Diva-Out

di HippyQueen
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** First Day ***
Capitolo 2: *** When I grow up ***
Capitolo 3: *** Quinn Fabray ***



Capitolo 1
*** First Day ***


Mi guardo un’ultima volta allo specchio prima di avvicinarmi, notando un’imperfezione sulla mia pelle altrimenti perfetta.
Ah, signore.
Esco di casa incurante di tutto ed entro in auto. Getto la borsa sul sedile del passeggero e respiro a fondo prima di accendere il motore e dirigermi verso il McKinley High, scuola superiore di Lima, Ohio.
Come cazzo ci sono finita qui?
Mio padre è stato trasferito da Los Angeles a questa cittadina sperduta nel nulla. Ed io si, mi sono opposta, ma figuriamoci, qui nessuno nella mia famiglia mi sta a sentire. Ma dico io, passare dalla California all’Ohio!
Certo, in questo modo visitare New York per la settima volta sarà più facile. Potrò tornare a Broadway più spesso.
Reclino la testa ed accendo l’autoradio, selezionando la mia traccia preferita del cd che sto ascoltando. Comincio a liberare la mia ansia attraverso la mia voce, l’unico modo che conosco per vincere lo stress.
In poco tempo raggiungo l’istituto e sono costretta ad uscire dal cubicolo dell’auto. Faccio un ultimo respiro profondo per poi decidermi ad aprire la portiera e mettere un piede dopo l’altro sul marciapiede.
Scruto i ragazzi che mi attorniano, e noto che le cheerleaders sono tutte belle, magre ed ordinarie. Qui nessuno esce dagli schemi, mi dico. Questa è una città piccola, e nessuno andrà mai contro l’ordinario.
Proprio mentre faccio questi pensieri, mi scontro con una ragazzina molto bassa, tanto che non mi ero nemmeno accorta di lei. Indossa la divisa bianca e rossa da cheerleader, ma quando alza gli occhi per incendiarmi con lo sguardo, mi rendo conto di aver giudicato troppo presto l’intera faccenda. Questa ragazza, io..
-          Scusa, scusami davvero; stai bene? – le chiedo, preoccupata.
-          Nessuno fa del male a Becky Jackson. – mi risponde lei, per stringere al petto i suoi libri, alzare il capo e proseguire per la sua strada.
Rimango qualche secondo a fissarla, per poi rendermi conto che la campanella è appena suonata ed io non ho idea di dove andare.
Senza voler fare la figura della sperduta, cerco di fermare una ragazza qualunque e chiederle indicazioni; ha un’aria simpatica, sta ridendo, ha la pelle scura ed è formosa. Anche se qui tutti mettono le mani avanti con gli sconosciuti, come la cheerleader mi ha appena dimostrato, se non altro questa qui è di buonumore.
-          Ehi? – le domando, mettendole una mano sulla spalla per catturare la sua attenzione. – Ho bisogno d’aiuto; sono nuova e non ho idea di dove andare. – piego la testa, per nulla imbarazzata. La ragazza sorride e mi tende la mano, che stringo con piacere.
-          Mercedes Jones. – si presenta. Non posso trattenermi dal sorridere a mia volta.
-          Abigail Madden. 
-          Oh, io sono Kurt Hummel. – un ragazzo dalla voce argentina si intromette tra noi sfoderando simpatia. Indossa un eccentrico impermeabile giallo e sfoggia un sorriso contagioso. Sento l’ansia placarsi almeno temporaneamente. – Mercedes ed io saremo davvero felici di aiutarti nell’orientamento in questa scuola!
Mi accompagnano a lezione di francese mentre questa giornata appare un po’ meno tremenda.
Noto che il mio nuovo compagno, Kurt, parla correntemente e mi aiuta volentieri, correggendomi la pronuncia oscena. Un po’ me la cavo in spagnolo, ma non posso vantarmi della padronanza della lingua.
Ogni tanto Kurt bisbiglia informazioni.
-          Vedi quel ragazzo seduto lì, in angolo? Si chiama Finn Hudson. È il quarterback della squadra di football della scuola. La sua ragazza si chiama Rachel Berry,  ma tra loro è un tira e molla assurdo. È peggio di Beautiful.
Ridacchia.
-          Oh! – spalanca gli occhi con fare eccitato. – Devi assolutamente iscriverti al Glee club! Sai cantare vero? Hai la faccia di una che sa cantare. Dimmi che non conosci Gene Kelly e non ti parlerò più. Con questo tuo fare teatrale devi aver visto Mamma mia! almeno trenta volte. Indossi la stessa camicetta di Rizzo in Grease! Devo ammettere che la tua è stata una scelta coraggiosa.. voglio dire, abbinare una simile camicia con quel paio di jeans! Ma tutto sommato non è così male..
Non riesco ad interrompere la sua parlantina se non con una risata, venendo poi ripresa dalla professoressa.
Lancio un’occhiata a Kurt.
-          So cantare. – esordisco, dimostrando sicurezza. – Posso raggiungere le note più alte. Ero la solista del Glee club, nella scuola che frequentavo prima di venire qui. – sospiro. In California, cantare equivaleva ad avere potere. La mia migliore amica era una cheerleader e nulla mi rendeva meno interessante di lei.
-          Ecco! Lo sapevo! Sapevo che sei brava! – sembra rattristato. – Uhm, più competizione allora, suppongo. L’anno scorso non è finita bene: Rachel Berry, la nostra diva, ha spedito in un covo di drogati una ragazza talentuosa che poi è finita per gareggiare con il nemico. Ora ci sono dei problemi in corso; il mio ragazzo, Blaine Anderson.. lo conoscerai presto, sai, è un junior ma è molto intelligente! Be’, ti dicevo, Blaine sta sottraendo un bel po’ di assoli e duetti al nostro macho, Finn Hudson. Ah, e se qualcuno mai ti dovesse dare fastidio.. perché sei nel Glee club, intendo.. tu non li ascoltare; prima o poi ti tireranno una granita addosso, ma ci siamo passati tutti, davvero! – mi rassicura. Alzo gli occhi allarmata.
-          Tirano granite addosso agli studenti?! – sono davvero impressionata. Non ho mai sentito una cavolata più grande di questa.
-          In effetti brucia un po’ all’inizio.. e non è il massimo per la pelle, sai, i coloranti.. ma il ghiaccio è piuttosto tonificante. Sii felice: niente più rughe! – batte le mani estasiato.
Le lezioni seguenti scorrono senza essere davvero degne di considerazioni. Rimango con Kurt e Mercedes finché non arriva l’ora di pranzo. Ci dirigiamo verso la mensa, dove raggiungiamo un tavolo affollato.
-          Bene ragazzi! Vi presento una nuova arrivata, quest’anno: Abigail.
-          Potete chiamarmi Abby. – aggiungo, salutando con la mano e appoggiando il mio vassoio accanto a una ragazza dai lineamenti asiatici e gli abiti scuri. Questi ragazzi mi accolgono a braccia aperte, tempestandomi di domande, ma Kurt li mette a tacere.
-          Datele il tempo di ambientarsi, avanti! Si unirà al Glee club. Era la stella più scintillante, in California. Ha vinto davvero tante cose.
-          Almeno lei ha gustato una vittoria! Dimmi, Amy, qualcuno si è mai sbaciucchiato sul palco durante una vostra esibizione? – una cheerleader dai capelli scuri si china verso di me, dall’altra parte del tavolo, socchiudendo gli occhi ed accennando con la testa al quarterback e alla ragazza al suo fianco.
-          Santana! – la riprende questa. Ha una frangetta che non le copre uno sguardo diretto e determinato. Siede retta sulla sedia e la sua voce è squillante. La ricollego a ciò che Kurt mi ha raccontato, e deduco sia Rachel Berry, fidanzata del quarterback e star del Glee club. – Nessuno ti ha chiesto di essere meschina.
-          Meschino? Ha qualcosa a che fare con il liquore? – domanda una cheerleader bionda, seduta accanto alla precedente, Santana. La bionda studia con attenzione una foglia di insalata prima di ingerirla. – Mi sono sempre chiesta perché dobbiamo mangiare queste strane orecchie della terra.
-          Cristo, Brittany. – Kurt scuote la testa. – Non puoi dire sul serio.
-          E tu non puoi indossare davvero un impermeabile del genere. - lo riprende, sull’attenti, Santana. Poi rivolge uno sguardo dolce e preoccupato alla cheerleader bionda. – Tutto bene BrittBritt, vero?  
-          Ehi. – mi dice la ragazza asiatica vicino a me. – Io sono Tina. Se hai bisogno di aiuto, sai, i primi giorni.. lo studio.. posso darti una mano volentieri. – sorride, socchiudendo gli occhi.
-          Certo.. grazie. – studio bene il suo volto, ma non so dichiarare la sua provenienza. Un ragazzo, asiatico anche lui, al suo fianco si rivolge a lei, sussurrandole all’orecchio; il modo in cui lo fa è intimo e segreto, ne deduco che stanno assieme. Lei sbotta dopo poco:
-          No! No, Mike, non verrò di nuovo alla mostra di arte asiatica! Ci siamo già andati l’anno scorso! Ne ho abbastanza di Asia, di Corea, di Cina, davvero Mike, non è possibile!
Scuoto la testa e cerco di non ridere. Mi pare tutto un grosso gruppo di schizzati. Però l’ora del Glee Club si avvicina ed io non vedo l’ora di dimostrare a questa Rachel Berry che in realtà sono io la nuova diva.

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Capitolo 2
*** When I grow up ***


Io e Kurt entriamo assieme nell’aula canto, mentre lui dialoga appassionatamente con Blaine dell’outfit di Lady Gaga durante il volo verso la prima tappa del Born This Way Ball Tour. Mentre prendo posto, colgo frammenti di conversazione, in cui i due comparano l’abbigliamento di Lindsay Lohan con quello della cantante italoamericana.
Siedo accanto a Mercedes, che scuote la testa allegramente mentre entra il professor Shuester.
Appena l’insegnante entra – è un uomo di media altezza, abbastanza giovane, rimango colpita dalla sua pettinatura e dal suo mento prorompente – Kurt salta in piedi e annuncia la mia presenza. Shue si gira e mi guarda stupido, come se mi chiedesse perché non mi fossi presentata direttamente a lui. Questo forse non mi fa onore, ma posso sempre pretendere di essere timida e spaesata.
-          Be’, benvenuta Abby, allora. – dice. – Non voglio farti pressione, ma ti va di cantare qualcosa per noi, tanto per sapere come te la cavi?
Non aspettavo altro da tutta la giornata. Mi alzo sorridendo e noto con piacere Rachel Berry che si irrigidisce sulla sua sedia.
-          Certo; vorrei cantare per voi una canzone molto semplice per iniziare. “When I grow up”.
Prendo un respiro profondo prima che la voce salga. Canto a cappella, allungando un po’ il ritmo perché la cosa non sembri frettolosa. Faccio degli acuti senza forzarli, né distorcendo il ritmo. Come autocritica mi darei un 8, sebbene io non sia larga di manica ed abbia fatto di meglio. Mentre canto, studio le facce dei miei nuovi compagni. Santana Lopez, la latina innamorata della bionda svampita, mi lancia delle occhiate sfuggenti; Mercedes Jones ha uno sguardo compiaciuto, ma poi lo cambia, divenendo preoccupato; Kurt Hummel mi guarda come se fossi un soufflé venuto fuori bene e Rachel Berry non riesce a capacitarsi del fatto che io abbia raggiunto un fa.
Quando finisco, rivolgo uno sguardo al professore. Ha sollevato le sopracciglia e mi guarda stupito. Forse non credeva che io ce la potessi fare.
-          Be’.. bene, Abby. Grazie, davvero. Benvenuta nel Glee club! Quest’anno siamo davvero pieni di nuovi talenti, eh, ragazzi?
Mentre mi siedo, Rachel Berry si china verso di me e mi sussurra all’orecchio:
-          Sarai anche brava e carina, ma non sarai mai alla mia altezza. E soprattutto, - aggiunge, - soprattutto non mi ruberai mai la parte di Maria in “West side story”.
-          Ah no, Berry, quella parte è mia e lo sappiamo tutti! – la rimbecca Mercedes.
-          Non può esserci una Maria così.. diversa, Mercedes, e lo sanno tutti. Ho anche considerato di cambiare il mio nome in Maria. È il mio musical!
-          Punto A, mia cara Barbra, Mercedes somiglia molto di più a Maria di quanto faccia il tuo, di nome. Punto B, le regole sono fatte per essere infrante.
-          Non erano gli specchi, quelli? – chiede Brittany. – Mi sento un po’ confusa oggi.
-          Oh, Britt. – sospira Kurt.
-          Ragazzi! Non vi pare abbastanza?! – interrompe Mr. Shue. – Non è compito mio decidere chi sarà Maria in questo musical, ma di Artie, della signorina Pillsbury e della coach Beiste! Quindi non voglio discussioni durante il Glee Club. Piuttosto, dovremo pensare alle provinciali! Quali canzoni cantare!
-          E quali assoli assegnare alla nuova arrivata. – sussurra Tina.
Pensavo che mi sarei fatta degli amici, durante queste lezioni, ma a quanto pare non è così.
Santana però mi si avvicina alla fine dell’ora e sussurra:
-          Ti va di trovarci, dopo scuola? – ammicca. Sbatto le palpebre, ma non rifiuto.
Cammino per il parcheggio con Santana Lopez al mio fianco, la faccio salire in macchina e lei mi guida verso casa sua. Non ho idea di cosa voglia da me, ma non posso semplicemente chiederglielo. È evidente che lei è innamorata di Brittany, quindi dubito decida di provarci con me. Ma sono comunque incuriosita da questa sua richiesta: non sembra il tipo di persona che ti invita a casa sua senza un motivo.
-          Io e te, Abby, - infatti comincia, - Io e te dobbiamo metterci d’accordo.
-          D’accordo?
-          Certo. Voglio farla vedere a quella Rachel Berry. E tu sei dotata. Davvero dotata. Non ti prenderei in considerazione se non lo pensassi davvero. Sono stata umiliata un po’ di volte per perdere anche questa volta. Abbiamo perso le nazionali, l’anno scorso, per colpa della scarsa vita sessuale della Berry. Quest’anno dobbiamo vincere. E se l’arma migliore è mandare te su quel palco in bikini, io farò di tutto perché succeda. Puoi contarci.
-          Ehm.. va bene, Santana. Qui stai facendo tutto tu: dove sta la mia parte di accordo?
-          Be’, se io ti metto sotto un riflettore, tu.. tu dovrai far sì che, se io mai ti chiedessi qualcosa, tu lo farai.
-          Che genere di cosa? – chiedo, spaventata.
-          Vedi.. sono usciti i ruoli di “West side story”. Io sarò Anita, personaggio che mi rispecchia decisamente. Io e lei siamo stronze uguali. E poi io e Puck siamo davvero andati a letto assieme. Ma Mercedes.. Mercedes, lei non sarà Maria. Non lo trovi estremamente razzista, levare la parte a una ragazza nera per darla ad un’ebrea? Allora Mercedes ha deciso di lasciare il Glee club. E tu non lo sai, ma io sono stata espulsa, quest’anno, perché, ahimè, ho dato fuoco a un pianoforte. Ero coi Cheerios. Non è stata una mia idea.
-          Non ho ancora capito cosa vuoi da me.
-          Mercedes.. lei lavorerà in un altro Glee club. Ha chiesto a me e a Brittany di unirmi a lei e ad un’altra ragazza. Lavorano con la madre naturale di Rachel Berry. Lavorava a Broadway. È una stella, una stella vera.
-          Aspetta.. vuoi che io cambi Glee club?
-          Finalmente la tua testa tinta esegue dei ragionamenti sensati!
-          Ma non capisco: perché?
-          Perché sì. Perché alle provinciali i nostri Glee club dovranno contendersi il premio. Perché Rachel Berry non lascerà mai Will Shuester e tu hai bisogno di farti vedere, in questa scuola. Io sono capacissima di cantare “Shake it out” e potrei vincere ad occhi chiusi; ma né io né Mercedes possiamo cantare “Don’t rain on my parade” come probabilmente faresti tu. E abbiamo bisogno anche di una ragazza che vesta gonnelline scozzesi comprate alle svendite e si vesta come una homeschooled, conosce solo i pezzi di Broadway e ha manie di egocentrismo per andare avanti.
-          Non sono sicura di essere d’accordo.. – comincio, cercandone una via d’uscita. Santana si para davanti a me: posso sentire il profumo di yogurt del suo lucidalabbra.
-          Ma io non ti stavo facendo una proposta. 

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Capitolo 3
*** Quinn Fabray ***


Sbatto le palpebre per un po’ prima di riconoscere che sono nel mio letto e la mia sveglia sta suonando da qualche minuto. È sempre la stessa canzone, che ormai mi aiuta ad andare avanti: “Marry the night”.
Mi alzo dal letto, sedendomi, prendendo la testa fra le mani.
Cazzo, Abby, un altro giorno.
Rispetto a ieri, che andavo verso lo sconosciuto, oggi mi sento fiduciosa. Faccio una doccia sgolandomi per mantenermi sveglia, mangio la colazione al volo e scappo verso il garage, salutando velocemente i miei che sono in salotto a leggere il giornale come se non avessero di meglio da fare.
Entro in macchina e quando raggiungo il parcheggio della scuola mi rendo conto che il mio entusiasmo mi ha impedito di controllare un orologio: manca ancora mezz’ora all’inizio delle lezioni. La scuola è quasi deserta, così ne approfitto per scendere dall’auto e sgranchirmi le gambe, per poi magari sedermi su una panchina ad assorbire le vitamine del sole.
Cammino verso il campo da football, mi siedo sulle gradinate. C’è del fumo che proviene dal fondo, così decido di scendere. Mi ritrovo faccia a faccia con una gang di ragazze un po’ esagerate: indossano abiti di pelle, il loro volto è imbronciato, fumano sigarette come delle ossesse e sono sicura che mi spaccheranno il culo se oso criticarle. Nella mia scuola in California, tipe come queste erano emarginate; ho come la sensazione, però, che qui vengano temute. Una ragazza dai capelli rosa tinti male con una bandana in testa, gli occhi verdi e un piercing al naso mi guarda piegando la testa. Nei suoi occhi bellissimi leggo un avvertimento: vattene finché puoi. È come se questa donna mi conoscesse,  se sapesse esattamente cosa sto pensando ora. Se conoscesse i miei sentimenti. Se capisse davvero che non appartengo a questo posto e che sono qui per caso.
-          Che vuoi? – mi chiede una di loro. Io continuo a fissare la ragazza.
-          Ti abbiamo  chiesto che cosa vuoi da noi! – mi rimbecca un’altra.
-          La conosci, Quinn? – la prima si rivolge alla ragazza dai capelli rosa, che è stata in silenzio fino ad ora. – Io proporrei di farle vedere come le donerebbe un taglio di capelli.. molto corto.
Comincio ad indietreggiare.
-          Avanti, Quinn. Abbiamo salvato la tua amichetta rompiballe, ieri, ma non puoi far si che nemmeno oggi ci divertiamo!
-          Rachel Berry non è mia amica. – dice Quinn, accendendo una sigaretta. – E non conosco questa ragazza. L’ho solo vista in compagnia di Santana Lopez, la cheerleader, ieri.
Solo il suono della campanella in lontananza mi sa salvare in questo momento: comincio a correre verso la classe.
Il cuore mi batte all’impazzata: avevo sentito nominare Quinn Fabray il giorno precedente, da Kurt, che si chiedeva dove fosse finita la ragazza. Santana e la sua amica bionda, Brittany, avevano sospirato, quasi rassegnate.
Ed ora capivo il perché.
Nell’atrio della scuola riconosco Finn Hudson grazie alla sua altezza sovraumana. Al suo fianco, decisamente più bassa, trovo la sua ragazza, Rachel Berry, che non appena mi vede gira sui tacchi, sventolando i capelli in modo teatrale.
Saluto Kurt e Mercedes, comincio a parlare con loro delle lezione della prima ora, finché non sento un profumo forte e sensuale provenire dalla mia spalla. Dei capelli neri si  posano sul mio collo, sono costretta a girarmi. Il volto perfetto della cheerleader latina è accanto al mio e vengo scossa da un brivido che non so spiegarmi; muove le labbra carnose al mio orecchio mentre sussurra:
-          Oggi, tu passi al mio Glee Club.
Ma lo dice troppo forte, e quando se ne va Kurt mi dedica uno sguardo pieno di incredulità. 

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