You make me wanna

di Cocchi
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The beginning of the end ***
Capitolo 2: *** Helpless when he smiles ***
Capitolo 3: *** Breaking habits ***
Capitolo 4: *** Goodbye Kiss ***
Capitolo 5: *** A New Doubt ***
Capitolo 6: *** What if... ***
Capitolo 7: *** Just a cop out ***
Capitolo 8: *** Skating ***
Capitolo 9: *** Taking Decision ***
Capitolo 10: *** Friends... ***
Capitolo 11: *** ...With Benefits ***
Capitolo 12: *** For The First Time ***
Capitolo 13: *** Unspoken ***
Capitolo 14: *** Screw it up ***
Capitolo 15: *** It's just a test ***
Capitolo 16: *** Made up your mind ***
Capitolo 17: *** Missing you ***
Capitolo 18: *** You make me wanna ***
Capitolo 19: *** Hold you till the morning light. ***



Capitolo 1
*** The beginning of the end ***




Copyright immagine: Blend Sara; immagini: http://karenld91.tumblr.com/
Nota dell'autore: La storia parte da un capitolo di "The Scent of Roses", ma prosegue senza fare troppi riferimenti alla storia.
Per chi non avesse letto l'altra ff: Hemsworth ha una sorella Elizabeth, che stava con Hiddleston, ma adesso sta con Downey jr, che è l'ex di Alexis, personaggio che incontrerete in questo capitolo ed in alcuni a seguire.

Capitolo uno

 

~ Charlotte

 

Cammino spedita per le strade di Los Angeles, la città di Hollywood. La mia città.

Nonostante viva qui da sempre non mi sono mai imbattuta in gente famosa e non mi è mai importato più di tanto, ma stasera no. Stasera ho tirato fuori la teenager che è in me e sto vagando alla ricerca dell’albergo dove alloggia il cast del film evento dell’anno: “The Avengers”.

Stasera ci sarà la prima mondiale; non sono riuscita a trovare i biglietti per lo spettacolo, ma non ho intenzione di farmi sfuggire l’occasione di incontrare lui.

Lui è il re del testosterone: Chris Hemsworth, il biondo attore australiano che interpreta Thor e che mi ha affascinata dal primo momento in cui l’ho visto sullo schermo.

Saranno i muscoli scolpiti, saranno i suoi lunghi capelli dorati, i suoi occhi di un blu profondo o il suo sorriso, io non lo so cos’è stato, ma mi ha catturata subito e non posso evitare di sentire il cuore battermi frenetico nel petto quando penso che sto facendo tutto questo per incontrarlo.

Ho scoperto l’albergo dove alloggiano grazie ad un’attenta indagine.

Ok, in realtà era scritto ovunque che avrebbero alloggiato lì. Ma insomma.

Arrivo di corsa all’albergo e sento già l’ansia stringermi lo stomaco, cerco di farmi largo tra gli altri fan che aspettano sul marciapiede. Sbuffo e mi avvicino all’uscita secondaria dove, con mia grande sorpresa, trovo…

«Nick?» Chiedo ed il ragazzo in uniforme da portiere che sta fumando appoggiato alla porta si volta verso di me e fa un sorriso mentre butta fuori il fumo dalla bocca.

«Guarda chi c’è! Charlie!» Torna ad aspirare dalla sigaretta. «Come stai splendore?»

«Bene, tu dolcezza?» Nick è un mio compagno del liceo ed è gay, purtroppo. Con i suoi occhi scuri come la notte e i capelli chiari era un così bel ragazzo, ma ahimè gli piacciono i maschietti proprio come a me.

«Benissimo, hai visto che ospiti abbiamo?» Solleva gli occhi al cielo mordendosi il labbro inferiore. «Non hai idea di che cosa non farei a qualcuno di loro.»

Eh, sapessi la sottoscritta.

«Comunque, che ci fai qui?» Mi chiede curioso, poi si accorge della macchina fotografica che porto al collo e sghignazza: «Anche tu per i ragazzoni!»

«Ehm… sì.» Arrossisco, ma poi prendo coraggio e parlo d’un fiato. «Non è che mi faresti entrare?» Lui mi guarda poco convinto e continuo: «Farò la brava, non mi noterai nemmeno, te lo giuro!»

«Non so...» Spegne la sigaretta con la scarpa. «Se mi becca il mio capo mi ammazza.»

«Ti prego Nick!» Gli faccio gli occhi dolci. «Ti presento qualche bel ragazzo che lavora con me.»

«Sono fidanzato.» Mi dice sorridendo leggermente.

«Oh, congratulazioni!» Gli dico entusiasta, abbracciandolo in uno slancio d’affetto.

«Grazie…» Mi guarda mentre si stacca dall’abbraccio. «Mezz’ora, non di più.» Mi dice col dito puntato e apre la porta.

«Sei meraviglioso!» Esclamo e lo seguo all’interno.

«Lo so!» Mi dice lui ridendo e guidandomi verso la Hall.

Questo posto è pazzesco, ci sono un sacco di piante che circondano la sala colorata di marrone e bianco e illuminata da lampadari enormi. Resto incantata a guardarmi intorno fino a che Nick non mi abbandona accanto ad una delle colonne che stanno vicino all’entrata.

«Rimani qui, per favore.» Mi dice ed io annuisco. E chi si muove. Do una rapida occhiata all’esterno dove ci sono un sacco di fan urlanti e sorrido compiaciuta. Sto avendo troppa fortuna, ma non mi lamento anche se temo di ricevere una bella batosta dopo tutte queste coincidenze favorevoli.

Sento una ragazza ridere vicino alla reception e non riesco a credere ai miei occhi: ma quello è Mark Ruffalo? Sta parlando con la ragazza, sembrano amici. Lei gli sorride e sarei curiosa di sapere che si stanno dice-

OH MIO DIO!

No, non ci credo. Non può essere vero! Qualcuno mi dia un pizzico.

Sei da sola, genio.

Giusto, me lo do da sola. Ahi!

Oddio, è vero! Sono lì! Non ci credo!

«CHRIS!» Mi sento urlare e vedo Nick scuotere la testa sghignazzando, ma lo ignoro quando vedo i quattro guardare nella mia direzione e sorridere. Saltello per far capire che sì, sono stata io ad urlare e vedo la ragazza sorridermi e dare una spinta ai due Chris.
Ti adoro, chiunque tu sia! Perfetta sconosciuta, erigerò una statua in tuo onore!

Lei dice qualcosa ed Hem si incammina verso di me.

OH MAMMA!

Il cuore mi rimbalza in gola, oddio! Sto per morire, ne sono sicura! Lui mi sorride: «Ciao.» Ok. Ora del decesso: 19.46.

«C... ciao.» Balbetto mentre lo guardo dal basso verso l’alto. «Ma quanto sei alto, Dio mio?»

«Uno e novantuno.» Mi dice sorridendo divertito.

«No, lo so.» Rido cercando di non pensare al fatto che ho parlato senza ragionare. «Intendevo che sei davvero... alto.» Sposto la mano dalla mia fronte alla sua in linea obliqua, mi sento una nanetta. Eppure non è che io sia tanto bassa, per una ragazza. «Non che sia un male, anzi. Sei praticamente perfetto, guardati. Hai solo un difetto, se proprio vogliamo essere precisi: sei sposato.» Dico con uno sbuffo, e lui ride. Poi scuoto la testa per correggermi: «No, scherzo, adoro Elsa. Siete davvero una bella coppia...»

Chris mormora un “grazie” leggermente imbarazzato, ma ormai sono partita: «Però sapere che uno come te è single sarebbe davvero fantastico, capisci. Avere la remota speranza e possibilità di stare con te... cioè... ok, la smetto di parlare. Facciamoci una foto.» Dico cercando di non dargli il tempo di ragionare sull’ultima cosa che ho detto. Sono completamente andata.

«Beh il mondo è pieno di uomini, anche migliori di me.» Faccio una smorfia e lui se ne accorge. «Dico sul serio.» Prosegue sorridendo. «Una ragazza carina come te non farà certo fatica a trovare qualcuno degno di lei.»

Potrei intavolare un bel dibattito su questa affermazione e magari convincerlo che uno migliore di lui per me al momento non esiste, ma decido di bearmi del fatto che ha detto che sono carina e restare in silenzio imbarazzata. Lui si volta verso il gruppo da dove è arrivato e alza la voce: «Alex, potresti venire qui?»

Seguo il suo sguardo e vedo la ragazza sorridere e avvicinarsi, Chris Evans si avvicina con lei. Però, quanto è bello anche lui. Mi è sempre piaciuto, dai tempi dei Fantastici 4. Anche prima, veramente.

«Ci puoi fare una foto?» Domanda Chris alla ragazza ed io le porgo la macchina fotografica come un automa. Hem si abbassa al mio livello e parla sottovoce guardando Alex che indietreggia per scattare la foto: «È una fotografa, quindi dovrebbe fare un bel lavoro… almeno avrai un bel ricordo, no?»

Sorrido guardando l’obbiettivo. «E’ stato un pensiero carino, grazie.»

Lui mi fa un occhiolino e torna a guardare la ragazza. Sento il cuore andare a mille e non ci posso credere che sta succedendo davvero! La fotografa abbassa la macchina e si riavvicina mentre Hem mi saluta. Scruto Evans e proprio mentre mi stanno porgendo la macchina vedo che lui se ne sta per andare.

Ehi, fermo lì Evans dove credi di andare? Voglio una foto anche con i tuoi muscoli!

«Posso chiederla anche a te?» Domando, alzando un po’ la voce. Evans si indica con l’indice ed io annuisco; lui accenna un sorriso imbarazzato e accetta. Ci posizioniamo proprio come ho fatto poco prima col suo omonimo e la ragazza scatta, poi si avvicina e mi rende la macchina.

«Grazie mille!» Le dico cercando di farle capire che mi riferisco anche al fatto di averli mandati da me. «Grazie. Grazie.» Ripeto in preda alla gratitudine, lei sorride.

«Figurati.» E si allontana dopo avermi salutata. La guardo andare via e sono su un’isola felice.

«Allora è stato un piacere.» Sobbalzo tornando sulla terra ferma e mi volto di scatto verso il ragazzo che si trova ancora alla mia sinistra, sbatto le palpebre quando incontro i suoi occhi celesti, lui fa un mezzo sorriso e un passo per allontanarsi.

«Aspetta!» Si volta verso di me e io inizio a frugare nella borsa. Dove diamine è finito? Eppure sono sicura di averlo preso… ah, eccolo! Estraggo trionfante una penna e un block notes e glieli porgo: «Un autografo per mia sorella…»

«Certo.» Mi dice mentre afferra gli oggetti dalle mie mani tremanti.

«Complimenti per la tua bravura, mi sei piaciuto tanto in Captain America.» Gli dico, e lui abbozza un sorriso mentre muove velocemente la penna sul foglio. «E nei Fantastici Quattro. E in Push! E in What’s your number, mi hai fatta morire! E in Cellular, oddio lo adoro! Lo avrò visto diecimila volte!»

Lui ride e mi rende le mie cose. «Sei sicura che sia tua sorella la mia ammiratrice?» Mi chiede con un mezzo sorriso che non gli sparisce dal volto.

«Ehm… piaci anche a me come attore.» Dico leggermente imbarazzata e il suo sorriso si allarga.

«Grazie mille, fa sempre piacere essere apprezzati per il proprio lavoro.» Sorrido e annuisco. «Adesso però devo andare. È stato un piacere.»

«Piacere tutto mio.» Replico, e lo vedo raggiungere i suoi amici. Io vado da Nick, lo ringrazio e mi avvio al cinema dove si terrà la premiere, non si sa mai che non possa rimediare qualche altro autografo.

 

***


Bene, ci sono.

Ho praticamente fatto a botte con qualcuno, ma sono in prima fila, potrò vederli tutti.

Sono elettrizzata, sarà l’atmosfera o gli incontri stupendi che ho fatto poco fa, ma sento il cuore battermi nel petto come un tamburo e non riesco a farlo rallentare, se continua così mi prenderà un infarto. Iniziano ad arrivare e urlo insieme a tutti gli altri fan; contemporaneamente scatto qualche foto sperando di avere la mano ferma.

La prima ad arrivare è Scarlett, e devo dire che è bellissima proprio come l’ho sempre ritenuta, non ritengo che sia brava nel recitare come dicono, ma è talmente bella che fa sfigurare qualsiasi donna al suo fianco. Subito dopo arrivano Mark e sua moglie, tutti e due sorridenti e così carini che avrei voglia di essere adottata da loro. Scuoto la testa a questo pensiero malsano e guardo chi è il prossimo ad arrivare: Chris Evans. Il pensiero del nostro incontro mi manda il cuore in gola, pur non essendo il mio attore preferito in assoluto non posso negare che mi sia sempre piaciuto. Credo di aver visto gran parte della sua filmografia ed ogni volta mi sono persa dietro al suo volto e alla sua recitazione. Oltre che dietro al suo fisico scolpito. Lo osservo nel suo completo grigio mentre si intrattiene a qualche metro da me per farsi fotografare dagli addetti e ne approfitto per fare qualche scatto a mia volta. Ora che lo guardo meglio è proprio bello, ma non faccio in tempo a fare questo pensiero che viene richiamato da Mark e si allontana.

Jeremy Renner arriva dopo di lui. Sghignazzo fra me e me pensando che non ha per niente una faccia da cattivo, né da duro. Ha una faccia da Disney. Quando arriva Samuel L. Jackson, strabuzzo gli occhi. E’ vestito in una maniera orribile, sembra uscito da “Il vecchio e il mare” di Hemingway. Mi spaventa di più il suo vestito che la sua faccia, che non è così cattiva come credevo.

Clark e sua moglie sono semplicemente bellissimi. Mi sento un po’ cattivella, ma penso che se mai divorziassero lo vorrei sposare io. E’ così affascinante, lo adoro proprio. Dopo di loro arrivano Cobie Smulders e la sorella del mio Chris: sono entrambe molto belle, ma se la prima la invidio perché ha avuto la fortuna di lavorare con quei pezzi grossi, con la seconda non farei mai a cambio. Non vorrei mai avere Chris come fratello.

Un tuffo al cuore.

Ecco cosa mi succede quando sul red carpet arrivano Chris con la sua bellissima e odiosa moglie incinta. Scommetto che non è nemmeno odiosa davvero, è l’invidia che mi mette in testa questi pensieri. Sono tremendamente belli e sento che potrei mettermi a piangere sul serio. L’uomo dei miei sogni è davanti a me, splende sotto le luci dei riflettori e sembra ancora più bello di quello che è.

Lo sguardo che rivolge a sua moglie mentre con la mano le carezza il pancione è qualcosa di altamente dolce e doloroso insieme. Sento una lacrima scendere lungo una guancia e la scaccio subito via ritrovando il sorriso, sono euforica e odio reagire in questo modo. Mi concentro su Thomas Hiddleston che li segue e mi ritrovo a pensare che avrei davvero bisogno di una versione tascabile di lui che dispensa consigli e parole di saggezza nei momenti di bisogno, un po’ come adesso. Qualcuno si appoggia addosso a me e mi volto di scatto.

«Tutto bene?» Chiedo alla fotografa che mi è quasi caduta addosso, aggrotto la fronte. «Ma tu non sei...»

«Alexis, tanto piacere.» Mi interrompe porgendomi una mano che stringo leggermente imbarazzata.

«Charlotte.» Aggiungo titubante.

E’ la fotografa dell’albergo. L’amica dei Chris e di Mark. Mi chiedo se conosca il resto del cast.

«È un piacere!» Mi dice sorridendo e poi torna a guardare gli attori davanti a noi, fa per portarsi la macchina al volto per scattare qualche foto, ma prima si ferma e fa un cenno di ok ad Hiddleston che la guardava apprensivo. Sì, decisamente conosce il resto del cast e credo anche che abbia un rapporto un po’ più profondo con qualcuno di loro. Ora che ci penso, prima Clark l’ha abbracciata…

Il rumore di un auto mi distoglie dai miei pensieri e mi porta a guardare il red carpet dove fa il suo ingresso trionfante Robert Downey jr. Una primadonna come sempre, ruba la scena a tutti facendoli divertire e scommetto divertendosi a sua volta. Non è cambiato molto da quando da piccolo chiedeva alla gente se aveva i peli sulle palle… ho il terribile sospetto che potrebbe farlo ancora. Rido da sola pensando a come sembrava dolce e innocente con quegli occhioni da bambino. Adesso con quei capelli sparati e quel sorriso malizioso che non gli abbandona mai il volto sembra più il diavolo che un angelo, ma credo che faccia parte del suo fascino.

Alexis accanto a me fa un passo più avanti. Beata lei che può avere accesso ad un area più ravvicinata. Non faccio in tempo a pensarlo, che si volta verso di me con fare pensieroso.

«Seguimi.» Dice a bassa voce. Resto frastornata per un attimo mentre lei mi indica ad un bodyguard che mi fa cenno di passare.

«Aaaaahhhhh!» La abbraccio di slancio non appena raggiungiamo l’area ai piedi del red carpet e per poco non rotoliamo a terra. «Oddio! Grazie!» Lei mi fa segno di fare silenzio e inizia ad inquadrare i ragazzi. Mi metto buona buona, ma sono talmente eccitata che non posso fare a meno di parlare.

«Ma tu li conosci bene?»

«È una lunga storia, ma sì.» Sorrido e guardo i ragazzi. La sua risposta mi ha incuriosita e non poco, ma non me la sento di iniziare a farle domande.

«Grazie davvero per questo.» Le dico guardandola ed indicando i ragazzi.

«Alex, posso…» Questa voce la conosco.

Mi volto di scatto.

«Ciao… sei la ragazza dell’albergo?» Annuisco e sto per collassare di nuovo. Anzi, mi correggo: collasso di nuovo quando mi sorride. Sento Alexis passarmi una mano sulla schiena e mi riscuoto mentre Chris chiede ad Alexis delle foto con le sue donne.

«Se solo non ci fosse Elsa...» Lo mormoro con un sospiro mentre li guardo nella loro bellezza, sento che potrei rimettermi a piangere.

«Però sono una coppia adorabile, vero?» Annuisco al suo sguardo comprensivo e sta per chiedermi qualcosa quando Robert inizia ad attirare l’attenzione.

«Su Chris non fare il megalomane con ben due donne al tuo fianco, lasciaci almeno tua sorella.»

«Direttamente da “cosa dire al fratello di una tua amica per beccarsi un pugno in faccia”.» Aspetto che Chris lo picchi, ma resto sorpresa quando lui sorride e cede Elizabeth a Robert. La cosa non mi importa più di tanto, quindi sposto lo sguardo sul resto del cast, Thomas e Christopher stanno parlando fitto fra di loro e sono quasi sicura che il primo stesse guardando nella nostra direzione quando mi sono voltata. Continuo a guardarli mentre l’inglese sorride divertito scuotendo la testa e Chris lo stringe per le spalle ridendo. Devo ammettere che sono davvero carini, si vede che sono amici. L’esperienza del film deve averli fatti legare molto e mi piace cogliere questo momento di “intimità”. Inizio a studiarli senza staccare gli occhi da loro: se Thomas ha un fascino particolare, Chris è proprio bello.

«Ma che tu sappia Evans è libero? No perché, visto che Chris uno è occupato, potrei accontentarmi di Chris due. E non ci andrei male, voglio dire...» Lei mi guarda sorpresa e divertita insieme. «Sì, sto sclerando, non badare a me.» Aggiungo facendo spallucce. Ho parlato senza pensare. O meglio ho dato voce ai miei pensieri che forse è peggio.

«Ti prego prenditelo, magari lo fai rinsavire!» La guardo perplessa e lei ride. «Scusa… È liberissimo, ma stai attenta... è un donnaiolo.» Afferma sorridendo. Ma mi ha presa sul serio?!

«Figurati se mi degna di uno sguardo…» Mormoro guardandolo, è bello. Troppo bello. Mi volto verso Alexis. «Comunque grazie per la risposta.» Torno a guardare gli attori.

Così vicini eppure così lontani.

«Io non ho il biglietto.» Dico ad Alexis che si sta riponendo le sue cose, si volta verso di me facendo il broncio.

«Uffa!» Dice contrariata, io le sorrido facendole capire che non è niente di importante, anche se pagherei per poter dare un’occhiata. Lei si carica la borsa in spalla e parla.

«È stato davvero un piacere conoscerti.» Le sorrido in risposta. «Grazie dell’aiuto.»

«Non ho fatto nulla!» Gesticolo arrossendo. «Sei tu che mi hai portata in zona off limits e non ti ringrazierò mai abbastanza.»

«Non è stato niente.» Sminuisce la cosa. Parlo di getto.

«Ti lascio il mio numero, se a Robert servisse un’infermiera per il pugno che Hemsworth gli rifilerà prima o poi…» Lei mi porge il telefono, digito i numeri velocemente.

«Sei un’infermiera quindi?» Annuisco rendendole il telefono. «Infermiera specializzata.» Specifico mentre lei fa squillare il mio telefono e mi saluta di nuovo prima di sparire all’interno del cinema. Mi piace, è una ragazza simpatica.

 

~ Chris

 

E anche questa è fatta. Il film è stupendo, sono fiero di farne parte! E anche se non amo moltissimo queste occasioni, stasera mi sono divertito.

Sorrido all’ultima giornalista che mi intervista e la ringrazio. Lei mi guarda abbozzando un sorriso e dal suo sguardo capisco che vorrebbe di più. Altre sere magari ci avrei anche provato, ma stasera no. Sono preoccupato e sovrappensiero per tutta la storia di Robert ed Iz. Penso a come potrebbe reagire Alexis, ho paura che possa soffrirne troppo. Tom mi raggiunge sorridendo come sempre, ma lo vedo lontano un miglio che è stanco.

«Ce ne torniamo in albergo?» Gli propongo e lui annuisce, mi guardo intorno. «Dov’è Alex?»

«È uscita poco fa...»

Sghignazzo. «La tieni sempre d’occhio.» Lui mi guarda senza replicare. «Dovresti farti avanti invece di guardarla e basta…» Lui scuote la testa quasi divertito.

«Ma sei sempre in mezzo? Comunque è una situazione complicata.» Questi due parlano nella stessa identica maniera, se solo sapessero quello che so io!

«Io cerco di spingervi a dichiararvi, ecco perché sono in mezzo.» Affermo, ed è la verità: senza di me sarebbero persi. Tom mi guarda fra lo scettico ed il divertito mentre ci incamminiamo insieme verso l’uscita del cinema. Lì dovremmo prendere una delle limo che ci ha riservato l’albergo.

«Chi è la ragazza di cui ti parlava Alex?» Mi chiede Tom dopo un momento di silenzio. Ripenso alle occhiatacce che ci siamo beccati nel cinema quando Alex ha iniziato a parlarmi di lei e non la smetteva nonostante i rimproveri di quelli seduti dietro di noi.

Abbozzo un sorriso mentre usciamo dal locale e rispondo: «È una fan dell’altro Chris che abbiamo incontrato in albergo poco prima di partire.» Mi gratto la testa e sorrido allo sguardo curioso di Tom e aggiungo: «Era molto car…» Mi blocco quando il mio sguardo scorge il suo profilo. «È lì.»

Allungo un braccio dietro le spalle di Tom facendolo voltare mentre indico in modo discreto l’oggetto della nostra conversazione. Resto a fissarla per qualche secondo mentre ne studio la sagoma da lontano. Non è altissima, ma è ben proporzionata…

Ok, almeno con me stesso devo essere sincero: non è altissima, ma ha un fisico da paura. I capelli lunghi e mori le ricadono ondulati poco sotto le spalle e inevitabilmente i miei occhi si soffermano sulle sue forme. Tom si schiarisce la voce al mio fianco.

«In base a ciò che ha detto Alex, dovresti andare a salutarla…»

Lo guardo scettico mentre lui osserva la ragazza. Charlotte, mi pare. Alex ha detto che si chiama così… e che è simpatica. Scrollo le spalle ed incrocio le braccia al petto. Tom scuote la testa accanto a me e solleva una mano. Oddio... no.

«Charlotte?» Lei si volta e sbianca. Lo vedo anche se siamo lontani e vorrei strozzare Thomas qui accanto. Lei si indica con l’indice e lui mi sorride e mi trascina letteralmente da lei. «Sei Charlotte, non è vero?» Lei annuisce titubante guardando Tom. Il ragazzo non ha ben chiaro che è un personaggio famoso adesso e che alla poverina potrebbe prendere un infarto da un momento all’altro. La guardo e lei sposta i suoi occhi su di me. Ecco, adesso l’infarto potrebbe prendere a me. Ha due occhi grandi e scuri che mi fermano in gola le offese che vorrei rivolgere a Tom.

«Alexis ci ha detto che avete fatto conoscenza…» Mi volto verso Tom che nel frattempo ha posato una mano sulla mia spalla e sorride a Charlotte. «Non avevi i biglietti per la prima?»

Vorrei sapere come fa ad essere così tranquillo. O forse dovrei chiedermi perché io non lo sono affatto.

«Purtroppo no.» Risponde lei e io guardo Tom. Mi domando se è idiota o meno, mi pare ovvio che se non ha visto il film non aveva i biglietti. Lui si volta verso di me e mi guarda come se fossi io l’idiota e non lui.

«E perché non gliene hai procurato uno?» Ho sentito bene?!

«Cosa? Ci siamo incrociati due secondi fuori l'albergo, perché avrebbe dovuto regalarmi un biglietto per il film? Già è tanto se è venuto a salutarmi...» Interviene Charlotte.

«Veramente ho dovuto trascin...» Metto la mano sulla bocca di Tom prima che dica qualche altra idiozia e sorrido a Charlotte. Ho capito il suo gioco perché lo sento sorridere dietro la mia mano. Brutto bastardo.

«Tom è stanco… comunque è stato un piacere rivederti.» Le dico e lei annuisce. Sicuramente starà pensando che siamo due svitati. E non le darei nemmeno torto.

La limo dell’hotel si ferma a pochi metri da noi e mi ricorda che dobbiamo andare, l’altro Chris e sua moglie ci fanno un cenno per raggiungerli e Tom si libera dalla mia presa.

«Charlotte, sono davvero contento di averti conosciuto.» Lei gli sorride beata. Non è solo carina, è proprio bella. «Alla prossima.»

Entrambi guardiamo Tom sollevando un sopracciglio. Lui mi rivolge uno sguardo che non ammette repliche e raggiunge Chris ed Elsa accelerando il passo. Lo guardo per un attimo scuotendo la testa e mi volto verso Charlotte.

«Se sei di queste parti…» Incalzo e non ci posso credere che sto per farlo. Tutta colpa di Alex che mi ha fatto il lavaggio del cervello. «Da domani sarò libero quindi… se vuoi vedere il film, possiamo organizzarci.»

La guardo di sottecchi e sento il cuore in gola. Ma che cavolo mi prende oggi?! È una cosa che ho fatto un miliardo di volte eppure mi sento come se fossi un novellino.

Lei si passa una mano fra i capelli e ride, piuttosto istericamente.

«Mi mandi un piccione col tuo numero?» Mi domanda, ironica. Giusto, che idiota.

«Ovviamente non so ancora addestrare i piccioni e quindi non credo…» Lei ride di nuovo e mi porge il suo telefono. Digito in fretta i numeri, ma aspetto a renderglielo. «È inutile che ti dica che non devi renderlo pubblico, vero?» Dio, sto davvero dando il mio numero a una fan?

«Mi fai così stupida?»

«No, affatto.» Mi affretto a dire. Stasera non ne azzecco una, va bene. «È per la mia privacy… devo stare in guardia…»

«Anche io devo stare in guardia. Dalla concorrenza, però, per cui è ovvio che non lo darei a nessuno.» Lo dice sorridendo e a quel sorriso vorrei tanto dire che non esiste nessuna concorrenza, ma mi limito a restituirle il telefono.

«Chiamami quando vuoi.» Dichiaro, e sto per salutarla quando lei preme il pulsante verde del suo telefono e sento il mio cellulare vibrare in tasca. Lei sorride.

«Chiamami tu, Capitano.»

«Chris vieni con noi?» Mi volto verso il gruppetto che ha raggiunto la limousine, adesso c’è anche Robert ed è lui che ha parlato. Ritorno a guardare Charlotte e lei parla prima di me: «Sei richiesto.»

«Già…» Resto per un attimo a guardarla senza dire niente poi sorrido. «Ci vediamo allora.» Lei annuisce ed io raggiungo la macchina, entrandovi. Tom mi è seduto accanto ma si sporge talmente tanto verso di me che mi è quasi in braccio e mi rivolge uno dei suoi sorrisi enormi.

«Le hai dato il numero, bravo! Ti serviva solo una spintarella.»

«Attento che potrei darla io a te.» Mentre sei sul ciglio di un burrone, aggiungo mentalmente.

«Ma quella non era una mia ammiratrice?» Mi chiede Chris guardandomi e abbozzo un sorriso imbarazzato, mentre Robert risponde al posto mio.

«Evidentemente non più.» Tutti scoppiamo a ridere e per un attimo mi chiedo se è stato giusto darle il mio numero e buttarmi così con una fan. Di solito sono più prudente. Niente storie con le ammiratrici, non sai mai se una mattina ti sveglierai con la tua storia di una notte riportata su tutti i giornali. Scuoto la testa per cacciare quel pensiero e torno a seguire i discorsi dei miei compagni di viaggio.

 

***

 

~ Charlotte

Lo guardo allontanarsi e anche se la visione del suo lato B è celestiale, non riesce a distrarmi abbastanza dal pensare che tutto quello che è successo è stato a dir poco surreale.

Prima ho conosciuto una ragazza che è stata super gentile con me e poi Tom e Chris si sono comportati come due pazzi scatenati. Scuoto la testa e starei per scoppiare a ridere se non sentissi il cellulare bruciarmi fra le mani. Prima è avvenuto tutto così velocemente che non ho neanche riflettuto su quello che stava realmente accadendo. Muovo le dita sul telefono aprendo il registro delle chiamate e trovandoci quelle dieci cifre che al momento mi sembrano le più belle che io abbia mai visto. E io odio i numeri.

Salvo il contatto di Chris con un sorriso gongolante stampato sul volto.

 




Buon giorno!
Eccoci qui con una nuova storia, una nuova long, che era nata come shot.
Vi sto già confondendo lo so xD
Ad ogni modo facciamo le serie: Aspetto vostre notizie perchè sinceramente io adoro questa storia, amo cosa ne è derivato e voglio che questo arrivi.
Ultimo ma non ultimo: questa ff è tutta merito di una persona meravigliosa e che io adoro veramente dal profondo del mio cuore: BlackPearl, ovvero Sara.
La conoscete? Allora sapete che persona amorevole è. Non la conoscete? Andate subito sulla sua pagina:  http://www.efpfanfic.net/viewuser.php?uid=17189 Perchè le sue storie sono una bomba di divertimento e talento e nessuno dovrebbe non leggerle.
Tesora senza di te tutto questo non ci sarebbe e anche se forse per qualcuno sarebbe meglio, perchè leggere ciò che scrivo non sempre può piacere, per me è una cosa bellissima.
Ti voglio bene, non ti immagini neanche quanto.

Un saluto affettuoso a tutti
Cocchi

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Capitolo 2
*** Helpless when he smiles ***




Copyright immagine: Blend Sara; immagini: http://karenld91.tumblr.com/

 

Charlotte

 

Osservo il calendario appeso accanto all’attaccapanni e mi rendo conto che è passata una settimana da quella assurda premiere. Ho portato le foto a stampare e sono appena tornata dal negozio. Me le passo fra le mani, beata. Prova tangibile che non mi sono sognata tutto. Eccomi sorridente insieme a Chris Hemsworth. Mi aveva messo la mano sinistra sopra la spalla, non me ne ero resa conto quella sera. Oddio! Passo la mano sullo stesso punto come se potessi avere una specie di collegamento. A malincuore cambio fotografia e guardo Evans.

Quello stronzo non mi ha chiamata. Non che ci sperassi, ma…

Certo non ci speravi, ma gli dai dello stronzo ugualmente.

Shhh! Devo pensare!

Oddio, sto parlando da sola.

Cambio fotografia e siamo di nuovo io ed Evans, stavolta io sorrido verso l’obbiettivo mentre lui mi guarda… sembra quasi assorto su…

Ma mi stava fissando le tette?!

Avvicino la foto agli occhi e non so se scoppiare a ridere o iniziare ad irritarmi. Alla fine decido di cambiare fotografia e in quella dopo Chris non sta guardando le mie tette, ma il mio volto sorridente, aggrotto la fronte e piazzo le due foto che ho appena visto e quelle che le seguono in ordine sulla scrivania e le osservo assorta.

Alexis deve averle scattate in rapida successione; io sono quasi sempre identica, solo il sorriso si allarga leggermente, mentre lui sposta lo sguardo dall’obbiettivo a me e di nuovo l’obbiettivo.

Allora non mi stava fissando le tette! Stava solo guardando il mio viso sorridente.

Anche perché ammettilo, non è che sei molto fornita.

Stai zitta brutta stronza!

Afferro l’ultima foto dove guardiamo entrambi verso la camera e me la ripasso fra le mani come se fosse la cosa più preziosa che abbia mai avuto.

Potrei anche chiamarlo io…

Sì, ma per dire cosa?

Lasciamo perdere, è meglio. Ma lo sguardo si sposta ugualmente sul mio telefono. Mi mordo il labbro inferiore combattuta e poi lo afferro.

Rubrica, cerca numero, tasto verde.

Uno squillo. Due. Tre. Ora riattacco…

«Pronto?» La voce di Alexis mi giunge all’orecchio quando sto per chiudere la conversazione.

«Ehi Alex! Ti ricordi di me?» Lei rimane in silenzio e quindi aggiungo: «Sono Charlotte. Ci siamo incontrate alla premiere.»

«Ciao Charlotte!» Mi dice e capisco che non mi aveva riconosciuta. Forse non ha nemmeno guardato il telefono prima di rispondere. «Come stai?»

«Io benone, tu?» Le rispondo, ma non mi sembra molto concentrata sulla nostra conversazione, mi sembra… come dire… «Ti sento leggermente affannata.»

«Sto benissimo.» Mi risponde dopo un po’ di incertezza. «Qual buon vento ti ha portata a telefonarmi?» Mi chiede e stavolta sembra essere concentrata su di me.

«Ehm... mah niente in particolare, volevo salutarti, sapere come va...>> Le dico e so che il tutto suona come una pessima scusa, quindi decido di provare a chiederle qualcosa: «E per sapere se, casualmente, tu... sempre per caso, avessi, non so, avuto notizie di... ehm... Chris... per sentito dire, cioè... è vivo?» Rimango io stessa perplessa di cosa ho detto.

«Credo che sia vivo, ma anche io non lo sento da un bel po’…» Mi risponde e non so se questo mi consola o no. «Che ha combinato quel deficiente?» Mi chiede sospettosa e poi la sento mormorare qualcosa a qualcuno… un uomo? Oh cavolo non avrò mica interrotto qualcosa?! «Siete usciti ed è sparito quell’ imbecille?» Mi chiede irritata e mi affretto a rispondere.

«Ehm veramente non mi ha mai chiamata…» Al suo silenzio di risposta aggiungo: «Non che mi aspettassi chissà cosa, ma insomma il numero ce lo siamo scambiati…»

«Ascolta io dovrei vederlo per la premiere di The Avengers che si terrà qui a NY fra qualche giorno, vuoi che ci parli o passi direttamente tu?»

Parlare lei? Assolutamente no! Passare io?! Neanche a parlarne! Non voglio passare come quella che spera in qualcosa.

«No, no, figurati lascia perdere. Scusa se ti ho disturbata. Ci sentiamo.»

Le riattacco praticamente in faccia, ma avevo paura di cedere ad eventuali altre richieste.

Cavolo! Non l’ho nemmeno ringraziata delle fotografie!

Sono proprio un’ingrata. Pessima, pessima persona.

 

***

 

~ Chris

 

Eccomi di nuovo in questo turbinio di luci e flash che è il red carpet, la fama, il successo. Ancora non so se è quello che voglio o un effetto sgradevole di quello che è il mio lavoro. Sorrido controvoglia ai fotografi e cerco il volto di Alexis. Ieri mi ha mandato un messaggio con scritto che oggi ci saremmo visti, ma non riesco a vederla in mezzo a tutti questi flash e a questa miriade di gente. Magari dopo la chiamo.

«Ehilà Evans!» Mi saluta Elizabeth che sta parlando con suo fratello. «Come stai?» Mi abbraccia quando li raggiungo e io le sorrido.

«Sto bene, tu?»

«Non c’è male.» Mi risponde sorridendo mentre io saluto Chris.

«Gli altri dovrebbero arrivare fra poco.» Mi dice lui mentre io mi guardo intorno e sorrido ai fans.

«Intanto firmo qualche autografo.»

«Vengo con te.» Mi segue, mentre sua sorella rimane con Elsa e quel pancione enorme.

«Non ti dà fastidio portare Elsa a queste cerimonie?» Gli chiedo mentre lui mi guarda perplesso. «Insomma nelle sue condizioni…» Aggiungo cercando di spiegarmi.

«Mi darebbe più fastidio venire senza di lei.» Mi dice sorridendo e firmando un autografo ad una ragazza. Lo guardo stranito dalla sua affermazione. 

Penso alle sue parole mentre firmo autografi e faccio fotografie. Io ho sempre pensato che non fosse giusto per un’eventuale partner portarla in questo assurdo mondo dello spettacolo, dove tutto viene frainteso e dove spesso le coppie vengono distrutte da tutto ciò. Per questo è meglio essere single, se sei da solo hanno meno modi di danneggiarti.

Dopo aver fatto un bagno di folla, insieme a Chris raggiungiamo il gruppo all’interno della sala, adesso ci sono anche Mark e Scarlett, e mentre abbraccio quest’ultima ricevo un pugno su un braccio.

«Ahi!» Mi lamento più per scena che per altro mentre mi volto verso il mio seccatore.

«Oh, wow.» Davanti a me c’è Alex con indosso un vestito blu che le mette in risalto le tette, deglutisco a fatica e sorrido smagliante. «Cavolo Alex, sei… wow.»

«Sì, sì…» Mi dice poco entusiasta e si porta le mani sui fianchi.  «Io e te dobbiamo fare i conti!»

«Io e te con quel vestito possiamo fare tutto quello che vuoi.» Non resisto a darle noia in questo modo, è più forte di me. Lei sta per ridere, ma lo nasconde passandosi una mano sul collo e guardandomi in tralice; il mio sguardo è concentrato sulla sua nuca dove nascosta sotto il fondotinta c’è una macchia che riconosco molto bene. Inizio a ridere.

«Cosa? Che ridi?» Mi domanda lei in preda al panico, non riesco a smettere. «Chris? Hai fumato per caso?» Scuoto la testa e cerco di ricompormi.

«Con chi sei venuta?» Le domando con fare malizioso. «Chi è così protettivo?» Lei sgrana gli occhi e si passa una mano sul collo allarmata.

«Si vede tanto?» Mi domanda sottovoce mentre continuo a sghignazzare. Bingo!

«Tu prima dimmi chi è stato.» Le dico divertito mentre lei inizia a mormorare qualcosa sul tenere i capelli sciolti. «Su dai dimmelo!» La so già la risposta, ma voglio sentirla da lei. «E’ stato Tom, vero?!»

«Perché non hai chiamato Charlie?» Mi volto verso Tom che è appena entrato in sala e si è avvicinato a noi e lo guardo perplesso. Chi cavolo è Charlie? Mi volto con un sopracciglio alzato verso Alex pensando che sia una sua amica. Tom attira di nuovo la mia attenzione. «Sto parlando con te, Cap.»

«Aspetta, prima Alexis deve dirmi una cosa.» Gli rispondo mentre torno a guardare Alex. «Allora? Chi è stato a lasciare il segno?» Rido alla mia stessa battuta e aspetto che Alexis mi risponda.

«Si vede ancora?» Smetto di ridere di botto alla domanda del ragazzo al mio fianco. O meglio il mio sorriso cambia completamente, se prima era divertito adesso è malizioso.

«Sì, idiota!» Alexis guarda Tom che sorride soddisfatto come se potesse strozzarlo e cerca di imitarne la voce: «“Coprilo con un po’ di fondotinta, cosa vuoi che sia… nessuno se ne accorgerà.”» Torna alla sua voce normale. «Dopo… dopo pagherai per questo.»

Tom le posa una mano sui fianchi e le bacia il lobo dell’orecchio.

«La cosa mi piace.» Sussurra mentre lei scuote la testa e infine sorride.

«ALT!» Sollevo le braccia al cielo mentre quei due mi guardano sorpresi. «Che cavolo è successo qui?! Da quando in qua voi due siete... così? E soprattutto perché non sono stato avvertito?»

Non che fosse un mistero quello che c’è tra loro, ma non pensavo che alla fine uno dei due avesse trovato il coraggio di ammettere che è innamorato perso. Non senza il mio aiuto almeno.

Tom sghignazza e lega le dita della sua mano a quella di lei.

«Tu dicci perché non hai chiamato Charlie!»

«Chi cavolo è questa Charlie?!» Sbotto ancora sconvolto.

«Charlotte!» Mi dice Alex e una lampadina si illumina nel mio cervello.

«Ah! La fan di Chris...» Dico sfregandomi la testa. Cavolo! Avrei dovuto chiamarla in effetti.

«Perché non l’hai chiamata?» Mi chiede di nuovo Alex e ho paura che possa picchiarmi. Soprattutto dato che sto per dirle la verità.

«Ehm… me ne sono dimenticato.» Ammetto in imbarazzo mentre mi gratto la barba.
Lei si batte il palmo sulla fronte e scuote la testa, Tom invece sghignazza.

«Come hai potuto dimenticare una ragazza così carina, non è da te!» No, in effetti non è proprio da me. Alex mi porge il suo telefono e io la guardo perplesso.

«Ho già fatto il numero, devi solo parlare.» Mi sorride malefica. «Quello te lo ricordi come si fa, no?»

Mi porto il telefono all’orecchio sentendo che purtroppo sta già squillando, lei e Tom si avvicinano al cellulare come due avvoltoi.

«Alex ciao!» Charlotte risponde mentre sto provando ad allontanarli dalla mia faccia.

«Ehm... veramente sono Christopher…» Rispondo titubante e lei tace. Alex mi fa un gesto come per continuare a parlare. «Ti dist…» Alex mi fulmina con lo sguardo e io correggo il tiro: «Scusa se non ti ho chiamata prima. Ti disturbo?» La mia terrificante amica sorride, ma dall’altra parte del telefono ancora non sento niente. «Ci sei ancora?»

«Ehm… Sì.» Mi risponde turbata. «Ciao… Christopher. Nessun disturbo, dimmi tutto.» Mi gratto il mento sotto la barba e resto in silenzio. Detesto farlo ma guardo quei due accanto – o meglio addosso – a me.

«Chiedile qualcosa! Come sta? Cosa fa?» Mi dice Alex esasperata e divertita insieme dalla mia goffaggine. Le metto una mano sul volto e la allontano da me, ma seguo il suo consiglio.

«Insomma…» Pensa in fretta, idiota.

«Come va la vita, come te la passi, come è il tempo, dille qualcosa!» Tom prova ad aiutarmi.

«Com’è il tempo?» Gli rivolgo un’occhiataccia appena mi rendo conto dell’idiozia che ho appena detto mentre lui sussurra un “no” e inizia a ridere da solo. O meglio insieme ad Alex. Che ho fatto per avere due amici così?

«Mi hai chiamata per sapere com’è il tempo?» Mi chiede Charlotte e non capisco se è perplessa o irritata. Penso sia la seconda opzione. «Chi è il genio che ti ha suggerito di chiedermelo?» Sorrido a quella battuta e al suo tono affatto scocciato, ma piuttosto divertito.

«Un imbecille.» Sghignazzo passandomi una mano fra i capelli. «Ad ogni modo come sta-»

«Comunque qui sta piovendo, se ti interessa sul serio.» Dice leggermente contrariata. A me non interessava. Sto per dirglielo, ma lei mi interrompe ancora prima di iniziare a parlare. «Infatti sarei dovuta uscire, ma abbiamo rimandato per colpa di questa maledetta pioggia.» Sorrido a questa notizia e ringrazio mentalmente la nube su Los Angeles.

«Appuntamento galante?» Mi sento chiedere con una punta di gelosia. Sto decisamente perdendo il punto della situazione.

«No, no…» Ride nervosa. «Dovevo uscire con delle amiche.»

«Bene. Per l’altro genere di uscita aspetta me.» Non ci credo che l’ho detto sul serio. Lei ride. Bene. Ho fatto la figura dell’idiota. O del latin lover navigato? Devo ancora decidere.

«D’accordo, farò il sacrificio di aspettarti.» Mi dice ancora divertita, contagiandomi con la sua allegria.

«Ok, allora ti chiamo domani.»

«Uhm… chissà perché penso che non ti sentirò più per un altro bel po’ di giorni?» Mi chiede non troppo ironicamente.

«Avrei dovuto telefonarti prima, ma non hai idea dei casini che ho avuto.» Cerco di spiegarle.

«Se non ti scoccia possiamo fissare adesso.» Mi dice titubante, poi ride come a voler mascherare la cosa.

«Nessun problema!» Dico anche con troppo entusiasmo e mi riporto subito coi piedi per terra. «Se ti va bene vedersi fra due giorni, per me sarebbe perfetto!»

«D’accordo.» Mi risponde facendo allargare il sorriso sul mio volto. «Dove ci troviamo?»

«Possiamo vederci fuori al cinema della premiere, che ne dici?» Propongo.

«Perfetto… alle 18 ti va bene?» Dice lei e credo di poter dire con assoluta certezza che sta sorridendo dal suo tono di voce.

«Assolutamente.» Sorrido fra me e me e aggiungo: «Tranquilla, verrò.»

«Altrimenti ci perdi e basta.» Mi risponde ridendo e dopo avermi salutato riattacca.
Mi rigiro il cellulare di Alex fra le mani con fare trionfante, prima di voltarmi verso di lei.

«Non mi è sembrato tanto difficile.»

«Perché sono un conquistatore nato.» Le rispondo soddisfatto, Tom ride e lei alza gli occhi al cielo, mentre le restituisco il telefono e le passo una mano sopra le spalle. «E adesso raccontami tutte le sconcezze che hai fatto con Tom a mia insaputa.» Lei mi dà una pacca sul braccio e insieme ci avviamo a prendere posto nella sala.

 

***

 

~ Charlotte

 

Trovare qualcosa da mettere è stata la cosa più difficile da fare, ma devo ammettere di essere un minimo soddisfatta.

Jeans, canotta beige svasata e collana lunga piena di pietre colorate. Semplice ma elegante con sopra una giacca di pelle chiara. Il tempo è ancora incerto, stamattina c’era il sole adesso delle nuvole si stanno addensando, ma non credo che pioverà. Almeno spero.

Esco dal mio appartamento e raggiungo a passo svelto – per quanto me lo permettano le mie scarpe col tacco – la prima sosta della metro che trovo. Mentre aspetto il treno mi cade lo sguardo sull’orologio digitale della stazione e sgrano gli occhi.

Oh por…

Ok, stiamo calme. Respira Charlotte, ce la puoi fare.

Cinque minuti all’appuntamento della vita con Chris Evans e tu sei a venti minuti di metro da dove vi dovreste trovare. Ottimo!

Beh lui ha aspettato diversi giorni prima di farsi vivo, quindi cerchiamo di non farci prendere dal panico.

Cerco di tranquillizzarmi con quel pensiero e intanto conto le fermate che mancano alla mia, mentre sento l’agitazione crescere invece di diminuire.

E se arrivo e non c’è?

Quel pensiero mi paralizza per un secondo mentre le porte del veicolo si aprono e trovo la forza di uscire solo grazie allo scossone che ho ricevuto durante la frenata.
Salgo le scale per uscire all’aria aperta e con mio grosso disappunto sento tuonare in lontananza.

Inizio a camminare verso il cinema e lo vedo appoggiato al muro, sta guardando l’orologio da dietro un paio di occhiali scuri. Incrocia le braccia al petto abbozzando un sorriso ed io mi perdo a studiarlo: jeans e camicia bianca con una felpa grigio chiaro sopra. Sembra uscito da What’s your number?.

Accelero il passo nella sua direzione e lo raggiungo sorridendo.

«Ciao! Scusa il ritardo.» Gli dico quando sono abbastanza vicina, lui sorride e –prendendomi totalmente alla sprovvista – mi dà due baci sulle guance.

«Iniziavo a pensare che mi avessi dato buca per vendetta.» Dice mentre io sono ancora in catalessi e sento la pelle bruciare sulle guance. Lui ride nervoso alla sua affermazione ed io torno sulla terra in tempo per rispondergli.

«Mi hanno trattenuta al telefono.» Mento mentre ripenso alla montagna di vestiti scartati che ho lasciato sul letto a casa. Lui annuisce e si passa una mano fra i capelli corti.

«Allora, ti avevo promesso di farti vedere il film.» Dice dondolando sul posto. Ma quant’è adorabile?! «Però è già iniziato lo spettacolo.» Mi guarda severo ed istintivamente mi mordo il labbro inferiore. Lui sghignazza e mi posa una mano sulla spalla. «Ma, si dà il caso che qualcuno fra noi due abbia giocato le giuste carte e sia in possesso della copia digitale della pellicola.»

«Sul serio?» Lo guardo e lui annuisce soddisfatto. «Dobbiamo solo trovare una tv ed un lettore dove guardarlo.» Mi risponde mentre solleva un sopracciglio nella mia direzione.

Oh-Oh.

Resto in silenzio mentre cerco di scacciare il pensiero di me e lui da soli su un divano a non guardare un film.

«Io abito a venti minuti di metro da qui.» Dico facendo spallucce quando invece sto tremando. Lui sorride, in un tacito assenso.

«Se non sbaglio la fermata è di là, vero?» Chris indica la strada alla mia destra ed io annuisco. Dopo pochi minuti sono in una metro piena di gente con Chris Evans, lui continua a tenere gli occhiali per evitare di essere riconosciuto e dato che il vagone è affollato sono a decisamente pochi centimetri dal suo corpo. E l’unica cosa che mi passa per la testa è: Ma come fa a profumare così?

Secondo me fa il bagno nella colonia.

Il treno si ferma ed io sto per cadere sul lurido pavimento della carrozza quando vengo ripresa per i fianchi e finisco con la faccia sul suo petto.

 Sì. Fa decisamente il bagno nel profumo.

«Scusa.» Balbetto incontrando i suoi occhi celesti da dietro le lenti scure.

«Niente.» Chris sorride e continua a tenermi le mani sui fianchi. E le lascia lì anche quando scendiamo dal treno e lo guido fino al mio appartamento.

«Scusa il disordine. Non aspettavo visite.» Lui annuisce mentre lo faccio entrare in casa.

«Mi prendi in giro?» Si volta verso di me e mi fa quasi ridere vederlo lì al centro della stanza, sembra riempirla tutta con la sua presenza. Aggrotto la fronte mentre chiudo la porta e mi tolgo la giacca, lui poggia gli occhiali sulla mensola dove tengo le mie chiavi. «Dove sarebbe il disordine?» In camera da letto, penso, imbarazzata. Faccio un sorriso nervoso e gli indico la tv.

«Fai ciò che devi fare.» Mi sposto verso la cucina. «Dovrei avere dei pop corn
Sto cercando di far rallentare il mio cuore con le mani poggiate sul bancone di cucina quando lui inizia a parlare dal salotto.

«Non ti facevo un tipo da Orgoglio e Pregiudizio.» Sgrano gli occhi. Merda! Devo aver lasciato il dvd nel lettore. «Dov’è la custodia? Ah, no! L’ho trovata!» Lo raggiungo cercando di sembrare calma e non dare peso a questa mini invasione nella mia privacy. Lui è già seduto sul divano, il piede destro sopra il ginocchio sinistro e le braccia sopra lo schienale.

Come fa a essere così? Così... aaah. Basta! Charlie, infila la testa nella ciotola di pop corn e non la tirare fuori mai più.

Chris Evans è seduto sul mio divano.

No, ma, sul serio, non ci posso credere. Devo fargli una fotografia. NON CI CREDO!

«Ti siedi o vuoi vederlo in piedi? Non mordo, tranquilla.»

Ah, per quanto mi riguarda puoi anche farlo, tranquillo tu.

Mi siedo e sistemo strategicamente la ciotola sul divano in mezzo a me e lui, Chris mi scruta sollevando un sopracciglio un sorriso sghembo stampato in volto, dà il via al film mentre afferra la scodella e se la mette sulle gambe.

Maledetto. Allora lo fai apposta.

Mi avvicino a lui prendendo un paio di pop corn e me li porto alla bocca cercando di concentrarmi sul film anche se al momento c’è solo la scritta Marvel e quindi posso benissimo sentire e convogliare tutti i pensieri sul fatto che la sua mano sinistra sta sfiorando la pelle della mia spalla.

«Inizia!» Dico estasiata, battendo le mani. Ho aspettato un sacco per vedere questo film, sono leggermente eccitata. Ok, molto eccitata, ma questo è colpa anche del ragazzo accanto a me. Lo sento sghignazzare mentre io vengo rapita dal film e lo commento di tanto in tanto.

«Ohhh, voglio i capelli come Loki! Guarda che bellezza!» Lui ride di gusto.

«Adesso cadrai nel fascino del cattivo anche tu…»

«Vorrei solo i suoi capelli.» Gli dico senza spostare gli occhi dallo schermo. «Guarda che bella messa in piega.»

«Ore di trucco e quelli non sono tutti capelli suoi…» Sento la sua mano spostarsi fra i miei capelli. «E poi i tuoi non sono mica male.»

Faccio una smorfia e afferro degli altri pop corn, lui gioca con una ciocca di miei capelli ed io continuo  a sforzarmi di guardare il film e non mettermi ad urlare.

«Ah! E adesso?! E Hawkeye non dovrebbe essere buono?» Lo guardo mangiando una manciata di pop corn e lui comincia a ridere. «Sono così buffa?» Gli domando perplessa.

«Sì...» Prende un pop corn e lo tiene un secondo fra i denti prima di sgranocchiarlo. «Ma in senso buono.»

«Esiste anche un senso buono?» Sollevo un sopracciglio mentre lo domando più a me stessa che a lui.

«Guarda il film, va. Fra poco ci sono io.» Mi dice divertito. «Ovviamente è il pezzo migliore di tutto il film.»

«Ovviamente.» Gli dico cercando di risultare ironica, ma sono davvero curiosa di vederlo.

Oh cazzo!

Rimango con il pop corn in mano fermo a metà tragitto fra la ciotola e la bocca. Lo guardo di sottecchi e lui sta guardando la scodella già quasi vuota.

Oddio! Lui è lì ed è anche qui! Cioè, quel culetto di marmo ce l’ho seduto accanto. E’ una cosa assurda! Potrei avere un ictus adesso.

«Sono più bello dal vivo?» Mi chiede mentre sposta lo sguardo su di me e sorride malizioso. Torno immediatamente a guardare lo schermo.

«Uhm... no, meglio come Steve Rogers

«Bugiarda.» Me lo sussurra in un orecchio e mi irrigidisco di botto.

Charlie è il momento di fare qualcosa. Saltagli addosso e fate il miglior sesso della vostra vita.

«Uh guarda!! C’è Tony Stark!» Dico cercando di sembrare euforica, ma so benissimo che la mia voce è uscita stridula ed ho il cuore in gola.

Vigliacca!

Quest’uomo mi farà morire.

 

 

NdA

Ed eccoci qua!

Lo so sono in terribile ritardo, chiedo perdono, da adesso spero di aggiornare con più regolarità. La storia sta prendendo il via e la povera Char morirà d’infarto prima o poi.

Fatemi sapere che ne pensate, è importante il vostro giudizio.

Alla prossima.

Un abbraccio Cos

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Capitolo 3
*** Breaking habits ***




Copyright immagine: Blend Sara; immagini: http://karenld91.tumblr.com/

 

~ Chris

 

Credo di non essermi mai divertito tanto a vedere un film dove recitassi come in questo momento. Charlie si è presa un colpo quando ha fatto la sua prima apparizione Hulk, ha urlato un “Oh cazzo!” che mi ha fatto morire dalle risate.

È assolutamente bella mentre segue la storia assorta, ed è davvero divertente come aveva detto Alex.

Sposto sul pavimento la ciotola ormai vuota e mi sistemo meglio sul divano, lei è completamente assorta nello schermo, la vedo allungare una mano verso di me alla ricerca di ciò che ho appena spostato e sorrido quando le sue dita si posano sull’interno della mia gamba e lei si volta di scatto verso di me.

«Cercavi qualcosa?» Le chiedo sghignazzando.

«Ehm… dove sono i pop corn?» Mi chiede sorpresa arrossendo e, purtroppo, spostando la mano.

«Dipende da che genere di pop corn cerchi...» Lei scoppia a ridere e non posso fare a meno di imitarla. Ha una risata contagiosa ed il resto sembra sparire, resta solo la spensieratezza e l’allegria che porta quel suono.

Dio. Io fino alla fine del film non ci riesco ad arrivare. Non dovrei pensare a questo, visto che finire a letto con Charlie non rientrava esattamente nei miei piani. O forse sì.

«AAAAH! C’è Chris!» Lei batte le mani verso il televisore e sento una fitta di gelosia pungermi. «Oddio quant’è fi…» Si volta verso di me lasciando la frase a metà e schiarendosi la voce, io la guardo divertito.

«Dicevi?» Le chiedo cercando di non sembrare troppo toccato dalla sua affermazione.

«Ehm… Chris è passabile.» Mi dice deglutendo a fatica.

«Continui a mentirmi!» Mi fingo offeso e mi avvicino a lei. «Per punizione non guarderai le prossime scene con lui.»

«E come fares…» Smette di parlare quando le mie mani si posano sui suoi occhi. «Wow… molto maturo.»

«Beh, elimino la concorrenza.» Le dico ridendo, e lei gonfia le guance sotto le mie mani. «Devi guardare solo me!»

«Ma così non vedo proprio niente.» Mi fa notare.

«Immagina.» Le rispondo mentre continuo a tenerle le mani sugli occhi.

«Okay.» Mormora con un sorriso, e poco dopo si morde il labbro inferiore.

Dio se è sexy.

«A che stai pensando, pervertita?» Le chiedo sorpreso e lei scoppia a ridere.

Sposto le mani dai suoi occhi e quelle due grandi pupille scure mi tolgono il fiato. Lei smette di ridere ma il sorriso non abbandona le sue labbra che posa sulle mie per un attimo. Spalanco gli occhi a quel contatto inaspettato mentre lei con tutta calma si sistema nel suo posto e ritorna a guardare lo schermo.

«Oh, no! Come hanno fatto a catturare Loki? Me lo hai fatto perdere!» Mi dice continuando a sorridere ed io so benissimo che la sto fissando, ma non posso farne a meno.

«Vuoi sul serio guardare ancora il film?» Mi sento chiederle e lei annuisce senza staccare gli occhi dallo schermo. «Beh…» Mi avvicino e poggio il mento sulla sua spalla. «Io no…» Mi avvicino ancora un po’ e poso le labbra sulla pelle della sua nuca e lei mugola contrariata. «Se volevi vedere il film non dovevi stuzzicarmi!» Le dico tornando al mio posto ed incrociando le braccia al petto.

«Adesso il film.» Mi dice sorridendomi e avvicinandosi.

«Dopo?» Le chiedo sollevando un sopracciglio.

«Vediamo.» Risponde, e si raggomitola accanto a me. Le passo una mano dietro le spalle.

«Ok.» Borbotto mentre lei torna a guardare il film. Dopo neanche cinque minuti ho già spostato la mia mano dalla sua spalla al suo fianco e sto giocando col pollice col bordo della canottiera che porta.

«È la parte migliore… smettila subito!» Mugola senza guardarmi e con un tono che non ammette  repliche. Sbuffo in maniera vistosa, non tolgo la mano ma smetto di provocarla.

Il problema è che questo film l’ho già visto due volte e lei mi distrae. Sto per soffiarle fra i capelli quando lei scoppia a ridere per la scena fra Tom e Robert.

«Avete un Hulk?» Mi chiede ancora ridendo. Annuisco col volto fra i suoi capelli. Che buon odore che hanno.

Cerco di capire quanto manca alla fine del film e mi sembra sempre troppo, sta diventando una tortura stare qui accanto a lei che invece è con la testa dentro lo schermo. Se voleva continuare a guardare il film poteva evitare di darmi quel bacio che per quanto innocente è stato un colpo basso alle mie voglie.

Osservo il suo profilo, quei lineamenti dolci del volto e ho una voglia assurda di baciarla e di farla mia proprio qui su questo divano, ma non voglio passare per quello che pensa solo a quello... e poi lei vuole vedere il film, quindi devo resistere.

Sopravvivere a questo tormento, l’obiettivo è questo.

«Ce la farà, vero?» Mi domanda lei e aggrotto la fronte. Ero talmente perso nei miei pensieri che mi ci vuole un attimo per capire che sta parlando del film. Si è portata una mano alla bocca e guarda lo schermo impaurita mentre Tony cade giù dopo che la Vedova ha chiuso il portale di Loki.

È tenera e terribilmente… eccitante. Non riesco a pensare ad altro.

Mi mordo le labbra per scacciare quel pensiero. Come se non fosse il mio chiodo fisso da quando l’ho vista la prima volta.

«Guarda il film…» Lo dico più a me che a lei. «Così lo scopri…» Ed io calmo i miei ardori.

Hulk urla, Tony si risveglia e lei ride di gusto. Ride e non riesce a fermarsi, si tiene la pancia con le mani. Ha le lacrime agli occhi e a me sembra la cosa più bella che ho visto da giorni. Adoro il modo in cui i capelli le ricadono sul volto mentre in preda alle risate si ripiega su se stessa, non posso fare a meno di abbracciarla e portarla a ridere sul mio petto. Avevo bisogno di questo contatto e se ero riuscito a calmarmi guardando gli ultimi dieci minuti del film adesso sono di nuovo su di giri. Sento le sue risa diminuire e le prendo il volto fra le mani.

Anche i suoi occhi ridono e io non posso resistere oltre, do una rapida occhiata allo schermo dove iniziano i titoli di coda e abbozzo un sorriso mentre torno a guardarla.

«È finito.» Le dico a fior di labbra. Poi mi allontano. Adesso tocca a me torturarla un po’. «Ti è piaciuto?» Le domando tranquillo e lei sbatte le palpebre un paio di volte, sorpresa; poi si riprende e mi guarda pensierosa.

«Sì.» Si porta una ciocca di capelli dietro l’orecchio. «È un bel film.»

«Sono contento che ti sia piaciuto.» Mi avvicino a lei e parlo sottovoce. «È il mio scopo piacere e dare piacere.» Lei ride alla mia affermazione e mi risponde sempre sottovoce.

«Sì, ma a me non hai dato piacere.»

«Non ancora.» Affermo pronto e le rubo un bacio a fior di labbra.

Ed è a quello che avrei voluto limitarmi, ma quella superficie morbida è come una calamita che mi attira di nuovo. Le mie braccia si chiudono intorno alla sua vita mentre le nostre labbra si incontrano nuovamente. Sento le dita delle sue mani muoversi lungo la mia nuca quando percorro con la lingua il contorno della sua bocca prima che lei la catturi con la sua.

Muovo le mani lungo la sua schiena e lei incrocia le gambe intorno ai miei fianchi mentre continuo a baciarla scendendo lungo il collo e spostandomi sull’incavo della spalla dove la mordicchio.

«Avevi detto che non mordevi.» Sussurra al mio orecchio e mi ritrovo a ridere mentre gioco con la chiusura del reggiseno sotto la sua canottiera.

«Se vuoi non lo faccio più.» Le dico mentre esulto mentalmente per essere riuscito nella personale missione di liberare i gancetti della chiusura del reggipetto. Lei scuote la testa mentre mi morde il lobo dell’orecchio e sorrido mentre risalgo dalle sue spalle al suo orecchio con la bocca. «C’è un posto dove possiamo stare più comodi?» Le chiedo cercando di tenere ferme le mani per almeno un secondo, ma sembra una missione impossibile. Lei parla contro le mie labbra.

«C’è il letto di là.» Torna a baciarmi e mi costringo a fermarmi di nuovo, lego le mie dita a quelle di lei e capisce. Si alza dal divano e sempre tenendomi per mano mi conduce verso la sua stanza, ha appena aperto la porta quando riprende a baciarmi. Cavolo, non pensavo di averle già fatto quest’effe-

Smetto di baciarla quando scorgo il letto dietro di lei e comincio a ridere.

«Il disordine di cui parlavi prima è tutto concentrato qui?» Charlie mi guarda torva, si porta le mani dietro la schiena riallacciando il reggiseno. E a me che era servito diverso tempo per aprirlo…

Incrocia le braccia al petto.

«Prendi pure in giro… volevo solo essere carina.» Mi dice mentre io guardo un paio di magliette che sono poggiate sul letto e poi torno ad osservare lei sorridendo.

«Non ti servono i vestiti per esserlo…» Le afferro una mano avvicinandola a me e la faccio sdraiare vicino alla montagna di abiti che si trova sul suo letto.

«Come fai a dirlo…» Mi domanda mentre le sto baciando il collo. «Non mi hai ancora visto nuda.» Sollevo leggermente lo sguardo su di lei e mi passo la lingua sul labbro superiore.

«A questo si può rimediare…» Mormoro poco prima di tornare a baciarla mentre muovo le braccia verso il bordo della sua canottiera e la sfilo da sopra la sua testa lasciandola in reggiseno.

«Decisamente meglio.» Le dico, e inizio a baciarla intorno all’ombelico.

«E pensare che ho anche speso quindici dollari per quella canottiera…» La sento borbottare e mi sollevo sfiorando il mio naso contro il suo. «Adesso tocca a te farmi vedere se sei meglio con o senza la maglia…» Mormora spostando la mano sulla mia camicia facendomi sdraiare sul letto e iniziando a sbottonarla dall’alto verso il basso.

È un’agonia. Lenta, dolce e tremendamente sensuale, ma pur sempre un’agonia.

Sposto le mie mani lungo i suoi fianchi lisci o seguendo il bordo dei pantaloni, ma lei continua a giocare con la camicia lentamente senza staccare gli occhi dai miei. Quando finalmente sgancia l’ultimo bottone e rimango a torso nudo si morde il labbro inferiore. «Quasi speravo che fossi un minimo ritoccato sullo schermo…»

Mi tiro su appoggiandomi ai gomiti mentre la guardo perplesso, lei prosegue. «Sono davvero veri tutti questi muscoli?» Abbozzo un sorriso e inizio a baciarla sulla pancia e intorno al petto, mentre riprendo la mia lotta personale con la chiusura del reggiseno. «Aspetta, no fammeli rivedere.» Mi dice spingendomi di nuovo giù sul letto e mi lascio scappare un sospiro, ma sorrido quando mi passa una mano sul petto e sento i brividi.

«Sei proprio come in televisione.» Dice seria ed io sorrido mentre cerco di riprendere le mie attività. «Questo è quasi un colpo basso.» Mi fermo e sollevo il volto verso il suo tenendo il mento in mezzo ai suoi seni.

«Ma tu parli sempre così tanto?» Le chiedo leggermente divertito e lei si morde le labbra.

«Scusa…» Balbetta, e io mi sposto per guardarla negli occhi. «Sono un po’ nervosa.» Sorrido e riprendo a baciarla sul collo. «È che io non ho mai fatto una cosa del genere…»

Mi blocco alla sua confessione e la guardo sbigottito.

«Non l’hai mai fatto?» Non che la cosa sia un fastidio per me, ma mi sorprende che una ragazza così carina non abbia ancora fatto l’amore con nessuno e forse non è proprio così che si immaginava la sua prima volta. Probabilmente dovrei fermarmi, insomma sfruttarla per una notte e via non sarebbe molto giusto dopo questa confessione, no? Che razza di uomo sarei?

«Non l’ho mai fatto con un attore e non l’ho mai fatto con un quasi sconosciuto.» La sua affermazione interrompe i miei pensieri, la osservo arrossire leggermente e torturarsi le mani. «Insomma non è una cosa proprio… da me, ecco.» La faccio scendere dolcemente dalle mie gambe e le prendo le mani fra le mie.

«Non vuoi andare oltre?» Lei mi guarda sorpresa mentre continuo a parlare. «Non sono un maniaco o roba del genere, se non vuoi non facciamo niente, tranquilla.»

«Non ho detto questo.» Sollevo lo sguardo dalle mie mani ai suoi occhi e noto ancora il rossore che continua a imporporarle le gote. «È per spiegarti come mai sono nervosa e per farti capire che io non sono quel tipo di ragazza.» Conclude, facendo spallucce.

«Ok.» Le sorrido e mi avvicino a baciarle le labbra. «Mi fa piacere di essere l’eccezione alla regola.» Lei ricambia il sorriso contro la mia bocca prima di riprendere a baciarmi.
Percorre il mio petto con la bocca mentre io le libero il seno e torno famelico a rapire le sue labbra e la sua lingua. Muovo le mani lungo le sue forme mentre lei fa lo stesso con me e dopo il discorsetto che abbiamo affrontato sembra tutto molto più naturale e anche molto più passionale.

Faccio scivolare via i suoi jeans dopo che lei ha fatto lo stesso con i miei e i nostri corpi aderiscono sotto l’intimo. Penso che la voglio terribilmente mentre lei mordicchia uno dei miei capezzoli. Sposto le mani sul bordo di pizzo dell’ultimo indumento che le è rimasto addosso e lei riprende a parlare.

«Chris…» Mi fermo e mi sento un po’ uno stronzo mentre spero che non abbia cambiato idea ed abbia deciso di fermarmi.

«Sì?» Le chiedo mentre cerco di stare fermo, ma lei non fa altrettanto.

«Hai...? Ehm...» Prova a domandarmi mentre scende sempre più in basso con la mano. Credo di capire a cosa si riferisca. Deglutisco a fatica e annuisco. Non emetto nessun suono, sembra che sia diventato il ritratto del pudore. Io, Chris Evans!

«Nel... portafogli...» Indico la tasca dei jeans che sono finiti insieme alla montagna di vestiti che ci sta intorno e seguo il corpo di Charlie spostarsi per recuperare l'oggetto desiderato.

Idiota, ho fatto davvero la figura dell'idiota.

È che lei mi distrae troppo, non riesco a seguire l'ordine a cui sono abituato e che prevedeva già da un bel po' l'apertura del preservativo. Charlie però non sembra affatto infastidita dalla cosa, ma continua a muoversi in maniera sempre più disinvolta. Se è vero che non ci è abituata... beh, sembra avere davvero un talento naturale. È con questi pensieri in testa che riprendo il controllo della situazione o almeno è quello che spero di riuscire a fare, riprendo a baciarla mentre mi porto sopra di lei, la intravedo sorridere mentre sposto la mia bocca dal suo seno alle sue labbra. Sento la sua mano spostarsi e mi aiuta a scivolare dentro di lei, inizio a sospettare che fra i due sia lei quella ad avere il controllo della situazione, ma la cosa non mi dispiace più di tanto. Mi affonda le unghie nella schiena quando inizio a spingere e la cosa mi fa impazzire. Proprio come il suo fiato corto che si mischia col mio mentre non la smettiamo di baciarci spinti dalla passione; Charlie raggiunge l’apice del piacere poco prima di me, le catturo le labbra con le mie prima di poggiare la testa sull’incavo del suo collo.

La vedo sorridere mentre riprende fiato e mi sembra la cosa più bella che abbia mai visto tanto che non resisto e le bacio la guancia facendola voltare verso di me.

«Ciao eccezione alla regola.» Mi dice mentre strofino il naso contro il suo e non posso fare a meno di sorridere.

«Ciao…» Le dico mentre poso le labbra sulle sue dolcemente. È la prima volta che mi trovo così a mio agio con una ragazza, di solito tendo ad abbandonare il letto o lo fa la ragazza di turno, invece adesso ho la strana sensazione che starei a baciarla senza problemi anche per tutta la sera. Lei si solleva leggermente poggiando la testa sulla mano dopo aver fatto leva sul gomito. «Ti va di restare a cena? Non sono una cuoca professionista, ma ti prometto di non lasciarti a bocca vuota.» Dice sorridendo ed è così carina che rimango in silenzio, frastornato. «Ho detto qualcosa che non va?» Mi chiede preoccupata.

«Affatto.» Le rispondo rubandole un altro bacio. «Posso usare la doccia?» Le chiedo contro le sue labbra.

«Ad una condizione.» Mi allontano leggermente per guardarla negli occhi.

«Ovvero?»

«Che prima la uso io.» Mi risponde e esce dalla stanza lasciandomi lì, sul letto accanto al monte dei suoi vestiti.

 

***

 

~ Charlotte

 

Chris Evans sta facendo la doccia nel mio bagno. Si sta lavando perché abbiamo appena fatto sesso. 

Sto per mettermi ad urlare invece di preparare la cena che gli ho offerto. E che lui ha accettato! Chissà se ha avuto la stessa idea di dessert che ho avuto io...

Oddio sembro una pervertita!

Appoggio con fin troppa enfasi la pentola sui fornelli e inizio a tamburellare le dita sulla superficie piana del bancone di cucina. Come sono finita in questa situazione?! E che cavolo mi è preso per andare a letto con un perfetto sconosciuto?

Ehm è un attore di fama internazionale, come fai a definirlo sconosciuto, di grazia?

Non sconosciuto in quel senso! Adesso penserà che sono una che la dà a tutti...

Sei proprio sicura di volerti fare queste paranoie adesso? Queste sono cose a cui dovevi pensare prima... prima di invitarlo a casa tua, prima di baciarlo e prima di...

«Che stai preparando?»

Bene! Hai deciso di uccidermi? 

Osservo Chris fermo sulla porta di cucina, l'asciugamano grande celeste che gli avevo lasciato in bagno legato in vita, il petto nudo e le mani impegnate a passarsi un asciugamano più piccolo fra i capelli rasati.

Bene, facciamo il bis sul tavolo di cucina? 

No forse meglio non indugiare su certi pensieri se voglio fare la brava ragazza. 

Tu? Brava ragazza? Con questa meraviglia davanti agli occhi?!

«Charlie?» Lo sento dire titubante e sollevo lo sguardo dai suoi pettorali alla sua faccia, lui sghignazza: «A che stavi pensando, malandrina?»

Arrossisco fino alla punta dei capelli e sono convinta che il sangue mi stia ribollendo nelle vene, posso sentire il tipico rumore dei liquidi in ebollizione.

«Ti conviene abbassare il fuoco...» Dice lui indicando i fornelli dietro di me.

Ah. Era l'acqua in pentola che bolliva, non il mio sangue.

«Vado a vestirmi...» Mi dice mentre torna verso la camera. «Sennò non mangiamo più.»
Lo sento ridere di gusto e cerco di concentrarmi sulla pasta che volevo preparare. 

Dopo qualche minuto torna in cucina, stavolta vestito, sta finendo di abbottonarsi la camicia e si ferma senza agganciare gli ultimi bottoni.

Stronzo.

Mi guarda divertito e si avvicina mentre io giro il sugo in padella, appoggia il mento nell'incavo fra il mio collo e la spalla destra cingendomi la vita con le braccia. Se mi giro e lo bacio sarebbe fuori luogo?

Lui si allontana posando una mano sopra la mia che tiene il mestolo.

«Posa questo affare e vai ad asciugarti i capelli.» Mi dice con un tono fra il dolce ed il rimprovero.

«Ma è Maggio, fa caldo!» Mi lamento.

«Nonostante tu sia molto...» Mi guarda sorridendo. «Molto carina anche con i capelli bagnati, non voglio che ti ammali...» Mi prende per le spalle e mi gira verso l'uscita della stanza, per poi spingermi con una mano sul fondoschiena. «Quindi vai ad asciugarti la chioma, che qui ci penso io.» Io lo guardo scettica. «Ho origini italiane, posso cavarmela con una pasta.» Si giustifica, e io scuoto la testa divertita mentre ubbidisco ai suoi voleri e mi chiudo in bagno.

Sono di ritorno poco dopo con i capelli in ordine; lui sta scolando la pasta e canticchia seguendo le note che vengono dal canale musicale su cui è accesa la piccola tv che ho in cucina.

«Ma che brava massaia.» Lo prendo in giro mentre lui è concentrato a condire il pasto, si volta verso di me per un attimo e sorride.

«Sono un uomo pieno di risorse.» Mi dice sghembo e nel frattempo si siede a tavola; io riempio i piatti e mi siedo accanto a lui.

«Buon appetito.» Dice mentre sto infilzando la pasta con la forchetta. «Ho apportato una piccola modifica: ti piacciono le cose piccanti, vero?»

«In che senso?» Gli chiedo mentre porto la forchetta alla bocca e poi capisco che si riferiva al cibo. «Sì, mi piace.»

«Sì, l’avevo intuito…» Mormora fra sé mentre si porta anche lui la forchetta alla bocca. «Insomma che fai nella vita, oltre a cercare di incontrare prestanti attori?»

«Faccio solo questo. Il mio scopo nella vita è sedurli tutti e aprire una mostra con le loro foto mentre dormono dopo aver fatto sesso.» Lui scoppia a ridere nel preciso istante in cui sta bevendo ed inizia a tossire e ridacchiare insieme.

«Menomale che non mi sono addormentato allora.» Dice quando riesce a calmarsi.

«Non ancora.» Rispondo chiudendo le labbra sulla forchetta e lui mi guarda serio per un attimo, poi mi delizia con uno dei suoi mezzi sorrisi corredati di sopracciglio alzato.

«Stai proponendo un bis?»

«Se ce la fai...» Dico facendo spallucce.

«Dopo ti faccio vedere io.» Mi risponde malizioso.

«Dopo?» Chiedo, adottando anche io la tecnica del sopracciglio.

«Non giocare col fuoco…» Replica divertito. «Potresti bruciarti.» Mi dice guardandomi negli occhi e sento un battito venire meno.

Discorso azzeccato per Johnny Storm, penso fra me e me, ma non glielo dico. Non voglio che si senta etichettato nel suo ruolo di attore, anche se solo per stasera, vorrei avere a che fare con Christopher e basta. Non con Chris Evans: l’attore famoso.

Finisco la mia pasta e lo guardo mentre bevo. Lui sta ancora mangiando e solleva lo sguardo sorpreso, mi riscuoto.

«Sono un’infermiera, comunque.» Dico con un sorriso.

«Bello.» Sorride a sua volta. «Adesso so chi sentire se mi farò male.» Scuoto la testa fra l’imbarazzato e il divertito.

«Tu invece che fai…» Incalzo e poi cerco di riprendermi dalla enorme gaffe in cui mi stavo fiondando quando incontro il suo sguardo. «…oltre a sedurre le tue fan?»

«Le fan dei miei colleghi.» Mi corregge e io avvampo, colpevole. «In realtà non seduco le fans, sono loro che seducono me.» Sghignazzo a quell’affermazione e lui si lecca le labbra, portando via una traccia di sugo. «Scherzi a parte, oltre al lavoro faccio poco. Mi piace andare a correre, faccio un po’ di palestra…» Abbassa la voce. «Devo mantenere il mio fisico perfetto, sai.» Sostiene sbruffone, ma non posso dargli torto.

Mi alzo in piedi iniziando a mettere i piatti nel lavastoviglie e lui si alza a sua volta aiutandomi, col risultato che dopo due minuti abbiamo già sistemato tutto.

Chiudo la lavastoviglie e lui poggia le mani sul bancone dietro di me, bloccandomi nell’area compresa fra le sue braccia ed il suo petto. Mi volto ritrovandomi a due centimetri dal suo volto e lui azzera le distanze catturando le mie labbra con le sue con passione, poi sposta le sue mani dal bancone ai miei fianchi.

«Stavo pensando…» Dice in un sussurro contro la mia bocca. «Per il dessert…» Sorrido e interrompo la sua frase sulle mie labbra.

Lui aumenta la presa sui miei fianchi sollevandomi da terra mentre mi aggrappo al suo collo con le mani e alla vita con le gambe. Non si sposta verso la mia camera come pensavo, mi mette a sedere sul tavolo di cucina e riprende a baciarmi lentamente, spostandosi dalla bocca all’orecchio sinistro per scendere lungo il collo. Sento i brividi salirmi dalla schiena e farmi venire la pelle d’oca, poi un nuovo fremito mi prende quando mi spoglia della maglia che indosso. Torna a percorrere sentieri sulla mia pelle con le labbra, con la lingua e con la punta delle dita mentre io cerco invano di liberarlo della camicia. Invano, perché tutte le volte che ci provo si sposta all’indietro impedendomi di sganciare anche un solo bottone. Dopo l’ennesimo tentativo andato a male di spogliarlo decido di parlare.

«Se stai fermo forse potrei…» Cerco di trovare le parole, ma il fatto che stia giocando con uno dei miei seni mi rallenta il fiato e anche il collegamento fra i neuroni. «Potrei…»

Lui risale col naso lungo il mio collo per fermarsi a baciarmi il mento prima di sorridermi e allontanarsi per togliersi la camicia sfilandola dalla testa.

Mi mordo il labbro inferiore e scendo dal tavolo per andare a baciarlo con passione. È stata una mossa sleale da parte sua spogliarsi in quel modo. Raggiungiamo il divano mentre le nostre mani si spostano frenetiche sulle chiusure dei nostri jeans. Stavolta non sono nervosa come prima ed è ancora più spettacolare, mi concentro su di lui, sul suo corpo contro il mio, senza lasciare spazio ai pensieri e ai miei timori. Mi godo il momento e lasciatemelo dire: è un gran bel momento.

 

 

Ciao a tutti.

Ed eccoci qua al terzo capitolo, la storia entra nel vivo. Ehehehehe

Ok, prima di continuare a delirare, grazie a tutti voi che siete arrivati fin quaggiù a leggere, fatemi sapere che ne pensate. È molto molto importante per me saperlo.

Al prossimo capitolo.

Cos

 

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Capitolo 4
*** Goodbye Kiss ***




Copyright immagine: Blend Sara; immagini: http://karenld91.tumblr.com/

 

~ Chris

 

Esco dal bagno sbadigliando e grattandomi la nuca. Mi dirigo verso la camera di Charlotte dove ho lasciato le scarpe. L'idea di andare via non mi entusiasma, sono stato bene con lei e per la prima volta credo di capire il contesto in cui è nata la frase “Il sesso peggiora le situazioni”. Se non fossi andato a letto con Charlie adesso dovrei salutare un'amica con la certezza che potrei rivederla quando mi pare, invece fra pochi minuti ci saluteremo con un ‘ci vediamo’ a cui non crederà nessuno dei due.

Nessuno ha mai detto che devi per forza fare così. Puoi benissimo decidere di rivederla.

Scuoto la testa cercando di zittire la voce nella mia testa e raggiungo la camera da letto, sospiro quando vi entro e la trovo sdraiata sul letto. Sto per afferrare le scarpe abbandonate sul pavimenti quando i miei occhi si fermano su una maglietta ed un paio di pantaloncini posati sul bordo del letto. Li indico con l’indice che muovo a mezz’aria e prima ancora di porre la domanda, Charlie si affretta a spiegare.

«Fuori piove… quelli sono di mio fratello.» Si passa una mano fra i capelli. «Non sei obbligato a restare, era solo per farti sapere che se vuoi evitarti un’altra doccia… puoi rimanere all’asciutto.»

Sposto lo sguardo verso la finestra contro cui picchietta con violenza la pioggia. Torno a guardarla ed è terribilmente dolce mentre gioca nervosamente contro il bordo della sua maglietta del pigiama.

Decido di cogliere la palla al balzo: se resto non dovrò affrontare adesso il saluto.

Sì, ma se resti sarà ancora peggio domani. Hai delle regole chiare e precise.

Sorrido ai suoi occhi che incontrano i miei e mi sfilo la maglia dalla testa mentre mi avvicino agli indumenti che ha preparato per me.

Sei uno stupido Evans, ti sei fatto incantare da quegli occhioni di cerbiatto, domani la farai soffrire più di quello che non avresti fatto adesso.

«Domani…» Inizio senza sapere bene cosa dire.

«Domani sarà tutto come adesso…» Charlie mi interrompe e sorride incerta. «Non mi farò false speranze se passi la notte qui. Resti per la pioggia, è giusto così.»

Non resto solo per la pioggia, vorrei dirlo, ma mi limito a scuotere impercettibilmente la testa mentre mi sgancio il bottone dei jeans. Charlie si alza di scatto dal letto con lo sguardo basso.

«Dove vai?» Le chiedo mentre abbasso i pantaloni al livello delle ginocchia, lei continua a non guardarmi.

«Ti lasciavo la tua privacy…» Dice con un filo di voce ed una mano piazzata davanti agli occhi. Scoppio a ridere di gusto e lei abbassa la mano e mi guarda fra il curioso e l’irritato.

«Mi hai visto più nudo di così, quindi puoi anche restare.» Finisco di sfilarmi i pantaloni e le faccio un occhiolino. «Spettacolo gratuito.»

Lei scuote la testa e noto che arrossisce leggermente, com’è carina!

Christopher smettila di ragionare con il coso che ti penzola fra le gambe ed usa il cervello.

Cerco di mettermi la maglietta che mi ha preparato, ma quando la prendo in mano la soppeso scettico.

«Mi sa che tuo fratello è fatto male...» Lei si volta perplessa verso di me mentre torna a sedersi a gambe incrociate sopra al letto. «I pantaloni mi stanno bene, ma la maglia...» La guardo rigirandomela fra le mani. «Non è un po’ piccola? Tuo fratello è sproporzionato?» Lei si passa una mano fra i capelli e accenna un sorriso.

«La maglia è del mio ex.»

Oh.

Rimango con la bocca schiusa e la maglia tra le mani allibito.

«Pensavi di essere l’unico?» Charlie ridacchia divertita.

«No!» Mi affretto a rispondere in imbarazzo per averla presa in questo modo. «Mi stavo solo chiedendo perché hai ancora la sua roba...» Sfodero tutte le mie qualità recitative e nascondo la mia curiosità dietro uno strato di indifferenza.

«Gliel’avevo regalata e quando ci siamo lasciati me la sono ripresa. Mi piaceva.» Dice facendo spallucce.

«E perché vi siete lasciati?» Mi siedo accanto a lei e le rendo la maglia. Dormirò a petto nudo, tanto non mi stava. E poi non voglio la roba del suo ex. Uno così scemo da lasciarla andare.

Come stai per fare tu deficiente?!

«Non lo amavo.» Risponde piatta e istintivamente le carezzo la schiena con una mano.

«Non ho bisogno di essere consolata.» Si volta sorridendo verso di me. «È stata una mia scelta... insomma gli volevo bene, ma l’attrazione fisica non basta se si vuole portare avanti una storia, no?»

«Affatto.» Scuoto la testa e aggiungo: «Hai perfettamente ragione.» Vedo che abbozza un sorriso e faccio scontrare piano la mia spalla destra con la sua sinistra.

«Bene.» Lei si alza dal letto e mi sorride. «Se hai bisogno di qualcosa, io sono di là...»

«Come, non dormi con me?» Stavolta non nascondo il mio disappunto. Sono anche un po’ sorpreso.

«Pensavo che dormire insieme fosse una cosa troppo intima...» Lo dice con un tono dubbioso e mi guarda di sottecchi ed in effetti non sarebbe molto indicato dormire insieme, ma…

Afferro la sua mano destra e la tiro verso di me, lei si sbilancia troppo e cado all’indietro, con la schiena sul letto e lei sopra di me. Ridiamo e quando i nostri sguardi si incrociano ho voglia di baciarla, e questo...

Questo non va bene! Non farlo!

Mi tiro indietro schiarendomi la voce.

«Puoi dormire con me…» Le dico mentre mi alzo e vado a raggiungere quello che ho deciso sarà il mio lato del letto. «Prometto di fare il bravo.» Aggiungo mettendomi la mano sul cuore.

«Non promettere.» Mi dice seria mentre si avvicina dall’altra parte del letto e si infila sotto le coperte. Io la imito e la sento proseguire: «Potrei non farla io la brava.» Mentre lo dice percorre il mio fianco sinistro con la punta delle dita. Quando faccio per avvicinarmi a lei e baciarla, si allontana.

«Comunque no, meglio dormire.» dice sorridendo e mi dà le spalle.

 Resto per un attimo allibito a fissare la sua schiena poi mi avvicino a lei cingendola da dietro e posando le mie labbra sulla sua nuca.

«Hai promesso di fare il bravo...» mi dice in un lamento non del tutto contrariato.

«Oh, sarò bravo...» le sussurro in un orecchio mentre muovo le mani lungo il suo corpo, lei cerca di girarsi verso di me, ma glielo impedisco annullando del tutto la distanza dai nostri corpi e continuando a baciarla sul collo mentre con le dita risalgo lungo il suo addome e inizio a giocare con i suoi capezzoli. Si muove contro i miei fianchi facendomi impazzire sento le sue mani risalirmi lungo le gambe insieme ai brividi lungo la schiena, le mordo il lobo dell'orecchio quando sale ancora più su. 

«Qui qualcuno è pronto all'azione.» Dice e sono sicuro che sta sorridendo, la faccio voltare verso di me.

«Sempre pronto.» Le dico prima di baciarla con avidità mentre lei muove sapientemente le mani. Mi porto sopra facendo aderire il mio corpo al suo muovendomi lentamente su di lei. Mi costringo a fermarmi per riafferrare il mio portafogli per la terza volta in un solo giorno.

Mi sto dando agli straordinari, penso mentre lei percorre la mia schiena con la bocca ed il mio petto con le mani.

Sto tremando, me ne rendo conto, la lascio fare fino a che non la afferro per i fianchi e la faccio spostare sopra di me. Si muove con mosse lente ma decise, una mano posata sul mio petto ed una sul letto dietro la mia schiena, le mie mani sui suoi fianchi la accompagnano nei movimenti fino a che non finiamo e lei non si appoggia per un attimo contro di me.

Percorro la sua schiena con le mani e lei torna a guardarmi.

«Vedi perché dovevo dormire di là…» Mi dice con ancora il fiato corto.

«Ora che lo so...» Le dico divertito mentre sposto il mento lungo la sua spalla. «Sappi che sarei venuto di là.» Aggiungo serio.  Lo avrei fatto davvero. Lei ride e scuote la testa.

«Della serie se deve essere una notte sola facciamo che duri....» Dice col sorriso sulle labbra.

«Esattamente.» Dico mordicchiandole una spalla. «Quindi fammi riprendere fiato che poi...»

Lei ride e per risposta la stringo di più contro di me, facendola urlare divertita mentre cerca di liberarsi neanche con troppa convinzione dalla mia presa.

 

***

 

~ Charlotte

 

Apro gli occhi e realizzo di essere nel mio letto, nuda. Un braccio di Chris mi cinge i fianchi e fa aderire il suo corpo al mio.

Sì, è nudo anche lui se ve lo state chiedendo. 

Scivolo dalla sua presa e dopo aver afferrato degli indumenti puliti vado in bagno. Mi faccio una doccia che lava via il tepore del sonno e l'odore di Chris dal mio corpo sostituendolo con quello del bagnoschiuma. Rimango sotto il getto dell' acqua più del necessario ripensando alla nottata appena trascorsa e al mezzo pomeriggio che l'ha preceduta. I brividi salgono lungo la schiena al ricordo dei suoi baci e delle sue carezze. Mi riscuoto ed esco dalla doccia avvolgendomi nell'accappatoio.

Mi vesto e torno in camera, lui si rigira fra le lenzuola e punta i suoi occhi dentro i miei. Abbozza un sorriso quando continuo a guardarlo appoggiandomi allo stipite della porta e incrociando le braccia al petto.

«Come fai ad essere in piedi?» Chiede con una voce roca che mi dà i brividi ed accenno un sorriso.

 Ma è sempre così bello quando si sveglia?

«Sono scesa dal letto e mi sono alzata.» Dico semplicemente, lui sbuffa. Si poggia con la schiena contro il materasso e allarga le braccia, riempie il mio letto completamente.

«Sì, ma…» Dice fissando il soffitto e sorridendo fra sé: «Dove hai trovato la forza?!» Chiede portandosi una mano sugli occhi e stropicciandoli.

Sghignazzo e affermo semplicemente: «Sono più atletica di te.» Faccio spallucce e lui mi guarda scettico. «Hai altre spiegazioni?»

Lui solleva un sopracciglio sbarazzino. «Io ho fatto più lavoro di te.» Dice trattenendo una risata e spalanco la bocca fingendomi indignata.

«Rimangiatelo.» Gli dico avvicinandomi al letto e puntandogli l’indice sotto il mento.

«Mai!» Risponde divertito e mi afferra per i fianchi catturando la mie labbra con le sue ed il mio corpo con le braccia. Cerco di allontanarmi dalla sua presa mentre sposta la bocca sul collo e inizia a provare a sfilarmi la maglietta.

«Chris…» Dico cercando di attirare la sua attenzione, invano. «Christopher…» Si ferma quando pronuncio il suo nome per intero e sposta lo sguardo su di me. Mi mordo il labbro inferiore e lo guardo dispiaciuta. «Devo andare a lavoro fra un’ora e mezzo.»

Lui mugola spostando le mani lungo il mio corpo abbandonando il bordo dei pantaloni e risalendo sul tessuto leggero della maglietta. Mi guarda contrariato.

«Mi dispiace…» Aggiungo incerta e lui per risposta sposta le mani sul mio seno, palpandolo. Scuoto la testa fra il divertito e l’esasperato e decido di alzarmi dal letto.

«Vuoi qualcosa per colazione?» Gli chiedo mentre mi dirigo verso la cucina.

«Volevo te...» Risponde dalla camera e sento la pelle diventare d’oca. «Ma mi accontenterò di un caffè…»

Sorrido. Mi ha appena sostituita con un caffè. Non so se dovrei ritenermi offesa o meno.

«Ti servirebbe una camomilla.» Dico ad alta voce. «Per calmare i tuoi ardori!»

«E’ colpa tua!» La sua voce è più lontana. Deve essere andato in bagno, infatti sento chiudere una porta.

Preparo il caffè e me ne verso una tazza, lo sto bevendo quando mi raggiunge in cucina, capelli bagnati e sorriso stampato in volto.

«Grazie.» Dice quando afferra la tazza che gli porgo e ne beve un sorso. «Lavori all’ospedale?»

«Sì…» Rispondo piatta e spezzetto un cornetto, nervosa.

Non so cosa dovrei fare. Sappiamo benissimo che tra poco se ne andrà e con altissima probabilità non lo vedrò più. Mi sembra inutile perdersi in convenevoli del genere, siamo grandi abbastanza, no?!

Eppure il silenzio è assordante e non riesco ad impedirmi di chiedergli cosa farà lui.

«Mi godrò un po’ di meritato riposo.» Dice facendo spallucce. «Forse andrò in spiaggia.»

«Non è proprio il tempo adatto per farsi un bagno.» Indicando la finestra alle sue spalle con un gesto della testa, lui accenna un sorriso.

«Non mi ero accorto che pioveva ancora…» Dice sovrappensiero.

Chissà se per un attimo gli è venuto in mente ieri sera ed il mio invito a trattenersi per la notte. Lo osservo mentre guarda fuori dalla finestra e beve il suo caffè.

Avrei voglia di invitarlo a restare e a conoscerci meglio, ma sono troppo codarda ed orgogliosa per dirglielo o ammettere che potrebbe aver significato qualcosa.

Complimenti Charlie, per una volta decidi di fregartene delle convenzioni e di fare la brava ragazza e adesso hai già voglia di rimangiarti tutto.

Appoggio la tazza nel lavandino e mi volto verso di lui, ha appena finito il suo caffè.

«Credo che sia meglio che io vada…» Dice abbassando lo sguardo sulle sue mani.

Sento il cuore perdere un battito.

Lo sapevi! Lo sapevi che lo avrebbe detto! Sapevi che sarebbe successo!

Annuisco e lui è costretto ad alzare la testa per guardarmi incerto.

«Sì…» Dico anche con troppa enfasi. «Sai, devo finire di prepararmi…» Aggiungo cercando di non rendere troppo evidente il disagio che mi sta causando questa situazione.

«D’accordo.» Si alza e afferra la sua felpa che è rimasta appallottolata sul divano da ieri pomeriggio. Lo accompagno alla porta in silenzio, seguendolo a testa bassa e sollevando il volto solo quando raggiunge il pianerottolo.

«Allora ci vediamo…» Dice poco convinto e con un filo di voce, non ce la faccio a guardarlo. Abbasso la testa di nuovo nascondendo il volto dietro i capelli, lui fa un passo verso di me e posa la mano sopra la mia testa, poi inizia a scendere le scale. Sollevo il volto e lo osservo, è sul quarto scalino, le mani in tasca e la fronte aggrottata.

Non resisto.

«Chris!»

Si volta di scatto e risale gli scalini in fretta, afferrando il mio volto fra le mani. La sua lingua attraversa prepotentemente le mie labbra e si intreccia alla mia.

Indietreggio quanto basta per permettergli di entrare in casa e chiudersi la porta dietro le spalle. Mi stringe contro di lui e mi sfila dalla testa la maglietta che indosso con un gesto rapido e sicuro prima di tornare a baciare, leccare e succhiare le mie labbra in un lento tormento. Le sue mani si infilano sotto il reggiseno e iniziano a massaggiarmi il seno, mi lascio scappare un gemito quando sposta la bocca sul collo e le mani dietro la schiena spingendomi di nuovo contro di lui. Inizio a sganciare i bottoni della sua camicia, il suo respiro si fa affannato quando faccio scivolare il cotone dalle sue spalle lentamente mentre con la bocca mi abbasso sul suo capezzolo destro mordendolo. Affonda la testa sul mio collo e spingo le mani più giù fino in al bordo dei pantaloni dove sbottono l’ennesimo bottone e faccio scendere la mano in mezzo alle sue gambe dove tocco tutta la sua voglia.

Ci amiamo di nuovo con passione.

Questa volta sappiamo che sarà l’ultima e ci abbandoniamo completamente l’uno all’altra.

Ci rivestiamo in silenzio ed in fretta, farò sicuramente tardi a lavoro.

Questa assurda situazione finisce sul marciapiede sotto casa mia, con una carezza sul volto ed un bacio sulla fronte da parte sua. L’immagine di questo saluto mi accompagna per tutto il giorno, insieme al suo profumo sulla mia pelle e sui vestiti che riporta alla mente tutto anche quando non vorrei.

 Non vedo l'ora di tornare a casa per cambiarmi e mettere questa roba in lavatrice, incluse le lenzuola del letto.

Eliminare ogni prova olfattiva della sua presenza, sarà questo l'obiettivo.

Devo dimenticarlo più in fretta di quanto non sia entrato nella mia vita. Ricordandomi di non fare mai più una cosa del genere, naturalmente.

Perché non ho pensato prima all'eventualità di starci male?! Mai più sesso di una notte, per quanto bello possa essere... mai più, Charlie, cazzo.

Sospiro per la milionesima volta quando rientro in casa la sera. Resto a fissare il divano in salotto come se potesse apparire di nuovo seduto lì, come quando mi aspettava per vedere il film.

Mi maledico e vado in bagno.

Mi lavo più di una volta con il bagnoschiuma anche se mi rendo fin troppo presto conto che nonostante possa eliminare il suo odore, il suo ricordo rimane. Prendo delle lenzuola pulite e sto per rifare il letto quando trovo i pantaloncini che indossava... me li rigiro fra le mani e decido di abbandonare i miei propositi. Mi distendo sul letto fissando il soffitto.

Nella mia mente si presentano più scenari: io che lo trattengo per la felpa e gli chiedo di rivederci, lui che torna sui suoi passi come aveva fatto sul pianerottolo quando l'avevo richiamato. Io che ammetto che anche non volendo potrebbe aver significato qualcosa e lui che ride di me, della mia stupidità. 

Prendo a pugno il materasso sotto di me, perché con lui era tutto più facile e naturale e adesso che sono da sola sembra tutto così sbagliato?

 

***

 

~ Chris

 

Tiro fuori il cellulare dalla tasca dei pantaloni e rispondo tenendo ancora gli occhi chiusi. «Pronto?»

«Ehi!» La voce di Alexis è squillante, al contrario della mia che sembra quella di un cavernicolo. «Stavi già dormendo?» Mi chiede cogliendo nel segno, mugolo in segno di assenso. «Ma sono appena le nove!» Dice sorpresa e senza pensare minimamente di scusarsi. Mi passo una mano sugli occhi e trattengo uno sbadiglio.

«Mi sono addormentato davanti alla tv.» Le dico mettendomi a sedere sul mio divano e spegnendo il televisore. «Che vuoi?»

 «Come sarebbe a dire che voglio?!» Mi dice con fare offeso. «Non posso chiamarti solo per fare due chiacchiere?»

«Ne dubito, non è da te.» Rispondo mentre mi alzo e mi dirigo verso la mia camera da letto. «Sputa il rospo che vuoi?» Lei sbuffa e poi si rassegna.

«Com'è andata ieri?»

«Sei un’incredibile ficcanaso!» Le rispondo ridendo.

«Senti chi parla! Daiiii! Dimmelo!» Si lamenta. «Sennò lo chiedo a lei...»

«Fai pure.» Faccio spallucce e porto il cellulare all'altro orecchio. «Credo che vi troverete meglio a parlare fra donne...»

«Ok...» Dice lei tranquilla e mi stupisco di averla fatta franca così presto. «Se vuoi parlare con un uomo ti passo Tom.»

«No!» Esclamo. «Non voglio parlarne né con te né con Tom!» Le dico sperando che mi lasci la mia privacy. «Perché non vi dilettate in altre attività invece di rompere le scatole me?!»

«È andata così male?» Mi chiede lei con fare dispiaciuto. Mi sta volutamente ignorando? «Eppure è una ragazza così carina...» Sbuffo ed il suo tono diventa accusatorio
«Che le hai fatto?»

«Non le ho fatto niente!» Rispondo esasperato. «È andata bene, ma non ci rivedremo.»

«Questo non ha senso.» Dice lei pensierosa. 

«Ha perfettamente senso invece.» Mi sto alterando.

Ci ho già pensato da solo a tutta questa storia, non ho voglia che qualcun altro mi dica che sto sbagliando.

«Charlie è una ragazza molto dolce oltre che bella e tu sai benissimo che il nostro mondo le persone così le distrugge. Ed io non voglio farle questo.» Alex rimane in silenzio per un po' e poi parla con tutta calma.

«Potresti sempre proteggerla tu...»

Sospiro.

Colpito e affondato Evans.

«Ormai è andata così...»

«Come vi siete lasciati?»

Rifletto sulla sua domanda ripensando al nostro saluto sul marciapiede. 

«Non saprei dire...» Lei sbuffa.

«Sei tu l'esperto in queste situazioni... dovresti saperlo...» Lo dice esasperata, poi aggiunge: «Dimmelo e basta, non ti giudicherò.»

Ci credo poco, ma mi passo di nuovo una mano sulla fronte e parlo con calma.

«L'ho salutata con un bacio sulla fronte...» Lei fa per parlare ma la interrompo. « Prima che tu dica qualunque cosa, lei era d'accordo ad una storia di una notte quindi starà senz'altro meglio di me, adesso.»

«Quanto sei scemo, Chris?» Lo dice con un tono amorevole ed io roteo gli occhi. Ecco che arriva la paternale. «Per le ragazze carine e dolci come me e Charlie» Faccio per dissentire sul fatto che lei sia carina e dolce, ma mi precede «Sono dolce e carina e tu lo sai, non provare a negarlo.» Sorrido alla sua affermazione e torno ad ascoltarla. «Siamo chiaramente ragazze per cui il sesso è sempre qualcosa di significativo, anche se facciamo finta che non sia così...» Rimaniamo in silenzio per qualche secondo, rifletto sulle sue parole e mi sento ancora di più uno schifo. «Non voglio farti sentire peggio o altro... voglio solo dire che se una parte di te vuole chiamarla, fallo.» Sono certo che sta sorridendo dolcemente al telefono.

« D'accordo, mamma.» La prendo in giro. Non ho voglia di continuare questo discorso.

Lei sghignazza dall'altra parte del telefono. «Bravo bambino. Cresci e rendimi orgogliosa.» Dice divertita e mi ritrovo a sorridere a mia volta.

«Io adesso andrei a letto...» Le dico sbadigliando.

«Bene... penso che ci andrò anche io...» La sento parlare sottovoce e scuoto la testa.

«Alexis?» Attiro la sua attenzione.

«Sì?» Mi chiede lei.

«Non voglio un fratellino...» Le dico divertito.

«Preferisci una sorellina?» Mi chiede con fare innocente e scuoto la testa.

«Se la chiamate Christina posso accettarlo.» Sghignazzo fra me e me.

«Scordatelo.»

«Ma Christina Hiddleston suona bene!» Ormai sono in preda alle risate e Alex non mi risponde. «Alex ci sei?» Domando titubante.

«Detesto quando hai ragione.» Borbotta dopo un po'.

«Io ho sempre ragione!» Le rispondo smagliante.

« Buonanotte Christopher.» Mi risponde divertita. «Chiama Charlie, so che vuoi farlo.»

Chiude la telefonata e io rimango di nuovo da solo con i miei pensieri.

 

Chiedo umilmente perdono!!! Sono una scellerata per avervi lasciate in sospeso!!! SCUSATEEEEEEE!!!!!

Ad ogni modo spero che il buon caro Chris ed i suoi attributi pettorali abbiano placato la vostra ira...

Aspetto vostre notizie e giuro solennemente di non avere buone intenzioni. No scherzi a parte.

Prometto di aggiornare presto, stavolta sul serio.

Cos

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Capitolo 5
*** A New Doubt ***



Copyright immagine: Blend Sara; immagini: http://karenld91.tumblr.com/

 

~ Charlotte

 

Quando sento suonare il campanello, vado ad aprire di corsa con un sorriso stampato in volto.

Non è che sono particolarmente contenta ma a quanto pare passata la fase “perché sono andata a letto con Chris Evans?!” sono entrata in quella “sono andata a letto con Chris Evans!” ovvero una sensazione euforica, almeno fino a quando penso alle nostre attività e non al fatto che non le rifarò, o almeno non con lui. Scuoto la testa ritornando nel mio stato euforico e abbraccio mia sorella Valerie. Più piccola di me quattro anni, ancora studentessa universitaria e un terremoto vivente.

«Ciao sorellona!» Mi dice districandosi dall'abbraccio e lanciando la sua cartella sul divano. 

Divano su cui io e Chris... sorrido di nuovo. Dannazione! Mi sposto in cucina scuotendo la testa seguita da mia sorella.

«Allora, come stai?» Le domando mentre si siede a tavola e mangia una patatina fritta dal pacchetto aperto in mezzo al tavolo.

«Bene...» Si alza e inizia ad aprire gli sportelli della mia credenza. 

«Che stai cercando?» Le domando cercando di non darle a vedere il mio fastidio nel suo modo di fare. 

«Non avevi dei popcorn?» Mi domanda con la testa immersa dentro un mobile. 

«Li ho mangiati.» Dico mentre cerco di risultare tranquilla e normale, quando in realtà nella mia mente lampeggia il nome di CHI li ha mangiati con me.

«E con chi?» Valerie si avvicina ghignando con fare malizioso.

«Con nessuno!» Rispondo concentrandomi sulle pizze in forno.

«Sei arrossita e stai sorridendo.» Mi scruta soddisfatta. «Com'è questo nessuno di cui non vuoi parlarmi?»

«Non esiste nessun nessuno!» Spero di essere risultata convincente ma lo sguardo che mi rivolge mi fa capire chiaramente che non è così.

«Sorvolerò...» Fa spallucce poi mi guarda seria «Per ora!»

«Come vuoi.» Taglio corto e apro il forno per estrarre le pizze. «Come vanno gli studi?» Le chiedo per cercare di distrarla dai suoi intenti investigativi. 

«Bene, bene...» Parla mentre scruta la cucina. «Tu piuttosto com'è andata la caccia al canguro due settimane fa?» Sorrido smagliante e lei spalanca la bocca. «Maledetta!! Ce l'hai fatta?! Perché non me lo hai detto subito?!»

«Perché sei tornata ieri dall' Europa...» Le faccio notare e lei sbuffa.

«Queste cose si comunicano subito!» Mi dice seria. «Voglio i dettagli!»

«Uhm… Aspetta…» Vado in camera e afferro il raccoglitore dove ho messo le foto e gli autografi. «Ecco qua.»

«Sei…. Argh!» Val mi strappa di mano l’album e inizia a sfogliarlo. «Cioè…» Gira l’album e mi mostra la foto di me ed Hem. «Guardati! Cioè sprizzi gioia da tutti i pori!» Rigira l’album verso di sé mentre io prendo un sorso d’acqua. Sì, in effetti sprizzavo gioia da tutti i pori. Cerco di recuperare l’adrenalina che l’incontro con Hem mi aveva messo addosso, ma ormai tutto va in secondo piano se penso a…

«Questo è un colpo basso però!» Val interrompe i miei pensieri lanciandomi un’occhiataccia, so già cosa sta guardando. «Cioè, con Christopher! MIO CHRIS!»

Quando sento il suo nome il cuore inizia a battermi nel petto ad un ritmo più elevato.
«Gira pagina…» Le dico facendo finta di niente e lei obbedisce. La mia mente, purtroppo, no e il ricordo di Chris è lì. Bloccato.

«ODDIO! » Poggia l’album e sfila il pezzo di carta con l’autografo di Chris per lei. «Sei la mia sorella preferita!»

«Sono la tua unica sorella.» Le faccio notare quando mi abbraccia. «Raccontami tutto! Devo sapere! Che ti ha detto? Mi vuole sposare?» Spara a raffica mentre si siede a tavola e si rigira il pezzo di carta fra le mani come se fosse la cosa più importante del mondo. Per un attimo penso che forse lo è davvero. Afferro l’album delle foto e passo il polpastrello dell’indice sulla superficie della foto, percorro il profilo di Chris e appena mi rendo conto di quello che ho appena fatto mi blocco.  Per un attimo non so che dire a mia sorella.

Una parte di me muore dalla voglia di raccontarle tutto, ma un’altra parte vuole tenersi un po’ di Chris tutto per sé. Un ricordo privato per renderlo più mio.

Incontro lo sguardo di mia sorella e riordino le idee, inizio a raccontarle della serata dall’incontro con Nick e con Alexis subito dopo. Le racconto della premiere e di quanto fossi elettrizzata, le dico anche dell’incontro con Thomas e Christopher fuori dal cinema, ma sorvolo sul numero e su tutto quello che ne è derivato.

«Wow…» Val si passa una mano fra i capelli estasiata. «Sei la mia eroina in questo momento.» Sorrido imbarazzata al suo sguardo. Mica tanto eroina. «Sei riuscita a realizzare il sogno di incontrare il tuo Chris.» Annuisco anche se sono sicura che stiamo pensando allo stesso Chris, lei continua. «E probabilmente Tom voleva provarci con te.»

«Cosa?» Strabuzzo gli occhi alla sentenza di mia sorella, lei sghignazza.

«Quanto sei tonta!» Mi dice muovendo il dito indice sotto il mio mento. «Lui ti ha chiamata dopo il cinema, anche se ti aveva vista solo sul red carpet insieme a quella fotografa…»

«Ma no…» Scuoto la testa decisa. «Non ci voleva provare con me, ne sono convinta…»

«Tu ti sottovaluti.» Mi dice con tono che non ammette repliche e io smetto di insistere. Mi fa ridere il fatto che è convinta della sua visione totalmente fuori strada, lei se ne accorge.

«Cos’altro mi stai nascondendo?» La guardo dubbiosa. «Stai sorridendo, quindi c’è dell’altro. Che avete fatto tu e Loki

«Niente!» Rispondo sincera e divertita. «Abbiamo solo parlato.»

«Adesso si dice parlare?» Mi chiede con fare malizioso e mi metto a lavare i piatti mentre lei si dirige verso il salotto. La sento buttarsi sul divano e accendere la tv. «È inutile che fai la misteriosa, so di essere sulla strada giusta.»

«Sei totalmente fuori strada invece.» Rispondo ridendo mentre la raggiungo in salotto e mi siedo accanto a lei sul divano. La obbligo a raccontarmi del suo viaggio studio e passiamo il pomeriggio a parlare fra noi, anche se Val non perde occasione per cercare di farmi parlare di me e Hiddles. Ogni volta quasi scoppio a ridere, sono talmente esasperata che vorrei urlarle in faccia la verità solo per farla stare zitta, ma lasciarla scervellare è altrettanto divertente.

«Hiddles o meno, un uomo è stato qui.» Sollevo un sopracciglio e la guardo scettica.

«Quale superpotere hai usato stavolta?» Le chiedo ironica.

«Lo fiuto nell’aria.» Dice con un sorriso divertito ed io le scompiglio i capelli, facendola ridere. «E poi ha lasciato gli occhiali sulla tua mensola.» La indica alle mie spalle e io mi volto di scatto. Sgrano gli occhi mentre lei ride dietro di me.

«Avanti, chi è?» La sua voce mi arriva ovattata, mi focalizzo solo sui suoi occhiali, sul fatto che li ha lasciati qui e che io per educazione come minimo dovrei dirglielo…

Ho un’altra occasione per vederlo.

Vederlo e rendergli quegli affari e farlo sparire di nuovo.

Oppure potrei tenerli io come prova tangibile che non mi sono sognata tutto. Sto ancora rimuginando e guardando gli occhiali quando mia sorella mi tira un calcio. Mi volto verso di lei ancora frastornata dalla scoperta.

«Salve…» Mi dice con un sorriso sarcastico. «Fatto buon viaggio? Di chi sono quegli occhiali?»

«Miei, ti piacciono?» Sorrido a più denti di quanti in realtà dovrei averne, e penso a qualcosa per cambiare argomento.

Valerie mi conosce troppo bene, e mi guarda con un sopracciglio alzato e l'aria di chi non vuole essere presa in giro.

«Charlotte. Di chi sono questi occhiali? Lo conosco? Sarà mica quel dottore che ti piaceva?»

«Ma chi, Mr Darcy?» Faccio una grossa risata pensando al bello e tenebroso pediatra per cui mi ero presa una cotta non gigante, di più, e scuoto la testa. «No, è stato trasferito qualche giorno fa. Non te l'ho detto?»

Valerie fa una faccia sconsolata.

«Nooo! Ma come?! Mr Darcyyy... già vi vedevo sposati, nel suo cottage di millemila ettari... Dio, m'è venuta voglia di rivederlo quel film. Ce l'hai ancora il dvd?»

«Sì, è nel lettor-» Oh cazzo.

Val si avvicina al lettore e io già inizio a pensare a che scusa inventarmi, lei preme il pulsante per far uscire il dvd e osserva il disco sbagliato. Io mi copro il volto con le mani ma sento ugualmente il suo sguardo addosso.

«Charlotte.» Mi dice con un tono serio, apro le dita per osservarla. «Chi ti ha dato il DVD di The Avengers?!»

«Ehm… il proprietario degli occhiali.» Dico con nonchalance cercando di risultare tranquilla «Orgoglio e Pregiudizio è nella colonna dei dvd…» La indico con una mano, Valerie continua a guardarmi con il disco tra le dita.

«Lascia stare quel film e concentrati su questo.» Val mi riporta a guardarla, io deglutisco a vuoto. La vedo pensare freneticamente, quella Perry Mason dei miei stivali. «Il proprietario degli occhiali è riuscito ad avere questo film che è uscito da pochissimo nelle sale…» Aggrotta la fronte studiando la situazione. «Ergo, o è un hacker o è un membro del cast…» Sposta lo sguardo verso di me e mi mordo il labbro inferiore. Ci arriverà, è troppo intelligente, anche se non sembra. «E tu li hai incontrati…» Dice con un sorriso. «Hai due opzioni: o me lo dici tu, o guardo tutte le foto del cast e cerco quei maledetti occhiali, anche se saranno sicuramente sulla testa di Hiddles…»

Per un attimo penso che il cast principale è formato da almeno nove persone, sette se escludiamo le donne, molti di loro sono famosi da molto e scommetto che ci saranno miliardi di foto di loro con occhiali da sole, chissà quanto le ci vorrebbe… di sicuro il tempo necessario per riuscire ad inventare una balla decente e a prova del suo istinto da detective, soprattutto se partirà a cercare da Tom.

Ma è mia sorella, ed io muoio dalla voglia di farla morire d’invidia. No, scherzi a parte, muoio dalla voglia di parlarne con qualcuno e lei è perfetta: non andrebbe certo a raccontare i miei fatti personali a destra e a manca, quindi non sarebbe nemmeno una violazione della privacy di Chris, no?

Prendo un grosso respiro e mi butto.

«Chris…» Dico con un filo di voce e Val abbassa il volto allungando il collo verso di me per sentirmi meglio o proprio sentirmi e basta. Non sono certa che la mia voce sia arrivata a lei. «Il proprietario degli occhiali è Chris.» Ripeto e stavolta lo vedo dalla sua faccia che mi ha sentito.

«Chris?» Domanda seria ed io annuisco. «MA È SPOSATO!»  Sgrano gli occhi e porto le mani avanti scuotendo energeticamente la testa.

«Non quel Chris…» Mi affretto ad aggiungere prima che lei continui ad urlare. Se possibile invece, inizia ad urlare di più.

«TU NON HAI APPENA DETTO QUELLO CHE PENSO!» Parla velocemente e sopra le mie richieste di abbassare la voce. «TU NON SEI STATA A LETTO CON CHRIS EVANS!»

Bene, la privacy di Chris sarebbe appena andata a farsi benedire se non avessi avuto le finestre chiuse, guardo Valerie e lei guarda me col fiato corto.

«Non ho detto che ci sono andata a letto…» Cerco di rimandare l’inevitabile. «Ho detto che gli occhiali sono suoi…»

«Se Evans è stato qui…» Val parla lentamente cercando di mantenere la calma, ma la sua voce diventa sempre più acuta. «Ti ha portato il DVD del film…. tu non l’hai ripagato?»

«Gli ho offerto la cena…» Rispondo vaga, ma mia sorella sbuffa.

«Quante volte lo avete fatto?» Mi dice con un sopracciglio alzato.

«Quante volte vuoi cenare, scusa?» Cerco di ridere, ma non riesco sotto al suo sguardo. «Ehm… non lo so.»

«Così tante?!» Mi dice isterica, poi inaspettatamente sorride smagliante. «Mi hai pensata almeno una volta?» Sono io stavolta a rivolgerle un’occhiata  perplessa. «Mi pareva il minimo visto che è il MIO attore preferito.»

«Ti ho fatto fare l’autografo.» Le dico convinta e lei mi fa una linguaccia e porta le braccia al petto incrociandole.

«Io un misero autografo e tu qualcosa che credo che non sia affatto misero…» Mi dice lanciandomi un’occhiata curiosa in attesa di risposta.

«Non te lo dico…» Replico scuotendo la testa.

«Ok. Non è affatto misero…» Dichiara convinta, poi mi guarda. «Visto che vuoi tenerti i dettagli per te…» Inizia titubante e io attendo la sua richiesta. «Voglio conoscerlo!» Apro bocca per rispondere. «Dai fammelo incontrare non te lo rubo!»

Mi fa gli occhi dolci ed io abbozzo un sorriso e le racconto come ci siamo lasciati. Quando finisco lei sospira poi mi sorride.

«Ma hai gli occhiali!» Dice carica di entusiasmo. «È un segno, devi chiamarlo e dirglielo!» Sorrido al pensiero che potrei farlo sul serio. «Così me lo presenti!»

Le scompiglio i capelli e lei si lamenta, restiamo un altro po’ a parlare poi lei se ne torna a casa ed io vado a lavoro con un nuovo dubbio per la testa: lo chiamo o no?

 

 

Sono imperdonabile lo ammetto. Chiedo umilmente scusa!

Vedrete che prima o  poi riuscirò a postare questa storia con continuità non temete.

Siate fiduciose.

Un abbraccio

Cos

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Capitolo 6
*** What if... ***



Copyright immagine: Blend Sara; immagini: http://karenld91.tumblr.com/

~ Chris

 

Prendo un grosso respiro e busso alla porta che ho davanti. Dall’interno sento dei passi avvicinarsi e del chiacchiericcio. Sorrido alla ragazza che viene ad aprire e lei saltella sul posto.

«Ce l’hai fatta ad arrivare!» Mi dice mentre l’abbraccio ed entro in casa.

«Avevi qualche dubbio?» Le chiedo retoricamente alzando un sopracciglio, lei scuote la testa con un sorriso che le illumina il volto e la rende ancora più bella. La abbraccio di nuovo.

«Sei bellissima!»

«Lo so, grazie!» Mi dice contro la mia spalla e mi bacia una guancia.

«Adesso non fare la superiore…» Le dico divertito. «Frignona.»

Lei mi guarda fingendosi sconvolta e mi tira una pacca sul braccio.

«Ha parlato Mr “piscia a letto”!» Mi fa una pernacchia.

«Non facevo la pipì a letto!» Le dico contrariato e lei ride. «Gli altri? » Le chiedo guardandomi intorno e cercando di cambiare argomento. Lei sorride e indica con un dito il piano di sopra.

«Shana sta provando i vestiti sotto lo sguardo vigile di Scott e mamma.» Annuisco e insieme a mia sorella iniziamo a salire le scale.

«Preferisco il primo vestito che hanno provato, tu che dici Scotty?» Mamma lo guarda mentre sorseggia un po’ di spumante e lui ci riflette su. Quando io e Carly entriamo nella camera entrambi mi sorridono e si alzano dalle sedie su cui erano seduti.

«È arrivato Chris!» Scott lo dice ad alta voce e Shana si affaccia dal bagno dove è chiusa e mi sorride mentre mamma viene ad abbracciarmi.

«Il mio bambino!» Mi lascio coccolare mentre mi stringe al collo, poi saluto mio fratello.

«Fratellone!» Shana mi salta praticamente addosso e io scoppio a ridere. «Sei troppo muscoloso…» Afferma contrariata e io scuoto la testa divertito.

«Tua sorella ha ragione…»

« Era per il personaggio…» Inizio a dire per discolparmi, Scott mi precede.

«Il film è stupendo!» Sorrido compiaciuto e sto per rispondergli, ma mamma ci interrompe subito.

«Non mettetevi a parlare di lavoro.» Ci rimprovera amorevolmente. Sia io che Scott ruotiamo gli occhi. «Christopher vai a provare il vestito…»

«Subito?» Chiedo scontento e lei mi rivolge uno sguardo che non ammette repliche; mi alzo e raggiungo una serie di vestiti messi in fila su uno stand, poi mi giro verso mia madre. «Mamma…» Inizio titubante. «Hai svaligiato un negozio per caso?» Le chiedo leggermente divertito. Scott, Shana e Carly sghignazzano fra loro e mamma mi guarda innocente.

«La mia amica Pam mi ha fatto avere a casa tutti i vestiti che mi piacevano, più i cataloghi se non fossimo soddisfatti…»

Annuisco e torno a guardare i vestiti messi in ordine, li faccio scorrere fino a che non ne trovo uno che mi piace e lo mostro a mio fratello.

«Scotty, tu che dici?» Lui lo osserva con attenzione.

«Potrebbe andare…» Dice non molto convinto.

«A me e Carly piaceva quello nero.» Afferma Shana che mi ha raggiunto e sta muovendo velocemente i completi alla ricerca di quello di cui sta parlando. «Eccolo.» Dice soddisfatta estraendolo dalla fila. Lo guardo con occhio critico, poi sollevo un sopracciglio in direzione di mamma e Scott.

«Oh, insomma, tesoro. Provali!» Mamma parla con un tono fra il tenero e l’esasperato. Mi sono sempre chiesto come faccia. Afferro anche il secondo vestito e inizio a spogliarmi mentre penso a quale provarmi per primo. Opto per la scelta delle mie sorelle e quando finisco di infilarmi la giacca devo ammettere che non è affatto male.

«Tara potrà dire addio a tutte le sue damigelle.» Assicura Carly annuendo e squadrandomi dalla testa ai piedi. Sorrido smagliante al suo occhiolino e giro su me stesso guardando Shana, Scott e mamma, aspettando il loro giudizio.

«Secondo me va bene» Dice Scott. «Non sei più figo di me, quindi perfetto.»

Lo guardo torvo e lui ride. «Vedremo chi farà più conquiste.» Gli rispondo con fare saccente.

«Eccoli che ripartono…» Shana scuote la testa. «Com’è che io sono la più piccola, ma mi sembra di essere quella più matura qui?»

«Perché lo sei, tesoro.» Mamma le carezza i capelli mentre Shana gonfia le guance proprio come quando eravamo piccoli. «Può andare.» Aggiunge rivolta a me e sorrido per essermela cavata in così poco tempo. «Sarà bello stare tutti insieme dopo tanto tempo.» Dichiara con un sorriso e gli occhi lucidi, Scott le passa una mano dietro la schiena e io ritorno ai miei vestiti.

Mi sento sempre un po’ in colpa quando mamma se ne esce con queste frasi, so benissimo che siamo tutti grandi e che come me anche mio fratello e le mie sorelle hanno i loro impegni, ma non posso fare a meno di pensare che un po’ sia dovuto al fatto che io sono famoso.

Cerco di allontanare quei pensieri e raggiungo la mia famiglia, passando al ruolo di giudice per i vestiti di Carly e mamma. Finalmente mi godo una giornata immerso nella famiglia e come sempre sto bene e senza pensieri. La famiglia mi permette di essere me stesso e non c’è cosa migliore al mondo.

«Chris ti sei trovato una ragazza?» Shana si siede sulle mie ginocchia e mi stringe le braccia al collo con un sorriso enorme. Siamo seduti sul divano di salotto, mamma e Carly sono in cucina a preparare del tè.

«È l’ora del gossip?» Le chiedo sollevando un sopracciglio.

«Esatto!» Replica rivolgendomi un sorriso a trentadue denti. «Raccontaci un po’ di fatti tuoi.» Scott solleva il volto verso di noi con fare interessato.

«Non c’è molto da raccontare…» Faccio spallucce. «Calma piatta, mi spiace deluderti, sorellina.»

Scott scuote la testa contrariato e Shana sbuffa. Li osservo sospirando, so già cosa stanno per dirmi, aspetto solo che uno dei due si decida a parlare.

«Sono passati sei anni, Chris…» Scott. Ci avrei scommesso.

«Lo so perfettamente…» Dico serio e Shana inizia a passarmi una mano fra i capelli corti. Le è sempre piaciuto muovere le dita contro senso, dalla nuca verso l’alto, quando mi taglio i capelli corti.

«Proprio perché lo sai, non pensi che sia l’ora che ti trovi una ragazza?» Chiede mia sorella minore continuando a giocare con i miei capelli.

«Fosse facile…» Dico con un filo di voce, chiudendo gli occhi.

«Di che parlate?» Chiede Carly rientrando in salotto con un vassoio di biscotti.

«Indovina.» Le dico con fare sofferente. Lei si porta un biscotto alla bocca sorridendo e si siede accanto a me, mamma invece sorseggia il suo tè in silenzio.

«“Sono passati sei anni da quando ti sei lasciato con Jessica, quando ti trovi un’altra ragazza?”» Prova a indovinare Carly divertita e io annuisco. «Ci avrei scommesso…» Dice facendo schioccare le dita e prendendo un altro biscotto dal vassoio. «Ma sul serio…» Aggiunge mentre lo addenta. «Quando ti trovi un’altra ragazza?»

Chiudo gli occhi portandomi una mano alla fronte.

«Mamma….» Dico lamentandomi in cerca di aiuto.

«Non vale chiamare in causa la mamma.» Si intromette Scott. «Lei ti copre perché ti vuole tutto per sé.»

«Questo non è vero.» Afferma mamma guardando Scott. «Voglio solo che si trovi una ragazza con cui sta bene…» Dice sorridendomi. «Finora non ha mai deluso, anche se le cose non sempre sono andate a gonfie vele. Mi fido del suo giudizio.»

Sorrido grato a mia mamma. Mi ha sempre lasciato libero di fare di testa mia, nel bene e nel male e di questo le sarò sempre grato. Se sono l’uomo che sono oggi lo devo principalmente a lei.

«Ma la stai cercando almeno?» Mi chiede Carly con fare gentile e io sospiro, decidendomi a sputare il rospo. Il rospetto. Rospicino.

«In realtà…» Inizio titubante. «Una mia amica si era offerta di trovarla per me.» Scott solleva un sopracciglio poco convinto. «Avrebbe trovato anche una ragazza molto carina…» Sorrido ripensando a Charlie.

«Ma?» Shana mi guarda con fare sospetto, ha smesso di carezzarmi i capelli.

«Ma niente…» Dico scrollando le spalle.

«Fammi capire…» Scott si tira su dalla poltrona su cui è seduto con fare interessato. «Hai conosciuto una ragazza, era carina… ma niente?» Annuisco, ma anche io sono alquanto perplesso di quel riassunto. «Niente-niente o niente-qualcosa-ma-sono-troppo-spaventato-per-ammetterlo?»

«Forse c’è stato qualcosa, ma non posso tornare indietro e quindi meglio non pensarci e basta, no?» Dico dubbioso. Shana mi tira una pacca sulla nuca. «Ahi! Perché lo hai fatto?»

«Ha fatto bene.» Mia mamma parla da dietro la sua tazza di tè bloccando le mie lamentele. «Non ti ho cresciuto così.»

«Ma…» Inizio senza sapere bene neanche cosa dire.

«Nessun ma.» Mi interrompe di nuovo mia madre. «Per un attimo hai sorriso come raramente hai fatto negli ultimi tempi…» Lo dice con un tono serio e amorevole e me ne resto in silenzio. «Per quanto tu possa essere stato ferito ti ho sempre insegnato che bisogna continuare a combattere per la propria felicità. Non smettere di farlo per paura di soffrire ancora…» Dice dolcemente e io mi limito ad annuire. In realtà credo che non sia affatto semplice, non so nemmeno se sono convinto di quello che ho fatto. Charlie è stata un’esperienza davvero bella e non me lo sarei mai immaginato, ma posso davvero dire che fra noi avrebbe potuto funzionare? Scaccio quei pensieri e mi perdo dietro ai discorsi di Scott e Shana, rimettendo via il ricordo di lei in un angolo della mia mente.

 

͠

I’m back, let’s celebrate!!

Ok, scherzi a parte, eccomi di nuovo con un nuovo capitolo, stavolta solo sul caro Chris & family.

La famiglia di Chris è importante, ha un ruolo fondamentale nella sua vita, soprattutto la signora Lisa e quindi volevo omaggiarla con questo capitolo.

Spero di non avervi deluso o fatto aspettare troppo, sto cercando di essere più assidua negli aggiornamenti.

Fatemi sapere che ne pensate.

Un abbraccio

Cos

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Capitolo 7
*** Just a cop out ***



Copyright immagine: Blend Sara; immagini: http://karenld91.tumblr.com/

~ Charlie

 

Il mio telefono squilla insistentemente già da un paio di minuti, chiudo l'acqua della doccia e lo afferro dopo essermi asciugata le mani e l'orecchio.

«Pronto?»

«Ciaoooooo!» Stacco il cellulare dall'orecchio e guardo il numero dando conferma ai miei sospetti.

«Ciao Alexis!» La saluto con un sorriso. «Come stai?»

«Bene, bene.» Mi dice in fretta. «Hai da fare oggi?» Aggrotto la fronte perplessa, ma rispondo alla sua domanda. 

 «No...» Rispondo ancora dubbiosa. «Sei a Los Angeles?»

«Esatto!» Risponde pimpante. «Siamo arrivati ieri sera, ma Tom oggi ha deciso di abbandonarmi...» Lo dice con un tono a metà tra un rimprovero e una dichiarazione divertita. Sento qualcuno dire qualcosa e lei sghignazza. Mi ritrovo a pensare che io di lei non so niente, tolto il fatto che – a quanto pare – sta con un tizio che si chiama Tom.

«Quindi pensavo…» Riprende lei. «Magari Charlie è libera, ci facciamo un pomeriggio fra donne, così ci conosciamo un po’ meglio...»

Lo dice titubante come se avesse paura di un mio rifiuto, io invece sorrido e accetto il suo invito. Fissiamo per l'ora di pranzo in Melrose Avenue, davanti ad Urban Outfitters. Qualcosa mi dice che faremo un po’ di shopping.

 

***

 

Giriamo per negozi e scopro che Alexis è una fotografa freelance, praticamente gestisce il suo lavoro come le pare e piace e che al momento si è presa un po' di ferie. Ha una sorella più grande che ha appena partorito e che è matta per lo shopping.

Lei mi chiede del mio lavoro, della mia famiglia. Ci fermiamo su una panchina nel tardo pomeriggio cariche di buste con acquisti di ogni tipo e le faccio vedere le foto che mi ha scattato alla première. Mentre le guarda afferma che non aveva dubbi che fossero venute bene, lo dice con un sorriso sbruffone e una smorfia per prendersi in giro. Si sofferma a guardare quelle con Chris sorride e scuote la testa impercettibilmente prima di voltarsi verso di me.

«Mi ha detto che è stato bene con te.»

Cosa? Oddio.

«Ah...» Perdo più di un battito mentre lei annuisce e non so veramente cosa dire. Non pensavo che lei e Chris fossero così amici...

Per fortuna è lei a parlare al posto mio. 

«Vi siete risentiti per caso?» Mi chiede interessata.

«No...» Scuoto la testa e inizio a torturarmi le dita. «Non era nei patti, o almeno credo che non lo fosse.» Parlo velocemente senza spostare lo sguardo dalle mie mani. «Avrei voluto, ma non l'ho fatto... anche se forse dovrei, visto che ha lasciato un paio di occhiali a casa mia.»

Alexis interrompe le mie parole. «Ha lasciato degli occhiali da te?» Mi guarda sollevando un sopracciglio e io annuisco incerta, vorrei sapere cos'ha da sorridere.

«Diglielo.»

«Non so se è una buona idea...» Dico con riluttanza. Non voglio che pensi che sia solo un pretesto per risentirlo. 

«Li cercava...» Cosa? Alzo lo sguardo e vedo Alexis che mi sorride smagliante. «Non ti sto dicendo di dirglielo per rivedervi, anche se sono convinta che ne abbiate entrambi voglia, solo che Chris è scemo e tu sei in imbarazzo...» Lo dice portandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio e sorridendo. «Lo dico perché Chris li cercava...» Fa schioccare la lingua sul palato. «Glieli ha regalati suo fratello... ci tiene molto.»

«Se ci tiene allora dovrei dirglielo...» Rifletto tra me e me, lei mi posa una mano sul ginocchio sinistro.

«Brava.» Le sorrido mentre la osservo sollevare una mano e salutare qualcuno alle mie spalle. Deve essere arrivato il suo ragazzo, mi volto e deglutisco a fatica.

«Che ci fa Tom Hiddles...» Mi fermo e mi volto verso Alex che sorride piena di gioia e non gli stacca gli occhi di dosso. «Dimmi che il tuo Tom non è quel Tom.» Le dico e lei scoppia a ridere.

«Non posso...» Mormora leggermente imbarazzata.

 Sbatto più volte le palpebre mentre lui le posa le labbra sulla fronte e lei lo cinge per le gambe. Non so perché, ma mi metto a ridere. Loro mi guardano come se fossi impazzita.

«Scusate, scusate.» Cerco di dire tra le risate. «Dovevo sospettarlo che stavate insieme... alla première mi sei quasi svenuta addosso quando è arrivato...» Affermo annuendo convinta guardando Alexis. Thomas mi sorride e si volta scrutandola con un sorriso sornione.

«Sei quasi svenuta addosso a una povera ragazza solo dopo avermi visto?»

«Non ricordo...» Dice lei aggrottando la fronte mentre lui ride divertito. «Non stavamo insieme allora... forse non era per te.» Aggiunge facendogli una smorfia mentre lui continua a ridere. «Sicuramente non era per te.» Afferma convinta, poi mi guarda in cerca di appoggio. «Vero?»

«Mmm, sai ora che ci penso meglio forse era per Robert...» Mormoro poco convinta cercando di reggerle il gioco, lei abbozza un sorriso imbarazzato a Tom che ha sollevato un sopracciglio e cambia completamente argomento.

«Tom, non pensi anche tu che Charlie debba chiamare Chris?»

«Sì ovviamente.» Afferma lui risoluto sorridendomi. «Se vuole, lo deve fare…»

Li guardo con sospetto. Non mi convincono per niente. Mi stanno spingendo a chiamarlo e la cosa mi puzza.

«Ci penserò.» Borbotto sospettosa.

 Mentre cerco di studiarli, di capire qualcosa su questa voglia di farmi sentire Chris, per un attimo navigo beata nell’idea che lui abbia chiesto a loro di dirmi queste cose, ma la allontano subito. Non mi sembra il tipo da ricorrere a certi sotterfugi, se mi avesse voluta rivedere mi avrebbe richiamata. Non l’ha fatto ergo non mi vuole rivedere.

Tu però lo vuoi rivedere, quindi potresti chiamarlo.

Io lo chiamerò per via degli occhiali, se ci tiene così tanto…

«Noi torneremmo in albergo…» La voce di Alexis mi riporta con la mente sulla panchina dove siamo sedute. Annuisco alzandomi a mia volta.

«È stato bello conoscerti meglio.» Mi dice con un sorriso. «Spero di rivederti presto.»

«Lo spero anche io.» Affermo mentre le do due baci sulle guance.

Li guardo allontanarsi abbracciati prima di prendere le mie buste e tornarmene verso casa. Dopo una camminata di dieci minuti sono nel mio appartamento. Infilo il mio pigiama e inizio a prepararmi la cena; mentre aspetto che il microonde riscaldi la carne lancio uno sguardo di sbieco al telefono.

Chiamalo. Chiamalo e basta.

Afferro il cellulare e scorro la rubrica fino al suo numero, rimango a fissare quelle cifre come mi è capitato spesso e poi decido di inviargli un messaggio.

“Ciao. Ho i tuoi occhiali. Dimmi se vuoi che te li riporti o te li spedisca. Altrimenti li tengo io, non c’è problema.” Invia.

Ok, forse sono stata un po’ troppo acida.

Forse?!

Non sapevo che dirgli. Mi è preso il panico.

Appoggio il telefono sul tavolo e tiro fuori la mia cena dal microonde. Accendo la tv per farmi compagnia mentre ceno e cerco di concentrarmi su una puntata di Grey’s Anatomy che ho già visto, ma non c’è niente di meglio alla tv.

E poi parliamoci chiaro: meglio di Patrick Dempsey e Eric Dane ci sono veramente poche cose.

L’unica pecca è la continua interruzione della puntata per dare spazio alla pubblicità. Non vorrei, ma ogni volta i miei occhi si spostano sul telefono che non si illumina mai. Al terzo intervallo decido di cambiare canale per concentrarmi su altro rispetto al display scuro del mio cellulare.

Destino infame.

Fra tutti i canali e tutte le pubblicità che ci sono, proprio il momento preciso in cui passa la pubblicità della Guess Guilty dovevo beccare?! Sbatto la testa contro il tavolo più per scacciare i ricordi che iniziano a tornarmi alla mente che per altro e rimetto il canale di prima.

#So I cross my heart, and I hope to die, that I'll only stay with you one more night#

La suoneria del cellulare mi fa saltare sulla sedia. Eh, Adam, sapessi quanto sono d’accordo.

Sollevo la testa dal tavolo e guardo il display che si illumina ad intervalli regolari come se fosse un oggetto alieno.

Rispondi!

Lo afferro e lo porto all’orecchio.

«Pronto?»

«Sei antipatica quando scrivi i messaggi.» Mi rimprovera Chris con fare divertito.

«Mi mancava essere presa in giro…» Gli rispondo cercando di risultare sostenuta, quando in realtà il mio cuore batte all’impazzata nel petto. «Anche tu non sei il massimo della simpatia a rispondere così…»

«Ok, ok.» Dice ridendo. «Come stai?»

MALE.

«Sto bene, grazie.» Rispondo con un sorriso isterico, ma questo lui non lo sa. «Tu?»

«Non male…» Dice con un sospiro. Rimaniamo in silenzio, come se non sapessimo cosa dire e probabilmente è proprio così. «Hai i miei occhiali, quindi?»

«Già. Li hai lasciati sulla mensola dell’ingresso…»

«Non me ne ero neanche accorto…» Mormora titubante. «Grazie per avermelo detto…»

COSA?! Non se ne era neanche accorto?!

Mi immagino Alexis che se la ride con fare malefico alle mie spalle e decido che la strozzerò. Sì, la prossima volta che la vedo la strozzerò con le mie mani.

«Charlie ci sei?»

«Eh?» Rispondo a Chris che evidentemente aveva continuato a parlarmi, lui ride.

«A che stavi pensando? Roba piccante?» Mi chiede malizioso e anche se siamo solo al telefono arrossisco fino alla punta dei capelli. «Ti ho detto che non importa che me li spedisci, possiamo vederci se ti va bene…»

«Sì… sì, certo.» Dico cercando di rimanere impassibile. Difficile. «Dove e quando?»

«Sei libera sabato? »

«Sabato? Cioè fra due giorni?» Chiedo per sicurezza. Sto morendo, qualcuno mi aiuti. AIUTO. MUOIO.

«Sì…» Rimango in silenzio cercando di ricordare se sono libera o meno.

«Se non ti va bene, possiamo fare un altro giorno…»

«No, sabato va bene…» Affermo ricordando che sono di turno la mattina e quindi da dopo pranzo sono libera. «Nel pomeriggio sono libera.» Aggiungo per non restare in silenzio.

«Perfetto, ci vediamo verso le tre a Venice Beach?»

«D’accordo.» Dico calma.

Calma un corno stai ballando in mezzo alla stanza!

L’importante è che risulti calma a lui, no?

«Allora ci vediamo sabato pomeriggio, ce ne andiamo a pattinare un po’.» Sento che dice, e smetto di saltare per sgranare gli occhi terrorizzata.

Che pattinare?! Io non so pattinare!

Meglio! Avrai una scusa per stargli attaccata!

L’idea non è male, ma forse dovrei dirglielo.

«Sei d’accordo?» Mi domanda perplesso, probabilmente rimanere in silenzio non è stata la mossa più azzeccata.

«Ehm… sì…» Prendo un grosso respiro. «È che io non so pattinare, ecco.»

Idiota! Adesso cambierà i programmi e potrai dimenticare di attaccarti a quei muscoli come una sirena allo scoglio.

Sì, sirena… come no…

Non era quello il punto!

Chris ride divertito contro il mio orecchio e mi mordo le labbra. Insomma, che ci sarà mai da ridere?! Scommetto che non sono l’unica ventiseienne che non sa pattinare sulla faccia della terra.

«Che problema c’è, ti insegno.» Mormora quando smette di ridere e stavolta è sul mio viso che appare il sorriso. «Ci vediamo sabato allora…»

«D’accordo!» Rispondo piena di adrenalina e riattacco dopo averlo salutato.

 

͠

Sa..sa..prova.
Saaaaaaaaalve.

Ebbene sì sono tornata! Ed eccoci qui con un altro capitolo tutto Charlie’s Pov. Devo ammettere che mi piace come è uscito fuori. C’è il ritorno di Alexis che sarà sempre un pezzo di cuore per me e poi…Poi finalmente si risentono!! Spero che questo capitolo piaccia anche a voi e non temete, dal prossimo avremo un po’ più d’azione.

Fatemi sapere

Cos.

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Capitolo 8
*** Skating ***



Copyright immagine: Blend Sara; immagini: http://karenld91.tumblr.com/

~ Chris

 

Non ci credo.

Io, Christopher Robert Evans, ho un appuntamento.

Sghignazzo fra me e me a quel pensiero mentre mi appoggio al muro dell’edificio dove si noleggiano i pattini e tiro fuori il telefono dalla tasca dei pantaloncini.

Un messaggio.

Oddio, stai a vedere che è Charlie che dice che non viene.

Lo apro con un timore che solitamente non mi appartiene e tiro un sospiro di sollievo quando vedo che è da parte di Scott.

“Allora come sta andando?”

Digito velocemente la risposta.

“Non è arrivata ancora.”

Mio fratello risponde subito.

“Pensi che ti darà buca?”

Scuoto la testa divertito e parlo con il mio telefono.

«Sei sempre molto incoraggiante, fratellino…»

Eppure una parte di me ha davvero quella paura. Altro squillo. Altro messaggio. Solito mittente.

“Perché se lo pensi sei già fregato, piccioncino.”

Elimino il messaggio e non lo degno di risposta.

Io fregato?! Ma quando mai?! Sono solo contento di rivedere una ragazza con cui mi sono trovato bene e con la quale può nascere una bella amicizia.

Annuisco al mio ragionamento e mando mio fratello amorevolmente a quel paese, mentre rimetto il telefono in tasca.

La vedo arrivare, indossa un top bianco e un paio di pantaloncini azzurri. Oddio quant’è sexy.

Sento già la voce di mio fratello nella mia testa che dice “Amicizia, eh?”

Scrollo la testa e mi schiarisco la gola.

«Ciao!» Mi saluta con un sorriso e mi abbraccia di slancio. Resto un attimo frastornato prima di cingerla a mia volta e darle un bacio veloce su una guancia.

«Come stai?» Mi domanda e senza lasciarmi il tempo di rispondere tira fuori i miei occhiali dalla piccola tracolla che le scende lungo un fianco. «Tieni, sennò poi mi dimentico…»

Li afferro e me li aggancio al collo della maglietta, poi mi volto verso di lei e la sorprendo a guardare il punto esatto dove il peso degli occhiali ha abbassato la mia maglia. Sorrido e le passo il braccio destro dietro le spalle mentre ci mettiamo in coda per il noleggio.

«Ti ho beccata!» Dico divertito e vedo che arrossisce.

«Cosa?» Chiede con fare innocente.

«Mi stavi guardando lo scollo… ricordavi i bei momenti? » Le domando divertito e lei volta la testa dalla parte opposta a dove mi trovo io.

«Non sei mica una donna. Alle donne si guarda lo scollo, a voi uomini si guarda altro…» Replica continuando a non guardarmi.

«Ah, sì? E che si guarda?»

Sto per scoppiare a ridere quando lei si volta verso di me con un sopracciglio sollevato.

«La faccia da schiaffi che si ritrovano.» Risponde, posandomi una mano sulla guancia e battendola piano per darmi uno schiaffetto.

«Tzè... vieni, viso d'angelo, vediamo chi ride adesso...» Mi volto verso l’uomo che si trova dentro il baracchino del noleggio.

«Due completi.» Affermo tirando fuori il portafogli e aggiungo: «Per la ragazza qui anche un caschetto, grazie.»

Mi volto verso Charlie che mi sta fulminando con lo sguardo e rido.

«Non voglio che ti faccia male…»

«Me la pagherai.» Bofonchia stringendo lo sguardo.

«Che numeri di scarpe portate?» Chiede l’uomo al bancone mentre ci porge due set di ginocchiere e para gomiti.

Sollevo un sopracciglio verso Charlie dopo aver dato il mio numero e lei risponde al posto mio, l’uomo si allontana di nuovo per andare a prendere i nostri pattini e lei tira fuori il portafogli dalla borsetta.

«Che stai facendo?» Le chiedo contrariato.

«Pago la mia parte, mi pare palese.» Risponde ancora irritata per la storia del casco di protezione.

«Non ci pensare nemmeno, offro io.» Dico risoluto e le racchiudo il portafogli fra le mani.

«Ma no, dai…» Inizia a lamentarsi. Roteo gli occhi e le metto in testa il casco.

«Tieni questo e stai zitta.» Affermo, iniziando a metterle in mano il resto delle protezioni. «Io ti ho invitata, io pago.» Dico risoluto e sorrido all’uomo che poggia sul bancone i quattro rollerblade neri.

«Li noleggio per tutto il pomeriggio.» Spiego all’uomo e sorrido divertito agli occhi sgranati di Charlie. «Ti farò sudare.» Le dico dopo aver pagato e lei mi tira una pacca sull’addome. L’uomo al bancone ci guida allo spogliatoio dove ci affida le chiavi di un armadietto in cui possiamo tenere le scarpe.

«Che puzza!» Afferma Charlie depositando le varie protezioni su una sedia libera.

«Beh, è uno spogliatoio dove la gente si leva le scarpe…» Le rispondo divertito e lei rotea gli occhi nauseata.

«Sei già entrato in modalità maestrino?» Mi chiede e io sghignazzo, annuendo e  iniziando a sfilarmi le scarpe.

Dopo qualche secondo si siede accanto a me e anche lei inizia a slacciare le scarpe da ginnastica per poi mettersi il pattino destro.

«Alt!» Dico mentre finisco di allacciarmi la ginocchiera sinistra. «Prima le ginocchiere, sennò poi come fai a mettertele?» Le domando facendo vedere che non hanno apertura completa, ma solo un sistema per allargare o stringere il diametro della chiusura della protezione. Lei mugugna qualcosa e afferra una ginocchiera, mi metto in ginocchio davanti a lei e controllo che la chiuda per bene mentre afferro il suo pattino ed inizio ad allargarlo.

«Stringi di più…» Le dico con fare esperto.

«Ma più stretto di così fa male!» Borbotta contrariata.

«Alzati in piedi.» Aspetto che mi dia retta e non appena è in piedi alzo lo sguardo su di lei, mentre poso le mani sulla ginocchiera. «Senti che è troppo lenta? Pattinando, scivolerà giù…» Sposto le dita sullo strappo che si trova dietro il ginocchio e stringo la chiusura. «Così va meglio.» Sorrido e la guardo, dal basso.

Solo allora mi accorgo di tenere le mani sulla pelle nuda del suo ginocchio, muovo il pollice sfiorandone la morbidezza appena sopra la chiusura della ginocchiera e lei si mette a sedere di scatto, rischiando quasi di tirarmi una ginocchiata in faccia.

«Ok, capito. Faccio da sola.» Mi dice tutto d’un fiato afferrando il pattino ed iniziando a metterselo. Rimango a fissarla per un attimo, poi torno a sedermi accanto a lei.

 

~ Charlie

 

Se stava cercando di far esplodere le mie ovaie ci è riuscito, ma che cavolo!

Nello spogliatoio non c’era nessuno, dovevate chiudervici dentro, invece ti sei seduta e gli hai quasi tirato una ginocchiata in faccia.

Fortuna che si è spostato in tempo, no?

Resta il fatto che dovevi lasciarlo fare, sarebbe risalito sicuramente con quelle mani e poi…

Quel posto era schifoso e lurido!

Sempre meglio del palo contro cui sbatterai adesso.

«Oh merda!» Lo urlo, aggrappandomi al palo di un lampione e lasciandomi scivolare giù lungo di esso.

«Fai la lap dance?» Rivolgo un’occhiata assassina a Chris, ma al suo sorriso sento lo stomaco attorcigliarsi su se stesso. «Su, ti aiuto.» Mi porge la mano per tirarmi su, io lo guardo scettica.

«Provo ad alzarmi da sola.» Dico cercando di risultare sicura di me.

Stiamo pattinando da una mezz’ora, ma continuo ad essere impacciatissima. Rallento Chris e se non fosse che ogni tanto scoppia a ridere per la mia goffaggine sarei sicura di annoiarlo.

Mi metto in ginocchio e inizio a tirarmi su aggrappandomi al palo. Sì, sto facendo la scimmia ad un palo della luce. Aspetto le risate di Chris, invano.

Quando non so come mi ritrovo in piedi ruoto su me stessa e mi metto di spalle all’asta e guardo il ragazzo di fronte a me, ha la fronte aggrottata e sembra riflettere. Solleva quegli occhi azzurri verso il mio volto e sorride sbarazzino.

«Potresti rifarlo?» Aggrotto la fronte e il suo sorriso aumenta. «Ti prego ritirati su come adesso…» Mi dice posando una mano sulla mia spalla «È stato interessante, vedere quel lato di te…» Dice arricciando le labbra e avrei voglia di tirargli uno schiaffo, se non fosse così maledettamente... Chris!

«Smettila! Già il mio equilibrio è precario, non mettertici anche tu!» Gli dico, riferendomi soprattutto a quello mentale oltre che a quello fisico. Lui per risposta mi guarda per mezzo secondo e poi muove il piede destro dietro la mia gamba facendomi lo sgambetto.

Perdo l’equilibrio, mi sento cadere di nuovo all’indietro e l’unica cosa che riesco a pensare è: “Brutto stronzo, adesso caschi con me!”

Non mi afferro al lampione, mi afferro alla sua maglietta. Per un attimo sembra riuscire ad evitarci una caduta, ma le ruote rendono anche il suo equilibrio instabile e poco dopo me lo ritrovo addosso.

«Ti sei fatta male?» Mi chiede sollevandosi sui gomiti e osservandomi allarmato.

«Ma sei scemo?!» Gli rispondo urlando e lui scorre lo sguardo sul mio corpo per poi tornare a guardarmi sollevato. «No, sul serio! Non fare quella faccia, sei un deficiente!» Lui ride ed io mi acciglio ancora di più. «Smettila! Potevamo farci male davvero!» Esclamo colpendogli il petto irritata.

«Scusa…» Dice con un filo di voce e per un attimo mi sembra sul serio dispiaciuto, poi sorride malizioso e abbassa la voce per parlare al mio orecchio. «Però se mi volevi addosso potevi chiedermelo…»

Non lo ha appena detto, vero?!

Non ha appena insinuato che…

Oddio fa improvvisamente caldo. E smettila di guardarmi così!

Basta, Charlie, agisci! Fa’ qualcosa!

«Veramente sei tu che mi hai fatta cadere, quindi…» Incalzo cercando di risultare seria, ma dubito di riuscirci. «Eri tu che volevi mettermi sotto.» Annuisco sorpresa di quello che ho appena detto.

Quest’uomo tira fuori il peggio di me.

Lui scuote la testa e si alza con un agilità che io me la sogno con questi affari, sto pensando seriamente di levarmeli e lanciarli nell’oceano.

«Vieni su, ti aiuto.» Mi porge la mano e stavolta la accetto. Mi tira su come se fossi un peso piuma e finisco con la faccia contro i suoi pettorali. Lui mi cinge in un abbraccio del tutto inaspettato e muove le mani lungo la mia schiena. «Sicura che non ti faccia male nulla?»

«Forse un po’ il sedere ora che sto in piedi…» Dico pensierosa. Sollevo lo sguardo su di lui, mentre sposto la mano sui glutei massaggiandomeli.

«Potrei massaggiarteli io, ma ho la sensazione che sia meglio di no…» Aggrotta la fronte.

Chi ti ha inculcato quella sensazione, chi?!

Faccio finta di niente e sorrido annuendo, mentre lui mi offre il braccio.

«Non ti farò cadere, promesso.» Dice sollevando una mano. Accetto il suo braccio ed iniziamo a muoverci lentamente. Riusciamo a raggiungere una panchina in riva all’oceano senza che io mi sfracelli a terra, mi siedo e accarezzo il legno verniciato. Sono al sicuro.

Chris si siede accanto a me e guarda l’oceano portando le braccia sullo schienale della panca come aveva fatto a casa mia sul divano. Sorrido a quel ricordo e lui se ne accorge.

«Cosa ridi?» Mi chiede, e io faccio spallucce.

«Niente, pensavo. Sei carino con i pattini.» Mento, anche se in realtà non è una bugia. E anche se in realtà lui è carino con tutto. Carino, poi. Ah ah ah. «Ti manca solo una lunga coda di cavallo bionda e sei pronto per la nuova stagione di Baywatch

«Perché sarei una bella biondona o perché così somiglierei a Hem?» Mi chiede con un sorrisino e io mi sento arrossire. Per un attimo mi perdo nella fantasia di Chris versione bagnino. Affogherei volentieri. Probabilmente nella mia stessa bava.

Stai fantasticando su Hemsworth con Evans seduto accanto a te, te lo voglio dire.

Mi riscuoto a quel pensiero e guardo il Chris che è accanto a me.

«Ovviamente perché saresti una bella bionda.» Gli dico ridendo.

«Oh, è finita la fantasia su Chris?» Arrossisco fino alla punta dei capelli e lui ride posando una mano sul braccio più lontano da lui, stringendomi e portando il mio viso contro la sua spalla. «Lo stavi pensando così intensamente che potevo vederlo correre in costume, proprio qui davanti a noi.» Dice accompagnando le sue parole con un movimento della mano a seguire la costa.

«Beh, togliti la maglia, mettiti il costume e vediamo se mi distrai abbastanza.» Rispondo divertita.

Chris mi allontana leggermente per guardarmi sorpreso. «Questa non me l’aspettavo da te.» Dice sghignazzando.

«Credevi di avere l’esclusiva sulle battute maliziose?» Domando con fare innocente, ma dentro di me urlo di gioia.

Tiè! Prendi e porta a casa!

«Sì!» Ammette tranquillo, poi si volta verso di me passando la lingua sul labbro inferiore. «Vuoi sul serio che mi spogli?» Stringe gli occhi al mio silenzio. «Non ho il costume…»

«Ci manca solo che ti metti a correre nudo per la spiaggia, sai quante fan ti ritrovi addosso?» Gli domando non più così divertita.

«Gelosa?» Mr. Sopracciglio è tornato. Dannazione.

«Certo che no!» Rido isterica alla sua affermazione. «Lo dico per la tua privacy.»

Bugia.

Lui mi guarda scettico e fa per dire qualcosa, ma in quel preciso istante una stangona gli piomba addosso. E non sto esagerando. Si schianta con i pattini proprio addosso a lui.

Ok, magari se si fosse schiantata e avesse perso quella fila di denti bianchissimi e perfetti sarebbe stato meglio.

Ricomincio.

Una stangona mora arriva sfrecciando con i pattini e ancora muovendosi sulle rotelle posa le mani sullo schienale della panchina racchiudendo Chris in quel poco spazio che rimane fra la panchina e le sue tette enormi e rifatte.

«Ma tu sei Chris Evans?» Oddio. La voce da oca esiste davvero.

«A quanto pare…» Risponde Chris e io faccio una smorfia schifata al sorrisino che le rivolge.

«Sono una tua grande fan!» Esclama lei sporgendosi ancora di più.

Se ti avvicini ancora lo soffochi con quelle tette giganti! E poi se sei già dotata –artificialmente – di due galleggianti, cosa ti metti a fare il push up?!

«Ah, davvero?» Dice Chris con un altro sorriso.

Ho voglia di vomitare.

Wow, stai sputando veleno dai canini!

«Sì, sì…» Replica lei allontanandosi e facendo muovere la sua chioma da una spalla all’altra. «Eri un gran bel figo in “The Avengers”.» La mia testa improvvisamente risente della forza di gravità e si abbassa esasperata anch’essa. «Eri…» Fa una risatina. «Sei…»

Chris sorride soddisfatto e io mi domando cosa aspetti a cacciarla via.

Tu vorresti cacciarla via, lui la sta spogliando con lo sguardo.

Se mi alzassi e me ne andassi, se ne accorgerebbe?

Sposto lo sguardo perplesso da lei a lui e per un attimo incrocio il suo sguardo e mi concentro sulla mano che si passa fra i capelli quando torna a guardare la stangona.

Da quand’è che ha tolto la mano dalle mie spalle?!

«Posso chiederti un autografo?»

«Certamente.» Lui si alza dalla panchina e aspetta che lei gli dia uno straccio di foglio su cui scrivere.

«Oh, non ho la penna…» Dice fingendosi sbadata.

Scommetto che l’ha lasciata a casa di proposito.

Addirittura? Non ti sembra di esagerare?

Non sembra a lei di esagerare?

«Possiamo farci una foto, allora?» Chris annuisce cordiale e lei mi guarda stringendo le labbra.

No, non farlo ti prego.

«Potresti fotografarci?» 

Potrei prenderti per i capelli ed affogarti nell’oceano. Sorrido.

«Ma certo.» Afferro il suo telefono, scatto una foto che spero sia sfocata e glielo rendo.

E adesso vattene.

Poi succede una cosa assurda per me. Lei lo abbraccia di slancio, ondeggiano leggermente, ma restano in equilibrio.

«Ciao Chris…»

Christopher! Si chiama Christopher!

La vedo allontanarsi sculettando sui pattini e scuoto la testa esasperata.

«Puoi anche risederti, eh.» Faccio notare a Chris che è rimasto in piedi e la sta guardando. Lui si volta verso di me e si rimette a sedere.

«Anche le mie fan sono bellocce.» Chiudo gli occhi. Non posso credere che lo abbia appena detto. «Quante volte l’hai affogata nella tua mente?»

Lo guardo sorpresa e lui sorride divertito. «Solo una…» Ammetto sottovoce.

«Lo stretto necessario per toglierla di mezzo.» Afferma serio. Non capisco a che gioco stia giocando, lo guardo cercando di studiarlo e lui sorride e in un gesto totalmente inaspettato posa le labbra sulla mia fronte. «Un po’ sei gelosa, allora.»

«No, mi schifa la stupidità…» Dico restando sulle mie e lui sospira.

«Ok, come vuoi.» Fa spallucce. «Torniamo indietro?»

«Io sì, se tu vuoi andare dietro a quella…» Dico con nonchalance mentre in realtà sto pregando con tutto il cuore che resti con me.

«Davvero posso?» Mi chiede serio e io sgrano gli occhi nella sua direzione per un attimo. «Sto scherzando!» Si affretta a dire.

«Vaffanculo.» Gli dico alzandomi e dirigendomi con passo incerto verso il baracchino. Lo sento ridere alle mie spalle.

«Dai non fare così! Lo sai che seduco solo le fan dei miei colleghi.» Mi stuzzica, ma continuo a non dargli corda. Ovviamente mi raggiunge in due secondi, iniziando a pattinare all’indietro per guardarmi in volto. «Per farmi perdonare ti invito a cena, ti va?»

«No.» Rispondo secca e lui si ferma, col risultato che gli sbatto addosso.

«Il rifiuto non era contemplato.» Dice con un sorriso sexy e io distolgo subito lo sguardo dalle sue labbra.

«Invece è quello che hai ricevuto. Guarda un po’.» Cerco di superarlo, ma invano perché blocca ogni mia via di fuga cingendomi con le sue braccia e iniziando a muoversi sui pattini, trascinandomi.

«Non ti mollerò fino a che non mi dirai di sì.»

È una promessa?

«È una minaccia?» Gli domando andando contro ai miei pensieri.

«Una specie.» Dice annuendo sopra la mia testa. La sua barba cattura i miei capelli e la cosa mi fa sorridere. «Domani sera?» Mi chiede e sono grata del fatto che sia alle mie spalle per non dargli la soddisfazione di vedermi sorridere trionfante.

«Controllerò la mia agenda.» Dico dopo un po’ e lui molla la presa prendendo posto al mio fianco e permettendomi di aggrapparmi al suo braccio.

«Va bene, basta che mi mandi un messaggio più simpatico dell’altro.» Dice divertito.

«Che dovrei scrivere? Sentiamo un po’.» Gli chiedo aggrottando la fronte.

«Ciao, miglior sesso della mia vita…» Inizia lui e io scoppio a ridergli in faccia. «Vorresti negare forse?» Mi chiede sollevando un sopracciglio e avvicinando il suo volto al mio.

«Non ricordo…» Dico fingendomi pensierosa. Lui sorride malizioso.

«Ti rinfrescherò la memoria…» Dice prima di sussurrarmi all’orecchio. «L’abbiamo fatto due volte sul tuo divano di salotto e tre volte nel tuo letto.»

«Quattro.»  Dico mordendomi il labbro inferiore.

«Oh, noto che ti ricordi…» Dice allontanandosi e guardandomi sorridente. «Sei prevedibile.»

«Improvvisamente ricordo: ho un impegno domani sera.» Dico piatta.

«Sul serio?» Mi chiede leggermente allarmato e non riesco a non ridere. «Ah, sì?» Sfila il suo braccio dalla mia presa e inizia ad allontanarsi.

«No, Chris! Aspetta!» Inizio a provare ad andargli dietro, ma sono totalmente impedita, lui si volta a guardarmi divertito. «Sei uno stronzo.»

«È quello che fa impazzire le fanciulle!» Dice sicuro di sé, mentre aspetta che lo raggiunga e mi riporge il braccio. «Domani sera.» Incalza di nuovo serio e io faccio per replicare, ma posa una mano sulla mia bocca. «Domani sera sarai mia.» Dice serio e l’unica cosa che riesco a pensare è: ma se io adesso gli bacio le dita della mano sarà inopportuno?

Opto per mordergli la punta del dito indice e rido della sua lamentela.

 

͠

Ed eccoci qui!!!

Lo ammetto, mi sono divertita non tanto, di più a scrivere questo capitolo. Abbiamo passato un bel momento in preda alle risate con Sara, la ragazza a cui Charlotte è ispirata e spero di aver strappato un po’ risate anche a voi.

Grazie a tutti quelli che leggono, recensiscono ed hanno messo la storia fra preferite/seguite/ricordate.

A presto

Cos

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Capitolo 9
*** Taking Decision ***



Copyright immagine: Blend Sara; immagini: http://karenld91.tumblr.com/

Chris

 

Un paio di scarpe col tacco beige, dei leggings chiari che circondano le gambe atletiche ed una maglia azzurra leggera che le ricade delicata attorno alle sue forme in un effetto vedo e non vedo che mi fa impazzire.

 Lei si avvicina con passo sicuro e sento il cuore rimbalzarmi nel petto, passo la lingua sul labbro inferiore cercando di ritrovare la calma.

Non riesco a staccare gli occhi dal suo corpo, dal modo in cui i capelli le ricadono leggermente sotto le spalle, sfiorandole il seno, come il mio sguardo.

« Ciao » Mi saluta con la mano e appena si è avvicina la posa sul mio braccio mentre con le labbra mi sfiora la pelle della guancia destra.

Vuoi rimanere a fissarla come uno stoccafisso tutta la sera o vuoi dire qualcosa?

«Sei bellissima.» Affermo e subito stringo le labbra. Lei arrossisce e abbassa il volto.

«Anche tu sei niente male.» Dice abbozzando un sorriso e scrollo le spalle.

«Entriamo?» Lei annuisce e le apro la porta del locale. Ne approfitto per seguirla e spostare lo sguardo sul suo lato B. Lei si volta e scuote la testa.

«Sei incorreggibile.»

Sollevo le braccia sopra la testa e sorrido sornione.

«Era un peccato non guardare.» Affermo un attimo prima che il cameriere ci raggiunga e ci guidi al nostro tavolo.

«Sarà così tutta la sera?» Mi chiede lei, non appena restiamo solo, guardando distrattamente il menù.

«In che senso?» Le domando e la guardo dritta negli occhi, lei socchiude il menù e sostiene il mio sguardo.

«Continueremo a fare battutine, ci lanceremo sguardi fino a che non finiremo di nuovo a letto insieme?»

«E’ questo quello che vuoi?» Le chiedo e lei scuote la testa.

«Non è questo che intendevo.»

Rimane in silenzio e mi decido a parlare e spiegare i miei pensieri.

«Ti ho invitata perché mi piace stare in tua compagnia e anche se il nostro rapporto è iniziato come una cosa passeggera…» La guardo e capisco dal suo sguardo che non mi sta seguendo.

«Mi piacerebbe continuare a frequentarti… Come amica» Mi affretto ad aggiungere al suo sguardo sorpreso e abbozzo un sorriso. «Se a te va bene.»

Lei resta in silenzio per quello che mi sembra un’ eternità e riapre il menù.

«Che cosa volevi prendere?» Mi domanda dopo aver guardato una pagina da cima a fondo con talmente tanta concentrazione che avevo paura di vederla incenerirsi da un momento all’altro.

«Non saprei…» Dico perplesso.

«Le pizze sembrano buone.» Afferma seguendo con lo sguardo il cameriere che sta servendo il tavolo accanto al nostro. «E ce ne è una che mi piacerebbe provare.»

«D’accordo…» Approvo poco convinto ed afferro il mio menù.

Cerco di concentrarmi sui nomi ed ingredienti delle pizze, ma ogni due secondi devo sollevare lo sguardo su di lei, concentrata a leggere il menù.

Ne osservo gli occhi che scorrono su ogni singola parola della pagina che tiene fra le mani, la sottile ruga che le si forma fra le sopracciglia aggrottate per la concentrazione. Il leggero strato di trucco che le risalta gli occhi da cerbiatta, le labbra che inumidisce con un movimento impercettibile della lingua.

Sento il fuoco risalirmi lungo la schiena e deglutisco a fatica ripensando a quello che le ho appena detto.

Come faccio a desiderarla come amica, se la desidero e basta?!

«Continuerai a fissarmi ancora per molto?» Dice abbozzando un sorriso e puntando gli occhi nei miei.

«Stavo cercando di capire che effetto ti ha fatto quello che ho detto.» Ammetto. «Ma non ci riesco.»

«Beh…» inizia lei allungandosi leggermente sul tavolo. «Sono ancora qui, no?»

Il sorriso che le illumina il volto mentre lo dice, mi rassicura, ma non calma i miei bollenti spiriti.

«Hai deciso cosa ordinare?» Mi chiede e riporto lo sguardo sul menù.

Il cameriere viene a prendere le ordinazioni e ci lascia nuovamente da soli.

«Ho visto Alex pochi giorni fa.» Sollevo lo sguardo su di lei e sorrido.

«Come sta?» Le chiedo mentre spilluzzico una fetta di pane.

«Bene, oserei dire in ottima forma…» Dice con un tono ironico che non riesco a capire.

«Probabilmente stare con Tom, le fa più che bene…» Affermo e stavolta è lei ad aggrottare la fronte. Le spiego brevemente ciò che ha passato durante le riprese di The Avengers.

«Il mondo dello spettacolo è sempre così pieno di scandali?» Mi chiede ridendo e bevendo un sorso di vino. Rimango in silenzio poi mi sospiro.

«A volte lo è…»  Ammetto con un tono molto più triste di quello che vorrei e lei allunga una mano per metterla sopra la mia. «Anche per questo mi piace passare il mio tempo con te…» Aggiungo con un sorriso rigirando la mano sotto la sua e stringendogliela.

«E per cos’altro?» Mi chiede lei con un sorriso malizioso.

Ed è in quel preciso momento che avvengono due cose: La prima è l’arrivo del cameriere con le nostre pizze.

La seconda è la consapevolezza che fra noi due non ci sarà mai un rapporto normale fatto di conversazioni e risate. Il nostro rapporto sarà sempre sul filo del rasoio. Sempre fatto di sguardi e di battute.

«Hai ragione ha un aspetto invitante.» Affermo non appena il cameriere si è allontanato di nuovo, lei rimane interdetta per un secondo poi si dedica alla sua pizza.

 

 

Charlie

 

Afferro il mio bicchiere e bevo l’ennesimo sorso di vino. Non che la serata stia andando male, anzi. Credo di poter dire che conoscendolo è ancora meglio di quello che mi aspettavo, così semplice, ma con quel tocco sbruffone che deriva dalla sicurezza che gli dona il suo lavoro che non guasta e lo rende ancora più affascinante di quello che già è.

«Vacci piano con quello…» Mi ammonisce bevendo a sua volta.

«Senti da che pulpito…» Gli dico ironica e svuoto il bicchiere tornando a riempirlo con fare di sfida.

Lui scuote la testa e mentre poso la bottiglia sul tavolo, ruba il mio bicchiere e lo svuota tutto d’un fiato.

Lo fisso con la bocca spalancata.

«Che fai? Anneghi i dispiaceri nell'alcool?» Gli domando sarcastica e lui si limita a fare spallucce.
«Impedisco che lo faccia tu...»

«Ma io ne ho bisogno! Mi hai chiaramente detto che il sesso con me fa talmente pena, che anche un donnaiolo come te, preferisce essermi solo amico…» Affermo con tono tragico da attrice di teatro cercando di mascherare quanto in realtà quello che mi ha detto prima mi abbia colpita.

Era una cosa di una notte? Ok, lo posso accettare. Lo sapevo prima di fare quello che abbiamo fatto, lo potevo sopportare.

Ma questo no.

Questo proprio non me lo aspettavo. Ad essere del tutto sincera non so cosa credevo sarebbe accaduto stasera...

Ammetto che il pensiero ha vagato più volte verso la possibilità di un'altra notte insieme. Evidentemente mi sono illusa. Perché lui non vuole quello da me.

Conosce già il mio corpo più di quanto sia disposta ad accettare al momento e non è questo che vuole.

«Non è quello che ho detto...» Sussurra interrompendo i miei pensieri. 

«Non è assolutamente quello che ho detto.» Rincara convinto e serio.

Lo guardo scettica pronta a chiedergli delucidazioni, ma l'arrivo del conto mi precede.

Paga lui, proprio come nelle mie fantasie, ma non si alza e mi prende la mano per posarmi le labbra sulle sue.

Abbandona il tavolo percorrendo il tragitto fino all'esterno in silenzio, davanti a me. 
Quasi rimpiango i suoi occhi sul mio sedere.

Proprio non mi capisco. Dovrei essere contenta, in fondo era ciò che volevo, no?

Continuare a vederlo.

Anche se sarà da amici non ho il diritto di lamentarmi...C'è chi pagherebbe oro per stare al mio posto. Io stessa non avrei mai immaginato una cosa del genere, eppure mi sento così...insoddisfatta.

Come una bimba a cui hanno fatto vedere un pacchetto di caramelle, ma ne ha ricevuta solo una.

Sospiro.

Lui si volta verso di me.

«Facciamo due passi?» Domanda con un sorriso, devo declinare.

«Mi dispiace, ma domattina sono di turno, alle sei devo essere in ospedale.»

Il sorriso si affievolisce un po' poi riappare.

«Ti accompagno a casa, allora.»

Annuisco e inizio a camminare al suo fianco, mentre lui mi comunica che girerà un film qui in zona, quindi si tratterrà più a lungo di quel che pensava.

Potremmo rivederci, dice.

E la cosa mi aumenta solo il disagio. 

Inizio a sentirmi fuori posto e vorrei accelerare il passo, se solo non avessi queste scarpe!

«È questa la tua via, vero?» Mi domanda credo più per interrompere il silenzio che per altro. Annuisco e raggiungiamo il mio portone.

«Beh, grazie della cena.»

Dico accennando un sorriso e per risultare il più convincente possibile penso a quando fra cinque minuti mi leverò queste dannate decolté.

«Grazie a te...Di essere rimasta a farmi compagnia anche se avresti voluto strozzarmi...»

Lo guardo senza capire e lui si passa una mano fra i capelli, in imbarazzo forse.

O forse lo immagino, perché lui scuote la testa e, dopo avermi scompigliato i capelli, posa le sue labbra sulla mia fronte.

«Fai sogni d’oro.» Mi dice facendo qualche passo indietro.

Ah Ah Ah. E chi dorme se mi guardi così mentre lo dici?!

Annuisco non troppo convinta e apro il portone di casa, mi volto a guardarlo un’ ultima volta e sorrido.

«A presto, amico.»

Solleva il sopracciglio nella maniera che adoro e poi sorride divertito.

 

Scott

 

Il telefono squilla nella tasca dei pantaloni, lo afferro mentre poso il bicchiere di birra sul bancone, osservo il numero e mi scuso con i miei amici, dirigendomi verso la terrazza del pub dove mi trovo.

«Com'è andata? Se mi stai chiamando a quest'ora deduco male.» Esordisco al telefono.

«Non ho fatto che pensare a lei nuda, Scott.» Mio fratello risponde abbattuto.

«E come mai mi stai chiamando, dunque?» Gli ha dato il benservito…

A volte non riesce a contenersi.

«Perché le ho detto che la voglio come amica. Amica, capisci. Amica è Tara. Non Charlie. Tara. Non Charlie.» Mi trattengo dallo scoppiare a ridere solo per rispetto.

«Chris. Non si dice 'amica'. Si dice 'ragazza'. 'Vuoi essere la mia ragazza?'» Gli dico con un tono fra il divertito ed il maestrino.

«Oh, sìììì!» Risponde lui imitando anche la voce, credo,  di Charlie, cosa che mi fa ridere e rilassare un po'. «Non posso…» Riprende lui «La conosco appena Scotty. Amica è il termine giusto, ma...»

«Ma ti suona meglio amici con benefici.» Lo interrompo.

Lo conosco fin troppo bene.

«Beh, è ovvio che mi suona meglio così!» Dice, sottolineando l’ovvio.

Faccio una pausa. Sono contrario a questa cosa, ma detesto sentirlo così combattuto. Anche se non lo capisce, son sicuro che questa ragazza gli piaccia molto.

«Premetto che non sono d'accordo, ma... lei come l'ha presa questa cosa degli amici?» Rimane in silenzio.

«Non tanto bene.» Dice alla fine.

«Allora....» Aggiungo con un sorriso, che sono contento lui non veda. «Credo che anche lei la pensi come te...»

«Ma non può volere solo quello da me, non è quel tipo di ragazza!» Replica sicuro di sé.

«Notizia dell'ultimo minuto fratellone: Nessuna ragazza è quel tipo di ragazza... Sei tu che le fai diventare così.» Aggiungo divertito, Chris emette una specie di sospiro esasperato più simile a un ringhio e poi sento che mette in moto l'auto.

«Dove te ne vai adesso? Non torni da lei?»

«No…Non torno indietro…» Rimane in silenzio per un po’ poi sospira «Se torno indietro so dove finiremo…» Aggiunge tutto d’un fiato.

«Ed è quello che vorresti.»

«No. Amici. Questo abbiamo pattuito.»

 Gli scoccia ammetterlo. Decido di punzecchiarlo.

«Bene, allora vai a rimorchiare qualche ragazza al solito pub.»

 «Cosa? Ma sei impazzito?» Risponde indignato. «No….Sono stanco…» Aggiunge come a giustificarsi.

«BECCATO!!!» Esulto.

«Non è che mi hai beccato. Sono stanco per quel tipo di attività.» Replica pronto.

«Ok, allora vieni a bere qualcosa con noi.»

«No, credo che andrò a letto.»

«Letto dove starai a pensare a Charlie, alle sue forme, alle sue labbra sulle tue e dove ti maledirai per la decisione presa come stai già facendo.»

«Io…Non sto…Tu… Sei uno stronzo e io con te ci parlo più, ciao. » Risponde innervosito.

«BECCATO DI NUOVO!» Gli dico prima che mi riattacchi in faccia. Scuoto la testa divertito e ritorno dentro al pub.

 

 


Salve Salvino.
Ed eccoci al nuovo capitolo dove vediamo Chris impegnato nella nobile arte del tirarsi la zappa sui piedi da solo.
Abbiamo una new- entry di POV con Scotty. Mi piaceva l’idea di far sfogare Chris e vedere il suo sfogo da una persona esterna dalla coppia.
Se ne avremo ancora è una domanda alla quale non saprei rispondere al momento, quindi fatemi sapere se vi piace.
Come al solito grazie mille per leggere e per recensire.
Grazie davvero di cuore.
Un abbraccio
Cos

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Capitolo 10
*** Friends... ***



Copyright immagine: Blend Sara; immagini: http://karenld91.tumblr.com/

Chris Pov

 

Maledetto Scott.

 Non ho chiuso occhio stanotte per pensare a ciò che ha detto.

Alla possibilità che potesse avere ragione su Charlie e la sua volontà di essere più che amici. L’idea ha continuato a ronzarmi per tutto il giorno, col risultato che non ho memorizzato neanche una parola del copione che avrei dovuto studiare.

Adesso, due miseri giorni dopo la nostra cena, sto parcheggiando sotto casa sua con un sacchetto traboccante di cibo cinese che potrebbe sfamare una famiglia asiatica intera.

È da scemi e immaturi portare del cibo per fare il disinteressato quando in realtà sto solo sondando il terreno, ma devo sapere.

La curiosità è un brutto vizio..

«Ragionare con le parti basse è un brutto vizio.» È questo, quello che mi ha risposto Scott quando gli ho raccontato il mio piano.

Motivo per cui non saprà più nulla di questa storia.

«Non riusciresti neanche a salutarla quella ragazza, senza il mio aiuto…»

Scuoto la testa e apro la portiera prendendo il sacchetto di cibo e suono il campanello.

La porta si apre senza risposta e salgo le scale velocemente, la porta è aperta.

«Cia…» Aggrotto la fronte davanti alla ragazza che mi ha aperto. «Ehm, devo aver sbagliato…» La ragazza che ho di fronte continua a guardarmi senza proferire parola. «Cercavo Charlotte…» Mi guardo intorno sul pianerottolo, devo aver sbagliato anche se ero certo che fosse…

«È a farsi la doccia…» Finalmente la ragazza si riscuote e mi parla, le sorrido annuendo.

«Capisco…»

Silenzio.

Studio la ragazza che ho di fronte, è leggermente pallida, gli occhi verdi sgranati che mi fissano, i capelli biondi sono legati in una coda alta.

«Vuoi entrare?» Mi dice spostandosi per lasciarmi spazio. Annuisco e entro in casa, della musica riempie la casa dallo stereo, mi dirigo verso la cucina dove lascio il sacchetto di cibo.

«Io sono Valerie, sua sorella…» Dice lei incerta.

«Christopher» Affermo con un sorriso.

La sorella.

In effetti si assomigliano un po’…

«Oh, lo so chi sei.» Dice sghignazzando nervosamente.

«L’avevo intuito» Affermo dondolandomi sul posto e incrociando le braccia al petto.

«Grazie dell’autografo.» Dice lei dopo un po’ di silenzio. «Avevo chiesto a Charlie di conoscerti, ma non pensavo te lo avrebbe detto…Mi è quasi preso un infarto…» Afferma grattandosi il braccio sinistro.

«Infatti non l’ha fatto…» Ammetto stringendo le spalle. «Comunque è un piac…»

«Che stronza.» Valerie mi interrompe, sorrido allo sguardo omicida che rivolge in direzione del bagno. «È un piacere anche per me…» Afferma tornando a sorridermi.

«Devo chiamarla e dirle che sei arrivato? Non mi aveva detto che saresti venuto…Pensavo che avremmo pranzato insieme.»

Merda. Ok, manteniamo una facciata.

«Non avevamo fissato…» Affermo cercando di non guardarla negli occhi. «Passavo per caso…»

«Oh, merda…» Cerco di trattenere una risata alla reazione di Valerie. «Morirà se ti vede qui!»

«Dici?» Le domando con un sopracciglio sollevato. Questo è interessante.

«Sì!» Lei annuisce soddisfatta.

«Sarà molto divertente» Ride e la imito. «Poi vi lascerò la vostra intimità.»

Smetto di ridere di colpo.

«Io…noi…non…È solo cibo cinese…»

«Se…» Mi guarda scettica e mi fa segno di stare zitto. L’acqua della doccia si è fermata.

L'acqua della doccia si è fermata.

Valerie ha abbassato il volume della musica e tutto quello che sento adesso è il cuore che mi rimbomba nelle orecchie.

Ho paura della reazione di Charlie. Potrebbe affogarmi con gli spaghetti di soia e farlo sembrare un incidente.

«Val, hai visto la spaz-» La ragazza a cui sto pensando si materializza in cucina coperta da un accappatoio chiuso a malapena, mentre con un asciugamano tra le mani si strofina le punte dei capelli. «-zola» Finisce la parola con un'espressione decisamente sbigottita e si pietrifica sul posto come una statua di cera. Con l'accappatoio che si è allargato sul seno e le sta scoprendo un capezzolo.

Cazzo, Chris. Guardala negli occhi.

«Char, è venuto a trovarti un amico.» Annuncia sorridente Valerie, pronunciando quella fatidica parola che mi fa sgranare gli occhi per il terrore.

 Quando torno a guardare Charlie, vedo che sbatte le palpebre immusonita e, senza dire una parola, fa dietrofront e scompare dalla nostra vista.

«Che è successo tra voi due? Quella non è una reazione normale.» Commenta sorpresa Valerie, guardandomi. 

«Ahm... nulla. Cioè...» Non so nemmeno cosa dire per spiegare la cosa. «Scusa, è tua sorella, non ti ha raccontato nulla?» Alzo un sopracciglio e lei arrossisce di colpo.

«Beh, sì, mi ha raccontato della... ehm... del... vostro primo appuntamento...» Arrossisce ancora di più e io schiudo le labbra, prevedendo il peggio. Lei si riscuote e agita una mano: «Sommariamente, sia chiaro. Del resto però non so nulla.»

«Mmmh... d'accordo, allora mi sa che lo scopriremo insieme. Se non torna con un machete e mi fa fuori prima.» Mormoro, con una smorfia.

Valerie mi dà una pacca sulla spalla. «Ti proteggo io.»

Ridacchio al suo tentativo di rassicurarmi e resto col sorriso, pensando che sono proprio due sorelle adorabili.

«Val!» La voce di Charlie ci fa sobbalzare entrambi e la bionda mi guarda accennando un sorriso imbarazzato e raggiunge sua sorella in camera.

Solo.

 Sono solo e leggermente nel panico.

Passo lo sguardo per la stanza, fino a che non viene catturato da una foto che sta posata su un tavolino poco distante dalla porta d’ingresso.

Sono Valerie e Charlotte, quest’ultima avrà circa sei anni, mentre Valerie due o tre, e stanno stringendo un cagnolino. Un cucciolo di beagle che sta leccando la faccia a Charlie mentre scodinzola felice.

Sorrido a quella foto adorabile, era assolutamente bella anche da bambina. Con quel sorriso che adesso mi fa impazzire è identico a quello della piccola che sto guardando.

« Quello è Richard… »

Mi giro guardando Charlotte, si è vestita.

Disappunto. Anche se era una cosa logica.

Indossa una magliettina blu e un paio di shorts beige, il che permette ai miei occhi di percorrere le sue gambe…

Riporta su gli occhi, coglione.

«Io preferivo chiamarlo spruzzetto.» Afferma Valerie ridendo dietro la spalla di Charlie, lei scuote la testa divertita.

«È una bella foto.» Ammetto rimettendola a posto.

«Già…» Annuisce Charlotte. «Ci tengo molto.» Aggiunge mentre si dirige verso la cucina. «Cinese?» La sua voce è dubbiosa quando io e Valerie la raggiungiamo nella stanza. «Come mai hai portato così tanto cibo?» Mi chiede osservando la busta e sorridendo.

Mi rilasso al suo sorriso e la raggiungo iniziando a tirare fuori tutte le varie porzioni.

«Ho preso una porzione di tutto quello che c’era nel menù…» Affermo posando un sacchetto sul tavolo. «Non avevo idea di cosa ti potesse piacere…»

«Non ti è passato per la mente, tutto tranne il cinese?» Mi domanda Valerie appoggiandosi sullo stipite della porta ed incrociando le braccia al petto.

«Sul serio?» Chiedo a Charlotte dopo aver guardato per un attimo Valerie.

Non aspetto risposta e inizio a rimettere le portate nella busta. «Sono un idiota.»

«Sì, soprattutto se stai ad ascoltarla…» Afferma Charlie fermando le mie mani e sorridendo «Mi piace il cinese.»

Sorrido tirando un sospiro di sollievo e stringo impercettibilmente le mie dita attorno alle sue, ma lei si allontana subito dal contatto.

Aggrotto la fronte forse non dovevo dare ascolto a Scott.

 


Hola!
Ed eccoci qua. Lo so. È un capitolo corto, ma devo farvi soffrire un po’ *lato sadico mode: on*
Ma sono di nuovo insieme, no?!?! E c’è Valerie… xD
Ok, sinceramente non so che diamine aggiungere. Spero vi piaccia.
Un abbraccio
Cos

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Capitolo 11
*** ...With Benefits ***



Copyright immagine: Blend Sara; immagini: http://karenld91.tumblr.com/

Charlotte

 

Sono combattuta. Desidero tanto sapere che cosa è passato a fare Chris, quindi vorrei che Val se ne andasse, ma non voglio rimanere da sola con Chris, perché lui mi vuole solo come amica ed io, invece, non posso fare a meno di guardare quella maglia verde scuro che non solo fa risaltare i suoi occhi in un modo incantevole, ma scolpisce i suoi pettorali in una maniera illegale.

Illegale!

Porto alla bocca un involtino primavera e decido di staccare lo sguardo dai suoi muscoli, lui è concentrato a mangiare quella sottospecie di spaghetti in zuppa, lottando contro le bacchette in una maniera che sta facendo morire dal ridere Val.

«Vuoi una forchetta?» Gli domando osservando perplessa il groviglio di pasta che ha attorcigliato fra le bacchette.

«No, è troppo divertente!» Val mi minaccia con le sue bacchette in cui è incastrato perfettamente un calamaro fritto «Ti proibisco di dargli posate occidentali!» Continua non curandosi dello sguardo perplesso che le rivolge Chris.

Il ragazzo non perde tempo e mentre lei continua a parlarmi, le ruba - con la bocca, ovviamente -  il calamaro dalle bacchette.

«Buono.» Afferma con ancora la bocca piena, mia sorella è pietrificata. «Lasciamene un po’ »

Ora potrei dire un paio di cosette:

1-  Vuoi ucciderla?

2- Ma fai così con tutte?

 

Decido di lasciar perdere le mie osservazioni e opto per schioccare le dita accanto all’orecchio di mia sorella facendola sobbalzare.

«Sputalo!»

Ecco cosa esce dalla dolce bocca di mia sorella quando si riprende e  per un attimo penso che fosse decisamente meglio lasciarla nel suo stato di trance.

«Era il mio calamaro, è praticamente l’unica cosa che mangio, sputalo

«Vedila così, il calamaro fritto fa ingrassare» Dice Chris finendo di ingoiare il boccone. «Ti ho fatto un favore.»

Val gli rivolge una smorfia e si concentra sul cibo.

Mi sembra quasi di essere il terzo incomodo in questa stanza, cerco di afferrare l’ennesimo involtino primavera con le mie bacchette, ma quando questi stronzetti non vogliono farsi afferrare, sanno diventare maledettamente scivolosi.

«Anche tu sei negata quanto me…» Dice Chris beccandosi un’occhiataccia.

Cos’è si accorge di me solo per prendermi in giro?!

«Ti svelo un trucco…»

Si avvicina leggermente a me, le sue bacchette in mano impugnate come un pugnale.

Oddio vuole uccidermi per avere ampio raggio d’azione con mia sorella.

«Che vuoi fare?» Chiedo con un tono leggermente titubante, mia sorella dall’altra parte del tavolo è perplessa almeno quanto me, lui muove velocemente una bacchetta e trafigge l’involtino nel centro, incastrandolo perfettamente al centro di essa.

«Oooooh» Fingo immenso stupore e lo guardo con gli occhi sgranati. «Tu sì che sei un mago del cibo cinese.» Lo sfotto, e lui mi preme l'involtino sulle labbra mascherando un sorriso.
«Mangia prima che ti infili le bacchette nel naso.»

«Vorresti sul serio deturpare il mio bellissimo naso?» Gli chiedo con fare tragico.

Chris guarda mia sorella e poi me. Scuote la testa. «Le giovani orecchie di tua sorella non possono ascoltare la risposta.»

«Oh, le mie orecchie reggeranno.» Val afferma col tono di chi la sa lunga puntellandosi sui gomiti e posando il volto sopra le mani.

«No, lascia stare. Dopo faccio i conti con tua sorella.» Risponde Chris senza spostare lo sguardo dai miei occhi. Sento il disagio salirmi.

Sì, adesso si chiama disagio

«Volete che me ne vada adesso?» La voce di Val fa girare Chris verso di lei ed io riesco a parlare.

«Nooo, ma cosa dici? Chris sta scherzando.» Affermo quasi isterica. «E' molto simpatico.»

«Sì, io sono molto simpatico, ma se hai da fare, puoi andare…Non preoccuparti per noi, davvero.» Aggiunge tornando a guardarmi, malizioso.

«Io non mi preoccupo…» Afferma Val alzandosi in piedi e iniziando a sistemarsi i capelli.

«Ma tu non hai nulla da fare, quindi...» Dico minacciosa verso mia sorella, osservando perplessa i suoi preparativi.

«Veramente devo andare in palestra.» Dice convinta.

Questa non me la bevo.

«Ma se non vai mai in palestra.» Le faccio notare, lei fa una smorfia.

«Ho anche l’abbonamento.»

«E da quando?» Le chiedo scettica, lei sbuffa.

«Da stasera, anzi da fra un’ora!» Val si volta verso Chris e sorride «Perdonala, è proprio scema a volte.»

«Scema sarai tu.» Inizio irritata.

«Se, se…» Dice senza neanche ascoltarmi. «Chris è stato un sacco divertente conoscerti.» Continua a parlare mentre arretra verso l’entrata di casa. «Fate i bravi…» Afferma, poi aggrotta la fronte. «O anche no.» Butta un bacio svolazzante verso di noi e se ne esce di corsa dalla stanza.

Dall’appartamento.

Lasciandoci soli.

Soli.

E ora che mi invento?

«E lei era Valerie…» Dico esasperata cercando di prendere in mano la situazione. «L’hai vista bene? Perché presto morirà fra atroci sofferenze.» Lui si volta verso di me, ma prima che possa chiedermi qualcosa gli domando quello che mi passa per la testa da quando l’ho visto. «Perché sei venuto qui?»

«Sinceramente?» Mi domanda guardandomi dritta negli occhi.

«Mi pare ovvio.» Aggiungo col fiato corto sentendo lo stomaco stringersi al sospetto che si fa largo nella mia mente sussurrato dal suo sguardo.

«Io ci ho pensato a lungo…» Inizia incerto. «Da amici non può funzionare.»

«A lungo? Non è passata neanche una settimana…» Dico trattenendo una risata.

«In realtà avrei voluto ritrattare appena ho finito di dirtelo…» Continua lui ignorando il mio appunto. «Non posso farcela ad essere tuo amico.»

A quell’affermazione perdo un battito.

«E perché mai?» Domando e poi aggiungo. «Sei venuto qui solo per dirmi addio, allora? Solo per dirmi questo.»

«Sì, sono venuto per dirti questo.» Afferma lui serio. «Ma non per dirti addio.»

«E quindi?» Chiedo gesticolando. «Che significa questa cosa confessione.»

«Significa quello che ho detto: io non posso esserti semplicemente amico.» Afferma guardandosi le mani e sembra ragionare su aggiungere qualcosa o meno, ma non ci sto.

«E perché?» Chiedo irritata.

«Perché l’unica cosa a cui riesco a pensare tutte le volte che ti vedo è come sarebbe fare l’amore con te.» Risponde al mio tono concitato.

«Ecco l’ho detto.» Afferma tranquillo fissandosi le mani.

Ah.

Ammetto che questa non me l’aspettavo. Credevo di essere io quella che si dilungava sui suoi muscoli quando sapevo che non poteva vedermi, ma evidentemente non ero la sola.

Quindi lui ha voglia di fare l’amore con me, sento un sorriso che sta per nascermi sul volto, ma lo fermo per continuare a scrutarlo con fare imperturbabile.

È preoccupato, borbotta imprecazioni fra sé e sé. Non lo facevo così.

Ha quella facciata da super-donnaiolo che gli calza a pennello, non pensavo potesse cedere al fascino di una donna in questo modo. E soprattutto chi credeva che quella donna potessi essere io.

Io che adesso gli sto facendo patire le pene dell’inferno, come lui ha fatto con me ieri sera quando ha proposto di essere solo amici.

Mi sorprende il fatto di non essere sconvolta della proposta sottointesa che mi ha rivolto, mi ha chiaramente detto che non vuole una storia quando siamo andati a pattinare, ma non vuole essere amico con me, perché mi desidera.

Questo mi porta a pensare ad una sola soluzione, che sono disposta ad accettare?

«Okay.» Dico facendogli sgranare gli occhi prima di incontrare i miei.

«Okay?» Chiede sorpreso, annuisco prima di avvicinarmi a lui e posando le labbra sul lobo del suo orecchio destro, giocandoci con la lingua.

Le sue mani si muovono verso i miei fianchi che attira verso i suoi facendomi scendere dalla mia sedia e salire sulle sue ginocchia. Posa le labbra sul mio collo risalendo lentamente fino a rapire le mie.

Si può essere completamente persi per una persona a livello fisico in questo modo?







Hola
Come va la vita?
Ho aggiornato prima per farmi perdonare del capitolo striminzito, con un altro capitolo piccino picciò
Che ne dite? Che piega prenderanno le cose adesso?
Saranno rose oppure dolori?
Come sempre, un grazie a tutti i lettori silenti e non.
Un abbraccio
Cos

 

 

 

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Capitolo 12
*** For The First Time ***



Copyright immagine: Blend Sara; immagini: http://karenld91.tumblr.com/

Chris

 

Sento la punta delle sue dita muoversi sul mio petto ancora prima di svegliarmi completamente. Sorrido con gli occhi chiusi e la sento avvicinare la bocca al mio orecchio.

«Buongiorno!»

«’Giorno» Risponde allontanandosi da me e a giudicare dai rumori che sento, scendendo dal letto.

Momento.

«Perché te ne vai?» Domando aprendo un occhio ed osservandola cercare dei vestiti nell’armadio.

Sono due settimane che ci…ci…frequentiamo?

In realtà sono passate circa due settimane da quel pranzo cinese, da allora ci vediamo quando siamo liberi da impegni, pronti a saltarci addosso in ogni punto di casa sua.

«Oggi devo andare da Val, ricordi? Te l’ho detto ieri sera…» Dice mentre si infila una gonna corta. Mugolo mentre mi passo una mano sugli occhi.

«Ti accompagno?» Chiedo mentre mi sto ancora strusciando gli occhi.

Silenzio.

Apro un occhio e la vedo fissare la canottiera che tiene fra le mani, mi guarda scettica e finalmente penso.

Ho parlato senza ragionare.

Cosa dovrei fare adesso?! Ritrattare? Perché poi, mi farebbe piacere accompagnarla…

«Sei sicuro? – chiede con un sopracciglio alzato – O sei ancora addormentato?» Aggiunge con un sorriso, che ormai so etichettare come “di circostanza”.

«Se vuoi…» Lascio la frase in sospeso e la guardo, fa spallucce anche se glielo leggo negli occhi che le fa piacere.

Stiamo andando oltre, lo sento. Non dovremmo, ma non riesco a fermare questa cosa.

Non voglio farla soffrire. Infondo è proprio per questo che siamo finiti in questa situazione, vero?!

Veramente ci siamo finiti anche e soprattutto perché ragioni con gli attributi invece che col cervello.

Mi rigiro nel letto e afferro la mia maglietta appesa sopra la lampada che sta sul comodino.

Mi preparo.

Ci prepariamo e, incredibile ma vero, riusciamo ad uscire di casa ad un orario non del tutto indecente.

La accompagno da sua sorella, il viaggio in macchina è abbastanza silenzioso, le racconto delle riprese. Sarò impegnato per tutta la sera.

«Quindi non ci possiamo vedere?» Mi domanda titubante.

«Purtroppo credo di no.» Rispondo arricciando le labbra e fermando la macchina sotto casa di sua sorella. «Ci vediamo domani, se sei libera nel pomeriggio.»

«Sono di turno.» Risponde fissando il cruscotto, poi posa lo sguardo su di me. «Vabbè ci sentiamo.» Afferma con un sorriso tirato. Inclina la schiena verso di me poi si ferma, incerta.

Deglutisco a fatica e le poso una mano sulla testa.

«A presto.» Sorrido, o almeno ci provo.

«Ciao.» Dice un attimo prima di scendere dalla macchina e raggiungere il palazzo di sua sorella senza voltarsi neanche una volta.

Ci manca solo che le scompigliassi i capelli e poi era la perfetta scena di un deficiente alle prese con una bella ragazza.

Sbuffo e metto in moto di nuovo dirigendomi verso casa.

 

Charlotte

 

Salgo le scale ed entro nell’appartamento di mia sorella. Chiudo la porta alle mie spalle con un calcio, Val mi guarda sollevando un sopracciglio.

«Guai in Paradiso?»

«No, ma certo che no.» Rispondo tranquilla mentre ci dirigiamo entrambe verso la cucina, afferro una patatina dalla zuppiera in mezzo al tavolo e lascio che mia sorella mi scruti senza sollevare lo sguardo verso di lei.

«Che è successo?» Domanda con un tono saccente.

«Niente.» Dico sorridendo e sperando di risultare credibile.

«Stanotte ha fatto cilecca?» Chiede ed io scoppio a ridere. «Ok, non è per quello. Quindi cos’è successo?»

«Niente!» Ripeto esasperata. «Mi ha accompagnata qui e se ne è andato a lavorare.»

«State diventando una coppia?» Chiede accennando un sorriso sincero.

«No.» Sgranocchio un’altra patatina. «Assolutamente no. Niente del genere e va benissimo così.» Val incrocia le braccia al petto e mi guarda scettica. «Sul serio.» Ripeto guardandola.

«È questo che non va.» Afferma e non si interrompe nonostante il mio sguardo più che eloquente. «È proprio questo. Tu vuoi di più.» Enfatizza quel “più” e scrocchia le nocche delle dita. «Tu, cara sorellina, vorresti poterlo definire il tuo ragazzo. Vorresti che anche lui ti considerasse la sua ragazza e vorresti farci tanti bei bambini.»

«Io non voglio figli.» Rispondo.

«Questo lo so, ma è l’unica cosa non vera che ho detto.» Sorride vittoriosa ed io sono incapace di replicare.

Io. Sono rimasta senza parole.

Annientata da quella scatenata di mia sorella.

«Non voglio…» provo a cominciare, ma appena lei mi fulmina con lo sguardo inizio ad avere dei dubbi su come voglio continuare la frase. «…Chiedere troppo…al mio già roseo destino.»

Sì, sembra la frase azzeccata.

Val si lascia andare in una risata ed io resto a guardarla, in attesa.

«Ma è normale volere essere la sua ragazza, fate sesso in continuazione. Fra parentesi beata te. Hai paura di ufficializzare la cosa?»

«Non è ufficializzare la cosa…» Rispondo pronta. «Non stiamo insieme.»

«No, certo…» Val usa il suo tono da maestrina. So già dove vuole andare a parare e non voglio ascoltarla. «Uscite insieme, cenate e pranzate insieme, fate sesso…Cosa vi manca, scusa?»

«Non abbiamo mai contatti fisici quando non facciamo…»

Oddio non riesco neanche a dirlo. Val arriccia le labbra e poi mi lancia la mia borsa.

«Cosa significa?»

«Significa che ti caccio di casa.» È seria ed il sorriso che ho in volto va scomparendo. «Non ti voglio qui se prima non risolvi questa cosa. Vai da lui e affronta un bel discorso.»

«Ma io…»

«Niente ma.» Mi spinge verso l’uscita di casa. «Vai e torna vittoriosa, io tifo per te.»

«Val, non puoi fare sul serio.» Protesto invano mentre lei apre la porta di casa e mi costringe a raggiungere il pianerottolo «Tutto questo non ha senso. Lo affronterò, ma non adesso che è a lavoro.»

«Se c’è qualche suo collega figo dagli il mio numero.»

Con questo chiude la porta proprio davanti alla mia faccia. Batto il pugno contro la sua porta di legno.

«Valerie! Apri subito questa maledetta porta!» Inveisco contro la superficie che ci divide.

«Charlie non costringermi a chiamare la polizia per disturbo della quiete pubblica.»

Non. Posso. Crederci.

Maledetta serpe in seno!

«Ti odio!»

«Sì…sì anche io non saprei che fare senza di te.»

 

****

 

Non posso pensare di essere davvero qui. Mi liscio i pantaloni e sposto lo sguardo in lungo e largo. Una roulotte. Una normalissima roulotte adibita a camerino. Sono seduta su una branda non comodissima e devo riuscire a capire cosa è successo poco fa.

Dopo che Val ha pensato bene di buttarmi fuori da casa sua ho vagato per qualche isolato, riflettendo e arrivando alla conclusione che forse una minuscola parte di ragione poteva anche averla, quindi ho telefonato a Chris e l’ho raggiunto al set.

Adesso lui sta lavorando ed io sono qui ad aspettarlo.

Ma che cavolo mi è passato per la mente?

Non ho neanche il tempo di darmi della deficiente per la milionesima volta che la porta della roulotte si apre facendomi sobbalzare.

«Scusami se ti ho fatta aspettare e soprattutto se sei rimasta chiusa qui…» Chris sfodera uno dei suoi migliori sorrisi mentre chiude la porta alle sue spalle e si avvicina a me.

«Fa niente.» Rispondo cercando di ritrovare la calma che avevo quasi raggiunto poco fa. «Come sono andate le riprese?»

«Bene…Sono un po’ stanco in effetti.»

Risponde grattandosi la nuca e mi mordo le labbra.

Come faccio a dirgli quello che vorrei dirgli? Appena sposto lo sguardo dalle mie mani posate sulle mie ginocchia a lui perdo tutto il coraggio.

«Così Valerie ti ha buttata fuori di casa?» Mi chiede divertito ed io gonfio le guance mentre si siede accanto a me.»

«Dì la verità era solo una scusa per vedermi e Val è una tua complice.»

«Esattamente. Io Val tramiamo alle tue spalle per farti finire sempre fra le mie braccia.»

«Potrebbe essere vero.» Afferma divertito.

«Beh, in tal caso avrebbe potuto semplicemente non farsi trovare in casa, genio.» Rispondo sostenuta, non sono venuta qui per questi giochetti.

«Allora è il contrario. Tu e tua sorella siete complici e vi siete inventate questa storiella, perché tu vuoi stare fra le mie braccia.»

«Anche questa teoria non regge, Evans. Avrei potuto sfruttare le mie doti di seduttrice.»

Vuoi giocare? Giochiamo.

Poggio il mento sulla spalla sinistra sbattendo ripetutamente gli occhi nella sua direzione.

«Allora, Val ti ha cacciata perché sei insopportabile. Sempre detto.»

«Ripetilo se hai il coraggio!»

 Mi volto minacciosa verso di lui, pronta ad afferrarlo per le gote e torturarlo, ma la sua bocca cattura la mia con passione. Spalanco gli occhi per un attimo prima di cingerlo per la nuca.

Le sue mani si muovono velocemente verso il bordo della mia maglietta mentre le labbra si spostano verso il mio collo, staccandosi solo il tempo per lasciarmi in reggiseno.

Questo incontro sta prendendo una svolta inaspettata, ma non ho né la forza né la volontà di fermarlo per esporgli i miei dubbi.

La sua pelle diventa d’oca mentre muovo le dita sotto la sua maglietta e le sposto verso il bottone dei pantaloni, sganciandolo e facendoli scendere lentamente lungo le sue gambe.

Abbandonarmi a lui è così semplice, non ho mai bramato nessuno in questo modo e non sono mai stata desiderata nel modo in cui lo fa lui.

Per la prima volta, nonostante il nostro patto, nonostante tutti i miei buoni propositi, io faccio l’amore con lui.

 

 

 

 

∽∽∽

Ed eccoci qua.  

Anche Charlie sembra non avere le idee molto chiare…In realtà stanno confondendo anche me questi due. xD

Ok, scherzi a parte, io non ho molto da dirvi, perché non sono brava in queste cose, ma volevo veramente ringraziarvi dal cuore per il successo che sta avendo questa storia.

La adoro per diversi motivi e sprizzo gioia da tutti i pori quando vedo che piace anche a voi, quindi: Grazie.

Un abbraccio.

 

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Capitolo 13
*** Unspoken ***



Copyright immagine: Blend Sara; immagini: http://karenld91.tumblr.com/

Chris

 

Chiudo la cerniera dei pantaloni ed afferro la camicia abbandonata sul fondo del letto. Charlotte è seduta sul bordo, si sta mettendo una scarpa anche se ha lo sguardo perso in un punto indistinto del pavimento.

Mi domando come faccia ad essere così carina anche senza fare niente. La osservo finire il nodo ai lacci, ma rimanere con il mento poggiato sul ginocchio, totalmente assorta, il volto leggermente arrossato ed i capelli disordinati. Navigo nei miei pensieri fino a che mi balena in testa un’idea…

«Sai, fra poco più di una settimana è il mio compleanno.» Lei si volta accennando un sorriso, mentre infilo le maniche della camicia. «Tredici Giugno. Mancano 10 giorni.» Affermo sorridendo a mia volta, lei afferra l’altra scarpa portandosela al piede.

Forza Chris, buttati e chiedile di festeggiare con te.

Prendo fiato mentre la osservo legarsi la scarpa e posare il mento sul ginocchio.

«Divento vecchio…»

Sto diventando un vigliacco, oltre che vecchio.

Lei non sembra notare il disappunto nell’aver smontato i miei stessi piani, quindi decido di cambiare argomento.

«Vuoi?» Indico i bottoni della camicia dopo averla indossata, facendo riferimento all’abitudine che ha di chiuderla ogni volta che mi rivesto.

Lei non risponde.

«Charlie? Ci sei?» Le domando avvicinandomi e passandole una mano davanti al volto. Lei sobbalza.

«Eh? Sì. Scusa, stavo pensando.»

«Ti ho chiesto se vuoi partecipare al rito – Lei mi guarda un attimo perplessa ed io le poso la mani sulle spalle. – Va tutto bene?»

«Sì. Certo. – Osserva per un attimo la mia mano posata sulla sua spalla, poi torna a guardarmi il petto. – No, oggi passo. Devo andare.»

Si muove per la roulotte, la osservo confuso.

Che diavolo è successo?

«Charlie… - la raggiungo cercando di fermarla – Che è successo? Sei strana.»

«Niente. Assolutamente niente, sono solo stanca.»

«Ti accompagno a casa.» Mi offro voltandomi ad afferrare il cappotto.

«Non ti preoccupare, prendo un taxi. Ci sentiamo.» Apre la porta ed esce.

Fisso il punto da dove è sparita dalla mia vista poi mi riscuoto e faccio per raggiungerla, ma mi accorgo di essere senza scarpe. Me le metto il più in fretta possibile ed esco dal camerino.

«Ehy Ehy Ehy Charlie!!!» La richiamo mentre le corro dietro, lei stringe le labbra e rallenta, quasi affranta di non essere riuscita a farla franca.

«Che fai scappi?» Le domando ridendo, ma lei non mi imita 

«Ho fatto qualcosa?»

«No, affatto...Non credo…» Aggrotto la fronte mentre lei si massaggia la nuca.

Ammetto di essere alquanto confuso.

«È solo che devo andare a casa, tutto qui.»

«Ti ho detto che ti accompagno...»

 Tiro fuori le chiavi della macchina facendole ruotare sull' indice della mano destra e le sorrido. Charlie scuote la testa cercando di trattenere un sorriso.

«Vieni» La invito a seguirmi guidandola verso il parcheggio con una mano sulla sua schiena.
Arriviamo in silenzio alla mia auto e sempre senza aprire bocca saliamo in macchina e partiamo.
«Sei sicura che vada tutto bene?»

Chiedo di nuovo guardandola di sottecchi.

«Sì sì...Pensavo...»

«Strano...» Affermo divertito per prenderla in giro, ma è come se non mi sentisse.

Concentrata, seria, di nuovo quello sguardo perso nel vuoto. 

«E a cosa pensi?» Chiedo.

Mi sento come un agente di polizia intento a svolgere un interrogatorio e la cosa mi mette a disagio. 

«Uhm...nulla...sai...solite cose...Mi piace la tua auto...»

«Grazie...»

Rispondo incerto mentre lei passa la mano sul cruscotto.

Mi convince sempre meno...

È salita altre volte sulla mia auto, ma solo adesso se ne esce con questa storia...
Decido di restare in silenzio, metto i miei dubbi da una parte, magari è davvero solo stanca e pensierosa.

Non voglio fare l'asfissiante. Vorrei solo farla stare bene e se questo significa non chiederle niente sarà quello che farò. 

Il tragitto dal set a casa sua lo percorriamo in silenzio, stavolta anche io perso e chiuso nei dubbi della mia mente.

Quando mi fermo vicino al suo appartamento lei rimane voltata più a lungo verso il finestrino prima di girarsi verso di me e sorridere forzatamente. 

«Grazie del passaggio...»

«Dovere» Rispondo stringendo le spalle la vedo annuire sempre più pensierosa mentre sposta la mano verso la maniglia di apertura dell'auto. 

Ultima occasione Evans. Tira fuori le palle.

«Charlie» la chiamo facendola bloccare prima di chiudere lo sportello. Mi guarda sorpresa e deglutisco a fatica.

«Io ci sono. Se hai bisogno di sfogarti, io ci sono. »

Lei annuisce e finalmente accenna un sorriso sincero.

«Grazie.»


Charlotte


Chiudo la porta di casa e mi prendo il volto fra le mani.

Dannazione.
Perché proprio a me?!?!?

Qualcuno mi spieghi perché proprio io?!?!? 

Mi sposto in preda all'ansia in cucina dove scorro il dito lungo il calendario...

Merda. Merda. Merda.

«Ahhhhhh!!!!!» Urlo da sola in mezzo alla stanza, ma non mi sento meglio.

Quattro giorni. Solo quattro giorni.

Ripeto fra me e me come un mantra, ma sento il cuore battere all'impazzata e non serve a niente prendere grosso respiri.

Mi siedo sul divano e inizio a tormentare un cuscino. NON. È. POSSIBILE.

Non a me. 

Il telefono di casa squilla facendomi rischiare un attacco cardiaco.

Continuo a maledire la mia sorte mentre mi avvicino al cordless e rispondo.

«Pronto?»
«Signorina Charlotte?»

«Sì...» Rispondo diffidente.

«La chiamo perché è stata selezionata come fortunata vincitrice...»

«Non mi interessa »

«Ma signorina non le ho ancora spiegato in cosa consiste il suo premio.»

«Le dico che non mi interessa »

«Almeno mi ascolti, avremo sicuramente qualcosa che le possa interessare…»
«Non mi interessa un bel niente delle sue maledettissime offerte! Forse sono incinta ho altri problemi per la testa al momento!»

Silenzio. Poi riattacca. 

Ho fatto riattaccare un tizio del call center.

La cosa mi potrebbe anche entusiasmare se...

Faccio una smorfia e allontano le mano sinistra dal fianco dove l'avevo posata mentre ero al telefono. Io ed io mio utero non andiamo d'accordo.

Affatto.
La pancia protesta e apro il frigo poi abbasso il volto verso lo stomaco.

«Mangio solo perché non voglio svenire per mancanza di zuccheri, ma sono ancora molto arrabbiata con te!»

Il telefono squilla di nuovo mentre sto mangiando il mio panino, spero solo non sia il disgraziato di prima. 

«Pronto?»

«Ciao Charlie. Come va?» Alexis, allegra come al solito.

«Uhm...Va. Tu?»

«Bene bene... Sono di nuovo a LA»

«Tu e Tom volete trasferirvi qui?» Chiedo con un leggero timore e lei ride di gusto. 

«No. No. Sono qui per lavoro. Resto due, forse tre settimane.»

«Magari possiamo vederci...» Propongo sovrappensiero tornando ad addentare il mio panino.

«Volentieri! Facciamo un’ uscita a quattro...»

Anche no.

«Sarebbe divertente. Non trovi?»

No. Voglio evitare Chris al momento, fino a che non sono certa al tremila per cento che non sono incinta.

«Non so, sai Chris deve lavorare....Ed anche io....» Inizio cercando di prendere tempo.

«Ci organizziamo.» Risponde pronta, come se fosse stata certa del mio rifiuto.

«E poi io e Chris non siamo una coppia.» Le faccio notare.

«Se...ok...Comunque...»

«Che vorrebbe dire quel “se...ok”, eh?» Chiedo sospettosa, per niente convinta dal suo tono di voce.

«Niente» Risponde in un modo che vuol dire qualcosa.

«Cosa??» Chiedo iniziando a temere il peggio.

«Assolutamente niente...» ribadisce divertita. Scommetto che sta sghignazzando alla grande.

«Uhm ok. Perché io e Chris non siamo una coppia.» Ribadisco.

«Se lo dici tu...»

«Sì lo dico io... Odio quando fai così mi hai già incastrata una volta...» Esplodo e lei stavolta si lascia sfuggire una risata.

«Già, sono un genio»

«Del male.»  Finisco la sua frase e lei ride.

«Modestamente...»
Scuoto la testa sinceramente divertita fino a che non ricordo la piccola scoperta di prima e addento il panino con rabbia.

«Comunque se sei libera dal lavoro domani possiamo vederci se non ti ha già rubata Chris.» Riprende Alexis.

«No lavora – invento una piccola bugia – Ed io sono libera la sera.»

Così evito Chris e magari mi distraggo pure.

 

****

 

Scendo dall’auto e raggiungo il ristorante dove ho fissato con Alexis, lei è vicino alla porta e parla al telefono. Mi avvicino e la saluto con una mano. Sorride, saluta la persona al telefono riattaccando e venendo ad abbracciarmi.

«Ciao!! Come stai?»

«Bene, tu?» Rispondo portandomi una ciocca di capelli dietro l’orecchio. Sono ancora nel panico, non è cambiato assolutamente niente da ieri, nonostante sia andata al bagno molto più del solito.

Maledetto ciclo per una volta che ti vorrei!

«Cosa ti porta a Los Angeles le chiedo mentre ci sediamo al nostro tavolo.»

«Devo fare un servizio fotografico, una noia mortale se i modelli sono i soliti snob...»

«Capisco...» Annuisco e inizio a controllare un menù

«Inoltre mi hanno incastrata con questa storia, Tom è tornato a Londra ed io sono bloccata qua...» Aggiunge dopo un attimo di silenzio. «Meno male ci sei te, altrimenti sarei stata chiusa in camera d'albergo a guardare la tv.»

«Beh anche tu mi hai salvato la serata quindi siamo pari.»

Mi rivolge un occhiolino prima di sparire dietro al menù.

«Tu che prendi?» Mi domanda dopo poco.

«Sto decisamente optando per la pizza.»

«Già, pure io...» Ammette posando il carnet. «Pizza e birra e sono apposto.»

Annuisco e sorrido all'arrivo della cameriera.

«Volete ordinare?» Alex mi guarda in attesa.

«Una margherita.»

«Anche per me e direi due birre medie?» Aggiunge guardandomi e sono costretta a cambiare l'ordinazione.

«Una, per me acqua grazie.»

Alex rimane in silenzio mentre la ragazza annuisce e se ne va. Mi scruta per studiarmi e mi gratto la fronte a disagio.

«Come mai Tom non è venuto con te?» Domando per staccarmi gli occhi di lei di dosso.
«Doveva tornare a casa, sistemare cose...Si voleva liberare di me facilmente...» La guardo sorpresa e lei ride. «Sto scherzando. Aveva da lavorare, doveva vedersi con Luke.»

«State insieme da poco, eh? » Le chiedo notando il suo sorriso tirato.

«Beh, sì. Credo di dovermi abituare all'idea che viviamo ad un oceano di distanza...letteralmente.»

«Cambierà.» Affermo con un sorriso.

«Se vogliamo continuare direi di sì.»  Afferma sorridendo, poi si schiarisce la voce. «Ma non parliamo di me e Tom, sennò attacco e non smetto più.»

Eccellente.

«Ma va, non è un problema. Sfogati pure.» Sorrido incoraggiante e lei aggrotta la fronte nello stesso momento in cui la cameriera torna con le nostre bevute.

«C'è poco da sfogarsi. Sto bene con Thomas, bene veramente ed è esattamente quello di cui avevo bisogno. Ho paura che ci siamo trovati incastrati in una situazione che non riusciamo ancora a comprendere appieno.» La guardo fingendo di non capire e lei accenna un sorriso, prima di iniziare a spiegarmi. «Veniamo da due storie importanti, o che almeno per noi lo erano, ma che non sono andate come avremmo voluto. La sua ex si è messa con il mio ex ed io e lui eravamo già legati da qualcosa. È stato quasi ovvio iniziare a passare il tempo insieme o cercarci a vicenda... »

Prende un sorso di birra prima di ricominciare a parlare. 

«A volte mi domando se non ci siamo semplicemente avvicinati per non rimanere soli ed ho il terrore di svegliarsi un giorno e scoprire che la mia paura era fondata.»

«Per quel che può valere... Quando ci siamo viste l'ultima volta non ho avuto l'impressione che steste insieme per non stare soli. Ho solo pensato che foste una bella coppia.»

Alex arrossisce dietro un ciuffo di capelli che le ricade sul volto e mi ritrovo a sorridere.

Chissà se anche io sono fragile come lei quando parlo di ...

Roteo gli occhi prima che il suo nome appaia chiaro nella mia mente. 

«Vedremo. Mi faccio mille problemi solo perché mi manca...credo.»

«Ah, l'amore...»

Dichiaro con fare tragico che fa sorridere Alexis.

«Che fortuna che io ne sono immune.»

Aggiungo e me ne pento subito perché Alex mi rivolge uno sguardo poco convinto con tanto di sopracciglio alzato. 

Ma sono circondata da persone che utilizzano questa tecnica per tormentarmi?!

«Tu? Immune?? Ne sei sicura?»

Mi chiede la mia amica, ma so benissimo che non si aspetta sul serio una risposta, quindi rimango in silenzio, fino a che non mi costringo a muovermi e addentare una fetta di pane.

«A proposito di amore ed esseri immuni al suo potere....come sta Chris?»

Le rivolgo uno sguardo minaccioso e lei sorride mettendo in mostra i denti.

«Siete entrambi immuni, voglio essere avvertita quando uno di voi si renderà conto di aver ceduto.»

«Non credo che cederà proprio nessuno.» Mento con una certa maestria, ma lei non molla.

«Che è successo?» Mi chiede.

«Niente »
«Va bene...E dopo?» Insiste nello stesso momento in cui arrivano le nostre pizze. Rimaniamo in silenzio fino a che la cameriera non si allontana di nuovo.

Mi concentro sulla pizza ma sento lo sguardo di lei addosso per un po'. 

Quando sollevo il volto però sta tagliando la pizza e si limita a dire senza guardarmi.

«Come mi sono sfogata io puoi farlo anche tu. Non ti obbligo, ma conosco Chris e potrei aiutarti a capire cosa passa per quella testa dura.»

«Grazie.» Affermo prima di tornare a mangiare.

Spero che le arrivi il messaggio: grazie davvero per il supporto, ma non ho la più pallida idea di cosa provo o di cosa potrei dirti, quindi meglio stare zitti al momento.

«Il lavoro come va?» Mi chiede dopo un po'.

 Ci scambiamo uno sguardo d'intesa prima che inizi a parlare. 

E la serata scorre più tranquilla, Alex non sfiora l'argomento Chris fino a che non mi chiede di salutarlo quando la riaccompagno in albergo. 

Quando torno a casa e mi preparo per andare a dormire cado di nuovo nel mio stato d'ansia.

Niente. Nessuna novità. 

Mi rigiro nel letto a lungo senza riuscire ad addormentarmi. Maledizione!

Potrei esplodere in un pianto infinito.

Ho bisogno di sfogarmi.

Non ho voluto parlarne fino ad ora perché parlarne lo rende troppo reale, ma se continuo così potrei sul serio uccidere qualcuno.

Ed in quel caso penso che ucciderei il farmacista da cui si serve Chris. 

Chris.

Dovrei dirglielo. 

No. Pessima idea.

Mi giro dall’altra parte del letto e fisso la sveglia sul comodino senza vedere chiaramente l’orario.

No.

Non posso farlo.

Poggio la schiena contro il materasso e fisso il soffitto per diversi minuti prima di tirarmi a sedere ed afferrare il cellulare.

Squilla.

«Pronto? Charlie…È successo qualcosa?»

«Forse sono incinta.»

 

 


ZANZANZAN!!!
Non mi dilungo oltre, voglio solo fare gli auguri di compleanno a Christopher, al quale ne sto facendo passare di tutti i colori, ma che ammiro. Altrimenti non scriverei su di te, bello mio, sappilo. Tsk!
Ok, scherzi a parte sono veramente curiosa di sapere la vostra opinione su tutto!!!
Un abbraccio
Cos

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Capitolo 14
*** Screw it up ***



Copyright immagine: Blend Sara; immagini: http://karenld91.tumblr.com/

 

Charlotte

 

Silenzio.
La risposta che ottengo è il silenzio. 

Forse si aspetta che aggiunga qualcosa, ma credo di aver perso la capacità di parlare.

«Che hai detto?»

La voce di Alex mi fa quasi sobbalzare. Non c'è traccia della sonnolenza che ho sentito quando ha risposto.

Prendo coraggio e ripeto.

«Credo di essere incinta. Ho un ritardo di quattro - cinque giorni dato che è passata mezzanotte.»

Altro silenzio. 

«Ma è merav...»

«Non ti azzardare a dirlo.» Smorzo il suo decisamente eccessivo entusiasmo, ma la sento comunque finire quel dannato aggettivo sottovoce.

«È un disastro.»

«Catastrofista.» Dichiara e al mio silenzio riprende a parlare. «Lo so che Chris non sembra affatto un tipo affidabile. È un bambinone, non riesce quasi mai a stare serio e decisamente dovresti accudire lui oltre al bimbo... Oddio. È veramente un disastro.»

Afferma leggermente allarmata. La cosa non mi solleva affatto, mi lasciò cadere all'indietro sul letto.

«Ma perché non me l'hai detto a cena?»

Chiede dopo qualche momento di silenzio.

Perché l'ultima cosa che vorrei fare è pensarci. Già parlarne con te, scatena una serie di emozioni che non riesco a comprendere e che mi spaventano.

No. Troppo fragile.

«Perché preferisco così.»

«Hai preferito svegliarmi alle tre di notte perché hai paura di quello che potrei capire guardandoti.»
È un'affermazione non una domanda e sono troppo stanca per mettermi a controbattere.

«Chris come ha reagito?» Chiede al mio silenzio.

«Oh, magnificamente. Ha detto che non desiderava altro da una che si porta a letto da meno di un mese.»

«Potrebbe essere. Sai che dovrai dirglielo vero?»

«Non posso aspettare di avere la certezza?»

«E nel frattempo che fai? Lo eviti come stasera?»

Ma come diavolo fa a saperlo?!?

«Credi sul serio che io non abbia sentito Chris per primo quando sono arrivata qui? So perfettamente che stasera non lavorava, ma era a cena da sua madre. La domanda era perché tu mi hai mentito. E la soluzione me l'hai appena data. Vuoi evitarlo perché la cosa ti spaventa.»

«Sherlock dei miei stivali.»

 

****

 

Non so come Alexis sia riuscita a convincermi ieri sera, ma qualunque minaccia mi abbia fatto, adesso non sembra così pericolosa come allora.

Ho chiamato Chris, era a correre sulla spiaggia, ma abbiamo fissato qui dove mi trovo adesso.

Sul lungomare dove ho fantasticato su Hem quando siamo andati a pattinare. Queste le sue più o meno esatte parole.

Mi tormento il bordo della maglietta mentre neanche il sole che mi batte sulle spalle scoperte riesce a darmi un po' di pace. Osservo pensosa la panchina al mio fianco per qualche secondo prima di ricominciare a camminare su e giù. Una mamma con figlioletto al seguito mi passano accanto, il piccolo mi guarda di sfuggita prima accelerare il passo ed afferrare la mano della donna.

Odioso bimbo con le guanciotte da prendere a morsi!

Mi siedo e mi prendo il volto fra le mani cercando di evitare di mettermi ad urlare. 
«Salve.»
Lui si siede vicino a me e posa una mano sui capelli prima di scendere lentamente lungo la schiena.

No!

Mi scanso impercettibilmente dal suo tocco facendo finta di sedermi più comoda e cercando di sorridergli. 

Pantaloncini corti celesti, maglietta a mezze maniche grigio chiaro e un cappellino con la tesa. Sorride con gli occhi e solleva quelle maledette sopracciglia mentre addenta un panino. 

Soffermo lo sguardo più a lungo su quello che suppongo sia il suo pranzo, un po' per evitare quegli occhi, un po' perché mi ricordo che io non ho mangiato.

 Accidenti all'ansia!

Lui avvicina il panino alla mia bocca.

«Vuoi?» Chiede con ancora la bocca mezza piena. La cosa mi fa scappare un mezzo sorriso.

Annuisco e strappo un morso trascinando dietro un pezzo di prosciutto. 

«Ehy! Un morso non tutto il panino, ingorda!»

Gli rivolgo un' occhiataccia mentre lui sghignazza divertito. 

«Lo dico per te, non vorrai mica diventare una balena.»

Allarme rosso. Pessimo argomento. Pessimo.

Gli rivolgo un altro sguardo omicida anche se scommetto che è meno efficace.

Prima o poi dovrai dirglielo...

La voce di Alexis mi rimbomba nella testa chiara come se fossi ancora con lei al telefono e quella strana sensazione alla bocca dello stomaco torna a farsi viva.

Forza Charlie. Puoi farcela. Tre...Due...

«Sai che abito qui vicino?»

Guardo Chris come se avesse detto la cosa più assurda di questo mondo, lui porta alla bocca l'ultimo pezzo di panino e fa una palla con la carta che lo circondava.

«Abito qui vicino.» Ripete una volta che ha la bocca vuota. «Ti va di salire? Io dovrei farmi una doccia, sai per la corsa. Poi stiamo un po' insieme.»

Continuo a guardarlo sbattendo leggermente le palpebre.

«Che c'è?»

«Hai sbattuto la testa?»

«Mi hai chiamato tu per stare insieme. Casa mia è più vicina e devo farmi la doccia.»

 Ripete facendo spallucce e guardando il cestino verso cui lancia la cartaccia.

Ovviamente fa canestro.

Irritabilmente bravo anche in questo.

«Allora?» Annuisco leggermente sorridendo. «Forte.» Afferma guardandomi ed io ho terribilmente voglia di baciarlo.

Per un attimo penso che voglia farlo anche lui, invece si alza dalla panchina e allarga le braccia, stirandole.

Mi alzo a mia volta e lo guardo cercando di non risultare troppo delusa. 

«Fammi vedere questa fantomatica casa che dici di avere.»

 

 

Chris

 

«Ed eccoci qua.» Affermo facendo passare le chiavi da una mano all’altra mentre Charlie fa qualche passo nell’ingresso.

Passa lo sguardo sulle due poltrone larghe unite a formare il divano davanti alla tv, decisamente troppo all’avanguardia e grande dato quanto poco la guardo. La osservo muovere dei passi incerti e lanciarmi degli sguardi di sottecchi, come a chiedermi il permesso. Faccio un gesto con la mano destra per invitarla a spostarsi verso la cucina.

Pessima mossa.

Accelero il passo per spostare la lattina di birra aperta accanto al cartone del latte.

«Avevo riordinato…» Inizio mentre noto con orrore la presenza del telecomando del condizionatore dentro al frigo. «A quanto pare non abbastanza…» Finisco sottovoce, mentre torno a sorridere smagliante a Charlie, dando le spalle al frigo.

«Il tuo regista lo sa che hai annaffiato il suo copione?»

Charlie sta tenendo in mano un plico di fogli chiaramente macchiato di olio e diosolosachealtro.

«Ehm…Ne ho altre copie.» Affermo mentre le prendo il copione fra le mani e lo butto sopra una mensola.

Spingo, letteralmente, la mia ospite verso il salotto.

Quello sembrava a posto, prima.

«Devo andare in bagno…» Charlie parla con un sorriso decisamente troppo divertito.

«Non è vero.» Replico.

«Sì, che è vero.» La guardo scettico e lei incrocia le braccia al petto. «Posso farla sul tuo prezioso divano/poltrona se vuoi…»

Continuo a guardarla poco convinto lei sostiene il mio sguardo.

«Bene. Quella è la porta.» Le indico l’ entrata alla nostra destra. «Non aprire i cassetti.»

«Sarà la prima cosa che farò, invece.»

Sorride e accelera il passo verso il bagno. La imito andando a sbattere contro la porta aperta, mentre Charlie ride di gusto.

Mi massaggio la spalla che ho sbattuto mentre lei apre tutti – e sottolineo tutti – i cassetti che trova e poi li osserva con fare critico.

«Sei fissato con l’igiene dentale?» Chiede portandosi la mano destra sotto al mento e osservando la scorta di filo interdentale che ho comprato la scorsa settimana.

«È importante. Devo mantenere il mio sorriso smagliante così posso far battere i cuori alle fanciulle.» Affermo divertito facendole chiudere di scatto il primo cassetto.

Meno uno.

«Oh santo cielo. La crema depilatoria non voglio nemmeno commentarla.» Non riesco neanche a risponderle che mi mostra il tubetto di preparazione H. «Hai le emorroidi?»

«Ovviamente no!!!» Rispondo sconvolto mentre lei scoppia a ridere. «Le uso per le…occhiaie.» Finisco la frase sottovoce e cercando di camuffarla con un colpo di tosse.

«Sei peggio di una donna.»

Addio virilità.

«Questo è un colpo basso…Io col viso ci lavoro, è normale che lo curi.»

Lei sembra ignorarmi – anzi non mi considera proprio – e passa ad un altro cassetto.

«Questi non dovrebbero stare in camera da letto?» Chiede tirando fuori una scatola di preservativi.

«Ehm. Sì…» Infatti sono anche lì.

Dissimula Chris. Dissimula.

«A proposito non vuoi vederla?» Sorrido smagliante al suo sguardo perplesso, lei sbuffa e rimette a posto la scatola.

«Non dovevi darti una rinfrescata?» Chiede mentre osserva il vano doccia che occupa tutta la fine del bagno creando un posto che è il doppio di una cabina normale.

«Dipende…» La guardo sollevando un sopracciglio e lei abbassa prontamente il volto, spostandosi nell’ingresso dove la seguo.

Perché caspita ho detto questo?! Possibile che con lei abbia dei progetti in testa e poi mi comporti in maniera quasi opposta?!

«Ascolta Chris…» La sua voce sofferente interrompe i miei pensieri catturando totalmente la mia attenzione. «Devo dirti una cosa.»

Il suo sguardo grave inizia a farmi preoccupare. Resto in piedi davanti a lei mentre la osservo tormentare il bordo della sua maglia.

Brutto segno.

Lo sapevo che questa storia non poteva funzionare. Non si può chiedere ad una ragazza speciale come lei di aspettare uno come me.

«Ho un ritardo…»

Aggrotto la fronte e sollevo lo sguardo su Charlotte nello stesso momento in cui capisco cosa mi ha detto in realtà.

Panico.

Lei non sostiene il mio sguardo e torna a tormentare le sue mani e la maglia.

«Io...non….»

«Ne sei sicura?» È l’unica cosa che riesco a chiederle.

Non so come mi sento.

«No, devo fare ancora il test, è che ho pau…»

«Ma sei sicura che sia colpa mia?»

Pessima scelta di parole.

«Che cosa?» Alza di scatto lo sguardo su di me. Adesso mi uccide.

E farebbe anche bene dopo quello che hai detto.

«Sei sicura che…ehm…se sei…che sia mio?»

Qualcuno mi aiuti.

«Certo, che sono sicura.» Ringhia a denti stretti. «Per chi diavolo mi hai preso? Se sono incinta è assolutamente e senza ombra di dubbio colpa tua.»

Me lo urla contro, sputandomi addosso la parola “colpa” come se fosse veleno.

«Non so, insomma non è che ci siamo messi d’accordo o altro.» Annaspo mentre lei mi continua a guardare sempre più irritata.

Ma perché non sto mai zitto quando dovrei?!

«Non è che avevo l’esclusiva. Insomma, se avessimo voluto…»

«Ah.» Charlie mi rivolge il sorriso più freddo che abbia mai ricevuto in vita mia. «Bene. Vai a cercare qualcun’altra a cui dare l’esclusiva.» Gira sui tacchi e apre la porta uscendo spedita di casa.

«Aspetta dove vai?» La seguo sul pianerottolo.

«A casa!»

«E…e tutta la storia?» Chiedo frastornato da tutto.

«Sai dove puoi ficcartela la storia?» Mi chiede urlando per le scale ed ignorando il mio sguardo di supplica.

«Charlie…» Provo a richiamarla con la voce che improvvisamente viene meno, mentre lei continua a scendere le scale e non alza nemmeno il volto.

«Fanculo, Evans.»

 

 

¤

Non uccidetemi! *Si copre il volto con le braccia*
Giuro che non volevo – o forse sì, non lo saprete mai.

Scusate l’attesa e spero che dopo questo finale vorrete ancora seguirmi e vedere cosa combineranno questi due.

Grazie a tutte .

Un abbraccio

Cos

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Capitolo 15
*** It's just a test ***



Copyright immagine: Blend Sara; immagini: http://karenld91.tumblr.com/

 

Charlotte

 

 

Stupido. Cretino. Deficiente. Maledetto. Testa di cazzo. ARG!!!!

Vorrei avere ancora più insulti da rivolgergli, o meglio da mormorare fra me e me mentre cammino a passo svelto per la strada.

Pezzente. Miserabile. Escremento ambulante. Scoglionato.

La cosa più assurda di tutte è che non me lo aspettavo, ed invece si è dimostrato ancora più decerebrato di quello che pensavo che fosse.

Che nervi!!!

Prendo a calci un sassolino che va a colpire una macchina parcheggiata. Mi guardo intorno leggermente allarmata che qualcuno possa avermi vista, non c’è anima vita per fortuna.

Sto per ricominciare il mio voodoo nei confronti di quell’essere ignobile che risponde al nome di Christopher Robert Evans, quando il mio sguardo viene catturato dall’insegna di una farmacia.

Entro a spasso spedito e attendo il mio turno al bancone, grazie a Dio non c’è molta gente e vengo servita quasi subito.

«Un test di gravidanza.» Chiedo con il tono di una che è appena stata mandata al patibolo, l’uomo dietro al bancone sorride gentile.

CHE CAZZO SORRIDI MALEDETTO VECCHIO!?!?!?!

Calma…Charlotte…Calma….

Prendo dei grossi respiri per evitare di urlargli contro quando torna con una scatolina bianca.

«Desidera altro?»

«Che bruciate tutti i preservativi che vendete in questo posto perché evidentemente non funzionano.» Dico tutto d’un fiato e con un tono che è diventato leggermente acuto sul finale della frase. L’uomo mi guarda interdetto, poi digita qualche numero sulla cassa e mi chiede i dieci dollari che gli devo.

Ma dico, dieci dollari per un affare su cui devo fare pipì?!?! Sul serio?!?!

Pago e afferro scocciata la bustina ed il suo contenuto.

«Buona giornata signorina.»

Ma se ne vada al diavolo anche lei ed il suo irritabile sorriso.

«Arrivederci.»

 

****

 

Torno a casa e lancio la busta sul divano prima di andare in bagno.

Sì, lo so. Ho appena procrastinato, ma non posso farcela adesso.

Mi aggiro per casa cercando di trovare qualcosa da fare per ignorare il richiamo di quel dannato bastoncino. E quello stronzo ancora non mi ha chiamata.

Campanello.

Beh, ammetto che venire qui è molto più carino che telefonare…Potrebbe riacquistare punti.

Faccio scattare il portone e mi appoggio sullo stipite per osservarlo salire dalle scale, pronta a mostrare la migliore delle mie facce altezzose.

«Che bello sei in casa!!»

Alexis.

Meno millantanove punti per Evans.

Le rivolgo un sorriso sforzato mentre mi raggiunge sul pianerottolo.

«Che è successo?» Mi chiede con occhio critico.

«Che ci fai da queste parti?» Le chiedo mentre la faccio entrare in casa e chiudo la porta alle mie spalle.

«Ho pensato che senza di me non avresti mai fatto il test, così ne ho comprato uno e sono venuta ad assisterti.» Afferma facendo spallucce.

«Ed il resto delle buste?»

«Cibo spazzatura nel caso le linee fossero due.»

Afferma con un sorriso incerto ed è in quel momento che scoppio a piangere. Alex lascia a terra le buste e mi raggiunge cingendomi le spalle apprensiva.

«Charlie. No. No. No. No. No. Non fare così, io non…Volevo, scusa….»

«Non sei tu…»

«Che ha combinato Christopher?» La guardo sorpresa «È sempre colpa sua, per qualunque cosa accada.» Afferma cercando di strapparmi un sorriso.

«Mi ha chiesto se sono sicura che sia colpa sua…» Affermo dopo che mi sono leggermente calmata nel suo abbraccio.

«Vado a tagliarglielo come una carota alla julienne.»

Ammetto che riesce a strapparmi un mezzo sorriso con quell’affermazione. Stringo la mano contro il suo braccio e lei sorride dolcemente.

«Siediti sul divano, io metto il gelato nel congelatore.» Mi ordina mentre si dirige verso la mia cucina come se avesse sempre vissuto in casa mia.

Quando torna, mi costringe a raccontare per bene quello che è  successo.

Vedo la sua espressione passare dal comprensivo all'incavolato nero.

«Io lo sminuzzo. Io lo trito come gli avanzi di cibo. Io lo-»

«Alex.» La interrompo con un sussurro «Devo fare il test.»

Lei rimane in silenzio per un attimo poi porge entrambi i contenitori dei due test che abbiamo.

Li osservo qualche secondo prima di afferrarne uno e andare in bagno con passo spedito.

 

Alexis

 

La osservo mentre si chiude in bagno e mi si stringe il cuore.

Non so veramente cosa pensare, Chris non ha decisamente ragionato quando ha parlato.

Sono quasi sicura che sia a prendere a testate qualche muro, magari così i suoi neuroni iniziano a girare.

Non posso credere che pensasse sul serio quello che le ha detto, ergo è nel panico più assoluto anche lui.

Guardo la porta nello stesso istante in cui si riapre.

«Fatto?» Chiedo sorridendo.

«Non ce la faccio.» Risponde abbattuta.

«Si che ce la fai.»

Charlie annuisce e  rientra, riuscendo poco dopo.

«La pipì non esce.» La guardo scettica portando le braccia ad incrociarsi sul petto. «È vero.»

«Vuoi che ti tenga la mano?» Le chiedo più per prenderla in giro che per altro e stavolta è lei a guardarmi scocciata.

«Non è facile.»

«Devi fare pipì mica andare sulla luna!» Cerco di convincerla, ma sembra più testarda di un mulo.

Se davvero è incinta, quel bambino sarà testardo come pochi.

«Su forza, rientra in bagno.» Le dico cercando di spingerla di nuovo nella stanza, ma lei fa opposizione appoggiando le braccia contro gli stipiti.

«Non costringermi a farti il solletico!!» La minaccio.

«Non puoi obbligarmi a fare la pipì!! Farò il test quando mi scapperà!»

Risponde a tono e sto per provare a sradicarla  dalla sua postazione quando suona il campanello e ci pietrifichiamo entrambe.

«Chi è?» Chiedo.

«Che ne so!» Afferma mentre si dirige verso la porta e fa scattare il portone.

«Charlie!!! Sono passata a trovare la mia sorellina preferitaaaa…» Una ragazza bionda sale le scale velocemente e abbraccia sorridendo Charlie poi mi guarda porgendomi una mano. «Valerie, sorella.» Afferma sprizzando gioia da tutti i pori.

«Alexis.» Dichiaro mentre le stringo la mano. «Amica.»

Charlie ci guarda poi sbuffa e fa per andare a sedersi sul divano. Mi schiarisco la gola facendola voltare inviperita verso di me.

«Char, che hai in mano?» Valerie allunga il collo verso il test e poi urla. Letteralmente.

«OHMIODIOOHMIODIOOHMIODIOOHMIODIOOHMIODIOOHMIODIOOHMIODIOOHMIODIO»

«Val….» Charlie cerca di farla smettere. «VALERIE!!!»

La ragazza smette di urlare e si porta le mani alla bocca.

«Sei inci..»

«No!»

«Non lo sa, deve fare il test.» Affermo con un tono da maestrina.

«Beh, fallo.»

«Perché non la fai tu?!» sbotta Charlie

«Perché purtroppo non ci sono andata a letto io con Chris!»

Charlie la incenerisce.

«Perché, non saresti felice se fossi incinta? A proposito, lui lo sa? Perché non è qui?»

Charlotte passa lo sguardo da me a sua sorella irritata, poi sbuffa e se ne va a chiudersi indispettita in bagno.

«Che ho detto?» Scuoto la testa e mi limito a dire.

«Chris è un essere mitologico. Metà uomo e metà testa di cazzo…»

Valerie annuisce come se avesse capito con quella mia semplice affermazione.

«È un mono-neurone come il resto degli uomini?»

Non faccio in tempo a rispondere che Charlie esce fuori dal bagno bianca come un lenzuolo.

Silenzio. Fino a che Valerie non si azzarda a domandare.

«Allora?»

«È…negativo…» Mi lascio sfuggire un sospiro di sollievo, ma Charlie riprende a parlare. «Come può essere negativo? Perché è negativo? Perché non mi sono venute ancora, se è negativo?»

Valerie afferra sua sorella per le spalle e la costringe a guardarla negli occhi.

«Char, ascoltami. Non vuol dire niente, magari è sbagliato il test ed invece sei incinta.»

Gli occhi di Charlotte diventano umidi e sua sorella mi guarda nel panico.

«Fai anche l’altro…Se sono negativi vai a fissare una visita ginecologica, ma vedrai che non è nulla.» Affermo senza sapere bene cosa altro dire.

«Ne hai un altro?» Valerie guarda Charlotte che annuisce. «Bene. Bene. Andiamo a bere un po’, così puoi rifare il test di nuovo fra poco, ok?»

Charlie annuisce come in catalessi e ci spostiamo tutte e tre in cucina.

«Alexis mi ha detto che Chris è un mono-neurone.»

« Se ha due neuroni, stai pur tranquilla che saranno sempre impegnati a gareggiare su chi ha l'assone più lungo.» Sbotta Charlotte, io e Valerie la guardiamo perplesse e lei scuote la testa. « Il conduttore degli impulsi nervosi…» Silenzio. « La coda delle cellule nervose.»

«Ahn!!!!» Valerie annuisce e poi scoppia a ridere contagiando anche noi tre.

 

 

 

 

 

Salve Salvino lettor(ino)
Ok, non badate a me, il caldo mi fa sragionare.
Chiedo umilmente perdono per il ritardo di pubblicazione di questo capitolo, sono stata distratta da altre storie altri personaggi…
Ma sorvoliamo sulle altre ff che ho scritto o che sto scrivendo e veniamo a questo capitolo.
Vorrei ringraziare le daydreamers per l’aiuto nel trovare i migliori modi per offendere Chris xD
E’ stato divertente, come qualunque cosa con voi!
Un abbraccio
Cos

 

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Capitolo 16
*** Made up your mind ***



Copyright immagine: Blend Sara; immagini: http://karenld91.tumblr.com/

Chris

 

Ho fissato quegli scalini, combattuto sul seguirla o meno, fino a che il mio cellulare non ha iniziato a squillare costringendomi a tornare a prenderlo sul tavolo di cucina dove l’avevo posato prima.

Ovviamente, non ho neanche fatto in tempo a rispondere a Scarlett.

Richiamerà.

Lancio il telefono sul letto e poi mi ci lascio cadere anche io di peso.

Fisso il soffitto senza sapere bene cosa fare o cosa pensare.

Potrei diventare padre.

Mi massaggio le tempie per cercare di concentrarmi.

Io ho sempre usato precauzioni, ma a quanto pare qualcosa è andato storto.

Ho detto a Charlie una cosa orribile.

Mi alzo su di scatto dal letto provocando un annebbiamento della vista. Rimango seduto sul letto qualche secondo per riprendermi e ricominciare a darmi del deficiente.

Il mio telefono squilla di nuovo, allungo una mano afferrandolo e portandolo all’orecchio.

«Sì?»

«Qui è il tuo fratello preferito che parla.»

«Ciao Scott» Rispondo stropicciandomi un occhio. «Che vuoi?»

«Non voglio niente. Solo sapere cosa ti ha risposto Charlotte.»

Abbasso la testa, affranto.

«Mi ha mandato a quel paese.»

«Frena.» Il suo tono di voce si fa serio. «Come sei giunto dall’invitarla al matrimonio di Dana a farti mandare a quel paese?»

«Perché non gliel’ho chiesto ed ho insinuato che andasse a letto con qualcun altro oltre a me.»

«Sapevo che l’intelligenza di famiglia l’avevo presa tutta io, ma questa va anche oltre le tue capacità.» Sbuffo colpito in pieno dalle sue parole. «Racconta, forza.»

«Lei mi ha chiamato prima che potessi farlo io per vedersi. Ho accettato più che volentieri pronto ad invitarla e tutto il resto.»

«Come sei tenerello

«Scott.» Lo ammonisco e lui ride dall’altra parte della cornetta. «Comunque ci siamo visti ed è salita da me.»

«Avevi almeno pulito?»

«In un certo senso sì…»Rispondo grattando la nuca. «Ma non è questo il punto.» Riprendo poco dopo. «Lei mi ha detto che forse è incinta. Ed io ero già agitato prima, sono andato nel panico più totale e le ho chiesto se era davvero sicura che fosse mio…»

Silenzio.

«Scott?»

«Potrei diventare zio?»

«Sì…» Rispondo incerto alla sua voce roca.

«E tu sei stato sul serio così scemo da dirle quelle parole?» Risponde concitato.

«Ehm…Potrei aver anche usato la parola…colpa…» Affermo pronto ad sentirmi urlare contro, invece Scott resta in silenzio.

Mi godo la calma prima della tempesta senza fiatare, so che fra poco esploderà.

«E quella povera ragazza, ti ha solo mandato a quel paese?» Mi domanda con un tono calmo, troppo calmo.

Decido di rimanere io in silenzio stavolta.

«Come fai ad essere così IMBECILLE?!?!?!?»

Ecco lo sapevo. Rimango di nuovo in silenzio, perché non c’è un modo corretto per rispondere a quella domanda. Perché è ovvio che sono un imbecille, ma come diavolo faccio a sapere perché lo sono così tanto, e soprattutto quando sono con Charlotte?

«Tu sei un caso perso, senza un briciolo di speranza, eppure quella ragazza ricambia i tuoi sentimenti. Vedrai che con il mio aiuto la riconquisterai.»

«Altolà. Che diavolo stai dicendo Cyrano dei miei stivali?»

«Che hai contro il mio naso, si può sapere?» Mi chiede infastidito, prima di riprendere il suo discorso. «Ti aiuterò a conquistare il cuore della tua Rossana, o mio caro Chris…tiano.» Afferma divertito.

«Non voglio il tuo aiuto e poi cos’è questa storia che lei ricambia i miei sentimenti, non l’hai mai vista.»

«Questo lo so.» Posso immaginarlo ruotare gli occhi esasperato. «Ma so anche come nascono i bambini…»

«E questo che cavolo centra?!»

«I bambini nascono quando il papà e la mamma si amano tanto tanto.» Afferma con il suo miglior tono infantile e la cosa mi imbarazza più del necessario.

«Tu sei pazzo. Non so neanche perché mi confido con te. Sei un caso perso e..»

«Ho forse torto?» Domanda interrompendo il mio fiume di parole.

«Maledetto. Sei un fratello maledetto.»

«Adoro avere ragione.» Afferma compiaciuto.

«Non ho detto che hai ragione!»

Sento chiaramente il rumore delle mie unghie che scivolano sugli specchi su cui mi sto arrampicando, ma non posso farne a meno.

«Come vuoi. Adesso parliamo seriamente, che hai intenzione di fare?»

 

Charlotte

 

Appoggio lo stick sul bordo del lavandino e ne approfitto per bagnarmi il viso. Il volto che mi osserva di rimando potrebbe sembrare combattivo come sempre, ma io so che piano piano la fragilità sta riaffiorando.

Mi passo una mano sugli occhi e cerco di fare la mia miglior espressione felice.

Un disastro. 

Sento gli occhi inumidirsi di nuovo e afferro lo stick

Se anche questo è negativo andrò definitivamente nel panico. La mia cultura medica in questi caso sembra peggiorare il mio stato d'ansia ricordandomi tutte le stupende malattie che potrei avere. 

Guardo scettica il responso di questo maledetto secondo test e un sorriso mi appare spontaneo in volto.

Allungo la mano verso la maniglia della porta e incontro lo sguardo apprensivo di mia sorella.

«È positivo.» Esulto, poi ricordo che non c'è niente di cui gioire.

«Sei contenta.» Alexis ci tiene a sottolinearlo. 

«No. Assolutamente no.»

Val e Alex mi guardano per niente convinte.

«Ma è sempre meglio di un'eventuale malattia.» Ammetto alla fine per togliermi i loro sguardi di dosso.

«E comunque per precauzione andrò dal ginecologo.»

«Ok.» Val si lascia sprofondare sul mio divano seguita da Alexis.

«Porta il gelato così ci guardiamo un film.» Afferma mia sorella mentre inizia a fare zapping alla mia tv.

«Faresti fare tutto il lavoro a me?» Chiedo contrariata. «Potrei essere incinta di tuo nipote.»
«Appunto. Fino a che non ne sei sicura, sgobba per me.» Spalanco la bocca alla schiettezza di mia sorella, lei si volta verso di me e sbuffa.  «Ok, scegli tu il film. Io prendo il gelato.»

Così va meglio.

Sorrido perfida alla mia sorellina e prendo il suo posto accanto ad Alexis.

«Pensi che dirai a Chris dei test?» Mi chiede non appena mi siedo accanto a lei.

«Ora che ci penso è bene che aiuti Val...» Rispondo vaga e Alex mi rivolge uno sguardo malefico poi porta la mano alla tasca dei jeans e osserva il cellulare squillare nella sua mano.

«Non finisce qui!« mi ammonisce prima di rispondere. «Ciaaaaaao. No, nessun disturbo. Sono a casa di Charlie ad inveire contro voi uomini.»

Scuoto la testa mente Val torna da noi e deposita un gelido barattolo di gelato sulle mie gambe.

«Che vuoi vedere?» Mi chiede Val seduta davanti alla colonna dove tengo i miei dvd. «Abbiamo “Cosa aspettarsi quando si aspetta”, “Senti chi parla”, “Nine Months”….O se vuoi a casa ho “Sei gemelli e un amore”, faccio un salto a prenderlo.»

Val si volta serafica verso di me e riceve un cuscino in faccia. E ci tengo a specificare che avrebbe ricevuto anche il barattolo con il gelato, che le avrebbe sicuramente causato un trauma celebrale, se non mi fosse andato così tanto di mangiarlo.

Oddio. Non è che ho già le voglie?

«Ok, afferrato il messaggio.» Val si risistema i capelli e afferra un dvd orribilmente familiare dalla colonna. «Potremm…»

«RIMETTILO SUBITO A POSTO!!!»

Ok. Forse è stata una reazione un po’ da pazza isterica.

Mi schiarisco la voce mentre mi ricompongo sul divano. Val mi osserva pietrificata e rimette la copertina dove l’aveva presa con la cura con cui si maneggia una mina sul punto di esplodere.

Alexis, che nel frattempo ha riattaccato, mi passa una mano sul braccio e va a raggiungere Val.

«Bene, “Sex List” abbiamo capito che non ti va di vederlo.» Afferma con un tono vagamente divertito. Dallo sguardo che le rivolge Val posso capire perfettamente che sta trattenendo le risate. «E credo di poter eliminare anche “The Losers”…»

«Evitiamo di elencare la sua filmografia?»

«Bene…Bene…Bene…Puoi scegliere fra…» Alexis si volta verso di me e sorride. «“Vento di passioni” o “Pearl Harbor”.»

Argh. Difficile.

«Noooooo, tristi!!! Voglio un film allegro!»

«Ho voglia di deprimermi, quindi “Pearl Harbor” ed il suo Danny vanno benissimo.»

«E Danny sia!» Alexis ripone il DVD di “Vento di passioni” al suo posto e sistema quello di “Pearl Harbor” nel lettore.

 

 

 

***

Sono consapevole che mi meriterei la fustigazione per il ritardo. E purtroppo non posso promettervi di essere più veloce perché la mia musa ispiratrice è andata in vacanza, ma mi impegnerò. Non voglio lasciarvi a bocca asciutta, anche se il 6 di agosto parto e quindi dovrete aspettare almeno fino al mio ritorno…Ok, adesso potete mandarmi a quel paese, vi autorizzo.

Chiedo umilmente perdono.

A presto, spero.

Un abbraccio

Cos

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Capitolo 17
*** Missing you ***



Copyright immagine: Blend Sara; immagini: http://karenld91.tumblr.com/

Chris

 

Mi trascino dietro il trolley mentre cammino a passo spedito per il terminal dell'aeroporto, le vetrine dei duty free si alternano con i loro prodotti a prezzi ribassati senza che io li degni di uno sguardo.

Sollevo il volto dai miei piedi solo quando arrivo all'uscita e comincio a cercare la macchina di mio fratello.

Il telefono mi avverte dell'arrivo di un sms così lo estraggo dalla tasca dei jeans e sblocco la tastiera facendo scorrere il dito indice sullo schermo touch.

"Traffico. Arrivo"

Sbuffo mentre mi avvicino ad una panchina e mi ci lascio cadere.

Solo. Ancora.

Non mi è mai pesata così tanto la solitudine come oggi. Il pensiero che avrei potuto passare la giornata di oggi e anche quella di domani con tutte le persone che contano per me ed invece aver rinunciato ad una mi pesa enormemente.

Ho pensato di chiamarla mille volte e ogni volta ho riattaccato prima ancora del primo squillo. 

Vigliacco.

Mi prendo il volto fra le mani e me ne frego delle persone che camminano intorno a me lasciandomi andare ad un grido soffocato dai palmi che ho spostato dalle tempie alla bocca. 

Una macchina si ferma suonando ripetutamente il clacson.

«Vuoi un passaggio?» Mi domanda Scott mentre abbassa il finestrino. «Scusa l’attesa.» Aggiunge mentre preme il pulsante per aprire il bagagliaio permettendomi di caricare il mio trolley.

«L’aereo ha fatto ritardo, quindi non è stata una lunga pausa.» Affermo mentre prendo posto sul sedile accanto al suo.

Scott riparte, rimaniamo in silenzio per un po’ prima che lui sbuffi e mi guardi di sottecchi da sopra il volante.

«Allora?» Lo guardo sollevando il sopracciglio, la macchina si ferma ad  un semaforo e gli occhi di Scott indagano impietosi. «Non l’hai chiamata.»

Apro bocca, ma lui mi anticipa.

«Perché?!»

«Perché sto pensando di diventare donna. COME PERCHE'?! Sono terrorizzato!»

Esplodo.

«Donna? Sul serio?» Scott mi guarda dalla testa ai piedi. «Nah...non saresti una bella donna…Io lo sarei.» Gli rivolgo un’occhiata esasperata e lui sospira. «Non è la prima volta che ti trovi in una situazione simile.»

«Non con lei.» Ammetto con un sussurro. «Con lei è tutto diverso.»

«Devo dirtelo di nuovo?» Sposto lo sguardo verso la strada che scorre veloce fuori dall’auto e Scott riprende a parlare. «Tu sei innamorato. Hai perso la testa per quella ragazza e, anche se tu non lo pensi, è la cosa migliore che ti è capitata in tanto, tanto tempo. Non mandare tutto a puttane.»

«Non sono pronto per diventare padre. Mi vedi? Sono una testa di cazzo ambulante!»

«E lo sarai ancora di più senza una compagna che ti ama per come sei accanto. Bambino o non.» Rimane in silenzio per un attimo, io non so che dire, riesco solo a pensare che abbia dannatamente ragione.

«E comunque, pensi che se la abbandonassi così e lei fosse veramente incinta ti sentiresti meglio?»

Ecco la mazza che colpisce dritto sulla nuca.

«Certo che no. Cosa credi?»

«Quindi perché parli ancora con me e non con lei?»

«Non è un discorso affrontabile al telefono.»

«Balle. Non mi pare che tu abbia fatto una corsa per vederla di persona.»

«E che dovevo fare? Non venire più al matrimonio di Dana?»

«Per quanto mi riguarda avresti potuto anche andarle a parlare in piena notte.» Usa il tono piatto di quando sa perfettamente che ha ragione.

«Per morire sotto atroci sofferenze.»

«Te lo saresti meritato.» Afferma tranquillo. «E invece sei qui, ma sei comunque un morto che cammina.» Dichiara mentre accosta la macchina e mi guarda serio.

«Ti aiuterò, per l’ennesima volta. Tutto ciò avrà un prezzo, ma ne varrà la pena.»

Sorride e non posso fare a meno che chinare la testa e fare altrettanto.

«Non lo hai detto a mamma, vero?» Chiedo mentre torno a guardarlo.

«No, anche se adorerebbe fare la nonna.» Dichiara divertito. «Adorerà Charlotte.»

«Lo penso anche io.» Affermo finalmente convinto di qualcosa, anche se ancora non so bene né di cosa, né di come raggiungerla. So solo che la voglio di nuovo accanto a me.

Scott mi dà una pacca sulla nuca e apre la portiera dell’auto.

«Chi è il fratello maggiore?» Gli domando mentre lo imito.

«Me lo chiedo spesso anche io.» Mi risponde mentre mi porge il trolley e ci dirigiamo verso casa.

 

 

Charlotte

 

Ho versato tutte le lacrime che avevo in corpo per quel film.

E per Chris.

Val e Alexis sono rimaste a dormire qui, mia sorella mi ha abbracciata fino a che non mi sono addormentata.

Calma. Svuotata.

Poi alle quattro di notte mi ha tirato un calcio nel sonno e mi ha svegliata, ma per fortuna la stanchezza ha avuto il sopravvento e mi sono riaddormentata in poco meno di mezz’ora.

Adesso sto fissando il soffitto da circa venti minuti, Alexis è sveglia. L’ho sentita camminare nel corridoio che va dal bagno al salotto, dove ha dormito.

Potrei alzarmi e farle compagnia, ma probabilmente dovrei affrontare tutte le domande dette e non, su tutta questa situazione e non ne ho voglia.

La capisco. Cerca di fare il bene per me, ma anche per Chris che è un suo amico.

Adesso avrei solo voglia di non pensare a niente o non pensare a tutto quello che è successo, ma non posso.

Decido di alzarmi, cercando di non svegliare mia sorella, mi muovo lentamente fino alla porta e prendo un grosso respiro prima di raggiungere Alexis.

«Buongiorno.» Mi accoglie con un sorriso mentre posa il cellulare sul tavolo. «Dormito bene?»

«Mh-mh.» Mugolo mentre annuisco e ciabatto fino alla credenza. «Vuoi qualcosa per colazione?»

«Non sono abituata a farla.» Afferma Alexis guardandomi preparare la mia tazza di latte freddo e cereali.

«Dovresti farla è uno dei pasti più impor…» Mi fermo al suo sguardo corrucciato e sospiro. «Io non faccio questo discorso sulla colazione e tu non mi parli del casino con Chris, ok?»

«Non avevo intenzione di parlartene.» Afferma lei con un sorriso comprensivo. «Ma sappi che è comunque un accordo sleale.» Aggiunge mostrandomi la lingua.

«Perché non me ne avresti parlato?» Chiedo curiosa mentre mi siedo davanti a lei.

«Punto primo perché sappiamo entrambe che tu sai già quello che devi fare.»

«Io?» Domando scettica.

«Anche Chris sa quanto è deficiente.» Aggiunge con un sorriso osservando le sue dita che giocano col telefono cellulare. «Punto secondo…» Osserva l’orologio che porta al polso e riprende a parlare. «Fra venti…venticinque minuti devo andare a fare un servizio fotografico e quindi non ne avrei il tempo.»

L’idea che se ne vada non mi entusiasma più di tanto, ma non posso certo dirle di saltare il lavoro per stare con me. E poi ci sarà Val con me. E stanotte devo lavorare.

La vita continua anche se io vorrei che si prendesse una pausa.

«Per qualunque cosa puoi chiamarmi ed io corro da te.» Dice Alexis riportandomi sulla terra.

«Stai tranquilla.»

«Io sono tranquillissima, sei tu che sei tutta scombussolata.» Sorride divertita mentre lo dice. «L’amour…» Sospira con fare tragico mentre si alza dal tavolo e afferra la sua borsa.

«Senti chi parla…» Le dico mentre le pizzico una gamba quando mi passa accanto.

«Sì, anche io sono innamorata.» Mi risponde facendomi una linguaccia mentre scuoto la testa. «E tu non hai negato o sottolineato che tu non lo sei.» Aggiunge con tono trionfante facendomi avvampare. Potrei far bollire il latte all’interno della tazza.

«Chiamami se hai bisogno.» Ripete mentre mi osserva dallo stipite della porta di cucina. «Anche se fra un paio di giorni arriva Tom, non ti peritare. Lo mollo da qualche parte. Uh. Potrei spedirlo a casa Evans e farlo ragionare con Chris…Sì…Potrebbe essere un’idea.»

Per un attimo me li immagino: Chris e Tom. Seduti sulla poltrona/divano di Chris a parlare di me. Poi la fantasia degenera e vedo spuntare anche Hem e Robert Downey jr e mi affretto a scuotere la testa e a tornare ad Alexis. La osservo allarmata mentre lei continua il suo fiume di parole e mi affretto a dire qualcosa.

«Lascia stare Tom e Chris. Ci parlerò io.»

«Eccellente.» Sorride sorniona come se non aspettasse altro.

«L’hai fatto apposta?» Le chiedo mentre si dirige verso la porta.

«Io?» Si indica il petto con il dito indice. «Non oserei mai. Cercavo solo di darti un aiuto ulteriore.» Mi bacia sulla guancia ed inizia a scendere le scale di corsa. «A presto!» Urla quando è circa a metà rampa ed io rispondo agitando la mano, poi mi sporgo per cercare di vederla meglio.

«Alexis?» Lei solleva la testa per guardarmi fermandosi. «Grazie.» Sorride a trentadue denti e solleva una mano in segno di saluto mentre ricomincia a scendere.

Scuoto la testa e finalmente sorrido mentre mi chiudo la porta alle spalle e me ne torno in cucina.

 

Scott

 

Osservo la sala gremita di persone che sorridono felici e senza pensieri per almeno questo giorno. Mi sono sempre piaciuti i matrimoni perché allontanano i pensieri. Osservo mio fratello in mezzo alla sala ballare con Dana e sorriderle contento per lei e sono felice che l’atmosfera abbia contagiato anche lui.

Il telefono sotto le mie mani vibra sul tavolo costringendomi a spostare lo sguardo da Chris e muoverlo verso il suo cellulare. Già. Suo.

Ho dovuto rubarglielo per costringerlo ad almeno provare a divertirsi e non stare a rileggere messaggi o roba varia.

Riesce a raggiungere dei livelli di depressione sconvolgenti.

Osservo lo schermo curioso di farmi gli affari di mio fratello. Messaggio su Whatsapp.

Oh. È Alexis, saranno mesi che non la sento.

Sorrido e sblocco il telefono di Chris.

Ho decisamente voglia di farmi gli affari suoi.

“Come stai casinista che non sei altro?”

Trattengo una risata divertita.

Qualcuno sa.

Afferro il mio cellulare ed entro sulla stessa applicazione, cercando il nome di Alexis fra i contatti.

“È uno straccio. Una pezza. Ma ti dirà che sta bene.”

La risposta non si fa attendere.

“Ciao impiccione.” Scuoto la testa e leggo il messaggio successivo. “Tu come stai piuttosto?”

“Io sto benissimo, non corro certo il rischio di mettere incinta qualcuno..”

“Stupido. Posso chiamarti?”

Non rispondo rivolgo uno sguardo complice a mia sorella e le affido il telefono di Chris mentre mi allontano componendo il numero di Alexis.

«Scotty!!» La sua voce è squillante dall’altra parte del telefono e mi fa sorridere.

«Ciao fotografa.» La sento ridere e mi sembra di tornare indietro a qualche anno fa, quando abbiamo passato una settimana insieme in vacanza. Io, lei e Chris. Ci siamo fatti delle grasse risate a ripensarci bene.

«Quando vieni a trovarmi, brutto antipatico?»

«E quando vieni tu?» Le rispondo pronto.

«Io sono a Los Angeles, sei tu che non ci sei!» Sghignazza divertita.

«Sei a Los Angeles? Devo chiederti una cosa, allora.»

Chris mi ucciderà. Ci ucciderà entrambi. Lo so già.

 

Chris

 

Raggiungo Shana e mi guardo intorno. Dove cavolo si è cacciato quell’altro?

«Scott è uscito in giardino per una telefonata.» Mia sorella precede la mia domanda osservandomi con gli occhi stretti. «Cosa avete fatte voi due? Siete inseparabili oggi.»

«Siamo sempre inseparabili.» Rispondo sorridendole. Lei mi guarda scettica e si limita ad aggiungere.

«Quando combinate casini.»

«Hai tu il mio telefono?» Le chiedo cercando di cambiare argomento.

«Sì, ti è arrivato anche un messaggio…» Afferma porgendomelo.

Per un attimo spero. Mi illudo.

Poi mi ricordo che è una testona orgogliosa e quindi non mi avrà mai scritto. Infatti è Alexis, non ho neanche voglia di risponderle.

Che pessimo essere umano.

«Christopher!»

Mi sforzo di sorridere a mia madre e alla zia di Dana…O era la cugina?

«Ti ricordi di Clelia, vero? La bis-cugina di Dana.»

«Ma certo.» Shana mi guarda facendo schioccare la lingua contro il palato ricordandomi che devo impegnarmi un po’ di più a recitare, quando c’è lei nei paraggi.

«Sei diventato proprio un bel ragazzo.» Mi dice la donna mentre mi avvicino a baciarla sulle guance.

«Grazie…»

Dio, ti prego. Fa che non scatti la classica domanda di circostanza.

«Sei solo?»

«Non è potuta venire.» Mia madre mi salva in calcio d’angolo, poi mi guarda con un misto di rimprovero e presa in giro nel tono della voce. «Ce la vuole tenere nascosta.»

«Beh, non potrà tenerla nascosta in eterno, presto dovrà farti avere dei nipotini…»

Vi prego ditemi che uscirà Ashton Kutcher per dirmi che sono su Punk’d. Che ho fatto di male?

Devo proprio ricordartelo?

Faccio un sorriso di circostanza senza sapere bene cosa dire, mia madre interviene di nuovo.

«Sono ancora troppo giovane per fare la nonna, non mettergli in testa strane idee!» Le due donne ridono.

Cerco di unirmi a loro, ma adesso l’unica cosa che riesco a pensare è: ma se Charlie è davvero incinta e avrà ancora voglia di vedermi e parlarmi…Se avverrà tutto questo, io che dico a mamma?

«Rieccomi.» Mi volto di scatto verso mio fratello che sorride a Shana porgendole una mano. Non avranno mica intenzione di andare a ballare e lasciarmi qui da solo?

«Chris…» Non riesco a fermare mio fratello e mia sorella, che Carly mi si avvicina con fare supplichevole. «Balli con me?»

«Ho appena ballato con Dana…» Provo a tirarmi indietro.

«Ed io ho appena fatto da babysitter al figlio della sorella del marito di Dana, che fra le tante mi ha rigurgitato su una spalla, quindi…Ti prego.»

«Su quale spalla ti ha rigurgitato?» Chiedo divertito mentre lei mi punta un dito sotto il mento.

«Non provare nemmeno a pensare di ridere di me o te ne pentirai.»

«Sto tremando di paura.» La prendo in giro mentre lei mi afferra per un braccio trascinandomi al centro della sala, vicino alla coppia di sposi.

Balliamo in silenzio, io con la mente persa dietro a mille pensieri che mi conducono tutti nella stessa direzione, lei – come capisco appena si decide a parlare – intenta a studiarmi.

«Ti manca molto?»

Non faccio neanche finta di non capire, mi disarma completamente.

«Sì.» Dirlo ad alta voce fa più male di quello che pensavo. Vorrei aggiungere che sono senza speranza di recupero, che non ne faccio mai una giusta, ma lei è più veloce di me.

«Allora diglielo.»

«Non è così semplice.» Affranto. Senza speranza alcuna.

«Invece lo è.» Carly sorride incoraggiante e mi passa una mano fra i capelli. «È semplice.»

«Non posso dirle che mi manca dopo quello che ho fatto. È troppo banale, mi sputerebbe in un occhio.» Ammetto e nonostante tutto mi scappa un sorriso a quel pensiero.

«A volte anche le cose banali se fatte dalla persona giusta, fanno il loro effetto.» Sbatto le palpebre due volte fissando mia sorella come se fosse un alieno. «Quindi smettila di fissarmi come se venissi da un altro pianeta e chiamala, mandale un messaggio. Fa qualcosa!»

Mi scuote. E forse è proprio quello di cui avevo bisogno.

Di essere scosso, di sentirmi dire che non sono una causa persa, che forse ancora qualcosa posso recuperarlo.

«Ti voglio bene.» Le dico posandole le labbra su una guancia.

«Anche io.» Sorride abbracciandomi, poi mi lascia andare.

So che appena mi allontanerò da qui andrà saltellando da Scotty e Shana gongolandosi di come riesca a farmi fare quello che vuole. Ogni volta. Ma questa volta sono felice di essere una facile vittima della sua dote.

Esco dalla sala e l’aria fresca mi colpisce in pieno viso. Tolgo il telefono dalla tasca dei pantaloni e sospiro digitando velocemente.

Rimango fermo a fissare lo schermo per qualche secondo prima di premere il tasto di invio.

 

Charlotte

 

Il telefono squilla e mi ritrovo a pensare che se si tratta dell’ennesimo messaggio di Valerie che mi chiede come sta andando potrei mettermi ad urlare.

Sblocco il telefono sbuffando e rimango impietrita.

Due semplici parole, ma che mi fanno esplodere il cuore nel petto.

Una parte di me vorrebbe strozzarlo, un’altra vorrebbe abbracciarlo, un’altra ancora, quella che sta pericolosamente per vincere, vuole che mi metta a piangere.

«Charlotte?» Sollevo il volto incontrando il viso sorridente del Dr. Henkin, lui aggrotta la fronte. «Va tutto bene?»

Annuisco velocemente cacciando il telefono dentro la borsa ed alzandosi dalla poltroncina della sua sala d’attesa.

 

 

Non è molto però è un aggiornamento. Per dirvi che non mi sono dimenticata di questi due poveretti, che sono viva e che porterò a termine questa FF. E’ una promessa.

Scusate immensamente del ritardo.
Grazie Kos per la frase ispirante

Un abbraccio

Cos

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Capitolo 18
*** You make me wanna ***



Copyright immagine: Blend Sara; immagini: http://karenld91.tumblr.com/

Chris

 

Alex e Scott sono due pazzi e me la pagheranno! Non posso credere che Scott l’abbia convinta a fare questa festa e lei sia riuscita ad organizzare tutto questo. Quella ragazza mi stupisce ogni volta sempre di più. Quando Scott mi ha detto che avevano affittato un palazzo intero avevo già capito che c’era qualcosa che non andava nel loro cervello, perché il sottoscritto non si merita nemmeno una torta.

Ed invece Scotty mi ha accompagnato qui e anche solo la sala di ingresso è gigantesca. Luci, deejay set, due angoli bar e tre tavoli da buffet.

Sono completamente impazziti.

Alexis mi corre incontro sorridendo  e mi abbraccia di slancio facendo lo stesso con mio fratello.

«Auguri!!!» Mi schiocca un bacio sulla guancia mentre io continuo a guardarmi intorno stupito.

«Wow, è pazzesco!» Dico passando una mano fra i capelli mentre lei mi sorride orgogliosa.

«Ti ho lasciato senza fiato, eeeeh?» Mi dice battendo le mani contenta e dando di gomito a Scott.

«Tu mi lasci sempre senza fiato.» Le rispondo scherzando e lei mi dà una botta affettuosa su un braccio. «Grazie, sul serio.»

«Scott, Valerie e Tom mi hanno aiutata tanto.» Ammette mentre mio fratello annuisce orgoglioso. «Ma credo che il tuo sorriso ricambi il nostro duro lavoro!»

La stritolo in un abbraccio. Avevo bisogno di una dimostrazione d’affetto così.

Dopo gli ultimi avvenimenti con Charlie mi sono lasciato abbattere come non facevo da un bel po’. Alexis rapisce mio fratello parlando di antipasti e mi dice di andare a farmi un giro.

Rimango imbambolato a guardarli allontanarsi con  il pensiero che anche Valerie abbia partecipato all’organizzazione di questa cosa e sorrido perché mi fa veramente piacere.

Certo, Charlie non risponde ai miei messaggi e ammetto di poter anche essere stato un po’ assillante in questi giorni.

Dopo il primo messaggio che le ho inviato è stato come se qualcosa in me si fosse sbloccato. Ho mandato messaggi, ho provato a chiamarla e ad ogni mancata risposta ho fatto inviare una rosa al suo indirizzo.

Se lo sapesse qualcuno la mia reputazione sarebbe finita.

Mi muovo fra gli invitati, saluto Jessica Alba che sta parlando con Sebastian Stan e mi fermo a scambiare qualche parola con loro. Continuo a muovermi per l’enorme sala che hanno affittato per organizzare questa festa che dubito di meritare.

Il cuore batte a ritmo frenetico nel petto quando vedo Charlie parlare e ridere con Tom e Chyler Leigh.

È bellissima nel suo vestito corto che ne esalta le forme, sento il cuore rallentare quando stupidamente mi metto ad osservare la sua pancia per vedere se è cambiato qualcosa.

Cambiato cosa, poi? Sarebbe troppo presto. Ed il mio interesse arriva troppo tardi.

Direi che ho proprio un ottimo tempismo.

Scuoto la testa e decido di smettere di fissarla e mi avvicino al trio. Basta cazzate Chris. Adesso devi affrontarla.

«Ehilà! Ecco il festeggiato!» Tom mi accoglie con un sorriso ed una pacca sulla spalla. «Come va la vita da trentunenne?»

«Non saprei, dimmelo tu che lo sei da più tempo di me.» Gli rispondo ridendo e abbraccio Chyler. «Bellezza!! Hanno scomodato anche te!»

«È sempre bello rivederti, Chris.» Replica lei con un sorriso, e quando sposto lo sguardo verso Charlie, sento Tom parlare dietro di me.

«Chyler devo presentarti un’altra tua fan, andiamo a cercarla…»

Rimaniamo soli e per una volta dovrò ringraziare Tom. Lei sposta lo sguardo da terra ai miei occhi e automaticamente sorrido.

Dio se è bella! E accidenti se mi è mancata.

«Auguri.» Mi dice dopo un attimo di silenzio e mi limito ad annuire. «Non voglio rovinarti la festa quindi fra un po' me ne andrò, non preoccuparti.» Aggiunge con tono serio. Mi riscuoto.

«Non rovini proprio niente...» Non so cosa dire quando incontro il suo sguardo scettico. Le prendo le mani. «Sono stato un gran cretino.»

«Diciamo pure un cretino di proporzioni bibliche.» Dice con un tono fra lo scocciato e l'ironico ed io le stringo ancora di più le mani fra le mie. «Mi hai fuso il telefono e casa mia sembra una serra. Ed io odio i fiori.»

«Come sarebbe a dire che odi i fiori? Tutte le donne amano i fiori!» Chiedo senza riuscire a trattenermi.

«Stai per caso mettendo in discussione la mia femminilità?» Chiede puntandomi l’indice al petto.

«Non oserei mai.» Ammetto sollevando le braccia sopra la testa.

«Sarà bene.» Mi guarda con un fare minaccioso, ma sulle labbra vedo un’ombra di un sorriso.

La guardo dritta negli occhi.

Prendi il coraggio ed ammetti le tue colpe.

«Mi dispiace di essere sparito.»

«Già... dispiace anche a me.» Mi risponde guardandomi negli occhi e avrei una voglia matta di abbracciarla, solo che...

«Ehi Evans! Tanti auguri!»

Roteo gli occhi.

Proprio adesso?!

Mi sforzo di sorridere al ragazzo che si trova accanto a me. «Grazie Chris...» Lo dico più con irritazione che con gratitudine.

E adesso torna a fare ciò che facevi prima e lasciami parlare con Charlotte!

«Guarda chi c'è!» Dannazione! Qualcuno lassù ce l'ha con me. «Non sei la ragazza della première?»

Lei arrossisce, lo vedo lontano un miglio che è felice come non mai. Stringo i denti mentre sorride e si passa una mano fra i capelli.

«Ti ricordi di me?» Beata ingenuità, come se dimenticarsi di lei fosse possibile.

«Sì, certo! Ma se non sbaglio non ci siamo mai presentati ufficialmente...» Dice lui porgendole la mano destra.

Non riesco a crederci! Sei un uomo sposato! Glielo vorrei urlare mentre le stringe la mano e lei si presenta.

«Charlotte, ma è Charlie per gli amici.» È così adorabile quando sorride in quel modo che smorza quasi la mia voglia di prendere Chris a calci.

«Charlie, è un piacere rivederti.» Amico mio, odio il tuo sorriso e l'effetto che le fa. «Ti va di scambiare due parole sulla pista da ballo?»

Cosa?! Cosa hanno appena sentito le mie orecchie?!

«Sempre se a te non dispiace, Chris.» Finalmente si ricordano della mia presenza e mi guardano entrambi.

Ovvio che mi dispiace!

Lei è... è...

Deglutisco a fatica e faccio l'errore più grande che potessi fare: incontro il suo sguardo implorante. Scuoto la testa.

«Nessun problema...» Mento con un filo si voce e vedo il sorriso di lei che si allarga e poi scompare per un attimo per riapparire quando lui le porge il braccio.

Li osservo allontanarsi e iniziare a ballare, i suoi occhi brillano e mi aggrappo al pensiero che Chris è sposato e quindi non ho niente da temere.

Vorrei smettere di guardare ma non riesco a staccare gli occhi da loro, da lei, dal suo sorriso felice, da quanto tempo è che non lo vedevo? Il desiderio di essere di nuovo io a farla essere così felice e così bella mi travolge.

La voglio di nuovo mia, la voglio solo mia. 

Scuoto la testa per scacciare questi pensieri e istintivamente cerco qualcosa da bere, annegare questa gelosia in un cocktail sembra la cosa migliore da fare. Almeno sembra l'unica opzione che non implica un approccio violento con Chris.

Dopo aver trovato un bicchiere pieno di spumante torno a guardarli e lo vuoto in un colpo solo quando li vedo abbracciarsi.

Il cuore perde un battito quando penso che sono sparito per paura di cosa? Di essere padre? Di avere troppe responsabilità? Paura di aver combinato un casino di non riuscire a gestire da solo...

E lei aveva perfettamente ragione a dire che facendo così ho lasciato sola lei. L'unica cosa che non dovevo fare e che adesso devo riparare, perché non voglio che stia così per colpa mia.

 

Charlotte

 

Hem è enorme, sebbene abbia i tacchi mi sento comunque una nanerottola al suo cospetto. Nonostante quella massa di muscoli enorme riesce ad essere dolce e gentile.

Sembrerebbe una contraddizione, ma basta guardarlo negli occhi per capire quanto quella corazza di muscoli copra in realtà un ragazzo estremamente dolce, forse è proprio questo che mi ha colpita di lui.

Bugiarda. Ti hanno colpita i muscoli, cioè ma guardalo!

«Tutto ok?» Mi riscuoto e sorrido a Chris mentre annuisco. «Persa nei tuoi pensieri?»

«Stavo pensando che se qualche mese fa mi avessero detto che avrei ballato un lento con te avrei riso come una pazza.» Rispondo sincera e lui sorride divertito. 

«Suppongo che non avresti neanche pensato che saresti stata invitata a questa festa...» Afferma sereno ed io annuisco.

«In realtà non sarei nemmeno voluta venire...» Ammetto con un po' di riluttanza. «Io e Chris non siamo in ottimi rapporti, ma Alexis ha insistito tanto...»

E poi mi ha detto che ci saresti stato tu da solo. E quando mi ricapitava altrimenti di vederti di nuovo e da solo?

«Scommetto che non è niente di irreparabile...» Sorride e alla mia smorfia aggiunge: «Altrimenti lo picchio, non si trattano così le mie fan.» Rido alla sua affermazione e lui mi fa compagnia.

Riprendiamo a ballare lentamente ed in silenzio, riesco a zittire la voce della fan nella mia testa che continua a ripetere "Oh Mio Dio! Oh Mio Dio!" e rifletto sul fatto che anche se son felice come una Pasqua una parte di me avrebbe voluto che Christopher si opponesse e mi tenesse con sé.

Desiderio inutile dato che è sparito dalla mia vita in fretta così come ci è entrato.

Scaccio quel pensiero e mi concentro sul mio cavaliere. «Allora, com'è essere papà?» Gli chiedo pentendomene subito, il suo sorriso se possibile diventa ancora più bello.

«È semplicemente stupendo...» Dice con gli occhi che si illuminano. «Pensavo di avere avuto la mia dose di felicità, ma quel frugoletto ha scombinato tutto.» Sorrido al suo entusiasmo. «È una cosa che cambia completamente la vita e il modo di vedere le cose, ma è la cosa più bella che mi sia capitata.» Scrolla le spalle tornando a guardarmi. «Hai centrato l'unico argomento del quale parlerei ore intere, non voglio annoiarti...» Ammette con un sorriso.

«Sono contenta per te ed Elsa, ti sei calato perfettamente nel ruolo di padre.» Dichiaro.

«Tu dici?» Mi chiede stringendo piano la mano destra sulla mia schiena e facendomi avvicinare a lui in modo da sussurrarmi all’orecchio. «In realtà me la faccio sotto dalla paura.»

Gli sorrido dolcemente mentre cerco di abbassare il volume dei battiti del mio cuore, perché sono quasi sicura che lui possa sentirli.

«Ma va là...» Cerco di sdrammatizzare. «Il dio del tuono ha paura?» Lui fa timidamente spallucce.

«Non immagini neanche quanta, quella piccoletta ha annullato tutte le mie sicurezze, credo che sia abbastanza normale andare nel panico alla notizia che una tale responsabilità ti sia caduta addosso.»

Vengo colpita dalla sua affermazione. So benissimo che è facile cadere nel panico, ma egoisticamente ho pensato che fosse una cosa prettamente femminile.

«Sono sicura che tu ed Elsa sarete due bravissimi genitori.»

Lui mi sorride e rimane in silenzio mentre mi culla lentamente al ritmo della musica. 

«Capisco perché gli piaci tanto...» Esordisce poco dopo. Sposto lo sguardo verso di lui e arrossisco mentre cerco di dire qualcosa di sensato.

La canzone finisce e lui mi abbraccia, rimango impietrita per quel gesto e per il fatto che mantiene la mano sul mio fianco mentre entrambi ci voltiamo verso il palco dove il deejay era alla consolle.

Tom ha in mano un microfono e cammina verso il centro della scena.

«Attenzione, attenzione! È il vostro dio che parla!» Hem inizia a ridere faticando a riprendere fiato mentre io mi sbatto una mano sulla fronte. Quel ruolo gli ha dato alla testa. Decisamente.

«Prima di rimettervi la musica vorrei rinnovare gli auguri al nostro caro Captain America...» Sento urlare alle mie spalle e qualcuno fa partire un applauso, quando questo scema Tom riprende a parlare: «Quindi Chris, se gentilmente vieni qui sotto al palco ti vorremmo mettere in imbarazzo facendoti ballare...» Tom sghignazza supportato dal suo “pubblico”.

Lo sento che si lamenta e mi volto a guardarlo: Alex lo sta trascinando per un braccio lui continua a lamentarsi e a scuotere la testa, ma sta ridendo. In effetti anche se è imbarazzante trovo molto carina tutta questa cosa...

«Bene! Grazie amore...»

«Prego caro.» Gli risponde Chris e tutti scoppiano a ridere.

«Lo so che mi ami, ma per stasera dovrai sceglierti una dolce donzella...» Gli risponde Tom scatenando le risate di qualcuno. Io non riesco a ridere, sento il panico salire e prevedo il peggio.

«Quindi...» Osservo Tom scrutare la sala dall'alto del suo palco, abbasso la testa fissandomi i piedi come quando evitavo la sguardo della prof che voleva interrogare e osservava l'aula per selezionare la sua vittima. Sento il cuore rallentare quando lo sento dire: «Fratello caro, il prossimo ballo lo farai con me, ok?» Capisco che si sta riferendo a Hem che è ancora accanto a me, e subito dopo, tra le risate, un faretto ci illumina.

Mi costringo a sollevare lo sguardo e sono quasi costretta a chiudere gli occhi per la luce che mi batte in pieno volto.

«Potreste evitare di accecarmi?» Domando ad alta voce, imbarazzata all’ennesima potenza. Sento qualcuno ridere mentre la luce si sposta dal mio volto.

Evito di guardare Tom, ma sposto lo sguardo su Christopher, sta scuotendo la testa e si dondola sul posto. Hem molla la presa dal mio fianco dandomi una leggera spinta sulla schiena, muovo qualche passo verso quegli occhi celesti che adesso sono incatenati ai miei. Mi rendo conto di averlo raggiunto solo quando parte la musica e lui prende le mie mani fra le sue.

 

Charlotte

 

«Mi dispiace per tutta questa sceneggiata...» Le dico terribilmente in imbarazzo. «Non ne avevo idea...»

«Non è un problema, dovevo immaginarlo quando ho scoperto che Tom doveva salire sul palco.» Sorride, ma so che è a disagio.

«Già, è un cretino, dopo mi sentirà.» Provo a sdrammatizzare. «Dopo questo ballo ti libero, così potrai tornare dall'altro Chris.»

«Se Tom lo mollerà...» Risponde divertita ma non riesco a ridere alla sua battuta. Lei aggrotta la fronte. «Ti rende così serio ballare con me?» Mi domanda prendendomi alla sprovvista.

«Certo che no!» Rispondo anche con troppa indignazione.

«E allora che c'è?» Domanda. E so che non si riferisce a tutta la storia che abbiamo affrontato, o meglio, che io non ho affrontato.

«C'è che mi dispiace che preferisci Hemsworth a me...» Ammetto. «Ok, lui è perfetto, è muscoloso è simpatico... piace molto anche a me, ma pensavo che contassi qualcosa.»

«Sei geloso?» Mi chiede con un sorriso.

«Non è quello.» Cerco di disincastrarmi.

«Sì che è quello!» Charlie continua a ridere. «Sei geloso e senza motivo, sappiamo entrambi che Hem è sposato.»

«Sappiamo anche che tu hai una cotta per lui.» Le rispondo scocciato. Perché stiamo di nuovo discutendo? E soprattutto di questa cavolata?

«Già, ma sono qui con te e per te.» Dice sottovoce e io riporto lo sguardo su di lei, che lo dirige verso il pavimento.

Sorrido mentre la vedo maledirsi fra sé e sé dietro i capelli che le coprono in parte il viso.

«Posso rapirti?» Le domando sottovoce abbassandomi al livello del suo orecchio.

«Cosa?» Mi domanda sollevando il volto. Siamo vicinissimi, potrei baciarla, ma mi fermo e le prendo una mano.

«Vieni con me.» Inizio a camminare fino a che non arrivo ad una rampa di scale e comincio a salirla sempre tenendola per mano. 

«Chris che ti prende? Dove mi stai portando?»

Non mi fermo e continuo a salire le scale fino a che non arriviamo al secondo piano, una volta lì, mi muovo con passo sicuro verso una camera sulla sinistra.

«Chris?» Mi chiama quando apro una finestra ed esco su un grande balcone, mi volto a guardarla: è ferma sullo stipite della porta finestra, lo sguardo perso verso l'oceano.

«Dio... è una meraviglia.» Dice muovendo qualche passo e fermandosi accanto a me.

«La più bella che abbia mai visto.» Parlo senza staccare gli occhi da lei. Sorride prima di voltarsi verso di me.

«Posso farti notare che non hai smesso di guardarmi un minuto?»

«Lo so perfettamente.» Le dico mentre le poso le mani sui fianchi e appoggio la fronte contro la sua. 

«Quindi posso dedurre che parlavi di me?» Mi chiede divertita ma imbarazzata. Struscio il naso contro il suo e annuisco.

«Ho voglia di baciarti...» Dono voce ai miei pensieri e lei si mordicchia un labbro.

«L'hai già fatto altre volte.» Mi dice ad un millimetro dalle mie labbra, controvoglia mi allontano, ma di poco.

«Baciare davvero, senza finire in altro...» Incontro i suoi occhi per un istante prima di posare le mie labbra sulle sue e allontanarle subito dopo. «Voglio baciarti e basta.»

Torno a cercare quel contatto, catturando il suo labbro inferiore con la mia bocca, sento un sorriso incresparsi sul suo volto quando con la lingua cerco la sua. 

Non voglio smettere, neanche per riprendere fiato, completamente rapito. È lei che mi riporta con i piedi per terra posando una mano sulla mia spalla e baciandomi la punta del naso.

«Cosa significa questo?» Mi chiede mentre io le bacio la fronte.

«Che sono uno stupido e mi dispiace tanto.» Rispondo sincero, e mi avvicino di nuovo alla sua bocca. «Non ti lascerò più sola se mi darai una seconda possibilità ovviamente. Tu mi fai venir voglia di cambiare ed essere migliore.»

Le mi guarda e scuote la testa, per un attimo sento il terreno mancarmi sotto ai piedi e i battiti rallentano così tanto che sono sicuro che potrebbero fermarsi da un momento all’altro.

«Come fai anche solo a dubitare che io non possa darti un’altra possibilità?» Sollevo lo sguardo verso di lei e non posso fare a meno di sorridere e di stringerla fra le mie braccia.

«Mi farò perdonare.» Sussurro contro la sua guancia prima di lasciare che le mie labbra si posino sulla sua pelle.

«Lo stai già facendo.» Mormora contro il mio orecchio.

«Sarò un buon padre, prometto.» Torno a fissarla. Non sono mai stato più serio in vita mia. Il suo sguardo si sposta verso il mare e si morde il labbro inferiore.

«A proposito di questo…» Aggrotto la fronte mentre la vedo torturarsi le mani.

 

Charlotte

 

Devo dirglielo.

È giunto il momento.

E adesso lui mi odierà.

Potrei capirlo se lo facesse.

Non ho mai risposto alle sue chiamate in questa settimana, all’inizio perché non avevo voglia di sentirlo successivamente perché non avrei saputo che dirgli.

Il fatto che lui sia stato così insistente mi ha lusingata, lo ammetto. Il mio ego esultava di gioia a vedere tutti quei dannati fiori.

Dirgli che anche lui mi era mancato, che penso di essere innamorata di lui, che mi dispiaceva; tutte queste cose passavano in secondo piano alla notizia che prima o poi avrei dovuto dargli.

Ecco perché non volevo venire.

Ed ecco perché invece dovevo essere presente.

Vederlo guardarmi così, avrebbe reso tutto ancora più difficile. Lo sapevo eppure ho preferito aspettare e averlo di fronte prima di sganciare la bomba.

Deglutisco a fatica mentre continuo a martoriare le mani.

«Sono stata dal mio ginecologo.» Dico in sussurro. «Sai per fare accertamenti…» Trovo il coraggio di guardarlo negli occhi. Devo avere una faccia orribile perché lui spalanca gli occhi e mi porta una mano ad una guancia.

«Che è successo?» Chiede allarmato mentre lotto per cercare di non mettermi a piangere.

«Non sono incinta. Non lo sono mai stata. A quanto pare era uno sbalzo ormonale o roba del genere…» Dico tutto d’un fiato mentre mi appoggio alla balaustra della terrazza. Lui rimane in silenzio alle mie spalle. Non ho il coraggio di guardarlo. «Mi spiace di averti fatto prendere un colpo. Mi spiace di aver rovinato tutto.»

«Charlie…» La sua voce è talmente bassa che mi volto a guardarlo. Muove qualche passo fino a trovarsi a pochi centimetri da me. «Pensavo che stessi male…» Afferma mentre mi abbraccia. «Non spaventarmi più così.»

Annuisco contro la sua spalla, inspirando il suo profumo. Cercando il coraggio di dire qualcosa.

«Scusami.» Lui muove le mani lungo la mia schiena mentre scuote la testa. «Comunque adesso puoi stare tranquillo e tornare alla tua vita di sempre. Niente pargoli all’orizzonte.» Affermo sciogliendo l’abbraccio e accennando un sorriso.

Lui stringe le labbra.

«Io non voglio tornare alla vita di sempre se la mia vita di sempre non prevede la tua presenza.» Mi guarda talmente serio che sento il cuore sprofondare. «Non sono tornato perché c’era un bambino nel mezzo, sono tornato perché sono innamorato di te.»

Sbatto le palpebre diverse volte prima di realizzare quello che ha appena detto.

«Sei veramente tu?» Lui aggrotta la fronte. «Chi ti ha scritto questa battuta? Sono stati Tom ed Alexis?» Chiedo mentre lo vedo andare in crisi.

«Cosa?»

«Non puoi averla pensata tutta da solo. Che c’è sotto?» Chiedo avvicinandomi a lui.

«I miei sentimenti per te?» Afferma dubbioso e per poco non scoppio a ridergli in faccia. «Forse per la prima volta in tutta la mia vita mi dichiaro e tu reagisci così?»

«Mi hai presa alla sprovvista!» Mi giustifico.

«Sei preparata adesso?» Mi chiede afferrandomi per i fianchi e portandomi verso di lui.

«Forse?» Dichiaro sollevando un sopracciglio nel tentativo di imitarlo. Lui sorride e posa le sue labbra dolcemente contro le mie. «Ti amo anche io.» Affermo prima che lui possa parlare.

 

***

Saaaalve… *fa ciao ciao con la mano*

Vi ho fatto aspettare tanto lo so, questi ultimi capitoli sono stati complicati in un certo senso, ma spero che non deludano le vostre aspettative.

Il prossimo capitolo sarà l’epilogo. *ZanZanZaaaaaaaaan*

Spero di rivedervi presto.

Un abbraccio.

Cos

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Capitolo 19
*** Hold you till the morning light. ***



Copyright immagine: Blend Sara; immagini: http://karenld91.tumblr.com/



Sento la sua mano sul mio fianco e mi rigiro nel letto col sorriso stampato in volto. Se mi avessero detto che avrei vissuto serenamente in questo modo sarei scoppiata in una grassa risata; eppure mentre i miei occhi scorrono sui suoi lineamenti sento che non potrei essere più felice.

Sposto la mano sulla sua strofinando il pollice sul suo dorso morbidissimo e torno a guardarlo, cercando di resistere all’impulso di tenerlo fra le braccia e costringendomi a lasciarlo dormire.

Faccio correre lo sguardo sul suo corpo e sento il cuore stringere quando vedo che sopra la sua pancia c’è la mano di Chris, sorrido ancora di più quando percorro il suo volto con gli occhi e noto la stessa espressione rilassata nel sonno.

Sposto la mano libera verso i ciuffi di capelli che gli ricadono sulla fronte e appena le mie dita incontrano la sua pelle lui si sposta facendo aderire la sua guancia al mio palmo e aprendo gli occhi azzurri.

«Buongiorno.» Gli dico sottovoce e lui per risposta bacia la mia mano.

«‘Giorno.» Sussurra quando torna a guardarmi con la voce ancora leggermente impastata, poi sposta lo sguardo sul terzo occupante del letto. «Guardalo come dorme beato…»

Scuote la testa divertito e non posso fare a meno di pensare alle ore piccole che ci ha fatto fare ieri sera.

«Per fortuna stamani non dovevo andare a lavorare altrimenti avrei dormito in piedi.» E non sto scherzando, non si può affrontare il lavoro con sole tre ore di sonno.

«Niente lavoro oggi?» Mi chiede Chris sollevando un sopracciglio e quando scuoto la testa sul suo viso appare un sorriso malizioso. «La cosa è interessante.» Si rigira nel letto e scende, camminando lentamente per la stanza. «Lui dorme, tu non hai da lavorare…» Si avvicina al mio lato del letto e posa le sue labbra contro le mie.

«Io nemmeno…» Torna a guardarmi per un attimo e poi mi sussurra in un orecchio: «E di là c’è un divano comodo...» Sorrido quando posa le mani sulla mia vita e mi tira fuori dal letto prendendomi fra le sue braccia.

Si sposta verso il salotto mentre io lo bacio sul collo e a metà strada si ferma mettendomi giù, guardandomi contrariato. «Questo non è valido.» Lo guardo divertita mentre cerco di sfilargli la maglia del pigiama. «Io volevo fare il romantico per una volta, ma così mi provochi.» Dice mentre annuisco divertita.

Stringe le mani sulla mia vita e fa aderire i nostri corpi.

Ci baciamo appassionatamente fino a che non interrompo il bacio per sfilargli la maglia, lui riprende a baciarmi facendo poggiare la mia schiena contro il muro del corridoio dove ci siamo fermati. Muove le mani sopra la mia canottiera, la sua lingua si muove insieme alla mia ed io lo stringo a me mentre sento le sue dita risalire lungo il mio corpo, stavolta sotto gli indumenti. Sta per sfilarmi la canottiera quando un colpo di tosse ci fa bloccare allarmati.

«Hai sentito anche tu?» Gli chiedo e lui annuisce, restiamo in ascolto un attimo.

Silenzio.

Le mani di Chris riprendono a muoversi sul mio seno mentre io resto ancora un po’ in ascolto, o almeno ci provo, perché dopo circa mezzo secondo mi riconcentro su di lui e sulla sua bocca che adesso ha preso il posto delle mani.

Il nostro entusiasmo, però non è destinato a durare a lungo perché ci blocchiamo di nuovo quando sentiamo dei mugolii provenire dalla stanza a pochi metri da noi. Sollevo gli occhi al cielo e poi abbasso lo sguardo implorante su Chris che scuote la testa.

«Vado io…» Posa le labbra sopra il mio seno destro. «Non ti muovere da qui!» Mi ordina mentre mi scannerizza il corpo e non posso fare a meno di sorridere.

Attendo qualche secondo nel silenzio più totale poi lo sento.

Lo ascolto parlare dolcemente e mi mordo le labbra; alzo la canottiera da terra, mi rivesto e mi affaccio sullo stipite della porta. Lui è in piedi con il piccolo fra le braccia, lo culla dolcemente mentre canticchia qualcosa

. Sono certa di non aver mai visto niente di più dolce e bello insieme.

«Devo capire come fai a calmarlo così…» Gli dico facendolo girare, mi guarda contrariato.

«Ti sei vestita.» Sbuffa torna a guardare il piccolo e parla con voce dolce: «La mamma mi ha disubbidito, dopo dovrò sculacciarla.»

«Chris!» Lo guardo sconvolta e lui ride.

«Oh-oh. Ho fatto arrabbiare la mamma, adesso sarà lei a sculacciare me…»

Scuoto la testa convinta che ormai la sua stupidità sia irreparabile e mi avvicino ai miei due uomini, osservo Rafe fra le braccia di Chris e i suoi occhioni azzurri mi lasciano come al solito senza fiato.

«Amore della mamma!» Gli mormoro mentre afferro la sua manina e lui sorride, Chris posa le labbra fra i miei capelli e scuote la testa.

«Pensavo di essere io il tuo amore...» Interviene fingendosi contrariato e io gli sorrido e gli bacio la punta del naso, per poi tornare a guardare il piccolo.

 

 

***

Lo so è corta. Lo so mi odiate.

MA.

Non potevo lasciarvi senza il piccolo Rafe, altrimenti noto come MiniCap. Nononononono.

Questa storia è stata speciale. Speciale perché mi ha strappato molti sorrisi e anche se sono arrivata ad un punto in cui temevo di non riuscire a portarla a termine, alla fine eccomi qua. Spero che vi sia piaciuta almeno la metà di quello che è piaciuta a me.

I ringraziamenti più sentiti dal profondo del cuore a Sara, per avermi ispirata in tutto e per tutto, tu sei Charlie e non c’è niente altro da aggiungere.

Ad Anna, per le chiacchierate, per i promemoria e per l’essere fantasticamente se stessa (e guai a te se ti metti a piangere.)

A Kos per avermi incoraggiata, ispirata e per seguirmi sempre nelle mie pazze idee.

Grazie ai Blue per il titolo della FF, per aver ispirato alcuni dei primi capitoli *coff* scene del divano *coff*.

E ultimo ma non ultimo a Christopher Robert Evans e alla sua filmografia, nonché a sua mamma su Twittah per le risate per le sue interviste, gli sbavamenti sui suoi addominale e la dolcezza di alcune foto. Gli auguro tutto il bene con Minka o chiunque lui sceglierà.

Un abbraccio ed un ringraziamento di cuore infine a voi tutti che avete letto, recensito, inserito la storia fra preferite/seguite/ricordate.

Grazie davvero!

Spero di rivedervi presto con altre storie.

Cos

 

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