What's Happened Tonight?

di CherryBlossomHime97
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° Capitolo - Voglio solo raggiungerti. ***
Capitolo 2: *** 2° Capitolo - Il primo Grazie per Naruto ***
Capitolo 3: *** 3° Capitolo - Il viaggio alla ricerca della pace ***
Capitolo 4: *** 4° Capitolo - Forse noi abbiamo vissuto davvero. ***
Capitolo 5: *** 5° Capitolo - Questa pioggia ci fa Sorridere ancora. ***



Capitolo 1
*** 1° Capitolo - Voglio solo raggiungerti. ***


What's happened tonight?

 

 

Tu, mi hai preso pensando che tutto andrà bene.
Tu, mi hai detto “Vieni a dare uno sguardo qui dentro."
Tu mi hai creduto in ogni singola bugia.
Ma io, ti ho deluso questa volta.

Ma è l’ultima volta, giuro. Parola di Uchiha. D’ora in poi andrà tutto bene.

 Pov Sakura.

1° Capitolo – Voglio solo raggiungerti.

 

“Sakura camminava lentamente tra la vie di una quasi nuova Konoha. Il luogo dove doveva recarsi era sicuramente il meglio conservato della città dopo la Quarta guerra, quello che per così dire, era stato immune dagli attacchi dei nemici. Ma era anche il più sorvegliato. Cercò di non far caso a questo dettaglio, lei doveva vedere Sasuke a tutti i costi. Doveva vederlo, voleva parlargli, poteva salvarlo, di nuovo.”

 
 
Quando arrivai davanti al cancello del ghetto degli Uchiha, ebbi modo di scorgere solo una decina di AMBU, fra quelli che erano sul tetto e quelli che facevano la guardia all’entrata. Mi ci avvicinai.
-Si identifichi- mi chiese uno di loro. Neji si riconosceva benissimo anche con quella maschera. Da quando era diventato così distaccato? Ah, certo. Da quando era ritornato lui. Perché dal suo ritornoio era cambiata.
-Sakura Haruno…ed ecco il mio permesso per entrare qui- risposi sicura, mostrando un foglio di carta con la firma di Tsunade-sama.
Neji annuì lentamente e, dopo aver fatto un piccolo cenno agli altri, fui libera di entrare. Mi rilassai un po’.
Orami conoscevo le strade del quartier Uchiha a memoria, e mi sentivo come un gatto randagio che vaga e vaga, ma che alla fine ritorna sempre allo stesso punto, nel luogo dove ritrova calore…e un po’ di pace.

Bussai alla porta in legno massiccio che si spalancò poco dopo. Sasuke Uchiha mi lasciò entrare, il suo volto era una maschera che non tradiva alcuna emozione, eppure io, potevo giurarlo, potevo scorgere su quelle labbra sottili l’ombra di un sorriso.
-Sei venuta- mi disse, quasi come una accusa.
Sorrisi. Mi accusava di essere venuta in ritardo, lo sapevo o almeno, ci speravo. –Vengo sempre-
Sasuke si sedette sul tappeto vicino al divano, appoggiandosi con la schiena ai gambi di quest’ultimo in una posizione che sembrava quasi naturale e rilassata. Mi misi vicino a lui, accucciandomi sul suo petto, mentre egli, in modo distaccato, mi posava una mano sulla schiena. Sarei potuta rimanere lì per sempre.

-Il consiglio ha deciso- fu io a rompere il silenzio. Dovevo rivelargli la verità. –Ha condannato Uchiha Sasuke a otto mesi di reclusione forzata  in casa sua. Per riflettere sui suoi errori- dissi scimmiottando la voce di uno degli anziani, per sdrammatizzare la cosa. Alzai il volto per guardare meglio i suoi occhi. Non si scompose.
-L’otto è il simbolo dell’infinito- disse. Abbassando a sua volta lo sguardo verso di me. In quell’istante, quando ebano e smeraldo si incontrarono, ci concedemmo un bacio. Prima più dolce, poi più frenetico, un grido d’aiuto che sapeva di dolore, di un amore ritrovato che ancora non era del tutto libero. Finalmente la presa della sua mano sulla mia schiena divenne più forte, intensa e possessiva. Perfetta.
Quando ci dividemmo, un simpatico color rosato si era posato sulle sue guancie, mentre io ero completamente bordeaux, non mi ero ancora abituata del tutto a questo.
-Lo so- aggiunsi, riacquistando il filo del discorso – è per questo che ho deciso che noi non resteremo qui- era semplice. Sasuke mi sorrise, dico sul serio. Era bellissimo.
-Finalmente condividi il mio desiderio di lasciare il villaggio-
-Mi porterai con te vero? Sta volta?-
Mi attirò di nuovo a sé. I nostri respiri che lenti si mescolavano – Non ti dirò mai più “Grazie”-  .Non ti dirò mai più addio. E mi diede un piccolo colpetto sulla fronte con l’indice, sorridendo, di nuovo.
-Sei alquanto contraddittoria, Saku- aggiunse poi ironico. Oddio. Sasuke che faceva dell’ironia mi faceva quasi paura. Era un'altra cosa alla quale non riuscivo mai ad abituarmi.
-Perché?-
-Perché prima fai di tutto per riportarmi qui e dopo vuoi addirittura aiutarmi a fuggire, coerente-
-Io volevo riportarti da me, non a Konoha. L’importante è che tu sia mio- ribattei ovvia.
-E cosa ti assicura che io sia tuo?- mi domandò assottigliando gli occhi, forse per non ridere.
-Perchè sei ritornato?- rispondere con una domanda ad un Uchiha. Bhe, potevo diventare famosa per le mie risposte azzardate.
-Per farti mia- rispose in un sussurro che forse, davvero, mi ero soltanto immaginata. Sas’ke distolse lo sguardo, si era sbilanciato troppo, non poteva permettersi altre dichiarazioni. Doveva darsi comunque un minimo di contegno. Tuttavia, non potei non trovare questa scena comica perché il suo volto, benché, fosse ancora di un pallore cadaverico, ci colorò di una nuova tonalità di rosa. Se fossi stata ancora una bambina in balia dei proprio sentimenti molto probabilmente in quel momento sarei scoppiata a piangere per la gioia. Ma ora sapevo cosa volevo. Volevo Sasuke, a qualunque costo. E sapevo che lui era tornato, aveva accettato di starsene buono per un po’ solo per me. Ma nessuno poteva mettere in gabbia il mio Sas’ke-kun. Nessuno.

-I tuoi che ne pensano?- Mi chiese all’improvviso.
-Non lo sanno, pensano che sia all’ospedale- In realtà, avevo saltato molti turni per vedere Sasuke da quando era tornato.
-Quando non mi troveranno più qui e tu sarai scomparsa da Konoha, capiranno che siamo fuggiti insieme-
-Non m’importa-
-Non ti importa che il mondo sappia che hai scelto di fuggire con un Nukenin assassino e assolutamente non pentito?-
-No- risposi pronta. Era vero. La cosa più assurda di quella conversazione era che Sasuke dava assolutamente per scontato il fatto che saremmo riusciti a scappare e non farci trovare neanche dopo essere fuggiti. Bhe, tanto il genio era lui.
-Bene-

-E, e…Naruto?!- mi bastava nominare quel nome per mandarci in confusione. –Non lo accetterà mai- aggiunsi. Mi sentii terribilmente egoista.
-Io credo di si- mi corresse. -Naruto mi ha tormentato, anzi mi avete tormentato in questi anni perché io ero circondato dall’odio. E lo sono ancora. Ma lui capirà…capirà che tu non mi lascerai sbagliare ancora. Ed io non ti deluderò di nuovo. Forse, quel dobe ci lascerà in pace-
-Già, forse hai quasi ragione tu- dissi, mentre un sorriso ebete mi impreziosiva il volto.
-Tzè- rispose lui. Le parole di Sasuke per quel giorno erano evidentemente finite.
-Ti amo, Sas’ke-
-Lo so- detto questo si rimpossessò delle mie labbra e non solo. Mi stese sul tappeto con forza e si mise a cavalcioni su di me. Inizò a baciarmi il collo, mentre le sue mani indugiavano sui miei vestiti e su tutto il mio corpo. Un “Ti amo” per un Uchiha era evidentemente troppo, ma il mio Sasu aveva i suoi metodi per dimostrarmelo. Metodi, che fin dalla prima volta, ovvero circa due masi fa, quando era tornato, non mi ero mai azzardata a condannare.
Presto la mia maglietta e la sua finiro lontano in qualche angolo buio di villa Uchiha. Sapiente, dalle labbra passò al collo, mentre con una mano andò a tormentare i miei seni. Mi aggrappai alla sua schiena, sollevvandomi un pochino, per dargli modo di eliminare quell’odioso impiccio che rappresentava la mia biancheria intima. E mentre gemiti di piacere uscivano silenziosi dalla sua bocca mi avvicinai ad un suo orecchio, e dopo averlo mordicchiato per bene aggiunsi in un sussurro – Non trattenerti con me- La voce mi uscì maledettamente roca e affannata anche perchè poco dopo Sasuke premette la sua erezione contro il mio bacino, facendomi tremare. Stavo impazzendo. Entrambe le sue mani ora erano concentrate sui mie piccoli seni, e la sua bocca leccava ogni centimetro di pelle nuda, lasciando una scia di baci infuocati, scendendo sempre più giù. Oramai completamente nuda, mi premurai che fossimo allo stesso livello e quando sentii –Sakura non resisto più- con un'unica violenta spinta fui finalmente sua.
                                                                     
                                                                                                 __________
 

La Luna, fuori dalla finestra, era decisa a interrompere il mio sonno. La lattea luce che passava attraverso la finestra aperta, era tutta concentrata sui miei occhi. Quando mi svegliai, ritrovai Sasuke disteso al mio fianco, rivolto verso di me, con una espressione beata che ero certa solo io avergli mai visto, e le nostre mani destre erano intrecciate. Lo svegliai dolcemente.
-Tutto bene?- chiese la voce impastata dal sonno, ma serena.
-Si- e gli feci l’occhiolino. -Ora però devo andare,Sasu, si è fatto tardi- dissi stanca. Quando mi sarebbe piaciuto restare ancora un po’. La presa sulla mia mano destra si accentuò, per poi sciogliersi. Ci alzammo e rivestimmo alla meglio.

-Allora qual è il tuo piano?- chiesi, dopo essermi ricomposta.
-Ce ne andremo domani- rispose tranquillo.
-Cosa?- chiesi scettica. Stava impazzendo? – Ma domani è il compleanno dell’ Ho---
-Hokage, lo so… è un ottimo diversivo. Non avevi detto che in villaggio ci sarà un festa?-
-Certo, si stanno organizzando da due settimane eh, ma io non so, cioè, domani…-
-Appunto! Gli Ambu saranno impegnati a rendere più sicure le strade di Konoha, le porte del villaggio saranno tutte aperte per lasciar entrare i visitatori venuti per festeggiare con Tsunade, ci sarà confusione –
Avvertivo, nella voce di Sasuke una strana  follia, simile a quella che gli avevo visto quando era stata determinata ad ucciderlo. Decisi di sorvolare anche questo dettaglio. Ormai avevo deciso.

-Ma tu sei sicura che vuoi farlo, Saku? Io non resisto più in questo schifo di villaggio. In questa casa che sarà la mia prigione. La gente se sente parlare di me dice “è lui l’assassino”, ed è impossibile rimuovere questa convinzione dalla mente delle persone. Io sono quello sbagliato. E tu stai sbagliando insieme a me. Sei sicura?-
-Non ti lascerò fuggire senza di me ‘sta volta. Ti ho ritrovato, e non voglio perderti mai più- dissi, in tono quasi di preghiera, mi avvicinai a lui, per rubargli un altro bacio prima di andar via, ma lui, inaspettatamente, con le labbra mi sfiorò delicatamente la fronte, in un gesto che racchiudeva tutta la dolcezza del mondo.
-Mia madre lo faceva sempre quando avevo paura di fare qualcosa- disse, la voce improvvisamente distante.
Mikoto. Era stata sicuramente una donna straordinaria. Gli sorrisi.
-Ma io non ho paura di scegliere te.- dissi in un soffio, prima di allontanarmi da lui per andar via.

-C’è qualcosa che devo fare?- chiesi titubante. Ancora non riuscivo a capire perché lui volesse organizzare lanostra fuga da solo.
-Tranquilla. Io non so…non so fin dove le cose si spingeranno e non voglio coinvolgerti- Rabbrividii a sentire quelle parole. Anche perché il tono della sua voce era serio eprofessionale. Bhe, ormai conoscevo bene Sasuke. E non ero sicura che fosse tornato quello che era un tempo. Orochimaru, Itachi, Madara…l’avevano cambiato. Ma io lo amavo incondizionatamente, e sarei riuscita a cambiarlo ancora.
-Sii solo certa di trovarti a mezza notte esatta nei pressi della porta sud-est di Konoha e lascia fare a me- e al mio Sharingan, avrebbe dovuto aggiungere, il quale con gli occhi di Itachi era diventato perfetto.
Annuii solennemente prima di andar via.
Mostrai di nuovo il mio permesso per uscire dal ghetto e ed arrivai al piccolo appartamento che occupavo vicino l’ospedale, un po’ perché casa mia era stata quasi totalmente distrutta e i miei genitori avevano deciso di vivere dai miei zii per qualche tempo, un po’ perché non sopportavo i miei zii, un po’ per ritrovare un minimo di indipendenza personale.

Rimasi alquanto sorpresa quando vidi una cresta bionda e occhi azzurro cielo seduti davanti alla porta d’entrata di casa mia.  Naruto se ne stava seduto lì, la testa appoggiata sul palmo della mano e stava quasi quasi per addormentarsi.
-Naruto?! Che diamine ci fai qui?- i suoi occhi si spalancarono e schizzò dritto all’in piedi.
-Sakura-chaaaaaan! Dove eri finita? Ti sto aspettando da ore!- sapeva benissimo dov’ero. Sbuffai ed entrammo in casa. Naruto si accomodò sul piccolo divano.
-Allora come sta quel teme?- aggiunse a voce più bassa, intuendo la verità.
-Bene- risposi
-Bene- Silenzio. –Bhe ecco Sakura-chan mi chiedevo se tu domani verresti alla festa con me! Si, lo so che stai col teme, ma tu…potresti accompagnarmi comunque, vesto che Hinata, bhe lei ci va con…
-Momento, momento! Con chi ci va Hinata?- chiesi sconvolta.
-Con Kiba!-
-E perchè mai dovrebbe andarci con lui?-
-Perché lui l’ha invitata prima- rispose ovvio Naruto, come se l’idiota tra i due fossi io.
-Baka! E cosa ti ha impedito di chiederglielo prima?-
Il ragazzo davanti a me fissò gli occhi al soffitto, e mise un strano broncio, come quello di un bambino che non trova le parole.
-Tzè, Naruto, quasi non ti riconosco più! Combatti per lei! Invitala lo stesso-
-Ma, ma, io non so se…-
-E vorresti arrenderti?! Non bisogna mai arrendersi per amore. Mai, neanche in un solo istante della vita!-
Naruto mi sorrise, si alzò e corse ad abbracciarmi. –E chi lo sa meglio di te, eh, Sakura-chan?-
-Nessuno, credo- e mi rilassai un pochino.
-Allora sarà meglio che mi muova…tanto sono solo le undici di sera-
-Bravo, vai vai-
Ci avviammo verso la porta, prima di andare Naruto si lasciò sfuggire altre poche semplici parole.
-Grazie Sakura-chan. Io so che per me tu ci sarai sempre-
Fu un attimo, mi lanciai contro di lui ed inizia a piangere sommessamente. Non ci sarò per sempre, amico mio.





Anticipazione 2° Capitolo.

Poi entrambi sussurrarono facendo spallucce –Sakura-
-Quel è esattamente il tuo piano, teme?-
-Il mio piano è andata a farsi fottere molto tempo fa, quando le informazioni che mi aveva dato Sakura sul numero di Ambu e sigilli si sono rivelate errate-
-Capisco, comunque sei un idiota, quanto devi essere egocentrico per evocare un coso così grosso?-
-E tu quando devi essere baka per domandarmi una cosa del genere?-





Ecco qui il primo capitolo della mia nuova storia. Che ve ne pare? Mi raccomando fatemelo sapere *-*
Prevedo circa due Capitoli (il secondo è già quasi del tutto ultimano) più un 3° chappy\Epilogo. Ninete di impegnativo insomma, ma qualcosa di dolce romantico (ma comunque in perfetto stile Uchiha, come ci tiene a sottolineare Sas'ke-kun) da leggere per rilassarsi un po' questa estate...e per dimentaicarsi di questo caldo infernale T.T
A proposito, quasi quasi mi stavo scordando di aggiungere che la frase in lilla all'inizio storia è tratta dalla traduzione della canzone "Feels like Tonight" di Chris Daughtry... non è merito mio xD Canzone, che, mi fa un po' da musa in questa storia.
Bhe, ringrazio anticipamente tutti coloro che leggeranno, poi se lasciante un commentico ci sentiamo dopo :D
Ciao^^

Flyonclouds. 

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Capitolo 2
*** 2° Capitolo - Il primo Grazie per Naruto ***





Io stavo aspettando il momento in cui ti saresti fatta viva.
Io sono stato a caccia ma non ho trovato nulla.
Dal momento in cui sei entrata nella mia vita
Tu, mi hai mostrato cosa è giusto .

 

Ed ora che so cosa fare, non sbaglierò più. Parola di Uchiha. Insieme a te so cosa devo fare.

 

2° Capitolo – Il primo “Grazie” per Naruto.





Gettai la testa all’indietro, sconsolata, rimanendo un po’ a fissare l’orologio a parete che portava le due di notte passate.
Chissà se Naruto aveva finalmente raggiunto casa di Hinata. Mi venne quasi da ridere pensando che la povera Hyuga, sarebbe potuta morire di infarto, trovando Naruto improvvisamente nella sua stanza (il quale aveva deciso di entrare dal balcone per non svegliare i suoi) con la seria intenzione di invitarla ad uscire.
Chissà se ci sarebbe riuscito. Mi era sembrato un po’ scosso dopo le mie ultime rivelazioni. In effetti, quella che doveva preoccuparsi di una morte prematura a causa dell’amore della sua vita ero io che avevo brillantemente spifferato al dobe la nostra idea di fuggire insieme. Sas’ke mi avrebbe sicuramente uccisa. Per questo avevo deciso di non aavertirlo. Cosa che non funzionerà granché perché il dobe mi sembrava deciso a parlare un’ultima volta con Sasuke, prima della fuga. Lanciai un’altra occhiata stizzita all’orologio, erano le due e mezza. Ora che ci riflettevo per bene e senza lacrime dovevo ammettere che Naruto non l’aveva presa tanto male. Come se quasi si aspettasse una cosa del genere.
Certo, se si escludeva la crisi isterica, il momento di depressione acuta a l’attimo in cui la sua risata isterica aveva rischiato di svegliare tutta Konoha, le cose non sarebbero potute andare meglio di così.
Infatti, l’Uzumaki aveva addirittura promesso di aiutare Sasuke nel suo piano, se ce ne fosse stato bisogno, perchè anche lui lo aveva capito, la reintegrazione dell’Uchiha nel villaggio era impossibile. Nella mente degli abitanti di Konoha erano ancora vivi gli orrori della guerra. Erano morte migliaia di persone e tra i feriti, i dispersi e tutti coloro che avevano perso la ragione assistendo alla morte dei propri cari senza poter fare nulla, il villaggio aveva impiegato mesi per riprendersi. Liberare Sasuke Uchiha non era proprio l’idea migliore per la sanità mentale collettiva.
Certo, bisognava ammettere che la stragran maggioranza del villaggio aveva addirittura richiesto la pena di morte, come se si fosse già dimenticata che nell’ultimo scontro contro Madara, quello ad aiutare Naruto era stato lui. Come se già avesse dimenticato la verità su Itachi. Come se avesse già condannato l’Uchiha a vita. Ed era vero. Konoha non perdona e non tollera. Non aveva tollerato Naruto finchè questo non era diventato l’eroe del villaggio, come poteva tollerare il mio Sasuke, che aveva scatenato quasi una guerra da solo? .
Per questo fuggire, anche solo per un po’, magari per 8 anni, o per l’infinito del nostro tempo, era parsa a noi tre l’idea migliore. Era il vecchio Team 7 ora a non poter tollerare che un suo membro fosse rinchiuso a marcire in una casa, che era peggio di una prigione.
Villa Uchiha era un posto terribile per l’ultimo del suo Clan. Era un luogo dove si mescolavano i ricordi di una vita serena e gli orrori della guerra. Il luogo dove il sacrificio di Itachi perdeva importanza davanti aiveri affetti familiari persi per sempre.

Riguardai l’orologio. Mancavano meno di dieci ore, ed avrei lasciato questo schifo. Improvvisamente mi ricordai dell’istante in cui avevo assistito al ritorno di Sasuke. Lui e Naruto che camminavano sotto braccio, avvolti da nubi di polvere e sangue. Feriti a morte, ma con i tagli del cuore già rimarginati. Con un strano ghigno sulla faccia ma che ritornavano finalmente da me…

Flashback

-Naruto!- Urlai con quanto più fiato in gola. Il cuore mancò un battito quando al suo fianco riuscii ad intravedere una manciata di capelli neri. Corsi verso di loro cercando di ricordare come si prestava un primo soccorso. Il più malconcio tra i due era proprio l’Uchiha, al quale donai subito una prima andata di chakra.
-Umpf, hai visto ho mantenuto la promessa Sakura-chan, lui ritornerà-
Cercai di fissare le parole dell’Uzumaki ben in testa, mentre pensieri molto più importanti mi si affacciavano alla mente. Il presente. Ed il mio presente era che: 1. Molto probabilmente avevamo vinto la guerra, poiché i miei due idioti sembravano alquanto rilassati e conciati male.
2. Sasuke Uchiha mi stava sorridendo, e dopo le prime cure, sembrava già quasi in grado di parlare ancora, o almeno, rispondere a monosillabi.
3. Non avevo la minima idea di dove fossero gli altri e di come avvisarli visto che forse stavano ancora combattendo contro piccoli gruppi di rivoltosi.
Tuttavia ero felice. Guardai Sasuke e capi che lui aveva capito, che lui mi stava scegliendo.

E ricordai ancora. Erano le tre di notte passate e mentre fissavo la Luna fuori dalla finestra non potei fare a meno di ripensare al nostro primo incontro dopo la guerra…

                 Flashback

“-Come ti senti Sasuke?- ma subito dopo avrei voluto rimangiarmi la domanda. Come poteva stare? Era steso sul talamo dei suoi genitori, dopo che io ero l’unica Ninja medico disposta a curarlo (oltre Ino, che però ancora non trovava il coraggio di vederlo, dopo la morte del signor Yamamaka).
Il giovane vendicatore non si degnò di rispondermi, ma interruppe il silenzio creatosi poco dopo
-Secondo te perché mi sono fermato? Perché sono ritornato?-
Quella domanda mi spiazzò. In fondo, non ne avevo idea.  –Perché sentivi la mancanza di Naruto?-  Ok. Dovevo essere impazzita sul serio per rispondergli così. Inaspettatamente lui rilasso un po’ il volto, ma ancora non ricordava come si rideva.
-Oh certo, la mancanza del dobe è stata motivo di grande sofferenza per me- rispose. Rimasi a bocca aperta nell’intravedere nel suo cinico sarcasmo un segno del vecchio Sasuke. 
-Perché allora?-
-Per mia madre- rispose serio. –Da piccolo gli promisi che mi sarei sistemato. Che sarebbe stata orgogliosa di me- poi aggiunse, con voce più bassa e meno calda –Solo quando sono arrivato al limite dell’odio e della distruzione, ho capito che stavo si portando gloria al Clan Uchiha, ma infangando il nome di persone buone come Itachi e mia Madre. Perché in genere gli Uchiha non sono persone buone ed io non sono assolutamente pentito. Ma mi sembra giusto, almeno ora, rispettare anche loro due-  
Seguii con attenzione il suo discorso, ma da persona egoista qual ero mi soffermai su un punto in particolare.
-E con chi vorresti sistemarti?- domandai.
-Non ti sembra ovvio?-”      

No Sasu, non era ovvio per niente, ma poi, l’importante è che l’abbiamo capito.    

                                                                   _____________     

3° PERSONA. Poco prima della fuga.

La festa era già iniziata da un pezzo, si ritrovò a pensare il giovane Uchiha, poiché gli schiamazzi e i gridolini di gioia arrivavano dalla strade fuori dal ghetto fin dentro casa sua. Guardò l’orologio, erano le undici di sera. Tra un po’ avrebbe fatto scoccare il piano. Sorrise quasi,quando si ritrovò a pensare che in effetti lui non aveva un vero piano. Uscir fuori dalla casa. Utilizzare lo Sharingan che grazie a Itachi e Sakura era tornato come nuovo, imbambolare qualche Ambu, far sciogliere i sigilli ed uccidere quelli che avrebbero opposto troppa resistenza. In effetti, non era un buon piano per niente. Ma l’importante era riuscire ad arrivare alla porta est di Konoha a mezza notte, per lei. E sorrise davvero quando pensò a Sakura, l’immaginò avvolta nel su Kimono rosa pesca, del quale gli aveva tanto parlato nei giorni seguenti fino quasi a portarlo ad un esaurimento divertito, e che avrebbe indossato tanto per non destare sospetti. Lui, per anticonformismo e per noia, aveva indosso dei semplici calzoni neri e una maglia blu, simile ai vestiti che portava prima della esame chunin, molto utili e pratici per nascondere Kunai e Katana. Guardò di nuovo l’orologio “Ora” sussurrò a se stesso e alla sua ombra prima di lasciare definitivamente la sua vecchia casa.

-M-ma che-e diami- ma l’AMBU non riuscì a terminare la frase a causa della spada che si era conficcata nella sua gola. Cadde a terra senza alcun onore, tra catenelle di sangue e paura, e Sasuke avvertì quel brivido di piacere ed odio infrangersi sulla sua schiena. La sua vendetta contro quel villaggio non sarebbe mai finita. L’unica soluzione era lasciarlo per sempre ed aggrapparsi con ostinazione a Sakura, l’angelo che poteva risollevarlo dall’oblio.

Poi accadde tutto molto velocemente. Lo avevano capito. Si stavano avvicinando.

Era circondato. Uno, due, tre, contava con calma per non finire preda del panico. Quindici, escluse le innumerevoli copie. Rapido vide sul viale abbandonato del ghetto rapide ramificazioni nere spingersi vero di lui per intrappolarlo, per sempre.

“Susanoo” Ok, non era proprio la tecnica giusta per non andare nell’occhio, ma al diavolo. Saltò sul tetto di una casa, quella che ricordava appartenere a cugino Shiushi. Corse via, protetto dall’invincibile mostro, mentre una pioggia di kunai e maledizioni varie si infrangevano contro il suo scudo.
-E poi dici che non sei un teme, teme!- sussurrò qualcuno vestito completamente di nero che si portò al suo fianco. Era certo di riconoscere quella voce,  non era un Ambu. Era….era un’idiota. Anzi, l’idiota.
-Che diamine ci fai qui?- urlò sull’urlo di una crisi di nervi l’Uchiha. La situazione non era esattamente delle migliori. Aveva ormai qualche trentina di Ambu alle calcagna, non era ancora riuscito ad uscire dal ghetto, e ormai tutta Konoha aveva notato un Susanoo che correva allegramente per le strade di quartier Uchiha. Grida di panico e terrore rischiaravano l’aria e molto probabilmente, tra breve, Hogake e Kagekage avrebbero infierito contro di lui.
-Aiutarti a scappare- e, ovviamente,in quel momento perfetto, un Naruto travestito diceva di volerlo aiutare. Soprattutto, ora che c’era lui ,non poteva uccidere più nessuno e si ritrovava a scappare. Ridicolo.
-Chi ti ha detto…?-
Poi entrambi sussurrarono facendo spallucce –Sakura-

-Quel è esattamente il tuo piano, teme?-
-Il mio piano è andata a farsi fottere molto tempo fa, quando le informazioni che mi aveva dato Sakura sul numero di Ambu e sigilli si sono rivelate errate-
-Capisco, comunque sei un idiota, quanto devi essere egocentrico per evocare un coso così grosso?-
-E tu quando devi essere baka per domandarmi una cosa del genere?-
Naruto sembrò rifletterci un momento, poi decise di lasciar perdere.
-Di qua- disse prima di intrufolarsi ad un tratto in una stradicciola appena fuori dal ghetto. Susanoo si sciolse. “Amaterasu” e lucide fiamme nere circondarono le due case e il tratto di strada inerenti al vicolo. Avrebbe voluto incendiare anche l’aria, in quel momento, per essere sicuro di non ricevere attacchi dall’alto. Ma poi si sarebbero chiusi in trappola. –Di qua- disse di nuovo Naruto, ‘sta volta indicando un buco sulla strada. L’ingresso ad un tunnel. –Cosa è?- bisbigliò interdetto Sasuke.
-Ieri sarei dovuto andare da Hinata per chiedergli di uscire, ma alla fine gli ho chiesto se poteva aiutarmi a fare questo. Devo dire, che hanno collaborato anche Kakashi, Rock Lee, Ino e Sai…nessuno di noi vuole vederti in gabbia, Sas’ke-
Sasuke Uchiha provò in quell’istante una sensazione strana. No amore, no odio. Affetto.

-Fa presto, va! Porta poco fuori Konoha. Sakura ti aspetta lì, Ino l’avrà già avvisata-
-Ma…-
-Ma la vedo io qui, muoviti!-
Il moro annuì leggermente. Poi guardò Naruto, quasi come volesse abbracciarlo, ma era pur sempre lui, non poteva farlo. Fortunatamente quel dobe era abbastanza idiota da fare una cosa del genere. E l’abbraccio di un attimo rappresentò l’addio per una vita.
-Ah, Sas’ke, tratta bene Sakura, o io giuro che ti ritroverò e ti spacco la faccia- disse il biondo alzando il pugno. Non scherzava.
“Grazie” bisbigliò l’Uchiha prima di sparire oltre l’entrata del tunnel. Naruto sorrise. Forse, non era un vero addio.
                                                                           ______________
 

Sakura impaziente stava quasi per entrare in quel maledettissimo tunnel. Ma quanto ci mettevano?. Quando Ino-pig ad un tratto le aveva detto che Sasuke l’aspettava fuori dal villaggio quasi gli era venuto un mezzo infarto, anche perché in quello stesso istante era stato proclamato l’allarme in tutta Konoha. La Yamanaka l’aveva condotta lì senza troppe spiegazioni, dicendo di far presto. Alla fine, lo aveva capito, era giunto il momento di dire addio anche lei. E mai, come in quel momento, aveva avute chiare le conseguenze della sua scelta. Tuttavia, tutti i suoi pensieri catastrofici si frantumarono quando vide spuntare dell’uscita del tunnel una zazzera di capelli neri.
-Sei qui, finalmente-
-E dove altro potrei essere?- le rispose l’uomo. La prese per mano ed, insieme, fuggirono, correndo verso una notte meno nera.





Ok, mi scuso per l'enormissimo ritardo, spero mi perdonerete e che molti di voi continueranno a seguire questa storia! Ho già scritto metà del terzo capitolo e aggiornerò una volta a settimana, promesso :D
Ecco qui una piccola ANTICIPAZIONE MODIFICATA


La donna si tolse il cappuccio e fece lo stesso al suo uomo, poggiandoci poi una mano sulla guancia. Lo Sharingan ancora attivo di lui la spaventò un poco, ma ebbe comunque la forza di fissare le iridi smeraldine nelle sue -Basta uccisioni, Sas’ke-kun- disse in un soffio – Ci lacerano l’anima- -Ma è della Foglia!- era questo il vero motivo. -Eh allora?



Quante volte si può dire addio?


 

Flyonclouds






Quante volte si può dire addio nella vita?

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Capitolo 3
*** 3° Capitolo - Il viaggio alla ricerca della pace ***




Che dire di adesso? Che dire di oggi?
Se stai facendo di me tutto ciò che intendevo essere
E se il nostro amore non fosse mai andato via
Se si fosse perso dietro parole
Che non saremmo mai in grado di trovare.


È così difficile capire di star amando qualcuno? Per noi Uchiha si. Ma ormai ci sono dentro, Grazie Sakura.
 

3° Capitolo – Il viaggio alla ricerca della pace.

 


Quell’osteria puzzava di vecchio e di guerra. Io e Sasuke, seduti al tavolo nella zona d’ombra di quello schifo ci guardavamo fissi negli occhi. Le tuniche nere che indossavamo, che ci coprivano la maggior parte del volto riuscivano a nascondere bene anche la mia (lui era, al solito, tranquillissimo) agitazione mentre ascoltavo le parole degli altri visitatori.

-Avete sentito? Pare che il Nukenin di livello S, Sasuke Uchiha, sia riuscito a scappare da Konoha!- affermò un uomo un po’ brillo, seduto al bancone dell’oste, sporgendosi in avanti e facendo cadere il poco sakè rimasto nella sua bottiglia.
-Cosa, Davvero? È proprio il figlio del demonio, quel ragazzo!- azzardò un altro.
A Sakura scappò un mezzo sorriso. No. Lui è il demonio.

Rapidamente la fuga da Konoha,avvenuta una paio di settimane prima ,divenne il principale motivo di discussione.
-Io ho sentito dire che con lui è sparita anche una ragazza, una kunoichi. I genitori affermano che l’abbia rapita!-
Uno di loro scoppiò in una fragorosa ristata – Dovrà pur divertirsi in qualche modo-
-Pare che per riuscire a scappare abbia utilizzato un potente mostro, una diavoleria ninja per così dire-
-Io ho sentito dire invece che l’Hogake è stato messo sotto inchiesta-
-Ehy, Senzuse, tu non provieni dal villaggio della foglia? Che sai?- domandò l’uomo brillo, avido di informazioni sicure.
-Molto poco amico mio. Ma una cosa è certa, ho visto il quartier Uchiha parecchie volte, ed è super sorvegliato. L’Uchiha non solo è riuscito a fuggire dal quartiere, ma addirittura dal villaggio! Tutte le uscite erano bloccate e sorvegliate, ma nessuno ha visto niente. Si è creato solo il panico perché in molti credevano che fosse ancora in città! Hanno visto solo un grosso Susanoo-
-Come è possibile secondo te?- chiese l’oste.
-Sono in molti ormai a credere che sia stato aiutato dall’interno! Si sospetta dell’Hogake stesso, Tsunade, è stata aperta un’indagine! Gli altri Kage si stanno mobilitando. Tutti vogliono l’Uchiha morto e l’Haruno con lui-.
-Haruno? È la kunochi?-
-Si, proprio lei, è una traditrice comunque, io credo che l’abbia seguito volontariamente-
-Ah, Konoha è infettata dai traditori fino al midollo-
-è marcia dentro- confermò.

-Ehy voi due, di dove siete? Ne sapete altro su sta storia?- domandò improvvisamente l’oste, rivolgendosi ai due forestieri più silenziosi che aveva mai accolto nella sua osteria.
Sakura si immobilizzò. Sasuke istintivamente attivò lo Sharingan, ma la tunica riuscì a nascondere quel mutamento.
-Niente purtroppo, solo che sono due traditori che meritano la morte- affermò sicuro.
-Sei molto duro con loro- disse poi Sakura, ad alta voce. Mossa falsa. Ma non riusciva proprio a capire perché doveva sempre trovare un modo per contraddirlo, anche in una situazione come questa.
-Perché?- chiese l’Uchiha
-Perché ho sentito dire che si amavano, la morte non li fermerà. Loro hanno appena iniziato a vivere-
A Sasuke scappò un sorriso, i suoi denti bianchi parvero per un secondo risplendere.

Sesuze lo notò. Quella voce, quelle voci. Capi tutto. Fissò i suoi occhi sulle due figure incappucciate. Gli altri, avendo dato poco peso a quello breve scambio di battute che non gli aveva rivelato niente che non fosse già stato detto, tornarono a bere la loro birra e a parlare di quando fosse meglio vivere lì, al confine, piuttosto che in una Konoha oscura e traditrice.

Sesuze tracannò tutto il sakè e poi, farfugliando qualcosa all’oste simile ad un ringraziamento si alzò di scatto e uscì velocemente dall’osteria, sentendo su di se gli occhi dell’Uchiha per tutto il tempo.
Sakura bevve un ultimo sorso del suo drink e lasciò qualche moneta sul banco. I due si alzarono tra la confusione generale, salutarono cordialmente l’oste e si lanciarono all’inseguimento del jonin compaesano.

-Sasuke, sei sicuro che..?- comprendendo con una occhiata le intenzioni del compagno.
-Non c’è altro modo Sakura. Se lo lasciamo in vita andrà al villaggio e riferirà dove ci ha visto, i ninja ci raggiungeranno entro breve, e ancora non abbiamo trovato un luogo davvero sicuro- disse freddo.
-Ma se lo uccidiamo, prima o poi si accorgeranno della sua mancanza, allora qualcuno dell’osteria che lo conosce dirà di averlo visto qui l’ultima volta. Otterremo lo stesso effetto-
Sasuke si fermò un attimo colto sul vivo e Sakura con lui.
La donna si tolse il cappuccio e fece lo stesso al suo uomo, poggiandoci poi una mano sulla guancia. Lo Sharingan ancora attivo di lui la spaventò un poco, ma ebbe comunque la forza di fissare le iridi smeraldine nelle sue
-Basta uccisioni, Sas’ke-kun- disse in un soffio – Ci lacerano l’anima-
-Ma è della Foglia!- era questo il vero motivo.
-Eh allora? È uno stolto-
-Lui non sa la verità-
-Oh svegliati Sasuke, in pochi sanno la verità- gli poggiò l’altra mano sulla spalla – Ma allora?. La vendetta che hai messo da parte ti sta di nuovo divorando! Pensa a Itachi, pensa a Mikoto. Loro non sono persi per sempre se il tuo cuore riuscirà a sopravvivere-
L’ultimo Uchiha spalancò gli occhi, per poi ritornare serio ad un tratto. Si avvicinò ancor di più a Sakura e istintivamente la baciò, in una lotta di lingue che serviva per far valere le sue mute ragioni, ma ….perse. L’odio perse.

Era questo in fondo che Sakura si era più volte promessa. Far ritornare il vecchio Sasuke, un po’ per lui e un po’ per lei, era l’unico modo per salvare entrambi. E, lentamente, lei sapeva di starci riuscendo.
Quando si staccarono, gli occhi neri di Sasuke sembravano essersi addolciti un po’. Il suo cuore poteva sopravvivere. Non sarebbe stato facile, ma poteva farcela.
-Forse sta volta hai ragione tu, Saku- e quasi sorrise dell’inverosimile che c’era nelle sue parole.
I due si presero per mano e si avviarono nella direzione opposta.
-E comunque, chi ti dice che non abbiamo un posto sicuro?-
-Sarebbe?-
Sakura sorrise, si staccò da lui per fare una piroetta e ridere allegra –Ho un piano, teme-
Quell’improvvisò cambio d’ umore della compagna spiazzò Sasuke, poco prima stavano discutendo…era così facile lasciarsi il passato alle spalle?
-Ripeto, Sarebbe?- e lasciò che quella calda allegria contagiasse anche lui, che raggiunse Sakura e felice gli si mise a fianco.
-Andiamo al Paese della Neve!-
-Dove?-
-Ma come dove! Sono sicura che la Principessa Koyuki* sarà contenta di vederci, e lì molte leggi ninja non valgono!-
-La Pincipessa…ah, quella vecchia missione in quel posto dimenticato dai Kami-
-Dimenticato un po’ da tutti a dir la verità, c’è la monarchia lì!-
-Ma ma…- e Sasuke si ritrovò incapace di trovare qualcosa di sbagliato in ciò, ma soprattutto incapace di ammettere che Sakura potesse aver pensato a due cose giuste in meno di un quarto d’ora.

-Oh, sai come ci troveremo bene lì?!- esultò lei.
-Non oso immaginarlo- rispose sprezzante, preparando le sue orecchie al peggio, perché aveva fiutato nell’aria l’arrivo di chiacchiere inutili.
-Bhe dopo il nostro intervento in quella regione è tornata la primavera, ti ricordi che bei prati verdi? Sono sicura che in inverno non è neppure tanto male e poi tu adori la neve…-
-Un momento, io odio la neve-
-Ma la amerai, non preoccuparti-
-Io non mi sto procup…-ma ci rinunciò, era impossibile fermarla.
-E poi, sai quanti amici troveranno i nostri figli lì? Oh, spero che vadano bene a scuola, non vorrei dover badare anche a questo…-
-I nostri figli?- chiese interrogativo.
-Certo Sasuke, i nostri figli, te ne sei dimenticato, forse?-
-Ma noi non abbiamo ancora dei figli, Sakura-
-Ma li avrai, non preoccuparti-
-Avranno tanti amici, non saranno asociali come te! Vedrai!-.
Sasuke la fulminò con lo sguardo mentre lei scoppiava in una risata cristallina. –Si, Vedrò-
                                                 
                                                                                          
Sasuke doveva ammettere che dormire su un roccia in una grotta fredda e buia non era proprio il massimo dopo aver passato notti nel comodo letto di casa propria. Sakura, appollaiata sul suo petto sonnecchiava ancora serena mentre le prime luci dell’alba uccidevano l’oscurità persistente.
E così, in quegli attimi di chiaro-scuro, mentre il silenzio veniva interrotto solamente dal rumore dei pensieri e dei respiri, i ricordi affollano le menti dei viaggiatori stanchi …

Flashback

"-Su ragazzi, a tavola- gridò a gran voce Mikoto, mentre preparava le varie porzioni di onigiri. I suoi due figli, Itachi e il piccolo Sasuke arrivarono come fulmini, come se facessero a gara
-Non è giusto, tu sei più veloce perche sei più grande, nii-san- brontolò Sasuke, mentre notava con disgusto che sta sera non c’erano pomodori.
-E quindi? Tu sei piccolo potresti essere una scheggia- e gli fece l’occhiolino.
-Ma tu hai le gambe più lunghe!- ribattè ovvio il piccolo. -inoltre riesci a saltare tutti gli ostacoli- aggiunse poi, ricordando il modo in cui il fratello maggiore era riuscito a saltare uno sgabello nel bel mezzo del corridoio.
-Non tutti gli ostacoli si possono saltare, a volte è meglio sbatterci contro, per affrontarli…proprio come hai fatto tu, otouto-
Sasuke sbuffò. Il bernoccolo che si era procurato finendo contro lo sgabello gli faceva ancora male.
-Ragazzi basta, mangiate- furono le parole di Fugaku. Scese il silenzio e tutti si adoperavano per finire il proprio piatto. L’unica abbastanza coraggiosa da interrompere quel silenzio era Mikoto
-Come è andata  all’Accademia oggi, Itachi?-
-Bene madre, abbiamo approfondito l’utilizzo dei kunai-
-Che tu destreggi già molto bene, vero?-
-Ehm, certo padre-
Fugaku annuì pratico, lanciò un’occhiata fulminea al piccolo Sasuke, e ritornò a mangiare il suo piatto.
-E con quella ragazzetta come va?- chiese Mikoto, mentre una strana luce le attraversò gli occhi.
-Cosa, chi? Madre…-
-Ma dai Itachi, quella con quei curiosi capelli salmone, quasi rosa…come si chiamava, ah si, Tsuri-

-Del Caln Momo?- chiese passivo Fugaku                                                                                                                       Momo (no) Tsuri : Fiore di Pesco ;-)
-Si-
-Ah- e si rintanò nel suo silenzio.
-è molto carina Itachi, così originale- aggiunse la donna.
-Già, in effetti è molto carina e poi oggi mi ha…-
-Il mio nii-san è uno forte, non perde tempo con le ragazze- si intromise per la prima volta Sasuke nel discorso.
-Oh, un giorno perderete entrambi così tanto tempo dietro le ragazze da non pensare ad altro, forse verrete bocciati per fino a qualche esame- disse Mikoto divertita.
-Tsk- fu l’unico monosillabo pronunciato all’unisono da gli altri tre Uchiha presenti."
 
Sasuke, quello adulto, sorrise amaramente sotto il peso dei ricordi. Vi sbagliavate madre, non ho saltato nessun esame, ho solo perso la testa per star dietro a una ragazza. Rinfrancato poi dalla somiglianza dei suoi gusti e quelli del fratello, decise finalmente di svegliare Sakura, per mettersi in cammino verso il Paese della Neve.
La rosa, sentendo una scia di baci caldi sul collo si svegliò lentamente.
-Su sveglia Saku, un posto migliore ci aspetta-
-Ci aspetterà anche tra qualche ora - mugugnò, con la bocca impastata, rigirandosi sul petto marmoreo.

Sasuke sbuffò pesantemente. Brutto segno. Sakura allora si decise ad alzarsi, tra borbottii insensati sul fatto che il Sole aveva scelto il momento meno adatto per sorgere perché lei era impegnata sognare il suo Sas’ke-kun mentre giocava con il suo futuro Itachi. Raccolse un piccolo zaino, una delle poche cose che era riuscita a nascondere sotto il kimono, con dentro qualche provvista rubacchiata qua e là e gli ultimi ricordi di Konoha. Quella vecchia foto del team7, una ciocca di capelli della madre e il diario segreto che aveva scritto da piccola. Era poi riuscita a infilarci dentro anche qualche cosa di villa Uchiha. Ovviamente aveva preferito tacere di ciò con Sasuke. Inizialmente aveva pensato che fosse una cattiva idea, che sarebbe stato meglio lasciare quella casa come era 17anni fa, soprammobili inclusi. Cosicché da lasciarla alla rovina del tempo e allo sguardo dei fantasmi del ghetto. Poi però aveva creduto che Sasuke, più in là, avrebbe potuto sentire la mancanza di qualcosa. Aveva avuto così il coraggio di salvare un vecchio album di foto, con Sasuke e Itachi da piccoli e tutto il Clan immortalato qui e là. Aveva poi trovato un piccolo Carillon che emetteva una melodia che ricordava molto una canzone che, a volte, Sasuke le sussurrava dopo aver fatto l’amore. Per fortuna il suo compagno non aveva mai rovistato lì dentro.

Lasciarono la grotta in silenzio, diretti a Nord. E, stranamente, fu Sasuke ad parlare per primo
-Sei sicura, Saku, di dove stiamo andando?-
-Abbastanza-
Sasuke alzò un sopracciglio.
-Abbastanza?- domandò scettico.
-Ehy è passato tanto tempo e poi anche tu facevi parte di quella missione, potresti contribuire un po’ anche tu nello scegliere il percorso da seguire-
-Io ho dimenticato quel periodo- rispose acido. Ma se ne pentì subito, perché in fondo non era vero. A sentir quelle parole il volto di Sakura si oscurò.
-Ho dimenticato perché so che voglio iniziare ad assimilare da ora - e le prese la mano.
Sakura sorrise. –ti sei salvato per un soffio, Sas’ke-kun-.





* La principessa Koyuki e il Paese della Neve, tratto dal film di Naruto "La primavera nel paese della neve"; narra una missione del Team 7, mandato in questo villaggio dove non esiste la primavera e dove lo zio del defunto sovrano ha preso con la forza il trono. Per farla breve, Koyuki, la vera erede al trono è disinteressata al suo vollaggio e solo grazie all'aiuto del dobe e degli altri riuscirà a riprendere il controllo e a riportare la primavere nel suo regno, eliminando la tirannia dello zio. si lo so, faccio schifo con le sinstesi xD



Eccomi qui con un altro capitolo! spero che sia di vostro gradimento, e vi invito a lasciare una recensione (anche per dirmi che in realtà sono da prendere a sberle ^^). Questa volta le parole all'inizio del capitolo sono tratte dalla traduzione italiana della canzone "What about Now" sempre di Daughtry.
Ho già messo mano al Capitolo quattro, e per ora ecco qui una...
Anticipazione:
L’imponenza delle Cascate del Silezio, poco fuori i confini del villaggio, lo rimase senza fiato. Era stato pochissime volte in quel posto e non poteva credere di veder lì i suoi compagni. Già fantasticava sul loro aspetto, quando ad un tratto lì vide. Erano acquattati su un albero, come due pantere pronte all’attacco. Lentamente rilassarono i muscoli e con un potente balzo scesero giù, arrivando i suoi piedi. Nessuna parola. 



Ringrazio tutti coloro che hanno messo la storia tra le preferite, seguite e ricordate, Un grosso saluto a chi ha la pazienza di recensire :D

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Capitolo 4
*** 4° Capitolo - Forse noi abbiamo vissuto davvero. ***


         


Nient’altro qui sembra importante
In questi giorni in continua evoluzione,
Tu sei l’unica cosa che rimane
Potrei rimanere così per sempre.


Io e te staremo insieme per sempre, oltre la morte e il passato. Parola di Uchiha, perché è amore, Sakura.

                                                             
                                                                      4° Capitolo – Forse noi abbiamo vissuto davvero.


 

Naruto si rigirava nel letto, incapace di dormire la notte prima del suo incontro con loro. Da quando aveva ricevuto quel benedetto biglietto era entrato in uno stato confusionale, del quale, fortunatamente, nessuno se ne era ancora accorto. Neppure Hinata, ormai suo compagna, che dormiva beatamente al suo fianco, aveva sospettato di nulla e rimaneva all’oscuro di tutto. Dopo quattro anni dalla fuga però, erano in tanti ad essere ancora all’oscuro di parecchie cose. Quando i genitori di Sakura avevano scoperto che sua figlia era sparita da Konoha e che Sasuke Uchiha aveva ucciso qualche altro paio di ANBU non erano stati in grado di controllarsi: avevano chiesto all’ ex Hogake di mandare decine di squadre di ninja per ritrovare la loro bambina, si erano lasciati andare più volte a pianti disperati esaltando la sfortuna del clan Haruno, condannato alla fine proprio come quello Uchiha. I tentativi di ritrovarli, comunque, non ebbero alcun esito…erano semplicemente scomparsi, e benché Naruto sapesse che quel teme era un genio ancora non era riuscito a capire dove fossero andati.
O almeno fino a quando non aveva ricevuto quella mattina uno strano biglietto, questo gli era praticamente caduto in mano, staccandosi dal ramo più alto dell’albero di ciliegio sotto il quale sonnecchiava un po’ tutti i giorni prima di mezzogiorno.

“Razza di baka domani è il mio compleanno, sappi che pretendo un regalo…
Alla Cascate del Silezio alle quattro in punto. Solo. Un secondo di ritardo e puoi considerarti morto.”

Era facile capire il punto in cui Sasuke, spazientito, aveva rubato la piuma a Sakura per scrivere lui stesso, e riuscì quasi ad immaginarseli quei due idioti. La solita Sakura, il solito esagerato Sasuke.Li avrebbe rivisti, lo sapeva. Ma perché farsi vivi dopo quattro anni?
 

28 Marzo. Ore… 16.15! Il solito Naruto

Corri. Corri. Corri.
Queste erano le uniche parole che riuscivano ad affollare la mente, già semivuota, del nuovo Hogake di Konoha. Più veloce. Ma poteva farcela ancora, doveva vederli.

L’imponenza delle Cascate del Silezio, poco fuori i confini del villaggio, lo rimase senza fiato. Era stato pochissime volte in quel posto e non poteva credere di veder lì i suoi compagni. Già fantasticava sul loro aspetto, quando ad un tratto lì vide. Erano acquattati su un albero, come due pantere pronte all’attacco. Lentamente rilassarono i muscoli e con un potente balzo scesero giù, arrivando i suoi piedi. Nessuna parola.

Gli occhi, suoi e di Sakura, si inondarono lentamente di lacrime di gioia che scorrevano lungo il viso e ne tracciavano i nuovi lineamenti. Più maturi di quelli che ricordava lui. Le bagnavano il corpetto porpora, senza arrivare ai pantaloncini neri che si vedevano a mala pena, coperti da una gonnellino blu scuro. I kunai in bella mostra. Sasuke, al suo fianco era perfettamente a suo agio, sembrava essere entrato in un mondo tutto suo, abbozzando un mezzo sorriso. La sua tuta ricordava vagamente quella che indossava da bambino a Konoha, blu e nera. Si scrutavano, in silenzio, cercando di memorizzare quanti più nuovi dettagli possibile.
Quando ad un tratto, una testolina nera uscì dai lunghi capelli rosa di Sakura. Il bambino, aggrappato come uno scimmiotto alla schiena della madre lo fissava interrogativo.
-Oh già, il piccolo Itachi è arrivato quasi due anni fa…dopo due anni dalla fuga, eravamo abbastanza, stabili- furono queste le prime parole dell’Uchiha, signora Uchiha per essere precisi, proferite con tranquillità come se avessero iniziato a parlare già da parecchie ore.
Naruto li fissò sconvolto per qualche attimo, poi decise di avanzare lentamente. Quasi avesse paura che sparissero

-Sei arrivato in ritardo, dobe- continuò poi Sasuke, sprezzante. Il vecchio Sasuke. Era lì. L’odio, in quattro anni si era dissolto, o comunque, nascosto bene. Corse di nuovo, verso di lui, per abbracciarlo. Aveva finalmente mantenuto la sua promessa, aveva riportato a casa anche il suo spirito.
Sakura scoppiò in una risata cristallina, e Sasuke, evidentemente a disagio, si concesse una mano sulla spalla, mentre l’Hogake iniziava a piangere sulla sua.
Lentamente però, quei pianti isterici si trasformarono in risate fragorose.

-Ehy, vuoi passere a piangere il giorno del mio compleanno?-
-Oh, Scusa Sakura-chan- disse passandosi una mano sotto al naso – è solo che…quattro anni-
-Già dobe, i quattro anni più tranquilli della mia vita- esclamò l’ Uchiha –o quasi- lanciando una occhiata carica d’ammirazione al piccoletto.
-Gli sei mancato Naruto, anche se ha trovato comunque con chi litigare-. Bisbigliò Sakura all’orecchio dell’amico.
-Già Sakura tu sei stata un’ ottima scoperta, come l’insalata di pomodori dell’altra volta…-
-Ehy ti ho già detto che Itachi per sbaglio ci aveva fatto scivolare tutto il sale, io so cucinare-
-Si, sai cucinare come Naruto sa giocare a scacchi-
-Tu non puoi dire ciò! Digiuno ti faccio stare…!-
Naruto sorrise del modo adorabile in cui i due battibeccavano. Voltò lo sguardo e vide il piccolo, ancora aggrappato saldamente alle spalle della madre, passarsi una manina paffuta sulla fronte con aria annoiata, di chi sa come vanno esattamente le cose. Veniva sballottato di qua e di la, mentre Sakura si divincolava affermando che ormai era stufa di mangiare pomodori. Si incantò a guardarlo mentre leggeva in quegli occhi neri in perfetto stile Uchiha tutta l’allegria che un bambino di meno due anni deve avere. I cappelli, scuri erano sbarazzini e spettinati…eh una minuscola ciocca rosa si intravedeva appena mentre sbucava da dietro al collo , per scomparire poi completamente alla vista, sommersa dagli altri capelli neri.

-Dove siete stati?- chiese ad un tratto, voltandosi verso Sasuke che rideva sommesso dell’espressione offesa di Sakura, pronta a ribattere.
-Eh?- -Ah si, parliamo dopo io e te- Sasuke fece spallucce e Sakura affermò –Per i primi tempi abbiamo viaggiato molto, ci muovevamo lungo il confine e non abitavamo mai la stessa osteria per più di una settimana. Poi, quando abbiamo capito di non essere più seguiti, ci siamo stabiliti nel Paese della Neve, bhe la Principessa Koyuki  ci doveva un piccolo favore. Ricordi la nostra missione? Eravamo ancora il mitico team7 all’epoca! Lì, la guerra non è arrivata, la monarchia lo ha impedito e anche se gli abitanti avevano sentito parlare della storia del Clan Uchiha, eravamo ancora ricordati come gli eroi che avevano salvato anni prima la loro principessa e il paese dalla tirannia!- Gli occhi di Sakura brillavano, era felice. Erano felici.

Naruto si lasciò facilmente contagiare da quell’allegria, ma non potè evitare un piccolo moto di delusione
-Quindi non siete tornati per restare?-
Sasuke sembrò incupirsi –Non ci hanno ancora accettato, qui-
Naruto scosse la testa –Ora sono io l’Hogake! Vi accetterrano, ormai i villaggi hanno ricominciato a vivere…-
-Ma non lasceranno vivere noi- rispose, freddo.
-Ma io posso, io cambierò le cose!-
-Oh insomma Naruto! Non parliamo come se non sapessimo come andrà a finire- -Nel villaggio della nuvola il nuovo Raikage  emise una sentenza di morte per Sasuke! Due anni fa! La guerra non si dimentica-
Sakura stava quasi tremando, e l’atmosfera di pace sembrò quasi dissolversi. Poi proseguì calma. –Abbiamo inizato finalmente a vivere Naruto. Io venni assunta quasi subito all’ospedale della città e ora ho realizzato il mio sogno, sono caporeparto. Sasuke, col tempo e con la fiducia, e riuscito ad ottenere il ruolo di capo delle guardie di palazzo e della città. Non ti ricorda la vecchia polizia Uchiha?! . Il Clan ha finalmente riacquistato il suo rispetto,e il suo erede. È cosi che deve andare. Anche tu, sei finalmente diventato Hogake, ma questo non ti salverà dai pregiudizi della gente. Ognuno ora deve vivere dove può farlo-.
-Quindi, quando ve ne andrete, ci sarà un altro addio?- disse abbattuto.
Sakura scoppiò improvvisamente in una risata cristallina. –Naruto, abbiamo ventun’anni ora, non hai ancora capito che nessun addio è per sempre?-
Naruto sorrise amaramente. I loro sogni si erano avverati, ma a che prezzo lui era diventato Hogake?. Loro non lo sapevano, e forse era meglio non rivelarlo.

-Come va con Hinata?- chiese Sakura, decisa a non litigare. Si erano sentiti abbastanza sicuri da lasciare il Paese della Neve per qualche giorno, per rivedere quel vecchi amico al quale Sasuke anni prima aveva detto “grazie”, non “addio”. Per dimostrare al loro orgoglio che non erano in trappola in un mondo felice.
-Ehm, tutto bene, conviviamo da circa un anno…-
-Povera Hinata- sussurrò Sasuke.
-E…Tsunade? Abbiamo sentito che era stata aperta un’indagine, niente di sero, spero- e Sakura sorrise fiduciosa davanti ad una verità che stava lentamente prendendo forma sotto i suoi occhi e che l’aveva tormentata fin da quando aveva sentito dalla principessa che Naruto Uzumaki era diventato il nuovo Hogake di Konoha…circa due anni fa. Cosa era successo alla sua maestra?
Naruto si morse il labbro. –Alcuni AMBU quella notte- iniziò – dissero di aver visto un uomo incappucciato aiutare l’Uchiha. Tsunade-baa-chan se ne prese tutta la responsabilità. Fu aperta un inchiesta, è vero, ma quelli che sapevano della vostra fuga: Kakashi, Ino, Sai…nessuno parlò, e tra le altre squadre inviate a cercarvi, nessuna vi ritrovò. Così fu voluto dallo stesso popolo di Konoha e dagli altri Kage che Tsunade fosse spodestata, fu ritenuta incompetente e, anche se non c’erano prove certe, lei fu ritenuta la responsabile della vostra fuga…si addossò per fino le mie colpe-
-Ma, ma…- balbettò Sakura. Le conseguenze delle proprie scelte facevano così male?
-è stato allora che fui nominato Hogake. Tsunade sapeva che se avesse rivelato che ero stato io ad attaccare gli AMBU per proteggere Sas’ke, non avrei mai potuto realizzare il mio sogno. E poi…lei è stata contenta di potervi aiutare, Sakura, sei sempre stata la sua allieva preferita-
Era difficile credere che le cose si fossero spinte così in là – Dov è ora?-
-Con Jiraiya e Dan, credo-

-Cosa? Che significa?Lei non può, le-i….No!- Sasuke mise prontamente un braccio intorno alla vita di Sakura, quasi per sorreggere insieme a lei il penso di quella nuova informazione –Che significa?- urlò la signora Uchiha. Il clima di pace definitivamente spezzato.
-Lasciò il Villaggio poco dopo la mia nomina di Hogake- si affrettò a dire Naruto.
-Perché non l’hai fermata, perché?- ormai stava urlando.
-Credi che non ci abbia provato?! Non ha permesso a nessuno di seguirla, nessuno, neppure Shizune-
-è viva, allora è viva, Tsunade…-
-Nessuno lo sa-
-Perché non l’hai cercata eh, Naruto? Perché ora la dai per morta?!- era arrabbiata.
-Sakura, sono l’ Hogake adesso. Non posso andarmene in giro per il mondo a cercare una ninja leggendaria. Credi che sia stato facile in questi quattro anni? Voi ve ne siete semplicemente andati, lasciando tutto, rompendo i legami. Per noi è stato difficile farlo! I tuoi genitori sono quasi impazziti. Ma Konoha aveva vissuto gli orrori della guerra che Sasuke ha scatenato! Saperlo il libertà ha quasi distrutto di nuovo la città, l’ha sprofondata nella paura. Voi ve ne siete  lavati le mani, Tsunade doveva pur far qualcosa, il mondo aveva bisogno di qualcuno da incolpare!-
Quella parole colpirono Sakura come uno schiaffo. Avevano davvero vissuto in un limbo dorato tutto questo tempo?.

-Fu esiliata e gli altri Kage…le negarono il permesso di recarsi nelle loro terre, anche Gaara per il bene del suo popolo cedette ad un verdetto simile…io, io non credo abbia retto alla solitudine, lo credono in molti in realtà- aggiunse poi Naruto, più calmo.
-Il prezzo da pagare per la felicità- disse Sasuke, parlando per la prima volta dopo tanto tempo. –la nostra felicità-.
-Io, io non avrei mai pensato che si arrivasse a tanto, noi…- ma si zittì, impedì alle lacrime di uscire. A cosa servivano quelle scuse adesso? Loro se ne erano lavati le mani.
-Sakura,nessuno è pentito di avervi aiutato-

Il cuore della donna mancò un battito. –Naruto- pronunciò in un soffio, carico di muta gratitudine.
-Na-ru-o- biasbicò Itachi, ricordando a tutti la sua presenza.
Quasi il team 7 sobbalzò, dimenticandosi all’istante dei brutti pensieri.
Sasuke sorrise, dovevano lasciarsi il passato alle spalle. Anche quello era passato. Era meglio così, lui l’aveva capito. Non aveva mai pensato che potesse toccare a lui risollevare l’umore di Naruto e Sakura. 
-Na-ru-o- il piccolo ripetè Itachi stanco di essere ignorato.
-No No No—Un momento, dici Sa-Su-Ke- è facile, forza- l’Uchiha si allarmò. Suo figlio, di esattamente 16 mesi diceva poco, molto poco, un vizio di famiglia. E il fatto che, mesi prima, la sua prima parola fosse stata “Mamma” aveva di molto urtato la sua sensibilità da genitore protettivo. Il fatto che il bambino, quasi per prenderlo in giro, evitava accuratamente la parola Sasuke lo urtava ancora di più. Era malefico, il piccolo Itachi e super viziato. Da Sakura ovviamente, non da lui…
-Na ru o!- urlò poi Itachi battendo le manine, Sakura intanto lo aveva sollevato e preso tra le braccia, guardandolo orgogliosa. Guardò Naruto sciogliersi in un sorriso –Tsunade avrebbe voluto vederlo-
-Sa –Su- Ke- ribadì l’Uchiha maggiore, ottenendo grande considerazione dal figlio, ma pochi risultati
-Mamma- rispose, mentre la donna lo teneva stretto in braccio sorridendo amaramente.
Naruto scoppiò in una risata, troppo sincera date le circostanze.
-Perché ridi, teme?-
-Perché Tsunade sarebbe fiera di aver contribuito a questo-
-Papà!- infine il piccolo urlò, passando tra le braccia della madre a quelle di Sasuke.
-Può andare- sussurrò, arrendendosi, il maggiore degli Uchiha.





Ecco qui il 4° Capitolo :D
Come al solito la parte in lilla è tratta da una canzone di Daugthry (è il mio contante preferito, scusate lo ifnilo un po' dovunque *|||*)
Non c'è nessuna anticipazione del 5° Capitolo.... perchè sarà l'ultimo ed è completamente una sorpresa :D
Spero che la storia vi piaccia, e che lascerete una recensione anche a questo capitolo ^^ Ci vediamo la settimana prossima (spero xD)


Flyonclouds

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Capitolo 5
*** 5° Capitolo - Questa pioggia ci fa Sorridere ancora. ***





Gli anni passano e il tempo sembra volare
Ma i ricordi restano
A metà settembre saremo ancora fuori a giocare nella pioggia
Niente da perdere ma tutto da guadagnare
Riflettendo ora su come le cose sarebbero potute essere
Alla fine ne è valsa la pena.

Ti ricordi quando eri una bambina? Ti ricordi il tuo sogno, quello di avere una famiglia felice. Ora il Clan Uchiha è felice, mamma.


 5° Capitolo – Questa pioggia ci fa sorridere ancora.

 
 
-Diluvia- disse Sasuke con voce tetra per voler intimare al cielo di smetterla.
Sakura, che stava allegramente affettando un pomodoro rosso e rotondo, alzò un attimo gli occhi alla finestra che dava sul giardino.
-Ma se sta appena cadendo qualche goccia- affermò vedendo giusto qualche schizzo cadere da un cielo grigio opaco.
-Piove Sakura, sta piovendo- la fulminò l’Uchiha.
-Che hai sta volta contro la pioggia?- chiese, cercando il vero problema, iniziando ad affettare il pomodoro con maggior forza.
-Ho un brutto presentimento-

Oh, già. A Sakura scappò un sorriso – Non mi sembra il momento di farsi prendere da ansie da prima donna-
-Io non ho ansie da prima donna-
-Ed allora lascia che i tuoi figli giochino sotto la pioggia, li senti questi gridolini? Si stanno divertendo-
-Quindi ammetti che sta piovendo?-
Cosa c’entrava ora?. –No Sasuke-
-Ma tu hai…-
-Oh Sasu lascia perdere-
-Sei una madre snaturata, si prenderanno un raffreddore, perche non li vuoi far rientrare?-
-Perché inizierebbero a correre per casa e distruggere tutto con quegli stupidi Kunai che gli hai già regalato-
-Quindi lasci che distruggano il giardino?-
Ecco il vero problema, il giardino perfettamente curato a cui lei e Sasuke si dedicavano, tanto per rilassarsi un po’.
-E quindi? Presto sarà ricoperto di neve-
Sasuke sospirò. L’idea che i suoi figli sguazzassero nel fango nel gli piaceva per niente. Che poi invece di allenarsi con i Kunai li usavano per dar la caccia alle lucertole, tranciando la maggior parte delle piante,  era ancora peggio. Itachi e la sorella, di appena 5 anni e soltanto due più piccola di lui erano delle perfetti pesti in stile Uchiha. Sguardo fulminate, acuta furbizia e quel tocco di gentilezza ben nascosta che raramente qualcuno intravedeva.

Sasuke si spazientì, andò verso l’ingresso e spalancò la porta di casa. Si fermò sull’uscio cercando con la sguardo dove fossero Tsunade e Itachi. Quando li vide, arrampicati sul ciliegio davanti casa, coperti di fango e con i capelli pieni di foglie secche gli venne quasi un infarto. – Siete degli Uchiha!- girdò abbastanza forte per farsi sentire. I due marmocchi persero l’equilibrio e si ritrovarono al suolo, con qualche foglia appiccicata qua e la dalla pioggia.
I due silenziosi rientrarono e a Sasuke scappò quasi un sorriso nel constatare che il giardino non era salvo, che i suoi due figli avevano comunque provato ad utilizzare i kunai, che erano conficcati qua e la nelle piante a mo’ di bersagli. Scoppiò quasi a ridere pensando a Sakura, si sarebbe arrabbiata da morire, ma ben le stava. Lui aveva sempre detto di non farli giocare fuori mentre diluviava.
 
-Ma cosa potete mai trovarci di divertente nell’arrampicarvi su quel povero ciliegio?- Si lamentò Sakura, servendo a tavola il Ramen. L’arrabbiatura ancora non gli era passata.
-Ci siamo arrampicati per prendere il biglietto- disse a mo’ di scusa Tsunade, facendo una smorfia con il viso, a lei il Ramen non piaceva per niente.
Sasuke inarcò un sopracciglio – Che biglietto?-
-Niente di che, un foglietto di carta sull’albero, ci sono scritte cose senza senso- rispose Itachi, impaziente di mangiare.
-Fa vedere un po’-
Il piccolo estrasse dalla tasca un foglietto di carta tutto appallottolato, sporco di fango e acqua. Evidentemente era servito come munizione per colpire Tsuande.
Sasuke se lo rigirò tra le mani. Una brutta sensazione. Cercò di dispiegarlo senza aprirlo ulteriormente e di decifrare i caratteri macchiati di terra. Sakura non ci faceva tanto caso, era normale trovare qualche pezzetto di carta qua e là, il vento portava in giro tante cose. Ma quando vide suo marito sbiancare un po’ , sperò vivamente che il vento non portasse in giro brutte notizie. Come un flash back si ricordò di quando avevano scritto quel biglietto a Naruto, lasciato su un ciliegio. Le similitudini erano evidenti e per un attimo pensò che l’ Hogake di Konoha sarebbe entrato da un momento all’altro dalla sua finestra, erano passati anni dall’ultima volta che si erano visti.

Strappò il foglietto dalle mani di Sasuke, che intanto si era fatto pensieroso e non aveva detto neppure una parola. Sakura lesse tra sé e sé

“Gli an (n) i passano insta(nc)abili. Ma i ric (ordi) restan (o). V(i) ho trovato. (Co)lpa dell’Uzu(maki) naturalment(e).”

Alcune lettere erano completamente in leggibili, ma la signora Uchiha era convinta di aver letto bene. Vi ho trovato. Tre parole che gli rimbombavano nella testa. La affollavano di nomi, volti, persone. Chi diavolo era?. Sasuke si alzò di scattò, diretto al piano di sopra. Sakura, dall’altro canto, aveva smesso di mangiare da un pezzo, lo seguì – Finite di mangiare- pronunciò con tono atono.

Itachi e Tsunade, consapevoli di avere i genitori migliori e più strani del mondo, continuarono allegri la loro ciotola di ramen, parlottando tra loro della tana della volpe che avevano scoperto quella mattina vicino casa.

-Non deve essere per forza rivolto a noi- disse Sakura.
-Odio questi biglietti- la ignorò Sasuke. Era ovvio che era rivolto a noi. C’era scritto Uzumaki. Era necessariamente rivolto a loro.
-C’è scritto Uzu… può essere un qualsiasi altro ninja- ma non ci credeva nemmeno lei. Si arrese all’evidenza dei fatti.
-Chi è secondo te?-
-Non lo so- e Sasuke Uchiha odiava non sapere.
 

Quella sera le luci in Villa Uchiha si spensero presto. Sasuke controllava gli ultimi rapporti sugli intrusi nel Villaggio della Neve, nella speranza di trovarvi qualsiasi cosa. Sakura, amorevolmente sistemava sotto le coperte la piccola Tsunade.
-Perché sta sera a letto così presto, ma’?-
-Perché sta sera è meglio fare così- rispose Sakura, cercando di essere convincente. Ogni volta si specchiava negli occhi color Foglia della figlia, che stridevano così tanto con i suoi capelli scuri.
-C’entra quel biglietto vero?- chiese, ingenua.
-Più o meno- sorrise, non voleva farla preoccupare.
-Ti voglio bene, mamma- e spinse le piccole manine in avanti, per abbracciarla.
-Anche io- e sorrise davvero.
 

-Trovato niente?-
-Niente di strano nei rapporti e per ora i confini della casa sono tranquilli, ho controllato-
-Ho paura, Sasu- bisbigliò la donna.
Sasuke, quasi volontariamente, l’abbracciò sotto le coperte.  Il grande letto Uchiha sembrava ancora più grande con loro due stretti, vicini vicini. –Non essere sciocca, Saku. Non è niente. E se è qualcuno lo fermeremo. Io sono Sasuke Uchiha-
Sakura non potè che dargli ragione. Insomma di che aveva paura? Era sul serio inutile preoccuparsi. Diede una rapida occhiata all’ora. Era mezza notte passata, tutto taceva.
-Buona notte-
 

Un rumore. Un tonfo, poi qualcosa che si frantuma in mille pezzi.
Uno scattò improvviso, un urlo che squarcia il silenzio.
-Non urlare non urlare-
Occhi che si spalancano, il buoi intorno.
Un urlo soffocato.
I due si alzano, corrono in cucina.
Non si vede niente.
Quell’odore lo riconoscerebbe dovunque “Ti voglio bene, mamma”.

-Tsunadeeeee!- urla Sakura. Una figura davanti a lei. Sasuke attiva lo Sharingan, sembra che il mondo stia per crollare. Ma ha Tsunade, la figura ha Tsuande. Sakura urla di nuovo. Sasuke vorrebbe incenerire tutto, ma troppo rischioso, c’è la sua bambina di mezzo. Nel buoi brillò un Kunai. Itachi, dov è Itachi?

Poi una voce.

-Sono io- Una voce inconfondibile negli anni. Non era Tsuande. Era Tsunade.
Il mondo non crolla, si blocca. Itachi arriva all’interruttore, gli occhi non del tutto aperti a causa del risveglio improvviso, i sensi annebbiati ma la pieae consapevolezza di sé. –Lascia stare mia sorella!- . Senza esitazione, impulsivo, si lancia contro la figura, cade, viene respinto. Poi la luce.
-State calmi, sono io- Una voce rassicurante.
-Tsunade- bisbiglia, stavolta, Sakura. La luce.

In fondo tutte le figure hanno un nome. –E io che volevo farvi una sorpresa-
Ora tutto è semplice. Tutto è chiaro, è ovvio.

-Mamma- urla la piccola, correndo in braccio a Sakura. Sasuke, non riesce a sciogliere la sua posizione di attacco. Lei è viva?!
-Sono io Sakura, gli anni passano instancabili, ma il ricordo resta, vero? –
Un malinteso. La figura chiese ancora –Come hai fatto a capire subito che ero io?-

-Ts-u-na-dd-e- sta volta balbettà Sakura. È li, davanti a lei, gli occhi nocciola, il seno prorompente, il sorriso. È lì. Le due donne si guardano negli. Si squadrano.
L’Uchiha maggiore sospira. –Dovevo aspettarmelo. Ci hai fatto prendere un colpo Tsunade-baa-chan!-
 

Anche quella mattina c’è una pioggerellina leggera, i vetri leggermente schizzati riflettono una realtà fittizia, ma felice.
-Ero riuscita ad entrare senza svegliare nessuno, quando mi trovo questa piccola peste tra i piedi!- Ridacchia.
-Avevo sete, stavo prendendo il bicchiere , quando ad un tratto mi accorgo di qualcuno in salotto!- continuòl’altra Tsuande, vogliosa di raccontare la sua parte della storia.

Quante cose possono andare in mille pezzi? Un mondo intero, un cuore, una speranza, un bicchiere.

-Ha iniziato a urlare, io cercavo di tranquillizzarla ma lei urlava!- continuò Tsunade. –Quando vi ho visto arrivare, sconvolti, pronti ad attaccare, ho pensato che mi avreste ammazzato sul serio!-
-L’avrei fatto davvero- puntualizzò Itachi, lo sguardo fiero, di chi aveva provato a combattere una guerra e alla fine l’aveva vinta. Tsuande gli sorrise, “peggio del padre” pensò.
Sakura era ancora sotto shock. Aveva pianto, riso, stretto Tusnade forte. La sua maestra era lì. Era viva. Ricordava ancora la sensazione di tristezza profonda, di odio verso qualcosa di indefinito quando aveva saputo da Naruto che lei era morta. -Come hai fatto a trovarci?- domandò curiosa – Naruto, vero?-
-Già, sono tornata a Konoha qualche tempo fa, di nascosto ovviamente. Volevo vedere come se la cavava mio nipote come Hogake, ma soprattutto volevo vedere Jiraiya, il mio nuovo nipotino-.
-Il dobe è diventato padre?- la interruppe Sasuke, tossendo.
-Già sembra incredibile anche a me- aggiunse divertita.  –Ma purtroppo non potevo rimanere lì a godermi lo spettacolo- il tono si fece più severo- se mi avessero scoperto…i ricordi restano, anche quelli del tradimento-
Sakura fece una smorfia. Se quella notte non avessero avuto bisogno di aiuto per fuggire, se non avessero coinvolto nessuno nella loro brutta storia, probabilmente Tsunade-chan adesso sarebbe stata ancora Hogake. Scacciò tuttavia quel pensiero facilmente, perdendosi nel racconto della sua maestra
-…ero stanca di scappare da un posto all’altro, ma la consapevolezza di aver fatto la scelta giusta, di aver protetto voi mi dava forza, era già da un po’ che volevo ritrovarvi, ma di voi non c’era traccia. Naruto allora mi ha detto di venire qui, al Vilaggio della Neve non avrebbero tenuto conto della mia condanna ed avrei trovato qualcuno amico, voi-

Era incredibile, quante cose possono succedere in una notte! Il concepimento di un bambino, di un erede, una fuga, la felicità.

-Per tutti i Kami perché ci hai scritto quel biglietto? Ci hai mandato in panico. Pensavamo fosse qualcuno che voleva consegnarci agli shinobi!-
-Uh? Biglietto? Ve ne avevo scritto uno, ma poi l’ho buttato, non volevo allarmarvi appunto, volevo farvi una sorpresa-
Il vento porta parecchie cose, anche le belle notizie.  Sakura sorrise, era tutto così ovvio, sul serio.
-Allora- disse il vecchio Hogake, deciso a cambiare argomento- questa piccolina si chiama Tsunade, eh?- e si avvicinò di più alla piccola, seduta sulle gambe del padre. Ne prese il viso tra le mani e la studiò per alcuni istanti.
-Ti somiglia Sasuke-
L’orgoglio dell’Uchiha ebbe un sussulto, crebbe e lo fece ridere –Non scherzare, è la stampa di Sakura-
Tsunade si voltò verso la sua allieva preferita, poi verso quella che ormai considerava già sua nipote.
-Sei degna del tuo nome, Tsuande Uchiha.-
 

Alla fine ne è valsa la pena.

 
 

FINE.




Inizio, pateticamente, con chiedervi scusa per questo ritardo (colossale).
Ultimamente non ci sono prorpio stata su efp e la stesura di questo finale è stata davvero dura, non avevo la più pallida idea di
come far capire la situazione creatosi xD Spero che alla fine nn vi abbia deluso questa storia e che vi abbia soddisfatte!.
è doveroso ora ringraziare tutti coloro che hanno recensito, commentato, aggiunto tra le preferite, le seguite, le ricordate...grazie a tutti voi e perdonatemi se vi ho fatto aspettare T.T
Vi prego a avere la buona volontà di recensiere amche l'ultimo epico (come no' xD) Capitolo!
Spero di rivedervi tra le mie storie... un saluto a tutti (anche dalla piccola Tsuande, che ha da poco inizato l'accademia!)
Ciaoooooo!


Flyonclouds.


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