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Nota
dell'autore: La storia parte da un capitolo di "The Scent of Roses", ma
prosegue senza fare troppi riferimenti alla storia. Per
chi non avesse letto l'altra ff: Hemsworth ha una sorella Elizabeth,
che stava con Hiddleston, ma adesso sta con Downey jr, che è l'ex di
Alexis, personaggio che incontrerete in questo capitolo ed in alcuni a
seguire.
Capitolo uno
~ Charlotte
Cammino
spedita per le strade di Los Angeles, la città di Hollywood. La mia città.
Nonostante
viva qui da sempre non mi sono mai imbattuta in gente famosa e non mi è mai
importato più di tanto, ma stasera no. Stasera ho tirato fuori la teenager che
è in me e sto vagando alla ricerca dell’albergo dove alloggia il cast del film
evento dell’anno: “The Avengers”.
Stasera
ci sarà la prima mondiale; non sono riuscita a trovare i biglietti per lo
spettacolo, ma non ho intenzione di farmi sfuggire l’occasione di incontrare
lui.
Lui è il re del testosterone: Chris Hemsworth, il biondo attore
australiano che interpreta Thor e che mi ha affascinata dal primo momento in
cui l’ho visto sullo schermo.
Saranno
i muscoli scolpiti, saranno i suoi lunghi capelli dorati, i suoi occhi di un
blu profondo o il suo sorriso, io non lo so cos’è stato, ma mi ha catturata
subito e non posso evitare di sentire il cuore battermi frenetico nel petto
quando penso che sto facendo tutto questo per incontrarlo.
Ho
scoperto l’albergo dove alloggiano grazie ad un’attenta indagine.
Ok, in
realtà era scritto ovunque che avrebbero alloggiato lì. Ma insomma.
Arrivo
di corsa all’albergo e sento già l’ansia stringermi lo stomaco, cerco di farmi
largo tra gli altri fan che aspettano sul marciapiede. Sbuffo e mi avvicino
all’uscita secondaria dove, con mia grande sorpresa, trovo…
«Nick?»
Chiedo ed il ragazzo in uniforme da portiere che sta fumando appoggiato alla
porta si volta verso di me e fa un sorriso mentre butta fuori il fumo dalla
bocca.
«Guarda
chi c’è! Charlie!» Torna ad aspirare dalla sigaretta. «Come stai splendore?»
«Bene,
tu dolcezza?» Nick è un mio compagno del liceo ed è gay, purtroppo. Con i suoi
occhi scuri come la notte e i capelli chiari era un così bel ragazzo, ma ahimè
gli piacciono i maschietti proprio come a me.
«Benissimo,
hai visto che ospiti abbiamo?» Solleva gli occhi al cielo mordendosi il labbro
inferiore. «Non hai idea di che cosa non farei a qualcuno di loro.»
Eh,
sapessi la sottoscritta.
«Comunque,
che ci fai qui?» Mi chiede curioso, poi si accorge della macchina fotografica
che porto al collo e sghignazza: «Anche tu per i ragazzoni!»
«Ehm…
sì.» Arrossisco, ma poi prendo coraggio e parlo d’un fiato. «Non è che mi
faresti entrare?» Lui mi guarda poco convinto e continuo: «Farò la brava, non
mi noterai nemmeno, te lo giuro!»
«Non
so...» Spegne la sigaretta con la scarpa. «Se mi becca il mio capo mi ammazza.»
«Ti
prego Nick!» Gli faccio gli occhi dolci. «Ti presento qualche bel ragazzo che
lavora con me.»
«Sono
fidanzato.» Mi dice sorridendo leggermente.
«Oh,
congratulazioni!» Gli dico entusiasta, abbracciandolo in uno slancio d’affetto.
«Grazie…»
Mi guarda mentre si stacca dall’abbraccio. «Mezz’ora, non di più.» Mi dice col
dito puntato e apre la porta.
«Sei
meraviglioso!» Esclamo e lo seguo all’interno.
«Lo so!»
Mi dice lui ridendo e guidandomi verso la Hall.
Questo
posto è pazzesco, ci sono un sacco di piante che circondano la sala colorata di
marrone e bianco e illuminata da lampadari enormi. Resto incantata a guardarmi
intorno fino a che Nick non mi abbandona accanto ad una delle colonne che
stanno vicino all’entrata.
«Rimani
qui, per favore.» Mi dice ed io annuisco. E chi si muove. Do una rapida
occhiata all’esterno dove ci sono un sacco di fan urlanti e sorrido
compiaciuta. Sto avendo troppa fortuna, ma non mi lamento anche se temo di
ricevere una bella batosta dopo tutte queste coincidenze favorevoli.
Sento
una ragazza ridere vicino alla reception e non riesco a credere ai miei occhi:
ma quello è Mark Ruffalo? Sta parlando con la ragazza, sembrano amici. Lei gli
sorride e sarei curiosa di sapere che si stanno dice-
OH MIO
DIO!
No, non
ci credo. Non può essere vero! Qualcuno mi dia un pizzico.
Sei da sola, genio.
Giusto,
me lo do da sola. Ahi!
Oddio,
è vero! Sono lì! Non ci credo!
«CHRIS!»
Mi sento urlare e vedo Nick scuotere la testa sghignazzando, ma lo ignoro quando
vedo i quattro guardare nella mia direzione e sorridere. Saltello per far
capire che sì, sono stata io ad urlare e vedo la ragazza sorridermi e dare una
spinta ai due Chris.
Ti adoro, chiunque tu sia! Perfetta sconosciuta, erigerò una statua in tuo
onore!
Lei
dice qualcosa ed Hem si incammina verso di me.
OH MAMMA!
Il
cuore mi rimbalza in gola, oddio! Sto per morire, ne sono sicura! Lui mi sorride:
«Ciao.» Ok. Ora del decesso: 19.46.
«C... ciao.»
Balbetto mentre lo guardo dal basso verso l’alto. «Ma quanto sei alto, Dio mio?»
«Uno e novantuno.» Mi dice
sorridendo divertito.
«No, lo so.» Rido cercando di non
pensare al fatto che ho parlato senza ragionare. «Intendevo che sei davvero...
alto.» Sposto la mano dalla mia fronte alla sua in linea obliqua, mi sento una
nanetta. Eppure non è che io sia tanto bassa, per una ragazza. «Non che sia un
male, anzi. Sei praticamente perfetto, guardati. Hai solo un difetto, se
proprio vogliamo essere precisi: sei sposato.» Dico con uno sbuffo, e lui ride.
Poi scuoto la testa per correggermi: «No, scherzo, adoro Elsa. Siete davvero
una bella coppia...»
Chris mormora un “grazie”
leggermente imbarazzato, ma ormai sono partita: «Però sapere che uno come te è
single sarebbe davvero fantastico, capisci. Avere la remota speranza e possibilità
di stare con te... cioè... ok, la smetto di parlare. Facciamoci una foto.» Dico
cercando di non dargli il tempo di ragionare sull’ultima cosa che ho detto.
Sono completamente andata.
«Beh il mondo è pieno di uomini,
anche migliori di me.» Faccio una smorfia e lui se ne accorge. «Dico sul serio.»
Prosegue sorridendo. «Una ragazza carina come te non farà certo fatica a trovare
qualcuno degno di lei.»
Potrei intavolare un bel
dibattito su questa affermazione e magari convincerlo che uno migliore di lui
per me al momento non esiste, ma decido di bearmi del fatto che ha detto che
sono carina e restare in silenzio imbarazzata. Lui si volta verso il gruppo da
dove è arrivato e alza la voce: «Alex, potresti venire qui?»
Seguo il suo sguardo e vedo la ragazza sorridere e
avvicinarsi, Chris Evans si avvicina con lei. Però, quanto è bello anche lui.
Mi è sempre piaciuto, dai tempi dei Fantastici 4. Anche prima, veramente.
«Ci puoi fare
una foto?» Domanda Chris alla ragazza ed io le porgo la macchina fotografica
come un automa. Hem si abbassa al mio livello e parla sottovoce guardando Alex
che indietreggia per scattare la foto: «È una fotografa, quindi dovrebbe fare
un bel lavoro… almeno avrai un bel ricordo, no?»
Sorrido guardando l’obbiettivo. «E’ stato un pensiero
carino, grazie.»
Lui mi fa un occhiolino e torna a guardare la ragazza.
Sento il cuore andare a mille e non ci posso credere che sta succedendo
davvero! La fotografa abbassa la macchina e si riavvicina mentre Hem mi saluta.
Scruto Evans e proprio mentre mi stanno porgendo la macchina vedo che lui se ne
sta per andare.
Ehi, fermo lì Evans dove credi di andare? Voglio una
foto anche con i tuoi muscoli!
«Posso chiederla anche a te?» Domando, alzando un po’
la voce. Evans si indica con l’indice ed io annuisco; lui accenna un sorriso
imbarazzato e accetta. Ci posizioniamo proprio come ho fatto poco prima col suo
omonimo e la ragazza scatta, poi si avvicina e mi rende la macchina.
«Grazie mille!» Le dico cercando di farle capire che
mi riferisco anche al fatto di averli mandati da me. «Grazie. Grazie.» Ripeto
in preda alla gratitudine, lei sorride.
«Figurati.» E si allontana dopo avermi salutata. La
guardo andare via e sono su un’isola felice.
«Allora è stato un piacere.» Sobbalzo tornando sulla
terra ferma e mi volto di scatto verso il ragazzo che si trova ancora alla mia
sinistra, sbatto le palpebre quando incontro i suoi occhi celesti, lui fa un
mezzo sorriso e un passo per allontanarsi.
«Aspetta!» Si volta verso di me e io inizio a frugare nella
borsa. Dove diamine è finito? Eppure sono sicura di averlo preso… ah, eccolo! Estraggo
trionfante una penna e un block notes e glieli porgo: «Un autografo per mia
sorella…»
«Certo.» Mi dice mentre afferra gli oggetti dalle mie
mani tremanti.
«Complimenti per la tua bravura, mi sei piaciuto tanto
in Captain America.» Gli dico, e lui
abbozza un sorriso mentre muove velocemente la penna sul foglio. «E nei Fantastici Quattro. E in Push! E in What’s your number, mi hai fatta morire! E in Cellular, oddio lo adoro! Lo avrò visto diecimila volte!»
Lui ride e mi rende le mie cose. «Sei sicura che sia
tua sorella la mia ammiratrice?» Mi chiede con un mezzo sorriso che non gli
sparisce dal volto.
«Ehm… piaci anche a me come attore.» Dico leggermente
imbarazzata e il suo sorriso si allarga.
«Grazie mille, fa sempre piacere essere apprezzati per
il proprio lavoro.» Sorrido e annuisco. «Adesso però devo andare. È stato un
piacere.»
«Piacere tutto mio.» Replico, e lo vedo raggiungere i
suoi amici. Io vado da Nick, lo ringrazio e mi avvio al cinema dove si terrà la
premiere, non si sa mai che non possa rimediare qualche altro autografo.
***
Bene, ci sono.
Ho praticamente fatto a botte con qualcuno, ma sono in
prima fila, potrò vederli tutti.
Sono elettrizzata, sarà l’atmosfera o gli incontri
stupendi che ho fatto poco fa, ma sento il cuore battermi nel petto come un
tamburo e non riesco a farlo rallentare, se continua così mi prenderà un
infarto. Iniziano ad arrivare e urlo insieme a tutti gli altri fan;
contemporaneamente scatto qualche foto sperando di avere la mano ferma.
La
prima ad arrivare è Scarlett, e devo dire che è bellissima proprio come l’ho
sempre ritenuta, non ritengo che sia brava nel recitare come dicono, ma è
talmente bella che fa sfigurare qualsiasi donna al suo fianco. Subito dopo
arrivano Mark e sua moglie, tutti e due sorridenti e così carini che avrei
voglia di essere adottata da loro. Scuoto la testa a questo pensiero malsano e
guardo chi è il prossimo ad arrivare: Chris Evans. Il pensiero del nostro
incontro mi manda il cuore in gola, pur non essendo il mio attore preferito in
assoluto non posso negare che mi sia sempre piaciuto. Credo di aver visto gran
parte della sua filmografia ed ogni volta mi sono persa dietro al suo volto e
alla sua recitazione. Oltre che dietro al suo fisico scolpito. Lo osservo nel suo
completo grigio mentre si intrattiene a qualche metro da me per farsi
fotografare dagli addetti e ne approfitto per fare qualche scatto a mia volta.
Ora che lo guardo meglio è proprio bello, ma non faccio in tempo a fare questo
pensiero che viene richiamato da Mark e si allontana.
Jeremy Renner arriva dopo di lui. Sghignazzo
fra me e me pensando che non ha per niente una faccia da cattivo, né da duro. Ha
una faccia da Disney. Quando arriva Samuel L. Jackson, strabuzzo gli occhi. E’
vestito in una maniera orribile, sembra uscito da “Il vecchio e il mare” di
Hemingway. Mi spaventa di più il suo vestito che la sua faccia, che non è così
cattiva come credevo.
Clark
e sua moglie sono semplicemente bellissimi. Mi sento un po’ cattivella, ma penso
che se mai divorziassero lo vorrei sposare io. E’ così affascinante, lo adoro
proprio. Dopo di loro arrivano Cobie Smulders e la sorella del mio Chris: sono entrambe
molto belle, ma se la prima la invidio perché ha avuto la fortuna di lavorare con
quei pezzi grossi, con la seconda non farei mai a cambio. Non vorrei mai avere Chris come fratello.
Un
tuffo al cuore.
Ecco
cosa mi succede quando sul red carpet arrivano Chris con la sua bellissima e
odiosa moglie incinta. Scommetto che non è nemmeno odiosa davvero, è l’invidia
che mi mette in testa questi pensieri. Sono tremendamente belli e sento che
potrei mettermi a piangere sul serio. L’uomo dei miei sogni è davanti a me,
splende sotto le luci dei riflettori e sembra ancora più bello di quello che è.
Lo
sguardo che rivolge a sua moglie mentre con la mano le carezza il pancione è
qualcosa di altamente dolce e doloroso insieme. Sento una lacrima scendere
lungo una guancia e la scaccio subito via ritrovando il sorriso, sono euforica
e odio reagire in questo modo. Mi concentro su Thomas Hiddleston che li segue e
mi ritrovo a pensare che avrei davvero bisogno di una versione tascabile di lui
che dispensa consigli e parole di saggezza nei momenti di bisogno, un po’ come
adesso. Qualcuno si appoggia addosso a me e mi volto di scatto.
«Tutto bene?» Chiedo alla
fotografa che mi è quasi caduta addosso, aggrotto la fronte. «Ma tu non sei...»
«Alexis, tanto piacere.» Mi
interrompe porgendomi una mano che stringo leggermente imbarazzata.
«Charlotte.» Aggiungo titubante.
E’ la fotografa dell’albergo.
L’amica dei Chris e di Mark. Mi chiedo se conosca il resto del cast.
«È un piacere!» Mi dice
sorridendo e poi torna a guardare gli attori davanti a noi, fa per portarsi la
macchina al volto per scattare qualche foto, ma prima si ferma e fa un cenno di
ok ad Hiddleston che la guardava apprensivo. Sì, decisamente conosce il resto
del cast e credo anche che abbia un rapporto un po’ più profondo con qualcuno
di loro. Ora che ci penso, prima Clark l’ha abbracciata…
Il rumore di un auto mi distoglie
dai miei pensieri e mi porta a guardare il red carpet dove fa il suo ingresso
trionfante Robert Downey jr. Una primadonna come sempre, ruba la scena a tutti
facendoli divertire e scommetto divertendosi a sua volta. Non è cambiato molto
da quando da piccolo chiedeva alla gente se aveva i peli sulle palle… ho il
terribile sospetto che potrebbe farlo ancora. Rido da sola pensando a come
sembrava dolce e innocente con quegli occhioni da bambino. Adesso con quei
capelli sparati e quel sorriso malizioso che non gli abbandona mai il volto
sembra più il diavolo che un angelo, ma credo che faccia parte del suo fascino.
Alexis accanto a me fa un passo
più avanti. Beata lei che può avere accesso ad un area più ravvicinata. Non
faccio in tempo a pensarlo, che si volta verso di me con fare pensieroso.
«Seguimi.» Dice a bassa voce.
Resto frastornata per un attimo mentre lei mi indica ad un bodyguard che mi fa
cenno di passare.
«Aaaaahhhhh!» La abbraccio di
slancio non appena raggiungiamo l’area ai piedi del red carpet e per poco non
rotoliamo a terra. «Oddio! Grazie!» Lei mi fa segno di fare silenzio e inizia
ad inquadrare i ragazzi. Mi metto buona buona, ma sono talmente eccitata che
non posso fare a meno di parlare.
«Ma tu li conosci bene?»
«È una lunga storia, ma sì.» Sorrido
e guardo i ragazzi. La sua risposta mi ha incuriosita e non poco, ma non me la
sento di iniziare a farle domande.
«Grazie davvero per questo.» Le
dico guardandola ed indicando i ragazzi.
«Alex, posso…» Questa voce la
conosco.
Mi volto di scatto.
«Ciao… sei la ragazza dell’albergo?» Annuisco
e sto per collassare di nuovo. Anzi, mi correggo: collasso di nuovo quando mi
sorride. Sento Alexis passarmi una mano sulla schiena e mi riscuoto mentre
Chris chiede ad Alexis delle foto con le sue donne.
«Se solo non ci fosse Elsa...» Lo mormoro con
un sospiro mentre li guardo nella loro bellezza, sento che potrei rimettermi a
piangere.
«Però sono una coppia adorabile, vero?»
Annuisco al suo sguardo comprensivo e sta per chiedermi qualcosa quando Robert
inizia ad attirare l’attenzione.
«Su Chris non fare il megalomane con ben due
donne al tuo fianco, lasciaci almeno tua sorella.»
«Direttamente da “cosa dire al fratello di una tua amica per beccarsi un
pugno in faccia”.» Aspetto che Chris lo picchi, ma resto sorpresa quando lui
sorride e cede Elizabeth a Robert. La cosa non mi importa più di tanto, quindi
sposto lo sguardo sul resto del cast, Thomas e Christopher stanno parlando
fitto fra di loro e sono quasi sicura che il primo stesse guardando nella
nostra direzione quando mi sono voltata. Continuo a guardarli mentre l’inglese
sorride divertito scuotendo la testa e Chris lo stringe per le spalle ridendo.
Devo ammettere che sono davvero carini, si vede che sono amici. L’esperienza
del film deve averli fatti legare molto e mi piace cogliere questo momento di
“intimità”. Inizio a studiarli senza staccare gli occhi da loro: se Thomas ha
un fascino particolare, Chris è proprio bello.
«Ma che tu sappia Evans è
libero? No perché, visto che Chris uno
è occupato, potrei accontentarmi di Chris due.
E non ci andrei male, voglio dire...» Lei mi guarda sorpresa e divertita
insieme. «Sì, sto sclerando, non badare a me.» Aggiungo facendo spallucce. Ho
parlato senza pensare. O meglio ho dato voce ai miei pensieri che forse è
peggio.
«Ti prego prenditelo, magari lo fai rinsavire!»
La guardo perplessa e lei ride. «Scusa… È liberissimo, ma stai attenta... è un
donnaiolo.» Afferma sorridendo. Ma mi ha presa sul serio?!
«Figurati se mi degna di
uno sguardo…» Mormoro guardandolo, è bello. Troppo
bello. Mi volto verso Alexis. «Comunque grazie per la risposta.» Torno a
guardare gli attori.
Così vicini eppure così
lontani.
«Io non ho il biglietto.»
Dico ad Alexis che si sta riponendo le sue cose, si volta verso di me facendo
il broncio.
«Uffa!» Dice contrariata,
io le sorrido facendole capire che non è niente di importante, anche se
pagherei per poter dare un’occhiata. Lei si carica la borsa in spalla e parla.
«È stato davvero un
piacere conoscerti.» Le sorrido in risposta. «Grazie dell’aiuto.»
«Non ho fatto nulla!»
Gesticolo arrossendo. «Sei tu che mi hai portata in zona off limits e non ti
ringrazierò mai abbastanza.»
«Non è stato niente.» Sminuisce
la cosa. Parlo di getto.
«Ti lascio il mio numero,
se a Robert servisse un’infermiera per il pugno che Hemsworth gli rifilerà
prima o poi…» Lei mi porge il telefono, digito i numeri velocemente.
«Sei un’infermiera quindi?»
Annuisco rendendole il telefono. «Infermiera specializzata.» Specifico mentre
lei fa squillare il mio telefono e mi saluta di nuovo prima di sparire
all’interno del cinema. Mi piace, è una ragazza simpatica.
~ Chris
E anche questa è fatta. Il film è
stupendo, sono fiero di farne parte! E anche se non amo moltissimo queste
occasioni, stasera mi sono divertito.
Sorrido all’ultima giornalista che mi
intervista e la ringrazio. Lei mi guarda abbozzando un sorriso e dal suo
sguardo capisco che vorrebbe di più. Altre sere magari ci avrei anche provato, ma
stasera no. Sono preoccupato e sovrappensiero per tutta la storia di Robert ed
Iz. Penso a come potrebbe reagire Alexis, ho paura che possa soffrirne troppo.
Tom mi raggiunge sorridendo come sempre, ma lo vedo lontano un miglio che è
stanco.
«Ce ne torniamo in albergo?» Gli propongo
e lui annuisce, mi guardo intorno. «Dov’è Alex?»
«È uscita poco fa...»
Sghignazzo. «La tieni sempre d’occhio.»
Lui mi guarda senza replicare. «Dovresti farti avanti invece di guardarla e
basta…» Lui scuote la testa quasi divertito.
«Ma sei sempre in mezzo? Comunque è una
situazione complicata.» Questi due parlano nella stessa identica maniera, se solo
sapessero quello che so io!
«Io cerco di spingervi a dichiararvi,
ecco perché sono in mezzo.» Affermo, ed è la verità:senza di me sarebbero persi. Tom mi guarda
fra lo scettico ed il divertito mentre ci incamminiamo insieme verso l’uscita
del cinema. Lì dovremmo prendere una delle limo che ci ha riservato l’albergo.
«Chi è la ragazza di cui ti parlava Alex?»
Mi chiede Tom dopo un momento di silenzio. Ripenso alle occhiatacce che ci
siamo beccati nel cinema quando Alex ha iniziato a parlarmi di lei e non la
smetteva nonostante i rimproveri di quelli seduti dietro di noi.
Abbozzo un sorriso mentre usciamo dal
locale e rispondo: «È una fan dell’altro Chris che abbiamo incontrato in
albergo poco prima di partire.» Mi gratto la testa e sorrido allo sguardo
curioso di Tom e aggiungo: «Era molto car…» Mi blocco quando il mio sguardo
scorge il suo profilo. «È lì.»
Allungo un braccio dietro le spalle di
Tom facendolo voltare mentre indico in modo discreto l’oggetto della nostra
conversazione. Resto a fissarla per qualche secondo mentre ne studio la sagoma
da lontano. Non è altissima, ma è ben proporzionata…
Ok, almeno con me stesso devo essere
sincero: non è altissima, ma ha un fisico da paura. I capelli lunghi e mori le
ricadono ondulati poco sotto le spalle e inevitabilmente i miei occhi si
soffermano sulle sue forme. Tom si schiarisce la voce al mio fianco.
«In base a ciò che ha detto Alex, dovresti
andare a salutarla…»
Lo guardo scettico mentre lui osserva la
ragazza. Charlotte, mi pare. Alex ha detto che si chiama così… e che è
simpatica. Scrollo le spalle ed incrocio le braccia al petto. Tom scuote la
testa accanto a me e solleva una mano. Oddio... no.
«Charlotte?» Lei si volta e sbianca. Lo
vedo anche se siamo lontani e vorrei strozzare Thomas qui accanto. Lei si
indica con l’indice e lui mi sorride e mi trascina letteralmente da lei. «Sei Charlotte,
non è vero?» Lei annuisce titubante guardando Tom. Il ragazzo non ha ben chiaro
che è un personaggio famoso adesso e che alla poverina potrebbe prendere un
infarto da un momento all’altro. La guardo e lei sposta i suoi occhi su di me.
Ecco, adesso l’infarto potrebbe prendere a me. Ha due occhi grandi e scuri che
mi fermano in gola le offese che vorrei rivolgere a Tom.
«Alexis ci ha detto che avete fatto
conoscenza…» Mi volto verso Tom che nel frattempo ha posato una mano sulla mia
spalla e sorride a Charlotte. «Non avevi i biglietti per la prima?»
Vorrei sapere come fa ad essere così
tranquillo. O forse dovrei chiedermi perché io non lo sono affatto.
«Purtroppo no.» Risponde lei e io guardo
Tom. Mi domando se è idiota o meno, mi pare ovvio che se non ha visto il film
non aveva i biglietti. Lui si volta verso di me e mi guarda come se fossi io
l’idiota e non lui.
«E perché non gliene hai procurato uno?» Ho sentito bene?!
«Cosa? Ci siamo incrociati due secondi fuori l'albergo, perché avrebbe
dovuto regalarmi un biglietto per il film? Già è tanto se è venuto a
salutarmi...» Interviene Charlotte.
«Veramente ho dovuto trascin...» Metto la mano sulla bocca di Tom prima
che dica qualche altra idiozia e sorrido a Charlotte. Ho capito il suo gioco
perché lo sento sorridere dietro la mia mano. Brutto bastardo.
«Tom è stanco… comunque è stato un piacere rivederti.» Le dico e lei
annuisce. Sicuramente starà pensando che siamo due svitati. E non le darei
nemmeno torto.
La limo dell’hotel si ferma a pochi metri da noi e mi ricorda che
dobbiamo andare, l’altro Chris e sua moglie ci fanno un cenno per raggiungerli
e Tom si libera dalla mia presa.
«Charlotte, sono davvero contento di averti conosciuto.» Lei gli sorride
beata. Non è solo carina, è proprio bella. «Alla prossima.»
Entrambi guardiamo Tom sollevando un
sopracciglio. Lui mi rivolge uno sguardo che non ammette repliche e raggiunge
Chris ed Elsa accelerando il passo. Lo guardo per un attimo scuotendo la testa
e mi volto verso Charlotte.
«Se sei di queste parti…» Incalzo e non
ci posso credere che sto per farlo. Tutta colpa di Alex che mi ha fatto il
lavaggio del cervello. «Da domani sarò libero quindi… se vuoi vedere il film,
possiamo organizzarci.»
La guardo di sottecchi e sento il cuore
in gola. Ma che cavolo mi prende oggi?! È una cosa che ho fatto un miliardo di
volte eppure mi sento come se fossi un novellino.
Lei si passa una mano fra i capelli e ride, piuttosto istericamente.
«Mi mandi un piccione col tuo numero?» Mi domanda, ironica. Giusto, che
idiota.
«Ovviamente non so ancora addestrare i piccioni e quindi non credo…» Lei
ride di nuovo e mi porge il suo telefono. Digito in fretta i numeri, ma aspetto
a renderglielo. «È inutile che ti dica che non devi renderlo pubblico, vero?» Dio,
sto davvero dando il mio numero a una fan?
«Mi fai così stupida?»
«No, affatto.» Mi affretto a dire. Stasera non ne azzecco una, va bene.
«È per la mia privacy… devo stare in guardia…»
«Anche io devo stare in guardia. Dalla concorrenza, però, per cui è
ovvio che non lo darei a nessuno.» Lo dice sorridendo e a quel sorriso vorrei
tanto dire che non esiste nessuna concorrenza, ma mi limito a restituirle il
telefono.
«Chiamami quando vuoi.» Dichiaro, e sto per salutarla quando lei preme
il pulsante verde del suo telefono e sento il mio cellulare vibrare in tasca.
Lei sorride.
«Chiamami tu, Capitano.»
«Chris vieni con noi?» Mi volto verso il gruppetto che ha raggiunto la
limousine, adesso c’è anche Robert ed è lui che ha parlato. Ritorno a guardare
Charlotte e lei parla prima di me: «Sei richiesto.»
«Già…» Resto per un attimo a guardarla senza dire niente poi sorrido.
«Ci vediamo allora.» Lei annuisce ed io raggiungo la macchina, entrandovi. Tom
mi è seduto accanto ma si sporge talmente tanto verso di me che mi è quasi in braccio
e mi rivolge uno dei suoi sorrisi enormi.
«Le hai dato il numero, bravo! Ti serviva solo una spintarella.»
«Attento che potrei darla io a te.» Mentre sei sul ciglio di un burrone,
aggiungo mentalmente.
«Ma quella non era una mia ammiratrice?» Mi chiede Chris guardandomi e
abbozzo un sorriso imbarazzato, mentre Robert risponde al posto mio.
«Evidentemente non più.» Tutti scoppiamo a ridere e per un attimo mi
chiedo se è stato giusto darle il mio numero e buttarmi così con una fan. Di
solito sono più prudente. Niente storie con le ammiratrici, non sai mai se una
mattina ti sveglierai con la tua storia di una notte riportata su tutti i
giornali. Scuoto la testa per cacciare quel pensiero e torno a seguire i
discorsi dei miei compagni di viaggio.
***
~ Charlotte
Lo guardo allontanarsi e anche se la visione del suo lato B è
celestiale, non riesce a distrarmi abbastanza dal pensare che tutto quello che
è successo è stato a dir poco surreale.
Prima ho conosciuto una ragazza che è stata super gentile con me e poi
Tom e Chris si sono comportati come due pazzi scatenati. Scuoto la testa e
starei per scoppiare a ridere se non sentissi il cellulare bruciarmi fra le
mani. Prima è avvenuto tutto così velocemente che non ho neanche riflettuto su
quello che stava realmente accadendo. Muovo le dita sul telefono aprendo il
registro delle chiamate e trovandoci quelle dieci cifre che al momento mi
sembrano le più belle che io abbia mai visto. E io odio i numeri.
Salvo il contatto di Chris con un sorriso gongolante stampato sul volto.
Buon giorno!
Eccoci qui con una nuova storia, una nuova long, che era nata come shot.
Vi sto già confondendo lo so xD
Ad ogni modo facciamo le serie: Aspetto vostre notizie perchè
sinceramente io adoro questa storia, amo cosa ne è derivato e voglio
che questo arrivi.
Ultimo ma non ultimo: questa ff è tutta merito di una persona
meravigliosa e che io adoro veramente dal profondo del mio cuore:
BlackPearl, ovvero Sara.
La conoscete? Allora sapete che persona amorevole è. Non la conoscete?
Andate subito sulla sua pagina: http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=17189
Perchè le sue storie sono una bomba di divertimento e talento e nessuno
dovrebbe non leggerle.
Tesora senza di te tutto questo non ci sarebbe e anche se forse per
qualcuno sarebbe meglio, perchè leggere ciò che scrivo non sempre può
piacere, per me è una cosa bellissima.
Ti voglio bene, non ti immagini neanche quanto.
Osservo il calendario appeso accanto all’attaccapanni e mi rendo conto
che è passata una settimana da quella assurda premiere. Ho portato le foto a
stampare e sono appena tornata dal negozio. Me le passo fra le mani, beata.
Prova tangibile che non mi sono sognata tutto. Eccomi sorridente insieme a
Chris Hemsworth. Mi aveva messo la mano sinistra
sopra la spalla, non me ne ero resa conto quella sera. Oddio! Passo la mano
sullo stesso punto come se potessi avere una specie di collegamento. A
malincuore cambio fotografia e guardo Evans.
Quello stronzo non mi ha chiamata. Non che ci sperassi, ma…
Certo non ci speravi, ma gli dai
dello stronzo ugualmente.
Shhh! Devo pensare!
Oddio, sto parlando da sola.
Cambio fotografia e siamo di nuovo io ed Evans, stavolta io sorrido
verso l’obbiettivo mentre lui mi guarda… sembra quasi assorto su…
Ma mi stava fissando le tette?!
Avvicino la foto agli occhi e non so se scoppiare a ridere o iniziare ad
irritarmi. Alla fine decido di cambiare fotografia e in quella dopo Chris non
sta guardando le mie tette, ma il mio volto sorridente, aggrotto la fronte e
piazzo le due foto che ho appena visto e quelle che le seguono in ordine sulla
scrivania e le osservo assorta.
Alexis deve averle scattate in rapida successione; io sono quasi sempre
identica, solo il sorriso si allarga leggermente, mentre lui sposta lo sguardo
dall’obbiettivo a me e di nuovo l’obbiettivo.
Allora non mi stava fissando le tette! Stava solo guardando il mio viso
sorridente.
Anche perché ammettilo, non è che
sei molto fornita.
Stai zitta brutta stronza!
Afferro l’ultima foto dove guardiamo entrambi verso la camera e me la
ripasso fra le mani come se fosse la cosa più preziosa che abbia mai avuto.
Potrei anche chiamarlo io…
Sì, ma per dire cosa?
Lasciamo perdere, è meglio. Ma lo sguardo si sposta ugualmente sul mio
telefono. Mi mordo il labbro inferiore combattuta e poi lo afferro.
Rubrica, cerca numero, tasto verde.
Uno squillo. Due. Tre. Ora riattacco…
«Pronto?» La voce di Alexis mi giunge all’orecchio quando sto per
chiudere la conversazione.
«Ehi Alex! Ti
ricordi di me?» Lei rimane in silenzio e quindi aggiungo: «Sono Charlotte. Ci
siamo incontrate alla premiere.»
«Ciao Charlotte!»
Mi dice e capisco che non mi aveva riconosciuta. Forse non ha nemmeno guardato
il telefono prima di rispondere. «Come stai?»
«Io benone, tu?» Le
rispondo, ma non mi sembra molto concentrata sulla nostra conversazione, mi
sembra… come dire… «Ti sento leggermente affannata.»
«Sto benissimo.» Mi
risponde dopo un po’ di incertezza. «Qual buon vento ti ha portata a
telefonarmi?» Mi chiede e stavolta sembra essere concentrata su di me.
«Ehm... mah niente in particolare, volevo salutarti,
sapere come va...>> Le dico e so che il tutto suona come una pessima
scusa, quindi decido di provare a chiederle qualcosa: «E per sapere se,
casualmente, tu... sempre per caso, avessi, non so, avuto notizie di... ehm...
Chris... per sentito dire, cioè... è vivo?» Rimango io stessa perplessa di cosa
ho detto.
«Credo che sia vivo, ma anche io non lo sento da un
bel po’…» Mi risponde e non so se questo mi consola o no. «Che ha combinato
quel deficiente?» Mi chiede sospettosa e poi la sento mormorare qualcosa a
qualcuno… un uomo? Oh cavolo non avrò mica interrotto qualcosa?! «Siete usciti
ed è sparito quell’ imbecille?» Mi chiede irritata e mi affretto a rispondere.
«Ehm veramente non mi ha mai chiamata…» Al suo
silenzio di risposta aggiungo: «Non che mi aspettassi chissà cosa, ma insomma
il numero ce lo siamo scambiati…»
«Ascolta io dovrei vederlo per la premiere di The
Avengers che si terrà qui a NY fra qualche giorno, vuoi che ci parli o passi
direttamente tu?»
Parlare lei? Assolutamente no! Passare io?! Neanche a parlarne!
Non voglio passare come quella che spera in qualcosa.
«No, no, figurati lascia perdere. Scusa se ti ho
disturbata. Ci sentiamo.»
Le riattacco praticamente in faccia, ma avevo paura di
cedere ad eventuali altre richieste.
Cavolo! Non l’ho nemmeno ringraziata delle fotografie!
Sono proprio un’ingrata. Pessima, pessima persona.
***
~
Chris
Eccomi di nuovo in questo turbinio di luci e flash che
è il redcarpet, la fama,
il successo. Ancora non so se è quello che voglio o un effetto sgradevole di quello
che è il mio lavoro. Sorrido controvoglia ai fotografi e cerco il volto di
Alexis. Ieri mi ha mandato un messaggio con scritto che oggi ci saremmo visti,
ma non riesco a vederla in mezzo a tutti questi flash e a questa miriade di
gente. Magari dopo la chiamo.
«Ehilà Evans!» Mi saluta Elizabeth
che sta parlando con suo fratello. «Come stai?» Mi abbraccia quando li
raggiungo e io le sorrido.
«Sto bene, tu?»
«Non c’è male.» Mi risponde sorridendo mentre io
saluto Chris.
«Gli altri dovrebbero arrivare fra poco.» Mi dice lui
mentre io mi guardo intorno e sorrido ai fans.
«Intanto firmo qualche autografo.»
«Vengo con te.» Mi segue, mentre sua sorella rimane
con Elsa e quel pancione enorme.
«Non ti dà fastidio portare Elsa a queste cerimonie?»
Gli chiedo mentre lui mi guarda perplesso. «Insomma nelle sue condizioni…»
Aggiungo cercando di spiegarmi.
«Mi darebbe più fastidio venire senza di lei.» Mi dice
sorridendo e firmando un autografo ad una ragazza. Lo guardo stranito dalla sua
affermazione.
Penso alle sue parole mentre firmo autografi e faccio
fotografie. Io ho sempre pensato che non fosse giusto per un’eventuale partner
portarla in questo assurdo mondo dello spettacolo, dove tutto viene frainteso e
dove spesso le coppie vengono distrutte da tutto ciò. Per questo è meglio
essere single, se sei da solo hanno meno modi di danneggiarti.
Dopo aver fatto un bagno di folla, insieme a Chris
raggiungiamo il gruppo all’interno della sala, adesso ci sono anche Mark e
Scarlett, e mentre abbraccio quest’ultima ricevo un pugno su un braccio.
«Ahi!» Mi lamento più per scena che per altro mentre
mi volto verso il mio seccatore.
«Oh, wow.» Davanti a me c’è Alex con indosso un
vestito blu che le mette in risalto le tette, deglutisco a fatica e sorrido
smagliante. «Cavolo Alex, sei… wow.»
«Sì, sì…» Mi dice poco entusiasta e si porta le mani
sui fianchi.«Io e te dobbiamo fare i
conti!»
«Io e te con quel vestito possiamo fare tutto quello
che vuoi.» Non resisto a darle noia in questo modo, è più forte di me. Lei sta
per ridere, ma lo nasconde passandosi una mano sul collo e guardandomi in
tralice; il mio sguardo è concentrato sulla sua nuca dove nascosta sotto il
fondotinta c’è una macchia che riconosco molto bene. Inizio a ridere.
«Cosa? Che ridi?» Mi domanda lei in preda al panico,
non riesco a smettere. «Chris? Hai fumato per caso?» Scuoto la testa e cerco di
ricompormi.
«Con chi sei venuta?» Le domando con fare malizioso.
«Chi è così protettivo?» Lei sgrana gli occhi e si passa una mano sul collo
allarmata.
«Si vede tanto?» Mi domanda sottovoce mentre continuo
a sghignazzare. Bingo!
«Tu prima dimmi chi è stato.» Le dico divertito mentre
lei inizia a mormorare qualcosa sul tenere i capelli sciolti. «Su dai dimmelo!»
La so già la risposta, ma voglio sentirla da lei. «E’ stato Tom, vero?!»
«Perché non hai chiamato Charlie?» Mi volto verso Tom
che è appena entrato in sala e si è avvicinato a noi e lo guardo perplesso. Chi
cavolo è Charlie? Mi volto con un sopracciglio alzato verso Alex pensando che
sia una sua amica. Tom attira di nuovo la mia attenzione. «Sto parlando con te,
Cap.»
«Aspetta, prima Alexis deve dirmi una cosa.» Gli
rispondo mentre torno a guardare Alex. «Allora? Chi è stato a lasciare il
segno?» Rido alla mia stessa battuta e aspetto che Alexis mi risponda.
«Si vede ancora?» Smetto di ridere di botto alla
domanda del ragazzo al mio fianco. O meglio il mio sorriso cambia
completamente, se prima era divertito adesso è malizioso.
«Sì, idiota!» Alexis guarda Tom che sorride
soddisfatto come se potesse strozzarlo e cerca di imitarne la voce: «“Coprilo
con un po’ di fondotinta, cosa vuoi che sia… nessuno se ne accorgerà.”» Torna
alla sua voce normale. «Dopo… dopo pagherai per questo.»
Tom le posa una mano sui fianchi e le bacia il lobo
dell’orecchio.
«La cosa mi piace.» Sussurra mentre lei scuote la
testa e infine sorride.
«ALT!» Sollevo le braccia al cielo mentre quei due mi
guardano sorpresi. «Che cavolo è successo qui?! Da quando in qua voi due
siete... così? E soprattutto perché
non sono stato avvertito?»
Non che fosse un mistero quello che c’è tra loro, ma
non pensavo che alla fine uno dei due avesse trovato il coraggio di ammettere
che è innamorato perso. Non senza il mio aiuto almeno.
Tom sghignazza e lega le dita della sua mano a quella
di lei.
«Tu dicci perché non hai chiamato Charlie!»
«Chi cavolo è questa Charlie?!» Sbotto ancora
sconvolto.
«Charlotte!» Mi dice Alex e una lampadina si illumina
nel mio cervello.
«Ah! La fan di Chris...» Dico sfregandomi la testa.
Cavolo! Avrei dovuto chiamarla in effetti.
«Perché non l’hai chiamata?» Mi chiede di nuovo Alex e
ho paura che possa picchiarmi. Soprattutto dato che sto per dirle la verità.
«Ehm… me ne sono dimenticato.» Ammetto in imbarazzo
mentre mi gratto la barba.
Lei si batte il palmo sulla fronte e scuote la testa, Tom invece sghignazza.
«Come hai potuto dimenticare una ragazza così carina,
non è da te!» No, in effetti non è proprio da me. Alex mi porge il suo telefono
e io la guardo perplesso.
«Ho già fatto il numero, devi solo parlare.» Mi
sorride malefica. «Quello te lo ricordi come si fa, no?»
Mi porto il telefono all’orecchio sentendo che
purtroppo sta già squillando, lei e Tom si avvicinano al cellulare come due
avvoltoi.
«Alex ciao!» Charlotte risponde mentre sto provando ad
allontanarli dalla mia faccia.
«Ehm... veramente sono Christopher…» Rispondo
titubante e lei tace. Alex mi fa un gesto come per continuare a parlare. «Ti dist…» Alex mi fulmina con lo sguardo e io correggo il
tiro: «Scusa se non ti ho chiamata prima. Ti disturbo?» La mia terrificante
amica sorride, ma dall’altra parte del telefono ancora non sento niente. «Ci
sei ancora?»
«Ehm… Sì.» Mi risponde turbata. «Ciao… Christopher.
Nessun disturbo, dimmi tutto.» Mi gratto il mento sotto la barba e resto in
silenzio. Detesto farlo ma guardo quei due accanto – o meglio addosso – a me.
«Chiedile qualcosa! Come sta? Cosa fa?» Mi dice Alex
esasperata e divertita insieme dalla mia goffaggine. Le metto una mano sul
volto e la allontano da me, ma seguo il suo consiglio.
«Insomma…» Pensa in fretta, idiota.
«Come va la vita, come te la passi, come è il tempo,
dille qualcosa!» Tom prova ad aiutarmi.
«Com’è il tempo?» Gli rivolgo un’occhiataccia appena
mi rendo conto dell’idiozia che ho appena detto mentre lui sussurra un “no” e
inizia a ridere da solo. O meglio insieme ad Alex. Che ho fatto per avere due
amici così?
«Mi hai chiamata per sapere com’è il tempo?» Mi chiede
Charlotte e non capisco se è perplessa o irritata. Penso sia la seconda opzione.
«Chi è il genio che ti ha suggerito di chiedermelo?» Sorrido a quella battuta e
al suo tono affatto scocciato, ma piuttosto divertito.
«Un imbecille.» Sghignazzo passandomi una mano fra i
capelli. «Ad ogni modo come sta-»
«Comunque qui sta piovendo, se ti interessa sul
serio.» Dice leggermente contrariata. A me non interessava. Sto per dirglielo,
ma lei mi interrompe ancora prima di iniziare a parlare. «Infatti sarei dovuta
uscire, ma abbiamo rimandato per colpa di questa maledetta pioggia.» Sorrido a
questa notizia e ringrazio mentalmente la nube su Los Angeles.
«Appuntamento galante?» Mi sento chiedere con una
punta di gelosia. Sto decisamente perdendo il punto della situazione.
«No, no…» Ride nervosa. «Dovevo uscire con delle
amiche.»
«Bene. Per l’altro genere di uscita aspetta me.» Non
ci credo che l’ho detto sul serio. Lei ride. Bene. Ho fatto la figura
dell’idiota. O del latin lover navigato? Devo ancora decidere.
«D’accordo, farò il sacrificio di aspettarti.» Mi dice
ancora divertita, contagiandomi con la sua allegria.
«Ok, allora ti chiamo domani.»
«Uhm… chissà perché penso che non ti sentirò più per
un altro bel po’ di giorni?» Mi chiede non troppo ironicamente.
«Avrei dovuto telefonarti prima, ma non hai idea dei
casini che ho avuto.» Cerco di spiegarle.
«Se non ti scoccia possiamo fissare adesso.» Mi dice
titubante, poi ride come a voler mascherare la cosa.
«Nessun problema!» Dico anche con troppo entusiasmo e
mi riporto subito coi piedi per terra. «Se ti va bene vedersi fra due giorni,
per me sarebbe perfetto!»
«D’accordo.» Mi risponde facendo allargare il sorriso
sul mio volto. «Dove ci troviamo?»
«Possiamo vederci fuori al cinema della premiere, che
ne dici?» Propongo.
«Perfetto… alle 18 ti va bene?» Dice lei e credo di
poter dire con assoluta certezza che sta sorridendo dal suo tono di voce.
«Assolutamente.» Sorrido fra me e me e aggiungo:
«Tranquilla, verrò.»
«Altrimenti ci perdi e basta.» Mi risponde ridendo e
dopo avermi salutato riattacca.
Mi rigiro il cellulare di Alex fra le mani con fare trionfante, prima di
voltarmi verso di lei.
«Non mi è sembrato tanto difficile.»
«Perché sono un conquistatore nato.» Le rispondo
soddisfatto, Tom ride e lei alza gli occhi al cielo, mentre le restituisco il
telefono e le passo una mano sopra le spalle. «E adesso raccontami tutte le
sconcezze che hai fatto con Tom a mia insaputa.» Lei mi dà una pacca sul
braccio e insieme ci avviamo a prendere posto nella sala.
***
~ Charlotte
Trovare qualcosa da mettere è stata
la cosa più difficile da fare, ma devo ammettere di essere un minimo
soddisfatta.
Jeans, canotta beige svasata e
collana lunga piena di pietre colorate. Semplice ma elegante con sopra una
giacca di pelle chiara. Il tempo è ancora incerto, stamattina c’era il sole
adesso delle nuvole si stanno addensando, ma non credo che pioverà. Almeno
spero.
Esco dal mio appartamento e
raggiungo a passo svelto – per quanto me lo permettano le mie scarpe col tacco
– la prima sosta della metro che trovo. Mentre aspetto il treno mi cade lo
sguardo sull’orologio digitale della stazione e sgrano gli occhi.
Oh por…
Ok, stiamo calme. Respira
Charlotte, ce la puoi fare.
Cinque minuti all’appuntamento della vita con Chris
Evans e tu sei a venti minuti di metro da dove vi dovreste trovare. Ottimo!
Beh lui ha aspettato diversi
giorni prima di farsi vivo, quindi cerchiamo di non farci prendere dal panico.
Cerco di tranquillizzarmi con
quel pensiero e intanto conto le fermate che mancano alla mia, mentre sento
l’agitazione crescere invece di diminuire.
E se arrivo e non c’è?
Quel pensiero mi paralizza per un
secondo mentre le porte del veicolo si aprono e trovo la forza di uscire solo
grazie allo scossone che ho ricevuto durante la frenata.
Salgo le scale per uscire all’aria aperta e con mio grosso disappunto sento
tuonare in lontananza.
Inizio a camminare verso il
cinema e lo vedo appoggiato al muro, sta guardando l’orologio da dietro un paio
di occhiali scuri. Incrocia le braccia al petto abbozzando un sorriso ed io mi
perdo a studiarlo: jeans e camicia bianca con una felpa grigio chiaro sopra.
Sembra uscito da What’syournumber?.
Accelero il passo nella sua
direzione e lo raggiungo sorridendo.
«Ciao! Scusa il ritardo.» Gli
dico quando sono abbastanza vicina, lui sorride e –prendendomi totalmente alla
sprovvista – mi dà due baci sulle guance.
«Iniziavo a pensare che mi avessi
dato buca per vendetta.» Dice mentre io sono ancora in catalessi e sento la
pelle bruciare sulle guance. Lui ride nervoso alla sua affermazione ed io torno
sulla terra in tempo per rispondergli.
«Mi hanno trattenuta al
telefono.» Mento mentre ripenso alla montagna di vestiti scartati che ho
lasciato sul letto a casa. Lui annuisce e si passa una mano fra i capelli
corti.
«Allora, ti avevo promesso di
farti vedere il film.» Dice dondolando sul posto. Ma quant’è adorabile?! «Però
è già iniziato lo spettacolo.» Mi guarda severo ed istintivamente mi mordo il
labbro inferiore. Lui sghignazza e mi posa una mano sulla spalla. «Ma, si dà il
caso che qualcuno fra noi due abbia giocato le giuste carte e sia in possesso
della copia digitale della pellicola.»
«Sul serio?» Lo guardo e lui
annuisce soddisfatto. «Dobbiamo solo trovare una tv ed un lettore dove
guardarlo.» Mi risponde mentre solleva un sopracciglio nella mia direzione.
Oh-Oh.
Resto in silenzio mentre cerco di
scacciare il pensiero di me e lui da soli su un divano a non guardare un
film.
«Io abito a venti minuti di metro
da qui.» Dico facendo spallucce quando invece sto tremando. Lui sorride, in un
tacito assenso.
«Se non sbaglio la fermata è di
là, vero?» Chris indica la strada alla mia destra ed io annuisco. Dopo pochi
minuti sono in una metro piena di gente con Chris Evans, lui continua a tenere
gli occhiali per evitare di essere riconosciuto e dato che il vagone è
affollato sono a decisamente pochi centimetri dal suo corpo. E l’unica cosa che
mi passa per la testa è: Ma come fa a profumare così?
Secondo me fa il bagno nella colonia.
Il treno si ferma ed io sto per
cadere sul lurido pavimento della carrozza quando vengo ripresa per i fianchi e
finisco con la faccia sul suo petto.
Sì. Fa
decisamente il bagno nel profumo.
«Scusa.» Balbetto incontrando i
suoi occhi celesti da dietro le lenti scure.
«Niente.» Chris sorride e
continua a tenermi le mani sui fianchi. E le lascia lì anche quando scendiamo
dal treno e lo guido fino al mio appartamento.
«Scusa il disordine. Non
aspettavo visite.» Lui annuisce mentre lo faccio entrare in casa.
«Mi prendi in giro?» Si volta verso
di me e mi fa quasi ridere vederlo lì al centro della stanza, sembra riempirla
tutta con la sua presenza. Aggrotto la fronte mentre chiudo la porta e mi tolgo
la giacca, lui poggia gli occhiali sulla mensola dove tengo le mie chiavi.
«Dove sarebbe il disordine?» In camera da letto, penso, imbarazzata. Faccio un
sorriso nervoso e gli indico la tv.
«Fai ciò che devi fare.» Mi
sposto verso la cucina. «Dovrei avere dei pop corn.»
Sto cercando di far rallentare il mio cuore con le mani poggiate sul bancone di
cucina quando lui inizia a parlare dal salotto.
«Non ti facevo un tipo da
Orgoglio e Pregiudizio.» Sgrano gli occhi. Merda! Devo aver lasciato il dvd nel
lettore. «Dov’è la custodia? Ah, no! L’ho trovata!» Lo raggiungo cercando di
sembrare calma e non dare peso a questa mini invasione nella mia privacy. Lui è
già seduto sul divano, il piede destro sopra il ginocchio sinistro e le braccia
sopra lo schienale.
Come fa a essere così? Così... aaah. Basta!
Charlie, infila la testa nella ciotola di pop corn e non
la tirare fuori mai più.
Chris Evans è seduto sul mio
divano.
No, ma, sul serio, non ci posso
credere. Devo fargli una fotografia. NON CI CREDO!
«Ti siedi o vuoi vederlo in
piedi? Non mordo, tranquilla.»
Ah, per quanto mi riguarda puoi anche farlo, tranquillo
tu.
Mi siedo e sistemo
strategicamente la ciotola sul divano in mezzo a me e lui, Chris mi scruta
sollevando un sopracciglio un sorriso sghembo stampato in volto, dà il via al
film mentre afferra la scodella e se la mette sulle gambe.
Maledetto. Allora lo fai apposta.
Mi avvicino a lui prendendo un
paio di pop corn e me li porto alla bocca cercando di
concentrarmi sul film anche se al momento c’è solo la scritta Marvel e quindi
posso benissimo sentire e convogliare tutti i pensieri sul fatto che la sua
mano sinistra sta sfiorando la pelle della mia spalla.
«Inizia!» Dico estasiata,
battendo le mani. Ho aspettato un sacco per vedere questo film, sono
leggermente eccitata. Ok, molto eccitata, ma questo è colpa anche del ragazzo
accanto a me. Lo sento sghignazzare mentre io vengo rapita dal film e lo
commento di tanto in tanto.
«Ohhh,
voglio i capelli come Loki! Guarda che bellezza!» Lui
ride di gusto.
«Adesso cadrai nel fascino del
cattivo anche tu…»
«Vorrei solo i suoi capelli.» Gli
dico senza spostare gli occhi dallo schermo. «Guarda che bella messa in piega.»
«Ore di trucco e quelli non sono
tutti capelli suoi…» Sento la sua mano spostarsi fra i miei capelli. «E poi i
tuoi non sono mica male.»
Faccio una smorfia e afferro
degli altri pop corn, lui gioca con una ciocca di
miei capelli ed io continuoa sforzarmi
di guardare il film e non mettermi ad urlare.
«Ah! E adesso?! E Hawkeye non dovrebbe essere buono?» Lo guardo mangiando una
manciata di pop corn e lui comincia a ridere. «Sono
così buffa?» Gli domando perplessa.
«Sì...» Prende un pop corn e lo tiene un secondo fra i denti prima di
sgranocchiarlo. «Ma in senso buono.»
«Esiste anche un senso buono?»
Sollevo un sopracciglio mentre lo domando più a me stessa che a lui.
«Guarda il film, va. Fra poco ci
sono io.» Mi dice divertito. «Ovviamente è il pezzo migliore di tutto il film.»
«Ovviamente.» Gli dico cercando
di risultare ironica, ma sono davvero curiosa di vederlo.
Oh cazzo!
Rimango con il pop corn in mano fermo a metà tragitto fra la ciotola e la
bocca. Lo guardo di sottecchi e lui sta guardando la scodella già quasi vuota.
Oddio! Lui è lì ed è anche qui!
Cioè, quel culetto di marmo ce l’ho seduto accanto. E’ una cosa assurda! Potrei
avere un ictus adesso.
«Sono più bello dal vivo?» Mi
chiede mentre sposta lo sguardo su di me e sorride malizioso. Torno
immediatamente a guardare lo schermo.
«Uhm... no, meglio come Steve Rogers.»
«Bugiarda.» Me lo sussurra in un
orecchio e mi irrigidisco di botto.
Charlie è il momento di fare qualcosa. Saltagli addosso
e fate il miglior sesso della vostra vita.
«Uh guarda!! C’è Tony Stark!» Dico cercando di sembrare euforica, ma so benissimo
che la mia voce è uscita stridula ed ho il cuore in gola.
Vigliacca!
Quest’uomo mi farà morire.
∽NdA
Ed eccoci qua!
Lo so sono in terribile ritardo, chiedo perdono, da adesso
spero di aggiornare con più regolarità. La storia sta prendendo il via e la
povera Char morirà d’infarto prima o poi.
Fatemi sapere che ne pensate, è importante il vostro
giudizio.
Credo di non essermi mai divertito tanto
a vedere un film dove recitassi come in questo momento. Charlie si è presa un
colpo quando ha fatto la sua prima apparizione Hulk,
ha urlato un “Oh cazzo!” che mi ha fatto morire dalle risate.
È assolutamente bella mentre segue la
storia assorta, ed è davvero divertente come aveva detto Alex.
Sposto sul pavimento la ciotola ormai
vuota e mi sistemo meglio sul divano, lei è completamente assorta nello schermo,
la vedo allungare una mano verso di me alla ricerca di ciò che ho appena
spostato e sorrido quando le sue dita si posano sull’interno della mia gamba e
lei si volta di scatto verso di me.
«Cercavi qualcosa?» Le chiedo
sghignazzando.
«Ehm… dove sono i pop corn?»
Mi chiede sorpresa arrossendo e, purtroppo, spostando la mano.
«Dipende da che genere di pop corn cerchi...» Lei scoppia a ridere e non posso fare a
meno di imitarla. Ha una risata contagiosa ed il resto sembra sparire, resta
solo la spensieratezza e l’allegria che porta quel suono.
Dio. Io fino alla fine del
film non ci riesco ad arrivare. Non dovrei pensare a questo, visto che finire a
letto con Charlie non rientrava esattamente nei miei piani. O forse sì.
«AAAAH! C’è Chris!» Lei batte le mani verso
il televisore e sento una fitta di gelosia pungermi. «Oddio quant’è fi…» Si
volta verso di me lasciando la frase a metà e schiarendosi la voce, io la
guardo divertito.
«Dicevi?» Le chiedo cercando di non
sembrare troppo toccato dalla sua affermazione.
«Ehm… Chris è passabile.» Mi dice
deglutendo a fatica.
«Continui a mentirmi!» Mi fingo offeso e
mi avvicino a lei. «Per punizione non guarderai le prossime scene con lui.»
«E come fares…»
Smette di parlare quando le mie mani si posano sui suoi occhi. «Wow… molto
maturo.»
«Beh, elimino la concorrenza.» Le dico
ridendo, e lei gonfia le guance sotto le mie mani. «Devi guardare solo me!»
«Ma così non vedo proprio niente.» Mi fa
notare.
«Immagina.» Le rispondo mentre continuo a
tenerle le mani sugli occhi.
«Okay.» Mormora con un sorriso, e poco
dopo si morde il labbro inferiore.
Dio se è sexy.
«A che stai pensando, pervertita?» Le
chiedo sorpreso e lei scoppia a ridere.
Sposto le mani dai suoi occhi e quelle
due grandi pupille scure mi tolgono il fiato. Lei smette di ridere ma il
sorriso non abbandona le sue labbra che posa sulle mie per un attimo. Spalanco
gli occhi a quel contatto inaspettato mentre lei con tutta calma si sistema nel
suo posto e ritorna a guardare lo schermo.
«Oh, no! Come hanno fatto a catturare Loki? Me lo hai fatto perdere!» Mi dice continuando a
sorridere ed io so benissimo che la sto fissando, ma non posso farne a meno.
«Vuoi sul serio guardare ancora il film?»
Mi sento chiederle e lei annuisce senza staccare gli occhi dallo schermo. «Beh…»
Mi avvicino e poggio il mento sulla sua spalla. «Io no…» Mi avvicino ancora un
po’ e poso le labbra sulla pelle della sua nuca e lei mugola contrariata. «Se
volevi vedere il film non dovevi stuzzicarmi!» Le dico tornando al mio posto ed
incrociando le braccia al petto.
«Adesso il film.» Mi dice sorridendomi e
avvicinandosi.
«Dopo?» Le chiedo sollevando un
sopracciglio.
«Vediamo.» Risponde, e si raggomitola
accanto a me. Le passo una mano dietro le spalle.
«Ok.» Borbotto mentre lei torna a
guardare il film. Dopo neanche cinque minuti ho già spostato la mia mano dalla
sua spalla al suo fianco e sto giocando col pollice col bordo della canottiera
che porta.
«È la parte migliore… smettila subito!»
Mugola senza guardarmi e con un tono che non ammetterepliche. Sbuffo in maniera vistosa, non
tolgo la mano ma smetto di provocarla.
Il problema è che questo film l’ho già
visto due volte e lei mi distrae. Sto per soffiarle fra i capelli quando lei
scoppia a ridere per la scena fra Tom e Robert.
«Avete un Hulk?»
Mi chiede ancora ridendo. Annuisco col volto fra i suoi capelli. Che buon odore
che hanno.
Cerco di capire quanto manca alla fine
del film e mi sembra sempre troppo, sta diventando una tortura stare qui
accanto a lei che invece è con la testa dentro lo schermo. Se voleva continuare
a guardare il film poteva evitare di darmi quel bacio che per quanto innocente
è stato un colpo basso alle mie voglie.
Osservo il suo profilo, quei lineamenti
dolci del volto e ho una voglia assurda di baciarla e di farla mia proprio qui
su questo divano, ma non voglio passare per quello che pensa solo a quello... e
poi lei vuole vedere il film, quindi devo resistere.
Sopravvivere a questo tormento,
l’obiettivo è questo.
«Ce la farà, vero?» Mi domanda lei e
aggrotto la fronte. Ero talmente perso nei miei pensieri che mi ci vuole un
attimo per capire che sta parlando del film. Si è portata una mano alla bocca e
guarda lo schermo impaurita mentre Tony cade giù dopo che la Vedova ha chiuso
il portale di Loki.
È tenera e terribilmente… eccitante. Non
riesco a pensare ad altro.
Mi mordo le labbra per scacciare quel
pensiero. Come se non fosse il mio chiodo fisso da quando l’ho vista la prima
volta.
«Guarda il film…» Lo dico più a me che a
lei. «Così lo scopri…» Ed io calmo i miei ardori.
Hulk urla, Tony si risveglia e lei ride di gusto. Ride e non
riesce a fermarsi, si tiene la pancia con le mani. Ha le lacrime agli occhi e a
me sembra la cosa più bella che ho visto da giorni. Adoro il modo in cui i
capelli le ricadono sul volto mentre in preda alle risate si ripiega su se
stessa, non posso fare a meno di abbracciarla e portarla a ridere sul mio
petto. Avevo bisogno di questo contatto e se ero riuscito a calmarmi guardando
gli ultimi dieci minuti del film adesso sono di nuovo su di giri. Sento le sue
risa diminuire e le prendo il volto fra le mani.
Anche i suoi occhi ridono e io non posso
resistere oltre, do una rapida occhiata allo schermo dove iniziano i titoli di
coda e abbozzo un sorriso mentre torno a guardarla.
«È finito.» Le dico a fior di labbra. Poi
mi allontano. Adesso tocca a me torturarla un po’. «Ti è piaciuto?» Le domando
tranquillo e lei sbatte le palpebre un paio di volte, sorpresa; poi si riprende
e mi guarda pensierosa.
«Sì.» Si porta una ciocca di capelli
dietro l’orecchio. «È un bel film.»
«Sono contento che ti sia piaciuto.» Mi
avvicino a lei e parlo sottovoce. «È il mio scopo piacere e dare piacere.» Lei
ride alla mia affermazione e mi risponde sempre sottovoce.
«Sì, ma a me non hai dato piacere.»
«Non ancora.» Affermo pronto e le rubo un
bacio a fior di labbra.
Ed è a quello che avrei voluto limitarmi,
ma quella superficie morbida è come una calamita che mi attira di nuovo. Le mie
braccia si chiudono intorno alla sua vita mentre le nostre labbra si incontrano
nuovamente. Sento le dita delle sue mani muoversi lungo la mia nuca quando
percorro con la lingua il contorno della sua bocca prima che lei la catturi con
la sua.
Muovo le mani lungo la sua schiena e lei
incrocia le gambe intorno ai miei fianchi mentre continuo a baciarla scendendo
lungo il collo e spostandomi sull’incavo della spalla dove la mordicchio.
«Avevi detto che non mordevi.» Sussurra
al mio orecchio e mi ritrovo a ridere mentre gioco con la chiusura del
reggiseno sotto la sua canottiera.
«Se vuoi non lo faccio più.» Le dico
mentre esulto mentalmente per essere riuscito nella personale missione di
liberare i gancetti della chiusura del reggipetto. Lei scuote la testa mentre
mi morde il lobo dell’orecchio e sorrido mentre risalgo dalle sue spalle al suo
orecchio con la bocca. «C’è un posto dove possiamo stare più comodi?» Le chiedo
cercando di tenere ferme le mani per almeno un secondo, ma sembra una missione
impossibile. Lei parla contro le mie labbra.
«C’è il letto di là.» Torna a baciarmi e
mi costringo a fermarmi di nuovo, lego le mie dita a quelle di lei e capisce.
Si alza dal divano e sempre tenendomi per mano mi conduce verso la sua stanza,
ha appena aperto la porta quando riprende a baciarmi. Cavolo, non pensavo di
averle già fatto quest’effe-
Smetto di baciarla quando scorgo il letto
dietro di lei e comincio a ridere.
«Il disordine di cui parlavi prima è
tutto concentrato qui?» Charlie mi guarda torva, si porta le mani dietro la
schiena riallacciando il reggiseno. E a me che era servito diverso tempo per
aprirlo…
Incrocia le braccia al petto.
«Prendi pure in giro… volevo solo essere
carina.» Mi dice mentre io guardo un paio di magliette che sono poggiate sul
letto e poi torno ad osservare lei sorridendo.
«Non ti servono i vestiti per esserlo…»
Le afferro una mano avvicinandola a me e la faccio sdraiare vicino alla
montagna di abiti che si trova sul suo letto.
«Come fai a dirlo…» Mi domanda mentre le
sto baciando il collo. «Non mi hai ancora visto nuda.» Sollevo leggermente lo
sguardo su di lei e mi passo la lingua sul labbro superiore.
«A questo si può rimediare…» Mormoro poco
prima di tornare a baciarla mentre muovo le braccia verso il bordo della sua
canottiera e la sfilo da sopra la sua testa lasciandola in reggiseno.
«Decisamente meglio.» Le dico, e inizio a
baciarla intorno all’ombelico.
«E pensare che ho anche speso quindici
dollari per quella canottiera…» La sento borbottare e mi sollevo sfiorando il
mio naso contro il suo. «Adesso tocca a te farmi vedere se sei meglio con o
senza la maglia…» Mormora spostando la mano sulla mia camicia facendomi
sdraiare sul letto e iniziando a sbottonarla dall’alto verso il basso.
È un’agonia. Lenta, dolce e tremendamente
sensuale, ma pur sempre un’agonia.
Sposto le mie mani lungo i suoi fianchi
lisci o seguendo il bordo dei pantaloni, ma lei continua a giocare con la
camicia lentamente senza staccare gli occhi dai miei. Quando finalmente sgancia
l’ultimo bottone e rimango a torso nudo si morde il labbro inferiore. «Quasi
speravo che fossi un minimo ritoccato sullo schermo…»
Mi tiro su appoggiandomi ai gomiti mentre
la guardo perplesso, lei prosegue. «Sono davvero veri tutti questi muscoli?» Abbozzo un sorriso e inizio a baciarla
sulla pancia e intorno al petto, mentre riprendo la mia lotta personale con la
chiusura del reggiseno. «Aspetta, no fammeli rivedere.» Mi dice spingendomi di
nuovo giù sul letto e mi lascio scappare un sospiro, ma sorrido quando mi passa
una mano sul petto e sento i brividi.
«Sei proprio come in televisione.» Dice
seria ed io sorrido mentre cerco di riprendere le mie attività. «Questo è quasi
un colpo basso.» Mi fermo e sollevo il volto verso il suo tenendo il mento in
mezzo ai suoi seni.
«Ma tu parli sempre così tanto?» Le
chiedo leggermente divertito e lei si morde le labbra.
«Scusa…» Balbetta, e io mi sposto per
guardarla negli occhi. «Sono un po’ nervosa.» Sorrido e riprendo a baciarla sul
collo. «È che io non ho mai fatto una cosa del genere…»
Mi blocco alla sua confessione e la
guardo sbigottito.
«Non l’hai mai fatto?» Non che la cosa
sia un fastidio per me, ma mi sorprende che una ragazza così carina non abbia
ancora fatto l’amore con nessuno e forse non è proprio così che si immaginava
la sua prima volta. Probabilmente dovrei fermarmi, insomma sfruttarla per una
notte e via non sarebbe molto giusto dopo questa confessione, no? Che razza di
uomo sarei?
«Non l’ho mai fatto con un attore e non
l’ho mai fatto con un quasi sconosciuto.» La sua affermazione interrompe i miei
pensieri, la osservo arrossire leggermente e torturarsi le mani. «Insomma non è
una cosa proprio… da me, ecco.» La faccio scendere dolcemente dalle mie gambe e
le prendo le mani fra le mie.
«Non vuoi andare oltre?» Lei mi guarda
sorpresa mentre continuo a parlare. «Non sono un maniaco o roba del genere, se
non vuoi non facciamo niente, tranquilla.»
«Non ho detto questo.» Sollevo lo sguardo
dalle mie mani ai suoi occhi e noto ancora il rossore che continua a
imporporarle le gote. «È per spiegarti come mai sono nervosa e per farti capire
che io non sono quel tipo di ragazza.» Conclude, facendo spallucce.
«Ok.» Le sorrido e mi avvicino a baciarle
le labbra. «Mi fa piacere di essere l’eccezione alla regola.» Lei ricambia il
sorriso contro la mia bocca prima di riprendere a baciarmi.
Percorre il mio petto con la bocca mentre io le libero il seno e torno famelico
a rapire le sue labbra e la sua lingua. Muovo le mani lungo le sue forme mentre
lei fa lo stesso con me e dopo il discorsetto che abbiamo affrontato sembra
tutto molto più naturale e anche molto più passionale.
Faccio scivolare via i suoi jeans dopo
che lei ha fatto lo stesso con i miei e i nostri corpi aderiscono sotto
l’intimo. Penso che la voglio terribilmente mentre lei mordicchia uno dei miei
capezzoli. Sposto le mani sul bordo di pizzo dell’ultimo indumento che le è
rimasto addosso e lei riprende a parlare.
«Chris…» Mi fermo e mi sento un po’ uno
stronzo mentre spero che non abbia cambiato idea ed abbia deciso di fermarmi.
«Sì?» Le chiedo mentre cerco di stare
fermo, ma lei non fa altrettanto.
«Hai...? Ehm...» Prova a domandarmi
mentre scende sempre più in basso con la mano. Credo di capire a cosa si
riferisca. Deglutisco a fatica e annuisco. Non emetto nessun suono, sembra che
sia diventato il ritratto del pudore. Io, Chris Evans!
«Nel... portafogli...» Indico la tasca
dei jeans che sono finiti insieme alla montagna di vestiti che ci sta intorno e
seguo il corpo di Charlie spostarsi per recuperare l'oggetto desiderato.
Idiota, ho fatto davvero la figura
dell'idiota.
È che lei mi distrae troppo, non riesco a
seguire l'ordine a cui sono abituato e che prevedeva già da un bel po'
l'apertura del preservativo. Charlie però non sembra affatto infastidita dalla
cosa, ma continua a muoversi in maniera sempre più disinvolta. Se è vero che
non ci è abituata... beh, sembra avere davvero un talento naturale. È con
questi pensieri in testa che riprendo il controllo della situazione o almeno è
quello che spero di riuscire a fare, riprendo a baciarla mentre mi porto sopra
di lei, la intravedo sorridere mentre sposto la mia bocca dal suo seno alle sue
labbra. Sento la sua mano spostarsi e mi aiuta a scivolare dentro di lei,
inizio a sospettare che fra i due sia lei quella ad avere il controllo della
situazione, ma la cosa non mi dispiace più di tanto. Mi affonda le unghie nella
schiena quando inizio a spingere e la cosa mi fa impazzire. Proprio come il suo
fiato corto che si mischia col mio mentre non la smettiamo di baciarci spinti
dalla passione; Charlie raggiunge l’apice del piacere poco prima di me, le catturo
le labbra con le mie prima di poggiare la testa sull’incavo del suo collo.
La vedo sorridere mentre riprende fiato e
mi sembra la cosa più bella che abbia mai visto tanto che non resisto e le
bacio la guancia facendola voltare verso di me.
«Ciao eccezione alla regola.» Mi dice
mentre strofino il naso contro il suo e non posso fare a meno di sorridere.
«Ciao…» Le dico mentre poso le labbra
sulle sue dolcemente. È la prima volta che mi trovo così a mio agio con una
ragazza, di solito tendo ad abbandonare il letto o lo fa la ragazza di turno,
invece adesso ho la strana sensazione che starei a baciarla senza problemi
anche per tutta la sera. Lei si solleva leggermente poggiando la testa sulla
mano dopo aver fatto leva sul gomito. «Ti va di restare a cena? Non sono una
cuoca professionista, ma ti prometto di non lasciarti a bocca vuota.» Dice
sorridendo ed è così carina che rimango in silenzio, frastornato. «Ho detto
qualcosa che non va?» Mi chiede preoccupata.
«Affatto.» Le rispondo rubandole un altro
bacio. «Posso usare la doccia?» Le chiedo contro le sue labbra.
«Ad una condizione.» Mi allontano
leggermente per guardarla negli occhi.
«Ovvero?»
«Che prima la uso io.» Mi risponde e esce
dalla stanza lasciandomi lì, sul letto accanto al monte dei suoi vestiti.
***
~ Charlotte
Chris Evans sta facendo la doccia nel mio
bagno. Si sta lavando perché abbiamo appena fatto sesso.
Sto per mettermi ad urlare invece di
preparare la cena che gli ho offerto. E che lui ha accettato! Chissà se ha
avuto la stessa idea di dessert che ho avuto io...
Oddio sembro una pervertita!
Appoggio con fin troppa enfasi la pentola
sui fornelli e inizio a tamburellare le dita sulla superficie piana del bancone
di cucina. Come sono finita in questa situazione?! E che cavolo mi è preso per andare
a letto con un perfetto sconosciuto?
Ehm è un attore di fama
internazionale, come fai a definirlo sconosciuto, di grazia?
Non sconosciuto in quel
senso! Adesso penserà che sono una che la dà a tutti...
Sei proprio sicura di
volerti fare queste paranoie adesso? Queste sono cose a cui dovevi pensare
prima... prima di invitarlo a casa tua, prima di baciarlo e prima di...
«Che stai preparando?»
Bene! Hai deciso di uccidermi?
Osservo Chris fermo sulla porta di
cucina, l'asciugamano grande celeste che gli avevo lasciato in bagno legato in
vita, il petto nudo e le mani impegnate a passarsi un asciugamano più piccolo
fra i capelli rasati.
Bene, facciamo il bis sul tavolo di
cucina?
No forse meglio non indugiare su certi
pensieri se voglio fare la brava ragazza.
Tu? Brava ragazza? Con
questa meraviglia davanti agli occhi?!
«Charlie?» Lo sento dire titubante e
sollevo lo sguardo dai suoi pettorali alla sua faccia, lui sghignazza: «A che
stavi pensando, malandrina?»
Arrossisco fino alla punta dei capelli e
sono convinta che il sangue mi stia ribollendo nelle vene, posso sentire il
tipico rumore dei liquidi in ebollizione.
«Ti conviene abbassare il fuoco...» Dice
lui indicando i fornelli dietro di me.
Ah. Era l'acqua in pentola che bolliva,
non il mio sangue.
«Vado a vestirmi...» Mi dice mentre torna
verso la camera. «Sennò non mangiamo più.»
Lo sento ridere di gusto e cerco di concentrarmi sulla pasta che volevo
preparare.
Dopo qualche minuto torna in cucina,
stavolta vestito, sta finendo di abbottonarsi la camicia e si ferma senza
agganciare gli ultimi bottoni.
Stronzo.
Mi guarda divertito e si avvicina mentre
io giro il sugo in padella, appoggia il mento nell'incavo fra il mio collo e la
spalla destra cingendomi la vita con le braccia. Se mi giro e lo bacio sarebbe
fuori luogo?
Lui si allontana posando una mano sopra
la mia che tiene il mestolo.
«Posa questo affare e vai ad asciugarti i
capelli.» Mi dice con un tono fra il dolce ed il rimprovero.
«Ma è Maggio, fa caldo!» Mi lamento.
«Nonostante tu sia molto...» Mi guarda
sorridendo. «Molto carina anche con i capelli bagnati, non voglio che ti
ammali...» Mi prende per le spalle e mi gira verso l'uscita della stanza, per
poi spingermi con una mano sul fondoschiena. «Quindi vai ad asciugarti la
chioma, che qui ci penso io.» Io lo guardo scettica. «Ho origini italiane,
posso cavarmela con una pasta.» Si giustifica, e io scuoto la testa divertita
mentre ubbidisco ai suoi voleri e mi chiudo in bagno.
Sono di ritorno poco dopo con i capelli
in ordine; lui sta scolando la pasta e canticchia seguendo le note che vengono
dal canale musicale su cui è accesa la piccola tv che ho in cucina.
«Ma che brava massaia.» Lo prendo in giro
mentre lui è concentrato a condire il pasto, si volta verso di me per un attimo
e sorride.
«Sono un uomo pieno di risorse.» Mi dice
sghembo e nel frattempo si siede a tavola; io riempio i piatti e mi siedo
accanto a lui.
«Buon appetito.» Dice mentre sto
infilzando la pasta con la forchetta. «Ho apportato una piccola modifica: ti
piacciono le cose piccanti, vero?»
«In che senso?» Gli chiedo mentre porto
la forchetta alla bocca e poi capisco che si riferiva al cibo. «Sì, mi piace.»
«Sì, l’avevo intuito…» Mormora fra sé
mentre si porta anche lui la forchetta alla bocca. «Insomma che fai nella vita,
oltre a cercare di incontrare prestanti attori?»
«Faccio solo questo. Il mio scopo nella
vita è sedurli tutti e aprire una mostra con le loro foto mentre dormono dopo
aver fatto sesso.» Lui scoppia a ridere nel preciso istante in cui sta bevendo
ed inizia a tossire e ridacchiare insieme.
«Menomale che non mi sono addormentato
allora.» Dice quando riesce a calmarsi.
«Non ancora.» Rispondo chiudendo le
labbra sulla forchetta e lui mi guarda serio per un attimo, poi mi delizia con
uno dei suoi mezzi sorrisi corredati di sopracciglio alzato.
«Stai proponendo un bis?»
«Se ce la fai...» Dico facendo spallucce.
«Dopo ti faccio vedere io.» Mi risponde
malizioso.
«Dopo?» Chiedo, adottando anche io la
tecnica del sopracciglio.
«Non giocare col fuoco…» Replica
divertito. «Potresti bruciarti.» Mi dice guardandomi negli occhi e sento un
battito venire meno.
Discorso azzeccato per Johnny Storm, penso fra me e me, ma non glielo dico. Non voglio
che si senta etichettato nel suo ruolo di attore, anche se solo per stasera,
vorrei avere a che fare con Christopher e basta. Non con Chris Evans: l’attore
famoso.
Finisco la mia pasta e lo guardo mentre
bevo. Lui sta ancora mangiando e solleva lo sguardo sorpreso, mi riscuoto.
«Sono un’infermiera, comunque.» Dico con
un sorriso.
«Bello.» Sorride a sua volta. «Adesso so
chi sentire se mi farò male.» Scuoto la testa fra l’imbarazzato e il divertito.
«Tu invece che fai…» Incalzo e poi cerco
di riprendermi dalla enorme gaffe in cui mi stavo fiondando quando incontro il
suo sguardo. «…oltre a sedurre le tue fan?»
«Le fan dei miei colleghi.» Mi corregge e
io avvampo, colpevole. «In realtà non seduco le fans, sono loro che seducono
me.» Sghignazzo a quell’affermazione e lui si lecca le labbra, portando via una
traccia di sugo. «Scherzi a parte, oltre al lavoro faccio poco. Mi piace andare
a correre, faccio un po’ di palestra…» Abbassa la voce. «Devo mantenere il mio
fisico perfetto, sai.» Sostiene sbruffone, ma non posso dargli torto.
Mi alzo in piedi iniziando a mettere i
piatti nel lavastoviglie e lui si alza a sua volta aiutandomi, col risultato
che dopo due minuti abbiamo già sistemato tutto.
Chiudo la lavastoviglie e lui poggia le
mani sul bancone dietro di me, bloccandomi nell’area compresa fra le sue
braccia ed il suo petto. Mi volto ritrovandomi a due centimetri dal suo volto e
lui azzera le distanze catturando le mie labbra con le sue con passione, poi
sposta le sue mani dal bancone ai miei fianchi.
«Stavo pensando…» Dice in un sussurro
contro la mia bocca. «Per il dessert…» Sorrido e interrompo la sua frase sulle
mie labbra.
Lui aumenta la presa sui miei fianchi
sollevandomi da terra mentre mi aggrappo al suo collo con le mani e alla vita
con le gambe. Non si sposta verso la mia camera come pensavo, mi mette a sedere
sul tavolo di cucina e riprende a baciarmi lentamente, spostandosi dalla bocca
all’orecchio sinistro per scendere lungo il collo. Sento i brividi salirmi
dalla schiena e farmi venire la pelle d’oca, poi un nuovo fremito mi prende
quando mi spoglia della maglia che indosso. Torna a percorrere sentieri sulla
mia pelle con le labbra, con la lingua e con la punta delle dita mentre io
cerco invano di liberarlo della camicia. Invano, perché tutte le volte che ci
provo si sposta all’indietro impedendomi di sganciare anche un solo bottone.
Dopo l’ennesimo tentativo andato a male di spogliarlo decido di parlare.
«Se stai fermo forse potrei…» Cerco di
trovare le parole, ma il fatto che stia giocando con uno dei miei seni mi
rallenta il fiato e anche il collegamento fra i neuroni. «Potrei…»
Lui risale col naso lungo il mio collo
per fermarsi a baciarmi il mento prima di sorridermi e allontanarsi per
togliersi la camicia sfilandola dalla testa.
Mi mordo il labbro inferiore e scendo dal
tavolo per andare a baciarlo con passione. È stata una mossa sleale da parte
sua spogliarsi in quel modo. Raggiungiamo il divano mentre le nostre mani si
spostano frenetiche sulle chiusure dei nostri jeans. Stavolta non sono nervosa
come prima ed è ancora più spettacolare, mi concentro su di lui, sul suo corpo
contro il mio, senza lasciare spazio ai pensieri e ai miei timori. Mi godo il
momento e lasciatemelo dire: è un gran bel momento.
∽
Ciao a tutti.
Ed eccoci qua al
terzo capitolo, la storia entra nel vivo. Ehehehehe…
Ok, prima di
continuare a delirare, grazie a tutti voi che siete arrivati fin quaggiù a
leggere, fatemi sapere che ne pensate. È molto molto importante per me saperlo.
Esco dal bagno sbadigliando e grattandomi la nuca. Mi
dirigo verso la camera di Charlotte dove ho lasciato le scarpe. L'idea di
andare via non mi entusiasma, sono stato bene con lei e per la prima volta
credo di capire il contesto in cui è nata la frase “Il sesso peggiora le
situazioni”. Se non fossi andato a letto con Charlie adesso dovrei salutare
un'amica con la certezza che potrei rivederla quando mi pare, invece fra pochi
minuti ci saluteremo con un ‘ci vediamo’ a cui non crederà nessuno dei due.
Nessuno ha mai
detto che devi per forza fare così. Puoi benissimo decidere di rivederla.
Scuoto la testa cercando di zittire la voce nella mia
testa e raggiungo la camera da letto, sospiro quando vi entro e la trovo
sdraiata sul letto. Sto per afferrare le scarpe abbandonate sul pavimenti quando
i miei occhi si fermano su una maglietta ed un paio di pantaloncini posati sul
bordo del letto. Li indico con l’indice che muovo a mezz’aria e prima ancora di
porre la domanda, Charlie si affretta a spiegare.
«Fuori piove… quelli sono di mio fratello.» Si passa
una mano fra i capelli. «Non sei obbligato a restare, era solo per farti sapere
che se vuoi evitarti un’altra doccia… puoi rimanere all’asciutto.»
Sposto lo sguardo verso la finestra contro cui
picchietta con violenza la pioggia. Torno a guardarla ed è terribilmente dolce
mentre gioca nervosamente contro il bordo della sua maglietta del pigiama.
Decido di cogliere la palla al balzo: se resto non
dovrò affrontare adesso il saluto.
Sì, ma se resti
sarà ancora peggio domani. Hai delle regole chiare e precise.
Sorrido ai suoi occhi che incontrano i miei e mi sfilo
la maglia dalla testa mentre mi avvicino agli indumenti che ha preparato per
me.
Sei uno stupido
Evans, ti sei fatto incantare da quegli occhioni di cerbiatto, domani la farai
soffrire più di quello che non avresti fatto adesso.
«Domani…» Inizio senza sapere bene cosa dire.
«Domani sarà tutto come adesso…» Charlie mi interrompe
e sorride incerta. «Non mi farò false speranze se passi la notte qui. Resti per
la pioggia, è giusto così.»
Non resto solo
per la pioggia, vorrei dirlo, ma mi limito a scuotere impercettibilmente la
testa mentre mi sgancio il bottone dei jeans. Charlie si alza di scatto dal
letto con lo sguardo basso.
«Dove vai?» Le chiedo mentre abbasso i pantaloni al
livello delle ginocchia, lei continua a non guardarmi.
«Ti lasciavo la tua privacy…» Dice con un filo di voce
ed una mano piazzata davanti agli occhi. Scoppio a ridere di gusto e lei
abbassa la mano e mi guarda fra il curioso e l’irritato.
«Mi hai visto più nudo di così, quindi puoi anche
restare.» Finisco di sfilarmi i pantaloni e le faccio un occhiolino. «Spettacolo
gratuito.»
Lei scuote la testa e noto che arrossisce leggermente,
com’è carina!
Christopher
smettila di ragionare con il coso che ti penzola fra le gambe ed usa il
cervello.
Cerco di mettermi la maglietta che mi ha preparato, ma
quando la prendo in mano la soppeso scettico.
«Mi sa che tuo fratello è fatto male...» Lei si volta
perplessa verso di me mentre torna a sedersi a gambe incrociate sopra al letto.
«I pantaloni mi stanno bene, ma la maglia...» La guardo rigirandomela fra le
mani. «Non è un po’ piccola? Tuo fratello è sproporzionato?» Lei si passa una
mano fra i capelli e accenna un sorriso.
«La maglia è del mio ex.»
Oh.
Rimango con la bocca schiusa e la maglia tra le mani
allibito.
«Pensavi di essere l’unico?» Charlie ridacchia
divertita.
«No!» Mi affretto a rispondere in imbarazzo per averla
presa in questo modo. «Mi stavo solo chiedendo perché hai ancora la sua roba...»
Sfodero tutte le mie qualità recitative e nascondo la mia curiosità dietro uno
strato di indifferenza.
«Gliel’avevo regalata e quando ci siamo lasciati me la
sono ripresa. Mi piaceva.» Dice facendo spallucce.
«E perché vi siete lasciati?» Mi siedo accanto a lei e
le rendo la maglia. Dormirò a petto nudo, tanto non mi stava. E poi non voglio
la roba del suo ex. Uno così scemo da lasciarla andare.
Come stai per fare
tu deficiente?!
«Non lo amavo.» Risponde piatta e istintivamente le
carezzo la schiena con una mano.
«Non ho bisogno di essere consolata.» Si volta
sorridendo verso di me. «È stata una mia scelta... insomma gli volevo bene, ma
l’attrazione fisica non basta se si vuole portare avanti una storia, no?»
«Affatto.» Scuoto la testa e aggiungo: «Hai
perfettamente ragione.» Vedo che abbozza un sorriso e faccio scontrare piano la
mia spalla destra con la sua sinistra.
«Bene.» Lei si alza dal letto e mi sorride. «Se hai
bisogno di qualcosa, io sono di là...»
«Come, non dormi con me?» Stavolta non nascondo il mio
disappunto. Sono anche un po’ sorpreso.
«Pensavo che dormire insieme fosse una cosa troppo
intima...» Lo dice con un tono dubbioso e mi guarda di sottecchi ed in effetti
non sarebbe molto indicato dormire insieme, ma…
Afferro la sua mano destra e la tiro verso di me, lei
si sbilancia troppo e cado all’indietro, con la schiena sul letto e lei sopra
di me. Ridiamo e quando i nostri sguardi si incrociano ho voglia di baciarla, e
questo...
Questo non va bene!
Non farlo!
Mi tiro indietro schiarendomi la voce.
«Puoi dormire con me…» Le dico mentre mi alzo e vado a
raggiungere quello che ho deciso sarà il mio lato del letto. «Prometto di fare
il bravo.» Aggiungo mettendomi la mano sul cuore.
«Non promettere.» Mi dice seria mentre si avvicina
dall’altra parte del letto e si infila sotto le coperte. Io la imito e la sento
proseguire: «Potrei non farla io la brava.» Mentre lo dice percorre il mio
fianco sinistro con la punta delle dita. Quando
faccio per avvicinarmi a lei e baciarla, si allontana.
«Comunque no, meglio dormire.» dice
sorridendo e mi dà le spalle.
Resto per un attimo allibito a fissare la sua
schiena poi mi avvicino a lei cingendola da dietro e posando le mie labbra
sulla sua nuca.
«Hai promesso di fare il bravo...»
mi dice in un lamento non del tutto contrariato.
«Oh, sarò bravo...» le sussurro
in un orecchio mentre muovo le mani lungo il suo corpo, lei cerca di girarsi
verso di me, ma glielo impedisco annullando del tutto la distanza dai nostri
corpi e continuando a baciarla sul collo mentre con le dita risalgo lungo il
suo addome e inizio a giocare con i suoi capezzoli. Si muove contro i miei
fianchi facendomi impazzire sento le sue mani risalirmi lungo le gambe insieme
ai brividi lungo la schiena, le mordo il lobo dell'orecchio quando sale ancora
più su.
«Qui qualcuno è pronto all'azione.»
Dice e sono sicuro che sta sorridendo, la faccio voltare verso di me.
«Sempre pronto.» Le dico prima di
baciarla con avidità mentre lei muove sapientemente le mani. Mi porto sopra
facendo aderire il mio corpo al suo muovendomi lentamente su di lei. Mi
costringo a fermarmi per riafferrare il mio portafogli per la terza volta in un
solo giorno.
Mi sto dando agli straordinari,
penso mentre lei percorre la mia schiena con la bocca ed il mio petto con le
mani.
Sto tremando, me ne rendo conto,
la lascio fare fino a che non la afferro per i fianchi e la faccio spostare
sopra di me. Si muove con mosse lente ma decise, una mano posata sul mio petto
ed una sul letto dietro la mia schiena, le mie mani sui suoi fianchi la
accompagnano nei movimenti fino a che non finiamo e lei non si appoggia per un
attimo contro di me.
Percorro la sua schiena con le mani
e lei torna a guardarmi.
«Vedi perché dovevo dormire di là…»
Mi dice con ancora il fiato corto.
«Ora che lo so...» Le dico
divertito mentre sposto il mento lungo la sua spalla. «Sappi che sarei venuto
di là.» Aggiungo serio. Lo avrei fatto
davvero. Lei ride e scuote la testa.
«Della serie se deve essere una
notte sola facciamo che duri....» Dice col sorriso sulle labbra.
«Esattamente.» Dico mordicchiandole
una spalla. «Quindi fammi riprendere fiato che poi...»
Lei ride e per risposta la
stringo di più contro di me, facendola urlare divertita mentre cerca di
liberarsi neanche con troppa convinzione dalla mia presa.
***
~ Charlotte
Apro gli occhi e realizzo di
essere nel mio letto, nuda. Un braccio di Chris mi cinge i fianchi e fa aderire
il suo corpo al mio.
Sì, è nudo anche lui se ve lo
state chiedendo.
Scivolo dalla sua presa e dopo
aver afferrato degli indumenti puliti vado in bagno. Mi faccio una doccia che
lava via il tepore del sonno e l'odore di Chris dal mio corpo sostituendolo con
quello del bagnoschiuma. Rimango sotto il getto dell' acqua più del necessario
ripensando alla nottata appena trascorsa e al mezzo pomeriggio che l'ha
preceduta. I brividi salgono lungo la schiena al ricordo dei suoi baci e delle
sue carezze. Mi riscuoto ed esco dalla doccia avvolgendomi nell'accappatoio.
Mi vesto e torno in camera, lui
si rigira fra le lenzuola e punta i suoi occhi dentro i miei. Abbozza un
sorriso quando continuo a guardarlo appoggiandomi allo stipite della porta e
incrociando le braccia al petto.
«Come fai ad essere in piedi?»
Chiede con una voce roca che mi dà i brividi ed accenno un sorriso.
Ma è sempre così bello quando si sveglia?
«Sono scesa dal letto e mi sono
alzata.» Dico semplicemente, lui sbuffa. Si poggia con la schiena contro il
materasso e allarga le braccia, riempie il mio letto completamente.
«Sì, ma…» Dice fissando il
soffitto e sorridendo fra sé: «Dove hai trovato la forza?!» Chiede portandosi
una mano sugli occhi e stropicciandoli.
Sghignazzo e affermo
semplicemente: «Sono più atletica di te.» Faccio spallucce e lui mi guarda
scettico. «Hai altre spiegazioni?»
Lui solleva un sopracciglio
sbarazzino. «Io ho fatto più lavoro di te.» Dice trattenendo una risata e
spalanco la bocca fingendomi indignata.
«Rimangiatelo.» Gli dico avvicinandomi
al letto e puntandogli l’indice sotto il mento.
«Mai!» Risponde divertito e mi
afferra per i fianchi catturando la mie labbra con le sue ed il mio corpo con
le braccia. Cerco di allontanarmi dalla sua presa mentre sposta la bocca sul
collo e inizia a provare a sfilarmi la maglietta.
«Chris…» Dico cercando di
attirare la sua attenzione, invano. «Christopher…» Si ferma quando pronuncio il
suo nome per intero e sposta lo sguardo su di me. Mi mordo il labbro inferiore
e lo guardo dispiaciuta. «Devo andare a lavoro fra un’ora e mezzo.»
Lui mugola spostando le mani
lungo il mio corpo abbandonando il bordo dei pantaloni e risalendo sul tessuto
leggero della maglietta. Mi guarda contrariato.
«Mi dispiace…» Aggiungo incerta e
lui per risposta sposta le mani sul mio seno, palpandolo. Scuoto la testa fra
il divertito e l’esasperato e decido di alzarmi dal letto.
«Vuoi qualcosa per colazione?»
Gli chiedo mentre mi dirigo verso la cucina.
«Volevo te...» Risponde dalla
camera e sento la pelle diventare d’oca. «Ma mi accontenterò di un caffè…»
Sorrido. Mi ha appena sostituita
con un caffè. Non so se dovrei ritenermi offesa o meno.
«Ti servirebbe una camomilla.»
Dico ad alta voce. «Per calmare i tuoi ardori!»
«E’ colpa tua!» La sua voce è più
lontana. Deve essere andato in bagno, infatti sento chiudere una porta.
Preparo il caffè e me ne verso
una tazza, lo sto bevendo quando mi raggiunge in cucina, capelli bagnati e
sorriso stampato in volto.
«Grazie.» Dice quando afferra la
tazza che gli porgo e ne beve un sorso. «Lavori all’ospedale?»
«Sì…» Rispondo piatta e spezzetto
un cornetto, nervosa.
Non so cosa dovrei fare. Sappiamo
benissimo che tra poco se ne andrà e con altissima probabilità non lo vedrò
più. Mi sembra inutile perdersi in convenevoli del genere, siamo grandi
abbastanza, no?!
Eppure il silenzio è assordante e
non riesco ad impedirmi di chiedergli cosa farà lui.
«Mi godrò un po’ di meritato
riposo.» Dice facendo spallucce. «Forse andrò in spiaggia.»
«Non è proprio il tempo adatto
per farsi un bagno.» Indicando la finestra alle sue spalle con un gesto della
testa, lui accenna un sorriso.
«Non mi ero accorto che pioveva
ancora…» Dice sovrappensiero.
Chissà se per un attimo gli è
venuto in mente ieri sera ed il mio invito a trattenersi per la notte. Lo
osservo mentre guarda fuori dalla finestra e beve il suo caffè.
Avrei voglia di invitarlo a
restare e a conoscerci meglio, ma sono troppo codarda ed orgogliosa per
dirglielo o ammettere che potrebbe aver significato qualcosa.
Complimenti Charlie, per una volta decidi di fregartene delle convenzioni
e di fare la brava ragazza e adesso hai già voglia di rimangiarti tutto.
Appoggio la tazza nel lavandino e
mi volto verso di lui, ha appena finito il suo caffè.
«Credo che sia meglio che io
vada…» Dice abbassando lo sguardo sulle sue mani.
Sento il cuore perdere un
battito.
Lo sapevi! Lo sapevi che lo avrebbe detto! Sapevi che sarebbe successo!
Annuisco e lui è costretto ad
alzare la testa per guardarmi incerto.
«Sì…» Dico anche con troppa
enfasi. «Sai, devo finire di prepararmi…» Aggiungo cercando di non rendere
troppo evidente il disagio che mi sta causando questa situazione.
«D’accordo.» Si alza e afferra la
sua felpa che è rimasta appallottolata sul divano da ieri pomeriggio. Lo
accompagno alla porta in silenzio, seguendolo a testa bassa e sollevando il
volto solo quando raggiunge il pianerottolo.
«Allora ci vediamo…» Dice poco
convinto e con un filo di voce, non ce la faccio a guardarlo. Abbasso la testa
di nuovo nascondendo il volto dietro i capelli, lui fa un passo verso di me e
posa la mano sopra la mia testa, poi inizia a scendere le scale. Sollevo il
volto e lo osservo, è sul quarto scalino, le mani in tasca e la fronte
aggrottata.
Non resisto.
«Chris!»
Si volta di scatto e risale gli
scalini in fretta, afferrando il mio volto fra le mani. La sua lingua
attraversa prepotentemente le mie labbra e si intreccia alla mia.
Indietreggio quanto basta per
permettergli di entrare in casa e chiudersi la porta dietro le spalle. Mi
stringe contro di lui e mi sfila dalla testa la maglietta che indosso con un
gesto rapido e sicuro prima di tornare a baciare, leccare e succhiare le mie
labbra in un lento tormento. Le sue mani si infilano sotto il reggiseno e iniziano
a massaggiarmi il seno, mi lascio scappare un gemito quando sposta la bocca sul
collo e le mani dietro la schiena spingendomi di nuovo contro di lui. Inizio a
sganciare i bottoni della sua camicia, il suo respiro si fa affannato quando
faccio scivolare il cotone dalle sue spalle lentamente mentre con la bocca mi
abbasso sul suo capezzolo destro mordendolo. Affonda la testa sul mio collo e
spingo le mani più giù fino in al bordo dei pantaloni dove sbottono l’ennesimo
bottone e faccio scendere la mano in mezzo alle sue gambe dove tocco tutta la
sua voglia.
Ci amiamo di nuovo con passione.
Questa volta sappiamo che sarà
l’ultima e ci abbandoniamo completamente l’uno all’altra.
Ci rivestiamo in silenzio ed in
fretta, farò sicuramente tardi a lavoro.
Questa assurda situazione finisce
sul marciapiede sotto casa mia, con una carezza sul volto ed un bacio sulla
fronte da parte sua. L’immagine di questo saluto mi accompagna per tutto il
giorno, insieme al suo profumo sulla mia pelle e sui vestiti che riporta alla
mente tutto anche quando non vorrei.
Non vedo l'ora di tornare a casa per cambiarmi
e mettere questa roba in lavatrice, incluse le lenzuola del letto.
Eliminare ogni prova olfattiva
della sua presenza, sarà questo l'obiettivo.
Devo dimenticarlo più in fretta
di quanto non sia entrato nella mia vita. Ricordandomi di non fare mai più una
cosa del genere, naturalmente.
Perché non ho pensato prima
all'eventualità di starci male?! Mai più sesso di una notte, per quanto bello
possa essere... mai più, Charlie, cazzo.
Sospiro per la milionesima volta
quando rientro in casa la sera. Resto a fissare il divano in salotto come se
potesse apparire di nuovo seduto lì, come quando mi aspettava per vedere il
film.
Mi maledico e vado in bagno.
Mi lavo più di una volta con il
bagnoschiuma anche se mi rendo fin troppo presto conto che nonostante possa
eliminare il suo odore, il suo ricordo rimane. Prendo delle lenzuola pulite e
sto per rifare il letto quando trovo i pantaloncini che indossava... me li
rigiro fra le mani e decido di abbandonare i miei propositi. Mi distendo sul
letto fissando il soffitto.
Nella mia mente si presentano più
scenari: io che lo trattengo per la felpa e gli chiedo di rivederci, lui che
torna sui suoi passi come aveva fatto sul pianerottolo quando l'avevo
richiamato. Io che ammetto che anche non volendo potrebbe aver significato
qualcosa e lui che ride di me, della mia stupidità.
Prendo a pugno il materasso sotto
di me, perché con lui era tutto più facile e naturale e adesso che sono da sola
sembra tutto così sbagliato?
***
~ Chris
Tiro fuori il cellulare dalla
tasca dei pantaloni e rispondo tenendo ancora gli occhi chiusi. «Pronto?»
«Ehi!» La voce di Alexis è
squillante, al contrario della mia che sembra quella di un cavernicolo. «Stavi
già dormendo?» Mi chiede cogliendo nel segno, mugolo in segno di assenso. «Ma
sono appena le nove!» Dice sorpresa e senza pensare minimamente di scusarsi. Mi
passo una mano sugli occhi e trattengo uno sbadiglio.
«Mi sono addormentato davanti alla
tv.» Le dico mettendomi a sedere sul mio divano e spegnendo il televisore. «Che
vuoi?»
«Come sarebbe a dire che voglio?!» Mi dice con
fare offeso. «Non posso chiamarti solo per fare due chiacchiere?»
«Ne dubito, non è da te.»
Rispondo mentre mi alzo e mi dirigo verso la mia camera da letto. «Sputa il
rospo che vuoi?» Lei sbuffa e poi si rassegna.
«Com'è andata ieri?»
«Sei un’incredibile ficcanaso!»
Le rispondo ridendo.
«Senti chi parla! Daiiii! Dimmelo!» Si lamenta. «Sennò lo chiedo a lei...»
«Fai pure.» Faccio spallucce e
porto il cellulare all'altro orecchio. «Credo che vi troverete meglio a parlare
fra donne...»
«Ok...» Dice lei tranquilla e mi
stupisco di averla fatta franca così presto. «Se vuoi parlare con un uomo ti
passo Tom.»
«No!» Esclamo. «Non voglio
parlarne né con te né con Tom!» Le dico sperando che mi lasci la mia privacy. «Perché
non vi dilettate in altre attività invece di rompere le scatole me?!»
«È andata così male?» Mi chiede
lei con fare dispiaciuto. Mi sta volutamente ignorando? «Eppure è una ragazza
così carina...» Sbuffo ed il suo tono diventa accusatorio
«Che le hai fatto?»
«Non le ho fatto niente!» Rispondo
esasperato. «È andata bene, ma non ci rivedremo.»
«Questo non ha senso.» Dice lei
pensierosa.
«Ha perfettamente senso invece.»
Mi sto alterando.
Ci ho già pensato da solo a tutta
questa storia, non ho voglia che qualcun altro mi dica che sto sbagliando.
«Charlie è una ragazza molto
dolce oltre che bella e tu sai benissimo che il nostro mondo le persone così le
distrugge. Ed io non voglio farle questo.» Alex rimane in silenzio per un po' e
poi parla con tutta calma.
«Potresti sempre proteggerla
tu...»
Sospiro.
Colpito e affondato Evans.
«Ormai è andata così...»
«Come vi siete lasciati?»
Rifletto sulla sua domanda
ripensando al nostro saluto sul marciapiede.
«Non saprei dire...» Lei sbuffa.
«Sei tu l'esperto in queste situazioni...
dovresti saperlo...» Lo dice esasperata, poi aggiunge: «Dimmelo e basta, non ti
giudicherò.»
Ci credo poco, ma mi passo di
nuovo una mano sulla fronte e parlo con calma.
«L'ho salutata con un bacio sulla
fronte...» Lei fa per parlare ma la interrompo. « Prima che tu dica qualunque
cosa, lei era d'accordo ad una storia di una notte quindi starà senz'altro
meglio di me, adesso.»
«Quanto sei scemo, Chris?» Lo
dice con un tono amorevole ed io roteo gli occhi. Ecco che arriva la paternale.
«Per le ragazze carine e dolci come me e Charlie» Faccio per dissentire sul
fatto che lei sia carina e dolce, ma mi precede «Sono dolce e carina e tu lo
sai, non provare a negarlo.» Sorrido alla sua affermazione e torno ad
ascoltarla. «Siamo chiaramente ragazze per cui il sesso è sempre qualcosa di
significativo, anche se facciamo finta che non sia così...» Rimaniamo in
silenzio per qualche secondo, rifletto sulle sue parole e mi sento ancora di
più uno schifo. «Non voglio farti sentire peggio o altro... voglio solo dire
che se una parte di te vuole chiamarla, fallo.» Sono certo che sta sorridendo
dolcemente al telefono.
« D'accordo, mamma.» La prendo in
giro. Non ho voglia di continuare questo discorso.
Lei sghignazza dall'altra parte
del telefono. «Bravo bambino. Cresci e rendimi orgogliosa.» Dice divertita e mi
ritrovo a sorridere a mia volta.
«Io adesso andrei a letto...» Le
dico sbadigliando.
«Bene... penso che ci andrò anche
io...» La sento parlare sottovoce e scuoto la testa.
«Alexis?» Attiro la sua
attenzione.
«Sì?» Mi chiede lei.
«Non voglio un fratellino...» Le
dico divertito.
«Preferisci una sorellina?» Mi
chiede con fare innocente e scuoto la testa.
«Se la chiamate Christina posso accettarlo.»
Sghignazzo fra me e me.
«Scordatelo.»
«Ma Christina Hiddleston
suona bene!» Ormai sono in preda alle risate e Alex non mi risponde. «Alex ci
sei?» Domando titubante.
«Detesto quando hai ragione.» Borbotta
dopo un po'.
«Io ho sempre ragione!» Le
rispondo smagliante.
« Buonanotte Christopher.» Mi
risponde divertita. «Chiama Charlie, so che vuoi farlo.»
Chiude la
telefonata e io rimango di nuovo da solo con i miei pensieri.
∽
Chiedo umilmente perdono!!! Sono una scellerata per avervi lasciate in
sospeso!!! SCUSATEEEEEEE!!!!!
Ad ogni modo spero che il buon caro Chris ed i suoi attributi pettorali
abbiano placato la vostra ira...
Aspetto vostre notizie e giuro solennemente di non avere buone intenzioni.
No scherzi a parte.
Prometto di aggiornare presto, stavolta sul serio.
Quando sento suonare il
campanello, vado ad aprire di corsa con un sorriso stampato in volto.
Non è che sono particolarmente
contenta ma a quanto pare passata la fase “perché sono andata a letto con Chris
Evans?!” sono entrata in quella “sono andata a letto con Chris Evans!” ovvero
una sensazione euforica, almeno fino a quando penso alle nostre attività e non
al fatto che non le rifarò, o almeno non con lui. Scuoto la testa ritornando
nel mio stato euforico e abbraccio mia sorella Valerie. Più piccola di me
quattro anni, ancora studentessa universitaria e un terremoto vivente.
«Ciao sorellona!» Mi dice
districandosi dall'abbraccio e lanciando la sua cartella sul divano.
Divano su cui io e Chris... sorrido
di nuovo. Dannazione! Mi sposto in cucina scuotendo la testa seguita da mia
sorella.
«Allora, come stai?» Le domando
mentre si siede a tavola e mangia una patatina fritta dal pacchetto aperto in
mezzo al tavolo.
«Bene...» Si alza e inizia ad
aprire gli sportelli della mia credenza.
«Che stai cercando?» Le domando
cercando di non darle a vedere il mio fastidio nel suo modo di fare.
«Non avevi dei popcorn?» Mi
domanda con la testa immersa dentro un mobile.
«Li ho mangiati.» Dico mentre
cerco di risultare tranquilla e normale, quando in realtà nella mia mente
lampeggia il nome di CHI li ha mangiati con me.
«E con chi?» Valerie si avvicina ghignando
con fare malizioso.
«Con nessuno!» Rispondo
concentrandomi sulle pizze in forno.
«Sei arrossita e stai sorridendo.»
Mi scruta soddisfatta. «Com'è questo nessuno
di cui non vuoi parlarmi?»
«Non esiste nessun nessuno!»
Spero di essere risultata convincente ma lo sguardo che mi rivolge mi fa capire
chiaramente che non è così.
«Sorvolerò...» Fa spallucce poi
mi guarda seria «Per ora!»
«Come vuoi.» Taglio corto e apro
il forno per estrarre le pizze. «Come vanno gli studi?» Le chiedo per cercare
di distrarla dai suoi intenti investigativi.
«Bene, bene...» Parla mentre
scruta la cucina. «Tu piuttosto com'è andata la caccia al canguro due settimane
fa?» Sorrido smagliante e lei spalanca la bocca. «Maledetta!! Ce l'hai fatta?! Perché
non me lo hai detto subito?!»
«Perché sei tornata ieri dall'
Europa...» Le faccio notare e lei sbuffa.
«Queste cose si comunicano
subito!» Mi dice seria. «Voglio i dettagli!»
«Uhm… Aspetta…» Vado in camera e
afferro il raccoglitore dove ho messo le foto e gli autografi. «Ecco qua.»
«Sei…. Argh!»
Val mi strappa di mano l’album e inizia a sfogliarlo. «Cioè…» Gira l’album e mi
mostra la foto di me ed Hem. «Guardati! Cioè sprizzi
gioia da tutti i pori!» Rigira l’album verso di sé mentre io prendo un sorso
d’acqua. Sì, in effetti sprizzavo gioia da tutti i pori. Cerco di recuperare
l’adrenalina che l’incontro con Hem mi aveva messo
addosso, ma ormai tutto va in secondo piano se penso a…
«Questo è un colpo basso però!»
Val interrompe i miei pensieri lanciandomi un’occhiataccia, so già cosa sta
guardando. «Cioè, con Christopher! MIO CHRIS!»
Quando sento il suo nome il cuore
inizia a battermi nel petto ad un ritmo più elevato.
«Gira pagina…» Le dico facendo finta di niente e lei obbedisce. La mia mente,
purtroppo, no e il ricordo di Chris è lì. Bloccato.
«ODDIO! » Poggia l’album e sfila
il pezzo di carta con l’autografo di Chris per lei. «Sei la mia sorella
preferita!»
«Sono la tua unica sorella.» Le
faccio notare quando mi abbraccia. «Raccontami tutto! Devo sapere! Che ti ha
detto? Mi vuole sposare?» Spara a raffica mentre si siede a tavola e si rigira
il pezzo di carta fra le mani come se fosse la cosa più importante del mondo.
Per un attimo penso che forse lo è davvero. Afferro l’album delle foto e passo
il polpastrello dell’indice sulla superficie della foto, percorro il profilo di
Chris e appena mi rendo conto di quello che ho appena fatto mi blocco. Per un attimo non so che dire a mia sorella.
Una parte di me muore dalla
voglia di raccontarle tutto, ma un’altra parte vuole tenersi un po’ di Chris
tutto per sé. Un ricordo privato per renderlo più mio.
Incontro lo sguardo di mia
sorella e riordino le idee, inizio a raccontarle della serata dall’incontro con
Nick e con Alexis subito dopo. Le racconto della premiere e di quanto fossi
elettrizzata, le dico anche dell’incontro con Thomas e Christopher fuori dal
cinema, ma sorvolo sul numero e su tutto quello che ne è derivato.
«Wow…» Val si passa una mano fra
i capelli estasiata. «Sei la mia eroina in questo momento.» Sorrido imbarazzata
al suo sguardo. Mica tanto eroina. «Sei riuscita a realizzare il sogno di
incontrare il tuo Chris.» Annuisco anche se sono sicura che stiamo pensando
allo stesso Chris, lei continua. «E probabilmente Tom voleva provarci con te.»
«Cosa?» Strabuzzo gli occhi alla
sentenza di mia sorella, lei sghignazza.
«Quanto sei tonta!» Mi dice
muovendo il dito indice sotto il mio mento. «Lui ti ha chiamata dopo il cinema,
anche se ti aveva vista solo sul redcarpet insieme a quella fotografa…»
«Ma no…» Scuoto la testa decisa.
«Non ci voleva provare con me, ne sono convinta…»
«Tu ti sottovaluti.» Mi dice con tono
che non ammette repliche e io smetto di insistere. Mi fa ridere il fatto che è
convinta della sua visione totalmente fuori strada, lei se ne accorge.
«Cos’altro mi stai nascondendo?»
La guardo dubbiosa. «Stai sorridendo, quindi c’è dell’altro. Che avete fatto tu
e Loki?»
«Niente!» Rispondo sincera e
divertita. «Abbiamo solo parlato.»
«Adesso si dice parlare?» Mi
chiede con fare malizioso e mi metto a lavare i piatti mentre lei si dirige
verso il salotto. La sento buttarsi sul divano e accendere la tv. «È inutile
che fai la misteriosa, so di essere sulla strada giusta.»
«Sei totalmente fuori strada
invece.» Rispondo ridendo mentre la raggiungo in salotto e mi siedo accanto a
lei sul divano. La obbligo a raccontarmi del suo viaggio studio e passiamo il
pomeriggio a parlare fra noi, anche se Val non perde occasione per cercare di
farmi parlare di me e Hiddles. Ogni volta quasi
scoppio a ridere, sono talmente esasperata che vorrei urlarle in faccia la
verità solo per farla stare zitta, ma lasciarla scervellare è altrettanto
divertente.
«Hiddles
o meno, un uomo è stato qui.» Sollevo un sopracciglio e la guardo scettica.
«Quale superpotere hai usato
stavolta?» Le chiedo ironica.
«Lo fiuto nell’aria.» Dice con un
sorriso divertito ed io le scompiglio i capelli, facendola ridere. «E poi ha lasciato
gli occhiali sulla tua mensola.» La indica alle mie spalle e io mi volto di
scatto. Sgrano gli occhi mentre lei ride dietro di me.
«Avanti, chi è?» La sua voce mi
arriva ovattata, mi focalizzo solo sui suoi occhiali, sul fatto che li ha
lasciati qui e che io per educazione come minimo dovrei dirglielo…
Ho un’altra occasione per
vederlo.
Vederlo e rendergli quegli affari
e farlo sparire di nuovo.
Oppure potrei tenerli io come prova
tangibile che non mi sono sognata tutto. Sto ancora rimuginando e guardando gli
occhiali quando mia sorella mi tira un calcio. Mi volto verso di lei ancora
frastornata dalla scoperta.
«Salve…» Mi dice con un sorriso
sarcastico. «Fatto buon viaggio? Di chi sono quegli occhiali?»
«Miei, ti piacciono?» Sorrido a
più denti di quanti in realtà dovrei averne, e penso a qualcosa per cambiare
argomento.
Valerie mi conosce troppo bene, e
mi guarda con un sopracciglio alzato e l'aria di chi non vuole essere presa in
giro.
«Charlotte. Di chi sono questi
occhiali? Lo conosco? Sarà mica quel dottore che ti piaceva?»
«Ma chi, MrDarcy?» Faccio una grossa risata pensando al bello e
tenebroso pediatra per cui mi ero presa una cotta non gigante, di più, e scuoto
la testa. «No, è stato trasferito qualche giorno fa. Non te l'ho detto?»
Valerie fa una faccia sconsolata.
«Nooo!
Ma come?! MrDarcyyy... già
vi vedevo sposati, nel suo cottage di millemila
ettari... Dio, m'è venuta voglia di rivederlo quel film. Ce l'hai ancora il
dvd?»
«Sì, è nel lettor-» Oh cazzo.
Val si avvicina al lettore e io
già inizio a pensare a che scusa inventarmi, lei preme il pulsante per far
uscire il dvd e osserva il disco sbagliato. Io mi copro il volto con le mani ma
sento ugualmente il suo sguardo addosso.
«Charlotte.» Mi dice con un tono
serio, apro le dita per osservarla. «Chi ti ha dato il DVD di The Avengers?!»
«Ehm… il proprietario degli occhiali.»
Dico con nonchalance cercando di risultare tranquilla «Orgoglio e Pregiudizio è
nella colonna dei dvd…» La indico con una mano, Valerie continua a guardarmi
con il disco tra le dita.
«Lascia stare quel film e
concentrati su questo.» Val mi riporta a guardarla, io deglutisco a vuoto. La
vedo pensare freneticamente, quella Perry Mason dei miei stivali. «Il proprietario
degli occhiali è riuscito ad avere questo film che è uscito da pochissimo nelle
sale…» Aggrotta la fronte studiando la situazione. «Ergo, o è un hacker o è un
membro del cast…» Sposta lo sguardo verso di me e mi mordo il labbro inferiore.
Ci arriverà, è troppo intelligente, anche se non sembra. «E tu li hai
incontrati…» Dice con un sorriso. «Hai due opzioni: o me lo dici tu, o guardo
tutte le foto del cast e cerco quei maledetti occhiali, anche se saranno
sicuramente sulla testa di Hiddles…»
Per un attimo penso che il cast
principale è formato da almeno nove persone, sette se escludiamo le donne,
molti di loro sono famosi da molto e scommetto che ci saranno miliardi di foto
di loro con occhiali da sole, chissà quanto le ci vorrebbe… di sicuro il tempo
necessario per riuscire ad inventare una balla decente e a prova del suo
istinto da detective, soprattutto se partirà a cercare da Tom.
Ma è mia sorella, ed io muoio
dalla voglia di farla morire d’invidia. No, scherzi a parte, muoio dalla voglia
di parlarne con qualcuno e lei è perfetta: non andrebbe certo a raccontare i
miei fatti personali a destra e a manca, quindi non sarebbe nemmeno una
violazione della privacy di Chris, no?
Prendo un grosso respiro e mi
butto.
«Chris…» Dico con un filo di voce
e Val abbassa il volto allungando il collo verso di me per sentirmi meglio o
proprio sentirmi e basta. Non sono certa che la mia voce sia arrivata a lei. «Il
proprietario degli occhiali è Chris.» Ripeto e stavolta lo vedo dalla sua faccia
che mi ha sentito.
«Chris?» Domanda seria ed io
annuisco. «MA È SPOSATO!»Sgrano gli
occhi e porto le mani avanti scuotendo energeticamente la testa.
«Non quel Chris…» Mi affretto ad
aggiungere prima che lei continui ad urlare. Se possibile invece, inizia ad
urlare di più.
«TU NON HAI APPENA DETTO QUELLO
CHE PENSO!» Parla velocemente e sopra le mie richieste di abbassare la voce.
«TU NON SEI STATA A LETTO CON CHRIS EVANS!»
Bene, la privacy di Chris sarebbe
appena andata a farsi benedire se non avessi avuto le finestre chiuse, guardo
Valerie e lei guarda me col fiato corto.
«Non ho detto che ci sono andata
a letto…» Cerco di rimandare l’inevitabile. «Ho detto che gli occhiali sono
suoi…»
«Se Evans è stato qui…» Val parla
lentamente cercando di mantenere la calma, ma la sua voce diventa sempre più
acuta. «Ti ha portato il DVD del film…. tu non l’hai ripagato?»
«Gli ho offerto la cena…»
Rispondo vaga, ma mia sorella sbuffa.
«Quante volte lo avete fatto?» Mi
dice con un sopracciglio alzato.
«Quante volte vuoi cenare,
scusa?» Cerco di ridere, ma non riesco sotto al suo sguardo. «Ehm… non lo so.»
«Così tante?!» Mi dice isterica, poi inaspettatamente sorride
smagliante. «Mi hai pensata almeno una volta?» Sono io stavolta a rivolgerle
un’occhiataperplessa. «Mi pareva il
minimo visto che è il MIO attore preferito.»
«Ti ho fatto fare l’autografo.»
Le dico convinta e lei mi fa una linguaccia e porta le braccia al petto
incrociandole.
«Io un misero autografo e tu
qualcosa che credo che non sia affatto misero…» Mi dice lanciandomi un’occhiata
curiosa in attesa di risposta.
«Non te lo dico…» Replico
scuotendo la testa.
«Ok. Non è affatto misero…» Dichiara
convinta, poi mi guarda. «Visto che vuoi tenerti i dettagli per te…» Inizia
titubante e io attendo la sua richiesta. «Voglio conoscerlo!» Apro bocca per
rispondere. «Dai fammelo incontrare non te lo rubo!»
Mi fa gli occhi dolci ed io
abbozzo un sorriso e le racconto come ci siamo lasciati. Quando finisco lei
sospira poi mi sorride.
«Ma hai gli occhiali!» Dice
carica di entusiasmo. «È un segno, devi chiamarlo e dirglielo!» Sorrido al
pensiero che potrei farlo sul serio. «Così me lo presenti!»
Le scompiglio i capelli e lei si
lamenta, restiamo un altro po’ a parlare poi lei se ne torna a casa ed io vado
a lavoro con un nuovo dubbio per la testa: lo chiamo o no?
∽
Sono imperdonabile lo ammetto.
Chiedo umilmente scusa!
Vedrete che prima opoi riuscirò a postare questa storia con
continuità non temete.
Prendo un grosso respiro e busso alla
porta che ho davanti. Dall’interno sento dei passi avvicinarsi e del
chiacchiericcio. Sorrido alla ragazza che viene ad aprire e lei saltella sul
posto.
«Ce l’hai fatta ad arrivare!» Mi
dice mentre l’abbraccio ed entro in casa.
«Avevi qualche dubbio?» Le chiedo
retoricamente alzando un sopracciglio, lei scuote la testa con un sorriso che
le illumina il volto e la rende ancora più bella. La abbraccio di nuovo.
«Sei bellissima!»
«Lo so, grazie!» Mi dice contro
la mia spalla e mi bacia una guancia.
«Adesso non fare la superiore…»
Le dico divertito. «Frignona.»
Lei mi guarda fingendosi
sconvolta e mi tira una pacca sul braccio.
«Ha parlato Mr
“piscia a letto”!» Mi fa una pernacchia.
«Non facevo la pipì a letto!» Le
dico contrariato e lei ride. «Gli altri? » Le chiedo guardandomi intorno e
cercando di cambiare argomento. Lei sorride e indica con un dito il piano di
sopra.
«Shana
sta provando i vestiti sotto lo sguardo vigile di Scott e mamma.» Annuisco e
insieme a mia sorella iniziamo a salire le scale.
«Preferisco il primo vestito che
hanno provato, tu che dici Scotty?» Mamma lo guarda
mentre sorseggia un po’ di spumante e lui ci riflette su. Quando io e Carly entriamo nella camera entrambi mi sorridono e si
alzano dalle sedie su cui erano seduti.
«È arrivato Chris!» Scott lo dice
ad alta voce e Shana si affaccia dal bagno dove è
chiusa e mi sorride mentre mamma viene ad abbracciarmi.
«Il mio bambino!» Mi lascio
coccolare mentre mi stringe al collo, poi saluto mio fratello.
«Fratellone!» Shana
mi salta praticamente addosso e io scoppio a ridere. «Sei troppo muscoloso…»
Afferma contrariata e io scuoto la testa divertito.
«Tua sorella ha ragione…»
« Era per il personaggio…» Inizio
a dire per discolparmi, Scott mi precede.
«Il film è stupendo!» Sorrido
compiaciuto e sto per rispondergli, ma mamma ci interrompe subito.
«Non mettetevi a parlare di
lavoro.» Ci rimprovera amorevolmente. Sia io che Scott ruotiamo gli occhi.
«Christopher vai a provare il vestito…»
«Subito?» Chiedo scontento e lei
mi rivolge uno sguardo che non ammette repliche; mi alzo e raggiungo una serie
di vestiti messi in fila su uno stand, poi mi giro verso mia madre. «Mamma…»
Inizio titubante. «Hai svaligiato un negozio per caso?» Le chiedo leggermente
divertito. Scott, Shana e Carly
sghignazzano fra loro e mamma mi guarda innocente.
«La mia amica Pam
mi ha fatto avere a casa tutti i vestiti che mi piacevano, più i cataloghi se
non fossimo soddisfatti…»
Annuisco e torno a guardare i
vestiti messi in ordine, li faccio scorrere fino a che non ne trovo uno che mi
piace e lo mostro a mio fratello.
«Scotty,
tu che dici?» Lui lo osserva con attenzione.
«Potrebbe andare…» Dice non molto
convinto.
«A me e Carly
piaceva quello nero.» Afferma Shana che mi ha
raggiunto e sta muovendo velocemente i completi alla ricerca di quello di cui
sta parlando. «Eccolo.» Dice soddisfatta estraendolo dalla fila. Lo guardo con
occhio critico, poi sollevo un sopracciglio in direzione di mamma e Scott.
«Oh, insomma, tesoro. Provali!»
Mamma parla con un tono fra il tenero e l’esasperato. Mi sono sempre chiesto
come faccia. Afferro anche il secondo vestito e inizio a spogliarmi mentre
penso a quale provarmi per primo. Opto per la scelta delle mie sorelle e quando
finisco di infilarmi la giacca devo ammettere che non è affatto male.
«Tara potrà dire addio a tutte le
sue damigelle.» Assicura Carly annuendo e
squadrandomi dalla testa ai piedi. Sorrido smagliante al suo occhiolino e giro
su me stesso guardando Shana, Scott e mamma,
aspettando il loro giudizio.
«Secondo me va bene» Dice Scott.
«Non sei più figo di me, quindi perfetto.»
Lo guardo torvo e lui ride.
«Vedremo chi farà più conquiste.» Gli rispondo con fare saccente.
«Eccoli che ripartono…» Shana scuote la testa. «Com’è che io sono la più piccola,
ma mi sembra di essere quella più matura qui?»
«Perché lo sei, tesoro.» Mamma le
carezza i capelli mentre Shana gonfia le guance
proprio come quando eravamo piccoli. «Può andare.» Aggiunge rivolta a me e sorrido
per essermela cavata in così poco tempo. «Sarà bello stare tutti insieme dopo
tanto tempo.» Dichiara con un sorriso e gli occhi lucidi, Scott le passa una
mano dietro la schiena e io ritorno ai miei vestiti.
Mi sento sempre un po’ in colpa
quando mamma se ne esce con queste frasi, so benissimo che siamo tutti grandi e
che come me anche mio fratello e le mie sorelle hanno i loro impegni, ma non
posso fare a meno di pensare che un po’ sia dovuto al fatto che io sono famoso.
Cerco di allontanare quei pensieri
e raggiungo la mia famiglia, passando al ruolo di giudice per i vestiti di Carly e mamma. Finalmente mi godo una giornata immerso
nella famiglia e come sempre sto bene e senza pensieri. La famiglia mi permette
di essere me stesso e non c’è cosa migliore al mondo.
«Chris ti sei trovato una
ragazza?» Shana si siede sulle mie ginocchia e mi
stringe le braccia al collo con un sorriso enorme. Siamo seduti sul divano di
salotto, mamma e Carly sono in cucina a preparare del
tè.
«È l’ora del gossip?» Le chiedo sollevando
un sopracciglio.
«Esatto!» Replica rivolgendomi un
sorriso a trentadue denti. «Raccontaci un po’ di fatti tuoi.» Scott solleva il
volto verso di noi con fare interessato.
«Non c’è molto da raccontare…»
Faccio spallucce. «Calma piatta, mi spiace deluderti, sorellina.»
Scott scuote la testa contrariato
e Shana sbuffa. Li osservo sospirando, so già cosa
stanno per dirmi, aspetto solo che uno dei due si decida a parlare.
«Sono passati sei anni, Chris…»
Scott. Ci avrei scommesso.
«Lo so perfettamente…» Dico serio
e Shana inizia a passarmi una mano fra i capelli
corti. Le è sempre piaciuto muovere le dita contro senso, dalla nuca verso
l’alto, quando mi taglio i capelli corti.
«Proprio perché lo sai, non pensi
che sia l’ora che ti trovi una ragazza?» Chiede mia sorella minore continuando
a giocare con i miei capelli.
«Fosse facile…» Dico con un filo
di voce, chiudendo gli occhi.
«Di che parlate?» Chiede Carly rientrando in salotto con un vassoio di biscotti.
«Indovina.» Le dico con fare
sofferente. Lei si porta un biscotto alla bocca sorridendo e si siede accanto a
me, mamma invece sorseggia il suo tè in silenzio.
«“Sono passati sei anni da quando
ti sei lasciato con Jessica, quando ti trovi un’altra ragazza?”» Prova a
indovinare Carly divertita e io annuisco. «Ci avrei
scommesso…» Dice facendo schioccare le dita e prendendo un altro biscotto dal
vassoio. «Ma sul serio…» Aggiunge mentre lo addenta. «Quando ti trovi un’altra
ragazza?»
Chiudo gli occhi portandomi una
mano alla fronte.
«Mamma….» Dico lamentandomi in
cerca di aiuto.
«Non vale chiamare in causa la
mamma.» Si intromette Scott. «Lei ti copre perché ti vuole tutto per sé.»
«Questo non è vero.» Afferma
mamma guardando Scott. «Voglio solo che si trovi una ragazza con cui sta bene…»
Dice sorridendomi. «Finora non ha mai deluso, anche se le cose non sempre sono
andate a gonfie vele. Mi fido del suo giudizio.»
Sorrido grato a mia mamma. Mi ha
sempre lasciato libero di fare di testa mia, nel bene e nel male e di questo le
sarò sempre grato. Se sono l’uomo che sono oggi lo devo principalmente a lei.
«Ma la stai cercando almeno?» Mi
chiede Carly con fare gentile e io sospiro,
decidendomi a sputare il rospo. Il rospetto. Rospicino.
«In realtà…» Inizio titubante.
«Una mia amica si era offerta di trovarla per me.» Scott solleva un
sopracciglio poco convinto. «Avrebbe trovato anche una ragazza molto carina…»
Sorrido ripensando a Charlie.
«Ma?» Shana
mi guarda con fare sospetto, ha smesso di carezzarmi i capelli.
«Ma niente…» Dico scrollando le
spalle.
«Fammi capire…» Scott si tira su
dalla poltrona su cui è seduto con fare interessato. «Hai conosciuto una
ragazza, era carina… ma niente?» Annuisco, ma anche io sono alquanto perplesso
di quel riassunto. «Niente-niente o niente-qualcosa-ma-sono-troppo-spaventato-per-ammetterlo?»
«Forse c’è stato qualcosa, ma non
posso tornare indietro e quindi meglio non pensarci e basta, no?» Dico
dubbioso. Shana mi tira una pacca sulla nuca. «Ahi!
Perché lo hai fatto?»
«Ha fatto bene.» Mia mamma parla
da dietro la sua tazza di tè bloccando le mie lamentele. «Non ti ho cresciuto
così.»
«Ma…» Inizio senza sapere bene
neanche cosa dire.
«Nessun ma.» Mi interrompe di
nuovo mia madre. «Per un attimo hai sorriso come raramente hai fatto negli
ultimi tempi…» Lo dice con un tono serio e amorevole e me ne resto in silenzio.
«Per quanto tu possa essere stato ferito ti ho sempre insegnato che bisogna
continuare a combattere per la propria felicità. Non smettere di farlo per
paura di soffrire ancora…» Dice dolcemente e io mi limito ad annuire. In realtà
credo che non sia affatto semplice, non so nemmeno se sono convinto di quello
che ho fatto. Charlie è stata un’esperienza davvero bella e non me lo sarei mai
immaginato, ma posso davvero dire che fra noi avrebbe potuto funzionare?
Scaccio quei pensieri e mi perdo dietro ai discorsi di Scott e Shana, rimettendo via il ricordo di lei in un angolo della
mia mente.
͠
I’m back, let’s
celebrate!!
Ok, scherzi a parte, eccomi di nuovo con un nuovo capitolo,
stavolta solo sul caro Chris & family.
La famiglia di Chris è importante, ha un ruolo fondamentale
nella sua vita, soprattutto la signora Lisa e quindi volevo omaggiarla con
questo capitolo.
Spero di non avervi deluso o fatto aspettare troppo, sto
cercando di essere più assidua negli aggiornamenti.
Il mio telefono squilla
insistentemente già da un paio di minuti, chiudo l'acqua della doccia e lo
afferro dopo essermi asciugata le mani e l'orecchio.
«Pronto?»
«Ciaoooooo!»
Stacco il cellulare dall'orecchio e guardo il numero dando conferma ai miei
sospetti.
«Ciao Alexis!» La saluto con un
sorriso. «Come stai?»
«Bene, bene.» Mi dice in fretta.
«Hai da fare oggi?» Aggrotto la fronte perplessa, ma rispondo alla sua
domanda.
«No...» Rispondo ancora dubbiosa. «Sei a Los
Angeles?»
«Esatto!» Risponde pimpante.
«Siamo arrivati ieri sera, ma Tom oggi ha deciso di abbandonarmi...» Lo dice
con un tono a metà tra un rimprovero e una dichiarazione divertita. Sento
qualcuno dire qualcosa e lei sghignazza. Mi ritrovo a pensare che io di lei non
so niente, tolto il fatto che – a quanto pare – sta con un tizio che si chiama
Tom.
«Quindi pensavo…» Riprende lei.
«Magari Charlie è libera, ci facciamo un pomeriggio fra donne, così ci
conosciamo un po’ meglio...»
Lo dice titubante come se avesse
paura di un mio rifiuto, io invece sorrido e accetto il suo invito. Fissiamo
per l'ora di pranzo in Melrose Avenue, davanti ad Urban Outfitters.
Qualcosa mi dice che faremo un po’ di shopping.
***
Giriamo per negozi e scopro che
Alexis è una fotografa freelance, praticamente gestisce il suo lavoro come le
pare e piace e che al momento si è presa un po' di ferie. Ha una sorella più
grande che ha appena partorito e che è matta per lo shopping.
Lei mi chiede del mio lavoro,
della mia famiglia. Ci fermiamo su una panchina nel tardo pomeriggio cariche di
buste con acquisti di ogni tipo e le faccio vedere le foto che mi ha scattato
alla première. Mentre le guarda afferma che non aveva dubbi che fossero venute
bene, lo dice con un sorriso sbruffone e una smorfia per prendersi in giro. Si
sofferma a guardare quelle con Chris sorride e scuote la testa
impercettibilmente prima di voltarsi verso di me.
«Mi ha detto che è stato bene con
te.»
Cosa? Oddio.
«Ah...» Perdo più di un battito
mentre lei annuisce e non so veramente cosa dire. Non pensavo che lei e Chris fossero
così amici...
Per fortuna è lei a parlare al
posto mio.
«Vi siete risentiti per caso?» Mi
chiede interessata.
«No...» Scuoto la testa e inizio
a torturarmi le dita. «Non era nei patti, o almeno credo che non lo fosse.»
Parlo velocemente senza spostare lo sguardo dalle mie mani. «Avrei voluto, ma
non l'ho fatto... anche se forse dovrei, visto che ha lasciato un paio di
occhiali a casa mia.»
Alexis interrompe le mie parole.
«Ha lasciato degli occhiali da te?» Mi guarda sollevando un sopracciglio e io
annuisco incerta, vorrei sapere cos'ha da sorridere.
«Diglielo.»
«Non so se è una buona idea...»
Dico con riluttanza. Non voglio che pensi che sia solo un pretesto per
risentirlo.
«Li cercava...» Cosa? Alzo lo
sguardo e vedo Alexis che mi sorride smagliante. «Non ti sto dicendo di
dirglielo per rivedervi, anche se sono convinta che ne abbiate entrambi voglia,
solo che Chris è scemo e tu sei in imbarazzo...» Lo dice portandosi una ciocca
di capelli dietro l'orecchio e sorridendo. «Lo dico perché Chris li cercava...»
Fa schioccare la lingua sul palato. «Glieli ha regalati suo fratello... ci
tiene molto.»
«Se ci tiene allora dovrei
dirglielo...» Rifletto tra me e me, lei mi posa una mano sul ginocchio
sinistro.
«Brava.» Le sorrido mentre la
osservo sollevare una mano e salutare qualcuno alle mie spalle. Deve essere
arrivato il suo ragazzo, mi volto e deglutisco a fatica.
«Che ci fa Tom Hiddles...» Mi fermo e mi volto verso Alex che sorride
piena di gioia e non gli stacca gli occhi di dosso. «Dimmi che il tuo Tom non è
quel Tom.» Le dico e lei scoppia a
ridere.
«Non posso...» Mormora
leggermente imbarazzata.
Sbatto più volte le palpebre mentre lui le
posa le labbra sulla fronte e lei lo cinge per le gambe. Non so perché, ma mi
metto a ridere. Loro mi guardano come se fossi impazzita.
«Scusate, scusate.» Cerco di dire
tra le risate. «Dovevo sospettarlo che stavate insieme... alla première mi sei
quasi svenuta addosso quando è arrivato...» Affermo annuendo convinta guardando
Alexis. Thomas mi sorride e si volta scrutandola con un sorriso sornione.
«Sei quasi svenuta addosso a una
povera ragazza solo dopo avermi visto?»
«Non ricordo...» Dice lei
aggrottando la fronte mentre lui ride divertito. «Non stavamo insieme allora...
forse non era per te.» Aggiunge facendogli una smorfia mentre lui continua a
ridere. «Sicuramente non era per te.» Afferma convinta, poi mi guarda in cerca
di appoggio. «Vero?»
«Mmm,
sai ora che ci penso meglio forse era per Robert...» Mormoro poco convinta
cercando di reggerle il gioco, lei abbozza un sorriso imbarazzato a Tom che ha
sollevato un sopracciglio e cambia completamente argomento.
«Tom, non pensi anche tu che
Charlie debba chiamare Chris?»
«Sì ovviamente.» Afferma lui
risoluto sorridendomi. «Se vuole, lo deve fare…»
Li guardo con sospetto. Non mi
convincono per niente. Mi stanno spingendo a chiamarlo e la cosa mi puzza.
«Ci penserò.» Borbotto
sospettosa.
Mentre cerco di studiarli, di capire qualcosa
su questa voglia di farmi sentire Chris, per un attimo navigo beata nell’idea che
lui abbia chiesto a loro di dirmi queste cose, ma la allontano subito. Non mi
sembra il tipo da ricorrere a certi sotterfugi, se mi avesse voluta rivedere mi
avrebbe richiamata. Non l’ha fatto ergo non mi vuole rivedere.
Tu però lo vuoi rivedere, quindi potresti chiamarlo.
Io lo chiamerò per via degli
occhiali, se ci tiene così tanto…
«Noi torneremmo in albergo…» La
voce di Alexis mi riporta con la mente sulla panchina dove siamo sedute.
Annuisco alzandomi a mia volta.
«È stato bello conoscerti
meglio.» Mi dice con un sorriso. «Spero di rivederti presto.»
«Lo spero anche io.» Affermo
mentre le do due baci sulle guance.
Li guardo allontanarsi
abbracciati prima di prendere le mie buste e tornarmene verso casa. Dopo una
camminata di dieci minuti sono nel mio appartamento. Infilo il mio pigiama e
inizio a prepararmi la cena; mentre aspetto che il microonde riscaldi la carne
lancio uno sguardo di sbieco al telefono.
Chiamalo. Chiamalo e basta.
Afferro il cellulare e scorro la
rubrica fino al suo numero, rimango a fissare quelle cifre come mi è capitato
spesso e poi decido di inviargli un messaggio.
“Ciao. Ho i tuoi occhiali. Dimmi
se vuoi che te li riporti o te li spedisca. Altrimenti li tengo io, non c’è
problema.” Invia.
Ok, forse sono stata un po’
troppo acida.
Forse?!
Non sapevo che dirgli. Mi è preso
il panico.
Appoggio il telefono sul tavolo e
tiro fuori la mia cena dal microonde. Accendo la tv per farmi compagnia mentre
ceno e cerco di concentrarmi su una puntata di Grey’sAnatomy che ho già visto, ma non c’è niente di meglio
alla tv.
E poi parliamoci chiaro: meglio
di Patrick Dempsey e Eric Dane
ci sono veramente poche cose.
L’unica pecca è la continua
interruzione della puntata per dare spazio alla pubblicità. Non vorrei, ma ogni
volta i miei occhi si spostano sul telefono che non si illumina mai. Al terzo
intervallo decido di cambiare canale per concentrarmi su altro rispetto al
display scuro del mio cellulare.
Destino infame.
Fra tutti i canali e tutte le
pubblicità che ci sono, proprio il momento preciso in cui passa la pubblicità
della GuessGuilty dovevo
beccare?! Sbatto la testa contro il tavolo più per scacciare i ricordi che
iniziano a tornarmi alla mente che per altro e rimetto il canale di prima.
#So I cross my heart, and I
hope to die, that I'll only stay with you one more night#
La suoneria del cellulare mi fa
saltare sulla sedia. Eh, Adam, sapessi quanto sono d’accordo.
Sollevo la testa dal tavolo e
guardo il display che si illumina ad intervalli regolari come se fosse un
oggetto alieno.
Rispondi!
Lo afferro e lo porto
all’orecchio.
«Pronto?»
«Sei antipatica quando scrivi i
messaggi.» Mi rimprovera Chris con fare divertito.
«Mi mancava essere presa in
giro…» Gli rispondo cercando di risultare sostenuta, quando in realtà il mio
cuore batte all’impazzata nel petto. «Anche tu non sei il massimo della
simpatia a rispondere così…»
«Ok, ok.» Dice ridendo. «Come
stai?»
MALE.
«Sto bene, grazie.» Rispondo con
un sorriso isterico, ma questo lui non lo sa. «Tu?»
«Non male…» Dice con un sospiro.
Rimaniamo in silenzio, come se non sapessimo cosa dire e probabilmente è
proprio così. «Hai i miei occhiali, quindi?»
«Già. Li hai lasciati sulla
mensola dell’ingresso…»
«Non me ne ero neanche accorto…»
Mormora titubante. «Grazie per avermelo detto…»
COSA?! Non se ne era neanche
accorto?!
Mi immagino Alexis che se la ride
con fare malefico alle mie spalle e decido che la strozzerò. Sì, la prossima
volta che la vedo la strozzerò con le mie mani.
«Charlie ci sei?»
«Eh?» Rispondo a Chris che
evidentemente aveva continuato a parlarmi, lui ride.
«A che stavi pensando? Roba
piccante?» Mi chiede malizioso e anche se siamo solo al telefono arrossisco
fino alla punta dei capelli. «Ti ho detto che non importa che me li spedisci,
possiamo vederci se ti va bene…»
«Sì… sì, certo.» Dico cercando di
rimanere impassibile. Difficile. «Dove e quando?»
«Sei libera sabato? »
«Sabato? Cioè fra due giorni?»
Chiedo per sicurezza. Sto morendo, qualcuno mi aiuti. AIUTO. MUOIO.
«Sì…» Rimango in silenzio
cercando di ricordare se sono libera o meno.
«Se non ti va bene, possiamo fare
un altro giorno…»
«No, sabato va bene…» Affermo
ricordando che sono di turno la mattina e quindi da dopo pranzo sono libera.
«Nel pomeriggio sono libera.» Aggiungo per non restare in silenzio.
«Perfetto, ci vediamo verso le
tre a Venice Beach?»
«D’accordo.» Dico calma.
Calma un corno stai ballando in mezzo alla stanza!
L’importante è che risulti calma
a lui, no?
«Allora ci vediamo sabato
pomeriggio, ce ne andiamo a pattinare un po’.» Sento che dice, e smetto di
saltare per sgranare gli occhi terrorizzata.
Che pattinare?! Io non so
pattinare!
Meglio! Avrai una scusa per stargli attaccata!
L’idea non è male, ma forse dovrei dirglielo.
«Sei d’accordo?» Mi domanda perplesso,
probabilmente rimanere in silenzio non è stata la mossa più azzeccata.
«Ehm… sì…» Prendo un grosso
respiro. «È che io non so pattinare, ecco.»
Idiota! Adesso cambierà i programmi e potrai dimenticare di attaccarti a
quei muscoli come una sirena allo scoglio.
Sì, sirena… come no…
Non era quello il punto!
Chris ride divertito contro il
mio orecchio e mi mordo le labbra. Insomma, che ci sarà mai da ridere?!
Scommetto che non sono l’unica ventiseienne che non sa pattinare sulla faccia
della terra.
«Che problema c’è, ti insegno.»
Mormora quando smette di ridere e stavolta è sul mio viso che appare il
sorriso. «Ci vediamo sabato allora…»
«D’accordo!» Rispondo piena di
adrenalina e riattacco dopo averlo salutato.
͠
Sa..sa..prova. Saaaaaaaaalve.
Ebbene sì sono tornata! Ed eccoci
qui con un altro capitolo tutto Charlie’sPov. Devo ammettere che mi piace come è uscito fuori. C’è
il ritorno di Alexis che sarà sempre un pezzo di cuore per me e poi…Poi
finalmente si risentono!! Spero che questo capitolo piaccia anche a voi e non
temete, dal prossimo avremo un po’ più d’azione.
Sghignazzo fra me e me a quel
pensiero mentre mi appoggio al muro dell’edificio dove si noleggiano i pattini
e tiro fuori il telefono dalla tasca dei pantaloncini.
Un messaggio.
Oddio, stai a vedere che è
Charlie che dice che non viene.
Lo apro con un timore che
solitamente non mi appartiene e tiro un sospiro di sollievo quando vedo che è
da parte di Scott.
“Allora come sta andando?”
Digito velocemente la risposta.
“Non è arrivata ancora.”
Mio fratello risponde subito.
“Pensi che ti darà buca?”
Scuoto la testa divertito e parlo
con il mio telefono.
«Sei sempre molto incoraggiante,
fratellino…»
Eppure una parte di me ha davvero
quella paura. Altro squillo. Altro messaggio. Solito mittente.
“Perché se lo pensi sei già
fregato, piccioncino.”
Elimino il messaggio e non lo
degno di risposta.
Io fregato?! Ma quando mai?! Sono
solo contento di rivedere una ragazza con cui mi sono trovato bene e con la
quale può nascere una bella amicizia.
Annuisco al mio ragionamento e
mando mio fratello amorevolmente a quel paese, mentre rimetto il telefono in
tasca.
La vedo arrivare, indossa un top
bianco e un paio di pantaloncini azzurri. Oddio quant’è sexy.
Sento già la voce di mio fratello
nella mia testa che dice “Amicizia, eh?”
Scrollo la testa e mi schiarisco
la gola.
«Ciao!» Mi saluta con un sorriso
e mi abbraccia di slancio. Resto un attimo frastornato prima di cingerla a mia
volta e darle un bacio veloce su una guancia.
«Come stai?» Mi domanda e senza
lasciarmi il tempo di rispondere tira fuori i miei occhiali dalla piccola
tracolla che le scende lungo un fianco. «Tieni, sennò poi mi dimentico…»
Li afferro e me li aggancio al
collo della maglietta, poi mi volto verso di lei e la sorprendo a guardare il
punto esatto dove il peso degli occhiali ha abbassato la mia maglia. Sorrido e
le passo il braccio destro dietro le spalle mentre ci mettiamo in coda per il
noleggio.
«Ti ho beccata!» Dico divertito e
vedo che arrossisce.
«Cosa?» Chiede con fare
innocente.
«Mi stavi guardando lo scollo…
ricordavi i bei momenti? » Le domando divertito e lei volta la testa dalla
parte opposta a dove mi trovo io.
«Non sei mica una donna. Alle
donne si guarda lo scollo, a voi uomini si guarda altro…» Replica continuando a
non guardarmi.
«Ah, sì? E che si guarda?»
Sto per scoppiare a ridere quando
lei si volta verso di me con un sopracciglio sollevato.
«La faccia da schiaffi che si
ritrovano.» Risponde, posandomi una mano sulla guancia e battendola piano per
darmi uno schiaffetto.
«Tzè...
vieni, viso d'angelo, vediamo chi ride adesso...» Mi volto verso l’uomo che si
trova dentro il baracchino del noleggio.
«Due completi.» Affermo tirando fuori
il portafogli e aggiungo: «Per la ragazza qui anche un caschetto, grazie.»
Mi volto verso Charlie che mi sta
fulminando con lo sguardo e rido.
«Non voglio che ti faccia male…»
«Me la pagherai.» Bofonchia
stringendo lo sguardo.
«Che numeri di scarpe portate?»
Chiede l’uomo al bancone mentre ci porge due set di ginocchiere e para gomiti.
Sollevo un sopracciglio verso
Charlie dopo aver dato il mio numero e lei risponde al posto mio, l’uomo si
allontana di nuovo per andare a prendere i nostri pattini e lei tira fuori il
portafogli dalla borsetta.
«Che stai facendo?» Le chiedo
contrariato.
«Pago la mia parte, mi pare
palese.» Risponde ancora irritata per la storia del casco di protezione.
«Non ci pensare nemmeno, offro
io.» Dico risoluto e le racchiudo il portafogli fra le mani.
«Ma no, dai…» Inizia a
lamentarsi. Roteo gli occhi e le metto in testa il casco.
«Tieni questo e stai zitta.»
Affermo, iniziando a metterle in mano il resto delle protezioni. «Io ti ho
invitata, io pago.» Dico risoluto e sorrido all’uomo che poggia sul bancone i
quattro rollerblade neri.
«Li noleggio per tutto il
pomeriggio.» Spiego all’uomo e sorrido divertito agli occhi sgranati di
Charlie. «Ti farò sudare.» Le dico dopo aver pagato e lei mi tira una pacca
sull’addome. L’uomo al bancone ci guida allo spogliatoio dove ci affida le
chiavi di un armadietto in cui possiamo tenere le scarpe.
«Che puzza!» Afferma Charlie
depositando le varie protezioni su una sedia libera.
«Beh, è uno spogliatoio dove la
gente si leva le scarpe…» Le rispondo divertito e lei rotea gli occhi nauseata.
«Sei già entrato in modalità
maestrino?» Mi chiede e io sghignazzo, annuendo einiziando a sfilarmi le scarpe.
Dopo qualche secondo si siede
accanto a me e anche lei inizia a slacciare le scarpe da ginnastica per poi
mettersi il pattino destro.
«Alt!» Dico mentre finisco di
allacciarmi la ginocchiera sinistra. «Prima le ginocchiere, sennò poi come fai
a mettertele?» Le domando facendo vedere che non hanno apertura completa, ma
solo un sistema per allargare o stringere il diametro della chiusura della
protezione. Lei mugugna qualcosa e afferra una ginocchiera, mi metto in
ginocchio davanti a lei e controllo che la chiuda per bene mentre afferro il
suo pattino ed inizio ad allargarlo.
«Stringi di più…» Le dico con
fare esperto.
«Ma più stretto di così fa male!»
Borbotta contrariata.
«Alzati in piedi.» Aspetto che mi
dia retta e non appena è in piedi alzo lo sguardo su di lei, mentre poso le
mani sulla ginocchiera. «Senti che è troppo lenta? Pattinando, scivolerà giù…»
Sposto le dita sullo strappo che si trova dietro il ginocchio e stringo la
chiusura. «Così va meglio.» Sorrido e la guardo, dal basso.
Solo allora mi accorgo di tenere
le mani sulla pelle nuda del suo ginocchio, muovo il pollice sfiorandone la
morbidezza appena sopra la chiusura della ginocchiera e lei si mette a sedere
di scatto, rischiando quasi di tirarmi una ginocchiata in faccia.
«Ok, capito. Faccio da sola.» Mi
dice tutto d’un fiato afferrando il pattino ed iniziando a metterselo. Rimango
a fissarla per un attimo, poi torno a sedermi accanto a lei.
~ Charlie
Se stava cercando di far
esplodere le mie ovaie ci è riuscito, ma che cavolo!
Nello spogliatoio non c’era nessuno, dovevate chiudervici dentro, invece
ti sei seduta e gli hai quasi tirato una ginocchiata in faccia.
Fortuna che si è spostato in
tempo, no?
Resta il fatto che dovevi lasciarlo fare, sarebbe risalito sicuramente
con quelle mani e poi…
Quel posto era schifoso e lurido!
Sempre meglio del palo contro cui sbatterai adesso.
«Oh merda!» Lo urlo,
aggrappandomi al palo di un lampione e lasciandomi scivolare giù lungo di esso.
«Fai la lap
dance?» Rivolgo un’occhiata assassina a Chris, ma al suo sorriso sento lo
stomaco attorcigliarsi su se stesso. «Su, ti aiuto.» Mi porge la mano per
tirarmi su, io lo guardo scettica.
«Provo ad alzarmi da sola.» Dico
cercando di risultare sicura di me.
Stiamo pattinando da una
mezz’ora, ma continuo ad essere impacciatissima. Rallento Chris e se non fosse
che ogni tanto scoppia a ridere per la mia goffaggine sarei sicura di
annoiarlo.
Mi metto in ginocchio e inizio a
tirarmi su aggrappandomi al palo. Sì, sto facendo la scimmia ad un palo della
luce. Aspetto le risate di Chris, invano.
Quando non so come mi ritrovo in
piedi ruoto su me stessa e mi metto di spalle all’asta e guardo il ragazzo di
fronte a me, ha la fronte aggrottata e sembra riflettere. Solleva quegli occhi
azzurri verso il mio volto e sorride sbarazzino.
«Potresti rifarlo?» Aggrotto la
fronte e il suo sorriso aumenta. «Ti prego ritirati su come adesso…» Mi dice
posando una mano sulla mia spalla «È stato interessante, vedere quel lato di
te…» Dice arricciando le labbra e avrei voglia di tirargli uno schiaffo, se non
fosse così maledettamente... Chris!
«Smettila! Già il mio equilibrio
è precario, non mettertici anche tu!» Gli dico, riferendomi soprattutto a
quello mentale oltre che a quello fisico. Lui per risposta mi guarda per mezzo
secondo e poi muove il piede destro dietro la mia gamba facendomi lo sgambetto.
Perdo l’equilibrio, mi sento
cadere di nuovo all’indietro e l’unica cosa che riesco a pensare è: “Brutto
stronzo, adesso caschi con me!”
Non mi afferro al lampione, mi
afferro alla sua maglietta. Per un attimo sembra riuscire ad evitarci una
caduta, ma le ruote rendono anche il suo equilibrio instabile e poco dopo me lo
ritrovo addosso.
«Ti sei fatta male?» Mi chiede
sollevandosi sui gomiti e osservandomi allarmato.
«Ma sei scemo?!» Gli rispondo
urlando e lui scorre lo sguardo sul mio corpo per poi tornare a guardarmi
sollevato. «No, sul serio! Non fare quella faccia, sei un deficiente!» Lui ride
ed io mi acciglio ancora di più. «Smettila! Potevamo farci male davvero!»
Esclamo colpendogli il petto irritata.
«Scusa…» Dice con un filo di voce
e per un attimo mi sembra sul serio dispiaciuto, poi sorride malizioso e
abbassa la voce per parlare al mio orecchio. «Però se mi volevi addosso potevi
chiedermelo…»
Non lo ha appena detto, vero?!
Non ha appena insinuato che…
Oddio fa improvvisamente caldo. E
smettila di guardarmi così!
Basta, Charlie, agisci! Fa’
qualcosa!
«Veramente sei tu che mi hai
fatta cadere, quindi…» Incalzo cercando di risultare seria, ma dubito di
riuscirci. «Eri tu che volevi mettermi sotto.» Annuisco sorpresa di quello che
ho appena detto.
Quest’uomo tira fuori il peggio di me.
Lui scuote la testa e si alza con
un agilità che io me la sogno con questi affari, sto pensando seriamente di
levarmeli e lanciarli nell’oceano.
«Vieni su, ti aiuto.» Mi porge la
mano e stavolta la accetto. Mi tira su come se fossi un peso piuma e finisco
con la faccia contro i suoi pettorali. Lui mi cinge in un abbraccio del tutto
inaspettato e muove le mani lungo la mia schiena. «Sicura che non ti faccia
male nulla?»
«Forse un po’ il sedere ora che
sto in piedi…» Dico pensierosa. Sollevo lo sguardo su di lui, mentre sposto la
mano sui glutei massaggiandomeli.
«Potrei massaggiarteli io, ma ho
la sensazione che sia meglio di no…» Aggrotta la fronte.
Chi ti ha inculcato quella sensazione, chi?!
Faccio finta di niente e sorrido
annuendo, mentre lui mi offre il braccio.
«Non ti farò cadere, promesso.»
Dice sollevando una mano. Accetto il suo braccio ed iniziamo a muoverci
lentamente. Riusciamo a raggiungere una panchina in riva all’oceano senza che
io mi sfracelli a terra, mi siedo e accarezzo il legno verniciato. Sono al
sicuro.
Chris si siede accanto a me e
guarda l’oceano portando le braccia sullo schienale della panca come aveva
fatto a casa mia sul divano. Sorrido a quel ricordo e lui se ne accorge.
«Cosa ridi?» Mi chiede, e io
faccio spallucce.
«Niente, pensavo. Sei carino con
i pattini.» Mento, anche se in realtà non è una bugia. E anche se in realtà lui
è carino con tutto. Carino, poi. Ah ahah. «Ti manca solo una lunga coda di cavallo bionda e sei
pronto per la nuova stagione di Baywatch.»
«Perché sarei una bella biondona
o perché così somiglierei a Hem?» Mi chiede con un
sorrisino e io mi sento arrossire. Per un attimo mi perdo nella fantasia di
Chris versione bagnino. Affogherei volentieri. Probabilmente nella mia stessa
bava.
Stai fantasticando su Hemsworth con Evans
seduto accanto a te, te lo voglio dire.
Mi riscuoto a quel pensiero e
guardo il Chris che è accanto a me.
«Ovviamente perché saresti una
bella bionda.» Gli dico ridendo.
«Oh, è finita la fantasia su
Chris?» Arrossisco fino alla punta dei capelli e lui ride posando una mano sul
braccio più lontano da lui, stringendomi e portando il mio viso contro la sua
spalla. «Lo stavi pensando così intensamente che potevo vederlo correre in
costume, proprio qui davanti a noi.» Dice accompagnando le sue parole con un
movimento della mano a seguire la costa.
«Beh, togliti la maglia, mettiti
il costume e vediamo se mi distrai abbastanza.» Rispondo divertita.
Chris mi allontana leggermente per
guardarmi sorpreso. «Questa non me l’aspettavo da te.» Dice sghignazzando.
«Credevi di avere l’esclusiva
sulle battute maliziose?» Domando con fare innocente, ma dentro di me urlo di
gioia.
Tiè! Prendi e porta a casa!
«Sì!» Ammette tranquillo, poi si
volta verso di me passando la lingua sul labbro inferiore. «Vuoi sul serio che
mi spogli?» Stringe gli occhi al mio silenzio. «Non ho il costume…»
«Ci manca solo che ti metti a
correre nudo per la spiaggia, sai quante fan ti ritrovi addosso?» Gli domando non
più così divertita.
«Gelosa?» Mr. Sopracciglio è
tornato. Dannazione.
«Certo che no!» Rido isterica
alla sua affermazione. «Lo dico per la tua privacy.»
Bugia.
Lui mi guarda scettico e fa per
dire qualcosa, ma in quel preciso istante una stangona gli piomba addosso. E
non sto esagerando. Si schianta con i pattini proprio addosso a lui.
Ok, magari se si fosse schiantata
e avesse perso quella fila di denti bianchissimi e perfetti sarebbe stato
meglio.
Ricomincio.
Una stangona mora arriva
sfrecciando con i pattini e ancora muovendosi sulle rotelle posa le mani sullo
schienale della panchina racchiudendo Chris in quel poco spazio che rimane fra
la panchina e le sue tette enormi e rifatte.
«Ma tu sei Chris Evans?» Oddio.
La voce da oca esiste davvero.
«A quanto pare…» Risponde Chris e
io faccio una smorfia schifata al sorrisino che le rivolge.
«Sono una tua grande fan!»
Esclama lei sporgendosi ancora di più.
Se ti avvicini ancora lo soffochi
con quelle tette giganti! E poi se sei già dotata –artificialmente – di due
galleggianti, cosa ti metti a fare il push up?!
«Ah, davvero?» Dice Chris con un
altro sorriso.
Ho voglia di vomitare.
Wow, stai sputando veleno dai canini!
«Sì, sì…» Replica lei
allontanandosi e facendo muovere la sua chioma da una spalla all’altra. «Eri un
gran bel figo in “The Avengers”.» La mia testa improvvisamente risente della
forza di gravità e si abbassa esasperata anch’essa. «Eri…» Fa una risatina.
«Sei…»
Chris sorride soddisfatto e io mi
domando cosa aspetti a cacciarla via.
Tu vorresti cacciarla via, lui la sta spogliando con lo sguardo.
Se mi alzassi e me ne andassi, se
ne accorgerebbe?
Sposto lo sguardo perplesso da
lei a lui e per un attimo incrocio il suo sguardo e mi concentro sulla mano che
si passa fra i capelli quando torna a guardare la stangona.
Da quand’è che ha tolto la mano dalle mie spalle?!
«Posso chiederti un autografo?»
«Certamente.» Lui si alza dalla
panchina e aspetta che lei gli dia uno straccio di foglio su cui scrivere.
«Oh, non ho la penna…» Dice
fingendosi sbadata.
Scommetto che l’ha lasciata a
casa di proposito.
Addirittura? Non ti sembra di esagerare?
Non sembra a lei di esagerare?
«Possiamo farci una foto,
allora?» Chris annuisce cordiale e lei mi guarda stringendo le labbra.
No, non farlo ti prego.
«Potresti fotografarci?»
Potrei prenderti per i capelli ed
affogarti nell’oceano. Sorrido.
«Ma certo.» Afferro il suo
telefono, scatto una foto che spero sia sfocata e glielo rendo.
E adesso vattene.
Poi succede una cosa assurda per
me. Lei lo abbraccia di slancio, ondeggiano leggermente, ma restano in
equilibrio.
«Ciao
Chris…»
Christopher!
Si chiama Christopher!
La vedo allontanarsi sculettando
sui pattini e scuoto la testa esasperata.
«Puoi anche risederti, eh.»
Faccio notare a Chris che è rimasto in piedi e la sta guardando. Lui si volta
verso di me e si rimette a sedere.
«Anche le mie fan sono bellocce.»
Chiudo gli occhi. Non posso credere che lo abbia appena detto. «Quante volte
l’hai affogata nella tua mente?»
Lo guardo sorpresa e lui sorride
divertito. «Solo una…» Ammetto sottovoce.
«Lo stretto necessario per
toglierla di mezzo.» Afferma serio. Non capisco a che gioco stia giocando, lo
guardo cercando di studiarlo e lui sorride e in un gesto totalmente inaspettato
posa le labbra sulla mia fronte. «Un po’ sei gelosa, allora.»
«No, mi schifa la stupidità…»
Dico restando sulle mie e lui sospira.
«Ok, come vuoi.» Fa spallucce.
«Torniamo indietro?»
«Io sì, se tu vuoi andare dietro
a quella…» Dico con nonchalance mentre in realtà sto pregando con tutto il
cuore che resti con me.
«Davvero posso?» Mi chiede serio
e io sgrano gli occhi nella sua direzione per un attimo. «Sto scherzando!» Si
affretta a dire.
«Vaffanculo.» Gli dico alzandomi e
dirigendomi con passo incerto verso il baracchino. Lo sento ridere alle mie
spalle.
«Dai non fare così! Lo sai che
seduco solo le fan dei miei colleghi.» Mi stuzzica, ma continuo a non dargli
corda. Ovviamente mi raggiunge in due secondi, iniziando a pattinare
all’indietro per guardarmi in volto. «Per farmi perdonare ti invito a cena, ti
va?»
«No.» Rispondo secca e lui si
ferma, col risultato che gli sbatto addosso.
«Il rifiuto non era contemplato.»
Dice con un sorriso sexy e io distolgo subito lo sguardo dalle sue labbra.
«Invece è quello che hai
ricevuto. Guarda un po’.» Cerco di superarlo, ma invano perché blocca ogni mia
via di fuga cingendomi con le sue braccia e iniziando a muoversi sui pattini,
trascinandomi.
«Non ti mollerò fino a che non mi
dirai di sì.»
È una promessa?
«È una minaccia?» Gli domando
andando contro ai miei pensieri.
«Una specie.» Dice annuendo sopra
la mia testa. La sua barba cattura i miei capelli e la cosa mi fa sorridere.
«Domani sera?» Mi chiede e sono grata del fatto che sia alle mie spalle per non
dargli la soddisfazione di vedermi sorridere trionfante.
«Controllerò la mia agenda.» Dico
dopo un po’ e lui molla la presa prendendo posto al mio fianco e permettendomi
di aggrapparmi al suo braccio.
«Va bene, basta che mi mandi un messaggio
più simpatico dell’altro.» Dice divertito.
«Che dovrei scrivere? Sentiamo un
po’.» Gli chiedo aggrottando la fronte.
«Ciao, miglior sesso della mia
vita…» Inizia lui e io scoppio a ridergli in faccia. «Vorresti negare forse?»
Mi chiede sollevando un sopracciglio e avvicinando il suo volto al mio.
«Non ricordo…» Dico fingendomi
pensierosa. Lui sorride malizioso.
«Ti rinfrescherò la memoria…»
Dice prima di sussurrarmi all’orecchio. «L’abbiamo fatto due volte sul tuo
divano di salotto e tre volte nel tuo letto.»
«Quattro.»Dico mordendomi il labbro inferiore.
«Oh, noto che ti ricordi…» Dice
allontanandosi e guardandomi sorridente. «Sei prevedibile.»
«Improvvisamente ricordo: ho un
impegno domani sera.» Dico piatta.
«Sul serio?» Mi chiede
leggermente allarmato e non riesco a non ridere. «Ah, sì?» Sfila il suo braccio
dalla mia presa e inizia ad allontanarsi.
«No, Chris! Aspetta!» Inizio a
provare ad andargli dietro, ma sono totalmente impedita, lui si volta a
guardarmi divertito. «Sei uno stronzo.»
«È quello che fa impazzire le
fanciulle!» Dice sicuro di sé, mentre aspetta che lo raggiunga e mi riporge il
braccio. «Domani sera.» Incalza di nuovo serio e io faccio per replicare, ma
posa una mano sulla mia bocca. «Domani sera sarai mia.» Dice serio e l’unica
cosa che riesco a pensare è: ma se io adesso gli bacio le dita della mano sarà
inopportuno?
Opto per mordergli la punta del
dito indice e rido della sua lamentela.
͠
Ed eccoci qui!!!
Lo ammetto, mi sono divertita non tanto, di più a scrivere
questo capitolo. Abbiamo passato un bel momento in preda alle risate con Sara,
la ragazza a cui Charlotte è ispirata e spero di aver strappato un po’ risate
anche a voi.
Grazie a tutti quelli che leggono, recensiscono ed hanno
messo la storia fra preferite/seguite/ricordate.
Un paio
di scarpe col tacco beige, dei leggings chiari che circondano le gambe
atletiche ed una maglia azzurra leggera che le ricade delicata attorno alle sue
forme in un effetto vedo e non vedo che mi fa impazzire.
Lei si avvicina con passo sicuro e sento il
cuore rimbalzarmi nel petto, passo la lingua sul labbro inferiore cercando di
ritrovare la calma.
Non
riesco a staccare gli occhi dal suo corpo, dal modo in cui i capelli le
ricadono leggermente sotto le spalle, sfiorandole il seno, come il mio sguardo.
« Ciao »
Mi saluta con la mano e appena si è avvicina la posa sul mio braccio mentre con
le labbra mi sfiora la pelle della guancia destra.
Vuoi rimanere a fissarla come uno stoccafisso
tutta la sera o vuoi dire qualcosa?
«Sei
bellissima.» Affermo e subito stringo le labbra. Lei arrossisce e abbassa il
volto.
«Anche tu
sei niente male.» Dice abbozzando un sorriso e scrollo le spalle.
«Entriamo?»
Lei annuisce e le apro la porta del locale. Ne approfitto per seguirla e spostare
lo sguardo sul suo lato B. Lei si volta e scuote la testa.
«Sei
incorreggibile.»
Sollevo
le braccia sopra la testa e sorrido sornione.
«Era un
peccato non guardare.» Affermo un attimo prima che il cameriere ci raggiunga e
ci guidi al nostro tavolo.
«Sarà
così tutta la sera?» Mi chiede lei, non appena restiamo solo, guardando
distrattamente il menù.
«In che
senso?» Le domando e la guardo dritta negli occhi, lei socchiude il menù e
sostiene il mio sguardo.
«Continueremo
a fare battutine, ci lanceremo sguardi fino a che non finiremo di nuovo a letto
insieme?»
«E’
questo quello che vuoi?» Le chiedo e lei scuote la testa.
«Non è
questo che intendevo.»
Rimane in
silenzio e mi decido a parlare e spiegare i miei pensieri.
«Ti ho invitata
perché mi piace stare in tua compagnia e anche se il nostro rapporto è iniziato
come una cosa passeggera…» La guardo e capisco dal suo sguardo che non mi sta
seguendo.
«Mi
piacerebbe continuare a frequentarti… Come amica» Mi affretto ad aggiungere al
suo sguardo sorpreso e abbozzo un sorriso. «Se a te va bene.»
Lei resta
in silenzio per quello che mi sembra un’ eternità e riapre il menù.
«Che cosa
volevi prendere?» Mi domanda dopo aver guardato una pagina da cima a fondo con
talmente tanta concentrazione che avevo paura di vederla incenerirsi da un
momento all’altro.
«Non
saprei…» Dico perplesso.
«Le pizze
sembrano buone.» Afferma seguendo con lo sguardo il cameriere che sta servendo
il tavolo accanto al nostro. «E ce ne è una che mi piacerebbe provare.»
«D’accordo…»
Approvo poco convinto ed afferro il mio menù.
Cerco di
concentrarmi sui nomi ed ingredienti delle pizze, ma ogni due secondi devo
sollevare lo sguardo su di lei, concentrata a leggere il menù.
Ne
osservo gli occhi che scorrono su ogni singola parola della pagina che tiene
fra le mani, la sottile ruga che le si forma fra le sopracciglia aggrottate per
la concentrazione. Il leggero strato di trucco che le risalta gli occhi da
cerbiatta, le labbra che inumidisce con un movimento impercettibile della
lingua.
Sento il
fuoco risalirmi lungo la schiena e deglutisco a fatica ripensando a quello che
le ho appena detto.
Come faccio a desiderarla come amica, se la
desidero e basta?!
«Continuerai
a fissarmi ancora per molto?» Dice abbozzando un sorriso e puntando gli occhi
nei miei.
«Stavo
cercando di capire che effetto ti ha fatto quello che ho detto.» Ammetto. «Ma
non ci riesco.»
«Beh…»
inizia lei allungandosi leggermente sul tavolo. «Sono ancora qui, no?»
Il
sorriso che le illumina il volto mentre lo dice, mi rassicura, ma non calma i
miei bollenti spiriti.
«Hai
deciso cosa ordinare?» Mi chiede e riporto lo sguardo sul menù.
Il
cameriere viene a prendere le ordinazioni e ci lascia nuovamente da soli.
«Ho visto
Alex pochi giorni fa.» Sollevo lo sguardo su di lei e sorrido.
«Come
sta?» Le chiedo mentre spilluzzico una fetta di pane.
«Bene,
oserei dire in ottima forma…» Dice con un tono ironico che non riesco a capire.
«Probabilmente
stare con Tom, le fa più che bene…» Affermo e stavolta è lei ad aggrottare la
fronte. Le spiego brevemente ciò che ha passato durante le riprese di The
Avengers.
«Il mondo
dello spettacolo è sempre così pieno di scandali?» Mi chiede ridendo e bevendo
un sorso di vino. Rimango in silenzio poi mi sospiro.
«A volte
lo è…»Ammetto con un tono molto più
triste di quello che vorrei e lei allunga una mano per metterla sopra la mia. «Anche
per questo mi piace passare il mio tempo con te…» Aggiungo con un sorriso
rigirando la mano sotto la sua e stringendogliela.
«E per
cos’altro?» Mi chiede lei con un sorriso malizioso.
Ed è in
quel preciso momento che avvengono due cose: La prima è l’arrivo del cameriere
con le nostre pizze.
La seconda
è la consapevolezza che fra noi due non ci sarà mai un rapporto normale fatto
di conversazioni e risate. Il nostro rapporto sarà sempre sul filo del rasoio.
Sempre fatto di sguardi e di battute.
«Hai ragione
ha un aspetto invitante.» Affermo non appena il cameriere si è allontanato di
nuovo, lei rimane interdetta per un secondo poi si dedica alla sua pizza.
∽ Charlie
Afferro
il mio bicchiere e bevo l’ennesimo sorso di vino. Non che la serata stia
andando male, anzi. Credo di poter dire che conoscendolo è ancora meglio di
quello che mi aspettavo, così semplice, ma con quel tocco sbruffone che deriva
dalla sicurezza che gli dona il suo lavoro che non guasta e lo rende ancora più
affascinante di quello che già è.
«Vacci
piano con quello…» Mi ammonisce bevendo a sua volta.
«Senti da
che pulpito…» Gli dico ironica e svuoto il bicchiere tornando a riempirlo con
fare di sfida.
Lui
scuote la testa e mentre poso la bottiglia sul tavolo, ruba il mio bicchiere e
lo svuota tutto d’un fiato.
Lo fisso con
la bocca spalancata.
«Che fai? Anneghi i dispiaceri
nell'alcool?» Gli domando sarcastica e lui si limita a fare spallucce.
«Impedisco che lo faccia tu...»
«Ma io ne ho bisogno! Mi hai
chiaramente detto che il sesso con me fa talmente pena, che anche un donnaiolo
come te, preferisce essermi solo amico…» Affermo con tono tragico da attrice di
teatro cercando di mascherare quanto in realtà quello che mi ha detto prima mi
abbia colpita.
Era una cosa di una notte? Ok, lo
posso accettare. Lo sapevo prima di fare quello che abbiamo fatto, lo potevo
sopportare.
Ma questo no.
Questo proprio non me lo
aspettavo. Ad essere del tutto sincera non so cosa credevo sarebbe accaduto
stasera...
Ammetto che il pensiero ha vagato
più volte verso la possibilità di un'altra notte insieme. Evidentemente mi sono
illusa. Perché lui non vuole quello da me.
Conosce già il mio corpo più di
quanto sia disposta ad accettare al momento e non è questo che vuole.
«Non è quello che ho detto...»
Sussurra interrompendo i miei pensieri.
«Non è assolutamente quello che
ho detto.» Rincara convinto e serio.
Lo guardo scettica pronta a
chiedergli delucidazioni, ma l'arrivo del conto mi precede.
Paga lui, proprio come nelle mie
fantasie, ma non si alza e mi prende la mano per posarmi le labbra sulle sue.
Abbandona il tavolo percorrendo
il tragitto fino all'esterno in silenzio, davanti a me. Quasi rimpiango i suoi occhi sul mio
sedere.
Proprio non mi capisco. Dovrei
essere contenta, in fondo era ciò che volevo, no?
Continuare a vederlo.
Anche se sarà da amici non ho il
diritto di lamentarmi...C'è chi pagherebbe oro per stare al mio posto. Io
stessa non avrei mai immaginato una cosa del genere, eppure mi sento
così...insoddisfatta.
Come una bimba a cui hanno fatto
vedere un pacchetto di caramelle, ma ne ha ricevuta solo una.
Sospiro.
Lui si volta verso di me.
«Facciamo due passi?» Domanda con
un sorriso, devo declinare.
«Mi dispiace, ma domattina sono
di turno, alle sei devo essere in ospedale.»
Il sorriso si affievolisce un po'
poi riappare.
«Ti accompagno a casa, allora.»
Annuisco e inizio a camminare al
suo fianco, mentre lui mi comunica che girerà un film qui in zona, quindi si
tratterrà più a lungo di quel che pensava.
Potremmo rivederci, dice.
E la cosa mi aumenta solo il
disagio.
Inizio a sentirmi fuori posto e
vorrei accelerare il passo, se solo non avessi queste scarpe!
«È questa la tua via, vero?» Mi
domanda credo più per interrompere il silenzio che per altro. Annuisco e
raggiungiamo il mio portone.
«Beh, grazie della cena.»
Dico accennando un sorriso e per
risultare il più convincente possibile penso a quando fra cinque minuti mi
leverò queste dannate decolté.
«Grazie a te...Di essere rimasta
a farmi compagnia anche se avresti voluto strozzarmi...»
Lo guardo senza capire e lui si
passa una mano fra i capelli, in imbarazzo forse.
O forse lo immagino, perché lui
scuote la testa e, dopo avermi scompigliato i capelli, posa le sue labbra sulla
mia fronte.
«Fai sogni d’oro.» Mi dice
facendo qualche passo indietro.
Ah AhAh. E chi
dorme se mi guardi così mentre lo dici?!
Annuisco non troppo convinta e
apro il portone di casa, mi volto a guardarlo un’ ultima volta e sorrido.
«A presto, amico.»
Solleva il sopracciglionella maniera che adoro e poi sorride divertito.
∽ Scott
Il
telefono squilla nella tasca dei pantaloni, lo afferro mentre poso il bicchiere
di birra sul bancone, osservo il numero e mi scuso con i miei amici,
dirigendomi verso la terrazza del pub dove mi trovo.
«Com'è andata? Se mi stai
chiamando a quest'ora deduco male.» Esordisco al telefono.
«Non ho fatto che pensare a lei
nuda, Scott.» Mio fratello risponde abbattuto.
«E come mai mi stai chiamando,
dunque?» Gli ha dato il benservito…
A volte non riesce a contenersi.
«Perché le ho detto che la voglio
come amica. Amica, capisci. Amica è Tara. Non Charlie. Tara. Non Charlie.» Mi
trattengo dallo scoppiare a ridere solo per rispetto.
«Chris. Non si dice 'amica'. Si
dice 'ragazza'. 'Vuoi essere la mia ragazza?'» Gli dico con un tono fra il
divertito ed il maestrino.
«Oh, sìììì!»
Risponde lui imitando anche la voce, credo,di Charlie, cosa che mi fa ridere e rilassare un po'. «Non posso…»
Riprende lui «La conosco appena Scotty. Amica è il
termine giusto, ma...»
«Ma ti suona meglio amici con
benefici.» Lo interrompo.
Lo conosco fin troppo bene.
«Beh, è ovvio che mi suona meglio
così!» Dice, sottolineando l’ovvio.
Faccio una pausa. Sono contrario
a questa cosa, ma detesto sentirlo così combattuto. Anche se non lo capisce,
son sicuro che questa ragazza gli piaccia molto.
«Premetto che non sono d'accordo,
ma... lei come l'ha presa questa cosa degli amici?» Rimane in silenzio.
«Non tanto bene.» Dice alla fine.
«Allora....» Aggiungo con un
sorriso, che sono contento lui non veda. «Credo che anche lei la pensi come
te...»
«Ma non può volere solo quello da
me, non è quel tipo di ragazza!» Replica sicuro di sé.
«Notizia dell'ultimo minuto
fratellone: Nessuna ragazza è quel tipo di ragazza... Sei tu che le fai
diventare così.» Aggiungo divertito, Chris emette una specie di sospiro
esasperato più simile a un ringhio e poi sento che mette in moto l'auto.
«Dove te ne vai adesso? Non torni
da lei?»
«No…Non torno indietro…» Rimane
in silenzio per un po’ poi sospira «Se torno indietro so dove finiremo…» Aggiunge
tutto d’un fiato.
«Ed è quello che vorresti.»
«No. Amici. Questo abbiamo
pattuito.»
Gli scoccia ammetterlo. Decido di
punzecchiarlo.
«Bene, allora vai a rimorchiare
qualche ragazza al solito pub.»
«Cosa? Ma sei impazzito?» Risponde indignato.
«No….Sono stanco…» Aggiunge come a giustificarsi.
«BECCATO!!!» Esulto.
«Non è che mi hai beccato. Sono
stanco per quel tipo di attività.» Replica pronto.
«Ok, allora vieni a bere qualcosa
con noi.»
«No, credo che andrò a letto.»
«Letto dove starai a pensare a
Charlie, alle sue forme, alle sue labbra sulle tue e dove ti maledirai per la
decisione presa come stai già facendo.»
«Io…Non sto…Tu… Sei uno stronzo e
io con te ci parlo più, ciao. » Risponde innervosito.
«BECCATO DI NUOVO!» Gli dico
prima che mi riattacchi in faccia. Scuoto la testa divertito e ritorno dentro
al pub.
∽
Salve Salvino.
Ed eccoci al nuovo capitolo dove vediamo Chris impegnato nella nobile arte del tirarsi la zappa sui piedi da solo. Abbiamo una new- entry di POV con Scotty. Mi piaceva l’idea di far sfogare Chris e vedere il suo sfogo da una persona esterna dalla coppia. Se ne avremo ancora è una domanda alla quale non saprei rispondere al momento, quindi fatemi sapere se vi piace.
Come al solito grazie mille per leggere e per recensire.
Grazie davvero di cuore.
Un abbraccio
Cos
Non ho chiuso occhio stanotte per pensare a
ciò che ha detto.
Alla possibilità che potesse
avere ragione su Charlie e la sua volontà di essere più che amici. L’idea ha
continuato a ronzarmi per tutto il giorno, col risultato che non ho memorizzato
neanche una parola del copione che avrei dovuto studiare.
Adesso, due miseri giorni dopo la
nostra cena, sto parcheggiando sotto casa sua con un sacchetto traboccante di
cibo cinese che potrebbe sfamare una famiglia asiatica intera.
È da scemi e immaturi portare del
cibo per fare il disinteressato quando in realtà sto solo sondando il terreno,
ma devo sapere.
La curiosità è un brutto vizio..
«Ragionare con le parti basse è
un brutto vizio.» È questo, quello che mi ha risposto Scott quando gli ho
raccontato il mio piano.
Motivo per cui non saprà più
nulla di questa storia.
«Non riusciresti neanche a
salutarla quella ragazza, senza il mio aiuto…»
Scuoto la testa e apro la
portiera prendendo il sacchetto di cibo e suono il campanello.
La porta si apre senza risposta e
salgo le scale velocemente, la porta è aperta.
«Cia…» Aggrotto la fronte davanti
alla ragazza che mi ha aperto. «Ehm, devo aver sbagliato…» La ragazza che ho di
fronte continua a guardarmi senza proferire parola. «Cercavo Charlotte…» Mi
guardo intorno sul pianerottolo, devo aver sbagliato anche se ero certo che
fosse…
«È a farsi la doccia…» Finalmente
la ragazza si riscuote e mi parla, le sorrido annuendo.
«Capisco…»
Silenzio.
Studio la ragazza che ho di
fronte, è leggermente pallida, gli occhi verdi sgranati che mi fissano, i
capelli biondi sono legati in una coda alta.
«Vuoi entrare?» Mi dice spostandosi
per lasciarmi spazio. Annuisco e entro in casa, della musica riempie la casa
dallo stereo, mi dirigo verso la cucina dove lascio il sacchetto di cibo.
«Io sono Valerie, sua sorella…»
Dice lei incerta.
«Christopher» Affermo con un
sorriso.
La sorella.
In effetti si assomigliano un
po’…
«Oh, lo so chi sei.» Dice
sghignazzando nervosamente.
«L’avevo intuito» Affermo
dondolandomi sul posto e incrociando le braccia al petto.
«Grazie dell’autografo.» Dice lei
dopo un po’ di silenzio. «Avevo chiesto a Charlie di conoscerti, ma non pensavo
te lo avrebbe detto…Mi è quasi preso un infarto…» Afferma grattandosi il
braccio sinistro.
«Infatti non l’ha fatto…» Ammetto
stringendo le spalle. «Comunque è un piac…»
«Che stronza.» Valerie mi
interrompe, sorrido allo sguardo omicida che rivolge in direzione del bagno. «È
un piacere anche per me…» Afferma tornando a sorridermi.
«Devo chiamarla e dirle che sei
arrivato? Non mi aveva detto che saresti venuto…Pensavo che avremmo pranzato
insieme.»
Merda. Ok, manteniamo una
facciata.
«Non avevamo fissato…» Affermo
cercando di non guardarla negli occhi. «Passavo per caso…»
«Oh, merda…» Cerco di trattenere
una risata alla reazione di Valerie. «Morirà se ti vede qui!»
«Dici?» Le domando con un
sopracciglio sollevato. Questo è interessante.
«Sì!» Lei annuisce soddisfatta.
«Sarà molto divertente» Ride e la
imito. «Poi vi lascerò la vostra intimità.»
Smetto di ridere di colpo.
«Io…noi…non…È solo cibo cinese…»
«Se…» Mi guarda scettica e mi fa
segno di stare zitto. L’acqua della doccia si è fermata.
L'acqua della doccia si è fermata.
Valerie ha abbassato il volume
della musica e tutto quello che sento adesso è il cuore che mi rimbomba nelle
orecchie.
Ho paura della reazione di
Charlie. Potrebbe affogarmi con gli spaghetti di soia e farlo sembrare un
incidente.
«Val, hai visto la spaz-» La ragazza a cui sto pensando si materializza in
cucina coperta da un accappatoio chiuso a malapena, mentre con un asciugamano
tra le mani si strofina le punte dei capelli. «-zola»
Finisce la parola con un'espressione decisamente sbigottita e si pietrifica sul
posto come una statua di cera. Con l'accappatoio che si è allargato sul seno e
le sta scoprendo un capezzolo.
Cazzo, Chris. Guardala negli
occhi.
«Char,
è venuto a trovarti un amico.» Annuncia sorridente Valerie, pronunciando quella
fatidica parola che mi fa sgranare gli occhi per il terrore.
Quando torno a guardare Charlie, vedo che
sbatte le palpebre immusonita e, senza dire una parola, fa dietrofront e
scompare dalla nostra vista.
«Che è successo tra voi due?
Quella non è una reazione normale.» Commenta sorpresa Valerie,
guardandomi.
«Ahm... nulla. Cioè...» Non so
nemmeno cosa dire per spiegare la cosa. «Scusa, è tua sorella, non ti ha
raccontato nulla?» Alzo un sopracciglio e lei arrossisce di colpo.
«Beh, sì, mi ha raccontato
della... ehm... del... vostro primo appuntamento...» Arrossisce ancora di più e
io schiudo le labbra, prevedendo il peggio. Lei si riscuote e agita una mano:
«Sommariamente, sia chiaro. Del resto però non so nulla.»
«Mmmh...
d'accordo, allora mi sa che lo scopriremo insieme. Se non torna con un machete
e mi fa fuori prima.» Mormoro, con una smorfia.
Valerie mi dà una pacca sulla
spalla. «Ti proteggo io.»
Ridacchio al suo tentativo di
rassicurarmi e resto col sorriso, pensando che sono proprio due sorelle
adorabili.
«Val!» La voce di Charlie ci fa
sobbalzare entrambi e la bionda mi guarda accennando un sorriso imbarazzato e
raggiunge sua sorella in camera.
Solo.
Sono solo e leggermente nel panico.
Passo lo sguardo per la stanza,
fino a che non viene catturato da una foto che sta posata su un tavolino poco
distante dalla porta d’ingresso.
Sono Valerie e Charlotte,
quest’ultima avrà circa sei anni, mentre Valerie due o tre, e stanno stringendo
un cagnolino. Un cucciolo di beagle che sta leccando la faccia a Charlie mentre
scodinzola felice.
Sorrido a quella foto adorabile,
era assolutamente bella anche da bambina. Con quel sorriso che adesso mi fa
impazzire è identico a quello della piccola che sto guardando.
« Quello è Richard… »
Mi giro guardando Charlotte, si è
vestita.
Disappunto. Anche se era una cosa
logica.
Indossa una magliettina blu e un
paio di shorts beige, il che permette ai miei occhi di percorrere le sue gambe…
Riporta su gli occhi, coglione.
«Io preferivo chiamarlo spruzzetto.»
Afferma Valerie ridendo dietro la spalla di Charlie, lei scuote la testa
divertita.
«È una bella foto.» Ammetto
rimettendola a posto.
«Già…» Annuisce Charlotte. «Ci
tengo molto.» Aggiunge mentre si dirige verso la cucina. «Cinese?» La sua voce
è dubbiosa quando io e Valerie la raggiungiamo nella stanza. «Come mai hai
portato così tanto cibo?» Mi chiede osservando la busta e sorridendo.
Mi rilasso al suo sorriso e la
raggiungo iniziando a tirare fuori tutte le varie porzioni.
«Ho preso una porzione di tutto
quello che c’era nel menù…» Affermo posando un sacchetto sul tavolo. «Non avevo
idea di cosa ti potesse piacere…»
«Non ti è passato per la mente,
tutto tranne il cinese?» Mi domanda Valerie appoggiandosi sullo stipite della
porta ed incrociando le braccia al petto.
«Sul serio?» Chiedo a Charlotte
dopo aver guardato per un attimo Valerie.
Non aspetto risposta e inizio a
rimettere le portate nella busta. «Sono un idiota.»
«Sì, soprattutto se stai ad
ascoltarla…» Afferma Charlie fermando le mie mani e sorridendo «Mi piace il
cinese.»
Sorrido tirando un sospiro di
sollievo e stringo impercettibilmente le mie dita attorno alle sue, ma lei si
allontana subito dal contatto.
Aggrotto la fronte forse non
dovevo dare ascolto a Scott.
∽
∽
Hola!
Ed eccoci qua. Lo so. È un capitolo corto, ma devo farvi soffrire un po’ *lato sadico mode: on*
Ma sono di nuovo insieme, no?!?! E c’è Valerie… xD
Ok, sinceramente non so che diamine aggiungere. Spero vi piaccia.
Un abbraccio
Cos
Sono combattuta. Desidero tanto
sapere che cosa è passato a fare Chris, quindi vorrei che Val se ne andasse, ma
non voglio rimanere da sola con Chris, perché lui mi vuole solo come amica ed
io, invece, non posso fare a meno di guardare quella maglia verde scuro che non
solo fa risaltare i suoi occhi in un modo incantevole, ma scolpisce i suoi
pettorali in una maniera illegale.
Illegale!
Porto alla bocca un involtino
primavera e decido di staccare lo sguardo dai suoi muscoli, lui è concentrato a
mangiare quella sottospecie di spaghetti in zuppa, lottando contro le bacchette
in una maniera che sta facendo morire dal ridere Val.
«Vuoi una forchetta?» Gli domando
osservando perplessa il groviglio di pasta che ha attorcigliato fra le
bacchette.
«No, è troppo divertente!» Val mi
minaccia con le sue bacchette in cui è incastrato perfettamente un calamaro
fritto «Ti proibisco di dargli posate occidentali!» Continua non curandosi
dello sguardo perplesso che le rivolge Chris.
Il ragazzo non perde tempo e
mentre lei continua a parlarmi, le ruba - con la bocca, ovviamente - il calamaro dalle bacchette.
«Buono.» Afferma con ancora la
bocca piena, mia sorella è pietrificata. «Lasciamene un po’ »
Ora potrei dire un paio di
cosette:
1-Vuoi ucciderla?
2-Ma fai così con tutte?
Decido di lasciar perdere le mie
osservazioni e opto per schioccare le dita accanto all’orecchio di mia sorella
facendola sobbalzare.
«Sputalo!»
Ecco cosa esce dalla dolce bocca
di mia sorella quando si riprende eper
un attimo penso che fosse decisamente meglio lasciarla nel suo stato di trance.
«Era il mio calamaro, è praticamente l’unica cosa che mangio, sputalo.»
«Vedila così, il calamaro fritto
fa ingrassare» Dice Chris finendo di ingoiare il boccone. «Ti ho fatto un
favore.»
Val gli rivolge una smorfia e si
concentra sul cibo.
Mi sembra quasi di essere il
terzo incomodo in questa stanza, cerco di afferrare l’ennesimo involtino
primavera con le mie bacchette, ma quando questi stronzetti non vogliono farsi
afferrare, sanno diventare maledettamente scivolosi.
«Anche tu sei negata quanto me…»
Dice Chris beccandosi un’occhiataccia.
Cos’è si accorge di me solo per
prendermi in giro?!
«Ti svelo un trucco…»
Si avvicina leggermente a me, le
sue bacchette in mano impugnate come un pugnale.
Oddio vuole uccidermi per avere
ampio raggio d’azione con mia sorella.
«Che vuoi fare?» Chiedo con un
tono leggermente titubante, mia sorella dall’altra parte del tavolo è perplessa
almeno quanto me, lui muove velocemente una bacchetta e trafigge l’involtino
nel centro, incastrandolo perfettamente al centro di essa.
«Oooooh»
Fingo immenso stupore e lo guardo con gli occhi sgranati. «Tu sì che sei un
mago del cibo cinese.» Lo sfotto, e lui mi preme l'involtino sulle labbra
mascherando un sorriso.
«Mangia prima che ti infili le bacchette nel naso.»
«Vorresti sul serio deturpare il
mio bellissimo naso?» Gli chiedo con fare tragico.
Chris guarda mia sorella e poi
me. Scuote la testa. «Le giovani orecchie di tua sorella non possono ascoltare
la risposta.»
«Oh, le mie orecchie reggeranno.»
Val afferma col tono di chi la sa lunga puntellandosi sui gomiti e posando il
volto sopra le mani.
«No, lascia stare. Dopo faccio i
conti con tua sorella.» Risponde Chris senza spostare lo sguardo dai miei
occhi. Sento il disagio salirmi.
Sì, adesso si chiama disagio…
«Volete che me ne vada adesso?»
La voce di Val fa girare Chris verso di lei ed io riesco a parlare.
«Nooo,
ma cosa dici? Chris sta scherzando.» Affermo quasi isterica. «E' molto
simpatico.»
«Sì, io sono molto simpatico, ma
se hai da fare, puoi andare…Non preoccuparti per noi, davvero.» Aggiunge
tornando a guardarmi, malizioso.
«Io non mi preoccupo…» Afferma
Val alzandosi in piedi e iniziando a sistemarsi i capelli.
«Ma tu non hai nulla da fare,
quindi...» Dico minacciosa verso mia sorella, osservando perplessa i suoi
preparativi.
«Veramente devo andare in
palestra.» Dice convinta.
Questa non me la bevo.
«Ma se non vai mai in palestra.» Le faccio notare, lei
fa una smorfia.
«Ho anche l’abbonamento.»
«E da quando?» Le chiedo
scettica, lei sbuffa.
«Da stasera, anzi da fra un’ora!»
Val si volta verso Chris e sorride «Perdonala, è proprio scema a volte.»
«Scema sarai tu.» Inizio
irritata.
«Se, se…» Dice senza neanche
ascoltarmi. «Chris è stato un sacco
divertente conoscerti.» Continua a parlare mentre arretra verso l’entrata di
casa. «Fate i bravi…» Afferma, poi aggrotta la fronte. «O anche no.» Butta un
bacio svolazzante verso di noi e se ne esce di corsa dalla stanza.
Dall’appartamento.
Lasciandoci soli.
Soli.
E ora che mi invento?
«E lei era Valerie…» Dico
esasperata cercando di prendere in mano la situazione. «L’hai vista bene?
Perché presto morirà fra atroci sofferenze.» Lui si volta verso di me, ma prima
che possa chiedermi qualcosa gli domando quello che mi passa per la testa da
quando l’ho visto. «Perché sei venuto qui?»
«Sinceramente?» Mi domanda
guardandomi dritta negli occhi.
«Mi pare ovvio.» Aggiungo col
fiato corto sentendo lo stomaco stringersi al sospetto che si fa largo nella
mia mente sussurrato dal suo sguardo.
«Io ci ho pensato a lungo…»
Inizia incerto. «Da amici non può funzionare.»
«A lungo? Non è passata neanche
una settimana…» Dico trattenendo una risata.
«In realtà avrei voluto ritrattare
appena ho finito di dirtelo…» Continua lui ignorando il mio appunto. «Non posso
farcela ad essere tuo amico.»
A quell’affermazione perdo un
battito.
«E perché mai?» Domando e poi
aggiungo. «Sei venuto qui solo per dirmi addio, allora? Solo per dirmi questo.»
«Sì, sono venuto per dirti questo.»
Afferma lui serio. «Ma non per dirti addio.»
«E quindi?» Chiedo gesticolando.
«Che significa questa cosa confessione.»
«Significa quello che ho detto:
io non posso esserti semplicemente amico.» Afferma guardandosi le mani e sembra
ragionare su aggiungere qualcosa o meno, ma non ci sto.
«E perché?» Chiedo irritata.
«Perché l’unica cosa a cui riesco
a pensare tutte le volte che ti vedo è come sarebbe fare l’amore con te.»
Risponde al mio tono concitato.
«Ecco l’ho detto.» Afferma
tranquillo fissandosi le mani.
Ah.
Ammetto che questa non me
l’aspettavo. Credevo di essere io quella che si dilungava sui suoi muscoli
quando sapevo che non poteva vedermi, ma evidentemente non ero la sola.
Quindi lui ha voglia di fare
l’amore con me, sento un sorriso che sta per nascermi sul volto, ma lo fermo
per continuare a scrutarlo con fare imperturbabile.
È preoccupato, borbotta
imprecazioni fra sé e sé. Non lo facevo così.
Ha quella facciata da
super-donnaiolo che gli calza a pennello, non pensavo potesse cedere al fascino
di una donna in questo modo. E soprattutto chi credeva che quella donna potessi
essere io.
Io che adesso gli sto facendo
patire le pene dell’inferno, come lui ha fatto con me ieri sera quando ha
proposto di essere solo amici.
Mi sorprende il fatto di non
essere sconvolta della proposta sottointesa che mi ha rivolto, mi ha
chiaramente detto che non vuole una storia quando siamo andati a pattinare, ma
non vuole essere amico con me, perché mi desidera.
Questo mi porta a pensare ad una
sola soluzione, che sono disposta ad accettare?
«Okay.» Dico facendogli sgranare
gli occhi prima di incontrare i miei.
«Okay?» Chiede sorpreso, annuisco prima di avvicinarmi
a lui e posando le labbra sul lobo del suo orecchio destro, giocandoci con la
lingua.
Le sue mani si muovono verso i miei fianchi che attira
verso i suoi facendomi scendere dalla mia sedia e salire sulle sue ginocchia.
Posa le labbra sul mio collo risalendo lentamente fino a rapire le mie.
Si può essere completamente persi per una persona a
livello fisico in questo modo?
Hola
Come va la vita?
Ho aggiornato prima per farmi perdonare del capitolo striminzito, con un altro capitolo piccino picciò
Che ne dite? Che piega prenderanno le cose adesso?
Saranno rose oppure dolori?
Come sempre, un grazie a tutti i lettori silenti e non.
Un abbraccio
Cos
Sento la punta delle sue dita
muoversi sul mio petto ancora prima di svegliarmi completamente. Sorrido con
gli occhi chiusi e la sento avvicinare la bocca al mio orecchio.
«Buongiorno!»
«’Giorno» Risponde allontanandosi
da me e a giudicare dai rumori che sento, scendendo dal letto.
Momento.
«Perché te ne vai?» Domando
aprendo un occhio ed osservandola cercare dei vestiti nell’armadio.
Sono due settimane che ci…ci…frequentiamo?
In realtà sono passate circa due
settimane da quel pranzo cinese, da allora ci vediamo quando siamo liberi da
impegni, pronti a saltarci addosso in ogni punto di casa sua.
«Oggi devo andare da Val,
ricordi? Te l’ho detto ieri sera…» Dice mentre si infila una gonna corta.
Mugolo mentre mi passo una mano sugli occhi.
«Ti accompagno?» Chiedo mentre mi
sto ancora strusciando gli occhi.
Silenzio.
Apro un occhio e la vedo fissare
la canottiera che tiene fra le mani, mi guarda scettica e finalmente penso.
Ho parlato senza ragionare.
Cosa dovrei fare adesso?!
Ritrattare? Perché poi, mi farebbe piacere accompagnarla…
«Sei sicuro? – chiede con un
sopracciglio alzato – O sei ancora addormentato?» Aggiunge con un sorriso, che
ormai so etichettare come “di circostanza”.
«Se vuoi…» Lascio la frase in
sospeso e la guardo, fa spallucce anche se glielo leggo negli occhi che le fa
piacere.
Stiamo andando oltre, lo sento.
Non dovremmo, ma non riesco a fermare questa cosa.
Non voglio farla soffrire.
Infondo è proprio per questo che siamo finiti in questa situazione, vero?!
Veramente ci siamo finiti anche e soprattutto perché
ragioni con gli attributi invece che col cervello.
Mi rigiro nel letto e afferro la
mia maglietta appesa sopra la lampada che sta sul comodino.
Mi preparo.
Ci prepariamo e, incredibile ma
vero, riusciamo ad uscire di casa ad un orario non del tutto indecente.
La accompagno da sua sorella, il
viaggio in macchina è abbastanza silenzioso, le racconto delle riprese. Sarò
impegnato per tutta la sera.
«Quindi non ci possiamo vedere?»
Mi domanda titubante.
«Purtroppo credo di no.» Rispondo
arricciando le labbra e fermando la macchina sotto casa di sua sorella. «Ci
vediamo domani, se sei libera nel pomeriggio.»
«Sono di turno.» Risponde
fissando il cruscotto, poi posa lo sguardo su di me. «Vabbè ci sentiamo.»
Afferma con un sorriso tirato. Inclina la schiena verso di me poi si ferma,
incerta.
Deglutisco a fatica e le poso una
mano sulla testa.
«A presto.» Sorrido, o almeno ci
provo.
«Ciao.» Dice un attimo prima di
scendere dalla macchina e raggiungere il palazzo di sua sorella senza voltarsi
neanche una volta.
Ci manca solo che le scompigliassi i capelli e poi era
la perfetta scena di un deficiente alle prese con una bella ragazza.
Sbuffo e metto in moto di nuovo
dirigendomi verso casa.
∽ Charlotte
Salgo le
scale ed entro nell’appartamento di mia sorella. Chiudo la porta alle mie
spalle con un calcio, Val mi guarda sollevando un sopracciglio.
«Guai in
Paradiso?»
«No, ma
certo che no.» Rispondo tranquilla mentre ci dirigiamo entrambe verso la
cucina, afferro una patatina dalla zuppiera in mezzo al tavolo e lascio che mia
sorella mi scruti senza sollevare lo sguardo verso di lei.
«Che è
successo?» Domanda con un tono saccente.
«Niente.»
Dico sorridendo e sperando di risultare credibile.
«Stanotte
ha fatto cilecca?» Chiede ed io scoppio a ridere. «Ok, non è per quello. Quindi
cos’è successo?»
«Niente!»
Ripeto esasperata. «Mi ha accompagnata qui e se ne è andato a lavorare.»
«State
diventando una coppia?» Chiede accennando un sorriso sincero.
«No.»
Sgranocchio un’altra patatina. «Assolutamente no. Niente del genere e va
benissimo così.» Val incrocia le braccia al petto e mi guarda scettica. «Sul
serio.» Ripeto guardandola.
«È questo
che non va.» Afferma e non si interrompe nonostante il mio sguardo più che
eloquente. «È proprio questo. Tu vuoi di più.»
Enfatizza quel “più” e scrocchia le nocche delle dita. «Tu, cara sorellina,
vorresti poterlo definire il tuo ragazzo. Vorresti che anche lui ti
considerasse la sua ragazza e vorresti farci tanti bei bambini.»
«Io non
voglio figli.» Rispondo.
«Questo
lo so, ma è l’unica cosa non vera che ho detto.» Sorride vittoriosa ed io sono
incapace di replicare.
Io. Sono
rimasta senza parole.
Annientata
da quella scatenata di mia sorella.
«Non
voglio…» provo a cominciare, ma appena lei mi fulmina con lo sguardo inizio ad
avere dei dubbi su come voglio continuare la frase. «…Chiedere troppo…al mio
già roseo destino.»
Sì,
sembra la frase azzeccata.
Val si
lascia andare in una risata ed io resto a guardarla, in attesa.
«Ma è
normale volere essere la sua ragazza, fate sesso in continuazione. Fra
parentesi beata te. Hai paura di ufficializzare la cosa?»
«Non è
ufficializzare la cosa…» Rispondo pronta. «Non stiamo insieme.»
«No,
certo…» Val usa il suo tono da maestrina. So già dove vuole andare a parare e non
voglio ascoltarla. «Uscite insieme, cenate e pranzate insieme, fate sesso…Cosa
vi manca, scusa?»
«Non
abbiamo mai contatti fisici quando non facciamo…»
Oddio non
riesco neanche a dirlo. Val arriccia le labbra e poi mi lancia la mia borsa.
«Cosa
significa?»
«Significa
che ti caccio di casa.» È seria ed il sorriso che ho in volto va scomparendo.
«Non ti voglio qui se prima non risolvi questa cosa. Vai da lui e affronta un
bel discorso.»
«Ma io…»
«Niente
ma.» Mi spinge verso l’uscita di casa. «Vai e torna vittoriosa, io tifo per
te.»
«Val, non
puoi fare sul serio.» Protesto invano mentre lei apre la porta di casa e mi
costringe a raggiungere il pianerottolo «Tutto questo non ha senso. Lo
affronterò, ma non adesso che è a lavoro.»
«Se c’è
qualche suo collega figo dagli il mio numero.»
Con
questo chiude la porta proprio davanti alla mia faccia. Batto il pugno contro
la sua porta di legno.
«Valerie!
Apri subito questa maledetta porta!» Inveisco contro la superficie che ci
divide.
«Charlie
non costringermi a chiamare la polizia per disturbo della quiete pubblica.»
Non.
Posso. Crederci.
Maledetta
serpe in seno!
«Ti
odio!»
«Sì…sì
anche io non saprei che fare senza di te.»
****
Non posso pensare di essere
davvero qui. Mi liscio i pantaloni e sposto lo sguardo in lungo e largo. Una
roulotte. Una normalissima roulotte adibita a camerino. Sono seduta su una
branda non comodissima e devo riuscire a capire cosa è successo poco fa.
Dopo che Val ha pensato bene di
buttarmi fuori da casa sua ho vagato per qualche isolato, riflettendo e
arrivando alla conclusione che forse una minuscola parte di ragione poteva
anche averla, quindi ho telefonato a Chris e l’ho raggiunto al set.
Adesso lui sta lavorando ed io
sono qui ad aspettarlo.
Ma che cavolo mi è passato per la mente?
Non ho neanche il tempo di darmi
della deficiente per la milionesima volta che la porta della roulotte si apre
facendomi sobbalzare.
«Scusami se ti ho fatta aspettare
e soprattutto se sei rimasta chiusa qui…» Chris sfodera uno dei suoi migliori
sorrisi mentre chiude la porta alle sue spalle e si avvicina a me.
«Fa niente.» Rispondo cercando di
ritrovare la calma che avevo quasi raggiunto poco fa. «Come sono andate le
riprese?»
«Bene…Sono un po’ stanco in
effetti.»
Risponde grattandosi la nuca e mi
mordo le labbra.
Come faccio a dirgli quello che
vorrei dirgli? Appena sposto lo sguardo dalle mie mani posate sulle mie
ginocchia a lui perdo tutto il coraggio.
«Così Valerie ti ha buttata fuori
di casa?» Mi chiede divertito ed io gonfio le guance mentre si siede accanto a
me.»
«Dì la verità era solo una scusa
per vedermi e Val è una tua complice.»
«Esattamente. Io Val tramiamo
alle tue spalle per farti finire sempre fra le mie braccia.»
«Potrebbe essere vero.» Afferma
divertito.
«Beh, in tal caso avrebbe potuto
semplicemente non farsi trovare in casa, genio.» Rispondo sostenuta, non sono
venuta qui per questi giochetti.
«Allora è il contrario. Tu e tua
sorella siete complici e vi siete inventate questa storiella, perché tu vuoi
stare fra le mie braccia.»
«Anche questa teoria non regge,
Evans. Avrei potuto sfruttare le mie doti di seduttrice.»
Vuoi giocare? Giochiamo.
Poggio il mento sulla spalla
sinistra sbattendo ripetutamente gli occhi nella sua direzione.
«Allora, Val ti ha cacciata
perché sei insopportabile. Sempre detto.»
«Ripetilo se hai il coraggio!»
Mi volto minacciosa verso di lui, pronta ad
afferrarlo per le gote e torturarlo, ma la sua bocca cattura la mia con
passione. Spalanco gli occhi per un attimo prima di cingerlo per la nuca.
Le sue mani si muovono
velocemente verso il bordo della mia maglietta mentre le labbra si spostano
verso il mio collo, staccandosi solo il tempo per lasciarmi in reggiseno.
Questo incontro sta prendendo una
svolta inaspettata, ma non ho né la forza né la volontà di fermarlo per
esporgli i miei dubbi.
La sua pelle diventa d’oca mentre
muovo le dita sotto la sua maglietta e le sposto verso il bottone dei
pantaloni, sganciandolo e facendoli scendere lentamente lungo le sue gambe.
Abbandonarmi a lui è così
semplice, non ho mai bramato nessuno in questo modo e non sono mai stata
desiderata nel modo in cui lo fa lui.
Per la prima volta, nonostante il
nostro patto, nonostante tutti i miei buoni propositi, io faccio l’amore con
lui.
∽∽∽∽
Ed eccoci qua.
Anche Charlie sembra non avere le
idee molto chiare…In realtà stanno confondendo anche me questi due. xD
Ok, scherzi a parte, io non ho molto
da dirvi, perché non sono brava in queste cose, ma volevo veramente
ringraziarvi dal cuore per il successo che sta avendo questa storia.
La adoro per diversi motivi e
sprizzo gioia da tutti i pori quando vedo che piace anche a voi, quindi:
Grazie.
Chiudo la cerniera dei pantaloni ed afferro la camicia
abbandonata sul fondo del letto. Charlotte è seduta sul bordo, si sta mettendo
una scarpa anche se ha lo sguardo perso in un punto indistinto del pavimento.
Mi domando come faccia ad essere così carina anche
senza fare niente. La osservo finire il nodo ai lacci, ma rimanere con il mento
poggiato sul ginocchio, totalmente assorta, il volto leggermente arrossato ed i
capelli disordinati. Navigo nei miei pensieri fino a che mi balena in testa
un’idea…
«Sai, fra poco più di una settimana è il mio
compleanno.» Lei si volta accennando un sorriso, mentre infilo le maniche della
camicia. «Tredici Giugno. Mancano 10 giorni.» Affermo sorridendo a mia volta,
lei afferra l’altra scarpa portandosela al piede.
Forza Chris,
buttati e chiedile di festeggiare con te.
Prendo fiato mentre la osservo legarsi la scarpa e
posare il mento sul ginocchio.
«Divento vecchio…»
Sto diventando un
vigliacco, oltre che vecchio.
Lei non sembra notare il disappunto nell’aver smontato
i miei stessi piani, quindi decido di cambiare argomento.
«Vuoi?» Indico i bottoni della camicia dopo averla
indossata, facendo riferimento all’abitudine che ha di chiuderla ogni volta che
mi rivesto.
Lei non risponde.
«Charlie? Ci sei?» Le domando avvicinandomi e
passandole una mano davanti al volto. Lei sobbalza.
«Eh? Sì. Scusa, stavo pensando.»
«Ti ho chiesto se vuoi partecipare al rito – Lei mi
guarda un attimo perplessa ed io le poso la mani sulle spalle. – Va tutto
bene?»
«Sì. Certo. – Osserva per un attimo la mia mano posata
sulla sua spalla, poi torna a guardarmi il petto. – No, oggi passo. Devo
andare.»
Si muove per la roulotte, la osservo confuso.
Che diavolo è
successo?
«Charlie… - la raggiungo cercando di fermarla – Che è
successo? Sei strana.»
«Niente. Assolutamente niente, sono solo stanca.»
«Ti accompagno a casa.» Mi offro voltandomi ad
afferrare il cappotto.
«Non ti preoccupare, prendo un taxi. Ci sentiamo.»
Apre la porta ed esce.
Fisso il punto da dove è sparita dalla mia vista poi
mi riscuoto e faccio per raggiungerla, ma mi accorgo di essere senza scarpe. Me
le metto il più in fretta possibile ed esco dal camerino.
«EhyEhyEhy Charlie!!!» La richiamo mentre le corro dietro,
lei stringe le labbra e rallenta, quasi affranta di non essere riuscita a farla
franca.
«Che fai scappi?» Le domando ridendo, ma lei non mi
imita
«Ho fatto qualcosa?»
«No, affatto...Non credo…» Aggrotto la fronte mentre
lei si massaggia la nuca.
Ammetto di essere alquanto confuso.
«È solo che devo andare a casa, tutto qui.»
«Ti ho detto che ti accompagno...»
Tiro fuori le
chiavi della macchina facendole ruotare sull' indice della mano destra e le
sorrido. Charlie scuote la testa cercando di trattenere un sorriso.
«Vieni» La invito a seguirmi guidandola verso il
parcheggio con una mano sulla sua schiena.
Arriviamo in silenzio alla mia auto e sempre senza aprire bocca saliamo in
macchina e partiamo.
«Sei sicura che vada tutto bene?»
Chiedo di nuovo guardandola di sottecchi.
«Sì sì...Pensavo...»
«Strano...» Affermo divertito per prenderla in giro,
ma è come se non mi sentisse.
Concentrata, seria, di nuovo quello sguardo perso nel
vuoto.
«E a cosa pensi?» Chiedo.
Mi sento come un agente di polizia intento a svolgere
un interrogatorio e la cosa mi mette a disagio.
«Uhm...nulla...sai...solite cose...Mi piace la tua
auto...»
«Grazie...»
Rispondo incerto mentre lei passa la mano sul
cruscotto.
Mi convince sempre meno...
È salita altre volte sulla mia auto, ma solo adesso se
ne esce con questa storia...
Decido di restare in silenzio, metto i miei dubbi da una parte, magari è
davvero solo stanca e pensierosa.
Non voglio fare l'asfissiante. Vorrei solo farla stare
bene e se questo significa non chiederle niente sarà quello che farò.
Il tragitto dal set a casa sua lo percorriamo in
silenzio, stavolta anche io perso e chiuso nei dubbi della mia mente.
Quando mi fermo vicino al suo appartamento lei rimane
voltata più a lungo verso il finestrino prima di girarsi verso di me e
sorridere forzatamente.
«Grazie del passaggio...»
«Dovere» Rispondo stringendo le spalle la vedo annuire
sempre più pensierosa mentre sposta la mano verso la maniglia di apertura
dell'auto.
Ultima
occasione Evans. Tira fuori le palle.
«Charlie» la chiamo facendola bloccare prima di
chiudere lo sportello. Mi guarda sorpresa e deglutisco a fatica.
«Io ci sono. Se hai bisogno di sfogarti, io ci
sono. »
Lei annuisce e finalmente accenna un sorriso sincero.
«Grazie.»
∽ Charlotte
Chiudo la porta di casa e mi prendo il volto fra le mani.
Dannazione.
Perché proprio a me?!?!?
Qualcuno
mi spieghi perché proprio io?!?!?
Mi
sposto in preda all'ansia in cucina dove scorro il dito lungo il calendario...
Merda.
Merda. Merda.
«Ahhhhhh!!!!!» Urlo da sola in mezzo alla stanza, ma non mi
sento meglio.
Quattro
giorni. Solo quattro giorni.
Ripeto
fra me e me come un mantra, ma sento il cuore battere all'impazzata e non serve
a niente prendere grosso respiri.
Mi
siedo sul divano e inizio a tormentare un cuscino. NON. È. POSSIBILE.
Non
a me.
Il
telefono di casa squilla facendomi rischiare un attacco cardiaco.
Continuo
a maledire la mia sorte mentre mi avvicino al cordless e rispondo.
«Pronto?»
«Signorina Charlotte?»
«Sì...»
Rispondo diffidente.
«La
chiamo perché è stata selezionata come fortunata vincitrice...»
«Non
mi interessa »
«Ma
signorina non le ho ancora spiegato in cosa consiste il suo premio.»
«Le
dico che non mi interessa »
«Almeno
mi ascolti, avremo sicuramente qualcosa che le possa interessare…»
«Non mi interessa un bel niente delle sue maledettissime offerte! Forse sono
incinta ho altri problemi per la testa al momento!»
Silenzio.
Poi riattacca.
Ho fatto riattaccare un tizio del call center.
La
cosa mi potrebbe anche entusiasmare se...
Faccio
una smorfia e allontano le mano sinistra dal fianco dove l'avevo posata mentre
ero al telefono. Io ed io mio utero non andiamo d'accordo.
Affatto.
La pancia protesta e apro il frigo poi abbasso il volto verso lo stomaco.
«Mangio
solo perché non voglio svenire per mancanza di zuccheri, ma sono ancora molto
arrabbiata con te!»
Il
telefono squilla di nuovo mentre sto mangiando il mio panino, spero solo non
sia il disgraziato di prima.
«Pronto?»
«Ciao
Charlie. Come va?» Alexis, allegra come al solito.
«Uhm...Va.
Tu?»
«Bene
bene... Sono di nuovo a LA»
«Tu
e Tom volete trasferirvi qui?» Chiedo con un leggero timore e lei ride di
gusto.
«No.
No. Sono qui per lavoro. Resto due, forse tre settimane.»
«Magari
possiamo vederci...» Propongo sovrappensiero tornando ad addentare il mio
panino.
«Volentieri!
Facciamo un’ uscita a quattro...»
Anche no.
«Sarebbe
divertente. Non trovi?»
No. Voglio evitare Chris al momento, fino a che non
sono certa al tremila per cento che non sono incinta.
«Non
so, sai Chris deve lavorare....Ed anche io....» Inizio cercando di prendere
tempo.
«Ci
organizziamo.» Risponde pronta, come se fosse stata certa del mio rifiuto.
«E
poi io e Chris non siamo una coppia.» Le faccio notare.
«Se...ok...Comunque...»
«Che
vorrebbe dire quel “se...ok”, eh?» Chiedo sospettosa, per niente convinta dal
suo tono di voce.
«Niente»
Risponde in un modo che vuol dire qualcosa.
«Cosa??»
Chiedo iniziando a temere il peggio.
«Assolutamente
niente...» ribadisce divertita. Scommetto che sta sghignazzando alla grande.
«Uhm
ok. Perché io e Chris non siamo una coppia.» Ribadisco.
«Se
lo dici tu...»
«Sì
lo dico io... Odio quando fai così mi hai già incastrata una volta...» Esplodo
e lei stavolta si lascia sfuggire una risata.
«Già,
sono un genio»
«Del
male.»Finisco la sua frase e lei ride.
«Modestamente...»
Scuoto la testa sinceramente divertita fino a che non ricordo la piccola
scoperta di prima e addento il panino con rabbia.
«Comunque
se sei libera dal lavoro domani possiamo vederci se non ti ha già rubata
Chris.» Riprende Alexis.
«No
lavora – invento una piccola bugia – Ed io sono libera la sera.»
Così
evito Chris e magari mi distraggo pure.
****
Scendo dall’auto e raggiungo il ristorante dove ho
fissato con Alexis, lei è vicino alla porta e parla al telefono. Mi avvicino e
la saluto con una mano. Sorride, saluta la persona al telefono riattaccando e
venendo ad abbracciarmi.
«Ciao!! Come stai?»
«Bene, tu?» Rispondo portandomi una ciocca di capelli
dietro l’orecchio. Sono ancora nel panico, non è cambiato assolutamente niente
da ieri, nonostante sia andata al bagno molto più del solito.
Maledetto ciclo per una volta che ti vorrei!
«Cosa ti porta a Los Angeles le chiedo mentre ci sediamo
al nostro tavolo.»
«Devo fare un servizio fotografico, una noia mortale
se i modelli sono i soliti snob...»
«Capisco...» Annuisco e inizio a controllare un menù
«Inoltre mi hanno incastrata con questa storia, Tom è
tornato a Londra ed io sono bloccata qua...» Aggiunge dopo un attimo di
silenzio. «Meno male ci sei te, altrimenti sarei stata chiusa in camera
d'albergo a guardare la tv.»
«Beh anche tu mi hai salvato la serata quindi siamo
pari.»
Mi rivolge un occhiolino prima di sparire dietro al
menù.
«Tu che prendi?» Mi domanda dopo poco.
«Sto decisamente optando per la pizza.»
«Già, pure io...» Ammette posando il carnet. «Pizza e
birra e sono apposto.»
Annuisco e sorrido all'arrivo della cameriera.
«Volete ordinare?» Alex mi guarda in attesa.
«Una margherita.»
«Anche per me e direi due birre medie?» Aggiunge
guardandomi e sono costretta a cambiare l'ordinazione.
«Una, per me acqua grazie.»
Alex rimane in silenzio mentre la ragazza annuisce e
se ne va. Mi scruta per studiarmi e mi gratto la fronte a disagio.
«Come mai Tom non è venuto con te?» Domando per
staccarmi gli occhi di lei di dosso.
«Doveva tornare a casa, sistemare cose...Si voleva liberare di me
facilmente...» La guardo sorpresa e lei ride. «Sto scherzando. Aveva da
lavorare, doveva vedersi con Luke.»
«State insieme da poco, eh? » Le chiedo notando
il suo sorriso tirato.
«Beh, sì. Credo di dovermi abituare all'idea che
viviamo ad un oceano di distanza...letteralmente.»
«Cambierà.» Affermo con un sorriso.
«Se vogliamo continuare direi di sì.»Afferma sorridendo, poi si schiarisce la
voce. «Ma non parliamo di me e Tom, sennò attacco e non smetto più.»
Eccellente.
«Ma va, non è un problema. Sfogati pure.» Sorrido
incoraggiante e lei aggrotta la fronte nello stesso momento in cui la cameriera
torna con le nostre bevute.
«C'è poco da sfogarsi. Sto bene con Thomas, bene
veramente ed è esattamente quello di cui avevo bisogno. Ho paura che ci siamo
trovati incastrati in una situazione che non riusciamo ancora a comprendere
appieno.» La guardo fingendo di non capire e lei accenna un sorriso, prima di
iniziare a spiegarmi. «Veniamo da due storie importanti, o che almeno per noi
lo erano, ma che non sono andate come avremmo voluto. La sua ex si è messa con
il mio ex ed io e lui eravamo già legati da qualcosa. È stato quasi ovvio
iniziare a passare il tempo insieme o cercarci a vicenda... »
Prende un sorso di birra prima di ricominciare a
parlare.
«A volte mi domando se non ci siamo semplicemente
avvicinati per non rimanere soli ed ho il terrore di svegliarsi un giorno e
scoprire che la mia paura era fondata.»
«Per quel che può valere... Quando ci siamo viste
l'ultima volta non ho avuto l'impressione che steste insieme per non stare
soli. Ho solo pensato che foste una bella coppia.»
Alex arrossisce dietro un ciuffo di capelli che le
ricade sul volto e mi ritrovo a sorridere.
Chissà se anche
io sono fragile come lei quando parlo di ...
Roteo gli occhi prima che il suo nome appaia chiaro nella mia
mente.
«Vedremo. Mi faccio mille problemi solo perché mi manca...credo.»
«Ah, l'amore...»
Dichiaro con fare tragico che fa sorridere Alexis.
«Che fortuna che io ne sono immune.»
Aggiungo e me ne pento subito perché Alex mi rivolge uno sguardo poco
convinto con tanto di sopracciglio alzato.
Ma sono circondata da persone che utilizzano questa tecnica per
tormentarmi?!
«Tu? Immune?? Ne sei sicura?»
Mi chiede la mia amica, ma so benissimo che non si aspetta sul serio una
risposta, quindi rimango in silenzio, fino a che non mi costringo a muovermi e
addentare una fetta di pane.
«A proposito di amore ed esseri immuni al suo potere....come sta Chris?»
Le rivolgo uno sguardo minaccioso e lei sorride mettendo in mostra i
denti.
«Siete entrambi immuni, voglio essere avvertita quando uno di voi si
renderà conto di aver ceduto.»
«Non credo che cederà proprio nessuno.» Mento con una certa maestria, ma
lei non molla.
«Che è successo?» Mi chiede.
«Niente »
«Va bene...E dopo?» Insiste nello stesso momento in cui arrivano le nostre
pizze. Rimaniamo in silenzio fino a che la cameriera non si allontana di nuovo.
Mi concentro sulla pizza ma sento lo sguardo di lei addosso per un
po'.
Quando sollevo il volto però sta tagliando la pizza e si limita a dire
senza guardarmi.
«Come mi sono sfogata io puoi farlo anche tu. Non ti obbligo, ma conosco
Chris e potrei aiutarti a capire cosa passa per quella testa dura.»
«Grazie.» Affermo prima di tornare a mangiare.
Spero che le arrivi il messaggio: grazie davvero per il supporto, ma non
ho la più pallida idea di cosa provo o di cosa potrei dirti, quindi meglio
stare zitti al momento.
«Il lavoro come va?» Mi chiede dopo un po'.
Ci scambiamo uno sguardo d'intesa
prima che inizi a parlare.
E la serata scorre più tranquilla, Alex non sfiora l'argomento Chris
fino a che non mi chiede di salutarlo quando la riaccompagno in albergo.
Quando torno a casa e mi preparo per andare a dormire cado di nuovo nel
mio stato d'ansia.
Niente. Nessuna novità.
Mi rigiro nel letto a lungo senza riuscire ad addormentarmi.
Maledizione!
Potrei esplodere in un pianto infinito.
Ho bisogno di sfogarmi.
Non ho voluto parlarne fino ad ora perché parlarne lo rende troppo
reale, ma se continuo così potrei sul serio uccidere qualcuno.
Ed in quel caso penso che ucciderei il farmacista da cui si serve
Chris.
Chris.
Dovrei dirglielo.
No. Pessima idea.
Mi giro dall’altra parte del letto e fisso la sveglia sul comodino senza
vedere chiaramente l’orario.
No.
Non posso farlo.
Poggio la schiena contro il materasso e fisso il soffitto per diversi
minuti prima di tirarmi a sedere ed afferrare il cellulare.
Squilla.
«Pronto? Charlie…È successo qualcosa?»
«Forse sono incinta.»
∽
ZANZANZAN!!!
Non mi dilungo oltre, voglio solo fare gli auguri di
compleanno a Christopher, al quale ne sto facendo passare di tutti i colori, ma
che ammiro. Altrimenti non scriverei su di te, bello mio, sappilo. Tsk!
Ok, scherzi a parte sono veramente curiosa di sapere la
vostra opinione su tutto!!!
Un abbraccio
Cos
Forse si aspetta che aggiunga qualcosa, ma credo di
aver perso la capacità di parlare.
«Che hai detto?»
La voce di Alex mi fa quasi sobbalzare. Non c'è
traccia della sonnolenza che ho sentito quando ha risposto.
Prendo coraggio e ripeto.
«Credo di essere incinta. Ho un ritardo di quattro -
cinque giorni dato che è passata mezzanotte.»
Altro silenzio.
«Ma è merav...»
«Non ti azzardare a dirlo.» Smorzo il suo decisamente
eccessivo entusiasmo, ma la sento comunque finire quel dannato aggettivo
sottovoce.
«È un disastro.»
«Catastrofista.» Dichiara e al mio silenzio riprende a
parlare. «Lo so che Chris non sembra affatto un tipo affidabile. È un
bambinone, non riesce quasi mai a stare serio e decisamente dovresti accudire
lui oltre al bimbo... Oddio. È veramente un disastro.»
Afferma leggermente allarmata. La cosa non mi solleva
affatto, mi lasciò cadere all'indietro sul letto.
«Ma perché non me l'hai detto a cena?»
Chiede dopo qualche momento di silenzio.
Perché l'ultima cosa che vorrei fare è pensarci. Già
parlarne con te, scatena una serie di emozioni che non riesco a comprendere e
che mi spaventano.
No. Troppo fragile.
«Perché preferisco così.»
«Hai preferito svegliarmi alle tre di notte perché hai
paura di quello che potrei capire guardandoti.»
È un'affermazione non una domanda e sono troppo stanca per mettermi a
controbattere.
«Chris come ha reagito?» Chiede al mio silenzio.
«Oh, magnificamente. Ha detto che non desiderava altro
da una che si porta a letto da meno di un mese.»
«Potrebbe essere. Sai che dovrai dirglielo vero?»
«Non posso aspettare di avere la certezza?»
«E nel frattempo che fai? Lo eviti come stasera?»
Ma come diavolo
fa a saperlo?!?
«Credi sul serio che io non abbia sentito Chris per
primo quando sono arrivata qui? So perfettamente che stasera non lavorava, ma
era a cena da sua madre. La domanda era perché tu mi hai mentito. E la
soluzione me l'hai appena data. Vuoi evitarlo perché la cosa ti spaventa.»
«Sherlock dei miei stivali.»
****
Non so come Alexis sia riuscita a
convincermi ieri sera, ma qualunque minaccia mi abbia fatto, adesso non sembra
così pericolosa come allora.
Ho chiamato Chris, era a correre
sulla spiaggia, ma abbiamo fissato qui dove mi trovo adesso.
Sul lungomare dove ho
fantasticato su Hem quando siamo andati a pattinare.
Queste le sue più o meno esatte parole.
Mi tormento il bordo della
maglietta mentre neanche il sole che mi batte sulle spalle scoperte riesce a
darmi un po' di pace. Osservo pensosa la panchina al mio fianco per qualche
secondo prima di ricominciare a camminare su e giù. Una mamma con figlioletto
al seguito mi passano accanto, il piccolo mi guarda di sfuggita prima
accelerare il passo ed afferrare la mano della donna.
Odioso bimbo con le guanciotte da prendere a
morsi!
Mi siedo e mi prendo il volto fra
le mani cercando di evitare di mettermi ad urlare.
«Salve.»
Lui si siede vicino a me e posa una mano sui capelli prima di scendere
lentamente lungo la schiena.
No!
Mi scanso impercettibilmente dal suo
tocco facendo finta di sedermi più comoda e cercando di sorridergli.
Pantaloncini corti celesti,
maglietta a mezze maniche grigio chiaro e un cappellino con la tesa. Sorride
con gli occhi e solleva quelle maledette sopracciglia mentre addenta un panino.
Soffermo lo sguardo più a lungo
su quello che suppongo sia il suo pranzo, un po' per evitare quegli occhi, un
po' perché mi ricordo che io non ho mangiato.
Accidenti all'ansia!
Lui avvicina il panino alla mia
bocca.
«Vuoi?» Chiede con ancora la
bocca mezza piena. La cosa mi fa scappare un mezzo sorriso.
Annuisco e strappo un morso
trascinando dietro un pezzo di prosciutto.
«Ehy!
Un morso non tutto il panino, ingorda!»
Gli rivolgo un' occhiataccia
mentre lui sghignazza divertito.
«Lo dico per te, non vorrai mica
diventare una balena.»
Allarme rosso. Pessimo argomento. Pessimo.
Gli rivolgo un altro sguardo
omicida anche se scommetto che è meno efficace.
Prima o poi dovrai dirglielo...
La voce di Alexis mi rimbomba
nella testa chiara come se fossi ancora con lei al telefono e quella strana
sensazione alla bocca dello stomaco torna a farsi viva.
Forza Charlie. Puoi farcela.
Tre...Due...
«Sai che abito qui vicino?»
Guardo Chris come se avesse detto
la cosa più assurda di questo mondo, lui porta alla bocca l'ultimo pezzo di
panino e fa una palla con la carta che lo circondava.
«Abito qui vicino.» Ripete una
volta che ha la bocca vuota. «Ti va di salire? Io dovrei farmi una doccia, sai
per la corsa. Poi stiamo un po' insieme.»
Continuo a guardarlo sbattendo leggermente
le palpebre.
«Che c'è?»
«Hai sbattuto la testa?»
«Mi hai chiamato tu per stare
insieme. Casa mia è più vicina e devo farmi la doccia.»
Ripete facendo spallucce e guardando il
cestino verso cui lancia la cartaccia.
Ovviamente fa canestro.
Irritabilmente bravo anche in
questo.
«Allora?» Annuisco leggermente
sorridendo. «Forte.» Afferma guardandomi ed io ho terribilmente voglia di
baciarlo.
Per un attimo penso che voglia
farlo anche lui, invece si alza dalla panchina e allarga le braccia, stirandole.
Mi alzo a mia volta e lo guardo
cercando di non risultare troppo delusa.
«Fammi vedere questa fantomatica
casa che dici di avere.»
∽ Chris
«Ed eccoci qua.» Affermo facendo
passare le chiavi da una mano all’altra mentre Charlie fa qualche passo
nell’ingresso.
Passa lo sguardo sulle due
poltrone larghe unite a formare il divano davanti alla tv, decisamente troppo
all’avanguardia e grande dato quanto poco la guardo. La osservo muovere dei
passi incerti e lanciarmi degli sguardi di sottecchi, come a chiedermi il
permesso. Faccio un gesto con la mano destra per invitarla a spostarsi verso la
cucina.
Pessima mossa.
Accelero il passo per spostare la
lattina di birra aperta accanto al cartone del latte.
«Avevo riordinato…» Inizio mentre
noto con orrore la presenza del telecomando del condizionatore dentro al frigo.
«A quanto pare non abbastanza…» Finisco sottovoce, mentre torno a sorridere
smagliante a Charlie, dando le spalle al frigo.
«Il tuo regista lo sa che hai
annaffiato il suo copione?»
Charlie sta tenendo in mano un
plico di fogli chiaramente macchiato di olio e diosolosachealtro.
«Ehm…Ne ho altre copie.» Affermo
mentre le prendo il copione fra le mani e lo butto sopra una mensola.
Spingo, letteralmente, la mia
ospite verso il salotto.
Quello sembrava a posto, prima.
«Devo andare in bagno…» Charlie
parla con un sorriso decisamente troppo divertito.
«Non è vero.» Replico.
«Sì, che è vero.» La guardo
scettico e lei incrocia le braccia al petto. «Posso farla sul tuo prezioso
divano/poltrona se vuoi…»
Continuo a guardarla poco
convinto lei sostiene il mio sguardo.
«Bene. Quella è la porta.» Le
indico l’ entrata alla nostra destra. «Non aprire i cassetti.»
«Sarà la prima cosa che farò,
invece.»
Sorride e accelera il passo verso
il bagno. La imito andando a sbattere contro la porta aperta, mentre Charlie
ride di gusto.
Mi massaggio la spalla che ho
sbattuto mentre lei apre tutti – e sottolineo tutti – i cassetti che trova e
poi li osserva con fare critico.
«Sei fissato con l’igiene
dentale?» Chiede portandosi la mano destra sotto al mento e osservando la
scorta di filo interdentale che ho comprato la scorsa settimana.
«È importante. Devo mantenere il
mio sorriso smagliante così posso far battere i cuori alle fanciulle.» Affermo
divertito facendole chiudere di scatto il primo cassetto.
Meno uno.
«Oh santo cielo. La crema
depilatoria non voglio nemmeno commentarla.» Non riesco neanche a risponderle
che mi mostra il tubetto di preparazione H. «Hai le emorroidi?»
«Ovviamente no!!!» Rispondo
sconvolto mentre lei scoppia a ridere. «Le uso per le…occhiaie.» Finisco la
frase sottovoce e cercando di camuffarla con un colpo di tosse.
«Sei peggio di una donna.»
Addio virilità.
«Questo è un colpo basso…Io col
viso ci lavoro, è normale che lo curi.»
Lei sembra ignorarmi – anzi non
mi considera proprio – e passa ad un altro cassetto.
«Questi non dovrebbero stare in
camera da letto?» Chiede tirando fuori una scatola di preservativi.
«Ehm. Sì…» Infatti sono anche lì.
Dissimula Chris. Dissimula.
«A proposito non vuoi vederla?»
Sorrido smagliante al suo sguardo perplesso, lei sbuffa e rimette a posto la
scatola.
«Non dovevi darti una
rinfrescata?» Chiede mentre osserva il vano doccia che occupa tutta la fine del
bagno creando un posto che è il doppio di una cabina normale.
«Dipende…» La guardo sollevando
un sopracciglio e lei abbassa prontamente il volto, spostandosi nell’ingresso
dove la seguo.
Perché caspita ho detto questo?!
Possibile che con lei abbia dei progetti in testa e poi mi comporti in maniera quasi
opposta?!
«Ascolta Chris…» La sua voce
sofferente interrompe i miei pensieri catturando totalmente la mia attenzione.
«Devo dirti una cosa.»
Il suo sguardo grave inizia a
farmi preoccupare. Resto in piedi davanti a lei mentre la osservo tormentare il
bordo della sua maglia.
Brutto segno.
Lo sapevo che questa storia non
poteva funzionare. Non si può chiedere ad una ragazza speciale come lei di
aspettare uno come me.
«Ho un ritardo…»
Aggrotto la fronte e sollevo lo
sguardo su Charlotte nello stesso momento in cui capisco cosa mi ha detto in
realtà.
Panico.
Lei non sostiene il mio sguardo e
torna a tormentare le sue mani e la maglia.
«Io...non….»
«Ne sei sicura?» È l’unica cosa
che riesco a chiederle.
Non so come mi sento.
«No, devo fare ancora il test, è
che ho pau…»
«Ma sei sicura che sia colpa
mia?»
Pessima scelta di parole.
«Che cosa?» Alza di scatto lo
sguardo su di me. Adesso mi uccide.
E farebbe anche bene dopo quello che hai detto.
«Sei sicura che…ehm…se sei…che
sia mio?»
Qualcuno mi aiuti.
«Certo, che sono sicura.» Ringhia
a denti stretti. «Per chi diavolo mi hai preso? Se sono incinta è assolutamente
e senza ombra di dubbio colpa tua.»
Me lo urla contro, sputandomi
addosso la parola “colpa” come se fosse veleno.
«Non so, insomma non è che ci siamo
messi d’accordo o altro.» Annaspo mentre lei mi continua a guardare sempre più
irritata.
Ma perché non sto mai zitto
quando dovrei?!
«Non è che avevo l’esclusiva.
Insomma, se avessimo voluto…»
«Ah.» Charlie mi rivolge il sorriso
più freddo che abbia mai ricevuto in vita mia. «Bene. Vai a cercare
qualcun’altra a cui dare l’esclusiva.» Gira sui tacchi e apre la porta uscendo
spedita di casa.
«Aspetta dove vai?» La seguo sul
pianerottolo.
«A casa!»
«E…e tutta la storia?» Chiedo
frastornato da tutto.
«Sai dove puoi ficcartela la
storia?» Mi chiede urlando per le scale ed ignorando il mio sguardo di
supplica.
«Charlie…» Provo a richiamarla
con la voce che improvvisamente viene meno, mentre lei continua a scendere le
scale e non alza nemmeno il volto.
«Fanculo, Evans.»
¤
Non uccidetemi! *Si copre il volto con le braccia*
Giuro che non volevo – o forse sì, non lo saprete mai.
Scusate l’attesa e spero che dopo questo finale vorrete
ancora seguirmi e vedere cosa combineranno questi due.
La cosa più assurda di tutte è
che non me lo aspettavo, ed invece si è dimostrato ancora più decerebrato di
quello che pensavo che fosse.
Che nervi!!!
Prendo a calci un sassolino che
va a colpire una macchina parcheggiata. Mi guardo intorno leggermente allarmata
che qualcuno possa avermi vista, non c’è anima vita per fortuna.
Sto per ricominciare il mio
voodoo nei confronti di quell’essere ignobile che risponde al nome di
Christopher Robert Evans, quando il mio sguardo viene catturato dall’insegna di
una farmacia.
Entro a spasso spedito e attendo
il mio turno al bancone, grazie a Dio non c’è molta gente e vengo servita quasi
subito.
«Un test di gravidanza.» Chiedo
con il tono di una che è appena stata mandata al patibolo, l’uomo dietro al
bancone sorride gentile.
CHE CAZZO SORRIDI MALEDETTO VECCHIO!?!?!?!
Calma…Charlotte…Calma….
Prendo dei grossi respiri per
evitare di urlargli contro quando torna con una scatolina bianca.
«Desidera altro?»
«Che bruciate tutti i
preservativi che vendete in questo posto perché evidentemente non funzionano.»
Dico tutto d’un fiato e con un tono che è diventato leggermente acuto sul
finale della frase. L’uomo mi guarda interdetto, poi digita qualche numero
sulla cassa e mi chiede i dieci dollari che gli devo.
Ma dico, dieci dollari per un
affare su cui devo fare pipì?!?! Sul serio?!?!
Pago e afferro scocciata la
bustina ed il suo contenuto.
«Buona giornata signorina.»
Ma se ne vada al diavolo anche
lei ed il suo irritabile sorriso.
«Arrivederci.»
****
Torno a casa e lancio la busta
sul divano prima di andare in bagno.
Sì, lo so. Ho appena
procrastinato, ma non posso farcela adesso.
Mi aggiro per casa cercando di
trovare qualcosa da fare per ignorare il richiamo di quel dannato bastoncino. E
quello stronzo ancora non mi ha chiamata.
Campanello.
Beh, ammetto che venire qui è
molto più carino che telefonare…Potrebbe riacquistare punti.
Faccio scattare il portone e mi
appoggio sullo stipite per osservarlo salire dalle scale, pronta a mostrare la
migliore delle mie facce altezzose.
«Che bello sei in casa!!»
Alexis.
Meno millantanove punti per Evans.
Le rivolgo un sorriso sforzato
mentre mi raggiunge sul pianerottolo.
«Che è successo?» Mi chiede con
occhio critico.
«Che ci fai da queste parti?» Le
chiedo mentre la faccio entrare in casa e chiudo la porta alle mie spalle.
«Ho pensato che senza di me non
avresti mai fatto il test, così ne ho comprato uno e sono venuta ad
assisterti.» Afferma facendo spallucce.
«Ed il resto delle buste?»
«Cibo spazzatura nel caso le
linee fossero due.»
Afferma con un sorriso incerto ed
è in quel momento che scoppio a piangere. Alex lascia a terra le buste e mi
raggiunge cingendomi le spalle apprensiva.
«Charlie. No. No. No. No. No. Non
fare così, io non…Volevo, scusa….»
«Non sei tu…»
«Che ha combinato Christopher?»
La guardo sorpresa «È sempre colpa sua, per qualunque cosa accada.» Afferma
cercando di strapparmi un sorriso.
«Mi ha chiesto se sono sicura che
sia colpa sua…» Affermo dopo che mi sono leggermente calmata nel suo abbraccio.
«Vado a tagliarglielo come una
carota alla julienne.»
Ammetto che riesce a strapparmi
un mezzo sorriso con quell’affermazione. Stringo la mano contro il suo braccio
e lei sorride dolcemente.
«Siediti sul divano, io metto il
gelato nel congelatore.» Mi ordina mentre si dirige verso la mia cucina come se
avesse sempre vissuto in casa mia.
Quando torna, mi costringe a
raccontare per bene quello che èsuccesso.
Vedo la sua espressione passare
dal comprensivo all'incavolato nero.
«Io lo sminuzzo. Io lo trito come
gli avanzi di cibo. Io lo-»
«Alex.» La interrompo con un
sussurro «Devo fare il test.»
Lei rimane in silenzio per un
attimo poi porge entrambi i contenitori dei due test che abbiamo.
Li osservo qualche secondo prima
di afferrarne uno e andare in bagno con passo spedito.
∽ Alexis
La osservo mentre si chiude in
bagno e mi si stringe il cuore.
Non so veramente cosa pensare,
Chris non ha decisamente ragionato quando ha parlato.
Sono quasi sicura che sia a
prendere a testate qualche muro, magari così i suoi neuroni iniziano a girare.
Non posso credere che pensasse
sul serio quello che le ha detto, ergo è nel panico più assoluto anche lui.
Guardo la porta nello stesso
istante in cui si riapre.
«Fatto?» Chiedo sorridendo.
«Non ce la faccio.» Risponde
abbattuta.
«Si che ce la fai.»
Charlie annuisce erientra, riuscendo poco dopo.
«La pipì non esce.» La guardo
scettica portando le braccia ad incrociarsi sul petto. «È vero.»
«Vuoi che ti tenga la mano?» Le chiedo
più per prenderla in giro che per altro e stavolta è lei a guardarmi scocciata.
«Non è facile.»
«Devi fare pipì mica andare sulla
luna!» Cerco di convincerla, ma sembra più testarda di un mulo.
Se davvero è incinta, quel
bambino sarà testardo come pochi.
«Su forza, rientra in bagno.» Le
dico cercando di spingerla di nuovo nella stanza, ma lei fa opposizione
appoggiando le braccia contro gli stipiti.
«Non costringermi a farti il
solletico!!» La minaccio.
«Non puoi obbligarmi a fare la
pipì!! Farò il test quando mi scapperà!»
Risponde a tono e sto per provare
a sradicarladalla sua postazione quando
suona il campanello e ci pietrifichiamo entrambe.
«Chi è?» Chiedo.
«Che ne so!» Afferma mentre si
dirige verso la porta e fa scattare il portone.
«Charlie!!! Sono passata a
trovare la mia sorellina preferitaaaa…» Una ragazza
bionda sale le scale velocemente e abbraccia sorridendo Charlie poi mi guarda
porgendomi una mano. «Valerie, sorella.» Afferma sprizzando gioia da tutti i
pori.
«Alexis.» Dichiaro mentre le
stringo la mano. «Amica.»
Charlie ci guarda poi sbuffa e fa
per andare a sedersi sul divano. Mi schiarisco la gola facendola voltare
inviperita verso di me.
«Char,
che hai in mano?» Valerie allunga il collo verso il test e poi urla.
Letteralmente.
«Val….» Charlie cerca di farla
smettere. «VALERIE!!!»
La ragazza smette di urlare e si
porta le mani alla bocca.
«Sei inci..»
«No!»
«Non lo sa, deve fare il test.»
Affermo con un tono da maestrina.
«Beh, fallo.»
«Perché non la fai tu?!» sbotta
Charlie
«Perché purtroppo non ci sono
andata a letto io con Chris!»
Charlie la incenerisce.
«Perché, non saresti felice se
fossi incinta? A proposito, lui lo sa? Perché non è qui?»
Charlotte passa lo sguardo da me
a sua sorella irritata, poi sbuffa e se ne va a chiudersi indispettita in
bagno.
«Che ho detto?» Scuoto la testa e
mi limito a dire.
«Chris è un essere mitologico.
Metà uomo e metà testa di cazzo…»
Valerie annuisce come se avesse
capito con quella mia semplice affermazione.
«È un mono-neurone come il resto
degli uomini?»
Non faccio in tempo a rispondere
che Charlie esce fuori dal bagno bianca come un lenzuolo.
Silenzio. Fino a che Valerie non
si azzarda a domandare.
«Allora?»
«È…negativo…» Mi lascio sfuggire
un sospiro di sollievo, ma Charlie riprende a parlare. «Come può essere
negativo? Perché è negativo? Perché non mi sono venute ancora, se è negativo?»
Valerie afferra sua sorella per
le spalle e la costringe a guardarla negli occhi.
«Char,
ascoltami. Non vuol dire niente, magari è sbagliato il test ed invece sei
incinta.»
Gli occhi di Charlotte diventano
umidi e sua sorella mi guarda nel panico.
«Fai anche l’altro…Se sono
negativi vai a fissare una visita ginecologica, ma vedrai che non è nulla.»
Affermo senza sapere bene cosa altro dire.
«Ne hai un altro?» Valerie guarda
Charlotte che annuisce. «Bene. Bene. Andiamo a bere un po’, così puoi rifare il
test di nuovo fra poco, ok?»
Charlie annuisce come in
catalessi e ci spostiamo tutte e tre in cucina.
«Alexis mi ha detto che Chris è
un mono-neurone.»
«Se ha due neuroni, stai pur tranquilla che saranno
sempre impegnati a gareggiare su chi ha l'assone più lungo.» Sbotta Charlotte,
io e Valerie la guardiamo perplesse e lei scuote la testa. « Il conduttore
degli impulsi nervosi…» Silenzio. « La coda delle cellule nervose.»
«Ahn!!!!»
Valerie annuisce e poi scoppia a ridere contagiando anche noi tre.
Salve Salvino
lettor(ino)
Ok, non badate a me, il caldo mi fa sragionare.
Chiedo umilmente perdono per il ritardo di pubblicazione di questo capitolo,
sono stata distratta da altre storie altri personaggi…
Ma sorvoliamo sulle altre ff che ho scritto o che sto
scrivendo e veniamo a questo capitolo.
Vorrei ringraziare le daydreamers per l’aiuto nel
trovare i migliori modi per offendere Chris xD
E’ stato divertente, come qualunque cosa con voi!
Un abbraccio
Cos
Ho fissato quegli scalini,
combattuto sul seguirla o meno, fino a che il mio cellulare non ha iniziato a
squillare costringendomi a tornare a prenderlo sul tavolo di cucina dove
l’avevo posato prima.
Ovviamente, non ho neanche
fatto in tempo a rispondere a Scarlett.
Richiamerà.
Lancio il telefono sul letto e
poi mi ci lascio cadere anche io di peso.
Fisso il soffitto senza sapere
bene cosa fare o cosa pensare.
Potrei diventare padre.
Mi massaggio le tempie per
cercare di concentrarmi.
Io ho sempre usato
precauzioni, ma a quanto pare qualcosa è andato storto.
Ho detto a Charlie una cosa orribile.
Mi alzo su di scatto dal letto
provocando un annebbiamento della vista. Rimango seduto sul letto qualche secondo
per riprendermi e ricominciare a darmi del deficiente.
Il mio telefono squilla di
nuovo, allungo una mano afferrandolo e portandolo all’orecchio.
«Sì?»
«Qui è il tuo fratello
preferito che parla.»
«Ciao Scott» Rispondo
stropicciandomi un occhio. «Che vuoi?»
«Non voglio niente. Solo
sapere cosa ti ha risposto Charlotte.»
Abbasso la testa, affranto.
«Mi ha mandato a quel paese.»
«Frena.» Il suo tono di voce
si fa serio. «Come sei giunto dall’invitarla al matrimonio di Dana a farti
mandare a quel paese?»
«Perché non gliel’ho chiesto
ed ho insinuato che andasse a letto con qualcun altro oltre a me.»
«Sapevo che l’intelligenza di
famiglia l’avevo presa tutta io, ma questa va anche oltre le tue capacità.»
Sbuffo colpito in pieno dalle sue parole. «Racconta, forza.»
«Lei mi ha chiamato prima che
potessi farlo io per vedersi. Ho accettato più che volentieri pronto ad
invitarla e tutto il resto.»
«Come sei tenerello.»
«Scott.» Lo ammonisco e lui ride
dall’altra parte della cornetta. «Comunque ci siamo visti ed è salita da me.»
«Avevi almeno pulito?»
«In un certo senso sì…»Rispondo
grattando la nuca. «Ma non è questo il punto.» Riprendo poco dopo. «Lei mi ha
detto che forse è incinta. Ed io ero già agitato prima, sono andato nel panico
più totale e le ho chiesto se era davvero sicura che fosse mio…»
Silenzio.
«Scott?»
«Potrei diventare zio?»
«Sì…» Rispondo incerto alla sua
voce roca.
«E tu sei stato sul serio così
scemo da dirle quelle parole?» Risponde concitato.
«Ehm…Potrei aver anche usato la parola…colpa…»
Affermo pronto ad sentirmi urlare contro, invece Scott resta in silenzio.
Mi godo la calma prima della
tempesta senza fiatare, so che fra poco esploderà.
«E quella povera ragazza, ti ha
solo mandato a quel paese?» Mi domanda con un tono calmo, troppo calmo.
Decido di rimanere io in silenzio
stavolta.
«Come fai ad essere così
IMBECILLE?!?!?!?»
Ecco lo sapevo. Rimango di nuovo
in silenzio, perché non c’è un modo corretto per rispondere a quella domanda.
Perché è ovvio che sono un imbecille, ma come diavolo faccio a sapere perché lo
sono così tanto, e soprattutto quando sono con Charlotte?
«Tu sei un caso perso, senza un
briciolo di speranza, eppure quella ragazza ricambia i tuoi sentimenti. Vedrai
che con il mio aiuto la riconquisterai.»
«Altolà. Che diavolo stai dicendo
Cyrano dei
miei stivali?»
«Che hai contro il mio naso, si
può sapere?» Mi chiede infastidito, prima di riprendere il suo discorso. «Ti
aiuterò a conquistare il cuore della tua Rossana,
o mio caro Chris…tiano.» Afferma divertito.
«Non voglio il tuo aiuto e poi
cos’è questa storia che lei ricambia i miei sentimenti, non l’hai mai vista.»
«Questo lo so.» Posso immaginarlo
ruotare gli occhi esasperato. «Ma so anche come nascono i bambini…»
«E questo che cavolo centra?!»
«I bambini nascono quando il papà
e la mamma si amano tanto tanto.» Afferma con il suo miglior tono infantile e
la cosa mi imbarazza più del necessario.
«Tu sei pazzo. Non so neanche
perché mi confido con te. Sei un caso perso e..»
«Ho forse torto?» Domanda
interrompendo il mio fiume di parole.
«Maledetto. Sei un fratello
maledetto.»
«Adoro avere ragione.» Afferma
compiaciuto.
«Non ho detto che hai ragione!»
Sento chiaramente il rumore delle
mie unghie che scivolano sugli specchi su cui mi sto arrampicando, ma non posso
farne a meno.
«Come vuoi. Adesso parliamo
seriamente, che hai intenzione di fare?»
∽ Charlotte
Appoggio lo stick sul bordo del lavandino e ne approfitto per bagnarmi
il viso. Il volto che mi osserva di rimando potrebbe sembrare combattivo come
sempre, ma io so che piano piano la fragilità sta riaffiorando.
Mi passo una mano sugli occhi
e cerco di fare la mia miglior espressione felice.
Un disastro.
Sento gli occhi inumidirsi di
nuovo e afferro lo stick.
Se anche questo è negativo
andrò definitivamente nel panico. La mia cultura medica in questi caso sembra
peggiorare il mio stato d'ansia ricordandomi tutte le stupende malattie che potrei avere.
Guardo scettica il responso di
questo maledetto secondo test e un sorriso mi appare spontaneo in volto.
Allungo la mano verso la
maniglia della porta e incontro lo sguardo apprensivo di mia sorella.
«È positivo.» Esulto, poi
ricordo che non c'è niente di cui gioire.
«Sei contenta.» Alexis ci
tiene a sottolinearlo.
«No. Assolutamente no.»
Val e Alex mi guardano per
niente convinte.
«Ma è sempre meglio di
un'eventuale malattia.» Ammetto alla fine per togliermi i loro sguardi di
dosso.
«E comunque per precauzione
andrò dal ginecologo.»
«Ok.» Val si lascia
sprofondare sul mio divano seguita da Alexis.
«Porta il gelato così ci
guardiamo un film.» Afferma mia sorella mentre inizia a fare zapping alla mia
tv.
«Faresti fare tutto il lavoro
a me?» Chiedo contrariata. «Potrei essere incinta di tuo nipote.»
«Appunto. Fino a che non ne sei sicura, sgobba per me.» Spalanco la bocca alla
schiettezza di mia sorella, lei si volta verso di me e sbuffa. «Ok,
scegli tu il film. Io prendo il gelato.»
Così va meglio.
Sorrido perfida alla mia
sorellina e prendo il suo posto accanto ad Alexis.
«Pensi che dirai a Chris dei
test?» Mi chiede non appena mi siedo accanto a lei.
«Ora che ci penso è bene che
aiuti Val...» Rispondo vaga e Alex mi rivolge uno sguardo malefico poi porta la
mano alla tasca dei jeans e osserva il cellulare squillare nella sua mano.
«Non finisce qui!« mi
ammonisce prima di rispondere. «Ciaaaaaao. No, nessun
disturbo. Sono a casa di Charlie ad inveire contro voi uomini.»
Scuoto la testa mente Val
torna da noi e deposita un gelido barattolo di gelato sulle mie gambe.
«Che vuoi vedere?» Mi chiede
Val seduta davanti alla colonna dove tengo i miei dvd. «Abbiamo “Cosa aspettarsi quando si aspetta”, “Senti chi parla”, “Nine Months”….O se vuoi a casa ho “Sei gemelli e un amore”, faccio un salto
a prenderlo.»
Val si volta serafica verso di
me e riceve un cuscino in faccia. E ci tengo a specificare che avrebbe ricevuto
anche il barattolo con il gelato, che le avrebbe sicuramente causato un trauma
celebrale, se non mi fosse andato così tanto di mangiarlo.
Oddio. Non è che ho già le voglie?
«Ok, afferrato il messaggio.»
Val si risistema i capelli e afferra un dvd orribilmente familiare dalla colonna.
«Potremm…»
«RIMETTILO SUBITO A POSTO!!!»
Ok. Forse è stata una reazione
un po’ da pazza isterica.
Mi schiarisco la voce mentre
mi ricompongo sul divano. Val mi osserva pietrificata e rimette la copertina
dove l’aveva presa con la cura con cui si maneggia una mina sul punto di
esplodere.
Alexis, che nel frattempo ha
riattaccato, mi passa una mano sul braccio e va a raggiungere Val.
«Bene, “Sex List” abbiamo capito che non ti va di vederlo.» Afferma con un
tono vagamente divertito. Dallo sguardo che le rivolge Val posso capire
perfettamente che sta trattenendo le risate. «E credo di poter eliminare anche
“The Losers”…»
«Evitiamo di elencare la sua
filmografia?»
«Bene…Bene…Bene…Puoi scegliere
fra…» Alexis si volta verso di me e sorride. «“Vento di passioni” o “Pearl
Harbor”.»
Argh. Difficile.
«Noooooo,
tristi!!! Voglio un film allegro!»
«Ho voglia di deprimermi,
quindi “Pearl Harbor” ed il suo Danny vanno benissimo.»
«E Danny sia!» Alexis ripone
il DVD di “Vento di passioni” al suo posto e sistema quello di “Pearl Harbor”
nel lettore.
***
Sono consapevole che mi meriterei la fustigazione per il
ritardo. E purtroppo non posso promettervi di essere più veloce perché la mia
musa ispiratrice è andata in vacanza, ma mi impegnerò. Non voglio lasciarvi a
bocca asciutta, anche se il 6 di agosto parto e quindi dovrete aspettare almeno
fino al mio ritorno…Ok, adesso potete mandarmi a quel paese, vi autorizzo.
Mi trascino dietro il trolley
mentre cammino a passo spedito per il terminal dell'aeroporto, le vetrine dei
duty free si alternano con i loro prodotti a prezzi ribassati senza che io li
degni di uno sguardo.
Sollevo il volto dai miei
piedi solo quando arrivo all'uscita e comincio a cercare la macchina di mio
fratello.
Il telefono mi avverte
dell'arrivo di un sms così lo estraggo dalla tasca dei jeans e sblocco la
tastiera facendo scorrere il dito indice sullo schermo touch.
"Traffico. Arrivo"
Sbuffo mentre mi avvicino ad
una panchina e mi ci lascio cadere.
Solo. Ancora.
Non mi è mai pesata così tanto
la solitudine come oggi. Il pensiero che avrei potuto passare la giornata di
oggi e anche quella di domani con tutte le persone che contano per me ed invece
aver rinunciato ad una mi pesa enormemente.
Ho pensato di chiamarla mille
volte e ogni volta ho riattaccato prima ancora del primo squillo.
Vigliacco.
Mi prendo il volto fra le mani
e me ne frego delle persone che camminano intorno a me lasciandomi andare ad un
grido soffocato dai palmi che ho spostato dalle tempie alla bocca.
Una macchina si ferma suonando
ripetutamente il clacson.
«Vuoi un passaggio?» Mi
domanda Scott mentre abbassa il finestrino. «Scusa l’attesa.» Aggiunge mentre
preme il pulsante per aprire il bagagliaio permettendomi di caricare il mio
trolley.
«L’aereo ha fatto ritardo,
quindi non è stata una lunga pausa.» Affermo mentre prendo posto sul sedile
accanto al suo.
Scott riparte, rimaniamo in
silenzio per un po’ prima che lui sbuffi e mi guardi di sottecchi da sopra il
volante.
«Allora?» Lo guardo sollevando
il sopracciglio, la macchina si ferma adun semaforo e gli occhi di Scott indagano impietosi. «Non l’hai
chiamata.»
Apro bocca, ma lui mi
anticipa.
«Perché?!»
«Perché sto pensando di
diventare donna. COME PERCHE'?! Sono terrorizzato!»
Esplodo.
«Donna? Sul serio?» Scott mi
guarda dalla testa ai piedi. «Nah...non saresti una
bella donna…Io lo sarei.» Gli rivolgo un’occhiata esasperata e lui sospira.
«Non è la prima volta che ti trovi in una situazione simile.»
«Non con lei.» Ammetto con un
sussurro. «Con lei è tutto diverso.»
«Devo dirtelo di nuovo?»
Sposto lo sguardo verso la strada che scorre veloce fuori dall’auto e Scott
riprende a parlare. «Tu sei innamorato. Hai perso la testa per quella ragazza
e, anche se tu non lo pensi, è la cosa migliore che ti è capitata in tanto,
tanto tempo. Non mandare tutto a puttane.»
«Non sono pronto per diventare
padre. Mi vedi? Sono una testa di cazzo ambulante!»
«E lo sarai ancora di più senza
una compagna che ti ama per come sei accanto. Bambino o non.» Rimane in
silenzio per un attimo, io non so che dire, riesco solo a pensare che abbia
dannatamente ragione.
«E comunque, pensi che se la
abbandonassi così e lei fosse veramente incinta ti sentiresti meglio?»
Ecco la mazza che colpisce
dritto sulla nuca.
«Certo che no. Cosa credi?»
«Quindi perché parli ancora
con me e non con lei?»
«Non è un discorso
affrontabile al telefono.»
«Balle. Non mi pare che tu
abbia fatto una corsa per vederla di persona.»
«E che dovevo fare? Non venire
più al matrimonio di Dana?»
«Per quanto mi riguarda
avresti potuto anche andarle a parlare in piena notte.» Usa il tono piatto di
quando sa perfettamente che ha ragione.
«Per morire sotto atroci
sofferenze.»
«Te lo saresti meritato.»
Afferma tranquillo. «E invece sei qui, ma sei comunque un morto che cammina.»
Dichiara mentre accosta la macchina e mi guarda serio.
«Ti aiuterò, per l’ennesima
volta. Tutto ciò avrà un prezzo, ma ne varrà la pena.»
Sorride e non posso fare a
meno che chinare la testa e fare altrettanto.
«Non lo hai detto a mamma,
vero?» Chiedo mentre torno a guardarlo.
«No, anche se adorerebbe fare
la nonna.» Dichiara divertito. «Adorerà Charlotte.»
«Lo penso anche io.» Affermo
finalmente convinto di qualcosa, anche se ancora non so bene né di cosa, né di
come raggiungerla. So solo che la voglio di nuovo accanto a me.
Scott mi dà una pacca sulla
nuca e apre la portiera dell’auto.
«Chi è il fratello maggiore?»
Gli domando mentre lo imito.
«Me lo chiedo spesso anche
io.» Mi risponde mentre mi porge il trolley e ci dirigiamo verso casa.
∽ Charlotte
Ho versato tutte le lacrime
che avevo in corpo per quel film.
E per Chris.
Val e Alexis sono rimaste a
dormire qui, mia sorella mi ha abbracciata fino a che non mi sono addormentata.
Calma. Svuotata.
Poi alle quattro di notte mi
ha tirato un calcio nel sonno e mi ha svegliata, ma per fortuna la stanchezza
ha avuto il sopravvento e mi sono riaddormentata in poco meno di mezz’ora.
Adesso sto fissando il
soffitto da circa venti minuti, Alexis è sveglia. L’ho sentita camminare nel
corridoio che va dal bagno al salotto, dove ha dormito.
Potrei alzarmi e farle
compagnia, ma probabilmente dovrei affrontare tutte le domande dette e non, su
tutta questa situazione e non ne ho voglia.
La capisco. Cerca di fare il
bene per me, ma anche per Chris che è un suo amico.
Adesso avrei solo voglia di
non pensare a niente o non pensare a tutto quello che è successo, ma non posso.
Decido di alzarmi, cercando di
non svegliare mia sorella, mi muovo lentamente fino alla porta e prendo un
grosso respiro prima di raggiungere Alexis.
«Buongiorno.» Mi accoglie con
un sorriso mentre posa il cellulare sul tavolo. «Dormito bene?»
«Mh-mh.»
Mugolo mentre annuisco e ciabatto fino alla credenza. «Vuoi qualcosa per
colazione?»
«Non sono abituata a farla.»
Afferma Alexis guardandomi preparare la mia tazza di latte freddo e cereali.
«Dovresti farla è uno dei
pasti più impor…» Mi fermo al suo sguardo corrucciato e sospiro. «Io non faccio
questo discorso sulla colazione e tu non mi parli del casino con Chris, ok?»
«Non avevo intenzione di
parlartene.» Afferma lei con un sorriso comprensivo. «Ma sappi che è comunque
un accordo sleale.» Aggiunge mostrandomi la lingua.
«Perché non me ne avresti
parlato?» Chiedo curiosa mentre mi siedo davanti a lei.
«Punto primo perché sappiamo
entrambe che tu sai già quello che devi fare.»
«Io?» Domando scettica.
«Anche Chris sa quanto è
deficiente.» Aggiunge con un sorriso osservando le sue dita che giocano col
telefono cellulare. «Punto secondo…» Osserva l’orologio che porta al polso e
riprende a parlare. «Fra venti…venticinque minuti devo andare a fare un
servizio fotografico e quindi non ne avrei il tempo.»
L’idea che se ne vada non mi
entusiasma più di tanto, ma non posso certo dirle di saltare il lavoro per
stare con me. E poi ci sarà Val con me. E stanotte devo lavorare.
La vita continua anche se io
vorrei che si prendesse una pausa.
«Per qualunque cosa puoi
chiamarmi ed io corro da te.» Dice Alexis riportandomi sulla terra.
«Stai tranquilla.»
«Io sono tranquillissima, sei
tu che sei tutta scombussolata.» Sorride divertita mentre lo dice. «L’amour…» Sospira con fare tragico mentre si alza dal tavolo
e afferra la sua borsa.
«Senti chi parla…» Le dico
mentre le pizzico una gamba quando mi passa accanto.
«Sì, anche io sono
innamorata.» Mi risponde facendomi una linguaccia mentre scuoto la testa. «E tu
non hai negato o sottolineato che tu non lo sei.» Aggiunge con tono trionfante
facendomi avvampare. Potrei far bollire il latte all’interno della tazza.
«Chiamami se hai bisogno.»
Ripete mentre mi osserva dallo stipite della porta di cucina. «Anche se fra un
paio di giorni arriva Tom, non ti peritare. Lo mollo da qualche parte. Uh.
Potrei spedirlo a casa Evans e farlo ragionare con Chris…Sì…Potrebbe essere
un’idea.»
Per un attimo me li immagino:
Chris e Tom. Seduti sulla poltrona/divano di Chris a parlare di me. Poi la
fantasia degenera e vedo spuntare anche Hem e Robert
Downey jr e mi affretto a scuotere la testa e a tornare ad Alexis. La osservo
allarmata mentre lei continua il suo fiume di parole e mi affretto a dire
qualcosa.
«Lascia stare Tom e Chris. Ci
parlerò io.»
«Eccellente.» Sorride sorniona
come se non aspettasse altro.
«L’hai fatto apposta?» Le
chiedo mentre si dirige verso la porta.
«Io?» Si indica il petto con
il dito indice. «Non oserei mai. Cercavo solo di darti un aiuto ulteriore.» Mi
bacia sulla guancia ed inizia a scendere le scale di corsa. «A presto!» Urla
quando è circa a metà rampa ed io rispondo agitando la mano, poi mi sporgo per
cercare di vederla meglio.
«Alexis?» Lei solleva la testa
per guardarmi fermandosi. «Grazie.» Sorride a trentadue denti e solleva una
mano in segno di saluto mentre ricomincia a scendere.
Scuoto la testa e finalmente
sorrido mentre mi chiudo la porta alle spalle e me ne torno in cucina.
∽ Scott
Osservo la sala gremita di
persone che sorridono felici e senza pensieri per almeno questo giorno. Mi sono
sempre piaciuti i matrimoni perché allontanano i pensieri. Osservo mio fratello
in mezzo alla sala ballare con Dana e sorriderle contento per lei e sono felice
che l’atmosfera abbia contagiato anche lui.
Il telefono sotto le mie mani
vibra sul tavolo costringendomi a spostare lo sguardo da Chris e muoverlo verso
il suo cellulare. Già. Suo.
Ho dovuto rubarglielo per
costringerlo ad almeno provare a divertirsi e non stare a rileggere messaggi o
roba varia.
Riesce a raggiungere dei
livelli di depressione sconvolgenti.
Osservo lo schermo curioso di
farmi gli affari di mio fratello. Messaggio su Whatsapp.
Oh. È Alexis, saranno mesi che
non la sento.
Sorrido e sblocco il telefono
di Chris.
Ho decisamente voglia di farmi
gli affari suoi.
“Come stai casinista che non
sei altro?”
Trattengo una risata
divertita.
Qualcuno sa.
Afferro il mio cellulare ed
entro sulla stessa applicazione, cercando il nome di Alexis fra i contatti.
“È uno straccio. Una pezza. Ma
ti dirà che sta bene.”
La risposta non si fa
attendere.
“Ciao impiccione.” Scuoto la
testa e leggo il messaggio successivo. “Tu come stai piuttosto?”
“Io sto benissimo, non corro
certo il rischio di mettere incinta qualcuno..”
“Stupido. Posso chiamarti?”
Non rispondo rivolgo uno
sguardo complice a mia sorella e le affido il telefono di Chris mentre mi
allontano componendo il numero di Alexis.
«Scotty!!»
La sua voce è squillante dall’altra parte del telefono e mi fa sorridere.
«Ciao fotografa.» La sento
ridere e mi sembra di tornare indietro a qualche anno fa, quando abbiamo
passato una settimana insieme in vacanza. Io, lei e Chris. Ci siamo fatti delle
grasse risate a ripensarci bene.
«Quando vieni a trovarmi,
brutto antipatico?»
«E quando vieni tu?» Le
rispondo pronto.
«Io sono a Los Angeles, sei tu
che non ci sei!» Sghignazza divertita.
«Sei a Los Angeles? Devo
chiederti una cosa, allora.»
Chris mi ucciderà. Ci ucciderà
entrambi. Lo so già.
∽ Chris
Raggiungo Shana
e mi guardo intorno. Dove cavolo si è cacciato quell’altro?
«Scott è uscito in giardino
per una telefonata.» Mia sorella precede la mia domanda osservandomi con gli
occhi stretti. «Cosa avete fatte voi due? Siete inseparabili oggi.»
«Siamo sempre inseparabili.»
Rispondo sorridendole. Lei mi guarda scettica e si limita ad aggiungere.
«Quando combinate casini.»
«Hai tu il mio telefono?» Le
chiedo cercando di cambiare argomento.
«Sì, ti è arrivato anche un
messaggio…» Afferma porgendomelo.
Per un attimo spero. Mi
illudo.
Poi mi ricordo che è una
testona orgogliosa e quindi non mi avrà mai scritto. Infatti è Alexis, non ho
neanche voglia di risponderle.
Che pessimo essere umano.
«Christopher!»
Mi sforzo di sorridere a mia
madre e alla zia di Dana…O era la cugina?
«Ti ricordi di Clelia, vero?
La bis-cugina di Dana.»
«Ma certo.» Shana mi guarda facendo schioccare la lingua contro il
palato ricordandomi che devo impegnarmi un po’ di più a recitare, quando c’è
lei nei paraggi.
«Sei diventato proprio un bel
ragazzo.» Mi dice la donna mentre mi avvicino a baciarla sulle guance.
«Grazie…»
Dio, ti prego. Fa che non
scatti la classica domanda di circostanza.
«Sei solo?»
«Non è potuta venire.» Mia madre
mi salva in calcio d’angolo, poi mi guarda con un misto di rimprovero e presa
in giro nel tono della voce. «Ce la vuole tenere nascosta.»
«Beh, non potrà tenerla
nascosta in eterno, presto dovrà farti avere dei nipotini…»
Vi prego ditemi che uscirà
Ashton Kutcher per dirmi che sono su Punk’d. Che ho fatto di male?
Devo proprio ricordartelo?
Faccio un sorriso di
circostanza senza sapere bene cosa dire, mia madre interviene di nuovo.
«Sono ancora troppo giovane
per fare la nonna, non mettergli in testa strane idee!» Le due donne ridono.
Cerco di unirmi a loro, ma
adesso l’unica cosa che riesco a pensare è: ma se Charlie è davvero incinta e
avrà ancora voglia di vedermi e parlarmi…Se avverrà tutto questo, io che dico a
mamma?
«Rieccomi.» Mi volto di scatto
verso mio fratello che sorride a Shana porgendole una
mano. Non avranno mica intenzione di andare a ballare e lasciarmi qui da solo?
«Chris…» Non riesco a fermare
mio fratello e mia sorella, che Carly mi si avvicina
con fare supplichevole. «Balli con me?»
«Ho appena ballato con Dana…»
Provo a tirarmi indietro.
«Ed io ho appena fatto da
babysitter al figlio della sorella del marito di Dana, che fra le tante mi ha
rigurgitato su una spalla, quindi…Ti prego.»
«Su quale spalla ti ha
rigurgitato?» Chiedo divertito mentre lei mi punta un dito sotto il mento.
«Non provare nemmeno a pensare
di ridere di me o te ne pentirai.»
«Sto tremando di paura.» La
prendo in giro mentre lei mi afferra per un braccio trascinandomi al centro
della sala, vicino alla coppia di sposi.
Balliamo in silenzio, io con
la mente persa dietro a mille pensieri che mi conducono tutti nella stessa
direzione, lei – come capisco appena si decide a parlare – intenta a studiarmi.
«Ti manca molto?»
Non faccio neanche finta di
non capire, mi disarma completamente.
«Sì.» Dirlo ad alta voce fa
più male di quello che pensavo. Vorrei aggiungere che sono senza speranza di
recupero, che non ne faccio mai una giusta, ma lei è più veloce di me.
«Allora diglielo.»
«Non è così semplice.»
Affranto. Senza speranza alcuna.
«Invece lo è.» Carly sorride incoraggiante e mi passa una mano fra i
capelli. «È semplice.»
«Non posso dirle che mi manca
dopo quello che ho fatto. È troppo banale, mi sputerebbe in un occhio.» Ammetto
e nonostante tutto mi scappa un sorriso a quel pensiero.
«A volte anche le cose banali
se fatte dalla persona giusta, fanno il loro effetto.» Sbatto le palpebre due
volte fissando mia sorella come se fosse un alieno. «Quindi smettila di
fissarmi come se venissi da un altro pianeta e chiamala, mandale un messaggio.
Fa qualcosa!»
Mi scuote. E forse è proprio
quello di cui avevo bisogno.
Di essere scosso, di sentirmi
dire che non sono una causa persa, che forse ancora qualcosa posso recuperarlo.
«Ti voglio bene.» Le dico posandole
le labbra su una guancia.
«Anche io.» Sorride
abbracciandomi, poi mi lascia andare.
So che appena mi allontanerò
da qui andrà saltellando da Scotty e Shana gongolandosi di come riesca a farmi fare quello che
vuole. Ogni volta. Ma questa volta sono felice di essere una facile vittima
della sua dote.
Esco dalla sala e l’aria
fresca mi colpisce in pieno viso. Tolgo il telefono dalla tasca dei pantaloni e
sospiro digitando velocemente.
Rimango fermo a fissare lo
schermo per qualche secondo prima di premere il tasto di invio.
∽ Charlotte
Il telefono squilla e mi
ritrovo a pensare che se si tratta dell’ennesimo messaggio di Valerie che mi
chiede come sta andando potrei mettermi ad urlare.
Sblocco il telefono sbuffando
e rimango impietrita.
Due semplici parole, ma che mi
fanno esplodere il cuore nel petto.
Una parte di me vorrebbe
strozzarlo, un’altra vorrebbe abbracciarlo, un’altra ancora, quella che sta
pericolosamente per vincere, vuole che mi metta a piangere.
«Charlotte?» Sollevo il volto
incontrando il viso sorridente del Dr. Henkin, lui
aggrotta la fronte. «Va tutto bene?»
Annuisco velocemente cacciando
il telefono dentro la borsa ed alzandosi dalla poltroncina della sua sala
d’attesa.
Non è molto però è un aggiornamento. Per dirvi che non mi
sono dimenticata di questi due poveretti, che sono viva e che porterò a termine
questa FF. E’ una promessa.
Scusate immensamente del ritardo.
Grazie Kos per la frase ispirante
Alex e Scott sono due pazzi e me
la pagheranno! Non posso credere che Scott l’abbia convinta a fare questa festa
e lei sia riuscita ad organizzare tutto questo. Quella ragazza mi stupisce ogni
volta sempre di più. Quando Scott mi ha detto che avevano affittato un palazzo
intero avevo già capito che c’era qualcosa che non andava nel loro cervello,
perché il sottoscritto non si merita nemmeno una torta.
Ed invece Scotty
mi ha accompagnato qui e anche solo la sala di ingresso è gigantesca. Luci,
deejay set, due angoli bar e tre tavoli da buffet.
Sono completamente impazziti.
Alexis mi corre incontro
sorridendoe mi abbraccia di slancio
facendo lo stesso con mio fratello.
«Auguri!!!» Mi schiocca un bacio
sulla guancia mentre io continuo a guardarmi intorno stupito.
«Wow, è pazzesco!» Dico passando
una mano fra i capelli mentre lei mi sorride orgogliosa.
«Ti ho lasciato senza fiato, eeeeh?» Mi dice battendo le mani contenta e dando di gomito
a Scott.
«Tu mi lasci sempre senza fiato.»
Le rispondo scherzando e lei mi dà una botta affettuosa su un braccio. «Grazie,
sul serio.»
«Scott, Valerie e Tom mi hanno
aiutata tanto.» Ammette mentre mio fratello annuisce orgoglioso. «Ma credo che
il tuo sorriso ricambi il nostro duro lavoro!»
La stritolo in un abbraccio.
Avevo bisogno di una dimostrazione d’affetto così.
Dopo gli ultimi avvenimenti con
Charlie mi sono lasciato abbattere come non facevo da un bel po’. Alexis
rapisce mio fratello parlando di antipasti e mi dice di andare a farmi un giro.
Rimango imbambolato a guardarli
allontanarsi conil pensiero che anche
Valerie abbia partecipato all’organizzazione di questa cosa e sorrido perché mi
fa veramente piacere.
Certo, Charlie non risponde ai
miei messaggi e ammetto di poter anche essere stato un po’ assillante in questi
giorni.
Dopo il primo messaggio che le ho
inviato è stato come se qualcosa in me si fosse sbloccato. Ho mandato messaggi,
ho provato a chiamarla e ad ogni mancata risposta ho fatto inviare una rosa al
suo indirizzo.
Se lo sapesse qualcuno la mia
reputazione sarebbe finita.
Mi muovo fra gli invitati, saluto
Jessica Alba che sta parlando con Sebastian Stan e mi fermo a scambiare qualche
parola con loro. Continuo a muovermi per l’enorme sala che hanno affittato per
organizzare questa festa che dubito di meritare.
Il cuore batte a ritmo frenetico
nel petto quando vedo Charlie parlare e ridere con Tom e Chyler
Leigh.
È bellissima nel suo vestito corto che
ne esalta le forme, sento il cuore rallentare quando stupidamente mi metto ad
osservare la sua pancia per vedere se è cambiato qualcosa.
Cambiato
cosa, poi? Sarebbe troppo presto. Ed il mio interesse arriva troppo tardi.
Direi
che ho proprio un ottimo tempismo.
Scuoto
la testa e decido di smettere di fissarla e mi avvicino al trio. Basta cazzate
Chris. Adesso devi affrontarla.
«Ehilà!
Ecco il festeggiato!» Tom mi accoglie con un sorriso ed una pacca sulla spalla.
«Come va la vita da trentunenne?»
«Non
saprei, dimmelo tu che lo sei da più tempo di me.» Gli rispondo ridendo e
abbraccio Chyler. «Bellezza!! Hanno scomodato anche
te!»
«È
sempre bello rivederti, Chris.» Replica lei con un sorriso, e quando sposto lo
sguardo verso Charlie, sento Tom parlare dietro di me.
«Chyler devo presentarti un’altra tua fan, andiamo a
cercarla…»
Rimaniamo
soli e per una volta dovrò ringraziare Tom. Lei sposta lo sguardo da terra ai
miei occhi e automaticamente sorrido.
Dio
se è bella! E accidenti se mi è mancata.
«Auguri.»
Mi dice dopo un attimo di silenzio e mi limito ad annuire. «Non voglio
rovinarti la festa quindi fra un po' me ne andrò, non preoccuparti.» Aggiunge
con tono serio. Mi riscuoto.
«Non
rovini proprio niente...» Non so cosa dire quando incontro il suo sguardo scettico.
Le prendo le mani. «Sono stato un gran cretino.»
«Diciamo
pure un cretino di proporzioni bibliche.» Dice con un tono fra lo scocciato e
l'ironico ed io le stringo ancora di più le mani fra le mie. «Mi hai fuso
il telefono e casa mia sembra una serra. Ed io odio i fiori.»
«Come
sarebbe a dire che odi i fiori? Tutte le donne amano i fiori!» Chiedo senza
riuscire a trattenermi.
«Stai
per caso mettendo in discussione la mia femminilità?» Chiede puntandomi
l’indice al petto.
«Non
oserei mai.» Ammetto sollevando le braccia sopra la testa.
«Sarà
bene.» Mi guarda con un fare minaccioso, ma sulle labbra vedo un’ombra di un
sorriso.
La
guardo dritta negli occhi.
Prendi il coraggio ed ammetti le tue
colpe.
«Mi
dispiace di essere sparito.»
«Già...
dispiace anche a me.» Mi risponde guardandomi negli occhi e avrei una voglia
matta di abbracciarla, solo che...
«Ehi
Evans! Tanti auguri!»
Roteo
gli occhi.
Proprio adesso?!
Mi
sforzo di sorridere al ragazzo che si trova accanto a me. «Grazie Chris...» Lo
dico più con irritazione che con gratitudine.
E
adesso torna a fare ciò che facevi prima e lasciami parlare con Charlotte!
«Guarda
chi c'è!» Dannazione! Qualcuno lassù ce l'ha con me. «Non sei la ragazza della
première?»
Lei
arrossisce, lo vedo lontano un miglio che è felice come non mai. Stringo i
denti mentre sorride e si passa una mano fra i capelli.
«Ti
ricordi di me?» Beata ingenuità, come se dimenticarsi di lei fosse possibile.
«Sì,
certo! Ma se non sbaglio non ci siamo mai presentati ufficialmente...» Dice lui
porgendole la mano destra.
Non
riesco a crederci! Sei un uomo sposato! Glielo vorrei urlare mentre le stringe
la mano e lei si presenta.
«Charlotte,
ma è Charlie per gli amici.» È così adorabile quando sorride in quel modo che
smorza quasi la mia voglia di prendere Chris a calci.
«Charlie,
è un piacere rivederti.» Amico mio, odio il tuo sorriso e l'effetto che le fa.
«Ti va di scambiare due parole sulla pista da ballo?»
Cosa?!
Cosa hanno appena sentito le mie orecchie?!
«Sempre
se a te non dispiace, Chris.» Finalmente si ricordano della mia presenza e mi
guardano entrambi.
Ovvio
che mi dispiace!
Lei
è... è...
Deglutisco
a fatica e faccio l'errore più grande che potessi fare: incontro il suo sguardo
implorante. Scuoto la testa.
«Nessun
problema...» Mento con un filo si voce e vedo il sorriso di lei che si allarga
e poi scompare per un attimo per riapparire quando lui le porge il braccio.
Li
osservo allontanarsi e iniziare a ballare, i suoi occhi brillano e mi aggrappo
al pensiero che Chris è sposato e quindi non ho niente da temere.
Vorrei
smettere di guardare ma non riesco a staccare gli occhi da loro, da lei, dal
suo sorriso felice, da quanto tempo è che non lo vedevo? Il desiderio di essere
di nuovo io a farla essere così felice e così bella mi travolge.
La
voglio di nuovo mia, la voglio solo
mia.
Scuoto
la testa per scacciare questi pensieri e istintivamente cerco qualcosa da bere,
annegare questa gelosia in un cocktail sembra la cosa migliore da fare. Almeno
sembra l'unica opzione che non implica un approccio violento con Chris.
Dopo
aver trovato un bicchiere pieno di spumante torno a guardarli e lo vuoto in un
colpo solo quando li vedo abbracciarsi.
Il
cuore perde un battito quando penso che sono sparito per paura di cosa? Di
essere padre? Di avere troppe responsabilità? Paura di aver combinato un casino
di non riuscire a gestire da solo...
E
lei aveva perfettamente ragione a dire che facendo così ho lasciato sola lei.
L'unica cosa che non dovevo fare e che adesso devo riparare, perché non voglio
che stia così per colpa mia.
∽ Charlotte
Hem è enorme, sebbene abbia i tacchi mi sento comunque una
nanerottola al suo cospetto. Nonostante quella massa di muscoli enorme riesce
ad essere dolce e gentile.
Sembrerebbe
una contraddizione, ma basta guardarlo negli occhi per capire quanto quella
corazza di muscoli copra in realtà un ragazzo estremamente dolce, forse è
proprio questo che mi ha colpita di lui.
Bugiarda. Ti hanno colpita i muscoli,
cioè ma guardalo!
«Tutto
ok?» Mi riscuoto e sorrido a Chris mentre annuisco. «Persa nei tuoi pensieri?»
«Stavo
pensando che se qualche mese fa mi avessero detto che avrei ballato un lento
con te avrei riso come una pazza.» Rispondo sincera e lui sorride
divertito.
«Suppongo
che non avresti neanche pensato che saresti stata invitata a questa festa...»
Afferma sereno ed io annuisco.
«In
realtà non sarei nemmeno voluta venire...» Ammetto con un po' di riluttanza.
«Io e Chris non siamo in ottimi rapporti, ma Alexis ha insistito tanto...»
E
poi mi ha detto che ci saresti stato tu da solo. E quando mi ricapitava
altrimenti di vederti di nuovo e da solo?
«Scommetto
che non è niente di irreparabile...» Sorride e alla mia smorfia aggiunge:
«Altrimenti lo picchio, non si trattano così le mie fan.» Rido alla sua affermazione
e lui mi fa compagnia.
Riprendiamo
a ballare lentamente ed in silenzio, riesco a zittire la voce della fan nella
mia testa che continua a ripetere "Oh Mio Dio! Oh Mio Dio!" e rifletto
sul fatto che anche se son felice come una Pasqua una parte di me avrebbe
voluto che Christopher si opponesse e mi tenesse con sé.
Desiderio inutile dato che è sparito
dalla mia vita in fretta così come ci è entrato.
Scaccio
quel pensiero e mi concentro sul mio cavaliere. «Allora, com'è essere papà?»
Gli chiedo pentendomene subito, il suo sorriso se possibile diventa ancora più
bello.
«È
semplicemente stupendo...» Dice con gli occhi che si illuminano. «Pensavo di
avere avuto la mia dose di felicità, ma quel frugoletto ha scombinato tutto.»
Sorrido al suo entusiasmo. «È una cosa che cambia completamente la vita e il
modo di vedere le cose, ma è la cosa più bella che mi sia capitata.» Scrolla le
spalle tornando a guardarmi. «Hai centrato l'unico argomento del quale parlerei
ore intere, non voglio annoiarti...» Ammette con un sorriso.
«Sono
contenta per te ed Elsa, ti sei calato perfettamente nel ruolo di padre.» Dichiaro.
«Tu
dici?» Mi chiede stringendo piano la mano destra sulla mia schiena e facendomi
avvicinare a lui in modo da sussurrarmi all’orecchio. «In realtà me la faccio
sotto dalla paura.»
Gli
sorrido dolcemente mentre cerco di abbassare il volume dei battiti del mio
cuore, perché sono quasi sicura che lui possa sentirli.
«Ma
va là...» Cerco di sdrammatizzare. «Il dio del tuono ha paura?» Lui fa
timidamente spallucce.
«Non
immagini neanche quanta, quella piccoletta ha annullato tutte le mie sicurezze,
credo che sia abbastanza normale andare nel panico alla notizia che una tale
responsabilità ti sia caduta addosso.»
Vengo
colpita dalla sua affermazione. So benissimo che è facile cadere nel panico, ma
egoisticamente ho pensato che fosse una cosa prettamente femminile.
«Sono
sicura che tu ed Elsa sarete due bravissimi genitori.»
Lui
mi sorride e rimane in silenzio mentre mi culla lentamente al ritmo della
musica.
«Capisco
perché gli piaci tanto...» Esordisce poco dopo. Sposto lo sguardo verso di lui
e arrossisco mentre cerco di dire qualcosa di sensato.
La
canzone finisce e lui mi abbraccia, rimango impietrita per quel gesto e per il
fatto che mantiene la mano sul mio fianco mentre entrambi ci voltiamo verso il
palco dove il deejay era alla consolle.
Tom
ha in mano un microfono e cammina verso il centro della scena.
«Attenzione,
attenzione! È il vostro dio che parla!» Hem inizia a
ridere faticando a riprendere fiato mentre io mi sbatto una mano sulla fronte.
Quel ruolo gli ha dato alla testa. Decisamente.
«Prima
di rimettervi la musica vorrei rinnovare gli auguri al nostro caro Captain America...» Sento urlare alle mie spalle e qualcuno
fa partire un applauso, quando questo scema Tom riprende a parlare: «Quindi
Chris, se gentilmente vieni qui sotto al palco ti vorremmo mettere in imbarazzo
facendoti ballare...» Tom sghignazza supportato dal suo “pubblico”.
Lo
sento che si lamenta e mi volto a guardarlo: Alex lo sta trascinando per un
braccio lui continua a lamentarsi e a scuotere la testa, ma sta ridendo. In
effetti anche se è imbarazzante trovo molto carina tutta questa cosa...
«Bene!
Grazie amore...»
«Prego
caro.» Gli risponde Chris e tutti scoppiano a ridere.
«Lo
so che mi ami, ma per stasera dovrai sceglierti una dolce donzella...» Gli
risponde Tom scatenando le risate di qualcuno. Io non riesco a ridere, sento il
panico salire e prevedo il peggio.
«Quindi...»
Osservo Tom scrutare la sala dall'alto del suo palco, abbasso la testa
fissandomi i piedi come quando evitavo la sguardo della prof che voleva
interrogare e osservava l'aula per selezionare la sua vittima. Sento il cuore
rallentare quando lo sento dire: «Fratello caro, il prossimo ballo lo farai con
me, ok?» Capisco che si sta riferendo a Hem che è
ancora accanto a me, e subito dopo, tra le risate, un faretto ci illumina.
Mi
costringo a sollevare lo sguardo e sono quasi costretta a chiudere gli occhi
per la luce che mi batte in pieno volto.
«Potreste
evitare di accecarmi?» Domando ad alta voce, imbarazzata all’ennesima potenza.
Sento qualcuno ridere mentre la luce si sposta dal mio volto.
Evito
di guardare Tom, ma sposto lo sguardo su Christopher, sta scuotendo la testa e
si dondola sul posto. Hem molla la presa dal mio
fianco dandomi una leggera spinta sulla schiena, muovo qualche passo verso
quegli occhi celesti che adesso sono incatenati ai miei. Mi rendo conto di
averlo raggiunto solo quando parte la musica e lui prende le mie mani fra le
sue.
∽ Charlotte
«Mi
dispiace per tutta questa sceneggiata...» Le dico terribilmente in imbarazzo.
«Non ne avevo idea...»
«Non
è un problema, dovevo immaginarlo quando ho scoperto che Tom doveva salire sul
palco.» Sorride, ma so che è a disagio.
«Già,
è un cretino, dopo mi sentirà.» Provo a sdrammatizzare. «Dopo questo ballo
ti libero, così potrai tornare dall'altro Chris.»
«Se
Tom lo mollerà...» Risponde divertita ma non riesco a ridere alla sua battuta.
Lei aggrotta la fronte. «Ti rende così serio ballare con me?» Mi domanda prendendomi
alla sprovvista.
«Certo
che no!» Rispondo anche con troppa indignazione.
«E
allora che c'è?» Domanda. E so che non si riferisce a tutta la storia che
abbiamo affrontato, o meglio, che io non
ho affrontato.
«C'è
che mi dispiace che preferisci Hemsworth a me...»
Ammetto. «Ok, lui è perfetto, è muscoloso è simpatico... piace molto anche a
me, ma pensavo che contassi qualcosa.»
«Sei
geloso?» Mi chiede con un sorriso.
«Non
è quello.» Cerco di disincastrarmi.
«Sì
che è quello!» Charlie continua a ridere. «Sei geloso e senza motivo, sappiamo
entrambi che Hem è sposato.»
«Sappiamo
anche che tu hai una cotta per lui.» Le rispondo scocciato. Perché stiamo di
nuovo discutendo? E soprattutto di questa cavolata?
«Già,
ma sono qui con te e per te.» Dice sottovoce e io riporto lo sguardo su di lei,
che lo dirige verso il pavimento.
Sorrido
mentre la vedo maledirsi fra sé e sé dietro i capelli che le coprono in parte
il viso.
«Posso rapirti?» Le domando
sottovoce abbassandomi al livello del suo orecchio.
«Cosa?» Mi domanda sollevando il
volto. Siamo vicinissimi, potrei baciarla, ma mi fermo e le prendo una mano.
«Vieni con me.» Inizio a
camminare fino a che non arrivo ad una rampa di scale e comincio a salirla
sempre tenendola per mano.
«Chris che ti prende? Dove mi
stai portando?»
Non mi fermo e continuo a salire
le scale fino a che non arriviamo al secondo piano, una volta lì, mi muovo con
passo sicuro verso una camera sulla sinistra.
«Chris?» Mi chiama quando apro
una finestra ed esco su un grande balcone, mi volto a guardarla: è ferma sullo
stipite della porta finestra, lo sguardo perso verso l'oceano.
«Dio... è una meraviglia.» Dice
muovendo qualche passo e fermandosi accanto a me.
«La più bella che abbia mai
visto.» Parlo senza staccare gli occhi da lei. Sorride prima di voltarsi verso
di me.
«Posso farti notare che non hai
smesso di guardarmi un minuto?»
«Lo so perfettamente.» Le dico
mentre le poso le mani sui fianchi e appoggio la fronte contro la sua.
«Quindi posso dedurre che parlavi
di me?» Mi chiede divertita ma imbarazzata. Struscio il naso contro il suo e
annuisco.
«Ho voglia di baciarti...» Dono
voce ai miei pensieri e lei si mordicchia un labbro.
«L'hai già fatto altre volte.» Mi
dice ad un millimetro dalle mie labbra, controvoglia mi allontano, ma di poco.
«Baciare davvero, senza finire in
altro...» Incontro i suoi occhi per un istante prima di posare le mie labbra
sulle sue e allontanarle subito dopo. «Voglio baciarti e basta.»
Torno a cercare quel contatto,
catturando il suo labbro inferiore con la mia bocca, sento un sorriso
incresparsi sul suo volto quando con la lingua cerco la sua.
Non voglio smettere, neanche per
riprendere fiato, completamente rapito. È lei che mi riporta con i piedi per
terra posando una mano sulla mia spalla e baciandomi la punta del naso.
«Cosa significa questo?» Mi
chiede mentre io le bacio la fronte.
«Che sono uno stupido e mi
dispiace tanto.» Rispondo sincero, e mi avvicino di nuovo alla sua bocca. «Non ti lascerò più
sola se mi darai una seconda possibilità ovviamente. Tu mi fai venir voglia di
cambiare ed essere migliore.»
Le
mi guarda e scuote la testa, per un attimo sento il terreno mancarmi sotto ai
piedi e i battiti rallentano così tanto che sono sicuro che potrebbero fermarsi
da un momento all’altro.
«Come
fai anche solo a dubitare che io non possa darti un’altra possibilità?» Sollevo
lo sguardo verso di lei e non posso fare a meno di sorridere e di stringerla
fra le mie braccia.
«Mi
farò perdonare.» Sussurro contro la sua guancia prima di lasciare che le mie
labbra si posino sulla sua pelle.
«Lo
stai già facendo.» Mormora contro il mio orecchio.
«Sarò
un buon padre, prometto.» Torno a fissarla. Non sono mai stato più serio in
vita mia. Il suo sguardo si sposta verso il mare e si morde il labbro
inferiore.
«A
proposito di questo…» Aggrotto la fronte mentre la vedo torturarsi le mani.
∽ Charlotte
Devo
dirglielo.
È
giunto il momento.
E
adesso lui mi odierà.
Potrei
capirlo se lo facesse.
Non
ho mai risposto alle sue chiamate in questa settimana, all’inizio perché non
avevo voglia di sentirlo successivamente perché non avrei saputo che dirgli.
Il
fatto che lui sia stato così insistente mi ha lusingata, lo ammetto. Il mio ego
esultava di gioia a vedere tutti quei dannati fiori.
Dirgli
che anche lui mi era mancato, che penso di essere innamorata di lui, che mi
dispiaceva; tutte queste cose passavano in secondo piano alla notizia che prima
o poi avrei dovuto dargli.
Ecco
perché non volevo venire.
Ed
ecco perché invece dovevo essere presente.
Vederlo
guardarmi così, avrebbe reso tutto ancora più difficile. Lo sapevo eppure ho
preferito aspettare e averlo di fronte prima di sganciare la bomba.
Deglutisco
a fatica mentre continuo a martoriare le mani.
«Sono
stata dal mio ginecologo.» Dico in sussurro. «Sai per fare accertamenti…» Trovo
il coraggio di guardarlo negli occhi. Devo avere una faccia orribile perché lui
spalanca gli occhi e mi porta una mano ad una guancia.
«Che
è successo?» Chiede allarmato mentre lotto per cercare di non mettermi a
piangere.
«Non
sono incinta. Non lo sono mai stata. A quanto pare era uno sbalzo ormonale o
roba del genere…» Dico tutto d’un fiato mentre mi appoggio alla balaustra della
terrazza. Lui rimane in silenzio alle mie spalle. Non ho il coraggio di
guardarlo. «Mi spiace di averti fatto prendere un colpo. Mi spiace di aver
rovinato tutto.»
«Charlie…»
La sua voce è talmente bassa che mi volto a guardarlo. Muove qualche passo fino
a trovarsi a pochi centimetri da me. «Pensavo che stessi male…» Afferma mentre
mi abbraccia. «Non spaventarmi più così.»
Annuisco
contro la sua spalla, inspirando il suo profumo. Cercando il coraggio di dire
qualcosa.
«Scusami.»
Lui muove le mani lungo la mia schiena mentre scuote la testa. «Comunque adesso
puoi stare tranquillo e tornare alla tua vita di sempre. Niente pargoli
all’orizzonte.» Affermo sciogliendo l’abbraccio e accennando un sorriso.
Lui
stringe le labbra.
«Io
non voglio tornare alla vita di sempre se la mia vita di sempre non prevede la
tua presenza.» Mi guarda talmente serio che sento il cuore sprofondare. «Non
sono tornato perché c’era un bambino nel mezzo, sono tornato perché sono
innamorato di te.»
Sbatto le palpebre
diverse volte prima di realizzare quello che ha appena detto.
«Sei veramente tu?» Lui
aggrotta la fronte. «Chi ti ha scritto questa battuta? Sono stati Tom ed
Alexis?» Chiedo mentre lo vedo andare in crisi.
«Cosa?»
«Non
puoi averla pensata tutta da solo. Che c’è sotto?» Chiedo avvicinandomi a lui.
«I
miei sentimenti per te?» Afferma dubbioso e per poco non scoppio a ridergli in
faccia. «Forse per la prima volta in tutta la mia vita mi dichiaro e tu
reagisci così?»
«Mi
hai presa alla sprovvista!» Mi giustifico.
«Sei
preparata adesso?» Mi chiede afferrandomi per i fianchi e portandomi verso di
lui.
«Forse?»
Dichiaro sollevando un sopracciglio nel tentativo di imitarlo. Lui sorride e
posa le sue labbra dolcemente contro le mie. «Ti amo anche io.» Affermo prima
che lui possa parlare.
***
Saaaalve… *fa ciao ciao con la
mano*
Vi ho fatto aspettare tanto lo so, questi ultimi capitoli
sono stati complicati in un certo senso, ma spero che non deludano le vostre
aspettative.
Il prossimo capitolo sarà l’epilogo. *ZanZanZaaaaaaaaan*
Sento
la sua mano sul mio fianco e mi rigiro nel letto col sorriso stampato in volto.
Se mi avessero detto che avrei vissuto serenamente in questo modo sarei
scoppiata in una grassa risata; eppure mentre i miei occhi scorrono sui suoi
lineamenti sento che non potrei essere più felice.
Sposto
la mano sulla sua strofinando il pollice sul suo dorso morbidissimo e torno a
guardarlo, cercando di resistere all’impulso di tenerlo fra le braccia e costringendomi
a lasciarlo dormire.
Faccio
correre lo sguardo sul suo corpo e sento il cuore stringere quando vedo che
sopra la sua pancia c’è la mano di Chris, sorrido ancora di più quando percorro
il suo volto con gli occhi e noto la stessa espressione rilassata nel sonno.
Sposto
la mano libera verso i ciuffi di capelli che gli ricadono sulla fronte e appena
le mie dita incontrano la sua pelle lui si sposta facendo aderire la sua
guancia al mio palmo e aprendo gli occhi azzurri.
«Buongiorno.»
Gli dico sottovoce e lui per risposta bacia la mia mano.
«‘Giorno.»
Sussurra quando torna a guardarmi con la voce ancora leggermente impastata, poi
sposta lo sguardo sul terzo occupante del letto. «Guardalo come dorme beato…»
Scuote
la testa divertito e non posso fare a meno di pensare alle ore piccole che ci
ha fatto fare ieri sera.
«Per
fortuna stamani non dovevo andare a lavorare altrimenti avrei dormito in
piedi.» E non sto scherzando, non si può affrontare il lavoro con sole tre ore
di sonno.
«Niente
lavoro oggi?» Mi chiede Chris sollevando un sopracciglio e quando scuoto la
testa sul suo viso appare un sorriso malizioso. «La cosa è interessante.» Si
rigira nel letto e scende, camminando lentamente per la stanza. «Lui dorme, tu
non hai da lavorare…» Si avvicina al mio lato del letto e posa le sue labbra
contro le mie.
«Io
nemmeno…» Torna a guardarmi per un attimo e poi mi sussurra in un orecchio: «E
di là c’è un divano comodo...» Sorrido quando posa le mani sulla mia vita e mi
tira fuori dal letto prendendomi fra le sue braccia.
Si
sposta verso il salotto mentre io lo bacio sul collo e a metà strada si ferma
mettendomi giù, guardandomi contrariato. «Questo non è valido.» Lo guardo
divertita mentre cerco di sfilargli la maglia del pigiama. «Io volevo fare il
romantico per una volta, ma così mi provochi.» Dice mentre annuisco divertita.
Stringe
le mani sulla mia vita e fa aderire i nostri corpi.
Ci
baciamo appassionatamente fino a che non interrompo il bacio per sfilargli la
maglia, lui riprende a baciarmi facendo poggiare la mia schiena contro il muro
del corridoio dove ci siamo fermati. Muove le mani sopra la mia canottiera, la
sua lingua si muove insieme alla mia ed io lo stringo a me mentre sento le sue
dita risalire lungo il mio corpo, stavolta sotto gli indumenti. Sta per
sfilarmi la canottiera quando un colpo di tosse ci fa bloccare allarmati.
«Hai
sentito anche tu?» Gli chiedo e lui annuisce, restiamo in ascolto un attimo.
Silenzio.
Le
mani di Chris riprendono a muoversi sul mio seno mentre io resto ancora un po’
in ascolto, o almeno ci provo, perché dopo circa mezzo secondo mi riconcentro
su di lui e sulla sua bocca che adesso ha preso il posto delle mani.
Il
nostro entusiasmo, però non è destinato a durare a lungo perché ci blocchiamo
di nuovo quando sentiamo dei mugolii provenire dalla stanza a pochi metri da
noi. Sollevo gli occhi al cielo e poi abbasso lo sguardo implorante su Chris
che scuote la testa.
«Vado
io…» Posa le labbra sopra il mio seno destro. «Non ti muovere da qui!» Mi
ordina mentre mi scannerizza il corpo e non posso fare a meno di sorridere.
Attendo
qualche secondo nel silenzio più totale poi lo sento.
Lo
ascolto parlare dolcemente e mi mordo le labbra; alzo la canottiera da terra,
mi rivesto e mi affaccio sullo stipite della porta. Lui è in piedi con il
piccolo fra le braccia, lo culla dolcemente mentre canticchia qualcosa
.
Sono certa di non aver mai visto niente di più dolce e bello insieme.
«Devo
capire come fai a calmarlo così…» Gli dico facendolo girare, mi guarda
contrariato.
«Ti
sei vestita.» Sbuffa torna a guardare il piccolo e parla con voce dolce: «La mamma
mi ha disubbidito, dopo dovrò sculacciarla.»
«Chris!»
Lo guardo sconvolta e lui ride.
«Oh-oh.
Ho fatto arrabbiare la mamma, adesso sarà lei a sculacciare me…»
Scuoto
la testa convinta che ormai la sua stupidità sia irreparabile e mi avvicino ai
miei due uomini, osservo Rafe fra le braccia di Chris e i suoi occhioni azzurri
mi lasciano come al solito senza fiato.
«Amore
della mamma!» Gli mormoro mentre afferro la sua manina e lui sorride, Chris
posa le labbra fra i miei capelli e scuote la testa.
«Pensavo
di essere io il tuo amore...» Interviene fingendosi contrariato e io gli
sorrido e gli bacio la punta del naso, per poi tornare a guardare il piccolo.
***
Lo so è
corta. Lo so mi odiate.
MA.
Non
potevo lasciarvi senza il piccolo Rafe, altrimenti noto come MiniCap. Nononononono.
Questa
storia è stata speciale. Speciale perché mi ha strappato molti sorrisi e anche
se sono arrivata ad un punto in cui temevo di non riuscire a portarla a
termine, alla fine eccomi qua. Spero che vi sia piaciuta almeno la metà di
quello che è piaciuta a me.
I
ringraziamenti più sentiti dal profondo del cuore a Sara, per avermi ispirata in tutto e per tutto, tu sei Charlie e
non c’è niente altro da aggiungere.
Ad Anna, per le chiacchierate, per i
promemoria e per l’essere fantasticamente se stessa (e guai a te se ti metti a
piangere.)
AKos per
avermi incoraggiata, ispirata e per seguirmi sempre nelle mie pazze idee.
Grazie
ai Blue per il titolo della FF, per aver ispirato alcuni dei primi capitoli *coff* scene del divano *coff*.
E ultimo
ma non ultimo a Christopher Robert Evans e alla sua filmografia, nonché a sua
mamma su Twittah per le risate per le sue interviste,
gli sbavamenti sui suoi addominale e la dolcezza di alcune foto. Gli auguro
tutto il bene con Minka o chiunque lui sceglierà.
Un
abbraccio ed un ringraziamento di cuore infine a voi tutti che avete letto, recensito,
inserito la storia fra preferite/seguite/ricordate.