Best moments

di Free air
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The wedding date ***
Capitolo 2: *** The wedding date-2 ***
Capitolo 3: *** "Hogwarts news" ***
Capitolo 4: *** The wedding date-3 ***
Capitolo 5: *** Godric's Hollow ***



Capitolo 1
*** The wedding date ***


html xmlns:o="urn:schemas-microsoft-com:office:office" xmlns:w="urn:schemas-microsoft-com:office:word" xmlns="http://www.w3.org/TR/REC-html40"> Premessa

Premessa

 

In tutti questi anni, fin da quando ero poco più che una bambina, La storia della Rowling mi ha accompagnato, è stata padrona della mia fantasia e mi ha fatto sognare più e più volte. Purtroppo, il sogno sembra quasi stare svanendo. Manca davvero poco, infatti, al giorno (o alla notte?) in cui l’ultimo libro sarà nelle librerie. Perciò, ho pensato di scrivere una serie di fan fiction, che potranno essere drabble, one-shot, flashfic, e saranno sempre piuttosto corte. I personaggi saranno i più svariati, le storie ambientate in passato, presente e futuro. Di sicuro, almeno per quanto riguarda le coppie, mi atterrò molto al libro, quindi non aspettatevi storie yaoi ecc. Spero che, almeno un po’, potrò divertirvi. Magari lasciate un commento, e fatemi sapere! Kisses

 

 

The wedding date

 

Molly era molto, molto nervosa.

Tutto, quella mattina, sembrava andare per il verso sbagliato.

Improvvisamente, la decisione di sposarsi così presto le parve un grosso, imperdonabile errore.

Si guardava allo specchio, e nonostante il bel vestito color crema e le scarpe nuove di zecca abbinate, era convinta di somigliare solo a un grosso ippopotamo conciato a festa.

Era sola; sua madre, in preda al panico e in un mare di lacrime pre-matrimonio, correva di qua e di là tra la sua stanza e quella delle damigelle, mentre la strega che l’aveva truccata, una tipa schiva e silenziosa raccomandatale dalla sua amica Maggie, era sparita subito dopo aver concluso il lavoro, senza prestare attenzione alla richiesta di Molly di fermarsi ancora un poco, mascherata con l’offerta di un piatto di pasticcini. 

I suoi capelli, poi, non le erano mai piaciuti così poco. La donna che li aveva pettinati, una lontana prozia della quale non ricordava neppure il nome, le aveva gentilmente ricordato quanto fosse difficile abbinare un rosso così vivo ad un vestito, per poi dirle che i capelli, con l’acconciatura scelta dalla ragazza, la ingrassavano.

Non sapeva cosa la tratteneva dal piangere, se fosse la prospettiva di sposare finalmente Arthur, o il fatto che era così agitata che dubitava che le lacrime avrebbero trovato una via per uscire.

Si sedette, e si alzò. Fece qualche passo, per poi sedersi di nuovo, e torturarsi le mani, senza sapere come trascorrere quegli orrendi minuti che la dividevano dal diventare, dopo tanti anni, la signora Weasley. Cercò di immaginare il suo prossimo futuro, e si vide accanto a suo marito, in una tranquilla e modesta casetta di campagna, con un bambino tra le braccia. Sperava solo che la guerra finisse presto.

 

Pochi minuti prima della cerimonia, sua madre entrò nella stanza. Il trucco della donna, prima quasi perfetto, era andato via via sciogliendosi, a causa di tutte le lacrime che aveva versato.

Finalmente, la sua bambina si sposava! Ne era così orgogliosa!

Molly la guardava torva: sapeva che sua madre non aveva mai accettato l’idea che fosse cresciuta, ma questa storia del matrimonio, chissà come mai, l’aveva resa subito molto felice.

La donna si avvicinò a sua figlia, e le rassettò l’abito, sistemandone alcuni punti. Poi aprì la sua borsa, grande, come al solito, e coordinata al vestito blu pervinca. Ne estrasse una tiara meravigliosa, che Molly squadrò stupita. Sua madre, sorridendo, gliela poggiò delicatamente sulla testa. Molly si guardò allo specchio, e si sentì subito meglio.

 

-Si, lo voglio.-

Era appena diventata la moglie dello splendido uomo che le sorrideva, in piedi accanto a lei, dal vestito forse un po’ troppo lungo ma ugualmente bello, comunque speciale. Molly non avrebbe dimenticato mai quel momento. Sorrise, di rimando, e suo marito la baciò delicatamente. Sentiva i singhiozzi di sua madre, seduta naturalmente in prima fila. Non era mai stata così bene, in tutta la sua vita.

 

-Vieni con me-

Arthur le prese la mano e la condusse lontano dagli altri, lontano dal grande piazzale addobbato a festa dove si stava svolgendo il ricevimento. Arrivarono sotto un gigantesco albero, in un cortile dimenticato, del quale l’unica traccia che rimaneva era uno steccato semi distrutto.

-Ti piace?-

Molly non sapeva cosa dire: di sicuro, quel posto non era il massimo della bellezza, ma c’era qualcosa nello sguardo di suo marito, qualcosa in tutta l’atmosfera, che la fece annuire e sorridere.

-Molly, ti prometto che questa sarà la nostra casa. E sarà la casa più bella che si sia mai vista.-

-Ne sono certa, caro.-

-Lo so, il posto non è un granché. Ha qualcosa di...qualcosa di selvaggio. E la nostra dimora, se vorrai, potrà adattarsi al resto, confondersi col paesaggio.-

- E’ un paesaggio bellissimo, Arthur.-

L’uomo non smetteva di sorridere, aveva la stessa espressione di quando studiava con attenzione maniacale e febbrile eccitazione gli oggetti dei babbani.

-La costruirò...Proprio lì. Sarà grande, a più piani, come non se ne sono mai viste prima!-

-Somiglierà ad una casa, caro?-

Lui la guardò divertito.

-Certo. Sarà molto più di una casa. Sarà... la nostra tana! Lontano da tutti e da tutto, se il mondo qualche volta non dovesse andarci bene.-

-E ci sarà spazio per... Insomma, credi che ci sarà spazio per molte persone?-

-Di sicuro. Voglio che i nostri tre bambini crescano più larghi possibile! Vero, Bill?- E, così dicendo, accarezzò piano il ventre di Molly.

-Credo che sia ancora troppo presto perché ti senta, caro. E chi ti ha detto che io voglio tre bambini?-

L’uomo parve rattristarsi per un secondo.

-Ne voglio almeno sette, sciocco!-

Arthur rise e abbracciò sua moglie.

Molly sentì che, nonostante tutto quello che le stava accadendo, nonostante il mondo divenisse un luogo sempre più oscuro e triste, lei poteva dire di essere felice, perché Arthur le sarebbe rimasto accanto, sempre e comunque.

-Dovrò aggiungere qualche piano alla casa!-

E sapeva che, ancora per molto tempo, sarebbero vissuti insieme, felici e contenti, nella loro Tana.

 

                  

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Capitolo 2
*** The wedding date-2 ***


Questa ff è un po’ più corta dell’altra

Questa ff è un po’ più corta dell’altra...

Eh si, ancora un matrimonio.... e non sarà l’ultimo!

Riuscite a indovinare quale è rimasto?

Leggete e commentate, se vi va!

 

The wedding date -2

 

Fleur si specchiò, e rimase estasiata tanto era orgogliosa del suo aspetto.

Il vestito, d’un bianco opaco e così lungo che toccava il pavimento, era ricamato da tante linee argentee che formavano eleganti ghirigori in più punti dell’abito. I suoi capelli erano stati acconciati dalla sua coiffeur personale, e apparivano morbidi e setosi, lucenti più che mai nella calda giornata estiva. Erano raccolti sulla testa, e qualche ciocca era stata lasciata cadere appositamente sulle spalle, e arricciata. Al collo, portava una meravigliosa collana, che, per una strana coincidenza, si abbinava perfettamente alla tiara donatale dalla signora Weasley.

Sorridendo, si rese conto che anche lei, di li a qualche ora, sarebbe diventata la signora Weasley.

Fleur Delacour Weasley. Non suonava troppo bene, ma non ci fece caso.

Era troppo felice, si sentiva la donna più bella e fortunata al mondo.

E d’altronde, come dargli torto?

 

-Spostati, Harry, o finirò per...-

Ron e Harry, entrambi rossi in viso come non mai, irruppero nella stanza, inciampando, e cadendo a terra. Fleur li guardò male, come a volerli rimproverare, ma poi non riuscì a trattenere un piccolo sorriso.

-Lo sapete che porta mole vedore la sposa prime del matrimonio!-

I due ragazzi, che si erano alzati e si rassettavano i vestiti neri, erano nel più puro imbarazzo.

-Ehm... Fleur, quella regola vale solo per lo sposo.- disse piano Harry. Era strano, perché Fleur non gli aveva mai fatto un effetto così devastante, ma, si disse, forse era dovuto alla bellezza se possibile ancora più straordinaria del solito della ragazza.

-Dovvero? In Franscia no, nessuno può vodere la sposa... ah, ma se vole solo per Bill...-

Ron sembrava in stato di trance – Eh si, magari fossimo al suo posto...- disse più a se stesso che agli altri.

-Comonque, cosa siete venuti a fore?-

-La mamma mi ha detto di portarti questo.- E consegnò alla ragazza un foglio.

-A quanto pare, i tuoi genitori le hanno detto che quel tavolo non andava bene così disposto perché quella gente ha litigato... e tu dovresti sistemarlo.-

Fleur si batté una mano sulla fronte. –Giusto! I mioi zii e i signori Trevievè!-

E subito si mise indaffarata, a cercare una soluzione al problema.

 

All’ora stabilita per la cerimonia, Fleur scese le scale (molte scale) per prepararsi al suo ingresso nel giardino addobbato magnificamente dai suoi futuri cognati.

La sua camminata verso l’altare fu spettacolare: molte persone (soprattutto uomini) erano convinte di non aver mai visto una creatura tanto bella in vita loro.

Fleur sorrideva a tutti, mostrando il suo magnifico sorriso, e le donne la guardavano spesso ammirate e invidiose. Soprattutto, Fleur notò che Hermione e Ginny, nonostante fossero distanti tra loro perché la seconda le faceva da damigella, la fissavano torve. Si spiegò la cosa quando si accorse che sia Harry che Ron non avevano altri sguardi che per lei.

 

Bill rimase incantato nel vedere sua moglie.

Le sue cicatrici, pur se molto visibili, l’avevano reso ancora più affascinante, almeno a detta di Fleur.

Insieme, formavano proprio una bella coppia, e sicuramente i loro figli sarebbero stati meravigliosi.

La cerimonia scorse velocemente e senza intoppi, a parte le due o tre volte in cui ci si era dovuti fermare perché l’incessante pianto di Molly copriva tutti gli altri suoni.

I due sposi ora osservavano tutti gli invitati chiacchierare, ballare e mangiare dal perfetto banchetto preparato dalla signora Weasley.

Alla fine, il fatidico tavolo era rimasto lo stesso. Per fortuna, perché quella situazione, se all’inizio un po’ imbarazzante, si era trasformata in un lieto riavvicinamento delle famiglie.

Così Fleur aveva capito che bastava poco. Tutti la consideravano stupida, probabilmente dato il suo bell’aspetto e i suoi atteggiamenti, ma quel matrimonio le aveva anche dato modo di riflettere.

E aveva capito che come era facile che tra le persone si seminasse odio, tanto era semplice far tornare la pace. E questo era molto importante, nel bel mezzo di una guerra.

 

Bill prese sua moglie per mano, e la condusse in un angolo remoto del giardino, senza sapere che era lo stesso in cui suo padre, molto tempo prima, aveva portato la sua novella sposa.

-Sono molto felice.-

Disse semplicemente, e a lei bastò.

Non rispose, perché il ragazzo sapeva che anche per lei era lo stesso. Il lro matrimonio, se possibile, era molto più speciale di tanti altri.

Si, lo era, perché rappresentava qualcosa di unico, di magico, splendente, nel mare di odio e terrore che la guerra stava seminando.

E loro due, stretti vicini in un abbraccio senza inizio né fine, ne erano perfettamente consapevoli.

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** "Hogwarts news" ***


Piccola drabble che anticipa la coppia che sarà protagonista del prossimo matrimonio

Piccola drabble che anticipa la coppia che sarà protagonista del prossimo matrimonio....

Spero che vi strappi almeno un sorriso!

(E’ la mia prima drabble, siate clementi)

Leggete e commentate, sempre se vi va!

E scusate se ho aggiornato forse un po’ troppo presto...

 

Hogwarts news

 

-Harry! Guarda!-

-Di che si tratta, Herm?-

-E’ una pagina di “Storia rivista migliorata di Hogwarts fino a...”-

-Si, si ok. Fa vedere.-

_“Hogwarts news

Il giornale ha smesso di esistere nel 1986, quando la direttrice in carica era Evans Lily, per motivazioni mai scoperte._

-Mia madre ha chiuso il giornale!-

-A quanto pare...-

-Voglio saperne di più!-

-Scrivi a Sirius!-

Tempo dopo

Caro Harry,

 ricordare quell’episodio mi ha fatto molto piacere. Tua madre ha chiuso il giornale perché era inondato dalle lettere di tuo padre, prima che iniziassero a uscire insieme. Poi nessuno ha preso il suo posto.

                                                      Felpato

 

 

 

Scusate se fa schifo...

Però dovrebbero essere 100 parole esatte! J

Kisses!

Dimenticavo! Un mare di grazie a Francesca5, muppello e Mary Cry che hanno recensito!

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Capitolo 4
*** The wedding date-3 ***


Ed ecco il tanto sudato matrimonio di Lily e James

Ed ecco il tanto sudato matrimonio di Lily e James!

Lo so, ci ho messo tanto, e non credo che sia uscito proprio come volevo, anche se non mi dispiace.

Comunque, fatemi sapere con una recensione, se vi va e avete voglia di regalarmi un sorriso!

 

 

The wedding date-3

 

 

 

Lily avrebbe voluto piangere e disperarsi.

Quello che sarebbe dovuto essere il giorno più bello della sua vita, stava via vai trasformandosi in un incubo.

Dopo aver ricevuto il biglietto della sorella, che le diceva cortesemente che secondo lei aveva perso la testa, non era più riuscita a trattenere le lacrime.

La sua famiglia era assente, al suo matrimonio, semplicemente perché non aveva più una famiglia, tranne che per Petunia. La quale, però, sembrava avesse deciso di ignorarla completamente.

Il bel vestito indossato dalla ragazza, di un bianco così puro da risplendere, si stava pian piano comprendo di lacrime.

Per fortuna, la sua amica Alice non era ancora passata a farle il trucco, altrimenti l’avrebbe sicuramente rovinato.

Cercava qualcosa di cui  rallegrarsi, e anche se il suo matrimonio era un motivo più che ragionevole, non riusciva a sorridere.

 

James si tormentava gli abiti, nervosissimo.

Aveva percorso la stanza su e giù, almeno una decina di volte, prima di decidersi a sedersi e cercare di stare calmo.

Sirius non faceva che prenderlo in giro, mentre si preparava anche lui.

-Che c’è, lo sposino si sente nervosetto?-

-Smettila, Sirius! Vorrei vedere te, il giorno del tuo matrimonio!-

-Ecco, bravo, vorresti, e questo desiderio non diventerà mai realtà. Nessuna donna riuscirà mai a incastrarmi!-

James sorrise lievemente, ma lo stomaco gli si contorceva in maniera alquanto preoccupante.

-E poi, lo so, cosa credi, che ti sposi solo per Harry!-

James posò sull’amico uno sguardo assassino.

-Ti ho detto mille volte che mio figlio NON si chiamerà Harry! Sarà James Potter, proprio come me.-

-Sei l’unico ad essere così egocentrico da dare il suo stesso nome al proprio figlio. Povero bambino. Mi auguro che non ti somigli, il piccolo Harry.-

James non si sforzò a rispondere.

 

Lily stava soffrendo, e molto, ma ora non a causa della sorella.

Truccarsi si stava rivelando più doloroso del previsto, per non parlare dell’acconciatura.

-Alice, non puoi fare un po’ più piano?-

-No.-

-Sei davvero loquace, oggi!-

-Mmm...-

-Mi sembra di parlare al muro! Insomma, potresti anche affilare due parole!-

-Va bene.-

-Davvero molto divertente! Tra poco ti colpisco con una fattura Orcovolante!-

-Si si. Minacciami pure.- rispose finalmente la ragazza. –Allora, come sta la piccola Rose?-

Lily sorrise.

-Dai! E’ ancora troppo piccola! Neanche la sento... James invece è assolutamente convinto che sia un maschio. Figurati, sono sicura che sarà una bambina. Una bellissima bambina. E poi, quando mai James ha avuto ragione?-

 

La chiesa non era gremita di persone, ma solo gli amici più cari erano venuti ad augurare un meraviglioso futuro a Lily e James. Remus e Peter sedevano in prima fila, il primo con un grande sorriso a illuminargli il volto, l’altro con uno sguardo terrorizzato, come di qualcuno che mai avrebbe voluto trovarsi lì.

Lily avanzò, elegante ma decisa, verso il suo amato quasi-marito.

James, d’altra parte, non riusciva a cancellare un sorriso piuttosto stupido dal suo volto, e continuava a fissare Lily e a pensare a quanto fosse fortunato ad essere riuscito ad averla.

 

-Vorrei fare un brindisi!-

Gli sguardi di tutte le persone che sedevano intorno al tavolo si spostarono, automaticamente, su Sirius.

James nascose la testa tra le mani, apparentemente preoccupato e divertito insieme.

Lily invece, radiosa come lo era stata per quasi tutta la giornata, guardò Sirius curiosa.

-Credo di essere l’unico, tra voi, scusate se mi permetto, a capire pienamente quanto sia importante questo matrimonio, ma non per un qualche fatto di romanticherie o cose varie, che non mi sfiorano nemmeno, bensì per la mia salute mentale.

Per sette, dico sette lunghi anni ho dovuto sopportare i lamenti, i racconti, le follie del qui presente

Mio migliore amico, nonché novello sposo. Il mio non sarà un racconto lungo, anzi, anche se inizia una decina di anni fa.... credetemi, una persona che odia la sua famiglia e si appresta ad andare ad Hogwarts, sola, libera, dopo tanto tempo, una persona qualunque, avrebbe desiderato uccidersi dopo due sole settimane passate con questo individuo. Mi sono ritrovato, involontariamente, a conoscere la vita di Lily Evans-no stop dal tono di voce con il quale rispondeva alle domande dei professori a quello (sicuramente diverso) con il quale prendeva a male parole il mio amico ogni volta che si incontravano.

E oggi, amici, siamo qui riuniti per celebrare la fine di questa agonia. Certo, perché dal loro primo appuntamento in poi, sfortunatamente, la situazione anziché migliorare è peggiorata. Ultimamente conoscevo anche l’esatta tonalità del profumo di Lily (per fortuna James non è mai stato un granché in pozioni, altrimenti avrei conosciuto anche gli ingredienti!) e tantissimi altri dettagli dei quali avrei volentieri fatto a meno.

Quindi brindiamo, insieme, a questo giorno che vede unirsi due persone predestinate a sposarsi, o almeno disposte a sacrificarsi per salvare la salute mentale di un amico.

E, infine, brindiamo al piccolo Harry, che l’anno prossimo sarà con noi a festeggiare l’anniversario dei genitori!-

Tutti levarono i calici al cielo, e applaudirono entusiasti. James sussurrò a Sirius

-NON-SI-CHIAMERA’-HARRY!- ma lo fece sorridendo, e perse credibilità.

 

-Sai, Sirius ha avuto un’ottima idea.-

Lily e James erano soli, abbracciati. La loro notte di nozze.

James si voltò di scatto verso la moglie.

-So già cosa stai per dire, e la mia risposta è no.-

-Certo, lo so, e so anche che questa discussione è inutile, perché il bambino sarà una bambina.-

-Oh, non credo proprio. Una bambina non può far parte ed essere la colonna portante della nuova generazione di malandrini! James sarà perfetto, me lo sento.-

-Guarda che sono ancora in tempo per annullare le nozze.-

-Aspetta. Propongo un compromesso. Il primo nome lo scegli tu, il secondo però è James. Basta che tu non scelga...-

Ma Lily fu più veloce

-Harry! Mio figlio, se dovesse essere maschio, si chiamerà Harry!-

James sbuffò, rassegnato. Per un giorno i guai, le cose orrende che erano costretti a sopportare quotidianamente li avevano abbandonati. Strinse più forte Lily, e parlò alla sua pancia.

-Harry, io e la tua mamma ti vogliamo già molto bene. E ti proteggeremo sempre, a costo della vita.-

Poi aggiunse, abbassando la voce –Però ricordati, per favore.... Dagli amici fatti chiamare James, ok?-

E risero insieme, marito e moglie, come in preda ad un sogno, il più bello della loro vita.

Infatti, quei momenti rimasero per sempre nei loro ricordi e, effettivamente, non furono mai più felici di così.

 

Grazie a tutti quelli che hanno letto e recensito!

Alla prossima! (fra breve...)

Kisses

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 5
*** Godric's Hollow ***


Ciao, eccomi di nuovo

Ciao, eccomi di nuovo!

Questa volta la fic non è per niente allegra, ma racconta del ritrovamento dei corpi di Lily e James da parte di Sirius. Non so se è completamente attinente a quella che dovrebbe essere. Spero che riuscirà ad emozionarvi. Leggete e commentate, se vi va! Kisses

 

 

Godric’s Hollow

 

Per la prima volta nella sua vita, guidare la moto gli sembrava quasi impossibile.

Il cielo scuro pareva limpido in confronto a come si sentiva lui.

Sperava, continuava a dirsi che non era ancora detta l’ultima parola, ma Peter non era nel suo nascondiglio, e questo poteva solo essere un brutto segno.

La rabbia iniziava ad offuscargli i sensi, rabbia mista a rassegnazione, e dolore, forte, come di qualcosa che lo attanagliava pian piano e gli impediva di respirare.

Poi la vide.

Neanche per un momento aveva creduto che potesse essere stata diversa la vista che gli si sarebbe presentata, ma averla realmente davanti, era qualcosa a cui non si era preparato.

Scese bruscamente dalla moto, abbandonandola in un angolo, e corse verso la casa.

O meglio, corse verso quello che ne restava.

Si avvicinò piano, tremando di più ad ogni passo.

Si dava dello stupido, e sentiva le gambe cedere.

Un omone grosso gli si avvicinò. Riconobbe Hagrid, e vide che aveva qualcosa di infagottato tra le braccia, ma senza realmente notarlo, perché era accecato da sentimenti troppo intensi.

Il corpo di James si era improvvisamente stagliato nella sua mente tra tutti i detriti impolverati.

Gli occhi spalancati, non aveva avuto paura. La sua espressione era quasi una muta rassegnazione all’inevitabile, ma Sirius riusciva a leggerci anche un immenso dispiacere. Cadde a terra, troppo esausto, straziato dalla ferita che gli lacerava l’anima.

Si disperò, e pianse, pianse come non aveva mai fatto prima.

Subito dopo si accorse delle ciocche di lucenti capelli rossi che spuntavano da sotto altre macerie.

Si alzò, arrabbiato, e liberò il corpo di Lily, graffiandosi, con le mani che sanguinavano e la polvere dappertutto.

La prese in braccio, esaminò il suo viso.

Neanche sul volto della giovane donna c’erano segni di paura.

Notò con sgomento che, forse in ultimo gesto di disperazione, con le unghie si era ferita in più punti. Respirò a fondo, ancora piangendo, e la stese accanto a james. Intrecciò le loro mani, sembrava un pazzo, ma ne aveva bisogno. Aveva bisogno di credere che tutto era ancora normale, che si trattava solo di un brutto incubo.

Si rese conto che, nella sua vita, non aveva mai preso sul serio la realtà. Era stato tutto, sempre, uno stupido gioco.

Ricadde sui corpi dei suoi amici, e per la prima volta nella sua esistenza tutto quello che voleva fare, l’unica cosa che poteva farlo sentire meglio, era uccidere.

Uccidere chi aveva provocato quella strage, farlo a pezzi, per cercare di infliggergli almeno un terzo del dolore che stava provando.

Poi si ricordò di Harry.

Si sentì in colpa per non averci pensato prima, e prese a guardarsi freneticamente intorno.

Certo, sarebbe stato difficile trovare il corpo di un neonato in tutto quel disordine.

Bastò questo pensiero a procurargli una crescente nausea. Appoggiò il viso tra l mani, cercando di stare calmo.

In quel momento rivide Hagrid, vicino a lui.

-Sirius, forse è meglio che ti allontani, eh?-

La voce del guardiacaccia voleva sembrare sicura, ma non riuscì a nascondere una nota di disperazione.

-Non doveva andare così.-

-Lo, Sirius, sicuro che lo so, ma ora vieni via...-

-Loro... LORO NON LO MERITAVANO! COME E’ POTUTO ACCADERE?-

Sapeva tutte le risposte, ma gridare lo faceva sentire meglio, come se stesso realmente facendo qualcosa, come se non fosse morto anche lui insieme al suo migliore amico.

-Non lo so, Sirius...ma...-

-NO! COSA FARO’, ADESSO? E’ TUTTA COLPA MIA! HO UCCISO LE UNICHE DUE PERSONE CHE MI ABBIANO MAI AMATO!-

-Ma certo che no, non dire sciocchezze...-

-E HARRY? SOLO IL PENSIERO DI DOVERLO CERCARE TRA LE MACERIE MI UCCIDE!-

-Oh no, non devi cercarlo...Sirius, Harry è ancora vivo.-

-Che vuol dire che è ancora vivo? Hagrid, spero che tu non mi stia prendendo in giro.-

Ma in quel momento Hagrid scostò appena il fagotto che aveva tra le braccia, e lo avvicinò a Sirius.

Lui si sentì impazzire, un dolore misto a muta rassegnazione, e qualcosa di lontanamente simile alla gioia si affacciavano ai suoi sensi, Guardò il bambino. Non si fece domande, né pensò affatto.

Semplicemente, la voce roca dal pianto, il volto ancora bagnato di lacrime, disse piano:

-Dammelo, Hagrid. Sono il suo padrino. Deve stare con me.-

Hagrid sembrò essere un po’ a disagio, e scosse la testa.

Sirius ricadde a terra, continuando a piangere silenziosamente.

-Silente mi ha detto di portarlo da lui. E io faccio quello che mi dice. Dopo decide, Sir. Magari Lo puoi tenere tu, dopo.-

Non rispose. Semplicemente, fissava il suolo, ancora stranamente incredulo di quanto fosse accaduto quella notte.

Non riusciva a ricordare quali erano state le ultime parole che aveva detto al suo migliore amico, né se aveva salutato Lily l’ultima voltaiche era stato da loro.

Non riusciva più neanche a piangere, dava pugni a terra, impazzito, si era scordato di Harry, di Hagrid, del dolore fisico. Si stava scordando di esistere.

Improvvisamente, Hagrid lo afferrò e lo sollevò.

Lo abbracciò, mentre Sirius era scosso da grandi tremiti.

-Io... io non me lo perdonerò mai, Hagrid. Prendi pure la mia moto se... se devi andare da Silente. A me non serve più. Lasciami però salutare Har...Harry.- E così dicendo accarezzò il bambino.

Tornò dai corpi dei suoi amici. Non vide e non sentì Hagrid andare via, semplicemente rimase fisso a guardare James, e poi Lily, finchè i suoi occhi non si persero completamente, e non vide più nulla se non un muto vuoto, e qualche ricordo che passava qua e là per la sua testa, frammentato delle immagini di quello che restava dei suoi amici.

Esausto, capì che anche lui era morto quella notte, o almeno una parte di lui loera.

E decise che c’era una sola cosa possibile da fare.

Vendicarsi.

 

 

Me lo lasciate un commentino? (sguardo supplicante...) Kisses

 

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