You are my only dream

di Jasmine_W
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Decisioni complicate ***
Capitolo 2: *** Decisioni complicate_2 ***
Capitolo 3: *** Dammi solo un pò di tempo, Payne. ***
Capitolo 4: *** E' la decisione giusta? ***
Capitolo 5: *** Qualcosa di inaspettato. ***
Capitolo 6: *** E' amore, credo. 1 ***
Capitolo 7: *** E' amore, credo. 2 ***
Capitolo 8: *** Paura, solo paura. ***
Capitolo 9: *** Qualcosa di inaspettato. ***
Capitolo 10: *** Ci siamo..! ***
Capitolo 11: *** Finalmente di nuovo.. 'noi' ***



Capitolo 1
*** Decisioni complicate ***


Mamma, bussano alla porta’.
‘Un attimo tesoro, adesso apro’.
‘Liam, sei arrivato’.
Sorrido.
Sono da tanto senza vederlo, dopo che sono ritornata in Italia, per la rottura con Harry, è riuscito a venire solamente poche volte.
È l’unico che ha conoscenza del mio bambino, nonostante ho solamente diciotto anni e Joele ne abbia tre, ma soprattutto è l’unico a conoscenza di chi sia il padre.
‘Ciao piccola’. Dice abbracciandomi.
‘Joele, c’è lo zio, è arrivato dall’ Inghilterra’.
‘Zio Liam!’
Lo guardo arrivare, mentre cammina ancora storto, mentre cerca di correre con un sorriso dipinto nel suo volto.
Cercavo di fargli vivere una vita normale, nonostante la mia giovane età.
‘Lele.’
Lo prende in braccio, girando su stesso. Era così bello, che mi stese vicino, era il mio migliore amico e neanche la distanza era riuscita a separarci in questi tre anni.
‘Hai  intenzione di rimanere sulla porta, Payne?’
‘Sel, dobbiamo parlare.’
Disse con tono serio. Sono stupita, non ha mai avuto quel tono così serio, sicuramente doveva discutere di qualcosa di realmente importante.
‘Entra zio Liam, così possiamo giocare insieme!’

‘Siediti e dimmi.’
Gli porgo una tazza di caffè davanti ai suoi occhi!
‘Caffè italiano.’
Accenno un sorriso, aspettavo solamente che continuasse.
‘Penso, che dovrebbe conoscere suo padre e che suo padre deve conoscere lui, ne hanno tutto il diritto, lo sai.’
Non posso crederci, non affrontavo questo discorso da anni, non ci avevo ancora pensato, Lele ancora era piccolo e volevo aspettare che crescesse.
‘Dio, Liam. Suo padre ha una sua vita adesso, non posso comparire e distruggergliela da un momento all’altro.
Non so come sia adesso, ma prima non era certamente un ragazzo in grado di avere una famiglia.’
 ‘è cambiato, realmente.’
‘Harry? Harry è cambiato? No, non credo!’
Ritiro le tazze da caffè, mentre le lavo con forza, sento un dolore quasi lancinante, più che altro mi mancava,
perché nonostante tutto sono sempre innamorata di lui, ma mi costa ammetterlo.
‘Non ti mentirei, sei la persona a cui tengo di più e soprattutto non lo farei per Joele, non se lo merita, credimi!’
Accenno un sorriso, uno finto, uno dei tanti.
‘Vieni al sodo, so che non vuoi solo parlare di questo!’
Lo conosco troppo bene per non capirlo.
‘Pensavo che potresti ritornare in Inghilterra per qualche mese e dare l’opportunità a Harry di conoscere Joele.’
Il mondo sembra cadermi addosso, io andare in Inghilterra, mio figlio conoscere Harry, quel ragazzo di cui ero innamorata,
quel ragazzo che pensava solamente a farsi una ragazza dietro l’altra.
‘No, mi dispiace. Non succederà Liam.’
‘Pensaci, Sel. Se lo meritano entrambi.’
‘Harry? No, lui non se lo merita, non si è mai fatto sentire!’
Continuo mentre asciugo le tazzine e deglutisco, mi faceva male parlarne era stato davvero importante per me.
‘E tu? Tu ti sei fatta sentire? No! Non sa nemmeno che ha un figlio.’
Aveva ragione e odio quando c’è l’ha.
‘Non volevo rovinargli la vita, lo amavo troppo.’
‘Mamma, chi è Harry e perché vuole conoscermi’
Un mattone sembra cadermi adesso, cosa dovevo dirgli, cosa dovevo fare per impedire che sapesse la verità?
‘è una sorpresa. Ma adesso vieni al parco con lo zio?’
Liam, mi aveva salvato ancora una volta, come sempre, nonostante non fosse d’accordo sul mio modo di vedere ciò che succedeva.
‘Sii!’
Lo prende per mano e gli mette il giubbotto, vorrei che ci fosse Harry in quel posto, vorrei avere una famiglia felice, proprio come quelle dei film, ma non succederà.
Si chiude la porta alle spalle, tenendo per mano Joele, per poi urlare:

‘Pensaci Sel!’

#Spazio Autrice#
E' la mia prima FF, spero vi piaccia.
-Jas

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Capitolo 2
*** Decisioni complicate_2 ***


Prendo il telefono tra le mani, rimando le lacrime indietro, un bel sospiro e compongo il numero di mia sorella,
era più grande di qualche anno di me, ma la sua vita era completamente diversa dalla mia.

‘Pronto?’
‘Jas, devo parlarti.’
‘Hey, Sel. Dimmi.’
‘Liam, è venuto qui.’
Mi blocco per qualche istante, cercando di riprendere fiato.
‘Ecco, pensa che dovrei partire per qualche mese, così che Harry possa conoscere Joele e viceversa.’
‘Non sarebbe una cosa sbagliata!’
Come non lo sarebbe? Si, lo è.
‘Non la penso così, dimmi che non sbaglio.’
‘Arrivo fra qualche ora ne parliamo dopo, a voce. Mi passi mio nipote.’
‘è al parco con Liam.’
‘Sarà un bravo padre per i nostri figli.’
Sdrammatizza, ironizzando sulla piccola cotta che infondo aveva sempre avuto per Liam.
Accenno un sorriso, uno dei pochi che avrei avuto in quel giorno.
‘A dopo, Jas.’

Chiudo la telefonata, con le lacrime che percorrono il viso, appoggio la testa, nello schienale del divano, chiudo gli occhi,
cercando solamente di ricordare:
“Era tutto nuovo per me, il matrimonio di mio padre con un’inglese mi aveva portato a stare in Inghilterra.
Ero timida, infondo avevo solamente quindici anni, per mia sorella era tutto più facile, aveva già raggiunto la maggiore età e poteva starsene nella sua bella casa in Italia, come avrei tanto voluto fare io.
C’erano solamente ragazzi nella mia via, tutti amici a prima vista, o almeno quello sembrava. Liam, quel ragazzo timido, che tendeva a starsene sempre in disparte, un po’ come me; Niall che era difficile vederlo senza cibo tra le mani, ma era abbastanza solare e socievole; Louis, continuava a rendersi ‘ridicolo’ era un bambino un po’ troppo cresciuto, un diciottenne con la testa da quattordici enne, nonostante io fossi molto più matura; Zayn, che era timido, ma sembrava quello fighetto a cui stavano tutti dietro, o almeno la metà, perché le altre erano dietro a un certo Harry, era quello un po’ puttaniere, a prima vista, quello che passava la notte con ragazze diverse, senza pensare al dolore che poteva creare a loro. Liam era quello con cui avevo legato per prima, era timido, ma riuscivamo a capirci, per lo meno lui era in grado di farlo,  mi faceva star bene”

‘Mamma, siamo tornati.’
‘Oh, finalmente. Stavo pensando di andare a comprare le palline per l’albero di Natale.’
‘Solamente se viene lo zio Liam!’
‘Certo che vengo.’
Abbozza un sorriso, accorgendosi delle mie lacrime nel viso, le asciugo velocemente e continuo a fingere un sorriso almeno per Joele.
‘Facciamo una cosa, vai a prepararti, io parlo un po’ con la mamma.’
‘Poi vieni con me?’
‘Promesso!’
Si mette la mano nel cuore mentre Lele controlla che nei suoi occhi, ci fosse solamente verità, più lo guardavo più mi ricordava Harry, i ricci, gli occhi verdi.
Tutti si sarebbero accorti che lui fosse il padre.
‘Sel, so che ci hai pensato, parlamene. Sono il tuo migliore amico, sai che puoi confidarti con me!’

Squilla il telefono, qualcosa mi aveva salvato, non me la sentivo di affrontare quel discorso, non adesso almeno.
‘Pronto?’
‘Sel, sono Jas. Portami giù Joele, stiamo un pò insieme.’
‘Jas, gli ho promesso che saremo andati a vedere gli alberi di Natale, sai quanto ama queste cose!’
‘Dai, andiamo di pomeriggio, tutti insieme. Salgo a prendermelo, con la scusa vedo il tuo stupendo migliore amico!’
Accenno un sorriso, uno di quelli che solo lei sapeva regalarmi.

‘Era Jas, mia sorella,  vuole vedere Joele.
‘Gli alberi?’
Chiede dubbioso.
‘Potremo andarci dopo, prima chiedo a Joele!
Lele, c’è zia Jas, vuoi andare con lei?
‘Ma le palline?
Rido, sapevo che si sarebbe fatto quella domande, come tutti noi.
‘Andremo dopo, tesoro.
‘Va bene.
Sembrava quasi rassegnato così sorrido, rimanendo incantato nel suo stupendo viso, era così dolce, era la cosa più bella che mi potesse mai capitare e al solo pensiero
che avevo ragionato sull’aborto, mi si restringe il cuore, non avrei avuto quella creatura stupenda accanto a me, in quel momento.
‘Sel, sono qui.
‘Entra, Joele è pronto.
‘Ma, mamma non dovevi dirlo, era una sorpresa.
Disse, quasi mettendosi a piangere, poteva almeno avvisarmi quella peste.
‘Facciamo una cosa, rifacciamo la scena, va bene zia Jas?
‘Va bene!
Mi fa l’occhiolino, per poi dirmi solo con il labiale:’ Sarà un bravo padre’.
Rido, come noi mai, guardando la sua faccia un po’ dubbiosa nel capire cosa stesse succedendo.
E la scena si ripete, proprio come voleva quella peste:
‘Sel, sono qui.
‘Entra, Jas!
Mi giro e faccio l’occhiolino a Joele che era ancora nascosto dietro la porta.
‘Dov’è il mio nipotino preferito?
Cerca recitare nel migliore dei modi, ma invano. Doveva ringraziare che era un bambino di soli tre anni.
‘Devi cercarmi, zia!
Urla.
‘Ma che bambino intelligente.
Mi butto sul divano, come dopo una giornata intensa di lavoro e mi rannicchio su se stessa,  per godermi la scena, Liam si siede proprio vicino a me,
mettendo un braccia attorno alle mie spalle e stringendomi forte a se, proprio come un tempo, solamente che prima le domande erano:’ Dirai a Harry che hai una cotta per lui?’
ora era:’ Dirai a Harry che ha un figlio?’ Sorrido, mentre lo guardo negli occhi, amavo averlo vicino.
‘Volevo andare a prendere un gelato, ma se devo cercarlo.
‘Zia Jas, sono qui!
Esce correndo, o più o meno, da dietro la porta, con un sorriso enorme per abbracciarla.
‘è contento di vedere la zia.
Disse rivolgendosi a me.
‘No, è contento di mangiare il gelato.
Esclama, facendomi ridere.
‘Se vabbè.
Accenna un sorriso, prende in braccio Lele e se lo porta via per qualche ora, come ogni fine settimana,
mi aiutava almeno a rilassarmi per un po’, quando gli era possibile.
‘A dopo, Sel!
‘Ciao mamma, ciao zio!
‘Ciao tesoro!
La porta si chiude e rimaniamo solo io e lui, io e il mio migliore amico, colui che mi era sempre stato accanto, colui che amavo avere vicino.
‘Quindi, Wood?’


#Spazio Autrice#
Accetto qualsiasi tipo di critica, anche se non del tutto positive, ma non accetto insulti.
Penso che pubblicherò il prossimo capitolo fra qualche giorno.
Spero sia di vostro gradimento.
-Jas.

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Capitolo 3
*** Dammi solo un pò di tempo, Payne. ***


Payne, non è una decisione da prendere in un’ora. È una situazione abbastanza complicata, per come la penso.’
Una lacrima scende sul mio viso, ma questa volta non la nascondo, è il mio migliore amico e non ho intenzione di vergognarmi per qualcosa.
‘No, non lo è affatto. Harry ha il diritto di conoscere suo figlio, e Joele di conoscere il padre.’
‘Ma pensi, che tutto si risolva da un momento all’altro? Pensi che Harry sia pronto ad accettarlo come se niente fosse.
Ritieni che realmente, gli dirò: ‘Harry questo è tuo figlio, che ti ho tenuto nascosto per tre anni’. E lui sorriderà e sarà contento per questo?
E Joele, lui sarà pronto a stare con un estraneo, perché è solo questo per il momento, non l’ha mai visto, non ha mai guardato una sua foto.’
Sono un po’ infastidita, ma lo tengo forte stretto a me, perché in questo momento ho bisogno di lui più che mai.
‘Ok, forse hai ragione. Ma non pensi che peggioreresti le cose, se lo sapessero entrambi quando Joele è più grande?
Quando anche lui, se la prenderà con te, per non avergli dato un padre. Perché per il momento non è lui che ha scelto di non stare con suo figlio, ma semplicemente tu che glielo tieni nascosto, Sel, devono conoscersi e lo sai.’
Scoppio in lacrime, al solo pensiero che un giorno Harry e Joele se la prenderanno entrambi contro di me,
sono le persone più importanti della mia vita, sono le persone di cui mi fido maggiormente.
‘Piccola, qual è il problema? So che in fondo, la pensi come me.’
‘Ho paura! Ho paura di vedere Harry, di provare per lui le stesse sensazioni, ma che lui non le ricambi,
ci starei male più di quanto possa star male adesso. Vedrò ogni giorno negli occhi di mio figlio i suoi.’
Riesco finalmente a liberarmi, a togliere tutto ciò che nascondevo agli altri, ma soprattutto a me stessa.
‘è una cosa egoistica, non puoi impedirli di conoscerli per paura di star male tu. Sei una mamma, adesso è lui a essere la tua prima priorità.’
‘è così difficile, Liam.’
Sono in lacrime e lo abbraccio forte, riesco a sentire il suo calore, il suo profumo nella maglietta, che è sempre lo stesso di una volta.
È sempre quel ragazzo che è pronto a farmi ragionare in qualsiasi momento.
‘Facciamo una cosa, domani parti con me per Londra, rimani lì il tempo necessario per Harry e Joele, poi ritorneremo qui, tutte e tre, insieme.’
‘Tutti e tre, insieme’ Era quella la mia famiglia, io, Liam e Joele. Ma Payne, non si sbagliava, mio figlio ha bisogno di conoscere il padre.
‘Dammi solo un paio di giorni per favore’
Perché in fondo, era quello di cui davvero avevo bisogno, solamente del tempo, per riflettere, per pensare quale fosse la scelta giusta.
‘So che farai la scelta giusta.’
Sorrido, forse mi conosceva sin troppo bene, per i miei gusti.
Un messaggio a interrompere il nostro discorso, i nostri momenti che da quando avevo avuto Joele, sembravano essersene andati,
insieme ai ricordi.

‘Sel, raggiungeteci alla gelateria, vicino casa tua. Jas’

‘Era mia sorella, ti va se andiamo a prendere Lele, alla gelateria vicino casa?
‘No, anzi. Usciamo ti fa bene!
Mi alzo, mi metto un giubbotto, non curandomi assolutamente del mio aspetto.
Sono guardabile, nonostante si vede che ho pianto.
Chiudo la porta dietro di me, prendo il cellulare tra le mani, mentre Liam, mette la chiave nella tasca dei pantaloni.

‘Due minuti e siamo da voi. Devo parlarti.  A dopo! Sel.’
Un immediata risposta:
‘Ne parliamo meglio quando sei qui. Jas.’
Accenno un sorriso, in quel momento avevo vicino a me le persone che mi conoscevano maggiormente, le uniche persone che avevo.
Ci prendiamo per mano, come una volta, ma era solo amicizia, non saremo mai andati oltre.
Sentivo la sua stretta, le sue mani calde, che tenevano le mie, in quel momento solo i ricordi invadevano la mia testa:

“’Payne, penso che dobbiamo parlare.’
Avevo detto tenendo ben salde le nostre mani tra loro.
‘Riguarda Harry? Avete litigato?’
‘Si, riguarda Harry, ma non abbiamo litigato!’
Deglutisco per poi prendere fiato e ricominciare a parlare.
‘Sono incinta, ma non deve saperlo nessuno. Ho intenzione di andare in Italia, lo amo troppo per rovinargli la vita,
non voglio che cresca così, d’improvviso, non voglio. Capiscimi e appoggiami, anche se so che la pensi in modo diverso.’
Tiro un sospiro di sollievo, sono riuscita a parlargli, a raccontargli cosa mi stava succedendo.
‘No, aspetta tu cosa? Hai solamente quindici anni, non puoi tenere il bambino!’
‘Non voglio abortire, voglio che un giorno, mentre lo guardo negli occhi, mi ricordo Harry,
i suoi occhi e i suoi meravigliosi ricci, con cui amo giocare, non deve sapere nulla. Per favore Liam!’
‘Va bene. Sappi comunque che ti verrò a trovare appena posso, ti appoggerò, nonostante sai benissimo che non lo trovo una cosa giusta.’ ”
Continuo a guardare le vetrine in silenzio, ma solo una cosa distrugge i miei ricordi, riportandomi di colpo alla realtà, un suono del cellulare.

‘Pronto?’
Si si, è tutto bellissimo ragazzi. Sono qui con Sel.
Te la passo un attimo!
‘Chi è?’
Chiedo dubbiosa, ma non ottengo risposta, solamente un cellulare attaccato al viso.
‘Pronto?’
‘Sel.’
Un coro di persone che urlano il mio nome.
‘State zitti! Sel, come stai?’
I ricordi invadono di nuovo la mia mente, come non ricordare la sua voce, il biondino che passeggiava per strada,
con qualsiasi tipo di cibo in mano.
‘Mio dio, Niall. Io sto bene, te?’
‘Bene, grazie a dio. Novità?’
Si, tante, tante novità. ‘’Sai Niall, ho un figlio, il figlio di Harry’’
‘Ecco..’

Spazio Autrice:
Spero vi sia piaciuto anche questo capitolo, non so precisamente quanto potrò mettere il prossimo,
dato che domani dovrebbero scollegarmi la linea internet per qualche giorno, in qualunque caso,
cercherò di pubblicarlo appena mi sarà possibile..
Se recensite, mi farebbe davvero piacere.

Baci.
- Jas.

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Capitolo 4
*** E' la decisione giusta? ***


J: ‘Mamma, con chi parli?’
Mio dio, non mi ero accorta di essere già arrivata alla gelateria.
S: ‘Niall devo andare, ci sentiamo appena posso. Ciao Horan.’
Chiudo subito la telefonata.
J: ‘Dai mamma, mi dici chi era?’
Guardo Liam, più o meno lo fisso negli occhi, sapeva benissimo cosa volevo chiederglielo o per lo meno cosa avrei voluto chiedergli.
Lui annuisce, sapevo mi avrebbe capito, solamente dal mio sguardo.
S: ‘Tesoro, era uno zio.’
J: ‘Un altro? Mi farà dei regali, allora.’
Rido di cuore, solo lui poteva fare certe osservazioni.
Iniziavo a pensare realmente, che almeno lui non avrebbe preso male il fatto di conoscere suo padre.
S: ‘Non sono i regali quelli importanti!’
J: ‘Lo so, ma come si chiama, mamma?’
S: ‘Si chiama zio Niall. Lo conoscerai!’
Dico prendendo fiato, sapevo che mi avrebbe fatto tante domande, ma cosa mi potevo aspettare da un bambino di tre anni..
S; Stasera non faremo nessun albero di Natale, ma per regalo, partiremo in Inghilterra.
Con lo zio Liam, così gli altri zii ti faranno tanti bei regali e conosceremo tante persone speciali, amore.
J; Davvero? Davvero zio Liam? Facciamo una vacanza insieme?
Sorrido, in fondo la mia paura era infondata, mi aspettavo lacrime, ma era troppo affezionato a Liam per non essere contento di partire con lui, dovevo immaginarmelo.
L; Davvero?
Confermo con un sorriso.
Forse la mia decisione era stata presa troppo di fretta, probabilmente me ne sarei pentita da un momento all’ altro,
ma era così che doveva andare, era quella la decisione giusta da prendere, Joele e Harry dovevano conoscersi.
Una lacrima scende nel mio viso, questo periodo succede spesso, perché nei miei pensieri ci sono solamente tutti gli sbagli che ho commesso in questi tre anni..Ho nascosto il fatto di essere incinta, a tutti. Ma non mi sono limitata a questo, ho nascosto un bambino per tre anni!
Dovevo chiamare Zayn, Niall e Louis e i miei genitori per avvisarli del mio rientro in Inghilterra fra una settimana, dato che sarei ripartita insieme a Liam,
in Inghilterra erano gli unici a saperlo, ma a tutto ciò ci avrei pensato dopo.
Liam mi abbraccia, riuscivo a sentire il suo respiro e quel suo solito profumo che scatenava in me tantissimi ricordi.

Jas; Bene, vi lascio da soli. Devo andare, ne parliamo domani?
S; Stai tranquilla! A domani!
Detestavo il fatto che non mantenesse mai ciò che diceva, avevo realmente bisogno di parlare con lei, ma a lei non interessava.
Qualsiasi cosa era più importante di me.
Jas; Va bene.
Saluta Liam con due semplici baci, poi si rivolge a me, mi abbraccia, ma qualunque persona avrebbe capito che stava cercando
di farsi perdonare già in partenza per non aver mantenuto ciò che aveva detto.
Jas; Ciao tesoro di zia.
J; Ciao Jasmine.
Parla serio, quasi come un’ adulto, scatenando una risata di gruppo.
L; Dai marmocchio, andiamo a vedere ugualmente gli alberi. Lo faremo lo stesso in Inghilterra.
J; Davvero? Mamma, lo zio ha detto che faremo l’albero in vacanza.
S; Ho sentito, peste.
Gli stampo un bacio nella fronte, era straordinario, era mi figlio, la cosa più bella della mia vita,
quella più fantastica che mi potesse capitare.
Liam lo prende in braccio da un lato, con un solo braccio,
mentre avvolge l’altro nella mia spalla e come al solito io tengo ben salda la mia mano nella sua.
Continuavamo a passeggiare per le vie del centro, mentre ci fermavamo ad osservare ogni singola vetrina, non tanto per me, ma per Joele che continuamente voleva curiosare su qualsiasi cosa. Era un bambino loquace, come il padre, aveva preso davvero poco da me, forse qualche modo di comportarsi.

J; Mamma, per favore. Possiamo entrare in questo negozio?
continua a saltellare indicando un’enorme negozio di giocattoli.
S; Peste, non possiamo entrare.
So di averlo deluso, ma non mi importa, non voglio spendere ogni mio risparmio per soddisfare ogni suo singolo vizio,
immagino che lo vizieranno gli altri zii, una volta arrivati in Inghilterra.
L; Ma dai, Selena. Vogliamo solamente vedere!
Fa l’occhiolino a Joele, che saltella tutto contento all’idea di avere qualcuno dalla sua parte pronto a sostenerlo.
S; Liam!
J; Per favore, mammina.
Supplica, con le mani incrociate, non potevo credere quanto fosse furbo, nonostante fosse ancora piccolo.
S; E va bene, ma non ci fare l’abitudine. Niente vizi, lo sai.
ho un tono abbastanza deciso quando parlo con lui, voglio avere un bel rapporto con mio figlio, quasi come tra amici,
ma non si devono confondere i ruoli. I miei genitori non sono stati tanto presenti e io intendo essere completamente diversa da loro,
quasi una madre modello per Joele.
Entriamo in un’enorme negozio, Lele continuava a saltellare da una parte all’altra, guardava affascinato ogni singolo giocattolo, come avesse visto qualcosa di davvero straordinario.
J; Zio, possiamo comprarlo?
Sapevo perché si rivolgeva a lui, pensava non avrebbe saputo dire di no, ma si sbagliava qualche volta stava anche dalla mia parte.
L; Che ha detto Selena?
J; Oh, va bene.
Lo prendo per mano, portandolo fuori, era arrabbiato tutto il tempo, continuava a camminare qualche passo davanti a noi,
come per mostrarmi che gli avevo fatto un torto. Sorrido nel guardarlo, certe volte i suoi comportamenti mi sorprendevano, davvero.
S; Peste, ti va di dirmi cos’hai?
Cerco di chiederlo nei migliori dei modi, per non peggiorare la situazione.
J; Volevo comprare un giocattolo!
S; Joele, pensavo di essere stata chiara prima di entrare. Niente giocattoli!
Amavo parlare come se fosse un adulto continuavo a sostenere che fosse l’unico modo per renderlo maturo,
nonostante la sua piccola età e mi sembrava funzionasse, dato il modo che aveva di esprimersi con le persone.
Si gira nuovamente, le braccia incrociate, qualche passo davanti a noi.
L; Sei decisa, signorina Wood.
S; Certe volte, mi sorprendo di me stessa.
Lui sorride, aveva un sorriso stupendo, o almeno era il modo in cui lo trovavo io!
L; Non ti ci vedevo mamma.
S; Neanche io, non a quest’età almeno..

#Spazio autrice:
Mi scuso ancora per il ritardo, ma mi hanno appena rimesso la linea.
Spero che anche questo sia di vostro gradimento.. Ho cercato di migliorare, ascoltando i
vostri suggerimenti.
Le recensioni, fanno sempre piacere!

Baci.
- Jas.

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Capitolo 5
*** Qualcosa di inaspettato. ***


Giorno seguente:

J; Mamma, svegliati. Suona il cellulare..
Era la voce di Joele, amavo sentirlo vicino, amavo la sua voce, ma non di certo in quel momento.
Erano le sette del mattino e giuro che avrei ammazzato chiunque stesse chiamando in quel momento.
Mi alzo dal letto, cercando di non svegliare Liam che
aveva dormito nel mio stesso letto, anche perché non c’erano altre stanze oltre quella di Joele e non mi andava che dormisse nel divano.

Jas; Ciao sorellina!
S; Oh, Jasmine. Non so cosa ti viene in mente,
ma cavolo sono le sette del mattino, che vuoi?
Jas; Sei felice di sentirmi..
Comunque pensavo di venirmi a prendermi Joele, per..
S; Per?
Jas; Cinque giorni..
S; Con lo scopo di?
Jas; Passare un po’ di tempo con mio nipote prima di andarvene via per settimane intere.
S; Ne parliamo meglio, vieni a far colazione?
Jas; Volentieri, a dopo.

Chiudo la telefonata, certe volte non la capivo proprio,
non mi sembrava una notizia che richiedesse di esser comunicata per forza alle sette di mattina, soprattutto di domenica.
Ma ormai neanche mi facevo tante domande, continuavo comunque a sostenere che fosse strana, ecco si, strana.

S; Joele?
Dovevo prepararlo, almeno avrebbe deciso lui se andare un po’ con Jasmine,
oltretutto cinque giorni non erano pochi, ma il problema era più mio che suo, praticamente andava con chiunque senza farsi molti problemi.
Ma dov’era finito? Non rispondeva e non lo trovavo da nessuna parte..
Era in camera con Liam, nel mio letto, completamente distesi senza lasciarmi un minimo spazio, se non fossi sicura di non essere mai andata a letto con Liam, certe volte oserei pensare che fosse lui il padre.
Erano realmente dolci insieme, qualsiasi persona se ne sarebbe accorto.
Entro a farmi una doccia almeno in quel momento avrei potuto riflettere per poi godermi i cinque minuti di relax tanto desiderati.
Probabilmente l’idea di andare in Inghilterra non era una idea così orrenda, qualunque cosa succeda so che saranno tutti con me, anche se dovrei essere l’ ultima da capire, dato che mi ero comportata come una persona immatura, anche se l’avevo fatto a fin di bene, o almeno era quello che credevo.
Prendo la spugna e mi insapono, per poi continuare a ragionare: in fondo in tutti questi anni non volevo lo sapesse solamente per un fatto egoistico, ero io e solo io quella che aveva paura di venire rifiutata.
Esco dalla doccia, avvolgendo intorno al mio corpo un solo asciugamano, e un altro intorno ai miei ricci capelli.
S; Scusa Liam!
Dissi andandogli addosso mentre ero ancora invasa dai mille pensieri  che continuavano a presentarsi ogni singolo momento nella mia testa.
L; Sei bellissima.
Dice restando immobile a guardare i miei occhi. Era una situazione al quanto imbarazzante, non era una frase che mi diceva spesso, anzi non l’ aveva mai detto, mi ero sentita chiamare con vari nomignoli diversi e affettuosi, ma mai avevo sentito pronunciare quella frase, non da lui.
S; Come?
Chiedo dubbiosa con la testa rivolta in basso per il troppo imbarazzo.
L; Sei bellissima!
Ripete senza mettersi alcun problema, con un sorriso stampato in bocca, probabilmente soddisfatto nel suscitare in me quella reazione.
S; Mi sorprendi ogni giorno, Payne! Spostati che vado a mettermi qualcosa!
Dico dandogli una piccola spinta, ma soprattutto con l’intenzione di cambiare totalmente discorso.
L; Sel?
S; Si?
Chiedo voltandomi.
L; La colazione è pronta?
Dice con un sorriso stampato in bocca, quel sorriso che tanto adoravo.
S; No, due minuti e arrivo.
Dico facendogli l’occhiolino e girandomi nuovamente verso la mia camera.
Cerco qualcosa nell’armadio, qualcosa di comodo, una maglietta a maniche corte e dei pantaloncini corti, giusto per stare comodi in casa. Continuo a pensare alle parole di Liam che non si era limitato a dirmi una volta, ma ben due ripetendole come se fosse la cosa più normale del mondo, detta da lui nei miei confronti, ma infondo c’era poco da pensare, l’ha pensato e l’ha detto come facciamo sempre, come due semplici amici.
Esco dalla camera per dirigermi in cucina, cercando di fare il più piano possibile per non svegliare Joele che ancora dormiva.
S; Hai preparato la colazione!
Esclamo notando la tavola con sopra il caffè e una tazza di thè, sapeva benissimo che cosa desideravo la mattina.
L; Così pare.
Dice facendomi l’occhiolino mentre addentava un biscotto.
S; Simpatico! Comunque, viene mia sorella a colazione.
Affermo sedendomi e prendendo la mia tazza di thè in mano.
S; Vuole portarsi Joele in vacanza per una settimana, circa.
L; Farebbe bene a te e a lui.
Dice alzandosi dal tavolo, per poi continuare:
L; Vado a farmi una doccia!
Dice mentre mi stampa un bacio sulla guancia, non so lo sentivo strano, troppo dolce e affettuoso e nonostante il nostro bellissimo rapporto di amicizia, non ero abituata a quel tipo di attenzioni, non ero abituata a tutta quella dolcezza da parte sua.
S; Sei di compagnia, Payne.
Affermo con un sorriso, quel sorriso che solo lui era in grado di regalarmi..
J; Ciao mamma!
Eccolo si era svegliato e adesso iniziava la mia giornata di lavoro, anche se stare con lui era sempre un piacere.
S; Buongiorno tesoro! Sei già vestito?
Domando, notando che fosse già lavato e vestito.
J; Si, mi ha aiutato lo zio. Così vado da zia Jas!
Gli aveva già detto tutto, almeno mi sarei risparmiata la fatica di ragionare sul modo in cui avrei dovuto dirglielo.
Jas; Sel, sono qui!
Dice aprendo la porta.
S; Entra Jas, la colazione è pronta.
Jas; Devo andare, prendo Joele e vado, sono in ritardo.
Dice prendendo frettolosamente Joele tra le braccia.
S; è la seconda volta, Jas.
Esclamo delusa, non lo sopportavo, eppure lei sembrava non rendersene conto.
J; Hai ragione, mi farò perdonare, promesso.
Dice apprendo la porta.
S; I vestiti? E poi dove andate?
Domando curiosa.
Jas; Li ho a casa mia, lo sai. Ti mandiamo una foto, è una sorpresa.
Afferma facendo l’occhiolino a Joele, che ricambia con un sorriso.
S; Mi raccomando!
Mi affretto a dire prima che chiude la porta.
Jas; Sel, per favore.
Risponde alterata dalla mia affermazione.
S; Va bene, va bene.
La porta si chiude, io l’avevo sempre pensato che fosse strana, prima chiama alle sette del mattino, poi non mi dice dove va e scappa via di fretta.
Una voce interrompe i miei pensieri.
L; Sel, dobbiamo parlare!
Esclama con un solo asciugamano legato in vita.
Le mie guance si tinsero di rosso, probabilmente per la circostanza, ma era una cosa normale dato che il mio migliore amico stava davanti a me con un solo asciugamano.
Era normale?
S; D-dimmi!
Esclamo cercando di mantenere le mie sensazioni per me, anche se mi risultava al quanto difficile data la situazione.
Accenna una piccola risatina, che poi contiene per continuare a parlare, ma probabilmente non voleva fare solo quello, lo vedo avvicinarsi sempre di più a me.

(Mettete questa se vi va: http://www.youtube.com/watch?feature=player_detailpage&v=5anLPw0Efmo )


Sento le sue mani appoggiarsi sui miei fianchi, pressava sempre più, ma con delicatezza cercando di avvicinarsi sempre più a me, tanto da riuscire a percepire il suo respiro e il battito del suo cuore, che andava sempre più veloce.
S; Liam, per favore.
Dico cercando di bloccarlo, mettendo le mani sopra il suo petto.
Non risponde alla mia affermazione, ma continua a guardarmi negli occhi, quegli occhi che io amavo guardare, in cui trovavo tutto ciò che mi piaceva di lui, quegli occhi da cui riuscivo a capire ogni suo singolo sentimento.
Le braccia sembrano lasciarsi andare da sole, tutto è naturale, come poche volte era successo, metto le mie braccia intorno al suo collo, avvicinandomi a lui quanto basta per percepire il suo profumo, il suo profumo che mi ricordava che non fosse giusto, siamo migliori amici, ma c’era qualcosa in me che mi impediva di fermarmi.
Avvicina il suo viso al mio, gli occhi si chiudono istintivamente.  Il battito del mio cuore accelera sempre più, le gambe tremano, tanto da non riuscire a fermarle.
Sento il suo respiro sempre più vicino, sino a sentire il contatto delle sue labbra con le mie. Sentivo quel sapore di menta, che probabilmente aveva sempre avuto, ma non potevo saperlo, eravamo sempre stati migliori amici, niente di più di questo.
Il bacio continua lungo e appassionato, le sue mani aumentano la pressione sui miei fianchi, sapevo benissimo che voleva di più e in quel momento era tutto ciò che desideravo. Metto le gambe lungo i suoi fianchi, mentre continuavamo a baciarci. Era qualcosa di stupendo, mai provato prima. Qualcosa di indescrivibile che mai avrei potuto immaginare sarebbe accaduto. era tutto così bello, ma allo stesso momento strano.
Mi appoggia dolcemente al letto e si stende sopra di me, era tutto così strano, ma in quel momento era l’ultima cosa su cui ragionare.
Mi toglie i vestiti, mentre io faccio la stessa cosa con lui, riesco a percepire il suo corpo caldo, tutto andava per il verso giusto e in quel momento mi sentivo la ragazza più felice del mondo. La sua spinta aumenta sempre più, sin quando tre sue parole mi fecero capire cosa provavamo l’uno per l’altra.
L; Ti amo Sel.
Disse distendendosi affianco a me.
S; Anche io, Payne.


#Spazio Autrice.
Spero vi piaccia. Ho provato a fare del mio meglio, ma non sono del tutto brava
scrivendo scene come questa.
Cosa succederà tra Liam e Sel?

Le recensioni fanno sempre piacere, ovviamente.


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Capitolo 6
*** E' amore, credo. 1 ***


Davvero lo amavo? O era la circostanza che mi aveva spinto a dire quelle parole,  non posso continuare a mentire alle altre persone, ma soprattutto a me stessa. Con quel gesto era iniziata per me una nuova vita, completamente differente di quella che in tanti anni avevo progettato per me. Dovevo andare avanti e continuare a pensare a me e alle persone che realmente mi volevano bene e che mi erano sempre state accanto, ma soprattutto alla mia nuova famiglia: io, Joele e Liam.
Mi addormento accanto a lui, appoggiando il mio viso sul suo petto caldo.
L; Ti sei addormentata, piccola.
Disse posando dolcemente le sue labbra sulle mie, era così bello averlo vicino, anche se non come migliore amico, probabilmente il rapporto che avevamo avrebbe semplificato tutta la situazione.
S; Perché tu no, Payne?
Chiesi scherzosamente mentre mi rivestivo, guardandolo a mala pena negli occhi, tutto era cambiato, sembravamo una coppia di ragazzini innamorati, che si conoscevano solo da pochi mesi, non da quando erano bambini.
L; Come scusa? Dopo ciò che è successo, continui a chiamarmi per cognome?
Rispose altrettanto scherzosamente.
S; Come ti dovrei chiamare?
Dissi avvicinandomi a lui e prendendo il suo viso tra le mani. Volevo baciarlo, volevo sentire un’altra volta il sapore delle sua labbra.
L; O no, Wood. Niente baci, sinché non imparerai a non chiamarmi per cognome.
Disse poi, continuando a scherzare. Amavo quei momenti, proprio come amavo lui.
S; Ah si? Bene facciamo così, non si va oltre il bacio sulla guancia!
Affermai uscendo dalla camera, lasciando lui nel letto, completamente sorpreso dalla mia affermazione.
L; Come non si va oltre?
Chiese venendomi dietro, quasi come un bambino. Rido fragorosamente, sapevo che avrebbe reagito in quel modo. Ma continuavo a pensare a quanto tutto fosse strano. Come facevo a comportarmi come la ragazza del mio migliore amico? Ma era così, adesso.
Il telefono squilla, probabilmente è Jas.
S; Pronto?
Z; Sorellina, sono Zayn.
La sua voce, mi era mancata così tanto, davvero. Ah si, dimenticavo, era Tricia, la mamma di Zayn, l’inglese con cui mio padre si era sposato. All’inizio non facevamo altro che litigare, ma dalla mia partenza in Italia, il nostro rapporto era cambiato.
S; Fratellone!
Urlai, richiamando l’attenzione di Liam, che continuava ad avvicinarsi a me. Appoggia le mani sui miei fianchi, pensando fosse quello che mi aveva fatto cedere qualche ora prima e non la circostanza. Era troppo orgoglioso, per cedere lui e conoscendolo avrebbe fatto qualsiasi cosa, per far si che quella a cedere fossi io.
Z; Stasera prendo un’ aereo per venire da te, voglio vedere mio nipote.
S; Davvero? Non posso crederci..
Dissi tra una risata e l’altra, cercando di allontanare Liam che intanto continuava a baciarmi dolcemente il collo.
S; Terrai anche a bada il tuo amico.
Dissi scherzando, dimenticandomi che nessuno era al corrente dalla relazione, se così si poteva definire tra me e Liam.


*Spazio Autrice*
Scusatemi per il ritardo, ma non ho potuto continuare la storia in questi giorni.
Sono ricoverata in ospedale. quindi ho potuto fare poco, per questo la storia non è completa.. Prometto che appena avrò due minuti
e mi sentirò meglio, la continuerò. Perdonatemi!

-Jas.



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Capitolo 7
*** E' amore, credo. 2 ***


Z: Non ti seguo!
Disse. Come potevo spiegarglielo adesso? Il telefono non era di certo il modo migliore, ma non potevo nasconderglielo,
dato che la sera avrebbe dormito a casa mia. Almeno gli avrei anticipato qualcosa.
S: Stiamo insieme.
Aggiunsi tutto d'un fiato. Ripensando al fatto che dovevo starmi zitta.
Z: Ci avrei scomesso! Ma da quando?
Domanda curioso. D'altronde dovevo aspettarmi quella sua reazione, dato che era sempre stato il primo a dire:
prima o poi finirete insieme', ma si era ricreduto qualche anno fa, appena aveva saputo che ero incinta del suo migliore amico.
S: Qualche ora!
Risposi velocemente. Ero al quanto imbarazzata, ma ormai io e Zayn ci dicevamo qualsiasi cosa e sarebbe stato inutile nasconderglielo.
A Liam però, non sembrava interessare molto il mio stato d'animo, dato che continuava a baciare incostantemente il mio collo.
Avrei davvero voluto cedere, ma la scomessa era appena iniziata e non avevo nessuna intenzione di dargliela vinta, non almeno adesso.
Avrebbe ceduto prima o poi ne sono sicura.
Z: Non voglio sentire i dettagli.
Disse ridendo e facendo ridere anche me.
S: A Fratellone, Lele non è qui, è in vacanza con Jas.
Dissi sapendo che il motivo principale per cui veniva in Italia, era suo nipote.
Z: Li faremo ritornare qualche giorno prima. devo andare adesso sorellina. a stasera!
Ah, otto e mezzo all'areoporto.
Neanche il tempo di rispondere che lui aveva già chiuso la chiamata. Sembrava essere scelti apposta per me, quei due.
Allontanai con una piccola spinta Liam dal mio corpo.
S: Stai perdendo Liam.
Aggiunsi fissandolo con aria di sfida.
L: Non mi sembra di essere andato oltre il bacio.
Disse riavvicinandosi a me, per poi cingere con le sue mani i miei fianchi, nuovamente.
S: A me sembra di aver detto:' Non oltre il bacio sulla guancia'
Risposi fiera della mia risposta, dando un leggero colpo sulle sue mani per farlo staccare.
L: Ma dai, per favore Sel!
Disse guardandomi supplichevole. Infondo aveva ragione, senza provocazione, non era una bella scomessa, non mi sarei divertita.
S: Va bene, Payne.
Dissi marcando l'ultima parola.
S: Siamo liberi di far tutto, ma.. niente sesso.
Aggiunsi con uno sguardo malizioso, era ciò che volevo, solamente divertirmi un pò.
L: Non ci posso credere. Non so come abbiano fatto gli altri.
Disse voltandosi, facendomi ridere, una risata che non riuscivo a trattenere.
S: Oh, ma dai!
Dissi andandogli dietro. Apoggio il mio corpo sul suo, mentre si gira, guardandomi negli occhi. Quegli occhi,
a cui non avevo dato la giusta importanza, sino a quel giorno, quegli occhi che riuscivano a dire tanto, pur non dicendo niente.
Lo vedo avvicinarsi a me, chiudo gli occhi. Sino ad aspettare quel momento, quei secondi si erano trasformati in un eternità.
Sento le sue labbra apoggiarsi sulle mie. di nuovo quel sapore, quello che iniziavo ad amare, ogni istante di più.
Le nostre lingue iniziano a giocare tra loro. Voleva di più, ne ero sicura, ma non c'era divertimento, non per me almeno.
Sento le sue mani calde, a contatto con il mio seno.
S: Fermati Payne, niente sesso!
Dissi ridendo, notando la sua faccia dispiaciuta.


HARRY:

Mi sto vestendo, in una casa a me sconosciuta, come la ragazza con cui sono stato stanotte.
Era brava a letto, diversamente da come immaginavo, ma non avevo provato niente, come sempre d'altronde.
Non sono a conoscenza nemmeno del suo nome, ma non mi interessa, non mi interessa più niente dalla rottura con Selena.
Sono ancora innamorato di lei, anche se mi costa ammetterlo. Non la vedo ormai da anni, da quando era partita per l'Italia,
lasciandomi solamente una lettera, che ricordo perfettamente:
'Hey Hazza,
sono qui seduta a scriverti questa lettera con le lacrime agli occhi.
Devo andarmene da qui, devo lasciarti vivere la tua vita da adolescente quale sei.
Ritorno in Italia, ma non chiedermi il perché, non cercarmi. Sappi solamente
che è perché voglio il meglio per te. E ciò che mi succede non è quello che desidero per te.
Forse è una cosa troppo afrettata da dire, ma ti amo e probabilmente sarà così sempre, perché
avrò davanti a me, qualcosa che mi ricorderà ogni giorno quanto sia importante.
Ciao cucciolo.
-Sel'
Ancora ci sono frasi in questa lettera che non riesco a capire:
avrò davanti agli occhi qualcosa che mi ricorderà ogni giorno quanto sei importante' non sono al corrente di cosa volesse dire,
come non sono al corrente di ciò che faceva adesso, di com'era cambiata.
è la sorella del mio migliore amico e questo dovrebbe essere una cosa positiva, ma non ne parliamo mai,
sa quanto mi manca, quanto sto male e rispetta la mia decisione. Liam? Liam è anche il suo di migliore amico,
so che si vedono spesso, ma non voglio saper nulla di lei, voglio solamente cercare di dimenticarla,
come lei ha fatto con me in questi anni.

Spazio Autrice:
Ecco, il continuo. Non è il massimo, non è neanche tanto lungo. Ma comprendetemi.
Ringrazio per le recensioni, davvero.. Anche se non sono molte, ma l'ho apprezzo comunque. Appena starò leggermente
meglio pubblicherò il prossimo, anche perché in qualche modo mi aiuta a non pensare a questo posto. lol
RECENSITE, MI FAREBBE DAVVERO PIACERE.
Questo è come immagino i personaggi:

Lei è Jas: l'ho scelta perché è una ragazza bella, ma ricorda una persona senza pensieri, una che pensa solamente a godersi la sua vita,
senza responsabilità:
http://i46.tinypic.com/2hcktn5.jpg

Lei è Sel: l'ho scelta perché mi ricorda una ragazza spontanea, con una bellezza particolare:

http://i48.tinypic.com/2n8tu0y.jpg

E infine lui è Lele, l'ho scelto perché sembra un bambino sveglio:
http://images.google.it/imgres?q=bambini+moderni&hl=it&tbo=d&biw=1280&bih=587&tbm=isch&tbnid=0i9jPHmytJR9NM:&imgrefurl=http://www.bebeblog.it/post/4858/la-disperata-ricerca-di-bambini-geni&docid=cy9lDu9SKB_QbM&imgurl=http://static.blogo.it/bebeblog/bimbogenio.jpg&w=280&h=280&ei=_cDlUL6yAsjXtAbnh4CYDA&zoom=1&iact=hc&vpx=1015&vpy=108&dur=252&hovh=224&hovw=224&tx=167&ty=105&sig=113757552621907514712&page=1&tbnh=132&tbnw=131&start=0&ndsp=21&ved=1t:429,r:6,s:0,i:103

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Capitolo 8
*** Paura, solo paura. ***


Harry

Chiudo la porta alle mie spalle, mentre ragiono su tutto ciò che avevamo prima e sul niente
che mi ritrovo ad avere adesso. Dovevo solamente togliermela dalla testa.
Un messaggio:

'Hey brò,
tra dieci minuti a casa mia.
Zayn xx'

Salgo in macchina, probabilmente Zayn voleva raccontarmi della mora con cui sentiva spesso negli ultimi giorni,
almeno mi sarei distratto da quello stupido pensiero fisso, che non riuscivo a togliermi mai dalla mente.

*Flash back*
Seduti sulla panchina del parco. Ero quel ragazzo a cui piaceva andare a letto con tutti, nonostante la mia età.
Era la ragazza a cui parecchi davano attenzione, dato che era quella nuova, ma sopratutto perché era la bella ragazza Italiana
con cui tutti volevano andare a letto.
Non mi stava molto a genio, ma comunque mi fidavo di lei, non era la ragazza che andava con il primo che passava.
H: Hey nena.
Amavo chiamarla con quel soprannome, ero l'unico a chiamarla così e in qualche modo era qualcosa che riusciva a farmi
sentire importante.
S: Dimmi Hazza.
Disse. Apoggiando la testa sulle mie gambe, mentre dolcemente gli accarezzavo i capelli, quei capelli che tanto amavo.
H: Sei bellissima.
Dissi imbarazzato. Non ero quel tipo di ragazzo, ma con lei era tutto diverso. Era con lei che tutto sembrava spontaneo, semplice,
ma sopratutto infinitamente bellissimo.
S: E se un giorno tutto dovesse finire?
Chiese. Alzandosi da sopra le mie gambe.
H: Farò di tutto purché non succeda.
Risposi sorridendole, per poi baciarla delicatamente nelle labbra.

E invece? Aveva ragione. tutto era finito e io non avevo mantenuto la mia promessa, anzi avevo lasciato che le cose andassero
come stavano andando, senza cercare di cambiare il futuro.
Sapevo benissimo dove stava andando, potevo farmi trovare in aereoporto e fermarla o almeno ci avevo provato.
Ma avevo rispettato le sue scelte ed era anche quello amare, lasciare andare le persone che si vogliono bene.
Sono davanti a casa sua, suono il campanello ed eccolo ad aprire, tutto indafarato con la casa sommersa di vestiti.
H: Tutto questo casino?
Chiesi. Chiudendo la porta alle mie spalle
Z: Vado da mia sorella!
Disse tutto d'un fiato, non ne parlavamo spesso, quindi non sapeva come avrei reagito.
H: Sel?
Chiesi. Sedendomi nel divano. Le emozioni erano tante anche solo a sentire il suo nome.
Z: Si! Emh, non è tutto.
Disse poi, non facendo altro che suscitare in me curiosità. Non volevo fare altre domande, desideravo solamente che
si spiegasse.
Z: Sta con Liam!
Liam? Il mio migliore amico? Colui che sa benissimo quanto ancora sia importante per me? La persona con cui ho trascorso
la maggior parte a confidarmi. Sentivo il sangue ribollirmi. Non ero incazzato, sentivo solamente tre emozioni:
tristezza, delusione, ma sopratutto gelosia.

Selena

S: Perfavore Liam.
Riuscì a stendo a dire, tra una risata e l'altra, mentre ci ricorrevamo come bambini.
Tutto per quella scommessa, che a quanto sembrava non gli era andata molto a genio.
Non sapevo come fare, era veloce quel ragazzo, presi un cuscino dal divano e glielo lanciai adosso.
Lo vidi cadere a terra.
S: Dio!
Esclamai andando verso di lui, mi sentivo terribilmente in colpa.
S: Hey tesoro, tutto bene?
Aggiunsi poi. Mi sentì prendere con forza dai polsi. Eravamo lì uno sopra l'altro. I suoi occhi, i suoi stupendi occhi,
che è difficile descrivere. Sento dinuovo le sue labbra appoggiarsi sulle mie, di nuovo quel sapore.
Quel sapore di cui non sarei mai riuscita a fare a meno.
S: Sei uno scemo.
Dissi per poi dargli un bacio sulla guancia.
L: Sel?
Disse. Attirando la mia attenzione.
S: Dimmi!
Esclamai. Voltandomi nella sua direzione!
L: Ma i primi mesi, non si dovrebbe essere tutti coccole e..
S: Sesso?
Dissi. Concludendo la sua frase con un sorriso stampato in bocca.
L: Non volevo dirlo, ma sei perspicace.
Aggiunse. Facendomi l'occhiolino, ancora sdraiato a terra.
S: Tra noi è tutto speciale. Rendiamo diverso anche quello.
Dissi ridendo.
L: Tu sei tutta strana.
Aggiunse facendo finta di essere arrabbiato, o almeno era quello che voleva far sembrare dato che
qualunque persona si sarebbe accorta, anche solo guardandolo in faccia che stava fingendo.
Un messaggio:

'Hey, siamo appena arrivati in Svizzera dalla mamma.
Jas xx'

Mia mamma, viveva in Svizzera, Jasmine era perfettamente al corrente del fatto che non volevo farle conoscere
Joele, sapeva benissimo il rapporto che c'era tra noi, ma d'altronde cosa mi potevo aspettare? A nessuno importavano
i miei desideri o le mie scelte. Mia madre, o se così si poteva definire quella donna, non c'era mai stata, nè nella mia vita,
ma sopratutto non c'era mai stata dopo la nascita di Joele, era troppo presa dall'alcool e poi? Mia sorella, una delle persone di cui più mi fidavo,
non rispettava le mie decisioni e mi aveva delusa, un'altra volta. Come faceva sempre.
S: Ha portato Joele da mia madre, in Svizzera.
Informai Liam, che sapendo la situazione mi guarda con faccia stupita.
S: Chiamo Zayn!
Aggiungo poi.

Harry

Z: Scusa, devo rispondere al telefono.
Dice interrompendo da un momento all'altro la nostra discussione.
Z: è Sel! Metto il vivavoce, ma stai in silenzio.
Aggiunge poi. Le mie gambe tramano, il cuore batte più forte, sembro quasi una di quelle ragazzine innamorate.

Z: Hey, sorellina!
S: Zayn, mi ha mandato un messaggio Jas. Ha scritto che è andata in Svizzera, da mia mamma.
Disse tra un singhiozzo e l'altro, stava piangendo ed era una cosa che avevo sempre odiato, volevo che nel suo
viso, ci fosse solamente quello splendido sorriso che madre natura le aveva regalato.
E Liam? Liam era con lei, non avevo voglia di vederlo, in qualche modo non aveva pensato a me, ma solamente a lui
e mi dava completamente fastidio, ma adesso non era questa la cosa importante, avrei voluto esserci io in quel momento,
a consolarla e a dirla che tutto sarebbe andato bene, ma c'era lui e desideravo solamente che anche lui facesse la stessa cosa.
Z: è tutto ok, piccola. Vedo cosa posso fare per partire prima.
Rispose. Si vedeva che era preoccupato per la sorella.
S: No Zayn. Annulla il viaggio se puoi. Veniamo in Inghilterra, appena prendo..
A quel punto Zayn tolse subito il vivavoce, probabilmente non voleva che continuassi ad ascoltare la conversazione, ma perché?
C'era qualcosa che non dovevo o potevo sapere, ma comunque l'unica cosa che si ripeteva nella mia mente era:
'Veniamo in Inghilterra' Finalmente l'avrei rivista, avrei rivisto il suo sorriso, i suoi occhi, le sue labbra, avrei rivisto
lei, la persona che non era mai andata via dal mio cuore, colei che amavo più di me stesso.


#Spazio Autrice

Holaa, sto meglio adesso. Sono uscita dall'ospedale e ne sono davvero contenta.
Dopo questo, ringrazio davvero chi segue la storia, chi la ha tra le ricordato o le preferita.
Grazie davvero, cercherò di fare del mio meglio.

Baci.
-Jas.

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Capitolo 9
*** Qualcosa di inaspettato. ***


Selena
 
S: Ho paura Liam.
Dissi abbracciandolo, mentre ripensavo a tutto ciò che mia madre aveva fatto a me e mia sorella.
Le mani adosso, le urla, il dolore eppure Jasmine sembrava essersene dimenticata.
 
Flash back
S: Lasciami perfavore
Conitnuavo a urlare dimenandomi, il dolore continuava a sentirsi.
Era ubriaca, come sempre, ma non era una cosa tollerabile, non più dato che il controllo in lei era
sempre di meno.
G: Zitta, troia.
Urlava mentre continuava a sbattermi contro il muro. ero piena di lividi, quei lividi che cercavo disperatamente
di coprire ogni mattina, prima di uscire di casa.
 
Una lacrima percorre il mio viso, paura avevo davvero paura. Liam continuava a tenermi stretta a sè, era l'unico modo che aveva per rassicurarmi, anche se impossibile, ma era comunque qualcosa di più efficace rispetto alle parole, che in momenti come quello, sarebbero servite ancora meno.
Non volevo che mia madre osasse solamente toccare Joele. Jasmine non avrebbe dovuto portare suo nipote così lontano, senza che io ne fossi al corrente, ma sopratutto, portarlo dall'ultima persona che avrei voluto conoscesse.
Era colei che ci aveva sempre fatto stare male. Poteva essere cambiata adesso, magari non faceva più uso di alcool, ma a me non importava, aveva reso quel periodo della mia vita qualcosa di detestabile, qualcosa che continuava a far male, giorno dopo giorno, qualcosa che sarebbe rimasta impressa nella mia mente, in qualunque caso.
Era orribile pensare mio figlio vicino a quella donna. Volevo solo andarlo a riprendere.
 
L: Piccola, chiama Jas, fatti passare Joele, credo sia la cosa migliore.
Ero in grado di sentire nel suo tono di voce, lo stesso terrore che avevo io. Probabilmente aveva ragione, l'avrei chiamata, senza dubbio, ma prima volevo solamente mettermi in viaggio per andare in Svizzera, volevo mio figlio accanto a me in quel momento, più di qualsiasi altra cosa al mondo.
S: Prendi le chiavi della macchina, voglio andare a prenderlo, ora.
Affermai con la voce che mi tremava e le lacrime agli occhi, mi guardò per un'istante, capì che qualsiasi cosa avesse detto non sarebbe servita a niente, prese le chiavi della macchina e uscimmo di casa.
Chiusi la porta alle mie spalle, mentre prendevo il cellulare per chiamare mia sorella.
Il telefono continuava a squillare e quei pochi secondi, sembravano eternità.
 
Jas: Pronto?
S: Dov'è Joele?
Jas: è qui con me e la mamma, tranquilla Sel è tutto ok.
come potevo stare tranquilla sapendo che mio figlio era in mano a una persona del genere, una persona che poteva cambiare umore da un momento all'altro e compiere azioni del quale non era consapevole e in più, come potevo stare tranquilla, se mia sorella, come se niente fosse, pur sapendo ciò che volevo, si era comportata come se il mio parere non contasse nulla.
S: Passamelo, ora.
J: Hei, mamma.
Sentire la sua voce, mi fece star bene per un'istante. Sembrava tranquillo e io non dovevo fargli sentire la mia ansia, anche se difficile.
S: Ciao amore. Va tutto bene?
J:Si, stiamo giocando con la nonna.
Con la nonna? L'aveva conosciuto solo da pochi minuti, non si era mai presentata per conoscerlo, mai una chiamata o un solo messaggio e si era presentata come 'la nonna', a stento riuscivo a crederci.
S: Passami la zia.
Jas: Sel..
Disse tranquilla, come se quello che aveva fatto, fosse la cosa più normale del mondo. Probabilmente lo sarebbe stata, se solo le cose in passato fossero andate diversamente.
S: Non so come tu abbia potuto, sapevi benissimo che non volevo che conoscesse mio figlio.
Dissi marcando la parola:' mio', per poi continuare:
s: Mettiti in viaggio, adesso. Riportami Joele. Ti veniamo incontro.
 
Harry:
 
Vidi Zayn al quanto preoccupato, non riuscivo a capire cosa avesse, ma Selena non stava bene, ero in grado di capirlo dalla sua voce, quella voce che mi era mancata per tanto, troppo tempo.
Appoggia il telefono sul tavolo e si siede, senza osar dire una sola parola.
Sapevo benissimo il rapporto che aveva con la madre e solo il fatto che c'entrasse lei, mi preoccupava, ma credo che ciò che stava succedendo era qualcosa di molto più grave. Jasmine aveva portato in Svizzera qualcuno insieme a lei, qualcuno per cui Sel, era in pensiero, ma chi?
 
H: Mi dici cos'è successo?
Domandai, ero in ansia quanto lui, amavo sua sorella più di qualsiasi altra cosa al mondo e nonostante, tutti quegli anni passati così lontani, ho sempre pensato che io e lei siamo una cosa sola. Quando lei sta male, sto male anch'io.
Z: Non ho capito bene, ma c'entra la madre, ed è quello che mi fa preoccupare.
Affermò senza nemmeno guardarmi negli occhi. Mentiva e io lo sapevo bene, era il mio migliore amico e lo conoscevo, anche fin troppo. Balle, solo balle, ma ancora non riuscivo a capirne il motivo. C'era qualcosa o meglio qualcuno nella vita di Selena di cui io non ero a conoscenza?
 
Selena
 
J: Mammina!
Urlò venendomi incontro. Mi era mancato così tanto, anche se erano passate solo poche ore, quelle ore che a me sembravano un'eternità.
Solo adesso che lo guardo venire verso di me posso tirare un sospiro di sollievo.
S: Hei amore, mi sei mancato tanto, sai?
Dissi, cercando di rimandare indietro le lacrime.
L: Non vieni a salutare lo zio?
Aggiunse Liam. Era preoccupato quanto me. Avevamo passato l'intero viaggio senza dire una parola, ma era comprensibile in situazioni come questa.
 
S:Non so come tu abbia potuto.
Non volevo nemmeno sentire la sua risposta. Mi voltai e andai verso la macchina.
Lei diceva qualcosa, probabilmente cercava di scusarsi o di trovare un buon motivo per far apparire me, quella in torto, ma in quel momento, poco mi importava. Joele era con me, ed era tutto ciò che desideravo in quel momento.

Cinque giorni dopo:
 
L; Piccola, dobbiamo andare.
Ha Joele tra le braccia, che si è addormentato subito dopo aver fatto la doccia, ma non volevo svegliarlo, doveva dormire, almeno lui che poteva, anche io desideravo fortemente poter essere al suo posto.
S; Arrivo Payne.
Il cuore sembrava battere all’impazzata, al solo pensiero di rivedere Styles, dopo così tanti anni, ma ancora non sapevo come dirgli di quella peste che Liam teneva tra le braccia, la cosa più bella che Harry potesse regalarmi. Mi guardo  per l’ultima volta allo specchio, sperando di essere quella ragazza che Harry aveva sempre visto, questa volta erano cambiate un bel po’ di cose, ma comunque ero sempre io, Sel. Adesso era mamma, si, ma questo di certo non voleva dire che ero cambiata. Che poi ripensandoci in questo momento sarei una semplice ragazzina, che pensa solamente alle storie d’amore, se tali si potevano definire, alle nuove collezioni di vestiti e allo smalto messo perfettamente nelle unghie, invece adesso ero una ragazza madre, con una situazione realmente complicata, anche se sono io ad averla creata.
L; Sel, dai. Siamo in ritardo.
S; Arrivo scusa.
Sono pronta, o almeno per quanto riguarda l’aspetto estetico, perché se devo pensare a tutto ciò che sto andando incontro, non sono pronta per niente.
Chiudo la porta alle mie spalle, dando un ultima occhiata alla casa, che probabilmente, non avrei rivisto per chissà quanto tempo.
Una chiamata interrompe i miei pensieri:
L; Pronto?
Si, sono qui con lei, stiamo andando all’aeroporto.
Un attimo.
Mi porge il telefono, non dandomi come sempre, risposte su chi fosse.
S; Pronto?
x: Hey, Wood. Sono io, Niall mi ha detto che stai tornando in Inghilterra.
Ecco che il cuore sembra fermarsi un attimo, anche solo per un istante, un’ istante che sembrava quasi durare un’eternità. Ecco, che riprende a battere, ma questa volta più forte, poi le farfalle nello stomaco e tutto ciò solamente a sentire la sua voce.
S; St-Styles, sembra quasi strano, sentire la tua voce.
H; Ma dai, ahah. Dimmi, come mai rientri in Inghilterra?
Dio, non posso dirglielo adesso, al telefono, devo solamente fingermi tranquilla e mentire, o almeno in parte.
S; Ecco, mi mancavate un po’ tutti, ma soprattutto devo parlare con te.
H; Riguardo?
S; Ci sentiamo, devo andare. Ne parliamo, dopo.
Chiudo la chiamata, senza dare altre spiegazioni. Non volevo altre domande, alle quale molto probabilmente non avrei saputo rispondere. Sorrido, finalmente avevo sentito la sua voce, non posso negare che mi è mancato particolarmente in questi tre anni, ma adesso non stavo andando in Inghilterra per me, ma solamente per mio figlio, per nostro figlio, come deciso.

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Capitolo 10
*** Ci siamo..! ***


Tre ore dopo:
Siamo arrivati a Londra. Il mio cuore batte forte per l’emozione di ritrovare tutti finalmente. Praticamente c’erano tutti ad aspettarmi: mio padre e Tricia, la mamma di Zayn, era con lei che si era sposato anni fa.
J; Mamma, siamo arrivati?
S; Si, peste. Adesso conosceremo tante persone.
Guardo Liam, per qualche istante, che mi sorride.
L; Hai preso la decisione giusta, piccola.
x:’ Arrivederci.
L; Arrivederci.
Prendiamo entrambi Joele per mano, come fossimo una famiglia, una vera famiglia. Lo guardo per qualche istante, anche se non ci vedevamo spesso, era lui che faceva da padre a Joele, era lui che c’era sempre stato, ma non perché il vero padre se ne fosse andato, ma solamente perché ero io che avevo deciso di nasconderglielo.
L; Eccoli.
Mi indica un gruppo di persone, che continuavano a salutarci da lontano. Erano cambiati tutti, il cuore sembrava non volersi calmare, strane sensazioni allo stomaco, ma dovevo sembrare tranquilli. Eccoci sempre più vicini.
L; Pronta?
S; Si!
Ecco Zayn che viene correndo verso di me, quanto mi era mancato.
Z; Sorellina!
S; Fratellone.
Dico saltandogli addosso, riuscivo a sentire il suo respiro, era così dolce, era così bello averlo vicino.
Lo riabbraccio, anche se era solo per un’istante, mi era mancato davvero.
Una lacrima scende nel mio viso, era la prima volta che Zayn vedeva Joele, nonostante lui fosse al corrente che io avessi un figlio.
Harry continuava a rimanere lontano, probabilmente non aveva nemmeno notato Joele, ma sarei andata da lui, dopo aver salutato tutti.
Z: Sel, tutti sappiamo di Joele qui.
Un mattone sembra cadermi addosso.
S:Harry? Anche lui sa?
Chiesi preoccupata.
Z: No, tranquilla! Volevamo fossi tu a dirlo.
Finalmente qualcuno che rispettava la mie decisioni, nonostante non fossero le migliori. Tirai un sospiro di sollievo, ma solo in quel momento perché poi avrei dovuto affrontare di peggio.
Z; Ciao piccolo, io sono..
Mi guarda per un attimo quasi cercasse una conferma.
S; Lui è lo zio Zayn, tesoro.
J; Ciao io sono Joele, ma sei simpatico, quindi puoi chiamarmi Lele.
Disse andando addosso, aveva bisogno di tante persone al suo fianco, di amore. Dato che sino a quel momento c’eravamo state solamente io, Jas e qualche volta Liam.
S; Mamma, papà!.
W/T; Piccola, vieni qui.
Abbraccio anche loro, ricoprendo le loro magliette di lacrime, mi ero persa davvero tanto in quei lunghi anni.
S; Tesoro, loro sono i nonni.
T; Hey piccolo, io sono nonna Tricia e lui e nonno William. Sai dirci come ti chiami?
J; Si, io sono Joele.
Lo; Io sono lo zio Louis. Sono zio, vero?
S; Certo che lo sei, oh Tommo, quanto mi sei mancato!
Lo; Non piangere, sai quanto odio i momenti sdolcinati.
Mi fece ridere, finalmente. Era il suo pregio riusciva a far sorridere chiunque, in qualunque momento.
N; Hey, Nena.
‘Nena’ era così che mi chiamava, quel soprannome che detestavo, in questo momento ero contenta di sentirmelo dire.
S; Niall, tesoro.
C’erano tutti, le persone più importanti della mia vita, tutte pronte a perdonarmi, nonostante il mio grande errore, ma adesso dovevo solamente sapere se Harry, se lui fosse disposto a farlo.
S; Scusate, devo andare a parlarci!
L; Mi raccomando.
Fece un’ occhiolino, per rassicurarmi, ma non serviva a molto, le mie gambe tremavano e non sapevo nemmeno se sarei riuscita a parlare o per lo meno a dire qualcosa di sensato.
H; Wood.
Urla, mi mancavano i suoi ricci, i suoi occhi, i suoi stupendi occhi, la sua voce, e il suo profumo, che non avrei mai dimenticato.
S; Styles.
Lo abbraccio forte, talmente da sentire, quell’odore che tanto amavo.
Ora, dovevo dirglielo, dovevo parlargli.
S; Senti, devo parlarti, ma non interrompermi.
Sorride. Mio dio, sentivo che se mi avesse regalato un altro dei suoi sorrisi, sarei potuta svenire da un momento all’altro.
S; Sono una mamma, adesso.
H; Oh, sono contento.
Mentì, mi faceva piacere la sua reazione, ma avevo paura di quella seguente.
S; Ecco, vedi quel bambino, quello riccio che sta in braccio a Zayn? Beh, lui.. Lui, è tuo figlio.
H; Cosa?
Non volevo una simile reazione, ma dovevo aspettarmela, non potevo sperare che tutti mi perdonassero, come in parte era successo. Sapevo che lui non l’avrebbe fatto.
H; E tu, tu sei stata capace di nascondermelo per.. Quanti anni ha?
S; Tre.
Abbasso la testa, delusa di me stessa e di ciò che avevo fatto.
H; Tre anni, per quale motivo l’hai fatto?
S; Ti amavo, forse troppo. Avevi solo sedici anni, non volevo rovinarti la vita.
H; Non è una scusa.
Gira le spalle, senza continuare la sua frase, smettendo di guardarmi negli occhi, trasmettendomi solamente la rabbia il dolore che io gli avevo procurato.
S; Styles, aspetta. Non farlo per me, ma per lui. Parlaci, almeno.
Continua a camminare, non dandomi nemmeno ascolto, ma in cuor mio, sapevo che lui sarebbe ritornato, il suo cuore era troppo grande, per rinunciare di vedere crescere suo figlio, di nuovo. Le lacrime scendono sul mio viso, mi aspettavo decisamente una reazione di quel genere, ma viverla era del tutto differente,
Vedo Liam arrivare davanti a me, era serio, probabilmente a differenza mia non si aspettava una tale reazione, era comprensibile, ma poteva almeno parlare con Joele.
L; Hey, tutto ok?
Dice abbracciandomi e asciugando le lacrime che hanno rigato il mio viso, sapevo che fosse lui il primo a venirmi in contro e consolarmi, qualsiasi cosa sarebbe successa e gli volevo bene per questo, ma non potevo mostrarmi in quelle condizioni davanti a Joele, doveva star tranquillo e mi sorprendeva la sua reazione nel conoscere gli zii.
S; Va tutto bene, sapevo che sarebbe andata così.
Avvolge le sue braccia attorno alle mie spalle. E con un finto sorriso nel volto, ci avviciniamo agli altri. Nessuno osa dir nulla, probabilmente avevano capito che il mio desiderio fosse la felicità di Lele in qualunque momento.
Z; Andiamo a casa mia?
T; Pensavamo di ripartire adesso, il viaggio da Londra dura un po’.
Zayn mi guarda, riuscendo a farmi scappare un vero sorriso. Avevo capito bene cosa voleva, dovevo essere io a chiederglielo, non mi avrebbero risposto di no.
S; Mamma, potete ripartire dopo cena, state un po’ con me e Joele.
Come speravamo, la sua faccia ci fece capire che avevamo ottenuto, ciò che desideravamo, avremo passato una giornata tutti insieme, anche se Harry non si sarebbe fatto vedere per un bel po’.
Joele, stava ancora in braccio a Zayn, probabilmente si trovava bene insieme a lui, così non gli dico nulla e li lascio da soli. Lo vedevo ridere e questo mi rendeva davvero felice.
T; Hey, amore.
Mi prende per i fianchi, mentre continuavamo a camminare, era stata lei mia madre, dopo che la mia se ne era andata per un altro uomo, era lei che c’era stata in qualunque momento e che nonostante tutto continuava ad esserci.
T; Come stai?
S; Sono solo un po’ stanca. Non ho mai tempo per me, certe volte vorrei dormire qualche ora in più.
Cerco di spiegarle come mi sento, non volevo nascondere nuovamente qualcosa di importante, o riguardo alla mia vita.
T; Hai delle responsabilità adesso.
Mi tratta come fossi una bambina immatura, avevo sempre odiato quel lato di lei, ma in quel momento non lo detestavo, probabilmente per la troppa felicità di averla vicino.
S; Da tre anni a questa parte..
Provo a farle ricordare che per me, oramai, non è una novità.
T; Dove starai mentre sei qui?
Ecco, mi mancavano anche tutte le sue domande, sembrava di stare in un’ interrogatorio.
S; Penso che io e Joele staremo da Liam, per il momento.
T; Non ci pensare nemmeno, tu fa ciò che vuoi.
Dice scherzando, amavo quel lato di lei, anche se in quel momento mi andava bene tutto per la troppa mancanza. Aspetta un’ attimo e poi aggiunge:
T; Joele starà con noi, per un paio di giorni.
Ero contenta, almeno da una parte. Non volevo lasciarlo solo, non mi stavo liberando di lui, ma solamente regalandogli del tempo con dei parenti che erano felici di vederlo, quel tempo che probabilmente mi servirà per riposarmi e per smaltire il sonno accumulato in questi anni.
S; Dovresti parlarne con lui.
J; Per me va bene, mamma.
Non potevo credere che stesse ascoltando tutto il discorso, continuava a sorprendermi attimo dopo attimo e lo amavo anche per questo.

Saliamo in un taxi, tutto mi sembrava strano, non ero più abituata a una città cosi caotica come Londra , solamente perché era ormai da tre anni che non ci vivevo.
S; Mi ero dimenticata di tutto questo.
L; Dovrai riabituartici.
La casa di Zayn è qualcosa di fantastico, non è piccola, anzi è una villa a due piani, una piscina, ci sono delle mura fuori, probabilmente per far si che nessuno veda, cosa succede, ma soprattutto chi c’è all’interno.
Z; Entra sorellina.
Dice mostrandomi la casa, era qualcosa di spettacolare, l’arredamento era proprio come piaceva a me.
S; Complimenti è stupenda.
Dico guardandomi per l’ultima volta intorno, quasi spaesata, era davvero qualcosa di grande, qualcosa che io non mi sarei mai potuta permettere, non con la vita che conducevo in questo momento.
S; Scusate un attimo.
Mi allontano con il telefono tra le mani che continuava a squillare: Harry.
Che avrei dovuto fare? Rispondere o riattaccare?

(Ho pubblicato due capitoli lo stesso giorno, perchè era da tanto che non ne pubblicavo uno. Spero vi piaccia, -Jas.)

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Capitolo 11
*** Finalmente di nuovo.. 'noi' ***


Non potevo riattaccare, avrei solamente peggiorato la situazione, dovevo affrontarlo prima o poi anche se quello non era di certo il momento adatto.
S; Pronto?
Le gambe tremavano, il cuore aumentava ogni istante sempre di più, strane sensazioni invadevano il mio stomaco.
H; Sono Harry.. Vorrei parlarti!
Dice con tono serio, riconoscevo perfettamente quel tono, era dispiaciuto, deluso e come potevo dargli torto, come potevo non giustificarlo, mi ero comportata da persona immatura, ed era il momento di rimediare.
S; D-dimmi!
H; Non adesso, vengo a prenderti, se mi dici dove sei!
Vuole realmente venirmi a prendere, lui voleva davvero parlare con una persona che era stata capace di nascondergli una cosa di tale importanza, pensando fosse la scelta giusta? Forse aveva ragione Liam, magari era cambiato davvero, questa volta.
S; Da Zayn. Ma se mi dai due minuti, preparo Joele.
H; No. Vorrei parlarti da sola. Tra cinque minuti sono lì.
Me? Da sola, nonostante la situazione, ciò mi faceva sorridere, lo amavo troppo per non essere contenta di trascorrere del tempo con lui.
S; A dopo.
Chiude la chiamata, di certo non mi potevo aspettare una discussione che mi avrebbe lasciata con il sorriso tutta la mattina, come deciso, in questo momento, io, il mio amore, non contava più, c’era una sola priorità Joele.
Ritorno in cucina, per prendere il giubbotto che avevo lasciato all’entrata.
S; Vado con Harry, dobbiamo parlare. Avrei bisogno che badasse a Joele per un po’.
Mi infilo il giubbotto, mentre gli altri mi guardavano, probabilmente stupidi della maturità con il quale stavamo affrontando la situazione.
Lo; Tranquilla, ci pensiamo noi.
Sento il rumore di un clacson, era arrivato. Prendo un bel respiro, sono pronta.
S; Grazie. Ciao amore, ci vediamo dopo.
Non sembra che gli interessi molto, nemmeno si degna di darmi una risposta, era troppo preso da tutte le attenzioni che gli altri gli stavano riservando.
Chiudo la porta ed eccolo, davanti a me, che mi aspetta in macchina, mi guarda mentre piano piano mi avvicino a lui.
In fondo era rimasto sempre lo stesso, gli stessi occhi verdi che amavo rimanere ore a guardare, perché erano quegli occhi che dicevano tanto, quei ricci con cui avevo sempre adorato giocare.
H:’ Hei..’
S:’ Hei’
Rispondo mentre chiudo lo sportello con un tono di disprezzo verso me stessa.
Mi vergognavo da morire se ripensavo a ciò che avevo fatto.
Nessuno dei due osò dire un’altra parola e in situazioni come quella era comprensibile.
Era maturato, Liam aveva ragione, non era più il ragazzo di sedici anni che pensava solamente a divertirsi o almeno in parte. Me lo aveva dimostrato presentandosi sotto casa di Zayn solo qualche ora dopo la notizia. Non tutti lo avrebbero fatto, ma soprattutto non l’avrebbe fatto l’Harry di tre anni fa.
H:’Siamo arrivati’
Disse scendendo dalla macchina.
Eravamo nel bel mezzo di una campagna, dove tutto ciò che c’era, era una casa ormai abbandonata. Per un momento non riuscivo a capire, poi guardandomi intorno iniziai a ricordare. Era un posto importante per entrambi, era il posto dove ci fu la nostra prima volta. Non era il posto più romantico del mondo, ma il fatto che fossimo io e lui, con tutte quelle emozioni,  lo rendevano tale.
 
Flash back
H:’Hey piccola..’
Disse accorciando la distanza  fra noi due.
S:’Dimmi’
Risposi con un filo di voce.
H:’Ti amo’
Nessuno aveva mai pronunciato quella frase, non a me. Sento il suo bacino pressare sul mio. Ormai non c’era più distanza fra noi.
S:’ Anche io’
Affermai sicura di quello che stavo dicendo. Iniziò a baciarmi il collo, ed era lì che mi resi conto che volevo andare oltre con lui, lo volevo più di qualsiasi altra cosa in quel momento, ero sicura che lui fosse la persona giusta, ma non era altrettanto giusto il luogo in cui eravamo.
S:’ Non qui, Styles’
Dissi allontanandolo dal mio corpo con una leggera spinta.
H:’Si invece..’
Prese qualcosa fra le mani, non so bene cosa, ma in quel momento non mi importava e scassinò la porta di quella casa ancora intatta.
H:’ Vieni’
Aggiunse prendendomi per mano e portandomi all’interno.

H:’ è tutto ok?’
Chiese riferendosi alla mia aria pensierosa. Mi mancava la sua voce, ma non in quel momento.. Avrei preferito continuare a ricordare quelle scene che mi erano, nonostante tutto, rimaste impresse nel cuore e probabilmente lo sarebbero state sempre.
S:’ si si! Perché siamo qui?
Domandai sedendomi vicino a quella casa. Lui mi seguì sedendosi a qualche centimetro da me.
H:’ so di te e Liam’
Disse cambiando discorso, regnò il silenzio per qualche istante, poi continuò:
H:’ è quello che vuoi davvero?
Harry aveva ragione, era quello che volevo realmente? Per quanto potesse sembrare egoistico, e per quanto la situazioni nono fosse delle  migliori, ero contenta di stare, finalmente, solo io e lui, come tre anni prima.
Si avvicinò piano piano verso di me, appoggiando la sua mano sul mio viso. Non era giusto nei confronti di Liam e lo sapevo bene, ma era sempre stato così, quando ero con lui, tutto il resto del mondo non contava. La distanza tra noi diminuiva ogni istante che passava e finalmente sento le sue labbra a contatto con le mie. Ecco quel sapore di cui ormai mi ero dimenticata,  ecco quei baci a cui avevo pensato ogni singola notte, una delle tante notti passate a piangere per lui, ma soprattutto, ecco quel ‘noi’ che mi era mancato così tanto.
Non volevo pensare più a nulla, chiusi gli occhi e mi lascia andare: sembravamo ancora gli stessi sedicenni di tre anni prima, perché infondo, con lui, tutto era rimasto sempre lo stesso.
H:’ le sensazioni sono sempre le stesse di una volta?’
Domandò mentre si allontanava da me e sorrideva. Ero in imbarazzo come solo una ragazzina poteva essere, ero circondata da tutte quelle emozioni che non avevo più provato dopo la rottura con Harry.
S:’ si’
Risposi seccamente abbassando il viso per il troppo imbarazzo che volevo non vedesse.
H:’ nonostante tutto sei rimasta sempre la mia piccola..’
 
Liam
Selena è uscita con Harry, mi fido di lei, ma non credo che la nostra storia continui.. ho sempre saputo che infondo il suo cuore fosse per lui. Sentivo dolore, come poche persone erano riuscite a farmi provare sino a quel momento.
Ho sempre desiderato avere una mia famiglia con lei, con quella piccola ragazza Italiana che passeggiava quasi indifesa per le vie di Londra.
J:’ Zio Liam, vieni con noi?’
‘Zio’ era proprio quella parola che mi fece rendere conto, per l’ennesima volta che Sel, una famiglia la aveva, ma non con me.
L:’Arrivo!’
Dissi fingendo un sorriso.
Flash back
S:’Payne, penso che dobbiamo parlare’
Aveva detto mentre ci tenevamo per mano. La sua stretta diventa più forte. Stava male per qualcosa, ne ero sicuro: ero in grado di capirlo anche dai piccoli gesti.
L:’Riguarda Harry? Avete litigato?’
S:’Si, riguarda Harry, ma non abbiamo litigato’
Non riuscivo a capire cosa stesse succedendo, se non era un litigio, uno dei tanti tra loro, cosa poteva essere? Poi continuò:
S:’ Sono incinta, ma non deve saperlo nessuno. Ho intenzione di andare in Italia, lo amo troppo per rovinargli la vita, non voglio che cresca così d’improvviso, non voglio. Capiscimi e appoggiami, anche se so che la pensi in modo diverso.’
Non so cosa faceva più male, sentirmi  dire ancora una volta che lo amava oppure sapere che lei avrebbe avuto un figlio così presto dal mio migliore amico.
L:’ Non aspetta.. Tu cosa? Hai solamente quindici anni, non puoi tenere il bambino’
Volevo farle cambiare idea, non poteva tenere quel bambino, un po’ perché la sua vita.. Beh, lei sarebbe diventata matura e responsabile troppo in fretta, ma in parte volevo che la sua decisione fosse diversa perché solo in quel momento non mi sarei rassegnato.
S:’ Non voglio abortire, voglio che un giorno mentre lo guardo negli occhi, mi ricordo di Harry, i suoi occhi e i suoi meravigliosi ricci, con cui amo giocare. Non deve sapere nulla. Per favore Liam!’
Non potevo fare nulla e l’avevo capito dalle sue ultime parole, dovevo smetterla di fare l’egoista, era lei quella che aveva bisogno del mio conforto. Mi vedeva solo come il suo migliore amico, diversamente da come invece la vedevo io.
L:’ Va bene. Sappi comunque che ti verrò a trovare appena posso, ti appoggerò, nonostante sai benissimo che non lo trovo una cosa giusta’

J:’Dai zio’
Eccola quella peste che nonostante tutto amavo. Dovevo accettare la realtà, per il bene di Sel e di quel piccolino. Anche se infondo speravo che le cose fossero andate diversamente..

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