Un problema di veggenza

di brutongaster
(/viewuser.php?uid=101560)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Juliet ha fatto un sogno ***
Capitolo 2: *** Reazione a catena ***
Capitolo 3: *** Juliet ha fatto un incubo ***
Capitolo 4: *** Lassiter. A casa di Juliet. Con la parrucca blu. ***
Capitolo 5: *** Al supermercato ***



Capitolo 1
*** Juliet ha fatto un sogno ***





Capitolo 1- Juliet ha fatto un sogno.





«
I knooow you know that I'm not telling the truth »

«Che cosa canti Shawn?» chiese Gus entrando nella stanza, con la solita espressione da segugio. Shawn girò lo sguardo verso di lui il più teatralmente possibile.

«Questa, Gus» disse sollevando un solo sopracciglio «è la sigla del telefilm ispirato a noi» aveva le mani giunte, davanti al viso. Gus lo guardò scettico.

«Non esiste un telefilm ispirato a noi Shawn» appoggiò la valigetta dei farmaci accanto alla sua scrivania e prese posto davanti al computer, scrocchiandosi le dita.

«Ti sbagli Gus» Shawn si limitò ad allargare le braccia verso la TV, con fare melodrammatico.

Gus si alzò dalla sedia sbalordito e si mise a fissare lo schermo.

«Quello sarei io??» disse Gus puntando lo schermo scioccato.

«Lo so Gus, avrebbero dovuto scegliere Morgan Freeman per il tuo ruolo» disse Shawn, alzandosi dalla sedia per andare a prendere qualcosa dal frigo. Guardò dentro per qualche secondo, poi tirò fuori un ananas.

«Shawn!» urlò guardando ipnotizzato lo schermo «Morgan Freeman ha settantacinque anni!» disse, offeso.

«E allora Gus?» disse Shawn ridendo beffardamente «il trucco al giorno d'oggi fa miracoli» si sedette nella sua scrivania. Gus lo guardò allibito per qualche secondo.

«Shawn com'è possibile che abbiano fatto una serie su di noi ed io non lo sapessi?» chiese Gus, questa volta l'attenzione completamente rivolta all'amico.

«Dai, non te lo avevo detto?» rispose Shawn, facendo l'indiano.

«No Shawn!» rispose Gus arrabbiato «e perché non siamo ancora ricchi Shawn?»

«Shawn qua, Shawn di là, non ti riscaldare Gus! La nostra serie TV è il The Mentalist via cavo, certo l'attore che mi interpreta è molto più fascinoso di Simon Baker» disse Shawn guardando la televisione.

«Quello sei tu Shawn! Ecco dov'eri le ultime settimane, mi hai mentito!» disse Gus, sempre serio.

«Volevo farti una sorpresa Gus! Perché ti voglio bene! Comunque stai tranquillo, per adesso abbiamo girato solo il Pilot, se vuoi potrai interpretare te stesso nelle prossime puntate!» disse Shawn. Nel mentre il telefono iniziò a squillare.

«Io non voglio fare l'attore Shawn» disse Gus, ma l'amico gli fece cenno di tacere e sollevò la cornetta.

«È Juliet» bisbigliò Shawn tappando con la mano il microfono della cornetta.

«Pronto agenzia Psych» disse con tono pomposo, fece una pausa aspettando la risposta, poi disse «sono stato occupato. Perché? Ti sono mancato per caso?». Gus alzò gli occhi al cielo.

«Certo che accettiamo casi. Spara» disse mostrando a Gus il pollice alzato, lui lo guardò imperscrutabile «d'accordo allora ti aspettiamo qui» disse Shawn dopo un'altra piccola pausa «Ciao Julesss» chiuse il telefono.

«Perché non andiamo al dipartimento?» chiese Gus, curioso ma cercando di non darlo a vedere. Non poteva dare a Shawn alcuna soddisfazione, di nessun tipo.

«È una cosa personale» rispose Shawn. In quel momento Juliet entrò nell'ufficio. Shawn la guardò curioso.

«Jules eri già qui?» chiese con fare giudizioso.

«Si ma ho chiamato per sicurezza, siete spariti per un po' ragazzi» disse lei, Gus rivolse un'occhiataccia a Shawn.

«Shawn perché sei in televisione?» chiese Juliet strizzando gli occhi per guardare lo schermo, come se non credesse a ciò che stava testimoniando.

«Oh è una lunga storia» disse, ma lei non si arrese.

«Quella dovrei essere io?» chiese mentre un'attrice bionda vestita da poliziotta parlava sullo schermo.

«No quella è l'amante di Lassie, comunque Jules, a cosa ti possono essere utili i miei servigi?» chiese Shawn spegnendo la televisione, provava un po' di vergogna ora che Jules aveva assistito. Solo un po'.

«È un po' imbarazzante Shawn, devi promettere di non prendermi in giro» disse allora Juliet, prendendo un respiro profondo.

«Io prenderti in giro?» disse Shawn sbuffando «piuttosto Gus, tu non prenderla in giro» i due lo guardarono malissimo. Shawn non si curò delle occhiate. Era un idiota, cosa si aspettavano?

«Shawn se non fai il serio io me ne vado!» disse Juliet, ancora con lo sguardo accondiscendente. Shawn mise su la sua faccia da momento serietà. La Magnum. Un evergreen. Anche se gli altri non sembravano prenderlo mai molto sul serio.

«Jules, hai bisogno di me» disse, ancora con quella faccia ridicola.

«D'accordo» disse Juliet «ho bisogno di una consulenza sensitiva» continuò, seria.

«Siamo qui per questo» disse Shawn accomodandosi sulla scrivania, appoggiandoci i piedi sopra. Juliet non lo degnò di uno sguardo, guardava un punto fisso della stanza. Gus la guardava attento, pronto ad aiutarla. Diede due colpi di tosse.

«Sto facendo degli strani sogni» disse Juliet con poca convinzione, come se non volesse essere davvero li a raccontarlo a loro. Shawn la capiva, nessuno si era mai sentito a suo agio a fargli delle confidenze, sopratutto perché di solito era li a pressarli con dei 'dai dai dai dimmelo' oppure la sua attenzione era rivolta a qualcos'altro.

«Shawn mi stai ascoltando?» chiese Juliet in quel momento.

«Certo Juless, tu hai fatto dei sogni strani, continua» disse Shawn annuendo più vigorosamente del necessario.

«Ti stavo dicendo Shawn, che sto facendo dei sogni premonitori» disse lei con tono di sufficienza. Improvvisamente alzò le mani in aria.

«Lascia perdere» disse girandosi di spalle e lasciando la stanza.

«Juliet, Juliet, Juliet» disse Shawn prima che lei riuscisse a farlo. La ragazza si girò di controvoglia a guardarlo «sei passata al lato oscuro della forza» disse infine Shawn.

«Divertente Shawn! Stava andando tutto benissimo, prevedere il futuro è eccitante» disse Juliet lasciandosi scappare un sorriso divertito mentre pronunciava la seconda parte della frase.

«Juliet, lasciatelo dire da sensitivo a...» fece una pausa giusto per cambiare la sua espressione da seria a pensante «veggente» Juliet gli lanciò un'altra occhiataccia.

Si distrasse un attimo, dopo tutte quelle occhiatacce, pensando al fatto che forse c'era qualcosa di sbagliato sulla sua faccia oggi. Si specchiò nel vetro della finestra dietro Juliet.

No. Era bellissimo come al solito. Fece spallucce e riprese il filo del pensiero.

«Devi abbracciare il sovrannaturale, guarda me e Gus, siamo come Sam e Dean. Io sono Dean e lui è Sam, chiaramente» si fermò un attimo per far capire i motivi. Insomma bastava guardarlo, Jensen Ackles gli faceva un baffo.

«Perché io devo essere Sam Shawn?» disse Gus in tono di protesta.

Ci pensò per qualche secondo senza aspettare una risposta da parte di Shawn.

«Posso essere Castiel?» chiese infine.

«Certo Gus, puoi essere chi vuoi» rispose Shawn frettolosamente, Gus parve soddisfatto e tornò a guardare Juliet, che non aveva capito quasi nulla di quello che i due avevano appena detto, ma fece finta di niente.

«All'inizio mi stavo divertendo, insomma ho battuto Lassiter in una decina di casi grazie alle mie intuizioni» la faccia di Jules era raggiante e nostalgica al ricordo, poi l'espressione si spense al pensiero che forse non era il caso di raccontare a Shawn della sua competitività nei confronti di Lassiter, Shawn aveva una considerazione già abbastanza bassa del suo partner.

«Comunque» continuò Juliet per arrivare finalmente al punto «stamattina ho avuto un sogno che mi ha messo in imbarazzo» disse la ragazza chiaramente poco a suo agio. Continuava a sistemarsi la scollatura della maglia che portava sotto il blazer e sistemare la lunghezza della gonna. Shawn si alzò, sapendo bene cosa doveva fare, avendo già una mezza idea di cosa fosse il contenuto del sogno di Juliet.

«Non c'è niente di cui vergognarsi Juliet, i sogni erotici sono normalissimi, e se questo può farti sentire meglio, anche io ho fatto parecchi sogni erotici su di te» disse Shawn mettendole un braccio attorno alle spalle, come per confortarla. Lei guardò la mano di Shawn come se fosse un viscido verme.

«Shawn cosa stai dicendo!» urlò Gus isterico. Juliet prese la mano di Shawn dalla sua spalla e la spostò con delicatezza.

«Non c'è niente di cui vergognarsi!» disse il sensitivo alzando le braccia in segno di innocenza «gli esseri umani non sono che degli animali più evoluti e come tutti gli animali abbiamo delle pulsioni sessuali inconsce primitive, se voi aveste letto Freud...» lo sapreste stava dicendo Shawn, ma Gus lo interruppe.

«Tu non hai mai letto Freud, Shawn e comunque non credo che Juliet sia venuta qui a parlarti dei suoi sogni erotici» disse Gus. Shawn fece il verso alla sua faccia saccente che voleva riempire di schiaffi. Purtroppo però Gus aveva ragione, lui non aveva mai letto Freud.

«Shawn non ho fatto sogni erotici su nessuno di voi due» disse Juliet, ancora in imbarazzo.

«Non dirmi che era su Lassiter» disse Shawn fingendo di essere sull'orlo di una crisi isterica.

«Non ho fatto sogni erotici su nessuno Shawn!» disse lei perentoria, per chiudere definitivamente la discussione sull'argomento.

«Sia ringraziato il cielo» disse Shawn tirando un respiro di sollievo.

«Juliet raccontaci con calma cosa hai sognato, se vuoi siediti» disse Gus con gentilezza, indicando le poltroncine dietro Jules. Shawn sapeva che se fosse stato a portata di orecchio gli avrebbe bisbigliato tu non hai tatto Shawn oppure hai visto come si fa Shawn? E Shawn lo avrebbe odiato e poi lo avrebbe umiliato pubblicamente. Gli venne la tentazione di umiliarlo di fronte a Juliet, ma nella realtà Gus era innocente, era solo nella sua testa colpevole di eccessiva razionalità. Lasciò perdere. Si ricordò invece le regole di come trattare una ragazza, trattala come una dea greca, più precisamente. L'ira di Zeus si sarebbe già abbattuta su di lui se avesse interrotto così tanto una dea greca. Incrociò le mani davanti al viso e stette ad ascoltare cosa Juliet aveva da dire.

«Bene» disse Juliet, seduta rigida su una delle poltroncine dell'agenzia «ho sognato di essere in centrale» fece una pausa.

«Fin qui mi sembra tutto normale Jules» disse Shawn muovendo la faccia come se stesse disegnando dei cerchi con la mascella.

«Smettila Shawn» disse Gus con sguardo eloquente, lui iniziò a bisbigliare/urlare dei che vuoi Gus? Ma lui continuava a fargli cenno verso Jules. Shawn si zittì e riportò la sua attenzione sulla ragazza.

«Sarebbe tutto normale Shawn, se nel mio sogno non fossi stata...» bisbigliò una parola incomprensibile.

«Muta?» chiese Shawn, la ragazza fece no con la testa.

«No Shawn ero gngn...» ripeté lei.

«Eri vestita con una muta? Avevi un rossetto della Pupa? Eri cupa?» con le labbra cercò di emulare il movimento di quelle di Jules, ma la ragazza continuava a fare cenno di no con la testa.

«Era nuda Shawn! Nuda!» urlò all'improvviso Gus interrompendo i due. Shawn lo guardò ma non disse niente per qualche secondo.

«Questo è imbarazzante» disse infine poi iniziò a canticchiare un motivetto.

«Stai cantando di nuovo la sigla Shawn?» gli chiese Gus arrabbiato.

«No» disse Shawn, poi guardò l'amico «che c'è? È orecchiabile ce l'ho in testa» Gus lo ignorò.

«Juliet sono sicuro che era solo un sogno» disse con un sorriso languido.

«Tu non capisci Gus, tutti i miei sogni si stanno avverando! La scorsa notte, per esempio, ho sognato che Lassiter fosse venuto in centrale con un nuovo look» fece una pausa in cui ridacchiò sotto i baffi, poi si mise la mano accanto alla bocca, come per dire un segreto «aveva un orecchino» disse bisbigliando.

«E venne davvero in centrale con l'orecchino! Poi ci siamo accorti che era un pezzo di catena che gli si era impigliato all'orecchio. Ancora oggi non ha voluto dirci come gli è successo» continuò Juliet, con espressione dubbiosa.

«Esilarante Juliet!» disse Shawn serio «comunque io credo in te e nei tuoi sogni! Ti aiuterò a non essere nuda in centrale per qualsivoglia ragione» disse.

«O viceversa se vuoi» aggiunse poi alzando le sopracciglia.

Juliet si limitò a folgorarlo con lo sguardo.

«Andiamo» disse, alzando gli occhi al cielo, già pentita della sua decisione.




Ciao!

Spero di non essere un vero fiasco, ma i personaggi di Psych mi divertono troppo e voglio fargli fare cose strane! Viva gli ananas!
 

 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Reazione a catena ***


Capitolo 2 - Reazione a catena





Juliet guidava tranquilla con i suoi occhialoni da sole, aveva un sorriso sereno, come se si fosse dimenticata della profezia che si era auto-inflitta. Almeno fino a quando Shawn non iniziò a dire le sue solite idiozie.

«Jules sono contento che tu ci abbia offerto questo spettacolo su un vassoio d'avorio...»

«Si dice su un piatto d'argento Shawn» lo corresse Gus, interrompendolo dal sedile posteriore. Shawn lo ignorò.

«Mi sarei sentito malissimo se una volta rientrato in centrale mi avessero raccontato del giorno in cui Juliet camminò desnuda in pubblico...» continuò Shawn, ma Gus lo interruppe di nuovo.

«Nessuno te lo avrebbe raccontato Shawn» Shawn continuò a ignorarlo, ma l'occhio destro iniziò a scattare in un tic nervoso quasi impercettibile.

«Mi immagino la grazia, la tua grazia naturale che mai scade nel volgare, oh Juliet, Juliet, Juliet più sinuosa di una pantera» questa volta fu Juliet a interromperlo.

«Shawn, smettila tu non mi vedrai nuda» disse, lo sguardo dritto sulla strada «e in più hai una fantasia malata» disse aggrottando le sopracciglia.

«Oh e non aveva ancora finito» disse Gus sporgendosi dai sedili di dietro.

«Gus mettiti la cintura» disse Shawn «ed io non ho una mente perversa» poi a voce più bassa «cavolo vorrei ri-citare Freud ma oggi l'ho già fatto, maledizione» Gus sorrise beffardo, Juliet si limitò a scuotere la testa, rassegnata.

Arrivarono in centrale, Shawn allargò le braccia, per non far passare Juliet.

«Lascia andare me e Gus in avanscoperta» disse Shawn, entrando in modalità spia. I due si acquattarono e, ridicolmente, iniziarono a camminare con circospezione.

«Andiamo ragazzi, siete ridicoli» disse Juliet, ma Shawn aveva già iniziato a guardarsi intorno alla ricerca di eventuali pericoli: un chiodo sporgente, un uomo dall'occhio baggiano su una panchina, Lassiter che leggeva qualcosa alla sua scrivania...

Lassiter è sempre un pericolo, qualunque sia la circostanza.

«Jules» disse Shawn sottovoce alla poliziotta alle sue spalle.

«Dimmi Shawn» rispose lei con tono normale.

«Sssshhhhhh, dimmi cosa succedeva nel sogno» chiese lui agitando le braccia per farla parlare piano.

«Prima volevo andare da Lassiter, che stava leggendo i file su un nuovo caso» rispose lei tranquilla.

«Ed eri ancora vestita?» chiese lui.

«Si Shawn»

«E poi cosa succedeva?» La ragazza lo guardò terrorizzata, come se le fosse all'improvviso venuto in mente qualcosa.

«Tu!» urlò. In quel momento Shawn, che camminava senza guardare, inciampò in una scrivania, iniziò a cadere, tese le mani per aggrapparsi ai vestiti di Jules...

Gus fu tempestivo, si mise tra l'amico e la detective e Shawn si aggrappò alla cinta dei pantaloni di Gus, che ressero il peso.

«Non faccio male a spendere duecento dollari per un paio di pantaloni adesso, vero Shawn?» quest'ultimo lasciò la presa e si accasciò a terra. La faccia di Gus era trionfante.

Il capo Vick, che fino a quel momento aveva assistito alla scena dal suo ufficio uscì.

«Voi idioti» disse seria «nel mio ufficio, subito! Anche tu O`Hara» Shawn si alzò dal pavimento per seguire il capo e Gus si accodò, Juliet stava per fare lo stesso. Shawn non fece in tempo a urlare «CHIODO!» che la gonna della ragazza fu strappata in due.

Shawn e Gus, in quel momento, assomigliarono entrambi all'urlo di Munch.

«Dai ma non è possibile siamo dentro Final Destination?!?» urlò Shawn serio.

Jules con prontezza era riuscita a reggersi la gonna alla bell'e meglio, lanciò un'occhiataccia a Shawn. Il capo Vick con altrettanta prontezza lo ignorò e trascinò la ragazza, Shawn e Gus dentro il suo ufficio.

«Questo non me lo sarei mai aspettato» disse con un sorriso imbarazzato «ma è stato un incidente, quindi...» aprì un cassetto e tirò fuori un paio di pantaloni «sono una persona pronta ad ogni evenienza». Gus aveva gli occhi chiusi e cercava con tutte le sue forze di imporre la sua mano su quelli di Shawn, che tentava invano di sbirciare.

«Gus, grazie, ma non c'è più bisogno» disse Juliet con tono materno, come se avesse a che fare con dei bambini. I due si ricomposero. Shawn diede qualche colpo di tosse, Gus si stirò i pantaloni con le mani e impostò il portamento.

«Ragazzi, ho un caso per voi» disse il capo rivolgendosi ai due amici «la mia amica Margareth ha perso il cane» gli diede un volantino con la foto di un border collie adorabile. Shawn lo guardò all'inizio con uno sguardo intenerito e gli occhi lucidi, poi

guardò storto il capo.

«Capo, non aveva smesso di darci casi che sprecano le mie evidenti capacità sovrumane?» disse Shawn con un sorrisetto smaliziato sul volto.

«Si ma in questo momento non abbiamo casi di omicidio per le mani. E Margareth ama il suo cane» rispose il capo seria. Poi fece cenno ai due di levare le tende. I due rassegnati uscirono dall'ufficio.

«Tu invece rimani ancora un po' O'Hara» disse il capo vedendo che la detective stava per seguire i due fuori dall'ufficio. Annuì e rimase al suo posto.

«Scommetto che il cane è rimasto incastrato sopra l'albero o qualcosa del genere, non mandano i pompieri a risolvere queste emergenze?» disse Shawn nervoso, anche se continuava a guardare con occhi dolci il cane sulla foto.

«Solo nei cartoni animati Shawn» disse Gus che cercava di spiare dentro l'ufficio del capo.

«Shawn, pensi davvero che Juliet faccia dei sogni premonitori?» chiese Gus serio.

«Beh, io sono un sensitivo no? Di cosa ti stupisci?» disse Shawn che non toglieva gli occhi di dosso dalla foto del cane.

«Devo ricordarti che non sei un sensitivo?» rispose Gus alzando un sopracciglio.

«Ssshhhh» disse Shawn frettoloso, che con la coda dell'occhio aveva visto Lassiter avvicinarsi a loro «Gus lui è come un falco» disse poi sottovoce.

«Chi è come un falco?» chiese Lassiter alle loro spalle.

«Cavolo Shawn hai ragione!» disse Gus guardando Lassiter terrorizzato.

«Che ti avevo detto!» rispose Shawn. Poi i due se ne andarono lasciando Lassiter in preda a mille dubbi.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Juliet ha fatto un incubo ***


 

Shawn non riusciva a togliere gli occhi di dosso dal tenero cagnolino che avevano ritrovato.
«Lei ha una faccia familiare» disse Margareth, l'amica del capo Vick, guardando il pazzo che giocava con il suo cane. Gus stava in disparte, imbarazzato. La donna lo guardò curiosa.
«Io non lo conosco» disse Gus cercando di sembrare disinvolto. Shawn, cinque minuti fa, lo aveva chiamato il suo collega e dog whisperer Cesare Hewitt, dopodiché si era messo a salutare il cane con fare melodrammatico per circa quattro minuti di fila. Quando la donna cercava di accarezzare il suo cane, Shawn le abbaiava contro.
«Potrei riavere il mio cane?» chiese la donna che iniziava a sentirsi in imbarazzo.
«Cucci cucci cucci pu pu» stava dicendo Shawn al cane grattandogli le orecchie.
Gus pensò che questo fosse troppo, gli diede un calcio nel sedere.
«Ahia Cesare» disse Shawn fulminandolo con lo sguardo, Margareth tossì «va bene va bene signora ecco il suo cane» le pose il guinzaglio e tenne la mano tesa, come se si aspettasse qualcosa dalla donna di fronte a lui. Lei sembrava non capire.
«La mancia per favore signora» chiese il sensitivo spudoratamente. La donna gli schiaffò sulle mani cinque dollari con cattiveria.
«Lei è proprio un idiota» disse la donna risentita «e comunque sono Signorina!» guardò entrambi malissimo e gli sbatté la porta in faccia.
«Che donna sgarbata» disse Shawn a Gus «e anche tirchia, mi ha dato solo cinque dollari»
Gus più di rimproverare l'amico con lo sguardo non poteva fare molto. Considerando che i risultati sarebbero stati nulli.
«Comunque hai visto? Mi ha riconosciuto, deve aver visto il Pilot, diventeremo famosi Gus!» disse Shawn ignorando alla grande il fatto di essersi comportato come un demente.
«Non credo che ti abbia riconosciuto per quello Shawn» disse Gus arrabbiato.
«E allora perché?» chiese l'amico confuso.
«Perché sei un idiota Shawn» rispose Gus salendo in macchina. Il telefono di Shawn iniziò a squillare prima che potesse rispondere per le rime.
«Non è forse una splendida giornata mia dolce Juliet?» disse Shawn al telefono, allontanò un po' la cornetta dal viso quando sentì la voce della ragazza urlare isterica «Okay d'accordo Juliet stai calma e respira» continuò, questa volta un po' più serio, ascoltò ancora quel che la ragazza aveva da dire «va bene veniamo da te non ti preoccupare» chiuse la telefonata.
«Juliet ha fatto un altro sogno» disse Shawn a Gus con serenità.
«Okay» rispose lui continuando a guidare fischiettando nervosamente. Non gli piaceva guidare arrabbiato, così pensò che fischiettare gli avrebbe calmato i nervi. Non stava funzionando.
«Ma non vuole che si avveri quindi ci assume di nuovo» continuò Shawn.
«Cosa ha sognato?» chiese Gus che continuava a svoltare a destra e a sinistra casualmente e con foga, senza meta.
«Ha sognato di perdere i denti e qualcosa sull'avere i capelli blu» rispose Shawn aprendo il cruscotto e tirando fuori uno snack. Gus lo vide con la coda dell'occhio.
«Quello me lo stavo conservando per dopo Shawn» gridò Gus isterico. Shawn spaventato dal suo tono si infilò la pastina in bocca tutta in una volta.
«P...wu...erq..ueé?» chiese Shawn con la bocca piena.
«Lo sai che devo mangiare qualcosa ogni mezz'ora Shawn» disse Gus con tono di voce infantile e facendo il labbrino. Shawn deglutì rumorosamente.
«Non farmi lo slabbrino» disse.
«Si dice il labbrino Shawn»
«Si, come no»
Gus ci rinunciò.
«Andiamo a salvare Juliet da una vita da punk con la dentiera» disse Gus rassegnato mettendo la freccia e tornando indietro per dirigersi verso la casa della ragazza.
Shawn si mise a ridere convulsamente.
«Stai bene?» gli chiese Gus, confuso.
«Una vita da punk con la dentiera» continuava a ripetere Shawn con le lacrime agli occhi «questa la devo dire allo sceneggiatore» si sbatteva le mani sulle cosce per enfatizzare la risata.
«Non è divertente Shawn» disse Gus, accostando la macchina di fronte alla casa di Juliet. Guardò fuori dal finestrino con fare orgoglioso, ma qualcosa attirò la sua attenzione.
«Shawn» disse dando qualche pacca al suo amico che si contorceva ancora dalle risate «Shawn smettila, guarda» guardarono entrambi fuori dal finestrino. Il salotto di Juliet era visibile dall'esterno e dentro di esso potevano scorgere la sagoma di qualcuno. Qualcuno con i capelli blu.
«È troppo tardi!» urlò Gus isterico «Juliet dovrà mettere una dentiera per sempre» continuò ormai in preda alla paranoia.
«Gus, non farti prendere dal panico» disse Shawn scendendo dalla macchina, Gus lo seguì verso la casa della poliziotta. Suonarono il campanello.
«Salve ragazzi» Shawn e Gus urlarono terrorizzati.
«Lassiter» disse Gus che era finito in braccio a Shawn «perché hai una parrucca blu e sei a casa di Juliet e perché, PERCHè, hai una parrucca blu in testa sopratutto? PERCHé LASSITER?».
Shawn si limitava a fissarlo con una faccia disgustata.
«Sono arrivati?» sentirono urlare Juliet dall'altro capo della stanza con voce distorta.
«Si» urlò Lassiter di rimando, inquietante nella sua parrucca blu ancora inspiegata. Juliet li raggiunse, si mise dietro Lassiter e fece un sorriso a trentasei denti.
Solo che i denti non ce li aveva.
Gus e Shawn si misero nuovamente a urlare.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Lassiter. A casa di Juliet. Con la parrucca blu. ***




Juliet non aveva idea del perché i suoi sogni, ultimamente, fossero dal punto di vista di Gus. Era da qualche giorno che si svegliava con un senso di appiccicoso disagio sulla pelle. Insomma, Gus è un ragazzo simpatico e tutto, ma non aveva molto interesse nella sua vita, nei suoi pensieri, nel suo svegliarsi nel bel mezzo della notte per mangiare qualche schifezza, tipo sandwich al ketchup (senza nient'altro dentro), fettine impanate semi-congelate, avanzi inguardabili (figuriamoci mangiabili). Insomma le abitudini notturne alimentari di Gus sono disgustose. E lei non faceva altro che vederle in sogno.
Ma c'era stato qualcosa di più inquietante quella notte. E Juliet era assolutamente sicura, al cento per cento, di tenere con molta passione al suo sorriso smagliante. Non avrebbe perso i denti. Per questo chiamò Lassiter e iniziò a fargli domande inquisitorie a proposito di una certa parrucca blu.
«Hey Carlton» esordì la poliziotta al telefono.
«O'Hara» rispose il collega, affettuoso come al solito, certo.
Juliet decise che era meglio iniziare con un po' di informalità «Come va? Tutto bene?» chiese.
«Cosa vuoi?» fu la risposta. Come non detto.
«Senti, tu hai mai avuto qualche idea folle nella tua vita?»
«Mi stai prendendo in giro?» Juliet si diede dell'ingenua da sola.
«Hai mai avuto interesse nelle, mh, parruccherie?» tentare non nuoce.
«Non lo so O'Hara, sei seria? Vediamo, una volta ho accompagnato mia sorella a tagliarsi i capelli. È stato un incubo se proprio lo vuoi sapere»
«Non è proprio ciò che intendevo dire» rispose Juliet.
«O'Hara non ho tempo da perdere, sputa il rospo» disse Lassiter, questa volta un po' spazientito.
«Mh, vediamo. Ti sei mai interessato alle parrucche e i colori sgargianti nei capelli, che magari vorresti, non so, lunghi e fluenti?» questa volta Juliet temette di essersi sbilanciata troppo.
«Mi stai chiedendo se sono una Drag Queen O'Hara? Sei impazzita? Cosa te lo ha fatto pensare?» e infatti si era spinta troppo oltre.
«NONFANIENTECIAOCARLTON» disse la ragazza tutto d'un fiato il più vicino possibile alla cornetta, dopodiché chiuse la telefonata. E pensare che fare gli interrogatori è più o meno il suo lavoro. Rise istericamente.
Pensò a come sarebbe stato ridere senza denti e chiuse immediatamente la bocca. Perfetto.
Si alzò di controvoglia dal letto e fece dieci flessioni. Primo, perché lei non si alza controvoglia dal letto senza una punizione, secondo, per smaltire un po' di quelle lasagne dall'aspetto terribile di Gus. Quei sogni erano così maledettamente reali che le sembrava di ingrassare nel sonno.
La sua preveggenza doveva finire una volta per tutte.
Si buttò dentro la doccia, cercando di scacciare via i pensieri con il flusso dell'acqua, convinta che se fosse riuscita a concentrarsi abbastanza profondamente i suoi incubi sarebbero fuoriusciti dai follicoli, e scorrendo sul suo corpo sarebbe riuscita a vederli fino a che, neri e malvagi, avrebbero vorticato fino a giù, dentro lo scarico della doccia.
Ma qualcuno suonò il campanello proprio in quel momento, rovinando tutto.
 
«No» disse Juliet aprendo la porta e ritrovandosi di fronte Carlton Lassiter. Con in mano una parrucca blu.
«Juliet» disse il collega abbracciandola «sono così contento che tu mi abbia chiamato».
«No» ripeté Juliet inebetita. Ma Lassiter si fece spazio dentro casa sua ignaro dei suoi peggiori incubi.
«Stavo pensando a quello che hai detto O'Hara. Devi chiamare Spencer e Guster» disse lui.
«Non credo che sia una buona idea Carlton, ti senti bene?» chiese Juliet preoccupata per un momento più per il comportamento del collega che per il suo problema dentistico.
«Forse potrei chiamare il mio dentista» disse Juliet pensando a voce alta.
«Vuoi fare uno scherzo anche a lui?» chiese Lassiter mettendosi la parrucca blu.
«Uno scherzo?» chiese Juliet confusa.
«Ma si ma si O'Hara! Tu prima mi hai fatto uno scherzo telefonico, ho pensato, vorrà assolutamente fare uno scherzo anche a Spencer e Guster!»
«Okay» disse Juliet confusa, sedendosi sul divano. Lassiter era molto imbarazzante da guardare con indosso la sua parrucca blu.
«Prima di tutto, li chiamiamo» disse il collega «poi anche tu ti inventi qualcosa di strano, dopodiché gli apriamo la porta come se niente fosse»
«Carlton, sei impazzito per caso?» chiese Juliet con fare preoccupato.
«Non sono mai stato meglio in vita mia O'Hara, ho iniziato a bere quel tè prima di andare a dormire, quello che mi hai consigliato. È incredibile quanto faccia bene allo spirito» disse Lassiter togliendosi la frangia dagli occhi. La ragazza si tranquillizzò. Quel tè alla valeriana era una benedizione.
«Dove hai preso la parrucca?» chiese Juliet divertita.
«Non chiedermelo» rispose Lassiter improvvisamente serio.
«Va bene va bene» disse Juliet «Comunque, io farò finta di non avere più i denti, che ne dici?» Juliet piegò le labbra all'interno della bocca, coprendo i denti e parlando come un'anziana.
«Inquietante» rispose Lassiter «Ma efficace».
Juliet pensava ancora che il collega fosse impazzito, ma non si era mai sentita così sollevata in vita sua. Prese il telefono e compose il numero di Shawn.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Al supermercato ***



«Non ci credo che tu sia venuto a fare la spesa per la prima volta nella tua intera vita Shawn» disse Gus mettendo una monetina nell'apposita fessura del carrello.
«Gus, non compri mai l'esatta quantità di dolci. E sopratutto, compri solo quelli che piacciono a te» Shawn non vedeva l'ora di lanciare nel carrello dolci di vario tipo, che sarebbero stati pagati poi dalla fedele carta di credito di Gus.
«Ti amo, carta di credito di Gus» disse il ragazzo lanciando dentro il carrello una confezione formato famiglia di Skittles. Gus si limitò a lanciargli un'occhiataccia.
«Credo sia il caso di comprare anche il bagnoschiuma» disse Gus vedendo il carrello già pieno di cibo, sperando di distrarre Shawn spostandosi in un reparto privo di roba commestibile. Inoltre era preoccupato per l'igiene dell'amico. Shawn è come un bambino, era necessario obbligarlo a farsi la doccia. L'unica cosa che lavava regolarmente erano i capelli, per il resto adottava la solita frase di circostanza 'voglio mantenere il mio ph naturale, Gus'.
«Compriamo quello al cioccolato» disse Shawn che aveva una voglia matta di dolci da quando si era svegliato.
«L'ultima volta che l'hai usato mi faceva venire una voglia immensa di cioccolato ogni due minuti Shawn. Avevo preso tre chili» rispose Gus.
«Allora prendiamo quello dei supereroi» come un bambino si diresse saltellando verso lo scaffale dei bagnoschiuma. Ne prese uno con sopra l'immagine di un uomo super muscoloso in calzamaglia che emetteva raggi dagli occhi.
«Superman» disse Shawn con fare drammatico, allungando le braccia davanti a se come se volesse volare «Pffiu Pffiuu Pfffiuuu» disse.
«Cosa stai facendo Shawn?» chiese Gus imbarazzato, guardando l'amico girare in tondo per il reparto come un idiota.
«Sto distruggendo il supermercato» rispose Shawn interrompendo solo per qualche secondo il suono dei raggi laser.
«Shawn piantala» disse Gus serio. L'amico lo ignorò.
«Guarda Shawn quella non è Juliet?» disse allora Gus, cercando di attirare l'attenzione di Shawn.
«Non mi freghi Gus» disse Shawn allargando le braccia per imitare un'esplosione. Girò la testa di qualche grado proprio mentre diceva 'BOOOOOOMMMM' e la vide. Juliet era in parafarmacia che parlava amichevolmente con il farmacista.
«Cosa ci fa Juliet in parafarmacia?» chiese Gus quando vide che l'amico aveva ripreso il controllo di se.
«Andiamo a scoprirlo» disse Shawn. Gus provò a dire qualcosa come 'no no no no' e fermarlo, ma Shawn si era già diretto verso la detective. Prese qualcosa a caso da uno scaffale e si mise in fila dietro di lei. Gus tentò di nascondersi dietro il carrello, non voleva avere niente a che fare con i piani idioti dell'amico.
Il commesso vedendo Shawn spuntare alle spalle di Juliet interruppe il discorso che stava intraprendendo con lei.
«Mi piacerebbe chiacchierare ancora con lei signorina, ma c'è un cliente alle sue spalle» disse gentilmente l'uomo. Juliet gli sorrise languidamente. Shawn lo guardò, era alto, aveva i capelli scuri e quella che si poteva definire una bella mascella. O qualunque fosse quella cosa che le ragazze trovavano attraente sul viso di un uomo.
«Oh certo non c'è problema» disse Juliet ridacchiando e girandosi per far spazio alla fila. Il suo sguardo incontrò quello di Shawn.
«Shawn, ciao!» disse la ragazza improvvisamente imbarazzata «che coincidenza incontrarsi qui vero?» Shawn cercò di dare un'occhiata alla bustina che la poliziotta teneva in mano, per capire cosa avesse comprato, ma non ebbe fortuna.
«Jules» disse Shawn serio «vedo che ti sono ricresciuti i denti» non aveva ancora superato lo scherzo che lei e Lassiter gli avevano fatto qualche giorno prima. Lui amava gli scherzi, ma quello era stato di cattivo gusto...
Non è vero era stato fantastico. Cercò di trattenere una risata.
«Già...» disse Juliet, che continuava ad essere ancora un po' imbarazzata.
«Vedo che vi conoscete» disse il farmacista con un sorriso ammaliante. Shawn gli tese orgoglioso la scatola che aveva pescato prima.
«Potrei dire lo stesso a lei» disse Shawn all'uomo. Lui parve confuso.
«Voi due state insieme?» chiese in modo terribilmente affascinante. Persino Shawn ebbe l'improvvisa voglia di flirtare con lui.
«No no no no» dissero Shawn e Juliet contemporaneamente, ridacchiando.
«Okay» disse il farmacista, sorridendo, poi si rivolse a Shawn «sono trenta dollari» aveva il sorriso più smagliante del mondo.
«Cosa??» chiese Shawn guardando solo ora quello che aveva comprato.
«Bioscalin?» chiese Juliet guardando la scatola a sua volta, ridacchiando. Oddio è quella roba per far crescere i capelli, pensò Shawn. Cercò di inventarsi qualcosa.
«I miei capelli sono un tempio» disse in volata, non mettendo nella frase la quantità consigliata di fiato per pronunciarla normalmente.
«Il mio corpo è un tempio Shawn» suggerì Gus da dietro il carrello ricolmo di dolci, nessuno lo sentì.
«Aspetta aspetta» disse il farmacista «tu non sei quello di quel telefilm nuovo? Psycho?».
Shawn con una manata fece cadere a terra i prodotti che stavano sul bancone della parafarmacia. Non avrebbe mai avuto una chance con quel sexy sexy farmacista, ma il suo orgoglio era troppo ferito per rimanere in quel luogo.
«NON MI AVRETE MAI» urlò prima di scappare a gambe levate, lasciando Gus da solo nascosto dietro il carrello.
Juliet e il farmacista lo notarono, lui cercò di alzarsi con dignità e gli fece un cenno con la mano, dopodiché, con noncuranza, spinse il carrello dalla parte opposta, il più lontano dallo sguardo dei due.
 
Vide Shawn nel reparto frutta e verdura, guardando tristemente un cavolo. Si avvicinò a lui.
«Hai visto Gus, Juliet stava flirtando con quel sexy farmacista» disse Shawn, tastando vigorosamente il cavolo, quasi stritolandolo. Anzi, Gus notò che lo stava letteralmente stritolando. Glielo strappò di mano e lo rimise tra gli altri cavoli.
«E quindi Shawn?» disse Gus, che era offeso dal comportamento del socio. Lo aveva lasciato in una situazione imbarazzante senza alcuna ragione.
«Non sapeva nemmeno il nome esatto della nostra Serie TV Gus, è un disastro, la nostra vita è come questo cavolo» riprese il povero cavolo dal cesto dei cavoli.
«Parla per te Shawn la mia vita va alla grande» rispose Gus cercando di togliergli il vegetale dalle mani, invano.
«Qualcuno è venuto, lo ha preso a mani nude ed ha iniziato a stritolarlo senza motivo» continuò Shawn che pareva febbricitante.
«Sono quasi sicuro che quel qualcuno sia tu Shawn» disse Gus schiaffeggiando le braccia dell'amico.
Ma Shawn continuava a ignorarlo «E poi cosa ha fatto? Lo ha rimesso insieme agli altri cavoli, senza dargli nessuna spiegazione, con la freddezza di un chirurgo» sollevò il cavolo in aria come a riprodurre la più famosa scena del Re Leone.
«Adesso mi stai preoccupando Shawn» disse Gus osservando il ragazzo cullare il cavolo tra le sue braccia.
Furono interrotti da un: «Mi scusi?».
Una donna vestita con la divisa del supermercato li intravide e si avvicinò a loro.
«Mi scusi signore deve usare i guanti per toccare la verdura» Shawn guardò la donna, violentemente e senza alcun preavviso lanciò il cavolo in aria.
«NON MI AVRAI NEMMENO TU!» urlò, ripetendo la scena di prima.
Gus avrebbe voluto sprofondare dentro il pavimento.
«E' pieno di pazzi in giro» disse imbarazzato «ma io non li conosco, assolutamente. Non so proprio chi fosse quell'uomo» prese il carrello e lasciò la donna a bocca aperta alle sue spalle.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1454164