Saga alternativa

di mikaru99
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gohan...un saiyan? ***
Capitolo 2: *** non toccare il mio nipotino ***
Capitolo 3: *** di nuovo solo ***
Capitolo 4: *** Kwaldarik ***
Capitolo 5: *** rosso sangue ***
Capitolo 6: *** risveglio ***
Capitolo 7: *** il ritorno dei compagni ***
Capitolo 8: *** Freezer ***
Capitolo 9: *** Goku ***
Capitolo 10: *** il valore dei soldi ***
Capitolo 11: *** Ma chi sarebbe questo Freezer? ***
Capitolo 12: *** Sedri ***
Capitolo 13: *** Di Sayan e cacciatrici ***
Capitolo 14: *** Schimmietta in missione ***
Capitolo 15: *** Super allenamento! ***
Capitolo 16: *** come passare inosservati... ***
Capitolo 17: *** a testa alta! ***
Capitolo 18: *** metamorfosi! ***
Capitolo 19: *** Tutti per uno...uno per tutti! ***
Capitolo 20: *** la famiglia si ingrandisce ***
Capitolo 21: *** Padri e figli ***
Capitolo 22: *** Così....vicini! ***



Capitolo 1
*** Gohan...un saiyan? ***


Salve a tutti.
Come molti di voi sapreanno avevo impostato questa storia come il seguito di tre capitoli già precedentemente pubblicati nel mio vecchio e non più accessibile account.
Tuttavia, per motivi di comodità personale e del lettore o deciso di re-impostarli qui...anche perché nei primi due non è presente il codice html in quanto ero appena arrivata e non sapevo usarlo.



A un tratto il silenzio era ritornato in quel posto in cui, solo alcuni attimi prima, regnava il caos.
Perfino gli animali sembravano trattenere il respiro, si sentiva solo lo spirare fragoroso del vento.
Radish aveva colpito suo fratello con una gomitata in piena faccia, quando quest’ultimo gli aveva mollato la coda.
Il colpo aveva scaraventato Goku molti metri indietro; il giovane ora si teneva la faccia dolente, mentre Radish si stava riprendendo e si avvicinava al fratello con una smorfia.
“Un idiota del genere non si trova facilmente, Karoth! Ma ora basta con questa sceneggiata! Niente paura, mi prenderò io cura di tuo figlio!”
“No! Non te lo permetterò mai!”
Goku pensò a suo figlio, rinchiuso nella capsula e a cosa gli sarebbe potuto capitare se suo fratello lo avesse preso con sé.
“Peccato che non me ne frega un fico secco di ciò che pensi tu! Tanto non lo verrai mai a sapere!” rise il Saiyan alzando la mano destra.
Una sfera d’energia comparve, pronta a scagliarsi sul nemico a terra, ma poi cambiò idea.
“No…sarebbe uno spreco di energie. Ti finirò così!”
Con grande gusto lo colpì varie volte.
Dopo una dozzina di calci il suo fratellino giaceva a terra gravemente ferito.
Era ancora vivo, segno della grande resistenza della sua razza.
Ma non sarebbe sopravvissuto così, di questo Radish ne era certo. Doveva proprio dargli il colpo di grazia? 
Prima che potesse prendere una decisione, il rilevatore emise un suono, avvertendolo dell’attacco a sorpresa di Junior.
Scansò il calcio, colpendo poi il nemico alle costole che si frantumavano. Il guerriero rantolava e sputava sangue, precipitando a terra. 
“Ah, quasi mi dimenticavo di te…bene, se ci tieni tanto, ti manderò per primo all’Inferno!” 
Con grande fatica Junior si era alzato in piedi, vedendo con orrore che Radish aveva alzato la mano e scagliò un raggio energetico su di lui. Qual raggio lo trafisse al petto e lo scaraventò alcuni metri in aria.
Da quel buco il sangue sgorgò a fiumi, ma Radish notò con stupore che era ancora vivo!
Ma quel poco di vita si stava per estinguere, al pari del sangue: il Saiyan decise di lasciarlo morire dissanguato. 
Karoth giaceva privo di sensi,coperto di sangue e sembrava che stesse solo aspettando il colpo di grazia.
Ma qualcosa in Radish lo stava trattenendo, gli tornò in mente l’immagine di suo padre, così simile al fratello.
Ma cos’era questo strano sentimento?
Rispetto per suo padre?
O perfino, amore fraterno?
Fece una smorfia di disgusto e abbassò il braccio. 
Si girò di scatto e si incamminò verso la sua capsula spaziale.
Poteva distinguere dall’esterno un’ombra che si muoveva agitata nel suo interno: era qual marmocchio di suo nipote.
Nuovamente il solo pensiero gli fece venire il voltastomaco…nella sua furia non aveva considerato una cosa: avrebbe dovuto resistere ben due settimane di volo assieme a quella peste!
Cosa fare?
Doveva chiamare Nappa per chiedergli di venire con una capsula automatica?
E se avesse cambiato le impostazioni di stasi della capsula, cosicché anche la peste si addormentasse?
Sì, forse era quella la scelta giusta.
Radish aprì il portone d’ingresso e subito afferrò la maglia del bambino che stava ancora piangendo disperato. 
“Waahaaa! Lasciami! Lasciami in pace!” gridò Gohan. 
“Silenzio! Ma come fai tu stesso a resisterti?! Dio…e tu saresti un Saiyan? Che diamine aveva in testa quello stupido di mio fratello?!” 
Con la mano sinistra teneva il bambino mentre e la mano destra impostò i comandi, li esaminò.
Un segnale acustico lo confermò, provocando un sorriso di soddisfazione sul viso di Radish.
Un altro segnale invece lo irritò.
Era il rilevatore, che indicava una forza combattiva di 700 punti in Gohan. 
“Non rompere anche tu!” sbottò e attivò la comunicazione con i suoi compagni. Con una mano tappò la bocca a Gohan prima di cominciare: 
“Radish chiama Nappa! Rispondimi!” 
“Qui Nappa. Che diavolo stai combinando?! Karoth è lì con te?”  
“No…si è rifiutato di collaborare. Ho dovuto eliminarlo. Al suo posto ho suo figlio”
Non poté proseguire perché venne interrotto da Vegeta. 
“Suo figlio?! Ma perché? E poi chi sarebbe la madre?” 
“Sicuramente una donna terrestre…Karoth si è rifatto una vita qui. Non voleva venire con me neanche con la forza! Soffriva di amnesia”
“Fa come ti pare, ma sarai tu il responsabile di questo marmocchio. Ci ritroviamo sul pianeta Freezer 299! Vegeta chiude!” 
Radish osservava di nuovo Gohan che nel frattempo si era calmato. 
“Come ti chiami?” chiese con tono possente. 
Il bambino rispose esitante:
“Son Gohan” 
“Bah…io sono Radish. Da questo momento sono io tuo padre! Perciò tu verrai con me!” 
“Cosa? No! Come? Dov’è il mio papà? Papà!” ricominciò di nuovo a gridare a squarciagola e ad agitarsi. 
“Non ci credo! Silenzio ho detto! Ancora una volta e ti becchi un bel ceffone! Dimentica Karoth, lui è morto! Morto, hai capito? Da ora in poi sarò io a badare a te! Ora saluta questo pianeta, farò di te un guerriero!” 
Gohan si spaventò non poco e cercò di sopprimere con forza questi singhiozzi, ma alla fine le lacrime continuarono a scendere.
A un tratto guardò lo strano uomo con curiosità infantile. 
“Che cos’è Karoth? E cos’è un Saiyan?” 
Radish scosse la testa sorpreso.
Senza rispondere azionò i comandi della capsula, si sedette sulla sedia di pilotaggio tenendo il bambino fermo sulle sue gambe, mentre impostava i dati del viaggio. 
“Silenzio ora! Atterreremo fra due settimane, arrivati lì ti presenterò i nostri due compagni. Azionare il protocollo di partenza per Freezer 299!” 
Prima che potesse protestare, la capsula partì e si lanciò in alto.
Gohan si meravigliò della improvvisa stanchezza che lo pervase; prima ancora di rendersene conto, si era addormentato sulle gambe di suo zio che fece un respiro di sollievo, gustandosi quel bel silenzio.
Ma il pensiero al futuro lo fece rabbrividire: doveva occuparsi di un figliastro.
Sarebbero stati tempi duri, ma per ora si gustava quelle due settimane di tranquillità.
I restanti dieci giorni passarono nel sonno.
Dopo i 13 giorni di viaggio, Gohan e Radish vennero svegliati dal loro sonno.
L’adulto riprese i sensi qualche minuto prima e, quando Gohan aprì gli occhi la prima cosa che vide fu la faccia snervata di suo zio. 
“Finalmente sei sveglio! Stiamo per atterrare!” 
“Dove siamo?Atterrare? Dove?” domandò mezzo addormentato.
Si guardò intorno fino a riposare il suo sguardo sull’uomo davanti a sé, solo ora lo riconosceva.

“Ah! Aiuto! Tu sei cattivo! Lasciami in pace! Papà!” 
“Non ci credo…ricominci con questi piagnistei?!” gridò Radish seccato “Per prima cosa: non tentare di scappare, siamo in una capsula spaziale! Secondo: ti ho già detto che ora sono io tuo padre! E terzo: guai a te se ricominci a piangere! Se vuoi le maniere forti ci sto! Hai capito?!” 
“Capsula 23-44 riceve permesso di atterraggio alla rampa 12-B!”
“Eseguo” 
Radish premeva alcuni tasti del computer di bordo cambiando rotta verso una di queste bizzarre torri, su cui erano state attaccate alcune piattaforme come ad un tronco d’albero.
Su ognuna di esse erano segnati tre cerchi; la sua meta era la piattaforma superiore. La capsula precipitava ad alcune centinaia di chilometri all’ora, ma anziché schiantarsi il materiale della piattaforma si deformava attutendo la caduta.
Prima di aprire il portone il Saiyan ricordò a Gohan:
“Ti avverto! Nessun pianto! Nessun urlo isterico! E soprattutto nessun “Voglio il mio papà!” Tu sei un Saiyan e noi Saiyan non conosciamo la paura! Siamo forti e coraggiosi! Sono stato chiaro!?” 
Gohan annuì, di nuovo sentiva le lacrime agli occhi.
Radish aprì la porta, avanti a lui lo attendevano due creature strane che portavano una divisa molto simile a quella del Saiyan. 
“Radish! Vegeta ti sta aspettando nella mensa principale!” 
Radish annuì e voltò lo sguardo verso Gohan che si era nascosto dietro le sua gambe, alla vista di quelle creature.
Uno di loro lo guardò interessato: 
“Ehi, ma chi hai portato? È tuo? Ne volevi un altro dopo Sedri?” 
“Non sono affari tuoi!” lo fissò Radish a un tratto molto adirato e dopo tre secondi lo colpì violentemente con un calcio che lo fece schiantare contro un muro.
Impassibile passò davanti al secondo soldato, Gohan lo seguì esitante.
Tenne la bocca chiusa finché non furono abbastanza lontani. 
“Perché lo hai fatto?” domandò Gohan arrabbiato e scioccato da questo atteggiamento aggressivo.
Gli venne nuovamente voglia di piangere. 
“Lezione numero uno: essere troppo curiosi non fa bene alla salute. Se finisci solo all’ospedale sei fortunato…meglio non ficcare il naso in affari altrui. E che cosa ti ho detto a proposito dei piagnistei?!” 
“Sì…ci provo…ma…ma chi è Sedri?” 
“Gohan…ma mi ascolti?!” 
I due s’incamminavano, seguendo del corridoi illuminati, incontrarono molti strani soldati di varie specie, uno più arrabbiato dell’altro.
Gohan si sentiva come in un incubo, ma si era giurato di non mostrate quanta paura avesse. In questo istante suo zio era l’unica figura di riferimento su quel pianeta, il che vuol dire ben poco.
“Dove andiamo?” voleva sapere dopo dieci minuti di silenzio. 
“Incontrerai gli altri due Saiyan ancora in vita. Stai attento, loro non sono così amichevoli come me. Ma prima…meglio che ti cambi…questi vestiti non sono molto pratici” 
“Cosa? Non voglio altri vestiti! La mamma mi ha comprato questi! No!” 
Radish si girò di scatto e osservò suo nipote con aria arrabbiata.
Gohan si spaventò a morte, ma non si scusò. 
“Che cosa hai detto?!” 
“Non voglio altri vestiti” ripeté. Radish si sentiva gli occhi puntati addosso e quindi non esitò.
Con la mano destra diede uno schiaffo al bambino tanto forte da fargli perdere l’equilibrio. 
“Non tollero questi tuoi capricci! Tu fai quello che ti dico io!” 
Gohan lo fissava esterrefatto.
Stavolta gli vennero le lacrime per il dolore, Radish fece una smorfia: 
“Bah…ti avevo avvertito…E questo era solo un assaggio. Nappa e Vegeta andranno ben oltre!” 
Per la prima volta Gohan osò rivolgere uno sguardo di sfida allo zio, ma durò solo qualche istante. Il guerriero si girò e s’incamminò, Gohan esitò a seguirlo. Dopo alcuni passi si fermò e gridò senza voltarsi: 
“Ti sei addormentato? Vieni, se non vuoi che ti lasci qua da solo!” 
Il bambino si guardò intorno vedendo le figure di altri guerrieri, il che lo spinse a rialzarsi, dopodiché rincorse Radish tenendosi la guancia colpita. 
Si fermarono davanti a una porta con una indicazione scritta in una lingua strana. Forse era la lingua Saiyan, stranamente Gohan riusciva a leggerlo. Voleva chiedere il perché allo zio, ma non osava pronunciare la domanda. I due entrarono: sembrava una specie di spogliatoio. Radish premette un tasto sul muro metallico, dietro cui comparve un ripostiglio nascosto, dal quale tirò fuori dei vestiti. 
“Vestiti. Le tue cose le prendo in custodia” 
Gohan guardò la maglietta nera e i pantaloni stretti e sottili con aria molto scettica e volle protestare, ma il ricordo di quello schiaffo lo dissuase dal farlo. Alcuni minuti dopo si era cambiato; per finire Radish gli diede degli stivali neri.

“Finalmente…ora sì che le gente avrà rispetto per te. Forza, gli altri ci stanno aspettando” 
Raggiunsero la grande mensa.
Radish vide i suoi compagni.
Erano un gigante calvo e un piccoletto con i cappelli neri sparati. 
“Eccoti! Odio dover aspettare, lo sai, Radish!” lo sgridò Vegeta senza salutare. Guardò il moccioso solo per un attimo, dopodiché si interessò solo del pasto davanti a sé.
Ma questo attimo bastò per congelare Gohan dalla paura.
Non aveva mai visto occhi tanto freddi.
Nappa, invece lo osservò da testa ai piedi e cominciò a ridere: 
“Questo sarebbe il figlio di Karoth?! Sembra un buono a nulla! Spero che non te ne pentirai…sono curioso di sapere cos’è in grado di fare!”
Nappa gli strofinava la guancia sorridendo minacciosamente, Radish capì le sue intenzioni e decise di intervenire. 
“Lascialo stare…devo ancora allenarlo…Fra quanto dobbiamo partire per la prossima missione?” 
“Ehm…lasciami pensare…Vegeta?” 
“Pianeta Tayara…fra due settimane” brontolò Vegeta mentre masticava un grosso pezzo di carne arrosto. 
“Due settimane di vacanza! Che noia! Ehi, mi lascerai divertire un po’ con il tuo nipotino, vero?” 
“Prima lasciami insegnare qualcosa al moccioso! Tu lo uccideresti subito!”
“Come? Ehi, non mi dirai che t’importa qualcosa di questo mezzosangue?! Sarebbe una strana novità, Radish!” rise Nappa. 
“Ma che dici? È solo che non ti sopporto quando ti annoi, diventi odioso!” ribadì il Saiyan “Vegeta, mi permetti di allenarlo?”
“Fa come ti pare…finché non mi disturba…Non m’importa”

Gohan si teneva la guancia dolente e tossiva, mentre Radish stava in piedi dietro di lui e lo incitava ad attaccare.
Il bambino era pieno di lividi, la lezione del giorno durava già da quattro ore ed era ancora lontana dalla fine.
Lottava contro le lacrime mentre guardava lo zio.
Quando questi fece un passo minaccioso in avanti, si alzò a fatica e si nascose dietro la sua difesa. Sapeva che il Saiyan lo avrebbe colpito comunque senza pietà, non importava se era in piedi o a terra; l’unica alternativa era l’attacco. Con un grido gli saltò addosso, ma il suo pugno ebbe l’effetto di una puntura d’insetto.
Radish commentò con uno schiaffo.
 

“Ma cos’era questo? Credevo che ormai tu sapessi fare un pugno come si deve! Per punizione farai cento flessioni sulle braccia!” 
“Ma…! Mah…”
“Niente mah! Forza, fammene 150! Ti servono muscoli sulle braccia!” 
Radish si era dimostrato un maestro impaziente ma deciso che insegnava con il corpo.
Ma non era colpa sua, è che non conosceva altri metodi.
Un Saiyan imparava al meglio in uno scontro: più le prendeva, più diventava robusto.
Suo nipote era incredibilmente debole, sapeva sì o no come tirare un pugno…ma cosa aveva fatto Karoth fino ad allora?
Non voleva fare di suo figlio un guerriero? 
Dopo 50 flessioni, le braccia di Gohan si arresero alle gravità e si lasciò cadere a terra. Respirava a fatica e sudava molto. 
“Non ce la faccio più! Ti prego…” 
“Cosa?! Ti arrendi? Ho sentito bene?!” 
Radish si precipitò su di lui e lo alzò violentemente afferrandolo per la maglietta “Un Saiyan non si arrende mai! Preferisce morire! Continua!” 
Per un momento temeva che Gohan ricominciasse a piangere, ma per fortuna ancora si tratteneva.
Si ricordò di una cosa che suo padre gli aveva detto quando aveva l’età di Gohan. 
“Se ti arrendi così, tu stesso ti privi della possibilità di vittoria! Devi essere in grado di dare più del 100% i Saiyan sono in grado di farlo, possono dare anche il 120%! Se ti arrendi prima, non saprai mai se hai combattuto con la tua massima forza. Magari avresti potuto vincere!” 
Il bambino lo ascoltava attentamente. 
“120%? Ma è possibile?” 
“Certo” annuì Radish, ora più calmo “Si chiama forza latente dei Saiyan” 
“Ma posso farlo anch’io? Non sono un Saiyan puro come voi” 
“Che ne so…Questo me lo devi dimostrare con il tuo impegno. Ehi, mi devi ancora 100 flessioni, no? Al lavoro!” 
Radish lo fece cadere a terra senza preavviso.
Da lì Gohan lo guardò con occhi grandi per poi rimettersi in posizione. Soddisfatto vide che suo nipote ormai si mostrava veramente intenzionato a impegnarsi sul serio.
Radish attivò il suo rilevatore, che indicava una forza di circa 120 punti.
Sì, ora era stanco, in piene forze sarebbe potuto arrivare fino a 200. Buono, ma ancora poco.
Gli venne un’idea: lo Zenkai, la grandiosa capacità dei Saiyan di aumentare la propria forza dopo essersi rimesso da ferite gravi.
Era rischioso: quanto forte era il sangue Saiyan in questo mezzosangue? 
“Gohan, vieni qui” sorrise minaccioso. 
Il bimbo si alzò, meravigliato da questa richiesta…gli mancavano ancora ben 20 flessioni.
Ignaro delle intenzioni dello zio, gli si avvicinò e aspettò il prossimo ordine. 
“Che c’è? Cosa devo fare ora?” 
“Niente. Stai lì fermo…Voglio fare una prova…” 
Radish alzò il pugno: nell’istante successivo il buio più totale avvolse il piccolo Gohan.
Suo zio lo aveva colpito con il suo pugno; ora il bambino giaceva a terra svenuto davanti a lui, il sangue usciva dall’orecchio destro, il che indicava una frattura del cranio. La sua forza combattiva calava tanto velocemente da spaventare anche il Saiyan.
Ora doveva affrettarsi.
Veloce, quasi agitato, prese il bambino e lo portò subito alla stazione infermieristica più vicina. Lì lo consegnò al personale spaventato; il medico di guardia lo mise subito in una vasca di rianimazione. 
“Ci era mancato poco…ha una frattura della base cranica…alcuni minuti più tardi sarebbe morto. Ma cosa ti è preso?” volle sapere il medico. 
Radish lo ignorò, stava fermo davanti alla vasca di rianimazione dove galleggiava Gohan in quel fluido verde, naso e bocca coperto da una maschera di ossigeno e degli elettrodi applicati su capo e busto.
Lui stesso aveva dovuto servirsi già altre volte di queste meraviglie della scienza medica, che molte volte sono l’unica cosa che separa il vivo dal morto. 
“Quanto durerà ancora?” 
Il medico studiò i dati e rispose: 
“Credo che fra otto ore sarà come nuovo…Impressionante” 
“Bene. Avvertimi.” 
Si girò e lasciò la stazione silenzioso, avviandosi verso la palestra. Aveva deciso di seguire i propri insegnamenti e di allenarsi, qualche punto in più sul rilevatore faceva sempre bene. 

Esattamente dopo 7 ore e 45 minuti lasciò la palestra e come ricompensa si godette una doccia rinfrescante. Al posto della solita armatura si era messo solo una maglietta nera simile a quella di Gohan, così ritornò in infermeria.
Con sua sorpresa, trovò suo nipote già sveglio e in piene forze. 
“Eccoti! Tutto a posto?” 
“Perché lo hai fatto?” domandò il bambino al posto di ricambiare il saluto dello zio. Il suo sguardo mostrava rabbia e delusione.
Radish fischiò sorpreso e accese il rilevatore, che indicava 800 punti. Com’era possibile?
Lo zenkai gli aveva addirittura quadruplicato le forze?! 
“Ho pensato che tu dovessi provare come ci si sente dopo un colpo che ti porta vicino alla morte. Spero ti serva da lezione per il futuro. Se non lo vuoi provare di nuovo, allora allenati con tutte le tue forze! E un’altra cosa…lo senti? Sei diventato più forte” 
“Non m’importa. Non è stato carino comunque” ribadì Gohan ancora imbronciato. 
La sua forza combattiva si alzò fino a 900 e Radish seguì la cosa con grande interesse.
Forse aveva capito il segreto della forza del bambino. 
“La tua forza dipende dalle tue emozioni…È interessante, ma è anche pericoloso. Tu puoi essere fortissimo, quando ti arrabbi, ma nello stesso modo questa forza scompare. È instabile. Devi imparare a controllarti anche quando sei calmo.” 
“Come? Controllare le mie forze? Come si fa?” chiese Gohan.
Quando la sua tensione diminuiva, calava anche la sua forza fin sotto i 600 punti. 
“Che ne so…Imparerai con l’allenamento. Vedrai che in un modo o nell’altro ce la farai. Non hai altre alternative. Se Vegeta crederà che tu sia solo d’impiccio, ti eliminerà. Fidati, lui lo farebbe senza battere ciglio” 
“Mi…ucciderà? Davvero?” ripeteva Gohan spaventato. Ora che aveva provato sulla sua stessa pelle cose voleva dire essere in punto di morte, ora una nuova minaccia era comparsa. Il solo pensiero di Vegeta lo faceva rabbrividire.
“Ma…Radish…tutti i Saiyan sono cosi brutali?” 
Il Saiyan lo guardò sorpreso da questa domanda “Credo che sia colpa del nostro sangue…ma sì. A parte qualche eccezione…perché me lo chiedi?” 
“Non credo che potrei mai essere così cattivo…ho paura…” 
“Di nuovo quella parola che inizia con la P e che devi cancellare dal tuo vocabolario! Dai, vieni, andiamo a mangiare e poi a letto, domani sarà una giornata dura!” 
Gohan annuì e si pulì gli occhi dalle lacrime per sorridere.
Quel sorriso prese Radish alla sprovvista, cosicché dovette girarsi di scatto prima che il moccioso potesse vedere il suo sorriso soddisfatto.

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Capitolo 2
*** non toccare il mio nipotino ***


Come promesso, il Saiyan aumentava il ritmo di giorno in giorno, quasi ogni ora, cosicché Gohan la maggior parte delle volte finiva a terra con gli arti dolenti. Ma nonostante ciò non si arrese mai; giorno dopo giorno, si iniziava a notare un miglioramento leggero ma continuo. Senza contare che da quando aveva smesso di piangere, Radish lo stimava un po’ di più. 
“Forza, più veloce! Cerca di prevedere le mie mosse! Sì, così!” 
Capitava persino che a volte Gohan riuscisse anche a scansare un attacco dello zio, partendo subito in contrattacco. Era chiaramente visibile che giorno dopo giorno il combattimento gli piaceva sempre di più. Un sentimento nuovo e finora sconosciuto,che gli dava ogni volta nuova forza. Gli esercizi pratici erano solo una parte dell’allenamento, mentre un’altra parte era costituita dagli esercizi puramente fisici, soprattutto per la parte più sensibile: la coda. Radish ricordava troppo bene l’esperienza fatta sulla terra, quando Karoth ne aveva approfittato. Anche lui si allenava quando Gohan era occupato con gli esercizi. 
 
Accadde che in un giorno l’allenamento venne interrotto dall’arrivo di Nappa. Era visibilmente alcolizzato, il suo alito pesante era fiutabile a chilometri di distanza, non solo per il naso fine di un Saiyan. Barcollando si fece avanti. 
“Radish! Tutto a posto? Il marmocchio è ancora vivo? Fammi vedere!” 
“Nappa! Aspetta! Ehi!”
Con grande preoccupazione osservò come Nappa si avvicinava a suo nipote: aveva l’aria di voler fare qualcosa di poco raccomandabile. Radish si sentiva in dovere di fermarlo; tenendolo per una spalla, chiese nel modo più sicuro possibile: 
“Cosa vuoi fare? Smettila. È stanco. Non ne vale la pena!” 
“Lasciami!” 
Con una gomitata colpì il suo compagno in piena faccia, che per l’impatto venne scaraventato contro la parete. Liberatosi da questo peso si avvicinò al bambino. 
“Che c’è? Forza, mostrami cosa sai fare! Coraggio, mezzosangue!” 
Ora era proprio sopra di lui, alzò il pugno possente per poi scaraventarlo al suolo come un martello. Ma centrò solo il pavimento di metallo, con uno scatto velocissimo il bambino si era messo al riparo. Si ritrovò dietro al nobile Saiyan, incredulo della sua reazione improvvisa, tanto che neanche lui aveva capito bene come avesse fatto. 
“Ma…che diavolo? Ah, eccoti…sei veloce…sembra che Radish abbia fatto un buon lavoro” si complimentò Nappa. Il maestro invece solo ora aveva riacquistato i sensi. Era lui il più stupito dei tre, neanche lui aveva potuto seguire il salto di Gohan. Ma Nappa non era ancora soddisfatto: alzò di nuovo il braccio per un altro attacco, stavolta il suo pugno mancò il volto del bambino solo per pochi centimetri. Ma l’onda d’urto del suo pugno bastava per scaraventarlo via facendolo volare per alcuni metri. Posseduto dalla sete di sangue, Nappa alzò la mano verso Gohan a terra, desideroso di sparargli una sfera energetica. Gohan si alzò a fatica, ma si accorse troppo tardi della sfera nella sua mano. Con un sorriso sinistro la lanciò; per istinto Gohan alzò le braccia come difesa e attese l’impatto. Un’onda d’urto la faceva tremare, ma l’impatto atteso non avvenne. 
Esitante alzò lo sguardo e irrigidì. Qualcuno si era intromesso e lo aveva salvato. Radish stava in piedi davanti a lui con le braccia aperte, la schiena rivolta verso Nappa. La sfera d’energia lo aveva colpito in pieno bruciando la stoffa resistente della sua maglietta. 
“Zio Radish! Cosa…Perché?” 
“Maledizione…Ahia…che male!” sorrise prima di crollare a terra. Il bambino vide le estese bruciature sulla sua schiena, che gli provocavano sicuramente un dolore atroce. Nappa invece era solo arrabbiato: 
“Ehi, Radish! Che diavolo combini?! Come osi metterti in mezzo?! Me la pagherai!” 
“Bastardo! Perché lo hai fatto?! Potevi fermarti…è tuo amico, no?” gridò Gohan con tutta la sua rabbia scaricando anche lo shock. Il rilevatore di Radish si accese e cominciò a misurare i vari valori, Nappa non indossava il suo, per cui rimase all’oscuro che Gohan aveva una forza combattiva di quasi 3.000. Come una bestia infuriata saltò addosso al suo avversario e lo colpì con un calcio in pieno viso con tutta la sua forza, che fece barcollare il gigante. Prima che lui potesse reagire, lo colpì anche con due pugni allo stomaco. Nappa dovette fare un passo indietro, sorpreso di questa forza improvvisa. 
Gohan stava ansimando, questi tre colpi avevano consumato una grande parte delle sua forze. E comunque era solo riuscito a peggiorare le cose, ora Nappa era furioso, nel suo viso si vedevano solo rabbia e odio. 
“Maledetto mezzosangue! Ti faccio fuori!” 
Con tutta la furia in corpo attaccò il bambino che riuscì a scansare il primo attacco, ma non il secondo che lo colpì in pieno stomaco. Gohan gridò per il dolore e sputò sangue: il colpo gli aveva rotto qualche costola. Prima che potesse reagire, Nappa lo colpì un’altra volta facendolo volare con contro il soffitto. Quando ricadde a terra, per fortuna era già svenuto. 
In questi secondi anche Radish si era ripreso e si guardava intorno: vedeva Gohan a terra, poi Nappa, che stava perdendo sangue dal labbro inferiore. Era stato il bambino a ferirlo? Non aveva tempo per le speculazioni, il suo compagno stava per dare il colpo di grazia a suo nipote. 
E non aveva possibilità di impedirlo. 
“Nappa! Smettila subito!”
Una voce autoritaria fece tremare tutta la stanza. Il rimproverato si fermò di colpo e si girò di scatto verso l’entrata. La voce apparteneva a Vegeta che era arrabbiato e molto disgustato. 
“Ve…Vegeta? Cosa ci fai tu qua?” 
“Questo lo vorrei sapere io da te! Cosa diavolo hai nella zucca? Prima ti ubriachi in pieno giorno e poi quasi ammazzi i tuoi compagni! Mi spieghi come faremo a conquistare tutti i pianeti?!” 
“Vegeta! Io… io…” 
“Zitto. Portali in infermeria! Subito!” 
Nappa era diventato rosso alla vista della faccia arrabbiata del compagno, facendogli passare completamente la sbornia. Si guardò intorno e prendeva Gohan sotto un braccio e, controllato dallo sguardo severo di Vegeta, lo portò via. Radish ansimava per il dolore e si reggeva a malapena in piedi. Anche lui si sentiva osservato dal principe. La bruciatura sulla schiena era grave e forse aveva anche delle costole rotte. Silenzioso passò davanti a Vegeta zoppicando e cercando si nascondere il suo dolore, finché lui gli parlò senza guardarlo: 
“Per fortuna ho osservato la situazione tramite il rilevatore…per un secondo il moccioso ha avuto una forza considerevole…Come hai fatto?” 
Radish si voltò e lo guardò un po’ sorpreso di questo onore e rispose: “Ehm…sinceramente non lo so…lui ha una forza maggiore quando è arrabbiato…gli riesce da solo…io gli ho solo insegnato la tecnica” 
“Capisco” 
Vegeta si girò di scatto e lasciò la stanza senza aggiungere altre parole. Radish seguì Nappa in infermeria. Aveva buttato il bambino su una barella e già voleva andarsene, quando il suo compagno entrò. Gli sguardi dei due Saiyan si incrociavano in un istante intenso e pieno di sfida. 
“Spero che tu sia contento, Nappa” sbuffò Radish. 
“Chiudi il becco” 
Pochi attimi dopo che Nappa era uscito dalla porta le forze di Radish lo abbandonarono definitivamente e crollò a terra. Il medico che stava vistando Gohan lo guardò e scosse la testa: 
“Uffa, un altro…per fortuna che ormai sono in pochi, sennò addio ferie” 
Entrambi vennero messi in una vasca da rianimazione per attendere la loro guarigione. La prognosi di Radish era stimata in sei ore di cura, mentre per Gohan il tempo saliva fino oltre 12 ore. Le ferite erano preoccupanti, ma non tali da procurare danni permanenti. 

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Capitolo 3
*** di nuovo solo ***


Nappa e Vegeta si trovavano nella mensa per discutere l’accaduto. Il principe era ancora parecchio deluso del comportamento e della mancanza di autocontrollo del suo compagno e non lo nascondeva. Durante questo colloquio era evidente chi era quello che comandava. Dopo una sonora ramanzina infine cambiò argomento. 
“Almeno hai capito quanto forte è diventato il moccioso?” 
“Forte? Tsk…mi ha colpito una volta, niente di che…mi ha solo preso alla sprovvista” 
“Una volta? Diciamo piuttosto due. Ti fai sorprendere troppo spesso” lo corresse Vegeta “Credo che sia merito del sangue misto e quando si arrabbia le sue forze aumentano in modo considerevole” 
“Ma come è possibile? Dopotutto è come noi solo in parte…come può essere più forte di un bambino Saiyan di razza pura?” 
“Non ne ho idea…ma dobbiamo stare attenti che il moccioso non ci superi in fatto di forza combattiva intendo” 
“E allora? Basta che noi restiamo più forti di lui” 
“Ma che idea brillante, Nappa! Altro tema. Anche la forza di Radish è aumentata, prima della vostra discussione era pari a 1.610 punti…sembra che fare il maestro gli faccia bene” 
“Di cosa di preoccupi? Radish è debole, non diventerà mai forte quanto un nobile!” 
Vegeta prese un sorso dal suo bicchiere prima di rispondere. “Parliamone quando si risveglia…vediamo l’effetto dello Zenkai”

Come previsto Radish poté lasciare la vasca di rianimazione dopo sei ore; appena uscito si prese un asciugamano. 
“Allora, come va? Tutto a posto?” 
Il medico vicino a lui rispondeva subito: “Direi di sì. Solo una cosa, il danno cutaneo sulla schiena era stato così profondo che non abbiamo potuto rigenerare tutto. Le resterà una cicatrice” 
Il guerriero si toccava la regione della scapola destra e sentiva qualcosa di ruvido. “Capisco…non importa. Le cicatrici sono come medaglie al valore per noi guerrieri…E Gohan?” 
“Le sue ferite erano gravi…fratture al cranio e alla colonna, emorragie al torace…non avrebbe resistito un altro quarto d’ora” 
“Quanto tempo ancora?” lo interruppe Radish. 
“Almeno sette ore” 
Radish sospirò mentre guardava attraverso quel vetro verdastro della capsula di Gohan, il bambino stava dormendo e galleggiava nel liquido privo di sensi. Il Saiyan incrociò le braccia e rifletté; non avrebbe mai pensato che la sua vita potesse essere troncata dal suo compagno…ma ancora più sorprendente era il fatto che mai e poi mai avrebbe potuto pensare di salvare qualcuno a rischio della propria vita. Suo nipote… maledetto Karoth! Mi metti ancora i bastoni fra le ruote? 
“I suoi compagni la aspettano nella rampa 7-B. Ecco la Sua attrezzatura.” un soldato lo distolse dai suoi pensieri. 
“Perché tanta fretta?” chiese Radish “Volevamo partire solo dopodomani” 
“E che ne so. Non mi chieda cose simili” 
Ancora esitante il Saiyan si mise la sua solita armatura. I suoi pensieri giravano più intorno al nipote che alla missione. Secondo i calcoli il tempo di durata era stato stimato intorno a 4 settimane…poteva lasciarlo da solo per tutto questo tempo? Doveva parlarne con Vegeta. 
“Radish chiama Vegeta” 
“Qui Vegeta. Finalmente! Vieni che dobbiamo partire!” 
“Ma perché questa fretta? E cosa ne sarà di Gohan?” 
“Ordine di Freezer. Come sta il moccioso? È pronto?”
“No, ha ancora bisogno di tempo”
 
“Allora lascialo qua. Non abbiamo bisogno di intralci. Se vuole venire la prossima volta, deve allenarsi molto. Vieni!” 
Radish sorrideva in modo indeciso. Cosa fare? Guardava il medico, poi Gohan. Prese carta e una penna e scrisse velocemente un messaggio. 
“Quando si sveglia ed è di nuovo in forma, digli di cercare questo tizio. È in gamba e mi posso fidare di lui. Torniamo fra 4 settimane. Aggiungi che gli do questo consiglio: di restare in vita e di non arrendersi mai. Temo ti verrà a trovare molte volte” 
“Sì, d’accordo” 
Radish accennò un saluto e lasciò l’infermeria correndo per i corridoi: Vegeta odiava tante cose, ma soprattutto odiava aspettare. 

Prima che Gohan aprisse gli occhi, poté vivere gli ultimi attimi del suo sogno. Era sulla Terra insieme ai suoi genitori e tutto era perfetto. Chichi lo guidava attraverso l’erba alta del prato vicino alla sua casa, Goku camminava vicino a loro e rideva tutto fiero. Le lacrime del bambino si mischiavano con il liquido di cura, perdendosi. Ma a un tratto quella immagine tanto bella scomparve e lui si trovò tutto solo: tutto divenne freddo e scuro. 
Spaventato aprì gli occhi e si rese conto che stava galleggiando della vasca di rianimazione. Attraverso il liquido verde vide il medico di sempre che osservava qualcosa sul monitor. Quando il medico alzò lo sguardo si accorse che il bambino aveva ripreso i sensi; con gesti esperti controllò i parametri vitali e terminò la procedura di cura aprendo la capsula. Gohan scossa la testa facendo schizzare dappertutto il liquido di cura, solo dopo si accorse di essere completamente nudo. Scodinzolò con la coda e si guardò intorno in cerca di un asciugamano. 
“Tutto a posto?” chiese il medico porgendogli un asciugamano. Gohan lo prese subito e rispose: 
“Sì…dov’è Radish? Come sta?” 
“È partito con gli altri due…Non preoccuparti, sta bene. Ti ha lasciato questo” 
“Partito?! Per dove? Mica per il pianeta Tayara? Ma perché tanta fretta?” 
Al posto di una risposta il medico gli porse il foglietto di Radish che il bambino prese subito e lo lesse attentamente. 
Gohan, starò via per 4 settimane. Ti prego di continuare gli allenamenti. Con questo foglio andrai da Kwaldarik, un mio amico. Lui allena giovani guerrieri e mi deve un favore. Abbi cura di te e non arrenderti mai.

Radish

Ma chi è Kwaldarik?” 
“Che? Ti manda da quello?! Accidenti, devi stare attento! Quello è molto severo…se fossi al tuo posto non ci andrei!”
Gohan deglutì: “È davvero così terribile?” 
“Credimi. E io devo saperne! In fondo sono io che devo curare quelli che non riescono a seguire i suoi allenamenti” 
Gohan rimasse di stucco: allora esiste qualche allenatore più severo di suo zio? Riguardò il foglio e quasi era tentato di buttarlo via e di farsi un bel mese di tranquillità. Ma cosa avrebbe detto Radish al suo ritorno? Ne sarebbe rimasto sicuramente molto deluso…il solo pensiero della reazione lo fece rabbrividire. E poi quella frase: “Se Vegeta crederà che tu sia solo d’impiccio, ti eliminerà” Che fosse vera?
Con un coraggio sorprendente rispose: “Bene…Non credo di avere tante di possibilità di scelta…Ci andrò domani…” 
“Ne sei sicuro? Sei pazzo…D’altronde è tipico delle razza Saiyan” 
Gohan annuì: “Beh, ci vediamo…” 
“Sicuramente…” 

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Capitolo 4
*** Kwaldarik ***


Fu la prima volta che dovette dormire tutto solo nella cabina che aveva finora occupato con suo zio.
Era sdraiato sul letto inferiore -non osava prendere il letto superiore di Radish- e non riusciva ad addormentarsi.
Appena chiusi gli occhi vide davanti a sé il paesaggio di casa sua e ogni volta doveva lottare contro le lacrime.
E se per una volta non ci pensava i suoi pensieri giravano intorno all’allenamento dell’indomani e che cosa poteva capitargli.
A notte fonda finalmente si addormentò. 

La sveglia lo spaventò non poco, i pensieri al giorno odierno scacciavano brutalmente anche i pochi resti del calore del sonno.
Sinceramente aveva una paura matta e gli ostava una forza mentale enorme di scendere dal letto e di iniziare la giornata, il foglietto di suo zio lo aspettava vicino al letto.
Gohan lo fissò e s’immaginò Radish che lo scriveva.
Non aveva dovuto farlo, anzi, sarebbe stato comprensibile se non gli avesse importato nulla di cosa facesse in sua assenza, ma non era così e questo non poteva ignorarlo.
 
Si mise i vestiti e si lavò la faccia per poi mettersi in cammino verso la palestra C, là dove era questo Kwaldarik a comandare. Già sulla strada d’andata si sentiva addosso gli sguardi degli altri soldati, che lo fissavano con aria minacciosa.
Tutti lo conoscevano come “la piccola scimmia”
 
Un essere simile a un insetto sbarrò la via al moccioso davanti all’entrata della palestra C e lo fissò con aria disgustata.
“Cosa vuoi, verme?”
Gohan deglutì a fatica e cercò di rassicurarsi.
“Voglio vedere Kwaldarik”
 
“Che? Che scherzo di cattivo gusto! Torna a casa dalla mamma, insetto!” lo derideva facendo vibrare le lunghe antenne sulla sua testa verdastra. 
“Non sto scherzando. Lasciami passare!”
Gohan cominciò ad arrabbiarsi, odiava di essere trattato così. Ma l’uomo insetto non si fece intimorire dalla sua espressione arrabbiata e continuava a ridere ancora più forte, il che irritò il bambino ancora di più.
La sua risata venne interrotta da un gemito di dolore, provocato da un calcio di Gohan alla sua gamba.
Sopra la sua caviglia si formò presto un ampio ematoma.
 
“Ahia! Maledetto scarafaggio! Come ti permetti? Bene, lo hai voluto tu! Macché Kwaldarik…ti faccio fuori io!” gridò. Gohan deglutì sentendosi addosso lo spirito combattivo dell’avversario e si mise in posizione di difesa.
Non mostrare la tua paura…i due si osservavano in attesa di un movimento dell’altro, quando risuonò una voce possente.
 
“Zarakish! Cosa stai facendo?! Non sprecare le tue energie! Hai un esame, ricordi?” 
L’accusato si spaventò e fissò con i suoi quattro occhi la persona che era comparsa dal nulla.
“Sì…Signor Kwaldarik! Lei è già qua?”
 
Ora anche Gohan alzò lo sguardo vedendo davanti a se un uomo alto e muscoloso con cappelli blu che erano sparati indietro e con una pelle liscia e azzurra, sopra gli occhi privi di sopraciglia crescevano delle piccole corna, anche loro piegate indietro.
Portava un’armatura blu e sembrava essere piuttosto forte.
 
“Forza, entra!” sbuffò indicando con il pollice la porta accanto; il suo discepolo s’inchinò e obbedì subito.
Solo ora il soldato sembrava di aver visto il bambino davanti a sé e lo esaminò velocemente.
 
“E tu cosa vuoi?” 
Ancora una volta Gohan deglutì, si sforzò di seguire la tentazione di scappare o di indietreggiare per aumentare la distanza fra lui e il guerriero.
Stava solo a un metro di distanza facendolo sembrare alto come una montagna. Dopo cinque secondi di silenzio e senza una risposta alla sua domanda il soldato si voltò e volle andarsene; allora finalmente Gohan si liberò dalla paura e cominciò:
 
“Lei allora è Kwladarik? Mi manda Radish…Vuole che mi alleni” 
Questa affermazione fu abbastanza interessante da fermare il cammino del guerriero e da farlo voltare. 
“Allora sei tu il piccolo Saiyan di cui ho sentito parlare tanto? Il fardello di Radish?” 
“Beh sì…” rispose il bambino mostrando la lettera di suo zio. Kwaldarik lo prese e lo lesse velocemente. 
“Tsk…o è impazzito o ha molta fiducia nelle tue possibilità…lo sai che sono molto severo? Va bene…se ci tieni tanto vieni dentro per provare. Come ti chiami e quanti anni hai?” 
“Il mio nome è Son Gohan…no, solo Gohan. Ho sei anni e mezzo” 
“Gohan…vediamo se e come riuscirai a resistere per questa giornata” sorrise Kwaldarik in modo poco rallegrante, ma questo Gohan non lo poté vedere perché quegli gli aveva voltato le spalle.
 

ANGOLO AUTRICE:

Scusate se non è molto lungo ma non mi sono venute altre idee...comunque riguardo alla storia sono adata avanti con un po' di anni...Gohan si è allenato per due anni con Radish, prima di essere mandato da Kwaldarik...comunque fatemi sapere che ne pensate e se avete suggerimenti per migliorare la storia...

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Capitolo 5
*** rosso sangue ***


La palestra si estendeva su varie stanze ampie eccellentemente attrezzate.
Al momento solo dieci cadetti si allenavano in vari modi, ma tutti interruppero la loro attività vendendo entrare Kwaldarik e il nuovo arrivato: tutti si alzarono velocemente e lo salutarono con rispetto.
Il comandante presentò Gohan:
 
“Questo è Gohan…ci farà compagnia per un po’…Spero che lo accetterete presto…a proposito: lui è un Saiyan!” 
Alcuni cadetti iniziarono a bisbigliare tra di loro, Gohan abbassò lo sguardo mostrando la propria insicurezza. 

 

L’allenamento iniziò come sempre con esercizi di riscaldamento, prima di accelerare il passo.
Due cadetti combattevano tra di loro cercando di prevedere le mosse avversarie piuttosto di colpirsi veramente.
Purtroppo l’avversario di Gohan non aveva nessuna intenzione di rispettare questa regola.
Come novellino tutti lo ritenevano solo spazzatura, era l’ultimo di rango e questo Gohan lo sapeva bene.
Era un umanoide con tratti rettiliani, di piccola statura e molto magro, ma in compenso le sue unghia e i suoi denti erano affilati come lame.
 
“Kekekekeh…piccolo mio…spero che mi farai divertire!” rise facendo brillare i suoi denti nella sua bocca.
Gohan cominciò a sudare freddo, si immaginò come questi denti si conficcassero nella sua pelle.
 
Appena dato il via il rettiliano saltò verso Gohan spazzando con la mano destra sopra il petto del bambino che all’ultimo istante con un salto si era messo al riparo. 
“Niente male, pulce…la prossima volta mi impegnerò di più!” 
Il piccolo Saiyan poco dopo si accorse che quell’attacco aveva lasciato quattro strappi sulla sua maglietta; al di sotto anche la sua pelle era stata graffiata da una lama affilata come un bisturi.
Ma non aveva il tempo per pensarci, l’avversario si lanciò di nuova all’attacco. Veloce come il vento volavano gli artigli facendo vibrare l’aria, Gohan faticò non poco per evitarli. Stava per farsi prendere dal panico quando ad un tratto sentì un dolore acuto e bruciante sulla guancia destra. Toccandosi la faccia con le dita lo vide macchiato del suo sangue.
Aveva subito un taglio lungo e fine, dalla tempia attraverso la guancia fino quasi a mento.
Due centimetri più in alto e lo avrebbe accecato.
 
“Allora? Continuiamo?” 
Gohan cominciò a tremare quando capì che l’avversario voleva ferirlo di proposito e fece alcuni passi all’indietro. 
“No…lasciami…Lasciami in pace!” 
Ma lui non ci pensò neanche.
Il rettiliano si leccò l’artiglio rosso di sangue e fece un grande passo verso il bambino.
Come gli piaceva la faccia impaurita di Gohan…un Saiyan!
Lo eccitò la visone di un Saiyan che tremava di paura dinnanzi a lui…tutti lo avrebbero invidiato!
 
“Kekekeh! Forza, facciamo sul serio, scimmiotto?” 
Senza badare ai rischi si avventò sul avversario impaurito puntando la sua gola, la le sua artiglia fendevano solo l’aria.
Prima che potesse reagire, Gohan era saltato in alto e lo colpì con tutta la sua forza con una ginocchiata al mento.
Già vacillò, ma Gohan lo colpì di nuovo con alcuni pugni prima di atterrare. Sorpreso notò che il suo avversario non si mosse più e cadde a terra come sacco di patate.
Sangue bluastro uscì da bocca e naso, alcuni denti erano frantumati.
 
“Ma che? Che è successo? Sono stato io?” 
Ad un tratto si ritrovò al centro dell’ attenzione, gli altri cadetti lo osservarono esterrefatti e increduli e cominciarono e bisbigliare. 
“Hai visto? Kapeikan ha perso! Contro quel moccioso, Impossibile! Quello gioca sporco, te lo dico!” 
L’unico che si mosse fu Kaldarik, prima osservò Gohan per poi esaminare con sguardo esperto l’altro cadetto a terra.
Capì subito che non erano ferite letali e si limitò a chiamare il medico d’urgenza. Intanto Gohan non si mosse di un millimetro, stava fermo come un albero e fissava il suo avversario davanti a se.
Kwladarik dedusse che per lui era stata la prima volta che avesse ferito qualcuno in modo grave.
Nonostante ciò -o meglio per questo- era stata una azione notevole.
 
Purtroppo era l’unico che provava ammirazione per il piccolo Saiyan, tutti gli altri nutrirono nient’altro che rabbia e disgusto nei suoi confronti.
Zarakish, si fece avanti e lo prese per la maglietta.
 
“Come ti permetti, dannato? Non pensare che qualcuno si lasci intimorire! Ti avverto, ce la pagherai molto cara!” 
“Lasciami…mi dispiace! Mi dispiace, non volevo!” gridò Gohan. 
“Oh, ti dispiace…allora mi dispiace anche di questo!” 
Con queste parole di scherno tirò un pugno a Gohan che affondò nel suo stomaco, poi lo lasciò cadere a terra come un sasso.
Il bambino tossì e rantolò, ma senza pietà il soldato gli diede ancora un calcio nell’addome prima di lasciar perdere.
 
“Credo che ora lo abbia capito” 
Gohan tossiva soffocato, a fatica alzò la testa osservando tra le lacrime l’uomo insetto come si allontanò ridendo.
Era chiaro come la luce che quello scatto d’ira aveva ben poco a che fare con la sconfitta del compagno, quello era stato solo pretesto per poterlo menare senza venir fermato da Kwaldarik.
Poi tutto divenne nero.
 

 

ANGOLO AUTRICE:

Ecco a voi un altro capitolo...ammetto che non sono riuscita ad allungarlo ma qui avviene una cosa che sconvolge il tutto...Gohan ha avviavo un processo per essere un vero Saiyan...

Mi raccomando recensite e fatemi sapere cosa vi è piaciuto e cosa non va bene. Sarò davvero contenta di rispondere e seguire i vostri consigli.

Vorrei ringraziare però coloro che hanno seguito questa storia dall'inizio e mi hanno, con i loro preziosi consigli, aiutata a migliorare:

Un grazie speciale a

franceschina12

marcozoui

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Capitolo 6
*** risveglio ***


Quando Gohan si risvegliò era sdraiato su un lettino dell’infermeria, accanto a lui di nuovo il medico di sempre.
Lamentava ancora un leggero dolore all’addome, ma a parte quello si sentiva di nuovo bene.
 
“Quanto ho dormito?” chiese ancora mezzo addormentato, ma venne interrotto dal medico. 
“Hai dormito per quattro ore…te lo avevo detto che ci saremmo rivisti” disse lui sospirando mentre metteva al suo posto uno strumento “Hai avuto due costole rotte e un piccolo pneumotorace a destra”
“Che? Non capisco…ma…come sta l’altro?”
 
“Gli hai rotto la mascella e la base del cranio…hai più forza di che quanto si possa credere…Non preoccuparti, si rimetterà presto” 
Gohan fece un bel sospiro di sollievo e si sedette sul letto.

Ma lei come si chiama?” 
“Mi chiamo Mao Toribala La…ma tutti mi chiamano Dottor Mao” 

Gli altri cadetti avevano già scommesso che il giorno successivo il piccolo Saiyan non avrebbe avuto il coraggio di rifarsi vivo, ma si sbagliarono.
Puntuale, egli si presentò davanti alla palestra ed entrò con aria decisa.
Tutti lo fissarono, alcuni con curiosità, altri con odio aperto e pesante.
 
Al momento degli esercizi a due, stranamente tanti volevano combattere contro di lui; naturalmente questo non poteva rimanere nascosto al comandante.
Ma finche poteva fermare tutto in caso di estremo pericolo li lasciava fare, era curioso di rivedere quella strana forza come il giorno prima.
 
Per tutta la settimana era quasi sempre Gohan quello che per primo doveva essere portato in infermeria, picchiato a sangue dagli altri.
E se per caso il primo avversario non era riuscito a metterlo al tappeto un sostituto aspettava già impaziente.
Giorno dopo giorno gli unici progressi erano quelli che ogni volta Gohan durava 10-15 minuti di più.
Ma non riuscivano mai a farlo rinunciare, ogni volta ritornò alla palestra e accolse le sfide.
Per questo finì per qualcuno di volar farla finita una volta per tutte.
 
“Non può andare avanti così…quel bastardo non vuole capire che non lo vogliamo qui!” sbuffò un cadetto con dentiera da leone. 
“Hai ragione…casi estremi, estremi rimedi” annuì Zarakish. 

 

Era l’alba del dodicesimo giorno dell’allenamento di Gohan sotto Kwaldarik, mancavano ancora trenta minuti fino all’inizio, ma stavolta la palestra era tutt’altro che vuota.
Nove cadetti si erano riuniti e sembrava che stessero aspettando qualcuno.
Il loro bersaglio era chiaramente il piccolo Saiyan, che aveva l’abitudine di arrivare sempre con venti minuti in anticipo.
 
Puntualmente la porta si aprì e Gohan entrò come sempre, cominciando con gli esercizi di riscaldamento. Un rumore improvviso lo fece girare di scatto e si spaventò: davanti a lui si presentò Kepaikan e con lui quasi metà dei cadetti del suo gruppo. 
“Kepaikan…cosa ci fai tu qua a quest’ora?” 
Lui sorrise cupamente facendo brillare di nuovo i suoi denti, Gohan si rese conto che si trovava in grossi guai.
Anche gli altri non ne erano da meno, tutto aggressivi e assetati di sangue.
 
“Scimmiotto…dobbiamo parlare! Vieni qua un attimo…” 

Kwaldarik guardò di nuovo l’orologio mentre girava gli angoli della base, odiava essere in ritardo, ma il suo comandante lo aveva trattenuto per troppo tempo.
Con passo veloce corse tra i corridoi fino arrivare alla sua area.
L’orologio gli segnalò un ritardo di dieci minuti, quando aprì la porta.
Cosa vide in quel momento lo fece rabbrividire.
 
Davanti a lui giacevano i corpi di metà dei suoi allievi, quasi tutti privi di sensi e immobili, tre gemevano per il dolore.
L’odore del sangue pizzicò il suo naso.
Il pavimento era ricoperto di sangue in veri colori persino sulle pareti erano visibili schizzi di sangue.
Una figura stava retta in mezzo, voltata di spalle; si girò lentamente verso il glaciano.
 
“Come…tu? Non dirmi che…tu?”
Riconobbe Gohan, sembrava un’altra persona.
Gli stessi cappelli, lo stesso copro, ma i lineamenti erano completamente diversi. Occhi freddi e un sorriso malvagio su una faccia macchiata da sangue.
Non si mosse, solo la sua coda scodinzolò agitata.
Anche l’esperto guerriero si ricordò solo di una scena simile, più di dieci anni fa, quando Vegeta per alcuni mesi era stato un suo allievo.
Ora Gohan sembrava suo fratello minore.
Incurante lasciò cadere il braccio di un cadetto ferito con cui lo teneva fermo per poi ucciderlo con un raggio energetico.
Ancora insoddisfatto, girò intorno e si accorse che altri due erano ancora vivi. Volava occuparsi di loro, quando venne fermato dalla presa ferrea di Kwaldrik.
 
“Basta! Hai vinto! Calmati!” 
Gohan lo fissò con uno sguardo feroce, per un attimo sembrò persino tentato di attaccare anche lui, ma poi i suoi muscoli si rilassarono e lasciò cadere il braccio. Senza preavviso crollò; solo ora Kwladarik si accorse della profonda ferita sulla sua fronte che sanguinava.
Si prese il bambino sotto braccio e lo portò in infermeria senza pronunciare parola, dopodiché dovette pensare a ripulire i segni del massacro.
Gohan aveva ucciso sette cadetti e ferito gravemente altri due.
 

Dottor Mao non poteva credere ai propri occhi: quel bambino buono e simpatico ha sterminato metà del gruppo?
La cosa sorprese anche il glaciano…due aspettarono in silenzio davanti alla capsula di rigenerazione finché il giovane Saiyan si svegliò.
Ma come sarà?
Sarà ancora il vecchio Gohan oppure quella nuova personalità era destinata a persistere?
 
Dopo due ore gli strumenti davano il segno di terminata procedura. 
“Allora vediamo…” sospirò Mao.
L’acqua verdastra sgorgò uscendo dalla capsula, che si aprì dopo.
Gohan stava in piedi nudo, la sua coda avvolta intorno alla vita.
“Gohan? Come ti senti?”
 
Mao sorrise nella speranza di vederlo ricambiare tale gesto, ma rimase deluso quando vide i suoi occhi.
Erano ancora freddi e glaciali come prima, per la prima volta Mao si rese contro che Gohan era un Saiyan, ora più che mai.
E gli venne naturale trattarlo come tale.
 
“La rigenerazione è terminata. Spero che lei sia soddisfatto” 
Gohan lo fissò per un momento per poi rivolgersi a Kwaldarik.
“Era colpa loro. Mi volevano uccidere”
 
“Mi hai sorpreso” disse il glaciano, nascondendo la sua vera sorpresa “La tua forza combattiva aveva raggiunto un livello massimo di 4.000…niente male. Direi che non ti serve più il mio allenamento, potresti cominciare una vita da soldato” 
Gohan scosse la testa
“Tu sei molto più forte di me. Voglio combattere contro dei te!”
 
“Va bene…sarebbe un onore…ti potrei insegnare delle belle tecniche”

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Capitolo 7
*** il ritorno dei compagni ***


Sette giorni prima della data prevista i tre Saiyan tornarono dalla loro missione sul pianeta Tayara. Vegeta era come sempre rimasto incolume, mentre questo non ci si poteva dire su Nappa e Radish. Non per niente quella missione aveva portato l’etichetta “Livello A” perché i suoi abitanti erano forti. Molti di loro avrebbero potuto far parte dell’esercito di Freezer come guerrieri coraggiosi e audaci, se non si fossero comportati in quel modo ostile verso l’imperatore. Ora avevano dovuto pagarne il conto, dei milioni di Tayarani ora non ne sono rimasti neanche cento, e questi erano condannati alla schiavitù. 
“Finalmente di ritorno…ho fame” brontolò Nappa, mentre scese alla sua capsula spaziale. Era sporco di fango e ricoperto di ferite superficiali, ma non se ne curò, lo stomaco aveva la priorità. Vegeta lo attendeva già impaziente, retto come se avesse inghiottito un’asta. 
“Sbrigati! Dov’è Radish?” 
Quello faticò di più per uscire dalla sua navicella, Radish aveva subito le ferite più gravi.
“Eccomi, Vegeta…” rispose a fatica e lo salutò.
 
Vegeta si girò di scatto e s’incamminò verso la base,Nappa lo seguì a ruota fedelmente. Radish sospirò e cadde in ginocchio, il suo sangue sgocciolò sul pavimento. Dopo una breve pausa si alzò e andò verso l’infermeria. 
Dottor Mao lo attese già, ma non era l’unico paziente: il saiyan vide chi stava uscendo la una capsula di rigenerazione, era Kwaldarik. 
“Ma che ti è successo, Kwal?” voleva sapere. 
“Tsk…tuo nipote è un fenomeno…” 
Di più Radish non riuscì a sentire, perché Mao stava chiudendo la capsula di rigenerazione intorno a lui mandandolo nel mondo dei sogni. 
Kwaldarik si mise la sua divisa e lasciò l’infermeria, se Radish era tornato anche gli altri Saiyan devono arrivati. Finalmente poteva consegnarli Gohan -non è che gli stava antipatico, ma la sua forza stava cominciando a preoccuparlo-
Trovò i due Saiyan nella mensa grande e stavano riempiendo i loro stomachi. Ma prima visitò la sua palestra, dove Gohan si stava ancora allenando, per prenderlo con sé.
 
“Gohan! I tuoi compagni sono tornati! Ti porto da loro!” 
Il bambino si alzò e lo guardò “Sono in anticipo” 
Nei suoi occhi era tornata una parte del vecchio Gohan, ma lo sguardo del guerriero era ancora visibile. Quello era stato più volte il freno salvatore per Kwaldarik.
Gohan si mise un vestito pulito e lo seguì verso la mensa. Dopo l’episodio di dieci giorni fa la gente tralasciò provocazioni e conservò sempre una distanza di sicurezza. Anche se non lo mostrava, a Gohan piaceva essere rispettato, finalmente lo lasciavano in pace.
 
Vegeta riconobbe il glaciano subito, Nappa seguì il suo sguardo sorpreso. La sua sorpresa aumentò quando videro che non era solo, insieme a lui c’era anche Gohan. E quei due puntarono verso di loro. 
“Kwaldarik…a cosa devo la tua vista?” chiese Vegeta con un sorriso sulle labbra. Nappa non lo riconobbe, la sua attenzione era rivolta al bambino. 
“Vegeta…durante la vostra assenza mi sono occupato del bambino. Dato che siete tornati vorrei riconsegnarvelo. Si è tenuto bene” 
I due guerrieri esaminarono Gohan, Vegeta si accorse subito dello sguardo cambiato e dei muscoli aumentati. La sua sorpresa si manifestò in un breve battito di ciglia. 
“Uhm…sembra che hai fatto un buon lavoro…Bene. Puoi andare” 
Con questo la conversazione era terminata, il glaciano s’inchinò e si girò per andarsene. Gohan era rimasto da solo e non osò muoversi troppo. Nonostante la sua nuova forza e determinazione sentì istintivamente che la forza di Vegeta era molto superiore. Con Nappa era diverso, stavolta uno scontro sarebbe finito in un altro modo. 
“Vieni qua, mezzosangue! Forza!” lo incitò Nappa e lo invitò a tavolo dato che era libera una terza sedia. Prima di muoversi Gohan guardò Vegeta che stava bevendo qualcosa; dato che non alzava obiezioni si sedette. Ora i tre erano seduti intorno a un unico tavolo, ma una normale conversazione era impensabile. Gohan, impaurito, fissò il tavolo, solo per pochi attimi osò guardare in faccia i Saiyan. Passarono alcuni minuti, poi Vegeta sospirò e attivò il suo rilevatore. Apprese il valore, ma restò in silenzio. 
“Vuoi venire con noi per la prossima missione, piccolo? Sarà divertente!” chiese Nappa ridendo. 
Gohan lo guardò e annuì. 
“Cos’era questo? Una risposta? Parla chiaro!” 
“Sì…se mi volete…” rispose piano. 
“Un po’ di grinta, prego! Allora saremo di nuovo in quattro! Che ne dici, Vegeta?” 
Quello scosse le spalle “Perché no…ma chiamarlo Saiyan…è solo un mezzosangue! Piuttosto finisci il tuo pasto, dobbiamo ancora consegnare il rapporto a Freezer.” 
“Acc…è vero! Cavolo, come odio queste cose” brontolò Nappa e svuotò il suo piatto. I due si alzarono, Gohan li imitò. 
“Ehm…voi ora andate da Freezer?” chiese. Ne aveva sentito parlare, ma mai visto di persona. L’unica cosa che sapeva è che tutti lo temevano. 
“Sì! E cerca di comportarti bene! Ti vuole conoscere” 
“Chi? Me?” 
Gohan rincorse i due adulti, ora sì che era agitato, aveva il cuore in gola.

 

Ho superato me stessa...ho scritto due capitoli in un giorno. Magari potessi farlo sempre...ma l'ispirazione va e viene...comunque ringrazio ancora tutti coloro che leggono le mie storie e mi danno consigli per migliorare...perché senza di loro non sarei nulla.

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Capitolo 8
*** Freezer ***


Arrivò in un area della base che finora aveva visto solo dal basso, su una torre erano situati gli uffici privati di Freezer.
E proprio quelli erano la loro meta.
Arrivarono davanti a un portone che era sorvegliata da due soldati mostruosi e cupi.
Fermarono subito i tre Saiyan ostacolando la via.
 
“Fermi! Non potete passare!” 
Vegeta ringhiò seccato e prese uno dei due all’avambraccio. 
“Senti. Sai chi siamo? Tu ora entri e annunci il nostro arrivo a Freezer!” sbuffò impaziente. 
L’altro soldato prese Vegeta alla spalla, ma prese anche lui al braccio e strinse la presa finché gli scricchiolavano le ossa. 
“Allora? Obbedite, forza!” 
“Abbiamo l’ordine di non far passare nessuno…Ordine di Freezer! Ahia!” 
Poco mancava che Vegeta sfogasse la sua rabbia, quando sentì una voce strana provenire da un altoparlante. 
“Vegeta, mio prode! Sei già tornato? Vieni, entra!” 
“Grazie, Freezer” 
La porta si aprì e i tre guerrieri entrarono.
La stanza era immersa in un buio che a malapena permetteva di riconoscerne l’arredamento.
Regnavano toni violacei e grigi e tutto testimoniò di gusti opulenti.
In mezzo stava in piedi un essere piccolo e magri con una lunga coda e con due corna neri lateralmente sulla testa, che rivolse la schiena ai visitatori.
Alla sua destra e sinistra erano altri presenti due esseri, uno sembrò essere un essere umano molto attraente ed alto, con capelli e carnagione verde, l’altro invece era un tizio antipanico grasso con la pelle da ranocchio rosa.
 
“Allora, Vegeta…ho sentito che avevi dei problemi su Tayarasei? E poi dov’è Radish?” iniziò Freezer senza voltarsi.
Questa mancanza di rispetto irritò il principe ma poté ancora controllarsi.
I tre guerrieri si inchinarono e Vegeta iniziò:
 
“Purtroppo questo corrisponde a realtà, Freezer. Gli abitanti del pianeta si erano rivelati più tenaci del previsto” 
“Vuoi dire che gli invincibili Saiyan hanno fatto male i conti?” interruppe Dodoria bruscamente e sorrise.
I due Saiyan adulti lo fissarono arrabbiati, il che lo fece divertire ancora di più.
 
“Lasciali in pace, Dodoria…infondo si sono dati da fare” affermò Zarbon.
Ma il suo sguardo era in contraddizione con le sue parole, brillarono di disgusto e odio per questi scimmioni “Ma hai ragione…noi due avremmo conquistato quel pianeta in neanche una settimana”
Questa provocazione aveva l’effetto desiderato, ma solo in Nappa era visibile la irritazione, Vegeta continuò a controllarsi, seppur a malapena.
La risata di scherno dei due venne interrotto quando Freezer finalmente si girò, il suo sguardo era rivolto chiaramente sul piccolo Saiyan dietro alle spalle di Vegeta e Nappa.
Gohan si irrigidì quando sentì il peso del suo sguardo essere posto su di lui.
 
“Guarda chi abbiamo come nuovo amico…Tu sei Saiyan, vero? Come ti chiami?” 
Gohan deglutì e alzò il capo.
“Mi chiamo Gohan”
 
Freezer sorrise sdolcinato, galleggiò qualche centimetro sopra il pavimento e volò tra i due Saiyan per atterrare davanti il bambino. 
“Gohan…non è un nome tipico Saiyan, ma mi piace…Lavorerai per me?” 
Quella domanda lasciò spazio solo per un’unica risposta e Gohan la diede. “Certamente” 
Di nuovo quel sorriso irritante.
Freezer s’inchinò accarezzando la testa di Gohan passando tra i suoi capelli neri che erano ormai cresciuti di qualche centimetro.
“Se farai come ti dico avrai una bella vita. Non dimenticarlo. O vuoi finire come quelli del pianeta Tayara?”
 
“No, Signore. Capisco…” 
Con questo la conversazione terminò e i tre Saiyan lasciarono la stanza per avviarsi verso le proprie camere.
Non si curarono molto del loro compagno ferito, solo Gohan gli fece vista in infermeria, ma suo zio dormiva ancora.
Fu subito dopo che il sole principale era sorto -quel pianeta ne aveva tre- quando dottor Mao aprì la capsula di rigenerazione di Radish.
La cura era durata un’ ora in più del previsto, ma era perfettamente guarito.
 
“Come se l’è cavata Gohan? Come sta?” furono le sue prime parole mentre si asciugava. 
“Direi bene…ma…secondo me è un peccato…è cambiato molto…” 
“In che senso?”
Il medico sospirò
“Mamma mia, che scena…alcuni cadetti gli hanno teso una trappola e volevano ucciderlo, ma lui gli ha sconfitti tutti e ne ha ammazzato ben sette! Gli sta ribollendo il sangue Saiyan!”
 
“Incredibile! Allora era questo che intendeva Kwaldarik…bene, allora fra poco potrà venire a combattere con noi!” disse Radish. 
“Eh sì…temevo che lei dicesse una cosa del genere…A proposito, anche lei è migliorato molto! Vedo che secondo i sensori la sua forza combattiva ha raggiunto ben 2.800 punti! Complimenti!”
Radish annuì soddisfatto e si mise la sua nuova armatura, quella vecchia era in uno stato pietoso.
Se le cose stanno così, forse suo nipote ce la farà a sopravvivere.



ANGOLO AUTRICE:

Ecco un nuovo capitolo...ora che sono in vacanza ho molto più tempo e quindi aggiornerò più spesso...spero vi sia piaciuto... se avete qualche consiglio o, semplicemente, dirmi che ne pensate del capitolo o della storia in sé, lasciatemi una recensione!

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Capitolo 9
*** Goku ***


La navicella di Goku avrebbe raggiunto il sistema solare in meno di dieci minuti. Il pilota era seduto ancora nella sua poltrona e osservò quello che gli venne mostrato sullo schiero principale. 
“Ma perché qua è così buio? Nello spazio è forse notte?” 
Bulma aveva calcolato in anteprima una rotta che seguiva quella di suo fratello, almeno fino a dove era stato possibile farlo. Come promesso il computer di bordo aveva a disposizione tutti i dati immagazzinati nella capsula Saiyan e dalla agenzia spaziale terrestre,Goku poté così informarsi sui pianeti che avrebbe visto. Cercando trovò anche molti dati riguardo ai Saiyan e il pianeta Vegeta. I dati erano vecchi ma sempre meglio di niente. Ma le cose che raccontavano non gli piacevano molto e gli confermavano il suo modo di pensare su di loro. 
“…fu così che cominciò la grande guerra tra i Tsufuru e i Saiyan…dall’era 720 fino all’era 732…i Tsufuru vennero sterminati definitivamente e i Saiyan fondarono l’Impero Saiyan e ribattezzarono il pianeta “Vegeta” in onore del guerriero più forte e comandante delle truppe” lesse Goku con una smorfia di disgusto “E questi sarebbero i miei fratelli di sangue?!” 
Continuò a leggere: “Freezer fissò un contratto con i Saiyan…era 733…i Saiyan cominciarono a lavorare come mercenari per Freezer in cambio di soldi e tecnologie…ma chi è?” 
Per un primo momento bastò. Le cose più importanti le aveva saputo,come la gravità elevata del pianeta Vegeta, l’idea dell’allenamento a 10G era stata un colpo di genio. Lo sguardo di Goku cadde su una lista di guerrieri importanti, il suo interesse venne catturato da un uomo che gli somigliava in modo incredibile. Radish non aveva notato che somigliava a suo padre? Sotto la foto era riportato il nome dell’uomo: Bardack dalla stirpe Kombar. Era forse lui suo padre? E sua madre? Cercò un indizio su di lei, ma non trovò niente, sulla lista trovò solo tre donne guerriere, era una di loro? Si fermò su una foto di una donna con lunghi capelli neri, quasi come quelli di Radish…si chiamava Sharoth…era lei? 
“Bah, lasciamo perdere…tanto sono morti…meglio che mi alleni” disse Goku, e si alzò per riscaldare i propri muscoli. Poi accese il generatore gravitazionale e mise una gravità di 15 G. 

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Capitolo 10
*** il valore dei soldi ***


Dopo sette lunghi giorni Goku raggiunse il primo pianeta sulla lista. Nel frattempo aveva aumentato la gravità fino a 25 G. Decise di atterrare su questo pianeta se era possibile, il computer li identificò come “Zyorusei”, classe M, fertile, abitanti di classe D, civiltà classe C… ma il pianeta che Goku vide sullo schermo era solo un deserto immenso. 
“Ehm…ma sicuri che siamo nel posto giusto? Questo sarebbe un pianeta fertile?” si chiese Goku mentre diresse la navicelle in un’orbita bassa. Ma anche visto da vicino non vide niente di interessante, allora decise di atterrare. Dopo la settimana rinchiuso nella navicella aveva troppa voglia di provare i suoi progressi e le sue tecniche d’energia. Ancora meglio se non doveva star attento di distruggere per sbaglio una città… 
Atterrato sulla superficie notò con dispiacere di essere atterrato in una città in completa rovina, tutta distrutta e rasa al suolo già da molto tempo. Subito pensò ai Saiyan, anche se con vide nessun indizio concreto verso i suoi simili. Il suo viso si rabbuiò ancora di più quando vide ai suoi piedi innumerevoli scheletri imbianchiti degli abitanti del pianeta, adulti e bambini. Un’ improvvisa bufera di sabbia lo sommerse facendo bruciare gli occhi e i polmoni per la siccità; Goku decise di lasciar perdere e di continuare il suo volo. 
Dopo altri quattro giorni di volo raggiunse il pianeta successivo. Stavolta ebbe più fortuna: quel corpo celeste fu sempre stato disabitato e somigliava alla Terra di un miliardo d’anni prima. Era popolato da una vegetazione primitiva ed animali preistorici; Goku rimase lì per una settimana ad allenarsi su quel terreno aperto. Sapeva di dover imparare a controllare le sue nuove capacità se avesse dovuto combattere sul serio. Ci volle il suo tempo, ma poi le fatiche furono ripagate e si sentì forte e preparato. Il viaggio continuò. 
Purtroppo questo era stato un’eccezione, i successivi tre pianeti erano di nuovo in uno stato pietoso seppur abitati. Nessun indizio sui Saiyan. Il settimo pianeta era stato evidenziato come “importante” persino sulla sua vecchia mappa stellare e sembrò di essere ancora in buone condizioni. Portava il nome “Byakkusei” oppure “Freezer 12”. Goku si ricordò di quel nome e si meravigliò: ma è lo stesso Freezer di Vegeta? Era ancora vivo? 
Mentre si avvicinava venne chiamato dalla superficie: “Nave spaziale sconosciuta! Preghiamo di identificarsi!” 
“Acc…! Ma cosa faccio ora? Dov’è il bottone per rispondere…” brontolò Goku, finalmente lo trovò “Ehm…qua è…Son Goku! Attendo permesso di atterraggio per una navetta monoposto!” 
Non gli era venuto in mente niente di meglio, per un momento ci fu la tentazione di presentarsi con il nome Karoth, ma l’abitudine era stata più forte. Comunque sia, la frase sembrò essere stata corretta. 
Atterrò abbastanza lontano da una città enorme. Quando aprì il portone sentì soffiare un vento caldissimo e secco, la gravità era intorno ai 3 G. Nel cielo brillavano due soli; all’orizzonte vide una catena montuosa bianca come il marmo, dall’atra parte era situata la città. Prima di avviarsi si prese lo zaino e ridusse la navetta in capsula. 
Nella città regnava la vita, individui appartenenti a innumerevoli razze passeggiavano nelle strade e nei vicoli stretti. Molti di loro portarono corazze simile a quelle Saiyan. Insomma, c’era da pestarsi i piedi, Goku venne quasi travolto dalla folla, cosicché ben presto si stufò e saltò su un tetto di un edificio alto per osservare tutto dall’alto. 
“Accidenti…quanta gente! Coma farò a trovare i Saiyan tra questa folla?” 
Goku si concentrò per cercare di percepire un’aura famigliare che somigliasse a quella di suo figlio o a suo fratello, ma era un’impresa impossibile. Ben presto cominciò a saltare da un tetto all’altro finché atterrò davanti ad una locanda. Magari chiedendo a qualcuno… Quando Goku entrò nella locanda, tutti gli sguardi erano rivoltati verso di lui ed esaminarono il nuovo arrivato. Al bar erano seduti dei soldati di pessimo umore che portavano un’uniforme, così Goku si sedette vicino a loro. 
“Ehm…scusate…avrei una domanda…” 
Nessuno risposta, anche l’oste lo ignorò. Solo quando Goku chiese di nuovo con più convinzione si lasciò commuovere. 
“Prima paghi, poi si parla” 
“Non ho soldi…” ammise Goku. 
“Allora niente” 
Questo era la fine della conversazione. Goku poté chiamare e gridare quel che voleva, ma d’ora in poi venne ignorato dall’oste. Insistette per un’ora, ma senza nessun risultato, così abbandonò la locanda e si diresse verso un’altra. Almeno aveva imparato a non essere tanto onesto quando si parla del suo patrimonio… 

 

Ciao a tutti...so che probabilmente ce l'avete a morte con me per quel capitolo schifoso di prima e, siccome non riuscirei a dormire con il pensiero di avervi deluso, ho deciso di rinunciare a qualche oretta di sonno e scriverne subitissimo un altro...spero che questo capitolo sia almeno decente per voi...fatemi sapere che ne pensate

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Capitolo 11
*** Ma chi sarebbe questo Freezer? ***


La prossima locanda somigliava moltissimo alla precedente, con grande probabilità era stata opera dello stesso architetto. Si sedette nuovamente vicino al bar e osservò in silenzio la gente, per sembrare misterioso e inquietante. Dopo un po’ chiamò l’oste e chiese senza preamboli: 
“Ehi tu! Conosci la gente, vero?” 
“Certo. Cosa vuoi sapere?” rispose questo subito. 
“Sto cercando qualcuno…magari lo conosci…” 
“Possibile…” 
“Ehi, sta funzionando…” pensò Goku tutto contento e osò fare la domanda principale. 
“Sto cercando un Saiyan…ne conosci qualcuno?” 
A quella domanda gli occhi dell’oste si restrinsero per lo spavento, anche la gente circostante si zittì allestante. 
“Ehm…no…non conosco nessun Saiyan. Mi dispiace.” 
Goku non era mai stato un genio nell’interpretare espressioni altrui, perciò non si accorse che questa risposta era una bugia. Al sentire quella risposta anche gli altri ospiti ricominciarono a parlare come se niente fosse. 
“Peccato. Grazie lo stesso” disse Goku un po’ deluso e lasciò la locanda. Molti occhi lo seguirono incuriositi ed alcuni voce bisbigliarono agitati, mentre tre persone si misero in cammino. Goku proseguiva il suo cammino senza voltarsi, dopo cento metri girò a destra verso una strada stretta, i suoi pedinatori lo segnarono subito. Ma la stradina davanti a loro era vuota, nessuna traccia di Goku. Si guardarono intorno increduli, finché uno di loro ebbe la idea di guardare verso l’alto. Eccolo, Goku stava galleggiando sopra di loro, le braccia incrociate e li osservò con aria sospettosa. 
“Ehilà! Potrei sapere cosa volete da me?” domandò con un sorriso. 
Tutti e tre portavano le armature tipiche, uno di loro doveva essere di rango superiore dato la grande aura che emanava. In confronto a lui gli altri due erano pesci piccoli, anche dato il fatto che con le sue quattro braccia era sicuramente molto veloce nel colpire. Proprio lui doveva essere il capo e come tale ordinò: 
“Vieni giù, amico! Cerchi un Saiyan? Forse posso aiutarti!” 
Goku obbedì e atterrò davanti a loro interessato. I rilevatori si accesero e calcolarono subito la sua forza combattiva. 
“Ma credi davvero che quello vale qualcosa? La sua forza combattiva non mi sembra granché…” disse uno dei due servitori o quel che erano, quando lesse il valore.
“Non preoccuparti…il mio istinto non mi tradisce mai…Ehi, tu! Tu puoi controllare la tua forza combattiva, vero? Io non ti credo, la tua forza non è tutta qua! 2.000 punti sono troppo pochi, vero?”
 
“Allora te ne intendi” rispose Goku sorpreso “Che ne sai tu?” 
“Calma. Ti propongo un affare. Conosci la Coppa Freezer?” 
Goku scosse la testa, quasi volle chiedere se era una cosa da mangiare. 
“È un piccolo torneo… uno dei otto partecipanti si è ritirato e abbiamo bisogno di qualcuno che lo sostituisca. Anch’io parteciperò. Che ne dici?” 
“Un torneo…? Non suona male… ma perché dovrei partecipare? Non sono mica un soldato…” rispose Goku. 
“Non importa. Quello che conta è avere un avversario valido… Purtroppo ormai non c’è più nessuno che ha il fegato di sfidarmi… Se tu mi batti, ti dico tutto quello che so, promesso! E non dimenticarti dei soldi che puoi guadagnare!” 
I suoi due compagni ridacchiavano piano, mentre Goku ci pensò. Sarebbero tre piccioni con una fava: guadagnare soldi, un bel combattimento e forse delle informazioni utili… Infine prese la sua decisione. 
“Va bene! Come ti chiami?” 
“Mi chiamo Mar Khan Shi, comandante della seconda compagnia di questo pianeta, guerriero di rango B. E tu?” 
“Sono Goku. Son Goku.” 
“Bene. Ci troviamo domani alle ore venti davanti alla grande arena. Non deludermi!” 
Goku osservò tutto contento come quei tre si avviarono, ma non tenne conto del buon umore che avevano avuto ad un tratto, pensò solo a quel torneo. Così non si rese conto che qualcuno lo stava pedinando.

 

La sera del giorno dopo Goku lasciò la sua astronave, che aveva collocato la sera prima in un posto lontano e deserto, dopo essersi allenato ancora per qualche oretta. Ritornò in città e si mise in ricerca dell’arena grande: nella folla del labirinto delle strade dovette chiedere più volte la strada, ma poi alla fine lo trovò. 
“Accidenti, ma è gigantesco!” esclamò. Intorno a lui c’erano già moltissimi spettatori, almeno qualche centinaio. Dopo il primo entusiasmo si mise alla ricerca dello sportello per le iscrizioni che trovò quasi all’ultimo minuto. A sua sorpresa trovò suo nome già inserito, dovette solo firmare- Sicuramente questo era opera dello sfidante. 
All’interno dell’arena in stile greco venne scortato dagli altri sette concorrenti, tutti quanti sembrarono essere veramente guerrieri forti e esperti. Mar Khan Shi aveva affermato che non era necessario essere un soldato, ma Goku era l’unico combattente senza un’armatura tipica, lui portò la sua solita tuta arancione. Gli altri esaminarono il novellino con aria di sfiducia. 
“Sei venuto davvero, Son Goku. Bene. Speriamo che di divertiamo!” disse Mar Khan Shi, l’unico soldato presente con capelli versi sparati e gli tenne la mano. 
“Ehm… grazie…” rispose Goku un po’ perplesso. 

Le gare cominciarono mezz’ora dopo: Goku combatté nella terza gara, il suo avversario era un rettile che sconfisse in meno di due minuti senza darsi veramente da fare. Ma già dalla seconda mance si scontrò con un avversario molto più forte. Goku dovette mostrare una parte dei suoi nuovi poteri, così lo batté in cinque minuti dopo una bella gara. 
“Ehehe… lo sapevo che se la cava…” sorrise Mar Khan Shi. “Ma a che razza appartiene…?” 
Come c’era da aspettarsi, Goku e Mar Khan si contesero il titolo di campione sotto gli occhi di quasi mille spettatori. Un coro d’incitamenti per Khan fece tremare l’arena, era chiaro chi era l’eroe locale. Quando Goku mise piede nell’arena gli incitamenti si tramutarono in insulti e proteste verso di lui. Forse era questo il motivo per cui mancavano sempre dei concorrenti…? I due combattenti s’incontrarono al centro dell’arena e si misero in posizione. 
“Ho come la sensazione che questo combattimento mi piacerà… spero che mi costringerai a combattere con tutte le mie forze… vero, Son Goku?” mormorò Mar Khan sicuro di sé. 
“Vedremo. Se lo vuoi sapere finora ho combattuto solo con metà forza…” fu la risposta del Saiyan. 
Appena dato il via i due si saltarono addosso e si colpirono in una turbine di colpi e calci velocissimi. Mar Khan con le sue quattro braccia possenti poté conquistarsi un piccolo vantaggio, mentre Goku si trovò costretto a schivare gli attacchi anziché pararli tutti. Dopo questo primo attacco i due si allontanarono e si studiarono a qualche metro di distanza. 
“Niente male… era da tempo che qualcuno riusciva a schivare tutti miei colpi…” 
“Grazie… ma era anche da tempo che non avevo un avversario con quattro braccia…” sorrise Goku che si ricordò della finale del 22° Tenkaichi Budokai contro Tenshinhan. 
Iniziò il secondo round della gara e nuovamente una marea di colpi piovve addosso ai due avversari, interrotti solo da manovre acrobatiche e contrattacchi mozzafiato. Questa azione durò dieci minuti finché Mar Khan non sparò una serie di piccole sfere energetiche verso Goku che le parò facilmente con le mani. Ma in un momento di distrazione Khan saltò dietro di lui e lo colpì con forza alla schiena. Il colpo lo scaraventò alcuni metri in aria, ma Goku con un movimento degno di una scimmia si girò in aria e lanciò una Kamehameha. Khan la schivò, ma la sfera energetica lo inseguì, cosicché dovette farla esplodere con una sfera sua. Un’esplosione enorme scosse l’arena, Goku ne approfittò, il suo attacco improvviso sorprese Khan che venne mandato a terra da una potente gomitata al mento. 
“Che c’è? Non dirmi che sei già stanco? Sto cominciando a godermelo questo combattimento, tu no?” sorrise Goku sicuro di se. 
Il suo avversario si alzò in piedi e si pulì la faccia dal sangue verde. Sinceramente sorpreso affermò: “Sei veramente in gamba… dimmi, da dove vieni?” 
Finalmente Goku poté rendergli il favore. “Te lo dico se mi batti.” 
Nel frattempo il pubblico era entusiasta della gara che gli venne offerta dai due guerrieri, il combattimento durava ormai da quasi 15 minuti, da record. Khan sorrise e decise mostrare tutta la sua forza, portandola al massimo. Il sorriso di Goku scomparve per un attimo, quando Khan si avventò verso di lui e lo colpì con tutta la forza in faccia, seguito da un altro colpo all’addome. Era già sicuro della vittoria quando volle terminare la gara con un’altro pugno, ma questo venne fermato da un Goku sorridente. Khan sbuffò arrabbiato e fece un salto all’indietro. 
“Maledetto! Ora ti faccio vedere!” 
Dalle quattro mani comparvero altrettante sfere energetiche verdi che unì davanti al petto in un’unica sfera. Goku sentì che l’energia di quella sfera sarebbe stata sufficiente per far saltare in aria tutta l’arena, doveva far qualcosa. 
“Ehi, sei impazzito?! Vuoi forse ucciderci tutti?” gridò e fece un salto in aria. 
“Tetra Green Sprite!” 
Un raggio energetico enorme si avviò verso Goku che volò più in alto, ma il raggio lo inseguì. Prima di causare danni maggiori si fermò e si chiuse in difesa e si lasciò colpire in pieno. L’esplosione accecò tutti, per un momento sembrò tutto finito, ma quando l’aria si schiarì si vide Goku ancora integro, solo i suoi vestiti erano danneggiati. 
“Merda… ma chi diavolo sei?” gridò Khan arrabbiato. 
Goku face una smorfia di disgusto e atterrò. 
“Ma cosa volevi fare?! E se non saltavo? Ma non ne vale la pena!” 
Anche gli spettatori avevano capito che il loro eroe quasi li aveva uccisi senza pensarci due volte e lo commentò con sonori insulti. Goku si rimise in posizione d’attacco e volle terminare questa gara, ne aveva abbastanza. Dopo neanche un minuto lo aveva colpito già varie volte, Khan era ancora sconvolto e infine si arrese. Era terra esausto ed aspettò il colpo finale. 
“Hai vinto. Puoi uccidermi” 
“Non lo farò. Non uccido i miei avversari.” 
Khan lo fissò sconvolto. “Strano…un Saiyan a cui non piace uccidere… un miracolo…” 
Ora era il turno di Goku ad essere sconvolto “Lo sapevi?” 
“Lo sospettavo…ma il tuo stile è molto diverso…come quello di Sedri…”
“Dimmi subito dove sono i Saiyan! Specialmente dov’è uno che si chiama Radish!” ordinò Goku impaziente.
 
Khan sorrise a fatica “Fino a poco fa…hanno avuto una missione su… Tayara…ma ormai avranno finito…saranno tornati da Freezer…” 
“Freezer…? Ma cosa hanno a che fare con lui?” 
“Ma da dove arrivi? Lavorano per lui. Come tutti…obbedisci o muori…” 
Quello fu l’ultimo che emise Khan, poi perse i sensi e dovetti essere portato in infermeria. Goku stava in piedi assorto nei suoi pensieri, solo quando un tizio gli diede il premio si svegliò. Dopodiché lasciò l’arena il più presto possibile, anche se il pubblico gridò il suo nome; tutto questo non gli piaceva. Si rifugiò su un tetto di un grattacielo e sospirò. 
“Uffa…che fatica…non è che ho scoperto tanto…ma almeno non sono più al verde. Ho bisogno di vestiti nuovi e qualcosa da mangiare…domani farò shopping!”

Scusate per il clamoroso ritardo, ma ho avuto un sacco da fare con la scuola -quest'anno ho pure l'esame- e quindi non ho potuto fare di meglio.

spero che il capitolo sia di vostro gradimento...fatemi sapere

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Capitolo 12
*** Sedri ***


La notte su Byakkisei non era tenebrosa, anzi, dato che l’arco di tempo tra il tramonto di un sole e il sorgere del secondo era di sole due ore, non si faceva quasi mai veramente buio. Goku dormì di nuovo nella sua navetta e si svegliò solo dopo mezzogiorno, poi si fece un giretto in città. La vittoria del giorno prima lo aveva reso famoso, alcuni soldati lo salutarono persino sulla strada aperta. Cosi lo fece anche il proprietario di un negozio d’abbigliamento che gli diede gli fece uno sconto enorme, Goku comprò dei pantaloni scuri, una maglietta rossa e una giaccia senza maniche nera. 
“Grazie, Signor Son Goku! Ritorni presto! Grazie!” disse il nano e s’inchinò più volte. 
Goku camminò per le numerose strade, sempre all’erta per non farsi sfuggire un’eventuale aura Saiyan. E sentì qualcosa. Chiunque sia, qualcuno lo stava seguendo, e già da tempo. Non era un’aura aggressiva, ma neanche innocua…Goku cercò di sfuggirle al suo inseguitore facendo giri improvvisi o entrando in vari negozi, ma chiunque fosse non si lasciò distrarre. 
Quel gioco durò fino a sera, anche la santa pazienza di Goku ebbe fine e si fermò in una stradina deserta. 
“Esci fuori! Ma perché mi stai inseguendo?”, gridò dall’oscurità apparentemente silenziosa e deserta. Nessuna reazione, solo il vento soffiò ululando. Seppur voltandole le spalle Goku conosceva bene la posizione della figura che lo stava osservando. Era seduta su un piccolo tetto e non si mosse. 
“Mi hai notato? Bravo…” disse contenta. 
Goku notò dalla voce che si trattava di una ragazzina. La sua aura era strana e lo confondeva, sembrava essere composta da due colori diversi. 
“Sì…già da tempo…hai da migliorare il tuo controllo sulla tua aura…” disse Goku paziente “Cosa vuoi da me?”
“Cerchi i Saiyan? Beh, anch’io…” 
Finalmente Goku si voltò e vide la figura sul tetto, coperta da un mantello scuro nascondendo la maggior parte del viso. Ora Goku ne era sicuro, una parte dell’aura aveva il colore…di un Saiyan. Ma chi diavolo era?
Ma prima che Goku poté fare quella domanda udì un grido dietro di sé:
 
“È entrata qua dentro! Forza, uccidetela!”
La figura mascherata si agitò e si alzò in piedi, Goku notò che in quanto all’altezza poteva raggiungere le sue spalle, inoltre era piuttosto magra. Ma non ebbe il tempo per pensare a queste cose, la figura saltò agilmente sul tetto e sparì dietro a un edificio. Sulle strade concorrevano alcuni soldati, il loro comandante indicò proprio nella direzione in cui la figura era sparita. Allora il loro bersaglio era lei…
 
“Da quella parte! Lassù!” 
Più di una dozzina di soldati obbedirono subito e volarono in quella direzione; Goku li seguì incuriosito da una distanza di sicurezza. Era all’oscuro della causa dell’inseguimento, ma non poteva permettere che i soldati la prendessero prima di lui, sicuramente l'avrebbero uccisa. Il suo istinto gli sussurrò che stavolta valeva la pena di insistere. 
Lontano dal centro i soldati avevano raggiunto il fuggitivo, subito iniziò un combattimento molto agguerrito. La figura sembrò essere abbastanza forte perché riuscì a competere facilmente con cinque soldati in una volta sconfiggendoli. Ma questo ebbe fine quando venne colpito da una sfera energetica a tradimento che la scaraventò attraverso un edificio e contro una parete retrostante. Si alzò a fatica, ma venne colpita subita da altre quattro sfere energetiche che la costrinsero in ginocchio. Prima che si poté riprendere la colpì una pioggia di raggi, seguita da attacchi fisici di altri quattro soldati che la picchiarono senza tregua. La figura resistette anche troppo, ma alla fine gli scappò un grido di dolore. 
“Ora non ci scappi più, Sedri! È finita! Freezer sarà contento!” rise il comandante e la colpì varie volte coi piedi alla testa. 
“Smettetela! Ma cosa fate? Così tanti contro una ragazzina! Siete solo dei vigliacchi!” li fermò Goku arrabbiato. Aveva osservato tutto in silenzio, ma ora ne aveva abbastanza. Infatti questa interruzione li fermò.
“Ma cosa vuoi? Fatti gli affari tuoi!”
 
“Perché fate questo?” volle sapere il Saiyan. 
“Ordine del signor Freezer! Eliminiamo solo un traditore…ora sparisci, altrimenti arrestiamo anche te!” lo minacciò il comandante. 
La figura a terra alzò il capo a fatica, solo ora Goku ebbe la conferma che si trattava veramente di una ragazzina. Con le sua ultime forze lanciò una sfera energetica verso il comandante che però colpì a morte un soldato dietro di lui, lui stesso si era scansato. Reagì subito allo spavento pestando l’avambraccio disteso rompendolo. La ragazza gridò dal dolore e si tenne l’arto ferito. 
“Maledetta puttana! Ti faccio fuori! Vedrai!” 
Goku incavolato strinse i pugni e liberò una parte della sua forza facendo risuonare tutti gli Scouter vicini “Lasciatela in pace!” 
Prima che se ne rese conto aveva già eliminato due avversari, ma venne subito attaccato da altri soldati, che stavano arrivando la tutte le direzioni. 
“Allora te la sei cercata! Forza, arrestatelo!” 
Goku venne attaccato da une dozzina di soldati tutta in una volta, ma li scaraventò via solo liberando la sua aura per un breve momento. Scansò anche l’attacco a tradimento del comandante e lo sconfisse dopo un veloce scambio di colpi. Prima che arrivassero altri soldati si caricò la ragazzina ferita sulle spalle e sparì con lei nel labirinto dei vicoli.
A più di un chilometro di distanza Goku atterrò in un vicolo deserto e pose la ragazza dolcemente al suolo, la sua testa sulle sua gambe. Sanguinava copiosamente da diverse ferite su tutto il corpo, maggiormente dalla fronte e dalla bocca. Le faceva male tutto, ma sicuramente di più quel braccio rotto e storto. Nonostante ciò guardò il suo salvatore con uno sguardo felice ma stanco, i suoi occhi gialli brillarono come ambra attraverso i suoi capelli neri.
 
“Grazie…Karoth…” 
Goku si meravigliò vistosamente “Ma perché conosci il mio nome natio? Quello lo sanno solo i Saiyan…” A un tratto se ne rese conto guardandola meglio: quella ragazzina aveva una coda! “Tu…sei una Saiyan?!” 
Sorrise e annuì. “Solo…per metà…” 
Finalmente Goku si ricordò dei fagioli senzu che aveva portato dalla Terra, ne prese una dalla tasca e glielo diede. “Ecco, mangia. Ti sentirai subito meglio…Ehi, devi restare sveglia! Ehi!” 
La ragazza nelle sue braccia stava per perdere conoscenza, perciò si dovette sbrigare. Le tenne la testa con la mano sinistra, mentre con la destra le mise in bocca il fagiolo “Fidati! Mangia…! Dai!” 
A fatica obbedì, masticò e deglutì. Appena ingerito il fagiolo magico liberò il suo potere: con le ferite sparirono anche il dolore e la stanchezza, il corpo della ragazza si rilassò. Meravigliata aprì gli occhi e fissò il suo salvatore, poi le sue mani. 
“Ma che…? Il dolore è sparito…sono guarita?!” 
Goku sorrise sapiente vedendo la donna essere così stupita. L’effetto dei fagioli senzu era come sempre una vera e propria benedizione. 
“Allora, tutto a posto? Come ti chiami?” volle sapere Goku. 
La ragazza sorrise e si alzò. Finalmente Goku poté ammirarla per bene: capelli neri corti, una coda lunga e sottile fino alla schiena, occhi gialli brillanti, orecchie a punta e una statura media. Era molto attraente. Portava un’armatura simile a quella di Radish, ma senza le spalline. 
“Il mio nome è Sedri…come hai notato in me scorre sangue Saiyan…mia madre invece era di razza allariana…” 
“Il piacere è tutto mio…ma…mi spieghi come conosci il mio nome? Non l’ho mica detto in giro…” 
Sedri sorrise e si pulì la faccia dal sangue, sembrò indecisa su come agire, se dovesse dirgli tutta la verità o meno. 
“Mi sono informata…in fondo anche mio padre è un Saiyan…come te” disse allora nascondendo di più di quel che rivelò. 
“E perché quei tizi ce l’hanno tanto con te?” 
“È una storia lunga…” 
Un rumore improvviso interruppe la loro conversazione, da una strada vicina sentirono voci agitati e le grida di alcune persone. Subito Goku azzerò la propria aura e si concentrò. Sedri lo imitò, lui sentì chiaramente il diminuire della sua aura fino a quasi scomparire. Aveva aumentato il controllo della sua forza spirituale in questo breve lasso di tempo… “Quella ragazza se la cava” pensò Goku. 
“Credo che ci conviene sparire…” affermò, ma si rese conto che Sedri se l’era già svignata senza che lui se ne fosse accorto. Ma non era lontano, ormai le sue antenne erano tanto sensibilizzate che quella minuscola aura Saiyan non poté sfuggirli. Un’aura tanto singolare era facile da seguire, seppur trattenuta. Subito la inseguì. 

Eccomi qui con un nuovo capitolo...l'ho pubblicato un po' presto per i miei standard ma visto che, dopo un mese estenuante tra verifiche e interrogazioni, i prof si sono dimostrati clementi...quindi ho avuto un po' di tempo a disposizione.

A parte questo ci terrei a dirvi qualche parola sul capitolo -cosa che non faccio quasi mai-

Anche se un po' corto, qui entra in scena un personaggio molto importante per la storia quindi ho volutamente scritto un capitolo solo per narrarne l'entrata.

Va bene...meglio che la finisca qui o rischio seriamente di scrivere più per le considerazioni che per l'intero capitolo.

Ah! un'ultima cosa: vorrei ringraziare specialmente:

franceschina12

che ha sempre seguito questa storia e se sono migliorata è stato gran parte merito suo.

Grazie!!

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Capitolo 13
*** Di Sayan e cacciatrici ***


Sedri conosceva bene il territorio, con salti agili e precisi avanzò senza farsi notare dai soldati e dai loro rivelatori. Come un’ombra atterrò dall’altra parte della città davanti a un edificio in via di demolizione controllando attentamente la zona prima di metter piede sul terreno. Nel frattempo la breve notte era scesa sulla città rendendo la luce diffusa, la sua figura si mimetizzò bene con lo sfondo grigio. Girò velocemente gli angoli fino a raggiungere la sua meta. Ma quando si trovò davanti a quello che cercava, si irrigidì. Al posto di un vecchio edificio trovò solo un cratere fumante. 
“No…Khebal…Marrath…” soffiò esterrefatta saltando avventatamente del cratere, quasi in preda al panico. Istintivamente cercò di captare qualsiasi segno di vita, anche se inutile. Girò pietra per pietra e scavò a mani nude nel terreno, fino a trovare qualcosa. Era la salma di un suo compagno, coperto di ferite gravissime. Non si arrese e continuò a scavare, ma il suo unico successo consisteva nel trovare altri quattro corpi. 
Dopo pochi minuti anche Goku raggiunse questo posto, trovò Sedri in ginocchio davanti alle salme, stava piangendo. Quando lei si accorse della sua presenza si spaventò leggermente e si asciugò velocemente le lacrime. 
“Sono arrivata troppo tardi…” disse senza voltarsi.
Goku si guardò intorno sconvolto “Ma che è successo qua?”
 
Sedri si alzò, ma si rifiutò di voltarsi per guardarlo in faccia.
“Gli uomini di Freezer…siccome non sono riusciti a prendersela con me hanno ucciso gli altri…”
“Si può sapere che diavolo è questo Freezer?! Tutti ne parlano…”
 
Questa domanda la sorprese a tal punto che si girò e lo fissò tra le lacrime. 
“Ma cosa vuoi dire? Non sai che è Freezer?! Ma da dove arrivi?” 
“Dalla Terra” fu la risposta semplice e veritiera. 
Sedri sospirò e voltò lo sguardo verso terra, poi verso di lui. Il suo sguardo mostrò rabbia e tristezza. 
“Freezer è l’essere più potente dell’universo…almeno è questo che pensa:è una canaglia…controlla tutto e tutti e non tollera resistenza. Elimina anche la più piccola minaccia…come i Saiyan…” disse mentre i sui occhi si riempirono nuovamente di lacrime.
“I Saiyan?” ripeté Goku incredulo “Cosa vuoi dire?” 
La ragazza guardò verso il cielo “Freezer odia i Saiyan. Sinceramente mi meraviglia che tollera gli ultimi tre esemplari sotto il suo commando… anche se uno di loro è l’erede al trono…devo trovarli...devo avvertirli!” 
Goku si grattò alla nuca un po’ scettico e osservò di nuovo la ragazza con attenzione. Poteva fidarsi? Crederle? Magari aiutarla? In questo momento stranamente lei gli sembrò essere più giovane, come un'eterna bambina, svegliando uno strano senso di simpatia.
“Beh… allora abbiamo lo stesso obiettivo…Che ne dici di collaborare? La mia astronave è abbastanza grande per due…” propose un po' imbarazzato.
Sedri percepì la sua agitazione e sorrise, poi si asciugò le lacrime. Senza pensarci tanto annuì.
 
“Buona idea…non è che abbia tante alternative…se Freezer mi becca, mi fa fuori. Bene, collaboriamo, Karoth” 
“A una condizione: smettila di chiamarmi Karoth! Mi chiamo Goku!” 
I due si divisero, prima della partenza lei volle ancora prendere qualche cosa e scomparve nell’oscuro della città, mentre Goku l'aspettò paziente. Non lo fece aspettare tanto, dopo neanche mezz’ora era tornata con una borsa sulle spalle. Intanto Goku aveva tirato la nave fuori dalla capsula ed era pronto per la partenza. Sedri si meravigliò di tale velocità, ma non disse niente. 
“Allora. Saliamo!” la invitò il pilota. 
“Grazie” Goku notò che si era cambiata, ora portava un’altra armatura simile. Cosa avesse portato nella borsa non lo rivelò. La nave partì. 
“Speriamo di essere in tempo…se quel tizio ha raccontato tutto, siamo fritti…” brontolò Goku mentre si avvicinava al posto di controllo. 
“Possibile…ma gli hai dato una bella botta…prima che quello si svegli con un mal di testa, ce la saremo svignati già da tempo! Dobbiamo tentare. Io intanto mi nascondo…” disse Sedri, andando nel piano inferiore della navetta. 
Ancora in tempo, solo qualche minuto più tardi la navetta venne contattata dal posto di controllo, stavolta persino tramite canale audio e video. Goku deglutì e tentò di sembrare tranquillo. 
“Qua è Son Goku. Avrei terminato la mia visita e vorrei lasciare questo pianeta…” 
Il soldati lo riconosceva, il Saiyan temette di essere già stato smascherato, ma la sua preoccupazione era inutile. Dopo un breve colloquio diede segnale verde. 
“Grazie e arrivederci!” 
Accelerò per lasciare al più presto l’orbita del pianeta. Dopo dieci minuti lasciò il sistema solare e puntò verso un altro pianeta. 
“Ce l’abbiamo fatta. Puoi uscire!” 
“Arrivo!” sentì provenire da sotto e Sedri salì di nuovo al piano superiore. Intanto si era liberata della sua armatura e si presentò in pantaloni corti stretti e una maglietta senza maniche, la coda avvolta intorno alla vita. Goku si sentì arrossire. 
“Dimmi…Ma tu quanti anni hai?” volle infine sapere. 
“14 anni…troppo giovane?” 
“Hai la metà dei miei anni…” 
“In pratica ho 14 anni...in teoria...non me lo ricordo...pensa un po' tu” rise Sedri.

Che vuoi dire?”

Sono una cacciatrice...posso vivere in eterno...ma dimostrerò sempre di avere 14 anni”

Posso farlo anche io?”

No...ai ragazzi non è concesso...anche se alle ragazze non va a genio il giuramento che bisogna fare”

Quindi sei immortale”

A meno che non muoia in battaglia o non infranga il giuramento”

Che giuramento?”

Di ripudiare l'amore per sempre...di non sposarsi mai...di rimanere fanciulle vergini per sempre”
“Aha…allora…spero che ti sentirai a tuo agio…io intanto vado a allenarmi un po’…” concluse Goku mettendo il pilota automatico. Sedri lo osservò attentamente mentre si toglieva la giacca per iniziare il riscaldamento.
 
“Allenarti? Qua dentro? Ma come fai?” volle sapere interessata “Mi posso aggregare?” 
Goku la guardò sorpreso, ma annuì “Sì…certo. Uso un apparecchio che aumenta la forza della gravità…Ho scoperto che sul mio pianeta natio c’era una gravità di 10G. Ora mi alleno a 30G…” 
“Interessante…allora è questo il segreto della tua forza…” sorrise lei studiandolo dalla testa ai piedi. Per dispetto mise una gravità di 10G e aspettò le reazioni della ragazza. Naturalmente all’inizio lei sentì quella gravità elevata, ma si abituò velocemente. Prima fece esercizi semplici come flessioni sulle braccia, dopo due ore infine iniziò con le tecniche combattive. Goku la osservò impressionato, non se la era aspettata che se la cavasse così bene. Era la ragazza più forte che aveva conosciuto finora. Dopo quattro ore Sedri fece la prima pausa. 
“Che fatica…sono stremata!” ansimò e si sedette a terra. Si asciugò la faccia dal sudore e svuotò una bottiglia d’acqua in un unico sorso. 
“Niente male…io ci ho messo molto di più all’inizio per abituarmi a 10G. Hai veramente sangue Saiyan…che ne dici ci fare un po’ di due a due?” 
Dopo una pausa di dieci minuti Sedri attaccò Goku con vari colpi e calci e lui si difese, e viceversa. Non facevano sul serio, ma come inizio bastava. Dopo altre due ore la ragazza si arrese definitivamente. 
“Uff! Sono sfinita! Basta per oggi…” 
“Beh…sei in gamba…hai una buona tecnica e un buon tempismo. Sembra che tu abbia molta esperienza…” giudicò Goku sorridente. Sedri invece rimase impassibile. 
“Non avevo scelta. Combattere o venir condannati alla schiavitù…forse alla fine non è che ci sia tanta differenza…” sussurrò tristemente. Forse stava pensando a qualcosa di spiacevole. 
“Beh…ora riposati. È stata una giornata stressante. Di sotto la gravità non ha effetto, io intanto continuo ad allenarmi” propose Goku con un sorriso amichevole.


 

Angolo della ritardataria:

Salve a tutti!

Mi scuso sinceramente per questo ritardo, ma il fatto di essere disordinata mi fa perdere molte cose...e questa sorte sta volta è toccata alla mia chiavetta nella quale avevo scritti i capitoli delle mie storie.

Bhe...spero in un vostro perdono e anche in un vostro consiglio per migliorare.

Intanto vi saluto!
A presto! Ciao!!

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Capitolo 14
*** Schimmietta in missione ***


Qualche ora dopo una bufera di sabbia sommerse la città di Byakku che annebbiò la vista a tutti. Chi si poteva nascose a casa sua, ma alcuni soldati sfortunati dovettero lavorare anche la sabbia fine gli bruciò negli occhi. Quanto avrebbero voluto fare il cambio con i colleghi che potevano stare all’interno, così anche quei soldati che sorvegliarono la torre al centro. 
Un’ombra vacillante si avvicinò a loro, subito la fermarono come erano soliti fare. Per colpa della bufera riconobbero l’ufficiale solo da vicino e lo salutarono. Era il soldato che aveva capitanato l’inseguimento di Sedri. 
“Signor Waralin… Ma che le è successo…?”, chiese una delle due guardie notando le sue ferite. 
“Sedri…ci è sfuggita…! Qualcuna l’ha aiutata! Dobbiamo…Dobbiamo inseguirla…” disse prima di svenire. Lo portarono in infermeria dove lo misero subito in una capsula di rigenerazione. Il medico fissò il tempo di guarigione a quattro ore, tra i pubblico impaziente c’era anche Mar Khan Shi. Appena finita la cura il capitano supremo di Byakkusei, Seimat, lo tirò fuori dalla capsula e lo interrogò. 
“Fammi rapporto!” ordinò impaziente, gli occhi bianchi brillarono sulla sua faccia rossastra, il naso acuto e dritto lo minacciò come un coltello. Waralin si mise in posizione e rispose:
“Abbiamo rintracciato la traditrice mentre stava parlando con degli informatori dei ribelli e la abbiamo inseguita. Prima poteva scapparci, ma alla fine la abbiamo arrestata. La avevamo quasi sistemata, quando…”
“Cos’è che è successo?”
“Un uomo si è intromesso…un combattente formidabile…ha eliminato prima dieci di noi, poi anche me…Da qual momento non mi ricordo più niente. Quando mi sono risvegliato quei due erano spariti”
 
Seimat incrociò le braccia davanti al petto e girò intorno al suo subordinato come una belva affamata con aria minacciosa. 
“Allora…è stato battuto…da un estraneo…almeno lo ha visto in faccia?”
Warilin si spaventò e riuscì pronunciare a fatica un: “Signorsì!” Conosceva anche troppo bene il carattere del suo comandante e il suo istinto lo avvertì che si trovò in pericolo di vita. Doveva rimediare al suo errore.
 
“Bene…Mar Khan! Si lasci dare una descrizione! Codice di cattura 204!” 
Seimat lo fissò di nuovo con il suo sguardo gelido prima di girarsi di scatto Quando sparì dalla porta tutti gli presenti si sentirono sollevati, Warlin si affrettò a vestirsi e descrisse nel miglior modo possibile quel guerriero. La faccenda durò ben trenta minuti, poi alla fine qualcosa ne uscì fuori. 
“Eccolo! È quello! È quel bastardo!” 
Waralin indicò una foto sullo schermo del computer che ritrae un giovane con capelli neri, occhi neri, muscoloso e con una tuta da combattimento arancione. Khan lo riconobbe subito e deglutì. Disse con aria incredula: 
“Ma ne sei sicuro? Non vorrei arrestare un’innocente…” 
“Ne sono sicurissimo. Come si chiama?” 
Le venti dita di Khan volarono sopra la tastiera ad una velocità sorprendente e presentò quei pochi dati che aveva a disposizione. 
“Il suo nome è Son Goku…razza sconosciuta…provenienza sconosciuta… Forza combattiva attuale: 14.300…vincitore della 45a Coppa Freezer… nessuna altra informazione…” 
“Bah… un totale sconosciuto con quella forza!? Ma chi è?” 
Khan aveva solo letto quel che era scritto, mentre lui sapeva qualcosa che era ignoto persino al computer. Ma qualcosa in lui gli impedì di rivelare ciò…cosa ne sarebbe stato di Son Goku se si fosse scoperto che era un Saiyan purosangue? Freezer quasi sicuramente lo avrebbe perseguitato, era poco probabile che quel Saiyan accettasse di lavorare per lui. Ma non poté stare in silenzio, sarebbe stato troppo sospettoso se non avesse detto niente dato che aveva persino combattuto contro di lui. 
“Lo conosco” iniziò “Ho avuto il piacere di disputare la finale con lui…è molto bravo. 14.000? Mah, direi di più…almeno 17.000 punti!” 
“Sei matto? Allora sarebbe un guerriero di rango A! Ancora più strano che uno come lui sia sconosciuto…!”
“Non m’importa. Allora, abbiamo una sua foto e il suo nome…puoi fare rapporto al Signor Seimath. Meglio che ti sbrighi!”
 
Waralin fece una smorfia e fissò il suo compagno in modo poco convinto. Poi si alzò e portò una foto di Goku al suo comandante. Quella era stata l’ultima volta che Khan aveva visto Waralin, Seimat non gli aveva per niente perdonato la sua incapacità. Con lui il primo errore grave è, spesso, anche l’ultimo.

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“Ma che diavolo combini?” gridò Radish a suo nipote quando questo non si mosse.
 
Erano in una missione, Gohan portava un’armatura simile quella di suo zio, solo con dei pantaloni corti che ricoprivano le gambe fino alle ginocchia. Non era la sua prima missione, anzi: era già la terza, ma il bambino si rifiutò ancora di agire. Oltretutto la sua presenza era pressoché inutile: Vegeta e Nappa avrebbero potuto conquistare quei pianeti anche da soli. Per fortuna, sennò il principe non avrebbe di certo sopportato quella “pigrizia” come la chiamò, con aria impassibile. Ma la sua pazienza stava per raggiungere il suo limite massimo, Radish cominciò a preoccuparsi.
I due Saiyan si trovarono nel ben mezzo di qualcosa, che fino a una settimana fa era stata una città ricca e piena di vita, ma che ora era ridotta a un mucchio enorme di rovine e cenere. E a una tomba per milioni di residenti. Nappa e Vegeta si trovarono dall’altra parte del pianeta Kballar e li lasciarono da soli, non gli importava molto di quei guerrieri di terzo rango. Allora la maggior parte della responsabilità ricadde di nuovo su Radish; Gohan distrusse ben qualche edificio con i suoi raggi energetici, ma si rifiutò categoricamente di uccidere. Suo zio poteva gridare quanto voleva, non avrebbe cambiato idea. Gli aveva persino portato dei Kballariani feriti e privi di sensi. Ma Gohan non si mosse, stava fissando solo quei poveracci davanti a sé.
“Non posso. Non mi hanno fatto niente” disse Gohan quasi con le lacrime agli occhi.
 
“Dio…ma ne sei in grado! Kwal me lo aveva ben raccontato…Dai, fallo prima che gli altri ritornano!” 
“Quello…era stata un’altra cosa…Mi hanno attaccato loro! Questi invece no! Siamo NOI gli aggressori! Siamo NOI i cattivi! Non mi piace!” 
Radish sospirò e scosse la testa, poi cambiò tattica. 
“Possibile, non lo nego. Ma NOI siamo anche i più forti! Ed è quello che conta! E poi un’altra cosa. Non venirmi a raccontante che non ti piaceva quella sensazione quando hai ammazzato quei bastardi! Ho ragione o ho ragione?” 
Gohan si spaventò e fissò la terra ai suoi piedi per annuire debolmente, non gli piaceva il ricordo di quel giorno… 
“Ecco. E cosa ti ferma? Puoi sentire quella sensazione quando vuoi! Fallo! Dai, Tu hai il potere di farlo! Gustatelo! Il tuo sangue sta ribollendo!” Il bambino fissò per prima cosa suo zio, poi i Kballariani svenuti davanti a sé e pensò senza aprire bocca. Nel suo cuore o nella sua testa stava iniziando una dura lotta tra la sua parte Saiyan e la sua parte umana, Radish attese il risultato in silenzio e con pazienza. Sperò naturalmente in una vittoria della parte Saiyan, sennò sarebbero stati guai per lui e per suo nipote. Per Vegeta, Gohan era già solo un mezzosangue…se neanche la metà Saiyan produce effetti, allora non vedrebbe in quel nanerottolo alcuna utilità. 
Quella guerra interna durò ben dieci minuti, poi Gohan guardò Radish negli occhi e alzò il braccio verso di lui. 
“Hai ragione… ho il potere…” 
Il Saiyan si irrigidì: tale gesto era considerato come una sfida mortale, ma non era sicuro di cosa potesse avere in mente. La sua forza combattiva si alzò superando ben presto i suoi 2600 punti; nel palmo della mano di Gohan comparì una luce debole fino a formare una sfera energetica. Voleva attaccarlo?! Certo, non sarebbe stato improbabile, pensò Radish teso e pronto per scansarsi, una goccia di sudore brillò sulla sua fronte. 
All’ultimo momento Gohan indirizzò la sua mano verso i Kballariani ai suoi piedi e sparò. L’esplosione distrusse un’area di due o tre campi da calcio riducendolo ad un cratere fumante, dei quattro sventurati non rimasero nemmeno le ceneri. 
Radish tirò un sospiro di sollievo e si complimentò: “Bravo. Finalmente ci sei…Come ti senti?” 
Gohan fissò la sua mano con cui aveva sparato e sorrise: “Mi…mi sento benissimo! Che forza…mi sento invincibile!” 
“Finalmente parli come un vero Saiyan! Ehi, vuoi continuare? Facciamo una specie di allenamento pratico” rise Radish accarezzando la testa di Gohan in modo scherzoso. 
Più che allenamento, sarebbe preferibile chiamarlo gioco. I due facevano a gara a chi distruggeva più edifici in minor tempo: chi alla fine ne avesse distrutto di più, era il vincitore. E chi ci lasciava le penne era sfigato. 
Uno dei due soli stava tramontando e tinse il cielo in un rosso sangue, quando il rilevatore di Radish risuonò. Stava osservando al scena da una collina sopra la città, o meglio quello che ne restava. 
“Vegeta chiama Radish. A che punto siete?” 
“Ci mancano altre tre capitali, ma per quelle basta lavorare fino a domani” 
“Bene. E il moccioso?” 
“Bene. Se la cava” 
“Continuate” 
Vegeta interruppe la conversazione e Radish ripose lo sguardo sulle rovine della città, accortosi che non sentiva più le esplosioni. Forse Gohan era stanco. 
“Radish chiama Gohan. Non dirmi che sei a corto di energie?” 
Dopo alcuni momenti di silenzio rispose, non poté nascondere i sospiri di fatica. 
“Sì e allora? Ho fame! Aspetta che ti raggiungo…” 
Radish sorrise e chiuse la trasmissione. Era notevole che quel bambino di sette anni ormai potesse seguire tali ritmi, anche lui sentiva un certo appetito e un po’ di stanchezza. Da quando tornò dalla missione su Tayase aveva avuto la sensazione che Gohan avesse già superato il suo livello: le uniche cose che gli mancavo erano l’esperienza e la determinazione. Non aveva altra scelta ormai, Radish doveva sbrigarsi a diventare più forte, se voleva tenere il passo con il suo nipotino. 
“Radish! Dove sei?” lo chiamò qualcuno dal cielo…era il giovane Saiyan. In quei momenti era tornato il bambino di sempre, dell’espressione gelida di prima non c’era più neanche l’ombra. Radish lo chiamò a sé e i due cercarono un posticino adatto per la cena. Il guerriero adulto aveva cacciato una creatura, grande come un elefante e armata di denti acuti e sei gambe, ma ora divenne il pasto per i due Saiyan. Entrambi mangiarono come se stessero a digiuno da giorni. Dopo pochi minuti della cena restarono solo le ossa, e i due si sdraiarono sull’erba. 
“Uff…che mangiata! Che fame che avevo!” commentò Gohan contento. 
“Ci credo! Con tutta quella energia che hai consumato oggi!” rise Radish. Gohan lo commentò con una risata, che stupii invece suo zio. 
“Che c’è?”
“Niente” disse il bambino coprendosi la bocca con una mano, ancora sorridendo.
 
“Avanti…sputa il rospo!” 
“Niente di che… io…” iniziò, ma poi quel sorriso felice scomparve “Ho pensato alla mia mamma…ogni volta che papà faceva come hai fatto tu, lo sgridava…era sempre divertente…” 
“Bah…un Saiyan che si fa sgridare da una donna terrestre…Dio… Karoth era proprio un idiota!” commentò il Saiyan disgustato. 
“Papà non è un idiota!” si arrabbiò Gohan improvvisamente “Solo perché non è come te non vuol dire che è un’incapace!Sono fiero di lui,ricordalo” 
“Va bene…ho capito! Calmati!” cercò di calmare suo nipote, non aveva voglia di una rissa. Gohan lo fissò per qualche attimo, poi si calmò, ora sembrò essere curioso:
“Ehm, zio Radish? E tu? Non hai una famiglia?”
 
Ora il Saiyan era veramente senza parole dopo questa domanda, si aspettava tutt’altro che questo. Da quanto tempo qualcuno non gli faceva più questa domanda? 
“Ma che storie sono queste? Un Saiyan non ha bisogno di una famiglia, è abbastanza forte anche da solo! E poi sono già morti tutti da un pezzo… non serve perdere tempo con questa faccenda” brontolò e girò il capo dall’altra parte. Gohan invece continuò a fissarlo curioso. 
“Peccato…avrei voluto sapere di più sui Saiyan” disse Gohan con finta tristezza, in realtà era un trucco. Finora suo zio non aveva mai tralasciato una occasione per parlare della sua razza, forse lo avrebbe fatto anche ora. 
“Mio padre si chiamava Bardack ed era un guerriero di basso rango,seppur forte…mia madre l’ho conosciuta poco, mi avevano mandato su un pianeta dopo pochi mesi…credo che si chiamasse Sharoth…Anche a Karoth è capitato la mia stessa sorte” raccontò Radish con aria nostalgica, poi fece un gesto di disapprovazione “Non importa...dai, dormiamo, ricorda che dobbiamo ancora conquistare un pianeta!” 
Con queste parole si sdraiò nuovamente di schiena e incrociò le braccia dietro la nuca. Anche se non lo avrebbe mai ammesso, quei momenti di pace e di tranquillità con il venticello che gli frugava nei capelli, gli piacevano. Ma purtroppo non durò a lungo, sentì che Gohan si era alzato e si sedette vicino a lui. Benché avesse gli occhi chiusi, sentì che lo sguardo del bambino si era posato su di lui. Cercò di ignorarlo per alcuni minuti, ma quella sensazione lo irritò come un ago nella pelle. Alla fine si alzò di scatto e gridò snervato: 
“Ma cosa vuoi? Ho qualcosa sulla faccia? Perché mi fissi in quel modo?!” 
Gohan si spaventò, si sentì come beccato in flagrante. 
“S…scusa! Non…non volevo” 
Il Saiyan fece una smorfia vendendo Gohan arrossire in quel modo. Ebbe la sensazione che volesse dire qualcosa, ma non aprì bocca e continuò a guardarlo dal basso in su. Poi trovò il coraggio di parlare. 
“Tu…poco fa…assomigliavi così tanto al mio papà…A parte i capelli vi somigliate veramente tanto” 
“Smettila di raccontare balle!” fu la reazione gelida “Non è un miracolo! Nella nostra famiglia il gene maschile è molto dominante! Ora smettila di parlare di quel deficiente!” 
Senza preavviso Radish si alzò in piedi e volle partire veramente, Gohan lo guardò spaventato. Volle fermarlo, ma Radish si librò in volo e suo nipote dovette seguirlo se non voleva restare da solo. 

In mondo chiamato Kballar, un tempo al culmine della prosperità, non era più riconoscibile. Le città distrutte, la popolazione di quasi due miliardi di individui eliminata, forse a eccezione di qualche sopravvissuto condannato alla schiavitù.

Angolo della ritardataria:

Salve a tutti! Inutile dire che mi scuso per questo ritardo ingiustificabile!

A mia difesa dico solo due cose:

  1. mi sono sdebitata almeno un po' rendendolo più lungo rispetto ai miei standard;

  2. All'ispirazion non si comanda. Quindi vi chiedo scusa se a volte vi faccio aspettare molto per un capitolo che, alla fine, risulta molto più piccolo rispetto al tempo che impiego a scriverlo, appunto, per mancanza d'idee e di tempo.

Spero che vogliate perdonarmi e che il capitolo vi sia piaciuto (In tal caso recensite mi raccomando!)

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Capitolo 15
*** Super allenamento! ***


I quattro Saiyan si era ritrovati su una collina al di sopra della capitale, in cui avevano iniziati la allora cruenta invasione e esaminarono ora il risultato finale. Vegeta mostrò come al solito la sua freddezza, al contrario di Nappa che sembrò di divertirsi. Rideva continuamente e sembrò quasi dispiaciuto della fine prematura della missione. 
“Ci sono serviti ben tre giorni in meno del previsto…Lo dobbiamo al nostro caro piccolo mezzosangue, vero?” rise e accarezzò in modo brusco la testa di Gohan. Lui lo fissò arrabbiato, ma restò in silenzio. 
“Bah…troppo facile…Spero che Freezer ci dia al più presto una missione più impegnativa…mi sto annoiando!” brontolò Vegeta e chiamò la sua capsula spaziale con il telecomando. Gli altri lo imitarono. Dopo pochi minuti le quattro capsule atterrarono davanti a loro e aprivano gli sportelli. 
“Hai ragione! Alcuni avversari con una forza superiore a 2000 non sarebbero male” affermò Nappa ridendo, poi guardò Radish e Gohan. “Naturalmente solo per me e te, Vegeta…per quei due sarebbe troppo!” 
Radish e Gohan, lo fissarono abbastanza arrabbiati e il guerriero adulto sbuffò: “Vorrei sapere chi di noi avrebbe la maggior difficoltà” 
“Che? Hai detto qualcosa?” fece Nappa con una smorfia alzando la mano verso l’orecchio. 
“Niente d’importante” ribadì il guerriero di terzo rango. Mentre i quattro salirono sulle rispettive capsule, Gohan guardò suo zio sconcertato, quella reazione di prima lo aveva sorpreso. Aveva forse paura del suo compagno? Chiunque altro osasse dire certe cose sarebbe finito dritto in una capsula di rigenerazione, se non al cimitero. Era evidente che quella frase lo avesse colpito, ma perché non gli aveva detto in faccia quel che pensava? Solo perché era un guerriero di terzo rango, un semplice soldato? Un relitto di una società in cui la discendenza contava più delle reali capacità… 
I quattro guerrieri si misero in viaggio di cinque giorni per il ritorno, Vegeta rimase sveglio e pensò. Voleva chiedere a Freezer di lasciargli una missione più impegnativa e non gli importava niente dell’opinione dei suoi compagni. Prematuramente rispetto a loro, aveva già conquistato il suo primo pianeta all’età di soli cinque anni; ciò che gli premeva ora era più che altro poter sconfiggere nemici più forti. Per soddisfare la sua sete di potere Nappa e Radish erano quasi una palla al piede, ma dovette ammettere che quel moccioso cominciava a interessargli e questa cosa lo infastidì. Fin dove poteva salire la sua forza combattiva? Nei ultimi cento anni solo pochi guerrieri Saiyan avevano raggiunto una forza maggiore della sua, il principe ed erede al trono. 
“Devo sbrigarmi a diventare più forte” sorrise e si addormentò. 
Come previsto il quartetto atterrò sul pianeta Freezer 23, dove fecero subito rapporto per poter gustarsi i tre giorni di ferie che si erano conquistati. Ma al posto dell’atteso dolce-far-niente Vegeta condusse i suoi subalterni verso una palestra. Arrivati sul posto fece una richiesta al quanto strana: avrebbero dovuto attaccarlo in tre. 
“Ma…ma…Vegeta! Ma…ma sei sicuro?! Tu sei troppo forte per noi!” balbettò Nappa sorpreso. 
“È vero! Per una volta, ti do ragione!” aderì Radish “Noi tre insieme non soddisfacciamo neanche metà dei tuoi poteri! Non c’è partita!” 
“Quello lo so! Ma voglio vedere quali sono le vostre capacità. Se mi siete d’intralcio o d’aiuto. Forza, Attaccatemi!” ordinò il principe e si mise in posizione di combattimento. 
Capirono che il loro principe non voleva sentire ragione e si prepararono a loro volta per combattere contro di lui. Per Nappa non era la prima volta, ma per Radish e Gohan lo era. Di più: per Gohan era la prima volta in assoluto che vide Vegeta in azione. 
Il primo che si fece avanti fu Nappa si avventò contro Vegeta per colpirlo con una serie di pugni possenti. Ma l’unica cosa che colpì era l’aria, il Saiyan scansò quei colpi con una leggerezza come se stesse ballando. Vedendo ciò Radish prese l’occasione e disse piano al nipote: “Guarda bene. Osserva come Nappa attacca e come Vegeta si muove. Cerca di ricordartelo quando tocca a te” 
“Ci provo…accidenti quanto sono veloci!” fece il bambino e si concentrò. A sua sorpresa poté seguire i movimenti del gigante con pochi problemi, mentre con Vegeta era un’altra storia. A volte sembrò invisibile per un momento, data la grande velocità. 
Quel combattimento a senso unico continuò finché Nappa non dovette fare una pausa, era esausto e stanco. Sudò e ansimò, in segno del suo disgusto ruggì minaccioso.
“Sei già stanco? Sai che sprechi la tua forza come se ne avessi troppa, Nappa. Sinceramente avrei sperato in qualche miglioramento” fu il voto decisamente negativo.
Nappa fece una smorfia e cominciò a gridare per far fonte a tutti i suoi poteri, così cominciò il secondo round. Stavolta usò tutte le tecniche di cui disponeva, calci, pugni, gomitate…Almeno ora Vegeta dovette parare qualcuno di questi attacchi, ma non c’era verso di farlo faticare per davvero. Dopo un po’ si annoiò e contrattaccò colpendolo all’addome finché si sentì il rumore di qualche costola che si era rotta. Nappa si fermò di scatto e si tenne l’addome per il dolore acuto che quasi gli impedì di respirare. Nonostante ciò attaccò nuovamente con un pugno che però venne fermato a solo due centimetri dalla faccia di Vegeta dalla sua mano. Nappa con tutte le sue forze cercò di spingerlo indietro, ma il principe sorrise solamente. Con un movimento brusco e improvviso delle sua dita schiacciò la mano del suo compagno. Stavolta non poté impedire un grido di dolore, ma non era finita qui. Senza nessuna pietà Vegeta lo colpì anche all’avambraccio fratturando anche il radio e l’ulna. Stavolta il dolore fu così grande che il possente Saiyan cadde in ginocchio.
“Vegeta! Ma…questo non è solo un allenamento?”
 
“Scusa…credevo che ti servisse una lezione dopotutto…La tua difesa fa acqua da tutte le parti e perdi spesso la concentrazione…Se dovessi combattere contro un nemico della tua stessa forza saresti in difficoltà! Sparisci e pensaci!” 
Così ebbe termine quello strano allenamento, a fatica e dolente Nappa si alzò e uscì zoppicando. Non gli importava nulla delle gara di quei guerrieri di basso rango, cosi volle andarsene al più presto possibile per placare la sua anima. Era incavolato nero, una furia vicino all’odio che non avrebbe mai mostrato contro Vegeta. Senza battere ciglio uccise il primo malcapitato che lo guardò curioso. 
Ora era il turno di Radish che aveva seguito attentamente il combattimento precedente e che ora si riscaldò in silenzio. Vegeta lo osservò attentamente il suo rilevatore gli calcolò la sua forza combattiva attuale. 
“Gohan! Aiutalo! Sennò mi annoio!” ordinò. 
“Signorsì!” 
I due soldati si scambiarono uno sguardo e si misero in posizione di combattimento, Vegeta si limitò a incrociare le sue braccia. Dopo qualche secondo i due passarono all’attacco e lo coprirono da due lati con calci e pugni. Vegeta li scansò solo con i movimenti del busto,le braccia conserte.
“Ehi, impegnatevi sul serio! Forza!”
 
Gohan e Radish erano ormai una coppia affiatata e con varie combinazioni riuscirono persino a costringere Vegeta in difesa finché lui dovette prendersi la briga di parare qualche pugno con le mani. Seguì una breve pausa in cui i tre combattenti si osservarono concentrati. Il principe notò che i due cominciarono appena a sudare, ma in fin dei conti erano ancora in buona forma, un buon segno. Un altro punto a loro favore era la forza combattiva: Radish ora aveva a disposizione ben 3.000 punti, il bambino raggiunse a volte addirittura 5.000 punti. Il che significò che ormai secondo i criteri Saiyan erano pari a guerrieri di secondo rango. 
Per verificare la sua tesi Vegeta liberò una parte del suo potere, l’aria intorno a lui cominciò a scintillare e i due sentirono l’energia su tutto il corpo. 
“Ehi, calma, Vegeta! Ehi!” fece Radish sconcertato. 
Ma era inutile cercare di persuadere Vegeta, che attaccò Gohan con il suo pugno. Mobilitando tutta la sua forza dalla paura fece un balzo felino con cui riuscì a schivare l’attacco, ma il solo spostamento d’aria del pugno gli aveva procurato un taglio sulla guancia sinistra. 
“Bravo, moccioso…niente male…Mi sto divertendo” rise Vegeta. 
Purtroppo con questo finì il periodo di tregua, nonostante l’impegno eroico di Gohan e Radish dopo tre minuti tutto era finito. Le porte della palestra si aprirono e un Vegeta completamente illeso e silenzioso uscì. Come se fosse successo niente di speciale disse ad un soldato vicino: 
“Chiama un medico per due feriti” 
L’uomo guardò dentro, incuriosito e per scoprire di cosa parlasse, e trovò i due Saiyan gravemente feriti a terra. Dopo pochi minuti Gohan e Radish erano già ricoverati in infermeria e galleggiavano in una capsula di rigenerazione.


 

Angolo della ritardataria:

Ciao a tutti! Mi ripresento con questo anomalo capitolo dopo che vi ho fatto aspettare tanto...purtroppo, sopratutto in questo periodo, la scuola e gli impegni mi danno il colpo di grazia!

Comunque spero vi sia piaciuto!

P.S RECENSITE MI RACCOMANDO!!!

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Capitolo 16
*** come passare inosservati... ***


Il tempo era il peggior nemico a bordo dell’astronave: non passava mai. Perfino per Goku, un maniaco dell’allenamento esemplare, gli esercizi dopo alcune settimane divennero noiosi. Sì, poteva aumentare la gravità e sottoporre il suo corpo a sfide maggiori, ma col passare del tempo anche questo era divenuta una noia.
All’inizio gli era stato d’aiuto l’allenamento insieme a Sedri che si era dimostrata una valida avversaria, ma ora aveva decisamente bisogno di un cambio di programma.
 
“Ci fermeremo su quel pianeta lì. Vediamo cosa ci aspetta!” disse Goku deciso e lo mostrò sullo schermo principale. 
“Vuoi andare lì? Bene…ma dobbiamo stare attenti…anche quello è controllato da Freezer” 
“Anche quello? Ma non c’è nessun pianeta libero in questa galassia?” fece Goku deluso. Fece una smorfia e sospirò ostinato come un bambino.
“Non m’importa. Andiamo lo stesso”
 
Il pianeta si chiamava Vagras, la superficie era composta maggiormente da deserto, solo interrotto da qualche fiume, contornato da una striscia di vegetazione.
Il cielo brillava di un colore arancione, ad accoglierli c’era un vento simile a quello di Byakkusei.
 
“Accidenti, che corrente” rise Goku dopo l’atterraggio. 
Sedri si era rimessa la sua armatura, per non destare sospetti.
Goku invece portò i suoi soliti pantaloni arancioni con una maglietta verde, i suoi capelli appariscenti nascosti sotto una bandana rossa.
Nascose la nave in una capsula e i due si misero incammino verso una base vicino a un fiume.
Già da lontano videro alcune guardie, ma era impossibile accedere alla base senza passare davanti a loro. Goku tirò la bandana in faccia e si mise anche degli occhiali da sole, poi guardò la ragazza.
 
“E tu che fai? Ti riconosceranno subito!” 
Lei rise.
“Ma tu credi davvero che io sia potuta sfuggirgli per anni senza aver un asso nella manica?! Guarda e impara!”
 
Fece alcuni gesti e si concentrò.
Piccole nubi si alzarono e coprirono al sua figura.
Quando si erano nuovamente dissolti si aveva trasformata in una ragazza alta con i lunghi capelli biondi e gli occhi azzurri.
“Cose ne dici, Goku? È la mia tecnica di trasformazione ereditata dagli Allariani!”
“Mi mancano le parole…” poté dire il Saiyan completamente sorpreso e osservò Sedri da tutte le angolazioni “Caspita, sembra vero! Fico…me lo insegni un giorno?”
 
“È solo un’illusione, ma credo che sia niente male. Ci ho messo anni a perfezionarla, ma nonostante ciò la posso mantenere solo per tre ore di fila. Meglio se ci sbrighiamo” 
Con quell’aspetto poté muoversi con molta libertà: nessuno osò avvicinarsi a lei, a parte qualche sfortunato con l'intenzione di attaccar bottone.
I due si incamminarono verso una delle numerose taverne.
Appena entrati tutti i presenti si fecero da parte.
Goku restò in disparte e osservò la ragazza mentre cercava informazioni.
Ben presto notò che dopo un po’ fece domande riguardo ai Saiyan e alle loro recenti attività. Nelle prime tre locande non scoprirono niente, ma nella quarta ebbero un po’ di fortuna. Un’ospite disse di sapere che i Saiyan volevano attaccare un pianeta di nome Namek. Quel pianeta era molto lontano e apparteneva a un settore poco conosciuto della galassia, per ciò la cosa non era molto credibile. Ma in quel momento questo a Goku non interessava.
 
“Quattro? Hai detto quattro?! Ma non erano in tre?” scoppiò Goku interrompendo la conversazione. Sedri notò la sua improvvisa agitazione. 
“Shi…quattro…c’è ange un bambino…ìc! Shi…è fortissimo! Un diavolo! Upps…Si disce che sia figlio…di quel tizio…coi capelli lunghi…come shi chiama…” disse quell’uomo nella sbornia. 
“Radish!” risposero Sedri e Goku insieme. 
“Shi! Esatto…E ora buona notte…sciao…” 
L’uomo fece cadere la testa sul tavolo. Sconcertati dalla fine improvvisa della conversazione lasciarono la locanda. 
“Cosa ne dici?” domandò Goku piano quando raggiunsero una stradina vicina e si sentirono al sicuro. 
Sedri sospirò.
“Boh…la faccenda di Namek mi sembra poco credibile…è un pianeta che vale troppo poco…Ma dimmi una cosa. Pensi che quel bambino sia…tuo figlio?”
 
Goku annuì e si grattò la nuca pensieroso.
Non vi erano infatti prove concrete che si trattasse veramente di suo figlio, d’altra parte forse era credibile che Radish lo facesse passare per suo figlio. In fondo era di fatto un parente molto stretto.
Ma un’altra cosa lo turbò: se accompagna i Saiyan nelle loro scorribande sanguinose, cosa è diventato nel frattempo? Anche se fosse riuscito a raggiungerlo, Gohan sarebbe ancora il bambino di sempre? E sarebbe in grado di uccidere suo fratello?
 
Sedri lo osservò in silenzio e vide quella espressione di preoccupazione per suo figlio sul suo viso, in quel momento invidiò suo cugino per avere un genitore del genere.
Quando lui le rivolse lo sguardo si sentì beccata e arrossì, cosa che Goku non poté vedere nella sua forma attuale.
 
“Che c’è?” volle sapere. 
“Quanto è distante Namek da qui?” 
“Ma vuoi veramente andarci?! È lontanissimo! Credi veramente che quel tizio là in piena sbornia sia in grado di riconoscere Namek da Tayara? Non la bevo…Io prima chiederei da un’altra parte!” 
A questo Goku non ci aveva pensato, sarebbe veramente partito senza fare domande, noncurante della durata del viaggio. Ma se lo vedeva dal suo punto di vista doveva riconoscere che lei aveva ragione. 
“Va bene. Ma se qualcun altro parla di Namek lo prendo per un sì!” 
Sedri accettò questa condizione e i due si misero di nuovo in cammino. Proprio quando Goku girò l’angolo di una strada principale, si scontrò con un essere alto e robusto che si arrabbiò subito con lui. 
“Ehi, idiota! Ma ce li hai gli occhi?!” 
Goku si trovò essere fissato da due occhi rossi fuoco che brillavano di energia rozza nonostante il soldato si stesse trattenendo.
Anche i suoi capelli erano tinti dello stesso colore e si drizzavano verso l’alto.
Gli sguardi dei due s’incrociarono per molti secondi, Sedri si aspettava già che iniziasse una rissa poiché non si mossero e si studiarono a vicenda con aria si sfida.
Poi la situazione si risolse: il soldato fece una smorfia di disgusto e gli passò davanti senza degnarlo di un altro sguardo. Goku invece lo seguì con gli occhi finche sparì nella folla, per poi ritrovare il suo sorriso di sempre.
La causa fu presto trovata: nell’aria si propagò l’odore qualcosa di commestibile.
Come la copione in quel momento sentì brontolare il suo stomaco.
 
“Che ne dici? Lo senti? Vediamo da dove proviene questo odorino!” 
La ragazza lo guardò esterrefatta, questi improvvisi cambiamenti di umore non se li era aspettati. Annuì, dato che anche lei aveva fame. 
“Va bene…ma sbrigati…il tempo per la trasformazione sta per scadere” 
Con il suo naso sensibile come quello di un cane Goku trovò subito la locanda incriminata e comprò ben sei porzioni grandi di un pasto che sembrò una specie di pasta cotta e che profumava divinamente. Intanto Sedri continuava le sue ricerche, ma appena Goku fu di ritorno i due si nascosero in un vicolo deserto. Sentendosi finalmente al sicuro Sedri fece di nuovo alcuni gesti e ritornò alla sua forma originale. Sospirò come se uno sforzo considerevole fosse terminato. 
“Uff…bene finalmente posso riprendermi…Ho fame! Che, hai preso solo sei porzioni? E tu che mangi?” 
“Che? Ehi, tre per me, tre per te! In quel senso la tua discendenza è chiara sbrigati sennò si raffredda” 
I due, sedutisi su una scala di un vecchio edificio, iniziarono il loro pasto. Nonostante ciò tenevano d’occhio bene la zona in cerca di aure nemiche, ma il loro “rilevatore” funzionava solo con esser viventi. Perciò anche con le loro antenne acute non riuscivano a percepire la presenza di un piccolo aggeggio volante della grandezza di un piccolo uccello che volava sopra i tetti della base.
Era dotato di una camera molto potente che poteva scattare foto ad alta risoluzione anche su grande distanza.
Il suo obiettivo erano Sedri e Goku, di cui fece alcune foto che spedì subito alla sua base.
 
“Aha…ecco…mi sembrava di aver già visto quelle facce…” disse una figura davanti a un monitor. Era lo stesso soldato con cui Goku si era scontrato prima. Aveva riconosciuto il Saiyan mentre stava studiando le nuove foto dei ricercati, in quanto a cacciatore di taglia questo era il suo lavoro. Sotto la foto di Goku su Byakkusei erano riportati nome, forza combattiva e il valore: 23 milioni di Kyrai. Vicino alla sua foto c’era un’altra su cui era riportato un vecchio ritratto di Sedri, la sua testa valeva ben 120 milioni. 
Il cacciatore accese il rilevatore e chiamò: “Qua comandante Ringok! Abbiamo un preda! Tutta la squadra si prepari!” 
Dopo pochi secondi sentì una risposta a quattro voci. 
I due Saiyan non potevano sapere di questa svolta, dopo pochi minuti avevano fatto fuori il loro pranzo e placato la loro fame. 
“Uff! Ora mi sento meglio!” rise Goku e si appoggiò con la schiena a un muretto “E tu?” 
“Grazie, era necessario…ma ora sarebbe meglio cambiare posto, non voglio restare ferma per troppo tempo. Ho una strana sensazione…” disse “Ehi, calma… sei frettolosa…” brontolò la ragazza con espressione preoccupata, mentre lanciò il contenitore del pranzo con meno abile in un canestro dall’altra parte della strada “Mi sono riposata abbastanza. Forza, andiamo” 
Saiyan alzandosi a malavoglia. 
“Ehi, non so te, ma io sono una ricercata da molti anni! So meglio di te come ci si deve comportare!” lo sgridò con aria scontrosa “E ti dico che il mio istinto mi ha già salvata molte volte! E il mio istinto mi dice di andare! Capito? Vieni!” 
Goku la guardò perplesso e incredulo di questo scatto d’ira
“Va bene, ho capito! Vengo…”
 
Per fortuna Goku le aveva dato retta, solo pochi minuti più tardi cinque figure arrivarono sul posto e lo setacciarono metro per metro.
Erano Ringok e i suoi uomini: loro facevano il lavoro, mentre lui osservò tutto dalla strada aspettando qualche notizia.
 
“Signore, i due ricercati non ci sono!” annunciò uno dei quattro, un tizio basso con la pelle viola. 
“Non sono mica cieco! Lo vedo anch’io! Avete trovato qualcosa?”
“Capitano! Ho trovato qualcosa!” urlò un altro, un gigante quasi umano con la pelle verde e orecchie a sventola, gli portò una dei sei contenitori per alimentari “Con un po’ di fortuna potremo ricavarne il codice genetico dell’uomo!”
 
“Bene, Tanfon…Tu sì che usi il cervello” si complimentò il capitano “Bene, torniamo alla base e aspettiamo qualche indizio dalle spie! Credo che si faranno vivi tra breve…” 

Sedri e Goku intanto camminavano per le varie strade della base facendo molta attenzione alla gente; Goku si comportava in modo fin troppo cauto, era un po’ nervoso.
Dopo un po’ la ragazza non poté più ignorarlo.
 
“Ehi, ma devi comportati in quel modo appariscente?! Lo capisce anche un cieco che hai qualcosa da nascondere!” 
“Perché? Cosa c’è che non va stavolta?!” ribadì seccato.
Ormai si sentiva come un bambino che non ne fa mai una giusta.
 
“Non devi guardarti intorno con quell’aria sospettosa…si nota! Dai, rimettiti quegli occhiali da sole…forse dopo va meglio…” 
Goku volle appena ribadire, quando il suo sguardo venne catturato da un muro davanti a lui e rimase fermo incredulo. Sul muro era appeso un volantino con una sua foto, completo di nome e taglia. 
“Cavolo…” 
Sedri seguì il suo sguardo “Puoi ben dirlo…Cavolo. Ecco la prova…non te lo avevo detto?!” 
Da quel istante a Goku sembrò che tutti gli sguardo fossero rivolti verso di lui, anche se non era così. Era quella sensazione per lui ignota di essere un ricercato che lo fece sentire nervoso. 
“Hai visto quello? Deve essere un bel fesso se si mette contro Freezer” 
“Sì…ma tanto lo faranno fuori subito…non avrà vita lunga…” 
Goku deglutì a fatica sentendo le frasi della gente intorno a lui, per fortuna nessuno lo riconobbe nonostante stesse davanti alla sua foto. Con nervosa calma, per non destare sospetti, lui e Sedri si allontanarono dalla scena.


 


 

Angolo della ritardataria:

E rieccomi di nuovo qui dopo una lunga, lunga, lunghissima assenza della quale ora mi scuso umilmente...ma il tempo di questi mesi e molto limitato tra lo sport e la scuola...

Beh che dire...pero che questo capitolo vi sia piaciuto e che vi faccia scappare qualche commento!

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Capitolo 17
*** a testa alta! ***


 

Angolino della ritardataria:

Salve a tutti!

Rieccomi qui a rompervi le scatole dopo secoli che non mi sono fatta sentire!

Vi chiedo immensamente perdono!

Ma quest'anno ho l'esame perciò ho deciso di pubblicare questo capitolo prima di interrompere le fanfiction.

Tranquilli...non vi libererete facilmente di me. Infatti ho intenzione di tornare a scassarvi appena conclusa questa seccatura chiamata scuola!

Intanto mando un bacione a tutti!



Naturalmente Gohan non se lo immaginava nemmeno che suo padre lo cercava, ormai la sua famiglia era composta solo da Radish. Dopo alcune ore nella camera di rigenerazione lui e suo zio si erano finalmente svegliati e potevano lasciare le capsule. La maggior parte delle ferite erano scomparse, ma non tutte. Alcuni tagli particolarmente profondi erano ancora visibili come strisce rosse su entrambi i corpi. Radish aprì e chiuse i suoi pugni e sorrise. Sentì una nuova forza che lo pervase e questa era una sensazione molto bella. 
“I metodi di Vegeta sono molto duri…ma soddisfacenti” 
Guardò verso Gohan che si stava vestendo senza mostrare particolari sentimenti. Era contento di essere ancora vivo dopo quel esperienza, lui stesso aveva avuto seri dubbi a proposito. Ma per una ragione Vegeta non li aveva uccisi… perché? Era solo una prova? Gli serviva come cavia? O c’era sotto qualcos’altro?” 
Mentre Radish si vestiva, si aprì la porta dell’infermeria lasciando entrare Vegeta e Nappa. Anche il gigante sembrava essere guarito e si dava arie. 
“Finalmente vi siete svegliati! Eravate così deboli che Vegeta non si è degnato neanche di fare sul serio! Che vergogna…si vede che siete solo dei guerrieri semplici di terza classe!” 
Radish sospirò e si alzò in piedi e lo fissò arrabbiato. La sua forza gli diede il coraggio di dire una cosa che gli stava bruciando dentro da molto tempo
“Non dire fesserie! Non dirmi che contro di te ha fatto sul serio?! Hai fatto una figuraccia tremenda”
 
Il gigante lo guardò meravigliato da tanta insolenza e alzò il pugno: 
“Che? Cosa hai detto?” 
Fino ad allora, dopo quella frase Radish si era sempre ritirato; tutti i presenti, incluso Vegeta, l’osservatore silenzioso, aspettarono la prossima mossa. Ed arrivò. 
“Sei sordo per caso? Non raccontare fesserie del genere!” 
“Si vede che ti sei bevuto il cervello! Vuoi sfidarmi? Come vuoi!” rideva Nappa e lo attaccò senza preavviso con un pugno, ma Radish lo scansò con un salto. Era stata la prima volta che riusciva a schivare un attacco del suo compagno. Nappa voleva continuare, ma venne fermato da Vegeta.
“Nappa! Smettila! Non è il posto giusto per una rissa! Risparmiati il fiato per la missione!”
 
Il gigante si fermò di scatto e guardò Vegeta spaventato per calmarsi come se qualcuno aveva premuto un bottone. 
“Quale missione?” volle sapere Gohan, che finora aveva osservato la faccenda in silenzio. Gli piaceva tantissimo quella reazione di suo zio, finalmente si comportava come un fiero Saiyan. 
“Freezer ci ha affidato un nuovo incarico…il pianeta Tarkana. Partiamo dopodomani” rispose Nappa al posto del principe “Ci sarà da divertirsi! I Tarkaniani hanno una forza combattiva media di 1.000, alcuni persino 3.000! Hai paura forse, moccioso?” 
“Perché dovrei? Per me va bene” rispose Gohan sorridente. 
Finalmente anche Vegeta si degnò di dire una cosa a Radish.

Diventeremo Ohzaru. Spiegalo al moccioso” 
“Sissignore.” 
Il principe annuì per poi voltarsi per lasciare l’infermeria “Nappa! Vieni! A te serve un allenamento speciale!” 
Appena lasciati da soli Gohan volle sapere subito di questo Ohzaru. Aveva già sentito parlarne più volte, ma non sapeva ancora di cosa si trattasse. Con un’insolita disponibilità Radish spiegò: 
“Quando noi Saiyan guardiamo una luna piena, in noi si aziona una trasformazione. I nostri occhi assorbono la luce della luna, che viene chiamata Onda Bluets, e l’energia ci permette di trasformarci in mostruosi e pericolosi scimmioni giganti. Purtroppo in quello stato è facile perdere il controllo, perciò serve parecchia pratica e una tecnica speciale.” 
“E perché ci dobbiamo trasformare?” 
Radish sorrise sentendo usare suo nipote la parola ‘noi’ e continuò “La nostra forza combattiva si moltiplica per dieci! Pensa, se tu normalmente hai una forza di 5.000, da Ohzaru avrai ben 50.000! Bello, vero? Vieni, andiamo ad allenarci, dopo ti racconto di più” 
Tre giorni dopo i quattro guerrieri si ritrovarono alla rampa di decollo e si informarono sulla loro missione. Un assistente tecnico aveva già caricato le informazioni utili sui computer delle varie capsule, ciò che mancava era l’ispezione obbligatoria prima del decollo da parte dei piloti: per la prima volta Gohan se ne occupava da solo. Il bambino si era mostrato veramente dotato in faccende tecniche, quasi meglio di suo zio. Erano i frutti degli incitamenti di sua madre sulla Terra, per non parlare di obbligo. Dopo l’ispezione i piloti si sedettero nelle rispettive capsule e si diede inizio al conto alla rovescia per poi partire. Come quattro meteore sfrecciavano attraverso il buio dello spazio scomparendo dopo pochi secondi. 

 

Erano passati appena due ore dal pranzo. In quel arco di tempo Goku e Sedri avevano visitato tutte le località interessanti. Certo, chiedere lì sarebbe stato facile, ma anche pericoloso, vollero lasciare quell’opzione per ultima. Ormai anche Goku si era calmato e si fidava del travestimento. 
Ma la sua serenità riacquistata venne troncata quando vennero fermati nuovamente da quell’energumeno di Ringok, senza preavviso e con aria ostile. La gente li fissava sorpresa e curiosa, prima Goku, poi più con rispetto anche Ringok. 
“Tu sei Son Goku, dico bene?” iniziò il soldato e incrociò le braccia. Goku alzò leggermente i pugni e lo fissò attento. 
“Ehi, ma di che sta parlando?” s’immischiò Sedri,nuovamente trasformata, vedendo che la situazione rischiò di degenerare. La tensione era a un tratto palpabile, così come l’energia che venne scaturita dai due guerrieri. 
Ringok la studiò seccato, il suo rilevatore gli dava un valore di circa 8.000. Fece una breve smorfia, era meravigliato e infastidito. 
“Forse non lo sai, ma stavi parlando con un ricercato di livello 2…” 
Goku le fece un cenno, come se volesse dire di allontanarsi e di osservare la situazione da maggior distanza. Poi disse a Ringok: “Quando uno chiede il nome a un altro, questo dovrebbe prima presentarsi, no?” 
“Oh, scusa la mia scortesia. Sono il capitano Ringok, il miglior cacciatore di taglia dell’impero di Freezer! E tu sei la mia preda, Son Goku!” 
Quattro figure uscirono. Goku, pur sentendosi circondato, non si fece intimorire. Quei quattro soldati non lo preoccuparono, il loro comandante invece sì. Quello sorrise e alzò il dito per indicare una direzione precisa. 
“Tu sei abbastanza forte, un combattimento fra noi creerebbe distruzione. Vieni, regoliamo i conti là dietro tra le montagne!” 
Goku accettò subito, infatti anche lui si stava preoccupando di questo, così lo seguì quando si librò in aria, Sedri li seguì da una distanza sicura. 
A una distanza di circa trenta chilometri Ringok indicò di atterrare, aveva scelto un radura, circondata da vasto deserto. Nessuna montagna o collina dietro cui nascondersi. Goku atterrò e si preparò per il combattimento. 
“Finalmente sembri il tizio sulla foto…volevi fare il furbo, vero?” 
“Cosa vuoi dire?” 
Ringok cominciò a ridere. “Ho scoperto il tuo segreto! Sei un Saiyan, giusto? Volevi nasconderlo, ma ti ho scoperto!” 
Goku rimase impassibile “Non mi sono mai visto come un Saiyan. Allora? Cambia qualcosa?” 
“Certo! Freezer mi sarà molto grato se gli porto la testa di un scimmione dopo tanto tempo! Tanfon, Zachar, Molo, Hio! Forza, mostrate e questo scimmiotto cosa vuol dire ribellarsi a Freezer!” rise dando segno ai suoi uomini di entrare in scena. 
“Ma se non so neanche chi sia questo Freezer! Ma lasciatemi in pace!” gridò Goku snervato, ma ormai non aveva scampo. Con grida assordanti i quattro soldati gli saltarono addosso e lui doveva reagire,volente o nolente. Presi da soli, nessuno dei quattro sarebbe stato in grado di metterlo in difficoltà, ma uniti un un'unica formazione riuscivano ad affaticare il Saiyan. Mostrando un eccellente lavoro di squadra lo attaccarono da tutte le parti e Goku doveva darsi da fare per parare tutti gli attacchi. Pur essendo in vantaggio alcuni pugni infatti lo stavano raggiungendo, così dopo un po’ si stancò. Con un grido liberò per un momento la sua aura, l’onda d’urto scaraventò via i suoi avversari. 
Mentre Goku si godeva qualche secondo di pausa, Ringok osservò tutto con aria interessata, ma il valore del rilevatore lo sconcertava. La forza combattiva del Saiyan stava cambiando continuamente, per un momento il valore mancava completamente, poi ritornò normale. 
“Niente male…quel ragazzo sembra essere più forte di Vegeta…ma gli manca l’aggressività…Sarà un bel combattimento…” 
Il secondo attacco dei suoi uomini partì peggio di prima, ormai Goku si era già abituato alla loro velocità e parò tutti gli attacchi. E poi venne il suo turno: ognuno si beccò un colpo violento e cadde a terra, ma solo per poco tempo. 
“Se fossi in voi lascerei perdere. Arrendetevi, sennò prevedo guai per voi” ordinò Goku, e facendo scroccare le sua dita. In realtà era un bluff, sperava che si arrendessero per evitargli di doverli uccidere. Ma per tutta risposta i quattro si misero in posizione d’attacco e gli saltarono di nuovo addosso, allora Goku dovette fare sul serio. Stavolta i suoi colpi furono più pesanti e cosi li mise K.O. uno dopo l’altro. Finalmente lui e Ringok erano da soli. 
“Sei forte, come un vero Saiyan” si complimentò il cacciatore “Ma non li hai uccisi…t’avverto che con me questa pietà non te lo puoi concedere!” 
“Vedremo…sembra che tu conosca bene i Saiyan…sto cercando gli altri” 
“Sì, li conosco. Ma non ti servirà e niente, dato che i morti non parlano! Incasso la tua taglia anche se consegno il tuo cadavere!” 
I due si misero in posizione di combattimento. Secondo la sua intuizione Goku sapeva che lui e Ringok erano più o meno allo stesso livello, il combattimento si preannunciava duro. Ma non ebbe il tempo per pensarci, il soldato lo attaccò con una sfera energetica che rimandò subito indietro con il suo pugno. L’avversario comparve dietro di lui e iniziò un violento scambio di colpi che non conobbe un vincitore. Sorpreso Goku notò che un colpo a striscio sulla guancia gli aveva procurato un taglio profondo. 
“Sei bravo ad avvicinarti senza che me ne accorga” si complimentò. 
“Fa parte del mio mestiere! Sono un cacciatore…” 
Di nuovo i loro pugni si scontrarono con violenza. I due si alzarono in aria dove continuarono a battersi senza sosta. Ringok aspettò un momento propizio per lanciargli contro alcuni raggi energetici da una distanza ravvicinata, ma Goku li parò con una piccola Kamehameha. Nascosta dalle nubi dell’esplosione Ringok lo attaccò frontalmente, ma il suo pugno passò Goku come se fosse aria per poi scomparire. Il vero Goku invece lo colpì con un calcio potente e lo scaraventò a terra dove l’impatto formò un cratere. Pieno di rabbia si alzò e fissò il Saiyan che stava galleggiando sopra di lui. 
“Maledizione…la tecnica del Corpo Fantasma! Sei in gamba…” 
“Da me si chiama Zanzoken…va bene, vieni! Comincio a divertirmi!” 
Il terzo round durò più di dieci minuti, una volta era Goku in vantaggio, l’altra lo era Ringok, senza che uno poté prevalere sull’altro in modo definitivo. Ma Ringok aveva ancora un asso della manica: lanciò un raggio energetico invisibile verso Goku che a un tratto non poté più muoversi come se fosse legato da catene fantasma.
“Come ti piace questa? Ti presento la mia tecnica speciale! Con quella catturo ogni delinquente! Ora sei finito, Saiyan!”
 
Goku strinse i denti e tese i suoi muscoli, ma questa barriera era davvero resistente. Si trovò impotente davanti agli attacchi del suo avversario che lo colpì, quindi cercò di usare l’energia spirituale per proteggere il proprio corpo. Vedendo che questo non bastava, concentrandosi al massimo azzerò l’aura per poi farla esplodere tutta in una volta. Ringok venne scaraventato via dall’onda d’urto, quando si era ripreso si rese conto che Goku si era liberato. Il suo corpo era circondato da un’aura azzurra e lo Scouter indicò una forza combattiva di 50.000, prima che esplodesse. Il Saiyan ansimò, su tutto il corpo aveva riportato dei lividi sanguinanti, la liberazione gli aveva costata molta energia. 
“I…Incredibile! Finora nessuno si è mai potuto liberare!” 
Goku vide che il suo avversario era shockato a tal punto da abbassare la guardia e colse l’occasione per scagliarlo a terra con tre colpi. Per finire gli lanciò addosso una Kamehameha. 
Quando i nubi dell’esplosione si erano dissolte atterrò vicino al cratere e guardò dentro. Vide Ringok essere ancora in vita, ma gravemente ferito. 
“Ti propongo di finirla qui. Vattene e non farti mai più vedere davanti a me!” gridò e volle già volare via. 
“A…aspetta! Non parlerai sul serio!” fu la risposta, mentre il cacciatore di taglie si alzò a fatica. Usando tutta la forza in corpo galleggiò in aria e atterrò davanti a Goku ”Non abbiamo ancora finito…” 
“Non dire sciocchezze! Lascia perdere. Io sono soddisfatto” 
In quel momento Ringok si accorse che una persona stava osservando la scena, riconobbe Sedri al primo sguardo. Si chiese come mai fosse qui, e da dove sapesse di questa sfida…non si era ricordato di averla vista prima in città. In ogni caso era presente. Normalmente sarebbe stato gioioso di avere la sua preda davanti sé, ma nelle sue condizioni non poteva sperare di batterla. Il solo pensiero a questa occasione sprecata lo fece perdere anche le ultime forze. 
Goku lo vide e si voltò per rispetto chiamando Sedri a sé per andarsene, e s’incamminò. Si fermò quando la ragazza fissò qualcosa dietro di lui e lanciò un potente raggio energetico che sfiorò appena la sua spalla. Il raggio colpì in pieno Ringok che stava tentando di colpirlo a tradimento. Il suo corpo fumante cadde all’indietro, Goku fissò la Saiyan esterrefatto. 
“Perché lo hai fatto? Non era necessario ucciderlo!” 
“Lascia perdere, i ringraziamenti a dopo. Ficcatelo in testa, ci sono dei combattimenti in cui devi eliminare l’avversario. Questo era uno di quelli. Forza, andiamo prima che qualcuno ci scopra” ribadì Sedri. 
Goku annuì debolmente e guardò un’ultima volta verso la salma di Ringok mentre Sedri tirò fuori da una tasca il cassetto delle capsule. Nel frattempo si era abituata alle capsule terrestri, e con mano abile liberò l’astronave. Senza fare tanti complimenti partirono verso una nuova meta.

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Capitolo 18
*** metamorfosi! ***


Dopo un viaggio di dieci giorni gli strumenti di bordo svegliarono i quattro Saiyan dal loro sonno.

Vegeta fu il primo a riprendere conoscenza, svegliando gli altri dormiglioni con una chiamata via Scouter. 
“Nappa! Radish! Gohan! Siamo arrivati! Svegliatevi!” 
Era appena in tempo per permettere ai guerrieri di ammirare il pianeta avvicinarsi fino a coprire quasi tutta la loro visuale.

Quel mondo era bellissimo, e sicuramente valeva molto: gli oceani erano di un blu splendente; la terra marrone e verde brillava nel buio dello spazio, tutto contornato dalla atmosfera azzurra.

Somiglia alla Terra, pensava Gohan.

All’orizzonte stava scendendo una luna quasi piena. 
“Date inizio alla sequenza d’atterraggio! Coordinate 45.234 a 12.793.” ordinò Vegeta ai suoi uomini.

Le capsule cominciarono a scendere e attraversando l’atmosfera la loro superficie iniziò a arroventarsi, brillando di rosso. 
Il pianeta era popolato da esseri molto simili agli umani, con la differenza che tutti avevano i capelli rossi fuoco e quasi nessuno era più piccolo di due metri.

Con la sua grande esperienza sul campo, Vegeta aveva scelto la città più grande; quando i quattro Saiyan si avvicinarono ad essa, era già sera. Gli abitanti della città si meravigliarono dello strano rumore proveniente dal cielo, che interruppe il normale scorrere della vita.

A un tratto un’esplosione distrusse un grattacielo, come se fosse stato colpita da una cometa, seguito da quattro piccoli terremoti.

Grida in preda al panico e sirene d’allarme riempivano l’aria. 
In un raggio di circa duecento metri le quattro capsule Saiyan erano atterrate e lasciavano il loro mezzo di trasporto.

Con aria minacciosa galleggiavano sopra i quattro crateri per poi atterrare uno vicino all’altro su una strada di solito molto frequentata.

Dopo neanche cinque minuti i primi soldati delle forze militari avevano raggiunto il campo di combattimento e ostacolavano gli invasori alieni. 
“Fermi! In nome del senato!”
Vegeta, Radish e Nappa li esaminarono e accesero gli Scouter: le forze combattive dei soldati Tarsiani era veramente in media superiore al 1.000. 
“Siete stati veloci…E va bene…Ehi, voi! Siamo i Saiyan! Ora cominceremo a conquistare questo vostro pianeta! Chi ci tiene alla propria pelle dovrebbe lasciare questo pianeta entro le prossime 72 ore!” gridò Vegeta verso la folla che rispose con incredulità e risate.

Come reazione il Principe alzò la mano e lanciò una sfera energetica verso un altro grattacielo che esplose subito. 
“Non scherzo! Chi vuole fermarci si faccia vanti! Vogliamo divertirci!” 
In preda al panico i presenti scapparono via gridando, solo due dozzine di membri delle forze dell’ordine restarono sul posto ad affrontare i Saiyan. 
Subito iniziò la prima battaglia: Radish, Nappa e Gohan sconfissero un avversario dopo l’altro, mente Vegeta si tratteneva. Aspettava i pesci più grandi…questi soldati semplici non li degnava neanche di uno sguardo. Il suo desiderio non si era ancora avverato, perciò passò il tempo polverizzando le città circostanti. 
Dopo circa venti minuti finalmente la forza planetare si degnò di mandare tutta l’artiglieria pesante.

Tarsios poteva contare su un’armata ben addestrata, provvista di aerei, raggi energetici potenti e altre armi, in più loro stessi erano abbastanza forti per formare truppe speciali con forze combattive di 2.000 a 3.000. 
L’armata attaccò tutta la città con centinaio di bombe distruggendola al posto degli invasori.

I Tarsiani sapevano di aver a che fare con nemici pericolosi, con cui bisogna lottare con tutti i mezzi disponibili.

L’attacco durò per più di un’ora senza sosta, dal cielo e dalla terra, finché il comandante pensò che fosse abbastanza.

Le nubi si dispersero lasciando intravedere le rovine della città.

Si credevano già vincitori, quando alcuni raggi energetici colpirono gli arerei distruggendoli.

Purtroppo era vero: in mezzo alla distruzione totale videro i quattro Saiyan, incolumi.

Solo le loro armature erano un po’ impolverati.

Questo fece imbestialire soprattutto Nappa. 
“La mia armatura! L’avevo appena pulita…me la pagherete!”

Il gigante si lanciò addosso ai aerei restanti, mentre Radish e Gohan affrontarono l’esercito a terra con più di mille soldati.

Ciascun soldato aveva una forza di almeno 1.000, alcuni persino 2.000, moltiplicato per mille la cosa si faceva dura.

Mentre loro si battevano con i primi soldati, Vegeta continuò a restare in disparte come se aspettasse qualcosa. 
“All’attacco! Distruggete i Saiyan! Per l’onore di Tarsios!” gridavano i guerrieri passando all’attacco.

Vedendo quell’armata avventurarsi contro di loro anche Radish per un attimo si spaventò, non solo Gohan.

Ora dovevano cercare di conservare il sangue freddo. 
“Gohan! Cerca di restare calmo! Occupati di un avversario alla volta… eliminalo con meno colpi possibili! E guardati le spalle!” istruì suo nipote tra un colpo e l’altro. 
“Ci provo…grazie!” fu la risposta e subito atterrò tre soldati con un colpo. 
Oltre ai colpi doveva stare attento anche agli attacchi energetici, schivarli e contrattaccare subito era una vera e proprio prova di forza, ma in qualche modo i due guerrieri riuscivano ad eliminare un soldato dopo l’altro, dopo un’ora il loro numero era già ridotto a meno della metà.

Quando anche Nappa si unì a loro dopo un’altra ora la battaglia era quasi finita.

Gohan e Radish ansimavano per la fatica, ma erano rimasti quasi incolumi a parte qualche ferita superficiale, ai loro piedi giacevano i corpi dei mille avversari. 
“Uffa…che fatica! Era divertente, no?” commentò il Saiyan asciugandosi la faccia dal sudore, che insieme alla polvere formò una massa disgustosa. Gohan invece, dopo essersi calmato, sembrò depresso: stava fissando le sue vittime.

Solo l’incoraggiamento di suo zio riuscì svegliarlo. 
“Bravo, piccolo! Ti sei battuto bene!” 
“G…Grazie…” 
Nappa invece aveva già dimenticato questa battaglia, stava osservando Vegeta che galleggiando in aria, aveva assunto una posa di combattimento 
“Finalmente…cominciavo ad annoiarmi” 
Gli altri tre Saiyan seguirono lo sguardo del principe per scoprire quattro figure in cielo che stavano atterrando. Tarsiani particolarmente robusti e muscolosi con una forza combattiva di ben 5.000 punti, il comandante persino ne aveva 9.000.

Se avessero attaccato insieme, avrebbero potuto avere una bella gara per il principe.
“Noi siamo i guerrieri dell’ordine Tal le Sop! Arrendetevi e lasciate questo pianeta!” gridò il comandante. 
“Non vogliamo!” fu la risposta di Vegeta “Voi piuttosto, smettetela di blaterare e combattete! Avete l’onore di morire per mano mia!” 
Questo era il segnale per gli altri tre Saiyan di ritirarsi per lasciare al loro principe lo spazio necessario per il combattimento. Si sedevano su delle rovine ed osservavano lo spettacolo.
I quattro Tarsiani avevano circondato Vegeta e lo attaccavano ora con dei raggi energetici.
Il Saiyan saltò in aria, ma i raggi lo seguirono e li dovette bloccare con le mani, l’esplosione all’impatto era considerevole.
Prima che le nubi si potessero dissolvere, i quattro saltarono in aria per attaccare con calci e pugni, ma Vegeta gli parò con una rapidità sorprendente.
Con un’onda d’urto li scaraventò infine a terra, solo a fatica potevano evirate un impatto. 
“Incredibile! Ha bloccato tutti gli attacchi…È davvero forte!” 
Mentre tre di loro lo fissavano dal basso, il comandante saltò addosso a Vegeta: il suo corpo era coperto da un’aura rossa, ed iniziò un duello furioso col principe.
Il suo Scouter lo avvertì che ora possedeva una forza combattiva di ben 14.000.
Il combattimento per circa mezzo minuto era alla pari, finche il Tarsiano colpì Vegeta di striscio sulla guancia, la sua energia causò una leggera bruciatura.
Vegeta era furibondo. 
“Come osi ferirmi, rifiuto?! Te lo farò pagare!” 
Con un calcio furioso scaraventò l’avversario a terra per poi caricare la sua tecnica speciale.
Gli altri Saiyan avvertirono il pericolo e si prepararono per volare più lontano. 
“Vegeta! Ricordati che dobbiamo ancora venderlo questo pianeta!” 
I quattro Tarsiani sentirono di essere in pericolo e concentrarono le loro energie a loro volta.
Non solo la loro vita, ma l’esistenza della loro razza era nelle loro mani. 
“Garrii-Haaaa!” gridò Vegeta e lanciò un raggio energetico verso terra che sicuramente causerebbe danni molto estesi.
Per tutta risposta i Tarsiani lanciavano un altro raggio verso il cielo, le due energie s’incontravano a metà via. Entrambe le parti cercavano di spingere indietro l’altra, ma entrambi erano perfettamente alla pari, no, i Tarsiani stavano prendendo il sopravvento. 
“Ma che diavolo…?! Quelli non possono essere più forti di me!” scappò a Vegeta totalmente sorpreso. 
Diede fondo a tutta la sua energia, ma non servì niente: la sua parte del raggio si riduceva sempre di più, finche non dovette interrompere l’attacco. All’ultimo momento riuscì a schivare il raggio saltando al lato per lasciarla sfrecciare verso il cielo, dove esplose in una gigantesca palla di fuoco. Quel raggio avrebbe potuto ferirlo gravemente: questo gli faceva bollire il sangue della rabbia.
Gocce di sudore bagnarono la sua fronte voluminosa, e il Principe digrignò i denti. 
“Maledetti vermi…vi ripagherò con gli interessi!” sbuffò e atterrò davanti a loro. 
I quattro guerrieri deglutivano per la paura vedendo quel Saiyan furibondo di fronte a loro.
Erano esausti, quell’attacco di prima gli era costato gran parte delle loro energie.
Vegeta invece si era scaldato abbastanza per terminare questa battaglia e li fissava con occhi gelidi.
Il comandante bisbigliò con uno dei suoi uomini, quell’uomo si girò e scappò. 
“Ehi, e io pensavo che foste guerrieri valorosi! Ora scappate da vigliacchi? Tanto vi farò fuori lo stesso” 
“Lo vedremo. Fra pochi desiderai solo di non aver mai messo piede qui!” sorrise il comandante. 
“Basta! Ne ho abbastanza!” 
Come un fulmine scattò in avanti e con un calcio alla nuca staccò la testa al primo soldato.
Mente il cranio stava ancora cadendo a terra con il taglio della mano spaccò in due il corpo del secondo.
Ora il comandate era l’ultimo della lista ad affrontare il Saiyan furibondo, con le ginocchia tremanti alzò la guardia e aspettò il seguito.
Vegeta attaccò con un calcio che spezzò il suo braccio sinistro, poi seguì un fendente dall’alto che lo colpì alla spalla e infine raggiunse il cuore.
Per finire lo colpì con una sfera energetica che polverizzò il corpo del Tarsiano. 
Con questi quattro guerrieri era stata spazzata la più grande speranza del pianeta; i Saiyan potevano ora continuare la loro missione di distruzione senza troppi intoppi.
In più era prevista un’alta accelerazione in quanto si preannunciava un avvenimento speciale: la luna piena.
La luna piena era il modo più efficace per ricuperare il tempo perduto, trattandosi dell’arma segreta dei Saiyan più terribile. 
“Gohan, spero che tu sia pronto per la tua prima volta!” sorrise Radish che si stava già entusiasmando.
I suoi occhi stavano scrutando l’orizzonte orientale, dove secondo i calcoli in breve sarebbe dovuta sorgere la luna piena di Tarsios.
Il bambino invece era indeciso se rallegrarsi o meno, dato che appunto non sapeva cosa sarebbe successo ora.
Suo zio gli aveva insegnato in fretta e furia la tecnica segreta del Konkoji, con la quale i Saiyan potevano controllarsi una volta trasformati nei terribili scimmioni giganti.
Il controllo mancante è il problema maggiore per i bambini, che perdono l’autocontrollo e ricadono in uno stato di semicoscienza pieno di sete di sangue, in cui distruggono tutto e tutti.
 Ora è giunto il momento per Gohan di dimostrare di potersi controllare. 
“Non lo so…come sarà? Mi sento agitato…”
“Semplicemente favoloso. Vedrai…Ecco, arriva!” 
I quattro Saiyan si misero in posizione, ognuno su una collina diversa. All’orizzonte ancora buio, tra le stelle, era possibile discriminare uno splendore che stava aumentando.
Finalmente, tra le montagne lontane, ecco che si stava alzando il primo pezzettino della luna.
Minuto per minuto la luna sorgeva fino a risplendere nella sua completa grandezza. 
Iniziò la grande metamorfosi dei Saiyan: i loro occhi si tingevano di rosso fuoco, i canini si allungavano e i loro corpi si facevano sempre più massicci. I loro volti si tramutavano in musi da scimmia e su tutto il loro corpo cresceva un pelo fitto e scuro.
Alla fine la loro statura aveva raggiunto circa venti metri di altezza, ma nonostante ciò le loro armature non si erano frantumate in quanto erano fatti di un materiale speciale molto robusto e elastico.
Ora quattro scimmioni urlavano nel buio della notte e cominciarono a seminare distruzione e morte. 

 
 
Angolo dell’autrice:
Eccomi qui….di ritorno dagli esami!
Ritorno con un capitolo più lungo rispetto ai miei standard, giusto per farmi perdonare!
Comunque ora che gli esami sono finiti prometto che mi farò viva più spesso…e spero che il capitolo sia stato di vostro gradimento, in tal caso RECENSITE mi raccomando!

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Capitolo 19
*** Tutti per uno...uno per tutti! ***


La mattina seguente quella luna portatrice di disfatta tramontò, mentre il sole sorgeva per illuminare le tracce del terrore notturno.
Pochi minuti dopo la scomparsa della luna la trasformazione terminò e i quattro Saiyan riacquistarono di nuovo la loro vera figura. Intorno a loro solo distruzione, caos e morte, contornato da un silenzio funebre. 
“Ah!, Che forza!” gridò Gohan entusiasta, al solo ricordo sentì una pelle d’oca.
Sì, quella tecnica aveva funzionato: si ricordava delle ultime ore.
Radish gli accarezzava la testa e sorrise per dire:
“Che ti avevo detto?”
Per una volta anche Vegeta era soddisfatto del lavoro svolto e perlustrava la zona per valorizzare lo stato della missione. Nelle ultime ore avevano fatto il lavoro di ben tre giorni consecutivi, ormai la conquista del pianeta sarebbe stata solo una faccenda di una settimana al massimo. 
Nei prossimi quattro giorni già più del 70% del pianeta era ormai caduto in mano loro, seppur disperati i Tarkaniani non si erano arresi e continuavano a lottare con tutte le loro forze fino all’ultimo; tale resistenza piaceva al Principe.
Pensava di aver ormai la faccenda in pungo, ma non era così… 
Il quinto giorno Radish e Gohan stavano facendo un volo di ricognizione a nord per cercare di debellare i ribelli.
Già che c’erano distruggevano anche i villaggi che trovavano.
Poi il rilevatore di Gohan diede allarme. 
“Ehi, zio Radish! Lo vedi anche tu?” 
“Uhm…sì…una reazione a Nord-Ovest…meglio controllare” 
Alla posizione indicata si trovava un villaggio deserto e qualcosa che sembrava essere una base segreta militare tra il bosco fitto.
I due Saiyan atterravano e si guardavano intorno.
Di nuovo l’allarme del rilevatore, Gohan sentì anche un’aura nemica nelle vicinanze. 
“Ora la vostra esistenza è giunta al termine…Krahl sarà il vostro peggior incubo!” sentirono una risata diabolica. 
Radish e Gohan guardarono nella direzione da cui proveniva quella risata e videro una figura appoggiarsi al muro di una casa in rovina, era un Tarsiano che Gohan riconobbe subito. 
“Ma tu sei quel vigliacco che era scappato! Che diavolo vuoi ora?” 
Guardandolo meglio si accorsero che era ferito gravemente, sangue viola colava da più ferite e tinse la terra sottostante.
Quando voleva fare un passo in avanti barcollò e dovette appoggiarsi sul muro. 
“Ah! Ehehehe…potete anche ammazzarmi…ma tanto mi seguirete presto! Crepate come cani! Muhahahah!” 
Radish voleva terminare quella risata disgustosa con una sfera energetica, ma si fermò quando il Tarsiano si zittì di colpo: un artiglio gigante gli aveva perforato il torace e poi strappato in due. 
“Ma che diavolo è quello!?” 
Dall’ombra uscì un essere terribile, alto tre metri, magro, armato con corna appuntite e dieci artigli affilati alla mani.
Dalla schiena spuntavano degli tentacoli simili a liane e tutta la pelle era composta da squame rosse.
Beh, certo queste cose non sarebbero mai bastate per spaventare un Saiyan, ma quando i due lessero il valore combattivo emesso da quel essere le cose cambiarono, il rilevatore si spense prima che esplodesse.
Radish cominciò a sudare per lo spavento, quando capì di trovarsi nei guai fino al collo. 
“Quella creatura ha una forza combattiva di 32.000! Dobbiamo chiamare gli altri!” 
In momenti come questo era contento di essersi procurato un modello di rilevatore più moderno, che era dotato di un meconismo di sicurezza.
Il vecchio modello sarebbe esploso e basta, quello nuovo si spegneva da solo e poteva essere ancora usato per la comunicazione.
Lo accese e chiamò gli altri due Saiyan. 
“Radish chiama Vegeta e Nappa! Urgente! Abbiamo un problema qua! Rispondetemi!” 
Dopo interminabili secondi di attesa Vegeta rispose per primo, poi anche Nappa,e i due volavano sapere cosa ci fosse di tanto urgente.
Il Saiyan spiegò velocemente la situazione, Vegeta sospirò seccato e rispose che sarebbe venuto, se la cosa era tanto urgente. 
Per primo Nappa raggiunge la zona, essendo più vicino sorvolò dopo circa dieci minuti quella zona e cercò Radish. 
“Dio…è peggio di un bambino…cosa sarà di tanto terribile? Quello si spaventa di tutto” brontolò.
Dopo una breve ricerca il rilevatore risuonò e lo dirigeva verso quel villaggio deserto.
Sotto di lui vide esplosioni gli alberi caddero e la polvere si sollevò. 
“Ehi, Radish! Ci sei?!” 
Infine lo trovò mentre lottava conto un essere strano, a fatica scansò alcuni colpi di frusta e sembrò di essere nei guai.
Lo stesso valeva per Gohan, ma essendo più piccolo di statura scansò meglio i colpi.
Suo zio ansimò e ringhiò, un colpo lo aveva già colpito all’occhio sinistro e distrutto il rilevatore, in più temeva di aver perso l’occhio.
Aveva altre ferite su tutto il corpo, quei colpi erano taglienti come lame e veloci come un lampo. 
Una sfera energetica cadde dal cielo e colpì in pieno quel essere sotterrandolo. 
“Allora, vuoi che ti dia una mano?” risuonò la voce possente di Nappa. 
“Smettila di blaterare! Sta attento che non è mica morto!” 
In quel momento attraverso le macerie alcune fruste sparavano perso l’alto colpendo il Saiyan impreparato al braccio e alle cosce. Sangue rosso sgorgò dalle ferite e Nappa doveva atterrare. 
“Non te lo avevo detto?! Quello è velocissimo! Dai, aiutaci! In tre forse ce la facciamo!” gridò Radish. 
“Non dire fesserie! Quel coso lo riduco a brandelli!” ribatté Nappa infuriato per poi raccogliere la sua energia “Last Scream!” 
Un’onda energetica enorme fuoriuscì dalla sua bocca per sfrecciare verso l’essere disintegrando ogni cosa su suo cammino.
Una esplosione fece tremare tutta la zona come un terremoto di categoria 8 formando un canyon di quasi un chilometro di lunghezza. 
“Uff…Ehe…piaciuto, eh?” sorrise Nappa sicuro della vittoria, ma quel sorrise scomparve quando vide un bagliore in mezzo alla polvere prima i essere colpito da una scossa elettrica potentissima.
Un po’ incenerito andò in ginocchio e poco mancava che perdesse l’equilibrio.
“Maledizione! Vegeta! Meglio se ti sbrighi!” 
“Ah ah, allora anche tu non ce la fai, sbruffone!” pensò Radish non senza soddisfazione, mentre si puliva la faccia dal sangue.
Sentire il sapore del proprio sangue non gli piaceva per niente.
Ma finche arrivasse Vegeta in loro aiuto dovevano resistere e collaborare, se volevano rimanere in vita con quell’essere di nome Krahl.
Vegeta si era fatto una bella grigliata con i resti di un Tarkaniano, e se la stava gustando proprio quando Nappa lo chiamò.
Dalla sua voce poteva percepire che si trattava veramente di qualcosa di urgente. 
“Uffa…sempre durante il pranzo” brontolò Vegeta e azzannò un’ultima volta la gamba arrostita prima di gettarla via e di avviarsi.
Il rilevatore gli indicava oltre ai tre Saiyan un’aura che aumentava sempre di più. 
Gohan aveva avuto l’idea di distrarlo insieme a suo zio per permettere a Nappa di colpirlo con tutte le forze sul muso.
I due sparavano le loro tecniche migliori e centravano il bersaglio, ma Krahl era troppo veloce e riuscì a scansare l’attacco di Nappa.
Attaccò lui facendo sibilare le sue fruste che rilasciavano nuove ferite laceranti sui corpi dei Saiyan. 
Finalmente anche Vegeta raggiunse il campo di battaglia e trovò i suoi soldati stremati e in guai molto seri, mentre cercavano ancora di contrastare il nemico. 
“Ma che è successo qua?” chiese appena atterrato. 
L’unico a reggersi ancora in piedi era Gohan, ma anche il suo corpo era pieno di ferite da taglio e bruciature. 
“Vegeta…quel coso è troppo forte per noi” cominciò.
Il principe stava in piedi vicino a lui e osservò quel essere disgustato.
Anche se non lo mostrava, quel valore combattivo lo preoccupava non poco, per di più ora era ancora salito.
34.000 erano ben sopra il suo livello. 
“Ma che cos’è?” brontolò ancora più disgustato.
“Non ne ho idea…la vendetta di Tarsios…si chiama Krahl…stai attento a quei tentacoli, sono affilatissimi! E produce scariche elettriche potenti… ed è veloce!” 
“Sì, sì, ho capito. Finalmente una bella sfida!” 
Vegeta sorrise malizioso per il piacere anticipato e si mise in posizione di guardia, mentre Krahl stava ridendo e sventolando le sue fruste.
Il Saiyan era alto la metà, ma non si fece intimorire. 
Purtroppo dopo dieci minuti di combattimento quel sorriso si era spento, era stato in grado di recidere più della metà dei tentacoli, ma quella pelle squamosa bloccava tutti i suoi raggi energetici come uno scudo.
Inoltre si era accorto della pericolosità delle fruste sul proprio corpo; per fortuna aveva portato l’armatura, altrimenti avrebbe riportato ferite molto gravi. 
“Maledetto mostro! Non ridere di me! Ti faccio vedere io!” sbuffò e caricò la sua tecnica migliore. 
Aspettava che il mostro gli saltasse addosso per poi colpirlo da sotto in pieno stomaco. L’esplosione e la seguente onda d’urto erano abbastanza potenti da radere al suolo la zona circostante e di scaraventare via Krahl per molti chilometri in cielo.
Vegeta lo seguì con gli occhi sorridendo, ma la fatica cominciò a farsi sentire: ansimava e per poco non andò in ginocchio. 
“Vegeta! Bravo! Lo hai fatto fuori!” si complimentarono gli altri Saiyan e volevano già corrergli incontro, ma per fortuna Gohan guardò in cielo. 
“Eccolo! Sta ritornando! È ancora vivo!” 
Krahl cadde verso il suolo per atterrare sui suoi piedi avanti a Vegeta.
Quel attacco gli aveva fatto ben poco, solo una parte della sua pelle era un po’ bruciacchiata e fumava, ma questo bastava per farlo arrabbiare per davvero.
Concentrò le sue energie per rilasciare un fulmine potentissimo che travolse tutti quattro gli avversari.
I Saiyan andarono in ginocchio per lo shock, con i capelli ancora più sparati del solito, e perdevano sangue dal naso o dall’orecchio.
L’unico a resistere era stato Vegeta, ma persino lui per un attimo si era sentito mancare. L’essere produsse alcuni suoni che poetavano essere interpretati come una risata di scherno. 
“Stramaledetta bestia! Ti giuro che ti strappo la lingua!” 
Osservandolo più attentamente Vegeta si accorse di una cosa: all’interno della sua bocca non erano visibili quelle squame. Da fuori era forse invulnerabile, ma dentro…? Doveva provare. Si alzò a fatica e concentrò le forze nelle gambe per poi fare un balzo verso Krahl e cercò di colpirlo con un pugno nella bocca. Ma era troppo lento, prima che si potesse allontanare di nuovo sentì un dolore forte e acuto alla sua spalla sinistra. Un artiglio di Krahl gli aveva perforato l’armatura e la spalla sottostante. Grazie al suo autocontrollo perfetto trovò la forza per liberarsi e di saltare indietro. Di nuovo quella risata diabolica, mentre il mostro si leccava il sangue dall’artiglio. 
“Vegeta! Ma cosa volevi fare?!” chiese Nappa esterrefatto. 
“Ho cercato di colpirlo alla bocca, ma è andata male…caspita è veloce!” 
“Vuoi un a mano?” disse Radish. “Potremo distrarlo…” 
“Taci! Ce la faccio anche da solo! Non immischiatevi!” fu la risposta arrabbiata di Vegeta. Quella non era neanche l’ultima opzione, non voleva farsi certo aiutare da loro!
Cercò di sembrare forte, ma cominciò a sentire la perdita di sangue e gli si stava annebbiando la vista. 
“Vegeta! Pensa…ne vale veramente la pena crepare su questo pianeta del cavolo? Per mano di questa bestia?! Dai, non puoi pensarlo sul serio!” gridò Radish abbastanza seccato dalla reazione del principe.
Vegeta lo fissò esterrefatto, più delle parole lo aveva sorpreso il coraggio di Radish di parlargli così.
Ma prima di poterlo contraddire doveva scansare già un altro attacco.
Ora anche Gohan s’immischiò e venne in aiuto dello zio. 
“Vegeta! Ti prego, lasciati aiutare! A volte accettare l’aiuto altrui è un segno di forza! Sempre meglio di morire invano!” 
Finalmente cominciò ragionare “Ma dimmi come diavolo volete aiutarmi? Dai, distraetelo! Spero che ne siate in grado!” ordinò alla fine.
Con tutte le loro forze residue diedero inizio a un’offensiva compatta saltando intorno a Krahl, attaccando e scansando senza sistema visibile.
Il mostro cercò di colpire con le  fruste, ma appena di concentrò su uno, gli altri lo colpivano alle spalle.
Se la stavano cavando, ma era chiaro che non potevano reggere a lungo quella velocità così elevata. Per un minuto Vegeta si limitò a osservare e a studiare i movimenti per poter capire quando era venuto il momento propizio. Ma non arrivava, così ordinò:

“Attaccatelo insieme! Ora!”

I tre Saiyan annuirono e caricarono le loro tecniche più potenti:
Radish il suo Burning Arrow, Nappa il suo Last Scream e Gohan…
Gohan si ricordò di una tecnica che gli aveva fatto vedere suo padre: la Kamehameha. Attaccarono insieme, come previsto Krahl cercò di scansarli con un salto.
Era il momento che Vegeta aspettava: comparì davanti alla sua faccia e gli ficcò il pugno in bocca.
Krahl serrò i denti e si sentì l'osso frantumarsi, ma il Saiyan non si arrese. 
“Vai al diavolo! Garrik Ho!” 
Gli sparò la sua tecnica migliore direttamente in bocca, l’energia si propagò all’interno del suo copro e le sue viscere per poi esplodere in una palla infuocata.
Il fuoco illuminò il cielo notturno e i pezzi del mostro caddero a terra come una pioggia rossa. 
Vegeta cercò di atterrare, ma non si resse più in piedi.
Il braccio destro era storto e sanguinava, perdeva sangue anche da molte altre ferite e rischiò di perdere conoscenza.
Prima che ciò accadesse, Nappa lo sorresse e chiamò le capsule spaziali. 
“Interrompiamo la missione. Torniamo alla base più vicina!” ordinò.


Angolo autrice:
Eccomi ancora qui...come promesso non ho fatto aspettare un'eternità dall'ultimo aggiornamento!
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
RECENSITE MI RACCOMANDO!!


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Capitolo 20
*** la famiglia si ingrandisce ***


Per fortuna la base spaziale più vicina era solo tre giorni di viaggio, con l’aiuto del pilota automatico le capsule spaziali trovarono la rotta giusta. Nappa l’aveva già avvertita del loro arrivo, per ciò un gruppo medico li stava già aspettando sulla piattaforma d’atterraggio.

Vegeta era quello messo peggio, già alla partenza aveva dovuto ricorrere al sistema di supporto vitale.

Appena atterrato il Saiyan privo di conoscenza venne portato in infermeria; gli altri erano in grado di percorrere la strada da soli.

I quattro guerrieri vennero messi nelle capsule di rigenerazione. 
Gohan fu il primo a lasciare l’infermeria, avendo subito le ferite minori Nappa e Radish lo seguirono poche ore dopo.

Ma le cure di Vegeta sarebbero durate di più. 
Non c’era verso, i tre non volevano e non potevano lasciarlo qui, la missione doveva per forza aspettare.

Intanto si fecero passere il tempo d’attesa sulla base Freezer 41, per prima cosa decisero di calmare i loro stomaci andando in mensa.

Proprio alla fine, quando Nappa aveva ordinato del buon vino Khambar, un soldato si fece avanti. 
“Ecco che abbiamo qua…la banda degli scimmioni! Avete dimenticato Vegeta da qualche parte?” 
Nappa si girò e ringhiò seccato quando riconobbe il guastafeste. 
“Kiwi…di nuovo tu! Cerchi rogna?” 
Davanti al tavolo si era messo in posizione un essere con la pelle viola e una bocca come quella di un pesce, le braccia incrociate davanti al busto e con un sorriso di superiorità. 
“Come sempre carino come una vipera…Ho sentito che qualcuno ha distrutto gli invincibili Saiyan? Ben vi sta…”
“Non ti riguarda” fu il commento del Saiyan, che prese un sorso di vino dal suo calice con aria indifferente.

Anche gli altri cercavano di ignorare Kiwi nel miglior modo possibile, ma quello continuò ridendo. 
“Ho sentito che siete quasi stati massacrati da un mostro…Deve essere stata un’esperienza terribile!” 
“Non credo che avresti fatto una figura migliore” ribadì Radish seccato. 
Quell’affermazione sembrava aver centrato il bersaglio: Kiwi sapeva bene che lui e Vegeta erano più o meno allo stesso livello “Invece io credo di sì. Ah sì, ho sentito anche altre cose…” 
“Che carino. E di sicuro ora ce le racconterai, vero?” 
“Qualcuno ha eliminato Ringok. Lo conoscete, vero?” 
I Saiyan, a parte Gohan, annuirono in silenzio “E allora? Non è che ce ne frega” disse Nappa prendendo un altro sorso. 
“Ma di sicuro vi interesserà CHI lo ha ammazzato. Radish? Hai un’idea?” 
“Smettila di blaterare. Sputa il rospo o vattene” 
Kiwi sorrise malizioso.

Sedri e un certo Son Goku. La tua cara figliola l’ha combinata grossa stavolta” 
Radish, che aveva voluto prendere anche lui un sorso, si spaventò e sbuffò.
“Che cosa?! Sedri ha fatto
cosa?! Ma è impossibile! Ringok…suo fratello Rikoom fa parte della squadra Ginyu!” 
Il silenzio seguente veniva solo interrotto dalla risata di Kiwi per la faccia scombussolata di Radish.

Tutti lo fissavano, ma nessuno guardò Gohan. 
“Hai...hai detto Son Goku?” chiese all’improvviso. 
“Sì…un altro Saiyan…Cosa ne sapete di quello?” chiese Kiwi dopo aver visto la faccia sorpresa del bambino.

Gohan strinse i pugni e lottò contro le lacrime, anche Radish era spaventato da questa notizia.

Finalmente lo capì: sulla Terra Karoth si faceva chiamare Son Goku! Prima che Gohan potesse dire qualcosa, intervenne:

Ehm…sì! Mio…cugino! Mannaggia, è ancora vivo? Quell’idiota”

La sua risata era imbarazzata, ma Kiwi si lasciò confondere…il suo sorriso si allargò, poi si girò e se ne andò.

Appena che Kiwi fu lontano, Nappa volle chiarire due cose:

Ma…Che diavolo dici? Tu non hai nessun cugino in vita! Al massimo un fratello, ma quello lo hai eliminato tu stesso, no? O sbaglio?” 
“Beh…una lunga storia…Gohan, perché non ti fai un giretto…Vai ad allenarti!” disse Radish al nipote e fece un gesto come se volesse cacciarlo.
“Ma…! Io…!”
“Niente ma! Ho detto vattene!” gridò suo zio impaziente facendo zittire il bambino che obbedì alzandosi per lasciare la mensa.
 
“Allora, sputa il rospo!” 
Radish deglutì fissando quel calice mezzo vuoto davanti a sé.

Forse non l’ho colpito abbastanza duramente…è sopravvissuto” 
“Chi? Mi prendi in giro!?” 
“Karoth! Non lo hai ancora capito? Son Goku è Karoth! Ed è insieme a Sedri! Mi chiedo cosa abbia in mente…Bah…come se lei da sola non bastasse…bella famiglia…” 
Per alcuni secondi Nappa era privo di parole, poi sorrise.

Allora non hai finito il tuo avversario! Quel traditore…Vegeta non ne sarà entusiasta”
“Sì, è stato un errore non aver controllato se fosse veramente morto…ma cosa importa? Non sarà mai una minaccia per noi, no?”
 
Radish cercò di minimizzare la cosa, per primo per paura della reazione di Vegeta e anche per Gohan.

Se lui fosse venuto a spere che suo padre era ancora vivo, tutti quei mesi d’allenamento sarebbero potuti risultare vani.

Nappa svuotò il suo calice e si alzo sorridendo maliziosamente. 
“Allora io vado!” 
Quel sorriso era premonitore delle sue intenzioni, Radish intuì cosa aveva in mente.

Appena Vegeta si fosse ripreso glia avrebbe raccontato tutto per filo e per segno.

Che ipocrita…” pensò tra rabbia e tristezza.

Finì anche lui il suo vino per avviarsi, la miglior ricetta per calmarsi era sempre un po’ d’ allenamento. 
 

Sette ore più tardi, il medico di guardia spense la capsule di rigenerazione di Vegeta: i suoi valori erano ritornati tutti di nuovo nella norma. Di più, erano tutti a 130%. L’acqua verde sgorgò dall’interno e il Saiyan aprì gli occhi. Appena aperta la camera uscì -nudo- e ordinò un asciugamano. Il suo corpo aveva acquistato maggior volume muscolare, sulla schiena e sugli arti erano visibili cicatrici grandi e piccole, testimoni della sua furia in battaglia. L’ultima volta che aveva subito ferite del genere era stato ben quattro anni prima, in compenso aveva ricuperato tutto oggi. Specialmente quella ferita sulla spalla era ancora ben visibile. 
“Vegeta…come ti senti?” 
Si asciugò i capelli corvini e disse: 
“Bene. Sto bene…a che livello è la mia forza combattiva?” 
Il medico si prese un rilevatore e lo accese. “La tua forza combattiva è pari a 34.900! Incedibile!” 
Vegeta lo commentò con un ciglio alzato e si vestì intanto, come sempre un’armatura completa. Come se fosse stato chiamato Nappa entrò e vide che suo principe era già in piena forma. 
“Vegeta! Come ti senti?” 
“Che domanda! Cosa c’è? Conosco quella faccia…Sembra che tu voglia dire qualcosa…” Veramente, nella faccia del Saiyan era visibile quella strana gioia di qualcuno che aveva appena appreso un segreto che ora fremeva dalla voglia di raccontare in giro. 
“Giusto! Ti devo riferire qualcosa che ti interesserà…”

 

Vegeta chiama Radish! Vieni subito all’ hangar 14-A!” risuonò impaziente dallo Scouter del guerriero, mentre stava facendo flessioni sulle braccia. A giudicare dalla voce Vegeta era arrabbiato, ma non incazzato sul serio…un buon segno?

Non volendolo far aspettare troppo, si avviò. 
Nappa e Vegeta lo stavano già aspettando con le braccia incrociate e lo fissavano in modo tetro.

Radish capì che ora lo aspettava una ramanzina sonora e si fece sicuro di sé. 
“Volevi parlarmi?” 
“Hai detto che avevi eliminato Karoth…mi hai mentito!” 
Senza preamboli Vegeta aveva chiarito il suo punto, Radish cercò di giustificarsi. 
“Non sapevo che fosse ancora in vita! Stava morendo…Non so come ha fatto…” 
Vegeta fece qualche passo in avanti e lo afferrò alla gola per premerlo con forza contro la parete retrostante. 
“Avresti dovuto dargli il colpo di grazia! Un Saiyan va eliminato sempre subito…Hai fatto un grosso errore, Radish!” 
I suoi occhi si dilaniavano e cominciò ad ansimare, la presa di Vegeta si strinse sempre di più intono al suo collo. In più lo stava spingendo verso l’alto, così che ora aveva i piedi in aria. 
“Ve… Vegeta! Mi…mi dispiace! Non succederà mai più! Scusami!” 
Vegeta li fissò con uno sguardo gelido e si pensò se stringere ancora la presa per frantumargli il collo oppure lasciarlo in vita.

Quei secondi sembravano un’eternità per il guerriero di basso rango, che non riusciva più a respirare e si teneva a fatica alla mano di Vegeta.

Senza preavviso il principe lasciò la presa e Radish cadde a terra tossendo e ansimando, intorno al collo era ancora visibile il segno rossastro della presa. 
Il principe si girò verso Nappa che sembrava essere deluso per poi dire: 
“Qualcosa non mi torna. Karoth è diventato molto forte…Neanche un anno fa aveva una forza di nemmeno 500…e ora sconfigge un avversario del calibro di Ringok. Quello ha una forza di almeno 33.000! Cosa sta succedendo?! Non è certo normale!” 
“Ma non era da solo! C’era anche Sedri con lui! Non è affatto detto che fosse veramente più forte di Ringok!” cercò Radish di spiegare, ma tutto ciò che raccolse era uno sguardo seccato di Vegeta. 
“Bah…ma quanto forte sarà quella mezzosangue ora? 4.000? Figurati. Non prendermi in giro!” 
“Ma…!” 
“Silenzio!” gridò Vegeta e sparò un raggio energetico sottile verso Radish che poté scansarsi all’ultimo momento.

Il raggio lo avrebbe colpito alla testa, per fortuna l’unica cosa che gli procurò fu un taglio alla guancia destra.

Sulla parete dietro di lui invece si vedeva un buco rotondo e fumante. 
Ora il principe sembrò soddisfatto e di girò, il sguardo di Nappa volò tra la faccia spaventata di Radish e il viso impassibile di Vegeta. 
“Vegeta…Dove vuoi andare?” 
“E me lo chiedi? Ad allenarmi!” fu la risposta.

La voce possente del Saiyan risuonò tra le pareti fino a perdersi. 
“Uff…l’ho scampata bella!” sospirò Radish finalmente da solo e si alzò, la ferita sulla guancia sanguinava vistosamente, ma al momento il guerriero non ci pensava. Era vivo nonostante uno scatto d’ira di Vegeta, il che significava che quella era una giornata bellissima. 

Dalla loro partenza dal pianeta Vargas, Goku e Sedri si erano fermati solo su un piccolo pianeta disabitato, per il resto erano sempre stati all’erta. Durante il volo il Saiyan stava facendo un pisolino nella poltrona del pilota, i piedi appoggiati sul tavolo davanti, quando l’impianto di comunicazione emise un segnale acustico.

Nolente Goku aprì un occhio e sbadigliò di gusto. 
“Ma cosa c’è ora...? Accidenti… una chiamata dalla Terra…!” 
Aprì il canale di comunicazione, sullo schermo compariva il messaggio che era presente un ritardo di tre secondi, poi sentì una voce familiare. 
“Ciao, Goku! Mi senti? Sono Bulma!” 
“Ciao, Bulma! Sì, ti sento! Tutto a posto da voi?” 
Dopo sei secondi di snervante attesa finalmente arrivò la risposta. Ora si era attivato anche il canale video e cosi vide anche la sua vecchia conoscente. Stava sorridendo vedendolo in salute e con il suo solito sorriso pacifico e sicuro di sé. 
“Volevo chiedertelo io! Non ci chiami quasi mai! Come procede la ricerca?” 
“Mah, potrebbe andare meglio… lo spazio è bello grande!” disse Goku sorridendo. “Ma è anche interessante!” 
Vide che qualcuno stava tirando Bulma via dallo schermo, quel qualcuno era una Chichi abbastanza agitata. 
“Goku! Mi spieghi cosa stai combinando in tutto questo tempo?! Non mi dire che non hai ancora trovato il nostro Gohan?! Fannullone!” 
Goku fece una smorfia sorpresa e sorrise forzato. “Ehm… non è mica tanto facile… Ho avuto qualche problemino…” 
“Qualche problemino?Lo chiami così che sei ricercato come un criminale? Credo che questo sia una scusa più che valida per il ritardo!” si udì una voce femminile dietro Goku, era Sedri che stava uscendo dal bagno in mutande e con una maglietta senza maniche. Appena fu visibile il suo corpo attraente, a Chichi vennero occhi grandi e cominciò a sclerare: 
“Cosa vedo?! Brutto porco! Io sto in pensiero ogni secondo e tu di diverti con un’altra?! Non ci credo! Ehi, tu! Giù le mani da mio marito, hai capito! T’avverto!”
Chichi si stava agitando in tal modo che Bulma e suo padre dovevano tenerla ferma, persino Goku ebbe il timore che volva saltargli addosso tramite lo schermo.
 
“Tesoro! Non è come pensi…Veramente!” cercò Goku di tranquillizzarla, purtroppo senza sortire l’effetto desiderato.
L’unica a ridere era Sedri vedendo sua l’espressione scombussolata di Goku che la faccia arrabbiata di Chichi.
“Signorina Chichi…La posso tranquillizzare, io e lui non stiamo insieme! Sono solo un’ospite. E poi sono sua nipote, per ciò tra noi non c’è niente!”
“Esatto!” annuì Goku sorridente e sollevato, poi sembrò aver capito il reale significato di queste parole.
Gli scappò una faccia sorpresa e gridò.
 
“Che…che cosa? Hai detto nipote?! È uno scherzo, vero? Allora tu sei…!”
Sedri dovette trattenersi per non ricominciare a ridere.
 
“La figlia di Radish” 
“Ma perché non me lo hai detto?” 
“Non me lo hai chiesto!” 
Seguivano alcuni secondi di silenzio, finché Chichi e Bulma per prime ritrovarono le parole. 
“Che? Non dirmi che non lo sapevi?!” 
“Ehm…no! Eehehe…sorpresa!” rise Goku imbarazzato. 
Chichi si era calmata.
Ora poté finalmente cominciare con la cosa che voleva dire.
 
“Tu, Goku…volevo dirti una cosa importante…quando ritorni ho una sorpresa per te!” 
“Davvero? Una festa magari?” 
“Dio, ma tu pensi solo la mangiare?! No, qualcos’altro” sospirò la donna. “Sono incinta!”
Quella notizia colpì Goku come una cometa, quasi stava cadendo dalla poltrona.
“Che? Davvero? Dio...a quando la nascita? Sai già cosa sarà?”
 
La donna sorrise dolcemente accarezzandosi la sua pancia, già più grande del solito. “Due gemelli...Un maschio e una femmina…nasceranno tra quattro mesi e mezzo…sarebbe bello se ci fosse tutta la famiglia…”
“Tesoro…me lo auguro anch’io. Ma non ti posso promettere nulla. Hai già un nome per loro?”
 
“Io sì, ma mio padre dice che le mie idee non ti piaceranno….” brontolò facendo un gesto di disapprovazione “Tu che dici? Hai qualche idea?” 
Goku incrociò le braccia e cominciò pensare, si poteva vedere come suo cervello stava lavorando.
Un nome dietro l’altro comparì, venne valutato e poi scartato. Dal quattordicesimo tentativo il suo viso s’illuminò.
 
“Ecco…mio nonno mi ha spesso raccontato delle leggende…la sua preferita era la storia di una mezza divinità che ha posto fine a molte guerre…dalla collezione del Gorin no Sho…Ehi, che ne dici di Son Gorin?” 
“Di nuovo il “Go”…sempre la solita storia…ne sei sicuro?” disse Chichi non particolarmente convinta. Ma quando sentì un movimenti improvviso del nascituro so interpretò come un “sì” e si arrese.

E il maschio?”

Questa volta Goku non ebbe bisogno di pensare:

Goten” disse subito.

Sei sicuro?

Assolutamente...mi è sempre piaciuto come nome...in realtà avrei tanto voluto che il mio primo figlio si chiamasse così...ma ho preferito dargli il nome di mio padre” spiegò semplicemente.
“Bene, dato che avete finalmente chiarito quella questione…” gli interruppe Bulma “Prima che vi dilunghiate troppo vorrei anche dire le mie! Goku! Mi mandi il libro di bordo? Vorrei fare delle analisi!”
 
“Va bene! Ehi, come stanno gli altri? Stanno facendo progressi?” 
Bulma fece una smorfia arrabbiata e fissò Goku brevemente, poi sospirò: 
“Si…Yamcho, Crilin, Tensing, Jiaozi e persino Yjirobai…tutti s’allenano come dei pazzi! E si dimenticano di tutto e tutti! Per esempio: per gli amici non hanno più occhi, e neanche per me!” disse arrabbiata, stava pensando sicuramente al suo ragazzo Yamcho. “Subito dopo la tua partenza hanno fatto una sessione d’allenamento dal Supremo, poi non so più… Chiamano una volta ogni due mesi…” 
“Benissimo! E Junior?” chiese Goku. 
“E che ne so! Il Supremo gli avrà ben raccontato della nuova minaccia… da come lo conosco si starà allenando come un forsennato…Se sta dalla nostra parte la Terra ha un buon alleato…ma mi sentirei più sicura se tu tornassi al più preso…”
“Ci provo… ma per il frattempo vi auguro buona fortuna! E tu, Chichi, mandami immagini dalla nascita di Goten e Gorin, d’accordo? Ciao!” fece Goku e terminò la comunicazione sorridendo, per poi mandare i dati richiesti da Bulma.
Voltandosi verso Sedri disse con finta rabbia:
 
“Allora…ti credi furba, eh? Quando avevi in mente di dirmelo?” 
“Presto, non preoccuparti. A parte questo, avresti potuto chiedermelo, no? Se fossi stata al tuo posto avrei chiesto subito chi il Saiyan che ha messo incita una donna allariana!” 
“Bah…a te che non racconti mai del tuo passato? Non importa, ora lo so. Allora dimmi, come ti sembra tua zia? Incandescente, vero?” 

“Non più di mia madre…”




ANGOLO AUTRICE:
Eccomi qui....scsate se vi ho fatto aspettare tanto ma per motvi familiari ho dovuta asentarmi per un po'. Spero mi perdonarete!
Bhe....finalmente ho reso ufficiale l'identità di Sedri....e i nuovi arrivati in casa Son, sui quali ho intenzione di scrivere una storia....
Spero che il capitolo vi sia piaciuto!
Non vedo l'ora di leggere le vostre impressioni!

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Capitolo 21
*** Padri e figli ***


Devo informare subito Freezer!” pensò Zarbon mentre stava leggendo i rapporti dei vari governatori dei pianeti sotto il dominio di Freezer.
Tra le numerose cose senza importanza, vi era un messaggio che lo aveva allarmato. Subito si fece stampare alcune pagine del documento e corse velocemente tra i corridoi dell’astronave.
La nave era abbastanza grande, perciò ci impiegò alcuni minuti per raggiungere il ponte di comando.
Freezer stava seduto come sempre sul suo trono che era grande almeno il doppio di lui e fissava le persone intorno a lui e le loro azioni.
Niente lo interessava più di tanto al momento, così stava bevendo un bicchiere di qualcosa che sembrava vino rosso.
Come sempre Dodoria era in piedi vicino a lui. In quel momento si aprì la porta verso i corridoi e uno Zarbon agitato entrò.
Senza guardarlo in faccia il tiranno sentì la sua agitazione e disse:
 
“Che c’è, Zarbon? Non correre così, altrimenti cominci a sudare!” 
L’alieno deglutì e fece alcuni respiri profondi per calmarsi, poi iniziò: 
“Ho delle notizie non buone, signore. Ringok è stato ucciso!” 
Freezer prese un sorso dal suo bicchiere e fece annoiato: 
“Chi? Ah, lui…allora? Tutta qui la brutta notizia?” 
“No, signore. Il punto è CHI lo ha ucciso. Non ci crederà! Erano due Saiyan, Sedri e uno sconosciuto!” 
Finalmente il tiranno degnò Zarbon di uno sguardo incredulo.
Questo sguardo fece rabbrividire e si mise in una posizione di rispetto.
 
“Cosa? Stai scherzando? Un altro Saiyan?! Chi? Che osa sfidarmi?!” gridò Freezer stringendo al presa frantumando il bicchiere in mille pezzi.
Solo ora Zarbon si ricordò dei fogli che aveva in mano e gliele porse.
Freezer li prese: erano le foto dei mandati di cattura di Sedri e Goku.
 
“Maledetti scimmioni! Chi è quello? Strano tipo…però mi sembra di averlo già visto da qualche parte…Son Goku? Non è un nome Saiyan…Forse anche lui è un mezzosangue?” 
“Abbiamo fatto delle ricerche, abbiamo persino guardato i vecchi file Saiyan. Lui è un Saiyan purosangue che in realtà si chiama Kaharoth…un guerriero di rango C, un Genin…figlio di Bardack e Taanipu…potenziale minimo” fece rapporto Zarbon. 
“Bardack? Aveva avuto un altro figlio?” scappò a Dodoria rammentandosi della sua battaglia contro il Saiyan 26 anni prima e sorrise.
Freezer fissò prima lui poi l’alieno verde-azzurro per poi concentrarsi di nuovo sugli fogli nella sua mano.
 
“Hai ragione…gli somiglia moltissimo! Kaharoth…un altro scimmione?! Ma quanti ce ne sono ancora? Vegeta ne è al corrente?” 
“Non lo so…ma credo di no” 
“Uhm…lo credo anch’io…uno come lui non ne starebbe buono dopo aver scoperto di non essere più il Saiyan più forte…Ma dobbiamo impedire che quei sei scimmioni si uniscano…stanno diventando troppo forti! Zarbon! Aumenta la taglia di quei due fino a 200 milioni! E dà a Vegeta missioni che sono possibilmente il più distanti da quelli! Fallo lavorare!” 
“Signorsì!” fece Zarbon e lasciò il ponte. 
L’umore attuale di Freezer comprese tutto fra rabbia, riflessione stoica e persino godimento, mentre continuava a fissare l’immagine di Goku e sorridendo in modo veramente tetro.
Si ricordava del Saiyan che aveva capito le sue intenzioni, quando voleva far sparire il pianeta Vegeta.
Un guerriero fiero e coraggioso che, seppur di basso rango, era dotato di un potenziale stupefacente.
Erano ben pochi di cui rammentava il nome, essendo uno di quelli eletti proprio il padre di uno dei pochi sopravvissuti era quasi come un destino stregato.
Tra sé e sé rise:

“Vegeta…Bardack…vediamo cosa faranno i vostri figli” 

Vegeta si meravigliava della velocità con cui la sua richiesta di missioni più impegnative era stato esaudito, ma non ne era certo contrario.
A parte quello, ogni minuto libero lo passava in palestra, la notizia che un guerriero di terzo rango fosse più forte di lui lo stava stimolando sempre di più. In confronto a quel periodo, gli sembrava di aver tralasciato gli allenamenti dei ultimi anni.
Si sentì bene, anzi meglio che mai, ma nel suo cuore stava avvampando un fuoco di vendetta e onore perduto.
 
“Se ti becco…Kaharoth! Ti farò fuori, te lo prometto!” 

Guidati dalla mano lunga e invisibile erano trascorsi quattro mesi senza che Goku e e Sedri incontrassero i Saiyan; al contrario, loro sono stati trovati da numerosi cacciatori di taglie.
C'era da impazzire: ogni volta che si fermavano su un pianeta o una base e cercavano informazioni, scoprivano che o nessuno sapeva niente o che li avevano persi per un soffio.
E poco dopo i soldati di Freezer gli erano già alle costole.
Dopo aver sconfitto gli avversari, nessuno era più in grado di rispondere.
 
“Non so tu, ma io ho come l’impressione che qualcuno ci metta i bastoni tra le ruote…” brontolò Goku seccato dopo aver dovuto scappare a gambe levate da un pianeta per scampare a un attacco massiccio che metteva in pericolo la loro astronave. 
“Hai ragione, tutta questa cosa sta diventando sospetta…e mi sa che dietro c’è lo zampino di Freezer…Sarebbe degno di lui...!” disse Sedri pensierosa mentre stava dirigendo l’astronave con mano abile tra gli asteroidi.
Vedendola così Goku doveva pensare a Bulma, entrambe erano veramente in gamba come piloti.
 
“Dici? Sarebbe un bel guaio…” 
“Dobbiamo essere più veloci di loro…e fidarci della nostra fortuna. Sai che mi sta venendo un’idea niente male?” 
La ragazza si era ricordata di una persona che le doveva ancora un favore e la contattò. Dopo neanche dieci secondi le rispose una figura magra e piccola con la pelle quasi bianca da un’altra astronave.
Riconobbe la mezza Saiyan quasi subito.
 
“Ma sei ancora viva? Cosa vuoi?!” 
“Anch’io sono contenta di rivederti, Kuoru!” sorrise strafottente “Ehi, ho bisogno di un favore…” 
“Ehi! Calma! Perché dovrei aiutarti di nuovo?! Per colpa tua avrò nuovamente alla costole le truppe di Freezer!” 
Sedri si lisciò i cappelli, che le si erano magicamente allungati, sorridendo per poi diventare seria.
“Senti, so bene che aiuti noi ribelli facendoci salire come clandestini sulla tua nave da trasporto e te ne sono grata. Ma vorrei ricordati che l’ultima volta ti ho salvato il culo perché avevi a bordo una spia! Se non avessi preso le sue sembianze e giocato la sua parte, ora saresti morto. Spero tu capisca”
 
Kuoru tacque e mosse il suo collo da destra a sinistra mentre ascoltava.
I loro sguardi s’incrociavano, quello della ragazza era duro e senza alcun timore, sapeva bene che doveva solo aspettare.
Il tempo d’attesa era breve, Kuoru sospirò e si arrese.
“Argh! Sì, sì, sì, sì…mi ricordo…Sei stata brava…Va bene! Dimmi, cosa posso fare!”
 
“Grazie della tua disponibilità” sorrise soddisfatta “Avrei bisogno di un passaggio per due persone…dobbiamo evitare le truppe di Freezer” 
“Due persone? Non dirmi che l’altro è quello che ha sconfitto Ringok? Sai cosa mi stai chiedendo?!” 
“Oh, non ci sapevo tanto famosi! Allora? Sì o sì?” 
“Hai capito! Sì! Dio, per colpa tua un giorno finirò o in psichiatria o al cimitero! Ti mando le coordinate per l’incontro. Sii puntuale, non posso ritardare troppo!” 
Kuoru aveva scelto una nebulosa denso distante alcuni anni luce che era pressoché impenetrabile per i sensori nemici.
Poche ore dopo ebbe luogo l’incontro tra quella piccola nave Saiyan e la nave trasporto gigante.
 
Il piano di Sedri funzionò; così nascosti potevano raggiungere i pianeti senza essere scoperti da Freezer.
Purtroppo l’unica pecca era che dovevano per forza seguire la rotta di Kuoru che non voleva destare sospetti seguendo scrupolosamente gli orari prescritti. 

L'incontro venne fissato sul Pianeta Kvar....una stella distante dai due saiyan di massimo un giorno di viaggio.
Era una base per voli verso tutta la galassia essendo situato in mezzo tra vari sistemi solari e per questo anche interessante per raccogliere informazioni.
Purtroppo anche quello ormai era un rischio enorme perché ogni soldati ormai sapeva: chi chiede dei Saiyan è sospetto.
Dopo quel intermezzo i due si divisero per rincontrarsi verso sera, Goku volò verso nord, mentre Sedri andò a sud verso la capitale di Kvar, Mitaku.
 
Come c’era da aspettarsi da una città così, Mitaku era piena di vita e parecchio movimentata, le strade affollate con figure varie, soldati e non.
Le strade erano affiancate da numerosi negozi e locande.
 
“Accidenti… non sarà facile…” sospirò Sedri camminando, sempre all’erta vero sguardi nemici e aure sospette.
Quando trovo un posto appartato, si diede da fare per la trasformazione.
Guardandosi allo specchio vide una ragazza con i lunghi capelli rosso fuoco e gli occhi azzurri dalle insolite sfumature violacee.
Pensò bene di cambiare solo questi particolari...lasciando gli stessi lineamenti e fisionomie del corpo.
Era avvero uno schianto...
Certo....così conciata non poteva mica sperare di passare inosservata, ma almeno non sarebbe stata riconosciuta.
 
Soddisfatta continuò il suo giro.

Mezzogiorno era già passato da un pezzo senza che lei avesse avuto qualche successo, a per complicare le cose le stava venendo fame.
Sedri cominciava a sentirsi stanca...la tecnica non sarebbe durata ancora a lungo e così doveva nascondersi.
Le possibilità che qualcuno potesse accorgersi di lei in mezzo alla bolgia e di insospettirsi erano basse, ma non voleva correre rischi.
 
Con leggerezza saltò sopra qualche edificio per atterrare su un tetto di un grattacielo, dove si sentiva inosservata.
Lì mangiò il suo pranzo.
 
A un tratto sentì una sensazione nostalgica e famigliare, flebile e insicura, ma c’era. Incuriosita si concentrò su di essa, questa sensazione divenne più concreta, sia come entità che posizione.
Quasi il boccone le era andato di traverso quando realizzò una cosa: stava sentendo l’aura di suo padre! Insieme a lui c’erano altre tre aure Saiyan, la più forte era sicuramente Vegeta, seguita da quella di Nappa.
Ma chi era il terzo?
Era quasi grande come quella di Radish…era Gohan?
In ogni caso ognuna di quelle aure era diventata potentissima in confronto al passato.
 
Velocemente si alzò e saltò giù dal grattacielo buttando per avviarsi verso la direzione da dove provenivano quelle aure.
Doveva attraversare tutta la città affollata di centinaio di persone.
Il suo autocontrollo era vicino al limite per l’agitazione, non poteva credere di essere così vicina alla sua meta.
Paura, impazienza, gioia, era ciò che sentiva.
 
“Finalmente! Finalmente ti ho trovato! Padre…Aspettami!”

Al confine meridionale della città s’innalzava un complesso edificio, simile a un labirinto, contornato da aree di ricca vegetazione.
Persone di varie origini entravano e uscivano, altri scomparivano nelle varie gallerie per poi ricomparire in un altro posto.
Da una di queste gallerie risuonò la voce di Nappa, prima che raggiungessero un cortile interno pieno di luce.
 
“Non avrei mai pensato che fosse così scemo! L’ho colpito in piena faccia” rise.
Non si accorse di essere l’unico che stava ridendo.
Vegeta camminava davanti come sempre, seguito da Nappa; Gohan e Radish li seguivano a qualche metro di distanza.
Erano appena tornati da una missione e già si dovevano preparare per un nuovo incarico. Con le battaglie le loro forze combattive avevano raggiunto livelli straordinari.
 
“Dov’è la prossima missione?” chiese Nappa. 
Vegeta lo guardò per un secondo per poi tirare fuori da sotto l’armatura un piccolo display digitale e lesse: 
“Freezer vuole che conquistiamo il pianeta Zar entro un mese…una missione di livello A. Suona interessante…” 
“Uffa…Freezer ci fa lavorare tanto ultimamente…non che non mi piaccia, ma fra poco avrei bisogno di qualche giorno di ferie…” brontolò Nappa. 
“Bah…se fossi al tuo posto sarei contento di ogni possibilità di migliorare la mia tecnica! Ma hai ragione, è davvero strano…avrà le sue ragioni. Un mese...con la nostra nuova forza ce la faremo anche in una settimana. Così ci guadagneremo qualche giorno libero per allenarci!” 
“Se lo dici tu…uffa! Ehi, dove stai andando, Vegeta?” domandò vedendo che il principe si dirigeva in una direzione diversa da quella degli altri.
Si fermò per un attimo per guardarsi le spalle.
 
“Roba personale! Non immischiatevi!” 
Vegeta s’incamminò nuovamente lasciando indietro gli altri tre Saiyan a chiedersi cosa gli avesse preso.
Dopo dei momenti di incredulità decisero di fare un salto al bar.
 

ANGOLO DELLA RITARDATARIA:
Eccomi qua....con un incredibile ritardo e per vostra sfortuna con un capitolo di misere condizioni.
Purtroppo d'estate non ho tanta ispirazione né tanta forza....scrivere questo capitolo è stata una vera tortura fisica e psicologica...
Comq ora che l'estate è quasi finita penso di potermi far viva più spesso!
Non vedo l'ora di leggere le vostre impressioni!
Un bacio!

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Capitolo 22
*** Così....vicini! ***


Il principe dei Saiyan camminava attraverso i corridoi, accompagnato dagli sguardi degli altri soldati, finché raggiunse un atrio situato al terzo piano sotto il tetto del palazzo.

Il soffitto era alto almeno venti metri, sorretto da almeno venti colonne ornate, che a loro volta erano divise da uno spazio di ben due metri.

Il pavimento era coperto da un mosaico gigante.

Era il cuore della città…

Niente male, pensò il Saiyan guardandosi intorno senza però tradire la minima curiosità.

Così fastidiosamente inadeguato, gli balenò in m ente il ricordo dei suoi primi anni, passati sul suo pianeta, il pianeta dei grandi e gloriosi guerrieri Saiyan di cui era destinato a prendere il comando.

Nonostante volle scacciare quel pensiero non riuscì a farlo.

Tutto in quel luogo ricordava il palazzo reale.

Anche solo il fatto di trovarsi in edifici tanto maestosi era per Vegeta fonte di profonda inquietudine interiore suo malgrado.

Nelle missioni era sempre il compito migliore radere al suolo l’edificio più grande, quello che in genere ospitava una famiglia reale o il consiglio dei capi e quant’altro.

Quindi trovarsi lì in quel momento gli ritornò alla memoria i suoi gloriosi giorni d principe finiti in schiavitù per quella lucertola odiosa.

M prima o poi sarebbe diventato più forte anche di lui e allora avrebbe riconquistato il posto che gli spettava per diritto di nascita….seduto sul trono dell’intero universo.

Non si chiese né come ne quando sarebbe riuscito nel suo scopo, bastatogli solo la certezza c l’avrebbe fatto.

Eliminando Kaharoth innanzi tutto….quel fastidiosissimo insetto di bassa lega, che osava mostrare una forza superiore alla sua, a quella del Grande Principe Vegeta.

No….non era disposto a accettarlo….quell’idiota sarebbe dovuto crepare al più presto!

Raggiunto il centro dell’atrio Vegeta si fermò senza preavviso e guardò verso l’alto. 
“Vieni giù! So che mi stai osservando!” gridò verso una delle colonne, la sua voce possente e decisa risuonò dalle pareti dell’atrio dandole ancora più potenza. 

Prima non si vedeva niente di sospetto, ma poi un’ombra comparve tra le colonne sbirciando con cautela.

Vegeta la fissò, il rilevatore non gli dava un valore preciso il che lo aveva messo in stato d’allarme. 
“Ho detto VIENI GIÙ! OBBEDISCI!” 
Incitato da quella voce autoritaria l’ombra si mostrò collaborante e saltò a terra, atterrando davanti al Saiyan.

Sul suo viso comparve un’espressione comparabile a un sorriso stupefatto quando la riconobbe. 
“Ma che sorpresa…la piccola Sedri! Come sei cresciuta!” 
La sua espressione era in contrasto con le sue parole apparentemente pacifiche, la osservò gustando la sua paura.

Aveva ragione, lei sudava freddo per la tensione, si ricordò il loro ultimo incontro, quando lui voleva ucciderla.

Nonostante ciò cercò di sembrare calma e sicura di sé. 
“Vegeta…a quanto pare stai meglio di quanto pensassi” iniziò.
“Quante volte ti ho detto che devi darmi del “lei”?! Mezzosangue! Con chi pensi di parlare?! Solo perché sei la figlia di Radish non ti permetto di rivolgermi la parola tanto facilmente!” ricambiò il saluto con una sgridata. Fece due passi verso di lei, Sedri reagì subito con due passi indietro. 
Vegeta ghignò.

Quanto gli piaceva questo gioco!

La ragazza deglutì e fece un respiro per poi rilasciare tutta l’aura. Dall’esterno non era cambiato niente, ma il rilevatore di Vegeta lo avvertì. Un breve sorriso sorpreso gli scappò quando lesse il suo valore.
“Accidenti! A quanto pare anche tu ti sei allenata parecchio! La tua forza combattiva è impressionante! Quasi 26.000! Complimenti! Hai imparato da Kaharoth?” 
Qualcosa dello sguardo di Vegeta fece scattare l’allarme nel cuore di Sedri e alzò la difesa.

E veramente vide come Vegeta alzò il pugno per attaccare, ma l’attacco per sé non era riuscita a seguire.

Un soffio d’aria, poi la colpì un colpo alla guancia che la scaraventò indietro facendola slittare sul pavimento liscio per poi schiantarsi sulla parete retrostante.

Il suo corpo aveva battuto un buco all’altezza di circa due metri sopra il suolo, dove rimase incastrata per dei secondi per poi cadere a terra mezza intorpidita.

Si riprese scuotendo la testa per eliminare gli effetti della botta.

Poi fissò Vegeta.

Sentiva un dolore bruciante alla guancia e sentì sulla bocca il sapore del suo sangue che colò dalle sue labbra.

Per fortuna non aveva riportato danni né ai denti né alla mandibola.

Si pulì la bocca dal sangue osservando attentamente ogni movimento del Saiyan. 
Lui cominciò a ridere: “Complimenti! Sei ancora intera!” 
“Maledizione! Le tue maniere non sono migliorate…Ma non è questo il punto! Ascoltami, Vegeta! È importante!” gridò, mentre si alzava a fatica. Appena alzò lo sguardo Vegeta era proprio davanti a lei e la afferrò alla gola per spingerla contro il muro. 
“Ehi, non ricordo di averti permesso di parlare! Se qualcuno non conosce le buone maniere, quella sei tu! Stupida ragazzina! Ma te le insegnerò io” 
Strinse la presa e la sollevò in aria finché le cominciava a mancare il fiato. In preda la panico si aggrappò al braccio muscoloso di Vegeta e tentò di liberarsi con ginocchiate e gomitate.

Ma tutti i suoi forzi riuscirono solo a farlo ridere.

Sedri concentrò tutte le sue energie nelle mani per formare una sfera energetica tra lei e Vegeta.

Il rilevatore diede allarme; prima che lei potesse sparare quella sfera le diede due pugni nello stomaco e la lanciò via attraverso tutto l’atrio. Nuovamente slittò sopra il pavimento per poi rimanere a terra immobile dopo essersi capottata più volte. 
“Maledizione…c’è mancato poco! Forse l’ho sottovalutata!” brontolò Vegeta abbastanza sorpreso di questo attacco.

Quasi non poteva credere ai sui occhi.

Quella ragazza era in grado di controllare così bene la sue forze?!

Quella sfera avrebbe potuto ferirlo…o peggio. 
Silenzioso camminò verso Sedri, mentre lei si stava riprendendo.

Con una smorfia si teneva la pancia reggendosi sulle braccia e le ginocchia. Tossì più volte e qualche goccia di sangue le colò dalle labbra.

Alzò lo sguardo, quando vide gli stivali di Vegeta direttamente davanti alla sua faccia.

Subito temeva un altro attacco, ma lui si limitò a fissarla dall’alto. 
“Che vergogna…” sbuffò disgustato “Una bastarda come te che ha una forza maggiore di un nobile!” 
L’istinto di Sedri l’avvertì che si trovava in pericolo di vita e decise di cogliere questa ultima possibilità.

Alzandosi a gran fatica cominciò: 
“Vegeta…ti predo di ascoltarmi! Freezer ti prende in giro…Credimi! È tutta una bugia!”
Di più non riusciva a dire, Vegeta non la ascoltava neanche; piuttosto la prese con una mano alla maglietta e le diede alcuni schiaffi con l’altra mano che la fecero barcollare, ma non perse l’equilibrio.

Incurante del dolore continuò: 

“Il tuo pianeta…è stato distrutto da Freezer! Ti ha ingannato per tutto il tempo…lui ha ucciso tutti i Saiyan…” 
Finalmente Vegeta sembrava di ascoltarla, si fermò di scatto e la fissò.

I due restarono immobili per alcuni secondi, silenziosi, ognuno attento alle reazioni dell’altro.

Fu Vegeta e ritrovare per primo la lingua: 
“Ma che diavolo stai blaterando?! Dammi una ragione per cui dovrei crederti, bastarda che non sei altro! Chi mi dice che non sei tu quella che mi prende in giro?!” 
“Te lo assicuro! È tutto vero! Fidati!” rispose nella speranza il principe potesse crederle alla fine. 
“Taci!” 
Nuovamente Sedri venne colpita da un pugno che stavolta la fece cadere a terra.

Vegeta stava in piedi davanti a lei e alzò il braccio. 
“Freezer è capace di tanto, ma non credo che sia marcio a tal punto! E…se fosse vero, sarò IO a fargliela pagare!” 
La sua faccia arrogante fece ridere la ragazza.

“Buona fortuna! Se fossi in te parlerei se avessi una forza combattiva di un milione! Sennò non andrai lontano…ti farà fuori con una mano sola…” 
“Come osi?! Basta con gli scherzi! Vai al diavolo!” 
Uno spavento tremendo pervase Sedri quando osservò una sfera di luce formandosi nel palmo di Vegeta: la sfera era indirizzata chiaramente a lei. E dietro a essa un Saiyan con voglia omicida.

Sentendo che era venuto il suo ultimo momento chiuse gli occhi ed aspettò rassegnata.

Quel che aveva dovuto fare lo aveva fatto.

“Vegeta! Aspetta!” risuonò una voce famigliare.

Chiunque fosse, la sua comparsa era stato in grado di fermare l’attacco del principe.

Sedri alzò esitante lo sguardo e riconobbe la persona dietro a Vegeta. 
“Cosa vuoi, Radish?” ringhiò Vegeta, la mano sempre alzava verso Sedri. 
Per un momento intenso gli sguardi di padre e figlia s’incrociarono, non si erano visti da così tanto tempo.

Ma a differenza dell’ultima volta non la considerava come un rifiuto fastidioso, ma nel suo sguardo era visibile uno strano calore.

Forse nessun altro eccetto Sedri lo avrebbe notato. 
“Vegeta, sei in ritardo, sono venuto a prenderti. Partiamo prima…lasciala stare…non sporcarti le mani con lei…” 
Vegeta lo guardò brevemente e abbassò la mano.

“Tsk…ma cosa ti succede? Non dirmi che t’importa qualcosa di questa smorfiosa? Che strano…” 
“Dai, non scherzare. Allora, andiamo?” 
Vegeta fissò nuovamente la ragazza ai suoi piedi che aspettava con ansia la sua reazione.

“Bah…va bene. Ti lascio vivere, perché voglio che porti un messaggio a Kaharoth. Digli che lo ucciderò al nostro incontro e gli farò vedere quale è la sua posizione! Hai capito?” 
Sottolineò la sua minaccia facendo il gesto di decapitazione, poi rise di gusto volandosi e incamminandosi.

Radish esitò, guardava sua figlia, che era ancora seduta a terra. 
“Allora sei ancora viva, eh?” 
“Ci provo…ci tengo alla pelle…” 
Con un sorriso si voltò anche lui e rincorse il principe.

Anche Sedri sorrise quel breve istante di calore le aveva quasi fatto dimenticare il dolore fisico.

Nel frattempo si era ripresa da potersi alzare in piedi per lasciare l’atrio, prima che arrivassero le guardie.

 

Nello stesso tempo Goku aveva perquisito la città di Tebis.

In quei mesi di vita da fuggitivo aveva imparato a comportarsi in modo naturale e professionale, come ci si aspetta da un Saiyan.

Ormai non gli importava nulla se i soldati lo riconoscevano, almeno finché nessuno di loro pensava sul serio di poterlo catturare.

Nella maggior parte dei casi bastava uno sguardo intenso per fargli cambiare idea. 
Stava lasciando una locanda passando attraverso un gruppo di soldati che stavano parlando tra di loro.

Uno dei guerrieri lo indicò e cominciò a bisbigliare con un compagno: 
“Guarda! È uno di loro! È un Saiyan!” 
“Dai, davvero? Ma quanti ce ne sono qua? Anche Vegeta e gli altri sono qua, vero?” rispose l’altro. 
Quella frase fece svegliare Goku e si voltò per chiedere: 
“Cosa hai detto? Anche Vegeta è qui? Dove?!” 
“Ah…Sì…ehi? Cosa vuoi da me? Smamma!” voleva sapere il soldato, quando vide Goku avvicinarsi a lui fino a prendergli per le spalle scuotendolo. 
“Ho chiesto: dove? Devo parlare con Vegeta! Dov’è? Sputa il rospo!” 
L’uomo si spaventò non poco e doveva trattenersi per non gridare dal dolore improvviso alle spalle provocato dalla presa del Saiyan.

Goku era agitato fino a sudare, dopo tutti quei mesi finalmente una traccia tangibile! 
“Vogliono partire! Non so per dove! Lasciami! Sbrigati, se vuoi vederlo! Ti prego, lasciami! Ahia!” 
“Ehi, scimmione! Lascialo o te la vedrai con noi!” s’ intromisero i suoi compagni minacciandolo con i loro pugni.

Solo ora Goku sembrava di accorgersi di aver usato troppa forza e lasciò la presa sconcertato, lo ringraziò e volò subito via.

I soldati lo seguirono con gli sguardi fino a perderlo di vista.

Le gambe del soldato in questione tremarono per la paura e si tenne le spalle indolenzite: 
“Ehi, che c’è?” vollero sapere gli altri. 
“Io…io…sono ancora vivo! Temevo che mi avrebbe ucciso!” sospirò il guerriero guardando i compagni con aria sconvolta.

Aveva sudato freddo e si stava riprendendo a stento. 
“Presto, dobbiamo avvertire i nostri compagni!” 
Goku sfrecciò come un missile circondato dalla sua aura azzurra, mentre volava a tutto gas a rasoterra.

Nella sua testa i suoi pensieri erano in stato d’allarme, doveva rendersi ancora conto di esser forse cosi vicino a ciò che aveva cercato nei ultimi i mesi.

Vegeta, Radish e Gohan erano sullo stesso pianeta, doveva solo trovarli e poi…sì, ma poi?

Cosa sarebbe successo quando li avrebbe trovati?

Ci sarebbe stata una battaglia?

E Vegeta fosse davvero così forte come diceva Sedri?

E Gohan…sarebbe stato disposto a seguirlo? 
“Spero che tutto vada bene…” mormorò Goku ingranando la quinta. 
Dopo solo dieci minuti vide la capitale all’orizzonte e rallentò.

Lei aveva scelto di perlustrare proprio questa città…aveva già trovato i Saiyan?

Atterrò su un grattacielo e scrutò la zona: dov’è Gohan? Radish? Suo figlio era qui con loro? E se sì, stava bene?

Di nuovo tutte quelle domande… 
A un tratto sentì qualcosa: l’aura di Sedri, debole, ma abbastanza chiara per i suoi sensi acuti.

Goku sentì che doveva sbrigarsi e volò nella sua direzione raggiungendo il complesso principale.

Anche da sopra sembrava un labirinto, cosi atterrò su un tetto e cercò la  nipote.

Finalmente la trovò sotto un altro tetto seduta su una sporgenza, quasi come se volesse nascondere da qualcosa. 
Goku levitò lentamente verso di lei, ma nonostante le sue precauzioni lei si spaventò vedendolo apparire cosi all’improvviso.

Subito si accorse che Sedri era ferita e che stava sanguinando dalla bocca, inoltre stava ansimando e il respirare le procurava dolore, come se fosse reduce di una dura battaglia. 
“Ciao…cosa ti è successo?” chiese accarezzandole la testa delicatamente, Sedri ricambiò il gesto con un debole sorriso. 
“Solo una breve discussione…” spiegò con sarcasmo per poi tornare seria. “Devi sbrigarti! I Saiyan stanno per ripartire…se vuoi vedere tuo figlio, devi sbrigarti!” 
“Allora è vero…ma chi ti ha ridotta così?” 
Sedri fece un respiro profondo, ormai sapeva che Goku non avrebbe smesso di chiederlo finché non gli avesse detto la verità.

Per risparmiare tempo lo raccontò subito:

“È stato Vegeta…stai attento, è molto più forte di prima! Vuole eliminarti…come ci ha provato con me, solo che Radish lo ha fermato…” 
“Che bastardo…va bene, ma tu vieni con me! Non ti lascio mica seduta qui! Forza, vieni!” 
“No, meglio che vai da solo…datti una mossa o sarà troppo tardi! Partono dalla rampa principale laggiù” 
Il fatto che Goku esitava per la sua preoccupazione verso di lei non le dispiaceva, ma ora l’ultima cosa che voleva era di scontrarsi nuovamente con il principe dei Saiyan, dopo essere scampata alla morte in modo tanto fortunato.

E se ci fosse stata un’altra battaglia si sarebbe sentita solo d’impiccio… quelle considerazioni quasi le fecero venire le lacrime agli occhi. Finalmente Goku si rassegnò. 
“Va bene…vado e torno” disse Goku sorridendo, poi si affrettò.

Appena che fosse sparito dietro un muro il suo autocontrollo si sciolse lasciando fuoriuscire quelle lacrime di rabbia e delusione verso se stessa. Nemmeno la gioia di aver portato a termine una parte importante del suo piano poteva diminuire quella sensazione di inutilità che la stava pervadendo in questo momento. 
Solo dopo alcuni snervanti minuto Goku aveva trovato l’accesso per la rampa corretta, e poi per completezza veniva fermato da un’intera compagnia di soldati. 
“Altolà! In nome dell’imperatore! Sei in arresto!” gridò il comandante. 
“Fuori dai piedi! Non ho tempo per queste sciocchezze!” tuonò Goku arrabbiato, tentando di passargli in mezzo con forza.

Naturalmente non volevano permetterlo e saltarono addosso al Saiyan tutti insieme, ma lui se ne liberò con una facilità sorprendente. Appena liberata la strada, corse a perdifiato tra i corridoi, chi voleva fermarlo veniva travolto.

Più di una volta sbagliò strada e dovette tornare indietro, sprecando tempo prezioso. 
Finalmente raggiunse la rampa giusta, ma nel momento in cui mise piedi nel hangar i Saiyan stavano già salendo sulle loro capsule spaziali.

Intorno a loro c’era un fragore tremendo tra operai e soldati, e un chiasso spaventoso ma trovò suo figlio all’istante. 
“Gohan! GOHAN! EHI! Sono qua! GOHAN!” gridò agitando le braccia, ma il ragazzino non lo sentì. Vedendolo nella sua uniforme da guerriero sembrava un’altra persona. 
Un improvviso rumore di un motore direttamente accanto alle sue orecchie lo fece svegliare dai suoi pensieri e con orrore si accorse che le quattro capsule si erano già chiusi e stavano partendo.

Un lampo ed erano già in volo, dopo pochi secondi sparivano dalla sua vista. 
“No! Maledizione!” esplose Goku battendo il piede per terra facendo tremare tutto l’edificio.

Quando tutti gli presenti lo fissarono sorpresi e spaventati arrossì e si scusò: 
“Ehm…scusate! Qualcuno di voi potrebbe dirmi dove stanno andando i Saiyan? Sarebbe veramente carino…” 
Un soldato fece un passo in avanti e rispose. 
“Hanno cambiato programma poca fa…se non erro stanno andando da un pianeta lontano…come si chiamava…?” guardò in un blocco note.

“Ah, sì…il pianeta Terra” 
“Cosa?! Sei sicuro?!” 
“Sì…ora lasciami lavorare…ho da fare…” 
“Ehi, aspetta! Una domanda…quanto ci metteranno per il loro viaggio?” 
“Ehm...circa due settimane…quel pianeta è parecchio distante…ora devo veramente andare!”
Goku rimase immobile assorto nei suoi pensieri, fino a quando delle grida agitate lo svegliarono. 
“Eccolo, è lì! Forza, catturatelo!” 
Più di cinquanta soldati fecero irruzione per circondare il ricercato. Il Saiyan li osservò con aria seccata alzando i suoi pugni. 
“Lasciatemi in pace…non ho tempo da perdere con voi!” 
Ma logicamente non gli diedero ascolto:

“Chiudi il becco! Forza, attaccatelo!”

Anche la santa pazienza di Goku può avere una fine, e ora quel momento era arrivato.

Dopo aver perso suo figlio per un soffio e aver ricevuto la notizia che stavano puntando la Terra per attaccarla, ora non aveva nessuna voglia di discutere.

Convitò le sue energie e fece un profondo respiro.

Espirando espanse la sua aura facendo tremare tutto terreno.

Nel momento in cui alzò le sue braccia con un grido di battaglia un onda d’urto attraversò la rampa scaraventando via tutto quello che incontrava sulla sua via sbattendolo contro i muri.

Sul pavimento intorno a lui erano comparse crepe profonde. 


ANGOLO AUTRICE!
Ciao a tutti!
Vi sono mancata vero? anche se non è passato tanto tempo dall'ultimo aggiornamento....ma vedete è proprio questo il punto!
Non pesavo di riuscire a scrivere un capitolo sostanzioso senza farvi aspetttare per mesi!
Be, spero che vi sia piaciuto! Lasciatemi un commento per favore!
Un bacio!

Alla prossima!

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