, era sciocco, oddio era ridicolo, in fondo per Brittany si erano appena conosciute ed erano solo delle
bambine e…
“Io ho pensato che tu non mi volessi come amica così per non
darti fastidio…”
“Sono stata una stupida, soprattutto perché non ti ho chiesto
scusa nell’istante successivo, quando mi sono pentita… mi perdoni?” Il volto di
Brittany si aprì in un immenso sorriso,
“Sì” Santana la imitò, gli occhi che si perdevano in quel
cielo azzurro.
“Dove diavolo…” Puck entrò nella stanza e si interruppe
all’istante nel vedere la scena che aveva davanti, “Cosa succede?”
“Che ci fai qui?” Gli chiese subito Santana facendo un passò
indietro e allontanandosi dalla ragazza,
“Ti cercavo, Quinn mi ha detto che eri qui… anche se non mi
aveva detto con chi…” Santana strinse la bacchetta che non aveva abbandonato il
suo pugno, se il ragazzo si fosse anche solo azzardato a… “Sei stata davvero
geniale oggi, cavolo, avrei dovuto bombardarti di bolidi! E’ la prima volta che
Corvonero ci batte, ora dovremmo impegnarci seriamente per vincere la coppa!”
Puck era un Grifondoro, era amico di Rachel da prima
di Hogwart e così era diventato anche un amico di
Santana, per la gioia di sua madre che lo considerava un ottimo partito, la sua
famiglia era di soli maghi da sette generazioni.
Santana che aveva temuto la reazione del ragazzo nel vederla
insieme a una figlia di babbani, si rilassò mentre Brittany sorrideva a Puck che aggiunse, “Sai, dovresti
startene più sovente senza quelle noiose tuniche… hai delle curve niente male!”
Santana fece un passo in avanti,
“Puck? Che diavolo volevi?” Il ragazzo tornò a guardarla, ma
non prima di aver fatto un occhiolino a Brittany,
“Mi devi aiutare con pozioni! Me l’hai promesso!” Santana
sbuffò, non voleva andarsene.
“Ok…”
“Posso aiutarti anche io se vuoi…” Puck le sorrise,
“Ma certo, sei assolutamente la benvenuta!” Santana lo guardò
storto, ok era contenta di passare altro tempo con Brittany,
però la infastidiva che Puck la guardasse a quel modo, insomma, se, come
pensava, usciva con Quinn non doveva guardare altre ragazze!
Raggiunsero la Sala Grande dove c’erano vari gruppetti di
studenti intenti a fare i compiti o semplicemente a chiacchierare, anche se a
bassa voce.
“Allora Puck, il libro?” Il ragazzo fece una smorfia,
“Quale libro?”
“Quello di pozioni!” Il ragazzo si strinse nelle spalle ma
intervenne Brittany,
“Ce l’ho io… ha un sacco di belle figure…” Arrossì
interrompendosi, poi lo cercò tra i numerosi volumi che si portava sempre
dietro e glielo passò. Santana fece una smorfia, era la versione super
avanzata, difficilmente Puck sarebbe stato capace di fare pozioni simili.
Sfogliò l’indice finché non trovò la pozione più semplice,
“Ok, dimmi gli ingredienti della pozione giallo limone.”
Chiese, il ragazzo si grattò la cresta che aveva sulla testa,
“Limoni?” Provò, Santana si portò la mano sul volto mentre Brittany scoppiava a ridere allegra,
“Sei divertente! Sai, in effetti mi sono sempre chiesta
perché avesse un nome simile!” Santana si voltò ad osservarla, mentre lei
continuava, “Io non ricordo mai le pozioni, tutti quegli ingredienti e quei
nomi mi confondono…” Santana sgranò gli occhi,
“Aspetta, credevo fossi brava in tutto, sei una Corvonero e
studi sempre!” Brittany arrossì di nuovo ma poi si
riprese,
“Beh non ho detto che non ho dei bei voti in pozioni… in
fondo si tratta solo di mettere le cose nel calderone!”
“Certo, nel giusto ordine, al momento giusto, con il calore
ottimale e…” Brittany si strinse nelle spalle,
“Io vado a occhio…” Santana scosse la testa, lei aveva
appreso a memoria la maggior parte delle ricette di pozione del libro, mentre
la ragazza, se non mentiva, era un talento naturale.
“Grande! Posso provarci anche io?”
“No, Puck, tu studi, non voglio che il tuo calderone esploda,
visto che i Grifondoro seguono pozioni con noi!” Brittany
rise e Santana si ritrovò ancora una volta a guardarla, era semplicemente la
cosa più bella su cui avesse mai posato gli occhi.
Note
Queste lezioni di patronus si fanno
sempre più interessanti… Santana è riuscita a chiedere scusa per il pessimo
modo in cui si era comportata e Brittany, con il suo
fare ingenuo e spontaneo ha già fatto breccia nella sua corazza.
A domani per il prossimo capitolo! Grazie mille a chi
commenta o anche solo legge!
Questo capitolo è un pochino più lungo del solito…
Buona lettura!
Quinto capitolo: Gli
occhi degli altri
“Brittany?”
“Sì?” Chiese la ragazza, era immersa nella lettura di un
libro di rune antiche che faceva venire il mal di testa a Santana solo a
guardarlo,
“Perché te ne stai sempre con la tunica? Ormai al nostro anno
non è più obbligatoria e… ho notato che la togli sempre quando siamo sole…” Nel
vederla arrossire Santana si chiese se non fosse una domanda inopportuna,
“Ecco… è solo… mi piace…” Santana assunse uno sguardo
perplesso, ma non controbatté anche perché Brittany
era tornata a concentrarsi sul libro.
Santana alzò lo sguardo verso il terreno di gioco, aveva
chiesto a Brittany se le andava di andare con lei a
vedere l’allenamento dei Tassorosso che erano talmente ingenui da farli a porte
aperte. La ragazza aveva accettato, ma ora era immersa nella lettura e non
badava affatto a lei o ai giocatori.
“Il loro portiere non è male…” tentò, Brittany
annuì anche se non alzò lo sguardo Santana fece una smorfia e poi gettò
un’occhiata verso il testo, “Non è la stessa pagina che leggi da più di mezz’ora?”
Brittany arrossì e voltò la pagina,
“Era particolarmente affascinante!” Disse, Santana non
ribatté solo un Corvonero avrebbe trovato affascinante un testo runico!
“Vuoi tornare al castello?” Le chiese arrendendosi,
“Oh ti stai annoiando?” Le chiese Brittany
alzando finalmente lo sguardo per guardarla,
“No… voglio dire… magari preferisci leggere in biblioteca…
quel tomo sembra pesante e…”
“Ma tu vuoi vedere gli allenamenti!”
“Sì… con te però!” Puntualizzò e arrossì per poi distogliere
lo sguardo da lei e guardare con intensità due Tassorosso che lottavano
inutilmente con un bolide.
“Scusami…” Disse lei sorprendendola e mettendo via il libro,
“Hai notato come scarta il numero 5? Secondo me è inutile lanciargli dei bolidi,
è troppo veloce, però tende a non voler tirare negli anelli, passa sempre un
attimo prima, basta marcare il numero 13 e il numero 3 per obbligarlo a tirare,
allora sbaglia, perché è troppo agitato…” Santana spalancò la bocca sorpresa da
quell’analisi perfetta,
“Wow! Ma allora guardavi!”
“Ecco… no… ho solo sentito che lo dicevano…” Santana fece una
faccia dubbiosa,
“Se lo dici tu…”,
“Ciao…” Santana si voltò verso Quinn che le lanciò uno
sguardo perplesso, “Credevo dovessi studiare…”
“Sì, ma poi ho pensato che dovevo vedere l’allenamento dei
Tassorosso…” Notando lo sguardo che Quinn lanciò a Brittany
aggiunse, “Lei era qui per…”
“Lo stesso motivo, i Tassorosso saranno presto nostri
avversari”, concluse per lei Brittany,
“Già, volevo sapere come organizzarci per le ripetizioni…”
Aggiunse Santana senza sapere perché mentiva e sentendosi in colpa per averlo
fatto.
“Già…” Disse piano Brittany
confermando la sua menzogna, poi si alzò, “Ma stavo per andare…” Fece un cenno
di saluto a Quinn ma ignorò lei e se ne andò, la tunica che svolazzava attorno
a lei elegantemente.
Stupida, stupida, stupida! Riuscì a pensare Santana cercando
di obbligare i suoi muscoli ad inseguirla ma ritrovandosi incapace di farlo.
“Allora è lei che ti da ripetizioni? La secchiona di Corvonero?”
“Come?” Chiese lei, che non aveva sentito le sue parole
troppo presa nella sua lotta interiore,
“Ti ho chiesto se è lei che ti da ripetizioni…”
“Sì”
“Capisco… offensivo che sia una babbana
a doverlo fare… non hai chiesto alla Holiday di assegnarti qualcun altro?”
“Lei è la migliore, perché dovrei volere qualcun altro?”
Chiese quasi rabbiosa poi si alzò e si allontanò di corsa ignorando i richiami
perplessi della sua amica.
“Puck!” Il ragazzo si voltò,
“Dove corri così Santana?”
“Hai visto Brittany?”
“Brittany Corvonero?”
“Sì, lei!” Il ragazzo si strinse nelle spalle,
“No… però quelli sono Corvonero…” Santana si voltò verso il
gruppetto di ragazzi che Puck gli aveva indicato, prese un profondo respiro per
recuperare il fiato perso nella corsa e si avvicinò,
“Cerco Brittany Pierce, l’avete
vista?” I ragazzi si gettarono alcune occhiate divertite,
“Forse cerca di entrare nella nostra sala comune!”
“Come?” Chiese lei perplessa,
“L’ultima volta è rimasta fuori tre ore!” Santana ancora non
capiva e il Corvonero spiegò tra le risatine degli altri, “Il Cappello Parlante
sta invecchiando! Con lei ha preso un bel abbaglio! Non riesce mai ha
rispondere alle domande della nostra porta è troppo stupida!” La sua bacchetta
fu fuori prima che lei potesse pensarlo,
“Nota infamia!” Urlò. Sul volto del ragazzo si aprì una
grossa macchia nera. Altre bacchette furono estratte ma Santana era pronta,
“Expelliarmus!”
Le bacchette volarono ovunque e lei sorrise,
“Consideralo un onore ed un insegnamento! Ti ho imposto il
marchio dei traditori, noi Lopez lo imponiamo a quelli tra noi che disonorano
la nostra casata… non ti dirò come farlo andare via, ma sappi che non sarà
grazie ad una pozione o ad un incantesimo!” Poi Santana guardò gli altri,
“E voi! Ridere di uno della vostra casa… penosi, stupidi e
cattivi! Ringraziate che sia di umore magnanimo” Si voltò e se ne andò, poco
lontano Puck la guardava ad occhi sgranati, la mascella che sfiorava il
pavimento.
Avrebbe dovuto cercare Brittany da
sola. Dove sarebbe potuta andare? Faceva ripetizioni con lei da una settimana,
l’unica volta che avevano fatto qualcosa di diverso era stato dare ripetizioni
a Puck e la ragazza stava zitta facendo alcune osservazioni ogni tanto, e poi
quel giorno in cui erano andate al campo di Quidditch.
Della ragazza doveva ammettere ne sapeva ben poco. Avrebbe potuto andare in
biblioteca, ma qualcosa le disse che non ci sarebbe stata. Un incantesimo di
ricerca sembrava eccessivo… la bacchetta era ancora nella sua mano, però le
sarebbe servito qualcosa della ragazza.
Rinunciò e invece osservò dalla finestra il profilo del
castello. E le venne un idea.
Sorridendo salì di corsa le scale. Raggiunse la torre dei
gufi dieci minuti dopo, il fiatone le suggerì che doveva mettersi seriamente a
fare attività fisica, stare su una scopa non bastava!
Sentiva il frullare delle ali dei molti gufi, fece un piccolo
fischio e il suo gufo reale planò verso di lei per poi atterrare sul cornicione
al suo fianco. Lei lo accarezzò, era alto più di un metro, erano anni che non
si posava più sul suo braccio.
“E’ il più bello ed è molto educato…”
La voce della ragazza
la fece sobbalzare, poi la vide, rannicchiata nel buio.
“Ciao… ti cercavo…”
“Perché?” Le chiese la ragazza e Santana si trovò di nuovo in
imbarazzo, cosa poteva dirgli? Non era abituata a chiedere scusa.
“Come mai ti piace le torre dei gufi?” Chiese per sviare il
discorso anche se era andata lì proprio nella consapevolezza che la ragazza
aveva un debole per gli animali.
“Loro non giudicano” Disse Brittany
alzandosi e venendole incontro. Con un colpo di bacchetta ripulì i suoi vestiti
e prese a scendere le scale, lasciandola lì.
“Aspetta!”
“Perché? Poi potrebbero vederci insieme…” Non lo disse con rabbia,
era solo una triste constatazione e Santana si ritrovò senza parole, abbassò
gli occhi e sentì che la ragazza si allontanava di nuovo,
“Mi dispiace!” Disse e Brittany si
voltò a guardarla,
“Di nuovo?” Inclinò la testa perplessa e Santana si morse un
labbro,
“Non succederà più!”
“No sai… lo capisco… lo so cosa dicono di me…” Brittany si strinse nelle spalle, “Non avrei dovuto
chiedere al Cappello Parlante di mettermi nei Corvonero… solo che sapevo che
non mi volevi come Serpeverde e proprio non mi ricordavo in nome delle altre
due!” Sospirò rassegnata,
“Aspetta… cosa?” Chiese Santana spiazzata,
“Non importa, sono una pessima Corvonero e lo so… capisco che
tu non voglia che ci vedano assieme, sei bravissima in tutto!”
“Io… no!” Negò decisa, e si sorpresa da sola, lei era
bravissima in tutto certo! E avrebbe ridotto al silenzio chiunque avesse
insinuato diversamente, eppure ora lo negava! “Non so fare un Patronus!” Brittany alzò di nuovo
gli occhi su di lei, rilucevano di lacrime, il suo tono calmo e rassegnato era
smentito da quegli occhi cristallini.
“Io ho bisogno di te…” Sussurrò Santana e vide un piccolo
sorriso comparire ed illuminare il suo volto,
“Davvero? Di me?”
“Sì, solo tu…” Sentiva che quelle parole erano troppo
importanti così aggiunse, “Solo tu puoi insegnarmi come evocare un Patronus!” Le sembrò che il sorriso si incrinasse, ma fu
solo un attimo, poi tornò bello come prima.
“Allora possiamo andare in Sala Grande assieme?”
“Sì, mi piacerebbe…” Santana le si affiancò, scesero le scale
assieme poi entrarono nel castello. Santana sentiva gli sguardi su di lei, una
cosa era stare chiusi in un’aula, in biblioteca o stare su degli spalti, un
altro era camminare fianco a fianco nel castello.
“Aspetta…” La bloccò Brittany,
Santana la guardò perplessa, davanti a loro c’erano le scale del castello,
immobili,
“Brittany se vogliamo arrivare…” Si
interruppe perché la scala davanti a loro si mosse girando su se stessa, se ci
fossero salite avrebbero dovuto fare un lungo giro per raggiungere la Sala
Grande.
“Come facevi a saperlo?”
“Oh… non è difficile… c’è qualcosa nell’aria quando stanno
per cambiare.” Brittany aveva capito la logica delle
scale? Secoli di studenti ne erano stati incapaci e lei ci era riuscita? Era un
genio!
“Sei un genio Brittany! E non
ascoltare quello che dicono gli altri!” Brittany si
voltò a guardarla con gli occhi spalancati,
“Dici davvero?”
“Sì!” Brittany le regalò un altro
dei suoi luminosi sorrisi e Santana rimase imbambolata a guardarla, era bella? No,
era bellissima! Per Merlino! Cosa le veniva in mente?!
“Andiamo…” La incoraggiò e la ragazza annuì. Raggiunsero la
Sala Grande e Brittany guardò verso il tavolo dei
Corvonero, mentre lei osservò con, doveva ammetterlo, una certa apprensione il
suo tavolo.
“Mangiamo assieme?” Le chiese la ragazza e Santana si morse
un labbro, “Oh… se preferisci stare con i tuoi amici va benissimo!” Santana
respirò più liberamente,
“Va bene…” Si avvicinò al suo tavolo e si rese conto che Brittany la seguiva e che, sì, si sedeva accanto a lei, non
aveva dovuto ben interpretare il suo assenso…
“Corvetto, ti sei persa?” Chiese un ragazzo avvicinandosi,
“No, è stata invitata Sebastian, e se non vuoi che si ripeta
il piccolo problema dell’anno scorso le starei lontano!”,
“Sebastian? Smith? Devi essere tu quello che è congelato nel
lago l’anno scorso… sai è una pessima idea fare un bagno in pieno inverno!” Gli
suggerì innocentemente Brittany facendo comparire
un’espressione di pure rabbia sul volto del ragazzo,
“Lopez, farai meglio a fare attenzione!” Santana si voltò
ignorandolo,
“Brittany, ti verso del succo?”
“Ciao Santana, sono esausta! Ho provato all’incirca
ventisette volte quell’incantesimo…” Rachel si era
seduta accanto a lei e solo ora notò Brittany, “Oh…
piacere, Rachel Berry” Le tese la mano e Brittany prontamente gliela strinse, “Dicevo, l’incantesimo
di…” Santana non la ascoltò più, tutto lì? Si era aspettata occhiate, commenti,
magari imbarazzo, invece Rachel sembrava
assolutamente indifferente, ok, la ragazza era essenzialmente concentrata su se
stessa… però…
“Santana fammi posto…” Quinn si bloccò nel vedere a sua volta
Brittany,
“Ciao… di nuovo…”
“Ciao…” disse Brittany e Rachel si interruppe,
“Ciao Quinn” Notando gli sguardi perplessi della ragazza si
accigliò, “Mi sono persa qualcosa?” Chiese con la sua solita perspicacia,
“No, Rachel!” Quinn rimase a fissarla
per un istante, poi si sedette tra lei e Rachel e si
riempì il piatto iniziando a chiacchierare con quest’ultima.
Note
Passi avanti e un nuovo personaggio!
Santana sembra incapace di conciliare quello che sente con
quello che fa. Per fortuna Brittany non si lascia
influenzare dalle sue stesse paure, perché Santana ha bisogno di essere spinta
e tirata! ;-)
E Quinn? Di sicuro è più attenta di Rachel,
cosa starà pensando?
Santana posò la bacchetta e sentì la porta dietro alle sue
spalle chiudersi, la cena era finita, lei aveva salutato Brittany
ed era corsa via, ma Quinn l’aveva raggiunta in fretta.
“Cos’è questa storia?” Si voltò, Quinn aveva la mani sui
fianchi e la guardava perplessa, “Ho saputo che hai apposto un marchio
d’infamia su un Corvonero!”
“Puck, non sa tenere la lingua a posto?”
“Puck è stato solo più accurato nel racconto perché era
presente, ma tutta la scuola sa cosa hai fatto!” Santana sbuffò,
“Ho solo agito d’impulso, mi aveva irritato!”
“Ti aveva irritato? Aveva insultato Brittany!
La stessa Brittany con cui ti ho visto sugli spalti e
che poi ha mangiato al tuo fianco! Non mi hai neppure rivolto la parola! Eri
troppo concentrata su di lei!”
“Che cosa stai insinuando?” Santana aveva afferrato la
bacchetta e la guardava furiosa,
“Io? Niente! Espongo i fatti!”
“Mi è simpatica ok! E voglio passare del tempo con lei è una
colpa?”
“Simpatica? E’ una babbana!” Quinn
la guardava scandalizzata,
“E allora?” Santana ora si voltò il volto in fiamme,
“Allora? Sei tu che richiedi l’albero genealogico a chiunque
ti rivolge la parola! Qualsiasi ragazzo che ti chiede di uscire non è
abbastanza puro per i tuoi gusti e ora trovi simpatica una babbana!”
“Non chiamarla così! E’ una maga, come me e te!” Quinn la
guardò cose se fosse impazzita poi alzò la bacchetta e prima che Santana
potesse intervenire pronunciò un incantesimo,
“Revela incanto!”
“Sei pazza?” Le urlò contro Santana
“Pensavo ti avessero polisuccato…”
Quinn aveva abbassato la bacchetta e la guardava perplessa,
“Brittany è solo…”
“Cosa?” Le chiese Quinn, “Non riesci neppure a definirla? E’
un’amica? Una conoscente? Un’insegnate?” Si interruppe poi sgranò gli occhi,
“Un esperimento?”
“Cosa diavolo stai dicendo?”
“Tu…” Arrossì lei questa volta, “Ti senti… attratta da lei?”
Santana la guardò a bocca spalancata,
“Tu sei pazza!” Quinn non rispose irritando ancora di più
Santana, “Piantala di guardarmi così!”
“Così come?” Le chiese Quinn,
“Come se mi vedessi per la prima volta!” La ragazza si
sedette sul suo letto e posò la bacchetta continuando a guardarla,
“Sai… credo di vederti davvero per la prima volta…”
“Vai a farti maledire!” Le urlò contro mentre scappava dalla
stanza. Sbatté contro Rachel e non le chiese neppure
scusa, invece corse via, cercando di allontanare da lei le parole della
ragazza.
Poteva andare al diavolo! Che cosa le era venuto in mente! Brittany era simpatica e a lei piaceva, come amica e finiva
lì! Chiaro!
Rallentò tra i corridoi deserti, aveva vagabondato per il
castello per un bel po’ e ormai dovevano essere tutti nei loro dormitori,
presto ci sarebbe stato il coprifuoco e lei non voleva essere punita perché era
fuori dal suo dormitorio. Tornò nei sotterranei e quando entrò nella sua stanza
trovò Quinn e Rachel addormentate nei loro letti,
meglio, non voleva dover affrontare ancora lo sguardo di Quinn. Uno sguardo di
comprensione e… compassione forse? Assurdo e fastidioso!
Il mattino dopo si svegliò assieme a Rachel
e sorprendendo la ragazza se ne andò lasciando Quinn ancora addormentata. Fece
colazione nella stanza quasi deserta e poi prese la scopa e andò al campo di quidditch. L’aria era fredda, il sole era solo una promessa
all’orizzonte, e le punte delle montagne erano già ricoperte di neve, l’autunno
era alla fine, presto la neve avrebbe ricoperto il castello e sarebbero
arrivate le vacanze.
Batté le mani nei guanti infilò la sciarpa nel giubbotto
affinché non la infastidisse e si alzò in volo. Aveva la scopa più veloce della
scuola, i suoi genitori gliel’avevano regalata per il nuovo e ultimo anno
scolastico. Percorse rapidamente tutto il campo poi eseguì una perfetta virata
per tornare indietro. L’aria fredda le fece lacrimare gli occhi e così le ci
volle un po’ di tempo per identificare la figura che stava raggiungendo il
campo. Scese saltando dalla scopa non appena raggiunto il terreno, sorrise,
perché non riuscì ad impedirselo,
“Ciao! Non sapevo fossi mattiniera!” Santana sorrise ancora a
quelle parole,
“Non lo sono infatti… tu invece?” Brittany
annuì,
“Sì, mi piace tanto volare e al mattino nessuno mi vede!”
Disse con semplicità e Santana annuì, ma certo, era l’asso nella manica dei
Corvonero, nessuno doveva conoscere le sue qualità!
“Facciamo a chi arriva prima all’anello?” Chiese lei mentre
già saliva sulla scopa, Santana non se lo fece ripetere.
Mezz’ora dopo scesero a terra i visi congelati, me nelle
orecchie il suono delle risate.
“Andiamo a fare colazione?” Le chiese Brittany,
“Io l’ho già fatta…”
“E’ per quello che eri così lenta?” Santana spalancò la bocca
e nel vedere il luccichio negli occhi di Brittany
scoppiò a ridere,
“Dimmi, perché hai iniziato a giocare solo da quest’anno? E’
ovvio che sei bravissima e poi ti piace volare quindi…” Brittany
apparve di nuovo in imbarazzo, succedeva ogni volta che Santana gli faceva
delle domande più dirette,
“Non ho mai fatto i provini per entrare nella squadra…”
“Perché?” Insistette lei, Brittany
si strinse nelle spalle,
“Forse perché non si addice ad un Corvonero e io…” Santana
afferrò davvero il concetto per la prima volta,
“E’ per quello che porti sempre la tunica? E tutti quei libri?
E che voli solo quando nessuno ti vede?” Brittany
annuì anche se guardandosi i piedi, in imbarazzo, “Brittany,
non devi fingere di essere diversa da quello che sei!”,
“Ne sei sicura?” Santana si morse un labbro, non era forse
sull’apparenza che si basava tutta la sua famiglia, la sua vita?
“Io…” Provò, ma non le venne nulla da dire.
Rimasero in silenzio mentre camminavano verso il castello poi
Santana chiese,
“Abiti ancora a Little River?” Brittany
la guardò perplessa,
“Sì, come fai a saperlo?” Santana scosse la testa,
“Non lo so… l’avrò sentito da qualche parte…” Brittany si strinse nelle spalle accettando quella risposta
a dir poco debole, “Sai io abito lì vicino… per quello che me lo ricordo…”
Aggiunse cercando di essere convincente, “Magari durante le vacanze invernali…”
Brittany la guardava speranzosa e lei si
morse un labbro, di certo non poteva invitarla a casa sua! Che diavolo le
passava per la testa?
“Ehm…” Si interruppe poi venne salvata dal suo gufo che le
planò elegantemente davanti consegnandole una lettera.
“Che bello!” Disse Brittany mentre
lo osservava volare di nuovo via, “I miei genitori non hanno voluto prendermi
un gufo… mamma ne ha paura e così...”
“Come fai a ricevere la posta allora?”
“Oh usano la posta normale! Voglio dire quella dei babbani, la nostra!” Aggiunse e Santana dovette distogliere
lo sguardo, aveva appena detto di essere una babbana!
“Cosa ti è arrivato?” Chiese poi la ragazza curiosa,
guardando verso la lettera,
“I miei genitori pensano che io sia poco incline a fare nuove
conoscenze, così le fanno loro per me, ci saranno una lista di nomi di ragazzi
di scuola di cui loro hanno conosciuto i genitori…”
“Davvero? Sono molto gentili ha preoccuparsi così per te!”
Santana la guardò, era seria?
“Brittany, sono partiti, buoni
partiti per un eventuale matrimonio! Vogliono sistemarmi con uno di questi
maghi!” La ragazza sgranò gli occhi poi aggrottò il naso, in quella che forse
poteva essere il suo massimo come smorfia di disappunto,
“Forse non è così carino allora!” Disse poi,
“Già, non è carino per niente!” E mentre lo diceva Santana
prese la bacchetta e incendiò la lettera per poi guardarla consumarsi a terra.
Brittany accanto a lei rabbrividì,
“Hai freddo? Rientriamo?” Brittany
allungò la mano sfiorandogli il naso, il gesto la sorprese così tanto che non
vi si sottrasse,
“Anche tu hai freddo!” Constatò lei, “Hai il naso che è un
ghiacciolo!” Santana annuì, eppure il brivido non era stato di freddo.
“Sei pronta?” Santana le lanciò un’occhiataccia,
“Sì!” Le disse poi senza guardarla, era la prima volta che
parlava di nuovo con Quinn, era riuscita a evitarla per due giorni, ma lei era
il capitano della squadra e doveva risponderle. Si levarono tra le urla di
giubilo della loro casa e subito dopo toccò ai Corvonero. Brittany
era elegante nella sua uniforme blu, con i bordi in bronzo. Santana cercò di
mantenere lo sguardo duro, eppure le sfuggì un sorriso al quale la ragazza
rispose prontamente.
“In formazione!” Chiese l’arbitro e lei obbedì
concentrandosi, era una cacciatrice, non poteva distrarsi. La pluffa fu liberata e lei scattò ad afferrarla.
Il gioco era rapido, per loro, tra scambi e inversioni di
marcia la scopa non veniva di certo risparmiata e poi c’erano i bolidi, Santana
si sentiva particolarmente presa di mira e non faticava a sapere perché, tutti
i Corvonero si sentivano offesi per la sua piccola lezione. Non le importava,
era brava e segnare punti non le risultò più difficile del solito. Alzò lo
sguardo solo una volta, Quinn era a fianco di Brittany,
entrambe immobili sulle loro scope, in attesa.
Un bolide le sfrecciò vicino e lei si scansò per poi gettarsi
all’inseguimento della pluffa. Poi lo sentì, il
boato. Avveniva sempre quando i cercatori si gettavano sul boccino, era così,
il pubblico impazziva, saltava in piedi e il gioco si fermava, tutti i
giocatori che attendevano la fine della partita. Santana alzò la testa come gli
altri. Brittany e Quinn erano scattate insieme, le
due scope filavano veloci, testa a testa. Nessuna delle due sembrava essere
capace di avvantaggiarsi. Poi Quinn agì d’astuzia, si appoggiò alla scopa di Brittany che perse il controllo mentre lei si allungava e
afferrava il boccino. Santana però non udì neppure l’urlo di gioia dello
stadio, perché seguiva la scopa di Brittany. Quando
Quinn l’aveva urtata Brittany era sbilanciata in
avanti pronta a prendere la sfuggente pallina dorata e ora ondeggiò, poi perse
la presa e cadde. Quinn resasi conto del pericolo cercò di prenderla, ma fu
lenta.
Note
Il rapporto con Quinn si fa teso, mentre quello con Brittany si approfondisce, e ora?
Quinn e Brittany, si sono scontrate
sul terreno di gioco e Brittany è in pericolo, cadrà?
Riuscirà a rimanere in sella?
Santana ha appena vinto la partita ma… Al prossimo capitolo!
;-)
Brittany cadeva, la folla improvvisamente si
era zittita mentre i professori si alzavano estraendo le bacchette, troppo
lenti. Santana non aveva esitato, lei conosceva Quinn, aveva già previsto la
sua mossa e aveva capito che Brittany sarebbe caduta.
La afferrò tra le braccia mentre guidava la scopa solo con le ginocchia. Brittany si aggrappò a lei, gli occhi sgranati dalla paura,
“Va tutto bene, ti ho presa!” Le disse lei mentre scendeva a
terra. La scopa rotolò sul terreno, ma Santana non vi badò, sentiva il cuore di
Brittany, batteva veloce, si accasciarono a terra, Brittany stretta tra le sue braccia, incapace di parlare,
persino di respirare.
“Brittany!” La chiamò lei, “Respira
Brittany!” Le ordinò, cercò di guardarla in volto, ma
la ragazza non le permise di staccarsi. Sentì però che le obbediva e prendeva
un grosso respiro. “Brava… va tutto bene… va tutto bene…” Le disse mentre
dolcemente le accarezzava la schiena, sentiva che la ragazza singhiozzava
contro di lei e la strinse un po’ più forte incapace di fare o dire di meglio.
“Grande presa Lopez!” Le disse l’arbitro Beiste“Ci sarebbe stata una bella frittatina
se non fosse stato per i tuoi riflessi!” Santana non disse nulla, invece guardò
con rabbia Quinn che era atterrata proprio in quel momento.
Brittany fu portata via, circondata dai suoi
amici, mentre Santana ricevette i complimenti per l’azione, li accettò senza
parlare, ma quando fu negli spogliatoi dove la sua squadra stava festeggiando
raggiunse Quinn,
“Cosa diavolo pensavi di fare?”
“Scusa?”
“Volevi ucciderla?” Attorno a lei si era fatto il silenzio ma
a Santana non importava,
“Ho solo fatto quello che qualunque cercatore fa in uno
scontro diretto! Non ho infranto nessuna regola!”
“L’hai buttata giù dalla scopa!”
“Santana calmati! Non volevo che cadesse…”
“Era sbilanciata! Hai aspettato il momento giusto!”
“Sei fuori di testa, non ti rispondo…”
“Tu rispondi eccome!” Santana le si gettò addosso, se avesse
avuto la bacchetta l’avrebbe usata, ma non era consentita durante gli incontri
di quiddich quindi si avventò sulla ragazza in
maniera molto più fisica. Quinn di certo non si lasciò fare, in pochi istanti
erano a terra, tirandosi i capelli e graffiandosi come due bambine dell’asilo.
Furono immediatamente divise dai loro compagni,
“Lasciatemi!”
“Sei fuori dalla squadra Lopez!” Le urlò Quinn, Santana si
tolse la casacca e gliela gettò addosso per poi andarsene.
“E’ impazzita?” Chiese Rachel che
era appena arrivata guardando una Quinn ancora schiumante di rabbia.
“Sei una codarda Santana Lopez!” Urlò la ragazza e le parole
la colpirono come se fossero stati macigni.
Per sua fortuna le vacanze erano alle porte, non ne poteva
più, Rachel non faceva altro che tentare di appianare
tutti gli scontri con Quinn, scontri che iniziavano al mattino e non finivano
fino alla sera. Bastava un nonnulla perché finissero per urlarsi addosso. E,
Santana lo sapeva, per la maggior parte era colpa sua, era furiosa con Quinn e
faceva di tutto per provocarla.
“Hai litigato con Quinn?” Santana annuì,
“Sì, lascia sempre i suoi libri sulla scrivania!”
“Oh… e non va bene?” Le chiese Brittany
perplessa,
“No! Non è solo sua la scrivania!” Brittany
annuì rapida e Santana prese un profondo respiro, non voleva arrabbiarsi di
nuovo, non con Brittany vicino. Guardò la ragazza,
non indossava la tunica e non aveva libri, un gran cambiamento rispetto al suo
solito aspetto,
“Come stai?” Le chiese, come faceva ogni giorno da quando era
caduta dalla scopa,
“Sto bene San! Te l’ho detto, mi sono solo spaventata un po’…
ma la Beiste mi ha rimesso su una scopa e mi è
passato tutto!” Santana annuì poi rimase in silenzio, la neve stava cadendo
all’esterno ed era bello osservare come il vento giocasse con i leggeri fiocchi.
“Hai preparato la valigia? Perché io ci metto sempre un sacco
di tempo!”
“Sì…” Le rispose Santana, la sua mente vagava, perché era
così arrabbiata con Quinn? In fondo lo sapeva che non aveva buttato apposta Brittany giù dalla scopa, eppure quando la vedeva, quando
la ragazza puntava i suoi occhi verso di lei le ribolliva il sangue.
“Credo che tu debba fare pace con Quinn…” Santana la guardò
sorpresa che avesse indovinato i suoi pensieri, “Prima di Natale, non è bello
essere arrabbiati a Natale!”,
“Non sono io che devo chiedere scusa!”
“San…” Si voltò a guardarla, “Perché sei arrabbiata con lei?”
Santana aprì la bocca ma Brittany vi pose due dita
fermandola, “La verità San…”, tolse le dita dalle sue labbra arrossendo, come
se solo in quel momento si fosse resa conto del gesto, troppo intimo, davvero
troppo…
“Io…” Non lo sapeva, non lo sapeva proprio. Brittany scese dal davanzale e le sorrise,
“Mi mancherai durante le vacanze!” Si strinse nelle spalle e
andò via. Santana aprì la bocca per richiamarla, ma poi si trattenne ricordando
ancora una volta che non poteva di certo invitarla a casa sua.
Entrò in camera e trovò Quinn intenta a chiudere la valigia,
“Passi le vacanze dai tuoi?” Chiese cercando di mantenere un
tono normale, Quinn annuì senza guardarla. Ok, una frase e non avevano urlato,
bene… “Rachel mi ha detto che va a trovare i nonni in
Francia…” Quinn si voltò a guardarla questa volta e Santana nel vedere quello
sguardo su di lei si sentì esposta, analizzata, valutata. Si voltò e lasciò la
stanza, perché se fosse rimasta ancora un istante allora si sarebbero aggredite
di nuovo, lo sapeva.
La stazione di King’s Cross era
piena di gente, come sempre, genitori che abbracciavano i loro figli tornati
dalla scuola, amici che si salutavano e fratellini che guardavano affascinati
il grosso treno che un giorno li avrebbe portati alla scuola di magia. Santana
si guardò attorno, individuando con facilità Brittany
che stava ricevendo un abbraccio doppio dai suoi genitori,
“Bentornata padroncina Santana” Il piccolo sciocco l’aveva
avvertita dell’arrivo dell’elfa e Santana le sorrise,
“Ciao Devra! Lo sai che ormai so
smaterializzarmi da sola…” L’elfa annuì ma le tese la
mano e Santana sorrise, era un loro personale rituale, l’elfa
veniva ad accoglierla alla stazione e la portava a casa. Prese la propria
valigia e poi la mano piccola e fragile dell’elfa. Un
istante prima di scomparire vide che Brittany si voltava
verso di lei.
Brittany rise della stretta affettuosa in cui
l’avevano avvolta i suoi genitori,
“Allora Brittany! Come stai? Mi
sono preoccupata quando mi hai detto che sei caduta da una scopa!” Le disse la
mamma lasciando comparire sul suo volto la preoccupazione,
“Oh cara, guardala, sta benissimo! E sono sicuro che voi
maghi abbiate qualche magia per casi simili!” Intervenne suo padre,
“Sì, anche se in realtà sono stata presa al volo da…” Si
voltò, aveva lasciato Santana per correre a salutare i suoi, la ragazza
stringeva la mano di un elfa molto vecchia, i loro
sguardi si incrociarono poi la ragazza sparì. Brittany
si morse un labbro delusa di non averla potuta presentare ai genitori e
soprattutto di non averla saluta come si deve. “Oh… è andata via…”
“Ce la presenterai un’altra volta! Ora andiamo a casa, ti
aspetta un pranzetto tutto Dannano!”
“Babbano tesoro, noi siamo babbani!”
La corresse suo marito, “Vero Brittany?”
“Sì, papà!”, Brittany salutò con la
mano Tina e Mike poi fu richiamata da un urlo di Puck che ci tenne a
consegnarle un piccolo pacchetto per Natale, “Grazie!” C’era scritto, il
ragazzo le fece l’occhiolino e scappò in fretta a raggiungere sua madre ma a Brittany non sfuggì lo sguardo divertito che si lanciarono
i suoi genitori. Solo allora ricordò che aveva nella valigia un regalo per
Santana. Era stata una stupida a dimenticarlo!
Note
Arrivano le vacanze di Natale… Saprà Santana dimostrarsi,
diversamente da quello che ritiene Quinn, coraggiosa? Agirà in qualche modo o
dovremmo aspettare il rientro a scuola per rivedere Brittany?
Il prossimo capitolo probabilmente lunedì, perché domani ho
un’intensa giornata ai seggi… però magari riesco a ritagliare il tempo nella
pausa pranzo! Non vi prometto niente ma ci proverò! ;-)
Rieccomi! Scusate, ma ieri proprio non ce l’ho fatta!
Buona lettura!
Ottavo capitolo: Tra i babbani
Santana era sdraiata sul suo letto, Devra
stava sistemando le sue cose, era tornata da due giorni e nel vedere il baule
ancora intatto l’elfa aveva deciso di pensarci lei,
“Padroncina Santana, dove lo metto questo? Sotto l’albero?”
Santana si voltò rapida afferrando il piccolo pacchetto dalle mani dell’elfa,
“No!” Devra la guardò inclinando la
testa, come faceva quando era piccola per farle capire che avrebbe meritato di
essere sgridata, ovvio che da elfo domestico non poteva sgridarla davvero, ma
quell’espressione era più che sufficiente a far sentire Santana molto in colpa.
“Voglio dire… non è un regalo per me… mi sono dimenticata di consegnarlo…” L’elfa annuì anche se piuttosto dubbiosa e tornò al suo
baule.
Santana si rigirò tra le mani il piccolo pacchetto, l’aveva
dimenticato? Davvero? Forse era una brava bugiarda ma con se stessa le
risultava difficile. Codarda, ecco la parola che le veniva in mente guardando
quel pacchettino. Le serviva davvero una scusa?
“Devra i miei genitori torneranno
tardi vero?”
“Sì, hanno chiesto di cenare alle otto e mezza, non
arriveranno prima…” Santana scattò dal letto iniziando a rovistare nei suoi
armadi,
“Volete uscire?” Le chiese l’elfa
nel vederla scegliere una giacca e un cappello.
“Sì, faccio una passeggiata giù in paese!” Non aspettò la
replica, afferrò la sua sciarpa da Serpeverde e corse fuori nella neve.
Non la vedeva da due giorni e ora l’idea di andare da lei la
fece sorridere di gioia.
Little River era davvero un piccolo paesino che ospitava
appena più di una manciata di case, Santana osservò con un certo ribrezzo le
macchine che passavano sulla strada, trovava che fossero sgradevoli da ogni punto
di vista, da quello olfattivo a quello sonoro. Cercò la casa di Brittany, si ricordava che molti anni prima la ragazza
gliel’aveva fatta vedere, mentre loro stavano ben nascoste dietro una siepe, in
quel momento fingevano di essere folletti in cerca di una casa. Brittany si era rifiutata di credere che i folletti fossero
brutti e spaventosi, malgrado Santana, che li aveva visti alla Gringott, le assicurasse che fosse così.
La casa aveva un piccolo giardino ora ricoperto di neve, ma
che in primavera doveva essere uno splendore, vista la cura con cui erano
disposte le piante e le siepi. Certo, nulla a che vedere con il giardino di
casa sua che necessitava di due giardinieri esperti di erbologia
e cura delle piante magiche. Santana si rese conto che stava letteralmente
perdendo tempo. Codarda. Quella parola le risuonò di nuovo nella testa.
Aprì il cancelletto ed entrò. Bene e ora? Non c’erano
cordicelle da tirare… bussò alla porta. Attese per un po’ poi fece un passo
indietro sollevata, poteva lasciare il pacchetto a terra e…
“Salve!” Un donna alta, dai capelli scuri aprì la porta, “Ero
quasi sicura di aver sentito bussare!” Sorrise e assomigliò in maniera
sorprendente a Brittany.
“Salve Signora Pierce… sono un amica di Brittany
di Hogwarts…” La donna sgranò gli occhi,
“Oh! Sei una maga anche tu? Vieni entra!” Santana entrò nella
casa guardandosi attorno curiosa, non era mai stata in una casa babbana e doveva ammettere che era piuttosto interessata.
“Vieni cara, Brittany è uscita, ma
rientrerà a minuti, non manca mai la sua merenda!” Ridacchiò e poi la
accompagnò in cucina dove un uomo stava guardando una scatola nera. Santana
osservò affascinata il mezzobusto che stava parlando,
“Caro, lei è un amica di Brittany…
di Hogwarts!” L’uomo che si era voltato con un sorriso
ora si illuminò. Prese un oggetto e lo punto verso la scatola dalla quale sparì
l’immagine.
“Siediti, cosa ti offro? Brittany
prende il latte, ma magari tu preferisci del the o magari del caffè?”
“Io… vi ringrazio, ma volevo solo dare questo a Brittany, se non c’è glielo potete…”
“Oh che carina! Un regalo!” Disse la madre della ragazza
mentre suo padre scuoteva la testa,
“Devi consegnarglielo tu! Vedrai sarà qui a momenti…”.
Santana annuì sopraffatta da tutta quell’attenzione,
“Allora andrà benissimo un the, signora Pierce.” La donna
sorrise e si affrettò ai fornelli.
“Anche tu giochi a quidditch?” Le
chiese il signor Pierce,
“Sì, sono una cacciatrice!”
“E giochi con Brittany?”
“No, io sono una Serpeverde!” Rispose lei,
“E scusa ma cosa fa esattamente una cacciatrice?” Chiese la
donna mentre il marito sbuffava,
“Tesoro! Te l’ho spiegato un sacco di volte! I cacciatori
devono segnare, cioè far passare la pluffa in uno dei
tre anelli!” Guardò Santana, “Dico bene?”
“Sì, signor Pierce.”
“E Brittany? Come gioca? Perché
sono preoccupata… mi ha scritto che è caduta dalla scopa e…”
“Oh lei è bravissima! E’ stato solo un colpo di sfortuna…”
“Ma sono sicura che voi avete degli airbag in caso di
caduta!” Santana corrugò la fronte non conosceva quel termine, fu salvata
daun suono ripetitivo,
“Vado io!” Disse l’uomo e si alzò per poi prendere un oggetto
e iniziare a parlarci dentro,
“Ecco il tuo the” Santana osservava l’uomo e così quando si
voltò urtò la tazza mandandola a infrangersi a terra.
“Oh! Mi dispiace!” Disse,
“Non importa! Sai quante ne abbiamo di simili?” Ma Santana
estrasse la bacchetta,
“Reparo!” Ordinò osservando i pezzi
riattaccarsi poi con un altro colpo di bacchetta asciugò il pavimento, “Mi
dispiace per il the versato…” Si bloccò perché i due la stavano guardando ad
occhi sgranati, il primo a riprendersi fu il padre di Brittany,
l’uomo sorrise,
“Scusaci, ma per quanto ci proviamo la magia ci lascia ancora
sbalorditi…”
“Ma Brittany…”
“Lei non la usa a casa…” Spiegò la mamma, poi fece una
risatina “Anche se forse d’ora in poi le chiederò di farlo…” Una porta si aprì
e poi si richiuse. Santana sentì i passi avvicinarsi e prima che la persona
comparisse seppe che non si trattava di Brittany, infatti
comparve un ragazzo alto dai brillanti occhi azzurri,
“Salve!” Disse, aveva un curioso accento,
“Ciao Rory!” Lo salutò forse troppo
allegra la mamma di Brittany, mentre il padre
aggiunse,
“Lui è Rory, è qui per una
vacanza-lavoro…” Santana intuì che il ragazzo era un babbano-ignaro, “E lei è
un amica di scuola di Brittany…” Solo allora Santana
si rese conto che non aveva ancora detto loro il suo nome,
“Santana” Disse ottenendo un sorriso e una stretta di mano
dal ragazzo.
“San…” si voltò verso la porta e la vide, Brittany
sorrideva,
“Ciao…”
“Sei venuta a trovarmi!” Lei annuì e il sorriso della ragazza
si allargò ancora, “Vieni!” Le prese la mano portandola via,
“Brittany la merenda!” La richiamò
la madre,
“La faccio dopo, magari…” Le urlò Brittany
mentre saliva di corsa le scale, tenendole sempre la mano.
Richiuse la porta della sua stanza e tornò a guardarla, sì,
non stava sognando, Santana era lì, in camera sua.
“Sei venuta a trovarmi!” Disse ancora cercando di accettare il
concetto, la ragazza si morse un labbro,
“Sì… dovevo darti il mio regalo di Natale…” Brittany sorrise mentre la ragazza le consegnava un piccolo
pacchetto. Se lo rigirò un po’ tra le mani poi lo posò in cima ad una notevole
pila di regali.
“Grazie! Anche io ti dovevo dare il mio!” dovette rovistare
un po’ nel suo baule che non aveva ancora sistemato e alla fine ne tirò fuori
il suo regalo. Lo consegnò a Santana che lo preso con un piccolo sorrise.
“Forse devo andare ora… i tuoi genitori…”
“Oh! Cosa ti hanno detto? Ti hanno chiesto della scuola?” Le
chiese preoccupata, conosceva i suoi genitori, sapevano essere soffocanti se
volevano.
“Sono stati molto gentili… mi hanno chiesto del quidditch” Brittany rise
“Mamma non riesce proprio a capirlo, ma in fondo ancora non
capisce il fuori gioco nel calcio!”
Santana annuì anche se non aveva capito, forse non era stata
una buona idea, si sentiva fuori luogo, a disagio persino.
“Brittany ora devo andare a casa”
Le disse e vide il sorriso della ragazza spegnersi,
“Certo…”
“E’ stato un piacere conoscere i tuoi genitori e… Rory…” Ripescò il nome nella sua memoria, “Ma devo…”
“Andare sì…” L’anticipò Brittany,
“Ci rivedremo a Hogwarts allora…”. Santana osservò
quel volto triste e sentì risuonare una sola parola nella sua mente, codarda.
Di cosa aveva paura? Andiamo!
“Magari… se tu domani hai del tempo libero…”
“Sì!” Brittany annuì per confermare
le sue parole,
“Allora vengo… dopo pranzo?” Il sorriso di Brittany fu sufficiente come risposta.
Note
L’eco delle parole di Quinn forse ha funzionato da sprone,
oppure semplicemente Santana non è riuscita a resistere dal stare lontana da Brittany!
Abbiamo conosciuto i signori Pierce e abbiamo la promessa di
un altro incontro… Vedremo cosa succederà nel prossimo capitolo!
Il giorno dopo Santana si presentò a casa dei Pierce e trovò Brittany ad aspettarla già con una giacca pesante e una
sciarpa variopinta. Voleva mostrargli una cosa e Santana intuì presto di cosa
si trattasse, Brittany la portò nel bosco innevato
facendole esplorare i suoi luoghi preferiti, avrebbe dovuto dire i loro luoghi
preferiti visto che era lì che avevano giocato per mesi prima di venire
separate.
Sembrava un tuffo nel passato almeno per Santana che si
ritrovò a fremere d’impazienza durante le mattinate e i pranzi con i suoi
genitori in attesa del momento in cui se ne sarebbero andati lasciandola libera
di raggiungere Brittany. Ed era tutto meraviglioso,
come un tempo anche se Santana non ricordava che da bambina il suo cuore
accelerasse ogni volte che Brittany le prendeva la
mano e neppure ricordava di aver mai tanto desiderato sentire una risata, come
desiderava quella di Brittany.
“San?” Si voltò e venne colpita da una palla di neve, Brittany rise e Santana le balzò addosso, in un attimo si
stavano rotolando nella neve, come due bambine. Ridevano e malgrado fosse stata
lei ad attaccare, Brittany rovesciò presto la
situazione prendendo il sopravvento e schiacciandola nella neve. I loro corpi
aderivano alla perfezione, i loro respiri erano così vicini, il cuore di
Santana iniziò a battere come un pazzo e lei si bloccò venendo imitata da Brittany che la guardò perplessa.
I loro sguardi si allacciarono poi la ragazza si abbassò
facendo sfiorare i loro nasi,
“Hai il naso freddo…” Disse piano, Santana non riusciva più a
respirare, figurarsi pensare di risponderle. Brittany
sorrise appena poi si piegò su di lei facendo scivolare il suo naso lungo il
lato del collo di Santana che rabbrividì e non perché la ragazza aveva il naso
gelato. Sentì Brittany ridacchiare e poi avvertì il
suo respiro caldo contro il collo. Brittany vi depose
un bacio leggero, le sue labbra erano fredde, ma così morbide, Santana chiuse
gli occhi mentre Brittany deponeva un secondo bacio e
poi un terzo risalendo il suo collo. Si interruppe e lei aprì gli occhi,
trovandosi a guardare di nuovo due profondi occhi azzurri. Il suo respiro caldo
ora le sfiorava le labbra. Santana poteva fare solo una cosa, alzò leggermente
la testa incontrando le labbra di Brittany.
Improvvisamente non ci fu più il freddo dell’inverno, neppure la sensazione di
gelido bagnato dovuto al suo prolungato contatto con la neve. Nulla, solo più
quelle labbra, morbidi e dolci. Solo più Brittany.
Durò un secolo o forse solo un minuto, ma per Santana avrebbe potuto essere l’eternità.
“Padroncina!” Brittany si separò da
lei e Santana tornò al presente. Si tirò su a sedere mentre Brittany
rossa in volto era già in piedi.
“Ciao Devra…” Disse senza
guardarla, si sentiva come se avesse bevuta tre pozioni contrastanti, i
sentimenti e le emozioni combattevano dentro di lei e non era capace di venirne
a capo.
“I padroni si sono appena materializzati in salotto…”
Annunciò l’elfa e Santana si tirò in piedi, guardò Brittany che le fece un piccolo e timido sorriso,
“Mi dispiace non poterti riaccompagnare a casa…”
“Non importa…” Disse lei Devra le
tese la mano pronta a smaterializzarla ma Santana la ignorò, fece due passi e
abbracciò Brittany,
“Ci vediamo domani?” Chiese piano in un sussurro, la testa di
Brittany annuì e Santana depose un bacio sulla sua
guancia fredda. Si sorrisero poi la mano di Devra fu
nella sua e Santana si ritrovò nella sua stanza, con sua madre che bussava.
Santana sospirò felice mentre finalmente poteva tornare in
camera sua, i suoi genitori avevano invitato degli ospiti e lei aveva dovuto
rimanere a chiacchierare per un tempo eccessivamente lungo con il rampollo
della situazione, un ragazzo che aveva già intravisto a Hogwards
ma con cui non aveva mai avuto nulla a che fare.
“Padroncina dobbiamo parlare!” Il tono di Debra
era tutto meno che domestico!
“Sì?” Chiese assumendo un’espressione tra il perplesso e
l’indifferente, capì che aveva fallito quando l’elfa
incrociò la braccia, altro gesto che faceva quando era piuttosto arrabbiata con
lei,
“Ti prego non dirlo a mamma!” Supplicò immediatamente, non
era da lei, eppure avrebbe fatto qualsiasi cosa per poter rivedere Brittany, l’elfa sgranò gli occhi
stupita,
“Non… non avete mai supplicato! Neanche quando eravate in
punizione e io avrei potuto aiutarvi!” Santana distolse lo sguardo, sapeva solo
che era troppo importante,
“Devra, io non so… però… ecco… è…
non lo dire a mamma!” Tornò a dire, incapace di spiegarsi meglio, l’elfa fece un profondo respiro poi si sedette sul letto
accanto a lei,
“Non lo dirò… ma…” Santana le impedì di continuare
abbracciandola forte,
“Grazie! Pensavo che domani potevo portarla qui!” Santana si
era già alzata e aveva raggiunto il suo armadio alla ricerca di qualcosa di
carino da mettere.
“Cosa? Qui? Ma i vostri genitori…”
“Oh loro saranno via tutto il giorno! E poi tu farai il palo
no?” L’elfa sgranò gli occhi poi se ne andò
borbottando qualcosa sui giovani maghi senza rispetto e il fare il palo alla
sua età. Santana si guardò allo specchio, poi si passò le mani sulle labbra e
sorrise.
“Tu abiti qui?” Brittany osservava
il maniero ad occhi sgranati, Santana annuì,
“Sì… è la casa dei Lopez dal 1754, prima avevamo una
residenza nel Summershire ci siamo traferiti lì nel
1492, sai abitavamo a Grenada e in quell’anno la situazione era un po’
sgradevole lì anche per i maghi quindi ci siamo trasferiti in Inghilterra dove
c’era una fiorente comunità di maghi… ai tempi dei romani abitavamo a Carthago nova…” Si interruppe perché Brittany
la guardava sorridendo,
“Sei agitata?” Santana arrossì mentre Brittany
le stringeva la mano, “Ti va di farmi vedere com’è dentro?” Propose poi la
ragazza e Santana annuì, cercando di rilassarsi. Era difficile, guardava Brittany, guardava casa sua, erano due mondi lontani, che
sentiva di dover tenere separati, eppure si incamminò verso casa sua stringendo
la mano della ragazza, ancorandosi alla tranquillità che leggeva nei suoi
occhi.
Devra aprì la porta, poi le accompagnò per
tutta la casa, sembrava una sentinella o una guardia, fu abilissima ad ignorare
tutte le occhiatacce che le indirizzò Santana, ma malgrado ciò Brittany non sembrò per nulla intimorita o infastidita,
anzi il suo stupore e il suo entusiasmo si riversarono su ogni cosa che vedeva,
persino la vecchia tabacchiera di Bartelmen Lopez un
orrore di porcellana che un tempo cambiava colore a seconda dell’umore del
fumatore ma ora assumeva a caso solo colori squillanti e sgargianti.
“La tua camera è grande come tutta casa mia…” Disse solo Brittany mentre entrava nella stanza che Santana aveva
lasciato per ultima.
“Devra, grazie, i tuoi servigi non
sono più richiesti!” Le disse Santana chiudendo con un occhiataccia la porta
della sua camera. Si voltò e trovò Brittany intenta
ad osservare la sua collezione di scope, tutte ben allineate nei loro supporti
contro il muro,
“Wow! Sono tutte tue?”
“Sì…”
“Ma non hai volato con queste, al primo anno avevi una
Speldor10, queste sono più vecchie…” Si interruppe osservando una Nibus2000,
sistemata accanto ad una Firebold, non erano solo
scope veloci, quelle erano le stesse scope su cui aveva volato Harry Potter,
“Queste…” sfiorò con un dito la placchetta con il nome, stupita.
“Sì… mi piacciono le scope, con loro puoi… allontanarti da
tutto…” Non aveva mai detto a nessuno il motivo per cui aveva quella piccola
passione, i suoi genitori la vedevano come puro collezionismo e spesso le
regalavano una scopa.
Brittany si voltò e guardarla, lo sguardo
serio,
“Vuoi allontanarti anche da me?” Chiese, innocente, Santana
scosse la testa,
“No…” Sussurrò e la ragazza sorrise per poi avvicinarsi di
più a lei. Erano di nuovo vicine, il cuore di Santana accelerò, perché ora
sapeva quello che sarebbe successo, ora conosceva l’ampiezza delle sensazioni
che avrebbe provato. E fu sorpresa, perché mai ci si poteva preparare a
qualcosa di simile. Quando le labbra di Brittany si
posarono sulle sue il mondo smise di esistere, solo il suo corpo e quello di Brittany, il loro respiro, i loro cuori.
Erano sdraiate accanto nel letto, le mani intrecciate come
gli sguardi,
“A cosa pensi?” Le chiese Brittany,
“A te…” La ragazza sorrise e Santana sentì il cuore fare un
balzo, “Tu?”,
“A quanto sei bella” Disse sicura Brittany,
“A quanto sei meravigliosa e splendida e speciale!” Santana arrossì, nessuno le
aveva mai detto quelle cose con quella verità negli occhi e nella voce. Ed ebbe
paura, perché c’era qualcosa di profondo, qualcosa di terrorizzante.
“Sei tu quella speciale Brittany,
io sono solo… una codarda…” Gli occhi di Brittany si
intristirono e Santana distolse lo sguardo da lei incapace di sostenere i suoi,
“Non merito…” Ecco, non era neppure in grado di dirlo!
“San?” La chiamò la ragazza e quando lei la guardò Brittany la baciò dolcemente, quando si separarono la
ragazza si strinse nelle spalle, “Ah me basta che tu mi sorrida, ok? Va bene se
a scuola non vuoi stare con me…” Santana strinse quelle mani che ancora erano
tra le sue sentendosi male, perché era incapace di replicare, incapace di dirle
che non era quello che voleva, che voleva stare con lei!
E mentre lo pensava si rese conto che era così, che quei pochi
baci non erano vuoti esperimenti o strane effusioni, no, erano molto di più.
Erano tutto. Separò una delle loro mani e le accarezzò la guancia,
“Mi dispiace…” Una lacrima scese lenta lungo il viso di Brittany e Santana si piegò a raccoglierla con le labbra,
“Possiamo essere amiche?” Le chiese la ragazza e Santana si
odiò mentre annuiva, la voce di Quinn che le risuonava nella testa. Codarda.
Note
E’ successo, si sono baciate e Santana ha rovinato tutto… l’ampiezza dei sentimenti che ha capito di
provare e che ha letto negli occhi di Brittany l’hanno
spaventata.
Brittany? Ha detto che può accontentarsi di
essere solo un’amica, ma è la verità? E a Santana basterà oppure quella
situazione le scoppierà in faccia?
Lo vedremo nel prossimo capitolo, che dovrei riuscire a
postare come sempre domani anche se forse un pochino più tardi del solito…
La mano di Devra era fragile nella sua, Santana la lasciò andare
permettendo al fragore di King’s Cross di sommergerla,
“Padroncina…” La chiamò l’elfa e lei si voltò a guardarla, “Non avete aperto questo…”
Le consegnò il piccolo pacchettino. Santana lo guardò senza prenderlo, poi l’elfa glielo tese con maggiore insistenza e lei allungò le
mani. Non lo aveva aperto. Quando Brittany era andata
via da casa sua aveva chiamato Devra
e le aveva detto di farlo sparire, non lo voleva vedere, non voleva avere
davanti agli occhi nulla che le ricordasse Brittany e
di conseguenza la sua codardia.
“Ti avevo chiesto di…”
“Sono un po’ dura d’orecchia,
mi dispiace per la mancanza padroncina…”.
Gli elfi domestici non
potevano disobbedire, mai, eppure avevano elaborata
un’alquanto affascinante modo di travisare o eludere anche gli ordini più
chiari e diretti. Devra di sicuro aveva dimostrato
più volte di essere un’esperta del settore.
Strinse il pacchetto, poi
quando udì una risata lo nascose nella valigia, si
voltò e la vide. Non si erano più viste da quel famoso pomeriggio. Brittany le sorrise, dolce e Santana si impedì
di distogliere lo sguardo.
La ragazza parlò con i genitori
e poi tutti e tre si avvicinarono a lei,
“Salve
signori Pierce, Brittany…” I due adulti
tentarono di non mostrarsi troppo stupiti mentre osservavano l’elfa al suo fianco,
“Santana, è un piacere
rivederti, speravamo che passassi ancora a casa!” Disse la donna distogliendo
lo sguardo da Devra e fissandolo su di lei,
“Mamma, Santana è stata
sicuramente impegnata con la sua famiglia…” Intervenne Brittany
e Santana annuì,
“I tuoi genitori sono già
andati via?” Chiese il padre di Brittany come sempre
curioso di conoscere dei maghi,
“Loro non vengono mai a King’s Cross, mi accompagna Devra”
Spiegò loro e ottenne due sguardi stupiti che però furono presto nascosti,
“Saranno molto impegnati…
cosa ne sappiamo noi di cosa fanno dei maghi!” Considerò la signora Pierce poi
il treno fischiò annunciando che era l’ora dei saluti. I signori Pierce si
voltarono verso la loro figlia improvvisamente commossi,
“Fai la brava, piccolina…” Le
disse la madre mentre il padre sorridendo aggiunse,
“E schiva i bolidi!” Brittany annuì e poi si lanciò in un abbraccio. Santana si
chiese se doveva andarsene, le sembrava di assistere a qualcosa di privato,
intimo…
“Padroncina, ricordate, se
avete bisogno di me dovete solo chiamarmi…” Santana corrugò la fronte
perplessa, ma l’elfa era già scomparsa. Non le aveva
mai detto una cosa simile.
“Buona scuola anche a te
Santana, e in bocca al lupo per gli esami di fine anno!” La ragazza si voltò
ringraziando i Signori Pierce e poi li seguì con lo sguardo mentre se ne
andavano,
“Malgrado tutte le volte che
sono venuti qui, si muovono ancora come se avessero
paura…” Commentò Brittany e nel suo tono c’era
dell’amarezza,
“E’ per quello che non fai magie a casa?” Le chiese Santana e la ragazza la guardò
sorpresa, poi annuì.
Salirono sul
treno alleggerite dal bagaglio che gli addetti avevano già preso in carica.
“Sai non credo sia paura…” Brittany si voltò perplessa verso
di lei che si strinse nelle spalle, “E’ solo stupore…”. La ragazza la guardò, i
loro occhi si intrecciarono e Santana sentì il suo
cuore accelerare, fece un passo verso di lei e la vide irrigidirsi, si bloccò
all’istante chiedendosi cosa stesse facendo.
“Sei qui! Ti ho cercato per tutto il treno!” Rachel entrò nel
compartimento, “Oh ciao Brittany” Si sedette e guardò
le due ragazze, “Passato delle belle vacanze? Perché le mie sono state
meravigliose!” E si gettò in un accurata descrizione
di ogni giorno di vacanza. Santana si sedette al fianco della compagna cercando
di escludere la sua voce mentre osservava il mondo scorrere veloce. Brittany interagiva con la ragazza ogni tanto, ma era la
voce di Rachel a fare da padrona.
“Ciao…” Santana si voltò
incrociando lo sguardo verde di Quinn. Gli occhi della ragazza passarono su Brittany poi si fissarono su Santana,
“Ciao Quinn” Disse Rachel, Brittany invece si alzò,
“Ti lascio il mio posto…”
“Non ce n’è bisogno, di posto
ce n’è per tutti…” Disse Quinn mentre Santana rimaneva in silenzio, Brittany cercò il suo sguardo ma Santana lo evitò e la
ragazza scosse la testa,
“Devo salutare i miei amici…”
Disse e se ne andò.
“Quinn, stavo raccontando a
Santana e Brittany le mie vacanze, la Francia è
meravigliosa!” Santana sbuffò infastidita,
“Ora non riiniziare!”
La ragazza incrociò le braccia ma Quinn intervenne, bloccandone la reazione,
“Santana, come sono andate le
tue vacanze?” Le due si guardarono e Santana capì che si trattava di un’offerta
di pace. Come erano state le sue vacanze? Meravigliose
e terribili.
“Bene… e le tue?” Rachel
passava lo sguardo da una all’altra, aveva finalmente colto l’importanza di
quelle frasi all’apparenza banali.
“Bene anche le mie, sono
riuscita a stare anche un po’ con Noah…” Santana
sorrise,
“Sono contenta, è un tonto
Grifondoro… ma mi piace…” Fu la volta di Quinn di sorridere,
“Guarda che lo so che gli hai
dettato tu quella lettera d’amore!”
“Io? Io non scrivo lettere d’amore!” Si
difese subito Santana e le due ragazze risero insieme.
“Mi dispiace…” Dissero in
coro e sorrisero, ma fu Santana a parlare ancora,
“Non dovevo dirti quelle
cose, lo so che non volevi buttarla giù dalla scopa e…” Si interruppe,
Quinn annuì,
“Lo so e neanche io volevo
dirti quello che ti ho detto” Santana la guardò poi scosse la testa e si
strinse nelle spalle, se non ci fosse stata Rachel forse
le avrebbe detto dell’altro, forse le avrebbe confessato che le sue vacanze non
erano andate semplicemente bene... forse le avrebbe detto che aveva ragione,
che era una codarda.
“Avete
fatto pace! Che bello, non ne
potevo più di vedervi a turno svegliarvi con me! E’ molto
meglio avere il bagno tutto per sé!” Le due si guardarono poi alzarono gli
occhi in perfetta sincronia, “Eccole di ritorno!” Commento Rachel ma nel suo
tono c’era del sollievo e delle felicità.
Brittany uscì dal compartimento ferita, Santana non l’aveva
guardata, non le aveva sorriso, dopo quello che era
successo sapeva che sarebbe stato difficile, ma nonostante tutto aveva davvero
sperato di poter stare accanto alla ragazza, anche se solo come amica. Eppure
era difficile, perché lei aveva bisogno di sentirla ridere, voleva intrecciare
le loro dita, voleva baciarla. Era
successo così poche volte, poteva ricordarle, una ad una, e non era giusto,
perché lei avrebbe voluto perdersi nel suo abbraccio e dimenticare persino come
si fa a contare.
“HeiBrittany!” Il ragazzo spuntò dal compartimento sorridendole,
“Piaciuto il regalo?”,
“Erano buonissimi i biscotti,
grazie!” Puck le fece l’occhiolino,
“La lettera
le è piaciuta tantissimo! Grazie a
te!” Brittany si strinse nelle spalle, il ragazzo le
aveva chiesto una lettera d’amore e lei gli aveva dettato qualche frase di
Romeo e Giulietta, aveva partecipato ad una recita
alle elementari e lo ricordava ancora, sembrava che i maghi non si
interessassero di letteratura babbana, Puck nel leggerlo aveva sorriso e aveva aggiunto che era
proprio il genere di cose che piacciono alle ragazze.
“Ti siedi
con noi?” Le chiese poi il giovane ma Brittany scosse
la testa,
“Vado a cambiarmi, ci vediamo
ad Hogwarts…” Il ragazzo la salutò e lei raggiunse la
sua valigia, indossando l’uniforme. Rimase un istante ad
osservare l’ampia tunica nera, poi la indossò, forse era meglio non essere se
stesse.
Il treno arrivò ad Hogwarts e Santana osservò il castello illuminato, le era
sempre sembrato accogliente, c’era qualcosa di rassicurante in quelle alte
mura, sembravano pronte a proteggerti. E così era, la storia, anche quella
molto recente lo ricordava. Mura tra le quali ci si poteva rifugiare. Eppure
ora le parvero ostili, no, non ostili, tristi,
solitarie.
“Santana?” La richiamò Quinn
al suo fianco, “Va tutto bene?”
“Sì, certo, sono solo
stanca…” La ragazza annuì anche se non appariva per
niente convinta,
“Andiamo al castello allora”.
Note
Santana ha recuperato il
rapporto con Quinn ma sta distruggendo quello con Brittany…
“Lopez, una parola…”
La richiamò l’insegnante mentre lei usciva insieme agli
altri dalla classe,
“Sì, professoressa
Holiday?”
“Volevo sapere se c’erano
stati progressi con il tuo Patronus…” Santana si morse
un labbro, era la prima lezione del semestre, di certo non era stata
fortunata,
“Brittany è un ottima
insegnate…”
“Ma non riesci ancora ad evocarne
uno?”
“C’è qualcosa che mi
sfugge, ma ci sto lavorando…” La donna le sorrise,
“Bene, quello è lo spirito
giusto! Mi raccomando, sei una delle migliori di questo corso, sono
certa che puoi farcela!” Santana annuì anche se non ne
era molto convinta. Uscì dalla classe percorrendo i corridoi
ormai vuoti, ringraziando che non avesse pozioni, la Sylvester non
avrebbe apprezzato il suo ritardo.
“Lopez!” Santana si voltò
la mano che correva alla bacchetta,
“Cosa volete? Non vi è
bastata la lezione?” I Corvonero la guardarono torvi, tra di
loro c’era il ragazzo a cui aveva imposto il marchio, “Dovete
essere una delusione per la vostra casa, davvero non avete ancora
scoperto come mandarlo via?” Sogghignò soddisfatta e si
voltò per andarsene, sapeva che i Corvonero non avrebbero mai
attaccato alle spalle.
“Non così in fretta”
Si voltò e le fu lanciato un foglio che, essendo incantato,
veleggiò fino a lei per poi aprirsi davanti ai suoi occhi.
“Una sfida? Davvero?”
Chiese scettica,
“Sì, se vinciamo noi tu ci
dici come togliere il marchio.” Santana incrociò le
braccia divertita,
“E se non avessi voglia?”
“Hai letto il foglio, il tuo
onore ti impedisce di non darci soddisfazione!” Argomentò
un ragazzo del gruppetto, Santana rise,
“Davvero?”
“Sì… non accetti la
sfida?” Santana sorrise, non temeva nessuno e poi sarebbe stato
divertente umiliarli ancora,
“Va bene e se vinco io?” I
Corvonero si guardarono e Santana alzò gli occhi al cielo,
erano davvero così impossibili? “Va bene! Se vinco io
dovrete raccontare a tutti che Santana Lopez vi ha umiliato!” I
Corvonero confabularono ancora poi uno si fece avanti,
“Va bene”
“Era ora!” Santana scosse
la testa e alzò la bacchetta. E allora lo sentì, non
era lei. Abbassò lo sguardo, tra le mani non aveva la sua
bacchetta, oh sì, le assomigliava in maniera impressionante,
ma non era lei.
Vide il Corvonero alzare la sua e
preparare l’incantesimo. Sgranò gli occhi, non avrebbe
funzionato, quella era la bacchetta di Brittany, due crini di
unicorno dati spontaneamente, purezza, verità, spontaneità,
tutto di quella bacchetta andava contro quello che lei era.
“Protego!” Riuscì a
pronunciare mentre l’incantesimo del Corvonero le piombava
addosso. Sentì che non avrebbe funzionato nel momento stesso
in cui lo pronunciò.
“Protego!” Urlò
un’altra voce, l’incantesimo del Corvonero si infranse
contro lo scudo che si era formato davanti a lei.
“Questo è un regolare
duello!” Protestarono i Corvonero, ma Santana fissava Quinn che
si fece avanti, il volto acceso dalla rabbia,
“Andatevene! Anche se non sono il
vostro prefetto potrei senza difficoltà togliervi dei punti
per non essere a lezione!” I Corvonero la guardarono scioccati
poi si allontanarono con quella che per loro doveva essere la massima
espressione di rabbia.
“Perché sei intervenuta?”
“Il tuo incantesimo non avrebbe
funzionato, te l’ho letto negli occhi… non hai mai avuto
problemi con gli incantesimi di base…” Santana alzò
la bacchetta,
“Non è la mia…”
“Ma certo che è la tua!
Andiamo Santana la so riconoscere la tua bacchetta!”
“E’ quella di Brittany”
Quinn passò lo sguardo tra la bacchetta nelle mani di Santana
e la ragazza, chiaramente scettica, “Non ti ho mai raccontato
la storia della mia bacchetta… ha una gemella… quella
di Brittany” Quinn rimase in silenzio a lungo poi pose la
domanda che Santana temeva,
“E come mai tu hai la sua
bacchetta?”
“Le ho confuse io sul treno…”
Santana alzò gli occhi il cuore che faceva un balzo al solo
sentire la sua voce, Brittany sorrise appena poi le tese la
bacchetta, le loro dita si sfiorarono e Santana trattenne un brivido,
“Mi sono accorta che non funzionava e ho capito…”
Aggiunse la ragazza,
“Già… anche io mi
sono accorta che non rispondeva a me”
“E’ strano, ci si può
scambiare le bacchette, il successo dell’incantesimo non è
così impossibile, anche se non si stringe la propria…”
Disse Quinn che osservava le due bacchetta strette nelle mani delle
ragazze, così simili.
“Le nostre sono opposte…”
“Unicorno e grifone, dolce e
fiero, gentile e arrogante.” Santana ripeté le parole di
Olivander, non le aveva capite allora ma si erano impresse a fuoco
nella sua mente.
“Eppure hai detto che sono
gemelle, dall’aspetto direi lo stesso legno” Insistette
Quinn,
“Stesso tronco di noce.”
Puntualizzò Brittany, i suoi occhi che cercavano quelli di
Santana.
“Fatte per essere opposte, ma
destinate a completarsi…” Aggiunse sottovoce Santana poi
alzò lo sguardo su Brittany,
“Scusa?” Chiese Quinn per
cui le parole di Santana erano state troppo basse, Brittany attese,
attese che Santana ripetesse quelle parole che ora, forse assumevano
un significato tutto nuovo, importate, unico.
“Dicevo che dovrò fare
attenzione a non confonderle più…” Disse Santana
distogliendo lo sguardo da Brittany e tornando a guardare Quinn.
Brittany incassò le spalle, come se avesse appena ricevuto un
colpo,
“Credo di essere in ritardo per
la mia lezione” Brittany si voltò, ma la Holiday sbucò
dal corridoio,
“Ancora qui? Organizzate le
lezioni supplementari per il Patronus?” Brittany arrossì,
chiaro che come Santana aveva dimenticato quel particolare,
“Sì” Intervenne
Santana cogliendo la scusa al volo,
“Ottimo!” Disse la donna
andandosene e lasciando sole le tre ragazze.
“Se non vuoi…”
Brittany la guardava aspettando la sua risposta,
“Mi piacerebbe… voglio
dire, mi sarebbe molto utile se tu mi aiutassi ancora…”
Brittany sorrise,
“Questo pomeriggio? Solita ora?”
Santana annuì e Brittany se ne andò,
“Andiamo, siamo in ritardo per
Storia della magia.” Le ricordò Quinn e Santana la seguì
contenta che non le chiedesse altro.
La mensa era affollata come sempre,
Santana osservava il tavolo dei Corvonero,
“Cosa guardi?” Le chiese
Quinn mentre si sedeva al suo fianco, lei arrossì e si voltò,
“E’ stata trattenuta dalla Pillsbury…” Le
disse solo la ragazza e Santana si voltò a guardarla, ma Quinn
si stava servendo il piatto e non la stava proprio considerando.
“Hai sentito no… oggi ho
lezioni con lei… per il Patronus volevo avere la conferma
sull’ora…” Quinn la ignorò ancora mentre si
versava dell’acqua, “Quinn…” aveva bisogno
di parlarle, seriamente,
“Mi spiegate perché ci
avete messo così tanto ad arrivare oggi?” Intervenne
Rachel sistemandosi a fianco di Quinn. Il momento sfumò e le
due ragazze raccontarono a Rachel del duello con i Corvonero, con
sollievo di Santana anche Quinn sorvolò sul fatto che avesse
incontrato Brittany e sulla particolarità delle loro
bacchette.
“Più polso, meno polso,
più autorità, meno autorità, occhi aperti,
chiusi… non ne posso più! Ho provato tutto!”
Santana sbuffò mentre Brittany dondolava le gambe guardandola,
“San…” Santana si
voltò a guardarla, “Devi… rilassarti e…
pensare a qualcosa di felice…”
“Al diavolo! Non ce l’ho un
ricordo felice!” Si sfogò Santana. Chiuse gli occhi
perché non poteva vedere lo sguardo di pena che di sicuro
Brittany le avrebbe rivolto. Due mani si chiusero sulle sue,
“Apri gli occhi…” La
voce della ragazza era appena un sussurro, Santana obbedì
perdendosi nel suo sguardo azzurro, non c’era pietà, o
compassione o giudizio solo… tristezza… “Volevo
essere io il tuo ricordo felice…”. Il cuore di Santana
sussultò, Brittany le lasciò le mani, ma rimase lì,
a qualche centimetro da lei.
“Baciami…” Implorò
Santana, non era giusto, non era un suo diritto chiederle una cosa
simile. Un lacrima scese sul suo volto e Brittany la raccolse poi si
avvicinò a lei sfiorando le sue labbra. Santana non
resistette, avvolse le braccia attorno al suo collo attirandola a sé
e baciandola. Non era uno dei baci casti che si erano scambiate fino
a quel momento, Santana assaporò le sue labbra poi quando
sentì che la ragazza socchiudeva le sue insinuò la
lingua nella sua bocca. Una nuova ondata di sensazioni la percorse,
quando le loro lingue si incontrarono. Le mani di Brittany la
attrassero ancora di più contro di lei, mentre Santana fece
scivolare le dita tra i suoi capelli. Si separarono per respirare,
“Ho bisogno di te…”
Le disse Santana, gli occhi chiusi, le gambe che tremavano, quasi
incapaci di reggerla ancora,
“Sono già tua… se
mi vuoi…” Rispose piano Brittany, Santana aprì
gli occhi guardandola, osservando quel volto dolce e gentile,
“Non posso…” Vide
gli occhi di Brittany chiudersi e fu come se gli togliesse l’aria.
Quando lei sciolse il loro abbraccio, Santana sentì
fisicamente male. Non disse niente, mentre Brittany indossava la
lunga tunica nera e usciva lasciandola sola.
“Come è andata la
lezione?” Santana scosse la testa, e Quinn annuì poi si
alzò, “Santana io e te dobbiamo parlare.” Ignorò
lo sguardo interrogativo di Rachel e fissò invece la ragazza,
“Vieni” Ordinò e Santana si alzò per
seguirla. La ragazza rimase in silenzio fino a che non ebbero
raggiunto un posto isolato.
“Bene, ora… quando la
smetterai?” Santana arrossì e abbassò la testa,
“Lo so… io…”
“Sei scema o cosa?” Allora
alzò la testa,
“Quinn, lo so da sola! Non hai
bisogno di ricordarmelo, è una ragazza e una babbana e…”
Quinn la guardò come se si chiedesse seriamente di cosa
parlasse,
“Stai scherzando vero?”
“No…” Disse anche se
oramai era un tantino confusa,
“Parlo del fatto che sei
innamorata persa di Brittany e che sei così stupida da
allontanarla! La perderai se non ti svegli!” Santana spalancò
la bocca e sgranò gli occhi mentre le parole pian piano
prendevano un senso nella sua testa,
“Vuoi… vuoi dire che…”
“Voglio dire che sei una stupida
codarda! E la mia amica non può essere una stupida codarda!”
“Quinn…”
“Lo so, è difficile, la
tua famiglia, le persone, i giudizi… ma tu, tu, Santana, cosa
provi? Perché credo sia davvero l’unica cosa che conta!”
Sul volto di Santana si aprì un largo sorriso e Quinn scosse
la testa mentre sorrideva a sua volta, “Sei la ragazza più
complicata che conosca… va da lei!” In sorriso si gelò
sul volto di Santana,
“Non lo so se lei… mi
vuole ancora…” Quinn sospirò,
“Non so cosa tu abbia combinato…
ma io dico che devi provarci, con tutta te stessa” Santana la
abbracciò, stringendola a sé,
“Grazie!” Disse e poi
scappò via.
“Domani!” Cercò di
richiamarla Quinn vista l’ora, poi scosse la testa, avrebbe
dovuto aiutarla ancora, perché non sarebbe stato facile per
lei.
Note
Capitolo intenso direi! Grazie a Quinn
Santana sembra aver superato le sue paure!
E Brittany? Sarà stata ferita
una volta di troppo?
Vedremo nel prossimo capitolo sempre se
Santana non si fa riprendere dal panico!
Santana si girò per l’ennesima volta nel letto, il giorno
prima era arrivata fino al dormitorio dei Corvonero e
poi si era ricordata che di certo non poteva bussare e chiedere di vedere Brittany, se ne era andata ed era tornata nel suo
dormitorio. Dove si era messa a rovistare nella sua borsa fino a quando non
aveva trovato il pacchetto. Quinn l’aveva guardata mentre lei lo fissava
trepidante, poi si era decisa e lo aveva aperto. Ne era uscito un disco con un
buco in mezzo. Santana lo aveva osservato a lungo perplessa, poteva riflettere
l’immagine, come uno specchio, ma era piuttosto distorta. Quinn aveva scosso la
testa e Rachel aveva iniziato ad elencare una lunga
serie di incantesimi per obbligare l’oggetto a rivelare il proprio utilizzo.
Ovviamente Santana si era opposta, nella paura che si rovinasse. Lo aveva fatto
ruotare sulla sua testa per un po’, poi lo aveva messo via e aveva aspettato
che arrivasse la mattina.
La luce aumentò lentamente nella
stanza e poi finalmente Rachel si alzò. Santana scattò in piedi, ignorò l’uniforme e invece
indossò dei comodi e caldi abiti da volo, afferrò la scopa e uscì prima ancora
che Rachel avesse avuto il tempo di mettere i piedi giù dal letto.
Non appena fu all’esterno del castello
montò sulla scopa, ignorando i divieti che imponevano di volare solo sul campo
da quidditch, e verso quello si diresse. L’aria era
fredda la neve non era ancora sciolta, ma il cielo terso prometteva una bella
giornata di sole.
Prima ancora di essere nel campo la vide, Brittany
era seduta sulle gradinate, la scopa abbandonata ai suoi piedi. Santana atterrò
delicatamente accanto a lei ma Brittany non la
guardò.
“Non puoi fare così…” Le disse,
“Così come?” Chiese Santana,
“Non puoi venire qui, lo so che non
è mio il campo ma… lo sai che vengo al mattino e non voglio…”
“Non vuoi vedermi?” Chiese piano Santana
e la vide annuire, teneva la testa voltata e lei non poteva vederne il viso,
“Perché non stai volando?” Le chiese lei, improvvisamente non
era più sicura di quello che era andata a fare,
improvvisamente era di nuovo preda della paura.
“Non ne ho voglia… penso a cosa significa
per te volare, penso che lo fai perché così sei lontana da tutti… anche da me e
non mi piace più.” Santana rimase in silenzio a lungo poi sospirò,
“Non voglio volare via da te” Brittany
si voltò e Santana vide le lacrime scenderle lungo il volto,
“Non lo dire più! Tu…” Santana non resistette,
estrasse la bacchetta e pronunciò,
“ExpectoPatronus!”
Dalla sua bacchetta fuoriuscì un filo di luce che si condensò in un anatra dai variopinti colori. Brittany
sgranò gli occhi e Santana eliminò la distanza tra loro due stringendola contro
di sé, la ragazza prese a singhiozzare, ma non la spinse via, anzi la avvolse
in un abbraccio.
“Sei tu il mio ricordo felice! Il nostro bacio
tra la neve…”. Rimasero abbracciate a lungo, tanto a lungo che il sole
ebbe il tempo di fare capolino, quando Santana si sentì
pronta parlò di nuovo,
“Va bene, tutto!”, Brittany si
separò da lei, il volto che mostrava ancora i segni del pianto,
“Cosa vuoi dire?” Santana sorrise e
poi le depose un bacio su una guancia e poi sull’altra,
“Voglio dire che voglio stare con
te…” Il sorriso di Brittany fu seguito da un bacio,
che valeva molto più delle parole. Quando si separarono
la ragazza rise e Santana si morse un labbro,
“Però…” Brittany le depose un bacio
rapido sulle labbra,
“Lo so, non lo dobbiamo dire…”
“Sì… ecco non sono pronta a leggerlo sulla gazzetta del
profeta…” Brittany le sfiorò il naso con il suo, un
sorriso sul volto che non sembrava volersene andare,
“Va bene… stiamo insieme e a me basta… e poi i segreti sono eccitanti!” Santana arrossì mentre Brittany
la baciava ancora.
Santana aveva la mano appoggiata alla testa
gli occhi che seguivano una certa Corvonero che faceva colazione. La
sentì ridere e sorrise a sua volta,
“Heilà…” La richiamò Quinn, Santana
si voltò mentre il sorriso albergava ancora sul suo volto,
“Ciao Quinn” La ragazza si sedette accanto a lei, poi le
lanciò uno sguardo molto più che interrogativo, Santana sorrise e Quinn annuì,
“Bene… ora per favore non rovinare tutto con il tuo
caratteraccio!” La pregò Quinn,
“Io non ho un caratteraccio!”
“Come no! Ti ricordi cosa hai fatto
alle lenzuola rosa di Rachel il primo giorno a Hogwarts?”
“Oh ma dai! Erano un offesa
al mondo della magia!” Quinn scosse la testa,
“Erano solo rosa!”
“Appunto!”
“Ciao ragazze, Santana, stamattina mi hai
spaventato con quello scatto felino!” Disse ignara Rachel sedendosi accanto a
loro, Quinn e Santana si guardarono poi scoppiarono a ridere, “Perché ho
l’impressione che state ridendo di me…” Rachel le guardò penetrante e Quinn
scosse la testa,
“No, stavamo parlando delle tue lenzuola rosa…”
“Erano le mie preferite! Me le avevano comprate i miei
papà!” Ricordò Rachel ancora offesa, mentre Santana si bloccava, i suoi papà…
si era dimenticata che Rachel aveva dei genitori… Si interruppe,
come lei? Sentiva Quinn e Rachel chiacchierare e ridere ma lei era persa, era come i papà di Rachel? No certo che no, a lei non
piacevano le ragazze… a lei piaceva solo Brittany… però Brittany era una
ragazza e…
“Ciao San…” Sobbalzò, Brittany le
sorrideva,
“Ehm… ciao…”
“Visto che non ci siamo ancora viste
oggi…” E sorrise, un sorriso che le illuminò gli occhi, “Volevo ricordarti le
lezioni sul Patronus… questo pomeriggio…”,
“Sì, certo, grazie…” Santana riprese il respiro mentre
guardava quegli occhi, cosa gliene importava lei delle etichette? Tutto? Sì, in effetti etichettava tutti in continuazione, a seconda
della casa di appartenenza, delle origini, della ricchezza… Eppure questa
volta, non le importava, l’unica cosa che voleva era vedere quel sorriso
spendere per lei. “Ciao Brit…” Aggiunse e il sorriso
di Brittanysi illuminò
ancora poi la ragazza si voltò e si allontanò, Santana la seguì con lo sguardo,
Brittany non camminava, lei saltellava. Santana
sorrise, era la cosa più adorabile che avesse mai
visto.
Santana tracciò con un dito la linea del viso di Brittany, la ragazza cercò di seguire i suoi movimenti e
così facendo incrociò gli occhi facendola ridere.
Erano sdraiate sul pavimento dell’aula dove Santana
aveva materializzato un materassino di piume,
“Mi piace quando ridi!” AffermòBrittany e lei le sorrise,
“A me piace tutto di te!” Con le dita sfiorò il suo naso, “Il
tuo naso…” Poi passò la mano sui suoi occhi, “I tuoi meravigliosi occhi…” scese
sulla sua bocca, “la tua bocca…” il respiro le si bloccò
in gola quando Brittany catturò le sue dita. Osservò
affascinata quel gesto così semplice, eppure così pieno di… Raggiunse le labbra
di Brittany baciandola con passione. Quelle che fino ad un istante prima erano coccole ora si stavano
trasformando velocemente. Le mani di Brittany scesero
sul suo corpo e lei si irrigidì, Brittany
si fermò all’istante e Santana si morse un labbro,
“Scusa… io non so cosa mi è preso…” Balbettò, ma Brittany la bloccò immediatamente,
“Va bene… non abbiamo fretta…” Quando Santana annuì Brittany le accarezzò il volto poi la baciò lasciando che
la tensione la abbandonasse.
Santana intrecciò le dita con le sue mentre osservava il
soffitto dell’aula, perché aveva paura? Era stata con un sacco di ragazzi…
eppure… con Brittany era tutto diverso…
“Sai l’idea delle lezioni per il Patronus
è stata geniale!” Brittany sorrise maliziosa,
“Così possiamo vederci e non sarà strano!” Santana annuì
mentre i suoi occhi vagavano per la stanza fino a posarsi sul mucchio composto
dai libri di Brittany e dalla sua tunica. Su tutto
c’era posata la bacchetta.
“Ti dispiace se…” Indicò la bacchetta, Brittany
le annuì e lei si alzò per raggiungerla, la prese. Era esattamente come la sua,
stesso colore, stesse venature se non fosse stato per la sensazione sbagliata
non l’avrebbe distinta dalla propria.
“Lumus” Pronunciò, ma la bacchetta
non reagì in alcun modo. Brittany si era messa su un
fianco e la osservava, la testa appoggiata al palmo della mano.
“VingardiumLeviosa!”
Chiese ancora puntandola verso i libri di Brittany.
Ancora nulla,
“Non ci riesco…”, Disse, “Perché?”
“Non lo so…”,
“Prova tu!” Santana tese la propria bacchetta a Brittany che guardò un banco e disse,
“Reparo” il graffio nel banco non
sparì. Brittany si strinse nelle spalle,
“Non è la mia…” Disse come spiegazione,
“Ma sono gemelle!” Si arrabbiò
Santana,
“Perché è così importante per te?” Le chiese allora la ragazza
e Santana scosse la testa, non sapeva perché la cosa le desse così fastidio,
eppure le sembrava sbagliato.
“Fatte per opporsi…” Mormorò,
“Destinate a completarsi” Le ricordò Brittany
poi le prese il polso attirandola. “Vieni qui…”,
Santana sorrise mentre intrecciava le mani dietro al collo di Brittany baciandola.
Note
Santana si è riscattata?? Spero di
sì! Finalmente ha avuto il coraggio di accettare ciò che il suo cuore voleva e è riuscita a dimostrarlo a Brittany!
Le bacchette? Vedremo!
Al prossimo capitolo! Ciao ciao e
come sempre grazie!! Lo sapete che è bellissimo
leggere i vostri commenti!!
Scusatemi se ieri non ho postato e non vi ho avvisato
Scusatemi se ieri non ho postato e
non vi ho avvisato!
Buona lettura!
Quattordicesimo
capitolo: Spogliatoi
“Santana, la partita è domani e
praticamente non sei mai venuta ad un allenamento!”,
“Sono venuta! Almeno tre… due volte!” Rispose
Santana a Quinn,
“Consideri una volta il giorno in cui hai indossato
l’uniforme per poi ricordarti di una cosa fondamentale e scappare via?” Santana
finse di pensarci poi annuì,
“Sì” Quinn scosse la testa,
“Santana, io sono contenta di vederti
così…” Cercò la parola, “felice! Però, non voglio che ne risenta la squadra!” Santana voltò
la testa, Brittany passò davanti a lei e si voltò per
sorriderle, “Mi ascolti?” Le chiese Quinn e quando Santana tornò a guardarla, aveva le mani sui fianchi,
“Sì, scusa… non mancherò ai prossimi allenamenti pre-partita…”
“Non ce ne saranno altri! Santana la partita è domani!” La ragazza allora annuì,
“Giusto, tranquilla, andrà tutto bene, sei la migliore
cercatrice e di sicuro Grifondoro non ci spaventa!”,
“Ci scontriamo con Tassorosso!” Disse Quinn esasperata,
“Uguale anzi meglio con Finn in porta riuscirò a segnare anche a occhi chiusi! Ti dispiace,
credo di aver dimenticato una cosa…” Senza attendere la risposta si alzò
allontanandosi rapidamente, lasciando una Quinn alquanto senza parole a fissare
il posto dove prima c’era lei.
Santana raggiunse quasi di corsa l’aula vuota al terzo piano,
luogo in cui avevano preso l’abitudine di incontrarsi lei e Brittany.
La ragazza era già arrivata,
“Accio Santana” Ordinò, attirandola
a sé e catturandola per baciarla.
“Mi sei mancata!” Mormorò tra i baci Santana,
“Ci siamo viste prima di Erbologia!”
Le fece notare Brittany ridacchiando nel ricordare il
loro incontro nella serra numero 7.
“Vuoi dire che io non ti sono mancata?” Fece il broncio
Santana, facendo ridere ancora di più Brittany,
“Mi sei mancata tantissimo!” La
rassicurò Brittany riempiendole il volto di bacini e
riportando il sorriso sul suo volto. “Sei tesa per la partita di domani?” Le
chiese poi la ragazza,
“No” Si strinse nelle spalle, “Tassorosso non è un avversario
degno, li schiacceremo e quando avrò segnato un numero di volte
incalcolabilmente alto Quinn prenderà il boccino e avremo vinto”
Concluse Santana con la spavalderia tipica di un Serpeverde,
“Sam è bravo…” Santana corrugò la fronte,
“Evans? Lo conosci?”
“Sì! E’ molto simpatico, ieri mi ha
chiesto di te…” Le rivelò Brittany con naturalezza,
“In che senso ti ha chiesto di me?” Chiese subito lei
preoccupata,
“Ha detto che visto il tempo che passavamo insieme forse potevo sapere se uscivi con qualcuno…” Santana sgranò gli
occhi,
“Come faceva a sapere che passiamo
del tempo assieme?
Non ci vede mai nessuno!” Lasciò le braccia di Brittany
iniziando ad andare su e giù per la stanza,
“Non lo so…” La ragazza la guardava preoccupata e perplessa,
“Io gli ho detto che non puoi uscire con lui perché sei impegnata” Santana si
bloccò entrando seriamente nel panico,
“Gli hai detto che stavamo assieme?” Quasi urlò,
“No, gli ho detto che stavi con qualcuno…”
“Brittany! Ora lo sapranno tutti e
non ci metteranno molto a capire!”,
“Io… io gli ho detto che era un segreto…”
“Andiamo! In un istante la notizia si
propagherà nella scuola! E’ un pettegolezzo troppo gustoso! Santana Lopez che
esce con qualcuno! Dio! I miei genitori lo sapranno prima di
domani!” Il panico iniziò a togliere il respiro a Santana che era troppo
concentrata su se stessa per vedere il dolore accendersi negli occhi di Brittany.
“Mi dispiace… non volevo crearti dei problemi” Le disse la
ragazza e poi uscì dalla stanza lasciandola sola.
Santana sbatté le palpebre,
“Brittany…” Mormorò rendendosi
conto di quello che doveva aver pensato. Fece un passo per seguirla e poi si
bloccò, non poteva seguirla per il castello, cosa avrebbero pensato?
“E soprattutto non sottovalutateli!” Terminò il discorso
Quinn, Santana stringeva tra le mani la sua scopa ed era in uniforme, ma i suoi
occhi cercavano una figura tra gli spalti, non aveva sentito una parola del
capitano della squadra. “Ok ragazzi andate nel tunnel, Santana tu no, devo dirti due parole…”, i compagni si allontanarono e Quinn
si avvicinò a lei, poi le prese un braccio stringendolo, gli occhi verdi che si
fissavano nei suoi,
“Mi fai male!”
“Forse così ti risvegli! Cosa c’è ora? Non riesci a starle
lontana per la durata della partita? Ti voglio concentrata!
Altrimenti ti sostituisco!”
“Abbiamo litigato…” Confessò Santana abbassando lo sguardo,
Quinn le lasciò il braccio e sospirò,
“Cosa hai fatto?” Santana fece una
smorfia,
“Perché deve essere per forza colpa mia?”
“Mi sbaglio?” Chiese ironica Quinn,
“No” Confermò Santana poi le raccontò la sua pessima reazione
alla sola possibilità di essere state scoperte, “Non sono più riuscita a
parlarle… non si è allontanata dai suoi amici per tutto il pomeriggio e non è
venuta al solito posto dopo cena…” Aggiunse la ragazza sempre più abbattuta,
“E ha fatto bene, fossi stata al suo posto
ti avrei lanciato addosso anche un bel incantesimo!”
“Andiamo! Era una reazione spropositata, lo so, però…”
“Però cosa? Ha accettato di stare con te di
nascosto, forse reputava la cosa accettabile, ma sai dopo un po’ non è più divertente, ma solo stancante! Non puoi dire niente ai
tuoi amici, non puoi spiegare perché sorridi, perché sei felice, perché
sparisci. E peggio ancora, non puoi camminare per i corridoi al fianco della
persona che ami solo tenendole la mano perché poi gli altri capirebbero, non
puoi baciarla prima di separarvi per una lezione, non puoi sederti accanto a
lei per fare colazione… Devo andare avanti?” Chiese Quinn, ma la faccia
scioccata di Santana non necessitava di repliche,
“Sì, ho parlato con Brittany”
Spiegò Quinn,
“Hai parlato con lei?”
“E’ quello che ti ho detto, lei sa che sono l’unica che
conosce il vostro segreto e aveva bisogno di parlarne, così è venuta a
cercarmi.” Santana digerì l’informazione poi sospirò,
“E ti ha detto tutte quelle cose? Perché non le ha dette a me?” Quinn
scosse la testa,
“Io so leggere tra le righe e non ne ha parlato con te perché
ha paura, ovvio visto come reagisci!”.
“Fabrey, Lopez!” Chiamò la Beiste e Quinn afferrò di nuovo il braccio di Santana,
“Ora la partita, dopo il resto!” quando la ragazza annuì,
uscirono insieme salendo sulle scope e schierandosi sul campo da quidditch con la loro squadra.
Santana scese dalla scopa ringraziando il cielo per l’abilità
di Quinn, quando aveva afferrato il boccino erano
disastrosamente in svantaggio ed era tutta colpa sua, continuava a sbagliare i
passaggi, non aveva recuperato una pluffa e quando
era arrivata al tiro aveva mancato gli anelli o si era fatta parare il lancio.
Non era da lei essere così disastrosa, eppure continuava a
distrarsi e di sicuro non aiutavano le settimane passate senza salire una volta
sulla scopa. Per fortuna avevano vinto lo stesso e i suoi errori potevano
essere archiviati e dimenticati. Gli spogliatoi si liberarono in fretta mentre
i suoi compagni spostavano la festa nella sala comune, ma lei rimase lì,
appoggiata alla parete con gli occhi chiusi.
“San…?” La chiamò piano una voce e lei sussultò,
“Brittany! Devo parlarti, mi dispiace tanto,
davvero e…” Si bloccò perché Brittany si era
avvicinata a lei facendo incontrare le loro labbra, “Brit…”
Mormorò e lei sospirò,
“Non hai giocato molto bene…”
“Ho fatto schifo” Confermò Santana facendo sorridere Brittany, “Ero distratta…”,
“Non va molto bene così…” Disse piano lei,
“Lo so… ma…”
“Non sei ancora pronta…” Santana annuì e Brittany
chiuse gli occhi, “Lo sarai mai?” Chiese talmente piano che Santana lo sentì
appena, ma fu sufficiente per farla tremare,
“Ti amo” Le sfuggì. Vide gli occhi di Brittany
sgranarsi e poi sospirò nel vedere il sorriso illuminare il suo volto.
“Oh San!” Disse solo lei per poi baciarla, “Anche io ti amo tanto!” Santana non sapeva che ci fosse, ma
quando il peso sparì dalle sue spalle si rese conto che aveva vissuto con quel
macigno per tanto tempo. Sorrise catturando le labbra della ragazza.
Un istante e il bacio si approfondì,
le mani di Brittany corsero a slacciare il corsetto
protettivo che ancora indossava Santana. Mentre lei lasciava scivolare le mani
sotto la camicia dell’uniforme di Brittany dopo
averle tolto il maglione.
“Andiamo, quella pluffa era ben più
che facile se solo ti fossi…” Santana saltò in piedi voltandosi, cercando di
riallacciare il corpetto, mentre Brittany recuperava
il maglioncino infilandolo alla velocità della luce.
“Oh ragazze… pensavo fossero vuoti gli spogliatoi…” Sam e Finn passarono lo sguardo da Brittany
a Santana che allora si voltò.
“Se speravate di vedere qualcosa di interessante
vi siete sbagliati di grosso! Niente ragazze mezze nude!”,
“No… beh… pensavamo davvero che fossero vuoti…”
“Ma certo! E cosa
sareste venuti a fare?”
“Finn ha dimenticato
nell’armadietto la bacchetta…”
“Hai dimenticato la bacchetta? Ma in quale mondo un mago dimentica
la bacchetta?” Santana era in modalità attacco, la
paura che la rendeva ancora più aggressiva del solito, se fossero entrati in
silenzio, se a lei e Brittany fosse stato concesso
ancora qualche minuto… “Sapevo che sei un imbecille! Ma non credevo di queste
proporzioni!” Finn arrossì,
“Ora stai esagerando!”
“Oh davvero? E tu imparentato con un pesce! Come ti permetti
di prendere informazione sui miei gusti? Mi sembrava di averti chiarito che non
ho nessun interesse per te!”
“San…” Intervenne Brittany e lei si
voltò a guardarla bloccando il fiume di insulti che
aveva sulla punta della lingua,
“Sì… Pierce… per quelle ripetizioni direi che vanno bene le
sei…” Disse senza distogliere gli occhi da lei, sapeva
che la stava ferendo ancora, ma…
“Bene… è quello che volevo sapere… ciao ragazzi, bella
partita…” Aggiunse con un piccolo sorriso e poi uscì dagli spogliatoi piuttosto
velocemente. Santana la guardò andare via e si morse un labbro poi fissò i due,
causa di tutto,
“Sparite se non volete che vi rovesci addosso
qualche maledizione!”
“Senti Lopez, se hai giocato da schifo non te la prendere con
noi!” Gli occhi di Santana brillarono di rabbia,
“Brutto idiota! Credi davvero che non fosse tutta
una strategia? E posso assicurarti che gettarti la palla addosso affinché la parassi è stato più difficile di quanto immaginassi e non
perché non avessi della superficie da colpire!” E lanciò uno sguardo disgustato
al ragazzo, “Ma perché eri sempre così fuori dalla giusta traiettoria che avrei
rischiato di segnare anche senza volerlo!” Il ragazzo rimase a bocca aperta
incapace di rispondere alla sua cattiveria e lo stesso Sam, lei ne approfittò
per andarsene, decisamente insoddisfatta e furiosa.
Note
Passi avanti passi indietro… Santana sarebbe un ottima ballerina! ;-)
La paura la fa sempre reagire male ma almeno ha saputo
rivelare a Brittany quello che prova…
Quinn come sempre deve aiutarla ad aprire gli occhi e forse
nel prossimo capitolo qualcun altro le darà una mano! ;-)
Grazie mille e scusate ancora per il salto di ieri!
Santana tamburellò sul tavolo della biblioteca, Brittany era seduta insieme a Mike
e Tina e malgrado le lanciasse delle occhiate non si decideva ad alzarsi.
“Andiamo basta con quel muso! Ci
avevi abituati al tuo sorriso!” Puck scaricò i libri
sul tavolo lasciandosi cadere sulla sedia,
“Chi ti ha detto che potevi sederti?”
“Oh, sei anche tornata acida! Che
meraviglia…” Si distrasse notando Brittanya cui fece un sorriso e un saluto con la mano, “Mi aiuti con
pozioni?”
“No” Le disse secca lei,
“Andiamo dai! Sono migliorato, Brittany pensa anche che io sia portato!” Al sentir
nominare la ragazza Santana si drizzò a sedere,
“Da quando studi con lei?” il ragazzo si strinse nelle spalle,
“Da quella volta prima delle vacanze…” Santana fece una
smorfia,
“Perché diavolo siete tutti suoi
amici ora?!” Chiese Santana a voce un tantino troppo alta visto che si guadagnò
un occhiataccia dalla bibliotecaria,
“Credevo che ti piacesse!” Disse Puck
stupito dalla sua reazione, “Ok che è una babbana, ma
sembrava che per una volta avessi deciso di fare un’eccezione…” Santana
rabbrividì, non le piaceva quando le ricordavano quel dettaglio,
“Tira fuori il libro…” Disse per cambiare argomento e poi
tanto sembrava che Brittany non si volesse proprio
alzare da quel tavolo.
“Aspetta!” Santana si voltò tornando a guardare Puck che aveva la faccia di qualcuno che aveva appena
capito tutto, “Ho capito!” Disse infatti,
“Cosa hai capito?” Lo fulminò lei,
“Da quant’è che non…” e le fece un occhiolino piuttosto
esplicito. Santana arrossì e lui sorrise, “Lo sapevo!
Ecco perché sei di nuovo acida! Hai litigato con il
misterioso ragazzo?”
“Non c’è nessun misterioso ragazzo!” Disse forse troppo
rapidamente lei,
“Ma certo… comunque, qualunque sia
il problema io so come risolverlo!”
“Ti ho detto che non ho nessun problema!”
“Sì sì, sentì qui, questo è un
segreto quindi conto sul tuo silenzio… hai presente la stanza delle necessità?”
“Se stai per dirmi che l’hai trovata, evita, conosco la
storia, è andata distrutta, durante la battaglia di Hogwarts, consumata
dall’interno dall’ardemonio, il fuoco maledetto!” Puck fece una faccia alquanto soddisfatta,
“Già… ma si da il caso che la storia
si sbaglia… la camera delle necessità esiste e sta bene!” Santana scosse la
testa,
“Vuoi farmi credere che se vado al settimo piano davanti al
ritratto di Barnaba il Babbeo la trovo?” Puck ancora
una volta sorrise,
“No, lì non c’è!” Santana sbuffò,
“Mi vuoi far capire oppure devo andarmene?”
“Ok! Allora vai al quarto piano, vicino all’armatura con la
picca alzata…” Santana annuì anche se rimaneva
scettica, “Ebbene, lì troverai la camera delle necessità!”
“Va bene e in cosa mi aiuterebbe questo?”
“Allora lo ammetti di avere un problema!” Santana lo fulminò
e lui alzò le mani in segno di resa, “Diciamo solo che potresti portarci l’uomo
misterioso e risolvere tutti i tuoi problemi!”
“Come?” Puck inarcò le sopraciglia,
“Te lo devo spiegare io?” Santana arrossì e Puck rise forte guadagnandosi l’espulsione dalla
biblioteca.
Santana si voltò a guardare Brittany
e quando lei le fece un piccolo sorriso arrossì
ancora.
“Santana Finn mi ha raccontato che
non sei stata molto simpatica oggi!” Rachel le lanciò un’occhiataccia e lei
sbuffò,
“Cos’è, è incapace di difendersi da solo così manda te alla
carica? Bel coraggio!”
“No, ma trovo che tu sia stata
davvero esagerata!”
“Non credo, anzi, mi sono limitata alquanto!” Quinn entrò
nella stanza con un sorriso,
“Allora… Santana… stasera Noah ha
detto che non potevamo andare nel solito posto… devi dirmi qualcosa?” La
ragazza arrossì per l’ennesima volta,
“Puck è un
chiacchierone privo di cervello! La stanza si aprirebbe comunque per entrambi!” Quinn rise,
“E’ tua abitudine offendere i nostri ragazzi solo perché tu
non ne hai uno?” Chiese ancora arrabbiata Rachel,
“Non è colpa mia se avete scelto dei ragazzi dalle qualità
inesistenti!” Rachel aprì la bocca per replicare ma Quinn intervenne,
“Non cambiare argomento, allora ci andrai?”,
“Dove?” Chiese Rachel che ora era curiosa
“Non t’impicciare!” le rispose secca Santana ma lo sguardo di
Quinn non si distolse dal suo,
“Ho capito! Me ne vado!”
Rachel si alzò uscendo dalla stanza lasciando le due ragazze sole.
“Rachel mi ha raccontato degli spogliatoi, non considerava un
dettaglio importante il fatto che tu fossi insieme a Brittany, ma io ne deduco che avete fatto pace no?”
“Sì… ma poi sono arrivati loro e
io…”
“Hai dato di matto di nuovo?”
“Sì… abbastanza…”
“E Brittany?”
“Non lo so… però mi ha sorriso in biblioteca e…”
“E ha accettato il tuo invito per stasera” Proseguì Quinn,
“Quale invito?” La ragazza sorrise gli occhi verdi che
brillavano,
“Beh… Noah mi ha parlato del tuo
problema e io ho pensato che dovevo ancora una volta
darti una mano…” Le tese un foglietto e Santana lo aprì trepidante. Se non
avesse saputo che non era così l’avrebbe scambiata per la sua scrittura.
“Permettimi di farmi perdonare, questa sera alle dieci
vediamoci al quarto piano, davanti all’armatura con la picca alzata” Lesse poi
alzò gli occhi e concluse, “Tua San”, Quinn sorrise,
“Ti piace?”
“Davvero? ‘Tua San’? Non avrei mai scritto
una cosa simile!” Quinn assunse un’aria divertita,
“Puck suggeriva: Con amore Santana”
nel vedere gli occhi sgranati di Santana Quinn aggiunse, “Non sa a chi era destinata…”,
la ragazza si rilassò poi si morse un labbro,
“E lei ha detto di sì?” ancora una volta Quinn sorrise e poi
estrasse un secondo foglietto, che porse a Santana la
ragazza lo aprì e sorrise nel vedere il grosso sì decorato dai pastelli
colorati.
“Bene, vai!”
“Cosa?” Chiese Santana guardandola agitata,
“Sono le dieci meno dieci…” Le fece notare Quinn e Santana
saltò giù dal letto poi si guardò,
“Non posso andarci in uniforme!”
“Sì che puoi! Datti una mossa, lo sai che ci
vuole un po’ per arrivare al quarto piano e poi devi fare attenzione a non
farti beccare dai professori!” Santana annuì poi corse alla porta, prima di
aprirla però si voltò verso di lei con un sorriso,
“Grazie!” Quinn scosse la testa,
“Ringraziami giocando meglio nella prossima partita!” Santana
fece una smorfia e poi uscì di corsa quasi sbattendo
contro Rachel che stava rientrando,
“Scusa Rachel!” Le disse lasciando la ragazza di stucco.
“Dove va?” Chiese a Quinn che sorrise misteriosa poi disse,
“A smettere di essere codarda spero…”.
Note
Se Puck e Quinn ci mettono lo zampino allora possiamo stare tranquilli! Certo poi tocca a
Santana cavarsela! ;-)
Domani purtroppo niente capitolo… ma salto solo un giorno!
Il corridoio era buio e… deserto. Santana estrasse dalla
tasca l’orologio, erano le dieci e cinque. Aveva fatto tardi. Non era colpa sua
se le scale avevano deciso di cambiare proprio mentre lei c’era sopra,
costringendola ad un lungo giro e come se non bastasse aveva anche dovuto
nascondersi perché aveva incontrato la Pillsbury, nel
corridoio dell’ala Est.
Santana si appoggiò al pilastro osservando l’armatura con la
picca, le ricordava una di casa sua, nella quale si era nascosta da piccola, Devra aveva finto di non vederla continuando a cercarla per
la casa.
“Sei ancora qui!” Santana sobbalzò mentre si voltava, Brittany era rossa in volto segno che aveva corso, “Pensavo
che te fossi già andata!” Respirò profondamente cercando di riprendere il
respiro,
“Hai corso…” Le fece notare Santana,
“Sì! Non ho mai capito la numerazione dei piani… ti ho
aspettata al quadro delle farfalle, poi però mi è venuto il dubbio e ho chiesto
al dipinto con il Signore con la bacchetta a che piano fossi, ed era il terzo!”
La ragazza scosse la testa, “Così sono corsa fino a qui, ma avevo paura che
fossi già via…”, Santana sorrise,
“No, sono qui…” Le disse prendendole le mani e sorridendo, Brittany la imitò immediatamente poi però sbirciò
l’armatura e disse piano,
“Non mi piacciono le armature… mi sembra sempre strano che
non ci sia dentro nessuno!”
“Puck mi ha detto che qui c’è la stanza delle necessità…” Le
spiegò Santana e la ragazza si guardò attorno poi si strinse nelle spalle,
“Io qui ci vengo quando non riesco ad entrare nella mia sala
comune…” Santana la guardò perplessa, “Sì, la prima notte che ero al castello
sono rimasta chiusa fuori così mentre camminavo tra i corridoio si è aperta una
porta, sono entrata ed era una bella cameretta!”
“Hai trovato la stanza delle necessità al primo anno? Il
primo giorno?”
“Non sapevo che qualcuno la cercasse...”, Santana le
accarezzò il volto, stupita ancora una volta dalla semplice innocenza di Brittany, era perfetta.
“Vieni…” Le disse e tenendola per mano passeggiò per il
corridoio avanti ed indietro, per tre volte. Poi osservò meravigliata il muro
in cui si aprì un’elegante porta, ricoperta da altorilievi.
“Che bella!” Disse stupita Brittany,
“Quando si apre per me è uguale uguale a quelle di
camera mia a casa…” Santana osservò l’elaborato disegno che raffigurava un
unicorno e un grifone che si fronteggiavano in una radura. Strinse la mano di Brittany e aprì la porta.
Mentre entravano le candele si accesero, mostrando loro la
stanza. La porta si chiuse da sola dietro di loro, ma non ci badarono, troppo
intente ad osservare quello che avevano davanti.
Il pavimento era ricoperto dall’erba, mentre i muri erano
solo una fitta foresta. In mezzo alla stanza vi era un ampio letto, mentre dal
soffitto brillavano le stelle.
“E’ bellissimo…” Disse Brittany
parlando per prima, poi si chinò a sfiorare l’erba, “E’ calda e morbida!” Disse
stupita togliendosi subito le scarpe. Santana guardava però il letto, aveva
desiderato quello? Era di quello che aveva necessità? Aveva chiesto un posto in
cui stare tranquilla con Brittany, non un nido
d’amore, a differenza di quello che sembravano pensare Quinn e Puck! E ora, a
quanto pareva, anche la stanza!
“Non vieni San?” La chiamò Brittany
che stava saltellando per la stanza a piedi nudi.
“Sì…”
“Non ti piace?” Le chiese lei perplessa,
“No, mi piace è solo che…” Brittany
venne da lei prendendola per mano e facendola sedere sul letto. Le sfilò le
scarpe e poi si sedette accanto a lei. Dolcemente le sistemò una ciocca di
capelli ribelli, poi le sorrise,
“Non succederà niente che tu non voglia…” Santana guardò in
quegli occhi felici e le chiese,
“Non sei arrabbiata per quello che ho fatto negli
spogliatoi?”,
“Quando mi hai detto che mi amavi?” Chiese la ragazza
guardandola sorridente, Santana arrossì mentre le sfuggiva un sorriso,
“No… quando mi sono arrabbiata con Finn
e Sam…” Brittany sorrise,
“Oh… mi sono arrabbiata anche io!” Santana la guardò stupita
e lei continuò, “Stavamo facendo un discorso molto interessante!” Spiegò,
facendola arrossire ancora una volta.
“Io…” Non seppe come continuare, Brittany
le aveva preso la mano e le baciava le nocche una ad una, nel vederla incapace
di parlare alzò di nuovo gli occhi verso di lei,
“Pensavo che… voglio dire… tu hai avuto tanti ragazzi e…”
Santana se possibile divenne ancora più rossa,
“No, sì, io…” Brittany la guardò
confusa e lei sospirò, “Con te è diverso… ho paura…”,
“Di cosa?”
“Di non piacerti, di sbagliare qualcosa, di…” Brittany la bloccò posandole due dita sulle labbra,
“San…” Le disse poi le prese la mano e se la portò al fianco
aspettando, Santana insinuò la sua mano sotto la felpa che indossava la ragazza
e poi risalì delicatamente il suo corpo, accarezzando quella pelle vellutata.
Gli occhi di Brittany non si separarono dai suoi e
lei li vide cambiare, mentre la ragazza rabbrividiva dal piacere. Le sfiorò il
seno che con sorpresa scoprì essere nudo sotto la maglia. Brittany
si tese contro di lei mentre il respiro le mancava e gli occhi le si
chiudevano.
Santana si morse un labbro, fermandosi. Brittany
riaprì gli occhi,
“Solo tu puoi farmi stare così, solo sfiorandomi… non potrai
mai sbagliare!” Santana catturò le sue labbra mentre la sua mano rafforzava la
presa sul seno della ragazza che questa volta gemette piano contro la sua bocca
facendole perdere del tutto il controllo.
La sua bocca corse a baciarle il collo mentre la liberava di
quella felpa inutile, esponendo il suo corpo alla luce delle candele, sospese
nell’aria attorno a loro. Santana si separò leggermente da lei per poterla
guardare. Era bella. La cosa più bella che avesse mai visto. E Brittany sorrise dimostrando all’istante che si sbagliava,
poteva anche essere più bella.
“Ti amo” Disse anche se quelle due semplice parole non
potevano esprimere la complessità di quello che sentiva, Brittany
sorrise ancora poi la baciò mormorandole sulle labbra un: anche io, mentre le
sbottonava la camicia. Le sfilò la cravatta e poi la camicia per poi piegarsi
su di lei facendola sdraiare. Iniziò a baciarle il collo e poi a scendere verso
il suo seno e verso la sua pancia. Santana faticava a respirare.
“Brittany…” Mormorò quando la
ragazza le abbassò la cerniera laterale della gonna. Brittany
tornò da lei sorridendo e baciandola, le loro lingue si incontrarono.
Santana sentiva in corpo di Brittany
premuto contro il suo, senza che ci pensasse le sue mani scesero lungo la
schiena della ragazza per poi infilarsi sotto i jeans che lei indossava. Brittany interruppe il bacio sorpresa e Santana si morse un
labbro mentre ritirava le mani, ma Brittany sorrise
baciandola ancora, con foga, dimostrandole che non aveva nessuna intenzione di
opporsi.
Santana scese di nuovo lentamente, insinuandosi ancora una
volta nei suoi pantaloni. Brittany si tese, ma non
smise di baciarla.
Durante le loro sessioni segrete di baci non si erano mai
spinte così avanti eppure ora sembrò naturale a Santana passare le mani sul
davanti per sbottonare quei noiosi e fastidiosi pantaloni. Brittany
si tese per aiutarla e quando la cerniera fu abbassata Santana spinse la mano
contro di lei. La reazione di Brittany fu immediata,
si arcuò spingendosi contro di lei, gemendo. Poi senza esitare ruotò facendo sì
che Santana fosse sopra di lei.
Sorpresa dal cambio di posizione Santana allontanò la sua
mano e Brittany ne approfittò per slacciarle il
reggiseno e sfilarglielo, andando poi ad accarezzarle il seno con la mano
libera, mentre l’altra le prese la mano accompagnandola di nuovo tra i loro
corpi. Indicandole chiaramente cosa voleva.
Era strano, la dolce Brittany che
la guidava, lei, Santana Lopez che poteva vantare una bella lista di amanti e
che ora sembrava più che altro un agnellino spaventato. Brittany
forse lesse nei suoi occhi la paura perché allontanò le mani dal suo corpo e le
prese il volto per poi baciarla con delicatezza,
“Vuoi fermarti?” le chiese e Santana scosse la testa, mentre
rispondeva con un bacio molto più acceso.
La sua mano accarezzò la pancia nuda di Brittany
e poi scese di nuovo, con più sicurezza ora. La reazione di Brittany
la fece sorridere e così voleva fermarsi è? Sorrise ancora mordendole un labbro
e muovendo le dita contro di lei. Osservando meravigliata le reazioni della
giovane. Si rese conto che i jeans non le permettevano di muoversi liberamente
così liberò la mano ottenendo un gemito di protesta, subito interrotto quando Brittany capì cosa voleva fare. Le sfilò i jeans e osservò
ancora una volta quel corpo meraviglioso coperto solo più da quel piccolo lembo
di tessuto. Sorrise nel notare che erano slip con disegnate delle barchette.
Gliele sfilò, il cuore che accelerava ancora. Brittany
era sdraiata sul letto e aspettava, i capelli sparpagliati sul cuscino, un
braccio abbandonato accanto al capo, l’altro lungo il corpo, così tranquilla.
“Sei bellissima” Le disse e la vide sorridere,
“Vieni” Le chiese e Santana obbedì, incapace di fare
altrimenti. Le mani di Brittany scesero di nuovo alla
sua gonna che finì a terra insieme alle sue mutandine. I loro corpi ora erano
nudi. Santana sospirò nel provare il semplice piacere di stringere contro il
proprio corpo quello di Brittany.
Rimasero così, semplicemente stringendosi e baciandosi
lasciando che la loro mente si abituasse, permettendo a se stesse di
rilassarsi. Poi Brittany premette il proprio bacino
contro quello di Santana che si sorprese gemendo. Mai un così semplice contatto
le aveva fatto provare un simile sorprendente piacere. Forse però doveva
smetterla di fare paragoni. Non c’era nulla di quello che stava provando di
simile a quello che aveva fatto prima.
Baciò Brittany e insinuò la mano
tra i loro corpi, sapeva cosa desiderava e quindi sapeva cosa doveva fare.
Accarezzò piano Brittany sentendo il respiro della
giovane accelerare di nuovo, poi delicatamente insinuò un dito dentro di lei.
La ragazza gemette e lei seppe che aveva fatto la cosa giusta. Piano iniziò a
muoversi, senza accorgersene accelerò seguendo il ritmo impostole dai movimenti
del bacino di Brittany che spingeva contro la sua
mano. Aggiunse un dito e nelle sue orecchie risuonò un altro gemito. Quasi
subito dopo Brittany si tese contro di lei inarcando
al contempo il corpo e gettando indietro la testa. Santana le baciò il collo
esposto mentre sorrideva, semplicemente felice del piacere che sapeva di aver
procurato nella ragazza.
Le braccia di Brittany si chiusero
attorno alle sue spalle attirandola contro il suo corpo e Santana poté sentire
il cuore della ragazza battere veloce.
“Non lasciarmi!” la implorò Brittany
stringendola forte, una lacrima che scendeva lungo il suo viso.
“Mai” Promise Santana baciandola e ascoltando il cuore
rallentare il battito.
Rimasero abbracciate per un po’, Santana che ascoltava il
cuore di Brittany mentre lei le accarezzava i capelli
osservandone i riflessi alla luce delle candele.
“Sono contenta che tu mi abbia portato qui…” Le disse la
ragazza e Santana ridacchiò,
“Devi ringraziare Puck e Quinn… sono loro ad aver architettato
tutto!” Brittany la guardò stupita,
“Mi piace Puck e anche Quinn è gentile!” Disse lei facendo
alzare la testa a Santana,
“Come: ti piace?” Brittany sorrise,
“Mi piace quando sei gelosa!” Lei corrugò la fronte,
“Non sono gelosa!”
“Sì lo sei, ed è inutile, perché sei la più bella che
conosco!”
“Sono solo bella?” Chiese Santana facendo sorridere Brittany che si era aspettata la domanda,
“No… sei anche la più cocciuta, testarda, dolcissima e
stupendissima che conosco!” Le baciò la punta del naso poi vedendola sorridere
le baciò le labbra. Un istante e le sue mani erano scese ad accarezzarle il
corpo per poi scendere tra le sue gambe che senza reticenza si aprirono per
lei, “E sei mia” Aggiunse Brittany, fissando gli
occhi nei suoi e insinuando le dita dentro di lei. Santana ansimò il piacere e
la sorpresa che si mescolavano alle emozioni che le procurava quel sguardo
sicuro, così diverso da quello che la ragazza le aveva rivolto poco prima
chiedendole di non lasciarla. Il desiderio che si era assopito si riaccese in
un istante in lei.
Brittany si muoveva piano, conscia che non
era ancora pronta per lei, ma Santana si spinse contro di lei desiderando di
più. Gemette dal piacere quando la ragazza la accontentò aumentando il ritmo.
Santana sgranò gli occhi quando si rese conto che era già al limite, Brittany dovette accorgersene perché spinse con forza
facendola sommergere dalle ondate di piacere.
Quando riaprì gli occhi Brittany la
guardava sorridendo dolce.
“Ti amo” Le disse togliendole il poco respiro che era
riuscita a recuperare, guardò quei meravigliosi occhi azzurri come il cielo
d’autunno e ricordò la prima volta che li aveva visti,
“Devo dirti una cosa…” mormorò.
Note
Sì, quando sono solo lei e Brittany
tutto va come deve andare!
La stanza delle necessità ancora una volta è stata utile!
;-)))
Però… Cosa dovrà dire Santana a Brittany?
Facile da immaginare! Ora… la reazione di Brittany
quale sarà? Insomma non vi lascio mai in pace! ;-)
Grazie mille e scusate se sono stata discontinua negli ultimi
giorni!
“Devo dirti una cosa…” disse e Brittany
annuì sorridendole. Erano sdraiate sul letto, le lunghe gambe di Brittany era intrecciate alle sue e la ragazza aveva
appoggiato la testa sul palmo della mano osservando le loro dita che giocavano.
Santana sospirò,
“Avrei dovuto dirtelo prima… molto prima di ora…” Nel sentire
il suo tono Brittany assunse un’espressione
preoccupata,
“Mi spaventi un po’…”, Ammise e Santana chiuse gli occhi per
poi riaprili e dire:
“Io e te ci conoscevamo prima di Hogwarts…” La ragazza
sorrise,
“Certo, da Olivander! Me lo ricordo!”
Santana scosse la testa,
“Prima di quella volta…”
“Impossibile! Non ti avrei mai dimenticata!” Disse sicura Brittany sorridendo,
“Avevamo cinque anni e abbiamo giocato assieme per dei mesi…”
Brittany scuoteva la testa incredula ma permise a
Santana di andare avanti con il racconto, “Il laghetto delle anatre, la radura
nel bosco, il grande faggio, la grande pietra dietro la collinetta… sono tutti
i posti in cui abbiamo giocato, i nostri posti!”
“Ma San…”
“Lo so… non te lo ricordi… perché mia madre ci ha scoperto” Brittany non capiva e Santana spiegò, “Lei ti ha fatto un
incantesimo della memoria”,
“Perché?” Chiese allora Brittany,
le loro mani erano ancora intrecciate, ma ora erano immobili, Santana accarezzò
le dita della ragazza prima di spiegare,
“Perché eri una babbana…”
“Non capisco”, Santana lo sapeva, Brittany
non avrebbe mai potuto capire l’importanza che la sua famiglia dava al sangue.
“I Lopez sono una delle famiglie di maghi più antiche, il
nostro sangue è puro”,
“E il mio no?” Chiese la ragazza e Santana si affrettò a
scuotere la testa,
“Non ha importanza il tuo sangue, non per me!”
“Ma credi che non sia puro…” Replicò Brittany
alzandosi a sedere sul letto. Santana scosse ancora la testa mentre il cuore
iniziava a battere più rapidamente, dalla paura ora, perché non le piaceva
quello che vedeva negli occhi di Brittany.
“No, no, io… non l’ho mai…”,
“Dimmi, perché non volevi stare con me? Perché sono una
ragazza o perché i miei genitori sono dei babbani?”
Santana aprì la bocca per ribattere ma ne fu incapace, “Perché San? Perché è
così importante per te?”,
“Non lo è! Per me sei perfetta e sei una maga!” Tentò lei,
“Mi ameresti lo stesso se non avessi una bacchetta?”
“Sì!” Le disse Santana e capì che era vero, le lacrime le
scendevano lungo il viso, “Ti ho amato dalla prima volta che mi hai guardato!
Quando avevamo cinque anni e per me eri una babbana…”.
Brittany rimase immobile per un istante poi la
abbracciò stringendola e calmando i suoi singhiozzi.
“Sarebbe più facile per te se fossi Quinn o… Rachel?” Santana scosse la testa ma poi annuì,
“Forse… i miei genitori rimarrebbero scioccati ma…”
“Ma non quanto lo sarebbero sapendo di me” Santana annuì
ancora poi si allontanò per guardarla,
“Mi dispiace”, Brittany annuì,
“Cosa vuol dire per noi?” Chiese piano come se temesse la
risposta,
“Ti amo” Le rispose Santana come se quello potesse risolvere
ogni cosa, “Ma ho paura” Ammise mentre Brittany le
accarezzava il volto, poi aggiunse, “Non voglio perderti”.
Si baciarono cercando in quel modo di esorcizzare il futuro e
le paure che esso conteneva.
Rimasero in silenzio a lungo riflettendo, incapaci di
muoversi, incapaci di separare i loro corpi che finalmente si erano uniti,
incapaci di fare alcunché se non rimanere in quel limbo sicuro, in cui le
stelle non si muovevano e il sole non sorgeva.
“Questo è l’ultimo anno a Hogwarts…” Ruppe il silenzio Brittany, “Cosa succederà quando avremo i nostri diplomi?”,
“Non lo so” Ammise Santana, era vero non ne aveva idea,
avrebbe potuto vivere di rendita, i suoi genitori erano proprietari di grandi
latifondi terrieri. Per i maghi vigevano ristrettissime regole edilizie a causa
dei babbani e l’affitto di quei terreni su cui
sorgevano i più grandi villaggi dei maghi erano una rendita continua e molto
proficua. Eppure Santana sentiva di voler fare dell’altro nella sua vita che
semplicemente sfoggiare una nuova tunica alle feste.
“Io vorrei far conoscere meglio il mio mondo a voi maghi…”
Disse invece Brittany e Santana nascose una smorfia a
quella frase,
“Brittany il mondo dei maghi è il
tuo mondo…” La ragazza la guardò a lungo,
“Credo di poter dire di far parte di entrambi e ci sono dei
vantaggi del mondo dei babbani che voi non
conoscete…”
“Non credo che i babbani possano
insegnarci qualcosa” Fece notare Santana e Brittany la
guardò perplessa,
“Come fai a saperlo?”
“Lo so e basta!”
“Ah sì… beh ti è piaciuto la musica che ti ho regalato?
Perché era tutta babbana!”
“Quale musica?”
“Il cd!” Santana la guardò perplessa e Brittany
si batté la mano sulla fronte, “Il mio regalo di Natale! Non hai capito cosa
fosse… mi sono dimenticata che sei tutta tutta
mago…”,
“Lo fai sembrare un difetto!”
“E tu fai sembrare un difetto il fatto che io non lo sia”
Ribatté Brittany facendola sospirare,
“Va bene, sono una stupida” Ammise lei facendola sorridere,
“Ti amo lo stesso” Le disse Brittany
e Santana scosse la testa,
“Bene… perché ho costantemente paura di fare qualcosa di così
sbagliato da farti cambiare idea…” Confessò,
“Non succederà” Disse Brittany con
una sicurezza invidiabile poi la baciò, “Sono contenta che tu mi abbia detto la
verità e… mi dispiace tanto non ricordarmi di te a cinque anni…”. Santana
annuì,
“Vorrei poterti ridare i ricordi ma… ho studiato
l’incantesimo gettato da mia mamma, non c’è modo di ribaltarne l’effetto…”,
Rimasero di nuovo in silenzio poi Brittany disse,
“Mi piacerebbe anche fare la domatrice di draghi!”
“Escluso!” Disse subito Santana,
“Perché?”
“Perché i draghi sono pericolosi e io non voglio vederti
andare a lavoro e dover aver paura che non torni o che torni senza un braccio o
una gamba!” Allora Brittany sorrise e nascose il
volto nel suo collo, “Cosa c’è?” Le chiese stupita Santana,
“E’ l’unica cosa del futuro che volevo sapere!”
“Che i draghi rischiano di mangiarsi una tua gamba?” Chiese
Santana senza capire,
“No, che tu mi saluterai al mattino e aspetterai che torni
alla sera!” Le disse per poi deporle un bacio sulla guancia e stringersi a lei.
Santana rifletté su quelle parole, le aveva dette d’istinto eppure era così,
non vedeva il suo futuro, non sapeva cosa sarebbe stata, cosa avrebbe fatto, ma
sapeva che Brittany sarebbe stata lì. Strinse la
ragazza e sorrise, ora aveva una certezza e non se la sarebbe lasciata
scappare!
Quando tornò nella sua stanza Rachel
stava eseguendo i suoi esercizi di polso mattutini. Esercizi che riteneva le
avessero dato un enorme vantaggio nell’eseguire anche i più elaborati e
virtuosi movimenti con la bacchetta. La ragazza la guardò interrogativa ma
Santana la ignorò invece gettò la cravatta per terra e si tolse le scarpe per poi
gettarsi sul letto.
Quando Quinn la svegliò si sentiva come se avesse dormito
solo due ore, erano le sette e Rachel metteva la
sveglia alle cinque quindi… beh allora era esattamente quello che aveva fatto!
“Ciao splendore!” Puck si piegò dando un bacio a Quinn poi
guardò lei, che aveva la testa appoggiata ad un palmo e osservava incantata la
piccola montagnola di tortini alle fragole davanti al suo naso, “Qualcuno non
ha dormito?”, Santana sorrise e il ragazzo ridacchiò, “Problema risolto? Bene! Puckerman sempre al tuo servizio!”, Baciò ancora Quinn e
dopo aver scambiato qualche frase sottovoce con lei si allontanò per raggiungere
il tavolo dei Grifondoro.
Santana alzò la testa di scattò quando la vide entrare nella
stanza. Brittany era fresca come una rosa!
Quinn notò il suo sguardo e si accigliò,
“Credevo che avessi passato la notte con lei!” Le sussurrò
all’orecchio,
“Già… anche io…” Disse Santana per poi sorridere per quel
semplice concetto.
“Deve avere una capacità di recupero più veloce della tua…
sembri uno straccio mentre lei…”
“Una rosa” Concluse Santana ignorando il fatto che Quinn
l’avesse definita in maniera poco lusinghiera. “La amo” Ammise poi sorprendendo
Quinn che gettò un’occhiata attorno a sé, per fortuna Rachel
era al tavolo dei Tassorosso per parlare con Finn e
nessuno era così vicino da averla sentita.
“Sono felice che tu l’abbia ammesso, ma credevo non fossi
pronta a urlarlo al mondo!” Le ricordò Quinn e lei sorrise,
“Cosa serve aspettare?” Mentre lo diceva si rese conto che
era così, cosa le serviva aspettare, avrebbe potuto fare ciò che desiderava,
alzarsi e salutarla con un bacio. E Santana si alzò.
Note
Santana sembra davvero cambiata! Ha forse trovato finalmente
il coraggio? Oppure c’è qualcosa dietro?
“Avevi detto di smettere di essere una codarda no?” Quinn le
guardò gli occhi,
“Cosa hai mangiato?”
“Che ti importa? Lasciami andare da lei!” Lo disse forte e
Quinn notò i primi sguardi perplessi posarsi su di loro, Brittany
si era seduta al tavolo, ma le guardava preoccupata.
“Va bene…” Santana sorrise e Quinn estrasse la bacchetta. “Finite
incantum!” Ordinò,
“Cosa fai Quinn, per favore, metti via quella bacchetta, Brittany!” Chiamò poi ad alta voce attirando ben più che
uno sguardo, la ragazza interpellata si alzò dal tavola in fretta e si avvicinò
a loro,
“San… cosa…”
“Mi sei mancata tanto, volevo svegliarmi con te questa
mattina!” Per fortuna aveva parlato piano alla ragazza anche se il modo in cui
la guardava era piuttosto eloquente.
“Quinn… cosa succede?”
“Brittany, ti…” Quinn agì rapida,
“Tacito!” Santana pronunciò la parola ma nessuno la udì.
“Portiamola fuori, gli hanno somministrato qualche pozione!”
Santana stava dicendo qualcosa, chiaramente arrabbiata con Quinn, ma quando Brittany le prese la mano lei sorrise, seguendola lontano
da occhi indiscreti.
Raggiunsero l’aula di pozioni trovandola fortunatamente
deserta.
“Finite incantum”,
“Quinn, non tapparmi mai più la bocca hai capito! Devo dire a
Brittany delle cose importanti!” Disse subito la
ragazza addolcendo poi il volto nel voltarsi verso Brittany,
“Ti amo, è stata la più bella, incredibile, meravigliosa e
magica notte della mia vita! Non mi importa un fico secco che sei una figlia di
babbani! E non mi importa dei miei genitori e di
tutti gli altri!”,
“San… ti ricordi cosa hai mangiato o bevuto?” Santana non le
rispose, invece la attirò a sé baciandola.
“Hei ragazze!” Le richiamò Quinn
arrossendo, non ottenne nessuna risposta. Si voltò in imbarazzo, sembrava che Brittany fosse incapace di resistere a Santana.
Sentiva le due ragazze sussurrarsi piano frasi d’amore, cercò
di non ascoltare, mentre tirava giù dagli armadietti i più comuni antidoti,
eppure dovette sorridere nel sentire la dolcezza delle parole che si
scambiavano.
“Va bene, Santana bevi questo!” Brittany
arrossì nel vederla, come se si fosse dimenticata che era lì, mentre Santana le
lanciò un’occhiataccia,
“Ti dispiace andartene? Sto parlando con Brit!
L’amore della mia vita!” Brittany sorrise e arrossì
al contempo mentre Santana la guardava sorridente e beata.
“Certo, prima bevi questo poi me ne vado!” Santana tornò a
guardarla, infastidita afferrò la boccetta bevendone il contenuto.
“Oddio vuoi avvelenarmi? E’ schifoso!”
“Davvero? Amaro o aspro?” Chiese Quinn mentre tornava
all’armadietto, le aveva dato da bere una pozione rivelatrice,
“Tutti e due!” Le rispose la ragazza continuando a fare
smorfie disgustate,
“Va bene allora… dai sintomi e dalla reazione alla pozione
rivelatrice direi che…” Si sporse afferrando una boccetta viola, “Questo
dovrebbe andare…”,
“Non bevo più niente! Scordatelo!” Quinn diede la boccetta a Brittany e Santana sbuffò,
“Non sono così scema!”
“San… per favore…” La ragazza si morse il labbro poi prese la
boccetta bevendola rapidamente, sorrise,
“Fragole…” Disse, poi attirò Brittany
di nuovo a sé, “Come il tuo sapore… mi piace il tuo sapore… mi piace tutto…” Si
interruppe sbattendo le palpebre confusa, “Cosa…?”
“Ciao San…” Le disse Brittany poi
si allontanò da lei rivelando alla ragazza Quinn,
“Cosa succede?”
“Una pozione di verità… piuttosto blanda per fortuna…
mescolata a qualcosa che toglie le inibizioni, per fortuna blando anche
quello!”,
“Mi hanno dato una pozione?”
“Sì, nei tortini alla fragola credo, visto il sapore
dell’antidoto…”,
“Cosa ho fatto?”
“Niente di irreparabile… io e Brittany
ti abbiamo portato via in tempo…” Santana guardò Brittany,
“Ricordo bene?”
“Vediamo… volevi baciarla in mezzo alla Sala Grande… e hai
quasi urlato che la amavi… ma ti ho zittita fisicamente!”,
“Ok… ricordo bene! Oddio, è come se fossi stata in un sogno…
era tutto così giusto e…” Si voltò verso Brittany
prendendole le mani, “Credo in tutto ciò che ti ho detto! Anche se…” Arrossì
mentre Brittany ridacchiava,
“E’ stato carino sentirti dire che ti piace il mio profumo e
il mio…” Santana la bloccò arrossendo ancora di più,
“Oh non è stato male anche sentirti dire che adori da
impazzire gli anatroccoli!” Aggiunse Quinn che ora sembrava divertirsi un
mondo,
“L’ho detto?”
“Sì, hai anche detto che a casa nostra ne vorrai un laghetto
pieno dove i nostri bambini potranno guardarli!” Aggiunse felice Brittany mentre Santana faceva una smorfia conscia che ogni
parola era stata dannatamente vera.
“Molto ma molto Santana Lopez, non c’è che dire!” Infierì
Quinn ridacchiando,
“Quinn se non mi avessi appena salvata giuro che ti…” Santana
non riuscì a finire perché un altro pensiero ben più importante le balenò nella
mente, “Chi mi ha dato la pozione?”, Quinn si strinse nelle spalle,
“Non lo so… ultimamente hai fatto screzi a più di una
persona!”
“Il marchio d’infamia al Corvonero!”
“Non credo…” Sia Quinn che Santana si voltarono scettiche
verso Brittany che si spiegò, “Parlate del ragazzo
con la faccia colorata no? L’altro giorno gli ho prestato il mio libro sulle
malattie dei gatti perché il suo siriano era malato… credo fosse stupito ma
prima che me ne andassi mi ha ringraziato e poi ha aggiunto, non so perché, che
gli dispiaceva…” Si strinse nelle spalle,
“E il colore sulla sua faccia è sparito...” La anticipò
Quinn,
“Esatto! Come facevi a saperlo?” Chiese stupita Brittany che non sapeva che l’unico modo per rompere il
marchio era scusarsi con chi si aveva ingiustamente offeso,
“Lascia stare… allora è probabilmente da escludere…” Disse
Santana, “Credo che si possa escludere Finn, non
saprebbe pensare ad una vendetta così sottile neppure se gliela suggerissero!”,
Quinn annuì confermando, Finn non
era il tipo di simili sottigliezze…
“Sebastian!” Dissero in coro le due ragazze,
“Il ragazzo del lago?” Chiese Brittany,
“Sì! Vuole vendicarsi da allora! E poi hai detto due pozioni
mediocri! Verità e privazione di inibizioni, c’è la sua firma ovunque!” Santana
afferrò la bacchetta stringendola, “Gli farò vedere!”
“Aspetta Santana, non puoi andare da lui e sfidarlo!”
“Perché?”
“Perché è vietato!” Le ricordò Quinn e Santana sbuffò,
“Va bene, allora cosa facciamo?”
“Mandagli i tuoi padrini” Suggerì Brittany
poi però scosse la testa, “No, meglio se non ti batti! Non mi piace l’idea!”
“Brit, avrei potuto urlare in piena
Sala Grande che…” Si bloccò,
“Che mi ami?” Chiese piano Brittany
e lei rimase in silenzio, aveva davvero creduto che fosse una buona idea, cosa
serve aspettare? Aveva detto a Quinn.
“Io volevo urlarlo al mondo, ed era così bello essere privi
di questa paura!” Si premette il pugno sul petto, lì dove sentiva
quell’oppressione, che spariva solo quando lei e Brittany
erano sole.
“Non avrei voluto che succedesse così… senza che tu fossi in
te…” Spiegò Brittany, “Però…”,
“Una piccola parte di te rimpiange che Quinn mi abbia
fermata?” Concluse Santana e la ragazza abbassò la testa colpevole, “Anche io…”
Brittany la guardò sorpresa e lei sorrise, “Un po’ lo
rimpiango anche io…”. Brittany si strinse a lei e
Quinn si schiarì la gola richiamando la loro attenzione,
“Ragazze… siete molto carine ma… le lezione iniziano tra
pochi minuti e Santana devi decidere cosa fare con Sebastian…”. Santana depose
un bacio sulla guancia di Brittany poi annuì verso
Quinn,
“Manderò i miei padrini, qualsiasi cosa voglia dire!”.
Note
Una piccola pozione ha scatenato Santana, per fortuna Quinn è
stata veloce e ha arginato i danni!
Ora? La contro vendetta si compirà? Ci sarà un bel duello?
“Questa storia dei padrini è assurda, medievale e babbana!” Disse per l’ennesima volta Rachel,
“Piantala Rachel! Santana ce l’ha chiesto e noi adempiremo al nostro ruolo! E non è babbana nei duelli tra maghi esiste la figura del padrino!”
Le rispose Quinn che era stufa di sentire i suoi lamenti, “E poi ammettilo che
è eccitante e che sei orgogliosa che ti abbia
scelto!”, Rachel fece una smorfia poi annuì,
“Ok è eccitante! E sì… sapere che
Santana mi considera degna di vendicare la sua morte, dopo che anche tu ci hai
provato e sei morta, è sicuramente lusinghiero!” Quinn scosse la testa
sorridendo,
“Non credo sia quello il nostro ruolo, dobbiamo solo
consegnare il messaggio e controllare che tutto sia in ordine per il duello!”,
“Giusto e sostituire Santana nel caso non si presenti…”
Confermò Rachel controllando i suoi appunti, aveva fatto delle ricerche in
biblioteca e interrogato il professore di Storia della Magia traendone una
lunga lista di compiti e esempi famosi.
“Anche se nel duello tra Marion Derrin
e FreddyGrend i padrini
hanno proseguito lo scontro fino a che non ne è rimasto vivo solo uno…”
“Che poi è morto per le ferite riportate, me l’hai già detto
e l’hai detto anche a Santana!”,
“Beh doveva essere messa a conoscenza dei rischi, è tra i
numerosi doveri di un padrino!”, Quinn rinunciò di proseguire la discussione
invece prese la scala per la torre di divinazione dove
Sebastian aveva lezione in quel momento.
“Non potevamo aspettare che fosse qualche piano più in
basso?” Si lamentò Rachel,
“Il duello deve essere questa sera, visto che la Sylvester non è al castello e la nostra ora libera
coincideva con la sua di divinazione…”,
“Inizio a capire perché Santana mi ha scelto come padrino,
sperava che morissi nell’adempimento del mio dovere!”,
“Ma non fai attività fisica dalle
cinque alle sette di ogni mattina?”
“Potenzio il mio movimento di polso e ripasso” Precisò Rachel
come se Quinn non lo sapesse.
Quando giunsero alla pesante porta in
legno Quinn bussò, la professoressa di divinazione le fece entrare e lei chiese
di poter parlare con Sebastian. Il ragazzo parve leggermente stupito ma il suo
sorriso beffardo gli riapparve sul volto quando fu fuori dall’aula,
“Allora cosa volete da me?”
“Questa sera, a mezzanotte, sulle mura dell’ala Sud.” Recitò
pronta Rachel,
“Mi spiace ma malgrado io sia molto tentato
non credo che accetterò questo gentile e galante invito!” Sebastian ammiccò a
Rachel che si irrigidì,
“Non è un invito, ma un duello, siamo
i padrini di Santana Lopez, che chiede soddisfazione per il tentativo di
danneggiamento da te attuato nei suoi confronti.”
“Un duello?” Chiese Sebastian, “Con Santana?”
“Esatto e se hai un briciolo d’onore
ti presenterai assieme ai tuoi padrini…” Concluse Quinn,
“Va bene” Confermò il ragazzo con un ghigno. Poi aprì la
porta dell’aula e la professoressa di divinazione li guardò, gli occhi persi
nel vuoto,
“Due bacchette, due
opposti, la luna nel cielo, presente e passato uniti ancora, l’orgoglio
trionferà mentre il cuore dell’unicorno potrà solo piangere.” La donna
sbatté le palpebre mentre i tre Serpeverde e l’intera classe la guardavano
stupiti, “Avete finito?” chiese e Quinn annuì, mentre
Sebastian rientrava in classe.
“Per la barba di Merlino! Quella era una predizione!” Esclamò
Rachel,
“Ma andiamo! E se anche lo fosse stata, sai,
come me, che raramente hanno senso o si capiscono! La storia
ci insegna che dare ascolto alle farneticazioni della Pillsbury
ci porterebbe solo guai più grossi!”, replicò Quinn convinta ma Rachel si mise
a scrivere rapida segnandosi le parole pronunciate, facendo sbuffare la
compagna.
“Parlava chiaramente del duello, le due bacchette e la luna…
poi il presente e il passato si ripetono perché già una volta Santana ha
umiliato Sebastian e l’orgoglio trionferà direi che predice la vittoria di
Santana!” Fece ovvia, “L’unicorno mi rende perplessa… Sebastian non ha niente
dell’unicorno…”,
“Nel suo stemma famigliare c’è un cavallo…” Le disse Santana
che stava svogliatamente sfogliando la gazzetta del profeta sdraiata sul letto
in attesa della mezzanotte.
“Non darle corda!” La ripresa Quinn,
“Un cavallo! Ma certo, la Pillsbury
deve essersi confusa nella predizione!” Rachel si segnò un appunto mentre Quinn
sbuffava,
“Davvero credi che sia così semplice? La simbologia delle
predizioni è sempre più profonda!”,
“Secondo te c’era una pausa tra nel
cielo e presente? Perché potrebbe cambiare qualcosa…” Fece Rachel dubbiosa
ignorando le parole di Quinn che si alzò,
“Vado ad aspettare nella sala comune!” disse ed uscì,
“L’hai fatta arrabbiare…” rimarcò Santana senza alzare lo
sguardo dall’articolo che stava leggendo,
“Non sembri tesa…”,
“Dovrei esserlo? Andiamo, posso battere Sebastian
anche con la bacchetta spezzata!”, Rachel non ribatté invece tornò ai suoi
appunti,
“Chissà cosa intendeva con opposti… tu e Sebastian siete
piuttosto simili…” Borbottò ma Santana non la ascoltava.
“Brittany verrà?”
“Perché dovrebbe venire la Corvonero?” Chiese Rachel a Quinn
che aveva posto la domanda,
“Non lo so… ha detto che non ama la violenza…” Rispose
Santana a Quinn ignorando Rachel,
“Volevi che venisse?” Chiese allora Quinn, Santana si strinse
nelle spalle rispondendo ancora,
“Non lo so”,
“Stiamo parlando della Brittany che
ti da ripetizioni? Il cercatore dei Corvonero?” Provò
di nuovo Rachel,
“Sì, è la mia ragazza” Spiegò Santana facendo spalancare gli
occhi a Quinn e a Rachel mentre lei sorrideva, “Volevo sapere cosa si provasse
a dirlo ad alta voce!”,
“E?” Chiese Quinn che si era ripresa più in fretta di Rachel visto che lo sapeva già,
“E: è bello!” Disse ancora sorridendo Santana poi guardò
Rachel “Puoi chiudere la bocca ora!” Rachel obbedì ma poi la riaprì subito per
dire,
“Brittany Corvonero? La biondina
dolce e gentile? Con te?”
“Sì, perché?” Chiese subito aggressiva Santana,
“Perché? Stai scherzando?”
“Stai dicendo che…”
“E’ troppo per te!” Concluse Rachel
fermando subito Santana che si era aspettata un discorso opposto,
“Hai ragione…” Di nuovo Rachel rimase a bocca aperta mentre
Quinn ridacchiava, “Lei è perfetta e io sono un
disastro!”
“Basta, Quinn, dimmi che le hai dato una pozione o…”
“No Rachel… questa zuccona si è semplicemente innamorata!”
Dichiarò Quinn e Santana sorrise di nuovo le era
impossibile non farlo!
“Ma… i tuoi genitori…” Il sorriso sparì dalle labbra di
Santana,
“Non lo sanno” Specificò subito,
“Accidenti… non deve essere facile… voglio dire i miei papà
erano purosangue e i loro genitori li hanno diseredati e disconosciuti!”
Santana sgranò gli occhi e Quinn lanciò un’occhiataccia a Rachel,
“Così non aiuti!” Le ricordò,
“Però sono felici insieme e hanno me
che sono la loro grande gioia!” Cercò di recuperare Rachel facendo solo fare
una smorfia a Santana,
“Ora non ci pensare… siamo quasi arrivate…” Le ricordò Quinn.
Salirono in silenzio gli ultimi scalini e poi uscirono sulle mura Sud del
castello. Alla mezzanotte mancavano dieci minuti e la luna brillava
nel cielo.
Brittany guardò l’orologio, poi si voltò nel
letto, rimase immobile per un attimo poi tornò a voltarsi per guardare
l’orologio.
“Brittany! Cosa c’è?” Le
chiese infastidita Tina,
“Niente… dormi…”
“Non riesci a mentire neanche se ti impegni
e non ti stai impegnando!” Brittany sospirò,
“Santana sta per fare un duello sulle mura Sud del castello…”
“Un duello? E’ vietato duellare!”
“Lo so Tina…”
“Va bene lasciamo stare… Santana hai
detto? La ragazza di Serpeverde a cui dai ripetizioni
per il Patronus?”
“Sì”
“E cosa ti importa?” Brittany si morse un labbro torturandosi le mani,
“E’ un segreto…” disse poi facendo corrugare la fronte a Tina,
“Va bene… cosa vuoi fare? Perché chiaramente non riesci a
dormire…”
“Non mi piace l’idea di vederla duellare ma…”
“Ma vorresti essere lì?” Tentò Tina e lei annuì, “E allora
vai!” Disse la ragazza,
“Ma è proibito uscire la notte dai dormitori…” Tina fece una
faccia sarcastica,
“E lo dici a me che so perfettamente che ieri
sera sei rimasta fuori tutta la notte?” Brittany
si accigliò,
“Ma in quel caso non sono uscita dai
dormitori… non ci ero entrata!”
“Logica di ferro, mia cara! Ora vai!” Guardò l’orologio, “Alla
mezzanotte mancano dieci minuti e se non sbaglio è a
quell’ora che si fanno i duelli!” Brittany annuì poi
saltò fuori dal letto. Uscendo di corsa dalla stanza.
Tina sorrise, Brittany era già vestita di tutto punto
e teneva nel pugno la bacchetta,in pratica aveva deciso ore prima!
Note
Tutto è pronto per il duello. Santana, Quinn e Rachel sono
sul posto, Brittany le sta raggiungendo… Sebastian?
Vedremo se si presenterà e se giocherà pulito!
“Quanto ci vuole?!” Chiese irritata
Santana agitando la bacchetta nell’aria. La porta si aprì e tutte e tre si
voltarono,
“Ciao…” Disse Brittany e poi
rabbrividì a contatto con l’aria fredda della primavera.
“Sei venuta!” Disse Santana
sorridendo,
“Sì…” Confermò la ragazza intrecciando il loro sguardo.
“Oddio… ma allora è vero!” Esclamò Rachel guardandole,
“Rachel taci!” La avvisò Santana,
“Brittany…. Santana…” iniziò la ragazza
passando lo sguardo da una all’altra,
“Cos’ha?” Chiese Brittany
perplessa,
“Le ho detto che stiamo insieme…” Ammise Santana ed ebbe il
piacere di vedere il volto di Brittany illuminarsi
dalla gioia. Forse lo avrebbe detto anche a qualcun altro se poi quello era il
risultato!
“Che quadretto carino!” Disse Sebastian salendo sulle mura,
Santana si chiese se avesse sentito, ma il ragazzo notò Brittany
e apparve stupito,
“Non avevamo detto due padrini? E poi un
Corvonero?”
“Lei non c’entra con il duello Sebastian, facciamola finita!”
Santana alzò la bacchetta e il ragazzo annuì accondiscendete per poi sistemarsi
davanti a lei ad una decina di passi. I suoi padrini,
due Serpeverde salutarono Quinn e Rachel e si misero sui lati, lontani dai
possibili incantesimi deviati o sbagliati.
“Bene, pronta?” Chiese Sebastian ma quando Santana annuì alzò la mano perplesso, “Aspetta…”
“Sebastian! Se non estrai la bacchetta
ti colpirò da disarmato!” Lo avvisò Santana impaziente. Poi lo udì anche lei,
nell’aria c’era un rumore di… scope… “Cos’hai
architettato?” Il ragazzo sorrise mentre Quinn e Rachel estraevano le
bacchette. Brittany invece fissava perplessa il
cielo.
“Oh… Santana… quanta ingenuità! Non pensi
che io ti stessi osservando quando questa mattina hai dato il tuo
spettacolino?” Santana si voltò di nuovo ad ascoltarlo, aveva voglia di
colpirlo, eppure sentiva che le stava sfuggendo qualcosa di fondamentale.
“E’ stata una bella sorpresa… non c’è dubbio! Brittany
S. Pierce, quando ti ho somministrato la pozione non
potevo neanche tra le possibilità più favorevoli immaginare qualcosa di simile!
Non solo sei gay! Ma sei innamorata
di una babbana!”
“Di cosa parli?” Sebastian sorrise, forse perché anche la
fioca luce della luna era sufficiente per evidenziare il suo improvviso pallore,
“E’ stato così romantico! Chi se lo aspettava! Volevi
baciarla nella Sala Grande! Urlarle il tuo amore! Fantastico
ma… da buon amico di tua madre…”
“Cosa hai fatto?” Gli chiese Santana
camminando verso di lui, la bacchetta sollevata minacciosamente,
“Mi ha scritto una lettera” Santana si voltò incrociando lo
sguardo con quello furioso della madre,
“Mamma…” Disse solo mentre veniva
avvolta dal panico.
Brittany vide la donna atterrare sul muro e
capì prima ancora che parlasse, era la mamma di Santana, anche nella debole
luce si poteva vedere la somiglianza. Era più bassa della ragazza, ma esprimeva
lo stesso grande autorità.
Brittany si voltò verso Santana, vide i suoi
occhi sgranati e capì che aveva paura.
“Signora Lopez…” Chiamò facendo voltare la donna che la guardò
disgustata,
“Tu! Ancora tu! Non è possibile!”
“Lo so che mi ha già smemorizzato
una volta…” La donna guardò sua figlia,
“Per lei? Disonori la tua
famiglia, il tuo nome, per lei?” Ma Santana non parlava, teneva gli occhi
bassi, la bacchetta era dimenticata lungo il corpo, non si difendeva, non le
difendeva, ma lei lo avrebbe fatto!
“Non credo che lo consideri un disonore…” Disse e la donna
rise nel voltarsi a guardarla,
“Piccola, sei una babbana, cosa ne
puoi sapere tu?”
“Io la amo” Brittany sorrise mentre
le parole di Santana pronunciate piano raggiungevano
lo stesso tutti i presenti.
“No, questo è impossibile, attraversi una fase di ribellione,
succede… ti voglio bene e posso perdonarti, non dirò niente a tuo padre, verrai
a casa con me e tornerai a scuola solo per gli esami di fine anno”.
“Signora Lopez...” Tentò Quinn ma la
donna si voltò verso di lei zittendola con lo sguardo,
“Signorina Fabrey, mi aspettavo di
più da lei! Avrei dovuto immaginare la cattiva influenza della signorina Berry…
ma lei? Mi ha profondamente deluso!”
“Non credo che…” Rachel chiuse la bocca quando lo sguardo
della donna si fissò su di lei.
“Ora Santana, chiama la tua scopa, andiamo
a casa.”
“Mamma…”
“Non discutere!”.
Santana sentiva su di sé lo sguardo di Brittany,
avrebbe voluto essere forte, avrebbe voluto essere coraggiosa, invece alzò la
bacchetta,
“Accio scopa” Chiamò,
“Bene, vedo che sai ancora ragionare, mi sarebbe dispiaciuto
dover usare le maniere forti.” Santana abbassò di nuovo la testa trattenendo le
lacrime, aveva vissuto un sogno e ora si era svegliata.
“Signor Smith ti ringrazio per le tue parole… ti prego di
mantenere la cosa segreta”
“Senza dubbio signora Lopez e posso assicurarvi il silenzio
anche dei miei amici” Sorrideva beffardo, ma Santana
non riuscì a riscuotersi, neanche il suo tono vittorioso fu sufficiente.
La scopa spalancò la porta arrivando al suo fianco,
obbediente e docile come lei.
“Ottimo, andiamo” La donna salì sulla scopa e Santana alzò lo
sguardo, incrociando quello di Brittany, la ragazza
piangeva, ma fece un passo avanti,
“Non ti permetterò di separala da me! Non importa quanto la terrai
lontana, un giorno dovrai lasciarla andare e io la
troverò!” Disse, con la sua sicurezza, la sicurezza di essere nel giusto.
“Piccola impertinente!” La donna si voltò ed
alzò la bacchetta,
“No mamma!” Santana alzò la sua ma era difficile concepire
l’idea di colpire la donna che per anni le aveva dato il bacio della buona
notte, le aveva rimboccato le coperte, l’aveva amata.
“Expelliarmus!”
Ordinò la donna mandando la sua bacchetta a cadere lontano poi rapida come un fulminò disarmò anche Brittany che
comunque non aveva neanche accennato una difesa.
“Voi, tutti, via di qua!”
“Signora Lopez, credo che stia esagerando!” Intervenne Quinn,
“Ho detto via!” Quinn guardò Santana e fece una smorfia,
“No” Si oppose,
“Stupeficium!” Quinn fu rovesciata
indietro andando a sbattere contro il muro,
“Expelli…” iniziò Rachel ma fu
lenta, la madre di Santana la spedì a sbattere contro lo stesso muro,
“Mamma!” Urlò Santana incredula,
“Stai zitta Santana!” Urlò la donna chiaramente fuori di sé.
Poi puntò la bacchetta contro Brittany. Santana le
colpì il braccio facendo finire troppo in alto l’incantesimo che la donna stava
lanciando. Brittany invece di fuggire rimase
immobile.
Santana fu spinta lontana da sua madre,
“Lo faccio per il tuo bene! Non capisci?” Le
chiese la donna,
“Lo fai per orgoglio! Il tuo stupido
orgoglio, per il nostro stupido sangue!”
“Certo! E’ l’unica cosa che conta in questo
mondo! Non capisci?” Le chiese ancora la donna con le lacrime agli occhi,
“E’ sangue mamma! Ed è rosso, come quello di
qualunque essere umano!” La donna scosse la testa,
“Capirai, farò in modo che tu capisca
l’importanza…” Alzò di nuovo la mano e Santana afferrò la prima bacchetta che
riuscì a raggiungere, non appena la strinse capì che non era la sua, e nemmeno
quella di Quinn o Rachel, era l’unica bacchetta che non poteva usare, la
bacchetta di Brittany.
“Legatur!” Ordinò la madre e lei si
ritrovò tra le spire di numerose corde. La bacchetta inutile stretta nel pugno.
Sua madre allora si voltò verso Brittany
che aveva osservato ad occhi increduli lo scontro,
“E ora poniamo una fine per sempre a questa cosa!”
“Mamma no!” Urlò Santana ma era tardi,
“Oblivio!” Disse la donna.
Note
Nessun duello, almeno non quello che ci aspettavamo.
Sebastian come il suo solito ha giocato sporco avvisando la mamma di Santana e
la signora Lopez ha reagito alla notizia nel modo peggiore possibile. Ora? Il
tremendo incantesimo è stato scagliato ancora una volta su Brittany…
“No!” Urlò ancora Santana vedendo gli occhi di Brittany svuotarsi. Poi una piccola parte della sua mente
le ricordò una cosa, “Devra!” Chiamò e un piccolo
schiocco le annunciò che l’elfa l’aveva sentita.
“Padroncina…?” Iniziò l’elfa poi
rimase a bocca aperta ad osservare la scena davanti a lei,
“Devra, porta Santana a casa”
Ordinò sua madre ma l’elfa guardò Santana,
“Cosa volete che faccia?” La donna si voltò sorpresa,
“Ti ho dato un ordine, porta Santana a casa! Obbedisci!”
“Non chiedevo a voi, Santana, cosa vuoi che faccia?” Era la
prima volta che toglieva il padroncina davanti al suo nome,
“Liberami” Chiese Santana e l’elfa
con uno schiocco di dita obbedì,
“Cosa stai facendo? Non puoi disubbidire ad un ordine!”
“Libera Brittany dall’incantesimo”
La ignorò Santana,
“Non posso, è stato scagliato da una bacchetta”, Sua madre
venne verso di lei, la bacchetta alzata e Santana reagì, perché quella donna
aveva appena distrutto tutto quello che lei amava, alzò la bacchetta di Brittany, la ragazza che era entrata dentro di lei, nel suo
cuore, la sua metà, la sua anima gemella,
“Expelliarmus!” Ordinò facendo volare
la bacchetta della madre.
“Non puoi disarmarmi!” Protestò lei,
“Posso mamma, come Devra può
disubbidirti, perché come lei non sono più sotto il suo giogo, siamo libere
entrambe!”
“Non sei mai stata schiava e non ho mai liberato Devra!” Protestò la donna,
“L’ho liberata io, il giorno in cui me l’hai regalata, il
giorno in cui hai cancellato la memoria di Brittany”
La donna scosse la testa incredula,
“Perché?” Chiese solo stupefatta,
“Perché volevo che lei fosse libera di voler bene a chi
desiderasse! Che potesse stare insieme a chi volesse!”
“Una sciocchezza degna di una bambina, visto che stavo già
con qualcuno a cui volessi bene!” Disse l’elfa con
tono sarcastico, ma i suoi occhi brillavano di commozione, come il giorno in
cui la piccola Santana tra le lacrime l’aveva liberata, abbassò la manica della
livrea mostrando il piccolo nastro rosso che teneva allacciato al polso, “La
livrea mi è stata imposta, il nastro per capelli mi è stato donato.” Spiegò lei
con un sorriso.
“Non capisco… cosa ho sbagliato con te?” Chiese a Santana la
signora Lopez,
“A causa tua ho avuto paura, ho respinto Brittany,
l’ho fatta soffrire, mi sono fatta del male, e tutto per una stupida e
antiquata idea del sangue!”
“Santana io non volevo che tu soffrissi come ho sofferto io…
ti voglio bene, voglio solo il meglio per te…” Per la prima volta nella voce di
sua madre c’era il dubbio, ma era tardi,
“No mamma, non ti ascolterò più! Libera Brittany
dall’incantesimo!” La donna sbatté le palpebre voltandosi verso Brittany e vedendo i corpi riversi di Rachel
e Quinn,
“Oddio… cosa ho fatto?” Si portò la mano alla bocca, senza
credere a ciò che la rabbia l’aveva spinta a fare.
“Mamma! Libera Brittany!” Le chiese
ancora Santana,
“Non posso…”
“Fallo!” Disse quasi urlando Santana,
“Non può…” Confermò Devra,
“L’incantesimo è stato scagliato”,
“Io… sono stata stupida… ero accecata dalla rabbia, se tu me
ne avessi parlato… forse avrei potuto…”
“Ora è colpa mia?” Chiese Santana mentre guardava Brittany che aveva ancora con gli occhi persi, presto si
sarebbe svegliata chiedendosi chi fosse la ragazza Serpeverde che stringeva la
sua bacchetta?
“No…” Mormorò sua madre accasciandosi su se stessa, “Potrai
perdonarmi?”
“No” Disse solo Santana, “Non ti perdonerò mai di avermi
tolto lei, mai!”
“Cosa succede?” La scopa scese rapida ed elegante sul muro,
Santana alzò la bacchetta puntandola su suo padre, non aveva più paura ora,
“Abbassa quella bacchetta cara” Disse lui calmo ma fermo.
“Non ti permetterò di…”
“Ho letto la lettera e seguito tua madre, sapevo che avrebbe
agito d’impulso…”
“Marcus… mi dispiace così tanto… io sono stata così cieca!”
“Andrà tutto bene tesoro” La rassicurò l’uomo poi raggiunse i
corpi di Rachel e Quinn, “Sono svenute… ma se la
caveranno con qualche livido…” Assicurò alzandosi e raggiungendo Brittany,
“Non toccarla!” Gli intimò Santana facendo voltare l’uomo,
“Tesoro… cosa provi per lei?”
“Io la amo!” Disse sicura Santana “E ora lei non lo
ricorderà!” Le lacrime iniziarono a scendere lente sul suo volto mentre quella
consapevolezza entrava dentro di lei distruggendola.
“Piccola, mi dispiace… ma se quello che provate una per
l’altra è sufficientemente forte allora potrai riallacciare…”
“Non voglio altri ricordi con lei! Voglio i nostri!” Santana
strinse la bacchetta, forse suo padre aveva ragione, lei non si sarebbe arresa,
l’avrebbe riconquistata, perché non poteva pensare di non averla più.
“La memoria è qualcosa di così strano e affascinante… io
credo che se Brittany entrasse in contatto con i tuoi
ricordi risveglierebbe anche i suoi aiutata dai sentimenti che ancora sono ben
legati a lei, perché nessun incantesimo è capace di eliminarli!” Santana
guardava il padre senza capire, l’uomo andò da sua madre alzandola e stringendo
tra le braccia la donna in lacrime.
“Tua madre è impulsiva… hai preso molto da lei, dimmi, non
hai mai fatto un grave errore desiderando che ti fosse perdonato?” Santana
guardò sua madre in lacrime, si aveva fatto dei gravi errori e Brittany l’aveva perdonata, ma quanto era grave quello di
sua madre?
“Non so se potrò perdonarla…”
“Santana…” Chiamò sua madre ma lei voltò lo sguardo,
“Santana… guarda…” Malgrado la reticenza dovette guardarla, sua madre le
mostrava la mano, la mano che Santana aveva sempre e solo visto guantata. Su di
essa spiccava netta una macchia nera,
“Cos’è…?” Chiese anche se lo sapeva, perché lo aveva imposto
ad un Corvonero qualche mese prima,
“Lo sai…” Disse sua madre, “Mia sorella…”
“Sei figlia unica…” Le disse Santana ma suo padre scosse la
testa e sua madre continuò,
“Mia sorella ha sposato un babbano… mio padre e mia madre
l’hanno disconosciuta… io non ho mai più parlato con lei…”
“E il marchio?” Dovette chiedere Santana,
“Mi è stato imposto perché ricordassi sempre la vergogna di…”
“Di avere una sorella che se n’era fregata della purezza di
sangue?” Chiese sprezzante Santana ma la donna scosse la testa,
“No… di aver voltato le spalle a mia sorella… lei me l’ha
imposto quando ho permesso ai miei…” Si corresse, “Ai nostri genitori, di
allontanarci.”,
“E questo cosa dovrebbe importarmi?” Chiese sdegnosa Santana
ma gli occhi del padre la ripresero,
“Santana, tua madre cerca di…” Santana si voltò verso Brittany perché la ragazza stava sbattendo le palpebre,
“Cosa succede? Mi sono persa di nuovo?” Chiese e Santana
sentì le lacrime pungerle di nuovo gli occhi,
“Brit…” Disse piano attirando lo
sguardo perplesso di Brittany,
“Ci conosciamo? A volte le persone mi confondono…” Ammise
come per scusarsi, “Ma stai piangendo…” Notò poi e il suo volto si fece triste,
“Signorina Pierce, mi dispiace conoscerla in questo
frangente… sono Marcus Lopez, il padre di Santana” Disse l’uomo andando in
aiuto alla figlia che sembrava incapace di parlare.
“Devra, potresti per favore portare
Anna a casa?” Chiese l’uomo e l’elfa annuì per poi
scomparire con la donna,
“Era un’elfa domestica? Mi
piacciono gli elfi!” Disse Brittany sorridendo,
“Devra è un’elfa
libera, mia figlia l’ha liberata molto tempo fa…” Santana guardò il padre con
stupore, “Sì ne ero a conoscenza… Devra ha ritenuto
opportuno riferirmelo… come mi ha riferito del modo in cui hai passato le
vacanze natalizie” E indicò Brittany che seguiva la
conversazione senza capire,
“Lo sapevi?”
“Sì, aspettavo che fossi tu a parlarmene, pensavo di essere
presente quando lo avresti detto a tua madre così da poter… stemperare la sua
reazione ma la cosa mi è sfuggita di mano…” Ammise l’uomo dispiaciuto.
Un gemito li fece voltare tutti verso Rachel,
“Il mio polso! Per Merlino! Fai che non sia rotto!” Disse la
ragazza stringendoselo al petto,
“Rachel?” Chiese Brittany, “Sei caduta? Insieme a Quinn? Ti sei fatta male?
Oh e sai dirmi perché siamo qui?” Rachel guardò
Santana e poi si morse le labbra vedendo anche suo padre,
“Signor Lopez…”
“Tranquilla Berry, lui sa tutto…” Le disse Santana senza però
guardarla, Brittany ricordava tutti tranne lei,
ovvio, sua madre era stata brava nel dissezionarle la mente!
“Entriamo” Suggerì suo padre andando a prendere Quinn tra le
braccia.
Rachel li guidò verso l’infermeria mentre
Santana camminava a testa bassa, incapace di guardare Brittany,
“Sai credo che tu abbia la mia bacchetta…” Le disse la
giovane con un sorriso affiancandola, “Credevo che fosse la mia… ma no…” alzò
la mano mostrandole la bacchetta che stringeva tra le mani.
Santana alzò la mano e le loro dita si sfiorarono, Brittany sorrise,
“Hai le mani fredde!”,
“Brittany… io…” Non poteva dirle
che l’amava, sarebbe stato assurdo dirlo ad una che ti considerava una perfetta
sconosciuta.
“Sì?” Le chiese la ragazza incoraggiante mentre giocava con
la sua bacchetta facendola ruotare nella mano,
“Io e te abbiamo due bacchette molto simili…” Disse allora
Santana trovando l’unico argomento sensato,
“Gemelle!” Disse lei sorridendo,
“Fatte per opporsi…” Ricordò Santana,
“Ma destinate a completarsi” Sorrise la giovane, “Anche se
non so cosa vuol dire!” Ammise subito ridendo. E Santana sorrise,
“Destinate a completarsi!”.
Note
La signora Lopez non è stata fermata sufficientemente in
fretta e Brittany ha perso il ricordo della ragazza
di cui è innamorata. Abbiamo scoperto qualcosa di nuovo sulla madre di Santana
e su suo padre, nonché il perché dell’atteggiamento così libero di Devra.
Santana? Ha reagito e si è ribellata! E ora non sembra pronta
ad arrendersi!
Emma Pillsbury non era
particolarmente dotata, aveva fatto qualche predizione, ma niente di
eccezionale e come lei, lo sapevano anche gli altri, ma era una brava insegnate
ed era abile con gli studenti quindi conservava con facilità il suo posto.
Quello che nessuno sapeva, perché la Pillsbury non
aveva mai diviso la camera con nessuno né con un fratello essendo lei una
figlia unica né con un ragazzo perché non aveva ancora trovato la persona
giusta, era che la donna aveva l’occhio interiore chiuso di giorno ma
estremamente aperto di notte.
Si girò nel sonno e mormorò,
“Al sorgere del sole
l’unicorno e il grifone saranno uno”.
“Santana giusto?”
“Sì” Confermò la ragazza,
“Dove stiamo andando?”
“Nell’ufficio del preside” Brittany
annuì anche se le sembrava strano, ma quella ragazza sembrava sicura e
sorrideva trascinandola e stringendole la mano.
Si trovarono davanti al gargoyle e Brittany lo guardò,
“E’ qui l’ufficio del preside?”
“Sì… non ci sei mai stata?”
“No, tu sì?”
“Sì” Brittany fece una faccia
impressionata,
“Allora sei importante!” Santana la osservò e sorrise,
“Ci sono stata per cattiva condotta!” Brittany
la guardò incredula,
“Non ci credo!” E scosse la testa facendo ondeggiare i
capelli, Santana la guardò attirata dalle sue labbra, desiderando baciarla più
di qualsiasi altra cosa. Chiuse gli occhi e si voltò verso il gargoyle.
“Bilancio” Pronunciò e il gargoyle
si mosse,
“Wow! Sai anche la parola d’ordine!”
“Figgins non cambia mai parola
d’ordine…” Le tese la mano e la ragazza la prese fiduciosa salendo accanto a
lei sulle scale che si mossero ruotando fino all’ufficio del preside.
“E ora?” Chiese Brittany,
“Ora…” Santana spaziò con lo sguardo nello studio rotondo
osservando i ritratti addormentati, “Lì!” Disse poi avvicinandosi
all’armadietto posto in una piccola rientranza nel muro.
“Cosa fai?” Chiese Brittany
osservando affascinata Santana che cercava tra le cose di Figgins,
“Trovato!” disse e mostrò a Brittany
la piccola fiala di vetro, “Bene ora devo solo… ricordare…” disse la ragazza
puntandosi la bacchetta alla tempia,
“Hei aspetta!”
“Brit, mi devo concentrare…”
“Non si punta la bacchetta alla tempia!” Disse la ragazza
seriamente preoccupata,
“Devo estrarre dei ricordi per te…” Le spiegò Santana,
“Per me?”
“Sì…” Brittany fece una faccia
alquanto perplessa poi annuì,
“Va bene, ma fai attenzione!” Si allontanò da lei di qualche
passo per lasciarla concentrare.
Passarono alcuni minuti e visto che Santana teneva gli occhi
chiusi e non succedeva niente Brittany iniziò a
guardarsi attorno. I suoi occhi si illuminarono e lei scattò in piedi, cercando
di non fare rumore. Si allungò e lo prese. Il Cappello Parlante. Erano sette
anni che desiderava chiacchierare con lui ancora una volta, senza indugio se lo
calò sulla testa.
“Oh! Il mio piccolo unicorno!” Mormorò la voce nella sua testa,
“Ciao!” Lo salutò Brittany,
“Dimmi, hai una domanda per me?”
“Sì, ti sei sbagliato quando mi hai
messo tra i Corvonero?”
“Io non sbaglio mai… e poi sei tu che
lo hai chiesto!”
“Lo so… ma…” Si interruppe perché non ricordava
proprio perché avesse insistito tanto, non Serpeverde perché, lei, non la
voleva come amica… lei chi?
“La tua mente è stata di nuovo
maltrattata… non mi piace!”
“Come?”
“Mancano delle cose… c’è una vecchia
cicatrice e una nuova…”
“Davvero?”
“Sì, piccolo unicorno, è tutto qua
chiaro nella tua mente!”,
“Fatto!” Brittany si voltò verso
Santana che teneva tra le mani una fiala traboccante di qualcosa di bianco e
luminoso.
“Sei bellissima!” Disse Brittany
osservando affascinata il modo in cui la luce si rifletteva sul volto di
Santana. La ragazza sorrise,
“Vieni…” Aprì l’armadio che le aveva indicato e il sorriso le
si bloccò sulle labbra. Infilò la mano nel pensatoio, “Dov’è?”
“E’ qui…” Le disse Brittany confusa
indicando il bacile di pietra,
“No! Questa è solo pietra! Ci vuole la pozione!” Santana
guardava incredula il pensatoio vuoto scuotendo la testa,
“Mi dispiace…” Sussurrò Brittany,
aveva sulla testa il Cappello Parlante ma lui taceva, a quelle parole Santana
si voltò verso di lei, la fialetta dimenticata tra le mani, il viso rigato da
lacrime,
“Io ti amo…” Disse stupendo Brittany,
“Io… sei gentile… ma ecco… io non ti conosco e…” Santana
annuì incurante delle lacrime,
“Lo so…” alzò la mano con la bacchetta,
“Expectopatronum!”
Chiamò e dalla sua bacchetta fuoriuscì l’anatra multicolore,
“Oh…” Disse solo Brittany
osservando meravigliata l’anatra,
“Ti amo…” Disse Santana puntandosi di nuovo la bacchetta alla
tempia, quel ti amo fece felice Brittany e quella
felicità non proveniva dal contatto con il Patronus,
nasceva dentro di lei, alzò gli occhi su Santana e si irrigidì,
“Cosa fai?” Chiese allora tesa,
“Non voglio ricordare se tu non ricordi…” Santana lasciò
cadere la fiala di vetro che si infranse a terra. Ci aveva creduto davvero,
avrebbe condiviso i suoi ricordi con Brittany, tutto
sarebbe andato al suo posto, la mente della ragazza avrebbe congiunto i
sentimenti che non si cancellavano con i ricordi donateli da lei. Ma non
funzionava, non avrebbe funzionato.
“Ora piccolo unicorno, il tuo grifone
ha bisogno di te! La bacchetta Brittany!”
“Obliv…”
“Protego!”.
L’incantesimo di Brittany assorbì
quello di Santana che la guardò,
“Brittany, ti prego, io devo dimenticarti…
non posso guardarti sapendo che non mi ami più!”,
“Io non capisco… ma non mi piace! Quell’incantesimo è brutto,
non ti permetterò di usarlo!” Alzò la bacchetta combattiva e Santana la guardò
in silenzio poi alzò la sua,
“Expelliarmus!” la voce di Brittany risuonò forte e decisa mentre quella di Santana
rimase bassa, ma gli incantesimi erano di forza paragonabile.
Eppure le due bacchette non avevano intenzione di scontrarsi
o misurarsi. Forse sarebbe stato diverso prima di quella notte sulle mura,
prima che Santana accettasse a pieno il suo amore per Brittany
permettendo a sé stessa di usare la bacchetta d’unicorno.
Ora gli incantesimi si scontrarono nell’aria agglomerandosi
in un tutt’uno, avvolgendosi su se stessi, raccogliendo quello che stava loro
vicino e tornando indietro diversi.
Santana alzò la mano in un inutile tentativo di difesa e lo
stesso fece Brittany ma gli incantesimi le
incatenarono.
Unicorno e grifone furono solo più uno mentre il primo raggio
di sole colpiva la finestra illuminando la stanza.
Santana aprì gli occhi, stava bene… Brittany!
Si tirò a sedere osservando con sgomento la stanza completamente a soqquadro.
Solo Brittany era sdraiata in un’isola di ordine. Il
Cappello Parlante giaceva a terra accanto alla sua testa. Santana si avvicinò
rapidamente a lei, respirava!
“Brit…?” Chiamò posando una mano
sul viso della ragazza, non ottenne risposte.
Non ricordava cosa fosse successo, gli incantesimi scagliati
dalle loro bacchette erano tornati addosso a loro, ma erano diversi… ricordò la
luce bianca e cercò con lo sguardo la fiala in cui aveva racchiuso, con una
certa fatica, tutti i suoi ricordi di Brittany. La
fiala era a terra infranta, ma i ricordi non c’erano più…
Si voltò a guardare Brittany con le
dita le accarezzò la guancia poi non resistette e si piegò su di lei
baciandola, gli occhi che le si riempivano di lacrime, ancora una volta era
stata Brittany a dover lottare perché lei non
distruggesse loro… anche se questa volta si era trattato di lottare per
qualcosa che non conosceva neppure…
“Ancora un minuto…”
“Brit… sono io…”
“Lo so che sei tu San… voglio dormire e sognare ancora un
po’…” Il cuore di Santana fece un balzo,
“Brit…” La ragazza aprì gli occhi
sorridendo,
“Sognavo di noi ed era così bello!” Disse, poi come se fosse
la cosa più normale del mondo, si tese per posarle un bacio sulle labbra, “Sei
venuta a dirmi che hai vinto il duello?” Corrugò la fronte, “Come sei entrata
nei dormitori?” Poi si guardò attorno mentre Santana sorrideva estasiata,
“Ti ricordi? Ti ricordi tutto!”
“San… siamo nella stanza delle necessità? Perché necessita di
un po’ di pulizie…”
“No amore! Siamo nell’ufficio del preside!” Brittany annuì e Santana la strinse per poi baciarla con
passione. Si separò da lei e rise,
“Ti amo! Ti amo così tanto!”
“Anche io ti amo San” Le disse Brittany
raccogliendo le sue lacrime di gioia.
“Forse è meglio se andiamo via… non credo che il preside Figgis sarà contento di trovarci qui!”
“Giusto… San perché siamo qui? E perché non me lo ricordo?”
Santana sorrise,
“Ti spiegherò tutto dopo, ora andiamo, presto, prima che il
castello si risvegli!”.
Note
E questo era l’ultimo capitolo!
Come al solito se mescoliamo magia e sentimenti il mix può
tutto, anche riparare un danno irreparabile! ;-)
Santana aveva perso le speranze e stava per combinarne una
delle sue, per fortuna Brittany ha lottato salvando
entrambe e il loro amore.
“Grifondoro perde la pluffa! Recuperata da Lopez che vola verso gli anelli!” Il
pubblico urlò esaltato dalla perfetta mossa di recupero di Santana e trattenne
il respiro mentre lei evitava un bolide spedito contro di lei da Puck,
“E segna! Portando Serpeverde in vantaggio di sessanta punti!
Cosa ha mangiato oggi la cacciatrice dei Serpeverde?” Santana sorrise eseguendo
un giro della morte con la scopa e mettendosi nella scia del cacciatore di
Grifondoro in possesso della pluffa.
“Aspettate! Quinn Fabrey si lancia
all’inseguimento del boccino!” Santana colpì il Grifondoro con la fluffa soffiandogliela da sotto il naso poi stringendola
sotto il braccio alzò gli occhi osservando il volo di Quinn.
“Prendilo Quinn!” Mormorò tra i denti e Quinn eseguì
afferrando il boccino. Santana gettò la pluffa in
alto e poi scese a terra.
“Serpeverde vince la partita!” Urlò il commentatore ma il
campo era già invaso dai Serpeverde in festa. Santana rimase sulla scopa
riuscendo così ad individuare in quel mare di verde e argento il blu e bronzo
di Brittany. Scese davanti a lei con un sorriso e
lasciò che la ragazza corresse tra le sue braccia.
“Sei stata grande!” Le disse lei sorridendo. Santana si perse
nel suo sguardo, perché non ora?
“Ti amo Brit…” Disse e poi si
avvicinò alle sue labbra ma Brittany si scostò
rapida,
“Ti hanno dato un’altra pozione?”
“No, baciami” Brittany appariva
dubbiosa ma Santana si avvicinò di nuovo e lei non la respinse. Le loro labbra
si incontrarono e Santana avvolse le braccia attorno al collo di Brittany attirandola di più a sé.
Non vide gli sguardi stupiti e divertiti, né i sorrisi felici
che si lanciarono Rachel e Quinn, come non sentì il
commento alquanto scioccato di Puck che ricevette uno scappellotto da Quinn.
Solo Brittany contava in quel momento, solo lei e la
gioia che provava anche solo guardandola.
Che il mondo lo sapesse, Santana Lopez era innamorata e
felice.
Il professore la guardò,
“Ha eseguito un esame praticamente perfetto… cosa ne dice di
mostrarmi il suo Patronus?” Santana sorrise poi
guardò Brittany che stava superando l’esame affianco
a lei,
“ExpectoPatronum!”
Mormorò riempiendo la stanza di luce e gioia,
“Signorina Lopez, lo dissolva altrimenti darò Eccezionale a
tutti quelli che la seguiranno! Anche a quelli che meritano un Troll!” L’uomo
sorrise e Santana ritirò il Patronus. Brittany accanto a lei le annuì felice poi senza neanche
guardare aggiunse nel calderone gli ingredienti apparentemente in modo casuale,
la strega che la stava esaminando stava già alzando la bacchetta pronta
all’esplosione, ma Santana sorrise, Brittany era un
talento naturale, la pozione assunse una perfetta tonalità azzurro cielo e la
strega le fece i complimenti.
“Santana, salutami tuo padre! E’ un uomo meraviglioso e…”
“Piantala Berry! O penserò che tu ti sia presa una cotta!”
Quando lei e Brittany erano tornate in infermeria,
avevano trovato Rachel e Marcus Lopez persi in una
serratissima discussione sull’importanza di non si sa quale scrittore di un
libro di incantesimi. Quinn era sveglia e stava aspettando che la pozione
risanante le togliesse il mal di testa, di sicuro sarebbe stata pronta ad
affrontare le lezioni del mattino. Suo padre aveva interrotto la discussione e
aveva appreso con gioia quello che era successo nell’ufficio del preside, anche
se il modo in cui Santana e Brittany si guardavano e
si stringevano la mano era stato piuttosto eloquente.
“Vedete di farvi sentire… la scuola è finita ma aspetto i
gufi di entrambe!” Disse Quinn guardando le due ragazze. Santana andò a
stringerle, non avrebbe mai dimenticato il modo in cui Quinn l’aveva aiutata
quell’anno e il modo in cui si era schierata al suo fianco contro sua madre e
lo stesso valeva per Rachel.
“Oh… ma chi è la biondina che ti sta aspettando?” Chiese
Quinn ridendo e lasciando andare Santana che si voltò con un sorriso verso il
punto in cui Brittany la aspettava insieme ai signori
Pierce. Salutò ancora le due ragazze e poi andò da lei,
“Santana, Brittany ci ha detto che
hai vinto la coppa di quidditch!” La salutò il padre,
“E che hai avuto dei voti molto alti agli esami!” Aggiunse la
signora Pierce che lo reputava un argomento più sicuro.
“Sì, è stato un anno molto importante… e queste erano solo
due cose di poco conto…” Sorrise a Brittany che le
tese la mano permettendole di intrecciare le loro dita.
“Santana…” La ragazza si irrigidì e sentì la mano di Brittany stringersi con più forza nella sua. Si voltò
incrociando, per la prima volta dopo la notte sulle mura Sud, lo sguardo di sua
madre.
“Piacere!” Il signor Pierce le tese la mano e la donna rimase
un istante immobile prima di accettarla,
“Piacere mio… sono la mamma di Santana, voi siete i signori
Pierce, giusto?”
“Siamo noi! Il papà e la mamma di questa bella streghetta!” Disse l’uomo stringendo Brittany,
Santana guardò sua madre, che sorrise, forse non era proprio a suo agio ma
almeno ci stava provando…
“Mi piacerebbe avervi a cena… o a pranzo… uno di questi
giorni…”
“Sarebbe un vero piacere Signora Lopez!”
“Anna…” Disse la donna con un sorriso leggermente più
rilassato, Santana osservò sua madre e poi Brittany
che sorrideva,
“Mamma?”
“Sì?”
“Cosa stai facendo?”
“Cerco di non essere stupida… cerco di rimediare ad un
terribile errore…” Disse la donna e Santana seppe quanto quelle parole, per di
più dette davanti a degli sconosciuti, pesassero per lei e ne capì
l’importanza, non sarebbe stato facile, ma forse potevano tornare a guardarsi
negli occhi senza ferirsi.
“Andiamo a casa?” Chiese Santana e la donna sorrise gli occhi
che si riempivano di lacrime, per poi tenderle la mano. Una mano priva di
guanto, libera dal marchio, in quei mesi sua madre doveva aver incontrato sua
sorella, doveva averne chiesto il perdono. Santana accettò quella mano, guardò Brittany e sorrise,
“Ci vediamo dopo…” Fece un cenno di saluto ai signori Pierce
e poi annuì a sua madre che strinse la sua mano e la riportò a casa.
Note
Prima di tutto: grazie! Lo dico e lo ripeto, siete
gentilissime ed è un piacere trovare e leggere i vostri commenti!
Ho voluto, alla fine riabilitare, la mamma di Santana, anche
lei come sua figlia ha bisogno di un po’ di tempo per capire quale sia la cosa
giusta da fare. Anche perché non volevo che fosse una mamma cattiva… va bene
non è stato proprio carino quello che ha fatto ma tenterà di rimediare d’ora in
avanti! ;-)
Il futuro… non ho storie pronte! Ma ne ho un sacco di
iniziate anche alcuni sequel sempre promessi e mai postati! Quindi se le
vacanze saranno favorevoli potrò concludere qualcosa e rendervi partecipi dei
miei deliri!