continuo a sognare. di smilershope (/viewuser.php?uid=281097)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** sarà il destino a decidere ***
Capitolo 2: *** ci riuscirò? ***
Capitolo 1 *** sarà il destino a decidere ***
Era una sera comune di gennaio, un giorno come tutti gli altri e tutto
sembrava normale.
Non ero una ragazza come gli altri, avevo un idolo già,
Miley Cyrus.
Mamma mi chiama per cena. Mia mamma era diversa dalle altre. Lei non
capiva, lei non capiva cosa provavo per una persona a me lontana, lei
non mi era mai accanto.
Mio padre? Avere un idolo era una cosa
‘anormale’ per lui, e mi considerava tale.
Ho anche una sorella ‘Casey’. Lei è come
me, uguale. Stessa vita, stessi sentimenti, stessi idoli, stesso tutto.
Lei era come una migliore amica per me, anche perché erano
pochi i veri amici che avevo.
La maggior parte dei miei ‘amici’, mi prendono in
giro, per la musica che ascolto, non è una cosa nuova per
voi credo.
Ed è per questo che a volte avevo bisogno di Staccare un
po’ da tutto. Il mio rifugio era twitter. Un social network
pieno di ragazze come me e mia sorella che potevano aiutarmi in
qualunque momento. QUALUNQUE. Stavo bene con loro e mi ero fatta degli
amici, VERI amici, a cui tengo un casino.
Ah dimenticavo, il mio nome è
‘Allison’ ma tutti mi chiamano
‘Allie’.
Bene, andai a cenare e i soliti discorsi di mio padre e mia madre mi
annoiarono così tornai in camera mia.
Avevo acceso da poco il computer e mi collegai su twitter.
Leggo un super annuncio che mi sconvolse la serata. Diceva
‘MILEY CYRUS LIVE LONDON 28 APRILE’.
Io ero di Milano, il che non era molto bello in questi casi.
Non avevo nemmeno il coraggio di andare a raccontarlo a mia madre,
tanto non mi avrebbe capita, non mi mandava da sola a Londra.
Era tutto difficile e improvviso, non smettevo di tremare, quel
concerto era importante per me. Miley non veniva in Europa da tanto
ormai e non potevo non andare.
Avevo paura che poi non tornasse, e avrei perso tutto.
Era già Gennaio, mancavano pochi mesi al concerto e non
potevo rischiare di perdere il biglietto.
Così mi venne una grandissima idea, trovare un lavoro.
Era l'unica soluzione, trovavo un lavoro e mi compravo il biglietto da
sola.
Poi si vedeva come andare a Londra, intanto evito di rischiare di non
riuscere a prendere quel cavolo di biglietto.
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Capitolo 2 *** ci riuscirò? ***
era
già il mattino seguente e decisi di uscire con Casey, lei
sapeva tutta la storia del concerto, e sapeva che volevo trovarmi un
lavoro.
Partimmo e in macchina iniziammo a parlare.
C: Dove vorresti andare a lavorare?
A: Non so, proviamo in un bar o una pizzeria?
C: Oh, si conosco un bar perfetto, puoi farci i turni lì. E
ti pagano pure abbastanza.
A: Bhè? Andiamo.
C: Sai che ci verrò pure io al concerto vero? HAHAHA
A: Ovvio, si, ma tu hai 20 anni e puoi andare tranquillamente, io ne ho
17.
C: Verrai con me, mamma sa che sono responsabile.
A: HAHAHAH ma troppo si.
*arrivammo in quel bar*
C: Salve, questa è mia sorella e cercava lavoro, volevamo
sapere se..
X: Oh, si, ci servirebbe una barista. Sei disposta? Non è un
lavoro facile.
A: Sono pronta a tutto.
X: Perfetto lasciami il tuo numero di telefono e ti chiamerò
quando mi servi.
A: *********** Perfetto, grazie mille, arrivederci.
X: Grazie a voi!
*tornammo a casa*
Come al solito la mamma fece l'interrogatorio, non ne potevo
più.
A volte si lamenta perchè con lei non parlo molto con lei,
ma come faccio?
Non riesce a capirmi, quando parlo di Miley, cambia discorso
all'istante e non gliene frega nulla della mia vita. Sono inutile per
lei.
Così un giorno decisi di affrontarla.
A: Ei, mamma?
M: Dimmi.
A: Sai, ad Aprile c'è un concerto di Miley a Londra, so che
è un pò lontano ma credo che se andrei con...
non mi lasciò finire di parlare.
M: Ah, vai ad aiutare papà in garage, sta sistemando gli
scatoloni.
A: Mamma mi ascolti quando parlo?
M: Si si vai da papà adesso.
A: Mamma come fai a trattarmi così? come?
M: Io ti tratto benissimo ok? Smettila di lamentarti.
Andai via con le lacrime che mi rigavano la faccia, mi sdraiai nel
letto e chiusi la porta a chiave, non facevo che sentire le
urla di mia madre contro di me. E' insopportabile questa vita. Non
riuscirò a resistere a lungo.
L'indomani mattina mi chiamò quello del bar e mi disse di
andare a lavorare lì, la sera.
Mi disse che mi avrebbe pagata 10€ a serata per ora, e a me
andavano bene, considerando che dovevo andarci quasi tutte le sere.
Così la sera andai lì, e tornai a casa che erano
le 02:30 di notte, e mia mamma era seduta nel divano ad aspettarmi.
M: Cosa hai fatto fin'ora? Eh? Sei stata con uno vero?
Lei non sapeva che lavoravo, non volevo.
A: Mamma non sono affari tuoi.
M: Ah non sono affari miei? Ma vattene a quel paese.
A: Grazie.
M: L'ho detto che sei diversa, non sei come tutti gli altri, sei
un'estranea, sei uno scherzo della natura, ecco cosa sei.
Quelle parole le ricorderò per tutta la vita..
A: Spero solo che quando sarò grande non
diventerò così con mia figlia.
M: Così come eh?
A: Così bestia come te. Mi tratti peggio di un animale.
M: TU SEEEEEI UN ANIMALE.
A quella frase presi la borsa con i miei soldi e la mia roba, i miei
cd, e tutto ciò che mi rimaneva e uscii di casa.
M: Toorna subito qui.
A: Non mi rivedrai mai più promesso.
Non sapevo più dove andare, ero senza casa, senza soldi,
senza cibo ed era notte fonda..
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