Harry Potter e il segreto del velo

di Vahly
(/viewuser.php?uid=2745)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Risveglio ***
Capitolo 2: *** Sorpresa ***
Capitolo 3: *** Oltre il velo ***
Capitolo 4: *** Il marchio parte 01 ***
Capitolo 5: *** Il marchio parte 02 ***
Capitolo 6: *** Non sempre le cose vanno per il verso giusto ***
Capitolo 7: *** Tristezza ***
Capitolo 8: *** Verità ***
Capitolo 9: *** Quiete ***
Capitolo 10: *** La sfuriata ***
Capitolo 11: *** Riflessioni ***
Capitolo 12: *** L'illuminazione ***
Capitolo 13: *** La mattina dopo (intermezzo) ***
Capitolo 14: *** Un attacco a vuoto ***



Capitolo 1
*** Risveglio ***


ANCORA SENZA UN TITOLO PRECISO

HARRY POTTER E IL SEGRETO DEL VELO

Capitoli: 01/12 (in prosecuzione)

Pairing: Draco-Harry

Raiting: Nc17
Avvertimenti: yaoi, shounen ai, slash

Note dell’autrice: Chi segue altre mie storie conosce la mia lentezza nel postare, e sa che ne ho molte in prosecuzione. Chiedo venia, e vi assicuro (per quanto possa aver valore quest’affermazione fatta da me) che i primi 12 capitoli, già scritti, saranno postati abbastanza frequentemente (tipo 2 volte l’anno invece di una sola – scherzo :-P )

Cap. 01 - Risveglio

Harry si svegliò di colpo.

Si rese conto quasi subito di non essere nella sua stanza, ma… allora, dov’era?

Dopo un attimo di confusione si rese conto del leggero russare accanto a lui, e vide una nuvola di capelli biondi posata sul cuscino al suo fianco.

Draco.

Il suo sguardo si addolcì, mentre osservava il suo torace alzarsi ed abbassarsi ritmicamente.

Era la prima volta che il serpeverde gli chiedeva di restare a dormire da lui.

Forse perché, per quanto l’altro non l’avrebbe mai ammesso, le cose tra di loro stavano prendendo una piega diversa.

Forse solo perché prima era semplicemente mancata l’occasione, e la sera prima erano stati semplicemente fortunati. Con Tigher e Goyle in infermeria dopo aver subito gravi lesioni alla pelle per una pozione particolarmente malriuscita, almeno per un paio di giorni la stanza era tutta loro.

Ed Harry avrebbe sicuramente trovato il modo per sfruttare l’occasione al massimo.

Era strano a pensarsi, loro due assieme.

In realtà non era nemmeno una vera e propria relazione, a dirla tutta.

Semplicemente, erano due ragazzi con tanta voglia di divertirsi ed una discreta attrazione l’uno per l’altro.

Cioè, per Harry era sempre stato qualcosa di leggermente più profondo della semplice attrazione, ma di certo non glielo sarebbe andato a dire.

Così, due o tre mesi prima, dopo una partita di quidditch che si era risolta in modo particolarmente negativo per i grigio verdi, i due avevano cominciato a litigare nello spogliatoio, e la cosa si protrasse abbastanza a lungo, tanto che gli altri, stanchi delle loro solite discussioni, avevano deciso di andarsene e di mollarli là.

Ai due però non era dispiaciuto molto, ed alla fine si erano trovati, senza neanche sapere come, aggrovigliati uno all’altro senza alcuna intenzione di staccarsi.

Harry sorrise appena.

Erano passati pochi mesi, eppure le cose erano DAVVERO cambiate tra di loro, in un modo che Harry non avrebbe mai creduto possibile.

All’inizio Draco lo aveva trattato male, ma poi poco a poco i loro incontri erano diventati una piacevole abitudine. Così avevano cominciato a vedersi sempre più di frequente, ed anche se all’inizio si limitavano a scopare e a parlare prima e dopo i loro rapporti solo per allentare la tensione, poco a poco i discorsi erano diventati più seri e personali, o a volte si divertivano a scherzare e giocare tra di loro. E, anche se Draco non l’avrebbe MAI ammesso, era diventato un po’ più…gentile, verso di lui. Quantomeno non passava tutto il suo tempo ad insultarlo.

Non c’erano mai state vere e proprie tenerezze, o segni di innamoramento.

Nulla.

Ma Harry non gliene faceva una colpa, ed alla fine aveva imparato a non dar peso alla cosa. “Durerà finché durerà”, si diceva, perché era inutile forzare le cose, e farlo sembrare ciò che non sono. Dopotutto, era già tanto che Draco gli avesse concesso quel minimo di intimità che ora avevano.

Non era sveglio da molto, ma non riusciva assolutamente a riprendere sonno, così si mise a fissare Draco.

Guardò i suoi capelli biondi delicatamente sparsi sul cuscino, e la sua carnagione pallida, il volto dai lineamenti perfetti.

Si stupì di sé stesso.

Da quando aveva preso ad avere questi pensieri così… vomitevoli?

Era sempre stato una persona abbastanza romantica e dal cuoricino tenero, ma qui si sfiorava la nausea.

Sospirò rumorosamente.

Era fottuto. Qualcosa doveva aver disturbato il serpeverde, perché ad un cero punto si mosse ed aprì appena gli occhi

Che c’è Potter? Già sveglio a quest’ora? È notte fonda…

Harry lo guardò divertito. Aveva i capelli arruffati e gli occhi notevolmente annebbiati dal sonno.

– Niente. Non preoccuparti, torna a dormire…

Draco sbuffò.

– Figurati, e chi si preoccupa per te, SanPotter? Dicevo solo perché non voglio che fai casino e che mi svegli, tutto qui.

Harry sospirò.

– Naturalmente, Malfoy. Tranquillo, adesso me ne starò fermo e buono, contento?

Draco, inaspettatamente, gli diede un bacio a fior di labbra.

– Sì.

Rispose, e tornò a dormire.

La mattina dopo, Harry si svegliò piuttosto tardi. Era domenica, e di conseguenza non c’erano lezioni, così se anche non fosse tornato subito al suo dormitorio non ci sarebbero stati problemi.

Si chiese per quale motivo Malfoy non l’avesse svegliato, in genere non era così delicato con lui…

Era ancora immerso nei suoi pensieri, quando sentì la voce dell’amante da fuori la porta.

E se io non avessi intenzione di farlo?

– Non puoi sottrarti, Draco, lo sai

Gli rispose un’altra voce.

Harry, ancora intontito dal sonno, non riusciva a capire chi fosse… Ma per qualche motivo si sentiva in apprensione.

Non doveva, si disse mentalmente. Lui e Draco non stavano davvero insieme. C’era solo sesso, tra loro. Solo questo. E lui non doveva preoccuparsi di ciò che accadeva all’altro. Non erano affari suoi.

– Non mi va, d’accordo? Non puoi costringermi!

*Sciaff*

Harry balzò in piedi di scatto.

Chiunque fosse gli aveva appena dato uno schiaffo. Però, quella voce… era familiare…

Ma sei scemo? Io non posso e non voglio costringerti a fare nulla, ma tuo padre? Hai pensato a quello che ti farà lui se ti rifiuti?

Harry si avvicinò, lentamente, alla porta. Cominciava ad avere una vaga idea di quello di cui forse avrebbero potuto parlare, ma… non voleva credere che fosse così.

E se io decidessi di farlo, ma di non seguire il tuo stupido piano?

– Ti farai ammazzare!

– No, mi farai ammazzare tu. Senti, io non voglio complicazioni. Mi vogliono con loro? Benissimo. Potrei anche farlo, ma non seguirò i tuoi stupidi piani.

E a te andrebbe bene così? se ti chiedessero di ammazzare qualcuno, tu lo faresti?

Harry, dall’altra parte della porta, trattenne il respiro.

– Non potrei sottrarmi comunque, no?

L’altro sospirò.

– Sei tu a decidere il tuo destino, Draco, sempre. Ricordatelo: c’è sempre un’altra soluzione.

Harry finalmente capì a chi apparteneva la voce. Piton! Come diavolo aveva fatto a non accorgersene subito.

– Può darsi.

– Pensaci, Draco. non devi darmi una risposta subito. Ma ti prego, pensaci. Non lasciare che gli altri decidano della tua vita

– Come cerca di fare lei?

Harry sentì dei passi allontanarsi.

Tornò a sedere sul letto, e qualche istante dopo Draco tornò nella stanza.

– Bene, Potter. Vedo che ti sei svegliato…

Il moro annuì.

– Beh, che c’è ora?

– Io… nulla, è che…

Draco lo guardò più duramente.

– Hai origliato, Potter?

– NO! Cioè, forse ho sentito qualcosa, ma io… non volevo sentire, te l’assicuro!

Draco sospirò, ed Harry ne approfittò per provare a chiedergli qualcosa

– Senti, qualunque sia il problema, non so, se ti va di parlarne…

Draco ghignò

Che c’è, Potter, un attacco di sentimentalismo acuto? No che non mi va di parlarne, e se anche ne avessi voglia non lo farei di certo con te.

Harry accusò il colpo, ma non disse nulla. Sapeva che Draco non si fidava abbastanza di lui, anche se oramai si ritrovavano a discutere abbastanza spesso di cose anche intime. Ma non si erano mai confidati riguardo veri problemi, e soprattutto non così a “freddo”. Magari dopo aver passato un po’ di tempo assieme il discorso più o meno casualmente cadeva su questioni personali, ma Harry non pretendeva certo che questo accadesse su richiesta, soprattutto con un Malfoy incazzato e sul chivalà. Però, per qualche strano motivo negli ultimi tempi quando Draco gli rispondeva così, ci rimaneva sempre un po’ male.

Hai ragione, scusami. Dimenticavo che…

– Non dire qualcosa che potrebbe farmi incazzare più di quanto io non sia già, Potter. Non vorrei ritrovarmi a buttarti fuori a calci.

Lo interruppe Draco.

Harry non rispose nulla, allibito.

In genere in queste situazioni finivano sempre per litigare…

– Piuttosto… – continuò il biondo – sono quasi le 9.00 … non so te, ma io non ho voglia di vedere i miei compagni…

Harry lo guardò senza capire

– La sera scorsa non è che tu ti sia dato granché da fare, sai? Credo che dovremmo recuperare…

Harry comprese dove voleva arrivare, e così si alzò dal letto per avvicinarglisi.

– No, che schifo! Ti sei appena alzato! Vatti a fare una doccia. C’è un asciugamano pulito sullo sgabello, ed anche uno spazzolino.

Harry alzò un sopracciglio, perplesso.

– Ho sempre il materiale di scorta in caso di visite…

Ghignò il biondo.

Harry ci pensò su un attimo. Lui si era fermato per la prima volta a dormire dal biondino, per cui

– Quindi, quando mi dicevi che avevi da fare, in realtà tu

– Ehi, non crederai mica di avere l’esclusiva, vero?

Ma

Draco scosse la testa.

Oppure, il puro ed innocente SanPotter era convinto che per lui avrei tenuto a freno i miei istinti?

– Fai schifo!

Ringhiò il moro. Se prima era preoccupato per lui, ora era incazzato nero.

Dai, datti una calmata. Se ti può consolare, sei il primo a restare tre mesi con me…

Quindi, l’altra storia è più recente di…

– Storia? Quale storia? Credi davvero che abbia l’amante fisso?

– Beh, io…

– Vado più o meno con chi mi capita, Potter! Ora fila in bagno.

Il moro lo fece, pensieroso, più che altro per potersi calmare un secondo e poter riflettere senza il biondo davanti. E quando ne uscì, era tutt’altro che ben disposto nei suoi confronti.

– Oh, bene, ce l’abbiamo fatta. Peccato, avevo voglia di fare qualcosa con te, ma ora non è che mi vada più tanto…

Harry lo guardò duramente

– Bene, perché la cosa è reciproca.

Draco si avvicinò, perplesso

Che c’è, non ti sarai offeso, eh Potter?

Harry si allontanò.

– Sì. Contento? Mi fa schifo andare a letto con qualcuno che si sbatte tutta la scuola mentre sta con me!

E da quando saresti geloso, sentiamo!

Sbottò Draco, trascinandolo sul letto.

Che c’è, vuoi essere l’unico? Vuoi che ti dica che ti amo, che non posso vivere ne respirare senza di te? Che staremo assieme per sempre, o cazzate simili?

Il biondo lo fece distendere, sedendosi sopra di lui a cavalcioni.

– Beh, stai tranquillo che non accadrà mai. MAI, hai capito?

Harry era sconvolto. Draco tremava, e sembrava non avercela solo con lui. per qualche motivo era nervoso, e riversava su Harry i suoi problemi… senza contare che la discussione con il moro lo aveva fatto incazzare ancora di più. Non si era mai comportato così…

– Io non intendevo questo. Sei un cretino, Draco…

Gli rispose Harry senza mezzi termini.

– Ah sì? E che cosa intendevi, allora?

Gli urlò Draco.

– Io… io non pretendo che tu stia solo con me. – mormorò il moro, distogliendo lo sguardo – anche se mi farebbe piacere. È solo che… Mi ha dato fastidio saperlo, ecco tutto. Ed il fatto che tu non gli dia alcuna importanza, e che di… di noi non te ne importi nulla, ecco…

Draco si rilassò un po’ di più, e si chinò a baciarlo.

– Adesso sei tu il cretino, Potter…

Harry lo attirò più vicino a sé, e gli sussurrò in un orecchio

– Sei strano ultimamente… che cosa ti sta succedendo?

– Niente – mormorò Draco, chinandosi sul collo di Harry, e cominciando a baciarlo lentamente – niente…

***continua***

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Sorpresa ***


Cap

Cap. 02 – Sorpresa

Alla fine, erano andati a letto assieme lo stesso, anche se Harry si era incazzato, e Draco era più nervoso del solito. Era strano.

Ed anche in quel momento, in cui erano entrambi semplicemente distesi sul letto abbracciati, Harry poteva sentire chiaramente il compagno tremare.

Che cosa c’è, Draco?

Gli chiese debolmente.

– Nulla, te l’ho già detto.

– Non ci credo…

Draco sospirò.

– Potter?

Mh

– Non è vero… anche se lo pensi, non è vero.

Che cosa?

– Che non me ne frega niente della nostra relazione.

Harry si sentì incredibilmente felice e sollevato, per quella semplice affermazione.

– Davvero?

– Se te l’ho detto

Harry si avvicinò ulteriormente e lo baciò di slancio.

– Non lo penso – disse poi, dopo essersi staccato da Draco – l’ho detto perché al momento ero arrabbiato con te e… e forse avevo paura che fosse così, ma è stato solo un attimo.

Draco annuì e lo baciò nuovamente

E poi… non è che io mi stia scopando esattamente tutta Hogwarts. Solo una ragazzina ogni tanto, giusto per salvare le apparenze…

Harry alzò un sopracciglio.

– Non vai a letto con loro perché ti va ma perché… perché hai paura che scoprano che sei gay?

Era incredulo.

– Più o meno… sì.

– Beh, sono contento.

– Come?

– Sono contento che le cose stiano così. Certo, non è che mi faccia piacere che vai con altre, ma se non altro questo vuol dire che non mi mollerai tanto presto…

Draco ridacchiò.

E questo chi te lo dice, Potter? Anche se non mi vedo con qualcuno in particolare, se mi stufo di te ti pianto ugualmente! Sai che ci metto a trovarmi qualcun altro?

Harry gli fece la linguaccia, poi affondò il viso nel suo collo, e Draco rabbrividì.

– Malfoy?

Mh?

– Non ti sembra che le cose si stiano evolvendo tra di noi?

Draco tacque, ed Harry si diede dell’idiota. Malfoy non era il tipo da legarsi a qualcuno, ed il moretto si chiese che cosa gli fosse passato per la testa per farglielo notare.

– Può darsi…

Rispose alla fine, sospirando.

– Potter…

Iniziò.

– Si?

Draco sospirò di nuovo.

– No, niente. Niente.

Harry si scostò un po’ da lui.

Che c’è?

Draco scosse la testa.

– Mi stai facendo preoccupare…

Disse serio il moretto.

– Non ce n’è bisogno. Non è niente, fidati.

Poi guardò l’orologio appeso alla parete.

– Uh, è tardissimo… forse è il caso di alzarsi…

Harry annuì.

– Già. Dovrei tornare al mio dormitorio, Ron ed Hermione si saranno accorti della mia assenza… E probabilmente anche gli altri grifondoro…

I due si alzarono e si rivestirono, in silenzio. Harry continuava a pensare che ci fosse qualcosa di strano, nel compagno, ma non poteva farci nulla, e lui di certo non glielo avrebbe detto. Quando fu pronto, gli diede solo un bacio a fior di labbra, poi si mise il mantello ed uscì.

– A stasera…

Gli bisbigliò il biondo, e lui annuì.

Già, a stasera. I due si erano già accordati, il pomeriggio precedente, per vedersi alla torre di astronomia. In quel periodo si vedevano così spesso che Harry spesso dimenticava che la loro non era una vera e propria relazione fissa, e che Draco non era il suo fidanzato, o cose simili, ma solo un amante. Allora, perché aspettava con tanta ansia i loro incontri? Non era solo per il sesso. Certo, c’era anche quello, eppure non era il motivo principale. Gli piaceva guardare Draco negli occhi, sentire la sua voce, parlare con lui… stringersi nel suo abbraccio… Ma non poteva essere amore, quello. Assolutamente. Anche se a volte gli pesava chiamarlo (ed essere chiamato) ancora per cognome, e gli pesava non potergli parlare normalmente anche quando avevano lezione, anche se gli prendeva una fitta di gelosia nel vederlo parlare con qualcun altro, o se invidiava chi, come Blaise e Pansy potava stargli sempre vicino… ed anche se, nonostante le rassicurazioni che aveva dato al biondo, gli faceva un male cane sapere che andava anche con altre persone… No, tutto questo non voleva dire nulla. Lui non era nel modo più assoluto innamorato di Draco Malfoy. Non lo era.


Quando arrivò nella sala comune Grifondoro, trovò Hermione tutta intenta a leggere un libro sulla liberazione degli elfi domestici, e Ron che faceva degli esercizi di pozioni.

Non fece in tempo ad entrare che entrambi alzarono la testa di scatto dalle loro occupazioni (ed Harry si accorse che l’amica teneva il libro al contrario).

– Harry! – esclamò Ron – Dove sei stato? Eravamo in pensiero, sai?

– Sai – continuò la moretta – ti abbiamo aspettato, ma poi vedendo che non arrivavi siamo andati lo stesso… ed è fantastico! Oh, Harry, sarai così contento…

– Anche se non è una cosa sicura. Ce l’ha detto Remus… è tornato qui ieri sera, sai?

– Sì ci ha chiesto dov’eri, ma non gli abbiamo detto che non ti trovavamo… visto che non è la prima volta che sparisci a quell’ora, abbiamo pensato che tu abbia la ragazza, e non era il caso di dirlo a Remus… anche se sono stata tentata di farlo, così ti impari a non dirci niente…

– Allora gli abbiamo detto che dormivi, e che eri stanco perché ti eri allenato per il quidditch fino a tardi… E lui rivoleva aspettare, ma allora gli abbiamo detto di parlarne a noi che ti avremmo raccontato tutto! Siamo andati nell’ufficio di Silente, e lui ci ha spiegato ogni cosa… Ha detto di andare da lui quando tornavi!

Harry li guardò, perplesso.

– Non credo di aver capito molto bene… perché non vi rilassate un attimo e me lo rispiegate con più calma? Che cosa è successo?

Hermione lo guardò con le lacrime agli occhi

– Sirius. Non è morto. Quando è caduto dietro il velo, lui è… è rimasto imprigionato, sì, ma non è morto. Ora non sappiamo dove sia e in che condizioni, ma c’è una possibilità di riportarlo tra noi…

Harry la guardò allibito.

– Lui… Lui non è morto?

Hermione scosse la testa, e lui corse ad abbracciarla.

– Oh, Dio, è… è magnifico.

Si scansò da lei e si voltò verso Ron.

Quando l’avete saputo?

– Stamattina…

– Non ci posso credere… Ma perché… perché solo adesso? È chiuso lì dentro da un anno… starà bene? perché se sapevano che non era morto, lo hanno lasciato lì?

– Credo che questo dovresti chiederlo a Silente…

Gli rispose l’amico.

Harry annuì.

– Ora vado da lui. e… e Remus? Sapete dov’è?

– No. Ma credo che sia ancora a scuola. ci teneva a salutarti…

Harry annuì, e solo in quel momento si rese conto di stare piangendo.


Draco era steso sul letto, con lo sguardo perso nel vuoto, quando qualcuno bussò.

– Chi è?

– Sono io, Blay

Il biondino si tirò su a sedere.

– Entra pure…

Blaise aprì la porta, e si guardò un po’ intorno.

– Abbiamo avuto ospiti, eh? – Non sono affari tuoi.

– Ehi, come siamo nervosetti… tipologia A o B?

Draco ridacchiò.

– B

– Capisco. Beh, allora non era una copertura… Se non altro ti sei divertito sul serio…

Draco scosse la testa.

– Sono fottuto, Blaise…

Il moro lo guardò perplesso.

Che è successo?

– Mi sto accorgendo che… cazzo, non è più un gioco, con lui. e non so come fare. Non posso andare oltre…

Blaise gli sorrise.

– Beh, secondo me è meraviglioso. Era ora che ti innamorassi di qualcuno…

Draco abbassò lo sguardo.

– Non di lui, maledizione. Non posso… Senza contare che fra pochi giorni sarò marchiato…

– E questo cosa c’entra? Scopate al buio, e non lo vedrà mai.

– Io… sono proprio ridotto male. Il fatto è che non me la sento di tenerglielo nascosto, ma so che non lo accetterà mai… e mi lascerà.

Blaise lo guardò sconvolto.

– Oh mio Dio… Dove hai lasciato il Draco Malfoy che conosco? Tu che ti preoccupi di queste cose… deve essere davvero una cosa seria!

– In realtà non lo è… almeno, da come abbiamo iniziato, non doveva esserlo. Ma… si sta evolvendo, se n’è accorto anche lui…

Blaise ridacchiò, guardandolo comprensivo. Era la prima volta che Draco si scopriva con qualcuno… e, da quanto ne sapeva lui, erano almeno un paio di mesi che usciva più spesso del solito, tornando ad orari assurdi… e nessuna ragazza andava in giro a vantarsi di aver fatto l’amore con lui, o di essere la sua fidanzata… giusto una ogni tanto, ma sembrava davvero che andasse con loro meno spesso di prima. E questo voleva dire che aveva una specie di relazione fissa, cosa di cui ora aveva praticamente avuto conferma.

– Posso sapere chi è?

– Avevamo deciso di non parlarne a nessuno…

– Non lo saprà mai, tranquillo.

– Oh, questo è certo. Gelerà l’inferno prima che vi parliate…

Blaise alzò un sopracciglio.

– Sarà mica un grifondoro?

Draco trasalì.

– Non posso dirtelo, Blay, sul serio…

– Va bene, non insisterò oltre… tanto lo sai che prima o poi dovrai dirmelo, vero?

– Non è detto…

Ghignò Draco.

Blaise si sedette accanto a lui, e con un’alzatina di spalle, disse solo

– Come vuoi. Per il marchio, invece? Cos’hai intenzione di fare? Ho saputo che hai parlato con Piton stamattina…

– Non lo so. Piton è dell’idea che io debba prenderlo, e schierarmi dalla parte di Silente, come spia… un po’ il suo ruolo, insomma.

Ma?

MA, non sono sicuro di farcela. Non me la sento, ecco tutto. A questo punto sarebbe meglio diventare mangiamorte a tutti gli effetti, correrei meno rischi…

– Io credo che saresti al sicuro, con la protezione di Silente…

– No. È un vero casino… Non potrei parlarne a nessuno. Qui a scuola, se mi scoprissero, sarei considerato davvero come un mangiamorte… Mentre se mi scoprissero loro, mi ucciderebbero… Senza contare mio padre… Mia madre è contraria, dice che sono troppo giovane… credo sia davvero preoccupata per me. Ma mio padre è così orgoglioso che tu-sai-chi mi abbia scelto… Finalmente è contento di me, per la prima volta nella mia vita… Se lo tradissi, mi odierebbe.

– Così vuoi diventare un mangiamorte?

– No… non ho detto questo. Vorrei evitare tutto ciò, se fosse possibile. Vorrei solo che “lui” non me lo avesse chiesto, tutto qui.

Ma non si possono cambiare le cose. e tu devi prendere una decisione, che ti piaccia o no.

Draco ridacchiò.

È la stessa cosa che mi ha detto anche Piton… non posso credere che la pensiate allo stesso modo, per una volta…

Blaise gli cinse le spalle con un braccio.

– Qualunque cosa deciderai, noi saremo con te. Ma devi pensare a cosa vuoi tu, non cosa si aspetta tuo padre da te… Ed a volte la via più semplice non è quella giusta.

– Vuoi che faccia come mi ha detto Piton?

– Sì.

Draco scosse la testa.

Era indeciso… perché a lui? Perché? Non poteva semplicemente rifiutarsi di prendere il marchio e far finta che tutto ciò non fosse mai avvenuto? Se lo avesse accettato, che stesse dalla parte di Silente o meno, gli avrebbero chiesto di compiere delle missioni, prima o poi… uccidere qualcuno… Ed Harry? Maledizione, non avrebbe dovuto farsi condizionare da lui, però… Però lo avrebbe odiato, e lui per qualche motivo non voleva questo. Non sarebbe riuscito ad accettarlo.

Alzò lo sguardo, rivolto verso Blaise.

– Non so se accettare o meno. Ci penserò.


***continua***

Note dell’autrice



Per qualche ragione a me ignota, nello scorso capitolo non mi andava a capo decentemente. Avrete notato che non c’erano MAI paragrafi separati… il capitolo non doveva essere visualizzato così ç__ç spero di riuscire a risolvere il problema.
Ringrazio tutti coloro che hanno recensito la mia storia: mi ha fato moltissimo piacere!
Grazie a Selvy, lake (hai ragione, forse Harry è un po’ deboluccio di carattere… credi che dovrei mettere Ooc fra gli avvertimenti? Se Sirius tornerà o meno si scoprirà nei prossimi capitoli… non ti preoccupare per la critica, comunque, mi ha fatto piacere sapere cosa ne pensi; purtroppo il carattere di Harry non cambierà molto durante il procedere della storia, però avrà altre occasioni per dimostrare di avere un carattere forte), K (credo che tu abbia confuso le storie… e abbia recensito quella sbagliata, come Tuta ^^ il ragazzo di Herm è nell’altra, e si scoprirà a brevissimo chi è. Forse sbaglio io a pubblicarle assieme…), LCasssieP (mi spiace, ma Sirius e Remus appariranno parecchio più avanti… ovviamente se li ho messi come coppia è perché saranno presenti come tale, ma non avranno la stessa importanza di Draco e di Harry…), Tuta (cos’hanno che non va le prime 2 righe? Me non capisce… comunque vero, questa non è stata scritta durante uno dei tanti miei periodi neri huhu né durante il peggiore… ma ero sotto esami di maturità, e credo che anche lì lo stress non manchi…), zafirya, Kira7 e twy (come ho detto anche a LCasssieP, Sirius e Remus arriveranno fra parecchio tempo. Certo, saranno presenti come coppia, ma molto meno di Draco ed Harry. Sono contenta che il rapporto fra questi ultimi due ti piaccia!)
Un bacione a tutti!




Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Oltre il velo ***


Cap

Cap. 03 – Oltre il velo




Harry era nervoso.

Si trovava davanti l’ufficio di Silente con Ron ed Hermione, e nonostante fosse aperto, non trovava il coraggio di andare avanti. Gli sembrava che i suoi piedi fossero diventati, all’improvviso, incredibilmente pesanti.

Ma la voce del preside non tardò ad arrivare, per incitarlo ad andare avanti.

– Avanti, Harry, entra. Cosa aspetti?

Harry annuì, nonostante fosse sicuro che il preside non potesse vederlo, e fece come gli era stato suggerito.

Quando fu entrato, ebbe una bella sorpresa: Remus era ancora lì.

– Ciao Harry…

Lo salutò cordialmente l’ex professore.

– Ciao, Remus… Come va? Ho saputo ora di Sirius, e…

Remus sorrise dolcemente, mentre il preside faceva cenno ai tre grifondoro di sedersi.

– Vorresti delle spiegazioni?

Chiese cordialmente Remus.

– Sì… più o meno.

– Credo che i tuoi amici ti abbiano già raccontato del loro incontro con me e Remus…

Harry annuì.

– Sì, ma credo di non aver ben capito alcuni passaggi della loro spiegazione…

– Capisco. Beh, ricominciamo daccapo, sarà più semplice.

Harry annuì lentamente, ed il preside iniziò a raccontare.

– Vedi, dopo la scomparsa di Sirius, avevamo tutti creduto che fosse morto, perfino io. Così, quando un auror scoprì per caso la vera natura del velo, stentai a crederci. Non era il velo della morte, bensì un velo che congiunge tra loro varie dimensioni spazio-temporali… Non so se conosci il modo in cui funziona una giratempo, Harry.

– So cos’è, signore, ed il funzionamento tecnico, ma…

– Non sai in che modo operi la sua magia.

– No, signore.

– Una giratempo piega il tessuto del tempo che normalmente è disteso, facendo sì che ad un attimo di adesso corrispondano infiniti attimi del passato, ma volendo anche del futuro, e fa in modo che chi la indossi possa attraversare un varco creato da essa proprio in questo tessuto. Beh, il velo funziona in maniera simile:dietro di esso c’è un varco, che è un po’ un incrocio tra quello creato da una giratempo ed il passaggio che viene creato da una passaporta. Così, nel migliore dei casi, vieni catapultato in un tempo diverso dal tuo, ossia nel passato o futuro… il problema è che può anche avvenire che una persona venga catapultata in un altro pianeta, e questo sarebbe molto più pericoloso. Perché in quasi nessun altro pianeta c’è la presenza di ossigeno o di atmosfera… quindi se fosse capitato lì, sarebbe spacciato. Anzi, sarebbe già morto. Oppure, potrebbe essersi perso nel varco… e questo vuol dire da una parte che saremmo sicuri che sia ancora vivo, ma dall’altra, vorrebbe anche dire che se non riusciamo a salvarlo, continuerà ad esistere all’interno di esso in eterno, senza possibilità di liberarsi, a meno di non trovare uno sbocco… ma a quel punto sarebbe molto più difficile…

Harry lo guardò spaesato.

– E… e come faremo a…

– Sapevo me l’avresti chiesto, Harry. Beh, in realtà è una cosa piuttosto… azzardata. Non ci sono molti incantesimi che possiamo fare per riportarlo tra di noi, e così avevamo pensato con… un incantesimo di appello.

Harry lo guardò scioccato.

– Un… un incantesimo di appello, signore? Si può usare per richiamare anche le persone?

Silente sorrise.

– Non è un vero e proprio incantesimo di appello, in realtà. Se fosse così semplice lo avremmo già fatto, non credi?

– Beh, in effetti…

– Il problema, Harry, è che abbiamo bisogno di qualcosa che lo richiami. Nello specifico, il sangue di qualcuno che abbia un legame di parentela con lui.

– Ma, allora…

– Già. Le uniche persone che potrebbero fornirci il sangue necessario a compiere l’incantesimo sarebbero Bellatrix e Narcissa Black.

– Già. Come facciamo? Di certo non possiamo chiederglielo…

– Io e Remus ci stavamo pensando, Harry. In effetti ci sarebbe un modo… Ma non è il caso di parlarne ora. Quando avremo stabilito qualcosa di ben definito, te lo faremo sapere.

Harry capì che la conversazione era chiusa, così salutò Silente e si alzò per andarsene.

Era felicissimo. Era difficile, certo, ma… avrebbe potuto riabbracciare Sirius! E lui di certo non si sarebbe lasciato abbattere dalle difficoltà, come sapeva non avrebbero fatto neppure i suoi amici, Remus o Silente.




Quando, quella sera, arrivò alla torre di astronomia, era piuttosto di buonumore. La notizia di Sirius gli aveva decisamente migliorato la giornata, anche se sapeva che non doveva contare troppo sulla possibilità di un loro successo… nel caso, infatti, che il padrino fosse morto o che loro non fossero riusciti a riportarlo indietro, avrebbe sofferto troppo.

Dovette attendere almeno mezz’ora, prima che Draco arrivasse.

Guardandolo, non sembrava altrettanto di buonumore, come il compagno, ma camminando verso Harry sembrò riacquistare, almeno in parte, il sorriso

– Sei in ritardo!

Lo rimproverò il moro, senza tuttavia riuscire a trattenere il sorriso.

– E tu non sei arrabbiato – constatò l’altro, avvicinandoglisi per dargli un bacio sulle labbra. – come mai? È successo qualcosa?

– Sì. Non posso dirti niente, ma sono felice!

Draco lo guardò sospettoso.

– Avrai mica l’amante?

Harry ridacchiò, e scosse la testa.

– Non credo tu debba aver paura di questo. Fra il tempo che sto con te, quello per gli allenamenti e quello di cui ho bisogno per studiare, non credo avrei il tempo per fare altro…

Draco lo baciò sul collo, e lo strinse maggiormente a sé.

– Se è per questo sono tutte cose che faccio anch’io… non mi sembra però che mi manchi il tempo…

Rispose ghignando.

Harry prese il volto dell’amante tra le mani e lo guardò negli occhi

– È meglio che tu non me lo ricordi, se non vuoi che mi passi il buon umore… potrei anche farti andare in bianco, stasera…

Draco non rispose, ma lo baciò con passione e lo spinse contro il muro.

– Come vuoi…

Disse a bassa voce, prima di tornare a dedicarsi al collo dell’amante. Harry reclinò la testa leggermente all’indietro, e cominciò a sbottonargli la divisa.

Presto i due si ritrovarono sul pavimento senza nulla addosso, l’uno contro l’altro.

E quando Draco prese Harry non ci volle molto perché i due venissero, assieme.

Con ancora un po’ di fiatone, Draco si mise in piedi e con un colpo di bacchetta diede una ripulita al pavimento, per poi vestirsi, cosa che fece subito dopo anche Harry.

Quando furono entrambi sistemati, il moro gli sorrise un po’ tristemente.

– È ancora abbastanza presto… che ne dici di restare qui ancora un po’?

– Va bene…

Rispose l’altro, attirandolo fra le sue braccia per un bacio.

I due si sedettero, Draco appoggiato al muro ed Harry accoccolato su di lui.

Il biondo sospirò.

– Potter?

– Sì?

– Domani… non credo che potremo vederci.

Harry si tirò un po’ più su.

– Oh, capisco. Come mai?

– Beh, non c’è una ragione precisa, solo che… credo non dovremmo vederci per un po’.

Harry scosse la testa, incredulo.

– Che cosa vuoi dire? Mi stai mollando?

Draco distolse lo sguardo, per non incrociare gli occhi feriti del compagno.

– Io… Io credo di sì.

– Perché?

– Perché sono stanco, d’accordo?!

– Non è vero.

Draco si scansò da Harry, e si alzò in piedi.

– Sì che lo è.

Harry si alzò a sua volta.

– Abbiamo appena scopato!

– E questo cosa c’entra?

– Non puoi essere stanco di qualcuno e poi volertelo scopare! Tu non sei stanco di me! Me ne sarei accorto!

Draco cercò di indossare uno dei suoi ghigni migliori, ma non ci riuscì granché.

– Potter, lo sapevi fin dall’inizio che era solo un gioco. Lo sapevamo entrambi.

Già. Lo sapevano entrambi, ma entrambi sembravano averlo dimenticato.

Harry cercò di trattenere le lacrime.

– Che cosa c’è di diverso rispetto a quando sei arrivato qui? Mi sembravi felice di vedermi, no?

– Ero felice di farmi una scopata. Ora lasciami in pace, cazzo! Se ti dico che sono stufo, vuol dire che…

Ma Harry non gli lasciò finire la frase, e cingendogli il collo, lo baciò con passione.

Draco cercò di non ricambiare, ma davvero non ci riuscì. Era proprio nei casini…

Lo spinse via da sé bruscamente, e lo guardò con gli occhi serrati.

– Che cosa cerchi di dimostrare, Potter?

Ringhiò.

– Non riesci a resistermi!

Esclamò, con aria di trionfo.

Draco non disse nulla, semplicemente si voltò e fece per andarsene.

Ma Harry lo bloccò per un braccio.

– Aspetta, Malfoy!

Draco si bloccò, senza voltarsi.

– Senti… non capisco perché tu voglia chiudere qui, ma io… credo che rispetterò la tua decisione. Se non vuoi dirmi il perché va bene, dopotutto non sono più affari miei. Non lo sono mai stati in effetti. Solo… volevo che tu sapessi, che per me non è un gioco. Non più, oramai.

Draco rimase impassibile, anche se avrebbe voluto gridargli che anche per lui non era più un passatempo, che lo amava, e che stare senza di lui sarebbe stato davvero insopportabile.

Tutte quelle cose che la sera prima aveva detto che non gli avrebbe mai sentito dire, volevano uscire con forza dalle sue labbra.

Ma non doveva.

Non poteva.

Si limitò a rispondere con un flebile

– Questo non cambia nulla

E ad uscire dalla stanza.

E dalla vita di Harry Potter.



a però che mi manchi il tempo...maggiormente a sè.toso. - E nche se sapeva che nn QQwcccc

Note dell’autrice



Perdonatemi per questo.
Ringrazio moltissimo chi ha commentato – ed anche chi ha solo letto: Kira7 (grazie mille, sono contenta che ti piaccia e che si percepiscano i caratteri dei personaggi ^^ le cose pian piano si muoveranno sia per Sirius che per Draco ed Harry…) lake (già, povero piccolo… sì, è pericoloso, però non è proprio TUTTA colpa di Severus…) the fly (ehm… non posso dirti nulla, sorry ^^’’’) LCasssieP(grazie), Lucy Light (grazie, mi fa piacere che tu la legga anche se non ti piacciono le storie slash!) tuta (sei tu che sei cattiiivaaa… ecco, mi maltratti! E poi già che ci sei invece di leggertela così, aspetta gli aggiornamenti, no? X-P ) Zafirya (grazie! Se accetterà o meno… si saprà tra breve!)

Un bacione a tutti!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Il marchio parte 01 ***


Cap

Capitolo: 04/ 12 (in prosecuzione)

Pairing: Draco-Harry

Raiting: Nc17
Avvertimenti: yaoi, shounen ai, slash

Cap. 04 – Il marchio parte 01

– Allora, hai deciso?

– Sì. Mio padre mi ha mandato un gufo ieri, e la cerimonia del marchio avverrà oggi…

Piton lo guardò, sconvolto.

– Oggi? E perché non mi hai detto nulla?

– Ero… ero troppo agitato e… non me l’aspettavo. Ieri mi sono comportato davvero da stupido, in tutti i sensi.

Piton lo guardò non molto convinto.

– E che cosa hai intenzione di fare?

– Accetterò il marchio, ovviamente. Non posso sottrarmi…

Piton annuì.

– Capisco. E per la mia proposta? Cosa pensi di fare?

Draco sembrò pensarci un po’ su, per poi biascicare un non troppo convinto.

– Accetto.

– Bene, bene – disse Piton soddisfatto – vado ad avvertire Silente. Tu puoi tornare in camera.

– Ehm, c’è un problema…

Pigolò Draco.

– Sì?

– Mia… mia madre… lei verrà a prendermi a mezzogiorno. Fra io preparativi ed il resto, la cerimonia avrà luogo alle 5.00 di oggi pomeriggio, così domani potrò tornare a scuola, se tutto va bene.

– Mezzogiorno? Ma sono le 11.00 adesso!

– Appunto…

Piton alzò gli occhi al cielo.

– Problemi, sempre problemi…

Borbottò infastidito.

Draco tossicchiò un paio di volte, e provò timidamente a parlare di nuovo.

– Posso fare una domanda?

– Sì?

– Beh, ecco… anche lei è un mangiamorte… io credevo che voi sapeste tutto ciò che succede… insomma…

– Non sono stato avvertito perché hanno fatto le cose in fretta. Evidentemente ci sono stati dei problemi, o non avrebbero velocizzato il tutto a questo modo. Tantopiù che non solo la mia presenza non è indispensabile, ma soprattutto non avrei comunque potuto allontanarmi da Hogwarts, o sarebbe risultato sospetto.

– Già, è vero.

– Ora tornatene al tuo dormitorio a prepararti.

– Sì.

Draco era stremato, davvero.

Dopo aver lasciato Harry, la sera prima non aveva chiuso occhio, senza contare il nervosismo da pre-marchio… quel marchio che lui non voleva nel modo più assoluto, ma che si era ritrovato, in un modo o nell’altro, costretto ad accettare. Si odiava per la sua debolezza. Avrebbe potuto dire di no, avrebbe potuto restare con Harry e continuare la sua vita di semplice studente, e invece no! Stava mandando tutto a puttane per il volere di suo padre, per non correre troppi rischi… ma a quale prezzo? Dopotutto, non correva anche in questo modo dei rischi? Non rischiava di perdere tutto ciò che aveva? E se gli auror lo avessero scoperto? Che cosa avrebbe detto loro? Gli avrebbero creduto, se gli avesse spiegato che non voleva, non voleva davvero, che gli era stato imposto, che era una spia, che non era sul serio dalla parte di… insomma, dalla sua parte? Se gli avesse spiegato che aiutava Silente? Il ministro odiava Silente… Stare dalla parte del vecchiaccio non lo avrebbe aiutato granché. E Potter? Cosa avrebbe pensato di lui? lo avrebbe odiato? Non che avesse più molta importanza, ora, visto che non stavano più insieme, per colpa sua. Ma come l’avrebbe presa? E se fosse diventato un auror…? Se fossero stati destinati a scontrarsi faccia a faccia? Potter avrebbe trovato il coraggio di ucciderlo? O lui, di fare altrettanto? E se il lord oscuro gli avesse chiesto di ucciderlo, finché erano ancora a scuola? che cosa avrebbe fatto? E Pansy? Blaise lo sapeva, e si preoccupava per lui, ma l’amica? Lei era sempre stata contraria, ed aveva rifiutato di farsi marchiare. Certo, non era la stessa cosa, dato che era stata una proposta del padre, e non del signore oscuro, ma… Lei ce l’aveva fatta. Lui, lui no. Theo era stato contattato dal padre per lo stesso motivo, ma aveva preso tempo. Per qualche motivo cercavano giovani reclute… e Draco era stato l’unico coglione ad accettare, alla fine, a non trovare la forza di ribellarsi. Si odiava, davvero.




Quando arrivò in camera, trovò Blaise ad aspettarlo.

– Allora? Novità?

– Lasciamo perdere

– Ehi, che hai? Sei uno straccio!

Draco gli sorrise tristemente, e si buttò sul letto, con lo sguardo fisso verso il soffitto.

Blaise gli si sedette accanto, e lo guardò un po’ preoccupato.

– Ho notato che ieri hai ricevuto un gufo…

Draco annuì stancamente.

– Era mio padre. Oggi c’è la cerimonia.

– OGGI? Ma… ma come…? E tu?

– Io andrò, e mi farò marchiare.

– Ma sei scemo?

– Ho accettato la proposta di Piton…

– Sei lo stesso un kamikaze.

– Un kami-che?

– Lasciamo perdere… Ma perché hai accettato? Insomma, potevi sempre…

– No che non potevo. Questa non è un’idea di mio padre, ma un ordine preciso del signore oscuro.

– Certo che non può essere un’idea di tuo padre, visto che è in prigione.

Draco scosse la testa.

– Era.

– Che vuoi dire?

– Ti ho detto che il gufo era il suo, o sbaglio? È evaso, assieme ad altri mangiamorte. La notizia ancora non è trapelata, non credo che ad Azkaban vogliano far sapere che dopo Black qualcun altro è riuscito a tagliare la corda, però… è a casa, e presiederà la cerimonia. E credo che il signore oscuro potrebbe rivalersi su di lui, o su mia madre, se non accetto… questo, almeno, era ciò che si poteva leggere tra le righe del suo discorso… Quando ha detto la prima volta che intendeva fare di me un mangiamorte.

Blaise rimase di sasso, e gli occhi per poco non gli uscirono fuori dalle orbite.

– Vuol dire che hai parlato direttamente con lui?

Draco annuì.

– Sì. Ha voluto vedermi, prima dell’inizio della scuola. non volevo preoccuparti, e così non ti ho detto nulla…

Blaise era senza parole, e spaventato per l’amico. Sapeva quanto tutto questo avrebbe potuto essere pericoloso…

Ma si chiedeva per quale motivo il signore oscuro potesse volere un ragazzo così giovane, che ancora non aveva terminato gli studi… Poi ebbe un’illuminazione.

– E se ti chiedesse di uccidere Potter, finché sei qui?

Draco tremò leggermente, e strinse i pugni attorno alle lenzuola.

Era proprio ciò che temeva maggiormente, anche se non aveva avuto il coraggi odi porsi seriamente il problema.

E se gli avessero ordinato di uccidere sul serio Potter, che cosa avrebbe fatto lui?

Era rimasto sconvolto dal rendersi conto che avrebbe preferito morire, piuttosto che ammazzare Harry… Possibile fosse già a quel punto, anche se si erano visti solo per tre mesi? Il pensiero del corpo di Harry senza vita, però, lo faceva star male. L’idea di non sentire più la sua voce, e di non vederlo più ridere, né piangere… solo il suo corpo freddo, riverso a terra…

– È proprio quello che temo…

Disse flebilmente con appena un filo di voce.

Blaise annuì mestamente

– Deve essere dura anche solo l’idea di uccidere qualcuno…

Draco si alzò a sedere di fianco al compagno.

– Già. Blay… ti ricordi il ragazzo di cui abbiamo parlato ieri?

– Sì.

– L’ho lasciato, ieri sera.

– Cos’hai fatto? Ma dico io, non ti basta essere costretto a farti marchiare, ora anche questo! Ci tieni tanto a rendere la tua vita una merda?

Non aveva urlato, ma il torno era alto ugualmente. Solo dopo aver finito di parlare si rese conto delle lacrime che, silenziose, scendevano lungo le guance del ragazzo seduto accanto a lui.

– Scusa, Draco… non volevo, io…

Ma Malfoy scosse la testa.

– No, Blay… È vero, hai ragione, ma… io non posso stare con lui ed essere un mangiamorte. Non riuscirei più a guardarlo negli occhi, capisci? E se davvero il signore oscuro mi chiedesse di… io…

Blaise lo abbracciò, cercando di calmare i continui singhiozzi che lo scuotevano, impedendogli di parlare.

– Calmati, Draco… Avanti, non ti chiederà davvero di uccidere qualcuno… ed anche se lo facesse, troveremo una scappatoia.

Draco annuì, e si scansò da Blaise.

Si asciugò gli occhi prima di parlare ancora.

– Blaise, io… non ti ho detto chi è…

– No, non l’hai fatto. Quindi?

– Potter…

– Credo di non aver capito bene…

Mormorò Blaise con appena un fil di voce.

– Harry… Harry Potter… Capisci ora perché ho dovuto rompere con lui? Te lo immagini il salvatore del mondo con un mangiamorte?

Blaise scossa la testa, incredulo.

– Sei assurdo, Dray… con tanti ragazzi, in giro per Hogwarts… Perché lui?

– Non si può scegliere chi amare.

Rispose semplicemente il biondo.

– E a te è toccato il più complicato.

– Già. All’inizio abbiamo iniziato sul serio, per gioco… se avessi saputo che la cosa sarebbe andata oltre, forse non avrei mai iniziato con lui.

– Secondo me invece è un bene.

Draco non capiva.

– In che senso?

– Nel senso che forse lui potrebbe salvarti… stai precipitando sempre più in basso, Draco, te ne rendi conto? E lui… beh, non credo che ti lascerebbe affondare, se solo tu gli dessi la possibilità di salvarti.

– L’ho lasciato Blay… e ci è rimasto anche abbastanza male…

– Spiegagli la situazione!

Draco scosse la testa.

– No, Blay. Non voglio fargli correre altri rischi.

– Sei proprio cotto… lui lo sapeva, almeno?

– No. Era solo sesso, ufficialmente… ricordi?

Blaise scosse la testa.

– È inutile con te… totalmente inutile.

– Già. Ora è il caso che mi dia una sistemata. Fra un po’ mio padre sarà qui.

Blaise annuì.

– Sì, hai ragione. Ah, prima che mi scordi…

– Sì ?

– Ho litigato con Theo.

– Di nuovo?!

– Già. Così il professor Piton, stanco dei nostri continui battibecchi… mi ha trasferito in camera tua.

Draco gli sorrise.

– Quindi mi sono liberato di quei due cretini?

– Apparentemente… Beh, era solo questo. Ora vai a prepararti i bagagli!

– Sì.



Non passò molto, prima che Piton passasse a chiamarlo.

Lo informò dell’esito della discussione fra lui e Silente, di come avrebbero informato l’attuale capo degli auror, per far sì che non rischiasse di venir condannato, delle misure precauzionali che avrebbero preso per far sì che a scuola nessuno si accorgesse del marchio, e così via.

Draco non sentiva realmente ciò che gli veniva detto, così in fretta per non far attendere troppo Narcissa Malfoy, che sarebbe potuta diventare sospettosa.

Pensava a come sarebbe cambiata la sua vita, e considerò l’ipotesi di scappare in quel preciso momento. Non lo fece. Salì invece le scale dei sotterranei a testa alta, mostrandosi tranquillo e sicuro di sé stesso.

Rimase d’accordo con Piton che avrebbero parlato, una volta che fosse tornato.

Passando davanti la sala grande, dove gli altri stavano pranzando, intravide Harry.

Probabilmente anche il grifondoro lo notò, anche se distolse subito lo sguardo. Ma in quei brevi istanti in cui i loro occhi si erano incrociati, Draco lesse la sofferenza nei suoi occhi, e la preoccupazione. Probabilmente si stava chiedendo perché non fosse lì, al tavolo dei serpeverde, perché se ne stava andando. Chissà se aveva intuito qualcosa… Ma di sicuro c’era stato male, era evidente.

“Perdonami, Harry…” pensò Draco fra sé e sé, senza notare che, nei suoi pensieri, tendeva sempre più a chiamarlo per nome.

Blaise era già sceso, e forse stava ridendo e scherzando con i loro compagni.

Chissà se aveva guardato Harry, se aveva cercato di capire che cosa Draco ci trovasse in lui. Chissà se Pansy gli aveva chiesto che fine avesse fatto Draco. Chissà.



Quando vide sua madre, lei gli sorrise, e lo invitò a salire in carrozza, intanto che scambiava due parole con Piton.

Draco non riuscì a sentire che cosa si stessero dicendo, ed in fondo, nemmeno gliene importava granché. Arrivato a quel punto, voleva solo che tutto finisse al più presto.

Il cocchiere aveva saputo da Narcissa che Draco era stato prelevato da scuola per poter partecipare al matrimonio di un suo lontano cugino, e probabilmente, pensò Draco, suo padre aveva rifilato quella scusa a tutti. Così l’uomo seduto alla guida della carrozza cominciò a parlare di quando si era sposato, dei bei tempi andati e di quanto fosse bello essere giovani. Draco di tanto in tanto annuiva e commentava con frasi del tipo “Ha proprio ragione”, “È vero”, e “Lo credo anch’io”, ma non ascoltava ciò che gli veniva detto. Non ascoltava realmente nessuno da ore. In mente aveva solo un paio di occhi verdi, e le labbra morbide del suo ex-amante poggiate sulle sue. Voleva vedere Harry, voleva parlare con lui…

Quando Draco salì in carrozza, trovò Lucius ad attenderlo, nascosto da un incantesimo che impediva a chiunque fosse stato all’esterno della carrozza di vederlo. Draco si sedette di fronte al padre, che con l’aria soddisfatta, gli parlò di come sarebbe stata la cerimonia, e lo rassicurò dicendogli che non doveva avere paura, che certo, all’inizio fa male, ma poi passa subito. Gli ricordò che un Malfoy non prova dolore, e che era un grande onore per lui essere stato scelto. Infine, lo abbracciò, lasciando il figlio di sasso, e gli disse con affetto.

– Non devi preoccuparti, sa che sei giovane e inesperto. Non ti darà incarichi troppo difficili… e ricordati sempre che io sono qui.

Draco annuì.

Aveva finalmente ottenuto l’approvazione e la fiducia del padre, ma per qualche motivo non riusciva a sentirsi davvero felice.




NOTE DELL’AUTRICE


Spero di non avervi fatti aspettare troppo (ma in fondo, per i miei standard, una settimana non è poi molto, no?). Cosa ne pensate di questo capitolo? Un po’ credo di immaginarlo… non odiatemi ^^’’’ (almeno, non troppo)
Ringrazio tutti coloro che hanno letto e commentato: Tuta (ehi, io non sono cattiva! E poi TU hai scritto recensisci presto invece di aggiorna presto ahahaha), ggmalfoy (vedremo…), LCasssieP (beh, in parte l’ho spiegato nello scorso capitolo… in parte si vedrà più avanti ^^), aily (uhm… il fatto che tu la legga per la seconda coppia un po’ mi preoccupa, perché si vedranno parecchio più avanti, e per un bel pezzo sarà solo Harry-Draco – oh, ma non preoccuparti, arriveranno… vero, Harry è un po’ remissivo, me l’hanno fatto notare in tanti ^^ . Per Sirius non ti do anticipazioni, per i dialoghi, purtroppo è vero, spesso tendo a per dermici XD credo che avverrà anche più avanti… non ti da troppo fastidio, vero? Per la recensione del 3° capitolo, beh Harry… chiamarlo furbone è essere buoni. Credo che nel libro della Bowling, a parte alcuni sprazzi di genio donatigli da una fonte divina, sia fondamentalmente un idiota… è fesso poverino, che ci si può fare…) Lake (cough cough… ehm… non posso dirti nulla, però sì. A cosa si vedrà… hai ragione, avevano messo completa, ora l’ho modificato. Grazie per avermelo fatto notare) ximeng (grazie mille, sono felice che ti piaccia. Spero che continuerai a seguirla!)
Un bacione a tutti!
Vahly

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Il marchio parte 02 ***


Cap

Cap. 05 – Il marchio parte 02


Il viaggio, per Draco, fu più lungo di quanto non avrebbe mai immaginato.

Narcissa, nonostante tentasse di nasconderlo, era davvero preoccupata, mentre Lucius sembrava felice e soddisfatto del figlio.

Draco, di tanto in tanto, guardava fuori dei finestrini per cercare di distrarsi un po’, inutilmente.

Si chiese che cosa sua madre dovesse dire a Piton… Probabilmente riguardava lui, o la cerimonia. Non c’era molto altro di cui potessero parlare…

Lucius chiese al figlio se stesse bene, perché sembrava un po’ strano… Draco, scuotendo la testa, rispose di no, che andava tutto bene, che era solo stanchezza, e un po’ di nervosismo anche. Ma nessun ripensamento.

L’uomo gli disse di star calmo, la cerimonia non avrebbe avuto inizio subito, e lui avrebbe avuto tutto il tempo di riposarsi.

Draco annuì.

– Bene.


Harry era decisamente depresso.

Da quando quella notte era tornato in stanza (e non era riuscito a prendere sonno), non aveva praticamente aperto bocca. Semplicemente, pensava. Spesso fissava un punto, nel vuoto, e cominciava a riflettere.

Era oramai giunto alla conclusione che quasi sicuramente il fatto che DracMalfoy l’avesse lasciato, non era colpa sua. Doveva esserci qualcos’altro… Ne aveva avuto la conferma quando non l’aveva visto scendere per il pranzo, ma aveva intravisto lui e Piton camminare in direzione dell’uscita. E quella chiacchierata che non avrebbe dovuto sentire… no, il biondo serpeverde gli nascondeva qualcosa, e lui, nonostante gli avesse promesso di rispettare la sua decisione e di lasciarlo in pace, doveva parlargli.

Doveva sapere.

Ron ed Hermione erano piuttosto preoccupati per lui, anche se non capivano il motivo della sua tristezza. Così, dopo pranzo, prima delle lezioni pomeridiane, decisero di parlargli.

Non c’era nessuno nella sala comune, e così poterono parlargli tranquillamente.

– Allora, Harry, che cos’è che ti preoccupa?

Chiese Hermione senza mezzi termini.

– Niente, non preoccupatevi…

Hermione assottigliò lo sguardo.

– È tutto oggi che non dici “a”. Non sono scema…

– Mai pensata una cosa del genere!

– Sei preoccupato per Sirius?

Chiese Ron, come se fosse ovvio.

Già, Sirius… Harry era talmente preso dal pensiero di essere stato lasciato da Draco, che quasi si era scordato del padrino.

Si sentì profondamente in colpa per questo.

– Sì, un po’…

Mentì alla fine.

Non era in vena di parlargli della fine della sua quasi-relazione, e non era certo quello il momento di spiegare loro che era gay, e stava con un serpeverde.

– Non devi preoccuparti, Harry…

Gli disse Hermione con tono rassicurante.

– Andrà tutto bene.

Aggiunse Ron.

Harry si sforzò di sorridere loro, perché erano già in apprensione per tutta la questione di Sirius, e non gli andava stessero in pensiero anche per lui.

– Sì, avete ragione – disse infine il ragazzo – andrà tutto bene…



Le 4.00…

Draco era disteso sul suo letto, con gli occhi fissi sul panorama che si intravedeva dalla finestra.

Semplicemente, attendeva.

Suo padre lo aveva lasciato solo da appena una ventina di minuti, dopo averlo riempito di consigli ed avvertimenti. Cose del tipo “Quando ti marchieranno ti brucerà tutto il braccio, ma cerca di sopportarlo senza gridare”, o “Il rituale si effettuerà alla presenza del signore oscuro… non parlare in sua presenza, se non ti interpella personalmente…”. Idiozie, insomma.

Poi gli aveva spiegato per filo e per segno come avveniva il rituale, ma quello preferiva non ricordarlo. Stava male al solo pensiero…

Inspirò profondamente, e si impose di calmarsi.

Doveva arrivare calmo, tranquillo, e sicuro di sé. E soprattutto doveva cercare di ricordare tutte le nozioni di occlumanzia che Piton gli aveva pazientemente – anche se non troppo – insegnato… se “lui” avesse saputo di Potter, sarebbe stata la fine…

Si chiese che cosa stesse facendo Potter in quel momento, ma nello stesso momento in cui il pensiero si affacciò nella sua mente, si costrinse a cacciarlo. Perché da quando aveva mollato quel cretino non pensava ad altro che a lui? Era decisamente alla frutta. Eppure, aveva cose più importanti verso le quali rivolgere la propria attenzione… A ricordarglielo, ci pensò un elfo domestico, che apparì nella sua stanza con un sonoro “pop”.

Draco scattò in piedi come una molla, e gli rivolse un astioso.

Che vuoi? Quante volte ti ho detto di apparire dall’altra parte della porta e di bussare, prima di entrare?

L’elfo si fece piccolo piccolo, e pigolò debolmente un

– Scusa, padroncino Draco. Blinky cattivo. Blinky non voleva spaventare padroncino…

Draco si calmò.

– Va bene, va bene… Perché sei qui?

Padron Lucius detto Blinky di chiamare padroncino Draco. Padroncino Draco deve prepararsi, o fa tardi alla cerimonia. Manca solo un’ora, e padron Lucius vuole che padroncino Draco sta nella sala della cerimonia tra mezz’ora, così loro preparano. Dice di mettere vestito adatto, Blinky ha portato, eccolo…

Disse tirando fuori da una scatola, che Draco non aveva notato prima, una specie di tunica nera: l’abito dei mangiamorte.

Draco annuì.

– Va bene. Dì a mio padre che ora scendo. Vai, Blinky

L’elfo sparì con un altro “pop”, lasciando Draco completamente solo.

Era giunto il momento…

Draco indossò l’abito che gli era stato appena consegnato, e si diresse verso il salone dove avrebbe avuto luogo la cerimonia.

Si domandò, di sfuggita, per quale motivo il signore oscuro si prendesse la briga di recarsi a casa loro, piuttosto che ordinargli di andare cessò, alla casa dei Riddle, od in un luogo per lui più comodo.

Chissà dove era stato marchiato il padre… Se se ne fosse ricordato, glielo avrebbe chiesto.

Quando arrivò, trovò già un gran numero di mangiamorte radunati in cerchio. Non avrebbe saputo riconoscerli, dato che erano tutti incappucciati. Solo, seppe immediatamente dove si sarebbe trovato suo padre: c’era infatti un posto vuoto dove Lucius avrebbe dovuto collocarsi, perché l’uomo era davanti agli altri, ad attendere il figlio per condurlo all’interno del cerchio.

– A momenti arriverà il lord oscuro.

Disse semplicemente, mentre faceva prendere posto al figlio per poi riempire il vuoto che aveva lasciato, e coprirsi il volto con il cappuccio.

Draco constatò presto che sua madre non c’era, come aveva immaginato.

Sembrava davvero una cosa seria… lo era si disse. Purtroppo.

Presto Voldemort si materializzò al centro esatto del cerchio, di fronte a Draco, che sebbene all’interno si trovava quasi sul margine estremo, vicino agli altri mangiamorte. Subito tutti loro s’inchinarono, e Draco fece lo stesso.

– Alzati, giovane Draco Malfoy!

Tuonò Voldemort.

Draco si mise in piedi, a testa china.

– Avvicinati, giovane futuro mio seguace…

Voldemort gli tese la mano, e Draco, incerto, si avvicinò.

Porse il braccio sinistro a Voldemort, che gli mise la mano destra sotto, e cominciò a parlare.

– Draco Aslan Lucius Malfoy, vuoi tu diventare un mangiamorte?

Draco si sforzò di apparire il più sicuro e determinato possibile, rispondendo.

– Sì. Lo voglio.

– Giuri tu di essere sempre leale alla nostra causa, di non tradire mai i nostri ideali, di combattere fino all’estremo sacrificio e di essere pronto a qualunque difficoltà e sofferenza pur di non abbandonare mai i nostri ideali?

– Lo giuro.

– Giuri tu di essere sempre fedele ed umilmente devoto a me, Voldemort, tuo unico signore?

– Lo giuro.

– Sei certo di essere in grado i compiere il tuo dovere di mangiamorte sempre ed in ogni situazione ti sia richiesto?

– Lo sono.

– Sei in grado di mantenere il segreto di ciò che verrai a conoscenza, e di non svelare mai la tua identità di mangiamorte?

– Lo sono.

– Accetti dunque il marchio nero, simbolo della nostra lotta, mezzo per essere richiamato e riconosciuto all’interno della comunità dei mangiamorte?

– Accetto.

Voldemort, con un ghigno sul volto macabro e scabro, alzò il braccio del ragazzo e posò su di esso la propria mano sinistra su di esso, per poi sollevarla appena un poco.

Un’intensa luce rossa scaturì da essa, e Draco percepì un’intensa scossa elettrica su tutto l’avambraccio, seguito poi da un dolore diverso, come di bruciato, ed il calore diffondersi esattamente dalla zona colpita dalla luce.

Voldemort parlava, evocando vari incantesimi che Draco non seppe riconoscere, né ricordò in seguito.

Voleva solo che tutto finisse, ma il marchio ancora non appariva, ed il fascio di luce, così come il dolore, si faceva sempre più intenso.

Socchiuse un attimo gli occhi, nella speranza di riuscire a pensare ad altro, a qualcosa di piacevole, ma in quel momento era davvero impossibile.

Improvvisamente sentì un dolore più acuto, e la pelle tirata verso il marchio, finalmente apparso.

Voldemort lasciò il braccio di draco, per prendere la sua mano destra.

Fece un cenno con la testa, ed il mangiamorte alla sua sinistra gli porse un coltello, forse d’argento, dal manico verde di smeraldo. Voldemort lo prese, e senza alcun cenno di tentennamento incise il palmo della mano di Draco, poi il proprio, un po’ meno profondamente.

– Come una famiglia, saremo legati dal sangue. Come miei figli, voi mangiamorte rinascete da me e per me rivivrete. E come un padre, voi mi difenderete e mi obbedirete, fino alla morte. Sei pronto a farti carico di ciò?

Draco annuì, debolmente.

– Sì, sono pronto.

Voldemort pose la propria mano su quella del giovane, per poi fare la stessa cosa sul marchio.

– Sei ora un mangiamorte, e come tale adempierai ad ogni obbligo necessario per farne parte, ma avrai anche ogni privilegio che ne consegue. Vai, ora, e prendi posto fra i tuoi compagni.

Alle sue spalle, i mangiamorte si scansarono creando un posto per il ragazzo.

Draco si recò lì, sforzandosi di non badare al dolore al braccio. Suo padre l’aveva avvertito sarebbe stato intenso, ma lui non avrebbe mai immaginato fino a questo punto.

Si inchinò, come tutti gli altri, finché Voldemort non parlò di nuovo.

– Alzatevi, o miei seguaci.

Tutti si alzarono contemporaneamente, tranne Draco, che a causa della stanchezza sembrava essere più lento.

– Un nuovo membro è giunto tra voi. Accoglietelo come un fratello, vegliate su di lui come un figlio, e sorvegliatelo, mostrandogli il buon esempio che lo terrà sulla via della nostra causa. Siete disposti a far ciò?

– Sì. Lo siamo.

Risposero all’unisono.

Voldemort continuò, con un’espressione soddisfatta.

– Bene. Draco Aslan Malfoy, ti do il benvenuto tra i mangiamorte. Ora, potete andare.

Ad una ad una le figure incappucciate svanirono, tutte tranne due: Lucius Malfoy e suo figlio Draco.

Voldemort era ancora lì, in piedi dinnanzi a loro.

Lucius

Disse con un tono severo.

– Sì, mio signore?

Rispose l’uomo, inchinandosi.

– Non mi sembri troppo soddisfatto della situazione, o sbaglio?

– Oh, no mio signore… devo essere solo un po’ in ansia per mio figlio. È un onore che Voi lo abbiate scelto per essere un vostro seguace…

Voldemort sorrise compiaciuto.

– Spero sia così. Ad ogni modo, non appena avrò un incarico per te, Draco – continuò rivolgendosi al ragazzo – lo sentirai. Finché sei ad Hogwarts non è necessario che rispondi ad ogni mio segnale. Capirò che non puoi destare sospetti, per cui in caso tu fossi impossibilitato, puoi essere esonerato dal renderti presente. Voglio, ad ogni modo, che tu lo comunichi a tuo padre, che mi riferirà il motivo della tua assenza. Tutto chiaro?

– Sì, mio signore…

Disse Draco, chinando un po’ la testa.

– È tutto, per ora.

Con questo, si smaterializzò anche lui, e nella stanza rimasero solamente Draco e suo padre. Il ragazzo vide per la prima volta un’ombra di preoccupazione nello sguardo del padre… Forse si era sbagliato. Forse non era poi così soddisfatto della piega che aveva preso la vita del figlio…



Harry stava studiando, o almeno ci provava, quando entrò Hermione tutta eccitata nella sala comune.

Lui e Ron alzarono lo sguardo dalle loro pergamene, ed il rosso le chiese

Com’è così allegra?

Lei sorrise felice ai due.

– Oh, non lo immaginerete mai! Vi ricordate del discorso su Sirius?

Harry balzò in piedi.

– Sì…

Anche Ron annuì.

E vi ricordate tutto il problema della necessità di avere del sangue di un suo parente?

Ron annuì di nuovo, mentre Harry esclamò uno spazientito

– Certo! Vuoi arrivare al punto?

– Bene. c’è una novità! Ce l’abbiamo!!!

Harry la guardò, perplesso.

– Abbiamo che?

Ma il sangue, no? Remus, Tonks e Silente, assieme ad un paio di auror, tenteranno l’incantesimo stasera stessa…

Harry si sentì incredibilmente felice ed eccitato, ed anche Ron, a giudicare dal suo sorriso che arrivava da un orecchio all’altro.

Se tutto fosse andato bene, presto avrebbero riabbracciato Sirius


***continua***



NOTE DELL’AUTRICE


Ringrazio moltissimo tutti coloro che leggono e commentano questa storia!
lake(uhm… mi spiace, ma temo che Zabini deluderà le tue aspettative. Lucius è così, si sa, che vogliamo farci…), zafirya (povero Blaise, adesso si sente in colpa per non averci pensato subito ^^ mi spiace ma, come hai visto in questo capitolo, anche volendo non potrebbe far molto), ximeng (ehm… no, niente aiuto da parte di Harry, sorry ^^’ spero che questo capitolo ti piaccia lo stesso), aily (credo che sia una situazione che odiamo un po’ tutti, ed il povero Draco sta messo maluccio, poverino. Ed è tutta colpa mia…)
Un bacione a tutti,
Al prossimo capitolo!

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Non sempre le cose vanno per il verso giusto ***


Cap

Cap. 06 – Non sempre le cose vanno per il verso giusto



Harry era al settimo cielo, tanto che per un momento era perfino riuscito a scordarsi di Malfoy. Avrebbero tentato di riportare indietro Sirius… Era fantastico!

Poi gli tornarono alla mente le parole di Hermione, e gli venne un dubbio… così, chiese all’amica.

– Senti, Herm… Ma perché anche due auror?

– Oh, beh, ricordati che Sirius è considerato ancora un pericoloso criminale… Anche se Caramell ha capito che “forse” non è lui il responsabile, ci vorrà la sorveglianza, un processo e tutto il resto…

Rispose la ragazza mestamente.

Harry annuì. Era vero, Sirius era conosciuto da tutti come l’assassino evaso da Azkaban. Non sarebbe stato facile per lui, ritornare ad una vita normale.

Ma se non altro l’avrebbe avuta, una vita…

Dopotutto, dopo aver finito gli studi Hogwarts, era stato quasi subito accusato di omicidio e rinchiuso ad Azkaban… e una volta evaso, era stato costretto a starsene buono alla sede dell’ordine. Non era vita, quella. Meritava di meglio, ed Harry non avrebbe permesso a nessuno di sbatterlo di nuovo quell’orribile prigione.

Harry avrebbe voluto parlare con Silente, ma ovviamente non era presente, come Remus.

Avevano però lasciato una lettera per i tre ragazzi dove spiegavano a grandi linee la situazione, con la promessa di raccontargli tutto una volta tornati.

Harry cercò di stare calmo, e di ripetersi che sarebbe andato tutto bene… sarebbe andato tutto bene…



Draco era appena tornato nella sua stanza.

Il braccio gli faceva ancora male, ed un po’ anche il taglio sulla mano.

Lucius aveva mandato Blinky a curargli il taglio, che ancora sanguinava leggermente, ma aveva ordinato di “non toccare assolutamente il marchio”. Si sarebbero infatti dovute aspettare delle ore prima che potesse essere lavato e bendato, e così ora Draco doveva restare con la manica alzata, stando attento a non farlo entrare a contatto con nulla.

Winky gli aveva suggerito di stendersi un po’ sul letto, ma lui non ne aveva minimamente voglia. Non voleva fare il povero malaticcio, non ora.

Era teso come una corda di violino… Il libro che aveva tra le mani sembrava scritto in arabo, e non aveva assolutamente voglia di fare nulla. Sentiva, in compenso, salirgli su dallo stomaco una nausea fortissima, e rimpiangeva di non essersi tenuto più leggero a pranzo.

Stava sfogliando distrattamente una pagina contenente un’illustrazione a colori, quando Narcissa fece il suo ingresso nella stanza.

– Buongiorno, madre…

Si sforzò di sorriderle Draco.

– Oh, Draco… allora, come stai? Deve essere stato doloroso…

– È tutto a posto, madre, non preoccuparti. Certo, mi fa un po’ male il braccio, ma credo sia normale…

Narcissa si avvicinò, e gli accarezzò la parte superiore del braccio.

– Passerà. Certo, ci vorrà un po’ di tempo… Mi ricordo che tuo padre è rimasto con il braccio fasciato per giorni, e sussultava appena lo sfioravano… Ma lui, al contrario di ciò che vorrebbe far credere, non è mai stato granché resistente al dolore…

La donna ridacchiò, e Draco in qualche modo si sentì un po’ più sollevato. Gli faceva bene avere accanto qualcuno che conservava una parvenza di buon umore…

– Senti, draco… Se vuoi, potremmo mandare un gufo ad Hogwarts, ed avvertire che resti qua per un paio di giorni. Allora, che ne dici?

Il ragazzo ci pensò un attimo su.

Gli vennero subito in mente un paio di occhi verdi, e la voce di Harry… avrebbe voluto parlargli, per quanto sembrasse assurdo, e magari chiarire… Ma non gli andava di affrontarlo subito, non se la sentiva. Poi c’erano Blaise e Pansy, ma con loro poteva parlare in qualunque momento… non si preoccupava per le lezioni, avrebbe sicuramente recuperato.

– Magari solo domani.

Concluse alla fine.

– Va bene. Allora farò mandare subito un gufo.

– Sì. Grazie, madre.

La donna gli sorrise dolcemente.

– Di niente, Draco. Riposati ora, ne hai bisogno.

Draco annuì, anche se sapeva che non sarebbe riuscito a riposarsi, né tantomeno a rilassarsi.

Non al momento, almeno.



La mattina dopo, Draco si svegliò un po’ più di buon umore. Il dolore, notò con piacere, era notevolmente diminuito, e con esso anche gran parte della tensione nervosa.

Quando scese a far colazione, però, trovò un Lucius ed una Narcissa particolarmente giù di tono.

– Buongiorno!

Li salutò, cercando di apparire abbastanza sereno.

– Buongiorno…

Grugnì il padre.

Draco li guardò perplesso.

– Cos’è successo?

Lucius Malfoy lo guardò, cercando di trattenere la rabbia, mentre la madre prese una rivista alla sua sinistra e con tono angosciato mormorò.

– Guarda…

Draco prese la rivista e lesse il titolo a caratteri cubitali:


MANGIAMORTE IN LIBERTÀ.
Malfoy, Goyle, Zabini, Nott e Avery fuggiti da Azkaban.

I noti mangiamorte, lo scorso venerdì notte di questo mese, sono fuggiti dalla prigione di Azkaban in circostanze misteriose. La fuga, di sui i custodi si sarebbero accorti solo la mattina seguente, non è il primo caso di questo genere: già tre anni fa, infatti, l’assassino Sirius Black è riuscito a fare altrettanto. Questo ulteriore caso mette in crisi la convinzione della sicurezza della prigione. I cittadini si chiedono: potranno ancora dormire sonni tranquilli? O il rischio di nuove fughe metterà a rischio l’incolumità di tutti i cittadini?

° Gli auror sono già al lavoro, ma per la pericolosità dimostrata dei mangiamorte, raccomandano cautela.

° L’intervista a Caramell, pag. 3

° L’intervista agli auror addetti alle indagini; pag. 5

° L’intervista al direttore del carcere, pag. 7

° Come e perché i mangiamorte possano essere fuggiti, di Rita Skeeter, pag. 8


Draco posò la rivista, preoccupato.

– Ora saranno tutti all’erta…

Il padre annuì.

– Già. Ho contattato Avery e Goyle, troveremo un posto più sicuro. Zabini e Nott hanno già lasciato le loro case…

Draco scosse la testa.

– Ma perché? No! Siamo pieni di stanze nascoste… puoi restare qui! Non ti troveranno!

– Sì che lo faranno, invece. Devo andare, Draco… Mi spiace, lasciarti subito dopo il tuo ingresso nei mangiamorte… so che è un momento difficile…

Draco strinse i pugni, cercando di trattenere le lacrime.

Non potevano portargli via suo padre… non di nuovo…

– E dove vorresti andare?

– Non posso dirtelo, mi spiace.

Draco lo guardò sconvolto.

– Non ti fidi di me?

Chiese con un filo di voce.

– Oh, no, non è questo, ma se gli auror ti sottoponessero a veritaserum…

– Capisco…

Draco volse lo sguardo a Narcissa, che piangeva silenziosamente.

Lucius le cinse le spalle con un braccio.

– Andrò via entro oggi pomeriggio. Sono contento di avervi rivisto entrambi, anche se è stato per poco tempo.

Draco annuì.

– Anch’io sono contento di averti rivisto, padre.

I tre fecero colazione nel più totale silenzio, e la tensione era tanto densa da essere quasi tangibile.

Draco salì in camera sua, per permettere ai genitori di poter stare assieme in quelle ultime ore, e scese solo poco prima che il padre partisse, per salutarlo.

Narcissa, dopo la sua partenza, si rinchiuse nelle sue stanze. Probabilmente doveva aver pianto molto, perché quando ne uscì aveva gli occhi arrossati e gonfi.

Draco cercò di starle vicino come poteva, ma si rendeva conto di non poter far molto.

– Vuoi che resti qui anche domani, madre?

Chiese Draco preoccupato.

– Oh no, no Draco… Dopo quell’articolo, in particolare… non voglio che si sospetti di te in alcun modo. Domani tornerai ad Hogwarts.

– Come vuoi, madre.

Mormorò Draco.

Fu il loro unico dialogo per quella giornata.



Harry non aveva visto la gazzetta del profeta.

Così, quando Ron gli fece vedere il titolone in cui veniva detto della fuga dei mangiamorte, per poco gliela strappò di mano.

– Ehi! Calmati!

Si lamentò il rosso, ma Harry quasi non ci fece caso.

Hermione si avvicinò ad Harry, per sbirciare il giornale.

– Ah, è vero… Lavanda mi stava dicendo giusto poco fa che è una coincidenza strana…

Harry la guardò perplesso.

– Che cosa?

– Beh, lei e Calì hanno visto il giornale, ‘stamattina… Così, quando Padma che, non ditelo in giro, ha una cotta mostruosa per Malfoy, si è lamentata del fatto che oggi era ancora assente… hanno giustamente ricollegato le due cose. insomma, il padre scappa e lui torna a casa… strano, no?

– Già.

Annuì Ron.

Harry li fissò sconvolto.

Cazzo, come aveva fatto a non pensarci prima… Il nervosismo degli ultimi tempi… e poi la decisione di lasciarlo… non sapeva bene come, ma doveva dipendere dal fatto che era tornato suo padre. O meglio, sperava che fosse così.

– Io credo che voglia che diventi un mangiamorte o qualcosa del genere…

Harry strinse più forte la pagina del giornale.

– No!

Disse deciso. I due amici lo guardarono perplessi, anche se Hermione aveva uno sguardo strano, nonostante Harry non se ne fosse accorto.

– Cioè, non penso che potrebbe diventare un mangiamorte ora… frequenta ancora la scuola, ed inoltre è troppo giovane… Qualcuno se ne potrebbe accorgere. Silente se ne accorgerebbe di sicuro.

Aggiunse il moretto.

Anche lui, quella volta che lo aveva sentito parlare con Piton, aveva temuto una cosa del genere, ma poi aveva subito accantonato l’idea, accappando a sé stesso un sacco di giustificazioni assurde al comportamento del suo ex-amante… e trovando un sacco di motivi per cui questo non sarebbe potuto accadere…

– Può sempre lasciare la scuola.

Ribatté Hermione

– E poi non credo che Silente se ne accorgerebbe… come potrebbe farlo? In genere non è che vada a controllare le braccia a tutti gli allievi di Hogwarts…

Harry non ascoltava più quello che dicevano.

Potrebbe lasciare Hogwarts… era per quello che era andato via, che non si potevano vedere? Non l’avrebbe più rivisto? L’idea lo opprimeva in maniera indescrivibile… Anche se non stavano più assieme voleva rivederlo… doveva farlo…



Erano più o meno le 6.00 del mattino, quando Draco mise nuovamente piede nella sua stanza.

Si sedette sul letto, in attesa dell’inizio delle lezioni. Avrebbe voluto parlare un po’ con Blaise, ma non se la sentiva di svegliare l’amico… Passò una buona mezz’ora, prima che il moro aprisse gli occhi, come se avesse percepito una presenza all’interno della stanza.

Stropicciandosi gli occhi, si sedette sul bordo del letto.

– Draco… quando sei…?

Chiese con la voce ancora impastata dal sonno.

– Una mezz’ora… scusa, non volevo svegliarti.

– Oh, non preoccuparti. Allora, com’è… com’è andata? Ti hanno marchiato?

Draco annuì, mestamente, mentre si scopriva il braccio.

Blaise si avvicinò a lui.

– Mi spiace…

– Non deve. Era una cosa che andava fatta, prima o poi, e lo sapevo. Almeno ora mi sono tolto il pensiero.

– E il sorriso. Guardati, come sei giù…

Draco tentò di sorridere, senza tuttavia riuscirci.

– È solo un po’ di angoscia momentanea… passerà. Non è solo il marchio nero, ma anche i casini con mio padre…

Blaise lo guardò preoccupato.

– Perché, cos’è successo?

E Draco cominciò a raccontare.



Non erano ancora cominciate le lezioni, ma Harry era già in piedi.

Anche Ron si stava alzando, ed Hermione era giù in sala comune ad aspettarli.

Il trio aveva infatti deciso di passare a vedere se fosse tornato Silente, prima di andare a fare storia della magia. Tutti e tre, Harry in particolare, volevano sapere che ne fosse stato di Sirius: sebbene continuassero a farsi coraggio l’un l’altro, ed a pregare che fosse andato tutto bene, avevano il più assoluto terrore che le cose non fossero andate per il verso giusto. E che Sirius non sarebbe mai più tornato da loro…

Una volta pronti tutti e tre, si recarono all’ufficio di Silente.

Il mago non c’era, ma in compenso trovarono la McGrannit ad attenderli.

– Silente non c’è, ma sapeva che sareste passati… venite, accomodatevi.

I tre ragazzi entrarono nell’ufficio del preside e si sedettero.

– Allora, professoressa… cos’altro le ha detto Silente? Sirius sta bene?

La strega scosse la testa.

– Mi spiace ragazzi. Non dovrei dirvelo così, ma… Non ce l’hanno fatta.
Harry la fissò sconvolto.

– Co… come non ce l’hanno fatta? Sirius è ancora intrappolato là dentro?

La McGrannit scosse la testa, ancora.

– A questo non posso rispondervi, ragazzi. Non so i dettagli della missione. Mi spiace.


***continua***





Note dell’autrice



Vi chiedo scusa per questo capitolo ^^’’’ però orsù, non dobbiamo certo perdere le speranze, no? Ok, sto zitta che è meglio… (con tono da Quattrocchi).
Ringrazio moltissimo tutti coloro che mi seguono. Credo che questa sia la fanfiction che preferisco tra quelle che ho scritto, e sono contenta che ci sia qualcuno a cui piaccia.
Ora passo a rispondervi:
lake: ma nooo! Perché sposato XDXD che schifo XD sono felice che il capitolo ti piaccia comunque ^^
the fly: non preoccuparti, fa sempre piacere avere una nuova commentatrice! Per Sirius ci sarà da aspettare, temo ^^ ma non tutto è perduto… Draco ti ringrazia per l’incoraggiamento! Un bacio a te!
ximeng: eh già, alla fine l’ha fatto. Spero di essere stata abbastanza veloce nell’aggiornamento e che anche questo capitolo ti piaccia.
Lucy Ligh: ma no, non scusarti, è un piacere rivederti ^^ sì, il rituale l’ho inventato io, visto che mamma Rowling non ci ha mai dato il piacere di assistervi (anche se sono davvero curiosa di sapere come lo immagina lei)… grazie mille per i complimenti, mi fa piacere che ti sia sembrato inquietante perché anche quello era l’effetto che volevo ottenere. Spero di risentirti presto!
aily: sono contenta che ti sia piaciuto, anche se ti è sembrato troppo poco descrittivo (e io che avevo paura invece di essermi dilungata troppo… ^^’’’’) Spero che la fine di questo capitolo non ti abbia delusa troppo, visto che aspetti Sirius ^^ Un bacione anche a te!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Tristezza ***


Cap

Cap. 07 – Tristezza


La notizia del fallimento aveva colpito Harry in pieno petto, come una pugnalata al cuore. Avrebbe voluto per lo meno essere riuscito a piangere, ma non ci riuscì, ed il nodo alla gola che gli si era formato non voleva saperne di scendere e lasciarlo respirare.

Si sentiva uno stupido perché ci aveva sperato, ci aveva sperato davvero. E forse ci aveva anche un po’ creduto.

Nonostante sapesse che non doveva farlo, perché rischiava una delusione, ma non era riuscito a fare altrimenti.

E per un momento aveva perfino odiato Remus e Silente per averlo fatto illudere… sapeva che era sbagliato, ma in quel momento proprio non aveva la forza per ricacciare indietro quel sentimento, per quanto negativo e ingiusto che fosse.

Si chiese se Sirius fosse morto, o se semplicemente si era già perso nei meandri di uno spazio che non erano riusciti a raggiungere, che non sarebbero mai riusciti a raggiungere. O se, invece, ci fosse anche la benché minima possibilità di poterlo riportare indietro ugualmente, se quel fallimento fosse dipeso solo da qualche fattore che non avesse a che fare con il suo padrino, non direttamente. Forse doveva essere qualcun altro a pronunciare l’incantesimo… qualcuno con più potere magico… ma, per quanto si sforzasse, non riusciva proprio ad immaginare qualcuno che avesse più potere magico di Silente.



Durante tutto il corso delle prime ore di lezione, lo sguardo di Harry fu vacuo ed apatico.

Per fortuna il professore di Storia della Magia non aveva mai realmente controllato se i suoi alunni stessero seguendo la lezione o meno, e le successive ore di erbologia con i tassorosso il trio non combinò nulla, ma la professoressa era troppo occupata da un disastro combinato da Paciock per badare a loro. Trasfigurazione non fu un problema, perché la McGrannit capiva il loro stato d’animo, e per una volta fece finta di non vedere gli errori grossolani che combinavano – perfino Hermione sbagliò più volte il procedimento per trasformare un corvo in un armadio, con il risultato che le due ante erano costituite da due grosse ali nere che impedivano a chiunque di mettere dentro alcunché.



Durante il pomeriggio, le cose si preannunciavano perfino più strazianti.

Harry aveva intravisto Draco a pranzo, e sebbene il bionino l’avesse ignorato, o almeno questo era sembrato al ragazzo sopravvissuto, quel pomeriggio c’era pozioni con serpeverde, ed Harry non sapeva se avrebbe retto.

Il moretto voleva chiarire con lui, davvero, ma al momento non voleva infliggersi altre sofferenze.

Non dopo Sirius.

Ed il solo vedere il biondo parlare tranquillamente con i suoi amici gli causò una fitta lancinante al cuore. Come se un’altra ferita si fosse appena aperta esattamente sopra di quella causatagli da quella della mattinata appena trascorsa.



In realtà Draco non aveva assolutamente ignorato Harry.

Lo aveva guardato di sottecchi per tutto il tempo, cosa a cui aveva decisamente giovato l’offerta di Blaise di scambiarsi di posto, in modo che il biondino potesse trovarsi esattamente di fronte a Potter.

Così, si era accorto che c’era qualcosa che decisamente non andava: Harry non solo era depresso, ed aveva osservato un silenzio quasi religioso per tutta la durata del pranzo, ma sembrava che i suoi amichetti fossero decisi ad assumere il suo stesso atteggiamento.

Per qualche ragione, gli faceva un male immenso il solo vederlo così. E lo faceva soffrire ancora di più l’idea di non poter sapere che cosa lo tormentasse, né di potergli essere di alcun aiuto.

Era impossibile che fosse per lui, di questo era certo.

Pensò al quidditch, ma era decisamente un motivo troppo stupido per essere così giù di corda (soprattutto conoscendo SanPotter, così sportivo da prendere ogni difficoltà come una sfida).

Dopo essersi crucciato per diversi minuti, rinunciò all’idea di capire.

E, in parte, anche all’idea di prenderlo da parte e chiedergli di rimettersi assieme (più che chiedere, la sua idea era più quella di implorare perdono finché non lo avesse rivoluto con sé… decisamente poco dignitoso, e poco Malfoy, ma conoscendo Har… Potter, di sicuro avrebbe avuto il suo effetto) .

Non voleva affliggere Harry più di quanto non lo fosse già, e sapeva bene che sarebbe stato difficile per il moretto affrontarlo, anche se questo riguardava semplicemente ascoltare delle scuse.

Così aveva deciso di ignorarlo e lasciarlo perdere, almeno per quel giorno.

Ma, quando lo vide entrare in classe pallido e sull’orlo delle lacrime, davvero non resistette.



Harry non aveva quasi toccato cibo, e quando cominciò la lezione di pozioni, non aveva per niente voglia di stare a sentire la voce gracchiante di Piton.

Ron ed Hermione gli avevano più volte chiesto se si sentiva bene, o se per caso avesse bisogno di qualcosa, ma lui aveva gentilmente risposto di no, che era tutto a posto. Sapeva che anche loro erano a terra, e di certo non voleva intristirli più di quanto non fosse necessario.

Si sforzava di non guardare Malfoy e di non pensare ne a lui né a Sirius, ma era un carico di emozioni troppo, troppo forte perché potesse riuscire a sopportarlo.

Così cercò di concentrarsi sulla formula della pozione rigeneratrice assegnatagli dal loro professore, anche se con scarsi risultati.

Fu forse per questo che non notò l’avvicinarsi di Malfoy in un momento in cui Piton era girato.

– Ehi, tutto a posto Potter?

Gli chiese il biondino ironicamente.

Harry però sollevò subito lo sguardo, e nei suoi occhi lesse la sfumatura di intensa preoccupazione che si era sforzato di celare nella voce.

Però era ancora incazzato, e tanto, ed anche addolorato per quello che era successo.

– Tutto a posto, grazie Malfoy.

Rispose con evidente amarezza.

– A guardarti non si direbbe…

Continuò Draco con voce ancora più strascicata.

– Senti, tu, brutto stronzo! Lascia stare Harry, non è il momento, capito?

Gli andò contro Ron.

Il moro istintivamente si mise fra i due, e cercò di calmarlo.

– Tranquillo, Ron, me la vedo io. Non è il caso che Piton abbia una scusa per punirci entrambi…

Draco guardò il moro come se avesse appena avuto un’epifania.

– Professor Piton?

Chiamò ad alta voce.

L’uomo si girò, e vedendolo tanto vicino a Potter si accigliò un pochino.

– Sì, Malfoy?

– Potter è pallido, poverino… non credo sia il caso che resti qui, con il rischio di svenire su un calderone. Crede che potrei accompagnarlo in infermeria?

– D’accordo. Ma in fretta.

Rispose Piton sbrigativamente, per poi tornare ad occuparsi del suo armadietto.

– Che cosa vuoi fare, Malfoy?

Gli chiese rabbiosamente Ron.

– Nulla. Non te lo ammazzo, tranquillo.

Harry non disse nulla, aveva lo sguardo scioccato.

Davvero Malfoy si preoccupava per lui? o forse doveva solo dirgli qualcosa riguardo quei due giorni? Ma magari non era nulla di tutto ciò.

Non voleva litigare, non ora. Non ce la faceva… ma non ebbe il tempo di rielaborare la miriade di dubbi e perplessità che si facevano strada in lui.

Draco lo aveva infatti già afferrato per una manica, e lo stava trascinando fuori dall’aula sotto lo sguardo basito di tutti.

Tranne che di quello di Hermione, sul cui volto, al contrario, si andava formando uno strano sorriso…



Erano già in corridoio, ma nessuno di loro due aveva detto ancora nulla.

Draco aveva lasciato la manica di Harry per prenderlo per mano, ed il moretto non aveva in alcun modo protestato. Non che volesse farlo, comunque.

Solo, dopo un po’ che camminavano, provò a dire piano.

– Senti, Malfoy, oggi proprio non ce la faccio a discutere…

Draco si voltò, e lo guardò più dolcemente, scuotendo la testa.

Poi lasciò la sua mano, e gli accarezzò lentamente il braccio.

– Che cosa ti è successo, Harry? Cos’è che ti fa star male?

Il moro fu profondamente colpito dalla tenerezza e dalla sincerità con cui venne pronunciata quella frase, il che bastò da solo a farlo sciogliere.

Non riuscì più a trattenersi, e scoppiò in lacrime.

Quasi non aveva notato che il biondo lo aveva chiamato per nome, per la prima volta.

Draco si avvicinò un po’ di più a lui: voleva abbracciarlo, ma non ci riuscì.

Fu Harry a gettargli letteralmente le braccia al collo, ed a stringersi a lui, con le braccia che tremavano ed il corpo oramai scosso dai singhiozzi.

– Ehi, calma…

Mormorò Draco accarezzandogli la schiena.

In realtà stava per cadere in preda al panico, ma non era quello il momento. Per aiutare Harry doveva mostrarsi forte.

Si separò a forza dal moro, ma affiancandolo gli cinse la vita con il braccio.

– Andiamo. Non possiamo parlare qui in corridoio, ti pare?

L’idea iniziale di Draco era quella di andare a rinchiudersi in bagno, ma quando intravide un aula vuota, vi si gettò dentro.

Abbracciò forte Harry, come a volergli dire che lui era lì, e gli chiese in apprensione

– Che cosa c’è?

Harry singhiozzò più forte.

– Io… tu… perché? Perché vuoi saperlo?

Draco gli accarezzò ancora la schiena, e stava per rispondere, quando Harry si staccò bruscamente da lui.

– TU MI HAI LASCIATO. TU NON MI HAI MAI PARLATO DEI TUOI PROBLEMI… E ALLORA, PERCHÉ? CHE COSA VUOI ORA?

Draco cercò di mantenere la calma.

Sapeva che sarebbero giunti a qual punto. Sapeva che Harry non si era scordato, solo per un momento di debolezza, che non stavano più assieme.

– Potter, io…

– NO, POTTER UN CAZZO! NON MI PUOI FAR QUESTO, NON PUOI FARMI STAR MALE E SPARIRE PER DUE GIORNI, E POI QUANDO TORNI, COMPORTARTI COME SE FOSSE TUTTO A POSTO… PERCHÈ NON È TUTTO A POSTO! NON TRA DI NOI!

Draco lo abbracciò di nuovo di slancio.

– Mi spiace, Harry… perdonami. Io… sono stato un coglione, sul serio.

Prese un attimo fiato, prima di continuare, ed in quel breve attimo percepì i muscoli di Harry sciogliersi un poco.

– Sì, lo sei stato…

Draco gli diede un bacio sulle labbra. Breve, ma Harry rabbrividì a quel tocco.

– Ma ora quello che è successo tra di noi non ha importanza. Che cosa ti è successo, Harry? Perché soffri?

Harry represse un altro singhiozzo.

– Io… io sono stato uno stupido. Dovrei smetterla di credere a tutto quello che mi dicono… sapevo che non dovevo sperarci, lo sapevo cazzo… ma… ci sono cascato lo stesso…

Draco si scostò un poco e lo guardò preoccupato.

– Che cosa vuoi dire? Non capisco…

– Si… Sirius. Credevo fosse morto… tutti noi lo credevamo. Ma non è così. è vivo, e intrappolato nel velo. Poteva essere riportato indietro… così ha detto Silente. E ci ha provato ma… ma…

Draco sciolse l’abbraccio, e lo condusse per mano verso un banco impolverato.

Scostò la sedia lì di fronte, e vi si sedette sopra, per poi far sedere Harry sulle sue gambe, in modo che potesse mettersi accoccolato con il viso contro il suo petto.

– Non ci sono riusciti?

Chiese semplicemente.

– No.

Pigolò Harry.

Draco lo strinse. Percepì chiaramente il calore di Harry, anche sotto la divisa.

– Non preoccuparti. Non devi. Era solo un tentativo… ne faranno altri. E ci riusciranno.

Harry singhiozzò ancora.

– E…e se non ci riuscissero? Non voglio illudermi ancora, solo per poi scoprire che Sirius è morto davvero…

– Non accadrà, vedrai. Se vi hanno parlato di questa cosa, vuol dire che credono di farcela. Altrimenti non l’avrebbero mai fatto…

Harry annuì, e con la mano si asciugò le lacrime.

Draco si sentì un nodo allo stomaco al pensiero di aver lasciato Harry da solo, in quello stato.

“Non accadrà più”, si disse.

Il moretto alzò la testa, e posò le sue labbra su quelle di Draco per un bacio. Ne aveva bisogno. Ne avevano bisogno entrambi.

– Ora… ora è meglio tornare. Piton si starà chiedendo che fine abbiamo fatto.

Harry annuì e si alzò. Ma non si mosse.

Quando si alzò anche Draco, e fece per andarsene, lo bloccò per la divisa.

– Sei… Ecco, tu… Grazie.

Draco annuì.

– Ma non ti ci abituare, Potter.

Harry annuì, mentre Draco lo precedeva ed usciva. Ma non lo seguì fuori dalla porta. Non voleva che lo vedesse piangere ancora. Era stato così dolce con lui… forse c’era ancora una speranza di tornare assieme. Ma se non lo avesse voluto?

Cadde a terra, e si diede dello stupido, per non essere riuscito a trattenere, di nuovo, le lacrime.

Soprattutto in quel momento.

Draco si rese conto quasi subito che Harry non lo aveva seguito, e si precipitò di nuovo nella stanza.

Quando vide Harry a terra che singhiozzava, si chinò d’istinto su di lui, e lo abbracciò con forza.

Harry gli strinse le braccia al collo convulsamente, e gli disse più forte di quanto avrebbe voluto.

– Sei un cretino, Draco. Perché mi hai lasciato?

Draco si sentì stringere il cuore.

– L’hai detto tu… sono un cretino… ma non volevo… non voglio.

Harry lo guardò con occhi pieni di speranza, sebbene ancora pieni di lacrime, gonfi ed arrossati.

Draco non trovò il coraggio di dire nulla, e lo baciò, stavolta con più passione.

– Sono uno stupido… perché… Io ti amo Draco… ho bisogno di te…

Draco si sforzò di non piangere a sua volta. A quell’affermazione si sentì completamente sconvolto, e disarmato, e felice, e tutto un misto di altre infinite sensazioni che non riusciva a descrivere. Ma non riusciva a dirgli che provava lo stesso. Non poteva farlo prima che Harry sapesse che cosa era successo in quei due giorni… perché aveva il diritto di scegliere se restare al suo fianco comunque.

– Non ti lascerò solo.

Disse quasi in un soffio.

Harry gli sorrise.

– Vuoi tornare con me?

Non era una richiesta, ma una domanda.

Draco annuì.

– Dovresti avere un po’ più di orgoglio, sai? Se tu mi avessi lasciato, io ti avrei fatto strisciare, prima di darti una possibilità…

Harry gli diede un bacio a stampo, felice.

– Non importa. Non ora. E poi, avrò tempo per fartela pagare…

Il moro lo guardò ghignando, e Draco gli scompigliò un poco i capelli.

– Non credo lo farai sul serio, se ti conosco…

Si baciarono, di nuovo. Fu un bacio intenso, ma lento e quasi di anticipazione, perché ora sapevano che ce ne sarebbero stati altri, in futuro. Potevano prendersi un po’ di tempo per riscoprirsi ancora, per lasciarsi andare ad un po’ di intimità e tenerezza gratuite.

Draco lo strinse a sé, e mormorò.

– Però… prima di tutto dobbiamo parlare. Non voglio che tu decida di stare con me senza sapere… delle cose.

Harry lo guardò perplesso.

– Credi di poter venire giù in camera mia, ‘stasera?

– E… Tiger e Goyle?

Draco scosse la testa.

– Non ci sono. Cambio di stanze… Zabini e Nott non facevano altro che litigare, così Piton, stufo marcio, ha spostato lui da me e loro da Nott. Non ci sono problemi con lui… tranquillo. Poi ti spiegherò.

Harry annuì con la testa.

– Va bene. verrò.


***continua***




Note dell’autrice



Ringrazio tutti coloro che hanno letto e recensito. Scusatemi se non vi ringrazio uno per uno, ma sono appena tornata da un esame e stanotte ho dormito solo 4 ore (e forse di meno) per studiare, per cui sono distrutta…
Un bacione a tutti!

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Verità ***


Cap

Cap. 08 – Verità



Fu abbastanza semplice per Draco trovare una scusa da dare a Piton per il loro spaventoso ritardo, e sebbene il mago non avesse proprio creduto a ciò che l’alunno gli aveva detto, evitò di ribattere e proseguì la lezione.

Ron chiese prontamente ad Harry che cosa gli fosse successo, perché aveva gli occhi un po’ gonfi, ma Hermione riuscì a sviare il discorso ed a costringerlo a continuare la sua pozione, per poi lanciare uno sguardo ad Harry che al ragazzo non piacque affatto.

Dopo la lezione il trio si recò in biblioteca per finire un compito di trasfigurazione, ed Harry non vide Draco fino a quella sera.

Notò che a cena sembrava abbastanza sereno, ed in effetti anche lui lo era. Dopo aver parlato con il biondino Harry si era sentito piuttosto sollevato, ed aveva cominciato a sperare che, dopotutto, ci fosse ancora una speranza.

Cominciò anche a pensare al comportamento di malfoy: era stato più dolce del solito, come non era mai stato con lui. Ed Harry era riuscito a percepire chiaramente la sua preoccupazione, ed il suo interesse per lui: prima di allora, nonostante spesso avesse la sensazione che le cose non stessero proprio così, credeva che al biondo non tenesse davvero a lui; che forse, dopo essere stati assieme tante volte, non riusciva più ad odiarlo, ma nulla di più. Ora però cominciava a sperare che ci fosse dell’altro: magari il biondo serpeverde si era davvero affezionato a lui.



Dopo cena, Harry non parlò molto con Ron ed Hermione, e si defilò quasi subito.

Ron ci era rimasto un po’ male, ma poi si era convinto che Harry volesse stare un po’ da solo, per superare la delusione riguardante la missione di salvataggio di Sirius, e così non si lamentò. Non troppo, per lo meno.

Harry, indossato il mantello dell’invisibilità, era sceso nei sotterranei di serpeverde, e stava pensando ad un modo per entrare. Lui e Draco non si erano accordati per un’ora precisa, e di certo non poteva chiedere al primo serpeverde di passaggio se gentilmente poteva andare dentro con lui.

Il moro stava ancora rimuginando quando vide un serpeverde moro, dalla carnagione un po’ scura, uscire fuori dal ritratto che sbarrava la strada.

Il ragazzo, che Harry riconobbe come Zabini, si guardò un po’ intorno, poi ghignò.

– Ma guarda un po’ chi abbiamo qui…

Disse con un tono di voce strascicato che faceva quasi concorrenza a quello di Malfoy.

“Chissà se è una prerogativa serpeverde” si chiese, un po’ preoccupato nel notare che lo sguardo del ragazzo puntava esattamente su di lui.

Blaise Zabini, infatti, subito dopo si avvicinò e ghignando sfilò il mantello dell’invisibilità da Harry, per poi guardarlo con una certa aria di superiorità.

– Bene benePotter… che cosa ci farà mai il salvatore del mondo magico qui giù, fra noi infide e spregevole serpi?

Harry entrò nel panico.

– I…io…

Balbettò.

Per fortuna in breve il passaggio si aprì nuovamente, e ne uscì fuori un ragazzo biondo.

– Oh, bene, sei arrivato.

Disse con aria quasi casuale Draco.

Poi vide l’espressione malefica del suo migliore amico, e quella terrorizzata del suo ora-quasi-di-nuovo-ragazzo.

– Oh, per l’amor del cielo, lascialo stare Blaise. Abbiamo già abbastanza problemi!

Esclamò un po’ infastidito, agitando le mani in aria.

E tu, vieni con me!

Disse rivolto ad Harry, mentre levava il mantello dell’invisibilità dalle mani di Blaise e lo ributtava sulla testa del grifondoro, per poi trascinarlo dentro.



Quando arrivarono nella stanza di Draco, Harry si sedette sul letto, e buttò il mantello lì vicino.

Che cosa sa Zabini?

Chiese vagamente perplesso.

– Nulla… più o meno.

– In che senso, “più o meno”?

Si accigliò Harry.

Draco sospirò.

– Forse gli ho detto qualcosina… di… di noi.

Disse, biascicando velocemente le ultime parole tanto che risultarono essere quasi incomprensibili.

Harry sbarrò gli occhi, profondamente stupito.

Hai detto a Zabini ti scopavi Harry Potter?

Draco rise.

Potter! Da quando sei così volgare?

– Sarà stata la tua cattiva influenza…

Buttò lì Harry.

– Allora, che cosa dovevi dirmi?

Chiese poi, con un tono di voce un po’ più serio.

Draco sospirò, e gli si sedette accanto.

– Nell’ultimo periodo, mi hai detto spesso che ti sembravo strano.

Harry annuì.

– Sì, è vero.

– Bene. In effetti, avevi ragione. E la cosa dipendeva fondamentalmente da due motivi.

– E cioè?

– Beh, il primo…

Arrossì.

Poteva dirgli che lo amava, dargli una speranza, e poi rivelargli del marchio? No. Doveva prima essere sicuro che Harry lo volesse comunque, e che per lui non sarebbe stato troppo difficile. Perché se così fosse stato, sarebbe stato solo più doloroso per il moro se avesse saputo che i suoi sentimenti erano pienamente ricambiati.

– Allora?

Chiese con un velo di preoccupazione Harry.

– No, lasciamo perdere. Ne parleremo dopo. Perché prima c’è un’altra cosa che devi sapere. Tu, sicuramente avrai pensato al perché ti sembravo strano… cioè, che cosa c’era a farmi stare così.

Harry annuì.

– Sì… avevi sbalzi d’umore in effetti… ed a volte eri molto più… come dire… dolce, quando stavi con me.

Harry si sentì in imbarazzo, ed abbassò la testa.

Poi continuò.

– Come oggi pomeriggio. Avevo l’impressione che tenessi a me, anche se non volevi dirmelo, o che magari semplicemente avessi bisogno di qualcuno a cui appoggiarti. Poi, diventavi improvvisamente più nervoso… e la mia presenza ti dava fastidio. Spesso ho pensato che volessi lasciarmi… in effetti, alla fine lo hai fatto.

Draco vide le mani di Harry tremare leggermente e stringersi in un pugno.

Voleva lasciare che fosse il grifondoro a finire di parlare, così attese.

– Però, non credo che questo dipendesse da me. Piuttosto, ho avuto l’impressione che c’entrasse qualcosa tuo padre… quando ho letto la notizia della sua fuga, io… io pensavo solo che…

– Credevi che l’avessi in qualche modo aiutato a fuggire?

Lo incalzò Draco.

Harry scosse la testa.

– No. Io… voglio che mi dica tu che cosa è successo, perché ho troppa paura di avere ragione per dirti che cosa penso.

Draco socchiuse gli occhi.

Chissà se Harry aveva capito

Si portò la mano destra sulla manica sinistra, e la scoprì lentamente.

Harry sbarrò gli occhi, poi sussurrò.

Perché?

Draco sorrise tristemente.

– Perché andava fatto. Non so se tu potrai accettarlo, ma…

Il biondo non fece a tempo a finire la frase, che Harry fece l’ultima cosa che si sarebbe mai aspettato.

Lo abbracciò di slancio, per poi posare le proprie labbra su quelle del biondo. Draco socchiuse le labbra, leccandogli il labbro inferiore, ed Harry rispose immediatamente. Si baciarono per cinque minuti buoni, prima che Harry si staccasse.

Perché?

Chiese, leggermente sconvolto, Draco.

Harry gli sorrise.

Quando mi hai detto che non è vero che non te ne frega niente, te lo ricordi? Io non sapevo bene se crederti o meno. Ma tu… mi hai lasciato per questo, vero? Hai voluto lasciarmi prima di farlo… Tu ci tieni a me, Draco.

Affermò sicuro.

Il biondo sospirò.

– Ti credevo più timido e insicuro… mi sconvolgi sempre di più. Sai, è imbarazzante… Io pensavo che tu non lo avresti accettato. Che mi avresti lasciato, inorridito da quello che avevo fatto, non appena avresti saputo… così ti ho lasciato prima che potessi farlo tu.

Harry sciolse l’abbraccio, poi guardò Draco, intenerito dal rossore sulle sue guance.

– Sai che dopo questo non potrai più fare lo stronzo con me e pretendere di essere credibile, vero?

Draco ridacchiò.

– Non pretendo di essere credibile… ma non crederai che solo per una sciocchezza del genere comincerò a trattarti con i guanti di velluto, eh?!

– Devi ancora farti perdonare per avermi lasciato…

Draco lo guardò malizioso.

– Ho già in mente qualcosina, non preoccuparti…

Harry si poggiò con la sua testa sulla spalla del biondo, passandogli un braccio dietro la schiena.

– È bello poterti toccare di nuovo… non in quel senso, ovviamente. Semplicemente, poter sentire ancora il tuo calore…

– Sai che stai diventando piuttosto smielato, Potter?

Harry ghignò, come di solito Draco usava fare.

Anche tu. Basta ripensare a ieri…

Draco lo guardò con sufficienza.

Perché, cos’è che non ti è stato bene?

– Nulla. Sei stato meraviglioso, e dolce. E mi hai fatto stare meglio, Draco… Grazie.

– Prego…

Harry gli accarezzò il braccio sinistro, e percepì chiaramente Draco fremere.

– Non credere che non mi interessi.

Mormorò, per poi dargli un lieve bacio sulle labbra.

Sospirò un attimo, prima di continuare a parlare.

– Avevo il terrore che si trattasse di questo, e… ecco, non credo di sentirmi molto felice per ciò che è successo, ovviamente. Sono dell’idea che avresti potuto trovare un altro modo, una scappatoia, ma… se hai scelto così, hai le tue ragioni, e non deve essere stato facile. Voglio solo che tu sappia che io ti resterò vicino comunque, se solo tu me lo permetterai. Non voglio crearti più problemi di quelli che non hai già ora…

Draco si sentì stringere il cuore.

– Tu… davvero, credi di poterlo fare?

Harry annuì

– Sì. Quando ho capito di che si trattava… è stata Hermione ad ipotizzarlo, e ci ho riflettuto sopra. Mi era crollato il mondo addosso, però ho capito che la cosa che mi avrebbe fatto stare più male non era stare con un mangiamorte, ma sapere che tu soffrivi e non poter far nulla per aiutarti…

Draco ricacciò indietro le lacrime che si andavano affacciando sui suoi occhi, e mormorò.

– Era quello che pensavo io quando ti ho visto stamattina… Ed ho capito sul serio quanto avessi sbagliato a lasciarti…

Harry gli sorrise.

È per questo che non ti farò scenate, e non mi vedrai urlarti contro quanto sei stupido e quanto ti odio. Oddio, forse che sei stupido lo penso, un po’, però… spero solo di non averti deluso, – ridacchiò, – magari ti aspettavi che io ti lanciassi contro qualche fattura e che ti prendessi a pugni… Ma ti amo, Draco, sul serio. E so che questo è lontanissimo da ciò che avevamo stabilito potessero essere i nostri rapporti, ma non posso farne a meno…

Draco scoppiò a piangere.

Harry lo strinse forte a sé, accarezzandogli la schiena lentamente.

– Grazie, Harry…

Mormorò il biondo, con la testa poggiata sulla sua spalla.

Se qualche mese fa mi avessero detto che avrei abbracciato Draco Malfoy in lacrime, dopo aver visto il suo marchio nero, non ci avrei mai creduto…

– Harry…

Mormorò il biondo a bassa voce.

Mh?

– Io…

Draco si ricompose, e si scostò da Harry, sedendosi accanto a lui.

– Io… c’è un’altra cosa che devo dirti.

Arrossì.

– C’entra qualcosa il fatto che è tutto oggi che mi chiami per nome?

Draco divenne di un bordeaux ancora più vivo.

– Io… non ci avevo nemmeno fatto caso…

Biascicò.

Poi posò la sua mano su quella del grifondoro.

– Volevo solo che tu lo sapessi. Non l’avevo previsto, e quando me ne sono reso conto, questo sentimento mi è piombato letteralmente addosso in una maniera tale che non mi è più stato possibile ignorarlo.

Harry lo fissava rapito, il suo sguardo intenso con un velo di gioia e di anticipazione.

Draco si prese un attimo di pausa, prima di dire semplicemente:

– Ti amo, Harry.



***continua***



Note dell’autrice

Temo che questo draco sia leggermente Ooc, ma cercate di capire, sta attraversando un brutto momento, poverino…
Ringrazio moltissimo tutti coloro che hanno commentato lo scorso capitolo e quello precedente:
Summers84 (già, povero Harry… colpa di quella bastarda dell’autrice XD …)

lake (sì, sta bene, sta bene… Lucius povero l’ho trattato maluccio, ma direi che se lo meritava. Delicato lui? Se ti sentisse… XD lo so che nella scorsa recensione stavi scherzando, però Harry che sposa Voldemort mi fa impressione lo stesso ^^’’’)

Lucy Light (20 ore di filato no, ma il materasso è stato il mio migliore amico per tutto il giorno seguente XD Sai che in realtà non ci ho neppure fatto caso a come parlava Draco – alle differenze, cioè? – ma ora che me lo hai fatto notare è vero, si nota proprio che è cotto perso ^^ Nuuu, non puoi minacciarmi, se va male mica è colpa mia! Ok, sì che lo è, ma per il momento diciamo che puoi stare tranquilla. Per il momento XD – per il capitolo 7, vero erano un po’ giù di morale…però le cose stanno andando meglio ora, no?)

the fly (lo so, devo far tornare Sirius prima che posso… però ci sono dei tempi da rispettare… però tu non hai fiducia in Potty, ammettilo! Perché deve prenderla male per forza, cuccioletto mio… sono tutti e due talmente stressati che se litigano pure per questo è la fine ^^ Per la morte di Siry… è vero, quella scena del film è molto triste, però credo che non è neppure lontanamente paragonabile l libro… un bacio a te!),

tuta (tu sei una traditrice che mi abbandona all’ultimo momento, ecco… altro che “ci vediamo domani…” cattiva, pentiti delle tue azioni! – me scherza, lo sai vero? XD – ah, tesoro… “spregevole”…)

aily (grazie mille, sono contenta ti sia piaciuto! Il mio esame è andato bene, direi – me coccola il suo dolce 28 frutto di notti insonni – …per Sirius, bisogna attendere ancora un pochino, ma non tutto è perduto… e la “notte chiarificatrice” eccola qua. Che ti sembra?),

ximeng (beh poverini non potevo tenerli lontani troppo a lungo, no? Ok, vero, ne sarei stata capacissima, ma visto tutto quello che stanno passando… poveri cicci, mi sento quasi in colpa. Quasi. Come ha reagito Harry l’hai scoperto in questo capitolo, spero non ti abbia delusa!)

Zafirya (grazie ^^ sono contenta che ti sia piaciuto. Eravate un po’ tutte preoccupate per la reazione di Potter, però non è stato così terribile, no?)

Klaretta (grazie mille! Per ora non posso stare molto su msn,ma appena riesco a collegarmi ti aggiungo ^^ spero che il nuovo capitolo ti sia piaciuto, e che non si sia fatto attendere troppo!)


P.s. : un po’ di pubblicità: se vi piacciono le Tom Felton/Daniel Radcliffe, ne sto scrivendo una a capitoli che trovate qui: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=144025&i=1

Inoltre c’è una one-shot, sempre su di loro, che ho pubblicato un po’ di tempo fa – e che non è stata notata molto: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=128662&i=1
Fine spazio pubblicitario XD

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Quiete ***


Cap 09

Cap. 09 – Quiete

Harry aveva la testa poggiata sul torace di Draco, che lentamente gli accarezzava i capelli.
Dopo la dichiarazione del biondino, infatti, i due non erano più riusciti a discutere, troppo presi com’erano dall’esplorazione dell’anatomia umana.
L’avevano fatto lentamente, riscoprendosi a poco a poco, fino a raggiungere un’unione completa che andava oltre il semplice bisogno fisico.
E forse era una cosa banale da dire, e da pensare, ma entrambi si rendevano conto di quanto tutto ciò fosse vero.
Si appartenevano, ed oramai questo legame era talmente forte da sfuggire perfino al loro stesso controllo.
– Draco…
Mormorò Harry sistemandosi meglio sul corpo del biondino.
– Sì?
– Ti amo.
Il serpeverde sorrise, e lo baciò.
Harry non aveva risposto alla dichiarazione del biondo, limitandosi a baciarlo appassionatamente; ed anche se Draco sapeva che Harry lo amava e quest’ultimo glielo aveva detto giusto pochi minuti prima che lo facesse lui, sentire la voce del moro pronunciare quelle parole con la sicurezza di chi è ricambiato gli faceva uno strano effetto.
Decisamente piacevole.
– Finalmente, Potter. Oramai non ci speravo più…
Scherzò
il biondo.
Harry ridacchiò.
E da quand’è che hai bisogno di rassicurazioni?
Chiese ironicamente, sollevando un po’ la testa per guardarlo negli occhi.
Il biondo sospirò.
– Ti prego, non farmi diventare più melenso di quello che sono stato oggi, ti va?
Harry gli sorrise.
– A me piaci quando sei così. In realtà mi piaci in ogni modo.
Draco sollevò un sopracciglio.
– Allora non c’è bisogno che continui su questa linea, vero? Perché fra un po’ mi viene la nausea…
Harry sfilò il cuscino da sotto la testa del compagno e glielo spiaccicò sulla faccia.
– Nessuno ti obbliga, sai?
Disse fintamente offeso.
Draco riemerse dal cuscino troppo velocemente, e questo fece sbilanciare Harry che cadde dal letto.
– Ben ti sta. Così impari.
– Ragazzino…
Sbuffò Harry. Draco gli tese la mano, ma Harry con un ghigno lo strattonò, facendolo cadere giù… proprio sopra di lui.
Il biondo stava per dire qualche cosa di acido, ma il grifondoro lo bloccò.
– No, non dire nulla. Rovineresti questo momento.
Poi si sporse leggermente e lo baciò.
Quando si staccarono, Draco lo guardò serio. Gli passò una mano fra i capelli, e aprì la bocca per parlare… per poi richiuderla subito.
Si alzò, in silenzio, mentre Harry lo fissava interrogativo, poi gli porse la mano e lo aiutò ad alzarsi. Si risedettero entrambi sul letto, Draco con la testa poggiata sullo schienale e le gambe distese, ed Harry al suo fianco, con la testa poggiata sulla sua spalla.
– Volevi dirmi?
Chiese il moretto, tranquillo.
Draco sospirò.
– Harry… senti, lo so che non sono un tipo da sviolinature o roba simile, ma… davvero, sono felice di stare con te, e non voglio che tu stia male a causa mia. Hai già un sacco di problemi e – passò un braccio attorno alla vita di Harry, per stringerlo a sé – lo so che anche se mi hai detto che è tutto a posto, per quanto ti riguarda, poi ti farai un sacco di paranoie. Vorrei dirti di non farlo, ma so già che non ne puoi fare a meno, per cui… beh, per lo meno, non sentirti in dovere di tenerti tutto dentro. Non devi fare l’eroe a tutti i costi, e se c’è qualcosa, qualsiasi cosa che non va… sia che mi riguardi, sia che no, io sono qui. Non voglio che ti faccia dei problemi a parlarmi. Anche per quello che riguarda questo – mostrò l’avambraccio sinistro al moro – o Sirius… o qualunque altra cosa. Mi spiace se fino ad ora non ti ho mai parlato della mia vita, ma non è molto facile per me. Non lo è mai stato. Però non voglio che questo interferisca fra di noi… se anche vuoi sapere qualcosa da me, qualunque cosa, non farti problemi. Chiedimelo, e cercherò di darti una risposta. È chiaro?
Harry annuì, sorridendo.
Capì subito che l’ultima parte si riferiva a quel pomeriggio, quando Harry gli aveva rinfacciato il fatto di non avergli parlato di ciò che gli accadeva.
Poi gli venne in mente una cosa, che il biondo serpeverde gli aveva detto durante uno dei loro ultimi incontri prima di rompere con lui, e che non gli era mai andata totalmente giù.
– Posso chiederti qualunque cosa?
Chiese guardandosi le unghie, con fare casuale.
– Certo.
Confermò il biondo.
– Bene. e che mi dici dei tuoi, per come dire… passatempi?
Domandò alzando un sopracciglio.
Il biondo si girò un po’ e lo fissò negli occhi, perplesso.
– Non capisco cosa…
Harry lo bloccò
.
– “Non penserai mica di avere l’esclusiva, Potter!” – lo imitò secco – se non sbaglio dicevi di sbatterti praticamente ogni ragazza che ti passava davanti…
Draco cambiò colore.
Glielo aveva detto in un momento di rabbia, non credeva che il moro lo ricordasse, o che gli avesse dato tanta importanza.
– Beh… – biascicò imbarazzato – …non che fosse proprio così…
Harry lo guardò cercando di restare serio.
Vedere Malfoy in imbarazzo lo divertiva troppo…
– Ah no? E com’è esattamente, allora?
– Forse ci sono state tre o quattro ragazze… tanto per copertura, sai… te l’ho anche detto, se ti ricordi…
– Giusto… Allora, tanto per mettere le cose in chiaro… mi danno fastidio le tue “coperture”, per cui non mi va che continui a vederle.
– Sennò?
Ghignò il biondo.
Harry lo guardò divertito, e gli salì sulle gambe.
– Oh… farai meglio a non saperlo…
– Che paura…
Lo prese in giro Draco, prima di attirarlo a sé per un bacio.
– Bene, vedrò che si può fare.
Continuò il biondo.
Harry si fece un po’ più serio.
E… non c’entra niente ora. Il mio non è un rimprovero, né niente del genere, ma… perché non ti sei rivolto a Silente? O a qualcun altro che potesse aiutarti…
Malfoy lo guardò perplesso.
– Per che cosa?
– Il marchio…
– Oh. Ma l’ho fatto, sai?
– Davvero?
Chiese Harry stupito.
Non capiva… perché il preside non aveva fatto nulla per aiutarlo? Possibile che non ne fosse in grado, o, peggio, non gli interessasse?
– Sì – continuò il biondo – Ci ho parlato all’inizio dell’anno. A lui e a Piton. Era di questo che stavamo discutendo quella volta che ci hai sentiti… Io non volevo prendere il marchio, ma loro mi hanno consigliato di farlo. Hanno bisogno di spie, e diranno agli auror come stanno le cose, così non rischierò di finire ad Azkaban.
Harry era allibito. Sospettava stessero discutendo di qualcosa del genere, quel giorno, ma non pensava che Silente potesse fare una cosa simile.
– Non è possibile! Vecchio stronzo… non gli è bastato quello che è accaduto a Sirius? Perché…
Draco lo abbracciò
. Harry stava tremando, ed era pericolosamente sull’orlo di una crisi di pianto.
– Ehi, calma! Tranquillo, va tutto bene…
Harry scosse la testa forte, mentre si stringeva al petto del suo ragazzo.
– No che non va tutto bene… come ha potuto farlo? Sei solo uno studente… non può metterti in pericolo così… non è giusto… non può farmi perdere anche te…
Draco lo strinse più forte.
– Non mi perderai, Harry, tranquillo.
– Come fai a saperlo? Nemmeno Sirius credeva di essere ammazzato… o peggio, imprigionato per sempre all’interno del velo… eppure è successo. E nemmeno i miei genitori, nemmeno Cedric… loro…
Non continuò.
Non ce la faceva.
– Ehi, non eri tu quello che aveva detto non mi avrebbe fatto scenate?
Harry tirò un po’ su col naso.
– Hai ragione, scusami…
Draco gli sorrise, e gli baciò la fronte.
– Starò attento. Te lo prometto.
– Sì.


Remus era disteso sul letto di una stanzetta di Hogwarts che il preside gli aveva assegnato.
Era tornato da poco… e non poteva fare a meno di ripensare a quello che era successo durante le ultime ore.
A come aveva creduto di poter ritrovare Sirius, e come invece aveva fallito miseramente nel suo intento…
Non era giusto. Quando finalmente si erano ritrovati, dopo tanti anni, ed aveva creduto di poter stare assieme a lui, all’interno dell’ordine, gli era stato portato via… di nuovo. Aveva provato a dimenticarlo, ma proprio non ci riusciva. Era inutile. Sirius era una parte di lui, lo era sempre stato… e non c’era verso di poterlo cancellare dal suo cuore.
Sospirò, e si chiese come l’avesse presa Harry. All’inizio era stato l’ultimo dei suoi pensieri, davvero. Però poi si era reso conto del fatto che avevano illuso il ragazzo, e che ora sicuramente stava malissimo. Non era giusto nemmeno per lui.
Chissà, forse li avrebbe anche odiati per questo… per fortuna era sempre stato un ragazzo forte. Ma dopo tante perdite, non potevano sapere quando avrebbe ceduto…
Se solo ci fossero riusciti… Ma ci doveva essere un modo. Sì, doveva esserci.
Ripensò alle parole dell’auror che aveva provato ad avvicinarsi al velo assieme a lui, mentre chiamavano Sirius.
Silente aveva appena recitato la formula dell’incantesimo, ed ora toccava a loro. E lui… aveva percepito Sirius. Davvero. Era come se lo stesse chiamando, e gli chiedesse aiuto… ma non ce l’avevano fatta a riportarlo indietro.
È per il sangueaveva detto l’uomo al suo fianco “è morto. Ha un debolissimo potere magico, ma non è come se una persona viva lo invocasse… vede, quella donna è una sua parente, ma è anche vero che non è qui presente. Sirius sente la presenza di qualcosa a lui familiare, ed ode la sua voce… ma… non basta. Non riesce ad orientarsi per trovare l’uscita. Finché non convincerete la donna a chiamarlo, non troverà la strada. Ma non tutti sono disposti a fare una cosa del genere… è molto rischioso, perché si rischia di ottenere l’effetto contrario: la persona di qua potrebbe essere risucchiata all’interno del velo, se non è abbastanza legata a questa terra. Perché questo legame funziona in ambedue i sensi, e non è detto che sia chi sta dentro il più debole emotivamente. Noi contiamo sul fatto che Sirius sia stanco, e triste per la solitudine… questo abbasserebbe un po’ le sue difese, e lo spingerebbe a lasciarsi riportare qui. Ma se accadesse il contrario? Se l’uomo fosse ancora in perfette condizioni mentali, non nel senso di non essere pazzo, ma se non soffrisse di solitudine o depressione o altro… e la persona qui a chiamarlo invece sì… allora sarebbe un bel problema. Senza contare che chi lo chiama deve volerlo riportare indietro. Non avrebbe senso costringere quella donna, chiunque ella sia, a farlo, se lei non vuole. Perché non avrebbe alcun effetto.
È un bel problema, si disse Remus. Ma sentiva, anche se non ne conosceva bene il motivo, che le cose si sarebbero in qualche modo sistemate.

***continua***

Note dell’autrice



E finalmente appare per un pochino Remus con i suoi pensieri. Certo, per poco, però però… XD

Ancora 3 capitoli e poi il ritmo degli aggiornamenti rallenterà un po’… spero che continuerete a seguirmi ugualmente.
Ringrazio tutti coloro che leggono e mi commentano… un bacione enorme!

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** La sfuriata ***


Cap 10

Cap. 10 – La sfuriata




La mattina dopo Harry, Ron ed Hermione furono mandati a chiamare dal preside.
Harry si sentiva un po’ stanco ed assonnato, dato che aveva trascorso gran parte della serata nella stanza del suo ragazzo.
Almeno fino a quando i due si ricordarono di Blaise, che stava era rimasto nella sala comune: Draco gli aveva infatti chiesto se gentilmente poteva restare un po’ fuori per permettere loro di chiarirsi, ma come il moro serpeverde ricordò all’amico quando quest’ultimo lo andò a chiamare e lo trovò addormentato su una poltroncina, non si era affatto parlato di tutta la nottata.
Harry aveva quindi salutato Draco con un bacio e sotto il mantello dell’invisibilità era tornato nella torre grifondoro, mentre il compagno subiva il lunghissimo cazziatone di Blaise. Gli era sembrata una cosa un filino bastarda, in effetti, abbandonarlo proprio in quel momento. Ma si era messo a posto la coscienza pensando che *forse* la sua presenza avrebbe solo che peggiorato le cose.
Fatto sta che quando era rientrato nel suo dormitorio, erano almeno le 3.30.
Minuto più, minuto meno.
Ringraziò il cielo che nessuno si fosse accorto del suo enorme ritardo, ma la mattina seguente gli effetti del sonno mancato si erano fatti sentire… Soprattutto considerato che Silente aveva voluto parlargli prima delle lezioni, dato che Remus sarebbe dovuto ripartire nel pomeriggio per tornare solo qualche giorno più tardi.
Il preside e il loro ex professore avevano spiegato loro i motivi dell’insuccesso, riassumendo in breve le parole che l’auror con loro aveva detto a Remus.
Harry, nonostante la delusione per il fallimento, sentì riaccendersi la speranza: il fatto che la non riuscita non dipendesse da Sirius, ma da loro, gli faceva credere che ci doveva essere un modo per poter riuscire a riportarlo indietro. Aveva ragione Draco…
Già, Draco.
Nel momento stesso in cui gli tornò in mente il biondino, gli salì su la rabbia al pensiero di ciò che Silente lo aveva convinto a fare.
L’uomo si dovette accorgere dei suoi pensieri, perché a metà della spiegazione chiese candidamente
– Cosa c’è, Harry? Qualcosa ti turba?
Remus si affrettò a dirgli sorridendo che sarebbe andato tutto bene, ma lo sguardo di Silente gli fece intuire che sapesse che non c’era solo quello.
A fine discussione, quando Ron ed Hermione cominciarono ad alzarsi, Harry rimase seduto e con lo sguardo fisso sul suo preside chiese atono.
– Posso parlarle un minuto di una cosa privata?
Silente annuì sorridendo, e fece cenno ai due ragazzi di avviarsi.
Questi ultimi gli lanciarono uno sguardo interrogativo, ma Harry gli mimò con la bocca di non preoccuparsi, e che sarebbe arrivato subito.
Quando la porta si fu richiusa alle loro spalle, Harry guardò un attimo Remus, chiedendosi se fosse il caso di parlarne davanti a lui. ma poi pensò che probabilmente già sapeva del marchio di Draco, per cui aveva poca importanza che fosse lì.
Si rivolse dunque a Silente.
– Come ha potuto farlo?
Chiese freddamente Harry.
– Fare cosa, Harry?
Domandò l’uomo con un tono particolarmente amabile.
– HA DETTO A DRACO DI FARSI MARCHIARE!
Sbottò il bimbo sopravvissuto.
Silente cambiò espressione, sembrava sorpreso.
– Draco? C’è forse qualcosa che non so, a proposito dei tuoi rapporti con Malfoy?
Harry arrossì leggermente, e si rese conto che Remus lo guardava sorpreso.
– Come fai a saperlo?
Chiese stupito il licantropo.
– Me lo ha detto lui.
Rispose, ignorando volutamente la domanda del preside.
– Sto cercando di essere in rapporti più amichevoli, con lui.
Aggiunse, infine, in tono vago.
– Devi esserci riuscito, se ti ha detto una cosa tanto personale.
Disse poco dopo Remus, dolcemente.
Harry abbassò lo sguardo sulle proprie ginocchia, almeno fino a che non udì nuovamente la voce di Silente rivolgerglisi.
– Vedi, Harry, capisco che la mia scelta in questo momento possa sembrarti assurda, ma ti assicuro che ho vagliato molte possibilità, ed è, per Malfoy, la possibilità più sicura al momento.
– LA POSSIBILITÀ PIÙ SICURA? Ma si rende conto? È fra i mangiamorte! E si trova in una posizione difficilissima… vuole fargli fare la spia per suo conto? E se lo scoprono? E se invece dovessero chiedergli di uccidere qualcuno, cosa farebbe? Se obbedisse sarebbe braccato dagli auror, ma se fallisse di proposito sarebbe punito da Voldemort, e forse anche da suo padre.
– C’è il professor Piton, a vegliare su di lui. farà sì che incarichi del genere non gli vengano MAI assegnati… e, se dovesse accadere, riuscirà a far sì che Malfoy ne esca illeso. Sicuramente ora hai un sacco di dubbi, ma non credi forse che io mi sia posto già prima di prendere una simile scelta ognuna di quelle domande? La mia non è stata una scelta affrettata, e di sicuro Malfoy lo sa. È per questo che ha deciso di accettare il mio consiglio. Devi fidarti di me e di lui, Harry.
Il moro non era assolutamente convinto, ed avrebbe voluto gridare a Silente che non era giusto, che così rischiava troppo… che non l’aveva fatto per Draco, ma solo per avere una spia in più all’interno dei mangiamorte… Ma Silente intercettò i suoi pensieri.
– Non credere che io sia così meschino e calcolatore da fare solo i miei interessi. Se cominci a pensare a tutte le conseguenze negative che avrebbe avuto un suo rifiuto al padre di unirsi ai mangiamorte, capiresti che è meglio così.
Il preside non sembrò voler aggiungere altro, e Remus si avvicinò a lui quando cominciò ad avviarsi alla porta.
– Ti va se ti accompagno? Mancano ancora venti minuti alle lezioni, potremmo farci una chiacchierata.
Il moro annuì tristemente, sperando che non volesse parlare di Draco e della loro “amicizia”.
Fortunatamente, il licantropo sembrò intuire l’imbarazzo di Harry e il fatto che non aveva voglia di affrontare l’argomento, così deviò il discorso, facendolo ricadere nuovamente su Sirius.
– Sai, Harry, nonostante tutte queste difficoltà, sono quasi certo che ci riusciremo. Non so perché, ma fin da quando l’ho… ehm, l’abbiamo perso, ho sempre avuto la sensazione che non fosse tutto finito… non so se mi spiego.
Harry annuì.
– Sì, ho capito. E, ad ogni modo, non ho alcuna intenzione di arrendermi così facilmente. Anche se fosse praticamente impossibile, ora che so che c’è un modo per farlo ritornare con noi non mi fermerò davanti alla prima difficoltà. Solo… beh, mi sono preoccupato quando ho saputo che non ce l’avevate fatta.
Disse candidamente il grifondoro.
Remus gli sorrise tristemente.
– Deve essere stata dura per te. Immagino che ti sarai sentito tradito, vero? Ti avevamo detto che l’avremmo riportato indietro, e quando siamo tornati lui non c’era… è stata dura per tutti. Non so quando riproveremo, dobbiamo trovare una fonte abbastanza forte da richiamarlo.
Harry ebbe un’illuminazione.
E io? Insomma, non abbiamo legami di sangue… ma lui è pur sempre il mio padrino! Questo vorrà pur dire qualcosa, no?
Remus sospirò, e scosse la testa.
– Mi spiace Harry, ma non è la stessa cosa che essere un parente. Insomma, il vostro legame può essere d’aiuto, certo… ti porteremo con noi la prossima volta, potrebbe aiutarci la tua presenza. Ma il vero legame tra il nostro mondo e quello oltre il velo deve essere tramite una persona che abbia un legame di sangue con lui, non c’è verso. È inutile cercare di aggirare l’ostacolo… dobbiamo affrontarlo. Dovessi trascinarmi Bellatrix Black in persona, scalciante e urlante.
Harry ridacchiò, e Remus si sentì un po’ più sollevato.
– Bene, ora sarà meglio che vada. Ed anche tu, Harry… le tue lezioni stanno per iniziare.
Harry annuì, e si allontanò.



Non appena raggiunse l’aula, fu intercettato da Ron ed Hermione.
– Tutto bene?
Chiese l’amico.
Harry annuì.
– Volevo chiedergli se non potevo andare bene io. Sirius è il mio padrino, dopotutto.
Disse semplicemente.
Non voleva mentirgli, ma sarebbe stato troppo complicato parlar loro di Draco.
– E cos’hanno detto?
Chiese Hermione, poco convinta.
– Non va bene. Non abbiamo vincoli di sangue. Lo sapevo, in fondo. Ma dovevo tentare.
– Già. È un peccato, però, perché se fossi andato bene tu, avremmo risolto il problema.
Constatò Ron, con un tono di voce vagamente deluso.
Quando Harry aveva detto loro che cosa aveva chiesto al preside, per un po’ ci aveva quasi sperato.
– Era ovvio che non sarebbe andato bene – ribatté Hermione, decisa – o ci avrebbe già pensato Silente. Non è uno sprovveduto, di certo avrà vagliato ogni possibilità.
Già, ogni possibilità.
Al solo sentire quella frase ad Harry vennero i nervi. Ogni possibilità… per lui, però. Maledizione, aveva gettato Draco in pasto ai mangiamorte… come aveva potuto farlo?! Ed ora Harry non solo doveva preoccuparsi per Sirius, ma anche per il suo ragazzo. Perché le cose dovevano sempre complicarsi? Sempre! E Silente, secondo lui si divertiva un mondo a manovrarli tutti come burattini.
“Sei ingiusto” lo rimproverò una parte di lui “lui agisce solo per il vostro bene!”
Ma Harry non l’ascoltò. Era più facile essere arrabbiati, che comprensivi, almeno al momento.



Le lezioni erano
appena terminate.
I grifondoro avevano avuto solo lezioni singole, a parte erbologia con i tassorosso, e ad Harry mancava Draco.
Voleva vederlo.
Disse ai due amici di precederlo in sala comune, e che lui sarebbe arrivato più tardi. Hermione si accigliò leggermente, ma non fece storie, e si allontanò seguita da Ron, mentre Harry tirava fuori la mappa del malandrino e controllava dove si trovava il biondino.
“Alla gufiera… ed è da solo. Perfetto.”
Si diresse lì il più in fretta possibile, e quando arrivò aveva praticamente il fiatone.
Draco, sentendo qualcuno arrivargli alle spalle, si voltò di scatto. Quando si rese conto di chi fosse, l’espressione sorpresa si trasformò in un ghigno.
Ma guarda guarda… che mai ci farà Potter qui?
Harry sorrise, e gli si avvicinò.
– Cretino.
Disse semplicemente, prima di sporgersi per baciarlo. Draco ricambiò calorosamente, e quando si staccarono il biondo aveva ancora gli occhi socchiusi.
Dove hai lasciato sottuttoio e lenticchia?
Chiese Draco.
– Non chiamarli così, te l’ho già detto, mi sembra.
Lo rimbeccò Harry, ma il suo tono di voce non era di rimprovero.
– Il fatto di stare con te non mi obbliga automaticamente ad essere carino e gentile con tutti i tuoi amici.
Ma il fatto di essere perdutamente innamorato di me dovrebbe spingerti a rispettare, perlomeno, le persone che mi stanno accanto.
Draco si scostò da lui.
– EHI! Io non ho MAI detto una cosa del genere.
Harry sogghignò.
– Oh, sì che lo hai fatto
Poi lo baciò di nuovo, e non appena si separò dalle labbra del biondo, gli cinse la vita con le braccia e lo strinse a sé, poggiandogli ta testa sulla spalla.
– Ti sei chiesto perché sono qui?
Chiese Draco ironico.
Harry mugolò in risposta.
Quando il biondo intuì che il suo ragazzo non aveva intenzione di aggiungere nient’altro, continuò.
– Questa è una gufiera… ci sono i gufi. Ed i gufi servono a spedire la lettera. E se non ti scolli, non posso spedire la mia.
Harry lo strinse più forte.
Puoi farlo dopo…
Disse
piano.
Draco sospirò.
– Come mai così appiccicoso, oggi?
Fanculo, stronzo.
Mormorò il moro, separandosi da lui. Draco lo guardò perplesso, mentre Harry si avvicinava alla porta. Legò la sua pergamena alla zampina del gufo, e mormorò:
Malfoy Manor.
Poi si avvicinò ad Harry, che gli stava di spalle, a braccia incrociate.
– Tutto ok?
Chiese leggermente preoccupato.
– Tanto non te ne frega niente. Hai spedito la tua letterina, no? Allora ciao.
Draco lo abbracciò da dietro, e gli diede un bacio sul collo.
– Non sei davvero arrabbiato con me, o non saresti rimasto qui.
– Sì che lo sono. Volevo solo stare un po’ con te, ma evidentemente la cosa non è reciproca.
– Dai, sai che non è così.
Harry si voltò, senza sciogliere l’abbraccio.
Guardò Draco negli occhi, poi abbassò nuovamente lo sguardo.
– È stata una giornata di merda.
Draco lo strinse maggiormente con un braccio, mentre portò l’altra mano sul viso di Harry. Gli accarezzò una guancia con il pollice, poi con l’indice gli sollevò appena il mento, e notò che i suoi occhi erano lucidi.
– Allora, vuoi dirmi che ti è successo?
– A chi era indirizzata la lettera?
Chiese Harry di rimando.
– E se mi avvalessi della facoltà di non rispondere?
– Fa come ti pare.
Draco sorrise appena.
Harry era imbronciato, ma non sembrava avercela davvero con lui. Almeno, così sperava.
Diede un bacio sulla fronte del moro, poi sussurrò.
– Per mio padre.
– È qualcosa di pericoloso?
Domandò Harry preoccupato.
Draco scosse la testa.
– No. Solo una riunione fra amici. Mi ha chiesto di partecipare.
E tu?
– Non credo di poter lasciare la scuola. E poi c’è Potter che mi tiene d’occhio… come faremo se dicesse a Silente dei suoi sospetti su di me?
Ridacchiò.
Harry si rabbuiò di nuovo.
– Ehi, allora? Cos’è quello sguardo triste?
Il moro si sforzò di sorridere.
– Sai che fai quasi impressione? Fa strano vederti così gentile…
– Vuoi che torni lo stronzo di prima?
– Non eri poi così tanto stronzo. Non ci riuscivi con me. Comunque così sei perfetto. O quasi…
Sospirò, poi affondò la testa sul collo di Draco.
– Scusa.
E di che?
Chiese il serpeverde perplesso.
– Ho fatto una cosa che non dovevo
Draco alzò un sopracciglio, poi rispose non troppo convinto.
– Se mi hai tradito, prima pesto te poi uccido lui.
– Allora mi guarderò bene dal farlo…
– E…?
E ‘stamattina ho litigato con Silente.
Perché devi chiedere scusa a me allora?
– Io… mi sono incazzato con lui perché ti ha consigliato di farti marchiare.
COSA?! E glielo hai detto?
Harry annuì, e Draco rise.
– Non sei arrabbiato con me?
Il biondo scosse la testa, poi lo strinse più forte.
– Ti amo…
Sussurrò al moro, che si irrigidì un attimo. Ancora non ci aveva fatto l’abitudine… sentirselo dire lo faceva sentire strano, ma era bellissimo.
– Credevo ti saresti incazzato con me… Insomma, ora sanno che io so, e quindi che tu ti sei confidato con me.
– Sanno?
– C’era anche Remus…
– Ma da dove ti è venuto tutto questo coraggio?
– Insomma, ma mi senti quando parlo? Non sono stupidi… capiranno che c’è qualcosa tra di noi!
E allora? Io mi fido di loro, anche se sembra strano detto da me. E credo lo faccia anche tu. Sono contento che tu ti sia preoccupato per me, davvero. Anch’io un po’ ero incazzato con Silente, ma mi sono trattenuto, per cui ti capisco. E tu lo hai sopportato per molto più tempo di me. Inoltre, se anche sapessero che stiamo insieme… non è un problema.
Harry alzò gli occhi e lo fissò sorpreso.
– Dici sul serio?
– Ho la faccia di no che scherza?
Il moro sorrise, e lo baciò.
Draco non ce l’aveva con lui per quello che era successo… e il fatto che qualcuno potesse sapere di loro non lo infastidiva. Il Draco di un tempo lo avrebbe picchiato a sangue, cosparso di miele e buttato su un formicaio, per una cosa del genere… forse stavano davvero cambiando. Entrambi, perché nemmeno lui un tempo si sarebbe esposto a quel modo per il serpeverde. E questo non era un problema. No, non lo era affatto. Nonostante tutti i problemi che sembravano necessariamente volerlo sommergere, Harry si sentiva bene.
Come mai in vita sua.


***continua***

Note dell’autrice




Ringrazio tutti coloro che hanno commentato questi ultimi due capitoli, scusate se non riesco a rispondervi uno per uno.
Da domani inizio a lavorare tutti i giorni tutto il giorno, quindi rallenterò un po’ con gli aggiornamenti, senza contare che i capitoli scritti arrivano solo fino al 12 (quindi per gli altri ci sarà un po’ da aspettare)
Un bacione!

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Riflessioni ***


Cap. 11

Capitolo: 11/ 12 (in prosecuzione)

Pairing: Draco-Harry; Sirius/Remus

Raiting: Nc17
Avvertimenti: yaoi, shounen ai, slash

Cap. 11 – Riflessioni



Harry era stato felice di essere riuscito a parlare un po’ con Draco, alla fine. Il biondo serpeverde l’aveva un po’ tranquillizzato, e avevano deciso di vedersi nella stanza delle necessità, quella sera. Blaise si era rifiutato di togliere il disturbo, ed andare nel dormitorio grifondoro era fuori discussione. Si erano separati con un bacio, ed Harry sembrava camminare sulle nuvole per la felicità. Era strano come solo stando con il biondo, tutto sembrava migliorare. Ma era così, davvero.


Quando si recò nella sala comune grifondoro, trovò solo Hermione, intenta studiare su uno di quei libri polverosi che tanto la interessavano.
– Ciao Herm.
La salutò tranquillo.
Tra breve sarebbe stata ora di cena, e si chiedeva come facesse a riuscire sempre a studiare fino all’ultimo minuto disponibile.
– Ciao. Dov’eri? Sei stato via un’eternità… Ron ti ha aspettato, ma poi mi ha detto di raggiungerlo quando saresti arrivato…
– Ah, dov’è? In effetti non c’è nessuno…
Ribatté il ragazzo, glissando sulla domanda dell’amica.
– È giù dai tassorosso. Seamus ha litigato con Zacharia Smith prima, ma quasi non sono riusciti nemmeno a sfiorarsi che è arrivata la McGrannit che li ha divisi e li ha minacciati di punirli se li avesse ancora beccati a far casino nei corridoi. Così Smith ha detto a Seamus di raggiungerlo per regolare i conti… E lui, naturalmente, ha accettato. La cosa ha fatto il giro del dormitorio e tutti sono andati a vedere quei due cretini che fanno a botte.
– Tutti tranne te.
Notò Harry.
– Ho di meglio da fare, al momento. Tecnicamente ce l’avete anche tu e Ron, che ancora non avete finito i vostri temi di difesa contro le arti oscure…
Il moro alzò gli occhi al cielo.
– Li finiremo, Herm, non preoccuparti…
– O meglio, li copierete da me, giusto?
– Beh, è un’ipotesi realistica. Ora vado, ciao!
Le disse, e si voltò per uscire.
Ma la ragazza lo richiamò.
– Harry?
– Sì?
Domandò lui di rimando.
– Sai che a noi puoi dire tutto, vero?
Disse lei con tranquillità, ma lo sguardo intenso fisso sugli occhi dell’amico.
Ad Harry si gelò il sangue nelle vene, e lo colse il terrore che la ragazza avesse capito che gli stava nascondendo qualcosa.
Non sapeva cosa fare… forse era più giusto dirglielo… ma si sentiva pronto per questo?
Insomma, amava Draco, ed il biondo gli aveva detto che lo ricambiava… e non solo. Harry percepiva chiaramente i suoi sentimenti, e sapeva che quello che li legava era un sentimento oramai molto profondo… allora cos’era quell’ondata di insicurezza che lo avvolgeva? Perché non riusciva a parlare alla sua migliore amica della relazione con il serpeverde? Perché non riusciva a dire a lei e a Ron quanto era felice, quanto Draco fosse cambiato…? Perché?
Strinse i pugni, le braccia che prima ricadevano mollemente lungo i suoi fianchi si fecero più rigide.
Poteva, voleva mentire ancora? Che senso aveva continuare tutte le volte ad inventare una scusa per vederlo, quando avrebbe potuto tranquillamente dire ai suoi più cari amici che si vedeva con qualcuno, con qualcuno che lo faceva star bene, e che forse loro avrebbero potuto incominciare ad apprezzare?
Abbassò lo sguardo, ed aprì la bocca per parlare, ma le parole non volevano saperne di uscire fuori. Allora riprovò, per dire qualcosa di diverso da ciò che avrebbe voluto.
– Certo, Herm. Lo so.
Pronunciò semplicemente.
Poi si voltò, evitando di guardarla nuovamente negli occhi, ed uscì.


Quando Harry arrivò nei presi del dormitorio tassorosso, oramai se ne stavano andando tutti. Alcuni imprecavano contro madama Bump e la Mc Grannit, che avevano messo in punizione tutti i presenti, altri esultanti di gioia, perché Seamus aveva dato davvero una bella lezione a Zacharia, ed anche se pure il grifondoro le aveva prese di brutto, lo stato in cui si trovava lui era nulla in confronto a come aveva conciato il biondo tassorosso.
Harry vide di sfuggita Ron parlare con il loro compagno di casa, e li raggiunse.
– Ehi, Harry! Dov’eri finito?
Domandò il rosso.
– Oh, io… niente, mi ero scordato una cosa in aula e sono tornato indietro. Ehi, Seam, come va?
– Stato meglio, grazie. Ma per lo meno non sono l’unico ridotto così… dovresti vedere Smith!
Ridacchiò il grifondoro.
– Già, avresti dovuto vederlo, Harry. Certe soddisfazioni sono uniche nella vita…
Continuò
Ron.
Harry annuì, sorridendo, ma non disse nulla.
I tre tornarono assieme nella sala comune grifondoro, dove Dean Thomas era intento a chiacchierare con un ragazzino del primo anno. Non appena vide Seamus varcare la soglia del buco del ritratto, gli lanciò uno sguardo infuocato. Seamus si avvicinò a lui, cercando di sorridere, mentre il ragazzino si allontanava.
– Ehi, non ti complimenti con me come gli altri?
E per quale motivo dovrei farlo? Ma sei cretino, forse!?
Seamus cambiò espressione, ed Harry non avrebbe saputo dire se fosse uno sguardo offeso o ferito, quello che rivolse al compagno di casa. Forse era semplicemente un misto di entrambe le cose.
Perché fai così? Mica sono andato a farmi ammazzare!
– No, ma guardati, come sei ridotto! Ed ora metà dei grifondoro del nostro anno sono in punizione… ti pare una cosa intelligente quella che hai fatto?
– Oh, andiamo, nemmeno tu lo sopporti…
– Sì, ma questo non ti autorizza a creare tutto questo casino!
Detto ciò, senza degnare l’amico neanche di un altro sguardo, si voltò verso il ritratto della signora grassa ed uscì.
Harry e Ron osservarono la scena, perplessi.
Seamus sospirò, e si lasciò cadere su un divano.
– Io davvero non lo capisco. Insomma, se non altro abbiamo avuto tutti un’oretta di svago, no?
Disse ironico rivolto a Ron.
– Già, – rispose il rosso, – avete proprio dato spettacolo…
– E allora perché se la prende tanto? Non gli ho mica fatto un torto personale! E non credo gli dispiaccia per Smith… lo odia almeno quanto me.
Ron annuì comprensivo, quando la mente Harry all’improvviso fu attraversata da un’idea che riteneva semplicemente assurda.
Possibile che fra Dean e Seamus ci fosse qualcosa? magari non stavano assieme, ma… il modo in cui l’attenzione di Dean era stata catturate non appena loro… LUI era entrata nella stanza, e la malcelata preoccupazione (che Seamus non aveva compreso) nelle sue parole… Ed il fatto che Seamus fosse rimasto così male per le parole dell’amico…
– Perché non vai a parlargli?
Disse a Seamus, ignorando lo sguardo confuso di Ron, che disse subito:
– Ehi, ma è lui che ha cominciato! Perché Seam dovrebbe cercarlo?
Seamus gli sorrise cautamente.
– Forse dovrei.
E allora sbrigati, forza!
Esclamò Harry. Seamus accettò il consiglio, sebbene un po’ riluttante, ed uscì a sua volta.
Quando se ne fu andato, Ron si rivolse ad Harry.
– Perché mai dovrebbe andare a cercare qualcuno che lo ha aggredito?
Harry ridacchiò.
– Non lo ha proprio aggredito… era solo in pensiero per lui. e poi qualcuno dovrà pur fare il primo passo…
– Il primo passo?
Harry ridacchiò di nuovo, imbarazzato. Forse poteva parlare della sua teoria a Ron, tanto per tastare il terreno… tantopiù che non era nulla di certo, e che quindi non avrebbe dovuto causare problemi a nessuno dei due amici.
– Sai, ho l’impressione che Dean abbia una bella cotta per Seamus…
Ron sgranò gli occhi.
E da quando Dean sarebbe gay?
– Non lo so, la mia è solo un’impressione… perché, la cosa ti creerebbe problemi?
Ron tentennò un po’.
– Beh, non proprio, però… è strano, ecco.
– Te l’ho detto, Ron… è solo una mia impressione. Magari sbaglio.
E secondo la tua… ehm, impressione… Seamus ricambia?
– Pienamente.
Ron vacillò.
– Oh mio Dio… ho bisogno di riprendermi un attimo…
Mormorò, per poi sedersi su una sedia lì vicino.
Harry si sforzò di sorridere, ma nei suoi occhi c’era un velo di tristezza. Certo, non aveva detto che la cosa gli faceva schifo, però… non era esattamente felice per loro due. Cosa comprensibilissima, certo… ma cos’avrebbe detto di lui e di Draco? Gli sarebbe bastato “un attimo per riprendersi”? O avrebbe avuto bisogno di molto, molto più tempo? Tra l’altro Draco era… era un Malfoy. Il che sarebbe stato sicuramente un problema. Ad Harry oramai questa cosa suonava totalmente ridicola, ma sapeva fin troppo bene che per Ron non era così. Ron odiava Draco Malfoy, e la cosa che più faceva male al moro era che non aveva neppure tutti i torti.
Chissà Hermione, invece, che cosa avrebbe pensato di loro… probabilmente aveva già intuito che Harry si stava vedendo con qualcuno… ma fino a che punto aveva capito come stavano realmente le cose? e fino a che punto avrebbe potuto accettarlo?
Harry si sedette vicino a Ron, ignorando le parole dell’amico che aveva cominciato a parlare, e sentendo solo vagamente che diceva qualcosa a proposito di Dean e Ginny.
Quando vide che l’amico si era interrotto, ed aspettava una risposta, si limitò a dire:
– Non lo so, Ron. Non lo so…


Draco stava disteso sul letto, con gli occhi chiusi, perso fra i suoi pensieri, quando qualcuno bussò alla porta.
Intuì che non poteva trattarsi di Blaise: l’amico, infatti, si sarebbe limitato ad entrare senza troppe cerimonie, visto che quella era la sua stanza. potevano essere Tigher e Goyle, i quali erano troppo impegnati a discutere con Theodore Nott fin da quando erano stati trasferiti nella sua stanza. Per un attimo, quando aveva saputo dei rapporti non proprio pacifici tra di loro, Draco aveva temuto che Piton decidesse di rispedirli in camera con lui e far tornare Blaise con Theo, tanto, litigio per litigio… ma grazie al cielo le loro discussioni non rasentavano nemmeno lontanamente la violenza di quelle che il moro aveva avuto con Blaise, e gli urli non si sentivano neppure troppo. Per cui, alla fine le cose erano rimaste così com’erano, e Draco non poté che essere felice per questo, dato che la cosa gli consentiva di vedere Potter senza le solite preoccupazioni. Era incredibile come quel maledetto grifondoro aveva assorbito completamente la sua vita… ed era stranissimo sentirsi innamorati… e amati. E la cosa peggiore era che si era reso conto di non poter più fare a meno di lui, anche se questo li avrebbe messi in pericolo entrambi. Se suo padre avesse anche solo intuito che i loro rapporti erano migliorati, gli avrebbe ordinato di trovare un modo di farlo fuori, o di portarlo da loro, di questo ne era più che certo. Lasciarlo era stata probabilmente la cosa migliore che avesse fatto per lui… ma non era riuscito a stargli lontano. Cosa avrebbe fatto, allora, il giorno in cui si fosse trovato davvero in pericolo? Come avrebbe potuto guardarlo negli occhi e dirgli che non potevano stare assieme, quando già ora non ci riusciva? Forse aveva sbagliato a dirgli tutto, a parlargli dei suoi sentimenti. Forse, se Potter avesse creduto che Draco non provava niente per lui, le cose sarebbero state più facili, perché per quanto gli pesava ammetterlo, il serpeverde sapeva che non c’era un futuro per loro. Non c’era modo di poter stare assieme, una volta finita Hogwarts. Forse avrebbe dovuto semplicemente prendere le cose così come venivano, e non pensare al futuro: dopotutto, non era stato lui a dire ad Harry di non farsi troppe seghe mentali, e di parlargli dei suoi problemi? Ed ora quello che si comportava così era proprio lui. Bella coerenza.
Altri colpi si sentirono dalla porta, ed il biondo serpeverde disse ad alta voce uno strascicato:
– Avanti…
Non si curò di mettersi a sedere, o di rendersi più presentabile.
Quando la porta si aprì, rivelò un’aggraziata figura femminile dai capelli mori tagliati a caschetto e dal volto sorridente.
– Ciao Draco!
– Ciao… Com’è qui?
La ragazza arrossì un po’.
– Beh, è da quando sei tornato che non mi rivolgi praticamente la parola, e…
Draco sospirò rumorosamente, e si alzò in modo da stare con la schiena poggiata al muro.
– Non ce l’ho con te, non preoccuparti. È solo che ho avuto altre cose a cui pensare.
Pansy annuì timidamente.
– Lo so… cioè, lo immaginavo. Però sai, circola voce che tu abbia… beh, ecco… che tu abbia preso il marchio, e volevo sapere…
– Volevi sapere se è vero?
Domandò Malfoy, leggermente accigliato.
La mora annuì.
– Chi ha messo in giro queste voci?
– Theo mi ha detto che secondo lui è per questo che sei stato fuori per un paio di giorni… ma anche gli studenti di altre case… Sai, Millicent sta con quel tassorosso, e tra loro ed i corvonero si vocifera che quello che c’era scritto sul giornale, del ritorno di tuo padre, abbia anche fare con la tua assenza momentanea. Naturalmente non possono esserne sicuri, ma qualcuno di loro pensa che tu-sai-chi abbia bisogno di altri mangiamorte per uccidere Potter…
Draco annuì lentamente.
– Capisco. Insomma, gli studenti non hanno niente di meglio da fare che sparlare del sottoscritto.
Pansy ridacchiò.
Non è che tutte le case si siano messe a meditare su ciò che tu potresti o non potresti aver fatto, sono solo due o tre studenti qua e là… però Theo mi ha detto che per lui non si tratta di tuo padre, ma del marchio, e siccome hanno provato a farlo prendere anche a me, ho pensato che forse…
– Che forse potrebbe essere vero. Sai che anche se fosse così, non potrei dirtelo, no?
– Ci avevo pensato. Ma sai che di me puoi fidarti… morirei piuttosto che tradirti.
– Lo so, Pansy, ma davvero non posso dirti nulla. Mi spiace…
Pansy annuì
tristemente.
– D’accordo. Stai attento, però, capito?
– Naturalmente. Comunque… grazie.
Pansy lo guardò sbalordita. “Grazie?”
– Chi sei e che ne hai fatto del mio Draco?
Chiese divertita.
– Non è proprio il tuo Draco, se non sbaglio…
– Oh, ma lo sarà molto presto… grazie alle mie tattiche infallibili non sfuggirà ancora a lungo al mio fascino. Perciò riportamelo indietro!
Il biondo Ghignò.
– Non credo tu sia tanto abile…
Pansy lo guardò
maliziosa, e prima di andarsene, gli disse suadente.
– Vedremo, mon amour, vedremo…
Quando fu uscita, Il biondo si alzò in piedi di scatto, e cominciò a camminare avanti e indietro. Si sentiva un cretino, ma era terribilmente nervoso e non poteva farne a meno. Se davvero gli studenti delle altre case avevano intuito qualcosa, presto le voci si sarebbero diffuse anche fuori dalla scuola. che cosa avrebbe fatto, allora? Forse si stava preoccupando troppo, ma d’altra parte…
Si passò una mano tra i capelli.
Non doveva far vedere ai suoi compagni che era agitato, non doveva fare nulla di sospetto.
E Theo… come aveva fatto a saperlo? Il compagno non parlava mai di cose di cui non era assolutamente certo. Forse l’aveva saputo da suo padre… forse volevano far diventare un mangiamorte anche lui. Se così fosse stato, la situazione era più complicata del previsto. Con un altro mangiamorte a scuola, pronto a controllarlo ed a riferire all’oscuro ogni sua mossa falsa, non avrebbe certo avuto vita facile…




***continua***

Note dell’autrice


Ringrazio moltissimo tutti coloro che leggono e recensiscono… scusatemi se non vi rispondo, ma è un periodaccio e davvero non ce la faccio con i tempi ^^
Un bacione a tutti/e, e continuate a commentare!

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** L'illuminazione ***


Cap 12

Questo capitolo è dedicato a Lucy Light, che aveva capito dove tutto ciò andava a parare almeno 3 capitoli fa :-)

Cap. 12 – L’illuminazione

Quella sera Harry si defilò, grazie all’aiuto del solito mantello dell’invisibilità ed alla mappa del malandrino, dal suo dormitorio, e sgattaiolò non visto fino alla stanza delle necessità.
Dopo pochi minuti arrivò anche Draco, che si guardò un po’ intorno per cercare di capire se il compagno fosse già lì o meno.
Harry tentò di trattenere il respiro, ma ci riuscì per poco, e nel riprendere fiato fece quel minimo rumore che permise a Draco di accorgersi della sua presenza.
Il serpeverde, con un ghigno, afferrò il mantello ed esclamò, tentando di mantenere un tono basso di voce:
– Preso!
Harry gli fece la linguaccia e mormorò
– Vediamo quante altre volte riesci a prendermi, stasera…
Il biondo lo guardò allusivo, ed imitando il tono dell’altro, rispose semplicemente:
– Vediamo quanto riesci ad ispirarmi, stasera…
Harry si concentrò, e mentre faceva i soliti passi avanti ed indietro per far apparire la stanza, cercò di pensare ad un posto accogliente e comodo. Quando finalmente entrò, dovette complimentarsi con sé stesso, ed anche Draco parve abbastanza soddisfatto.
– Complimenti, Potter… vedi che se fai girare bene le rotelle qualcosa del tuo cervellino funziona?
Disse divertito, abbracciandolo da dietro spingendolo fino al divanetto bianco di fronte al camino.
Dietro di loro c’era anche un letto a baldacchino, ma quello l’avrebbero utilizzato più tardi.
Harry si sedette sul divano e Draco lo seguì immediatamente, poi prese fra le mani il volto del moro e lo baciò appassionatamente.
Rimasero svariati minuti così, solo a baciarsi, poi Draco cambiò posizione, fino quasi a sedersi su Harry, e cominciò a spogliarlo. Il moro lo lasciò fare, mentre le sue mani vagavano sulla schiena di Draco, e le sue labbra si staccavano da quelle dell’altro per cominciare a baciare dolcemente il collo del serpeverde. In breve finirono sul pavimento, e lo fecero lì, incuranti della comodità del morbido divano alle loro spalle, riscaldati ognuno dal calore dell’altro e dal fuoco del camino che contrastava con il freddo del pavimento.
Quando furono entrambi soddisfatti, Harry ricondusse Draco sul divano, e lo strinse a sé, dandogli un breve bacio a stampo sulle labbra.
– Draco…
Mormorò poi, sollevando la testa per guardarlo meglio.
Il biondo era rimasto abbastanza silenzioso per quasi tutto il tempo, ed anche se durante il loro amplesso si era abbastanza lasciato andare, per il resto gli era parso piuttosto nervoso. Non che anche lui non lo fosse, per via di Sirius, di Hermione e tutto il resto, ma vedere il compagno preoccupato gli faceva sentire qualcosa, all’altezza dello stomaco, che non riusciva più ad ignorare.
Draco rispose con un mugolio, mentre stringeva maggiormente le braccia attorno alla vita di Harry, il quale si fece coraggio e domandò timidamente:
– Qualcosa non va?
Draco, colto sul vivo, scosse vigorosamente la testa.
Non voleva che l’altro si preoccupasse, e poi non gli pareva il momento adatto a renderlo partecipe di tutte le sue elucubrazioni, ora che l’atmosfera era così rilassata.
– No, è tutto a posto.
– Sicuro? – domandò Harry, perplesso, – Perché a me non sembra molto. Sai che a me puoi dire tutto, no?
Harry, dopo aver pronunciato quella frase, ammutolì di colpo. Le sue parole erano state praticamente le stesse che Hermione gli aveva rivolto poche ore prima… era davvero così brutto sapere che c’era qualcosa che non andava ma non sapere cosa? O, peggio, sapere tutto ma vedere che l’altro non si fida abbastanza da esternare i suoi problemi?
Draco gli diede un bacio sul collo e sorrise.
– Qualche problema con i compagni di casa, nulla di che… Non preoccuparti, è tutto ok, davvero…
Harry sospirò, consapevole che non sarebbe riuscito a tirargli fuori altro, almeno per il momento.
– E poi fra i due sei tu quello che sta più con la testa fra le nuvole…
Continuò Draco, con le labbra poggiate sul collo di Harry, che sentì un brivido percorrerlo mentre l’altro parlava su di lui.
– Non è vero…
Protestò
debolmente il moro.
– Oh, sì che lo è… avanti, cosa sta succedendo ora?
– Le solite cose…
Draco alzò un sopracciglio.
Ovverosia?
Harry sbuffò.
– Uffa… perché finiamo sempre a parlare dei miei problemi e mai dei tuoi?
Draco alzò gli occhi al cielo. Effettivamente, il compagno aveva ragione… Ma non era colpa sua se non gli andava di parlare dei suoi problemi. Parlarne non li avrebbe risolti comunque, e per di più avrebbe anche fatto preoccupare Harry inutilmente. Ma a quel punto, tanto valeva…
A quanto pare in questa scuola la gente non ha niente di meglio da fare che decidere che cosa il sottoscritto fa o non fa quando non è a scuola, e qualcuno è giunto all’assurda conclusione che io sia un mangiamorte… mi chiedo come possano pensare che una cosa del genere posa essere vera… ad ogni modo, questa stasera Pansy è venuta a trovarmi per fare quattro chiacchiere, e mi ha detto che Nott la pensa così, oltre a qualche Corvonero che non si fa gli affari propri, e pochi tassorosso. Nessuna notizia da parte dei grifondoro, perché ovviamente Pansy non parla con loro… ma non è questo il problema, visto che le fonti sui rosso-oro non mi mancano di certo… Soddisfatto ora?
Domandò stancamente ad Harry, che l’aveva seguito attentamente senza perdersi nemmeno una parola.
Il moro annuì, mormorando semplicemente:
– Mi spiace…
Draco ridacchiò.
E di che? Mica è colpa tua…
Harry sospirò.
– Sì, ma a te non andava di parlarne ed io ti ho praticamente costretto. Scusa…
Lo sguardo del serpeverde si fece più dolce, e con una mano accarezzò la guancia di Harry.
– Ehi, guarda che io non faccio mai niente controvoglia, capito? Se te l’ho detto è perché mi andava. Più o meno. Comunque hai ragione: non posso pretendere che tu ti fidi a confidarti con me se poi io non faccio altrettanto…
Harry gli sorrise, e lo baciò brevemente.
– Allora, posso sapere che cosa ti affligge?
Domandò preoccupato il biondo.
– Niente di che… insomma, in effetti ci sono un paio di cose, però… ecco…
Harry abbassò lo sguardo. Dove cominciare? C’era il problema di Sirius, ma dubitava che Draco potesse essergli di qualche aiuto in quello. Forse era meglio dirgli prima di Hermione.
– Beh c’è Sirius… di cui ti avevo già accennato se ti ricordi… e poi ‘stasera è successa una cosa che non mi aspettavo, è che… insomma, credo che Hermione abbia capito che mi vedo con qualcuno…
Draco lo guardò perplesso.
– Per me non è un problema, credevo fosse chiaro ormai, no?
– Sì, infatti… è solo che… non lo so, non mi sento ancora di dirglielo. Non che io mi vergogni di te, o di essere… beh, insomma, di essere gay, però… non lo so, il fatto che potesse saperlo mi ha fatto sentire a disagio. E poi quando ho detto a Ron che secondo me Dean ha una cotta per Seamus, ci è mancato poco che non svenisse…
Draco strinse Harry, e gli accarezzò lentamente i capelli. Capiva come si sentiva, in fondo era un po’ quello che provava lui; però per qualche motivo sapere che il moro non si sentiva sicuro della loro relazione lo faceva star male. Era una cosa stupida, visto che fino a poco prima lui stesso stava pensando al fatto che prima o poi sarebbe finita, non c’era scampo… ma allora, perché si sentiva così?
Draco poggiò la fronte nell’incavo del collo di Harry, e sospirò.
– Tu credi che continueremo a vederci, dopo Hogwarts?
Domandò un po’ incerto.
Harry gli prese il mento con due dita, e gli alzò il volto in modo da poterlo guardare negli occhi.
– Vuoi scaricarmi prima?
– Non hai risposto alla mia domanda…
– Io non voglio
lasciarti, Draco. E non voglio darmi dei termini, pensando a quanto tempo ci rimane o angosciandomi pensando che tutto questo dovrà finire a causa della guerra e del fatto che tu sia mangiamorte, e che io vorrei diventare un auror… certo, sarà difficile, ma se tu sarai con me, è mia intenzione provarci. Potrebbe succedere qualsiasi cosa nel frattempo, Voldemort potrebbe ammazzarmi, o potremmo stancarci l’uno dell’altro, anche se non credo che riuscirei a trovare facilmente qualcuno con cui rimpiazzarti, – ridacchiò, – ma per il momento non credo di volerti, o di poterti dire addio di qui a pochi mesi.
Draco sorrise, pensando che forse quelli che si faceva erano problemi inutili. Aveva ragione Harry, potevano succedere un’infinità di cose prima che la scuola finisse, ed un po’ era triste dover vivere nell’incertezza costante di quale sarebbe stato il proprio destino. Però… però forse potevano davvero continuare a stare assieme anche dopo, costruirsi un futuro, essere felici. Eppure, c’era qualcosa che lo preoccupava… non sapeva bene di cosa si trattasse, ma non riusciva a pensare al loro futuro assieme così serenamente come sembrava fare il compagno.
E se ci dovessimo trovare a combattere su fronti opposti? Che farai allora? Anche se sono diventato mangiamorte come spia, non puoi sapere cosa potrebbe cambiare. E se per il tuo lavoro di auror ti dovessi trovare nella condizione di dovermi uccidere?
Lo sguardo di Harry si incupì un po’, e diede un bacio al compagno. Poi mormorò, sicuro:
– Piuttosto mi faccio ammazzare…
Il tono del grifondoro colpì profondamente Draco, che si sentì invaso da un calore che gli proveniva dall’interno. Sapeva che ciò che Harry pensava veramente ciò che aveva detto, gli si leggeva in faccia.
Gli sorrise, così apertamente che gli sembrò di non aver mi sorriso veramente prima d’allora, e lo baciò intensamente, portando le proprie braccia attorno al collo del moretto e stringendolo a sé.
– Non ci provare nemmeno, o ti raggiungerò anche fosse all’inferno solo per pestarti a sangue per punirti…
Gli mormorò quando si furono staccati.
Harry ridacchiò.
Sei proprio crudele… uno non può nemmeno morire in pace!
Draco gli mise un dito sulle labbra per zittirlo.
– No, tu non puoi…
Ci fu
un breve istante di silenzio, poi Draco, tornando serio, domandò:
– E riguardo Sirius?
– Oh, quella… è una storia complicata. Non credo serva a qualcosa parlarne.
– Magari sì. Potremmo trovare una soluzione…
– C’è
poco da trovare. Ti avevo già parlato, in parte, del fatto che quando è caduto dietro il velo non è morto, ma è rimasto imprigionato. Il punto è Silente crede che possiamo farlo tornare indietro con una specie di incantesimo d’appello. Per farlo, però, ci vuole qualcuno che abbia un legame di sangue con lui, e nemmeno io vado bene, anche se Sirius è il mio padrino…
Draco si accigliò un istante, poi sembrò pensare a qualcosa.
– Qualcuno con un legame di sangue, hai detto?
– Sì, e deve anche volerlo riportare indietro. Abbiamo, cioè hanno, provato anche con il sangue di Narcissa Black… ma non è servito a nulla. Serve proprio una persona in carne ed ossa, solo il suo sangue non basta…
Draco ridacchiò
.
– Certo che non potete usare solo il sangue, a meno che non vogliate metter su un rito satanico!
Harry sbuffò, staccandosi da Draco, e guardò quest’ultimo con un’aria di rimprovero.
– Mi chiedo cosa ci trovi di divertente!
– Forse il fatto di avere un ragazzo totalmente rincoglionito…
Harry lo guardò perplesso.
Che cosa vuoi dire?
Draco ridacchiò di nuovo.
– Hai detto che ci serve qualcuno con un legame di sangue… ma vanno bene i parenti di qualunque grado?
– Credo di sì… Silente non mi ha detto nulla in proposito.
E Silente è più rincoglionito di te. Lui e tutta la sua combriccola di dementi!
– Mi spieghi dove vuoi andare a parare?
Chiese Harry, sempre più spazientito.
– Hai detto che avete usato il sangue di Narcissa Black, no?
Ah-ah
– Perché ha un legame di sangue con Sirius Black
.
– Esatto…
Draco scoppiò a ridere più forte di prima.
– Potter… SVEGLIATI! È Narcissa… Narcissa Black in Malfoy!
Harry lo fissò a bocca spalancata, colto da un’improvvisa illuminazione.
– Tu…
Draco annuì, divertito.
– Avete usato il sangue di mia madre, coglione! Se io sono suo figlio, ho dei legami di sangue con lei, OVVIAMENTE… E se lei ha dei legami con Sirius Black…
– Tu potresti aiutarci a riportare indietro Sirius!
Harry gli si gettò letteralmente addosso, avvinghiandogli le braccia al collo.
– Lo faresti?
Domandò con il cuore traboccante di gioia, gli occhi leggermente velati dalle lacrime.
– Dipende… a quanto pare hai bisogno di me. Ma devi guadagnarti il mio aiuto…
Rispose suadente Draco, accarezzandogli la schiena fino ad arrivare ai glutei, ed alle cosce.
Harry lo strinse ancora di più a sé, cercando di calmare le lacrime di gioia che cominciarono a scendere copiose. Draco gli avvolse le braccia ai fianchi, mormorandogli in un orecchio:
– Ehi, calma! Se soffri così all’idea di rivedere il brutto muso di Black, forse è il caso che lasciamo perdere…
Harry ridacchiò, ma la sua risata fu quasi subito interrotta da un singhiozzo.
– Grazie… grazie Draco…
Il biondo fece un’alzatina di spalle.
– Per così poco… non è colpa mia se tu sei tanto idiota da non pensare alle cose più ovvie. Chissà com’è il vecchio non ci è arrivato subito!
– Forse non vuole farti correre rischi…
– Dopo il marchio, non credo che questo sia poi un così grande pericolo.
Harry dovette dirsi d’accordo, ed annuì convinto. Poi baciò brevemente il compagno, ed alzandosi lo prese per mano.
– Andiamo a vedere quant’è comodo il letto?
Gli chiese, ora più tranquillo.
Il biondo non se lo fece ripetere due volte, e prendendolo in braccio di peso, lo portò sul morbido giaciglio.


***continua***




Note dell’autrice




Prima o poi doveva arrivare… l’ultimo capitolo già scritto. In realtà ne ho altri 2 pronti, ma sono salvati in un cd dati che ho fatto mentre il mio pc era infestato dai virus… spero di riuscire a recuperarli, in modo da postare più in fretta. Altrimenti dovrete aspettare un paio di settimane, perché ora come ora a casa ci torno solo per dormire e la domenica studio (o meglio, faccio finta) per l’esame di giapponese che vi renderete conto da soli mi occuperà parecchio tempo… Sempre per questo motivo non posso rispondervi ora (non ce la faccio) ma sappiate che leggo con amore e immensa gioia ogni singolo commento (e non vi sto prendendo per i fondelli, è vero…)
Un bacione a tutti, continuate a leggere e commentare!

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** La mattina dopo (intermezzo) ***


Cap

Cap. 13 – La mattina dopo (intermezzo)

La mattina seguente, Harry si svegliò piuttosto rilassato e sereno, nonostante fosse ancora un po’ indolenzito per l’intensa “attività fisica” svolta la sera prima.
Non appena aperti gli occhi, si diede mentalmente del coglione, non solo perché era rimasto a dormire con Draco nella stanza delle necessità, nonostante Hermione avesse intuito qualcosa (dandole così modo di convincersi ulteriormente del fatto che Harry vedeva qualcuno), ma anche per il fatto che sebbene non fosse un giorno festivo, non aveva pensato a mettere un qualunque tipo di allarme in modo da svegliarsi entrambi in tempo per le lezioni.
Non che quando lui e Draco, la sera prima, si erano finalmente dichiarati soddisfatti, gli fosse rimasta energia sufficiente per mettersi a pensare ad alcunché: erano entrambi sfiniti, ed Harry si era addormentato praticamente subito. Pensò che avrebbe voluto sapere l’ora, e di fianco al letto apparve immediatamente un comodino con sopra una sveglia.
Il grifondoro si sporse un po’ e la prese in mano. Erano le 7.00… abbastanza presto, per fortuna, ma dovevano sbrigarsi ad andare o avrebbero fatto tardi. Senza contare il fatto che, mentre lui aveva a disposizione la mappa del malandrino ed il mantello, il compagno era totalmente scoperto. Dovevano, quindi, cercare di riuscire a tornare ai rispettivi dormitori prima che gli altri studenti fossero svegli.
Chiamò Draco, cercando di smuoverlo delicatamente, ma non ottenne grandi risultati. Posandogli la mano sulla spalla, allora, cominciò a scuoterlo con maggiore forza, ed infine il biondo aprì gli occhi.
– Buongiorno…
Mormorò dolcemente Harry.
Il biondo si alzò a sedere, sbadigliando rumorosamente ed in modo assolutamente poco Malfoy.
– Che… WAAAHN… che ora è? Che ci faccio qui?
Domandò, ancora intontito dal sonno.
Harry gli sorrise.
– Ieri sera ci siamo addormentati… Sono le sette, credo sia il caso che tu ti dia una mossa se non vuoi che ti becchino tornare nei sotterranei…
Il serpeverde spalancò gli occhi. Ok, era definitivamente sveglio.
– Le 7.00? Cazzo… devo sbrigare a vestirmi e tornare giù… è tardissimo!
Esclamò, balzando giù dal letto e cominciando a raccattare i propri vestiti.
Harry, ridacchiando nel vederlo così indaffarato ma nello stesso tempo impacciato perché appena sveglio, decise di fare lo stesso e si vestì velocemente. Quando entrambi furono pronti per uscire, Harry fece per mettersi addosso il mantello dell’invisibilità. Poi si bloccò con le mani a mezz’aria, e cambiò espressione.
– Cos’è, hai una paralisi?
Domandò divertito il compagno, poi il moretto estrasse dalla tasca dei pantaloni una pergamena.
– Giuro solennemente di non avere buone intenzioni…
Mormorò, e guardò attentamente. Tra i grifondoro, tutto ok… sembrava che ancora stessero dormendo tutti. Poi controllò i serpeverde.
“Porc***… ma che cavolo ci fa tutta quella gente sveglia?” pensò fra sé e sé.
C’erano almeno tre puntini in movimento, per fortuna non nella stanza dove dormiva Draco, ma in quelle vicine. Però poteva essere un problema. Allora, con il mantello ancora in mano, si avvicinò al compagno e gli diede un breve bacio a stampo. Poi lo guardò più serio.
– Parliamoci chiaro: tu sei importante per me, ma se gli succede qualcosa ti riduco in tanti piccoli brandelli, e poi li spargerò in mare così nessuno potrà nemmeno pensare di rimetterli assieme.
Disse.
Draco lo guardò con aria perplessa, poi il compagno gli mise sulle spalle il mantello.
– Ma cosa…
Tentò di protestare, ma il grifondoro lo zittì subito.
– Ci sono dei serpeverde svegli. Li ho visti muoversi.
Disse candidamente al biondo, per poi mostrarglieli sulla mappa.
– E tu li vedi con quella cosa?
Harry annuì.
– Ecco come facevi sempre a trovarmi…
Meditò Draco, e ad Harry sfuggì un sorriso. Poi disse piano:
– Fatto il misfatto.
E la richiuse.
Draco la prese tra le mani, incuriosito.
– E il vecchio non ne sa nulla?
Harry scosse la testa.
– No. E non ho nessuna intenzione di dirglielo. O di dargliela.
Draco lo guardò con un ghigno, mentre gli restituiva l’oggetto.
– Casomai di darglielo… e lo spero bene che non ti vada, sai che schifo?
Harry gli diede una leggera gomitata, ma poi continuò.
– Comunque, io ho questa. Tu invece non puoi sapere se qualcuno è nei paraggi o meno. Per cui tieniti quel mantello sulle spalle, e non rompere. Stasera ci rivediamo e me lo ridai, d’accordo?
Draco annuì.
– Sempre qui?
Harry annuì a sua volta, e dopo avergli dato un bacio a stampo, fece per andarsene.
Poi si bloccò, di nuovo.
– Ah, senti… per te è un problema se… insomma, se dico a Silente che potresti… ecco, essere d’aiuto per Sirius?
Draco scoppiò a ridere.
– Certo che se vuoi che vi aiuti, il minimo che puoi fare è dirlo al vecchiaccio…
Harry si sentì rincuorato dalla risposta del compagno, e dopo averlo ringraziato uscì, questa volta sul serio.


Draco non ebbe problemi a rientrare nella sua camera, soprattutto grazie al mantello. Ringraziando mentalmente il moro, aprì la porta di soppiatto ed entrò cercando di fare il meno rumore possibile, ciononostante il compagno di stanza si svegliò ugualmente.
– Mhh… Draco…?
Mormorò assonnato.
– Sì, sono io, Blay… dormi.
– Ok… comunque è arrivata una lettera… per te, prima… Waaaahn… è sul letto…
Draco si stupì.
– Una lettera? Perché il gufo non l’ha consegnata a me personalmente, come al solito?
Blaise si strofinò gli occhi.
– E che ne so io? L’ha… portata… un elfo domestico qui, ti cercava…
– Elfo idiota. Da quando le lettere si consegnano al primo che capita?
– Non-lo-so, Draco! Ora vorrei dormire la mezz’oretta che mi rimane, se non ti spiace. ‘Notte…
Draco sbuffò sonoramente.
– ‘Notte Blay.
Prese la lettera fra le mani. Chissà cosa conteneva…


Quando entrò nel dormitorio Harry tentò di fare il più piano possibile, davvero. Ma, chissà come, si ritrovò faccia a faccia con il suo migliore amico, seduto a gambe incrociate sul suo letto.
– Credevo dormissi…
Gli disse il moro, con un tono di voce un po’ preoccupato.
– Infatti, ma ho sentito dei rumori. Non mi dirai dove sei stato, vero?
– Un po’ in giro…
Mentì Harry.
– Un po’ in giro a quest’ora della notte?
Potter annuì, e si sedette sul letto.
Poi decise che forse poteva anche dirgli qualcosa.
– Ok, non è del tutto vero. Non posso dirti dov’ero, ma ti assicuro che non stavo facendo nulla di pericoloso…
Ron sbuffò.
– Senti, lo so che tutta questa stoia di Sirius ti fa stare male, ma se hai bisogno di sfogarti con qualcuno, ricordati che hai degli amici…
Harry sorrise debolmente.
Già, aveva degli amici, e tendeva a scordarsene un po’ troppo facilmente in quel periodo. Aveva bisogno di un po’ di tempo, era vero, ma doveva cercare di parlar loro al più presto della relazione che lo univa a Draco…
Pensando al biondino, Harry si ricordò di ciò di cui avevano parlato la sera prima.
– Sai, forse ho trovato una soluzione.
Disse raggiante.
– Che cosa vuoi dire?
Domandò Ron, perplesso.
– Te lo dico oggi pomeriggio… adesso sbrigati che è tardi.
– E va bene. Ma poi voglio sapere tutto!
Esclamò il rosso con un sorriso che arrivava da un orecchio all’altro.
Ed Harry, in quel momento, si sentì un po’più sereno.


Durante la prima ora buca i quella giornata, Harry mollò i suoi due migliori amici, che rimasero un po’ stupiti del comportamento del moro, e corse da Silente.
Il preside lo fece accomodare subito, e dolcemente come al suo solito chiese:
– Cosa c’è, Harry?
Harry era ancora un filino arrabbiato con lui, ma non riuscì a tenergli il broncio, né a trattenersi dal sorridere.
– Riguarda Sirius. E il modo di tirarlo fuori… ce l’abbiamo! È inutile continuare a cercare legami di parentela con persone che sono felicissime di vederlo morto…
L’anziano preside incrociò le braccia, mostrandosi un po’ perplesso.
– A cosa i riferisci?
– A Malfoy… è parente di Black, anche se non di primo grado. Non potrebbe aiutarci lui?
L’uomo scosse la testa divertito.
– Credi davvero che io non ci abbia già pensato?
Il grifondoro si sentì un po’ meno sicuro di sé stesso, ma non per questo si arrese.
– E perché non ha provato?

***continua***


Note dell’autrice

Ringrazio tutti coloro che hanno recensito gli scorsi capitoli, e mi scuso sia per non aver risposto ad ognuno singolarmente (ma rimedierò al più presto), sia per il clamoroso ritardo. Purtroppo il lavoro, l’università e gli esami (che per questa sessione finirò circa l’11 marzo) mi tengono lontana dalle fanfiction, ed aggiornare diventa sempre più difficile. Lo so che c’è gente che con i miei stessi impegni aggiorna molto più di frequente, ma a tutto ciò si aggiunge anche la mancanza di ispirazione che sempre più spesso mi colpisce (soprattutto grazie allo stress). Chiedo venia, con la promessa che appena finiranno gli esami cercherò di essere un po’ più costante, anche se non so quanto riuscirò a scrivere anche da marzo in poi.
Questo capitolo non mi soddisfa pienamente, ma a furia di correggerlo e cambiarlo finivo con il non postarlo mai, quindi alla fine mi sono detta che era ora di inserirlo, nella speranza che non sia poi così orribile.
Ringrazio fin da ora chiunque continuerà a seguirmi, nonostante la mia lentezza, e chiunque vorrà lasciarmi un commento.
Un bacione a tutti,
spero a presto :-)
Vahly

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Un attacco a vuoto ***


Harry Potter e il segreto del velo

Cap.14 - Un attacco a vuoto


Silente sorrise, quando Harry gli domandò per quale motivo non avesse pensato prima a Draco Malfoy, e lo invitò a sedersi, prima di iniziare a parlare.
- Vedi, Harry, come ti ho già detto questa magia non è un semplice incantesimo di appello, nonostante la modalità sia molto simile. È una magia più complicata e potenzialmente pericolosa per chi la esegue: infatti chi viene attirato verso l’altro è colui che in quel momento è emotivamente o mentalmente più debole.
Harry si sentì leggermente confuso, e non era del tutto sicuro di aver capito.
- Quindi… Sirius verrebbe attratto verso Draco perché mentalmente è più debole?
Domandò, con tono incerto.
Il vecchio preside annuì.
- Esatto. Teoricamente, se fossimo sicuri della stabilità di Malfoy, sarebbe così. Non che Malfoy sia pazzo, ovviamente… ma è un ragazzo così giovane, e sottoposto a pressioni di vario genere… se sottoposto anche a questo dovesse subire un crollo emotivo, avremmo l’effetto contrario e sarebbe lui a venir risucchiato all’interno del velo. Capisci perché non volevo rischiare?
Harry annuì. Capiva eccome: l’ultima cosa che desiderava era vedere il suo ragazzo sparire dietro quel maledetto velo.
- Lei pensa che sia impossibile che Draco riporti indietro Sirius?
Silente scosse la testa.
- No, affatto. Anzi, sono piuttosto sicuro delle capacità del ragazzo, ed in un altro momento avrei preso molto sul serio l’ipotesi di utilizzare il suo legame con Sirius Black. D’altra parte ora, come tu stesso mi hai fatto notare non molto tempo fa, ha dovuto prendere il marchio, e questa è una grande fonte di stress. Senza contare che non avrebbe alcun motivo per desiderare che Sirius torni qui, e la volontà di riuscita è un fattore molto importante.
Harry sembrò risollevarsi. Se la volontà era importante allora c’era una speranza: Draco voleva che Sirius tornasse indietro. Perché lo voleva, no? Inoltre era sicuro della forza emotiva del compagno. Forse all’inizio era stato un po’ turbato dall’aver preso il marchio e dal dover assumere il ruolo di spia, ma Harry era sicuro del fatto che il biondo avesse retto piuttosto bene tutto ciò; quantomeno, meglio di quanto non avrebbe fatto lui stesso.
- E se fosse sicuro che Draco lo volesse? Si potrebbe fare un tentativo?
Silente annuì, lo sguardo sorridente dietro ai suoi occhiali a mezzaluna.
- Naturalmente, se fossimo certi almeno di questo… e se Malfoy fosse disposto a sottoporsi a degli allenamenti, si potrebbe tentare. Inoltre, come l’altra volta, sarebbero presenti Remus, Tonks e un paio di Auror… ragion per cui sì, direi che un tentativo sarebbe fattibile. Sei certo che lo desideri davvero?
- Sì, è stato lui a propormelo!
Ribatté il grifondoro.
- Bene. Allora faremo questa prova. Dì a Malfoy, con cui a quanto vedo sei entrato in amicizia, di presentarsi qui da me non appena gli è possibile. Ah, e do 10 punti ad entrambi per l’esempio di collaborazione tra le case.
Harry sorrise apertamente.
- Vado a dirglielo. Ah, un’altra cosa… posso essere presente anch’io quanto tenterete di riportare indietro Sirius? Secondo Remus la mia presenza potrebbe essere utile, visto che è il mio padrino…
Silente lo osservò un attimo, prima di acconsentire.
- Sì, direi che non c’è alcun problema. La tua presenza non può che giovare all’esito della missione.
- Perfetto! Grazie mille!
Esclamò il ragazzo, per poi congedarsi, e correre dai suoi amici.
Li trovò entrambi in Sala Comune, Hermione intenta a leggere un voluminoso libro sulle rune e Ron a scambiare delle figurine trovate nelle Cioccorane con un ragazzino più piccolo. Non appena entrato, li chiamò entrambi, con un sorriso raggiante. Non appena gli si avvicinarono, comunicò loro con aria cospiratoria:
- Forse c’è un modo per salvare Sirius… qualcuno che ha un legame di sangue con lui disposto ad aiutarci.
Il sorriso di Hermione si allargò all’istante, mentre Ron sembrava cofuso.
- Qualcuno che vuole portarlo indietro? E chi sarebbe? Avete fatto un imperius a Bellatrix?
Il moro ridacchiò alla domanda dell’amico, poi scosse la testa.
- No, Ron, niente del genere. Ma non avevamo tenuto conto del fatto che Narcissa Black ha un figlio che studia qui ad Hogwarts!
Il rosso restò a bocca aperta.
- Malfoy?!
Sputò fuori il suo nome come se fosse veleno, e quasi immediatamente Hermione disse:
- Com’è possibile che Malfoy sia al corrente della cosa? E che voglia aiutarci, per giunta!
Ad Harry si gelò il sangue nelle vene. Già, era quasi impossibile che i suoi amici non se ne accorgessero, e che non gli ponessero delle domande. Ma cosa doveva fare, a questo punto? Dir loro la verità, o continuare a mentire?
Sospirò, e guardò Hermione negli occhi. Sembrava quasi essersi pentita di avergli posto quella domanda, ma oramai non poteva più tornare indietro.
Harry stava per rispondere, quando l’attenzione dei suoi amici e degli altri occupanti della Sala Comune fu attirata dall’ingresso di qualcuno che non si sarebbero aspettati di vedere lì.



Quando Draco aveva aperto la lettera, non appena rientrato in stanza, quasi gli era venuto un colpo quando aveva letto le poche parole che vi erano scritte.
Oggi daremo il via alle danze. Tieniti pronto a darci manforte, ma non farti scoprire. È un’azione diversiva, i veri obiettivi ti saranno resi noti al più presto. Se Potter dovesse lasciare Hogwarts, chiamaci immediatamente.
Non era firmata, ma il ragazzo aveva riconosciuto immediatamente la scrittura del padre. Di sicuro era stata incantata per aprirsi solo se aperte da lui: era un vecchio trucco che i suoi genitori utilizzavano sempre per evitare che le loro missive cadessero in mani sbagliate.
Ma quel “daremo il via alle danze”? Voleva dunque dire che intendevano attaccare Hogwarts? Dovevano essere dei folli per tentare una simile mossa, chiunque sapeva che era impossibile smaterializzarsi all’interno del castello, e senza un appoggio all’interno sarebbe stato da pazzi credere di poter entrare. Possibile che ci fosse qualcun altro? Draco si era preso la testa fra le mani, cercando di bloccare quello che sembrava un principio di emicrania.
Volevano Harry. Beh, c’era di positivo che lo volevano vivo. Ma come volevano che lui li aiutasse? Si aspettavano forse che lui lo catturasse per loro? Il serpeverde non sapeva dirlo. Né sapeva cosa avrebbe dovuto fare in quel momento. Probabilmente la cosa più saggia da fare sarebbe stato andare da Silente e rivelargli il contenuto di quella lettera. Ma se qualche studente l’avesse visto parlare con lui, cosa avrebbe pensato? E se i Mangiamorte fossero entrati ad Hogwarts e l’avessero scoperto? Era il suo compito, come spia, era vero… ma solo in quel momento si era reso conto di quanto fosse rischioso.
Così, alla fine, aveva deciso di rivolgersi all’unica persona a cui sentiva di poterlo fare in quel momento: Severus Piton.
Il professore si era accigliato nel leggere la lettera, e si era domandato per quale motivo non fosse stato informato della cosa. Era davvero in programma un attacco, o forse era solo un modo per mettere Draco alla prova? Se lo domandò di sfuggita, ma non c’era il tempo di ragionarci su. Immediatamente aveva portato Draco da Silente, mentre Remus avrebbe chiamato Harry: se Voldemort aveva preso una qualche decisione, probabilmente il ragazzo aveva percepito qualcosa tramite la sua cicatrice, ed era loro intenzione chiederglielo.


Draco raccontò al preside della convocazione di pochi giorni prima ad una riunione a cui non aveva partecipato, ma non seppe dire null’altro. La lettera ricevuta quella mattina era stata una vera sorpresa: nessuno lo aveva avvisato prima, e discutendo con Silente si era reso conto di quanto tutto ciò fosse strano. Un semplice avvertimento via lettera, un attacco all’ultimo minuto… tutto ciò non aveva senso. Ma le loro elucubrazioni vennero interrotte da un rumore, a cui ne seguì un altro.
Guardando fuori dalla finestra, videro due uomini incappucciati e vestiti di nero colpire le mura di Hogwarts. Draco tremò nel vedere di sfuggita i loro volti coperti di maschera, prima di allontanarsi in un punto che non fosse loro visibile.
Allora era vero! La testa gli girò improvvisamente, e dovette sedersi.
In quel momento entrarono Harry, Ron ed Hermione. Ed il cuore gli parve fermarsi.


Harry guardò Draco, poi il preside, poi di nuovo Draco.
- Cosa sta succedendo? Perché mi avete chiamato?
Domandò, mentre Remus scambiava due parole con il professore di pozioni.
Harry avrebbe voluto chiedergli cosa ci facessero lì i suoi amici, ma si trattenne dal farlo.
Silente domandò:
- Hai sentito la cicatrice bruciare, o hai avvertito qualche segnale che Voldemort è qui vicino?
Harry scosse la testa, mentre un altro incantesimo colpiva le mura di Hogwarts.
- No, ma direi che è evidente che sta succedendo qualcosa. Che senso ha chiedermelo adesso?
Domandò preoccupato il Grifondoro.
Silente sorrise.
- Oh, direi che non c’è ragione di darsi troppa pena per quello… - affermò, accennando alla finestra, - anzi, direi proprio che sia il caso di non uscire a contrattaccarli: il castello è protetto da potenti incantesimi, e se il loro scopo è farci uscire, non ci riusciranno.
Altri colpi risuonarono da un altro angolo del castello, ma Harry si rese conto che i leggeri bagliori si schiantavano contro muri invisibili ed apparentemente impenetrabili.
Remus, che nel frattempo aveva smesso di parlare con Piton, prese parte alla conversazione.
- Non ritiene sia il caso di avvisare gli Auror?
- Certamente, stavo giusto per domandartelo… ci puoi pensare tu, gentilmente?
- Certo.
Annuì l’uomo, allontanandosi nuovamente.
Subito dopo, l’attenzione dei presenti venne attirata da un boato più forte degli altri, e pochi secondi dopo la professoressa McGrannit aveva varcato la soglia ed aveva comunicato al preside, incurante degli altri, che gli studenti erano nel panico, e che l’incantesimo aveva indebolito le protezioni.
Harry e gli altri erano stati gentilmente stati invitati a raggiungere i rispettivi dormitori, con l’intenzione di discutere con loro più tardi.
Non appena usciti, Harry quasi ignorò le proteste dei suoi amici ed afferrò Draco per un braccio.
- Che cosa sta succedendo?
Draco distolse lo sguardo.
- Io… non lo so. Stanno attaccando Hogwarts.
- Ma dai?! Bravo, non ce n’eravamo accorti!
Ironizzò Ron, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Harry.
- Tuo padre c’entra qualcosa con quest’attacco?
Domandò Hermione, pragmaticamente.
Il biondo scosse la testa, confuso.
- Non lo so. Può essere. Perché, ha importanza?
- No, ma non mi spiegavo la tua presenza da Silente, e questa era l’unica motivazione che mi sia venuta in mente.
Draco scosse la testa nuovamente, apparentemente incapace di dare risposte diverse da un semplice diniego. Cosa avrebbe raccontato ora? Non riusciva nemmeno ad assumere il suo solito cipiglio ed a trattarli da inferiori, com’era abituato. Avrebbe solo voluto dimenticare tutto per un momento, dimenticare che avrebbe potuto essere lì fuori, che un giorno avrebbe dovuto farlo… che il suo compito sarebbe dovuto essere di trascinare fuori Harry mentre loro quattro distoglievano l’attenzione, che c’era qualcosa che ancora non sapeva e degli obiettivi che gli sarebbero stati spiegati a breve, che se non era capace di reggere al minimo problema sarebbe crollato molto presto…
Vide Harry mormorare qualcosa ai suoi amici, poi annunciar loro che sarebbe tornato subito. Ed in un attimo, non sapeva neppure lui come, si stava lasciando trascinare dal suo ragazzo, il quale lo stava conducendo da qualche parte lontano da lì, lontano da loro.

Note dell’autrice

Scusatemi per i tempi di aggiornamento lunghissimi… ero convinta di aver postato anche qui questo capitolo (chissà perché, poi O_O ) ed invece l’ho messo solo su Nocturne Alley… cercherò di essere più veloce con i prossimi capitoli, anche se non me la sento di promettere nulla, dato che l’ispirazione purtroppo è carente ç_ç
Grazie tantissimo a tutti coloro che continuano a leggere e commentare… un bacione a tutti!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=144006