Attimi di pace

di ciuiciui
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Notte insonne ***
Capitolo 2: *** No pets, Son Goku! ***
Capitolo 3: *** Ti sposo(e ti amo) ***
Capitolo 4: *** Tu parli troppo! ***



Capitolo 1
*** Notte insonne ***


Disclaimer: I personaggi di DragonBall non mi appartengono, ma sono di esclusiva proprietà del suo creatore, Akira Toriyama. Questa serie di oneshot è stata  scritta per puro diletto personale e senza alcun scopo di lucro.

Disclaimer 2: L'idea di una raccolta di oneshot dedicata ad una coppia è stata ripresa da "Convivendo in...Capsule" di Lilly81. Si ringrazia per aver consentito la pubblicazione di questa storia.



Notte insonne




Un rumore scricchiolante si udì appena nel cuore della notte.
La finestra sembrava essere sul punto di rompersi, da quanto dall'esterno la stavano forzando.
"Ti muovi accidenti a te! Vuoi che ci scoprano? " Una vocina dall'esterno sussurrò.
"Ok...dai guarda che è aperta!" Rispose il secondo vestito di nero.

Entrarono nella stanza e videro i due coniugi che dormivano assonnati .
Goku dormiva semi nudo, vestito solo con i boxer. Il lenzuolo stroppicciato gli copriva solo la gamba sinistra che teneva leggermente piegata.
Chichi aveva i capelli sciolti sul cuscino, e una leggera camicia da notte color rosa salmone.

"Ma guardali come dormono..."disse il primo ladro.
"Ma guarda che tipo...questo se ci scopre ci fa davvero male! "Alluse ai muscoli di Goku.

"Sì, cerchiamo l'oro!"

S'intrufolarono di soppiatto nelle altre stanze.
"Vorrei sapere dove accidenti hanno piazzato la cassaforte!"
"Secondo me sono poveri!" Replicò invece il secondo ladruncolo.
"Ti ho già detto di no! Questi sono amici dei proprietari della Capsule Corporation! Vuoi che siano poveri?" Chiese retoricamente sottovoce la prima figura.

A tentoni, muniti solo di una torcia elettrica, visitarono tutte le stanze, alla ricerca della cassaforte, murata chissà dove.

"Ehi...questa è la stanza del piccolo...andiamo via qua non c'è niente!"
"No! Guardiamo lo stesso...potrebbe esserci ugualmente qualcosa di prezioso!"
"Ehi..."
"Che c'è ancora si può sapere?"
"Conviente addormentarlo...potrebbe svegliarsi!" disse il secondo.

"Ok...fai tutto quello che occorre!"
Come ordinato tirò fuori una bomboletta dalla borsa.
Si avvicinò di soppiatto al viso del giovane e glielo spruzzò dritto sul volto.

Come reazione Goten starnutì e al posto che addormentarsi si svegliò.

Le sue pupille lentamente si sollevarono.
Il bambino intontito si stroppicciò gli occhi.
"E voi chi siete?" Si fece sempre più serio.

"Com'è possibile che il sonnifero non abbia sortito nessun effetto?" Si chiesero tra di loro.

"Ehi dico a voi! Chi siete?" Gridò il bambino.
Ma dopo due secondi si accasciò sul letto, evidentemente addormentato.
"Prendilo in braccio!" Ordinò il più autorevole fra la coppia di ladri.
"Ma ...ma io l'ho già addormentato..." Farfugliò
"Prendilo e basta!" Gridò esasperato di nuovo il suo compare.

Si prese Goten in groppa, mentre il bimbo ignaro dormiva sogni beati.

"Accidenti! C'è mancato davvero un pelo!" Mormorò la figura nera.

"Salve, signori ladri!" Una voce nota li colse alle spalle.

Goku vestito solo dei boxer, era appoggiato allo stipite della porta, con le braccia conserte.

"Ehm...salve...passavamo di qua..." Rispose il primo spaventato da quella montagna di muscoli.

Il secondo tirò un colpetto sul collo all'altro ladro.
"Ma che ti salta in testa! Guarda che noi siamo in due!E abbiamo anche suo figlio in ostaggio!"

"Ragazzo, consegnaci tutto l'oro di casa...Ti prometto che non faremo del male a tuo figlio..."

"..." Goku si limitò a fissarli.

"Datemi Goten e sparite,  non vi farò del male" Rispose tranquillo il saiyan.

"Giammai!" e così dicendo tirò fuori la pistola e la puntò sul bimbo incosciente.

"Tesoro, Goku che succede!" Arrivò trafelata Chichi mentre si annodava alla vita la vestaglia color perla.
"Chichi ci stanno derubando!" sussurrò nell'orecchio della moglie.
"Razza di zuccone guarda che l'ho capito!"
"E' colpa tua che non ti sei alzato prima! Guarda il mio piccolo Goten in mano a dei pazzi assassini"
Si mise a piagnucolare sulla spalla del saiyan.

"Con tutto il rispetto, signora, noi siano dei ladri che si guadagnano da vivere disonestamente , non dei pazzi assassini"

"Ah si?" chiese ironica Chichi.

Chichi si avvicinò ai ladri, spaventati dalla furia dello sguardo della donna.
"Non dovevate permettervi di prendere Goten come ostaggio! Ne pagherete care le conseguenze!"

"Signora non si avvicini o sparo!" Esclamò il ladro tenendo con mano tremante l'arma puntata su Goten.

"Oh Goku amore mio ti prego prendi Goten...non sono per niente tranquilla!"
"Va bene tesoro..."
Goku si avvicinò a Chichi e fece per baciarla.
"Tesoro non è il momento..." Mormorò Chichi, dopo un bacio sfuggente.
"Ok aspetterò!" Il suo sguardo sbarazzino la paralizzò.

"Ehm...noi avremmo vostro figlio in ostaggio..."  Il ladro richiamò l'attenzione dei due piccioncini.

Con un movimento rapido, Goku afferrò Goten e lo ripose nelle braccia accoglienti di Chichi.

"Tesoro grazie!"Rispose sognante Chichi.

"Ok adesso potete anche andarvene..."Mormorò tra il serio e il divertito Goku.
"Nossignore! Non ce ne andiamo finché non ci avrete consegnato l'oro di casa!"e così dicendo puntò la pistola contro Goku.

"Sì, come no..."pensò il saiyan che con un gesto altrettanto rapido si avvicinò al ladro e piegò la canna della pistola.

"Ma-ma...chi sei...tu?" Chiesero esterrefatti i ladri alla vista di una tale forza."Io? Mi chiamo Son Goku, e se non vi dispiace vorrei ancora dormire !"Esclamò allegro.
"Prego Chichi accompagna i signori alla porta..."disse Goku.
"Oh sì certo, tesoro!"

"Salve e tornateci a trovare!" Li salutava ilare il saiyan.

"Ma quelli...sono pazzi o cosa?"Chiese il ladro.
"Non so...ma io da quelli non ci metterò più piede!"Rispose l'altro.





Ecco la prima oneshot, dedicata alla coppia Goku-Chichi.
Spero vi piaccia!


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Capitolo 2
*** No pets, Son Goku! ***



Disclaimer: ho scoperto che esiste una fanart simile su Deviant Art. Non sapendone l'esistenza e però tuttavia avendola scoperta, inserisco questo disclaimer. No pets, Son Goku


No pets, Son Goku!



La primavera era esplosa in tutta la sua magnificenza sui monti Paoz. Le corolle candide dei fiori si volgevano ansiose di catturare quei raggi di sole mattutini non ancora molto caldi.
Un piccolo uccellino appollaiato in attesa del verme materno strideva con insistenza.

Una figura, vestita con un pigiamino color indaco , varcava l'uscio della cucina per andarsi a sedere sulla sedia .
"Buon giorno, piccolo Goten" Salutò Chichi. La mora si mosse, e servì in tavola le vivande per la colazione: una piccola teiera sbuffava vapore accanto a fette di pane abbrustolito poste sul piatto. Un susseguirsi di altre cibarie ricopriva il tavolo.
"Hai preparato la cartella Goten?"Chiese severa Chichi, non tollerando ritardi o scuse quando si trattava di scuola.
"Non ancora..." Tentò di giustificarsi il bambino, ponendo sulle labbra l'indice destro.
"Allora sbrigati a fare colazione e levati quel dito dalla bocca! Goten hai sette anni!" Ribeccò Chichi.

"Buon giorno miei cari!" salutò Goku entrando in cucina. Si stiracchiò, tirò un sospiro e si sedette a tavola.
"Che buon profumino, ho una fame!" Prese la teiera e cominciò a versarsi il thè caldo.
"Goku, vorrei che accompagnassi Goten a scuola. Oggi devo sbrigare alcune faccende in città" Spiegò brevemente Chichi.
"Ma certo..." Biascicò a fatica il saiyan, trangugiando un pezzo di pane imburrato. "Allora mi posso fidare!"Esclamò ironica Chichi.
"Che bello oggi mi accompagna papi! Evvai!" Gridò Goten dalla contentezza. Chichi si avvicinò all'orecchio di Goku e di soppiatto sussurrò parole veloci." Niente sciocchezze, niente baruffe, niente di niente. Intesi!?" Lo guardò con occhi minacciosi.
"D'accordo tesoro" Affermò intimidito Goku. La sua faccia divenne rossa; le gote del guerriero erano fanciullescamente rosee. Chichi con la sua vicinanza lo aveva imbarazzato. Le sfuggì un sorrisetto.
"Tesoro ti amo..." sussurrò sommessamente la ragazza. Goku chiuse gli occhi forse per assaporare meglio quel momento, dopo tante traversie le cose si stavano davvero sistemando! Ma ci pensò Goten a gridare;
"Mamma me lo dici anche a me? Cosa vi dite! Lo voglio sapere anche io!" Esclamò imbronciato il ragazzino, sentendosi evidentemente escluso.
"Tesoro lo scoprirai quando sarai grande! "Gli strizzò l'occhiolino Goku.
"Uffa!" Sbuffò Goten ponendo le braccia conserte.

***

"Allora Goten dimmi ce l'hai la ragazzina? "chiese Goku. Goten a quella domanda si girò dall'altra parte a rimirare il panorama che solo sulla nuova Speedy si poteva godere. "Eddai Goten...guarda che non ti prendo in giro!" esclamò Goku.
"Beh..." Cominciò a dire Goten evidentemente imbarazzato. "Sai Trunks ce l'ha..."
"Beh ancora non ce l'ho, ecco!" Esclamò arrabbiato Goten. "Oh, Goten. Vedrai sei come papà e come Gohan! Vedrai che diventerai amato e corteggiato!"
"Beh sai papi...io vorrei qualcos'altro ma vedi io non so...la mamma..."Farfugliò Goten. Goku posò la sua manona muscolosa sulla spalla del bambino e così facendo lo costrinse a guardarlo negli occhi.
"Figliolo dimmi. Non farti problemi" Concluse.
"Beh sai...Trunks ha tanti animali..." Esordì Goten visibilmente imbarazzato all'argomento. Esattamente come il padre, diventava tutto rosso, prendeva a grattarsi la testa e a torturarsi i capelli corvini.
"Oh, tutto qui?" Chiese Goku. Il saiyan incrociò le braccia e rilassò la schiena distendendola all'indietro. "La mamma non ha mai voluto! Mi ricordo Gohan quando aveva il draghetto: ho dovuto trovargli un nascondiglio!" Ragionava a voce alta , mentre il piccolo in un moto infantile attendeva la soluzione si poggiava l'indice destro sulle labbra.

"Va bene Goten, vedrai che in qualche modo tu avrai il tuo animaletto!"Concluse Goku.
"Oh che bello, che bello!" Strepitò.
"Piccolo..."
Goten si abbracciò al corpo immenso di suo padre.
"Papà ti voglio bene!" Confessò.
Goku sorrise teneramente al suo bimbo. Ci voleva così poco per farlo contento. Glielo doveva; almeno per quello che aveva dovuto patire a causa sua.
"Oh papi siamo arrivati! Scendiamo!" Esortò Goten. Goku si riebbe da quel flusso di pensieri, fu riportato alla realtà. Infatti la nuovola cominciò a virare leggermente ed a scendere in picchiata. Con un balzo Goku smontò dalla stessa e dopo aver preso in braccio suo figlio lo posò a terra.
"Dunque Goten, ti vengo a prendere a mezzogiorno e mezza. Comportati bene, non ti picchiare con gli altri..." Continuava Goku.
"Papà..." Richiamò l'attenzione il piccolo a terra. "Eh, che c'è? Non va bene? Sembro tua madre!" Sghignazzò e prese a toccarsi la testa per l'imbarazzo. "Vai Goten!" E così facendo gli sistemò lo zainetto sulla spalla e con una leggera spinta lo spronò. "Ciao Goten!" "Ciao papà...!" Il bimbo salutava con la manina forzuta"...E ricordati della promessa!"gli ricordò prima di sparire nella scuola.

"Accidenti mi sono andato a cacciare in bel guaio!"Pensò Goku nello stessso istante in cui il piccolo Goten entrava a scuola. I piccoli scolari in ordine gli passavano accanto, e lui assorto nei suoi pensieri su come soddisfare la richiesta di suo figlio prese il volo, sotto gli occhi attoniti dei piccoli bimbi in grembiule, muniti dello stesso variopinto zainetto.
"Vola!" Le espressioni dei bambini erano di ammirazione. Gli adulti invece sgranavano le loro orbite; era sicuramente un trucco.
Per Goku...Beh lui non si era manco accorto dei genitori e tutto il resto!

"Devo trovare qualcosa..." Continuava ad elucubrare.

***

"Ciao papà..."Goten prese la mano di suo padre, e lo accompagnò per un breve tratto lungo la strada.
"Papà...me lo hai preso ?"Chiese speranzoso. Il saiyan lo prese in braccio e spiccò il volo, tenendogli tappata la vista con la mano destra.
"Ho capito! E' una sorpresa!" Esclamò eccitato il mezzo saiyan.
"Esatto!" Gridò concitato il saiyan. Ad un tratto scese in picchiata. Ivi posò a terra il bambino. "Tieni gli occhi ancora chiusi,Goten" Ordinò il padre."Ok...se lo dici tu!"

"Ecco adesso li puoi aprire!" Ordinò il saiyan.
Le pupille del piccolo si sollevarono lentamente in un crescendo di curiosità e di impazienza.
La scena che si parò davanti fu suo padre, con in braccio un piccolo gattino nero che miagolava sommessamente.
"Oh papà! E' bellissimo!" Gridò con entusiasmo il bambino.

"Fammelo prendere in braccio! Ti prego! Ti prego!"Rispose sempre più impaziente il bimbetto a terra.
"Ok...fai attenzione! E' ancora un cucciolo!" Pregò Goku.

"Ok. Adesso rimane la parte difficile. Convincere Chichi" Prese a pensare il saiyan. E si sorprese a ridere, per la difficile impresa che si accingeva a compiere.
"Goten parlo io alla mamma. Non voglio farla gridare. Le parlerò io e vedrai che potrai tenere il tuo gatto."
Goten alzò lo sguardo sorpreso. Prese la gamba del padre e l'abbracciò. "Papi non sai quanto ti voglio bene!"

***

"Assolutamente no! Nella maniera più assoluta dico no!" Chichi infuriata gridava contro Goku.
"Niente animali , Son Goku!"
"E' una distrazione per i suoi studi e per gli studi di Gohan!"
"Ma Gohan...vive a Satan City!"Farfugliò il saiyan."Non m'importa! Quel gatto lascerà peli ovunque in casa, mi rovinerà le tende e i divani!"
"Chichi tesoro! Fammi parlare..." Tentò di scusarsi il saiyan. Chichi si zittì. Tanto valeva lasciarlo parlare.
"Goten è stato tanto solo, non gli ho mai fatto un regalo...è da poco che sono con lui!" Continuò il saiyan imbarazzato . Chichi rimase in silenzio per alcuni istanti.
"Ok..." Disse sconfitta Chichi.
"Ok? Tesoro sei sicura?" Chiese Goku. "Sì tesoro, per una volta hai fatto la scelta giusta. Ma dovrà occuparsene da solo. Un gatto è pur sempre una responsabilità!" Sancì severa la donna.
"Chichi...sei la solita madre severa! " Scherzò Goku, mentre abbracciava la donna. "Hai ragione...Goku!" Tentò di scusarsi la ragazza.
"Tesoro...guarda come lo hai fatto contento!" Constatò Chichi. I due coniugi osservavano Goten attraverso la vetrata della cucina giocare con i nuovo animaletto.
" Adesso possiamo riprendere ciò che abbiamo interrotto questa mattina..." Esclamò maliziosamente Chichi.
"Certo..."
Goku cominciò a baciare Chichi sul collo. "Tesoro..." Mormorò la mora, che presa dall'impeto diede uno sfuggente bacio. Il cuore della moretta prese a martellare, in un climax sempre crescente. Goku le prese a torturare i capelli, provando piacere al tatto della loro mordidezza.
"Chichi..."
"Sciocchino taci...!". Un sapore di fragola pervase la gola del Saiyan, li fece fermare il cuore per un istante. Le sue mani ora cingevano i fianchi della moretta.
"Papà! Mi serve una ..." Non fecero neppure in tempo a far qualcosa che la piccola peste irruppe in casa ; vedendo però i genitori in effusioni amorose rimase allibito.
"Ma che schifo! Bleah" Pronunciò innocentemente.
"Ehm..." Risposero in coro i coniugi visibilmente imbarazzati.
"Comunque mi serve una pallina per giocare con... Fuffo !" Riprese serio il bimbo.
"Ok...vengo io fuori tesoro!" Esclamò Goku. "Ma poi fai un pò di compiti, intesi?" Continuò severa Chichi.
"Grazie!" Esultò allegro Goten.
"Posso farlo vedere a Trunks...?"
"Sì certo..."

Ma ormai le loro voci si perdevano lontane. Chichi li osservava dalla vetrata della cucina, giocare, con quella piccola figura corvina.
"Hai sempre viziato i tuoi figli, Son Goku..." Pensò tra sé la donna."Ma infondo ti aspettato così tanto che è impossibile dirti di no!"









Non so che dire riguardo a questa ennesima One-Shot. Come la precedente non è nulla di speciale e di certo non brilla per originalità come mi ha fatto notare Toruchan che affettuosamente ringrazio.
Ho cercato di mantenere quella "allegria" e quella "freschezza" che il manga ci trasmette dove i personaggi "passano oltre" alle varie disgrazie che si frappongono nel loro cammino. Grazie in particolare a Lilac : mi ha fatto un immenso piacere vedere una tua opinione anche della "Famiglia Son". Per quanto riguarda l'idea, era comunque innegabile il trubuto che tutti hanno nei confronti di Lilly81 che sempre resterà una "grande" di questo fandom. Il suo permesso era di dovere! ^^.
Devo dire che sto migliorando sempre più nel terreno delle comedy, vero 2$Bill?Ovvero Anita? Ma non scordiamoci che è merito tuo ... mi hai istruita bene! ^^ Grazie mia sensei! (scusa se non te l'ho fatta leggere in anteprima stramondiale...ma se non la pubblico la continuo a ritoccare!XD)
Un grazie specialissimo a Kiki87 che mi ha dato il suo parere, e mi ha anche aiutato!

Un grazie anche a :LORIGETA, elena, martozza, Marisa, SonSara,ehibaby,sweetlove,lauratheangel,erinlaith,sexy chichi,aras, Elechan86, Bra, annetta chan, Tara, fisio, sirenis.

Un bacio, spero vi sia piaciuta. Altrimenti...beh sono disponibile a qualsiasi critica! Meglio se costruttiva!

Chiaretta

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Capitolo 3
*** Ti sposo(e ti amo) ***


 Note dell'autrice: Non so se davvero Goku e Chichi abbiano fatto una luna di miele, di come si siano innamorati. E' sicura una cosa...Goku ha imparato ad amare da Chichi. Potrà sembrare che in questa storia si sia innamorato bruscamente. Ma in questa storia vorrei solo far vedere come si possa sentire dire un “Ti amo” da Goku ...che non sa cosa significa!
Quindi buona lettura.

Disclaimer: Goku e Chichi così come tutti i personaggi di DragonBall appartengono al loro creatore Akira Toryama e i diritti  connessi. Questa storia è stata scritta senza alcun scopo di lucro.



Ti sposo (e ti amo)
di ciuiciui


"Sono in braccio a mio marito . Lui. Sì, proprio lui. Da oggi sono Son Chichi. O kami, come suona bene!
E' successo tutto così in fretta! Sono andante tra l'incredulo e la sorpresa! Ho sposato Goku, sì, Son Goku!
Proprio io. Proprio oggi. Ancora non realizzo, ancora non ci credo.
Sono sospesa sulle sue possenti braccia, aggrappata al suo petto, ne sento il cuore tambureggiare impetuoso, ardente.

Mi posa a terra. Mi fa scendere perché siamo arrivati in camera.

Questa è la mia camera d'hotel! La suite numero ventiquattro. Dio mio non ci credo è così splendida!"

Pensieri...elaborati alla velocità della luce perché stava vivendo istanti, istanti che non avrebbe mai più vissuto di felicità autentica e genuina.


Erano entrati accompagnati dal facchino, un omino bassino, vestito di nero e con un certo cappellino buffo piatto, tipico della divisa.

La stanza profumava di pesca e di gelsomino, di incenso piazzato chissà dove per rendere l'atmosfera dolce e sensuale.

"Buona permanenza" Aveva concluso il facchino mentre Chichi lasciava nelle sue mani guantate la lauta mancia.

Avevano tirato dentro le valigie.


La ragazza dopo un volteggio su stessa, inspirò la profumata fragranza della stanza e si lasciò cadere indietro verso il baldacchino.

Sentì le lenzuola fresche e lisce, dell'hotel di gran lusso mentre Goku si guardava stupito, ispezionava il lussuoso bagno con idromassaggio, con rubinetti scintillanti,

Era un serata stellata, in un paese in riva al mare. Le cicale e le rane gridavano a squarciagola per l'afa e la calura settembrina.



Goku si poggiò sul bordo del letto, ancora incredulo e non perfettamente conscio di quello che gli era appena capitato.

"Chichi cara, ho un leggero languorino!" Sì tradì il ragazzo mentre il suo stomaco rimbombava per l'assenza di cibo.
"Adesso andiamo a cena! Ma non ti è bastato il banchetto dopo le nozze?"
“Incredibile con quello che ha mangiato oggi a pranzo!”Pensò la moretta.

“Goku sicuro che non ti senti male dopo?”
“Scherzi? Si vede che non lo conosci proprio” Aveva esclamato Yamcha.
“Eh sì Goku da quando lo conosco è sempre stato di...ottima forchetta!”Aveva ribadito Crilin mettendosi a ridere.

“Chichi vuoi?”Lo sposo Aveva offerto un piatto ricolmo di cibarie.
Incredibile, lo conoscono tutti bene.
Sono io qui l'unica estranea a quanto pare
.


Chichi lo guardava sognante mentre pensava. Era stata una cerimonia perfetta.


"Sì ma adesso ho bisogno di mangiare di nuovo!" Rispose Goku evidentemente imbarazzato mentre si torturava la testata di capelli corvini.
Chichi fu ridestata dai suoi pensieri da quella affermazione, detta con tanta ingenuità e naturalezza.
“Goku non toccarti i capelli troppo, te li spettini!” Richiamò la moretta.
Niente da fare. Goku era proprio un testone. Seguitava a toccarseli, chissà era imbarazzato!
Nulla aveva potuto Chichi prima della cerimonia per aggiustare in minima parte quella testata ribelle.

"Goku ci vuoi stare fermo?" Aveva chiesto insistentemente la moretta, nel tentativo disperato di pettinarlo.
"Ma i miei capelli vanno benone così! Non ho mai fatto niente in vita mia!!"
A quel pensiero sorrise. Già nostalgica.

Goku era imbarazzato quanto lei.
Tacque un secondo poi seguitò di nuovo a parlare.

Poi la domanda.

QUELLA.

"Così dovremo stare sempre insieme" Ripeté quasi per conferma il ragazzo.

Chichi smise quasi di sognare, lentamente si girò verso di lui, quasi timorosa e paurosa che lui la potesse lasciare.
Quella domanda formulata così, senza un motivo apparente.

"Goku vieni qua, accanto a me..." Lo invitò suadentemente la moretta, mentre strusciava la mano sul canuto lenzuolo.
"Sai..." Comincio la mora con il dire.
Goku aveva ragione ad essere dubbioso.

"Esiste da qualche parte nel mondo una entità chiamata anima gemella..."
"Quando la incontri, anche solo per un'istante, per una frazione di secondo, pensi sempre a lei, diventa piacevolmente il tuo pensiero ossessivo, il suo sorriso e il suo sguardo potrebbero solo saziarti..."
"Per me, che ho vissuto anni pazientando il tuo arrivo per una promessa fatta anni or sono, tu sei la mia anima gemella, colui che mi porterà felicità, tanti bei momenti felici e tanti sorrisi e sguardi. Io potrò star bene."
"Come faccio a capire che qualcuno è la mia anima gemella?"

"Aspetti, aspetti la scintilla che t'infiamma il cuore. Quando saprai, capirai...Perché non potrai farne a meno"Terminò il discorso Chichi con una piccola punta d'amarezza e di nostalgia, nella speranza che Goku imparasse ad amare con la sua stessa intensità.

Il giardino era addobbato da piccole serie di fiori situate a destra e a sinistra, bianchi gelsomini irradiavano profumi dolci e soavi. Un ragazzo alto, testata di capelli mori, spettinati e ostinati, vestito per l'occasione di bianco in un vestito che visibilmente non era adatto alla sua indole libera e selvaggia. Una ragazza saldamente aggrappata alla spalla del ragazzone, una moretta con un bouquet di fiori in mano, semplici fiori di campo odorosi e profumati.
Davanti ad un uomo per scambiarsi la promessa sotto un piccolo arco fiorito di gelsomini.

Dietro ordinatamente disposte righe di sedie per amici, parenti.

Goku prese dalla tasca una scatoletta, passatagli dal genio. "Così si fa ragazzo mio" Gli aveva mormorato dicendogli di infilare l'anello nel dito della ragazza.


Il luogo di villeggiatura, merito di Bulma!
Un albergo extra lusso, dono di Re Ox, paesaggio da urlo, cieli incantati, vista mare da mille e una notte!

"Tesoro divertiti!"Le aveva raccomandato strizzando un tenero e furtivo occhiolino.
"Papà!"Aveva esclamato la diciannovenne ilare e complice, arrossendo sulle gote.

La macchina era fuggita lontano da parenti e amici pilotata da Chichi.*

"Capisco" Concluse Goku, mentre probabilmente non aveva capito. Era rimasto taciturno tutto quel tempo, strano per uno come lui.

"E' ora di cena, cambiati"Ordinò Chichi.

Goku aprì la valigia e vide che all'interno vi erano moltissimi vestiti per ogni occasione, comprati nelle lunghissime giornate di preparazione al matrimonio. Chichi si era recata a fare shopping con Bulma e il suo promesso.

"Goku questo lo DEVI-ASSOLUTAMENTE-PROVARE!"Se ne usciva ogni volta con un vestito più orrido di quello precedente.
"Goku guarda questo!"
"E questo!"Vi si era aggiunta Chichi.
Le due miss-shopping-selvaggio-assatanate-alla- ricerca- del-capo-perduto si erano placate quando avevano un numero di sacchetti davvero spropositato persino per le manone del ragazzo.

Tirò fuori un paio di jeans griffati e una magliettina a maniche corte nera.

Chichi si girò e nel vedere il suo uomo in borghese ne rimase affascinata.
"Oh tesoro senza tuta stai d'incanto!" Esclamò sognante la moretta.
"Dici? "Chiese Goku guardandosi le mani e i pantaloni. Cominciò a tastarsi i jeans, ad esplorarne le tasche, lamentandosi e lagnandosi del fatto che fossero scomodi e stretti e pure spessi.

"Dai Goku per una volta! Non è molto elegante la tuta!" Ribatté Chichi.

Scesero al piano inferiore, al ristorante, una balconata che dava sul mare con piccoli tavoli illuminati da lumini rossi, che creavano una particolare atmosfera.

Si accomodarono mentre il cameriere aveva posto sul tavolo i menù . Piccoli libretti rosa con nastrini rosa su misura per una luna di miele.

"I signori cosa desiderano?"Chiese gentilmente il cameriere, un uomo vestito di camicia bianca e un giacchettino sbracciato nero.

"Ehm...tutto!"Rispose Goku.

"T-Tutto? E' sicuro? Le porzioni sono molto abbondanti..."Tentò di dissuadere il saiyan.

"Sì, lo scusi ci porti tutto" Rispose Chichi esasperata

***

"Ora sì che mi sento sazio, tesoro" Sospirò Goku dopo il dolce.
"M-Ma quanto hai mangiato? Si può sapere dove le metti tutte quelle cibarie?"

"Nella pancia!Ovvio"Rispose ingenuo il ragazzo.

Si alzarono e si proposero di uscire. Un passo veloce in camera e si ritrovarono a depositare la chiave in reception.

S'incamminarono verso il lungomare, assai affollato in quel periodo.


“Vuoi tu, Son Goku prendere come moglie...”
“Vuoi tu Chichi prendere come marito...
Onorarlo e amarlo, in salute e malattia finché morte non vi separi?**


Il paese turistico era in gran fermento.
Quella sera ci sarebbe stata una grande festa per i turisti.

Continuarono a camminare. Imbarazzati.

“Goku...voglio dirti che non devi stare con me solo perché hai fatto una promessa!”
“Ma io...” Borbottò Goku. Poi le parole gli morirono in bocca.

"Mi sento strano, perché succede solo quando sono in tua compagnia?
Perché non riesco a guardarti negli occhi, perché non riesco a parlare quando ci sei tu?
Chi sei tu, ragazza che mi tiene così taciturno, che mi fa sentire così strano e imbarazzato?" Goku si torturava con questi pensieri mentre la mora parlava.

“Io non obbligo nessuno, esiste il modo per separarsi” Rispose concisa Chichi.
Quel discorso andava affrontato subito, senza giri di parole. Il rischio di rimanere illesa da una risposta affermativa a quella eventualità era praticamente nullo. Sarebbe stata male. Ma nemmeno l'idea di convivere in una relazione a senso unico la faceva stare meglio.

“Goku...” La moretta rimase paralizzata mentre il ragazzo le prendeva la mano.
“I-Io...”

“Anche io sono così...non sei il solo a sentirsi strano”Rispose di rimando lei a quel tenero gesto.

“Io non voglio separarmi da te” Farfugliò il moro.

Chichi lo prese a guardare, incantata.


Sei così...bello, affascinante. Tutto imbarazzato e rosso. Come ti comporti strano!

...E ridi amorosamente cosa che davvero a me
fa tremare il cuore nel petto,
infatti appena ti vedo [...]
il sudore mi scende giù per il corpo, e un
tremito tutta m'afferra...***


Il cielo è così terso e stellato. Comincia a tirare un po' di brezza nelle vicinanze del lungomare.

“Andiamo sulla spiaggia a bagnarci i piedi!”Ridacchiò la moretta.
Si trascinò dietro il ragazzo, con foga e con rapidità.

Si sedettero sulla sabbia fredda.

“Che acqua cristallina!” Esclamò il ragazzo.
“Sì è vero! Domani ci aspetta un bel bagno in queste acque paradisiache!” Rispose Chichi.

Mentre finiva il discorso la ragazza si accalorò vicino al proprio compagno.
“Goku ho un po' freddo” Esclamò titubante lei.
Goku rimaneva lì, con uno sguardo tra l'ebete e l'assonnato, ma perché in realtà non sapeva proprio come comportarsi con lei.

Sentiva la cena ancora in movimento nel suo stomaco. Non gli era mai capitato!

“Potresti darmi la tua giacca?” Chiese anche un po' stizzita, Chichi.

“Ehm, s-sì certo!” Rispose Goku. Si tolse la giacca e gliela posò sulle spalle, in un moto zelante gliela sistemò per benino.
“Oh Goku...” Esclamò imbarazzata più che mai la neo sposa.

“Quando ci sei tu, mi sento sempre strano. E' come se io... non capissi più nulla...” Esclamò imbarazzato.

“Amore, non ci pensare...quella cosa è chiamata imbarazzo! Nulla più”

“No, non è imbarazzo!”
Calò di nuovo un silenzio osceno, senza che i due potessero dirsi altro.

Oddio, forse si sta innamorando di me! Forse sta bene con me!
Forse io sono davvero la sua anima gemella, forse...

Goku invece fissava il mare.
Le stelle nel firmamento si riflettevano, creando una atmosfera magica. Sistemati vicino ad una roccia, i loro piedi venivano ciclicamente bagnati e lambiti dall'acqua fresca.


"Come faccio a capire che qualcuno è la mia anima gemella?"

"Aspetti, aspetti la scintilla che t'infiamma il cuore. Quando saprai, capirai..."

Credo che nel mio cuore sia scattata la scintilla.

L'ho detto anche al mio nonnino. Tu sei la mia ragazza!

“Chichi...io...”

“Shhh...l'ho capito”Sussurrò dolcemente la ragazza.
“I-Io...”

Ma non fece in tempo. Le labbra morbide della ragazza si erano poggiate su quelle del ragazzo.
Le accarezzava i capelli neri, sciolti nella loro lunghezza, che profumavano di vaniglia.
Sentì il tatto della pelle fresca e vellutata, ne sentì il profumo. Sentì il tambureggiare ritmico e ardente del suo cuore quasi fosse stato un concerto.
Poi ne ebbe la certezza. Quando gli occhi della mora si aprirono, come quei piccoli carillon, lentamente poté scrutarne la profondità .

Il rumore ritmico delle onde che lambivano i loro piedi, a consacrare quel momento così magico.
Lui con tutti quei muscoli così caldi, così atletici, così...maledettamente selvaggi e protettivi.

Lei si perse.
Poggiò la testa sul suo braccio mentre lui la fissava incantato.

E il ragazzo si fece coinvolgere in quel mare color ebano, suffragò l'idea che lei era veramente ciò che gli mancava...quella che Chichi aveva chiamato anima gemella.

Due anime vagabonde ed erranti, intrecciate da un destino comune chissà per quale volere benigno. Sin da bimbi...quell'amore e quell'amicizia, che ti permettono di respirare, di piangere e di ridere allo stesso tempo. Incredibile, due persone così. La prima volta. Il primo appuntamento dopo il matrimonio a scatola chiusa e un'avventura vissuta insieme.
Amarsi solo come una coppia vera sa fare. Quando basta quel piccolo tocco, quel piccolo sguardo, quel piccolo respiro gridolino, battito di ciglia e sa solo Kami quant'altro da girare la testa in amore...


“Goku...”
“Io non voglio separarmi da te...”

Come se non avessero fatto altro che aspettare una vita intera quell'istante di vita...

“Nemmeno io...”Rispose il ragazzo.
“Ti amo... Son Goku”

“ Chichi chan, anata wo aishite imasu...”****

E quelle parole acquistarono senso, perché oramai Goku aveva capito...

Le stelle, il cielo furono testimoni di quell'amore nascente.
Il matrimonio, l'incontro di due anime che hanno cambiato il corso del destino...
Ma questa è un'altra storia ancora...




Note aggiuntive:

*Questa è una scena realmente disegnata da Toriyama. E' presente nell'artbook o enciclopedia di DragonBall. Purtroppo è in contrasto con la puntata in cui Chichi pretende che Goku prenda la patente. Ma questo è uno dei tanti errori di DragonBall ...
** DragonBall è ambientato in un mondo fantastico. Ma dalle scansioni dell'anime si vede che Goku e Chichi si sono sposati con la classica cerimonia del "vestito bianco" e quindi mi sono presa una piccola licenza nell'attribuire le parole della tradizione cristiana al loro matrimonio.
*** Saffo, frammento- I segni di Eros-
**** Traduzione dal giapponese romaji "Chichi, ti amo"
Ok...se non si sono cariati i denti allora mi posso ritenere più che soddisfatta!(Se non altro non ho fatto scappare nessuno!XD)
Questa storia non l'ho toccata nè revisionata.
E' la stessa tale e quale che ha partecipato alla sfida contro Sirenis, nel forum di Writersarena.


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Capitolo 4
*** Tu parli troppo! ***


Tu parli troppo!

 

 

E’ una cosa comune straparlare, e in senso stretto pure parlare a vanvera e farneticare nel sonno.
Dicono che il sonno sia veicolo di verità, di cose celate al proprio inconscio con piccoli sotterfugi psicologici, ricordi rimossi, ricordi che non si vogliono annoverare nei lieti eventi.
Ma riaffiorano. E di certo una bocca ciarliera come quella di Son Goku non può certo fare eccezione. Ma cosa succede se un’insonne Chichi ascoltasse tutto?
Eh sì … cose che capitano del resto.

 

Quella mattina, Goku si era alzato tardi e come tutte le mattine aveva una fame da lupi che neanche le derrate dell’esercito imperiale l’avrebbero saziato. Ma mancava così poco al pranzo e aveva così fame che si sedette, stiracchiandosi la schiena e le braccia.
Chichi dal canto suo era già da parecchio alzata, e sembrava avere un cipiglio più arrabbiato del solito.
“Buon giorno Chichi” scherzò e sorrise il saiyan  attendendo la sua colazione.
“Ciao” gli rispose fredda Chichi. Sì era decisamente arrabbiata.
“C-chichi ?” deglutì il saiyan annusando l’aria di tempesta.
“Cosa ho fatto?” chiese innocente, perché era scontato che fosse colpa sua. Sì, le aveva fatto qualcosa. Anzi, ora che ci pensava tutte quelle paranoie era la prima volta che se le faceva!
“Niente, mangia e taci, almeno per buon gusto!”gli rispose di rimando la donna mentre gli metteva sotto gli occhi con un gesto assai sgraziato una ciotola.
“Ma questo è riso”battibeccò il ragazzo mentre guardava con un cipiglio bieco la ciotolina canuta sotto i suoi occhi.
“Se non ti va bene fattelo!”
Oh urka! Cosa gli avrò fatto?
Gli ho chiesto scusa per la tuta strappata l’altro ieri, sono sicuro.
La mente del saiyan annoverava tutte le ragioni per cui Chichi poteva essere arrabbiata con lui, anche perché lei sembrava intenzionata a non dirglielo.
“Oh Chichi … lo so sono stato imperdonabile, mi scuso tantissimo” si scusò non avendo la benché minima idea di che cosa doversi scusare.
“Ma taci che neanche sai cosa hai fatto”
“Oh, Chichi davvero io …”
“Gohan! Vieni ad apparecchiare tavola, che è quasi pronto!” eluse la mezza scusa del saiyan che rimase ad assistere alla scena in maniera passiva.
“Ciao papà! Ti sei alzato tardi questa mattina” constatò il primogenito.
“Sì sai avevo sonno …”ridacchiò ridanciano Goku mentre si torturava i capelli corvini.
“Gohan dai dammi una mano …” propose il padre cogliendo quella piccola occasione per farsi perdonare.
“La mamma sembra arrabbiata con te … cosa le hai fatto questa volta papà?”gli chiese sussurrando con un tono esasperato.
“La vuoi sapere la cosa bella? Il punto è che non lo so …”
“Tu non lo sai mai perché mamma è arrabbiata” gli sussurrò asciutto con sguardo critico.
“Eh, eh … è vero figliolo. Ma questa volta non ho la più pallida idea. Hai presente? Zero. “espletò la risposta con un sospiro e un “Ah le donne” ancora più malinconico.
“Beh, ti devi far dire cosa hai fatto”rispose laconico il figlio maggiore.
Lo sguardo di Goku fece un moto strano con gli occhi che si incrociarono ad indicare che era un’impresa pressoché disperata.
“Può darsi che si confidi con me o con Goten …” e con uno sguardo eloquente finì la frase come a dire “te lo verremo a riferire”. Ma Chichi si girò e brandendo un mattarello infarinato in mano minacciando i due uomini.
“Scansafatiche che non siete altro, vi volete sbrigare?”
“Oh, s-scusa tesoro!” balbettò Goku.
Quando c’era di mezzo  un litigio con Chichi quello che ci rimetteva nove volte su dieci era il saiyan. Gli prometteva di saltare gli allenamenti, gli doveva promettere di portarla al centro commerciale e seguirla facendogli bellamente da attaccapanni mentre lei si accapigliava per i vestiti con altre donne.
Gli venne alla mente quando Vegeta gli aveva dato dell’allocco. A ragion veduta, si capiva. Bulma andava con sua figlia e da quando c’era Bra le sue giornate erano senz’altro più tranquille. Eccezion fatta quando Bra chiedeva a lui di fare shopping.
“Kakaroth sei un allocco. Le donne ti tengono il broncio solo per farti fare solo quello che vogliono”. E Vegeta era un esperto di bronci, oh sì che lo era. Anzi si poteva dire che in quel caso era il re dei bronci.

 

A quel pensiero buffo gli si increspò il labbro con un sorrisetto socchiuso.
Mentre vagava con la mente guardò diritto davanti a sé soffermandosi con lo sguardo fuori dalla finestra.
Era una bella giornata di sole, e ne avrebbe approfittato anche per allenarsi, magari con Goten che nel frattempo aveva trovato spassoso rincorrere le farfalle o aizzare le api nel loro alveari.
Ma quel pomeriggio qualcosa gli diceva che avrebbe saltato l’allenamento pomeridiano, se non nella remota ipotesi di farsi odiare da Chichi. Almeno non senza aver prima chiesto perdono per qualsiasi atto criminoso e lesivo nei confronti di sua moglie avesse operato.
“Dai Chichi, cosa ti ho fatto!?” gli rispose ad un tratto il saiyan che non sopportava il rumore di quel silenzio tra loro due.
“Ti ho già detto che non ce n’è bisogno che te lo spieghi. A tempo debito saprai.”
“Sì come no …” borbottò esasperato Goku.
“E’ pronto Goku … vai a chiamare Goten in giardino” gli ordinò perentoria la donna brandendo questa volta un cucchiaio di legno che aveva usato per rimescolare  le cibarie che bollivano inquiete sui fornelli.
“Goten, figliolo, è pronto!” gli gridò dal ciglio della porta il saiyan.
“Vengo!”gridò di felicità Goten che si precipitò in casa.

 
Appena mise piede in casa la voce della madre lo assalì urlandogli di vergognarsi delle mani sporche di terra e di correre a lavarsi le mani, al che il povero Goten ci rimase malissimo.
“Goten hai undici anni e ancora giochi come i bambini piccoli, io di questa famiglia sono stufa! Non studi mai”
“Cosa ha mamma?”sussurrò il secondogenito con un tono complice nell’orecchio del padre.
“Ah è arrabbiata ma non si sa per quale ignoto motivo.”

 ***

I tre saiyan e Chichi a tavola di certo non facevano complimenti e per un momento si scordarono di quel brutto battibecco con la madre, anche se quest’ultima rimaneva impettita e piuttosto fredda.
“Levatevi il piatto davanti e aiutatemi” ordinò a pranzo finito.
“Gohan, Goten, lasciate stare ci pensiamo io e la mamma. Andate in camera vostra”
I due figli squadrarono il padre in evidente imbarazzo.

 “Gohan io voglio sentire …” disse Goten rintanato in camera sua e non sentendo una parola di quello che stavano discutendo suo padre e sua madre.

“Per una volta Goten, fatti gli affari tuoi.”
“Facile per te che ti metti a studiare! Eh bel fratello che sei!”gli sbeffeggiò in faccia il fratello minore.
“Fallo anche tu …”

Ma Goten per ringraziarlo della premura lo ricambiò con uno sguardo gelido e assassino, e intuendo che la parola “noia” e la parola “studiare” per suo fratello non potevano essere l’una complementare all’altra lasciò stare.

 

“Oh Gohan io ho voglia di origliare!”
“Che sfacciato … sembra che ci godi a vederli litigare!”
“Ma certo che no! Però in effetti papà che litiga con la mamma è troppo buffo.” Ammise saggiamente il fratello minore.
“Fai quello che vuoi e lasciami un po’ stare”

 ***

“Chichi mi devi dire perché oggi sei arrabbiata con me”
“Non ho fatto niente, mi sono alzato tardi è vero, ma ho apparecchiato, non ho strappato tute negli ultimi due giorni, non ho allenato Goten da almeno tre giorni … Davvero dimmi tu”
“Pensaci bene, eroe dei miei stivali!” e così dicendo Chichi sbatacchiò in faccia al saiyan lo straccio per asciugare i piatti.
“Ok, pensa Son Goku, ok pensa” mormorava tirandosi un leggero pugno sulla tempia destra.
“Senti io mi ricordo quello che ho fatto, e non ti ho fatto niente, quindi a meno che  non sono sonnambulo o ho detto qualcosa nel sonno io non ho fatto niente”
“Esattamente” Annuì Chichi sedendosi e portandosi le braccia conserte.
“Esattamente cosa?”
“Quello che hai detto per ultimo … hai parlato nel sonno, ecco” si girò di scatto Chichi dando le spalle al saiyan.
“C-cosaa?” gli fece eco il saiyan incredulo.
“Sì hai parlato nel sonno e …”
“E …?” completò con tono interrogativo Goku sempre più curioso.
“Sai cosa dicevi, caro mio Son Goku?” riprese a dire Chichi facendosi più spavalda e camminando verso il saiyan a passi ben larghi.
“N-no …” e Goku a quella domanda deglutì perché di cose imbarazzanti ce ne erano sin troppe …
“Parlavi di una certa principessa del serpentone …”
“Devo raggiungere Re Kaioh …” continuava a fargli in verso intercalando la parlata con sbadigli tipici del sonno.
Chi è questa principessa?” scoppiò furibonda tutta la gelosia velenosa di Chichi.
“Ah … ah … eh” cominciò a ridacchiare e a balbettare Son Goku nel tentativo di superare lo sguardo truce di sua moglie.
Intanto Goten si era avvicinato e dallo stipite della porta del salotto si gustava la scena mentre una furibonda Chichi prendeva un mattarello e un Goku continuava a ridacchiare e a chiedere pietà con una nota di imbarazzo.
“Era una principessa che in realtà era un mostro …”precisò Goku al che Chichi parve calmarsi poggiando   il mattarello che stava brandendo.
“E mi voleva tenere con sé con l’inganno … mi addormentò, mi diede da mangiare ma alla fine, oh sì più risoluto che mai mi sono liberato di lei e sono andato per la mia strada … dovevo andare da Re Kaioh.”

“Ciao Goten”
“C-ciao papà …” e così dicendo il giovane sbucò fuori.
Ma in quel momento Chichi si era placata e con un sospiro di mestizia lo perdonò.
“Va bene Goku … sei perdonato e la prossima volta mettiti un cerotto sulla bocca così eviti anche di russare” al che Goku cominciò a ridere preso da un leggero imbarazzo.
“Dai papà … io voglio sapere tutta la storia”
E Goten si mise seduto e prese ad ascoltare suo padre, del lungo viaggio del serpentone  di Re Kaioh, dei saiyan … ma noi oramai quei fatti li conosciamo anche sin troppo bene!

Angolino autrice:

questa one shot è nata per caso, perché ne ho scritta una giusto qualche giorno fa, di gelosia e di 'punzecchiamenti' tra Shikamaru e Temari di Naruto. Non temete, non abbandonerà certo i piccioncini!*__*

Spero vi piaccia, nel qual caso lasciatemi la vostra impressione!

Un bacio *Chiara*
Per chi se lo chiedesse la frase in introduzione è una oneshot, l'ultima che è già stata scritta e che fungerà da chiusura.

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