Una mamma per le mie figlie

di Camilla L
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Introduzione ***
Capitolo 2: *** MaryAnne e Sophia McCarty ***
Capitolo 3: *** Nuove conoscenze ***
Capitolo 4: *** Quello strano legame chiamato imprinting ***
Capitolo 5: *** La prima breve vita di Emmett McCarty ***
Capitolo 6: *** Passeggiata notturna ***
Capitolo 7: *** Quella piccola peste di Sophia ***
Capitolo 8: *** Finalmente Emmett & Rosalie ***
Capitolo 9: *** La famiglia McCarty ***
Capitolo 10: *** Padri, zii e fratelli ***
Capitolo 11: *** L'inizio della felicità (Epilogo) ***



Capitolo 1
*** Introduzione ***



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Introduzione

 

Buonasera bella gente!!!!!!

 

Prima che iniziate a leggere vi devo spiegare un paio di cosette...

 

...questa storia parte da quando Alice e Jasper tornano a Forks con Nahuel e sua zia Huilen. Insieme a loro ci sono altre due piccole mezze vampire, si tratta delle figlie di un giovane vampiro che Joham ha trasformato per avere finalmente l'ibrido maschio che tanto desidera (dato che Nahuel non ne vuole sapere di lui!), quel giovane vampiro si chiama Emmett McCarty e quella sarà l'occasione per conoscere Rosalie e tutto il resto della famiglia...

 

Fino ad ora ho scritto poco sulla coppia Rosalie e Emmett, anche se mi piacciono molto, così ho deciso di dedicarmi un po' a loro...

Questa sarà una storia molto breve, anche perchè ne ho altre da finire!

Spero vi piaccia almeno un pochino e che mi facciate sapere cose ne pensate...

 

Baci baci

 

Camilla

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Capitolo 2
*** MaryAnne e Sophia McCarty ***


MaryAnne e Sophia McCarty

 

Pov Emmett

 

Quando quella piccola vampira di nome Alice è arrivata fin qui dall'America per cercare qualcuno che testimoniasse che la sua nipotina non è una bambina immortale, ma una bimba per metà umana, non ho potuto fare altro che partire di corsa per dare una mano a lei e alla sua famiglia. Se ci fossi io in quella situazione, accetterei l'aiuto di chiunque, farei di tutto per mettere al sicuro le mie figlie, le mie meravigliose figlie: sono la mia vita, morirei se succedesse loro qualcosa.

Anche loro sono come la nipote di Alice, ma non sono di certo nate da un grande amore come quella piccola Americana.

MaryAnne e Sophia, questi i nomi delle mie piccole, hanno rispettivamente tre anni e sette mesi, anche se sembrano molto più grandi della loro età.

Joham, una sorta di scienziato pazzo, dopo aver avuto quattro ibridi da quattro malcapitate donne umane, ha deciso di trasformare lui stesso un ragazzo umano in vampiro perchè potesse dargli il tanto desiderato ibrido maschio che bramava con tutte le sue forze, dato che l'unico che è nato dalla sue “relazioni esperimento”, Nahuel, non è interessato ad unirsi a lui e alle sue eccentriche follie.

Quel ragazzo umano sono io, Emmett McCarty e, quando è nata la mia seconda figlia femmina, il pazzo non ha voluto più saperne di me e delle mie piccole; così, da allora, viviamo in giro per il Sud America con Nahuel e sua zia Huilen.

Joham mi ha trasformato poco più di tre anni fa e, fin da quando ero ancora un vampiro neonato, mi ha praticamente costretto ad avere rapporti con ragazze umane. All'inizio non capivo che quello che stavo facendo, non era sesso come lo ricordavo io, ma qualcosa più simile ad una tortura e, qualche volta, anche ad un omicidio. Per fortuna non ho dovuto “torturare” molte ragazze prima di fecondarne una col mio veleno e, dopo qualche mese dalla mia trasformazione, è nata MaryAnne, chiamata più semplicemente Annie. Quando il mio creatore ha scoperto che si trattava dell'ennesima “inutile” femmina voleva ucciderla e ho dovuto supplicarlo e promettergli di essere al suo completo servizio perchè non lo facesse. Avevo praticamente già ucciso sua madre non potevo permettere che succedesse anche a lei.

I bambini metà umani e metà vampiri, dopo una brevissima gestazione, vengono al mondo uscendo dal corpo della madre umana facendosi largo coi loro denti ereditati dal padre vampiro e, anche se è brutto da dirsi trattandosi di una parto, facendo a pezzi la madre.

La mia piccola Annie era ed è la mia esatta fotocopia, ha perfino i miei occhi umani e, la prima volta che quel pazzo me l'ha messa tra le braccia, me ne sono innamorato perdutamente, così com'è successo con sua sorella, nata qualche mese fa.

Dopo la nascita della mia prima figlia, Joham mi ha obbligato a nutrirmi di sangue animale, invece che di quello umano, perché voleva sperimentare se quel tipo di alimentazione gli avrebbe dato ciò che voleva. Devo dire che quella è stata la sua unica decisione che abbia mai approvato, nutrirmi di animali (dieta che hanno adottato poi anche le mie figlie, anche se, volendo, possono nutrirsi in alternativa di cibo umano) e sapere che ho almeno risparmiato la vita ad innocenti esseri umani invece che dissetarmi col loro sangue, mi fa sentire molto meno in colpa, nonostante in questi anni fossi obbligato a fare sesso con povere ragazze umane, attratte dal mio fascino e ignare del loro destino. Se non lo avessi fatto Joham avrebbe fatto del male a mia figlia e non lo avrei mai permesso.

Quando è nata Sophia me l'ha messa tra le braccia e mi ha detto di sparire, dato che mi considerava inutile come le mie figlie. Non gli avevo dato ciò che voleva e Nahuel continuava ad essere l'unico ibrido maschio al mondo e, a quanto pare, l'unico in grado di trasformare qualcuno in vampiro: questo è l’unico motivo per cui il pazzo Joham ne desidera così tanto un altro.

Quando Alice ci ha comunicato che i Volturi (che ho scoperto essere una sorta di casta Reale vampira!) volevano uccidere la sua nipotina perchè la credevano una bimba immortale, non ci ho pensato su due volte a partire di corsa per testimoniare che non è affatto così. Non mi importa che quella bimba e tutta la sua famiglia per me siano degli emeriti sconosciuti, nessuno può far del male a dei bambini, soprattutto senza alcun motivo per farlo.

Renesmee, così si chiama la nipote di Alice, ha più o meno la stessa età di mia figlia Sophia e questo paragone mi ha fatto a dir poco rabbrividire; se qualcuno osasse solamente avvicinarsi alle mie piccole le difenderei anche a costo della mia stessa vita e credo che sia lo stesso per tutta la famiglia di Alice, visto che lei ed il compagno si sono precipitati qui dall'America per cercare testimoni…e pensare che loro sono solo gli zii!

Siamo partiti di corsa da circa un paio d'ore, Annie corre con le sue gambe, dimostra solo nove o dieci anni, ma corre veloce quasi come noi vampiri, Sophia, invece, è aggrappata alla mia schiena, anche lei è molto veloce, ma le sue gambette da bimba di circa due anni non le permettono di tenere il nostro passo.

-Quanto manca papà?-mi chiede Sophia, distogliendomi dai miei pensieri.

-Perchè me lo chiedi? Sei stanca di viaggiare?-le chiedo.

-Un po'! Anch'io voglio correre!-mi risponde.

-Quando arriveremo faremo una lunga corsa solo tu ed io, ok? Ma ora abbiamo una certa fretta, te l'ho già detto cucciola, non possiamo aspettarti!-cerco di spiegarle.

-Va bene!-mi dice, con una certa rassegnazione nella voce e appoggiando la testolina sulla mia spalla destra.

Sophia ama molto correre, non farebbe altro. A volte mi sembra che abbia imparato a farlo ancora prima di imparare a camminare e, per fortuna, ha capito quasi subito che non può farlo da sola.

Fino a qualche tempo fa, di tanto in tanto, scappava via all'improvviso solo perchè le era venuta voglia di correre un pò, ma vedermi arrabbiato non dev'esserle piaciuto molto perchè ha smesso di farlo. Caratteristica che non ha in comune con la sorella, Annie non ha paura di niente e di nessuno, figuriamoci di me, ma non è mai stata una bambina vivace e, di conseguenza, non ho mai dovuto arrabbiarmi molto con lei.

A dire il vero mi è sempre sembrata più un'adulta in miniatura che una ragazzina, anche quando parla sembra molto più grande, addirittura più degli anni che dimostra fisicamente, lo fa poco, ma sa sempre quando e cosa dire, credo che questo lo abbia ereditato da sua madre, perchè io non sono proprio così, anzi a volte tendo a parlare così tanto che vengo ripreso perfino dalle mie bambine.

Tra le due Annie è quella che mi assomiglia di più fisicamente, invece Sophia ha il mio stesso carattere, anche lei è molto loquace e, perennemente, allegra come me, ma fisicamente è l'opposto, sua sorella ed io abbiamo i capelli molto più scuri dei suoi e, caso strano, ha ereditato da sua madre l'unica cosa che mi ricordo di lei, i suoi meravigliosi occhi azzurri come il cielo.

Quando ho dovuto decidere come chiamare le mie bimbe non ho avuto dubbi, alla prima ho dato i nomi delle mie nonne, Mary e Anne, ricordo davvero poco di loro, ma l'affetto che ci legava è ancora impresso nella mia mente e soprattutto nel mio cuore; alla seconda, invece, ho dato il nome di mia madre, lei la ricordo benissimo, anche se a volte preferirei non farlo, in quel caso mi mancherebbe di meno! Credo che sarebbe felice di sapere che è diventata nonna e penso che si innamorerebbe all'istante delle sue nipotine, così come è successo a me; purtroppo credo che non le incontrerà mai, ci sono troppe cose che non saprei come spiegarle come ad esempio, il fatto che sono sparito da tre anni e ho una figlia quasi adolescente.

Mentre faccio queste riflessioni siamo arrivati al mare e, non appena Sophia capisce che ci si dovrà tuffare, inizia a fare i capricci. Non so perchè, ma nonostante sia praticamente invincibile, ha una vera e propria fobia per l'acqua, perfino farle il bagnetto è una vera e propria impresa.

-Io nell'acqua non ci vengo!-si impunta, la mia piccola testona.

-Su piccola, non fare così! Ti porterò io e ti terrò stretta stretta per tutto il tempo! Lo sai che non ti lascerei mai andare, vero?-le chiedo, accarezzandole i capelli.

-Ma il mare è profondo!-dice ancora.

-Ma i vampiri non vanno a fondo e se tu sarai sulla mia schiena non ci andrai nemmeno tu!-tento di spiegarle.

-Ne sei sicuro?-mi chiede preoccupata.

-Certo che ne sono sicuro, nessuno nuota meglio dei vampiri!-le rispondo, mentre Jasper, il compagno di Alice, tenta di rasserenarla col suo potere di manipolatore di emozioni.

-Allora possiamo andare, ma promettimi che non mi lascerai andare!-mi dice, non ancora completamente tranquilla.

-Ti prometto che non ti lascerò andare né ora né mai, lo sai che tu e tua sorella siete le persone più importanti della mia vita e non permetterò mai e poi mai che vi succeda qualcosa!-le dico, prima di baciarle la fronte.

-Ti voglio bene papà!-mi dice, stringendo le sue braccine al mio collo.

-Anch'io tesoro mio, non sai quanto!-le dico, stringendola a mia volta.

Quando mi stacco da Sophia, per farla risalire sulla mia schiena, noto che Annie sta facendo la stessa cosa con Jasper. Non so come abbiano fatto, visto che entrambi parlano pochissimo, ma sembra che quei due abbiano legato alla perfezione. Anche ad Alice è sembrato strano questo rapporto, dice che è la prima volta che il suo compagno si affeziona così apertamente a qualcuno e che nemmeno con Renesmee sembra così zio come con mia figlia.

A me questo non può fare altro che piacere: le mie figlie, da quando sono nate non hanno avuto altro che me così ora non ci vedo niente di strano se si affezionano a qualcuno che dedica loro un po' di attenzioni. Vorrei tanto trovare una compagna per dare loro una madre prima che la loro breve infanzia sia finita, ma al momento la vedo una cosa un po' irrealizzabile, non è facile trovare una vampira che si nutra di animali (non voglio al fianco delle mie figlie qualcuno che segue la dieta tradizionale!) e che accetti senza remore, e che soprattutto ami almeno la metà di quanto le ami io, le mie bambine.

Dopo una bella nuotata Alice ci comunica che manca poco a destinazione e, mentre gli altri si dirigono verso il campo dove si sta tenendo l'incontro-scontro coi Volturi, le mie figlie ed io ci dirigiamo verso la casa di Alice e la sua famiglia. Di comune accordo con gli altri abbiamo deciso che noi interverremo solo in caso di necessità, è inutile esporre al pericolo altre due bambine, oltre a quella che, suo malgrado, già si trova coinvolta.

Quando mi trovo davanti la grande casa rimango a bocca aperta per quanto è magnifica, così come le mie figlie che in vita loro hanno visto ben poco oltre alle foreste dove passiamo la maggior parte del tempo.

Questi Cullen ancora non li conosco, ma devo dire che, dal quel poco che so e che vedo, mi piacciono già. Il fatto che si nutrano di animali li fa vivere serenamente con gli esseri umani e questo è il modo in cui desidero crescere le mie bambine, speriamo che stare un po' a contatto con loro mi aiuti a capire come posso fare per far vivere alla mia famiglia una vita il più normale possibile.

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Capitolo 3
*** Nuove conoscenze ***


Buongiorno e Buon Weekend!!!

Non credevo di riuscire a finire questo capitolo entro questa settimana, ma alla fine eccolo qua!!! Spero vi piaccia e che non troviate troppi errori...sto provando a disintossicarmi dalla Beta!!! A parte gli scherzi, vi auguro buona lettura!!!!

 

 

 

Nuove conoscenze

 

Pov Rosalie

 

Ora che il pericolo è scongiurato possiamo tornare a vivere la nostra vita come se niente fosse successo, lo dobbiamo fare soprattutto per la mia adorata nipotina Renesmee. Lei non sa nemmeno cosa sia una vita normale, è nata da pochi mesi e da allora tutto il nostro mondo è stato sconvolto, in parte in positivo, dato che il suo arrivo non ha allietato solo i suoi genitori, ma anche tutto il resto della famiglia (lupi compresi!), quello che mi rattrista di più è che, oltre a crescere velocemente, la sua breve infanzia è stata turbata da questi eventi decisamente poco adatti per la sua età, negli ultimi mesi siamo stati presi solo da come uscire vivi da questo incontro-scontro con i Volturi, invece di starcene a casa con lei a giocare e a farle vivere serenamente i pochi anni di spensierata fanciullezza che le spettano.

Quando i Volturi se ne sono andati con la coda tra le gambe, grazie all'intervento di Alice, Jasper e i testimoni che hanno trovato in Sud America, ho visto tutti i miei famigliari abbracciare il proprio compagno o compagna e il quel momento mi sono resa conto che io da abbracciare non ho proprio nessuno! Ok, ho festeggiato anch'io con loro e non posso essere più felice di così per come sono andate le cose, ma piacerebbe tanto anche a me avere qualcuno con qui passeggiare mano nella mano verso casa, esattamente come stanno facendo tutti gli altri.

-Anche tu sola eh?-mi chiede una voce femminile alle mie spalle.

-Ciao Leah! Mi sembrava di aver sentito un aroma poco piacevole nei paraggi.-le dico, con un leggero sorriso. Ora che il pericolo è scongiurato perfino i lupi mi sembrano più simpatici.

-Se vuoi me ne vado!-mi dice lei.

-No, resta pure! A quanto pare siamo le uniche che non hanno qualcuno con cui festeggiare.-le dico io.

-Pare proprio di si, perfino mio fratello Seth ha trovato qualcuno con cui farlo! Lui ed Edward sembrano amici d'infanzia.-commenta.

-E' vero, da quando hanno combattuto fianco a fianco l'anno scorso sono diventati inseparabili.-aggiungo.

-Però, devo dire, che anch'io mi devo ricredere su di voi: non siete così male come credevo!-commenta.

-Posso dire la stessa cosa di voi...a parte la puzza!-scherzo.

-Beh, quello è reciproco!-dice, ridendo insieme a me.

Le nostre risate arrivano anche al resto del gruppo, cioè la mia famiglia, il resto del branco di Leah e i due preziosi testimoni Sudamericani, che si gira stupito di quello che ha appena sentito.

-Oh! Le zitelle acide hanno fatto amicizia, potreste sempre fondare un club!-ci prende in giro Jacob.

-Ma quanto sei simpatico eccelso Alpha!-gli risponde Leah.

-Se farti fuori non recasse tanto dolore a mia nipote l'avrei già fatto da un sacco di tempo!-aggiungo io.

-Ma zia Rosalie!-mi riprende Renesmee.

-Non preoccuparti tesoro mio, la zia e Jacob stanno solo giocando!-la tranquillizza Bella, fulminandomi con gli occhi. Quando si tratta di Jacob non riesco proprio a trattenermi, nemmeno in presenza di mia nipote. Ho sbagliato...quasi tutti i lupi sono simpatici!

-E' vero amore della zia, stavo scherzando, non voglio fare proprio niente a Jacob!-la rassicuro anch'io, baciandole i capelli.

Mentre sono ancora intenta a rassicurare la mia nipotina che il suo bel cucciolo da compagnia non corre nessun pericolo sentiamo della voci, probabilmente vampiri...

-Sophia!-urla uno di loro.

-Ma chi è?-chiede Bella, stringendosi la sua bambina al petto.

-Ah, non preoccupatevi è solo Emmett! Lui e le sue bambine sono venuti con noi dal Sud America!-ci spiega Nahuel.

-Ne esistono altri come voi?-gli chiede Carlisle.

-Oltre a me, le mie sorelle e Renesmee ci sono anche Annie e Sophia.-gli risponde lui.

-Abbiamo preferito non farli intervenire per non mettere altre due bimbe in pericolo, ci avrebbero raggiunto sul campo di battaglia solo in caso di necessità.-ci spiega Alice.

-Avete fatto benissimo, c'erano già abbastanza vite a rischio, senza dovere esporre anche loro al pericolo.-si congratula Carlisle.

Subito dopo ci troviamo davanti una bellissima bambina bionda, più o meno della stessa età di Renesmee.

-In quanti che siete!-esclama la piccola, bloccando di colpo la sua corsa.

Dopo di lei arriva un vampiro che dimostra all'incirca vent'anni, alto poco meno di due metri, coi capelli folti e scuri e gli occhi di un giallo oro quasi brillante...e bello come il sole! Insieme a lui c'è un'altra bimba che dimostra all'incirca nove anni e che è la sua esatta fotocopia.

-Sophia, ma si può sapere dove stavi scappando? Non ti avevo detto di fare una corsa solo nei dintorni della casa?-dice il giovane vampiro alla bimba più piccola.

-Si, ma mi ero stancata di correre intorno!-gli risponde lei.

-Il viaggio di ritorno lo farai tutto sulle mie spalle così impari a scappare.-le dice ancora il padre.

-Ma avevi detto che potevo correre un po' anch'io!-afferma lei triste.

-Ora ho cambiato idea!-continua lui, con un tono che non ammette repliche.

-Uff, va sempre a finire così!-dice lei, sbuffando e mettendo il broncio.

-Scusate l'inconveniente!-dice poi il padre a noi.

-Non preoccuparti Emmett, sono cose che possono succedere, comunque tutti loro sono la mia famiglia.-gli dice Alice, indicando noi.

-Piacere di conoscervi, io sono Emmett McCarty, la piccola fuggitiva è Sophia e questa bella signorina è MaryAnne, anche se preferisce farsi chiamare Annie.-ci dice, accarezzando i capelli della figlia più grande.

-Il piacere è tutto nostro Emmett, ringraziamo te e le tue figlie di essere venuti fin qui ad aiutarci.-gli dice Carlisle.

-In fondo non abbiamo fatto altro che aspettarvi a casa e poi, non appena ho saputo cosa vi è successo non ho potuto fare altro che venire qui, se succedesse a me accetterei l'aiuto di chiunque.-afferma il bel vampiro.

-Comunque grazie infinite Emmett, io sono Edward il padre di Renesmee e perciò ti posso assicurare che capisco le tue motivazioni, ma rimane il fatto che non è da tutti esporsi così in prima persona, per di più tu avevi molto di più degli altri da perdere.-gli dice Edward, facendo un piccolo gesto col capo per indicare le sue figlie.

-Cosa ne dici di venire un po' a casa nostra per conoscerci meglio?-gli chiede poi Carlisle.

-Per me va benissimo e credo che le mie figlie si siano innamorate di casa vostra, sarà perchè non siano dei gran frequentatori di case a dire il vero.-scherza, il sempre più bello, Emmett.

-Potete anche darvi una rinfrescata e cambiarvi se volete, credo che a Sophia vadano a pennello i vestiti di Renesmee e a Annie quelli di Alice!-gli dice Bella, strizzando l'occhio a Alice.

-Ehi, ma io non ho nove anni!-interviene mia sorella.

-No...otto!-la corregge Jasper, procurandosi un pugno su una spalla dalla compagna.

-Siete davvero carini e gentili, ma non vorremmo arrecarvi troppo disturbo!-dice poi.

Il nuovo arrivato, oltre che bello è anche molto gentile e un bravissimo padre...chissà se avrò mai la fortuna che uno così si accorga di me?

Anche le sue bambine sono davvero deliziose, quella più grande, identica al padre, ha un'espressione talmente seria che sembra quasi appartenere più ad un'adulta che ad una ragazzina, però ha due occhi verdissimi che sprigionano solo allegria e serenità, come dovrebbero essere quelli di tutti i bambini, credo che suo padre abbia tutto il merito di questo. La piccola, invece, ha tutta l'aria di essere una piccola peste, a parte la fuga, ha davvero lo sguardo di chi ne vorrebbe combinare di tutti i colori!

-Emmett, la mia bambina vorrebbe tanto conoscere Annie e Sophia!-gli dice poi Bella.

-Ma certo, venite bambine!-dice alle sue piccole, avvicinandosi a Bella che tiene ancora in braccio Renesmee.

-Ciao, io sono Sophia!-dice la piccola a mia nipote.

-E io Annie!-l'altra.

-Renesmee, guarda che non posso parlare sempre io per te, ce l'hai la voce!-le dice sua madre, dato che le sta comunicando col suo dono quello che vuole dire.

-Io sono Renesmee!-dice poi timidamente.

-Scusatela è che preferisce parlare attraverso il suo dono che con le parole.-la scusa Bella.

-Non fa niente, anche Annie all'inizio era così! Può entrare nella mente di chi vuole per comunicare e per mesi ha parlato solo così!-ci spiega Emmett.

-Wow! Hai un bel potere piccola!-dice Carlisle.

-Si, ma non lo uso quasi mai! Papà dice che è pericoloso entrare nella mente di chi non conosco.-gli spiega la piccola Annie.

-Se il tuo papà vuole, mi dimostri cosa sei capace di fare?-le chiede poi.

-Certo, vai pure tesoro!-le dice il padre.

-Wow! Davvero incredibile!-esclama un attimo dopo mio padre.

-Cosa sa fare?-gli chiede Edward curioso.

-Entra nella mente e comunica con te telepaticamente, sembra una conversazione normale solo che è fatta solo col pensiero.-spiega.

-E leggi anche i pensieri?-le chiede poi Edward, contento di aver finalmente trovato qualcuno come lui.

-Si!-risponde lei.

-Sai che anch'io ho un potere simile al tuo! Solo che io sento tutti contemporaneamente!-le spiega Edward.

-Sempre?-chiede stupita e curiosa.

-Si, se vuoi puoi provare ad ascoltare insieme a me!-le risponde mio fratello.

Lei si gira verso suo padre che le da il suo consenso son un cenno della testa e un sorriso.

-Non mi piace la tua testa, c'è troppa confusione!-dice ad Edward poco dopo, facendoci ridere tutti.

-In effetti piccola credo che sia meglio il tuo di potere! Io non posso collegarmi e scollegarmi quando voglio!-le spiega Edward.

-Ma sei riuscita ad entrare anche nella mia testa?-chiede poi Bella alla piccola Annie.

-Annie, lo sai che devi chiedere il permesso prima di farlo!-la riprende suo padre.

-Scusa, non lo faccio più!-si scusa velocemente.

-No, non è per quello tesoro, solo che finora solo Renesmee c'era riuscita! Non preoccuparti non hai fatto niente di male!-la tranquillizza Bella.

-Credo che aggirare il tuo scudo sia una caratteristica degli ibridi allora!-constata Carlisle.

-Credo anch'io!-aggiunge Bella.

Devo smettere di fare pensieri poco casti su Emmett, non vorrei che quella piccola mi entrasse nella mente e vedesse cose che non dovrebbe vedere.

-Allora andiamo verso casa o no? Non vedo l'ora di indossare qualcosa di decente, non so da quanto, ormai, ho gli stessi vestiti.-chiede l'impaziente Alice.

-Meglio andare, prima che ti si irriti la pelle!-la prende in giro Bella.

-Sei fortunata che hai la bambina in braccio altrimenti ti avrei già invitato a correre!-controbatte l'altra.

-Uh...che paura!-continua Bella.

Nel tempo in cui continua il divertente battibecco tra le mie sorelle sento qualcuno che mi strattona la maglia da dietro, quando mi giro vedo che è la piccola Sophia.

-Ciao piccola!-le dico.

-Ciao, come ti chiami?-mi chiede.

-Rosalie e tu dovresti essere Sophia, giusto?-le chiedo io, inchinandomi per guardarla in faccia.

-Si, giusto! Io sono Sophia Vivian McCarty! Il mio papà dice che devo dirlo tutto intero quando mi presento!-mi spiega.

-Ha proprio ragione il tuo papà! Io invece mi chiamo Rosalie Lilian Cullen!-preciso.

-Hai davvero un bel nome!-mi dice, prima che suo padre ci interrompa.

-Scusa se ti ha dato fastidio, ma le piace tanto chiacchierare e incontriamo raramente qualcuno con cui farlo.-mi dice lui.

-Non preoccuparti, nessun disturbo!-dico, alzandomi.

Wow! Visto da vicino è ancora più bello, il suo sorriso quasi abbaglia, ma dov'è stata nascosta fino ad ora questa meraviglia? Rimarrei ore a fissarlo! E credo che se ne sia accorto perchè anche lui mi sta fissando con una certa insistenza!

Solo un improvviso urlo di Leah mi distrae dalla mia contemplazione...

-Seth!-lo chiama la sorella.

Improvvisamente tutti ci giriamo verso di lui e capiamo subito cosa ha appena visto sua sorella, il giovane licantropo ha la stessa espressione che ha Jacob quando guarda Renesmee...un altro che ha da poco trovato la sua compagna per l'eternità!

 

 

 

Prima di salutarvi volevo ringraziare di cuore la mia Beta dany60, per la pazienza che ha portato finora e informarla che non si libererà tanto facilmente di me!!!

Per gli appassionati della coppia Rosalie/Emmett volevo dirvi che ho scritto altre due OS su di loro dal titolo: Io dico no e L'inferno non è poi così male se ottieni di tenerti un angelo, se vi va di passare ne sarei felice!!!

Baci Camy

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Capitolo 4
*** Quello strano legame chiamato imprinting ***


Quello strano legame chiamato imprinting

 

Pov Emmett

 

Appena sento quella giovane nativa americana chiamare a gran voce suo fratello (vista la somiglianza deduco che sia così!) mi giro nella stessa direzione in cui si voltano tutti gli altri e capisco immediatamente cosa sta succedendo a quel ragazzo. Grazie alla fornitissima biblioteca di Joham e alla sue infinite ricerche ed esperimenti, in questi anni ho potuto farmi una cultura su tutto il mondo sovrannaturale e, anche se non ho mai visto uno come lui, capisco subito che quello non è un ragazzo qualunque e che il modo in cui fissa la mia bambina non è dovuto al caso; quel giovane dalla pelle olivastra è un licantropo o, meglio un mutaforma e ha appena avuto l'imprinting con la mia Annie.

-Annie, tesoro, tutto a posto?-chiedo alla mia piccola, per accertarmi che quello che le sta succedendo non la sconvolga troppo.

-Si, papà! Tutto ok, ma perchè mi sembra di conoscere quel ragazzo che mi guarda fisso, anche se non l'ho mai visto?-mi chiede serena, ma confusa.

-Vedi tesoro, ti ricordi quando ti ho raccontato che esistono uomini che posso trasformarsi in enormi lupi?-le chiedo, guardandola dritta negli occhi e accarezzandole dolcemente i capelli. Anche se sembra, ormai, quasi un' adolescente non devo mai dimenticarmi che ha solo tre anni.

-Si, mi ricordo e lui è uno di loro?-mi chiede ancora la mia sveglissima bambina.

-Si, lui è uno di loro e credo che si chiami Seth! Giusto?-chiedo girandomi verso il licantropo.

-Giustissimo! Io sono Seth!-risponde lui, avvinandosi ancora di più a noi.

-E io sono MaryAnne, ma puoi chiamarmi Annie se vuoi!-gli dice mia figlia.

-Va bene, Annie!-risponde lui sorridendo.

-Ma perchè mi sta simpatico anche se non lo conosco? Mi viene voglia di abbracciarlo, ma non si abbracciano gli sconosciuti, vero papà?-mi chiede, iniziando ad agitarsi un po'.

-Amore puoi farlo se vuoi per stavolta! Lui non è più uno sconosciuto, s'è appena presentato! E poi tra di voi è successa una cosa che è difficile da spiegare e...-inizio a dirle, prima di essere interrotto.

-Te lo spiego io!-dice la piccola Renesmee, correndo verso di noi e appoggiando una manina sul viso di mia figlia.

Durante la spiegazione, la mia acutissima bambina mi fa vedere tutto attraverso il suo potere e, devo dire che, la piccola Renesmee glielo sta spiegando molto meglio di quanto avrei potuto fare io.

Anche lei è l'oggetto dell'imprinting di un lupo e le sta facendo vedere tutto quello che fanno insieme e quello che il licantropo è stato disposto a fare per lei.

-Ora ho capito! Grazie Renesmee! Tu starai con me per sempre e mi proteggerai?-dice Annie, voltandosi verso il lupo non appena termina la spiegazione.

-Si! E farò di tutto perchè non ti succeda mai niente!-le dice lui, abbassandosi alla sua altezza.

-Ehi lupacchiotto, guarda che nel pacchetto sono incluso anch'io!-intervengo con un leggero filo di sarcasmo nella voce.

-Non si preoccupi, non farò mai niente di male a Annie e le prometto che la proteggerò anche a costo della mia stessa vita.-mi dice.

-Questo lo so e te ne sono grato, ma voglio sottolineare il fatto che è ancora una bambina e voglio che si goda quel poco di infanzia che le resta come tale.-gli dico io, con fare quasi intimidatorio.

-Non si preoccupi neanche di questo, l'ultima cosa che voglio fare è turbarla, perciò sarò al suo fianco quando e se mi vorrà.-mi spiega, senza mai togliere lo sguardo da mia figlia.

-Va bene, ma mi raccomando: lei e sua sorella sono tutto ciò che ho perciò sappi che, se le farai versare anche solo una lacrima dovrai vedertela con me.-gli intimo, stavolta senza sarcasmo.

-Farò in modo che non accada mai, può starne certo.-afferma, sicuro di sè.

-Lo spero! Ma dammi pure del tu, visto che da ora ci frequenteremo spesso.-aggiungo, dandogli una pacca sulla spalla.

-Va bene...Emmett!-mi dice sorridendo il giovane lupo.

-Wow! Direi che l'hai presa molto meglio di me!-mi dice poi la mamma di Renesmee.

-In effetti non pensavo nemmeno io di reagire in questo modo, ma la felicità delle mie figlie viene prima di tutto e quando Annie mi ha fatto vedere come si sentiva già legata a lui non ho potuto fare altro.-spiego.

-Questo è successo anche a me, ma la mia prima reazione è stata quella di voler staccare la testa a Jacob, nonostante sia un mio caro amico fin dall'infanzia.-mi spiega ancora Bella.

-Ma tu eri una neonata Bella, per te era diverso!-le dice suo marito.

-Comunque devo dire che sei parecchio informato sulla nostra specie: ho notato che hai capito subito cosa stava succedendo tra Seth e Annie.-mi fa notare un' altro licantropo che credo sia il Jacob di cui mi parlava prima Bella.

-In effetti so parecchie cose su tutto il mondo sovrannaturale. Joham, il mio creatore, è sempre stato desideroso di sapere qualsiasi cosa al riguardo per poi fare test di ogni tipo, anche le mie bambine ed io siamo frutto dei suoi esperimenti. Oltre a sperare che io gli dessi il tanto bramato ibrido maschio, sperava che mi unissi a lui in questa sua macabra avventura, ma purtroppo per lui niente di questo s'è avverato e così ci ha lasciato andare senza troppi problemi.-spiego.

-Mamma mia, che brutto essere!-commenta la bellissima vampira bionda che nel frattempo ha fatto amicizia con la mia piccola Sophia.

-Ha anche due brutti occhi rossi che fanno tanta paura! Non è bello come il mio papà! Vero che è bello il mio papà?-le chiede Sophia, con la spensieratezza tipica della sua età.

-Certo, il tuo papà è molto più bello!-le dice Rosalie, leggermente imbarazzata.

-Possiamo andare a casa adesso? Questi pochi chilometri sembrano infiniti!-commenta Alice, togliendoci dall'imbarazzo.

Mentre stiamo per avviarci, a passo umano, verso casa Cullen, i mutaforma presenti si assentano per pochi attimi per poi tornare in forma di lupo. Renesmee sale con facilità sulla schiena di uno di loro e, subito dopo, è imitata da mia figlia. Credo che, ormai, quel giovane lupo sia diventato un nostro nuovo compagno di viaggio, non mi sembra che lui ed Annie abbiano intenzione di staccarsi tanto presto l'uno dall'altra.

-Non sei geloso? Di Seth intendo.-mi chiede poi Rosalie, mentre camminiamo.

-Veramente si, ma non mi sembra che abbia cattive intenzioni! Chiunque riesca a far stare bene le mie bambine è ben accetto nella mia vita.-le rispondo.

-Che bella cosa che hai detto! Dovresti essere davvero un bravo padre!-mi dice, senza più quel leggero imbarazzo che aveva prima nella voce.

-Grazie! Da quando sono nate è il mio unico scopo!-le dico ancora.

-Io farei lo stesso se avessi dei figli...-mi dice, leggermente triste.

-Sei una brava zia però! Ho visto come parlavi prima con Renesmee.-le spiego.

-Oh! Grazie! Da quando c'è lei, in effetti, la mia vita è molto cambiata. Mi piace fare la zia.-dice, stavolta sorridendo.

-Rosalie!-la chiama poi la mia piccola Sophia.

-Dimmi piccola!-le dice lei.

-Mentre torniamo posso salire sulla tua schiena?-le chiede mia figlia.

-Sophia! Non essere invadente!-la riprendo subito.

-Ma io..-dice triste la mia bambina.

-Ma tu cosa?-le chiedo, un po' più dolcemente.

-Le altre bambine sono sulla schiena di qualcuno e io no!-mi spiega.

-Allora tu salirai sulla mia se ti fa piacere!-le comunica Rosalie, abbassandosi per farla salire.

-Grazie Rosalie!-le dice Sophia, sorridendo e stampandole un bacino sulla guancia prima di aggrapparsi alla sua schiena.

Strano che Sophia voglia fare il tragitto sulla schiena di qualcuno, normalmente odia farlo, credo che si trovi molto a suo agio con Rosalie, è stata davvero tenera e gentile con la mia bambina, nonostante praticamente nemmeno ci conosca...

Come dicevo prima a Rosalie: chiunque riesca a far stare bene le mie bambine è ben accetto nella mia vita e, da quello che no potuto notare: la mia piccola con lei sta davvero bene.

 

 

 

Ciao belle!!! Mi scuso infinitamente per il ritardo e se per caso avete trovato qualche errore in questo capitolo, sto cercando di fare tutto da sola perchè non sempre ho la connessione e usufruire dell'aiuto della Beta, ora come ora, mi risulta difficile. Spero che vi sia piaciuto comunque...

Buon inizio settimana...

Camilla

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Capitolo 5
*** La prima breve vita di Emmett McCarty ***


Lo so è Sabato sera e avete di meglio da fare che star qui a leggere la mia storia, ma dato che ho appena finito di scrivere la posto comunque; chi non può leggere ora lo può benissimo fare domani...mica scappa!!!

Ora vi lascio e a chi di voi dopo uscirà auguro buona serata e agli altri buona notte...

Camilla

 

 

 

La prima breve vita di Emmett McCarty

 

Pov Emmett

 

Sono ormai due mesi che viviamo a Forks coi Cullen e, sinceramente, non credo che ce ne andremo tanto presto. Quando Huilen e Nahuel sono tornati a casa avevamo detto loro che li avremmo raggiunti dopo poco, ma questo è successo più di un mese fa ormai. Le mie bambine si trovano davvero bene qui e non voglio turbarle facendo ritorno in un paese dove, in fondo, non avevamo altro che noi stessi, qui invece siamo stati accolti a braccia aperte da un'intera famiglia che ci ha fatto sentire subito a nostro agio.

Soprattutto la mia Annie avrebbe molto da perdere andandosene da qui e mi dispiacerebbe che soffrisse ora che sembra veramente una ragazzina di dieci anni. Stare qua le fa bene, ha recuperato quella spensieratezza che aveva perso crescendo troppo in fretta e vivendo senza una fissa dimora praticamente da sempre. Qui ha trovato Seth che comunque credo che la seguirebbe anche in capo al mondo, Jasper che si sta rivelando uno zio davvero affettuoso per le mie bimbe, come lo è con Renesmee d'altra parte e Rosalie, che le insegna i segreti del mondo delle donne, cose che vivendo solo con me non avrebbe mai saputo.

Quando vedo Sophia con Rosalie, invece, mi sembra di vedere Bella con Renesmee e questo non può fare altro che farmi piacere, ma non vorrei che poi, se si dovessero separare, la mia piccola ci rimanesse troppo male. Le ho spiegato che il rapporto tra lei e Rosalie è diverso da quello della sua amica Renesmee con la sua mamma e sembrerebbe aver capito, ma nonostante ciò lei e la vampira bionda mi sembrano sempre più legate.

A dire la verità anche a me piace vivere qui, lo stile di vita dei Cullen non ha niente a che vedere con quello degli altri vampiri e stare con loro mi fa tornare con la mente a quando ero ancora umano e vivevo in Tennessee con la mia famiglia. Mi mancano molto e, anche se so che non li rivedrò mai più, non smetto mai di sperare che un giorno questo possa accadere.

-C'è qualcosa che non va? Di solito quando c'è la partita non te ne perdi un secondo! -mi chiede Esme, vedendo che non sono sul divano col resto dei maschi di casa come ogni volta che danno il football in tv.

-Niente di grave, non preoccuparti! Stavo solo pensando alla mia famiglia umana; vivere con voi mi fa pensare più spesso a loro e questo me li fa mancare ancora di più.-le rispondo sinceramente.

-Oh Emmett, tesoro! Non sai quanto mi dispiaccia ma, questo è uno dei tanti lati negativi della nostra eternità: non rivedere più le nostre famiglie di origine e successivamente rassegnarci al fatto che non ci siano più.-mi dice con un fare molto materno.

-Anche da umana eri una madre? Sembri nata apposta per esserlo.-le chiedo.

-Lo sono stata per nove mesi, cioè quelli della gestazione. Quando sono venuta a sapere che il mio bambino era nato morto ho tentato di togliermi la vita, è per questo che Carlisle poi mi ha trasformata, avevo delle ferite troppo gravi per sopravvivere come umana.-mi spiega.

-Mi dispiace Esme, non volevo turbarti!-mi scuso.

-Non preoccuparti! Come ti ho detto prima dobbiamo rassegnaci al fatto che i nostri cari non ci siano più e io, ormai, l'ho fatto da anni, anche se nel mio cuore ci sarà sempre un posto per il mio piccolo angelo volato via troppo presto.-mi spiega serenamente.

-Spero che prima o poi anche mia madre riesca a parlare così serenamente della mia scomparsa.-aggiungo.

-Vedrai che lo farà: le mamme sono più forti di quanto sembrano.-mi dice con un grande sorriso.

-Questo è vero! Mia madre ha cresciuto da sola tre figli tra mille difficoltà e, nonostante questo, non ci ha mai fatto mancare niente e ogni cosa che fa la fa sorridendo.-le dico.

-Allora vedi che è più forte di quanto tu creda. Non dico che non stia soffrendo per la sua perdita, ma avrà saputo andare avanti per il bene suo e degli altri figli.-mi spiega.

-Lo spero davvero tanto! Le mie sorelle avranno sicuramente bisogno del suo sostegno.-dico ancora.

-Eri l'unico uomo di casa allora?-mi chiede.

-Si! Mio padre se n'è andato quando siamo nati io e Lucille, la mia gemella. Non ho mai capito il perchè se ne sia andato, l'unica cosa che so di lui è il nome: Emmett McCarty Senior, di più mia madre non ci ha mai voluto dire.-le racconto.

-Secondo me è stata un'ottima scelta. Era inutile parlarvi di una padre che, tanto, non avreste mai conosciuto.-dice ancora.

-Voi madri ragionate tutte allo stesso modo, eh?-la derido un po'.

-Probabilmente si!-mi risponde, sorridendo insieme a me.

-E' perchè ho avuto un esempio come mia madre che riesco a crescere due figlie da solo. Mi sono sempre detto: “Se mia madre l'ha fatto con tre, vuoi che io non ci riesca con due?”-racconto.

-Ottimo esempio direi! Oltre alla tua gemella hai anche un'altra sorella?-chiede ancora.

-Si, la maggiore: Vivian, ha cinque anni più di noi. Mi ha anche reso zio, sai? Quando sono partito per il Sud America per una vacanza con Lucille, Vivian aveva appena dato alla luce la nostra nipotina Denise.-le racconto orgoglioso.

-Allora la tua gemella era con te quando sei stato trasformato?-mi chiede curiosa, ma allo stesso tempo apprensiva.

-Beh! Era in vacanza con me, ma ero uscito dall'ostello in cui alloggiavamo per farmi quattro passi da solo, ma non sono più tornato. Chissà come si deve esser sentita la mia Lucille quando s'è resa conto che non sarei più tornato?-mi chiedo.

-Parli in modo così affettuoso di tutte le tue donne di casa.-mi fa notare.

-In effetti sono destinato ad essere circondato da donne. Sai che ho dato alle mie bimbe i nomi di tutte loro per poter avere con me un pezzetto di loro per sempre?-le chiedo, sorridendo.

-Veramente?-chiede, imitandomi.

-Certo! Mary era la mia bisnonna, Anne mia nonna e di secondo nome fa Lucille come mia sorella. Sophia invece è mia madre e il secondo nome, Vivian, è dell'altra sorella.-le spiego.

-Wow! E' un gesto molto carino! Sai che anche la mia nipotina ha pezzetto del mio nome? Renesmee, infatti, è ricavato dall'insieme del mio nome con quello della madre di Bella, Renèe e di secondo nome fa Carlie stessa cosa ma coi nomi dei nonni Carlisle e Charlie.-mi spiega lei.

-Se avessi unito più nomi avrei potuto usarne di più! Ho dovuto lasciar fuori un paio di zie!-commento, ridendo.

-Ma ora dimmi, Emmett? Cosa facevi quand'eri umano?-mi chiede, appena smettiamo di ridere.

-Giocavo a football e studiavo medicina, in quest'ordine...per la poca gioia di mia madre!-rispondo.

-E come mai hai scelto proprio medicina? Se non inizio ad essere troppo indiscreta!-mi chiede.

-No, non preoccuparti, non lo sei affatto! L'ho scelta perchè ne sono sempre stato affascinato, ma poi mi sono reso conto che giocare a football mi veniva meglio e, soprattutto, che mi costava meno fatica. Credo che mia madre sia ancora arrabbiata con me per questo! Ogni volta che tornavo a casa erano liti furibonde tra me e lei. Per questo ero partito per quel viaggio con mia sorella, anche lei studiava medicina, anzi credo che lo faccia ancora, ma lei non ammette distrazioni, per lei viene prima il dovere poi tutto il resto. Mia madre si sta ancora chiedendo com'è possibile che due gemelli siano così diversi e pensava che stando un po' di tempo da solo con lei le sarei assomigliato un po' di più.-racconto.

-In effetti me lo sto chiedendo pure io!-commenta sarcastica.

-E' davvero piacevole parlare con te, Esme.-le dico, affettuosamente.

-Mi fa piacere che la pensi così! Finchè rimarrai con noi potrai farlo ogni volta che vorrai! Anche se spero che resterete con noi ancora per molto tempo.-mi dice, accarezzandomi amorevolmente una spalla.

-Non credo che riuscirò a schiodare le mie bambine tanto facilmente da qui, perciò credo che ci dovrete sopportare ancora per un bel po'. Magari potremmo cercarci una casa nostra tra qualche tempo.-le dico.

-Ma vuoi scherzare? Abbiamo solo abbondanza di stanze a casa nostra e così poca gente che ha bisogno di dormire.-aggiunge lei.

-E' che non vorremmo disturbare troppo, siete stati anche fin troppo gentili ad ospitarci fino ad ora.-dico ancora.

-Nessun disturbo, Emmett! Te lo ripeto, a noi non date nessun fastidio, anzi con l'arrivo delle tue bambine Renesmee ha finalmente qualcuno con cui giocare che non sia un vampiro centenario o un licantropo e anche Rosalie, da quando ci siete voi, è molto cambiata.-mi dice.

-Ho notato che si è molto affezionata alle bambine, soprattutto a Sophia.-commento.

-E non solo alle bambine!-aggiunge con un sorriso malizioso.

-Cosa vuoi dire?-chiedo perplesso.

-Vedi Emmett, io sono la madre di Rosalie da più di cent'anni ormai e credo di conoscerla bene. Vedo come ti cerca con lo sguardo quando siete nella stessa stanza o come sorride quando è insieme a te. Anche la sua trasformazione non è stata facile, ma questo spetta a lei raccontartelo e non ha mai accetto del tuo il suo corpo immutabile, perciò quando ti dico che tu e le tue bambine state cambiando la sua vita significa che le piace stare con voi, non solo con le tue figlie, credo che veda in voi la famiglia che ha sempre desiderato avere. Con questo non voglio spaventarti, ma voglio che tu ci pensi bene prima di avvicinarti ancora di più a lei.-mi spiega preoccupata.

-Non è assolutamente mia intenzione ferirla, ci mancherebbe e, anche a me piace stare insieme a lei, ma ci conosciamo da così poco tempo che non so ancora da che punto di vista la vedo io. Per me è tutto più difficile, non posso pensare solo per me stesso, prima vengono Annie e Sophia e poi tutto il resto. Se tra qualche tempo le bambine vorranno andarsene da qui, anche se non credo che possa succedere, noi ce ne andremo, perciò non posso ancora decidere se farmi avanti con lei o meno.-le spiego io.

-Non voglio che tu ti faccia avanti, dico solo che prima di farlo dovrai esserne sicuro e capisco che tu debba pensare prima alle tue figlie, ma non credo che a Rosalie dispiaccia poi così tanto dividerti con loro.-dice maliziosamente.

-Prima lasciamo passare ancora un po' di tempo, poi vediamo come si mettono le cose. Ammetto che anch'io l'ho notata fin da subito, impossibile non farlo, ma non posso essere affrettato, non me lo posso permettere.-spiego ancora.

-Sei davvero saggio, sai? Sei sicuro di essere stato trasformato a vent'anni? Sembri molto più maturo di quell'età, sarà per il fatto che sei diventato padre così giovane e per ben due volte.-si complimenta con me.

-Grazie Esme! Sei davvero una grande madre!-le dico, sinceramente.

-Grazie a te! Se ti fa piacere mentre sarai con noi sarò la tua vice mamma.-dice, stupendomi.

-Ne sarei onorato!-le dico, stringendola a me.

In effetti non posso negare di essermi affezionato anch'io a Rosalie e il modo in cui tratta le mie bambine è davvero eccezionale, sa sempre come farle contente e loro la cercano in continuazione. Comunque c'è tempo per decidere come gestire questa situazione, prima devo capire se le mie figlie sono disposte a stare coi Cullen per l'eternità.

Parlare con Esme mi ha fatto bene, fino ad ora avevo tenuto i miei pensieri su Rosalie tutti per me e ora che li ho esternati mi sembrano più reali e capire cosa fare mi sembra più facile di quanto credessi.

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Capitolo 6
*** Passeggiata notturna ***


Passeggiata notturna

 

Pov Emmett

 

Ormai sono sei mesi che viviamo coi Cullen ed è arrivato il momento di decidere se restare con loro oppure no. Tra qualche tempo l'intera famiglia si trasferirà nello New Hampshire, dove ricominceranno per l'ennesima volta la loro infinita esistenza da capo. Nel pomeriggio Carlisle mi ha chiesto se, le bambine ed io, avessimo intenzione di seguirli; stavo per rispondergli che lo avremmo fatto anche se fossero andati dall'altra parte del mondo, ma poi sono tornato sui miei passi e ho deciso che prima di rispondere devo consultarmi con le mie figlie, anche se so già cosa mi risponderanno è giusto che anche loro dicano cosa ne pensano al riguardo.

-Lo so che state facendo finta di dormire, piccole imbroglione.-dico alle mie figlie, non appena entro nella loro stanza.

Nessuna delle due risponde, ma sento Sophia che sta facendo di tutto per non scoppiare a ridere.

-Vediamo se anche così state ancora zitte.-aggiungo, mentre mi butto nel letto in mezzo a loro e inizio a fare il solletico ad entrambe.

-Basta papà, bastaaa!-dice Annie, tra una risata e l'altra.

-Lo sapete qual'è il trucco per farmi smettere.-ricordo loro.

Un secondo dopo entrambe mi stampano un bacio sulla guancia...

-Così va bene!-dico, smettendo di torturarle.

-Cosa ci fate ancora sveglie a quest'ora? Lo sapete che la mezzanotte è già passata da un pezzo?-chiedo serio.

-Io non riesco a dormire.-mi risponde la più piccola.

-E se non dorme lei non dorme nessuno. Non fa altro che girarsi e rigirarsi nel letto e lamentarsi!-afferma la sorella.

-Non è colpa mia se non ho sonno.-si difende Sophia.

-Io voglio una stanza tutta mia, non ne posso più di dormire con lei!-aggiunge Annie, con un tono un po' troppo pretenzioso e capriccioso per i miei gusti.

-Annie, ti ricordo che in questa casa siamo ospiti e poi te l'ho già spiegato un sacco di volte che non si può sempre avere tutto ciò che si vuole. Questa stanza è meravigliosa e non c'è niente di male se la devi dividere con tua sorella, tutti i fratelli lo fanno.-le spiego serio.

Ormai Annie, anche se ha solo quattro anni, è praticamente un'adolescente e sta scalpitando per avere un po' più di libertà. Negli ultimi tempi la sua crescita è un po' rallentata e sembra quasi al pari di quella di un normale essere umano, se non fosse per il fatto che tra poco più di tre anni smetterà di crescere per sempre.

-Va bene!-mi dice solo la mia figlia più grande.

-Comunque sia ero venuto qua per chiedervi una cosa, ma non appena me ne sarò andato non voglio più sentire neanche un piccolissimo rumore provenire da questa stanza, ok?-chiedo.

-Ok!-mi rispondono in coro.

-Oggi pomeriggio Carlisle mi ha riferito che tutta la famiglia ha intenzione di trasferirsi e voleva sapere se anche noi andremo con loro.-dico, guardando alternativamente prima una e poi l'altra.

-Ma proprio tutti tutti?-mi chiede Annie, preoccupata che il suo amico Seth non la possa seguire.

-Tutti tutti!-le confermo.

-Allora per me va bene!-mi risponde felice.

Credo che non abbia ancora ben chiaro che quel giovane lupo sarebbe disposto a seguirla ovunque; sono convinto che se rimanessimo a Forks o tornassimo in Sud America tra di loro non cambierebbe praticamente nulla. Forse è meglio che la veda così ancora per un po', almeno finchè la sua crescita non sarà terminata. Devo ammettere che Seth è davvero bravo con lei e la sua vicinanza le sta facendo davvero bene. Il giovane Quilleute è una sorta di fratello maggiore davvero speciale per la mia piccola e la sta aiutando davvero molto in questa ultima fase della sua infanzia, impedendo che si perda anche solo un istante del suo essere bambina.

-Anche per me va bene! Mi piace stare con loro!-mi risponde anche l'altra.

-Allora è deciso? Posso dire a Carlisle che andremo anche noi nello New Hampshire?-chiedo ancora.

-Si, si!-mi risponde decisa Sophia.

-Niente ripensamenti?-insisto, per prenderle un po' in giro.

-Niente ripensamenti!-dice decisa Annie, salendo sopra di me e sedendosi praticamente sul mio stomaco.

-Allora è la guerra che vuoi, MaryAnne Lucille McCarty!-le dico, facendola scendere da me afferrandola per i fianchi e ricominciando la mia tortura.

Amo questi piccoli momenti di spensieratezza con le mie principesse, sono questi che terrò impressi nella mente per sempre...

-Ok papà! Basta, basta! Io ora devo dormire!-mi dice, aggrappandosi ad ogni scusa pur di farmi smettere.

-Se la metti così...-le dico io, smettendo immediatamente.

-Ti voglio bene, papà!-mi sussurra subito dopo.

-Anch'io, tesoro mio.-le rispondo.

-Anche a me?-mi chiede poi Sophia.

-Ma certo gelosona, anche a te!-le confermo, baciandole dolcemente la fronte.

-Mentre noi dormiamo tu cosa fai?-mi chiede Sophia, curiosa.

-Stavo pensando di fare quattro passi nella foresta e magari cacciare un po', ma se volete rimango qui con voi.-rispondo.

-No, vai pure papà!-mi dice ancora la piccola...un po' troppo velocemente.

-Sophia, stai per caso tramando qualcosa?-le chiedo.

-No, perchè me lo chiedi?-chiede anche lei.

-Non lo so, mi sembri troppo curiosa di sapere cosa farò mentre voi dormirete! Non me l'hai mai chiesto prima!-le faccio notare.

-Come faccio a combinare qualcosa se devo dormire!-si difende.

-E va bene, per stavolta mi fido, ma prima di andare via dirò a qualcuno della casa di darvi un'occhiata ogni tanto. Sarò più tranquillo se so che ci sarà un adulto, nel caso aveste bisogno di qualcosa.-spiego loro.

-Non preoccuparti papà! Io sto praticamente già dormendo!-mi rassicura Annie.

La piccola, però, mi sembra ancora un po' troppo vispa per addormentarsi in tempi brevi...

-Buonanotte, angeli miei! Domattina al vostro risveglio sarò qui!-dico loro.

-Promesso?-mi chiede Sophia.

-Lo prometto e voi mi promettete che farete le brave mentre non ci sarò?-chiedo anch'io.

-Si!-mi rispondono in coro.

Rimbocco loro le coperte, do il bacio della buonanotte ad entrambe e scendo al piano di sotto dove trovo Esme e Carlisle intenti a guardarsi un film in tv.

-Esme, posso chiederti di dare un'occhiata alle bambine mentre io sarò a caccia? Hanno promesso di comportarsi bene, ma Sophia aveva tutta l'aria di qualcuno che non ha nessuna voglia di dormire.-le chiedo.

-Ma certo Emmett, vai pure tranquillo! Ci penseremo noi a loro!-mi risponde col suo fare sempre gentile e disponibile.

Appena esco di casa mi trovo davanti Rosalie...la bellissima Rosalie!

-Stavi aspettando qualcuno?-le chiedo, forse un po' troppo curioso.

-Si...tu!-mi risponde decisa.

-Me?-chiedo confuso e...felice.

-Si, proprio te! Cosa c'è di strano? Avere una sorella veggente dovrà pur servire a qualcosa!-mi risponde, sorridendo allegramente.

-Ah! Ora capisco! Ci ha visto andare nella foresta insieme, giusto?-chiedo.

-Giustissimo! Vogliamo andare?-mi invita.

Ci incamminiamo nella foresta a passo umano e, a parte il buio pesto e la location non esattamente al massimo del romanticismo (soprattutto a quest'ora), sembriamo due ventenni qualsiasi al loro primo appuntamento.

-Rosalie, posso farti una domanda?-le chiedo.

-Certo!-mi risponde gentilmente.

-So che non sono domande da fare ad una signorina per bene, ma quanti anni avevi quando sei stata trasformata?-le domando, sperando di non essere stato troppo inopportuno.

-Diciotto! Nell'ormai lontanissimo 1933!-mi dice, serenamente.

-Beh! Non è proprio lontanissimo!-commento.

-Direi di si! Potrei essere la tua bisnonna!-aggiunge sarcastica.

-Non esagerare! Mia nonna, casomai!-faccio altrettanto.

-Comunque sia abbiamo qualche anno di differenza!-continua.

-Due per l'esattezza! Io sono trasformato a vent'anni!-le faccio notare.

-Diplomatico!-commenta.

-Sono cresciuto circondato da donne, sono stato costretto a diventarlo.-affermo.

-Si vede che conosci bene l'universo femminile, parlando con le tue figlie nessuno direbbe che stanno crescendo senza una figura femminile al loro fianco.-si complimenta.

-Sto facendo di tutto per crescerle nel meglio dei modi e sono contento quando qualcuno mi fa notare che sto facendo un buon lavoro.-aggiungo.

-Sono bambine straordinarie e il merito di questo è praticamente tutto tuo.-dice ancora.

-Da quando siamo qua, però, tutti voi mi state dando una grande mano con loro, soprattutto tu.-le faccio notare.

-Io ho sempre amato i bambini e a Annie e Sophia è praticamente impossibile non voler bene. Avrei tanto aver avuto la possibilità di averne di miei, ma purtroppo la mia vita umana s'è interrotta prima che questo potesse succedere.-mi racconta.

-Da umana...avevi un compagno?-le chiedo, pentendomene subito dopo.

-Scusa! Fai finta che non te l'abbia chiesto, non volevo essere sgradito!-mi scuso prontamente.

-Non devi scusarti! Io so praticamente tutto di te, ma non si può di certo dire il contrario. Se sei disposto ad ascoltarmi per un po' ti racconterò come sono stata trasformata e come vivevo prima di allora.-mi propone, molto tranquillamente.

-Certo che sono disposto ad ascoltarti, lo faccio con molto piacere.-la rassicuro.

-Bene. Allora inizierò col dirti che sono nata a Rochester nello stato di New York nel 1915 da Evan e Lilian Hale...-inizia, mentre continuiamo a passeggiare.

-La mia famiglia era una delle più benestanti della città, mio padre era un banchiere molto noto e, nonostante la grande crisi economica che colpì il paese a quei tempi, noi continuammo ad esserlo, insieme alla famiglia di Royce: il mio promesso sposo.-continua, prima di una breve pausa.

-Se non te la senti di proseguire, per me non c'è nessun problema.-le dico, sentendo un filo di imbarazzo nella sua voce, soprattutto quando ha dovuto dire il nome del suo promesso.

-Nessun problema, te l'assicuro. Solo che non racconto questa storia molto spesso e...-tenta di spiegarmi.

-Sicura?-chiedo, leggermente preoccupato.

-Si, sicurissima!-mi risponde, prima di schiarirsi la voce per proseguire.

-Era l'inverno del 1933 ed io ero una delle diciottenni più ambite dagli scapoli della città e, tra tutti, mio padre scelse Royce King II. A me non poteva che far piacere questa scelta, anche se non si può di certo dire che conoscessi bene il mio futuro marito. Il rampollo della famiglia King era il cosiddetto “buon partito” e insieme a lui formavo una delle giovani coppie più invidiate di Rochester.-mi racconta.

-La mia vita mi sembrava perfetta, stavo per avere tutto ciò che avevo sempre desiderato: una famiglia tutta mia, un marito e soprattutto dei figli...tanti figli, ma purtroppo la notte del 27 Novembre 1933 il mio sogno si infranse per sempre!-prosegue.

-Rosalie...io...-balbetto.

Non conosco la sua storia, ma so che è una cosa che la turba da sempre e non voglio farla star male ulteriormente...

-Sto bene, tranquillo!-mi rassicura.

-Quella sera tardai a casa di un amica ben oltre il tramonto, sapevo che non era sicuro per una giovane ragazza camminare per strada a quell'ora, ma la mia casa non era lontana e la mia amica Vera aveva appena avuto un bambino e non avevo resistito a stare con loro un po' più di tempo del solito. Quando ormai mancava pochissimo all'uscio di casa mia mi trovai davanti Royce e alcuni suoi amici completamente ubriachi...-dice, facendo un enorme respiro, prima di proseguire.

-...quei balordi, il mio futuro sposo in primis, iniziarono a fare degli apprezzamenti molto poco gentili nei miei confronti e successivamente a mettermi le mani addosso...più mi dimenavo per tenerli lontani da me e più sentivo le loro viscide mani ovunque. Purtroppo non ero abbastanza forte per difendermi e quando sentii il primo strappo alla mia gonna capii che non ce l'avrei mai fatta contro di loro. Mi violentarono, mi picchiarono perchè non urlassi mentre abusavano di me e alla fine di tutto mi abbandonarono in mezzo alla strada, credendomi morta. Li sentii correre via per paura che ci fosse qualche testimone e la cosa che mi fece più male furono le risate dell'uomo che da lì a pochi giorni avrei dovuto sposare. Rideva e gli altri si congratulavano con lui come se avesse appena vinto chissà quale trofeo e io...io me ne stavo lì, sdraiata sull'asfalto gelido ormai priva di tutto, quegli infami si erano portati via tutto...-conclude, con un filo di voce.

-Oh! Mio Dio!-riesco solo a dire.

-Fortunatamente non tutti gli uomini al mondo sono come Royce ed i suoi amici e, poco prima che esalassi il mio ultimo respiro, Carlisle passò nelle vicinanze e richiamato dal profumo di sangue fresco mi trovò lì dove i miei sogni volarono via per sempre. Mi portò a casa sua e mi trasformò, ma nemmeno il fuoco della trasformazione mi fece così soffrire come quello che ero stata costretta a subire dall'uomo che diceva di amarmi.-aggiunge.

-Non so cosa dire.-commento.

-Non devi dire niente. Ho voluto raccontarti la mia storia perchè sento che mi sto affezionando a te e ritengo giusto che tu conosca anche questa parte della mia esistenza.-mi spiega.

-Ma come puoi affezionarti ad uno come me dopo aver subito tutto questo?-le chiedo, quasi sconvolto.

-Perchè mi chiedi questo?-mi chiede anche lei, un po' confusa.

-Io...io sono come lui...io sono come il tuo promesso sposo, anch'io ho...-inizio a spiegarle, prima che mi zittisca, mettendomi il suo dito indice sulle labbra.

-Non dire mai più una cosa del genere. Nessuno è come lui, soprattutto tu. Tu sei una delle persone più gentili e pure che abbia mai conosciuto, se non fosse così non saresti il padre straordinario che sei e...non mi piaceresti così tanto!-mi confessa.

-Anche tu mi piaci molto, Rosalie, sei una ragazza meravigliosa e trovo davvero coraggioso il modo in cui affronti la vita, nonostante tutto quello che ti è successo, ma...-mi interrompe.

-...ma prima di iniziare una qualsiasi relazione devi pensare prima alle tue figlie, giusto?-mi chiede.

-Esatto! So per certo che ti adorano e che tu provi la stessa cosa per loro, ma se tra noi non dovesse funzionare non vorrei che ci soffrissero troppo, capisci quello che voglio dire?-le chiedo titubante...l'ultima cosa che voglio è offenderla.

-Lo capisco benissimo e quando ho detto che mi sto affezionando a te e tutto il resto era sottinteso che mi riferissi anche a loro. Voi e, parlo di tutta la famiglia al completo, siete tutto ciò che ho sempre desiderato e....-mi spiega sottovoce.

Stavolta sono io che la zittisco, ma appoggiando delicatamente le mie labbra sulle sue...

-Non c'è bisogno di dire subito tutto alle bambine!-le sussurro sarcastico e con un filo di malizia.

-Ti ricordo che tua figlia legge nel pensiero!-mi rammenta.

-No, se non sono io a dirle di farlo...le ho istruite bene le mie piccole!-aggiungo con lo stesso tono di voce.

-L'ho capito subito che sei un padre meraviglioso!-dice, imitandomi.

Subito dopo riprendiamo a baciarci...non smetterei mai di farlo, il sapore delle sue labbra mischiato al suo profumo mi fanno quasi perdere la testa, credo di non aver mai provato niente del genere, nemmeno da umano. Non so ancora se Rosalie è quella giusta per me, anzi per la mia famiglia, ma con tutto il cuore spero che le cose tra di noi funzionino, perchè ora che ho capito cosa suscita in me anche solo stringerla tra le braccia, non credo che riuscirò mai a fare a meno di lei...

 

 

 

 

Buonasera carissime!

Scusate l'orario, ma ho finito di scriverlo proprio ora …

Spero che il primo approccio di Emmett e Rosalie sia stato di vostro gradimento e che non abbiate trovato troppi errori, in caso contrario mi scuso anche di questo!

Vi ringrazio tutte e vi auguro una serena nottata!!!

baci Camilla


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Capitolo 7
*** Quella piccola peste di Sophia ***


Quella piccola peste di Sophia

 

Pov Carlisle

 

Da quando ci sono altre due bambine in casa nostra, devo dire che, l'atmosfera si è ulteriormente rallegrata. Già ci era sembrato incredibile l'arrivo di Renesmee, quello di altre due poi, proprio non ce l'aspettavamo di sicuro; ormai anche Annie, Sophia e il loro padre fanno parte integrante della famiglia e a me e mia moglie piace molto fare i nonni anche di queste altre due piccole, proprio come questa notte che, il loro papà ci ha chiesto di dare loro un'occhiata mentre lui è fuori a caccia...anche se so benissimo che è uscito a quest'ora perchè non vedeva l'ora di poter stare un po' di tempo da solo con Rosalie.

-Non credi che sia ora di andare a controllare Annie e Sophia?-mi chiede mia moglie, non più di dieci minuti dall'ultima volta che l'abbiamo fatto.

-Ma se sono passati solo pochi minuti dall'ultima volta, cosa vuoi che gli sia successo?-gli chiedo, cercando di sedare un po' la sua eccessiva apprensione.

-Non si sa mai! Non stanno spesso sole con noi.-commenta ancora.

-Guarda che non sono due bambine di pochi mesi e, tra l'altro, nemmeno due bambine completamente umane.-la tranquillizzo, ulteriormente.

-Strano che tu non sia apprensivo. Quando uno dei nostri figli non è in casa non vedi l'ora che torni per sapere se sta bene.-mi fa notare.

-Questo è vero, ma loro sono sempre in giro chissà dove, non al sicuro in un letto al piano di sopra come Annie e Sophia.-dico ancora.

Mentre dico questo vediamo qualcuno che salta giù dalla finestra della stanza da letto delle bambine e che si dirige a tutta velocità verso la foresta...

-A me sembrava una delle bambine!-esclamo, alzandomi immediatamente dal divano.

-Per fortuna che dovevamo stare tranquilli...vero Carlisle?-mi dice mia moglie, poco prima che io parta all'inseguimento della fuggitiva.

Mentre esco dalla prima finestra che trovo vedo mia moglie che si reca immediatamente al piano di sopra per accertarsi che almeno una delle due sia al sicuro nel suo letto. Questa volta mi sono davvero sbagliato: aver creduto che due bambine, grandicelle come loro, dopo averle messe a letto ci stiano per un'intera notte è stata davvero una leggerezza da parte mia. Credo che essere abituati alla piccola Renesmee che è molto meno vivace delle ultime arrivate mi abbia un po' illuso che tutti i bambini siano tranquilli come lei.

Appena esco di casa mi accorgo che la piccola da inseguire non è altro che Sophia. Suo padre ci ha avvisato più di una volta che, in passato, si è resa partecipe diverse volte di queste fughe inaspettate, ma visto che, da quando è con noi, non è mai successo, non avrei mai creduto che ricominciasse proprio questa notte che è sola con me e mia moglie.

-Sophia, fermati!-urlo, appena riconosco la sua scia.

Niente da fare, continua a correre imperterrita, nonostante il mio richiamo...

-Sophia! Ho detto di fermarti!-urlo ancora, ma stavolta con un po' più di autorità nella voce della volta precedente.

-Nooo!-urla anche lei, senza nemmeno rallentare.

Decido di accelerare il passo, in fondo è solo una bambina, non sarà difficile raggiungerla...

-Sophia ti conviene fermati, tanto ti raggiungerò comunque.-la avviso, alzando sempre di più la voce.

Anche questa volta le miei intimidazioni non sono servite a niente o, almeno è quello che sembra...

-Se adesso smetto di correre, tu non dirai al mio papà che sono scappata?-mi chiede, rallentando di molto il passo e, probabilmente, pentendosi del suo gesto.

-E perchè dovrei?-le chiedo io, poco prima che riparta a tutta velocità.

Questa volta, però, non le permetto di andare molto lontano; con un colpo deciso la afferro da dietro e la prendo tra le braccia, anche se lei continua a dimenarsi, non contenta di questo.

-Mettimi giù!-mi ordina.

-Puoi scordartelo, piccola maratoneta!-le dico, mentre mi giro per fare ritorno a casa.

-Io non voglio tornare a letto! Non riesco a dormire!-dice, continuando a dimenarsi.

-Se non vuoi tornare a letto, non ci andrai, ma non andrai nemmeno in giro per la foresta da sola e in piena notte.-la rassicuro.

-Ma se il mio papà torna a casa e vede che non sono a letto si arrabbia.-mi dice preoccupata, ma finalmente calma.

-E credi che sarebbe più contento se sapesse che sei in giro per la foresta tutta sola?-le chiedo.

-Credo di no!-dice, sempre più preoccupata.

-Allora andiamo a casa.-aggiungo, mentre sento il suo corpicino che si rilassa contro il mio.

-Ok!-dice solo.

-Ma dove volevi andare?-le chiedo poi.

-A cercare il mio papà.-mi risponde.

-Non è vero, non lo sai che non si dicono le bugie? Il tuo papà è andato da tutt'altra parte e poi, mi hai appena detto che non vuoi che sappia che sei scappata e non credo che lo andassi a cercare per dirglielo di persona.-la rimprovero.

-Volevo solo correre un po', non riesco a dormire e Annie continua a lamentarsi che la disturbo.-mi spiega, abbassando lo sguardo.

-Questa si che è una risposta sincera, ma non potevi scendere al piano di sotto da me ed Esme invece di scappare? Lo sai che tuo padre si arrabbia quando ti comporti così.-le faccio notare.

-E tu glielo dirai?-mi chiede.

-No, lo farai tu. Credo che sia meglio per te che lo sappia prima che se ne accorga da solo.-le consiglio.

-Tanto si arrabbierà lo stesso, lo fa sempre quando scappo.-mi spiega.

-E allora perchè lo fai se poi non vuoi che si arrabbi?-chiedo.

-Perchè mi piace correre quando mi sto annoiando.-mi spiega candidamente, come solo una bambina di cinque anni saprebbe fare.

Si rimane sempre un po' straniti quando si parla con delle bambine come lei o Annie e Renesmee, un attimo sembra di parlare con una bimba e quello dopo con una persona adulta, soprattutto nella piccola Sophia si nota molto questa differenza. Al mattino, se non sono in ospedale, faccio da insegnante a lei e alle altre bambine e, devo dire, che lei è sempre la prima a rispondere alle mie domande, ma è sempre la prima, anche, a fare i capricci perchè preferirebbe andare a farsi una bella corsa nei boschi anziché starsene china sui libri.

 

Quando mancano pochi passi a casa mi accorgo che Emmett e Rosalie sono già rientrati e ci stanno aspettando con Esme sotto il porticato...

-Finalmente siete tornati.-ci dice subito mia moglie.

-Grazie Carlisle!-mi dice Emmett, prendendo la piccola dalle mie braccia.

-Di niente!-gli rispondo, sorridendo.

-Scusa papà!-dice immediatamente Sophia.

-Non è a me che devi chiedere scusa, ma ad Esme e Carlisle. Li hai fatti spaventare molto sai?-le dice suo padre.

-Scusate!-dice timidamente la bambina.

-Così va bene e adesso facciamo i conti tu ed io, signorina.-le dice ancora Emmett, alzandole il mento con le dita in modo che la possa guardare negli occhi.

Credevo che fare il padre ad un piccolo esercito di vampiri perennemente adolescenti fosse difficile, ma dopo aver visto quanto due bambine che, crescono a vista d'occhio, tengono impegnato Emmett mi sono dovuto ricredere...tenere a bada il mio piccolo esercito è, davvero, una passeggiata.

 

Pov Emmett

 

Quando sono partito per la mia passeggiata con Rosalie me lo sentivo che Sophia ne avrebbe combinata una delle sue: la mia piccola peste era troppo vispa e curiosa per qualcuno che avrebbe dovuto dormire da lì a poco...

-Allora, mi spieghi cos'è quest'ultima novità? Adesso salti anche giù dalla finestra per scappare?-chiedo a mia figlia, non appena gli altri ci lasciano soli.

-Io non volevo.-si giustifica prontamente.

-Non volevi alzarti dal letto, vestirti, saltar giù dalla finestra e correre verso la foresta? Il tutto senza che tua sorella ti senta.-le dico severamente.

-Mi...mi...dispiace, io...-sussurra, iniziando a piangere.

-Sophia, ascoltami, te l'ho detto e ripetuto non so quante volte che non devi scappare quando ti pare e piace. Mi sembrava che avessi capito che non lo devi fare, ma a quanto pare non è così. Inizio a stancarmi di ripeterti sempre le stesse cose, ormai sei abbastanza grande per smetterla di comportarti così.-le spiego con voce decisa, ma con tutta la calma che riesco a trovare e asciugandole le lacrime. Mi sembra già abbastanza scossa per infierire ulteriormente su di lei.

-Ti...ti...prometto che non lo faccio più.-mi dice, senza mai smettere di singhiozzare.

-Questo me l'hai promesso ogni volta che ti ho rimproverato dopo ogni tua fuga, ma poi l'hai sempre fatto di nuovo.-le faccio notare.

-Questa volta è vero, io non voglio farti arrabbiare, non mi piace quando sei arrabbiato.-aggiunge.

-Per stavolta ti credo, ma una bella punizione non te la toglie nessuno e ricordati che, la prossima volta ti andrà ancora peggio.-le comunico.

-Ok!-mi dice.

-Ora andrai a letto per qualche ora e senza fare storie, quando ti alzerai andrai alle lezioni di Carlisle con tua sorella e Renesmee e nel pomeriggio lo farai con me. Per qualche giorno niente giochi o tv, solo studio, siamo intesi?-le chiedo serio.

-Si, papà...ma, quanti giorni sono “qualche giorno”?-mi chiede preoccupata.

-Questo dipende da te, se ti comporterai bene saranno pochi, ma se invece non lo farai continueranno ad aumentare.-le rispondo.

-Allora farò la brava, io non voglio studiare anche di pomeriggio.-si affretta a dire.

Detto questo appoggia la testolina sulla mia spalla e, lentamente, smette di singhiozzare. La sento respirare sempre più lentamente, finchè il suo respiro si trasforma in un lento e delicato ronfare. Quanto mi fa arrabbiare la mia piccola peste, ma quanto le voglio bene; mentre la rimproveravo avrei voluto solo farla smettere di piangere, so che lo stava facendo solo perchè voleva che smettessi di essere arrabbiato con lei, ma devo essere fermo e deciso in questi casi, non devo cedere davanti alle sue lacrime, altrimenti non capirà mai che quello che fa è sbagliato, anche se questo mi costa un'immensa fatica. Questa volta sembra aver capito veramente di aver sbagliato o, almeno lo spero, non si era mai messa a piangere così le altre volte, sembrava davvero dispiaciuta di essersi comportata come non doveva.

Ormai s'è fatto giorno e, mentre la sto ancora cullando sul dondolo davanti a casa, si aggiungono a noi anche Rosalie e Annie e, tutti insieme, ci gustiamo l'alba in religioso silenzio.

Alla debole luce del sole che sta nascendo osservo chi mi sta intorno e penso a quanto sono fortunato ad averle accanto, tutte quante...

...le mie tre donne, quanto sono belle!

 

 

 

 

 

Buonasera, anzi buonanotte!!!

Questo capitolo non mi piace molto, non m'è venuto come speravo, ma ho deciso di postarlo comunque perchè a forza di ritocchi sta pure peggiorando!!!

Ora vi lascio e vi prometto che al prossimo capitolo farò di meglio!!!

Baci baci a tutte!!! <3

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Capitolo 8
*** Finalmente Emmett & Rosalie ***


Finalmente Emmett & Rosalie

 

Pov Rosalie

 

-Per quanto ancora possiamo rimanere qui?-chiedo a Emmett, che mi sta ancora stringendo tra le braccia, dopo esserci amati e coccolati per tutta la notte nella grotta che abbiamo scelto come nostro rifugio personale.

-Solo per un'altra mezz'ora, purtroppo.-mi risponde, baciandomi dolcemente i capelli.

-Le notti insieme a te sono sempre troppo brevi.-commento.

-Lo so, ma vedrai che prima o poi troverò il modo di dirlo a Sophia.-commenta anche lui.

-Perchè solo a Sophia?-chiedo perplessa.

-Perchè la mia dolce primogenita ha pensato bene di fare un piccolo viaggetto nei miei pensieri senza avvisarmi e ha scoperto tutto.-mi dice tranquillamente.

-E me lo dici così? Oddio! Sarà sicuramente entrata anche nella mia testa e avrà visto cosa penso di suo padre. Che imbarazzo!-commento, nascondendo il viso tra le mani.

-Non preoccuparti, tesoro! Non l'ha fatto, me lo ha assicurato.-cerca di tranquillizzarmi, prendendo le mie mani tra le sue.

-Ne sei sicuro? Perchè è già sufficiente mio fratello che vede quello che penso di te e fa sorrisi maliziosi e idioti ogni volta che incrocia il mio sguardo.-dico, sempre più preoccupata.

-Guarda che non devi preoccuparti, te l'ho già detto. Annie non l'ha presa male, anzi ne era felice.-dice con molta calma.

-E quando l'avresti avuta questa lunga e impegnativa conversazione con tua figlia? Perchè non me l'hai mai detto?-chiedo.

-Non te l'ho mai detto perchè è successo solo qualche ora fa, prima che uscissimo di casa. Non è più una bambina, anche se mi rincresce dirlo e, insospettita, dal nostro atteggiamento, s'è presa da sola le informazioni che voleva, visto che io stentavo a dargliele, come dice lei.-mi spiega.

-Strano che tu non sia andato su tutte le furie per il fatto che è entrata nella tua mente a tua insaputa.-gli faccio notare.

-Lo stavo per fare, a dire la verità. Poi mi ha spiegato che ha preso solo le informazioni che le servivano ed è uscita, mi ha fatto vedere quello che ha visto e non c'era niente di cui preoccuparsi.-risponde.

-E poi ti ha tolto dall'inghippo di spiegare, almeno a lei, quello che c'è tra di noi.-aggiungo io.

-Esatto! E mi ha giurato che terrà la bocca chiusa con sua sorella, ma non possiamo aspettare ancora. Sono più di tre mesi che ci vediamo di nascosto e anche Sophia non è più così piccola, mancherà poco a quando inizierà a fare domande anche lei.-dice.

-In effetti è cresciuta molto ultimamente, non scappa nemmeno più.-constato.

-Se non scappa più è solo dovuto all'ultima punizione, non le è proprio piaciuta. Il fatto di non amare molto lo studio credo che lo abbia preso proprio da me.-mi dice, sorridendo.

-Poi l'hai fatta studiare di pomeriggio solo tre giorni, pensa se fossero stati di più.-sorrido insieme lui.

-Fortunatamente per lei ha capito subito che si fosse lamentata troppo la punizione sarebbe stata sempre più lunga. Mi è bastato minacciarla di farla studiare al pomeriggio per un'intera settimana per farla smettere di sbuffare ogni minuto.-mi racconta divertito.

-Perchè ti diverte questo? Se lo avesse fatto tua madre con te non ti saresti divertito così tanto.-gli faccio notare.

-Lo faceva e, infatti, non mi divertivo per niente, mi obbligava a leggere ad alta voce anche per delle ore...più che una punizione mi sembrava tortura! E ora capisco perchè le mie sorelle erano così divertite dalle mie smorfie mentre lo facevo. Avresti dovuto vedere Sophia com'era annoiata, per un paio di volte ho perfino pensato che si fosse addormentata. Devo ammettere, però, che mi piace questo suo lato così umano, se fosse solo la bambina che scappa dalla finestra del secondo piano per correre veloce come il vento nella foresta di notte mi dispiacerebbe. Capisci cosa intendo?-mi chiede.

-Credo di si. Non ti piacerebbe se fosse completamente come noi, perchè non si potrebbe godere in pieno questi pochi anni di infanzia, giusto?-gli chiedo.

-Esatto! Quando sia lei che Annie hanno comportamenti infantili tipici dei bambini umani mi sento meglio, anche se spesso sono comportamenti che mi fanno arrabbiare, sono contento che una buona parte di loro sia umana.-mi risponde.

-Una parte umana che avranno per sempre, però. Non hai paura che questo le possa penalizzare una volta adulte? Bella mi dice sempre che teme che Renesmee da grande non riesca a difendersi come facciamo noi e che questo possa nuocerle.-gli racconto.

-Io ne ho visti diversi di ibridi e, anche se rimarranno sempre per metà umani, una volta grandi saranno quasi forti come noi e sapranno difendersi egregiamente contro ogni vampiro. Le figlie di Joham le ho allenate io stesso e, qualche volta, mi hanno pure steso.-mi racconta.

-Ma non sono velenose, però.-aggiungo.

-Questo no, ma solo contro i licantropi abbiamo bisogno del nostro veleno come difesa e con Seth e Jacob dalla loro parte non credo che le bambine corrano alcun pericolo nemmeno in questo caso.-mi ragguaglia.

-Sei tranquillissimo, insomma?-chiedo, un po' scettica.

-Assolutamente no e, non lo sarò mai, ma devo pensare solo ai lati positivi, perchè altrimenti non riuscirei più a fare il padre serenamente e le terrei sotto una campana di vetro, un po' come fanno Edward e Bella. So che per loro è diverso, perchè hanno visto la morte della loro figlia da vicino, ma non credo che le stiano facendo fare tutte le esperienze possibili.-mi confessa.

-A volte lo credo anch'io! A Renesmee non verrebbe mai in mente di saltare dalla finestra in piena notte o di lottare per gioco con Jacob come Annie fa con Seth. Hanno sempre paura che si faccia del male e le stanno sempre addosso.-aggiungo io.

-Da quando sono qui non li mai nemmeno sentiti alzare la voce con lei. Io, in alcuni giorni, non faccio altro. Forse sono io che ho sbagliato qualcosa perchè le mie figlie sono molto più scalmanate di Renesmee, ma non ho potuto fare diversamente con la vita che facevamo prima di venire qui, non riuscivo sempre tenerne a freno due, di cui una praticamente in fasce, da solo.-mi racconta.

-Sei stato anche fin troppo bravo, non hai niente da rimproverarti, te l'assicuro. E nemmeno Edward e Bella, sono solo due modi diversi di educare i propri figli ed entrambi giusti, ne tu ne loro state sbagliando, sia le tue figlie che Renesmee sono bambine serene e felici e questo solo grazie ai loro genitori, se poi ad una piace saltare dalle finestre, ad un'altra lottare coi lupi e un'altra ancora a tutto questo preferisce leggere un libro o suonare il pianoforte non c'è niente di male o di strano, sono solo bambine nate in ambienti diversi e con caratteri diversi. Forse Renesmee è stata anche fin troppo viziata da quando è nata ed è stato un bene che siano arrivate altre due bambine, così non ha solo adulti che le ronzano intorno e la coccolano ventiquattrore al giorno e anche alle tue bambine ha fatto bene aggregarsi a noi così possono vedere che è possibile divertirsi o distrarsi anche senza correre o lottare.-cerco di fargli capire.

-Wow! Saresti davvero una brava madre..-mi sussurra, stampandomi un delicato bacio sulle labbra.

-Peccato non lo sia veramente! Posso solo limitarmi a fare la zia e...la matrigna?-chiedo leggermente sarcastica.

-Che brutto termine...matrigna!-mi dice, come se ne fosse schifato.

-E' il più adatto che mi è venuto in mente.-dico ancora.

-Perchè mamma non ti piace?-sussurra dolcemente.

-Cosa vuoi dire?-chiedo confusa.

-Che mi piacerebbe che facessi da madre alle mie figlie. Prima non te l'ho detto, ma Annie ne sarebbe davvero felice. E' stata a lei a dirmelo, giuro. Io non le ho assolutamente forzato la mano.-mi racconta.

-Veramente?-chiedo, più commossa che mai.

-Veramente, amore mio. Ed è quello che voglio anch'io, vorrei che noi quattro fossimo una famiglia, vorrei che le mie figlie ti chiamassero mamma e che tu le considerassi come figlie tue...-dice, sognante.

-Quello già lo faccio, ho amato le tue figlie dal primo momento che le ho viste.-confesso.

-Ecco perchè ti sei messa con me, solo per le bambine.-scherza, salendo sopra di me.

-Te lo confesso, McCarty: tu sei solo il terzo in classifica!-scherzo anch'io, ridendo a crepa pelle.

-Allora è vero che i padri single hanno il loro fascino.-dice ancora.

-Si, ma ora non lo sei più e la prima che osa anche solo guardarti farà una bruttissima fine.-minaccio.

-La gelosia la trovo così sensuale.-sussurra, iniziando a mordermi un orecchio.

-Caro il mio ex padre single credo che sia ora di tornare a casa, le tue figlie tra poco saranno in piedi.-interrompo la sua opera di seduzione.

-Ok, andiamo! Dobbiamo anche parlare con Sophia!-dice, alzandosi in piedi.

-Adesso?-chiedo preoccupata.

-Si, perchè non sei pronta?-chiede.

-Si, ma...-titubo.

-Non preoccuparti...Sophia non ti mangerà!-mi rassicura, scherzando.

-Ahah...ma quanto sei spiritoso!-esclamo, invitandolo ad iniziare a correre.

Non credo che ci sia nessuno al mondo più felice di me in questo momento. Quando mi sono messa con Emmett non ho dato per scontato che un giorno avrei fatto da madre alle sue splendide figlie, anche se ci speravo tanto. Mentre corro nella foresta all'inseguimento del più bel vampiro del mondo sento i miei occhi pizzicare dalla felicità e il mio cuore ringraziare di essere già fermo, altrimenti esploderebbe dalla contentezza.

Dio...quanto sono felice!

Ora spero solo che Sophia mi accetti così come ha fatto sua sorella e solo allora potrò urlare al mondo tutta la mia gioia infinita.

 

 

Anche qui vi lascio qualche consiglio...

-Ritrovarsi (Twilight) di Camilla L

-Vorrei potermi innamorare giorno dopo giorno (Twilight) di Camilla L

-A tempo di valzer (Originale) di NinianeCullen88

-Metà (Poesia originale) di Dills Nightmare

-Un amore nostro (Twilight) di Alice_Nekkina_Pattinson

Fateci un salto, sono davvero tutte molto carine, soprattutto le mie...ahah!!!

Dopo questa posso anche andare, vero?

Ci sentiamo presto col seguito in cui scopriremo il parere di Sophia...

Baci Camilla

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Capitolo 9
*** La famiglia McCarty ***


La famiglia McCarty

 

Pov Rosalie

 

La prima volta che Annie e Sophia mi hanno chiamata mamma, ormai più di sei mesi fa, è stato uno dei giorni più belli della mia lunga vita. Hanno deciso di farlo insieme, qualche settimana dopo che entrambe erano venute a sapere quello che c'è tra me e il loro padre. Quel “mamma” corale è stato più bello da sentire che un milione di campane a festa. Per qualche minuto m'è parso di sentire il mio cuore riprendere a battere e i miei occhi riempirsi di lacrime. Le mie bambine. Le mie fantastiche bambine.

Ormai la mia vita gravita intorno a quel vampiro che è comparso dal nulla e a quelle due meraviglie che aveva con sé. Ho completamente donato la mia vita a loro.

Avere l'amore di Emmett mi sembrava già troppo per me, non merito tanto, ma essere considerata una madre dalle sue figlie è ancora più straordinario.

Cosa posso desiderare di più dalla vita ora?

Niente, perchè ho già tutto quello che desidero e forse anche qualcosa in più.

Oggi è il compleanno dell'uomo che ha cambiato la mia vita e, le nostre figlie ed io, abbiamo in serbo una sorpresa davvero speciale per lui: andremo in Tennessee, la sua terra natale. Vedere sua madre e le sue sorelle anche se solo da lontano, sono sicura che lo riempirà di gioia.

-Mamma, quando partiamo?-mi chiede curiosa la mia piccola Sophia, appena mi raggiunge nel giardino di casa.

Quanto è cresciuta nell'ultimo periodo, sembra perfino più grande di Renesmee anche se ha un paio di mesi in meno di lei.

-Buongiorno, tesoro! Appena papà tornerà dalla caccia partiremo immediatamente.-le rispondo.

-Ma perchè è andato a caccia senza di noi?-mi chiede ancora.

-Perchè è uscito con gli altri maschietti della famiglia per festeggiare il suo compleanno e quando arriverà lo farà con noi.-le spiego.

-Ah! Ok! Allora vado a prepararmi.-dice, schizzando via.

-Ma ci andiamo a piedi o con la macchina?-mi chiede qualche secondo dopo, sbucando dalla porta.

-Ci andremo di corsa, sei contenta?-le chiedo io.

-Si, si, si!-esclama, correndo via felice come non mai.

Nonostante sia cresciuta molto da quando è qui non ha perso la sua passione per la corsa, ma per fortuna quella per le fughe si e sta addirittura anche lentamente perdendo la sua fobia per l'acqua. Non fa ancora il bagno in piscina con le altre bambine, ma almeno farle fare la doccia non è più un'impresa impossibile. Mi ricordo ancora che fatica faceva suo padre i primi tempi, quanta pazienza aveva mentre le spiegava che l'acqua non le avrebbe mai fatto del male. Non smetterò mai di dire che padre fantastico sia il mio Emmett, ha saputo fare un gran lavoro con le sue figlie, anzi le nostre figlie. Credo che non ci farò mai l'abitudine, non mi sembrerà mai reale che abbia finalmente realizzato il mio più grande sogno: essere chiamata mamma.

-Mamma, quanto manca all'arrivo di papà?-mi chiede impaziente Annie, già pronta per la partenza.

-Non molto, credo, dovrebbe essere qui a minuti.-le rispondo.

-Non vedo l'ora di partire. Mi piace vivere in una casa, ma viaggiare e vedere sempre posti nuovi mi manca molto.-mi confida.

-Vedremo di fare presto un altro viaggio, allora.-le assicuro.

-Grazie, mamma.-mi dice con un bel sorriso.

Annie non è più una bambina ormai, nonostante la sua età anagrafica, ma per me lo sarà per sempre. Ogni volta che la guardo non posso fare altro che pensare al nostro primo incontro nella foresta. Appena incrociai i suoi occhioni verdi non potei fare altro che stupirmi di tutta quella meraviglia che stavo vedendo. Sophia e Renesmee sono due bambine bellissime, di una bellezza che va ben oltre l'umano, ma Annie ha qualcosa in più, qualcosa che la rende ancora più speciale.

-Mamma, a cosa stai pensando?-mi chiede ancora Annie.

-A quanto sei bella, tesoro.-le rispondo sincera.

-Dai mamma, non scherzare.-mi ammonisce.

-Ma è la verità! La prima volta che ci siamo viste non ho potuto fare altro che notare quanto tu sia bella, perfino rispetto a tua sorella e a tua cugina tu hai qualcosa in più, ma non dirlo a loro, ti prego, non vorrei innescare inutili gelosie.-le spiego.

-Non preoccuparti, non dirò niente e poi, secondo me, sono tanto bella perchè ho preso tutto dalla mia mamma.-dice, facendomi l'occhiolino.

-Ti voglio bene, amore mio. Sono davvero felice di essere la tua mamma.-le dico, stringendola a me.

Mentre siamo ancora strette una all'altra la voce del più bel vampiro del mondo ci distrae.

-Ehi, belle fanciulle posso unirmi al vostro abbraccio?-ci chiede Emmett, mentre vedo mio padre e i miei fratelli che entrano in casa per lasciarci soli.

-Si, ma solo perchè è il tuo compleanno.-gli risponde Annie.

-Allora è meglio che ne approfitti.-ci dice, un secondo prima di stringerci entrambe in uno dei suoi mega abbracci stritolatori.

-Ci sono anch'io!-urla Sophia, saltando dalla finestra e atterrando dritta su di noi.

-E tu da dove sbuchi?-le chiede suo padre.

-Sono piovuta dal cielo.-gli risponde sorridente.

-Fai anche la spiritosa adesso, birbantella.-controbatte Emmett, stringendola sempre più forte.

-Basta papà, se non mi lasci andare non ti faccio gli auguri per il tuo compleanno.-dice Sophia, ridendo a crepapelle.

-Ok, piccola ricattatrice.-dice suo padre, lasciandola andare.

-Tanti auguri, papà!-gli dice la piccola, saltandogli tra le braccia per stampargli un bacio sulla guancia.

-Tanti auguri anche da parte mia, sei il papà migliore del mondo. Ti voglio bene!-dice anche Annie, gettando le braccia al suo collo.

-Buon compleanno, amore mio. Ti amo da morire.-gli dico invece io, stampandogli un tenero bacio sulle labbra.

-Grazie a tutte! Siete la mia vita, non mi stancherò mai di dirvelo.-ci risponde, visibilmente commosso.

-Mamma, ora possiamo dirgli qual'è il suo regalo?-mi chiede l'impaziente Sophia.

-No, amore, faremo di meglio: glielo mostreremo. Siete pronte per partire?-chiedo alle mie figlie.

-Siii!-mi rispondono in coro.

-Ma dove dobbiamo andare?-ci chiede Emmett curioso.

-E' una sorpresa, tu seguici e basta.-gli ordino, prima di dargli l'ennesimo bacio e iniziare a correre seguita da tutti loro.

Mi piace correre insieme alla mia famiglia, mi sembra di essere diretta a tutta velocità verso il nostro paradiso personale, dove esistiamo solo noi e la nostra felicità.

Dopo qualche ora di corsa decido di fermarmi per permettere alle bambine di riposarsi un po'. E' stata un'idea di Annie andare fino in Tenessee con le nostre gambe e, anche se non me lo direbbe mai, so che sia lei che la piccola Sophia hanno bisogno di riprendersi un po', non sono bambine umane e non si stancano facilmente, ma non sono nemmeno completamente come noi e hanno bisogno di respirare.

-Credo di aver capito dove mi state portando.-afferma Emmett, appena siamo fermi.

-Si, l'ha capito!-aggiunge Annie, dopo essere entrata nella mente del padre.

-Grazie!-risponde lui.

-Sapevamo quanto ci tenevi a rivederle, così abbiamo organizzato questo viaggio. E' anche un modo per stare qualche giorno solo noi quattro, non lo abbiamo mai fatto.-gli spiego.

-Non potevo desiderare un compleanno migliore di questo, grazie ancora.-ci dice, stringendoci ancora tutte insieme.

-Le mie donne...-dice, come se ci stesse cullando.

Dopo circa mezzora decidiamo di ripartire, ma stavolta le bambine sono sulle nostre spalle per accorciare ancora di più i tempi. Ora che il festeggiato ha scoperto quale sia il suo regalo è diventato più impaziente di un bimbo che aspetta l'arrivo di Babbo Natale.

 

-Siamo quasi arrivati, piccole. Ancora un po' di pazienza.-dice Emmett, mentre oltrepassiamo il confine di stato del Tennessee.

-Non vedo l'ora. Il viaggio non mi piace più da quando non posso più correre.-si lamenta Sophia, sulla mia schiena.

Dopo qualche minuto ci troviamo nella zona residenziale di Gutlinburg, dove tra una serie di villette tutte uguali ne spicca una leggermente diversa, forse quella che ha più bisogno di ristrutturazioni; si vede lontano un miglio che in quella casa ci vivono solo donne, ma è anche quella col giardino più curato e colorato della zona.

Approfittando del cielo coperto ci sediamo nel parco di fronte a quelle case e aspettiamo. Non siamo così vicini da essere visti da loro, ma abbastanza per vedere chiunque entri o esca da casa McCarty.

-Mia madre non cambierà mai, perfino con la febbre alta non rinuncerebbe ai suoi lavoretti di giardinaggio.-commenta Emmett, fissando quella casa leggermente diversa dalle altre.

-E' un peccato però che non abbia nessuno che le dia una mano col resto della casa. E' l'unica del quartiere che ha bisogno di una tinteggiata alla pareti esterne e qualche altro lavoretto.-commento dispiaciuta.

-Erano tutte cose che avrei dovuto fare io, ma non ne ho avuto il tempo.-commenta anche lui con un po' di malinconia della voce.

-Scusa amore, non volevo rattristarti, la mia era solo una constatazione per dire quanto mi dispiaccia di questo.-aggiungo.

-Non preoccuparti, l'avevo capito. Credo che non abbia mai fatto finire quei lavori perchè sta ancora aspettando che io faccia ritorno per concluderli. Lo aveva fatto anche dopo la scomparsa di mio padre, ha aspettato che la casa fosse davvero ridotta male prima di rendersi conto che non poteva aspettare ancora. E' il suo modo di affrontare il dolore.-dice, sussurrando l'ultima frase.

-Ognuno lo affronta a modo suo.-dico solo, mentre la porta della villetta “diversa” si apre.

-Oh! Mio Dio! Quella è mia sorella Lucille!-commenta subito il mio compagno.

-Quanto ti assomiglia, papà.-commenta Annie.

-Lei è la mia gemella, quella con cui ho condiviso tutto fino al momento della trasformazione.-le spiega suo padre.

Dopo Lucille escono anche una signora di mezza età che spinge un passeggino occupato da un bimbo di circa un anno e un'altra donna molto più giovane.

-E' diventata di nuovo madre, la mia Vivian è diventata di nuovo madre.-commenta Emmett, mentre guarda sempre più adorante la sua famiglia.

-Le altre due sono tua madre e tua sorella?-chiedo io.

-Si, quella è mia madre Sophia e l'altra è Vivian.-mi risponde, indicando prima una e poi l'altra.

Credo che se il mio compagno fosse ancora umano starebbe trattenendo a stento le lacrime in questo momento.

-Guarda papà, tua sorella sta venendo verso di noi col bambino.-commenta Annie.

-Ma dove va con questo tempo con un bimbo così piccolo?-commenta Emmett, preoccupato.

-Forse a casa.-dico, leggermente sarcastica.

-Comunque sia dobbiamo andarcene da qui, non può vederci.-dice lui.

-Non ti piacerebbe farle conoscere la tua famiglia?-chiedo io.

-Moltissimo, ma non credo sia una cosa fattibile.-dice lui.

-Non c'è bisogno che ti veda, posso fermarla per chiederle un'informazione e farci due chiacchiere.-propongo.

-Ok, ma stai attenta, anzi state tutte attente, sono umani.-si raccomanda, prima di saltare sull'albero più vicino.

Aspettiamo sedute che Vivian si avvicini e poi la fermo per chiederle una finta informazione.

-Mi scusi signora, sa per caso se tra quelle villette ce n'è qualcuna in vendita? Sa, la mia famiglia ed io ci vorremmo trasferire in questa zona.-le chiedo.

-Guardi, da questa parte del quartiere sono tutte occupate da anni ormai, ma nella zona nuova ce n'è ancora qualcuna vuota. Se vuole venire con me sto proprio andando in quella direzione.-mi risponde gentilmente.

-Non vorrei disturbare e poi vedo che il suo bambino sta dormendo così bene che non vorrei che le nostre chiacchiere lo svegliassero.-dico ancora.

-Non si preoccupi per lui, dormirebbe anche sotto i bombardamenti.-commenta sorridendo e coprendo per bene il suo ometto.

-Complimenti, è davvero un bel bambino. Come si chiama?-le chiedo, avvicinandomi al passeggino per vederlo meglio.

-Emmett, lui è il mio Emmett.-mi risponde, sognante.

-Che bel nome.-commento, mentre posso solo immaginare cosa stia pensando l'altro Emmett appollaiato sull'albero.

-Grazie! E' un nome di famiglia.-dice solo.

-Anche noi abbiamo dato alle bambine nomi di famiglia: loro sono Annie e Sophia.-le dico, facendo fare un passo avanti alle mie figlie che erano rimaste nascoste dietro di me.

-Wow, ma siete bellissime e avete anche una mamma davvero giovane.-dice Vivian alle mie figlie.

-Grazie Signora!-dice Annie, mentre quella che non sa di essere sua zia la fissa incantata.

-Hai degli occhi bellissimi.-le dice ancora Vivian.

-Sono gli stessi del padre.-aggiungo io.

A questo punto la mente di Vivian inizia a collegare tutti gli indizi, gli occhi del padre, i nomi di famiglia e trae le sue conclusioni...

-Ma chi siete?-ci chiede, leggermente preoccupata.

-Siamo solo Rosalie, Sophia e MaryAnne non serve sapere di più.-le rispondo.

-MaryAnne? Ma non ti chiamavi Annie?-chiede a mia figlia, sempre più stupita.

-Il mio nome completo è MaryAnne, ma tutti mi chiamano Annie.-le risponde.

-Oh! Mio! Dio! Non ci sto capendo niente, perchè mi state dicendo tutto questo? Perchè siete piombate qui dal nulla?-chiede, iniziando a spaventarsi.

-Senti Vivian, l'ultima cosa che volevo fare era spaventarti. Volevo solo che qualcuno della tua famiglia ci conoscesse, c'è qualcuno che ci tiene così tanto a questo incontro, è un regalo per lui.-le spiego vagamente.

-Come fate a sapere il mio nome e tante altre cose. Ve lo richiedo: chi siete?-ci chiede ancora.

Si vede che non è più così rilassata come all'inizio della nostra conversazione, ma credo voglia capire tutto fino in fondo, altrimenti se ne sarebbe già andata a gambe levate...

-Posso spiegartelo io se vuoi.-interviene Annie.

-Ok!-dice sua zia.

-Ecco vedi, io mi chiamo MaryAnne Lucille, lei è mia sorella Sophia Vivian e lei la nostra mamma Rosalie. Il nostro papà che, al momento non è qui con noi, si chiama Emmett ed è tuo fratello. Ecco perchè sappiamo tutte quelle cose sulla tua famiglia. Il mio papà voleva solo farvi sapere che è vivo e che sta bene e che, anche se non potrà più essere qui con voi, vi pensa ogni giorno. Ci ha chiamato così per ricordarsi di voi per sempre.-le spiega Annie, probabilmente in contatto mentale col padre.

-Ma tutto questo è impossibile. E' sparito solo sei anni fa, non può avere delle figlie così grandi e poi perchè ha mandato voi invece di venire lui stesso se sta così bene?-chiede, leggermente irritata.

-E' una storia lunga da spiegare e ci sono cose che potresti non capire. Noi non avevamo intenzione ne di farti arrabbiare, ne di spaventarti. Quello che ha detto mia figlia è tutto vero, siamo davvero la famiglia di tuo fratello, ma ci sono cose di noi che non possiamo rivelare a nessuno, ne vade la nostra incolumità.-cerco di spiegarle ancora.

Subito dopo sento un fruscio tra i rami e Emmett piomba al mio fianco...

-Emm...Emmett...ma, ma sei davvero tu?-le chiede sua sorella.

-Ciao Viv!-le dice solo, prima che lei gli getti le braccia al collo.

-Ma sei...sei così diverso!-esclama lei, balbettando.

-E' questo che cercava di spiegarti la mia compagna.-le dice lui.

-Noi, tutti noi, compresi le bambine, non siamo quello che sembriamo, ma non posso dirti di più Viv...ti può bastare?-le chiede.

-Sono ancora parecchio confusa, ma cercherò di farmelo bastare.-gli dice la sorella.

-Grazie, so che posso fidarmi di te e naturalmente, questo incontro deve rimanere un segreto, anche per mamma e Lucille.-le spiega ancora.

-Non vuoi che sappiano anche loro che stai bene?-gli chiede lei.

-Sarai tu a spiegarglielo, so che puoi farlo. Scusami, ma non possiamo fare altro, meno gente sa di noi meglio è.-le dice Emmett.

-Siete sotto copertura o qualcosa del genere?-chiede Vivian.

-Qualcosa del genere.-risponde lui.

-Ok, come vuoi Emm, dirò loro di aver ricevuto una tua telefonata in cui mi dicevi di stare bene e che ti sei rifatto una vita lontano dall'America. Non sarà molto, ma vedrò di farglielo bastare.-commenta lei.

-Te ne sarò grato per sempre Viv. Ci tenevo a farvi conoscere le mie fantastiche donne e a farvi sapere che sono felice. Ora che tu sai di noi, ti chiamerò spesso, ma non credo che potremmo rivederci ancora.-le spiega.

-Cercherò di farmi bastare anche questo. L'importante è che tu stia bene e che tu sia felice, il resto è tutto in più. Sono contenta di averti rivisto, non credevo che potesse mai succedere, non sai quanto siamo state male quando sei scomparso, soprattutto Lucille. Sembrava che mancando tu le mancasse una parte di sè stessa, forse è una cosa tra gemelli che nessuno di noi potrà mai capire, ma è stata davvero dura i primi tempi. Abbiamo fatto una fatica immensa a farla tornare dal Sud America, diceva che se fossi tornato avresti dovuto trovarla lì in albergo ad aspettarti. All'inizio non voleva più nemmeno riprendere gli studi, dormiva e mangiava a malapena e c'è voluta tutta la pazienza della mamma per convincerla a riprendere a vivere.-continua Vivian.

-Oh! Mio Dio! La mia Lucy. Se pensi che parlarle di me la faccia stare male preferirei che non lo facessi, non voglio turbarla ancora.-dice lui.

-Magari aspetterò un po' e prima ne parlerò con la mamma. Lei è fortissima sai, è stato tutto merito suo se Lucille ed io non siamo impazzite quando sei scomparso. Ha messo da parte il suo dolore per aiutarci a sconfiggere il nostro e anche se ogni notte si addormentava piangendo, la mattina seguente ci salutava col sorriso sulle labbra. Dice che farai sempre parte di lei, ma che ora deve vivere con chi è ancora al suo fianco, sembra quasi che sappia che non sei morto.-continua Vivian.

-E' sempre stata forte! Non è stato facile nemmeno tirare su tre figli da sola eppure se l'è sempre cavata alla grande, è davvero una madre fantastica.-precisa Emmett.

-Quando i miei figli mi fanno disperare perchè sono più capricciosi del solito penso a lei e a quanta pazienza deve aver avuto per fare tutto da sola.-aggiunge lei.

-Io gliela facevo perdere spesso, però. Ero davvero un professionista in questo.-commenta lui, mettendosi a ridere.

-Eh, si! Davi sempre il meglio di te stesso in queste cose.-ride insieme al fratello.

-E Denise e tuo marito come stanno?-chiede Emmett, appena smette di ridere.

-Denise è una piccola donna ormai, ha da poco iniziato la prima elementare e il mio, ormai ex, marito s'è trasferito alle Hawaii con la sua segretaria qualche mese fa. Emmett è figlio di Walt, il mio nuovo compagno.-gli risponde.

-Wow! Noto che sono cambiate molte cose anche qui. E Lucille ha qualcuno?-le chiede ancora.

-Si, da un paio di mesi si vede con Adam, il fratello di Walt.-risponde.

-Sono davvero felice per voi e, ad essere sincero, il tuo ex marito non mi è mai particolarmente piaciuto.-le confida.

-Beh, non è che tu abbia mai fatto molto per nasconderlo.-precisa lei.

-Forse no, ma è davvero difficile farsi piacere un tipo del genere.-commenta lui.

-In effetti si e mi sto ancora chiedendo cosa ci trovassi quando l'ho sposato.-dice lei.

La chiacchierata tra i due continua ancora per un bel po', finchè il piccolo Emmett non pretende le attenzioni della sua mamma.

-Credo che abbia fame, forse è arrivato il momento di salutarci.-dice Vivian.

-Speravo che questo momento non arrivasse mai.-dice il fratello.

-A chi lo dici.-ammette lei.

-Vedrò di farmi sentire ogni volta che potrò.-aggiunge Emmett.

Si guardano qualche istante negli occhi poi si abbracciano stretti, Vivian sembra molto più a suo agio ora tra le braccia di suo fratello.

-Hai davvero una bella famiglia, Emm.-si complimenta Vivian, mentre sono ancora stretti.

-Grazie sorellona, loro sono tutta la mia vita adesso.-aggiunge lui.

-Tanti auguri Emmett!-dice poi lei.

-Non potevo desiderare un compleanno migliore di questo. Fai tanti auguri anche a Lucille e dalle questo bracciale da parte mia, avevo intenzione di lasciarlo sul davanzale della sua camera, ma forse è meglio che l'abbia da te.-le dice lui, allungandole un bracciale d'argento con appeso un piccolo orso e una scimmietta.

-Glielo darò volentieri. Apprezzerà che la scimmietta potrà stare insieme al suo orso almeno così.-commenta lei.

Quel bracciale l'ha comprato Emmett in Sud America poco prima di essere trasformato e da allora lo porta sempre con sé. Ne aveva presi due, una per lui e uno per la sorella, ma solo quello che portava lui al polso è stato ritrovato, l'altro è sparito insieme alla sua umanità. Mi ha spiegato che quei due animaletti rappresentano loro due, i diversi gemelli McCarty: il gigantesco ed irruento orso Emmett e la piccola e brillante scimmietta Lucille.

-E quell'altro bracciale che porti cosa significa? Noto che tutti voi avete quel simbolo addosso.-chiede Vivian curiosa.

-Questo è il simbolo della nostra famiglia, la nostra grande famiglia. Non siamo solo noi quattro, siamo in undici in tutto e mi trovo davvero bene con tutti loro.-le spiega Emmett.

-Sono davvero contenta per te, ma ora è meglio che vi saluti, anche se passerei ancora molto tempo qui con voi.- aggiunge Vivian, prima di salutarci tutti ad uno ad uno e continuare per la sua strada.

-Non avevamo deciso che non avresti dovuto farti vedere?-chiedo al mio compagno appena siamo soli.

-Si, ma vi ho visto in difficoltà e sono dovuto per forza intervenire.-mi risponde.

-In difficoltà?-chiedo ancora.

-Si, non sapevate più cosa dire, ho perfino dettato le parole mentalmente ad Annie, ma non è stato abbastanza.-insiste, sarcastico.

-Non fai prima a dire che non hai resistito?-domando.

-Più o meno!-risponde, iniziando a ridere insieme a tutte noi.

Questo giorno di festa non è andato come nei piani, l'incontro non era di certo previsto, ma credo che per Emmett sia molto meglio così. Lui ha potuto dare loro un vero addio e loro sanno che sta bene, anche se questo rimarrà l'unico incontro che potranno mai avere.

-Ancora tanti auguri, amore mio!-gli dico, mentre tenendoci tutti per mano ci incamminiamo verso un altro nostro paradiso personale.

 

 

 

 

Buongiorno a tutte!!!

Scusate se vi ho fatto aspettare un po', ma questo capitolo è stato un po' duro da scrivere, ogni volta che iniziavo a scrivere mi veniva qualche nuova idea. Per quanto riguarda l'incontro tra Emmett e Vivian, ci tenevo a precisare che è stato ispirato dall'incontro tra Charlie e Bella in Breaking Dawn parte II...

Ringrazio NinianeCullen88, Dills Nightmare, Alice_Nekkina_Pattinson e _Alice_Mione_ per le loro immancabili recensioni.

Colgo l'occasione per pubblicizzare la mia ultima passione, le song-fic:

-Vivo Per...Lei su Emmett e Rosalie

-Da adesso in poi su Edward e Renesmee

-Se perdo anche te su Jasper e Bella

Ora vi saluto e vi do appuntamento al prossimo capitolo...

Baci Camilla

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Capitolo 10
*** Padri, zii e fratelli ***


Padri, zii e fratelli

 

Pov Emmett

 

Sono passati ormai più di dieci anni da quando sono stato trasformato e sei da quando, le mie figlie ed io, ci siamo uniti ai Cullen.

Annie e Sophia ormai sono grandi, entrambe hanno terminato la loro crescita e credo che sia proprio arrivato il momento di iniziare a pensare un po' di più a me stesso, da quando sono vampiro ho pensato praticamente solo a loro e al loro benessere, com'è giusto che fosse, ma ora non necessitano più di tutta la mia attenzione. Ho deciso che da ora non sarò più solo Emmett il padre, ma anche Emmett l'eterno ventenne e il mio nuovo me inizierà chiedendo in moglie la donna che ha cambiato la mia vita, colei che ha reso la mia infinita esistenza più bella di quanto potessi immaginare.

-Per me sprechi solo del fiato a farle una domanda del genere.-mi dice Edward, spuntando all'improvviso insieme a Jasper.

-Ehi, ehi, sta calmo! Stava scherzando, fratellone!-puntualizza Jasper, infondendomi un po' di calma.

-Intendevo dire che, secondo me, è una domanda superflua quella che vuoi fare a Rosalie: è ovvio che ti dirà di si. Sono anni che non aspetta altro.-mi spiega Edward.

-Figurati se ha il coraggio di dirti di no, non vede l'ora di poter essere anche lei una moglie come le altre donne di famiglia.-mi rincuora Jasper.

-Ne siete davvero sicuri?-chiedo loro.

-Certo che lo siamo. Conosciamo Rosalie da molto più tempo di te e ti assicuriamo che non devi avere nessun dubbio al riguardo. Tu le hai cambiato la vita e non si farà sfuggire la possibilità di diventare tua moglie per nulla al mondo.-mi risponde Jasper.

-Voi come avete chiesto a Alice e Bella di sposarvi?-chiedo ancora.

-Mmm...veramente è stata lei a chiedermelo!-ammette Jasper, iniziando a ridere insieme a noi.

-Ecco qui il prode soldato, che se la fa sotto davanti ad una proposta di matrimonio.-lo prende in giro Edward.

-Almeno io non ho dovuto ricattarla per farmi sposare.-controbatte Jasper.

-Non l'ho ricattata, era un compromesso.-si affretta a spiegare Edward.

-E cosa cambia, scusa?-gli chiede l'altro.

-Molte cose!-risponde.

-Spiegate qualcosa anche a me?-chiedo poi io, parecchio confuso.

-Vedi, Bella era un po' restia a sposarmi, ma solo perchè non credeva che la nostra unione avesse bisogno di questo ulteriore legame e così, visto che voleva essere ad ogni costo trasformata, le ho detto che lo avrei fatto solo se mi avesse sposato.-mi spiega Edward.

-Ha ragione Jasper, questo è un ricatto in piena regola.-puntualizzo.

-Ero disposto a dirti cosa pensa Rosalie di te per semplificarti le cose, ma ora non lo farò più.-dice ancora Edward, fingendosi scocciato.

-Se vuoi te lo dico io, non c'è bisogno di saper leggere nel pensiero per saperlo.-interviene Jasper.

-E tu come mai hai aspettato che fosse lei a chiederti la mano?-chiedo a Jasper.

-Veramente è stata lei a non saper aspettare. Appena ci siamo uniti alla famiglia, Carlisle ci ha proposto di sposarci, così come lo erano lui ed Esme. Subito dopo Alice ha avuto una visione di me che l'aspettavo all'altare e qualche secondo dopo mi stava già facendo la fatidica domanda.-mi spiega il mio empatico fratello.

-Cinque minuti in più le avrebbero cambiato la vita.-dico sarcastico.

-Alice è fatta così: la pazienza non è esattamente il suo punto forte.-aggiunge Jasper.

-Direi proprio di no!-puntualizza Edward iniziando a ridere.

-Ma io la amo anche per questo.-dice Jasper, tornando serio.

-Anche Bella ha i suoi piccoli difetti, ma questo non mi ha impedito di innamorarmi perdutamente di lei.-aggiunge Edward.

-Uno di questi direi che è la testardaggine.-gli fa notare Jasper.

-Il principale direi, non ho mai conosciuto nessuno più testardo di lei, anche se sua figlia le assomiglia molto in questo.-dice Edward.

-Quando Rosalie si arrabbia sa essere davvero scontrosa, ma è così sexy quando è incavolata nera.-dico, ripensando alla nostra ultima litigata.

-Infatti quando litigate cerco sempre di non essere in zona, rischierei di scoppiare a ridere ogni volta e alimentare di più l'ira di Rosalie. Lei che urla inferocita e tu che pensi alla vostra ultima notte insieme, siete davvero una strana coppia.-mi racconta Edward, sorridendo maliziosamente.

-Io spero sempre non ci sia mia figlia in zona invece, finché era bambina riuscivo a proibirle di entrare nelle teste altrui a suo piacimento, ma ora non mi ascolta più, è già tanto che non mi scoppi a ridere in faccia quando le chiedo di non farlo.-faccio notare.

-Non lo fa spesso, non preoccuparti. Sa gestire alla perfezione il suo potere, è una ragazza davvero giudiziosa.-mi ragguaglia Edward.

-Sono davvero orgoglioso delle donne che sono diventate le mie figlie, quando sono partito da solo con quei due esserini al seguito non avrei nemmeno potuto sperare che un giorno la nostra vita sarebbe diventate così perfetta.-racconto.

-Il merito di quello che sono è tuo e in buona parte di Rosalie.-si congratula Jasper.

-Grazie, ma anche il resto della famiglia mi ha dato una bella mano. Finché erano entrambe piccole è stato facile, ma da uomo non potevo spiegare certe cose a due ragazzine. Per fortuna poi mi sono unito a voi e hanno avuto una lunga schiera di donne con cui confrontarsi.-aggiungo.

-A chi lo dici! A volte non mi capacito di come sia uscito vivo da certi discorsi con Renesmee, per nostra fortuna sono ragazze sveglie e non c'è stato bisogno di approfondire certe cose.-racconta anche Edward.

-Ecco perchè poi cercavano sempre lo zio per fare certi discorsi, povere bambine. Con due padri come voi che non sanno nemmeno dove cominciare se la saranno vista davvero brutta.-ci prende in giro Jasper.

-Spero che tu non abbia spiegato loro più di quello che devono sapere.-lo minaccia Edward.

-Guarda che sono molto più sveglie di quanto voi immaginiate, non c'è stato bisogno di scendere in certi particolari. Ma non preoccupatevi, hanno tutte e tre la testa sulle spalle. Prima scherzavo, sono venute da me, ma non per questo, volevano solo sapere cosa piace e non piace ad uomo al primo appuntamento o cose così, niente di cui preoccuparsi, sono ancora tutte abbastanza innocenti al riguardo, sanno cosa c'è dopo, ma nessuna delle tre è ancora pronta per un rapporto serio, imprinting a parte.-ci spiega.

-E come mai sono venute da te e non da noi?-chiede Edward.

-Avevano bisogno di un confronto maschile e non potevano di certo parlarne coi loro padri o col composto nonno Carlisle, vi pare? Così mi sono messo a loro disposizione, spero di non aver sbagliato, se ci fosse stato qualcosa di cui preoccuparsi ve lo avrei detto, ma è tutto tranquillo per ora. Sono davvero carine, vengono a cercarmi sempre tutte e tre insieme, mi da l'impressione che si preparino prima cosa dire e le loro emozioni sono tutto un programma: Annie è sempre la porta voce e quella più sicura di sé, Renesmee vorrebbe esserlo altrettanto, ma la sua timidezza la frena un pochino, Sophia invece è quella più taciturna, stranamente, e ascolta in silenzio i nostri discorsi, credo che si senta un po' in disparte perchè è l'unica che ha scelto il suo lupacchiotto senza l'imprinting.-ci racconta.

-Come mai non ho mai saputo di questi vostri incontri? Nei pensieri di nessuno di voi ce n'è traccia.-chiede Edward.

-Sono state loro a chiedermi di non dirvi nulla, ma ora è passato un po' di tempo e credo che non ci sia niente di male se ne parlo con voi, è giusto che sappiate quali sono i loro timori e che non avete niente di cui preoccuparvi, sono delle ragazze molto intelligenti e come tali si stanno comportando.-ci spiega ancora Jasper.

-Sei uno zio straordinario Jazz, le nostre figlie non potevano desiderare di meglio.-mi congratulo con lui.

-Lo so!-si gongola lui.

-Pure simpatico lo zio.-puntualizza Edward.

-So pure questo!-insiste Jasper, prima che Edward ed io inneschiamo una finta lotta col lui.

Mi piace stare coi mie fratelli, mi ricorda i bei momenti passati con le mie sorelle, quelle sorelle che non potrò rivedere mai più e che mi mancheranno per sempre. Fortunatamente sono riuscito a mettere una pietra sul mio passato e ad andare avanti, la mia famiglia naturale mi mancherà per sempre, ma ora ne ho un'altra altrettanto straordinaria al mio fianco e che ci sarà per sempre. Ho dei nuovi genitori, ho perfino trovato in Carlisle quel padre che non ho mai avuto, ho una marea di fratelli e sorelle uno meglio dell'altro e poi...poi ci sono loro, le mie fonti di energia, le mie tre donne, coloro senza le quali non avrebbe senso esistere. Rosalie, Annie e Sophia sono la mia vita ed è ora che tutto il mondo lo sappia, darò a Rosalie il matrimonio più bello che ci sia mai stato, quello che ha sempre desiderato, si merita di aver tutto quello che desidera e farò sempre di tutto perchè questo accada. Voglio che lei e le nostre figlie siano sempre felici e al sicuro, è il mio unico scopo.

 

 

 

 

Ciao!!!

Vi comunico che questa storia è quasi giunta alla fine, devo ancora capire se scrivere ancora uno o due capitoli, ma sicuramente non di più...questo non era previsto, m'è uscito così scrivendo, perciò i miei piani sono leggermente cambiati...

Prima di lasciarvi vi vorrei chiedere se vi andasse di leggere qualche altra mia storia, scrivo un po' di tutto (...ma solo su Twlight!) tranne che le Edward/Bella, non che non mi piacciano, ma credo che ne siano state scritte già a sufficienza...

Ora vi saluto e vi auguro una bellissima e freddissima settimana!!!!

Bacini Camilla

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Capitolo 11
*** L'inizio della felicità (Epilogo) ***


L'inizio della felicità (Epilogo)

 

Pov Rosalie

 

Ancora non ci credo: io mi sto per sposare!

Io, Rosalie Lilian Hale Cullen, sto per diventare la Sig.ra McCarty Cullen...

Tra meno di un'ora realizzerò uno dei miei più grandi sogni: sposare il mio Emmett. Non cambierà poi molto nel nostro rapporto, ma ci tenevo comunque molto a questa cerimonia. Oggi, davanti ai nostri famigliari e amici ci giureremo amore eterno e questo mi fa toccare il cielo con un dito.

-Mamma!-urla Annie, entrando improvvisamente e, senza nemmeno bussare, nella mia stanza.

-Annie! Non puoi almeno bussare prima di entrare?-la riprendo.

-Scusa, ma sono arrabbiatissima con la zia Alice.-mi spiega.

-Come mai? Scommetto che vuole farti mettere un vestito che odi.-suppongo.

-Esatto! Continua a dire che grigio e rosa stanno bene insieme e che non posso non mettermi quell'orribile vestito rosa confetto che ha confezionato per me.-mi spiega ancora.

-E cosa centra il grigio?-chiedo confusa.

-Secondo lei, io dovrei mettere quello rosa col copri spalla grigio e Sophia viceversa. Noi ce li volevamo scambiare, ma la zia s'è infuriata dicendo che nessuno può andare contro le sue visioni, che se si cambia anche solo un particolare tutto può cambiare e tante altre cose confuse.-mi racconta.

-Non ti preoccupare, tesoro! Ci penso io, di alla zia di venire qui e tu e tua sorella mettetevi pure quello che volete, ok?-la rassicuro.

-Ok! Grazie mille, mamma! Te la mando subito.-mi dice, schizzando fuori.

Dopo nemmeno un minuto la mia pazza sorellina entra dalla porta...

-Alice, puoi cercare di rilassarti, per favore? Se le mie damigelle vogliono scambiarsi l'abito non vedo cosa ci sia di male.-cerco di spiegarle.

-Ma non possono sconvolgere tutto in questo modo, tutto deve essere perfetto e...-inizia a spiegarmi ad una velocità supersonica.

-Alice, tutto oggi sarà perfetto se tutti saranno felici perciò se le mie figlie sono felici scambiandosi i vestiti è così che andrà, ok?-le spiego, lentamente e stringendola per le spalle.

-Ok, ma...-balbetta.

-Ma...va bene così.-le dico con lo stesso tono di prima.

-Ok Rose, è a te che che deve andare bene.-dice rassegnata.

-Alice, hai fatto davvero un ottimo lavoro con l'organizzazione, ma ora rilassati un po' e goditi il matrimonio di tua sorella. Lo puoi fare questo per me?-le chiedo come se stessi parlando ad una bambina.

-Va bene lo farò.-dice, abbracciandomi stretta.

-Ti voglio bene, Alice e grazie di tutto.-le sussurro, ancora stretta a lei.

-Ti voglio bene anch'io, sei stupenda.-mi dice anche lei, prima di sciogliere l'abbraccio e lasciarmi di nuovo sola.

Prima di indossare l'abito, l'ultimo passo per essere una vera sposa, lo ammiro ancora po'; è una delle poche cose in cui non c'è lo zampino di Alice, volevo che fosse solo mio, che fosse esattamente come l'ho sempre sognato, da principessa. Ha una lunga coda e una gonna stretta che parte da un corpino senza maniche con la scollatura a forma di cuore, era così che doveva essere, un altro non sarebbe stato il mio abito da sposa. ( http://www.polyvore.com/emmett_rosalie/set?id=64867816 ) Sposto all'anulare della mano destra il mio fantastico anello di fidanzamento per fare posto alle fede nuziale e cerco di respirare il più regolarmente possibile, sembrerà un paradosso, ma ho l'impressione di avere ancora bisogno di ossigeno per vivere. Mentre faccio tutto questo ripenso alla meravigliosa proposta di matrimonio del mio Emmett: con la scusa di andare a cacciare mi ha riportato nella foresta di Forks, dove ci siamo conosciuti e lì, dopo essersi inginocchiato davanti a me, mi ha fatto la domanda più bella che potesse farmi. Questo è successo circa due mesi fa e da allora non riesco a smettere di essere felice, sembra impossibile, ma non ci riesco, da qualsiasi lato guardi la mia vita mi sembra perfetta.

Assorta nei mie pensieri non mi accorgo nemmeno che le mie damigelle, Annie e Sophia, sono entrate nella stanza...

-Questa volta ho bussato, ma visto che non davi nessun cenno di risposta siamo entrate.-mi fa notare Annie.

-Scusate, ma non riesco ad essere molto lucida oggi.-dico loro.

-Non preoccuparti, mamma. E' normale che il giorno del tuo matrimonio tu reagisca così.-mi dice Annie.

-Sei stupenda, mamma!-aggiunge Sophia.

-Anche voi lo siete! Vedo che poi siete riuscite a mettere i vestiti che volevate.-noto.

-Si, ma zia Alice non ci ha ancora viste.-dice sempre Sophia.

-...almeno non fisicamente!-commenta Annie.

-Non preoccupatevi, non vi darà più alcuna fastidio.-le rassicuro.

-Non so se un giorno che mi sposerò farò organizzare tutto a lei, in alcuni momenti fa paura, sembra un despota.-commenta Annie.

-Se si offende è ancora peggio, perciò non credo che tu abbia molta scelta, ma da qui al giorno del tuo matrimonio c'è ancora tempo.-aggiungo.

-Credo proprio di si! Se mi dovessi sposare adesso, papà potrebbe anche avere un esaurimento nervoso. Nonostante sia il giorno del suo matrimonio non ha perso di vista per un solo secondo Seth e Michael.-continua.

-Credo che Michael abbia addirittura paura di lui, in sua presenza mi sta sempre a debita distanza.-aggiunge Sophia.

Michael è uno dei lupi più giovani del branco di Jacob ed è figlio di sua sorella Rebecca. Era venuto per trovare lo zio, quando ha subito la sua prima trasformazione, nessuno credeva che sarebbe successo, visto che suo padre non è un Quilleute e lo abbiamo accettato tra di noi convinti che la nostra presenza non provocasse nulla in lui, invece sono bastati pochi giorni per cambiarlo definitivamente. Lui sembra aver accettato bene la sua nuova natura e Jacob è molto protettivo nei suoi confronti, è diventato una sorta di figlio per lui, visto che ha solo quattordici anni. Età, però che, non gli ha impedito di innamorarsi della mia Sophia e lei di lui. Sono davvero carini insieme e sono contenta del fatto che si siano scelti senza quel vincolo che si chiama imprinting. Non che Jacob e Seth non amino le loro rispettive compagne, ma Sophia ha potuto vivere tante emozioni, come le prime fasi dell'innamoramento e tante altre cose che Annie e mia nipote Renesmee non hanno potuto provare a causa dell'imprinting.

-Credo che questo suo atteggiamento lo dobbiate sopportare ancora per tanto.-commento, riferendomi alla gelosia del loro padre.

-Fantastico, ma almeno non legge nel pensiero come lo zio Edward, a Renesmee è andata molto peggio.-scherza Sophia.

-Direi proprio di si.-commento, ridendo insieme a loro.

Mentre stiamo ancora ridendo, qualcuno bussa alla porta...

-Posso entrare?-mi chiede Carlisle.

-Si, certo!-rispondo.

-Se è arrivato il padre della sposa vuole dire che è quasi arrivato il momento per noi di prendere posto, andiamo Sophia.-dice Annie, uscendo dalla stanza seguita dalla sorella.

-Ciao papà!-dico emozionata.

-Ciao tesoro! Sei bellissima!-dice, baciandomi una guancia.

-Grazie!-dico timidamente.

-Questo è per te.-mi dice, visibilmente emozionato pure lui, allungandomi una piccola scatola in velluto rosso.

-Ma non dovevi.-commento.

-Invece dovevo, forza aprilo.-mi consiglia.

Appena lo apro vedo una delle cose più belle che abbia mai visto, ma non per la sua bellezza in sé, ma per valore affettivo che so che ha per mio padre: mi ha appena fatto dono del cammeo che un tempo è appartenuto a sua madre.

-Ma io...-balbetto stupita.

-Ma tu, non devi dire niente. So quanto hai aspettato questo giorno ed è giusto che io lo onori facendoti questo dono così speciale. Mia nonna mi diceva sempre che aveva donato questo gioiello a mia madre il giorno delle nozze con mio padre e che io avrei dovuto fare la stessa cosa donandolo alla mia prima figlia.-mi racconta.

-Allora sarò orgogliosa di averlo sempre con me.-commento gettandogli le braccia al collo.

-Come ho dato i gemelli di mio padre ad Edward il giorno del suo matrimonio con Bella, ci tenevo che questo lo avessi tu; non che gli altri figli siano meno importanti, ma visto che i cimeli di famiglia sono due, ho deciso di darli ai miei primi due figli.-mi spiega, appena ci lasciamo.

-Grazie ancora, papà!-dico ancora.

-Sei pronta per andare all'altare?-mi chiede poi.

-Non credo che lo sarò mai, l'emozione è davvero troppa...-rispondo.

-Quando vedrai chi ti aspetta sotto il baldacchino di fiori ti passerà tutto.-mi rassicura.

-Lo spero! Mi sembra di essere tornata umana.-gli dico.

-Non preoccuparti, ti terrò ben salda fino all'altare.-dice.

Faccio un bel respiro e dico a mio padre che possiamo andare, più tento di rilassarmi e più ottengo l'esatto contrario, meglio non aspettare oltre...

Come per incanto appena usciamo una lieve musica delicata ci da il benvenuto...tutto sembra perfetto!

Le mie figlie che mi aspettano in fondo alle scale, mio padre che mi regge amorevolmente come se potessi svenire da un momento all'altro, i miei famigliari che mi guardano incantati e felici e lui...lui, la mia fonte di energia primaria che mi aspetta all'altare in tutto il suo splendore...tutto sembra perfetto!

Vicino a Emmett ci sono molte altre persone: Eleazar che s'è gentilmente offerto di officiare la cerimonia, Jasper e Edward che faranno da testimoni allo sposo e tutto il resto della mia grande famiglia, ma per me esiste solo lui, l'uomo favoloso che tra poco sarà mio marito. Aveva ragione Carlisle: appena l'ho visto l'emozione s'è trasformata in impazienza, l'unica cosa che voglio ora è essere al più presto sua moglie.

Appena Carlisle unisce le nostre mani tutto sembra ancora più irreale e fantastico, tutto questo non può succedere proprio a me, non posso credere che abbia realizzato anche questo ultimo sogno...è tutto così perfetto!

-Sei bellissima, amore mio! Tutto questo è solo l'inizio, l'inizio della nostra infinita felicità.-mi sussurra il mio quasi sposo prima di posarmi un lieve bacio sulla guancia.

La mia vita umana era ad un passo dalla perfezione, ma tutto è volato via insieme alla mia umanità. Ci ho messo parecchi anni per accettare questo e la mia nuova natura, niente mi sembrava avere senso, finché non è arrivato lui, portando con sé i miei sogni e la mia felicità. Lui e quelle due meraviglie che ora mi chiamano mamma sono tutto ciò che ho sempre desiderato: una famiglia, una famiglia tutta mia. Ora non provo più invidia per Bella, perchè è potuta diventare mamma o per Esme e Alice perchè sono mogli amate e riverite, ora anch'io sarò tutto questo e nessuno potrà più portarmi via la mia perfezione, ora sono molto più forte e nessuno può osare anche solo sfiorare tutto quello che ho aspettato per troppo tempo.

Mentre l'officiante procede col rito mi sembra di essere avvolta in una perenne nuvola di serenità e pace, come quelle che di solito emana Jasper, ma so per certo che non è lui a farlo (ho chiesto espressamente che non lo facesse!), quello che sento è l'effetto che fanno i sogni quando diventano realtà. L'effetto che fa la vita quando diventa quella che hai sempre sognato, ti da la forza persino di volare al di là delle nuvole. Ora capisco cosa voglia dire toccare il cielo con un dito, è quello che sto facendo io in questo momento...

 

 

                                                                                                      FINE

 

 

Buona Domenica, Carissime!

Questa storia è giunta al termine e spero che vi dispiaccia almeno un pochino, ma non perchè io sia crudele, ma perchè così vuole dire che vi ha appassionato almeno un po'...

Il link che trovate in mezzo alla storia è quello per vedere l'abito e gli accessori di Rosalie nel giorno più importante della sua vita, sperando che funzioni...non sono esattamente la regina dei link e ne funziona più o meno uno su dieci...

Ne approfitto per ringraziare:

NinianeCullen88

Dills Nightmare

Alice_Nekkina_Pattinson

_Alice_Mione_

samantha_cullen

...per le loro parole sempre gentili...

...e anche tutti gli altri che mi hanno seguito e hanno la mia storia in qualche lista!

Se vi va di passare nella mia pagina ci sono tante altre storie...

Ora vi lascio e spero di ritrovarvi presto...

Baci Camilla L

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