Let's Pretend It's Love

di Mary_B
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Burn It Down ***
Capitolo 2: *** Candy ***
Capitolo 3: *** Homeward Bound/Home ***
Capitolo 4: *** We Are Never Ever Getting Back Together ***
Capitolo 5: *** She Wolf (Falling To Pieces) ***
Capitolo 6: *** Impossible ***
Capitolo 7: *** You Could Be Happy ***
Capitolo 8: *** Carry On ***
Capitolo 9: *** I Won't Give Up ***
Capitolo 10: *** Holy Ground ***
Capitolo 11: *** Small Bump ***
Capitolo 12: *** One Day ***
Capitolo 13: *** Don't Speak ***
Capitolo 14: *** Speak Now - Firefly ***



Capitolo 1
*** Burn It Down ***


Burn It Down

You told me yes,
 You held me high,
And I believed when you told that lie.
I played that soldier,
 You played king
And struck me down when I kissed that ring.
You lost that right
 to hold that crown.
I built you up but you let me down.
So when you fall,
 I'll take my turn
and fan the flames as your blazes burn
-Burn It Down, Linkin Park-

 

<< Amore, meglio la cravatta blu o viola? >>
<< Blu, le cravatte viola sono per i funerali, tesoro >>
<< Davvero? >> la ragazza annuì lentamente seduta davanti alla sua toeletta con indosso una comoda vestaglia La Perla
<< Amore, perché il tuo cane sta sbavando sui miei mocassini Ferragamo? >>
<< Perché ti vuole bene, è il suo modo di fartelo sapere >>
<< Ecco, Luke vallo a dire alla tua padrona sulla borsa di Marc Jacobs >> lei rise ed andò a riprendere il cane dalla cabina armadio << Da quand’è che ce l’hai? >>
<< Da quando era cucciolo, era il più piccolo della cucciolata >>
<< Non oso immaginare come siano i suoi fratelli, allora. Senti, devo scappare, mio padre mi sta aspettando. Oggi è il grande giorno >>
<< Sono sicura che andrà tutto bene: sei vestito una favola, hai preparato un discorso fantastico, hai carisma da vendere e quella ditta sta per affondare, non vedo il motivo per cui debba opporsi più di tanto alla proposta d’acquisto o come diavolo si chiama >>
<< Grazie, amore >> si chinò verso di lei e la baciò dolcemente sulle labbra << Ti chiamo a riunione conclusa, ok? >> lei annuì appoggiando le braccia attorno al suo collo << Mi raccomando, sta sera c’è la festa a casa di mia madre, sii puntuale >>
<< Lo sarò, ci vediamo direttamente lì? >>
<< Sì. Adesso devo proprio andare. Ci sentiamo dopo >> sciolse l’abbraccio e fece per uscire di casa quando lei tossicchiò lievemente. Lui sorrise alla porta prima di tornare indietro come un uragano e prenderla in braccio alzandola da terra e facendola ridere << Ti amo, Sydney >> aggiunse mettendola giù
<< Ti amo anch’io, Rick >>
Una volta che la porta si chiuse alle spalle del suo fidanzato, Syd perse il sorriso e ritornò alla loro camera da letto, Luke Skywalker era placidamente steso sul tappeto persiano intento a sbavare, scosse lentamente la testa
<< Rick ti ucciderà, uno di questi giorni >> per tutta risposta lui girò la testa dall’altro lato e continuò la sua opera. Lei sorrise benevola ed entrò nella cabina armadio, fissava i vestiti attentamente, ma non ce la poteva fare. Con un urlo sbatté i piedi per terra e si lasciò cadere. Queste scene d’isteria era un segreto per Rick e per tutti i suoi amici e conoscenti, nessuno poteva sapere che il semplice scegliere dei vestiti la mandava in paranoia. Alla fine prese un abito rosso con piccoli pois bianchi di Stella McCartney, abbinò una borsa bianca YSL e un paio di tacchi stratosferici di Gucci, il tutto corredato da un cappotto rosso di Versace e da una sciarpa bianca di Valentino; salutò la loro domestica, Mara, ed uscì di casa. Park Avenue era affollata come al solito, la limousine era ferma davanti a casa sua e l’aspettava per portarla a lavoro. Dopo mezz’ora di traffico a singhiozzi finalmente riuscì ad arrivare, l’insegna gigantesca recitava “Beauty Queen New York”, lentamente entrò nel grattacielo salutando alcuni suoi colleghi/dipendenti, salì fino all’ultimo piano con l’ascensore e arrivò al suo ufficio in piena attività. Salutò ancora qualcuno e poi entrò nella stanza contrassegnata da una targhetta dorata: “Sydney Sparks, Caporedattrice”
<< Buongiorno, Syd >> la salutò Bruce entrando seguito da Allie e Jade, i suoi assistenti personali
<< ‘Giorno >> disse lei sfilando la giacca e lasciandola cadere sul divanetto insieme alla sciarpa
<< Giornata pesante oggi, abbiamo la riunione con il marketing alle 10, pranzo con Lucy Jackson, la stilista di Calvin Klein che dice di avere uno scandalo fra le mani e bla bla bla. Alle due Stephanie del reparto Styling vuole farti vedere i vestiti del prossimo set fotografico sulla moda nella vita di tutti i giorni, alle cinque c’è la tua chiamata via Skype con tua madre. Poi sei libera >>
<< Perfetto, Jade puoi dire a Stephanie che vado giù adesso? Devo andare via il prima possibile, sta sera festa a casa della mamma di Rick >>
<< Come sta Richard? >> chiese Allie cortese mentre Jade usciva in un lampo
<< Oh, bene. Grazie >>
<< Quel ragazzo è un sogno ad occhi aperti >> commentò Bruce lasciandosi cadere sul divano con una mano sul cuore
<< Lo so. Se tu non fossi etero, Bruce, avrei il terrore di portarlo qui da come lo guardi >>
<< Avanti, Syd! Ho dieci anni più di lui… ah giusto, per te non è un gran problema >> si ricordò Bruce battendosi una mano sulla fronte, Caroline fece un verso sorpreso mentre lo stomaco di Syd faceva un doppio avvitamento su sé stesso
<< Avevi nove anni tu, Allie. Syd era “Sparkie”, la blogger ufficiale di BQ Londra, BQ Parigi, BQ Milano, BQ New York e BQ Madrid, ovvero di tutta la catena. Aveva diciassette anni e lui trenta, era Mark Brown >>
<< Mark Brown il fotografo? >> fece Jade sconvolta rientrando dopo essere rimasta sulla soglia della porta mentre Bruce raccontava
<< Proprio lui. Dio, fu un tale scandalo! Avete mai sentito parlare de “L’angelo di BQ”? >>
<< Sei tu! >> esclamò Caroline indicando il suo capo che aveva la faccia più bianca della sua sciarpa immacolata << Oddio, mi sono sempre chiesta chi fosse… Wow, eri così diversa >> tutti la fissavano in attesa di una reazione, lei prese un bicchiere d’acqua appoggiato sulla scrivania e bevve un sorso a fatica cercando di calmarsi
<< Era tanto tempo fa, un'altra città, un’altra vita >>
<< Dopo Mark, poi, è arrivato Louis Tomlinson. Quello lo conoscete, no? >> Allie e Jade iniziarono a fare urletti isterici cercando di spiegare quanto amassero i One Direction e bla bla bla. Syd si lasciò sprofondare sulla poltrona accavallando le gambe elegantemente
<< Mmm… non avevo una giornata super piena? >> chiese lei cambiando drasticamente argomento.
 
 
 
 
La famiglia di Richard adorava fare feste: Carol, sua madre, sfruttava ogni occasione per spalancare le porte di casa sua e far ammirare ai suoi ospiti l’ultimo acquisto, che fosse un pezzo d’arredamento dell’epoca di Luigi XIV o un diamante al dito di Jennifer. A Rick quelle feste non piacevano più di tanto, erano le stesse persone con cui era nato e cresciuto, patetiche, vuote e superficiali. Ci andava solo per far contento i suoi genitori… e per Sydney. Lei era abituata ai riflettori da quando aveva sedici anni, ma New York non era ancora abituata a lei. La gente rimaneva ancora a bocca aperta quando la vedeva passeggiare in giro per Manhattan con i suoi lunghissimi capelli biondo dorato, l’abbigliamento impeccabile, le guance sempre delicatamente arrossate per il troppo freddo o il troppo caldo della città che, secondo lei, “aveva rinunciato alla primavera e all’autunno per avere più smog nell’aria”. Guardare i suoi amici e suo fratello sbavare davanti alla sua fidanzata lo rendeva oltremodo felice. Quella sera Syd non lo deluse, chiacchierava con sua sorella e sua cognata quando Rick arrivò alla festa, indossava un abito argentato, aderente e piuttosto corto, in testa aveva un cerchietto con un fiocco coordinato e fra le mani stringeva un flute di champagne.
<< Bonsoir >> esordì Rick avvicinandosi al gruppo e mettendo le mani sui fianchi di Syd, lei sorrise e lo baciò sulla guancia
<< Ciao Rick >> lo salutò sua sorella alzando il suo flute  << È per me sempre un piacere ricordarti che esistono altre donne importanti nella tua vita oltre Syd >> Rick alzò gli occhi al cielo e Syd e Martha risero
<< Ciao Jenny >> disse con tono petulante baciandola sulla guancia << E ciao anche a te, Martha >> aggiunse baciando la cognata
<< Ciao, caro >> rispose lei << Il mago ti cerca >>
<< È già ora? >> le chiese con occhi ardenti
<< No, ma ci siamo quasi >>
<< Mi dispiace, signore, ma il dovere mi chiama >> con un ultimo bacio per Syd, Rick sparì nella folla
<< A volte non so chi sia il bambino >> ammise Martha << Mio figlio di otto anni o mio cognato di ventinove >>
<< Io lo so >> affermò Effy unendosi al gruppo con un flute fra le dita << Lo zio Rick, decisamente >>
<< Elizabeth Caroline Van Golden, ti conviene che in quel bicchiere ci sia della coca cola >> la minacciò Martha, lei alzò il calice
<< Dal colore a me sembra champagne >> osservò Jenny
<< Dieci punti alla zia Jen per lo spirito di osservazione >> scherzò Effy facendo imbestialire la madre
<< Dai qui >> intervenne Syd prendendo il flute di Effy e poggiandolo sul vassoio di un cameriere di passaggio << L’alcol fa male, crea dipendenza, macchia i denti, fa ingrassare e causa diverse malattie su cui potrà parlarti meglio tuo padre >>
<< Già, il mitico Dottor Van Golden >> aggiunse Effy alzando gli occhi al cielo << Sul serio, state montando un casino assurdo per un bicchierino di uva fermentata quando tutti sappiamo che Syd… >>
<< Oh, guardate >> l’interruppe Martha indicando il centro del vasto salone << inizia lo spettacolo >>. Il piccolo Nick con Rick avevano gli occhi di tutti addosso, Nick indossava un cilindro da mago e un mantello, porgeva a Rick un mazzo di carte. Fece tutti i gesti magici di rito  e infine chiese << È questa la carta che avevi pescato? >> Rick scosse la testa
<< No, mi dispiace >> tutta la sala proruppe in versi di dispiacere, ma Nick non sembrava dispiaciuto più di tanto
<< Fa lo stesso >> disse scrollando le spalle
<< Posso insegnarti un trucchetto? >> domandò Rick, Nick annuì un po’ annoiato
<< Bene, ho bisogno di un assistente… Syd, puoi venire? >> Syd sussultò lievemente, diede il bicchiere a Jenny e si avvicinò a Rick  che le prese la mano sinistra << Ok, Syd, questa è una trasformazione >>
<< Spero non in un rospo >> scherzò Syd facendo ridere tutti
<< Non proprio… Nick, cotone >> Nick tirò fuori dalla tasca un piccolo gomitolo di cotone blu, Rick lo sciolse e ne legò un capo all’anulare di Syd, poi frugò nella tasca della giacca e tirò fuori una scatolina di Tiffany << Signore e signori, ecco come diventare felici per sempre: basta del cotone, un anello di Tiffany, una donna splendida e una risposta affermativa >> Rick tirò fuori un bellissimo anello dalla scatola e lo fece scivolare lungo il sottile filo di cotone, fino ad infilarsi perfettamente al dito di Syd, poi s’inginocchiò con la sua solita grazia mentre tutta la sala era in fermento, qualcuno, addirittura, si stava già tamponando gli occhi con fazzoletti di seta << Sydney Viola Sparks, ti amo come non ho mai amato nessuna in vita mia e voglio passare ogni singolo secondo a venire con te al mio fianco. Mi vuoi sposare? >>
Cosa dici quando il tuo fidanzato da cinque anni, coinquilino da tre, innamorato di te da quando ti ha visto bere un frappuccino al caramello al campus della Columbia e corrispondente ad ogni canone di perfezione di chiede di sposarlo davanti a tutta la sua famiglia e all’élite di Manhattan?
Dici di sì, lo urli al mondo, fai i volantini e li butti dalla finestra, piangi come una fontana e batti i piedi agitando l’anello che hai appena ricevuto.
Ma Syd non era così, non lo era mai stata e Rick lo sapeva. Ecco perché quel “sì” appena sussurrato per lui valse come una scritta con i fuochi d’artificio.
Syd era sua.
 

My Corner!
Hello PP!!!!!!!
Pensavate di esservi liberate di me??
E invece no!
Lo so, lo so, vi avevo promesso un mese di pausa e ne sono passati tre o quattro, ma la scuola mi sta uccidendo, non sto scherzando.
Comunque, un paio di informazioni tecniche:
1)    Pubblicherò ogni due settimane, così sono sicura di avere il capitolo pronto
2)   La storia è ambientata fra 10 anni. Ora, io non ho la più pallida idea di come sarà il mondo fra dieci anni, quindi ho deciso di tenere un ambientazione come se fosse ai giorni nostri, ma, ricordate, per i personaggi sono passati dieci anni dai fatti di “I should have taken the chance”
Poi, chi è questo Rick??
Sento i vostri insulti da lontano, ve lo giuro.
E Syd versione bambolina?
Direi che non è proprio come la ricordavate.
Allora, che ne pensate???
Fatemelo sapere!
xoxoxoxo
Mary

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Capitolo 2
*** Candy ***


Candy

Liberate our sons and daughters!
The bush is high,
But in the hole there’s water.
You can get some, when they give it,
Nothing sacred, but it's a living.
-Candy, Robbie Williams-

<< Sydney… Sydney, dai svegliati >> Syd mormorò qualcosa d’insensato nascondendo gli occhi dietro ai suoi pugni chiusi per ripararsi dalla luce che entrava dalla finestra della loro camera da letto << Dio, passerò sul serio il resto della mia vita a svegliarti ogni mattina? >> borbottò Rick
<< Me l’hai chiesto tu, ricordi? >> scherzò Syd lasciando cadere le mani continuando a tenere gli occhi chiusi
<< Cazzo, me ne sto già pentendo >> Syd iniziò a ridacchiare sempre più forte fino a scoppiare in una risata a pieni polmoni con tanto di lacrime agli occhi, Rick l’imitò asciugandole le lacrime con i polpastrelli
<< Sei un ragazzo scurrile >> lo prese in giro Syd allacciando le braccia attorno al suo collo
<< E tu hai una risata sguaiata >>
<< La mia risata non ha niente che non va >> protestò Syd stringendosi a lui sempre di più << È perfetta, lo dicono sempre tutti. Compreso il tuo migliore amico che continua a farmi il filo da anni >>
<< Robin è così >> Syd lo corresse immediatamente nella pronuncia del nome per riflesso involontario, Rick sbuffò
<< Non è carino chiamarlo Robin all’inglese, Robin è francese, solo perché vive qui sei anni non vuol dire che hai il diritto di cambiare il suo nome >>
<< Perché parli il Francese così bene? >> si lamentò Rick carezzandole la guancia, lei sorrise maliziosa
<< Sai, non è l’unica lingua che parlo bene, ne conosco un altro paio… >>
 
 
 
 
 
Il rendez-vous con Rick sotto le coperte durò un po’ più del previsto, quindi quando arrivò in ufficio i suoi dipendenti erano già a lavoro da mezz’ora.
<< Buongiorno, capo! >> la salutò Brit, la ragazza poco più che adolescente che faceva la centralinista al ventitreesimo piano, lei le sorrise e le fece un cenno con la mano prima di sparire nel suo ufficio
<< Buongiorno, Syd >> la salutò Bruce entrando << Ha chiamato Simon LaChapelle, il tipo di Alexander McQueen… >>
<< Bruce, Simon LaChapelle non è “il tipo di Alexander McQueen”, è l’erede del suo impero, abbi un po’ di rispetto >>
<< Sì, comunque… dice che ha un problema con il suo Fashion Director, Joseph Carroll e una modella, Beth Kazurakis. Solita storia: lei dice di aver dovuto scopare… >>
<< Andare a letto >> lo corresse Syd subito
<< … con lui per avere un posto alla sfilata e minaccia di vendere la cosa ai giornali. Vuole sapere se Carroll è uno stronzo perverso… >>
<< Maiale depravato >>
<< … o Beth una troia dalla bocca larga… >>
<< Bugiarda >>
<< E devo ammettere che, con tutti i servizietti che fa in giro non mi sorprenderebbe se la sua bocca fosse… >>
<< Ok, basta, ho capito! >> Allie e Jade entrarono in ufficio portando cinque quaderni ad anelli a testa stracolmi e Syd prese la cornetta del telefono fisso sulla sua scrivania
<< Brit? >> disse
<< Sì, capo? >>
<< Simon LaChapelle, per favore >>
<< Subito, capo >> Syd riattaccò e si voltò verso le ragazze << Questi cosa sono? >>
<< I bozzetti per i numeri di novembre e dicembre >> rispose Allie
<< Novembre e dicembre?!?!?!?!?!?! Li avevo approvati in Agosto! >>
<< Sì, ma c’è stato il problema di Poppy che è rimasta incinta quindi Hayley ha cambiato qualc… >> Jade s’interruppe allo squillo del telefono, Syd l’afferrò subito
<< Sparks >> mormorò prendendo in mano uno dei bozzetti
<< Capo, Rick sulla sette >>
<< LaChapelle che fine ha fatto? >>
<< La sua segretaria dice che è in riunione >>
<< E tu dille che se LaChapelle non porta il suo grazioso corpo al telefono io lo distruggo a livello mondiale >>
<< Consideralo fatto, capo >> Syd premette “7” sulla tastiera e sorrise al suono della voce di Rick
<< Buongiorno, signora Van Golden >>
<< Hey, vacci piano! Fuori al mio ufficio c’è ancora scritto Sydney Sparks >> le ricordò lei iniziando a giocare distrattamente con l’anello alla sua mano sinistra
<< A proposito di tu che diventi mia moglie e compagnia, mia madre ti ha invitato all’”Alain Ducasse” >> “Alain Ducasse” era l’abbreviazione di “Alain Ducasse at the Essex House Restaurant”, il secondo ristorante più costoso di Manhattan, ovviamente di proprietà della famiglia di Rick
<< Oggi, ovviamente >>
<< Sì, avevi da fare? >>
<< Niente che non si possa rimandare >> in quel momento Jade scoppiò in un urlo disumano indicando Syd, che alzò gli occhi al cielo << Dille che sono disponibile, ore devo correre, ho un’assistente in crisi >>
<< Va bene, ti amo, Syd >>
<< Anch’io >> Syd lasciò cadere la cornetta a suo posto e senza neanche alzare lo sguardo dal bozzetto di novembre porse a Jade la mano sinistra << Sì, mi ha chiesto di sposarlo davanti a tutti ieri sera >>
<< O. Mio. Dio! >> esclamò Allie afferrandole la mano << Questo è un Tiffany da chissà quanti carati >>
<< Sì, pesa un po’ >> sminuì Syd sottolineando un punto del progetto << Qualcuno dica a Hayley che qui la grammatica non è un optional, o, altrimenti, lì fuori ci sarebbe scritto “Cosmopolitan”, non “BQ New York” >>
<< E come te l’ha chiesto? >> chiese Jade con curiosità morbosa
<< Con un trucco di magia… questo layout fa schifo, sembra il New York Times, non una rivista di moda >>
<< E la sua famiglia? >> domandò Allie
 << Carol mi ha invitato a pranzo, Jenny è scoppiata a piangere e Oliver mi ha regalato un bracciale che avevo visto con Martha da Tiffany la settimana scorsa. No, no, no, no. Io non ho mai approvato questo scempio >> Syd si sporse ad afferrare la cornetta del telefono
<< Brit! >> chiamò con tono imperioso
<< Sì, capo? >>
<< Hayley Cruz nel mio ufficio, adesso >>
<< Subito, capo >>
<< E la tua famiglia? >> indagò Bruce, sempre la voce della ragione nel suo team. Syd divenne bordeaux e si concentrò ancora di più sui bozzetti
<< Li chiamerò oggi… o gli manderò una mail… meglio un SMS >>
<< Syd! >> esclamò Allie
<< Cosa!?!?!? >>
<< Stiamo parlando dei tuoi genitori, dei tuoi fratelli, di tuo cognato e di tua nipote >>
<< Grazie per il rapido promemoria sul mio albero genealogico, Jade >>
<< Non puoi mandargli un sms per dirgli che… >> il telefono squillò e Syd l’afferrò
<< Sparks >>
<< Simon LaChapelle sulla 5, capo >>
<< Grazie, Brit >> Syd premette “5” sulla tastiera allontanando la cornetta dall’orecchio
<< Oddio, Syd!!!! Sono disperato!!! Come può quella stupida troietta… >>
<< Donna di facili costumi >>
<< …inventarsi questa storia del cazzo… >>
<< Storiella stupida >>
<< …e minacciarmi di svendere tutto a “Cosmopolitan”?? >>
<< Sento Alexander McQueen che si rivolta nella tomba per il tuo forbito linguaggio, Simon >>
<< Alexander non ha mai dovuto occuparsi personalmente di questa merda, c’ero sempre io di mezzo >>
<< Cosa vuoi, Simon? >>
<< Dammi l’immunità >> Syd arrotolò il filo del telefono attorno al dito riflettendo sulla situazione
<< Mi dispiace, Simon. Non posso >>
<< Perché? Siamo amici, Syd! >>
<< Lo so, Simon, ma questo è lavoro e Beth Kazurakis mi ha già dato la storia >>
<< Cazzo >> sibilò Simon
<< Già. Ora, se non ti dispiace, devo tornare a lavoro. Ciao, ciao Simon >>
<< Aspetta, Sydn… >> lei lasciò scivolare la cornetta a posto e si volto verso il suo staff
<< E sentiamo, cosa dovrei fare? >>
<< Prenotare un biglietto sul primo volo per Londra non sarebbe una cattiva idea >> suggerì Jade
<< Oh, no, non se ne parla. Si tratta di perdere almeno una settimana di lavoro e non posso permettermelo >>
<< Andiamo, Syd! Lavori qui da sette anni e non ti sei mai presa una vacanza tranne quelle obbligatorie. Vai, passa una settimana con la tua famiglia e  
rilassati >>
<< Vedi, Allie, il tuo discorso non fa una piega, ma c’è un controsenso: “passare una settimana con la mia famiglia” e “rilassarmi” sono concetti che non possono coesistere nel mio mondo >>
<< Tu devi andarci, chiaro? Non hai più visto nessuno da quando hai iniziato il college, è il momento di ricongiungersi, è a questo che servono i matrimoni >>
<< I matrimoni servono a dare soldi alle Wedding Planner, Bruce… e per dare a me qualcosa su cui scrivere >>
<< A proposito, Syd >> esclamò Jade << Noi non abbiamo la storia di Beth Kazurakis >>
<< Non ancora, Jade. Bisogna avere solo un po’ di pazienza >>
 
 
 
 
<< Adoro questo ristorante >> ammise Carol guardandosi attorno deliziata dall’Alain Ducasse
<< Piace molto anche a me >> concordò Sydney prima di bere un sorso d’acqua. Come al solito, a Carol era stato riservato un tavolo in uno separé, ma era apparecchiato per quattro persone, due erano lì ma ne mancavano altre due all’appello, il che non fece altro che insospettire Syd
<< Scusate, scusate, scusate, ma la mia estetista ha detto che avevo bisogno di uno scrub d’emergenza >> proruppe Jenny sedendosi di fianco alla madre
<< Prova l’olio alle mandorle, dicono che aiuta >> suggerì Syd prima d’immergersi in una lista virtuale di persone che potevano occupare l’ultimo posto mancante. All’improvviso una donna con lunghi capelli rossi si lasciò cadere sulla sedia
<< Scusate il ritardo, ma ho un matrimonio tema savana fra le mani >> disse con un sorriso.
Matrimonio tema savana??  pensò Syd Oh, ti prego fai che non sia…
<< Sydney, lei è Daphne Raimi >> la presentò Carol << Lei è la miglior Wedding Planner in città >>
Ecco, appunto
<< Piacere, sono Sy… >>
<< …dney Viola Sparks, nata il 14 febbraio di ventotto anni fa, ad Holmes Chapel. Vincitrice di numerosi concorsi di bellezza, ex blogger di BQ e attuale caporedattrice di BQ New York, laureata in Letteratura Moderna e Contemporanea alla Columbia University di New York, ha studiato all’esclusiva Robinson School di Londra e sta per diventare la futura Signora Van Golden. Non è divino? >>
Oddio, questa sa anche il mio gruppo sanguigno… Fra parentesi, quel è??
…Fai che non sia una mitomane, fai che non sia una mitomane, fai che non sia una mitomane
<< Dio, è da quando ho sedici anni che sono ossessionata da te, qualunque cosa tu faccia ti riesce bene, è incredibile >>
Oh, andiamo! Adesso manca solo che sia una con le mie foto app… no, aspetta, così ti porti sfiga da sola, Sparks
<< Fantastico, a quanto pare le presentazioni non sono necessarie >> concluse Syd nascondendosi dietro ad un altro sorso d’acqua, tutte risero per la sua povera battuta e Syd sorrise davanti al tipico esempio dell’élite di New York
<< Allora, quando Rick mi ha detto che voleva chiederti di sposarlo due settimane fa, ho subito chiamato Daphne, che si è già messa avanti con i preparativi, giusto? >> chiese Carol retorica
<< Oh, sì! Ho già trovato una location divina, il Carlyle mi ha dato la disponibilità per il 14 Aprile, Vera Wang ti aspetta fra due settimane per la prima prova del vestito che io e Carol abbiamo scelto per te, sarai divina, ne sono sicura. Poi, ho parlato con il tuo staff per riuscire ad incastrare i tuoi impegni di lavoro con i vari incontri del corso prematrimoniale, gli appuntamenti della prova del vestito, la scelta delle bomboniere, gli assaggi della cena e così via, quindi, ecco i tuoi biglietti aerei >>
<< Quali biglietti aerei? >> chiese Syd
<< Quelli per Londra! Bruce, quell’assistente divino che ti ritrovi, mi ha detto che ti prendi una settimana per stare con la tua famiglia e rilassarti. È un’idea
divina >>
<< Ovviamente >> sibilò Syd
 
 
 
 
<< Mara, sono a casa! >> urlò Syd entrando in casa e buttando il BlackBerry sul divano in malo modo, stanca di sentirlo squillare
<< Buonasera, Signorina Sparks >> la salutò la sua fidata governante con il suo forte accento filippino
<< Che ci fai con il mio maglioncino di cachemire in mano? >> chiese Syd diffidente
<< Sto preparando la valigia >>
<< Quale valigia? >>
<< Quella della mia fidanzata per partire ed andare a Londra >> disse Rick uscendo dal suo studio con in mano un pacchetto
<< Ah, quindi lo sai già >>
<< Sì, Daphne mi ha incastrato per un ora e mezzo in ufficio per scegliere le bomboniere, lei dice che questa è semplicemente… >>
<< …divina? >> completò Syd buttando per aria la giacca e la borsa, lui annuì sorridendo mostrandole un fiorellino di porcellana finissimo poggiato su del soffice velluto blu
<< Ha detto che possiamo anche scegliere il colore del velluto >>
<< E quale hai scelto? >>
<< Rosso, che ne dici? >>
<< Lo sai che detesto scegliere queste cose, fai quello che vuoi. Dimmi solo a che ora devo essere al Carlyle e ci sarò >>
<< Aspetta, stai dicendo che io farò la sposina isterica e tu lo sposo menefreghista? >>
<< Esatto, amore. Hai da fare la prossima settimana? >>
<< Contare i secondi che mancano all’atterraggio del tuo aereo al JFK, perché? >>
<< Stavo pensando che potresti venire con me >> nello stesso momento Rick e Mara scoppiarono a ridere << Che c’è? >>
<< Avevamo scommesso con Stephen della reception che me l’avresti chiesto >> spiegò Rick
<< Spero tu abbia vinto >>
<< Ovviamente. Syd, qualunque sia il problema con la tua famiglia è arrivato il momento di risolverlo >>
<< Il problema fra me e la mia famiglia sono cinque anni di sbronze cosmiche e saltuario uso di droghe >>
<< Io direi che sono i sette anni di silenzio quasi assoluto che li hanno seguiti quegli anni >> le fece notare Rick << Syd, sono sempre la tua famiglia >>
<< Rick… non ho voglia di parlarne, ok? >> il telefono di casa squillò e Mara andò a rispondere con il solito << Casa Van Golden – Sparks >> mentre Rick aggiornava Syd sulla situazione dei preparativi del matrimonio, non che se ne interessasse sul serio
<< È per lei, signorina Sparks >> l’informò Mara passandole il cordless
<< Pronto? >>
<< A che ora atterra il tuo volo a Londra? >> Syd sgranò gli occhi di colpo e si appoggiò a Rick che la guardava allarmato
<< Ethan? >>
<< Cazzo, addirittura riconosci la mia voce! È meglio di quanto sperassi. A che ora atterri, quindi? >>
<< Alle sette del mattino, perché? >>
<< Abbiamo tirato a sorte fra me, tua madre e tuo padre per ospitarti e l’onere è ricaduto su di me. Elliot e Kiki saranno lì ad aspettarti >>
<< Se è un problema posso tranquillamente in hotel >>
<< Vedi che fai girare le palle? Ti ho detto che vieni a stare qui e tu… >>
<< Non ne sembri entusiasta, ecco tutto >>
<< Infatti non lo sono, ma Kiki muore dalla voglia all’idea di rivedere la zia Syd >> Sydney chiuse gli occhi già esausta da quella vacanza che doveva ancora iniziare
<< Ci vediamo domenica, Ethan >>
<< Sì, a domenica >> Syd chiuse la conversazione e lasciò cadere il telefono per terra
<< Che c’è, tesoro? >> chiese Rick abbracciandola
<< Mio fratello mi odia >>
 
 
 
 
<< Chiediamo ai signori passeggeri di accomodarsi ai loro posti e di allacciarsi le cinture di sicurezza mentre iniziamo la discesa verso Londra >> annunciò la voce dell’hostess all’interfono dell’aereo
<< Champagne? >> domandò gentilmente un’altra hostess
<< Sì, grazie >> rispose Syd riponendo in borsa il libro che stava leggendo
<< Abbiamo viaggiato seduti di fianco per sei ore circa e tutto ciò che ha fatto è stato lavorare, leggere e bere >> osservò l’uomo seduto di fianco a lei nei comodi sedili di prima classe con cui aveva scambiato più o meno dieci parole durante il viaggio
<< Se avessimo fatto questo viaggio nove anni fa avrei bevuto e basta, si ritenga fortunato >> scherzò Syd. Il tipo era il classico abitante di Manhattan: capelli perfetti, sorriso perfetto, dizione perfetta e valigetta da lavoro al fianco
<< Viaggio di piacere o di lavoro? >>
<< Ehm… dipende >>
<< Da cosa? >> Syd alzò mentalmente gli occhi al cielo, Ecco che parte l’attacco
<< Dai punti di vista: secondo i miei colleghi e il mio f…ighissmo iPad questo è un viaggio di piacere >> spiegò decidendo di far cuocere un po’ nel suo brodo il tipo << Secondo me, passare una settimana nel mio paese natale con la mia famiglia, con cui non parlo da sette anni più o meno, corrisponde a un mese in un campo di lavoro forzato >>
<< Sette anni? Però… >>
<< Sono una donna impegnata >> sorrise Syd
<< E quindi adesso passerete una settimana insieme? Si assicuri che il minibar dell’hotel sia pieno >>
<< Hotel? Magari, passerò una settimana da mio fratello >>
<< Con cui va d’accordo o… >>
<< Un tempo, sì >> ammise Syd con un sorriso triste << Da adolescenti. Lui è il mio fratellastro, è il figlio del secondo marito di mia madre. Diceva sempre “Io e te contro il mondo, Syd”, mi lasciava addirittura usare le sue sciarpe, e lui adorava  le sue sciarpe >>
<< Poi? >>
<< Poi ho accettato una borsa di studio alla Columbia, lui studiava Legge a Londra, si è laureato, è diventato giudice, ha sposato Elliot, il più dolce dei ragazzi, hanno adottato una bambina e io mi sono persa il matrimonio, l’arrivo di Kiki, la laurea, il concorso per diventare giudice… >>
<< Perché? >> Syd scosse la testa sconvolta dalla sua sincerità con quello sconosciuto
<< Sono troppo credente >> concluse criptica
<< Ed è un problema che lui è gay? >>
<< No! Non lo è mai stato… è una storia lunga >>
<< E… mettiamola così, le brave ragazze credenti accettano di andare a prendere un caffè con un bravo ragazzo agnostico che promette di non cercare di convertirla? >>
<< Può darsi… ma non quelle fidanzate >>
 
 
 
 
Syd passò la dogana senza alcun problema in quanto cittadina inglese, andò a prendere la sua valigia blu scuro e uscì dal terminal con la morte nel cuore. Appena mise piede fuori sentì un urlo acuto sovrastare tutta la confusione dell’aeroporto internazionale di Heathrow
<< Zia Sydney! >> Syd si voltò verso una bambina con la frangetta nera di quattro che correva verso di lei, e, non importava quanto volesse tornare a casa a New York, il sorriso sul suo viso era il più sincero che avesse mai fatto nell’ultima settimana
<< Kiki! >> la bambina le saltò in braccio  ridendo << Tesoro, dov’è tuo padre? >>
<< Lì, vicino alla colonna >> Elliot, il marito di Ethan, era impeccabile come sempre. Ethan e Elliot si erano conosciuti all’università, Elliot studiava economia e si era laureato con il massimo dei voti; di tutte le persone conosciute a Londra, lui era l’unico a non rinfacciarle il suo silenzio da oltreoceano, anzi, le inviava mail con notizie di Kiki e Ethan anche se spesso lei non aveva tempo di rispondergli
<< Guarda un po’ mia cognata che dimagrisce ogni volta che la vedo >> scherzò Elliot prendendo il trolley dalla sua mano, Syd sbuffò
<< Non è vero, è da quando ho vent’anni che oscillo fra una 38 e una 40 >>
<< In costume ti si vedono le ossa, ci scommetto. Dio, cosa darei per oscillare fra una 38 e una 40 per sempre >>
<< Cognatino, questo era molto gay >>
<< Sei tu che tiri fuori questo lato di me, cognatina >> si giustificò Elliot prima di stringerla in un abbraccio << È bello averti a casa >>
 
 
 
 
Elliot e Ethan vivevano in uno dei tanti quartieri residenziali di Londra, quando si erano trasferiti lì subito dopo il loro matrimonio avevano dovuto combattere con tante – troppe – famiglie omofobe nel quartiere, ma con l’arrivo di Kiki due anni prima la situazione era migliorata drasticamente, era impossibile resistere a quell’uragano dai capelli neri. Elliot accompagnò Syd nella sua camera al secondo piano e le disse che l’avrebbe svegliata un paio d’ore prima di uscire, lei sorrise riconoscente e si lasciò cadere sul letto ancora con il cappotto addosso pronta per una grandiosa giornata di sonno.
<< Sydney… cognatina, dai! Svegliati! >>
<< Mmm… >>
<< È una cazzo d’impresa svegliarti, lo sai? >>
<< Rick dice sempre che prima o poi mi lascerà a dormire così arriverò in ritardo a lavoro ed imparerò la lezione >> ammise lei stiracchiandosi
<< Ti ho preparato il tè come piace a te >>
<< Con anche i biscottini al cioccolato? >>
<< Syd, abbiamo una bambina di cinque anni in casa, biscotti al cioccolato e tutto ciò di cui si nutre >> Syd ridacchiò e si alzò. Dopo qualche minuto scese al piano di sotto, Ethan e Kiki erano lì seduti per terra a giocare con le bambole e Syd si concesse qualche secondo appoggiata allo stipite della porta per osservarli
<< Non è cambiato di una virgola, vero? >> osservò Elliot dalla cucina
<< Com’è possibile? >>
<< Ho diverse opzioni: A) vampirismo, B) patto con il diavolo, C) licantropia e D), la mia preferita, botox >>
<< Te ne saresti accorto, passano le due ore dopo l’iniezione con la faccia tirata >>
<< Perché così esperta, cognatina? Esperienza personale? >>
<< Ci puoi scommettere >> scherzò lei facendogli l’occhiolino, lui ridacchiò ed entrò in sala, Syd lo seguì con un sospiro, Ethan alzò lo sguardo come riconoscendo la presenza della sorella nella stessa stanza
<< Ciao, Ethan >> lo salutò lei
<< Sydney… non sei cambiata molto >>
<< Neanche tu… io ho venduto la mia anima alla dea della bellezza, tu? >>
<< Bevo sangue di bambini… soprattutto quello delle bambine che non si vogliono lavare i denti >> aggiunse minaccioso abbassando lo sguardo verso Kiki, la bambina scattò in piedi con un urlo e corse in bagno, Elliot e Ethan si diedero il cinque << Ce l’ho fatta, finalmente >> Syd scosse la testa sconsolata
<< Sei un padre orribile >> scherzò prima di andare a tranquillizzare la bambina

My Corner:
Hello PP!!!!!
Come va? 
Siete pronte per Natale?
Io credo che impazzirò se devo aspettare più di 24 ore prima di avere il mio regalo, e voi?
Alloooora,
Questo è il primo vero capitolo, so che per ora non ci sono stati ancora molti colpi di scena ma datemi un po' di tempo e poi avrete il terrore di leggere i capitoli per paura di sapere cos'è successo.
(aggiungete a questa frase una risata malefica, avrà più senso)
Pian piano salteranno fuori tutti i vecchi personaggi, e li accompagnerò con una piccola descrizione o flashback, così vi ricorderete chi sono o, in caso non aveste letto "I Should Have Taken The Chance" saprete di chi cazzo sto parlando.
Qui c'è Ethan, il fratellastro di Syd, con il suo delizioso marito e sua figlia Kiki, entrambe new entry.
Ethan è come ve lo ricordavate o è totalmente diverso?
E che ne pensate di Ethan e Kiki?
Poi, altre due new entry sono Carol, mamma di Rick, e Daphne, la wedding planner, che mi dite di loro??
Inoltre,
GRAZIE GRAZIE GRAZIE
a tutte le bellissime Piccole Petunie (sì, d'ora in poi questo sarà il vostro nuovo nome in codice) che hanno aggiunto questa FF nelle preferite, seguite e ricordata o hanno recensito, non avete la più pallida idea di quanto questo per me sia importante.
Ne approfitto anche per ringraziare "xmaliksglance" per aver segnalato ISHTTC (è un problema se abbreviamo? Scelgo sempre titoli che non finiscono mai) come scelta e ringrazio anche tutte le ragazze che hanno recensito ISHTTC, siete dolciosissime <3
Bene, vi ho rotto le palle abbastanza, ora tocca a voi!
Fatemi sapere che ne pensate!!!
Ci sentiamo fra due settimane!!!
xoxo
Mary
P.S. Buon Natale e Felice Anno Nuovo!! 

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Capitolo 3
*** Homeward Bound/Home ***


Homeward Bound/Home

If you get lost,
You can always be found.
Just know you’re not alone,
‘Cause I’m gonna make this place your home
-Homeward Bound/Home, Glee-


Sam era sempre stato uno di quei bambini vittime del fascino dei fratelli più grandi, ed era difficile non esserlo in una famiglia dove tuo fratello è giudice e tua sorella è vincitrice di un Kafka Prize, ma anche quando era più piccolo ed Ethan e Syd erano solo due adolescenti scalmanati, Sam li aveva adorati come si adorano gli dei. Non ricordava molto della sua infanzia, ma un momento era ben impresso nella sua memoria: aveva quattro anni, era all’aeroporto di Heathrow con i suoi genitori, il padre di Syd e sua moglie, Ethan e Sydney. Lei aveva ancora una fasciatura attorno al braccio sinistro e una brutta cicatrice all’attaccatura dei capelli, in mano stringeva un biglietto aereo e gli occhi erano pieni di lacrime, si era chinata per abbracciarlo e gli aveva sussurrato nell’orecchio “Ti vorrò sempre bene, Sam”.
Negli ultimi anni era stato difficile crederle, visto che era sparita come un fantasma, ma quando entrò nel ristorante e la vide smettere di litigare con Ethan al solo avvertire la sua presenza, Sam capì che Syd non aveva mentito.
<< Sam! >> esclamò correndo verso di lui per quanto le permettessero i tacchi. Si abbracciarono stretti ridendo dalla felicità, e ci volle un bel po’ prima che sciogliessero l’abbraccio. Tenendo ancora una mano sulla spalla del fratello, Syd si voltò verso le persone alle sue spalle, i suoi genitori. Certo, di quei quattro solo due dividevano il DNA con lei, ovvero Bill e Rachel, ma anche Peyton e Ben erano stati fondamentali nella sua crescita.
<< Ciao Pulce >> la salutò Bill caloroso con il suo nomignolo da bambina prima di stritolarla in un abbraccio. Rachel, come al solito, era più restia a questi slanci d’affetto in pubblico, ma si concesse un bacio sulla guancia della figlia. Peyton, sempre bellissima, strinse Syd per dei minuti prima di lasciarle salutare Ben con un freddo brevissimo abbraccio. Tutti insieme si sedettero a tavola dove risuonavano le risate allegre di Kiki e le voci di Sam e Syd che nel giro di cinque minuti avevano recuperato il tempo perso.
<< Allora, Sydney >> iniziò Ethan ormai arrivati al dessert interrompendo Sam che stava raccontando alla sorella della sua ultima partita di calcio << Per quale oscuro motivo ci degni della tua presenza? >>
<< Ethan! >> lo richiamò il marito
<< Elliot! >> lo scimmiottò lui << Andiamo, ce lo stiamo chiedendo tutti da quando il suo assistente ci ha mandato la mail. Fra parentesi, a scriverla tu quella mail ti saresti stancata troppo? >>
<< Bruce si occupa della mia corrispondenza personale >> spiegò Syd impassibile << Comunque, se eri così curioso, avresti potuto chiedermelo prima, fratellone >>
<< L’avrei fatto, se mia figlia non si fosse convinta che sono un vampiro >> spiegò indicando vagamente Kiki che, per tutta risposta, gli fece una linguaccia
<< Ok, allora… >> Syd fece un respiro profondo abbassando lo sguardo sulla mano sinistra che teneva appoggiata sulla gamba << Io e Rick… beh, Rick ed io… >>
<< …vi siete lasciati? >> completò speranzoso Ethan, Syd alzò lo sguardo e fissò il fratello negli occhi
<< Ci sposiamo, Ethan >> sulla tavola cadde un silenzio così profondo che si sarebbe potuto sentire cadere uno spillo. Rachel e Bill si guardarono ad occhi sgranati, Ben iniziò a scuotere la testa con aria di rammarico, Elliot mise una mano sulla spalla di Sam, seduto di fianco a lui, per tranquillizzarlo, Ethan iniziò a sussurrare una sequela di parolacce furioso e Kiki si guardava intorno confusa. Peyton fu la prima a riprendersi
<< Congratulazioni, tesoro >> disse facendo il giro del tavolo per andarla ad abbracciare, Syd era più immobile di una statua
<< Qual è il problema? >> domandò confusa
<< Nessuno, Syd, solo che… è una notizia un po’ inaspettata >> spiegò conciliante Peyton
<< È che è un enorme cazzata! >> sbottò Ethan furioso
<< Che vuol dire “cazzata”? >> chiese Kiki
<< Una parola bruttissima che non devi dire mai più >> rispose prontamente Rachel
<< Come puoi pensare di sposarti con lui quando… >>
<< “Quando” cosa, Ethan? Stiamo insieme da cinque anni, che ti aspettavi? >>
<< Che rinsavissi! Che fossi colpita dallo Spirito Santo o che ne so! >>
<< Ecco, Ethan, che ne sai? Non hai la più vaga idea… >>
<< …di niente, per quanto riguarda la tua vita, perché ci hai tagliato fuori tutti! Dio, posso capire perché l’hai fatto con loro, ma con me, Syd? Perché
anch’io? >>
<< Ad essere onesti >> s’intromise Ben << non capisco perché noi siamo stati tagliati fuori, insomma, Ethan, non siete mai stati fratelli >>
<< Dio, Benjamin, ma ti senti quando parli? >> sbottò Bill << Se non sono fratelli loro, allora tu non sei suo padre >>
<< Senti, Bill, non iniziare a fare il moralista… >>
<< Hey, hey, hey >> disse Rachel richiamando l’attenzione << Ci stiamo allontanando dal problema principale. Sydney, il matrimonio è una cosa seria: vuoi passare la tua vita con Richard Van Golden sì o no? >> gli occhi di Syd erano pieni di lacrimi che erano sul punto di uscire ed allagare l’intero ristorante. Con rapidi gesti rabbiosi si alzò in piedi e prese la giacca
<< Proprio come quando avevo diciassette anni, dico una cosa e voi iniziate a litigare e sbranarvi. In caso non ve ne siate accorti, comunque, io non ho più diciassette anni e non me ne starò qui a guardarvi discutere sui motivi più futili… Dio, mi sto per sposare! Tutti quelli a cui l’ho detto mi hanno fatto i complimenti, e voi? Voi m’ignorate, come sempre, d’altronde >> afferrò la borsa e uscì dal ristorante giusto prima di scoppiare a piangere disperata.
Dannata Londra, perché doveva sempre rovinare tutto?
 
 
 
 
 
 
<< Ti giuro, Syd, io non ho fatto niente >>
<< Lo so, Joey, lo so >>
<< È stata quella troietta a inventarsi tutto >>
<< Certo, Joey, me lo hai già detto >>
<< E tu mi credi? >> Syd sorrise stringendo una ciocca di capelli biondi fra due dita
<< Non è mio lavoro crederti, Joey. Il mio lavoro è informare. Ora, se mi scusi, devo scappare >> Syd si alzò dalla poltrona nell’ufficio di Joey, Simon LaChapelle era appoggiato al muro con l’aria stanca ad aspettarla
<< Ciao, Simon >> lo salutò Syd allegra
<< Allora, l’ha fatto? >>
<< Certo che sì >>
<< Cazzo! Questo è un vero e proprio casino… e poi quella troietta ti ha venduto la storia… quanto l’hai pagata? >>
<< Fatti miei, Simon. Comunque, è sempre un piacere vederti dopo tre anni >>
<< Anche per me, tesoro. Che ci fai qui, Sydney? Non torni a Londra da quel dannato Natale >>
<< Mi sposo >>
<< Con chi? >> Syd alzò gli occhi al cielo
<< Con Rick, ovviamente >>
<< Richard Van Golden farà mettere apposto la testa a Sydney Sparks? >> Simon scoppiò a ridere << Scusa, Syd, ma non avrei mai scommesso un centesimo su di voi all’inizio. Congratulazioni, comunque! >>
<< Ma cosa avete tutti contro Richard? È una persona fantastica >>
<< Sì, ma non per te >>
<< Non per la me che la gente si ostina a credere esista. Senti, Simon, vorrei davvero tanto rimanere con te ma ho un fratello da andare a prendere a
scuola >>
<< Tuo fratello non aveva la tua età? >>
<< Infatti, questo è l’altro. Ti farò sapere per la storia di Beth >>
<<< Perché, potresti non pubblicarla? >> Syd scoppiò a ridere e Simon la seguì a ruota. Risero così forte che tutti nella hall dell’atelier di Alexander McQueen si voltarono verso di loro
<< Certo che la pubblicherò, ti farò solo sapere il mese >> concluse Syd sempre ridacchiando. Simon smise di ridere di colpo e la guardò con occhi terrorizzati
<< Non importa se non ti ubriachi più, sei vivi a New York e stai per sposare uno degli uomini più potenti del mondo, sei, e sarai sempre, la stessa ragazzina che ha scritto “Not So Fashionable” >>
 
 
 
 



Sam guardava curioso sua sorella stretta al suo fianco sotto l’ombrello nel bel mezzo del centesimo temporale di Londra nel mese di Ottobre
<< Chissà se te lo ricordi >> si chiese Syd camminando verso una gelateria ad Hyde Park << C’è nessuno? >> fece Syd non vedendo nessuno. Dal retro comparve un uomo anziano con i capelli brizzolati e gli occhi nocciola << Ciao, Kevin >> lo salutò Syd con un sorriso mettendo un braccio attorno alle spalle del fratello che si guardava attorno confuso
<< Ci conosciamo? >> domandò Kevin
<< Oh, sì, decisamente sì. Mi sedevo sempre lì >> gli ricordò Syd indicando uno degli sgabelli azzurro ghiaccio << e prendevo sempre la stessa cosa, frappé alla fragola con panna. Ti ho annoiato per ore con la storia della mia vita e tu mi hai sempre ascoltato. Non mi hai mai chiamato con il mio nome di battesimo, io ero semplicemente… >>
<< …Sparkie >> concluse Kevin illuminandosi e facendo il giro del bancone mentre lei scoppiava a ridere << Dio, sei così diversa, Sparkie >>
<< Syd >> lo corresse automaticamente Sam con un tono velenoso << Al suo fidanzatino non piace Sparkie >> Syd alzò gli occhi al cielo stanca di sentire commenti cattivi su Rick
<< Oh, no, si faceva chiamare Syd anche all’epoca, solo a lavoro era Sparkie, giusto? >> lei annuì riconoscente
<< E visto che non faccio più la blogger >> continuò << Non vedo perché la gente mi debba ancora chiamare così. Allora, io prendo il mio frappé e tu, Sammie? >>
<< Gelato al cioccolato >> borbottò lui sedendosi su uno degli sgabelli, Syd si accomodò di fianco a lui mentre Kevin preparava il frappé, all’improvviso Sam scoppiò a ridere indicando una foto dietro al bancone, Syd seguì il suo dito e rise insieme a lui. Kevin staccò la cornice dal muro e gliela mise davanti
<< Era la festa di Halloween di Vogue, i ragazzi ci avevano sfidato, chi avrebbe avuto i vestiti più belli, i maschi o le femmine? Ci eravamo coordinate di nascosto, tutte quante vestite da infermiere sexy; siamo arrivate alla festa e c’erano i ragazzi vestiti da dottori, ci abbiamo riso su per delle settimane >> ricordò Syd accarezzando distrattamente la foto
<< E questa, te la ricordi? >> le chiese Kevin facendole vedere un’altra foto
<< Oddio >> bisbigliò Syd << Louis Tomlinson… come posso dimenticare? >> Syd ricordava come se fosse ieri quel giorno, era seduta proprio lì, in fin dei conti…
 
<< Sento che sto ingrassando >> ammise Syd guardandosi nella vetrina di Liu Jo ad Oxford Street
<< Ti stai solo imparanoiando, amore >> la tranquillizzò Louis mettendole le mani sulle spalle, lei sorrise ai loro riflessi
<< Siamo carini vestiti coordinati >>
<< Siamo carini e basta. Anche se, devo ammettere, “National Coalition Against Domestic Violence” ha avuto una bella idea, far venire gli invitati a coppie e farli vestire abbinate >>
<< Blu e nero si sposano benissimo insieme >> notò Syd indicando il suo abito nero con piccoli pois blu e poi l’abito di Louis blu con camicia nera e cravatta blu
<< Perché non hai usato il lavanda al posto del nero? >> lei si strinse nelle spalle ignorando la domanda << Avanti, Syd, tanto lo so il perché, voglio solo sentirtelo dire >>
<< Perché il nero sfina >> sussurrò Syd colpevole. Lui fece scivolare le braccia attorno alla sua vita stringendola a sé
<< Te lo giuro, Syd, sarò il primo a dirtelo se succederà, ma non sei ingrassata… perché l’hai pensato? >>
<< Perché a BQ sono arrivati i nuovi Jeans di Armani, ho preso la mia solita trentotto e, quando ho provato a chiudere la cerniera, si è bloccata, non veniva più su… io ho sempre portato la trentotto da quando sono dimagrita, che succede? >>
<< Sydney, avranno cambiato le taglie, ecco tutto. E poi, se anche fossi una quaranta, non è una tragedia, sai? È più tragico che tu abbia una trentotto, in costume sei spaventosa >>
<< Mmm… >>
<< Che c’è? >>
<< Perché Armani ha cambiato le taglie? Qualcosa non quadra… devo parlarne con Alex >>
<< Hey, niente lavoro fino alle dieci di domani mattina, ok? >>
<< Lou, mancano quattro ore alle dieci, in caso non te ne fossi accorto >>
<< Cazzo, abbiamo di nuovo fatto notte fuori… Ben ti ucciderà >>
<< Pensiamoci alle dieci, ok? Adesso andiamoci a prenderci un bel frappé, che ne dici? >> lui le sorrise felice di vederla più tranquilla
<< L’ultimo che arriva è uno stupido! >> urlò prima di scappare via
<< Louis! Ho i tacchi, cazzo! >>
<< E toglili, no? >> lei si fermò incerta, si guardò attorno e, con un sonoro “Fanculo”, scalciò via le Paciotti
 
<< Ho corso come un’idiota e lui ha vinto lo stesso. Guarda, le mie scarpe sono sul bancone >> indicò Syd con le sue unghie perfette. Lei (versione diciottenne) era seduta in braccio a Louis sullo sgabello su cui adesso c’era Sam, lui era appoggiato sul bancone, dando le spalle alla cassa. Stringeva fra le braccia delicatamente la sua ragazza, come se fosse fatta di cristallo, e la baciava con passione << Sam… tu l’hai più visto? >>
<< Certo che sì >> sbuffò lui << L’ultima volta è stata la settimana scorsa, quando Amber e Niall sono tornati dal viaggio di nozze >>
<< Com’è stato il matrimonio? La mia giornalista dice che era fantastico >>
<< Oh, sì, lo è stato. Niall sembrava uno scolaretto il primo giorno di scuola finché non ha visto Amber. Lei era… beh, sai com’è lei, no? È una Brown-Thomas e l’ha messo ben in mostra, non so quante volte ha detto che il vestito l’ha disegnato esclusivamente per le Vivienne Westwood. Le gemelle, poi, hanno passato tutto il ricevimento ad insultarla perché erano vestite di blu e il blu gli sta male o qualcosa del genere >>
<< Sunshine e Sophie Hudson, identiche nell’aspetto e così diverse nel carattere… So che Sunshine si è sposata >>
<< Sì, con Josh Devine, il batterista dei One Direction >>
<< So chi è Josh Devine, ci sono andata in tour insieme >> gli ricordò Syd << E Sophie? >>
<< Fa l’attrice di teatro, non so perché non si vuole sposare con Zayn, vivono insieme da quando lei aveva… >>
<< …diciassette anni, ricordo. I suoi l’avevano cacciata di casa >>
<< E allora perché chiedi? >>
<< Perché voglio sapere come stanno adesso! >>
<< Sei impossibile. Kaya e Harry si sono lasciati un paio di anni fa >>
<< So anche questo, era la mia copertina: “Kaya Wilson ed Harry Styles: è questo il capolinea?” >>
<< Non era divertente come titolo >>
<< Invece lo era >>
<< Come vuoi tu… comunque hanno iniziato a frequentarsi di nuovo dal matrimonio di Amber e Niall. Liam e Danielle hanno avuto da poco il secondo bambino e progettano un terzo, non so da dove prendono il coraggio, Eric è una peste con i fiocchi. Poi c’è Breezy Styles, te la ricordi? >> Syd gli scoccò un’occhiata di fuoco
<< Certo che mi ricordo della mia migliore amica, Sam >>
<< Ex migliore amica, s’è incazzata un bel po’ quando le hai voltato le spalle >>
<< Non sai cos’è successo >>
<< Lei non ne parla mai, in effetti, ma non siamo stupidi. Si era sposata con un professore universitario, ma stanno divorziando >>
<< Questo non lo sapevo >> ammise Syd
<< Sì, è stata una sorpresa. Kyle, suo fratello, hai presente? >>
<< Sam, conosco meglio di te l’albero genealogico della famiglia di Breezy, sono cresciuta con Kyle che mi ricopriva di cerotti tutte le volte che cadevo e Mick è stato il mio primo fidanzato e coinquilino a New York ai tempi dell’università. Che dici, li conosco i suoi fratelli? >>
<< All’incirca… Kyle è pediatra ed è sposato con Charlotte, hanno una bimba di sei anni, si chiama Chloe. Mick, invece, è architetto puttaniere cronico >>
<< Samuel! Linguaggio! >>
<< Avanti, tu dicevi di peggio >>
<< Sì, e venivo messa in punizione per questo, ed è tornato utile alla fine >>
<< Lasciamo perdere. Poi c’è… sì, c’è Louis, sta con una modella, Angelina Berry >>
<< La conosco, l’ho vista a un paio di feste >>
<< Non è strano parlare della sua fidanzata? Insomma, voi due facevate dannatamente sul serio >> Syd abbassò lo sguardo sulle foto. Avrebbe potuto spiegare a Sam come si sentiva nel parlare di Louis e Angelina, ma non ne aveva né voglia né tempo.
<< Quanto sul serio possono fare dei ragazzini di appena vent’anni, Sammie? >>
 
 
 
 
 
<< Odiavo questa casa >> disse candidamente Sydney nell’ascensore del palazzo di Rachel e Ben << Era tutto troppo ordinato, troppo perfetto, troppo noioso… odiavo tuo padre, in particolare >>
<< E chi non lo odia? >> chiese Sam retorico
<< Tu, spero. Ti ha sempre adorato, da quando hai fatto il tuo primo piccolo respiro, sappilo >>
<< Ovvio che l’ha fatto, è il compito dei padri! >>
<< Conosco padri che non riconoscono neanche i figli, quindi lascia stare >> l’ascensore s’aprì e Sam uscì borbottando qualcosa arrabbiato. Prese le chiavi ed aprì l’ultima porta del pianerottolo
<< Mamma! Siamo a casa! >> urlò lanciando lo zaino sul divano. Syd, alle sue spalle, era imbambolata, ferma sulla soglia di casa a guardare quel salotto che conosceva fin troppo bene.
Non era cambiato niente.
Appesa al muro c’era sempre la prima foto di famiglia con Sammie, appena nato, piccolo e con gli occhi chiusi. Di fianco c’era la laurea di sua madre, più in basso una foto di Ethan il primo giorno di scuola accompagnata dalla foto del primo giorno di Sam, sconosciuto a Syd.
Il divano con la penisola marrone scuro era ancora sporco dove Ethan aveva fatto cadere la vodka alla festa di compleanno di Syd, il tavolo circolare vicino al balcone pendeva sempre da un lato, non importava quanto Ben ci lavorasse su, la libreria era sempre stracolma di enciclopedie che nessuno usava sul serio, e lì, sul ripiano della più inutile delle enciclopedie (quella di fisica), risaltava la costa rosso brillante di un libro: “Not So Fashionable”, di Sydney Sparks.
Syd si avvicinò e lo prese in mano, lo aprì alla prima pagina e riconobbe la sua grafia, riconoscibile dalle lettere di grandezza diversa. Quando non aveva le righe, alcune parole erano scritte più in alto di altre, nessun insegnante era riuscito a correggere quel vizio

Probabilmente non lo leggerete neanche, ma dicono che porta fortuna dare le prime copie alle persone importanti. Sappiatelo, non è la prima, ma è fra le prime dieci.
Con tutto il mio (altalenante) affetto,
Sparkie


Sfogliò rapidamente le pagine e si fermò davanti ad uno dei curiosi segnalibri di sua madre (ovvero ogni oggetto che avesse sottomano mentre leggeva), una foto sua e di Breezy a sette anni sull’altalena a Holmes Chapel, il suo paese natale. Un passaggio era evidenziato leggermente a lato con la matita, una freccia rimandava a piè di pagina, dove Rachel aveva scritto “Ecco perché “. Syd ricordava bene quel passaggio, era quello che aveva recitato il suo professore di poesia americana il primo giorno di lezione alla Columbia davanti a tutta la classe:
Il Signor Jenkins mi guarda da sopra quegli orribili occhiali rotondi che andavano di moda quando mio padre aveva tre anni e sorride con fare accondiscendente
<< Signorina Sparks >> sibila << Come fa a lavorare in questo business? Lei sarà sempre la piccola blogger, la bambolina di Alexandra Waldorf, finché avrà la sua morale del cazzo. Se ne liberi il prima possibile, è semplicemente inutile averne una >> io lo guardo con un finto sguardo perso prima di accendere
l’ennesima sigaretta

<< Sa cosa, Signor Jenkins, forse sarà proprio la mia morale del cazzo a fotterla per bene >>
<< Cos’hai in mano? >> le chiese Sam interrompendo la sua lettura
<< Niente, carta per il camino >>
<< Noi non abbiamo un camino, Syd >>
<< Ma io sì, credo che lo porterò a casa, Mara ne sarà entusiasta. Dice che la carta delle riviste ha troppo inchiostro, ci mette troppo a bruciare o qualcosa del genere. Che c’è per cena? Dimmi che la mamma ha ordinato pizza, perché non ho alcuna intenzione di avvelenarmi con i suoi piatti sconosciuti al genere umano >> scherzò Syd facendo scivolare il libro a posto e nascondendo la foto nella tasca del cappotto MaxMara
<< Non faremo proprio cena >> ammise Sam << La mamma ha organizzato una festa >>
<< Che? Quando lo facevo io, finivo subito in punizione >>
<< Probabilmente perché le tue erano feste organizzate di nascosto che si concludevano sempre con qualcuno che vomitava nel vaso di fiori sul tavolo, che ne dici? >> a parlare non era stato Sam, né sua madre che era comodamente seduta sulla poltrona che un tempo utilizzava lei, con un sorriso divertito in viso. Era stata una donna con i capelli castani, tagliati al mento, che formavano tante ondine, con una frangetta spettinata, come se ci passasse le mani spesso. La prima volta che Syd l’aveva vista i capelli erano decisamente più lunghi, e loro erano decisamente più piccole
 
<< Non ci voglio andare a scuola! >> urlò Sydney
<< Ci devi andare, tesoro, ci vanno tutti i bambini >> cercò di convincerla sua madre mentre le legava le treccine con dei fiocchi lavanda
<< Non è giusto! >>
<< Invece sì. Andiamo, Sydney, non fare i capricci! Conoscerai tanti nuovi amici… >>
<< Giusto per curiosità, quali bambini Sissy non conosce a Holmes Chapel? >> chiese ironico suo padre appoggiato allo stipite della porta << La porti al parco ogni giorno >>
<< E lei gioca sempre da sola, non capisco perché >> ammise sua madre
<< Gli altri bambini sono antipatici >> si difese Sydney << Fanno giochi strani >>
<< Vedremo >> commentò suo padre. L’asilo di Holmes Chapel era un edificio dell’ottocento – come la metà degli edifici della città, d’altronde – con un vasto giardino pieno di giochi per i bambini, e quel giorno tutti sembravano divertirsi un mondo insieme, tranne Sissy seduta da sola sull’altalena. I suoi genitori se
n’erano andati tutti sorridenti, quasi come se fossero felici di lasciarla lì, e probabilmente lo erano.

<< È occupata? >> Sissy alzò lo sguardo verso una bambina con gli occhi verdi e i capelli scuri fino alla vita che stava indicando l’altalena di fianco alla sua
<< No >> rispose lei, la bambina si alzò a sedere ed iniziò a dondolare lentamente
<< Io sono Breezy Elizabeth Styles, e tu? >>
<< Breezy? >> ripeté Sydney
<< Sì, qual è il problema? >>
<< È un nome strano >>
<< La mamma dice che non si giudicano le persone dai nomi, è maleducazione. Il mio è un nome antico, tradizione della mia famiglia. Non mi hai detto il tuo nome >>
<< Sydney Viola Sparks, come la città >>
<< C’è una città che si chiama Sydney Viola? >>
<< Non lo so, è quello che dice la mia mamma >>
<< Tua mamma è strana >>
<< Anche la tua >>
<< E ti chiama sempre Sydney Viola? >>
<< No, mi chiama Sissy. E la tua? >>
<< Dice che il mio nome non si abbrevia >> il silenzio scese fra le due, e continuarono a dondolare. Pian piano, presero lo stesso ritmo senza accorgersene, e Sissy interruppe il silenzio per prima
<< Posso chiamarti Breez? >>
<< Perché? >>
<< Perché se dobbiamo essere amiche, sarà più facile chiamarti >>
<< Chiamami Breez, mi piace Breez >> insieme smisero di dondolare e scesero dall’altalena. Appena toccarono terra si presero per mano, e non sciolsero la presa mai più
 
<< Breezy >> sussurrò Syd
<< Ciao, Sissy >>
 

My Corner:
Hello PP!!!!!
Come va?
Vi siete divertite in vacanza? 
Siete partite o rimaste a casa? 
Io sono rimasta qui, ad annoiarmi con la mia famiglia, non è fantastico?
Beh, almeno ho avuto dei regali meravigliosi:
dopo due anni di suppliche e di pagelle immacolate, è arrivato il mio bellissimo BlackBerry <3 <3
A voi come è andata?
Alloraaaaa:
Incontri sconvolgenti a Londra, non trovate?
Prima la famiglia, poi Kevin e infine Breezy tutti nel giro di due giorni, un tour de force (si scrive così??), direi.
Qual è stato il vostro incotro preferito?
Vi ricordavate di tutti o è stata una sorpresa ritrovarli?
Vorrei ringraziarvi, mie PP, per le bellissime recensioni a cui risponderò il prima possibile, giuro <3
Siete tutte bellissimissime <3
Bene, scappo a mangiare! 
Ci sentiamo fra due settimane, PP!
xoxoxoxoxoxo
Mary

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Capitolo 4
*** We Are Never Ever Getting Back Together ***


We Are Never Ever Getting Back Together 

We are never ever ever getting back together!
You go talk to your friends,
Talk to my friends,
Talk to me!
But we are never ever ever ever getting back together!
Like ever...
-We Are Never Ever Getting Back Together, Taylor Swift-

<< Sissy? >> ripeté Sam trattenendo a stento le risate
<< Tappati quella fogna, Sammie >> sbottò Breezy mettendolo a tacere
<< Che ci fai qui? >> chiese Syd sconvolta
<< Ehm, ci abito? >>
<< Abiti con mia madre e Ben? >>
<< No! Per l’amor del cielo, mi sono liberata dei miei genitori a diciotto anni, sarebbe stato stupido prendermene altri due. Abito a Londra, a differenza tua >>
<< Wow, e questo deve farti sentire veramente bene >> commentò Syd sbottonando il cappotto e lasciandolo cadere sulla poltrona di fianco a sua madre << Se non ti dispiace, ho bisogno del bagno >> aggiunse Syd prendendo la borsa e portandola nel bagno in fondo al corridoio. Appena chiuse la porta si lasciò cadere sul pavimento con la testa stretta fra le mani, pensando ad un modo per uscire dalla porta d’ingresso il prima possibile.
Se c’era Breezy, dovevano esserci anche loro... Doveva andarsene, e subito.
Fece un paio di respiri profondi ed uscii dal bagno con nonchalance
<< Nonostante vorrei rimanere, devo scappare. Allie mi ha mandato una mail, hanno un problema abbastanza grosso a New York e devo fare una conferenza via Skype. Ho bisogno di tutti i documenti che ho a casa di Ethan, quindi… >> Syd aveva chiuso l’ultimo bottone del cappotto quando dalla cucina uscì una donna dai capelli rossi e liscissimi, occhi verdi e un sorriso sbarazzino
<< Oh no… >> sussurrò Sydney
<< Ciao Sparkie! >> la voce fu una stilettata al cuore che la riportò a nove anni prima…
 
<< Niall parla sempre di matrimonio >> ammise Amber
<< E sì, sono questi i cazzo di problemi della vita! Il tuo Principe Azzurro che ti parla della vostra eternità insieme >> scherzò Syd prima di fare un lungo tiro di sigaretta nel cortile della scuola con in mano una raccolta di poesie di Tennyson mentre Amber si arrabattava con un libro di Francese
<< Dai, Syd! Mi aspettavo comprensione da te! Insomma, neanche la tua famiglia è perfetta >>
<< Che? Peyton e Bill sono fantastici insieme, solo che mia madre è una cogliona e i coglioni si richiamano a vicenda, ecco perché è sposata con quel coglione di Ben e sì, devo decisamente trovare un sinonimo alla parola coglione >>
<< Sì ma i miei… >>
<< Sono coglioni, non vuol dire che lo sarai anche tu >>
<< Mmm >>
<< Amber? >>
<< Mmm? >>
<< Tu non sei loro. Grazie a Dio, aggiungerei. Il tuo essere Brown-Thomas è fastidioso, figuriamoci se facessi parte dell’alta società >>
<< Hai ragione, passare tutto il mio tempo con una disadattata sociale è mooolto meglio >>
<< Hey! Io non sono una disadattata sociale! >> si difese Syd colpendola con il libro mentre Amber sghignazzava
 
<< Cos’è questa? >> domandò Syd a sua madre << Una brutta copia degli album di famiglia? >>
<< No! È solo una festicciola in tuo onore >> si difese sua madre
<< E chi altro hai invitato? La banda del liceo? >>
<< Nah! So che non ti sono mai piaciuti quei ragazzi >>
<< Oh, ma grazie, mamma! Ecco perché adoro tornare a casa >>
<< Hey, era la voce sarcastica di Sydney Viola Sparks quella, oppure ho le allucinazioni? >> Syd chiuse gli occhi alzando la testa verso il soffitto
<< Perfetto, Kaya Wilson si è unita alla festa >> commentò Syd
<< Non sarebbe una festa senza di me, tesoro >> le ricordò Kaya lasciandosi cadere sul divano mentre dalla cucina uscivano altre due facce familiari
<< Ed ecco le gemelle Kessler >> concluse Syd con finto tono allegro
<< Te l’avevo detto che non si ricordava neanche i nostri nomi >> disse una delle due
<< Mi ricordo il tuo nome, Sunshine Hudson >> l’aveva inciso su un albero quel nome solo otto anni prima
 
<< Non è giusto! >> ripeté per l’ennesima volta Kaya camminando avanti e indietro ad Hyde Park
<< Cosa, di grazia? >> chiese Breezy limandosi le unghie stravaccata su una panchina con la testa di Syd poggiata sulle gambe
<< Che lei vada con loro! >> strillò isterica
<< Devo dedurre che “Lei” corrisponda a “me”, e “Loro” ai “One Direction” >> ragionò Syd dondolando i piedi che non riusciva ad appoggiare sulla panchina, visto che Amber e Sophie erano sedute di fianco a Breezy mentre Sunshine era stesa su un telo sull’erba
<< Certo che sì! >> strillò isterica
<< Senti, K, se voi avete deciso di fare le cervellone che vanno subito all’università, non è colpa mia! Io mi prendo un anno o due di pausa e, visto che il mio fidanzato è stato un fantasma nell’ultimo anno, faccio armi e bagagli e me ne vado con loro in Sud America in tour >>
<< Se stai cercando di farci rosicare, ti sta riuscendo benissimo >> l’informò Sunshine facendola ridere
<< Mi mancherete, comunque >>
<< Cos’è questa dolcezza, Sparkie? >> la prese in giro Breezy chinandosi su di lei e strofinando i loro nasi come facevano da bambine
<< Non lo so, Breez. Forse sto perdendo colpi >>
<< Non credo, sai? Ieri mi hai mandato a fanculo e quando ti ho chiesto perché hai detto: “Mi andava” >> le ricordò Sophie, Syd sghignazzò
<< Non vedo l’ora di partire >> ammise Syd mettendosi a sedere stiracchiandosi. Visto che non giungeva risposta dalle altre, sbuffò sonoramente e si alzò << Avanti, è il momento di fare una Sparkie-cazzata >>
<< Che tipo di Sparkie-cazzata? >> chiese Amber cauta << Una tipo il mio piercing o una tipo il furto di un auto per divertimento >>
<< Era una scommessa >> la corresse subito Breezy, che aveva rubato l’auto con lei
<< E che ci avete vinto? >> domandò Kaya, loro si guardarono per due secondi per poi stringersi nelle spalle
<< Niente di che >> tagliò corto Breezy. Ormai conosceva le ragazze da un paio d’anni, e aveva imparato che c’erano cose nel passato suo e di Syd che le scandalizzavano troppo, per questo facevano parecchia censura sulla loro vita di Holmes Chapel.
<< Avanti, non fate le ragazzine innocenti e spaventate!! Non vi sto portando a comprare una dose di crack, lo giuro >> le prese in giro Sydney mentre si allontanava. Breezy fu la prima a seguirla e la raggiunse con una rapida corsetta per poi prenderla per mano, come facevano sempre. Syd si fermò davanti ad una quercia secolare con le altre dietro di lei, fece cenno a Breezy di passarle la sua borsa (piena anche delle sue cose, come al solito), ed iniziò a frugare, fino a tirare fuori un set da manicure. Prese la limetta d’acciaio appuntita e si avvicinò al tronco con un sorriso divertito
<< Lo sapevo! >> esclamò Breezy
<< Londra non ha la nostra firma, no? >>
<< Credo di essermi persa >> ammise Sunshine
<< Quando Syd si è trasferita qui, io e lei eravamo andate in un parco vicino casa e avevamo inciso i nostri nomi su un albero. È tradizione, quando ci dobbiamo separare >> spiegò Breezy
<< Sydney! Questo è vandalismo! >> la richiamò Kaya sconvolta
<< Solo se ti beccano >> la liquidò Syd continuando ad incidere. Ci volle quasi un’ora di parolacce e insulti prima che il capolavoro fosse finito. Su quella povera quercia c’erano sei nomi incisi:
Breezy Styles
Kaya Wilson
Sophie Hudson
Amber Brown-Thomas
Sunshine Hudson
Sydney Sparks
E sotto, un traballante “Forever”
 
<< E ricordo anche quello di tua sorella, prima che inizi a pestare i piedi perché si sente ignorata come suo solito >> aggiunse Syd cacciando via quel ricordo << Ciao Sophie >>
<< Syd >> la salutò semplicemente lei << Sei cambiata >>
<< Oserei dire “cresciuta”, ma lo sappiamo tutte cosa ne pensate di questa parola, quindi… come stavo dicendo, tolgo il disturbo, prevedo una notte di fuoco oltreoceano con la mia Fashion Director >>
<< Non lo sai che è maleducazione andarsene prima di aver parlato con tutti gli invitati? >>
Ti prego, ti prego, ti prego, ti prego, non anche lui, non posso farcela  pensò Syd sforzandosi di non alzare gli occhi al cielo mentre dal corridoio usciva un ragazzo con i capelli ricci e gli occhi verdi
<< Harry Styles. Sul serio, mamma, Harry Styles? >> ripeté Syd sconvolta voltandosi verso la madre << In caso avessi dimenticato, io e lui non andavamo molto d’accordo >>
<< Sì, ma era migliorata negli ultimi tempi >> le ricordò lei
<< Giusto per curiosità, adesso chi uscirà fuori dalla cucina o dal corridoio? Sembra di essere finiti in un horror dove le ultime persone che vuoi vedere sulla faccia della terra spuntano fuori da sotto il pavimento >> sibilò Syd acida
<< Cazzo, ci ha beccati >> protestò una voce che Syd conosceva fin troppo bene e che la fece sorridere per un nanosecondo prima che dalla cucina uscissero cinque ragazzi con cappellini, trombette e coriandoli che buttarono in aria appena la videro in sala.
Li conosceva quei ragazzi, li adorava dal profondo del cuore: Liam Payne, Zayn Malik, Niall Horan e i fratelli di Breezy, Mick e Kyle Styles. La voglia di correre ad abbracciarli era incredibile
Syd, no! Ricorda la promessa! 
<< Per quale oscuro motivo li hai fatti venire qui, mamma? >> chiese Sydney stringendo la presa sulla sua borsa di Armani
<< Scusa, tesoro, pensavo che… >>
<< Pensi sempre male, mamma. Che ne dici di darci un taglio una volta per tutte? >> sbottò Syd prima di andare in camera sua e chiudere la porta con un calcio ben assestato.
Adesso sì che era nei guai.
 
 
 
 
 
<< Che cosa ho fatto di male? >> si domandò Rachel con lo sguardo afflitto mentre Sam si sedeva sul bracciolo della poltrona abbracciandola
<< Niente, Rachel. È solo una piccola ingrata >> le rispose Breezy versandosi un bicchiere di vino dal tavolo addobbato a festa
<< Breezy! >> la richiamò Kaya
<< Cosa, Santa Kaya? Si è comportata da stronza, si comporta così da sette anni, se non l’avessi notato >>
<< Senti, non sappiamo cos’è successo sette anni fa’, prima che partisse, ma qualunque cosa sia, l’ha uccisa >>
<< Ehm, in caso non ti ricordassi, lei è sopravvissuta all’incidente, ok? Eravamo lì insieme quando l’hanno portata dentro, hai presente? >>
<< Solo perché respira non vuol dire che sia viva >> le fece notare Sunshine lasciandola senza parole
<< Qualcuno deve andare di là a parlarle >> sentenziò Kyle, da sempre il più saggio del gruppo
<< Non io! >> esclamò Breezy
<< Non ti avevo neanche preso in considerazione >> ammise Niall prendendo una manciata di patatine
<< Vado io >> s’offrì Amber passandosi la mano nei capelli
<< Che moglie coraggiosa >> disse Niall
<< Sempre il solito simpaticone >> scherzò Liam
<< Ero serio, Liam >>
 
 
 
 
 
Se il salotto era rimasto invariato, la sua camera era ancora peggio. Lì dentro regnava un ordine che non le apparteneva quando viveva lì: il copriletto nero era perfettamente piegato sulle lenzuola lavanda, i libri erano perfettamente disposti in ordine di grandezza sugli scaffali (cosa che lei odiava), tutte le cornici colorate delle foto della sua adolescenza erano perfettamente lucidate e il tappeto con la scritta “London” non aveva neanche mezzo capello biondo su.
Syd vagava in quella stanza come un fantasma, si fermò davanti all’armadio nocciola ed aprì un anta: i vesti appesi erano quelli che avrebbe messo “Syn”, la versione di Sydney degli ultimi anni di Holmes Chapel, passati a fumare (tabacco e non), bere e fare qualunque cosa stupida venisse in mente a lei e ai suoi amici. Con un verso disgustato Syd prese una gruccia a cui erano appesi un paio di shorts così corti da sembrare culottes e con la vita alta, di pelle e neri, disgustata li rimise a posto passando ad una maglia strappata grigia con una catena vicina, semplicemente orribile. Richiuse l’armadio e decise di starne alla larga
<< Avevi quei vestiti quando ti ho conosciuto >> Syd sobbalzò spaventata sentendo quella voce in camera. Sulla porta c’era Amber con in mano due bicchieri di vino e sorrideva divertita << Eri la ragazza nuova, quella strana con più eye-liner di Lady Gaga, con quegli stivali lunghi fino alle ginocchia, i tacchi alti 10 centimetri e il fratellastro figo. Sapevo che avresti portato problemi nella mia vita, sei il tipo di persona che distrugge tutto quello che tocca, no Sydney? >>
<< Credo che l’abbiamo già fatta questa chiacchierata, Brown-Thomas. Anzi, l’ho fatta con Kaya; i risvolti non furono esattamente… positivi >>
<< Già, ricordo, fu un gran casino. Avevo una paura incredibile di te, sapevo che saresti stata tu a cambiare le cose, e non volevo. Temevo avresti preso il comando della scuola a posto mio >>
<< All’inizio volevo. Poi ho trovato qualcosa di meglio da fare >>
<< La ragazza d’oro di BQ, decisamente meglio >>
<< Ragazza d’oro >> sbuffò Syd << Volevano solo un volto giovane. A volte penso che fossi troppo giovane >>
<< Tante cose sarebbero state diverse, suppongo >>
<< Beh, non ci sarebbe stata nessuna Los Angeles quell’estate >>
<< O nessuna BQ Night quell’anno >>
<< Nessun viaggio ad Abu Dhabi offerto dallo sceicco >>
<< Nessun matrimonio sulla spiaggia >>
<< Nessun paparazzo sotto casa >>
<< Beh, direi che quello non ti sarebbe dispiaciuto >>
<< No, decisamente no >> ammise Syd con una risatina lasciandosi cadere sul letto << Perché hanno mandato te? Mi aspettavo Liam >>
<< Non ha avuto il coraggio. Come va la vita, Sydney? >>
<< Me lo dovresti dire tu, sei tu quella che si è appena sposata. Com’è la vita coniugale? >>
<< Carina, per ora. Certo, Niall lascia sempre i calzini sporchi in sala, oppure la tavoletta del water alzata nonostante sappia che deve categoricamente abbassarla, però ne vale la pena, decisamente >>
<< Non è… strano? >>
<< Assolutamente no. L’unica cosa strana è portare la fede dopo così tanti anni di anello di fidanzamento >>
<< Immagino, per me è strano solo portare quello di fidanzamento >> Amber sgranò gli occhi e si voltò verso di lei
<< Quale anello di fidanzamento? >> Syd mostrò ad Amber la mano sinistra
<< Quello che mi ha dato Rick, ci stiamo per sposare >>
<< Porca puttana >> Syd alzò gli occhi al cielo già furiosa
<< Bonjour finesse >>
<< Questo coso costerà un milione di sterline! >>
<< Nah! Almeno, non credo. Però sono sicura che il matrimonio costerà come minimo un milione di dollari: mia suocera e la Wedding Planner vogliono organizzare il matrimonio del decennio, dicono che non possono fare quello del secolo perché quello è il titolo del matrimonio di William e Kate >>
<< Wedding Planner? Hanno dato a te una Wedding Planner? Devono essere impazziti >>
<< Lo so, ma tornano utili, sai? Rick aveva detto a sua madre che voleva farmi la proposta un paio di settimane prima e lei ha subito chiamato Daphne Raimi e si sono già messe avanti. Io non devo far niente se non andare a provare il vestito che hanno già scelto >>
<< Pardon? >> la voce di Amber aveva un tono piuttosto stridulo << Ti hanno scelto il vestito? >> lei annuì incurante e iniziò a giocherellare con l’anello
<< Non è che m’interessi, quindi ho lasciato fare a loro >>
<< Syd, ci si sposa una sola volta nella vita >>
<< Ehm… non è quello che mi hanno insegnato i miei genitori >> le ricordò Syd indicando una foto alle sue spalle, sulla scrivania c’era in cornice una foto scattata il giorno del secondo matrimonio di Bill con Peyton con la famiglia al completo
<< Va beh, lo sai che voglio dire. Ti deve interessare, questo è il primo passo verso una vita insieme a qualcuno >>
<< Lo so >> Amber represse un sospiro furioso e si stampò un sorriso falso in faccia
<< Se mi vuoi scusare >> Syd agitò vagamente la mano e si stese sul letto stanca da quella giornata piena. Amber uscì dalla stanza furiosa, in sala era cominciata la festa, lei prese Niall per il colletto della camicia e lo guardò ad occhi sgranati prima di abbracciarlo con foga
<< Wow, cos’ha fatto? Ti ha detto che il rosso non ti sta bene? >> la prese in giro Harry comodamente seduto sul divano con in braccio Eric, il figlio maggiore di Danielle e Liam di tre anni. Danielle, appena arrivata con il piccolo Matty nel passeggino, si strinse nelle spalle
<< Non avrebbe mentito >>
<< Dani! >>
<< Che c’è? Ti sta male il rosso, Brown-Thomas… scusa, Horan >>
<< Lei è così… passiva >>
<< È sempre stata menefreghista >> notò Zayn
<< Ma questo è peggio! Non so come spiegarlo, non è la Syd che abbiamo conosciuto >> il campanello suonò di nuovo e Sam andò ad aprire a Elliot, Ethan e Kiki
<< Immagino mia sorella sia qui >> commentò Ethan entrando
<< Sei sicuro che sia tua sorella? Secondo me è un clone, un automa, un alieno… >>
<< La zia Syd è un alieno, papà? >> chiese Kiki confusa, Ethan lanciò un’occhiata di fuoco ad Amber mentre Elliot spiegava che gli alieni non esistevano per l’ennesima volta
<< Non lo so, ragazzi. Syd era un uragano, lì dentro c’è a malapena una pioggerella primaverile >>
<< Che vuoi dire? >> domandò Mick fregando il bicchiere di vino a sua sorella per berne un sorso mentre Rachel apriva la porta agli ultimi invitati. Amber sospirò e si strinse a Niall
<< Ragazzi, si sposa e non vuole scegliere il suo vestito >>
<< Chi si sposa? >> tutti gli occhi della stanza si spostarono alla porta, dove due uomini sulla trentina stavano in piedi
<< Ciao, amore >> salutò Sunshine andando a baciare uno dei due << Mi sei mancato oggi >> Josh strinse la vita di Sunshine e le fece fare un caschè
<< Anche tu >>
<< Siete disgustosi >>
<< Dacci un taglio, Tomlinson. La scorsa settimana in discoteca stavi praticamente mettendo incinta Angelina appoggiati a un muro >> lo zittì Josh
<< Hey, non provocare il tuo datore di lavoro, Devine. Allora, chi è che si sposa? >> tutti si guardarono imbarazzati, fu Kiki a interrompere il silenzio con la sua vocetta da bambina
<< La zia Sydney, zio Louis. La conosci la zia Sydney? È davvero davvero bella, lo sai? >> Louis sgranò gli occhi e questa fu la sua unica reazione prima di prendere Kiki in braccio
<< Lo so, Kiki. La zia Syd è sempre stata bellissima. Ha chiamato i tuoi genitori? >>
<< No no, è qui >>
<< “Qui” dove? >>
<< In camera sua >> rispose Harry con un sorrisino bastardo << Ha appena sconvolto Amber e probabilmente sarà seduta in un angolino a dondolarsi avanti e indietro con una bambolina vodoo per Breezy stretta fra le mani >> sua cugina gli mollò un sonoro ceffone arrossendo
<< Non sono stata così odiosa? >>
<< Hai ragione, conoscendoti hai fatto di peggio >> commentò Louis a bassa voce rimettendo a terra Kiki che corse via per giocare con Eric
<< Bene, Louis, mia cugina – l’altra, quella più carina – ti aspetta. Vai e colpisci! >> l’incitò Harry indicando il corridoio
<< Perché devo andare io nelle braccia del mostro? >> chiese Louis prendendo il bicchiere di vino di Zayn
<< Perché te lo portavi a letto quel mostro >> gli ricordò Kaya
<< Che vuol dire portare a letto? >> domandò Kiki alzando la testa dal puzzle che stava ricostruendo con Eric
<< Vuol dire… aiutare una persona ad addormentarsi. Kiki, perché tu e Eric non andate a giocare con lo zio Sam in camera sua? >> propose Elliot
<< Ma perché devo andare anch’io? Lo so che vuol dire portare a letto >> si lamentò Sam uscendo dalla cucina con il barattolo di Nutella in mano
<< Samuel King, hai due secondi prima che ti confischi il cellulare >> lo minacciò Rachel, lui sbuffò e portò i bambini in camera insieme al barattolo di Nutella
<< Perché hai mandato via anche lui? >> domandò Kyle
<< Boh, è divertente vederlo andare via con la cosa fra le gambe >> ammise Elliot
<< Sei davvero un cognato perfido >>  lo prese in giro Ethan prendendogli la mano che aveva appoggiato sul divano di fianco a lui, lui ridacchiò complice. Harry, seduto di fianco a loro, si voltò verso Louis e gli fece cenno con la testa di andare, lui mandò giù un altro sorso di vino e marciò verso il corridoio
 
 
 
 
Sentendo bussare di nuovo la porta, Syd si convinse che certe cose non cambiano mai, fra cui la convinzione della gente che camera sua fosse un Call Center
<< Avanti >> disse stringendo fra le mani una delle foto che teneva sul comodino a diciannove anni
<< Ciao, Sydney >> lei sgranò gli occhi e cercò di mantenere una parvenza di calma mentre si voltava verso di lui
<< Louis William Tomlinson. Non sei invecchiato d’un giorno >>
<< Si può decisamente dire la stessa cosa di te. Dove sono i tuoi stivali fino a metà coscia? >> lei rise guardando le sue Ferragamo a decolté
<< Dicono che le caporedattrici delle riviste di moda si devono vestire bene, no? >>
<< Che guardi? >> chiese lui indicando la foto
<< Noi >> rispose lei battendo leggermente la mano sul letto per fargli cenno di sedersi
<< Oh, Dio. Me la ricordo quella foto >>
<< Difficile da dimenticarsi, non trovi? >>
<< Avevi appena compiuto diciotto anni, ti ero venuto a prendere a lavoro e tu ti stavi lamentando perché Alexandra Waldorf non voleva farti fare l’articolo sugli sprechi della moda. Stavi sbottando di brutto e sei scivolata sul ghiaccio dei gradini d’ingresso di BQ >>
<< Ho sbattuto la testa e mi sono beccata ben quattro punti con un bel bernoccolo in coordinato >>
<< Ti sei lamentata così tanto mentre te li mettevano che avevo paura ti dovessero ricoverare >> ricordò Louis sorridendo << E poi, invece, ti sei solo beccata due settimane di riposo assoluto a letto >>
<< Mi sono persa la settimana della moda >> si lamentò Syd
<< Sì, ma hai avuto me a farti le coccole tutto il tempo >> Louis picchiettò gentilmente la foto di loro due che dormivano abbracciati in quella camera, Liam gli aveva fatto quella foto e l’aveva postata su Twitter scrivendo “Il meritato riposo dopo la battaglia”.
<< Eravamo carini insieme, vero? >> chiese Syd
<< Decisamente. Lo siamo sempre stati >>
<< Com’è andata la vita negli ultimi sette anni, Lou? >>
<< Alti e bassi, ma ce l’ho fatta, tu? >>
<< Molti bassi e pochi alti, ma n’è valsa la pena >>
<< Sei così… diversa, calma, tranquilla >>
<< Sono cresciuta, ho dovuto mettere da parte i sogni d’infanzia e la ribellione adolescenziale >>
<< Hai fatto tavola rasa? >>
<< Certe cose non le posso cancellare >> Syd alzò la gamba sinistra e sollevò la gamba dei pantaloni e tolse la scarpa
<< Oh, la tua farfalla… mi è mancata. E la mia iniziale? >>
<< Non è mai stata la tua iniziale, Tomlinson! Era la “L” di Londra, di Louis Vuitton e di Love >>
<< Sbaglio o mi hai chiamato Louis Vuitton per dei mesi quando ci siamo conosciuti? >>
<< Dettagli. Comunque, c’è ancora, anche se non è il caso di fartela vedere >> Syd si toccò distrattamente l’anca destra dove c’era tatuata una “L”, frutto di una sbronza cosmica a Parigi << E il mio Walt? >>
<< Non se n’è mai andato >> Louis sbottonò i primi bottoni della sua camicia e le mostrò la clavicola tatuata
<< I sound my barbaric yawp over the roofs of the world  >> lesse Syd << Oh, Walt, hai sempre avuto un effetto calmante su di me >>
<< Ti sposi sul serio? >> Syd si morse la lingua prima di rispondere
<< Sì >>
<< È quello giusto? >>
<< Spero. E Angelina? >>
<< Boh, forse, non lo so. Lei non è te >>
<< Neanche lui, Louis. Ti ricordi cosa ti dicevo sempre? >>
<< “Non provare mai il crack, da davvero una brutta dipendenza”? >>
<< Oltre a quello >>
<< “Apprezza ogni singolo gesto d’amore” >> ricordò lui << Mi è tornato utile negli anni >>
<< Anche a me. Lui mi ama, lei ti ama. Io amo lui, tu ami lei. Semplice, no? >>
<< Non ho mai più sentito quello che ho sentito con te, Syd >> lei si fece pensierosa e si appoggiò a lui inconsciamente
<< Meglio così, Louis Vuitton. Meglio così >>
 

My Corner:
Hello PP!!!
Com’è andato il week-end?
Vi siete divertite?
Io sì, sono andata a un diciottesimo ed è stata una sputtanata, davvero.
Ho dormito solo 5 ore e mezza, comunque, schiacciata fra due amiche che mi davano i calci e mi stringevano così tanto che non mi riuscivo a girare, quindi credo che andrò a dormire appena finisco di rispondere alle vostre bellissime recensioni.
A proposito di recensioni…
Grazie mille PP!!!!!
Siamo già a 30 in solo 3 capitoli, siete delle meraviglie! <3
Coomunque, so che tutte aspettavate questo momento:
i ragazzi sono tornati!!
E, soprattutto, è tornato Louis!
Era come vi aspettavate o mi odiate perché volevate di più??
Fatemi sapere cosa ne pensate!!
Ci sentiamo fra due settimane, mie Piccole Petunie <3
xoxoxoxoxoxoxoxoxoxo
Mary

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Capitolo 5
*** She Wolf (Falling To Pieces) ***


She Wolf (Falling To Pieces)

You loved me and I froze in time.
Hungry for that flesh of mine,
But I can't compete with the She-Wolf,
Who has brought me to my knees.
What do you see in those yellow eyes?
'Cause I'm falling to pieces
-She Wolf (Falling To Pieces), David Guetta feat. Sia-

<< Signorina, stiamo per atterrare >> Syd aprì lentamente gli occhi per concentrarsi sull’hostess sorridente china sul suo sedile << Deve allacciare la
cintura >>
<< Certo… grazie >> mormorò Syd con un piede ancora nel mondo di Morfeo. L’hostess sorrise per l’ennesima volta e andò via.
Finalmente casa  pensò Sydney allacciando la cintura. Quella settimana a Londra l’aveva più o meno uccisa: era stata caratterizzata da un disastro dietro
l’altro fra Ethan che la punzecchiava di continuo, sua madre che non faceva che parlare del dannatissimo matrimonio e suo padre che le chiedeva senza sosta se era sicura della sua scelta. Per non parlare poi di Breezy che le aveva detto esattamente quindici parole dalla festa, ed erano state: “Quando divorzierai, e lo farai, ti mando il numero del mio avvocato. È molto bravo”. A ripensarci, però, ignorarla era stata la migliore delle reazioni dei suoi vecchi amici, visto che le altre ragazze non avevano fatto altro negli ultimi cinque giorni se non seguirla ovunque e perseguitarla con i ricordi del passato.
Quella settimana aveva anche rischiato d’infrangere la sua promessa, avendo i One Direction che spuntavano fuori da ogni angolo. Era stata anche fortemente tentata dalle sigarette di Mick e dalla vodka che Elliot teneva nel cassetto, c’era voluta tutta la sua forza di volontà per non ricadere in tutte le vecchie abitudini.
Per non parlare poi del casino con Alexandra Waldorf… beh, prima di preoccuparsi di quello aveva ancora un’oretta buona fra l’atterraggio e il viaggio in Limousine fino all’Upper West Side.
 
 
 
 
 
<< Sta arrivando!!! >> urlò Bruce isterico all’interfono << La macchina si è appena fermata, tutti in posizione! >> Rick guardava la scena con un misto di divertimento e di sconvolgimento
<< È sempre così qui? >> chiese ad Allie che stava sistemando una caraffa d’acqua e un bicchiere sul tavolo
<< No, non di solito. Però è successo solo due volte che abbia chiamato Riunione Generale: quando ha preso il comando della rivista e quando ha detto che avevamo fatto causa a “Cosmopolitan” per diffamazione. Ecco perché siamo così nervosi >> spiegò lei controllando la disposizione degli impiegati nell’aula magna
<< Ho paura >> ammise Rick << La causa di “Cosmopolitan” è stata una tragedia >>
<< Sileeeeeeeeeeenzio!!!! >> urlò Jade << È fuori la porta >> con un ultimo fremito tutti gli impiegati si misero a sedere e un silenzio di tomba calò in sala. Rick faceva fatica a trattenere le risate vedendoli nervosi come se fossero tanti scolaretti all’incontro con il preside. Le porte di mogano dell’aula magna
s’aprirono e Syd varcò la soglia a passo di marcia con Nick Stoner. Nick era il braccio destro di Syd a BQ, figlio della precedente caporedattrice della rivista a New York, Janine Stoner, e di Arthur Stoner, magnate dell’editoria che pubblicava l’ex rivista della moglie da prima che s’incontrassero. Vederli insieme così preoccupati non fece che aumentare l’ansia dei dipendenti, Jade, addirittura, iniziò a tremare. Syd sorrise nel vedere Rick seduto comodamente sulla sua poltrona dietro la scrivania, lui le fece un sorrisino facendole cenno di avvicinarsi. Nick si mise a sedere sul tavolo, come suo solito, mentre Syd ci girava attorno e dava un bacio rapido a Rick
<< Ciao >> lo salutò dolce << Ti sono mancata? >>
<< Non sai quanto. Com’è andata? >> lei alzò gli occhi al cielo
<< Un problema alla volta >> Syd si voltò verso la folla con aria seria << Ciao ragazzi >> li salutò sbattendo la borsa sul tavolo e iniziando a frugarci dentro << Sarò piuttosto rapida perché il jet lag sta per colpirmi e mandarmi a tappeto. Allora, mentre ero a Londra ho incontrato un amico di vecchia data, Mark Brown, direi che lo conoscete tutti, no? >>
<< Non è quello che stava con te prima di Louis? Quello che aveva tredici anni in più di te? >> chiese Rick, lei alzò gli occhi al cielo: a lavoro odiava essere interrotta mentre parlava.
<< Sì, è lui. Ma nel settore è più conosciuto per essere uno dei migliori fotografi della storia >>  rispose secco Nick conoscendo le manie lavorative di Syd
<< Bene, abbiamo appurato chi è Mark. Mi ha invitato a cena a casa sua, si è sposato con Jessica Angel, ve la ricordate? L’assistente di fiducia di Alexandra Waldorf, hanno anche due figli, sono un qualcosa di adorabile… Comunque, Mark e Jessica il giorno dopo mi hanno trascinato a BQ Londra, dove ho incontrato Alexandra, e sapete com’è fra di noi, no? Tipo, guerra aperta da quando ho pubblicato il coso, lì… >>
<< Il libro >> suggerì Nick
<< Sì, la fine della mia carriera a Londra, esatto. Quindi abbiamo iniziato a chiacchierare e lei ha iniziato a punzecchiare e alla fine mi sono stancata e abbiamo litigato. Lei insiste nel dire che BQ New York non potrà mai raggiungere i livelli di BQ Londra, io le ho detto che in effetti li abbiamo superati da tempo e lei ci ha sfidato. Siamo in guerra, miei cari >>
<< Che intendi con “Siamo in guerra”, Capo? >> chiese Britt, la centralinista
<< Che il nostro numero di Dicembre verrà confrontato con quello di Londra da una giuria. Alla BQ Night a Londra verrà letto il verdetto, chi vince avrà
l’egemonia una volta per tutte. Non è fantastico?? >>
<< Stai scherzando, vero? >> urlò Penny Swan del settore esclusive alzandosi in piedi << Non possiamo competere con BQ Londra, lo sai Sydney! Loro hanno il blog! >>
<< Quella cosetta patetica con quella sciocca ragazzina di 14 anni dietro a un computer che non sa distinguere uno scandalo da una notizia noiosa? Wow, adesso sì che ho paura >> commentò Syd sarcastica << La verità è che c’è una sola cosa con cui possiamo fare a pezzi Alexandra: scandalo >>
<< Cosa? Non ce la faremo mai! >> esclamò Hope Thomson, una giornalista << Lavorare con lo scandalo vuol dire preparare il numero alle undici di sera, appena esce la notizia. Non è in questo che siamo specializzati >>
<< Vuol dire che lo diventeremo. Ecco come funziona la cosa: d’ora in avanti tenete le orecchie ben aperte, ovunque sentiate una voce, dal parrucchiere o davanti alla scuola dei vostri figli, scrivetelo su un foglio e poi riportate a me. Sono stata chiara? >> tutti annuirono o borbottarono “Sì”, completamente scioccati davanti a quella versione di Syd: la paladina della giustizia stava incitando tutti loro a barare.
 
 
 
 
 
 
<< È partita da un giorno e già mi sembra sia passato un mese >> si lamentò Kaya seduta al tavolo della cucina di Liam e Danielle
<< Non dirlo a me, non sai che strazio è stato spiegare a Kiki che la zia è partita e che la rivedrà in Aprile se c’invita al matrimonio >> borbottò Elliot nascondendosi dietro una tazza di tè
<< Credete che c’inviterà? >> chiese Breezy dondolando a ritmo per far addormentare Matty, il più piccolo dei due figli dei proprietari di casa
<< Di sicuro non te. Sei stata di una simpatia più unica che rara >> le fece notare Danielle
<< È l’unico modo che ho per farla ragionare, ok? Sto cercando di salvarla dal suo imminente divorzio >>
<< Breezy non ha tutti i torti >> ammise Sunshine facendo cenno a sua sorella di chiudere la porta della cucina, separandoli dai ragazzi che nell’altra sala stavano guardando la partita del Manchester City contro Dio-sa-chi << Dobbiamo aiutarla, se si sposa con Rick sarà infelice per sempre, diventerà una moglie trofeo o qualcosa del genere >>
<< Lo è già >> l’informò Amber sedendosi sul tavolo come quando era piccola << Lo sanno tutti nell’Upper East Side che Syd obbedisce a bacchetta e questo matrimonio è solo per far gongolare un po’ i Van Golden >>
<< Non riesco a capire perché lo faccia, lei è sempre stata così… indipendente >> cercò di spiegare Kaya
<< Semplice, è come se stesse dormendo: non deve prendere nessuna decisione, non deve preoccuparsi di niente, non deve far niente se non scorrazzare al braccio di Rick. Lo farei anche io >> confessò Elliot con aria colpevole
<< Ma perché? >> chiese Sophie
<< Soph, da quando in qua le cose che fa Syd hanno un senso per i comuni normali? >> le chiese di rimando Danielle << Ma credo che stiamo perdendo il punto principale: dobbiamo salvare Sydney dal divorzio del secolo dopo quello di Lady D e Carlo, e c’è un solo modo >>
<< Danielle, pensavo non ti lasciassi più andare a simili piani crudeli ora che sei una mamma >> la prese in giro Breezy
<< Non hai idea di quanto possa essere palloso parlare il bambinese 24 ore su 24, 7 giorni su 7 >> la difese Elliot
<< Dobbiamo sabotare il matrimonio >> Kaya si strozzò con il tè che stava bevendo a sentire quelle parole
<< Fai sul serio? >>
<< È l’unico modo, dobbiamo farla svegliare e salvarla >> spiegò Danielle
<< E come facciamo? Abita dall’altro lato dell’Oceano ed ha salvato le nostre mail fra le “indesiderate” >> le ricordò Sunshine
<< Passiamo all’attacco diretto >> un silenzio di tomba cadde in cucina dopo quelle parole
<< Dannazione >> borbottò Amber << Mi sono appena sposata, speravo di riuscire a passar un po’ di tempo con Niall prima che partissero >>
<< Non mi è mai piaciuta New York, neanche quando guardavo “Gossip Girl” >> affermò Kaya << Tutto troppo artefatto >>
<< Se siamo brave sarà una toccata e fuga, non più di un paio di mesi >> si consolò Sophie
<< Unanimità, allora? >> tirò le somme Breezy, tutte annuirono mentre Elliot si guardava attorno confuso
<< Cos’è appena successo? Non stavamo semplicemente prendendo il tè? >> chiese
<< Benvenuto nella ragnatela, Elliot >> sorrise Kaya << Ora sei uno di noi >>
 
 
 
 
 
<< Sai qual è la differenza fra uno scandalo e una notizia, Nick? >>
<< Dovrei saperlo? >> domandò lui di rimando seduto sul divano dell’ufficio di Sydney mentre lei guardava pigramente il panorama che offriva la finestra dalla sua poltrona bianca
<< Immagino che dovrò insegnarlo a tutti voi, visto che voglio vincere >>
<< È sete di gloria quella che sento nella tua voce? Sparkie è tornata? >>
<< Certo che no, Sparkie è morta e sepolta, non tornerà >>
<< Peccato, sarebbe tornata utile >> Syd sorrise placidamente appoggiando i piedi sulla scrivania
<< Sparkie era pericolosa, Nick. Una sola persona è riuscita ad addomesticarla, ma, alla fine, sono scappata anche da lì >>
<< Aglia, aglia, aglia, perdiamo colpi, Sparks. Hai parlato di Sparkie in prima persona >> lei alzò gli occhi al soffitto, pensierosa
<< In fin dei conti, Sparkie è parte di me, come Syn, Sissy e Miss Cheshire. Ad essere onesta, è la parte di me che temo di più: so gestire Syn, Sissy non tornerà mai più, ogni secondo in cui il matrimonio si avvicina lei si allontana, Miss Cheshire è quella che tutti vedono in me adesso, ma Sparkie è quello che la gente ancora ricorda >>
<< Difficile dimenticare il più promettente talento della letteratura degli ultimi venti anni >>
<< Non ero così brava >>
<< Hai pubblicato un solo libro e hai vinto un Kafka! >>
<< La storia era buona e io avevo fama, ecco tutto. Ed è questa la differenza fra uno scandalo e una notizia di passaggio: l’importanza che la gente come me e te dà a una notizia >>
<< Come fai a scegliere? >>
<< Guardi a quante persone farà male: maggiori danni collaterali, maggior successo. Ho distrutto più di un matrimonio apposta o per noia, mi seguirai nella battaglia? >>
<< Solo se non ti fai chiamare “Capitano, mio Capitano” >> Syd abbassò lo sguardo su Nick di colpo, per la prima volta dopo anni, Nick vide una scintilla di vita nei suoi occhi
<< Mai citare Walt Whitman, sono stata chiara? >> lui nascose un sorriso, sapendo di aver toccato un nervo scoperto
<< Certo, Sydney >>
 
 
 
 
 
<< Abbiamo un problema >> annunciò Harry entrando in casa di Breezy e Mick
<< Cosa, quel bastardo del mio ex marito mi ha fatto vietare l’espatrio? >> chiese Breezy uscendo dalla sua camera con una sciarpa in mano. Mick la guardò malissimo mentre versava al cugino due dita di whiskey << Che c’è, ne sarebbe capace >>
<< Qualcosa di molto più grave: Louis sta prendendo in considerazione l’idea di sposare Angelina >>
<< No, no, no, no e ancora no! >> esclamò Mick << Quella ragazza ha lo stesso Quoziente Intellettivo di un’anatra! >>
<< Non offendere le anatre, Michael >> lo richiamò Harry
<< Beh, allora dissuadilo >> rispose Breezy con una scrollata di spalle
<< L’unico modo per togliergli dalla testa qualcuno è con il chiodo scaccia chiodo, e lo sai Breezy >> lei lo fissò con occhi da falco
<< Che proponi, Styles? >>
<< Lo sai bene, Styles. Uniamo le battaglie… e non lo negare, l’ho capito da subito che non andate a New York in missione di pace ma per scatenare una guerra contro i Van Golden >> si affrettò  a dire vedendola sull’orlo di controbattere << Tu distruggi il matrimonio con Rick e io te ne do uno con Louis, non è quello che hai sempre voluto? >>
<< Ragazzi, non vi sembra di stare un tantino esagerando? Sono persone, non pupazzi >> gli ricordò Mick
<< Sono nostri amici >> si giustificò Breezy
<< Non ti sei comportata da amica con Sydney mentre era qui! Dannazione, aveva bisogno di te, si vedeva lontano un miglio e tu l’hai lasciata nelle grinfie di sua madre e Ben >> sbottò Mick
<< Perché non te ne sei occupato tu? >> gli chiese Breezy
<< Perché voleva te, non me >> a quello Breezy non seppe rispondere << Io me ne tiro fuori, sono adulti grossi e vaccinati, voi non sapete cosa sono stati i primi anni a New York per Syd, quanto abbia sofferto. Se è riuscita ad andare oltre, io non la tirerò di nuovo giù nel nostro baratro di trame, gossip e infelicità >> Mick andò in camera sua sbattendo la porta mentre Breezy e Harry si guardavano negli occhi. Lentamente Harry porse la mano
<< Affare fatto? >> Breezy la strinse con forza
<< Non hanno scampo >>
 
 
 
 
 
<< Casa, dolce casa >> sospirò Sydney stendendosi sul divano. Rick sorrise vedendola scalciare le scarpe con una smorfia di piacere; era tornata a casa da soli due giorni ed erano stati giorni d’inferno a lavoro. Per di più quella sera avevano avuto la prima riunione del corso prematrimoniale dove li avevo rimpinzati di nozioni come “Il matrimonio è per sempre, a prescindere da ciò che voi crediate. Quel giorno farete una promessa a Dio, e quelle promesse non si possono rompere”. Syd era sull’orlo delle risate ogni volta che il pastore apriva bocca
<< Amore, se il pastore ci chiedesse di astenerci dal sesso fino al matrimonio, tu che faresti? >> le chiese mentre versava l’acqua del bollitore in una tazza per lei
<< Boh, probabilmente lo farei >> rispose Syd stringendosi a un cuscino
<< Mi sa che mi conviene chiedere a chi ha già fatto il corso, non ho alcuna intenzione di astenermi >> sentenziò lui togliendo l’infuso del tè dalla tazza e buttandolo nel lavandino
<< Perché? Insomma, sarebbe divertente, secondo me. Così la prima notte di nozze non sarebbe la solita banale cosetta in un hotel di lusso, sarebbe più come una… riscoperta >>
<< Syd, io viaggio un sacco per lavoro e sto via anche dei mesi, quindi mi sa che di riscoperte ne abbiamo fatte parecchie >> le ricordò lui versando i soliti cinque cucchiaini di zucchero nella tazza bollente
<< Lo so, però… sarebbe divertente, tipo un gioco >> lui prese la tazza in una mano e il suo bicchiere di whiskey nell’altra e si andò a sedere
sul divano con lei
<< Un gioco a cui non giocheremo, ok? >> lei lo guardò fisso negli occhi prendendo la sua tazza
<< Va bene, se ci dovesse chiedere di astenerci cambiamo corso >> si arrese subito prima di bere un sorso di tè
<< A proposito, c’è qualche posto dove vorresti andare in luna di miele? >>
<< Per me è uguale, decidi tu >>
<< Avevo pensato dell’Australia, di partire da Sydney e fare il giro delle città più importanti. Melbourne, Brisbane… >>
<< Sì, mi piace. Domani mandiamo una mail a Daphne >>
<< L’ho già fatto, non ti dispiace, vero? >>
<< No, tranquillo. Lo sai che puoi fare tutto quello che vuoi >>
<< Davvero tutto quello che voglio? Perché c’è una cosa che muoio dalla voglia di fare… >> lei sorrise riconoscendo quel  tono di voce, quello che prometteva tante belle cose. Poggiò la tazza per terra e si avvicinò a Rick pronta a fare un’altra riscoperta. Proprio mentre le cose stavano iniziando a farsi interessanti, il citofono squillò
<< Ignoralo, Stephen li manderà via >> suggerì Rick fra un bacio e l’altro
<< Hmm-hmm >> il citofono squillò di nuovo insistentemente. Syd si allontanò dal viso di Rick con l’aria imbronciata << Non ce la faccio >>
Lui sbuffò e la spostò di lato per andare a rispondere con un furioso << Che c’è? >>
<< Mandali via, chiunque sia >> lo supplicò Syd vedendolo assumere il solito atteggiamento serio che di solito riservava al lavoro
<< Falle salire, Stephen. Grazie >> Rick rimise apposto la cornetta e si voltò verso di Syd allacciandosi i bottoni della camicia << È per te >>
<< Per me? Io non aspettavo nessuno >> disse Syd saltando in piedi e cercando di darsi una sistemata alla bell’e meglio. L’ascensore si aprì e le ultime persone che si aspettava di vedere sulla faccia della terra entrarono
<< Oh.Mio.Dio. >> scandì Syd lasciandosi cadere di nuovo sul divano inerme. Rick le guardò sfilare una ad una verso la sua fidanzata in stato di shock con il vago presentimento che questa non era una visita di cortesia
<< Vediamo se mi ricordo i nomi >> disse Rick ripescando il suo bicchiere di whiskey << Le due identiche sono le gemelle, Sophie e Sunshine. Quella bassina con l’aria da cerbiatto è Kaya. Poi, difficile dimenticarsi di Amber, abbiamo passato diverse vacanze nello stesso chalet ad Aspen, non è vero? Ah, ecco la vera ciliegina sulla torta: l’adorabile Breezy >>
<< Sempre un dispiacere rivederti, Rick >> ammise Breezy con una mano sul cuore << Ma non siamo qui per te, comunque >>
<< Questo sottintende che lo siete per me >> dedusse Syd guardandole
<< Ehm, sì. Le vere amiche si vedono nel momento del bisogno >> la ricordò Kaya prendendole la mano
<< Ma che pensiero gentile >> commentò Rick sarcastico
<< Lo è davvero >> concordò Syd seria << Per quanto rimanete? >>
<< Fino al matrimonio! >> annunciò Sunshine entusiasta mentre Rick soffocava con il whiskey
<< E come fate con il lavoro e tutto? >> chiese Syd ad occhi sgranati
<< Semplice! >> esclamò Sophie << Il mio prossimo spettacolo è a ottobre, quindi riesco perfettamente a rimanere qui fino ad aprile. Amber è una mantenuta da quando è nata, quindi non ha di questi problemi. Kaya è una giornalista freelance e può benissimo scrivere da New York. Sunshine gestirà la sua agenzia di viaggi da lontano, così metterà in prova la sua vicepresidente e Breezy è disoccupata, quindi… >>
<< Non sono disoccupata! Ero sposata fino a due mesi fa, mio marito si occupava dei guadagni e io dello shopping, ragion per cui dovrò rispolverare la mia laurea in economia e cercarmi un lavoro >> spiegò Breezy offesa
<< Hey, Breezy, c’è uno Starbucks sulla Madison che ha proprio bisogno di una nuova cameriera >> le disse Rick, Breezy lo incenerì con gli occhi e si voltò verso Syd
<< D’ora in poi, ci penseremo noi a te >> promise
<< È una minaccia? >> fece Rick
<< E dov’è che starete? >> chiese subito Syd per distrarle
<< Mio padre ha una casa qui, sulla 5th Avenue. È sempre vuota, praticamente. Abbiamo portato già lì tutte le valige, saremo a tua completa disposizione per questo matrimonio >> giurò Amber. Rick fece un verso disperato e si versò altro whiskey, Breezy si voltò verso di lui con aria assassina
<< Hey, ma voi non avete mai visto la casa! >> esclamò Syd per distrarle di nuovo << Vi va un giro? >> tutte si dissero entusiaste e la seguirono verso il corridoio tranne Breezy. Rick la guardava con un sorrisino divertito mentre versava in un altro bicchiere del whiskey
<< Ho saputo del tuo delizioso matrimonio. Quant’è durato? Due mesi? >>
<< Quattro anni, Rick >>
<< Wow, quel sant’uomo è riuscito a resistere così tanto? Come mai è finita? Ah, sì, giusto, si portava a letto la sua segretaria. Certo, non mi sento di fargliene una colpa >> le porse il bicchiere che lei prese subito
<< Quanto credi durerà il tuo, Rick? Credi sul serio che starete insieme tutta la vita? >>
<< Certo che sì, io la amo, lei mi ama. Lei non mi tradirà mai e io non credo che ne avrò bisogno. Non vedo cosa dovrebbe andare male >>
<< Io. Non la lascerò a rovinarsi la vita con te, non arriverete neanche all’altare >>
<< Provaci, avanti! Lo sai come andrà a finire, l’ha già messo in chiaro diverse volte: se deve scegliere fra me e te, io vinco a tavolino >>
<< Non questa volta, Richard, non questa volta >>
 
 
 
 
 
<< Ciao Capo! >> trillò allegra Britt vedendo Syd uscire dall’ascensore << C’è posta per te! >>
<< Cos’è? >> chiese Syd avvicinandosi
<< “International Debutante Ball”. Capo, tu non avevi già debuttato? >>
<< Sì, a Londra. C’erano paparazzi ovunque, ma fu fantastico >> Syd aprì la busta fremente con le dita virtualmente incrociate << Sì! Ce l’abbiamo
fatta, Britt! >>
<< A fare cosa? >>
<< Abbiamo l’esclusiva per fare un reportage sul ballo delle debuttanti di quest’anno! >>
<< Fantastico! Quest’anno non debutta anche tua nipote, Capo? >>
<< Giusto! Ho bisogno che chiami Barney’s  e fissi un appuntamento con una personal shopper per Effy, quindi tutti abiti bianchi. Cerca d’incastrare
l’appuntamento con i miei impegni, Effy mi ha chiesto di accompagnarla >>
<< Subito, Capo >>
<< Syd, emergenza!! >> Sydney si voltò verso il suo ufficio da cui uscì Allie di corsa << Alexander McQueen ha venduto la sua versione della storia della Kazurakis a BQ Londra e noi non abbiamo neanche quella di Beth! >>
<< Tranquilla, Allie, me ne sto già occupando. Dovevo andare a SoHo oggi pomeriggio e farò un salto sul set di Versace, ok? >>
<< E quando, di grazia? Oggi ha la prima prova dell’abito! >> le ricordò Allie
<< Di già? Il matrimonio non è ad aprile? >>
<< Sì, ma in queste cose si gioca d’anticipo, Syd. Ricamare è un processo luuuungo e stancante >> Syd alzò gli occhi al cielo riconoscendo quella voce
<< Adesso mi seguirete anche a lavoro? >> chiese alle sue vecchie amiche di Londra che erano esattamente dietro di lei
<< Decisamente, hai bisogno di noi! Non sai neanche la data del matrimonio! >> le fece notare Kaya
<< E invece sì! È in aprile >>
<< Che giorno? >> Syd guardò Allie in ricerca d’aiuto
<< Oh, no, Syd. Questo te lo devi ricordare da sola >> Kaya si strinse nelle spalle con la sua solita espressione di conquista, tipica di quando aveva ragione
<< Allie, loro sono le ragazze. Sono sicura che tu le conosca. Hanno promesso di farmi da stalker fino al matrimonio, trovagli qualcosa da fare, io ho una rivista da mandare avanti >> s'arrese Syd alzando gli occhi al cielo
 
 
 
 
 
<< Finirò intossicata entro fine settimana >> si lamentò Sunshine prima di tossire infastidita dallo smog
<< È solo Madison Avenue, Sun >> cercò di tranquillizzarla Amber << Qui la gente ci vive, possiamo farcela >>
<< Scommetto quello che vuoi che gli attori vivono fuori città, però. Tutto questi gas di scarico delle auto fanno davvero male alla mia voce >> si lamentò Sophie stringendosi nella sua sciarpa
<< E fa così freddo… >> continuò Breezy
<< Vi lamenterete ancora per molto? È solo un po’ di traffico cittadino! >> sbottò Sydney stanca dopo averle avuto in giro per tutto il giorno
<< Chi stiamo aspettando? >> chiese Kaya
<< Mia suocera, le mie cognate e la Wedding Planner >> rispose lei guardando il BlackBerry e trattenendosi dall’imprecare leggendo il blog di Perez Hilton << Vi rendete conto che tutti sanno che siete qui e siete arrivate solo ieri pomeriggio? >>
<< Facciamo scandalo, lo sai >> borbottò Sophie parlando attraverso la sciarpa
<< Sydney cara! Hai un’aria semplicemente divina! >> mai avrebbe pensato di dirlo, ma Syd era davvero felice di sentire la voce della sua Wedding Planner
<< Ciao Daphne! >> la salutò mentre dalla limousine uscivano Martha, Jenny e Carol. Jenny le saltò subito al collo entusiasta ripetendole quanto le fosse mancata; una volta sciolto l’abbraccio, però, riconobbe Breezy e perde il sorriso
<< Che ci fa lei  sulla mia isola? >> sibilò
<< Ciao Jenny >> sorrise Breezy affabile << Accompagno la mia migliore amica alla prima prova del vestito, e tu? >>
<< Sydney è la mia migliore amica, stronzetta >>
<< La conosco da quando ho tre anni, ho la precedenza, troietta del cazzo >>
<< Mi sento come al liceo, davvero. È una cosa infantile >> cercò di calmarle Syd
<< Sì, infatti, lo sanno tutti che Syd e io eravamo inseparabili al liceo >> s’intromise Amber
<< Non anche tu >> la supplicò Syd. Le ragazze iniziarono a urlare tutte insieme nel bel mezzo della strada mentre diverse persone si fermavano a fissarle e le altre provavano a sedare la lite. Syd prese per mano Martha e la trascinò nel negozio di Vera Wang lasciandole a cuocere nel loro brodo
 
 
 
 
 
<< Sei divina, Sydney >> cinguettò Daphne
<< Ma non lo conosci un sinonimo? >> sbottò Sophie << Se vuoi ti regalo un dizionario dei sinonimi e contrari >>
<< Sei orripilante >> sentenziò Amber
<< Davvero, ti sta malissimo >> rincarò la dose Sunshine. Syd si guardava nello specchio con il vestito indosso mentre Vera Wang in persona le girava attorno fissando spilli << Niente contro il modello, ovviamente >> Vera alzò gli occhi per due secondi esatti prima di ricominciare a prendere le misure
<< Ecco fatto >> disse Vera alzandosi << Che ne pensi? È il tuo vestito questo >>
<< Boh >>
<< “Boh”? È questo tutto quello che hai da dire? “Boh”?!?!?! >> chiese Jenny << Sydney, sei bellissima! Mette in risalto il tuo corpo in un modo divino >>
<< Cos’è questa? Una mania? >> domandò sorpresa Sophie
<< Syd… hai sempre voluto il vestito da principessa, da quando eravamo piccole. Ti ricordi? L’avevamo disegnato insieme con i miei pastelli di Barbie >> cercò di farla ragionare Breezy.
Il vestito era bellissimo, ovviamente. Era stretto su tutto il corpo e all’altezza delle ginocchia s’apriva in una piccola gonna a balze e sbuffi, il tutto di un delicato color caffèlatte. Guardandosi allo specchio con quello indosso, però, Syd non sentiva niente, e sapeva non avrebbe sentito niente neanche con gli altri vestiti nell’atelier. Perché sprecarsi, allora?
<< Mi fido ciecamente di Carol e Daphne. Se loro dicono che questo è perfetto per me, allora va bene, è quello giusto >> Jenny fece un verso esaltato battendo le mani
<< Vedrai, sarai bellissimissima >> Breezy guardava Syd attraverso lo specchio con sguardo triste
<< Lo è sempre stata >>
 
 
 
 

My Corner:
Hello PP!!!!!
Vi sono mancata?
Come sono andate queste settimane? Vi sono arrivate le pagelle?
Per me sono state settimane piatte, a parte continue visite dal dentista, sigh :(
Cooooomunque,
lo so che i capitoli precedenti sono stati molto lenti, ma dovevo ripresentare i personaggi e come sono cambiati negli anni, da adesso il divertimento può iniziare!
Muhahahahahahahahaha
(sì, guardavo Hannah Montana e sì, questa è la risata di Rico)
Allora, Danielle è una donna geniale che ha avuto una grande idea, sabotare il matrimonio di Syd.
A questo piano si aggiunge quello di Harry: ricreare Louney visto che Louis sta valutando l’idea di sposare la “misteriosa” Angelina, che non è proprio una cima.
Ci riusciranno i nostri eroi?
Prossimamente sugli schermi del vostro pc!
(WTF?)
In questo capitolo avete potuto ammirare un altro esempio della passività di Sydney, che non sa neanche scegliere dove andare in luna di miele, scegliere il suo vestito o opporsi a Rick.
A proposito di Rick, avrete notato che fra lui e Breezy non scorre buon sangue e tanto meno fra lei e Jenny, ma Breez è diventata un po’ insopportabile, non trovate?
Forse è il tradimento del marito, o forse quello di Syd…
Voi che ne pensate?
Grazie ancora per tutte le vostre splendide recensioni a cui risponderò appena avrò due minuti di tempo libero!
Siete le Piccole Petunie più belle di questo Fandom!
Ci sentiamo fra due settimane!
xoxoxoxoxo
Mary

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Capitolo 6
*** Impossible ***


Impossible

And you were strong and I was not.
My illusion, my mistake,
I was careless, I forgot I did…
…Tell them I was happy
And my heart is broken.
All my scars are open,
Tell them what I hoped would be impossible.
-Impossible, James Arthur-

<< Prima o poi ci farai un buco in quel muro, Richard >> scherzò Robin pronunciando il nome del suo migliore alla francese, come sempre, sapendo quanto lo facesse incazzare.
<< È a questo che serve lo squash, no? A far sfogare gli istinti primitivi degli uomini dell’élite >> ringhiò Rick fra i denti colpendo con forza la pallina
<< No, a quello ci pensano le mogli, le fidanzate e le amanti >>
<< E chi la vede più la mia fidanzata >>
<< Ehm, vive con te, in caso te lo fossi dimenticato >> gli ricordò Robin colpendo la palla con la racchetta
<< Sì, ma ultimamente abbiamo sempre ospiti >>
<< Chi? Tua sorella? >>
<< No, la sua >>
<< La sua? Ma Sydney ha due fratelli, non ha sore… oh, Breezy >>
<< Già, Breezy >>
<< Ma non vive sulla Quinta con le altre? >>
<< In teoria sì, ma, per un motivo o per l’altro, è sempre in casa nostra >>
<< Beh, che ti aspettavi, Richard ? È ovvio che le stiano vicino a un passo dal matrimonio, anzi, meglio così! Le donne diventando isteriche appena si ritrovano un anello al dito >>
<< Syd non è così, è assolutamente tranquilla >>
<< Allora qual è il problema? >> Rick mancò la palla, che colpì violentemente il muro con un sonoro ciocco. Robin si voltò verso il suo migliore amico preoccupato, quella era una palla facile e aveva accompagnato Rick al pronto soccorso così tante volte da sapere che per lui nessuna palla è abbastanza difficile o nessuno sport abbastanza pericoloso da fermarlo
<< Sono due settimane che non la tocco neanche con un dito >>
<< E allora? Succede a tutti >>
<< A noi? Dio, a quante feste siamo scappati di nascosto per stare anche solo cinque minuti da soli, Robin? Conosci me e conosci lei, non siamo i tipi >>
<< E tu credi sia colpa delle sue amiche? >>
<< E di chi, sennò? >>
<< Andiamo, Richard, non essere infantile! I migliori anni della tua fidanzata sono con quelle ragazze, è giusto che ci siano anche adesso >>
<< No! I suoi migliori anni sono con me! >> urlò Rick furioso sbattendo la racchetta a terra
<< Lei non è tua, Richard, non lo è mai stata e né lo sarà mai >> sta volta Robin pronunciò il suo nome all’inglese, segno d’ingente incazzatura in arrivo
<< Ha scelto me. Sposerà me >>
<< E ti ama? >>
<< Certo che sì! >>
<< E allora perché hai così tanta paura di quelle ragazze? Non crederai che la riporteranno a Londra, vero? >> Rick si chinò a prendere la palla e la racchetta
<< Ci devono solo provare >> dichiarò prima di colpire la palla con violenza
 
 
 
 
 
 
<< Quindi, riassumendo, mentre facciamo il tour ci tocca anche registrare il documentario? >> chiese Liam steso sul divanetto dello studio di Paul, il loro manager storico
<< Esatto >> rispose lui chiudendo l’agenda con un colpo secco << Altre domande? >>
<< Sì, che ci chiederanno per il documentario? >> domandò Niall
<< Solita roba >> minimizzò Paul sapendo quanto Zayn odiasse le domande dei documentari
<< Sono dieci anni che ci fanno sempre le stesse domande >> sbuffò Harry
<< Meglio, io uso sempre le stesse risposte >> ammise Louis
<< Che bullo >> lo prese in giro Zayn sorridendo
<< Ad essere onesti, punteranno soprattutto sugli anni folli >> l’informò Paul
<< Intendi quando abbiamo incontrato le ragazze? >> chiese Harry, Paul annuì
<< Avranno una parte anche loro, speravamo di convincere a collaborare anche la piccola Sparkie >> Louis strabuzzò gli occhi
<< Cosa? Perché? >>
<< Andiamo, Louis, gli anni folli sono iniziati e finiti con lei. E poi, si sta per sposare, ci sarà un revival del culto di Sydney, economicamente parlando è una crescita nelle vendite >>
<< Non credo che… sì, che vorrà partecipare >> borbottò Louis
<< Beh, io spero di sì, visto che contavamo di fare alcune riprese a casa sua a Holmes Chapel con tutto il gruppo >>
<< Buona fortuna a schiodare Ethan dal lavoro >> gli augurò Zayn << Deve essere una cosa di famiglia, sia lui che la sorella sono degli stakanovisti senza pari >>
<< Vi ricordate quando Ethan e Syd bruciarono tutti i documenti del loro affidamento a Rachel e a Ben urlando: “È finita! Siamo liberi!”? >> ricordò Liam sghignazzando
<< Sì, avevano compiuto tutti e due diciotto anni e avevano organizzato quella megafesta… che sbronza cosmica >> aggiunse Harry << Ho avuto i postumi per una settimana >>
<< Già, una settimana in cui avevate tre concerti e l’incontro con la Regina… A volte Syd mi manca, certe altre mi rendo conto che è meglio per la mia ulcera che sia a New York >>
Poco dopo Paul sciolse la riunione e i ragazzi tornarono a casa; in tutti quegli anni tutti avevano cambiato casa, tranne Louis e Harry, vivevano ancora nell’appartamento al quinto piano con le mura dipinte di rosso borgogna e il parquet segnato dalle ruote delle macchine giocattolo del piccolo Eric a cui facevano da baby-sitter abbastanza spesso. Avevano provato diverse volte a trasferirsi, ma lì dentro c’erano ricordi che nessuno dei due voleva rischiare di dimenticare
<< Che ne pensi di questa cosa di intervistare anche Sydney? >> chiese Harry iniziando a tirare fuori gli ingredienti per la cena. Louis sbuffò iniziando ad apparecchiare con gesti meccanici
<< Boh… capisco perché ci debba essere anche lei, ma non credo accetterà >>
<< Tu vuoi che ci sia o no? >>
<< Gli anni folli sono lei, Harry, e lo sai >>
<< Non è quello che ti sto chiedendo, Louis >>
<< È un’arma a doppio taglio, ok? Perché voglio vederla, stare con lei un po’, ma è sempre Sydney: la mia più grande debolezza. So come andrà: ci vedremo per filmare le scene e poi lei se ne andrà senza voltarsi e io ci starò male >>
<< Forse ci starà male anche lei >> suggerì Harry
<< Harry, è la ragazza che ha distrutto il matrimonio del suo capo solo per pura vendetta >>
<< Non credo che quella ragazza esista più, Louis >> lui scosse la testa pensieroso ed andò in camera sua lasciando Harry solo in cucina.
Harry non capiva. C’erano cose di Syd che lui era l’unico a conoscere, piccoli segreti che lui custodiva gelosamente come il profumo del suo shampoo, le lettere irregolari della sua grafia, il colore dei suoi occhi appena sveglia o la forma delle sue dita affusolate.
Sydney aveva rappresentato gli anni più belli della sua vita, ma le sue ultime parole erano state abbastanza chiare. Louis si lasciò cadere sul letto e alzò lo sguardo verso il muro della porta, di fianco alla poesia “Penny Brown” un’altra poesia era scritta con eleganti lettere con un pennarello dorato
Farewell! Thou art too dear for my possessing,
And like enough thou know'st thy estimate,
The charter of thy worth gives thee releasing;
My bonds in thee are all determinate.
For how do I hold thee but by thy granting?
And for that riches where is my deserving?
The cause of this fair gift in me is wanting,
And so my patent back again is swerving.
Thy self thou gavest, thy own worth then not knowing,
Or me to whom thou gav'st it else mistaking;
So thy great gift, upon misprision growing,
Comes home again, on better judgment making.
Thus have I had thee, as a dream doth flatter,
In sleep a king, but waking no such matter.
 
 
 
 
 
 
<< Siete sicure che sia la scelta giusta? >> chiese Kaya tremante seduta nella saletta d’attesa dell’ufficio di Daphne Raimi
<< Kaya, piantala, per l’amor del Cielo! >> sbottò Sophie << La maggioranza vince, ok? >>
<< È pericoloso! >> affermò Kaya. Amber alzò gli occhi al cielo e scattò in piedi piombando su Kaya con l’aria minacciosa che usava sempre al liceo e che ora tirava fuori solo nelle emergenze
<< Ascoltami bene, Wilson, tu adesso starai zitta mentre noi ci occupiamo di questa situazione, visto che hai dimostrato chiaramente di non essere all’altezza. Eri d’accordo con questo piano e quindi aiuterai fino in fondo, sono stata chiara?!?!?!?!?! >> Kaya scivolò lentamente sulla poltroncina ed annuì veementemente ad ogni parola. Amber sorrise e tornò a sedersi mentre la segretaria di Daphne apriva la porta e gli diceva di entrare
<< Che piacere vedervi, ragazze! Tutte insieme siete un quadretto… >>
<< Di’ una sola volta la parola “divino” e giuro che ti do fuoco >> la minacciò Sunshine interrompendola di colpo; in quelle due settimane, Sunshine aveva sviluppato una particolare avversione alla parola “divino” e spesso la sorella la prendeva in giro usando quell’aggettivo per ogni cosa. Quando Breezy aveva provato a unirsi al gioco, Sun aveva preso la sua sciarpa della Gap e l’aveva infilata nel camino… acceso, purtroppo.
<< C’è qualcosa che non va? >> domandò Daphne
<< Sì, la tua carta da parati è accecante! >> osservò Kaya indicando le mura ricoperte da carta da parati rosso acceso con dei piccoli cuoricini dorati sparsi
<< Wilson, taci >> ordinò Breezy prima d’iniziare l’attacco << Allora, Daphne, la situazione del matrimonio della nostra amica è piuttosto particolare >>
<< Oh, no! Tutto procede secondo i piani: i ragazzi vanno al corso prematrimoniale e a lezione di ballo, ho appena prenotato il viaggio di nozze, Vera Wang mi ha mandato una mail dicendomi che ha fatto quelle modifiche che avevate richiesto per l’abito delle damigelle e… >>
<< E questo matrimonio non avrà luogo! >> concluse Breezy con un sorriso. Daphne divenne seria all’improvviso
<< Stai scherzando, vero? >>
<< No. Perché credi siamo tutte qui, idiota? Impediremo che Syd faccia l’enorme cazzata di sposarlo, ma il 14 Aprile ci sarà un altro matrimonio >>
<< Quale? >> chiese Daphne
<< Già, quale? >> fece eco Kaya, Sunshine alzò gli occhi al cielo e Sophie le mollò uno schiaffo dritto in faccia
<< Quello fra Sydney Sparks e Louis Tomlinson >>
<< Che cosa? >> strillò stridula Daphne << E perché io non ne so niente? >>
<< Perché non lo sanno neanche loro >> ammise Amber. Daphne sorrise divertita
<< Oh, capisco. Vedete, in tanti anni di questo lavoro mi sono resa conto che ci sono tre tipi di amiche della sposa: 1) le invidiose false amiche, 2) le amiche oneste e 3) le amiche illuse, ovvero quelle come voi che sperano di salvare le spose dai fallimenti matrimoniali. Statisticamente parlando, voi perdete sempre: Sydney si sposerà con Richard, mettetevi l’anima in pace >>
<< Non lascerò che butti la sua vita con quello lì! Dannazione, ma lei non era il tuo idolo? >> urlò Breezy isterica
<< Certo che lo è, ma so che Sparkie non tornerà più, anche se vorrei, credimi >>
<< E allora aiutaci ad aiutarla! Organizza l’altro matrimonio, quello con l’amore della sua vita, ti prego >> supplicò Breezy. Daphne le guardò di sottecchi, valutando la situazione
<< I Van Golden mi faranno a pezzi >>
<< Ma i Brown-Thomas saranno in debito con te. E poi, pensa a tutta la fama che otterrai! >> la fece riflettere Amber
<< Oh, fanculo! A me quello stronzo non piace neanche! >> sbottò Daphne scattando in piedi << La tratta da moglie trofeo e si devono ancora sposare, cazzo! Ci sto, fottiamo Rick Van Golden! >> le ragazze iniziarono a fare urletti di gioia mentre Sunshine faceva il giro della scrivania per abbracciare Daphne mentre ripeteva come un automa << Tu sei divina! Tu sei divina! >>
 
 
 
 
<< Come hai fatto? >> chiese Nick leggendo l’intervista che Syd aveva appena stampato. Lei si strinse nelle spalle
<< Charme britannico >>
<< Gli Inglesi non sono conosciuti per essere freddi ed avere un humor alquanto… dubbio, diciamo >>
<< Nicholas, continua così e ti licenzio >> scherzò lei scrivendo una mail dal BlackBerry
<< A chi scrivi? >>
<< Rick. L’ho tormentato tutto ieri sera con la storia di come ero riuscita a convincere Beth Kazurakis a parlare e che dovevo preparare per bene le domande da farle fare da Denise. Mi sento in dovere di dirgli che è andata bene >>
<< Sbaglio o stai gongolando? >> Syd sorrise colpevole
<< Non vedo come possa andare meglio per la sfida di dicembre: ho la versione della modella e Alexandra ha quella del fashion designer della stessa storia, ho l’esclusiva di Oscar De La Renta, Gucci mi ha concesso un’intervista e il mio professore di poesia americana della Columbia mi ha inviato questa mail strappalacrime sui miei meriti di lavoratrice. Non è fantastico? >> il BlackBerry di Syd trillò e lei si sporse sulla scrivania per afferrarlo
<< Proprio. Chi è? >>
<< Rick >>
<< Che dice? Ha scelto il colore dei centrotavola? >>
<< No… si era dimenticato della faccenda di Beth… Fa lo stesso, oggi aveva una riunione importante per quella faccenda d’acquisire un canale televisivo >>
<< Sydney, non fa lo stesso. Tu sai la sua agenda a memoria >> le fece notare Nick
<< Ho solo una buona memoria, ecco tutto. Come va con Sadie? >> domandò Syd con un sorriso tirato rimettendo il BlackBerry a posto
<< Meglio di quanto non vada fra voi due: sai, lei sa quando mi aspetta una giornata pesante e alla sera mi fa trovare il mio piatto preferito per cena >> Syd perse ogni parvenza d’allegria
<< Basta, io non ce la faccio più! Vi siete messi d’accordo tutti? Cos’è, una replica della congiura contro Cesare? Anzi, facciamo la congiura di Catilina, quella finì male  >>
<< Sai che non ho la più pallida idea di cosa tu stia parlando, vero? All’Università ho fatto Scienze della Comunicazione e mi hanno mandato via a calci in culo solo perché di cognome faccio Stoner >>
<< Tu, i miei genitori, i miei fratelli, mio cognato, addirittura mia nipote di cinque anni più Breezy e le ragazze, non fate altro che sparare cattiverie su Rick! >>
<< Non ho niente contro di lui, Syd! Siamo cresciuti insieme, ma a volte si comporta da emerito coglione con te, ok? >>
<< Non è vero! Rick mi ama >>
<< Syd, anch’io amo la mia SLK, ma non la amo quanto mia moglie. Chiediti, sei l’SLK o Sadie? >>
 
 
 
 
 
 
<< Syd? Sono a casa, tesoro >> annunciò Rick uscendo dall’ascensore
<< Sono qui >> lui sorrise lasciando la valigetta all’ingresso. Seguì la scia di profumo che lo portò dritto dritto in cucina, dove Sydney si muoveva aggraziata fra i fornelli con i capelli legati in uno chignon morbido, la guancia sporca di farina, i piedi nudi che scivolavano sul marmo del pavimento e un libro di ricette aperto sul bancone
<< Sta sera Mara ha la serata libera, è il suo anniversario di matrimonio. Le ho regalato quel servizio di porcellana di Limonges che avevamo visto a fare la lista nozze, dici che le piacerà? >>
<< Certo, era splendido >> Rick si avvicinò alla sua fidanzata e poggiò le mani sui suoi fianchi attirandola a sé << Come sei splendida tu sta sera >> lei arrossì muovendo la mano per aria, come a cacciare via quel complimento
<< Non sono neanche truccata per bene >>
<< Mmmm… credi che questa cenetta la possiamo posticipare un po’? >>
<< Un-una mezz’oretta, sì, si può fare >> balbettò Syd sentendo le labbra di Rick sul collo. Appena vide lo sguardo famelico di Rick spense di colpo i fornelli << Ma qualche ora non sarà un problema >> promise
 
 
 
 
<< Lo sguardo del conquistatore, mi dicono >> commentò Robin vedendo il suo migliore amico entrare in ufficio con aria spavalda
<< Chi te l’ha detto? I vicini? Siamo stati un po’ rumorosi, in effetti >> confessò Rick iniziando a smacchinare con la macchina del caffè
<< Tutto risolto? >>
<< Sì, per le prossime dodici ore. Tu che hai fatto ieri? >>
<< Sono andato a quel nuovo club a Broadway, carino. La gente va in giro in maschera >>
<< Rischioso, potresti baciare un cesso >>
<< Come hai fatto tu alla festa della Columbia il primo anno >> Rick alzò gli occhi al cielo
<< Te lo ripeto per l’ennesima volta, non era Patti Brice, era Julie Adams >>
<< Era Patti, lo sanno tutti. Beh, sei rinsavito >>
<< Che ci fai qui, comunque? Lavori dall’altro lato dell’isola >>
<< Ho un appuntamento a colazione >>
<< Di che genere? >>
<< Lavoro >>
<< Con chi? >>
<< Breezy Styles >> Rick lasciò cadere a terra la tazza appena riempita, facendo scattare in piedi la sua segretaria
<< Tutto a posto, Signor Van Golden? >> chiese allarmata
<< C’è bisogno di dare una pulita qui, Rachel >> ammise Rick << E di una camicia… e di una cravatta >> lei annuì e sparì nei corridoi dell’ufficio
<< È Richelle, Richard >> gli ricordò Robin
<< Tu, brutto Francese traditore! >> l’accusò Rick puntandogli il dito contro << Con Breezy Styles? Che cazzo ci fai con lei? >>
<< Hey, abbiamo bisogno di una contabile, lei s’è laureata con il massimo dei voti all’Università di Manchester, non vedo perché non debba fare un colloquio con lei >>
<< Perché è il nemico, Robin! >>
<< Non fare il bambino, Richard! È una professionista in cerca di un lavoro, non lascerò che le tue paranoie s’intromettano nel lavoro né mio, né suo >>
<< Ma tu… tu sei il mio migliore amico >> mormorò Rick confuso << Sei sempre dalla mia parte >> Robin alzò gli occhi al cielo. Ed eccolo qui, Rick che faceva gli occhi dolci per convincerlo di qualcosa, la sua arma finale. Aveva ottenuto di tutto con quella tecnica, dalla prima macchina alla laurea alla Columbia. Dannazione, aveva convinto Syd a sposarlo con quella faccia!
<< Oui, Richard, sono il tuo migliore amico, e sono amico di Sydney, ma se Breezy se lo merita, io non le tolgo il posto, ok? >>
<< Non mi resta che sperare, allora >>
 
 
 
 
 
 
Syd saltò sulle spalle di Nick appena entrata a BQ allegra
<< Hey, che succede? >> chiese Nick mentre si girava verso di lei
<< Non sono l’SLK >> rispose lei con un sorriso
<< E perché? >>
<< Perché non si fa l’amore con una macchina come l’abbiamo fatto io e lui ieri sera >> spiegò lei semplicemente
<< Wow, sesso riparatore. La tua tecnica preferita, no? >>
<< Non sono una ninfomane, Nick! >>
<< No, ma di questo parleremo un altro giorno. Abbiamo un problema >> Syd si fece subito seria e seguì Nick nel suo ufficio
<< Che succede? >> domandò chiudendo la porta
<< Qualcuno ha scoperto la storia del padre di Amber Brown-Thomas >>
<< Che cosa? >> strillò Syd stridula << Avevo coperto lo scandalo anni fa, a Londra! Ho pagato con ben tre scandali il silenzio di Janice Butler, chi è stato? >>
<< Una Blogger, Trisha Spencer. Immagino tu voglia il suo silenzio >>
<< Certo che sì! Questa non ci voleva proprio, non mentre lei è qui… Trova questa blogger, del resto me ne occupo io >>
<< L’ho già trovata, sarà qui fra venti minuti >>
<< Venti minuti? No, ho la prova del vestito! >>
<< Ma quante volte lo devi provare? >>
<< E che ne so, io obbedisco e basta >>
<< Sei la sposa più passiva della faccia della terra >>
<< Hey, a Rick va bene, alla sua famiglia va bene, alla mia non può interessare di meno, dov’è il problema? >>
<< Stiamo divagando, chi scegli? Il tuo matrimonio o la tua amica? >> Syd sgranò gli occhi terrorizzata << Oh, no, ti prego, niente attacco di panico, non abbiamo abbastanza tempo… faccio io, rimandiamo la prova del vestito e tu fai pisciare addosso quella blogger del cazzo, ci stai? >> lei annuì iniziando a pensare come zittire la blogger
<< Non abbiamo scandali su di lei? >> chiese sedendosi sulla poltrona
<< No, completamente pulita. Devi chiamare Daphne >> le ricordò Nick uscendo
<< Dillo a Britt, farà tutto lei, ok? >> lui annuì e chiuse la porta. Perfetto, e ora come convinceva una Blogger a tener nascosta la storia della doppia famiglia di James Brown-Thomas
 
 
 
 
 
 
Breezy uscì saltellando dall’ascensore di BQ New York al piano dell’ufficio di Syd
<< Ciao, Britt. Sai com’è andata la prova del vestito? >> chiese alla centralinista appoggiandosi al bancone
<< Syd ha dovuto annullare, un emergenza >> rispose Britt limandosi le unghie
<< Che emergenza? >>
<< Roba Top-Secret. Nessuno sa cos’è, se ne occupano solo lei e Nick, succede spesso >>
<< Avanti, non hai neanche qualche gossip? >> l’incitò Breezy, Britt alzò lo sguardo dalle sue unghie
<< Beh, una voce c’è. Si dice che Syd controlli tutti gli scandali di tutto il mondo da quando aveva diciassette anni >>
<< Come, scusa? >>
<< Sì, prima che una notizia diventi nota al mondo passa per le mani di Sydney, è raro che ne manchi qualcuna. Si dice anche che sia grazie a lei che il tuo divorzio non è finito sulle prime pagine di tutti i tabloid inglesi, oppure il fatto che Danielle Peazar era incinta quando si è sposata… insomma, lei è il capo indiscusso. Mi sembrava preoccupata prima, non oso immaginare cosa abbia fra le mani >>
<< Ha sempre detto di non sapere che mi ero sposata, figuriamoci del divorzio… >> mormorò Breezy, Britt rise
<< Sydney ha pagato di propria tasca per tenere la situazione sotto controllo, nessuno sa quanto, però >> Breezy si voltò verso la porta dell’ufficio di Syd che si aprì in quel preciso momento, una ragazza con i capelli neri in lacrime fuggì come una furia da lì mentre lei usciva a passo lento con una cartelletta in mano
<< Britt, chiama Nick. Digli che la situazione è sistemata ma gennaio ha un bel buco, ok? >> Britt annuì digitando il numero di Nick rapidamente, Syd sospirò stanca e si voltò verso di Breezy << Che c’è, adesso? Tu e Jenny vi siete azzuffate su chi prenderà il mio bouquet? >>
<< No, non vedo Jenny da giorni >> ammise Breezy ancora sconvolta dalle notizie di Britt
<< Com’è andato quel colloquio? >>
<< Mi hanno preso >> Syd sorrise
<< Congratulazioni, Breez! Sei felice? >>
<< Sì… chi sei tu, Sydney? >> Syd perse il sorriso subito e s’irrigidì
<< Stanne fuori, Breezy. Meno sai, meglio è >> Syd si girò e tornò in ufficio sbattendo la porta. Breezy notò che aveva lasciato la cartellina con cui era uscita sul bancone, la prese ed andò in bagno, l’aprì e trovò dentro foto su foto del padre di Amber con dei ragazzi e una donna. In più di una foto, James e quella donna si stavano baciando
<< Oh cazzo >> disse Breezy al suo riflesso allo specchio << Allora è vero >>
 

My Corner:
Hello PP!!!!!!
Come va??
Cos’avete fatto di bello in queste due settimane?
Io niente di niente, mi sento passiva…
Allora, il capitolo fa schifo, me ne rendo conto, ma dovevo presentarvi il mitico Robin, che sarà un personaggio chiave più avanti, credetemi!
Per di più, le ragazze hanno convinto Daphne a organizzare il matrimonio di Louney, yay!
Per la vostra gioia, abbiamo passato un po’ di tempo con Louis.
La poesia che Syd gli ha scritto sul muro quando l’ha lasciato è il Sonetto 87 di Shakespeare, ecco la traduzione:
Addio! Sei troppo caro per tenerti ancora
E fin troppo tu conosci la tua stima:
il titolo del tuo valore ti assegna ogni diritto,
i vincoli che a te mi legano sono ormai scaduti.
Come ti tengo, infatti, se non per grazia tua
E per tal ricchezza il mio merito dov’è?
Manca in me ragione di tal prezioso dono
E così il mio privilegio di nuovo a te ritorna.
Tu allora ti donasti ignorando il tuo valore
O l’accordassi a me credendomi diverso;
così il tuo immenso dono, frutto di un errore,
su giudizio ravveduto, a casa sua ritorna.
Io ti ho avuto, quindi, come illude un sogno:
nel sonno un re, ma nullità al risveglio.
So che molte di voi stanno aspettando una delle poesie di Syd, torneranno, non vi preoccupate!
A quanto pare, neanche Nick sembra molto convinto della scelta di Syd... Ma Syd sembra credere molto nel sesso riappacificatore, il che è una cosa moooolto buona per Rick, che sembra non essere in grado di astenersi neanche per due settimane.
Poi, a quanto pare Sydney non era così “ignorante” e menefreghista riguardo alla vita dei suoi amici di Londra come sembra, no?
Quindi, che ne pensate?
Fatemelo sapere!
xoxoxoxoxoxoxo
Mary

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Capitolo 7
*** You Could Be Happy ***


You Could Be Happy

Most of what I remember
Makes me sure
I should have stopped you from walking
Out the door.
You could be happy,
I hope you are.
You made me happier
Than I'd been by far.
Somehow everything
I own smells of you.
-You Could Be Happy, Snow Patrol-

<< Louis, tu mi ami? >> chiese Angelina. Louis si riscosse dal suo sogno ad occhi aperti abbassando lo sguardo sulla sua ragazza. La sua bellissima ragazza, come la descrivevano tutti. Non si vedevano da tre settimane e avevano recuperato il tempo fra le lenzuola, dov’erano ancora stretti in un abbraccio
<< Certo che sì, perché? >> lei si strinse nelle spalle
<< Louis, tu amavi Sydney? >>
<< Che c’entra lei? >>
<< La rivedrai presto, no? Voglio cercare di capirci qualcosa, sono una ragazza gelosa, lo sai >>
<< Buona fortuna, credo che neanche noi ci capiamo più di tanto… sì, comunque, l’amavo >>
<< Più o meno di me? >>
<< Non lo so, non c’ho mai pensato… è un amore così diverso che… >>
<< È vero che ha il tuo nome tatuato sul fianco? >>
<< Solo l’iniziale. Perché tutte queste domande, Angie? >>
<< Ho paura >> ammise lei sbattendo le sue ciglia scure << E se la vedi e riparte la scintilla? >>
<< Non succederà, credimi. Si sta per sposare, comunque >>
<< I matrimoni sono la tomba del sesso, non dell’amore >>
<< Non è vero! Non eri tu quella che sognava il matrimonio da sogno in Toscana, fra parentesi? >>
<< Voi parlavate mai del vostro matrimonio? >> Louis rimase in silenzio per qualche minuto mentre disegnava cerchi immaginari con le dita sulla schiena di Angelina
<< Noi… parlavamo di tante cose: droga, film, moda, alcol, libri, musica e poesie, tante, tantissime poesie. Poi parlavamo di bambini, ma mai di matrimonio >>
<< Non volevi sposarla? >> lui scosse la testa
<< Lei aveva paura, parecchia paura. Sai, il matrimonio dei suoi genitori biologici era finito malissimo, sua madre risposò uno stronzo e divenne sua succube in tutto e per tutto. Credo sia stata la moglie di suo padre a crescerla, in realtà >>
<< E tu >> aggiunse Angelina
<< Come? >>
<< Harry lo dice sempre: “Louis era immaturo e Sydney sull’orlo della depressione. Chi avrebbe mai pensato che si sarebbero cresciuti a vicenda?” >>
<< Styles dovrebbe piantarla con le sue pillole di saggezza >> sentenziò Louis a denti stretti
 
 
 
 
 
<< Guarda cos’ho trovato! >> trillò Breezy felice saltando sul letto di Syd e Rick
<< Cosa? La cartina della vostra prima canna? >> domandò Rick dalla sala
<< Sparisci, Richard, sono cose private queste! >> urlò Breezy mentre lui scuoteva la testa sconsolato annodandosi la cravatta
<< Sai, anche io e Syd stavamo facendo cose private prima che tu e le tue amichette piombaste a casa nostra alle sette e un quarto del mattino >>
<< Rick, non devi andare a lavoro o qualcosa del genere? >> chiese Sunshine bevendo una tazza di caffè. Rick alzò gli occhi al cielo incazzato nero
<< Ci vediamo sta sera, Syd! >> salutò chiamando l’ascensore e ignorando bellamente le altre
<< Va bene… Rick! >> lo chiamò lei mettendosi a sedere sul letto sporgendosi verso la porta per cercare di vederlo
<< Sì? >>
<< Ti amo >> lui sorrise mentre ripeteva le sue parole
<< Wow, questo era davvero romantico >> commentò Sophie << Sono sconvolta >>
<< La giornata non è ancora iniziata e già ho voglia di darvi fuoco… allora, cos’è? >> cambiò argomento Syd accarezzando Luke Skywalker dietro la testa mentre lui faceva versi d’apprezzamento
<< Ta Dan! >> esclamò Breezy agitando un foglio davanti ai suoi occhi << Te lo ricordi? >> Syd l’afferrò e sorrise subito
<< Questo è il vestito da sposa che avevo disegnato a sette anni con te >>
<< Esatto! Non preferiresti una cosa così per il tuo matrimonio? >> Syd doveva ammettere che il vestito era parecchio diverso rispetto a quello che avevano scelto Daphne e Carol: il bustino era altrettanto stretto, ma la gonna era degna di Maria Antonietta, gonfia come una mongolfiera e con uno strascico che – secondo le sue scritte a lato – era lungo sei metri. Nella mente di Syd bambina, l’abito era bianco latte e ricamato su tutto il bustino con intricati disegni; la sua parte preferita, però, restava sempre il velo con quella tiara di diamanti, un antico gioiello della famiglia Sparks risalente alla nonna della sua trisavola che suo padre teneva nascosto da prima che lei nascesse.
<< Mmm… no, va bene quello che sto provando adesso >> Breezy perse il sorriso e le strappò il foglio dalle mani alzandosi in piedi
<< Sai cosa, io non ho la più pallida idea di chi tu cazzo sia. Tu non sei Sydney Sparks. Sydney Sparks ha disegnato questo vestito, Sydney Sparks mi ha insegnato che chiunque faccia le scelte a posto mio è un coglione che merita solo di essere evirato e Sydney Sparks non aveva segreti con me. Ora, fatti una seduta dallo psicologo o una canna o una scopata degna di questo nome ed esci fuori dal corpo della mia migliore amica e ridammi indietro mia sorella! >> Breezy uscì dalla camera furiosa e si fiondò all’ascensore mentre Syd scivolava lentamente sotto le coperte trattenendo a stento le lacrime
 
 
 
 
 
 
<< Ho deciso di fare sesso con Tom >> Syd sgranò gli occhi di colpo guardando Effy mentre due personal shopper in un camerino di Barney’s l’aiutavano a infilarsi un vestito per la serata delle debuttanti
<< Ecco, ci mancava solo questo per coronare questa meravigliosa giornata… >> borbottò prima di prendere un altro sorso di frappuccino al caramello << E quindi? >>
<< Non so cosa fare, ecco cosa! >> Syd alzò gli occhi al cielo. La “nipotina” di Rick l’aveva sempre adorata ed eletta come zia preferita dal loro primo incontro, soprattutto perché fin da piccola Effy era stata affascinata da tutto ciò che le era proibito e rivedeva in Syd come lei sarebbe voluta essere. Purtroppo Syd si era ritrovata in alcune situazioni spiacevoli, come andarla a riprendere a feste nello stato del Nevada o insegnarle come trattare con i ragazzi più grandi.
<< È più istintivo di quanto non sembri >> tagliò corto Syd
<< Andiamo, Syd! Tu eri Sparkie, cazzo! Hai fatto più sesso tu che un coniglio in tutta la sua vita! Dimmi qualcosa in più! >>
<< Leggiti il kamasutra, Effy, la teoria è tutta lì >>
<< Non credere che non c’abbia provato! Non so neanche da che lato guardare le foto… E poi ho provato a guardare un film porno, fa paura, ok? >> Syd sorrise divertita. In fin dei conti le piaceva stare con Effy, le sembrava di tornare giovane in un certo modo… solo che quando aveva fatto sesso lei Mick, dall’alto dei suoi vent’anni, era molto più esperto di una ragazzina di quindici e non aveva avuto di quei problemi. Aveva, però, dovuto preparare Breezy e Sunshine, il che non era stato facile. << Non ridere di me! >>
<< Non sto ridendo di te, Effy. È solo che è un copione già visto. Non guardare i film porno, ok? Quelli sono professionisti, non principianti alle prime armi. Che vuoi sapere? >>
<< La teoria la so… >>
<< E allora? Dov’è il problema? >>
<< E se faccio schifo? >>
<< Imparerai >>
<< Ma è vero che… che fa male? >> le personal shopper ridacchiarono leggermente continuando a lavorare intensamente mentre Effy arrossiva
<< Bene non fa, mettiamola così >>
<< Oddio, sarà un disastro, me lo sento >>
<< Sono solo paranoie inutili. Tom l’ha già fatto, no? >>
<< Sì >>
<< Bene, allora sarà lui a fare tutto, vedrai. A quando il grande giorno, comunque? Dovrò tenere i tuoi genitori occupati >>
<< Dopo il ballo delle debuttanti >>
<< Sembra perfetto >>
<< Fatto >> esclamò una delle personal shopper allontanandosi << Che ne pensate? >> Effy ondeggiò lievemente per vedere lo gonna dell’abito ondeggiare
<< Sì, mi piace. Sparkie? >>
<< È Syd, Effy. Ti sta bene, comunque >>
<< Credi che dovrei mettere dell’intimo sexy o rilassato come se non m’interessasse? >> Syd iniziò a battere teatralmente la testa contro il muro disperata… sarebbe stata una luuuuunga chiacchierata
 
 
 
 
 
 
<< Promesse matrimoniali >> esclamò padre Charles richiamando all’attenzione il gruppo di coppiette prossime al matrimonio << Avete mai pensato a cosa scrivere? Perché ciò che direte sarà un patto con Dio, non un patto solo con il vostro partner. Quindi, facciamo passare questi bloc-notes e iniziate a scrivere! >> Rick si lamentò a bassa voce prendendo dalla scatola il suo libricino blu con sopra scritto in caratteri dorati “Prometto che…”
<< Cosa c’è che non va? >> chiese Syd afferrando una matita
<< Non sono mai stato bravo a scrivere… i numeri mi vengono meglio >>
<< Beh, sappi che non accetterò i codici dei tuoi conti in banca come promessa di matrimonio >> scherzò lei
<< Avanti… lo sappiamo entrambi che lo farai, qualunque cosa io dica… posso riciclarne qualcuna da internet? >> Syd alzò lo sguardo su Rick, seduto scomposto sulla panca che la guardava mangiucchiando una matita
<< Fai quello che vuoi, Richard. Io le mie te le ho scritte la notte in cui mi hai chiesto di sposarci >> Syd scattò in piedi lasciando cadere un foglio sulla panca prima di uscire chiamando un taxi
<< Syd… >> la chiamò Rick alzando gli occhi al cielo << Non fare la diva! >>. Troppo tardi, Syd se n’era andata. Con un sospiro prese il foglio e l’aprì
How do I love thee? Let me count the ways.
I love thee to the depth and breadth and height
My soul can reach, when feeling out of sight
For the ends of Being and ideal Grace.
I love thee to the level of everyday's
Most quiet need, by sun and candle-light.
I love thee freely, as men strive for Right;
I love thee purely, as they turn from Praise.
I love thee with a passion put to use
In my old griefs, and with my childhood's faith.
I love thee with a love I seemed to lose
With my lost saints, --- I love thee with the breath,
Smiles, tears, of all my life! --- and, if God choose,
I shall but love thee better after death.
<< Ma l’ha riciclata anche lei, perché io no? E poi, che cazzo vuol dire? >>
 
 
 
 
 
 
 
<< Te ne rendi conto? Voleva prendere da internet la sua promessa di matrimonio! >>
<< E tu? Che hai fatto? >>
<< Gli ho smollato le mie promesse e me ne sono andata, cosa avrei dovuto fare, Harry? >> chiese Syd camminando sotto la neve di New York con il BlackBerry vicino all’orecchio
<< Mollargli uno schiaffo, già che c’eri… o castrarlo >>
<< Harold! >>
<< Cosa?
<< Ero in Chiesa! >>
<< Ah, beh… puoi farlo sta notte >> lei rise alzando lo sguardo verso il cielo
<< C’è una tempesta degna di “The Day After Tomorrow”, qui. Da voi? >>
<< Tipico clima inglese >>
<< Ah, pioggia, umidità e qualche fiocco ogni tanto… se vuoi te ne regalo un po’ >>
<< Di neve? Ma magari! Ho promesso a Eric di fargli vedere come si fanno i pupazzi di neve e ancora non ce n’è abbastanza >>
<< Come stanno tutti? >>
<< Nervosi, hanno bisogno di una grande scopata ma tu hai rapito tutte le ragazze >>
<< Danielle è a Londra! >>
<< Sì, ma ha partorito tre mesi fa, non credo se la senta già. Come va con le ragazze, fra parentesi? >> Syd sospirò
<< Sta mattina ho fatto incazzare Breezy, le gemelle si siedono in un angolo ogni volta che vengono a BQ e iniziano a fare commenti acidi, Amber non fa che presentare statistiche di divorzi e Kaya… sai com’è, non sa neanche la metà delle cattiverie delle altre, usano lei per addolcirmi >>
<< Facile farsi addolcire da Kaya, no? >>
<< Dimmelo tu, siete stati insieme per secoli >> Syd s’immaginò Harry sorridere dall’altro lato dell’oceano
<< Hai deciso se partecipare al documentario? >> Syd si morse il labbro pensierosa. Partecipare andava contra ogni regola che si era posta per salvare Louis, ma Dio, lo voleva così tanto! Stare con loro per una settimana nella casa di Holmes Chapel, lasciarsi andare ai bei ricordi… stare lontana da Rick per ben 168 ore…
<< Ci sto >>
<< Evvai! Sapevo ti avrei convinta! >> lei rise di cuore
<< Non ti dovrei chiamare, Harry >>
<< Perché? >>
<< Perché mi fai fare tutte le cose più stupide… ma mi sei mancato da morire >>
<< Anche tu. Non vedo l’ora di vederti dal vivo >>
<< Vedere me o Kaya? >> Harry si prese qualche secondo per riflettere
<< Entrambe. Ci vediamo presto, no? >>
<< Veniamo a Londra alla metà di dicembre, circa. Siamo a inizio novembre >>
<< Sì ma io vengo ad accompagnare Sammie >>
<< Pensavo venisse Mick >> ammise Syd. In una chiacchierata via Skype con suo fratello minore, Sam aveva detto di aver sempre voluto vedere come si festeggia il Ringraziamento americano, che dai film gli sembrava una gran figata. Syd aveva chiamato la loro mamma e le aveva chiesto di lasciarlo venire a New York per il Ringraziamento e l’avrebbe riportato lei in Inghilterra visto che doveva partecipare alla BQ Night di Londra. Ben aveva fatto molte storie, ma poi Mick si era offerto di accompagnare Sam in America togliendogli l’unica protesta che si tenesse in piedi rimastagli.
<< Lo so, ma noi dobbiamo passare a New York perché abbiamo un intervista, allora mi sono offerto volontario anticipando il viaggio di qualche giorno. Che c’è, non vuoi vedermi? >>
<< Certo che no! Anzi, mi tornerai utile: terrai a freno le ragazze >>
<< Perché? Non sono un kamikaze! >> Syd rise e alzò lo sguardo verso l’alto
<< Harry… tu ti ricordi di Holmes Chapel? >>
<< Sì >>
<< E ti manca? >> Harry si passò una mano fra i capelli guardando la pioggia cadere su Londra
<< Non lo so, non credo >>
<< Qui non si vede mai il cielo, sai? C’è sempre qualcosa di mezzo. Smog, cemento, bandiere... >>
<< Che posto di merda >> Syd rise osservando il palazzo dove viveva con Rick
<< Devo andare, ok? >>
<< Va bene. Ci sentiamo presto, Syd! >>
<< Certo, Harry. A presto >> Syd chiuse la chiamata e infilò il telefono nella tasca del cappotto prima di entrare al calduccio del grattacielo. Harry, invece, rimase fermo sul letto per un venti minuti buoni, ripensando alla loro conversazione… anzi, alle loro conversazioni.
La prima era stata davvero shockante: il numero sullo schermo dell’iPhone non era salvato in memoria, il prefisso ero americano e la voce che aveva risposto era poco più di un sussurro.
<< Ti prego, Harry, non dirlo a nessuno, ho solo bisogno di… un amico, di te >>
Harry si era preoccupato, chiudendosi la porta del bagno alle spalle mentre Louis e gli altri giocavano insieme alla Wii.
<< Cosa c’è, Sydney? È tutto apposto? >>
<< Ho solo bisogno di te, ti prego >>
<< Ci sono, Syd, ci sono sempre stato >>
Pian piano Sydney era riuscita a calmarsi, gli aveva detto che era solo molto molto triste e voleva parlare con qualcuno che la capisse e non attaccasse e basta. Harry aveva lasciato la festa e aveva chiuso la conversazione solo quando aveva sentito il leggero ronfare di Syd dall’altro lato dell’oceano.
Pian piano avevano preso il loro ritmo: una chiamata fissa a settimana e, ogni tanto, una chiamata d’emergenza, come quella sera.
Louis credeva che Harry avesse trovato una ragazza, se solo avesse saputo che la ragazza era la sua!
 
 
 
 
 
 
<< Sono emozionata >> ammise Kaya passeggiando avanti e indietro nell’ufficio di Syd
<< Perché? >> chiese Nick passando delle carte a Syd che firmava pigramente
<< Perché ci stanno per intervistare! >> esclamò Kaya come se fosse ovvio
<< Fa sempre così >> spiegò Sophie limando le unghie della gemella stravaccata sul divano
<< Dov’è Breezy? >> domandò Nick
<< A lavoro, oggi sono le fidanzate >> rispose Sunshine
<< Tu che fai mentre c’intervistano? >> le chiese Sophie guardando Amber ritoccarsi in modo maniacale il trucco
<< Boh, shopping, ozio, una passeggiata… c’è niente che possa fare? Mi sento inutile da quando sono qui >>
<< E tu lo dici adesso! Qui sei nella patria dei lavoretti saltuari >> le ricordò Nick
<< New York? >>
<< No, BQ New York. C’è sempre qualcosa da fare e nessuno che può, non è un problema, vero Syd? >>
<< Fai quello che vuoi, Sun >> borbottò lei << Nicholas, cos’è questo? >>
<< I fondi che ha smollato mio padre per questo numero >> lesse lui
<< Sono la metà di quello che avevamo concordato, Dio Santo! Non ho voglia di litigare con Arthur adesso >> si lamentò lei nascondendo il viso fra le mani
<< Stai bene, Syd? >> fece Sophie con tono preoccupato << Sei così pallida >>
<< Sì, certo… È che… sono quattro giorni che io e Rick non ci parliamo >>
<< Perché? >> chiese Sophie girando attorno alla scrivania per metterle un braccio attorno alle spalle
<< Le promesse di matrimonio. Lui vuole scaricare la sua da internet visto che l’ho “scaricata” anch’io. In realtà è un sonetto di Elizabeth Barrett Browning >>
<< Che coglione >> commentò Sunshine
<< Non è finita qui: l’altra opzione sono i codici dei suoi conti correnti. E pretende anche che gli chieda scusa! >>
<< Tipico di Richard >> affermò Nick << Ti sei scelta proprio un marito stronzo, Syd >> lei alzò le ciglia prendendo il bicchiere d’acqua dalla scrivania
<< Ogni porto in tempesta, Nick, ogni porto >>
 
 
 
 
 
<< E così è finita la nostra storia… per la settima volta >> concluse Kaya con un sorriso. Amber, Sophie e Syd ormai erano distrutte dopo il Tour de Force che era sentire il racconto super dettagliato delle sette volte in cui Kaya ed Harry erano stati insieme, e anche l’intervistatore e i tre cameraman erano sembravano storditi
<< Wow >> commentò Brett, l’intervistatore << È una storia… travagliata >> Kaya annuì con un sorriso radioso in viso
<< Magari ci sarà un capitolo otto >> Sophie nascose il viso dietro la spalla di Syd
<< Speriamo di non dovercelo sorbire, però >> sussurrò Amber alle altre due
<< Bene, abbiamo chiesto a Sophie, a Amber, a Kaya… manchi solo tu, Sydney >> lei si mise a sedere più composta sulla poltroncina della casa della famiglia di Amber sulla Quinta Strada << Come hai incontrato Louis? >> Amber sorrise vedendo la sua amica arrossire un po’ e assumere la solita aria sognante che aveva da adolescente quando si parlava di Louis. Con poche frasi Syd raccontò di quel giorni di quasi undici anni prima a Holmes Chapel, quando aveva rincorso al parco il gatto di Harry che aveva disturbato la pigra vita di Luke Skywalker. La prima volta che Louis l’aveva vista, lei era inginocchiata sui gradini di casa Styles, un gatto fra le mani, “Foglie d’erba” di Walt Whitman per terra, Luke Skywalker che abbaiava alle sue spalle e lei vestita con succinti vestiti di pelle neri. Louis l’aveva presa in giro per mesi con quella storia
<< Qual è il tuo ricordo preferito con Louis? >> Syd si prese qualche secondo per pensarci
<< Il nostro primo anniversario >> con la mente Syd ritornò a nove anni prima, a Londra
 
<< Il planetario? Sul serio, Tomlinson? Mi aspettavo, qualcosa di più… più… di più, ecco >> ammise Syd sedendosi su una delle poltroncine e alzando lo sguardo verso il soffitto
<< Abbi pazienza, Sparkie, saprò sorprenderti >> si difese lui aggiustando le bretelle. Era Giugno, Londra era piena di turisti e loro sarebbero partiti il giorno successivo con gli altri alla volta di Ibiza. Faceva caldo quel venerdì sera, Syd s’era messa un abitino corto di Alexander McQueen pieno di sbuffi, così leggero da salvarla dall’imbarazzante scena di sudare peggio di un muratore sotto al solo d’agosto. Louis, invece, era sempre Louis: incredibilmente sexy con i capelli spettinati ad arte, la camicia azzurro chiaro sbottonata ai primi bottoni, il jeans scuri e le bretelle nere. Da quando era uscita da casa di suo padre, Syd non era riuscita a togliergli gli occhi di dosso. Le luci si spensero, Louis strinse Syd in un tenero abbraccio disegnando linee immaginarie sul suo ventre e passando le mani nei suoi lunghi capelli biondi. Dopo un’ora Syd era in quel piacevole stato di dormiveglia che solo Louis le riusciva a regalare, ma il rumore di passi le fece aprire gli occhi di scatto
<< Che succede? È già finito? >> chiese vedendo tutti andare via
<< Ti ricordi quando abbiamo visto insieme “I passi dell’amore”? >>
<< Mmm, sì. Ti ho dovuto consolare mentre piangevi come una ragazzina >>
<< Piangevi anche tu, Sparkie. Hai presente quando Landon regala una stella a Jamie? >>
<< Sì, è tipo la scena con più carica sessuale in tutto il film >> lui la guardò con un sorriso divertito
<< Sempre con pensieri maliziosi in quella piccola testolina bionda, eh? >>
<< Mi ami per questo, no? >> lui sorrise baciandole dolcemente la tempia
<< Guarda lì, amore >> Syd seguì il dito di Louis verso un punto preciso sul soffitto << La vedi quella stella, quella che brilla più delle altre? >> lei annuì
<< Ti presento Louney, la nostra stella. Adesso avremo un posto tutto nostro per sempre, e, qualunque cosa succeda, io e te saremo insieme lassù. La vita potrà anche separarci, ma le nostre anime saranno sempre lì, più in altro di tutte le altre, più brillanti di tutte le altre >>
<< Louis >> singhiozzò Syd stringendosi a lui forte e nascondendo il viso nell’incavo del suo collo << È bellissima >>
<< Certo che lo è, un buon 70% di te è lì, per forza è bellissima >>
<< Nessuno ha mai fatto una cosa così per me >>
<< Nessuno ti ha mai amato come ti amo io, Sydney, e nessuno mai potrà >> lacrime di commozione sciolsero il mascara di Syd mentre Louis la cullava dolcemente sulle sue gambe. Pian piano, Syd si riprese e si fermò a guardare la loro stella in cielo, e le parole uscirono dalle sue labbra da sole
<< Litte star, so far, so near,
I see your eye’s one shining tear.
Litte star, so wild, so tame,
I waved my hand. You never came.
Little star, so quick, so slow,
You whisper like the drifting snow.
Little star, so dark, so deep
The sea you swim in as I sleep.
When morning comes in like the tide
You will have reached the other side.
Swim, star, swim, through the midnight sea
(when your hair is dry, come back to me!).
Little star, so near, so far,
Shine on Wick and Zanzibar,
On Dundee, Belfast and Armagh,
And shine on my bike’s bent handlebar.
Shine like its silver bell
                        Dring dring
            Shine like its silver bell
                        And sing
                        Sharp as a silver bell >>
 
 

My Corner:
Hello PP!!!!
Come va?
Alloooooora, capitolo intenso, direi!
Ma partiamo dall’inizio!
Angelina sembra un po’ spaventata dal “fantasma” di Syd, che dite, fa bene o male?
Il vestito che ha disegnato Syd da piccola… beh, non dimenticatelo, mettiamola così!
Poi, il primo sonetto di Syd è il sonetto 43 di Elizabeth Barret Browning, questa è la traduzione:
Come ti amo? Lascia che te ne elenchi i modi.
Ti amo fino ai confini estremi di profondità, altura ed estensione
che l'anima mia può raggiungere, quando oltre il tangibile
sfiora i margini dell'Essere e della Grazia ideale.
Ti amo nelle necessità quotidiane,
alla luce del giorno e al lume di candela.
Ti amo liberamente, come gli uomini che
lottano per la Giustizia;
Ti amo con quell'interezza con cui sfuggono la lode;
Ti amo con la passione delle vissute sofferenze
e quella che giovane riponevo nella fede.
Ti amo di quell'amore che credevo svanito
con i miei santi perduti, - ti amo col respiro,
i sorrisi, le lacrime di tutt'una vita! - e, se Dio vuole,
di più ti amerò dopo la morte.
Rick non sembra apprezzare, chissà se alla fine capirà il vero significato della poesia.
Inoltre, la chiacchierata transoceanica di Harry e Syd, avanti, quanti di voi se l’aspettavano?
Harry pensa ancora a Syd come alla “ragazza di Louis”, credete faccia bene?
Per concludere, c’è il mio pezzo preferito: il flashback.
La poesia di Syd, in quel caso, è una poesia per bambini di James Mc Gonigal, questa è la traduzione migliore che ho trovato:
Piccola stella, così lontana, così vicina,
vedo al tuo occhio una lacrima brillante.
Piccola stella, così selvaggia, così addomesticata,
ho agitato la mia mano. Non sei mai venuta.
Piccola stella, così veloce, così lenta,
sussurri come la neve che cade.
Piccola stella, così oscura, così profondo
Il mare in cui nuoti mentre dormo.
Quando la mattina arriverà come le onde
Avrai raggiunto l’altro lato.
Nuota, Stella, nuota nel mare di mezzanotte
(quando i tuoi capelli  saranno asciutti, torna da me!)
Piccola stella, così vicina, così lontana,
brilla su Wick e Zanzibar,
su Dundee, Belfast e Armagh,
e brilla sul manubrio piegato della mia bici,
brilla come il suo campanello argentato
Dring Dring
brilla come il suo campanello argentato
e suona acuta come una campanella argentata
Vi piace?
Quindi, che ne pensate?
Non vedo l’ora di saperlo!
Le vostre recensioni riescono sempre a motivarmi anche quando vado in crisi mistica e non riesco più a scrivere!
Ci sentiamo fra due settimane!
xoxoxoxoxoxo
Mary

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Capitolo 8
*** Carry On ***


Carry On

We are shining stars.
We are invincible.

We are who we are.
On our darkest day,
When we're miles away,
We will come.
We will find our way home.
-Carry On, Fun-

<< La colazione è pronta, signorina Sparks! >> urlò Mara dalla cucina facendo sbuffare leggermente Syd. Conoscendo Mara, aveva cucinato per un esercito, visto che oggi era il Gran Giorno, come diceva Nick.
<< Sembri nervosa >> notò Rick vedendo Syd giocherellare con il cibo nel piatto << Mara ti ha fatto i pancake, di solito li spazzi via in tre secondo >>
Fra loro le cose si erano sistemate dopo esattamente una settimana, quando Syd aveva trovato a lavoro una dozzina di rosa con una lettera, le promesse matrimoniali di Rick. Doveva ammetterlo, aveva controllato su internet per sicurezza, ma quelle erano parole sue.
<< Signor Van Golden, oggi è il Gran Giorno! >> esclamò Mara versandogli altro caffè, Rick fece una smorfia confusa
<< Aspetta, il matrimonio non è in Aprile? >> Syd annuì
<< Da quello che ricordo, sì. Il 24 >>
<< Il 14, signorina >> la corresse Mara severa << E mangi. Non ci pensa ai bambini in Africa? >> Syd si sforzò di mandare giù un boccone sapendo che appena arrivata in ufficio avrebbe vomitato tutto dal nervosismo
<< Hey, hey, tesoro >> Rick si alzò e girò attorno al tavolo per inginocchiarsi a terra e prendere una mano di Syd fra le sue << Sei verde di nausea e hai passato tutta la notte a girarti nel letto, cos’hai? >>
<< Oggi c’è la consegna del numero di Dicembre, quello della sfida contro BQ Londra. Se perdo, è la fine. Dovrò dimettermi >>
<< E perché mai? >>
<< Perderei la mia reputazione! Un solo numero sbagliato e tutto quello che ho creato in undici anni di duro lavoro nel mondo del gossip e della moda andrebbe a rotoli, capisci? >>
<< Syd, hai lavorato così tanto che non può andare male, ok? >>
<< Nella giuria che sceglierà c’è la caporedattrice di “Cosmopolitan”, quella a cui ho fatto causa per diffamazione >>
<< Oh cazzo >>
<< Già >> Rick si riscosse subito
<< Senti, lei è una su cinque, quanto potrà valere il suo parere? Dai, rilassati! E poi, non ci pensi, fra un paio d’ore arriverà Samuel! >> Syd alzò gli occhi al cielo con un verso sconsolato
<< Perché non domani? Passerò tutto il giorno chiusa in ufficio a concludere le ultime cose, lo vedrò sì e no venti secondi… oh, e ci sono le telecamere! >>
<< Telecamere per cosa? >>
<< Manderanno un filmato alla BQ Night sul giorno della consegna a Londra e a New York. È un’idea di Alexandra per innervosirmi >>
<< E ci sta riuscendo benissimo, direi… Senti, devo correre a lavoro, promettimi che mi chiamerai se avrai bisogno, ok? >> Syd annuì spostando il piatto lontano il piatto. Rick s’alzò imprecando sottovoce perché si era stropicciato i pantaloni, diede un bacio affrettato a Syd sulla testa e uscì di casa veloce pensando già ai suoi impegni. Syd riconobbe il rumore di zampette ciccione avvicinarsi, con un sorrisino triste guardò Luke Skywalker entrare in sala da pranzo con il suo trotterellare pigro e monotono
<< Luke, vieni qui >> lo chiamò lei facendogli cenno di avvicinarsi, lui obbedì, lei si chinò a prenderlo in braccio << Siamo rimasti solo io e te, vero? >> lui brontolò guardando con occhi languidi la tavola imbandita << Non posso, Luke! Il veterinario ha detto che sei in sovrappeso >> Luke, come al solito, sembrò capirla e si accoccolò con la testa contro il suo petto << Oh, ma chi se ne frega, prima o poi moriamo tutti, no? E poi, Louis ti dava da mangiare il cioccolato >> Syd prese la sua forchetta e tagliò un po’ di pancake, Luke arraffò subito il dolce con un guaito di gioia, quasi. Syd sorrise stringendolo a sé, Skywalker era l’unico ricordo di Londra che non era riuscita ad abbandonare, appena si era trasferita a New York aveva passato ore stretta a lui sotto le coperte nel loro loft a Chelsea con Mick fuori la porta della stanza che le chiedeva di parlare, qualunque fosse il problema potevano risolverlo << Mi accompagni a lavoro, Luke? Non ce la faccio da sola >> mettendo il cane a terra, Syd andò a prendere il suo cappotto, la borsa e il guinzaglio di Luke. Ce la poteva fare.
 
 
 
 
<< Emergenza, codice Rosso >> esclamò Nick appena Syd uscì dall’ascensore in ufficio
<< Cosa? Tua moglie ha le doglie? Non è un po’ presto? >> chiese Syd togliendosi il cappotto e guardando sovrappensiero le telecamere che la stavano già filmando. Luke tirò il guinzaglio verso Britt, vedendola mangiare una ciambella al cioccolato
<< Peggio >> Nick sbatté sul tavolo della reception un tabloid che Syd conosceva molto bene, “The Sun”. A caratteri cubitali era scritto “James Brown-Thomas, una famiglia non è abbastanza”
<< No, no, no, no >> ripeté Syd aprendo il giornale e guardando le foto che lei stessa aveva censurato settimane prima << Com’è possibile? >>
<< Alexandra Waldorf ha come articolo di punto per questo mese la versione dei fatti di James >>
<< Aspetta, cosa? Ha usato questa storia per il numero della sfida? >> Nick annuì << Ho questa gran voglia di dire una sfilza di parolacce… Ok, mi devo calmare. Amber, devo chiamare Amber >> Syd prese il BlackBerry dalla borsa e digitò il nome in rubrica premendo subito il tasto di chiamata
<< Syd, ti prego, fa qualcosa >> singhiozzò Amber dall’altro lato << Come hanno fatto a saperlo? >>
<< Tuo padre ha venduto la storia a Alexandra, tesoro. Senti, sto arrivando, sistemerò la cosa, te lo giuro >>
<< Non c’è niente da sistemare! La mia famiglia è finita tutto solo per gli ormoni di mio padre! >> Syd fece un respiro profondo
<< Sto arrivando, aspettami >>
 
 
 
 
 
<< Come intendi sistemare la situazione? >> domandò Nick nella limousine guardando Syd di traverso e cercando d’ignorare le telecamere piazzate anche lì
<< Con le unghie e con i denti. Farò uno scandalo più grande >>
<< Grande quanto? Stile la storia fra te e Mark Brown a diciassette anni o stile “Not so fashionable”? >>
<< Perché devi sempre citare quella schifezza di libro? >>
<< Hai vinto un premio Kafka per quel libro, ti avrebbero candidata al Pulitzer se fossi stata americana. Hai smerdato un intero impero di terrore >>
<< E ho distrutto la mia vita a Londra. La gente non mi ha parlato per dei mesi dopo che l’ho pubblicato, ecco perché non volevo >>
<< Non mi hai mai raccontato la storia, cos’è successo? >> Syd strinse le labbra in una linea sottile guardando il traffico da fuori il finestrino. Rimase in silenzio per dei minuti e Nick gettò la spugna voltandosi a sua volta verso il finestrino
<< Non mi entravano più i jeans, e non ero ingrassata, ne ero certa. Iniziai a chiedere alle sarte di BQ Londra, dissero che ogni tanto succedeva, gli stilisti cambiano le taglie. Mi sono chiesta perché, ho iniziato un giro di domande fra tutti gli stilisti più in voga, loro la chiamavano la “Ripulita”, cambiando le taglie le ragazze dimagriscono, così i vecchi vestiti non gli stanno più e ne comprano di nuovi. Scrivevo tutte le interviste che facevo, era una specie di diario. Scoprii che tutti nell’ambito della moda sapevano della Ripulita, e che io ero uno dei loro pezzi di punta, ero dimagrita anch’io senza neanche rendermene conto. C’ho messo più o meno sei mesi a scrivere quello schifo, l’ho stampato, volevo averne una copia cartacea solo per me; l’avevo lasciato sulla scrivania, Mark Brown lo trovò, lo portò da Alexandra che diede di matto. Continuava a ripetere che li avrei rovinati tutti se quel coso usciva da quella stanza, voleva bruciarlo nel camino, ma Mark la fermò. Mi guardò e disse “Se lo pubblichi, affondiamo tutti e tu con noi, ma salverai la vita di centinaia di ragazze anoressiche e bulimiche. Questo è lo scandalo più grande della tua vita, a te la scelta”. Non ne parlai con nessuno, ci misi una settimana intera e decisi di non pubblicarlo. Quella sera andai a una festa con Louis, un evento di beneficenza, ero in bagno quando sentii delle giornaliste dire che non sarei mai stata altro se non la bambolina di Alexandra Waldorf, che lei mi sopportava solo perché ero la ragazza di Louis, che non sapevo neanche dove iniziare con un articolo. Scappai dalla festa, passai tutta la notte a cambiare i nomi delle persone che avevo citato nel libro, il giorno dopo andai da un editore e lo feci pubblicare. Era pura vendetta, alla faccia di tutti quelli che dicevano che ero un idiota, li distrussi tutti e ancora non me ne pento. Sono gli effetti collaterali che non mi piacciono >>
<< Vendetta. Ecco perché >>
<< Non ho mai più scritto un articolo, solo i post sul blog. Quando sono venuta qui, tua madre mi offrì un posto come giornalista, le dissi che avrei fatto solo le ricerche, non scrivevo più. È così che sono diventata sua vice e, infine, caporedattrice dell’impero dell’ipocrisia, mi faccio schifo da sola >>
<< Fai un buon lavoro, Syd. Hai salvato un sacco di persone dallo scandalo >>
<< Amber mi chiederà di scrivere l’articolo, lo sai, vero? Sul suo punto di vista. Io dovrò metterlo per questo mese e cambiare la copertina e tutto… non voglio scriverlo >>
<< Lo farai lo stesso, ti conosco. Le vuoi troppo bene, altrimenti non avresti pagato 20 000 dollari per mettere a tacere questa storia otto anni fa >>
<< Quel bastardo di LaChapelle aveva ragione, sarebbe stata la mia morale del cazzo a fottermi per bene >>
 
 
 
 
 
 
<< Lo devi fare >> sentenziò Amber asciugandosi gli occhi isterica << Sei mia amica, ok? Che ti costa, dannazione! >>
<< Perché non può scriverlo uno dei miei giornalisti o Kaya? Loro hanno una laurea in questa roba, io ce l’ho in Letteratura, quindi, a meno che tu non voglia che scriva l’analisi di un sonetto di Spenser, loro sono molto meglio di me >> cercò di farla ragionare Syd seduta al tavolo della sala con Nick di fianco, le gemelle in piedi ai lati di Amber, Kaya che versava tè bollente nelle tazze, mille giornali aperti sulle pagine della storia di James e cameraman silenziosi che Syd stava per uccidere
<< Loro non sanno niente di me! E Kaya non scrive gossip, lo sai >>
<< E se Syd facesse solo l’intervista e l’articolo lo scrivesse qualcun altro? >> suggerì Nick
<< No! Se inizia, finisce, altrimenti se lo può scordare >>
<< Amber, in caso non l’avessi capito, io il numero ce l’ho già pronto. Sto facendo un favore a te, ti sto dando l’opportunità di toglierti tutti i sassolini dalla scarpa, così ti allontanerai dalla tua famiglia che sta per essere infangata in maniera colossale e prendere una posizione tutta tua. Quindi, chi ha il coltello dalla parte del manico qui? >>
<< Stiamo solo perdendo tempo con questi giochini di potere >> sbottò Sunshine << Amber, cedi. Non puoi costringerla a scrivere, ok? >>
<< Se si trattasse di Breezy, lo farebbe, perché io no? >>
<< Chi nomina il mio nome di merda invano? >> teatralmente Breezy uscì dalla sua stanza con in mano una lettera
<< Siamo di buon umore, mi dicono >> scherzò Kaya guardandola. Breezy sorrise affabile sbattendo la lettera sul tavolo
<< Quel bastardo del mio ex marito ci tiene a informarmi che non ci sono prove del suo “presunto” tradimento, e, visto che io di prove non ne ho e ho chiesto il divorzio, grazie a quel fottutissimo accordo prematrimoniale perderò tutto! >> Sophie sospirò con l’aria stanca
<< Quando cazzo ce ne andiamo a Holmes Chapel a filmare quel fottutissimo documentario isolati dal mondo? Io non ce la faccio più >>
<< Non lo dire a me… >> borbottò Syd. Con un sospiro guardò Amber << Questa è la prima e ultima volta, Brown-Thomas, ti sei giocata tutti i jolly da qui alla prossima era glaciale. Iniziamo >> Nick accese il registratore e Syd prese carta e penna mentre le altre si mettevano comode. Kaya andò a fare dell’altro tè e a prendere dei fazzoletti, Amber ne avrebbe avuto un gran bisogno
 
 
 
 
 
<< Non riesco a scrivere >> ammise Syd guardando la pagina bianca del computer << Sono così arrugginita… >>
<< Ce la puoi fare >> l’incoraggiò Nick << Hai ancora due ore >>
<< L’ultima volta che ho scritto qualcosa era il discorso di commiato alla laurea >>
<< Ah, sì. È stato allora che mia madre ha deciso di farti sua erede. Come hai fatto a scriverlo? >>
<< È stato… istintivo >>
<< Bene, ora dobbiamo solo cercare quell’istinto. È lì, da qualche parte, lo sai >> Nick puntò due dita alla tempia di Syd. Aggrottò le sopracciglia vedendo una piccola cicatrice bianca proprio all’attaccatura dei capelli << Cos’è? >> chiese passandoci un dito sopra
<< Uno dei tanti ricordi dell’incidente. Ne ho un’altra sulla spalla destra >> tagliò corto Syd prima di sbuffare << Ho bisogno di pace, dannazione! >>
<< Beh, allora una limousine bloccata nel traffico della Quinta strada non è il posto giusto per scrivere >> ironizzò Nick. Syd chiuse con un ciocco il computer e afferrò la borsa dal sedile fra lei e Nick
<< Ti mando una mail appena ho finito >> sbottò aprendo la portiera e uscendo mentre i cameraman dalla macchina dietro scendevano per seguirla << Neanche George Orwell aveva pensato a una cosa del genere >> ringhiò dirigendosi verso la metropolitana. Rick la odiava, diceva che era solo per gli abitanti del Bronx, ma Syd si era spostata per degli anni con quei treni puzzolenti, aveva scritto metà della sua tesi di laurea sulle panchine ad aspettare, e poi, lì sotto, si sentiva proprio come a Londra.
Dopo mezz’ora, finalmente, Syd si lasciò cadere sui duri gradini di marmo della Butler Library nel campus della Columbia, attorno a lei universitari e professori che correvano a destra e a manca. Quello era l’ambiente adatto per scrivere.
Continuando a ignorare i cameraman, accese il computer, infilò le cuffie e fece ripartire la registrazione dell’intervista di Amber. Pian piano le dita iniziarono a muoversi da sole, all’inizio incerte e lente, poi sempre più sicure, più pressanti. Le parole venivano fuori da sole mentre nelle sue orecchie la voce di Amber risuonava sconvolta e triste, e, dopo neanche un’ora, il suo capolavoro era finito. Con un sorriso si sfilò le cuffie dalle orecchie e si stiracchiò come un gatto
<< Lo fai ancora, vedo >> Syd sobbalzò voltandosi verso Robin, il migliore amico di Rick
<< Robin! Che ci fai qui? >>
<< Potrei farti la stessa domanda >> le fece notare lui sedendosi di fianco a lei << Comunque, vengo qui spesso, per pensare. New York non fa per me, troppo caotica >>
<< Non dirlo a me, io vengo dalla campagna inglese, neanche da Parigi. A che stavi pensando? >>
<< Due minuti fa, a quando ti ho visto per la prima volta. Eri seduta qui, ricordi? Stavi leggendo un libro di Camus, i capelli legati in uno chignon storto, una matita dietro l’orecchiò e la cannuccia di un frappuccino Starbucks stretta fra i denti. Io e Richard passavamo di qui per andare ad allenamento con la squadra, ti abbiamo vista e ci siamo fermati a guardarti. La prima frase che ha detto Richard è stata: “La devo avere, a tutti i costi” >> Syd rise
<< Sono stati costi alti, mi ha corteggiato a vuoto per sei mesi, ho ceduto solo per togliermelo di torno >>
<< E ora lo stai per sposare >>
<< La vita è strana >> Robin si fermò a riflettere un attimo, guardando nel vuoto
<< La definirei prevedibile, a essere onesto. Si sapeva che alla fine ti avrebbe sposato, s’era intestardito troppo. A proposito di matrimoni, hai sentito l’ultima dell’ex marito di Breezy? Non ha prove del tradimento. Stiamo scherzando, vero? >>
<< Dio, quanto lo vorrei! Non solo l’ha tradita, cacciata di casa e umiliata, adesso sembra solo volerla distruggere >>
<< Quando ne abbiamo parlato ha detto che avrebbe dovuto fermarsi quando ha visto suo marito a letto con la sua segretaria, avrebbe dovuto tirare fuori l’iPhone e fare un servizio fotografico ai due bastardi >> Robin rise amaramente mentre Syd si faceva seria
<< Bastano delle foto? >> Robin annuì guardandola confuso. Lei prese una chiavetta USB dalla borsa, l’attaccò al portatile ed aprì delle cartelle protette da cinque password ognuna. Copiò dei file sulla chiavetta e la staccò dandola a Robin << Portala a Breezy, non dirle che sono stata io >>
<< Sono le foto, vero? >> Syd annuì << Non ha ancora capito che sei stata tu a farle arrivare il messaggio di andare a casa prima quel giorno? >> Syd scosse la testa spegnendo il computer << Qualcuno di loro sa cos’hai fatto per loro negli ultimi sette anni? >>
<< No, e non devono saperlo. Dovrebbe saperlo solo Nick, tu sei stato un incidente di percorso… sapevo che non dovevi diventare il mio fiscalista personale >>
<< Merde, Sydney >> Syd sorrise sentendolo pronunciare il suo nome alla francese, proprio come faceva appena si erano conosciuti, finché Rick non aveva detto a Robin di darci un taglio << Spendi più per coprire i loro casini che per le tue iniezioni di Botox! >>
<< E chi ha mai fatto il Botox? Questa faccia è perfetta grazie alle cremine che tu tanto disdegni, mio caro >>
<< Vedi, chèrie, arriverai anche tu dal Dottor Stvenson, ci passano tutti >> Syd rise alzandosi in piedi
<< Ci vediamo, Robin. Devo correre in ufficio, ho la prova del vestito fra venti minuti e mio fratello e Harry Styles saranno qui fra esattamente… due ore >>
<< Divertiti, Syd! >> lei lo salutò con la mano prima di correre via sui tacchi, Robin rimase seduto su quei gradini a guardarla fin quando non divenne un puntino nella folla. Per quanto gli riguardava, quel puntino sarebbe sempre stato più brillante degli altri, anche senza i tre cameraman dietro di lei.
 
 
 
 
 
<< Quindi, stanno impaginando l’articolo in questo momento, ho già una proposta per la copertina >>
<< È buona? >> chiese Syd a Nick da dietro le tende dell’atelier di Vera Wang mentre delle sarte l’aiutavano a infilarsi nell’abito del suo matrimonio
<< Sì, almeno, a me piace… Syd, ma che ci vuole? >>
<< Non lo so, ci mettono mezz’ora ogni volta. Mi sa che oggi niente pranzo >> una delle sarte aprì la tenda e la mascella di Nick cadde a terra vedendo Syd vestita da sposa
<< Cazzo >> Syd si guardò allo specchio
<< Ti piace? >>
<< Beh, non è esattamente quello che avrei scelto io per te, ma… cazzo, sei una sposina sexy >> Syd rise di cuore girando su se stessa
<< Direi che era quello l’effetto che volevano ottenere... C’è qualcosa che non va, però >> commentò guardando le sarte che continuavano a prendere misure << Qual è il problema? >>
<< Niente di che, non si allaccia >> rispose una delle sarte, Syd sgranò gli occhi di colpo
<< No, Syd, aspetta >> Nick saltò in piedi sapendo quanto Syd fosse sensibile riguardo il suo peso
<< Toglietemelo di dosso. Adesso >>
<< Hey, Syd, calmati, stai tremando >> cercò di tranquillizzarla Nick mettendole le mani sulle spalle
<< Toglietelo, subito! >> strillò Syd isterica con le lacrime agli occhi cercando di strapparselo di dosso ma graffiandosi solo la pelle senza smuoverlo di mezzo centimetro. Nick strinse le mani di lei fra le sue e la scosse violentemente
<< Guardami, Sydney >> a fatica lei alzò lo sguardo su di lui, Nick era mortalmente serio << È largo >> una delle sarte annuì veemente mostrandole i tre centimetri di stoffa fermati con uno spillo sulla schiena
<< È solo dimagrita, signorina Sparks >> disse l’altra mettendole una mano sulla spalla. A quel tocco Syd scoppiò in lacrime del tutto e si lasciò cadere addosso a Nick, che la strinse dolcemente a sé
<< Che ti ha fatto quel bastardo? >> mormorò lui cullandola. Syd non rispose, lo strinse solo più forte scossa dai singhiozzi
 
 
 
 
 
Un’ora e mezza più tardi, Syd era al  JFK International con il BlackBerry all’orecchio e le telecamere attorno. Grazie a Dio, non avevano filmato il suo attacco isterico, erano rimasti fuori l’atelier perché il vestito doveva rimanere un segreto fino al matrimonio.
<< Sì, va bene, Hayley, fai partire la stampa, siamo già abbastanza in ritardo >> ordinò Syd guardando la folla uscire dagli arrivi internazionali in cerca di un casco di capelli ricci e dei capelli biondo cenere di Sam, dello stesso colore di quelli di Ethan alla sua età
<< Ok, Capo, ho fatto appena partire il tutto. Ci siamo! >>
<< Quale gioia >> commentò Syd sarcastica
<< Andiamo, Capo! È un grande evento, andrai alla BQ Night come candidata dopo ben sette anni d’assenza, è un ritorno con i fiocchi >>
<< È una cosa stupida, e solo Alexandra poteva proporla… e solo io potevo accettarla. Senti, Hayley, ti devo lasciare, sono arrivati >>
<< Ciao, Capo, ci vediamo dopo >> Syd chiudette la conversazione senza neanche salutare e si fece strada a gomitate nella calca
<< Sam! >> urlò agitando la mano in aria, Sam la vide e con un sorriso a 32 denti corse verso di lei seguito dallo sguardo attento di Harry. I due fratelli si abbracciarono con la forza di un uragano ridendo e girando in tondo felicissimi
<< Beh, lo voglio anche io l’abbraccio da koala in calore! >> protestò Harry. Syd sciolse l’abbraccio con Sam e si voltò verso di lui con l’aria pensosa
<< Beh, non so, Harold. In fin dei conti non è che mi sei mancato così tanto… >> scherzò Syd prima di scoppiare a ridere e lasciarsi stringere dal suo amico << Hey, vai ancora in palestra? >>
<< Sì, ho intensificato negli ultimi mesi >> Syd e Sam si scambiarono uno sguardo d’intesa prima di dire insieme << Kaya >>
<< Che c’entra lei? >> chiese Harry confuso
<< Lo hai fatto per far colpo su di lei >> spiegò Sam come se fosse ovvio. Harry lo guardò sconvolto
<< E da quando in qua tu hai le capacità intuitive di tua sorella? Pensavo assomigliassi a Ethan >>
<< Per l’amor del cielo, l’ho cresciuto a poesie e gossip >> gli ricordò Syd << Se siete pronti, io vi porterei in ufficio >>
<< Ufficio? >> ripeté Sam sconsolato
<< Lo so, Sammie, ma ho avuto un emergenza. Sapete del padre di Amber, no? >>
<< Giusto! I ragazzi arrivano sta sera >> l’informò Harry
<< Che vuol dire che i ragazzi arrivano sta sera? >> domandò Syd
<< Che Londra è sottosopra e Niall vuole stare vicino ad Amber, hanno prenotato per il volo dopo il nostro, non vedono l’ora di rivedervi tutte. Ah, e vogliamo conoscere Rick, una bella cenetta tutti insieme sarebbe l’ideale >> Syd rise nervosa
<< Certo, fantastico >>
 
 
 
 
 
 
 
<< Io e te dobbiamo parlare >> annunciò Breezy spalancando la porta dell’ufficio di Syd
<< Breezy! >> esclamò Sam scattando in piedi. Sul viso di Breezy comparve un sorriso dolce mentre il bambino correva verso di lei seguito a ruota da suo cugino
<< Siete già arrivati? Pensavo arrivaste in serata >> ammise Breezy
<< No, arrivano i ragazzi in serata >> la corresse Harry << Te l’ho detto >>
<< Scusa, una brutta giornata… tornando a noi due, c’è niente che tu mi debba dire, Syd? >> l’occhi di Syd corse subito alle telecamere, ormai non li sopportava più
<< Ehmm… hai fatto qualcosa ai capelli? Sembrano più chiari >> Breezy sbatté sulla scrivania una cartelletta, Syd l’aprì incerta << Oh, guarda, sembra tu abbia le prove del tradimento di tuo marito, le foto bastano, no? >>
<< Sai da dove vengono? >> Syd si strinse nelle spalle
<< Fatina dei denti? >>
<< Robin me le ha date, dicendo che erano arrivate in ufficio a mio nome. Chi vuoi prendere in giro? >>
<< Nessuno, non capisco di cosa tu stia parlando, Breezy >>
<< Tu lo sapevi! Sapevi che mi ero sposata e che lui mi stava tradendo e non hai mosso un dito >> Syd alzò gli occhi al cielo, stanca di tutte le insinuazioni (azzeccate) di  Breezy e del suo continuo attaccarla
<< E va bene, Breezy! Vuoi sapere com’è andata? Beh, è piuttosto semplice: sì, sapevo che ti stavi sposando e ho tenuto la notizia lontana dai riflettori perché tu non hai mai fatto niente per essere sempre in prima pagina, eri solo la mia migliore amica e la cugina di Harry. Poi un paparazzo ha visto tuo marito spassarsela con la sua segretaria, ho pagato per il suo silenzio e ti ho organizzato quella finta intervista a Manchester, così, quando sei tornata presto a casa hai potuto vedere con i tuoi occhi cos’è successo. Ecco tutto, felice? >>
<< E in tutto questo non hai neanche alzato il telefono per chiedermi come stessi? >>
<< Certo che sei proprio una rompi… >> Syd si fermò giusto in tempo mettendosi una mano sulla bocca
<< Dannazione, Sydney! Io sono venuta a vivere qui per starti vicina durante i preparativi del matrimonio! Mi sarei accontentata di un SMS! >>
<< Non ho chiesto a nessuna di voi a venere a New York, è stata una vostra scelta >>
<< Smettila di fare la puttana menefreghista! Senza di noi questo matrimonio di tuo avrebbe solo il nome sugli inviti, il resto sarebbe il Van-Golden-Show! >>
<< Smettila Breezy! Smettila di dire cattiverie sulla famiglia di Rick, su di me e su di lui, non ne posso più! >> urlò Syd scattando in piedi. Breezy rimase sconvolta nel sentire la sua amica alzare la voce, non l’aveva mai fatto da quando si erano riviste << Ripeto il concetto, non ti ho mai chiesto di venire qui! Sono stata benissimo, e sottolineo benissimo, negli ultimi cinque anni in cui non ti ho vista. Tu sei sempre la solita ragazzina complicata di Holmes Chaples, io no, sono cresciuta, ok? Non voglio più le cose di un tempo, le amicizie di un tempo, quindi o te lo ficchi in quella testolina o prenota un biglietto per il primo volo per Londra e non farti mai più vedere! >> Sam, Harry e Breezy erano assolutamente sconvolti, quello era uno scatto d’ira degno di Sparkie, non proprio quello che Breezy si aspettava. Come ogni scatto d’ira di Sparkie, però, dentro c’era verità, una verità che lei si era nascosta per fin troppo tempo: Syd non la voleva a New York, non voleva nessuno di loro. Syd spinse verso di lei la cartellina e tornò a sedersi in attesa, non fu soddisfatta fin quando Breezy non se ne andò. Sam la guardava di sottecchi mentre Harry si sedeva sulla poltroncina
<< Però, per una che professa calma e serenità… >> scherzò Harry
<< Fottiti, Harold >> bisbigliò Syd accendendo il pc
 
 
 
 
 
 
<< Immagino adesso sia finita, no? >> chiese Rick a Syd nel suo ufficio mentre metteva dei documenti nella sua valigetta
<< No, deve arrivarmi la mail di conferma dell’arrivo del numero >> lo corresse lei stanca stringendo una tazza di tè in mano << Poi manca il momento clou della giornata, l’arrivo dei One Direction! >>
<< Wow, sembri esaltata >> la prese in giro lui. Lei alzò gli occhi al cielo bevendo un altro sorso. In fondo alla stanza c’era un solo cameraman con la sua fedele telecamera, quei poverini dovevano filmarla fino all’arrivo del dannato numero a Parigi, dove avrebbero scelto quale fra il suo e quello di Alexandra era il migliore
<< Comunque, forse dovremmo ospitare qualcuno a casa nostra >> comunicò Syd
<< Sì, tuo fratello, l’avevo capito >>
<< Oltre Sam. Almeno Harry, forse anche Louis e Liam >>
<< E perché, di grazia? >>
<< L’attico di Amber non è infinito: Niall dorme con lei, Sophie con Zayn, Sunshine con Josh e poi c’è Kaya che già dorme in camera con Breezy. Tanto è solo per qualche giorno, fin quando non vanno a Losa Angeles >>
<< Non possono stare in Hotel? >> lei gli lanciò giocosamente un cuscino del divanetto su cui era accoccolata << Ok, scherzavo, scherzavo… Mara si divertirà >>
<< E non sai quanto mi divertirò io >>
 
 
 
 
 
Andare due volte nello stesso giorno al JFK International era un vero e proprio suicidio, secondo il modesto parere di Syd, ma questa non se l’era potuta scampare. Sam era a casa sua con Mara e Rick, che avevano promesso di fare i babysitter mentre lei e Harry andavano a prendere il resto del gruppo all’aeroporto; sulla Quinta Strada, Amber aspettava con ansia suo marito e nessuno si sentiva di farne una colpa alla povera ragazza, ne aveva passate troppe in un solo giorno.
<< Eccoli! >> esclamò Harry indicando un gruppo di ragazzi uscire dagli arrivi internazionali. Il cuore di Syd perse qualche battito alla vista di Louis con i capelli spettinati e l’aria assonnata alla guida del gruppo
<< Chi non muore si rivede, Syd >> la salutò Louis mentre lei e Harry si avvicinavano
<< Hai dormito tutto il tempo, giusto? >> chiese lei, lui annuì e le chiese come avesse fatto a capirlo. Lei scrollò le spalle << Hai i capelli spettinati ad arte >> lui le sorrise prima di stringerla in un abbraccio
<< Hai l’aria di una che ha passato una giornata di merda, Sparks >> osservò Josh
<< Puoi dirlo forte, ma non sono la Regina del Dramma oggi, Amber ci aspetta >> il viaggio fino alla Quinta Strada fu infinito, appena arrivati all’attico Syd sbuffò vedendo le telecamere in soggiorno e si lasciò cadere su un divano concentrandosi su Niall e Amber. Il povero Irlandese non aveva neanche fatto in tempo a entrare in casa che lei gli era saltata addosso in lacrime
<< Lo so, lo so, andrà tutto bene, vedrai >> la consolò lui abbracciandola e portandola in un’altra stanza, lontano dalle telecamere. Zayn e Sophie non persero tempo in convenevoli, iniziarono a baciarsi con foga ignorando i versi disgustati di tutti i presenti, almeno Sunshine e Josh ebbero la decenza di abbracciarsi e basta. Kaya e Harry, che si vedevano per la prima volta dopo mesi, dissimulavano al meglio il loro nervosismo mettendo a bollire l’acqua per il te, alla fine rimasero in sala solo Liam, Louis e Syd
<< Com’è andato il volo? >> domandò Syd
<< Lungo, soprattutto con Niall così nervoso. È da sta mattina che non sta fermo un attimo >> spiegò Liam
<< Ho cercato di fare il possibile, spero che funzioni >>
<< Tranquilla, Sparks: prenderemo ciò che viene >> la rassicurò Louis con una leggera pacca sul ginocchio << Fra parentesi, dobbiamo prenotare l’hotel, Liam >>
<< Non ce n’è bisogno, starete da me >> disse Syd soffocando uno sbadiglio << Che ore sono? >>
<< Le undici e mezza >> rispose Liam << Sicura che non disturbiamo? >>
<< Ma figurati! Quella casa è enorme, c’è spazio in abbondanza >> dopo poco, Harry e Kaya arrivarono con le tazze di tè, nessuno neanche propose di andare a chiedere alle coppiette se ne volevano anche loro
<< Sto per addormentarmi >> annunciò Syd dopo una mezz’oretta di chiacchiere tranquille
<< Andiamo a casa, allora >> suggerì Harry
<< No, Amber ha… bisogno di me >>
<< C’è ben poco che tu possa fare ormai, Syd >> le ricordò Liam. Lei mugolò qualcosa d’incomprensibile chiudendo gli occhi. Quello di Louis fu un riflesso incondizionato quando l’attirò contro di sé per farla mettere più comoda, lei ne approfittò senza neanche pensarci su. Il BlackBerry di Syd sul tavolo iniziò a vibrare, Kaya lo prese sbloccandolo, era arrivata una nuova mail
<< Che c’è? >> chiese Harry
<< È arrivato il numero >> rispose lei riappoggiando il telefono a posto. Kaya fece per parlare ma il suo sguardo cadde su Louis e Syd, un braccio di lui attorno alle spalle di lei, gli occhi chiusi di chi sta dormendo. Li aveva visti così tante volte stretti così che non c’aveva neanche fatto caso << Cazzo >> sibilò. Liam annuì con aria speranzosa
<< Lo so, K. Lo so >>
 

My Corner
Hello PP!!
Scusate il ritardo, ma ieri avevo un’interrogazione di tedesco da preparare e non sono riuscita a finire il capitolo e postare a mezzanotte come mio solito.
Così, per farmi perdonare, vi ho regalato un capitolo extra lungo!
Allora, lo devo ammettere, la mia parte preferita è l’ultima, non avete la più vaga idea di che sofferenza sia scrivere di Rick e Syd quando nella mia mente esiste solo Louney, però mi ci sto abituando!
Hahahahahahaha
Robin ha un segreto, piuttosto lampante, secondo me.
Cosa credete sia?
Sono curiosa di sentire le vostre supposizioni!
Breezy ha fatto bene o male ad aggredire Syd?
E poi, ammettetelo, quante di voi hanno ballato la conga nel leggere “Fottiti, Harold”?
Io l’ho fatto!
Quindi, che ne pensate?
Fatemelo sapere!
Ci sentiamo fra due settimane!!!
xoxoxoxoxoxo
Mary

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Capitolo 9
*** I Won't Give Up ***


I Won't Give Up

‘Cause even the stars, they burn!
Some even fall to the Earth.
We've got a lot to learn,
God knows we're worth it.
[…]
No, I won't give up,
I won't give up on us.
Even if the skies get rough,
I'm giving you all my love.
-I Won’t Give Up, Jason Mraz-

<< Io amo New York! >> urlò Sam entrando in casa di Syd e Rick seguito da sua sorella. Liam, Louis e Harry sorrisero vedendo il bambino così entusiasta
<< Dove siete stati? >> chiese Liam
<< A svuotare la carta di credito di Rick >> mormorò Syd indicando i fattorini che stavo portando in casa una sfilza infinita di borse
<< Che avete comprato? >> curiosò Harry avvicinandosi. Sam si lanciò in una dettagliata descrizione di tutti i videogiochi, console, CD, macchine da collezione e scarpe che aveva preso. I ragazzi si esaltarono e iniziarono a scartare tutto ed attaccare la console di non si sa quale gioco alla TV, pronti a provare i nuovi videogiochi
<< Non so chi è il bambino fra di loro >> ammise Syd a Mara mentre insieme preparavano la cena
<< Mmmm… forse il Signor Payne, ha iniziato a saltellare quando ha visto il gioco del calcio >>
<< Quale dei 25? >> Mara rise dandole delle leggere pacche sulla schiena
<< Pensi, sarà così tutti i giorni se lei e il Signor Van Golden avrete un maschietto >>
<< Se mai avremo figli >> precisò Syd amara
<< Chi parla di figli? >> domandò Louis entrando alla ricerca di qualcosa da bere
<< La fatina dei denti >> lo prese in giro Syd alzando gli occhi al cielo. Lui sgranò gli occhi guardandola sconvolto
<< Allora l’hai vista!! Lei esiste! >> Syd scoppiò a ridere come un’idiota facendo sorridere Louis. Syd aveva quattro risate diverse: la risata imbarazzata quando doveva spezzare il ghiaccio, la risata finta quando rideva senza  crederci sul serio, la risata isterica quand’era ubriaca e la risata di cuore quando era sul serio divertita. Da quando erano a casa sua (ovvero ben sette giorni di Paradiso per Louis e sette d’Inferno per Rick), Syd aveva usato solo la sua risata finta, nonostante si fossero trovati in parecchie situazioni imbarazzanti, come Effy, la nipote di Rick, che chiedeva a Liam di potergli toccare i capelli, Sam che allagava il bagno perché non sapeva come chiudere l’acqua, Harry e Robin che giocavano a Just Dance ballando What Makes You Beautiful e Louis e Rick che si sfidavano a chi riusciva a mangiare più tacchino al Ringraziamento.
<< Il Signor Van Golden non è ancora convinto di volere dei figli >> spiegò Mara mettendo fine all’allegria di Syd
<< Oh. Cambierà idea, vedrai. Nessuno odia i bambini >>
<< Non è che li odia, dice solo che non se la sente ancora di dividermi con qualcuno. Ha detto che ne parleremo dopo il matrimonio >>
<< Nessuno può resistere ai tuoi desideri, Syd, e tu vuoi un figlio da quando avevi diciannove anni >> le ricordò Louis. Immediatamente Syd perse il suo delicato colorito sulle guance, il sangue aveva deciso che la sua presenza non era necessaria alla testa e la pensava allo stesso modo il suo sorriso
<< Scusate, ho delle cose da fare >> Syd uscì dalla cucina come un fulmine lasciando Louis e Mara da soli
<< Che ho fatto? >> domandò lui, Mara sospirò
<< La Signorina Sparks soffre di sbalzi d’umore, Signor Tomlinson >>
<< Oh, lo so, credimi Mara >>
 
 
 
 
 
<< Mi sono permesso di prenotare i biglietti per tutti noi >> disse Rick a cena. Sam sbuffò triste
<< Che c’è, Sammie? >> chiese Liam. Quando Danielle era rimasta incinta, Liam aveva passato settimane in pura paranoia: aveva paura di non essere un bravo genitore. Quando Niall l’era venuto a sapere, aveva chiamato la madre di Syd e le aveva chiesto di avere Sam per un weekend, l’aveva mandato a casa di Liam e Danielle e gli aveva mandato un messaggio con su scritto “Vostro per tre giorni. Fate del vostro peggio”. Sam era stato istruito a dovere da Niall, doveva fare il maleducato viziato 24 ore su 24 e far passare a Liam e Danielle i peggiori giorni della loro vita, avrebbe dovuto arrendersi solo se i due futuri genitori avessero saputo gestire bene la situazione. Alla fine ce la fecero, Sam smise  la sua sceneggiata e Niall lo venne a riprendere dicendo << Visto? Non sei così male >>. Da allora, fra Liam e Sam c’era un legame particolare. Se non fosse stato per lui, non sarebbe riuscito a fare metà delle cose che faceva con Eric.
<< Non voglio tornare a casa >> protestò Sam
<< Puoi tornare tutte le volte che vuoi, Sam >> lo rassicurò Rick
<< Se papà mi farà tornare >>
<< Sei tutto intero, no? Erano queste le condizioni >> gli ricordò Harry << Personalmente sono stato super attento a non farti neanche stropicciare i jeans nel parco mentre giocavamo a calcio, non vedo perché Ben si debba opporre >>
<< Perché è uno stronzo e odia Sydney >> mormorò Sam. Louis fece cadere la forchetta che aveva in mano nel piatto. Subito si voltò verso Syd, ma lei era su un altro pianeta, come indicava il suo distratto giocherellare col cibo
<< Syd >> la chiamò seccamente Rick. Lei sussultò tornando a Terra << Sarebbe carino se, quando abbiamo ospiti, non ti isolassi a La La Land, ok? >>
<< Sì, scusa >> bisbigliò lei prima di bere un goccio d’acqua << Di che stavamo parlando? >>
<< Mio padre >> rispose Sam. Syd fece una smorfia << Sai che ti odia? >>
<< Sam! >> lo richiamò Liam << Non è carino dire certe cose! >> lui scrollò le spalle << E non scrollare le spalle, sta male >>
<< Oh, lascialo stare, lo faceva anche Ethan. Sì, comunque, lo so da prima che tu nascessi. Letteralmente >>
<< Non capisco perché… >>
<< Il primo giorno che è arrivato in casa mia ho dato fuoco alle scarpe che mi aveva regalato, direi che è tutto partito da lì >> Harry scoppiò a ridere ricordando il fumo che veniva dal giardino di casa Dolley-King-Sparks quasi vent’anni prima
<< Sei stata in punizione per quanto? Un mese? >> lei fece il gesto di “tre” con la mano
<< Avevo bruciato anche le orribili azalee di mia madre. Si ostina ancora a piantarle? >> Sam annuì; raccontò che, però, Kiki era allergica e quindi dovevano tenerle sempre fuori al balcone quando Ethan e la sua famiglia andavano da loro, Rachel puntualmente se ne dimenticavano e morivano per il freddo.
<< Fate ancora le cene di famiglia? >> domandò Louis << Non so quante volte mi sono dovuto arrampicare su quel dannatissimo albero perché lei aveva detto qualcosa di sbagliato a cena e Ben l’aveva messa in punizione >> Syd ridacchiò
<< Non se ne sono mai accorti. Che idioti >>
<< Quando ti ho conosciuto io eri molto più… piatta, Sydney >> osservò Rick << Massimo dei voti all’università, mai ubriaca, mai in ritardo, Messa ogni settimana… >>
<< Grazie per avermi appena definito “pallosa” >> sibilò Syd con un sorriso << In compenso, tu eri un damerino da strapazzo, ci siamo trovati a metà strada >> Rick le mandò un occhiata di fuoco dal capo opposto del tavolo mentre lei si alzava chiedendo scusa e buttando a terra il tovagliolo di stoffa
<< Chiedo scusa, non si comporta mai così >> ammise imbarazzato Rick guardandola entrare il camera loro e chiudere la porta con un calcio
<< Tranquillo, le scenate di Syd erano il nostro pane quotidiano a Londra >> lo tranquillizzò Liam << Beh, cos’hai fatto oggi, Rick? >>
 
 
 
 
 
 
Syd si guardava le mani aperte sulla scrivania. Attorno a lei la vita di BQ New York procedeva di corsa come al solito, gente che urlava, gente che usciva, gente che entrava e poi c’era lei, seduta dietro quella targhetta dorata con il suo nome, a fissarsi le mani.
Ad essere precisi, guardava la mano sinistra, l’anulare, dove un diamante grande quanto il suo occhio a momenti scintillava sotto le luci artificiali.
Che pacchianata.
Quando ami qualcuno e gli chiedi di passare la vita insieme, basta l’anello di plastica che esce nelle patatine, non c’è bisogno di accendere un mutuo da Tiffany, ma questo non sembrava entrare in testa a Rick e a tutta la famiglia Van Golden.
Un gentile bussare alla porta la fece sussultare
<< Avanti >> disse nascondendosi le mani in grembo. La porta s’aprì e Louis entrò
<< Disturbo? >>
<< No, entra pure >> Syd sorrise indicandogli uno dei divanetti. Louis si sedette e lei l’imitò << Hai bisogno di qualcosa? >>
<< No, ero da queste parti e ho pensato di passare >>
<< Già, perché ci vediamo così poco a casa… >> scherzò lei. Lui sbuffò teatralmente
<< Ho sette anni da recuperare, sai? >> lei ridacchio dandogli una spinta giocosa << Cosa avevi ieri sera? >> Louis era così: conosceva Syd come le sue tasche e capiva quando era davvero solo sovrappensiero e quando qualcosa la stava torturando dall’interno, non ce la faceva mai a lasciarla a preoccuparsi da sola dei suoi problemi, era più forte di lui.
Lei si strinse nelle spalle, non poteva dire neanche a Louis cosa aveva la sera precedente.
<< Posso chiederti una cosa, Syd? >> lei annuì << Rick non ti ha mai sentito recitare una poesia, vero? >> lei abbassò lo sguardo
<< Non lo faccio quasi più, ormai. Mi ascoltano solo Nick, sua moglie Sadie, Robin e mia cognata Martha >> lui si mordicchiò un labbro
<< Ti ricordi quando siamo andati a Parigi per il tuo compleanno? Quando ti sei tatuata la “L” sul fianco? >>
<< Sì. Difficile da dimenticare >>
<< Già… beh, eravamo sul ponte, quello dei lucchetti degli innamorati, e io ho attaccato il nostro e stavo per buttare la chiave nella Senna ma mi hai fermato e hai detto questa poesia >> mentre Louis stava raccontando, aveva aperto il suo portafoglio e aveva tirato fuori un piccolo foglietto plastificato e piegato in due, scritto a mano da lui. Syd sorrise leggendo
<< A flower was offered to me,
Such a flower as May never bore;
But I said "I've a pretty rose tree,"
And I passed the sweet flower o'er.
 
Then I went to my pretty rose tree,
To tend her by day and by night;
But my rose turned away with jealousy,
And her thorns were my only delight.>>
<< Che vuol dire? Non l’ho mai capita >>
<< Certo che non l’hai mai capita, è Blake! Ho dovuto dare due volte lo stesso esame all’Università per avere un voto decente. Parla di gelosia, praticamente qualcuno da un fiore al poeta e lui lo rifiuta perché ha questo albero di rose, l’albero s’ingelosisce e le sue spine sono l’unica gioia del poeta >>
<< Non ha alcun senso >> Syd scoppiò a ridere
<< Invece sì. Perché mi avevi portato a Parigi? >>
<< Perché era il nostro primo San Valentino insieme ed erano i tuoi diciotto anni e tu ami Parigi >>
<< C’è un altro motivo, Tomlinson. Scervellati >> Louis rifletté in silenzio prima di voltarsi verso di lei di scatto
<< Quel bastardo Ron Cooper! >> Ron Cooper era un modello (altamente stronzo) molto in voga quando Syd viveva a Londra, ed aveva una cotta terribile per lei. Ovviamente, Louis non lo sopportava e più di una volta aveva rischiato di picchiarlo a eventi ufficiali, se non fosse stato per i ragazzi che lo avevano sempre fermato in tempo. Syd cercava di evitare Ron, ma lavoravano spesso insieme per la rivista. Louis, come al solito, era via per lavoro e fin troppe volte quando lei andava alle feste per conto di Alexandra veniva messa allo stesso tavolo di Ron. Syd e Louis avevano litigato all’infinito per colpa di Ron: era inutile dire a Louis che di Ron non gliene poteva fregare di meno, lui era diventato oltremodo possessivo e la cosa dava mooolto fastidio a Syd, che credeva fermamente che una relazione si debba basare sulla fiducia reciproca. Così, per farsi perdonare, Louis aveva portato Syd a Parigi, facendo una pausa di cinque giorni dal tour solo per lei. Alla fine Louis era riuscito a farsi perdonare, ma lei l’aveva punzecchiato per tutto il tempo in vacanza, fin quando lui non aveva tirato fuori il lucchetto sul ponte di Parigi.
<< Cosa ho fatto per tutta la vacanza? >> chiese Syd
<< Dormito, fatto shopping, mangiato, bevuto Martini e… beh, fatto un sacco di sesso >>
<< Ow, abbiamo fatto di peggio. Tipo il weekend a Berlino >>
<< Dio, non ho visto neanche le strade, solo la nostra suite >>
<< Avremo dormito sì e no venti minuti a notte… beh, ci stiamo perdendo: ti ho punzecchiato per tutto il tempo, fino a quando non ti ho detto la poesia >>
<< Cazzo, è vero! Da li sei diventata tutta zuccherosa >>
<< Ero arrabbiata! Non ti fidavi di me >>
<< Non mi fidavo di Ron. Fa lo stesso, adesso ha un senso… almeno in parte >> Syd rise di nuovo
<< Te l’ho detto, è Blake! È difficile >>
<< Lo leggevi per fare addormentare Sam, te lo ricordi? Lui piangeva come un dannato finché non iniziavi a recitare >>
<< Tyger! Tyger! Burning bright
In the forests of the night:
What immortal hand or eye
Could frame thy fearful symmetry?>> Louis annuì sorridendo. Spesso si era addormentato anche lui al suono della voce di Syd.
<< Con me usavi Whitman >>
<< Lo usato anche per svegliarti, se ben ricordi >>
<< Non ricordo, ero in coma farmacologico! >>
<< Ti ho letto tutto “Foglie d’erba”, non avevo più voce e tu hai iniziato a russare, non sto scherzando >>
<< Sì che stai scherzando! Come si fa a russare in coma, genio? >>
<< Ti eri svegliato, stavi dormendo e basta. È così che l’ho capito >>
<< Capito cosa? >>
<< Che non mi avevi lasciato >> Louis non seppe cosa rispondere sul momento, Syd aveva gli occhi piantati a terra mentre le lacrime si facevano strada. Ricordare l’incidente la faceva ancora soffrire, e, probabilmente, l’avrebbe fatto per tutta la vita. Louis le prese la mano e con l’altra le sollevò il mento
<< Anche se volessi, non potrei mai lasciarti, Sydney >>
 
 
 
 
 
<< Capite quanto sia difficile fare un vestito da sposa senza fare prove sulla sposa, vero? >> Amber sbuffò, Vera Wang era una delle sue stiliste preferite, anche lei aveva indossato un suo vestito al matrimonio con Niall, ma a volte era dannatamente petulante
<< Direi che con quello che ti stiamo pagando, puoi sforzarti >> osservò Kaya. Sophie annuì mentre Sunshine guardava con occhio critico il vestito sul manichino
<< Breez, non dovrebbe essere più gonfia la gonna? >>
<< Non è ancora finito, ovviamente! Mancano i ricami al bustino e altri veli di tulle, poi potrò ricoprire la gonna di seta >> spiegò Vera. Breezy guardò il disegno di Syd e l’abito nell’atelier
<< A me sembra vada bene >> sentenziò
<< È semplicemente divino, Vera! >> cinguettò Daphne, Sunshine inalò rumorosamente << Scusa, tesoro, ma è più forte di me >>
<< Lasciamo stare, come va con il resto dei preparativi? >> chiese Vera. Poche, pochissime persone sapevano del secondo matrimonio che si stava organizzando al Carlyle per il 14 Aprile, e tutti avevano giurato silenzio assoluto e dedizione. Ormai era una questione personale per coloro coinvolti, Richard Van Golden non avrebbe sposato Sydney Sparks a tutti i costi
<< Bene, sono arrivate le bomboniere e abbiamo scelto le partecipazioni. Dobbiamo solo levarci di torno Angelina-Stupidina >> l’informò Sophie
<< Com’è questa Angelina? >>
<< Stupida, davvero stupida >> rispose subito Breezy << Carina, sì, ma non il tipo di Louis >>
<< Non vi chiedo di Rick Van Golden, è un coglione >>
<< Ci puoi scommettere, tesoro >> disse Daphne << Non sai che fatica organizzare l’altro matrimonio, sua madre è sempre in mezzo alle palle con i suoi consigli non richiesti e sua sorella… Dio, sembra si debba sposare lei! >>
<< Dov’è la sposina, comunque? >>
<< A lavoro, credo >> Kaya si voltò verso Amber per chiederle conferma, lei annuì
<< A me sembra sia a Madison Avenue >> le corresse Vera indicando fuori la finestra del suo studio << Con niente di meno che Louis Tomlinson >> tutte insieme le ragazze corsero alla finestra: era vero, Syd e Lou passeggiavano ridacchiando e sorseggiando caffè, Syd rise più forte a qualcosa che aveva detto Louis  e una goccia di caffè le uscì dalla bocca, lui si avvicinò per pulirla con un fazzoletto, lei sorrise grata e fregò a Louis un morso del biscotto che teneva in mano. Lui fece la faccia offesa per finta e si allontanò con aria da prima donna. Lei rise più forte prima d’inseguirlo, inciampò a causa dei tacchi e lui la prese al volo. A braccetto uscirono dalla visuale delle ragazze
<< Capisci il perché, Vera? Lei non ride mai così con Rick. Se fosse felice, la lascerei stare, ma con lui è un’altra persona, e per Lou è la stessa cosa >> spiegò Breezy. Daphne aveva l’aria molto triste (per una volta), Vera si alzò in piedi e si avvicinò al vestito
<< Forse riesco a velocizzare i tempi >>
 
 
 
 
 
 
 
<< Vi prego, torniamo indietro >> supplicò Sam aggrappandosi ad una colonna all’aeroporto di Heathrow << Vi supplico >>
<< Dio, Sam, tornerei subito con te, credimi… vedo i giornalisti da qui >> osservò Amber indicando le porte scorrevoli che portavano fuori dagli arrivi internazionali
<< Avanti, non può andare così male, Syd ha sistemato tutto! >> la consolò Niall << E il primo che ti da eccessivamente fastidio, gli facciamo causa >>
<< Giusto per tenere il profilo basso, no? >> scherzò Breezy. Liam aveva l’aria piuttosto scocciata
<< Per favore, oltre quelle porte ci sono i miei figli con mia moglie, non li vedo da tre settimane, quindi, possiamo muovere il culo? >>
<< Va bene, va bene! Andiamo, Mr Ansiolitico >> lo prese in giro Zayn iniziando a spingere il carrello con le valige sue e di Sophie. Lei lo fermò e si mise a sedere sul suo trolley
<< All’attaaaaacccooooo!!!! >> urlò indicando le porte. Zayn scoppiò a ridere obbedendo, gli altri li seguirono divertiti tranne Syd e Rick
<< I tuoi amici sono pazzi >> affermò lui
<< Oh, e adesso sono sobri >>
<< Sei pronta? >> lei scosse la testa
<< Mi faranno a pezzi, si è diffusa la voce >>
<< Di cosa? >>
<< Sanno che sono io a muovere i fili di questo grande teatro che è il mondo del gossip >>
<< Sistemerai la situazione, no? Alla fine ce la fai sempre >> lei lo guardò seccata
<< Non ho la bacchetta magica di Harry Potter, Richard. Non potresti consolarmi e basta? Alcune cose sono fuori anche dalla mia portata >> sbottò lei prima di dirigersi verso l’uscita
<< Ma cosa diavolo hai? Da quando hai consegnato il numero di dicembre sei sempre scazzata, mi rispondi male anche in pubblico! >>
<< Mi dispiace di non essere abbastanza perfetta, Richard, faccio del mio meglio, ma non sono come voi Van Golden, no? Non ho il gene dell’essere meravigliosi, giusto? >> Rick le mise una mano sulla spalla per fermarla giusto prima delle porte scorrevoli
<< Non so quale sia il tuo problema, Sydney, ma risolvilo al più presto, e, per l’amor del cielo, non osare farti fotografare con la faccia incazzata o ti darò io qualcosa per cui incazzarti sul serio, sono stato chiaro? >>
<< Cristallino come sempre, poi mi chiedono come abbia fatto a innamorarmi di te >> lei scosse la testa delusa << In fin dei conti, è una domanda lecita >> con un sospiro riprese la sua marcia verso le porte con un sorriso fintissimo stampato in faccia, Rick la seguì con lo stesso sorriso tirato. La folla di giornalisti e paparazzi li strapazzò per bene prima di diradarsi; vedendo Ben e sua madre lì, Syd quasi li rimpianse
<< Sammie!! >> urlò Rachel abbracciando suo figlio, Ben gli diede una pacca sulla spalla e questo fu il saluto a suo figlio che non vedeva da tre settimane
<< Qualcuno dovrà dirgli che non è trattando il suo secondo figlio una merda che riuscirà nel suo intento di avere un figlio maschio etero >> commentò una voce divertita a metà. Syd si voltò ad occhi sgranati verso suo fratello (l’altro) che stava guardando la scena disgustato
<< Ethan! >> urlò lei saltandogli addosso elettrizzata, Ethan era piuttosto sorpreso, ma la strinse a sé senza neanche pensarci
<< Che succede, Sissy? >> le sussurrò nell’orecchio
<< Niente, puoi… puoi abbracciarmi e basta? >> lui annuì serio. C’era qualcosa che non andava, decisamente. Primo, l’aveva chiamata “Sissy” e lei non aveva protestato. Secondo, l’ultima volta che l’aveva abbracciato così di slancio aveva quasi vent’anni e si era appena svegliata da un incidente quasi mortale. Terzo, Syd stava singhiozzando, riconosceva benissimo quel suono, l’aveva sentito fin troppe volte da adolescente.
<< E adesso cos’ha? >> sbottò Rick infastidito guardandosi attorno nella speranza di non vedere paparazzi, nessuno lo sentì, per sua fortuna.
<< Guarda, Kiki, c’è la zia Syd! >> Syd si asciugò rapidamente le lacrime prima di voltarsi verso Elliot che teneva in braccio Kiki, la bambina si sporse subito verso di lei e Syd la prese al volo
<< Ciao Principessa >> la salutò stringendola << Pensavo ci saremmo visti domani >>
<< La tentazione di vedere il tuo futuro marito era troppo forte >> ammise Elliot con un sorriso cameratesco
<< Giusto, Rick, lui è Elliot, il marito di Ethan, questa splendida bambina è la piccola Kiki e… Ethan lo conosci già >> Elliot gli strinse la mano con un sorriso, Ethan liquidò i saluti con un cenno del capo. I due si erano incontrati una sola volta alla festa di laurea di Syd due anni prima, e la cosa non era finita molto bene, visto che Syd li aveva dovuti separare giusto prima che iniziassero a picchiarsi
<< Sparks, hai l’aria distrutta >> commentò Elliot
<< Sai com’è, ho appena fatto il giro del mondo! >> rispose lei piccata
<< Ouch, aggressiva. Mi piace >>
<< Elliot, era molto, molto ma molto gay >> lui scoppiò a ridere imitato da Ethan
<< Voi due non siete normali >> sentenziò Ethan
<< E pensa che ci sopporterai fino al tuo compleanno! >> gli ricordò il marito
<< Per fortuna che stai da tuo padre, Sparks >>
<< Parli del Diavolo… >> commentò Syd vedendo suo padre apparire nella folla << Ciao papà! >>
<< Pulce! >> Bill l’abbracciò e spettinò amorevolmente i capelli a Kiki
<< Signor Sparks >> salutò Rick serio porgendogli la mano. L’incontro fra Rick e la famiglia di Syd alla sua laurea non era stato un granché, solo Ben si era detto entusiasta del suo ragazzo, e forse questo avrebbe dovuto far allarmare Syd, conoscendo quel coglione del suo patrigno.
Peyton, però, aveva parlato per ore a Bill prima dell’arrivo della figlia per ricordargli che ormai i due si stavano per sposare e quindi lui si sarebbe dovuto comportare da suocero civile, almeno per il bene della salute mentale della figlia, ragion per cui Bill fece un  sorriso a 32 denti a Rick e gli disse << Lascia stare le formalità, Rick! Chiamami pure Bill. Papà lo eviterei, però, eh? >> Syd apprezzò molto lo sforzo del padre e lasciò uscire il fiato che stava trattenendo da quando aveva visto Bill.
<< Allora, andiamo a casa? Peyton ha cucinato sushi! >> annunciò Bill
<< Posso imbucarmi? >> supplicò Elliot << Ethan ha intenzione di cucinare italiano >>
<< Ancora non hai imparato a fare la Bolognese? >> lo stuzzicò Syd
<< Lascia stare, ho quasi mandato a fuoco la casa il mese scorso >> Syd scoppiò a ridere seguita da Rick, non perché lo trovasse sul serio esilarante come la sua fidanzata, ma per cercare di farsi accettare dalla sua strana famiglia. Con un ultimo bacio a Kiki, Bill, Syd e Rick uscirono dall’aeroporto, nel parcheggio, sotto la pioggia scrosciante, Syd riconobbe Louis, Harry, Kaya ed un’altra ragazza che caricavano i bagagli in taxi
<< Quanto amo Londra! >> urlò Harry << Sento già il raffreddore! >>
<< Se avessi preso l’ombrello… >> iniziò Kaya
<< L’ho dimenticato, cazzo! A New York non la smetteva mai di nevicare, probabilmente è a casa di Syd e Rick >>
<< No, non c’era, ne sono sicuro. L’hai perso, di nuovo >> lo corresse Louis
<< Ragazzi, vi volete muovere? Ho appena fatto la piega >> sbuffò l’altra ragazza
<< Angie, non per fare la bastarda, ma è andata a puttane >> l’informò Kaya. Tutti, tranne lei, scoppiarono a ridere. Louis, per consolarla, si avvicinò per baciarla sulle labbra. Syd abbassò subito lo sguardo e seguì il padre in silenzio, sentendo Rick al suo fianco fremere d’energia. Sospirò disperata: prevedeva una gran sfuriata di Rick, di nuovo.
 
 
 
 
 
 
<< Sto per vomitare >> annunciò Syd entrando nella O2 Arena di Londra. Rick la guardò spaventato
<< Ti prego, non su di me >>
<< Farò del mio meglio >> gli promise Syd passando una mano sul suo abito nero.
La BQ Night era finalmente arrivata, il che voleva dire che la probabile fine della sua carriera era dietro l’angolo. Pian piano l’arena si stava popolando, sugli spalti c’erano gli spettatori, al centro tutti gli ospiti.
Syd mancava a quella serata da ben sette anni, aveva sempre mandato qualcun altro del suo team a fare rappresentanza, visto che si era auto-esiliata dall’Inghilterra, ma quella sera non poteva mancare, come non potevano mancare Nick con sua moglie Sadie (incinta di sette mesi e con l’aria stanca), i suoi assistenti personali Jade, Allie e Bruce e altri membri di spicco della rivista. Nell’arena si poteva toccare con le mani l’ansia e l’aspettativa per la serata: tutte le riviste di moda avevano mandato qualcuno, star di tutto il mondo erano sedute ai tavoli a chiacchierare amorevolmente e i paparazzi giravano fra i tavoli senza smettere di fare foto.
Quella sera c’erano tre grandi attrattive, e tutte e tre riguardavano Syd in prima persona: 1) il motivo principale di quella pagliacciata, ovvero decidere finalmente chi fra Alexandra Waldorf e Sydney Sparks detenesse il comando, 2) ammirare Syd di ritorno a Londra fra la gente con cui aveva passato anni a ubriacarsi, fare baldoria e avere successo prima di rinnegare quella parte della sua vita, 3) guardare lei e Louis comportarsi da amiconi dopo tutto quello che c’era stato fra di loro.
<< Mi sento come un agnello il giorno di Pasqua >> affermò Rick prendendola per mano e seguendo una delle ragazze dello staff che li stava guidando al loro tavolo
<< Immagina come sto io, l’ultima volta che sono venuta qui ho bevuto così tanto da non ricordarmi chi fossi >>
<< Ci stanno fissando tutti >>
<< Lo so. Ti supplico, non fargli vedere che sei arrabbiato con me o io inizieranno tutti a fare domande >> ormai erano a Londra da quattro giorni e Rick era ancora furioso per “il continuo mancare di rispetto in pubblico” di Syd e non aveva fatto niente per nasconderlo facendo sentire Syd malissimo.
<< Va bene >> sospirò lui
<< E faranno battute di dubbio gusto su di me e te o me e Louis o me e Mark Brown, probabilmente, tu ridi e basta >>
<< Chi è Mark Brown? >> Syd fece un cenno con la testa verso un uomo di circa 45 anni che beveva champagne con una donna bionda con l’aria seriosa
<< Lui, il mio ex, quello di 17 anni più grande >>
<< Il pedofilo! >>
<< Non farti sentire! L’altra è Alexandra… eccola che arriva >>
<< Sydney cara, che piacere vederti! >> cinguettò Alexandra chinandosi a baciarla sulla guancia << Sei super sexy sta sera, di chi è? >>
<< “PPQ”, roba made in England, Alex, dovresti riconoscerlo >> la provocò Syd con un sorriso. Lei fece una risata finta, attorno a loro i fotografi erano assatanati << Ciao Mark! >> salutò Syd prima di sporgersi a dare un bacio sulla guancia anche a lui << Lui è Richard Van Golden, il mio fidanzato >> dopo qualche altro finto convenevole, il gruppo si sciolse e Rick e Syd ripresero la marcia verso il loro tavolo
<< Quella ti odia, lo sai, vero? >> Syd annuì
<< Sai che sta sera perderò, vero Rick? >> lui sorrise triste
<< L’avevo già messo in conto. Hai preparato il discorso di dimissioni? >> lei annuì con aria afflitta << Ti troverò qualcos’altro da fare, qualunque cosa tu voglia >>
<< Voglio questo, Rick >> lui le mise un braccio attorno alle spalle per consolarla, ma non aggiunse altro. Finalmente arrivarono al loro tavolo e Syd trovò una piacevole sorpresa (un po’ meno piacevole per Rick, ma non gliene poteva importare di meno)
<< A tavola con i One Direction e Ed Sheeran, cos’è, il miracolo di Natale? >> scherzò Syd. Ed scattò in piedi e andò ad abbracciarla
<< Per fortuna che ci sei tu quest’anno! La BQ Night era diventata noiosa ad un tavolo di soli uomini >> dalla prima BQ Night a cui aveva partecipato, Syd era sempre seduta a tavola con quel gruppo, ma mai avrebbe pensato di esserci anche quell’anno.
<< Sparks, posso vedere i tuoi slip La Perla da qui! >> urlò Sunshine dal tavolo di fianco
<< Il che vuol dire che quel vestito è perfetto >> completò Breezy. Tutti scoppiarono a ridere
<< Non ci credo, vi hanno messo al tavolo separato anche quest’anno! >> disse Syd avvicinandosi alle sue amiche. Amber, Sunshine, Sophie, Kaya, Breezy e Danielle erano raggianti e splendide
<< Siamo vicino, almeno. Vi ricordate quell’anno in cui eravamo ai lati opposti? >> chiese Kaya
<< Oh sì, il giorno dopo mi sono svegliata a casa di un perfetto estraneo >> ricordò Breezy
<< E dov’è la novità? >> domandò Syd retorica. Breezy le scoccò un’occhiata divertita fra le risate
<< È bello essere qui con te, Sparkie >> Syd sorrise prima di andarsi a sedere, forse quella serata non sarebbe stata una tragedia
 
 
 
 
 
 
Ormai mancava poco alla fine della cerimonia, il tavolo di Syd era diventato un casino di bottiglie, briciole e porcate che volavano da un lato all’altro del tavolo. Addirittura Rick si era lasciato andare e stava intrattenendo gli altri con un imitazione dell’accento Inglese. All’improvviso, Syd si alzò
<< Dove vai? >> le chiese Niall, seduto di fianco a lei
<< È arrivato il momento, piccolo Irlandese >>
<< Buona fortuna >> le augurò Zayn. Lei sorrise riconoscente e sparì nella folla di tavoli fino ad arrivare al lato dell’arena riservato a BQ New York mentre Taylor Swift si esibiva sul palco
<< Syd! >> strillò Sadie, la moglie di Nick, agitando la mano in aria << Sei super sexy, tesoro >>
<< Grazie, Sadie! Sei bellissima anche tu >>
<< Sempre gentile, non è vero? >> Nick guardò Syd attentamente mentre tutti i suoi dipendenti si voltavano verso di lei in attesa delle sue sagge parole
<< Allora, ragazzi, inutile dirlo: sono fiera di tutti voi, avete fatto uno splendido lavoro, questo è il numero più bello della storia di BQ New York, ma lo sapete tutti che è solo formalità, giusto? Questa è una guerra che va avanti da quando avevo sedici anni, e temo che Alexandra vincerà >> si diffuse un mormorio contrariato mentre Nick abbassava lo sguardo triste, sapeva quello che Syd stava per dire, e non gli piaceva affatto << La giuria è contro di me, e voi ci rimetterete; sappiate che gli ultimi anni con voi sono stati bellissimi, ma io dovrò dimettermi appena verrà letto il nome vincitore >> Allie iniziò a piangere silenziosa appoggiandosi a Britt. Ok, una centralinista non aveva esattamente un ruolo chiave in una rivista di moda, ma Britt era diversa, doveva esserci per forza.
<< Capo, non portare sfiga, magari ce la fai >> la consolò Britt. Syd sorrise dolce prima di sospirare e alzare lo sguardo verso il palco. Taylor Swift aveva finito e Jamie Simpson, il presentatore della serata, era salito sul palco con una busta in mano. Alexandra, dall’altro lato dell’arena, fremeva sulla sedia circondata dai suoi amici e familiari, sapeva d’aver vinto.
Jamie sprecò un sacco di belle parole per spiegare in cosa consisteva quella sfida e a lodare il lavoro di entrambe le riviste, poi annunciò la visione di due brevi video sulle giornate di consegna e si fece da parte.
A Londra era stata una giornata perfetta, tutto era proceduto con l’ordine militare tipico di Alexandra  che si era prodigata in urli degni di una cantante lirica più volte durante il video facendo ridere tutti.
A New York era stata tutta un’altra storia: tutti provavano compassione nei confronti della povera Syd che aveva passato una giornata d’inferno, come testimoniava il filmato.
La scena finale era a casa delle ragazze sulla Quinta strada, Syd accoccolata contro Louis mentre dormivano tutti e due. Syd non sapeva che Liam li aveva coperti con una coperta e aveva spento la luce, perché il giorno dopo si era svegliata da sola su quel divano, ma la vista di loro due stretti con gli occhi chiusi e l’aria distrutta causò un “Aww” generale che fece arrossire Syd e Louis e incazzare Rick, non si era neanche accorto che quella notte Syd aveva dormito fuori casa, al suo risveglio l’aveva trovata in cucina e non c’aveva dato importanza. Ne avrebbero parlato, di sicuro.
<< Quindi, ecco il momento della verità >> annunciò Jamie. Nick attirò a sé Syd e le mise un braccio attorno alla vita mentre con l’altro abbracciava la moglie. Syd abbassò lo sguardo verso le sue scarpe, non voleva farsi vedere in lacrime in diretta nazionale in tv.
<< E a vincere la prima edizione della sfida fra “I BQ d’Oltreoceano” è… >> Syd non riusciva più a respirare, a cinque tavoli di distanza Rick guardava distratto il vino nel suo bicchiere, gli amici di Syd in sala si tenevano per mano per darsi forza a vicenda e Louis era seduto sul bordo della sedia: Syd.Non.Poteva.Perdere. << BQ New York! >>
<< Che cosa? >> strillò Alexandra mentre metà sala scattò in piedi con urla di giubilo. Syd sentì gente che l’abbracciava e baciava, tutte le luci puntate su di lei ma lei non capiva cosa diavolo stesse succedendo, all’improvviso era sul palco con Nick e la delegazione di BQ New York. Jamie le diede la statuetta e la lettera con il nome del vincitore, Nick la spinse verso il microfono lasciandola in balia dei flash e degli applausi.
E ora?
Lei non l’aveva preparato il discorso in caso di vittoria!
<< Ehm, wow, non so cosa dire >> balbettò imbarazzata << Adesso direte ”Che sorpresa, lo dice ad ogni premiazione”, ma è vero sta volta >> tutti risero facendola rilassare.
E che cazzo, lei era Sydney Spakie Sparks! Quella era casa sua, aveva appena avuto lo scettro del potere, che si fottessero tutti! Era lei il capo. Con un sorriso Syd sospirò veramente felice
<< Sapete che le mie parole non sono mai un granché, quindi le ruberò a qualcun altro sta sera >>
<< Oh, Dio, non un’altra poesia >> borbottò Rick, Zayn lo fulminò con lo sguardo
<< Senti coglione, quella è una delle persone più belle del mondo e sei fottutamente fortunato a poter dire che è la tua fidanzata, quindi porta rispetto, stronzo >> sputò Zayn mentre Liam annuiva imitato da Ed Sheeran. Rick borbottò qualcosa e tornò a concentrarsi sul palco
<< In questo caso, sono parole di Walt Whitman, forse qualcuno le conoscerà >> Louis sorrise incantato, Walt Whitman era il loro poeta, e quella era la loro poesia
<< O Captain! My Captain! our fearful trip is done;
The ship has weather'd every rack, the prize we sought is won;
The port is near, the bells I hear, the people all exulting,
While follow eyes the steady keel, the vessel grim and daring:
But O heart! heart! heart!
O the bleeding drops of red,
Where on the deck my Captain lies,
Fallen cold and dead.
 
O Captain! my Captain! rise up and hear the bells;
Rise up—for you the flag is flung—for you the bugle trills;
For you bouquets and ribbon'd wreaths—for you the shores a-crowding;
For you they call, the swaying mass, their eager faces turning;
O captain! dear father!
This arm beneath your head;
It is some dream that on the deck,
You've fallen cold and dead.
 
My Captain does not answer, his lips are pale and still;
My father does not feel my arm, he has no pulse nor will;
The ship is anchor'd safe and sound, its voyage closed and done;
From fearful trip, the victor ship, comes in with object won;
Exult, O shores, and ring, O bells!
But I, with mournful tread,
Walk the deck my captain lies,
Fallen cold and dead. >>
Breezy conosceva quella poesia altrettanto bene, era una poesia sulla morte di Abrahm Lincoln, la morte di una persona molto cara a Whitman. Quella era una poesia di vittoria ma anche di perdita, cosa aveva perso Syd per vincere? Breezy fece correre lo sguardo in sala, e trovò la sua risposta in una lacrima che scorreva silenziosa sulla guancia di Louis Tomlinson.
 

My Corner:
Se siete arrivate fin qui siete fantastiche!
Davvero, questo capitolo era più lungo della Bibbia!
Scusate il ritardo, PP, ma ieri non mi andava internet e oggi ero a casa di mia nonna a rimpinzarmi come un maiale all’ingrasso (che belle metafore che mi vengono in mente oggi, eh?)
Allooooooora,
come va?
Vi siete rilassate in vacanza o (come me) avevate troppo da studiare?
Siete partite o siete state a casa?
Io sono andata a Firenze ighviosdfjnopawedfjslfhj
Dico solo questo, WOW, è davvero bellissima!
Andateci appena potete!
Passando a cose serie (hahahahahahahahaha ho bevuto troppo),
il capitolo!
Sto correndo un po’, nel senso che in un capitolo faccio succedere 3000 cose, perché non voglio superare i 20 capitoli, probabilmente saranno di meno perché da adesso ci avviciniamo alla fine, ma non preoccupatevi, vi farò soffrire ancora un po’,
muhahahahahahahahahahahahahahah
(WTF?)
Questo è un capitolo pieno di poesie, partiamo dalla prima:
William Blake, “My pretty rose tree”
Un fiore mi fu offerto,
Un fiore come maggio mai ne ha portati;
Ma io dissi “Ho un bell’ albero di rose”
E rifiutai il dolce fiore.
 
Poi andai dal mio bell’ albero di rose,
Per accudirlo di giorno e di notte;
Ma la mia Rosa si girò altrove ingelosita,
E le sue spine furono la mia sola gioia.
Come diceva Syd, Blake è complicato (era pazzo, credeva di parlare con gli angeli. Non sto scherzando), ma è uno dei miei poeti preferiti.
L’altra poesia che dice Syd, è solo la prima strofa di “The Tyger”, ovvero:
Tigre! Tigre! Luce chiara,
nelle foreste della notte,
Quale immortale mano o occhio
poté dare forma alla tua terribile simmetria?
Vedete, è assolutamente contorto!
Bisogna davvero analizzarla parola per parola per capirla, ma non credo che vogliate sentirmi blaterare sulla letteratura, adesso.
L’ultima poesia è Walt Whitman, il poeta di Syd e Lou, si chiama “O Capitano! Mio Capitano!”,
per chi avesse visto ”Carpe diem, l’attimo fuggente”, è quella poesia, quella del professor Keating. Per chi non l’avesse visto, … beh, guardatelo e preparatevi a piangere!
Oh! Capitano, mio Capitano, il tremendo viaggio è compiuto,
La nostra nave ha rotto tutte le tempeste: abbiamo conseguito il premio desiderato.
 
Il porto è prossimo; odo le campane, il popolo tutto esulta.
Mentre gli occhi seguono la salda carena,
La nave severa ed ardita.
 
Ma o cuore, cuore, cuore,
O stillanti gocce rosse
Dove sul ponte giace il mio Capitano.
Caduto freddo e morto.
 
O Capitano, mio Capitano, levati e ascolta le campane.
Levati, per te la bandiera sventola, squilla per te la tromba;
Per te mazzi e corone e nastri; per te le sponde si affollano;
Te acclamano le folle ondeggianti, volgendo i cupidi volti.
 
Qui Capitano, caro padre,
Questo mio braccio sotto la tua testa;
È un sogno che qui sopra il ponte
Tu giaccia freddo e morto.
 
Il mio Capitano tace: le sue labbra sono pallide e serrate;
Il mio padre non sente il mio braccio,
Non ha polso, né volontà;
La nave è ancorata sicura e ferma ed il ciclo del viaggio è compiuto.
 
Dal tremendo viaggio la nave vincitrice arriva col compito esaurito,
Esultino le sponde e suonino le campane!
Ma io con passo dolorante
Passeggio sul ponte, ove giace il mio Capitano caduto freddo e morto.
Basta, vi ho rotto le palle abbastanza!
Ora tocca voi, ditemi cosa ne pensate, mie PP!!!
A presto!
xoxoxoxoxoxoxoxoxo
Mary

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Capitolo 10
*** Holy Ground ***


Holy Ground

Spinning like a girl in a brand new dress,
We had this big wide city all to ourselves.
We blocked the noise with the sound of ‘I need you’,
And for the first time I had something to lose,
And I guess we fell apart in the usual way.
And the story’s got dust on every page,
But sometimes I wonder how you think about it now.
And I see your face in every crowd.
-Holy Ground, Taylor Swift-

<< Syd, Rick a telefono >> urlò Peyton dalla cucina. Ancora con gli occhi stanchi di chi si è appena svegliato, Syd si scalciò in malo modo le coperte e si sporse verso il telefono a forma di bocca appoggiato sul comodino
<< Cosa? >> borbottò
<< Vedo che ti sei ripresa dalla tua serata di sole ragazze di ieri sera >> rispose Rick
<< Ad essere precisi, non lo vedi, perché non sei qui nel letto con me per la quarta mattina di fila >>
<< A differenza tua, sto lavorando >>
<< E lasciare un biglietto ti farebbe perdere troppo tempo? >>
<< E essere comprensiva ti farebbe troppo male? >> lei chiuse gli occhi stanca dal suo continuo “Non-Capire-Un-Cazzo”
<< Che vuoi, Rick? Stavo dormendo >>
<< Senti, ho incontrato alcuni miei amici del liceo, stavamo pensando di andare a Bath per rilassarci un po’, la Borsa sta facendo i capricci da giorni >>
<< Ok, quando vai via? >>
<< Ehm… sono tipo già a Bath >>
<< Cosa?!?!?!?!?! Sei partito senza neanche salutarmi, Richard! >>
<< Andiamo, Syd… oggi devi partire anche tu, no? Non devi andare a Holmes Column con quegli squinternati? >>
<< È Holmes Chapel, è la mia città natale. Sarebbe carino se ti ricordassi almeno il nome del paese in cui sono nata >>
<< Inghilterra >>
<< Come? >>
<< Inghilterra, sei nata in Inghilterra, no? >>
<< Che giorno, Rick? >>
<< A febbraio… verso metà… >>
<< Verso “Non osare farti vedere prima di Natale o giuro che ti uccido”. Ciao, Richard >>
 
 
 
 
 
<< Mi mancherai, papà >>
<< Anche tu, Chloe >>
<< Aw, non è dolcissima mia nipote? >> chiese retorico Mick guardando Kyle abbracciare sua figlia
<< Sì, fin quando non inizia a litigare con mio figlio su chi ha più giochi >> ammise Danielle cullando dolcemente il piccolo Matty << Lì diventa una specie di Shelly assatanata >>
<< Mi dispiace ammetterlo, ma questo l’ha preso da me >> disse Breezy prima di fare un altro tiro di sigaretta
<< Da quando hai ripreso? >> le domandò Kaya, seduta placidamente in macchina sotto casa di Louis e Harry
<< Non ho proprio ripreso, solo una ogni tanto >> rispose secca Breezy << Chi manca, comunque? >>
<< Louis e Harry non sono ancora scesi, Niall e Amber stanno arrivando, Sophie e Zayn sono con Sunshine e Josh praticamente dietro l’angolo, e Syd, Ethan e Elliot e Kiki dovrebbero essere qui a momenti >> elencò rapido Liam tenendo un occhio vigile su Eric che si stava arrampicando su un albero
<< Quando iniziano le riprese? >> chiese Charlotte, la moglie di Kyle
<< Sono già iniziate >> le fece notare Kaya indicando una telecamera nascosta fra le auto parcheggiate in strada. In quel momento un taxi si fermò facendo uscire Josh, Sunshine, Sophie e Zayn, mentre si salutavano la Mercedes di Niall e Amber su fermò sgommando in uno dei pochi posti liberi
<< Nuova? >> domandò Zayn indicando l’auto
<< No, è quella che Amber ha sfasciato contro l’ingresso del garage >> spiegò Niall
<< Non l’ho sfasciata! Solo… non avevo visto il muretto >> cercò di giustificarsi invano Amber
<< Come cazzo hai fatto a prendere la patente? >> le chiese Josh
<< Nessuno pensava l’avrei mai guidata una macchina, sono una Brown-Thomas! >>
<< A essere onesti, sei una Horan >> tutti si voltarono verso Harry che usciva dal palazzo in quel momento con Angelina al seguito
<< Dettagli >> minimizzò lei << Dov’è Tommo? >>
<< Aveva una cosa da fare, dovrebbe essere qui fra qualche minuto >> rispose Harry. Angelina si guardava attorno curiosa
<< Ci tenete proprio ad andare a rinchiudervi nella patria della noia, direi. L’ultima volta che vi ho visto tutto insieme era alla BQ Night >> osservò lei
<< Non è la patria della noia, ha salvato tutti noi dalla paranoia più di una volta, ma non immagino tu capisca >> Breezy le regalò un sorriso glaciale che lei ricambiò, stava per rispondere con qualcosa d’altrettanto acido quando una risata allegra li fece voltare tutti verso l’altro lato della strada, Syd teneva in braccio Kiki che si stava scompisciando dalle risate. Alle sue spalle, Ethan e Elliot avevano un sorrisino divertito sulle labbra di chi si sta rattenendo dal ridere
<< Direi che è di buon umore >> mormorò Kyle << Il che può voler dire una sola cosa >>
<< Questa settimana sarà assolutamente folle >> completò Sunshine. Dopo i soliti saluti, i ragazzi iniziarono a decidere come dividersi per arrivare a Holmes Chapel: le valige erano già lì, Danielle, Charlotte, Josh ed Elliot (che in passato avevano preso parte a quella gita nel Cheshire) sarebbero rimasti a Londra con i bambini, Angelina non era neanche stata presa in considerazione visto che all’epoca non li conosceva.
Proprio quando Syd stava per suggerire che Ethan, Mick, Kyle, Breezy e lei andassero con la BMW di Mick, il ruggito di un motore a lei ben noto la fece girare di scatto. Una Lamborghini nera decappottabile (con la capotte alzata, a causa del freddo polare che regnava a Londra nonostante il sole) era ferma esattamente davanti a loro
<< Oh. Mio. Dio. >> sillabò Syd poggiando Kiki a terra << Non può essere lei >> mormorò avvicinandosi
<< Cosa credevi, che l’avessi venduta? >> la provocò Louis seduto al posto di guida guardandola toccare la carrozzeria con adorazione << Non avrei mai potuto: è tua, in primo luogo, e ci sono troppi ricordi su questi sedili >>
<< Decisamente >> concordò lei prima di lasciarsi cadere in ginocchio, infischiandosi dei jeans di Victoria Beckham che stava rovinando << Mi sei mancata, tesoro >> Louis sorrise divertito sfilando le chiavi dal quadro, con un fischio gliele lanciò
<< Falle vedere quanto ti è mancata, credo che sia un sentimento reciproco. Sette anni sono tanti >> Syd si alzò in piedi e guardò distrattamente il resto del gruppo che li aveva osservati attentamente per tutto il tempo
<< Tornare indietro nel tempo, è questo lo scopo di questa settimana, no? Bene, vi sfido, proprio come allora: chi arriva prima non farà i servizi per tutti e sette i giorni >>
<< Oh oh >> fece Danielle. In meno di tre secondi tutti erano seduti in auto, pronti per partire. Louis si spostò sul sedile del passeggero e Syd si lasciò cadere sul sedile di pelle del guidatore.
<< Aspetta >> Angelina sorrise soddisfatta sentendo Louis dire quella parola: di sicuro la voleva salutare prima di partire. In realtà, Louis aveva altri piani. Offrì a Syd dei RayBan dalla montatura di plastica colorata e inforcò a sua volta un modello diverso mentre, in perfetta sincronia, lei accendeva la radio, faceva partire un CD ed iniziava a canticchiare << Pronto >> lei gli sorrise radiosa
<< Tieniti forte, Tomlinson, non ho alcuna intenzione di pulire >>
Con l’amaro in bocca, Angelina guardò la Lamborghini sfrecciarle davanti. Per lei, in quella macchina, non c’era posto
 
 
 
 
 
 
<< Perché non hai fatto Formula 1? >> chiese Louis, Syd rise parcheggiando nel viale del garage di casa Sparks
<< Non c’ho mai pensato, abbiamo vinto? >>
<< Direi di sì. Andiamo? Sono curioso >> lei annuì e spense il motore dando delle pacche affettuose sullo sterzo
<< Sei stata fantastica, tesoro >> Louis l’aspettò paziente sulla soglia di casa
<< Apri tu, è casa tua questa >>
<< Davvero? Dio, ho passato la maggior parte della mia vita fra queste mura e mi sento un’estranea >> lui le sorrise comprensivo e le fece cenno di aprire. Syd spinse lentamente la porta e si sentì tornare indietro a nove anni prima, alla prima volta che era stata lì sola con Lou. La casa era immacolata, i cuscini erano in fila sui divani e nel camino scoppiettava un fuoco allegro; appeso sullo stipite c’era un foglio scritto da Paul, il manager dei ragazzi
<< Ciao ragazzi, spero che vi divertiate nei prossimi giorni, ma ricordate un paio di cose: ci sono telecamere in tutte le stanze tranne che nei bagni, nessuno verrà a prepararvi da mangiare quindi arrangiatevi, il 24 mattina arriveranno qui le famiglie di Liam, Niall, Harry, Zayn, Kyle e Louis, la mamma di Kaya, Josh, Angelina, la famiglia di Syd e Rick Van Golden, cercate di tenere questo posto un piedi. Ci vediamo all’anno nuovo! >> lesse Louis
<< Vedo che è ancora apprensivo >> osservò Syd prendendo il foglio dalle mani di Louis ed andandolo ad appendere alla lavagnetta magnetica in cucina
<< Non hai idea, dall’incidente ha perso ogni mezza misura >>
<< Beh, posso capirlo, ce la siamo vista brutta >>
<< Io direi che il peggio, per me, è stato il dopo >>
<< Il ricovero? >>
<< No, il dopo Agosto, quando hai rotto con me >> a Syd scivolò dalle mani il magnete che voleva usare per appendere il foglio
<< Lou… perché non facciamo un gioco? Facciamo che l’incidente non è mai successo, non c’è stato nessun ospedale, nessuna borsa di studio e nessun trasferimento. Siamo solo Tommo e Sparkie, fine della storia. Che ne dici? >>
<< Syd, non è così nella vita reale, non puoi scappare >>
<< Nella vita reale tu hai una ragazza che sposerai entro i prossimi due anni e io un fidanzato che non si ricorda il giorno del mio compleanno, tu vivi a Londra e io a Manhattan, tu vivi con il tuo migliore amico e io con Richard Van Golden, tu sei innamorato di Angelina e io di Rick. Questa non è la vita reale, però, questa è la vita che avremmo avuto se non avessi deciso di portarti a Parigi otto anni fa. Hai paura, Lou? >>
<< Non mi hai mai fatto paura, Syd, ti conosco meglio di quanto conosca me stesso >> lei sorrise maliziosa a quella frase
<< Allora gioca con me, Louis, fammi ricordare che vuol dire essere Sparkie >>
 
 
 
 
 
 
<< Non ho interrotto niente prima, vero? >> Syd alzò lo sguardo dallo schermo del Tablet di Sunshine e si concentrò su Breezy che si stava mettendo lo smalto di fianco a lei sul letto
<< Quando? >>
<< Quando mi sono fiondata in cucina qualche ora fa, tu e Lou eravate molto… vicini >>
<< Oh, tranquilla, avremo tempo per continuare il nostro discorso >>
<< Che discorso? >> Syd ghignò divertita
<< Sei sempre la solita ficcanaso >>
<< E tu la solita stronza >> Syd si strinse nelle spalle e si sporse verso il comodino. Afferrò il pacchetto di sigarette di Breezy e l’aprì
<< Dov’è la roba buona? >> Breezy indicò l’armadio, Syd frugò a lungo prima di trovare quello che cercava, tornò sul letto e accese lo spinello
<< Mmm… come ho fatto a smettere? >>
<< Forza di volontà… Syd, tu stai fumando! >>
<< Ne ho bisogno, credimi >>
<< Oh, a me non da fastidio. Cos’è successo? >>
<< Lui non sa il giorno del mio compleanno >> spiegò lei annoiata. Era inutile specificare chi fosse “Lui”
<< Stai scherzando, vero? >>
<< Vorrei. Lasciamo stare, non ho voglia di arrabbiarmi. Parlami di te, Breez >> lei sospirò e le mostrò la mano sinistra
<< Non hai più la fede nuziale! >> Breezy annuì
<< Siamo separati ufficialmente >>
<< Dio, da quanto? >>
<< Tre giorni, otto ore e ventisette minuti circa. Non avrei mai pensato che ci saremmo lasciati, eravamo così innamorati quando ci siamo sposati! >>
<< La vita va avanti, Breezy. Guarda mio padre! Ha trovato sua moglie con un uomo nel loro letto, ha sofferto per anni, ma ha resistito. Poi, quando aveva perso le speranze, ha incontrato Peyton. Troverai un altro uomo, sarà meglio del primo, te lo posso assicurare >>
<< Hai già qualche candidato? >>
<< No! Dio Santo, ma non stavi contando i minuti da quando vi siete separati? >>
<< Sono in astinenza! È quasi un anno >> Syd si fermò all’improvviso
<< Un anno? >> Breezy annuì << Come… 365 giorni? >> lei abbassò la testa rossa dalla vergogna. Il sesso non era mai stato un tabù fra di loro, si sapeva che era sempre stata Breezy ad essere più attiva. Era una specie di ninfomane << Breez… hai da fare sta sera? >>
<< No, perché? >>
<< Perché è arrivato il momento di mettere fine all’astinenza >> Breezy alzò lo sguardo su Syd e, per la prima volta dopo anni, rivide in quegli occhi quella scintilla di fuoco che li aveva animati quando non c’era nessuno Louis, nessuna Robinson School, nessuna Londra e nessuna New Yotk.
<< Mi sei mancata, Syn >>
 
 
 
 
 
Amber si svegliò fra le braccia di Niall, lentamente rotolò sul lato per ammirare in silenzio il viso rilassato di lui mentre dormiva.
Suo marito
Quelle parole sembravano ancora strane dette da lei, mai avrebbe pensato di sposarsi dopo quello che era successo ai suoi genitori, ma Niall le aveva fatto cambiare decisamente idea. Con un sorriso si voltò verso la finestra, Holmes Chapel era pacifica come al solito. Il giorno precedente non avevano fatto molto se non disfare le valige e fare qualche progetto per la settimana.
Per quel pomeriggio avevano pensato di fare una visita al cimitero per porgere i loro saluti, poi cenetta a casa (cucinata da Sophie e Sunshine), registrare qualche intervista nel garage adibito a studio e visione di alcuni filmati che avevano preparato quelli della produzione.
Un trambusto incredibile la fece alzare in piedi, Niall aprì gli occhi sorpreso
<< Che succede? >> chiese, la voce impastata dal sonno
<< Non lo so, vado a controllare >> Amber s’infilò rapidamente la vestaglia e uscì in corridoio. Ethan uscì dalla sua stanza con aria confusa, Liam s’affacciò dalla sua camera passandosi una mano nei capelli
<< Cos’è sto casino? >>
<< Shhh, fai piano >> Ethan si voltò verso le scale, Syd stava aiutando una Breezy totalmente ubriaca a salirle
<< Il terzo non mi è piaciuto, Syn. Impegnati di più la prossima volta >> biascicò Breezy
<< Ho recuperato con il quarto, oserei dire >> rispose lei in un sussurro
<< Qual era? >>
<< Quello con il tatuaggio sul collo >>
<< Oh sì, decisamente sì >> Syd sorrise facendola sedere per terra e porgendole una bottiglietta d’acqua
<< Sai cosa fare, no? >> Breezy annuì e iniziò a bere << Ti porto una coperta >>
Entrata in corridoio, non fu sorpresa di trovare Ethan, Liam e Amber a squadrarla
<< Dov’eravate? >> domandò Ethan << Non mi sono neanche accorto che foste uscite >>
<< Mmm, siamo andate un po’ in giro, niente di che. Hai una coperta a portata di mano? >> Ethan annuì e rientrò nella stanza. Liam la stava squadrando con aria di rimprovero, Amber era semplicemente sconvolta: da quando Syd e Breezy passavano fuori la notte senza uccidersi a vicenda?
<< Tieni >> Ethan le porse un piumone dei Power Rangers, quello che usava da piccolo
<< Grazie! >> esclamò Syd << Ci vediamo fra qualche ora, devo assolutamente dormire >> con un sorriso Syd tornò a coprire Breezy con la coperta (Breezy non riusciva mai a dormire a letto quando era ubriaca, il muro e il pavimento erano le uniche opzioni) e salì al secondo piano, verso camera sua. Spalancò la porta canticchiando sottovoce, ma si fermò di colpo vedendo Louis addormentato placidamente sul suo letto.
Giusto. Si erano divisi nelle stanze come ai vecchi tempi, e lei dormiva con Louis, proprio come Kaya dormiva con Harry.
Dannata Sophie con le sue idee strampalate.
Con un grugnito poco femminile si tolse i tacchi Prada, stanca anche solo per pensare di andare a cambiarsi in bagno, si lasciò cadere sul letto di fianco a Lou con un tonfo
<< Dov’eri? >> chiese lui ancora ad occhi chiusi
<< Fuori, con Breezy >>
<< Puzzi di fumo >>
<< Scusa, dopo mi faccio la doccia >>
<< Hai bevuto? >>
<< No, papà >>
<< Non trattarmi male, ero solo preoccupato >>
<< Tu ti preoccupi sempre, Lou >>
<< Puoi farmene una colpa? >>
<< Sì, posso fare quello che voglio >> Syd si girò di lato dandogli le spalle e si mise sotto le coperte pronta a dormire almeno cinque ore. Lentamente, Louis mosse la mano sotto le coperte e la poggiò sul fianco di lei
<< Dio, quanto mi sei mancata >>
 
 
 
 
 
 
Ethan odiava il cimitero di Holmes Chapel da sempre. Sua madre adorava raccontargli storie horror prima di farlo addormentare, quella dei fantasmi che si aggiravano nel cimitero a tre isolati di distanza era una delle sue preferite.
Nonostante ormai fosse grande e grosso, avesse un marito, una figlia e un lavoro rispettabile, la sola idea di varcare i cancelli neri lo faceva sentire male. Sunshine, di fianco a lui, spostava la neve del marciapiede con la punta degli stivali, in mano stringeva un mazzo di fiori
<< Te la senti, Ethan? >> lui annuì una sola volta, deciso. Tutti quanti insieme passarono i cancelli, in silenzio si diressero verso il lato ovest del cimitero. Mick si fermò all’improvviso davanti ad una lapide bianca, con le mani guantate rimosse un po’ di neve
<< Avery Styles >> lesse solennemente << Ciao nonna >> Kyle, Harry, Breezy e Syd l’affiancarono subito in silenzio. Harry poggiò i fiori sulla tomba con delicatezza, rimasero lì, fermi sotto la neve che cadeva, ciascuno perso nei propri pensieri. Breezy fu la prima a spostarsi verso una tomba poche file indietro, quella di suo nonno. Kyle la seguì poco dopo per lasciare l’altro mazzo di fiori. Breezy si appoggiò al fratello con le lacrime agli occhi, lui la strinse in un abbraccio rassicurandola dolcemente.
Syd stava per raggiungerli, ma la vista di Ethan che s’inginocchiava davanti ad un’altra lapide le fece cambiare direzione.
Leggere il nome inciso nel marmo la fece subito scoppiare a piangere, in ginocchio di fianco al fratello. Sul viso di Ethan, calde lacrime scendevano copiose
<< Ciao Aiden >>
 
 
 
 
<< Avevamo diciassette anni, la scuola era ricominciata da poco >> raccontò Sophie guardando la telecamera di fronte a lei << Era tutto perfetto, era il nostro ultimo anno, facevamo progetti per l’Università, sognavamo di vedere il mondo e di stare insieme per sempre.
Era il compleanno di Mick, ormai lui e Kyle si erano trasferiti in forma stabile a Londra, Breezy era venuta da Holmes Chapel e i ragazzi erano a casa. Mick aveva organizzato questa festa grandiosa, c’era gente in tutto il locale, chi beveva, chi ballava, chi fumava, chi pomiciava… era bellissimo.
Io ero con Zayn, stavamo ballando e Sunshine arrivò come una furia: Aiden s’era sentito male, Liam aveva chiamato l’ambulanza, dovevamo correre all’ospedale.
Ho scoperto, dopo anni di amicizia, che Aiden era malato. Aveva una qualche sorta di malattia ereditaria, dopo qualche settimana ci lasciò. Lui l’aveva sempre saputo, e ce l’aveva tenuto nascosto. I medici dissero che il suo stile di vita degli ultimi tempi – feste, ubriacature, notti in bianco – non aveva aiutato.
Eravamo tutti sconvolti, isterici. Kaya… lei scoppiò, prese Syd da parte e le disse che era colpa sua, che se non fosse mai arrivata a Londra, noi non avremmo mai fatto quella vita e Aiden avrebbe potuto vivere ancora qualche altro anno.
Syd le diede uno schiaffo e scappò via, la ritrovammo solo tre giorni dopo, all’ospedale di Manchester, un’overdose.
Ethan fu l’ultimo a vedere Aiden sveglio, lasciò un testamento, chiese di essere seppellito a Holmes Chapel, perché lì era nato l’unico grande amore della sua vita e perché loro venivano sempre qui quando volevano stare da soli.
Ci abbiamo messo anni prima di riuscirne a parlarne fra di noi, mesi prima di tornare a sorridere. Ethan cadde in depressione, fu Syd a salvarlo, nessuno sa cosa fece, ma Ethan tornò da noi e s’iscrisse all’Università. Ci mise due anni prima d’innamorarsi di nuovo, ma è andata a finire bene, visto che si sono sposati alla fine >>
 
 
 
 
Louis guardava Syd di sottecchi, lei era stesa sul letto in pigiama, un libro in mano e una matita nell’altra
<< Cosa, Tomlinson? >> sospirò lei mettendo giù il libro e voltandosi verso di lui
<< Niente, stavo ripensando ad alcuni dei filmini che abbiamo visto prima. Facevamo sul serio, eh? >>
<< Sai, non ci si tatua il nome del primo idiota che passa per strada >> fece lei acida. Lui sospirò e le tolse il libro dalla mano
<< Parlami, dimmi cosa c’è che non va >> Syd alzò gli occhi verso il soffitto. Era sempre stato così fra di loro, non si potevano nascondere niente, si conoscevano troppo bene.
Syd, però, non era più come prima, non era più un’adolescente scapestrata e aperta, si era chiusa in sé stessa, nessuno riusciva ad andare oltre la sua corazza
<< Niente, Lou, davvero. Sono solo stanca >>
<< E io sono Whinnie the Pooh. Avanti, Sparkie, sono io! Mi puoi dire tutto quello che vuoi >> distrattamente, Syd iniziò a disegnare cerchi sulle coperte, Louis attese in silenzio, con calma
<< Perché ti sei innamorato di me? >>
<< Perché sei una persona fantastica, intelligente, dolce, divertente… e dici poesie, tante poesie. E tu? >>
<< Beh, perché… perché mi facevi ridere, mi viziavi e coccolavi, mi ascoltavi… nessuno mi ascolta più >>
<< Non è vero! Io ti ascolto ancora >>
<< Louis… ti va di ascoltarmi anche sta volta? >> Louis annuì, Syd sospirò e parlò.
Parlò per tutta la notte di ogni cosa che le passasse per la testa, dei suoi problemi a lavoro, del matrimonio, dei suoi nuovi amici. Poi parlò del passato, della sua confusione a riguardo, del suo amore per tutte le persone in quella casa, recitò poesie che Louis aveva dimenticato ma, soprattutto, seppe ascoltare Louis, arrivato a quel punto della vita di un uomo in cui si fanno le scelte più importanti – matrimonio, figli, carriera – e non aveva nessuno che sapesse leggere fino nel profondo la sua anima.
Su quel letto vecchio di secoli, con quelle lenzuola lavanda e con quei soffici cuscini, accadde l’impensabile: la magia accadde di nuovo, le stelle si allinearono o in qualunque modo la si vuol mettere, quell’amore assopito fra due anime gemelle tornò alla vita.
 
 
 
 
 
 
<< Che cazzo è successo qui? >> Syd si voltò verso l’ingresso della cucina, Harry aveva gli occhi sgranati, i capelli spettinati e il pigiamo stropicciato addosso
<< Buongiorno! Mi sono svegliata pesto e ho pensato di cucinare qualcosa di dolce, sta arrivando Natale, siamo autorizzati ad ingrassare! >> Harry si sedette su una delle sedie che circondavano il tavolo stracolmo di torte, muffin e altre cose deliziose
<< Da quanto cucini? >>
<< Rick e io abbiamo frequentato un corso di cucina quando abbiamo iniziato a frequentarci, così, per gioco. Alla fine, mi sono appassionata >>
<< Quell’uomo ha fatto qualcosa di buono in vita sua >> Syd ridacchiò versandogli una tazza di caffè che lui accettò riconoscente
<< Come va con Kaya? >> chiese Syd << Vi ho visti molto affiatati ieri, quando abbiamo giocato a carte >>
<< Mmm… non lo so, Syd. Insomma, è Kaya, è la mia ragazza dei sogni da quando l’ho incontrata, ma ci siamo lasciati tante di quelle volte… voglio qualcosa di serio adesso. Insomma, si stanno sposando tutti tranne me e Mick. E Breezy, però lei si è appena separata >>
<< Diglielo, allora. Siete degli adulti, non più degli adolescenti. È chiaro che fra di voi c’è qualcosa di più, vai e sistema le cose. >>
<< Detto da te, Syd? >> lei lo guardò stranita
<< Che vuoi dire? >>
<< Non sono un idiota, è da quando siamo andati al cimitero che tu e Louis siete pappa e ciccia, sempre insieme a ridere, a parlare… gli hai detto più poesie in questi quattro giorni che in tre anni di relazione! >>
<< Harry… >>
<< Syd, cos’è successo? >>
<< Non è successo niente, ok? Io e lui siamo sempre stati in sintonia, anche quando eravamo solo amici, non ti dovresti sorprendere >> sbottò Syd iniziando a lavare con foga le ciotole nel lavandino, cadde un pesante e insolito silenzio fra di loro
<< Avevi sedici anni, lui venti. La prima volta che vi ho visto insieme lui era fidanzato con Eleanor Calder e ne era innamorato pazzo, tu eri una principessa gotica in depressione, stavate parlando del miglior modo per farsi passare la sbronza, l’ho capito allora che voi due sareste finiti insieme.
Non hai più sedici anni, Syd, ne hai ventisette e lui trentuno domani, non è più la stessa cosa, non potete giocare con i sentimenti dell’altro perché ci sono dei matrimoni in
ballo… >>
<< Lui e Angelina non sono fidanzati ufficialmente! >>
<< Ma tu sì, cazzo! Devi scegliere, perché io non ho alcuna intenzione di raccogliere ancora una volta i cocci del cuore di Louis. È il mio migliore amico e tu sei un membro della mia famiglia, ma se devo scegliere fra te, che sei sparita per quasi dieci anni, e lui, che ha passato le pene dell’Inferno con me, sceglierò lui, sappilo >> Syd l’ignorò bellamente, lui sbuffò e uscì dalla cucina, Breezy l’aspettava con l’aria assassina di quando era incazzata nera
<< Che cazzo ti passa per la testa? Ce la stiamo facendo! >> sibilò lei furiosa
<< Deve scegliere! >> sussurrò lui altrettanto arrabbiato
<< Dalle tempo! >>
<< Per fare cosa, Breeezy? Decidere chi prendere in giro dei due? >>
<< Non sta prendendo in giro nessuno, non è che lei e Louis abbiano fatto sesso o chissà cosa! >>
<< Allora è questo che dobbiamo aspettare? Che vadano a letto insieme? >>
<< No, devi aspettare che lei si renda conto di non amare Richard! Dio, ha fatto dei passi da gigante da quando ci siamo trasferite a New York, sta funzionando e tu stai rischiando di mandare tutto a puttane! >>
<< Preferisco che soffra lei piuttosto che soffra Louis, te l’ho sempre detto! >>
<< Sei venuto a cercarmi, mi hai chiesto di farla tornare con Louis, io volevo solo farle sciogliere quella farsa di fidanzamento, quindi non t’incazzare con me! >>
<< Smettetela, tutti e due! >> Zayn torreggiava su di loro con il suo cipiglio serio e arrabbiato << Vi siete dimenticati che siamo filmati ventiquattro ore su ventiquattro? Uscite fuori a litigare per queste cazzate >> Breezy e Harry se ne andarono nelle loro camere senza dire una parola in più.
Mick, che aveva osservato la scena in silenzio dal divano della sala, scoppiò a ridere teatralmente
<< Cosa c’è di divertente, Mick? >> gli chiese Zayn
<< Ve l’avevo detto che tutto questo macchinare vi si sarebbe ritorto contro: li perderete, tutti e due, appena scopriranno cosa avete fatto in tutti questi mesi e sarà divertente, davvero tanto divertente >>
 
 
 
 
 
 
<< Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri caro Louis, tanti auguri a te! >> canticchiò Syd nell’orecchio di Louis la mattina dopo per farlo svegliare. Lui sorrise ancora con gli occhi chiusi e si voltò verso di lei
<< Grazie >> gracchiò lui prima di schiarirsi la voce
<< Apri gli occhi, ti devo dare il mio regalo! >> lui obbedì divertito da quella situazione tutt’altro che insolita fra loro due. Syd, vestita di tutto punto, aveva fra le mani un pacco enorme ricoperto da carta a pois rossi e blu su sfondo bianco e con un enorme fiocco rosso in cima
<< Aw, non dovevi, Syd! >>
<< Non sai neanche cos’è. Dai, dai, dai, aprilo!!! >> lo supplicò dandogli il pacco. Lui lo scartò e trovò un modellino di una Lamborghini d’epoca
<< Wow, una Lamborghini Urraco… non era quella che avevamo noleggiato in Italia, quando siamo andati a Luglio in Toscana e abbiamo fatto il giro delle campagne? >> Syd annuì veementemente, felice che lui si ricordasse di così piccoli dettagli dei loro viaggi
<< L’ho costruita io… con l’aiuto di Sam, ma ho dato un aiuto fondamentale >>
<< Hai comprato i pezzi e la colla, vero? >> Syd si strinse nelle spalle colpevole e lui rise divertito prima di darle un bacio sulla guancia
<< Dai, vestiti >> l’incitò lei << Il regalo non finisce qui, idiota >> dopo qualche altro verso di protesta, Louis andò in bagno a cambiarsi con un paio di jeans e un maglione grigio largo alla vita. Syd l’aspettava all’ingresso in silenzio, per non svegliare il resto della casa. Appena lo vide s’aprì in un sorriso radioso e gli porse la mano che lui accettò senza neanche pensarci. Certe cose erano riflessi incondizionati fra di loro, come l’appoggiarsi di Syd a Louis quand’era stanca, o il preparare il tè a Louis prima di andare a letto di Syd, o l’aprire la porta a Syd come in quel momento.
<< Promettimi di non sbirciare >> ordinò lei mettendo una mano sugli occhi a Louis
<< Prometto. Che cosa hai combinato, Syd? >>
<< Niente di che, un pensierino. Sta attento al gradino… aspetta, credo tu stia pestando le azalee di mia madre... chi se ne frega, sono morte lo stesso… attento, qui c’è del ghiaccio >>
<< Non è che mi stai portando in garage per massacrarmi con una mazza da baseball in puro stile Yankee? >>
<< Che schifo, Lou! >> entrambi risero mentre Syd faceva fermare Louis << Ok, puoi aprire gli occhi >>
Mai e poi mai Louis avrebbe potuto capire quale fosse il secondo regalo di Syd per il suo trentunesimo compleanno, perché mai e poi mai avrebbe pensato che qualcuno potesse regalargli una Lamborghini d’epoca rosso fuoco, esattamente come quella che l’aveva accompagnato in un lungo viaggio in Italia con l’amore della sua vita
<< Di questa ti posso assicurare che non ho partecipato alla creazione, anche perché non ero nata, quindi è assolutamente sicuro guidarla >> lo rassicurò Syd
<< È mia? >> chiese Louis sconvolto
<< Beh, chi è il fan numero uno della Lamborghini qui? Insomma, quando ho comprato la mia prima auto mi hai costretta a prenderne una. Ti piace, vero? Non sapevo quale fosse la tua preferita, così ho pensato che, magari, quella che avevi scelto all’autonoleggio in Italia potesse andare bene… ma se non è così la possiamo cambiare! >> Louis zittì Syd mettendole una mano sulla bocca e stringendola in un abbraccio dolcissimo
<< È bellissima, Sydney. Avrai speso una fortuna >>
<< Chi se ne frega, mi riempiono di soldi da quando avevo sedici anni. Allora, la vuoi provare? >> Syd fece girare le chiavi attorno all’indice avvicinandosi all’auto
<< Sì, cazzo! >> Syd rise e gli lanciò le chiavi con un delizioso portachiavi di Louis Vuitton attaccato
<< Syd, ma è un portachiavi da donna >>
<< Ti sei già dimenticato come ti avevo ribattezzato, Louis? >>
<< No, ma io l’ho già visto da qualche parte >> lei si strinse nelle spalle e salì in macchina imitata da lui, non gli avrebbe mai detto che quello era il portachiavi a cui erano legate la sua copia delle chiavi di casa di Harry e Louis.
 
 
 
 
<< E quando accelera? Dio, hai sentito che ruggito? >>
<< Difficile ignorarlo, Lou, ha praticamente assordato tutta Holmes Chapel >>
<< E lo stereo? Si sente benissimo >>
<< Ci mancherebbe, l’ho fatta revisionare completamente >>
<< Io ti adoro >>
<< Grazie, grazie >> rispose Syd con tono incurante rimirandosi le unghie scherzosamente. Risero forte e Louis la prese per mano per aiutarla a camminare fra i cumoli scivolosi di neve. Entrarono in casa dal retro, attraverso la porta della cucina << Ho una fame… spero Kyle non abbia dato fuoco al pranzo anche oggi >>
<< Tranquilli, oggi Kyle non si è neanche avvicinato ai fornelli >> entrambi si fermarono di colpo nel sentire una voce diversa dal solito, quella della sorella di Liam, Ruth << Ciao ragazzi! >> li salutò calorosamente andando ad abbracciarli, Syd e Louis non ebbero neanche il coraggio di guardarsi negli occhi dietro le spalle di Ruth. Se ne erano completamente dimenticati, presi com’erano dai festeggiamenti. Il 24 dicembre non era solo il compleanno di Louis e la Vigilia di Natale, era il giorno dell’arrivo di tutte le famiglie per i festeggiamenti di Natale e Capodanno.
<< Hey, sono tornati! >> urlò Ruth. Da lì partì una fiumana di abbracci e baci, Syd e Louis erano ancora imbambolati, le loro mani, ancora strette, nascoste dietro le loro schiene. C’erano proprio tutti, e c’erano anche loro
<< Lou! >> strillò Angelina saltandogli addosso. Syd rimandò giù la bile che le era salita in gola vedendo quella svampita avvinghiata a… a chi? Non era il suo fidanzato, non aveva alcun diritto da rivendicare su di lui, se non quello di un amore non corrisposto e impossibile, perché adesso c’era Rick e c’era Angelina
<< Tesoro, Syd >> lei alzò la testa verso Richard, le sorrideva affabile e aveva le braccia tese verso di lei. Louis sapeva che quello che era successo in quella casa era sbagliato: insomma, non avevano tradito fisicamente i loro partner, ma con il cuore e con la mente, che era la cosa più brutta da fare. Strinse le dita di Syd fra le sue forte prima si lasciarle libere, quel gesto fu ben recepito da lei che non si voltò neanche verso di lui, semplicemente scivolò fra le braccia di Rick che le sussurrò nell’orecchio piano << 14 Febbraio, erano le quattro di pomeriggio. Mi dispiace, sono stato un coglione, ti prego, perdonami >> lei gli strinse le braccia al collo, sembrò così sbagliato, perché nella sua mente stava abbracciando un ragazzo con gli occhi azzurri e i capelli castani
 
 
 
 
 
<< Tanti auguri, papà! >> disse Kiki stringendo le braccia attorno al collo di Ethan, un coro di “Oh” si diffuse per tutta la sala del ristorante di Londra che avevano prenotato per festeggiare i ventotto anni del giudice King. Syd si aggirava per la stanza come un fantasma, erano tornati da Holmes Chapel il 2 gennaio, da allora non aveva più visto né sentito Louis e il giorno dopo un volo prenotato a nome suo e di Rick l’aspettava per tornare negli Stati Uniti.
Lei non voleva.
<< Da chi ti nascondi? >> Syd saltò sentendo una voce dietro di lei
<< Elliot! Scusa, non ti avevo visto >>
<< Ho notato. Tu e Louis dovete risolvere >>
<< Come scusa? >>
<< Vi ho visti a Capodanno, a mezzanotte, quando c’è stato il bacio. Vi siete guardati negli occhi prima di baciare Rick e Angie, Holmes Chapel fa miracoli >>
<< Abbassa la voce >> sibilò lei indicando con la testa una delle telecamere. Sì, anche la festa di Ethan sarebbe finita nel documentario << C’è poco da chiarire, domani torno a New York >>
<< Puoi cambiare le cose, Syd. Lui ti ama con tutto il cuore, non ha mai smesso, e in quella settimana… Dio, ho visto alcuni pezzi dei filmati, sembrava che foste fidanzati da come vi comportavate >>
<< Elliot, è complicato >>
<< No, non lo è! Tu e tuo fratello siete identici, convinti che l’amore sia qualche sorta di guerra. L’amore è semplice, amare qualcuno è bello come respirare, soprattutto se corrisposti >> Syd stava per controbattere quando sentì un’altra voce alle sue spalle
<< Sydney cara, che piacere vederti >> Alexandra Waldorf, la donna che aveva umiliato vincendo la BQ Night e che si era dovuta dimettere dopo la perdita
<< Alexandra, che ci fai qui? Pensavo fosse una festa privata >> disse Syd cercando di mantenere la calma. Sapeva che Alexandra era ancora un pericolo per lei, era semplicemente furiosa e quindi avrebbe potuto fare qualunque cosa
<< Lo è, infatti. Ero a cena qui e sono andata in bagno a rinfrescarmi. Ho incontrato lì tua madre e mi ha invitato a unirmi ai festeggiamenti. Non ti dispiace, vero? >>
<< Certo che no >> mentì Syd maledicendo sua madre. Dopo qualche chiacchiera di circostanza, Syd andò dalle sue amiche, Breezy iniziava a riprendersi dalla separazione col marito e sorrideva molto di più. Kaya, quella sera, era radiosa e sorridente al massimo, e il motivo venne svelato poco più tardi
<< Scusate >> Harry si schiarì la voce rumorosamente attirando su di sé l’attenzione di tutti gli invitati, alle sue spalle Louis sorrideva felice e Syd si beò della vista di quel sorriso raggiante << Vorrei approfittare di avervi tutti qui per fare un piccolo annuncio. Vedete, io e Kaya… sì, noi siamo tornati insieme >> tutte le ragazze si guardarono negli occhi prima di scoppiare in urla isteriche e abbracci gioiosi a Kaya e Harrry che assicurarono tutti del fatto che questa fosse la volta buona. Con tutti ancora su di giri per la notizia, anche Josh e Sunshine approfittarono della situazione
<< Anche noi avremmo una notizietta >> ammise Josh, Sunshine si appoggiò una mano sulla pancia sorridendo << Avremo un bambino >> a quel punto tutta la sala scoppiò in un applauso fragoroso. Sophie strinse la sorella in un abbraccio spaccaossa e fu imitata da tutte le altre
<< Lo sapevo, lo sapevo! >> strillò Breezy, tutti erano ancora in cerchio attorno alla coppietta felice << La nausea ogni mattina mi avrebbe dovuto far preoccupare >>
<< La nausea… puoi chiedere consiglio a Sydney per come sopportarla meglio >> tutti si voltarono verso Alexandra che stringeva un flute di champagne fra le dita << Lei è un’esperta di nausee mattutine, non è vero tesoro? >> Rick, di fianco a lei, s’irrigidì di colpo
<< Che vuol dire, Syd? >> le chiese. Syd era impallidita di colpo e stava sudando così tanto da avere alcuni rivoletti che scendevano lungo il collo
<< Syd? >> Kaya rise << Ma se Syd non sa neanche come tenerlo in braccio un bambino! >>
<< Sydney, parla, subito >> ordinò Rick. Tutti erano in silenzio e la guardavano sconvolti, lei rimase zitta << Sei incinta? >>
<< Oh, non credo lo sia adesso, sta bevendo champagne >> fece notare Alexandra con tono bastardo << Lo è stata, però. Ben sette o otto anni fa, prima dell’incidente. All’epoca, se ben ricordo, stava con Louis Tomlinson >> Syd cercò Louis nella folla, aveva la sua stessa espressione: sconvolta, spaventata, confusa
<< Sydney… che cosa sta dicendo? >> agli occhi di Louis luccicavano due piccole lacrime << Ti prego, parlami >> la supplicò. Syd iniziò a respirare a fatica e a fatica disse quelle due parole
<< Mi dispiace >>
 
 

My Corner:
SONO UNA MERDA.
Ecco, dopo averlo detto mi sento molto meglio.
Allora, sono in ritardo di una settimana, lo so benissimo, ma è successa una tragedia al di là delle mie forze:
il mio computer mi ha abbandonata rompendosi, e su quel computer c’era il capitolo pronto.
Quindi, ho dovuto fare un tour de force e riscriverlo in una settimana.
È stato orribile.
Spero di riuscire a pubblicare il prossimo domenica prossima ma non sono sicura, perché giovedì ho la comunione di mio cugino e mi aspettano parrucchiere, estetista e interrogazione d’inglese.
Quiiiindi, passando al capitolo:
Rick non sa il giorno preciso del compleanno di Syd, sì.
Della serie #FidanzatoDiMErda.
Syd e Breezy hanno finalmente risolto, non è fantastico?!?!?!?
E poi, ce l’abbiamo fatta!
Louis e Syd si sono accorti di amarsi ancora, il che sarebbe fantastico se entrambi non fossero fidanzati.
Però, è arrivata la tragedia.
Lo so, vi ho lasciato con la suspence, ma c’è un motivo:
il prossimo capitolo si aprirà nel passato, esattamente due giorni prima del fatidico incidente, e tutti i nodi verranno al pettine come vi avevo promesso.
Allora, come vi ha lasciato il capitolo?
A me ha lasciato senza forze e triste, perché siamo piuttosto vicini alla fine, ma è giusto che sia così.
Vi chiedo ancora scusa!
Fatemi sapere che ne pensate!!
xoxoxoxoxoxo
Mary

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Capitolo 11
*** Small Bump ***


Small Bump
Oh, you're just a small bump unknown, you'll grow into your skin.
With a smile like hers and a dimple beneath your chin.
Finger nails the size of a half grain of rice,
And eyelids closed to be soon opened wide
A small bump, in four months you'll open your eyes.
-Small Bump, Ed Sheeran-
A Bridget e Lilith
 
Londra, otto anni prima
 
<< Conto su di te per l'intervista con Pippa Middletone, Syd. Tutto il mondo ti ama, quindi usa il tuo charme e tira fuori qualcosa di buono >> Syd annuì segnando sull'iPad l'impegno per il diciassette gennaio venturo << E poi, ce la fai ad andare alla sfilata di Topshop? >> le chiese Alexandra
<< Quand'è? >>
<< Cinque gennaio >>
<< Oh, no. Io e Louis torniamo da Parigi il dieci. Hai qualcun altro da mandarci? >>
<< Mmm... ci sarebbe Kelly. Speriamo non ci imbarazzicome l'ultima volta >> quando Syd era arrivata a BQ London due anni prima, Alexandra parlava sempre al singolare: "non farmi perdere tempo", "non annoiarmi" e "non mentirmi". Pian piano, a fatica, Syd era riuscita a conquistare la sua fiducia e adesso Alexandra parlava al plurale includendola sempre nei suoi piani
<< Comunque, quando torni dal tuo Natale a Parigi, c'è da organizzare la festa di primavera, e visto che la settimana scorsa sei stata eletta "Dipendente dell'anno" alla BQ Night, tocca a te organizzarla. Ricorda che... >> Syd non seppe mai cosa avrebbe dovuto ricordare, perché un conato di vomito la fece correre nel bagno privato dell'ufficio di Alexandra. Preoccupata, questa la seguì e le tenne i capelli finché non ebbe finito. Dopo averla fatta sedere su uno dei divanetti bianchi e avrle dato un bicchiere d'acqua, Alexandra scoppiò 
<< Si puoi sapere che cazzo hai? Sono almeno due settimane che fai avanti e indietro dal cesso! Fatti curare, porca puttana! Dio, e succedesse una cosa del genere a un evento ufficiale? Saremmo fottuti... Syd, non è che sei... >>
<< Incinta? >> Syd mandò giù un altro sorso d'acqua << Ne sono quasi sicura, ormai. Sono in ritardo di settimane e... beh, il vomito l'hai visto anche tu >>
<< Oh Dio, Syd! >> Alexandra si mise una mano sul cuore e si lasciò cadere di fianco a lei << Che casino... devi subito correre dal medico e liberarti di questa situazione
scomoda >>
<< "Questa situazione scomoda"? Alex, sono mesi che io e Louis proviamo ad avere un figlio! >>
<< Che cosa? >> Syd sospirò e bevve un altro sorsetto
<< Abbiamo avuto un falso allarme quando eravamo in Perù in tour. Il test era positivo, e mi sentivo malissimo. Era l'ultima tappa del tour così aspettammo due settimane, il tempo di tornare in Inghilterra, e corremmo dal medico. In realtà, era solo stress, ma io e Lou ci eravamo affezionati all'idea di avere un bambino tutto nostro, quindi abbiamo deciso di provarci, è da Maggio scorso che ci diamo dentro come dei pazzi. Oggi ho l'appuntamento dalla ginecologa per vedere se è un falso allarme anche questo e ho prenotato il viaggio a Parigi, così se avrò la risposta che voglio avere, glielo dirò nella nostra città, altrimenti abbiamo altre due settimane per provarci. Ovviamente non lo sa nessuno, solo la mia ginecologa e tu, quindi acqua in bocca >> Alexandra rimase immobile e in silenzio religioso per cinque minuti buoni, quando si risvegliò dalla sua catalessi ebbe solo tre parole da dirle
<< Tu sei pazza >>
<< Lo prendo come un complimento >>
<< Sul serio, Sydney! Non hai neanche vent'anni e vuoi avere un figlio con un cantante! Certo, vi amate alla follia e tutto, ma la metà del tempo lui non sarà neanche a casa >>
<< Ce la posso fare >>
<< E l'Università? >>
<< Può aspettare, tutto può aspettare >>
<< La Columbia University ti ha offerto una borsa di studio che, a momenti, ti paga pure i pasti. Lì insegnano i tuoi docenti preferiti e tu vuoi mettere tutto da parte per un folle piano di due ragazzini innamorati? >>
<< Non siamo due ragazzini, Alex! Ho passato tutta la mia vita circondata da persone che si pentono di non aver colto le opportunità a loro tempo, io non farò lo stesso >>
<< Aspetta qualche altro anno, Syd! Louis sarà sempre lì per te >>
<< Alex, tu non puoi capire. Hai mai amato qualcuno così tanto da sentirti soffocare, da non avere la forza di alzarti dal letto con lui perché sai che potresti non vederlo per un sacco di tempo, da sentirti la persona più fortunata della fottutissima Terra solo perché lui, fra sette cazzutissimi miliardi di persone, ha scelto te, ama te, vuole te? >> Alexandra scosse la testa << E allora non credo che capirai perchè vogliamo avere un figlio >>
 
 
 
 
 
<< Lo vedi, Syd? È proprio qui >> la dottoressa MacCormack indicò una sagoma sullo schermo della macchina per ecografie (macchinario dal nome sconosciuto a Syd e, più o meno, tutti coloro che non hanno studiato medicina). Syd piangeva silenziosamente, cercando di reprimere l'istinto che le diceva di sporgersi e toccare quello stupido schermo
<< È vero? >> la dottoressa rise
<< Decisamente, sì. Sei pronta? >> Syd annuì
<< Di quant'è? >>
<< Sette settimane circa, direi. Quando lo dirai a Louis? >>
<< In taxi, probabilmente... anzi, conoscendomi non resisterò e cederò in aereo >> la dottoressa rise di nuovo. Era questo che piaceva a Syd di lei: ancora prima di essere un medico, era una donna, una persona che capiva cosa provassero le sue pazienti. Le stampò tantissime foto, calmò le sue deliranti preoccupazioni e le augurò buon viaggio. Syd uscì dal Princess Grace Hospital con le foto al sicuro in una busta da lettere strette al petto. 
Solo un giorno.
 
 
 
 
 
 
<< Che te ne pare? >> Syd alzò lo sguardo dal libro di Peppa Pig che stava leggendo al piccolo Sam per concentrarsi su Ethan. Non vivevano più insieme da anni, ma il loro rapporto era rimasto immutato e si aiutavano a vicenda in situazioni difficili come le riunioni di famiglia mensili a cui erano costretti a partecipare. Louis era un abituè ormai, e quella sera non era stato l'unico ospite a casa di Ben e Rachel: Ethan aveva portato con sé Elliot, un compagno d'Univeristà con cui stava insieme da un po'; le cose si stavano iniziando a fare serie fra di loro, Ethan aveva conosciuto i genitori di Elliot e lui voleva a tutti i costi conoscere la famiglia King. Inutile a dirlo, aveva fatto colpo su Rachel ma lasciava sempre perplesso Ben che non riusciva ad accettare che suo figlio fosse gay. In quel momento, lui e Louis stavano parlando animatamente di calcio seduti a tavola mentre Ben sfogliava per finta una rivista quando in realtà li stava ascoltando attentamente, Rachel stava preparando le cose per il dessert in cuicna e Ethan si era avvicinato di soppiatto alla sorella
<< L'ho già conosciuto, ricordi? Mi piace, si veste bene, è intelligente, adora il gelato di Kevin ed è assolutamente cotto di te, cosa vuoi di più? >>
<< Non lo so, è che lui è così... >>
<< Aperto? Beh, i suoi genitori sapevano che lui fosse gay ancora prima che se ne rendesse conto in prima persona, direi che questo aiuta >>
<< Forse è troppo gay >>
<< Ethan! Questa è una cosa che potrei dire io, visto che quando ce l'hai fatto conoscere ci ha portati in un bar con il karaoke e ha cantato "Diva" di Beyonce >>
<< Vedi? Io non l'avrei mai fatto >>
<< Tu non avresti neanche fatto Outing se non fosse stato per Aiden >>
<< Non è vero! >>
<< Sì che è vero. Sei solo spaventato e confuso perché credevi che dopo Aiden non ci sarebbe stato nessun altro >>
<< Forse... >>
<< Ethan... sono passati due anni, Aiden non avrebbe mai voluto che tu rimanessi così legato a lui >> Ethan abbassò lo sguardo verso Sam che stava giocando con la collana della sorella
<< Ci pensi mai ai figli? >> chiese Ethan all'improvviso
<< Che cazzo c'entra? >> rispose lei
<< Non lo so, ti ho solo chiesto se ci pensi mai >>
<< Sì, ci penso, anche molto. E tu? >> Ethan scosse la testa
<< Era Aiden a volerne adottare cinque, uno da ogni continente. Il solito pazzo >> Syd rise
<< Lo so, la femmina australiana l'avrebbe chiamata Sydney >> Ethan scoppiò a ridere 
<< Non è così divertente, cazzo! >> sbottò Syd che aveva perso il sorriso
<< Invece sì, perchè dovevi farle da madrina di battesimo >> 
<< Non me l'aveva detto questo! >> Ethan continuò a ridere vedendo lo sguardo disgustato della sorella << Sarebbe stato patetico e banale e... la smetti di ridere?!?! >>
<< Scusa, è stato più forte di me. Syd, farò io il padrino di battesimo a tuo figlio, vero? >>
<< Mettiti in fila, King: ci sono già Harry e Breezy >> Syd sorrise sentendo le braccia di Louis stringerle le spalle, lui le baciò la testa e la strinse a sè << Il terzo potrebbe toccare a
te >>
<< Terzo? Quanti ne vuoi? >> domandò Elliot prendendo in braccio Sam
<< Fin quando la signora non si stanca >> rispose semplicemente lui
<< Signorina >> lo corresse Syd << Dovrai uccidermi prima di sposarmi, Tomlinson >>
<< Perché? Non credi nel matrimonio? >> chiese Elliot
<< Per l'amor del cielo, no! I miei genitori sono divorziati e risposati, perché disturbarsi a organizzare feste, cerimonie e cazzate del genere quando poi non si è in grado di rispettare una promessa fatta a Dio? >>
<< Mia sorella è molto religiosa >> spiegò Ethan << Ma il matrimonio proprio... >>
<< Le promesse fatte a Dio sono le più importanti e, allo stesso tempo, quelle più infrante. Non voglio fare un passo del genere sapendo che potrei vacillare >>
<< Voi due non vi amate alla follia e cose del genere? >> domandò Elliot
<< Certo che sì! Sei mai stato a un matrimonio, Elliot? "Prometto di esserti vicino nella salute e nella malattia, nella povertà e nella ricchezza, di amarti e onorarti ogni giorno della mia vita finchè morte non ci separi", e se io avessi dei dubbi durante la mia vita? >>
<< Beh, prometti di rimanere al fianco della persona che ami, non di non dubitare mai >> le fece notare lui. Louis sorrise vedendo Syd diventare rossa, tipico segno di battaglia sull'orlo di scoppiare
<< Hey, tesoro >> le sussurrò nell'orecchio << Non c'è alcuna fretta, nessuna pressione. Se non vuoi, non ci sposeremo. Mi basti tu, non ho bisogno di anelli e firme su documenti, voglio solo te. A me lo puoi promettere? >> lei annuì e abbassò gli occhi verso la mano di Louis che era scivolata inconsciamente verso la sua pancia. Chissà se lui se lo sentiva dentro che finalmente ce l'avevano fatta, proprio come se l'era sentito lei nei giorni precedenti. Probabilmente il vomito era stato un bell'indizio che lui non aveva, le piaceva, però, immaginare che lui potesse sentire suo figlio dentro di lei con quel semplice tocco.
Perché mettersi pressione addosso con un matrimonio quando tutto era perfetto così? 
 
 
 
 
 
 
<< La smettete di guardarci male? >> sbottò Syd 
<< Io non ti sto guardando, sto guardando la fottutissima strada ghiacciata meglio di una pista di pattinaggio >> si difese Harry alla guida di quella monovolume a sei posti che di solito usavano i One Direction per spostarsi in giro per la città. In effetti, c'erano tutti e cinque i One Direction, ma c'era anche Syd, tutti diretti all'aeroporto di Heathrow
<< Siete due asociali di merda >> li accusò Niall seduto di fianco a Syd e Lou << Tutti andiamo in Australia a festeggiare Natale e Capodanno e loro vanno a Parigi per la ventottesima volta >>
<< Settima >> lo corresse Louis 
<< Perchè, cazzo? Non è che non vi lasciamo privacy quando andiamo in vacanza insieme >> protestò Zayn
<< Abbiamo voglia di stare da soli >> cercò, invano, di spiegare Syd << Quando ci rivedremo sarà tutto più chiaro >>
<< Sei una stronza >> affermò Liam
<< Grazie, lo prendo come un complimento >> Louis rise davanti alla faccia sconvolta di Liam
<< Riderei anche io, se non mi distraessi troppo dalla strada >> disse Harry con un sorrisino divertito
<< È messa così male? >> chiese Niall
<< Vedi tu: ha nevicato per tre giorni, sono le dieci di sera, tutta la neve sciolta si è ghiacciata e ci mancano ancora dieci km minimo >> rispose Harry
<< Fai con calma, Styles, le ragazze sono partite adesso da casa di Kaya >> l'informò Syd leggendo un messaggio dal suo BlackBerry
<< Della serie "Non abbiamo un volo fra tre ore" >> scherzò Zayn
<< Il solito ansioso >> lo prese in giro Liam. Zayn lo mandò a quel paese e alzò il volume della radio. Bruno Mars cantava quanto volesse essere un Bilionario, Niall canticchiava con la radio, Zayn giocava a Fruit Ninja sull'iPhone, Liam batteva il piede a ritmo e Syd ascoltava il ritmo del cuore di Louis appoggiata al suo petto. Harry era così concentrato sulla strada da non sentire neanche le parole di Syd
<< And in that moment, I swear, we were infinite >> 
<< Cazzo! >> urlò Harry, Niall mise subito una mano sul petto di Syd per evitare che sbattesse contro il sedile davanti, proprio come Zayn fece con Liam. Louis non capì neanche cosa fosse successo, ma all'improvviso la macchina iniziò a girare su sè stessa senza controllo nonostante Harry stesse provando in tutti i modi a sterzare. Syd strillò quando uscirono dalla carreggiata oltre il guard rail e iniziarono a cadere e cadere e cadere...
 
 
 
 
 
 
 
<< Sydney, mi senti? >> 
No, non sento niente..
<< Sydney, stringimi la mano se mi senti >>
Mano? Quale mano? Chi sta parlando? Chi sei? Dove sono? Dov'è Louis? E il bambino? Dov'è il mio bambino? È con me, vero? È ancora dentro di me, giusto? Dove altro può essere? È solo un agglomerato di cellule, ma diventerà un bimbo, un bellissimo bimbo. Avrà gli occhi di Louis, me lo sento
<< Sydney, per favore >>
Oh, vaffanculo stronzo! Non vedi che sto dormendo?
<< La mano, Sydney >>
La mano? Ah, giusto, te la devo stringere. Non è che sei un fan fanatico, vero? Ecco fatto, contento?
<< Ok, perfetto. Sydney, ho bisogno che tu apra gli occhi, adesso >>
E che palle! È venerdì sera, non hai di meglio da fare, cazzone?
A fatica Syd aprì gli occhi, ma non era a Parigi, dove doveva essere, a meno che l'hotel dove aveva prenotato avesse le luci a neon e il soffitto bianco. Confusa, si guardò attorno e vide un uomo in un camice bianco sorriderle 
<< Ciao Sydney, sono il dottor Christie. Sai dove sei? >> 
Flebo alla mano destra, fastidioso tubicino al naso, monotono bip al suo fianco, braccio immobilizzato, gamba insensibile, mal di testa atroce 
<< Ospedale >> gracchiò lei, il dottore annuì
<< Sai perchè? >> in un lampo rivisse quei fottutissimi sesanta secondi in auto, il ghiaccio, la caduta, le urla...
<< I ragazzi, dove sono? Dov'è Louis? >> l'ansia la colpì all'improvviso, il bip che registrava il suo battito cardiaco accelerò 
<< Calmati, Sydney, ti prego. Se ti agiti, ti dovrò sedare di nuovo. Respira con me, con calma >> Syd seguì il respiro del dottor Christie, il bip tornò al suo ritmo normale. Lui le sorrise e le mise una mano sul braccio sinistro, libero da fasciature << Sydney, tu e i tuoi amici avete avuto un brutto incidente due giorni fa, l'auto dietro di voi ha chiamato i soccorsi, siete stati ricoverati qui, al Princess Grace >>
<< Come stanno gli altri? >> il dottore iniziò a snocciolare una lista infinita di diagnosi per ognuno dei ragazzi, ma fu l'ultima a farla scoppiare a piangere disperata << Louis ha un emoragia celebrale, abbiamo dovuto metterlo in coma farmacologico >> il respiro e il battito del cuore di Syd impazzirono di nuovo << Sydney, starà bene, non ti devi preoccupare adesso, ti devi concentrare su di te >> la porta della camera di Syd si aprì, la dottoressa MacCormack entrò con un bicchiere d'acqua che le fece bere con calma
<< Lucas, potresti lasciarci da sole, per favore >> la sua non era assolutamente una domanda, il dottor Christie uscì, la dottoressa MacCormack si sedette sul bordo del letto di Syd e le prese la mano << Sydney, lo so che non è il momento migliore per dirtelo, ma sono due giorni che aspetto il tuo risveglio. Syd, con un incidente del genere siete fortunati di essere sopravvissuti tutti e sei, davvero, però... il bambino... aveva solo sette settimane, non ce l'ha fatta >> 
E quello fu abbastanza per farla svenire
 
 
 
 
 
 
 
Ti prego, Signore, salvalo. È tutto quello che ti chiedo, salvalo. Ho bisogno di lui come una persona normale ha bisogno dell'ossigeno. Farò qualunqe cosa, ma ti prego... mi hai già portato via un figlio, non portarmi via il mio amore, non potrei vivere.
Syd pregava, pregava da giorni, da quando si era svegliata e aveva trovato Alexandra di fianco al suo letto: era corsa al Princess Grace appena aveva saputo, ed era l'unica, oltre ai medici, a sapere del bambino. Aveva provato a consolarla, non c'era riuscita.
Rinuncerò a tutto, alla poesia, al mio lavoro, alla mia vita se necessario. Salvalo.
Si erano svegliati tutti, avevano pianto insieme rivivendo l'incidente, e facevano a turni vicino al letto di Louis in terapia intensiva. Avevano passato ore a spiegare a Harry che lui non aveva nessuna colpa, ancora non sembrava convinto
Cosa devo fare? Dimmelo e lo farò
Nessun incontro con gli psicologi era servito in quella settimana, loro parlavano e lei guardava fuori dalla finestra. Le sue amiche e la sua famiglia cercavano di farle avere una qualunque reazione, era inutile
Fallo vivere e ti giuro che... rinuncerò a lui. È il meglio che posso offrirti, la parte migliore di me. Fallo vivere e giuro che me ne andrò, lo lascerò da solo, non ne saprà più niente di me. Non portarmelo via adesso, te ne supplico
 
 
 
 
 
 
 
<< And who art thou? said I to the soft-falling shower,
Which, strange to tell, gave me an answer, as here translated:
I am the Poem of Earth, said the voice of the rain,
Eternal I rise impalpable out of the land and the bottomless sea,
Upward to heaven, whence, vaguely form'd, altogether changed, and
yet the same,
I descend to lave the drouths, atomies, dust-layers of the globe,
And all that in them without me were seeds only, latent, unborn;
And forever, by day and night, I give back life to my own origin,
and make pure and beautify it;
(For song, issuing from its birth-place, after fulfilment, wandering,
Reck'd or unreck'd, duly with love returns.) >> Syd sospirò chiudendo la sua copia di "Foglie d'erba" di Walt Whitman, "The voice of the rain" era l'ultima poesia, gliel'aveva lette tutte ma Louis continuava a non muoversi. I medici dicevano che si sarebbe dovuto svegliare fra poco, a lei non sembrava di vedere differenze
<< Parlami, Louis >> lo supplicò sentendo le ennesime lacrime cadere << Ti prego, sono io, sono Syd, ho biogno di te. Per favore >> Syd singhiozzò stringendo la sua mano. Non ce la faceva più, aveva bisogno di Louis. 
E Louis aveva bisogno di lei, ebbe un modo tutto suo di farglielo sapere.
Russare.
Syd alzò lo sguardo su di lui, stava decisamente russando
<< Louis... Tomlinson, svegliati, cazzo! >> quasi l'urlò, funzionò, però, perchè Louis aprì gli occhi
<< Syd... ho sognato che m'insultavi >> lei scoppiò a piangere di nuovo e premette il pulsante del letto per chiamare i medici che arrivarono in neanche trenta secondi portandola via. 
Grazie, grazie, grazie Signore. 
Passò un'ora a sorridere per la prima volta da una settimana, ci mise un'ora a ricordarsi di quelle promesse.
Addio Louis
 
 
 
 
 
 
<< Glielo dovrai dire >> sentenziò Alexandra guardando Syd ranicchiata nel letto, lo sguardo spento 
<< Non ora, ha bisogno di tutte le forze che ha per riprendersi >> mormorò lei
<< Ha il diritto di sapere >>
<< E lo saprà, prima che parta >>
<< Parta per dove, Syd? >>
<< Ho accettato la borsa di studio della Columbia, ad Agosto mi trasferisco a New York con Mick >>
<< Sei pazza, vero? Non puoi lasciarlo adesso >>
<< Tu non sai niente, Alexandra. Non parlerai mai a nessuno di questa storia, o giuro che ti farò rimpiangere il giorno in cui sei nata >>
<< Sydney, avrà bisogno di te >>
<< Sarò sempre con lui >> bisbigliò prima di chiudere gli occhi.
 
 
 
Londra, sette anni dopo
 
 
 
 
<< Come hai potuto? >> urlò Louis. Syd piangeva da metà della sua storia in modo irrefrenabile, lui era semplicemte furioso << Era mio figlio tanto quanto era tuo e tu hai deciso di non dirmerlo! >>
<< Non ce l'ho fatta! Io volevo, te lo giuro, ci ho provato tante di quelle volte... >>
<< Sette anni, Syd! Sette fottutissimi anni e non una parola >>
<< All'epoca non avresti retto anche questo colpo >>
<< Credi che lo possa reggere meglio adesso che viene fuori da una stronza come Alexandra Waldorf, Sydney? >>
<< Mi dispiace! >>
<< Non me ne fotte un cazzo, porca troia! Era mio figlio! Lo volevo quel bambino! >>
<< Lo so, lo so, lo volevo anche io >>
<< Dio, io ho... ho passato giorni a sperare che tu mi chiamassi e mi dicessi di avercela fatta, che fossi incinta e tu... ti sei tenuta tutto per te >>
<< Ti stavo portando a Parigi per dirtelo, Louis! >>
<< Ragazzi, per favore, respirate un attimo, cerchiamo di risolvere la situazione in modo civile >> s'intromise Liam. Zayn, da un lato, cercava di tenere fermo Louis, dall'altro, Niall stava trascinando Syd il più lontano possibile da Louis
<< Stanne fuori, Liam! >> urlò Louis << Non sono cazzi tuoi >>
<< Invece sì, perchè riguarda te e riguarda lei, quindi riguarda me >>
<< Sei una troia! >> tutti rabbrividirono a quelle parole dette da Louis << Hai sempre e solo portato problemi nella mia vita! Vorrei non averti mai conosciuto, Sydney Viola Sparks! Sai solo distruggere tutto quello che tocchi! Hai distrutto me, hai distrutto Aiden a suo tempo, hai distrutto te stessa e hai trascinato giù nel baratro chiunque ti stesse vicino >>
<< Basta, ti prego >> lo supplicò lei nascondendsi il viso fra le mani
<< Quattro cose, solo quattro fottutissime cose ho voluto nella mia vita: fare musica, salute per la mia famiglia, te e nostro figlio. Come hai osato portarmelo via? >>
<< Cosa avrei dovuto fare, Louis? Guardarti negli occhi appena svegliato dal coma, con una gamba rotta, cinque centimetri di fasciatura attorno la testa e tre costole incrinate e dirti "Oh, Lou, sai stavamo per diventare genitori ma ho perso il bambino. Che dici, proviamo con il secondo?" >>
<< Meglio di questo schifo, Sydney! Io ti... io ti odio con tutto il cuore. Come ho anche solo potuto pensare che le cose fra di noi potessero tornare come prima? Sei solo una bambina viziata e odiosa e... Smettila di piangere, cazzo! >>
<< Cosa vuoi che faccia, Louis? Credi che non abbia sofferto ogni fottutissimo giorno? Credi che stia bene? Credi che sia felice? Volevo solo evitarti tutto questo >>
<< Non dovevi scegliere al mio posto, cazzo! Lo sapeva Alexandra Waldorf, la donna che più odi al mondo dopo tua madre, e non io! A chi lo hai detto, avanti? Breezy? Amber? Nick? >>
<< Ti ho detto che non lo sa nessuno, cazzo! Mi ascolti o parlo al vento, porca puttana troia? >> 
<< Modera il linguaggio, signorina >> la richiamò Rachel
<< Stanne fuori, mamma, non sono cazzi tuoi >> strillò Syd asciugandosi le lacrime con le mani 
<< State mettendo su un casino assurdo per una cosa stupida >> affermò lei << Non aveva neanche tre mesi, che ne volete sapere di cosa sia perdere un figlio, stupidi ragazzini? L'avevo detto a quella MacCormack, al tuo medico >> Syd si voltò verso la madre per la prima volta da quando aveva aperto bocca 
<< E come gliel'avresti detto, scusa? Tu come facevi a saperlo prima di sta sera? >> chiese Syd
<< A dimostrazione di quanto sia immatura: eri priva di sensi quando sei arrivata al Princess Grace, qualcuno doveva firmare l'autorizzazione per l'operazione, così la dottoressa MacCormack venne da me, perchè sono tua madre, nonostante tu ti rifiuti di riconoscerlo da anni. Firmai i moduli e ti portarono in sala operatoria, fine delle storia >> Syd si liberò della presa di Niall attorno alla vita e si avvicnò a sua madre con fare assassino 
<< Tu sapevi cosa stavo passando e non hai mosso un dito. Mi hai guardata marciare nell'inferno e partire per New York sapendo che avevo perso un figlio sei mesi prima senza neanche mai parlarmene. Che razza di madre sei, Rachel? Chi è l'immatura qui: la ragazza di ventotto anni che ha nascosto una gravidanza all'ex fidanzato o la donna di cinquantasei che ha lasciato sua figlia soffrire? >> Rachel rimase immobile. Il tono di Syd era duro e pieno d'odio, gli occhi in fiamme << Per me sei morta, Rachel. Non voglio mai più vederti, nè te, nè quel coglione di tuo marito. E tu >> Syd puntò un dito contro Alexandra che sobbalzò e perse il suo sorriso divertito << Visto che siamo in vena di confessioni non richieste, lo vogliamo dire perchè tu e tuo marito vi siete lasciati? No, non è stata colpa mia, è stato un favore che ti ho fatto: mi hai chiesto di postare quelle foto di lui con la sua amante perchè volevi lasciarlo dato che le cose non andavano più bene fra di voi. Qual era quel piccolo problemino che ti porti dietro, Alex? Aiutami a ricordare, non era per caso sterilità? >> un mormorio si diffuse per tutta la sala, Syd cercava di trattenere le lacrime eppure godeva nel vedere la sofferenza negli occhi del suo vecchio capo. Alexandra si avvicinò a lei con fare minaccioso, Syd non si mosse 
<< Bambina viziata. Tutto quello che eri e tutto quello che sarai. Stupida ragazzina, rimarrai sola, ed è quello che ti meriti. Mio marito sapeva dei miei problemi di salute, ben più gravi di un aborto. Hai avuto paura e ti sei nascosta dietro a delle preghiere, dietro al tuo Dio. In caso te ne fossi dimenticata, Dio vuole solo la felicità per i propri figli, ma non è quello che piace fare a te. No, tu sei la martire per eccellenza: "Mia madre tradiva mio padre, si è sposata con un coglione, ero vittima di bullismo, sono quasi morta in un incendio, ho perso la carica di Miss Cheshire, ho perso il mio bambino, ho dovuto lasciare il mio fidanzato perchè sono una Santa mancata, sto con uno che non sa neanche quand'è il mio compleanno, il mondo è tanto cattivo con me ma io sono tanto buona, lo giuro". Sei patetica, davvero. E sei pure una dannata piagnona! Datti una scrollata, Sparks, il mondo non gira attorno a te, quindi vai a farti fottere, ti assicuro che non mancherai a nessuno >> la mano di Syd fu più rapida della sua mente, scattò verso l'alto e colpì Alexandra in pieno viso, Louis l'afferò per la braccio e la spostò di lato per difenderla dal colpo di Alexandra 
<< Vattene >> sibilò Louis << Lasciala stare, sono cose fra di noi >> Alexandra rimase sconvolta
<< Ti rendi conto di cosa ti ha fatto, idiota? >> domandl lei
<< Ti rendi conto che la amo lo stesso, qualunque cosa mi faccia? Quindi, gira a largo, non farti mai più vedere >> Alexandra scosse la testa sconsolata
<< Folli innamorati, vi ucciderete a vicenda >> finalmente Alexandra se ne andò, pian piano se ne andarono tutti, rimasero solo Louis, Angelina, Rick, Syd, Ethan, Breezy, Harry e gli altri ragazzi dei One Direction, Syd tremava violentemente, Louis aveva ancora le dita strette attorno al suo polso, di sicuro sarebbero rimasti i lividi. Fu Angelina la prima a parlare, e non disse qualcosa di piacevole 
<< Voi due siete perfetti l'uno per l'altra: sapete dare a tutti tutto ciò che vogliono tranne il vostro cuore. È finita, Louis >> lui non profferì verbo e la guardò uscire dalla sala, Syd fece cenno a Breezy di seguirla, lei obbedì silenziosa. Poi, fu il turno di Rick
<< Domani andrò ad Heathrow, salirò su quel fottuto aereo e ti aspetterò. Se non ci sarai, sarà finita, Syd. Farò impachettare le tue cose e le manderò a casa di Nick, non ti cercherò più e il matrimonio, ovviamente, salterà. È una tua scelta, posso andare oltre questa storia e al tuo tradimento ma dovrà essere per sempre, sul serio >> Syd annuì una sola volta e Rick se ne andò a testa bassa e chiuse la porta alle sue spalle
<< Ragazzi, potreste... >> Louis non dovette neanche concludere la domanda, tutti se ne andarono e li lasciarono soli. Syd non aveva neanche il coraggio diguardarlo negli occhi, guardava in basso e sentiva il mascara scivolare sulle guance. Louis frugò nella tasca dei jeans e tirò fuori un fazzoletto di stoffa, le alzò il mento e, con delicatezza, le ripulì il viso
<< Sono scoppiato, avrei dovuto portarti fuori per parlarne >> mormorò seguendo la linea dello zigomo destro
<< Avrei dovuto dirtelo prima di partire >> bisbigliò lei
<< Quando sei partita, ho passato mesi a chiedermi cosa avessi fatto di sbagliato. Sono sopravvissuto, è questo il problema >>
<< No, assolutamente no. Lo sai cosa ne penso delle promesse fatte a Dio >>
<< Infrangibili, ricordo, ma l'hai infranta, no? >>
<< E guarda cos'è successo... >>
<< Sydney... non sono Rick, io non ce la posso fare ad andare oltre >> lei annuì e prese il fazzoletto dalle sue mani per asciugare le sue di lacrime << Avrei potuto perdonarti tutto ma questo è troppo, troppo dolore. Come posso fidarmi di te dopo di questo? >>
<< Non puoi >> Syd scoppiò a piangere di nuovo, lui l'abbracciò e la cullò al suo petto << I sound my barbaric yawp over the roofs of the world... credo di averla capito solo ora cosa vuol dire >>
<< Può essere ogni cosa che vuoi, un urlo di dolore o di gioia. Ti è sempre piaciuto Walt, Lou >>
<< Mi sei sempre piaciuta tu >>
<< Non ci vedremo più, vero? >>
<< Non per ora, no. Tornerai da Rick? >>
<< Non lo so. Se tornerò da lui, Louis... >>
<< Lo so, Syd, lo so. Solo una cosa... >> Louis sollevò di nuovo il mento di Syd, chiuse gli occhi e si chinò sulle sue labbra.
Syd aveva baciato Louis più volte di quante un essere umano potesse ricordare: da ubriaca, da sobria, da brilla, da drogata e da addormentata anche. C'era stato quel primo bacio con il gioco della bottiglia e c'era stato quell'ultimo in ospedale il giorno in cui Syd era partita e Louis era stato dimesso, ma nessuno fu come quello: dolce, triste, bagnato di lacrime e pieno di rimorso. Lungo, ma non abbastanza per loro. Passionale e casto allo stesso tempo e doloroso, dannatamente doloroso
<< Louis, io... >>
<< Non lo dire, ti prego, non ce la farei. Cederei >> Syd annuì e si allontanò da lui, le loro mani, che si erano strette durante quei pochi istanti di Paradiso, cercarono di rimanere legate fino all'ultimo momento, alla fine Louis dovette lasciarla andare, proprio come aveva fatto lei con lui anni prima, ma mentre la guardava uscire con gli occhi lucidi il presentimento che quella sarebbe stata l'ultima volta in cui loro si sarebbero mai visti fu forte, così forte da essere certezza.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
<< Peyton, potresti spedire questa lettera? >> Peyton annuì prendendo la busta bianca che sua figlia le porgeva. Era passata una settimana, Rick era tornato a New York senza Sydney e lei aveva passato quei sette giorni da sola, chiusa in camera. Aveva preso in affitto una casa nell'Upper West Side, aveva prenotato un altro volo di sola andata per l'America e aveva raccolto i cocci della sua vita, pronta per ricominciarne una nuova
<< Ti vedremo ancora, vero? >> le chiese Peyton
<< Certo che sì! Insomma, è con Louis che abbiamo deciso di tagliare i rapporti per un po' >>
<< Un po' quanto? >> Syd guardò la sua valigia aperta sul letto e piena di vestiti di mille colori, un po' come il suo cuore: spalancato e sanguinante
Te la sei andata a cercare...
Oh, taci, fottuta coscienza del cazzo!
Syd scosse la testa: sentire una voce in testa era già preoccupante, ma due era un'invito a nozze per ogni psichiatra del mondo
<< Non lo so, Peyton. Dagli il suo tempo, prima o poi riusciremo a guardarci negli occhi >>
<< Cosa farai a New York? >> 
<< La vita va avanti, ho fatto di peggio >>
<< Sono preoccupata per te e lo è anche tuo padre >>
<< Non c'è niente di cui preoccuparsi, P! Starò bene, sono una donna adulta, posso gestire una situazione del genere, ok? >>
<< E tua madre? >> Syd chiuse con forza la valigia
<< Mia madre biologica è morta, sei tu la mia unica madre >>
 
 
 
 
 
 
 
Quante lacrime ci sono nel corpo di un essere umano? Al momento, nel corpo di Louis non c'era più neanche una goccia, ne aveva versate troppe in quei giorni ma sentiva di non essere ancora soddisfatto. 
Harry bussò leggermente alla porta ed entrò con in mano una tazza di tè fumante
<< Ciao, ti ho portato la colazione >>
<< Che ore sono? >> chiese Louis mettendosi a sedere nel letto 
<< Le dieci del mattino >> rispose Harry sedendosi di fianco a lui e dandogli la tazza
<< Grazie >> Harry si strinse nelle spalle
<< È l'unica cosa che posso fare per aiutarti >>
<< Non è vero, mi stai aiutando un sacco >>
<< Vorrei sapere cosa dirti, ma non lo so, non l'ho mai voluto un figlio >> Louis bevve un sorso di tè
<< È partita? >> Harry annuì, sapeva benissimo a chi si riferisse Louis
<< Ieri sera, biglietto di sola andata >>
<< L'ha lasciato? >>
<< Sì >>
<< L'hai vista? >> 
<< Sì >>
<< Come sta? >>
<< Male, cerca di resistere, si vede che crollerà >>
<< Breezy è rimasta qui o andata a New York? >>
<< È rimasta a Londra, Syd non l'ha voluta >>
<< Te ne occuperai tu quando crollerà, vero? >> 
<< Ci proverò, se mi lascerà avvicinare >> rimasero in silenzio qualche altro minuto, poi il telefono squillò e Harry si alzò. Giusto prima di uscire, si voltò verso Louis e gli tirò una busta bianca che aveva tenuto nella tasca dei jeans per tutto il tempo 
<< È arrivata sta mattina, per te >>
<< Grazie >> Harry corse in sala e chiuse la porta alle sue spalle. Louis aprì la busta curioso, probabilmente era del veleno in polvere inviatogli da Angelina. La prima cosa che vide fu un biglietto lavanda con poche parole scritte sopra
Ho solo queste, sono del giorno prima dell'incidente. Sette settimane.
Erano le foto di un'ecografia.
Louis si sporse verso il comodino e prese il portafoglio, trovò subito ciò che cercava, una foto di Syd addormentata sui morbidi cuscini del letto di Louis, dietro aveva scritto la poesia di Blake del ponte a Parigi, quella che aveva capito solo adesso dopo tanti anni. Prese una delle foto e la piegò insieme a quella di Syd prima di rimetterle nel portafogli.
Ecco, adesso la famiglia era completa.
 
 
 
 
 
 
<< Ho un cazzo di cartello luminoso attaccato alla schiena? >> Nick scosse la testa bevendo un sorso di caffè << E allora perchè tutto il fottutissimo Starbucks mi sta
fissando? >>
<< È una vera goduria sentirti imprecare, hai talento, ragazza. Comunque, perchè tutti sanno cos'è successo. Come hai intenzione di mettere a tacere la cosa? >>
<< Non farò niente, non voglio che la memoria di mio figlio venga infangata da trame e bugie >> sentenziò Syd aggiungendo altro zucchero al caffè 
<< E con la storia di Rickoglione Van Golden? >>
<< È finita, nessun matrimonio, ecco tutto quello che dirò >>
<< Hai messo su un bel casino, tesoro >>
<< Me ne sono accorta. Devo andare a fare shopping, fra parentesi. Mi mancano cose come un letto, un tavolo, una sedia, una libreria e delle lenzuola color lavanda >>
<< Perchè lavanda? >>
<< È il mio colore preferito, ormai il letto è tutto mio e ci metto le cazzo di lenzuola che voglio >>
<< Hai bisogno di un decoratore d'interni, posso chiedere a Jolene, quella che ha arredato casa nostra >>
<< Se riesce a farmi avere una macchina del caffè entro sera, la riempirò d'oro >>
<< Giusto, come farai con il tuo oro? Tu e Rick avevate il conto in comune >>
<< Rick ha già trasferito la mia parte del mio patrimonio sul mio vecchio conto corrente >>
<< Di la verità, ti senti molto più povera, eh? >>
<< Decisamente, recupererò in poco tempo, però, mi conosci >>
<< Te la senti di tornare a lavoro o vuoi rimanere a casa un altro po'? >>
<< Non ce la faccio più a stare chiusa in quell'appartamento vuoto, ho bisogno di tornare alla mia vita normale, Nick. Ti prego, non mi trattare come se fossi malata >> 
<< Certo, ma se hai bisogno sai che puoi contare su me e Sadie, giusto? >> Syd annuì e mandò giù una generosa sorsata di caffè. 
Poteva farcela, doveva farcela.
 
My Corner
Ce l'ho fattaaaaaaaaaa!!!!!
Ho scritto di notte, non sto scherzando.
Così, eccolo qui, il famoso capitolo del famoso incidente!
Innanzitutto, avrete notato la mia dedica a inizio capitolo: Bridget è una delle mie più care amiche, ha perso la sua bambina a sette mesi di gravidanza, Lilith, quindi mi è sembrato giusto dedicare questo capitolo, che parla della sofferenza di perdere un figlio, a loro due.
Quindi, sì, Louis e Syd stavano cercando di avere un figlio, e ce l'avevano anche fatta, ma l'incidente ha scombussolato tutto.
Syd aveva appena perso il bambino e ha fatto quello che ci si può aspettare da una persona credente come lei che sta soffrendo così tanto: ha pregato Dio per salvare almeno Louis.
Ha promesso di rinunciare a tutto ciò che amava di più: il suo lavoro da blogger, le sue poesie e Louis, la parte migliore di sè.
Peccato che non abbia avuto il coraggio di dire a Louis cosa fosse succeso, c'ha pensato Alexandra.
Syd ha anche saputo come vendicarsi, in modo piuttosto crudele, oserei dire.
E Rachel ha ufficialmente vinto il premio di peggior madre del mondo.
Louis è rimasto sconvolto da questa storia, e ha detto a Syd che per un bel po' non la vuole vedere.
Quel "Bel Po'" sembra essere un "Per Sempre".
Avete capito cosa stava per dire Syd quando si sono salutati, vero? 
(Lo spero, altrimenti quel pezzo perde un tot di romanticismo!!
hahahahahahahahahaha)
Poi, "The Voice of the Rain", l'ultima poesia di "Foglie d'erba", eccola qui:
E tu chi sei? chiesi alla pioggia che scendeva dolce,
e che, strano a dirsi, mi rispose, come traduco di seguito:
sono il Poema della Terra, disse la voce della pioggia, 
eterna mi sollevo impalpabile su dalla terra ferma e dal mare insondabile, 
su verso il cielo, da dove, in forma labile, totalmente cambiata, eppure la stessa,
discendo a bagnare i terreni aridi, scheletriti, le distese di polvere del mondo,
e ciò che in essi senza di me sarebbe solo seme, latente, non nato;
e sempre, di giorno e di notte, restituisco vita alla mia stessa origine, la faccio pura, la abbellisco; 
(perchè il canto, emerso dal suo luogo natale, dopo il compimento, l'errare,
sia che di esso importi o no, debitamente ritorna con amore.)

E, infine, Syd cerca di riprendere la sua vita normale, a New York, senza nessuno dei suoi amici,
che dite? Ce la farà?
Adesso è tutto più chiaro, vero?
Il perchè Syd ha tagliato i ponti con tutti, perchè fosse così passiva e vuota,
e adesso impreca pure! 
Ok, ho scassato le palle abbastanza per questa settimana,
cosa ne pensate?
Ci sentiamo fra due settimane!
xoxoxoxoxoxoxo
Mary

 

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Capitolo 12
*** One Day ***


One Day
No more tears, my heart is dry
I don't laugh and I don't cry
I don't think about you all the time
But when I do, I wonder why
-One Day, Asaf Avidan-
 
<< Ed è esattamente la merda banale che la gente si aspetta che la mia rivista scriva. No, siamo un mensile di moda, è vero, però siamo pur sempre gente seria, no? >>
<< Capo, è San Valentino, ti hanno dato la prima cazzata che gli è venuta in mente e se ne sono andati da mariti, mogli, fidanzati e fidanzate >> le fece notare Britt con tono annoiato
<< Fottute coppiette felici >> Syd alzò lo sguardo da una bozza per il mese i maggio. Britt, Bruce e Nick la guardavano annoiati << Andatevene a scopare o a pranzo con chi cazzo volete, avete rotto le palle >>
<< Non ce l'hai una via di mezzo? Sei passata da non dirne nessuna a imprecare meglio di uno scaricatore di porto >> commentò Nick
<< Ciao Nicholas, ci vediamo sta sera >> lo scaricò lei con un sorriso. Lui le spettinò i capelli, si alzò dal divano dov'erano seduti ed uscì dal suo ufficio seguito da Britt e Bruce.
Syd calciò via le sue ballerine di Chanel e si stese sul divanetto chiudendo gli occhi cercando di cacciare via qull'insopportabile mal di testa. Che compleanno di merda: da sola, il giorno di San Valentino, con un'emicrania degna di un post-sbronza.
Britt aveva lasciato la porta aperta, dalla sua posizione Syd riusciva a vedere l'ufficio fremere, decorato con palloncini a forma di cuore, cuoricini appesi ai muri e rose rosse su ogni superficie libera. Tutti sorridevano felici, Allie in particolare: il suo fidanzato le aveva chiesto di sposarla quella mattina e adesso andava in giro a sventolare il suo anello. Syd si guardò la mano sinistra, senza più quel mutuo di forma circolare di Tiffany all'anulare sembrava spoglia. Non aveva avuto il coraggio di buttarlo via, innanzitutto perchè nonna Styles le aveva sempre detto che i regali non si devono mai gettare nella spazzatura e perchè, in fin dei conti, lei era innamorata di Rick, solo che amava Louis allo stesso tempo e avrebbe sempre scelto Louis se le fosse stato possibile, ovvio.
Il BlackBerry iniziò a vibrare sul tavolo di fronte a lei, con un grugnito si sporse ad afferarlo
<< Cosa? >> sbottò senza neanche controllare il nome
<< Ciao tesoro! Tanti auguri! >>
<< Sadie! Ho appena mandato a fanculo tuo marito, oggi è più insopportabile del solito >>
<< Lo so, si sta avvicinando la data ed è un po' isterico >>
<< "Un po' isterico"?? Io ero isterica alla BQ Night! Lui è peggio di una donna con il ciclo! >>
<< E sai cos'è peggio di una donna col ciclo? >>
<< Un porcospino in calore? >>
<< Una donna incinta >> Syd si zittì subito valutando la situazione, ma Sadie sembrò confondere il suo silenzio riflessivo con un silenzio causato dal dolore << Oddio, scusa Syd! Non c'ho proprio pensato! Scusa, scusa, scusa... >>
<< Scusa di cosa? >>
<< La mia battuta, le donne incinte... >>
<< Tranquilla, Sadie! Non sai quante persone mi abbiano parlato di gravidanza negli ultimi sette anni! Va bene sentirne parlare solo... non mi piace parlare della mia >>
<< Ok, va bene... Senti, per sta sera, preferisci tovaglioli champagne o lavanda? >>
<< Sadie! Ti avevo detto che una cenetta con te, tuo marito e i tuoi suoceri sarebbe andata bene! >>
<< Lo so, sono ventotto, però, Syd! Bisogna festeggiare, così ho prenotato al tuo ristorante preferito, saremo una ventina al massimo >>
<< Venti persone? Perché? Che ho fatto di male? >>
<< Stai invecchiando, Syd! E poi, è arrivato il momento di mettere la testa a posto, devi conoscere qualcuno che ti faccia felice, sposarti e fare tanti bambini >>
<< Ho già conosciuto qualcuno che mi faccia felice >>
<< Fammi indovinare, ha gli occhi azzurri, i capelli castani, indossa bretelle e ha un marcato accento inglese >> Syd sorrise colpevole << L'hai più sentito? >> Sadie era imprvvisamente seria e preoccupata
<< No, ha bisogno di tempo per mandare giù tutta questa storia >>
<< Credo che averti di fianco gli farebbe bene >>
<< Io non faccio bene a Louis, io lo faccio impazzire, che è diverso. Faccio impazzire tutti, Sadie, e quelli che non faccio impazzire li uccido >>
 
 
 
 
 
 
 
<< Credi che dovrei chiamarla? >> Zayn alzò gli occhi dal pc e guardò Louis intento a preparare un frullato alla fragola per Eric, il figlio di Liam, a cui stavano facendo da baby sitter
<< Chi? >>
<< Sydney. È il suo compleanno >>
<< Solo se te la senti, Louis. Lei capirebbe se tu non lo facessi >>
<< Lo so, ma... lei odia il suo compleanno, di solito le cantavo una canzone la mattina, il resto della giornata dicevamo di festeggiare San Valentino quando entrambi sapevamo che stavamo festeggiando tutti e due >> Zayn ridacchiò
<< E allora perché tutta questa farsa? >>
<< Peché a Syd piacciono le cose teatrali, le piace fingere che le cose siano diverse quando non le piacciono >>
<< Ha così tanti problemi... come facevi a starle vicino? >>
<< L'amavo, amavo come continuasse a combattere tutta la merda che la circondava, amavo che mettesse da parte tutto ciò che non andava nella sua vita per aiutarmi quando qualcosa non andava nella mia >>
<< Riuscirai a perdonarla, Lou? >> 
<< Non credo, è come se qualcosa si fosse rotto fra di noi, non mi sono mai sentito così nei suoi confronti, nenche quando mi ha lasciato. Cosa faresti al posto mio? >>
<< Non ce la farei, la lascerei andare. Tu, però, non sei me, lei non è Sophie e noi come coppia non siamo come voi. Solo una cosa: decidi in fretta, la stai torturando. L'ultima volta che l'ho sentita faceva battute sulle scarpe di Jimmy Choo >>
<< Lei adora le scarpe di Jimmy Choo >>
<< Appunto >>
 
 
 
 
 
 
Quanto può fare schifo la canzoncina di "Tanti auguri"? Molto, se a cantarla sono delle persone dell'élite di Manhattan ubriache e stonate.
Syd sorrise imbarazzata alzando il calice delle champagne, fece qualche foto con la torta e poi si allontanò con la scusa di fumare una sigaretta, anche se, in realtà, l'ultima volta che ne aveva fumata una aveva diciannove anni. New York era ghiacciata, neanche il suo cappotto Burberry riusciva a scaldarla. Con un sospio si appoggiò alla ringhiera della balconata che limitava la terrazza esterna del ristorante, d'estate era piena di gente, d'inverno era abitata solo da pinguini e orsi polari; sotto di lei il traffico di Manhattan scorreva a singhiozzi fra tassisti che suonavano il claxon e pedoni che facevano slalom fra le auto, la vita andava avanti nel resto del mondo, ma la sua era decisamente ferma
<< New York! At first I was bewildered by your beauty,
Those huge, long-legged, golden girls.
So shy, at first, before your blue metallic eyes and icy smile,
So shy. And full of despair at the end of skyscraper streets
Raising my owl eyes at the eclipse of the sun.
Your light is sulphurous against the pale towers
Whose heads strike lightning into the sky,
Skyscrapers defying storms with their steel shoulders
And weathered skin of stone.
But two weeks on the naked sidewalks of Manhattan—
At the end of the third week the fever
Overtakes you with a jaguar’s leap
Two weeks without well water or pasture all birds of the air
Fall suddenly dead under the high, sooty terraces.
No laugh from a growing child, his hand in my cool hand.
No mother’s breast, but nylon legs. Legs and breasts
Without smell or sweat. No tender word, and no lips,
Only artificial hearts paid for in cold cash
And not one book offering wisdom.
The painter’s palette yields only coral crystals.
Sleepless nights, O nights of Manhattan!
Stirring with delusions while car horns blare the empty hours
And murky streams carry away hygenic loving
Like rivers overflowing with the corpses of babies. >>
<< Macabra, Syd, ho sempre pensato che fossi più il tipo da unicorni rosa >> Syd si voltò lentamente verso una voce che conosceva piuttosto bene
<< Richard >>
<< Ciao, tesoro >> lui le sorrise prima di appoggiarsi i fianco a lei sulla ringhiera << Bellissima >> commentò con lo sguardo perso nel vuoto 
<< Già, Manhattan ha un fascino intrinseco >> lui si riscosse dal suo sogno ad occhi aperti
<< Stavo parlando di te, era quello che stavo pensando prima mentre recitavi >> Syd arrossì e alzò lo sguardo verso il cielo << Che roba era? >>
<< Léopold Sédar Senghor, “To New York”, ero solo agli inizi, mancano altre due strofe >>
<< E sono allegre come la prima? >>
<< Mmm... direi che non sono il tuo genere >>
<< Allora sono tristi. Immagino che lo sia anche tu >>
<< Ho visto giorni migliori >> scandì Syd abbassando la testa e guardando il suo profilo perfetto
<< Non con me >> 
<< Rick, sono stata felice con te, fin quando non ho aperto gli occhi e mi sono resa conto che a me preferisci la sorella francese del tuo migliore amico >>
<< Da quanto lo sai? >> domandò lui curioso più che altro 
<< Abbastanza >>
<< Io, però, non ti ho mai tradita e non dire che non hai fatto sesso con Louis perchè hai fatto molto di peggio >>
<< Almeno mi ricordo che il tuo compleanno è il ventotto marzo senza andarlo a chiedere a tua madre >>
<< Non l'ho chiesto a tua madre! >>
<< Hai ragione, l'hai chiesto a Rachel, non a Peyton. Poi, visto che siamo in vena di brutale onestà, non mi hai tradito solo perchè lei è sposata con un magnate dell'industria cosmetica e non ti ha mai guardato in faccia se non per dirti che sei un pallone gonfiato >>
<< E tu non ti sei portata a letto Tomlinson perchè eravate sorvegliati 24 ore su 24 >>
<< Di solito è sempre stato lui a portare a letto me, se proprio lo vuoi sapere, stronzo >>
<< Io sarei lo stronzo?!?!?!?! Avanti, se non mi volevi sposare sarebbe stato bastato dirmelo >>
<< Io ti volevo sposare, prima di vedere... >>
<< Chi? Dillo. Prima di vedere Tomlinson >> Syd lo guardò piena di rancore
<< Prima di vedere i messaggi che t'invii con i tuoi compagni d'Università, Richard >> lui la guardò stupito
<< Non so cos'è più sconvolgente, il fatto che tu abbia letto i miei messaggi di WhatsApp o il fatto che ci abbia dato importanza >>
<< Come fai a non dare importanza a le foto di ragazze nude sul cellulare del tuo fidanzato, Richard? Volevo quella foto che abbiamo fatto a casa di Martha e Jeremy, stavo sfogliando gli album e ho trovato quello di WhatsApp con tutte quelle tipe, scusa se mi è partito lo schizzo - assolutamente ingiustificato, ovvio -  di andare a vedere chi cazzo te le mandasse! E sai qual è la cosa peggiore? Facevano commenti sconci su di me e tu li lasciavi fare, anzi, li incoraggiavi, coglione! >>
<< Si scherzava, Syd! >>
<< Io scherzo con le mie amiche quando gli dico che il mio mal di testa è dovuto a una notte di fuoco con te, tu mi stavi strumentalizzando! >>
<< Strumenti-che? >> Syd sospirò rumorosamente 
<< Che cazzo hai studiato all'Università? >>
<< Giurisprudenza, lo sai, ho usato la mia parlantina per convincerti a uscire con me >>
<< Sono uscita con te solo perchè non ti sopportavo più, idiota! >> fra di loro scese un silenzio furioso, entrambi erano pieni d'odio l'uno per l'altra
<< Siamo partiti proprio male: io volevo solo portarti a letto e tu volevi solo che la smettessi di roperti le palle >> Syd annuì
<< Perchè mi hai chiesto di sposarti se in realtà ami Julie? >>
<< Perchè sono innamorato di te, Syd, sei una bellissima donna, intelligente, simpatica, potente, piena di fascino e perchè sapevo che tu non mi avresti mai dato problemi, eri così passiva che avrei potuto fare qualunque cosa, a te non sarebbe importato... Certo, c'hanno pensato le tue amiche a rovinarmi i piani >>
<< Ci stavamo sfruttando a vicenda, Rick >>
<< E allora, qual era il problema? Tu credi che i miei genitori si amassero sul serio quando si sono sposati? Martha e mio fratello? Martha era incinta di Effy. E Jenny? Lei odia quello sfigato di Jack, ma un unione fra i Van Golden e i Grey torna utile a tutti. Io e te? Un simpatico paliativo per me e una protezione per te, quella del mio cognome >>
<< Rassicurante >> Rick ridacchiò
<< Come se non ci fossi arrivata >>
<< Sono un'anima romantica, Rick, cerca di capirmi >>
<< Io posso darti tutto quello che vuoi, Syd: gioielli, vestiti, scandali, vita di classe e passione, ma Louis per te è off limits, come Julie per me. Non saremmo stati una brutta coppia >>
<< Saremmo sempre stati una farsa >>
<< Credi di essere reale, Syd? Cazzo, sei ancora così innocente a volte: siamo tutti attori, tutti riflettiamo gli ideali che c'impongono da bambini, lo dovresti sapere >>
<< Speravo solo di essere... >>
<< Diversa? >> completò Rick vedendola in difficoltà con le parole << No, non lo sei, non lo puoi essere. L'unico in grado di far uscire fuori la vera te in questo momento è a Londra a fare sesso con una puttana da quattro soldi per dimenticarsi tutta la merda che gli hai buttato addosso. Complimenti, fra parentesi, quello sì che era uno scandalo >>
<< Non mi perdonerà mai, vero? >> chiese Syd con le lacrime agli occhi. Rick scosse la testa
<< Come potrebbe, tesoro? >>  Syd cercò di calmarsi facendo dei respiri profondi, fu totalmente inutile, visto che due minuti dopo era scossa da singhiozzi fra le braccia di Richard
 
 
 
 
 
 
 
<< Stai scherzando, vero? >>
<< No, sono mortalmente seria >> rispose Syd rimirandosi le unghie. Dall'altro lato dell'oceano, seduta nel suo ufficio, Breezy rabbrividì
<< Hai passato la notte del tuo compleanno con Richard Van Golden? >>
<< Non è che ci sono andata a letto, Breezy! Ci siamo incontrati, ho avuto una specie di crollo emotivo, lui mi ha accompagnato a casa ed è rimasto con me finchè non mi sono addormentata, solo che si è addormentato anche lui, quindi... >>
<< Quindi non si passa la notte di San Valentino con il tuo ex psicopatico! >>
<< Non è uno psicopatico! Parlare con lui mi ha aiutata a capire molte cose riguardo al suo comportamento >>
<< Ti sei resa conto che non ti ha mai amato? Bene, perchè io te lo dico da quando l'hai incontrato >>
<< In realtà ho capito il contrario: a modo suo, mi ama >>
<< Io ti amo a modo mio, lui ama scoparti a modo suo >> Syd rise guardando Rick ordinare al bancone di un piccolo caffé di Broadway il té caldo per lei e il caffè nero per sè stesso
<< È stato bello averlo di fianco sta notte >>
<< Oh, no, Syd, no! Vi siete lasciati un mese fa, cazzo! Non cadere di nuovo nella sua trappola! >> 
<< E perchè non dovrei? È dannatamente sexy, lo devi ammettere >>
<< Ok, lo ammetto, ha fascino, ma le cose fra te e Louis sono ancora in sospeso, i giochi sono ancora aperti >>
<< Per quanto devo continuare a illudermi, Breezy? Per quanto devo sperare in qualcosa che non avverrà mai? >>
<< Non perdere la speranza, Syd! Ti prego, non lasciarti andare >>
<< Hai una vaga idea di tutta la merda che ho dovuto mandare giù nell'ultimo mese? E lui lo vedo, ok? Tutte le foto e i video che gli fanno i paparazzi arrivano a me, permettimi di dire che non sembra affranto come lo sono io >> sibilò Syd arrabbiandosi << Cazzo, state tutti lì a dire "Povero Louis, che batosta, che brutta cosa, Syd non avrebbe dovuto, dobbiamo aiutarlo", ma a qualcuno di voi è venuto in mente che io non è che stia proprio bene? Che anche io avrei voglia di avere qualcuno di fianco che mi rassicuri, che mi dica che il mio comprtamento sia comprensibile agli occhi del mondo? Ho sbagliato, lo ammetto, e me l'avete rinfacciato tutti, ma cosa avreste fatto al posto mio? Ve lo siete mai chiesti? Nah, perchè mai! Poi la gente si chiede perchè abbia fatto tutte quelle pazzie in passato, perchè se non faccio cazzate enormi nessuno si preoccupa mai di me, porca troia! Devo dare fuoco a case o avere overdosi per sentirmi minimamente cagata! >>
<< Stai esagerando, Sydney. Ti vogliamo bene tutti quanti... >>
<< E allora perhè nessuno ha fatto niente per aiutarmi, porca troia! >> Syd ricominciò a singhiozzare e a respirare a fatica 
<< Syd, calmati! Syd, ti sento malissimo... >> Breezy era disperata. Aveva capito cosa stesse succedendo alla sua migliore amica, sapeva di non poter fare niente. 
La salvezza di Syd arrivò sotto forma di Newyorkese Doc, con i suoi capelli biondi e gli occhi verdi. Rick tolse il telefono da mano a Syd e le poggiò le mani sulle spalle
<< Va tutto bene, Sydney, va tutto benissimo. Non c'è niente di cui tu debba preoccuparti, me ne occuperò io >> con qualche altra parola tranquillizzante, Syd riuscì a calmarsi. Uno dei camerieri le portò della camomilla e un altro un croissant al cioccolato. Assicuratosi che Syd fosse controllata dai lavoratori del bar, Rick prese il suo BlackBerry e lo portò all'orecchio
<< Pronto? >>
<< Che cazzo è successo, Richard? >> chiese Breezy terrorizzata. Rick si allontanò dalla povera ragazza ancora rossa in viso e tremante
<< Ha avuto un attacco di panico, come ieri sera. L'avete mandata da uno psicologo? >>
<< No, non ha avuto problemi che io sappia >>
<< Secondo te è stato facile per lei dire quelle cose a Louis? Dio, sta scoppiando! Com'è possibile che non te ne sia resa conto? >>
<< Non c'ho proprio pensato... adesso mi organizzo e... >>
<< Non fai un cazzo, me ne occupo io >>
<< Stanne fuori, Rickoglione! >>
<< Stanne fuori tu, Breezy. La conosco, so da chi mandarla, la rimetterò in sesto io >>
<< Non hai alcun diritto >>
<< Oh sì, sono il suo fidanzato cornuto, direi che ho tutti i prerequisti per prendermi cura di lei >>
 
 
 
 
 
 
 
 
<< Cinese o giapponese? >> Syd arricciò le labbra pensierosa 
<< Non mi piace nessuno dei due >>
<< Stai scherzando, vero? >> Syd rise al tono di voce sconvolto di Rick. Stesi sul tappeto della sala in casa di Syd, le teste di fianco sullo stesso cuscino, la musica dei titoli di coda di Harry Potter 7 parte seconda in sottofondo, stanchi dopo una terribile settimana di lavoro per tutti e due. Chiunque li avesse visti li avrebbe definiti fidanzati, in realtà stavano solo facendo gli amici. Rick si era accorto che Syd gli aveva nascosto un sacco di cose in cinque anni di relazione per non infastidirlo, così si era intestardito di voler sapere la verità su ogni singolo aspetto della vita di Syd
<< Peonie o gigli? >> chiese Rick guardando il vaso di fiori vuoto che decorava il tavolo da pranzo
<< Lavanda >>
<< Non è un fiore, è una pianta! >> protestò lui
<< Sono abbastanza sicura che su Wikipedia sia un fiore, comunque mi piace da sempre, mi hanno sempre regalato mazzi di lavanda >>
<< Non si fanno mazzi interi di lavanda >>
<< Sei un fioraio o un avvocato? >>
<< Avvocato, ma... >>
<< Ma un paio di palle, me li hanno regalati quindi si possono fare >> Rick sorrise divertito 
<< Mi piace quando imprechi >>
<< Me lo dicono tutti >>
<< E mi piace tu voglia sempre avere l'ultima parola. Insomma, prima non discutevamo mai, ti urlavo dietro e basta >>
<< Stronzo, ti odiavo quando mi richiamavi, manco fossi una bambina di dieci anni! >>
<< E perchè non me l'hai mai detto? >> Syd si strinse nelle spalle
<< Avevo altre cose a cui pensare che ai tuoi attacchi da prima donna >>
<< I miei attacchi da prima donna? Ma io ti uccido! >> ridendo, Syd scattò in piedi e iniziò a correre per tutto l'appartamento pur di scappare dalle grinfie di Rick. Alla fine si ritrovò bloccata fra il tavolo e il muro, Rick, dall'altro lato, la guardava con aria di sfida, come a dirle "E ora, dove vai?"
<< Se chiedessi scusa? >> ipotizzò Syd, Rick scosse la testa << Sono fottuta, vero? >>
<< Beh, io direi che è da gennaio che non lo sei, però, se vuoi... >>
<< Richard Van Golden, sei un porco! >> lui rise vedendo la sua espressione scandalizzata. Il viso di Syd si aprì in un sorriso radioso mentre si sporgeva oltre la sagoma di Rick, Luke Skywalker marciava a passo lento verso di loro. Sembrò riconoscere Rick, visto che gli ringhiò contro prima di superarlo e andare verso la sua padrona << Ciao, amore >> lo salutò lei sollevandolo - con fatica - da terra << Dormito bene? Ti abbiamo svegliato? >>
<< Sai che non ti può rispondere, vero? >>
<< Hai mai avuto un animale domestico, Rick? >>
<< Ehm, sì, il tuo cane >>
<< Appunto, mio cane. Se ne avessi avuto uno tutto tuo, capiresti, vero Luke? >> il cane appoggiò la testa sulla spalla di Syd e si lasciò coccolare. Rick alzò gli occhi al cielo 
<< In due anni di convivenza, quel bastardo ci ha interrotti sul più bello non so quante volte >> lei sorrise e si diresse verso camera sua, in un angolino c'era la cuccia di Luke e lo mise lì fra i suoi giocattoli << Lo tratti come se fosse un umano >> Syd sobbalzò nel sentire Rick dietro di sè 
<< Luke è... è la mia memoria: gli anni più folli, i più belli, i più tristi, li ho passati tutti con lui >>
<< Fico, hai un cane che ti può aiutare in caso di perdita della memoria >> Rick ridacchiò e Syd rimase seria
<< Non fa ridere, Richard >> 
<< Andiamo, Syd, non era così male >>
<< Hai ragione, era peggio >> Rick scosse la testa abbattuto e tornò in sala, appena uscì Syd scoppiò a ridere: affascinante questa cosa del comando su Rick Van Golden
 
 
 
 
 
 
 
<< Secondo me, non le manco neanche >>
<< Secondo me, stai diventando monotono >> Louis alzò la bottiglia i birra in cenno d'assenso << Un sacco di gente soffre per amore, tu non sei diverso >> gli fece notare Mick prima di bere un altro sorso di birra mentre nell'altra mano stringeva il suo iPhone. Passare il sabato sera in uno squallido pub di Londra non era un granchè, ma quando si è amici con una sfilza di coppiette, ogni tanto c'è bisogno per i single del gruppo di prendersi una serata fra di loro, così Breezy era andata a fare un week end in una beauty farm mentre Mick e Louis avevano optato per una serata più tranquilla rimanendo in città
<< Capisci che, però, lei mi ha fatto una bastardata >> ribatté Louis
<< Certo, ha sbagliato; ti sei mai chiesto cosa avresti fatto al posto suo? >> Louis lo guardò stranito, nessuno gli aveva chiesto una cosa del genere, tutti si erano limitati a consolarlo e ad attaccare Syd 
<< Che? Io... no, non c'ho mai pensato >>
<< Dovresti. Sai, tu sei l'amore della sua vita, ma io sono stato il primo in assoluto, ho vissuto con lei all'Università e l'ho guardata cadere a pezzi per un anno e passa finchè non è arrivato Rick, e sì, lui si comportava male con lei, ma cazzo, ci provava! Tu l'hai lasciata andare e amen, lui è rimasto con lei, continuava a mandarle fiori nonostante lei dicesse di non essere interessata e ha vinto il premio più grande, ha vinto lei. Tu, Louis, hai perso su tutti i fronti, di questo bisogna rendertene atto, ed ha perso anche lei. Facciamo un bilancio: tu sei qui, in un sudicio pub di Londra, facendo il cantante con i tuoi amici e girando il mondo con il cuore spezzato, lei è a New York, a fare la giornalista, a pranzo in un bellissimo ristorante chick con Rick Van Golden >> Mick lasciò scivolare verso di lui il telefono, Louis l'afferrò sconvolto vedendo l'avvistamento di Syd e Rick sul blog di Perez Hilton << Ecco la differenza: state male entrambi, ma lei sa vivere senza di te, tu no. Muoviti, Louis, non ha alcuna intenzione di aspettarti in eterno >>
 
 
 
 
 
 
 
<< Sydney, ti prego... >>
<< No, non ci vengo, scordatelo >>
<< Andiamo, Syd! >>
<< No! E poi, non è che hai grandi diritti su di me, non sei il mio fidanzato! >>
<< No, ma sono tuo amico e ci tengo, che è peggio >> Syd mise il broncio e incrociò le braccia al petto. Rick la guardò, seduta di fianco a lui in limousine davanti al Centro Van Golden con l'aria furiosa. Aveva detto a Breezy che si sarebbe occupato lui dei quasi attacchi di panico che la prendevano ogni volta che si parlava degli ultimi avvenimenti di Londra, e l'avrebbe fatto, anche solo per non dare la soddisfazione a Breezy di poterglielo rinfacciare. Solo che la faccenda si stava dimostrando più difficile del previsto 
<< Non puoi andare avanti così >> cercò di farla ragionare Rick
<< Non ho alcuna intenzione di parlare di questa faccenda con degli sconosciuti, ok? >>
<< Sono persone che stanno passando quello che stai passando tu, è un gruppo di supporto >>
<< Se ti aspetti che entri là dentro e spiattelli tutto a dei dottori non hai proprio capito un cazzo >>
<< L'unico dottore presente sarà mio fratello, lo conosci >>
<< Non mi aiuta >> Rick sospirò stanco, le prese una mano e intrecciò le loro dita
<< Aiuterebbe se entrassi con te? >> chiese incerto. Syd ci riflettè per alcuni minuti prima di annuire, lui sorrise sollevato << Allora verrò >>
Due ore e molte lacrime dopo, Rick e Syd stavano andando a cena nella loro vecchia casa, dove ora abitava solo Rick
<< Com'è stato? >> le domandò in ascensore per rompere quel silenzio in cui Syd si era rinchiusa da quando erano usciti 
<< Strano. Non ho mai pensato che... sì, insomma, qualcuno possa capire le cose che sento, pensavo di essere l'unica. Presuntuoso, lo so >>
<< Assolutamente no! Quando sono salito su quell'aereo a Heathrow e tu non arrivavi... mi sono sentito morire, sapevo di aver perso l'unica speranza che avevo di andare oltre Julie, l'ho capito dopo dieci minuti che non saresti venuta e sono scoppiato a piangere come un idiota >>
<< Oh, Rick, mi dispiace >>
<< Fa niente. Tornato a New York, Robin è venuto a casa e ha passato tutta la sera a parlarmi della sua rottura con Hilly, te la ricordi? >>
<< La puttana che l'ha tradito, difficile da dimenticare >> 
<< Esatto, allora ho capito che la gente soffre per amore tutti i giorni, hai bisogno di confrontarti per arrivarci >> l'ascensore si aprì in casa, uscirono e si liberarono dei cappotti ringraziando Mara che aveva apparecchiato per due prima di tornare a casa sua, Rick tirò fuori dalla borsa il cinese take away che avevano preso per gentile concessione di Sydney
<< Secondo te perchè non funzionava prima? >> chiese Rick. Syd alzò gli occhi dal BlackBerry da dove stava leggendo le mail che le erano arrivate nel pomeriggio << Adesso siamo fantastici e non facciamo neanche sesso >>
<< Avevamo troppi scheletri nell'armadio. Io avevo la faccenda del bambino, tu Julie... che coppia saremmo mai potuti essere? Siamo meglio da amici >>
<< Decisamente >> Syd sorrise e tornò a controllare le mail, Rick continuò a preparare la cena canticchiando "Superstition" di Stevie Wonder finchè non vide Syd lasciar cadere il BlackBerry a terra e scoppiare a piangere
<< Sydney, che succede? >> le domandò allarmato, lei non rispose, si limitò a pestare il telefono con foga con il tacco dodici di Jimmy Choo rompendo lo schermo, portandosi le mani ai capelli e maledicendosi. Rick cercò di fermarla invano, lei lo spinse via e calciò il cellulare con aria assassina, continuò a piangere disperata e si accassciò a terra. C'era poco da fare se non guardarla morire su quel pavimento 
 
My Corner!
Hello PP!!!!
Come va?
La sentite nell'aria la libertà??
Manca poco, sapete come si dice, no?
"Maggio, studente fatti coraggio"!
Non vedo l'ora che finisca, sul serio!!
E voi?
Poooooooi,
credo di meritarmi un applauso per la mia puntualità!
Sono di corsa, devo studiare per la verifica di letteratura tedesca (Fatti sotto, Goethe!), quindi credo che risponderò domani alle recensioni!
Auguri a tutte le mamme, già che ci sono!
Che avete regalato voi?
Io il DVD di "Pretty Woman" e "Sabrina" con Audry Hepburn <3 <3 <3
Passando al capitolo, la traduzione della poesia di Léopold Sédar Senghor:
New York! All'inizio ero sconvolto dalla tua bellezza,
quelle bellissime ragazze dorate con le gambe lunghe.
Così timdo, all'inizio, davanti ai tuoi occhi blu metallo e al tuo sorriso ghiacciato,
Così timido. E pieno di disperazione alla fine delle strade di grattacieli
alzando i miei occhi da gufo verso l'eclissi del sole.
La tua luce è solfurea contro le pallide torri
le cui teste mandano fulmini nel cielo,
grattacieli che definiscono tempeste con le loro spalle d'acciaio
e pelle di pietra temprata.
Ma due settimane sui nudi marciapiedi di Manhattan -
alla fine della terza settimane la febbre
ti colpisce con un salto da giaguaro
Due settimane senza acqua buona o pastorizia tutti gli ucceli dell'aria
cadono morti all'improvviso sotto le alte terrazze piene di fuligine.
Nessuna risata di un bambino che cresce, la sua mano nella mia fredda mano.
Nessun seno di madre, ma gambe di nylon. Gambe e seni
senza odore o sudore. Nessuna parola gentile, e niente labbra,
solo cuori artificiali pagati con freddi denari
e nessun libro che offra saggezza.
La tavolozza del pittore offre solo cristalli corallo.
Notti senza sonno, le notti di Manhattan!
Mescolandosi con delusione mentre mentre i claxon delle auto squillano nelle ore vuote.
E torridi flussi portano via l'igenico amore
come fiumi inondati con cadaveri di bambini 

Inquietante, sì, molto.
Quindi, cosa credete sia succeso?
Cos'ha trovat Syd nelle mail??
Sono curiosa di conoscere le vostre congetture!
Ci sentiamo fra due settimane!!
xoxoxoxoxoxoxo
Mary
P.S. dopo questo capitolo, ne mancano altri 2 + epilogo

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Capitolo 13
*** Don't Speak ***


Don't Speak
As we die, both you and I, 
With my head in my hair 
I sit and cry.
Don't speak. 
I know just what you're saying, 
So please stop explaining.
Don't tell me cause it hurts.
-Don't Speak, No Doubt-
 
Ho fatto una cazzata
Louis se lo ripeteva da un buon venti minuti guardando la ragazza di fianco a lui nel letto di camera sua. Era bionda, aveva gli occhi chiari e si chiamava...
Com'è che aveva detto?
Sarah? Samantha?
No, era simile al suo di nome
Sandy?
No, Cindy, giusto, Cindy.
Aveva ventitre anni, parlava Francese e bla bla bla, a quel punto aveva smesso di ascoltarla, aveva bevuto abbastanza da riuscire a zittire la parte razionale del suo cervello che gli urlava di uscire da quel pub e tornare a casa con Mick. 
Era solo così... solo. Lei era lontana, a New York, con quel Rick Van Golden a ridere e scherzare e lui aveva solo un gruppo di amici che lo stava esasperando per sapere cosa aveva deciso di fare: perdonarla o no? 
Aveva solo voluto distrarsi per qualche ora e bere quella birra di troppo che lo stava chiamando da settimane, non si aspettava che sarebbe finita così, con i sensi di colpa la mattina dopo.
Cindy aprì gli occhi con un lamento, lo guardò per qualche minuto, si alzò, si vestì e senza dire una parola uscì da quella casa e dalla sua vita ignara del casino che aveva combinato. Louis rimase seduto a letto fino all'arrivo di Harry che portava con sè due caffè di Starbucks 
<< Tomlinson, alzati!! Oggi andiamo a casa di Kyle, te lo ricordi, vero? >> urlò Harry buttando le chiavi sul bancone della cucina. Notando che Louis non rispondeva, entrò in camera sua preoccupato e lo trovò in stato catatonico a guardare il muro << Louis, tutto bene? >> lui sembrò svegliarsi, lo guardò con le lacrime agli occhi
<< Ho fatto sesso con un'altra >> Harry si appoggiò al muro, sorpreso da quella notizia
<< Speriamo che non lo venga a sapere, non credo che Rick riuscirebbe a gestirla in caso contrario >> 
<< Stanno insieme? >>
<< No... per ora >>
<< Devo chiamarla, glielo devo dire >> 
<< Aspetta, Louis! >> lo fermò Harry avvicinandosi << La chiami e le dici cosa? "Sono andato a letto con una, non ti dispiace, vero? Ah, e non so ancora se ti ho perdonato, non è un problema, spero"? >>
<< Meglio questo che venirlo a sapere da qualcun altro, Harry! >>
<< Louis, no! Non osare chiamarla >> Harry prese l'iPhone dell'amico e lo nascose dietro la schiena << Tu non sai... lei non sta bene, ha avuto degli attacchi di panico >>
<< Cosa?!?! E perchè io lo so solo adesso? >>
<< Perchè non erano affari tuoi, dovevi scegliere liberamente, senza pressioni e influenze esterne >>
<< Aveva bisogno di me e io non c'ero! Per la seconda volta, cazzo! >>
<< Non osare dare la colpa a me! Sei stato tu a mandarla via quella sera, tu hai fatto sesso con quella tipa e tu non riesci a perdonarla! >>
<< Ma l'incidente l'hai fatto tu! >> urlò Louis. Harry sgranò gli occhi e fece cadere a terra l'iPhone. Il senso di colpa era stato un compagno non richiesto nella vita di Harry per anni, dopo la rivelazione di Syd era diventato ancora più pressante, ma lei gli aveva ripetuto infinite colpe che non lo considerava colpevole. Mai avrebbe pensato che il suo migliore amico potesse dirgli una cosa del genere
<< Oh cazzo, scusa Harry, non dicevo sul serio >> Louis si avvicinò infilandosi dei pantaloncini trovati per terra << È stata solo una cazzata, non volevo... non lo credo sul
serio >>
<< Ma io sì >> Harry corse fuori da quella camera, da quella casa, da quel palazzo correndo dall'unica persona che avrebbe potuto consolarlo. Kaya stava ancora dormendo nella stessa posizione in cui l'aveva lasciata un'ora prima, il biglietto che le aveva scritto di fianco. Harry la scosse tremante, lei aprì gli occhi confusa 
<< Harry, che succede? >> gli chiese mettendosi a sedere
<< Li ho uccisi tutti e tre >> bisbigliò prima di scoppiare a piangere
 
 
 
 
 
 
 
<< Sei sbronza >> l'informò Rick guardandola mandare giù l'ennesimo Appletini. Syd sorrise affabile
<< È una sensazione bellissima, me l'ero dimenticata. Pensa, sono ben otto anni che non bevevo così tanto, ho smesso perchè pensavo di essere incinta, non è divertente? >> Syd scoppiò a ridere isterica appoggiandosi al tavolo del locale dove l'aveva trovata Rick. Dopo aver passato tutta domenica sotto le coperte, Syd si era alzata, era andata a lavoro e aveva fatto finta di non sapere che l'argomento più gettonato fosse Louis Tomlinson beccato a baciare una ragazza per i vicoli di Londra che non fosse lei. Alla sera, però, Syd aveva tolto la maschera ed era corsa in un locale molto affollato di Manhattan. Nick aveva chiamato Rick e l'aveva supplicato di andarla a riprendere, cosa che Rick avrebbe fatto con piacere se non fosse che Syd l'aveva supplicato di lasciarle fare tutto ciò che voleva solo per quella sera
<< Non lo è >> rispose Rick. Lei l'ignorò, all'improvviso riconobbe la canzone che stava andando nel locale, "I love it" delle Icona Pop
<< Io amo questa cazzo di canzone!! Breezy e io aveva questo balletto super sexy... vieni con me, Richard Van Golden! >> Syd si alzò in piedi e lo trascinò sulla pista da ballo, il suo inguinale vestito dorato luccicava sotto le luci e i suoi modi disinibiti facevano voltare tutti verso di lei che ballava come se quella fosse l'ultima notte al mondo, ignara della ragazza che tirava fuori dallo stivale il suo smartphone, le scattava una foto e poi un'altra e un'altra ancora. 
<< Syd, dai, andiamo a casa >> le chiese Rick disperato 
<< Shh >> lo zittì lei mettendogli un dito sulle labbra << Sta sera ho diciassette anni, non vuoi provocarmi >>
<< Te ne pentirai >>
<< Domani, tutto domani >> 
<< Sydney, sono tuo amico >>
<< Quanto parli! >> urlò lei, poi fece l'ultima cosa che Rick si sarebbe mai aspettato succedesse, lo baciò con passione, con foga, come una ragazzina con gli ormoni scoppiettanti e a pochi metri di distanza quella ragazza che gli ormoni scoppiettanti ce li aveva davvero fece un verso sorpreso, scattò l'ennesima foto e la postò su Twitter
"OMG!!! Rickey's back, bitches!!"
 
 
 
 
 
 
Syd mugugnò qualcosa d'incomprensibile sporgendosi verso il comodino e afferrando il suo nuovo iPhone. Odiava quel coso, gliel'aveva regalato Rick dopo aver sfasciato il BlackBerry e non aveva potuto rifutare un pensiero così gentile, ovviamente, ma cazzo!! Dei fottuti tasti costavano troppo?!?!?!?
<< Cosa, chi, quando e come? >> borbottò al telefono senza neanche aver controllato chi fosse
<< Sydney, sono Nick >>
<< Buongiorno Nicholas, oggi sono malata, occupati tu di tutto, ci sentiamo sta sera >> tagliò corto lei
<< Aspetta, non attaccare! Sono in ospedale, Sadie... le si sono rotte le acque, sto per diventare padre! >> Syd aprì gli occhi di scatto
<< Porca troia! Che ospedale? Sto arrivando!!! >> Syd si alzò in piedi ripescando i vestiti da terra 
<< Al Presbyterian Hospital, ti prego, muoviti! >>
<< Arrivo, arrivo, resitisti! >> Syd chiuse la chiamata e buttò l'iPhone sulle lenzuola blu... lenzuola blu?!?!? 
Alzò gli occhi al cielo e continuò a vestirsi
<< Richard Van Golden, svegliati! >> urlò, lui aprì subito gli occhi 
<< Cosa? Hai già i sensi di colpa? Ti prego, dimmi di no, sono ancora nel mondo delle favole a rivivere la nostra nottata di passione... ti devo far ubriacare più spesso >> lei sorrise divertita
<< Da sobria sono meglio, lo sai. Vestiti, sta per nascere il figlio di Nick >>
<< Ah, è un maschio, allora! >> esclamò Rick alzandosi dal letto
<< Boh, non l'hanno voluto dire. Muoviti, ho promesso di esserci quando nascerà mesi fa >>
<< Tranquilla, ci vorranno ore e ore... doccia? >> la tentò Rick. Syd guardò l'orologio che aveva appena allacciato, il vestito stropicciato e i collant sfilati
<< Ma sì, dai, almeno non puzzerò d'alcool >>
<< Giusto, hai già mal di testa? >> lei rise divertita andando in bagno
<< Ci vuole molto di più per farmi venire il post sbronza, credimi >>
 
 
 
 
 
 
<< Va un po' meglio? >> Kaya poggiò una mano sulla spalla di Harry con l'aria preoccupata, erano due giorni che non usciva da casa sua e aveva spento il telefono pur di non sentire Louis. Harry scosse la testa
<< Ha detto la verità >>
<< Non fare lo stupido, Harry! Era arrabbiato e non ha pensato a quello che diceva. La polizia te l'ha detto centinaia di volte: se non fosse stato per la tua guida prudente, sareste morti tutti. Syd non te ne fa una colpa, sai che non ti mentirebbe su una cosa del genere >>
<< Perchè mi sento in colpa, allora? >> Kaya gli sorrise dolce prima di baciarlo delicatamente sulle labbra
<< Perchè sei il ragazzo più dolce e apprensivo del mondo. Ti ricordi quando ci siamo lasciati per la prima volta? >>
<< Quando mi hai piantato perchè tua madre diceva che ti avrei spezzato il cuore? >>
<< No, quella dopo. Scusa, a volte le confondo >> lui annuì comprensivo << Mi lasciasti perchè avevi paura per me, mi ero ubriacata perchè mi mancavi tanto e ho quasi baciato uno, ma tu non ti sei neanche arrabbiato per quello, eri solo tutto preoccupato per la mia salute. Capisci, Harry? È il tuo carattere, è uno dei motivi per cui ti amo. Purtroppo, è anche la tua maledizione >> Harry la strinse a sè in un abbraccio e lei si lasciò coccolare con piacere 
<< Quando tutto questo casino finirà, sposiamoci >> Kaya s'irrigidì e lo guardò seria
<< Cosa? >>
<< Sposiamoci, una cerimonia intima, festicciola a Holmes Chapel, senza dirlo alla stampa nè niente, solo... sposiamoci >>
<< Harry, è rischioso, siamo appena tornati insieme... >>
<< Come se ci fossimo mai lasciati! È da quando ho diciannove anni che nella mia vita ci sei solo tu, non importa quante volte ci siamo lasciati, quanto litighiamo per cose stupide e quanto questa sia una follia. Sposami, Kaya >> lei rimase imbambolata per dei minuti interi prima di aprirsi in un sorriso radioso 
<< Sì, sposiamoci >>
 
 
 
 
 
 
 
<< Cazzo! Porca puttana-troia-vacca! >> urlò Sophie agitando il suo Smartphone. Sunshine, Josh e Zayn spostarono lo sguardo dalla partita dell'Arsenal verso Sophie che correva avanti e indietro come un'assatanata
<< È incinta, per caso? >> chiese Sunshine a Zayn, lui scosse la testa << E allora cos'ha? >>
<< Quella mi farà impazzire! >> strillò Sophie
<< Quella chi? >> domandò Josh accarezzando distrattamente la pancia di Sunshine 
<< Sydney! >> 
<< Che ha fatto sta volta? >> sospirò Zayn
<< È andata a ubriacarsi in un locale >> tutti scrollarono le spalle. Per loro era più che normale che Syd si ubriacasse, soprattutto dopo quello che era successo con Louis << E ha baciato Richard Van Golden! >>
<< Ok, questo potrebbe essere un problema >> ammise Zayn dopo qualche minuto di silenzio
<< Questo è un gigantesco problema! Se Louis lo viene a sapere... >> Sunshine non fece in tempo a completare la frase che Josh l'interruppe
<< Non ha alcun diritto su di lei. Ragazzi, si è portato a letto la prima tipa che gli è passata davanti nonostante sapesse che Syd non spegneva il cellulare la notte aspettando una sua chiamata! Ha fatto lo stronzo con lei e con Harry, se lo merita >>
<< Ma loro sono fatti per stare insieme! >> esclamò Sophie, Sunshine annuì mentre Zayn e Josh si lanciavano un'occhiata complice << E adesso cosa?!?! >>
<< Il dubbio che loro stiano meglio lontani non vi è mai venuto? >> chiese Zayn
<< Stai scherzando, vero? >> Sunshine aveva le sopracciglia così alzate da sembrare un personaggio dei cartoni giapponesi 
<< Avanti! Valutiamo la situazione: Syd e Louis insieme = sbronze, cazzate, droghe, verità nascoste e sofferenza per Syd mentre Louis soffre solo la lontananza. Syd e Louis separati = Syd caporedattrice di BQ New York, laureata in letteratura non so che cosa, sobria e ripulita e Louis scrive le migliori canzoni d'amore mai viste. Si amano, non è detto che debbano stare insieme >> le fece ragionare Josh
<< Lei è spenta senza di lui >> contrabbattè Sophie
<< Perchè si portava dietro un segreto non indifferente, direi che nell'ultimo mese si è decisamente ripresa >> continuò Zayn. Sophie e Sunshine si guardarono in silenzio. Se i ragazzi avevano ragione, loro avevano un gran problema fra le mani 
 
 
 
 
 
 
 
<< Ti presento mia figlia >> Syd sorrise radiosa avvicinandosi al letto dove Sadie era stesa con Nick di fianco e un fagottino rosa fra le braccia. Rick, alle sue spalle, stava filmando la scena con il telefono
<< È bellissima >> sussurrò Syd
<< È bordeaux e con la faccia gonfia... immagino migliorerà >> osservò Sadie. Nick rise abituato all'umorismo di sua moglie, Syd la fulminò con lo sguardo lo stesso << La vuoi tenere? Ti avverto, pesa più di una palla da bowling >>
<< Sadie! >> la richiamò Syd ridacchiando come tutti in quella stanza. Delicatamente Syd la prese in braccio con le lacrime agli occhi << Ciao bellissima >> sussurrò dondolando lentamente la piccola, Rick si avvicinò per riprendere la scena e ammirare meglio in prima persona la piccola 
<< Come l'avete chiamata? >> chiese Rick. Sadie e Nick si guardarono negli occhi  prima di voltarsi verso di loro
<< Sydney Celia Stoner >> Syd sgranò gli occhi di colpo alle parole di Sadie e si voltò verso di loro
<< Cosa? >> Nick rise seguito a ruota da Sadie
<< Beh, sei la persona a cui vogliamo più bene al mondo, sei stata con noi in momenti non esattamente rosei e ci hai mostrato che... fare degli sbagli è l'unica cosa che accomuna tutti gli esseri umani, non esistono persone perfette, ma esistono le scuse e tu... sei il migliore esempio che non possiamo mai offrire a nostra figlia >> spiegò Sadie. Syd sorrise imbarazzata guardando la sua omonima
<< Benvenuta, Sydney >>
 
 
 
 
 
 
<< È successo un casino >> annunciò Breezy sedendosi sul letto di camera sua nella casa che condivideva con Mick a Londra con il portatile in mano. Syd aggrottò le sopracciglia appoggiando i piedi sulla scrivania del suo ufficio a New York: i miracoli di Skype
<< Cosa? >>
<< Louis. Sai cos'è successo con Harry? >>
<< No, mi sono fermata alle foto di Louis che si portava a letto una ragazzina di diciannove anni >>
<< Ecco, la mattina dopo ha detto a Harry che è stata colpa sua l'incidente >> Syd sgranò gli occhi << Oh, e non è tutto: i ragazzi hanno provato a parlargli e lui è impazzito, ha iniziato a urlare e mandare via tutti e a dire che nessuno doveva "osare farsi vedere". Ha preso la residenza in un pub a scolarsi birre tutte le sere >>
<< Fantastico >>
<< Che dobbiamo fare? >> Syd gonfiò le guance mentre rifletteva
<< Niente >>
<< Come niente? Syd! >>
<< Si calmerà, dategli tempo >>
<< Sei sicura? >> lei annuì << Non sei preoccupata? >>
<< Louis ha messo ben in chiaro che io non dovrò mai più preoccuparmi di quello che fa, mi risulta impossibile al momento ma farò di meglio in futuro >> 
<< Ti manca? >> Syd non ebbe il coraggio di parlare, si limitò ad annuire. Breezy le sorrise dolcemente << Perchè non torni a Londra? Non ne posso più di quest'amicizia a distanza, ho voglia di fare le serate da single con te come ai vecchi tempi! Ti ricordi? >> Syd sorrise malinconica
<< Se anche tornassi, non credo che ti potrei accompagnare alle serate da single >>
<< Perchè? Sei un po' arruginita ma possiamo recuperare >>
<< Breez... Avanti, l'hai capito >> Breezy sospirò delusa
<< Van Golden del cazzo. Da quanto? >>
<< Da quando è nata la piccola Sydney >> Breezy scosse la testa
<< Vi sposerete? >>
<< No! Non credo... non per ora >>
<< Syd, adesso parli pure ai computer? >> Syd alzò gli occhi verso Rick che entrava in ufficio, entrambi con un sorriso felice
<< Sono su Skype con Breezy >> spiegò lei
<< Styles! >> esclamò Rick raggiungendo la sua ragazza dietro la scrivania
<< Van Coglionen! Che brutto vederti >> lo salutò lei con un sorriso tirato
<< Beh, temo dovrai abituarti alla mia vista, dato che... >>
<< Sì, sì, sono stata informata sulla lieta novella. Spero vi lasciate presto >>
<< Breezy! >> la richiamò Syd divertita
<< Peccato, io pensavo di sposarmela >> Syd guardò Rick stranita
<< Che cazzo dici, Rick? >> lui si strinse nelle spalle e si appoggiò alla libreria alle sue spalle
<< Ho intenzione serie, Sparks. Sposiamoci >> Syd si voltò verso Breezy con occhi sbarrati. La sua amica sospirò per l'ennesima volta
<< E va bene, sposatelo. Tanto Louis è andato a farsi fottere, almeno lui è carino >>
<< Ma Breezy... Rick... stiamo parlando di matrimonio, non di cosa mangiare a pranzo! >>
<< Al masssimo divorziate >> sminuì il tutto Breezy
<< No! >> urlò Syd. Rick sorrise e le mise una mano sulla spalla prima di voltarsi verso Breezy
<< Hey Styles, perchè non vi sentite fra un po'? Abbiamo un paio di cose private di cui discutere >> con qualche borbottio Breezy chiuse la chiamata. Syd partì con una filippica su quanto questo fosse una follia e su tutti i motivi per cui loro non dovevano sposarsi. Dopo dieci minuti di monologo, Rick la zittì con un bacio
<< Syd, sappiamo entrambi che vorremmo avere qualcun altro al nostro fianco, come sappiamo che non succederà mai. Io e te ci amiamo almeno un pochino, perchè non passare la vita insieme? >>
<< Perchè io amo Louis! >>
<< E io Julie! Loro hanno scelto altre persone infischiandosene di noi, perchè non possiamo farlo anche noi? >> Syd si zittì davanti a quella logica inoppugnabile. Dopo qualche momento di silenzio, Syd si alzò in piedi e si avvicinò alla libreria bianca protetta da un vetro infrangibile corredato di lucchetto dove teneva le cose più importanti. Fece scorrere l'anta e tirò fuori la scatolina azzurro Tiffany che aveva ricevuto sette mesi prima da Rick, l'aprì con uno scatto e, silenziosamente, fece scivolare l'anello al dito 
<< Mi sento come se avessi firmato un contratto, non come se mi fossi fidanzata >> ammise Syd
<< Perchè è così >> Syd deglutì rumorosamente
<< Che sto facendo? >>
<< La scelta migliore. Cercheremo di essere felici, te lo prometto >> Syd scosse la testa sconsolata
<< Morirei due volte per Louis, ma non so più vivere per lui, l'ho perso, l'ho cambiato >>
<< Tornerà da te. Tornerà per te. Torniamo tutti, alla fine. Cosa fai agli uomini, Syd? >> Rick aveva fatto quell'ultima domanda per alleggerire l'atmosfera, Syd lo prese sul serio e si voltò verso di lui con le lacrime agli occhi 
<< Vi distruggo >>
My Corner:
Hello PP!! 
Sono di frettissima, devo uscire fra dieci minuti e mi devo ancora truccare, ovvero SONO NELLA MERDA.
Dopo i messaggi minatori della carissima PretendToDream (Carola, avevo i brividi mentre leggevo),
ecco il penultimo capitolo!!
Avanti, quante di voi si aspettavano che Rick e Syd tornassero insieme dopo un mese e mezzo che si erano lasciati?
Vorrei farvi notare che il loro matrimonio è più simile a un contratto che a una relazione, ma felice Syd, felice io (Forse non voi, ma sono dettagli)
Louis si è portato a letto una ragazzina, sì.
Era ubriaco, sì.
Si è comportato da testa di cazzo, sì.
Adesso ben gli sta, Syd si sposa con Rick!!
Quindi, nel prossimo capitolo, arriveremo finalmente alla parte clou: 
IL MATRIMONIO.
Citando Harry Potter 2,
"Nemici dell'erede, temete".
Ora, mette PP al posto di "Nemici dell'erede" e l'effetto è perfetto.
Adesso scappo, a presto mie PP!!
xoxoxoxooxo
Mary

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Capitolo 14
*** Speak Now - Firefly ***


Non uccidetemi, vi prego! Si era rotto il pc di mio fratello su cui scrivo e quindi non ho potuto continuare, ma ce l'ho fatta! Ecco qui l'ultimo capitolo e, visto che vi voglio tanto bene e voglio farmi perdonare, oltre a Speak Now ho pubblicato qui sotto anche l'epilogo, Firefly. Buon divertimento! :)
 

Speak Now
But I know you wish it was me,
You wish it was me! (Don't you?)
Don't say yes, run away now!
I'll meet you when you're out
Of the church at the back door.
Don't wait or say a single vow,
You need to hear me out,
And they said "Speak Now"!
-Speak Now, Taylor Swift-
 
<< Sydneeeeeeeeeey!! >> 
Il giorno delle proprie nozze una sposa desidera essere svegliata dolcemente dal cinguettio di uccelli, con un croissant caldo a colazione e un buon caffè accompagnato da betabloccanti per affrontare la giornata. Decisamente nessuna vuole sentire la damigella d'onore che mostra a tutta Manhattan l'estensione delle proprie corde vocali.
Con un mormorio incomprensibile, Syd si ranicchiò sotto le coperte e strinse a sè Luke Skywalker che aveva dormito con lei quella notte
<< Svegliati, Sparks! Oggi ti sposi >> le ricordò Amber
<< Buono a sapersi >> rispose lei. La risata di Kaya fu decisamente gradita, voleva dire che almeno qualcuno era sano in quella camera d'albergo. A fatica, Syd aprì gli occhi.
Sunshine e Sophie erano intente a mettersi lo smalto lilla in tinta con i loro vestiti lavanda da damigelle, Amber stava combattendo arduamente con una forcina per capelli, Kaya si stava truccando e Breezy correva avanti e indietro con il velo del suo vestito da sposa
<< Ragazze >> disse, tutte si voltarono verso di lei, sorprese di vederla già sveglia dopo un solo richiamo << oggi mi sposo >>
<< Per la serie "Capitan Ovvio" >> commentò Sophie roteando gli occhi
<< Non capisci, Sophie. Oggi mi sposo con Richard Van Golden. Diventerò Sydney Van Golden di New York, Sydney Sparks di Holmes Chapel muore fra qualche ora >>
<< Oh, Dio, qualcuno vada a prendere i Betabloccanti che ha dato Daphne >> borbottò Amber
<< Non è quello che vuoi, Syd? >> chiese Kaya. Dolce, ingenua Kaya! Certe cose non poteva proprio accettarle, come quel matrimonio, quando tutti sapevano che Syd amava Louis più di quanto potesse mai amare Rick
<< Certo >> bisbigliò Syd lasciandosi cadere sul letto. C'era voluto un mese intero per ri-organizzare il matrimonio: stessa location, stesso vestito da sposa, stessa chiesa, stesso parrocco e pure stesse promesse di matrimonio, il tutto corredato da interviste su interviste fatte a Syd e Rick su quello che la stampa aveva ribatezzato "Il matrimonio delle disdette". 
Ha ha. 
Molto divertente, davvero.
Dopo una lunga battaglia fra Syd e le lenzuola, finalmente le ragazze riuscirono a farla alzare per prepararla al grande giorno con l'aiuto di Peyton, Daphne, una make-up artist e una parrucchiera
<< Syd, Rachel è qui fuori >> disse all'improvviso Peyton mentre Syd spostava l'anello di fidanzamento alla mano destra
<< Buon per lei, New York è una bella città, si divertirà >> rispose lei. Breezy scosse la testa e le passò la sua giarrettiera
<< Qualcosa di prestato >> spiegò davanti all'espressione stranita di Syd che roteò gli occhi
<< La giarrettiera? >>
<< Preferivi il mio perizoma? >> Syd scrollò le spalle
<< L'abbiamo già fatto >> Breezy rise al ricordo di quella festa di dodici anni prima
<< Syd >> Peyton richiamò l'attenzione su di sè mentre Daphne liberava il vestito dalla sacca << Tua madre vorrebbe aiutarti a vestire >>
<< Sei qui, no? Mi sempra ovvio che mi aiuterai >>
<< Rachel vuole aiutarti a vestirti >> Syd sbuffò sonoramente, s'infilò la vestaglia di seta e aprì la porta della suite con una spinta. Ethan e Rachel erano in piedi lì fuori a chiacchierare, entrambi saltarono al ciocco della porta contro il muro
<< Fratello, sparisci >> Ethan obbedì silenziosamente e sparì nei corridoi del Carlyle, Syd e Rachel si guardavano negli occhi per la prima volta da mesi, se non da anni
<< Mi dispiace >> disse semplicemente Rachel
<< Anche a me, mi dispiace di non essere stata la figlia che volevi, di non essere perfetta, di aver fatto più casini che cose giuste... Quel bambino era l'unica cosa buona della mia vita con suo padre. Tu non hai mai perso una gravidanza, non hai idea di cosa sia >>
<< Ho perso una figlia, però, Syd. Ho perso te quando ho divorziato da tuo padre >>
<< Non mi riavrai, mamma, ma... puoi goderti lo spettacolo >> Syd si fece a lato e con un buffo inchino l'invitò a entrare. Stava per chiudere la porta alle sue spalle quando un trambusto risuonò per il corridoio << Oh cazzo >> bisbigliò vedendo un gruppetto di persone marciare lentamente verso una delle camere << Ragazze, torno subito! >> urlò prima di correre fuori. Harry e Liam sorreggevano un Louis completamente fuori di testa, Niall stava cercando di aprire la porta della camera 221 e Zayn continua a smacchinare con il telefono
<< Che cosa diavolo... >> Syd non fece in tempo a finire la domanda che Louis scoppiò a ridere isterico
<< Giusto, mi mancava vedere la mia ex tutta acconciata per il suo matrimonio con Rick Van Coglionen! >> Syd si voltò verso Liam in cerca di una spiegazione
<< L'abbiamo trovato al bar intento a scolarsi qualche drink. L'abbiamo portato via ma ha passato la notte fuori chissà dove, volevamo sistemarlo prima della cerimonia >> Syd scosse la testa rammaricata e si voltò verso Harry
<< Ti avevo detto di non portarlo, non ce la può fare >>
<< Ha insistito lui >> spiegò Harry. Niall riuscì finalmente a infilare la carta magnetica nel verso giusto, entrarono uno dopo l'altro in silenzio religioso, Zayn esultò all'improvviso facendo sobbalzare tutti
<< Ho travato il metodo rapido per far passare una sbronza! >>
<< Non è sbronzo >> lo liquidò Syd << Avanti, tutti fuori, me ne occupo io >> Syd fermò tutte le proteste dei ragazzi agitando le mano vagamente in aria, solo Harry rimase con lei perchè non aveva alcuna intenzione di lasciare lei e Louis da soli nonostante non avesse ancora perdonato del tutto le parole di Louis. Appena la porta si chiuse, Syd prese il bicchiere d'acqua poggiato sul tavolino lì vicino e lo buttò in faccia a Louis 
<< Che cazzo, Sydney! >>
<< Coglione, dove sei stato? >>
<< A Brooklyn, niente di che >> sminuì lui asciugandosi il viso con la maglia. Syd si avvicinò a lui e lo guardò per bene: barba che doveva essere tagliata, occhi rossi e stanchi, capelli spettinati, colorito pallido...
<< Sei una meraviglia, Tomlinson >>
<< Grazie, tesoro >>
<< Stai qui, non venire >>
<< No! Voglio esserci >>
<< Ti fai solo del male >>
<< Fatti i cazzi tuoi >>
<< Ci provo, porca puttana, ci provo! È un mese che ti guardo stare fuori tutte le notti nei locali, copro le foto e faccio finta di niente, poi tu ti presenti al mio matrimonio... Dannazione Louis, abbiamo avuto le nostre possibilità ma non ha funzionato, lasciami vivere la mia vita adesso! >> Harry si sentiva decisamente di troppo in quella stanza finchè non vide Louis chinare la testa, le spalle scosse da un singhiozzo. Con un solo passo si avvicinò al suo migliore amico e lo strinse in un abbraccio
<< Avanti, Lou, va tutto bene >> cercò di consolarlo. Syd, in imbarazzo, si sedette di fianco a lui sul letto e gli mise un braccio attorno alla vita. Dopo un dieci minuti buono, Louis smise di piangere e Syd si passò un dito sotto gli occhi per raccogliere qualche lacrima ribelle. Harry li guardò seduti di fianco e si rese conto di quanto fosse folle quel matrimonio, quanto Louis stesse soffrendo e quanto Syd fosse brava a fingere forza quando, probabilmente, era lei quella che stava più male. 
<< Hey, facciamo così, Louis. Adesso ti diamo una mano a darti una ripulita e poi vai in chiesa e mi aspetti lì. Guardi fin dove ti senti e poi sei libero di andartene, ok? >> propose Syd. Louis annuì piano. Con uno sguardo d'intesa, Syd e Harry si misero all'opera. Harry trascinò Louis in bagno iniziò a preparare la schiuma per fargli la barba e mentre lo radeva Syd corse in camera sua dove mise a tacere tutte e raziò il beauty case. Tornata in nella 221 trovò Louis in accappatoio appena uscito dalla doccia con Harry che tirava fuori dall'armadio il suo abito per la cerimonia; costrinse Louis a sedersi sul letto e gli pettinò i capelli con il phon
<< Syd! >> esclamò Louis guardandosi allo specchio. Lei si strinse nelle spalle
<< Che ti devo dire, sei più sexy con i capelli sparati in aria >> Harry rise di gusto e entrambi gli ordinarono di continuare a lucidare le scarpe di Ferragamo con un urlato << Lavora, Styles! >>
Syd tirò fuori il collirio e fece cenno a Louis di guardare in alto, lui si lamentò come un bambino
<< È collirio, non veleno >> gli fece notare lei
<< Perchè lo devo mettere? >> lei sospirò
<< Perchè non hai bevuto ma non hai dormito neanche, hai gli occhi da cannato >>
<< I tuoi complimenti sono sempre una goduria >>
<< Grazie, caro >> Louis non tremò mentre le gocce cadevano nei suoi occhi a differenza delle mani di Syd. Harry si allontanò con la scusa del bagno lasciandoli soli, Syd indicò i vestiti sull'appendiabiti e lu fece cadere l'accappatoio senza alcuna vergogna 
<< Forse dovrei scandalizzarmi >> osservò lei
<< Non sei mai stata una puritana >>
<< Ma sto per sposarmi >> Louis si strinse nelle spalle
<< Sai cose di me che mi hanno messo molto più a nudo di quanto non sia ora >> Syd avvicinò le ginocchia al petto e si abbracciò le gambe  << Hai paura? Ti tremano le gambe? >> lei scosse la testa
<< Non me ne sbatte un cazzo >>
<< Lo ami? >>
<< Un po' >>
<< "Un po'"? Che risposta del cazzo >> 
<< Cosa vuoi che ti dica? Lo sposo, qualunque cosa succeda >>
<< Allora perchè sei qui? >> chiese lui aggressivo. Syd si alzò e uscì dalla stanza sbattendo la porta. 
Merda. 
Decisamente doveva rimanersene in camera da lì alla cerimonia. A passo di marcia si diresse verso la sua suite e aprì la porta con un calcio. Breezy alzò lo sguardo dall'ultimo numero di Cosmopolitan con un balzo
<< Che c'è? >> le chiese
<< Tira fuori quel cazzo di vestito e portatemi in quella chiesa, subito >>
 
 
 
 
 
 
<< Sei sicura di farcela? >> domandò Bill guardando il viso cenereo di Syd seduta di fianco a lui in limousine
<< Sì. Devo solo camminare fino all'altare >>
<< La navata è lunga 25 metri >> le ricordò il padre. Lei sospirò e abbassò lo sguardo sul braccialetto blu che aveva comprato per lei Sophie. In testa sentiva il peso del diadema della famiglia Van Golden, attorno alla gamba la giarrettiera di Breezy le stava bloccando la circolazione, i piedi erano massacrati dalle scarpe di Prada e faceva fatica a respirare stretta dall'abito di Vera Wang. La macchina si fermò, si sentiva il vociare e il rumore dei flash delle macchine fotografiche dei paparazzi
<< Ho la nausea >> ammise Syd
<< È normale. Prenditi tutto il tempo che vuoi >>
<< Ho visto Louis >> sputò fuori colpevole
<< E? >>
<< Sta male >>
<< Sì, l'ho visto >>
<< Mi sento in colpa >>
<< Louis ha fatto le sue scelte, tu le tue >> Syd inspirò profondamente e si voltò verso il padre
<< Andiamo al martirio >> Bill aprì la porta della limousine e porse la mano alla figlia aiutandola a uscire, il sagrato della chiesa era gremito di gente fra invitati, fotografi, guardie della sicurezza e semplici curiosi che volevano vedere per due secondi la sposa del matrimonio delle disdette. Di fianco alla porta le damigelle in lavanda aspettavano Syd, fu il sorriso di Breezy a darle la forza di camminare con il padre. Tutti gli invitati corsero dentro come topi, Peyton e Rachel si avvicinarono porgendo a Syd il suo bouquet, Ethan uscì da una macchina con Elliot e Kiki vestita con un vestitino lilla e con in mano il classico cestino di petali da pagetto, Syd la guardò stranita
<< Kiki non porta gli anelli, lo fa il nipote di Rick. Perchè ha il cestino? >> chiese rivolta alla sua Wedding Planner
<< Cazzo >> bisbigliò Daphne << Niente di che, tesoro >> aggiunse a voce più alta << L'ha visto alla suite e voleva giocarci. Sei semplicemente divina, comunque. Quando sei pronta, entriamo >>
<< Andiamo, prima iniziamo, prima finisce, no? >>
<< Quale vitalità >> commentò sarcastico Elliot. Syd gli scoccò un'occhiata di fuoco e si appoggiò a suo padre con i piedi già doloranti; Daphne abbaiò qualcosa nel microfono che aveva indosso e nella chiesa cadde un silenzio religioso mentre le damigelle si mettevano in fila con i testimoni dello sposo per entrare
<< Pronta, pulce? >> Syd annuì una sola volta prima di varcare la soglia con suo padre sulle note della marcia nuziale. Dentro la chiesa era gremita di gente: amici, familiari, colleghi... nessuno aveva rifiutato l'invito. Vicino all'altare c'era Rick, aria nervosa, un fiore all'occhiello e un sorriso solo per lei. A passi lenti e studiati arrivarono alla fine del corridoio addobbato di fiori bianchi e dalle tonalità pastello; con il solito convenevole del bacio alla sposa, Bill salutò sua figlia e andò a sedersi in prima fila con Peyton, Rachel, Sam e Ethan. Syd fu sorpresa di vedere in seconda fila i One Direction al completo con sorrisi smaglianti, tranne Louis, ovviamente, che sembrava la vittima di torture medievali. 
Il parroco invitò tutti a sedere e la cerimonia iniziò.
Parlò ininterrottamente per tre quarti d'ora, parlò dell'importanza del matrimonio e dell'amore e bla bla bla, Syd non ascoltò una sola parola, guardava solo il crocifisso alle spalle del prete: era così simile al crocifisso nella cappella del Princess Grace Hospital di Londra dove aveva rinunciato alla persona che le stava incendiando la schiena con i suoi sguardi.
<< E ora, passiamo al momento cruciale >> disse finalmente Padre Edward, tutti mormorarono sollevati e Syd e Rick si scambiarono uno sguardo complice: avevano scommesso con la loro domestica che gli ospiti si sarebbero annoiati
<< Se qualcuno ha un buon motivo per il quale quest'uomo e questa donna non debbano unirsi in matrimonio, parli ora o taccia per sempre >> Syd ridacchiò sommessamente sentendo tutta la gente alle sue spalle trattenere il respiro perchè quello era il momento che preferiva dei matrimoni: tutti rimanevano immobili per il terrore di essere additati dal prete nonostante fosse una frase di pura formalità. Dopo il sospiro, però, si sentì un generale "oh" e questo era preoccupante.
Rick fu il primo a girarsi e sorrise felice
<< Finalmente! Ho quasi avuto paura di doverla sposare sul serio >> 
<< Eh? >> fece Syd poco finemente girandosi verso di lui
<< Ok, gente! Adesso potete andare, il supplizio è finito. Ci vediamo in chiesa >> Breezy urlò con una certa foga mentre gli invitati si alzavano e se ne andavano. Syd si guardò attorno semplicemente sconvolta cercando di capire cosa stesse succedendo e poi lo vide: Louis, in piedi, pallido e tremante
<< Ti sei opposto >> bisbigliò Syd
<< Non ti lascerò sposare un uomo che ami giusto "un po'" >> rispose lui facendola infuriare
<< Ma che cazzo hai in testa? Un criceto in prognosi riservata, per caso? E dove state andando tutti, giusto per curiosità? >> urlò Syd. Tutti gli invitati si fermarono e la guardarono straniti
<< Oh, giusto, lei non sa >> disse Nick col tono di chi ha avuto un'illuminazione divina. Sadie, al suo fianco con la piccola Syd in braccio, fece un verso sorpreso
<< Scusa Syd, non mi è piaciuto tramare alle tue spalle ma... l'ho ritenuto necessario >> si giustificò Rick mentre snodava il papillion con gesti esperti
<< Non capisco cosa stia succedendo, mi sto solo innervosendo >> sbottò lei 
<< Sì, infatti. Ho deciso due minuti fa di oppormi >> ammise Louis
<< Scelta discutibile, per quanto mi riguarda >> sibilò Syd
<< Ok, partiamo dall'inizio >> sospirò Breezy. 
Cinque minuti dopo, tutti gli invitati erano usciti dalla chiesa tranne i ragazzi dei One Direction, le gemelle, Amber, Kaya, Breezy, Daphne, Rick e Syd e Louis, gli ultimi due seduti di fianco nel primo banco. Louis aveva l'aria confusa e curiosa, Syd ribolliva di rabbia e stava staccando uno a uno i petali dalle peonie del suo bouquet
<< A Settembre, quando sei venuta a Londra dicendo che ti saresti sposata con Rick Van Coglionen, ho deciso che non ti avrei mai fatto fare quest'errore >> spiegò Breezy sedendosi sui gradini dell'altare di fianco a Rick << Le ragazze erano d'accordo e siamo venute qui: dovevamo farti capire che Rick non ti amava sul serio, che l'amore della tua vita è Louis. Harry era preoccupato per Lou, le cose fra lui e Angelina-Stupidina si stavano facendo serie, ci siamo alleati e abbiamo avuto l'idea geniale di organizzare un altro matrimonio lo stesso giorno in cui vi dovevate sposare, eravamo sicuri che Louis si sarebbe opposto, sarebbe bastato farvi passare un po' di tempo insieme >>
<< Così ti ho convinto a venire a Holmes Chapel per Natale >> continuò Harry appoggiato comodamente all'altare << Mentre eravamo lì mi sono reso conto di quanto le cose si stessero facendo pericolose perchè lui era cotto ma tu... tu tenevi il piede in due scarpe, non ti sbilanciavi e avevo paura per lui. È per questo che ti ho attaccato quella mattina, mi dispiace, non avrei dovuto, non sapevo cosa c'era dietro >>
<< Poi c'è stato il compleanno di Ethan >> prese parola Rick << I nodi sono venuti al pettine, io e te ci siamo lasciati e gli altri hanno mandato all'aria l'altro matrimonio. Il giorno del tuo compleanno ci siamo incontrati di nuovo, ho visto quanto soffrivi e ho promesso a Breezy di prendermi cura di te. A quel punto, Kaya ha avuto il colpo di genio: ripartire con il vostro matrimonio. Avevamo bisogno di qualcosa che facesse scattare Louis quindi... >>
<< Quindi gli ho detto di far finta di sposarti >> concluse Amber << Era l'unico modo, anche perchè nel frattempo Louis si è portato a letto la diciannovenne. Abbiamo spedito gli inviti con una lettera che spiegava la situazione a tutti e nascondere alla Regina del Gossip una storia del genere non è stato facile. Dalla tua faccia direi che ci siamo riusciti, vero? >> Syd non rispose, non aveva parole e neanche le aveva Louis
<< Avete fatto tutto questo per... noi? >> chiese sconvolto
<< Avremmo fatto scoppiare una guerra se fosse stato necessario >> ammise Sunshine << Ora, siete pronti? Dobbiamo correre a farvi cambiare! Decisamente non ti sposerai con quel vesito orribile, Sparks! >> Syd non mosse un dito, era nella stessa posizione da dieici minuti circa. Allarmato, Louis si sporse verso di lei e le toccò la spalla. Lei si ritrasse al tocco come bruciata scivolando più in là sulla panca
<< Sydney, tutto bene? >> sussurrò lui vedendola combattere con le lacrime
<< Perchè tutti s'impicciano sempre dei fatti miei? >> singhiozzò buttando a terra i resti del suo bouquet. Breezy la guardò stranita
<< Syd, non vedo il problema. Non capisci, ti abbiamo organizzato il matrimonio e... >>
<< Io non lo voglio sposare >> strillò isterica facendo sobbalzare tutti
<< Ok, questo non era in programma >> constatò Niall 
<< Syd... >> la chiamò Louis provando a riavvicinarsi
<< Stammi lontano! >> piagnucolò alzandosi in piedi, sapeva che se l'avesse toccata sarebbe caduta ai suoi piedi << Tu hai superato tutti i limiti, mi hai tradito con una ragzzina... >>
<< Lei non significa niente per me! >> sbottò lui
<< Ma significa tutto per me! Ho passato un mese senza dormire la notte, a fissare quel cellulare aspettandoti e tu? Tu te la spassavi! >>
<< Mi stai rinfacciano un errore fatto da ubriaco? >>
<< Del tuo stato di ebrezza me ne fotte ben poco, sono stata ubriaca e incazza più volte di te e non ti ho mai tradito >>
<< Sei migliore di me, allora, perchè io non ce l'ho fatta! Io... ero furioso, ok? Mi hai tenuto nascosto una gravidanza, non ho avuto il coraggio di perdonarti >>
<< Allora non fare la predica a me se non ce l'ho neanche io! >>
<< Ma vi sentite? >> tutti si voltarono verso Daphne << Litigate perchè avete paura. Hey, me ne intendo di matrimoni, ne organizzo da una vita! Quando incontro una coppia, lo capisco da come si guardano come finirà e quando guardo voi vedo due vecchietti rughosi su un dondolo che si tengono per mano. Eravate bambini quando è successa la faccenda, Syd si è comportata come una qualsiasi ragazzina di 19 anni, è scappata. Sono passati quasi dieici anni e siete ancora a quel punto, a scappare, lo sapete il perchè? Perchè amare vuol dire non capire più in cazzo, agire d'istitnto e pentirsi, vero Louis? Dareste la vostra vita per l'una per l'altro e questo fa paura, com'è giusto che sia, così correte e correte e correte, sperando di allontanarvi. Non ci riuscite mai, sappiatelo, non è il vostro destino, quindi, la domanda è, perchè combattere l'inevitabile? >> in quella chiesa regnava il silenzio mentre Syd si lasciava scivolare a terra contro una colonna. Rick fu il primo ad alzarsi e uscire imitato dagli altri, Harry sorrise chiudendo la porta dietro di lui, sapendo che lì dentro la magia stava avvenendo di nuovo. 
Louis s'inginocchiò davanti a Syd, gentilemente le alzò il viso e asciugò le sue lacime con un fazzoletto, lei teneva gli occhi bassi.
<< Sposami >> disse Louis << Sposami perchè lascio i calzini sul pavimento del bagno ogni volta che faccio la doccia, perchè passò più tempo lontano che di fianco a te, perchè sono inseguito da donne ovunque vada, perchè non so cucinare, perchè sbaglio sempre quando si tratta di te, perchè ho quattro sorelle più piccole che ti stalkerano da anni, perchè bevo sempre il tè prima di dormire, perchè so a memoria il libro che hai scritto, perchè so ascoltare le tue poesie, perchè ti lascio i post-it nei posti più assurdi per ricordarti che sono sempre con te, perchè conosco il tuo corpo meglio del mio, perchè ti asciugo sempre le lacrime e perchè... perchè ti amo e preferirei morire che farti soffrire >> 
<< Scappa >> bisbigliò lei << Scappa perchè ti farò impazzire da qui alla fine della mia vita, perchè sono una nevrotica caffeinomane, perchè la notte rimango sveglia a guardarti dormire come una psicopatica, perchè a volte vorrei uccidere tua madre e i suoi dolci ipercalorici e tentatori, perchè mi fa impazzire svegliarmi da sola nel letto, perchè prima o poi ucciderò le tue fan, perchè sono gelosa come Whinnie The Pooh lo è del miele, perchè so che hai una voglia di caffè sulla nuca, proprio all'attaccatura dei capelli e lo so da anni, perchè non ti lascerò mai più e perchè ti amo più di quanto sia lecito amare >> Louis le sorrise dolcemente e lei l'imitò prima di scoppiare a ridere come una pazza. 
A volte ridere è l'unica cosa che rimane da fare perchè le parole sono sempre difficili da scegliere. Una risata esprime più di cento discorsi di politici. Le risate più belle si dividono con le persone che ami, non bisogna esserne gelosi e Syd lo capì seduta con un vestito da sposa che neanche le piaceva sul marmo freddo di una chiesa di New York davanti a Louis che si stava sganasciando dalle risate e l'attirava verso di lui.
 

Ok, piccola intromissione: d'ora in poi state leggendo Firefly!

Firefly

Little one, lay with me.
Sew your heart to my sleeve,
We'll stay quiet
Underneath shooting star,
If it helps you sleep.
And hold me tight,
Don't let me breathe.
Feeling like
You won't believe
-Firefly, Ed Sheeran-
 
<< Cosa fai? >> borbottò Louis a occhi chiusi. Syd ridacchiò
<< La psicopatica >> lui socchiuse un'occhio per guardarla
<< Da quanto mi fissi? >>
<< Un'oretta >> ammise lei colpevole
<< Sei inquietante >>
<< Mi ami anche per questo, no? >>
<< Decisamente no >> lei fece una smorfia e lo colpì con un cuscino << Ahi! Due giorni di matrimonio e già mi picchi? Guarda che la violenza domestica è un reato >>
<< Davvero? >> lui si strinse nelle spalle facendola ridere. Syd si alzò dal letto infilandosi la vestaglia, prese dalla sua valigia un quadernetto nero e una penna prima di tornare a letto. Louis le accarezzava distrattamente la gamba quando le chiese cosa stesse facendo
<< Ho iniziato a tenere un diario quando ho iniziato a frequentare il gruppo di supporto per donne che perdono le gravidanze, devo annotare quanto successo negli ultimi giorni. Mi dai una mano? >>
<< Mmmm... allora, ti stavi per sposare con Rick Van Golden ma i nostri amici avevano altri piani >>
<< Da lì hanno trascinato me a casa di Sadie e Nick e tu a casa di Robin. Mi hanno dato il mio bellissimissimo vestito da sposa disegnato a sette anni e sono venuta in chiesa da te >>
<< Hai pianto per tutta la cerimonia >>
<< Questo si può omettere >>
<< No, toglieresti parte della poesia. La festa era al Carlyle, abbiamo ballato, mangiato e cantato con i 150 invitati >>
<< Ed Sheeran ha scritto una canzone per noi e si è esibito live per noi >>
<< Giusto. Alle due del mattino Sophie e Zayn ci hanno dato i biglietti per il nostro viaggio di nozze e adesso siamo a Parigi, dove no abbiamo fatto niente se non fare l'amore... questo puoi evitarlo >> lei annuì concorde. Con un sospiro avvicinò a sè la mano sinistra di Louis e guardò attentamente la fede 
<< E ora? >> chiese Syd
<< Immagino andremo avanti. Come vedi la nostra vita? >> Syd sorrise dolcemente mentre Louis l'avvicinava a sè in un abbraccio
<< Vivremo a Londra... anzi, no, in una villetta appena fuori città. Avremo una casa bianca con una staccionata bianca >>
<< Fa molto America, ma va bene >>
<< Avremo un dondolo sulla veranda e tanti fiori >>
<< Passerò quanto più tempo possibile con te. Tornerai a lavorare a BQ? Il posto di Caporedattore è ancora libero >>
<< No, non credo tornerò lì. Voglio scrivere, sul serio. Tipo come gli scrittori >>
<< E cosa scriverai? >> Syd guardò Louis negli occhi con uno sguardo pieno d'amore
<< Scriverò di noi, di Walt Whitman, dei nostri amici e dei nostri bambini >>
<< Quali bambini? >>
<< Quelli che ho initenzione di concepire a Parigi >>
<< Oh, beh... allora è meglio riprovare >>
 
Oh mio Dio, è finita!!!!!!!
Sigh.
Così si conclude la storia di Louis e Syd, definitivamente.
Wow, mi sento svuotata.
E sollevata, a essere onesta!
Questa è la mia ultima FF per un po', ho deciso di cimentarmi con una fiction romantica che sto ancora progettando, quindi potete tirare un sospiro di sollievo!!
Passiamo ai ringraziamente?
Sì, direi che è il caso:
Grazie ai computer mio e di mio fratello che hanno saputo rompersi nei momenti migliri.
Grazie ai miei prof che mi hanno massacrato di compito lasciandomi senza tempo per scrivere.
Grazie al ventilatore che mi sta facendo aria in questo momento.
Grazie a tutte voi, mie PP, che mi avete sopportato, in particolare grazie alla mia cara Sophie, ovvero lifetimestuckinsilence (a proposito, avete letto il primo capitolo della sua FF You're the best thing, that's ever been mine? Vi assicuro che promette mooooolto bene!), a Carola, su EFP PretendToDream con i suoi messaggi minatori (grazie cara, ho avuto gli incubi ogni sabato sera grazie a te <3 ) e alla mia Spinning_Top_Hope (leggete tutte la sua Biancaneve al College, vero?).
Bene, direi che non ho nient'altro da dire se non Buona Estate.
Grazie ancora <3
xoxoxoxoxoxoxo
Mary

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