Brittana e le bacchette gemelle

di Najara
(/viewuser.php?uid=44847)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La bambina al di là del muro ***
Capitolo 2: *** La bacchetta giusta ***
Capitolo 3: *** L'esame fallito ***
Capitolo 4: *** Patronus e quidditch ***
Capitolo 5: *** Chiedere perdono ***
Capitolo 6: *** Gli occhi degli altri ***
Capitolo 7: *** In volo ***
Capitolo 8: *** L'eroica codarda ***
Capitolo 9: *** Tra i babbani ***
Capitolo 10: *** Ancora codarda? ***
Capitolo 11: *** L'espresso per Hogwarts ***
Capitolo 12: *** Baciami ***
Capitolo 13: *** Il mio ricordo felice ***
Capitolo 14: *** Spogliatoi ***
Capitolo 15: *** Consigli e spinte ***
Capitolo 16: *** Necessità ***
Capitolo 17: *** Certezze ***
Capitolo 18: *** Sottili vendette ***
Capitolo 19: *** Padrini e profezie ***
Capitolo 20: *** Incantesimi a mezzanotte ***
Capitolo 21: *** Rivelazioni ***
Capitolo 22: *** Unicorno e grifone ***
Capitolo 23: *** Andare avanti ***



Capitolo 1
*** La bambina al di là del muro ***


Nuova storia! E posso dire due al prezzo di una visto che ieri sera Vanessa190 ha pubblicato quella che abbiamo scritto a quattro mani!

Visto quanto mi piace la saga di Harry Potter non potevo fare a meno di scrivere una Brittana nel suo mondo.

Perché non abbiate dubbi la storia si svolge dopo la morte di TuSaiChi.

Questa volta sarà una long seria… almeno per i miei standard ;-) diciamo che sarà sui venti capitoli.

Bando alle ciance ci vediamo alla fine!

Buona lettura!

 

 

Brittana e le bacchette gemelle

 

 

 

Prologo: La bambina al di là del muro

 

Era stesa a pancia in su, sentiva i richiami della madre, ma non si mosse, osservava il cielo azzurro. Le piaceva quel colore e quel giorno d’autunno era particolarmente bello. Una risata felice la fece sobbalzare. Si voltò ad osservare l’ampio muro di cinta che circondava il maniero della sua famiglia. La loro casa era avvolta da numerosi incantesimi, tra cui numerosi respingenti, nessuno era mai andato a vivere vicino a loro, lei non aveva mai sentito dei rumori al di là del muro, figurarsi una risata! Incuriosita e di certo per niente spaventata decise che sarebbe andata a vedere. Senza alcuna difficoltà si alzò nell’aria fino a giungere in cima al muro.

L’autrice della risata era una bambina. Era sola e osservava affascinata delle anatre che facevano il bagno nell’acqua del ruscello che costeggiava quella parte del muro.

“Ciao!” Le urlò facendola sobbalzare, era sicura di non essersi fatta sentire!

“Ciao…” Le disse lei poi visto che la bambina non sembrava intenzionata a smettere di guardarla con quel sorriso disarmante oltrepassò il muro e ridiscese. Si aspettava dello stupore, magari un po’ di spavento, ma niente, la bambina continuava a guardarla tranquilla.

“Ti piacciono le anatre?” Le chiese allora cercando di distogliere quegli occhi da sé.

“Sì! Sono buffe e tenere!” Lei non le aveva mai considerate degne della sua attenzione, se non quando gliele servivano a tavola, ma si trattenne dal dirlo,

“Cosa fai qui?” Chiese e la piccola la guardò perplessa e confusa,

“Guardo le anatre…” Sentì le labbra incresparsi in un sorriso e ne rimase stupita, eppure trovava lo sguardo confuso della giovane dolce,

“Ok… ma voglio dire, qua c’è il bosco e niente altro…”

“Oh, papà e mamma hanno comprato una casa un po’ più giù, al villaggio… e io ho pensato di vedere se c’erano delle fatine anche in questo bosco, come in quello vicino alla mia vecchia casa!” C’era un piccolo paesino sotto alla collina che ospitava casa sua, i genitori della giovane dovevano esservi trasferiti, poi si rese conto di quello che aveva detto la bambina,

“Fatine hai detto?”

“Sì, tu ne hai viste?” Le chiese speranzosa,

“No…” Nel vedere lo sguardo deluso della giovane aggiunse, “Però conosco un elfo domestico!” la bambina che fino a quel momento era rimasta sdraiata scattò in piedi, lo sguardo che scintillava di gioia,

“Davvero? Posso conoscerlo? Me lo presenti?” Rimase stupita da quella reazione e per un istante pensò di accontentarla, poi si trattenne,

“No” Il volto della bambina si fece immediatamente triste, il suo sguardo si abbassò mentre strusciava i piedi a terra. Lei la guardò e capì che era sul punto di piangere, “Voglio dire, ora non può venire, è molto impegnato sai…” La bambina alzò di nuovo gli occhi sorridendo,

“Hai ragione! Scusa, magari un altro giorno allora…”

“Certo…” annuì lei ottenendo in cambio un altro sorriso luminoso.

“Io mi chiamo Brittany, mi sono dimenticata di dirtelo!” Ridacchiò portandosi la mano davanti alla bocca, trovando la dimenticanza chiaramente divertente,

“Santana Lopez” Rispose lei fiera del cognome che portava,

“Che nome strano… però mi piace proprio!” Le sorrise ancora poi le prese la mano sorprendendola, “Vieni, ti faccio vedere una cosa!” Santana la seguì nel bosco lanciando sguardi preoccupati alle sue spalle, il muro si allontanava, le era proibito superarlo, si ricordò. Poi i suoi occhi tornarono sulla biondina che la stava guidando per il bosco, in fondo a lei le regole non piacevano!

 

Il giorno dopo si ritrovarono al ruscello e così quello dopo ancora, i giorni passavano, arrivò l’inverno e poi la primavera. Oramai non passava istante in cui Santana non pensasse con impazienza al momento in cui sarebbe potuta scivolare oltre il muro ed esplorare il bosco con Brittany. La bambina era piena di idee e si entusiasmava per ogni cosa, starle vicino era la cosa più bella e divertente che Santana avesse mai fatto. E proibita, perché Santana sapeva che se l’avessero scoperta a passare così tanto tempo con una babbana l’avrebbero punita. I suoi genitori erano gentili e la amavano, la riempivano di attenzioni e regali, ma erano molto fieri del loro lignaggio, la famiglia Lopez era rispettata per essere una delle famiglie di maghi dal sangue più puro, da secoli non vi era stato immesso un solo goccio di sangue babbano e questo doveva rispecchiarsi anche nelle loro frequentazioni. Santana era una bambina e non sapeva queste cose, non consciamente almeno, ma aveva ascoltato i discorsi dei suoi genitori a sufficienza dal comprendere che mai avrebbero permesso che lei giocasse con una babbana. Oltre al fatto che Santana non nascondesse in alcun modo i suoi poteri a Brittany, anzi, faceva di tutto pur di stupirla e sorprenderla.

Un giorno saltò il muro con un sorriso enorme sulle labbra, Brittany era lì, come sempre intenta a giocare con le anatre che ormai abituate a lei le correvano attorno,

“Oggi posso presentartelo!”

“Ciao San!” Disse la bimba con un enorme sorriso raggiungendola,

Brit ti ho detto che posso presentartelo!” La bambina la guardò perplessa,

“Chi?”

“L’elfo!” Brittany iniziò a saltellare dall’eccitazione,

“Ora? Proprio ora?”

“Sì, te l’avevo detto!” Quel mattino sua madre le aveva regalato l’elfa che prima si occupava della cucina, era troppo anziana, così ne era stato preso un altro e l’elfa era stata trasferita al suo particolare servizio.

Devra!”Chiamò e una piccola figura in un elegante livrea nera e porpora apparve al suo fianco. Brittany aveva un sorriso enorme che metteva ben in vista i due dentini mancanti.

“Padroncina…” Quando l’elfa vide che non era sola sgranò gli enormi occhi verdi, “Padroncina… non…” Iniziò confusa e preoccupata,

“Piacere! Io sono Brittany, come ti chiami?” Le chiese la ragazza,

“Io… padroncina, vostra madre… lei non sarà contenta…”

“Ti è stata fatta una domanda…” Le fece notare lei e allora l’elfa sbatté le palpebre e disse,

Devra… signorina Brittany…” La bambina batté le mani felice,

“Grazie San! Ho sempre desiderato conoscere un elfo! Sei bellissima!” Aggiunse facendo sgranare gli occhi all’elfa,

“Santana!” La voce proveniva dall’altra parte del muro, ma in un istante la madre fu accanto a lei, Santana si morse un labbro, dallo sguardo stupito e poi arrabbiato della mamma capì che era nei guai,

“Vai immediatamente nella tua stanza, faremo i conti più tardi!”

“Ma mamma…”

“Niente ma! Subito, se non vuoi che Devra torni ad occuparsi della cucina!”

Santana guardò Brittany,

“Ciao…” Disse e poi prese la mano di Devra che la smaterializzò riportandola nella sua camera.

 

La signora Lopez guardò la bambina davanti a lei, era chiaramente una babbana,

“Scusa mia figlia…”

“Sei la mamma di San?” La bambina sorrideva e la donna corrugò la fronte,

“Sì… da quanto tempo la conosci?” La bambina sorrise,

“Oh giochiamo insieme da quando sono arrivata qui…” Strinse gli occhi nello sforzo di ricordare,

“Non mi ricordo il giorno… però era autunno!” La donna sgranò gli occhi, ora era primavera, Santana si incontrava con quella bambina da mesi! Non era accettabile che sua figlia frequentasse dei babbani. Alzò la bacchetta, un leggero movimento,

Oblivio” Disse e gli occhi della ragazza si velarono, pochi minuti e la bambina tornava verso casa saltellando, felice di aver visto delle anatre fare il bagno.

 

“Mamma…”

“Santana, hai usato la magia davanti ad una babbana, ti sei vista con lei per mesi! Le conosci le nostre regole!”

“Ma…”

“Niente ma! Non lo avresti tenuto  nascosto se dentro di te non avessi saputo che era sbagliato e male frequentare quella… babbana!” Santana sobbalzò quel termine era uscito in maniera così spregiativa! Era male Brittany? Era sbagliato che loro due fossero amiche?

“Sei in punizione, niente magie per due settimane e non voglio che Devra ti aiuti, è chiaro? Farai da sola!” Santana non disse niente, due settimana senza magia era sufficiente, sapeva che sua mamma poteva anche fare di peggio se voleva! Sua madre ritornò alla porta della camera poi si voltò,

“Non vedrai più quella bambina… mai più! E lei di sicuro non ti cercherà…” Fece una piccola smorfia, poi se ne andò.

Santana guardò la porta chiudersi su quella sentenza, cosa aveva fatto sua madre? Doveva aver usato la magia, perché lei sapeva che Brittany l’avrebbe aspettata accanto al muro qualsiasi cosa sua madre le avesse detto…

Devra, cosa ha fatto mamma?” Era curioso cosa potessero fare e sapere gli elfi domestici,

“Un incantesimo della memoria, padroncina…” Santana sentì il suo stomaco stringersi, Brittany… non avrebbe nemmeno più ricordato di conoscerla, con un colpo di bacchetta sua madre aveva cancellato da lei anche solo il ricordo del suo nome. Si gettò sul letto lasciando che le lacrime scorressero sul suo volto, Devra le si sedette accanto e lei si lasciò abbracciare mentre l’elfa le accarezzava dolcemente i capelli. Non l’avrebbe mai più rivista. Avrebbe perso per sempre il piacere di tuffarsi in quei due occhi azzurri come il cielo.

 

 

Note

 

Allora cosa ne dite? Questa volta non mi sono limitata nel prologo! (Cosa ne dici Pidocchia?)

Vi anticipo solo che nel prossimo capitolo ci sarà un salto temporale…

Piccola postilla, Santana può usare la magia a quel modo perché, si sa, i bambini maghi la usano in maniera molto più libera e sicura rispetto a quando crescono… insomma… concedetemelo! ;-)

 

Oltre a questa storia, come vi dicevo, Vanessa190 ne ha pubblicata un’altra che abbiamo scritto insieme! Il titolo parla da solo, se non l’avete ancora letta ve la consiglio, naturalmente!

 

Grazie mille a tutti voi che siete arrivati fino a qua e se vorrete scendere ancora un pochino e lasciarmi un commento sarò ancora più grata!! ;-)

Ciao ciao e al prossimo capitolo!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La bacchetta giusta ***


Come da programma il primo capitolo con salto temporale!

Buona lettura!

 

 

Primo capitolo: La bacchetta giusta

 

Diagon Alley era affolla, piena di vita e fermento, come sempre nei giorni precedenti il rientro a scuola. Santana teneva la mano di sua madre mentre suo padre portava numerosi pacchi. Era già stata a Diagon Alley prima, ma ora l’eccitazione era decisamente maggiore, aveva undici anni e finalmente era arrivata la sua lettera per Hogwart. Il giorno dopo avrebbe preso il treno per la più famosa scuola di maghi!

“La bacchetta! Abbiamo dimenticato la bacchetta!” Disse sua madre notando il negozio di Olivander, “Ti va di andarci da sola? Così io e tuo padre pensiamo al tuo regalo?” Gli occhi di Santana brillarono,

“Va bene!” si staccò dalla madre e si diresse rapida e sicura verso il negozio. La famiglia Lopez prendeva le sue bacchette in quella bottega da secoli.

Il negozio era vuoto, Santana osservò le numerose scatoline chiedendosi dentro a quale ci fosse la sua, quella che sola l’avrebbe scelta e che lei avrebbe impugnato fino alla sua morte.

“Oh… Lopez, dico bene?” Olivander la guardò e lei sorrise,

“Sì, Santana Lopez” Disse orgogliosa.

“Molto bene… allora…” Si tese in alto per prendere una bacchetta,

“Questa l’ho costruita il giorno in cui ho saputo che i Lopez aspettavano un figlio…” Santana guardò nella scatolina, c’era un bacchetta di legno scuro, “Legno d’ebano, rigida, cuore di drago.” Santana sentiva che era la sua, allungò la mano ma prima che la toccasse la porta alle sue spalle si aprì. Santana si voltò incrociando due occhi azzurri e un sorriso che non aveva dimenticato anche se ora i denti erano tutti al loro posto.

“Ciao!” Disse la bambina avvicinandosi,

“Salve… signorina…”

“Mi chiamo Brittany!” Disse la giovane attirando lo sguardo perplesso di Olivander che si aspettava un cognome,

“I vostri genitori?”

“Oh, sono rimasti indietro… sono stati molto stupiti quando è arrivato quel signore con la lettera per… Hogwa…” strinse gli occhi cercando di ricordare,

Hogwart” Le venne in aiuto spontaneamente Santana guadagnandosi un sorriso luminoso che la fece arrossire.

“Oh quindi se avete ricevuto un inviato del Ministero della Magia e non un gufo, la vostra famiglia non ha maghi nella sua discendenza?”

“No, non penso proprio anche se zio Ted sa far comparire le monete dalle orecchie…” Olivander posò la bacchetta per Santana e si avvicinò curioso alla bambina, estrasse un metro e iniziò a misurarla,

“Curioso… interessante, forse…” Mormorò, poi annuì e raggiunse una scatolina che porse alla giovane, Santana osservò, incapace di dire o fare altro, mentre Brittany tendeva sicura la mano impugnando la bacchetta. Non accadde nulla, Brittany guardò Olivander che riprese la bacchetta e andò a prenderne un’altra.

Dieci minuti e numeroso scatole dopo Brittany non aveva ancora la sua bacchetta.

“Siete una sfida! Mi piacciono le sfide!” Olivander sembrava essersi dimenticato di Santana, ma la bambina era troppo stupefatta da quello che stava succedendo e stava ferma in un angolo ad osservare i fallimenti dell’uomo. Brittany era una maga, una strega, come lei!

“Aspettate qua!” Disse l’uomo poi sparì nel retrobottega.

“Come ti chiami?” Le chiese Brittany che non sembrava per niente demoralizzata,

“Santana Lopez” Le rispose lei di gettò,

“Bel nome! La tua l’hai già trovata?” Le domandò, Santana sbatté le palpebre poi annuì,

“Sì, è quella lì…” Le indicò la bacchetta dimenticata sul bancone,

“Forte! Ho sempre pensato che dovessero avere la stella in punta ed essere tutte brillanti…”

“Beh… normalmente sono fatte di legno o di osso…” Le spiegò Santana che malgrado la confusione si sentì immediatamente a suo agio, come se non fossero passati anni, come se avesse lascito Brittany solo un giorno prima… certo perché lei ricordava, mentre Brittany no…

“Anche tu vai a Hog…” Si bloccò di nuovo e Santana annuì,

“Sì, è il mio primo anno! Sarò una Serpeverde!” Aggiunse, Brittany la guardò perplessa,

“Che cos’è un Sempreverde?”

“Non Sempre, Serpe… è una della quattro case di Hogward, la mia famiglia è di Serpeverde da sempre!”

“Oh… allora voglio andarci anche io!” Santana sorrise,

“Non è così semplice, Brittany, il Cappello Parlante decide per te, ci sono anche Grifondoro, Tassorosso e Corvonero…” la bambina ascoltava concentrata,

“Non credevo che fosse così complicato! Meno male che ti ho trovato! Così mi spieghi tu tutto!” Sorrise e Santana arrossì di nuovo.

“Interessante…” Santana sobbalzò mentre Olivander guardava le due bambine affascinato,

“Signorina Lopez, vi dispiace…” Le tese la bacchetta sul tavolo e Santana la afferrò sicura. Nulla, niente luce, niente riconoscimento, con delusione guardò la bacchetta e poi Olivander che invece appariva eccitato.

“Non succede spesso… nello stesso momento, acquistate insieme… ma forse… oh sarebbe strepitoso… così piccole…” Continuava a borbottare mentre abbandonava le scatole che aveva preso per Brittany e tornava nel retrobottega.

“Questa era la mia bacchetta!” Disse confusa Santana,

“Mi dispiace… ma sono sicura che ce ne sarà una ancora più bella!” Cercò di rassicurarla Brittany,

“Eccole…” Olivander arrivò con una scatola più grande delle altre, aprì il coperchio osservando le due bambine che aveva davanti con occhi penetranti,

“Forza… prendetele…” Brittany guardò Santana, per la prima volta indecisa, la ragazza si strinse nelle spalle e poi allungò la mano, Brittany la imitò e presero le due bacchette adagiate una accanto all’altra. Immediatamente si creò la magia, furono avvolta da luce e colori.

“Eccole! Meraviglioso! Straordinario!” Olivander era davvero soddisfatto, “Derivano da un esperimento, la vostra, signorina Lopez, racchiude artiglio di grifone strappato con la forza, mentre la vostra, signorina Brittany, due crini di unicorno donati volontariamente, sono state estratte dallo stesso tronco di noce e in nessun momento della lavorazione sono state separate… saprete che l’unicorno e il grifone sono notoriamente opposti, fiero e arrogante il primo, dolce e gentile il secondo. Due bacchette fatte per essere in opposizione ma create per completarsi.” Santana guardò Brittany, non sembrava aver capito cosa dicesse Olivander, non più di quello che aveva afferrato lei. Aveva solo capito che la sua bacchetta era di noce con nel nucleo artiglio di grifone e che era calda e sicura nel suo palmo.

“Non credevo sarebbe mai successo che scegliessero… ma a quanto pare mi ero sbagliato! D'altronde l’arte delle bacchette non è mai un azzardo!”.

“Santana?” Chiese la madre entrando nel negozio. “Buongiorno signor Olivander” L’uomo le fece un cenno con la testa, “Peli di lince in legno d’ulivo, una gran bella bacchetta…” La donna sorrise poi guardò sua figlia,

“Sei pronta?” Santana alzò la bacchetta mostrandogliela, “Bene, tuo padre ci aspetta all’esterno, con il tuo regalo…” Solo allora notò Brittany, il suo sguardo rimase perplesso per un attimo poi i suoi occhi si sgranarono,

“Tu…?” Brittany le sorrise e la donna non ebbe bisogno di altre conferme, “Vieni Santana!” Ordinò poi pagò la bacchetta ed uscirono,

“Ciao San! Ci vediamo ad Hogwart!” Le urlò dietro facendo aggrottare la fronte a sua madre.

“Santana…”

“Mamma è una maga come me… e mi piace, è simpatica e le nostre bacchette…”

“Santana, sei una Lopez! Lei sarà anche una maga, ma… la sua famiglia rimane babbana! Devi fare amicizia con i maghi provenienti da famiglie che abbiano perlomeno uno stemma!” Santana si morse un labbro,

“Mamma perché? Lei è gentile e…”

“Santana, non sto scherzando, non puoi disonorare così il tuo nome e la nostra famiglia, promettimi che non la frequenterai, sarebbe sbagliato, per lei e per te, siete di due lignaggi differenti!”,

“Cosa succede?” Chiese suo padre che si era liberato dei pacchi ma che teneva un lungo involto tra le mani,

“Nulla caro… vero Santana?” Sua madre la guardò ma prima che lei potesse rispondere Brittany uscì a sua volta dal negozio di Olivander raggiungendo i suoi genitori. Santana arrossì nel vederli, avevano ridicoli abiti da babbani e si guardavano intorno, spaesati e confusi, accanto a loro un addetto del Ministero cercava di spiegargli che non erano allucinati se avevano visto un uomo smaterializzarsi. Anche suo padre era stato attratto dal curioso gruppetto,

“Babbani! Mi chiedo perché vengano ammessi a Diagon Alley!” Rise. La madre di Santana guardò sua figlia interrogativa,

“Voi davvero essere parte di quel ridicolo?” Santana strinse la bacchetta che ancora teneva nella mano, era calda, rassicurante,

“No”

“Bene, sono sicura che incontrerai un sacco di maghi interessanti a Hogwart!”.

Brittany si voltò verso di lei agitando la mano, anche lei stringeva la bacchetta, Santana distolse lo sguardo, decisa più che mai ad ignorare questa volta per sua scelta quei due splendidi occhi azzurri.

 

 

Note

 

E succede ancora una volta, il destino le vuole insieme ma la Signora Lopez si oppone. Santana ora ha la possibilità di scegliere da sola, riscoprirà o no Brittany a Hogwart? Saprà vedere oltre i limiti di sangue imposti da sua madre? Sembrerebbe di no.

Prossimo capitolo altro salto temporale, l’ultimo promesso!

Grazie mille a tutte voi e al prossimo capitolo!

Ciao ciao

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** L'esame fallito ***


Ultimo salto temporale come promesso, ora entriamo nella storia!

Buona lettura!

 

 

Secondo capitolo: L’esame fallito

 

Quello era il suo settimo anno, presto avrebbe finito i suoi studi e sarebbe entrata nel mondo degli adulti.

“Santana, cosa stai facendo?” La richiamò la bionda seduta al suo fianco, due penetranti occhi verdi che la osservavano,

“Stavo riflettendo…” La ragazza la guardò perplessa,

“E su cosa? Hai finalmente deciso di dare un’occasione a Sam?” Santana fece una smorfia,

“Chi? Quello sfigato di Tassorosso?”

“Andiamo è carino!”

“Quinn, se anche non fosse un Tassorosso, non genererebbe nessun interesse in me!”

“Perché? E’ carino, sta sulla scopa in maniera eccellente e la sua famiglia è più che accettabile, almeno cinque generazioni di maghi e…”

“Ferma, ho sentito abbastanza, forse è il caso che chiami Puck!” Quinn scosse la testa,

“Cosa centra Noah?” Santana la guardò maliziosa,

“Nulla! Ovviamente io non ho notato come vi guardate ultimamente!”

“Non ci guardiamo in nessun modo!” Santana era pronta a ribattere con malizia felice del cambio di argomento quando nel loro dormitorio comune entrò Rachel sbuffando,

“Non ne posso più!”

“Cosa ha fatto Finn questa volta?” Le chiese Quinn, la ragazza si slacciò la cravatta verde argento e la gettò sul suo letto,

“Non nominarlo nemmeno!”

“Senti Rachel, ricordami quante volte ti ho detto di non metterti con quella pertica di Tassorosso?” Chiese Santana infastidita,

“Ecco…”

“Diciamo un migliaio di volte? Non mi hai ascoltata, bene, però ora non voglio sentire più una parola sui vostri continui litigi!”

“Cos’ha oggi?” Chiese Rachel a Quinn che si strinse nelle spalle,

“Riflette…”

“E su cosa?”

“Su Sam…”

“La piantate voi due?” Chiese sempre più irritata Santana,

“Sam? Quello biondo di Tassorosso?”

“Sì, le ha chiesto di andare a vedere la partita dei Grinfondoro e Corvonero…”

“Ho detto di piantarla! E non ci andrò, gliel’ho detto qualche ora fa!” Quinn fece una faccia stupita,

“Credevo ti piacesse…”

“No, non mi piace!” Ribatté Santana,

“Ma se hai già deciso, su cosa riflettevi?” Chiese allora Rachel,

“Ho fallito l’esame di prova della professoressa Holiday.” Confessò allora con rabbia Santana. Un silenzio attonito riempì la stanza,

“Aspetta, tu sei un genio in incantesimi!”

“Mi ha chiesto di eseguire un Patronus.” Di nuovo silenzio, le due ragazze sapevano che era il tallone d’Achille di Santana, non era mai riuscita ad eseguire quell’incantesimo, per quanto ci avesse provato.

“La professoressa Holiday ha detto che molto probabilmente il commissario esterno lo chiederà all’esame di fine anno…” Le due ragazze di guardarono, poi Quinn parlò,

“Sono sicura che ce la farai…”

“La Holiday ha detto la stessa cosa…”

“Bene allora! Di cosa ti preoccupi? Dovrai solo allenarti di più, se vuoi ti sveglio alle cinque del mattino così…” Santana guardò male Rachel,

“Non ho intenzione di perdere le mie ore di sonno!”

“Non capisco proprio perché voi due non capiate i vantaggi di una sveglia…” Quinn la interruppe,

“Santana, io e Rachel siamo pronte a darti una mano, nel pomeriggio, dopo le lezioni…”

“Vi ringrazio, ma… la Holiday ha già trovato la persona che mi aiuterà…” Santana si morse un labbro mentre ripensava alla professoressa.

 

“Santana, sei una grande maga, sono sicura che puoi farcela… forse io non ho il giusto approccio, ti affiancherò uno studente, a volte è sorprendente come possiate capirvi meglio tra di voi!” Aveva sorriso amabile,

“Aspetti professoressa, posso farcela da sola, non ho bisogno di nessun aiuto!” La donna l’aveva guardata sorridendo,

“Tipico di voi Serpeverde, orgogliosi fino alla morte! Ma un aiuto ogni tanto va accettato!”

“No, professoressa…”

“Bene allora è un ordine, accetterai lo studente che ti affiancherò ed imparerai ad evocare un Patronus.” Santana aveva fatto una smorfia, ma non aveva potuto replicare oltre,

“Posso saperne il nome?” La donna aveva annuito,

“Il migliore Patronus che io abbia mai visto, evocato al primo tentativo… ti piacerà, ne sono sicura!”

 

“Santana?” Si riscosse dai suoi pensieri,

“Sì?”

“Vieni in biblioteca con noi?”

“No, ho… devo vedere… per il Patronus…” Balbettò,

“Ok… ci vediamo dopo allora…” Le due ragazze si guardarono preoccupate ma lei le ignorò alzandosi in fretta. Chiuse il nodo della cravatta e afferrò la bacchetta poi uscì dal dormitorio e dalla sala comune dei Serpeverde per raggiungere i piani più alti del castello.

 

Santana era fiera delle decisione e delle scelte che aveva fatto, sì, era considerata arrogante e fredda, altezzosa e aggressiva, ma era rispettata come maga e malgrado tutto aveva dei buoni amici. Eppure c’era una macchia, ricordava con precisione cosa era successo alla stazione di King’s Cross quando aveva undici anni, ricordo che avrebbe volentieri rimosso.

 

“San!” L’aveva chiamata una voce, si era voltata, Brittany le correva incontro, la mano che svolazzava sopra la sua testa in un saluto. L’aveva raggiunta e aveva sorriso,

“Meno male che ti ho incontrata…” Si guardò attorno poi le sussurrò, “Mi spaventa un po’ questo treno… con tutto quel vapore sembra un grosso drago…”,

“Scusa, ma non credo che dovresti parlarmi!”

“Perché San?” Aveva chiesto lei confusa,

“Non chiamarmi così! Non parlarmi, io e te non siamo amiche!” La bambina l’aveva guardata confusa poi aveva sorriso,

“Oh è un gioco dei maghi?”

“No, io sono una Lopez e tu sei una figlia di babbani! Io e te non saremo mai amiche!” Brittany era rimasta in silenzio, i suoi occhi erano diventati tristi e Santana si era voltata per evitarli, perché non poteva sopportarne il dolore.

Quando il Cappello Parlante era sceso sulla testa di Brittany qualche ora dopo, Santana aveva trattenuto il respiro, la ragazza aveva incrociato gli occhi con i suoi, poi il Cappello aveva parlato e la ragazza aveva distolto lo sguardo.

 

Dopo quella volta non li aveva più incrociati i suoi occhi. Sì aveva ancora visto Brittany, erano nello stesso anno, a volte avevano persino lezione insieme, ma Brittany non l’aveva mai cercata con lo sguardo, mai si era soffermata su di lei, mai aveva tentato di parlarle.

E ora?

Avrebbe rivisto i suoi occhi color del cielo.

 

 

 

Note

 

Il capitolo serve per prendere il respiro ed entrare nella storia! Questa è la Santana cresciuta, che malgrado gli anni non sembra aver dimenticato la sua piccola amica dell’infanzia!

Stanno per riincontrarsi… cosa succederà? Vedremo nel prossimo capitolo!

Come sempre grazie mille!! Al prossimo capitolo!

Ciao ciao

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Patronus e quidditch ***


Buona lettura!

 

 

Terzo capitolo:  Patronus e quidditch

                     

L’aula di incantesimi era vuota, Santana vi entrò, era agitata, molto agitata, troppo agitata.

“Ciao…” Sobbalzò e il suo cuore accelerò un attimo prima che il suo corpo si voltasse. E lei era lì. Indossava ancora la tunica nera, al collo la cravatta blu e bronzo della sua casata, sul cuore lo stemma: un aquila di bronzo in campo blu.

Brittany rimase immobile, aspettando la sua risposta, poi vedendo che lei rimaneva in silenzio fece un passo avanti e posò i libri che teneva tra le braccia su uno dei banchi.

“La Holiday mi ha detto che… però se non vuoi…” Santana si riscosse,

“No, cioè sì, ho dei problemi con il mio Patronus e la professoressa ha detto che potevi aiutarmi, ma se non ti va…”

“Sono qui no?” Chiese lei ovvia, poi si sfilò la tunica e la gettò sui libri, “Iniziamo?” Santana annuì, poi estrasse la bacchetta in attesa di istruzioni. Brittany però si era bloccata,

“Non mi ricordavo che fosse così simile…” Disse piano e Santana arrossì, abbassando la bacchetta e nascondendola dietro la sua gonna.

Brittany estrasse la propria, così somigliante alla sua, la gemella…

“Inizio io?” Chiese e al cenno di assenso di Santana la guardò, fissa negli occhi, poi sorrise,

Expecto Patronus” Mormorò con tranquillità, un tono dolce, il sorriso sulle labbra. Dalla bacchetta di Brittany uscì un filo di luce che si concentrò in una piccola anatra. Era bellissima, irradiava tranquillità e serenità. Santana sorrise suo malgrado, poi un colpo di bacchetta di Brittany la fece scomparire.

“Meravigliosa…” Si lasciò sfuggire e Brittany arrossì,

“Grazie… ora tocca a te…” Santana si sentì subito nervosa, dopo una simile perfezione lei sarebbe apparsa ancora più penosa del solito!

Expecto Patronus!” Disse, nel tono imperioso con cui scagliava gli incantesimi. Una leggera luce si diffuse nella stanza per poi scomparire. Un completo fallimento. Si morse un labbro arrabbiata con se stessa, “Expecto Patronus!” Provò ancora, ma nulla. Sbuffò furiosa, “E’ inutile! Non ce la farò mai!” Brittany scosse la testa,

“Beh, così no!” Santana alzò lo sguardo su di lei mentre alla rabbia si univa l’umiliazione, “Sei un po’ troppo… autoritaria e poi sei arrabbiata” Santana incrociò le braccia,

“Cosa vuoi dire con autoritaria? I miei incantesimi funzionano sempre, anche con questo tono!” Brittany sorrise e Santana si corrucciò, da quando lei faceva ridere?

“Lo so che sei bravissima, ma per il Patronus ci vuole un ricordo felice e mentre lo pensi non devi cacciarlo con l’autorità…” Santana fece una smorfia, quella storia del ricordo felice era un assurdità! Di sicuro avrebbe ottenuto il suo Patronus se solo avesse afferrato il giusto movimento di polso o il giusto tono…

“Vuoi provare ancora?” Le chiese Brittany e Santana annuì anche se con scetticismo, “Dolcezza…” Aggiunse Brittany, “Oh a volte per visualizzare meglio qualcosa io chiudo gli occhi…” Santana annuì di nuovo, alzò la bacchetta e chiuse gli occhi. Visualizzare un ricordo felice, ne aveva a bizzeffe, doveva solo concentrarsi, sì quando la Sylvester le aveva fatto i complimenti per la miglior pozione che avesse mai visto, quello era stato un gran giorno!

Expecto Patronus!” Sentì il calore sfiorargli per un istante il volto, aprì gli occhi consapevole di aver fallito ancora. “Maledizione!” Brittany aspettò che si calmasse, si era seduta su uno dei banchi, la testa appoggiata su una mano e la fissava. “Cosa c’è?” Le chiese lei brusca,

“Sei bella” Le disse spiazzandola e facendola arrossire. “Vuoi vedere ancora come faccio io?” Chiese poi e Santana annuì, anche soltanto per fare qualcosa invece che rimanere lì imbambolata e rossa come un pomodoro.

Brittany sorrise di nuovo pronunciando l’incantesimo e poi nell’osservare il suo anatroccolo che caracollava nella stanza.

Parecchi tentativi dopo Santana abbassò la bacchetta,

“Non capisco…” Brittany si strinse nelle spalle,

“Vedrai che ce la farai! Ora però devo andare, abbiamo la partita domani e dobbiamo vincere contro i Grifondoro…” Santana sapeva che era lei la nuova arma messa in campo dai Corvonero, la ragazza era un interrogativo, nessuno l’aveva mai vista volare, lei che era associata solo ai libri. Brittany afferrò la tunica infilandosela poi prese i libri dal banco, prima di uscire si voltò verso Santana, “Credi che potremmo rivederci domani alla stessa ora?”,

“Sì! Voglio dire, se non hai altri impegni…”

“No, non ne ho… allora a domani…”.

 

Santana la osservò andare via, era passata un’ora, anzi era volata, non era migliorata di un millimetro eppure… eppure era soddisfatta, felice forse? Probabilmente dipendeva dal contatto con il Patronus di Brittany, o forse… forse dipendeva dal fatto che, sembrava che Brittany non fosse arrabbiata con lei…

“Allora come è andata?” Le chiese Quinn non appena lei la raggiunse in biblioteca,

“Bene”

“Hai evocato un Patronus?” Le chiese subito Rachel,

“No”,

“Oh… ma ti stai avvicinando?”

“No, per niente!” Aggiunse Santana sorridendo, Brittany entrò nella biblioteca e lei la seguì con lo sguardo, si sedette con alcuni Corvonero, uno lo conosceva, era nella squadra di Quidditch insieme alla ragazza, Mike, l’altra era la sua fidanzata, ma Santana non ne conosceva il nome.

“Non ci capisco più niente…”

“Che novità! Ti sei messa con un Tassorosso!” La rimbeccò Santana, “Quinn, domani vieni con me alla partita?” Chiese poi,

“Credevo non ci volessi andare…”

“Non ci volevo andare con il Tassorosso, i Corvonero saranno i nostri prossimi avversari, devo vedere come se la cavano!” Sorrise, dopo la partita avrebbe avuto lezione di Patronus!

“Vengo con voi!” Si inserì Rachel,

“Sicura che non devi vederti con pesce lesso Finn?”

“Sì, sono sicura, e poi gioca nei Tassorosso! Vedrà la partita anche lui.”

“Cosa fa il portiere? Grosso com’è nasconde tutti e tre gli anelli in contemporanea! O aspetta però… che scopa riesce a tenerlo in aria?”

Finn non è grasso e…” La bibliotecaria lanciò loro un’occhiataccia e le due si zittirono. Santana alzò gli occhi e per un istante credette che Brittany la stesse guardando, ma fu solo un istante, perché la ragazza voltò gli occhi e tornò a fissare il libro che stava studiando.

 

“Sai mi fa quasi strano non vederla con dei libri in mano!” Commentò Rachel e Santana la fissò accigliata,

“A chi ti riferisci?”

“Alla cercatrice di Corvonero” Santana osservò Brittany che stava immobile al di sopra del campo, sembrava aspettare pazientemente che il boccino la trovasse, il suo diretto avversario di Grifondoro invece volteggiava avanti e indietro, in su e in giù.

“Se continua così di sicuro il boccino non lo trova!” Commentò Quinn che in quanto cercatrice dei Serpeverde sapeva di cosa parlasse,

“Sono sicura che ha un piano!” Disse Santana,

“Ok che è una Corvonero… ma io proprio non riesco a immaginarlo un piano…” Si bloccò perché in quel preciso istante Brittany scattò in avanti, tesa sulla scopa,

Brittany Pierce scatta in avanti, deve aver visto il boccino d’oro!” Urlò il commentatore, anche se tutto lo stadio l’aveva vista e teneva gli occhi puntati su di lei. Pochi secondi e la ragazza alzò il pugno in alto, il bocchino che brillava riflettendo il sole. Il cercatore di Grifondoro stava ancora cercando di invertire la direzione della sua scopa. Lo stadio esplose in applausi e grida, in particolare l’ala dei Corvonero.

“Wow!” Disse solo Quinn, “Oh si tratta di fortuna sfacciata o…”

“Quella ragazza è un genio!” Disse lei sorridendo, “E hai visto come vola? Con che sicurezza e padronanza?” Non ottenendo risposte si voltò a guardare le due compagne, “Che c’è?”,

“Santana, lo sai vero che sono nostri avversari?” Le chiese Quinn,

“Certo, finalmente un avversario degno di te no?” Le disse Santana cercando di moderare il suo entusiasmo,

“Se lo dici tu… io continuo a sperare sia stata solo fortuna!” Rachel annuì alle parole di Quinn, non giocava a Quidditch, stava a malapena su di una scopa, ma dopo sette anni passati con le due ragazze e un fidanzato che difficilmente parlava d’altro aveva per forza di cose dovuto diventare una tifosa.

Santana tornò a guardare il campo sul quale Brittany stava planando. La ragazza saltò con agilità giù dalla scopa e fu accolta dalle braccia festanti dei suoi compagni. Improvvisamente Santana desiderò che fosse già ora della sua lezione.

 

 

Note

 

Il primo incontro e la prima lezione.

Brittany con tunica, libri e della casa Corvonero… strano no? Dovremmo approfondire! ;-)

Santana? Se prima era pentita di aver allontanato bruscamente Brittany ora sembra totalmente dimentica del perché lo aveva fatto…

Vedremo cosa succederà nel prossimo capitolo!

Grazie mille e ciao ciao

 

Dimenticavo, Vanessa190 ha postato il primo capitolo della storia “The Beauty and The Beast” che abbiamo scritto insieme! Se vi va andate a darci un’occhiatina! ;-)

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Chiedere perdono ***


Buona lettura!

 

 

Quarto capitolo: Chiedere perdono

 

“Sei sicura di pensare a qualcosa di felice?” Le chiese Brittany per l’ennesima volta, era seduta a terra mentre il suo Patronus le svolazzava attorno. Aveva cambiato gli abiti da quidditch per l’uniforme da scuola con tanto di tunica che però aveva tolto non appena era entrata nella stanza.

Santana sbuffò,

“Sì! Secondo me dipende dal movimento o dal tono o…” Brittany la guardava dubbiosa e Santana si sdraiò a terra esasperata. Brittany ridacchiò e Santana si voltò a guardarla perplessa,

“Che c’è?” Brittany rideva ancora,

“Se entra qualcuno e ti trova sdraiata a terra siamo nei guai!” Santana non si mosse anche se sul suo volto apparve un sorriso,

“Tu saresti nei guai, sei tu l’insegnate qua…” La ragazza sembrò rifletterci poi annuì,

“Giusto…” Si alzò e le indicò di fare lo stesso, Santana obbedì, “Ora proviamo un'altra cosa, ma secondo me non funzionerà!” Prima che Santana avesse il tempo di interrogarla la ragazza fu dietro di lei, il corpo che in pratica aderiva al suo.

La mano di Brittany si posò sulla sua,

“Sei pronta?” Le chiese a qualche centimetro dall’orecchio. Santana era tutto meno che pronta, non riusciva a pensare a nulla, però quando la mano della ragazza mosse la sua la lasciò fare e mormorò,

Expecto Patronus” Dalla bacchetta fuoriuscì della luce, intensa e costante, un progresso certo ma nessuna forma, neppure abbozzata.

Brittany si separò da lei,

“Vedi, non è un problema di movimenti, dipende da quello che provi mentre dici l’incantesimo… a cosa pensavi? Perché ora è andato meglio…” Santana che era ancora lì a chiedersi perché il suo cuore battesse così in fretta scosse la testa,

“No… io non lo so… cioè pensavo ad una cosa felice…” A cosa pensava? A nulla, c’era solo la mano di Brittany sulla sua e il suo corpo…

“Se non vuoi dirmelo non importa… io penso agli anatroccoli che ho visto una volta da piccola, non so perché, ma è un ricordo felice per me…” Abbassò lo sguardo, “Sono sicura che tu ne avrai di molto più belli…”. Santana non parlò, aveva gli occhi sgranati e il respiro mozzò, il ricordo felice di Brittany era lei! Certo non poteva ricordarlo, perché ci aveva pensato sua madre ma… ora lo sapeva, lo aveva studiato quel dannato incantesimo, si cancella il ricordo, non l’emozione.

“San?” La chiamò lei e Santana sobbalzò, “Oh, scusa… non volevo… non arrabbiarti ok?” Santana la guardò perplessa, ora Brittany era piuttosto tesa e preoccupata,

“Cosa? Perché dovrei arrabbiarmi?” Brittany si morse un labbro e arrossì,

“Ecco… sai… quando eravamo a Diagon Alley, la prima volta che ci siamo viste, io ti ho chiamato così fuori Olivander e non mi hai risposto e poi a King’s Cross... ho capito che non ti piace, nessuno dei tuoi amici abbrevia il tuo nome e…” Santana si sentì davvero male, vederla così confusa e spaventata la fece sentire colpevole,

“Puoi chiamarmi come vuoi… io…” Si interruppe poi seguendo l’istinto sollevò con due dita il volto della ragazza affinché i loro occhi si incrociassero, “Devo chiederti perdono, per quella volta… io non so perché ho dato retta a mia madre, ma l’ho fatto e ti ho detto quelle cose orribili, e… tu non mi hai più parlato, ho creduto che non mi avresti mai più perdonato…” Sentì la sua voce incrinarsi, era sciocco, oddio era ridicolo, in fondo per Brittany si erano appena conosciute ed erano solo delle bambine e…

“Io ho pensato che tu non mi volessi come amica così per non darti fastidio…”

“Sono stata una stupida, soprattutto perché non ti ho chiesto scusa nell’istante successivo, quando mi sono pentita… mi perdoni?” Il volto di Brittany si aprì in un immenso sorriso,

“Sì” Santana la imitò, gli occhi che si perdevano in quel cielo azzurro.

“Dove diavolo…” Puck entrò nella stanza e si interruppe all’istante nel vedere la scena che aveva davanti, “Cosa succede?”

“Che ci fai qui?” Gli chiese subito Santana facendo un passò indietro e allontanandosi dalla ragazza,

“Ti cercavo, Quinn mi ha detto che eri qui… anche se non mi aveva detto con chi…” Santana strinse la bacchetta che non aveva abbandonato il suo pugno, se il ragazzo si fosse anche solo azzardato a… “Sei stata davvero geniale oggi, cavolo, avrei dovuto bombardarti di bolidi! E’ la prima volta che Corvonero ci batte, ora dovremmo impegnarci seriamente per vincere la coppa!” Puck era un Grifondoro, era amico di Rachel da prima di Hogwart e così era diventato anche un amico di Santana, per la gioia di sua madre che lo considerava un ottimo partito, la sua famiglia era di soli maghi da sette generazioni.

Santana che aveva temuto la reazione del ragazzo nel vederla insieme a una figlia di babbani, si rilassò mentre Brittany sorrideva a Puck che aggiunse, “Sai, dovresti startene più sovente senza quelle noiose tuniche… hai delle curve niente male!” Santana fece un passo in avanti,

“Puck? Che diavolo volevi?” Il ragazzo tornò a guardarla, ma non prima di aver fatto un occhiolino a Brittany,

“Mi devi aiutare con pozioni! Me l’hai promesso!” Santana sbuffò, non voleva andarsene.

“Ok…”

“Posso aiutarti anche io se vuoi…” Puck le sorrise,

“Ma certo, sei assolutamente la benvenuta!” Santana lo guardò storto, ok era contenta di passare altro tempo con Brittany, però la infastidiva che Puck la guardasse a quel modo, insomma, se, come pensava, usciva con Quinn non doveva guardare altre ragazze!

Raggiunsero la Sala Grande dove c’erano vari gruppetti di studenti intenti a fare i compiti o semplicemente a chiacchierare, anche se a bassa voce.

“Allora Puck, il libro?” Il ragazzo fece una smorfia,

“Quale libro?”

“Quello di pozioni!” Il ragazzo si strinse nelle spalle ma intervenne Brittany,

“Ce l’ho io… ha un sacco di belle figure…” Arrossì interrompendosi, poi lo cercò tra i numerosi volumi che si portava sempre dietro e glielo passò. Santana fece una smorfia, era la versione super avanzata, difficilmente Puck sarebbe stato capace di fare pozioni simili. Sfogliò l’indice finché non trovò la pozione più semplice,

“Ok, dimmi gli ingredienti della pozione giallo limone.” Chiese, il ragazzo si grattò la cresta che aveva sulla testa,

“Limoni?” Provò, Santana si portò la mano sul volto mentre Brittany scoppiava a ridere allegra,

“Sei divertente! Sai, in effetti mi sono sempre chiesta perché avesse un nome simile!” Santana si voltò ad osservarla, mentre lei continuava, “Io non ricordo mai le pozioni, tutti quegli ingredienti e quei nomi mi confondono…” Santana sgranò gli occhi,

“Aspetta, credevo fossi brava in tutto, sei una Corvonero e studi sempre!” Brittany arrossì di nuovo ma poi si riprese,

“Beh non ho detto che non ho dei bei voti in pozioni… in fondo si tratta solo di mettere le cose nel calderone!”

“Certo, nel giusto ordine, al momento giusto, con il calore ottimale e…” Brittany si strinse nelle spalle,

“Io vado a occhio…” Santana scosse la testa, lei aveva appreso a memoria la maggior parte delle ricette di pozione del libro, mentre la ragazza, se non mentiva, era un talento naturale.

“Grande! Posso provarci anche io?”

“No, Puck, tu studi, non voglio che il tuo calderone esploda, visto che i Grifondoro seguono pozioni con noi!” Brittany rise e Santana si ritrovò ancora una volta a guardarla, era semplicemente la cosa più bella su cui avesse mai posato gli occhi.

 

 

Note

Queste lezioni di patronus si fanno sempre più interessanti… Santana è riuscita a chiedere scusa per il pessimo modo in cui si era comportata e Brittany, con il suo fare ingenuo e spontaneo ha già fatto breccia nella sua corazza.

A domani per il prossimo capitolo! Grazie mille a chi commenta o anche solo legge!

Ciao ciao

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Gli occhi degli altri ***


Questo capitolo è un pochino più lungo del solito…

Buona lettura!

 

 

Quinto capitolo: Gli occhi degli altri

 

Brittany?”

“Sì?” Chiese la ragazza, era immersa nella lettura di un libro di rune antiche che faceva venire il mal di testa a Santana solo a guardarlo,

“Perché te ne stai sempre con la tunica? Ormai al nostro anno non è più obbligatoria e… ho notato che la togli sempre quando siamo sole…” Nel vederla arrossire Santana si chiese se non fosse una domanda inopportuna,

“Ecco… è solo… mi piace…” Santana assunse uno sguardo perplesso, ma non controbatté anche perché Brittany era tornata a concentrarsi sul libro.

Santana alzò lo sguardo verso il terreno di gioco, aveva chiesto a Brittany se le andava di andare con lei a vedere l’allenamento dei Tassorosso che erano talmente ingenui da farli a porte aperte. La ragazza aveva accettato, ma ora era immersa nella lettura e non badava affatto a lei o ai giocatori.

“Il loro portiere non è male…” tentò, Brittany annuì anche se non alzò lo sguardo Santana fece una smorfia e poi gettò un’occhiata verso il testo, “Non è la stessa pagina che leggi da più di mezz’ora?” Brittany arrossì e voltò la pagina,

“Era particolarmente affascinante!” Disse, Santana non ribatté solo un Corvonero avrebbe trovato affascinante un testo runico!

“Vuoi tornare al castello?” Le chiese arrendendosi,

“Oh ti stai annoiando?” Le chiese Brittany alzando finalmente lo sguardo per guardarla,

“No… voglio dire… magari preferisci leggere in biblioteca… quel tomo sembra pesante e…”

“Ma tu vuoi vedere gli allenamenti!”

“Sì… con te però!” Puntualizzò e arrossì per poi distogliere lo sguardo da lei e guardare con intensità due Tassorosso che lottavano inutilmente con un bolide.

“Scusami…” Disse lei sorprendendola e mettendo via il libro, “Hai notato come scarta il numero 5? Secondo me è inutile lanciargli dei bolidi, è troppo veloce, però tende a non voler tirare negli anelli, passa sempre un attimo prima, basta marcare il numero 13 e il numero 3 per obbligarlo a tirare, allora sbaglia, perché è troppo agitato…” Santana spalancò la bocca sorpresa da quell’analisi perfetta,

“Wow! Ma allora guardavi!”

“Ecco… no… ho solo sentito che lo dicevano…” Santana fece una faccia dubbiosa,

“Se lo dici tu…”,

“Ciao…” Santana si voltò verso Quinn che le lanciò uno sguardo perplesso, “Credevo dovessi studiare…”

“Sì, ma poi ho pensato che dovevo vedere l’allenamento dei Tassorosso…” Notando lo sguardo che Quinn lanciò a Brittany aggiunse, “Lei era qui per…”

“Lo stesso motivo, i Tassorosso saranno presto nostri avversari”, concluse per lei Brittany,

“Già, volevo sapere come organizzarci per le ripetizioni…” Aggiunse Santana senza sapere perché mentiva e sentendosi in colpa per averlo fatto.

“Già…” Disse piano Brittany confermando la sua menzogna, poi si alzò, “Ma stavo per andare…” Fece un cenno di saluto a Quinn ma ignorò lei e se ne andò, la tunica che svolazzava attorno a lei elegantemente.

Stupida, stupida, stupida! Riuscì a pensare Santana cercando di obbligare i suoi muscoli ad inseguirla ma ritrovandosi incapace di farlo.

“Allora è lei che ti da ripetizioni? La secchiona di Corvonero?”

“Come?” Chiese lei, che non aveva sentito le sue parole troppo presa nella sua lotta interiore,

“Ti ho chiesto se è lei che ti da ripetizioni…”

“Sì”

“Capisco… offensivo che sia una babbana a doverlo fare… non hai chiesto alla Holiday di assegnarti qualcun altro?”

“Lei è la migliore, perché dovrei volere qualcun altro?” Chiese quasi rabbiosa poi si alzò e si allontanò di corsa ignorando i richiami perplessi della sua amica.

 

“Puck!” Il ragazzo si voltò,

“Dove corri così Santana?”

“Hai visto Brittany?”

Brittany Corvonero?”

“Sì, lei!” Il ragazzo si strinse nelle spalle,

“No… però quelli sono Corvonero…” Santana si voltò verso il gruppetto di ragazzi che Puck gli aveva indicato, prese un profondo respiro per recuperare il fiato perso nella corsa e si avvicinò,

“Cerco Brittany Pierce, l’avete vista?” I ragazzi si gettarono alcune occhiate divertite,

“Forse cerca di entrare nella nostra sala comune!”

“Come?” Chiese lei perplessa,

“L’ultima volta è rimasta fuori tre ore!” Santana ancora non capiva e il Corvonero spiegò tra le risatine degli altri, “Il Cappello Parlante sta invecchiando! Con lei ha preso un bel abbaglio! Non riesce mai ha rispondere alle domande della nostra porta è troppo stupida!” La sua bacchetta fu fuori prima che lei potesse pensarlo,

“Nota infamia!” Urlò. Sul volto del ragazzo si aprì una grossa macchia nera. Altre bacchette furono estratte ma Santana era pronta,

Expelli armus!” Le bacchette volarono ovunque e lei sorrise,

“Consideralo un onore ed un insegnamento! Ti ho imposto il marchio dei traditori, noi Lopez lo imponiamo a quelli tra noi che disonorano la nostra casata… non ti dirò come farlo andare via, ma sappi che non sarà grazie ad una pozione o ad un incantesimo!” Poi Santana guardò gli altri,

“E voi! Ridere di uno della vostra casa… penosi, stupidi e cattivi! Ringraziate che sia di umore magnanimo” Si voltò e se ne andò, poco lontano Puck la guardava ad occhi sgranati, la mascella che sfiorava il pavimento.

Avrebbe dovuto cercare Brittany da sola. Dove sarebbe potuta andare? Faceva ripetizioni con lei da una settimana, l’unica volta che avevano fatto qualcosa di diverso era stato dare ripetizioni a Puck e la ragazza stava zitta facendo alcune osservazioni ogni tanto, e poi quel giorno in cui erano andate al campo di Quidditch. Della ragazza doveva ammettere ne sapeva ben poco. Avrebbe potuto andare in biblioteca, ma qualcosa le disse che non ci sarebbe stata. Un incantesimo di ricerca sembrava eccessivo… la bacchetta era ancora nella sua mano, però le sarebbe servito qualcosa della ragazza.

Rinunciò e invece osservò dalla finestra il profilo del castello. E le venne un idea.

Sorridendo salì di corsa le scale. Raggiunse la torre dei gufi dieci minuti dopo, il fiatone le suggerì che doveva mettersi seriamente a fare attività fisica, stare su una scopa non bastava!

Sentiva il frullare delle ali dei molti gufi, fece un piccolo fischio e il suo gufo reale planò verso di lei per poi atterrare sul cornicione al suo fianco. Lei lo accarezzò, era alto più di un metro, erano anni che non si posava più sul suo braccio.

“E’ il più bello ed è molto educato…”

 La voce della ragazza la fece sobbalzare, poi la vide, rannicchiata nel buio.

“Ciao… ti cercavo…”

“Perché?” Le chiese la ragazza e Santana si trovò di nuovo in imbarazzo, cosa poteva dirgli? Non era abituata a chiedere scusa.

“Come mai ti piace le torre dei gufi?” Chiese per sviare il discorso anche se era andata lì proprio nella consapevolezza che la ragazza aveva un debole per gli animali.

“Loro non giudicano” Disse Brittany alzandosi e venendole incontro. Con un colpo di bacchetta ripulì i suoi vestiti e prese a scendere le scale, lasciandola lì.

“Aspetta!”

“Perché? Poi potrebbero vederci insieme…” Non lo disse con rabbia, era solo una triste constatazione e Santana si ritrovò senza parole, abbassò gli occhi e sentì che la ragazza si allontanava di nuovo,

“Mi dispiace!” Disse e Brittany si voltò a guardarla,

“Di nuovo?” Inclinò la testa perplessa e Santana si morse un labbro,

“Non succederà più!”

“No sai… lo capisco… lo so cosa dicono di me…” Brittany si strinse nelle spalle, “Non avrei dovuto chiedere al Cappello Parlante di mettermi nei Corvonero… solo che sapevo che non mi volevi come Serpeverde e proprio non mi ricordavo in nome delle altre due!” Sospirò rassegnata,

“Aspetta… cosa?” Chiese Santana spiazzata,

“Non importa, sono una pessima Corvonero e lo so… capisco che tu non voglia che ci vedano assieme, sei bravissima in tutto!”

“Io… no!” Negò decisa, e si sorpresa da sola, lei era bravissima in tutto certo! E avrebbe ridotto al silenzio chiunque avesse insinuato diversamente, eppure ora lo negava! “Non so fare un Patronus!” Brittany alzò di nuovo gli occhi su di lei, rilucevano di lacrime, il suo tono calmo e rassegnato era smentito da quegli occhi cristallini.

“Io ho bisogno di te…” Sussurrò Santana e vide un piccolo sorriso comparire ed illuminare il suo volto,

“Davvero? Di me?”

“Sì, solo tu…” Sentiva che quelle parole erano troppo importanti così aggiunse, “Solo tu puoi insegnarmi come evocare un Patronus!” Le sembrò che il sorriso si incrinasse, ma fu solo un attimo, poi tornò bello come prima.

“Allora possiamo andare in Sala Grande assieme?”

“Sì, mi piacerebbe…” Santana le si affiancò, scesero le scale assieme poi entrarono nel castello. Santana sentiva gli sguardi su di lei, una cosa era stare chiusi in un’aula, in biblioteca o stare su degli spalti, un altro era camminare fianco a fianco nel castello.

“Aspetta…” La bloccò Brittany, Santana la guardò perplessa, davanti a loro c’erano le scale del castello, immobili,

Brittany se vogliamo arrivare…” Si interruppe perché la scala davanti a loro si mosse girando su se stessa, se ci fossero salite avrebbero dovuto fare un lungo giro per raggiungere la Sala Grande.

“Come facevi a saperlo?”

“Oh… non è difficile… c’è qualcosa nell’aria quando stanno per cambiare.” Brittany aveva capito la logica delle scale? Secoli di studenti ne erano stati incapaci e lei ci era riuscita? Era un genio!

“Sei un genio Brittany! E non ascoltare quello che dicono gli altri!” Brittany si voltò a guardarla con gli occhi spalancati,

“Dici davvero?”

“Sì!” Brittany le regalò un altro dei suoi luminosi sorrisi e Santana rimase imbambolata a guardarla, era bella? No, era bellissima! Per Merlino! Cosa le veniva in mente?!

“Andiamo…” La incoraggiò e la ragazza annuì. Raggiunsero la Sala Grande e Brittany guardò verso il tavolo dei Corvonero, mentre lei osservò con, doveva ammetterlo, una certa apprensione il suo tavolo.

“Mangiamo assieme?” Le chiese la ragazza e Santana si morse un labbro, “Oh… se preferisci stare con i tuoi amici va benissimo!” Santana respirò più liberamente,

“Va bene…” Si avvicinò al suo tavolo e si rese conto che Brittany la seguiva e che, sì, si sedeva accanto a lei, non aveva dovuto ben interpretare il suo assenso…

“Corvetto, ti sei persa?” Chiese un ragazzo avvicinandosi,

“No, è stata invitata Sebastian, e se non vuoi che si ripeta il piccolo problema dell’anno scorso le starei lontano!”,

“Sebastian? Smith? Devi essere tu quello che è congelato nel lago l’anno scorso… sai è una pessima idea fare un bagno in pieno inverno!” Gli suggerì innocentemente Brittany facendo comparire un’espressione di pure rabbia sul volto del ragazzo,

“Lopez, farai meglio a fare attenzione!” Santana si voltò ignorandolo,

Brittany, ti verso del succo?”

“Ciao Santana, sono esausta! Ho provato all’incirca ventisette volte quell’incantesimo…” Rachel si era seduta accanto a lei e solo ora notò Brittany, “Oh… piacere, Rachel Berry” Le tese la mano e Brittany prontamente gliela strinse, “Dicevo, l’incantesimo di…” Santana non la ascoltò più, tutto lì? Si era aspettata occhiate, commenti, magari imbarazzo, invece Rachel sembrava assolutamente indifferente, ok, la ragazza era essenzialmente concentrata su se stessa… però…

“Santana fammi posto…” Quinn si bloccò nel vedere a sua volta Brittany,

“Ciao… di nuovo…”

“Ciao…” disse Brittany e Rachel si interruppe,

“Ciao Quinn” Notando gli sguardi perplessi della ragazza si accigliò, “Mi sono persa qualcosa?” Chiese con la sua solita perspicacia,

“No, Rachel!” Quinn rimase a fissarla per un istante, poi si sedette tra lei e Rachel e si riempì il piatto iniziando a chiacchierare con quest’ultima.

 

 

Note

 

Passi avanti e un nuovo personaggio!

Santana sembra incapace di conciliare quello che sente con quello che fa. Per fortuna Brittany non si lascia influenzare dalle sue stesse paure, perché Santana ha bisogno di essere spinta e tirata! ;-)

E Quinn? Di sicuro è più attenta di Rachel, cosa starà pensando?

Al prossimo capitolo!

Ciao ciao e grazie!!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** In volo ***


Buona lettura!

 

 

Sesto capitolo: In volo

 

Santana posò la bacchetta e sentì la porta dietro alle sue spalle chiudersi, la cena era finita, lei aveva salutato Brittany ed era corsa via, ma Quinn l’aveva raggiunta in fretta.

“Cos’è questa storia?” Si voltò, Quinn aveva la mani sui fianchi e la guardava perplessa, “Ho saputo che hai apposto un marchio d’infamia su un Corvonero!”

“Puck, non sa tenere la lingua a posto?”

“Puck è stato solo più accurato nel racconto perché era presente, ma tutta la scuola sa cosa hai fatto!” Santana sbuffò,

“Ho solo agito d’impulso, mi aveva irritato!”

“Ti aveva irritato? Aveva insultato Brittany! La stessa Brittany con cui ti ho visto sugli spalti e che poi ha mangiato al tuo fianco! Non mi hai neppure rivolto la parola! Eri troppo concentrata su di lei!”

“Che cosa stai insinuando?” Santana aveva afferrato la bacchetta e la guardava furiosa,

“Io? Niente! Espongo i fatti!”

“Mi è simpatica ok! E voglio passare del tempo con lei è una colpa?”

“Simpatica? E’ una babbana!” Quinn la guardava scandalizzata,

“E allora?” Santana ora si voltò il volto in fiamme,

“Allora? Sei tu che richiedi l’albero genealogico a chiunque ti rivolge la parola! Qualsiasi ragazzo che ti chiede di uscire non è abbastanza puro per i tuoi gusti e ora trovi simpatica una babbana!”

“Non chiamarla così! E’ una maga, come me e te!” Quinn la guardò cose se fosse impazzita poi alzò la bacchetta e prima che Santana potesse intervenire pronunciò un incantesimo,

Revela incanto!”

“Sei pazza?” Le urlò contro Santana

“Pensavo ti avessero polisuccato…” Quinn aveva abbassato la bacchetta e la guardava perplessa,

Brittany è solo…”

“Cosa?” Le chiese Quinn, “Non riesci neppure a definirla? E’ un’amica? Una conoscente? Un’insegnate?” Si interruppe poi sgranò gli occhi, “Un esperimento?”

“Cosa diavolo stai dicendo?”

“Tu…” Arrossì lei questa volta, “Ti senti… attratta da lei?” Santana la guardò a bocca spalancata,

“Tu sei pazza!” Quinn non rispose irritando ancora di più Santana, “Piantala di guardarmi così!”

“Così come?” Le chiese Quinn,

“Come se mi vedessi per la prima volta!” La ragazza si sedette sul suo letto e posò la bacchetta continuando a guardarla,

“Sai… credo di vederti davvero per la prima volta…”

“Vai a farti maledire!” Le urlò contro mentre scappava dalla stanza. Sbatté contro Rachel e non le chiese neppure scusa, invece corse via, cercando di allontanare da lei le parole della ragazza.

Poteva andare al diavolo! Che cosa le era venuto in mente! Brittany era simpatica e a lei piaceva, come amica e finiva lì! Chiaro!

Rallentò tra i corridoi deserti, aveva vagabondato per il castello per un bel po’ e ormai dovevano essere tutti nei loro dormitori, presto ci sarebbe stato il coprifuoco e lei non voleva essere punita perché era fuori dal suo dormitorio. Tornò nei sotterranei e quando entrò nella sua stanza trovò Quinn e Rachel addormentate nei loro letti, meglio, non voleva dover affrontare ancora lo sguardo di Quinn. Uno sguardo di comprensione e… compassione forse? Assurdo e fastidioso!

 

Il mattino dopo si svegliò assieme a Rachel e sorprendendo la ragazza se ne andò lasciando Quinn ancora addormentata. Fece colazione nella stanza quasi deserta e poi prese la scopa e andò al campo di quidditch. L’aria era fredda, il sole era solo una promessa all’orizzonte, e le punte delle montagne erano già ricoperte di neve, l’autunno era alla fine, presto la neve avrebbe ricoperto il castello e sarebbero arrivate le vacanze.

Batté le mani nei guanti infilò la sciarpa nel giubbotto affinché non la infastidisse e si alzò in volo. Aveva la scopa più veloce della scuola, i suoi genitori gliel’avevano regalata per il nuovo e ultimo anno scolastico. Percorse rapidamente tutto il campo poi eseguì una perfetta virata per tornare indietro. L’aria fredda le fece lacrimare gli occhi e così le ci volle un po’ di tempo per identificare la figura che stava raggiungendo il campo. Scese saltando dalla scopa non appena raggiunto il terreno, sorrise, perché non riuscì ad impedirselo,

“Ciao! Non sapevo fossi mattiniera!” Santana sorrise ancora a quelle parole,

“Non lo sono infatti… tu invece?” Brittany annuì,

“Sì, mi piace tanto volare e al mattino nessuno mi vede!” Disse con semplicità e Santana annuì, ma certo, era l’asso nella manica dei Corvonero, nessuno doveva conoscere le sue qualità!

“Facciamo a chi arriva prima all’anello?” Chiese lei mentre già saliva sulla scopa, Santana non se lo fece ripetere.

Mezz’ora dopo scesero a terra i visi congelati, me nelle orecchie il suono delle risate.

“Andiamo a fare colazione?” Le chiese Brittany,

“Io l’ho già fatta…”

“E’ per quello che eri così lenta?” Santana spalancò la bocca e nel vedere il luccichio negli occhi di Brittany scoppiò a ridere,

“Dimmi, perché hai iniziato a giocare solo da quest’anno? E’ ovvio che sei bravissima e poi ti piace volare quindi…” Brittany apparve di nuovo in imbarazzo, succedeva ogni volta che Santana gli faceva delle domande più dirette,

“Non ho mai fatto i provini per entrare nella squadra…”

“Perché?” Insistette lei, Brittany si strinse nelle spalle,

“Forse perché non si addice ad un Corvonero e io…” Santana afferrò davvero il concetto per la prima volta,

“E’ per quello che porti sempre la tunica? E tutti quei libri? E che voli solo quando nessuno ti vede?” Brittany annuì anche se guardandosi i piedi, in imbarazzo, “Brittany, non devi fingere di essere diversa da quello che sei!”,

“Ne sei sicura?” Santana si morse un labbro, non era forse sull’apparenza che si basava tutta la sua famiglia, la sua vita?

“Io…” Provò, ma non le venne nulla da dire.

Rimasero in silenzio mentre camminavano verso il castello poi Santana chiese,

“Abiti ancora a Little River?” Brittany la guardò perplessa,

“Sì, come fai a saperlo?” Santana scosse la testa,

“Non lo so… l’avrò sentito da qualche parte…” Brittany si strinse nelle spalle accettando quella risposta a dir poco debole, “Sai io abito lì vicino… per quello che me lo ricordo…” Aggiunse cercando di essere convincente, “Magari durante le vacanze invernali…”

Brittany la guardava speranzosa e lei si morse un labbro, di certo non poteva invitarla a casa sua! Che diavolo le passava per la testa?

“Ehm…” Si interruppe poi venne salvata dal suo gufo che le planò elegantemente davanti consegnandole una lettera.

“Che bello!” Disse Brittany mentre lo osservava volare di nuovo via, “I miei genitori non hanno voluto prendermi un gufo… mamma ne ha paura e così...”

“Come fai a ricevere la posta allora?”

“Oh usano la posta normale! Voglio dire quella dei babbani, la nostra!” Aggiunse e Santana dovette distogliere lo sguardo, aveva appena detto di essere una babbana!

“Cosa ti è arrivato?” Chiese poi la ragazza curiosa, guardando verso la lettera,

“I miei genitori pensano che io sia poco incline a fare nuove conoscenze, così le fanno loro per me, ci saranno una lista di nomi di ragazzi di scuola di cui loro hanno conosciuto i genitori…”

“Davvero? Sono molto gentili ha preoccuparsi così per te!” Santana la guardò, era seria?

Brittany, sono partiti, buoni partiti per un eventuale matrimonio! Vogliono sistemarmi con uno di questi maghi!” La ragazza sgranò gli occhi poi aggrottò il naso, in quella che forse poteva essere il suo massimo come smorfia di disappunto,

“Forse non è così carino allora!” Disse poi,

“Già, non è carino per niente!” E mentre lo diceva Santana prese la bacchetta e incendiò la lettera per poi guardarla consumarsi a terra.

Brittany accanto a lei rabbrividì,

“Hai freddo? Rientriamo?” Brittany allungò la mano sfiorandogli il naso, il gesto la sorprese così tanto che non vi si sottrasse,

“Anche tu hai freddo!” Constatò lei, “Hai il naso che è un ghiacciolo!” Santana annuì, eppure il brivido non era stato di freddo.

 

“Sei pronta?” Santana le lanciò un’occhiataccia,

“Sì!” Le disse poi senza guardarla, era la prima volta che parlava di nuovo con Quinn, era riuscita a evitarla per due giorni, ma lei era il capitano della squadra e doveva risponderle. Si levarono tra le urla di giubilo della loro casa e subito dopo toccò ai Corvonero. Brittany era elegante nella sua uniforme blu, con i bordi in bronzo. Santana cercò di mantenere lo sguardo duro, eppure le sfuggì un sorriso al quale la ragazza rispose prontamente.

“In formazione!” Chiese l’arbitro e lei obbedì concentrandosi, era una cacciatrice, non poteva distrarsi. La pluffa fu liberata e lei scattò ad afferrarla.

Il gioco era rapido, per loro, tra scambi e inversioni di marcia la scopa non veniva di certo risparmiata e poi c’erano i bolidi, Santana si sentiva particolarmente presa di mira e non faticava a sapere perché, tutti i Corvonero si sentivano offesi per la sua piccola lezione. Non le importava, era brava e segnare punti non le risultò più difficile del solito. Alzò lo sguardo solo una volta, Quinn era a fianco di Brittany, entrambe immobili sulle loro scope, in attesa.

Un bolide le sfrecciò vicino e lei si scansò per poi gettarsi all’inseguimento della pluffa. Poi lo sentì, il boato. Avveniva sempre quando i cercatori si gettavano sul boccino, era così, il pubblico impazziva, saltava in piedi e il gioco si fermava, tutti i giocatori che attendevano la fine della partita. Santana alzò la testa come gli altri. Brittany e Quinn erano scattate insieme, le due scope filavano veloci, testa a testa. Nessuna delle due sembrava essere capace di avvantaggiarsi. Poi Quinn agì d’astuzia, si appoggiò alla scopa di Brittany che perse il controllo mentre lei si allungava e afferrava il boccino. Santana però non udì neppure l’urlo di gioia dello stadio, perché seguiva la scopa di Brittany. Quando Quinn l’aveva urtata Brittany era sbilanciata in avanti pronta a prendere la sfuggente pallina dorata e ora ondeggiò, poi perse la presa e cadde. Quinn resasi conto del pericolo cercò di prenderla, ma fu lenta.

 

 

Note

 

Il rapporto con Quinn si fa teso, mentre quello con Brittany si approfondisce, e ora?

Quinn e Brittany, si sono scontrate sul terreno di gioco e Brittany è in pericolo, cadrà? Riuscirà a rimanere in sella?

Santana ha appena vinto la partita ma… Al prossimo capitolo! ;-)

Grazie mille a tutte! Ciao ciao

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** L'eroica codarda ***


Buona lettura!

 

 

Settimo capitolo: L’eroica codarda

 

Brittany cadeva, la folla improvvisamente si era zittita mentre i professori si alzavano estraendo le bacchette, troppo lenti. Santana non aveva esitato, lei conosceva Quinn, aveva già previsto la sua mossa e aveva capito che Brittany sarebbe caduta. La afferrò tra le braccia mentre guidava la scopa solo con le ginocchia. Brittany si aggrappò a lei, gli occhi sgranati dalla paura,

“Va tutto bene, ti ho presa!” Le disse lei mentre scendeva a terra. La scopa rotolò sul terreno, ma Santana non vi badò, sentiva il cuore di Brittany, batteva veloce, si accasciarono a terra, Brittany stretta tra le sue braccia, incapace di parlare, persino di respirare.

Brittany!” La chiamò lei, “Respira Brittany!” Le ordinò, cercò di guardarla in volto, ma la ragazza non le permise di staccarsi. Sentì però che le obbediva e prendeva un grosso respiro. “Brava… va tutto bene… va tutto bene…” Le disse mentre dolcemente le accarezzava la schiena, sentiva che la ragazza singhiozzava contro di lei e la strinse un po’ più forte incapace di fare o dire di meglio.

“Grande presa Lopez!” Le disse l’arbitro Beiste  “Ci sarebbe stata una bella frittatina se non fosse stato per i tuoi riflessi!” Santana non disse nulla, invece guardò con rabbia Quinn che era atterrata proprio in quel momento.

Brittany fu portata via, circondata dai suoi amici, mentre Santana ricevette i complimenti per l’azione, li accettò senza parlare, ma quando fu negli spogliatoi dove la sua squadra stava festeggiando raggiunse Quinn,

“Cosa diavolo pensavi di fare?”

“Scusa?”

“Volevi ucciderla?” Attorno a lei si era fatto il silenzio ma a Santana non importava,

“Ho solo fatto quello che qualunque cercatore fa in uno scontro diretto! Non ho infranto nessuna regola!”

“L’hai buttata giù dalla scopa!”

“Santana calmati! Non volevo che cadesse…”

“Era sbilanciata! Hai aspettato il momento giusto!”

“Sei fuori di testa, non ti rispondo…”

“Tu rispondi eccome!” Santana le si gettò addosso, se avesse avuto la bacchetta l’avrebbe usata, ma non era consentita durante gli incontri di quiddich quindi si avventò sulla ragazza in maniera molto più fisica. Quinn di certo non si lasciò fare, in pochi istanti erano a terra, tirandosi i capelli e graffiandosi come due bambine dell’asilo. Furono immediatamente divise dai loro compagni,

“Lasciatemi!”

“Sei fuori dalla squadra Lopez!” Le urlò Quinn, Santana si tolse la casacca e gliela gettò addosso per poi andarsene.

“E’ impazzita?” Chiese Rachel che era appena arrivata guardando una Quinn ancora schiumante di rabbia.

“Sei una codarda Santana Lopez!” Urlò la ragazza e le parole la colpirono come se fossero stati macigni.

 

Per sua fortuna le vacanze erano alle porte, non ne poteva più, Rachel non faceva altro che tentare di appianare tutti gli scontri con Quinn, scontri che iniziavano al mattino e non finivano fino alla sera. Bastava un nonnulla perché finissero per urlarsi addosso. E, Santana lo sapeva, per la maggior parte era colpa sua, era furiosa con Quinn e faceva di tutto per provocarla.

“Hai litigato con Quinn?” Santana annuì,

“Sì, lascia sempre i suoi libri sulla scrivania!”

“Oh… e non va bene?” Le chiese Brittany perplessa,

“No! Non è solo sua la scrivania!” Brittany annuì rapida e Santana prese un profondo respiro, non voleva arrabbiarsi di nuovo, non con Brittany vicino. Guardò la ragazza, non indossava la tunica e non aveva libri, un gran cambiamento rispetto al suo solito aspetto,

“Come stai?” Le chiese, come faceva ogni giorno da quando era caduta dalla scopa,

“Sto bene San! Te l’ho detto, mi sono solo spaventata un po’… ma la Beiste mi ha rimesso su una scopa e mi è passato tutto!” Santana annuì poi rimase in silenzio, la neve stava cadendo all’esterno ed era bello osservare come il vento giocasse con i leggeri fiocchi.

“Hai preparato la valigia? Perché io ci metto sempre un sacco di tempo!”

“Sì…” Le rispose Santana, la sua mente vagava, perché era così arrabbiata con Quinn? In fondo lo sapeva che non aveva buttato apposta Brittany giù dalla scopa, eppure quando la vedeva, quando la ragazza puntava i suoi occhi verso di lei le ribolliva il sangue.

“Credo che tu debba fare pace con Quinn…” Santana la guardò sorpresa che avesse indovinato i suoi pensieri, “Prima di Natale, non è bello essere arrabbiati a Natale!”,

“Non sono io che devo chiedere scusa!”

“San…” Si voltò a guardarla, “Perché sei arrabbiata con lei?” Santana aprì la bocca ma Brittany vi pose due dita fermandola, “La verità San…”, tolse le dita dalle sue labbra arrossendo, come se solo in quel momento si fosse resa conto del gesto, troppo intimo, davvero troppo…

“Io…” Non lo sapeva, non lo sapeva proprio. Brittany scese dal davanzale e le sorrise,

“Mi mancherai durante le vacanze!” Si strinse nelle spalle e andò via. Santana aprì la bocca per richiamarla, ma poi si trattenne ricordando ancora una volta che non poteva di certo invitarla a casa sua.

 

Entrò in camera e trovò Quinn intenta a chiudere la valigia,

“Passi le vacanze dai tuoi?” Chiese cercando di mantenere un tono normale, Quinn annuì senza guardarla. Ok, una frase e non avevano urlato, bene… “Rachel mi ha detto che va a trovare i nonni in Francia…” Quinn si voltò a guardarla questa volta e Santana nel vedere quello sguardo su di lei si sentì esposta, analizzata, valutata. Si voltò e lasciò la stanza, perché se fosse rimasta ancora un istante allora si sarebbero aggredite di nuovo, lo sapeva.

 

La stazione di King’s Cross era piena di gente, come sempre, genitori che abbracciavano i loro figli tornati dalla scuola, amici che si salutavano e fratellini che guardavano affascinati il grosso treno che un giorno li avrebbe portati alla scuola di magia. Santana si guardò attorno, individuando con facilità Brittany che stava ricevendo un abbraccio doppio dai suoi genitori,

“Bentornata padroncina Santana” Il piccolo sciocco l’aveva avvertita dell’arrivo dell’elfa e Santana le sorrise,

“Ciao Devra! Lo sai che ormai so smaterializzarmi da sola…” L’elfa annuì ma le tese la mano e Santana sorrise, era un loro personale rituale, l’elfa veniva ad accoglierla alla stazione e la portava a casa. Prese la propria valigia e poi la mano piccola e fragile dell’elfa. Un istante prima di scomparire vide che Brittany si voltava verso di lei.

 

Brittany rise della stretta affettuosa in cui l’avevano avvolta i suoi genitori,

“Allora Brittany! Come stai? Mi sono preoccupata quando mi hai detto che sei caduta da una scopa!” Le disse la mamma lasciando comparire sul suo volto la preoccupazione,

“Oh cara, guardala, sta benissimo! E sono sicuro che voi maghi abbiate qualche magia per casi simili!” Intervenne suo padre,

“Sì, anche se in realtà sono stata presa al volo da…” Si voltò, aveva lasciato Santana per correre a salutare i suoi, la ragazza stringeva la mano di un elfa molto vecchia, i loro sguardi si incrociarono poi la ragazza sparì. Brittany si morse un labbro delusa di non averla potuta presentare ai genitori e soprattutto di non averla saluta come si deve. “Oh… è andata via…”

“Ce la presenterai un’altra volta! Ora andiamo a casa, ti aspetta un pranzetto tutto Dannano!”

“Babbano tesoro, noi siamo babbani!” La corresse suo marito, “Vero Brittany?”

“Sì, papà!”, Brittany salutò con la mano Tina e Mike poi fu richiamata da un urlo di Puck che ci tenne a consegnarle un piccolo pacchetto per Natale, “Grazie!” C’era scritto, il ragazzo le fece l’occhiolino e scappò in fretta a raggiungere sua madre ma a Brittany non sfuggì lo sguardo divertito che si lanciarono i suoi genitori. Solo allora ricordò che aveva nella valigia un regalo per Santana. Era stata una stupida a dimenticarlo!

 

 

Note

 

Arrivano le vacanze di Natale… Saprà Santana dimostrarsi, diversamente da quello che ritiene Quinn, coraggiosa? Agirà in qualche modo o dovremmo aspettare il rientro a scuola per rivedere Brittany?

 

Il prossimo capitolo probabilmente lunedì, perché domani ho un’intensa giornata ai seggi… però magari riesco a ritagliare il tempo nella pausa pranzo! Non vi prometto niente ma ci proverò! ;-)

Grazie mille!!

Ciao ciao

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Tra i babbani ***


Rieccomi! Scusate, ma ieri proprio non ce l’ho fatta!

Buona lettura!

 

 

Ottavo capitolo: Tra i babbani

 

Santana era sdraiata sul suo letto, Devra stava sistemando le sue cose, era tornata da due giorni e nel vedere il baule ancora intatto l’elfa aveva deciso di pensarci lei,

“Padroncina Santana, dove lo metto questo? Sotto l’albero?” Santana si voltò rapida afferrando il piccolo pacchetto dalle mani dell’elfa,

“No!” Devra la guardò inclinando la testa, come faceva quando era piccola per farle capire che avrebbe meritato di essere sgridata, ovvio che da elfo domestico non poteva sgridarla davvero, ma quell’espressione era più che sufficiente a far sentire Santana molto in colpa. “Voglio dire… non è un regalo per me… mi sono dimenticata di consegnarlo…” L’elfa annuì anche se piuttosto dubbiosa e tornò al suo baule.

Santana si rigirò tra le mani il piccolo pacchetto, l’aveva dimenticato? Davvero? Forse era una brava bugiarda ma con se stessa le risultava difficile. Codarda, ecco la parola che le veniva in mente guardando quel pacchettino. Le serviva davvero una scusa?

Devra i miei genitori torneranno tardi vero?”

“Sì, hanno chiesto di cenare alle otto e mezza, non arriveranno prima…” Santana scattò dal letto iniziando a rovistare nei suoi armadi,

“Volete uscire?” Le chiese l’elfa nel vederla scegliere una giacca e un cappello.

“Sì, faccio una passeggiata giù in paese!” Non aspettò la replica, afferrò la sua sciarpa da Serpeverde e corse fuori nella neve.

Non la vedeva da due giorni e ora l’idea di andare da lei la fece sorridere di gioia.

Little River era davvero un piccolo paesino che ospitava appena più di una manciata di case, Santana osservò con un certo ribrezzo le macchine che passavano sulla strada, trovava che fossero sgradevoli da ogni punto di vista, da quello olfattivo a quello sonoro. Cercò la casa di Brittany, si ricordava che molti anni prima la ragazza gliel’aveva fatta vedere, mentre loro stavano ben nascoste dietro una siepe, in quel momento fingevano di essere folletti in cerca di una casa. Brittany si era rifiutata di credere che i folletti fossero brutti e spaventosi, malgrado Santana, che li aveva visti alla Gringott, le assicurasse che fosse così.

La casa aveva un piccolo giardino ora ricoperto di neve, ma che in primavera doveva essere uno splendore, vista la cura con cui erano disposte le piante e le siepi. Certo, nulla a che vedere con il giardino di casa sua che necessitava di due giardinieri esperti di erbologia e cura delle piante magiche. Santana si rese conto che stava letteralmente perdendo tempo. Codarda. Quella parola le risuonò di nuovo nella testa.

Aprì il cancelletto ed entrò. Bene e ora? Non c’erano cordicelle da tirare… bussò alla porta. Attese per un po’ poi fece un passo indietro sollevata, poteva lasciare il pacchetto a terra e…

“Salve!” Un donna alta, dai capelli scuri aprì la porta, “Ero quasi sicura di aver sentito bussare!” Sorrise e assomigliò in maniera sorprendente a Brittany.

“Salve Signora Pierce… sono un amica di Brittany di Hogwarts…” La donna sgranò gli occhi,

“Oh! Sei una maga anche tu? Vieni entra!” Santana entrò nella casa guardandosi attorno curiosa, non era mai stata in una casa babbana e doveva ammettere che era piuttosto interessata.

“Vieni cara, Brittany è uscita, ma rientrerà a minuti, non manca mai la sua merenda!” Ridacchiò e poi la accompagnò in cucina dove un uomo stava guardando una scatola nera. Santana osservò affascinata il mezzobusto che stava parlando,

“Caro, lei è un amica di Brittany… di Hogwarts!” L’uomo che si era voltato con un sorriso ora si illuminò. Prese un oggetto e lo punto verso la scatola dalla quale sparì l’immagine.

“Siediti, cosa ti offro? Brittany prende il latte, ma magari tu preferisci del the o magari del caffè?”

“Io… vi ringrazio, ma volevo solo dare questo a Brittany, se non c’è glielo potete…”

“Oh che carina! Un regalo!” Disse la madre della ragazza mentre suo padre scuoteva la testa,

“Devi consegnarglielo tu! Vedrai sarà qui a momenti…”. Santana annuì sopraffatta da tutta quell’attenzione,

“Allora andrà benissimo un the, signora Pierce.” La donna sorrise e si affrettò ai fornelli.

“Anche tu giochi a quidditch?” Le chiese il signor Pierce,

“Sì, sono una cacciatrice!”

“E giochi con Brittany?”

“No, io sono una Serpeverde!” Rispose lei,

“E scusa ma cosa fa esattamente una cacciatrice?” Chiese la donna mentre il marito sbuffava,

“Tesoro! Te l’ho spiegato un sacco di volte! I cacciatori devono segnare, cioè far passare la pluffa in uno dei tre anelli!” Guardò Santana, “Dico bene?”

“Sì, signor Pierce.”

“E Brittany? Come gioca? Perché sono preoccupata… mi ha scritto che è caduta dalla scopa e…”

“Oh lei è bravissima! E’ stato solo un colpo di sfortuna…”

“Ma sono sicura che voi avete degli airbag in caso di caduta!” Santana corrugò la fronte non conosceva quel termine, fu salvata da  un suono ripetitivo,

“Vado io!” Disse l’uomo e si alzò per poi prendere un oggetto e iniziare a parlarci dentro,

“Ecco il tuo the” Santana osservava l’uomo e così quando si voltò urtò la tazza mandandola a infrangersi a terra.

“Oh! Mi dispiace!” Disse,

“Non importa! Sai quante ne abbiamo di simili?” Ma Santana estrasse la bacchetta,

Reparo!” Ordinò osservando i pezzi riattaccarsi poi con un altro colpo di bacchetta asciugò il pavimento, “Mi dispiace per il the versato…” Si bloccò perché i due la stavano guardando ad occhi sgranati, il primo a riprendersi fu il padre di Brittany, l’uomo sorrise,

“Scusaci, ma per quanto ci proviamo la magia ci lascia ancora sbalorditi…”

“Ma Brittany…”

“Lei non la usa a casa…” Spiegò la mamma, poi fece una risatina “Anche se forse d’ora in poi le chiederò di farlo…” Una porta si aprì e poi si richiuse. Santana sentì i passi avvicinarsi e prima che la persona comparisse seppe che non si trattava di Brittany, infatti comparve un ragazzo alto dai brillanti occhi azzurri,

“Salve!” Disse, aveva un curioso accento,

“Ciao Rory!” Lo salutò forse troppo allegra la mamma di Brittany, mentre il padre aggiunse,

“Lui è Rory, è qui per una vacanza-lavoro…” Santana intuì che il ragazzo era un babbano-ignaro, “E lei è un amica di scuola di Brittany…” Solo allora Santana si rese conto che non aveva ancora detto loro il suo nome,

“Santana” Disse ottenendo un sorriso e una stretta di mano dal ragazzo.

“San…” si voltò verso la porta e la vide, Brittany sorrideva,

“Ciao…”

“Sei venuta a trovarmi!” Lei annuì e il sorriso della ragazza si allargò ancora, “Vieni!” Le prese la mano portandola via,

Brittany la merenda!” La richiamò la madre,

“La faccio dopo, magari…” Le urlò Brittany mentre saliva di corsa le scale, tenendole sempre la mano.

 

Richiuse la porta della sua stanza e tornò a guardarla, sì, non stava sognando, Santana era lì, in camera sua.

“Sei venuta a trovarmi!” Disse ancora cercando di accettare il concetto, la ragazza si morse un labbro,

“Sì… dovevo darti il mio regalo di Natale…” Brittany sorrise mentre la ragazza le consegnava un piccolo pacchetto. Se lo rigirò un po’ tra le mani poi lo posò in cima ad una notevole pila di regali.

“Grazie! Anche io ti dovevo dare il mio!” dovette rovistare un po’ nel suo baule che non aveva ancora sistemato e alla fine ne tirò fuori il suo regalo. Lo consegnò a Santana che lo preso con un piccolo sorrise.

“Forse devo andare ora… i tuoi genitori…”

“Oh! Cosa ti hanno detto? Ti hanno chiesto della scuola?” Le chiese preoccupata, conosceva i suoi genitori, sapevano essere soffocanti se volevano.

“Sono stati molto gentili… mi hanno chiesto del quidditchBrittany rise

“Mamma non riesce proprio a capirlo, ma in fondo ancora non capisce il fuori gioco nel calcio!”

 

Santana annuì anche se non aveva capito, forse non era stata una buona idea, si sentiva fuori luogo, a disagio persino.

Brittany ora devo andare a casa” Le disse e vide il sorriso della ragazza spegnersi,

“Certo…”

“E’ stato un piacere conoscere i tuoi genitori e… Rory…” Ripescò il nome nella sua memoria, “Ma devo…”

“Andare sì…” L’anticipò Brittany, “Ci rivedremo a Hogwarts allora…”. Santana osservò quel volto triste e sentì risuonare una sola parola nella sua mente, codarda. Di cosa aveva paura? Andiamo!

“Magari… se tu domani hai del tempo libero…”

“Sì!” Brittany annuì per confermare le sue parole,

“Allora vengo… dopo pranzo?” Il sorriso di Brittany fu sufficiente come risposta.

 

 

Note

 

L’eco delle parole di Quinn forse ha funzionato da sprone, oppure semplicemente Santana non è riuscita a resistere dal stare lontana da Brittany!

Abbiamo conosciuto i signori Pierce e abbiamo la promessa di un altro incontro… Vedremo cosa succederà nel prossimo capitolo!

Ciao ciao e grazie mille a tutti!

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Ancora codarda? ***


Buona lettura!

 

 

Nono capitolo: Ancora codarda?

 

Il giorno dopo Santana si presentò a casa dei Pierce e trovò Brittany ad aspettarla già con una giacca pesante e una sciarpa variopinta. Voleva mostrargli una cosa e Santana intuì presto di cosa si trattasse, Brittany la portò nel bosco innevato facendole esplorare i suoi luoghi preferiti, avrebbe dovuto dire i loro luoghi preferiti visto che era lì che avevano giocato per mesi prima di venire separate.

Sembrava un tuffo nel passato almeno per Santana che si ritrovò a fremere d’impazienza durante le mattinate e i pranzi con i suoi genitori in attesa del momento in cui se ne sarebbero andati lasciandola libera di raggiungere Brittany. Ed era tutto meraviglioso, come un tempo anche se Santana non ricordava che da bambina il suo cuore accelerasse ogni volte che Brittany le prendeva la mano e neppure ricordava di aver mai tanto desiderato sentire una risata, come desiderava quella di Brittany.

“San?” Si voltò e venne colpita da una palla di neve, Brittany rise e Santana le balzò addosso, in un attimo si stavano rotolando nella neve, come due bambine. Ridevano e malgrado fosse stata lei ad attaccare, Brittany rovesciò presto la situazione prendendo il sopravvento e schiacciandola nella neve. I loro corpi aderivano alla perfezione, i loro respiri erano così vicini, il cuore di Santana iniziò a battere come un pazzo e lei si bloccò venendo imitata da Brittany che la guardò perplessa.

I loro sguardi si allacciarono poi la ragazza si abbassò facendo sfiorare i loro nasi,

“Hai il naso freddo…” Disse piano, Santana non riusciva più a respirare, figurarsi pensare di risponderle. Brittany sorrise appena poi si piegò su di lei facendo scivolare il suo naso lungo il lato del collo di Santana che rabbrividì e non perché la ragazza aveva il naso gelato. Sentì Brittany ridacchiare e poi avvertì il suo respiro caldo contro il collo. Brittany vi depose un bacio leggero, le sue labbra erano fredde, ma così morbide, Santana chiuse gli occhi mentre Brittany deponeva un secondo bacio e poi un terzo risalendo il suo collo. Si interruppe e lei aprì gli occhi, trovandosi a guardare di nuovo due profondi occhi azzurri. Il suo respiro caldo ora le sfiorava le labbra. Santana poteva fare solo una cosa, alzò leggermente la testa incontrando le labbra di Brittany. Improvvisamente non ci fu più il freddo dell’inverno, neppure la sensazione di gelido bagnato dovuto al suo prolungato contatto con la neve. Nulla, solo più quelle labbra, morbidi e dolci. Solo più Brittany. Durò un secolo o forse solo un minuto, ma per Santana avrebbe potuto essere l’eternità.

“Padroncina!” Brittany si separò da lei e Santana tornò al presente. Si tirò su a sedere mentre Brittany rossa in volto era già in piedi.

“Ciao Devra…” Disse senza guardarla, si sentiva come se avesse bevuta tre pozioni contrastanti, i sentimenti e le emozioni combattevano dentro di lei e non era capace di venirne a capo.

“I padroni si sono appena materializzati in salotto…” Annunciò l’elfa e Santana si tirò in piedi, guardò Brittany che le fece un piccolo e timido sorriso,

“Mi dispiace non poterti riaccompagnare a casa…”

“Non importa…” Disse lei Devra le tese la mano pronta a smaterializzarla ma Santana la ignorò, fece due passi e abbracciò Brittany,

“Ci vediamo domani?” Chiese piano in un sussurro, la testa di Brittany annuì e Santana depose un bacio sulla sua guancia fredda. Si sorrisero poi la mano di Devra fu nella sua e Santana si ritrovò nella sua stanza, con sua madre che bussava.

 

Santana sospirò felice mentre finalmente poteva tornare in camera sua, i suoi genitori avevano invitato degli ospiti e lei aveva dovuto rimanere a chiacchierare per un tempo eccessivamente lungo con il rampollo della situazione, un ragazzo che aveva già intravisto a Hogwards ma con cui non aveva mai avuto nulla a che fare.

“Padroncina dobbiamo parlare!” Il tono di Debra era tutto meno che domestico!

“Sì?” Chiese assumendo un’espressione tra il perplesso e l’indifferente, capì che aveva fallito quando l’elfa incrociò la braccia, altro gesto che faceva quando era piuttosto arrabbiata con lei,

“Ti prego non dirlo a mamma!” Supplicò immediatamente, non era da lei, eppure avrebbe fatto qualsiasi cosa per poter rivedere Brittany, l’elfa sgranò gli occhi stupita,

“Non… non avete mai supplicato! Neanche quando eravate in punizione e io avrei potuto aiutarvi!” Santana distolse lo sguardo, sapeva solo che era troppo importante,

Devra, io non so… però… ecco… è… non lo dire a mamma!” Tornò a dire, incapace di spiegarsi meglio, l’elfa fece un profondo respiro poi si sedette sul letto accanto a lei,

“Non lo dirò… ma…” Santana le impedì di continuare abbracciandola forte,

“Grazie! Pensavo che domani potevo portarla qui!” Santana si era già alzata e aveva raggiunto il suo armadio alla ricerca di qualcosa di carino da mettere.

“Cosa? Qui? Ma i vostri genitori…”

“Oh loro saranno via tutto il giorno! E poi tu farai il palo no?” L’elfa sgranò gli occhi poi se ne andò borbottando qualcosa sui giovani maghi senza rispetto e il fare il palo alla sua età. Santana si guardò allo specchio, poi si passò le mani sulle labbra e sorrise.

 

“Tu abiti qui?” Brittany osservava il maniero ad occhi sgranati, Santana annuì,

“Sì… è la casa dei Lopez dal 1754, prima avevamo una residenza nel Summershire ci siamo traferiti lì nel 1492, sai abitavamo a Grenada e in quell’anno la situazione era un po’ sgradevole lì anche per i maghi quindi ci siamo trasferiti in Inghilterra dove c’era una fiorente comunità di maghi… ai tempi dei romani abitavamo a Carthago nova…” Si interruppe perché Brittany la guardava sorridendo,

“Sei agitata?” Santana arrossì mentre Brittany le stringeva la mano, “Ti va di farmi vedere com’è dentro?” Propose poi la ragazza e Santana annuì, cercando di rilassarsi. Era difficile, guardava Brittany, guardava casa sua, erano due mondi lontani, che sentiva di dover tenere separati, eppure si incamminò verso casa sua stringendo la mano della ragazza, ancorandosi alla tranquillità che leggeva nei suoi occhi.

Devra aprì la porta, poi le accompagnò per tutta la casa, sembrava una sentinella o una guardia, fu abilissima ad ignorare tutte le occhiatacce che le indirizzò Santana, ma malgrado ciò Brittany non sembrò per nulla intimorita o infastidita, anzi il suo stupore e il suo entusiasmo si riversarono su ogni cosa che vedeva, persino la vecchia tabacchiera di Bartelmen Lopez un orrore di porcellana che un tempo cambiava colore a seconda dell’umore del fumatore ma ora assumeva a caso solo colori squillanti e sgargianti.

“La tua camera è grande come tutta casa mia…” Disse solo Brittany mentre entrava nella stanza che Santana aveva lasciato per ultima.

Devra, grazie, i tuoi servigi non sono più richiesti!” Le disse Santana chiudendo con un occhiataccia la porta della sua camera. Si voltò e trovò Brittany intenta ad osservare la sua collezione di scope, tutte ben allineate nei loro supporti contro il muro,

“Wow! Sono tutte tue?”

“Sì…”

“Ma non hai volato con queste, al primo anno avevi una Speldor10, queste sono più vecchie…” Si interruppe osservando una Nibus2000, sistemata accanto ad una Firebold, non erano solo scope veloci, quelle erano le stesse scope su cui aveva volato Harry Potter, “Queste…” sfiorò con un dito la placchetta con il nome, stupita.

“Sì… mi piacciono le scope, con loro puoi… allontanarti da tutto…” Non aveva mai detto a nessuno il motivo per cui aveva quella piccola passione, i suoi genitori la vedevano come puro collezionismo e spesso le regalavano una scopa.

Brittany si voltò e guardarla, lo sguardo serio,

“Vuoi allontanarti anche da me?” Chiese, innocente, Santana scosse la testa,

“No…” Sussurrò e la ragazza sorrise per poi avvicinarsi di più a lei. Erano di nuovo vicine, il cuore di Santana accelerò, perché ora sapeva quello che sarebbe successo, ora conosceva l’ampiezza delle sensazioni che avrebbe provato. E fu sorpresa, perché mai ci si poteva preparare a qualcosa di simile. Quando le labbra di Brittany si posarono sulle sue il mondo smise di esistere, solo il suo corpo e quello di Brittany, il loro respiro, i loro cuori.

 

Erano sdraiate accanto nel letto, le mani intrecciate come gli sguardi,

“A cosa pensi?” Le chiese Brittany,

“A te…” La ragazza sorrise e Santana sentì il cuore fare un balzo, “Tu?”,

“A quanto sei bella” Disse sicura Brittany, “A quanto sei meravigliosa e splendida e speciale!” Santana arrossì, nessuno le aveva mai detto quelle cose con quella verità negli occhi e nella voce. Ed ebbe paura, perché c’era qualcosa di profondo, qualcosa di terrorizzante.

“Sei tu quella speciale Brittany, io sono solo… una codarda…” Gli occhi di Brittany si intristirono e Santana distolse lo sguardo da lei incapace di sostenere i suoi, “Non merito…” Ecco, non era neppure in grado di dirlo!

“San?” La chiamò la ragazza e quando lei la guardò Brittany la baciò dolcemente, quando si separarono la ragazza si strinse nelle spalle, “Ah me basta che tu mi sorrida, ok? Va bene se a scuola non vuoi stare con me…” Santana strinse quelle mani che ancora erano tra le sue sentendosi male, perché era incapace di replicare, incapace di dirle che non era quello che voleva, che voleva stare con lei!

E mentre lo pensava si rese conto che era così, che quei pochi baci non erano vuoti esperimenti o strane effusioni, no, erano molto di più. Erano tutto. Separò una delle loro mani e le accarezzò la guancia,

“Mi dispiace…” Una lacrima scese lenta lungo il viso di Brittany e Santana si piegò a raccoglierla con le labbra,

“Possiamo essere amiche?” Le chiese la ragazza e Santana si odiò mentre annuiva, la voce di Quinn che le risuonava nella testa. Codarda.

 

 

Note

 

E’ successo, si sono baciate e Santana ha rovinato tutto…  l’ampiezza dei sentimenti che ha capito di provare e che ha letto negli occhi di Brittany l’hanno spaventata.

Brittany? Ha detto che può accontentarsi di essere solo un’amica, ma è la verità? E a Santana basterà oppure quella situazione le scoppierà in faccia?

Lo vedremo nel prossimo capitolo, che dovrei riuscire a postare come sempre domani anche se forse un pochino più tardi del solito…

Grazie mille a tutti e tutte!!

Ciao ciao

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** L'espresso per Hogwarts ***


Da domani dovrei di nuovo essere puntuale

Da domani dovrei di nuovo essere puntuale!

Buona lettura!

 

 

Decimo capitolo: L’espresso per Hogwarts

 

La mano di Devra era fragile nella sua, Santana la lasciò andare permettendo al fragore di King’s Cross di sommergerla,

“Padroncina…” La chiamò l’elfa e lei si voltò a guardarla, “Non avete aperto questo…” Le consegnò il piccolo pacchettino. Santana lo guardò senza prenderlo, poi l’elfa glielo tese con maggiore insistenza e lei allungò le mani. Non lo aveva aperto. Quando Brittany era andata via da casa sua aveva chiamato Devra e le aveva detto di farlo sparire, non lo voleva vedere, non voleva avere davanti agli occhi nulla che le ricordasse Brittany e di conseguenza la sua codardia.

“Ti avevo chiesto di…”

“Sono un po’ dura d’orecchia, mi dispiace per la mancanza padroncina…”.

Gli elfi domestici non potevano disobbedire, mai, eppure avevano elaborata un’alquanto affascinante modo di travisare o eludere anche gli ordini più chiari e diretti. Devra di sicuro aveva dimostrato più volte di essere un’esperta del settore.

Strinse il pacchetto, poi quando udì una risata lo nascose nella valigia, si voltò e la vide. Non si erano più viste da quel famoso pomeriggio. Brittany le sorrise, dolce e Santana si impedì di distogliere lo sguardo.

La ragazza parlò con i genitori e poi tutti e tre si avvicinarono a lei,

Salve signori Pierce, Brittany…” I due adulti tentarono di non mostrarsi troppo stupiti mentre osservavano l’elfa al suo fianco,

“Santana, è un piacere rivederti, speravamo che passassi ancora a casa!” Disse la donna distogliendo lo sguardo da Devra e fissandolo su di lei,

“Mamma, Santana è stata sicuramente impegnata con la sua famiglia…” Intervenne Brittany e Santana annuì,

“I tuoi genitori sono già andati via?” Chiese il padre di Brittany come sempre curioso di conoscere dei maghi,

“Loro non vengono mai a King’s Cross, mi accompagna Devra” Spiegò loro e ottenne due sguardi stupiti che però furono presto nascosti,

“Saranno molto impegnati… cosa ne sappiamo noi di cosa fanno dei maghi!” Considerò la signora Pierce poi il treno fischiò annunciando che era l’ora dei saluti. I signori Pierce si voltarono verso la loro figlia improvvisamente commossi,

“Fai la brava, piccolina…” Le disse la madre mentre il padre sorridendo aggiunse,

“E schiva i bolidi!” Brittany annuì e poi si lanciò in un abbraccio. Santana si chiese se doveva andarsene, le sembrava di assistere a qualcosa di privato, intimo…

“Padroncina, ricordate, se avete bisogno di me dovete solo chiamarmi…” Santana corrugò la fronte perplessa, ma l’elfa era già scomparsa. Non le aveva mai detto una cosa simile.

“Buona scuola anche a te Santana, e in bocca al lupo per gli esami di fine anno!” La ragazza si voltò ringraziando i Signori Pierce e poi li seguì con lo sguardo mentre se ne andavano,

“Malgrado tutte le volte che sono venuti qui, si muovono ancora come se avessero paura…” Commentò Brittany e nel suo tono c’era dell’amarezza,

“E’ per quello che non fai magie a casa?” Le chiese Santana e la ragazza la guardò sorpresa, poi annuì.

Salirono sul treno alleggerite dal bagaglio che gli addetti avevano già preso in carica.

“Sai non credo sia paura…” Brittany si voltò perplessa verso di lei che si strinse nelle spalle, “E’ solo stupore…”. La ragazza la guardò, i loro occhi si intrecciarono e Santana sentì il suo cuore accelerare, fece un passo verso di lei e la vide irrigidirsi, si bloccò all’istante chiedendosi cosa stesse facendo.

“Sei qui! Ti ho cercato per tutto il treno!” Rachel entrò nel compartimento, “Oh ciao Brittany” Si sedette e guardò le due ragazze, “Passato delle belle vacanze? Perché le mie sono state meravigliose!” E si gettò in un accurata descrizione di ogni giorno di vacanza. Santana si sedette al fianco della compagna cercando di escludere la sua voce mentre osservava il mondo scorrere veloce. Brittany interagiva con la ragazza ogni tanto, ma era la voce di Rachel a fare da padrona.

“Ciao…” Santana si voltò incrociando lo sguardo verde di Quinn. Gli occhi della ragazza passarono su Brittany poi si fissarono su Santana,

“Ciao Quinn” Disse Rachel, Brittany invece si alzò,

“Ti lascio il mio posto…”

“Non ce n’è bisogno, di posto ce n’è per tutti…” Disse Quinn mentre Santana rimaneva in silenzio, Brittany cercò il suo sguardo ma Santana lo evitò e la ragazza scosse la testa,

“Devo salutare i miei amici…” Disse e se ne andò.

“Quinn, stavo raccontando a Santana e Brittany le mie vacanze, la Francia è meravigliosa!” Santana sbuffò infastidita,

“Ora non riiniziare!” La ragazza incrociò le braccia ma Quinn intervenne, bloccandone la reazione,

“Santana, come sono andate le tue vacanze?” Le due si guardarono e Santana capì che si trattava di un’offerta di pace. Come erano state le sue vacanze? Meravigliose e terribili.

“Bene… e le tue?” Rachel passava lo sguardo da una all’altra, aveva finalmente colto l’importanza di quelle frasi all’apparenza banali.

“Bene anche le mie, sono riuscita a stare anche un po’ con Noah…” Santana sorrise,

“Sono contenta, è un tonto Grifondoro… ma mi piace…” Fu la volta di Quinn di sorridere,

“Guarda che lo so che gli hai dettato tu quella lettera d’amore!”

“Io? Io non scrivo lettere d’amore!” Si difese subito Santana e le due ragazze risero insieme.

“Mi dispiace…” Dissero in coro e sorrisero, ma fu Santana a parlare ancora,

“Non dovevo dirti quelle cose, lo so che non volevi buttarla giù dalla scopa e…” Si interruppe, Quinn annuì,

“Lo so e neanche io volevo dirti quello che ti ho detto” Santana la guardò poi scosse la testa e si strinse nelle spalle, se non ci fosse stata Rachel forse le avrebbe detto dell’altro, forse le avrebbe confessato che le sue vacanze non erano andate semplicemente bene... forse le avrebbe detto che aveva ragione, che era una codarda.

“Avete fatto pace! Che bello, non ne potevo più di vedervi a turno svegliarvi con me! E’ molto meglio avere il bagno tutto per sé!” Le due si guardarono poi alzarono gli occhi in perfetta sincronia, “Eccole di ritorno!” Commento Rachel ma nel suo tono c’era del sollievo e delle felicità.

 

Brittany uscì dal compartimento ferita, Santana non l’aveva guardata, non le aveva sorriso, dopo quello che era successo sapeva che sarebbe stato difficile, ma nonostante tutto aveva davvero sperato di poter stare accanto alla ragazza, anche se solo come amica. Eppure era difficile, perché lei aveva bisogno di sentirla ridere, voleva intrecciare le loro dita, voleva baciarla. Era successo così poche volte, poteva ricordarle, una ad una, e non era giusto, perché lei avrebbe voluto perdersi nel suo abbraccio e dimenticare persino come si fa a contare.

Hei Brittany!” Il ragazzo spuntò dal compartimento sorridendole, “Piaciuto il regalo?”,

“Erano buonissimi i biscotti, grazie!” Puck le fece l’occhiolino,

“La lettera le è piaciuta tantissimo! Grazie a te!” Brittany si strinse nelle spalle, il ragazzo le aveva chiesto una lettera d’amore e lei gli aveva dettato qualche frase di Romeo e Giulietta, aveva partecipato ad una recita alle elementari e lo ricordava ancora, sembrava che i maghi non si interessassero di letteratura babbana, Puck nel leggerlo aveva sorriso e aveva aggiunto che era proprio il genere di cose che piacciono alle ragazze.

“Ti siedi con noi?” Le chiese poi il giovane ma Brittany scosse la testa,

“Vado a cambiarmi, ci vediamo ad Hogwarts…” Il ragazzo la salutò e lei raggiunse la sua valigia, indossando l’uniforme. Rimase un istante ad osservare l’ampia tunica nera, poi la indossò, forse era meglio non essere se stesse.

 

Il treno arrivò ad Hogwarts e Santana osservò il castello illuminato, le era sempre sembrato accogliente, c’era qualcosa di rassicurante in quelle alte mura, sembravano pronte a proteggerti. E così era, la storia, anche quella molto recente lo ricordava. Mura tra le quali ci si poteva rifugiare. Eppure ora le parvero ostili, no, non ostili, tristi, solitarie.

“Santana?” La richiamò Quinn al suo fianco, “Va tutto bene?”

“Sì, certo, sono solo stanca…” La ragazza annuì anche se non appariva per niente convinta,

“Andiamo al castello allora”.

 

 

Note

 

Santana ha recuperato il rapporto con Quinn ma sta distruggendo quello con Brittany

Vedremo nel prossimo capitolo cosa combinerà! ;-)

Ciao ciao e grazie a tutti!

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Baciami ***


Buona lettura!



Dodicesimo capitolo: Baciami


“Lopez, una parola…” La richiamò l’insegnante mentre lei usciva insieme agli altri dalla classe,

“Sì, professoressa Holiday?”

“Volevo sapere se c’erano stati progressi con il tuo Patronus…” Santana si morse un labbro, era la prima lezione del semestre, di certo non era stata fortunata,

“Brittany è un ottima insegnate…”

“Ma non riesci ancora ad evocarne uno?”

“C’è qualcosa che mi sfugge, ma ci sto lavorando…” La donna le sorrise,

“Bene, quello è lo spirito giusto! Mi raccomando, sei una delle migliori di questo corso, sono certa che puoi farcela!” Santana annuì anche se non ne era molto convinta. Uscì dalla classe percorrendo i corridoi ormai vuoti, ringraziando che non avesse pozioni, la Sylvester non avrebbe apprezzato il suo ritardo.

“Lopez!” Santana si voltò la mano che correva alla bacchetta,

“Cosa volete? Non vi è bastata la lezione?” I Corvonero la guardarono torvi, tra di loro c’era il ragazzo a cui aveva imposto il marchio, “Dovete essere una delusione per la vostra casa, davvero non avete ancora scoperto come mandarlo via?” Sogghignò soddisfatta e si voltò per andarsene, sapeva che i Corvonero non avrebbero mai attaccato alle spalle.

“Non così in fretta” Si voltò e le fu lanciato un foglio che, essendo incantato, veleggiò fino a lei per poi aprirsi davanti ai suoi occhi.

“Una sfida? Davvero?” Chiese scettica,

“Sì, se vinciamo noi tu ci dici come togliere il marchio.” Santana incrociò le braccia divertita,

“E se non avessi voglia?”

“Hai letto il foglio, il tuo onore ti impedisce di non darci soddisfazione!” Argomentò un ragazzo del gruppetto, Santana rise,

“Davvero?”

“Sì… non accetti la sfida?” Santana sorrise, non temeva nessuno e poi sarebbe stato divertente umiliarli ancora,

“Va bene e se vinco io?” I Corvonero si guardarono e Santana alzò gli occhi al cielo, erano davvero così impossibili? “Va bene! Se vinco io dovrete raccontare a tutti che Santana Lopez vi ha umiliato!” I Corvonero confabularono ancora poi uno si fece avanti,

“Va bene”

“Era ora!” Santana scosse la testa e alzò la bacchetta. E allora lo sentì, non era lei. Abbassò lo sguardo, tra le mani non aveva la sua bacchetta, oh sì, le assomigliava in maniera impressionante, ma non era lei.

Vide il Corvonero alzare la sua e preparare l’incantesimo. Sgranò gli occhi, non avrebbe funzionato, quella era la bacchetta di Brittany, due crini di unicorno dati spontaneamente, purezza, verità, spontaneità, tutto di quella bacchetta andava contro quello che lei era.

“Protego!” Riuscì a pronunciare mentre l’incantesimo del Corvonero le piombava addosso. Sentì che non avrebbe funzionato nel momento stesso in cui lo pronunciò.

“Protego!” Urlò un’altra voce, l’incantesimo del Corvonero si infranse contro lo scudo che si era formato davanti a lei.

“Questo è un regolare duello!” Protestarono i Corvonero, ma Santana fissava Quinn che si fece avanti, il volto acceso dalla rabbia,

“Andatevene! Anche se non sono il vostro prefetto potrei senza difficoltà togliervi dei punti per non essere a lezione!” I Corvonero la guardarono scioccati poi si allontanarono con quella che per loro doveva essere la massima espressione di rabbia.

“Perché sei intervenuta?”

“Il tuo incantesimo non avrebbe funzionato, te l’ho letto negli occhi… non hai mai avuto problemi con gli incantesimi di base…” Santana alzò la bacchetta,

“Non è la mia…”

“Ma certo che è la tua! Andiamo Santana la so riconoscere la tua bacchetta!”

“E’ quella di Brittany” Quinn passò lo sguardo tra la bacchetta nelle mani di Santana e la ragazza, chiaramente scettica, “Non ti ho mai raccontato la storia della mia bacchetta… ha una gemella… quella di Brittany” Quinn rimase in silenzio a lungo poi pose la domanda che Santana temeva,

“E come mai tu hai la sua bacchetta?”

“Le ho confuse io sul treno…” Santana alzò gli occhi il cuore che faceva un balzo al solo sentire la sua voce, Brittany sorrise appena poi le tese la bacchetta, le loro dita si sfiorarono e Santana trattenne un brivido, “Mi sono accorta che non funzionava e ho capito…” Aggiunse la ragazza,

“Già… anche io mi sono accorta che non rispondeva a me”

“E’ strano, ci si può scambiare le bacchette, il successo dell’incantesimo non è così impossibile, anche se non si stringe la propria…” Disse Quinn che osservava le due bacchetta strette nelle mani delle ragazze, così simili.

“Le nostre sono opposte…”

“Unicorno e grifone, dolce e fiero, gentile e arrogante.” Santana ripeté le parole di Olivander, non le aveva capite allora ma si erano impresse a fuoco nella sua mente.

“Eppure hai detto che sono gemelle, dall’aspetto direi lo stesso legno” Insistette Quinn,

“Stesso tronco di noce.” Puntualizzò Brittany, i suoi occhi che cercavano quelli di Santana.

“Fatte per essere opposte, ma destinate a completarsi…” Aggiunse sottovoce Santana poi alzò lo sguardo su Brittany,

“Scusa?” Chiese Quinn per cui le parole di Santana erano state troppo basse, Brittany attese, attese che Santana ripetesse quelle parole che ora, forse assumevano un significato tutto nuovo, importate, unico.

“Dicevo che dovrò fare attenzione a non confonderle più…” Disse Santana distogliendo lo sguardo da Brittany e tornando a guardare Quinn. Brittany incassò le spalle, come se avesse appena ricevuto un colpo,

“Credo di essere in ritardo per la mia lezione” Brittany si voltò, ma la Holiday sbucò dal corridoio,

“Ancora qui? Organizzate le lezioni supplementari per il Patronus?” Brittany arrossì, chiaro che come Santana aveva dimenticato quel particolare,

“Sì” Intervenne Santana cogliendo la scusa al volo,

“Ottimo!” Disse la donna andandosene e lasciando sole le tre ragazze.

“Se non vuoi…” Brittany la guardava aspettando la sua risposta,

“Mi piacerebbe… voglio dire, mi sarebbe molto utile se tu mi aiutassi ancora…” Brittany sorrise,

“Questo pomeriggio? Solita ora?” Santana annuì e Brittany se ne andò,

“Andiamo, siamo in ritardo per Storia della magia.” Le ricordò Quinn e Santana la seguì contenta che non le chiedesse altro.


La mensa era affollata come sempre, Santana osservava il tavolo dei Corvonero,

“Cosa guardi?” Le chiese Quinn mentre si sedeva al suo fianco, lei arrossì e si voltò, “E’ stata trattenuta dalla Pillsbury…” Le disse solo la ragazza e Santana si voltò a guardarla, ma Quinn si stava servendo il piatto e non la stava proprio considerando.

“Hai sentito no… oggi ho lezioni con lei… per il Patronus volevo avere la conferma sull’ora…” Quinn la ignorò ancora mentre si versava dell’acqua, “Quinn…” aveva bisogno di parlarle, seriamente,

“Mi spiegate perché ci avete messo così tanto ad arrivare oggi?” Intervenne Rachel sistemandosi a fianco di Quinn. Il momento sfumò e le due ragazze raccontarono a Rachel del duello con i Corvonero, con sollievo di Santana anche Quinn sorvolò sul fatto che avesse incontrato Brittany e sulla particolarità delle loro bacchette.


“Più polso, meno polso, più autorità, meno autorità, occhi aperti, chiusi… non ne posso più! Ho provato tutto!” Santana sbuffò mentre Brittany dondolava le gambe guardandola,

“San…” Santana si voltò a guardarla, “Devi… rilassarti e… pensare a qualcosa di felice…”

“Al diavolo! Non ce l’ho un ricordo felice!” Si sfogò Santana. Chiuse gli occhi perché non poteva vedere lo sguardo di pena che di sicuro Brittany le avrebbe rivolto. Due mani si chiusero sulle sue,

“Apri gli occhi…” La voce della ragazza era appena un sussurro, Santana obbedì perdendosi nel suo sguardo azzurro, non c’era pietà, o compassione o giudizio solo… tristezza… “Volevo essere io il tuo ricordo felice…”. Il cuore di Santana sussultò, Brittany le lasciò le mani, ma rimase lì, a qualche centimetro da lei.

“Baciami…” Implorò Santana, non era giusto, non era un suo diritto chiederle una cosa simile. Un lacrima scese sul suo volto e Brittany la raccolse poi si avvicinò a lei sfiorando le sue labbra. Santana non resistette, avvolse le braccia attorno al suo collo attirandola a sé e baciandola. Non era uno dei baci casti che si erano scambiate fino a quel momento, Santana assaporò le sue labbra poi quando sentì che la ragazza socchiudeva le sue insinuò la lingua nella sua bocca. Una nuova ondata di sensazioni la percorse, quando le loro lingue si incontrarono. Le mani di Brittany la attrassero ancora di più contro di lei, mentre Santana fece scivolare le dita tra i suoi capelli. Si separarono per respirare,

“Ho bisogno di te…” Le disse Santana, gli occhi chiusi, le gambe che tremavano, quasi incapaci di reggerla ancora,

“Sono già tua… se mi vuoi…” Rispose piano Brittany, Santana aprì gli occhi guardandola, osservando quel volto dolce e gentile,

“Non posso…” Vide gli occhi di Brittany chiudersi e fu come se gli togliesse l’aria. Quando lei sciolse il loro abbraccio, Santana sentì fisicamente male. Non disse niente, mentre Brittany indossava la lunga tunica nera e usciva lasciandola sola.


“Come è andata la lezione?” Santana scosse la testa, e Quinn annuì poi si alzò, “Santana io e te dobbiamo parlare.” Ignorò lo sguardo interrogativo di Rachel e fissò invece la ragazza, “Vieni” Ordinò e Santana si alzò per seguirla. La ragazza rimase in silenzio fino a che non ebbero raggiunto un posto isolato.

“Bene, ora… quando la smetterai?” Santana arrossì e abbassò la testa,

“Lo so… io…”

“Sei scema o cosa?” Allora alzò la testa,

“Quinn, lo so da sola! Non hai bisogno di ricordarmelo, è una ragazza e una babbana e…” Quinn la guardò come se si chiedesse seriamente di cosa parlasse,

“Stai scherzando vero?”

“No…” Disse anche se oramai era un tantino confusa,

“Parlo del fatto che sei innamorata persa di Brittany e che sei così stupida da allontanarla! La perderai se non ti svegli!” Santana spalancò la bocca e sgranò gli occhi mentre le parole pian piano prendevano un senso nella sua testa,

“Vuoi… vuoi dire che…”

“Voglio dire che sei una stupida codarda! E la mia amica non può essere una stupida codarda!”

“Quinn…”

“Lo so, è difficile, la tua famiglia, le persone, i giudizi… ma tu, tu, Santana, cosa provi? Perché credo sia davvero l’unica cosa che conta!” Sul volto di Santana si aprì un largo sorriso e Quinn scosse la testa mentre sorrideva a sua volta, “Sei la ragazza più complicata che conosca… va da lei!” In sorriso si gelò sul volto di Santana,

“Non lo so se lei… mi vuole ancora…” Quinn sospirò,

“Non so cosa tu abbia combinato… ma io dico che devi provarci, con tutta te stessa” Santana la abbracciò, stringendola a sé,

“Grazie!” Disse e poi scappò via.

“Domani!” Cercò di richiamarla Quinn vista l’ora, poi scosse la testa, avrebbe dovuto aiutarla ancora, perché non sarebbe stato facile per lei.



Note


Capitolo intenso direi! Grazie a Quinn Santana sembra aver superato le sue paure!

E Brittany? Sarà stata ferita una volta di troppo?

Vedremo nel prossimo capitolo sempre se Santana non si fa riprendere dal panico!

Grazie mille a tutti!

Ciao ciao


Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Il mio ricordo felice ***


Buona lettura

Buona lettura!

 

 

Tredicesimo capitolo: Il mio ricordo felice

 

Santana si girò per l’ennesima volta nel letto, il giorno prima era arrivata fino al dormitorio dei Corvonero e poi si era ricordata che di certo non poteva bussare e chiedere di vedere Brittany, se ne era andata ed era tornata nel suo dormitorio. Dove si era messa a rovistare nella sua borsa fino a quando non aveva trovato il pacchetto. Quinn l’aveva guardata mentre lei lo fissava trepidante, poi si era decisa e lo aveva aperto. Ne era uscito un disco con un buco in mezzo. Santana lo aveva osservato a lungo perplessa, poteva riflettere l’immagine, come uno specchio, ma era piuttosto distorta. Quinn aveva scosso la testa e Rachel aveva iniziato ad elencare una lunga serie di incantesimi per obbligare l’oggetto a rivelare il proprio utilizzo. Ovviamente Santana si era opposta, nella paura che si rovinasse. Lo aveva fatto ruotare sulla sua testa per un po’, poi lo aveva messo via e aveva aspettato che arrivasse la mattina.

 

La luce aumentò lentamente nella stanza e poi finalmente Rachel si alzò. Santana scattò in piedi, ignorò l’uniforme e invece indossò dei comodi e caldi abiti da volo, afferrò la scopa e uscì prima ancora che Rachel avesse avuto il tempo di mettere i piedi giù dal letto.

Non appena fu all’esterno del castello montò sulla scopa, ignorando i divieti che imponevano di volare solo sul campo da quidditch, e verso quello si diresse. L’aria era fredda la neve non era ancora sciolta, ma il cielo terso prometteva una bella giornata di sole.

Prima ancora di essere nel campo la vide, Brittany era seduta sulle gradinate, la scopa abbandonata ai suoi piedi. Santana atterrò delicatamente accanto a lei ma Brittany non la guardò.

“Non puoi fare così…” Le disse,

“Così come?” Chiese Santana,

“Non puoi venire qui, lo so che non è mio il campo ma… lo sai che vengo al mattino e non voglio…”

“Non vuoi vedermi?” Chiese piano Santana e la vide annuire, teneva la testa voltata e lei non poteva vederne il viso,

“Perché non stai volando?” Le chiese lei, improvvisamente non era più sicura di quello che era andata a fare, improvvisamente era di nuovo preda della paura.

“Non ne ho voglia… penso a cosa significa per te volare, penso che lo fai perché così sei lontana da tutti… anche da me e non mi piace più.” Santana rimase in silenzio a lungo poi sospirò,

“Non voglio volare via da te” Brittany si voltò e Santana vide le lacrime scenderle lungo il volto,

“Non lo dire più! Tu…” Santana non resistette, estrasse la bacchetta e pronunciò,

Expecto Patronus!” Dalla sua bacchetta fuoriuscì un filo di luce che si condensò in un anatra dai variopinti colori. Brittany sgranò gli occhi e Santana eliminò la distanza tra loro due stringendola contro di sé, la ragazza prese a singhiozzare, ma non la spinse via, anzi la avvolse in un abbraccio.

“Sei tu il mio ricordo felice! Il nostro bacio tra la neve…”. Rimasero abbracciate a lungo, tanto a lungo che il sole ebbe il tempo di fare capolino, quando Santana si sentì pronta parlò di nuovo,

“Va bene, tutto!”, Brittany si separò da lei, il volto che mostrava ancora i segni del pianto,

Cosa vuoi dire?” Santana sorrise e poi le depose un bacio su una guancia e poi sull’altra,

“Voglio dire che voglio stare con te…” Il sorriso di Brittany fu seguito da un bacio, che valeva molto più delle parole. Quando si separarono la ragazza rise e Santana si morse un labbro,

“Però…” Brittany le depose un bacio rapido sulle labbra,

“Lo so, non lo dobbiamo dire…”

“Sì… ecco non sono pronta a leggerlo sulla gazzetta del profeta…” Brittany le sfiorò il naso con il suo, un sorriso sul volto che non sembrava volersene andare,

“Va bene… stiamo insieme e a me basta… e poi i segreti sono eccitanti!” Santana arrossì mentre Brittany la baciava ancora.

 

Santana aveva la mano appoggiata alla testa gli occhi che seguivano una certa Corvonero che faceva colazione. La sentì ridere e sorrise a sua volta,

Heilà…” La richiamò Quinn, Santana si voltò mentre il sorriso albergava ancora sul suo volto,

“Ciao Quinn” La ragazza si sedette accanto a lei, poi le lanciò uno sguardo molto più che interrogativo, Santana sorrise e Quinn annuì,

“Bene… ora per favore non rovinare tutto con il tuo caratteraccio!” La pregò Quinn,

“Io non ho un caratteraccio!”

“Come no! Ti ricordi cosa hai fatto alle lenzuola rosa di Rachel il primo giorno a Hogwarts?”

“Oh ma dai! Erano un offesa al mondo della magia!” Quinn scosse la testa,

“Erano solo rosa!”

“Appunto!”

“Ciao ragazze, Santana, stamattina mi hai spaventato con quello scatto felino!” Disse ignara Rachel sedendosi accanto a loro, Quinn e Santana si guardarono poi scoppiarono a ridere, “Perché ho l’impressione che state ridendo di me…” Rachel le guardò penetrante e Quinn scosse la testa,

“No, stavamo parlando delle tue lenzuola rosa…

“Erano le mie preferite! Me le avevano comprate i miei papà!” Ricordò Rachel ancora offesa, mentre Santana si bloccava, i suoi papà… si era dimenticata che Rachel aveva dei genitori… Si interruppe, come lei? Sentiva Quinn e Rachel chiacchierare e ridere ma lei era persa, era come i papà di Rachel? No certo che no, a lei non piacevano le ragazze… a lei piaceva solo Brittany… però Brittany era una ragazza e…

“Ciao San…” Sobbalzò, Brittany le sorrideva,

“Ehm… ciao…”

Visto che non ci siamo ancora viste oggi…” E sorrise, un sorriso che le illuminò gli occhi, “Volevo ricordarti le lezioni sul Patronus… questo pomeriggio…”,

“Sì, certo, grazie…” Santana riprese il respiro mentre guardava quegli occhi, cosa gliene importava lei delle etichette? Tutto? Sì, in effetti etichettava tutti in continuazione, a seconda della casa di appartenenza, delle origini, della ricchezza… Eppure questa volta, non le importava, l’unica cosa che voleva era vedere quel sorriso spendere per lei. “Ciao Brit…” Aggiunse e il sorriso di Brittany si illuminò ancora poi la ragazza si voltò e si allontanò, Santana la seguì con lo sguardo, Brittany non camminava, lei saltellava. Santana sorrise, era la cosa più adorabile che avesse mai visto.

 

Santana tracciò con un dito la linea del viso di Brittany, la ragazza cercò di seguire i suoi movimenti e così facendo incrociò gli occhi facendola ridere. Erano sdraiate sul pavimento dell’aula dove Santana aveva materializzato un materassino di piume,

“Mi piace quando ridi!” Affermò Brittany e lei le sorrise,

“A me piace tutto di te!” Con le dita sfiorò il suo naso, “Il tuo naso…” Poi passò la mano sui suoi occhi, “I tuoi meravigliosi occhi…” scese sulla sua bocca, “la tua bocca…” il respiro le si bloccò in gola quando Brittany catturò le sue dita. Osservò affascinata quel gesto così semplice, eppure così pieno di… Raggiunse le labbra di Brittany baciandola con passione. Quelle che fino ad un istante prima erano coccole ora si stavano trasformando velocemente. Le mani di Brittany scesero sul suo corpo e lei si irrigidì, Brittany si fermò all’istante e Santana si morse un labbro,

“Scusa… io non so cosa mi è preso…” Balbettò, ma Brittany la bloccò immediatamente,

“Va bene… non abbiamo fretta…” Quando Santana annuì Brittany le accarezzò il volto poi la baciò lasciando che la tensione la abbandonasse.

Santana intrecciò le dita con le sue mentre osservava il soffitto dell’aula, perché aveva paura? Era stata con un sacco di ragazzi… eppure… con Brittany era tutto diverso…

“Sai l’idea delle lezioni per il Patronus è stata geniale!” Brittany sorrise maliziosa,

“Così possiamo vederci e non sarà strano!” Santana annuì mentre i suoi occhi vagavano per la stanza fino a posarsi sul mucchio composto dai libri di Brittany e dalla sua tunica. Su tutto c’era posata la bacchetta.

“Ti dispiace se…” Indicò la bacchetta, Brittany le annuì e lei si alzò per raggiungerla, la prese. Era esattamente come la sua, stesso colore, stesse venature se non fosse stato per la sensazione sbagliata non l’avrebbe distinta dalla propria.

Lumus” Pronunciò, ma la bacchetta non reagì in alcun modo. Brittany si era messa su un fianco e la osservava, la testa appoggiata al palmo della mano.

Vingardium Leviosa!” Chiese ancora puntandola verso i libri di Brittany. Ancora nulla,

“Non ci riesco…”, Disse, “Perché?”

“Non lo so…”,

“Prova tu!” Santana tese la propria bacchetta a Brittany che guardò un banco e disse,

Reparo” il graffio nel banco non sparì. Brittany si strinse nelle spalle,

“Non è la mia…” Disse come spiegazione,

Ma sono gemelle!” Si arrabbiò Santana,

“Perché è così importante per te?” Le chiese allora la ragazza e Santana scosse la testa, non sapeva perché la cosa le desse così fastidio, eppure le sembrava sbagliato.

“Fatte per opporsi…” Mormorò,

“Destinate a completarsi” Le ricordò Brittany poi le prese il polso attirandola. “Vieni qui…”, Santana sorrise mentre intrecciava le mani dietro al collo di Brittany baciandola.

 

 

Note

 

Santana si è riscattata?? Spero di sì! Finalmente ha avuto il coraggio di accettare ciò che il suo cuore voleva e è riuscita a dimostrarlo a Brittany!

Le bacchette? Vedremo!

Al prossimo capitolo! Ciao ciao e come sempre grazie!! Lo sapete che è bellissimo leggere i vostri commenti!!

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Spogliatoi ***


Scusatemi se ieri non ho postato e non vi ho avvisato

Scusatemi se ieri non ho postato e non vi ho avvisato!

Buona lettura!

 

 

Quattordicesimo capitolo: Spogliatoi

 

“Santana, la partita è domani e praticamente non sei mai venuta ad un allenamento!”,

“Sono venuta! Almeno tre… due volte!” Rispose Santana a Quinn,

“Consideri una volta il giorno in cui hai indossato l’uniforme per poi ricordarti di una cosa fondamentale e scappare via?” Santana finse di pensarci poi annuì,

“Sì” Quinn scosse la testa,

“Santana, io sono contenta di vederti così…” Cercò la parola, “felice! Però, non voglio che ne risenta la squadra!” Santana voltò la testa, Brittany passò davanti a lei e si voltò per sorriderle, “Mi ascolti?” Le chiese Quinn e quando Santana tornò a guardarla, aveva le mani sui fianchi,

“Sì, scusa… non mancherò ai prossimi allenamenti pre-partita

“Non ce ne saranno altri! Santana la partita è domani!” La ragazza allora annuì,

“Giusto, tranquilla, andrà tutto bene, sei la migliore cercatrice e di sicuro Grifondoro non ci spaventa!”,

“Ci scontriamo con Tassorosso!” Disse Quinn esasperata,

“Uguale anzi meglio con Finn in porta riuscirò a segnare anche a occhi chiusi! Ti dispiace, credo di aver dimenticato una cosa…” Senza attendere la risposta si alzò allontanandosi rapidamente, lasciando una Quinn alquanto senza parole a fissare il posto dove prima c’era lei.

 

Santana raggiunse quasi di corsa l’aula vuota al terzo piano, luogo in cui avevano preso l’abitudine di incontrarsi lei e Brittany.

La ragazza era già arrivata,

Accio Santana” Ordinò, attirandola a sé e catturandola per baciarla.

“Mi sei mancata!” Mormorò tra i baci Santana,

“Ci siamo viste prima di Erbologia!” Le fece notare Brittany ridacchiando nel ricordare il loro incontro nella serra numero 7.

“Vuoi dire che io non ti sono mancata?” Fece il broncio Santana, facendo ridere ancora di più Brittany,

“Mi sei mancata tantissimo!” La rassicurò Brittany riempiendole il volto di bacini e riportando il sorriso sul suo volto. “Sei tesa per la partita di domani?” Le chiese poi la ragazza,

“No” Si strinse nelle spalle, “Tassorosso non è un avversario degno, li schiacceremo e quando avrò segnato un numero di volte incalcolabilmente alto Quinn prenderà il boccino e avremo vinto” Concluse Santana con la spavalderia tipica di un Serpeverde,

“Sam è bravo…” Santana corrugò la fronte,

“Evans? Lo conosci?”

“Sì! E’ molto simpatico, ieri mi ha chiesto di te…” Le rivelò Brittany con naturalezza,

“In che senso ti ha chiesto di me?” Chiese subito lei preoccupata,

“Ha detto che visto il tempo che passavamo insieme forse potevo sapere se uscivi con qualcuno…” Santana sgranò gli occhi,

“Come faceva a sapere che passiamo del tempo assieme? Non ci vede mai nessuno!” Lasciò le braccia di Brittany iniziando ad andare su e giù per la stanza,

“Non lo so…” La ragazza la guardava preoccupata e perplessa, “Io gli ho detto che non puoi uscire con lui perché sei impegnata” Santana si bloccò entrando seriamente nel panico,

“Gli hai detto che stavamo assieme?” Quasi urlò,

“No, gli ho detto che stavi con qualcuno…

Brittany! Ora lo sapranno tutti e non ci metteranno molto a capire!”,

“Io… io gli ho detto che era un segreto…”

“Andiamo! In un istante la notizia si propagherà nella scuola! E’ un pettegolezzo troppo gustoso! Santana Lopez che esce con qualcuno! Dio! I miei genitori lo sapranno prima di domani!” Il panico iniziò a togliere il respiro a Santana che era troppo concentrata su se stessa per vedere il dolore accendersi negli occhi di Brittany.

“Mi dispiace… non volevo crearti dei problemi” Le disse la ragazza e poi uscì dalla stanza lasciandola sola.

Santana sbatté le palpebre,

Brittany…” Mormorò rendendosi conto di quello che doveva aver pensato. Fece un passo per seguirla e poi si bloccò, non poteva seguirla per il castello, cosa avrebbero pensato?

 

“E soprattutto non sottovalutateli!” Terminò il discorso Quinn, Santana stringeva tra le mani la sua scopa ed era in uniforme, ma i suoi occhi cercavano una figura tra gli spalti, non aveva sentito una parola del capitano della squadra. “Ok ragazzi andate nel tunnel, Santana tu no, devo dirti due parole…”, i compagni si allontanarono e Quinn si avvicinò a lei, poi le prese un braccio stringendolo, gli occhi verdi che si fissavano nei suoi,

“Mi fai male!”

“Forse così ti risvegli! Cosa c’è ora? Non riesci a starle lontana per la durata della partita? Ti voglio concentrata! Altrimenti ti sostituisco!”

“Abbiamo litigato…” Confessò Santana abbassando lo sguardo, Quinn le lasciò il braccio e sospirò,

Cosa hai fatto?” Santana fece una smorfia,

“Perché deve essere per forza colpa mia?”

“Mi sbaglio?” Chiese ironica Quinn,

“No” Confermò Santana poi le raccontò la sua pessima reazione alla sola possibilità di essere state scoperte, “Non sono più riuscita a parlarle… non si è allontanata dai suoi amici per tutto il pomeriggio e non è venuta al solito posto dopo cena…” Aggiunse la ragazza sempre più abbattuta,

“E ha fatto bene, fossi stata al suo posto ti avrei lanciato addosso anche un bel incantesimo!”

“Andiamo! Era una reazione spropositata, lo so, però…

“Però cosa? Ha accettato di stare con te di nascosto, forse reputava la cosa accettabile, ma sai dopo un po’ non è più divertente, ma solo stancante! Non puoi dire niente ai tuoi amici, non puoi spiegare perché sorridi, perché sei felice, perché sparisci. E peggio ancora, non puoi camminare per i corridoi al fianco della persona che ami solo tenendole la mano perché poi gli altri capirebbero, non puoi baciarla prima di separarvi per una lezione, non puoi sederti accanto a lei per fare colazione… Devo andare avanti?” Chiese Quinn, ma la faccia scioccata di Santana non necessitava di repliche,

“Sì, ho parlato con Brittany” Spiegò Quinn,

“Hai parlato con lei?”

“E’ quello che ti ho detto, lei sa che sono l’unica che conosce il vostro segreto e aveva bisogno di parlarne, così è venuta a cercarmi.” Santana digerì l’informazione poi sospirò,

“E ti ha detto tutte quelle cose? Perché non le ha dette a me?” Quinn scosse la testa,

“Io so leggere tra le righe e non ne ha parlato con te perché ha paura, ovvio visto come reagisci!”.

Fabrey, Lopez!” Chiamò la Beiste e Quinn afferrò di nuovo il braccio di Santana,

“Ora la partita, dopo il resto!” quando la ragazza annuì, uscirono insieme salendo sulle scope e schierandosi sul campo da quidditch con la loro squadra.

 

Santana scese dalla scopa ringraziando il cielo per l’abilità di Quinn, quando aveva afferrato il boccino erano disastrosamente in svantaggio ed era tutta colpa sua, continuava a sbagliare i passaggi, non aveva recuperato una pluffa e quando era arrivata al tiro aveva mancato gli anelli o si era fatta parare il lancio.

Non era da lei essere così disastrosa, eppure continuava a distrarsi e di sicuro non aiutavano le settimane passate senza salire una volta sulla scopa. Per fortuna avevano vinto lo stesso e i suoi errori potevano essere archiviati e dimenticati. Gli spogliatoi si liberarono in fretta mentre i suoi compagni spostavano la festa nella sala comune, ma lei rimase lì, appoggiata alla parete con gli occhi chiusi.

“San…?” La chiamò piano una voce e lei sussultò,

Brittany! Devo parlarti, mi dispiace tanto, davvero e…” Si bloccò perché Brittany si era avvicinata a lei facendo incontrare le loro labbra, “Brit…” Mormorò e lei sospirò,

“Non hai giocato molto bene…”

“Ho fatto schifo” Confermò Santana facendo sorridere Brittany, “Ero distratta…”,

“Non va molto bene così…” Disse piano lei,

“Lo so… ma…”

“Non sei ancora pronta…” Santana annuì e Brittany chiuse gli occhi, “Lo sarai mai?” Chiese talmente piano che Santana lo sentì appena, ma fu sufficiente per farla tremare,

“Ti amo” Le sfuggì. Vide gli occhi di Brittany sgranarsi e poi sospirò nel vedere il sorriso illuminare il suo volto.

“Oh San!” Disse solo lei per poi baciarla, “Anche io ti amo tanto!” Santana non sapeva che ci fosse, ma quando il peso sparì dalle sue spalle si rese conto che aveva vissuto con quel macigno per tanto tempo. Sorrise catturando le labbra della ragazza.

Un istante e il bacio si approfondì, le mani di Brittany corsero a slacciare il corsetto protettivo che ancora indossava Santana. Mentre lei lasciava scivolare le mani sotto la camicia dell’uniforme di Brittany dopo averle tolto il maglione.

“Andiamo, quella pluffa era ben più che facile se solo ti fossi…” Santana saltò in piedi voltandosi, cercando di riallacciare il corpetto, mentre Brittany recuperava il maglioncino infilandolo alla velocità della luce.

“Oh ragazze… pensavo fossero vuoti gli spogliatoi…” Sam e Finn passarono lo sguardo da Brittany a Santana che allora si voltò.

“Se speravate di vedere qualcosa di interessante vi siete sbagliati di grosso! Niente ragazze mezze nude!”,

“No… beh… pensavamo davvero che fossero vuoti…

Ma certo! E cosa sareste venuti a fare?”

Finn ha dimenticato nell’armadietto la bacchetta…

“Hai dimenticato la bacchetta? Ma in quale mondo un mago dimentica la bacchetta?” Santana era in modalità attacco, la paura che la rendeva ancora più aggressiva del solito, se fossero entrati in silenzio, se a lei e Brittany fosse stato concesso ancora qualche minuto… “Sapevo che sei un imbecille! Ma non credevo di queste proporzioni!” Finn arrossì,

“Ora stai esagerando!”

“Oh davvero? E tu imparentato con un pesce! Come ti permetti di prendere informazione sui miei gusti? Mi sembrava di averti chiarito che non ho nessun interesse per te!

“San…” Intervenne Brittany e lei si voltò a guardarla bloccando il fiume di insulti che aveva sulla punta della lingua,

“Sì… Pierce… per quelle ripetizioni direi che vanno bene le sei…” Disse senza distogliere gli occhi da lei, sapeva che la stava ferendo ancora, ma…

“Bene… è quello che volevo sapere… ciao ragazzi, bella partita…” Aggiunse con un piccolo sorriso e poi uscì dagli spogliatoi piuttosto velocemente. Santana la guardò andare via e si morse un labbro poi fissò i due, causa di tutto,

“Sparite se non volete che vi rovesci addosso qualche maledizione!”

“Senti Lopez, se hai giocato da schifo non te la prendere con noi!” Gli occhi di Santana brillarono di rabbia,

“Brutto idiota! Credi davvero che non fosse tutta una strategia? E posso assicurarti che gettarti la palla addosso affinché la parassi è stato più difficile di quanto immaginassi e non perché non avessi della superficie da colpire!” E lanciò uno sguardo disgustato al ragazzo, “Ma perché eri sempre così fuori dalla giusta traiettoria che avrei rischiato di segnare anche senza volerlo!” Il ragazzo rimase a bocca aperta incapace di rispondere alla sua cattiveria e lo stesso Sam, lei ne approfittò per andarsene, decisamente insoddisfatta e furiosa.

 

 

Note

 

Passi avanti passi indietro… Santana sarebbe un ottima ballerina! ;-)

La paura la fa sempre reagire male ma almeno ha saputo rivelare a Brittany quello che prova…

Quinn come sempre deve aiutarla ad aprire gli occhi e forse nel prossimo capitolo qualcun altro le darà una mano! ;-)

Grazie mille e scusate ancora per il salto di ieri!

Ciao ciao

 

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Consigli e spinte ***


Di nuovo in ritardo

Di nuovo in ritardo! Scusate!

Buona lettura!

 

 

Quindicesimo capitolo: Consigli e spinte

 

Santana tamburellò sul tavolo della biblioteca, Brittany era seduta insieme a Mike e Tina e malgrado le lanciasse delle occhiate non si decideva ad alzarsi.

Andiamo basta con quel muso! Ci avevi abituati al tuo sorriso!” Puck scaricò i libri sul tavolo lasciandosi cadere sulla sedia,

“Chi ti ha detto che potevi sederti?”

“Oh, sei anche tornata acida! Che meraviglia…” Si distrasse notando Brittany a cui fece un sorriso e un saluto con la mano, “Mi aiuti con pozioni?”

“No” Le disse secca lei,

“Andiamo dai! Sono migliorato, Brittany pensa anche che io sia portato!” Al sentir nominare la ragazza Santana si drizzò a sedere,

“Da quando studi con lei?” il ragazzo si strinse nelle spalle,

“Da quella volta prima delle vacanze…” Santana fece una smorfia,

“Perché diavolo siete tutti suoi amici ora?!” Chiese Santana a voce un tantino troppo alta visto che si guadagnò un occhiataccia dalla bibliotecaria,

“Credevo che ti piacesse!” Disse Puck stupito dalla sua reazione, “Ok che è una babbana, ma sembrava che per una volta avessi deciso di fare un’eccezione…” Santana rabbrividì, non le piaceva quando le ricordavano quel dettaglio,

“Tira fuori il libro…” Disse per cambiare argomento e poi tanto sembrava che Brittany non si volesse proprio alzare da quel tavolo.

“Aspetta!” Santana si voltò tornando a guardare Puck che aveva la faccia di qualcuno che aveva appena capito tutto, “Ho capito!” Disse infatti,

Cosa hai capito?” Lo fulminò lei,

“Da quant’è che non…” e le fece un occhiolino piuttosto esplicito. Santana arrossì e lui sorrise, “Lo sapevo! Ecco perché sei di nuovo acida! Hai litigato con il misterioso ragazzo?”

“Non c’è nessun misterioso ragazzo!” Disse forse troppo rapidamente lei,

Ma certo… comunque, qualunque sia il problema io so come risolverlo!”

“Ti ho detto che non ho nessun problema!”

“Sì , sentì qui, questo è un segreto quindi conto sul tuo silenzio… hai presente la stanza delle necessità?”

“Se stai per dirmi che l’hai trovata, evita, conosco la storia, è andata distrutta, durante la battaglia di Hogwarts, consumata dall’interno dall’ardemonio, il fuoco maledetto!” Puck fece una faccia alquanto soddisfatta,

“Già… ma si da il caso che la storia si sbaglia… la camera delle necessità esiste e sta bene!” Santana scosse la testa,

“Vuoi farmi credere che se vado al settimo piano davanti al ritratto di Barnaba il Babbeo la trovo?” Puck ancora una volta sorrise,

“No, lì non c’è!” Santana sbuffò,

“Mi vuoi far capire oppure devo andarmene?”

“Ok! Allora vai al quarto piano, vicino all’armatura con la picca alzata…” Santana annuì anche se rimaneva scettica, “Ebbene, lì troverai la camera delle necessità!”

“Va bene e in cosa mi aiuterebbe questo?”

“Allora lo ammetti di avere un problema!” Santana lo fulminò e lui alzò le mani in segno di resa, “Diciamo solo che potresti portarci l’uomo misterioso e risolvere tutti i tuoi problemi!”

“Come?” Puck inarcò le sopraciglia,

“Te lo devo spiegare io?” Santana arrossì e Puck rise forte guadagnandosi l’espulsione dalla biblioteca.

Santana si voltò a guardare Brittany e quando lei le fece un piccolo sorriso arrossì ancora.

 

“Santana Finn mi ha raccontato che non sei stata molto simpatica oggi!” Rachel le lanciò un’occhiataccia e lei sbuffò,

“Cos’è, è incapace di difendersi da solo così manda te alla carica? Bel coraggio!”

“No, ma trovo che tu sia stata davvero esagerata!”

“Non credo, anzi, mi sono limitata alquanto!” Quinn entrò nella stanza con un sorriso,

“Allora… Santana… stasera Noah ha detto che non potevamo andare nel solito posto… devi dirmi qualcosa?” La ragazza arrossì per l’ennesima volta,

Puck è un chiacchierone privo di cervello! La stanza si aprirebbe comunque per entrambi!” Quinn rise,

“E’ tua abitudine offendere i nostri ragazzi solo perché tu non ne hai uno?” Chiese ancora arrabbiata Rachel,

“Non è colpa mia se avete scelto dei ragazzi dalle qualità inesistenti!” Rachel aprì la bocca per replicare ma Quinn intervenne,

“Non cambiare argomento, allora ci andrai?”,

“Dove?” Chiese Rachel che ora era curiosa

“Non t’impicciare!” le rispose secca Santana ma lo sguardo di Quinn non si distolse dal suo,

“Ho capito! Me ne vado!” Rachel si alzò uscendo dalla stanza lasciando le due ragazze sole.

“Rachel mi ha raccontato degli spogliatoi, non considerava un dettaglio importante il fatto che tu fossi insieme a Brittany, ma io ne deduco che avete fatto pace no?”

“Sì… ma poi sono arrivati loro e io…”

“Hai dato di matto di nuovo?”

“Sì… abbastanza…”

“E Brittany?”

“Non lo so… però mi ha sorriso in biblioteca e…

“E ha accettato il tuo invito per stasera” Proseguì Quinn,

“Quale invito?” La ragazza sorrise gli occhi verdi che brillavano,

“Beh… Noah mi ha parlato del tuo problema e io ho pensato che dovevo ancora una volta darti una mano…” Le tese un foglietto e Santana lo aprì trepidante. Se non avesse saputo che non era così l’avrebbe scambiata per la sua scrittura.

“Permettimi di farmi perdonare, questa sera alle dieci vediamoci al quarto piano, davanti all’armatura con la picca alzata” Lesse poi alzò gli occhi e concluse, “Tua San”, Quinn sorrise,

“Ti piace?”

“Davvero? ‘Tua San’? Non avrei mai scritto una cosa simile!” Quinn assunse un’aria divertita,

Puck suggeriva: Con amore Santana” nel vedere gli occhi sgranati di Santana Quinn aggiunse, “Non sa a chi era destinata…”, la ragazza si rilassò poi si morse un labbro,

“E lei ha detto di sì?” ancora una volta Quinn sorrise e poi estrasse un secondo foglietto, che porse a Santana la ragazza lo aprì e sorrise nel vedere il grosso sì decorato dai pastelli colorati.

“Bene, vai!”

“Cosa?” Chiese Santana guardandola agitata,

“Sono le dieci meno dieci…” Le fece notare Quinn e Santana saltò giù dal letto poi si guardò,

“Non posso andarci in uniforme!”

“Sì che puoi! Datti una mossa, lo sai che ci vuole un po’ per arrivare al quarto piano e poi devi fare attenzione a non farti beccare dai professori!” Santana annuì poi corse alla porta, prima di aprirla però si voltò verso di lei con un sorriso,

“Grazie!” Quinn scosse la testa,

“Ringraziami giocando meglio nella prossima partita!” Santana fece una smorfia e poi uscì di corsa quasi sbattendo contro Rachel che stava rientrando,

“Scusa Rachel!” Le disse lasciando la ragazza di stucco.

“Dove va?” Chiese a Quinn che sorrise misteriosa poi disse,

“A smettere di essere codarda spero…”.

 

 

Note

Se Puck e Quinn ci mettono lo zampino allora possiamo stare tranquilli! Certo poi tocca a Santana cavarsela! ;-)

Domani purtroppo niente capitolo… ma salto solo un giorno!

Grazie mille! Ciao ciao

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** Necessità ***


Spero che il capitolo sia valsa l’attesa! ;-)

Buona lettura!

 

 

Sedicesimo capitolo: Necessità

 

Il corridoio era buio e… deserto. Santana estrasse dalla tasca l’orologio, erano le dieci e cinque. Aveva fatto tardi. Non era colpa sua se le scale avevano deciso di cambiare proprio mentre lei c’era sopra, costringendola ad un lungo giro e come se non bastasse aveva anche dovuto nascondersi perché aveva incontrato la Pillsbury, nel corridoio dell’ala Est.

Santana si appoggiò al pilastro osservando l’armatura con la picca, le ricordava una di casa sua, nella quale si era nascosta da piccola, Devra aveva finto di non vederla continuando a cercarla per la casa.

“Sei ancora qui!” Santana sobbalzò mentre si voltava, Brittany era rossa in volto segno che aveva corso, “Pensavo che te fossi già andata!” Respirò profondamente cercando di riprendere il respiro,

“Hai corso…” Le fece notare Santana,

“Sì! Non ho mai capito la numerazione dei piani… ti ho aspettata al quadro delle farfalle, poi però mi è venuto il dubbio e ho chiesto al dipinto con il Signore con la bacchetta a che piano fossi, ed era il terzo!” La ragazza scosse la testa, “Così sono corsa fino a qui, ma avevo paura che fossi già via…”, Santana sorrise,

“No, sono qui…” Le disse prendendole le mani e sorridendo, Brittany la imitò immediatamente poi però sbirciò l’armatura e disse piano,

“Non mi piacciono le armature… mi sembra sempre strano che non ci sia dentro nessuno!”

“Puck mi ha detto che qui c’è la stanza delle necessità…” Le spiegò Santana e la ragazza si guardò attorno poi si strinse nelle spalle,

“Io qui ci vengo quando non riesco ad entrare nella mia sala comune…” Santana la guardò perplessa, “Sì, la prima notte che ero al castello sono rimasta chiusa fuori così mentre camminavo tra i corridoio si è aperta una porta, sono entrata ed era una bella cameretta!”

“Hai trovato la stanza delle necessità al primo anno? Il primo giorno?”

“Non sapevo che qualcuno la cercasse...”, Santana le accarezzò il volto, stupita ancora una volta dalla semplice innocenza di Brittany, era perfetta.

“Vieni…” Le disse e tenendola per mano passeggiò per il corridoio avanti ed indietro, per tre volte. Poi osservò meravigliata il muro in cui si aprì un’elegante porta, ricoperta da altorilievi.

“Che bella!” Disse stupita Brittany, “Quando si apre per me è uguale uguale a quelle di camera mia a casa…” Santana osservò l’elaborato disegno che raffigurava un unicorno e un grifone che si fronteggiavano in una radura. Strinse la mano di Brittany e aprì la porta.

Mentre entravano le candele si accesero, mostrando loro la stanza. La porta si chiuse da sola dietro di loro, ma non ci badarono, troppo intente ad osservare quello che avevano davanti.

Il pavimento era ricoperto dall’erba, mentre i muri erano solo una fitta foresta. In mezzo alla stanza vi era un ampio letto, mentre dal soffitto brillavano le stelle.

“E’ bellissimo…” Disse Brittany parlando per prima, poi si chinò a sfiorare l’erba, “E’ calda e morbida!” Disse stupita togliendosi subito le scarpe. Santana guardava però il letto, aveva desiderato quello? Era di quello che aveva necessità? Aveva chiesto un posto in cui stare tranquilla con Brittany, non un nido d’amore, a differenza di quello che sembravano pensare Quinn e Puck! E ora, a quanto pareva, anche la stanza!

“Non vieni San?” La chiamò Brittany che stava saltellando per la stanza a piedi nudi.

“Sì…”

“Non ti piace?” Le chiese lei perplessa,

“No, mi piace è solo che…” Brittany venne da lei prendendola per mano e facendola sedere sul letto. Le sfilò le scarpe e poi si sedette accanto a lei. Dolcemente le sistemò una ciocca di capelli ribelli, poi le sorrise,

“Non succederà niente che tu non voglia…” Santana guardò in quegli occhi felici e le chiese,

“Non sei arrabbiata per quello che ho fatto negli spogliatoi?”,

“Quando mi hai detto che mi amavi?” Chiese la ragazza guardandola sorridente, Santana arrossì mentre le sfuggiva un sorriso,

“No… quando mi sono arrabbiata con Finn e Sam…” Brittany sorrise,

“Oh… mi sono arrabbiata anche io!” Santana la guardò stupita e lei continuò, “Stavamo facendo un discorso molto interessante!” Spiegò, facendola arrossire ancora una volta.

“Io…” Non seppe come continuare, Brittany le aveva preso la mano e le baciava le nocche una ad una, nel vederla incapace di parlare alzò di nuovo gli occhi verso di lei,

“Pensavo che… voglio dire… tu hai avuto tanti ragazzi e…” Santana se possibile divenne ancora più rossa,

“No, sì, io…” Brittany la guardò confusa e lei sospirò, “Con te è diverso… ho paura…”,

“Di cosa?”

“Di non piacerti, di sbagliare qualcosa, di…” Brittany la bloccò posandole due dita sulle labbra,

“San…” Le disse poi le prese la mano e se la portò al fianco aspettando, Santana insinuò la sua mano sotto la felpa che indossava la ragazza e poi risalì delicatamente il suo corpo, accarezzando quella pelle vellutata. Gli occhi di Brittany non si separarono dai suoi e lei li vide cambiare, mentre la ragazza rabbrividiva dal piacere. Le sfiorò il seno che con sorpresa scoprì essere nudo sotto la maglia. Brittany si tese contro di lei mentre il respiro le mancava e gli occhi le si chiudevano.

Santana si morse un labbro, fermandosi. Brittany riaprì gli occhi,

“Solo tu puoi farmi stare così, solo sfiorandomi… non potrai mai sbagliare!” Santana catturò le sue labbra mentre la sua mano rafforzava la presa sul seno della ragazza che questa volta gemette piano contro la sua bocca facendole perdere del tutto il controllo.

La sua bocca corse a baciarle il collo mentre la liberava di quella felpa inutile, esponendo il suo corpo alla luce delle candele, sospese nell’aria attorno a loro. Santana si separò leggermente da lei per poterla guardare. Era bella. La cosa più bella che avesse mai visto. E Brittany sorrise dimostrando all’istante che si sbagliava, poteva anche essere più bella.

“Ti amo” Disse anche se quelle due semplice parole non potevano esprimere la complessità di quello che sentiva, Brittany sorrise ancora poi la baciò mormorandole sulle labbra un: anche io, mentre le sbottonava la camicia. Le sfilò la cravatta e poi la camicia per poi piegarsi su di lei facendola sdraiare. Iniziò a baciarle il collo e poi a scendere verso il suo seno e verso la sua pancia. Santana faticava a respirare.

Brittany…” Mormorò quando la ragazza le abbassò la cerniera laterale della gonna. Brittany tornò da lei sorridendo e baciandola, le loro lingue si incontrarono.

Santana sentiva in corpo di Brittany premuto contro il suo, senza che ci pensasse le sue mani scesero lungo la schiena della ragazza per poi infilarsi sotto i jeans che lei indossava. Brittany interruppe il bacio sorpresa e Santana si morse un labbro mentre ritirava le mani, ma Brittany sorrise baciandola ancora, con foga, dimostrandole che non aveva nessuna intenzione di opporsi.

Santana scese di nuovo lentamente, insinuandosi ancora una volta nei suoi pantaloni. Brittany si tese, ma non smise di baciarla.

Durante le loro sessioni segrete di baci non si erano mai spinte così avanti eppure ora sembrò naturale a Santana passare le mani sul davanti per sbottonare quei noiosi e fastidiosi pantaloni. Brittany si tese per aiutarla e quando la cerniera fu abbassata Santana spinse la mano contro di lei. La reazione di Brittany fu immediata, si arcuò spingendosi contro di lei, gemendo. Poi senza esitare ruotò facendo sì che Santana fosse sopra di lei.

Sorpresa dal cambio di posizione Santana allontanò la sua mano e Brittany ne approfittò per slacciarle il reggiseno e sfilarglielo, andando poi ad accarezzarle il seno con la mano libera, mentre l’altra le prese la mano accompagnandola di nuovo tra i loro corpi. Indicandole chiaramente cosa voleva.

Era strano, la dolce Brittany che la guidava, lei, Santana Lopez che poteva vantare una bella lista di amanti e che ora sembrava più che altro un agnellino spaventato. Brittany forse lesse nei suoi occhi la paura perché allontanò le mani dal suo corpo e le prese il volto per poi baciarla con delicatezza,

“Vuoi fermarti?” le chiese e Santana scosse la testa, mentre rispondeva con un bacio molto più acceso.

La sua mano accarezzò la pancia nuda di Brittany e poi scese di nuovo, con più sicurezza ora. La reazione di Brittany la fece sorridere e così voleva fermarsi è? Sorrise ancora mordendole un labbro e muovendo le dita contro di lei. Osservando meravigliata le reazioni della giovane. Si rese conto che i jeans non le permettevano di muoversi liberamente così liberò la mano ottenendo un gemito di protesta, subito interrotto quando Brittany capì cosa voleva fare. Le sfilò i jeans e osservò ancora una volta quel corpo meraviglioso coperto solo più da quel piccolo lembo di tessuto. Sorrise nel notare che erano slip con disegnate delle barchette. Gliele sfilò, il cuore che accelerava ancora. Brittany era sdraiata sul letto e aspettava, i capelli sparpagliati sul cuscino, un braccio abbandonato accanto al capo, l’altro lungo il corpo, così tranquilla.

“Sei bellissima” Le disse e la vide sorridere,

“Vieni” Le chiese e Santana obbedì, incapace di fare altrimenti. Le mani di Brittany scesero di nuovo alla sua gonna che finì a terra insieme alle sue mutandine. I loro corpi ora erano nudi. Santana sospirò nel provare il semplice piacere di stringere contro il proprio corpo quello di Brittany.

Rimasero così, semplicemente stringendosi e baciandosi lasciando che la loro mente si abituasse, permettendo a se stesse di rilassarsi. Poi Brittany premette il proprio bacino contro quello di Santana che si sorprese gemendo. Mai un così semplice contatto le aveva fatto provare un simile sorprendente piacere. Forse però doveva smetterla di fare paragoni. Non c’era nulla di quello che stava provando di simile a quello che aveva fatto prima.

Baciò Brittany e insinuò la mano tra i loro corpi, sapeva cosa desiderava e quindi sapeva cosa doveva fare. Accarezzò piano Brittany sentendo il respiro della giovane accelerare di nuovo, poi delicatamente insinuò un dito dentro di lei. La ragazza gemette e lei seppe che aveva fatto la cosa giusta. Piano iniziò a muoversi, senza accorgersene accelerò seguendo il ritmo impostole dai movimenti del bacino di Brittany che spingeva contro la sua mano. Aggiunse un dito e nelle sue orecchie risuonò un altro gemito. Quasi subito dopo Brittany si tese contro di lei inarcando al contempo il corpo e gettando indietro la testa. Santana le baciò il collo esposto mentre sorrideva, semplicemente felice del piacere che sapeva di aver procurato nella ragazza.

Le braccia di Brittany si chiusero attorno alle sue spalle attirandola contro il suo corpo e Santana poté sentire il cuore della ragazza battere veloce.

“Non lasciarmi!” la implorò Brittany stringendola forte, una lacrima che scendeva lungo il suo viso.

“Mai” Promise Santana baciandola e ascoltando il cuore rallentare il battito.

Rimasero abbracciate per un po’, Santana che ascoltava il cuore di Brittany mentre lei le accarezzava i capelli osservandone i riflessi alla luce delle candele.

“Sono contenta che tu mi abbia portato qui…” Le disse la ragazza e Santana ridacchiò,

“Devi ringraziare Puck e Quinn… sono loro ad aver architettato tutto!” Brittany la guardò stupita,

“Mi piace Puck e anche Quinn è gentile!” Disse lei facendo alzare la testa a Santana,

“Come: ti piace?” Brittany sorrise,

“Mi piace quando sei gelosa!” Lei corrugò la fronte,

“Non sono gelosa!”

“Sì lo sei, ed è inutile, perché sei la più bella che conosco!”

“Sono solo bella?” Chiese Santana facendo sorridere Brittany che si era aspettata la domanda,

“No… sei anche la più cocciuta, testarda, dolcissima e stupendissima che conosco!” Le baciò la punta del naso poi vedendola sorridere le baciò le labbra. Un istante e le sue mani erano scese ad accarezzarle il corpo per poi scendere tra le sue gambe che senza reticenza si aprirono per lei, “E sei mia” Aggiunse Brittany, fissando gli occhi nei suoi e insinuando le dita dentro di lei. Santana ansimò il piacere e la sorpresa che si mescolavano alle emozioni che le procurava quel sguardo sicuro, così diverso da quello che la ragazza le aveva rivolto poco prima chiedendole di non lasciarla. Il desiderio che si era assopito si riaccese in un istante in lei.

Brittany si muoveva piano, conscia che non era ancora pronta per lei, ma Santana si spinse contro di lei desiderando di più. Gemette dal piacere quando la ragazza la accontentò aumentando il ritmo. Santana sgranò gli occhi quando si rese conto che era già al limite, Brittany dovette accorgersene perché spinse con forza facendola sommergere dalle ondate di piacere.

Quando riaprì gli occhi Brittany la guardava sorridendo dolce.

“Ti amo” Le disse togliendole il poco respiro che era riuscita a recuperare, guardò quei meravigliosi occhi azzurri come il cielo d’autunno e ricordò la prima volta che li aveva visti,

“Devo dirti una cosa…” mormorò.

 

 

Note

 

Sì, quando sono solo lei e Brittany tutto va come deve andare!

La stanza delle necessità ancora una volta è stata utile! ;-)))

Però… Cosa dovrà dire Santana a Brittany? Facile da immaginare! Ora… la reazione di Brittany quale sarà? Insomma non vi lascio mai in pace! ;-)

Grazie mille e scusate se sono stata discontinua negli ultimi giorni!

Ciao ciao!

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** Certezze ***


Buona lettura!

 

 

Diciassettesimo capitolo: Certezze

 

“Devo dirti una cosa…” disse e Brittany annuì sorridendole. Erano sdraiate sul letto, le lunghe gambe di Brittany era intrecciate alle sue e la ragazza aveva appoggiato la testa sul palmo della mano osservando le loro dita che giocavano. Santana sospirò,

“Avrei dovuto dirtelo prima… molto prima di ora…” Nel sentire il suo tono Brittany assunse un’espressione preoccupata,

“Mi spaventi un po’…”, Ammise e Santana chiuse gli occhi per poi riaprili e dire:

“Io e te ci conoscevamo prima di Hogwarts…” La ragazza sorrise,

“Certo, da Olivander! Me lo ricordo!” Santana scosse la testa,

“Prima di quella volta…”

“Impossibile! Non ti avrei mai dimenticata!” Disse sicura Brittany sorridendo,

“Avevamo cinque anni e abbiamo giocato assieme per dei mesi…” Brittany scuoteva la testa incredula ma permise a Santana di andare avanti con il racconto, “Il laghetto delle anatre, la radura nel bosco, il grande faggio, la grande pietra dietro la collinetta… sono tutti i posti in cui abbiamo giocato, i nostri posti!”

“Ma San…”

“Lo so… non te lo ricordi… perché mia madre ci ha scoperto” Brittany non capiva e Santana spiegò, “Lei ti ha fatto un incantesimo della memoria”,

“Perché?” Chiese allora Brittany, le loro mani erano ancora intrecciate, ma ora erano immobili, Santana accarezzò le dita della ragazza prima di spiegare,

“Perché eri una babbana…”

“Non capisco”, Santana lo sapeva, Brittany non avrebbe mai potuto capire l’importanza che la sua famiglia dava al sangue.

“I Lopez sono una delle famiglie di maghi più antiche, il nostro sangue è puro”,

“E il mio no?” Chiese la ragazza e Santana si affrettò a scuotere la testa,

“Non ha importanza il tuo sangue, non per me!”

“Ma credi che non sia puro…” Replicò Brittany alzandosi a sedere sul letto. Santana scosse ancora la testa mentre il cuore iniziava a battere più rapidamente, dalla paura ora, perché non le piaceva quello che vedeva negli occhi di Brittany.

“No, no, io… non l’ho mai…”,

“Dimmi, perché non volevi stare con me? Perché sono una ragazza o perché i miei genitori sono dei babbani?” Santana aprì la bocca per ribattere ma ne fu incapace, “Perché San? Perché è così importante per te?”,

“Non lo è! Per me sei perfetta e sei una maga!” Tentò lei,

“Mi ameresti lo stesso se non avessi una bacchetta?”

“Sì!” Le disse Santana e capì che era vero, le lacrime le scendevano lungo il viso, “Ti ho amato dalla prima volta che mi hai guardato! Quando avevamo cinque anni e per me eri una babbana…”. Brittany rimase immobile per un istante poi la abbracciò stringendola e calmando i suoi singhiozzi.

“Sarebbe più facile per te se fossi Quinn o… Rachel?” Santana scosse la testa ma poi annuì,

“Forse… i miei genitori rimarrebbero scioccati ma…”

“Ma non quanto lo sarebbero sapendo di me” Santana annuì ancora poi si allontanò per guardarla,

“Mi dispiace”, Brittany annuì,

“Cosa vuol dire per noi?” Chiese piano come se temesse la risposta,

“Ti amo” Le rispose Santana come se quello potesse risolvere ogni cosa, “Ma ho paura” Ammise mentre Brittany le accarezzava il volto, poi aggiunse, “Non voglio perderti”.

Si baciarono cercando in quel modo di esorcizzare il futuro e le paure che esso conteneva.

Rimasero in silenzio a lungo riflettendo, incapaci di muoversi, incapaci di separare i loro corpi che finalmente si erano uniti, incapaci di fare alcunché se non rimanere in quel limbo sicuro, in cui le stelle non si muovevano e il sole non sorgeva.

“Questo è l’ultimo anno a Hogwarts…” Ruppe il silenzio Brittany, “Cosa succederà quando avremo i nostri diplomi?”,

“Non lo so” Ammise Santana, era vero non ne aveva idea, avrebbe potuto vivere di rendita, i suoi genitori erano proprietari di grandi latifondi terrieri. Per i maghi vigevano ristrettissime regole edilizie a causa dei babbani e l’affitto di quei terreni su cui sorgevano i più grandi villaggi dei maghi erano una rendita continua e molto proficua. Eppure Santana sentiva di voler fare dell’altro nella sua vita che semplicemente sfoggiare una nuova tunica alle feste.

“Io vorrei far conoscere meglio il mio mondo a voi maghi…” Disse invece Brittany e Santana nascose una smorfia a quella frase,

Brittany il mondo dei maghi è il tuo mondo…” La ragazza la guardò a lungo,

“Credo di poter dire di far parte di entrambi e ci sono dei vantaggi del mondo dei babbani che voi non conoscete…”

“Non credo che i babbani possano insegnarci qualcosa” Fece notare Santana e Brittany la guardò perplessa,

“Come fai a saperlo?”

“Lo so e basta!”

“Ah sì… beh ti è piaciuto la musica che ti ho regalato? Perché era tutta babbana!”

“Quale musica?”

“Il cd!” Santana la guardò perplessa e Brittany si batté la mano sulla fronte, “Il mio regalo di Natale! Non hai capito cosa fosse… mi sono dimenticata che sei tutta tutta mago…”,

“Lo fai sembrare un difetto!”

“E tu fai sembrare un difetto il fatto che io non lo sia” Ribatté Brittany facendola sospirare,

“Va bene, sono una stupida” Ammise lei facendola sorridere,

“Ti amo lo stesso” Le disse Brittany e Santana scosse la testa,

“Bene… perché ho costantemente paura di fare qualcosa di così sbagliato da farti cambiare idea…” Confessò,

“Non succederà” Disse Brittany con una sicurezza invidiabile poi la baciò, “Sono contenta che tu mi abbia detto la verità e… mi dispiace tanto non ricordarmi di te a cinque anni…”. Santana annuì,

“Vorrei poterti ridare i ricordi ma… ho studiato l’incantesimo gettato da mia mamma, non c’è modo di ribaltarne l’effetto…”, Rimasero di nuovo in silenzio poi Brittany disse,

“Mi piacerebbe anche fare la domatrice di draghi!”

“Escluso!” Disse subito Santana,

“Perché?”

“Perché i draghi sono pericolosi e io non voglio vederti andare a lavoro e dover aver paura che non torni o che torni senza un braccio o una gamba!” Allora Brittany sorrise e nascose il volto nel suo collo, “Cosa c’è?” Le chiese stupita Santana,

“E’ l’unica cosa del futuro che volevo sapere!”

“Che i draghi rischiano di mangiarsi una tua gamba?” Chiese Santana senza capire,

“No, che tu mi saluterai al mattino e aspetterai che torni alla sera!” Le disse per poi deporle un bacio sulla guancia e stringersi a lei. Santana rifletté su quelle parole, le aveva dette d’istinto eppure era così, non vedeva il suo futuro, non sapeva cosa sarebbe stata, cosa avrebbe fatto, ma sapeva che Brittany sarebbe stata lì. Strinse la ragazza e sorrise, ora aveva una certezza e non se la sarebbe lasciata scappare!

 

Quando tornò nella sua stanza Rachel stava eseguendo i suoi esercizi di polso mattutini. Esercizi che riteneva le avessero dato un enorme vantaggio nell’eseguire anche i più elaborati e virtuosi movimenti con la bacchetta. La ragazza la guardò interrogativa ma Santana la ignorò invece gettò la cravatta per terra e si tolse le scarpe per poi gettarsi sul letto.

Quando Quinn la svegliò si sentiva come se avesse dormito solo due ore, erano le sette e Rachel metteva la sveglia alle cinque quindi… beh allora era esattamente quello che aveva fatto!

“Ciao splendore!” Puck si piegò dando un bacio a Quinn poi guardò lei, che aveva la testa appoggiata ad un palmo e osservava incantata la piccola montagnola di tortini alle fragole davanti al suo naso, “Qualcuno non ha dormito?”, Santana sorrise e il ragazzo ridacchiò, “Problema risolto? Bene! Puckerman sempre al tuo servizio!”, Baciò ancora Quinn e dopo aver scambiato qualche frase sottovoce con lei si allontanò per raggiungere il tavolo dei Grifondoro.

Santana alzò la testa di scattò quando la vide entrare nella stanza. Brittany era fresca come una rosa!

Quinn notò il suo sguardo e si accigliò,

“Credevo che avessi passato la notte con lei!” Le sussurrò all’orecchio,

“Già… anche io…” Disse Santana per poi sorridere per quel semplice concetto.

“Deve avere una capacità di recupero più veloce della tua… sembri uno straccio mentre lei…”

“Una rosa” Concluse Santana ignorando il fatto che Quinn l’avesse definita in maniera poco lusinghiera. “La amo” Ammise poi sorprendendo Quinn che gettò un’occhiata attorno a sé, per fortuna Rachel era al tavolo dei Tassorosso per parlare con Finn e nessuno era così vicino da averla sentita.

“Sono felice che tu l’abbia ammesso, ma credevo non fossi pronta a urlarlo al mondo!” Le ricordò Quinn e lei sorrise,

“Cosa serve aspettare?” Mentre lo diceva si rese conto che era così, cosa le serviva aspettare, avrebbe potuto fare ciò che desiderava, alzarsi e salutarla con un bacio. E Santana si alzò.

 

 

Note

 

Santana sembra davvero cambiata! Ha forse trovato finalmente il coraggio? Oppure c’è qualcosa dietro?

Vedremo! A domani!

Ciao ciao e grazie mille!

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** Sottili vendette ***


Buona lettura!

 

 

Diciottesimo capitolo: Sottili vendette

 

Quinn si alzò bloccandola,

“Santana!”

“Avevi detto di smettere di essere una codarda no?” Quinn le guardò gli occhi,

“Cosa hai mangiato?”

“Che ti importa? Lasciami andare da lei!” Lo disse forte e Quinn notò i primi sguardi perplessi posarsi su di loro, Brittany si era seduta al tavolo, ma le guardava preoccupata.

“Va bene…” Santana sorrise e Quinn estrasse la bacchetta. “Finite incantum!” Ordinò,

“Cosa fai Quinn, per favore, metti via quella bacchetta, Brittany!” Chiamò poi ad alta voce attirando ben più che uno sguardo, la ragazza interpellata si alzò dal tavola in fretta e si avvicinò a loro,

“San… cosa…”

“Mi sei mancata tanto, volevo svegliarmi con te questa mattina!” Per fortuna aveva parlato piano alla ragazza anche se il modo in cui la guardava era piuttosto eloquente.

“Quinn… cosa succede?”

Brittany, ti…” Quinn agì rapida,

“Tacito!” Santana pronunciò la parola ma nessuno la udì.

“Portiamola fuori, gli hanno somministrato qualche pozione!” Santana stava dicendo qualcosa, chiaramente arrabbiata con Quinn, ma quando Brittany le prese la mano lei sorrise, seguendola lontano da occhi indiscreti.

Raggiunsero l’aula di pozioni trovandola fortunatamente deserta.

“Finite incantum”,

“Quinn, non tapparmi mai più la bocca hai capito! Devo dire a Brittany delle cose importanti!” Disse subito la ragazza addolcendo poi il volto nel voltarsi verso Brittany,

“Ti amo, è stata la più bella, incredibile, meravigliosa e magica notte della mia vita! Non mi importa un fico secco che sei una figlia di babbani! E non mi importa dei miei genitori e di tutti gli altri!”,

“San… ti ricordi cosa hai mangiato o bevuto?” Santana non le rispose, invece la attirò a sé baciandola.

Hei ragazze!” Le richiamò Quinn arrossendo, non ottenne nessuna risposta. Si voltò in imbarazzo, sembrava che Brittany fosse incapace di resistere a Santana.

Sentiva le due ragazze sussurrarsi piano frasi d’amore, cercò di non ascoltare, mentre tirava giù dagli armadietti i più comuni antidoti, eppure dovette sorridere nel sentire la dolcezza delle parole che si scambiavano.

“Va bene, Santana bevi questo!” Brittany arrossì nel vederla, come se si fosse dimenticata che era lì, mentre Santana le lanciò un’occhiataccia,

“Ti dispiace andartene? Sto parlando con Brit! L’amore della mia vita!” Brittany sorrise e arrossì al contempo mentre Santana la guardava sorridente e beata.

“Certo, prima bevi questo poi me ne vado!” Santana tornò a guardarla, infastidita afferrò la boccetta bevendone il contenuto.

“Oddio vuoi avvelenarmi? E’ schifoso!”

“Davvero? Amaro o aspro?” Chiese Quinn mentre tornava all’armadietto, le aveva dato da bere una pozione rivelatrice,

“Tutti e due!” Le rispose la ragazza continuando a fare smorfie disgustate,

“Va bene allora… dai sintomi e dalla reazione alla pozione rivelatrice direi che…” Si sporse afferrando una boccetta viola, “Questo dovrebbe andare…”,

“Non bevo più niente! Scordatelo!” Quinn diede la boccetta a Brittany e Santana sbuffò,

“Non sono così scema!”

“San… per favore…” La ragazza si morse il labbro poi prese la boccetta bevendola rapidamente, sorrise,

“Fragole…” Disse, poi attirò Brittany di nuovo a sé, “Come il tuo sapore… mi piace il tuo sapore… mi piace tutto…” Si interruppe sbattendo le palpebre confusa, “Cosa…?”

“Ciao San…” Le disse Brittany poi si allontanò da lei rivelando alla ragazza Quinn,

“Cosa succede?”

“Una pozione di verità… piuttosto blanda per fortuna… mescolata a qualcosa che toglie le inibizioni, per fortuna blando anche quello!”,

“Mi hanno dato una pozione?”

“Sì, nei tortini alla fragola credo, visto il sapore dell’antidoto…”,

“Cosa ho fatto?”

“Niente di irreparabile… io e Brittany ti abbiamo portato via in tempo…” Santana guardò Brittany,

“Ricordo bene?”

“Vediamo… volevi baciarla in mezzo alla Sala Grande… e hai quasi urlato che la amavi… ma ti ho zittita fisicamente!”,

“Ok… ricordo bene! Oddio, è come se fossi stata in un sogno… era tutto così giusto e…” Si voltò verso Brittany prendendole le mani, “Credo in tutto ciò che ti ho detto! Anche se…” Arrossì mentre Brittany ridacchiava,

“E’ stato carino sentirti dire che ti piace il mio profumo e il mio…” Santana la bloccò arrossendo ancora di più,

“Oh non è stato male anche sentirti dire che adori da impazzire gli anatroccoli!” Aggiunse Quinn che ora sembrava divertirsi un mondo,

“L’ho detto?”

“Sì, hai anche detto che a casa nostra ne vorrai un laghetto pieno dove i nostri bambini potranno guardarli!” Aggiunse felice Brittany mentre Santana faceva una smorfia conscia che ogni parola era stata dannatamente vera.

“Molto ma molto Santana Lopez, non c’è che dire!” Infierì Quinn ridacchiando,

“Quinn se non mi avessi appena salvata giuro che ti…” Santana non riuscì a finire perché un altro pensiero ben più importante le balenò nella mente, “Chi mi ha dato la pozione?”, Quinn si strinse nelle spalle,

“Non lo so… ultimamente hai fatto screzi a più di una persona!”

“Il marchio d’infamia al Corvonero!”

“Non credo…” Sia Quinn che Santana si voltarono scettiche verso Brittany che si spiegò, “Parlate del ragazzo con la faccia colorata no? L’altro giorno gli ho prestato il mio libro sulle malattie dei gatti perché il suo siriano era malato… credo fosse stupito ma prima che me ne andassi mi ha ringraziato e poi ha aggiunto, non so perché, che gli dispiaceva…” Si strinse nelle spalle,

“E il colore sulla sua faccia è sparito...” La anticipò Quinn,

“Esatto! Come facevi a saperlo?” Chiese stupita Brittany che non sapeva che l’unico modo per rompere il marchio era scusarsi con chi si aveva ingiustamente offeso,

“Lascia stare… allora è probabilmente da escludere…” Disse Santana, “Credo che si possa escludere Finn, non saprebbe pensare ad una vendetta così sottile neppure se gliela suggerissero!”,

Quinn annuì confermando, Finn non era il tipo di simili sottigliezze…

“Sebastian!” Dissero in coro le due ragazze,

“Il ragazzo del lago?” Chiese Brittany,

“Sì! Vuole vendicarsi da allora! E poi hai detto due pozioni mediocri! Verità e privazione di inibizioni, c’è la sua firma ovunque!” Santana afferrò la bacchetta stringendola, “Gli farò vedere!”

“Aspetta Santana, non puoi andare da lui e sfidarlo!”

“Perché?”

“Perché è vietato!” Le ricordò Quinn e Santana sbuffò,

“Va bene, allora cosa facciamo?”

“Mandagli i tuoi padrini” Suggerì Brittany poi però scosse la testa, “No, meglio se non ti batti! Non mi piace l’idea!”

Brit, avrei potuto urlare in piena Sala Grande che…” Si bloccò,

“Che mi ami?” Chiese piano Brittany e lei rimase in silenzio, aveva davvero creduto che fosse una buona idea, cosa serve aspettare? Aveva detto a Quinn.

“Io volevo urlarlo al mondo, ed era così bello essere privi di questa paura!” Si premette il pugno sul petto, lì dove sentiva quell’oppressione, che spariva solo quando lei e Brittany erano sole.

“Non avrei voluto che succedesse così… senza che tu fossi in te…” Spiegò Brittany, “Però…”,

“Una piccola parte di te rimpiange che Quinn mi abbia fermata?” Concluse Santana e la ragazza abbassò la testa colpevole, “Anche io…” Brittany la guardò sorpresa e lei sorrise, “Un po’ lo rimpiango anche io…”. Brittany si strinse a lei e Quinn si schiarì la gola richiamando la loro attenzione,

“Ragazze… siete molto carine ma… le lezione iniziano tra pochi minuti e Santana devi decidere cosa fare con Sebastian…”. Santana depose un bacio sulla guancia di Brittany poi annuì verso Quinn,

“Manderò i miei padrini, qualsiasi cosa voglia dire!”.

 

 

Note

 

Una piccola pozione ha scatenato Santana, per fortuna Quinn è stata veloce e ha arginato i danni!

Ora? La contro vendetta si compirà? Ci sarà un bel duello?

Vedremo lunedì! Sì, piccola pausa…

Grazie mille e ciao ciao!

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** Padrini e profezie ***


Eccovi il nuovo capitolo

Eccovi il nuovo capitolo!

Buona lettura!

 

 

Diciannovesimo capitolo: Padrini e profezie

 

“Questa storia dei padrini è assurda, medievale e babbana!” Disse per l’ennesima volta Rachel,

Piantala Rachel! Santana ce l’ha chiesto e noi adempiremo al nostro ruolo! E non è babbana nei duelli tra maghi esiste la figura del padrino!” Le rispose Quinn che era stufa di sentire i suoi lamenti, “E poi ammettilo che è eccitante e che sei orgogliosa che ti abbia scelto!”, Rachel fece una smorfia poi annuì,

“Ok è eccitante! E sì… sapere che Santana mi considera degna di vendicare la sua morte, dopo che anche tu ci hai provato e sei morta, è sicuramente lusinghiero!” Quinn scosse la testa sorridendo,

“Non credo sia quello il nostro ruolo, dobbiamo solo consegnare il messaggio e controllare che tutto sia in ordine per il duello!”,

“Giusto e sostituire Santana nel caso non si presenti…” Confermò Rachel controllando i suoi appunti, aveva fatto delle ricerche in biblioteca e interrogato il professore di Storia della Magia traendone una lunga lista di compiti e esempi famosi.

“Anche se nel duello tra Marion Derrin e Freddy Grend i padrini hanno proseguito lo scontro fino a che non ne è rimasto vivo solo uno…

“Che poi è morto per le ferite riportate, me l’hai già detto e l’hai detto anche a Santana!”,

“Beh doveva essere messa a conoscenza dei rischi, è tra i numerosi doveri di un padrino!”, Quinn rinunciò di proseguire la discussione invece prese la scala per la torre di divinazione dove Sebastian aveva lezione in quel momento.

“Non potevamo aspettare che fosse qualche piano più in basso?” Si lamentò Rachel,

“Il duello deve essere questa sera, visto che la Sylvester non è al castello e la nostra ora libera coincideva con la sua di divinazione…”,

“Inizio a capire perché Santana mi ha scelto come padrino, sperava che morissi nell’adempimento del mio dovere!”,

Ma non fai attività fisica dalle cinque alle sette di ogni mattina?”

“Potenzio il mio movimento di polso e ripasso” Precisò Rachel come se Quinn non lo sapesse.

Quando giunsero alla pesante porta in legno Quinn bussò, la professoressa di divinazione le fece entrare e lei chiese di poter parlare con Sebastian. Il ragazzo parve leggermente stupito ma il suo sorriso beffardo gli riapparve sul volto quando fu fuori dall’aula,

“Allora cosa volete da me?”

“Questa sera, a mezzanotte, sulle mura dell’ala Sud.” Recitò pronta Rachel,

“Mi spiace ma malgrado io sia molto tentato non credo che accetterò questo gentile e galante invito!” Sebastian ammiccò a Rachel che si irrigidì,

“Non è un invito, ma un duello, siamo i padrini di Santana Lopez, che chiede soddisfazione per il tentativo di danneggiamento da te attuato nei suoi confronti.”

“Un duello?” Chiese Sebastian, “Con Santana?”

“Esatto e se hai un briciolo d’onore ti presenterai assieme ai tuoi padrini…” Concluse Quinn,

“Va bene” Confermò il ragazzo con un ghigno. Poi aprì la porta dell’aula e la professoressa di divinazione li guardò, gli occhi persi nel vuoto,

Due bacchette, due opposti, la luna nel cielo, presente e passato uniti ancora, l’orgoglio trionferà mentre il cuore dell’unicorno potrà solo piangere.” La donna sbatté le palpebre mentre i tre Serpeverde e l’intera classe la guardavano stupiti, “Avete finito?” chiese e Quinn annuì, mentre Sebastian rientrava in classe.

“Per la barba di Merlino! Quella era una predizione!” Esclamò Rachel,

“Ma andiamo! E se anche lo fosse stata, sai, come me, che raramente hanno senso o si capiscono! La storia ci insegna che dare ascolto alle farneticazioni della Pillsbury ci porterebbe solo guai più grossi!”, replicò Quinn convinta ma Rachel si mise a scrivere rapida segnandosi le parole pronunciate, facendo sbuffare la compagna.

 

“Parlava chiaramente del duello, le due bacchette e la luna… poi il presente e il passato si ripetono perché già una volta Santana ha umiliato Sebastian e l’orgoglio trionferà direi che predice la vittoria di Santana!” Fece ovvia, “L’unicorno mi rende perplessa… Sebastian non ha niente dell’unicorno…”,

“Nel suo stemma famigliare c’è un cavallo…” Le disse Santana che stava svogliatamente sfogliando la gazzetta del profeta sdraiata sul letto in attesa della mezzanotte.

“Non darle corda!” La ripresa Quinn,

“Un cavallo! Ma certo, la Pillsbury deve essersi confusa nella predizione!” Rachel si segnò un appunto mentre Quinn sbuffava,

“Davvero credi che sia così semplice? La simbologia delle predizioni è sempre più profonda!”,

“Secondo te c’era una pausa tra nel cielo e presente? Perché potrebbe cambiare qualcosa…” Fece Rachel dubbiosa ignorando le parole di Quinn che si alzò,

“Vado ad aspettare nella sala comune!” disse ed uscì,

“L’hai fatta arrabbiare…” rimarcò Santana senza alzare lo sguardo dall’articolo che stava leggendo,

“Non sembri tesa…”,

“Dovrei esserlo? Andiamo, posso battere Sebastian anche con la bacchetta spezzata!”, Rachel non ribatté invece tornò ai suoi appunti,

“Chissà cosa intendeva con opposti… tu e Sebastian siete piuttosto simili…” Borbottò ma Santana non la ascoltava.

 

Brittany verrà?”

“Perché dovrebbe venire la Corvonero?” Chiese Rachel a Quinn che aveva posto la domanda,

“Non lo so… ha detto che non ama la violenza…” Rispose Santana a Quinn ignorando Rachel,

“Volevi che venisse?” Chiese allora Quinn, Santana si strinse nelle spalle rispondendo ancora,

“Non lo so”,

“Stiamo parlando della Brittany che ti da ripetizioni? Il cercatore dei Corvonero?” Provò di nuovo Rachel,

“Sì, è la mia ragazza” Spiegò Santana facendo spalancare gli occhi a Quinn e a Rachel mentre lei sorrideva, “Volevo sapere cosa si provasse a dirlo ad alta voce!”,

“E?” Chiese Quinn che si era ripresa più in fretta di Rachel visto che lo sapeva già,

“E: è bello!” Disse ancora sorridendo Santana poi guardò Rachel “Puoi chiudere la bocca ora!” Rachel obbedì ma poi la riaprì subito per dire,

Brittany Corvonero? La biondina dolce e gentile? Con te?”

“Sì, perché?” Chiese subito aggressiva Santana,

“Perché? Stai scherzando?”

“Stai dicendo che…”

“E’ troppo per te!” Concluse Rachel fermando subito Santana che si era aspettata un discorso opposto,

“Hai ragione…” Di nuovo Rachel rimase a bocca aperta mentre Quinn ridacchiava, “Lei è perfetta e io sono un disastro!”

“Basta, Quinn, dimmi che le hai dato una pozione o…

“No Rachel… questa zuccona si è semplicemente innamorata!” Dichiarò Quinn e Santana sorrise di nuovo le era impossibile non farlo!

“Ma… i tuoi genitori…” Il sorriso sparì dalle labbra di Santana,

“Non lo sanno” Specificò subito,

“Accidenti… non deve essere facile… voglio dire i miei papà erano purosangue e i loro genitori li hanno diseredati e disconosciuti!” Santana sgranò gli occhi e Quinn lanciò un’occhiataccia a Rachel,

“Così non aiuti!” Le ricordò,

“Però sono felici insieme e hanno me che sono la loro grande gioia!” Cercò di recuperare Rachel facendo solo fare una smorfia a Santana,

“Ora non ci pensare… siamo quasi arrivate…” Le ricordò Quinn. Salirono in silenzio gli ultimi scalini e poi uscirono sulle mura Sud del castello. Alla mezzanotte mancavano dieci minuti e la luna brillava nel cielo.

 

Brittany guardò l’orologio, poi si voltò nel letto, rimase immobile per un attimo poi tornò a voltarsi per guardare l’orologio.

Brittany! Cosa c’è?” Le chiese infastidita Tina,

“Niente… dormi…”

“Non riesci a mentire neanche se ti impegni e non ti stai impegnando!” Brittany sospirò,

“Santana sta per fare un duello sulle mura Sud del castello…

“Un duello? E’ vietato duellare!”

“Lo so Tina…”

“Va bene lasciamo stare… Santana hai detto? La ragazza di Serpeverde a cui dai ripetizioni per il Patronus?”

“Sì”

“E cosa ti importa?” Brittany si morse un labbro torturandosi le mani,

“E’ un segreto…” disse poi facendo corrugare la fronte a Tina,

“Va bene… cosa vuoi fare? Perché chiaramente non riesci a dormire…”

“Non mi piace l’idea di vederla duellare ma…

“Ma vorresti essere lì?” Tentò Tina e lei annuì, “E allora vai!” Disse la ragazza,

“Ma è proibito uscire la notte dai dormitori…” Tina fece una faccia sarcastica,

“E lo dici a me che so perfettamente che ieri sera sei rimasta fuori tutta la notte?” Brittany si accigliò,

Ma in quel caso non sono uscita dai dormitori… non ci ero entrata!”

“Logica di ferro, mia cara! Ora vai!” Guardò l’orologio, “Alla mezzanotte mancano dieci minuti e se non sbaglio è a quell’ora che si fanno i duelli!” Brittany annuì poi saltò fuori dal letto. Uscendo di corsa dalla stanza. Tina sorrise, Brittany era già vestita di tutto punto e teneva nel pugno la bacchetta,  in pratica aveva deciso ore prima!

 

 

Note

 

Tutto è pronto per il duello. Santana, Quinn e Rachel sono sul posto, Brittany le sta raggiungendo… Sebastian? Vedremo se si presenterà e se giocherà pulito!

Ed è forse stata pronunciata una profezia?

A domani per il prossimo capitolo!

Ciao ciao e grazie!

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** Incantesimi a mezzanotte ***


Buona lettura

Buona lettura!

 

 

Ventesimo capitolo: Incantesimi a mezzanotte

 

“Quanto ci vuole?!” Chiese irritata Santana agitando la bacchetta nell’aria. La porta si aprì e tutte e tre si voltarono,

“Ciao…” Disse Brittany e poi rabbrividì a contatto con l’aria fredda della primavera.

Sei venuta!” Disse Santana sorridendo,

“Sì…” Confermò la ragazza intrecciando il loro sguardo.

“Oddio… ma allora è vero!” Esclamò Rachel guardandole,

“Rachel taci!” La avvisò Santana,

Brittany. Santana…” iniziò la ragazza passando lo sguardo da una all’altra,

“Cos’ha?” Chiese Brittany perplessa,

“Le ho detto che stiamo insieme…” Ammise Santana ed ebbe il piacere di vedere il volto di Brittany illuminarsi dalla gioia. Forse lo avrebbe detto anche a qualcun altro se poi quello era il risultato!

“Che quadretto carino!” Disse Sebastian salendo sulle mura, Santana si chiese se avesse sentito, ma il ragazzo notò Brittany e apparve stupito,

“Non avevamo detto due padrini? E poi un Corvonero?”

“Lei non c’entra con il duello Sebastian, facciamola finita!” Santana alzò la bacchetta e il ragazzo annuì accondiscendete per poi sistemarsi davanti a lei ad una decina di passi. I suoi padrini, due Serpeverde salutarono Quinn e Rachel e si misero sui lati, lontani dai possibili incantesimi deviati o sbagliati.

“Bene, pronta?” Chiese Sebastian ma quando Santana annuì alzò la mano perplesso, “Aspetta…”

“Sebastian! Se non estrai la bacchetta ti colpirò da disarmato!” Lo avvisò Santana impaziente. Poi lo udì anche lei, nell’aria c’era un rumore di… scope… “Cos’hai architettato?” Il ragazzo sorrise mentre Quinn e Rachel estraevano le bacchette. Brittany invece fissava perplessa il cielo.

“Oh… Santana… quanta ingenuità! Non pensi che io ti stessi osservando quando questa mattina hai dato il tuo spettacolino?” Santana si voltò di nuovo ad ascoltarlo, aveva voglia di colpirlo, eppure sentiva che le stava sfuggendo qualcosa di fondamentale. “E’ stata una bella sorpresa… non c’è dubbio! Brittany S. Pierce, quando ti ho somministrato la pozione non potevo neanche tra le possibilità più favorevoli immaginare qualcosa di simile! Non solo sei gay! Ma sei innamorata di una babbana!”

“Di cosa parli?” Sebastian sorrise, forse perché anche la fioca luce della luna era sufficiente per evidenziare il suo improvviso pallore,

“E’ stato così romantico! Chi se lo aspettava! Volevi baciarla nella Sala Grande! Urlarle il tuo amore! Fantastico ma… da buon amico di tua madre…”

Cosa hai fatto?” Gli chiese Santana camminando verso di lui, la bacchetta sollevata minacciosamente,

“Mi ha scritto una lettera” Santana si voltò incrociando lo sguardo con quello furioso della madre,

“Mamma…” Disse solo mentre veniva avvolta dal panico.

 

Brittany vide la donna atterrare sul muro e capì prima ancora che parlasse, era la mamma di Santana, anche nella debole luce si poteva vedere la somiglianza. Era più bassa della ragazza, ma esprimeva lo stesso grande autorità.

Brittany si voltò verso Santana, vide i suoi occhi sgranati e capì che aveva paura.

“Signora Lopez…” Chiamò facendo voltare la donna che la guardò disgustata,

“Tu! Ancora tu! Non è possibile!”

“Lo so che mi ha già smemorizzato una volta…” La donna guardò sua figlia,

“Per lei? Disonori la tua famiglia, il tuo nome, per lei?” Ma Santana non parlava, teneva gli occhi bassi, la bacchetta era dimenticata lungo il corpo, non si difendeva, non le difendeva, ma lei lo avrebbe fatto!

“Non credo che lo consideri un disonore…” Disse e la donna rise nel voltarsi a guardarla,

“Piccola, sei una babbana, cosa ne puoi sapere tu?”

“Io la amo” Brittany sorrise mentre le parole di Santana pronunciate piano raggiungevano lo stesso tutti i presenti.

“No, questo è impossibile, attraversi una fase di ribellione, succede… ti voglio bene e posso perdonarti, non dirò niente a tuo padre, verrai a casa con me e tornerai a scuola solo per gli esami di fine anno”.

“Signora Lopez...” Tentò Quinn ma la donna si voltò verso di lei zittendola con lo sguardo,

“Signorina Fabrey, mi aspettavo di più da lei! Avrei dovuto immaginare la cattiva influenza della signorina Berry… ma lei? Mi ha profondamente deluso!”

“Non credo che…” Rachel chiuse la bocca quando lo sguardo della donna si fissò su di lei.

“Ora Santana, chiama la tua scopa, andiamo a casa.”

“Mamma…”

“Non discutere!”.

 

Santana sentiva su di sé lo sguardo di Brittany, avrebbe voluto essere forte, avrebbe voluto essere coraggiosa, invece alzò la bacchetta,

Accio scopa” Chiamò,

“Bene, vedo che sai ancora ragionare, mi sarebbe dispiaciuto dover usare le maniere forti.” Santana abbassò di nuovo la testa trattenendo le lacrime, aveva vissuto un sogno e ora si era svegliata.

“Signor Smith ti ringrazio per le tue parole… ti prego di mantenere la cosa segreta

“Senza dubbio signora Lopez e posso assicurarvi il silenzio anche dei miei amici” Sorrideva beffardo, ma Santana non riuscì a riscuotersi, neanche il suo tono vittorioso fu sufficiente.

La scopa spalancò la porta arrivando al suo fianco, obbediente e docile come lei.

“Ottimo, andiamo” La donna salì sulla scopa e Santana alzò lo sguardo, incrociando quello di Brittany, la ragazza piangeva, ma fece un passo avanti,

“Non ti permetterò di separala da me! Non importa quanto la terrai lontana, un giorno dovrai lasciarla andare e io la troverò!” Disse, con la sua sicurezza, la sicurezza di essere nel giusto.

“Piccola impertinente!” La donna si voltò ed alzò la bacchetta,

“No mamma!” Santana alzò la sua ma era difficile concepire l’idea di colpire la donna che per anni le aveva dato il bacio della buona notte, le aveva rimboccato le coperte, l’aveva amata.

Expelli armus!” Ordinò la donna mandando la sua bacchetta a cadere lontano poi rapida come un fulminò disarmò anche Brittany che comunque non aveva neanche accennato una difesa.

“Voi, tutti, via di qua!”

“Signora Lopez, credo che stia esagerando!” Intervenne Quinn,

“Ho detto via!” Quinn guardò Santana e fece una smorfia,

“No” Si oppose,

Stupeficium!” Quinn fu rovesciata indietro andando a sbattere contro il muro,

Expelli…” iniziò Rachel ma fu lenta, la madre di Santana la spedì a sbattere contro lo stesso muro,

“Mamma!” Urlò Santana incredula,

“Stai zitta Santana!” Urlò la donna chiaramente fuori di sé. Poi puntò la bacchetta contro Brittany. Santana le colpì il braccio facendo finire troppo in alto l’incantesimo che la donna stava lanciando. Brittany invece di fuggire rimase immobile.

Santana fu spinta lontana da sua madre,

“Lo faccio per il tuo bene! Non capisci?” Le chiese la donna,

“Lo fai per orgoglio! Il tuo stupido orgoglio, per il nostro stupido sangue!”

“Certo! E’ l’unica cosa che conta in questo mondo! Non capisci?” Le chiese ancora la donna con le lacrime agli occhi,

“E’ sangue mamma! Ed è rosso, come quello di qualunque essere umano!” La donna scosse la testa,

“Capirai, farò in modo che tu capisca l’importanza…” Alzò di nuovo la mano e Santana afferrò la prima bacchetta che riuscì a raggiungere, non appena la strinse capì che non era la sua, e nemmeno quella di Quinn o Rachel, era l’unica bacchetta che non poteva usare, la bacchetta di Brittany.

Legatur!” Ordinò la madre e lei si ritrovò tra le spire di numerose corde. La bacchetta inutile stretta nel pugno.

Sua madre allora si voltò verso Brittany che aveva osservato ad occhi increduli lo scontro,

“E ora poniamo una fine per sempre a questa cosa!”

“Mamma no!” Urlò Santana ma era tardi,

Oblivio!” Disse la donna.

 

 

Note

 

Nessun duello, almeno non quello che ci aspettavamo. Sebastian come il suo solito ha giocato sporco avvisando la mamma di Santana e la signora Lopez ha reagito alla notizia nel modo peggiore possibile. Ora? Il tremendo incantesimo è stato scagliato ancora una volta su Brittany

Al prossimo capitolo!

Grazie mille a tutte!!

Ciao ciao

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** Rivelazioni ***


Buona lettura!

 

 

Ventunesimo capitolo: Rivelazioni

 

“No!” Urlò ancora Santana vedendo gli occhi di Brittany svuotarsi. Poi una piccola parte della sua mente le ricordò una cosa, “Devra!” Chiamò e un piccolo schiocco le annunciò che l’elfa l’aveva sentita.

“Padroncina…?” Iniziò l’elfa poi rimase a bocca aperta ad osservare la scena davanti a lei,

Devra, porta Santana a casa” Ordinò sua madre ma l’elfa guardò Santana,

“Cosa volete che faccia?” La donna si voltò sorpresa,

“Ti ho dato un ordine, porta Santana a casa! Obbedisci!”

“Non chiedevo a voi, Santana, cosa vuoi che faccia?” Era la prima volta che toglieva il padroncina davanti al suo nome,

“Liberami” Chiese Santana e l’elfa con uno schiocco di dita obbedì,

“Cosa stai facendo? Non puoi disubbidire ad un ordine!”

“Libera Brittany dall’incantesimo” La ignorò Santana,

“Non posso, è stato scagliato da una bacchetta”, Sua madre venne verso di lei, la bacchetta alzata e Santana reagì, perché quella donna aveva appena distrutto tutto quello che lei amava, alzò la bacchetta di Brittany, la ragazza che era entrata dentro di lei, nel suo cuore, la sua metà, la sua anima gemella,

Expelliarmus!” Ordinò facendo volare la bacchetta della madre.

“Non puoi disarmarmi!” Protestò lei,

“Posso mamma, come Devra può disubbidirti, perché come lei non sono più sotto il suo giogo, siamo libere entrambe!”

“Non sei mai stata schiava e non ho mai liberato Devra!” Protestò la donna,

“L’ho liberata io, il giorno in cui me l’hai regalata, il giorno in cui hai cancellato la memoria di Brittany” La donna scosse la testa incredula,

“Perché?” Chiese solo stupefatta,

“Perché volevo che lei fosse libera di voler bene a chi desiderasse! Che potesse stare insieme a chi volesse!”

“Una sciocchezza degna di una bambina, visto che stavo già con qualcuno a cui volessi bene!” Disse l’elfa con tono sarcastico, ma i suoi occhi brillavano di commozione, come il giorno in cui la piccola Santana tra le lacrime l’aveva liberata, abbassò la manica della livrea mostrando il piccolo nastro rosso che teneva allacciato al polso, “La livrea mi è stata imposta, il nastro per capelli mi è stato donato.” Spiegò lei con un sorriso.

“Non capisco… cosa ho sbagliato con te?” Chiese a Santana la signora Lopez,

“A causa tua ho avuto paura, ho respinto Brittany, l’ho fatta soffrire, mi sono fatta del male, e tutto per una stupida e antiquata idea del sangue!”

“Santana io non volevo che tu soffrissi come ho sofferto io… ti voglio bene, voglio solo il meglio per te…” Per la prima volta nella voce di sua madre c’era il dubbio, ma era tardi,

“No mamma, non ti ascolterò più! Libera Brittany dall’incantesimo!” La donna sbatté le palpebre voltandosi verso Brittany e vedendo i corpi riversi di Rachel e Quinn,

“Oddio… cosa ho fatto?” Si portò la mano alla bocca, senza credere a ciò che la rabbia l’aveva spinta a fare.

“Mamma! Libera Brittany!” Le chiese ancora Santana,

“Non posso…”

“Fallo!” Disse quasi urlando Santana,

“Non può…” Confermò Devra, “L’incantesimo è stato scagliato”,

“Io… sono stata stupida… ero accecata dalla rabbia, se tu me ne avessi parlato… forse avrei potuto…”

“Ora è colpa mia?” Chiese Santana mentre guardava Brittany che aveva ancora con gli occhi persi, presto si sarebbe svegliata chiedendosi chi fosse la ragazza Serpeverde che stringeva la sua bacchetta?

“No…” Mormorò sua madre accasciandosi su se stessa, “Potrai perdonarmi?”

“No” Disse solo Santana, “Non ti perdonerò mai di avermi tolto lei, mai!”

“Cosa succede?” La scopa scese rapida ed elegante sul muro, Santana alzò la bacchetta puntandola su suo padre, non aveva più paura ora, “Abbassa quella bacchetta cara” Disse lui calmo ma fermo.

“Non ti permetterò di…”

“Ho letto la lettera e seguito tua madre, sapevo che avrebbe agito d’impulso…”

“Marcus… mi dispiace così tanto… io sono stata così cieca!”

“Andrà tutto bene tesoro” La rassicurò l’uomo poi raggiunse i corpi di Rachel e Quinn, “Sono svenute… ma se la caveranno con qualche livido…” Assicurò alzandosi e raggiungendo Brittany,

“Non toccarla!” Gli intimò Santana facendo voltare l’uomo,

“Tesoro… cosa provi per lei?”

“Io la amo!” Disse sicura Santana “E ora lei non lo ricorderà!” Le lacrime iniziarono a scendere lente sul suo volto mentre quella consapevolezza entrava dentro di lei distruggendola.

“Piccola, mi dispiace… ma se quello che provate una per l’altra è sufficientemente forte allora potrai riallacciare…”

“Non voglio altri ricordi con lei! Voglio i nostri!” Santana strinse la bacchetta, forse suo padre aveva ragione, lei non si sarebbe arresa, l’avrebbe riconquistata, perché non poteva pensare di non averla più.

“La memoria è qualcosa di così strano e affascinante… io credo che se Brittany entrasse in contatto con i tuoi ricordi risveglierebbe anche i suoi aiutata dai sentimenti che ancora sono ben legati a lei, perché nessun incantesimo è capace di eliminarli!” Santana guardava il padre senza capire, l’uomo andò da sua madre alzandola e stringendo tra le braccia la donna in lacrime.

“Tua madre è impulsiva… hai preso molto da lei, dimmi, non hai mai fatto un grave errore desiderando che ti fosse perdonato?” Santana guardò sua madre in lacrime, si aveva fatto dei gravi errori e Brittany l’aveva perdonata, ma quanto era grave quello di sua madre?

“Non so se potrò perdonarla…”

“Santana…” Chiamò sua madre ma lei voltò lo sguardo, “Santana… guarda…” Malgrado la reticenza dovette guardarla, sua madre le mostrava la mano, la mano che Santana aveva sempre e solo visto guantata. Su di essa spiccava netta una macchia nera,

“Cos’è…?” Chiese anche se lo sapeva, perché lo aveva imposto ad un Corvonero qualche mese prima,

“Lo sai…” Disse sua madre, “Mia sorella…”

“Sei figlia unica…” Le disse Santana ma suo padre scosse la testa e sua madre continuò,

“Mia sorella ha sposato un babbano… mio padre e mia madre l’hanno disconosciuta… io non ho mai più parlato con lei…”

“E il marchio?” Dovette chiedere Santana,

“Mi è stato imposto perché ricordassi sempre la vergogna di…”

“Di avere una sorella che se n’era fregata della purezza di sangue?” Chiese sprezzante Santana ma la donna scosse la testa,

“No… di aver voltato le spalle a mia sorella… lei me l’ha imposto quando ho permesso ai miei…” Si corresse, “Ai nostri genitori, di allontanarci.”,

“E questo cosa dovrebbe importarmi?” Chiese sdegnosa Santana ma gli occhi del padre la ripresero,

“Santana, tua madre cerca di…” Santana si voltò verso Brittany perché la ragazza stava sbattendo le palpebre,

“Cosa succede? Mi sono persa di nuovo?” Chiese e Santana sentì le lacrime pungerle di nuovo gli occhi,

Brit…” Disse piano attirando lo sguardo perplesso di Brittany,

“Ci conosciamo? A volte le persone mi confondono…” Ammise come per scusarsi, “Ma stai piangendo…” Notò poi e il suo volto si fece triste,

“Signorina Pierce, mi dispiace conoscerla in questo frangente… sono Marcus Lopez, il padre di Santana” Disse l’uomo andando in aiuto alla figlia che sembrava incapace di parlare.

Devra, potresti per favore portare Anna a casa?” Chiese l’uomo e l’elfa annuì per poi scomparire con la donna,

“Era un’elfa domestica? Mi piacciono gli elfi!” Disse Brittany sorridendo,

Devra è un’elfa libera, mia figlia l’ha liberata molto tempo fa…” Santana guardò il padre con stupore, “Sì ne ero a conoscenza… Devra ha ritenuto opportuno riferirmelo… come mi ha riferito del modo in cui hai passato le vacanze natalizie” E indicò Brittany che seguiva la conversazione senza capire,

“Lo sapevi?”

“Sì, aspettavo che fossi tu a parlarmene, pensavo di essere presente quando lo avresti detto a tua madre così da poter… stemperare la sua reazione ma la cosa mi è sfuggita di mano…” Ammise l’uomo dispiaciuto.

Un gemito li fece voltare tutti verso Rachel,

“Il mio polso! Per Merlino! Fai che non sia rotto!” Disse la ragazza stringendoselo al petto,

Rachel?” Chiese Brittany, “Sei caduta? Insieme a Quinn? Ti sei fatta male? Oh e sai dirmi perché siamo qui?” Rachel guardò Santana e poi si morse le labbra vedendo anche suo padre,

“Signor Lopez…”

“Tranquilla Berry, lui sa tutto…” Le disse Santana senza però guardarla, Brittany ricordava tutti tranne lei, ovvio, sua madre era stata brava nel dissezionarle la mente!

“Entriamo” Suggerì suo padre andando a prendere Quinn tra le braccia.

Rachel li guidò verso l’infermeria mentre Santana camminava a testa bassa, incapace di guardare Brittany,

“Sai credo che tu abbia la mia bacchetta…” Le disse la giovane con un sorriso affiancandola, “Credevo che fosse la mia… ma no…” alzò la mano mostrandole la bacchetta che stringeva tra le mani.

Santana alzò la mano e le loro dita si sfiorarono, Brittany sorrise,

“Hai le mani fredde!”,

Brittany… io…” Non poteva dirle che l’amava, sarebbe stato assurdo dirlo ad una che ti considerava una perfetta sconosciuta.

“Sì?” Le chiese la ragazza incoraggiante mentre giocava con la sua bacchetta facendola ruotare nella mano,

“Io e te abbiamo due bacchette molto simili…” Disse allora Santana trovando l’unico argomento sensato,

“Gemelle!” Disse lei sorridendo,

“Fatte per opporsi…” Ricordò Santana,

“Ma destinate a completarsi” Sorrise la giovane, “Anche se non so cosa vuol dire!” Ammise subito ridendo. E Santana sorrise,

“Destinate a completarsi!”.

 

 

Note

 

La signora Lopez non è stata fermata sufficientemente in fretta e Brittany ha perso il ricordo della ragazza di cui è innamorata. Abbiamo scoperto qualcosa di nuovo sulla madre di Santana e su suo padre, nonché il perché dell’atteggiamento così libero di Devra.

Santana? Ha reagito e si è ribellata! E ora non sembra pronta ad arrendersi!

Al prossimo capitolo! Ciao ciao e grazie mille!!

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** Unicorno e grifone ***


Buona lettura!

 

 

Ventiduesimo capitolo: Unicorno e grifone

 

Emma Pillsbury non era particolarmente dotata, aveva fatto qualche predizione, ma niente di eccezionale e come lei, lo sapevano anche gli altri, ma era una brava insegnate ed era abile con gli studenti quindi conservava con facilità il suo posto. Quello che nessuno sapeva, perché la Pillsbury non aveva mai diviso la camera con nessuno né con un fratello essendo lei una figlia unica né con un ragazzo perché non aveva ancora trovato la persona giusta, era che la donna aveva l’occhio interiore chiuso di giorno ma estremamente aperto di notte.

Si girò nel sonno e mormorò,

Al sorgere del sole l’unicorno e il grifone saranno uno”.

 

“Santana giusto?”

“Sì” Confermò la ragazza,

“Dove stiamo andando?”

“Nell’ufficio del preside” Brittany annuì anche se le sembrava strano, ma quella ragazza sembrava sicura e sorrideva trascinandola e stringendole la mano.

Si trovarono davanti al gargoyle e Brittany lo guardò,

“E’ qui l’ufficio del preside?”

“Sì… non ci sei mai stata?”

“No, tu sì?”

“Sì” Brittany fece una faccia impressionata,

“Allora sei importante!” Santana la osservò e sorrise,

“Ci sono stata per cattiva condotta!” Brittany la guardò incredula,

“Non ci credo!” E scosse la testa facendo ondeggiare i capelli, Santana la guardò attirata dalle sue labbra, desiderando baciarla più di qualsiasi altra cosa. Chiuse gli occhi e si voltò verso il gargoyle.

“Bilancio” Pronunciò e il gargoyle si mosse,

“Wow! Sai anche la parola d’ordine!”

Figgins non cambia mai parola d’ordine…” Le tese la mano e la ragazza la prese fiduciosa salendo accanto a lei sulle scale che si mossero ruotando fino all’ufficio del preside.

“E ora?” Chiese Brittany,

“Ora…” Santana spaziò con lo sguardo nello studio rotondo osservando i ritratti addormentati, “Lì!” Disse poi avvicinandosi all’armadietto posto in una piccola rientranza nel muro.

“Cosa fai?” Chiese Brittany osservando affascinata Santana che cercava tra le cose di Figgins,

“Trovato!” disse e mostrò a Brittany la piccola fiala di vetro, “Bene ora devo solo… ricordare…” disse la ragazza puntandosi la bacchetta alla tempia,

Hei aspetta!”

Brit, mi devo concentrare…”

“Non si punta la bacchetta alla tempia!” Disse la ragazza seriamente preoccupata,

“Devo estrarre dei ricordi per te…” Le spiegò Santana,

“Per me?”

“Sì…” Brittany fece una faccia alquanto perplessa poi annuì,

“Va bene, ma fai attenzione!” Si allontanò da lei di qualche passo per lasciarla concentrare.

Passarono alcuni minuti e visto che Santana teneva gli occhi chiusi e non succedeva niente Brittany iniziò a guardarsi attorno. I suoi occhi si illuminarono e lei scattò in piedi, cercando di non fare rumore. Si allungò e lo prese. Il Cappello Parlante. Erano sette anni che desiderava chiacchierare con lui ancora una volta, senza indugio se lo calò sulla testa.

“Oh! Il mio piccolo unicorno!” Mormorò la voce nella sua testa,

“Ciao!” Lo salutò Brittany,

“Dimmi, hai una domanda per me?”

“Sì, ti sei sbagliato quando mi hai messo tra i Corvonero?”

“Io non sbaglio mai… e poi sei tu che lo hai chiesto!”

“Lo so… ma…” Si interruppe perché non ricordava proprio perché avesse insistito tanto, non Serpeverde perché, lei, non la voleva come amica… lei chi?

“La tua mente è stata di nuovo maltrattata… non mi piace!”

“Come?”

“Mancano delle cose… c’è una vecchia cicatrice e una nuova…”

“Davvero?”                                                           

“Sì, piccolo unicorno, è tutto qua chiaro nella tua mente!”,

“Fatto!” Brittany si voltò verso Santana che teneva tra le mani una fiala traboccante di qualcosa di bianco e luminoso.

“Sei bellissima!” Disse Brittany osservando affascinata il modo in cui la luce si rifletteva sul volto di Santana. La ragazza sorrise,

“Vieni…” Aprì l’armadio che le aveva indicato e il sorriso le si bloccò sulle labbra. Infilò la mano nel pensatoio, “Dov’è?”

“E’ qui…” Le disse Brittany confusa indicando il bacile di pietra,

“No! Questa è solo pietra! Ci vuole la pozione!” Santana guardava incredula il pensatoio vuoto scuotendo la testa,

“Mi dispiace…” Sussurrò Brittany, aveva sulla testa il Cappello Parlante ma lui taceva, a quelle parole Santana si voltò verso di lei, la fialetta dimenticata tra le mani, il viso rigato da lacrime,

“Io ti amo…” Disse stupendo Brittany,

“Io… sei gentile… ma ecco… io non ti conosco e…” Santana annuì incurante delle lacrime,

“Lo so…” alzò la mano con la bacchetta,

Expecto patronum!” Chiamò e dalla sua bacchetta fuoriuscì l’anatra multicolore,

“Oh…” Disse solo Brittany osservando meravigliata l’anatra,

“Ti amo…” Disse Santana puntandosi di nuovo la bacchetta alla tempia, quel ti amo fece felice Brittany e quella felicità non proveniva dal contatto con il Patronus, nasceva dentro di lei, alzò gli occhi su Santana e si irrigidì,

“Cosa fai?” Chiese allora tesa,

“Non voglio ricordare se tu non ricordi…” Santana lasciò cadere la fiala di vetro che si infranse a terra. Ci aveva creduto davvero, avrebbe condiviso i suoi ricordi con Brittany, tutto sarebbe andato al suo posto, la mente della ragazza avrebbe congiunto i sentimenti che non si cancellavano con i ricordi donateli da lei. Ma non funzionava, non avrebbe funzionato.

“Ora piccolo unicorno, il tuo grifone ha bisogno di te! La bacchetta Brittany!”

Obliv…”

Protego!”.

L’incantesimo di Brittany assorbì quello di Santana che la guardò,

Brittany, ti prego, io devo dimenticarti… non posso guardarti sapendo che non mi ami più!”,

“Io non capisco… ma non mi piace! Quell’incantesimo è brutto, non ti permetterò di usarlo!” Alzò la bacchetta combattiva e Santana la guardò in silenzio poi alzò la sua,

Expelliarmus!” la voce di Brittany risuonò forte e decisa mentre quella di Santana rimase bassa, ma gli incantesimi erano di forza paragonabile.

Eppure le due bacchette non avevano intenzione di scontrarsi o misurarsi. Forse sarebbe stato diverso prima di quella notte sulle mura, prima che Santana accettasse a pieno il suo amore per Brittany permettendo a sé stessa di usare la bacchetta d’unicorno.

Ora gli incantesimi si scontrarono nell’aria agglomerandosi in un tutt’uno, avvolgendosi su se stessi, raccogliendo quello che stava loro vicino e tornando indietro diversi.

Santana alzò la mano in un inutile tentativo di difesa e lo stesso fece Brittany ma gli incantesimi le incatenarono.

Unicorno e grifone furono solo più uno mentre il primo raggio di sole colpiva la finestra illuminando la stanza.

 

Santana aprì gli occhi, stava bene… Brittany! Si tirò a sedere osservando con sgomento la stanza completamente a soqquadro. Solo Brittany era sdraiata in un’isola di ordine. Il Cappello Parlante giaceva a terra accanto alla sua testa. Santana si avvicinò rapidamente a lei, respirava!

Brit…?” Chiamò posando una mano sul viso della ragazza, non ottenne risposte.

Non ricordava cosa fosse successo, gli incantesimi scagliati dalle loro bacchette erano tornati addosso a loro, ma erano diversi… ricordò la luce bianca e cercò con lo sguardo la fiala in cui aveva racchiuso, con una certa fatica, tutti i suoi ricordi di Brittany. La fiala era a terra infranta, ma i ricordi non c’erano più…

Si voltò a guardare Brittany con le dita le accarezzò la guancia poi non resistette e si piegò su di lei baciandola, gli occhi che le si riempivano di lacrime, ancora una volta era stata Brittany a dover lottare perché lei non distruggesse loro… anche se questa volta si era trattato di lottare per qualcosa che non conosceva neppure…

“Ancora un minuto…”

Brit… sono io…”

“Lo so che sei tu San… voglio dormire e sognare ancora un po’…” Il cuore di Santana fece un balzo,

Brit…” La ragazza aprì gli occhi sorridendo,

“Sognavo di noi ed era così bello!” Disse, poi come se fosse la cosa più normale del mondo, si tese per posarle un bacio sulle labbra, “Sei venuta a dirmi che hai vinto il duello?” Corrugò la fronte, “Come sei entrata nei dormitori?” Poi si guardò attorno mentre Santana sorrideva estasiata,

“Ti ricordi? Ti ricordi tutto!”

“San… siamo nella stanza delle necessità? Perché necessita di un po’ di pulizie…”

“No amore! Siamo nell’ufficio del preside!” Brittany annuì e Santana la strinse per poi baciarla con passione. Si separò da lei e rise,

“Ti amo! Ti amo così tanto!”

“Anche io ti amo San” Le disse Brittany raccogliendo le sue lacrime di gioia.

“Forse è meglio se andiamo via… non credo che il preside Figgis sarà contento di trovarci qui!”

“Giusto… San perché siamo qui? E perché non me lo ricordo?” Santana sorrise,

“Ti spiegherò tutto dopo, ora andiamo, presto, prima che il castello si risvegli!”.

 

 

Note

 

E questo era l’ultimo capitolo!

Come al solito se mescoliamo magia e sentimenti il mix può tutto, anche riparare un danno irreparabile! ;-)

Santana aveva perso le speranze e stava per combinarne una delle sue, per fortuna Brittany ha lottato salvando entrambe e il loro amore.

A domani per l’epilogo!

Ciao ciao e grazie mille a tutti, come sempre!!

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** Andare avanti ***


Eccoci alla fine…

Buona lettura!

 

 

Epilogo: Andare avanti

 

 “Grifondoro perde la pluffa! Recuperata da Lopez che vola verso gli anelli!” Il pubblico urlò esaltato dalla perfetta mossa di recupero di Santana e trattenne il respiro mentre lei evitava un bolide spedito contro di lei da Puck,

“E segna! Portando Serpeverde in vantaggio di sessanta punti! Cosa ha mangiato oggi la cacciatrice dei Serpeverde?” Santana sorrise eseguendo un giro della morte con la scopa e mettendosi nella scia del cacciatore di Grifondoro in possesso della pluffa.

“Aspettate! Quinn Fabrey si lancia all’inseguimento del boccino!” Santana colpì il Grifondoro con la fluffa soffiandogliela da sotto il naso poi stringendola sotto il braccio alzò gli occhi osservando il volo di Quinn.

“Prendilo Quinn!” Mormorò tra i denti e Quinn eseguì afferrando il boccino. Santana gettò la pluffa in alto e poi scese a terra.

“Serpeverde vince la partita!” Urlò il commentatore ma il campo era già invaso dai Serpeverde in festa. Santana rimase sulla scopa riuscendo così ad individuare in quel mare di verde e argento il blu e bronzo di Brittany. Scese davanti a lei con un sorriso e lasciò che la ragazza corresse tra le sue braccia.

“Sei stata grande!” Le disse lei sorridendo. Santana si perse nel suo sguardo, perché non ora?

“Ti amo Brit…” Disse e poi si avvicinò alle sue labbra ma Brittany si scostò rapida,

“Ti hanno dato un’altra pozione?”

“No, baciami” Brittany appariva dubbiosa ma Santana si avvicinò di nuovo e lei non la respinse. Le loro labbra si incontrarono e Santana avvolse le braccia attorno al collo di Brittany attirandola di più a sé.

Non vide gli sguardi stupiti e divertiti, né i sorrisi felici che si lanciarono Rachel e Quinn, come non sentì il commento alquanto scioccato di Puck che ricevette uno scappellotto da Quinn. Solo Brittany contava in quel momento, solo lei e la gioia che provava anche solo guardandola.

Che il mondo lo sapesse, Santana Lopez era innamorata e felice.

 

Il professore la guardò,

“Ha eseguito un esame praticamente perfetto… cosa ne dice di mostrarmi il suo Patronus?” Santana sorrise poi guardò Brittany che stava superando l’esame affianco a lei,

Expecto Patronum!” Mormorò riempiendo la stanza di luce e gioia,

“Signorina Lopez, lo dissolva altrimenti darò Eccezionale a tutti quelli che la seguiranno! Anche a quelli che meritano un Troll!” L’uomo sorrise e Santana ritirò il Patronus. Brittany accanto a lei le annuì felice poi senza neanche guardare aggiunse nel calderone gli ingredienti apparentemente in modo casuale, la strega che la stava esaminando stava già alzando la bacchetta pronta all’esplosione, ma Santana sorrise, Brittany era un talento naturale, la pozione assunse una perfetta tonalità azzurro cielo e la strega le fece i complimenti.

 

“Santana, salutami tuo padre! E’ un uomo meraviglioso e…”

“Piantala Berry! O penserò che tu ti sia presa una cotta!” Quando lei e Brittany erano tornate in infermeria, avevano trovato Rachel e Marcus Lopez persi in una serratissima discussione sull’importanza di non si sa quale scrittore di un libro di incantesimi. Quinn era sveglia e stava aspettando che la pozione risanante le togliesse il mal di testa, di sicuro sarebbe stata pronta ad affrontare le lezioni del mattino. Suo padre aveva interrotto la discussione e aveva appreso con gioia quello che era successo nell’ufficio del preside, anche se il modo in cui Santana e Brittany si guardavano e si stringevano la mano era stato piuttosto eloquente.

“Vedete di farvi sentire… la scuola è finita ma aspetto i gufi di entrambe!” Disse Quinn guardando le due ragazze. Santana andò a stringerle, non avrebbe mai dimenticato il modo in cui Quinn l’aveva aiutata quell’anno e il modo in cui si era schierata al suo fianco contro sua madre e lo stesso valeva per Rachel.

“Oh… ma chi è la biondina che ti sta aspettando?” Chiese Quinn ridendo e lasciando andare Santana che si voltò con un sorriso verso il punto in cui Brittany la aspettava insieme ai signori Pierce. Salutò ancora le due ragazze e poi andò da lei,

“Santana, Brittany ci ha detto che hai vinto la coppa di quidditch!” La salutò il padre,

“E che hai avuto dei voti molto alti agli esami!” Aggiunse la signora Pierce che lo reputava un argomento più sicuro.

“Sì, è stato un anno molto importante… e queste erano solo due cose di poco conto…” Sorrise a Brittany che le tese la mano permettendole di intrecciare le loro dita.

“Santana…” La ragazza si irrigidì e sentì la mano di Brittany stringersi con più forza nella sua. Si voltò incrociando, per la prima volta dopo la notte sulle mura Sud, lo sguardo di sua madre.

“Piacere!” Il signor Pierce le tese la mano e la donna rimase un istante immobile prima di accettarla,

“Piacere mio… sono la mamma di Santana, voi siete i signori Pierce, giusto?”

“Siamo noi! Il papà e la mamma di questa bella streghetta!” Disse l’uomo stringendo Brittany, Santana guardò sua madre, che sorrise, forse non era proprio a suo agio ma almeno ci stava provando…

“Mi piacerebbe avervi a cena… o a pranzo… uno di questi giorni…”

“Sarebbe un vero piacere Signora Lopez!”

“Anna…” Disse la donna con un sorriso leggermente più rilassato, Santana osservò sua madre e poi Brittany che sorrideva,

“Mamma?”

“Sì?”

“Cosa stai facendo?”

“Cerco di non essere stupida… cerco di rimediare ad un terribile errore…” Disse la donna e Santana seppe quanto quelle parole, per di più dette davanti a degli sconosciuti, pesassero per lei e ne capì l’importanza, non sarebbe stato facile, ma forse potevano tornare a guardarsi negli occhi senza ferirsi.

“Andiamo a casa?” Chiese Santana e la donna sorrise gli occhi che si riempivano di lacrime, per poi tenderle la mano. Una mano priva di guanto, libera dal marchio, in quei mesi sua madre doveva aver incontrato sua sorella, doveva averne chiesto il perdono. Santana accettò quella mano, guardò Brittany e sorrise,

“Ci vediamo dopo…” Fece un cenno di saluto ai signori Pierce e poi annuì a sua madre che strinse la sua mano e la riportò a casa.

 

 

Note

 

Prima di tutto: grazie! Lo dico e lo ripeto, siete gentilissime ed è un piacere trovare e leggere i vostri commenti!

Ho voluto, alla fine riabilitare, la mamma di Santana, anche lei come sua figlia ha bisogno di un po’ di tempo per capire quale sia la cosa giusta da fare. Anche perché non volevo che fosse una mamma cattiva… va bene non è stato proprio carino quello che ha fatto ma tenterà di rimediare d’ora in avanti! ;-)

 

Il futuro… non ho storie pronte! Ma ne ho un sacco di iniziate anche alcuni sequel sempre promessi e mai postati! Quindi se le vacanze saranno favorevoli potrò concludere qualcosa e rendervi partecipi dei miei deliri!

 

Ancora grazie mille e alla prossima storia!

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1371282