Last chance

di The Shadow
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***



Capitolo 1
*** 1 ***


1

Hai compreso ogni mia singola spiegazione, Obito, concernente questa tecnica? Tu, in quanto guerriero difensivo, sei particolarmente adatto a praticarla. Dovrai difatti porla a protezione del Gedo Mazo quando il rituale della resurrezione avrà atto. Questa barriera speciale incenerirà e bloccherà qualsiasi fastidio incombente senza difficoltà. Molto pratica, no?”


Precauzioni.

Se c'è un tasto su cui Madara ha continuato incessantemente a battere il dito, durante il mio periodo di addestramento nella realtà illusoria, è questo. Precauzioni.

Che un simile mostro, di tali dimensioni, possa venire minacciato da qualsivoglia entità, è una utopia... ma è altresì vero che la stessa sconfitta del leggendario Madara lo è stata, se poi si considera che stava combattendo implementando l'enneacoda.

Ebbene, io non desidero per nessun motivo al mondo che il Mugen Tsukuyomi fallisca, per nessuna ragione al mondo, perché con il suo fallimento verrebbe sepolta la mia unica speranza - ed odio quella parola, almeno in questa realtà - di vedere finalmente un avvenire lindo e trasparente, ebbro dalla sporcizia che si cela in ogni singola entità. E quindi... sarò il più accorto di tutti gli scaltri.


Sei sempre così silenzioso. Difficilmente mi rispondi.”


Commentò di punto in bianco l'uomo, rendendomi conto che mi stava scrutando da un periodo indefinibile di tempo, dietro quella sua immagine giovanile la quale, in realtà, non gli apparteneva, o meglio, non più.


Non vedo strumento nel parlare... me l'hai spiegato tu stesso.”


Replicai, neutrale, continuando ad avvertire, come sempre, quel maledetto senso di disagio che si creava in me ogni volta che aprivo bocca. Non capivo se era perché il rivolgermi a Madara Uchiha mi turbava in qualche modo – ma razionalmente ero sicuro che non mi importasse più nulla, quindi tanto meno una sciocchezza del genere – o perché... quelle parole continuavano a non suonarmi come mie.

Madara si limitò a fare spallucce, mantenendo il suo modo di fare rilassato ed imperturbabile, atteggiamento che senza dubbio doveva essergli mancato durante la sua senilità.


Obito, ricostruire la realtà non significa vivere come un dannato. L'ira induce l'uomo all'istinto, e l'istinto distoglie dai progetti e fa commettere errori fatali. Vivi stoicamente, considerando anche che i momenti di tranquillità e di umorismo manterranno vivo il tuo interesse nel piano del Mugen Tsukuyomi.”


Umorismo... in questo mondo, il sinonimo perfetto è ipocrisia.

Vi è dell'ipocrisia in chiunque... anche tu, Madara, che credi di essere perfetto, parli di evitare accessi d'ira e a ogni minima occasione metti in ballo Hashirama Senju.

Ma non m'importa, non m'importa e basta.


Ho una proposta.”


Con tono gioviale ed intrigante, devo ammettere che il mio antenato mi prese alla sprovvista, in quel momento. Braccia conserte e sorriso fiducioso come sempre, mai come in quel momento mi parve magnetico, in quel suo ritratto della gloria di ciò che era stato.

Curiosità, un buffo sentimento di cui ricordavo solo il nome, balenò nella mia mente.


Obito, sebbene tu ti sia dimostrato eccellentemente attento a tutto ciò che ti ho illustrato in questo periodo, non credere che io non mi sia accorto del fuoco che brucia dentro di te. Il problema è che il tuo è un fuoco vivace, colorato, emotivo. Il fuoco che invece deve ardere ed alimentarti deve essere unicamente quello dell'Amaterasu: inestinguibile, uniforme, tetro, scuro.”


Una particolarità che mi ha sempre invaghito dell'uomo Madara Uchiha è il suo carisma e la sua eloquenza fluente, qualcosa che io stesso vorrei cercare di imitare - anzi, che ho cercato in passato, vagamente, di imitare, stupidamente per Rin.

Ma concedo che ho iniziato ad apprezzare le parole, in questo periodo: sono l'unica forma di purezza in questo caotico sozzume.


Dove vorresti arrivare?”


Cercai di tagliare corto, onestamente seccato dall'aver dato l'impressione del bambino emotivo.

Madara scosse la testa, producendosi con naturalissima scioltezza nella seguente frase, come se fosse stata la cosa più ovvia del mondo:


Perché non vai a fare un salto dall'amico tuo? Il figlio dell'eroe zanna bianca, il ragazzo che si chiama Kakashi, se non erro.”


Kakashi”... al solo udire il suo nome, la vista... la vista di quell'evento, di quella dimostrazione perfetta di ciò che è in realtà il mondo, di ciò che in realtà succede nel mondo, di ciò che porta l'avere fiducia negli altri... e la morte dell'unica persona, dopo la morte dei miei genitori, che abbia mai creduto in me... avrei forse preferito non sentire più quel maledetto nome.

Il solo ricordarmi di Kakashi, cosa che stavo cercando in tutti i modi possibili di evitare, mi ricordava anche il mio proposito, la verità innegabile di ciò che è la realtà.

Vi fu una lunga pausa nel discorso, intervallata probabilmente da mie espressioni non tanto belle o decifrabili.


Lo so.”


Commentò Madara in due sole parole, per poi esibirsi:


Ma il fatto che tu provi così tanta rabbia nei suoi confronti non significa che non ti importi più nulla di lui... anzi.”


Altra odiosa pausa. Il suo Sharingan mi era addosso, non potevo sottrarmi ad esso in alcuna maniera.


Essere gelidi equivale ad essere indifferenti. Tu provi rabbia perché hai provato ad immaginarti, anche inconsciamente magari, cosa ti avrebbe detto Kakashi se tu fossi rimasto lì. O semplicemente, cosa avrebbe detto Kakashi.”


Il fatto che non la pose come una interrogativa indicava la sua estrema sicurezza, e, purtroppo, il fatto che riuscisse a leggermi come un libro aperto.

Volevo pensare di “no” ad ogni costo, ma più mi sforzavo, più mi rendevo conto di star mentendo a me stesso.


E quindi...?”


Avanzai, con un filo di voce, abbassando lo sguardo, insicuro.

Madara socchiuse gli occhi, tirando un gran respiro sebbene non ve ne fosse bisogno alcuno nel mondo illusorio.


E quindi faresti meglio ad andare a Konoha ed eventualmente sentire ciò che ha da dire. Con oggi sono dieci mesi che sei morto. Non sono sicuro che il tuo amico se ne starà a casa a ciondolare. Hai il Kamui, ti ho insegnato la formula per penetrare nel perimetro di sicurezza del villaggio e, unendo l'utile al dilettevole, è buon esercizio per quando dovrai far ritorno nel tuo luogo natale.”


C'è qualcosa nei modi di fare di Madara, una falla nella sua apparente impeccabilità, qualcosa che non mi è mai parso convincente.

Anche quando parla di suo fratello, di Izuna Uchiha... i suoi sentimenti sgorgano più dal fatto che il suo parente sia morto, o che egli sia entrato in possesso dei suoi occhi?

Perché Madara Uchiha vuole mandarmi nel Villaggio della Foglia?


Che cosa ne ricaveresti?”


Inquisii, riottenendo una certa sicurezza nei miei atteggiamenti, e rialzando lo sguardo.

Feci anche per aggiungere “e cosa faresti se io decidessi di tornare indietro?”, ma, per qualche motivo, decisi all'istante che era meglio bloccarmi subito.

Madara utilizzò il potere delle illusioni potenziate dal Gedo Mazo per comporre una figura... la quale era semplicemente la luna nell'ipotesi di successo dello Tsukuyomi infinito, la superficie ormai descritta da un onnisciente Sharingan.


Niente di più e niente di meno, dovrebbe essere chiaro dal mio discorso.”


Il piano avrà più successo se Obito Uchiha smetterà di angustiarsi per questioni inerenti Kakashi.


La libertà è ciò che fa e che rende tale l'uomo. Decidi tu.”

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Capitolo 2
*** 2 ***


2

Madara non sbagliava.

Se avessi stabilito un'operazione a Konoha avrei, con larga probabilità, fallito... a causa di cosa avvertivo in quel momento.

Nella missione di infiltrazione che io compiei, assieme a Kakashi e Rin, provai un profondo senso di disagio appena raggiunta la meta, un sentirmi fuori di luogo tale che percepii un'insistente voglia di andarmene da lì, e subito.

Ebbene, la sensazione che stavo provando era pressoché la stessa... aggravata dal fatto che, una volta, il Villaggio della Foglia era stato la mia casa.

Era una giornata molto calda e dunque non vi erano molte persone per strada, ma io non riuscivo a fare a meno di tremare, sondare i dintorni temendo l'arrivo di chicchessia e nascondermi ad ogni possibilità, dimenticandomi completamente del potere del Kamui.


“Perché sei così nervoso, Obito?”


Mi punzecchiò Zetsu, fedele segugio di Madara.

Era venuto con me per assicurarsi che fosse “tutto a posto”.


“Non lo so, Zetsu. Non mi disturbare.”


Il tono della mia voce suonava chiaramente alterato, e mi resi conto che lo sforzo attuato per parlare non mi fu indifferente, cosa che fece divertire ancora di più Zetsu. Ne invidiai la totale assenza di pensieri e di preoccupazioni, frivola creatura qual'era.


“Però, Obito, continuando a gironzolare per Konoha come un gatto randagio non andrai da nessuna parte. Potresti raggiungere facilmente il cimitero utilizzando il Kamui, ti guido io!”


Nella mia angoscia, avevo perfino obliato la mia destinazione.

Quel dì era la ricorrenza della mia presunta morte... dunque, se Kakashi e il maestro Minato dovevano trovarsi da qualche parte, se veramente avevo costituito qualcosa per loro... dovevano necessariamente essere lì.

Tuttavia... cosa avrei fatto, una volta realizzato il mio proposito di incontrarli...? A questa domanda, nelle ore precedenti, non avevo trovato alcuna risposta.


Seguii il suggerimento di Zetsu e, utilizzando la comoda e sicura scorciatoia del Kamui, giunsi rapidamente al cimitero di Konoha, trovandolo, su mia delusione, inizialmente deserto.

Giacevo di fronte alla lapide di “Obito Uchiha, eroe della Terza grande guerra ninja, perito nel corso della battaglia del ponte Kannabi”, sorridendo mestamente all'idea che, al di sotto di quella tomba, non vi fosse altro che terra, e che il cosiddetto “eroe della Terza grande guerra ninja” si stava accingendo a collaborare con il pericolosissimo Madara Uchiha.


Ma quegli attimi di amara tranquillità durarono ben poco: il tipico rumore prodotto dai passi, ad ogni occasione monotono ma mai con la stessa accentuazione a seconda di chi ci si aspetta, mi riportò alla realtà.

Nella confusione e nel terrore che mi avvolsero mi gettai d'istinto, come un codardo coniglio, all'interno del primo rifugio su cui mi concentrai, il classico cespuglio in fiore, di cui l'Accademia aveva costume parlarne grandiosamente.


Chi altri poteva essere, se non Kakashi.

Postura curva, sguardo volto al basso e mani nelle tasche. Il ragazzo a cui chiesi di giurare di proteggere la persona a me più cara al mondo, e il medesimo individuo che infangò successivamente tutto ciò in cui avevo ingenuamente creduto... si presentò così dinanzi alla mia lapide.


Lo vidi spartito in due parti: Kakashi, la persona rispettabile e leale che avevo imparato a conoscere nel corso della mia ultima avventura, che desideravo avere indietro assieme a Rin... e Kakashi Hatake, il mercenario che, indotto dalla truce verità di questo mondo, aveva ucciso una ragazzina di tredici anni.

Forse furono proprio il rivederlo dopo così tanto tempo (era passato poco più di un mese da quell'evento, ma mentalmente mi sembravano trascorsi anni) e l'osservarlo lì, nella sua fragilità di essere umano, che mi fecero comprendere che, qualunque fossero state le ragioni per l'aver ucciso Rin, egli non aveva fatto altro che obbedire ciecamente a quell'incubo che risponde al nome di realtà.


Era lì, sconfitto ed umile, senza riuscire a trovare le parole per iniziare qualunque discorso avesse in mente.

Aveva ucciso Rin, la sola persona che mi spronasse a vivere e l'unica che aveva fiducia nelle mie capacità, eppure non ero in grado di incolparlo.

Non era nient'altro che uno schiavo del sistema: rispondeva senza possibilità di replicare, come uno stolto cane, a quelle che erano le esigenze della sporcizia del mondo dei ninja.

Mai come quella volta desiderai un mondo senza conflitti e senza sofferenza, scevro di tristezza, con Rin e il Kakashi che avevo imparato ad apprezzare ancora al mio fianco.


“Ciao, Obito.”


Riuscì, infine, con sforzo sovrumano, a recitare Kakashi, voce fioca e appena percettibile.

Ciao, Kakashi.


È passato quasi un anno da quando sei morto.”


Così pare.


Ed è passato circa un mese da quando...”


Non concluse la sua sentenza, e rimase immobile a fissare il vuoto per così tanto tempo che mi chiesi cosa stesse pensando.

Zetsu, della cui esistenza mi ero dimenticato, intanto, sembrò sollevato da un particolare:


Oggi è il tuo giorno fortunato, Obito. Se fosse stato presente il “lampo giallo della foglia”, a differenza di Bakashi, si sarebbe accorto di qualcosa fuori posto, e sarei dovuto intervenire io... ma buona parte della tua copertura sarebbe lo stesso andata a monte.”


Già”, mi dissi. Dov'era il maestro Minato...? Perché, ancora una volta, non era presente? Cosa stava facendo?

L'idea della sua negligenza mi fece digrignare i denti dalla frustrazione. Come avevo supposto, quel “ritorno” a Konoha non era cominciato nel migliore dei modi.


... Sai, ultimamente sono sempre fuori orario per quando si tratta di qualsiasi questione, ma mai come oggi volevo essere puntuale. Eppure, strada facendo, Obito... non sono riuscito a trovare le parole per chiederti scusa. Non credo neanche esistano.”


Sempre di più nel sentirlo mi venne l'impulso di giustificare l'individuo Kakashi da quel che era avvenuto, e contemporaneamente aumentava anche la coscienza del vivere in un mondo corrotto, caotico, violento e insensato, dove le parole assumevano tinte allegre e promettevoli, ma si riversavano, sempre e puntualmente, in un melmoso fiume rosso sangue.

Quanto alle scuse, Kakashi stava discutendo con un defunto. Non mi interessavano, perché non avrebbero condotto da nessuna parte, e non avrebbero cancellato ciò che era successo.


Vorrei che tu fossi qui presente, ancora con noi, solo per farti capire quanto mi hai aperto gli occhi, quanta stima ho nei tuoi confronti, e... come ingiustamente ti ho ripagato.”


Non capisci, Kakashi. Non sei altro che una pecora che sbatte la testa contro tutti i muri, prima di trovare la direzione corretta.

Credi che, se io tornassi a Konoha, ci prenderemmo tutti per mano, ad intonare l'inno della felicità?

È quello che vogliono farti credere le menti dei villaggi.


Sarebbero tutti felici di riaverti qui... non si fa altro che parlare del tuo eroismo. Se solo...”


Sbagli ancora una volta, Kakashi. Ne sarebbero stupiti, entusiasti, certo... ma solo perché è un miracolo che Obito Uchiha sia sopravvissuto e sia in realtà vivo.

Lascia passare un po' di tempo... e tornerei il mediocre e insulso chūnin che sono sempre stato.

Magari porterebbero rispetto per via del mio Mangekyou Sharingan... ma verrei giudicato e categorizzato solo in base a quell'aspetto. Non per ciò che provo o per cosa sono io.

Tornerei, Kakashi, per cosa? Per rivedere il tuo volto e soffrire ancora di più? Per ascoltare le tue pietose scuse ed essere poi, per necessità di cose, costretto ad accettarle?

E poi, quale sarebbe la mia vita? Essere il fedele cagnolino della foglia, completando missioni su missioni inutilmente, senza un vero e proprio scopo, e massacrando ciecamente il prossimo, facendogli magari patire quel che ho vissuto io?

Non ha nessun senso. E tu non capisci. Blateri, spandi parole all'aria, sicuro di poterlo fare perché non posso rispondere, e credi che, così facendo, io possa riposare in pace.


Lo so che qualsiasi cosa io dica la realtà dei fatti non cambia, ma sto cercando di vivere rispettando il tuo nome. Voglio che la gente non si dimentichi di Obito Uchiha, voglio che sappiano che questo Sharingan era il tuo, e... per quando avrò degli allievi anche io, voglio che apprendano l'importanza di non abbandonare mai i propri compagni, qualunque sia la situazione. Ti prometto, Obito...”


Non potei farci nulla. Sebbene non avessi più bisogno di mangiare grazie alle cellule di Zetsu e dei Senju, avvertii lucidamente il mio stomaco capovolgersi all'udire quel “ti prometto”.

Qualcosa che mi disse che avrei dovuto fare meglio a non ascoltarlo. Eppure, non feci alcunché per impedirlo.


Ti prometto che la nuova generazione, la generazione di cui mi occuperò io, non vivrà le sofferenze che abbiamo vissuto noi. Farò di loro dei ragazzi altruisti e benevoli, riconoscenti nei confronti del villaggio e maturi. Eviterò loro ogni sorta di disagio, farò quanto in mio potere. Li renderò orgogliosi e fieri di vivere in questa comunità. Insegnerò loro il rispetto per il prossimo, come tu lo hai insegnato a me. Spero che, per allora, anche solo un minimo... tu mi avrai perdonato per ciò che ti ho fatto.”


Kakashi... è tutto tristemente, inesorabilmente e drammaticamente futile.

A meno che non vadano via, anche quei ragazzi saranno obbligati ad uccidere, a perdere la loro innocenza e a vedere fatti a cui non avrebbero dovuto assistere.

Io l'ho capito. E l'ho capito ancor meglio venendo oggi ad ascoltare le tue parole al vento.

Non è un problema di chi sei o cosa fai. Finché si vive in questa realtà, le speranze, le promesse, i sogni... vengono schiacciati uno dopo l'altro.

Per attuare ciò di cui parli tu, le tecniche ninja dovrebbero scomparire nel nulla. Così come il sistema. Non comprendi, non comprendi che Hashirama Senju ha portato i popoli alla diffidenza estrema creando i villaggi... non capisci che l'Eremita delle Sei Vie ha donato troppo potere alla gente, alimentando l'egoismo e la sete di possesso... e infine, è lungi da te e da chiunque altro cogliere l'essenza della realtà, noi non siamo altro che uno strumento di coloro che vogliono arricchirsi e diventare più forti.

Il sistema andrebbe scritto da zero. Le belle parole sono solo lo sfoggio di carisma di chi può permettersele.

E intanto, ogni giorno non solo tu, Kakashi, ma anche infinite altre persone, piangono sulla tomba dei propri cari, argomentando disperatamente le loro tesi di una realtà migliore e più felice se questo o quest'altro non si fossero verificati.

Perché, Kakashi, dovrei tornare...? Perché dovrei credere alle tue parole...?


Vuoi andartene, Obito...?”


Mi mormorò Zetsu, il quale, probabilmente, per tutto il tempo era rimasto a scrutare e ad analizzare le mie reazioni.

Vorrei che non fosse così, Kakashi. Vorrei che fossimo ancora amici. Vorrei che Rin non fosse morta.

I miei sogni sono svaniti nel nulla. Non m'interessa neanche più divenire Hokage, non m'importa farmi amare da Rin... vorrei solo vedere delle espressioni felici e prive di dolore. Vorrei liberarmi da quel che sono diventato.

Ma così stanno le cose. Non c'è più via di ritorno.


Sì... ora, e per sempre.”




¯¯¯¯¯¯¯



Sasuke è in pericolo. Che vuoi fare?”


In che guaio si è cacciato? Pensavo se ne sarebbe stato buono e zitto per un po', dopo aver ucciso Danzo.”


Bakashi, in compagnia del suo simpatico gruppo di scolaretti, ha cianciato qualcosa dei sentimenti del terzo Hokage e sta provando ad uccidere il suo vecchio discepolo. Ah, e, tra le varie cose, Sasuke ha perso la vista.”


Grazie di cuore per aver mantenuto la tua promessa, Kakashi.




¯¯¯¯¯¯¯



Vari extra e note d'autore:


Obito's theme: Silent Melody (Working for a free nuclear city) / My Twin (Katatonia);

Versus Obito: Heart of Chaos / Invisible Depths (Final Fantasy XIII-2 original soundtrack)

Fanart di Obito: raccomando di visitare il bellissimo canale DA di Lesya7, in particolar modo i lavori 2011-2012;

Random fatto da me: http://s7.postimage.org/viykmo8gr/lol.png


Per chi non l'avesse capito, il punto finale è un piccolo allungamento della scena con Obito del capitolo 486, pagina 5 (potete consultare Mangareader per riferimenti, anche se la frase di Zetsu ho voluto trascriverla uguale a quella italiana).

Inizialmente pensavo di trascrivere anche, utilizzando il POV di Obito, la scena in cui Minato gli chiede se lui è Madara, ma poi ho deciso di eliminarla, siccome ritengo che l'assenza di Minato alla ricorrenza della morte di Obito sia sufficiente, e avrei calcato troppo la mano a riguardo (personalmente detesto il personaggio di Minato e lo ritengo un pallone gonfiato, ma non volevo darlo a vedere).


Da aggiungere, infine, personalmente, con questa fic, ho cercato di evitare di parlare di dettagli come perché Kakashi ha ucciso Rin e così via, non è stato semplicissimo, e desideravo unicamente rendere un po' meglio il cambiamento di Obito, senza cambiare od intaccare in alcun modo la storia.

Desideravo anche spiegare che Obito ha successivamente attaccato il Villaggio della Foglia tramite la volpe per indebolirlo ed incriminare gli Uchiha (in modo da eliminarli facilmente in seguito), siccome pare che non sia a tutti chiaro e la questione scade con un “non mi importa più niente” nel fumetto, ma purtroppo non ho avuto modo di includerlo.


Spero di non aver disatteso le aspettative di nessuno e di aver offerto una lettura piacevole.

Ringrazio infinitamente tutti coloro che hanno letto fino a qui, e provvederò quanto prima possibile a rispondere ai commenti e alle critiche. Ancora una volta, grazie tantissime!

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