Ritorno al Futuro

di meiousetsuna
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Questa! É! Creta! ***
Capitolo 2: *** The Mystic Witch Project ***
Capitolo 3: *** Cognac per uno, vino per tutti! ***
Capitolo 4: *** Peace Love Music Vampires ***



Capitolo 1
*** Questa! É! Creta! ***


Documento senza titolo

Mie care amiche! Questa storia, di soli 4 capitoli, è un mix di “Ritorno al Futuro” e “La pazza storia del mondo”; se fa davvero schifo, fermatemi! Non è reato interrompere una storia se è noiosa! OK?

Paring: Damon/Stefan + un po’ tutti   Rating: Giallo
Genere: Avventura, commedia, sentimentale, parodia  Avvertimenti: Het, slash, OOC “storico”, what if? AR

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Stefan era visibilmente nervoso mentre controllava l’area dello spiazzo in tutte e quattro le direzioni, sperando con tutte le sue forze che suo fratello non tornasse indietro prima del previsto; era già strano che avesse accondisceso alla sua richiesta di andare a gettare tutte le bottiglie di superalcolici che aveva accumulato in salotto nella campana per la raccolta differenziata del vetro.
“Stef, da quando hai sviluppato questa sensibilità per l’ambiente? Hai eliminato così tanti animali del bosco da non poter più usarli come scusa per gli attacchi, neanche parlando di gruppi di resistenza armati!”


“Cosa c’entra… devo pur mettere qualcosa sotto i denti, no? Comunque sto parlando di inquinamento, aiutami, almeno in questo non mi sentirei in colpa”.
Damon lo fissò in tralice, poco convinto.
“D’accordo ma in cambio non voglio ascoltare le tue lagne per una settimana, ok?” Il bruno uscì di casa roteando gli occhi verso l’alto, trascinandosi dietro una decina di grossi sacchi che tintinnavano a ogni movimento, dando modo al minore di estrarre il cellulare e scrivere un sms a super velocità vampirica: “Tra tre minuti al parcheggio dietro il campo da football”.


Era lì, sempre meno convinto della genialità del loro insegnante, Rick, che armeggiava con strani attrezzi e provette di liquidi evidentemente pericolosi visto che si trovavano sospesi in contenitori per l’azoto.
“E questo? Mi pare un po’ fuori luogo…”
Alaric Saltzman risollevò la testa dal cofano, palesemente disturbato nel mezzo di un processo difficoltoso.
“É il seghetto che ho usato per tagliare paletti dal legno del Wickery Bridge, è attinente! Ti ricordo, che il professore sono io, so bene quello che faccio!”


“Ma dovevamo usare proprio la macchina preferita di Damon? Non la prenderà bene quando se ne accorgerà. Ti avrei dato la mia”. Piagnucolò Stefan.
“La Camaro ha una struttura perfetta per il nostro scopo e quando gli spiegheremo il motivo ci ringrazierà vedrai, non devi sempre essere tanto pessimista; ho quasi finito, passami quella Verbena Impoverita e la Strozza Lupo allo Ione Stabilizzato*”.
Stefan si girò per prelevare dal congelatore gli elementi richiesti, ma la prima cosa che incontrò nel suo campo visivo furono le pupille dilatate di Damon, che in un solo istante aveva inquadrato l’intera scena e ora lo fissava come un Boa Constrictor che valuta l’angolazione giusta per inghiottire una pasciuta capra tibetana intera.
“Cosa. State. Facendo. Alla. Mia. Bambina. Hai dieci secondi per fornirmi una spiegazione plausibile, o ti assicuro che rimpiangerai il momento in cui ti ho sciolto dalle catene in cantina”.


“Fermati Damon è stata un’idea mia!” Il viso attraente e serio dello scienziato riapparve dal groviglio di tubi marchingegni e cavetti.
“Sto mettendo a punto la mia più grande invenzione: la Camaro del Tempo! Sei contento?”
Fortunatamente Stefan conosceva le reazioni fraterne e fece in tempo ad agguantare il bruno per le spalle, parlandogli con voce tranquilla prima che parti sostanziali del malcapitato Rick divenissero il nuovo ciondolo per lo specchietto retrovisore.
“Pensa, Damon! Potremo tornare nel 1864 e fermare Katherine vietandole di venire a vivere a casa nostra, chiudendola di persona nella cripta! Non è fantastico? Cambierebbe tutta la storia di Mystic Falls!”


Il vampiro si bloccò, assorbendo lentamente l’informazione come per non perderne neanche una goccia, aprendosi in un sorriso mellifluo che gli illuminò sinistramente il viso.
“A casa la facciamo entrare, ce la rigiriamo a turno come un calzino, poi la chiudiamo nella cripta piena di verbena! Devo insegnarti tutto, ragazzino… e non fare il santo con me, non attacca, non è che foste particolarmente silenziosi!”
“Hem… come dici tu”.
“Invece di stare lì a litigare perché non mi date una mano? Deve essere pronta a mezzanotte; proprio sullo scoccare del dodicesimo tocco…”
“Cosa? Diventerà una zucca tirata da scoiattoli e Stefan cercherà di mangiarli?”


“Divertente! No, ci vuole un evento di potenza eccezionale per attivare il meccanismo e stanotte passerà, dopo centocinquant'anni, la Cometa “ Jinxye**” che colpirà la batteria grazie a quest’antenna rinforzata in quercia e argento. Vi lancerà a velocità di accelerazione superiore a quella della luce, mentre vi starete dando la spinta iniziale buttandovi dal Wickery Bridge a centosessanta miglia orarie! Ganzo, eh?”
In quel mentre un rombo potentissimo dovuto al motore che reagiva al nuovo strano propellente coprì totalmente la voce di Damon che rispondeva a Rick con una lunghissima frase, della quale purtroppo si udì solo la fine. “… tua madre!”


“Certo, certo – la proverbiale distrazione dei creativi giocò a loro favore – comunque è già sera, vi suggerisco di preparare un minimo di bagaglio non vorrete presentarvi vestiti così, vi noterebbero subito: in questa valigia ho già messo qualche costume delle Feste dei Fondatori e delle sacche di sangue di emergenza. Se tutto andrà bene incrocerete i vostri alter ego umani; fate attenzione, se vi incontraste faccia a faccia potrebbe succedere qualcosa di irreparabile!”
“Fratello ti prego fallo per me!” Stefan si sforzò di far assumere alle sue iridi verde foglia una tenera sfumatura, come di un luccichio di lacrime trattenute. “Non litigheremmo per le stesse ragazze per l’eternità, dobbiamo solo fare attenzione a non farci vedere da noi stessi! Che sarà mai, abbiamo i nostri poteri… ti supplico”.


Damon stavolta lo puntò come un Cobra pronto a mordere rilasciando il suo spietato veleno.
“Il minimo incidente, il più banale errore da parte tua e la soluzione ci sarà comunque: non lotteremo per Katy o Elena, perché tu, anzi voi sarete defunti. Dimmi se c’è qualche parte di questo discorso che non ti è chiara”.
“Tranquillo, andrà tutto liscio per lo meno fidati di Alaric, è il tuo amico del cuore non ti esporrebbe mai a dei rischi eccessivi”.
Il vampiro si girò repentinamente verso l’eminente plurilaureato sfoderando i canini col rumore di un Crotalo Diamantino che muove i sonagli pregustando la caccia. “Mi fido. Ma vedi di fare bene i tuoi calcoli perché in qualche modo ritroverei anche te…”
“Fratello oggi hai un non so che di serpentesco che mi inquieta, ma sei anche rettilofono***?


“Rick, ti avevo spiegato di non dare come compiti a casa la lettura di libri dark per bambini, Stef è impressionabile”.
“Ma ormai è un caposaldo della letteratura inglese! A nessuno di quell’età causano suggestioni. Insomma, a nessun’altro!”
Damon si avvalse della facoltà di non rispondere mettendosi alla guida mentre un mortificato Stefan prendeva posto vicino a lui.

“Presto sono già le 23:50!” Alaric era euforico. “Andiamo sul ponte!” Giunti sul Wickery Bridge, il Professore scese, impartendo le ultime istruzioni.
“Ricordatevi che avete quattro giorni, poi la cometa non sarà più visibile; se le cose si fossero messe male dovreste abbandonare il piano e scappare, non avreste un’altra fonte di energia sufficiente a tornare indietro…”
Tutti e tre alzarono contemporaneamente  gli occhi al cielo e nel momento in cui la coda rossa sembrò più brillante, Damon accese l’Antenna Originale, mise in moto la macchina  e dopo una lunga rincorsa, si lanciò dal ponte.


Peccato che Stefan, proprio in quel momento, in preda all’emozione, non si accorse di reggersi ad un pulsante giallo con la scritta “Indietro” che iniziò immediatamente a lampeggiare, mentre l’ago che indicava la direzione sul planisfero puntava verso Est!
Stefan, dimmi che Rick NON ti ha chiesto una bussola e tu gli hai dato quella dei Gilbert!”
“Ma… serviva per indicare Mystic Falls sulla cartina…”
“Stupido! Indica NOI! É impazzita e segnerà una direzione a caso! E ‘Indietro’ non vorrà dire che…
Il grido di Damon si spezzò, travolto dal vortice spazio-dimensionale, mentre la Camaro del Tempo, roteando su se stessa tra fasci di luce accecanti si dirigeva diretta verso…

 

Cap 1) Questa! É! Creta!

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“Stefan non puoi nasconderti per sempre torna fuori adesso!”
Appena ripresosi dallo schianto dell’atterraggio, con relativa rottura del collo e varie altre ossa di secondaria importanza, Damon era tornato in sé e aveva controllato il monitor.
Erano nel – 1864, in Grecia, più esattamente a Creta.


Una riflessione accurata malauguratamente non gli suggerì dei metodi folkloristici ellenici di tortura particolarmente efficaci, quindi si rassegnò a rimandare la resa dei conti col fratello ad avvenuto ritorno a casa; purtroppo però avrebbero dovuto attendere che fosse di nuovo notte, per individuare il fuoco di Jinxye.
Stefan uscì timidamente da un cespuglio, abbigliato con una delle bianche camicie  da notte maschili che erano nel bagaglio degli abiti da parata, una manica strappata via ed una cintura di cuoio in vita.

Senza dire una parola, a occhi bassi, ne porse un’altra, preparata nello stesso modo al fratello.
“Almeno sembrano delle tuniche greche malmesse, non possiamo presentarci in jeans in circolazione”.
“Uno: non mi vedrai mai andare in giro con una cosa del genere addosso, non è neanche nera! Due: aspetteremo qui che faccia notte e…”
“Purtroppo nell’urto le sacche di sangue si sono rotte… dovremo cercare del nutrimento, se vogliamo affrontare un altro urto spazio-dimensionale”.



Damon era abituato a prendere decisioni rapide e rimandò ogni forma di ritorsione violenta al loro rientro; essere in due invece che da solo aumentava le sue chances di sopravvivenza; così fulminando il minore con lo sguardo, indossò senza commentare il ridicolo indumento. Aveva appena finito di prepararsi che un festoso suono di canti, tamburi e passi cadenzati, fu chiaramente udibile dalla stradina polverosa che correva lateralmente alla macchia dove avevano nascosto la macchina; a quel punto, tanto valeva studiare i possibili avversari e capire se avrebbero potuto costituire un buon pasto, senza lasciare testimoni a raccontare leggende sulla loro esistenza.


Quand’ecco che a capo di una lunga fila di giovani entusiasti, si fece loro incontro l’ultima persona che si sarebbero aspettati di trovare!
Arrivava Elènè, bei riccioli, e piede leggero…****
Non c’era possibilità di dubbio era proprio lei: come avrebbero potuto scambiarla con un’altra? I suoi capelli morbidi erano acconciati in un complicato insieme di sottili boccoli ai lati del viso e trattenuti da laccetti dorati, la tunica lunga composta di vari strati di seta la avvolgeva sinuosamente e la sua pelle mediterranea era perfettamente in tono con quel genere di eleganza.
Con un cenno della mano, fermò tutto il corteo che la seguiva impugnando sonagli, cartoccetti di mandorle glassate da sgranocchiare, fiaschette di Ouzo*****  e stendardi con un semplice stemma bianco attraversato da una banda nera.

“Chi siete voi, o miseri? Naufraghi gettati sulle sponde da Poseidone, oppure… fatemi indovinare!”
“Elena! Siamo noi, non ci riconosci? Siamo Damon e Stefan!”
"Hum... Dæmon, che nome banale. E ti tu chiami… teΠάn ? Che appellativo invero stravagante… significa forse 'Colui che cattura conigli nelle pianure d’Arcadia'?"
Damon non ebbe tempo di scoppiare in una fragorosa risata perché la loro interlocutrice continuò a parlare da sola.


“Comunque noto con giubilo che la notorietà mi accompagna. Infatti, io sono Elènè, la più famos tr…”
“No, tesoro adorato, non devi essere dura con te stessa!  - Stefan le teneva la mano con tenerezza – Anche se hai pomiciato mio fratello nel Motel, non ti considererò mai così!”
“Insomma! Dicevo, sono Elènè, un vero modello di tro…”
“Elena, guardami – Damon la avvolse col suo sguardo di cielo – puoi bere da Matt, essere a letto con mio fratello mentre mi pensi, resti sempre un angelo per me!”
“Basta! Che maleducati, mentre parla una Regina… la più importante delle troiane! Sono bella, lo so, lo narrano tutti e sono stata eletta ‘Diva della Lega dei Campioni’!  Ma torniamo a voi. Non sarete mica tifosi dello Sparta ubriachi da ieri? Non vi è bastato il pareggio fuori casa? Tutti quegli stupidi che ci hanno danneggiato l’Anfiteatro nuovo e che gridavano: ‘Siamo 300/ siamo i più forti/voi siete tanti/ ma come morti?’  E  ‘Stasera cenerete nell’Ade, AHU!AHU!AHU!’ e sciocchezze simili, vero?”


“No, che dici! Siamo qui… per i Giochi Olimpici, quelli sono sport! Vero?”
L’espressione perplessa di tutti era palese.
“Damon… - Stefan bisbigliò a tonalità di ultrasuono – fai parlare me, che ho fatto il classico per centoquarantotto anni! Le Olimpiadi sono iniziate nel 776 A.C.!”
“Dicevo – il bruno non era il tipo da farsi intimidire – da noi, a… Mystikòs, usa una gara di corsa annuale e noi due la vinciamo sempre! Siamo forti e veloci in modo sovrannaturale!”

Il bel volto di Elènè si illuminò di un sorriso che non lasciava dubbi.
“Dæ
mon, teΠάn, è Ares che vi manda! Andreste a parlamentare col capo degli ultras del Pershia Soccer Team? Sono già stati segnalati al bivio per Heraklis e compiono atti di saccheggio e inciviltà varie, mentre avanzano. Il loro capitano è un barbaro delle terre del Nord è impossibile ragionare con lui!”
“Andremo volentieri, bella tra le belle – Damon non teneva assai conto del parere altrui – ma stasera ci offrirete un banchetto, vero?”
“Certo! Montone arrosto, vino, schiave nelle vostre tende…”
“Benissimo! Vieni, fratello, insegniamo a questi normanni un po’ di educazione”.
“Attenti, di solito manda qualcuno in avanscoperta…” Elènè era seriamente preoccupata.
“Non c’è problema, io credo nell’uccidere il messaggero!”******

Fu estremamente semplice, per i Salvatore, individuare la squadra che stavano cercando: marciavano come un vero e proprio esercito ed erano ragazzi di tutte le nazionalità, bruni, rossi, di carnagione scura fino a quella più pallida, alti, bassi... insomma, un vero gruppo ibrido!
All’inizio delle loro fila, una cafonissima berlina dorata decappottabile che terminava in una piscina stile sceicco, con dei lupi rampanti posti sui parafanghi, sedili di pelle rosso sangue e vari simboli celtici visti e stravisti come tatuaggi su tutte le spiagge del mondo, avanzava a passo d’uomo.
D’improvviso si arrestò e alcuni dei ragazzi si gettarono a terra, per farsi calpestare dal loro ‘condottiero’ senza che si infangasse le scarpe, fino a portarlo di fronte ai due vampiri.


Una voce fastidiosa si accompagnò ad una vera faccia da schiaffi, decorata da molteplici piercing e contornata di una corta zazzera bionda.
“Salve! Sono il Capo di questi Ultrah!(s). Il mio nome è Klhaus, ma sono certo che la mia famah! mi precedah!” Quattro occhi sbarrati furono la risposta.
“Stef, dimmi che è un incubo. Non possiamo trovarcelo anche qui, possibile che di tutti i Britanni dobbiamo incontrare un antenato dei Mickaelson?”
“Ci penso io in fondo un tempo siamo stati amici, vedrai che mi darà ascolto. Ora il tuo fratellino sistema le cose!”

Il bruno non fece in tempo a esprimersi, che Stefan si era coraggiosamente portato faccia a faccia col bretone.
“In fondo vogliamo tutti divertirci, perché non entrate semplicemente dall’ingresso per gli ospiti e guardiamo la partita in pace?” Il silenzio si sarebbe potuto tagliare col coltello.
“Siamo qui per affermare la nostra supremaziah! Niente treguah! Howevah…” Le pupille senz’anima di Klaus esaminarono il suo opponente dalla testa ai piedi, mentre si passava la lingua sulle labbra velate di carminio.


“Solo per questa voltah!… ma devi inginocchiarti davanti a me!”
Stefan ebbe un moto di orgoglio. “Perché ti credi il migliore, eh?”
“No! É un’altrah! faccendah!”
“Vuoi che vedendomi sconfitto, i Cretacei… Cretini… Cretesi! Passino a tifare dalla tua parte?”
“No. É una cosah! più intimah!”
“Perché sono più alto di te?”
“No… se vuoi ti faccio un disegnino, la maestrah! Mi davah! Sempre dieci…”
In meno di un secondo Damon aveva agguantato il fratello per un braccio e l’aveva portato con sé, nel folto della boscaglia.


“Ma che hai fatto? Abbiamo piantato tutti in difficoltà, non capisco, stasera avremmo avuto da bere!”
“Appunto, non capisci” Damon era costernato. “Impara a ringraziarmi, piuttosto, non stavi per passare un bel quarto d’ora!”
“Lo so, umiliarsi è spiacevole…”
Poche ore dopo, un soggiogato pastore offriva a Damon un po’ del suo sangue, mentre Stefan beveva un assaggino da una pecora alquanto seccata.
“Che buono, mi ricorda tanto i drink che mi preparava Lexie… anche se non ho ancora compreso…”
Zitto. Tra poco saremo in macchina, ma stavolta non toccare nulla, ok? Faccio tutto io!”


Angolo autrice: vorrei rassicurarvi sul fatto che questo capitolo è lungo, perché contiene l’introduzione e il primo “viaggio”, ma gli altri saranno molto più corti! Baci a chi avrà letto fin qui, Setsuna

*Chi riconosce la citazione?
**Più o meno, in slang: “Menasfiga”
*** OMG, ditemi che non devo spiegarla! 0___0
**** Siate buone! La data ovviamente non ha alcun valore storico, malgrado Creta sia stata una civiltà fiorente fino al 1600 A.C. per cui non ho proprio sbagliato! Sono consapevole che non abbiano mai incontrato certi personaggi, specie in versione “300”. p.s. quello che “ammirate” è l’autentico gagliardetto del Creta Football Club!
**** Ok, questa è la descrizione di Athena, ma va bene lo stesso, vero?
***** squisito liquore all’anice
****** Oh, Damon, sei proprio come Leonida! *-*

 

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Capitolo 2
*** The Mystic Witch Project ***


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pilvia_s, Iansom, Seizerus, margheritanikolaevna, morgana94. Grazie bambine, mi avete data la forza per gli altri capitoli! Grazie naturalmente ad Antonelladelena e Sunao che seguono anche loro! Bacissimi! *-*

“Non stiamo litigando!” Stefan alzò le mani in segno di benevola attitudine verso il fratello.
“Anche se potrei essere offeso per alcuni atteggiamenti che hai avuto con Elena, ma è una cosa a parte”.
Damon si muoveva come un predatore nel bosco, cercando di individuare Stefan, che gli stava parlando da un buon nascondiglio.
“Non è che se lo decidi da solo allora non stiamo litigando! Ti avevo raccomandato di stare fermo, allacciare la cintura di sicurezza, al limite mettere un po’ di musica disco e tu che hai fatto?”
“Ho cercato di sintonizzare il canale… ho dimenticato che Rick ha usato anche la manopola della radio come indicatore!” Piagnucolò il più giovane.
“E poi quando me ne sono accorto  ho quasi rimediato!”
Damon era una belva.
Quasi? Omettere l’8 non è  quasi, siamo nel 1064!”
“Ma la zona è giusta!”


Damon si rassegnò, era già qualcosa muoversi in un territorio familiare.
”Ok, per questa volta non ti impaletto, vieni fuori”.
Stefan uscì dal folto dei rami visibilmente sollevato, recando la solita valigia.
“Meglio metterci la camicia e dei pantaloni, magari un po’ accorciati… sembra più medioevale”.
Damon evitò di commentare anche perché una strana litania ed un luccichio di fiaccole distolsero la sua attenzione.
“E questi, chi saranno?”

Capitolo 2 )  The Mystic Witch Project

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Un carro trainato da quattro cavalli neri avanzava lentamente accompagnato da alcuni uomini incappucciati che recavano torce&forconi cantilenando scongiuri e spargendo volute di incenso attorno a loro. Il vagone era una gabbia di ferro, chiuso da spesse sbarre anche come coperchio e al suo interno si trovavano tre sfortunate ragazze, coperte di stracci e infestate da parassiti.
“Non possiamo lasciarle così!”
Di fronte a delle donne poco abbigliate Damon ritrovava subito la sua cavalleria.
“Sono vittime dell’Inquisizione… forza Stefan per noi sarà uno scherzo liberarle, sicuramente ci saranno riconoscenti; e poi ho fame!”


Al minore non sembrava vero di poter soccorrere degli umani sentendosi così buonissimo per il mese a seguire.
”Sono pienamente d’accordo!”
I due vampiri si fecero incontro ai carcerieri e prima che questi potessero tentare una resistenza si ritrovarono soggiogati.
“Tornate a casa vostra; avete consegnato queste prigioniere e non vi ricorderete di aver incontrato nessuno”.
“Non abbiamo incontrato nessuno…”
Gli incappucciati abbandonarono le armi sul terreno tornando sui loro passi.
Stefan si fece incontro alle sventurate ma purtroppo le sbarre di ferro erano un ostacolo piuttosto impegnativo*. Si curvò per raccogliere qualche bastone da usare come leva, quando una voce inquietante lo apostrofò dal carretto.


Scusa, buon garzone, ma cosa credi di fare?”
Colei che aveva parlato sembrava la veterana del gruppetto; si trattava di una bella donna più adulta delle altre, dai capelli biondo ramato e dallo sguardo fisso fino a essere monoespressivo.
“Rendervi la vostra libertà!” Il vampiro era piuttosto fiero di sé. “Così potrete fuggire e vivere per sempre nascoste nell’anonimato coltivando l’orto e allevando polli, come si conviene!”
Il volto grazioso della sua interlocutrice si deformò in una smorfia grottesca, per poi cedere ad uno scoppio incredibile di risate alle quali si unirono anche le voci delle due giovani che la affiancavano. Ambedue avevano l’incarnato color caffellatte, bei capelli neri e ondulati, inoltre erano così simili da essere probabilmente sorelle.


“Sentite un po’ villici giocosi, vi giustifichiamo in parte per la vostra indubbia ignoranza – la voce della più piccola ispirava in modo naturale l’odio più profondo – ma non sapete con chi avete a che fare; pretendiamo di essere condotte nel luogo del giudizio, adesso. Sono anni che abbiamo preparato il nostro spettacolino e non abbiamo intenzione di perdere l’occasione! Già è stato difficile farci catturare tutte e tre, avevano talmente paura di avvicinarsi che abbiamo dovuto fingere di essere svenute!”
Bonnie! Ed Emily!” Damon non poteva credere ai suoi occhi. Erano li, a sua disposizione…
“Come fai a conoscere i nostri nomi? Sono secoli che noi Bennett con tanta fantasia ci chiamiamo tutte così, ma tu non sei di queste parti”.
“Esther!” Dopo un attimo di titubanza Stefan aveva identificato la capogruppo.
“É il mio nome Originale, non me lo consumare, coso.”


“Molto bene”. Sul viso di Damon si era dipinto il sogghigno più malefico che avesse mai deformato i suoi lineamenti perfetti, mentre una parziale trasformazione in vampiro lo alterava ulteriormente.
“Credo che questo sia un bel giorno, per me!”
“La maledetta razza dei succhiasangue! – Bonnie in qualsiasi secolo era sempre un amore – ora ti farò esplodere la testa…”
Prima che la fanciulla potesse concentrarsi prendendo di mira i suoi vasi sanguigni, Damon si era spostato a super velocità fino alla Camaro, recuperando un oggetto vintage ma incredibilmente utile dal portabagagli minimale.
“Ecco dov’era il mio casco!” Stefan era una maschera di desolazione. “Mi hai fatto rischiare l’osso del collo sul motorino e hai lasciato solo quello per Elena…”
Il bruno lo fulminò col suo sguardo di ghiaccio bollente.
“Odio quando fate i cretini su quella moto uscita da uno sfasciacarrozze, e ‘Guarda Stefan, senza mani!’ Lasciami stare!” Tornò subito a concentrarsi sulla strega e le parole scambiate con Alaric prima di partire gli tornarono in mente.
“Petrifico Totalus!”**


Bonnie fece per rispondergli un paio di insulti, ma sua lingua non si muoveva di un millimetro.
“Hai visto? Funziona davvero, il posto del prossimo rogo di un centinaio di queste fattucchiere è un attivatore naturale di incantesimi! E Joanne*** è un genio, erano veri! Stefan… Stef?”
“Sono qui, dietro questo albero – la voce si ridusse ad un sussurro – mi hai fatto paura. Lo sai che non reggo quei libri dell’orrore… e poi non esagerare, attento; se dovessi uccidere Emily una volta arrivati nel 1864 Katherine avrebbe un’altra aiutante e non sapremmo quale sarebbe il suo nuovo piano!”
Damon sbuffò girando gli occhi al cielo.
“Lo so. Il Piano Diabolico prevede un solo obiettivo. Voglio solo divertirmi”.
Si girò verso Emily che lo fissava terrorizzata.
“Adesso la tua bis-bis-bis-nipotina non fa tanto la spaccona, come quando aveva la benzina per darmi fuoco, eh?”
“Benzina? Cosa sarebbe?”


“Alito di Drago? Olio di pietra****? Fuoco liquido?”
“Ohhhhh!!!” Le streghe erano vivamente impressionate. “Ma sei preparato! Noi facciamo tanti allenamenti solo per accendere le candele o la legna umida per il camino… non è che vorresti unirti a noi? Puoi portare anche il biondino, lì, non è male; più siamo più ci divertiamo. Senti il programma: arriviamo in piazza, ci fanno il processo sommario, etc, etc; poi quando ci legheranno al palo nel centro della pira, con tutti i paesani riuniti intorno, io farò apparire delle piume di un cuscino che vorticheranno spaventosamente, mentre Esther legherà tutti con un Voto Infrangibile e li farà correre in gruppo verso le latrine; appena la prima sarà occupata ci dovranno andare tutti e sarà una vero strage!”
Stefan era riemerso, completamente allibito, tanto da dimenticarsi di avere un attacco di panico a causa di quelle creature diaboliche.
“É uno scherzo?”

Esther si voltò repentinamente verso di lui, con la sua espressione vacua più riuscita.
“Io non scherzo mai. Piuttosto, c’è luna piena, non è che da queste parti gira qualche bel licantropo?”
“Spero di no! – sentenziò Damon – e se ci fosse lo terrei alla larga!”
“Però noi ci annoiamo…” Le due complici si dissero qualcosa all’orecchio, poi Emily, con un sorriso lascivo, puntò l’indice contro Damon, esclamando all’improvviso: “Engorgio!”
Poi lo fissarono attendendo compiaciute di sentire qualche commento, uno straccio di reazione. Il vampiro abbassò lo sguardo sul cavallo dei pantaloni, quindi con una luce di pura seduzione abbracciò con lo sguardo le prigioniere.
“Mi dispiace, signore, non ha funzionato”.
“Eppure siamo brave – la celtica sembrava molto preparata – agisce su tutto quello che è naturale!”
“Il punto è un altro”. Damon moriva dalla voglia di dare spiegazioni. “Non può aumentare, è impossibile!”


“Facci uscire di qui e ti ricompenseremo con un gioiello che ti permetta di camminare alla luce del Sole!”
Anche Bonnie, malgrado lo stato elastico come un nano da giardino tentava di partecipare, facendosi uscire il sangue dal naso *****
“Già ce l’ho e anche mio fratello, grazie. Altre proposte?”
“Potremmo vivere presso di voi come streghe domestiche, per l’eternità, purché dormiamo nelle stesse camere! Io e Bonnie con questo moretto, che mi pare che ci gradisca e che desideri la nostra compagnia”.
Il QI di Emily, visti i tempi, non era purtroppo misurabile con dei test appositi.
La bionda si concentrò su Stefan, tentando di leggergli nella mente.
“Io mi prendo quest’altro, ha delle potenzialità da psicopatico killer che mi fanno pensare alla mia adorata famiglia!”
Stefan e Damon si scambiarono un cenno di intesa.


Poco dopo, il carretto col suo carico di streghe urlanti, disperate, due che si strappavano i capelli a ciocche ed una apparentemente così terrorizzata da non muovere un muscolo, fu consegnato al Borgomastro Lookwood, che le attendeva con impazienza nella radura adibita a luogo del supplizio.
“Finalmente! Il Pastore Young era in ansia, temeva che durante il tragitto queste megere avessero trovato modo di corrompervi per farsi rilasciare!”
“La assicuro che nessuno più di noi ci tiene a consegnarle nelle mani della giustizia – Stefan abbassò il tono per farsi sentire soltanto da Damon – sicuro che non le bruceranno vive?”
“Tranquillo, non lo farei. Malgrado… - per mezzo secondo valutò Bonnie, ripensandoci con un sospiro – appena usciranno faranno vedere i sorci verdi a questi malcapitati. Adesso pensiamo solo a correre verso la macchina prima dell’alba, altrimenti Jinxye sarà invisibile”.


In pochi minuti i fratelli Salvatore erano a bordo della Camaro del Tempo, il motore acceso e rombante.
“Stef, cerca di non fare casino questa volta!”
“Tranquillo. Ormai conosco la posizione dei tasti a memoria, guarda!”
Prima che Damon potesse proferire una sillaba di risposta, Stefan a occhi chiusi digitò la data.
“Visto?”
SÍ che ho visto! Hai scritto 1648!”
Il resto della ‘conversazione’ si perse nel rumore del varco spazio temporale, che li stava trasportando, a tutta velocità...

 

*Nei romanzi, i vampiri non possono piegarle e mi pare che anche nel telefilm il motivo per cui non possono scappare dalle varie celle/cantine sia quello.
** Da qui in poi gli incantesimi di Harry sono usati in modo assurdo/improprio/ deviato… insomma, come mi faceva comodo! )
Petrifico Totalus, lo dice il nome, blocca; il Voto Infrangibile, si spiega da sé; Engorgio… aumenta le dimensioni.
*** Vero!   *-*
**** nome dato da Marco Polo al petrolio, circa duecento anni più tardi…
***** se fossimo nei manga, sarebbe noto che è uno stato di concupiscenza…

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Capitolo 3
*** Cognac per uno, vino per tutti! ***


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Ci sono delle amiche che ti fanno sentire il loro affetto, ogni momento... la mia Iansom! Buon divertimento a tutte!

La Camaro giaceva triste e sola in un ameno boschetto, al di là del quale si stagliava la siluette di una grande città, sovrastata da alte torri e guglie di stile gotico.
Stefan era un tale ritratto della mortificazione, che anche se sotto sotto Damon covava il desiderio di prenderlo a calci, aveva optato per un attimo di bontà, aggrappandosi al fatto che, per lo meno, procedevano correttamente in avanti nel tempo, quindi sarebbe bastato mettere in moto la prossima volta con suo fratello con le mani legate.


Cercò di capire dove esattamente potessero trovarsi, quando il più giovane venne in suo aiuto.
“Damon, ma questa è Parigi! Quella volta che nel 1936 ho preso “sufficiente” in Geografia, mi ricordo che…”
“Basta! I tuoi trascorsi scolastici non sono un argomento di vanto, quando lo capirai? Comunque, se proprio dovevi fare un disastro per lo meno siamo in una città di belle donne e alcolici prelibati! Andiamo in una taverna, beviamo… intendo tutto quello che ci può servire, poi come al solito aspettiamo la cometa. E Stefan…”
“Sì ho capito, mi spezzi le mani”.
“No. Volevo dire che in fondo non sei il peggior compagno di viaggio che ci possa essere.* Muoviti!”

 

Capitolo 3) Cognac per uno, vino per tutti! **/***

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I vampiri avevano tentato di camuffarsi al meglio, con le camicie da sera dai polsini e colletti con sobri ricami bianchi e infilando i pantaloni negli stivali da equitazione, ottenendo un risultato decisamente risibile, ma almeno non assurdo e in quelle condizioni si spinsero tra la folla confusionaria e piuttosto maleodorante delle fangose strade cittadine, fino a individuare una bella e grande locanda, coperta di edera rampicante dalla quale provenivano effluvi invitanti ed un certo viavai di avventori.
Solo il nome sull’insegna: “Le bon père Michel”**** avrebbe forse potuto generare qualche dubbio.

Si comunicarono la reciproca approvazione, dirigendosi a passo spedito verso il cancelletto d’ingresso. Nella foga del momento, Damon non si accorse di urtare violentemente col gomito un elegantissimo gentiluomo, abbigliato dalla testa ai piedi di velluto azzurro, con un gran cappello piumato e stivali all’ultima moda che sostava nel cortiletto antistante la porta, sorbendo uno strano intruglio e scrivendo dei brevi dispacci appoggiato ad un tavolino improvvisato, facendogli rovesciare sulle piccole pergamene un po’ d’infuso e provocando una lunga sbavatura di inchiostro dalla piuma appena imbevuta.
“Signore”. La voce dell’uomo era calma, ma non per questo poco minacciosa. “Credo mi dobbiate delle scuse”.


A quelle parole Stefan si piegò a terra dalle risate mentre Damon assumeva l’aria di chi si trova in una gabbia di matti.
“Quella parola non esiste nel mio vocabolario”.
“Mi avete fatto versare il thè delle cinque, che faccio giungere dalle Indie appositamente per me, mentre scrivevo i messaggini. Mi dovete riparazione: vedo che giungete ora dalle campagne e sarebbe iniquo approfittare della vostra fatica; vi lascerò rifocillare e più tardi all’imbrunire vi attenderò dietro le mura di quella chiesetta per un duello”.
Damon lo osservò con attenzione, senza riuscire a trovarlo veramente antipatico; comunque al buio sarebbero sfuggiti via, per cui gli rispose con maliziosa cortesia.
“Volentieri… con chi ho l’onore di parlare?”
“Chiamatemi pure Eliejhòs! E voi, sareste?”
“Da-mon. Pronunciatelo bene, per favore.”
“La lingua inglese mi è tristemente nota. Allora, alle otto”.
“Bene”. Damon non avrebbe potuto spiegare perché, ma allontanandosi gli venne spontaneo girarsi e salutare quello strano tipo con due baci mandati all’aria.*****


Una volta entrati, la loro attenzione fu subito catturata da un pannello di legno appeso vicino al camino, che recava le regole della casa dettate dall’oste.
1) I clienti sono come figli miei: li ammazzerei tutti, non datemi un motivo
2) Chi non paga verrà rinchiuso in cantina avvolto in catene, non bisogna sempre disturbare le Guardie Cittadine
3)É severamente proibito introdurre Cani Lupo nel locale
4) Le signore il cui nome è Tatiénne, Charlotte, Catherine, o Hélène non possono entrare

“Bizzarro, vero? Quante coincidenze… e guarda quel tipo seduto proprio alle tue spalle; sta scrivendo un diario!”
Damon non fece in tempo a fermare suo fratello con movimenti di velocità umana; di fronte a quell’oggetto il ragazzo perdeva completamente la ragione.
Il signore in questione era alto, bruno, dai tratti nobili e sprizzava una tale allegria che i fiori che
adornavano il suo tavolo si erano seccati dopo un minuto che l’aveva occupato, mentre i servitori preferivano perdere la mancia ma evitarlo, giungendo a volgari manomissioni nella zona sotto la cintola; solo una ragazza di cucina, alta e dai capelli mogano, accettava di occuparsi di lui.
Stefan era stanco e affamato altrimenti sarebbe stato più cortese, ma, deciso a riuscire a rilassarsi, si accomodò sulla sedia libera, strappando di mano il brogliaccio al suo proprietario.


“Siete amante dei diari, vedo! Anche io ogni giorno gli affido i miei pensieri; le prese in giro di mio fratello, il mio rapporto sereno con la mia fidanzata, un ragazza così decisa… una volta ne aggiornavo anche uno scrivendo sulla parete dentro un armadio, con la lista dei morti, ma non stavo tanto bene in quel periodo… e voi?”
Detto fatto, aprì alla pagina contrassegnata da un nastrino nero, come tutto il vestiario in panno, decorato da polsini e collo di fine batista candida ed una croce d’argento; non era certo malmesso, ma pareva pronto ad essere sepolto.
‘Oggi mammina mi ha detto che sono il suo rampollo preferito e con ciò mi ha chiesto se potevo suicidarmi; mi sembra giusto’. Stefan voltò pagina.
‘I miei fratelli dicono che se vengo a mancare io, almeno non ne risente nessuno: sono tanto umanitari’.
‘Amo una sola donna da tutta la vita, ma a mia sorella non piace: è una popolana. Devo fidarmi del suo giudizio, perché lei ne frequenta tantissimi, proprio per imparare a giudicarli; è molto colta’.


“Vedo che, a mie spese, vi siete divertito, giovinotto. Questo è un male. Vi aspetto al tramonto dietro la chiesa qui vicina: dispone di un piccolo cimitero, così, per fortuna almeno uno di noi  sarà sottoterra prima che il giorno si spenga nella sua lenta agonia… vi aspetto alle otto, ora devo fare il mio consueto giro per la città in cerca di disgrazie. Sono Finneìs, non dimenticate”.
“Saluta il signore, su!” Damon era imbarazzato dalla maleducazione del più piccolo.
“Tanto saremmo stati comunque lì! E ora non tormentarmi tutto il tempo, ho voglia di cenare. Oste! C’è del cognac, in questa bettola?”
Un’ombra inquietante si proiettò sul tavolo e quando i vampiri alzarono lo sguardo trovarono una faccia scolpita con l’accetta che li squadrava in modo assai poco amichevole.


Michel indossava un simpatico grembiule imbrattato di sangue e brandiva un coltellaccio da macellaio che piantò nel legno per darsi una pulita alle mani.
“Non mi piace avervi nel mio locale, sia chiaro! Stranieri… preferivo il mio villaggio. Vi porto quello che c’è, mangiate in fretta, pagate e toglietevi dall’anima al più presto!”
Stefan diede fondo a tutte le sue capacità per anticipare la risposta del maggiore; erano entrambi stremati e consapevoli degli appuntamenti che avevano più tardi.
“Certo! Paghiamo in oro, va bene? – per fortuna aveva nelle tasche anche qualche moneta d’epoca – Io prendo un bel coniglio al sangue e per mio fratello, per favore, il cognac che ha chiesto”.
“É una rarità, costa molto e ne ho solo una fiaschetta! La ordinate tutta, oppure vi sbriciolo le costole con la mano?”
Tutta. Se non fosse buono, ti rovescio questa baracca!” Damon stava perdendo quel poco di pazienza che possedeva, ma al sopraggiungere di una graziosissima fanciulla che sembrava felice di avere quel compito riguadagnò il sorriso, specie quando con un’occhiata ammaliatrice provvide a effettuare una ‘correzione’ nel bicchiere senza che lei neanche si accorgesse di avere un taglietto sul polso.
Tutto si era messo per il meglio, quando una voce arrogante li raggiunse dal tavolo più in vista della stanza, con un tono di superiorità che fece subito scattare in Damon la modalità ‘Maschio Alfa’.


Un ragazzotto non troppo alto, il cui sorriso sprezzante gli ricordava in modo molesto qualcun altro, anche se il colore nocciola dei capelli e gli occhi scurissimi lo depistavano, lo stava sfidando.
“Se c’è qualcosa di superiore, la voglio io. Capisco tutto io. E chiamo a mio fratello grande!”
Stefan rialzò il viso dal succulento spezzatino praticamente crudo che stava sbranando, era la sua Giornata della Cultura: nel 1956 aveva preso ‘distinto’ in grammatica!
“Dopo un verbo transitivo…”
Damon era combattuto tra picchiare suo fratello o il molestatore ignoto e decise che quest’ultimo era più interessante, in tal senso.
“Ascolta, marmocchio; qualche anno fa sarai stato anche presentabile e forse potevi rivolgermi la parola; ma adesso sei solo un borioso pancione con una divisa di Pierre Cardin imitata a Nanchang,****** le firme vere IO le riconosco! So cosa fa per te! Oste della malora! – Damon si ambientava bene in tutti i locali dove si servivano alcolici – una brocca di Tavernello per il mio amico!”


Un ghigno da pazzo furioso si dipinse sulle labbra del ragazzo.
“Capisco… visto che è gratis, lo bevo, ma alle otto ti aspetto nel cortile dietro la chiesa del quartiere! Se dovessi mancare, ti ritroverò, parola di Kolthos!”
Damon sbuffò, e tornò a dedicarsi alla sua disponibile amichetta.


La campana in bronzo aveva battuto l’ottavo tocco da un po’ quando i due vampiri si presentarono finalmente all’appuntamento: i loro sfidanti, Eliejhòs, Finneìs e Kolthos li attendevano facendo una partita a dadi.
“Siete in ritardo, messeri, non è urbano da parte vostra”. Eliejhòs era stato eletto portavoce, essendo quello che si esprimeva con più raffinatezza.
“Non siamo noi in ritardo è l’orologio che segna l’ora sbagliata!”******* Comunque vedo che tra voi vi conoscete e siamo due contro tre non è molto sportivo!”

Il bruno ridacchiava tra sé e sé pensando a quando avessero manifestato la loro vera natura.
“Per altro, avete qualcosa di noto… non siete mica…”
“Sì! Siamo i celebri Tre Spadaccini! Sempre uniti in ogni situazione!”********
“Ma non dovreste chiamarvi…”
“Ascolta, ragazzo – Finneìs era molto pacato, quasi esalasse l’ultimo respiro – usiamo il fioretto, è vero, ma suonerebbe buffo. Non bisogna ridere!”

Un attimo prima che i due gruppi potessero finalmente affrontarsi, una lussuosa carrozza con tendine di chiffon entrò nel cortile; il conducente si eclissò subito dopo aver disposto uno sgabellino per facilitare la discesa della dama che apparve ai loro occhi.
Era bionda e davvero bellissima nel suo abito viola scuro e la mascherina di pizzo; abbracciò con un solo sguardo tutti i presenti, soffermandosi su due occhi celesti e fieri come il mare d’inverno in tempesta.


“Sono Milady Rebecca De Winters********e sono in cerca di… persone da salvare, ecco! Non vorrete sprecare tanta carne fresc… dicevo! Ferirvi per bisticci da nulla! Adesso vi accompagno a fare un giretto in carrozza, uno ad uno e vi spiego i vantaggi della conciliazione. Prima questo bruno, che non ho mai visto in città, mi sembra equo”.
Il vampiro salì in vettura con un’espressione da letto di quelle mai viste, bisbigliando a Stefan. “Tra due ore, in macchina”.

Era ormai notte quando Damon raggiunse il fratello nella Camaro.
“Scusa ma non dovevamo fare le ripetizioni a turno?”.
“Stef, se nomini ancora la scuola mi arrabbio. Anzi, no, adesso mi sento rilassato! Fa quello che vuoi!”
Non fece in tempo a rimpiangere le sue parole che il minore aveva posto la mano digitando la data per la partenza.
“Ops! Scusa, l’8 è un po’ danneggiato, perciò l’altra volta l’ho saltato... sono scivolato sul 9. É grave?”
“STEFAN! Stiamo andando nel 1964! Ti rendi conto che…”
Il resto delle sue parole fu coperto dal potente rombo del motore…



*Questo Damon chiaramente lo diceva ad Elena, ma ho certi momenti ‘Salvabros’ incontenibili…
** Il Cognac è notissimo dal 1638! Tutti i decenni, olè!
***Sempre belle figure nel campo culturale… Certo, “I tre moschettieri” è ambientato nel 1625, non 1648, ma è una data abbastanza vicina e non avevo tante possibilità ‘ruotando’ sempre su quei numeri! Scusate!
**** Dal Buon Papà Mikael
***** Pardon! Non ricordo il N. dell’episodio, ma era quello in cui Damon manda ad Elijah l’SMS che termina con: X0, X0
****** Nome di Nanchino nel 1600
******* Sì. Damon è come Chuck Norris. Chi vuole capire, capisca… ; )
******** Dopo questo capitolo, mi mandate al liceo con Stefan… Cito: “Facevano parte di una squadra di moschettieri, in cui non tutti avevano il moschetto, vista la rarità dell'arma, inoltre erano delle guardie del corpo del Re, ergo portarsi appresso armi lente e inutili se non a lungo raggio era sostanzialmente inutile”.
******** Mi ricordo che nel 1910, ho preso ‘buono’ in letteratura... Credo che il vero nome di Milady De Winters fosse davvero Rebecca, ma non ho libro sottomano! Sarebbe una coincidenza che lo stesso nome e cognome sia quello del celebre film di Hitchcock? E se non amate i tre moschettieri, quanto mi odiate, questo giro? T.T

 

 

Grazie a NanaBiancaTVD, Cassie95, margheritanikolaevna, Morgana94, pilvia_s, Likerosesneedtherain, Fefy07, Kitzune4573, giulia_20, morgan_le_faye, noe, Antonelladelena, Sunao: senza di voi questa storia sarebbe NIENTE.

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Capitolo 4
*** Peace Love Music Vampires ***


Documento senza titolo

Jinxye emetteva gli ultimi riflessi del suo amabile bagliore menagramo contemporaneamente al sorgere del sole, contribuendo a illuminare le sagome di Damon e Stefan, seduti per terra a gambe incrociate uno di fronte all’altro.
“Dillo con parole tue”.
“Sono un povero scemo, abbiamo perso la nostra ultima possibilità di cambiare tutto e…”
Ti vedo, hai gli appunti scritti addosso!”
Stefan riabbassò con colpevole rossore la manica sul polso dove stava cercando di sbirciare. Da quella volta che nel 1942 Lexi gli aveva insegnato a imparare discorsi spontanei a memoria…
“Scusami. Però potremmo fargliela pagare anche nel presente, ci penso io!”
“No! Ho deciso perché non ti ammazzo, sai? Ti darò a Katy come regalo per sparire dalla mia vita!”
Il minore dei Salvatore stava per esprimere una vibrante protesta quando una strana, sottile, voluta di profumo giunse alle loro narici sensibili.

Capitolo 4):Free Image Hosting at FunkyIMG.com

Special Guest Star: Colibrì “Niky is my middle name” Mikaelson!

"Ci mancava questo, altre streghe, è una persecuzione! Almeno queste saranno delle innocue Wiccan. Facciamo colazione, essere a stomaco pieno calma i miei istinti fratricidi”.
Seguendo l’indecifrabile odore, si ritrovarono nello spiazzo dietro il vecchio cimitero, avendo avuto cura lungo il tragitto di togliersi gli stivali, strappare l’orlo dei pantaloni e allacciarsi la camicia con un nodo lento in vita, spettinandosi un po’: i capelli di Stefan si lasciarono dietro di loro una scia di gel, quelli di Damon sembravano appena strapazzati da mani femminili.
Un circolo di piacevoli ragazzi e ragazze era seduto intorno ad un fornello a gas, sul quale bolliva una pentola d’acqua e ognuno ne aveva in mano una tazza nella quale galleggiavano delle ambigue foglioline sminuzzate.

 

 

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“Che bello stanno preparando una tisana”.
“Stefan quella è erba. Sai di cosa parlo vero?”
Gli occhiotti verdi si illuminarono di gioia. “É il mangime dei conigli!”
Damon stava per chiedergli se reputava possibile che quella santa donna di loro madre avesse avuto una relazione extraconiugale, quando una ragazzetta dall’aria gentile e vagamente fuori dal mondo si fece loro incontro; era agevolmente misurabile con la formula: Area= raggio² x π, ed una coroncina di fiori multicolori era adagiata sulla sua chiama bruna e lunga.


“Ciao, sono April e chiunque voi siate, siete benvenuti! Infatti le persone sono tutte brave, care e animate da buone intenzioni, yeeeeehh! Me lo ha insegnato mio padre e lui è un vero missionario della Pace&Dell’Amore! Ora non c’è sta lavorando per portare il gas in città invece di usare le stufe a legna che inquinano l’ambiente, non è un bel gesto? E vi fermate a lungo? E che ci faccio io qua? E vi piace la maglietta blu o dovrei metterne una rossa? E non è ovvio che io sia la Reginetta di Primavera? Dipenderà dal mio nome? E dove vi ho già visti prima?”
Damon e Stefan restarono paralizzati quanto la loro interlocutrice, che esibiva uno sguardo dolce e anche un bel sorriso, ma che restava stampato fisso in attesa della loro risposta.
Stefan aprì bocca e lo fece anche lei; la richiuse e ottenne lo stesso effetto specchio.
“Damon qualcosa non va…”
April improvvisamente scoppiò a ridere.
“Hai vinto il gioco dei mimi, sei bravissimo! Siamo amici, ti voglio bene e anche a te!” Detto fatto abbracciò a turno i fratelli, portandoli per mano verso il suo gruppo.

Damon non era stato così preoccupato neanche all’inizio del viaggio, mentre un’altra ragazza, bionda e molto carina, si faceva loro incontro. Indossava una bellissima gonna a balze, una camicia etnica con motivi dei nativi americani e sulla fronte portava un laccetto di cuoio legato come una bandana. Qualcosa di verde e non meglio identificato si muoveva vicino a lei.
“Cioè, benvenuti fratelli! Bevete un Tè Spirituale dell’Amicizia Universale con noi… è biologico, ce lo passa il professore di storia delle Materie Oscure al liceo, lui è connesso col Tao, il Chi*…”
Tutto accadde nello spazio di un secondo: Stefan si era spostato a velocità vampirica dietro Damon balbettando terrorizzato la frase “Non-va-mai-nominato**”, ma per loro fortuna tutti erano distratti da una tenera scenetta: un delizioso colibrì era sospeso sulla tazza di Caroline e sorbiva avidamente il profumato infuso.
“Niky! Ti ho detto ‘NO’, colibrì cattivo! Basta adesso!” Lo scacciò con la mano facendo sì che il piccolissimo uccellino si allontanasse offeso e risentito.
“Hey, brothers, non pensate male di me, non tratto male gli animali, è che se Niky assume troppa teina va in calore e non la smette più di volare su tutte quelle che gli piacciono. Ma…”


Niky era tornato indietro e con gli occhietti a forma di cuore stava cercando di posarsi su una spalla di Stefan, che gli sorrideva come se un antico sentimento di affetto stesse riaffiorando in lui.
“Stef… - Damon bisbigliò in modo quasi impercettibile – mordi questo animale e ti strappo i canini, capito? Ci si rivolterebbero tutti addosso, magari i Figli dei Fiori sono pieni di tè di Verbena. Mi senti?”
“Stai tranquillo… c’è qualcosa di familiare in lui vorrei solo fargli le carezzine  – Il vampiro alzò la voce senza accorgersene – lo sai che sono vegetariano e quindi…”
“Ohhhhh! – Caroline e gli altri lo guardarono colmi di ammirazione mentre April gli metteva una collana di fiori stile Hawaii – Quindi cosa mangi, la soia, la frutta...”
“Solo i conigli!” Damon si portò una mano alla fronte mentre il volto dei loro ospiti si congelava.
“Ma non va bene, dovete assolutamente fermarvi qui con noi per qualche giorno, potreste imparare tante cose; abbiamo allestito il campeggio e c’è posto per tutti, la proprietà privata, che un Male Capitalista, qui non esiste!”


“Meglio, così possiamo transitare!” Un silenzio imbarazzato discese tra loro.
“Mio fratello è stato mandato in collegio ed è educato molto formalmente non entrerebbe neanche in una tenda senza invito, vero Stefan?”.
“Ohhh! Sei vittima del regime autoritario, borghese e in degrado, che scandalo! E tu, invece… com’è che ti chiami?”
“Damon e lui è il mio fratellino – il vampiro non era stato attento ed un leggero tono protettivo gli era sfuggito in quella parola – mentre tu sei… Caroline?”
“Come lo sai? Vai a scuola con mia sorella Liz?”
“Certo, siete così simili!”. Il bruno sussurrò verso il minore.
“Ma li conoscono due nomi diversi a Mystic Falls? Li ripetono per cinquanta generazioni? Adesso faccio un esperimento, guarda. Se non mi sbaglio, il tuo ragazzo si chiama Tyler, vero?”


“L’hai già conosciuto? In realtà si chiama Barnette Benjamin Richard Mason Tyler, ma è antico avere tanti nomi… eccolo, a proposito!”
In quel mentre un attraente moro dai tratti ispanici, con le mani coperte di porporina, si stava avvicinando alla bionda per salutarla con un bacio ma il suo atteggiamento fece perdere del tutto le staffe all’animaletto domestico della sua fidanzata; Niky concentrò il suo sguardo in un lampo di puro odio, puntando dritto verso gli occhi del suo avversario che per tutta risposta lo intercettò al volo, reggendolo dal beccuccio tra l’indice ed il medio.
“Care, quante volte ti ho chiesto di metterlo in una gabbietta quando arrivo io? Ha una specie di odio naturale nei miei confronti che non capisco!”
“Dai è innocuo, così minuscolo, che vuoi che ti faccia?”
“Su, Niky, vieni qui”. La voce era quella più emo che Stefan potesse produrre; la creatura ebbe un guizzo di felicità aggrappandosi al colletto del vampiro e facendogli degli struscini sulle guance.


“Tutto a posto! Ragazzi devo proprio ringraziarvi stasera siete invitati alla festa che faremo nel cortile della scuola, che è occupata, ovviamente!”
“Ma no! Non l’avremmo mai detto! E tu, Tyler stai preparando le decorazioni a forma di arcobaleno, fiori nei cannoni, chitarre e segni della pace?”
“Hey, hai davvero delle qualità di chiaroveggenza?”
“Un po’- Damon odiava fare il modesto – credo che resteranno come materiale scolastico fondamentale per molti anni”.
“Chi ha detto… cannoni?” Un adolescente dal viso dolce ma estremamente depresso e annientato si risollevò faticosamente dal prato alle loro spalle, i begli occhi castani un tantino vacui.
”Voglio partecipare”.


“Bada, Johnatan Greyson John Jeremy Gilbert, prima ti ho visto fare l’aerosol col thè del professore; non tollero che  qui ognuno esageri come gli pare, siamo in una comune, ci sono alcune regole e provvederò io a controllare  che tutto fili come si deve”.
La bionda si rivolse spontaneamente a Stefan, che l’aveva conquistata col suo amore per i volatili.
“Potremmo sparlare alle sue spalle, ti va? Credi sia asservito a qualche tipo di pianta... ora corro a lavarmi i capelli prima della festa sai, ho preso i pidocchi lavandomi in una vecchia vasca nella roulotte”.
Damon era davvero spaventato per la prima volta dopo tanto, tantissimo tempo.
“Facciamo finta di andare a questo raduno di yippies sballati e poi torniamo indietro, ok? Al tramonto. Non vedo l’ora di ammazzare Alaric per quello che ha fatto alla macchina e regalarti per Natale a Katherine”.


A fine pomeriggio, April, Caroline e Jeremy, insieme ai loro più quotati amici, bivaccavano intorno ad un falò, strimpellando chitarre e tamburelli mentre Tyler cantava con una bella voce tenorile “Walking the Dog”***. Stefan era entusiasta di dire la sua.
“Quando nel…”
“Mio fratello vuol dire che quando nel negozio di dischi, ieri ha sentito questo brano, non pensava che fosse già così famoso, giusto? E comunque – Damon valutò il numero di donne presenti – anche io scrivo canzoni. Vi interesserebbe ascoltare qualcosa?”
Senza attendere un consenso che trovava sottinteso, con sguardo languido prese uno degli strumenti e cominciò a cantare “… imagine all the people, living life in peace...****”
“L’hai scritta tu? Sei bravissimo, suoneresti i tuoi inediti stasera?”*****Le ragazze erano impazzite.
In quel mentre Jinxye si manifestò col suo carico di buonumore e i due vampiri non ebbero bisogno di commentare.
“Mi piacerebbe, ma dobbiamo scappare a manifestare contro il nucleare!”


“Capisco! – Caroline quale capogruppo si fece sentire sopra tutti gli altri – fratelli… non vi ho incontrato, vi ho vissuto!******” Mentre tutti si salutavano, la bionda ebbe il suo bel da fare per staccare Niky dalla cintura di Stefan, dove si era magnificamente acclimatato.
“A presto, ragazzi! Tornerete? Mi sembrava che già foste andati via! Già vi manco, vero?” Disse la solare April.
Damon e Stefan fecero un cenno con la mano e in perfetto silenzio salirono un’ultima volta sulla Macchina del Tempo, lanciandosi a tutta velocità verso la luce arancione, questa volta col pilota automatico programmato per il rientro il quarto giorno, nel 2012. Scesero dall’auto ancora frastornati, ma Damon si riprese benissimo alla vista di Alaric che li aspettava con gli occhi bassi, una bella sacca di sangue 0- in mano, e senza l’anello.


“Mi dispiace ho capito che era andata male quando stamattina è arrivata Katherine…”
Mentre parlava aveva cura di sventolare la mano spoglia sotto la faccia del bruno.
“Rick. Deciderò se torcerti il collo quando avrai ripristinato la Camaro. Dov’è Katy?”.
“In casa, vi aspetta con ansia… vi precedo, porto la macchina in garage e comincio a lavorarci”.
Stefan, con un sospiro che lo rese cupo, triste, malinconico e meditabondo in un solo istante, sorpassò Damon recandosi come d’accordo a fare da passatempo per la vampira.
“Stef – l’altro si fermò – Nemmeno tu ti meriti questa fine… andiamo al Grill. Paghi tu e non dire mezza parola o ti strappo la lingua. Siamo sopravvissuti fin qui, ce la faremo ancora”.
Damon si avviò verso il vialetto, i passi di Stefan che lo raggiungevano mano a mano.

*Anima, o spirito celeste, nello Shintoismo. Non conosco il significato oltre quello giapponese.
** Non offendetevi, magari a qualcuno Harry non interessa! Il più noto professore di Arti Oscure era Voldemort
*** Rolling Stones, 1964. Stefan, sei una frana.
**** Non mi ammazzate, lo so che avete riconosciuto “Imagine” del fantastico John Lennon (del 1971).
Approfitto per aderire al messaggio del testo!
***** Unico momento in cui mi riconnetto al film, dove Marty suonava “Jhonny B. Good” credo 2 o 3 anni prima della sua creazione.
****** Sì, Caroline parla come' Il Piotta
'.
Ragazze… siamo alla fine di questa storia! Eh, potevate aspettare che mi allontanassi per fare i fuochi d’artificio, cattive! T.T
Ci sono varie specifiche da fare: N.1) Ma proprio fondamentale. Con molta titubanza, visto che si prendeva in giro il primo anno del movimento yippie, ho inserito la vaga allusione che il teuccio di Atticus fosse non proprio l’Earl Grey della Twinings.
Spero che il tutto sia chiaramente il gioco e il riferimento alla 4x8 che è di fatto. Ma se qualcuno dovesse minimamente ravvisare una specie di “strizzata d’occhio” al consumo di qualche sostanza mi farà un favore impagabile se mi avvertirà di modificare le battute; non intende assolutamente esserlo!
2) Che dire di voi che avete sopportato di leggere fin qui? *-* Grazie delle generose recensioni a Iansom, Cassie95, Kitsune4573, Fefy_07, pilvia_s; e margheritanikolaevna, Morgana_94, likerosesneedtherain, NanaBiancaTVD.
Grazie anche a  giulia_20 , morgan_le_faye , noe  Pink_96  che hanno preferito.
Grazie ad Antonelladelena e  Sunao che hanno seguito. E alle coraggiose 46 lettrici superstiti dal primo capitolo!
Ma non è finita… doveva terminare diversamente, in realtà con Stefan che pagava il fio della sua incapacità nel digitare 4 numeri giusti. Poi ho letto il capitolo della cara Iansom, che mi ha trasmesso la speranza che quei due ce la facciano, malgrado tutto e tutti.
Se siamo yippie stasera… Amore, Arcobaleni, Unicorni, Fiori, Felicità, Pace e tutto quello che desiderate nella vostra vita! Augurati da… chiamiamolo sempre Damon, con un po’ di fantasia! ; )
La vostra, Setsuna

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