Attimi di pace di ciuiciui (/viewuser.php?uid=16672)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Notte insonne ***
Capitolo 2: *** No pets, Son Goku! ***
Capitolo 3: *** Ti sposo(e ti amo) ***
Capitolo 4: *** Tu parli troppo! ***
Capitolo 1 *** Notte insonne ***
Disclaimer: I personaggi di DragonBall non mi appartengono, ma sono di
esclusiva proprietà del suo creatore, Akira Toriyama. Questa
serie di oneshot è stata scritta per puro diletto
personale e senza alcun scopo di lucro.
Disclaimer 2: L'idea di una raccolta di oneshot dedicata ad una coppia
è stata ripresa da "Convivendo in...Capsule" di Lilly81. Si
ringrazia per aver consentito la pubblicazione di questa storia.
Notte insonne
Un rumore scricchiolante si udì appena nel cuore della notte.
La finestra sembrava essere sul punto di rompersi, da quanto
dall'esterno la stavano forzando.
"Ti muovi accidenti a te! Vuoi che ci scoprano? " Una vocina
dall'esterno sussurrò.
"Ok...dai guarda che è aperta!" Rispose il secondo vestito
di nero.
Entrarono nella stanza e videro i due coniugi che dormivano assonnati .
Goku dormiva semi nudo, vestito solo con i boxer. Il lenzuolo
stroppicciato gli copriva solo la gamba sinistra che teneva leggermente
piegata.
Chichi aveva i capelli sciolti sul cuscino, e una leggera camicia da
notte color rosa salmone.
"Ma guardali come dormono..."disse il primo ladro.
"Ma guarda che tipo...questo se ci scopre ci fa davvero male! "Alluse
ai muscoli di Goku.
"Sì, cerchiamo l'oro!"
S'intrufolarono di soppiatto nelle altre stanze.
"Vorrei sapere dove accidenti hanno piazzato la cassaforte!"
"Secondo me sono poveri!" Replicò invece il secondo
ladruncolo.
"Ti ho già detto di no! Questi sono amici dei proprietari
della Capsule Corporation! Vuoi che siano poveri?" Chiese retoricamente
sottovoce la prima figura.
A tentoni, muniti solo di una torcia elettrica, visitarono tutte le
stanze, alla ricerca della cassaforte, murata chissà dove.
"Ehi...questa è la stanza del piccolo...andiamo via qua non
c'è niente!"
"No! Guardiamo lo stesso...potrebbe esserci ugualmente qualcosa di
prezioso!"
"Ehi..."
"Che c'è ancora si può sapere?"
"Conviente addormentarlo...potrebbe svegliarsi!" disse il secondo.
"Ok...fai tutto quello che occorre!"
Come ordinato tirò fuori una bomboletta dalla borsa.
Si avvicinò di soppiatto al viso del giovane e glielo
spruzzò dritto sul volto.
Come reazione Goten starnutì e al posto che addormentarsi si
svegliò.
Le sue pupille lentamente si sollevarono.
Il bambino intontito si stroppicciò gli occhi.
"E voi chi siete?" Si fece sempre più serio.
"Com'è possibile che il sonnifero non abbia sortito nessun
effetto?" Si chiesero tra di loro.
"Ehi dico a voi! Chi siete?" Gridò il bambino.
Ma dopo due secondi si accasciò sul letto, evidentemente
addormentato.
"Prendilo in braccio!" Ordinò il più autorevole
fra la coppia di ladri.
"Ma ...ma io l'ho già addormentato..." Farfugliò
"Prendilo e basta!" Gridò esasperato di nuovo il suo compare.
Si prese Goten in groppa, mentre il bimbo ignaro dormiva sogni beati.
"Accidenti! C'è mancato davvero un pelo!" Mormorò
la figura nera.
"Salve, signori ladri!" Una voce nota li colse alle spalle.
Goku vestito solo dei boxer, era appoggiato allo stipite della porta,
con le braccia conserte.
"Ehm...salve...passavamo di qua..." Rispose il primo spaventato da
quella montagna di muscoli.
Il secondo tirò un colpetto sul collo all'altro ladro.
"Ma che ti salta in testa! Guarda che noi siamo in due!E abbiamo anche
suo figlio in ostaggio!"
"Ragazzo, consegnaci tutto l'oro di casa...Ti prometto che non faremo
del male a tuo figlio..."
"..." Goku si limitò a fissarli.
"Datemi Goten e sparite, non vi farò del male"
Rispose tranquillo il saiyan.
"Giammai!" e così dicendo tirò fuori la pistola e
la puntò sul bimbo incosciente.
"Tesoro, Goku che succede!" Arrivò trafelata Chichi mentre
si annodava alla vita la vestaglia color perla.
"Chichi ci stanno derubando!" sussurrò nell'orecchio della
moglie.
"Razza di zuccone guarda che l'ho capito!"
"E' colpa tua che non ti sei alzato prima! Guarda il mio piccolo Goten
in mano a dei pazzi assassini"
Si mise a piagnucolare sulla spalla del saiyan.
"Con tutto il rispetto, signora, noi siano dei ladri che si guadagnano
da vivere disonestamente , non dei pazzi assassini"
"Ah si?" chiese ironica Chichi.
Chichi si avvicinò ai ladri, spaventati dalla furia dello
sguardo della donna.
"Non dovevate permettervi di prendere Goten come ostaggio! Ne pagherete
care le conseguenze!"
"Signora non si avvicini o sparo!" Esclamò il ladro tenendo
con mano tremante l'arma puntata su Goten.
"Oh Goku amore mio ti prego prendi Goten...non sono per niente
tranquilla!"
"Va bene tesoro..."
Goku si avvicinò a Chichi e fece per baciarla.
"Tesoro non è il momento..." Mormorò Chichi, dopo
un bacio sfuggente.
"Ok aspetterò!" Il suo sguardo sbarazzino la
paralizzò.
"Ehm...noi avremmo vostro figlio in ostaggio..." Il ladro
richiamò l'attenzione dei due piccioncini.
Con un movimento rapido, Goku afferrò Goten e lo ripose
nelle braccia accoglienti di Chichi.
"Tesoro grazie!"Rispose sognante Chichi.
"Ok adesso potete anche andarvene..."Mormorò tra il serio e
il divertito Goku.
"Nossignore! Non ce ne andiamo finché non ci avrete
consegnato l'oro di casa!"e così dicendo puntò la
pistola contro Goku.
"Sì, come no..."pensò il saiyan che con un gesto
altrettanto rapido si avvicinò al ladro e piegò
la canna della pistola.
"Ma-ma...chi sei...tu?" Chiesero esterrefatti i ladri alla vista di una
tale forza."Io? Mi chiamo Son Goku, e se non vi dispiace vorrei ancora
dormire !"Esclamò allegro.
"Prego Chichi accompagna i signori alla porta..."disse Goku.
"Oh sì certo, tesoro!"
"Salve e tornateci a trovare!" Li salutava ilare il saiyan.
"Ma quelli...sono pazzi o cosa?"Chiese il ladro.
"Non so...ma io da quelli non ci metterò più
piede!"Rispose l'altro.
Ecco
la prima oneshot, dedicata alla coppia Goku-Chichi.
Spero
vi piaccia!
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Capitolo 2 *** No pets, Son Goku! ***
Disclaimer: ho scoperto che esiste una fanart simile su Deviant Art.
Non sapendone l'esistenza e però tuttavia avendola scoperta,
inserisco questo disclaimer. No
pets, Son Goku.
No
pets, Son Goku!
La
primavera era esplosa in tutta la sua magnificenza sui monti Paoz. Le
corolle candide dei fiori si volgevano ansiose di catturare quei raggi
di sole mattutini non ancora molto caldi.
Un piccolo uccellino appollaiato in attesa del verme materno strideva
con insistenza.
Una figura, vestita con un pigiamino color indaco , varcava l'uscio
della cucina per andarsi a sedere sulla sedia .
"Buon giorno, piccolo Goten" Salutò Chichi. La mora si
mosse, e servì in tavola le vivande per la colazione:
una piccola teiera sbuffava vapore accanto a fette di pane
abbrustolito poste sul piatto. Un susseguirsi di altre cibarie
ricopriva il tavolo.
"Hai preparato la cartella Goten?"Chiese severa Chichi, non tollerando
ritardi o scuse quando si trattava di scuola.
"Non ancora..." Tentò di giustificarsi il bambino, ponendo
sulle labbra l'indice destro.
"Allora sbrigati a fare colazione e levati quel dito dalla bocca! Goten
hai sette anni!" Ribeccò Chichi.
"Buon giorno miei cari!" salutò Goku entrando in
cucina. Si stiracchiò, tirò un sospiro e si
sedette a tavola.
"Che buon profumino, ho una fame!" Prese la teiera e
cominciò a versarsi il thè caldo.
"Goku, vorrei che accompagnassi Goten a scuola. Oggi devo sbrigare
alcune faccende in città" Spiegò brevemente
Chichi.
"Ma certo..." Biascicò a fatica il saiyan, trangugiando un
pezzo di pane imburrato. "Allora mi posso fidare!"Esclamò
ironica Chichi.
"Che bello oggi mi accompagna papi! Evvai!" Gridò Goten
dalla contentezza. Chichi si avvicinò all'orecchio di Goku e
di soppiatto sussurrò parole veloci." Niente sciocchezze,
niente baruffe, niente di niente. Intesi!?" Lo guardò con
occhi minacciosi.
"D'accordo tesoro" Affermò intimidito Goku. La sua faccia
divenne rossa; le gote del guerriero erano fanciullescamente
rosee. Chichi con la sua vicinanza lo aveva imbarazzato. Le
sfuggì un sorrisetto.
"Tesoro ti amo..." sussurrò sommessamente la ragazza. Goku
chiuse gli occhi forse per assaporare meglio quel momento, dopo tante
traversie le cose si stavano davvero sistemando! Ma ci pensò
Goten a gridare;
"Mamma me lo dici anche a me? Cosa vi dite! Lo voglio sapere anche io!"
Esclamò imbronciato il ragazzino, sentendosi evidentemente
escluso.
"Tesoro lo scoprirai quando sarai grande! "Gli strizzò
l'occhiolino Goku.
"Uffa!" Sbuffò Goten ponendo le braccia conserte.
***
"Allora Goten dimmi ce l'hai la ragazzina? "chiese Goku. Goten a quella
domanda si girò dall'altra parte a rimirare il panorama che
solo sulla nuova Speedy si poteva godere. "Eddai Goten...guarda che non
ti prendo in giro!" esclamò Goku.
"Beh..." Cominciò a dire Goten evidentemente imbarazzato.
"Sai Trunks ce l'ha..."
"Beh ancora non ce l'ho, ecco!" Esclamò arrabbiato Goten.
"Oh, Goten. Vedrai sei come papà e come Gohan! Vedrai che
diventerai amato e corteggiato!"
"Beh sai papi...io vorrei qualcos'altro ma vedi io non so...la
mamma..."Farfugliò Goten. Goku posò la sua manona
muscolosa sulla spalla del bambino e così facendo lo
costrinse a guardarlo negli occhi.
"Figliolo dimmi. Non farti problemi" Concluse.
"Beh sai...Trunks ha tanti animali..." Esordì Goten
visibilmente imbarazzato all'argomento. Esattamente come il padre,
diventava tutto rosso, prendeva a grattarsi la testa e a torturarsi i
capelli corvini.
"Oh, tutto qui?" Chiese Goku. Il saiyan incrociò le braccia
e rilassò la schiena distendendola all'indietro. "La mamma
non ha mai voluto! Mi ricordo Gohan quando aveva il draghetto: ho
dovuto trovargli un nascondiglio!" Ragionava a voce alta , mentre il
piccolo in un moto infantile attendeva la soluzione si poggiava
l'indice destro sulle labbra.
"Va bene Goten, vedrai che in qualche modo tu avrai il tuo
animaletto!"Concluse Goku.
"Oh che bello, che bello!" Strepitò.
"Piccolo..."
Goten si abbracciò al corpo immenso di suo padre.
"Papà ti voglio bene!" Confessò.
Goku sorrise teneramente al suo bimbo. Ci voleva così poco
per farlo contento. Glielo doveva; almeno per quello che aveva dovuto
patire a causa sua.
"Oh papi siamo arrivati! Scendiamo!" Esortò Goten. Goku si
riebbe da quel flusso di pensieri, fu riportato alla realtà.
Infatti la nuovola cominciò a virare leggermente ed a
scendere in picchiata. Con un balzo Goku smontò dalla stessa
e dopo aver preso in braccio suo figlio lo posò a terra.
"Dunque Goten, ti vengo a prendere a mezzogiorno e mezza. Comportati
bene, non ti picchiare con gli altri..." Continuava Goku.
"Papà..." Richiamò l'attenzione il piccolo a
terra. "Eh, che c'è? Non va bene? Sembro tua madre!"
Sghignazzò e prese a toccarsi la testa per l'imbarazzo. "Vai
Goten!" E così facendo gli sistemò lo zainetto
sulla spalla e con una leggera spinta lo spronò. "Ciao
Goten!" "Ciao papà...!" Il bimbo salutava con la manina
forzuta"...E ricordati della promessa!"gli ricordò prima di
sparire nella scuola.
"Accidenti mi sono andato a cacciare in bel guaio!"Pensò
Goku nello stessso istante in cui il piccolo Goten entrava a scuola. I
piccoli scolari in ordine gli passavano accanto, e lui assorto nei suoi
pensieri su come soddisfare la richiesta di suo figlio prese il volo,
sotto gli occhi attoniti dei piccoli bimbi in grembiule, muniti dello
stesso variopinto zainetto.
"Vola!" Le espressioni dei bambini erano di ammirazione. Gli adulti
invece sgranavano le loro orbite; era sicuramente un trucco.
Per Goku...Beh lui non si era manco accorto dei genitori e tutto il
resto!
"Devo trovare qualcosa..." Continuava ad elucubrare.
***
"Ciao papà..."Goten prese la mano di suo padre, e lo
accompagnò per un breve tratto lungo la strada.
"Papà...me lo hai preso ?"Chiese speranzoso. Il saiyan lo
prese in braccio e spiccò il volo, tenendogli tappata la
vista con la mano destra.
"Ho capito! E' una sorpresa!" Esclamò eccitato il mezzo
saiyan.
"Esatto!" Gridò concitato il saiyan. Ad un tratto scese in
picchiata. Ivi posò a terra il bambino. "Tieni gli occhi
ancora chiusi,Goten" Ordinò il padre."Ok...se lo dici tu!"
"Ecco adesso li puoi aprire!" Ordinò il saiyan.
Le pupille del piccolo si sollevarono lentamente in un
crescendo di curiosità e di impazienza.
La scena che si parò davanti fu suo padre, con in braccio un
piccolo gattino nero che miagolava sommessamente.
"Oh papà! E' bellissimo!" Gridò con entusiasmo il
bambino.
"Fammelo prendere in braccio! Ti prego! Ti prego!"Rispose sempre
più impaziente il bimbetto a terra.
"Ok...fai attenzione! E' ancora un cucciolo!" Pregò Goku.
"Ok. Adesso rimane la parte difficile. Convincere Chichi" Prese a
pensare il saiyan. E si sorprese a ridere, per la difficile impresa che
si accingeva a compiere.
"Goten parlo io alla mamma. Non voglio farla gridare. Le
parlerò io e vedrai che potrai tenere il tuo gatto."
Goten alzò lo sguardo sorpreso. Prese la gamba del padre e
l'abbracciò. "Papi non sai quanto ti voglio bene!"
***
"Assolutamente no! Nella maniera più assoluta dico no!"
Chichi infuriata gridava contro Goku.
"Niente animali , Son Goku!"
"E' una distrazione per i suoi studi e per gli studi di Gohan!"
"Ma Gohan...vive a Satan City!"Farfugliò il saiyan."Non
m'importa! Quel gatto lascerà peli ovunque in casa, mi
rovinerà le tende e i divani!"
"Chichi tesoro! Fammi parlare..." Tentò di scusarsi il
saiyan. Chichi si zittì. Tanto valeva lasciarlo
parlare.
"Goten è stato tanto solo, non gli ho mai fatto un
regalo...è da poco che sono con lui!" Continuò il
saiyan imbarazzato . Chichi rimase in silenzio per alcuni istanti.
"Ok..." Disse sconfitta Chichi.
"Ok? Tesoro sei sicura?" Chiese Goku. "Sì tesoro, per una
volta hai fatto la scelta giusta. Ma dovrà occuparsene da
solo. Un gatto è pur sempre una responsabilità!"
Sancì severa la donna.
"Chichi...sei la solita madre severa! " Scherzò Goku, mentre
abbracciava la donna. "Hai ragione...Goku!" Tentò di
scusarsi la ragazza.
"Tesoro...guarda come lo hai fatto contento!" Constatò
Chichi. I due coniugi osservavano Goten attraverso la vetrata della
cucina giocare con i nuovo animaletto.
" Adesso possiamo riprendere ciò che abbiamo interrotto
questa mattina..." Esclamò maliziosamente Chichi.
"Certo..."
Goku cominciò a baciare Chichi sul collo. "Tesoro..."
Mormorò la mora, che presa dall'impeto diede uno sfuggente
bacio. Il cuore della moretta prese a martellare, in un climax sempre
crescente. Goku le prese a torturare i capelli, provando piacere al
tatto della loro mordidezza.
"Chichi..."
"Sciocchino taci...!". Un sapore di fragola pervase la gola del Saiyan,
li fece fermare il cuore per un istante. Le sue mani ora cingevano i
fianchi della moretta.
"Papà! Mi serve una ..." Non fecero neppure in tempo a far
qualcosa che la piccola peste irruppe in casa ; vedendo però
i genitori in effusioni amorose rimase allibito.
"Ma che schifo! Bleah" Pronunciò innocentemente.
"Ehm..." Risposero in coro i coniugi visibilmente imbarazzati.
"Comunque mi serve una pallina per giocare con... Fuffo !" Riprese
serio il bimbo.
"Ok...vengo io fuori tesoro!" Esclamò Goku. "Ma poi fai un
pò di compiti, intesi?" Continuò severa Chichi.
"Grazie!" Esultò allegro Goten.
"Posso farlo vedere a Trunks...?"
"Sì certo..."
Ma ormai le loro voci si perdevano lontane. Chichi li osservava dalla
vetrata della cucina, giocare, con quella piccola figura corvina.
"Hai sempre viziato i tuoi figli, Son Goku..." Pensò tra
sé la donna."Ma infondo ti aspettato così tanto
che è impossibile dirti di no!"
Non so che dire riguardo a
questa ennesima One-Shot. Come la precedente non è nulla di
speciale e di certo non brilla per originalità come mi ha
fatto notare Toruchan
che affettuosamente ringrazio.
Ho cercato di mantenere
quella "allegria" e quella "freschezza" che il manga ci trasmette dove
i personaggi "passano oltre" alle varie disgrazie che si frappongono
nel loro cammino. Grazie in particolare a Lilac : mi ha fatto
un immenso piacere vedere una tua opinione anche della "Famiglia Son".
Per quanto riguarda l'idea, era comunque innegabile il trubuto che
tutti hanno nei confronti di Lilly81 che sempre resterà una
"grande" di questo fandom. Il suo permesso era di dovere! ^^.
Devo dire che sto
migliorando sempre più nel terreno delle comedy, vero 2$Bill?Ovvero Anita? Ma non
scordiamoci che è merito tuo ... mi hai istruita bene! ^^
Grazie mia sensei! (scusa se non te l'ho fatta leggere in anteprima
stramondiale...ma se non la pubblico la continuo a ritoccare!XD)
Un grazie specialissimo a Kiki87 che mi ha
dato il suo parere, e mi ha anche aiutato!
Un grazie anche a :LORIGETA, elena, martozza,
Marisa, SonSara,ehibaby,sweetlove,lauratheangel,erinlaith,sexy
chichi,aras, Elechan86, Bra, annetta chan, Tara, fisio, sirenis.
Un bacio, spero vi sia
piaciuta. Altrimenti...beh sono disponibile a qualsiasi critica! Meglio
se costruttiva!
Chiaretta
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Capitolo 3 *** Ti sposo(e ti amo) ***
Note
dell'autrice: Non so se davvero Goku e Chichi abbiano fatto una luna di
miele, di come si siano innamorati. E' sicura una cosa...Goku ha
imparato ad amare da Chichi. Potrà sembrare che in questa
storia si sia innamorato bruscamente. Ma in questa storia vorrei solo
far vedere come si possa sentire dire un “Ti amo”
da Goku ...che non sa cosa significa!
Quindi buona lettura.
Disclaimer: Goku e Chichi così come tutti i personaggi di
DragonBall appartengono al loro creatore Akira Toryama e i
diritti connessi. Questa storia è stata scritta
senza alcun scopo di lucro.
Ti
sposo (e ti amo)
di ciuiciui
"Sono in braccio a mio marito . Lui. Sì, proprio
lui. Da oggi sono Son Chichi. O kami, come suona bene!
E' successo tutto così in fretta! Sono andante tra
l'incredulo e la sorpresa! Ho sposato Goku, sì, Son Goku!
Proprio io. Proprio oggi. Ancora non realizzo, ancora non ci credo.
Sono sospesa sulle sue possenti braccia, aggrappata al suo petto, ne
sento il cuore tambureggiare impetuoso, ardente.
Mi posa a terra. Mi fa scendere perché siamo arrivati in
camera.
Questa è la mia camera d'hotel! La suite numero
ventiquattro. Dio mio non ci credo è così
splendida!"
Pensieri...elaborati alla velocità della luce
perché stava vivendo istanti, istanti che non avrebbe mai
più vissuto di felicità autentica e genuina.
Erano entrati accompagnati dal facchino, un omino bassino, vestito di
nero e con un certo cappellino buffo piatto, tipico della divisa.
La stanza profumava di pesca e di gelsomino, di incenso piazzato
chissà dove per rendere l'atmosfera dolce e sensuale.
"Buona permanenza" Aveva concluso il facchino mentre Chichi lasciava
nelle sue mani guantate la lauta mancia.
Avevano tirato dentro le valigie.
La ragazza dopo un volteggio su stessa, inspirò la profumata
fragranza della stanza e si lasciò cadere indietro verso il
baldacchino.
Sentì le lenzuola fresche e lisce, dell'hotel di gran lusso
mentre Goku si guardava stupito, ispezionava il lussuoso bagno con
idromassaggio, con rubinetti scintillanti,
Era un serata stellata, in un paese in riva al mare. Le cicale e le
rane gridavano a squarciagola per l'afa e la calura settembrina.
Goku si poggiò sul bordo del letto, ancora incredulo e non
perfettamente conscio di quello che gli era appena capitato.
"Chichi cara, ho un leggero languorino!" Sì tradì
il ragazzo mentre il suo stomaco rimbombava per l'assenza di cibo.
"Adesso andiamo a cena! Ma non ti è bastato il banchetto
dopo le nozze?"
“Incredibile con quello che ha mangiato oggi a
pranzo!”Pensò la moretta.
“Goku sicuro che non ti senti male dopo?”
“Scherzi? Si vede che non lo conosci proprio” Aveva
esclamato Yamcha.
“Eh sì Goku da quando lo conosco è
sempre stato di...ottima forchetta!”Aveva ribadito Crilin
mettendosi a ridere.
“Chichi vuoi?”Lo sposo Aveva offerto un piatto
ricolmo di cibarie.
Incredibile, lo conoscono tutti bene.
Sono io qui l'unica estranea a quanto pare.
Chichi lo guardava sognante mentre pensava. Era stata una cerimonia
perfetta.
"Sì ma adesso ho bisogno di mangiare di nuovo!" Rispose Goku
evidentemente imbarazzato mentre si torturava la testata di capelli
corvini.
Chichi fu ridestata dai suoi pensieri da quella affermazione, detta con
tanta ingenuità e naturalezza.
“Goku non toccarti i capelli troppo, te li
spettini!” Richiamò la moretta.
Niente da fare. Goku era proprio un testone. Seguitava a toccarseli,
chissà era imbarazzato!
Nulla aveva potuto Chichi prima della cerimonia per aggiustare in
minima parte quella testata ribelle.
"Goku ci vuoi stare fermo?" Aveva chiesto insistentemente la
moretta, nel tentativo disperato di pettinarlo.
"Ma i miei capelli vanno benone così! Non ho mai fatto
niente in vita mia!!"A quel pensiero sorrise. Già
nostalgica.
Goku era imbarazzato quanto lei.
Tacque un secondo poi seguitò di nuovo a parlare.
Poi la domanda.
QUELLA.
"Così dovremo stare sempre insieme" Ripeté quasi
per conferma il ragazzo.
Chichi smise quasi di sognare, lentamente si girò verso di
lui, quasi timorosa e paurosa che lui la potesse lasciare.
Quella domanda formulata così, senza un motivo apparente.
"Goku vieni qua, accanto a me..." Lo invitò suadentemente la
moretta, mentre strusciava la mano sul canuto lenzuolo.
"Sai..." Comincio la mora con il dire.
Goku aveva ragione ad essere dubbioso.
"Esiste da qualche parte nel mondo una entità chiamata anima
gemella..."
"Quando la incontri, anche solo per un'istante, per una frazione di
secondo, pensi sempre a lei, diventa piacevolmente il tuo pensiero
ossessivo, il suo sorriso e il suo sguardo potrebbero solo saziarti..."
"Per me, che ho vissuto anni pazientando il tuo arrivo per una promessa
fatta anni or sono, tu sei la mia anima gemella, colui che mi
porterà felicità, tanti bei momenti felici e
tanti sorrisi e sguardi. Io potrò star bene."
"Come faccio a capire che qualcuno è la mia anima gemella?"
"Aspetti, aspetti la scintilla che t'infiamma il cuore. Quando saprai,
capirai...Perché non potrai farne a meno"Terminò
il discorso Chichi con una piccola punta d'amarezza e di nostalgia,
nella speranza che Goku imparasse ad amare con la sua stessa
intensità.
Il giardino era addobbato da piccole serie di fiori situate a
destra e a sinistra, bianchi gelsomini irradiavano profumi dolci e
soavi. Un ragazzo alto, testata di capelli mori, spettinati e ostinati,
vestito per l'occasione di bianco in un vestito che visibilmente non
era adatto alla sua indole libera e selvaggia. Una ragazza saldamente
aggrappata alla spalla del ragazzone, una moretta con un bouquet di
fiori in mano, semplici fiori di campo odorosi e profumati.
Davanti ad un uomo per scambiarsi la promessa sotto un piccolo arco
fiorito di gelsomini.
Dietro ordinatamente disposte righe di sedie per amici, parenti.
Goku prese dalla tasca una scatoletta, passatagli dal genio.
"Così si fa ragazzo mio" Gli aveva mormorato dicendogli di
infilare l'anello nel dito della ragazza.
Il luogo di villeggiatura, merito di Bulma!
Un albergo extra lusso, dono di Re Ox, paesaggio da urlo, cieli
incantati, vista mare da mille e una notte!
"Tesoro divertiti!"Le aveva raccomandato strizzando un tenero e furtivo
occhiolino.
"Papà!"Aveva esclamato la diciannovenne ilare e complice,
arrossendo sulle gote.
La macchina era fuggita lontano da parenti e amici pilotata da Chichi.*
"Capisco" Concluse Goku, mentre probabilmente non aveva capito. Era
rimasto taciturno tutto quel tempo, strano per uno come lui.
"E' ora di cena, cambiati"Ordinò Chichi.
Goku aprì la valigia e vide che all'interno vi erano
moltissimi vestiti per ogni occasione, comprati nelle lunghissime
giornate di preparazione al matrimonio. Chichi si era recata a fare
shopping con Bulma e il suo promesso.
"Goku questo lo DEVI-ASSOLUTAMENTE-PROVARE!"Se ne usciva ogni
volta con un vestito più orrido di quello precedente.
"Goku guarda questo!"
"E questo!"Vi si era aggiunta Chichi.
Le due miss-shopping-selvaggio-assatanate-alla- ricerca-
del-capo-perduto si erano placate quando avevano un numero di sacchetti
davvero spropositato persino per le manone del ragazzo.
Tirò fuori un paio di jeans griffati e una magliettina a
maniche corte nera.
Chichi si girò e nel vedere il suo uomo in borghese ne
rimase affascinata.
"Oh tesoro senza tuta stai d'incanto!" Esclamò sognante la
moretta.
"Dici? "Chiese Goku guardandosi le mani e i pantaloni.
Cominciò a tastarsi i jeans, ad esplorarne le tasche,
lamentandosi e lagnandosi del fatto che fossero scomodi e stretti e
pure spessi.
"Dai Goku per una volta! Non è molto elegante la tuta!"
Ribatté Chichi.
Scesero al piano inferiore, al ristorante, una balconata che dava sul
mare con piccoli tavoli illuminati da lumini rossi, che creavano una
particolare atmosfera.
Si accomodarono mentre il cameriere aveva posto sul tavolo i
menù . Piccoli libretti rosa con nastrini rosa su misura per
una luna di miele.
"I signori cosa desiderano?"Chiese gentilmente il cameriere, un uomo
vestito di camicia bianca e un giacchettino sbracciato nero.
"Ehm...tutto!"Rispose Goku.
"T-Tutto? E' sicuro? Le porzioni sono molto
abbondanti..."Tentò di dissuadere il saiyan.
"Sì, lo scusi ci porti tutto" Rispose Chichi esasperata
***
"Ora sì che mi sento sazio, tesoro" Sospirò Goku
dopo il dolce.
"M-Ma quanto hai mangiato? Si può sapere dove le metti tutte
quelle cibarie?"
"Nella pancia!Ovvio"Rispose ingenuo il ragazzo.
Si alzarono e si proposero di uscire. Un passo veloce in camera e si
ritrovarono a depositare la chiave in reception.
S'incamminarono verso il lungomare, assai affollato in quel periodo.
“Vuoi tu, Son Goku prendere come moglie...”
“Vuoi tu Chichi prendere come marito...
Onorarlo e amarlo, in salute e malattia finché morte non vi
separi?**
Il paese turistico era in gran fermento.
Quella sera ci sarebbe stata una grande festa per i turisti.
Continuarono a camminare. Imbarazzati.
“Goku...voglio dirti che non devi stare con me solo
perché hai fatto una promessa!”
“Ma io...” Borbottò Goku. Poi le parole
gli morirono in bocca.
"Mi sento strano, perché succede solo quando sono in tua
compagnia?
Perché non riesco a guardarti negli occhi, perché
non riesco a parlare quando ci sei tu?
Chi sei tu, ragazza che mi tiene così taciturno, che mi fa
sentire così strano e imbarazzato?" Goku si torturava con
questi pensieri mentre la mora parlava.
“Io non obbligo nessuno, esiste il modo per
separarsi” Rispose concisa Chichi.
Quel discorso andava affrontato subito, senza giri di parole. Il
rischio di rimanere illesa da una risposta affermativa a quella
eventualità era praticamente nullo. Sarebbe stata male. Ma
nemmeno l'idea di convivere in una relazione a senso unico la faceva
stare meglio.
“Goku...” La moretta rimase paralizzata mentre il
ragazzo le prendeva la mano.
“I-Io...”
“Anche io sono così...non sei il solo a sentirsi
strano”Rispose di rimando lei a quel tenero gesto.
“Io non voglio separarmi da te”
Farfugliò il moro.
Chichi lo prese a guardare, incantata.
Sei così...bello, affascinante. Tutto imbarazzato e rosso.
Come ti comporti strano!
...E ridi amorosamente cosa che davvero a me
fa tremare il cuore nel petto,
infatti appena ti vedo [...]
il sudore mi scende giù per il corpo, e un
tremito tutta m'afferra...***
Il cielo è così terso e stellato. Comincia a
tirare un po' di brezza nelle vicinanze del lungomare.
“Andiamo sulla spiaggia a bagnarci i
piedi!”Ridacchiò la moretta.
Si trascinò dietro il ragazzo, con foga e con
rapidità.
Si sedettero sulla sabbia fredda.
“Che acqua cristallina!” Esclamò il
ragazzo.
“Sì è vero! Domani ci aspetta un bel
bagno in queste acque paradisiache!” Rispose Chichi.
Mentre finiva il discorso la ragazza si accalorò vicino al
proprio compagno.
“Goku ho un po' freddo” Esclamò
titubante lei.
Goku rimaneva lì, con uno sguardo tra l'ebete e l'assonnato,
ma perché in realtà non sapeva proprio come
comportarsi con lei.
Sentiva la cena ancora in movimento nel suo stomaco. Non gli era mai
capitato!
“Potresti darmi la tua giacca?” Chiese anche un po'
stizzita, Chichi.
“Ehm, s-sì certo!” Rispose Goku. Si
tolse la giacca e gliela posò sulle spalle, in un moto
zelante gliela sistemò per benino.
“Oh Goku...” Esclamò imbarazzata
più che mai la neo sposa.
“Quando ci sei tu, mi sento sempre strano. E' come se io...
non capissi più nulla...” Esclamò
imbarazzato.
“Amore, non ci pensare...quella cosa è chiamata
imbarazzo! Nulla più”
“No, non è imbarazzo!”
Calò di nuovo un silenzio osceno, senza che i due potessero
dirsi altro.
Oddio, forse si sta innamorando di me! Forse sta bene con me!
Forse io sono davvero la sua anima gemella, forse...
Goku invece fissava il mare.
Le stelle nel firmamento si riflettevano, creando una atmosfera magica.
Sistemati vicino ad una roccia, i loro piedi venivano ciclicamente
bagnati e lambiti dall'acqua fresca.
"Come faccio a capire che qualcuno è la mia anima gemella?"
"Aspetti, aspetti la scintilla che t'infiamma il cuore. Quando saprai,
capirai..."
Credo che nel mio cuore sia scattata la scintilla.
L'ho detto anche al mio nonnino. Tu sei la mia ragazza!
“Chichi...io...”
“Shhh...l'ho capito”Sussurrò dolcemente
la ragazza.
“I-Io...”
Ma non fece in tempo. Le labbra morbide della ragazza si erano poggiate
su quelle del ragazzo.
Le accarezzava i capelli neri, sciolti nella loro lunghezza, che
profumavano di vaniglia.
Sentì il tatto della pelle fresca e vellutata, ne
sentì il profumo. Sentì il tambureggiare ritmico
e ardente del suo cuore quasi fosse stato un concerto.
Poi ne ebbe la certezza. Quando gli occhi della mora si aprirono, come
quei piccoli carillon, lentamente poté scrutarne la
profondità .
Il rumore ritmico delle onde che lambivano i loro piedi, a consacrare
quel momento così magico.
Lui con tutti quei muscoli così caldi, così
atletici, così...maledettamente selvaggi e protettivi.
Lei si perse.
Poggiò la testa sul suo braccio mentre lui la fissava
incantato.
E il ragazzo si fece coinvolgere in quel mare color ebano,
suffragò l'idea che lei era veramente ciò che gli
mancava...quella che Chichi aveva chiamato anima gemella.
Due anime vagabonde ed erranti, intrecciate da un destino comune
chissà per quale volere benigno. Sin da bimbi...quell'amore
e quell'amicizia, che ti permettono di respirare, di piangere e di
ridere allo stesso tempo. Incredibile, due persone così. La
prima volta. Il primo appuntamento dopo il matrimonio a scatola chiusa
e un'avventura vissuta insieme.
Amarsi solo come una coppia vera sa fare. Quando basta quel piccolo
tocco, quel piccolo sguardo, quel piccolo respiro gridolino, battito di
ciglia e sa solo Kami quant'altro da girare la testa in amore...
“Goku...”
“Io non voglio separarmi da te...”
Come se non avessero fatto altro che aspettare una vita intera
quell'istante di vita...
“Nemmeno io...”Rispose il ragazzo.
“Ti amo... Son Goku”
“ Chichi chan, anata wo aishite imasu...”****
E quelle parole acquistarono senso, perché oramai Goku aveva
capito...
Le stelle, il cielo furono testimoni di quell'amore nascente.
Il matrimonio, l'incontro di due anime che hanno cambiato il corso del
destino...
Ma questa è un'altra storia ancora...
Note aggiuntive:
*Questa è una scena realmente disegnata da Toriyama. E'
presente nell'artbook o enciclopedia di DragonBall. Purtroppo
è in contrasto con la puntata in cui Chichi pretende che
Goku prenda la patente. Ma questo è uno dei tanti errori di
DragonBall ...
** DragonBall è ambientato in un mondo fantastico. Ma dalle
scansioni dell'anime si vede che Goku e Chichi si sono sposati con la
classica cerimonia del "vestito bianco" e quindi mi sono presa una
piccola licenza nell'attribuire le parole della tradizione cristiana al
loro matrimonio.
*** Saffo, frammento- I segni di Eros-
**** Traduzione dal giapponese romaji "Chichi, ti amo"
Ok...se non si sono cariati i denti allora mi posso ritenere
più che soddisfatta!(Se non altro non ho fatto scappare
nessuno!XD)
Questa storia non l'ho toccata nè revisionata.
E' la stessa tale e quale che ha partecipato alla sfida contro Sirenis,
nel forum di Writersarena.
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Capitolo 4 *** Tu parli troppo! ***
Tu
parli troppo!
E’ una cosa
comune straparlare, e in senso stretto pure parlare a vanvera e
farneticare nel
sonno.
Dicono che il
sonno sia veicolo di verità, di cose celate al proprio
inconscio con piccoli
sotterfugi psicologici, ricordi rimossi, ricordi che non si vogliono
annoverare
nei lieti eventi.
Ma riaffiorano.
E di certo una bocca ciarliera come quella di Son Goku non
può certo fare
eccezione. Ma cosa succede se un’insonne Chichi ascoltasse
tutto?
Eh sì … cose che
capitano del resto.
Quella mattina,
Goku si era alzato tardi e come tutte le mattine aveva una fame da lupi
che
neanche le derrate dell’esercito imperiale
l’avrebbero saziato. Ma mancava così
poco al pranzo e aveva così fame che si sedette,
stiracchiandosi la schiena e
le braccia.
Chichi dal canto
suo era già da parecchio alzata, e sembrava avere un
cipiglio più arrabbiato
del solito.
“Buon giorno
Chichi” scherzò e sorrise il saiyan
attendendo la sua colazione.
“Ciao” gli
rispose fredda Chichi. Sì era decisamente arrabbiata.
“C-chichi ?”
deglutì il saiyan annusando l’aria di tempesta.
“Cosa ho fatto?”
chiese innocente, perché era scontato che fosse colpa sua.
Sì, le aveva fatto
qualcosa. Anzi, ora che ci pensava tutte quelle paranoie era la prima
volta che
se le faceva!
“Niente, mangia
e taci, almeno per buon gusto!”gli rispose di rimando la
donna mentre gli
metteva sotto gli occhi con un gesto assai sgraziato una ciotola.
“Ma questo è
riso”battibeccò il ragazzo mentre guardava con un
cipiglio bieco la ciotolina
canuta sotto i suoi occhi.
“Se non ti va
bene fattelo!”
Oh urka! Cosa
gli avrò fatto?
Gli ho chiesto
scusa per la tuta strappata l’altro ieri, sono sicuro.
La mente del
saiyan annoverava tutte le ragioni per cui Chichi poteva essere
arrabbiata con
lui, anche perché lei sembrava intenzionata a non dirglielo.
“Oh Chichi … lo
so sono stato imperdonabile, mi scuso tantissimo” si
scusò non avendo la benché
minima idea di che cosa doversi scusare.
“Ma taci che neanche
sai cosa hai fatto”
“Oh, Chichi
davvero io …”
“Gohan! Vieni ad
apparecchiare tavola, che è quasi pronto!” eluse
la mezza scusa del saiyan che
rimase ad assistere alla scena in maniera passiva.
“Ciao papà! Ti
sei alzato tardi questa mattina” constatò il
primogenito.
“Sì sai avevo
sonno …”ridacchiò ridanciano Goku
mentre si torturava i capelli corvini.
“Gohan dai dammi
una mano …” propose il padre cogliendo quella
piccola occasione per farsi
perdonare.
“La mamma sembra
arrabbiata con te … cosa le hai fatto questa volta
papà?”gli chiese sussurrando
con un tono esasperato.
“La vuoi sapere
la cosa bella? Il punto è che non lo so
…”
“Tu non lo sai
mai perché mamma è arrabbiata” gli
sussurrò asciutto con sguardo critico.
“Eh, eh … è vero
figliolo. Ma questa volta non ho la più pallida idea. Hai
presente? Zero.
“espletò la risposta con un sospiro e un
“Ah le donne” ancora più malinconico.
“Beh, ti devi
far dire cosa hai fatto”rispose laconico il figlio maggiore.
Lo sguardo di
Goku fece un moto strano con gli occhi che si incrociarono ad indicare
che era
un’impresa pressoché disperata.
“Può darsi che
si confidi con me o con Goten …” e con uno sguardo
eloquente finì la frase come
a dire “te lo verremo a riferire”. Ma Chichi si
girò e brandendo un mattarello
infarinato in mano minacciando i due uomini.
“Scansafatiche
che non siete altro, vi volete sbrigare?”
“Oh, s-scusa
tesoro!” balbettò Goku.
Quando c’era di
mezzo un litigio
con Chichi quello che
ci rimetteva nove volte su dieci era il saiyan. Gli prometteva di
saltare gli
allenamenti, gli doveva promettere di portarla al centro commerciale e
seguirla
facendogli bellamente da attaccapanni mentre lei si accapigliava per i
vestiti
con altre donne.
Gli venne alla
mente quando Vegeta gli aveva dato dell’allocco. A ragion
veduta, si capiva.
Bulma andava con sua figlia e da quando c’era Bra le sue
giornate erano senz’altro
più tranquille. Eccezion fatta quando Bra chiedeva a lui di
fare shopping.
“Kakaroth sei un
allocco. Le donne ti tengono il broncio solo per farti fare solo quello
che
vogliono”. E Vegeta era un esperto di bronci, oh
sì che lo era. Anzi si poteva
dire che in quel caso era il re dei bronci.
A quel pensiero
buffo gli si increspò il labbro con un sorrisetto socchiuso.
Mentre vagava
con la mente guardò diritto davanti a sé
soffermandosi con lo sguardo fuori
dalla finestra.
Era una bella
giornata di sole, e ne avrebbe approfittato anche per allenarsi, magari
con
Goten che nel frattempo aveva trovato spassoso rincorrere le farfalle o
aizzare
le api nel loro alveari.
Ma quel
pomeriggio qualcosa gli diceva che avrebbe saltato
l’allenamento pomeridiano,
se non nella remota ipotesi di farsi odiare da Chichi. Almeno non senza
aver
prima chiesto perdono per qualsiasi atto criminoso e lesivo nei
confronti di
sua moglie avesse operato.
“Dai Chichi,
cosa ti ho fatto!?” gli rispose ad un tratto il saiyan che
non sopportava il
rumore di quel silenzio tra loro due.
“Ti ho già detto
che non ce n’è bisogno che te lo spieghi. A tempo
debito saprai.”
“Sì come no …”
borbottò esasperato Goku.
“E’ pronto Goku
… vai a chiamare Goten in giardino” gli
ordinò perentoria la donna brandendo
questa volta un cucchiaio di legno che aveva usato per rimescolare le cibarie che bollivano
inquiete sui
fornelli.
“Goten,
figliolo, è pronto!” gli gridò dal
ciglio della porta il saiyan.
“Vengo!”gridò di
felicità Goten che si precipitò in casa.
Appena mise
piede in casa la voce della madre lo assalì urlandogli di
vergognarsi delle
mani sporche di terra e di correre a lavarsi le mani, al che il povero
Goten ci
rimase malissimo.
“Goten hai
undici anni e ancora giochi come i bambini piccoli, io di questa
famiglia sono
stufa! Non studi mai”
“Cosa ha
mamma?”sussurrò il secondogenito con un tono
complice nell’orecchio del padre.
“Ah è arrabbiata
ma non si sa per quale ignoto motivo.”
***
I tre saiyan e
Chichi a tavola di certo non facevano complimenti e per un momento si
scordarono di quel brutto battibecco con la madre, anche se
quest’ultima
rimaneva impettita e piuttosto fredda.
“Levatevi il
piatto davanti e aiutatemi” ordinò a pranzo finito.
“Gohan, Goten,
lasciate stare ci pensiamo io e la mamma. Andate in camera
vostra”
I due figli
squadrarono il padre in evidente imbarazzo.
“Gohan
io voglio
sentire …” disse Goten rintanato in camera sua e
non sentendo una parola di
quello che stavano discutendo suo padre e sua madre.
“Per una volta
Goten, fatti gli affari tuoi.”
“Facile per te
che ti metti a studiare! Eh bel fratello che sei!”gli
sbeffeggiò in faccia il
fratello minore.
“Fallo anche tu …”
Ma Goten per
ringraziarlo della premura lo ricambiò con uno sguardo
gelido e assassino, e
intuendo che la parola “noia” e la parola
“studiare” per suo fratello non
potevano essere l’una complementare all’altra
lasciò stare.
“Oh Gohan io ho
voglia di origliare!”
“Che sfacciato …
sembra che ci godi a vederli litigare!”
“Ma certo che
no! Però in effetti papà che litiga con la mamma
è troppo buffo.” Ammise saggiamente
il fratello minore.
“Fai quello che
vuoi e lasciami un po’ stare”
***
“Chichi mi devi
dire perché oggi sei arrabbiata con me”
“Non ho fatto
niente, mi sono alzato tardi è vero, ma ho apparecchiato,
non ho strappato tute
negli ultimi due giorni, non ho allenato Goten da almeno tre giorni
… Davvero
dimmi tu”
“Pensaci bene,
eroe dei miei stivali!” e così dicendo Chichi
sbatacchiò in faccia al saiyan lo
straccio per asciugare i piatti.
“Ok, pensa Son
Goku, ok pensa” mormorava tirandosi un leggero pugno sulla
tempia destra.
“Senti io mi
ricordo quello che ho fatto, e non ti ho fatto niente, quindi a meno
che non sono
sonnambulo o ho detto qualcosa nel
sonno io non ho fatto niente”
“Esattamente”
Annuì Chichi sedendosi e portandosi le braccia conserte.
“Esattamente
cosa?”
“Quello che hai
detto per ultimo … hai parlato nel sonno, ecco” si
girò di scatto Chichi dando
le spalle al saiyan.
“C-cosaa?” gli
fece eco il saiyan incredulo.
“Sì hai parlato
nel sonno e …”
“E …?” completò
con tono interrogativo Goku sempre più curioso.
“Sai cosa
dicevi, caro mio Son Goku?” riprese a dire Chichi facendosi
più spavalda e
camminando verso il saiyan a passi ben larghi.
“N-no …” e Goku
a quella domanda deglutì perché di cose
imbarazzanti ce ne erano sin troppe …
“Parlavi di una
certa principessa del serpentone …”
“Devo
raggiungere Re Kaioh …” continuava a fargli in
verso intercalando la parlata
con sbadigli tipici del sonno.
“Chi
è questa principessa?” scoppiò
furibonda tutta la gelosia velenosa di Chichi.
“Ah … ah … eh”
cominciò a ridacchiare e a balbettare Son Goku nel tentativo
di superare lo
sguardo truce di sua moglie.
Intanto Goten si
era avvicinato e dallo stipite della porta del salotto si gustava la
scena
mentre una furibonda Chichi prendeva un mattarello e un Goku continuava
a
ridacchiare e a chiedere pietà con una nota di imbarazzo.
“Era una
principessa che in realtà era un mostro
…”precisò Goku al che Chichi parve
calmarsi poggiando il mattarello che stava
brandendo.
“E mi voleva
tenere con sé con l’inganno … mi
addormentò, mi diede da mangiare ma alla fine,
oh sì più risoluto che mai mi sono liberato di
lei e sono andato per la mia
strada … dovevo andare da Re Kaioh.”
“Ciao Goten”
“C-ciao papà …”
e così dicendo il giovane sbucò fuori.
Ma in quel
momento Chichi si era placata e con un sospiro di mestizia lo
perdonò.
“Va bene Goku …
sei perdonato e la prossima volta mettiti un cerotto sulla bocca
così eviti
anche di russare” al che Goku cominciò a ridere
preso da un leggero imbarazzo.
“Dai papà … io
voglio sapere tutta la storia”
E Goten si mise
seduto e prese ad ascoltare suo padre, del lungo viaggio del serpentone
di Re Kaioh, dei saiyan … ma
noi oramai quei fatti li conosciamo anche sin troppo bene!
Angolino
autrice:
questa one
shot è nata per caso, perché ne ho scritta una
giusto qualche giorno fa, di gelosia e di 'punzecchiamenti' tra
Shikamaru e Temari di Naruto. Non temete, non abbandonerà
certo i piccioncini!*__*
Spero vi
piaccia, nel qual caso lasciatemi la vostra impressione!
Un bacio
*Chiara* Per chi se lo chiedesse la frase in introduzione è una oneshot, l'ultima che è già stata scritta e che fungerà da chiusura.
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