Bittersweet Revenge di bluemary (/viewuser.php?uid=3163)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo: Il declino della luce ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1: Ricordi ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2: Sogni infranti ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3: Rinascita ***
Capitolo 5: *** Epilogo: L'ultima luce del tramonto ***
Capitolo 1 *** Prologo: Il declino della luce ***
Avvertenze: Nonostante siano indipendenti l'una dall'altra, questa fanfiction potrebbe essere considerata come un ipotetico seguito di "Frammenti di luce". Comunque questa storia, almeno inizialmente, è ambientata dopo la sconfitta di Freezer ed il ritorno di Goku sulla Terra, partendo dal presupposto che sul pianeta non siano mai arrivati né i Cyborg né Mirai Trunks.
-Prologo: Il declino della luce-
"Deliver me from this war It´s not for me it´s because of
you Devil´s instant my eternity Obey to kill to save yourself”
da "10th Man Down" dei Nightwish
È il tramonto, il momento in cui l’ultimo raggio di sole si tende ad
accarezzare la terra per poi svanire all’orizzonte, colorando il cielo già rosso
con un’ulteriore sfumatura simile al sangue appena versato.
Non un refolo di vento spazza la pianura in cui ogni forma di vita sembra
essere stata cancellata in un battito d’ali, come se non fosse mai esistita, e
il silenzio, dopo quella battaglia tra due grandi guerrieri che ha scosso
l’intero pianeta, è qualcosa di incredibilmente profondo e quasi irreale, il
giusto accompagnamento per il quotidiano declino della luce.
Una figura dà le spalle agli ultimi bagliori del tramonto, camminando verso
la città più vicina con i passi fieri del vincitore.
Il suo incedere minaccioso contiene una nota di esultanza, la stessa
soddisfazione che trapela dai suoi lineamenti spietati.
L’istinto della lotta, l’atavico desiderio di distruzione e morte insito
in ogni cellula di quei guerrieri addestrati come assassini fin dalla nascita, è
emerso in un’ondata di rabbia abbastanza ardente da cancellare mesi interi di
ricordi e parole; i volti contenuti nella sua mente sono stati accartocciati
come carta bruciata e poi ridotti in cenere, in modo da non ostacolare
l’opprimente senso d’odio e frustrazione che gli avrebbe concesso di divenire
quel perfetto guerriero di cui ancora adesso porta le sembianze.
L’ha invocato con una voce resa roca dalla collera e dall’umiliazione, e
infine quel potere che gli spettava fin dalla nascita ha risposto al suo
richiamo. I suoi occhi di tenebra sono diventati azzurri, di un azzurro cupo in
grado di soffocare qualunque bagliore fosse riuscito a rischiarargli lo sguardo,
in un passato che non è mai parso tanto distante. La bocca è ancora piegata in
quel ghigno carico di arroganza che aveva spaventato i terrestri infinito tempo
prima e ora è tornato per accompagnare con la sua derisione una mano portatrice
di morte. Un’aura dorata e splendente lo circonda, emblema del guerriero
perfetto, eppure quella luce quasi abbacinante nasconde la perversa bellezza
dell’oscurità. Non c’è traccia di pietà o esitazione nei suoi lineamenti
scolpiti dalla gioia selvaggia dell’assassinio, né per gli sventurati che presto
assaggeranno la sua furia, né per il corpo steso inerte alle sue spalle.
Vegeta avanza fiero nella piana silenziosa e le sue mani sono sporche di
sangue.
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Capitolo 2 *** Capitolo 1: Ricordi ***
Shari Aruna: Ti ringrazio molto del commento, in modo particolare perché
hai specificato di non riferirti al narratore dell’anime, per la voce fuori
campo XDD La odio anch’io, quella voce, tanto dice sempre le stesse cose ("il
giovane Goku" e notare che ormai ha due figli, "il nostro eroe" ma nostro di
chi?! Che se lo tenga XDD). Sappi comunque che la storia sarà molto breve,
quindi non aspettarti troppo^^ Un bacione!
Liar: Grazie mille per il commento, ti avverto però che non sarà una
storia allegra, spero la cosa non ti dispiaccia troppo^^
Kikk@93: Ti ringrazio molto, sia dei complimenti, che della domanda. In
effetti avrei dovuto specificare meglio che il prologo di questa storia si
ambienta dopo la sconfitta di Freezer, partendo dal presupposto che né i Cyborg,
né Mirai Trunks siano mai arrivati sulla Terra, anche se avevo scritto che
questa fanfiction può essere considerata il seguito di Frammenti di luce (ed in
quest’ultima avevo specificato tutto). Comunque adesso ho aggiunto una nota in
cui spiego questi dettagli, grazie ancora di avermelo fatto notare! Baci.
Bulma_89: Anche io adoro Vegeta, non a caso, una Drabble a parte, ho
sempre scritto su di lui nel fandom di DB. Ti ringrazio molto del
commento!
Topy: Grazie mille del commento, era proprio questa l’immagine che volevo
dare di Vegeta!
Gan_HOPE326: Ti ringrazio molto di questo commento, ed anche di quello
alla mia Drabble! Comunque, come ho già scritto a Shari, non attenderti una
fanfiction lunga, perché questa sarà piuttosto breve. E poi, se qui c’è qualcuna
che si deve preoccupare, quella sono io, specialmente dopo aver finito Seeds of
Evil ed aver quindi avuto una definitiva dimostrazione delle tue
capacità^^
-Capitolo 1: Ricordi-
- Mamma, perché non mi parli mai di papà?
Bulma si blocca, come folgorata, e le sue mani si aprono senza il suo volere,
lasciando cadere a terra la camicia che stava stirando.
Un tempo era una bellissima donna, il volto dai tratti perfetti e il
corpo formoso ma proporzionato ne sono tuttora la prova lampante, tuttavia le
piccole righe attorno agli occhi e sulla fronte sembrano troppo profonde per
essere dovute unicamente all’età e la invecchiano di parecchi anni.
Non è rimasto molto, nei suoi lineamenti, di quella ragazza allegra e amante
della vita che si divertiva a viaggiare con gli amici, affrontando improbabili avventure,
e a costruire invenzioni sempre più geniali e complicate, e tuttavia, nonostante i
mesi interi di dolore e sofferenza incisi nelle piccole imperfezioni del suo
volto, nulla è riuscito a cancellare l’estrema dolcezza che trapela dai suoi
occhi.
Quei due spiragli di cielo sono rimasti quasi inalterati, mantengono sempre
la solita luce decisa, tipica di una donna dall’animo forte e determinato, solo
quelle ombre di tristezza che hanno preso il posto della spensieratezza
giovanile, annidate nel suo sguardo simili a cicatrici, dimostrano l’amaro
passato di cui ancora adesso porta le tracce.
Anche il luogo in cui abita non è più quella gigantesca dimora in cui era
cresciuta, ma una casa piccola e pulita, decorata da numerose fotografie, sempre
con lo stesso soggetto: una donna e un bambino, entrambi sorridenti, troppo
somiglianti per non essere riconosciuti subito come madre e figlio.
Ed è proprio a fianco di una simile fotografia che un bambino di sette anni
continua a fissarla con la stessa espressione truce adottata dai poliziotti
quando devono portare avanti i loro interrogatori.
- Perché sei troppo giovane, Trunks, adesso non capiresti. – replica lei, non
senza rafforzare la dolcezza della sua voce con una nota autoritaria.
Subito il volto del bambino si imbroncia in un’espressione scontenta, ma la
donna lo ignora, perché sa che presto il solito nemico busserà alla porta del
suo cuore e lei dovrà utilizzare tutto il suo autocontrollo per non lasciarsi
sopraffare da esso. Stringe i denti, pronta alla lotta, e in un secondo i
ricordi la assalgono, percuotendola con una violenza che ha imparato a
sopportare senza un lamento, ma mai è riuscita a ignorare.
Bulma è in piedi, con la mano premuta contro la bocca aperta e gli occhi
sgranati in un’espressione troppo sorpresa per lasciare spazio alle lacrime. Di
fronte a lei, Yamcha, con cui ha seguito lo scontro tra i due saiyan più forti
dell’universo, credendo, forse troppo ingenuamente, che si trattasse di un
normale allenamento.
Ancora non riesce ad accettare quelle poche parole pronunciate dall’amico che
hanno scosso il suo mondo.
- Non percepisco più l’aura di Goku.
Spinta da un’angoscia troppo profonda per poterla affrontare da sola, si
getta contro di lui, afferrandogli le mani nella muta richiesta di fissarla
negli occhi.
- Che cosa significa?
L’uomo scuote la testa.
- Ho sentito Vegeta scatenare una potenza incredibile, forse ha raggiunto lo
stadio di super saiyan, ma poi…– mormora, lasciando che sia il silenzio a
completare la frase per lui.
Rimane immobile per qualche secondo, fissando il pavimento. Quando poi
solleva la testa, mostra degli occhi in cui si intrecciano paura e
determinazione, perché Yamcha sa bene di non poter competere con un saiyan,
eppure, allo stesso modo, è conscio del suo dovere in quanto amico e in quanto
uomo.
Respira a fondo prima di pronunciare quella frase con cui volontariamente
sceglie di mettere in pericolo la sua vita, forse anche per sfuggire allo
sguardo annichilito della donna di cui è ancora innamorato.
- Vado a vedere cosa succede. – le dice, stringendole una spalla in un futile
tentativo di rassicurazione, prima di spiccare il volo e sparire
all’orizzonte.
Bulma respira a fondo per calmarsi e subito il suo primo pensiero è per il
figlio, addormentato nella camera vicina. Lo prende in braccio, cercando di
scacciare il confortante pensiero che tutto sia solo un incubo e presto le prime
luci del mattino l’avrebbero svegliata e lei si sarebbe ritrovata nel suo letto,
accanto a Vegeta o forse sola, ma ancora con il suo odore sulla pelle…
Lo ha sperato, nel più profondo abisso del suo animo, quell’angolo remoto e
un po’ infantile con cui è sempre riuscita a convincersi di poter cambiare il
mondo semplicemente con la propria volontà, ma adesso sa di non potersi illudere
ancora.
È realtà quel nodo alla gola che le impedisce di respirare, è realtà quel
sordo dolore nella parte sinistra del petto.
Sola, in un silenzio che la opprime quanto una prigione, stringe il figlio al
seno e attende il ritorno di Yamcha.
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Capitolo 3 *** Capitolo 2: Sogni infranti ***
Aras: Ecco, dovremmo fare un comitato anti-narratore di Dragon Ball!
Grazie mille di questo commento e di quello alla mia Drabble, un
bacione^^
Shari Aruna: Ti ringrazio un sacco dei complimenti, sono felice che
questa storia ti piaccia, e dopo le tue ultime recensioni anche alle mie
originali temo di avere già esaurito tutte le parole che conosco per mostrarti
la mia gratitudine! Inoltre mi fai quasi sentire in colpa per averti rattristato
in questo modo, anche perché questa, come intuibile dai primi capitoli, non è
decisamente un fanfiction allegra. A presto, un bacione!
Kikk@93: Sarà decisamente breve, visto che in totale avrà cinque
capitoli, ma sono contenta che finora ti piaccia comunque. Grazie del commento,
baci^^
Gan_HOPE326: Bulma è una dei pochi personaggi femminili che mi piace (non
si può certo dire che il sensei Toriyama sia stato generoso nella sua opera, con
noi povere donzelle), quindi mi fa piacere che tu abbia apprezzato una
caratterizzazione alternativa. Ti ringrazio molto del commento!
Sonsimo: Ciao, in effetti mi avevi recensito anche la one-shot e mi scuso
se non ti ho ringraziato via mail, ma mi sono tristemente dimenticata di
quell’opzione; comunque ne approfitto per farlo qui, aggiungendo anche i
ringraziamenti per questo commento, davvero grazie di cuore! Sono felice che
questa storia ti piaccia, mi auguro solo che il suo svolgimento non ti deluda.
Comunque non preoccuparti se non riuscirai a recensire, sono anch’io vittima
degli esami universitari e so bene quanto tengano impegnate le
persone^^
-Capitolo 2: Sogni infranti-
È diventato immortale.
Questo è l’unico pensiero a pervadere la mente di Vegeta, mentre, con il
sangue dei due namecciani appena uccisi che nelle sue mani si mescola a quello
di Goku, si dirige alla massima velocità verso la Capsule Corporation.
Bulma è lì, sulla soglia, con in braccio il bambino mezzosangue di cui non ha
mai nemmeno provato a essere il padre.
La guarda a lungo, prima di avanzare verso di lei. Perfino a diversi passi di
distanza riconosce ogni emozione annidata in fondo a quegli spicchi di cielo che
adesso sono annebbiati dalle lacrime.
Paura.
Rabbia.
Disperazione.
Sono le emozioni che ha da sempre inflitto alle sue vittime, il nutrimento di
ogni saiyan, l’euforico senso d’onnipotenza che acuisce la soddisfazione di una
vittoria, ma quest’unica volta, mentre guarda la terrestre che gli ha tenuto
compagnia sotto le lenzuola, non prova alcun senso di gioia per il pianto che le
segna il volto.
- Hai ucciso Goku…– mormora lei in tono vacuo, come se la sua mente ancora non
riuscisse ad accettare quel pensiero.
Anche senza chiedergli nulla, vista la sua espressione straziata, pare già
sapere che le Sfere del Drago non ci sono più e nessuno potrà tornare in vita.
Per un attimo Vegeta si stupisce dell’intuizione con cui la donna ha associato
l’evocazione di Shenron di qualche minuto prima alle sue mosse, e uno strano
quanto inspiegabile senso di orgoglio lo invade, nel riconoscere ancora una
volta l’ingegno della compagna.
A dispetto degli scontri in cui la definiva una “stupida oca senza cervello”,
ha sempre saputo delle sue qualità.
- Che ne hai fatto delle Sfere? – gli chiede la donna, una domanda che dimostra
come anche la persona più intelligente e razionale della Terra abbia bisogno, in
certe occasioni, di illudersi con false speranze.
- Distrutte, assieme al loro creatore. – replica Vegeta, frantumando in tal
modo anche gli ultimi sogni della terrestre.
I suoi occhi azzurri spenti dal dolore vengono attraversati da un barlume di
rabbia quando il saiyan avanza verso di lei.
- Come hai potuto? – chiede con un filo di voce, mentre due lacrime gemelle le
solcano le guance.
Lui la guarda infastidito.
- Fatti da parte, donna!
Al di là dei suoi capelli azzurrini riesce a intravedere la cima
dell’astronave con cui ha intenzione di abbandonare la Terra, ma Bulma non si
sposta e continua a bloccargli il passo.
- Sei qui per uccidere anche me?
Non c’è traccia di paura in quella domanda, se non un’apprensione quasi
dolorosa per il figlio che stringe convulsamente al petto, eppure queste parole
irritano Vegeta più di quanto avrebbe potuto fare una supplica di pietà.
- Credi forse che non ne avrei il coraggio? Ora sono il guerriero più forte
dell’universo e sono immortale. Ho ucciso Kakaroth, i due namecciani e tutti
quei patetici terrestri che volevano fermarmi; credi davvero che mi farei
problemi a eliminare una misera donna?
Lei ascolta l’elenco dei suoi assassinii con lo sguardo colmo d’orrore.
- Cosa ti è successo?
Il ghigno di Vegeta è un sorriso di pura malvagità.
- Nulla. Sono solo tornato me stesso.
- Io credevo fossi cambiato. – mormora Bulma, fissandolo con quegli occhi
indomiti che adesso sono cristallizzati nella sofferenza, in cui per la prima
volta il saiyan riconosce il suo più grande nemico.
E per questo desidera distruggerla, annientarla, umiliarla, per ribadire una
vittoria di cui non è più tanto sicuro.
- Pensavi davvero che offrirmi il tuo corpo potesse cambiarmi? – la deride con
voce crudele.
La donna deglutisce a stento, quasi soffocata dal sordo dolore che si agita
nel suo petto e nella sua gola.
- Non ti ho offerto solo quello. – mormora, prima che un nuovo fiotto di
lacrime, più intenso e doloroso del precedente, le inondi le guance.
Abbassa gli occhi, come per meglio sopportare la sofferenza causata da quelle
parole, e la spietata impassibilità di Vegeta si incrina, facendo spuntare per
un attimo uno sguardo di rammarico. Il suo braccio pare tendersi verso di lei
in un tentativo consolatorio, ma subito dopo il suo volto si contrae in preda a
una collera improvvisa, non appena si rende conto che il suo stesso corpo l’ha
tradito, rivelando la sua debolezza. E tuttavia la sua ira è nulla in confronto
alla rabbia che sta lentamente invadendo i pensieri di Bulma, una rabbia amara e
pervasa di disperazione e rimpianto, al ricordo di ciò che il saiyan ha
distrutto.
- Perché l’hai fatto?! Avremmo potuto vivere in pace!
Vegeta stringe i pugni.
- È stato lui a tornare sulla Terra! – ringhia, consapevole suo malgrado
dell’amarezza presente nelle proprie parole. E, non appena le pronuncia, si
rende conto che, se Kakaroth non si fosse più fatto vedere, probabilmente avrebbe
davvero potuto trascorrere il resto della propria vita su quello stupido
pianeta.
A questo pensiero la sua espressione s’incupisce ancora di più.
- Doveva pagare per le umiliazioni che ho subito. – sibila, quasi sentisse il
bisogno di discolparsi.
- Perché hai scelto la vendetta? Perché hai voluto distruggere tutto per una
cosa tanto stupida?!
Incurante del suo sguardo minaccioso, la donna lo fronteggia con lo stesso
coraggio che dimostrava quando gli teneva testa nei giorni passati, ma è una
rabbia nata dalla disperazione, la sua, e a Vegeta non regala alcuna
soddisfazione.
- Io sono il Principe dei Saiyan! Non ho nulla di più importante della
vendetta e della mia supremazia! – urla, rivendicando ancora una volta le sue
origini, il motivo per cui ha scelto di rinnegare un futuro e una vita sulla
Terra.
Il bambino scoppia a piangere, risvegliato da quella voce brusca che lo
spaventa.
- Avevi me. – mormora la donna, prima che la voce le si spezzi in un singhiozzo
– Avevi Trunks.
Il guerriero distoglie lo sguardo e per un attimo si fa strada in lui il
morso di un rimpianto, al ricordo di quando ricercava l’orgoglio tra le sue
lenzuola, perdendosi nei suoi sospiri e specchiandosi in quegli occhi così
incredibilmente azzurri, in cui, per un solo secondo, sentiva che, forse, lui
era ancora il numero uno.
- Credi davvero che mi sia mai importato qualcosa di te, terrestre? – sillaba,
enfatizzando con scherno quell’ultima parola.
Questa domanda la colpisce come uno schiaffo, Vegeta scorge distintamente il
momento in cui gli occhi della sua avversaria si dilatano per la sofferenza e
anche l’ultimo bagliore di speranza presente in essi si spegne nel dolore più
nero.
Un turbamento insopportabile si fa strada da qualche parte nel suo petto,
mentre Bulma si racchiude in se stessa per meglio assorbire il crudele
significato di quella frase che ha mandato in frantumi tutto ciò per cui ha
lottato.
Solleva gli occhi su di lui, ma il suo è uno sguardo spento, di una donna
distrutta, totalmente diversa dalla ragazza piena di vita e allegria che è
sempre stata.
- Ho amato solo due uomini nella mia vita. E tu li hai uccisi entrambi. –
mormora, prima di scivolare a terra, con la schiena appoggiata al muro della sua
casa, annientata dall’uomo che ha amato più di se stessa.
Vegeta le risponde con uno sguardo impassibile.
Per un attimo si prepara realmente a tendere la mano con l’intenzione di
ucciderla, dando ascolto al desiderio impellente di cancellare il suo vero
nemico, la persona che l’ha cambiato maggiormente ed è riuscita a sondare le
profondità più oscure del suo animo, rivelando debolezze che lui non sapeva di
possedere.
Non ci riesce.
Nonostante tutti i suoi sforzi, una parte di lui si rifiuta all’idea di
spegnere in tal modo le vite del figlio e della donna che forse è stata qualcosa
di più di un semplice corpo con cui passare la notte.
Sa che distruggere la Terra dall’alto, senza fronteggiare quegli occhi
azzurri che penetrano nei più profondi recessi del suo animo di tenebra, sarebbe
di gran lunga più facile, ma nel momento in cui ritira la mano comprende di
essere stato sconfitto. Un sapore bruciante gli invade la bocca a questo
pensiero, un rancore che stranamente non riesce a prevalere sulla sconcertante
amarezza provata dinanzi al pianto di una donna.
Lancia un breve sguardo a quella terrestre che ha osato entrare a piccoli
passi nella sua vita e ora lo tormenta ancora una volta, l’ultima, prima di
scomparire per sempre dai suoi pensieri.
- Addio, Bulma.
La donna si stringe il figlio al petto e non risponde. Non ha più nemmeno la
forza di piangere, si limita a fissare il vuoto, lasciando che i rumori del
decollo le attraversino la mente senza scalfire in alcun modo la sua espressione
vacua.
In quel giorno che ha visto l’infrangersi di molte vite e molti sogni, il
cielo nero e orfano di stelle ghigna solitario su una Terra priva di
vincitori.
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Capitolo 4 *** Capitolo 3: Rinascita ***
Kirara: Ma no, non devi vergognarti se ti sei commossa, anzi, per me è
una grande soddisfazione sapere che sono riuscita a farti emozionare così^^
Naturalmente anche io preferisco che le cose siano andate in maniera più
positiva, con Vegeta che sceglie di vivere sulla terra, ma era da un po’ che mi
stuzzicava l’idea opposta. Grazie mille del commento!
Shari_Aruna: Temo di essere un po’ fissata con Vegeta che si comporta da
bastardo, non c’è stata una volta che io l’abbia descritto in maniera un po’ più
dolce (beh, tranne che nella drabble, ma quella era comica e non conta XD).
Però, come giustamente hai scritto, è proprio questa sua vena di crudeltà che mi
affascina, il suo essere continuamente in bilico tra il bene ed il male. E sono
felice che il "mio" Vegeta piaccia tanto a un’altra sua sostenitrice. Come ti è
andato poi l’orale? Un bacione, ti ringrazio un sacco del commento!
Kikk@93: Grazie mille dei complimenti, ecco il nuovo
aggiornamento^^
LORIGETA: Sono felice che la mia storia ti piaccia (sbaglio o dal tuo
nick si evince che sei un’altra appassionata di Vegeta?), ti ringrazio un sacco
del commento!
Topy: In effetti questa è stata la parte che più mi ha impegnato, ti
ringrazio dei complimenti e della rassicurazione!
Aras: Sempre e comunque abbasso il narratore! Ti ringrazio dei
complimenti, sono felice del tuo apprezzamento^^ Un bacio.
Miky_stardust: Ti ringrazio molto del commento! Per il finale non ti
anticipo nulla, anche perché ormai quasi ci siamo, visto che questo è il
penultimo capitolo, comunque sono felice che ti sia piaciuta l’indecisione di
Vegeta, ho trovato piuttosto complesso descrivere il suo turbamento, perché ho
cercato di non esagerare per non renderlo OOC, ma anche di mostrare in qualche
modo come lui sia cambiato. Mi auguro ti piaccia anche la conclusione^^
Sonsimo: Non sai quanto mi faccia piacere il tuo apprezzamento sulle
reazioni di Bulma e Vegeta, temevo in particolar modo di aver reso il saiyan un
po’ OOC; sono inoltre felice che ti sia piaciuta quella frase, in quanto è
proprio attorno ad essa che è nata tutta la storia: avevo già intenzione di
descrivere una situazione in cui Vegeta sceglieva di tornare cattivo invece di
vivere sulla Terra, ma grazie a quella frase sono riuscita a mettere i miei
pensieri per iscritto. Sono io che ti ringrazio per il commento, spero solo che
questi ultimi due capitoli non deludano le tue aspettative. Un bacio!
Gan_HOPE326: Grazie mille per il commento, sappi che appena avrò un po’
di tempo libero dallo studio darò un’occhiata anche alla tua storia, giusto per
farmi un’idea della concorrenza e di quanto dovrò preoccuparmi XD Riguardo la
tua domanda, troverai la risposta in questo capitolo, comunque io non ho mai
pensato che Bulma amasse Yamcha. Un grande affetto, una grande amicizia sì, ma
nulla a che vedere con l’amore che prova per Vegeta e nemmeno con il rapporto di
amicizia che la lega a Goku. Alla prossima!
-Capitolo 3: Rinascita-
Un uomo non sa cosa significhi davvero il dolore fino a quando non si trova
straziato da questo vortice travolgente e impietoso, che segna la pelle e
sembra inghiottire ogni cosa tra le sue soffocanti spire prive di ogni luce, e
non viene avvolto da un baratro nero come la notte, condannato a una caduta
senza fine, in cui si perde ogni speranza e il futuro non diventa la normale
prosecuzione della vita, ma un concetto semplicemente inaccettabile.
Bulma questo dolore lo conosce bene: un continuo tormento alla sua mente che
non si è mai placato del tutto, ma che lei ha imparato ad accettare e diluire
nella lunga giornata durante quelle piccole pause dal suo ruolo di madre, in
modo da non trovarsi singhiozzante di fronte al figlio per cui ha scelto di
vivere. È riuscita a soffocare l’odio e la disperazione con l’amore che prova
per Trunks, a sovrapporre la sua immagine a tutti quei ricordi che nei primi
tempi non le davano tregua, amari quanto uno schiaffo dato dalla mano di un
bambino.
La morte l’aveva tentata più di una volta, in quei secondi trascorsi ad
ascoltare l’eco della navicella su cui Vegeta era partito, offrendole un oblio
pericolosamente allettante. Era stato il pianto di suo figlio a distoglierle la
mente da quelle immagini di pace da cui si sentiva sempre più attratta.
- Non preoccuparti, Trunks. – gli aveva sussurrato, stringendolo come se fosse
l’unico appiglio che ancora la legava alla vita – Hai già perso il padre, io non
ti abbandonerò.
Era scappata alle prime luci dell’alba, dopo una notte in cui i fantasmi
dell’amico morto e dell’uomo a cui aveva donato tutta se stessa si erano
combattuti aspramente per ottenere la supremazia sul suo dolore e sui suoi
pensieri.
Non aveva avvertito nessuno, si era limitata a sgusciare fuori da casa sua
quando ancora i suoi genitori dormivano, troppo in colpa per poter affrontare le
lacrime di Chichi e Gohan, troppo devastata dal dolore per poter rimanere con le
persone che più di tutte le ricordavano il suo amico e l’unico compagno che avesse
mai amato.
In un villaggio sperduto, dall’altra parte della Terra, ha ricominciato piano
piano a vivere, consacrando ogni giornata al figlio. Una mattina dopo l’altra si
è impegnata per ritrovare la serenità, dimenticandosi degli attimi in cui il
dolore prende il sopravvento e ricordando solo i momenti felici.
È diventata brava a mascherare la tristezza che talvolta la coglie quando si
lascia incantare dal tramonto, così come riesce a incassare quasi senza alcun
cambiamento d’espressione quel colpo sordo nel suo cuore quando il figlio che
tanto ama assume per un attimo lo sguardo corrucciato e tenebroso del padre.
Anche adesso, con le labbra contratte in una smorfia e il volto infantile
pervaso dal disappunto, Trunks non può nascondere l’eredità di Vegeta.
- Ma mamma, io sono grande! Voglio sapere cos’è successo.
- No, Trunks, non è ancora giunto il momento.
Per un attimo il bambino sembra sul punto di ribattere, ma fin dai primi anni
dell’infanzia ha imparato a non insistere su quest’argomento per non rendere
infelice la madre, così si limita a mugugnare tra sé.
Sospira, poi l’espressione gli si intristisce all’improvviso.
- È vero che mi troverai un nuovo papà?
- Perché mi chiedi queste cose? – gli chiede Bulma, stupita.
Il bambino abbassa lo sguardo.
- A scuola mi hanno detto che prima o poi mi troverai un nuovo papà. Io vorrei
conoscere quello vero, ma se lui non c’è più non ne voglio uno nuovo. –
esclama con rabbia, nascondendo le lacrime con un’espressione dura. Nonostante
abbia appena sette anni, appare evidente il suo retaggio saiyan, visto il modo
con cui il suo orgoglio cerca istintivamente di nascondere ogni debolezza.
- Ho amato solo due uomini nella mia vita, Trunks, non ce ne saranno altri. –
lo rassicura la madre, scompigliandogli affettuosamente i capelli.
Il bambino sgrana gli occhi, sorpreso.
- Hai avuto un fidanzato prima di papà?
Bulma scoppia a ridere.
È una risata dolce, quasi silenziosa, molto diversa da quell’esplosione di
allegria con cui in passato manifestava il suo divertimento, e tuttavia pare
rischiararle il volto.
- Non lo amavo in quel senso. – replica, stupita a quel pensiero
che non le aveva mai attraversato la mente prima.
Forse perché i suoi sentimenti per Goku, un affetto e un’amicizia che erano
sempre stati in bilico tra quelli di una sorella e quelli di una madre, erano
parsi tanto naturali da non aver bisogno di spiegazioni.
- Gli volevo bene come a un fratello. Era il mio migliore amico… un uomo
straordinario. – mormora, con un malinconico sorriso. Ormai il pensiero di Goku
ha assunto quel sapore agrodolce dei bei ricordi e non la ferisce più come i
primi tempi.
- Più di papà?
- Tuo padre era diverso. Era un uomo straordinario anche lui, ma non ha saputo
vincere le ombre del suo passato.
Trunks aggrotta la fronte, nel tentativo di comprendere quella risposta
troppo complessa per la sua giovane età.
- E perché adesso non ci sono più? – chiede ancora, deciso a profittare
dell’insolita loquacità della madre su quest’argomento.
L’espressione della donna si indurisce all’improvviso.
- Perché un vigliacco non è riuscito a scegliere il futuro.
Il bambino stringe i pugni, con lo sguardo corrucciato, e per l’ennesima
volta Bulma si sente stringere il cuore nel vedere il volto del figlio pervaso
da una collera infantile che pure lo rende tanto simile al padre.
- Lo odio. – esclama lui all’improvviso, mordendosi un labbro per mantenere
ferma la voce.
La mano della donna scende a carezzargli la testa, per poi stringerlo a
sé.
- Lo odio anch’io, Trunks. – mormora, asciugandosi una lacrima che è riuscita a
valicare i suoi occhi cristallini – Lo odio anch’io.
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Capitolo 5 *** Epilogo: L'ultima luce del tramonto ***
Ecco l'epilogo di questa storia, ringrazio tantissimo le persone che mi hanno seguito ed in particolar modo quelle che hanno commentato l'ultimo capitolo:
Miky_stardust: Trunks volevo proprio rappresentarlo così, un bambino
curioso che, pur non essendo venuto a contatto col male causato da suo padre, si
trova comunque a fronteggiarne le conseguenze; in quanto a Bulma, ho pensato che
una donna forte come lei avrebbe potuto reagire in questo modo, ricostruendosi
una vita, pur senza poter dimenticare il passato. Sono felice che tu ti sia
affezionata alla mia storia, comunque scrivendola mi è tornata la voglia di
dedicarmi ancora a DB, ho giusto una fanfiction in attesa di essere continuata…Ti ringrazio
molto del commento^^
Aras: Il "bastardo" è appropriatissimo, non ti preoccupare XD Grazie
mille dei complimenti!
Gan_HOPE326: Sono davvero felice che ti sia piaciuto questo capitolo, ci
tenevo a rappresentare una Bulma plausibile e dalla personalità coerente con i
fatti che ha dovuto affrontare. In quanto ai due uomini, sì, erano proprio
Vegeta e Goku, a mio avviso le due persone che hanno contato di più nella sua
vita (figli a parte, ovviamente). Grazie mille del commento!
Topy: Ho pensato che Bulma avrebbe potuto reagire così perché non sarebbe
stato facile né per lei né per Trunks vivere a contatto con la famiglia e gli
amici di Goku, quando ad ucciderlo è stato proprio l’uomo che lei amava. Credo
inoltre sia una donna abbastanza forte da riuscire a rifarsi una vita da sola,
recidendo ogni legame col passato. Ti ringrazio molto del commento^^
Shari_Aruna: Figurati, mi sembra il minimo che tu ti sia presa una bella
pausa per ripigliarti dalle fatiche scolastiche! Mi auguro che sia andato tutto
bene, in ogni caso adesso puoi tranquillamente goderti le meritate vacanze senza
nemmeno l’ombra dei compiti! Venendo al tuo commento, hai capito alla perfezione
le motivazioni che hanno spinto Bulma a lasciare la casa e gli amici, senza
contare che un taglio netto con il passato secondo me era l’unica via per una
sua "rinascita". Riguardo la tua riflessione, credo che non sia così facile
odiare chi si ama, anzi, secondo me questo misto di odio ed amore è proprio uno
dei sentimenti più dolorosi in assoluto, vista la sua natura conflittuale. Mille
grazie per la recensione ed i complimenti, spero di non deluderti con
quest’ultimo capitolo. Un bacione!
Sonsimo: Ti ringrazio tantissimo dei complimenti. Temevo che, a causa
della brevità della storia, Trunks e Bulma non sarebbero stati caratterizzati
sufficientemente, quindi sono felice di aver incontrato il tuo apprezzamento nei
loro confronti. Come hai sperato, la domenica una pausa dallo studio non me la
toglie nessuno, quindi ecco l’epilogo! Mi auguro sia di tuo
gradimento^^
-Epilogo: L’ultima luce del tramonto-
Alla finestra, una sagoma muscolosa viene illuminata dal sole ormai in
declino.
Ogni anno, quel giorno della primavera, il padrone dell’universo atterra
sull’unico pianeta di cui ha rinnegato il possesso.
Lottando con se stesso e maledicendosi per la propria debolezza, si dirige
verso quel piccolo villaggio un po’ solitario, per osservare ciò a cui ha
rinunciato, il prezzo del suo potere e della sua vendetta.
Mille volte è stato sul punto di infrangere quel vetro e penetrare in casa
per uccidere quello spicchio di passato che ancora lo tormenta. Mille volte ha
dovuto lottare rabbiosamente contro quell’impulso privo di logica e razionalità
con cui il suo istinto gli suggeriva di accostarsi a quella terrestre mai
dimenticata e riprendere il possesso del suo corpo e del suo cuore.
Solo un’amarezza, del tutto ingiustificata in un saiyan, lo pervade,
ricordandogli che ormai è troppo tardi per entrambe le cose e quella donna
rimarrà per sempre il fantasma di un sogno perduto.
E qualcosa nella parte sinistra del petto si stringe dolorosamente, mentre
guarda quella figura seduta sul letto del figlio che sorride con appena
un’increspatura di tristezza agli angoli delle labbra. La fronte si aggrotta,
restia ad ammettere questo turbamento che pure lo sta colpendo più a fondo di
quanto abbia mai fatto un suo avversario; i pugni si contraggono nel
riconoscere, annidato in profondità dentro di lui, quel senso di sconfitta che
non è mai riuscito a soffocare, come se quella donna, una terrestre qualunque,
nonostante tutto fosse davvero riuscita a cambiarlo.
Una rabbia profonda lo invade a questo pensiero, eppure il volto non
obbedisce ai suoi comandi e rimane teso in un’espressione amara, senza alcuna
traccia di rancore.
I suoi occhi riescono quasi a vedere un sogno lontano, dai contorni
grigiastri e sfumati, che già una volta aveva creduto di distruggere e invece è
rimasto intatto, e ad ogni suo assalto si rintana nei polverosi angoli del suo
animo, come una spina sempre pronta a scalfirgli la pelle, un ultimo frammento
di passato che non è riuscito a rinnegare.
La donna accarezza la fronte del figlio ormai addormentato e il saiyan,
stingendo i denti, si incammina verso la piccola astronave con cui è approdato
sulla Terra. Con un incedere meno fiero del solito, si allontana da quella casa,
ancora prigioniero della sua maledizione, inseguendo i contorni di un ricordo
che gli accarezza la mente con la derisoria promessa di una famiglia.
Sale sulla sua navicella senza voltarsi indietro, lacerato da quella
consapevolezza che ogni anno gli rammenta il prezzo fin troppo elevato che ha
dovuto pagare per la vendetta e il potere. E solo quando l’ultimo raggio di
sole scompare all’orizzonte, lasciandolo avvolto da tenebre meno fitte di quelle
presenti nel suo cuore, riesce ad ammettere che, forse, quel sogno tanto futile
e insensato per un saiyan gli sarebbe piaciuto.
"The constant longing for your touch This bitter ocean of
hatred and pain This loneliness I need to be who I am”
da "Astral romance" dei Nightwish
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