Tears - Requiem For A Dreams

di Envy_Love
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I Don'T Remember ***
Capitolo 2: *** Don'T Touch Kobura ! ***
Capitolo 3: *** You Believe ? ***
Capitolo 4: *** Ho Deciso ***
Capitolo 5: *** Last Minute ***



Capitolo 1
*** I Don'T Remember ***


Tears - Requiem For A Dreams
Capitolo 1° - I Don'T Remember






Passo . Passo . Giravolta . Passo . Ancora una volta . Passo, Passo . Stop .

Si guardò intorno, studiando ancora meglio tutto il posto . Sembrava molto più spensierata rispetto a prima, adesso aveva scordato tutto il suo passato . Tutto questo soltanto grazie ad un ennesimo desiderio esaudito . Adesso viveva tranquillamente a South City, lontana de tutte le persone che aveva conosciuto prima . Come se non bastasse, la Kobura di sempre aveva cambiato nome e aspetto, prima di scordare tutto . gli occhi erano sempre violacei, ma perché le piacevano così . I capelli lunghi biondi, arrivavano fino al fondo schiena, ma erano legati in una coda alta sulla schiena . Sul davanti una frangetta, alcune ciocche di capelli erano nero pece, altre addirittura rosse . Oro, pece e rubino tutti e tre insieme . Ma in fondo così le piaceva . La carnagione era scura, tipo quella di Ishbar . Indossava sempre diversi bracciali e cavigliere e vestiti particolarmente assurdi . Ma in fondo, non le interessava per niente . Era diventata una sottospecie di artista di strada che sfidava le forze armate . Si esibiva dove voleva, con passi di danza o acrobazie da circo . Non richiedeva soldi, le piaceva soltanto farsi notare il più possibile e dal maggior numero di persone possibile . E le piaceva da morire quando i militare la inseguivano cercando di farla finire . Ma in fondo, cosa faceva di sbagliato ? Era soltanto una diciottenne, dopotutto, no ? Sì, perché era passato un anno da quando era scappata da Central City e aveva cambiato aspetto . Un anno bello pieno, e aveva vissuto senza ricordarsi niente . E non le importava di ricordare . No, decisamente non le importava niente .

Passo . Passo . Giravolta . Passo . Ancora una volta . Passo, passo . Stop .

-Ehi, tu ! Fermati !- si voltò appena in tempo per vedere i militari correre verso di lei . Sorrise, voltandosi . Quel giorno indossava una minigonna nera, con sotto dei pantaloncini cortissimi, un top nero senza maniche o bretelle, poi un paio di stivaletti e guanti senza dita . Uscì la lingua in modo da beffeggiarli, poi saltò . Il suo salto era alto circa dieci metri, fece diverse capriole all’indietro, finchè non arrivò a terra . Unendo le mani e posandole a terra tanto per fare, scoprì invece d’avere una sottospecie di superpotere . Neanche ci ragionò molto . Sotto i piedi dei militari comparvero delle corde che li fecero ruzzolare in terra uno dopo l’altro, creando un effetto domino . E lei se la rideva . –Maledetta .. e fatti prendere !-
-Ma per chi mi avete presa ?- uscì ancora una volta la lingua, poi si lanciò all’indietro, atterrando con le mani e continuando sempre all’indietro, finchè spiccò un salto e si ritrovò nuovamente a più di dieci metri d’altezza, a piroettare come se nulla fosse . atterrò direttamente sul tetto di una casa, e da là continuava le sue adorate acrobazie . E si divertiva da morire . Sì, decisamente . Quando tornò coi piedi per strada, s’accorse d’aver fatto lo sbaglio più grande della sua vita . Si ritrovò accerchiata da molti più militari del solito . E da sola non poteva di certo affrontarli tutti ! Li guardò tutti, uno dopo l’altro . Nessun di quelli aveva una faccia conosciuta, eppure alcuni ..
-Aah.. ci hanno mandato qua da Central City soltanto per questa ragazzina ?- la ragazza guardava quello che aveva detto quella frase . Un uomo alto, molto alto, biondo, col ciuffo davanti più scuro . In bocca una sigaretta . Accanto a lui un uomo moro, con gli occhi dello stesso colore dei capelli . Un po’ più basso del primo . Batté le palpebre un paio di volte, poi sorrise . No, anzi . Quello era un bel ghigno tipico alla Namida .

Passo . Passo . Salto . Passo . Ancora una volta . Passo, Passo . Stop .

Un salto e si ritrovò sopra l’uomo, che poi era bello alto, osservandolo negli occhi a pochi centimetri da lui . Il suo sorriso si spense, ricordando di aver già visto quegli occhi . A quello cadde di bocca la sigaretta . Quando atterrò dietro di lui, quello si voltò di scatto, afferrandola per il polso .
-Kobura ?- almeno il suo vecchio nome lo ricordava . Si voltò lentamente, osservando l’uomo . Era piuttosto scioccato, ma conosceva il suo passato ! Anzi, non era nemmeno sicuro che lo conoscesse ..
-Chi sei ?- decisamente, non lo conosceva . O meglio, non lo ricordava .
-So.. sono io, sono Jean !- Kobura inarcò un sopracciglio . L’uomo accanto a lui osservò la ragazza .
-Havoc, non mi dirai che questa è..- Jean non rispose, la ragazza lo fissava . Si liberò con uno scatto dalla mano del ragazzo, facendo qualche passo indietro . Lo squadrò, poi una serie di ricordi le passarono davanti agli occhi . Oh, merda ! No, forse non mi sono spiegata: OH-MERDA !
-Io… tu ..- scosse il capo, osservandolo –Il mio nome.. è Namida .- si voltò, dandogli le spalle . In teoria avrebbero dovuto catturarla, ma.. meglio rinunciarci . –Kobura .. era il mio nome .- Jean sorrise, avvicinandosi a lei da dietro .
-Allora ..- stava per abbracciarla, quando lei si scostò, schiaffeggiando le sue mani .
-Stammi lontano ! Io non mi ricordo affatto di te !- lo sguardo infuriato lasciava trasparire tutte le sue emozioni: rabbia, paura, timore, tristezza . Si voltò nuovamente di spalle, spiccando un salto e ritrovando ancora una volta su un tetto . Si voltò verso i militari uscendo la lingua –Tsk ! Se pensate di prendermi in questo modo vi sbagliate di grosso ! Non so da chi abbiate saputo il mio vecchio nome, ma ..-
-Kobura ! Aspetta !-
-.. ma non è il modo migliore per prendermi ! Scordatevi la mia collaborazione !- ancora un salto e si ritrovò come al solito a fare acrobazie per tutta la città . Si divertiva un mondo, ma l’immagine di quel militare le rimaneva ben impressa in mente . Ma chi era ? Cosa voleva da lei ? no, di sicuro avevano saputo il suo nome da qualcuno a cui l’aveva detto e ora.. cercavano di adescarla, ma inutile, non si sarebbe lasciata prendere così . No, non le interessava affatto . E in fondo, non aveva importanza . Poco a poco si era fatta ora di pranzo, e moriva letteralmente di fame . Si stiracchiò: era ancora sopra un tetto . Sbadigliò e scese dal tetto con l’eleganza di cui soltanto lei disponeva . Atterrò in punta di piedi, proprio davanti agli stessi militari che quella mattina avevano cercato di prenderla e di catturarla con la scusa del nome . Era quasi finita fra le braccia di Jean . Spalancò gli occhi –Accidenti !- spiccò il salto, sorpassandoli e finendo totalmente dietro di loro . Basta, però, basta scappare . Arrivò da un fornaio sotto gli sguardi allibiti dei militari . uscì delle banconote e delle monetine dalle tasche e comperò qualche panino . Sorrise al fornaio, che ormai conosceva da un anno bello pieno . Si voltò, con in mano il sacchetto e i panini e si diresse a passo tranquillo verso qualche vicolo . Senza che se ne accorgesse, fu pedinata da Jean . Lei si diresse verso il vicolo più nascosto della città . Appena arrivata, schioccò le dita . –Ehi, sono qua !- da una porticina uscirono diversi bambini, che la accerchiarono . Diede un panino ad ognuno, sorridendo tranquilla . Rimase un panino, che in teoria doveva essere il suo, e lo divise di diversi pezzi, così da dare il bis a ciascun bambino . Alcuni l’abbracciarono, altri si limitavano a guardarla e a sorridere . Carezzò la testolina di ognuno, finchè non decise che sarebbe rimasta la con loro a giocare . Jean era rimasto immobile di fronte a quella visione .
-Nammy, ma chi è quetto signole ?- la ragazza si voltò appena in tempo per vedere Jean incantato la davanti . Si voltò totalmente, osservandolo . Jean fece qualche passo indietro .
-Ehm.. forse.. forse è meglio che vado ..- Jean fece per andarsene . Namida lo bloccò .
-Vedi di star fermo dove sei, mi devi spiegare un paio di cose .- ora si rivolse ai bambini -Scusate, devo parlare col signore qui presente .. ci vediamo sta sera .- abbandonò i bambini, afferrando jean per il colletto e portandolo via . Lo portò a casa sua, dove lo fece sedere su un divano . Lei si gettò di peso su una sedia .
-Ehm.. ecco ..
-Zitto . Parlo io, qua .- osservava Jean come se fosse l’ultima persona che volesse vedere . –Allora.. dici di conoscermi.. ma si può sapere chi sei ?-
-Ecco .. Jean Havoc, Tenente del Quartier Generale dell’Esercito di Central City, sottoposto del Generale di Brigata Roy Mustang, del Colonnello Edward Elric e del Tenente Colonnello Riza Hawkeye* . Superiore del Sergente Maggiore Kain Fury, del Maresciallo Vato Falman e del Sottotenente Heymans Breda . Abito al numero dieci di Main Street a Central City, quinto settore, da solo, sono single, non ho molta fortuna con le donne, sono innamorato di te, ho venticinque anni e sono nato il..-
-Aspetta ! Replay, torna indietro !- Jean inarcò un sopracciglio .
-Da dove devo riprendere ?-
-Tu.. tu mi .. ?-
-Ah, sì .- si appoggiò allo schienale del divano, accendendo una sigaretta e fumandola tranquillamente –Sono innamorato di te .- chiuse gli occhi, restando in una posa rilassata . –Perché ?- Namida non rispose . Quando Jean aprì gli occhi non vide più la Namida di prima, vedeva soltanto la sua adorata Kobura che gli sorrideva, ed infatti era quello che aveva davanti . Una bella ragazza dai capelli lunghi, ricci, gli occhi blu mare e la carnagione quasi diafana . Chiuse più volte le palpebre, rimettendosi bene a sedere . Kobura adesso era davanti a lui a meno di un metro da lui, seduta compostamente . Si alzò, andando da Jean . Si chinò su di lui, sedendosi sulle sue gambe e baciandolo . Jean rimase come paralizzato . L’aspetto cambiò ancora, tornando però ad essere quello di Namida .
-Certo che sei assurdo, Jean .. riconoscermi anche con questo aspetto ..-
-Ti riconoscerei fra mille, Kobura ..- l’abbracciò e ricambiò il bacio di prima . Solo che la distese le divano, e si mise sopra di lei, continuando a baciarla . Solo che il bacio si prolungò e divenne tutto fuorché casto . Jean insinuò la sua lingua nella bocca di Kobura, ed entrambi si lasciarono trasportare dal momento . Ma Jean continuava sempre a precederla, e a lasciarsi trasportare sempre più, rispetto a lei . Insinuò le sue mani sotto il top di Kobura che non lo respinse . Anzi, fece scorrere le braccia fino al collo di Jean, tranquillamente, lasciandosi andare totalmente . Si staccarono per un attimo, ma Kobura sembrava volerlo inseguire, tanto che riprese il contatto con le labbra di Jean, quasi come a voler dire “Ehi, vieni qua, queste sono mie !” Ed infatti poteva dire che quelle fossero sue, perché anche se lei non lo sapeva, in tutto l’anno in cui non si erano visti non avevano toccato altre labbra .

Uno . Due . Tre .

Appena tre secondi di più, e Jean venne respinto in malo modo . Entrambi stavano scordando di un’altra presenza all’interno del corpo di Kobura: si stavano scordando di Tears . Bruttissimo errore . Era apparsa nel momento meno opportuno, proprio per distruggere quel bel rapporto che stava per spingersi un po’ oltre la linea di confine . Sorrise crudelmente, come soltanto lei sapeva fare, osservando un Jean visibilmente rassegnato .
-Non mi lascerai mai in pace, vero ?-
-Oh, come vedo hai capito che non ce l’ho con Kobura ..- sorrise, anzi no, ghignò . Lo osservava sempre con quegli occhi violacei, così belli che soltanto chi era cieco non poteva perdersi all’interno, nell’esplorazione di essi . E lei si divertiva a mostrarli così .

-Vedi, Jean .. TU devi starle lontano !-


//Envy_Love: et-voilààà !! *O* finito anche il primo capitolo del nuovo Tears ! ghgh.. Requiem For a Dreams, lo addoVVo (come titolo, ovviamente XD xk le mia ficcy le adoro TUTTE !) ! *-* bien, bien, mi raccomando continuate a seguirmi !! ^^

* da Havoc in su sono saliti tutti di grado XD in un anno succedono miracoli ! ^^

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Capitolo 2
*** Don'T Touch Kobura ! ***





Tears era davanti a lui, sopra il divano, che lo osservava dall’alto . Jean non aveva oramai più paura della ragazza, anzi, quasi temeva che potesse far qualcosa di male a Kobura . Ma in fondo non poteva far niente, oltre a cercare di combattere contro di lei . Deglutì, alzandosi in piedi e uscendo una pistola dalla cintura .
-Tu sei pazzo, Jean . Confido che tu lo sappia .- Tears lo guardò, incrociando le braccia al petto, osservandolo con aria di sfida . Non seppe perché, ma guardare quell’Homunculus messo in quella posa non gli raccomandava nulla di buono .
-Si, che lo so . Ma non posso lasciare Kobura in quelle condizioni, confido che tu lo sappia !- indicò la stessa Tears, che sorrise crudele verso di lui .
-E’ una sfida, Jean ?- Jean deglutì .
-Può essere, Tears .. può essere !- Tears increspò le labbra in un sorriso che forse avrebbe potuto rilasciare un briciolo di speranza di salvezza, ma lo sguardo dell’Homunculus mutò all’improvviso, facendo sì che quella briciola di speranza andasse a farsi fottere . Ora sì, che poteva dire di essere nei guai seri !
-Saresti pronto ad affrontarne le conseguenze, Jean ?- Lo sguardo serio, mentre lei faceva un passo avanti, e lui caricava la pistola . Annuì furiosamente . –Ho già sentito ciò che provi per Kobura, ma .. stai cercando di prenderci in giro, Tenente ?- Jean inarcò un sopracciglio, mentre Tears abbassava per un secondo lo sguardo .
-No . Io non voglio prendere in giro nessuno . Ciò che provo per Kobura è serio, ne sono sicuro, non sto cercando di dar vita ad una nuova scappatella per poi lasciarla in tredici . Io .. io voglio stare con lei, e ci riuscirò, che tu voglia o no !- Tears alzò lo sguardo, lentamente, lentamente, sempre più lentamente .
-Vuoi proteggerla ?-
-Sì . Voglio proteggerla . Voglio poter stare sempre con lei, finchè morte non ci separi ! Vorrei stare con lei in ogni instante della mia vita ! Vorrei che lei fosse la luna, ed io il suo cielo notturno !- Tears rimase quasi sconvolta dalle parole di Jean . Poi fece qualcosa che non sembrava in grado di fare: lo guardò con sguardo dolce . Il più dolce che riuscisse a fare .
-La luna e il cielo notturno a volte sono costretti a separarsi . Dimentichi che la luna ci osserva sempre, anche la mattina .- Jean sorrise . Poi la osservò, ma non abbassò la guardia .
-Vorrei poter stare con lei, vorrei poter fare in modo che lei non si senti mai sola, voglio colmare quel vuoto che ha nel cuore . Vorrei offrirle tutto l’affetto e l’amore che una famiglia non è riuscita a donarle .. vorrei ..- si ritrovò un dito di Tears, sospesa a mezz’aria, sulle labbra, ad ammutolirlo .
-Basta con tutti questi “vorrei”, Jean . Non riusciresti a mantenere niente di tutto quello che stai dicendo, e lo sai benissimo pure tu .-
-Chi ti dice che non ci riuscirei ?- lo osservava con aria di sfida . Tears sorrise .
-Dimostramelo . Combatti contro di me senza far del male a lei !- e ghignò, pensando che fosse un’impresa impossibile: ma chi le diceva che fosse realmente così ? Dopotutto niente è certo ! Le puntò la pistola contro, sorridendo . Tears non capiva cosa volesse dire quel suo sorriso .
-Se poi ti fai la bua non venire a piangere da me, eh !- sparò un colpo, che prese in pieno la spalla destra di Tears, che venne trapassata da parte a parte, trapassando l’Uroboro . Sgranò gli occhi, osservando Jean gettare la pistola a terra e lanciarsi su di lei, facendola finire in terra . Tears fece per parlare, ma venne prontamente bloccata dalle labbra di Jean, che tapparono le sue confondendola in un bacio . Tears non ci capì quasi niente . Era confusa, non capiva . –Ho capito qual è il tuo potere, Homunculus ..- disse Jean, fra un bacio e l’altro, mentre Tears era incapace di ribattere . Si staccò da lei, chiudendole la bocca con la bocca . -.. ma se ti tappo la bocca non sei in grado di fare niente, giusto ?- Tears sembrava in preda al panico: non capiva che stava succedendo, poi focalizzò . Jean, un umano, stava avendo la meglio su di lei . In altre parole, stava vincendo lui .
-Hm… !!- cercava di dimenarsi, ma Jean la teneva bloccata . Fino a quel momento aveva dato troppa fiducia nelle sue potenzialità nel desiderare, perciò non aveva avuto .. l’occasione, per affinare la sua forza . O almeno non era in grado di controllarla bene .
-.. eheh .. io non sono un pervertito, ma se l’unico modo per farti stare calma è quello che penso ..- e fece scorrere le labbra sul collo di Tears, che tremava sotto di lui . -..ooh.. scusa, Kobura !- all’ultima parola di Jean Tears andò su tutte le furie . L’aspetto cambiò in quello di Kobura, ma la personalità rimase quella di Tears . Jean alzò lo sguardo, notando che forse adesso anche la personalità era quella di Kobura . E che lui ci credesse o no, era quella . Liberò la bocca di lei e tornò a dare leggeri baci alle sue labbra, che poco a poco ricambiavano . Poi Kobura gli morse le labbra in modo violento, facendolo alzare di scatto .

-NON TOCCARE KOBURA !!!-



La voce che sentì Jean non era quella di Kobura, ma quella di Tears, ben diversa rispetto a quella reale . Jean ne fu meravigliato . Venne scaraventato lontano, ma questa volta da un attacco improvviso di Tears, che aveva ripreso il suo aspetto e si era rialzata in piedi .
-Non.. toccarla.. mai.. più.. CAPITO ?!- lo osservò con occhi di fuoco: possibile che fosse così legata a Kobura .. ? No, impossibile, di certo doveva esserci un errore .
-Tu.. Tears ..- fece Jean, alzandosi sulle ginocchia -..cos’è Kobura, per te ?-



”Kobura .. cosa intendi dicendo questo nome ?
Kobura sono io .
Kobura è l’altra parte di me .
Kobura è una delle uniche cose che io non sarò mai .
Kobura è un’umana che ha tutto ciò che mi manca: amici, parenti, amore ..
Kobura è la fortunata fra le due entità .”


“Cosa siamo, noi ?
Domanda inutile .
Siamo Acqua e Fuoco .
Siamo Gelo e Caldo .
Siamo Luna e Sole .
Siamo Notte e Giorno .
Siamo Vita e Morte .
Siamo Luce e Tenebra .
Siamo l’Esatto Opposto .”


“Come abbiamo fatto a finire in questa situazione ?
Non lo so, non ricordo .
Non lo so, non voglio ricordare .
Non lo so, e se lo sapessi non te lo direi .
Non lo so, l’ho scordato per paura di ricordare in futuro .”



La risposta che ricevette Jean era molto più che esauriente . Aveva detto tutto quello che pareva essere il “noi” che utilizzavano Kobura e Tears . Questo era il loro “noi” . Quello che lei aveva detto era l’unica cosa che le teneva legate, in realtà . Tears aprì gli occhi, osservando Jean . Lo sguardo suo si fece triste, e se si aguzzava la vista si potevano vedere piccole lacrime solcare il viso dell’Homunculus, come fosse sofferente . Strinse i pugni, andando lentamente a coprirsi gli occhi . Si chiuse a riccio, creando attorno a se una sfera trasparente, nella quale vi erano impressi tutti i suoi ricordi . Si mordeva il labbro, chiudendosi sempre di più, sentendosi particolarmente stupida a piangere davanti ad un umano . Dopotutto, se riusciva a piangere, allora voleva forse dire che l’incantesimo si era spezzato ?* Strano, eppure .. pareva proprio così . L’incantesimo spezzato, il suo cuore libero di sfogare i propri sentimenti . Chiuse gli occhi, lasciando che ancora altre lacrime potessero solcarle le lacrime . Poté fare in modo che la sua pelle assaporasse ancora una volta in dolce amaro gusto delle lacrime, mentre con le dita ne levava una e la portava alla bocca, assaporandone il reale gusto: la dolcezza del dolore e l’amaro dei sentimenti . Sorrise, più a se stessa che a Jean, che osservava Tears come se fosse un fantasma . A guardare quella scena che metteva quasi tenerezza, sembrava volesse venir da piangere anche al Tenente . Tears lo osservò, cercando di tornare in una buona posizione per poterlo osservare meglio .
-Tu.. sai perché il mio nome è Tears ?- Jean la osservava, deglutì .
-N.. no .. dimmelo tu .- Tears smise di piangere . I singhiozzi che prima l’avevano presa scomparvero d’un tratto .
-Io .. anzi, no, Kobura .. aveva perso tutto . Era in un certo senso .. “morta” . Non aveva più niente, niente, neanche una briciola di ciò che aveva fino a cinque anni .. quando i suoi genitori.. che ho provveduto a sistemare .. l’hanno abbandonata . Kobura in un certo senso si scordò pure come potesse essere piangere, almeno fino al giorno in cui ti ha incontrato, Jean . Non riusciva mai a piangere .. riusciva soltanto la notte, ma in quel momento dormiva .. e non poteva rendersene certo conto .. e ne soffriva, perché non riusciva a piangere quando lo desiderava, non riusciva a comunicare agli altri ciò che provava, i suoi sentimenti, ciò che in realtà le rodeva dentro e.. quando divenni un Homunculus, mi fu dato questo nome dalle lacrime che versavo solo durante la notte .. Jean ?-
-S.. si ?-
-Hai detto di voler bene a Kobura .. di .. di amarla, giusto ?- Jean annuì . Strano in comportamento dell’Homunculus .. pareva quasi che stesse per chiedere una qualche cosa che forse avrebbe fatto bene a non accettare . –Potresti .. potresti provare ad amare anche me ?-
-Co.. cosa ?- Tears scosse il capo .
-Cioè .. non ti sto chiedendo proprio di amarmi, ma .. insomma, di .. accettarmi .. per quello che sono .. così come hai accettato Kobura ..- Jean si alzò in piedi e sorrise .
-In teoria non dovrei .. solo se mi dimostrerai che potrò fidarmi di te .-
-In tutto questo avrei potuto ucciderti in nemmeno un secondo, non l’ho fatto .- disse, osservandolo . –Non ti basta ?- Jean si fece pensoso .
-Ho bisogno di una prova concreta . Non posso crederti solo sulla parola, mi spiace .- Tears abbassò lo sguardo . In neanche tre secondi si ritrovò congiunta con Jean in un bacio . Quest’ ultimo rimase un po’ a corto di parole .
-Il mio cuore è lo stesso di Kobura, Jean .- disse, staccandosi da lui e prendendo il suo viso fra le mani –Adesso ti basta, come prova concreta ?-

Ti prego, non abbandonarmi;
Ti prego, non lasciarmi;
Ti prego, non farmi soffrire;
Ti prego, credimi .




// Envy_Love: uuhh.. ci sto mettendo troppo per postare questi capitoli ! >.< e li faccio sempre più piccoli, come se nulla fosse !!! ç__ç ufffyyyyyy .. miii .. insomma.. ke noiaaa.. comunque, *_* recensite numerosi e .. so che non lo farete, ma comunque lo dico .. recensite anche “Pietra Filosofale O Kiseki ?” che continuo ad aggiornare giornalmente .. fatemi stò favore, thank XD (ovviamente babbio, fate come vi pare ..)

*come sa benissimo chi ha letto “Tears” U_U difatti, nel secondo capitolo (se non erro), quando ha scoperto il suo potere, ha chiesto di non piangere più, et voilà ! Il gioco è fatto, difatti non ha pianto più sotto le spoglie di Tears . U_U eeeh.. me è un mito ! ù_ù



Havoc_Fan= thank ancora per i tuoi commenti, thank davvero tante ! *_* me delizie d’aver almeno una persona che segue sempre e che si fa sentire ! ^^ almeno qualcuno che recensisce .. bhà .. >.> eppure il commento potrebbe essere obbligatorio dopo esser passato da una fic e averla letta .. che so.. tipo il “prezzo” per aver letto il risultato di tanti sforzi degli autori ! Lo scambio equivalente dopotutto è di norma per i fan di FMA, no ?? >.<

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Capitolo 3
*** You Believe ? ***




-Jean ?- Kobura aprì gli occhi, osservava Jean dal basso . Era finita per terra subito dopo essere tornata ad essere se stessa . Sbattè le palpebre un paio di volte e guardava Jean come se fosse l’ultima persona che si aspettasse di vedere .
-Sì, Kobura, sono io ..- l’abbracciò più forte che potè, sorridendo . Kobura lo guardò scettica .
-Che.. che è successo.. ?- chiese lei, guardandosi intorno . –Dove.. dove sono ?-
-Sei a casa tua, mi pare ovvio, no ?- le diede un veloce bacio sulle labbra, lei si scostò veloce quanto lui . –Che ti prende ?- Kobura scosse la testa, come per dire “niente” .
-Come è finita con Tears ?- chiese a jean, voltandosi ad osservare la stanza . Jean si passò una mano fra i capelli .
-Bhè.. mi ha chiesto di accettarla, in un certo senso .- Kobura si alzò, traballando un po’ .
-Scherzi ?-
-Per niente .. sembrava diversa, però, in effetti .. le è successo qualcosa ?- Kobura scosse la testa .
-Forse è solo invidiosa del fatto ch’io possa innamorarmi e lei può solo acconsentire ai miei sentimenti ..- diede un bacio a Jean, ma non si dilungò in nulla di più . cominciò a fare avanti e indietro per la stanza, per poi fermarsi di scatto . Si voltò improvvisamente verso la finestra che nemmeno pochi secondi dopo venne distrutta totalmente . Kobura venne scaraventata lontano da Jean ad una velocità impressionante e lui pure . Finirono entrambi contro il muro della stanza, con una forza tale da creparlo . Dalla finestra, entrarono delle persone . Erano due ragazze . Una aveva i capelli corti, poco più lunghi di Roy Mustang, di un nero pece stranissimo, con dei riflessi di un argentato pazzesco . Strano come certi capelli possano prendere certe sfumature a seconda della luce .. la stessa era alta all’incirca come Kobura, ma forse poco più bassa . L’altra, invece, era più alta . Sì, decisamente più alta . Aveva lunghe braccia e lunghe gambe, stranamente magre, come il ventre, particolarmente piatto, ma che comunque sembrava non essere in sintonia con il petto, il quale era .. stranamente prosperoso . I capelli di questa lunghi e piatti, come seta, che ondeggiavano a ritmo del suo passo . Gli occhi violacei, d’ametista, tali e quali a quelli di ogni singolo altro Homunculus . La prima vestiva in modo assurdo: minigonna con lo spacco sulla coscia sinistra, top corto ma a collo alto e maniche lunghe, una più dell’altra, e stivali alterni, uno che arrivava sopra il ginocchio, l’altro che arrivava appena alla caviglia . L’altra sembrava più .. come dire .. “giusta” . Indossava un lungo vestito nero, a maniche lunghe, che lasciava le spalle scoperte . Da sotto il vestito si intravedevano un paio di stivaletti, più o meno lunghi, impossibile dire dove finissero . La più alta mostrava un tatuaggio dell’Uroboro proprio fra il collo e la spalla sinistra . La più bassa quasi non lo mostrava . Era quasi impossibile vederlo, ma lo teneva in bella mostra nel palmo destro . Kobura aprì gli occhi poco a poco .
-Dici che è questo il posto ?- chiese la più bassa, cominciando a camminare all’interno della stanza seguendo l’altra .
-Senza dubbio . E difatti la fuggiasca è quella là .- la più alta indicò Kobura che con sguardo spaventato le osservava . Inarcò un sopracciglio, quasi non credendo a ciò che vedeva . Erano senz’altro Homunculus, lo dimostrava il tatuaggio dell’Uroboro della più alta .
-Chi siete, voi ?!- le due sorrisero . La più alta fece qualche passo verso Kobura, che si appiattiva al muro .
-Il mio nome è Rain, confido che tu sappia che vuol dire .- si voltò ad indicare la ragazzina dietro di lei –Lei, invece, è Woe .- sorrise maliziosa, chinandosi su Kobura –E tu, Tears, dovrai venire con noi . Ora .- Kobura spalancò gli occhi .
-Scordatelo ..-
-Davvero ?- Rain si alzò e si voltò verso Woe, annuendo . Quella schioccò le dita e Jean urlò dal dolore . Dalla camicia cominciò a rendersi visibile una macchia di sangue rosso che invadeva poco a poco tutto il petto .
-JEAN !- urlò Kobura . Tentò uno scatto, ma Rain la bloccò con una mano . Era decisamente più forte di Kobura .
-Dove speri di andare ?- chiese Rain con sguardo impassibile –Smetterà di fargli del male solo se verrai con noi e penso che tu non sia così scema da lasciarlo soffrire . Dico bene ?- lo sguardo di Kobura si fece triste e osservava Jean con pietà . Chiuse gli occhi ed una piccola lacrima le scese lungo la guancia .
-Kobura !- la voce di Jean la riportò alla realtà –Non badare a me e scappa !- Kobura scosse la testa e chiuse gli occhi . L’aspetto modificò e Tears prese il sopravvento, parandosi davanti a Rain e Woe . Sospirò . Alzò lo sguardo verso Jean e scosse la testa .
-Andiamo .- disse solo . Rain l’afferrò per il polso con poca gentilezza e la lanciò fuori dalla finestra, Woe la seguì, lasciando Jean nello stato pietoso in cui era . Rain gli dette un’ultima occhiata e poi anche lei si dileguò fuori dalla finestra, seguendo le due .


//Envy_love: ho il blocco dello scrittore ! O_O nn so + cosa scrivere e adesso i miei capitoli vanno sempre a rimpicciolire.. doh ! >.<

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Capitolo 4
*** Ho Deciso ***



Erano arrivati finalmente al covo dove di quei tempi si nascondevano gli Homunculus . Tears a volto basso, fissava il pavimento, mentre si mordeva a forza il labbro inferiore, a sangue, per poi asciugarlo da quel liquido rosso. Rain la osservava dall’alto, scuotendo la testa, bisbigliando appena frasi o parole sconnesse tipo –“Umani.. tsk !”-, incurante del dolore che quelle parole infliggevano a Tears . Ma in fondo non le interessava affatto di ferirla, le bastava solo continuare il suo maledetto gioco: se lei si ribellava, Jean soffriva . E lo sapeva, lo vedeva . Il cuore di Kobura, che batteva al posto del suo, riusciva a comprendere il dolore di Jean anche attraverso distante fin troppo lunghe . A Tears scese una lacrime, argentata, silenziosa, che rigò il suo viso . Woe se ne accorse, e la guardò con sguardo triste: nonostante le apparenze dure, spavalde o insofferenti, era pur sempre una ragazzina, e il suo nome significava “Dolore” . Dunque, riusciva a comprendere perfettamente quello di Tears . Le diede una pacca sulla spalla, poggiandovi successivamente la mano, osservandola . Tears si voltò di scatto ad osservarla a quel contatto, rimanendo imbambolata ad osservarla . Che stava facendo.. era sua nemica, dopotutto, no ? Scosse la spalla, scrollandosi di dosso quella mano, continuando a camminare seguendo Rain, che impassibile fissava davanti a se attraverso il covo . Tears fece solo un ultimo passo, mentre anche Woe continuava l’incedere . Si voltarono di scatto, vedendo che non erano seguite . Tears osservò le due. Woe e Rain inarcarono entrambi un sopracciglio, osservandola.
-Dov’è Envy?- fece Tears. No, quella era Kobura. Il corpo era quello di Tears, ma Kobura poteva sempre rivelarsi anche nel corpo dell’homunculus. Woe e Rain si guardarono.
-E’ dentro.. vieni, muoviti.-
-No. Fatelo uscire.- disse, sicura –Devo parlare con lui..- Woe fece un passo avanti, come per afferrarla, Tears la scacciò -..chiamatemelo. Devo parlare solo con lui, per il momento. E non ho intenzione di entrare.- Woe si rassegnò, e guardò Rain, che sospirò. Entrarono entrambe, e dopo una decina di minuti ne uscì solo Envy, da quella porta. La osservava, e Tears osservava lui.
-Tears..- fece lui. Stava per continuare, quando Tears lo precedette.
-“Tears”.. è il nome che mi hai dato tu, Envy.- fece –Ma il mio vero nome, è Kobura, e lo sai bene pure tu.- e lo osservò –Ti ricordi ancora qual è il mio potere, no?-
-Sì. Sì, lo ricordo.. perché?- mise le mani sui fianchi, osservandola. –A che mi serve ricordarlo, quando me lo puoi ricordare tu ogni santa volta?- chiese. Tears rise. No, anche questa volta a ridere era Kobura.
-E se io desiderassi la vostra morte.. ?- alzò lo sguardo, incrociando quello di Envy –I miei poteri sono validi anche da umana, Envy.. lo ricordi, questo, vero?- Envy assottigliò le pupille, tanto quasi da farle sparire.
-..e quindi?-
-Semplice, Envy. Non ho nessuna voglia di stare al vostro stupido gioco..- chiuse bocca e occhi, e lasciò il suolo. Envy spalancò gli occhi, scattando in avanti, come per afferrarla.
-Tears ! TEARS, FERMATI!- urlava –COSì MORIRAI PURE TU!- inutile farla ragionare. Era proprio quello il suo intento: uccidere tutti gli Homunculus, se stessa compresa..


..ma siamo proprio sicuri che anche Kobura sarebbe morta?




Envy_Love- Con un clamoroso ritardo sono tornata con questa fic ! ^^ mi spiace x quelli che l'hanno letta finora, ma col prossimo capitolo (che cercherò di fare lungo.. XD purtroppo nn mi riesce tanto facilmente!) l'avventura di Kobura e Tears si esaurisce, arrivando al culmine ! Insomma.. col prossimo capitolo anche "Tears- Requiem For A Dreams finisce ! ^.^ I'm Sorry, ma prima o poi deve pur finire, no ? XD alla prossima, chauu !! ^^

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Capitolo 5
*** Last Minute ***





-Tears! TEARS, FERMATI!- urlava –COSì MORIRAI PURE TU!- inutile farla ragionare. Era proprio quello il suo intento: uccidere tutti gli Homunculus, se stessa compresa.


Jean si trascinava a fatica per le vie della città, stringendo il petto forte, provando un dolore talmente atroce che solo gli Dèi, forse, potevano non provarlo. Ma doveva andare avanti, e non gli importava nulla. Doveva andare avanti, doveva trovare assolutamente Kobura, ovunque ella fosse. Cadde lateralmente, appoggiato al muretto alla sua destra, e si resse. Aveva perso fin troppo sangue, e dietro di se aveva lasciato una scia piuttosto visibile di liquido rosso. Ma continuava.
-Gh.. K-Kobura..- sussurrava, tirandosi su. E i passanti che lo vedevano rimanevano scioccati, vedendolo passare, e si fermavano, e gli chiedevano se aveva bisogno di aiuto. E lui rifiutava. C’era addirittura chi cercava di fermarlo, chi chiamava i soccorsi per lui. E chi cercava di fermarlo rimaneva immobile alla vista del suo sguardo deciso e di una pistola puntata contro di se. Jean non aveva nessuna intenzione di arrestare il suo incedere. Nessuna. –LASCIATEMI IN PACE, PER DIO!- urlava a volte, infuriato al massimo, non potendone veramente più. E vagava senza meta, almeno finchè uno strano lampo non precipitò qualche traversa più lontano da lui. Spalancò gli occhi, vedendo “qualcuno” svolazzare all’interno di una colonna color ametista. Kobura, o Tears che dir si voglia. Se ne infischiò della ferita, di quanto male faceva, di quanto sangue aveva perso. Si limitò a correre in quella direzione, cercando di non perdersi nel tragitto. Ma si bloccò in un vicolo, poco dopo distrutto a sua volta da quella colonna viola. Indietreggiò, allora, ansimando, osservando Kobura in alto, sopra di lui: sembrava una reazione alchemica.
-KOBURA! KOBURAAAAAA!!- urlava, prolungando le “a”. Tremava. L’intenzione era quella di entrare nel fascio, ma.. se fosse stato distrutto? Strinse i pugni, vedendo poi che miracolosamente il muro era stato ricreato perfettamente, e che il fascio riprendeva ad estendersi. Tremò. E si lanciò contro il fascio, anche temendone i risultati.

Venne trascinato verso l’alto, verso Kobura. Stava per raggiungerla, e la vide osservarlo. Tese la mano con una certa fatica verso di lei, e lei fece lo stesso, sorridendo triste. Stava per afferrarla, mancava pochissimo.. ma la sua mano venne scomposta. Spalancò gli occhi, allora: non sentiva dolore, non dentro quel fascio di luce. Ma poco a poco veniva scomposto anche il braccio, la sua spalla, l’intero corpo. Tutto. Di lui non rimase nulla, tranne una piccola cosa. Kobura spalancò gli occhi, e tese la mano verso di lui, lanciandosi verso l’ultima cosa che era rimasta di lui: un piccolo punto brillante, una lucciola. Si avvicinò ad essa, e la prese fra le mani, mentre dagli occhi scendevano lacrime che subito venivano decomposte. La avvicinò al volto, piangendo, avvicinandola lentamente alle labbra. Ma qualcosa di inaspettato successe: il corpo di Jean venne totalmente ricreato, ricomposto, e a separarla dalle sue labbra c’era solo quella piccola lucciola. Il corpo sembrava vuoto, aveva lo sguardo vacuo.. perciò capì: quella lucciola era l’anima di Jean che si era sconnessa dal corpo. Kobura pianse, più forte, anche se nessun suono usciva dalle sue labbra. Almeno finchè quella lucciola non si posò sulle labbra di lei, riscaldandola. Aprì gli occhi, dunque, mentre la lucciola si dissolveva fra le mani di Kobura.
E le sue mani vennero strette da qualcuno di più forte e deciso. Alzò lo sguardo e incontrò gli occhi azzurri e sorridenti di Jean. Si avvicinò poco a lui, e lui fece lo stesso, facendo coincidere le labbra, in un bacio alquanto casto. Era il suo addio.
Una volta separati, s’accasciò fra le braccia di Jean, e la luce viola si dissolse. E caddero assieme.

Quando Jean riaprì gli occhi, era distante, ma avevano le mani intrecciate l’una con l’altra. Jean si alzò, e osservò Kobura. Poi si sentì strano, e guardò se stesso: nessuna ferita sull’addome. Si precipitò da Kobura.
-Ehi, Kobura! Svegliati, dai!- e la scosse leggermente per la spalla, essendo lei messa a pancia sotto. Ma niente, Kobura non dava segni di risveglio. –Kobura! Avanti, svegliati!- la incitava, la scuoteva, ma lei non dava segni di ripresa. –Avanti! E’ tutto passato, e pure io sono guarito!- le dava buone notizie, ma non capiva che ormai era davvero tutto passato. –Kobura?- rimase immobile, avvicinandosi di più al corpo di Kobura, notando solo dopo che aveva preso un colorito poco rassicurante. Era un colore morto. –Ko.. Kobura..- le mise due dita dove passava l’aorta, una vena a dir poco importante nell’organismo umano. Non sentiva i palpiti del suo cuore. S’allontanò con uno scatto, tremando, con gli occhi spalancati, osservando quel corpo immobile e senza vita.



Urlò. Con quanto fiato aveva in corpo, quanto poteva urlare, quanta voce aveva in gola, quanto voleva sfogarsi. Quando doveva sfogarsi. Era un bisogno, un qualcosa che sentiva da dentro. Si chinò su di lei, quindi, lasciandosi andare a delle lacrime di dolore. Strinse il corpo esanime di Kobura fra le mani, e urlò ancora.
-PERCHè L’HAI FATTO?!- urlò Jean, alzando il volto verso il cielo, che improvvisamente cominciò a far cadere grosse gocce d’acqua. Cominciò a piovere. –SE DAVVERO ESISTI, PERCHè L’HAI FATTO?!- e stringeva quel corpo così minuto e grazioso, così privo di vita, così.. amato e bramato. –PERCHè?!-
Ma urlare a Dio il tuo dolore, sempre che lui esista, non serve.
Anche se tu desideri il contrario, dentro di te.
Ma devi accettarlo, Jean.
Quindi alzati, raccogli le tue cose e chiama qualcuno.
Chiama aiuto.
Fatti sentire.
Donale l’amore che non sei riuscito a dimostrarle almeno in un modo materiale.
Fallo.
E poi torna a Central City.
E continua la tua vita.
E fallo in onore suo.
E falle vedere che, anche senza di lei, puoi andare avanti.
E falle vedere che, anche senza di lei, puoi continuare a vivere.
E falle vedere che, anche senza di lei, puoi continuare ad amare.
E falle vedere che, anche senza di lei, la tua vita non finisce qua.

Hai ancora molta strada da fare.


Fine





Faycchan- ... l'ho finita... l'ho finita... l'ho finita... L'HO FINITA?! O______________O oddio! oddio! ç________ç
Okay, basta. Allora, questo era l'ultimo capitolo (in definitiva) di Tears. Lo so, sembra proprio lasciato in tredici, ma.. pasienza, mi spiace, ma finisce così. In teoria, però, il pezzo finale intuisce cosa fa poi Jean; ovvero continua la sua vita di sempre. Macchettristezza ç_ç
Kobura.. morta.. come tutti i personaggi di mia invenzione.. =_= ma dettagli!
Non vi assillo oltre, se volete fatemi sapere come vi pare!
Bye!

Faycchan

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