*Baby Vampire* - Mi si sono ristretti i vampiri....

di LaDamaLuthien
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Perchè Emmett porta il pannolino? ***
Capitolo 2: *** Shi, è la befana. ***
Capitolo 3: *** Ga, ga, ga! ***



Capitolo 1
*** Perchè Emmett porta il pannolino? ***


Ok, la scorsa notte non sapevo cosa sognare….e la divina provvidenza mi ha propinato questa cosa…

 

Se non vi piacciono le fic stupide non leggete, vi conviene.

 

Di solito non produco fic a così basso livello (a no? N.d.vocine) (zitte voi!! N.d.a.) ma mi è venuta così…

 

Comunque non dovrete patire a lungo, sono al massimo tre quattro capitoli. Un bacio!

 

 

 

 

*Baby Vampire – Mi si sono ristretti i vampiri*

 

CAPITOLO PRIMO:

 

-Perché Emmett porta il pannolino?-

(LaDamaLuthien)

 

 

 

-AHHHHHHHHHHHHHHHHHHHHH!!!!!!!!!!!- Urlò Rosalie una volta seppellita dalle cavallette.

 

Mi trovavo a casa Cullen ed il pomeriggio trascorreva tranquillamente, a parte per le cavallette.

Infatti Forks sembrava essere stata colta da un’improvvisa piaga d’Egitto e milioni di cavallette invadevano i boschi, i prati, i campi.

 

Ma dico io, almeno ci fosse un clima adatto!

 

In effetti, le cavallette in questione sembravano veramente strane. Erano innaturalmente grandi, di un verde pisello cangiante e sembrava che adorassero i vampiri.

 

Forse adoravano il freddo, fatto sta che si appendevano come sanguisughe sulla pelle dei Cullen.

 

Edward scosse un braccio violentemente e dieci cavallette si spiaccicarono sul vetro del mio Pick Up.

 

-Ops, scusa tesoro.

 

-Fa niente.- Potevo forse prendermela con il mio angelo?

 

Intanto Emmett correva a salvare Rosalie.

 

-Aspetta tesoro, no, no non dimenarti così…aspe

 

Rosalie detestava le cavallette e si dimenava come sotto elettroshock mentre Emmett cercava di liberarla.

 

-Rasalie, amore, vuoi….stare…ferm…CRUNCH

 

 Quello strano rumore attirò l’attenzione di tutti.

 

Una cavalletta si era appena suicidata tra i denti di Emmett, infilandosi in bocca proprio mentre stava parlando.

 

-Che schifoooooooooo…….-piagnucolò Rosalie.

 

Emmett invece sgranocchiò pensieroso la cavalletta e la inghiottì.

 

-Non è male, il sangue è poco, ma è buono…

 

Rosalie rischiava lo svenimento, Alicie era perplessa, Jasper fece spallucce e ne assaggiò una, io stavo per vomitare.

 

-In effetti, CRONCH, SLURP, FFHHHHH, non è male sapete?

 

-Edward fece per prenderne una ma io lo fermai.

 

-Ti prego, no. Prima lascia che torni a casa poi fai quello che vuoi.

 

Edward sorrise e mi baciò.

 

-Va bene, aspetterò che tu te ne vada. Ci vediamo domani?

 

Annuii e lo baciai di nuovo prima di salutare i Cullen, alquanto interessati alla novità e tornarmene a casa.

 

 

 

Il giorno dopo c’era il sole, quindi non vidi Edward per tutto il giorno. Il pomeriggio la scuola fu chiusa per il problema delle cavallette.

 

Tutta Forks era bloccata in attesa della riuscita della disinfestazione, così non andai a lavoro.

 

Mentre tornavo a casa pregustai l’idea di una settimana senza scuola da passare solo con Edward e mi scoprii a canticchiare.

 

Ma quel pomeriggio Edward non arrivò.

 

E nemmeno la sera.

 

La mattina dopo telefonai, ma non rispose nessuno.

 

Per tutta la mattinata cercai di telefonare, ma non rispondeva mai nessuno e la segreteria non era nemmeno impostata.

 

Dopo pranzo decisi che avrei telefonato un’altra volta, poi sarei andata a casa Cullen.

 

Digitai il numero con una certa angoscia, ripetendomi che Edward aveva promesso di non lasciarmi mai più e che io gli credevo.

 

Uno, due, tre squilli.

 

Al quarto qualcuno alzò la cornetta.

 

-Ponto?

 

La voce di un bambino sui quattro anni mi prese in contropiede. Conoscevo il numero a memoria, non potevo aver sbagliato…

 

-Ehm, si, c-casa Cullen?

 

-Bohhh.

 

-Eh, c’è…c’è la mamma?

 

-Dov’è la mia mamma?

 

-Non lo so, l’ho chiesto a te.

 

-NO, no, dimi dov’è la mia mamma, butta befana!

 

Quel bambino iniziava a darmi sui nervi…

 

-Non so dove sia tua madre e non sono la befana!

 

-Dicono tutte cossì

 

-Scusa ho sbagliato numero.- risposi gelida ed abbassai la cornetta.

 

Ricomposi il numero.

 

Al secondo squillo qualcuno alzò la cornetta, ma ero talmente sicura che fosse giusto, che non persi tempo.

 

-Ciao, sono Bella….

 

-Anche io…

 

Rimasi spiazzata. Ok, questa volta la voce era quella di una bambina.

 

-No, dico…io sono Bella Swan, cerco…

 

-Non ti dare tate arie, sai? Sai che io sono bella!

 

Ok, calma.

 

-Allora ragazzi, se questo è uno scherzo non mi piace proprio. So che il numero è giusto…

 

Tu, tu, tu.

 

-Ma! Ha riattaccato!

 

Furibondda, presi la borsa e mi lanciai verso il Pick Up. Nel farlo calpestai una ventina di cavallette, ma non vi badai.

 

Almeno non finchè una mi beccò in un occhio.

 

-Oh! Ma porc

 

In dieci minuti ero davanti a casa Cullen.

 

Sbattei la portiera e mi precipitai a bussare alla porta.

 

Si, ok, “bussare”. Diciamo che stavo prendendo la porta a pugni e calci.

 

-Chi è?

 

La voce di un bambino risuonò soffocata da dietro la porta.

 

Allora era vero, stavano scherzando.

 

-Sono il lupo mangia frutta- dissi sarcastica -Apri immediatamente o Edward ne pagherà le conseguenze.- Urlai, in modo da farmi sentire.

 

-Che futta voi?

 

-VUOI APRIRE QUESTA CAVOLO DI PORTA?

 

Mentre la porta di casa si apriva mi ritrovai ad urlare isterica.

 

-SPARITE PER DUE GIORNI SENZA DIRMI NIENTE, NON RISPONDETE AL…ODDIO.

 

Davanti a lei c’era un bambino con i capelli neri che la guardava con l’indice in bocca, vestito di un solo pannolino.

 

-E tu chi sei?

 

-Tu chi tei?

 

-Ehm, io sono Bella.

 

-Io Emet

 

-C-come?

 

-E-m-e-t. Emet!!

 

Guardai i riccioli neri, la linea del mento e degli zigomi, gli occhi e le mani grandi.

 

Oddio. Da quando Emmett porta il pannolino?

 

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Capitolo 2
*** Shi, è la befana. ***


*Baby Vampire – Mi si sono ristretti i vampiri*

 

CAPITOLO SECONDO:

 

-Shi, è la befana.-

(LaDamaLuthien)

 

 

 

-SPARITE PER DUE GIORNI SENZA DIRMI NIENTE, NON RISPONDETE AL…ODDIO.

 

Davanti a me c’era un bambino con i capelli neri che mi guardava con l’indice in bocca, vestito di un solo pannolino.

 

-E tu chi sei?

 

-Tu chi tei?

 

-Ehm, io sono Bella.

 

-Io Emet

 

-C-come?

 

-E-m-e-t. Emet!!

 

Guardai i riccioli neri, la linea del mento e degli zigomi, gli occhi e le mani grandi.

 

Oddio. Da quando Emmett porta il pannolino?

 

 

 

 

Feci un respiro profondo e mi appoggiai al portone di casa, chiudendolo.

 

Chiusi gli occhi, contai fino a dieci e li riaprii.

 

Ora sette bambini mi guardavano con gli occhi sgranati, due con gli indici in bocca, la bambina coi capelli neri stropicciava la gonnellina del vestito.

 

-E’ quetta?- Sussurrò la bambina.

 

Emmett annuì. –Shi, è la befana.

 

Si alzò un coro. –Ooooohhhhhhhh.- Che dire, li avevo impressionati.

 

-Fatemi capire bene…

 

Li guardai uno ad uno.

 

-Se tu sei Emmett, tu…-mi rivolsi alla bambina di circa tre anni con i capelli neri –sei Alice?

 

La bimba sorrise felice e battè le mani.

 

-Tiiiiii!!! Sai il mio nome!

 

Una bambina sui cinque anni incrociò le braccia e la guardò compassionevole. Aveva lo sguardo altezzoso ed i capelli d’oro ordinatamente raccolti in una treccia.

 

-Certo che lo sa, è la befana, no?

 

-Io non sono la befana…

 

-Come no? Sei vecchia, brutta e sai i nostri nomi. E sei vestita di stracci…

 

-Rosalie.- Conclusi sospirando.

 

Come sbagliare?

 

Vestiva con un adorabile abitino da bambina firmato Gucci.

 

-Visto?- Sorrise lei, altezzosa.

 

Spostai lo sguardo ed individuai gli altri.

 

Carlisle doveva avere non più di quattro anni, Esme ne dimostrava tre.

 

Jasper si reggeva a stento in piedi, un anno e mezzo forse, mentre Edward, il mio cuore impazzì appena lo vidi, avrà avuto si e no due anni. Non parlava, se ne stava timido dietro Esme e mi guardava con due occhioni spaventati.

 

Mi avvicinai sorridendo.

 

-Ciao Edward.- Sorrisi gentile.

 

Lui mi fissò e per un momento calò il silenzio.

 

Poi iniziò a piangere a squarciagola.

 

-UUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUUééééééééééééééééééééééééééééééééééé.

 

Lo guardai, sconvolta.

 

E lui cominciò a piangere più forte.

 

A quel punto anche Jasper, che guardava il fratello con i lacrimoni agli occhi, inziò a strillare e ben presto contagiò anche Emmett, Alice, Esme e si, anche Rosalie.

 

-No, smettetela, vi prego. Perché piangete?- Ero sconvolta e li fissavo spaventata.

 

Esme mi guardò, il volto inzuppato di lacrime.

-Non lo to, pangevano tutti.

 

Rosalie tirò su col naso.

 

-Sei cattiva.- E ricominciò a piangere.

 

Cercai di calmarmi e di ragionare.

 

Ero a casa Cullen.

 

Davanti a me c’erano sette vampiri.

 

E tutti si aggiravano tra gli uno e i cinque anni.

 

Uno di loro portava misteriosamente un pannolino.

 

E particolare più stressante, piangevano tutti e non sapevo perché.

 

Afferrai al telefono e pregai che fosse a casa.

 

-Pronto?

 

-Mamma, perché i bambini piangono?

 

-Come scusa?

 

 

 

 

 

 

Scusate il capitolo corto, ma aggiornerò presto. Spero che vi sia comunque piaciuto ^.^!

 

Intanto grazie a chi ha recensito, siete magnifici!!! Davvero, meritate un grande ringraziamento per aver letto fino in fondo una cavolata come questa fic….Vi meritate un applauso…

 

 

-G7-

 

Faye91

 

Amy89

 

Hysteria

 

AllegraRagazzaMorta

 

Aras

 

Glo91

 

Gold_dargon

 

Dafne_’90

 

Puffoletta

 

Loner

 

Baby93

 

Silvy

 

Solembun

 

Eragon1001

 

Mew Pam

 

Ellie

 

Smikile

 

Killer

 

Mekara

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Capitolo 3
*** Ga, ga, ga! ***


Grazie per le recensioni. Siete troppo generose. Questa storia diventa ogni capitolo più stupida…che ci volete fare, sono rimbecillita come al solito 8forse di più).

 

Sperando che vi piaccia….eccovi il capitolo!

 

 

 

*Baby Vampire – Mi si sono ristretti i vampiri*

 

 

-Ga, ga, ga!-

 

 

 

Afferrai al telefono e pregai che fosse a casa.

 

-Pronto?

 

-Mamma, perché i bambini piangono?

 

-Come scusa?

 

 

 

 

-Mamma ti prego, come si fa a far smettere i bambini di piangere?

 

-Beh, dipende da cosa hanno. Bella, tesoro…chi è che sta piangendo?

 

-I bambini!

 

-Quali bambini?- Mi chiese sconvolta mia madre.

 

-I Cullen, cioè…i bambini..

 

-I Cullen hanno DEI BAMBINI?

 

-No, non i Cullen, io in verità…

 

-TU HAI DEI BAMBINI?

 

-CATTIVA BEFANA!!!- Urlò Rosalie in contemporanea.

 

-NON SONO LA BEFANA!!!

 

Calò il silenzio.

 

Quattordici paia di occhietti neri mi fissavano sconvolti.

 

-Grazie mamma, non serve.

 

Riattaccai, mentre dalla cornetta provenivano vari epiteti come “sciagurata” e “taglio” “gli” “alimenti”.

 

Ma non avevo tempo per preoccuparmi degli scatti nervosi di mia madre. Avevo risolto la cosa della crisi di pianto e dovevo agire in fretta per trovare un diversivo che non ci riportasse al punto di prima.

 

Rose mi si avvicinò, lo sguardo altezzoso, le mani sui fianchi.

 

-Lo tai che non ci urla.

 

Ma non la stetti a sentire. Guardai compiaciuta le altre sei creaturine che mi fissavano ad occhi sgranati, senza fiatare.

 

-Allora bambini, vi va di giocare un po’?

 

Sorrisi quando partirono esclamazioni festanti di “shiiiiii” ed “evviva”.

 

In fondo, non erano poi così male quando sorridevano felici.

 

E poi, badare a sette bambini non poteva poi essere così difficile.

 

 

 

 

 

 

Un ora dopo: (ex) salotto di casa Cullen.

 

 

 

 

-E’ terribilmente difficile! Oh, dio, cosa ho fatto di male?

 

Attualmente mi trovavo legata e distesa sul pavimento in una finta ferrovia creata con coperte e cuscini. Che dire, i cuccioli di vampiro hanno molta fantasia.

 

In quel momento, una fila di vampiretti festanti mi calpestò, passandomi sopra in fila.

 

-Ciuuuuu, ciuuuuuuf!!- Urlava Alice, il capotreno.

 

-Bambini, non…possiamo…smetterla…di giocare…al prigioniero legato alle rotaie e…uhg…al trenino?

 

-NOOOOOOO!!!!

 

Rosalie, non contenta di avermi calpestata almeno una decina di volte, ci aveva preso gusto e continuava a passarmi sopra.

 

-Rosalie, cara bambina…

 

-Bella babina, bella…

 

 Sbuffai. –Rosalie, BELLA bambina, la puoi smettere di passarmi sopra?

 

-Gno, mi diverto. E poi non hai deto la parolina…

 

-La parolina?

 

In quel momento il “treno”  mi investì un’altra volta.

 

-La parolina magica.- Cinguettò Rosalie con un sorriso a sedici denti e mezzo.

 

-Per favore…?-

 

Ma in che cavolo di situazione mi ero cacciata? Stavo davvero implorando Rosalie?

Stavo davvero pregando un mostriciattolo di cinque anni, vestito D&G (perché ovviamente la nostra cara bimba si era cambiata d’abito) e con seri problemi dentali?

 

-Troppo tardi.- Rise sadicamente e tornò al suo gioco preferito: torturarmi.

 

Feci due respiri profondi. Quella situazione era già troppo disperata senza doverci anche aggiungere il piacere sadico di Rosalie.

 

Cercai di riflettere. Il trenino era ora in zona cucina e Rosalie era corsa a raggiungerlo. Avevo circa 45 secondi prima che mi investissero di nuovo e dovevo sfruttarli.

 

Rotolai su me stessa, ritrovandomi a pancia in giù. Senza aspettare altro tempo, comincia a strisciare ed arrivai al corridoio. Almeno, pensai, per un altro minuto sarei stata libera. Ora dovevo solo trovare un modo per slegare quelle corde.

 

Ma, appena alzai il volto per trovare qualche idea, mi bloccai.

 

Ai piedi delle scale, uno di fronte all’altro, c’erano il piccolo Jasper ed il piccolo Edward.

 

Sembrava stessero socializzando, perché si scambiavano un sacco di Gaaaa, Tttè, Uhuh e molti altri monosillabi dai dubbi significati.

 

Certo, la scena sarebbe stata molto commuovente per una madre o molto interessante per uno psicologo infantile, ma io non ero ne l’una ne l’altro.

 

Ero una povera ragazza presa in ostaggio da cinque bambini diabolici.

 

-Edward, Jasper, venite da Bella.

 

I due bambini si voltarono a guardarmi, nel visetto un’espressione di gioia e curiosità.

 

-Si, venite qui, mordete con i dentini le corde di Bella, eh?

 

-Ga?

 

-Ehm, mi dispiace Edward, non parlo il linguaggio dei gargarismi.

 

-Ismi, ga!- Annuì Jasper.

 

-No, no Jasper, no ga, vieni qui, vieni a liberare Bella, non vuoi liberare Bella?

 

Gattonando Edward e vacillando Jasper, i due bimbetti mi raggiunsero e risero.

 

-Bravi, ora liberate Bella, su…

 

Ma Edward, che si era seduto davanti alla mia faccia, rise e battè due volte la manina sulla mia fronte.

 

-Ga, ga!

 

-No, no Edward, niente ga ga! Libera Bella!

 

-Ga, ga, ga- ripeté felice il bambino dandomi “affettuosi” colpetti in testa.

 

Jasper rise. Probabilmente trovò divertente il gioco, perché cominciò a colpirmi anche lui gridolando i monosillabi.

 

-Ttè, tè!

 

-Cia, cia!

 

-Bastaaaa…vi prego!- oh, no. Ora stavo implorando anche loro. Possibile?

 

-Ttè!

 

-Ga, ga, ga, ga, ga, ga

 

Ok, rischiavo il trauma cerebrale.

 

-Ttè, ttè, ttè, ttè, ttè, ttè, ttè, ttè, ttè

 

-E ga, ga, ga, ga, ga, ga, ga, ga, ga, ga, ga, ga

 

-Ahhhhhh, ho capito. GAAAAAAAAA!!!!!!!

 

I due si fermarono a fissarmi, le sopracciglia alzate in una chiarissima espressione di incomprensione.

 

-Bene, se non mi capite con il linguaggio umano, forse mi capirete nel vostro…

 

Presi fiato e mi preparai. –Gaaa (indicai la corda con un cenno della testa), Ttè ttè (con le dita feci il segno di una forbice che tagliava), Ga ! (scrollai la testa per mimare l’essere l’ibera).

 

I due bambini mi guardarono per pochi secondi, gli occhi grandi concentrati sulla mia spiegazione, poi sorrisero e allungarono le mani verso le mie corde.

 

-Siiii!!! Ce l’ho fatta, siete grandi! Ma, ma che fate?

 

Anziché vedermi liberare, mi sentii trascinare verso il salotto.

 

-No…fermi!!! Vi prego…gaaaaaaa ga ttèèèèèèè!!!!

 

I bambini risero. Chissà che avevo detto.

 

-Eco la fugtitiva!- Urlò l’inconfondibile vocina rauca di Carlisle. Chissà quanto aveva urlato finora…

 

-Ripotamola alla ferovia.- proferì Esme.

 

Fu così che mi ritrovai di nuovo stesa a terra nei panni del povero cow boy in pericolo.

 

Solo che questa volta, Jasper ed Edward giocavano con la mia testa.

 

-Ho paura che mi servirà un moment…- Sospirai affranta.

 

-Act!- Concordò Jasper.

 

 

 

 

Ok, questo è quanto. XDXD Riguardo alla fine, chi l’ha capita, dico che  non è nelle mie intenzioni fare pubblicità occulta…

 

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