Sangue di Strega

di Icy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 27 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Sangue di Strega


- Capitolo 1 -

 


E' passato un anno da quando ci hanno sbattuto al centro di riabilitazione di Roccaluce. Non si sa come sia potuto succedere, ma ce l'abbiamo fatta, anche se i templari continuano a controllarci, oggi è il primo giorno fuori da quel posto. Purtroppo ci hanno anche sottratto i poteri, paura di una vendetta? Forse.
La gente per strada ci guarda, ci scruta impaurita, sanno chi siamo, ma non perché siamo qui.
Mi sento addosso gli occhi della gente basita, che quando ci vede attraversa la strada per non incrociarci sullo stesso marciapiede, le mamme spaventate si allontanano trascinando con sé i loro figli.
- Chi sono mamma?- chiede una bambina, bionda con gli occhi grandi e azzurri. Un piccolo angioletto, stomachevole.
- Te lo dico dopo, adesso vieni! - risponde la madre con voce quasi tremante, ma che vorrebbe essere sicura e tranquilla, mentre la trascina in una strada alternativa. Non riesce a toglierci gli occhi di dosso, riesco a vedere la paura, la rabbia, il rancore che prova nei nostri confronti.
Mi scappa un sorriso, ma non è allegro, solare, amichevole. Al contrario, lascia trasparire un velo di crudeltà. Ma come non sorridere, ricordando tutti i bei momenti trascorsi a Magix? Vedere che la gente si ricorda di te e ne è ancora spaventata. Ma mi ricordo che non devo cedere all'impulso di divertirmi a modo mio, spaventare la gente di proposito per puro divertimento è una cosa sbagliata.
Niente pensieri cattivi, per oggi almeno. I Templari ancora possono controllarci, ma solo per oggi.
Nessuno l'avrebbe mai immaginato: le Trix fuori da Roccaluce per buona condotta. E' palese però, non siamo diventate realmente buone, abbiamo recitato bene la nostra parte.
- Dove stiamo andando? - chiede annoiata Stormy.
- Il solito posto. - rispondo. La conversazione finisce lì, Stormy sa cosa intendo.
Camminiamo ancora per un paio di minuti, per poi fermarci davanti ad un piccolo bar.
Entriamo, gli occhi di tutti sono nuovamente su di noi. Ci avviciniamo con passo sicuro al bancone.
- Ma guarda guarda chi si rivede! Le care e vecchie Trix! - ci accoglie il barista, un ragazzo di nome Alexander, detto Alex. Non si è dimenticato di noi, ci conosce e probabilmente è l'unico che non ha paura di noi. Quando non eravamo ancora classificate come "Nemiche della Dimensione Magica" e frequentavamo la scuola delle streghe di Torrenuvola, quel bar era il nostro ritrovo giornaliero.
- Vecchio sarai tu! - rispondo, con un tono scherzoso.
- Come mai da queste parti? Non eravate a Roccaluce? - chiede.
- Libertà vigilata, siamo diventate buone - risponde Darcy, facendo cenno con la testa verso le nostre coroncine verdi. Odiose coroncine che controllano i nostri pensieri.
- Carine. - riesce appena a dire, cercando di trattenere le risate, ma come non capirlo?
- Il solito? - chiede, una volta che si è ripreso.
- Ovvio - dico, poi mi giro verso Darcy e Stormy - voi andate a sedervi, porto io da bere.
Le mie sorelle si allontanano dal bancone per andarsi a sedere al tavolo nell'angolo sinistro del locale.
Sembra tutto tranquillo. Sembra.
Sento qualcuno prendermi per il polso e trascinarmi all'indietro, nel giro di due secondi sono tra le braccia di un perfetto sconosciuto.
- Ciao - mi dice. E' un ragazzo, non può avere più di vent'anni. Ha i capelli ondulati, morbidi e biondissimi, la pelle è chiara e ha il fisico di una statua. Sarebbe un bel ragazzo se non fosse per gli occhi, rossi come il fuoco.
- Mollami. - rispondo secca, cercando di distogliere lo sguardo da quegli occhi.
- Io sono Andrew - risponde, come se non mi avesse sentito.
- E io sono quella che ti farà a pezzi se non mi lasci andare, ADESSO! - rispondo, accigliandomi.
- Come siamo scortesi - risponde con un tono quasi dispiaciuto.
- Lascia andare nostra sorella! - dice Darcy, avvicinandosi insieme a Stormy e ad altre persone, ma un'occhiata del ragazzo basta a fermare tutti, che rimangono bloccati con uno sguardo vacuo. Approfitto del momento di distrazione del ragazzo per cercare di liberarmi. Dimenarmi non serve a niente, lo so, quindi passo subito alle maniere forti, con tutta la forza che ho gli schiaccio il piede stando attenta a usare il tacco, alto e fine, in altre parole letale. Succede una cosa che non mi sarei mai aspettata, lui non si muove, in compenso il tacco si spezza sotto il mio sguardo stupito.
- Di cosa sei fatto? - urlo, alzando lo sguardo dal mio tacco rotto. Questa volta però non sono i suoi occhi a catturare la mia attenzione, ma il sorriso. Un sorriso bellissimo, ha i denti bianchi, perfetti, un solo piccolo difetto: i canini, lunghi e appuntiti.
L'istinto prende il sopravvento su di me, ma sono ancora abbastanza lucida da ricordarmi che non ho i poteri. Metto la mano libera sul bancone, alzo le gambe e appoggio i piedi sul suo petto per poi spingermi indietro, lontano da quello strano tipo. Riesco a liberarmi, ma finisco in terra. Mi giro di scatto e noto che il ragazzo ha tentato di mordermi..

- Chi sei? Cosa sei?? - urlo, come se fossi nel bel mezzo di una crisi di nervi. Il cuore mi batte talmente forte da rimbombarmi nelle tempie. Il ragazzo mi si piazza sopra e mi fissa con quei profondi occhi rossi.
"Sono un vampiro, streghetta dal profumatissimo sangue" Le sue labbra non si stanno muovendo, perché sta sorridendo, un sorriso temibile, che incute paura. Quelle parole le sento io, sono nella mia testa. Spalanco gli occhi, incredula. Cerco di allontanarmi, ma il ragazzo mi blocca per i polsi e si mette carponi su di me, sono in trappola.
- Non puoi scappare, lo sai? - dice, con un tono tranquillo e divertito.
- Lasciami andare! - La mia voce esce con un tono supplichevole, come se avessi paura di quello strano essere che poco prima si è presentato come un vampiro.
- Cosa vuoi da me?? - urlo più forte.
- Il tuo sangue.
Quell'affermazione mi fredda. Cosa vuol dire? Cerco di divincolarmi, ma non serve a niente, la sua stretta è troppo forte per poter competere con me, una strega senza poteri. Mi fermo un attimo per fissarlo, i nostri visi sono tanto vicini che riesco a sentire il suo respiro sul mio collo.
- Non farà male, brucerà solo un po' - dice in tono sardonico, mentre si avvicina lentamente a me. Cerco di opporre resistenza, ma è inutile, riesce a spostare il mio viso usando il suo, appoggia delicatamente le sue labbra sul mio collo. Un brivido mi corre su per la schiena, la sua pelle è perfino più fredda della mia. Sento i suoi canini esercitare una leggera pressione sul mio collo, precisamente sulla mia carotide. Sono spacciata, cerco di non irrigidirmi troppo, magari farà meno male. Chiudo gli occhi.
Sento un tonfo e all'improvviso quel ragazzo non è più sopra di me. Apro gli occhi e vedo Darcy con una sedia in mano.
- Nessuno ipnotizza la strega dell'oscurità: Nessuno! - dice, fissando Andrew.
Ma il ragazzo sembra non averla neanche sentita, sta ancora guardando me. Si sta passando la lingua sulle labbra.
- Per questa volta ti è andata bene, la prossima chissà. - dice, rialzandosi e andando via.
Sento un formicolio sul collo, dove fino a pochi secondi prima c'erano i suoi denti. Mi porto d'istinto la mano al collo per sentire qualcosa di denso e liquido, allontano la mano per guardarla e vedo che è sangue.
Non capisco più niente, la gente mi vede, mi parla, ma non la sento, non la vedo.
Sono in pericolo, tutti siamo in pericolo. Dovevo dare l'allarme, o forse no? 
In quel momento volevo solo tornare a Roccaluce.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


- Capitolo 2 -


 

Sento uno strano brusio, il pavimento ruvido e freddo sotto il peso del mio corpo. Apro gli occhi, ma la luce mi costringe a richiuderli. Il brusio diventano parole.
- E' pallidissima, spostatevi e lasciatela respirare! - dice una voce maschile, che non riesco a riconoscere.
- Ma quella è Icy, una delle Trix! - dice tremante una voce femminile.
Provo ad aprire di nuovo gli occhi, più lentamente, dandogli il tempo di adattarsi alla luce. Vedo tanta gente chinata su di me, Darcy e Stormy sono in ginocchio alla mia destra e mi tengono la mano, mentre Alex mi sta medicando il collo.
Cerco di mettermi seduta e subito le mie sorelle cercano di aiutarmi. Sento una fitta alla testa, ci porto la mano, apro del tutto gli occhi e la gente comincia a parlare.
- Come stai?
- Ti ha fatto male?
- Ma chi era quel tizio?
- Ti ha morso?
- Sei davvero Icy?
- Non dovreste essere a Roccaluce?
Troppe domande.
- Basta! - urlo, nonostante il cervello mi stia martellando nella testa. Tutti si chetano in quell'istante.
- Bene. No. Non lo so. Non mi ha morso. Sì. Libertà vigilata. - rispondo secca ad ogni domanda che mi fanno. Sbuffo irritata, vorrei solo essere lasciata sola, almeno per il momento.
- Icy questo è il tuo tacco, con un po' di colla posso sistemarlo - dice il barista porgendomi il tacco spezzato.
- Mi faresti un enorme favore, sai?
Alex si allontana e va nel ripostiglio dietro il bancone per prendere la colla, mentr io mi levo lo stivale. Quando torna glielo porgo e il barista mi riattacca il tacco. Dopo qualche secondo posso rimettermi lo stivale, mi alzo e faccio qualche passo di prova.
- E' perfetto - dico, girandomi verso di lui che mi guarda speranzoso, mentre si avvicina a me. Spera che lo ringrazi, anche se sa che non lo farò.
- Beh, ci si vede in giro. Andiamo sorelle - dico mentre mi avvio verso l'uscita. Con un cenno della mano richiamo le mie sorelle che mi seguono. Darcy si avvicina a me.
- Cosa ti ha detto, prima di cercare di morderti? - mi sussurra all'orecchio.
La guardo, non capisco la sua domanda, c'era anche lei, l'ha sentito, o forse no?
- Intendo telepaticamente - dice, come se avesse letto il mio pensiero.
- Oh.. Te lo dico dopo - rispondo, voglio prima trovare un luogo più sicuro.
Lo sguardo impaurito delle persone diventa quasi curioso, continuano a seguirci con gli occhi, ma non sembrano più untimoriti come prima.
- Aumentate il passo - dico alle mie sorelle.
Non voglio più essere al centro dell'attenzione di tutti, vorrei mettermi ad urlare, dire a tutti di smettere di fissarmi, di lasciarmi stare.
Sento pulsare la ferita sul collo, sembra che voglia che la gente la veda. Vado più veloce.
Come cambiano le cose, fino a poche ore fa volevo essere al centro dell'attenzione, ma per essere temuta.
- Non correre! - mi urla dietro Stormy, che non riesce a tenere il mio passo.
Non rispondo, mantengo il passo e faccio finta di niente.
Sento Stormy correre e raggiungermi, arrancando.
- Si può sapere dove diavolo stiamo andando? - chiede irritata, guardandomi accigliata.
- Dopo lo vedrai, ora non posso dirlo - rispondo continuando ad andare avanti.
Stormy si ferma e mi fissa.
- Icy! - urla e rinizia a correre per raggiungermi.
La sento sbuffare, ha anche il fiato grosso. Sbuffo anche io e rallento leggermente la mia maratona.
- Contenta adesso?
- Sì. - risponde acida Stormy.
Un po' mi sento in colpa, lei in fondo non mi ha fatto niente, ma lascio perdere e mi concentro sulla strada.
Ci vorranno diversi minuti prima di arrivare a destinazione, forse sarebbe meglio prendere l'autobus, anche se dovremo camminare tanto lo stesso.
Vedo una fermata dei mezzi pubblici, mi sembra di ricordare che l'autobus che ci serve passi proprio di lì. Lancio un'occhiata all'orologio, non dovrebbe mancare molto.
Mi fermo di colpo e sento che le mie sorelle mmi imitano.
- Ma che ti prende!? - urla Stormy, che si è portata una mano sulla milza mentre cerca di non far notare che ha il fiatone.
- Prendiamo l'autobus - dico, girandomi per guardare le mie sorelle, che si stanno scambiando uno sguardo interrogativo.
Alzo lo sguardo al cielo e mi appoggio ad un muro lì vicino.
Stormy si siede, mentre Darcy resta in piedi, fissando la strada.
- Aah! Che male i piedi! Icy ti sto odiando. - si lamenta Stormy tra se e se, mentre si massaggia i piedi.
Faccio finta di niente e continuo a fissare la strada.
"Sono un vampiro, streghetta dal profumatissimo sangue!", queste parole mi rimbombano nella testa. Mi mordo il labbro, continuo a non capire il loro significato. So solo che non promettono niente di buono.
- Sta arrivando l'autobus - dice calma Darcy, girandosi per guardarci.
Appena l'autobus si ferma ci saliamo sopra e ci mettiamo a sedere in fondo.
- Come facevi a sapere che era questo l'autobus che voleva prendere Icy? - chiede Stormy a Darcy.
- Intuito - risponde calma nostra sorella.
Stormy si gira verso il finestrino, appoggia il mento sulla mano e guarda fuori, con sguardo quasi assente.
- Guardate! Quella è la strada dove abbiamo combattuto per la prima volta contro le Winx.
Mi giro verso il finestrino. Non è cambiato nulla, è sempre una strada buia, a fondo chiuso, con i bidoni all'aria.
- Bei tempi, eh? - dico, prima di sentire una lieve scossa attraversarmi il corpo. Giusto, niente pensieri cattivi, niente azioni malvage, possono ancora sentirci..
- Che succede Icy?
- Niente Darcy, solo vecchi ricordi che tornano a galla nei momenti meno opportuni.
Nessuno dice più niente.
- La prossima è la nostra fermata - dico.
Quando l'autobus si ferma scendiamo. Siamo vicine a Selvafosca. Ci addentriamo nel bosco, sempre senza parlare.
Dopo una manciata di minuti il bosco s'infittisce, diventando un po' più tetro agli occhi di un comune mortale. Dobbiamo stare attente alle buche e alle radici.
- Non dovremmo essere qui, lo sai Icy?
- Sì Stormy, lo so. Ma probabilmente è l'unico luogo in cui possiamo parlare tranquillamente senza che nessuno ci disturbi. - dico. Le mie sorelle non sembrano convinte, ma io sì, in fondo non gli chiedo molto, solo di fidarsi.
A mano a mano che si va avanti gli alberi inziano a sparire e il sole ricomincia ad accarezzarci la pelle.
Arriviamo davanti ad una specie di dirupo.
- Siamo quasi arrivate - dico mentre mi avvio verso una rampa di scale scolpite sul bordo della parete.
- Rimpiango tanto i miei poteri e soprattutto l'abilità di volare. - dice Darcy, guardando gli scalini e cercando ogni possibile appiglio sulla parete.
- Come ti capisco - concorda Stormy.
- Manca poco ormai - informoio prima di fermarmi davanti ad un masso più scuro rispetto agli altri.
C'è una forte carica negativa che non posso non trovare piacevole.
Mi avvicino al masso e allungo la mano, non riesco a toccarlo, la mano passa oltre.
Sorrido e attraverso del tutto il masso, seguita dalle mie sorelle.
-Darcy, Stormy, bentornate nel covo di Valtor.

Ciao a tutti! Ci sono talmente tante cose che vorrei dirvi che non me ne viene in mente neanche una! =D
Allora, vorrei ringraziare chi segue/ha recensito la mia storia/il primo capitolo, mi ha fatto davvero molto piacere!
So che come storia non è la migliore del mondo e, me ne rendo conto, è abbastanza fuori da gli schemi. Ma lo sono anche io, sicché dovete accontentarvi di quel che avete (?)
Essendomi dimenticata la nota d'autore del primo capitolo mi toccherà scrivere qui quello che volevo dire: questa storia mi è venuta in mente dopo aver letto svariati libri con vampiri come protagonisti, lo ammetto, come creature oscure immortali in quanto, se così vogliamo dire, già morti, mi intrigano tantissimo, ma il mio cuore al momento è occupato da streghe e tritoni (ogni riferimento ad Icy e Tritannus è puramente casuale!) Poi è arrivata la quinta stagione, in cui le Trix sono finite in una cella sott'acqua... Ma alla fine della terza stagione piangevano per il ritorno a Roccaluce...
Qualquadra non cosa. Questa è la mia versione, come sono andate le cose dal mio personalissimo punto di vista.
Ps: Se qualcuno avesse in mente una storia analoga, della serie "cosa fanno le trix nella quarta stagione per cambiare prigionia?" faccia pure, per me non è un problema. Onde evitare che la nota d'autrice diventi più lunga della storia mi fermo qui. Un bacio dalla vostra affamatissima Icy
(Sì, è mezzanotte e non ho ancora cenato)

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


- Capitolo 3 -
 


Il covo è diverso, le pile di libri sono sparite, non c'è rimasto più niente.
Ci sediamo a terra in cerchio.
- Allora, cosa ti ha detto telepaticamente quel tizio, Icy?
- Ti ha parlato telepaticamente?!
- Sì Stormy.. Comunque mi ha detto di essere un vampiro e..
- E..?
- E ha detto qualcosa a proposito del mio "profumatissimo sangue".
- Ha tentato di morderti, vero?
- Sì Stormy, ma non ci è riuscito.
- Dici? - risponde indicando la cicatrice di un morso sul mio collo.
- Ci ha provato. - dico allontanandomi un po' mentre cerco di nascondere la cicatrice con una ciocca di capelli.
- Piuttosto a voi cos'ha fatto? Quando vi ha guardate siete rimaste immobili, come se vi avesse..
- Ipnotizzato. - dice Darcy.
- Io non ricordo. - dice Stormy.
- E' normale, succede sempre così. Per esempio l'anno scorso quando Valtor ti ha ipnotizzata..
- Quello me lo ricordo. - dice secca Stormy, diventando scura in viso. Non si era ancora perdonata il fatto di aver aiutato le Winx, anche se non aveva il pieno controllo di sé.
- Non puoi ricordartelo, lo sai perché te lo abbiamo raccontato noi. - risponde Darcy.
- No Darcy, ti dico che me lo ricordo! - dice Stormy, alzando la voce.
- No, non puoi. - risponde con la solita calma Darcy.
- Era una cosa diversa, quello era un incantesimo di Oppositus. - faccio notare io, zittendo entrambe.
- Quindi siamo in pericolo? - chiede Stormy fissando il terreno.
- Non saprei, forse sì, forse no. - rispondo seria. Cerco di non far trasparire la mia insicurezza.
- In ogni caso è meglio stare attente, non mi è piaciuto quel succhiasangue. - dice Darcy.
- Neanche a me, ha troppa resistenza, è forte e sa far entrare in trance le persone - noto io, stando attenta a non usare la parola "Ipnotizzare".
- C'è riuscito anche con me, ma non capisco come possa aver fatto. - sussurra appena Darcy, anche lei abbassando gli occhi.
- Ma tu sei riuscita a contrastarlo, no?
- Sì Icy, ma non mi era mai successo.
- Considera che oggi non hai neanche i poteri.
- Sì, però.. Va beh, lasciamo stare.
Darcy è un po' giù di tono, è stato un colpo basso per lei lasciarsi ipnotizzare.
- In ogni caso dobbiamo stare attente. - continua.
- Tanto ci penseranno le Winx. - risponde quasi in un sussurro Stormy, sempre fissando il terreno.
- Cosa? - chiedo io.
- Di solito le fatine risolvono tutti i problemi, no?
- Quindi?
- Quindi dobbiamo stare attente solo finché non ci penseranno le fatine. - conclude Darcy, con una punta d'amarezza.
L'idea di farmi "salvare" dalle Winx è una vera e propria ferita al mio orgoglio di strega.
- Da' fastidio anche a noi questa situazione. - dice Darcy, notando il mio cambiamento d'espressione.
- Va beh, lasciamo perdere - dico girandomi. Non voglio parlare delle fate, la mia recita non è ancora terminata.
Alzo lo sguardo e noto tre sporgenze, so per esperienza che non sono frutto della corrosione naturale della pietra.
- Guardate lì, vi ricordano niente? - chiedo sorridendo. Indico con la mano le tre sporgenze e vedo che anche le mie sorelle stanno sorridendo.
- L'amore fa male, soprattutto quando si scopre che l'uomo che apparentemente sembra un figone è in realtà un mostro rosso. - dice Darcy, scatenando una risata generale.
- Dopo quest'esperienza penso che non m'innamorerò più. - affermo, sicura di me stessa.
- Certo, come no. - dice Darcy, con un sorrisetto strano.
Le mie sorelle si scambiano uno sguardo d'intesa.
- Ed il barista? - chiede Stormy, con lo stesso sorriso malizioso dipinto sul viso.
- Che c'entra lui, adesso?
- Dai Icy, si vede che ti mangia con gli occhi!
- Stormy ha ragione, l'hai visto oggi quando ti ha rimesso lo stivale? Com'è stato delicato? Sembravate Cenerentola e il Principe Azzurro!
Le mie sorelle iniziano a ridere, mi mordo il labbro cercando di tranquillizzarmi.
- Ma state zitte! Siamo solo amici, anzi, alla fine siamo solo conoscenti visto che non sappiamo niente dell'altro. - rispondo tranquilla.
- Va bene, come vuoi tu - dice Stormy, anche se sembra dispiaciuta di aver troncato così il discorso.
Ci furono diversi secondi di silenzio.
- Ma avete visto come ci guardava la gente, stamani? - dice ad un tratto Stormy, quasi euforica.
- Sì, l'abbiamo notato. - dice Darcy, accennando un sorriso.
- Siamo ancora temute e rispettate!
- Fanno bene a temerci, no? - chiedo io, con un pizzico di malizia.
- Certo che fanno bene! E pensa a quando ci ridaranno i poteri! Non vedo l'ora di rivedere le fatine per.. - Stormy è partita per la sua tangente, a bloccarla è lo sguardo straripante di preoccupazione di Darcy. Un anno di recitazione potrebbe svanire come fumo per colpa di poche parole.
-.. Per scusarmi di tutte le azioni cattive che ho commesso. - si affretta a dire Stormy, cercando di far sembrare la sua frase sincera, anche se si nota molto l'ironia nelle sue parole.
Darcy tira un sospiro di sollievo, Stormy si è ripresa giusto in tempo.
- Adesso cosa avete intenzione di fare? - chiedo alle mie sorelle.
- Non saprei Icy, il sole sta quasi per tramontare, direi di partire tra un paio di minuti. - propone Darcy, mentre Stormy annuisce.
- Okay, "godiamoci" questi ultimi minuti senza poteri. - rispondo, cercando di restare tranquilla, anche se in realtà dentro muoio dalla voglia di riavere i miei poteri.
Passano in silenzio alcuni minuti.
- Non so voi, ma io sono stanca di aspettare - annuncia ad un certo punto Stormy, alzandosi in piedi.
- Concordo in pieno, sorellina, andiamo.
Ci alziamo anche io e Darcy e ci avviamo tutte e tre all'uscita. Fuori il cielo si è colorato di mille sfumature rosse che presto lasceranno il posto alla luna e alle tenebre.
- Bene, andiamo a "prendere" i nostri poteri.
- Finalmente! Un solo giorno in più senza poteri e avrei dato di matto! - ci fa notare Stormy.
- Anche con i poteri dai di matto, Stormy. - la canzone Darcy.
Nostra sorella non risponde, sa che la stanno ancora controllando.
- Da domani torniamo ad essere streghe... buone. - dico, lanciando un'occhiata complice alle mie sorelle. Non c'è bisogno di spiegare cosa intenda con "buone".
Ci allontaniamo da Selvafosca, lanciando occhiate circospette qua e là.
Dopo un paio di minuti ci fermiamo e sfioriamo con la mano le nostre coroncine verdi. Queste si illuminano e ci teletrasportano direttamente davanti al portone del centro di riabilitazione.
Insieme alle mie sorelle spingiamo le maniglie e apriamo il portone.
Entriamo tranquille, non c'è nessuno ad aspettare il nostro arrivo.
- Sorelle ferme! Lo sentite? - dice Darcy, fermandosi e facendoci cenno di stare i silenzio. Io e Stormy la imitiamo, in ascolto.
Si sentono dei passi, come se qualcuno stesse correndo.
Sono i templari e stanno correndo verso di noi. Io e le mie sorelle ci scambiamo uno sguardo interrogativo.
Mentre corrono urlano, ma non riesco a capirli.
Si stanno avvicinando, adesso riesco a distinguere con chiarezza le loro voci: stanno urlando il mio nome.



Ciaoooooooo! Mi sto meravigliando di me, in tre giorni tre capitoli, mi sento potentissima! LOL
So che anche questo non è un capitolo esattamente attivo, ma spero vi piaccia lo stesso.
Ringrazio da morire tutti coloro che hanno recensito la mia storia, seriamente, vi amo! :*
E stavolta ho cenato, sicché vi saluto qui, baci
Icy

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


- Capitolo 4 -


 

Le mie sorelle mi guardano, scioccate.
- Cosa hai combinato, Icy?
- Non ne ho idea, Stormy.
I templari sono sempre più vicini, mi costringo a reprimere la voglia di scappare, resto immobile. Non sono intimorita, ma vorrei qualche chiarimento.
Sono sempre più vicini.
- Icy!
Sono a poco più che un paio di passi da me.
- Icy!
Mi hanno accerchiata, a condizioni normali volerei via o in ogni caso reagirei, invece sto ferma.
- Come stai?? - dice un templare dai capelli castani. Sembra preoccupato.
- Bene, perché? - chiedo.
- Abbiamo visto cos'è successo oggi al bar, con quel ragazzo. - spiega il templare.
- Ah.. - questo spiega tante cose.
Io e le mie sorelle tiriamo un sospiro di sollievo, senza darlo a vedere. Non avevamo fatto niente di male, i templari erano solo preoccupati per la mia incolumità.
- Abbiamo cercato di raggiungervi, ma quando siete scese dall'autobus abbiamo perso il segnale. Dove eravate?
- A Selvafosca. Volevo restare sola con le mie sorelle senza che la gente mi guardasse come.. come se fossi un mostro.. - dico con voce tremula, come se fossi sul punto di piangere. Noto lo sguardo stranito delle mie sorelle, ma le lascio perdere.
Quindi il covo di Valtor è ancora un luogo oscuro agli occhi altrui, questa è decisamente una buona notizia.
- Su Icy, vedrai che la gente cambierà presto idea. - cerca di consolarmi un templare biondo, che mi da' una sonora pacca sulla spalla, per poco non cado a terra, ma faccio finta di niente, mantengo gli occhi bassi.
- Lo spero. - dico alzando lo sguardo, con gli occhi lucidi.
- Dai, siete brave ragazze, ve la caverete!
Certo. Brave ragazze.
- Direi che per voi è giunta l'ora di andare. - dice il templare castano, aprendo una scatola dalla quale escono tre scintille colorate che spariscono al contatto con la nostra pelle.
Sento l'energia scorrermi impetuosa nelle vene, vengo scossa da una scarica d'adrenalina. Mi formicolano le mani, mi sono mancati i miei poteri magici.
Le coroncine verdi ci spariscono di dosso.
- Siete libere, speriamo di non rivederci - dice sorridendo il templare biondo.
Io e le mie sorelle salutiamo e ci allontaniamo.
Una volta uscite dal palazzo che per un anno ha rappresentato la nostra prigionia non possiamo che esultare.
- Ce l'abbiamo fatta!! - urla Stormy saltando addosso a me e a Darcy
- E' incredibile, finalmente libere! - esulta Darcy, liberandosi dalla presa di Stormy e aggiustandosi gli occhialini arancioni.
- Già, sembra un sogno! - conferma Stormy.
- Se così fosse, non osate svegliarmi! - dico io.
Quando dissolviamo del tutto l'abbraccio il sole è sparito, lasciando il suo posto alla flebile luce della luna. Adesso è davvero tardi.
- E ora? Dove andiamo? - chiede Stormy.
- Non credo che la Griffin sia disposta ad accoglierci a braccia aperte. - fa notare Darcy.
- Infatti torniamo al covo di Valtor.
- Perché?
- Non so te, Darcy, ma di dormire su una panchina del parco non ne ho molta voglia, in più là siamo al sicuro da tutto e da tutti. - spiego io.
- Vero, probabilmente è il posto migliore in cui rifugiardi. - dice annuendo Stormy.
- Sì, avete ragione.
- Bene, allora andiamo. - dico io e, per la felicità di Stormy, schiocco le dita e ci ritroviamo davanti al covo. Entriamo e ci sistemiamo alla mano peggio sul terreno.
- E' bello riavere i poteri. - dice ad un certo punto Stormy.
- Non posso che concordare. - dice Darcy, dopo aver trovato posa.
- Non vedo l'ora di utilizzarli di nuovo nelle battaglie con quelle odiose fatine. - esclama Stormy, sognante.
- Ormai è solo questione di un paio di giorni. - dico io.
Poi torniamo in silenzio, mentre cadiamo lentamente tra le braccia di Morfeo.

Apro lentamente gli occhi, mi sento indolenzita. Mi metto seduta e mi stiracchio, poi mi alzo.
Le mie sorelle stanno ancora dormendo, quindi decido di uscire per fare due passi e far ossigenare il cervello.
Mi scuoto di dosso la terra ed esco.
Non so che ore siano, ma è appena il crepuscolo, da dietro gli alberi di vedono i primi timidi raggi del sole.
Il cielo è limpido, blu con sfumature violacee.
Soffia un leggero venticello, molto fresco, che fa muovere i rami più deboli degli alberi.
Respiro quanto più ossigeno i miei polmoni possono accogliere ed espiro lentamente, non mi sento esattamente riposata, in un certo senso mi mancano le distese d'erba di Roccaluce.
Non è vero, ma erano comunque più comode di dormire per terra.
Resto in piedi, chiudo gli occhi e mi godo il silenzio. E' passato così tanto tempo dall'ultima volta in cui sono rimasta sola a godermi il silenzio, senza dover pensare a niente. Solo per restare sola con me stessa.
Sento uno scricchiolo, come se qualcuno avesse schiacciato un rametto mentre cercava di fare il furtivo, vengo riportata bruscamente alla realtà.
- Chi è stato? - dico a voce alta. Mi giro, ma è ancora troppo buio.
Sento un rumore dietro di me.
- Chi sei? Esci allo scoperto se hai coraggio! - dico, girandomi e preparandomi ad attaccare.
Dai palmi delle mie mani inizia ad irradiarsi una delicata luce azzurra, che diventa progressivamente più forte. Adesso riesco a vedere, ma non c'è nessuno, sono sola.
Forse è stato solo uno scoiattolo che scappava, o forse solo un po' di suggestione. Mi giro per rientrare,
- Forse non sei sola come credi. - mi sussurra qualcuno all'orecchio. Quella voce, la conosco! E' il vampiro di ieri.
Mi giro di scatto e attacco un albero. Di lui non c'è traccia.
- Dove sei?! Fatti vedere, Codardo! - urlo a squarciagola, continuando a girarmi per controllare di non averlo dietro.
- Ogni cosa a suo tempo. Sappi che non sarai mai sola. E un giorno otterrò ciò che voglio.
Continuo a girarmi, ma non c'è nessuno, sento la voce, ma lui non c'è.
Urlo, liberando parte della mia energia. Intorno a me gli alberi vengono coperti da uno spesso strato di neve, le foglie congelate. Inizia a nevicare.
Nessun rumore, nessun respiro, ci sono solo io. Codardo, ecco cos'è quel vampiro. Tutti sono bravi a prendersela con una strega senza poteri.
Rientro, le mie sorelle stanno ancora dormendo.
Decido di fare un giro per la grotta, cercando di non svegliare quelle due dormiglione.
E' ancora buio, perciò uso un prisma di ghiaccio per illuminarmi la strada.
Giro a vuoto, ma bene o male so dove sto andando, la grotta non è cambiata poi tanto. Ma proseguendo noto che ci sono tantissimi cunicoli che non ricordavo, eppure ho una buona memoria.
Prendo uno di questi nuovi cunicoli, ma finisco in un vicolo cieco.
- Perfetto. - dico tra me e me.
Mi appoggio alla parete, magari c'è una sorta di passaggio segreto, ma sembra solo una semplice parete. Torno indietro, ma la gonna mi si impiglia in qualcosa, mi rigiro, ma non c'è niente.
Solo allora mi accorgo di una maniglia invisibile: c'è una porta. La apro, ma rimango sulla soglia.
Non posso credere a ciò che ho davanti agli occhi. Chiudo rapidamente la porta e corro per andare ad avvisare le mie sorelle.

Ciaooo! :3
Ecco il quarto capitolo! So che al momento si sta affievolendo come storia, c'è poca azione, lo so, ma il prossimo capitolo sarà più dinamico, lo giuro çWç
Ringrazio ancora tantissimo tutti coloro che leggono/seguono/recensiscono la mia storia: sappiate che mi avete spronato tantissimo! Spero di non avervi troppo deluso con questo capitolo, sicché, che altro dire? Al prossimo! Baci,
Icy

Ps: Avevo scritto più di metà capitolo per It's a Love Like Romeo and Juliet, ma il computer non me l'ha salvato çç Domani lo riscriverò sperando anche di riuscire a postarlo.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


- Capitolo 5 -


 

Non so esattamente perché sto correndo, in fondo non è una notizia così importante, ma ormai sono davanti alle mie sorelle.. che stanno ancora dormendo.
- Darcy? Stormy? - dico, a voce troppo bassa. Le mie sorelle non si muovono di un millimetro, mentre vagano ancora nel mondo dei sogni.
- Sorelle? - dico a voce un po' più alta. L'unica reazione che ottengo è Stormy che mugugna e Darcy che si gira, sempre dormendo.
- Svegliatevi! - urlo spazientita, battendo un piede a terra. Stormy e Darcy sobbalzano, svegliandosi di colpo.
- Che succede!? - grida Stormy, fulminandomi con lo sguardo.
- Buongiorno. Devo farvi vedere una cosa.
- Cosa? - chiede Darcy, stropicciandosi gli occhi.
- Seguitemi. - rispondo, avviandomi verso i cunicoli. Le mie sorelle mi seguono, ancora mezze addormentate. Arriviamo davanti alla porta e mi fermo, le mie sorelle mi imitano.
- Beh? E' un vicolo cieco. - ci fa notare Stormy.
- Così sembra. - rispondo mentre afferro la maniglia invisibile per aprire la porta. Le mie sorelle spalancano gli occhi.
- E' una stanza.. - sussurra Stormy.
- No, sembra più un'abitazione. - la corregge Darcy
- Quindi? Cosa significa?
- Che non siamo sole, Stormy. Qualcun'altro è a conoscenza del covo. - dico io, entrando nella stanza.
Sembra un salotto, al centro della stanza c'è un divano con attorno delle poltrone che formano un semicerchio. Vicino alla porta c'è un mobile con alcune cavolate sopra ed un piattino, forse per le chiavi.Dal lato opposto alla porta c'è l'ingresso per un'altra stanza.
- Icy dove vai? Potrebbe esserci qualcuno.
- Non mi importa, Darcy, voglio sapere chi o cosa è qui e, soprattutto, perché. - rispondo andando nella stanza successiva. Niente di speciale, è una semplice cucina.
Un odore nauseante aleggia nell'aria,un odore che ricorda la carcassa di un animale morto e il sangue.
Arriccio il naso, la cucina porta ad altre tre stanze: il bagno, la camera da letto e una stanza con la porta chiusa.
Mi avvio verso quest'ultima, ma la porta è chiusa a chiave.
- Che succede Icy? - chiede Darcy, dopo avermi raggiunto insieme a Stormy.
- E' chiusa, ma ora risolvo. - rispondo, allungando le mani verso la porta.
- Schegge di Ghiaccio!
Sento una scossa d'adrenalina percorrere il mio corpo, l'energia depositarsi sulle mie mani per liberarsi con tutta la loro forza sottoforma di schegge di ghiaccio verso la porta, che va in frantumi.
Entro noncurante del casino, Darcy e Stormy fanno lo stesso.
- E' una specie di studio. - dice Darcy, guardandosi attorno.
La stanza è molto buia, anche questa un po' maleodorante, ma di muffa. C'è un mobile pieno di libri sul fondo della stanza, ma non sembrano libri appartenenti al nostro mondo. Al centro della stanza c'è una scrivania piena di fogli e calamai. Mi avvicino per scrutare meglio i fogli, da lontano sembrano schizzi di disegni degni di un bambino di sei anni.
Prendo in mano uno dei fogli. Gli scarabocchi e i ghirigori diventano parole.
- Sembrano appunti, qui si parla dell'Albero della Vita. - dice Darcy, guardando un foglio.
- Qua invece si parla di tutti i vari attentati alla conquista della Dimensione Magica e di come vengono fermati, ci siamo anche noi. Su quest'altro foglio ci sono le piantine delle tre scuola. - dice Stormy, giostrandosi con altri fogli.
- Il mio è un piano su come conquistare la Dimensione Magica.
- Cosa?
- Guarda. - rispondo a Darcy, mostrandole i fogli.
- Chiunque abiti qui ha le idee molto chiare e si è informato per bene. La causa principale di tutte le sconfitte è la magia delle fate. Non so chi ci sia dietro, ma vuole eliminare il problema alla radice, distruggendo l'Albero della Vita. - continuo.
- Ma così perderemo tutti i poteri, non solo le fate! Non ha senso! - dice Stormy.
- Forse non è una creatura magica. - ipotizza Darcy. Continuo a scrutare il foglio, so che le risposte sono lì, da qualche parte.Poi le trovo.
- Infatti non lo sono. Sono vampiri. - dico con voce ferma, senza distogliere lo sguardo da quei disegni.
- Ancora? - dice isterica Stormy.
- Cosa te lo fa pensare? - chiede Darcy curiosa.
- Questo. - le rispondo indicando un disegnino che rappresenta una qualche specie di essere umano con lunghi denti appuntiti che sorride ed è situato sopra le parole "Dimensione Magica".
- Questo ti ha fatto capire che si tratta di vampiri?
- Con una buona dose di intuito e di fantasia sì, direi di sì.
- Non sono molto bravi a disegnare. A dire il vero non hanno neanche molta fantasia. - dice Stormy guardando il disegno da varie angolazioni girando la testa.
-Concordo. - dice Darcy.
- Direi di continuare il giro della casa e di decidere dopo le nostre mosse. - dico dirigendomi verso la porta.
- Cos'hai in mente? - chiede Darcy. Mi fermo sulla soglia, con i progetti ancora in mano.
- Ci occuperemo noi di questa faccenda.
- Cosa?! Icy sei impazzita? Perché mai dovremmo farlo?
- E' una questione d'orgoglio, Stormy. Non mi farò salvare un'altra volta da Bloom, non voglio dare alle Winx più fama di quanta non ne abbiano già.
Nessuno aggiunge altro, sanno quanto mi bruci dentro il fatto di essere stata salvata per ben tre volte dalle fate. Avrei preferito morire in quei momenti, piuttosto che dover essere riconoscente a Bloom.
Stringo i pugni fino a farmi male con le unghie.
I ricordi si stanno prendendo gioco di me, tornando vividi nella mia mente.
La stanza intorno a me sparisce.
Io e le mie sorelle eravamo a Torrenuvola, nella nostra camera.
- Non riusciremo mai a studiare tutta questa roba per il test di domani. - si lamentava Stormy, mentre leggeva un enorme manuale, distesa sul letto.
Darcy era seduta sulla scrivania, anche lei presa dallo studio.
- Non se usiamo queste. - dissi io, nascosta sotto la coda da cavallo avevo una scatolina verde che tirai fuori ed aprii davanti alle mie sorelle, conteneva tre piccole "caramelle" rosa.
- Icy sei un genio! - esultò Stormy riconosciendo la mistura infernalis, una pozione in grado di farti ricordare ogni cosa rendendoti più attivo.
- Non ci faranno male? - domandò Darcy, mentre si avvicinava.
- Tsk, alle altre streghe non ha fatto niente e noi siamo di ben altra pasta. Prendetene una e domani riusciremo a passare il test senza aprire libro. - Mi sbagliavo.
Finimmo tutte e tre in coma, ci portarono ad Alfea, le Winx entrarono nei nostri sogni offuscati dalla mistura infernalis e ci portarono via, di nuovo verso la vita. Me mi salvò Bloom.
Il paesaggio cambia.
Ero in una discoteca, ero appena stata proclamata "Regina del Ballo" ed ero tra le braccia di Darko. Com'ero felice...
A fine serata mi riportò a Torrenuvola, prima di andarsene mi dette un bacio, sulla guancia, leggero.
Il giorno dopo mi disse che non poteva più frequentarmi, che mi dovevo dimenticare di lui e se ne andò, lasciandomi sola al molo.
Quando lui era ormai troppo lontano per vedermi venni attaccata brutalmente per finire tra le mani di un troll.
Pensavo fosse giunta la mia fine, ma a quanto pare mi sbagliavo. Sentii delle voci.
- Oh no! Ha preso Icy! - urlò una voce femminile.
- Voi andate ad aiutarla, io sistemo il troll! - E' Darko.
Sentii una presa delicata che mi aiutò ad alzarmi per allontanarmi dal pericolo, aprii gli occhi e la vidi. Sempre lei. Bloom.
Tutto si fa nero prima che tornino i colori.
Stavo combattendo l'ultima battaglia contro le Winx, quando eravamo ancora al potere. Mi aveva battuto, quella smorfiosetta dal cuore tenero mi aveva sconfitto, ma non mi lasciò affogare nel lago. Mi portò inerme ad Alfea, ad occuparsi di me e delle mie sorelle ci pensarono i templari.
Ritorno al presente, esco velocemente da quell'abitazione, seguita dalle mie sorelle.
- Conquisteremo la Dimensione Magica in un altro modo: sconfiggendo i vampiri. Dopotutto il fine giustifica i mezzi.

Yeee, e le Trix tornarono (più o meno) quelle di sempre, evviva il bene usato per fini malefici muahahahah!
Okay, torno in me...*si schiarisce la voce*
Ciaooo! :D
Visto che la profezia Maya è stata ritenuta nulla/uno scherzo e siamo ancora tutti insieme allegramente vivi direi che un nuovo capitolo per festeggiare sia il suo! :3 Allora.. No, non me li sono inventati i Flashback, magari ci ho messo del mio, ma sono tutti e tre reali. Il primo viene dal fumetto "Mistura Infernalis" che ha come protagoniste le Trix che spacciano appunto questa pozione che ricorda parecchio la droga, tant'è vero che le altre streghe ne vogliono sempre di più.
Il secondo flashback viene dai fumetti "Darko il nero" e "Amore di Strega" in cui torna una vecchia conoscenza (e fiamma) delle Trix, anche se in un certo senso "ricattato" Darko frequenterà per un certo periodo Icy, che l'ha ingannato in modo che sembrasse colpevole di aver fatto bere una pozione d'amore a Bloom (che donna che è, Icy!). Ma poi il padre non la ritiene una buona compagnia (<.<) e cercherà di farla fuori .-.
La storia dell'ultima battaglia, beh, episodio 26 prima serie ;D
Se avete bisogno di altri chiarimenti chiedete pure e recensite! (?)
No dai, comunque spero vi piaccia anche questo capitolo, un bacio,
Icy

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


- Capitolo 6 -


 

Siamo uscite da quella strana abitazione, ancora non sapevamo dove andare, ma sicuramente lontano dalla "tana del lupo".
- Adesso dove andiamo? - chiede Stormy, rompendo un silenzio che, forse, è durato troppo a lungo.
- Potremmo provare a Torrenuvola, ma resto dell'ipotesi che ci chiuderebbero il portone in faccia. - dice Darcy, incrociando le braccia.
Ti sbagli, non lo aprirebbero neanche il portone. - provo a scherzarci sopra io.
Le mie sorelle sorridono, proprio per non farmici rimanere male.
L'idea di dover lottare per il bene di Magix, andando contro ogni nostro ideale, con una buona possibilità di cooperazione da parte delle Winx è devastante. A tutto questo bisogna aggiungere il fatto di non essere bene in vista tra gli abitanti della Dimensione Magica, anzi, siamo del tutto indesiderate, possiamo dire di essere proprio a terra.
Non abbiamo un nascondiglio, nessuno è disposto ad aiutarci e dobbiamo fare i conti con un gruppo di famelici succhia-sangue. Direi che come vita da streghe "buone" ma libere è cominciata bene.
Ironia portami via.
L'unica cosa che ci spinge ad andare avanti è l'idea di Magix che si prostrerà ai nostri piedi, come ha fatto per tre anni con le fatine. Questa volta è il nostro turno.
- Potremmo andare in un qualche ostello. - propone Stormy, senza pensare ad una cosa importante: non abbiamo una lira.
- E poi? Paghiamo in natura? - dico, alzando gli occhi al cielo. Stormy non aggiunge altro.
Ci stiamo allontanando dal covo di Valtor, senza sapere ancora dove andare.
- Io direi di non pensarci adesso, studiamo prima quello stupido piano e cerchiamo di fermarli. Se magari la gente vede che vogliamo aiutare sarà più disponibile nei nostri confronti, no? - fa notare Darcy.
- Non hai tutti i torti, tu che ne dici Stormy?
- A questo punto va bene tutto.
Ci fermiamo in uno spiazzo nel bosco. Non siamo ancora uscite da Selvafosca, a regola dovremmo essere a qualche centinaio di metri da Alfea.
- Che c'è scritto su quei fogli Icy? - chiede Stormy, sedendosi sul prato. Io e Darcy la imitiamo.
Apro un foglio e le mie sorelle si avvicinano per guardare.
- Sembra uno schema. Questo dev'essere il primo punto. - dico, facendo scorrere il dito sul foglio.
Il primo punto è "Arrivare a Magix", continuo a far scorrere il dito seguendo il segmento che porta alla domanda "Mi temono?", lo schema si dirama in due risposte. La primaè "Sì" e finisce con il "Posso conquistare la Dimensione Magica senza problemi", io seguo la seconda risposta, ovvero "No". Porta al "Trovare un modo per farsi temere" ovvero "Attaccare qualcuno che già temono". Mi soffermo su quel qualcuno.
- Sono una pedina del suo stupido piano. - dico con voce mozzata dalla rabbia.
Darcy prende il foglio e continua al posto mio.
- Per lui l'importante è essere temuto. Infatti ecco di nuovo la domanda "Mi temono?".
- Non penso che sia sufficiente attaccare Icy una sola volta per essere riconosciuto come cattivo. - dice Stormy.
- Infatti la domanda ha ancora due risposte, in caso fosse no.. distruggerà le tre scuole.
- Maledetto succhia-sangue!! Non gli basta usarmi per i suoi stupidi piani, no, deve anche copiarmi le mosse! - sbraito, sfogandomi contro un albero lì vicino, che diventa di ghiaccio.
Darcy mi guarda e appena vede che mi sono relativamente calmata continua.
- A quel punto può conquistare la Dimensione Magica, gli basterà far morire l'Albero della Vita.
- Dobbiamo fermarlo, non tanto per Magix, quanto per i nostri poteri, non mi fido delle fate. - dice seria Stormy.
- E' una questione personale, ormai. - termino io, ancora con le braccia incrociate al petto.
- Quindi cosa... - comincia a dire Darcy, ma un botto la interrompe. Sembra provenire da Alfea.
- Stanno attaccando! - urliamo tutte e tre in coro, alzandoci in volo per raggiungere la scuola delle fate, io però perima di alzarmi in volo riprendo i piani del vampiro e me li metto in tasca.
Arriviamo sopra al giardino della scuola, non riusciamo a credere a ciò che vediamo.
- Le fate si stanno attaccando a vicenda! - esclama Darcy, incredula.
- Guardale bene Darcy, alcune fate hanno gli occhi rossi come.. - veniamo colpite da dietro prima che io riesca a finire la frase. Precipitiamo a terra, ma ci rialziamo quasi subito.
- Sapevo che dietro tutto qusto non potevate che esserci voi! - ci urla contro una fata vestita di rosa.
La riconosco subito per la voce e per l'acconciatura rossa.
- Mirta! Che diavolo vuoi? Lasciaci stare! - le urla contro Stormy.
- No, non vi permetterò di trasformare altra gente in.. in..
- Vampiri. Siamo qui per.... Aiutare. - rispondo io cercando la parola adatta. Mirta mi guarda storto, prima di riattaccarci.
- Come potete pensare che mi fidi di voi, siete solo delle creature crudeli e meschine! - ci urla contro con astio.
- Sogni d'oro Mirta. - dice calma Darcy, colpendola con un raggio ipnotico che la fa svenire.
- Grazie Darcy. - dico, prima di rialzarmi in volo per cercre Andrew.
- Icy attenta! - urla Stormy.
Sento qualcuno prendermi per la caviglia e sbattermi in terra, mi giro e lo vedo, in piedi davanti a me.
- Che piacere rivederti. - dice Andrew sorridendo.
- Raggio di ghiaccio!! - urlo attaccanolo. Andrew viene scaraventato contro il muro della scuola, che crolla.
Mi rialzo e vedo che il succhia-sangue fa lo stesso, uscendo illeso dalle macerie.
- Niente di speciale. Devo ammetterlo: mi deludi, Icy.
- Come sai il mio nome?
- So molte cose sul tuo conto, streghetta, anche su quello delle tue sorelle e delle tue nemiche fate. - mi risponde, avanzando verso di me.
- Stalle lontano! - urlano le mie sorelle affiancandomi.
- Davvero voi, inutili creature magiche, pensate di poter avere qualche possibilità contro di me?
- Sì, perché qui l'unica creatura inutile sei tu! - rispondo accigliata.
Io, Darcy e Stormy ci alziamo in volo.
- Frecce di ghiaccio!
- Tempesta oscura!
- Raggio ipnotico!
Lo attacchiamo con una convergenza, scaraventandolo verso Selvafosca, contro un albero. Urla di dolore.
- Non è finita qui Trix, tornerò e non potrete più fare niente contro di me, i vostri stupidi poteri vi abbandoneranno presto! - ci dice tra i denti, prima di sparire nel bosco.
Torniamo a terra e ci guardiamo attorno, ancora non avevamo notato i corpi esangui delle fate.
- Secondo voi sono... - comincia Stormy.
- Morte? Alcune sì. risponde in tono pacato Darcy.
- Alcune invece sono state ipnotizzate, alcune sono vampiri e altre stanno scappando. - termino io.
- Non vedo le Winx. - nota Stormy.
Spero siano morte sotto il morso micidiale di un succhia-sangue.
- Le Winx sono in missione sulla Terra, Trix. Non potremo contare sul loro aiuto. - dice una voce alle nostre spalle. E' Faragonda.
- Non era nelle nostre intenzioni farci aiutare dalle fate. - rispondi io, arricciando il naso.
- Icy guarda laggiù! - dice Darcy indicandomi un fumo denso alzarsi da una piccola collina. Darcy è più pallida del solito.
Appena riconosco la collina impallidisco anche io. Improvvisamente mi sento debolissima.
- No! - urlo, salto per volare, ma perdo quasi subito quota, cadendo a terra.
- Schegge del Polo! - urlo puntando le mni contro un albero lì vicino, ma il mio attacco svanisce a pochi centimetri da dove viene evocato, il ghiaccio diventa acqua al primo contatto con l'erba.
- No! - urlo di nuovo, battendo i pugni in terra.
- Il fumo viene dall'Albero della Vita, ma chi può essere stato? - chiede Faragonda.
- I vampiri. - rispondo dandole in mano i pieni di Andrew.
Dopo averli letti Faragonda si porta una mano sulla bocca, soffocando un urlo.

Tan tan tattaaaaan!
Ecco Un nuovo capitolo :3 Per mostrarvi quanto buon impegno e passioe ci ho messo ecco qua lo schema di Andrew scritto da Moi: http://i45.tinypic.com/25yx345.jpg
Da notare il vampiro LOL Di solito disegno meglio, ma visto che avevo detto nel capitolo precedente che erano disegni di livello elementare mi sono dovuta adattare (ma neanche più di tanto ahahaha)
Che dire, continuate a seguire la mia storia (?) Va beh, stendiamoci un velo pietoso... Baci,
Icy

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


- Capitolo 7 -


 

- Ragazze quello che sta succedendo è molto grave, bisogna fermare quei vampiri il prima possibile. - dice la preside Faragonda. Le trema la voce ed è pallida come uno straccio, è molto preoccupata e si vede.
- Non posso chiamare le Winx, sono occupate in una missione sulla Terra, ma posso chiedere ad altre.. - continua, ma io la blocco.
- Non vogliamo l'aiuto delle fate. - rispondo io secca, alzandomi da terra.
- Cosa? Volete occuparvene voi? - chiede incredula la preside.
- Sì, vede quel "qualcuno"? - dico indicando il piano - Beh, quel qualcuno sono io. Mi ha già attaccato tre volte in due giorni. E' una questione personale.
- Tre?! - urla Stormy.
Ancora non ho raccontato a nessuno del mio incontro di questa mattina.
- Sì, stamani sono uscita dal covo e lui era lì.
- E cosa ti ha detto? - chiede Darcy.
- Cosa ti ha fatto? Ha cercato di morderti di nuovo?! - aggiunge frettolosa Stormy.
- No Stormy, non mi ha fatto niente, anzi, non si è proprio fatto vedere. Mi ha detto che otterrà ciò che vuole. - rispondo sopprimendo il "Sappi che non sarai mai sola", non è il caso di farle preoccupare a oltranza.
- E cos'è che vuole? - chiede Stormy, sicuramente pensando al giorno prima.
- Conquistare la Dimensione Magica, c'è scritto anche sul suo piano. - dice Darcy. Vedo che Stormy riprende un po' di colore.
- Tranquilla sorellina, non è interessato al mio sangue, non realmente. - dico, cercando di tranquillizzarla.
- Avete già in mente cosa fare? - chiede la preside.
- Prima di tutto dobbiamo trovare un modo per recuperare i poteri e salvare l'Albero della Vita, poi dobbiamo scoprire qualcosa in più sul suo conto, i nostri poteri non sono sempre efficaci contro di lui. - dico io.
- Per curare l'Albero bisogna prima capire qual'è il suo male.
- Bene, allora andremo a vedere cos'ha fatto Andrew all'Albero.
- Io resterò qui, devo far evacuare la scuola alle ultime fate rimaste tali... e viva. Alfea non è più un posto sicuro. - dice la preside quasi in un sussurro, dev'essere stato un colpo molto basso, per lei.
Scommetto che se ci fosse stata Bloom le avrebbe risposto qualcosa tipo "Non si preoccupi, le vendicheremo", magari piangendo.
Forse dovrei fare lo stesso, ma non ci riesco. In questo momento riesco solo a pensare a come studiare la Mia vendetta contro Andrew.
- Darcy, Stormy, andiamo. - dico, dirigendomi nuovamente verso Selvafosca.
- No, non di nuovo. - si lamenta Stormy.
- Tranquilla, non andrò veloce, va bene? - le dico.
Stormy annuisce, anche se poco convinta e noi partiamo.
- Aspettate ragazze! - urla la preside Faragonda, venendoci incontro.
- Sì? - dice Darcy, girandosi. Io e Stormy la imitiamo.
- Avrete bisogno di aiuto.
- E da chi? - chiede Stormy.
- Ci sarebbero le Pixie, loro possono..
- Non ci aiuteranno mai. - concludo io. Non penso che le amichette delle fatine si siano dimenticate della mia bravata (che rifarei) di due anni fa per ottenere il Codex. Congelare l'intero villaggio, lo ammetto, non è stata una delle mie mosse migliori o comunque leali. Ma non lo sono mai stata.
- Spiegherò io alle Pixie cosa sta succedendo, loro possono procurarvi un nascondiglio. - risponde seria Faragonda, andandosene.
Io e le mie sorelle ci rigiriamo per andare verso l'Albero della Vita.
- Tsk, non sa quel che dice. - nota Darcy, spezzando il silenzio.
- Già, la vecchiaia si sta facendo sentire. - dice Stormy.
- Io resto dell'idea che non ci aiuteranno mai, anzi, non mi meraviglierei affatto se ci consegnassero direttamente tra le mani del succhia-sangue. - rispondo.
Avanziamo in silenzio, nessuna ha niente da dire.
Ad un certo punto vedo le mie sorelle fermarsi e fissare il vuoto.
- Darcy? Stormy? Tutto bene? - chiedo, guardandole, ma loro non si muovono, hanno gli occhi aperti, ma non battono ciglia.
- Se questo è uno scherzo, sappiate che è di pessimo gusto! - gli urlo contro.
"Ma questo non è uno scherzo" dice una voce nella mia testa.
- No! Vattene!! - urlo, chiudendo gli occhi e portandomi le mani sulle orecchie, anche se so che non servirà a niente.
"Perché dovrei?"
Riapro gli occhi ed è lì davanti a me. Mi preparo a difendermi.
- Che bello rivederti. - dice tranquillo, come se fossimo amici da anni e ci reincontrassimo per puro caso. Ma non è così.
- Ti sputerei in faccia, ma ho rispetto per la mia saliva. - gli ringhio contro.
- Non è carino dire così, sai?
- Pensi davvero che mi interessi?
- No, ma a me interesserebbe sapere un'altra cosa. - disse avvicinandosi. Apro le braccia per "diventare" uno scudo, nn voglio che si avvicini a Darcy o a Stormy.
- Loro non mi interessano, sono vittime delle mie abilità come tutti gli altri, ma tu, tu come fai a resistere?
- Io cosa?! - dico, sgranando gli occhi.
Andrew mi prende per le spalle e mi blocca contro un albero dietro di me, ad una velocità impressionante.
- Resisti alle abilità dei vampiri, non riusciamo ad ipnotizzarti, a leggerti il pensiero, niente, solo a parlarti telepaticamente, ma questa è una dote comune alle creature magiche. Saresti l'alleata perfetta. - dice Andrew squadrandomi il viso, si sofferma soprattutto sulle mie labbra.
- Me lo dicono in molti. - rispondo io, prendendo un pezzo di un ramo lì vicino e colpendolo con quanta più forza mi rimane, scaricando su di lui la mia rabbia. Andrew cade.
- Ricordati che ci rivedremo strega! Sappi che non sarai mai sola. - dice prima di scappare. La sua espressione era.. soddisfatta, soprattutto mentre pronunciava l'ultima frase, di nuovo.
- Icy... che significa? - chiede Stormy.
Mi giro e vedo le mie sorelle che mi fissano con gli occhi spalancati.
- Niente Stormy, vuole solo intimorirci, è facile attaccare quando i tuoi avversari non hanno i poteri o un modo per cui difendersi. - rispondo, continuando a camminare, voglio arrivare all'Albero della Vita il prima possibile.
- Icy non ti alleerai con quei succhia-sangue, vero?
- No Stormy, fosse l'ultima cosa che faccio.
- C'è riuscito di nuovo.. - dice Darcy in un sussurro, accigliata.
- Siamo senza poteri Darcy, è..è.. normale. - dice Stormy.
- Stormy ha ragione. Non devi prendertela con te stessa Darcy, non hai colpe. - cerco di convincerla. La vedo abbassare lo sguardo.
Dopo un lasso di tempo che sembra non voler passare mai arriviamo all'Albero della Vita. Ci sono già le Pixie ad aspettarci.
- Mi ha mandato un pressaggio la meside Faragonda, ehm nono, mi ha pressato un ortaggio... No, non era neanche così... Ah già, mi ha mandato un messaggio la preside Faragonda. - dice la pizie bionda dei messaggi. Livy, se non mi sbaglio.
- Non ci fidiamo di voi stregacce, ma se la preside Faragonda dice che dobbiamo aiutarvi lo faremo. Per lei. - dice la pixie delle chiacchiere, Chatta.
- Grazie. - dico, con un velo d'ironia.
- Cos'ha l'albero? - chiede Darcy.
- Un vampiro ha cercato di dargli fuoco, ma io ed altre pixie siamo riuscite a spengerlo, ma i nostri poteri erano già molto deboli, l'Albero della Vita sta diventando un comune albero e adesso sta appassendo. Vi rifugerete nel Villaggio delle Pixie, per ora. - dice una voce alle nostre spalle. Ci giriamo all'unisono e vedo una mia vecchia conoscenza: la pixie protettrice del Codice del Villaggio delle Pixie.

Allora.... BUON NATALE!
Okay, sono impazzita per fare una scritta, uhm, okay.
Va beh, eccomi con un nuovo emozionante (? quando mai?) capitolo, l'ho un po' "tirato là" perché non vedo l'ora di scrivere il prossimo, vi dico solo che ci ho perso la mattina ad organizzare il prossimo capitolo e tutt'ora è da ultimare... Ho chiesto anche aiuto alla "Mamma" (un bacione, ti voglio bene ♥)
Spero vi piaccia questo capitolo, baci,
Icy

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


- Capitolo 8 -


 

Le Pixie ci accompagnano al loro villaggio segreto, per tutto il tratto di strada mi chiedo come faremo ad entrare nelle loro case, considerando che io, Darcy e Stormy siamo dieci volte più alte di loro.
- Siamo arrivate. - dice ad un certo punto la Pixie dalla r moscia tutta fiori e zucchero.
Siamo davanti ad una spessa parete d'edera, Amore la apre come se fosse una tenda, permettendoci di entrare. Il Villaggio delle Pixie non è cambiato affatto, è sempre strutturato nella solita maniera: tante piccole case a forma di castelli intorno ad un grande fiore, chiuso a mo' di germoglio, ovvero la Fontana del Villaggio delle Pixie, la loro fonte vitale, è da lì che nascono le Pixie e gli animaletti fatati.
Il nostro arrivo è del tutto inaspettato, infatti la maggior parte delle fatine corre in casa a nascondersi, la parte più coraggiosa si piazza davanti alla fontana, vorrebbero attaccarci, ma anche loro sono prive dei loro poteri magici.
- State tranquille amiche! Le ha mandate Faragonda. - dice Chatta cercando di far uscire le altre pixie dalle rispettive abitazioni, ma spiegare il motivo per cui siamo nel loro villaggio suona strano persino a lei. Nessuno si fida delle povere Trix.
- Emh... Non vorrei fare la guastafeste, ma dove staremo io e le mie sorelle? - chiede curiosa Darcy.
- Abbiamo dei rifugi segreti sugli alberi, sono abbastanza grandi per tutte e tre, starete lì. - dice la Pixie del Codice.
- E che non vi venga in mente di distruggere il nostro villaggio un'altra volta o dovrete vedervela con me! - ci urla contro Chatta mostrandoci i pugni. In altre circostanze l'avrei derisa, lei, un piccolo insulso moscerino, vorrebbe mettersi contro le Trix, le streghe più potenti dell'intera Dimensione Magica. Seppur difficile, mi limito ad anniure.
- Chatta la tua reazione è del tutto infondata. Come anche noi, le Trix sono prive dei loro poteri magici. Neanche se lo volessero potrebbero fare qualcosa. - dice Digit, la pixie di Tecna, come se avesse detto la cosa più scontata del mondo. In effetti lo è.
Chatta ci guarda storto prima di andarsene. Né io né le mie sorelle ci facciamo caso, non abbiamo voglia di perder tempo con un insetto fastidioso come quella pixie.
- Scusatela, vi mostro io dove starete. - dice Digit, portando gli occhi al cielo, prima di portarci sulla cima di un albero, lì c'è una casetta di legno nascosta dalle folte chiome degli albero. Digit apre la porta e ci fa entrare.
- Non è molto grande o accogliente, ma è il meglio che siamo riuscite a recuperare in così poco tempo. Lì c'è un po' di frutta, in caso vi venisse fame. - dice la pixie, uscendo, ma fermandosi poco prima.
- Se vi serve qualcos'altro chiedete pure. - aggiunge prima di andarsene. Il silenzio cala nella casetta sull'albero, Darcy si siede, appoggiandosi ad una parete, Stormy fissa la frutta.
- Hai fame? - le chiede Darcy.
- Un po'. - risponde la strega delle tempeste, distogliendo lo sguardo da quella che probabilmente sarebbe stata la nostra cena.
Ad un certo punto qualcuno inizia a bussare alla porta, facendoci sobbalzare tutte e tre, ormai abituate al silenzio.
Essendo l'unica in piedi e la più vicina alla porta vado ad aprire. Sono due pixie, non le ho mai viste. La pixie che ha bussato ha i capelli blu, legati in una treccia che porta di lato. Ha un'abito blu come i capelli con degli strass argento a forma di stelle, le ballerine blu ed una collana a forma di mezzaluna argento, anche le sue ali hanno la stessa forma.
L'altra pixie ha due codini rossi, i capelli ricci quasi quanto quelli di Stormy, due piccole alucce rosa, un vestitino giallo, le ballerine dello stesso colore e grandi occhi verdi. E una torta in mano.
- Ciao, io sono Caramel, lei è Lumina. Sappiamo che non siete state accolte nel migliore dei modi oggi, ma dovete capirci... Comunque ecco qua un piccolo incoraggiamento. - dice la pixie rossa, porgendomi la torta.
- Emh... Grazie...? - rispondo, non sono abituata ai regali, non so come ci si comporta in situazioni del genere.
Caramel mi da' la torta, ma prima che io la prenda Lumina mi ferma, stringendomi il polso con la sua manina striminzita. Mi giro verso di lei e vedo che mi sta fissando con uno sguardo vitreo.
- Colpirà al buio, l'oscurità non sarà tua amica, ti tradirà! - urla, continuando a stringermi il polso. La pixie sembra riprendersi, scuote leggermente la testa, come se volesse scacciare una mosca che le ronza intorno e poi torna a sorridere, come se niente fosse.
- Che c'è? - chiede con voce innocua e un'espressione ingenua dipinta sul viso, dopo aver notato gli sguardi sconvolti rivolti verso di lei.
- Lumina... Hai avuto una visione. - le dice Caramel dopo essersi ripresa.
- Oh, niente di buono?
- Cosa intendi con "Colpirà nel buio, l'oscurità non sarà tua amica, ti tradirà"? - chiede Darcy con un filo di voce.
Mi giro e noto che è molto pallida. L'oscurità non sarà mia amica... Che stesse parlando di mia sorella? No, assurdo.
- Mi dispiace, ma non lo so. Non sono abbastanza allenata, ho delle visioni ogni tanto, ma non conosco il significato. - risponde la pixie blu, abbassando lo sguardo.
- Forse è meglio andare... Arrivederci Trix. - dice Caramel, tirandosi dietro Lumina.
Hanno lasciato la torta e qualcosa che non promette niente di buono.
- E' meglio andare a riposarci. - dice ad un certo punto Stormy.
- Sì, domani decideremo il da fare. - concludo io, per poi coricarci in tre piccoli lettini.
Le mie sorelle si addormentano quasi subito, io no. Le parole della pixie mi martellano la mente in un eco che sembra interminabile.
Sono le due di notte, mi rigiro nervosamente nel letto. Non trovo posa, ho bisogno di aria, aria fresca. Sposto le coperte di lato, le lenzuola sono accartocciate sul fondo del letto.
Il contatto dei miei piedi nudi sul pavimento freddo mi crea un brivido che mi corre lungo la schiena, che sensazione assurda, per la strega del ghiaccio. Cerco di non farci troppo caso, prendo una vestaglia e me la metto addosso. Poi finalmente esco.
Tira un leggero vento, ma non è fastidioso, è fresco, piacevole. Inspiro una grande quantità di ossigeno, trattengo per un attimo il respiro, per poi espirare. L'aria fredda mi punge la gola, come se stessi respirando piccole scaglie di ghiaccio. Anche questo è strano.
Mi guardo intorno, ma è troppo buio per poter vedere anche a un palmo dal naso. I miei occhi non sono ancora abituati a tutto questo buio. Li strizzo un po', cercando di scorgere qualche immagine, ma niente.
Sbuffo, odio non riuscire a vedere, ma d'altro canto non posso accendere nessun tipo di luce o finirei per svegliare l'intero villaggio delle Pixie.
La luna è coperta per metà da una nuvola nera e macabra. Non posso contare neanche sulla luce naturale. Mi stringo nelle spalle e alzo di nuovo lo sguardo, adesso la luna è libera e splendente, al centro dell'attenzione di chiunque, in quel momento, stia guardando il cielo. Sola e bellissima.
Mi giro per rientrare, ma vengo bloccata da una figura alta, snella, scura. A catturare la mia attenzione sono gli occhi, rossi come due tizzoni ardenti, occhi che ho già visto, gli unici che mi abbiano mai spaventato. E' lui.
Cerco di scappare, ma come al nostro primo incontro mi prende per il polso attraendomi a sé, non faccio in tempo ad urlare che mi tappa la bocca usando un fazzoletto. Il fazzoletto sembra intriso di... Narcotici!
Mi dimeno con tutte le mie forze, che presto però, mi abbandonano. Le palpebre mi sembrano così pesanti...
Per quanto mi sia possibile cerco di opporre resistenza, ma alla fine perdo i sensi.

Sono in un bosco e sto scappando da qualcosa. Non so da quanto tempo sto correndo, ma sono stanchissima. Continuo la mia affannosa fuga, sto cercando di andare sempre più velocemente, devo correre, devo scappare. Il bosco si infittisce, i rami e le radici degli alberi mi graffiano e mi fanno incespicare. Il cuore mi batte talmente forte che ho paura che possa uscire da un momento all'altro.
Finalmente vedo la fine del bosco, sbuco su una spiaggia. Mi butto in terra, cercando di riprendermi.
Alzo lo sguardo e davanti a me appare un arcobaleno.
La luce del sole mi accarezza dolcemente la pelle, mi sento bene, ma appena rialzo lo sguardo vedo che il cielo è scuro, pieno di nuvole e subito inizia a grandinare.
La grandine mi colpisce con violenza, ferendomi come le lame dei coltelli.
Urlo mentre porto una mano sul mio braccio ed inizio a perdere sangue in grandi quantità.
La grandine mi procura un'altra ferita, ed un'altra, ed un'altra ancora.
Il dolore è lancinante, tanto da costringermi a buttarmi in mare per ripararmi dalla grandine.
Il sollievo è immediato, ma appena riapro gli occhi, sott'acqua, vedo che continuo a sprofondare. Vengo assalita dall'angoscia, cerco di nuotare per tornare in superficie, ma niente.
Arrivata sul fondo del mare perdo le speranze di riuscire ad uscirne. Chiudo gli occhi, ma quando li riapro non sono più sul fondo degli abissi, ma distesa in un giardino pieno di rose. Mi alzo ed inizio ad ammirarle, passandoci sopra la mano, quasi volessi accarezzarle. Una in particolare attira la mia attenzione, è una rosa di colore porpora. Non resisto alla tentazione di raccoglierla.
Poi tutto torna buio.


Ciaooooo! Come sempre io trovo sempre gli orari più strani per postare storie, ma va bene..
Allora, poche cose, No, le visioni non sono come quelle di Alice di Twilight, mi sono ispirata di più a Barbie e la magia dell'arcobaleno LOL
"Lui" non ha bisogno di spiegazioni, chi può essere se non quel lui?
Poi... L'ultima parte è un sogno che fa Icy, può sembrare strano, ma ha un significato. Sì, anche Icy fa i sogni premonitori! xD
Comunque se volete provare a trovargli un significato fate pure, ma io ho controllato 5 diversi libri dei sogni e mi danno tutti significati abbastanza.. diversi. Perciò a mano a mano che succederà qualcosa riguardante il sogno in fondo, nella nota autore, metterò il significato, okay? Okay. Baci,
Icy

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


- Capitolo 9 -


 

Lentamente inizio a sentire dei rumori che riconosco come respiri, sento i muscoli tesi, devo essere rimasta ferma per parecchio tempo, mi sento indolenzita. Apro gli occhi, vedo tutto annebbiato, cerco di stropicciarli, ma sento un rumore di catene e non riesco a muovermi, qualcuno mi ha legata! Cerco di liberarmi, invano, mentre il mondo torna nitido.
- Buongiorno Bell'addormentata, sai, sono quasi due giorni che dormi. - E' lui.
Soffoco un ringhio, ma serro comunque la mascella. Continuo a dimenarmi, devo liberarmi e... e... e cosa? Non so dove sono, di conseguenza scappare mi verrebbe più difficile del previsto e a parità di forza lui può spezzarmi come uno stuzzicadenti. Sono svantaggiata, devo farmene una ragione.
- Non puoi liberarti, non senza questa - dice malizioso, mostrandomi una chiave, che poi si mette in tasca.
Probabilmente è quella per rendermi la mia libertà. Devo averla, ma devo giocare d'astuzia, o finirò per rovinarmi i polsi.
- Cosa vuoi?
Sono arrabbiata, voglio vederlo morto, ma sono anche intimorita. Odio essere in questa situazione.
- Non te l'avevo già detto? Conquistare la Dimensione Magica, voglio creare una dimensione in cui non saranno fate e creature magiche al potere, ma ci saranno le creature del male come me, i vampiri.
Sbuffo irritata, questo l'aveva già detto, l'aveva anche scritto nei suoi stupidi piani.
- Vedrò di essere più chiara: cosa vuoi da me?
Mi fissa con sguardo interrogativo, conosco quell'espressione, si sta chiedendo se può fidarsi o meno di me. Poi sorride e sento un brivido corrermi lungo la schiena.
- Non posso conquistare la Dimensione Magica da solo.
Ha catturato il mio interesse, lo ammetto, ma adesso la cosa più importante è la chiave.
- Cosa intendi con "non posso"?
- Cara Icy, io contro tutti sono decisamente svantaggiato, non posso farcela, lo sai.
Sento montarmi la rabbia. No, non aveva ragione, io c'ero riuscita.
- Bugiardo!! - urlo contro Andrew.
Cerco di alzarmi, ma vengo bloccata dalle catene e finisco nuovamente a terra. Mi scappa un gridolino di dolore, alzo lo sguardo e vedo che mi sta fissando con i suoi inquietanti occhi rossi. Voglio andargli contro, colpirlo con tutta la mia forza, vederlo soffrire, non ho paura! Sono solo molto arrabbiata e voglio scaricare su di lui tutta la mia rabbia repressa, voglio picchiarlo a sangue.
- Sei un bugiardo, nient'altro che un bugiardo!! Io ci sono riuscita! Non ti permetto di...
- Di cosa?? Guardati! Sei incatenata ad un muro e non puoi neanche muoverti! Sì, per poco tempo sei riuscita a far inginocchiare Magix, ma tu eri insieme alle tue sorelle, carissima Icy!
Mi immobilizzo, la sua affermazione mi ha ghiacciato, sono rimasta colpita dalla sua prontezza e sangue freddo. Lo odio. Mi sento ferita, umiliata, derisa, uno straccio, e la cosa che fa sicuramente più male al mio orgoglio è sapere che quel succhia-sangue ha ragione.
Serro la mascella, mi ha lasciata spiazzata, non posso controbattere.
Mi bruciano gli occhi, che mi succede? Li chiudo e sembrano fare meno male, ma non c'è limite al peggio, infatti una lacrima mi riga il viso.
Sto piangendo, proprio davanti all'unica persona al mondo che non vorrei mi vedesse in un simile stato.
Alzo lo sguardo, vorrei poterlo incenerire per tutto ciò che mi sta facendo.
Sta sorridendo, quel brutto lurido bastardo sta sorridendo!
Cerco di soffocare i singhiozzi, ci riesco, ma le lacrime continuano impetuose a rigarmi il viso. Riabbasso lo sguardo, non voglio che veda altro. Sono grata ad una ciocca di capelli che mi si posiziona davanti al viso, coprendolo.
L'unico rumore che si sente è il ticchetio delle mie lacrime che cadono a terra. Devo trovare un modo per ribaltare la situazione.
- Non mi hai ancora risposto. - dico in tono neutro, senza alzare la testa. In compenso apro gli occhi e vedo una piccola pozza d'acqua, per quanto tempo ho pianto?
- Sì che ti ho risposto.
- No. Non mi hai detto cosa vuoi da me.
Trovo il coraggio di alzare gli occhi, giusto in tempo per vedere la sua espressione cambiare: da interrogativa e curiosa passa ad un'espressione saccente, come se fossi un'alunna che fa un'osservazione del tutto scontata al suo professore. Ha incrociato le braccia, chiuso gli occhi e ha un sorriso storto dipinto sul viso. La luce della luna risulta pallida in confronto a quel sorriso, perfetto, mozzafiato e terrificante.
- Piccola, cara, ingenua Icy. Davvero non ci sei arrivata? Da solo non ce la posso fare. - fa una piccola pausa, apre gli occhi e mi fissa, sempre sorridendo. - per questo ho bisogno di qualcuno che mi aiuti, qualcuno che ha già avuto esperienza in campo. Quel qualcuno sei tu, piccola strega.
Lo guardo stupita, come può anche solo pensare che lo aiuti dopo avermi umiliata in quel modo?
- Ho capito il motivo per cui resisti alle nostre abilità Icy. Nelle tue vene non scorre solo il sangue di una strega, ma anche altro. Quello di creature del male molto più potenti delle streghe.
- Non ha senso! Se così fosse anche le mie sorelle resisterebbero alle vostre stupide abilità - gli ringhio contro.
- Invece ha senso, infatti voi non siete sorelle di sangue. Siete solo tre ragazzine che hanno una lontana parentela. - dice calmo.
E' come ricevere una pugnalata in pieno petto, ricordare il passato può far male, ma dovermi ricordare che Stormy e Darcy, che per me sono la mia famiglia, in realtà non lo sono è atroce.
- Allora? Mi aiuterai di tua spontanea volontà? - chiede Andrew, spezzando il silenzio.
- Mai! E' un utopia! Sei matto se credi che io ti aiuti, schifoso succhia-sangue! - rispondo con astio. Lo voglio sempre più morto.
- Peccato, allora dovrò costringerti io, ma vedrai che dopo la trasformazione non sarai della stessa idea. - dice avvicinandosi a me.
- Trasformazione? Cosa vuoi dire?
In un primo momento non mi risponde, si limita a fissarmi e ad avvicinarsi.
Ad un certo punto si passa la lingua sui denti e vedo spuntargli i canini, sembrano emanare una luce chiara, fievole e terribilmente sinistra. Mi sento mancare, ma non posso permettermi di rendergli le cose più semplici. Sono bloccata, non riesco a distogliere lo sguardo da quelle armi, capaci di ucciderti in pochi secondi. Ma lui non vuole uccidermi, vuole trasformarmi in quella potente creatura che si ciba di sangue. Come lui.
Ma io non voglio, non voglio rinunciare ai miei poteri, alle mie sorelle, alla mia vita.
- Stammi lontano! - urlo cercando di liberarmi e di scappare, ma le catene mi trattengono, cerco di allontanarmi, ma le braccia restano indietro.
E' sempre più vicino, inizio ad indietreggiare, ma trovo il muro ad ostacolarmi. Non voglio sembrare intimorita, ma lo sono.
Mi irrigidisco, sento tutti i muscoli tesi, ormai è davanti a me.
Mi blocca al muro prendendomi per le spalle. Il suo tocco è freddo, delicato, leggero, ma sicuro.
Un altro brivido mi corre lungo la schiena, facendomi gemere.
Chiudo gli occhi e giro la testa, non voglio vederlo. Non voglio che mi veda.
- Pensaci Icy, potresti diventare la creatura più potente dell'intera Dimensione Magica, il potere della Fiamma del Drago non varrà niente, in confronto alla tua forza. Potrai battere le Winx ad occhi chiusi e senza il minimo sforzo. - mi sussurra nell'orecchio con voce suadente.
Sa che tasti toccare, potrebbe essere stata Darcy a parlarmi. Subdolo, ecco cos'è.
- No, i miei poteri, non voglio rinunciarvi... E poi ci sono quelle stupide delle mie sorelle. - rispondo riaprendo gli occhi, ma senza guardarlo in faccia.
Non l'avrei mai ammesso pubblicamente, ma loro sono la mia famiglia, hanno bisogno di me, Io ho bisogno di loro.
- Quindi ti sta bene così? Non l'avrei mai detto, tu che rifiuti la richiesta del potere assoluto. - dice in tono provocatorio.
Sento montarmi nuovamente la rabbia, nessuno può parlarmi in questo modo.
- Ti facevo più intelligente. - continua.
La rabbia sale, ma cerco di restare lucina. E' vicino a me, okay... La chiave! Posso prenderla.
Giro la testa e lo guardo in faccia. I nostri nasi sono così vicini che potrebbero toccarsi. Sento il suo respiro sulla mia pelle. Un altro brivido.
- Sì, mi sta bene così. Non ti aiuterò, fosse l'ultima cosa che faccio. - dico in tono neutro, posando lo sguardo sui suoi occhi. Non avevo mai avuto il tempo di ammirarli. Sono rossi, iniettati di sangue, con qualche screziatura gialla, molto inquietanti: sono gli occhi di un assassino.
Mentre cerco di distrarlo con quell'amorevole colloquio muovo la mano e provo ad infilarla nella sua tasca per prendere la chiave. Sorride, mi accarezza il braccio, mi prende il polso togliendo la mia mano dalla sua tasca. Bene, se n'è accorto.
- L'ultima cosa che farai finché sarai in vita, giusto? - chiede tranquillo, fissandomi.
- Ovvio, no? - rispondo, dando per scontato che da morto non puoi fare molte cose.
- Lo sai che i vampiri sono creature morte, vero? - sorride. Lo sto odiando sempre di più.
- Non mi importa, non ti aiuterò in ogni caso, sia sottoforma di strega, sia di vampiro! - dico alzando progressivamente la voce senza neanche accorgermene.
- Che gesto nobile da parte tua, Icy, un'azione degna di una fata. - dice mettendo una particolare enfasi sull'ultima parola. Questa è la goccia che fa traboccare il vaso.
Urlo, devo scaricare la mia rabbia. Chiudo gli occhi e sento un forte vento avvolgermi, Andrew molla la presa. Mi sento libera.
Quando riapro gli occhi vedo che il vampiro è dall'altra parte della stanza, steso in terra e mi guarda sbalordito.
Emano una delicata luce azzurra, le catene che mi imprigionavano sono spezzate a terra, avvolte da uno spesso strato di ghiaccio. La rabbia ha risvegliato i miei poteri!
Sorrido, soddisfatta del ribaltamento della situazione.
- Funi di ghiaccio! - urlo puntando le mani contro il ragazzo che ancora mi fissa. Adesso è lui ad essere imprigionato.
- Cos'è, non ridi più? - dico avvicinandomi ad Andrew.
- Stai attenta streghetta, i tuoi poteri sono temporanei, ti ricordo che la salute dell'Albero della Vita è instabile. - risponde saccente.
- Tranquillo, non resterò qui con te a lungo. Ci vediamo. - rispondo, sparendo in una nuvola di scintille azzurre.
Andrew ha ragione, ma scoprirò come curare l'albero, e quale posto migliore per trovare una cura, se non quell'odiosa scuola di fate che è Alfea?
- Stai scrivendo la tua dichiarazione di morte Icy! Ricordatelo! - sono le parole che sento, prima di sparire del tutto.

Se penso che sono già arrivata a metà storia.. mi viene da piangere çç
Oddio, sono in onda??? (o.o)
Emh emh... Ciaooooo :3
Okay no, ho finito lo sclero-time.
Allora... No, nessuna connessione al sogno in questo capitolo, mi dispiace :c Cosa avrà voluto dire Andrew con la sua ultima affermazione? ò.ò E come reagirà Icy? E le sue sorelle?
Al prossimo capitolo, baci,
Icy

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


- Capitolo 10 -


 

Apro gli occhi e sono nel giardino di Alfea, fa uno strano effetto essere qui e vedere la scuola vuota e semidistrutta. Soprattutto sapendo di non essere la diretta colpevole. Lascia quasi l'amaro in bocca.
A regola qui sarei al sicuro, una parte della scuola è crollata, la maggior parte delle porte sono divelte e i vetri delle finestre sono a pezzi. E' un'ambiente totalmente inospitale, non dovrebbe esserci nessuno, ma le luci accese nell'ala all'estremo est mi confermano che alcune ex fate/succhiasangue si sono stabilite nella scuola.
Devono essere molto confuse, ma non è questo il punto: loro possono sentirmi, devo occultare il mio odore, ma non so come.
Devo sbrigarmi a raggiungere l'Archivio Magico di Alfea.
Con un leggero salto mi alzo in volo ed entro in una stanza attraverso una finestra rotta, stando attenta a non ferirmi con i vetri e a non fare rumore.
Atterro e sento l'eco provocato dai tacchi. Mi mordo il labbro e resto immobile per minuti che sembrano interminabili, ma fortunatamente sono sola.
La luce della luna è molto flebile, ma riesco a vedere una sedia vicino a me, mi ci appoggio e mi levo gli stivali: non voglio che il rumore dei tacchi mi faccia scoprire.
Li tengo in mano e mi avvicino in punta di piedi alla porta, stando in ascolto. Non sento niente, tranne il battito del mio cuore, il sangue che mi scorre nelle vene mi batte ritmicamente nelle tempie.
I minuti continuano a passare troppo lentamente, restare ancora lì potrebbe essere rischioso, ma poca prudenza potrebbe risultarmi fatale.
Quando decido che non c'è nessuno tranne me esco dalla stanza, sempre in punta di piedi, stando attaccata alla parete opposta alle finestre e tenendo una mano tesa in avanti, perché non vedo ad un palmo dal mio naso.
Come ogni strega che si rispetti ho una buona memoria e senso dell'orientamento, in poco tempo mi trovo nell'ala ovest di Alfea, dove si trova l'Archivio Magico.
Cerco a tentoni la maniglia invisibile. Finalmente la trovo e, con un sospiro di sollievo, apro la porta ed entro. Con uno schiocco di dita accendo la luce, che risulta troppo forte e mi costringe a socchiudere gli occhi fino a ridurli in piccole fessure.
Mi giro verso la porta, solo i professori, la preside e le Winx sono a conoscenza dell'esistenza di questa stanza, nessun altro ad Alfea lo sa.
Per precauzione chiudo la porta e mi affretto a creare una spessa lastra di ghiaccio sulla porta. Lo stipite, la fessura, adesso è solo un cubo di ghiaccio, nessuno da fuori può più aprirla.
Tiro un sospiro di sollievo e mi accascio a terra: dopo tanto tempo mi sento al sicuro.
Mi giro a pancia in su e respiro lentamente, godendomi ogni singolo secondo di tranquillità.
Se potessi resterei così, magari non per sempre (sai che noia!), ma per un paio d'ore sì. Inizio a sentirmi sempre più debole, i miei poteri mi stanno abbandonando di nuovo.
- No... - sussurro appena, tenendo ancora gli occhi chiusi.
Maledetto succhiasangue, giuro che ti farò pentire amaramente di essere nato e soprattutto di esserti messo contro la strega sbagliata.
Riapro lentamente gli occhi per mettermi seduta, non ho voglia di fare niente, mi mancano le forze e non so da dove partire. Qua i libri sono a milioni, ma dubito di trovarne anche solo uno con scritto "In caso l'Albero della Vita diventasse un albero comune fare così".
Sarebbe troppo facile.
Mi faccio forza, mi infilo gli stivali e mi alzo. Devo trovare una soluzione, devo fargliela pagare a quel vampiro, ad ogni costo!
Salgo sulla pedana che si trova al centro della stanza e mi piazzo davanti ad un leggio.
- Albero della Vita. - dico ad alta voce, scandendo bene le parole.
Aspetto qualche secondo, in teoria tutti i libri che parlano dell'albero dovrebbero posarsi sul tavolo di fronte a me, ma non succede niente.
- Albero. Della. Vita. - dico, più lentamente, ma niente.
Sbuffo irritata, a quanto pare le condizioni dell'albero sono più gravi di quanto sembri.
La mia ricerca risulterà più difficile del previsto, considerando che sono sola e che non posso utilizzare nessun tipo di magia.
L'archivio si sviluppa in altezza, il che risulta essere un altro problema perché non posso raggiungere i libri più alti.
Mi avvicino agli scaffali, guardo i libri. Non prende affatto bene.
Comincio a prendere libri e a sfogliarli, leggo rapidamente le parole, ma nessuna di quelle scritte mi è utile.
I minuti passano, passano le ore, adesso vedo i raggi del sole entrare dalle alte finestre. La mia lastra di ghiaccio comincia a sciogliersi, ma non gli do molto peso.
Le pile di libri davanti a me continuano ad aumentare, ma non mi do per vinta, continuo a leggere senza sosta.
Ormai il sole è alto nel cielo, probabilmente è già passato mezzogiorno.
- Non finirò mai di leggere tutta questa roba. Non troverò mai una soluzione. - dico, appoggiando il mento sulla mano.
- Non è da te abbatterti così facilmente. - dice una voce alle mie spalle.
Mi giro di scatto, pronta a difendermi, ma mi ritrovo davanti alla preside Faragonda.
- Sono felice di vederti viva. - dice sistemandosi gli occhialini sul naso.
- Cosa?! - esclamo io, colta alla sprovvista dalla sua affermazione.
- Sei sparita tre giorni fa dal Villaggio delle Pixie e sul tuo letto le tue sorelle hanno trovato una lettera dove c'era scritto che non eri più tra noi sottoforma di strega. - dice seria Faragonda.
- Quindi Andrew aveva già pianificato tutto... o quasi. - deduco io.
Quel vampiro non sa che sta solo buttando benzina sul fuoco.
- Darcy e Stormy sono partite per Linphea stamani, dopo essersi parzialmente riprese da questa notizia.
- Le mie sorelle... Come stanno?? - domando, tenendo poco conto delle parole della preside.
- Non hanno preso bene questa notizia, erano scioccate. Non si davano pace per il fatto che quel vampiro fosse riuscito a portarti via mentre eri insieme a loro. - dice Faragonda scura in viso.
- E adesso? Dove sono? - domando io, quasi urlando.
- Sono partite per Linphea con la promessa di vendicarti.
- Linphea?... ma certo, come ho fatto a non pensarci prima! Le lacrime del Salice Nero possono far ringiovanire l'Albero della Vita, facendolo tornare un albero magico!
- Esatto.
- Devo raggiungere Darcy e Stormy.
- Sono partite con un gruppo di specialisti questa mattina.
- Allora andrò a Fonterossa e partirò anche io! - dico uscendo di corsa dall'archivio. Corro verso quella che una volta era la mensa delle fate, nascosta dietro ad una tenda c'è un cunicolo che porta al tunnel che collega le tre scuole.
Sento i muscoli delle gambe tesi al massimo, tentano di cedere ad ogni mio passo, ma non ci faccio caso e continuo a correre, devo raggiungere le mie sorelle, dirgli che sto bene. Non mi fermo, non lo farò per nessuna ragione.
Finalmente vedo le scale che portano a Fonterossa, salgo gli scalini due alla volta prima di ritrovarmi davanti all'ascensore che porta nella scuola. Entro e pigio il tasto per l'ultimo piano, devo chiedere a Saladin di procurarmi un accompagnatore.
Mi appoggio alla parete dell'ascensore e cerco di riprendermi respirando a pieni polmoni. Mi tremano le gambe.
Ad un certo punto l'ascensore si ferma, mi giro per vedere se è la mia "fermata", ma non è così.
- Icy?! Sei davvero tu? - domanda una voce maschile alle mie spalle.
Mi giro di scatto riconoscendo la voce.

Ciaoooo! :33
Come promesso oggi avrei aggiornato anche questa storia! #FeelsLikeABoss
Va beh, lasciando stare certe cose stupide... Chi è il misterioso ragazzo?? Non sarà di nuovo Andrew? D: Boh. u.u
Angolo sogno:
Qua ci sono allusioni al sogno! **
Il sogno inizia con una fuga affannosa, che sta a significare uno stato d'ansia, perché non si sa dove trovare la soluzione, infatti Icy non sa a che libri rivolgersi LOL
Il bosco garbava a me, significa che chi sogna un bosco ama le situazioni misteriose... BD
Ed infine l'arcobaleno! Quale cosa migliore di sognare l'arcobaleno che simboleggia un presagio positivo?
Ma attenzione, la grandine non è un segnale positivo, neanche per la regina del ghiaccio... Ma questa è un'altra storia!
Al prossimo capitolo, baci,
Icy

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


- Capitolo 11 -


 

- Alex! - esclamo vedendo il mio barista preferito venirmi incontro.
Faccio per abbracciarlo, ma lui mi cinge i fianchi, mi alza da terra e mi fa girare un paio di volte, prima di farmi scivolare delicatamente tra le sue braccia. E' raggiante e non la smette di sorridere, mentre mi abbraccia, stringendomi a sé.
- Icy non sai come sono contento di vederti! Stai bene, vero? - chiede allontanandosi un po', ma sempre stringendomi delicatamente le spalle, quasi con fare paterno.
- Certo che sto bene, non esiste ancora nessuno in grado di sottomettermi contro il mio volere. - rispondo con tono deciso, ma Alex sembra non ascoltarmi, ha un'espressione quasi assente.
- Alex? Tutto okay? Sembri... - provo a dire, ma vengo bloccata da una mossa del tutto inaspettata, Alex avvicina pericolosamente il suo viso al mio, chiude gli occhi e appoggia le sue labbra sulle mie. Rimango spiazzata da quel gesto, non so cosa fare. Percepisco la sua delicatezza e il suo desiderio mentre continua a baciarmi quasi famelico. Il tempo passa, ma lui sembra non averne abbastanza.
Dopo poco sento la sua lingua fare irruzione nella mia bocca. Mi lascio andare e chiudo gli occhi, perdendomi in quella dolce danza.
Sento le sue mani accarezzarmi la schiena e scendere lentamente fino ai fianchi.
- Non sai da quanto tempo sognavo questo momento. - sussurra Alex, allontanandosi per un momento.
- Sì? - domando con un sorriso malizioso, che però viene interrotto quasi subito dalle labbra di Alex.
- Sì, ormai ci stavo perdendo ogni speranza. - risponde, in tono quasi serio.
- Come mai?
- Beh, io sono solo un barista, tu sei la strega più potente di tutte, la "più grande nemica della Dimensione Magica". - risponde, per poi ribaciarmi.
- Mmmh, quante lusinghe...! - dico maliziosa, aprendo gli occhi.
- Te le meriti tutte. - dice, imitandomi. - Come mai da queste parti? - chiede curioso.
- Potrei farti la stessa domanda, sai? - rispondo, allontanandomi leggermente.
- Io frequento questa scuola, mentre il pomeriggio mi occupo del bar. E' normale che io sia qui. Tu no.
Lo guardo inclinando leggermente la testa, ha gli occhi lucidi e lo stesso sorriso idiota. Forse Stormy e Darcy non avevano tutti i torti quando...
- Le mie sorelle! Alex.. Stormy e Darcy sono andate su Linphea, non sanno ancora che... sto bene. - dico, cercando le parole più adatte. Alex sembra cadere dalle nuvole.
- Quindi?
- Devo raggiungerle e mi serve un passaggio, non posso teletrasportarmi, non ho i poteri.
- Tranquilla, ti aiuterò io. - risponde Alex prendendomi la mano.
Alex ha la pelle abbronzata, un fisico statuario, lunghi capelli castani, un sorriso mozzafiato e bellissimi occhi verdi, come due smeraldi.
- Allora andiamo. - dico, pigiando il tasto per l'ultimo piano.
L'ascensore comincia a muoversi veloce, l'atmosfera idilliaca di poco prima si è dissolta. Alex continua a tenermi la mano.
Mi sento imbarazzata, senza un vero motivo. Forse anche un po' in colpa.
L'ascensore si ferma e le porte si aprono.
- Da questa parte. - dice Alex, uscendo e portandomi verso un corridoio molto largo, i muri sono tinti di un forte arancione, un colore che da tre anni non sopporto più. Il solo pensiero di quella chioma ribelle di quel colore improponibile mi da' il volta stomaco. (N.d.A. Ahimé, anche io ho una folta chioma ribelle che tende al rosso çç)
Sono talmente presa dai miei pensieri da non accorgermi di uno scalino, che manco in pieno, finendo a terra trascinandomi dietro anche Alex, che mi attutisce la caduta.
Questa mi riporta bruscamente alla realtà, risvegliando anche le mie gambe che hanno i muscoli talmente tesi da iniziare a tremare quasi convulsivamente.
- Icy? Tutto bene? - chiede Alex, tradendo un'espressione preoccupata.
- Sì, sono solo un po' stanca per la corsa, tutto qui. - rispondo tranquilla. Sono praticamente stesa su di lui.
- Corsa?
- Sì, sono arrivata qui a corsa, ero ad Alfea e Faragonda mi ha detto...
- Hai corso da Alfea fino a qui?? - domanda interrompendomi. Si morde il labbro, sa che odio venire interrotta.
- ...che le mie sorelle sono partite da qui questa mattina con la promessa di vendicarmi. - concludo la frase che avevo iniziato, seria.
- Capisco, beh, potevi dirlo subito che eri venuta a corsa. - risponde tranquillo Alex, spostandomi delicatamente accanto a lui, mi tratta come se fossi una bambola di porcellana, il che mi infastidisce. Si alza e mi tende la mano, la prendo per rialzarmi, ma lui mi attira a sé e mi prende in braccio. Lo vedo ridere davanti alla mia espressione stupita.
- Ti avrei presa prima se l'avessi saputo.
- Posso ancora camminare.
- No, già ti aspetta un lungo viaggio per raggiungere Linphea, poi hai corso fin qui da Alfea, non sarebbe educato da parte mia farti camminare ancora. - risponde sempre sorridendo, aumentando a dismisura il mio imbarazzo.
E se qualcuno ci vedesse? Come se ciò non bastasse la mia gonna inizia ad arrotolarsi su sé stessa. Cerco di sistemarla, ma non ottengo grandi risultati.
Soffoco uno sbuffo, mentre lui comincia a camminare, sempre tenendomi in braccio, quasi come una coppia di sposini. Quest'immagine mi fa rabbrividire. Alex se ne accorge.
- Hai freddo? - chiede distrattamente.
- Io non so cosa sia il freddo. - rispondo alzando gli occhi al cielo. - Ora posso camminare da sola?
- Perché?
- Non mi sento a mio agio.
Cerco di sembrare meno apatica del solito. Un po' deluso mi mette a terra, io mi sistemo la gonna e inizio a camminare.
- Da che parte bisogna andare? - chiedo girandomi per guardare Alex. Ha le braccia incrociate e mi fissa con disappunto.
- Che c'è? - gli chiedo.
- Protresti anche ringraziare qualche volta, sai? - risponde in tono pacato.
- Grazie, contento? - rispondo roteando gli occhi, esasperata.
- Sì. - dice, riprendendo a camminare per poi fermarsi vicino alla porta alla mia destra. Bussa e da dentro si sente urlare "Avanti". Alex apre la porta ed entriamo. Davanti a noi c'è Saladin, il preside di Fonterossa.
- Buongiorno signor preside. - saluta educatamente Alex.
- Buongiorno. Icy, vedo che stai bene. - risponde calmo il preside, non so perché, ma la sua affermazione mi infastidisce. Cosa si aspettava? Di vedermi mezza morta a terra a implorare aiuto? Stringo i pugni.
- Icy vorrebbe raggiungere le sue sorelle su Linphea. Mi offro per accompagnarla, se possibile. - dice Alex, con un tono di voce alla "Mi offro per andare sicuramente a morire".
- Permesso accordato. C'è già una navicella pronta.
- Grazie. Arrivederci. - conclude Alex, uscendo dalla stanza, trascinandosi dietro anche me.
Camminiamo per un paio di minuti, non conosco questi corridoi, non ci sono mai passata prima d'ora. Sono angusti, non sono colorati come il resto della scuola.
Alla fine sbuchiamo in un'enorme stanza, ci sono tutti i mezzi di trasporto degli studenti di Fonterossa, dalle moto agli hovercraft, dalle navicelle ai loro stupidi aeroplanini da combattimento. Sulla destra della stanza c'è una porta in metallo, poco lavorata, ma molto grande. Lì appeso c'è un cartello con su scritto "Attenzione" e da dentro si sentono strani grugniti: ecco dove tengono i draghi.
Io ed Alex saliamo su una delle navicelle più piccole.
Alex si siede al posto di guida, io mi metto accanto a lui.
- Allacciati le cinture, Icy, si parte per Linphea! - esclama Alex, accendendo i motori. Eseguo gli ordini e si parte.
- Il viaggio durerà un paio d'ore, se vuoi riposare non c'è momento migliore di questo. - dice premurosamente Alex.
Lo guardo, sta ancora sorridendo, sembra felice. Faccio un profondo respiro.
- Grazie. - gli rispondo. Quella risposta mi è costata uno sforzo disumano, e, per quanto possa sembrare impossibile, Alex ha un sorriso ancora più raggiante. Chiudo gli occhi e, con grande soddisfazione, non sogno niente.
- Icy? Icy svegliati, siamo arrivati. - sussurra una voce nel mio orecchio. Sento che qualcuno mi sta accarezzando i capelli. Apro lentamente gli occhi e mi stiracchio.
- Buongiorno Icy, siamo su Linphea. - dice Alex, per poi darmi un lieve bacio sulle labbra.

*Abbracciando Tritannus e accarezzandogli la testa*
Tranquillo, ci sono io qui con te, tranquillo çç
Uh? Siamo in onda?? *allontana Tritannus e si schiarisce la voce*
Ciaooooo :3
Eccomi con un capitolo in cui Icy è decisamente OOC... Sorratemy per ciò (sorratemy? che verbo è mai questo?!)
Comunque allusioni al sogno? No, ancora no. Mi spiace :c
Grazie a tutti quelli che recensiscono e seguono la mia storia, sappiate che continuo solo per voi ♥
Ora che rinizia la scuola... Spero di riuscire a tenere i tempi... Sappiate che questa storia non l'abbandonerò.
Buona epifania, auguro a tutti un buon rientro e... Baci,
Icy

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


- Capitolo 12 -


 

Cerco di allontanare Alex il più delicatamente possibile, mi alzo ed esco dalla navicella, seguita a ruota da lui.
- Dove dobbiamo andare? - chiede, guardandosi intorno. Il pianeta Linphea è completamente coperto da piante e fiori, un pianeta molto piacevole per fate e comuni mortali, presumo. Ma non per me.
- Di qua. - dico, riconoscendo il luogo, non siamo molto lontani dal salice, riesco a sentire lo scroscio dell'acqua della cascata che risale fino alla pianta.
Comincio a camminare a passo sostenuto, devo avvisare le mie sorelle il prima possibile.
- Hey, calma! Cos'è tutta questa fretta? - chiede ridendo Alex, allungando il passo per raggiungermi. Mi fermo di scatto e mi giro verso Alex.
- Le mie sorelle pensano che io sia morta. Pensano che io sia diventata una vampira senza cuore che si nutre di sangue agli ordini di Andrew. Pensano che io le abbia abbandonate e che nel peggiore dei casi le voglia uccidere senza pietà, ma nonostante questo sono partite con la promessa di vendicarmi. Faragonda mi ha detto che erano scioccate, che non si sono ancora riprese da questa notizia, si sentono in colpa perché sono sparita mentre ero con loro! Fidati, Alex, anche tu avresti fretta se fossi al mio posto. - dico secca, quasi urlando, per poi ricominciare a camminare.
- Scusa Icy, io... - comincia a dire, quasi balbettando.
- Lascia stare. - rispondo, senza neanche guardarlo. Penso di aver detto tutto, non ha bisogno di altre spiegazioni.
So che è dietro di me e che ha lo sguardo basso, ci è rimasto male, ma non mi interessa. Da quando l'ho incontrato nell'ascensore ha continuato a farmi sentire a disagio a partire da...
D'istinto mi sfioro le labbra con le dita. Stupida, ecco cosa sono. Una stupida che si lascia andare. O ho la febbre alta o sto diventando una fata.
Le mie gambe si muovono automaticamente, ma la mia mente è altrove.
Sono arrabbiata, con me stessa, con Alex, con Andrew, con tutti. Cosa ho fatto di male per meritarmi tutto questo?
... Okay, forse qualcosa di male ho fatto.
- Wow... - dice Alex con voce sognante interrompendo il flusso dei miei pensieri, riportandomi alla realtà: siamo davanti alla cascata.
- E' bellissima. - dice Alex quasi in un sussurro, con il naso all'aria.
- E' una comune cascata. - dico io, avvicinandomi alla cascata, nascosta dietro a questa c'è un sentiero di legno che porta alla grotta del Salice Nero.
- Icy come sei cinica. - risponde Alex, cominciando a camminare anche lui.
Sbuffo senza dire altro, voglio solo rivedere le mie sorelle.
Arriviamo in cima senza dire niente, nel silenzio più assoluto.
Sento dei singhiozzi in lontananza, provenire da dentro la grotta.
- Non può essere successo davvero, non può! Dimmi che è un incubo, ti prego: dimmelo!! - urla una voce spezzata dal pianto. La conosco, so chi è, ma non riesco a crederci.
- Mi dispiace Stormy, ma dobbiamo accettare la realtà, non possiamo fare più niente... - risponde tremante un'altra voce. Conosco anche questa.
Sento un tuffo al cuore, una morsa terribile allo stomaco.
- Stormy! Darcy! - urlo iniziando a correre per raggiungerle, voglio vederle, dirle che sto bene.
- Mi sembra ancora di sentirla... - risponde Stormy, cercando di trattenere i singhiozzi.
- La sento anche io. - dice Darcy, stando in ascolto.
- Darcy!! Stormy!! - continuo ad urlare. Arrivo nella grotta e le vedo. Sono abbracciate, Stormy ha gli occhi rossi, gonfi e lucidi, il viso completamente bagnato dalle lacrime. Stringe con una mano la maglia di nostra sorella. Darcy la abbraccia con fare materno, accarezzandole i capelli riccioli. Anche lei ha gli occhi rossi e lucidi. Tutte e due hanno occhiaie scure.
- Icy... - sussurra incredula Stormy, prima di liberarsi dalla stretta di nostra sorella per venirmi incontro, ma Darcy la blocca.
- Icy, sei davvero tu? - chiede Darcy, seria.
- Certo, pensavate davvero che mi facessi mettere i piedi in testa da uno stupido succhiasangue?
Darcy sorride e tutte e due mi vengono incontro, abbracciandomi.
- Non potete neanche immaginare quanto sia contenta di rivedervi!
- Oh Icy, abbiamo avuto paura che tu...
- No Stormy, non c'è riuscito. Non gliel'avrei mai permesso.
- Awww, che carine! - dice una voce maschile alle nostre spalle.
Istintivamente ci allontaniamo tutte e tre, non ci facciamo mai vedere come un'allegra famigliola in pubblico, è un patto che abbiamo stabilito quando ci siamo conosciute.
-Alex? Come mai da queste parti? - chiede Darcy mentre Stormy si asciuga rapidamente il viso con il dorso della mano.
- Ho accompagnato Icy fino a qui. - risponde Alex sorridendo.
- Wow, proprio come gli specialisti e le winx! - esclama Stormy credendo di lanciarmi una frecciatina, ma una mia occhiata basta a metterla a tacere.
- Allora... Icy cos'è successo? - domanda Darcy distraendomi dal mio obbiettivo di farla pagare a Stormy.
- Andrew mi ha portata... Non so bene dove, c'era troppo buio per capirlo, ha tentato di farmi diventare un vampiro, ma ho riacquistato i miei poteri per un breve lasso di tempo, che però mi ha permesso di scappare. - rispondo seria.
- Ma come ha fatto a portarti via? Non hai opposto resistenza? - chiede Stormy.
- Finché ho potuto sì, ma mi ha narcotizzata, sono svenuta e a quel punto non ho più potuto reagire.
- Ma cosa ti ha detto di preciso? - domanda ancora Darcy.
- Mi ha detto che gli serve un aiuto per conquistare la Dimensione Magica, "contro tutti sono decisamente svataggiato".
- E perché ha scelto proprio te? - chiede Alex.
- Perché ho già esperienza in merito.
- Anche io e Darcy abbiamo esperienza in merito. - nota Stormy.
"Nelle tue vene non scorre solo il sangue di una strega, ma anche altro. Quello di creature del Male molto più potenti delle streghe." L'eco di queste parole nella mia mente mi offusca i pensieri.
- Non lo so Stormy, probabilmente mi ha soltanto preso di mira. - rispondo facendo spallucce. Mi rifiuto di dirle il vero motivo e farla preoccupare per niente. Questo riguarda il motivo della mia nascita, il mio passato. Un passato di cui loro non fanno parte.
"Voi non siete sorelle di sangue".
Scuoto lievemente la testa, anche se so che non mi aiuterà ad allontanare quell'eco dalla mente.
- Prendiamo l'acqua e andiamo via. - ordino seria. Non voglio restare in questo posto un minuto in più.
Darcy prende una bottiglietta vuota e, stando attenta a non toccare l'acqua, la riempie, per poi richiuderla.
- Possiamo tornare a Magix! - dice soddisfatta Darcy, mostrandoci la bottiglietta piena.
Il viaggio di ritorno è decisamente meno tranquillo, le mie sorelle mi chiedono cose riguardanti il rapimento, ma dopo qualche risposta vaga e insoddisfacente da parte mia ci rinunciano.
Appena arriviamo all'Albero dlla Vita io, Darcy e Stormy scendiamo in tutta fretta dalla navicella. Sapere che presto riotterremo i nostri poteri, per la seconda volta, è decisamente comfortante.
- Mi raccomando Darcy, solo un paio di gocce! - dico io, rivolta a mia sorella.
- Sì, non preoccuparti, non lo voglio far tornare un bocciolo. - risponde Darcy aprendo la bottiglietta contenente le Lacrime del Salice Nero.
Una goccia... Due gocce... Tre gocce...
Vedo come una scintilla partire dal punto in cui è caduta l'ultima goccia, poi un'onda di luce accecante mi costringe a chiudere gli occhi e a ripararmi con le braccia. Sento una strana forza rinascere in me e crescere a dismisura. Quando la luce cessa ed apro gli occhi mi sento più forte che mai.
Guardo le mie sorelle e alzo una mano, comincia a nevicare.
Stormy mi imita e dalla sua mano esce un fulmine.
Darcy unisce le mani e quando le allontana ha una sfera nera circondata da un alone viola tra le mani.
- L'albero è guarito! - grida Alex, che intanto si era avvicinato a me, abbracciandomi. Quando tenta di baciarmi mi allontano.
- Che succede? - chiede con sguardo interrogativo.
- Ti meriti di meglio della strega del ghiaccio. - dico, cercando di non essere troppo dura.
- Ma io ti amo. - dice, sempre guardandomi stranito.
- Ma io no. - dico girandomi verso di lui. - Per me... Sei un amico.
Ho fatto tante cose malvage nella mia vita, ma questa è sicuramente tra le peggiori.

Zanzanzanzaaaaaaaaaan!
Alla fine ce l'ho fatta a postare un altro capitolo, scusate se c'ho messo tanto ma ho avuto piccole... emh... distrazioni extrascolastiche <3
Potrei risultare più OOC che mai con Icy perché ho "paura" che il mio periodo cuore di ghiaccio sia terminato :3 Ma devo ammettere che non mi dispiace affatto... ♥
Cercherò di metterci meno tempo per il prossimo capitolo, baci,
Icy

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


- Capitolo 13 -
 

Riesco quasi a sentire il suo cuore andare a pezzi, di solito è un rumore che mi compiace, ma questa volta è diverso, non so il motivo. Mi è indifferente.
- Ah, capisco... Io devo andare, ciao. - dice Alex con lo sguardo basso, allontanandosi lentamente e strusciando i piedi.
- Icy sei sempre così delicata! - esclama ironica Stormy portando le mani sui fianchi e gli occhi al cielo.
- Non ho bisogno della tua ramanzina.
- Secondo me ha fatto bene. - dice Darcy, con la solita calma.
- Grazie Darcy.
- Poteva essere più delicata, gentile, educata, comprensiva...
- Okay, ho capito! - esclamo io esasperata, bloccando mia sorella che stava per iniziare una lista di aggettivi che sono assolutamente opposti a me.
- Adesso cos'hai intenzione di fare? - chiede Darcy.
- Potremmo provare a combattere contro i vampiri, ma abbiamo già avuto modo di vedere che su tre attacchi solo uno va a buon fine, ma senza gravi danni. Opterei per una ricerca riguardo queste creature: devono avere un punto debole, uno qualsiasi! - rispondo, ripensando al nostro primo e vero scontro.
- Sì, mi ricordo, Icy l'ha attaccato scaraventandolo contro una parete della scuola di Alfea e il succhiasangue si è rialzato come se niente fosse... Però quando l'abbiamo attaccato tutte insieme gli abbiamo fatto qualcosa. - riflette a voce alta Darcy.
- Vuoi dire che dipende tutto dall'intensità di forza? - chiede Stormy.
- No, ma potrebbe essere un'ipotesi da tenere in conto. - dico io.
- Quindi dove andiamo a cercare?
- Ancora non ci ho pensato Stormy. Ho cercato ad Alfea, ma non c'era niente.
- Non penso che lì troveremo qualcosa, i vampiri a quanto pare sono creature dell'oscurità. - nota Darcy.
- Legate al male... Torrenuvola!
- Esatto Stormy.
- Allora è lì che andremo. - concludo io.
- Dovremo anche spiegare la situazione alla Griffin. - dice Stormy, arricciando il naso.
- Probabilmente questa sarà l'impresa più ardua. - rispondo io alzando gli occhi al cielo. - Pronte?
- Sempre e comunque. - replica Stormy, mentre ci alziamo tutte e tre in volo.
Ormai è quasi il crepuscolo, non si vede molto bene, più di una volta devo ridurre gli occhi a due fessure per vedere i rami degli alberi ed evitarli. Il vento mi fischia nelle orecchie creando sibilii sinistri.
- Ho un brutto presentimento.... - dice Stormy rompendo il silenzio che si era creato tra noi.
- Cosa intendi con "brutto"? - chiede Darcy.
- Non saprei... Brutto.
- E' solo una tua impressione. Hai forse paura di ritrovarti davanti ala Griffin? - la stuzzico io.
- No Icy, non è la Griffin a preoccuparmi. - risponde seria Stormy.
Cala di nuovo il silenzio, che non si prolunga molto perché in un paio di minuti arriviamo a Torrenuvola. Il portone ovviamente è chiuso.
- Uff, mai nessuno che voglia renderci la vita più facile! - esclama Stormy seccata.
- Datemi la mano sorelle. - dico io ricordandomi un incantesimo che ci aveva insegnato Valtor. Le mie sorelle capiscono, mi danno la mano e ci trasformiamo in un cumulo di polvere, passiamo sotto il portone e ci rimaterializiamo all'interno del castello.
- E' stato più facile del previsto entrare. - dice distrattamente Darcy, guardandosi intorno.
- Qua non è cambiato niente, eh?
- No Stormy, ma perché, speravi davvero che la Griffin potesse, in un utopico futuro, darsi ai cambi d'arredamento? - domando io, ironica.
- Sì, in effetti hai ragione. Avete notato che la scuola è deserta? Non c'è nessuno.
- Stormy a quest'ora saranno tutte a cena. - nota Darcy.
La nostra sorellina sembra poco tranquilla, è molto turbata. Né io né Darcy le chiediamo cosa abbia, probabilmente è solo il fatto di trovarsi di nuovo lì e doverci anche restare, con o senza il permesso della Griffin.
- Mi meraviglia il fatto che nessuno abbia ancora avvertito la nostra presenza. - dico io, guardandomi attorno.
- Questo lo credi tu, Icy. - risponde una voce alle mie spalle. Ci giriamo tutte e tre all'unisono avendo riconosciuto la voce.
-E' un piacere rivedervi, Trix. Qual buon vento vi porta da queste parti? - chiede la Griffin, piena di ironia.
- Stavamo cercando proprio lei. - rispondo portando le mani sui fianchi.
- Non siete gradite.
- Lo sappiamo, ma... Abbiamo bisogno di lei. - dico io, pronunciando queste ultime quattro parole tra i denti. E' una coltellata in pieno petto per noi tre, mentre la preside, in un primo momento un po' sorpresa, sorride soddisfatta. Incrocia le braccia e chiude gli occhi, sa che dipendiamo da lei. Dev'essere divertentissimo vederci appese ad un filo ed essere consapevole che solo lei può aiutarci.
- Da quando le famose e temute Trix hanno bisogno di me? - domanda, con un'espressione estremamente soddisfatta dipinta sul volto.
- Da quando sono arrivati i vampiri. - risponde secca Darcy.
Questa situazione è molto scomoda per noi tre, la preside ne è consapevole. Purtroppo.
- Tsk, i vampiri non esistono. Sono creature inventate per spaventare i bambini. Non pensavo che voi tre credeste ancora a queste storie infantili.
- Anche noi siamo creature "inventate" sulla Terra, eppure esistiamo. - interviene Stormy.
- I terrestri sono increduli e cinici, loro non contano.
- Allora lo è anche lei.
- Non direi proprio Stormy, i vampiri non esistono.
- Fossi in lei non ne sarei così sicuro. - dice una voce alle spalle della preside.
- Andrew. - sussurro tra i denti, mentre la preside si gira. Il succhiasangue sta sorridendo, mostrando i suoi canini appuntiti, la preside li nota subito ed indietreggia. La sua spavalderia si è dissolta come polvere al vento.
- Cosa ci fai qui? - ringhio contro Andrew.
- Vi impedisco di rovinarmi i piani. - risponde sorridendo.
- Schegge del Polo!! - urlo, colpendolo. Sbatte contro il muro, ma sembra non essersi fatto nulla.
- Tu saresti un vampiro? - chiede la preside, distogliendo l'attenzione di tutti dalla battaglia.
- Ovvio, non si vede? - risponde Andrew, sorridendo maligno, per mostrare meglio le sue zanne alla preside.
- Chi mi assicura che quanto stai dicendo è la verità?
Andrew non risponde alla Griffin, si gira verso di me e inizia a fissarmi, senza smettere di sorridere.
Cerco di preparare un attacco, ma nel giro di pochissimi secondi il succhiasangue è accanto a me. Mi sta tenendo le braccia con una mano, mentre con l'altra alza con forza il mio viso, per mostrare il mio collo. Le sue dita affusolate stringono talmente forte la mia faccia da farmi male.
- Lasciami andare!! - urlo, cercando di divincolarmi.
- Guardi qua, queste cicatrici. Sono stato io a fargliele, a lei come alla maggior parte delle fate di Alfea. - risponde Andrew, rivolto alla Griffin. Sembra non sentirmi neanche.
- Mollami! - continuo ad urlare, sono troppo agitata e scossa, non riesco ad attaccarlo. Il vampiro continua ad ignorarmi, sorride compiaciuto sotto lo sguardo attonito della preside.
- Lascia andare nostra sorella! - urla Stormy cercando di attaccarlo, ma Darcy la blocca.
- Ferma, potresti colpire Icy!
- Ma... - Stormy sta digrignando i denti, odia sentirsi impotente.
Inizia a mancarmi il respiro.
Ad un certo punto Andrew fa una cosa che lascia tutti basiti: mi lascia andare, con una vigorosa spinta che mi fa cadere a terra.
- Patetiche. Ci rivedremo presto. - dice il succhiasangue prima di sparire.
Il mio odio verso di lui cresce a dismisura, farmi fare una figura tanto infamante davanti alla Griffin...
Mi alzo, cercando di sopprimere ogni pensiero, la cicatrice sul mio collo brucia, vuole farsi vedere. Sistemo il colletto della camicia azzurra in modo da nasconderla e mi giro verso la preside.
- Crede ancora che i vampiri non esistano?

Ciaooooo!
Scusatemi per il ritardo, ma è dall'inizio della settimana che finisco di studiare alle undici (di sera) passate, è devastante ^^"
Cercherò di essere più veloce per il prossimo capitolo, ma non prometto niente, per le prossime 4 domeniche sarò impegnatissima con il CARNEVALEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE *-*
Spero che questo capitolo vi piaccia, baci,
Icy

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


- Capitolo 14 -


 

La preside continua a dubitare e negare l'evidenza, darci ragione per lei è un forte colpo all'orgoglio. Abbiamo bisogno anche della conferma di Faragonda.
- La scuola delle fate è stata distrutta e la maggior parte di essere sono state trasformate in vampiri. - conferma la preside di Alfea. Sta contattando la Griffin tramite la scuola degli specialisti.
- Come posso fidarmi di queste tre? Mi stai chiedendo decisamente troppo Faragonda! - contesta la Griffin, dimenticandosi che anche io, Stormy e Darcy siamo lì e la sentiamo.
Dopo l'arrivo di Andrew la preside ci ha portato in presidenza, principalmente per mettersi in contatto con Faragonda.
Io e le mie sorelle stiamo in disparte, con le braccia incrociate, aspettando il verdetto finale. Noi sappiamo comunque come andrà a finire, non ci muoveremo di lì senza prima aver consultati i manuali dell'Archivio di Torrenuvola e avere una soluzione per eliminare i vampiri.
- Abbiamo già visto la determinazione di queste tre ragazze, più di una volta. Non lo faranno certo per noi, quanto per la loro vendetta e il loro orgoglio di streghe. - afferma sicura la preside di Alfea.
La Griffin non ha via di scampo, non può controbattere, lo sa. Sospira sommessa.
- Ci si risente. - risponde, chiudendo la conferenza con la preside di Alfea.
- Allora? - chiede Darcy, aspettando la decisione della Griffin.
La preside si siede sul suo scranno, dietro la scrivania. Sta ancora riflettendo, non può semplicemente dirci "Certo, andate pure nell'Archivio di Torrenuvola", ci renderebbe la vita troppo semplice e non è questo quello che vuole.
Passano diversi secondi prima che la sua fronte corrugata si rilassi distendendosi. Un sorriso si dipinge sul suo volto. Un sorriso che non mi piace affatto.
- Potete rimanere a Torrenuvola. - risponde secca prima di alzare lo sguardo verso di noi. Sono sicura che la risposta non sia finita lì, c'è dell'altro.
- Ma? - domanda Stormy, conosciamo tutte e tre troppo bene quell'anziana signora, sappiamo per certo che c'è l'altra faccia della medaglia.
- Come allieve. - conclude con un sorriso beffardo.
- Come?! - esclamiamo io, Darcy e Stormy insieme, incredule.
- Siete appena state riammesse a Torrenuvola, complimenti.
- Sì, ma questo cosa c'entra? - chiedo io.
- Soltanto gli alunni e i professori hanno accesso all'Archivio Magico di Torrenuvola.
- Non è giusto! - protesta Stormy.
- Invece lo è.
- Ma ci manca il programma di tre anni! - ribatte Darcy.
- Ah già, avrete modo di recuperare con un esame. - risponde la Griffin appoggiando la testa sulle dita affusolate.
- Esame?! No! Noi non vogliamo tornare qui! - tuona Stormy.
- E' l'unico modo che avete per trovare una soluzione al vostro "problema". Domani mattina avrete tutti gli argomenti trattati nei tre anni in cui siete state assenti e tra due settimane avrete l'esame per recuperare.
- Ci sta dando due settimane per recuperare il programma di tre anni?? - domanda incredula Darcy.
- Sì e vi conviene impegnarvi sodo, ragazze.
- Ma non possiamo farcela!! - intervengo io.
- Vi conviene farcela invece. La vostra stanza è la solita.
- Ma... - cerca di dire Stormy, ma viene interrotta dall'occhiataccia della Griffin.
- La vostra stanza è la solita. - ripete. Io e le mie sorelle usciamo dalla presidenza.
- Quella vecchia megera non può riammetterci a scuola e costringerci a fare uno stupido esame!! - urla Stormy a metà strada pestando i piedi in terra.
- Almeno non dobbiamo stare con fate e Pixie. - Darcy sospira, cercando qualche argomento che possa calmare nostra sorella.
- Troveremo una soluzione a tutto. - dico io.
- E quale?? Non esiste nessuna soluzione! - continua a urlare Stormy. Inizia a darmi sui nervi.
- Stormy ragiona, tornando a scuola potremmo imparare nuove tecniche di combattimento, più efficaci e potenti, non solo da usare contro i vampiri, ma anche contro le Winx. Quelle fatine risultano più forti non solo perché ogni anno cambiano le alucce, ma perché sono istruite, conoscono più attacchi di noi. - nota Darcy.
- Noi sappiamo già tante cose, non importa che ce le insegnino. - risponde secca Stormy.
- Non abbiamo scelta e non è vero che sappiamo "tante cose" o avremmo già sconfitto le fate. - dico io. Stormy sembra arrendersi a questa assurda situazione.
Riprendiamo a camminare verso la nostra stanza, quando entriamo notiamo che non è cambiato niente. Ci buttiamo tutte e tre sui rispettivi letti.
- Mi ero dimenticata quanto fosse comodo... - dice Darcy, quasi in un sussurro.
- E sapere che hai tre pasti assicurati al giorno? - replica Stormy, chiudendo gli occhi.
- Perché, voi non trovate piacevole quest'atmosfera tetra e carica di energia negativa? - domando io.
- Potrei riabituarmi all'idea di stare a Torrenuvola. - risponde Darcy in tono quasi assente.
- Anche io, se non sapessi di un esame imminente.
- Tranquilla Stormy, ce la siamo sempre cavata. - cerco di tranquillizzarla.
- Come ci organizzeremo? - chiede Darcy.
- Di giorno si studia e di notte si cerca qualcosa sui vampiri. - rispondo io.
- E si dorme all'esame? - domanda ironica Stormy.
- Hai idee migliori? - le rispondo sbuffando.
Nessuno dice più niente, restiamo lì ferme a goderci la tranquillità, il silenzio e i letti fino al coprifuoco.
- Ragazze? Siete sveglie? - chiedo con la voce abbioccata. Mi siedo sul letto e mi stropiccio gli occhi.
- Sì Icy. - risponde Darcy, fissando ancora il soffitto.
- No, ancora cinque minuti... - sussurra appena Stormy, sbadigliando.
- Dai Stormy, svegliati. Dobbiamo andare.
- Andare dove? - domanda, girandosi verso di me per guardarmi. Sbuffo.
- All'Archivio Magico per cercare informazioni sui vampiri.
- Di già?!
- Sì Stormy, prima iniziamo la ricerca prima troviamo una soluzione. - rispondo io.
- Così avremo più tempo da dedicare agli esami. - conclude Darcy.
Nonostante non sia d'accordo con noi, Stormy si alza dal suo tiepido letto, a malincuore. Io e Darcy la imitiamo.
- Pronte? - domando, mentre esco dalla nostra stanza seguita dalle mie sorelle.
- Abbiamo altra scelta? - chiede sommessa Stormy, mentre chiude la porta.
- No, direi di no. - risponde Darcy sospirando.
- Ssh! Fate silenzio o qualcuno potrebbe sentirci. - dico io secca, ma sussurrando.
Arriviamo all'Archivio nel più totale silenzio, i corridoi sono ormai deserti, non c'è nessuno che può disturbarci ed è questa atmosfera ciò a cui puntavo io.
- Nessuno può infastidirci in alcun modo.
- E' per questo che hai scelto la notte, Icy?
- Sì Darcy.
- Da dove si comincia? - chiede Stormy.
- Potremmo cercare sotto la "V" di "Vampiro". - propone Darcy.
- O sotto la "T" di "Troppo facile". - rispondo io ironica.
Nonostante la mia battuta cerchiamo comunque sotto la voce "Vampiri" e "creature fantastiche".
Passa il tempo, il silenzio è quasi assoluto, l'unico rumore che si sente è il girare la pagina di quei grandi e polverosi manuali.
- Non troveremo mai niente qui. - si lamenta Stormy dopo aver chiuso l'ennesimo libro che non ci è stato d'aiuto. Si appoggia sul tavolo in segno d'arresa.
- Dobbiamo trovare un modo per far fuori i vampiri, vero? - domanda Darcy senza staccare gli occhi dal manuale che stava leggendo.
- No! Siamo qui per cercare unicorni rosa che vomitano arcobaleni e cagano zollette di zucchero! Ovvio che siamo qui per trovare una soluzione e far fuori quel succhiasangue! - tuona Stormy contro nostra sorella, alzando di scatto la testa dal tavolino.
- Allora ho appena trovato una soluzione. - risponde Darcy calma.

Buonsalveeeeeeee!
4 giorni di vacanza, quattro meravigliosissimi giorni di vacanza...!!! Sia lodato il Carnevale çWç
...
Zan zanzanzaaaaan!
Cosa avrà scoperto Darcy?!?
Dream's Corner:
Ahhh, l'Arcobaleno, simbolo dei presagi positivi, in effetti è appena uscita la soluzione! Sììì, potremmo uccidere i vampiri! *-* O forse no?...
Ho già scritto buona parte del prossimo capitolo, cercherò di terminare la storia il prima possibile, avrei tante altre idee, ma ho un problemone chiamato "Pagella"... Per ora non l'hanno ancora consegnata, ma ho il terrore... forse mercoledì... Aiuto ç.ç Baci,
Icy

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


- Capitolo 15 -
 

- No aspetta... cosa?! - chiede per la milionesima volta Stormy, sempre più incredula. Darcy sbuffa.
- Per l'ultima volta, qua c'è scritto che il metodo più veloce per far fuori un vampiro è il legno. - risponde lentamente la strega dell'oscurità, esasperata.
- Ma è assurdo! - ribadisce di nuovo Stormy.
- Se ci pensi però è vero. - intervengo ad un certo punto io.
- Cosa intendi Icy?
- Ragiona Stormy: il primo giorno che l'abbiamo visto ho provato a colpirlo con il tacco, ma non gli ho fatto niente, mentre Darcy l'ha colpito con una sedia per liberarmi e questa era di legno. Quando ad Alfea l'abbiamo colpito insieme l'abbiamo scaraventato contro un albero. Nel tragitto per andare al Villaggio delle Pixie io per liberarmi l'ho colpito con un ramo. Non c'entra niente l'intensità dei poteri. - rispondo.
- Sì, è vero... Però sembra strano.
- In che senso Stormy?
- Mi sembra troppo facile, ecco tutto. risponde a Darcy.
- C'è scritto altro? - chiedo io alla sorella mezzana.
- L'acqua li infastidisce creando nei succhiasangue un'acuta nausea.
- L'acqua? Ma che creature assurde sono? - domanda Stormy, sempre più basita.
- Poi non c'è scritto altro, questo è tutto.
- Beh, questo è ciò che ci serviva sapere. Andiamo a letto sorelle. - dico io con tono vittorioso.
Tornare in camera e poter dormire, anche se per un paio d'ore, è una soddisfazione unica, soprattutto considerando che stiamo dormendo in dei letti.
La mattina seguente veniamo svegliate da un vigoroso battito sulla porta di camera nostra, che ci fa sussultare tutte e tre.
- Chi è? - chiedo io tra i denti mentre mi alzo dal letto per andare ad aprire la porta. Sono Ediltrude e Zarathustra.
- Buongiorno ragazze e bentornate a Torrenuvola. Ci auguriamo che la vostra permanenza qui sia più duratura rispetto all'ultima volta. Questa è la lista degli argomenti trattati negli ultimi tre anni. - dice Ediltrude e, con un gesto della mano fa apparire davanti a me una pergamena piena di scritte. Questa inizia a srotolarsi davanti ai miei occhi e continua finché non tocca in terra. Ci saranno scritti cinquecento e più argomenti. Bene.
- Questi invece sono i libri su cui dovrete studiare. - dice Zarathustra, anche lei con un gesto della mano fa apparire sulla scrivania una montagna di manuali. Saranno circa trenta. Ottimo.
- Una copia per tutte e tre vi basterà, no? - domanda ironica Ediltrude.
- Certo. - rispondo io con altrettanta ironia.
- Conoscete già le usanze a Torrenuvola, vero? - chiede Zarathustra.
- Sveglia alle sette, colazione alle sette e trenta. Le lezioni iniziano alle otto e finiscono alle tredici per il pranzo. Pomeriggio libero all'interno della scuola, per uscire serve uno speciale permesso rilasciato dalla preside. Cena alle ore otto e trenta e coprifuoco alle dieci. - rispondo fissando la professoressa.
- Bene, non abbiamo altro da aggiungere. - dice Ediltrude. Le due arpie se ne vanno e io posso finalmente ciudere la porta.
- Perché non ce ne andiamo finché siamo in tempo? - domanda Stormy, guardando terrorizzata le varie pile di libri.
- E darla vinta alla Griffin facendole credere che siamo deboli e che ci arrendiamo alle prime difficoltà? Mai! - rispondo io con tono sicuro. Nessuno ha da controbattere.
I giorni scorrono lentamente, passiamo tutta la giornata su quei maledetti libri.
Fortunatamente per noi, abbiamo scoperto che gli argomenti da studiare non sono eccessivamente pesanti o difficili, sono "solo" tanti. Alcuni, però, li conosciamo già dai tempi di Darkar, ma nonostante questo passiamo due settimane intere rinchiuse nella nostra stanza, usciamo solo per i pasti, nessuna parla più.
Accusiamo spesso mal di testa tutte e tre, non siamo più abituate a stare sui libri, ma facciamo di tutto per dimenticarcene.
I libri sembrano crescere con il passare del tempo, finiremo con il soffocare tra quelle pagine.
No. Non darò questa soddisfazione alla Griffin.
Alla fine arriva il giorno fatidico: l'esame.
Abbiamo tutte e tre delle brutte occhiaie e siamo molto pallide, abbiamo ripassato tutta la notte.
- Pronte? - chiede con aria di sfida la Griffin, appoggiata alla cattedra. Tiene in mano le schede con sopra scritte le domande dell'esame.
Né io né le mie sorelle rispondiamo, ci limitiamo a sederci in uno dei tre banchi, ben distanziati tra loro, dell'aula.
- Avrete a disposizione cinque ore per terminare l'esame. Anche se probabilmente ve ne serviranno di più. - continua la Griffin mentre ci consegna i fogli.
Inizio svelta a leggere le domande. Dopo le prime due cerco di reprimere la rabbia e alzo lo sguardo per incrociare quello altrettanto adirato e sorpreso delle mie sorelle.
Comincio a scrivere con foga, rispondendo ad ogni domanda, senza alzare più il viso.
Dopo un'ora circa consegno insieme a Darcy e Stormy.
- Bene ragazze, vi comunicheremo quanto prima i vostri risultati. - risponde la Griffin con tono beffardo.
Senza aggiungere altro usciamo.
- Trattenetemi o la disintegro. - dice Stormy, stringendo i pugni.
- Ti aiuto. - replica Darcy.
- Ci ha fatto studiare come matte per due settimane e poi la domanda più difficile del test è "come si chiama il gruppo di incantesimi che servono a proteggersi?". - dico a denti stretti.
- Anche un bambino sa che sono gli incantesimi di difesa!! - tuona Stormy.
- Ormai non possiamo farci niente. Io direi di fare un giro fuori da scuola. - propone Darcy.
Senza pensarci due volte andiamo a Magix. E' incredibile come in quel posto tutti sembrino sempre e comunque felici e contenti.
- L'esame l'abbiamo fatto, adesso possiamo pensare a come far fuori Andrew. - dico io di punto in bianco, spezzando il silenzio.
- Cosa?! - urla Stormy girandosi verso di me.
- Icy... Abbiamo bisogno di staccare la spina, prima. - risponde calma Darcy. Come fa? Come diavolo fa ad affrontare ogni maledettissima situazione con quellaa calma disarmante?
- Quindi? Cosa vorreste fare? - domando.
- Fare un giro, rilassarci senza pensare, tornare a scuola e dormire tranquille. Domani penseremo ai succhiasangue. - risponde Stormy.
Sbuffo, non mi piace che siano gli altri a darmi ordini, non ci sono abituata.
Passo tutta la giornata a ragionare su come comportarmi e su cosa fare per battere Andrew. Solo il pensiero di saperlo vivo mi infastidisce.
Le mie sorelle sanno che sono altrove con la mente, ma sono abituate.
Legno... Il modo più comodo sono sicuramente dei paletti, lunghi, affilati, mortali. Un semplice colpo dritto al cuore.
Sì, è questo ciò di cui abbiamo bisogno.
Senza neanche accorgermene è passata la notte.
Mi sveglio, ma senza alzarmi dal letto, tanto non abbiamo lezioni oggi.
Dopo poco si svegliano anche le mie sorelle.
- Allora Icy, hai già pensato ad un modo efficace per far fuori il succhiasangue? - domanda Stormy stiracchiandosi e sbadigliando.
- Sì, paletti.
- E dove pensi di trovarli? - chiede Darcy.
- Non lo so.
- Secondo me basta un ramo appuntito, come le lance che usavano gli antichi. Sono più pratiche. - nota Stormy.
- Bene. Andiamo a fare colazione e poi dritte a Selvafosca. - dico io, alzandomi dal letto.
La mensa è quasi completamente vuota, è presto. Facciamo colazione senza troppo entusiasmo, ma abbastanza in fretta e ci dirigiamo verso il bosco.
Non mi ero mai accorta di quanti rami appuntiti ci fossero in quel posto. Iniziamo a fare a gara a chi ne trova di più, sta quasi prendendo la piega del gioco.
Quasi.
"Cosa intendi fare, streghetta?" chiede una voce nella mia testa. Mi porto le mani alle orecchie.
- Icy che succede?? - domanda Darcy, guardandomi con gli occhi spalancati.
- E' qui. - rispondo - Esci allo scoperto, codardo!
- Ci stiamo preparando per una vera battaglia qui, eh? - mi sussurra Andrew all'orecchio.
D'istinto lo attacco, ma riesce a schivarlo e mi si piazza davanti.
- Non la passerai liscia stavolta! - urlo contro il vampiro, mentre afferro il ramo/lancia più vicino.
- Dici? Una è già fuori uso. - risponde Andrew indicando con un cenno della testa le mie sorelle. Stormy ha lo sguardo vacuo, è già in trance, mentre Darcy è a terra che si tiene la testa tra le mani.
- Darcy!! Lasciale stare, schifoso succhiasangue!!! - urlo e con tutta la mia forza corro contro Andrew, trapassandolo da parte a parte con la mia lancia.
Sento un urlo acuto e vedo il vampiro accasciarsi a terra con le mani strette intorno alla lancia. Sorrido soddisfatta.
Le mie sorelle si riprendono.
- Abbiamo vinto... - sussurro appena.
Vedo darcy e Stormy sorridere, ma presto le loro espressioni si mutano in due maschere ceree piene di preoccupazione.
- Attenta dietro!! - urla a squarciagola Darcy.
Non capisco la loro reazione finché non mi sento cingere i fianchi da due mani.
- Adesso mi merito la strega del ghiaccio? - sibila una voce maschile nel mio orecchio.
Sento un grido straziante e un dolore lancinante al collo.
Mi servono diversi secondi per capire che sono io ad urlare.
E che qualcuno mi sta mordendo.

E sopra al carro c'è una maschera che saaa donare al carro tutta la vitalitàààà!
Ballando fino alla mattina, bella viareggina, il carnevale hai nel DNAAAAAA!
E chi 'un è nato in questa terra non lo saaa, non può capire questa nostra libertàààà!
Questo cantare sopra un carro senza classi o distinzioni:
Per un giorno siamo tutti mascheroni!!
...
Ciao a tuttiiii! Okay, esco dalla modalità *adessodevoandareviaalcarnevale* e cerco di scrivere una N.d.A. quantomeno decente...
Non ho molto da dire in realtà, sicché Baci,
Icy

Dream's corner:
Zanzanzanzaaan!
La grandine non ha un significato positivo. Neanche per la strega del ghiaccio :c
Infatti il suo significato è: imprevisti nel corso di una vicenda che sembrava evolversi per il meglio... E il sangue? Tutto nel prossimo capitolo :3

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


- Capitolo 16 -


 

Quei canini che mi perforano il collo sono insopportabili. Sento il sangue scorrere nelle vene e abbandonarle lentamente da quei piccoli foretti.
- Lasciala andare!!! - sento un'eco. Sembra Stormy.
La presa del morso allenta, diventa meno aggressiva, insieme a quella delle mani.
- Agli ordini. - risponde un altro eco. Questa volta è una voce maschile.
Mi sento cadere a terra, inerme, senza forze.
- Perché? - ringhia un'altra voce. Darcy.
- Ti serve una spiegazione? Pensavo che voi sapeste meglio di me, quanto fosse dolce il sapore della vendetta. - risponde il ragazzo.
Cerco di far tornare il mio respiro ad un ritmo regolare, ma fa male, mi sembra di respirare non solo aria, ma anche polvere in grande quantità.
Riesco a sentire ogni filo d'erba solleticarmi le braccia e le gambe, una lieve brezza che mi accarezza la pelle, ogni singolo animale cantare nella sua strana lingua.
La vena mi pulsa, ma il sangue ha smesso di fuoriuscire dal collo.
Apro gli occhi, ma sono costretta a richiuderli subito, la luce mi risulta troppo intensa, è impossibile stare con gli occhi aperti.
Mi metto seduta, lascio gli occhi aperti come due piccole fessure, il minimo indispensabile per aspettare che si abituino di nuovo a quella luce.
- Icy! - urla Stormy, indecisa se avvicinarsi o meno. La sua voce mi arriva con una tonalità più alta rispetto al normale.
- Cosa mi hai fatto, Alex? - domando stringendo i denti e girandomi verso il ragazzo.
Non te ne sei accorta, Icy? Ti ho morso. - mi risponde con un sorriso beffardo sul viso.
Mi alzo di scatto e afferro Alex per la gola, lo spingo con forza verso un albero e lo alzo di qualche centimetro da terra. Il tutto ad una velocità sovraumana.
- Non scherzare con me Alexander. Dimmi cosa cazzo mi hai fatto. - gli urlo contro.
- Tranquilla, questo è solo il primo morso, non sei ancora una di noi. - risponde, prima di liberarsi di me, buttandomi a terra. Non riesco a credergli, mi sento più agile, veloce, forte. Ho i riflessi più pronti, i sensi più sviluppati.
- Ti senti strana? E' normale. Bello, vero? Pensa di poter essere così per sempre. - continua Alex, fissandomi.
- Cosa vuoi dire? - chiedo.
- Domani tornerai normale, io invece no, io sarò così per sempre. - risponde beffardo, dopo si gira verso il corpo morto di Andrew, si avvicina e gli sfila la "lancia" dal petto.
Io e le mie sorelle non possiamo fare a meno di urlare quando lo vediamo mettersi seduto, prendendo il respiro.
La sua ferita si rimargina completamente nel giro di pochi secondi, senza lasciare il minimo segno sotto la camicia lacerata. Andrew si gira verso di me.
- Sorpresa? Credevi davvero che uno stupido pezzo di legno potesse fermare un vampiro? - domanda ironico avvicinandosi a me. - Beh, ti sbagli, lo mette fuori gioco finché ne è a contatto, ma poi basta. - continua chinandosi verso di me e inchiodandomi con lo sguardo.
Poi, senza dire altro si alza e se ne va, insieme ad Alex.
- Icy stai bene? - chiede Stormy, quasi in un sussurro.
- Sì Stormy, non preoccuparti. Mi sento un po' strana, tutto qui. - rispondo riflettendo su quella domanda: sto bene?
- E adesso? - domanda Darcy.
- Torniamo a Torrenuvola e cerchiamo qualcosa di nuovo riguardo ai vampiri. - dico, rialzandomi.
- Ma quello che c'è nell'Archivio di Torrenuvola lo sappiamo già, e non ci ha aiutato più di tanto. - dice Stormy.
- Quindi? Hai intenzione di diventare come loro? Di servirli, magari? Di arrenderti e aspettare le fate?? - le domando, alzando progressivamente il tono della voce. La vedo diventare scura in viso, improvvisamente troppo seria. Mi mordo la lingua, perché ho parlato?
- Non hai capito niente allora, Icy. Ormai pensavo fosse chiaro che di questa situazione le fate non devono saperne niente, ma avendo già controllato sia ad Alfea che a Torrenuvola mi sembra inutile andare di nuovo lì. - risponde secca.
- Forse nel libro che avevo consultato io c'era scritto dell'altro... In ogni caso Stormy ha ragione. Propongo di andare a cercare il libro della settimana scorsa, ma di cercare da qualche altra parte delle informazioni in più. - interviene Darcy. Annuisco e torniamo a Torrenuvola.
Dovrei scusarmi con Stormy? No, non lo farò. E lei lo sa.
- Icy potresti rallentare? Continui a correre, noi non possiamo sempre starti dietro, siamo stanche. - dice ad un certo punto Darcy.
Mi giro stupita, cosa sta dicendo? Sto anche strusciando i piedi, anche io sono distrutta.
- Come? - chiedo, magari ho sentito male, anche se ho i miei dubbi, sento perfino i rumori delle macchine di Magix, e siamo lontane dalla città.
- Icy stai correndo più del solito. - risponde secca Stormy.
- Veramente io sto andando piano.
- No Icy, questo è andare piano. - ribatte, iniziando a camminare. Penso che anche una lumaca potrebbe superarla.
- Non ti sembra di camminare un po' troppo piano?
- No Icy, sei tu che sei un fulmine. - dice calma Darcy.
- Ma io... Il morso! Ho capito, da quando Alex mi ha morso mi sento più forte, più agile. Ho i sensi più sviluppati.
- Forte. - commenta Stormy, con un velo di ironia. Inspiro profondamente.
- Mi spiace... - sussurro appena, non sono sicura che le mie sorelle mi abbiano sentito.
- Tranquilla. - risponde Darcy, dissolvendo i miei dubbi.
Ci avviamo di nuovo verso la scuola, questa volta cerco di contenermi e di andare più lentamente.
Arrivate a Torrenuvola ci dirigiamo subito verso L'Archivio Magico.
Con non poco dispiacere e fastidio lo troviamo pieno di streghe intente a fare finta di studiare. Riesco a sentire ogni loro commento e nessuno riguarda una materia di studio.
Alcune commentano la nostra presenza, il fatto che siamo state riammesse a scuola ha fatto più scalpore di quanto mi aspettassi. Molte streghe sono intimorite, molte pensano che la Griffin sia impazzita, le rimanenti sono dell'idea che ci siamo davvero rammollite dopo il nostro soggiorno forzato a Roccaluce. Poche sono rimaste indifferenti alla nostra presenza.
Do una leggera gomitata a Darcy e Stormy, capiscono che al momento siamo al centro dell'attenzione e quindi loro, come me, assumono una postura più fiera.
Arriviamo ad un tavolino abbastanza isolato, inutile dire che lo occupiamo subito.
Darcy si allontana per riprendere il libro della volta precedente mentre io e Stormy la aspettiamo.
- Serve una mano? - le chiedo, vedendola sparire dietro una pila di libri.
- No, l'ho trovato. risponde, tornando con un manuale tra le mani. Lo appoggia delicatamente sul tavolo per poi aprirlo.
- Ecco, questa era la pagina. - dice Darcy, mi avvicino per leggere.
- Non c'è scritto molto altro rispetto all'ult...
- Aspettate, guardate qua! - esclamo bloccando Stormy.
In basso a sinistra è stata aggiunta un'annotazione scritta a mano. La grafia è elegante e leggera, non tutti si accorgerebbero di quella scritta.
- "In realtà il legno è efficace solo per stordire i vampiri, il vero modo per ucciderli è..." - inizia a leggere Darcy, ma...
- Qualcuno ha strappato la pagina. - dice Stormy, sempre più seccata da questa scomoda situazione.
- C'è un'altra annotazione. - nota Darcy.
- "Pensavate davvero che vi avrei reso la vita così facile? Illuse. Andrew". Ha strappato lui la pagina. - ringhio tra i denti.
Lo odio ogni secondo di più.

Heyyy!
Ce l'ho fatta a scrivere un altro capitolo, anche se con un ritardo ultra-mega-iper-super-spaventoso ^^"
Va beh, accontentiamoci del "meglio tardi che mai" ... Eh, ormai manca più poco alla fine :c
Non ho molto da dire, se non che mi sono spudoratamente ispirata alla saga "Evernight" riguardo ai vampiri, quindi, se qualcuno avesse letto questa saga, sa benissimo come si uccide un vampiro C: Baci,
Icy

Dream's Corner:
Tuffarsi nel mare con l'angosciosa sensazione di sprofondare: Non garantisce le possibilità di risolvere i problemi che angustano il sognatore... Ahiahiahi Icy, questo non promette niente di buono, ma su con la vita, Keep Calm and Carry On!! C:

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


- Capitolo 17 -


- Come facciamo adesso a scoprire come far fuori quei succhiasangue? - continua a chiedersi Stormy.
Siamo tornate nella nostra camera, Darcy è seduta sulla scrivania, Stormy è stesa sul letto. Io, invece, non riesco a smettere di camminare avanti e indietro nella stanza, sono nervosa, agitata, sto seriamente iniziando a pensare che non troveremo mai una soluzione a questo fastidioso problema chiamato “vampiri”.
- Non lo so Stormy, ci sto ancora pensando. - rispondo, senza fermarmi.
Stormy sbuffa e accavalla le gambe, dopo un paio di minuti inizia a muovere la gamba con movimenti secchi e repentini, che non fanno altro che aumentare la mia agitazione.
Darcy, d'altro canto, ha lo sguardo fisso fuori dalla finestra, non si muove, non da' cenno di vita. E' immobile con il mento appoggiato sulla mano sinistra.
Silenzio, troppo silenzio. Si sentono solo il rumore dei miei tacchi e delle lancette dell'orologio. Potrei impazzire.
Provo a fare profondi respiri, ma è tutto inutile, non esiste un modo per tranquillizzarmi, sono sul punto di scoppiare, voglio urlare, distruggere tutto, sfogarmi. Sento le mie interiora aggrovigliarsi, mi fermo di scatto. Sto tremando dal nervoso.
D'improvviso mi sento debole, inutile, a cosa servo? Ho sempre avuto tanti progetti e non ne ho mai portato nessuno a termine, sono sempre nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Forse sono io ad essere sbagliata.
Digrigno i denti, stringo i pugni, cerco di costringere le lacrime a stare dove sono. Non posso crederci, devo trattenermi, questa sarebbe la seconda volta che verso lacrime inutili per colpa di un succhiasangue, di quel succhiasangue.
Mi giro verso la porta, in questo modo né Darcy né Stormy possono vedermi.
Sento gli occhi diventare sempre più umidi, mentre i muscoli continuano a contrarsi, irrigidendosi.
- Ho trovato! - esclama ad un certo punto Darcy alzandosi di scatto dalla sedia. Stormy sussulta nel letto, non aspettandosi una reazione tanto improvvisa da nostra sorella.
- Cos'hai trovato? - chiede a Darcy, non nascondendo tanta curiosità. Mi asciugo in fretta quelle lacrime di nervoso e facendo finta di niente mi giro verso le mie sorelle.
- Abbiamo controllato sia ad Alfea che qui a Torrenuvola, a Fonterossa non troveremo mai nulla, tanto meno al Villaggio delle Pixie. Pensateci, qual'è il luogo in cui le fate trovano sempre tutte le risposte che non sono in una delle tre scuole? La Terra! - dice Darcy tutto d'un fiato, è entusiasta.
- Darcy sei un genio! - urla nostra sorella, come darle torto? La strega dell'oscurità è un genio.
Vorrei unirmi ai festeggiamenti, ma un dubbio mi attanaglia la mente.
- Sorella, il tuo ragionamento è giusto, ma la Terra non è esattamente un luogo piccolo dove trovare tutto e subito con facilità. - noto io spegnendo l'entusiasmo da poco nato.
- Già, a questo non avevo pensato... - ammette Darcy, tornando pensierosa come prima, dopo essersi seduta.
- Gardenia, di solito è tutto lì. - dice Stormy.
- Non saprei, non può essere sempre tutto lì! Poi considerando che a Gardenia hanno trovato l'ultima fata di Domino e quella della Terra... Secondo me lì si trova solo ciò che concerne le fate, o comunque il mondo magico. - riflette ad voce alta Darcy.
- Se c'è qualcuno che sa qualcosa, quella è la Griffin. - dico io, sospirando. Non ci renderà le cose facili, ma ormai ci siamo abituate. Stormy perde un po' di colore.
- Cosa ci farà fare, stavolta? - balbetta, con gli occhi spalancati, ricordandosi un "brutto esame".
- Non c'è altro modo per scoprirlo, se non chiederglielo. - risponde Darcy nascondendo dietro alla solita calma pacata un velo di nervosismo.
- Pronte? - chiedo, le mie sorelle si limitano ad annuire per poi uscire insieme a me.
Arriviamo davanti alla porta della presidenza, nascondendo ogni traccia di timore, busso. Rimaniamo ferme finché la voce della Griffin non ci esorta ad entrare con un "Avanti".
- Cosa succede ragazze? - chiede la preside, con un tono quasi distratto, sta scrivendo qualcosa su un manuale.
- Dobbiamo chiederle una cosa, o meglio, un'informazione. - inizio io.
- Quale inf... Icy cos'hai fatto agli occhi? - domanda la Griffin appena, alzato lo sguardo, si sofferma sui miei occhi.
- Perché? Cos'hanno che non va? - chiedo, guardando spaesata prima la Griffin e poi le mie sorelle. Le vedo sbiancare.
- Icy... sono diventati viola... - sussurra Darcy.
- Cosa?! Ma non è possibile! - urlo io senza neanche accorgermene.
"Ti ricordi la nostra chiacchierata di tempo fa? Bene, si vede che il veleno di vampiro, che a condizioni normali non avrebbe molto effetto al primo morso, sta iniziando il suo lavoro di trasformazione su di te, piccola mezzosangue."

Non ancora. Basta.
- No! Non è vero, zitto, zitto!! Sono solo bugie, nient'altro che bugie!! - sbraito, presa da una crisi isterica, mi butto in terra e cerco di tapparmi le orecchie. Non voglio sentirlo, non voglio che stia nella mia testa!
- Icy? Icy tutto bene?? - chiede preoccupata la Griffin, si alza addirittura dalla sedia per vedermi sofferente, piegata sulle gambe. Ha fatto proprio bene a riammetterci a Torrenuvola, altrimenti non avrebbe mai visto niente del genere.
-Icy... E' ancora lui? - domanda timida Stormy, abbassandosi verso di me insieme a Darcy.
- Sì... Andrew. - rispondo secca tra i denti.
- Il vampiro dell'altra volta? - chiede la Griffin.
-Sì. - si limita a rispondere Darcy.
Io intanto cerco di riprendermi e mi alzo.
- Dobbiamo andare sulla Terra per cercare informazioni riguardanti i vampiri. - dico, come se non fosse successo nulla. La Griffin mi fissa per diversi secondi prima di rispondermi.
- Umh, quindi? Vi serve il permesso?
- Anche, ma prima di tutto vorremmo sapere dove cercare.
- In che senso?
- Abbiamo un'ipotesi. A nostro parere sulla Terra ci sono determinati luoghi che hanno a che fare con creature diverse dagli umani. Per le fate, per esempio, quel posto è sicuramente Gardenia.
- Brave ragazze, come ragionamento non fa una piega, tranne che per un piccolo particolare: i vampiri, fino alla settimana scorsa, non esistevano. - risponde la Griffin, per poi tornare sui suoi libri.
- No! - mi impongo io, battendo le mani sulla cattedra e facendo così sobbalzare la preside. - Deve esserci qualcosa, anche una leggenda! Ormai è palese, i vampiri esistono, quindi anche le storie che ci sono dietro saranno vere. - dico tutto d'un fiato.
La Griffin posa la piuma e appoggia la testa sulle mani incrociate. Ha l'aria pensierosa e la fronte aggrottata.
E' incredibile, dall'inizio di questa folle avventura non sopporto più il silenzio. Non mi impaurisce, mi infastidisce.
- In effetti esistono luoghi abitati da vampiri, o almeno così si dice. Non so dove sino esattamente, ma so per certo che la maggior parte si trovano in piccole città del continente americano. - risponde la preside, sempre pensierosa.
Con un gesto della mano fa apparire un mappamondo rappresentante la Terra.
- Dov'è questa America? - chiede Stormy.
La Griffin studia un po' la cartina prima di indicare una zolla di terra alla nostra sinistra insieme ad un "Qui".
- Ma è enorme! Non ha qualche dettaglio in più? - domanda Darcy, sperando in una risposta affermativa.
. In effetti c'è, guardate qu.
La Griffin appoggia le mani su un punto della mappa per poi allargarle, creando una specie di zoom. Si sofferma su un punto in cui la terra ha la forma di uno stivale.
- Questo piccolo Stato si chiama Italia, qui - indica una zona vicino al centro - troverete sicuramente qualcosa. Si chiama Toscana, ma voi dovrete solo cercare vicino alla zona costiera. Meglio, no?

Ciao a tutti! Scusate il disagio, ma non vedevo l'ora di postare questo capitolo! Motivo? Incognito!
Non so davvero più quando finirà questa storia perché più scrivo capitoli e più mi vengono in mente altre idee per continuarla!
Adesso, a occhio e croce dovrei arrivare fino al ventesimo capitolo, più un prologo, anche se me ne sa taaaanto male :c
So che come capitolo non è il massimo, ma è stato scritto tra l'una di ieri sera e le cinque stamattina (Sì, ho dormito solo quattro ore a causa del temporale >.<) comunque Toscana ** Non l'ho scelta a caso, ma questo caso non è legato ai Volturi di Volterra alias Twilight, semplicemente io sono toscana, sono fiera di esserlo e penso che Gardenia abbia già avuto abbastanza meriti, poi, dopotutto, le Winx non sono forse Made in Italy?
Baci,
Icy

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


- Capitolo 18 -


 

Il viaggio, questa volta, è decisamente più tranquillo e meno travagliato rispetto a quello verso Linphea. Anche meno idilliaco e sdolcinato.
La Griffin ci ha, stranamente, aiutato aprendo un portale che ci dovrebbe portare direttamente sulle coste della Toscana, in un posto chiamato Versilia.
Ma se c'è di mezzo la preside dfi Torrenuvola bisogna sempre stare all'erta, infatti il portale, per non essere visto dai comuni mortali, finisce in mezzo al mare. Ovviamente lei lo sapeva, ma noi no.
Attraversiamo il portale tranquille e serene, per ritrovarci due metri sopra il mare. Precipitiamo tutte e tre in acqua.
- Argh! Maledetta vecchia megera!! - urlo, battendo i pugni sulla superfice dell'acqua azzurra e cristallina. Odio l'acqua, la odio, la detesto. Non potrei mai viverci.
- Calma, guarda, siamo vicine alla spiaggia. - dice Darcy indicando con la mano un punto alle mie spalle.
Mi giro usando le braccia e cercando di restare a galla e vedo la battigia ad una ventina di metri da noi.
- Su, andiamo, qua fa freddo. - si lamenta Stormy, mentre si avvicina alla spiaggia dando un paio di bracciate.
- Stormy?
La vedo fermarsi e girarsi verso di me.
- Che c'è?
- Possiamo volare. - rispondo alzandomi in volo, seguita dalle mie sorelle.
Appena atterriamo strizziamo i vestiti e i capelli, cercando di asciugarci alla meno peggio.
- Stormy puoi fare qualcosa? - chiede Darcy alle prese con una chioma ribelle.
- Certo che posso. Tornado Oscuro! - urla, scatenando un forte vento. Il lato positivo? Ci siamo perfettamente asciugate, quello negativo? Adesso la sabbia è anche dove non dovrebbe essere.
Sospiro, sull'orlo dell'esasperazione.
- Adesso dove andiamo? - domanda Stormy, scuotendosi di dosso una manciata di sabbia.
- Intanto via da qui. - rispondo io, girandomi e dirigendomi verso la strada. Camminare con gli stivali alti sulla sabbia asciutta è un'impresa, mi sento sprofondare ,come se fossi sulle sabbie mobili. Aumento il passo, colpita da un senso d'angoscia.
Finalmente arriviamo sul marciapiede, costeggiato da una strada percorsa da diverse macchine, o almeno penso che lo siano.
- Guardate, qua le macchine toccano terra, hanno le ruote! - esclama Stormy.
- Già, sono proprio antichi. - commento io, lanciando un'occhiata forse troppo ostile verso quei mezzi di trasporto.
- Io direi di evitare i luoghi troppo affollati, i vampiri non ci andrebbero mai. Piuttosto restiamo un po' in disparte. - dice Darcy.
- Mi sembra una buona idea, andiamo? - domanda Stormy.
Mi limito ad annuire e ci alziamo in volo tutte e tre.
La gente ci addita, ci guarda sbigottita. Sicuramente non sono abituati a vedere tre streghe volare.
- E' un uccello? - domanda un uomo.
- E' un aeroplano? - chiede una donna.
- No, è Superman! - esclama uno credendosi simpatico.
Guardo le mie sorelle, ci basta uno sguardo per capirci. Scendiamo di quota e ci fermiamo davanti al "simpatico".
- Siamo in tre, e siamo femmine. - gli fa notare Stormy. Lo vediamo sbiancare.
- E allora chi siete? - domanda una voce chiara e squillante alle nostre spalle, è una bambina che si nasconde per metà dietro le gambe della madre.
- Noi siamo le Trix. - rispondiamo in coro tutte e tre.
Non abbiamo tempo da perdere e quindi ripartiamo, per una meta a noi sconosciuta, sotto gli sguardi attoniti della gente.
Sta iniziando a farsi sera, il cielo si sta colorando di rosso, il sole sta sparendo nel mare, alle nostre spalle.
- Ci conviene iniziare a camminare, ormai da qui non si vede quasi più niente. - dice ad un certo punto Stormy, strizzando gli occhi.
- Ma non sappiamo dove andare. - contesto io. Questa avventura mi sta seriamente distruggendo e il fatto di doverci muovere alla cieca è estenuante.
- Guardate lì, in quel piccolo borgo potrebbe esserci qualcosa, no? - ci fa notare Darcy, indicando una piccola aggregazione di edifici, rinchiusi dentro una cinta di mura.
- Siamo tornate così indietro nel tempo? - esclama Stormy, fissando l'imponente costruzione che serviva per protezione.
- Sembrerebbe di sì. - rispondo, storgendo il naso.
- Non serve a niente, basta poco per distruggerla. - dice Darcy, mentre torniamo a terra.
Attraversiamo la cinta muraria e ci ritroviamo in una piazza discretamente grande, c'è un gran movimento, la gente non manca, ma le prime cose che mi saltano agli occhi sono le statue: ce ne sono tantissime e di tutti i tipi e materiali. Ci avviciniamo e noto che, in fondo, non sono poi così diverse, sembrano provenire dallo stesso autore. Rimango ammaliata da quelle forme strane, irreali, lontane da me. E' una vera mostra d'arte sotto il cielo stellato. Inizio a cercare un significato in quelle figure, senza trovarlo.
Vengo assalita dall'ansia, e se anche la nostra missione in quel bizzarro posto finisse così? Con tre streghe che cercano una soluzione senza trovarla?
Scuoto vigorosamente la testa cercando di scacciare quel pensiero.
"Calma Icy, l'apparenza inganna. L'artista vuole esprimere qualcosa che non riesci a comprendere adesso. Quindi tranquilla." penso tra me e me, dandomi un po' di comforto.
Lancio un'altra occhiata alla statua. Ancora niente.
- Questo gioco è stancante. Andiamo. - dico secca, riportando bruscamente le mie sorelle alla realtà, sobbalzando.
- Eh? Sì, giusto. - fa Stormy, cercando di capire cosa stia succedendo.
Alzo gli occhi al ielo e continuo a passare tra le statue, arrivando in fondo alla piazza.
- Icy?
Mi giro, sentendo Darcy chiamarmi.
- Sì?
- Come stai? Intendo dopo.... Quelli. - sussurra la strega dell'oscurità, indicando timida con l'indice i miei occhi.
- A dir la verità mi sento bene, ho solo alcuni sintomi che non mi piacciono per niente. - rispondo, fissando l'asfalto.
- In che senso? - domanda Stormy.
- Mi sento più forte, agile e veloce. Riesco a sentire le macchine anche ad un paio di chilometri rispetto a qui, vedo tutto come se fosse giorno... E sento un'odore strano che mi solletica il naso e mi punge la gola... - continuo, timorosa di alzare lo sguardo. Non voglio vedere le espressioni spaventate delle mie sorelle, mi abbatterebbero ulteriormente il morale.
Sento un passo svelto e leggero dietro di noi, come se qualcuno si stesse allontanando con una certa fretta. Non ci faccio caso più di tanto, anche se sembra un posto calmo e tranquillo il ritardatario cronico c'è sempre.
Ci avviamo verso l'ultima stradina che rimane alla nostra sinistra, è una strada molto buia e angusta, ad occhio e croce una macchina non ci passa, a meno che non sia piccola e con gli specchietti laterali chiusi.
- Bello. - commenta ironica Stormy.
- Anche i corridoi di Torrenuvola hanno più... stile, credo. - dice Darcy, appoggiando le mani sui fianchi e guardandosi intorno.
Ad un occhio come, purtroppo, adesso è il mio, non sfuggono le strutture antiche delle casefatte di pietra con le tapparelle di legno cigolante. Anche il muro parallelo alle case è fatto di pietra, però sembra più resistente e spesso.
Camminiamo per questa stradina con fare circospetto e passo felpato.
Ogni tanto il passaggio di qualche piccione volante ci fa sobbalzare, in questi casi l'istinto prende il sopravvento su di noi.
Finiamo con lo stordirne un paio.
- Sorelle, qualcuno ci sta seguendo. - dice ad un certo punto Darcy, sussurrando.
Mi fermo e resto in ascolto, ma a parte i rumori più lontani non sento niente.
- Sei sicura? -le chiedo, restando sul chi va là.
- ...Forse mi sono sbagliata. - risponde, fissando un punto dietro di noi.
Ci rigiriamo e iniziamo di nuovo a camminare.
Continuo a guardarmi intorno e a chiedermi quale sia il motivo che ci ha spinto a prendere le parti delle buone, portandoci in una stradina sperduta in un luogo sconosciuto.
Mi fermo, le mie sorelle mi superano di qualche passo. Sento qualcosa, una sensazione poco piacevole, mi sento braccata.
Non faccio in tempo a girarmi che mi sento bloccare le braccia da dietro, qualcuno mi sta puntando un coltello alla gola.
Sento le mie sorelle urlare, lancio una rapida occhiata e vedo che ci sono tre ragazze a tenerle ferme.
- Tranquille, ora siete salve! - continuano a ripetere le ragazze.
- Icy!! - urla quasi terrorizzata Stormy, mentre cerca di ribellarsi alla presa delle ragazze insieme a Darcy.
- Stormy! Darcy!! - urlo io, cercando di allontanare la mano con il coltello da me.
- Non farai del male a nessuna delle due. - mi ringhia nell'orecchio una voce femminile. - Ti ucciderò prima, maledetta vampira.

... La stanchezza che ho addosso non mi permette neanche di dire cavolate LOL
Perdonatemi, ma 17 addominali in trenta secondi, 22 flessioni sempre in trenta secondi, una moltitudine di esercizi di stretching, 5 e passa minuti di corsa verso morte certa e una partita di pallavolo per una patata come la sottoscritta sono davvero troppe..!
E' un miracolo per me essere qui e viva C: Baci,
Icy

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


- Capitolo 19 -


 

Le sue ultime parole, ringhiate con astio nel mio orecchio echeggiano con prepotenza nella mia mente.
Mi ha chiamata vampira. No, non lo accetto, io non sono una succhiasangue, io sono una strega.
- No. - rispondo tra i denti, continuando ad opporre resistenza a quella ragazza.
- Scommettiamo? - ribadisce sadica. Riesco a percepire il suo folle sorriso sulle labbra.
Continuo a opporre resistenza, ma sono stanca e lei è forte.
- Icy!! - gridano le mie sorelle, la loro voce è strozzata in gola, piena di preoccupazione. Si divincolano, cercano di liberarsi dalle tre ragazze senza riuscirci.
Non posso permettere a quella ragazza di avere la meglio su di me. Mai. Chiudo gli occhi, cercando di pensare a cosa fare, senza un grande successo.
Le mie sorelle hanno bisogno di me, non posso abbandonarle.
- Non riuscirai a liberarti, schifosa succhiasangue! - esclama la ragazza, premendo il coltello contro la mia gola.
Sento la rabbia montare, vengo colpita da una potente scaricva d'adrenalina. Sento un botto, un colpo, e poi sono finalmente libera.
Appena apro gli occhi vedo le mie roselle in piedi, con le braccia davanti agli occhi, le altre quattro ragazze sono stese a terra.
Sto fluttuando nell'aria, avvolta da un alone azzurro. Nevica.
La ragazza che mi teneva si alza e mi guarda.
- Non sono una vampira, stupida ragazzina. Hai davanti agli occhi la Strega più potente dell'intera Dimensione Magica. - rispondo, sovrastandola.
- Nonché la leader del trio più temuto di sempre: le Trix. - aggiunge Darcy, affiancandomi insieme a Stormy.
- Le streghe non esistono. - ci ringhia contro la ragazza.
- Eppure noi siamo qui davanti ai tuoi occhi. - dice Stormy.
- Non state ad ascoltare quella lì, vi ha fatto il lavaggio del cervello!! - grida una delle ragazze indicando me.
- No invece, quello è il mio potere. - risponde calma Darcy - Raggio Ipnotico! - urla, puntando una mano contro le ragazze che, per istinto, si coprono il viso con le braccia. Ovviamente non serve a molto, l'attacco colpisce in pieno il segno. Le quattro ragazzine rimangono con la bocca aperta e lo sguardo vacuo.
- Adesso siete sotto il nostro controllo, ne siete consapevoli? - chiede Darcy, tenendo tesa la mano in avanti
- Sì, lo siamo. - rispondono all'unisono.
- Riuscite a sentire il nostro potere? Siamo superiori.
- Sì, ci riusciamo.
- Bene. - dice Darcy, abbassando il braccio e annullando l'incantesimo - cos'avete da dire adesso?
- Come ci sei riuscita? - domanda una ragazza.
- Te l'abbiamo già detto, ragazzina. Qua nessuno è un vampiro, solo tre streghe e voi. - risponde Stormy con astio.
- No! Quella succhiasangue l'ha detto prima, vi ho sentito! - urla la ragazza che mi teneva, indicandomi.
Non ci vedo più dalla rabbia, scaravento con un colpo la ragazza al muro, bloccandola da uno spesso strato di ghiaccio.
- Azzardati ancora una volta a darmi della vampira e ti trasformo in un ghiacciolo vivente, stupida ragazzina. - le urlo contro, puntandole l'indice alla gola.
- Aspetta Icy. - dice Darcy, prendendomi per il polso e allontanandomi dalla ragazza. - Cosa hai sentito prima?
- Lei vi stava descrivendo i "sintomi", così li ha chiamati, che aveva e coincidono tutti con quelli di un vampiro, poi ha gli occhi rossi, è un vampiro! - ringhia la ragazza.
Si accende la luce della casa dietro a noi, qualcuno deve averci sentito.
Adesso però riesco a vedere chiaramente le ragazze di fronte a me.
Tra quelle che hanno tenuto le mie sorelle ci sono due ragazze uguali, hanno la pelle diafana e lunghi capelli lisci biondo cenere che ricadono morbidi sulle spalle esili, o almeno è quella l'impressione che danno. Hanno gli occhi azzurri e acquosi, come quelli di un bambino appena nato.
La terza ragazza ha la pelle abbronzata, i capelli scuri e crespi, raccolti in uno chignon. Ha gli occhi nocciola con delle sfumature verdi verso l'esterno.
Mi giro verso la ragazza che mi ha aggredito. Ha la pelle chiara, i capelli corti e scomposti. Rossi.
E' ufficiale, tra me e le rosse non scorre buon sangue.
Gli occhi sono castani chiari, quasi color miele, ma la prima cosa che mi salta all'occhio sono le braccia, piene di cicatrici.
Tutte e quattro indossano una canottiera nera con il collo alto, un gilet e un paio di jeans scuri e gli anfibi.
- Com'è possibile?! - esclama la rossa.
Apro appena la bocca per chiedere spiegazioni, ma vengo bloccata da un cigolio alle mie spalle. Ci giriamo tutte di scatto per vedere un uomo in vestaglia e pantofole.
- Che sta succedendo qui? - domanda, con gli occhi spalancati.
Sia io che Stormy lanciamo un'occhiata a Darcy.
- Torna a dormire, tu non hai né sentito né visto niente. - dice la strega dell'oscurità, accompagnando le parole con un pigro gesto della mano.
Gli occhi dell'uomo diventano per un momento viola, per poi tornare normali. Con uno sbadiglio richiude la porta dietro di sé, lasciandoci lì.
- Cosa intendi dire, ragazzina? - chiedo alla rossa, dopo essermi girata lentamente.
- I tuoi occhi prima erano viola, quasi rossi, ora... Sono azzurri!
Rimango freddata e piacevolmente stupita da questa notizia.
- Azzurri? - ripeto, incredula.
- Sì, com'è possibile?
- Sono una strega. Quei sintomi erano dovuti al morso di un vampiro, ma era solo il primo.
- Non da' quegli effetti il primo morso. - ribatte quasi ringhiando.
- Chi te lo dice? - domando, usando lo stesso tono.
- Tsk, siamo cacciatrici di vampiri noi. Conosciamo gli effetti che può avere il primo morso su una persona e, credimi, non era il tuo caso! Non capisco come tu sia riuscita a sfuggire alla trasformazione, tornando normale. - risponde sbuffando.
- In effetti anche Alex non ha accennato a sintomi così.... Duraturi.. - riflette a voce alta Darcy.
- Vero! Forse si è sbagliato. - suppone Stormy.
Le parole di Andrew riprendono ad echeggiarmi nella mente.
Mi sento in colpa, sto mentendo alle uniche che mi abbiano mai capito. Sto mentendo a Darcy e Stormy.
- No, Alex aveva ragione. Il problema... sono io. - sussurro, girandomi. Le mie sorelle, però, mi hanno sentito.
- Cosa intendi dire? - domanda Stormy.
- Non posso dirvelo qui, adesso, ci sono troppe... orecchie.
- Tranquilla Icy, qua ci penso io. - dice Darcy, girandosi verso le quattro ragazze, le basta allungare il braccio verso di loro ed ecco quattro piccole schiavette pronte a fare tutto ciò che vuole. Umani, che creature deboli.
- Siete cacciatrici di vampiri? - chiede Stormy.
- Sì. - rispondono le due bionde.
- Come si uccide un vampiro? - domando io.
- Dopo averlo stordito bisogna o tagliargli la testa o meglio ancora dargli fuoco. - risponde la mora.
- Bene, adesso voi vi dimenticherete di quanto è successo stasera. Buona notte. - dice Darcy e con uno schiocco di dita fa addormentare le ragazze.
- Perfetto, possiamo tornare a Torrenuvola. - annuncio io, creando un passaggio che ci riporta nella nostra stanza.
Ci buttiamo goffamente tutte e tre sul letto, è bello sapere che, finalmente, possiamo riposarci. Chiudo gli occhi.
- Icy? Cosa dovevi dirci? - domanda Stormy, mettendosi seduta sul letto.
Sento una fitta allo stomaco, ma continuare a mascherare le mie origini non ha più senso ormai. Soprattutto perché adesso sono pericolosa.
Respiro profondamente un paio di volte, prima di rispondere.
- Andrew quando mi ha parlato telepaticamente l'ultima volta mi ha chiamata "mezzosangue".
- Cosa?! - esclama Darcy, mettendosi seduta di scatto.
- Come si permette, quello schifoso succhiasangue! - urla Stormy stringendo le coperte in un pugno.
- E' la verità. - dico, impassibile, fissando il soffitto. Rimango ferma, stesa sul mio letto anche quando le mie sorelle si alzano per venirmi affianco.
- Cosa intendi dire? - domanda Stormy.
- Sono uno sbaglio. Non dovevo nascere, io. O almeno, non nel modo in cui sono nata.
Le mie sorelle si scambiano uno sguardo interrogativo.
- Mia madre era una strega molto potente, mio padre... Quello che sarebbe dovuto essere mio padre, era un vampiro. Si amavano, non gli interessavano le loro differenze. Volevano un figlio, volevano creare una loro famiglia, ma i vampiri sono solo corpo, morto, tra l'altro. Non potevano, a meno che qualcuno non avesse dato un'anima a mio padre, per farlo tornare vivo. - faccio un profondo respiro prima di continuare. - Gli unici che potevano aiutarli erano i fantasmi. Sono creature infide e meschine, lo sapevano, ma i miei erano ostinati. I fantasmi accettarono, ma quando uno di loro si "sacrificò" per far tornare mio padre vivo qualcosa in lui cambiò, non era più lo stesso. Era diventato arrogante, maleducato, cattivo. I vampiri sono corpo, i fantasmi anima e quando questi si incontrano danno un essere con il corpo del vampiro e i sentimenti e il carattere del fantasma. E questo era un bastardo. Ma non lo sapeva nessuno, nessuno sapeva di questa cosa. Fatto sta che quel nuovo essere abusò pesantemente di mia madre, per poi abbandonarla morente. Non si sa come, ma sopravvisse e dopo nove mesi arrivai io, "Il castigo più grande della mia vita". Così mi chiamava.

Il testo parla abbastanza da sé... Ulteriori informazioni su Icy verranno fornite nel prossimo capitolo, ora ho sonno, notte C: baci,
Icy

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


- Capitolo 20 -


 

Mi faccio coraggio e distolgo lo sguardo dal soffitto per guardare Darcy e Stormy.
Le loro espressioni sconvolte e spaventate sono una pugnalata in pieno petto per me.
-Icy... perché? - riesce appena a dire Stormy, continuando a fissarmi. Le trema il labbro inferiore.
- Beh, nessuno vorrebbe sotto gli occhi la prova vivente di un ricordo tanto... aspro. - rispondo, alzando appena la testa.
- No, non è questo che intendevo, Icy. Perché non ce ne hai mai parlato prima?
Quella domanda mi prende alla sprovvista, non me l'aspettavo, anche se forse, avrei dovuto.
- Non pensavo fosse un dato importante della mia vita. Poi odio essere compatita. - dico, riflettendo bene sulle parole da usare. "Non continuare a mentire, l'hai fatto perché non volevi fare preoccupare le tue sorelle" contesta una vocina nella mia testa, mettendo una particolare enfasi sull'ultima parola.
- Non lo ritenevi importante?! Invece lo è, eccome se lo è! - ribatte Stormy, alzando di un ottava la voce.
Ogni parola mi arriva come una coltellata, sento una morsa allo stomaco e l'aria si fa sempre più pesante, riesco a stento a respirare, anche se cerco di dissimulare tutte queste emozioi che mi travolgono come un fiume in piena.
Cosa mi sta succedendo? E' colpa del morso? No, stavolta la colpa è mia, solo ed esclusivamente mia.
Eccoli, i famosi sensi di colpa, che ti attanagliano la mente e ti divorano lentamente e dall'interno.
Mi sento male, uno schifo, non inutile: qualcosa di peggio. E' indescrivibile la quantità di emozioni che si prendono gioco di me insieme ai ricordi.
Odio, rabbia, rancore, tristezza. Sto male.
- Icy stai bene? - chiede premurosa Darcy, accorgendosi dei miei cambiamenti d'umore. Sono sempre stata abbastanza lunatica, ma mai mi erta successa una cosa del genere.
La vista comincia ad appannarsi, mi bruciano gli occhi. Sento montarmi il panico, sono le stesse sensazioni che provavo la sera in cui Andrew mi rapì. Per un momento penso che sia legato a qualcosa successo con i vampiri, ma abbandono l'idea sul nascere.
- Icy? - dice Stormy riportandomi alla realtà da cui tento ancora di scappare.
- Mi dispiace... - è l'unica cosa che riesco a dire, senza volerlo, prima che la voce mi muoia in gola, strozzata e tremante. Una lacrima mi riga la guancia.
- Cosa vuoi dire con questo? - domanda Darcy, alzando leggermente il sopracciglio.
- Che mi dispiace, mi sento in colpa per non avervi detto questa... cosa, è che io... - mi fermo, non riesco a trovare parole che non mi portino ad odiarmi per quello che ho fatto in passato.
- Tu cosa - incalza Stormy, curiosa e spaventata.
- Non mi fidavo, mi dispiace... - continuo, girandomi e affondando il viso nel cuscino.
- Non ti fidavi? - ripete Darcy. La sento avvicinarsi e appoggiarmi la mano sulla schiena.
- No, i primi giorni ero diffidente, non mi fidavo di voi, ma poi... poi ho capito che mi sbagliavo, e di grosso. - aggiungo, singhiozzando. Ormai le lacrime escono copiosamente dai miei occhi, creando diversi ruscelli che mi attraversano il viso e cadono sul cuscino.
- Icy è normale non fidarsi all'inizio, la fiducia si crea con il tempo, non puoi essere arrabbiata con te stessa per una cosa del genere! Non hai nessuna colpa! - mi rimprovera Stormy.
Alzo lo sguardo e vedo che anche lei si è avvicinata.
- Ma anche quando mi fidavo io... non vi ho detto nulla... Mi ero affezionata e non volevo farvi soffrire per una cosa che riguarda solo me e...
- Basta. - interviene Darcy, zittendomi. - Smettila, adesso. Questa non sei tu, ambiziosa, testarda, determinata. Questa non è la Icy che conosco. Lei saprebbe che siamo sorelle, saprebbe che il problema di una è il problema di tutte e tre. Si ricorderebbe del patto di sangue, fatto diversi anni fa e non si sentirebbe in colpa per nessun motivo, tanto meno per un fatto tanto inutile come non essersi fidata di me o di Stormy in un primo momento. Quindi adesso asciugati il viso e torna in te. Preferisco la vera Icy.
Mi limito a sorridere, asciugandomi gli occhi con il dorso della mano.
- Sono stata una stupida, ma sono una stupida contenta: ho due sorelle fantastiche. Loro sono la mia famiglia e io non potrei vivere senza di loro.
- Oddio Icy, stai per farmi venire il diabete! - dice Stormy, distruggendo l'atmosfera idilliaca e dolce del momento. Tutte e tre iniziamo a ridere.
- Allora devo portare a termine la mia impresa! - ribatto, saltandole addosso e abbracciandola, trascinandomi dietro anche Darcy. Loro ovviamente ricambiano.
Com'è strano, le streghe più temute dell'intera Dimensione Magica si stanno abbracciando. Nessuno ci crederebbe mai, eppure è così.
Dopo la nostra esperianza, soprattutto quella con Valtor, ci siamo unite più che mai, ma non per utilità, per il semplice fatto che siamo davvero simili, siamo sorelle.
Restiamo in quella posizione per un lasso di tempo che non saprei determinare. Secondi, minuti, forse ore?
E' difficile dirlo, quando stai bene il tempo sembra bloccarsi, a quel punto non te ne frega più niente del resto del mondo. Diventa una cosa lontana, altro rispetto a noi.
Quando decidiamo di scogliere quell'abbraccio mi sento decisamente meglio, il mio passato non è più così difficile da sopportare, non con il supporto di Darcy e Stormy.
- Io però non ho capito una cosa. - dice ad un certo punto Stormy, interrompendo il silenzio.
- Riguardo cosa? - domando io.
- Al morso e alla trasformazione, non capisco come mai quel morso ti ha fatto quell'effetto. - risponde, pensierosa.
- Direi che ormai puoi raccontarci tutta la tua storia, Icy. - dice Darcy.
- Non sono l'unica mezzosangue mai nata, però siamo un numero molto esiguo, circa tre o quattro in un millennio. Nelle mie vene scorre il sangue di tutte le creature da cui discendo: vampiri, fantasmi, umani e streghe, stava solo a me scegliere cosa diventare. Non ho scelto la natura dei vampiri o dei fantasmi per ovvi motivi, gli umani sono creature deboli e inutili, mi sarei sentita schiacciare da tutto ciò che mi circondava e non potevo permetterlo. La mia ultima spiaggia è stata scegliere di diventare una strega, in più pensavo che seguire le orme di mia madre, beh, potesse farle piacere. - sorrido amaramente - quanto mi sbagliavo. Ogni cosa che facevo le sembrava fatta con l'intento di infastidirla o farle un dispetto, continuava ad odiarmi, non mi insegnò mai nulla. Ero decisa a diventare una strega, volevo diventare la migliore, avere tutti ai miei piedi e dimostrare a quell'ingrata quanto si fosse sbagliata sul mio conto. L'unico problema era che non sapevo da dove iniziare. Ogni volta che provavo ad attaccare qualcosa finivo senza ottenere niente, i miei poteri non volevano manifestarsi. All'età di tredici anni venni accerchiata da un gruppo di uomini, ero sola e indifesa: ho avuto davvero paura. In quell'occasione ho avuto la prima prova di essere una strega, ghiacciando tutto. Più volte avevo sentito parlare di un trio di streghe molto potenti e una di loro deteneva il mio stesso elemento come potere. Cominciai delle ricerche e scoprii di essere la discendente di una di loro, Belladonna. Studiai le loro mosse e le loro intenzioni. Capii di avere uno scopo nella vita: migliorare, trovare le altre due discendenti e portare a termine la loro missione, conquistando la Dimensione Magica. Pensavo di potermi definire una strega a tutti gli effetti, ormai. Ancora una volta mi sbagliavo, a quanto pare una piccola parte di me conserva ancora le caratteristiche delle altre creature a cui appartengo e basta poco per risvegliarle.
- Quindi il morso di un vampiro basterebbe a trasformarti? - chiede Darcy.
-Sì, se non trovo un modo per convincere me stessa che non lo sono. - rispondo io.
- E i fantasmi? - domanda curiosa, come al solito, Stormy.
- Loro sono immuni alle abilità dei vampiri, come me.
- QUindi ora cosa hai intenzione di fare, Icy?
- Accendere un falò, Darcy. Un falò di vampiri.

Ciaooo! Capitolo 20 colore nuovo u.u
E quindi eccovi qua la storia di Icy, spero di non essere andata troppo OOC... Ma io penso che chiunque, buono o cattivo che sia, in una situazione del genere cederebbe... è impossibile sostenere un peso tanto grande da soli... Ah, io sono una fiera figlia unica! C: La parte dell'abbraccio è stata descritta su esperienza personale riguardante una situazione in cui mi sono sentita davvero bene (Sì Fede, sto parlando di te u.u)
Beh, non ho altro da dire... Spero di continuare presto, magari approfittando delle vacanze di Pasqua! Baci,
Icy

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Capitolo 21
*** Capitolo 21 ***


- Capitolo 21 -

 

Passiamo tutta la notte sveglie a pensare a un piano per annientare quelle creature. Tutte le idee sembrano assurde, banali o impossibili. Finiamo per scartarle tutte.
Incredibile vero? Per la prima, e si spera ultima, volta le Trix non hanno un piano a portata di mano.
- Basta, mi sta andando in fumo il cervello! - si lamenta Stormy, affondando il viso nel cuscino del letto.
- Hai un cervello? - ribatto io, con aria interrogativa.
I suoi boccoli ribelli mandano qualche scarica elettrica, prima di tirarsi su per lanciarmi una delle sue peggiori occhiate.
Darcy ed io iniziamo a ridere, mentre Stormy mi lancia il cuscino.
- Certo che ne ho uno! - mugola, facendo la finta offesa.
- Oh, dici davvero? - chiedo, intercettando il cuscino e lanciandoglielo contro. Lo schiva per un pelo, abbassandosi.
- Questa è una dichiarazione di guerra! - urla Stormy indicandomi minacciosa con il dito, anche se si sta trattenendo dal ridere.
Dopo aver recuperato il cuscino Stormy lo lancia contro di me, ma riesco a schivarlo e finisce in faccia ad una troppo tranquilla Darcy.
- Ehi! Io cosa c’entro?? - dice Darcy, dopo essersi sistemata gli occhiali sul naso.
- Ci pensate che domani in teoria dovremo andare a lezione? - domando, stendendomi sul letto.
- prima ci devono assicurare di essere state riammesse, dipende dall’esito dell’esame. - nota Darcy.
Sia io che Stormy le lanciamo un’occhiata interrogativa.
- Come ti chiami? - le chiede Stormy.
- Darcy. - risponde lei calma, riconoscendo la prima domanda dell’esame.
- Riammessa. - concludo io.
- Forse, e dico forse, ci conviene andare a dormire. - commenta Stormy, lanciando un’occhiata fuori dalla finestra, in lontananza si cominciano a vedere i primi raggi del sole.
- Più che andare a dormire si va a riposare, tra neanche tre ore iniziano le lezioni. - nota Darcy.
- Iniziano?
- Sì, iniziano, abbiamo circa due ore per dormire.
- Oh no! - continua a lamentarsi Stormy, affondando il viso nel suo cuscino.
- Meglio andare a dormire, notte. - annuncio, tutte e tre ci infiliamo sotto le coperte, per poi cadere tra le braccia di Morfeo.

***

Sono in pigiama, i miei contorni sono delineati da una fioca luce azzurra, non c’è niente intorno a me. Ho i capelli sciolti, sembrano quasi toccare terra. Li raggruppo e li faccio ricadere sul davanti, di modo che risultino più corti.
- C’è nessuno? - domando, la mia voce forma diversi echi, prima di spegnersi facendomi tornare nel silenzio.
- Attaccheremo questo pomeriggio e voi non potrete fare nulla per fermarci, care streghette. - dice una voce.
Stringo i pugni appena la riconosco. Andrew.
- Cosa vuoi? - chiedo ringhiando.
- Avvertirti.
- Perché dovresti?
- Perché non siete ancora preparate e, sopratutto, per aumentare la tua angoscia con l’attesa. Attaccarvi di sorpresa mi concederebbe un certo vantaggio, ma così potrai anche pretendere di prepararti, ma non riuscirai mai a concentrarti. In più, nessuno crederà ad un tuo sogno.
- Sogno?
- Sì cara, anche se può sembrare reale. - risponde Andrew cingendomi i fianchi e bloccandomi da dietro.
- Mollami. - dico, anche se rimango ferma.
- Hai usato la stessa parola del giorno in cui ci siamo conosciuti. - mi sussurra all’orecchio.
Sento il suo alito fresco sulla mia pelle e non riesco a trattenere un brivido.
- E’ stato un caso e adesso lasciami.
- erché dovrei, Icy? Tu per prima non vuoi.
- Sono solo bugie, le tue.
- Dici davvero? - domanda malizioso.
- Assolutamente e te lo dimostrerò facendoti sparire dal mio sogno.
- Come pensi di fare, piccola ingenua?
- Svegliandomi.
Improvvisamente il tocco leggero e sicuro di Andrew sparisce, insieme alla stanza, facendomi tornare in una scura solitudine. 

***

Spalanco gli occhi, mi alzo di scatto dal letto, cercando di trattenermi dall’irrefrenabile voglia di urlare.
Mi sento tesa, in ansia. Ogni fibra del mio corpo è all’erta, come se volesse captare anche il minimo movimento di ciò che mi sta intorno.
Sento il ghiaccio sulla pelle, la camicia da notte è madida di sudore.
Ho il respiro affannato, non riesco a calmarmi, il cuore mi batte all’impazzata.
Mi guardo intorno, i flebili raggi del sole mi permettono di vedere le mie sorelle ancora assopite nei rispettivi letti. Stormy abbraccia il uscino.
Lancio una rapida occhiata all’orologio, manca ancora un’ora al suono della sveglia, perciò decido di andare a farmi una doccia, mi servirà per chiarire le idee e tranquillizzarmi.
Esco dalla stanza cercando di non far rumore, arrivo nel bagno in punta di piedi, mi faccio scivolare dolcemente i vestiti addosso, appena toccano terra li scanso con il piede, mi sciolgo i capelli ed entro nella doccia.
L’acqua parte con un getto caldo che mi fa sussultare, inarco la schiena senza neanche accorgermene. Con un respiro profondo torno completamente sotto l’acqua, adesso che mi sono abituata a quella temperatura va molto meglio.
Mi sembra che i problemi e le mie preoccupazioni mi scivolino addosso, chiudo gli occhi godendomi quella sensazione.
Dopo una manciata di minuti finisco di farmi la doccia ed esco, mi asciugo ed inizio a prepararmi vestendomi e truccandomi.
Torno con calma nella mia camera per trovare le mie sorelle ancora addormentate.
Mi avvicino al letto e la sveglia inizia a suonare.
- Nooo, ancora cinque minuti... - mugola Stormy, stringendo ancora di più il cuscino a sé.
Darcy apre pigramente un occhio e allunga la mano per cercare la sveglia e spegnerla.
L’atmosfera torna sonnacchiosa e tranquilla, finché l’occhio della strega dell’oscurità non si posa su di me.
- Ma te sei già pronta?! - esclama Darcy alzandosi di scatto dal letto.
- Sì, non avevo sonno e mi sono fatta la doccia.
- Hai dormito un’ora sola? - chiese Stormy, stropicciandosi gli occhi.
- Non ho dormito bene... - rispondo, diventando scura in viso, anche se non vorrei, ma al momento preferisco non dire nulla alle mie sorelle.
Prima che Darcy possa aprire la bocca qualcuno bussa alla porta.
Sento un vuoto allo stomaco, non può essere lui, non adesso.
Mi avvicino a passi lenti e pesanti alla porta, dall’altra parte qualcuno si sta innervosendo.
Se fosse stato davvero Andrew avrebbe sfondato tutto, non avrebbe aspettato che qualcuno gli aprisse, no?
Con la solita calma apro la porta per trovarmi davanti le professoresse Ediltrude e Zarathustra.
Cerco di nascondere un sospiro di sollievo.
- Finalmente! Stavate ancora dormendo? - chiede secca Zarathustra.
- Sì, ci siamo appena svegliate. - rispondo impassibile.
Ediltrude chiude gli occhi riducendoli a due fessure, sento il suo sguardo addosso, come se mi volesse scannerizzare.
- Non si direbbe... - commenta infine, dopo avermi squadrato dalla testa ai piedi.
Sto per ribattere, ma la voce di Zarathustra mi blocca, prima ancora che io riesca ad aprire bocca.
- In ogni caso siete state riammesse a Torrenuvola. - piega le labbra in una smorfia di disapprovazione, mentre distoglie lo sguardo da me e dalle mie sorelle, per aggiungere con riluttanza - con il massimo dei voti.
Nessuna delle tre si meraviglia, l’esame era oltremodo facile, anche una neonata avrebbe preso il massimo dei voti.
- Che altro? - domando, stufa di questa conversazione.
-Questo è il vostro orario, buona permanenza. - conclude Zarathustra prima di andarsene, seguita dalla sorella, ponendo così fine a quel colloquio decisamente spiacevole.
Le guardo andare via e appena girano l’angolo inizio a chiudere lentamente la porta, continuando a fissare la maniglia.
- Allora? - chiede impaziente Stormy, riportandomi alla realtà.
- Ce l’abbiamo fatta. - rispondo con tono pacato, girandomi lentamente.
- Perché, avevate dei dubbi?
Scuoto la testa e vado a sedermi sul mio letto, inizio a leggere l’orario scolastico mentre le mie sorelle iniziano a prepararsi.
- Quali materie abbiamo? - chiede Darcy, spezzando il silenzio, mentre si infila i pantaloni a zampa di elefante viola.
- Due ore di Occultismo, un’ora di Arti Oscure e due di Pozionologia. - rispondo storcendo il naso.
Su cinque ore riesco a sopportarne solo due, le ultime due.
Il conto alla rovescia è iniziato, streghetta. Tick tock, il tempo scorre. Mancano solo poche ore, ormai...
La voce nella mia testa è più fredda del ghiaccio, elemento che credevo mio amico, i brividi iniziano a corrermi prepotenti lungo la schiena.
L’istinto mi dice di tapparmi le orecchie, di urlare e sfogarmi, ma ho imparato che non serve a niente e, cosa più importante, non voglio che l’ansia che mi attanaglia lo stomaco passi anche alle mie sorelle.
- Oddio! - ulula Stormy con tono frignante.
Aspetto che anche lei sia pronta per andare a fare colazione.
Con grande sollievo noto che nessuna delle tre ha voglia di parlare, camminiamo per i corridoi in silenzio, a testa alta, fino alla sala pranzo. Ci sistemiamo su un tavolino quasi nascosto alla vista delle altre streghe, il tempo di sederci e la tavola è imbandita, non manca il latte, il thé o il caffé, le brioches sono servite calde su un vassoio, circondate da tutti i tipi di marmellata in caso qualcuna la preferisca farcita.
Trattengo a stento un sospiro, più vedo roba da mangiare e più ho la nausea.
Maledetto vampiro, maledetto il giorno in cui siamo uscite da Roccaluce e siamo entrate in quel bar.
Stringo il cucchiaio talmente forte da avere le nocche bianche, serro gli occhi e la mandibola. Devo calmarmi.
- Icy? Tutto bene? - chiede premurosa Darcy, guardandomi attraverso gli occhialetti arancioni.
- Sì. non voglio aggiungere altro.
Inizio a mescolare senza troppo entusiasmo il latte, che non bevo, mentre Darcy e Stormy spilucchiano un po’, fortunatamente in silenzio.
Finalmente il tempo per la colazione finisce e ci avviamo mestamente verso la classe.
La mia mente è irrequieta, e se quel vampiro stesse davvero mentendo? Se volesse semplicemente mettermi in ansia e poi non attaccare per poter usufruire dell’effetto sorpresa?
Faccio un respiro profondo ed entro in classe insieme alle mie sorelle, ci sediamo vicino alla finestra, in seconda fila.
- Icy ma che hai oggi? Sei pallida come uno straccio, anzi, peggio! - commenta Stormy, girandosi verso di me.
Se ne sono accorte, in ogni caso, a che servirà adesso nascondersi? Tra un po’ ci attaccheranno, tanto vale farglielo subito presente...
- Io... Devo dirvi una cosa riguardo... - non faccio in tempo a finire la frase che vengo bloccata dall’entrata in classe della professoressa Zarathustra.
- Non voglio sentir volare una mosca. Forza, prendete appunti mentre spiego. - dice la professoressa, avvicinandosi alla cattedra e facendo apparire delle scritte sulla lavagna con il semplice schiocco delle dita.
Sospiro e, senza neanche pensarci, ricopio quelle frasi, senza riuscire a capirne il contenuto.
- L'occultismo crede nell'efficacia di varie pratiche come l'astrologia, l'alchimia e la divinazione. - inizia a spiegare Zarathustra, l’unico rumore sono le penne che rapide scrivono sui fogli, cercando di restare dietro al discorso della professoressa - Rappresenta un magico sguardo sulle cose nascoste dell'universo e sulle forze misteriose.
Io riesco solo a scarabocchiare qualche parola, a che mi serve tutto questo?
- L'essenza dell'occulto dipende dalle nozioni di corrispondenza o correlazioni che riguardano tutti gli aspetti delle stelle, dei pianeti, delle gemme, dei colori, delle piante, come pure gli eventi della vita umana. Tutti coloro che praticano l'occultismo utilizzano le conoscenze dell'occulto per predire il futuro o per guarire da malanni e malasorte.
Sospiro e alzo un attimo lo sguardo, vedo Darcy che mi fissa, come se non aspettasse altro che essere notata.
“Cosa volevi dirci prima?” Mi sillaba con le labbra, senza emettere il minimo rumore.
- L'occultismo può includere la credenza negli spiriti dei deceduti, che possono essere contattati da coloro che posseggono i poteri adeguati.
“Dopo ti spiego”, rispondo io, aggiungendo un rapido gesto mano per mettere in risalto il “dopo”... Perché ci sarà un dopo, no?
- La conoscenza dell'occulto si ottiene attraverso una iniziazione da parte di coloro che posseggono i poteri oppure dallo studio severo e continuo di testi specifici all'occul... - il discorso di Zarathustra viene troncato dall’esplosione della porta e di parte della parete.
Tutte le streghe presenti si coprono d’istinto il viso, per proteggersi da eventuali schegge e frammenti di parete.
Apro leggermente gli occhi e vedo una figura nera stagliarsi contro il grigiore del fumo e della polvere causata dall’eplosione.
- Pensavo che avendo avvisato qualcuno avrei ottenuto un’accoglienza migliore, ma vedrò di accontentarmi.
Quelle parole mi arrivano come lame affilate. La nebbiolina si dirada, adesso vedo i suoi capelli color grano, la pelle diafana e perfetta, il sorriso smagliante, i canini appuntiti e gli occhi rossi.

- Andrew. - è tutto ciò che riesco a dire.

 Ciao!
Oddio, quanti decenni sono passati dall'ultimo aggiornamento?!
Comunque ve l'avevo detto che non avrei abbandonato la storia, ma che sicuramente avrei impiegato un bel po' di tempo per aggiornarla...
Ne sono successe troppe -.-
In ogni caso spero di essere riuscita a farmi perdonare, baci,
Icy

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Capitolo 22
*** Capitolo 22 ***


- Capitolo 22 -

 
La nebbia si dirada e riesco a vedere chiaramente i suoi occhi rossi iniettati di sangue fissi su di me, mi sta squadrando, sento ogni centimetro del mio corpo sotto l'attento esame di quel succhiasangue.
- Felice di vedermi, Icy? - chiede sogghignando e mostrando il sorriso perfetto e letale allo stesso tempo.
Non gli rispondo, digrigno i denti in una smorfia di rabbia, la risposta la conosce già da sé.
Mi alzo di scatto facendo cadere la sedia, non riesco a distogliere lo sguardo da quella creatura.
- Non guardarmi così, in fondo lo sapevi che sarei venuto a farvi una visitina. - dice, con sguardo da vittima.
Dalla gola mi esce un ringhio che avevo cercato di reprimere.
- Vattene. Non hai niente da fare qui. - ribatto a denti stretti.
Il suo sorriso malefico si allarga, mentre si avvicina verso di me, con passo sicuro.
Io rimango ferma, mi preparo ad attaccarlo, non voglio in alcun modo dargli l'opportunità di farmi trovare impreparata, questo ovviamente prima di ricordare che non ho uno straccio di piano.
In lontananza sento le grida delle streghe attaccate dai vampiri, suoni sordi di esplosioni provengono dai piani inferiori rispetto a quello dove mi trovo io. Continuo a fissarlo.
Sento un'aura fredda circondarmi le mani, intravedo una lieve luce azzurra. Il ghiaccio comincia a solleticarmi le dita, sento la sua voglia irrefrenabile di partire in un attacco impetuoso contro quello schifoso succhiasangue.
Andrew inizia a ridere, una risata cristallina, ma fredda e distaccata.
- Pensi davvero di potermi mettere fuori gioco solo attaccandomi con i tuoi inutili poteri? - mi canzona con fare beffardo.
La mia rabbia aumenta, sento il mio elemento crescere, sto per attaccarlo quando vedo irrompere nella classe una dozzina di uomii, tutti bellissimi, anche se simili: pelle diafana, capelli dai rilessi dorati, occhi carmini e un sorriso smagliante reso inquietante dalla presenza di canini affilati come coltelli.
Alcuni di loro si stanno avvicinando a me, li vedo prepararsi a balzare in avanti, mi preparo per difendermi.
- Fermi! - urla Andrew con tono autoritario.
I vampiri si bloccano e si girano verso di lui, che si avvicina lentamente, mettendosi davanti a me, come se volesse creare uno scudo tra me e i vampiri.
- Che succede, Andrew? - domanda uno di loro, con voce roca e acida.
Non dev'essergli piaciuta la reazione di Andrew, considerando lo sguardo truce che gli sta rivolgendo.
Senza neanche accorgermene perdo la concentrazione, la sensazione di formicolio abbandona le mie dita.
- Lei è mia. - rispon de risoluto Andrew, afferrandomi per il polso.
- Cosa?! No! Lasciami andare! - urlo cercando di liberarmi, invano.
-Basta! Lascia stare nostra sorella! - grida Stormy a denti stretti, seguita a ruota da Darcy. Cercano di raggiungermi per allontanarmi da Andrew.
- State lontane voi due. - ringhia il vampiro, allontanandole entrambe con una spinta.
- No! Lasciale in pace! - esclamo cercando di colpire Andrew, ma lui riesce a bloccarmi entrambe le mani. Vedo un ghigno dipingersi sul suo viso, guarda prima me, poi le mie sorelle.
- Occupatevi di queste belle ragazze, piuttosto. - risponde sadico, prima di posare lo sguardo su di me - Noi abbiamo un conto in sospeso, se non sbaglio. Gradirei non venire interrotto.
Aumenta la presa sulle mie braccia e inizia a trascinarmi verso le scale.
- No! Lasciami andare!! Stormy! Darcy!! - continuo a dimenarmi senza sosta, cercando di liberarmi dalla sua presa di ferro, di arpionarmi ad ogni possibile cosa per rallentarlo.
Alla fine riesco a liberare una mano e cerco di assestargli un pugno in faccia, ma riesce  a parare il mio colpo.
- Vedi di calmarti.
Il suo tono è freddo, fermo e distaccato, non accetta compromessi.
Proprio per questo non posso dargliela vinta.
- Non ne ho motivo. Schegge di Ghiaccio! - grido, attaccandolo.
Andrew mi molla e barcolla all'indietro, fino a sbattere contro la parete.
-Sai, i tuoi inutili poteri iniziano a darmi sui nervi. - commenta, senza muoversi.
- Abituati.
- Questo è ciò che credi tu. - ribatte, alzando lo sguardo, il solito sorriso malvagio dipinto sul volto.
Lo vedo tirare fuori dalla giacca qualcosa, sembra una scatolina nera. Il suo sorriso si allarga e me lo lancia contro.
Cerco di farmi scudo con le braccia, ma non serve a molto. Mi sento come se qualcuno mi avesse privato di qualcosa... Vuota.
- Antica polvere di corvo dalla Dimensione Oscura, ma tu dovresti conoscerla bene.
Ho un déjà-vu, la scatola, è la stessa che usai io contro Bloom.
- Sei un fottuto bastardo! - gli urlo contro, cercando di attaccarlo invano.
Inizia a ridere di gusto, guardandomi. Mi sento offesa, umiliata: mi sta privando di tutto, la scuola, le mie sorelle, i miei poteri...
Mentre continua a ridere mi avvicino rapidamente e gli do un pugno in pieno viso.
Andrew cade, preso alla sprovvista dalla mia reazione.
- Non credere di avermi battuta solo perché non ho più i miei poteri! - gli urlo contro con un tono di voce e una decisione che, dopo tanto tempo, riconosco finalmente come mie.
Lo vedo titubare, sicuramente neanche lui si aspettava una reazione del genere, ma si riprende quasi subito.
- Come osi, streghetta? Pensi davvero di poterti battere con me? Tu, esile come un fiore ghiacciato, troppo facile da spezzare, speri di poter vincere contro un leone forte e fiero come me? - chiede sprezzante.
Stringo i pugni, lo guardo con tutto il disprezzo che posso provare verso quell'essere.
- Stai attento ai fiori contro cui vuoi batterti: a volte hanno le spine. - dico, quasi ringhiando.
- Sono curioso di scoprire se sei tanto brava nel corpo a corpo quanto lo sei con le parole. - risponde sogghignando.
Lo vedo flettere le ginocchia e balzarmi addosso.
Lascio che l'istinto prenda il sopravvento sui miei sensi e sulla mia mente: mi getto a terra, mentre Andrew, poco sopra la mia testa, abbraccia l'aria.
Spalanca gli occhi stupito, ne approfitto per colpirlo con un calcio laterale per fargli lo sgambetto.
Cade di schiena, so che gli è mancato il respiro.
Mi rialzo di scatto, girando su me stessa per cercare qualche oggetto di legno. Niente.
Torno a guardare Andrew e attaccarlo, non è più sdraiato adesso, ma carponi e mi sta afferrando il piede.
Lo sento tirare verso l'alto, facendomi perdere l'equilibrio.
Mi scappa un urlo, mentre vedo il pavimento avvicinarsi al mio viso.
In meno di un secondo porto le mani in avanti, attutiscono l'impatto, ma sento una forte fitta al polso sinistro. Non devo farci caso.
Cerco di realizzare quale sia la situazione: Andrew è in piedi e mi tiene per la caviglia sinistra, sono in una posizione assurda appohggiata a terra solo con l'ausilio delle braccia.
I miei addominali stanno per cedere, tremano dal dolore.
Fletto la gamba sinistra, carico e spingo con tutta la forza della gamba destra e gli do un calcio in pieno viso.
Mi molla barcollando all'indietro.
Piego le braccia e mi rialzo dopo una capriola. Mi giro.
Andrew mi sta venendo incontro.
Mi abbasso rapidamente, poco prima che mi arrivi addosso, e lui inciampa su di me.
E' di nuovo steso a terra, cerco di allontanarmi, ma lui è più veloce, si gira, mi prende per il polso e mi attrae a sé.
- Complimenti, non mi aspettavo tanta forza da parte tua. - dice, inizia ad avere il fiato corto.
I nostri visi sono vicinissimi, parlando mi ha sfiorato le labbra. Il suo respiro è caldo contro la mia pelle e ha un nauseante odore ferreo: sangue.
- Non è finita qui. - rispondo, cercando di allontanare il viso.
Mi guarda stranito e dopo un secondo gli caccio una ginocchiata in punti che ero certa gli avrebbero fatto male. Mentre dolorante si allontana ne approfitto per sgusciare via, mi alzo e corro verso le scale.
- Credi davvero di salvarti così?
Sento due braccia possenti cingermi il petto, stringendomi talmente forte da togliermi il respiro.
Andrew è stato più veloce di me.
- Hai resistito più di quanto mi aspettassi, fiorellino, ma il tuo tempo è finito. - continua, sussurrando nel mio orecchio con tono acido.
- No... non è vero... - sussurro, cercando di liberare le braccia.
Sento un'impellente bisogno di ossigeno, i miei polmoni lo reclamano, ma io non riesco a dargliene. Sento la gola bruciare, la bocca seccarsi e la pressione sul petto non si allevia.
Comincio ad agitare spasmodicamente anche le gambe, sperando di colpirlo e fargli male.
- Smettila di agitarti! - mi ringhia contro, sollevandomi da terra.
- No! Non finché non mi lasci andare! - continuo a sbraitare, per quanto mi sia possibile.
Intravedo Andrew sorridere, nel suo solito modo sinistro. Fissa le scale di fronte a noi.
- Ti accontento subito.
Prima che io riesca a fermarmi Andrew mi lascia. Non riesco a tornare in piedi e inizio a cadere.
Cerco di non picciare la testa. Evito il primo scalino girandomi su me stessa e proteggendomi con la spalla.
L'urto mi provoca un dolore lancinante. Urlo.
Continuo a cedere, girando su me stessa.
Ho picchiato il gomito, il ginocchio, l'anca.
Mi sento andare a pezzi.
Sento le ossa schioccare, le articolazioni stirarsi, le costole incrinarsi.
Mi manca il respiro.
Il tempo sembra dilatarsi verso l'infinito, le scale sono interminabili.
Allungo una mano e cerco maldestramente di afferrare l'inferriata, avverto una fitta e il dolore mi acceca.
Adesso sono sicura di essermi slogata il polso.
L'ultimo tonfo è quasi un sollievo.
Rotolo sul pavimento, mi fermo con la schiena a terra.
Mi pulsano le tempie.
Ho il respiro spezzato.
Mi fa male ovunque.
Provo ad aprire gli occhi, ma vedo il mondo sfocato, puntellato da macchiette bianche.
Poi da lontano mi arriva un suono ovattato alle orecchie che si protende in echi cupi. All'inizio sembrano passi.
Poi cala di nuovo il silenzio.
Una voce minacciosa irrompe nella mia mente, creando una fitta di dolore alla testa.
"Te l'avevo detto che non mi avresti battuto, fiorellino."

Ciaooooo!
Finalmente ecco un nuovo capitolo di sangue di strega! *-*
sono abbastanza fiera di come sta uscendo la storia, eheh...
Sono stata cattiva, soprattutto alla fine, me ne rendo conto...
E pensare che non è che l'inizio...
*si schiarisce la voce*
Beh, spero che vi sia piaciuto questo capitolo, al prossimo, spero, presto! Baci,
Icy

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Capitolo 23
*** Capitolo 23 ***


- Capitolo 23 -

 
  Ho il respiro spezzato, le costole incrinate mi premono sui polmoni come se volessero bucarli, non riesco a muovere un singolo muscolo senza sentire un dolore agonizzante.
Per la prima volta nella mia vita ho paura ad aprire gli occhi .
- Adesso mi credi? Tu, inutile streghetta, speravi davvero di poter battere me, Andrew, il capo del più famigerato e numeroso clan di vampiri di sempre? Illusa! Ecco cosa sei! - dice il succhiasangue, ridendo di gusto.
Il suono della sua voce mi arriva ovattato, mi sento come se fossi sott'acqua, il suono è soffocato e attutito. La stessa cosa vale per le urla strazianti e angosciate che provengono da tutta la scuola. Egoisticamente spero con tutto il cuore che non ci siano anche le voci delle mie sorelle.
Le mie sorelle...
Devo trovare un modo per aiutarle, io conto su di loro, loro contano su di me.
Questo pensiero mi da' la forza necessaria per rialzarmi: decido che il braccio destro è quello meno lesionato, mi giro e cerco di far forza su quello per mettermi in piedi.
Sento Andrew ridere, prima di assestarmi un calcio sulla schiena, che mi fa rotolare di un paio di metri, prima di farmi cadere nuovamente a terra, a pancia in giù. Il dolore è lancinante, mi ha completamente tolto il fiato.
Non riesco a muovermi, il mio corpo inizia a tremare febbrilmente a causa dello sforzo e del dolore, mentre sto distesa a terra.
- Cosa mi dici adesso? Cosa ne è stato di tutto il tuo coraggio, la tua sicurezza? Sono forse vacillati? - continua a chiedere Andrew, avvicinandosi e piegandosi affinché io senta meglio.
Resto ferma, immobile, a questo punto ignorarlo rimane la mia unica arma.
Lo sento sbuffare, sono sicura che mi sta esaminando da cima a fondo con i suoi occhi purpurei e scrutatori. Se ho un solo punto di forza lui lo troverà, e lo sistemerà mettendolo fuori uso, ne sono sicura.
Ma mi ha già privato di tutto, cosa vuole ancora da me?
Lo sento prendermi per il ciuffo, mi costringe ad alzarmi, riesco a stare in piedi nonostante le mie gambe non sopportino il mio peso.
Continua a tirarmi i capelli, mi reclina a forza la testa. Potrebbe staccarmela dal collo con estrema facilità, ma si trattiene.
Vorrei urlare, ma non ho la forza.
Per me è finita.
- Sai, Icy, sto iniziando a pensare che anche da vampira saresti inutile, ancora più di quanto lo sei da strega. - mi sussurra all'orecchio.
Le sue parole mi arrivano come lame di coltello che mi lacerano lo stomaco. Inutile. Il mio orgoglio, la mia fama, sono andati tutti in frantumi, in mille piccoli pezzi che non si ricomporrano mai.
Apro gli occhi, recuperando un po' del mio amor proprio, cercando di guardarlo, anche se la vista è offuscata, ma i suoi occhi rossi come tizzoni incandescenti risaltano a tal punto da sembrare definiti.
Lo vedo avvicinarsi al mio collo.
- Addio, Icy.
Sento il suo respiro freddo accarezzarmi la pelle, una mano callosa mi stringe i polsi mentre l'altra mi tira sempre di più i capelli.
La leggera pressione dei suoi canini sul collo mi provoca un tremito talmente forte da farmi inumidire gli occhi.
Non devo piangere... O forse posso? La mia vita è finita, a questo punto posso anche rivelare il mio lato umano.
Spero solo che mi ricordino come "La Regina dal cuore di Ghiaccio" e non come cibo per vampiri...
No, la strega più potente della Dimensione Magica non può permetterselo, la disperazione non può prendersi il controllo di me.
La pressione è sempre più forte, ma titubante.
Andrew si ritrae e inizia a fissarmi, con un sorriso subdolo dipinto sul viso che non preavvisa niente di buono.
- Forse per qualcosa sei ancora utile, sai? - commenta, più rivolgendosi a se stesso che a me.
Mi lascia di colpo i capelli e le mani, spingendomi prepotentemente e lasciandomi cadere a terra.
- C... Cosa intendi? - rispondo con un sussurro rotto in gola.
Faccio pressione sui gomiti e riesco ad alzare il busto, per rivolgere uno sguardo truce a lui, che mi fissa divertito.
- Sei sempre più patetica, ma sei anche... Una bella ragazza. - continua, con un tono di voce talmente calmo da darmi i brividi.
- Non mi interessano i tuoi complimenti, rimani comunque un essere spregevole. - rispondo ringhiandogli contro.
Andrew continua a ridere, si prende gioco di me, senza sosta.
- Penso che tu non mi abbia capito, streghetta.
I suoi occhi rossi sono freddi e distaccati come sempre, ma adesso è possibile notare una luce strana, sinistra, nei suoi occhi.
Rimango a fissarlo per qualche secondo, prima di ritrarmi rapidamente indietro.
- No, tu non... No... - ripeto come un mantra, cercando di allontanarmi sempre di più da quel mostro.
Perché non posso che definirlo così.
- Allora non sei stupida come pensavo. - ribatte, avvicinandosi e mettendosi davanti a me.
Sento un groppo in gola, la bocca si fa secca, il cuore mi batte a mille.
- Non provare ad avvicinarti, schifoso essere rivoltante! - gli urlo con tutto il fiato che mi rimane, anche se ormai non è molto.
- Che paroloni escono da una bocca tanto graziosa. - continua sorridendo in modo perverso.
- Smettila! L'illuso sei tu adesso! Non avrai niente da me, niente! - continuo ad urlare, indietreggiando per quanto mi sia possibile.
- Ma davvero? Sai che sono abituato a prendermi tutto ciò che mi va, anche quando gli altri mi sono contro?
- C'è sempre una prima volta. - rispondo, sputando veleno.
Perdo tutta la mia grinta appena mi trovo con le spalle al muro, ma faccio di tutto per non darlo a vedere.
- E adesso cosa pensi di fare, sentiamo? - domanda, chinandosi sulle ginocchia e avvicinando una mano al mio viso, che mi affretto a ritrarre, senza grandi esiti - Non puoi scappare per sempre.
- Questo chi te lo dice? - ringhio, fissando un po' la mano e un po' lui.
- Il fatto che stai cercando di scappare da me. Nessuno può riuscirci, quindi neanche tu: sappilo. - dice, accarezzandomi il viso.
Prima che io riesca a ribattere sento le sue labbra fredde come il marmo appoggiate sulle mie, la sua lingua alla ricerca della mia, mi blocca afferrandomi il polso, si posiziona carponi su di me, intreccia la sua mano tra i miei capelli, avvicinando a sé la testa.
Cerco di dimenarmi, ma non ci riesco, ho una mano bloccata e lui mi tiene stretta, non posso urlare e tirare calci.
Riesco solo a mugolare, ma non mi servirà a niente dato che nessuno può sentirmi.
Sono arrabbiata, con Andrew, con la sua razza, con il mondo. Continuo a maledire il giorno in cui sono uscita da Roccaluce, il momento in cui ho deciso di entrare in quel bar.
Ho talmente tanti risentimenti verso quel succhiasangue che sento gli occhi gonfi di lacrime, nate dal nervoso e dall'imbarazzo della situazione.
Mi spinge sempre più contro il muro, lascia scivolare la sua mano dalla mia testa, passandola sulla schiena finendo sulla gamba, mi accarezza lascivo l'interno coscia.
D'improvviso arriva l'illuminazione, un modo per reagire ce l'ho ancora.
Allontano la mia lingua dai denti e, mentre Andrew è ancora intento a baciarmi lo mordo con tutta la forza che ho.
Lo sento urlare e ritrarsi velocemente, con la lingua penzoloni come un cane.
Non riesco a trattenere una risata di scherno, ho avuto una mia piccola vendetta, ma dal sapore dolcissimo.
- Non ti conviene scherzare con me, rischi di farti male... O dovevo forse avvisarti prima? - continuo, beffeggiandolo.
Lui mi rivolge uno sguardo truce e carico di odio, ma non gli do più peso, ormai.
- Me la pagherai, streghetta! - risponde, prima di sputare di lato.
La sua saliva ha un colore roseo, sporca di sangue, devo avergli fatto male sul serio. Non posso trattenere un sorriso.
- Non credo proprio, caro il mio succhiasangue! - ribatto ghignando, prima di dargli un calcio in pieno stomaco, scaraventandolo dall'altra parte della stanza.
Non ho tempo per pensare al dolore: devo reagire.
Mi alzo di scatto e corro verso le scale, mentre sento ancora Andrew lamentarsi dal dolore.
Appena raggiungo il primo gradino sento qualcuno afferrarmi il braccio e lanciarmi all'indietro. Casco sdraiata in terra, ma cerco di rialzarmi il prima possibile, per poi fissare il succhiasangue, vicino alla via che mi divide dalle mie sorelle.
- Dove credi di andare? - domanda sbarrandomi del tutto la strada.
- Togliti di mezzo, non sono cose che ti riguardano! - urlo, rimanendo ferma, con i pugni serrati e le unghie conficcate nei palmi delle mani.
- Continuo ad essere convinto del contrario, dovendoti presto uccidere, beh, direi che tutto ciò che concerne il tuo mondo è mio affare. - risponde calmo e freddo, inchiodando il mio sguardo.
- Questo è ciò che pensi tu, non riuscirai a portare a termine il tuo stupido piano, non riuscirai mai ad abbattere le Trix, come del resto non riuscirai mai ad uccidere me! - ribadisco, con un tono di voce perfino più fermo del suo che, è evidente, lo stupisce.
- Hai davvero un gran fegato, c'è da dartene conto, streghetta.
La mia voglia di vederlo ardere continua a crescere, stringo sempre di più i pugni, digrignando i denti mentre lo vedo scendere lentamente lo scalino per pararmisi nuovamente davanti. Dovrei essermi abituata a questo suo irritante comportamento.
Dovrei.
- Non rivedrai più le tue sorelle, sia per il fatto che i miei scagnozzi le hanno già fatte fuori, sia perché presto anche tu farai la stessa fine.
Il buio.
Un'eco.
"Le hanno già fatte fuori"
Lascio caderele mani lungo i fianchi, la bocca semi aperta e lo sguardo vacuo e limpido.
No, non può essere vero, non voglio neanche pensare di non poter più vedere le occhiatacce di Stormy, sentire i sospiri di Darcy.
Le nostre nottate passate sveglie a cercare un modo per distruggere le fate.
Non può essere tutto finito.
- Tu menti... - sussurro con la voce strozzata, cercando di convincere più me che lui.
- So che ti piacerebbe, forza, vai a controllare tu stessa, dimmi se riesci a trovarle. - ribatte Andrew, spostandosi dalle scale e lasciandomi il passo libero.
Se fosse una trappola ci cascherei in pieno: inizio a correre come un ossesso, non posso fermarmi, so che troverò Darcy e Stormy, devo trovarle.
Entro nell'aula di Occultismo e quello che vedo non mi piace. Per niente.
I banchi, la cattedra, gran parte delle pareti sono distrutte, ci sono macerie in terra, polveri che aleggiano ancora nell'aria. Subito dopo la vista, il senso che più viene colpito è l'olfatto: un'odore acre, ferreo colpisce le mie narici con una forza tale da darmi la nausea.
Deglutisco a forza e cerco di calmarmi.
"Non è il loro sangue." ripeto tra me e me.
In quel momento il silenzio è assoluto, non c'è nessuno lì, tranne io.
- Darcy! Stormy! - urlo, sperando di ricevere un qualche cenno.
Nessuno risponde.
- Stormy!! Darcy!! -  continuo a urlare, con tutto il fiato che ho nei polmoni.
Mi avvento contro un cumulo di macerie, magari sono rimaste lì sotto, imprigionate e sono svenute.
Sposto automaticamente le pietre, devo trovarle.
Ad un certo punto vedo qualcosa di arancione brillare, mi avvicino e sono costretta a portarmi una mano sulla bocca per non urlare: sono gli occhiali di Darcy.
Mi giro, allontanando i presagi negativi che quell'oggetto rotto e così familiare mi procura per trovarmi davanti ad un sandalo rosso, con il tacco alto, fine e spezzato. E' di Stormy.
Improvvisamente mi sento come il titano Atlante, costretto a reggere sulle spalle il peso del cielo. Quel peso, però, per me è troppo.
- Che ti avevo detto? - dice ironico il succhiasangue, appoggiato a quello che rimane dello stipite della porta.
Non riesco a guardarlo in faccia, il mio sguardo è attratto come una calamita dagli occhiali arancioni e dal sandalo rosso.
Le ho perse, per sempre.
A questo punto ha davvero più senso combattere?
Ormai ho perso.
- Ma stai tranquilla, streghetta, in fondo non erano realmente le tue sorelle. - continua, ridendo sguaiatamente.
Sì, adesso più che mai devo uccidere Andrew, distruggerlo nel peggiore dei modi.
Le mie sorelle avranno la loro vendetta.

Sono. Un. Mostro.
Non odiatemiiiiii! Sto già facendo un buon lavoro io con me stessa riguardo agli insulti çç
Non solo vi ho fatto aspettare tanto, ma vi ho portato anche belle notizie, vero?
La Rowling, la Collins e Riordan mi hanno insegnato tanto.... credo... spero... forse... baci,
Icy

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Capitolo 24
*** Capitolo 24 ***


- Capitolo 24 -

 
- Hai finito di piangere? - dice ad un certo punto Andrew, spezzando il silenzio che si era creato.
Non gli rispondo, mi è caduto il mondo addosso, ho definitivamente perso tutto.
Resto ferma, immobile, fissando gli occhiali di Darcy e le scarpe di Stormy.
Poi, lentamente, chiudo gli occhi, faccio appello a tutta la mia concentrazione e forza di volontà, "Stormy! Darcy! Vi prego: ditemi che state bene!", dico telepaticamente.
Non ricevo risposta.
"Per favore..."
Ancora niente.
Non riesco neanche a sentire la loro aura magica, mentre percepisco chiaramente quella delle streghe nelle stanze accanto a quella di occultismo.
Non mentiva, quello schifoso succhiasangue aveva ragione.
Trattenere le lacrime adesso è impossibile, le sento scendere calde, mi rigano il viso in una carezza, per poi cadere delicate sul pavimento.
I miei capelli lunghi, lisci, sciolti ricadono sulle spalle e spostano la polvere mentre mi lascio cadere in ginocchio, stringendomi forte il petto con le braccia, mi sento lacerare dentro.
- Sei sempre più patetica. - commenta Andrew, mentre mi guardo e storce il naso. E' ancora appoggiato a quello che rimane dello stipite della porta, braccia e gambe incrociate, il solito sorriso di scherno dipinto su quel viso da prendere a schiaffi.
- Vattene. - gli ringhio contro, senza neanche degnarlo di uno sguardo.
Le lacrime continuano a scendere copiose, ma riesco a trattenere i singhiozzi.
- Pensi davvero che me ne vada, lasciandoti qui, da sola? - continua Andrew cercando di trattenere una risata.
- Non mi pare di averti dato l'opportunità di scegliere. - rispondo secca, alzando la testa e inchiodandolo con lo sguardo.
Mi fissa impassibile, immobile.
. Non capisco perché tu te la prenda tanto - dice, chiudendo gli occhi e abbassando impercettibilmente la testa - in fondo non erano le tue vere sorelle.
Il suo tono è tagliente.
Mi alzo di scatto, lo prendo per il colletto della camicia e lo sbatto contro il muro. Picchia la testa.
- Ma che ti prende!? - mugugna massaggiandosi la nuca.
- Non osare mai più dire certe stronzate. - rispondo secca.
Si blocca, prima di riprendere la sua espressione sorridente e strafottente.
- La verità brucia, eh? - continua a stuzzicarmi.
Lo mollo, spingendolo. Tengo i pugni serrati.
- Tu non sai niente di me, né delle mie sorelle. Impara a fare una bella figura tenendo chiusa quella boccaccia! - gli ringhio contro, con una serietà che lo spiazza.
- Cosa non saprei, streghetta? Fino ad oggi ho sempre provato il contrario, o sbaglio? - ribatte, impassibile.
- Forse hai ragione dicendo che io, Darcy e Stormy non siamo sorelle di sangue...
- Io ho ragione! - sbraita, interrompendomi.
- ...Ma da come parli non sai che, dopo esserci conosciute abbiamo fatto un patto di sangue. - continuo a dire, ignorandolo.
Mi fissa con aria interrogativa, quasi mi stesse esortando a continuare.
- Questo ci rende sorelle a tutti gli effetti. - concludo, aspettando che ribatta.
- Non si può cancellare il passato, Icy. - risponde, come volevasi dimostrare.
Noto una sfumatura scura nel suo sguardo, come se un vecchio ricordo che voleva essere rimosso fosse riemerso, qualcosa che preferisce dimenticare. Scuote la testa e torna a fissarmi.
- In ogni caso non sei stata corretta, eravate sorelle, se proprio la vuoi vedere sotto questa luce. Adesso non lo siete più. - si riprende, sul suo viso torna il sorriso fiero e irritante.
Stringo ulteriormente i pugni e serro la mascella.
- Sei un infame bastardo, continui ad essere un infame bastardo! - urlo in un crescendo di rabbia.
Si rialza, ignorandomi. Si scuote di dosso la polvere e mi inchioda con lo sguardo che lascia trapelare i suoi pensieri perversi.
"Darcy... Stormy..." continuo a cercarle telepaticamente.
La loro aura è ancora introvabile.
- Smettila di cercare le tue "sorelle": non ci sono più, non torneranno e non ti risponderanno. Risparmia le tue energie. - risponde freddo.
- Zitto, zitto, zitto! - urlo tappandomi le orecchie, non gli credo, non posso credergli.
Le mie sorelle devono essere vive, non so dove, ma non può essere diversamente.
- Comunque avevamo un conto in sospeso, noi due. - dice ad un certo punto, interrompendo il mio flusso di pensieri sul luogo in cui potrebbero essere le mie sorelle.
- Non oserai... - lascio in sospeso la frase, anche se è chiarissimo ciò che voglio dire. Andrew capisce al volo.
- Invece sì. - ribatte e in meno di un secondo me lo ritrovo addosso, sento il suo fiato fresco sul collo - prova a mordermi di nuovo e ti ammazzo.
Percepisco il suo sorriso, pensando a quanto sia allettante quell'idea.
- Se pensi che non mi ribellerò vuol dire che non mi conosci proprio per niente.
Cerco di muovermi, ma Andrew mi tiene stretti i polsi contro il pavimento e il suo peso addosso non è d'aiuto.
- Perché fai così? Se tu stessi ferma e calma sarebbe tutto più veloce. Soffriresti di meno.
Gli rido in faccia, una risata amara e nervosa.
- Pensi davvero che ti creda? Prima di definirmi illusa pensaci due volte la prossima volta!
Sembra averlo colpito la mia frase, perché si blocca e si alza, guardandomi dall'alto verso il basso.
Lo fisso senza capire cosa abbia in mente, ma mi alzo lo stesso, tenendo tutti i sensi in allerta.
Di scatto mi spinge. Finisco contro la parete.
Sento il respiro mozzato, l'ossigeno abbandona i miei polmoni.
Sto per cadere sulle ginocchia quando Andrew mi afferra per il mento.
La pelle del collo è tesa al massimo.
- Continui a deludermi. - ringhia tra i denti.
Cerco di tirargli una ginocchiata nello stomaco, ma mi blocca.
- Sei anche prevedibile. - continua, infastidito.
Poi, lentamente, si avvicina con le labbra al mio viso, appoggiandole delicatamente sul mio collo.
- Una mossa falsa, Icy. Una sola e sei finita. - sussurra.
Sento i brividi corrermi impetuosi lungo la schiena, il muro scosceso non è di aiuto, gli spigoli dei mattoni spezzati sembrano voler perforarmi la pelle.
La sua mano scende, mi accarezza i fianchi.
Scende ancora, trova la gonna.
Non esita e vi infila sotto la mano.
Sussulto, ma non mi muovo.
Perché resto immobile?
- Ammirevole, ti sei indebolita a tal punto da essere soggetta alle abilità dei vampiri. - commenta, quasi soddisfatto di sé stesso.
Mi afferra la maglia.
Mi accarezza i glutei.
Sto ferma.
No, non può andare così.
Appena Andrew abbassa la guardia e si allontana mi preparo al contrattacco.
- No. - ringhio tra i denti.
Mi guarda stupito, mentre mi butto di latto.
Sento il rumore di uno strappo e una leggera brezza accarezzarmi le spalle.
L'attrito con il pavimento lo attutisco con le braccia, ma a causa dei detriti mi provoco altri graffi.
Mi giro verso Andrew, è bloccato, mi fissa basito con uno straccetto azzurro in mano.
- Quella era la mia camicetta preferita. - dico cupa, guardandolo in cagnesco.
Il succhiasangue lascia cadere a terra quello che resta della mia maglia.
- Non c'è proprio modo di farti stare ferma, calma e tranquilla, eh? - domanda ironico, quasi sorridendo.
- Te ne accorgi presto. - ribatto con lo stesso tono.
- Sai, da narcotizzata eri molto più... Docile.
Quella frase mi arriva come una doccia fredda.
- Cosa avresti orato fare dopo avermi narcotizzato?! - sbraito, sconvolta.
- Oh, niente di che a dir la verità - si ferma, come se stesse riflettendo - Non è stato neanche divertente. - conclude, facendo spallucce.
So di avere le guance in fiamme. Lo guardo stizzita.
- Non ti credo, maiale di un succhiasangue! - urlo con quanto fiato ho in gola.
Protraggo in avanti un braccio e un'intensa luce azzurra si forma dalla mia mano per colpire in pieno Andrew.
I miei poteri, sono tornati, non tutto è perduto.
Posso ancora vincere.

Ho sonnoooo!
Ogni volta che scrivo un capitolo mi vengono in mente altri fatti che posso far accadere aggiungendo puntualmente un nuovo capitolo... Non che la cosa mi dispiaccia eh! BD
Temo sempre di più il giorno in cui Icy deciderà di vendicarsi... :\
...E non è ancora finita...
Alla prossimaaaaa! (troppo sonno per scrivere, sorry!) baci,
Icy

ps: Mio padre mi ha comprato ARTPOP!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! *Q* Icy felice felice

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Capitolo 25
*** Capitolo 25 ***


- Capitolo 25 -


Mi sento rinata, ho una speranza.
- Non credere di riuscire a salvarti con dei semplici trucchetti di magia: non puoi farcela contro di me! - sbraita Andrew, venendomi incontro.
- Questo è ciò che pensi tu. - ribatto in un sussurro, alzandomi in volo poco prima che lui riesca a raggiungermi.
Il succhiasangue muove le braccia sotto di me, senza però trovarmi. La sua espressione stupita che si guarda di fronte, senza trovare niente, scaturisce in me una lieve risata.
Mi sente e alza lo sguardo, sta sorridendo.
- Sei consapevole che non è difficile per me riuscire a prenderti, anche se stai volando? - mi chiede.
Sembra un bambino che vuole farsi grande, cercando di convincere gli altri che lui può fare tante cose. Peccato che gli manchi la tenerezza, l'ingenuità e il pudore di un marmocchio.
- Cosa intendi dire? - domando, ritirando le gambe e restando in un angolo della stanza, il più possibilmente vicino al soffitto.
Fidarsi potrà anche essere bene, ma non fidarsi è sempre meglio.
- Mi basterebbe un salto - spiega lui, fissandomi con il sopracciglio inarcato, come se stesse studiando qualcosa che non riesce a capire, ma che comunque sembra affascinarlo.
- Provaci, se sei così convinto di farcela. - lo sfido, continuando a sputare acido.
Lo vedo sbarrare leggermente gli occhi, come se gli avessi chiesto di fare la cosa più stupida del mondo.
Dimostrazione che ho ragione io: non ci arriva.
- No, da qui ho una visuale migliore. Sono pizzi quelli sui tuoi slip? - ribatte con tono provocatorio.
Sento il sangue salirmi sul viso, le mie guance sono in fiamme. Come si permette?
Urlo, attaccandolo con una raffica di schegge di ghiaccio. Cade a terra.
Scendo e mi piazzo davanti a lui, mi guarda dal basso verso l'alto: sono io che comando adesso.
- Questo è per il tuo continuo stuzzicarmi! - dico a denti stretti, menando fendenti per aria che si trasformano in raggi azzurri che lo colpiscono in pieno, facendolo sbattere contro la parete.
- Questo è per tutte le cicatrici che tu e la tua razza mi avete lasciato!
Continuo a sfogare la mia rabbia picchiando l'aria e riflettendo i colpi su di lui, amplificando sempre di più la ferocia degli attacchi.
- Questo è per avermi rovinato i piani una volta uscita da quella schifosa prigione! - creo delle sfere azzurre che  partono ad una velocità fuori dal normale per dargli un colpo dritto allo stomaco.
Lo vedo piegarsi su se stesso, gli occhi spalancati e vitrei, la saliva che gli cola dalla bocca, sul collo per finire sulla camicia slacciata.
- Questo è per esserti preso l'unica cosa che ancora avevo di puro! - urlo con gli occhi lucidi, mostrando i denti.
Un nuovo fascio di luce azzurra lo colpisce. Lo sento gemere dal dolore e più i suoi lamenti sono forti, più sento una sensazione appagante farsi strada nel mio corpo, sento il mio cuore pompare sempre più sangue.
Il succhiasangue incassa i colpi senza reagire, ma non mi interessa, adesso deve soffrire, deve provare dolore, deve sentirsi lacerare dentro, proprio come me!
- E questo è per ciò che dici di aver fatto alle mie sorelle!!
L'esplosione finale è devastante. Rado completamente al suolo i resti della stanza, creandovi sopra un leggero strato di ghiaccio, che viene presto ricoperto dalla neve che scende copiosa.
Andrew è immobile, coperto da una coltre di ghiaccio.
Cado sulle ginocchia, non provo neanche a cercare di intercettare la caduta con le mani.
Probabilmente picchio la testa.
Attraverso la trasparenza simile a quella di un vetro che la mia rabbia e il mio potere hanno creato vedo di nuovo gli occhiali spezzati e la scarpa rossa.
"Rispondetemi... Vi scongiuro..." continuo a pensare, ma il silenzio è tutto ciò che mi fa compagnia in quel momento.
Della loro scia magica neanche una misera traccia.
- Mi dispiace... - sussurro, sento una lacrima calda rigarmi il viso, mentre porto la mano all'altezza degli occhi.
Osservo il palmo e le sue rigature, ma la mia attenzione sarà sempre rivolta alla cicatrice che segna la mia mano.

***

- Pronte? - chiese una piccola ragazzina da corti e scompigliati capelli azzurri e gli occhi glaciali.
- Sì. - rispose sicure e all'unisono altre due figure, piccole come la prima.
Una delle due aveva boccoli ribelli che cercava di trattenere in due codini bassi, gli occhi verde acqua e un look un po' trasandato. L'altra aveva grandi occhiali tondi che nascondevano in parte i fini occhi verdi. I capelli lisci e castano verdognolo erano tenuti ordinati con una passata.
- Bene. Sappiate che dopo non sarà più possibile tornare indietro. - detto questo la bambina dagli occhi azzurri tirò fuori un coltellino svizzero, che usò per incidersi il palmo della mano, fino a che il sangue carmino facesse capolino, contrastando il candore di neve della sua pelle - Uccidereste per salvare le altre due? - continuò.
- Sempre. - rispose sicura la ragazzina dai capelli ricci, porgendo la mano e lasciando che la bambina dai capelli d'argento le facesse un taglio sul palmo. Si morse il labbro.
- Sempre. - ripetè l'altra ragazzina, prima di ripetere su di lei la stessa operazione, senza lamentarsi.
- Proteggerete le altre due, anche a costo della vostra stessa vita? - domandò la prima, porgendo la mano con il taglio.
- Sempre. - disse, di nuovo, la seconda ragazzina, posando la sua mano ferita su quella di capelli d'argento.
- Sempre. - anche la terza fece la stessa cosa.
- Rinnegate la vostra vecchia famiglia, le vostre origini, i vostri antenati, il vostro passato, per formarne una nuova?
- Sì. - risposero la castana e la ricciola all'unisono.
La ragazza dagli occhi azzurri strinse le mani delle altre due. Dalla mano di ognuna cadde una goccia di sangue, finirono tutte e tre nello stesso punto, nello stesso istante.
Da quello stesso punto nacque una luce candida che avvolse le tre ragazze. Quando questa cessò le tre guardarono i propri tagli cicatrizzarsi all'istante.
- Stormy, Darcy, da oggi siamo sorelle a tutti gli effetti. - concluse Icy, sorridendo alla sua nuova famiglia.

***

Mi stringo la mano forte al petto.
- Non sono riuscita a proteggervi... Mi dispiace... - continuo a dire, con voce strozzata.
Le lacrime continuano ad inondarmi gli occhi senza sosta.
Mi giro, appoggiandomi sulla schiena.
Sento bruciare le ferite al contatto con il ghiaccio, come se il mio elemento stesse cercando di aiutarmi, di cicatrizzarmi i tagli.
Nonostante tutto è una sensazione piacevole, mi fa credere che non sono ancora sola, qualcuno continua ad aiutarmi.
Torno a fissare la cicatrice che ho, ormai da tanti anni, sul palmo della mano.
Di solito la nascondo dietro ad un guanto, esattamente come fanno le mie sorelle, vederla mi provoca una certa nostalgia. Muovo la mano per vederla da diverse angolazioni, ma resta sempre la stessa cicatrice storta, quasi come un fulmine.
Mi asciugo le ultime lacrime, come posso essere stata tanto stupida e debole da pensare che le mie sorelle fossero morte?
No, sicuramente si sono teletrasportate in un altro luogo, al sicuro, e nella fretta hanno perso gli occhiali e le scarpe. Può succedere, no?
Abbasso lentamente la mano e inizio a guardare il soffitto, senza realmente vederlo.
- Quante altre volte... Dovrò ripeterti... Di smetterla... Sei ridicola. - dice una voce accanto a me, annaspando.
Mi giro di scatto, per vedere Andrew che si alza tremante da terra.
- Ti sei visto? Qua l'unico ridicolo sei tu! - ribatto con un tono di voce sostenuto, senza levare gli occhi di dosso al succhiasangue.
- Almeno io non credo in una famiglia che non è mai esistita e che non esisterà più! - risponde secco.
- Sei prolisso, non ti credo, ne mai ti crederò! Sei solo un infido vile bugiardo! - dico con un tono di voce quasi calmo che colpisce me prima di tutti.
- Sei troppo testarda. Togli quei veli davanti agli occhi e affronta la realtà! - ringhia Andrew.
Vedo i suoi occhi purpurei scintillare, insieme alle scaglie di ghiaccio che ha tra i capelli biondo grano.
- Smettila con questa farsa! Fino a che non lo vedrò con i miei occhi non ti crederò mai. Mai! - urlo stringendo i pugni.
L'espressione di Andrew cambia in pochi secondi, da deciso e sicuro passa ad un aria interrogativa, inarca leggermente le sopracciglia come se stesse riflettendo, per finire con un ghigno soddisfatto.
- Dunque è questo che vuoi davvero? - domanda senza realmente voler ascoltare la mia risposta. Ormai ha deciso il da fare, la mia opinione ha lo stesso valore di un granello di polvere.
- Cos'hai in mente? - provo lo stesso a chiedere, seria, anche se so che non riceverò delucidazioni di alcun tipo.
Mi scruta per qualche secondo con quei suoi occhi famelici, indagatori, mi sento rabbrividire senza motivo.
- Alex! Vieni un po' qui, mi servi: subito! - urla a pieni polmoni il succhiasangue, verso il punto in cui pochi minuti prima sorgeva la porta.
Quel nome... Cosa significa? E' stato Alex a uccidere le mie sorelle? No, è uno scherzo... Deve esserlo.
Resto impietrita, aspettandomi il peggio. Fisso la porta, aspettando che Alex arrivi. Ho paura di non voler vedere ciò che vogliono mostrarmi.
Sento i battiti del mio cuore riempirmi le orecchie, le vene pulsarmi nelle tempie.
Il tempo sembra congelarsi, esattamente come lo spettacolo davanti ai miei occhi: la stanza coperta di ghiaccio, che non intende sciogliersi, ma che brilla sotto la fioca luce di ciò che rimane del sole. L'unica cosa che da movimento a quell'ambiente statico è il lento cadere della neve, anche se non risulta sufficiente a scandire il passare di un tempo che sembra volersi dilatare all'infinito.
Poi lo vedo, lì, davanti ai miei occhi.
- Hai chiamato, Andrew? - domanda l'ex barista e allievo di Fonterossa, senza neanche notare la mia presenza.
I suoi lunghi capelli castano dorati risplendono al riverbero del ghiaccio, l'abbronzatura sul suo corpo statuario è sempre perfetta e uniforme, la sua pelle sembra morbida e priva di imperfezioni.
Ha i vestiti stracciati, segno di una lotta che non deve essersi rivelata così semplice, neanche per uno specialista-vampiro.
Dopo un po' si gira, con lo sguardo fisso su di me.
Trasalgo quando noto che, ormai, i suoi occhi verdi come due smeraldi lucenti se ne sono andati per sempre, lasciando il posto ad uno sguardo famelico, crudele, fatto puramente di sangue e di odio, che stonano con la bellezza di Alex.
Un altro simbolo della mia sconfitta, l'ennesima prova che sono sola. Anche Alex, l'unico ragazzo che ancora si fidava di me, che mi guardava con rispetto e col sorriso, mi è stato portato via.
Serro i pugni, non doveva andare così,
- Che piacere rivederti. Dimmi, come hai fatto alla fine a contrastare la trasformazione? Non pensavo che i mezzosangue ne fossero capaci. - dice con sarcasmo e disprezzo il castano.
Le nocche mi si sbiancano, prima di ricordarmi che in realtà è stato lui a scegliere la sua via. E io non sono sola.
- Sei un traditore, un vile traditore! - tuono a denti stretti.
Mi fissa con disappunto, ma non sarò io a perdere, in questa gara di sguardi carichi d'odio.
Lo sento sbuffare e torna a guardare Andrew, che ancora non gli aveva risposto.
- Sai, Alex, Icy continua a credere che da qualche parte, in chissà quale pianeta, le sue sorelle siano vive e vegete ad aspettarla. - gli spiega il succhiasangue, come se io fossi una bambina ottusa e lui un amico di vecchia data.
Inizio a tremare dalla rabbia, mentre inizio a emanare a intermittenza una lieve luce azzurra, pronta per attaccare entrambi.
- Qualcuno qui si sta scaldando, ma penso di sapere come raffreddare i tuoi bollenti spiriti, carissima Icy. - dice Andrew, per poi rivolgersi all'ex specialista - Tutto ciò che devi fare è evocare la visione della morte di Darcy e Stormy, in modo che anche Icy possa goderne.
Alex sembra colpito, adesso resta zitto, anche il suo sorriso quasi sadico è sparito.
- Ma lei... E' immune ai poteri dei vampiri. - ribatte lo specialista, balbettando, senza distogliere lo sguardo da me.
- Lo è, hai ragione, ma adesso si è indebolita troppo e la sua protezione è cedevole. In ogni caso non preoccuparti, adesso ci penso io. - conclude Andrew.
Prima che riesca a capire quello che intende dire, il succhiasangue mi plana addosso e mi sferra un colpo sulla schiena che mi fa barcollare in avanti, seguito in rapida sequenza da un pugno nello stomaco.
Mi leva il respiro, la forza delle mie gambe cede sotto il peso del corpo. Mi accascio a terra tenendomi stretta l'addome, con un urlo soffocato in gola.
- Prego. - lo invita Andrew.
Alex continua a fissarmi, noto nei suoi occhi una luce strana, sembra quasi compassione, tenerezza... O forse sensi di colpa?
Non ho il tempo di stabilirlo, perché sparisce, come anche la stanza intorno a me. Tutto si fa nero.

Appena riapro gli occhi sono nella stanza Occultismo, ma, porta a parte, è ancora intatta.
Non sento dolore, non sento neanche il mio corpo. Mi metto seduta, o almeno penso.
- State indietro!!! - urla una voce familiare, con una nota accentuata di panico nella voce.  Proviene dalle mie spalle.
Mi giro e mi sento mancare appena vedo Darcy e Stormy, che combattono allo stremo delle loro forze in un angolo della stanza, creando protezioni e barriere per respingere un gruppo di almeno dieci vampiri.
- No!! Lasciatele stare! - grido con tutto il fiato che ho in gola, ma nessuno sembra potermi vedere o sentire.
Mi alzo e corro verso i suchiasangue. Se riuscissi a distrarne almeno una parte le mie sorelle avrebbero una possibilità in più. Mi avvicino a tutta velocità, ma quando tento di dare un pugno in faccia a uno dei tanti succede una cosa che non mi aspettavo: lo trapasso.
Riprovo, e continuo a provare, ma è come se il mio corpo avesse perso consistenza.
Non posso che assistere inerme a quello spettacolo atroce.
I vampiri avanzano e le difese delle mie sorelle si fanno sempre più deboli.
- E' la fine... - sussurra con voce strozzata Stormy. Sta tremando mentre cerca di tenere in vigore la sua barriera protettiva.
- Già... Sappi che ti ho voluto bene, sorellina.. - risponde Darcy con voce spezzata e una lacrime che le riga la guancia.
No Darcy, non è da te arrenderti così... Per favore, reagite!
- Sono contenta che Icy non sia qui... Non vorrei che anche lei facesse questa fine. - continua Darcy, cercando di ignorare le lacrime che ormai le solcavano il viso senza sosta.
- O che ci vedesse in questo stato... - nota Stormy, adesso anche lei ha gli occhi lucidi.
- Combattere ormai è inutile. - riflette ad alta voce Darcy, guardando per un attimo nostra sorella.
No...
- Pronta, Stormy?
La nostra sorellina si limita ad annuire.
- Addio Darcy..
No... Non potete...
- Addio Stormy... 1... 2... 3...
No!!
Le mie sorelle abbassano le mani, annullando le loro barriere protettive.
I vampiri saltano addosso ad entrambe, che hanno chiuso gli occhi e si sono strette la mani.
Mi butto a terra, chiudo gli occhi più che posso, non potrei sopportare una visione del genere.
La fine delle Trix, la fine della mia famiglia, la fine della mia vita.
Tengo la testa serrata tra le ginocchia, con le mani cerco di coprirmi, invano, le orecchie.
Le voci delle mie sorelle mi arrivano distintamente, sento le loro grida, implorano pietà. Mai le avevo sentite parlare in quel modo.
Non provo neanche a trattenere le lacrime che scendono come torrenti dai miei occhi serrati.
Ad un certo punto le urla cessano. Sento degli schizzi arrivarmi addosso, ma non controllo cosa sia.
Sento un odore agrodolce, pungente, ferroso.
Sono sporca del sangue delle mie sorelle.
Sono morte per causa mia.

Urlo tutto il mio dolore, mi sento completamente svuotata, come se qualcuno mi stesse sventrando dall'interno.
Andrew sta ridendo di gusto, come mai prima d'ora.
Appena riapro gli occhi mi ritrovo nella stanza coperta di ghiaccio, Alex mi fissa, pallido in volto.
Abbasso lo sguardo e lo punto sulla cicatrice che ho sulla mano.
La stringo forte al petto, ma il dolore non si allevia.
E' colpa mia, è inevitabile. Continuo a urlare, cercando di sfogarmi, stringo i denti. Come posso vivere adesso?
- Vattene, adesso! - sento dire ad Andrew, o almeno credo.
Ormai non m'importa più niente, sono sola al mondo. Non ho più la forza di rialzarmi, perché mai dovrei? Ho perso tutto, voglio solo morire.

Sono. Un. Mostro.
Continuo. Ad. Essere. Un Mostro.
:)))))
Non so che dire, se non che sono un mostro... Ma l'ho già detto, vero?
E siccome sono un mostro sadico (che frigna ma ok) allego anche il disegno rappresentativo ;)

http://i41.tinypic.com/qryv13.jpg
... Baci,
Icy

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Capitolo 26
*** Capitolo 26 ***


- Capitolo 26 -
 

Il respiro mi manca, l'aria mi opprime i polmoni, le lacrime sono incontrollabili.
Continuo a pulirmi spasmodicamente le braccia nel vano tentativo di togliermi di dosso la sensazione del sangue di Darcy e di Stormy attaccato alla pelle.
Non riesco ancora a credere a ciò che ho visto.
Non possono essersi arrese, invece lo hanno fatto, hanno combattuto e, una volta notato che andare avanti sarebbe stato solo un suicidio, hanno abbandonato la vita a testa alta.
Mi stringo forte il petto, ma il dolore mi lacera dall'interno, lasciandomi un amaro retrogusto di vuoto totale.
Sento dei passi allontanarsi, strusciano per terra, con fare svogliato, ma mi arrivano come echi lontani e ovattati.
- Bene, vedo che adesso ci credi alla morte delle tue sorelle. - mi sfotte Andrew, anche se ho gli occhi chiusi so per certo che mi sta guardando con un sorriso a trentadue denti.
- Alla fine ce l'hai fatta, no? - dico a denti stretti, in un sussurro spezzato dai singhiozzi del pianto.
Mi manca l'aria.
- Cosa intendi, Icy? - chiede, girando con un piacere immenso il coltello nella piaga. Il suo tono di voce è divertito e allegro.
Respiro profondamente prima di rispondere, cercando di analizzare nel minor tempo possibile le parole migliori da usare.
- A vedermi a terra, abbattuta, debole, sola. - rispondo, scandendo bene anche le singole lettere.
Apro gli occhi, il mio sguardo è offuscato dalla copiosa quantità di lacrime che si è accumulata nei miei occhi, ma mi basta sbatterli un paio di volte per liberarmene e riacquistare la vista.
Lentamente mi alzo, senza fretta, anche perché i miei muscoli non mi consentirebbero movimenti troppo bruschi, tanto sono tesi, in più voglio godermi il momento.
Appena mi ritrovo in perfetta posizione eretta inchiodo Andrew con lo sguardo, la sua espressione sbigottita suscita in me quasi divertimento.
Mi lancio una rapida occhiata: riporto numerosi graffi, tagli poco profondi, polvere e calcinaccio addosso, la gonna è tutta spiegazzata, il reggiseno un tempo bianco e candido ha assunto una sfumatura grigio topo. L'unica cosa che sembra essere rimasta intatta sono gli stivali. Devo ammetterlo, sono il ritratto della pulizia e dell'ordine.
Storgo leggermente il naso e inizio a lisciare la gonna finché il risultato non mi soddisfa, poi torno a guardare Andrew che mi fissa, ancora ammutolito.
- Ma non riuscirai mai a vedermi sconfitta, non mi arrenderò mai, non potrai mai battermi. Mai! - continuo, sfoggiando uno dei miei migliori sorrisi di sfida.
Andrew spalanca gli occhi, prima di riprendersi e incrociare le braccia.
- Non c'è proprio modo di fermarti, vero? Chissà se da morta la penserai allo stesso modo... Ammesso che tu possa pensare. - ribatte con un verso di scherno.
- Dai troppe cose per scontato, Andrew. - dico in tono calmo e freddo.
- Fammi un esempio! - esclama stringendo minaccioso un pugno.
- Pensavi che mostrandomi... - mi trema la voce, mentre immagini confuse e annebbiate mi attraversano la mente, mi costringo a respirare profondamente prima di continuare - Quello che è successo io sarei caduta in un baratro di dolore e di sconfitta, invece mi continui a dare motivi per distruggerti nel peggiore dei modi.
Continuo a serrare i pugni fino a sbiancarmi le nocche.
- Dubito che ci riuscirai, streghetta, ma adesso basta parlare: passiamo ai fatti! - dice tra i denti, sorridendo.
Lo vedo venirmi incontro.
- Specchio di ghiaccio! - urlo portando le braccia a x davanti a me, creando una spessa lastra di ghiaccio.
Andrew ci cozza contro, spaccandola in mille pezzi che finiscono per tagliarlo, anche se lievemente.
Mi colpisce e finisco contro la parete, vicino alla finestra. Sbatto la testa, ho la vista offuscata.
Vedo dei pallini bianchi danzarmi davanti agli occhi, ma cerco di non dargli peso, stringo gli occhi e cerco di riprendermi.
Vedo di sbieco fuori dalla finestra, prima di ricevere un'illuminazione.
La foresta, gli alberi, lì il coltello dalla parte del manico l'avrei io.
Il succhiasangue riparte all'attacco, ma riesco a scansarmi prima che mi raggiunga.
Punto alla porta: devo correre come mai prima d'ora. E stare attenta alle scale.
- Non riuscirai a scapparmi Icy! - sbraita Andrew da dietro di me, ma non gli do peso, continuo a correre senza sosta, il fiato corto, i piedi doloranti, ma non posso fare altrimenti.
Arrivata davanti alle scale esito, cosa che mi costa cara.
Andrew mi raggiunge, mi afferra per i capelli e mi sbatte in terra, lontano dalle scale.
Mi faccio scudo usando le braccia e attutendo così il colpo.
- Dove credevi di andare, ragazzina? - domanda il succhiasangue sarcastico.
- Non resterò qui un minuto di più! - ringhio, prima di slanciarmi verso l'alto, iniziando a volare.
Cerca di afferrarmi, ma non ci arriva, quindi ne approfitto per andare al piano di sotto.
Volo alla massima velocità, ma tenendo i sensi allerta, i riflessi pronti.
Mi ritrovo davanti al portone, Andrew sta ancora scendendo le scale. Devo fare in fretta.
Evoco un raggio di ghiaccio che congela completamente l'ostacolo che mi separa dalla foresta. Chiudo a pugno la mano ancora tesa in avanti ed il portone va completamente in frantumi. Posso uscire senza problemi.
Mi rifugio nella folta corteccia di uno degli alberi più vicini e resto in silenzio.
Presto fa la sua apparizione il succhiasangue che, come un cane da tartufo, inizia ad annusare l'aria, guardandosi intorno con fare circospetto.
Poi fissa l'albero su cui mi trovo io.
- Icy non puoi nasconderti da me. - risponde in tono calmo e pacato.
 Nel giro di pochi secondi sento qualcosa colpirmi da dietro, facendomi perdere l'equilibrio e scivolare dall'albero.
L'erba è fresca e morbida, ma caderci da un'altezza di tre metri non è una bella esperienza.
Mi sento paralizzata, non riesco a rialzarmi.
Mi racchiudo in posizione fetale, ma Andrew stringe la sua mano sulla sua spalla, facendomi voltare a forza. Rimango con la schiena a terra.
- Non mi stancherò mai di ripeterti quanto tu sia patetica: guardati! Cosa penserebbero adesso le tue sorelle di te, eh, Icy? Non sei neanche in grado di vendicare la loro morte in modo quanto meno dignitoso. - Andrew fa una piccola pausa, piegando leggermente la testa, come se stesse pensando - A dire il vero non riesci proprio a vendicarle!
Sento gli occhi inumidirsi, ma non permetterò alle lacrime di scendere, non più. Ma il succhiasangue ha ragione: non riesco a vendicare le mie sorelle. Una ferita che nel mio orgoglio brucia troppo, sommata al dolore per la perdita della mia famiglia. Basta, voglio smettere di soffrire.
Sento il peso di Andrew addosso, intravedo il suo sorriso strafottente e vittorioso. Mi batte forte il cuore.
- Uccidimi... - sussurro appena, la testa appoggiata sul manto d'erba e riolta verso la scuola. Sarà davvero rivolto a quell'edificio il mio ultimo sguardo? Gli occhi continuano a bruciarmi per la quantità di lacrime che aspettano ansiose di sgorgare dai miei occhi come torrenti in piena, offuscandomi sempre di più la vista.
Andrew è titubante, lo sento sollevarsi leggermente e distogliere lo sguardo dalla vena che pulsa azzurrina senza sosta sotto la pelle diafana del mio collo, come se volesse evidenziare il significato delle mie parole.
- Come? - chiede, preso in contropiede.
Mi trema il respiro, ma voglio dare fierezza e sicurezza alle mie parole.
- Uccidimi. - ripeto calma.
- Perché mai dovrei? - domanda il succhiasangue.
Reprimo l'impulso di dargli un pugno in faccia solo perché non avrei le forze necessarie.
- Le mie sorelle sono morte con onore, io non sono riuscita a vendicarle e, in queste condizioni, non ce la farò mai. Voglio morire anche io con la mia dignità, quindi, vedi di fare in fretta. - concludo, seria e fredda come il ghiaccio.
- Con piacere! - esclama Andrew, raggiante.
Il succhiasangue si avvicina, piega la testa verso il mio collo, passandosi la lingua sulle labbra.
"Arrivo, sorelle" penso, sorridendo.
Sento i canini di Andrew fare pressione sulla mia vena.
Un moto di paura improvvisa mi assale, cosa sto facendo? Vorrei dimenarmi, difendermi e attaccarlo, ma i miei poteri sono deboli, il chakra al minimoe anche come forza vitale sono messa male. L'orgoglio comincia a farsi di nuovo sentire, imponendomi di stare immobile.
Poi succede l'impensabile.
Mi sento libera dal peso di Andrew. Non sento il dolore di nessun morso.
Un boato mi riporta alla realtà, mi metto di scatto seduta e spalanco leggermente la bocca, sbalordita.
- Non le farai del male un'altra volta. - ringhia una voce maschile, sputando veleno.
- Tu... - E' tutto ciò che riesco a dire, ancora scioccata e dolcemente sorpresa.


Sto seriamente odiando l'editor di efp che fa il cavolo che gli pare facendomi impazzire più di quanto il mal di testa non stia già facendo...
Ma passiamo al capitolo...
Sì, sono monotona, è da 12345678654345675437876 capitoli che Andrew e Icy non fanno altro che combattere, I know...
Sono anche in terribile ritardo, ma conto di pubblicare gli ultimi (eh già) quattro capitoli nel giro di una decina di giorni al massimo...
Mi sa che mi mancherà questa storia, ve l'avrò ripetuto un milione di volte, lo so, ma ci sto mettendo davvero l'anima, quindi spero continui a piacervi! Baci,
Icy

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Capitolo 27
*** Capitolo 27 ***


- Capitolo 27 -
 

- Che cosa vorresti fare? - domanda Andrew, adirato.
I suoi occhi rossi risplendono di rabbia.
- Non ti permetterò di farle ancora del male, né di portarle via la vita senza motivo! - urla a squarciagola Alex. E' paonazzo in viso dalla rabbia, stringe i pugni fino a non far più affluire il sangue nelle mani.
- Alex... - sussurro, per accertarmi che sia realmente lui.
Quando si gira riesco a vedere una sfumatura di pentimento nel suo sguardo acquoso, come se volesse chiedermi scusa per tutte le cose orribili che mi ha fatto.
Rimango a fissarlo duramente, anche se non ci sto riuscendo più di tanto, non riesco a capire quali siano le intenzioni dell'ex-specialista.
- Taci, tu, che sei quello che ha fatto soffrire Icy più di tutti, cosa pensi di fare adesso, proteggerla? Non ti acclamerà come un eroe, né ti aggrazierai dei suoi favori. - ribatte con una nota perversa nella voce.
Sento il sangue affluirmi nelle guance, anche Alex arrosisce flebilmente.
- Andrew smettila! - ringhio verso il succhiasangue, sempre purpurea in viso.
- Perché dovrei? Secondo te perché sta facendo tutta questa scenata, se non per divertirsi un po' dopo? - domanda con tono fermo e serio.
Sposto lo sguardo su Alex. Il sole riflette la luce sui suoi capelli castani, che prendono il colore del grano, mentre il vento li sposta lievemente incorniciandogli il volto.
L'aura di bellezza che lo circonda è mozzafiato.
MI soffermo a fissare i suoi occhi, anche i suoi come quelli di Andrew sono rossi, ma non come il sangue, sono rossi come il sole al tramonto, pieni di rimorso e scuse ancora non pronunciate. Guardandoli con attenzione noto che sono ancora visibili le screziature verdi smeraldo dei suoi occhi autentici.
- Lui non è come te, Andrew - dico lentamente, senza togliere gli occhi di dosso ad Alex - A lui non interessa il potere o la vendetta, si sta pentendo delle sue scelte e vuole rimediare.
Vedo la sua espressione distendersi in un sorriso smagliante, che vorrei ricambiare, ma la vista dei suoi lunghi e acuminati canini mi spiazza. Mi giro verso Andrew.
- E per tua informazione, l'unico che sta facendo una scenata qui sei tu. - continuo con un tono fermo e calmo.
- Come osi? - domanda ringhiando e alzando progressivamente la voce.
Lo vedo scattare in avanti, verso di me.
Mi copro con le braccia, ma Alex si intromette, intercettando l'attacco e colpendo Andrew in viso e facendolo schiantare contro un albero lì vicino, viene scosso da un tremore e le foglie iniziano a cadere.
Il succhiasangue emette un gemito, prima di cadere rovinosamente a terra.
- Ti ho già detto che non ti permetterò di farle ancora del male, non ti avvicinerai a lei: te lo impedirò!!- urla a pieni polmoni Alex.
I fiochi raggi del sole rimasti illuminano i suoi muscoli gonfi e tesi sotto la t-shirt stracciata e aderente.
Andrew usa il dorso della mano per pulirsi la bocca da un rivolo di sangue, che cola fino a macchiare di un colore carmino l'erba verde.
- Stanne fuori Alex, o sarò costretto a farti fare una brutta fine. Sai che ne sono capace. - risponde freddo Andrew.
Vedo una sfumatura scura attraversare gli sguardi di entrambi, come se stessero ricordando qualcosa che non vogliono. Tra i due il più perso nei suoi pensieri è Andrew.
- Vediamo se ci riesci, allora. - ribate secco Alex, una volta ripresosi.
Sento un balzo, l'aria sembra spostarsi ed infine un boato sordo mi rimbomba nelle orecchie.
Improvvisamente i due sono uno di fronte all'altro, Alex stringe i pugni di Andrew, che ha tentato di colpirlo.
Entrambi hanno i muscoli gonfi e tesi, visibili sotto le maglie logore, alcune gocce di sudore imperlano la loro fronte, e finiscono per scivolargli leggiadre sui loro volti statuari.
E' la scena più inquietante che io abbia mai visto.
Si allontanano rapidamente, è impossibile seguirli a occhio nudo.
Sono uno di fronte all'altro, distanti pochi metri. Si fissano con le sopracciglia inarcate.
Ad un certo punto i muscoli di Alex si distendono, il suo sguardo diventa vitreo, mentre inizia a fissare il vuoto.
Un sorriso storto inizia a dipingersi sul volto di Andrew, che inizia a ridere sguaiatamente.
- Stupido, sono più vecchio e ho più esperienza. Inoltre so usare la mia abilità molto meglio di te. - dice calmo, come se Alex riuscisse a capire le sue parole.
So di dover agire prima che si ricordi di me.
- Sfera di Ghiaccio. - sussurro, chiudendo le mani per poi allontanarle e trovarvi una sfera di pura luce fredda azzurra.
Controllo che Andrew non si sia ancora girato, prima di lanciarla. Colpisco il succhiasangue alle spalle.
Cade in avanti, usa le braccia per attutire la caduta, ma riesco a distrarlo, liberando Alex dalla sua ipnosi.
- Tu, strega!Mi pare di averti già avvisato: stanne fuori! - urla verso di me Andrew, mi si para davanti con fare superiore, guardandomi con cattiveria, prima di afferrarmi per il collo e alzarmi da terra.
Le sue dita affusolate mi stringono saldamente, chiudendomi ogni possibile via respiratoria. Mi sento soffocare.
Cerco di allentare la presa, gli stringo i polsi, conficcandogli le unghie nella carne, ma non ottengo niente.
- Ne ho abbastanza di te, streghetta. Sei sempre in mezzo ai piedi, pronta a rovinare i miei piani, ma da oggi non sarà più così, adesso ti farò fuori con le mie stesse mani! - grida Andrew. Nei suoi occhi brilla una luce di pura follia, anche se non è il momento migliore mi chiedo se anche il mio sguardo fosse simile al suo quando ero vicina alla conquista di Magix a alla fine delle Winx.
La presa continua ad aumentare, fino a che tutto si blocca.
In un primo momento penso di essere morta, ma poi sento qualcosa di appuntito e irregolare pungolarmi il ventre.
Andrew mi molla, facendomi cadere a terra, respiro profondamente prima di alzare gli occhi e vedere Andrew in ginocchio davanti a me con un bastone spartano conficcato nella schiena. La punta lo trapassa.
Mi fissa con sguardo vitreo, acquoso, allunga una mano e mi accarezza il viso. Non oso muovermi.
- Nives... - sussurra, prima di chiudere gli occhi e cadere a terra, privo di vita.
Alzo lo sguardo e vedo Alex, ha il fiato corto, ma viene subito in mio soccorso, stringendomi affettuosamente le spalle.
- Icy... Come stai? - mi chiede con premura, guardandomi negli occhi.
- Io... Non lo so... - rispondo guardando prima Andrew e poi la scuola. - Perché mi hai salvata, Alex? Perché?
- Icy io... Quando mi hai detto che mi vedevi solo come un amico, beh, mi hai spezzato il cuore... Pensavo di riuscire a trovare conforto nella vendetta, ma mi sbagliavo. Vederti soffrire non scaturiva in me alcun piacere, solo sofferenza, quindi ho deciso di riscattarmi. Non chiedo il tuo perdono, Icy, sarebbe troppo, ma almeno il tuo bene. - spiega, con tono calmo e dolce, scandendo bene ogni parola.
Non so cosa rispondere, anche perché non me ne da' il tempo.
Si alza e in pochi minuti raduna un gruppo di rami e foglie intorno al corpo inerme di Andrew, poi mi porge un accendino. Lo fisso basita.
I suoi movimenti calmi, come se fosse la cosa più normale del mondo creare un falò intorno a un succhiasangue, mi spiazzano.
Titubante afferro l'accendino, sento improvvisamente una scarica d'adrenalina corrermi lungo il corpo, do' subito vita al fuoco, che divampa, alzandosi in lunghe lingue rosse e scoppiettanti, nell'aria aleggia l'odore di legna e carne bruciata. Sorrido, prima di girarmi verso Alex.
Mi fissa, ricambiando la mia felicità, ma nel suo sguardo c'è una luce fioca e triste.
- Cosa succede Alex? - domando, so che sta per succedere qualcosa, ma non sono sicura di voler sapere cosa.
- Ho tre cose da dirti, la prima è che mi mancherai tantissimo, la seconda riguarda le tue sorelle... Io in realtà sono capace di creare illusioni, quella che hai visto tu non aveva niente di reale, le tue sorelle non si sono mai arrese, sono vive, nell'aula di pozionologia.
Questa notizia risveglia i miei sensi, ogni minimo dolore svanisce, al pensiero che le mie sorelle sono vive e posso raggiungerle.
Ma una cosa mi ferma dalla voglia irrefrenabile di mettermi a correre.
- Qual'è la terza cosa? - chiedi rimanendo ferma, lo sguardo rivolto ad Alex. Mi sorride come un padre di fronte alla propria bambina che cresce.
- Non voglio rimanere sotto questa forma, non merito più di vivere. - risponde col sorriso, come se mi stesse dicendo che parte per una vacanza.
- Cosa?! - sbotto, non credendo alle mie orecchie.
Alex si avvicina al mio viso, fino a sfiorare le mie labbra, ma poi si ferma, titubante, lasciandomi un delicato bacio sulla guancia.
- Addio, Icy. - mi sussurra all'orecchio, prima di sciogliere l'abbraccio e avviarsi verso il falò, ancora vivo.
- No.. - sussurro, prima di alzarmi e corrergli dietro.
Alex si gira, mi sorride.
- No! - urlo, allungando la mano e cercando di fermarlo, ma è troppo tardi, lo vedo lasciarsi cadere all'indietro, finendo tra le fiamme.
Provo ad attaccare il fuoco, congelandolo ho ancora una possibilità di salvare Alex, ma appena distendo le braccia le fiammate divampano verso il cielo, crepitando come fuochi d'artificio e costringendomi a coprirmi il viso.
Quando riapro gli occhi al posto del falò c'è solo cenere.
Ho provato talmente tante emozioni negli ultimi giorni da provare una strana sensazione di vuoto dentro il petto.
Mi alzo lentamente e, traballando, mi dirigo verso l'aula di pozionologia, cercando di realizzare tutti gli ultimi avvenimenti.
Incespico più volte durante il tragitto, ma riesco a restare in equilibrio, ma quando mi trovo davanti alla porta spalancata dell'aula che sto da tanto cercando e vedo, finalmente, le mie sorelle stese in terra svenute e stremate dal combattimento, non posso trattenere la felicità che provo, mi getto a terra, le abbraccio, per poi cadere nel buio.


Odio l'editor lalalala
Finalmente Andrew è morto! Ma non solo lui....
Comunque la mia idea sarebbe stata quella del 14/12/2012 si apre la storia e il 14/12/13 si chiude, ma ho avuto qualche incidente di percorso, quindi non vale più questa cosa... sorry :c
E chi sarà mai Nives? Lo scoprirete, penso, relativamente presto C: baci,
Icy

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