Me, Him And His Brother

di AlberoDiBanane
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


“Era una serata come tante. Da giorni ormai il cielo non faceva altro che rovesciare acqua sulle nostre teste. Questo tempo mi aveva sempre messo malinconia ma...”
 
-La pianti di scrivere cose depresse?!
-Joe, non rompermi i coglioni!
 
Salve a tutti! Meglio che mi presenti: mi chiamo Rosalia, ma preferirei Rosy, grazie. Ho 19 anni e ho la sfortuna di avere un migliore amico molto deficiente. Joe, che sarebbe lui, ha tre fratelli: Kevin, il maggiore, Frankie, il minore, e Nick, di cui sono pazzamente innamorata.
 
-Serata come tante... Rovesciare acqua... Malinconia... Cazzo, sembra che ti è morto il gatto! E poi a te piaceva la pioggia- mi dice.
-Al mio personaggio non piace. Mica sono io quella nella storia!
-Ah sì? E perché il suo fidanzato si chiama Nick?
Merda.
-Joe, fatti i cazzi tuoi e vai a farti una sega!- urlo.
-Me la fai tu?- chiede sorridendo malizioso.
Ora lo uccido. Prendo la mazza da baseball da sotto la scrivania e gliela brandisco davanti agli occhi.
-Non costringermi a usarla!
Fa una smorfia.
-Ma se sei una mezza sega a baseball.
Butto la mazza sul letto e comincio a picchiarlo.
-Fuori da casa mia, stronzo!- dico continuando a picchiarlo.
-Ma, ahi! Ma dovevamo pranzare insieme, ahi, cazzo!
Oh, vero...
-Be’, non me ne frega! A pranzo ci vai da solo!
-Guarda che c’è anche Nick.
Mh, interessante.
-Su Joe, muoviti che siamo in ritardo e ho fame!
-Tu sei strana...
 
Dopo cinque minuti siamo seduti in uno dei tanti ristoranti di New York.
Nick osserva il menù, Joe si specchia in un cucchiaio e io guardo il primo.
-Stai sbavando- mi sussurra Joe.
-Ma non dire minchiate.
Mi indica una piccola macchia sulla tovaglia.
Oh, cazzo.
Immediatamente la copro con il tovagliolo e mi asciugo la bocca, poco prima che arrivi il cameriere per prendere le ordinazioni.
Io continuo a guardare assorta Nick. Dio, ma quanto è bello? Con quei riccioli morbidi, quel viso dolce e maturo, e i suoi occhi oh, i suoi occhi sono così profondi!
Lo sto ancora fissando quando una brocca enorme mi viene poggiata davanti, impedendomi la visuale.
Ma che...?
Guardo il cameriere furiosa.
-Leva subito quella cazzo di brocca!- gli ringhio.
Lui, impaurito, la spinge più in là, ridandomi la visuale su Nick.
Due dita mi schioccano davanti agli occhi.
Repentinamente le afferro e le rispedisco al proprietario.
-Rosy, tra poco gli si forma un buco sulla maglia!- dice Joe.
-Magari- sussurro.
Entrambi mi fissano.
-Minchia guaddate?!- esclamo.
Nick riabbassa lo sguardo sul piatto e Joe mi fissa ghignando.
-Devi lasciarci soli!- sussurro, avvicinandomi a lui.
-Non ci penso nemmeno! Mi ritroverei con la mia migliore amica in prigione e mio fratello stuprato.
Mi allontano indignata e “accidentalmente” gli verso addosso il vino.
-Oh no! Ti conviene andare subito in bagno a smacchiarla- dico sorridendo falsamente.
-Hai ragione, perché non vieni a darmi una mano?- dice, prendendomi per un braccio e trascinandomi con sé.
-Io dovevo rimanere di là! Così avremmo parlato, ci saremmo innamorati, sposati e avremmo avuto un sacco di Nick Junior!- esclamo.
-Senti, se tu vuoi portare a letto mio fratello dimmelo! Lo pago, soddisfi i tuoi bisogni sessuali e la smetti di sfracellarmi i coglioni.
Spalanco la bocca.
-Io non sono una puttana!- urlo.
-Ma che cazzo c’entra?!
Non lo ascolto nemmeno.
Lo spingo dentro al bagno e blocco la porta con una vecchia sedia.
Mi sistemo i jeans e torno al tavolo.
-Joe?- mi chiede Nick.
-Oh, doveva andare in bagno- dico con nonchalance.
-Allora... come va la scuola?- chiedo per attaccare discorso.
-Ho preso un anno dall’università, non vado a scuola.
-Oh... io invece mi sono appena iscritta a medicina!
Non è vero, ma voglio sembrare adulta e sofisticata.
-Joe aveva detto che ti eri iscritta a moda&design...
Stupido Joe che non sa tenere la bocca chiusa.
Sorrido imbarazzata.
-Ehm... e che fai tutto il giorno?- riprovo.
-Io... esco con i miei amici.
-Chi?!- chiedo, in preda ad un attacco di gelosia.
 -Tu e Joe, per esempio!- esclama indietreggiando.
-Oh, che carino! Hai detto che sono una tua amica
-M...Ma quanto ci mette Joe?- chiede, visibilmente sconcertato.
-Si starà sistemando i capelli.
-Vado... Vado a vedere se ha bisogno di qualcosa- dice alzandosi.
-No!- urlo.
Mi guarda con gli occhi sbarrati.
-C...Cioè, non ti scomodare, vado io!- dico, scappando in bagno.
Arrivata, butto via la sedia e spalanco la porta, facendo sobbalzare Joe.
-Muoviti, che Nick ti cerca!- dico.
-Ma sei tu che mi hai chiuso qua!
-Che minchia dici?! Non farei mai una cosa simile!
-Sicura di non essere schizofrenica?
 
 
 
 
Ma SaaaaaAAAAaaaalve!
E dopo una bella OS torno a rompere le palle!
Come va? A me bene! Sì, lo so, chissenefrega.
Piaciuto il primo capitolo? No? Ok.
Lo so, non è il massimo, ma devo ancora prenderci la mano.
Non so che altro scrivere, perciò... ciao!
Ho già altri due capitoli pronti, ma vorrei aspettare.
Adiosssssss
 
P.s.: ehi, sapete che se mi lasciate una piccoliiiiiissima recensione... non vi si bruciano le mani? Anzi, fate felici una povera sfigata!

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Ok, devo stare calma. Inspira, espira, inspira, esp... oh, ‘fanculo. Devo vedere Nick, devo sentire Nick, IO HO BISOGNO DI NICK!
Cioè, non lo vedo da quando siamo usciti a pranzo. Sono passate già... due ore!
Ok,  lo chiamo. E se poi mi trova invadente? E se invece gli fa piacere? E se lo spavento? E se gli piaccio? ...
Forse Joe ha ragione, forse sono davvero schizofrenica... Sì, deve essere così.
Meglio che mi autodenunci, per il bene di tutti.
Scriverò una lettera ai miei cari.
Allora...
“Cara famigliola felice, vi ho sempre amati e...”
Nah, troppo sdolcinata.
“Ehi sfigati di merda! Sappiate che...”
No, così mi buttano in un fiume.
“Cara famiglia, sappiate che vi ho sempre voluto bene.
Lascio i miei soldi alla mia migliore amica Ellie, la mia camera al gatto che non ho (ma che comprerete!), ai miei genitori lascio tutto il bene del mondo, a Nick lascio il mio cuore e a Joe lascio una calorosa beata minchia...”
Bene. Èora. Compongo lentamente il numero.
-Pronto? Ospedale psichiatrico di New York- dice una voce femminile.
-Salve, io... vorrei... autodenunciarmi. Sì, credo di essere schizofrenica.
-E da cosa lo deduce, scusi?
-Vede... io... un attimo sono così, uno cosà. Un momento faccio una cosa e cinque minuti dopo sono convinta che sia sbagliata. Un attimo sono felice, l’altro distrutta. Un secondo sono convinta di una cosa e un secondo dopo sono convinta del contrario!
Uff... mi sono sfogata. Addio bella gente.
-P...Pronto?- chiedo titubante.
-Signorina, lei non è schizofrenica, lei è lunatica. E non rompa le palle a noi!
Tu...tu...tu...
Ha appeso! Stronza! Mi vendicherò. Sì, sfonderò l’ospedale con una ruspa e la schiaccerò.
Tsk. Così impara a dare della lunatica a Rosalia Gesualda Beckins.
Non mi chiamo Gesualda, ma fa più scena il secondo nome.
 
Devo calmarmi. Devo togliermi dalla testa Nick.
Porto il mio cane a fare un giro, sì, buona idea.
Aspetta... io non ho un cane...
Fa niente, faccio un giro da sola.
Prendo il telefono, un po’ di soldi, saluto mamma ed esco.
New York, come sempre, brulica di persone. C’è chi corre, chi parla al telefono, chi dà spettacolo...
Vedo uno Starbucks in lontananza.
-Sì, cazzo- mormoro, cominciando a correre verso esso.
Sono quasi arrivata quando improvvisamente mi sento mancare e crollare.
Non è possibile.
-Fottuta buca di merda!- esclamo.
Cerco di uscire da quella voragine nell’asfalto quando delle gambe mi si parano davanti.
-Ti levi dai coglioni?!- urlo.
Successivamente alzo lo sguardo.
-N...Nick?- dico incredula.
-Io volevo solo... darti una mano!- esclama indietreggiando.
Bene! Non solo non mi cagava, ora ha anche paura di me!
-S...Scusa, io non avevo capito fossi tu. È che... uhm...
Merda, una scusa, mi serve una scusa!
-Oh, mi squilla il telefono, un secondo!- dico improvvisamente.
Mi porto il cellulare all’orecchio e fingo di parlare con mia madre.
-R...Rosy?- mi chiama Nick, sempre più spaventato.
-Che c’è? Sono al telefono!- dico, fintamente scocciata.
-Stai... stai telefonando con il telecomando dello stereo!
Guardo cos’ho in mano.
Ma io sono una ritardata! Una fottuta ritardata! E in più ho fatto un tripla figura di merda!
Nick mi fissa sconvolto. E ora che mi invento?!
-Tornadooo!- urlo, indicando un punto alle spalle di Nick.
Quest’ultimo, insieme ad una decina di persone lì intorno, si volta e io ne approfitto per scappare a casa.
 
-Tornado? Tornado?! È la prima cosa che ti è venuta in mente?!- mi chiede Ellie al telefono.
L’ho chiamata, con il mio vero cellulare, non appena sono arrivata a casa.
-Senti, cosa dovevo dire? “Ehi, mi dispiace se ti sembro una pazza furiosa, ma sono innamorata di te da diciassette anni, quando ti vedo le mie ovaie esplodono e il mio cervello se ne va alle Hawaii”?
-Almeno gli dicevi la verità.
-Oh merda. Non potrò più uscire! Non lo vedrò più! Non potrò più andare a casa Jonas e rubare i suoi calzini!- dico, scoppiando in un pianto isterico.
-Calmati! Te la caverai, fidati. Tu te la cavi sempre. E poi ci sono io che posso darti una mano; c’è Joe che può parlare con Nick.
-Sì, hai ragione. Ce la posso fare. Guarda, neanche ci penso più! Ora mi guardo un bel film e vado avanti.
-E brava la mia ragazza. Ora vado che mia mamma mi sta sclerando dietro, e ha comprato le pantofole boomerang! Dimmi buona fortuna.
-Buona fortuna, baby.
Scelgo un bel comico su internet e inizio a guardarlo.
Minchia, fa proprio ridere! C’è ‘sto vecchio drogato, due omosessuali, una madre-trans...
Sto ancora morendo dalle risate quando mia mamma mi chiama dal piano inferiore.
-Amore, scendi! C’è Joe alla porta.
Joe? E che vuole ora?
Scendo spedita, cado un paio di volte scatenando le risa di mia madre, e, dolorante, arrivo alla porta.
La apro, trovandomi davanti un Joe divertito e confuso.
-Tornado?!- mi chiede.
Improvvisamente, ricordandomi tutto, cado in ginocchio e scoppio a piangere.
 
 
 
Ma buongiorno bella gente.
Eh già, sono ancora viva, niente mi può fermare!
Ok, questo capitolo... *conato di vomito*
Ok ok, calma. Fa schifo lo so, personalmente lo trovo più demenziale del primo, ci sono più cazzate...
Nel primo non ho avuto recensioni... ma me lo aspettavo ù_ù
Ringrazio comunque le 37 magnifiche persone che hanno cagato la storia :’) e spero leggeranno anche il secondo capitolo :3
Beh, che posso dire...
Al prossimo conat... ehm, capitolo! 

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Sono qui. Sul divano. Avvolta in un plaid. Scossa dai singhiozzi. Con Joe che cerca di calmarmi, con scarsi risultati.
-È troppo- dico -Mi sono rovinata la vita nell’arco di una giornata. Ti prego, sparami!
-Dai, non farne un dramma. Pensa che quando me l’ha raccontato era allegro, sorrideva!- dice.
-Ecco! Rideva di me. Per lui sono solo un fenomeno da baraccone.
-Ma va! Guarda che secondo Nick...
-NICK!- urlo, scoppiando ancora a piangere.
-Oh no...
-Nie...Niente più N...Nick Junior!
-Ok, dai, basta piangere. Riprenditi che andiamo a farci un giro da qualche parte-
-D...Davvero?
-Sì, davvero. Su, un po’ di vita!- dice, asciugandomi le lacrime.
-Ok, d...dai andiamo.
Usciamo di casa e ci dirigiamo verso Central Park.
Mi sono sempre piaciuti i parchi. I bimbi che giocano, gli animaletti, le piante!
-Pianta di merda!- esclamo.
Oh, che volete, mi è arrivata in faccia col suo stupido ramo!
-Menomale che a te piaceva la natura- dice Joe.
-Zitto tu!
Scuote la testa rassegnato.
Stiamo camminando verso una panchina quando da un parco giochi un bambino ci corre incontro.
-Frankie!- esclama Joe.
Fa per abbracciarlo, ma il piccolo cambia direzione e si attacca a me.
-Rosy!- esclama.
Joe rimane sconvolto.
-Ma... ma sono io tuo fratello!- dice.
-Sì, ma era lei a salvarmi quando tu mi spingevi in piscina senza salvagente- ribatte Frankie.
Faccio la linguaccia a Joe, che incrocia le braccia al petto imbronciato.
-Ehi scricciolo, come te la passi?- dico, scompigliandogli i capelli.
-Scricciolo? Guarda che sono alto un metro e cinquantatre!
-Cazzo, sei una stanga! Un paio d’anni e sarai tu a spingere Joe in piscina!
-Tsk- dice quest’ultimo.
-Ah, Rosy, posso chiederti una cosa?
-Tutto quello che vuoi scricciolo.
-Cos’è ‘sta storia del tornado?
Sento che gli occhi mi diventano lucidi.
-Ho detto qualcosa di sbagliato?- chiede innocentemente.
-No, Frankie. Torna a giocare con gli altri bambini che noi dobbiamo andare- interviene Joe.
-Vieni, andiamo a casa mia- dice poi.
-Cosa?! Sei pazzo? E se poi incontro...
-No problem. “Tu sai chi” e Kevin sono andati a comprare delle cose per mamma.
-Kevin e Voldemort escono insieme?
-No, Nick!
-Nick e Voldemort escono insieme?!
-No! “Tu sai chi” è Nick!
-Nick e Voldemort sono la stessa persona??!!
Mi guarda sconvolto.
Dovrei essere io quella sconvolta! Ho appena scoperto che l’amore della mia vita è il signore oscuro. E ha il naso finto!
-Andiamo va- dice infine.
 
Appena entrata in quella casa un forte profumo di cioccolato mi investe, come una mucca che rotola...
...giù da una collina...
...con i pattini a rotelle.
Sono anni che entro qua, e ogni volta un odore di dolci mi arriva alle narici. Mi viene il dubbio che li preparino solo per me.
-Rosy!
-Zia Denise!- esclamo contenta.
Non è davvero mia zia, ma lei e mia madre sono migliori amiche dai tempi del college. Avevano deciso di vivere insieme a New York, anche se non proprio vicine. Siccome quando ero piccola mia madre lavorava tanto, spesso venivo lasciata a casa Jonas. Da lì è diventata la mia seconda abitazione.
-Zia, ma i dolci che fai... per caso li fai perché devo venire io?
-Perché? Non ti piacciono?
-Scherzi? Sono i migliori di tutta New York!
La sua risata cristallina riempie il salotto.
-Allora, come sta la mia figlioccia preferita?
-Mh, da una scala da una merda a uno schifo... direi una merda che si sente uno schifo.
-Problemi di cuore?
-Quanto mi conosci bene.
-Joe perché non vai a mangiare i biscotti mentre io e Rosy parliamo un po’?
Lui esegue l’ordine a capo chino.
-Hai sempre preferito lei a me- mugugna.
-Allora cara, vieni, siediti e dimmi un po’ che è successo- dice, facendomi accomodare sul divano.
-Dimmi un po’, chi è il Don Giovanni di turno?
-Lo stesso della settimana scorsa, e dello scorso mese, e degli scorsi 16 anni...
-Ancora mio figlio, eh?
-Già! È una tortura. Non mi calcola, ha paura di me, mi deride, e dopo oggi non mi vorrà più vedere!
-Giusto, il tornado...
-L’ha detto anche a te?!
-Su tesoro, non farne un dramma- dice abbracciandomi.
-Vedrai che appena si accorgerà di che splendida ragazza tu sia, non ti lascerà più andare.
-Tu dici?
-Dico dico, ne sono sicurissima!
-Mamma, non metterle in testa cose false, che poi la illudi- dice Joe dalla cucina.
Denise sbuffa.
-Joseph, sei un insensibile!- urlo.
In quel momento la serratura della porta d’ingresso scatta.
-Siamo tornati!- dice qualcuno entrando.
-Oh, ciao Rosy! Che bello vederti- mi saluta Kevin.
Ma se c’è lui deve esserci anche...
Subito dietro Kevin infatti appare la testa riccioluta di Nick.
Mi accenna un piccolo saluto col capo cercando di trattenere una risata, mentre io divento rossa come il ketchup appena spruzzato su di un piatto bianco.
-Perché non ti fermi a cena da noi- dice Kevin.
-Oh, n...no, non posso, scusa. È c...che, devo... ehm, aiutare mia mamma con delle faccende, sì- dico nervosa.
-Veramente- interviene Joe -L’ho appena chiamata, e ha detto che non c’è problema se rimani qua.
Lo fulmino con lo sguardo.
Stupido bastardo.
-Bene, allora è deciso. Ci vediamo tutti a cena- dice Kevin salendo in camera sua.
Rimaniamo io, Joe, Nick e Denise.
Imbarazzante.
-Oh, be’, io devo mettere un po’ a posto la soffitta. Divertitevi- dice ad un tratto Denise.
No, stronza, non lasciarmi!
Dio, ti prego, fa che Joe non comini cazzate.
-Ehi, mi è venuto in mente un giochino!- esclama Joe.
-Ora sono proprio fottuta...- sussurro.
-Allora, adesso a turno cerchiamo delle parole o delle frasi che facciano rima con i nostri nomi.
-Minchia che gioco trasgry Joe!- esclamo.
-Iniziamo dai!
-Ok, allora, Joe... Joe pulisce il bar di Boe!- esclamo.
Mi guardano.
-Oh, andiamo, non ditemi che non avete mai visto i Simpsons!
-Mh... Rosy... fa rima con... cosi. Sì, Rosy guarda i cosi!- dice Joe.
Si può uccidere una persona con lo sguardo? Se fosse possibile ora Joe sarebbe morto e stramorto.
-Uh, io ne ho una su Rosy- dice Nick.
Mi giro a guardarlo.
Oh, cazzo. Perché sento che avrà a che fare con ciò che è successo oggi?
-Avanti, spara- lo incita Joe.
Mi guarda sorridendo.
-Rosy si fa le dosi!- esclama.
Joe scoppia a ridere come un cretino.
Brutti pezzi di merda, tutti e due.
-NICK LICK DICK- urlo.
Joe per poco non si strozza con l’aria.
-Nick lecca cazzi!- dice ridendo -Questa è pesante!
Nick è scioccato. Non tanto per la frase, più per il fatto che io l’abbia davvero insultato.
-Oh, sentite questa su Rosalia- dice Joe.
-Rosy- lo correggo.
-No, Rosalia. Rosalia la puttana della via!
Nick scoppia in una fragorosa risata.
-Ripetilo se hai coraggio- lo minaccio.
- Rosalia la puttana della via!
-Joe piantala!
- Rosalia la puttana della via!
-Joe ti uccido!
- Rosalia la puttana della via!
-Smettila!
- Rosalia la puttana della via!
-JOSEPH ADAM JONAS, SE NON LA PIANTI GIURO CHE TI RASO A ZERO LA PETTINATURA DA FIGHETTO CHE TI RITROVI E TI FICCO I CAPELLI NEL CULO!- urlo.
Questa volta sbianca e ammutolisce.
Denise rinviene dalla soffitta; evidentemente ha percepito la tensione nell’aria.
-Dai ragazzi, basta litigare, piuttosto, venite qua che ho una cosa da farvi vedere- dice con una fotografia in mano.
Tutti e tre ci avviciniamo curiosi.
 
 
 
Ehiehiehi!(?)
Eggià, dopo due capitoli ecco il terzo!
Feel like superwoman.
Anche se non mi lasciate recensioni, io sono sempre qua, sono un fungo.
Puahahahahah.
Mh... povera Rosy, il mondo ce l’ha con lei :’(
Ringrazio vivamente chi si fila la storia (anche se non lascia recensioni :P)
Nell’ultimo capitolo mi sono scordata di ringraziare due mie care amiche che mi hanno ispirato nel tornado.
Be’, bye bye e baci baci
No, togliete i baci.
Alla prrrrrrrrrrossssssimaaaa

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Siamo tutti riuniti attorno al tavolo della cucina. Denise aspetta che arrivi anche Kevin per mostrarci la foto. Io sono nervosa; lo si può capire dal fatto che sto battendo un piede e una mano tanto da creare un perfetto ritmo musicale.
-Ma quanto cazz... cavolo ci mette Kevin?!- esclamo esasperata.
-Rilassati, sono qui- dice scendendo dalla scala.
-Bene- comincia Denise -Ora che ci siete tutti...
Gira la foto sul tavolo e ce la mette sotto gli occhi.
Istintivamente mi porto una mano alla bocca. Èuna foto di quando avevo cinque anni. Ritrae me, che ho le braccia attorno alle spalle di Nick e al collo di Joe. Quest’ultimo sta facendo un sorriso spaventato, forse perché stringevo troppo. Mentre Nick fa un sorrisetto timido con le guance rosse. Più in alto, Kevin abbraccia tutti e tre, da bravo ometto qual era.
Sinceramente, non credevo che esistesse ancora quella foto.
Kevin scoppia in una risata di puro stupore mormorando un “Oh mio Dio”.
-Mi ricordo di quel giorno!- dice Joe.
-L’abbiamo scattata prima che partissimo per le vacanze estive, nel nostro giardino.
-Ricordo che tu- dice indicandomi -Avevi dato un bacio a Nick, dicendogli “Nel caso tu non tornassi”. Oh, prima di partire stava per piangere perché non voleva morire!- dice scoppiando a ridere.
Nick ed io diventiamo rossi in volto.
Da sotto il tavolo do un calcio sullo stinco a Joe mettendo fine alle sue risa e facendolo grugnire di dolore.
-Come eravate piccoli... e guardatevi ora!- dice Denise.
-Zia Den, vai a prendere la macchina fotografica- dico alzandomi.
Gli altri mi imitano e, capendo le mie intenzione, assumiamo la stessa posizione della vecchia foto.
Denise torna con una vecchia Polaroid e, scattata la foto, la mettiamo vicino all’altra.
-Bene, tra quattordici anni ne rifaremo un’altra- dice Kevin disparendo al piano di sopra.
-Su ragazzi, apparecchiate la tavola e preparate una pasta per tutti, tra poco mangiamo- dice Denise, tornandosene in soffitta.
Io e i ragazzi eseguiamo gli ordini.
-Rosy, puoi accendere la televisione sul meteo? Sai, oggi c’era un forte vento, e non vorrei che arrivasse un tornado...- dice Joe.
Lo guardo con gli occhi sbarrati. Dove vuole andare a parare ‘sto bastardo?
-Rosy, all’università dovrei presentare una tesi sui disastri naturali, sbaglio o ne avevi fatta una sui tornado in America?- continua.
-No!- sibilo.
Mi sorride malignamente.
-Oh, peccato! Sarà stata spazzata via dal vento.
Nick, che fino a quel momento aveva continuato ad apparecchiare la tavola, inizia a tossire facendo degli strani versi striduli.
Èovvio che si sta trattenendo.
-Dio Nick, sembri un istrice in calore!- esclamo.
Mi innervosisce!
-Già Nick, piantala. Sembri una donnicciola che ruota urlando in un tornado!
A quel punto i suoi versi aumentano, tanto che è costretto a ficcarsi del pane in bocca per non scoppiarmi a ridere in faccia.
Joe mi si avvicina.
-Sai, mi ero accorto che non mi ero vendicato per la storia del bagno- sussurra.
-Andate a dire a tutti che la pasta è pronta!- ringhio.
Poi, non so con quale coraggio, mi avvicino a Nick.
-Ti conviene smetterla di ridere se non vuoi che mi vendichi anche di te- dico.
Ammutolisce immediatamente e, silenzioso, segue Joe.
Ok, ho... trenta secondi per vendicarmi.
Apro tutti i cassetti, le dispense e il frigorifero.
-Ci sono!- esclamo.
Mi avvicino ad un armadietto e, alzandomi sulle punte, afferro la cannella. Ne prendo un po’ e la metto nel sugo della pasta di Joe, per poi rimettere tutto a posto nel giro di cinque secondi.
Arrivati gli altri cominciamo a mangiare tranquillamente.
Joe starnutisce.
-Tutto bene tesoro?- chiede premurosamente Denise.
-Sì, ma’, tutto ok.
Altro starnuto.
Un altro.
Un altro ancora.
Nick mi guarda, sa che è colpa mia.
Joe ormai ha il naso gocciolante.
-Io...- starnuto -Vado una attimo a...- starnuto -Prendere dei fazzoletti!- starnuto.
Io ridacchio sommessamente.
Denise assaggia il sugo di Joe.
-C’è della cannella qua! Chi ce l’ha messa?
Oh, no. Oh, merda. Ora mi scopre. No aspetta.
-Non lo so, il sugo l’ha preparato Nick!- dico.
Lui mi guarda sconvolto.
Be’, è vero. Il sugo l’ha fatto lui. Io ci ho solo messo il tocco finale.
-Nicholas...- comincia Denise.
Rendendomi conto del guaio che ho combinato, intervengo.
-Ehm... ma il sugo era già pronto! Probabilmente era già dentro e non ce ne siamo accorti- dico.
Denise sembra crederci e si rilassa.
Quando Joe torna ha delle chiazze rosse in faccia.
Scoppio a ridere come una cogliona.
-Hai la faccia a pois!- esclamo.
 

* * *

 
Mi sto avviando verso casa Jonas. Visto che ieri ho procurato una reazione allergica a Joe, il minimo che possa fare è scusarmi.
Davanti alla porta suono decisa il campanello.
Mi apre Joe, che appena vedendomi mi sbatte la porta in faccia.
Tipico di Joe.
Risuono, con più insistenza.
Questa volta è Denise ad aprire.
Mi sorride gentilmente.
-Entra cara- dice -Stavo per portare Joe dal dottore, ma se vuoi puoi rimanere qui. Tanto ci mettiamo dieci minuti!
-Oh, va bene. Vi aspetto!
Joe mi passa a fianco sussurrandomi uno “Stronza”, dopodiché escono.
Butto la mia borsa sul divano.
-C’è qualcuno in questa casa?!- urlo.
Dei passi veloci scendono le scale.
-Rosy!
-Frankie! Ciao, come va stanghetta?
-Io bene. Joe mica tanto!
-Ho visto- commento ridacchiando.
-Sei stata tu vero?
-Be’... potrei aver fatto qualcosa, sì.
-Tu sei in assoluto il mio modello da seguire!
Rido, davanti all’innocenza di quel bambino.
Si va a sedere sul tappeto del salone e comincia a giocare con le macchinine. Io mi siedo sul divano.
Ad un certo punto ci ritroviamo a fissarci.
Fa una smorfia.
Io la copio.
Arriccia il naso.
Lo faccio anch’io.
Si tocca la punta del naso con la lingua.
‘Mazza, questo è difficile.
Cerco di imitarlo incrociando gli occhi per vedere meglio. Provo a farmi equilibrio con le braccia, ma ciò che ottengo è un’esilarante caduta dal divano.
Frankie scoppia a ridere, seguito poi da me.
Quando riapro gli occhi c’è Denise che mi fissa.
-Sai Rosy, stavo pensando... Frankie non può stare a casa da solo, io sto facendo spesso dei colloqui di lavoro e i fratelli escono spesso, ma detto tra noi, non sarebbero in grado di occuparsi di lui. Perciò, che ne dici se alcuni giorni a settimana vieni a fargli ad babysitter? Ti pagherò ovvio.
-Sì!- urla Frankie entusiasta.
Mh... girare per casa Jonas, osservare Nick molto più a lungo, rubare più calzini...
-Sì, accetto!
Penso che mi divertirò.
 
 
 
Ma buonaseeeeeraaaa c:
Come va?
Ok, saltiamo i convenevoli.

Il capitolo fa schifo, lo so, non piace neanche a me, ma cercherò di migliorare! Parola di lupetto!
Ringrazio vivamente chi s’incula la storia nonostante faccia schifo.
Ringrazio anche LetyTommo per averla messa tra i preferiti
Ora scappo perché è tardi, devo fare lo zaino e studiare ancora.
Sì, io studio di notte.
Aurevoir genteeee!!!!

P.s.: una recensioncina me la potete anche lasciare eh? Non mi offendo mica!

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Casa Jonas. Primo giorno da babysitter.
 
Suono il campanello.
-Rosy!- esclama Denise -Menomale che sei arrivata in anticipo. Frankie è già sveglio e ha già fatto colazione. Kevin è tornato a casa sua con Danielle. Joe è andato anche lui a cercarsi un lavoro, finalmente aggiungerei! Nick, invece, è ancora a letto. Ora scappo. Ah, Rosy, fammi un favore: se entro mezzogiorno Nick non è fuori dal letto, vai a svegliarlo. E non far mangiare zuccheri a Frankie, diventa troppo iperattivo. Nel caso avessi bisogno di qualcosa, sul frigorifero ci sono i numeri dei vicini, della polizia, dell’ospedale, il mio, quello di Kevin e di Joe. Ciao cara, e grazie ancora!
Finalmente esce e  mi lascia sola.
Ok, facciamo il punto della situazione: sono sola, con Frankie e Nick. Frankie sveglio, Nick no. Devo svegliare Nick a mezzogiorno. Cosa non dovevo dare a Frankie?
Ve be’, non importa.
Bene, ore 10.30 a.m.
Inizio missione.
-Frankie? Dove sei?- esclamo.
-Nella camera dei giochi, vieni!- sento urlare dal piano superiore.
Salgo di corsa i gradini, a due a due.
E, ovviamente, cado.
-Ma porca tro... Cazz... Il ginocchio, merd...- mormoro.
Saltellando arrivo alla camera dei giochi dove Frankie sta disegnando.
Mi guarda con un sopracciglio alzato.
-Hai il fiatone, vuoi un po’ d’acqua?- dice, mostrandomi una bottiglietta.
Annuisco.
-Che bel disegno- dico, bevendo un sorso.
-Vero? Sono due innamorati che si baciano!
-Siete tu e la tua fidanzatina?- dico, bevendo ancora.
-Veramente... siete tu e Nick!
Sputo tutta l’acqua che ho in bocca inondando il tavolino.
-Se non ti piaceva potevi semplicemente dirlo!- esclama Frankie.
Tossicchio leggermente.
-Ma Frankie, io e Nick non stiamo insieme!
-Lo so, ma sareste una bella coppia!
Mh, mi piace come ragiona questo ragazzino...
-Tieni- dice passandomi dei pastelli -Disegna con me!
Lentamente faccio scorrere quel bastoncino di legno sul foglio bianco.
Mi è sempre piaciuto disegnare, è un mio modo di sfogarmi.
-Chi è?- dice guardando il foglio.
-È... il mio papà
Una piccola lacrima mi scivola lungo la guancia.
Non è morto, e neanche in fin di vita. Ma potrebbe esserlo da un momento all’altro.
Mio padre fa il militare. Lo vedo molto raramente, di solito durante le feste o il mio compleanno.
Gli voglio un mondo di bene, mi ha insegnato a essere quella che sono.
Non una minchiona, quella lo sono di mio, ma una ragazza che non si fa mettere i piedi in testa e che sa farsi rispettare. Perché io sono così, giusto?
-Rosy?
-Sì, Frankie?
-Mi spiegheresti una cosa?
-Certo, cucciolo.
-In cosa consiste il sesso?
Spalanco gli occhi.
Ma che cosa si guarda questo bambino in televisione?! O, meglio, che cosa gli insegnano i suoi fratelli?!
-Ehm... meglio andare a svegliare Nick!
-Ma sono solo le 11.10!
-Mica muore se lo sveglio cinquanta minuti prima!
Rapidamente esco da quella stanza, dirigendomi verso la camera di Nick.
La stanza è avvolta nelle tenebre e posso sentire chiaramente il respiro di Nick.
Mi avvicino al letto.
Aw, è dolcissimo mentre dorme!
-Nick... Nick svegliati! Èora di alzarsi dormiglione- gli sussurro all’orecchio.
-Mh... ancora cinque minuti mamma- mugugna.
-Non sono la tua mamma, tesoro.
-Chi... sei?
-Sono... la tua fidanzata amore. Mi ami tantissimo e mi hai chiesto di sposarti!
-Rosy?
Mi allontano di scatto dal letto andando a finire contro l’armadio.
-Questo è un sogno, è tutto un sogno, torna a dormire...- provo.
Sembra crederci e si riseppellisce sotto le coperte.
Mi avvio alla finestra e la spalanco.
-SVEGLIA JONAS! ÈUNA NUOVA GIORNATA E IL SOLE SPLENDE!
Scatta in piedi cadendo così dal letto.
-Rosy?! Ma allora non era un sogno prima!
-Prima quando?
-Prima quando mi hai detto...
-Detto cosa?
-Che era un sogno!
-Quale sogno?
-Ma... io ho chiesto se eri Rosy e...
-Chi è Rosy?!
-Ma... La...lasciamo perdere- dice andando in bagno.
Ne sono certa, un giorno quel ragazzo mi denuncerà per danno al sistema celebrale.
Un momento.
Camera di Nick.
Camera di Nick senza Nick.
Camera di Nick senza Nick più armadio.
Camera di Nick senza Nick più armadio uguale più calzini per Rosy!
Lentamente, e senza far rumore, apro il cassetto dietro di me.
Ed eccoli lì. Di tanti colori e decorazioni diversi. I suoi, da me amati, calzini!
Faccio per prenderne un paio, ma la porta del bagno si spalanca.
-Rosy che stai facendo?!
Colta in flagrante.
-Ehm... io... oh, guarda come si è fatto tardi, devo proprio andare!- dico uscendo.
Appena fuori vado a sbattere contro qualcosa... o qualcuno.
Frankie.
-Oh, Rosy! I cioccolatini sono buoni, buonissimi! E le caramelle, oh mio Dio, le caramelle sono incredibilmente caramellose! Sono buonissimi sai? Dovresti assaggiarli! Nick mi dai altri dolci? Mi piacciono i dolci!- dice senza mai prender fiato.
-Frankie tu non puoi mangiare troppi dolci di prima mattina!- esclama Nick.
-Oh, ecco cosa non poteva fare!- dico, battendomi una mano in fronte.
Nick mi guarda esasperato.
Cerchiamo di afferrare Frankie, ma questo scatta via velocemente.
Cazzo, manco Usain Bolt!
Lo rincorriamo per quasi tutto il piano, finché Nick non lo afferra e lo chiude in uno sgabuzzino.
Entrambi abbiamo il fiatone.
-Adesso mi spieghi che ci fai in casa mia?- mi chiede.
-Come, non lo sai? Sono la nuova babysitter di tuo fratello!
-La nuova CHE?!
-Babysitter. Bi a bi ipsilon esse i ti...
-Lo so come si scrive!
-Allora perché me lo hai chiesto?
-Ma veramente... oh, tanto è inutile!
-Cosa è inutile?
 -Dio, se mi vuoi bene, salvami!
Ma che cazzo fa, parla con il soffitto?
Mi sa che gli ho davvero danneggiato il cervello.
Mi guarda.
Sta per dire qualcosa, ma prima che apra bocca, parlo.
-Devo andare, ciao!- esclamo, correndo giù dalle scale.
Cado.
-Ma porca puttana, credevo di aver imparato a scendere le scale anni fa!- urlo.
Mi alzo e, zoppicante, arrivo alla porta.
-Rosy, stai bene?- chiede Nick preoccupato.
-Sì, credo di sì.
-Allora... cosa stavi facendo in camera mia, quando sono uscito dal bagno?
Santa merda. Ora mi scopre.
Ok, Rosy, non sparare cazzate, non sparare cazzate, non sparare...
-Granataaa!- urlo.
Nick si gira e io scappo chiudendomi la porta alle spalle.
Mi sento stranamente leggera...
Merda!
Torno indietro e suono alla porta.
Nick mi apre ancora un po’ scosso.
-Ho dimenticato la borsa- dico.
Recupera la mia tracolla dal divano e me la passa.
Apro bocca per parlare, ma lui mi precede.
-Ti prego, dimmi solo ciao!
-Ciao...
Indietreggio fino a uscire.
Lui rimane sulla porta a fissarmi.
Continuo a indietreggiare, fino a sbattere contro dei bidoni e a cadere.
-Rosy?! Tutto okay?- chiede.
-Sì, sto bene, sto bene.
Non è vero.
Ho la spazzatura in posti in cui la spazzatura non dovrebbe stare.
 

* * *

 
-Tornado, granata, ma qualcosa di meno catastrofico no?- dice Joe al telefono.
-Non credo si girerebbe se urlassi “unicorno”!- dico.
Lo sento sbuffare.
-Lasciamo perdere. Piuttosto, hai trovato lavoro?- chiedo.
-Sì! Lavoro come cameriere al bar all’angolo!
-Di mattina o pomeriggio?
-Pomeriggio, così la mattina sto a casa a evitare che mio fratello venga traumatizzato!
-Ha ha, se simpatico come due dita insabbiate nel culo!
-Come vuoi tesorino! Ora stacco, ciao.
-Ah, Joe- lo chiamo, prima che attacchi.
-Sì?
-Domani mi comincia l’università e il turno da babysitter è spostato al pomeriggio!
-Cosa?!
Attacco.
 
 
 
 
Salve genteeeeeeeeee(?)
Come state? Io bene, e sapete perché? Perché domani è Nataleeeeeeee
Ma questo voi lo sapete già...
Per questo capitolo... non ne parliamo va’
Che poi chi sentiamo tutte male.
Ancora una volta devi ringraziare due mie amiche, di cui una è
Touis Lomilson, per la fatidica battuta “granata”
Dovete sapere che queste cose loro le urlano quando fanno gli scherzi telefonici, se le scoprono.
Ringrazio chi visualizza la storia, perché fin’ora solo quella povera crista di
KikyLux_BAAB
Be’, allora ciao, e Buon Natale, Felice Anno Nuovo, Felice Hanukkà e Happy Quaziggyziggyziggyziggyziggyziggyziggyzam!
Ok, mi dileguo.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


-Rosalia!
No, per favore, tutto ma non questo. Tutti, ma non lei.
-Violet! Ma che bello vederti! Non sapevo ti fossi iscritta anche tu a Moda&Design- dico, scocciata.
-Ma certo, sciocchina, lo sai che il mio sogno è fare la stilista di grande fama!- dice, ridendo come un cavallo.
-Di questo passo finirai a disegnare i tanga per le battistrada- sussurro.
-Come, scusa?
-Niente, tesoro. Ci vediamo dopo!
-A dopo!
-Battona!- dico, tra un colpo di tosse e un altro.
Si gira confusa, ma io me ne sono già andata.
 

* * *

 
-Dio, io la odio! Cazzo, con tutte le università di moda che esistono a New York proprio nella mia doveva venire?!- esclamo.
-Che ti aspettavi, in fondo hai scelto una delle più prestigiose!- cerca di calmarmi mia mamma.
-Lo so, ma ciò che mi fa più arrabbiare è che quella putt... ragazza dai facili costumi non ha dovuto fare niente per entrare, io invece ho dovuto lavorare in un fast-food, in un negozio di animali e in un auto-lavaggio per pagarmi gli studi!
-Oh, tesoro, appunto per questo tu sei migliore di lei! Un giorno i tuoi sforzi verranno ripagati, diventerai una grande stilista e farai un sacco di soldi. Lei invece finirà sul ciglio della strada per portare a casa un panino.
-Oh, me lo auguro, se no ce la mando io in strada, a suon di calci in culo!
Mia madre mi sorride comprensiva.
-E la novità delle novità è che quella zocc... zampa di cavallo al femminile è “innamorata” di Nick! Chissà perché lei si è innamorata di tutti i ragazzi che mi sono minimamente interessati in diciannove anni di vita! Oh, ma se mi porta via Nick giuro che la prendo a pugni, e lo faccio, me ne sbatto della legge!
-Calmati cara, intanto sei tu quella che vede Nick praticamente tutti i giorni.
-Sì ma... lei è più bella.
-Tesoro, tutte le battone sono belle esteticamente! Se no, non sarebbero battone.
Ok, mia madre è in assoluto la persona più in grado di consolarmi.
-Ora vai, che fai tardi per vedere Nick- dice, facendomi l’occhiolino.
Le sorrido, prendo la mia borsa e mi dirigo verso casa Jonas.
 
Sono quasi arrivata, quando incrocio Joe.
Probabilmente sta andando al lavoro.
- Vedi di non traumatizzarmi il fratello!- mi dice.
-Tranquillo, Frankie è al sicuro.
-Ma io intendevo Nick.
-Allora comincia a chiamare il manicomio!
Non fa in tempo a ribattere, perché sono già entrata chiudendomi la porta alle spalle.
Sì, Denise mi ha dato una copia delle loro chiavi di casa. Come se non sapessi dov’è quella di riserva.
Ok, ci sono.
 
Casa Jonas. Secondo giorno da babysitter. Ore 3.40 p.m.
 
-Frankie? Dove sei?
Silenzio.
Sta a vedere che è morto.
-Frankie?! Dove ti sei cacciato?
Niente.
Salgo al piano di sopra.
Controllo il bagno.
Niente.
La sua cameretta.
Niente.
Stanza dei giochi.
Niente.
Ma dove minchia è?!
Se è morto la colpa è di Joe, io non ero ancora in casa quando è successo!
Sento della musica provenire dalla camera di Nick.
Apro leggermente la porta.
Ma è lui che canta! Minchia che voce!
Senza pensarci due volte prendo il cellulare e lo registro.
 
-Frankie?! Porca puttana, dove sei finito?- urlo.
Sento del fracasso provenire dalla cantina.
-Frankie, sei qua giù?- chiedo.
Niente.
Cazzo, ma ‘sto bambino è più sordo di me quando ho le cuffiette!
Scendo le scale, pronta a picchiarlo per non avermi sentito.
-Frankie, ma che cazz... AHI!- urlo.
Una palla da tennis mi ha appena colpita violentemente allo stomaco.
Mi piego in due e cado per terra.
-Rosy? Rosy sei viva? Andiamo, non fare la femminuccia e alzati!- dice Frankie.
-Ma io... sono una... femminuccia!- dico, senza fiato per la botta.
Sbuffa.
-NICK! PORTA LA CASSETTA DEL PRONTOSOCCORSO, ROSY FA LA FEMMINUCCIA!
Adesso lo uccido. Sì, lo uccido e dico che gli è arrivata la pallina in testa provocandogli un trauma cranico.
Sento dei passi che scendono dalle scale.
-Frankie, ma che co... Rosy?! Che ci fai lì per terra?
Oh, merda: Nick!
-Oh guarda, il pavimento era triste e volevo fargli capire che io per lui ci sono. Secondo te?! Tuo fratello mi ha tirato una pallonata in pancia!- esclamo.
-Era una pallina da tennis!- si difende Frankie.
-Per una pallina da tennis c’è bisogno di fare tante scene?- chiede Nick.
Mi tiro su, facendo peso sugli avambracci.
-Facciamo una cosa- dico -Adesso ti metti lì contro il muro e ti uso come bersaglio da tennis. Poi vediamo se non fa male!
Ride sommessamente e mi porge una mano per alzarmi.
-Tu!- esclamo indicando Frankie -La prossima volta che vengo qua ti voglio trovare davanti alla porta ad aspettarmi. Sarà un’ora che ti cerco, ho dovuto girare tutta la casa!
Abbassa lo sguardo e mi segue al piano di sopra.
-Se hai bisogno di una mano... posso aiutarti a badare a Frankie- dice Nick.
-Grazie, ma ho diciannove anni, e penso di saper gestire un ragazzino...
-Ah sì? E allora dov’è andato?
Mi guardo in torno, e in effetti Frankie è sparito.
Impreco sotto voce.
-Frankie Nonsoiltuosecondonome Jonas, vieni immediatamente qui!- urlo.
-Arrivo, arrivo. Vado di sopra a giocare.
Gli sorrido e dolcemente lo spingo su per le scale.
E per dolcemente intendo che per poco non diventa un gradino pure lui.
-Cazzo, sono già le cinque?! Ma che cognizione del tempo ho?
Nick pare che non mi abbia neanche sentita.
Sbuffo.
-Va be’, dato che sei perfettamente in grado di badare a tuo fratello, io posso benissimo tornarmene a casa- dico.
Annuisce distrattamente, mentre recupero la borsa.
-Ah, Rosy?- esclama Frankie dal piano di sopra.
-Dimmi!
-Perché il tuo cellulare è pieno di foto di Nick?
Quest’ultimo mi guarda ghignando.
Minchia, cazzo, culo!
Ok, Rosy, non sparare cazzate. Ricorda, niente di catastrofico, niente di catastrofico, niente di catastrofico!
-Unicornoooo!- urlo.
-Unicorno?!- chiede Nick sconvolto.
-Sì, vedi, siccome le ultime volte ho detto tornado e granata, Joe mi ha consigliato di essere un po’ meno catastrofica, e “unicorno” mi sembrava una cosa carina!- dico con nonchalance.
Mi prende per le spalle e mi scrolla un po’.
-Facciamo una cosa, Rosy: se ti trovi in situazioni imbarazzanti che mi coinvolgono, dimmi solo “Scusa, devo andare”, ok?
Faccio una smorfia.
-“Scusa devo andare”? Ma è scontato! E noioso- dico.
Mi guarda con un sopracciglio alzato.
-Oh, ammettilo, in fondo ti diverte vedermi fare figure di merda, e ti divertono anche i modi con cui cerco di salvarmi in quarta!- esclamo.
Fa un sorriso sghembo.
-In effetti, sei abbastanza esilarante.
Sbuffo.
-Oh be’, un punto a tuo favore, riesci a farmi ridere!- dice.
-Vero!
Mi giro per andarmene, ma mi blocco.
-Nick?- lo chiamo.
-Sì?
-Sei davvero sexy con la tuta!- esclamo.
-Che?!
-Ciao!- urlo, per poi scappare.
 
Una volta a casa, mi catapulto in camera mia, butto la borsa sul letto, mi spoglio e in un battibaleno sono già in vasca a farmi un bagno rilassante.
-Oh, un momento...- sussurro.
Prendo un asciugamano e me lo avvolgo intorno.
-Minchia, che freddo, cazzo, ah!- impreco.
Recupero dalla mia borsa il cellulare e le cuffiette e mi ributto in vasca, stando attenta a non bagnarli.
Mi infilo le cuffie e faccio partire la registrazione di Nicholas.
Dopo un buon quarto d’ora che la ascolto, mi ritrovo, inconsapevolmente, a canticchiarla.
-When you look me in the eyes,
And tell me that you love me,
everything's alright,
when you're right here by my side,
when you look me in the eyes.
 
 
 
 
Ma buonsalve(?)
Come state?? Eh?
Che avete ricevuto per Natale? Spero qualcosa di bello :3
Beh, devo proprio dirlo, non me lo aspettavo!
Cioè, tipo che quando ho postato il capitolo 5 c’era 1 recensione e 1 preferito.
Poi boh, al 6 siamo a 4 recensione, 2 preferiti e 4 seguiti.
Cioè, io vi amo! *-*
E non scherzo, mi fate sentire meno forever alone.
Beh, grazie mille a chi ha messo tra seguite/preferite e a chi ha recensito.
Brave racazze!
Buon anno belleeeee!
 
P.s.: per chi non lo sapesse, sto scrivendo anche una ff sui 1D e una os, e ho scritto una os anche su Joe (non è d’amore però :c , mi impegnerò a scriverne una!)
Basta andare a vedere sul mio profilo e le trovate.
Ciao belleeeeeeeeeeeeeeeeeeeeee!

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


-Bene ragazze, ora, per applicare gli strass al giacchetto...
E’ tipo un’ora che sono al corso di... ok, non so precisamente il nome del corso. Loro lo chiamano con un nome sofisticato da professionisti, io lo chiamo “Decorazione indumenti”. Perché è questo che si fa, si decorano gli indumenti.
Dicevo, è tipo un’ora che sono qua e non ho ancora fatto una minchia. Non perché non mi interessi, certo che mi interessa, ma la mia testa è impegnata in altro.
E per altro intendo osservare una foto di Nicholas in costume.
Ok, sembro un po’ una stalker maniaca, ma in mia difesa dico che lui non ha fatto niente per coprirsi quando gli ho scattato la foto.
No, ok, non è una buona giustificazione, ma se vedeste anche voi la foto, capireste che è impossibile non guardarla per ore e ore.
-Bene, ora cucite i decori alla sciarpa...
Sciarpa?! Ma non stavamo lavorando su un giacchetto?
Bah.
Distrattamente inizio a cucire quegli strani disegnini alla sciarpa che ci avevano consegnato per fare pratica.
Che poi, chi metterebbe mai una sciarpa con sopra i disegni di un gattino, di una tartarughina, di un delf... delfi... delfinino? O delfinuccio?
Ormai non ha più senso la parola delfino.
Avete mai provato a ripetere più volte una parola come “delfino”? Dopo un po’ perde di significato, vi sembrerà di dire qualcosa in un’altra lingua.
Funziona anche con “colore”.
Cazzo, credo che la scuola mi faccia male.
-Bene, potete andare, il corso è finito per oggi!
Mi infilo il mio giacchetto bellissimo super decorato con strass; il mio giacchetto strassato! Mh, così sembra stressato... un giacchetto stressato...
Ok, devo farmi meno canne.
Mi alzo dal mio posto e faccio per andarmene, se non fosse che cado rovinosamente a terra, tirando giù con me la macchina per il cucito con ancora la sciarpa infilata dentro.
-Ecco, signorina Beckins, cosa succede non prestando attenzione a quello che si fa. Si finisce per cucire la sciarpa al giacchetto!- sbraita la mia professoressa.
-Mi scusi...- borbotto.
Con un gesto secco separa la sciarpa dalla giacca.
Minchia, io neanche tra vent’anni avrei abbastanza forza per farlo!
-La prossima volta, veda di seguire anche solo una parte della lezione, anziché guardare foto di ragazzini scostumati!
Oh, cazzo, quindi mi ha vista?!
Ok, sarò più discreta la prossima volta.
Recupero le mie cose ed esco finalmente dall’aula e dall’università.
 

* * *

 
-Foè, io proprio non la fapifco, perfé dovrebbe imporfargliene di fuello fe faffo io! Non fe n’è mai impoffafa per difannove anni, e improvvifamenfe fi prefenfa alla mia porfa difendo “Ehi feforo, ho defifo di far parfe della fua vifa, f’è papà?”. Fronfa!
-Ok, Ellie, per prima cosa, ingoia il brioche che stai mangiando- le dico.
-Secondo, ma di chi cazzo stai parlando?!
-Ma allora non hai seguito proprio una minchia di quello che ho detto!
La guardo con gli occhi sbarrati.
-Sei piombata in casa mia, mangiando una brioche, mettendoti a sbraitare insulti contro qualcuno, e pretendi che io capisca?!
Sbuffa.
-Stavo parlando di mia madre!
I genitori di Ellie si erano separati quando lei aveva tredici anni. Non che ci avesse sofferto molto; lei odiava sua madre, era tutto ciò a cui non voleva assomigliare.
Dopo il divorzio la sua adorata mammina era sparita chissà dove con chissà quale uomo, e ora, da quel che ho capito, si è ripresentata alla loro porta pretendendo di fare la parte della madre amorevole.
-Oh, ma se si aspetta che io le lasci fare la madre come se avessi dimenticato tutto, si sbaglia! Io non la perdonerò mai per averci abbandonati! Mio padre mi ha dovuto crescere da solo per sei anni, non che prima facesse molto lei.
-E ora dov’è?
-A casa mia, sul mio divano a mangiare i miei salatini parlando con mio padre.
-Wow, sei possessiva! Comunque, vedrai che tuo padre non la lascerà rientrare nelle vostre vite facilmente. E’ un uomo saggio.
-E’ sempre stato incantato da quella donna. E’ stato malissimo dopo il divorzio, continuava a ripetersi che era colpa sua, che aveva sbagliato qualcosa! Io non voglio rivederlo così...
-Non succederà, non ti preoccupare.
Mi sorride riconoscente.
-Cazzominchia, è tardi, devo andare dai Jonas!
-NO! Non lasciarmi tornare a casa da quella strega!
-Non puoi andare a fare un giro?
-Da sola? E se mi stuprano?
Sbuffo divertita.
-Dai, vieni con me. Ma mi devi aiutare a fare da babysitter.
-E con ciò intendi dire che...
-Che tu baderai a Frankie e io flirterò con Nick.
 
-C’è qualcuno? Frankie?- esclamo, non appena entro in casa Jonas.
Silenzio.
-Magari è in camera sua e non ti sente- dice Ellie.
-No, potrebbe essere in cantina a giocare a tennis!
-Ma che ti fumi?!
-E’ la verità!
-Se lo dici tu...
Sentiamo dei passi provenire dalle scale.
-Ciao Rosy!
-C...ciao Nick, ehm... sai dov’è Frankie?
-Aveva una partita di pallacanestro, mia madre non te l’ha detto?
-Veramente no...
-Oh, be’, te l’ho detto io.
-Ehm...
-Oh, ciao Ellie.
-Ciao Nick.
-Be’, noi togliamo il disturbo allora- dico, imbarazzata.
-No, dai, ora che siete qui, perché non vi fermate a vedere un film?
-Un film?- chiedo.
-Sì.
-Qui?
-Sì.
-Con te?
Alza gli occhi al cielo.
-No, con il gatto!
-Hai comprato un gatto?
Guarda Ellie in cerca di aiuto.
-Dai, su, andiamo a guardare un film! Nick, scegli tu, mentre Rosy ed io prendiamo da mangiare- dice quest’ultima.
Mi trascina in cucina e si posiziona a braccia conserte davanti a me.
-Allora?- mi chiede.
-Cosa?
-Hai deciso di fare figure di merda per il resto della tua breve vita?
-Perché breve scusa?!
-Dio, è un modo di dire! Lo capisci che non riuscirai mai a conquistare Nick se continui così?
-E chi te lo dice? Magari ho in mente di fare la cogliona e poi sorprenderlo con la mia vera maturità!
-E questo momento deve aspettare altri diciannove anni per arrivare?
-Ehm... ragazze, guardate che la parete tra il salotto e la cucina non è spessissima. Io ci sento!- dice Nick, dall’altra parte del muro.
Cazzo...
Lancio un’occhiata di fuoco a Ellie, prendo un pacchetto di popcorn già pronti e torno in sala.
-Allora, che film hai scelto?- chiedo a Nick.
-Mh, un horror.
-Oh, ho sempre avuto paura a guardare gli horror! Mi conforterai, vero?- gli chiedo con gli occhi dolci.
Mi guarda stranito e inserisce il film nel lettore DVD.
Bene, che l’operazione “Fai finta di avere paura per farti confortare da Nick, cazzo ha un nome troppo lungo” abbia inizio!
 
Sono tre quarti d’ora che guardiamo il film.
Ellie è seppellita da cuscini e coperte.
Nick è stretto al mio braccio che ripete “E’ solo un film, è solo un film...”
Poi una non si deve incazzare!
Dovrebbe essere esattamente il contrario!
-Nick, hai vent’anni cazzo, un po’ di coraggio!- esclamo.
Si tira su e mi guarda.
-Sì, hai ragione! Sono grande e devo comportarmi da...- non finisce la frase che caccia un urlo, riattaccandosi al mio braccio.
Ma andiamo! Non fa così paura...
«Secondo te siamo soli in casa?»chiede la protagonista al suo amico.
«Non lo so, penso di sì, ma non ne sono sicuro...»risponde questo.
La porta dell’appartamento dove sono nascosti si spalanca, e il killer psicopatico appare sull’uscio.
«Sono tornato!»dice con voce da maniaco.
Spengo la televisione annoiata.
Quei due sono ancora nascosti, terrorizzati.
Sbuffo.
-E’ tutto finito?- chiede Ellie titubante.
-Sì, ho spento la televisione- dico.
Riemergono dallo stato d’isolamento visivo e uditivo in cui erano finiti e si guardano sollevati.
Improvvisamente la porta di casa si spalanca, lasciando entrare la luce del giorno, ormai scomparsa a causa delle finestre chiuse per il film.
-Sono tornato!- esclama Joe.
Ellie e Nick si mettono a urlare e si nascondono sotto una coperta.
Prendo il telecomando della tv e lo tiro addosso a Joe.
-Ma dire “Ciao ragazzi, sono Joe” no, eh?!- sbraito.
Recupero la mia borsa e me ne vado, sotto lo sguardo allibito di Joseph.
 
 
 
Buonsalve signorine!
DONATE 1€ PER FAR CAPIRE AI JONAS IL SIGNIFICATO DI “SOON”.
Come andiamo?
Ok, lo so che è un po’ che non aggiorno, ma durante le vacanze ho oziato al massimo e ho fatto i compiti gli ultimi 5 giorni.
E ieri e lunedì mi sono ritrovata a studiare all’una di notte.
Ma siccome domani non ho compiti ho aggiornato! :3
Felici? No? Ok.
Però, cioè, ommioddio *-*
2 recensioni allo scorso capitolo, 7 totali, 4 preferiti e 6 seguiti!
Ok, mi sa che vi stavate confondendo con un’altra storia, io non sono così brava!
Però vi amo comunque!
Vi amoooooooooooo <3 tanto love per voi!
Ok ok, ho capito, me ne vado, stiamo calmi.
Vi voglio tanto beneee *vocedabimba*
Buonarrivederci care!
 
P.s.: facciamo che se recensite vado da Nick e non lo faccio giocare a ping pong finché non fanno uscire l’album... e già che ci sono lo rapisco e lo porto qua ʘ‿ʘ
 
P.p.s: mi sento molto realizzata perché ho imparato a scrivere al computer senza guardare la tastiera, lol

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


-Nick?
-Sì, Rosy?
-Mi ami?
-Certo! E tu?
-Più di ogni altra cosa...
Mi accoccolo ancora di più al suo petto guardando il paesaggio che si estende di fronte a noi.
E’ semplicemente bellissimo.
C’è un lago meraviglioso, con l’acqua cristallina che brilla sotto il sole tramontante.
Grandi prati e piccoli boschetti verdi si espandono tutti intorno a noi.
Gli uccellini cinguettano felici, gli unicorni corrono allegri e di tanto in tanto qualche scoiattolo...
No, aspetta!
Unicorni?!
Che cazzo succede?
Improvvisamente il bellissimo sole rosso si alza, sempre di più, diventando sempre più luminoso fino ad accecarmi...
-Sveglia tesoro! E’ una bellissima domenica, c’è un sole splendente e i passerotti cinguettano felici!
-MAMMA! Chiudi quella dannata finestra, mi si sciolgono gli occhi!
-Quanto sei melodrammatica! Sono le dieci in punto e di sotto c’è Joseph. Quindi alzati e vestiti.
-Ma chi se ne frega di Joseph, io voglio Nick, il lago e gli unicorni!
Mia madre non mi risponde, sento, anzi, dei passi che si avvicinano alla mia stanza.
-Povera cara, hai fatto le ore piccole?
-Vattene Joe!
-Dai, su, svegliati! Sai che giorno è oggi?- dice scuotendomi.
-Il giorno in cui hai deciso di rompermi i coglioni?
-Quello lo faccio sempre. Oggi è il primo giorno d’autunno!
-...Quindi?
-Quindi devi alzarti, vestirti e venire con me a fare una passeggiata.
-Quando abbiamo deciso di diventare migliori amici, quando?!
-Il giorno in cui stavi affogando in piscina e io ti ho salvato.
-Ecco, torniamo a quel giorno e non salvarmi!
Improvvisamente, sento due braccia che mi sollevano dal letto, esponendomi ancora di più alla luce.
Stringo gli occhi e affondo la faccia nel petto di Joe.
-Mh... dove mi porti?- chiedo, assonnata.
-Ehm... da Nick!
-Allora va bene.
Lo sento uscire dalla stanza e scendere le scale. Dopo poco una leggera brezza mi colpisce il corpo, coperto solo da una maglia estremamente larga e dei pantaloncini scadenti.
-Joe?
-Sì?
-Non mi stai portando da Nick, vero?
-No.
Apro gli occhi di scatto, giusto in tempo per vedere una massa azzurra in movimento, dopodiché sono costretta a chiuderli, per via dell’impatto con l’acqua.
Riemergo a fatica, scalciando e agitando le braccia.
-JOSEPH! Che cazzo, non è più stagione di fare il bagno!
-Tu hai detto di voler ritornare a quel giorno di sedici anni fa ed io ti ho accontentata. Salvati da sola, ora!
Nuoto verso la scaletta e, infreddolita, esco dalla piscina.
La maglia e i pantaloncini sono ormai fradici e appiccicati al mio corpo, cosa che mi crea un assurdo fastidio.
Guardo Joe, in piedi, sorridente, sul bordo della piscina.
-Sai Joe... mi rimangio tutto! Sono felice di avere un migliore amico come te. E, anche se non te lo dico spesso, ti voglio tanto bene!- dico, avvicinandomi.
Lui, intuendo troppo tardi le mie intenzioni, cerca di scappare, ma sono a mezzo metro da lui e faccio appena in tempo a saltargli addosso.
Non preparato a reggere il mio peso, perde l’equilibrio, facendoci cadere entrambi in piscina.
-Tu... tu sei una vera stronza!- mi urla contro, uscendo.
-E tu una testa di cazzo!- dico, imitandolo.
-Ed entrambi siete dei coglioni!
Ci giriamo verso la voce che ha parlato, trovando Nick che ci fissa un misto tra il confuso e il divertito.
Joe ed io ci guardiamo.
-Nicholas... ma lo sai che... ti vogliamo tanto bene?- diciamo in coro.
Ci guarda senza capire, per poi sbarrare gli occhi e cominciare a correre con noi al seguito.
 
-Per colpa vostra prenderò l’influenza!
-Quanto sei lagnoso Nicholas!- dico, strappandogli il phon dalle mani.
-Mi avete preso con la forza, buttato in piscina e costretto a rimanerci per mezz’ora buona!
-Non lamentarti. Io ci sono stata buttata con l’inganno quando ancora dormivo.
Sento Joe ridacchiare alle mie spalle.
-Joe, cos’è questo livido qua?- chiedo, toccandogli un punto violaceo poco sotto la spalla.
Al contatto con le mie dita, geme di dolore.
-E’ il telecomando che mi hai lanciato ieri, genia!
Ridacchio sotto i baffi, finendo di asciugarmi i capelli.
-Bene ragazzi! Oggi è il primo giorno d’autunno e penso proprio che andrò a fare una bella passeggiata. Quindi... arrivederci- dico solennemente, prima di uscire dal mio bagno.
 

* * *

 

Nick

-Ciao ma’. Vado a fare un giro!
-Torna prima di cena, mi raccomando!
Mi chiudo la porta di casa alle spalle e mi avvio verso una meta imprecisa.
Sono passate circa cinque ore da quando mio fratello e Rosy mi hanno buttato in piscina.
Certo che è proprio strana quella ragazza! Oppure lo è solo con me... probabilmente perché le piaccio.
Sì, me ne sono accorto. Chi non se ne accorgerebbe? E poi... mio fratello mi dice come le si illuminano gli occhi quando si parla di me.
In un certo senso è una cosa piacevole, insomma, a chi non farebbe piacere essere nei pensieri di una ragazza? Ma nell’altro senso mi spaventa. Qua parliamo di Rosy, nessuno sa cosa le passa per la testa, nessuno sa cosa sarebbe capace di fare.
Certo, è carina, molto, ma è... è completamente pazza!
Tornado, granata, unicorno... sono cose che, dette in quelle circostanze, in quel modo, ti segnano.
Assorto come sono nei miei pensieri, non mi accorgo di essere finito nel bel mezzo di un parco.
Un parco alquanto sconosciuto, visto che è domenica e non c’è nessuno.
Infilo le mani nelle tasche dei jeans e continuo a camminare.
Sto per tornare indietro quando sento una voce.
E’ davvero una bella voce, peccato che la canzone che sta cantando è la MIA canzone. Canzone scritta e cantata solo ed esclusivamente dal sottoscritto.
Rimango immobile ad ascoltare.
E’ una bellissima voce, davvero molto intonata.
Mi avvicino alla fonte del suono, appoggiandomi al ramo basso di un albero.
Mi sporgo un po’, giusto per vedere in faccia la cantante.
-Rosy?!- sussurro incredulo.
E’ lei che canta? Rosy la pazza? Wow... sono davvero senza parole.
Improvvisamente il ramo dell’albero cede sotto il mio peso, facendomi cadere tra i cespugli.
La musica si stoppa e sento Rosy alzarsi.
Velocemente, e senza farmi vedere, sguscio via da quell’intrico di rametti e me ne torno a casa.
 
-Mamma, sono tornato!
-Bravo, perché è quasi pronto!
Sorrido debolmente.
-E’ tutto a posto?- mi chiede.
-Sì, è solo che...
-Che...?
Le sorrido.
-Non importa, vado a farmi una doccia veloce- dico, salendo le scale.
Entro in bagno, senza preoccuparmi di prendere dei vestiti puliti, e apro l’acqua della doccia.
Nell’aspettare che diventi calda, mi guardo negli occhi, attraverso lo specchio.
Non è che sto iniziando a vedere Rosy sotto un’altra luce?
Andiamo, solo per la voce? Impossibile.
Però, è anche vero che io sono uno che vive di musica. Sentirla cantare così bene, la mia canzone... mi ha fatto uno strano effetto...
Scuoto la testa, cercando di scacciare questi pensieri.
Mi spoglio completamente e mi butto sotto in doccia, lasciando che l’acqua calda lavi via i mei complessi mentali.
 
 
 
Buonaseraaaaaa gentagliaaaaaa
DONATE 1€ PER FARMI AGGIORNARE PIU’ IN FRETTA!
HAHAHAHAHAH ok, lo so che non c’è niente da ridere.
Ci ho messo una vita ad aggiornare, lo so.
Ma visto che una persona non segue più la storia (non so se perché c’ho messo tanto o cosa) vorrei dirvi che anche se ci metto un’era glaciale ad aggiornare non vuol dire che ho abbandonato la storia! Non lo farei mai, ci tengo!
E se proprio dovessi farlo, lo scriverei in un avviso o in un messaggio.
E se siete incazzate con me... ok, avete 3 minuti per picchiarmi, mi espongo alla vostra furia!
*si copre il viso con le mani*
ok, stahp
boh, non ho più niente da dirvi. Cioè, ovviamente dopo questa riflessione farò altro, e scriverò anche uno o due p.s. ma dico comunque che non ho altro da dire...
oh be’, i nostri bei protagonisti si sono fatti un bel bagnetto di inizio autunno.
Baci baci, kiss kiss, mwuah mwuah, smack smack.
Il vostro alberello di banane

P.s.: l’avevo detto che scrivevo un p.s.!

P.p.s.: se vi sembra a volte si saltino dei giorni, nella storia, è normale, non scrivo per ogni singolo giorno (e se proprio lo volete sapere, ho anche perso il conto...)

P.p.p.s.: NON CHIEDETEMI IL PERCHE’ DEL MIO NOME.

Twitter: @Fumo_Meridiana (non chiedetemi il perché neanche di questo)

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Urlo. Urlo a pieni polmoni.
Con uno scatto mi metto seduta sul letto.
Sento le goccioline di sudore scendermi lentamente sulle tempie.
Il cuore mi batte forte, le mani tremano.
Sento dei passi farsi vicini alla mia stanza, dopodiché la testa di mia madre fa capolino dalla porta.
-Tesoro!- esclama -Stai bene? E’ successo qualcosa?
-S...sì, ho... ho solo fatto un brutto sogno.
-Cos’hai sognato?- chiede accarezzandomi una spalla.
Sussulto.
-Ho sognato che l’unicorno blu della valle incantata di Nick mi correva incontro. Ma non vedeva il lago e ci cadeva dentro, e affogava, e io non potevo fare niente per salvarlo! Cioè, ti rendi conto mamma? Gli unicorni non sanno nuotare! NON SANNO NUOTARE!- urlo, in preda al panico.
La faccia di mia madre non promette niente di buono. Infatti, con un’abile capovolta, volo giù dal letto, prima che sia una sua cinquina a farmelo fare.
Se ne va, sbattendo la porta.
Controllo la sveglia sul mio comodino. Le 6.30 a.m.
Sbadiglio dirigendomi in bagno per prepararmi ad un’altra lunga ed estenuante giornata di università.
Quando esco, trovo mia madre che fruga nei miei cassetti.
-Mamma, che stai facendo?!- chiedo scandalizzata.
-Cerco la droga. Lo so che c’è, tu non puoi essere così di natura. O assumi droga o ti hanno scambiata all’ospedale con la mia vera figlia. Tu non puoi essere un mio prodotto...
-Wow, ora capisco da chi ho preso la mia idiozia!- esclamo.
Mamma si gira infuriata, ma io sono già corsa giù dalle scale.
Recupero la borsa ed esco di casa.
 

* * *

 
-Rosalia! Qual buon vento!
Mi tolgo le cuffiette e mi volto.
-Joseph! Ne è passato di tempo, eh?
-Troppo! Allora, come va la tua famiglia?
-Ma sì bene... sai com’è, con un marito cantante e una figlia modella, una stilista non può chiedere di più!
-Lo stesso per me, cosa può chiede uno scrittore oltre a una moglie attrice e un figlio premio Nobel?
Scoppio a ridere.
Io e Joe facciamo spesso così. Facciamo finta di non vederci da tanto tempo e ci inventiamo un futuro meraviglioso.
-Ehi, ho giusto il tempo per il pranzo prima del lavoro, vieni da me?- chiede.
-Certo!
Così, silenziosamente, fianco a fianco, ci incamminammo verso casa sua.
 
Ma io dico: per una volta non potevo andare al Mc Donald? Cazzo, io vado sempre al Mc Donald, e invece oggi devo andare a casa Jonas. Con tutti i giorni della settimana, proprio oggi.
-Ehm, ragazzi, vi ricordate di Violet?- dice Nick, visibilmente imbarazzato.
-Purtroppo...- dico a denti stretti.
-Be’, ecco, ci siamo incontrati per strada e l’ho invitata a vedere un film qui da noi. Spero non vi dispiaccia.
Sto per ribattere, quando Joe mi precede.
-Certo che no. Godetevi pure il film, noi andiamo in camera mia a mangiare- dice.
Entra in cucina, prendendo un po’ di cose dal frigorifero e mi trascina in camera.
Appena chiusa la porta, ringhio, dando un calcio alla scrivania.
Quella non si muove di un millimetro, in compenso il mio piede si è deformato.
-AH! Cazzo che male! Fottuta scrivania, fottuta Violet, fottuta vita!- urlo.
-Calmati, siediti e mangia!- mi dice Joe, spingendomi sul letto.
Prendo una mela dal piatto e la mordo con violenza.
-Così ti romperai anche i denti- dice.
Sbuffo, ignorandolo.
-Allora... tua madre mi ha raccontato dell’unicorno che non sa nuotare...- comincia.
-Cosa?! Te l’ha raccontato?
-Be’, in realtà l’ha raccontato a mia madre, ma ero in cucina e ho sentito tutto.
-Dovrebbe imparare a tenere la bocca chiusa quella donna...
-Rosy?
-Sì?
-...L’hai sognato di nuovo?
Abbasso lo sguardo, fissandomi le scarpe.
-Sì- sussurro soltanto.
In un attimo vengo avvolta da un suo abbraccio, a cui mi abbandono completamente.
Non era la prima volta che mi svegliavo così. Come non era la prima volta che mi inventavo una cazzata per non far preoccupare mia madre.
Solo Joe sapeva davvero cosa sognavo.
Che poi non era neanche un sogno, era un incubo!
Quindi... io incubavo la notte?
Ma incubare significa tutta un’altra cosa!
Bah...
Continuiamo a mangiare, discutendo del più e del meno.
A un certo punto, sento un leggero bip provenire dal polso del mio amico.
Velocemente si tira su la manica della maglia guardandosi l’orologio da polso.
-Bene!- esclama -Devo andare al lavoro. Ti lascio a badare al mio fratellino- dice dandomi un bacio sulla fronte e uscendo.
Dopo pochi secondi, però, la sua faccia riappare sulla soglia della porta.
-Già che ci sei, dai un’occhiata anche al mio altro fratellino. Sai, non vorrei ritrovarmi quell’arpia come cognata- dice.
Sorrido, facendogli il segno dell’OK.
 
 


 

Salve salvino(?)
DONATE 1€ PER FAR ALLUNGARE IL CAPITOLO!
Ok, lo so che è vergognosamente corto, ma siccome oggi parto in un posto in cui pensano che il wifi sia un formaggio(?) ho postato questo corto capitolo.
Spero che vi possa comunque piacere.
Forse riesco a rispondere alle recensioni (se ci saranno lol) solo perché usufruisco della rete del bar. Ma se sto più di 5 minuti (oppure 6... 6 minuti facciamo) mi sbattono fuori a calci!
Bene, ho finito. Quasi.
Boh, avete visto i video insensati di Nicholas? Io sì, e ne sono rimasta sconvolta...
Tra l’altro gira voce che gireranno un nuovo video musicale, cioè aserdtfyguhijklunt *5 minuti di euforia*
loooool.
Ok, me ne vado.
Grazie mille per  i seguiti/preferiti/ricordati e... be’, 3 RECENSIONI ALLO SCORSO CAPITOLO?! LOVE YOU, LOVE YA, LOVE U, LUV YOU, LUV YA, LUV U
Insomma, MUCH LOVE FOR YOU!
Sciao biiileeee
vi AMO, a emme o!

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


– Frankie, dimmi una cosa! – esclamo – Com’è che alla tua scuola si va solo la mattina? –
­– Non lo so... penso sia parte di un progetto o non so che altro... – dice.
– Mh... – mi limito a mormorare.
Stiamo disegnando nella stanza dei giochi.
Questa volta ho optato per un disegno più allegro.
Infatti sto disegnando un unicorno blu che affoga.
Evviva la felicità!
Sbuffo.
Come faccio a essere felice sapendo che, giusto un piano sotto di me, c’è un supermarket sempre aperto?!
Sì, insomma, Violet è come un supermarket che ha perennemente un cartellone con scritto “Tutto a metà prezzo!” appiccicato ai vetri!
Ed evidentemente oggi Nick ha una malsana voglia di fare la spesa...
– Rosy ­– dice Frankie – Lo so che sono solo un bambino, ma sono abbastanza grande da evitare di uccidermi con le mie stesse mani! Se ti danno così tanto fastidio, vai giù da loro e rovina il loro “appuntamento” – esclama.
– Oh, Frankie, non dire... ehi, ma è un’idea geniale! – urlo.
Mi alzo di scatto, facendo ribaltare la piccola seggiolina di legno.
Do un bacio in testa a Frankie e volo al piano di sotto.
Senza farmi sentire, scivolo velocemente in salotto, dietro al divano.
Quei due si stanno ancora guardando il film.
Lui comodamente seduto sul divano, lei appiccicata a lui.
Faccio una smorfia.
Sembrano in simbiosi!
Un’orribile simbiosi. Come quando vedi un orribile insetto su una bellissima rosa.
Ho l’impulso di afferrarla per i capelli e sbatterla violentemente al muro, ma mi trattengo.
Devo attenermi al piano che ho progettato mentre scendevo le scale.
Vado in cucina e afferro il cordless.
Compongo velocemente il numero di Violet e attendo che risponda.
Lo sento suonare dal salotto.
– Un attimo... – dice Violet, visibilmente scocciata.
Si alza dal divano e afferra la borsetta.
Risponde.
– Pronto? –
– Ehm... oh... è lei la signorina Wallcoat? – dico, con una voce maschile.
– Sì, sono io –
– Ed è sua la casa azzurra e gialla sulla 6th Avenue? –
– Uhm... –
Silenzio.
Ma andiamo! Non si ricorda dove abita?! Eppure dovrebbe conoscerle bene le strade...
– Sì, è la mia! – esclama infine.
E si vede, che colori del cazzo da abbinare su una casa.
– Oh, bene. Dovrebbe venire a prendere i suoi effetti personali prima della... disinfestazione! –
– Disinfestazione?! –
– Sì! La sua casa è... uhm... è stata invasa dalle foche! Sì, stanno risalendo l’Hudson in questo periodo, per trovare un posto per partorire... Quindi si sbrighi se non vuole trovarsi una piccola foca tra i vestiti! ­–
– Oh, m-ma sì, certo, arrivo subito! –
Appende.
– Scusa Nick, ma devo proprio andare! Sai, le foche... Ci sentiamo! – dice, scappando via.
Ridacchio sommessamente, gongolando da sola per la mia idea geniale.
Il cordless mi viene rubato dalle mani e rimesso al suo posto.
– Davvero un bel modo per sbarazzarti di lei – dice Nick.
– N-non so di cosa tu stia parlando ­­–
– Ah no? –
– No ­–
Scuote la testa sorridendo.
– Ok, per primo lasciami dire che non sai fare la voce da uomo – dice.
Aggrotto le sopracciglia.
– E per secondo... solo un idiota non sa che nell’Hudson non ci stanno le foche! –
Ghigno.
­– E questa è la dimostrazione di quanto quel supermarket sia idiota! – dico.
– Supermarket? –
– Lascia perdere, lunga storia... – dico soltanto.
Mi avvio in salotto.
– Allora, visto che la tua damigella è dovuta scappare, tanto vale finire di vederlo noi il film, no? ­– dico.
Mi guarda impassibile, poi, riluttante, si siede accanto a me, facendo ripartire il dvd.
­– Dio, menomale che non è un horror... – sussurro.
Nick arrossisce, facendomi ridere, dopodiché continuiamo a guardare il film.
 
 
 
 

Ma buonsalve!
DONATE UNA RECENSIONE PER FAR COMPARIRE LE DATE EUROPEE DEL TOUR NELLA TESTA DEI JONAS!
Ok, lo so, questo capitolo fa schifo, ed è anche più corto dell’altro, ma è più che altro un... seguito dell’altro. Sì, contateli come un unico capitolo questo e l’altro.
ALTRO ALTRO ALTRO!
Altro is everywhere.
Coomuuuuunque, spero che siate allegre e piene di gioia! Non come la mia Rosy, che disegna unicorni che affogano D:
No, ma, cioè, asdfghjkl *-*
Pochi giorni fa, ho riso come una cogliona per Pom Poms.
HAHAHAHAHAHAHAH, NO MA DAI, HAHAHAHAH, sono convinta che sarà una bellissima canzone piena di significato, insomma, parliamo pur sempre dei Gionas Braders. Ma il titolo è abbastanza comico!
Mentre ieri ho pianto come una cogliona per il concerto di Monterry. Dopo tre lunghi anni... un nuovo tour... un nuovo album... nuova musica...
No, non ci devo pensare, perché poi piango!
Ok, mi dileguo.
Anzi, no.
Prima vi do 6 minuti per picchiarmi.
Ok, pronti... VIA!
*si prepara ai colpi*
Siate clementi.
Ok, ora vado sul serio.
Grazie mille ai seguiti/preferiti/ricordati.
3 RECENSIONI?! asdfghjkl
LUV YA GUYS!
E voi altri che non recensite... potreste farvi sentire ogni tanto eh?
Ma vi amo lo stesso.

 

Ok, vado, lol.
Bai gais! 

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


–E’… così… ingiusto!– singhiozza Nick.
Lo guardo accigliata.
–Lei… lei lo ama, ma lui è in coma! Me lo sento, lui non si sveglierà e lei si suiciderà!– esclama, per poi scoppiare a piangere.
Nota bene: Nicholas non è in grado di guardare né film horror, né film drammatici.
Sbuffo.
–Queste scene non le avresti fatte con Violet!– sbraito.
–C-certo che no! L’avrei consolata per flirtare; insomma, Violet è bellissima, devi mantenere un certo comportamento con le ragazze come lei!–
Spalanco la bocca.
–Be’, grazie per avermi definito bella, eh!– esclamo parecchio indignata.
–Intendo dire che noi ci conosciamo da una vita! Non devo fare bella figura, né devo conquistarti–
–Non so dove vuoi arrivare, ma ti assicuro che non è un bel posto!– dico, sempre più arrabbiata.
Questa volta è lui a sbuffare.
–Pensavo che a voi ragazze piacessero i tipi sensibili!– dice.
–“Sensibile” non è sinonimo di checca isterica!–
–Non è vero, non lo sono!– urla con voce stridula.
Alzo un sopracciglio.
–Ehm, volevo dire, ti stai sbagliando, io sono un vero uomo!– esclama, schiarendosi la voce.
–Sì, certo...– affermo poco convinta.
–A proposito!– esclama, come illuminato –Perché volevi sbarazzarti di Violet?–
Colta sul fatto.
Veloce, veloce, una scusa!
Non sparare cazzate!
...E se proprio devi sparane una piccola!
–Ehm... pronto?– dico, afferrando il cellulare.
–Come, scusi? Ha detto proprio “foche”?! Sì, sì, certo, arrivo subito!–
Attacco.
Per finta, s’intende.
–Scusa, Nick, ma devo proprio andare! Sai, le foche hanno invaso casa mia e minacciano di uccidere… ehm… il gatto! Sì, il gatto, quindi devo andare con urgenza a comprare delle sardine! Ciao!– urlo, uscendo.
–Rosy, aspetta! L’altro giorno, al parco...–
Mi chiudo la porta alle spalle e comincio a correre verso casa.
 

* * *

–Ma’, sono a casa!– esclamo.
–Ma’? Mamma! Dove diavolo…–
Urlo.
–MAMMA! CHE CAZZO E’ ‘STA ROBA E PERCHE’ E’ QUI?!–
Mia madre corre, attirata dalle mie urla.
–Santo cielo! Non c’è bisogno di fare tutto questo baccano–
–Mamma! Cosa… è… questa… cosa…?!– chiedo, indicando l’orrore di fronte a me.
Pare esitare un attimo.
–Una foca impagliata! Carina, vero? Ce l’ha regalata zio Klaus–
Faccio una smorfia disgustata.
–Lo so, appena ho tempo la porto in discarica– dice mia mamma, esasperata.
Corro in camera mia e afferro il telefono.
Compongo velocemente un numero che so a memoria da anni.
–Rosy? Rosy sono alla lavoro!- rispondono.
–Joe… Joe!– sussurro spaventata.
–…Che è successo?– chiede, altrettanto spaventato.
–Joseph… le foche hanno invaso casa mia!–
Tu… tu… tu…
Ma vaffanculo!
 

* * *

Busso con insistenza alla porta.
–Rosy! Qual buon vento ti porta qui?– mi apre la porta il signor James.
–Facevo due passi signor J! Ellie è in casa?– chiedo.
–Sì, te la chiamo. Entra pure!–
Avanzo lentamente in quella casa che conosco più che bene.
L’odore di pino è forte, percepibile dovunque.
E’ arredata in stile retrò, molto carino a mio parere.
–Mi cercavi?– chiede Ellie, scendendo dalle scale.
–Precisamente– dico, lasciandomi cadere sul pouf ad acqua.
Lei si accomoda sul bracciolo del divano.
–Ebbene, cosa desideri?– dice.
–Mia madre mi ha gentilmente informato che questa sera ha una gioiosa riunione con i suoi colleghi…–
Silenzio.
–…A Washington– continuo.
Scatta improvvisamente in piedi.
–Quindi vuol dire...–
–...Che abbiamo la casa libera!–
Ci lasciamo andare ad un urlo di gioia.
–Questo significa festa fino all’alba!– urlo.
–Conta su di me, baby, conta su di me!–
 

* * *

«Calimero, Calimero! E’ un pulcino tutto nero!»
Festa fino all’alba…
Se guardare le vecchie repliche di Calimero come due coglione, aspettando che arrivi il terzo coglione, può essere considerata una festa, allora sì: stiamo facendo festa fino all’alba.
–Che bel modo di approfittare della casa libera, non trovi?– chiede Ellie.
Le faccio la linguaccia e mi concentro sulla televisione.
Sembra una cosa da bimbi, ma quando Calimero ti prende... diamine, è peggio di Beautiful!
Il campanello suona.
–Vai tu...– dico a Ellie.
Mi guarda storto.
Restituisco lo sguardo e mi metto la coperta sopra la testa, scomparendo quasi completamente.
La sento sbuffare e alzarsi.
–Ellie! Ci sei anche tu! Che bella riunione...–
–Joseph... Nicholas?!–
–Non fare domande, mi ha obbligato–
In un lampo sono fuori dalla coperta e davanti alla porta.
Cerco invano di sistemarmi l’orrendo chignon che porto in testa.
–Joe, non mi avevi detto che portavi tuo fratello– dico, fulminandolo con lo sguardo.
–Sorpresa...!– esclama innocentemente.
Sbuffo.
–Ma prego, entrate. Venite a godervi il cinema con noi!– dico, facendo spazio.
–Vi prego, ditemi che non stavate guardando Calimero!– dice Nick, sofferente.
–Shh!– lo zittisce il fratello –Se non sai apprezzare queste serie tv, puoi anche tornartene a casa!–
–Perfetto!– esclama, girandosi verso la porta.
Lo afferro per il colletto e lo costringo a sedersi sul divano.
Ci stringiamo tutti per riuscire ad avvolgerci con la coperta.
E’ un po’ scomodo, ma non mi posso lamentare visto che sto diventando un tutt’uno con Nick.
Mh, si prospetta una bella serata...
 
C’è silenzio. Troppo silenzio.
Sono in mezzo ad un prato verde e rigoglioso.
Una figura mi si avvicina.
Un uomo...
No...
Mio padre!
–Papà!– esclamo felice.
Mi sorride, gli occhi colmi di gioia.
Faccio per corrergli incontro, ma qualcosa mi blocca.
Il suo sorriso sparisce, e con esso anche il mio.
Il cielo, prima di un azzurro terso, inizia a scurirsi, diventando di un grigio monotono e uniforme.
Il prato si ingiallisce, l’erba secca, e qualche spiazzo, prima coperto di fiori, diventa completamente deserto.
Un sibilo, forte e chiaro nelle orecchie.
Non capisco cos’è.
Scuoto la testa, cerco di liberarmene, ma niente.
Poi lo vedo.
Un piccolo oggetto che vola ai piedi di mio padre.
La mia faccia si tramuta in una maschera di puro terrore.
Uno scoppio.
Un rombo assordante che sento arrivare fino nelle viscere.
Le mie grida vengono sopraffatte.
Mio padre scompare tra le fiamme.
Ma questa volta è diverso, questa volta...
Mi sento andare a fuoco anch’io.
Sento ogni centimetro di pelle che si raggrinzisce sotto il calore.
Provo a scappare, provo a muovermi.
Niente.
Sono bloccata.
Bloccata in quello che è l’inferno...
 
Le mie urla invadono la casa, e, questa volta, non c’è niente che mi può calmare.
 
 
 
 

Ewzrytrsdfuyvyavy EHHH MACARENA!
DONATE 1€ PER FESTEGGIARE LA RAGGIUNTA DELLE 2 RECENSIONI IN MEDIA PER CAPITOLO E PER LE QUATTRO RECENSIONI AL CAPITOLO SCORSO!
Cioè, 4 RECENSIONI?! csrtfyuqbirgegu
¡  ∫ø√∑  ¥øµ
Quindi...
Ebbene sì! Ho aggiornato!
Spero che il capitolo non faccia così schifo, perché mi sono impegnata per scriverlo :c
Soprattutto la parte del sogno; mi saliva l’ansia mentre scrivevo...
A proposito di questo!
Ve lo dico subito: il prossimo capitolo non sarà bello!
Intendo come... boh, contenuto?
Sarà abbastanza “drammatico”.
Non troppo eh! Non muore nessuno.
Comunque!
Penso che lo sappiate tutti, ma voglio comunque scriverlo e ricordare questo giorno importante!
Oggi è, diciamo, l’anniversario del giorno in cui Nick ha annunciato di avere il diabete.
Oh, Dio... sono passati tanti anni e piango esattamente come il primo giorno che l’ho saputo...
:’(
Ok, calmiamoci.
Volevo anche avvisarvi che ho cominciato una raccolta di One Shots su Joe:

Hawaiian Vacation
E ho anche scritto una One Shot #nelena:
Because of a Blackout
E CI TENGO A DIRE CHE PER ME E’ PIU’ IMPORTANTE CHE GUARDIATE COME E’ SCRITTA PIU’ CHE I PERSONAGGI.
Grazie.
Uno speciale ringraziamento ai seguiti:

Cimicianga
Ciutz
Ele92_sweet
fiore22
JasMe
Kebabbara
KiaraSon96
LetyTommo
littlebiglove
samyyyyy
Zuiki
_kissmeback_
Ai preferiti:
adelaide1D
Ciutz
fiore22
Gio1992
Kebabbara
Limoncello_
LovatoLips_
mbonivento
StellaCadenteInnamorata
Ai ricordati:
KiaraSon96
LogeJloveB
E, immancabilmente, ai recensitori:
adelaide1D
Kebabbara
fiore22
_kissmeback_
 
RINGRAZIO ANCHE I VISUALIZZATORI CHE SEGUONO LA STORIA IN INCOGNITO.
Bene, mi pare di non aver altro da dire.
C’mon, Let’s Go, Recensite recensite recensite!

Woooaaahhhhhh

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


“Le mie urla invadono la casa, e, questa volta, non c’è niente che mi può calmare.”
 
Mi prendo la testa tra le mani, tentando di calmare il mio respiro.
Non ci riesco; accelera, anzi.
Le mie urla hanno svegliato gli altri, i quali si sono radunati attorno a me.
–Rosy, Rosy, che succede?!– esclama Ellie.
Non riesco a risponderle, non riesco a fare niente.
Le lacrime cominciano a solcare le mie guance.
Il respiro comincia a mancare e mi sento un grosso peso sullo stomaco.
–Rosy, guardami!– dice Joe, poggiandomi le mani sul viso –È tutto a posto, calma, era solo un sogno!–
Lo so, Joe, lo so, ma non riesco a calmarmi.
I suoni ora mi giungono ovattati.
Riesco a distinguere poco, qualche parola.
“Crisi respiratoria...” “Ambulanza...”.
Gli occhi cominciano a farsi pesanti.
Il respiro non si è calmato.
–Rosy, rimani sveglia, stai sveglia!–
Non so chi l’abbia detto.
La vista mi si appanna, comincio a vedere tutto nero.
Poco prima che perda completamente coscienza, il naso mi viene tappato e qualcosa di morbido mi sfiora le labbra.
 

* * *

 
Sento qualcosa di umido sulla fronte.
La testa pulsa dolorosamente.
–Che diavolo...?– sussurro.
Un movimento, al mio fianco.
–Rosy? Rosy, mi senti?–
Joe.
–Dove... sono?– mormoro.
–Ragazzi, presto! Si è svegliata!– esclama.
Wow, e c’è bisogno di fare tanto casino solo perché mi sono svegliata?
Mi tiro su a sedere.
Una pezza bagnata mi scivola giù dal capo, atterrando sulle coperte del mio letto.
Letto? Non ero sul divano?
I misteri della vita.
Amen.
No... quello era “i misteri della fede” o una cosa così.
–Rosy! Grazie a Dio, stai bene!– dice Ellie.
Ma che...?
–Se mai, grazie a Nick– replica Joe.
MA CHE...?!
–Ragazzi, mi volete spiegare di cosa state parlando?!–
Mi guardano tutti e tre confusi.
–Davvero non ti ricordi niente?– chiede il ricciolino.
–Ehm... veramente, no– ammetto.
Joe mi poggia una mano sulla spalla.
–Tu... hai fatto un incubo, e hai avuto una crisi respiratoria...– dice.
Lo guardo a bocca aperta.
–Credevamo stessi per morire soffocata, hai perso i sensi dopo poco...– afferma Nick.
–Già, fortunatamente, Nick ti ha fatto la respirazione bocca a bocca, altrimenti a quest’ora saresti in ospedale– conclude Ellie.
Sono sconvolta.
–P-per quanto ho dormito?– chiedo titubante.
–Circa tre ore–
Mi passo una mano tra i capelli.
–Non avete chiamato mia madre, vero?– dico.
–No, tranquilla, non volevamo creare più scompiglio del dovuto– risponde Ellie.
Annuisco distrattamente.
–Che ore sono?– domando.
Joe osserva la sveglia sul mio comodino.
–Le sette e mezza–
–Posso... posso riposarmi un po’?–
–Certo, intanto noi andiamo a casa. Ci sentiamo oggi pomeriggio, okay?– dice Ellie.
–Voi andate pure, io rimango con lei, nel caso avesse bisogno di qualcosa– dice Joe.
I due annuiscono, per poi lasciare la stanza.
Mi stendo meglio sul letto, appoggiando la testa sul cuscino.
Il mio migliore amico mi sfiora la fronte con una mano.
–Se hai bisogno, chiama– dice, lasciandomi un leggero bacio sulla fronte.
Mi rannicchio sotto le coperte e mi abbandono tra le braccia di Morfeo.
 
Poche ore dopo, mi sveglio di soprassalto, affannata e accaldata.
–NICK MI HA FATTO COSA?!– urlo.
 

* * *

 
Sono seduta sul divano, una tazza di camomilla in mano e una faccia da ebete.
–Rosy, è stata una semplice respirazione bocca a bocca, non ti ha ficcato la lingua in gola– dice Joe.
–Zitto!– ribadisco –Significava qualcosa, lo so!­–
–Già, significa che di te gli importa abbastanza da non lasciarti morire–
Lo fulmino con lo sguardo.
–Avresti potuto farlo tu, ma l’ha fatto lui!–
–Primo: io ero nel panico e non sarei stato in grado nemmeno di chiamare il 911; secondo: l’ha fatto lui perché lui era l’unico a sapere come si faceva!–
–Come fai a non sapere come si fa la respirazione bocca a bocca?!– esclamo incredula.
–Senti, io lavoro in un fottuto bar, non sono un paramedico!– dice, arrabbiato.
Sbuffo.
–Joseph, che giorno è oggi?–
–Uhm... Mercoledì!–
–Oh, no! L’università...–
–E io se non mi do una mossa arriverò in ritardo al lavoro...–
–Oh... vai pure. Io vado a farmi un giro– dico.
–Sei sicura?–
–Sì! Un po’ di aria fresca mi farà bene–
Annuisce, mi saluta e se ne va.
 
Non so da quanto tempo sto camminando senza meta per le strade di New York...
E quando dico “camminare per le strade” intendo fare avanti e indietro sulla Fifth Avenue.
Poi, improvvisamente, mi scontro con qualcuno.
–Nicholas!– esclamo, allegra.
–Ehi, Rosy! Come ti senti?– chiede lui, premuroso.
–Meglio, meglio...– involontariamente mi sfioro le labbra con un dito.
Un’idea sembra balenargli in testa.
–Senti, stavo pensando...– comincia.
–Sì?–
–Ecco, se oggi non hai niente da fare...–
Oh, mio Dio, oh, mio Dio! Adesso mi chiede di uscire!
–Se ti andava, potevamo...–
Gli squilla il cellulare.
No, no, no! Non ora!
–Pronto?– dice.
–Oh, ciao Joe–
Joe, sei morto.
–Sì, sì, sono in giro... Mh, sì, okay, va bene. Ciao–
Appende.
Mi guarda, esitante.
–Joe vuole che vada a fare la spesa, per nostra madre...– dice.
–Oh, sì, certo, non ti preoccupare. Sarà per un’altra volta...–
–Cero! Allora... ciao–
–Ciao...–
Joseph Adam Jonas, hai finito di vivere.
 
Entro a passo di carica in quel piccolo e accogliente bar.
Vago con lo sguardo, finché non lo vedo.
Eccolo, la mia preda...
–Oh, Joseph...?– lo chiamo, con voce spettrale.
Si guarda intorno confuso.
–Sì?– chiede.
–IO TI AMMAZZO!–
In un attimo gli sono addosso, le mani attorno al collo.
–Giuro che questa volta non la passi liscia, brutto pezzo di...! Idiota! Stronzo! Sfigato con i poster di Hannah Montana!...–
Prima che possa finire, due mani mi afferrano da dietro, staccandomi dal povero ragazzo.
Joe si alza in piedi, rosso in viso.
–Tu sei pazza!– urla.
–E tu un coglione!– ribatto.
Nel bar c’è silenzio.
–Davvero hai i poster di Hannah Montana?– chiede un barista.
–Certo che n...–
–Sì!– lo interrompo –E a volte ci parla anche!–
Joe mi fulmina con lo sguardo, mentre qualche risatina si sparge per il locale.
–Si può sapere che ho fatto?!– chiede.
Recupero tutta la mia calma.
–Prima, hai chiamato Nick al cellulare...–
–Sì...–
–Gli hai detto di fare la spesa...–
Annuisce.
–Be’, proprio in quel momento, mi stava chiedendo di uscire!–
Scatto in avanti tirandogli un pugno in pancia.
Cade nuovamente a terra, senza fiato.
Mi sistemo i capelli e, con molta classe, esco dal locale.
 
 
 

MOR TU LOOOOV UEN IOR ENDS ARE FRIII, BEIBI PUT IOR POM POMS DAUN FOR MIIIIIIIIIIII
DONATE 1€ PER FAR DIVENTARE IL JONAS DAY UNA FESTA MONIALE!
Prima di fucilarmi, lasciatemi spiegare!
Temi, relazioni, verifiche, interrogazioni, tesine d’esame, ket, delf, TUTTO.IN.QUESTI.MESI.
Voi non potete capire (o forse sì?) l’esasperazione.
Poi in questi ultimi giorni sono stata anche male...
Allora, mi perdonate? No? Okay *si rannicchia in posizione fetale*
No, però, dai, un applauso me lo merito!
Avete di fronte l’unica persona che passa da un momento drammatico a un momento totalmente demenziale come se niente fosse!
Questo capitolo è particolarmente importante.
Diciamo che tutta la storia è nata dalla scena dove viene menzionata Hannah Montana.
Sì, lo so, ho una mente contorta.
Ma va be’...
Sono particolarmente felice!
Perché? Intanto perché oggi non sono andata a scuola, poi perché ieri mi sono arrivati i biglietti del concerto della Gomez kjhgfdsdfghjkjhgfd ** :Q____
Non ve ne frega niente, okay.
Passiamo ai ringraziamenti.
Grazie ai preferiti:

adelaide1D
Ciutz
fiore22
Gio1992
Kebabbara
Limoncello_
LovatoLips_
mbonivento
muffin8
Rawr_
TheDarkWonderland
Ai ricordati:
KiaraSon96
LogeJloveB
Ai seguiti:
Ciutz
Ele92_sweet
fiore22
Howaitotaiga
JasMe
Kebabbara
KiaraSon96
LetyTommo
littlebiglove
samyyyyy
Zuiki
_kissmeback_
E ai recensitori:
Limoncello_
_kissmeback_
adelaide1D
 
Mi riempite il cuore con le vostre recensione **
Un grazie speciale anche a chi segue la storia in incognito e a chi la visualizza.
Vi ripropongo la mia raccolta da sfigata di OS:
Hawaiian Vacation
E, inoltre, vi linko una FlashFic assolutamente demenziale, stupida e insensata; la più grande cazzata che abbia mai scritto: Fermi tutti!...
(Se siete delle Niley Shippers ossessionate e prive di senso dell’umorismo, non leggetela; nella storia il dramma Niley viene esorcizzato comicamente, ovviamente senza recare offesa a nessuno dei protagonisti).
Bah, io sparisco.
Vi voglio bene :3
Buonarrivederciiiiiiiiiiiiiilòkhjjsfhgdhjfkl

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