CAP 3
PREPARAZIONE
I ragazzi uscirono
silenziosamente dal palazzo dell’Hokage e poi si dispersero a piccoli gruppi.
“AAH! Che rabbia!!” sbottò
Ino non appena si ritrovò da sola con i suoi compagni, i due la guardarono
perplessi.
“Shino Aburame! Shino Aburame!!
Ma vi rendete conto della mia sfiga!?? Passerò la serata con un tizio pieno di
scarafaggi nel colletto della giacca!” sbraitò. Era chiaro che il motivo reale
dello sfogo non avesse nulla a che fare con il povero Shino e suoi cari
insettini, ma per Ino rappresentava un ottimo capro espiatorio in quel momento.
“oh avanti Ino non fare così! Shino non potrà essere tanto male” tentò di
tranquillizzarla Choji, Shikamaru invece se ne stava un paio di passi più
avanti a tentare di assimilarsi al paesaggio per non dover partecipare a una
simile conversazione, ma il suo migliore amico sembrava essere di altro avviso
“io sono stato abbastanza fortunato, Tenten almeno è una ragazza simpatica,
pare che quello che a cui è andata meglio di tutti sia stato tu Shika! Accidenti
Temari è proprio una bellezza vero?” disse candidamente pensò il ragazzo un istante prima di avvertire un istinto omicida
alle sue spalle.
Cominciò a sudare freddo, si
girò.
Ino non sembrava essere
affatto di buon umore, anzi da come crocchiava i pugni sembrava volesse
ammazzarlo.
Per riflesso lui si fece
ancor più di bronzo “che hai da guardarmi così Ino? Volevi uscirci tu con
Temari?” “Shikamaru sei morto!” Ino cominciò a rincorrerlo tirandogli addosso
tutto quello che le capitava sotto mano compresi gatti e pietre, sotto lo
sguardo interrogativo di Choji pensò.
Quando la ragazza riuscì a
centrare Shikamaru con una lattina vuota però quello si ribellò “vuoi
piantarla?? Sei solo una manesca senza un briciolo di femminilità, ringrazio
dio di essere capitato con Temari e non con te, almeno potrò dire di essere
uscito davvero con una ragazza!” Ino si bloccò immediatamente con la mano che
ancora brandiva la munizione (nel caso specifico la busta delle patatine di
Choji) per un attimo rimase ferma e Shikamaru, mordendosi la lingua per quanto
si era appena fatto scappare di bocca, ebbe il presentimento che stesse sul
punto di scoppiare a piangere, e invece “IDIOTA!!!” gli urlò tirandogli anche
il pacchetto di patatine
“vai pure con Temari allora,
non me ne importa un fico secco di te e di quello che pensi!! Tanto persino un
tipo strano come Shino saprebbe apprezzarmi più di una testa vuota come te!!”
e detto questo girò i tacchi
e se ne andò via di corsa.
Choji si avvicinò a Shikamaru
per recuperare le patatine
“ma possibile che litigate
sempre?” gli disse in tono esasperato
“maledizione! E di chi è la
colpa stavolta!?” rimbeccò lui guardandolo male. Choji arrossì “e ora che
farai? Le chiederai scusa?” “è logico, come al solito… è il modo più rapido per
far pace con lei ammettere di avere torto anche quando non ce l’hai… solo…. Tra
u po’…. adesso è troppo nera..” rispose lui tornando in modalità tranquillo
cronico.
Nel frattempo Hinata aveva
raggiunto Kiba, Shino se ne era andato a
casa sua già da un pezzo.
“hei! Certo che vai proprio
veloce quando sei arrabbiato vero?” gli disse lei comparendogli accanto. Lui
non rispose continuando a guardare dritto davanti a se
“perché hai trattato Ami in
quella maniera prima?” gli chiese dolcemente Hinata dopo un po’. Kiba scattò
come una molla pensò rabbiosamente e fulminandola con lo sguardo da tutti i suoi
centimetri di più. Hinata indietreggiò leggermente e Kiba fece un lungo sospirò
tentando di calmarsi. Ci mancava solo che cominciasse a farle paura e poi era a
posto!
“niente è che…” la guardò.
Erano soli in mezzo alla strada, il discorso era in parte avviato. Non ci
voleva nulla a dirle “sono stufo che vai ancora dietro a Naruto, mi irrita
sapere che ancora sei innamorata di lui nonostante non ci sia stato per tre
anni, perché ti amo” non ci voleva nulla.
Ma lui per queste cose era
sempre stato timidissimo, ogni volta che pensava al modo di dirglielo gli
sembravano sempre una marea di cavolate.
Avrebbe voluto essere
schietto come Shino, che con tanta semplicità prima aveva ammesso che avrebbe
preferito uscire con Hinata. Lui non aveva il coraggio neanche di dirle questo:
che gli sarebbe piaciuto passare quella serata insieme a lei.
“niente, è che oggi mi girano
un po’ di mio, niente di che comunque, sarà il caldo” disse alla fine si disse.
Il viso di Hinata si rilassò
in un sorriso.
“he già.. questo caldo è
insopportabile” disse ridacchiando “senti hai da fare ora?” gli chiese. Lui
scosse la testa “allora… bhe, se hai voglia logicamente…. Ti andrebbe di venire
a prendere il thè da me?” arrossì un po’ mentre glielo diceva “se…. Se non hai
qualcosa di meglio… da fare…. Ovviamente….. cioè se non ti va..” “si vengo”
disse lui secco non credendo alla sua fortuna insperata. Magari avrebbe potuto
dirglielo…… se……. Trovava un buon momento.
Hinata gli sorrise felice.
I due si incamminarono.
Intanto Sakura e Naruto
stavano tornando a casa. Lui la stava accompagnando, così con la scusa
camminava accanto a lei per strada e forse (molto forse) qualcuno avrebbe
potuto pensare che stessero insieme. (se come no…. Sakura muore per me *_* n.d.
Sasu)(modestino n.d. A).
“Naruto” lo chiamò la ragazza
a un certo punto, lui alzò gli occhi azzurri sulla schiena di lei che lo
precedeva di qualche passo. “ti piacerebbe se questa sera indossassi lo yukata
tradizionale?” gli chiese a bruciapelo. Naruto pensò di aver capito male “he?”
“avanti rispondi, lo so che hai sentito” ribatté lei.
Il ragazzo arrossì un po’
immaginando Sakura con lo yukata, accidenti se gli sarebbe piaciuto! Però….
“bhè dovresti chiederlo a Neji non a me” disse. Sakura si voltò a guardarlo “
perché tu non te li porterai appresso gli occhi stasera??” chiese provocatoria,
poi davanti all’espressione allucinata del biondo che sembrava essere sul punto
di misurarle la temperatura, arrossì e abbassò lo sguardo iniziando a
giocherellare con le dita (ma che si è trasformata in Hinata? N.d. Sasu) “bhè
per noi ragazze ninja non ci sono molte occasioni di apparire carine, quindi
volevo, almeno stasera” poi sollevò il viso e gli sorrise apertamente “bhè io
lo metto! Lo vedrò dalla tua faccia se ti piace oppure no!” aggiunse maliziosa.
Naruto stava per dirle che per lui lei
era sempre carina ma Sakura era già corsa via lasciandosi dietro un gran
nuvolose di polvere.
Nel frattempo a villa Yuhuga,
nella camera di Hinata l’aria era abbastanza rilassata, in fondo Kiba era stato
lì centinaia di volte e Hinata era la sua amica prima di essere la ragazza a
cui moriva da dietro da anni.
Stavano parlando amabilmente
mentre Hinata versava il thè nelle tazze.
Nella stanza accanto invece
Hanabi era molto di più sul piede di guerra “OK!” disse ad alta voce parlando
da sola (ma brava, 11 anni e già sta così… si vede che quelli della famiglia
Yuhuga nascono proprio storti n.d. Sasu)(ha parlato quello con il fratello
pazzo omicida e che tende a diventare pazzo omicida lui stesso… n.d. A)(di pazzi
una come te non dovrebbe proprio parlare n.d. Sasu)(Sasuke hai tre secondi per
sparire prima che scriva una fic tuaXKakuzu n.d. A)(con permesso io mi congedo
^^’’’’ n.d. Sasu)
“devo sfruttare il fatto che
sono uscita in coppia con quel ritardato di Naruto! Non so perché ma a mia
sorella piace tanto, ne approfitterò per tentare di farli mettere insieme!!”
esclamò alzandosi in piedi e puntando un pugno verso l’alto “mia sorella è
troppo una frana (e anche lui non scherza) se non ci penso io non ce la faranno
mai! Non c’è che dire sono proprio una sorella minore invidiabile!!” si
giustificò.
“ma prima” aggiunse “dato che
comunque questa è la prima volta che esco con un ragazzo, e per di più di 5
anni più grande di me” si buttò a volo d’angelo sul suo armadio “DEVO TROVARE
ASSOLUTAMENTE QUALCOSA DI DECENTE DA METTERMI!!!!” urlò cominciando a formare
un gigantesco cumulo di vestiti sul suo letto.
Hinata stava parlando di
qualcosa che Kiba non stava neanche ascoltando, era troppo concentrato a
guardarla. Così, illuminata dal sole estivo che penetrava dalla finestra, i
capelli lunghi del colore della notte che le scendevano morbidi a un lato del
viso, era veramente bella.
Pensò che magari…. Poteva
dirglielo… in fondo accidenti era o non era un Chunin? Un po’ di coraggio per
diamine!
“Hinata senti” la chiamò. Lei
alzò gli occhi a guardarlo con un sorriso. Metà del coraggio, già scarso, di
Kiba andò a farsi benedire a causa del
sorriso “ecco….” È da un po’ che… che volevo dirti… una cosa” Hinata poggiò la
mano un po’ più indietro di dov’era e le loro dita si sfiorarono. La restante
metà del coraggio andò a fare compagnia alla prima parte “io…” SLAM!!! La porta si spalancò di colpo
“Hinata-chan!!!” Hanabi era entrata quasi sfondando la porta “meglio così o
così??” chiese tirandosi su repentinamente i capelli in una coda e poi
rilasciandoli cadere sciolti sulle spalle.
Kiba aveva perso l’equilibrio
dallo shock e stava con la faccia spiaccicata per terra pensò rabbiosamente staccando la faccia dal pavimento e
controllando se il suo naso aveva ancora una forma decente.
“non so Hana-chan… io ti vedo
meglio con i capelli sciolti” disse Hinata guardandola pensierosa “tu dici?!?”
ribatté lei piazzandosi davanti allo specchio a parete “ma così sarò uguale a
tutti gli altri giorni!”
Kiba si stava irritando
“Hanabi, stavamo parlando, non hai uno specchio anche in camera tua?” le disse
cercando di essere gentile ma risultando invece alquanto aggressivo. Peggio per
lui, perché Hanabi non era certo una che si fa intimidire “ma sentilo!!” gli
ringhiò piazzandosi a due centimetri dal suo naso “tu piuttosto! Non ce l’hai
una casa?? È un po’ che ci hai piantato le tende in camera di mia sorella!”
“Hanabi…” tentò Hinata arrossendo furiosamente mentre anche Kiba raggiungeva
livelli di rosso in faccia preoccupanti.
La ragazzina si alzò ben
dritta “vabbé tolgo il disturbo per ora, ma tornerò!” disse prima di marciare
verso la porta.
“mi dispiace Kiba” disse con
un filo di voce Hinata mentre lui sembrava stesse riprendendosi da un infarto
“è un po’ che è intenibile! Sarà la crescita…” continuò “comunque… cosa mi
stavi dicendo?” a Kiba prese un altro colpo “bhè io… stavo” “Oh perdonami se ti
interrompo” il ragazza lasciò cadere la testa in avanti arreso al suo destino
“volevo chiedertelo anche prima ma mi vergognavo….” Arrossì leggermente
“secondo te Naruto mi vedrebbe se
indossassi il kimono stasera?”
una pugnalata dritto al cuore
avrebbe fatto meno male. Kiba si sentì di colpo come svuotato. Ma dove aveva la
testa? Come gli era venuto in mente di dichiararsi? Ora quasi ringraziava
quella piccola peste di Hanabi per averlo interrotto prima!
Hinata amava Naruto. C’era
poco da illudersi, forse a lui voleva bene… ma gli interessava essere guardata
solo da Naruto.
La tristezza di colpo venne
sostituita dalla rabbia. Era stufo di quella situazione, stufo marcio.
Sbatté forte le mani sul
tavolo e si alzò in piedi “devo andare
adesso” sentenziò in tono freddo mentre Hinata lo guardava un po’
stranita “ma come! Così all’improvviso!?” chiese alzandosi anche lei. Lui non
rispose e si avviò alla porta “Kiba…” lo chiamò lei, ma quando stava per
sfiorarlo lui si scansò “lasciami stare” ringhiò con un tono che non aveva mai
usato con lei.
Hinata ci rimase talmente
male che non riuscì neanche a dire niente quando lui uscì sbattendo la porta.
Cadde seduta a terra pensò…..
in quel momento Hanabi
rientrò di nuovo nella stanza “Hina-chan! Neji ha detto che se mi metto la
minigonna mi chiude a chiave in camera! Gli dici qualcosa??!” poi si zittì
vedendola in quello stato “cos’hai Hina-chan? che è successo?” le chiese con
voce dolce inginocchiandosi davanti a lei.
Hinata non rispose….
Un paio d’ore più tardi
Hinata stava seduta alla scrivania sotto la finestra. Pensava a Kiba. C’era
rimasta così male che si fosse arrabbiato con lei….. il modo in cui l’aveva
guardata….. le era sembrato anche triste oltre che arrabbiato.
Era ancora assorta in questi
pensieri quando una piccola farfalla con ali nere e celesti entrò leggiadra
dalla finestra.
Sulle prime la ragazza
neanche la notò, poi però quella fece tre giri intorno alla sua testa e poi si
posò davanti a lei cominciando ad aprire e chiudere le ali in un ordinata
successione. pensò un attimo
prima di alzarsi e andarsi ad affacciare
alla finestra.
“Shino! Sapevo che eri tu!”
esclamò Hinata sorridendo vedendo il ragazzo sorriderle da sotto la finestra.
“che ci fai qui?” gli chiese.
Come risposta Shino le fece cenno con la mano di scendere.
Hinata scese incuriosita. Il
ragazzo sembrava in difficoltà a trovarsi lì e si guardava intorno come se
stesse controllando che non ci fosse nessuno in giro.
“allora cosa…” lui la zittì
mettendole una mano sulla bocca “mi devi aiutare Hinata! Disse in tono non più
alto di un sussurro. La ragazza era stupita da tutta questa segretezza “cosa
posso fare per te?” sussurrò contagiata dal suo tono.
“l’Hokage ha detto di
vestirsi decentemente….” Le disse imbarazzato “ma non capisco cos’è che devo
cambiare….. insomma non mi pare indecente quello che metto” Hinata trattenne
una risatina.
Shino era tanto forte, grande
e grosso ma quando si trattava di queste cose era una vera frana! “per decente
intendeva elegante” gli disse. Le sopracciglia di Shino emersero lentamente e
pericolosamente da dietro le lenti scure, la ragazza ridacchiò di nuovo
“tranquillo ti aiuto io” aggiunse trascinandoselo dietro diretta al quartiere
in cui abitavano gli Aburame.
Quando Hinata entrò in camera
di Shino rimase per un attimo ferma sulla soglia. In quella stanza di 2 metri
per 2 c’erano più gabbiette e scatoline che altro.
Ad ogni angolo, su ogni
mobile faceva bella mostra di se un “pezzo” dell’agghiacciante collezione di
insetti di Shino, per di più tutti vivi e in buona salute!
pensò
Hinata sorridendo tra se e se “non entri?” le chiese lui raggiunto il centro della stanza
“hem…. Si certo” rispose titubante e poi, cercando di ignorare lo scarabeo
rinoceronte maculato che sembrava averla presa di mira da dentro la sua
gabbietta, puntò dritta all’armadio.
“dunque vediamo un po’ cosa
c’è qui” commentò spalancando le ante. Sotto lo sguardo un tantino imbarazzato
si Shino Hinata poté constatare che lì
dentro c’erano solo giacche e cappotti con il bavero alto e di colori che
attraversavano tutta la scala dei grigi e dei verdi.
“Shino ma qui ci sono solo
giacche dai colori deprimenti!” gli disse candidamente “perché non li definiamo
mimetici?” ribatté lui leggermente offeso “come preferisci….. ma sta di fatto
che non c’è altro” commentò facendosi poi pensierosa “vabbè dai….” Riprese dopo
qualche istante “andiamo a vedere cosa
c’è nell’armadio di tuo fratello” (perché voi non lo sapete ma Shino ha un
fratello n.d. A)(non dire quella parola in mia presenza n.d. Sasu)(quale?
Fratello? O forse fratello maggiore? N.d. A. sadica)(ahhhha!!!!! Itachi io ti
ucciderò!! §_§ n.d. Sasu)(continua a ripetertelo se ti fa piacere… n.d. A)
“ma lui ora non c’è” protesto
Shino seguendola mentre si aggirava per i corridoi di casa sua come se non
avesse fatto altro nella vita “appunto per questo ci andiamo, così possiamo
saccheggiargli l’armadio in tutta tranquillità”
pensò Shino disperato.
Centrato l’obbiettivo, Hinata
si mise a tirare tutto fuori dall’armadio del fratello di Shino sotto la
supervisione allarmata di quest’ultimo (ma come si chiama sto fratello? N.d.
Sasu)(e io che vuoi che ne sappia n.d. A)
“allora prendiamo questo,
questo e pure questo…. Questo di sicuro” disse Hinata tirando alcuni capi in
mano al compagno di squadra dietro di lei, poi si voltò e gli diede una rapida
occhiata “qualcuno in questa casa usa fasce per capelli?” gli chiese “ho paura
di risponderti” “eddai! In qualche modo dovremo sistemare quel cespuglio che ti
ritrovi in testa!” instette lei “ma perché ti sono venuto a chiamare?” chiese
Shino dando sempre più fondo alla teoria dello scambio di persona.
Tornati in camera la piccola,
dolce e tenera Hinata schiavizzò il povero Shino e lo fece cambiare qualcosa
come un centinaio di volte.
“Hinata ti prego basta, tra
un po’ mi sento male” la supplicò lui all’ennesimo “non mi convince”.
“avanti l’ultima cosa…. I
pantaloni lasciati quelli che hai addosso e provati questa” lo esortò
porgendogli una camicia nera. Lui l’afferrò con aria sconfitta “non ti chiederò
mai più niente, lo giuro sulla mia collezione di insetti” brontolò
riandandosene in bagno.
Dopo un po’ riemerse più
crucciato di prima “Hinata, questo proprio no, guarda quanto mi sta stretta!”
le disse mentre cercava di allacciare il bottone di una manica.
Altro che troppo stretta, gli
stava benissimo! Lui era alto e quella camicia gli si tendeva addosso proprio
dove doveva tendersi.
“non è stretta è aderente!”
disse Hinata scendendo dallo sgabello e avvicinandosi. Con gesto talmente
veloce da non dargli neanche il tempo di scansarsi gli aprì i primi tre bottoni
che lui aveva chiuso fino al collo
“ecco così sei a posto…
aggiudicato!” esclamò tutta soddisfatta del suo operato “ma che scherzi? No
no…. Guarda poi mi si vede tutta la faccia, il collo” protestò lui facendo per
riallacciarsi la camicia, ma lei fermò le sue mani con le sue “Shino non ti
fidi di me? Ti dico che va bene così” gli disse dolcemente e aggiunse “e poi è
logico che ti si vede, questa sera non devi mimetizzarti, la gente deve guardarti!” “guardare?? Me???” chiese lui
arrossendo.
Dopo un altro po’ di proteste
però il ragazzo si arrese.
“uff…” sbuffò mentre lei
saliva in piedi sullo sgabello e tentava di infilargli a forza una fascia per
capelli celeste “voglio proprio vedere come ti concerai tu dato che ti devono
guardare” commentò. Hinata arrossì tutta e non rispose pensando al suo kimono
rosa.
Quando ebbe finito lo
guardò “bhè adesso..” cominciò
studiandolo circospetta “manca solo……… che ti levi questi!!!!!” esclamò
tentando di levargli gli occhiali approfittando dell’effetto sorpresa.
Shino però si scansò e lei
quasi cascò per terra “assolutamente no. Questo mai” ribatté lui.
“oh avanti!” lo esortò lei
scendendo dallo sgabello e cominciando ad avvicinarsi minacciosa. Shino per
tutta risposta scappò correndo. Hinata lo seguì “fermati!” “fossi matto”
la scena era davvero
ridicola! Hinata lo stava inseguendo per tutta la casa!
“Shino non fare il bambino!
Che ti cambia se te li levi?!” gridò lei. Lui non rispose neanche e accelerò.
Dopo circa dieci minuti si
ritrovarono tutti e due senza fiato stesi per terra sulla veranda.
“anf…. Anf…. Anf…. Mi arrendo
tieniti quei dannati occhiali” sbuffò Hinata senza fiato “vittoria” commentò
lui più o meno nelle sue stesse condizioni.
Rimasero in silenzio a
riprendersi per qualche minuto. Hinata di colpo ripensò alla sua ultima
conversazione con Kiba. Era successo poche ore prima…. Ripensò al modo in cui
l’aveva guardata, al modo in cui aveva scansato la sua mano.
Una piccola lacrima le
scivolò giù dagli occhi bianchi, seguita poi da diverse altre. Si lasciò
sfuggire un singhiozzo.
Shino scattò a sedere nel
sentirla e si voltò a guardarla con aria apprensiva e interrogativa.
“Kiba è arrabbiato con me”
esalò tra i singhiozzi Hinata dopo qualche istante “questo non è possibile” ribatté
secco Shino “si invece!” insistette la ragazza alzandosi anche lei a sedere e
guardandolo dritto in faccia “tu non c’eri prima, non sai come mi ha guardata!”
gemette “io….. io vorrei chiedergli scusa….. però…… però….. non so neanche cosa
ho detto per farlo arrabbiare” pensò Shino.
“io…. Io non so che fare
Shino….” Singhiozzò Hinata nascondendo il viso tra le mani “e…. e se….. se non
volesse più parlarmi?” chiese con tono disperato.
Il ragazzo le accarezzò la
testa delicatamente, lasciandola sfogarsi “questo, lo sai bene che è
impossibile” le disse con voce ferma.
Hinata poggiò la fronte sulla
sua spalla continuando a piangere. In questo momento Naruto non rientrava
neanche lontanamente tra i suoi pensieri.
Nel frattempo, dall’altra
parte del villaggio, Tenten era appena tornata a casa. Uscita dal palazzo
dell’Hokage non era riuscita a staccarsi di dosso i suoi compagni di squadra e
soprattutto il suo chiassoso sensei fino a poco fa (quel tipo assurdo di Gai….
Non mi piace >_> n.d. Sasu)(c’è qualcuno che ti piace? N.d. A)(no n.d.
Sasu)(che tipo insopportabile n.d. A)
Non che gli dispiacesse stare
con loro, anzi, solo che dopo la piega che la giornata aveva preso, la festa e
tutto, doveva assolutamente tornare a casa.
Piombò in camera sua come una
furia senza neanche salutare la madre affaccendata in cucina.
Si tolse rapidamente i
vestiti rimanendo in biancheria e spalancò l’armadio.
Quella sera tutti, e
soprattutto Lee (almeno sperava), si sarebbero resi conto che anche lei era una
donna…..