Help! Regole di sopravvivenza

di Sbrecks
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1. Come e perchè la regola 1 andò a farsi benedire ***
Capitolo 3: *** 2 Come e perchè anche la regola 2 andò a farsi benedire ***
Capitolo 4: *** 3 Come e perchè anche la povera regola 3 andò a farsi benedire ***
Capitolo 5: *** 4. Come e perchè la regola 4 andò a farsi benedire ***
Capitolo 6: *** 5. Come e perchè anche la regola 5, secondo copione, andò a farsi benedire... ***
Capitolo 7: *** 6. Come perchè, seguendo la sorte delle precedenti cinque, anche la regola 6 andò a farsi benedire ***
Capitolo 8: *** 7. Come e perchè la regola 7 andò a farsi benedire ***
Capitolo 9: *** 8. Come e perchè, senza particolari colpi di scena, anche la regola 8 andò a farsi benedire.. ***
Capitolo 10: *** 9.Come e perchè la regola 9 andò allegramente a farsi benedire.. ***
Capitolo 11: *** 10. Come e perchè, in grande stile, la regola 10 andò a farsi benedire, e con essa l'intero codice di retta condotta ***
Capitolo 12: *** 11.Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


-No, prof! Non mi può fare questo!- Beatrice si passa nervosamente una mano fra i capelli, raccolti in un’alta coda di cavallo –la prego…ne va della mia salute psico-fisica!

-Andiamo Beatrice….non mi va di stare a discutere proprio con te, che sei una delle studentesse migliori della scuola!Devi fartene una ragione..- La prof la ammonisce con un sorriso stanco, e la invita a sedersi.

-Signora Mainetti,perfavore! Non riuscirò a resistere fino alla fine dell’anno vicino a questa secchiona!- stavolta è Andrea ad appellarsi alla bontà della professoressa, pestando spazientito i piedi per terra.

-Niente ma, signor Bassi- La Mainetti inizia a cancellare la lavagna, e scuote risoluta la testa –la sua sistemazione è frutto di una decisione, presa di comune accordo dai docenti durante l’ultimo consiglio di classe.  Le conviene farsi andar bene il banco accanto alla nostra Beatrice. Anzi; chissà che la vicinanza con l’attuale campionessa di scacchi, vincitrice di due borse di studio, rappresentate degli studenti, volontaria presso la biblioteca e il centro ricreativo e studentessa dell’anno, non giovi al suo basso rendimento scolastico..-

-Ha dimenticato del mio corso di assistente bagnante..- Puntualizza Beatrice, con un sorriso.

Andrea rotea furiosamente gli occhi.

-Oh, giusto. Anche assistente bagnante. Ad ogni modo, comunque la pensi, la nostra decisione non sarà cambiata.

-Ma..!- Gridano in coro i due ragazzi, la disperazione dipinta sul volto.

-Niente ma!- La Mainetti apre improvvisamente il registro, ignorando le loro suppliche – e ora…concentriamoci sui logaritmi!

 

L’ora seguente, il Creatore pare aver pietà degli studenti del liceo classico C. Angiolieri, regalando loro un’ora di supplenza.

A vegliare sulla loro innocenza, sarà il professor Tarquini, un insegnante di storia ultra-sessantenne: quasi completamente sordo, dopo aver intimato ai ragazzi di “completare degli ipotetici compiti”, si tuffa nella lettura di un settimanale economico.

Seduta al proprio banco, Beatrice medita fra sé e sé, sull’ingiustizia della sorte: perché proprio a lei, studentessa modello, assistente bagnante, tutor accreditato, volontaria presso la biblioteca, ecologista, cultrice della sapienza, dell’intelletto e del buongusto, è capitata l’orrida disgrazia di dover sopportare Andrea Bassi come vicino di banco!!!??

Classico fighetto strafottente e privo di cervello, indubbiamente carino, ma tuttavia mentalmente attivo quanto un bradipo narcolessico?

Seduto al proprio banco, Andrea medita fra sé e sé, sull’ingiustizia della sorte: perché proprio a lui, capo-branco stimato, ragazzo più popolare della scuola presso il pubblico femminile, guidatore di un discreto manipolo di seguaci, sprinter d’eccezione e motociclista provetto, è capitata l’orrida disgrazia di dover sopportare Beatrice Loppi come vicina di banco!!!??

Classica secchiona presuntuosa e priva d’umanità, indubbiamente carina, ma tuttavia socialmente attiva come un paguro chiuso nella conchiglia?

I due ragazzi si voltano all’unisono, per poi guardarsi in cagnesco.

-Che hai da guardare?

-No, che hai da guardare tu!

-Ehi, ti sei imbambolata?

-Lo chiederò a te!

 -Smettila di fissarmi!

-Solo quando lo avrai fatto tu..-

-Senti, mi sembra abbastanza ovvio che così non può andare avanti!

-E ’ quello che dico anch’io..- Beatrice sospira, strappando un foglio dal quaderno di latino – l’unico modo per riuscire a sopportare questa situazione, è stilare ora delle regole di convivenza!

-Regole di convivenza?- Andrea si accende una sigaretta ed inizia a fumare, incurante della presenza del professor Tarquini –ma a che diavolo vuoi che servano? Noi due non andremo mai d’accordo!

-Non mi piaci più di quanto io non piaccia a te- Riprende seccamente Beatrice, spegnendo la sigaretta di Andrea sul davanzale della finestra –ma un modo per evitare di scannarci bisogna pur trovarlo…!

-Allora; punto 1. Niente subdoli leccaggi ad indirizzo di professori in mia presenza- Il ragazzo acchiappa la penna ed inizia a scrivere velocemente, ma Beatrice, armata di bianchetto, cancella immediatamente.

-Leccaggi?- Ripete, appropriandosi del foglio –Ma che diavolo stai dicendo? Io mi limito ad essere educata, quello che dovresti fare anche tu! Punto 1. Vietato indossare orribili piercing e affini durante l’orario scolastico.

-Orribili?- Andrea si accarezza con orgoglio il tondino di ferro, a destra del labbro inferiore – si dia il caso che il mio piercing sia stupendo! E che non abbia nessunissima intenzione di seguire questa stupida regola..-

-Da non crederci.. non riusciamo a raggiungere un punto d’incontro nemmeno su questo! Ma non abbiamo davvero nulla in comune?

-Sì, che ci detestiamo entrambi..-

-A parte gli scherzi..- Beatrice si riappropria seria in volto del foglio, e butta giù qualche riga – Punto 1: Vietato invadere lo spazio del compagno di banco con oggetti propri o di terzi, arti corporei e scarti mangerecci o riciclabili. Credi che così possa andare bene?

-Certo..- Ridacchia Andrea, afferrando la penna –l’ultima cosa che vorrei sarebbero i tuoi pulciosi quaderni di Bambi sul mio banco! Punto 2: Io sottoscritto, Andrea Bassi, eviterò di produrre rumori di alcun genere, così da non recar danno alla tua soglia d’attenzione, se tu ti impegnerai a passarmi i compiti ogni volta che te li chiederò.

-Ci potrei anche stare!- un sorrisino compare sul viso di Beatrice –è una specie di “Do ut des”, come direbbero i nostri padri latini..!

-Do ut “COSA”?

-Niente…-

-Punto 3: Vietato criticare atteggiamenti propri, anche se illeciti, del compagno di banco, che questi assume nell’ambiente scolastico- Andrea, lanciatissimo, riprende a scriverti - In altre parole: se non mi romperai il cazzo perchè fumo, vedrò di non sfotterti troppo quando andrai a prostituirti dai prof per un bel voto..-

-Molto obbligato- Beatrice sbadiglia –cosa vuoi che me ne freghi delle tue sigarette? Sei anche libero di impasticcarti per quello che mi riguarda, basta solo che mi lasci in pace..!

-Punto 4: Ciò che il compagno di banco fa, al di fuori della scuola, è affar suo, esattamente come ciò che vi fa dentro.

La ragazza scoppia a ridere…

-Traduzione: sono pregata di non parlare alla Mainetti dei tuoi giri d’ascisc ai giardinetti pubblici..!

Ma Andrea non apprezza…

-Dei del cielo; quanto sei simpatica!

-Punto 5: Massima ed obbligatoria collaborazione (solo e unicamente a scopo di sopravvivenza, dinanzi ai soprusi..)

-Punto 6: Il compagno di banco che si indebita con l’altro, lo risarcirà..

-Punto 7…

Minuto dopo minuto, Beatrice e Andrea aggiungono nuove regole al loro statuto, e a fine ora rimirano soddisfatti il loro lavoro: un foglio fitto fitto di dieci, inviolabili principi che permetteranno loro di sopravvivere, sopportandosi reciprocamente, sino alla fine dell’anno.

La campanella suona, ed i ragazzi escono dall’aula senza nemmeno salutarsi.

Entrambi tornano alle loro case, e alle loro vite.

Entrambi, prima di andare a dormire, rileggono appagati la lista stilata insieme.

Beatrice spegne la sua abat-jour in stile vittoriano, dal cappello foderato di seta, e si assopisce piano piano in quella sua grande camera bianca ed ordinata.

Andrea lascia acceso il faretto di metallo sul soffitto, che emana una luce fioca e soffusa, e si addormenta di botto sopra la trapunta, senza nemmeno coprirsi, nella sua stanza caotica e strapiena di poster.

Sono tutti e due convinti che la loro lista si rivelerà efficiente, che seguire scrupolosamente quelle regole li aiuterà ad andare d’accordo.

Che i precetti da loro scelti si dimostreranno essere totalmente infallibili.

Lo danno per scontato.

Sbagliandosi completamente.

 

 

LISTA STATUTO CODICE DI RETTA CONDOTTA PER EVITARE DI SCANNARSI  PER GARANTIRE LA COOPERAZIONE FRA COMPAGNI DI BANCO

 

Stilato da: Beatrice Loppi

Andrea Bassi

 

Punto 1: Vietato invadere lo spazio del compagno di banco con oggetti propri o di terzi, arti corporei e scarti mangerecci o riciclabili.

Punto 2: Io sottoscritto, Andrea Bassi, eviterò di produrre rumori di alcun genere, così da non recar danno alla tua soglia d’attenzione, se tu ti impegnerai a passarmi i compiti ogni volta che te li chiederò.

Punto 3: Vietato criticare atteggiamenti propri, anche se illeciti, del compagno di banco, che questi assume nell’ambiente scolastico.

Punto 4: Ciò che il compagno di banco fa, al di fuori della scuola, è affar suo, esattamente come ciò che vi fa dentro.

Punto 5: Massima ed obbligatoria collaborazione (solo e unicamente a scopo di sopravvivenza) dinanzi ai soprusi che coinvolgono entrambi. .

Punto 6: Niente suggerimenti o richieste dei medesimi, da parte del compagno di banco, durante compiti in classe. Come detto sopra, è ammesso il “passaggio” di compiti a casa da un compagno di banco all’altro, ma poiché mostrare o suggerire le soluzioni durante una prova scritta potrebbe risultare estremamente compromettente, è assolutamente vietato.

Punto 7: CONSIGLIATO IGNORARSI RECIPROCAMENTE AL DI FUORI DELL’AMBIENTE SCOLASTICO, OGNUNO STA DALLA SUA PARTE, ED ENTRAMBI CI GUADAGNANO.

Punto 8: Il compagno di banco che si indebita con l’altro, lo risarcirà (solo ed unicamente in senso economico). Non essendo ammessi favori e agevolazioni di natura amichevole, poiché i compagni di banco NON sono amici e mai lo saranno, è fuori discussione fare richieste compromettenti o eccessivamente confidenziali.

Punto 9: NIENTE CRITICHE DI NATURA OFFENSIVA NEI CONFRONTI DEL COMPAGNO DI BANCO. In altre parole: non ridero’ dei tuoi ridicoli….cioe’…bellissimi cerchietti pelosi se tu non commenterai come al solito il mio piercing.

Punto 10: Tassativo ed importantissimo. SONO CATEGORICAMENTE VIETATE INTRUSIONI, più o meno intenzionali, nella vita privata e sentimentale del compagno di banco. AFFINCHE’ LA CONVIVENZA RISULTI PIU’ SOPPORTABILE, OGNUNO SI FARA’ I FATTI SUOI.  

Lo statuto va rispettato, eventuali revisioni dovranno essere discusse di comune accordo. I precetti non possono essere cambiati se non dopo presa visione di entrambi i compagni di banco.

 

 

 

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Capitolo 2
*** 1. Come e perchè la regola 1 andò a farsi benedire ***


-Oddio mio….ma che diavolo è quell’affare che hai in testa? Hai avuto una crisi di identità e ora ti credi un uovo di pasqua?- è lunedì mattina e Andrea punta il dito contro Beatrice, ridendo fragorosamente del suo vistoso cerchietto rosa, ornato da un fiocco di raso piuttosto appariscente del medesimo colore.  

-Ti sei rincretinito?- Risponde la ragazza, mentre sistema scrupolosamente i suoi libri sul banco – o devo forse ricordarti il punto 9 del nostro statuto?

-Ah già…me ne ero dimenticato. Scusa..-

-Fingerò che la cosa non mi infastidisca.-

I due ragazzi stanno seduti composti presso i loro banchi, ed evitano accuratamente di incrociare l’uno lo sguardo dell’altra.

“Quel “coso” è davvero ridicolo, ma Beatrice ci sta bene..” pensa tuttavia Andrea, mentre la Battelli, la loro severissima insegnante di biologia, entra in classe ed apre il registro.

Contrasta con i suoi capelli scuri e sfilati, che scendono morbidi lungo le spalle.

Peccato solo che lei sia insopportabile..!

“Quel piercing è davvero disgustoso, ma Andrea ci sta bene..”pensa tuttavia Beatrice, mentre la Battelli decreta che, per quel giorno, niente interrogazioni.

Gli da’ un aria aggressiva, contrasta con i suoi occhi neri pieni di dolcezza e con quei ricci color del grano amabilmente capricciosi.

Peccato solo che lui sia insopportabile!  

-Oggi mi sento buona ragazzi…sarà perché sto facendo alcune sedute di yoga e ago-puntura al centro fitness, ma ho deciso di relazionarmi a voi in modo diverso- La Battelli sorride, e quel gesto insolito le da un aspetto ancora più inquietante –voglio provare a venirvi incontro!

Dalle ultime file, giungono alcuni colpi di tosse ironici.

-La Battelli è di buon umore…vedi di non farle passare la poesia, hai capito?- Sussurra Beatrice, mentre risponde forzatamente al sorriso della professoressa.

-Non darmi ordini, scema! Oppure puoi star certa che farò apposta il contrario.. -Reagisce infastidito Andrea.

-Bassi, Loppi!- La Battelli sogghigna di nuovo, ignara del diverbio – non mi avete ancora detto come trovate la vostra nuova sistemazione..!?

-Orribile!Beatrice e Andrea rispondono all’unisono, per poi fulminarsi reciprocamente con lo sguardo.

-Anzi; pessima!

-Affar vostro, ragazzi- La Battelli ispeziona con aria critica il libro di testo, sistemandosi i soliti, grotteschi occhiali da lettura sulla punta del naso-…come ha precedentemente ribadito la mia collega, dovete cercare di andare d’accordo! Ed ora…torniamo a noi! Stavamo per l’appunto parlando della forza di trazione..-

-E allora se sono affari nostri, perchè ce l’ha chiest..-

-Stai zitto..- Borbotta Beatrice ad indirizzo di Andrea, appioppandogli una violenta gomitata che subito, lo zittisce.

-Ahi, che male..! Questa me la paghi!

Lo sguardo del ragazzo, estremamente minaccioso, la fa rabbrividire.

E’ tutto il week-end che Beatrice si tormenta: spera solo che il loro statuto funzioni! Oppure, la sua media scolastica e tutti i crediti formativi che ha accumulato col sudore della fronte, potrebbero andare a farsi benedire.

Ad Andrea invece, non importa granchè della media e di crediti non ne ha manco mezzo:però, della sua reputazione, sì che gli importa!

Non permette che siano i più temibili sgherri a mettergli i piedi in testa: figuriamoci se si lascia soverchiare da una ragazzina col cerchietto rosa!

E così, in barba allo statuto, alla convivenza civile e all’amor della quiete, Andrea mette in atto la sua vendetta, con un sorriso astuto.

Certo d’ottenere da parte di Beatrice un’ immediata reazione, sposta sul suo banco ben due pacchetti semi-aperti di sigarette malconce, ancora impregnate di umidità, : la ragazza lancia un grido.

Una pioggia odorosa di tabacco, appiccicoso e imbrattante, finisce spiaccicata contro il lindo quaderno di biologia di Beatrice, senza che lei possa far nulla per evitare la tragedia.

-Loppi.. tutto bene laggiù?- La Battelli alza gli occhi dal libro, assumendo un’espressione scocciata –non mi va che si disturbi la mia lezione. Badate di non farmi cambiare idea, nei riguardi di un atteggiamento più tollerante..-

- O-ogni cosa va a meraviglia, professoressa..- Sorride a denti stretti Beatrice, piantando rabbiosamente gli artigli nel braccio destro di Andrea.

-Ma…che cosa.. ti è venuto in mente, si può sapere?- Sibila poi piena di disperazione, cercando di non attirare l’attenzione della malefica Battelli.

-Nessuno può dirmi quello che devo fare- E’ la perentoria risposta di Andrea, che nemmeno la guarda in faccia..

-E ti sembra un buon motivo per.. per…distruggere il mio quaderno?

-Capirai. E’ molto più grave che io abbia sprecato le mie sigarette per farti un dispetto. Dovresti sentirti onorata.

-Tu…tu! Brutto zotico sbruffone! Hai passato il limite! Ti rendi conto di aver contravvenuto al “punto 1” del nostro statuto?

-Anche tu hai infranto una regola, se è per questo! Mi hai dato un ordine!

-E dove sta scritto che non posso farlo? In fin dei conti tu non sei altro che una stupida scimmia antropomorfa, ed è mio dovere di intelligenza superiore cercare di far luce nella nebulosa della tua mente…-

-Ora basta, mi hai stufato! Ma chi ti credi di esser..-

-LOPPI, BASSI! SMETTETELA!- La Battelli scatta in piedi, sbattendo in preda alla furia ceca il voluminoso libro di biologia sulla cattedra –non è umanamente possibile un atteggiamento del genere! O vi date immediatamente una regolata, o vi sbatto entrambi dal preside! Siamo intesi?

I due ragazzi si scambiano uno sguardo pieno di rancore, per poi puntare i rispettivi indici l’uno contro l’altra.

-Ma ha cominciato lei/lui!- Piagnucolano in coro, senza smettere di guardarsi in cagnesco.

-Forse non mi sono spiegata…esigo il silenzio più assoluto!- La professoressa piomba nuovamente a sedere, sospirando profondamente – ed ora…riprendiamo la lezione. Senza intoppi.

Beatrice e Andrea restano rigidamente composti, evitando ora accuratamente di sfiorarsi.

E’ vero; solitamente sono una ragazza tranquilla…- pensa lei, rimirando con esasperazione il suo quaderno macchiato –ma questa devo proprio fargliela pagare!

E’ vero; solitamente non rifletto mai prima di agire..- pensa lui, guardando di sottecchi ciò che ha combinato – ma stavolta credo proprio di aver passato il limite..!

-Beatrice..- Andrea si volta in direzione della ragazza e sussurra piano il suo nome, toccandole delicatamente il polso.

-Andrea..- anche lei si volta, sfoggiando un sorrisino soddisfatto. –Beccati questa!

E ridendo sadicamente, incurante della presenza della professoressa Battelli, Beatrice afferra l’ultimo pacchetto di sigarette intatto rimasto ad Andrea, di cui è inspiegabilmente riuscita ad appropriarsi, e lo scarta davanti ai suoi occhi attoniti; invano il ragazzo cerca di immobilizzarla, scagliandosi su di lei pieno di rabbia.

Armata di forbice, Beatrice riduce le sigarette a brandelli, per poi gettarle una dopo l’altra sul banco di Andrea: incapace di articolare una sillaba, il ragazzo fissa sull’orlo del pianto quei rimasugli informi sparsi sul libro di biologia, e lancia alla ragazza uno sguardo esterrefatto.

-Le mie…sigarette..- Mormora, mentre la Battelli si avvicina a passo di carica ai loro banchi.- come hai potuto..-

E ancora intontito, con gesto meccanico, il ragazzo afferra l’immacolato libro di Beatrice, aperto alla pagina del giorno, strappandola di netto.

La ragazza si lascia sfuggire un gemito inorridito.

-Pagine del libro strappate…sigarette sparse ovunque…bene bene!- trovandosi faccia a faccia con la Battelli, ritta in piedi presso i loro banchi, Andrea e Beatrice sobbalzano, terrorizzati – trovatemi una giustificazione soddisfacente per questo.

- E’ stato a causa sua…mi ha dato un ordine, ho dovuto reagire!

-La colpa di quanto accaduto non è mia…è stato qualcun altro ad iniziare!   

- Auto-accusarsi non serve a niente- Dichiara flemmatica la professoressa, spalancando la porta.

-Temo seriamente vi siate messi nei guai.

Andrea e Beatrice restano in silenzio, incapaci di reagire.

-In guai molto grossi.


 

 

-Sei un dannato idiota, Andrea!- Beatrice gesticola enfatica mentre percorre il lungo corridoio alla volta della presidenza, dove non è mai stata –da non crederci! Undici anni di onorata carriera scolastica buttati al vento, e per cosa poi? Per un beota che non sa rispettare una maledettissima regola, ecco perché!

-Piantala di lagnarti, e prenditi le tue responsabilità!- Il ragazzo la raggiunge, assumendo un’espressione contrariata –ti ricordo che non sei propriamente una santa! Mi hai triturato tre euro di sigarette..-

-Sai che roba. I tuoi polmoni, se non altro, si deterioreranno meno rapidamente…- Replica lei, per poi assumere un’espressione terrorizzata.

Davanti a loro, cupa e solenne, si staglia la porta chiusa della Presidenza.

-E ora che hai, “Miss studentessa dell’anno”? Il gatto ti ha mangiato la lingua?

-Questa frase fatta è vecchia come il cucco, retrograde. E comunque, non sei divertente.

-Non avevo certo intenzione di farti ridere. Se desiderassi divertire la gente, me ne andrei in giro travestito da clown..-

-Uh-uh.. buffo, sai? Credevo che tu lo fossi già, visto quel ridicolo lenzuolo a strisce che ti porti addosso. L’hai rubato dai bidoni gialli sul ciglio della strada, o hai scuoiato una zebra?

-Oh cielo. Qui tira un vento davvero gelido, sarà meglio chiudere le finestre. A titolo informativo poi; stai infrangendo la regola 9!

-Proprio tu parli di infrazioni? Ti ricordo che è colpa tua se siamo finiti in questo pasticcio..-

Esattamente in quell’istante, il malcapitato di turno esce dalla Presidenza, tirando un lungo sospiro; il volto d’un pallore mortale e gli occhi bassi, lancia uno sguardo comprensivo ai due ragazzi, per poi sparire alla velocità della luce lungo il corridoio opposto.

-Vi stiamo aspettando…chi entra per primo?- La signorina Bagatti, segretaria del Preside, una zitella sessantenne acida e indisponente, fa sporgere il capo al di là della porta.

-Lui!Lei!- Rispondono in coro Andrea e Beatrice, indicandosi l’uno con l’altra come al solito.

-Mi state prendendo in giro?Inutile precisare che, la Bagatti, è subito irritata dalla loro risposta confusionaria, e assume lo stesso colore del suo tailleur giallo canarino – ora entrerete tutti e due insieme; e vedremo se vi passerà o meno la voglia di fare gli spiritosi.

Andrea e Beatrice si guardano di sottecchi, mentre si avvicinano lentamente alla porta.

–Lasciate ogni speranza voi ch’entrate!stiamo passando dritti dalla porta dell’inferno!

-Mi sembra di averla già sentita questa…cos’è, i Promessi Sposi?sai…magari davanti al Wc di Don Abbondio!

-Quanto sei scemo! Questa è una citazione Dantesca!Tratta dalla “Divina Commedia”!

-E poi l’ignorante sarei io! Quella è di Alighieri! Dantesca che c’entra?

-Sei un caso disperato! A volte mi chiedo se nella tua testa ci sia davvero qualcos’ altro…oltre al vuoto cosmico!

-Sarà.. ma sapere a memoria sta commedia divina, non ti aiuterà granchè a cavartela col Preside.

Ormai arrivati dinanzi alla porta, Andrea e Beatrice si guardano nuovamente.

-Andrea…- Fa lei, prima di addentrarsi in quell’Inferno.

-Beatrice?- Risponde lui, apprestandosi ad entrare.

-Mi sa che stavolta, hai proprio ragione- Ed è un sorriso, uno sguardo di muta solidarietà quello che giunge dai suoi occhi scuri…

-Grazie.

…prima che la grigia porta della Presidenza, con un cigolio, si chiuda dietro le loro spalle.

 

 

 

Ringrazio tantissimo tutti coloro che hanno letto, e soprattutto recensito!^_^ Quindi; _Laura_, Maho_Lupin, Je91, Umi rebel 90, _olly_,inuyasha_laura93, *PalliNa*, Hatori, Trix, obsession e M@by; vi sono veramente grataaaaa >**< per avermi lasciato i vostri consigli e commenti! In particolaVe…grazie Trix x avermi fatto notare questa cosa delle descrizioni fisiche xDDD”” ammetto che, onestamente, le avevo completamente dimenticate °___°”” cercherò di inserire spesso dei particolari che facciano capire qualcosa della fisionomia di Andrea e Beatrice, così che la loro immagine sia resa meglio ^__^  wow.. la tua esperienza è davvero simile! xDD anche da noi in effetti è la prof di latino, a spostare i banchi.. ..penso che sia perché è la coordinatrice. Ti chiami Beatrice *__*  che bello! Personalmente lo trovo stupendo; è uno dei miei nomi preferiti. Purtroppo io lo porto solo come secondo nome…T___T””” accidenti, che sfortuna! Obsession…xDDD ti ringrazio moltissimo di aver recensito.. ma nn posso garantirti che questa storia nn prenderà una piega sanguinosa…Andrea e Beatrice hanno due caratteri molto diversi…e presto o tardi SI SCANNERANNO! No.. scherzo ^__^ (Mica tanto! N.d Andrea&Beatrice armati d’ascia)

 

Ad ogni modo…grazie mille a tutti!!! Continuate a leggere…(naturalmente se vi va ^^;) e ri-siate clementi!!! Bacionissimi >*<

 

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Capitolo 3
*** 2 Come e perchè anche la regola 2 andò a farsi benedire ***


-E gli permette di andare via così? Senza…senza nemmeno una ramanzina?- La Bagatti lascia cadere le braccia lungo i fianchi, con aria delusa, mentre il Preside ridacchia sommessamente.

-Suvvia Adelina…non sia pedante!- Esclama l’Autorità, gesticolando vistosamente -Questi ragazzi sono così simpatici.. e oggi è una giornata meravigliosa!

Andrea tossisce, lanciando uno sguardo carico di significato alla bottiglia semi-vuota di Vodka che sbuca dalla ventiquattrore del Preside.

Beatrice, dal canto suo, alza invece gli occhi al cielo, convinta che finalmente la fortuna abbia iniziato a girare dalla sua parte.

-Signor Preside, davvero…le saremo eternamente grati!- Esclama ossequiosa, rivolgendo alla Bagatti il migliore dei suoi sorrisi da studentessa modello –per un attimo avevamo pensato di essere nei pasticci..-

-Suvvia Beatrice.. non dirlo neanche per scherzo!- Rincara immediatamente la dose il Preside, trangugiando con aria soddisfatta il contenuto di un bicchiere di vetro posto sulla scrivania –non sia mai…per qualche sigaretta sminuzzata ed un misero pezzo di carta..!

Andrea si lascia scappare una risatina sarcastica, ignorando lo sguardo assai eloquente di Beatrice.

-Mi sembra parecchio di buon umore oggi, signor Preside..- 

-Gentile da parte tua accorgertene, caro Andrea…effettivamente sì, mi sento abbastanza su di giri.

-La prego signor Preside…non è il modo, davanti ai ragazzi..-  La Bagatti tenta di appropriarsi della bottiglia di Vodka, infilando la lunga ed artigliata mano destra all’interno della ventiquattrore; come risvegliatosi dallo stato di trance, il Preside sobbalza, e afferra il polso della segretaria con decisione.

-Taccia, Bagatti! O mi vedrò costretto a retrocederla alla segreteria!- Grida, con aria concitata – e voi, ragazzi…volete forse favorire?

L’uomo porge ad Andrea e Beatrice il proprio bicchiere, e non sembra accorgersi delle loro facce sgomente.

- N -no, grazie mille signore..- Risponde timidamente la ragazza, avvicinandosi alla porta –con il suo permesso, noi desidereremmo andare..-

-Fate pure, ragazzi miei..- Il Preside scatta in piedi, stringendo loro le mani –comunque è strano che abbiate rifiutato questa miracolosa bevanda…il signor Altieri, prima di voi, ne ha beneficiato ampiamente. Anche se non mi spiego il colorito verdognolo che ha assunto prima di uscire dal mio ufficio.. sarà stata l’emozione?

Andrea e Beatrice si scambiano un’occhiata d’intesa, ben rammentando la vista di quel poveretto pallido e in procinto di dar di stomaco, fuori dalla Presidenza.

-Sicuramente.

E ringraziando mille volte la loro buona stella, tornano sollevati alla propria classe.

 

 

                                                                      ***

 

-Ancora tu? Ma si può sapere cosa diavolo vuoi?- Andrea, appoggiato alla cancellata, alza un sopracciglio con aria interrogativa.

E’ venuto il momento di uscire; gli studenti del liceo classico C. Angiolieri affollano il piazzale davanti alla scuola, disperdendosi lungo Corso Vittorio Emanuele, dove si concentrano la maggior parte degli istituiti superiori della città.

Beatrice, tenendo stretti i propri libri al petto, rivolge ad Andrea un’occhiata esasperata.

- Forse non ti rendi conto della gravità della situazione…abbiamo scampato la sospensione soltanto perché il Preside era ubriaco fradicio!- Strepita, battendo nervosamente i piedi per terra – come credi che ci tireremo fuori dai guai, la prossima volta?

-Non mi sembra un problema..- Il ragazzo le rivolge il solito sorrisino sornione, che puntualmente la manda in bestia – vorrà dire che porterò da casa del Jack Daniels..-

Una risatina frivola accompagna l’intervento di Andrea; voltandosi di scatto, Beatrice nota Alma Martini, una delle ochette più desiderate e tristemente stupide della scuola, abbarbicata al braccio destro del ragazzo.

-Oh..capisco- Borbotta, mentre la bionda si riavvia leziosamente i capelli e le lancia un’occhiataccia- sei in dolce compagnia..-

Andrea alza le spalle, e porta alle labbra l’ennesima sigaretta.

-In effetti non sarebbe male, se tu ti defilassi..- Le dice con aria di sfida, stringendo il proprio braccio attorno alla vita di Alma.

-Per carità! Basta chiedere. Tanti cari saluti..- Risponde seccamente Beatrice, allontanandosi a grandi passi.

Ma proprio mentre la ragazza sta per raggiungere la sua bicicletta, apprestandosi a rimuovere la catena, qualcuno le cammina distrattamente incontro, causando un frontale inaspettato: Beatrice cade a terra, fra le risate generali, e i tanto amati libri si sparpagliano sull’asfalto.

-Ci mancava solo questa..- Piagnucola  la ragazza col capo chinato, mentre raccoglie faticosamente i quattro, pesantissimi volumi.

Ma una mano sconosciuta, senza preavviso, cerca di raccattare il libro di biologia, posandosi su quella di Beatrice: la ragazza alza lo sguardo, incrociando due meravigliosi occhi verdi.

Un ragazzo dai capelli castani, piuttosto lunghi e sfilati, le sorride con aria imbarazzata.

-Uh…scusa.. non ho veramente fatto apposta! Ti sei fatta male?

- Emmh.. no, no. Figurati. Scusami tu per esserti venuta addosso.

-Non fa nulla, non preoccuparti! Credo che questo libro sia tuo..-

-Grazie mille, hai indovinato.. . In effetti è proprio mio..-

Beatrice e il ragazzo sconosciuto restano a guardarsi di sottecchi per qualche secondo, in piedi l’uno davanti all’altra: ma proprio quando lui sta per porgerle la mano, e probabilmente per dirle il suo nome, l’inconfondibile voce di Andrea li fa sobbalzare.

-Asta, finalmente ti sei degnato di passare!- Esclama con aria sarcastica, rivolto al nuovo arrivato.

-Scusami Andre..- Replica lui, restando impassibile mentre l’Abominevole Bassi gli scompiglia i capelli – ma ultimamente quella stronza di fisica mi ha dato un mucchio di grane..-

Beatrice rimane allibita e orripilata, con la bocca semi-aperta: Andrea, lo zotico Andrea, e quella meravigliosa creatura si conoscono!!??

Da non crederci.

-Che hai da fissare, scema?- Andrea le molla un pizzicotto, interrompendo i suoi pensieri, mentre il ragazzo sconosciuto non le stacca gli occhi di dosso –non hai mai visto un maschio in vita tua? Questo è perché sprechi troppo tempo ad ammuffire sui libri, cara mia..-

- Non prendiamoci troppa confidenza, Bassi- Si scosta infastidita Beatrice, piena di disappunto-E comunque, il modo in cui decido di spendere il mio tempo, è solo e soltanto affare mio..-

-Oh cielo..! Da quando mi chiama per cognome, sua frigidità reale?

-Da quando mi hai chiesto di alzare i tacchi senza nemmeno ascoltare quello che avevo da dirti..-

-Dio mio ragazzi.. voi due sembrate proprio cane e gatto..- lo sconosciuto scoppia a ridere, d’una risata spontanea e argentina che illumina i suoi occhi limpidi –dite un po’…non è che per caso state insieme?

Sia Andrea che Beatrice arrossiscono furiosamente, voltandosi di scatto.

-No!- Gridano in coro, per poi fulminarsi vicendevolmente con lo sguardo –mai e poi mai!

-State calmi, perfavore. Facevo soltanto per chiedere. Ah! E comunque…io sono Matteo..- Finalmente Beatrice apprende il nome del suo soccorritore, e gli stringe fremente la mano.

-Matteo.. hai davvero un nome stupendo..- ripete sognante, mentre il ragazzo le rivolge uno dei suo splendidi sorrisi –sai, io adoro i poemi epico-cavallereschi…e tu porti esattamente lo stesso appellativo del Boiardo!

- E’ esattamente così…!Curioso che tu ci abbia fatto caso..- Matteo la guarda dritta in viso e sotto la luce del sole, Beatrice nota le nebbiose sfumature grigie dei suoi occhi, e un piccolo neo vicino al labbro superiore – mia madre è laureata in lettere; e sempre stata ossessionata da poemi epici..!

 

La ragazza sospira adorante, annuendo meccanicamente col capo….

“Oh cielo…- pensa, estasiata -ho trovato l’uomo della mia vita”!

ma Andrea, con la sua solita indelicatezza, interrompe bruscamente queste fantasie romantiche.. .

-Andiamo Asta!- Esclama infastidito, tirando con aria spazientita la giacca di Matteo –hai intenzione di farti vedere agli allenamenti, o vuoi arrivare con tre ore di ritardo anche oggi?

Il ragazzo annuisce con aria grave, e afferra per l’ultima volta la mano di Beatrice.

-E ’ stato un vero piacere averti conosciuta…spero proprio di ripetere questo “scontro” piacevole..! 

-Lo spero tanto anch’io.. . Ci vediamo domani a scuola, Andrea!-

Matteo è davvero meraviglioso;  Beatrice si sente così euforica e contenta di averlo incontrato, da desiderare di comportarsi bene perfino con Andrea.

Al contrario lui non la guarda neppure in faccia, e ora non degna più nemmeno Alma, che gli sta ostinatamente attaccata, di uno sguardo.

-Sì, a domani..- Borbotta Andrea a mezza bocca trascinando via Matteo, che ancora muove la mano in cenno di saluto. –Ciao…-

Beatrice resta sbigottita.

E una tremenda, terribile sensazione di confusione e senso di colpa l’assale, mentre torna a casa.

 

                                                                    ***

 

Il martedì è un giorno che, solitamente, Beatrice detesta con tutto il cuore: la sua classe ha infatti ben due ore di filosofia con l’odioso professor Alberti, un uomo grossolano e maschilista, che per ragioni incomprensibili l’ha decisamente presa in antipatia sin dal primo anno.

Andrea invece, incredibile a dirsi, con Alberti non ha particolari problemi: lo considera una specie di “amico”, ogni tanto ci scambia addirittura qualche battutina scherzosa.

Il tutto astenendosi dal produrre qualsiasi tipo di rumore durante l’ora di filosofia, soprattutto armeggiando col cellulare: se c’è una cosa che Alberti odia, oltre alla tecnologia progredita, è infatti il baccano, di qualsiasi tipo.

Ed i suoi alunni lo sanno bene.

Nonostante la sgradevole presenza del professore, Beatrice è però convintissima che niente potrebbe rovinarle quella giornata: Matteo, infatti, le ha telefonato la sera prima, e quello stesso pomeriggio usciranno per la prima volta insieme! Ancora non riesce a crederci.

Si sente così felice che, ne è sicura, perfino sopportare Andrea sarà un vero e proprio scherzetto.

-Ciao Andre! Tieni, ti ho fatto i compiti! Di un po’: ma cos’è quella faccia stanca? Forse non hai dormito a sufficienza?- Beatrice accoglie l’ingresso del compagno di banco, che arranca nell’aula con aria sfinita, con un fiume di parole.

Andrea crolla a sedere sbigottito, e le rivolge un’espressione sorpresa.

- Come mai tutta questa cordialità? Hai vinto al Lotto dei cromosomi nuovi e sei finalmente riuscita a diventare un normale essere umano?

-Ma no, sciocchino! Che cosa dici? Matteo mi ha invitata ad uscire.

-Ah.

-Come “ah”? Non dovresti dire qualcosa del tipo “oh Bea, sono talmente felice per te…”?!

-Bea? E perché dovrei chiamarti così, me lo spieghi? In genere io sono un tipo onesto, nel caso tu non lo sappia..-

-E con ciò?

-Non sono per niente felice che Matteo ti abbia invitata ad uscire! Per cui non vedo proprio il motivo di dirti una cosa così falsa..-

-Ma scusa, perché non dovresti esserne felice? Tu e Matteo non siete amici?

-Sì, lo siamo. Riguardo all’altra cosa comunque, cazzi miei.

-Zotico..-

-Bassi, Loppi?!- Stavolta è il professor Alberti a introdursi nel discorso, richiamando l’attenzione dei due ragazzi – vi conviene finirla immediatamente. Soprattutto lei signorina Loppi… non vorrà che la sua ammirabile media scolastica subisca una brutta impennata verso il basso..-

Alberti fa un gesto eloquente.

-Lei sai cosa intendo..-

-Mi scusi professore.-

-Vedi di non darmi fastidio, almeno oggi..- Borbotta poi Beatrice ad indirizzo di Andrea –se sei così scorbutico, perlomeno fammi il piacere di sbollire la rabbia repressa per conto tuo!

Il ragazzo china il capo. –Come vuoi tu.

Fra i due cala il silenzio più totale.

“Ma si può sapere cosa mi sta succedendo?” pensa Andrea mentre Alberti parla incessantemente, senza essere ascoltato che da me metà degli studenti “Beatrice non mi piace.. non mi può piacere, andiamo! Siamo troppo diversi.. io frequento solo ragazze come Alma! Eppure.. eppure quando si parla di lei tutto è diverso, quando sono con lei io stesso sono diverso. Che diamine..! Perché non riesco a controllarmi..? Punto e basta; una cosa del genere non può essere possibile!”

“Ma si può sapere cosa mi sta succedendo?” pensa anche Beatrice mentre Alberti seguita a parlare, e addirittura quella piccola parte di alunni precedentemente attenti smette di seguire le sue farneticazioni “Andrea non mi piace…non mi può piacere, andiamo! Siamo troppo diversi…io frequento solo ragazzi come Matteo! Eppure.. quando lo sento distante tutto cambia, io stessa cambio quando sono con lui. Che diamine..! Perché non riesco a controllarmi..? Punto e basta; una cosa del genere non può essere possibile..!” 

Gli sguardi di Andrea e Beatrice si incontrano per un istante, per poi abbandonarsi subito dopo: a lei sembra di scorgere un barlume di tristezza negli occhi neri di lui.

“E diamine cretino; fai qualcosa! Non puoi lasciare che esca con qualcun altro, prima di aver capito qualcosa di tutto questo casino.. “

“E diamine stupida; datti una mossa! Non puoi lasciarti condizionare; tu e Matteo vi piacere e non saranno certo le bizze di Bassi a farti cambiare idea…! O forse sì?..”

Di nuovo, gli sguardi dei due ragazzi si incrociano per un attimo.

E d’improvviso, Andrea ha un’idea.

A  malincuore ripesca il suo cellulare dall’astuccio, sepolto sotto accendini di tutti i colori, pacchetti di sigarette e penne rigorosamente scariche: lanciando un’ultima occhiata in direzione di Beatrice, ora china sul proprio quaderno ed impegnata a prendere appunti, compone un numero noto ad entrambi.

-Scusami tanto…-sussurra con aria contrita, sicuro che lei non possa sentirlo –ma non posso fare altrimenti…-

E con un’acuta, inconfondibile melodia , il cellulare della ragazza prende a squillare a tutto volume, riempiendo l’aula: paonazzo di rabbia, il professor Alberti scatta in piedi.

-Di chi è il telefono?- Grida concitatamente, scrutando ogni bancata con occhi iniettati d’ira – lo sapete benissimo cosa ne penso di questi stramaledettissimi congegni…ditemi subito a chi appartiene il cellulare in questione, o me la prenderò con l’intera classe!  

-A-a me professore!- Balbetta Beatrice scattando in piedi, non sopportando l’idea che qualcun altro possa essere punito al posto suo – mi dispiace, non so proprio come sia potuto succedere..-

-Lo sa cosa significa, questo..?- Alberti si avvicina a grandi passi al banco di Beatrice, sino a guardarla dritta negli occhi – due parole, che le scandirò molto lentamente… de-ten-zio..-

-Aspetti!- stavolta è Andrea a gridare, schizzando improvvisamente sull’attenti –non è stata solo colpa di Loppi, professore…punisca anche me. E’ a causa mia che il suo cellulare ha iniziato a squillare..-

Alberti piega la testa da un lato, rivolgendo ad Andrea un sorriso comprensivo.

-Quando riuscirò a capire cosa passi per la testa a voi ragazzi, sarò ormai più che vicino al pensionamento- sospira pesantemente, lasciandosi cadere sulla propria sedia – e sia. Verrete puniti insieme; per oggi vi fermerete a scuola oltre l’orario, e nel caso specifico della signorina Loppi, non verranno detratti eccezionalmente crediti.  Tuttavia non voglio che si ripeta più un avvenimento del genere; mi sono spiegato?

-Sì professore.- Andrea e Beatrice rispondo in coro.

Ma nella voce di lei c’è una sfumatura di rabbia e rancore, che lui non può proprio far a meno di notare.

-Si può sapere perché hai fatto questo.?.-  Bisbiglia poi la ragazza ad indirizzo di Andrea, sull’orlo del pianto .- eppure lo sapevi benissimo quanto ci tenessi ad uscire con Matteo..! Sei un vero mostro! E dire che ti avevi pure passato i compiti…-

-Ti chiedo scusa.

-Stavolta non basta.

-Quanto la fai lunga!

Andrea maschera con un sorriso il suo senso di colpa, e  intanto, riflette.

“Scusami Beatrice.. ma questo era davvero l’unico modo- pensa afflitto, nel notare l’atteggiamento sostenuto di lei, che evita forzatamente qualsiasi contatto anche accidentale “presto ti spiegherò tutto…”

Per poi ripromettersi che, durante la detenzione, le confesserà ogni cosa… 

 

 

 

Ringrazio di nuovo tantissimo tutti coloro che hanno letto, e in particolare recensito il capitolo precedente! ^__^ Grazie mille a Blue Tiger, Hatori, damynex, Trix, _olly_, _Laura_, M@by e Berenice per aver seguito anche il secondo chappy delle avventure di Andrea e Beatrice! Vi sarò eternamente riconoscente ç.ç < --- (commossa). Uh-.uh.. pare proprio che il nostro Andrea dovrà chiarire un po’ i suoi sentimenti…ma non è tutto oro quel che luccica! E poi ci penseranno pure i nostri nuovi personaggi a menar zizzania… (certo!E’ ovvio che non ci lasceremo sconfiggere così facilmente! T^T Nd Matteo&Alma trascurati dall’autrice) ..e le litigate frai nostri non sono certo finite! (meno che mai! Nd sempre Andrea e Beatrice, ri-armatisi  d’ascia)

 

Comunque…tantissimi, un milione, un trilione anzi; un triliardo di grazie a tutti! Continuate a leggere (sempre se vi va ^^;) e ri-ri siate clementi!!!! Bacioni grossissimi >*<

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Capitolo 4
*** 3 Come e perchè anche la povera regola 3 andò a farsi benedire ***


-Per quanto ancora hai intenzione di tenermi il muso?

-Mmh.

-Allora?

- Non lo so.       

-Dovrebbe essere una risposta?

-Forse. Giudica tu, se ti senti meritevole o meno di un perdono.

Tre e mezza del pomeriggio: Andrea e Beatrice stanno impalati dinanzi alla macchinetta delle bevande calde, mentre attendono che il marchingegno finisca di versare il solito tè al limone senza infamia ne lode, all’interno d’un maneggevole bicchiere di carta.

Una volta ultimata l’ardua impresa, la ragazza si china leggermente in direzione della macchinetta ed estratta la bevanda rovente, la sorseggia con gli occhi socchiusi.

Andrea si sente totalmente ignorato.

-Eh diamine.. scusa!

-Ripeto; non è abbastanza.

La detenzione quel pomeriggio, è stata più tediosa del previsto: la bidella Lea, nello sgabuzzino in disuso adibito ad “aula punizioni”, ha rischiato di appisolarsi per ben tre volte, per poi addormentarsi definitivamente sopra la propria rivista di cucito.

Così per Andrea e Beatrice, che ancora non avevano scambiato una parola, non è risultato troppo difficile sgattaiolare fuori dalla stanza, e girovagare silenziosamente per la scuola deserta.

-Oh cielo.. farei qualsiasi cosa perché tu ti tolga quel broncio odioso dalla faccia..- Andrea estrae una sigaretta dalla tasca, mentre s’avvia in compagnia della ragazza lungo uno dei tanti corridoi, e l’accende con abile gesto- ti supplico Beatrice…chiedo venia!

La ragazza si ferma nuovamente, appoggiandosi con aria stanca alla parete.

- E sia..- sospira pesantemente, tornando a guardare Andrea negli occhi – in fin dei conti, voglio ancora credere che ci sia un pizzico di decenza in te, almeno quel tanto che basterebbe ad impedirti di fare di proposito una cosa del genere..-

- Troppo buona..-

- comunque, sono più che convinta che tu abbia qualcosa da dirmi. Me lo devi. Che cosa accidentaccio ti passa per la testa?

I due ragazzi restano in silenzio: Andrea si tortura ostinatamente il tondino ferreo che brilla al di sotto del labbro inferiore, mentre Beatrice lo guarda con aria spavalda.

-Eh già..! Lo credo anch’io…-

-Forza, allora!

-Sai, non è esattamente facile come bere un bicchier d’acqua..-

-Stai forse dicendo che hai…paura?

-Paura? Ma nemmeno per sogno!- Andrea getta con aria rabbiosa la sigaretta a terra, la quale viene prontamente raccolta da Beatrice –è che…non è poi così semplice iniziare un discorso del genere…-

-Discorso? Ma di che stai cianciando?! Ho capito; mi vuoi confessare che sei una travestita e che in realtà ti chiami Bettina, e non riuscivi più a convivere con questo straziante segreto..-

-Ma vuoi farla finita, una buona volta?

Beatrice soffoca una risata, mentre il ragazzo la guarda con aria spazientita.

Oh cielo; è così carina quando ride! Il suo viso fine ed adorabile s’illumina d’un bagliore tutto nuovo e quegli occhioni castani socchiusi, vengono velati per un istante da meravigliose ciglia scure…

“No, no, no, Andrea!- pensa fra sé e sé il ragazzo, scuotendo la testa pieno di disappunto -Ti stai rincoglionendo…ricordati che sei un maschio, dannazione! E tiralo fuori il nerbo,cretino!”

-Ehi, Bassi..- Beatrice sobbalza, nel notare quei movimenti scomposti –hai bisogno d’una mano o sei finalmente riuscito a sgominarlo, il tuo alter ego?

Andrea sorride beffardo, come suo solito.

-Sì grazie… ! In effetti la tua gelida manina mi farebbe veramente comodo, cara..- i suoi occhi neri si riducono a due fessure, mentre la ragazza cerca di restare imperturbabile –anzi; anche due, volendo!

-Schifoso..-

Beatrice si sente turbata.

-Senti; parla chiaro! Ormai è veramente tardi, e se non ti dispiace gradirei tornare a casa..- la ragazza lancia uno sguardo al di là della finestra socchiusa, dalla quale entrano gelidi spifferi; il cielo si sta dipingendo di sfumature fulve dietro agli imponenti edifici che affollano il Corso, ed il sole è ormai prossimo a tramontare.

-Niente..- le labbra di Andrea vengono per  un attimo increspate da un sorriso malinconico, mentre un’idea potenzialmente provvidenziale si fa strada nella sua mente – tanto non capiresti. Dì un po’: ce l’hai un mezzo di locomozione, per tornare a casa?

Beatrice rimane impressionata dalla sua espressione afflitta: prova un’improvvisa ed opprimente sensazione di tenerezza.

-No..- Risponde tuttavia, con gli occhi bassi –Perché?

Ed è un attimo.

Andrea afferra con decisione la mano destra di Beatrice, e la trascina via con sé; la ragazza si mette a correre d’istinto.

Le dita esili e affusolate strettamente intrecciate alle sue, forti: un’espressione stupefatta sul viso e uno strano sentimento nell’aria, che le riesce troppo difficile identificare .

-Dove…dove stiamo andando, di preciso?- Domanda Beatrice, con un fil di voce.

Andrea la conduce nell’immenso giardino della scuola, e si ferma bruscamente davanti alla propria moto.

-Capolinea, madama..- sorride, stavolta teneramente –ecco il nostro mezzo di locomozione..!

La ragazza sgrana gli occhi mentre il suo “rapitore” si allaccia il casco nero, tenendone un altro, faticosamente, in mano.

-Vorrai scherzare..!

-Non ci sei mai salita?

-Non è questo ma…non credo sia sicuro!

-Su, scema! Mi credi capace di metterti in pericolo?

-Vuoi davvero che ti risponda sinceramente? Sì!

-Ma dai, sciocchina…guarda che anche il tuo Matteo si sposta con la moto! Che ti credi; che guidi una ford?

Andrea sorride dolcemente mentre Beatrice fa la faccia offesa: delicatamente, le sistema il casco sulla testa e glielo allaccia con attenzione, senza smettere di guardarla negli occhi.

-Mi fai tenerezza.. . Sei innamorata di lui, vero?- Domanda, ispezionando con aria critica la sua moto.

-Fatti gli affaracci tuoi, rovina-appuntamenti!- replica lei, arrossendo – e poi cosa ti porta a supporre una cosa del genere?

-Hai gli occhi che brillano..-

Il ragazzo sale a bordo, e mette in moto.

Beatrice resta impalata dietro di lui, ritta in piedi: con quel casco grottesco ben calato sulla testa.

Non sa se è innamorata; ma Matteo le piace molto..!

E allora perché il sorriso di Andrea le mozza il respiro, e le mette lo stomaco in subbuglio?

Quasi in punta di piedi, Beatrice sale a bordo della moto, circondando con le proprie braccia la schiena di Andrea, senza avere il coraggio di stringerlo: il ragazzo si volta leggermente verso di lei con aria spazientita, e inarca notevolmente le sopracciglia.

-Cielo…!- esclama riallacciando, questa volta tenacemente, le braccia della ragazza attorno ai propri fianchi – vabbè che omnia munda mundis.. però potresti anche sforzarti di tener salda la presa! Sempre se non vuoi finire a gambe all’aria sulla tangenziale…-

-Allora ascolti, durante le lezioni di latino!- a Beatrice sfugge una risatina – e chi l’avrebbe mai immaginato..-

-Giuro che se lo dici a qualcuno, divulgherò la foto che ti ho fatto la settimana scorsa.. quella mentre divori il Twix a fauci spalancate!- Andrea imbocca con abilità una curva, spostandosi leggermente a sinistra -Vedrai come Matteo ti invita a uscire dopo, vedendoti sulla faccia dei mirabili sfregi gotici pralinati..-

-Questo invece avrei dovuto immaginarlo benissimo…sei sempre il solito!- la ragazza appoggia leggermente il capo alla schiena di Andrea, rispondendo allo sguardo sorpreso di lui con una scrollata di spalle.

- Embè? Fa freddo.

- E allora? Copriti!

- Sciovinista..-

Tutti e due assumono un’espressione a metà fra il divertito e offeso, mentre sfrecciano veloci sull’asfalto ancora umida di pioggia.

Ma entrambi, per una ragione o per l’altra, vorrebbero che quel momento non finisse mai.

 

 

 

- E’ andata esattamente così.. devi credermi!- sono le sette e quarantacinque d’un mattino di novembre; il sole s’è appena affacciato timidamente nel cielo ancora scuro, e un cospicuo gruppetto di studenti mattinieri aspetta già il suono della campana, nel cortile antistante la scuola.

Beatrice, imbarazzata e a disagio, s’affanna a giustificare a Matteo l’appuntamento rimandato; il ragazzo, dal canto suo, alza le spalle, senza dar evidentemente troppa importanza all’episodio.

-Figurati…non è successo niente!- Dice rivolgendole un sorriso luminoso, uno di quelli che accendono per un istante i suoi meravigliosi occhi verdi – ci rifaremo.

Improvvisamente, un’espressione furbetta compare sul bel viso di Matteo; e Beatrice ha un tuffo al cuore, poiché quello strano atteggiamento le ricorda spaventosamente Andrea.

-Che ne diresti di saltare le lezioni?- Le domanda senza alcun imbarazzo, accendendosi con abile gesto una sigaretta.

Beatrice impallidisce.

-Oddio.. non saprei…- Risponde, estremamente a disagio - non ho mai fatto una cosa del genere!   

Ma a salvarla dal baratro in cui è precipitata, a causa dell’eccessiva confusione, ci pensa ancora una volta Andrea.

-Asta! Beatrice..- Li saluta con aria allegra saltellando verso di loro, dopo aver parcheggiato la moto presso la rastrelliera davanti alla scuola –bella giornata, non trovate?

Matteo elargisce all’amico una calorosa pacca sulla spalla, mentre la ragazza cerca di evitare, improvvisamente imbarazzata, il suo sguardo.

-Andrea! Aspetta..- Grida anche Alma, precipitandosi al capezzale dell’amato, caracollando a fatica su un paio di tacchi altissimi – non riuscivo più a starti dietro.

Il ragazzo rimane impassibile, mentre trae un’ ampia boccata di fumo dalla sigaretta di Matteo.

-E ci credo!- Ironizza, tirando una gomitata all’amico -Tu e tuo padre mi avete inseguito in macchina da casa mia fino alla scuola…accidenti.. credevo di essere braccato dalla polizia! 

Beatrice scoppia a ridere fragorosamente, mentre Andrea, sorpreso, stringe improvvisamente il braccio destro attorno alla vita sottile di Alma.

- Embè? Da quando apprezzi il mio senso dell’umorismo?

-Apprezzamento? Non direi…piuttosto ti stavo compatendo!

-Insomma voi due.. ma possibile che ogni volta che vi rivolgete la parola, finite per litigare?- Interviene Alma, con un’odiosa vocetta stridula che fa rizzare i capelli a Beatrice –mi fate quasi preoccupare…in fondo, potrebbe anche essere vero quel proverbio che dice..”chi disprezza compra!"

-Comprare la signorina Loppi? Ma ti pare!- Andrea scuote la testa con energia - Vabbè che in effetti, un androide specializzato in compiti, mi farebbe anche comodo..-  

-Disprezzare Bassi? E’ ovvio…- stavolta è Beatrice a manifestare tutto il suo dissenso -ma il mio non è altri che un odio fino a sé stesso! Credo proprio che tu ti stia sbagliando, Alma..-

I due ragazzi si guardano in cagnesco, più agguerriti che mai.

“La finiremo mai di pizzicarci?” Pensa lei atterrita, mentre Matteo le posa un braccio attorno alle spalle.

“Mi deciderò a finirla di fare lo stronzo?” Riflette pieno di amarezza lui, mentre Alma gli stampa un sonoro bacetto sulla guancia.

-Senti Andre..-La bionda controlla scrupolosamente lo stato della propria messa in piega nei retrovisori del motorino di Andrea, sorridendo ad indirizzo della propria immagine riflessa  -non so se tu hai intenzione di stare qui a sorbirti il maledettissimo compito in classe della Fazzi sulla “Divina Commedia”, ma io ho altri progetti per oggi. Che ne dici di fare sega?

-COSA?

Beatrice spalanca gli occhi, puntando allibita l’indice contro Alma.

-Ma che ti salta in testa, scema? Il casco del parrucchiere ha fuso quei quattro neuroni che ancora ti rimanevano?

-Senti un po’ questa! Si può sapere che vuoi? Io l’ho chiesto a Andrea!

-Si da il caso che Andrea sia il mio compagno di banco, e che in quanto sua unica parte pensante e responsabile, sia meglio per lui fare quello che dico io! Non se ne parla neanche di saltare il compito!

-Andrea è grande e vaccinato, e può fare quello che gli pare!

-Basta, ragazze..- Andrea si accende pigramente una sigaretta, sorridendo soddisfatto, per poi interrompere Beatrice e Alma con un gesto della mano  –non è proprio il caso di litigare per me. E comunque l’idea di Alma non mi sembra niente male… . Conosco un bel localino dove potremmo passare la nostra mattinata..-

-Credo seriamente che tu sia ammattito! Non dirmi che vuoi fare davvero una cosa del genere!- lo interrompe con un grido Beatrice, che batte furiosa le converse sul selciato, fulminando il caro Bassi con un’occhiataccia – se hai problemi con Dante basta dirlo; prometto che ti suggerisco io!

-Dai Bea…non è il caso..- Lo sguardo di Andrea si addolcisce nell’intendere quel buono proposito –tanto avrei bigiato comunque. Che dici, ci sentiamo stasera? Ciao…-!

Il ragazzo sale a bordo della moto e Alma, che monta con un balzo dietro di lui, regala alla nostra eroina un perfido sguardo di subdolo tripudio.

Non. Può. Essere. Vero.

Beatrice rimane incredula ed immobile, mentre il trillare fastidioso della campanella riempie il cortile, sovrastando le chiacchere degli studenti.

E ora che cosa deve fare, LEI?

-Beh Bea...pare proprio che anche Andrea avesse avuto la mia stessa idea..- Matteo, fino a quel momemnto rimasto in silenzio, getta un’occhiata preoccupata all’orologio e stringe i denti ..- ma non avere paura; rispetto la tua posizione. Ora sarà meglio che vada…oggi compito sulle proiezioni, accidentaccio! Ciao..!-

Il ragazzo si allontana a passo svelto, dopo aver stampato un affettuoso bacetto sulla guancia di Beatrice.

Senza accennare alla benchè minima reazione, la nostra rimane impalata, cercando ostinatamente di riuscire, possibilmente in meno d’un minuto, a decidere come agire.

Fare il proprio dovere di studentessa e rientrare in classe, sbalordendo la professoressa d’italiano e la classe intera con un compito meritevole d’un bel dieci, più il bacio accademico?

..Oppure rincorrere Andrea con il rischio di compromettere la propria inappuntabile condotta, e di fare la figura con il suddettod ella zerbina maniacalmente gelosa, contravvenendo per altro alla terza regola del loro statuto?

 “Andiamo Beatrice….muoviti”!

-Matteo..!- Quasi meccanicamente, Beatrice si lancia all’inseguimento di Matteo, agitando vistosamente le braccia – ci ho ripensato! In fin dei conti…il compito sulla Divina Commedia posso recuperarlo! E poi, un po’ di sano svago, non fa mai male a nessuno… . O no?

Il ragazzo resta per un attimo sbigottito, per poi sorridere pieno di soddisfazione.

-Sono contentissimo che tu abbia cambiato idea…dì, un po’, dove vorresti andare?

E’ un attimo.

Respiro profondo.

Deglustici.

E vai!

-Saresti in grado di raggiungere Andrea e Alma?

- Ai suoi ordini.

Mentre Matteo estrae lo scooter dalla rastrelliera, Beatrice rivolge una silenziosa preghiera al creatore.

“Ti supplico…fa che non me ne penta”!

E dopo aver sospirato rumorosamente, ed essersi segnata il petto con una croce un tantino sbilenca, la ragazza parte all’inseguimento del suo scapestrato compagno di banco.  

Sperando di riportarlo, lo voglia il cielo, sulla retta via.

 

 

Allora…innanzitutto vorrei ringraziare di nuovo (e tantissimo!) tutti i miei lettori…e scusarmi dal più profondo del cuore x l’attesa secolare! Mi dispiace moltissimo..e so che questa bella scoperta causerà un calo degli ascolti del 99% T__T (Sigh..) ma d’altra parte, sn ben consapevole delle mie colpe! Purtroppo, in questo periodo, la scuola nn m ha dato respiro..ma prometto che, a partire da oggi, mi impegnerò il più possibile per portare avanti le avventure dei due cari Andre e Beatrice ^^;

(alla buon’ora! NdAndre&Bea dimenticati dall’autrice..) Tantissimi grazie a Killer, che nn si sbaglia assolutamente sulla (spesso) proverbiale ridicolaggine degli atteggiamenti dei nostri amati boys… xDDD, _olly_, Maho_Lupin, Tata, Katiya, Cry90, The Copse Bride, Ginny 93, Blue Tiger, Vex91, lemonade, Hatori e Damynex! Per consigli, complimenti, suggeVimenti e quant’altro…un milione di THANKKKKKSSSS! ^^ Ed in particolare:

 

x Tata: sigh…hai ragione U__U chiedo venia! Ma sai, essendo io tendente ad esagerare qualsiasi cosa (e cmq una scrittrice mooooolto inesperta ç_ç), è facile x me cadere nello stereotipo più scontato…in futuro cercherò di stare + attenta! ^^;

 

x The Copse Bride: ^^; accidenti… hai ragione anche tu! Ma sai, Alma si ispira a un personaggio reale, il quale è più stereotipato di quanto nn si pensi! Si tratta infatti di una creatura vuota, stupida, gasata…ecc =__= una vera e propria marionetta priva di neuroni! Ad ogni modo cercherò di nn scadere negli stereotipi, cm mi hai saggiamente suggeVito XDDD anche xkè Beatrice me la immagino come un tipo che va un po’ contro corrente, carina ma arguta quel tanto che basta…insomma…SECCHIONA Sì, MA CN CLASSE! xDD grazie mille per aver recensito ^^

 

x Damynex: sai che nn lo so? °_° A questa cosa, onestamente, nn ci ho mai pensato XD se dovessi dare un’età a Andrea e Beatrice, tuttavia, credo che oscillerebbe fra i sedici e i diciassette anni…insomma, stanno un po’ fra il terzo e il quarto anno di scuola superiore. In effetti Andrea ha violato anche la regola 10, del povero statuto perfettamente ignorato dai suoi stessi creatori T_T ma Beatrice nn lo saaa xDDD oh cielo, anche la mia prof di Biologia e chimica è una donna inquietante °_° sarà una caratteristica comune XDDD

 

Comunque…tantissimissimi, un milione, un miliardo, un triliardo di baciii >**< continuate a leggere (sempre se vi va, ovviamente ^^;) e ri-ri-ri siate clementi XDDDD

   

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Capitolo 5
*** 4. Come e perchè la regola 4 andò a farsi benedire ***


- Beatrice, sono davvero sorpreso di vederti!- Dal tavolo dieci del “Botique cafè”, presso il quale era comodamente seduto, Andrea scatta in piedi decisamente stupefatto, mentre la ragazza prende posto sulla sedia accanto.

Non sono passati neanche venti minuti dalla diaspora; grazie al repentino cambiamento  d’opinione di Beatrice, infatti, la ragazza e il suo cavalier servente sono riusciti a raggiungere velocemente Alma e Andrea.

Lo scooter di Matteo, tuttavia, spronato a sangue, è rimasto accasciato a ridosso della rastrelliera al di fuori del cafè, del tutto privo di forze; intenerito, il suo legittimo propietario ha così deciso di spingerlo dal più vicino benzinaio, il cui chiosco è distante circa cinque minuti di strada, pregando l’amata di attenderlo al coperto.

Ammaliata dal nobile gesto, la dama non se l’è fatto ripetere due volte…

-Beh, che ti posso dire..- Beatrice risponde alla sorpresa di Andrea con un’occhiata piena di disappunto, e alza le spalle –sono una ragazza imprevedibile.

Andrea si lascia sfuggire una risatina di scherno, mentre la nostra ispeziona circospetta i dintorni alla ricerca di Alma.

-Dov’è la Marini?- Domanda quindi piena di disprezzo, dando un’occhiata al Menù.

Il ragazzo inarca un sopracciglio con aria interrogativa, e sospira profondamente.

-E’ dovuta rincasare un attimo..- Risponde, simulando indifferenza -..l’ha accompagnata il padre.

-Ah.

Per un attimo, fra i due, cala il silenzio.

-Tornerà al più presto.

-Naturalmente.

Sbirciandolo al di là del menù, Beatrice non può non notare ancora una volta l’indubbia delicatezza dei lineamenti di Andrea, la bellezza del suo viso dolce; il naso altero, gli occhi scuri, quel sorriso luminoso, i ricci morbidi e dorati …peccato solo che il tutto sia rovinato da un pessimo carattere!

Stesse riflessioni va macchinando Andrea, che osserva Beatrice di sottecchi: quanto è grazioso il suo visetto accorato, dal disappunto d’aver saltato la scuola; con quegli occhioni caldi, lucidi di sconforto, e l’espressione triste!

Ma purtroppo, tutta la dolcezza di lei è repressa da un tremendo caratteraccio.. .

-Beh, che hai da guardare?- Esordisce improvvisamente la ragazza, arrossendo.

-Nulla..- Replica Andrea, senza scomporsi –sei tu che mi stavi fissando.

Il ragazzo alza a quel punto lo sguardo, e con gesto repentino intrappola la mano destra di Beatrice, che tamburella con le dita sul tavolo, fra le proprie; la ragazza avvampa ulteriormente e resta immobile, incapace di reagire.

-Ops, scusa..- Fa allora Andrea liberando le sue fragili dita, con estrema delicatezza ..-mi è venuto spontaneo.

-Non devi scusarti..- sorride di rimando, timidamente, lei, scuotendo la testa ..-non mi ha dato fastidio.

Il ragazzo avvicina nuovamente la mano destra a quella di Beatrice, ed inizia ad accarezzarla piano; lei deglutisce e, fattasi coraggio, alza lo sguardo, e si specchia per un istante negli occhi neri, grandi e belli, di Andrea.

-Andrea, io..- Inizia, tossicchiando nervosamente – devo dirti una cosa..-

Ma proprio mentre la ragazza s’appresta a confessare qualcosa d’ estremamente importante, la porta girevole del Botique si lascia soverchiare da una figura ben nota, che s’avvicina sbracciandosi al loro tavolo.

Matteo.

- Scusate per il ritardo, ragazzi..- Li apostrofa, mentre la mano di Andrea ritorna al di sotto del tavolo e quella di Beatrice abbandonata lungo il fianco – che avete fatto nell’attesa..?

I due si lanciano uno sguardo complice, ed alzano all’unisono alle spalle.

-Niente.

-Meglio così..- ride di gusto Matteo, prendendo posto accanto a Beatrice .-Avete già ordinato?

-No, non abbiamo fatto neanche questo.

-Andreaaaa!

Ma ecco che, come nel peggiore degli incubi, non c’è due senza tre: e caracollando su un paio di tacchi altissimi, direttamente dalla porta principale, ecco che entra Alma, ancora più in ghingheri di come Beatrice l’avesse lasciata cinque minuti prima.

Sembrava troppo bello per essere vero..

Andrea e Beatrice lasciano vagare il proprio sguardo attorno al tavolo, e si sorridono debolmente.

Evidentemente, non era quello il momento.

 

 

                                              

                                                                 ***

 

 

 -Ehi, grazie per avermi accompagnata a casa…- Beatrice si leva il casco e tira un sospiro di sollievo, ancora scossa dal “tempestoso” viaggio in moto di poco prima – ti devo un favore.

In piedi, davanti al portone di casa sua, i due ragazzi si scambiano come al solito gli abituali ed edificanti botta e risposta.

Andrea trae un’ampia boccata di fumo dalla propria sigaretta, ed alza le spalle.

-Di niente..- Sorride, questa volta calorosamente – perdona l’indelicatezza, però ero sicuro che sarebbe stato Matteo a riaccompagnarti..-

La ragazza rimane in silenzio.

- No, lui era troppo preoccupato per il suo scooter..- conclude- Non voleva appensantirlo, ecco.

-Ah, giusto- un’espressione di scherno, tremendamente sarcastica, si disegna via via sul bel viso di Andrea.

Inutile dire che, come al solito, Beatrice ne rimane abbastanza infastidita.

-Se trovi divertente la mia situazione, caro, perché non rifletti sulla tua?..- borbotta, a braccia conserte- La “cara” Alma, non conosce la differenza fra il “5 maggio” e “ A Bonaparte liberatore”, e crede che siano entrambe odi dedicate al cane stratega degli Aristogatti. Fai un po’ tu..-

Il ragazzo trattiene una risata.

-Non è così, forse?

-Quanto sei scemo..-

-E comunque Alma non è la mia ragazza. Non me ne importa un fico secco.

-Dovresti spiegarlo anche a lei, non credi?

-Noiosa..-

Fra i due cala un silenzio quasi glaciale, fino a che Andrea viene colpito da una divina illuminazione.

-Pensa un po’, Bea..- Riprende – fino a qualche settimana fa ci detestavamo dal più profondo del cuore, ed ora siamo quasi fratello e sorella! L’avresti mai pensato?

Beatrice inarca un sopracciglio e sbadiglia con ben poco entusiasmo, suonando ripetutamente il campanello.

-Parla per te, primitivo.

-Sai..- sorride lui – è anche per questo che ti adoro. Perché sei cinica, disgustosamente pessimista e perfida.

-Tu mi adori? Da quando? Deve essermi sfuggito qualcosa..-

-Continua pure a ironizzare se ti va..-

Dopo essersi squadrati da capo a piedi con aria perplessa, per un istante, entrambi scoppiano a ridere.

Andrea e Beatrice, che prima non sopportavano l’uno la vista dell’altra, sembrano finalmente andare d’accordo.

-Ora devo proprio andare..- fa ad un certo punto lei, apprestandosi ad entrare nel palazzo – a domani. E speriamo che  la Fazzi ci faccia recuperare il compito, per evitare sgradevoli situazioni....

-Ma speriamo di no, invece!- Ridacchia di rimando Andrea, alzando le spalle – non simpatizzo per Dante e Virgilio….-

-“Errare humanum est…”! Ciao sgorbio. -

- Ciao a te, oh donna bionica..-

Un ultimo sguardo, prima di dirsi arrivederci al giorno seguente

Un ultimo sorriso.

“Muoviti, cretino”.. ma ecco che Andrea, come vittima di una nuova illuminazione divina, si sporge verso Beatrice; e con uno scatto felino, inaspettatamente, la attira a sé.

-Aspetta…io….devo dirti una cosa..- La ragazza deglutisce, sentendosi improvvisamente a disagio nell’avvertire gli occhi neri di lui, fissi su di sé.

-D- dimmi tutto…- bisbiglia.

-Io…..io…..io…..io…-

-BEAAAAAA!

Andrea si volta di scatto, tremendamente infastidito: parcheggiando con ben poca attenzione lo scooter, nello spiazzo antistante il condominio, Matteo agita il braccio destro energicamente, per poi dirigersi verso Beatrice.

Di nuovo lui, accidentaccio!

-Salve ragazzi…-continua infatti Matteo, ignaro di quanto sia sgradita la sua presenza – scusate se irrompo qui all’improvviso, ma avrei la necessità di parlare con Beatrice. Naturalmente non ti dispiacerà se mi apparto un attimo con lei….giusto Andrea?

Andrea fa per annuire, con aria decisamente scocciata: ma un gesto estremamente eloquente della ragazza, i cui occhi castani sono ormai ridotti a due fessure furenti di rabbia, lo dissuade.

-No, ci mancherebbe..- Esclama a denti stretti, con un sorriso tirato – tolgo il disturbo..-

E dopo aver raccattato la propria moto, Andrea gira l’angolo, senza nemmeno degnarsi di salutare gli amici.

- Mi dispiace di non averti potuta accompagnare a casa…- Continua quindi Matteo, sfiorando con dolcezza la guancia destra di Beatrice – ma sai; ho avuto bisogno di raccogliere per un istante il coraggio, di confessarti una cosa molto importante.

Vedi.. io sto molto bene con te…e mi piacerebbe che il nostro rapporto facesse un passo avanti..-

Beatrice spalanca gli occhi, passandosi una mano fra i capelli.

Oh cielo.

E se Matteo stesse per… chiederle di diventare la sua ragazza?

Che cosa dovrebbe rispondere lei?

Lei, che solitamente è L’OrdineEIlMetodo personificati; lei, che unisce in sé la razionalità e la concretezza?

E soprattutto  lei, Beatrice Loppi: rappresentante di classe, assistente bagnante, tutor accreditato, cultrice della sapienza, dell’intelletto, e del buongusto..

….che non ha la più pallida idea di che diavolo fare?

-Beatrice…- Oddio mio, no….non pronunciare quella frase…

-Vuoi essere la mia ragazza?

 Troppo tardi.

Beatrice sorride, a metà fra il disperato e il perplesso, ed emette una risatina isterica terribilmente grottesca.

-Beh ecco…sono molto lusingata dalla tua richiesta, Matteo…! Ma sai…mi cogli di sorpresa, sto attraversando un periodo complicato, ho bisogno di una pausa di riflessione e..-

Senza nemmeno lasciare che Beatrice termini il proprio discorso, Matteo le cinge la vita con le braccia e la stringe a sè con abile mossa: la ragazza avvampa ritrovandosi faccia a faccia con l’uomo dei suoi sogni, specchiata in quei meravigliosi occhi verdi che tanto la facevano sospirare.

Scostandole una ciocca di capelli dal viso, il ragazzo si china su di lei, e la bacia: Beatrice lascia cadere la propria borsa a terra, completamente sconvolta.

Alea iacta est…

- Pensaci, mi raccomando..- Dopo essersi dolcemente staccato da lei, Matteo recupera la scooter con un sorriso, e le lancia un ultimo sguardo affettuoso – io ci tengo davvero molto a te, e non voglio perderti.

-Avrai presto una risposta…stai tranquillo..- Beatrice si sforza di sorridere, sperando ardentemente che quella “strana smorfia artefatta” che è il risultato delle sue fatiche, risulti sufficientemente credibile.. -a presto.

E rimasta finalmente sola,  mentre il sole si appresta a calare, si acquatta a ridosso del muro.

“Perché diavolo, se ho finalmente ottenuto tutto ciò che desideravo, mi sento come se mi avessero appena sparato una fucilata dritta nel petto?”- pensa afflitta, sfiorandosi ancora incredula la labbra – Matteo, proprio lui, mi ha baciata; e finalmente io e Andrea andiamo d’accordo. E allora perché..-“

-Ehi signorina Loppi!- Una voce, inconfondibile e canzonatoria, fa improvvisamente sobbalzare Beatrice: mentre una figura a lei ben nota, saltellando con entusiasmo, si appropinqua alla parete.

Andrea.

Ancora lì.

- Ma si può sapere che diavolo vuoi,Bassi?- La ragazza scatta in piedi, arrossendo violentemente – credevo te ne fossi andato mezz’ora fa!

-Oh, scusa cara..- Replica Andrea, sbattendo più volte gli occhi beffardo-  ma non ho resistito alla tentazione di origliare la vostra “piccola scena d’amore”..! Eravate davvero divertenti!

-Bassi!- Grida Beatrice irritata, puntandogli il dito contro- lurido, disgustoso, e maledettissimo verme strisciante! Come hai potuto spiarci? Non sei stato forse tu a stabilire che “ciò che il compagno di banco fa al di fuori della scuola è affar suo, esattamente come ciò che vi fa dentro”?

- Sì..- Andrea afferra l’esile polso della ragazza, strattonandolo con violenza – ..ma non dimenticare che era da oggi pomeriggio, che volevo farti una domanda…-

-Spara allora, e poi lasciami in pace!

Il ragazzo prende fiato, e rivolge a Beatrice uno sguardo talmente risentito da farla rabbrividire.

-Ti sei divertita a sbaciucchiare il mio migliore amico dietro ad un muro semi-scrostato, Loppi?

-Prego? Come ti permetti di dirmi una cosa del genere?!

Indignata, Beatrice cerca inutilmente di liberarsi dalla stretta di Andrea, per colpirlo con uno schiaffo: ma lui non la lascia andare; ed anzi. Continua a stringerla sempre più forte.

-Pretendo una risposta, mi hai capito?- La esorta, fissandola negli occhi.

Beatrice deglutisce affannata, per poi rivolgergli un sorriso sprezzante.

-Allora ti accontento subito, maiale- Risponde, con aria di sfida -Matteo bacia da dio.

Molto meglio di quanto uno zotico come te saprebbe mai fare, anche dopo anni ed anni d’esercizio.

-Ah sì?

A queste parole, Andrea ride, e porta la mano destra dietro la schiena di Beatrice.

-Nei sei davvero sicura?- le domanda poi, guardandola intensamente.

-Senza ombra di dubbio.

-Ok, allora non mi lasci altra scelta. Ma non scocciarmi troppo quando passerò all’azione, perché sei tu che mi ci hai costretto.

I due ragazzi restano per un attimo a fissarsi negli occhi, respirando affannosamente.

Beatrice tira nuovamente uno strattone, cercando di liberarsi: ma per tutta risposta Andrea la spinge contro la parete, bloccandole i polsi con le mani.

-Ora vedremo..- Fa lui con un sorriso sornione, uno dei soliti imperscrutabili che mandano la nostra eroina in bestia.

-Che cosa vedremo?- La ragazza si divincola, spalancando gli occhioni scuri- Bassi, ti avverto.. qualunque cosa tu stia cercando di fare, sappi che io ti..-

Ma Beatrice non fa in tempo a finire la frase; in meno di un secondo ritrova la bocca di Andrea incollata alla propria, e cerca inutilmente di agitarsi in preda alla furia per scrollarselo di dosso.

Invano prova a mordicchiargli il labbro inferiore, tentando con tutte le forze di fargli male: lui continua imperterrito a baciarla, dolcemente, come se non lo stesse facendo soltanto per dimostrare qualcosa.

Beatrice sente il piercing di lui, vagamente fresco, contro la sua bocca, e si lascia sfuggire una risata: Andrea, con gli occhi socchiusi, allenta leggermente la stretta che le attanaglia i polsi, e si stacca un attimo per accarezzare, un po’ goffamente, il suo naso con il dito indice.

Beatrice è schiacciata contro il muro, e si divincola con forza sempre maggiore: ma Andrea si china su di lei per la seconda volta, e la ragazza quasi si compiace nell’avvertire il suo profumo caldo e avvolgente impregnare anche il proprio corpo.

Diamine, perché non riesco ad appioppargli un calcio nei cosiddetti, e ad allontanarmi?..- riflette fra sé e sé, seguitando a mollare pedate scomposte in aria – tira fuori le palle Bea,  maledizione.

Poi, ancora più silenziosamente, si ritrova costretta ad ammettere un’inequivocabile verità..

-Però, di una cosa, devo dargli effettivamente atto- pensa infatti, a malincuore.

Bacia da Dio.

Finalmente libera, la ragazza alza gli occhi, ed incontra quelli neri di Andrea.

Per un attimo pensa quasi di soprassedere, e di rivolgergli un timido sorriso: ma è inutile precisare che il suo parere cambia radicalmente, nell’udire la risata perfida e risonante del ragazzo.

-Bassi!- Grida infatti, arrossendo tutt’a d’un colpo –come hai osato baciarmi contro la mia volontà?

Ti denuncio, cosa credi! Questa è una violenza bella e buona!

Andrea risponde sollevando appena un sopracciglio, ed alzando le spalle.

-Una violenza?- Domanda, impassibile – strano, non mi è proprio parso di forzarti. O forse era una proiezione mentale, quella lingua che ho sentito introdursi nella mia bocc…-

-Non azzardarti nemmeno a finire questo discorso da depravato, lurido maniaco aggressore che non sei altro!- strilla Beatrice in preda alla furia, afferrando Andrea per una manica –se non chiedi immediatamente scusa, mi vedrò costretta ad allargare con un colpo secco questo prezioso maglione shetland da un milione di dollari, hai capito bene?

Il ragazzo si libera senza troppa fatica della presa di Beatrice, e le afferra nuovamente i polsi, immobilizzandola.

-Mi dispiace davvero, se ti ho costretta a fare qualcosa che non volevi..- Le dice flemmatico, guardandola dritta negli occhi – evidentemente, devo essermi sbagliato.

Detto questo, Andrea recupera la propria moto, e dopo aver indossato il casco, monta in sella con aria avvita

-Aspetta!- Gli grida tuttavia Beatrice,  correndogli incontro – su che cosa credi di aver sbagliato?

Il ragazzo le rivolge uno sguardo interrogativo, e si ferma per un attimo.

Questa potrebbe essere la buona occasione per spiegarsi, accidenti.

Per far luce sui sentimenti di entrambi.

Perché è vero..- pensa Beatrice, ritta in piedi davanti a lui – non mi aspettavo che mi avrebbe baciata. Ma..

..mentirei a me stessa, sostenendo di non aver provato niente.

Lascia stare, ormai non ne vale neanche la pena..- pensa invece Andrea, che le restituisce uno sguardo triste – smettila di comportarti da stronzo, e permettile di essere felice con Matteo.

-Allora? A cosa ti riferivi?

-A niente. Proprio a niente.

Dopo averle rivolto un laconico saluto, Andrea svolta bruscamente a destra, e sparisce alla vista di Beatrice.

Piano piano, anche il rombo della sua moto s’attenua, sino a dissiparsi completamente.

La ragazza indugia per qualche istante, sulla soglia di casa, cercando inutilmente di reprimere le lacrime.

-Hai mandato tutto affanculo per il tuo stupido orgoglio..- borbotta afflitta fra sé e sé, cercando ostinatamente di non piangere –brava, brava Beatrice.

Premio nobel sì; ma dell’idiozia.

Nel frattempo, la sera scende silenziosa sulla città, inondando il cielo con la sua fumosa coltre di stelle..

                                                 

                                                  ***

 

Per un istante, Beatrice, resta in silenzio, tirando su con il naso.

Poi, prima di entrare in casa, lancia un ultimo sguardo all’orizzonte.

- Andrea..- dice, a fior di labbra.

Con disprezzo.

Con un’infinita tristezza, leggibile nei suoi smarriti occhioni castani.

- ..sei un maledetto stupido.

E la porta, velocemente, si richiude brusca dietro le spalle della ragazza.

 

Azz.. accidenti…°__° qui le cose stanno prendendo una brutta piega! (e a chi lo dici! N.d Andrea&Beatrice, ormai perennemente armati d’ascia). Beatrice ha una sottospecie di conflitto interiore, combattuta al pari del PIUS AENEA fra le proprie passioni e il senso del dovere…T.T  < -- lacrime di commozione..(Non parlare a sproposito, insudiciando l’epica con la tua ignoranza, capito? è__é N.d Prof Casa, con aria minacciosa…) uhuhuhu ^.^ ok! Ad ogni modo.. per farla breve Bea, è combattuta fra sentimenti impostigli dalla sua testaccia cervellotica, e quelli suggeriti dal cuoreee…*__*….mentre Andrea, come ogni uomo, si sente disorientato, poiché riceve dalla sua bella dei messaggi contradditori…(Ehi, ma la vuoi finire di spiegare cose ovvie e venire al sodo? N.d lettori&personaggi della fan fict è__é) sìììì! Come siete cari!T.T  

Ad ogni modo…milioni di grazie a chiunque ha letto e recensito anche il capito precedente! E quindi:

 

 

X Hatori:Oh cielo.. T__T hai ragione! Scusami, ma i miei tempi vanno sempre a rilento, perché sono pigra e senza scuseee ç__ç grazie per avermi seguita fino ad ora, SMACK!

 

X MoskyCat: grazie anche a te ^__^ in effetti Bea ha davvero bisogno di svagarsi…sveglia ragazza, sembri un androidee! ^ò^  (Ehi! è__é N.d Bea ora resa più umana tramite il culto bigiatoriooo) ri-grazie per aver recensito!

 

X Nina Grint: azzie per i complimenti xD ah, fammi pure presente quando una cosa non è chiara, così farò in modo di renderla più comprensibile ^__^ Ad ogni modo…ti rivelo un’indiscrezione: Andrea esiste, ha 20 anni, studia da ingegnere, parla con un forte accento romagnolo e non ha alcun difetto! AAAAAH, cara lui! XQ___  e anche Beatrice POTREBBE esistere…ma quest’ultima possibilità deve rimanere avvolta nel mistero..

 

X Blue Tiger, _Laura_ e Roxy81…grazieeee T__T scusatemi davvero perché vado a rilento, ma la maledetta scuola mi tedia ç__ç mannaggia a qualsiasi istituzione scolastica, e in particolare a quelle d’istruzione superiore ç__ç

Ad ogni modo...grazie mille a tutti voi, che leggete e recensiteee >***< continuate a seguirmi, se vi va! E siate sempre clementi...! Tantissimi baci

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Capitolo 6
*** 5. Come e perchè anche la regola 5, secondo copione, andò a farsi benedire... ***


Venerdì mattina. Beatrice varca la soglia dell’Angiolieri con i libri stretti al petto e i capelli sciolti sulle spalle, alzando ripetutamente gli occhi in direzione del cielo livido, che minaccia pioggia.

“Che giornatina amabile!- Riflette fra sé e sé mesta, mentre aspetta nell’ampio giardino a corte chiusa di udire il suono della campanella.

Ma ecco che il chiasso di un motore la riscuote all’improvviso dai suoi pensieri, facendola voltare di scatto.

Andrea, in giacca nera, il cui collo è stato scrupolosamente sollevato secondo i dettami della moda odierna, parcheggia la sua moto in cortile, mentre un nugolo di ragazze sospira rumorosamente.

Con aria spavalda si toglie il casco e sorride, per poi ritornare immediatamente serio nell’attimo in cui scorge Beatrice.

Un sentimento strano, controverso, gli suggerisce di precipitarsi da lei e di accarezzarle quelle labbra curvate all’ingiù, da un’espressione triste: di chiederle scusa e basta, senza aggiungere altro, lasciando che sia lei a decidere di conseguenza.

Ma qualcos’altro, tremendamente difficile da sconfiggere;- una cara, vecchia peculiarità della famiglia Bassi, chiamata “Stupido Orgoglio”-, gli impedisce di agire.

E così, come un baccalà, Andrea resta impalato, accanto alla sua moto, senza sapere bene che cosa fare.

-Ehi, Bassi!- Beatrice decide di rompere il ghiaccio, con un sospirone, rivolgendogli un gesto eloquente – vieni qui, dobbiamo parlare.

Il ragazzo la raggiunge a passo elastico, sforzandosi più che può di sorridere in modo convincente.

-Che c’è?- Domanda quindi, incrociando le braccia sul petto.

-Ho deciso di farti un favore…- Inizia lei con voce rotta, abbassando il capo – come sai, oltre che assistente bagnante, tutor, e quelle cose lì, io sono anche rappresentante della nostra classe..- Andrea ricambia la ragazza con uno sguardo sorpreso – e godo di una certa considerazione presso i nostri professori. Ebbene.. ho deciso, di chiedere ai docenti..-

-…di farci cambiare posto.

Il ragazzo resta per un attimo intontito mentre Beatrice si volta, desiderando ardentemente che lui non la veda piangere.

-Perché?- Andrea stringe i denti, e le rivolge un’espressione infastidita –si può sapere che ti ho fatto?

La ragazza alza le spalle.

-Mi hai baciata per dimostrare qualcosa.

-Ti fa comodo pensare che sia andata così, vero?

-Ormai non ha più molta importanza.

-Oh, certo..- Andrea estrae una sigaretta dalla tasca e se la porta alle labbra, sbuffando – immagino sia molto più importante leccare il culo alla Fazzi perché ti faccia recuperare il compito, adesso.

-Sicuramente di più che stare qui a massacrarsi l’anima, sperando che riesca ad importartene qualcosa di me- Risponde Beatrice, cacciando le mani in tasca.

Per un attimo, entrambi rimangono in silenzio: gli occhi irremovibili, risoluti, di lei, specchiati in quelli improvvisamente smarriti di Andrea.

 -Oh- Fa lui, così sorpreso da non riuscire a dire altro- suppongo che questo sia una specie di addio.

Beatrice alza le spalle, gettando una fuggevole occhiata all’orologio.

-Resteremo sempre compagni di classe. Non mi sembra il caso di farla troppo drammatica.

Senza salutare Andrea, la ragazza si allontana dal giardino, apprestandosi a salire a fatica la rampa di scale: lui, immobile, la segue con lo sguardo, triturando in preda a un impeto d’ira la sigaretta che stava fumando sino a qualche istante prima.

“Non può finire così; dannazione!”- Riflette con determinazione fra sé e sé; stavolta, è deciso a non lasciarsi scappare la sua Beatrice.

“Qui ci vuole una bella pensata”!

La campanella suona, sottraendo Andrea alle sue riflessioni: i ragazzi si dirigono in massa verso le loro aule, al secondo piano, abbandonando in gruppo il grande giardino a corte chiusa.

Davide Brazzi, il secondo studente della classe dopo Bea, uno di quei ragazzi timidi e remissivi che non hanno il coraggio di guardarti in faccia quando gli parli, passa di lì proprio in quel momento, salutando Andrea con un imbarazzante lampo d’ammirazione negli occhi miopi: Andrea risponde sorridendo, poco convinto,  per poi gettare un’occhiata vagamente interessata al libro che lo “studiomane” tiene fra le mani.

“La vita nova”. Di Dante.

-Ehi, Davide!- Improvvisamente, un’idea geniale quanto malsana, si fa largo nella testa di Andrea...

-Sì?- Risponde Davide, un misto di stupore e felicità, sentendosi chiamato in causa.

-Preparati; ho avuto un’illuminazione..- Il ragazzo cinge le spalle del buon Brazzi. con il braccio destro, rivolgendogli uno sguardo d’intesa – e accidenti; stavolta, mi servirà proprio il tuo aiuto..-

                                                           ***

 

-Bassi e Loppi; basta scaramucce!- La Bagatti sprofonda comodamente nella poltrona imbottita del preside, puntando l’indice ossuto contro Andrea e Beatrice.. -Siete due ragazzi liceali, presumibilmente maturi, o pargoli dell’asilo, finiti all’Angiolieri per scambio d’identità?

Beatrice non ha reazioni; Andrea, invece, si lascia sfuggire una risatina di scherno.

-Bassi, che c’è? Mi trovi forse molto divertente?

-Non sia mai..-

Ore 10:30, antimeridiane.

Dopo l’ennesimo alterco pubblico, esattamente dinanzi agli occhi telescopici di Adele Battelli, insegnante di biologia e chimica, meglio nota come The Predator, i nostri sono di nuovo finiti dal Preside, biglietto di sola andata.

Ma stavolta, per entrambi, è andata decisamente peggio.

Non sarà il caro vecchio Mastagni, bonaccione ed etilista, a far calare la spada di Damocle sulle teste di Andrea e Beatrice; ed anzi.

Nemmeno la vicepreside Gamelli, una madre di famiglia accomodante e comprensiva, mediterà sul loro caso, essendo occupata a risolvere una questione di gabinetti presso la sede staccata. 

Stavolta, vestirà i panni del loro boia, una donna acida, insensibile e sanguinaria.

La Bagatti.

Fasciata in un attillato completino verde mela, che presumibilmente evidenzia il suo tormentoso stato d’animo.

Capo della segreteria, coordinatrice delle gite scolastiche, responsabile del fondo cassa, zitella over 60; nonchè pianta ornamentale, installatasi dalla notte dei tempi nell’ufficio del –quel giorno disgraziatamente assente- Preside.

God save The Queen..

-Allora?- Replica nuovamente la donna, mentre i due si rivolgono vicendevolmente uno sguardo irritato – si può sapere esattamente come sono andate le cose?

Beatrice  porta una ciocca di capelli dietro l’orecchio destro, come soprappensiero.

Quindi scatta in piedi.

-Io, signora Bagatti..- Mormora, con la mano sul cuore – e giuro di dire la verità, tutta la verità e nient’altro che la verità..-

Andrea sgrana gli occhi, e allunga con uno sbadiglio le gambe, accomodandole alla bell’e meglio sul portatile della Battelli.

-Uffa...che pizza!- Borbotta, incrociando gli occhi.

La donna lo ammonisce con un gridolino stridulo, decisamente terrorizzante.

-Bassi, ma che ti salta in testa?- Gracchia, liberando il prezioso figliolo elettronico dai tentacoli dell’assalitore, e lucidandolo scrupolosamente con un Kleenex di fortuna – ho ucciso per molto meno, sai?

Il ragazzo alza le spalle, ignorando i dieci artigli rossi smaltati di considerevole lunghezza pronti a colpirlo, e annuisce appena. 

-Loppi, continua pure...- A quel punto, la megera si arrende, e ritirate le unghie, torna a sedere con un pesante sospiro.

- Ebbene...signora Bagatti..- Beatrice gesticola vistosamente in direzione della perfida segretaria, e diventa uno spettacolo di rara bellezza per gli occhi stanchi di Andrea. Le guance colorite, gli occhi lucidi, e i lunghi capelli che descrivono onde attorno alle sue spalle scosse dalla rabbia, crede di non averla mai vista così incredibilmente agguerrita, eppure fragile

E le sue parole perdono il loro suono, acuto e pieno d’ira: esiste solo il movimento della bocca morbida di lei, che le pronuncia, e quell’agitarsi convulso che la rende tanto simile ad una bambina capricciosa e triste.

La verità è che stavolta non è stata colpa di Andrea; no. Perché lui ha solo cercato di convincerla a non cambiare posto, e non ha infranto nessuna delle regole del loro statuto.

Ma, nonostante non sia dalla parte del torto, vuole davvero caricare la colpa di tutto su Beatrice?

No, neanche questo vuole fare.

E allora, malgrado non abbia ascoltato nessuna, delle sue affermazioni concitate e rabbiose, sebbene sappia che lei non gliene sarà mai riconoscente, Andrea si alza in piedi, ed allarga le braccia.

-Signora Bagatti...è come dice lei. La colpa di tutto è mia. 

La donna resta attonita per qualche secondo, sobbalzando.

In anni ed anni di onorata carriera, d’un assetto “sotto torchio” degno d’un antico Inquisitore, di malignità gratuite e ripicche crudeli ai danni degli studenti, nemmeno lei ha mai ottenuto una confessione tanto rapida e indolore, e la cosa la disorienta non poco.

Dal canto suo, Beatrice non resta poi tanto sorpresa, ma solo amareggiata.

Perché quell’idiota di Bassi non si decide a permetterle di odiarlo in santa pace?

-Ok Bassi..- La Bagatti da un’occhiata allo schermo del portatile con espressione critica, cacciando uno dei suoi soliti sospiri -vista la tua “prontezza” nell’addossarti ogni -sicuramente meritatissima-, colpevolezza, credo proprio che mi vedrò costretta a dimezzarti la punizione..-

Mio Malgrado...

-Tuttavia, se –e dico se-, si dovesse ripetere un episodio altresì increscioso, temo proprio dovrò passare alle maniere fort...-

-Sì sì.. come vuole lei..- Il ragazzo imbocca l’uscita alla velocità della luce, immediatamente seguito da Beatrice – ci vediamo oggi pomeriggio, in detenzione, signora.

La Bagatti sobbalza, mentre la porta sbatte fragorosamente.

-Questi giovani..-

E, appropinquandosi alla personale macchinetta del Preside, decide di fare uno strappo alla regola: si concederà un vietatissimo caffè ristoratore.

- E sia.

La Bagatti inserisce la chiave magnetica, e sospira profondamente.

Non è poi così grave, in fondo.

E’ solo un caffè.

Che tra l’altro, dopo quell’assurda mattinata, non potrà che farle bene....

***

Prima di tornare in classe, Beatrice tira per la manica Andrea, decisa ad inghiottire almeno quel tanto d’orgoglio che basta, da permetterle di ringraziarlo come si deve.

Andiamo...le ha salvato la pelle! Dopotutto, stavolta, la bizzosa ed irascibile è stata lei, con quel suo atteggiamento infantile; e, oltrettutto, ha anche cercato di metterlo nei guai davanti alla Bagatti.

-Emmh...Andrea...?

-Sì..?

La ragazza si ritrova disorientata, nel vedersi rivolgere un sorriso smagliante.

Ma....come?

Dopo tutto quello che ha fatto, non dovrebbe essere arrabbiato con lei almeno un pochino???

-Io...io...io...-

-Beh, che c’è?

Beatrice trattiene il fiato.

-Vorrei solo ricordarti che hai infranto la regola cinque del nostro statuto. E che le disposizioni concordate insieme, non sono state elaborate per essere infrante!

La ragazza rivolge ad Andrea uno sguardo strano, storto, e gira rumorosamente sui tacchi.

Ormai non c’è più niente da fare; è meglio lasciar pedere.

Il ragazzo, invece, sorride.

-Ciao, eh!

Perché Andrea, in cuor suo, ha deciso di non arrendersi.

E di non lasciarla andare....

 

***

-Beatrice, spegni la luce! E’ ora di andare a dormire!

-Sì mamma...-

Con un sospiro, Beatrice chiude il libro di filosofia, riponendolo sullo scaffale: è mezzanotte ormai, e lei dovrebbe già essere sotto le coperte da un po’.

Controllando che tutto sia in ordine, nella sua grande, ed immacolata stanza da letto, la ragazza si siede di fronte allo specchio, che tiene sulla scrivania,ed inizia a pettinarsi delicatamente i capelli: è stata una giornata davvero tremenda quella appena trascorsa, e forse, è per questo che Bea si sente così stanca ed afflitta.

Ma, molto più probabilmente, - anche se fa male ammetterlo-, tutta la sua frustrazione è dovuta alla separazione da Andrea: è stato davvero spiacevole per lei stare seduta altrove, di fianco a qualcuno che non cercasse continuamente di invadere il suo spazio, o di farle piedino da sotto il banco.

Le è mancato davvero tanto, quello stupido; accidentaccio.

Senza contare che, nonostante le abbia proverbialmente salvato le chiappe, lei ha avuto anche il coraggio di respingerlo.

Forse, per la prima volta nella sua vita, consacrata al culto della sapienza, potrebbe perfino essersene innamorata: ma perchè?

Beatrice Loppi non può davvero rimanere conquistata da una creatura così rozza, sgraziata, ignorante, menefreghista e diametralmente opposta a lei, come Andrea.

O sì?

La ragazza sbadiglia, e ripone la spazzola all’interno dell’elegante beuaty-case rosa: dopo aver spento con delicatezza l’abat-jour, Beatrice si sistema quindi sotto le coperte, assonnata.

Ma ecco che, improvvisamente, un sasso gettato contro la finestra della sua stanza, la fa sobbalzare.

Beatrice, scagliato il lenzuolo al di là delle spalle, scosta spaventata le tende.

-Tanto gentile e tanto onesta pare...la donna mia, quand’ella altrui saluta..-

Andreaaa!?!

La ragazza allibisce: a ridosso del marciapiede, immerso nel buio e battuto dalla pioggia, Bassi sta infatti declamando, con indosso una buffa cuffia a strisce di colore rosso, alla quale sono state pinzate delle grottesche foglie di carta pesta.

E’ forse completamente ammattito?

-Che diavolo stai facendo!?- Gli domanda infatti Beatrice, infreddolita, dopo aver raggiunto il balcone.

-.. Ella si va, sentendosi laudare..- Continua tuttavia, imperterrito, Andrea, rivolgendole uno sguardo di sfida.

-La vuoi piantare? Ti beccherai un malanno!

- Benignamente d’umiltà vestuta..-

-Ho capito, ho capito..! Ora vai casa!

-E par che sia una cosa venuta...da cielo in terra a miracol mostrare..-

-Ora basta!

Beatrice scaglia addosso ad Andrea la propria penna portafortuna, cercando di colpirlo: ma il ragazzo si scansa, reprimendo a stento le risate.

-Pessima mira..- Commenta, incurante della pioggia che cade su di lui – e ora, se non ti dispiace, gradirei continuare..-

- Senti, Andrea..- Beatrice ora lo guarda con occhi stanchi e preoccupati; gli parla con voce sommessa – credimi; ti perdono. Ma smettila, ti supplico; sei tutto bagnato,e continui a tossire.

Il ragazzo assume un’espressione sorpresa, e si ferma tutt’a d’un tratto.

-Mi perdoni?- Domanda, incredulo.

-Sì, ti perdono..- Beatrice rotea gli occhi, e scuote la testa, teneramente esasperata - Ma ora sali; devi almeno asciugarti, se non vuoi prendere una polmonite fulminante! E fai piano..-

Andrea obbedisce, mentre la ragazza recupera le chiavi di casa.

E in un attimo lui è lì, fradicio d’acqua e tremante di freddo, e la guarda con quegli occhi neri e grandi traboccanti di dolcezza.

- Wow..- Commenta poi, mentre Bea lo guida verso la propria stanza, ripetendogli di non fare rumore – carino il tuo pigiama. In effetti, i maiali rosa che campeggiano qua e là sopra la stoffa, ti somigliano vagamente...-

-Ah, ah- Fa lei, chiudendo la porta dietro le proprie spalle -Spiritoso. Dì un po’, vuoi farti di nuovo un giretto in mezzo alla tempesta?

-No, grazie.

Andrea resta per un attimo impalato in mezzo alla stanza, fissando di sottecchi Beatrice.

-Beh? Che c’è, scemo?

-Niente..-

-Ecco, tieni..- Dopo aver rovistato nel doppiofondo dell’armadio, la ragazza estrae una felpa ed una t-shirt, e le passa ad Andrea – questa è roba di mio padre. Non è esattamente al top della moda, ma va più che bene, mentre attendi che i tuoi vestiti si asciughino.

Il ragazzo tenta di togliersi la maglietta, ormai completamente fradicia ed appiccicata alla pelle: quindi, arrossendo, si volta verso Beatrice.

-Mi aiuti?- Le domanda, con voce sommessa.

La ragazza risponde con un gemito d’esasperazione, sperando, ardentemente, che Andrea non noti il suo imbarazzo.

-Dei del cielo..!- Sospira.. -Ok... . Certo che voi uomini, siete tutti dei gran bambini..-

Andrea solleva le sbraccia, impacciato: faticosamente, Beatrice gli sfila la maglietta grondante d’acqua, tirando a più non posso verso l’alto quella nemica insidiosa.

-Accidenti, ti si è incollata addosso! Ma quanta acqua hai preso?

-Tira, tira!

La ragazza serra i denti, e issandosi sulle punte dei piedi, per ovviare alla considerevole differenza di statura (numerosi e numerosi centimetri, che la separano dal caro Bassi), caccia un ultimo strattone, stavolta all’indietro: ma a causa dello slancio eccessivo, Beatrice perde l’equilibrio e inciampa sul tappeto, precipitando sul parquet seguita dal pullover di Andrea.

Perplesso e divertito allo stesso tempo, il ragazzo si getta d’istinto a terra, afferrandola al volo: con precisione matematica, Beatrice ricade lunga distesa fra le braccia di Andrea, e deglutisce rumorosamente, ancora spaventata da quel volo tremendo.

-Oddio mio...c’è mancato poco che la tua preziosa testolina si schiantasse sul pavimento..- Ridacchia lui, seguitando a tenerla stretta – mmh, forse era meglio se ti lasciavo cadere..-

-Non provare neanche a dirla, una cosa del genere..- Ansima di rimando la ragazza, imbarazzata, guardandolo con occhi spalancati -ed ora lasciami, se non ti spiace..!

-Agli ordini..-

Andrea molla bruscamente Beatrice, che finisce lunga distesa sul tappeto.

-Ah, ah! Molto divertente..-

-Ho imparato a mie spese che non bisogna mai contraddirti..-

 

 -Ehi, Andrea..-

-Sì?

Beatrice si tira su a fatica, e lo guarda dritto negli occhi.

-Dimmi la verità..-

-Che cosa vuoi sapere?

La ragazza trae un profondo respiro, e si prepara a sputar fuori “Il domandone”.

PerchéMiHaiBaciata, PerchéMiHaiBaciata, PerchéMiHaiBaciata, PerchéMiHai...-

-Emmh...dì.. un po’?

-Continuo a non capire..!

-Chi ti ha suggerito di declamare sotto la mia finestra “Tanto gentile e tanto onesta pare”, sonetto stilnovista, tratto dalla Vita Nova del mio amato Dante Alighieri?

Il ragazzo alza le spalle.

-Sai, per un attimo ho creduto che mi stessi per domandare qualcos’altro.

-I casi della vita..-

Andrea assume un atteggiamento compunto, ed inizia a raccontare.

Della seduta a casa sua con il Buon Brazzi, che, inutilmente, ha tentato di fargli entrare in testa anni ed anni di metrica e tradizione letteraria italiana; dello sforzo artistico, compiuto nel tentativo di riprodurre fedelmente, l’orribile cappello o chissà cos’altro di Dante.

Della corsa sotto casa Loppi; della pioggia, e della moto ammaccata.

Beatrice sorride.

Soddisfatta, felice.

Forse un po’ amareggiata; per non essere riuscita, finalmente, a fargli quella maledetta domanda.

“Sarà per un’altra volta, dai...- Pensa tuttavia fra sé e sé, mentre, assorta, assapora il lontano suono della voce di lui -“adesso è qui”.

E, accomodatasi sul morbido tappeto, riprende ad ascoltare.

 

 

 

Ed eccomi di nuovo quiiiii T__T chiedo venia! In primo luogo; scusatemi per l’attesa secolare, ma in questi mesi mi sono successi talmente tanti casini (scolastici, extra-scolastici...di tutto!) da rallentarmi decisamente nello scrivere; per cominciare, mi sono ritrovata immersa sino al collo in una spiacevole telenevola....(che prima o poi racconterò, perché la ritengo davvero una storia troppo incredibile per non essere raccontata...) ; per di più sommersa dai compiti, dallo stress pagellare xDDD e via dicendo! Ad ogni modo; innanzitutto grazie mille a tutte coloro che mi hanno seguita fino adesso, nonostante la mia lentezza proverbiale.. ç__ç e grazie, perché no, anche a Bea e Andrea, che hanno avuto la pazienza di sopportarmi fino ad ora...xDDD (E ce ne vuole! T.T N.d Andrea&Beatrice, ormai con ascia incorporata..). Finalmente sembra che la nostra coppietta abbia raggiunto un punto di incontro *___* maaaa....ahi! Non dimentichiamoci che esistono ancora due ostacoli alla piena realizzazione di questa storia: Alma e Matteo! E state sicure che torneranno...più agguerriti che maiii...(Ci potete scommettere! N.d Alma&Matteo, ri-miseramente trascurati dall’autrice..).

By the way...ringrazio chi ha letto e soprattutto recensito, dal più profondo del cuore! E quindi:

 

X Ale93: Carraaa! *__* Ma non sei malata xD anzi, ti dirò di +; ti capisco benissimo perché Andrea, quello vero, colui da cui nasce l’ispirazione per questa storia, piace davvero tanto anche a me ;D  E’ un mitooo! *__* Ti ringrazio tantissimo per i complimenti, continua a leggeVe xDDD (naturalmente se ti va!! ^.^)

 

X Damynex: sono felice di averti resa feliceee xDDDD sembra uno scioglilingua ma è davvero così! ^.^ Ringrazio moltissimo anche te per i complimenti e w Andreaaa >****<

X Juju: uhuhuhuhuhu *__*  penso proprio che tu abbia davvero centrato il punto xDD l’infrazione della regola 10 sarà decisamente la + clamorosa! Non ho ancora avuto tempo di leggere la tua fic, ma ora che sono risorta dalle mie ceneViii (Montataaaa! U__U) la leggerò con grandissimo piacere! ^.^ Grazieeeeeee

 

 

X Takami: anche io odio la maledetta ALMAAAA! Soprattutto perché le viscide serpi come lei sanno apparire sotto molteplici forme ç__ç (ed io ne so qualcosa!). Anche a me fa rabbia questa situazione ç__ç sigh....e infatti spero di trovare al più presto la giusta punizione per la signorina Marini...al momento nn ho idee, me tapina.. T__T Ovviamente, un triliardo di graziUe anche a te xD

 

 

X _Olly_: Chauuuu xDDD un milione di grazie anche a te, per aver seguito la mia modesta storiella con cotanta fedeltà...ç__ç *commossa * in effetti sono indecisa sai, sul finale da dare a questa intricata tVagedia..u-u ma cercherò indubbiamente, e soprattutto, di non deludervi xDDD kisss

 

 

X _Laura_, Hatori, Yuki e Zoa: accidenti alla mia pigrizia ç__ç mi ha colpita di nuovo! Scusate tanto per questo ritardo e grazie mille per i complimenti. L’orgoglio è purtroppo la caratteristica peculiare, sia di Andrea che di Beatrice...e questo, a volte, è decisamente contro producente, visto che i loro “scambi di vedute” sfiorano lo scontro a mano armata...xDDDD

 

 

X Nina Grint:  grazieeeee mille xDDD sei davvero fortissima, sai? Cmq temo ci sia stato un qui pro quo...forse mi sono spiegata male xD Andrea è un giovane e gagliardo ingegnere modenese residente a Milano, che essendo originario dell’Emilia Romagna ne parla un pittoresco dialetto xD Purtroppo né io né lui abitiamo a Roma ç__ç (magari, la città Eterna! >***<) ma se sei di Milano e dintorni, una caccia all’Andrea si può comodamente organizzare xD kizzzz

 

 

Passo e chiudo...nel senso che mi pare di aver già scassato abbastanza T__T rinnovo il mio invito a leggere (se vi va ^.^) e a ri-ri-ri.ri-ri essere clementi con questa povera autrice >****<

Bacioni, baciotti, bacissimi xDDD

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Capitolo 7
*** 6. Come perchè, seguendo la sorte delle precedenti cinque, anche la regola 6 andò a farsi benedire ***


Sabato mattina.

Beatrice si alza di malavoglia, mentre la sveglia, -accidenti a lei-, diffonde nella camera da letto il suo trillare irrispettoso ed assordante, e sbadiglia vistosamente.

-Cavolo, che mal di schiena!-Borbotta, stiracchiandosi – il materasso deve essere diventato di piombo..-

La ragazza tasta con aria critica il giaciglio sottostante, per saggiarne l’effettiva morbidezza.

Ma....oh cielo! 

Il suo letto non è esattamente dove si trova lei,anzi; le sta esattamente davanti.

Ha dormito sul tappeto, ecco la spiegazione.

Porca vacca.

Beatrice tira una pedata al plaid rosso che le copre le gambe, e si guarda sospettosa intorno, cercando di trovare qualche segnale della presenza di Andrea.

Deve essersene, andato; logico.

Ma come, visto che vedendolo passare per la porta principale, suo padre l’avrebbe squartato in due con il fidato rasoio elettrico, regalatogli da poco in occasione del suo quarantacinquesimo compleanno?

Non fa una grinza...

Qualunque modo abbia trovato di squagliarsela da palazzo Loppi, deve essere stato comunque lui a coprirla con il plaid..

Ma che cosa gli costava sollevarla e metterla a letto, evitandole un postumo ed esagerato mal di schiena, perbacco ?

Beatrice si avvicina alla porta del bagno a passo strascicato, accorgendosi improvvisamente che sul comodino è stato posato un piccolo biglietto, su cui campeggiano irregolari zampe di gallina innegabilmente famigliari..

Un messaggio di Andrea.

“Ciao porcellina...sono il tuo poeta!, Stanotte non mi hai neanche fatto finire la storia che sei piombata addormentata sul tappeto; e così non ho resistito alla tentazione di acquattarmi vicino a te, e di appisolarmi un pochino anche io. Me ne sono andato di qui un’ora fa,tuo fratello mi ha dato un passaggio mentre andava a imbucare la posta....ehi, è un tipo davvero troppo simpatico per avere davvero qualche parentela con te! Sicura che non ci sia stato uno scambio di culle? Non ti preoccupare....ha preso meravigliosamente la questione. ..e anche i tuoi genitori! .ah-ah-ah! E un consiglio...non lasciare le chiavi di casa dove tutti, e specialmente io, le possono trovare! Ci vediamo a scuola....

Andrea”. 

La ragazza trattiene a stento un ululato di terrore.

CosaCosaCosaCosa?

Beatrice si precipita alla velocità della luce in soggiorno, con gli occhi sgranati.

“ Quel ragazzo è completamente cretino!- Pensa, fuori di sé dalla rabbia –ma giuro che gliela faccio vedere io, se ha detto ai miei genitori qualche idiozia”!

Poi, raggiunta la cucina, dove spera di trovare mamma Elena, Beatrice si calma, e sfoggia il più confortante dei suoi sorrisi

-Ehi, mammina.....- Domanda, mettendosi a sedere con grazia.

-Che vuoi, scimmia?

Seduto al tavolo della cucina, intento a sbafarsi una gigantesca ciotola di cornflakes, Filippo le rivolge uno sguardo scocciato, inarcando notevolmente il sopracciglio destro.

Un metro e settantanove di altezza, fisico prestante; lunghi capelli castani, ammiccanti occhi scuri, e un sorriso dannatamente accattivante. 

Suo fratello, l’odioso Fiè (così lo chiamano gli amici più cari- e più idioti-), è l’idolo della città, un’ autentica leggenda; non c’è ragazza che non lo conosca e che non sospiri d’amore al vederlo passare; non esiste giovane, d’età compresa fra i sedici e i vent’anni, che non lo consideri un mito.

-Filo...- ..Ma Bea non è esattamente della stessa idea; e, come ogni mattina, ripaga il fratello con una smorfia di disgusto, incrociando gli occhi –  e la mamma dov’è?

Filippo alza le spalle, riempiendosi il  bicchiere.

-Fuori.

Beatrice termina di consumare la propria colazione in silenzio, per poi alzarsi velocemente da tavola: d’altra parte, sa benissimo che quando il fratellone è “girato male”, per dirla alla sua maniera, tentare il dialogo finisce per risultare dannoso quanto inutile, e perciò evita accuratamente di fargli qualsiasi domanda.

Ma, inaspettatamente, come risvegliatosi dallo stato di trance, Filippo scoppia a ridere: e, afferrata la sorella per la manica, la attira con forza a sé.

-Aspetta scema..- Le intima, sghignazzando sgraziatamente –non credere di cavartela così, a buon mercato..-

Beatrice si volta di scatto, fulminando il fratello con un’occhiataccia.

-Che cosa?- Sibila.

-....Dovrai pagare, se non vuoi che dica a mamma e papà del tuo amichetto...!

I due ragazzi restano in piedi, l’uno davanti all’altra: a braccia conserte, sorridendo, Filippo; con le mani sui fianchi, e un’espressione scocciata, Beatrice.

-Bando alle ciance..- Si decide quindi la ragazza, rompendo il silenzio – Che cosa vuoi?

Il bucato? Che ti faccia i compiti per un mese? Che convinca i vegliardi a farti usare la macchina per andare a scuola? La colazione sempre pront..-

..Ma Filippo le tappa energicamente la bocca, scuotendo la testa.

-Niente di tutto questo, cretinoide. Il favore di cui ho bisogno non ti costerà tanta fatica- Sorride ammiccante, scostando una ciocca di capelli dal viso –vedi, avrei bisogno d’un agevolazione...-

Beatrice assume un’espressione leggermente sorpresa, trattenendo a stento le risate.

-Credo di aver capito..- Borbotta, tentando ostinatamente di restare seria – c’entra con.....una donna, vero ?

Il ragazzo arrossisce violentemente, mordendosi le labbra.

Bingo!

Il problema di Filippo ha sedici anni, corporatura esile, ed un nasetto spruzzato di lentiggini: il suo nome è Luce, un appellativo alquanto curioso associato ad una ragazza dai capelli neri come la pece, ed un temperamento ancora più cupo ed ermetico.

Violinista nell’orchestra della scuola, ammira profondamente Bea, che ritiene un vero e proprio modello da imitare: non ci sarebbe nulla, che quella ragazza tanto intelligente e scaltra non farebbe, se fosse proprio il suo “mentore” Loppi, a chiederglielo...

E Filippo, che per quella moretta ci perde le notti, senza tuttavia riuscire a conquistarla, lo sa anche fin troppo bene....;quindi, perché non approfittare dell’opportunità, ricattando la propria amata sorellina?

-Mettiamola così, Filo..- Beatrice decide di prendere in mano la situazione, carezzando il capo avvinto del fratellone  - io ti prometto che convincerò Luce ad uscire con te, ma dal canto tuo devi assolutamente giurare che non dirai nulla di Andre, a mamma e papà..-

Filippo sospira, leggermente rinfrancato.

- Ummh...- Borbotta, alzando le spalle – va bene..-

-Andiamo- La ragazza gli rifila un pizzicotto d’incoraggiamento, contrariata..- in diciassette anni di vita, quante volte ti ho deluso?

Il ragazzo finge di riflettere per qualche secondo, per poi scuotere la testa deciso.

-In effetti mai, stupida..- sorride, rimirando soddisfatto la propria immagine riflessa, all’interno della porta-finestra – è sempre stato fin troppo facile imbrogliarti, sin da quando eravamo piccoli..-

Beatrice, suo malgrado , annuisce: il flashback improvviso d’un momento all’asilo, in cui Filippo le aveva sottratto con l’inganno tutti i biscotti allo zenzero, per poi sputacchiarglieli addosso, la fa decisamente rabbrividire.

Terrorizzante.

-Scusa, ma ora devo andare a prepararmi..- Con balzo felino, prima che la ragazza possa reagire in qualsiasi modo, Filippo si catapulta nel bagno, che di sicuro monopolizzerà per ore – spero non ti dispiaccia...-

Beatrice rotea gli occhi, esasperata.

-No, ma figurati..- Gracchia, ironica – che vuoi che sia doversi preparare in camera propria, davanti ad uno specchio minuscolo, in due secondi primi.. in fondo, tu hai un’immagine da mantenere..-

Al sentore di un “sapevo che avresti capito..”- gridato ai quattro venti, al di là della pesante porta in legno, Beatrice si lascia cadere sconfitta sul proprio letto.

Filippo.

Che razza di soggetto.

Forse Andrea ha davvero ragione.

Deve esserci stato uno scambio di culle.

 

                                                                        ***

 

 

Bello e tenebroso come sempre, appoggiato alla cancellata del Liceo Scientifico, Matteo si gode la prima sigaretta della mattina ad occhi socchiusi, scrutando la folla antistante l’edificio da dietro un paio di occhiali scuri.

Scuotendo con aria infastidita il collo del Woolirch beige, sempre troppo “moscio” per i suoi gusti, il ragazzo sorride senza troppo entusiasmo a Cristiana, una primina egocentrica e vanitosa che si strappa i capelli per lui da qualche mese a quella parte, e controlla apprensivo il quadrante ricoperto di graffi del suo orologio da polso.

“Un quarto alle otto, e ancora quel dannatissimo coglione non si vede”- Pensa, scrollando pieno di disappunto il capo “ma che cosa devo fare per inculcargli un po’ di sale, in quella testa?”.

-Ehi Asta..-

Sottratto alle proprie riflessioni, Matteo solleva di scatto gli occhiali sulla fronte, e si rivolge con aria interrogativa allo “Sganga”, suo più fidato compagno di bevute.

- Che c’è?- Domanda, incrociando le braccia sul petto.

-Niente, tranquillo- Lo Sganga, dal canto suo, gli restituisce un’espressione stupita, e sbuffa rumorosamente.- Ti gira stamattina? La tua ragazza ti attende dall’altra parte della strada, non farla aspettare...-

Matteo aguzza incredulo lo sguardo; ed ecco che, finalmente, la vede.

Alma Marini.

Ma che diavolo vuole, quella serpe, da lui?

-Aspettami qui, per l’amor del cielo..- Mormora in tono ironico all’amico, apprestandosi a raggiungere il marciapiede opposto –se le cose vanno come dico io, non ci metterò più di due minuti..-

-Va bene capo.

Lo Sganga annuisce, mentre, dall’altra parte della strada, Alma si sbraccia in maniera decisamente imbarazzante.

Tipico.

-Ciao Asta! Ti vedo bene oggi..- La bionda cerca invano di stampare un bacio sulla guancia destra di Matteo, ma viene schivata con una mossa improvvisa da parte di quest’ultimo.

-Veniamo al sodo, non ho tempo da perdere..- Il ragazzo la scruta scarsamente convinto, gli occhi verdi ridotti a due fessure stizzite .- che cosa vuoi..?

-Niente che non voglia anche tu..- è la risposta enigmatica di Alma, che gli lancia uno sguardo malizioso.

-E cioè?- Matteo alza le spalle, controllando nuovamente l’orologio –vedi di spicciarti, sono in ritardo..-

-...Andrea....

Il ragazzo sgrana stupefatto gli occhi, mentre una smorfia divertita si disegna via via sul suo viso perfetto.

-C-Cosa?..- Riesce a scandire faticosamente quindi, fra le risa, mentre la bionda lo guarda infastidita –ma per chi mi hai preso? Io e Andrea siamo amici, certo...! Ma non sono dell’altra parrocchia..-

-Quanto sei sciocco, mi fai davvero pena...- Alma gira sui tacchi e scuote la fulgida chioma, rivolgendo a Matteo un gesto eloquente -...e dire che stavo pure pensando di aiutarti..-

Il ragazzo resta per un attimo attonito, trattenendo di scatto la bionda per un braccio: pensoso e sbigottito, fissa la mano destra di lei, che ha sollevato con aria teatrale indice e mignolo.

-Che cosa vorrebbe dire questo?- Le domanda poi, scuro in volto, strattonandola con violenza –non ti conviene fare insinuazioni, sai? Serpe!

-Ma io non insinuo niente, mio caro Astaldi- Alma si libera dalla presa e sorride nuovamente, questa volta più accomodante – mi baso solo ed unicamente su dati di fatto.

-E cioè? Stai cercando di dirmi forse che Andrea e Beatrice....?-

-Esattamente.

Matteo resta per un attimo immobile, incapace d’articolare una sillaba: quindi, come immerso in uno stato di trance, si risistema gli occhiali scuri sul viso, e fa per tornare con aria risoluta verso la scuola.

 -Beatrice non mi appartiene, come Andrea non appartiene a te..- Mormora rivolto verso Alma, la voce traboccante di odio e frustrazione – ricordatelo.

Quindi, congedando la ragazza con un cenno del capo, raggiunge senza voltarsi lo Sganga, e lo trascina con forza all’interno dell’edificio.

La bionda scuote le spalle e introduce l’affusolata mano, dagli artigli smaltati, nella gigantesca borsa Gucci: con un sorriso trionfale, estrae piano piano il proprio cellulare ultimo modello, componendo un numero a lei ben noto.

- Beatrice...sono Alma;...- Sibila, con una vocina mielosa quanto falsa..- Matteo mi ha pregato di dirti che dovete parlare urgentemente...! Quando senti questo messaggio richiama, e ti spiegherò più dettagliatamente ogni cosa...ciao..-

-Fatto.

Alma, controllato l’orologio, sorride nuovamente fra sé e sé, e inverte la rotta.

Giusto in tempo per entrare a scuola, in perfetto orario.

Come sempre.

La ragazza volge per l’ultima volta lo sguardo verso l’entrata dello scientifico Venn, per poi tornare sui suoi passi, soddisfatta.

Non è andata come sperava; certo.

Ma almeno, ora, ha instillato il seme del dubbio in Matteo.

Ed Alma lo sa,  avendo alle spalle anni ed anni d’esperienza sentimentale.

Il dubbio logora, e può diventare dannatamente...

...Pericoloso.

Proprio come lei.

 

 

                                                              ****

 

 

 

Otto e venticinque.

Stamattina, complice la presenza al volante d’un guidatore d’eccellenza (suo fratello, Filippo Loppi, studente dell’ultimo anno presso il medesimo istituto), e la colazione, decisamente faticosa da digerire (fette biscottate spalmate di burro, forse pure troppo..), Beatrice è arrivata con pesante ritardo a scuola, ed è risultato vano ogni sforzo per tentare di convincere Alberti, il malefico prof

di filosofia, ad evitare di segnare sul registro la fatidica lettera R.

Per di più, il particolarmente infausto destino, ha deciso di scatenarsi contro gli studenti del classico Angiolieri, sottoforma di compito in classe a sorpresa di filosofia; piccolo particolare?

Quasi nessuno si è degnato di studiare gli ultimi argomenti, complici le imminenti vacanze natalizie, e la diffusione di una nuova corrente di pensiero: la dottrina del FancazzismoAssoluto, in rapida effusione presso il popolo studentesco.

Beatrice, come sempre, si sente preparata al meglio delle proprie possibilità: purtroppo non si può dire lo stesso di Andrea, che mordicchia ostinatamente la propria penna, in attesa di un’illuminazione prodigiosa.

-Bea..-

-Ummh?

La ragazza si volta di scatto, richiamata all’ordine dal “divino poeta”.

-Che c’è?- Domanda, approfittando della distrazione di Alberti, che sta intrattenendo un proficuo scambio d’idee col suo più affezionato studente, Davide Brazzi – hai qualche problema?

-Sì, accidenti..- Andrea abbassa la voce, indicando appena il proprio foglio, in corrispondenza della domanda particolarmente astrusa – metodi di confutazione nel dialogo socratico..-

Beatrice sorride, e scarabocchia ispirata qua e là.

- Ma è facilissima, scemo...- Borbotta, rimirando soddisfatta la propria opera..- Stattene fermo e zitto, e alla prossima distrazione di Alberti ti passo il foglio.

Reductio ad absurdum, contro-esempi, maieutica..; per Beatrice il compito in classe è davvero troppo facile, quasi uno scherzetto.

La verità è che lei adora Socrate: se non fosse per quella sua strana concezione della sapienza, dopo Dante, potrebbe perfino essere il suo geniaccio preferito.

Dopo aver controllato un’ultima volta il proprio compito, alla ricerca di eventuali errori di ortografia, Beatrice lo passa con gesto fulmineo ad Andrea, che siede dietro di lei: Davide Brazzi, assistendo alla scena, si lascia sfuggire un sorriso.

-Hai infranto la regola sei..- Bisbiglia il ragazzo, nascondendo velocemente il foglio di Beatrice sotto al proprio -....non me lo sarei mai aspettato da te!Forse sei diventata così magnanima perchè abbiamo passato la notte insieme, stretti stretti l'uno all'altra?

Beatrice storge il naso, dando una rapida occhiata all’orologio.

-Non dire assurdità. E muoviti a copiare! Così consegno, ed esco dalla classe. La vescica mi sta scoppiando.

Andrea riporta in fretta le risposte di Beatrice sul proprio foglio, e le ri-passa velocemente il compito in classe: sbuffando, sollevata, la ragazza alza la mano, richiamando l’attenzione di Alberti.

-Professore, ho finito. Posso andare al bagno?- Domanda, con voce mielosa.

Alberti inarca un sopracciglio, controllando il compito di Beatrice, sperando ardentemente di trovare qualche strafalcione.

-Ummh, e sia..- Acconsente infastidito, dispiaciuto di non avere nulla da correggere -.. ma fa in fretta!

Beatrice esce dalla classe, e raggiunge a grandi passi i servizi igienici.

La verità è che è dalle prime luci dell’alba che una brutta sensazione la perseguita, quasi volesse annunciare che qualcosa di poco gradevole, sta per accadere.

Accendendo il cellulare con mano svelta, la ragazza trova un avviso di chiamata, e deglutisce.

“C’è un nuovo messaggio vocale..”- La avverte una gelida voce metallica, facendola rabbrividire.

Beatrice compone il numero suggeritole, e resta in attesa.

La voce di Alma Marini, ossequiosa quanto falsa, attacca a parlare dall’altro capo del filo.

“Beatrice...sono Alma. Matteo mi ha pregato di dirti che dovete parlare urgentemente...! Quando senti questo messaggio richiama, e ti spiegherò più dettagliatamente ogni cosa...ciao..”

La ragazza rimane per qualche istante in silenzio, riattaccando.

Perché mai Matteo dovrebbe essersi rivolto ad Alma?

E che fare, ora? Andare a chiederle spiegazioni, oppure no?

Come presa da un’irrefrenabile smania di sapere, Beatrice imbocca velocemente il corridoio, e quindi la rampa di scale, raggiungendo il primo piano.

Mancano due minuti all’intervallo.

E, conoscendola, quell’arpia avrà già monopolizzato la scala anti-incendio, costantemente invasa dal suo squadrone di oche infide, durante i momenti di pausa.

Costeggiata la porta a vetri, ecco che Beatrice la vede: Alma sta appoggiata alla ringhiera, con un paio di vistosi occhiali da sole indosso, fasciata in una giacca di panno decisamente attillata.

La ragazza le fa segno di uscire, per affrontare il famoso discorso: ma la smorfiosa, con un sorrisino, scuote la testa, fingendo di non riuscire a sentirla.

Beatrice spalanca la porta, esasperata.

-Alma, avresti un minuto?

Tre ragazze, impeccabili nei loro vestiti all’ultima moda, si voltano all’unisono, ridacchiando.

- E’ un vero peccato perdere questo piacevole giornata..- La bionda rivolge a Beatrice un sorriso cattivo, scuotendo i capelli -.. perchè non vieni qui fuori ? Non abbiamo niente di cui parlare che anche le mie amiche non possano sentire..-

La ragazza deglutisce, e supera la porta a vetri.

-Allora?- Ripete Alma, scarsamente interessata, accendendosi una sigaretta.

Beatrice incrocia le braccia sul petto.

-Ho saputo che hai parlato con Matteo..-

-Ma chi, Astaldi?

Una ragazza dagli occhi blu, il trucco pesante ed il naso eccessivamente pronunciato, si lascia sfuggire un fischio d’approvazione.

Beatrice la ricambia con una smorfia infastidita.

-Sì, e allora?

Alma sembra fermarsi un secondo a riflettere, per poi afferrarla per un braccio.

-Scusate girls ..ma la faccenda è un tantino privata..- Dice alzando le spalle, rivolta al gruppetto sulla scala anti-incendio – tornerò in un batter d’occhio..-

La ragazza di qualche istante prima, delusa, accenna un lamento; ma la bionda la zittisce in malo modo.

- Sonia, non ti azzardare..!- Le intima, puntandole il dito contro –e tu, Beatrice.. ..seguimi.

Dopo aver raggiunto il bagno delle ragazze, Alma chiude la porta dietro le proprie spalle, e sorride nuovamente.

-Beatrice..- La apostrofa, allargando le braccia – siamo veramente partite con il piede sbagliato. Non era mia intenzione quella d’infastidirti.. anzi! Sto solo cercando di metterti in guardia!

Beatrice inarca un sopracciglio, poco convinta.

-E da cosa, se mi è lecito sapere..?

Alma finge di guardarsi intorno, come preoccupata dall’eventualità che qualcuno possa udire la loro conversazione.

Quindi, con un profondo respiro, esclama.

-Dallo sbaglio più grosso che potresti fare... perdere Matteo!

-Ma tu che diavolo ne sai? Ora basta..-

Beatrice, infastidita, tenta di uscire dal bagno: ma Alma, risoluta, la trattiene.

-Ascoltami, ti prego..- La implora, sull’orlo del pianto – Matteo ha scoperto di te e Andrea!

La ragazza si blocca, voltandosi lentamente.

-Ma....che cosa stai dicendo?Di me e Andrea?

-Sì..- La bionda prosegue, fintamente abbattuta –è davvero distrutto, sai...oggi l’ho beccato davanti all’entrata del Venn, ed aveva una faccia..-

-Ah, capisco.

Beatrice rimane per un istante a capo chino, lo sguardo basso ed un’espressione avvinta.

Matteo.

Mani grandi e morbide, dalle dita lunghe, ed un sorriso bellissimo.

Le ha chiesto di diventare la sua ragazza.

E poi?

C’è Andrea.

Dagli occhi grandi e scuri, che per lei ha sempre mille parole gentili.

Ma cosa fare, quando in testa si ha un tumulto di idee confuse e il cuore batte fortissimo, senza capire esattamente per chi?

Improvvisamente, la ragazza alza lo sguardo, incrociando gli occhi gelidi e celesti di Alma.

-Alma..-

-Sì?

-Abbiamo l’assemblea d’istituto, nelle due ore seguenti, vero..?

-Non capisco esattamente dove tu voglia arrivare..-

 Beatrice imbocca a tutta velocità la rampa di scale, senza dar retta alle grida e alle domande insistenti di Alma: percorre l’intero corridoio e entra in una classe del primo piano, restando per un istante a parlare con una ragazza dai capelli scuri.

Quindi, scende a rotta di collo, e si catapulta in giardino.

Dove si riuniscono i ragazzi di quinta...

-Filippo!!!!! Deficiente..! Vieni subito qui, e smettila di fumare!

Fiè, intento a gustarsi la terza Camel della mattina, tossicchia violentemente e sobbalza, come sul punto di soffocare.

Quindi, rivolgendo un sorriso di commiato a una biondina dal nasino all’insù, si dirige imbarazzato verso la sorella, con un’espressione decisamente scocciata.

-Bea, ma si può sapere che diavolo vuoi?- Sibila riavviandosi i capelli, guardandosi in giro come preoccupato che qualcuno possa vederlo parlare con la “sorellina” – te l’ho detto mille volte che qui a scuola,per te, sono uno sconosciuto..-

-Ho bisogno di te..-

Filippo inarca un sopracciglio, le braccia ripiegate lungo i fianchi ed una smorfia perplessa sul viso.

-Ah sì?..- Domanda, ironico – e di cosa si tratterebbe, a titolo informativo?

La ragazza trae un profondo respiro, e spara.

-Dobbiamo uscire dalla scuola. Devi accompagnarmi al Venn. Ho bisogno di parlare con un amico, urgentemente.

Fiè finge di restare per un attimo a riflettere, per poi scoppiare a ridere fragorosamente.

-La risposta è NO, assolutamente NO, senza ombra di dubbio NO..- Riesce a rispondere faticosamente, mentre sghignazza a tutto volume.

Beatrice serra i pugni e pesta i piedi per terra, come una bambina capricciosa.

-Ma dai!- Protesta, contrariata -Non mi vorrai fare credere che una piccola trasgressione come questa rappresenti un problema, per te! Lo sai che le assemblee sono auto-gestite! Nessuno fa mai l’appello! Ti prego, ti sarò debitrice..-

Il ragazzo estrae una nuova sigaretta dalla tasca, e la porta alle labbra soddisfatto.

- Ho detto di no..- Ripete, quasi sussurrando – tu prova a farmi cambiare idea..-

-Filippo, avrei bisogno di un passaggio..-

Elegantissima, con indosso un paio di jeans attillati e una giacchetta nera, Luce entra a passo di danza nel cortile, muovendo con eleganza la mano in segno di saluto.

-Dovrei andare al Venn da mio cugino, per un affare di primaria importanza- Continua, con quella sua voce melodiosa e tremendamente femminile -Lo chiamano lo Sganga...-

Beatrice lancia uno sguardo in tralice a Filippo, il cui incarnato, solitamente abbronzato, è ormai divenuto rosso vermiglio.

Ah. Ah. Ah.

Scacco matto.

Filippo guarda a sua volta la sorella; sembra stupefatto, irritato e al tempo stesso felicissimo di cotanta astuzia.

“Ti ringrazierò, un giorno”.. pare comunicare a Beatrice mediante una sorta di linguaggio non verbale, quel codice segreto che solo i fratelli conoscono; quei fratelli che si prenderebbero comodamente a botte, solitamente...

Ma che si vogliono anche tantissimo bene.

- Allora..? – Ripete nuovamente la mora, rivolgendo uno sguardo sorpreso al ragazzo in trance estatico.

Filippo non se lo fa ripetere due volte.

-....E allora, che aspettiamo ad andare?

Stavolta un sorriso grato, radioso.

"Per oggi, va così".

“Non c’è di che, Fiè”.

 

 

 

Ahi ahi ahi! Come vi avevo già anticipato, il piano criminoso di Alma sta prendendo corpo.... non preoccupatevi se non riuscite a capire con esattezza che cos'abbia intenzione di fare la serpe..presto tutto sarà chiaro! E che razza di disastri ci combina, quella perenne indecisa di Beatrice?! U__U

Per non parlare di Filo.....come se non ci fossero già i due protagonisti, a dare abbastanza problemi!

(Ehi, in fin dei conti mi hai creato tu..N.d Fiè, notevolmente contrariato..); By the way...don’t worry! Presto la situazione si risolverà, in un modo o nell’altro. ... (Lo speriamo, siamo veramente stufi d’altronde T.T N.d Andrea&Beatrice, con l’inseparabile ascia..), E intanto, come al solito ne approfitto per porgervi i miei più significativi ringraziamenti:

 

 

X Ale93: grazie mille per i complimenti, innanzitutto xDD sai, anch’io amo alla follia Dante: e non solo perché Alighieri è un vero genio, ma perché conosco un esemplare della specie maschile veramente interessante che porta tale nome...Eheheheheh xDD E’ vero; Andrea, sotto quella scorza da macho è un vero e proprio gentleman...magari fossero tutti così, accidenti....

 

 

X Machi...anche a me Teo piace molto, sai =D? E infatti sono contenta che non sia odiato come quella maledetta di Alma, in quanto ostacolo alla grande storia d’amore...ovviamente anche lei si ispira a un personaggio reale....ed è davvero quanto di peggio esiste! Tantissimi grazie anche a te XDD

 

 

X Damynex...Ahahahah! Non temere...essendo io una fautrice della teoria dei corsi e dei ricorsi, puoi star certa che Alma raccoglierà ciò che semina! Razza di serpe schifosa...! Sai, inizialmente anch’io avevo pensato ad un bacetto fra Andrea e Bea, in fin dei conti la situazione c’era...ma non so perché qualcosa mi ha frenato....sarà perché sono perfida, e detesto le cose lineari.. baciii xD

 

 

X _Laura_: grazie mille XDD in effetti è alquanto comica l’idea di Andrea con una cuffia rossa, con finte foglie di cartapesta pinzate sopra...diciamo che è davvero un cavaliere, a quanto pare disposto a tutto pur di compiacere i desideri della sua dama! E quella cretinoide di Bea non lo capisce nemmeno..T.T! Accidenti..forse mi sto immedesimando troppo! xD

 

 

E per Lidiuz 93, Hatori, Nausicaa212, Ran 91, Kagome 14, giuly n e costy24..una marea di grazie per la vostra gentilezza, e per aver recensito! Vi sarò eternamente grata T.T

 

Continuate a leggere.. se vi va!(come dico sempre, ormai, ^.^;) e come aggiungo altrettanto spesso...siate clementi!

 

Bacioni, di dimensioni cosmiche xD

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Capitolo 8
*** 7. Come e perchè la regola 7 andò a farsi benedire ***


-Parcheggia qui, parcheggia qui!

- Ma qui dove? C’è il passo carraio! Ti vorrei ricordare che ho preso la Volvo in via eccezionale, e che se me la faccio sequestrare dai carramba, poi stiamo freschi!

-Mamma, quanto rompi...e muoviti, che fa caldo!

-Caldo? Ma se siamo a novembre! Datti una calmata..-

A bordo d’un’elegante vettura grigio metallizzata, si sta svolgendo una vera e propria colluttazione: come al solito in disaccordo, Beatrice, frettolosa di concludere l’affare e Filippo, preoccupato di danneggiare l’auto del padre, sono infatti intenti a battibeccare sonoramente.

Luce, appoggiata alla portiera , segue invece masticando un chewingum lo scorrere del paesaggio al di fuori del finestrino, restando in silenzio.

Di tanto in tanto, discretamente, Fiè le getta un’occhiatina interessata, e la ragazza lo ricambia con uno sguardo curioso: per Beatrice è davvero troppo vedere suo fratello in condizioni così penose, praticamente ridotto allo status di zerbino.

Lui, che di solito riserva nei confronti del gentil sesso  gli stessi riguardi che si convengono ad un tappetino da bagno!

-Fammi scendere qua, Fast and furios..- Beatrice si avventa sulla portiera, cercando ostinatamente di aprirla -...non ne posso più di girare in tondo.

-Se non ti spiace, scenderei anche io..- stavolta è Luce a rivolgersi a Filippo, con un sorriso imbarazzato -....farò in un attimo.

Poi, avvicinandosi lentamente, la ragazza lo fissa negli occhi, e gli sussurra qualcosa all’orecchio.

Fiè annuisce, e mentre si allontana per cercare un parcheggio degno di tale nome, le sue guance si colorano dolcemente di rosso. 

E il cuore batte fortissimo.....

 

 

                                                                       ***

 

Fianco a fianco, tirati a lucido nei loro giubbotti invernali e impavidi dietro gli occhiali da sole, Matteo e lo Sganga raggiungono a passo lento il giardino esterno del Venn, fermandosi di tanto in tanto per farsi coraggio a vicenda.

Il primo, infatti, cerca alla meglio di mascherare, dietro le lenti scure, la tristezza leggibile nei suoi limpidi occhi verdi, fin troppo sinceri; e il secondo, discretamente nei guai con la cuginetta, ha paura di sentirsi indirizzare per l’ennesima volta le solite parole crudeli, da quella morettina tutto pepe che è sangue del suo sangue.

Finalmente, oltrepassata la cancellata, Matteo e lo Sganga incontrano lo sguardo delle proprie nemesi, a testa alta: il secondo, prontamente afferrato per la manica da Luce, sparisce nel grande giardino interno, già pronto a sorbirsi una lauta dose di rimproveri; mentre l’altro, immobile, ed improvvisamente impacciato nelle spalle larghe, resta bloccato di fronte a Beatrice.

-Beh?- Domanda allora Matteo, inarcando notevolmente un sopracciglio,  

-Hai parlato con Alma, lo so.

 -Ah..- Il ragazzo caccia le mani nelle tasche ed abbassa lo sguardo.

-Non c’è bisogno che ti scomodi..- Fa sommessamente, tirando improvvisamente su con il naso -..

so già tutto.

Beatrice si passa una mano fra i capelli, e deglutisce.

-Guardami negli occhi, ti prego..- Lo esorta, stringendo i pugni – non crederai davvero alle parole di quella vipera..-

Naturalmente no...

Un flashback si affaccia, timido, e troppo veloce per essere acchiappato e respinto, alla memoria di Matteo; l’immagine, nitida ed amabile, di Beatrice, che si affanna a raccogliere i libri precipitati a terra lo fa per un istante sorridere, e rabbrividire.

L’amore; l’amore è così: scorrere, incessante fluire di emozioni eterne, che ogni volta donano una nuova sensazione; l’amore è come l’acqua, e cambia continuamente forma.

A volte, viene a noi per stringerci, in un abbraccio caloroso; altre, solo per colpire duramente il nostro cuore, ed ogni sicurezza che abbiano faticosamente costruito.

Ma, l’amore, sa essere anche opportunista, o tremendamente generoso: può volere incatenare un’anima a sé, con pretese egoistiche e vincolanti, oppure desiderare di lasciarla libera.

Matteo apre la bocca, come per dire qualcosa: ma, dentro di lui, una vocina appena intelligibile gli suggerisce di fermarsi, e di prendere una strada diversa.

Sai qual è la cosa giusta da fare..

Matteo alza lentamente gli occhi, incontrando quelli caldi, castani e smarriti, di Beatrice: e la ragazza sussulta nel sentire il suo sguardo, penetrante, fisso su di sé.

La luce, del pallido sole invernale, danza nelle iridi verdi di lui, infinitamente simili a quelle di un felino: ed esattamente un felino sembra, in quell’istante, Matteo, con i suoi capelli serici d’ebano e le pupille dilatate, in cui il miele rincorre incessante quel vorticoso mare smeraldino.

Un algido cacciatore, la cui figura, tuttavia, non incute timore, ma una suggestione diversa: tristezza, forse; l’abbandonarsi al destino d’un amore ormai sconfitto e deluso.

- E’ finita, Beatrice...-  Dice con voce tremante, stavolta sfidandola, guardandola dritta negli occhi –mi dispiace..-

-A-anche a me.

La ragazza annuisce tacitamente e, senza far parola, lo guarda allontanarsi a grandi passi lungo una deviazione, che s’immette nel cortile secondario.

E’ così strano, quando perdi una cosa alla quale non ti eri mai  reso conto di tenere così tanto.

Strano, ed insopportabile. 

Beatrice si lascia scivolare lungo il cancello, e finisce acquattata a ridosso del marciapiede.

Come sarebbe andata, se mi fossi comportata diversamente?

E’ davvero finita?

Lui dove sarà, ora?

E vale davvero la pena di farsi tutte queste domande?

La ragazza sospira, ed alza le spalle.

E’ finita, stavolta sul serio.

Ed è tutta colpa sua.

Ma qualcosa, in lei, mentre lacrime di sconforto si affacciano pian piano ai suoi occhi d’ambra, le suggerisce che rassegnarsi all’idea non sarà per niente facile...

 

 

                                                         ***

 

 

A distanza di due ore, Filippo Loppi si aggira indisturbato per i corridoi deserti del Cecco Angiolieri, pieni del sinistro starnazzare dei megafoni, attutito dal pesante portone che cela l’aula magna.

In piena assemblea d’istituto, la scuola è completamente spopolata, e, nemmeno gli indisponenti sgherri della securety, stranamente, pattugliano i corridoi in cerca di eventuali trasgressori.

Sorridendo debolmente, il ragazzo ritrova su di una parete alcune scritte tracciate di suo pugno,negli anni d’oro del biennio: Filippo + Marta insieme per sempre, Filippo e Boldo amici per sempre.

Come passa il tempo..!- si ritrova ad ammettere suo malgrado, sfiorando gli irregolari caratteri con il palmo della mano.  

E ‘ più o meno da tre anni, da quando Boldo gli soffiò con l’inganno Marta, per l’esattezza, che lui e Filippo non si possono vedere.

E, inutile da precisarsi, quel per sempre si è dimostrato non essere esattamente tale....

Filippo si acquatta alla meglio sull’ultimo gradino della scalinata, che conduce al grande giardino, ed estrae una sigaretta dalla tasca.

Maledetto vizio del fumo! Odiato quanto indispensabile..

Infatti, è proprio da tre anni, precisamente da quando Marta lo lasciò, che rifugiarsi in una bella sigaretta è l’unica cosa in grado di far sentire meglio Filippo, liberandolo da ogni nervosismo.

Occhi chiusi e labbra strette, il ragazzo aspira rapito la sua Marlboro, e sussulta nel sentire due piccole mani posarsi improvvisamente sul viso: con il suo paio di eccentriche All star a pallini ai piedi, Luce, gli ammicca maliziosa e piomba a sedere accanto a lui.

-Ciao guidatore da strapazzo....come va?..- La ragazza abbassa il capo, e tuffa una mano all’interno della tasca dei jeans.

-Non sei il solo ad avere un brutto vizio..- ed ecco che, come per magia, un accendino rosa shocking ed un pacchetto di sigarette si materializzano, ordinatamente impilati, al di sopra del gradino.

-Bene..- Filippo le sorride, sperando ardentemente che non noti il rossore delle sue guance ..- e Beatrice come sta..?

Luce scuote la testa, rabbuiandosi improvvisamente.

-Non lo so..- Borbotta, soffiando via una nuvoletta di fumo troppo vicina alle labbra – l’ho accompagnata fino a qui, avrei voluto restare a tenerle compagnia. Ma ha detto che preferiva restare sola..-

Filippo annuisce, gettando nuovamente un’occhiata alla parete, ricoperta di graffiti.

Quanto è diversa Luce, da Marta!

Hanno occhi e capelli scurissimi: lisci e pettinati da parte, con una spiritosa frangetta, la prima: mossi, e trattenuti da forcine ed eleganti cerchietti, la seconda.

Ma mentre Marta era la tipica ragazza per bene, dal temperamento altezzoso, Luce è così spontanea ed esuberante, diversa: bella, con un sorriso per tutti in quei suoi occhi neri, che ridono sotto la luce del sole di mille riflessi d’oro; unica, con la caustica ironia che la contraddistingue.

Filippo guarda prima la sua sigaretta, poi lei; quindi, nuovamente il muro: ora, quel vizio irrinunciabile, quella passione controversa, non gli servirà più, poiché ha trovato qualcos’altro che potrebbe lenire il suo dolore..

E, allora, perché non fare a tal proposito un bell’accordo?

-Se tu butti la tua, butterò la mia..- Ride Filippo, sereno come mai è stato negli ultimi tre anni: i capelli mori, morbidi e lunghi, scompigliati da un venticello che fa rabbrividire.

- Cos’è, mi prendi in giro?.. E va bene.....

Luce, gli occhi ridotti a due fessure, si china leggermente in avanti, come pronta a scattare.

-Al mio tre...uno, due, tre, VIA!

E i due ragazzi cacciano entrambi la mano nel posacenere rudimentale, realizzato da alcuni studenti previdenti l’anno prima, ricolmo di sabbia: e non solo le loro dita, ad incrociarsi, ma anche i loro sguardi, i loro pensieri.

Perché, se avranno fortuna, il loro si rivelerà un per sempre in grado di durare..

...E, soprattutto, non ci sarà più alcun bisogno di sigarette..

Per nessuno dei due..

 

 

           

                                                         ***

 

Beatrice se ne sta seduta sulla soglia dell’Angiolieri: un accendino stretto tra le dita e i capelli scompigliati dal vento, mentre un’espressione triste si delinea via via sul suo bel viso.

Non ha mai fumato in vita sua, dannazione.

Ma a sentire Fiè, quelle dannate “cose”, paiono essere un vero toccasana per gli animi feriti dall’amore...

O, comunque, da qualcosa di molto simile..

La ragazza porta alla bocca una sigaretta, pescata dal pacchetto con mano tremante,. e tossisce violentemente.

Bleah!

Il fumo le provoca un prurito insopportabile, all’interno della gola, e le fa venire la nausea.

-No, ci rinuncio. Decisamente.

Beatrice spegne l’insidiosa tentazione contro l’asfalto, avvinta.

Annegare il dolore in passatempi nocivi, non sembra essere esattamente il suo forte..

-Ehi, ciminiera?! Ma che cosa ti salta in testa, si può sapere?..- La ragazza si volta di scatto.

Andrea, appoggiato allo stipite del portone, le rivolge un’espressione perplessa, le braccia incrociate sul petto.

Beatrice non è mai stata più felice di vederlo!

-Quanto mi sei mancato, stupido!- Strepita, fondandosi fra le sue braccia -.. a qual paese il fumo..-

Andrea avvampa, lasciandosi sopraffare per un istante dall’emozione.

Quindi, dopo essersi ricomposto, scosta leggermente Beatrice, per guardarla in viso.

- Ma che ti prende, si può sapere?- Indaga, sospettoso – hai battuto la testa, diventando improvvisamente gentile e disponibile?  

La ragazza scuote il capo, divenendo all'improvviso cupa.

-Fra me e Matteo...è finita...-

- Evvai !

Beatrice spalanca gli occhi, inorridita: infatti non può proprio far a meno di restare a bocca aperta, mentre Andrea improvvisa un euforico balletto, e lancia imbarazzanti grida di giubilo.

-Ma...come sarebbe a dire...evvai? Sei completamente ammattito?- La ragazza mette il broncio, infastidita –se non ti andava di simulare dispiacere, potevi comunque evitare questa buffonata..-

Andrea, dal canto suo, le mostra la lingua.

-No..- Dichiara, risoluto – sai bene che dico sempre quello che penso..-

Beatrice ripiomba a sedere, contrariata.

-Anche io..- Borbotta, risentita – e mi dispiace che con Matteo sia andata così..-

Andrea le molla un pizzicotto affettuoso sull’avambraccio, ma la ragazza non ha la benché minima reazione.

-Eddai...stavo scherzando..-

-Io no..-

- Uffa, che pizza!

- Se ti annoia tanto restare qui con me, vattene, e lasciami sola.

Il ragazzo rimane per qualche istante interdetto, deluso: e, vista la sua espressione contrita, sembra proprio che sia sul punto di andarsene.

Ma, inaspettatamente, ciò non avviene..

Andrea si siede accanto a Beatrice, e la guarda dolcemente negli occhi.

-Scusami, ti prego..- Sussurra, evidentemente pentito – non intendevo ferirti.

La ragazza alza le spalle, senza smettere di fissare l’asfalto.

-Non fa niente..-

- Ehi, non è buffo?- Riprende quindi Andrea, accarezzando con la punta delle dita il dorso della mano destra di Beatrice.

-Che cosa?

-Siamo fuori dalla scuola...- beh, sulla soglia- e non ci stiamo ignorando..- Il ragazzo sorride, divertito – questa, quindi rappresenta una vera e propria infrazione della regola sette..-

Beatrice alza finalmente lo sguardo, annuendo sommessamente: ma, ancora, non sorride.

-Già. Una più una meno, ormai..-

-Sono d’accordo con te...-

I due ragazzi restano per un istante in silenzio: sino a quando, Andrea, fattosi coraggio, decide di prendere la parola.

-Beatrice.. devo dirti una cosa..-

-Sì?

-Ecco, vedi..- Ed il ragazzo fa un profondo respiro, sentendosi finalmente, dopo tanto tempo, pronto a dar sfogo ai suoi sentimenti: e maledice, in cuor suo, quella ragazzina irresistibile e saccente che l’ha fatto innamorare; e al contempo sa che, miglior fortuna, di quella d’averla come compagna di banco, non gli sarebbe potuta capitare – mi rendo conto che vuoi ancora bene a Matteo, ma..-

-Ma?

-Ma io voglio che tu sappia che ci sarò sempre, per te..- Occhi neri, traboccanti di tenerezza, specchiati in due calde lagune ambrate, speranzose -.. sino a quando tu non l’avrai dimenticato. Perché è da quando ci siamo conosciuti che coltivo la segreta ambizione di poter essere io, il tuo Divino Poeta..- A Beatrice scappa un sorriso – perché, quello che sto cercando di dirti, è che..-

La ragazza alza lo sguardo, supplicando implicitamente Andra di procedere: va, ti prego, e non ti fermare, dì quelle parole che mi faranno tanto bene, che porranno fine alle mie notti insonni, alla ricerca del misterioso colpevole di questo batticuore.

Và...

Ma Andrea, lo sguardo assente, se ne sta immobile, fissando qualcuno che, trafelato e in preda al panico, corre gesticolando verso di loro..

Marco Sgangheri; studente del quarto anno presso lo Scientifico Venn; alzatore professionista, soprannominato “Lo Sganga”.

Cugino di Luce.

Migliore amico di Matteo.

- Che c’è, socio?..- Domanda infatti Andrea, preoccupato, al biondo, che s’abbandona ansimante a ridosso del marciapiede.

- E’ successa una cosa terribile..-

Beatrice sussulta, e spera ardentemente d’essersi sbagliata.

Di non aver udito un singulto, intelligibile, scuotere quella voce terrorizzata.

Fa che non sia vero, fa che abbia frainteso, fa che non sia successo niente di grave...

-Matteo ha avuto un incidente..-

La ragazza si volta, di scatto; non si era sbagliata.

Marco aveva proprio le lacrime agli occhi...

 

 

 

Salve a tutti! ^__^ Eccomi tornata, dopo tantissimo tempo! Scusate davvero per l’attesa secolare, ma in questo periodo mi sono mio malgrado trovata immersa in una storia davvero troppo complicata, che mi ha fornito l’ispirazione per una nuova Fan Fiction.. ma non prima di aver guidato Andrea e Beatrice sino alla conclusione delle loro avventure! I nostri eroi sono arrivato ad un punto cruciale della storia....così cruciale che non voglio sbottonarmi troppo! (Eddai, almeno un indizio! T__T N.d Andrea e Beatrice, che hanno mollato l’ascia per mettersi in ginocchio.. No! è__é mwahaha! N.d autrice..) E Filippo e Luce.. non sono adorabili? *_* Li trovo una coppia davvero fantastica..

By the way: grazie mille, anzi; un triliardo di grazie per il vostro supporto e i vostri complimenti, che non mancano mai di farmi sentire soddisfatissima, e decisamente lusingata

Quindi, la mia riconoscenza più sincera, va a tutti coloro che hanno letto, e soprattutto:

 

x Kagome14, giuly n, Aicha, Kikka hachi, Costy 24 e Zoa: ma grazie mille ragasse =* siete davvero troppo gentili! Scusate per la confusione del sesto capitolo, ma era necessaria per spiegare i piani della malefica (ed insopportabile..)Alma! Una valanga di fissoli..

X Bel Oleander: grazie mille per il geniale..ç_ç sn lusingata! Ma non credo proprio di esserlo..! Mi fa piacere che la battuta sul rasoio elettrico ti abbia divertita, anche perché effettivamente, presto, si avrà modo di conoscere le bellicose abitudini del signor Alberto Loppi...

 

X _Laura_: naturalmente tantissime grazie anche a te, caVa XDD wow, mi sento decisamente meno fuori di testa sapendo che anche tu ti immedesimi nelle tue storie! Le grandi menti, evidentemente, pensano allo stesso modo U__U e a proposito dell’ascia..ad Andrea e Beatrice farebbe davvero piacere avere un’alleata, per impadronirsi della storia e mandarla avanti come pare a loro..ma io li terrò sotto torchio! Kissone xD

 

X Trappy: hai ragione; effettivamente, l’idea della ragazza secchiona e del bello e dannato che si innamorano non è granchè innovativa, e proprio per questo sto prendendo in considerazione l’idea di dare all’epilogo un’impronta inaspettata...ma temo proprio che risulterebbe fuori luogo. Mi è davvero piaciuto il tuo giudizio su questa storia, e mi ha fatto un immenso piacere che ti abbia appassionata! Tantissimi grazie *_*

 

X Killer: *__*! Adoro questa faccina! Mwahaha xD E l’idea di averti suscitato una tale espressione mi riempie di gioia! Mi dispiace davvero di non averti potuta soddisfare neanche in questo chap, ma presto (forse..!) quei due cicloni troveranno finalmente un punto d’incontro..chi lo sa! Kissesss xD

 

X @ngel: ma ciao xD non sai quanto mi diverte ritrovare degli insulti così sentiti dedicati ad Alma! Effettivamente quella creatura è davvero odiosa ma, come dire..ci vuole una strega cattiva in tutte le fiabe, no? ^.^ Per quanto possa risultare zotica, irritante, ipocrita ed insopportabile =__=  Credo molto nella teoria sugli opposti xD speriamo che si riveli fondata anche nel caso di Andrea e Beatrice! xDD  

 

X Valentina: wow, ragazza! Sei davvero un vulcano di energia XD ad ogni modo..ti ringrazio davvero per i complimenti, e ti invito a stare tranquilla....vedrai che al liceo ti divertirai, e magari troverai pure un bello e scapestrato compagno di banco! Il mio nick..-domanda curiosa..- deriva da una storpiatura al femminile del soprannome del mio ex ragazzo, che gli amici chiamavano “Pinzy”....storia complicata U__U  effettivamente si tratta di una storia passata, (anche se non troppo remota..) ma lo trovo carino, e ho deciso di utilizzarlo comunque! xD

 

E, come dico sempre, continuate a leggere, se vi va, e, immancabilmente, siate clementi!

 

Bacioni, baciozzi, bacetti, bacini, baciUi xD

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Capitolo 9
*** 8. Come e perchè, senza particolari colpi di scena, anche la regola 8 andò a farsi benedire.. ***


Alma Marini, sfoggiando una graziosa minigonna nera a pieghe, impreziosita da un paio di stivali di pelliccia, supera a grandi passi il corso, rincantucciandosi nella propria giacca invernale.

E’ tornata a casa circa un’ora prima, accompagnata da Graziano, l’autista di famiglia, per cambiarsi d’abito: ed ora è alla ricerca dell’esclusivo cafè “Old Compton”, dove la sua pretenziosa amica Sonia offrirà la colazione ai ragazzi più “in” della loro cerchia, in occasione del diciottesimo compleanno.  

Era davvero impensabile, d’altra parte, per Alma, l’idea di  prendere parte ad un simile evento, con indosso un paio di semplici jeans!

Senza contare il fatto che, Sonia, ha espresso l’intenzione di presentarla a Simone, suo cugino: un universitario altolocato, e decisamente avvenente.

La bionda controlla la propria immagine riflessa, all’interno d’ una porta a vetri: può andare, effettivamente; la nuova mise le dona molto.

Alma sorride, soddisfatta.

Ma proprio mentre s’appresta ad attraversare la strada, un paramedico, riconoscibile grazie alla vistosa tuta catarifrangente, le fa segno di fermarsi, risoluto.

-Non di qui, signorina- Spiega infatti l’uomo, gesticolando – la strada è inagibile, per via di un incidente...-

-Capisco..- Bisbiglia la ragazza, pensosa. Ma ecco che, un particolare a lei ben noto, attira la sua attenzione.

Si tratta di uno scooter azzurro, ridotto ormai ad un ammasso di lamiera, abbandonato di sbieco sull’asfalto...

Sulla cui unica fiancata, ancora parzialmente intera, si intravede un disegno famigliare..

-O mio dio..- Alma, sinceramente colpita, porta il braccio destro alla fronte, per poi volgersi a guardare il medico con aria supplichevole -.. la prego.. mi faccia passare un istante.. temo sia rimasto coinvolto un mio amico!

L’uomo la guarda perplesso, indeciso sul da farsi.

-Veramente...è minorenne.. – scuote il capo -non so se sia il caso..-

Ma Alma, gli occhi lucidi, afferra le mani dell’uomo, e lo prega accorata.

-La supplico..- Bisbiglia, la voce rotta dall’emozione – è veramente importante..-

-E sia..- acconsente il paramedico, conducendola oltre le volanti della polizia, parcheggiate in mezzo alla strada  – venga con me..-

Alma trattiene il fiato, avvicinandosi al marciapiede: un uomo sulla cinquantina, proprietario dell’auto che sembra avere investito lo scooter, tiene la testa fra le mani, sull’orlo della disperazione.

La carretta, ormai identificata, giace a poca distanza dalla Opel grigia, insieme ad un casco nero, ammaccato.

La ragazza si china in direzione dell’oggetto, sfiorandolo con la punta delle dita.

“Asta”, dice una bella scritta luccicante, che neanche l’urto è riuscito a scalfire, tracciata sulla sua superficie.. 

Asta...!

Alma si volta di scatto, in direzione degli infermieri, che trasportano in barella il proprietario dello scooter.

Matteo..

-Matteo!- Grida la ragazza, la voce stridula e scossa dai singhiozzi, lanciandosi all’inseguimento dei due uomini – che cosa ho fatto..-

Il ragazzo, il bel viso graffiato, e il braccio immobilizzato dal tutore rigido, apre un occhio a fatica, dolorante.

-Sei Alma..?-

-Lui.. lui è sveglio!- Grida Alma, gli occhi spalancati, sconvolta dalla sorpresa – quindi.. sta bene?!

Un’infermiera giovane, dai rossi capelli riccioluti, le sorride intenerita, battendole una mano sulla spalla.

-Non proprio. Ha un bel trauma cranico, e una frattura scomposta – Spiega,  con aria professionale – ma dato il volo che ha fatto, si può dire che abbia avuto fortuna a non riportare danni ben più gravi..-

Anche l’uomo di mezza età, che poco prima sedeva con le mani sul capo, si avvicina intimidito, udita la lieta notizia..

- Grazie a Dio..!- Bisbiglia, ancora scosso – sono così contento che il ragazzo stia bene! Farò tutto il possibile per risarcire i danni alla tua famiglia, non temere..-

Matteo fa per dire qualcosa, sospirando profondamente, ma la giovane infermiera lo ferma.

-Non abusare della tua buona stella, stunt man..-  Sorride,per poi voltarsi in direzione dei due colleghi – ora ti porteremo al pronto soccorso...-

Quindi, la donna, rivolge un’espressione di incoraggiamento ad Alma.

-Vieni con noi?

La ragazza resta per qualche secondo a riflettere: proprio in quell’istante, il suo cellulare ultimo modello, prende a squillare.

Sonia..

Alma fa per scuotere la testa, per dire all’infermiera che ha già un impegno, e che passerà più tardi in ospedale, a salutare Matteo: è quello che farebbe, d’altronde, la ragazza più popolare della scuola, invitata ad un evento esclusivo.

Sarebbe il comportamento tipico d’una persona qual è lei: scaltra, ambiziosa, arrivista, e..

Senza scrupoli..

Alma abbassa contrariata lo sguardo, ecco, l’ha detto.

Perché lei, è così, d’altra parte: e non esisterebbero aggettivi più adatti per definirla.

Ma stavolta, stavolta no: vuole provare qualcosa di diverso dal vecchio modello;  è giunto il momento di fare un salto di qualità.

Alma, per oggi, proverà a non essere poi così Alma..

E sia..

La ragazza pesca con la mano all’interno della borsa spaziosa, ed estrae il cellulare; quindi, lo spegne, incurante del suo suono fastidioso, che ancora non accenna a cessare.

-Scusa. Sonia..- Pensa, alzando le spalle -.. ma, per una volta, voglio fare la cosa giusta..-

-Vengo con voi..- Sentenzia infine, annuendo.

- Sei la benvenuta..-

La giovane infermiera, si sporge un poco dall’auto lettiga, e con l’ausilio d’un collega, aiuta Alma a salire a bordo: la ragazza monta sull’ambulanza senza troppa fatica, e siede accanto al lettino , su cui è disteso Matteo. 

-Ciao..- Bisbiglia al ragazzo, assopitosi un poco -.. io ti starò vicino..-

L’ambulanza si allontana, accompagnata dal suo rumoroso strepitare: e s’allontana, da una festa esclusiva, anche Alma, con una strana sensazione, a scuoterne la proverbiale rigidità.

“E così che ci si sente, ad agire per il meglio? O c’è di mezzo qualcos’altro?”

Improvvisamente, Matteo apre gli occhi, scosso da un tremito: ma la ragazza lo tranquillizza.

-Sono qui con te..-

E’ lì con lui, Alma.

Per la prima volta, non è circondata da gente elegante e ricca quanto lei, che l’ammira e la teme.

Sta all’interno di un’ambulanza, con un ragazzo ferito e tre infermieri.

Come cambia la vita, tutt’a un tratto!

-Grazie..- Matteo tiene gli occhi chiusi, riesce a parlare a malapena.

-Shh..-

E Alma, accanto a lui, con i capelli fuori posto, non si è mai sentita meno sola...

 

 

                                                                       ***

- A che piano possiamo trovare Matteo Astaldi? E’ un nostro amico, e ha avuto un incidente.- Filippo, rivolto ad un’anziana impiegata, presso la segreteria dell’ospedale, sfoggia il più accattivante dei suoi sorrisi.

La donna, avvolta in un tailleur giallo canarino, la cui appariscenza farebbe invidia persino alla signorina Bagatti, oppone una certa resistenza iniziale di fronte alle sua galanterie, ma si lascia tuttavia abbindolare, dinanzi ad un azzardato apprezzamento sui suoi “espressivi occhi grigi”.

-Prego: interno H; traumatologia...- Sorride infatti, accomodante, seguendo con lo sguardo la buffa comitiva – ma vi prego; non fate chiasso!

Fiè, la mano stretta in quella di Luce, scuote la testa, simulando indignazione.

Non sia mai!

Manca ormai un quarto d’ora a mezzogiorno: ma né Andrea né Beatrice, evidentemente spossati,  hanno granchè fame.

Per non parlare dello Sganga; il poveretto, scosso da violenti singhiozzi, non è ancora stato in grado di tranquillizzarsi.

Fortunatamente, una volta appresa la tremenda notizia, è bastato avvisare Filippo, per poter essere scortati il più velocemente possibile all’ospedale: ed ora, i cinque ragazzi, salgono impazienti le scale, desiderosi di vedere finalmente l’amico.

-La sala d’aspetto è qui..- Luce, alla guida del gruppo, s’arresta bruscamente, ansimando per la gran corsa..- siamo arrivati..-

Ma i ragazzi, immobili sulla soglia d’entrata, sono davvero troppo stupiti per sedersi...

Che ci fa lì, Alma?! Insieme ai genitori di Matteo?!

- Matteo sta bene..- La bionda scatta in piedi, ben poco sorpresa di vederli; e Beatrice, allibisce, nel notare per la prima volta, nei suoi occhi, lacrime commosse – tra poco potremo entrare per salutarlo. Grazie a dio anche il trauma cranico era lieve, e non ha necessitato d’operazione..-

La ragazza annuisce, e prende posto accanto ad Alma.

-Ah, a proposito.. scusa davvero per essermi messa tra voi; ho rovinato tutto!

-Shh..- Beatrice sorride, rinfrancata – in questo momento, non è importante..-

Le ore trascorrono lente, in quella sala d’aspetto troppo stretta: qualche telefonata, per avvertire i genitori, e i racconti di ricordi condivisi, più o meno piacevoli da rammentare.

E i destini, di quei sei ragazzi tanto diversi, si confondono inesorabilmente, in quel mare di paura, attesa, anticipazione: di Fiè e di Luce, tra cui sta nascendo qualcosa di speciale; di Andrea e Beatrice, la cui storia sembra destinata a non decollare mai. Di Alma e dello Sganga; entrambi impazienti di riabbracciare Matteo.

Il tutto, sotto lo sguardo dei signori Astaldi.

Tremendamente preoccupati...

Finalmente, ecco l’infermiera uscire dalla stanza, e annuire sommessamente.

-I genitori possono entrare, accompagnati da massimo due amici, per ora.

I ragazzi si scambiano sguardi delusi, cercando di individuare fra loro i più adatti a salutare Matteo per primi.

-Indubbiamente lo Sganga..!- Dichiara Andrea, con un debole sorriso, elargendo una sonora pacca sulla spalla del buon Marco – e perché non vai tu, con lui, Beatrice?

Beatrice si volta verso Alma, risoluta a non entrare prima di aver ottenuto il suo permesso.

- Sicura di non voler essere tu, la prima?..- Domanda, afferrando emozionata la mano della ragazza.

-No, è giusto che sia tu ad entrare!- Risponde Alma, sorridendo a sua volta, convinta.

Beatrice segue quindi lo Sganga, titubante: l’idea di rivedere Matteo sano e salvo la riempie di gioia,  ma anche di imbarazzo.

Che cosa proverà, lui, al momento del faccia a faccia?

Ma, senza aver avuto il tempo di trovare una risposta, Beatrice si ritrova a pochi centimetri da Matteo, bello e coraggioso come non mai, il braccio destro ingessato legato al collo: un graffio superficiale, ma evidente, sulla guancia destra, e gli occhi verdi ancora un po’ stanchi.

- Ciao..- Sussurra, la voce rotta dall’emozione, mentre lo Sganga esulta, senza preoccuparsi di non fare rumore.

-Ciao..- Matteo sorride con notevole sforzo, ma non sembra portarle rancore.

Beatrice, mordendosi con forza le labbra, cerca ostinatamente di trattenersi, di non piangere: ma, nel vedere il bellissimo sorriso di Matteo, tranquillizzarla implicitamente, la ragazza inizia a singhiozzare, e gli getta le braccia al collo.

-Mi dispiace, mi dispiace così tanto..- Geme fra le lacrime, il capo appoggiato al grembo di lui.

-Non importa, ti prego..- Il ragazzo le accarezza delicatamente i capelli, con il braccio libero dal gesso, affaticato -.. non sarei mai stato in grado di fartene una colpa..-

-Mi sento orribile, perché non sono stata in grado di ricambiare il tuo amore..- Beatrice alza lo sguardo, gli occhi scuri macchiati di nero, e di tristezza -...potrai mai perdonarmi?

Matteo annuisce appena, accarezzandole il viso.

-Sai per che cos’ho pregato, un attimo prima di cadere a terra, dopo l’impatto?

-No..-

-Ho pregato di poterti rivedere, comunque fosse andata, per chiederti scusa. Non ho mai creduto alle parole di Alma, ma ho agito in questo modo soltanto perché avevo capito che era la cosa più giusta da fare,,.

Gli occhi di Beatrice vengono nuovamente annebbiati dalle lacrime, mentre Matteo ce la mette tutta per sembrare felice.

-So quello che provi per Andrea..- continua il ragazzo, parlandole dolcemente -....e voglio che, se è questo che desideri, tu possa stare con lui...-

Beatrice stringe Matteo in un abbraccio fortissimo, senza tuttavia piegarsi su di lui, per paura di fargli male: e com’è diversa quella stretta, fresca e delicata, da quella di Andrea, che le mette i brividi, e le fa tremare il respiro.

Ma, nonostante questo, Beatrice vorrebbe che quell’abbraccio non finisse mai, per quanto ammira Matteo, il suo Matteo. Un ragazzo meraviglioso. Unico.

- E’ dalla prima volta che ti ho visto, che lo penso..- La ragazza si districa con dolcezza dall’abbraccio, per poi tornare a guardare Matteo dritto negli occhi, con un sorriso sibillino sulle labbra.

- Cosa?- Domanda lui, incuriosito.

- ..che sei il classico tipo di ragazzo in grado di far perdere la testa a chiunque; persino agli esemplari più improbabili..-

Matteo inarca notevolmente le sopracciglia, stupito.

-Spiacente; non ti seguo..-

Beatrice sorride.

-Alma è la fuori da ore, e aspetta solo di poterti vedere..-

Matteo strabuzza gli occhi, perplesso.

-No..- Sentenzia, con abbastanza convinzione da riempire di vigore la sua voce, smorzata dalla stanchezza e dal dolore – tutte, ma non lei..-

-Sicuro?

Il ragazzo scuote la testa, risoluto.

Non è mai stato così contrariato, Matteo.

Eppure, ancora non sa quali tiri, l’imprevedibile gioco dell’amore,abbia deciso di riservagli..

E’ tutta una  sfida.

Quel che è certo è che, presto o tardi, i suoi occhi verdi s’accenderanno di nuovo...

..per qualcun'altra. ..

 

 

                                           ***

 

Qualche ora dopo, nel giardino dell’ospedale, la pioggia cade fitta, rendendo il grigio paesaggio urbano, ancora meno allegro.

Andrea e Beatrice stanno seduti l’uno vicino all’altra, su una panchina, scossi; riparati soltanto dal portico, sottile, e dalla piacevole calura, che scaturisce dalla loro gioia, quella gioia di ritrovarsi così improvvisamente vicini.

La mano destra di Beatrice, riposta in quella del ragazzo, solletica dolcemente i suoi polpastrelli, quasi soprappensiero: mentre il lungo indice di lui, altrettanto involontariamente, si attorciglia attorno ad una ciocca di lucenti capelli castani, giocandovi con tenerezza.

Così, naturalmente, dopo tanto tempo, i loro sguardi si incontrano, e il braccio di Andrea si sposta attorno alla vita di lei, che avvicina lentamente alla propria: i due ragazzi si guardano negli occhi respirando piano, mentre la piccola mano di Beatrice, si sposta con delicatezza sulla spalla di lui.

-Scusami se ci ho messo tanto..- Fa lei, sorridendogli maliziosa, un attimo prima di abbandonarsi a quell’abbraccio.

-Non importa Loppi. Meglio tardi che mai..- Andrea sorride a sua volta, socchiudendo gli occhi.

E i due, finalmente, si scambiano un lungo bacio: Beatrice sogghigna a mezza bocca, nell’avvertire di nuovo, il piercing di Andrea contro le sue labbra, stuzzicarla in modo così irresistibile ; e si lascia andare, mentre lui le accarezza piano i capelli, e la stringe con forza a sé.

Diventa un mare, quell’ondata di tenerezza, che improvvisamente li travolge: un mare dalle onde lunghe, bianche e spumose, che s’infrangono, ora impetuose ed ora tranquille, sugli scogli appuntiti.

-Però.. i tuoi baci sono migliorati.. ti sei esercitata?- Andrea inarca, ironico, le sopracciglia, dopo essersi staccato piano da lei, e trattiene a fatica le risate.

Beatrice incrocia le braccia sul petto, infastidita.

-Sì, con il mio pupazzo preferito..- risponde, secca – ma si può sapere perché devi sempre rovinare tutto? 

Il ragazzo la guarda di sottecchi, per poi chinarsi su di lei, cercando di baciarla nuovamente...

- Scordatelo, cafone..- ..Ma Beatrice si scosta, decisa.

- Mio dio.. che ammazza romanticismo che sei!

-Senti chi parla, idiota. . Tu e il tuo umorismo noir da “Il corrierino dei piccoli”!

Beatrice evita forzatamente di incontrare lo sguardo di Andrea; e lui, disorientato, si sente in colpa.
-Che diamine, scusa!- Esclama, accarezzandole con energia il dorso delle mani, come a volerla riscaldare -che posso fare per guadagnarmi il tuo perdono?

La ragazza finge di pensarci su per qualche minuto, per poi sorridere, sibillina.

-In effetti, qualcosa ci sarebbe..- Confessa, tornando a guardare il ragazzo negli occhi – stasera, io e Fiè, abbiamo una cena con la ditta di papà, sarà una cosa molto formale..-

Andrea scuote la testa, già terrorizzato.

-.. vorrei che mi accompagnassi. Me lo devi.

Poi, nel tentativo di addolcire la pillola, come a dire “non sarai il solo che dovrà soffrire”:..

-Luce ci ha già dato la sua parola; verrà anche lei. Non hai via di scampo...-

Il ragazzo annuisce, sorridendo forzatamente: sarebbe inutile ricordare a Bea, che chiedere favori ad un compagno di banco, costituisce una vera e propria infrazione della regola otto; così come risulterebbe altrettanto grottesco confessarle che, lui, in mezzo a rampanti quarantacinquenni incravattati, non si trova esattamente a proprio agio..

Perché, adesso, c’è in ballo qualcosa di ben più importante, del proprio orgoglio: l’amore di Bea, il suo amore; il diritto di stringere a sé quel corpo fragile e fragrante, di sentire il suo profumo di pesca imprimesi addosso, di poterla chiamare “la mia ragazza”.

Lei.

-Verrò- Sorride allora Andrea; e più contento di così non è mai stato, mentre sfiora con l’indice le labbra morbide di lei.

-Meglio per te.. -

-E di un po’....questo mio impegno..- Il ragazzo, tenendo Beatrice per mano, mentre l’accompagna a casa, le rivolge un sorriso furbetto – mi da il diritto ad avere un altro bacio?

-Non vedo perché no..-

Andrea, bagnato fradicio, si piega  quindi su di lei, la pioggia che gli incolla i ricci biondi e capricciosi alla testa, e che scroscia rumorosa sul suo cappotto nero: e Beatrice si alza leggermente, sulle punte dei piedi, per poter incontrare quelle sue labbra dispettose.

E mentre la pioggia cade su di loro, e le auto sfrecciano veloci lungo la strada, suonando di tanto in tanto a quelle due figure immobili accanto al semaforo, un pensiero attraversa entrambi, quasi comico.

“Grazie, professoressa Mainetti..”...

Prima di continuare, mano nella mano, il loro tragitto verso casa.

E, forse, verso qualcosa di ben più grande..

 

 

                                                          ***

 

 

Mentre la pioggia cade sulla metropoli milanese, Alan sta seduta nel parchetto prospiciente il grande palazzo signorile, il cappuccio della pesante felpa grigia a coprire i capelli scuri.

-Che freddo, dannazione..- si lamenta, rincantucciandosi nel tessuto troppo leggero, per quel novembre troppo freddo.

Alan sospira pesantemente, mentre i suoi fumosi occhi plumbei, si fanno scuri, d’un grigio cupo.

- Dove sei?- Inveisce, cercando a tentoni quel numero – grandissimo stupido..?-

La segreteria telefonica, le annuncia che dovrà attendere colui che aspetta ancora per un bel po’..

Alan è una ragazza diversa dalle altre; ha diciassette anni, appena compiuti, ma la scuola non l’ha mai finita.

E’ minuta, magra; sembrerebbe quasi eccessivamente tale, se non fosse per quella pancia, ancora non eccessivamente pronunciata,  che tuttavia non può nascondere, e che sbuca evidente dalla felpa stretch.

Ha un viso serioso, ma elegante: un nasino a patata, misurato, che sa arricciare con amabile grazia, e grandi occhi cangianti.

Meteoropatici, come lei.

D’un azzurro pallido, acquerellato, quando il tempo è sereno; e grigi, sfumati di nero, quando il cielo è nuvoloso.

Alan ha un volto da bambina, grazioso ed infantile; che contrasta decisamente con il tondino d’acciaio, che le sbuca poco al di sopra del labbro superiore, a sinistra.

In verità, il piercing, l’avrebbe tanto desiderato esattamente dalla parte opposta, ma non ha potuto farlo.

A destra, infatti, il suo viso altero è ornato da un neo chiaro, piccolo, simile a quello di una modella.

“Sembri Cindy!” – le diceva sempre lui, poco prima di lasciarla – “sei bellissima”:.  

E ad Alan, sfugge un singhiozzo, sull’onda emotiva di quel pensiero.

Bellissima..

Ora Alan, sul suo corpo pesante, di bello non trova nulla; e certo non i lividi, viola e neri, che le ammaccano le braccia e la gambe, e la cicatrice, ormai rimarginata, ma ancora evidente, che le segna la clavicola.

E’ sola, Alan.

Completamente sola.

E, la sua vita, fatta di persone che non la desiderano, da fine a principio.

Voleva un maschio da allevare come un vero uomo, suo padre; ed è per questo che lei, Alan, porta un nome che femminile non è, ma un che di mistico, diverso.

Come lei.

Non l’hai mai amata suo padre.

E nemmeno il padre del suo bambino, l’hai mai fatto..

Alan compone di nuovo, con mano tremante, lo stesso numero di pochi secondi prima, e stavolta si stupisce, nel trovarlo libero.

-Pronto?- Domanda quella voce, a sua volta scossa, dall’altro capo del telefono.

-Pronto....-  e l’intonazione di Alan, solitamente sfacciata, irriverente, si trasforma in un singulto, rotto dal pianto e dall’emozione.

-Sei tu?

-Sì..- ora non c’è più bisogno di mentire; di nascondersi di scappare. –Andrea, sono io.

Sono Alan..

 

 

                                                          ***

 

 

 

Sono le otto di sera; ed Alan aspetta ancora, seduta a gambe incrociate, su quell’umida panchina del parco.

Quanto tempo è passato, dall’ultima volta che si sono visti! Chissà che effetto le farà, poterlo finalmente riabbracciare...

Improvvisamente, una brusca frenata, la riscuote dai suoi pensieri, mentre gli occhi si bagnano, disobbedienti alle suppliche rivoltegli, di lacrime commosse.

-Alan, dove sei?

Parcheggiata la moto,  Andrea si precipita verso di lei ansimando, ed agita scomposto le braccia.

Non è cambiato per niente, Andrea.

E nemmeno lei..

-Qui..- Bisbiglia Alan, senza avere la forza di alzare la voce, sperando che lui sia in grado di sentirla.

E Andrea la sente, raggiungendola rapido, restando impalato di fronte a quella panchina, dove sta seduta.

-Alan, sei proprio tu..- anche la sua voce si fa improvvisamente diversa; colma di quel singulto cacofonico che precede il pianto, piena del nodo alla gola che non vuole proprio saperne di andare giù -...ma sei..-

La mano di Andrea si sposta, quasi timorosa di poterle fare del male, sulla pancia di Alan, che alza finalmente lo sguardo.

-Sì..- tira su con il naso; ma non le provoca vergogna, quel simbolo inequivocabile d’un amore proibito; bensì, la rende fiera. – sì..-

Andrea, piombando a sedere accanto a lei, intontito dallo stupore, le solleva meccanicamente le maniche della felpa, scoprendo le sue fragili braccia candide.

Passa un dito sui lividi bluastri che le ornano le spalle, e l’avambraccio. E scuote la testa.

-Lui. .ti picchia ancora?- Domanda, incredulo; incapace di veder ridotta così Alan, dagli occhi di cielo, il sorriso stellato.

Piena di voglia di vivere..

-Sì.. . Ma non posso lasciarlo solo..- La ragazza scatta in piedi, asciugandosi gli occhi con le maniche della felpa – mi sento così in imbarazzo...scusami per averti chiesto di venire. Ora me ne vado...-

Andrea si alza a sua volta, afferrandole delicatamente il polso: e non c’è bisogno di dire altro, in quell’istante.

-Alan..- Singhiozza ; il capo poggiato sulla spalla di lei, le braccia, saldamente strette attorno a quel piccolo corpo – perché hai fatto questo a te stessa?

La ragazza scoppia a piangere a sua volta, scuotendo la testa.

-Non lo so..-

E in quell’abbraccio convulso, entrambi si sciolgono in lacrime piene di rabbia, tristezza, frustrazione: d’odio, per questo mondo ingiusto, crudele; per quegli amori disperati, che trovano riscontro in mille lividi sul braccio, patiti e accolti nel silenzio d’un dolore riarso....

Andrea ed Alan; figli della stessa passione, consumata per non sentirsi troppo soli, per sfuggire al freddo gelido d’una notte d’inverno; ma di due sorti differenti...

Andrea ed Alan; che ora piangono abbracciati, inconsolabili.

 

Ma la volta ama, queste due piccole stelle.

Meravigliosi astri infelici..

Ha smesso di piovere, su Milano.

Per Alan ed Andrea.

Sperando che, la luce pallida delle stelle, possa presto tornare a brillare nei loro sorrisi, beatamente ingenui; come solo quelli di due adolescenti saprebbero essere.   ..

 

____

 

Una ragazza, dai lunghi capelli castani, rimira soddisfatta l’immagine che le rimanda lo specchio: sentendosi, per la prima volta, bellissima.

- E’ lui..- Mormora Beatrice, le guance colorite di soddisfazione, il respiro che si fa corto pregustando il momento in cui lo riabbraccerà – è lui; Andrea, quello che stavo cercando.

E la fantasia corre, vola; a cercare di indovinare come sarà quella serata alla quale, purtroppo, ancora non sa, che Andrea non prenderà parte...

_____

 

Un ragazzo, dall’aria elegante, esce accaldato dalla doccia, sorridendo.

Non è mai stato così felice, Filippo Fieri; da quei lontani pomeriggi di maggio a casa di Marta, sdraiato sul suo letto, a respirare il profumo dei suoi serici capelli neri.  

Ma ora, Marta è passato: un ricordo che, per quanto bello, non è più in grado di toccarlo.

E’ entrato un piccolo raggio di Luce, nella vita di Filippo.

Lei.

La promessa di qualcosa di nuovo. E grande.

_____

 

Una ragazza bionda, dagli occhi celesti, si sdraia stanca sul comodo letto a baldacchino, e sbadiglia vistosamente.

Si sente strana, ripensando agli avvenimenti che hanno scandito quella giornata intensa, troppo.

Ma felice.

Alma Marini, per la prima volta, ha fatto la cosa giusta.

Con annessi e connessi.

Sonia sarà arrabbiata, molto; ma che importa?.

Si impara un segreto in più, decidendo, qualunque cosa comporti, di essere diversi.

Che esistono gli amici. Quelli veri.

 

_____

 

Un ragazzo dai capelli scuri, pensa affranto a ciò che ha perso, sdraiato in un letto d’ospedale.

Beatrice; dai capelli fini, gli occhi dolci, il sorriso da bambina.

L’ha dovuta lasciare andare..

Matteo sorride, di quella vita strana, che pare fatta apposta per andargli un po’ stretta.

“L’amore, probabilmente non esiste” sospira, affranto “O, almeno, non per me”.

Ma ancora non sa che, nella sua vita, entrerà presto qualcuno di speciale; e che, grazie a lei, sarà in grado di poterlo gridare, senza alcuna paura.

L’amore esiste...

Basta solo trovarlo. E saperlo riconoscere...

 

 

 

Saaalve a tutte ^__^

Eccome qua!

Stupite di trovarmi così presto, con il nuovo capitolo delle avventure dei nostri amati?

Ebbene sì; non avendo nulla da fare, anziché darmi all’ippica (tra l’altro, penso che avrei ottenuto risultati pessimi, in questo campo.. T___T ) ho deciso di proseguire, con le avventure di Andrea e Beatrice; ed ecco che le cose si complicano, con un’impennata di civico buon senso da parte di Alma, e l’arrivo di una ragazzina un po’ speciale, Alan, che riporterà alla luce aspetti non proprio piacevoli del passato di Andrea xD (ma tu vuoi proprio complicarci la vita fino in fondo, razza di sadica?! T__T N.d Andrea e Beatrice, ri-armatisi d’ascia, ma stavolta decisamente disperati...) Beh, che dire...vi confesso che mi sento un po’ triste! Perché, alla fine delle avventure dei due litigiosi compagni di banco, mancano solo  due capitoli ed un epilogo, che spiegherà in sintesi che fine abbiano fatto tutti i protagonisti di questa storia.... ma animo; in fin dei conti, non siamo ancora alla fine >__< e quindi, come al termine di ogni chap, ne approfitto per ringraziare chiunque abbia letto ed in particolar modo recensito! ^.^

Quindi:

 

x Trappy: non ti preoccupare xD secondo i miei calcoli, a metà luglio, le avventure di Andrea e Beatrice arriveranno alla loro completa conclusione (sigh sigh T_T) e, a settembre, le loro disavventure potrebbero essere sostituite da quelle d’una combriccola di personaggi un po’ diversi, ma non meno perseguitati dai guai...ad ogni modo...questa è pubblicità occulta e non va bene! ^__^” quindi bando alle ciance....tantissimi grazie per i complimenti; hai proprio ragione, sai? la povera Bea è davvero ottusa a volte.. U__U!

 

 

x _Laura_, c: oh no.. ti prego.. non metterti anche tu contro di me T__T quei due sono già abbastanza disastrosi! Ç__ç chiedo venia...scherzi a parte; ti sn estremamente grata per aver seguito fino a qui le avventure di questi due stupidotteri.. T_T (ehi.. è__é.. N.d Andre e Bea)! Kissoli

 

X Costy24 e Giuly n: anche a me Luce e Filippo piacciono molto.. xD è curioso immaginarli così; proprio perché, come Andrea, anche loro esistono realmente, ma il loro rapporto non è tutto rose e fuori...so che non è giusto ciò che sta succedendo all’interno della storia ma mi piace essere cattiva xD inoltre detesto le cose lineari; ma vi prometto che, presto, tutti i tasselli del puzzle torneranno a posto ! Grazie mille per il vostro supporto xD

 

X @ngel: grazie anche a te, ovviamente! ^.^ E non ti preoccupare per il Teo...lui è come un gatto, e cade sempre in piedi! Andrea e Beatrice andranno incontro a un momento critico, ma si dice che il vero amore trovi sempre la sua strada...quindi, non ci resta che incrociare le dita, e augurarci che  l’amore dei due combina guai non sia da meno, e abbia un buon senso dell’orientamento...=D

 

 

X Valentina: E, ancora una volta, W Dante xD devo dire che l’idea di ricevere una chitarrata in testa mi terrorizza più dell’ascia di Andrea e Beatrice...quindi mi sono data una mossa! Diciamo che il liceo ha i suoi alti e bassi, ma da modo di costruire delle amicizie importantissime, e, nonostante i professori assomiglino spesso a delle belve terrorizzanti (ma quelli, d’altra parte, sono strambi ovunque ò.ò)  è un posto speciale: e chissà, come ho già detto potresti avere più fortuna di me, e capitare accanto a un baldo giovine affascinante e maledetto (non come me, che mi ritrovo per compagna di banco una scriteriata con preoccupanti manie compulse T__T..!).Ad ogni modo: il vecchio Leo mi piace, perché anche io come lui a volte manifesto una visione decisamente pessimistica della vita....ed altre sono più allegra e cretina che mai. Diciamo che sono un po’ troppo lunatica..! Beh, che dire.. spero di essere stata esauriente! E di nuovo grazie per questi tuoi commenti così traboccanti di energia, che mi danno ogni volta una prodigiosa spinta xD  

 

 

A questo punto, potete dirlo voi..

“leggete, se vi va, e siate clementi”^.^

 

Un grandissimo bacione, e una montagna dei più sentiti e sinceri ringraziamenti...

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Capitolo 10
*** 9.Come e perchè la regola 9 andò allegramente a farsi benedire.. ***


La trattoria “da Sandro” è un ristorante rustico e decisamente spartano, con tavoli di mogano e tovaglie fantasia pic-nic, che ben poco si adatta ad una formale cena di lavoro.

Eppure, Alberto Loppi, art director del suo settore, si è ricordato di dover fare un’ importante prenotazione soltanto una volta calata la sera, e quella piccola trattoria fuori Milano, è quanto di meglio è riuscito a trovare.

I colleghi con rispettive mogli, prendono posto con aria scettica attorno al tavolo: ma il buon Alberto, si ritrova presto sollevato dal suo tremendo imbarazzo, nel sentirsi rivolgere una sonora pacca sulla spalla dal signor Marchi, un distinto uomo brizzolato sulla cinquantina, in camicia a quadri.

-Bel lavoro, Alberto..- Ride sonoramente il suo capo, soddisfatto – e se poi ci fai portare una bottiglia di bianchino, ti promuovo direttamente al settore amministrativo..-

Alberto Loppi sorride leggermente, rinfrancato.

Ma altrettanto non riesce a fare, la sua amata figlia minore, in piedi sulla soglia del locale da una buona mezz’ora.

-Ma dov’è?- Domanda Beatrice, dando evidenti segni di nervosismo – gli ho spiegato in dettaglio il posto e l’ora, e proprio non capisco perché non sia ancora arrivato!

Filippo, elegantissimo, in una camicia blu scura, cerca di tranquillizzarla.

-Su sorellina...vedrai che sarà qui a momenti..-

-Lo spero sinceramente, per lui.-

Trascorre un’ora: ma di Andrea, il fedifrago, meraviglioso ed irresistibile Andrea, neanche l’ombra.

Luce e Filippo si sono lanciati in una partita a briscola contro i coniugi Antonietti, due giocatori nati, a quanto dicono gli esperti nel settore; mentre Beatrice, proprio non riesce a stare calma, e continua a giocherellare istericamente con le posate.

-Brutta stupida..- Si rimprovera duramente, contrariata – ti sei fatta prendere in giro da quel deficiente una seconda volta; brava Beatrice! Altro che studentessa modello e cultrice dell’acume e del buongusto: sembri piuttosto una bambinetta  cretina, da come ti lasci prendere all’amo..-

E, per un istante, le vengono le lacrime agli occhi, nel riportare alla mente tutti gli avvenimenti di quei mesi, che li avevano resi così vicini: le numerose gite in presidenza, le liti e i dispetti, i baci rubati e gli sguardi in tralice, già consapevolmente colpevoli di volere di più, dall’altro..

Poi, un impeto di rabbia, che la porta a sbattere con forza il proprio bicchiere sul tavolo.

-Basta, ora ho deciso. Meglio lasciar perdere.

Magicamente, la Beatrice di un tempo, torna tuttavia a galla, sconfiggendo quella nuova ragazza innamorata, e sorprendentemente fragile: quella Beatrice ambiziosa, perfezionista, e orgogliosa di sé stessa; che mai si sarebbe lasciata sminuire, qualunque cosa fosse capitata.

-Non gli permetterò di umiliarmi, e di mettermi i piedi in testa..- Decide infatti la ragazza, risoluta, stringendo i pugni – mi deve delle spiegazioni; e me le darà.

Quindi, meccanicamente, Beatrice si volta verso Fiè, e gli lancia uno sguardo eloquente.

“Filo, ho bisogno di te..”

E in quel famoso linguaggio non verbale, fatto d’espressioni e ammiccamenti, che solo i fratelli sono in grado di comprendere, Filippo legge inequivocabilmente una sola, inconfondibile espressione:

“Aria di guai”.

 

     

 

                                                        ***

 

 

Alan sta seduta sul divano di casa di Andrea, guardandosi attorno piena di disprezzo.

-Dì un po’; lei non c’è?- Domanda, mentre la sua voce femminile si fa improvvisamente rabbiosa, roca.

-No..- Andrea piomba a sedere accanto ad Alan, e le prende delicatamente la mano -.. è fuori.. . Ma forse dovremmo chiamarla..-

La ragazza scuote la testa, decisa.

- No. Non mi ha voluta allora, e non vedo perché dovrebbe farlo adesso. Non la voglio vedere.

Andrea la stringe in un abbraccio forte, e le accarezza i capelli.

-Se solo avesse saputo, sono sicuro che le cose sarebbero andate in modo diverso..-

-Saputo cosa?- Alan si scosta, districandosi dalla stretta – mio padre era un ubriacone, ma lei non ha esitato a scaricarmi a lui..-

La ragazza tenta invano di trattenere le lacrime; lacrime di frustrazione e rabbia impotente, che iniziano a sgorgarle copiose giù per le guance.

- Me, una bambina indifesa....in mano a un uomo crudele e manesco, che non mi avrebbe mai amata. Lo capisci?

Andrea annuisce, in silenzio.

-Sì, lo capisco. Ma credimi; lei si è pentita della sua decisione, in tutti questi anni non ha fatto altro che cercarti..- Il ragazzo si volta a guardarla, senza tradire la benché minima emozione -.. la mamma ha sbagliato, Alan. Ma forse hai sbagliato anche tu, nel rifiutarti di perdonarla.

Alan guarda altrove: uno spettacolo invisibile agli occhi altrui, un puntino sfocato ed indistinto sulla superficie della vistosa carta da parati.

-Lei non è mia madre, Andrea. Forse è la tua..- La ragazza torna a fissarlo negli occhi: e Andrea rabbrividisce nel cogliere nelle sue iridi chiare, lampi freddi blu notte, sempre più cupi -.. perchè ha avuto il coraggio di starti vicino. Ma io..-

Un sospiro. Poi un altro.

-Sono solo la figlia di una relazione adultera. Di un errore.

Alan si tocca il ventre con la punta delle dita, e tira su con il naso.

-Non sono sua figlia..-

Proprio in quell’istante, le chiavi girano all’interno della toppa, con un sordo rumore metallico: la ragazza si volta di scatto, come un gatto, improvvisamente abbagliato, dai fari d’un auto troppo vicina.

La signora Bassi entra ignara di tutto in casa, di ritorno da una piacevole partita di bridge: e sorride, mentre saluta Andrea, e  s’appresta a deporre a terra l’elegante borsa di cuoio.

Ma quel cipiglio, quegli occhi di ghiaccio, di pece e di cielo, non li avrebbe mai potuti dimenticare: e dice solo –oh..- la signora Bassi, nel riconoscere Alan, mentre la borsa elegante cade a peso morto a terra.

-Alan..-

Ma la ragazza non ha voglia di parlare: si alza, silenziosamente, dal divano, e imbocca decisa la porta.

-Grazie di tutto...Andrea..- Sussurra, un ‘istante prima di sparire nel nulla, così come dal nulla è arrivata.

-Alan! Aspetta..-

Niente da fare.

Alan ha già preso veloce l’ascensore, ed ora corre ferita verso casa.

Tornerà in quel minuscolo appartamento umido e freddo, da un padre che la picchia e da un ragazzo che non l’ama.

Tornerà a fare un lavoro che non le piace,e che troppo richiede al suo corpo sottile, il corpo di una ragazza di diciassette anni.

Ma un’unica certezza, Alan ce l’ha: ed è questo che pensa, mentre attraversa la strada, e si sfiora piano la pancia.

Il suo bambino; un bambino a cui non avrà paura di dare tutto l’affetto possibile, qualunque cosa comporti la sua scelta.

Per cui non avrà paura di essere madre...

Alan alza gli occhi verso il semaforo, che sino a pochi secondi prima imponeva lo stop ai pedoni: i colori dei fanali si mescolano, all’interno del suo spazioso quadrante, e il rosso diventa improvvisamente troppo simile al giallo, e al verde.

-Devo mettere qualcosa sotto i denti ..- Pensa la ragazza, in preda a un fortissimo capogiro – è da stamattina che non mangio..-

Calo di zuccheri..

E così pensato, gambe in spalla; Alan si mette in viaggio, alla volta dell’unico luogo dove le verrà offerto un pasto sostanzioso, in concomitanza con un altrettanto sostanzioso sconto.

La caffetteria dell’ospedale..

 

 

 

                                                         ***

 

 

 

La Pina è una donna sulla cinquantina, di cui nessuno conosce il vero nome.

Oltre ad adempiere alla sua vera e propria professione di “bar-woman”, lavora saltuariamente presso il consultorio giovanile: ed è proprio lì che lei e Alan si erano incontrate, circa un mese prima, finendo per diventare amiche.

La Pina era rimasta impressionata dal coraggio di quella ragazzina spavalda e magra, che parlava in termine espliciti, e non aveva paura di scagliarsi contro niente e nessuno, con parole dure scandite dalla sua vocina tagliente: la trovava infinitamente simile a sé stessa, quando era giovane.

Ed era per questo che, spesso, invitava Alan a mangiare presso la “sua” caffetteria, dove faceva sempre in modo di farle consumare il pasto gratis: ben presto, quel luogo, era diventato per la ragazza un autentico rifugio, dove correre nei momenti no.

Quindi, neanche questa volta, la Pina è troppo sorpresa di vedere Alan varcare la soglia della caffetteria: ma, oltre a un saluto rapido, non ha modo di rivolgerle troppe domande, occupata com’è a litigare con un ragazzo dai capelli scuri, piuttosto lunghi e sfilati, che indossa sopra il pigiama una pesante felpa nera...

-Insomma Matte’.. non sei diverso da tutti gli altri degenti che stanno qui!- Lo rimprovera, scuotendo energicamente una spatola da cucina a pochi centimetri dal suo viso -Quindi vattene immediatamente di sopra, e tornatene a letto. Stasera ci sono pasta in brodo e patate bollite!

Il ragazzo assume una smorfia di disgusto, e scuote la testa.

- Nemmeno per sogno!- Esclama, irremovibile – ho soltanto un braccio rotto, per ora; ma stai sicura che finirò a contorcermi dalla nausea, se mi obblighi a mangiare quelle schifezze! Pina.. ti prego.. dammi uno di quei bei panini che solo tu sai fare..- 

La donna sospira e accorda al ribelle, con notevole sforzo, il permesso di usufruire della sua abilità culinaria.

-Per sta volta va bene.- Sbuffa -Oh santo cielo, non vedo l’ora che ti dimettano; così la pianterai una buona volta di sfinirmi!  

Il ragazzo sorride leggermente, soddisfatto della sua vittoria.

Ma la Pina non ha ancora intenzione di dargli tregua..

-Guarda quanto tempo mi hai fatto perdere!- Si lamenta infatti, teatrale -Non ho neanche potuto accogliere come meritava la povera Alan!

Matteo si volta di scatto, curioso.

Pam.

Un pugno nello stomaco. 

Una ragazza, dai capelli scuri come i suoi, sta seduta a gambe incrociate su uno sgabello, restituendogli uno sguardo indiscreto: ha un viso straordinariamente bello e fine, illuminato da due occhi grigi come mai ne ha visti, e un piercing poco più in su del labbro inferiore, a sinistra.

Tiene le braccia strette attorno alla vita, a cingere una pancia leggermente troppo rotonda: ma Matteo non nota nemmeno quello, perso com’è in quegli occhi belli e tristi, pieni di silenzi insondabili.

- Le terrò compagnia io, se vuole..- Sorride; ed è bello anche così, con una felpa scialba addosso, e i pantaloni bianchi del pigiama che sporgono, decorati da piccoli disegni verdi e azzurri – sono Matteo..-

Alan sorride leggermente, non sa bene perché, per la prima volta dopo tanto tempo.

-Alan..- Gli porge la mano, prendendo posto accanto a lui -.. mi chiamo così.

Un istante di silenzio; giusto per studiarsi, cercare di capirsi.

-E sì, sarei felice, se tu mi facessi compagnia..-

La Pina gongola, tornando alle sue piadine.

Missione compiuta..

 

 

 

 

 

                                              ***

 

 

Davanti a casa di Andrea, le braccia ripiegate lungo i fianchi e lo sguardo duro, che non ammette repliche, Beatrice pretende spiegazioni.

Sono ore che aspetta il ritorno del ragazzo, uscito di casa per il solito biliardo “amichevole” con i compagnucci di merende, sotto la pioggia scrosciante. Fiè, che l'ha accompagnata sin lì in macchina, è stato esortato senza tante cerimonie ad alzare i tacchi; e così, senza replicare, ha fatto.

Da bravo fratello maggiore..

Se n’è dimenticato, è vero: s’è n’era completamente scordato Andrea, di quella promessa, ma non può davvero spiegare perché.

Riportare alla luce quella storia che fa male, macchiare sua madre della colpa d’un adulterio di tanto tempo prima, sofferto, di cui non finirà mai di vergognarsi..

E’ davvero troppo...

Quindi, il ragazzo si limita ad alzare le spalle, imbarazzato.

-Ho ricevuto una telefonata importante, tutto qui..-

-Una telefonata?- Beatrice gli appioppa un violento spintone, alterata - E’ tutto questo quello che hai da dire? Non ti senti in dovere di spiegarmi nient’altro?

Andrea scuote la testa, senza riuscire a guardarla negli occhi.

-Beatrice, è complicato..- Borbotta, a mezza bocca -Mi dispiace..-

La ragazza sbatte le palpebre, incapace di reagire.

-O-ok..- Mormora, la voce rotta dal pianto – allora me ne vado.

E, caracollando a fatica sui tacchi alti, mentre i suoi piedi reclamano a gran voce le Tommy semi sfasciate, Beatrice fa dietro front, impettita e decisa a non versare alcuna lacrima.

Ma purtroppo, qualche amara goccia di pianto, sfugge ai suoi occhi castani, leggermente macchiata di mascara: e allora anche Andrea decide di cambiare radicalmente posizione, d’essere lui a dimostrarsi accomodante.

Non può perderla.

-Beatrice, ferma..- Le intima, tirandola per un braccio – stai piangendo?

-No...- La ragazza china il capo, rabbiosa, e scatta all’indietro - Non ho nulla. Lasciami in pace.

-Non ti credo.. mi dispiace molto di averti dato buca, ma è successo qualcosa di davvero troppo grave..-

-Ah sì?- Beatrice tira un altro strattone; le mani sui fianchi, e il respiro accelerato – e che cosa? Ti è capitata un’occasione più intrigante della sottoscritta?

-No..- Andrea trae un profondo sospiro, come se l’idea di rivelare il motivo della sua assenza lo facesse sentire spaventosamente a disagio -.. prometti che non spiffererai a nessuno quello che sto per  dirti..-

-No, stai tranquillo..- Una risata secca, scortese -.. non dirò ai tuoi genitori che frequenti esotiche prostitute sud-americane, nel tempo libero..-

Il ragazzo non riesce a trattenere un risolino, e le scompiglia delicatamente i capelli.

-Che sagoma, che sei..-

Beatrice mette il broncio.

-Ho ricevuto una telefonata da mia sorella. Era da parecchio tempo che non ci vedevamo..- Andrea abbassa lo sguardo, diventando improvvisamente cupo – ..da piccoli eravamo molto legati.

-Sorella?

Beatrice è estremamente sollevata nell’intendere che no, il suo abominevole Bassi, non è un traditore, e arrossisce di piacere.

Ma che diamine Bea; datti un po’ di contegno! 

E così com’è arrossita, in meno d’un attimo, Beatrice torna altrettanto velocemente impettita.

-Ti prego, continua. Che cos’è successo a tua sorella? E perché non me ne hai mai parlato?

.-Il fatto è che...Alan..- Il ragazzo tortura ostinato il tondino ferreo, che spunta alla destra del labbro inferiore, in evidente difficoltà – non è mia sorella legittima.

Gli occhi di Beatrice si spalancano per la sorpresa, mentre Andrea si passa una mano fra i capelli.

-Siamo figli della stessa madre, ma di padri diversi..- conclude quindi il ragazzo, senza avere il coraggio di sostenere lo sguardo di Beatrice -.. e il suo non è esattamente una brava persona. La picchia. Da qualche anno, Alan frequentava un ragazzo che non mi piaceva; ero sicuro che non l’amasse.

E stasera, ne ho avuto la conferma.

Andrea scuote la testa, amareggiato.

-Scusa se non ti ho detto niente, prima..- Sorride debolmente -.. avrei dovuto fidarmi di te, ed essere chiaro da principio.Ma...capisci? Aveva bisogno di me...-

Beatrice gli appioppa una pacca sulla spalla, imbarazzata, starnutendo sonoramente.

-Ma che dici, scemo?- Sbuffa  -Scusami tu, piuttosto! Non avevo il diritto di impicciarmi degli affari tuoi!

-E invece sì, che ce l’avevi. Io e te abbiamo un certo tipo di rapporto, e quindi è congruo che tu venga a conoscenza dei miei segreti più intimi..-

-Un certo tipo di rapporto? Ma cosa dici, pervertito? Non sono la tua concubina, chiaro?!

-Cretina! Non era questo che intendevo. Pensi sempre male..-

Andrea e Beatrice si guardano malevoli negli occhi per un istante, per poi scoppiare sonoramente a ridere, mentre la pioggia scende a picco su di loro.

-Certo che siamo una bella coppia, noi due.

-Non potevi trovare una definizione più azzeccata...- Fa la ragazza, tossicchiando.

Ed è proprio in quell’istante che Andrea si accorge di quanto siano colorite le guance di Beatrice, d’un polveroso e innaturale alone scarlatto.

-Ehi, ma tu sei bollente!- Esclama, posandole una mano sulla fronte – mi sa proprio che hai la febbre!

-Non dire assurdità, Bassi. Ti sei improvvisamente trasformato in un “Medico senza frontiere”?

- Pensa quel che vuoi, ma sono sicuro di non sbagliarmi!E poi guarda come sei ridotta! Sei fradicia, e barcolli! 

-Non sono fradicia. E, soprattutto, non sto barcollando!- Beatrice cerca ostinatamente di restare dritta, ma non ci riesce – sei tu che devi smetterla di girare in tond .. -

La ragazza piomba fra le braccia di Andrea, che, prontamente, l’afferra.

-Sto benissimo, chiaro? Non trattarmi come una povera inferma..!- Bisbiglia, stremata, ma ancora lucida quel tanto che basta per opporsi ad una tale situazione -.. e mollami!

-Negativo, Loppi. Stasera, non te ne andrai da nessuna parte..-

-Cosa?- Beatrice spalanca gli occhi, allibita – schifoso! Non vorrai violentarmi, spero!

- Non montarti la testa, pivella. Cavalco solo con puledre da corsa, IO..-

Andrea trascina Beatrice all’interno dell’ascensore, con un sogghigno.

-E mio padre? Come la metti? Verrà a cercarmi, e ti farà a pezzi..-

- Fiè ci coprirà, basterà una telefonata. Noi due ce la intendiamo..!

-Come no. Grandioso. Mio fratello, mi consegnerà senza batter ciglio nelle mani di un folle maniaco sessuale. Da non crederci!

-Basta blaterare, ti prego. Siamo arrivati..-

Andrea infila faticosamente le chiavi nella toppa, ancora impegnato a sorreggere Beatrice: la ragazza si guarda intorno, curiosa, alla ricerca della signora Bassi.

- Dov’è tua madre?

-Aveva il turno di notte..-

-Questo vuol dire che siamo soli?

-Già..- 

Beatrice abbassa la guardia, iniziando a rilassarsi: è stanchissima, e dei brividi caldi e fastidiosi, le corrono veloci lungo la schiena.

Forse, quello scriteriato aveva ragione.

Ha davvero la febbre..

Approfittando della sua distrazione, Andrea se la carica tuttavia, improvvisamente, su una spalla, a mo di sacco di patate, e la conduce nella propria stanza.

-Mettimi giù, depravato!

-Eddai, stai tranquilla. Non voglio farti niente...-

Il ragazzo la depone delicatamente sul letto, accarezzandole con dolcezza la testa: Beatrice sospira di piacere, al contatto con le lenzuola fresche di bucato, e si abbandona sul materasso morbido.

-Dì, non hai una tachipirina solubile? Di quelle che si sciolgono in acqua?

-Arriva subito, mademoiselle..-

La ragazza si guarda intorno, arrossendo leggermente.

Da non crederci!

E’ nella stanza di Andrea Bassi; uno dei ragazzi più carini e desiderati della scuola..

...che, sino a qualche settimana prima, riteneva zotico, impudente, ed odioso.

Beatrice respira con gli occhi socchiusi il suo profumo, sparso sulla federa del cuscino: ed è buonissimo, così intenso e caldo, come solo Andrea sa essere.

Il suo stupidissimo Bassi..

-Ma che fai, sniffi? Guarda che l’ascisc me la tengo stretta e al sicuro, mica la spargo sul cuscino!- Andrea è appena tornato; con un bicchiere d’acqua, ed una scatola di compresse, in bilico, su un vassoio colorato.

-Che servizio! Sono impressionata...-

-Fanno cinquanta euro..-

Beatrice alza gli occhi al cielo, e acchiappa con mano veloce il bicchiere.

-Buffone!

-Robot...-

-Piazzista..-

-BANZAI!

A tradimento, Andrea si avventa su Beatrice, che ha appena terminato di bere, ed inizia ad armeggiare con i bottoncini dei suoi jeans: paonazza, la ragazza si agita sotto di lui, cercando di scrollarselo di dosso.

-Lasciami immediatamente, sporco maniaco!

-E stai ferma, puffa- Il ragazzo la guarda con sufficienza, schiacciandola con il suo dolce peso sopra il materasso –voglio solo confermare un mio sospetto, niente di più..-  

Beatrice ansima affannosamente, divincolandosi come impazzita: ma Andrea, con abile gesto, le sfila velocemente i jeans, e resta per un secondo impalato, a fissarla.

-emmh...emmh...eh..-

Abbandonandosi accanto a Bea, che immediatamente, si copre con il lenzuolo azzurro, il ragazzo scoppia a ridere di gusto, battendo con energia le mani, strette a pungo, sul cuscino.

-Non ci posso credere.. lo sapevo!

-Spergiuro schifoso! Hai appena infranto la regola 9!

Andrea strappa il lenzuolo dalle mani di Beatrice e lancia un’occhiata ai suoi slip a quadrettini, trattenendosi a fatica dallo sghignazzare nuovamente; per tutta risposta, la ragazza gli mostra contrariata la lingua,e incrocia le braccia sul petto.

-Oh ma....quanto rompi! E poi non lo sai che gli accessori dei personaggi disney, sono l’ultima moda del momento? Sei passato, caro mio..-

Andrea si morde le labbra, in procinto di scoppiare a ridere ancora.

-Sì, ok...ma le mutande di Archimede Pitagorico!? Quelle potevi averle solo tu..-

Beatrice gli lancia uno sguardo di sfida, tossendo.

- Embè? Lo sai che sono una ragazza dotta..-

Quindi, come in preda a una prodigiosa intuizione, caccia la mano dietro al proprio cuscino,e ne estrae lentamente qualcosa.

Un maialino di peluches...

-Toh! E questo che cos’è?- Domanda trionfale mentre Andrea, dopo essere arrossito furiosamente, cerca di strapparglielo di mano,

-Niente! Non l’ho mai visto.. sarà finito qui per caso!

Beatrice stringe fra le dita la coda del maiale, e la tira con forza.

-Allora non ti dispiacerà se sfogo su di lui le mie frustrazioni, no?- Domanda, guardando Andrea dritto negli occhi.

-No! Ti prego.. lascia stare...PARIDE!

La ragazza sgrana gli occhi, cacciando un sonoro colpo di tosse; poi, anche se sommessamente, a causa della costipazione, scoppia a ridere.

- Paride? Oddio! Bassi, il figo dell’Angiolieri, dorme con un maiale di peluches, e per giunta con un nome epico..- Beatrice si circonda la pancia con le braccia, piegata in due  -questa è da raccontare!

-Non ti azzardare, sai?- Andrea le si getta addosso, bloccandole i polsi – o potrei diventare molto cattivo..-

-Cattivo.. ma fammi il favore! Ho imparato a conoscere quelli come te..- la ragazza inizia a sentirsi scossa, avvertendo gli occhi neri di lui fissi su di sé, e il suo respiro caldo sul collo – sono tutto fumo e niente arrost..-

Ma prima che possa finire la frase, Andrea si china su di lei, e le stampa un bacio sulle labbra.

-Scusa..- Sorride poi, sfiorandole dolcemente i capelli -....ma mi piaci troppi quando ti arrabbi..-

Beatrice arrossisce di soddisfazione, scrollando leggermente le spalle.

-Oh, non importa..- bisbiglia; ma mentre Andrea fa per chinarsi su di lei ancora una volta, accarezzandole il mento, Beatrice lo allontana delicatamente, soffocando a fatica uno starnuto.

-Fermo stupido..- Lo rimprovera, scherzosa – prenderai il raffreddore anche tu..-

Il ragazzo sogghigna, rivolgendole una di quelle smorfie scaltre e sornione, che la mandano in bestia.

-Correrò il rischio..-

Quindi, poco dopo aver mancato l’appuntamento, confidato un segreto troppo importante, e aver infranto la regola 9, Andrea si china ancora su Beatrice, e la bacia.

-Mmmh.. che delizia...sai di flashtab al limone..-

-Zitto idiota, e fai il tuo dovere..-

-Ai suoi ordini..-

La ragazza si abbandona sulle sue labbra, accarezzandogli delicatamente quei ricci capricciosi; ma ecco che, il telefono, si mette a squillare, sottraendoli alla dolcezza di quel momento.

Andrea, tuttavia, non tradisce la benché minima emozione...

-Eddai, rispondi!

-Ma non ci penso neanche..-

-Come!? Non vuoi rispondere! E se qualcuno ha bisogno seriamente di te?

-Chiamerebbe sul cellulare..-

-Non essere ridicolo..- Beatrice si districa decisa dal suo abbraccio, avvicinandosi al ricevitore – il tuo, è un comportamento irresponsabile, Andrea. Assolutamente sconsiderato.

Sconfitto, il ragazzo si alza dal letto, sbuffando sonoramente.

-Sai sempre come ammazzare l’atmosfera, eh?- Bisbiglia a Beatrice, un attimo prima di sollevare la cornetta, incrociando gli occhi.

-Pronto, chi è?

Andrea resta un secondo in silenzio, gli occhi sgranati. E’ quasi diventato più pallido.

-Sì, sì.. certo.. è qui..-

-Ma si può sapere chi ha chiamato?

Il ragazzo copre il telefono con un mano, allontanandolo dal viso.

-Ti dico solo che avevo ragione io..- Sussurra, scosso – era meglio non rispondere..-

 Un sospiro pesante, intriso d’agitazione.

Riaccosta la cornetta all’orecchio.

-Beatrice, faresti meglio a venire qui..- ora Andrea la guarda dritta negli occhi, torturandosi il piercing con le dita.

-Che c’è?

.... E il suo sguardo, non è per niente rassicurante.

Sospira nuovamente. Sembra quasi che stia prendendo fiato.

- E’ tuo padre..-

 

 

 

 

 

 

La scuola è finita!!!!Ed eccomi qua! ^_^ E con essa, anche le avventure di Bea e Andrea, stanno per giungere al termine. Ormai soltanto un’altra regola, deve essere infranta:  e un breve epilogo mostrerà le sorti di ciascuno dei protagonisti della fan fiction! Ormai i tasselli credo siano tornati a posto; manca solo una sorta di “piccolo colpo di scena” all’appello, che però non riguarda i nostri protagonisti principali! (Alla buon ora! Ne abbiamo abbastanza delle tue idee balzane! è__é N.d Bea&Andrea, stavolta armati di gigantesco ombrellone da spiaggia) Come al solito, vi ringrazio per il vostro sostegno, e i vostri consigli e complimenti; come farei senza di voiii?? E quindi:

 

 

X Nausicaa212: sei formidabile,sorella! xD come avrai notato, la tua deduzione era giusta! Grazie mille per avermi seguita, e complimenti per il tuo acume!  

 

X Damynex, costy24,nihal_chan,_Laura_e Killer: eh già.. Bea e Andrea si sono davvero messi nei guai.. ma non abbiate paura! Le cose torneranno a posto! Sapevo che l’entrata di Alan avrebbe lasciato i miei “lettori” un po’ disorientati...ma quella povera ragazza sfortunata è assolutamente innocua, tranqui xD ebbene sì, vi confesso che Beautiful era la mia ossessione, quando ero piccola! Ad ogni modo grazie mille, vi amo tutte!!!!

  

X maddy94: beh, che dire! Ti ringrazio davvero moltissimo, sono lusingata! ç___ç Spero di non averti delusa nemmeno stavolta! Kissonii

 

X Valentina: grazie mille per l’ode leopardiana! xD quello è il “canto notturno di un pastore errante dell’Asia”, vero? L’ho studiata quando ero in seconda liceo, il mio professore ne era ossessionato! Il mio ultimo giorno di scuola è andato bene, gavettoni a parte...abbiamo cazzeggiato per due ore, e poi ce ne siamo andati a casa! La mia compagna di banco è iperattiva, e sospetto vivamente che le batterie siano nascoste in qualche zona oscura inaccessibile, o che sia ricaricabile.. magari ha una spina che le spunta da qualche parte! Ma dopotutto, sai.. anche lei ha i suoi lati positivi! In fin dei conti, fra pazzi ci si intende.. ! E’ da un po’ che Beuatiful non lo guardo più accidenti...ero una sua grande fan ai tempi degli intrecci Brooke/Deacon/Bridget/Oscar/Nick, ma quando è subentrata la storia di Ridge Forrester, ha proprio iniziato a scadermi! Ad ogni modo...grazie mille come sempre, cara! W Dante! xD Ps...anche io amo il copia incolla!!!!!

 

 

Cosa aggiungere? Ah sì...l’immancabile...

 

Leggete, se vi va....

 

E siate clementi! ^-^””

 

 

Un bacione supersonico, e tanti, tanti,tanti.tanti,tanti,tanti,tanti,tanti (e periodici..) grazie..  

 

 

 

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Capitolo 11
*** 10. Come e perchè, in grande stile, la regola 10 andò a farsi benedire, e con essa l'intero codice di retta condotta ***


-Beatrice, piccola mia! Tutto bene? Un violentatore ti ha presa in ostaggio?- Senza alzarsi dalla sua amata poltrona, regno inviolabile ed indiscusso del maschio di casa, Alberto Loppi parla al telefono, o meglio; grida, dentro alla cornetta, in preda al panico -.. hai bisogno di aiuto?

Dalla cucina, Elena Passeri in Loppi, istruttrice yoga, e sua affettuosa consorte, scuote la testa, e si lascia scappare una risata.

E’ davvero curioso come, qualsiasi alterazione psicologica, non si riveli comunque in grado di distrarre il marito dal detenere il monopolio del telecomando..

-E rilassati, no?- Borbotta contrariata, lucidando con energia i piatti della cena – ce lo ha detto o no, Filippo, che stasera Beatrice stava da un amico!?

Alberto allontana la cornetta dal viso, dopo aver bisbigliato un sommesso “vuoi scusarmi un secondo?”, presumibilmente rivolto alla malcapitata figlia, e torna a guardare la moglie leggermente stralunato, gli occhi strabuzzati.

-E...e tu non hai niente da obiettare? Amico! Non amica! Per quello che ne sappiamo, potrebbe essere uno psicopatico!

Elena leva il telefono dalle mani di Alberto, e parla a Beatrice con voce dolce.

-Sì piccola. .certo amore...non preoccuparti.. ci parlo io...a dopo!

Quindi, con le mani piantate sui fianchi, si piazza davanti al marito.

-Dimmi..! Cosa devo fare con te?- Domanda esasperata, cacciando un sospiro lungo lungo.

Alberto la guarda inebetito, senza riuscire ad articolare una sillaba.

-Ma...hai riattaccato!-Bofonchia, ancora sconvolto. Elena alza gli occhi al soffitto.

-Certo che ho riattaccato! Come ti saresti sentito se, nel bel mezzo di una delle nostre notti d’amore nella tua stanza, tuo padre avesse telefonato?- La donna continua, implacabile: e sembra non accorgersi del colorito verdognolo che il marito ha assunto nel frattempo, nell’udire la seconda parte della sua orazione – quando eravamo soli io e te, il tuo comodo lettuccio, e le foto di Pamela Anderson alle pareti!?

Alberto non reagisce, e torna a guardare la moglie perplesso, sbattendo energicamente le palpebre.

-N-notte d’amore? – Balbetta inebetito, mollando il telecomando – la nostra Beatrice?

Quindi, lancia un’occhiata di sfida alla moglie, gli occhi ridotti a due fessure determinate, e si lancia con uno scatto laterale degno del miglior portiere azzurro, sul cordless.

-Banzai!- Grida, in preda alla furia -Salverò io la nostra piccola da quel giovinastro con le mani lunghe, se tu sei troppo impegnata a fare la madre moderna per pensarci!

- Alberto!- Elena, a sua volta, depone il mestolo di legno e si getta sul marito, cercando di strappargli di mano il telefono – molla subito quel ricevitore, o te ne pentirai amaramente!

I due coniugi Loppi cascano sul tappeto di botto, continuando ad azzuffarsi energicamente: quindi si bloccano entrambi a pochi centimetri l’uno dall’altra, respirando affannosamente, per riprendersi dalla fatica.

-Non abbiamo più vent’anni, eh?

-Parla per te, pupattola!

Alberto Loppi si scaglia determinato sulla moglie, e cerca nuovamente di riappropriarsi del telefono: ma Elena ha deciso di optare per una strategia psicologica diversa, con la quale spera di farlo capitolare.

-Quando accetterai che la nostra Bea sta crescendo, eh?- Domanda seria in volto, puntando i suoi occhi neri e colpevolizzanti sul marito. Alberto si ferma, e tace.

- E’ una ragazza giudiziosa, ha ottimi voti a scuola, fra meno di due anni finirà le superiori. Con Filippo non sei mai stato così possessivo.

Capofamiglia Loppi fa per aprire bocca; ma Elena, più decisa che mai, lo fulmina con un’occhiataccia.

E’ risoluta a continuare.

-Certo; so che è maschio, che è grande e grosso, e che voi due ve la intendete di più, con le vostre partite di calcio e tutto il resto. Ma come è maturo e responsabile lui, lo è anche Beatrice: nella stessa misura. Hanno solo un anno di differenza.

Alberto ormai è quasi cotto a puntino, e la presa attorno al ricevitore si allenta sempre maggiormente: al “non farà niente di avventato, vedrai” sussurrato dalla moglie, il patriarca cede definitivamente, con un sospiro.

-E così, lo so..- Ammette: e quasi ha le lacrime agli occhi mentre guarda una foto di Beatrice sdentata e con le treccine, un lecca-lecca variopinto in mano.

Elena gli  da una pacca sulla spalla e si commuove pure lei, dando un’occhiata ad un istantanea che ritraeva i suoi bimbi insieme, che facevano ciao ciao con la manina indossando un paio di grotteschi occhiali da sole rossi.

-Sono sempre i nostri bambini, caro. Ma crescono in fretta..- Elena invita Alberto a posare l’album fotografico e gli accarezza  piano la testa, come farebbe una madre affettuosa col figlioletto triste -.. e non gli piacerebbe certo sentirsi disturbati da noi nei loro “momenti importanti”. Non sei d’accordo?

Il marito annuisce piano, sconfitto.

E’ più forte di lui: non riesce mai a replicare decentemente, quando Elena decide di essere diplomatica.

-Questa resa ti costerà comunque cara..- Fa tuttavia, strizzando nuovamente gli occhi, mentre la consorte annuisce piano.

-Va bene. Cosa vuoi?

-Amatriciana..- Alberto Loppi si lecca i baffi, insoddisfatto della cena vegetale che la moglie gli ha propinato quella sera; e, soprattutto, deciso ad approfittarsi della propria posizione,  per scroccare qualche prelibatezza. –Subito.

La donna spalanca gli occhi, sorpresa.

-Ma caro! Sono le dieci di sera! Come farai a digerire?

-Cammina. Sono irremovibile.

-Va bene, d’accordo..- Elena si precipita in cucina e tira fuori la pancetta, ed una scatoletta di cartone.

Non si sa mai.

- Ok, ma tiro fuori anche la camomilla. Che poi, se hai i dolori di stomaco, te la faccio scaldare.

-Perfetto.

Alberto Loppi si re-imposessa del telecomando e torna a guardare la tv, finalmente ammansito dal metodo “non invasivo” di sua moglie.

Che bello.

Sono anche queste, in fondo le gioie della vita.

Avere una moglie che ti prepara l’amatriciana tardi per comprare il tuo silenzio, e che ti lascia credere di averla avuta vinta.   

Alberto rimane qualche istante a pensare ai suoi colleghi di lavoro: single, scapestrati, e liberi come l’aria.

No grazie.

La vita coniugale, se non altro, è un incentivo sicuro.

Per avere qualche soddisfazione, ogni tanto: e, soprattutto, la pancia piena, anche alle dieci di sera, e poter mangiare senza staccare gli occhi dalle repliche di “walzer texas ranger”, alla tv.

 

 

 

                                                    ***

 

 

 

 

 

Caffetteria dell’ospedale.

Crocevia di parenti in apprensione e di infermiere a dieta, alla costante ricerca di qualcosa di scarsamente calorico da ingurgitare.

Punto fermo dei cuori infranti e di quelli in cerca di compagnie: che, nelle parole di conforto della Pina, la sua solida titolare, trovano sempre un affettuoso sostegno, una spinta in più per andare avanti.

Ma stavolta, Matteo, non scopre alcun incoraggiamento nelle schiette osservazioni della donna, così spaventosamente sincere..

A volte, troppo sincere.. 

- Matte’ non è straordinario?- Domanda la Pina, rigirando una delle sue rinomate e richiestissime crepes sulla superficie dell’apposita piastra -.. questo è l’ultimo giorno che mi angosci, e poi te ne torni dritto a casa! E ti mangi quello che ti pare! 

Nemmeno l’inconfondibile accento della Pina, infatti, strappa un sorriso a Matteo, che se ne sta con i gomiti appoggiati al bancone, in silenzio.

-No, non lo è per niente..- borbotta, pensieroso.

Il fatto è che..

...non è ancora riuscita a levarsela dalla testa.

-Ti vedo leggermente distratto oggi..- Alma, occhialoni retrò smaltati di bianco e microgonna di pelle, tamburella perplessa le dita sul tavolino presso il quale è seduta, scuotendo la testa.

E’ venuta a trovarlo.   

-No..- Fa Matteo alzando le spalle, mordendosi le labbra.

-No, per niente..-

E mentre raggiunge l’amica incespica nel parquet, e nel vano tentativo di appigliarsi a qualcosa, per non cadere, getta a terra la coca-cola light di Alma che, incredibile a dirsi, non si rovescia.

Per poi finire sedere a terra...

-Ok..- Ammette, prendendo posto di fronte ad Alma; e, finalmente crolla.

- E’ molto evidente che ho una cotta paurosa?

La ragazza alza gli occhi al cielo, portandosi elegantemente alle labbra una cannuccia fucsia acceso.

-Abbastanza..- Risponde, sorridendo leggermente –avanti...e lei come si chiama?

-Alan..- E Matteo pronuncia quel nome con una tenerezza infinita, abbassando lo sguardo: tanto che, ad Alma, si stringe per un istante il cuore – e...aspetta un bambino..-

La bionda continua a bere la sua coca-cola, a testa bassa.

-Beh, non hai nessun commento da fare?- Le domanda sorpreso il ragazzo, mentre un lampo d’avvertimento gli viene tacitamente inviato, attraverso gli occhi celesti ed ammiccanti di Alma.

-Credo sia qui..-

Matteo si volta di scatto: ed ecco che la vede.

Porta una salopette di jeans ed un paio di All star bianche, e il suo viso è come sempre bellissimo: la pancia, forse, è un attimino più evidente sotto la stoffa larga, di come la ricordasse.

Ma, anche questo, non importa.

-Ciao Matteo..- sorride Alan: e Alma viene per un attimo colta dall’invidia nel constatare che accidenti, Matteo non stava mentendo: è davvero bellissima quella ragazza incinta con i capelli scuri e gli occhi fumosi di nebbia azzurra; ma, soprattutto, immensamente fortunata, se riesce ad accendere così il sorriso di lui.

-Ciao, Alan!...vieni a sederti qui, perfavore!

Alma si sente di troppo.

E lo legge nei gesti lenti e quasi ritmici, cadenzati: nel modo in cui quegli occhi tristi di grigio plumbeo diventano azzurri e indaco, nell’attimo in cui incontrano quelli di Matteo.

Anche Alan lo ricambia.

-Io...devo andare, mi dispiace- un’altra cosa ha imparato Alma, nei suoi giorni così nuovi da ragazza buona, che di poco anticipano il Natale.  Mai mettersi in mezzo.

- Ciao Matteo..-

La bionda si alza elegantemente, e stampa un bacetto affettuoso sul capo del ragazzo.

-Ma come.. vai già?

Annuisce, insieme ai suoi silenziosi occhi celesti. –Sì, vado.

Saluta la Pina con la mano, e apre velocemente l’ombrello.

Ci manca solo che si rovini la piega!

 -Questo autobus del cavolo è ancora in ritardo..accidenti!- Alma tira un calcio violento alla panchina di ferro e prova improvvisamente un dolore fortissimo alla caviglia, che l’attanaglia e la stritola in una morsa d’acciaio.

-Cavolo!- E non sa se è la pioggia, o il dolore, o una stupida illusione a bagnarle improvvisamente il viso con gocce forti che rigano il trucco, e lo tirano giù sino alle labbra – fa male..-

Ma proprio mentre piomba avvinta a sedere, una mano le si posa sulla spalla, delicata: si volta di scatto e si ritrova faccia a faccia con lei, bagnata fradicia, con i suoi bei capelli scuri incollati al viso.

Alan.

-Vai dentro, su..- Le borbotta allora Alma senza rancore, evitando il suo sguardo forzatamente – o ti prenderai un malanno. Non pensi al tuo bambino..?

Alan non tradisce la benché minima emozione, e resta immobile: i suoi occhi sono grigi d’acciaio e di pioggia, grigi come il puntino di ferro che spunta a destra delle sue labbra.

-Stai bene?- Dice solo questo, senza smettere di guardare Alma negli occhi.

-Sì..- Alla bionda scappa da ridere, e allunga una mano per toccarle i capelli.

-Guardati! Sei bagnata fradicia! – Poi un’infinita dolcezza l’assale, suscitata dall’ammirazione più sincera, nei confronti di quella coetanea sconosciuta e incinta  - non ti sei neanche preoccupata di rovinarti i capelli, o il trucco, con questa pioggia torrenziale.

Un sorriso, stavolta sentito.

-Sei davvero la ragazza giusta per lui..-

Gli occhi di Alan diventano di quell’azzurro limpido e terso dei cieli d’estate, quelli senza nuvole di pioggia né d’afa, dove il sole brilla impavido e più luminoso che mai: e le viene naturale abbracciare quella bionda profumata ed altera che non ha mai visto, ma che le ha dato la sua benedizione.

-Grazie.

Alma la tiene stretta a sé, e si emoziona quasi nell’avvertire quella pancia un po’ sporgente, premere contro la propria: poi l’autobus arriva, sollevando qualche spruzzo di acqua sporca, e inchioda sferragliando a pochi centimetri da loro.

L’abbraccio si scioglie.   

- Abbi cura di lui..- Dice solo Alma, guardando Alan negli occhi.

La ragazza annuisce. –Non temere..-

Poi, la bionda sale sull’autobus, e prende posto: e mentre Alan, in piedi sul marciapiede, segue con gli occhi quella freccia arancione, sino a quando non è che un’ombra inghiottita dalla pioggia fitta e grigia di Milano, succede qualcosa di inaspettato.

Alma è davvero felice.

E sente, per la seconda volta consecutiva in quelle due settimane, di aver fatto finalmente la cosa più giusta.

 

 

 

                                                                  ***

 

 

- Fiè, ma si può sapere che ti è preso?- Luca Boldori, un metro e ottantacinque di altezza, setto nasale deviato da un uppercut durante una rissa e mascella appena ispida di barba, gli lancia uno sguardo di sufficienza, i crudeli occhi blu resi lucidi dall’ilarità -.. le sostanze dopanti erano finite?

Filippo digrigna i denti e non risponde, non ne vale nemmeno la pena.

Per quello che lo riguarda, il suo ex migliore amico, può andare comodamente in gita per il resto dei suoi giorni in una pittoresca località, il cui nome di quattro lettere è preceduto dall’esortativo affan, e indica per estensione il “posteriore” delle creature viventi.

Anzi, sarebbe felice di poter fare di più, per questa giusta causa: gli pagherebbe volentieri il biglietto, perfino; un bel no-return timbrato e pronto per l’uso.

E dire che erano anni, che non si rivolgevano la parola: da quando Boldo gli aveva soffiato Marta con l’inganno per esattezza, ed aveva iniziato ad evitare accuratamente anche solo di incontrare, lo sguardo di Filippo.

Adesso, invece, eccolo ricominciare con le prese in giro fastidiose, in cui è specialista, e gli sfottii...

 - Filo, ma che ti è successo?- Solo che ora è il mister a rivolgergli la stessa domanda, e lui no; lui non si può mandare in gita al bel paese di poco prima.

A lui, se si vuole mantenere il proprio ruolo di attaccante in squadra, bisogna rispondere.

- Ero un po’...costipato..- Dice infatti Fiè, alzando le spalle: l’allenatore inarca le sopracciglia, perplesso: ma per stavolta decide di smetterla di inquisire la sua stella, e lascia perdere.

- E sia..- Borbotta, elargendogli una sonora pacca sulla spalla – non era una partita importante. Ma la prossima volta gioca meglio; ed ora va a casa, a riposarti..!

-Grazie. Ci conti, mister! Annuisce Filippo, arrossendo un poco.

Se solo sapesse!

Solito spogliatoio che odora un po’ di scarpa vecchia, e solita partita tranquilla del sabato pomeriggio.

Pioggia torrenziale: che sgorga piano sulle spalle e lungo il collo e cancella sforzi e sudore, mentre corri veloce sul campo verde e bianco; la condizione meteorologia perfetta.

Solita squadra: il Flora club; quella di cui è capitano ormai da anni, e soliti cari vecchi compagni di sventura.

Eppure, oggi, qualcosa è diverso, per Filippo: forse sono le scarpe troppo strette, il natale vicino, il freddo dei primi giorni di dicembre a turbare la sua concentrazione,e a farlo giocare come un principiante.

O forse, è soltanto la consapevolezza, di avere un appuntamento con lei.

E’ la prima volta dopo tanto tempo che si sente così agitato, al sentore di vedersi con una ragazza: lui, che sino a qualche mese prima i cuori li spezzava soltanto, nel tentativo di dimenticare Marta, reso imperturbabile e quasi menefreghista da quella storia finita male.

Eppure, stavolta è diverso, perché Luce non è una ragazza normale: Luce è bella, Luce è sincera, Luce è la sua, di piccola Luce.

E il solo pensiero di poterle fare del male, lo manda fuori di testa: oggi, finalmente, usciranno ufficialmente insieme, per la prima volta.

Oggi, ha intenzione di chiederle di diventare la sua ragazza.

Filippo sorride fra sé e sé di soddisfazione, e afferra il proprio borsone: Boldo sembra essersi calmato per fortuna, o quantomeno aver deciso di non insistere.

Una volta che l’allenatore è uscito dallo spogliatoio, tuttavia, ecco che lo show riprende: e quel dannato idiota sale sulla panca ed inizia a gesticolare, cercando di attirare l’attenzione dei compagni di squadra.

-Lo so io perché Filippino frangettino ha giocato da schifo, oggi..- Gracchia infatti con la sua voce odiosa, mentre Fiè cerca di ignorarlo, ed imbocca l’uscita – perché aveva finito il balsamino per i capellini!   

I ragazzi si lanciano sguardi stanchi e perplessi, e sbuffano.

-E piantala, Boldo!- Dichiara infatti flemmatico Pio Quarti, il portiere del Flora club, cacciando una pila di calzini e pantaloncini spelacchiati all’interno del proprio zaino – inventatene qualcuna di nuova, se vuoi dare spettacolo, la prossima volta..-

Filippo indirizza a Pio uno sguardo grato, e questo risponde con un sorriso.

Cara vecchia  sana ed equilibrata amicizia maschile..  

Ma Boldo ancora non demorde: cerca disperatamente qualcosa a cui appigliarsi, e, finalmente, ci riesce non appena vede Filippo sporgersi dalla porta dello spogliatoio, e dire ad una ragazza carina dai capelli scuri – aspettami, arrivo.

Che inaspettato colpo di fortuna!  

-E così era lei, il motivo di tanta distrazione!?- Mormora infatti sprezzante, guardando Luce,  che si allontana allegra – wow, finalmente sei riuscito a consolarti, dopo che Marta ti ha lasciato per qualcosa di meglio..-

Filippo non risponde, e continua imperterrito a frugare all’interno del proprio armadietto, alla ricerca del suo amato profumo: lo sguardo di Boldo, nel frattempo, corre pericolosamente lungo le gambe di Luce, coperte da pesanti collant neri, e risale sui suoi fianchi, fasciati da una minigonna anch’essa nera, decorata da piccolo disegni rosa.

-Però.. niente male la carrozzeria della tua mora..- Filippo si volta di scatto, irato.

-Come hai detto?

- Rilassati..- Boldo si accende una sigaretta, mentre gli altri ragazzi tacciono, improvvisamente atterriti – ho solo detto che la tua ragazza è un bel tipino, stavolta hai fatto il colpo grosso. 

Una pausa, piena zeppa di tensione.

-Ha un bel sedere..-

-Non azzardarti a parlare di Luce in questi termini, mi hai capito?- Stavolta Fiè reagisce: e sollevando il dito indice, lo punta a pochi centimetri dal naso di Boldo, irritato – o giuro che il naso te lo stacco definitivamente, e dovrai dire addio alla tua aria da macho..-

Boldo alza le spalle e ride, allontanando con fastidiosa delicatezza il braccio di Filippo.

- Oh, ho capito..!- Riprende, sempre più ironico -Ti incazzi così perché tu ancora non gliel’hai toccato, il sedere. L’ho sempre pensato che fossi frocio...-

Gli occhi di Fiè si riducono a due fessure. La manica della felpa si solleva. Un’altra parola, e non risponderà più delle sue azioni, lo giura: lo spacca in due quel pezzo di cretino, gli rifila in una volta sola tutte le botte che ha accumulato in quei tre anni, che si merita e che avrà.

-Finiscila, è un consiglio..- Dice però soltanto, stringendo le labbra. E’ già in ritardo, e Luce lo starà aspettando.

Fa per varcare la porta. Ma Boldo lo trattiene...

-Sai cosa gli farei io, alla tua ragazza?- attento a te Boldo, non sai quel che dici. Ma lui continua imperterrito e cattivo, socchiudendo gli occhi – le ficcherei tutta la mano sotto quella gonnellina a pieghe, e le darei una bella strizzata sul suo fantastico seder..-

Trattieniti, trattieniti.

Troppo tardi.

Filippo grida, e urla e scalpita, e gli si lancia addosso come impazzito: tira i capelli a Boldo e gli fa sbattere la testa contro l’armadietto di fronte, fortissimo, tanto che fiotti di sangue partono quasi istantaneamente dal suo naso rotto.

-Lascialo, lascialo!- Gridano ad una sola voce Pio, Marco, Luigi e Giovanni –lascialo, Filo; smettetela!

Ma le loro urla sono un vortice indistinto di suono e colore, mentre Filippo sopra Boldo picchia e picchia, e quello a sua volta cerca di scrollarselo di dosso, tirandogli pugni in faccia: non poteva parlare di Luce così; non doveva, ed ora ne pagherà le conseguenze.

-Se ti avvicinerai una sola volta a lei, o pronuncerai il suo nome, o cercherai di metterle le mani addosso io ti ammazzerò, mi hai sentito?- Grida Filippo, che ha quasi le lacrime agli occhi, lacrime folli di rabbia – rispondi; mi hai capito?

E Boldo, lo stupido Boldo, non replica e continua a sorridere, anche sotto i suoi pugni.

Ma dopo poco implora, non ce la fa più: e Fiè, con il respiro ansimante e l’occhio destro nero, viene portato via di peso da Pio e Marco, che lo sollevano con forza per le spalle.

- Sì, ho capito.

Boldo è sanguinante e pieno di lividi, e striscia come un cagnolino.

Filippo può ritenersi soddisfatto.

Ricordandosi improvvisamente di quanto sia tardi, il ragazzo acchiappa velocemente la sua borsa, e si fionda nel parcheggio del campo da calcio: Luce è ancora lì, seduta sotto il portico, mentre le ultime gocce di pioggia si scodellano dalla tettoia all’asfalto, e gli rivolge un sorriso stanco.

-Scusa..- Fa imbarazzato Fiè, sperando in modo quasi irrazionale che lei non si accorga del livido scuro, che gli circonda l’occhio destro -.. ma io..-

Luce si alza in piedi e lo raggiunge, senza dire niente, e gli posa un indice sulle labbra.

- Shh..- Gli intima: e lo guarda con i suoi occhi d’ambra scura, quasi maliziosa – so già tutto. Ero tornata per chiederti dove fossi finito, e ho sentito quello che quel tizio stava dicendo su di me..-

Fiè viene colto dalla vergogna più sincera, e abbassa il capo.

-Scusa, ma non ci ho più visto quando ha parlato in quel modo di te. Penserai che io sia uno stupido, un violento, un imbecille, un...-

Luca si alza sulle punte dei piedi, chiedendo l’impossibile a quelle sue all star rosa troppo basse: e appigliandosi alle spalle forti di Filippo lo bacia, e si perde insieme a lui, in quel parcheggio grigio, che improvvisamente hanno colorato insieme.

Filippo non ci crede: la solleva quasi fra le braccia quella moretta piccola e morbida che sa di fragola, e non è mai stato più fiero di sé, e del proprio gancio destro.

- Sei bellissimo, anche così..- Fa poi lei staccandosi, e sfiorandogli appena il livido nero, con dolcezza -.. mi piaci un sacco, Filippo..-

- Tu di più..-

I due ragazzi si scambiano un altro bacio, per poi rifugiarsi in fretta sotto il portico.

Ha ricominciato a piovere.

-Ho una domanda da farti..- Stavolta è lui a prendere l’iniziativa,  e a inginocchiarsi davanti a Luce: la ragazza trattiene il fiato mentre Filippo caccia una mano dentro la tasca, ed estrae un anellino bello e semplice, ornato da qualche pietruzza nera -.. vuoi essere la mia ragazza?

Luce finge di pensarci per qualche secondo, per poi abbracciarlo forte.

-Sì, sì, e mille volte sì! – Esulta mentre Filippo glielo infila al dito, e si china per stamparle un bacio sulla fronte. Poi, assume un’espressione furbetta, e corre veloce fuori dal portico, lasciando improvvisamente la sua mano.

-Dove te ne vai, amore mio?  - Grida lui cercando di raggiungerla, ridendo.

Luce si volta un istante, e gli rivolge una sonora pernacchia.

-Prova a prendermi, ora!- Urla di rimando, scattando in avanti, e mulinando energicamente le braccia.

Fiè scuote la testa, divertito. In che guaio si è cacciato?

In un guaio bellissimo dai capelli neri, che sa di fragola e porta scarpe da tennis colorate: un guaio di energia che travolge sempre di più, e nella sua vita ha fatto entrare un caldissimo raggio di luce.

Lei.

La sua ragazza.

-Sì, ti prendo..- Grida Fiè: anche se si sente maledettamente stanco dopo quell’allenamento con conseguente rissa, e il borsone è davvero pesante – ti prendo.

E la prenderà, quella ragazzina.

La prenderà, la bacerà di nuovo, e la terrà stretta forte a sé..

...per non farla fuggire mai più...

 

 

 

 

 

                                                    ***

 

Sono passate due settimane.

Due settimane da quella sera in cui ha dormito a casa sua, nella sua stanza, fra le sue braccia: sentendo il suo respiro solleticarle l’orecchio e dei brividi correre lungo la schiena, senza riuscire a capire se fosse la febbre, a procurarglieli, oppure lo stare così vicina a lui.

Beatrice ha trascorso giorni felici accanto a Andrea, senza alcuna pretesa:  scambiandosi qualche bacetto ogni tanto, senza chiedergli nessun chiarimento, in merito alla loro situazione.

Restando semplicemente così.

Perché c’è un po’ di paura, in lei; lo sa, lo sente.

Ma non ha il coraggio di ammetterlo.

Beatrice è seduta sul suo letto: il tardo pomeriggio si affaccia alla finestra dietro alle ombre della sera, e tinge il cielo di rosso scuro e di blu.

Luce è coricata lì, di fianco a lei: muove la testa a ritmo della melodia scatenata che le suona nelle orecchie, e tiene ispirata gli occhi chiusi. 

La ragazza sorride, nel vederla così serena.

Si è messa assieme a Filippo, il giorno prima: e lei è rimasta contenta di essere stata la prima, a saperlo da lei.

Contenta di aver trovato un’amica meravigliosa che ascolta lo ska, ed ha un paio di scarpe da tennis diverse per ogni vestito, e per ogni cambiamento nel suo umore.

Così diversa da lei.

-Cosa stai ascoltando? Posso?- Beatrice le si corica accanto, e sfiora con le dita la seconda cuffia dell’i-pod: Luce apre sorridendo un occhio ed annuisce, allontanando il suo auricolare.

-Ska-p. Roba forte!- Ride, rotolando sulla pancia, e guardando Beatrice dritta in viso.

-Accidenti. Questo è rumore allo stato puro!- La ragazza inorridisce per un attimo; ma poi si corica anche lei, e chiude gli occhi.

-Però ne ho bisogno, accidenti. Per stordirmi, se non altro. Così la pianterò, una buona volta, di pensare ossessivamente. 

Luce annuisce; e, anche i suoi piedi, che calzano all star giallo canarino, iniziano a seguire il ritmo della musica, danzando liberi.

-Andrea, eh?- Dice poi, cambiando canzone, mentre Beatrice inizia a rilassarsi.

-Già..-

-Senti Bea, onestamente non capisco quale sia il problema..- ora Luce ha deciso di far ragionare Beatrice; e, decisa, spegne l’ipod, e si siede composta sopra la trapunta -.. voi due vi piacete! 

-Oh, certo, lo so..- Beatrice sorride malinconicamente, scrollando il capo: i suoi capelli, raccolti in un’alta coda di cavallo, descrivono per un istante un ampio giro attorno alle spalle, leggeri -.. ma siamo così diversi!   

- Anch’io e Fiè. E allora? Ti saresti mai aspettata che un damerino come lui portasse a casa una ragazza con i capelli viola?

Luce solleva il capo, mostrando a Beatrice la punta delle sue ciocche di capelli più lunghe, d’un fucsia carico ed acceso: gli sguardi delle due ragazze si incontrano, sforzandosi inutilmente di mantenersi seri.

-In effetti, no..-

 Dopo poco, entrambe, scoppiano infatti a ridere, divertite. E Beatrice lancia un’occhiata affettuosa a Luce, sorridendo sincera.

-In un certo senso, però, è stato decisamente prevedibile..- Dice, accarezzandole piano i capelli -.. ero sicura che un tipo raffinato come lui non avrebbe potuto avere che una ragazza bellissima. E, con te, è andato sul sicuro.

Luce risponde al sorriso, e stringe Beatrice in un abbraccio forte.

-Grazie, Bea. Ma ora, è di te che dobbiamo parlare.   

-Non ricordarmelo..-

Luce incrocia gli occhi, piena di disappunto.

-La fai così drammatica quando non lo è!- Borbotta, incrociando le braccia sul petto -Siete fatti l’uno per l’altra!

Beatrice si precipita in cucina, tentando ostinatamente di ignorare quell’ultima osservazione.

-Vuoi qualcosa da bere?

-Sì, continua a fare la gnorri..-

-Lo so, dannazione..- pensa, mentre vuota un po’ di limonata dentro due bicchieri colorati, e li sistema su un vassoio.

Lo sa che Andrea le fa battere il cuore forte, e le fa venire voglia di mandare a farsi benedire la sua reputazione di studentessa modello, la media, e tutti i suoi crediti formativi, accumulati col sudore della fronte.

Quello che Beatrice non sa, tuttavia, è se lui prova lo stesso: se è disposto a rischiare, a provare qualcosa di nuovo, a infrangere la loro tassativa ed importantissima regola dieci.

Ecco, sorride.

E’ questa, la cosa che la spaventa più di ogni altra.

-Luce, ti va una limonata..?- Beatrice Loppi, studentessa modello,rappresentante di classe, tutor accreditato, assistente bagnante, volontaria presso la biblioteca, cultrice della sapienza, dell’intelletto, del buon gusto..

Non può sopportare di non sapere. E’ un rischio.

E questo è un rischio che ,davvero, ha troppa paura di correre.

 

 

 

 

 

-Quando glielo comunicherai, orsù?- Davide Brazzi si risistema gli occhiali sulla punta del naso, squadrando con aria critica i poster, appesi in ogni dove, sulle pareti della stanza di Andrea.

-Se lo sapessi, non ti avrei convocato qui..- Andrea piomba a sedere sfiduciato, lanciandogli un’occhiata perplessa - ..ma che razza di genio sei?

Sono le quattro­: ed è in corso una vera e propria riunione di emergenza, presso il quartier generale Bassi: una riunione alla quale, sorprendentemente, partecipano solo il proprietario del fortino, e il ragazzo più intelligente e timido della classe.

Davide Brazzi; il mentore di Andrea, colui che l’ha aiutato ad appassionarsi a Dante, e a tirar fuori un idea fantastica quanto balzana, qualche tempo prima.

Insomma; un vero genio, degno di venerazione...

...e che Andrea spera essere, anche stavolta, in grado di aiutarlo.  

Il fatto è che si è accorto di volere di più, da quella piccola storia nata per caso: di poter accampare dei “diritti” che non ha, su Beatrice.

Di desiderarla tutta, e soltanto per sé.

Ma poi è sopraggiunta una stupida ed assurda paura, la paura di non essere ricambiato altrettanto intensamente: il timore che lei rida, al sentirsi rivolgere la richiesta, e lo respinga decisa.

Forse, sono troppo diversi.

Perché Andrea sa di essere superficiale, a volte menefreghista; ma non per egoismo o disinteresse, manco a parlarne. Non lo fa apposta, sul serio.

E lei, invece, è così splendidamente intelligente, sensibile: ed è bella, con quei suoi occhi castani ed i capelli morbidi, color delle castagne d’autunno. Bella, con l’arguzia delle sue parole, che trovano sempre la via giusta per stupire, ed arrivano prima di qualsiasi violenza ed intimidazione.

Lo vorrà, Beatrice? Che è stata amata anche da Dante, per la sua grazia:, e ora ritrova rivolto verso di sé, per le stesse doti, il medesimo amore?

O lo rifiuterà, troppo in alto per abbassarsi al suo livello, di comune ragazzo un po’ bislacco?

Andrea guarda Davide dritto negli occhi: e ci ritrova, in quelle lenti opache, la saggezza di chi ne ha viste tante, di vicende come la sua, e le ha seguite con interesse e assennato distacco.

Basta. Ora, per l’arguto studiomane, è giunto il momento di intervenire.

-A mio parere è assai inutile seguitare a lambiccarti, amico mio..- Esclama infatti l’occhialuto con enfasi, all’improvviso, rivelando una verve che quasi stordisce Andrea -...risulta dannoso quanto improduttivo.

Il ragazzo segue la sua orazione con gli occhi spalancati, come ipnotizzato.

-Non sarà in alcun modo opportuno ideare artefici stupefacenti, per rapire il cuore della tua bella..- Davide gesticola come impazzito, teatrale -. .per carpire le grazie delle donne sono sufficienti genuinità e freschezza, doti che spesso, questa società qualunquista dei mass media, è solita deprezzare...-

Davide si inchina, attendendo, fiducioso, l’applauso: ma Andrea, perplesso, lo guarda ancora in silenzio, e non tradisce la benché minima emozione.

- Davide..- scandisce poi, piano, avvicinandoglisi in punta di piedi -...ti offendi, se ti dico una cosa?

Il ragazzo scuote la testa, sorridendo: è abituato, in fondo, alle critiche. Basta che siano costruttive.

-Io...- Ma Andrea è troppo nervoso, per andarci piano: e così si ritrova a gridare come un pazzo a pochi centimetri dal naso di Davide, che si ritrae spaventato -.. non ho capito assolutamente nulla di quello che hai detto! Vuoi deciderti a parlare umano?

Davide, compassato, dopo essersi leggermente ripreso, si spolvera con abile gesto il golfino, e ri-sistema gli occhiali sulla punta del naso.

- Un attimo..- Intima poi, raccogliendo la concentrazione -.. devi darmi un secondo, per permettermi di adeguarmi alle scelleratezze del gergo giovanile.

-Ah..-

Davide trae un profondo respiro, e deglutisce: tacitamente, chiede scusa a Giosuè, Giovanni, Giuseppe, Alessandro, Dante, e Giacomo, i suoi più sinceri amici, per l’assassinio che si sta apprestando, coraggioso, a commettere.

Quello dell’italiano corretto.

Quindi, guarda Andrea dritto negli occhi, con spavalderia. E’ pronto,

-Senti un po’, socio!- Borbotta, con voce scocciata, cacciando le mani nelle tasche -.. continuare a farti le seghe mentali non ha senso, anzi: è una grande perdita di tempo. Non servono a un cazzo delle gran scenate per fare colpo su una donna: con loro basta essere sincero e dolce, quelle menate le mandano letteralmente fuori di testa. Sono le qualità vere, quelle che spesso, questo mondo di merda, butta nel fango, che sono importanti sul serio. Ora hai capito?

Andrea annuisce, soddisfatto: e stavolta,l’applauso glielo fa davvero, a Davide, che può finalmente inchinarsi.

-Ora sì che ragioniamo! Grande! Finalmente hai parlato in modo comprensibile..-

-Non sai quale immane fatica mi sia comportato, tale interloquire.....cioè...non sai che sbattimento, per parlare la tua lingua da sbragone!

I due ragazzi, dopo essersi guardati un po’ di sottecchi, ridono.

E, stavolta, non c’è “interloquire” che tenga.

Sono sulla stessa lunghezza d’onda.

-Senti, hai mica qualche soldo o da prestarmi?- Andrea fruga invano all’interno delle tasche vuote, e Davide annuisce rassegnato.

-Sì, ecco qua..- Dice, riponendo fra le mani dell’amico venti euro -.. a che ti servono?

-A comprare un mazzo di fiori. E, forse, in caso la mia dichiarazione fallisca, anche un kit per il pronto soccorso ..- Andrea rivolge a Davide uno sguardo serio, stringendo determinato i pugni –ho deciso. Vado da Beatrice.

L’occhialuto gli batte forte sulla spalla, annuendo, altrettanto compunto.

-Così ti voglio..- Dichiara soltanto, convinto -.. sono fiero di te. 

E fiero di Andrea è davvero, Davide, in quel momento così speciale, che una parola di troppo qualsiasi sembra poter essere in grado di sciupare.

Fiero di quel ragazzo che ha  dimostrato di essere a conoscenza di una verità a lui, probabilmente, ancora preclusa.

Non saprà sciorinare radici quadrate e date storiche, certo: probabilmente non ha la più pallida idea di che cosa contraddistingua il pensiero Montaliano, e di che valore abbia la volontà di comporre poesia impegnata, diversa, ne “Alle fronde dei salici”.

Ma Andrea conosce, a suo modo, più di lui: perché sa quella cosa importante.

O meglio, ha deciso di scoprirla, con coraggio. Presto.

Vuole imparare come si fa a diventare uomo, e a trovare il coraggio di rischiare: perché gli adulti non hanno nessuno a parargli il sedere, diversamente dagli adolescenti, ed è questo che li rende più arditi, impavidi, nelle loro scelte.

E Andrea, fra meno di qualche istante, diventerà adulto. Rischiando di farsi sbattere la porta sul muso da quel bel peperino che è Beatrice Loppi, senza possibilità alcuna di mandare indietro il nastro e di compiere una scelta diversa, optando per una bella partita alla play station.

Davide rabbrividisce, nell’immaginarsi quell’ultima scena. Buona fortuna amico. Ne avrai bisogno.

Ma non dice niente, perché è educato.

Perché è Davide.

-Sta attento..- Esclama solo, sorridendo debolmente -.. che ci sono le strade scivolose.

E, la tua moto, ha le gomme sbilenche..-

                                                         ***

 

 

____________

 

Cinque del pomeriggio.

I signori Astaldi aspettano Matteo nel parcheggio gremito di auto: mentre quel ragazzo col braccio ingessato, gli occhi verdi, e la simpatia contagiosa, saluta tutti gli amici che ha avuto tempo di farsi, durante quelle due lunghe settimane di convalescenza.

-Ciao Franco! Rimettiti, eh?- Ride, stringendo la mano ad un anziano signore, costretto a letto da una gamba rotta, con cui spesso ha disputato emozionanti partite a briscola.

-Ciao Maria! Mi raccomando, fai la brava! – Una bambina dagli occhi grandi, appena operata di appendicite, a cui offriva ogni giorno qualche caramella, lo abbraccia fortissimo.

Matteo scende quasi commosso l’ampia scalinata che conduce al piano terra, e si fionda velocemente all’interno della caffetteria: la Pina sa già che il momento è arrivato, e lo aspetta sulla soglia, con le braccia larghe. Pronta all’abbraccio.

-Mi mancherai tantissimo, Matte’..- Dice: perché le mancherà davvero la sua disperazione, che ogni giorno riusciva a strapparle una piadina e qualche sorriso; è diventato per lei quasi un nipote, Matteo, un nipote a cui dare consigli e suggerimenti, e qualche meritato rimprovero.

Poi, la Pina gli si avvicina maggiormente, e gli riempie le tasche di caramelle e cioccolatini, avvolti in carte multicolore.

-Guarda lì, come sei magro! Questi ti faranno bene..-   La donna gli lancia uno sguardo eloquente, e indica con il capo  la cucina.

-Lei è là. Ma fai in fretta..-

Matteo annuisce e la stringe più forte, per l’ultima volta. Si sente improvvisamente leggero.

Spinge la porta girevole e vede Alan lì, vicino alla lavastoviglie, con la testa reclinata sulle ginocchia.

Piange.

-Alan, che c’è?- Le si siede accanto e lei alza gli occhi, occhi di neve sporca e di catrame, oscurati dalle lacrime.

-Nulla..-

Si fa coraggio Alan, e intrappola la mano di Matteo fra le proprie.

-Non andartene..-

Matteo la stringe forte a sé e sente di nuovo il respiro corto e il cuore che batte forte, sente lei e una nuova vita accanto a sé.

-Ascoltami. Io non ti lascerò mai. Mai. Ci sarò sempre, per te..-  Le posa una mano sulla pancia, una carezza -.. e per lui. O lei. Qualunque cosa sarà..-

Matteo le fa una smorfia buffa e Alan ride, si asciuga le lacrime.

Nei suoi occhi si affaccia l’ombra verde e celeste di una piccola onda fiduciosa, che balza fra i sassi lungo la spiaggia.

-Promettimelo.

-Sì, te lo prometto..- Occhi verdi e gialli si specchiano fermi e determinati nei suoi, e le danno sicurezza.

-Vieni a trovarmi; abito qui..- Matteo estrae un foglietto spiegazzato dalla tasca, e ci scarabocchia sopra alcune lettere sbilenche, che permetteranno ad Alan di rintracciarlo – se non verrai sarò io a cercarti, e continuerò finchè non ti avrò trovata.

Alan annuisce, e lo infila rapida in tasca.

-Verrò.

Un ultimo abbraccio, prima di salutarsi: e poi, Matteo scompare, rapida freccia che sfuma al di là della porta a vetri, ma che per lei tornerà presto a brillare.

Ne è sicura.

Alan esce dalla cucina e raggiunge la Pina: è salita su una piccola scala ed è intenta ad addobbare le pareti di palline e fiocchi colorati,  e di alberelli di natale di carta, attaccati a un filo, che oscillano al minimo spostamento d’aria.

-Ti posso aiutare?- Domanda, guardando in su.

La Pina le rivolge un’espressione sorpresa.

-Buffo, sai? Credevo che tu odiassi questa festa..-

La ragazza alza le spalle, e scuote il capo.

Molte cose sono cambiate.

-Ora non più..- Dice poi, estraendo qualche pallina dal cartone posato sul bancone, e mettendosi anche lei al lavoro. Sorride.

-Perché quest’anno, Babbo Natale, si è ricordato anche di me..-

E mi ha portato il regalo più bello che potessi desiderare: un regalo dagli occhi verdi, in grado di far brillare anche i miei con la loro splendida luce...

 

 

 

                                                                ***

 

 

 

Luce è andata via da pochi minuti: Filippo ha insistito per accompagnarla a casa e, ora, Beatrice è sola.

Ascolta un po’ di quella musica sconclusionata, che la sua amica le ha lasciato, e che ha l’incredibile potere di distrarla dai suoi pensieri.

L’mp3 sparato a tutto volume nelle orecchie, la ragazza è così assorta nel cercare di interpretare quelle “caotiche melodie”, da non accorgersi del trillare impazzito del campanello, che qualcuno sta schiacciando con spaventosa energia, giù in strada: Andrea, con un gigantesco mazzo di fiori fra le braccia, impreca, e cerca invano di attirare la sua attenzione.

La vede, dalla finestra: seduta alla scrivania, che muove il capo avanti, e indietro,

Perché non gli apre?

-Porca vacca..- per un attimo, il ragazzo, viene assalito dall’opprimente ed insidiosa tentazione di salire in moto e di fare dietro front, mandando a qual paese quella mocciosetta tremendamente complicata: poi, però, capisce che se tornasse indietro gli si risulterebbe impossibile trovare di nuovo il coraggio di parlarle a quattrocchi, se non impossibile.

E’ il momento buono.  

Andrea studia per un attimo la facciata del palazzo, cercando di individuare qualche sporgenza: potrebbe facilmente arrampicarsi appigliandosi a davanzali e balconi, e la grondaia gli fornirebbe un sostegno valido.

Il solo, e decisamente rilevante, problema, è che la gente si stupirebbe un poco vedendo un imbecille che scala un palazzo in pieno centro storico, e potrebbe addirittura pensare che abbia cattive intenzioni.

Ma Andrea sarebbe disposto a correre qualsiasi rischio, pur di parlarle: e così ecco che inizia impavido la sua scalata, dopo aver abbandonato il mazzo di fiori sull’asfalto, mentre un gruppo di curiosi va radunandosi lungo la strada: anziani, bambini, e massaie con le borse della spesa, restano impalati sul marciapiede a fissare quell’improbabile scalatore, senza riuscire a proferire parola.

-Dice che è il caso di chiamare la polizia?

-Ma no, no. E’ un ragazzo! Sarà una delle solite birichinate d’amore..-

-Forse vuole parlare con la signorina dell’ultimo piano, guardatela! Sembra occupata a fare qualcosa...-

-Ma certo, certo, sta ascoltando la musica! Forza, fate qualcosa per attirare la sua attenzione! Bisogna aiutarlo!

Un caparbio vecchietto sulla sessantina, ex campione di lancio del disco, viene aiutato ad avanzare sopra le teste della folla, ed equipaggiato di sasso appuntito.

-Bambini, non imitatemi..- Biascica rivolto a qualche pargolo stupefatto, dopo aver preso la mira.

Il sasso va a sbattere con sbalorditiva potenza proprio contro la finestra di Beatrice, e crea una profonda crepa nel vetro: la ragazza, prontamente, sobbalza, e spalanca la porta a vetri, pronta ad imprecare contro l’autore di quell’atto vandalico.

-Guarda sotto di te!- Le grida però una ben nutrita folla di improbabili personaggi, radunata sul ciglio della strada.

Obbediente, Beatrice abbassa lo sguardo, e allibisce: Andrea, con il fiatone, si sta arrampicando sul suo balconcino, ed ansima con la bocca spalancata.

-Andrea! Pazzo psicotico! Si può sapere che ci fai qui?- Lo rimprovera sconvolta Beatrice, dopo averlo aiutato a salire.

Il ragazzo fa per parlare, ma emette solo un rantolo incomprensibile.

-Aspetta qui.. – Gli intima esasperata lei, lanciandogli uno sguardo di rimprovero - Ti vado a prendere un bicchiere d’acqua...-

Dopo poco, la ragazza torna sul bancone, accompagnata dai fischi dei suoi affezionati “spettatori”: Andrea trangugia avido il contenuto del bicchiere e poi torna a guardarla negli occhi, e si inginocchia.

-Bea, è da un po’ che volevo dirtelo..- Il ragazzo le prende la mano fra le proprie e Beatrice sussulta, scossa -.. non ho mai odiato una persona più di te.

La ragazza gli lancia uno sguardo offeso, e fa per ritornare nella propria stanza.

-Se sei venuto per dirmi questo, potevi anche evitarti quella ridicola scalata da love comedy..- Borbotta, tentando di ri-chiudere la porta finestra.

-Aspetta..- Ma Andrea la blocca, deciso; e le sorride -...non mi hai dato il tempo di finire. Quello che volevo dire è che sì, è vero: un tempo ti ho detestato con tutto me stesso per la tua saccenza, la tua sfacciata sicurezza, e quel desiderio insano e preoccupante che avevi di primeggiare continuamente. Ma, a poco a poco, senza che me ne accorgessi, le cose sono cambiate.

Il modo che avevano i tuoi occhi di diventare di miele, quando eri felice, mi faceva battere forte il cuore. Non sopportavo di vederti triste, e mi sarei preso a pugni da solo quando ti rivolgevo qualche battutaccia, che ti faceva stare male. Avrei voluto restare vicino a te, e sentirti farneticare della Divina Commedia, e di tutte quelle altre assurde cose che ti piacciono, per sempre: perché mentre ne parlavi, il tuo viso si coloriva di piacere, e le lentiggini sulle tue guance diventavano delle occhiate di sole. Eri bellissima..-

Gli occhi di Beatrice si riempiono di calde lacrime di gioia, mentre cerca ostinatamente di non piangere. Ha capito, finalmente: capito che stare con Andrea non potrebbe mai essere un rischio, ma soltanto la più dolce delle avventure.

E’ bello poter condividere qualcosa di grande con qualcuno così tremendamente diverso da te; anzi, è più bello.

Perché ogni momento diviene speciale il doppio, con chi vede le cose in modo differente da come le vedi tu: che ti regala senza paura un pezzo del suo mondo, e del suo cuore.

-Beatrice..- ora Andrea si alza in piedi, e le posa delicatamente la mano sulla guancia – quello che sto cercando di dirti è che mi sono schifosamente innamorato di te. E che ti starò vicino per sempre, se tu me lo permetterai..-

La ragazza trattiene il fiato, e lo guarda seria in volto dritto negli occhi.

-Sai che cosa sto per fare?- Domanda, avvicinandoglisi piano.

- No. Che cosa?  

-Sto per infrangere in maniera clamorosa e decisamente drastica la regola dieci..- Risponde: e ride e piange mentre si scaglia su di lui e gli da un bacio fortissimo, sulle labbra; ride di quel destino strano che li ha voluti compagni di banco, per poi decidere di farli innamorare.

E che, per la verità, non avrebbe potuto essere più bello...

-Bassi Andrea. vuoi passare con me il resto dei tuoi giorni, finchè morte o istinto di sopravvivenza, non ci separino?

Ora lo guarda nuovamente negli occhi, con un sorriso sibilino sulle labbra.

-Sì, Beatrice Loppi. Ma mi dispiace deluderti..- Andrea la solleva fra le braccia e le stampa nuovamente un bacio sulla bocca, stringendola forte a sé -....niente potrebbe convincermi a separarmi da te..-

Dalla strada si levano grida di trionfo ed applausi, mentre qualcuno, con le idee probabilmente un po’ confuse, azzarda addirittura un “w gli sposi!”.

Petali di fiori e gambi spezzati, appartenenti al fu-bel-boquet di Andrea, vengono gettati sul balcone dall’anziano ed infallibile lanciatore, che esulta scatenato, e colpiscono i due ragazzi come una pioggia leggera, di tutti i colori più belli.

E un applauso se lo meritano proprio, quei tipi strani, che hanno stilato un codice di dieci regole di loro pugno, e di loro stessa mano le hanno infrante.

Ma che hanno trovato qualcosa di più importante della media, dei crediti, e della stima dei loro compagni.

Le tende vengono abbassate, e un cartello di carta incollato sulla finestra, esattamente nel punto il cui il vetro è stato crepato dal sasso.

“Andrea e Beatrice hanno finalmente trovato la felicità, ed un accordo. Non disturbate”.

La folla si disperde lungo le strade, ed ognuno torna alle sue occupazioni.

Con una certezza  in più, che ciascuna di quelle persone curiose si porterà a casa, grazie allo spettacolo a cui oggi hanno assistito.

Solo una regola vale, in amore.

Non esistono regole.

Ed anche se non è così immediato, rendersene conto, scoprirlo sarà davvero dolcissimo, se una persona speciale sarà pronta ad impararlo con te.

Il tuo odioso, adorabile, specialissimo...

Compagno di banco.

Che hai intenzione, qualsiasi cosa accada, di non lasciare mai più.

 

______________

 

-Allora, siamo d’accordo..- nella sua elegante stanza da letto, Alma sta seduta presso la scrivania di mogano, e riordina allegra una pila di documenti, pieni zeppi di caratteri fitti – ripetizioni di latino a ritmo serrato, a partire dalla settimana prossima, sostanzialmente gratuite. Ma in cambio..-

Davide Brazzi annuisce, prendendo nota: e Alma si stupisce nel notare quanto siano belli i suoi occhi dietro le lenti spesse, e quanto sia dritto e piccolo il suo naso. Quel ragazzo potrebbe davvero essere molto carino, se solo si curasse un po’ di più.

-Totale restyling del look. Quando sarai tornato dalle vacanze natalizie, nessuno ti riconoscerà. Parola mia.  

Alma sorride, e Davide arrossisce ferocemente, dietro i suoi occhiali dalla gigantesca montatura marrone.

E dai, fatti coraggio!

-Sì però...- ed è la prima volta che Alma sente la sua voce rivolgersi a lei, in quattro anni di scuola senza alcun contatto, in cui aveva udito Davide parlare soltanto per rispondere alle domande dei professori  - vorrei un’altra cosa, da te, in cambio delle mie ripetizioni..-

La bionda sgrana leggermente gli occhi celesti, stupita.

-Certo, chiedi pure..- Domanda. E, non sa bene perché, deglutisce.

-Q-quando avrai lavorato alla mia nuova immagine, e a tutto il resto..- Davide le afferra la mano, balbettando per l’emozione – uscirai almeno una volta con me?

La ragazza resta attonita per lo stupore, incapace di rispondere.

La vecchia Alma avrebbe riso in faccia a quel secchione stupido e avventato, e avrebbe trasformato la sua ingenua richiesta in qualcosa da raccontare alle amiche a scuola, il lunedì successivo, e di cui ridere sonoramente.

Ma, la nuova Alma, cosa deve fare?

Sarà che è Natale. Sarà che è più buona. Sarà che è convinta che, dietro quei pullover a quadretti, batta il cuore di un potenziale macho spezza cuori.

-E va bene..- Dice Alma, ed annuisce: e Davide, incredulo, quasi sviene –certo che uscirò con te! Ma ora, dedichiamoci alla perifrastica passiva.

Un fiocco di neve si posa vorticando sul davanzale della finestra proprio in quell’istante, con grazia

Il primo dell’anno.

 

___________

 

 

Weeeeeeeeeeeee T_________T * rullo di tamburi * E’ finitaaaaaaaaaaaa! Cioè; no. Non è proprio finita. Manca ancora un epilogo di qualche paginetta, e poi dovrò dire arrivederci ai miei Andrea e Beatrice. Ma questo è il penultimo spazio che mi prenderò per rispondere alle vostre recensioni, e sono emozionata! Vi confesso che mi mancheranno tutti quanti, perfino Alma! Ç__ç Come vedete, finalmente questi due scavezzacollo hanno trovato la tranquillità..(E finalmente! T.T n.d Andrea e Beatrice, ora armati di freccia di Cupido)..e con loro, tutti gli altri personaggi! Come sempre vi devo ringraziare, perché senza di voi questa storia non sarebbe nulla, e quindi ricoprirvi della mia più sincera gratitudine! Vi amooooo >**<

E, ora passiamo ai ringraziamenti specifici:   

 

 

x maddy94, damynex e Takami: grazie mille, grazie di tutto >***

 

 

X Killer e Kagome14: grazie mille anche a voi, naturalmente! Sapevo che la presenza di Alan avrebbe fatto a tutte un po’ di paura xD ma come avrete visto non c’era niente di cui preoccuparsi! Matteo ed Alan piacciono molto anche a me: non sono dolcissimi? Li trovo davvero troppo carucci...anche se sono molto diversi da quegli scapestrati.. pardon.. bravi ragazzi di Bea e Andrea!

 

 

X Piccola_ Stella_Senza_Cielo: ehi, che bello il tuo nick! *__* Sono contentissima che i personaggi di Bea e Andrea ti piacciano, e inoltre ti ringrazio moltissimo per i complimenti! Ç__ç Sn lusingata, sul serio! Già, quella testona di Bea ha fatto dei progressi: ma d’altra parte è inevitabile cercare di reprimere i lati più “disastrosi” del nostro carattere, in amore, se non si vuole inevitabilmente finire col trasformarlo in rissa cruenta! ;D Anche se io, effettivamente, devo ammettere di non avere ancora imparato completamente.. U_U “ grazie ancora, dal più profondo del cuore! >**<

 

 

X Valentina: ed eccola qua! Colei che se ne va a spasso con la chilometrica recensione e la regola 9 con tanto di infrazione! xD Uahuahauah, mi fai sempre morire! Ti confesso che c’è voluto un po’ per ritrovare quel canto...non me lo ricordavo proprio! Ma poi, grazie a un tempestivo ripasso, sono riuscita a scovarlo! Dovrebbe essere il canto XXVI dell’Inferno, una cosa tipo”  indi la cima qua e là menando, come fosse la lingua che parlasse, gittò voce di fuori e disse: «Quando mi diparti' da Circe......” eccetera eccetera! Caro vecchio Ulisse! é__è Mi commuove la tua preoccupazione per la ex serpe dalle bionde chiome; ma non preoccuparti. Anche lei troverà il suo Adone...(ecco, forse non proprio tale, o forse sì, dopo il restyling che la cara Alma ha in programma.) Staremo a vedere. A proposito...come sono andati i tuoi esami? xD Grazie per il Somma Magistra! Io faccio il liceo-socio-psico-pedagogico, e sono in quarta...sigh ç___ç “ che fortuna, eh? E’ una scuola adorabile dove si fa comunque latino, e si insegnano materie come psicologia, pedagogia e statistica...eh già.....vorrei darmi a psicanalizzare la gente, in un prossimo futuro ( e forse anche me stessa..!)! E’ la mia vocazione!  Il classico mi sembra una scuola ottima: ho molti amici che frequentano quello della mia città, e si trovano benissimo. Anche a me sarebbe piaciuto andarci, se non avessi avuto un avversione alquanto patologica per il greco...eggià...U__U! Ma sono convinta che col tuo genio creativo e con la tua grande padronanza sintattica, sia proprio la scuola giusta per te! Grazie mille per la tua energia sbalorditiva cara, che ogni volta mi fa divertire! xD

 E ora, vi saluto davvero: e aggiungo l’immancabile e propiziatorio...

 

 

 

Leggete, se vi va! E siate clementi! ^.^

 

Un triliardo di bacioni giganti... e dei grazie più sentiti che vi potrei rivolgere

 

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Capitolo 12
*** 11.Epilogo ***


testo

-Alma, si può sapere in QUALE degli innumerevoli forni di questa cucina, hai infilato il tacchino?

Beatrice cammina su e giù per il gigantesco salotto della villa, senza darsi pace: è più forte di lei, dannazione, non è in grado di resistere neanche un secondo, sapendo di non poter mantenere il controllo sulla situazione.

La bionda le si avvicina lentamente, afferrandola con delicatezza per le spalle.

-Quante altre volte credi che dovrò ripeterti che saranno i miei domestici, a pensare a tutto? 

Beatrice sospira.

Gigantesche finestre, con i vetri più puliti che abbia mai visto, offrono ai loro occhi una porzione di paesaggio milanese, desolato e grigio, che non accenna a sciogliersi in neve.

Che tristezza. 

E pensare, che è la vigilia di Natale. ..

-Ancora una volta, ti prego. Devo abituarmici...-

E’ il 24 dicembre: e la combriccola dell’Angiolieri ha deciso di trascorrere insieme questa festa importante, memore delle vicende che in quegli ultimi mesi hanno reso i suoi appartenenti più vicini che mai.

Il luogo designato per l’appuntamento mondano, è la gigantesca abitazione della famiglia Marini: un villone appena fuori città, con tanto di smisurato campo da tennis, immensa palestra insonorizzata, decisamente enorme piscina ed altrettanto grande dependance. 

Una vera e propria sciccheria.

Ed è esattamente questo che Beatrice ha pensato, arrivandovi qualche ora fa, e operando mentalmente un raffronto con il proprio appartamento borghese.

Improponibile.

Alma è ricca sfondata: e persino il suo albero di Natale è molto più grande di quello dei Loppi, e addobbato con cristalli di swaroski e nastri di seta; ma ora non le piace più molto farlo pesare, è diventata una persona diversa.

Diciamo che sono quasi amiche...

-Beatrice, quel maglione è orribile! Assomiglia a quello che Marc Darcy indossa in “Bridget Jones”! E il naso della renna si illumina pure!..-

Ho detto quasi..

-Si può? E’ permesso?..- Andrea, Matteo ed Alan, carichi di pacchi e pacchetti, fanno il loro ingresso “a palazzo” leggermente intimoriti, e si guardano stupefatti intorno.

Alma si fionda immediatamente addosso alla ragazza, stritolandole le guance: e subito la sommerge con le solite domande di rito che una donna incinta si aspetta puntualmente di sentirsi rivolgere, e alle quali è pure di rito sforzarsi di rispondere educatamente.

-Bel maglione, Bea..!- Scherza Matteo, dandole una pacca sulla spalla: Andrea si avvicina con aria da cospiratore e si leva la giacca, mostrando trionfale a Beatrice il proprio pullover di lana.

Fantastico.

Un abominio color panna su cui campeggia un orribile pupazzo di neve azzurrognola, probabilmente radioattiva, con tanto di naso a carota e bottoni per occhi.

Sono proprio fatti l’uno per l’altra...

-Quel maglione è davvero tremendo..- Interviene Alan storcendo le labbra in una smorfia di autentico disgusto, issandosi sulle punte dei piedi per scompigliare i capelli del “fratellone” -.. se ben ricordo te lo regalò la zia, e per di più quando avevi tre anni.

-Fantastico..- Beatrice finge di prodigarsi nell’aggiustatura di un nastro di seta pervinca, che penzola ingloriosamente da un ramo dell’albero, nel tentativo di soffocare una risata -.. un destino segnato dal cattivo gusto già in tenera età..- 

-Bada a come parli, Rudolph..-

- Credi forse di farmi paura, Jack Frost?

Proprio mentre lo scambio di vedute sta per degenerare nel solito incontro di wrestling, che vedrebbe inevitabilmente schierarsi Beatrice e Andrea l’una contro l’altro, la porta si spalanca, lasciandosi soverchiare dagli ultimi convitati attesi: Filippo e Luce, come sempre impeccabili e sorridenti, Marco Sgangheri, il migliore amico di Matteo, Sonia Balderi, la migliore amica di Alma, e un ragazzo sconosciuto ed estremamente avvenente, con corti capelli scuri a spazzola, e un paio di stupendi occhi blu. 

Gli astanti si voltano simultaneamente curiosi verso Alma, in attesa di spiegazioni: ma la bionda evita i loro sguardi, e si limita a correre incontro al nuovo arrivato.

- Davide, eccoti finalmente! Ho bisogno del tuo genio creativo, per apparecchiare la tovaglia..-

- Agli ordini, mademoiselle!  

Davide passa accanto ad Andrea, e gli rivolge un malizioso occhiolino, protendendo il braccio destro dietro alla schiena: euforico, il ragazzo, appioppa un sonoro cinque a mano piena sul palmo dell’amico, per poi mostrargli i pollici sollevati.

-Ce l’hai fatta, porco cane; ce l’hai fatta! Sei il mio nuovo dio..-

-Gli applausi a dopo, scemo..-

In breve, l’immensa tavolata è pronta, e imbandita di leccornie e posate, di finissima argenteria: la comitiva dell’Angiolieri prende posto, fra risa e chiacchiericci, e finalmente la grande cena può avere inizio.

E’ davvero incredibile quante cose siano cambiate, in meno di quattro mesi: Alma, la ragazza più desiderata e tristemente stupida della scuola, è rimasta ugualmente gettonata dal pubblico maschile, ma ha guadagnato qualche punto da addizionare all’irrisoria stima finale del suo Q.I, rendendola meno triste.

Matteo, melodrammatico di natura, per quell’animo nobile e cavalleresco trasmessogli dall’epica passione della madre, ha scoperto che l’amore non è un semplice business per vendere cupidi mezzi nudi, ma un’emozione bellissima e reale. 

Filippo, da sciupa femmine incallito, è passato a fidanzato geloso; Luce, da dark girl alternativa e non omologata, accesa detestatrice dei damerini ben tenuti, a ragazza del più popolare di essi.

Alan, da fanciulla tendente alla depressione maggiormente deleteria, è diventata una donna in stato interessante, più felice che mai.

Davide, secchione privo di attrattive, sta rivelando tutte le potenzialità per tramutarsi in uno dei nuovi dream men dell’angiolieri.

E Andrea e Beatrice, beh.

Non è nemmeno il caso di ricordare quanti passi avanti abbiano fatto....

-Ehi, bietolone! Mi passi la salsa tartara?

- No, razza di pozzo senza fondo. Ti andrebbe tutta nelle cosce, in qualità di condimento supplementare, se te la lasciassi sgraffignare..-

Beatrice digrigna i denti, in preda alla furia ceca.

Passi avanti...o indietro.

Dipende dai punti di vista. ...

-Sapete...- Interviene Filippo, appropriandosi della salsiera, e ponendo così fine all’alterco -....a volte mi fermo a rimuginare su quanto siano stati pieni di novità, questi quattro mesi, e mi domando cosa ci attenderà nel restante anno scolastico. Dite che c’è da preoccuparsi?

Marco, o lo Sganga, batte i denti come una foglia, e decide di versarsi, giusto per aiutarsi a superare le proprie paure, un bicchierino di vino rosso.

- Spero di no..- Borbotta, intimorito -.. dopo l’incidente di Matteo, ne ho abbastanza! 

-Su, andiamo..- Alma sgranocchia piano una carota cruda, parte della sua dieta ferrea: e posa delicatamente la mano sopra a quella di Davide che, intento a sorbire una delicata zuppa di mare, quasi inghiotte una vongola intera, con tanto di guscio -.. quest’ultimo periodo non ci ha portato solo spaventi, ma anche molte cose belle. Non è vero?

Il ragazzo annuisce lievemente, come in preda all’iper-ventilazione.

-S-sono as-solutamente d’aaac-cordo con te, Alma..- Conclude con estrema classe, aiutandosi a ritrovare la giusta frequenza respiratoria tramite un sacchetto di carta, causa eccessivo stress.

Sonia trae un’ampia sorsata d’acqua minerale, e scuote la testa.

- Io penso che il rossino qui, non abbia tutti i torti, invece...- Dice, voltandosi per un istante a guardare lo Sganga che, subito, arrossisce, dietro alle efelidi che gli ornano le guance ed il naso -.. a proposito.. com’è che ti chiami?

-Marco..- Deglutisce lo Sganga, porgendole la mano.

- Sonia...-

Dopo essere rimasti qualche istante in silenzio, i due si sorridono vicendevolmente, e tacciono.

Buon segno.

- Anch’io sono dello stesso parere dello Sganga..- Riprende quindi Andrea, lanciando uno sguardo in tralice a Beatrice, ed infilzando un gambero particolarmente grosso e succulento con la propria forchetta -.. questi quattro mesi, sono stati decisamente troppo intensi.

Dopo che il mio migliore amico è diventato mio cognato, mio cognato è diventato uno dei miei migliori amici, e la mia peggior nemica è diventata la mia ragazza, non credo di avere molte più certezze, nella vita. A dire la verità me ne è rimasta solo una, alla quale tenermi saldamente ancorato..-

I presenti prorompono in una fragorosa risata mentre Luce, ricordatasi improvvisamente di qualcosa d’importante, batte una mano sul tavolo,  cercando di attirare la loro attenzione.

-A proposito...sapete cos’ho sentito dire?- l’intera tavolata si volta simultaneamente verso la ragazza, rivolgendole sguardi curiosi -.. che la signorina Bagatti, si è sposata! 

Nell’elegante soggiorno, cade un silenzio attonito.

Matteo fissa interdetto il proprio bicchiere, Alma gioca ancora sconvolta con i residui della sua carota, Filippo raccoglie il cucchiaio, precipitato a terra non appena udita l’incredibile novella, Sonia controlla febbrile la propria manicure, Alan si domanda sorpresa chi sia mai questa Bagatti.

Beatrice guarda semplicemente fisso davanti a sé.

-Ecco..- Dice improvvisamente Andrea, rompendo il silenzio -.. mi avete strappato anche l’ultima che avevo, di certezza..-

La comitiva dell’Angiolieri riprende magicamente vita, distraendosi dalle occasionali occupazioni di qualche secondo prima.

Dopo poco, una risata, dapprima timida, quindi contagiosa, si libra nell’aria, mischiandosi ai canti natalizi e allo strombazzare della auto, che corrono lungo le strade, di una Milano non più tanto grigia. 

 

 

E questa, è veramente la fine...

 

 

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Ma ora...facciamo un salto nel futuro, e vediamo che fine hanno fatto i nostri protagonisti.

 

 

Alma e Davide sono diventati due attori famosi, due e vere e proprie starlette della sit-com italiana. Sono stati felicemente insieme per tre anni: poi, anche la loro storia perfetta, ha iniziato ad imbarcare acqua. Si sono lasciati e ripresi in continuazione, per un paio di mesi: al momento, Alma sta con un petroliere americano, e Davide con una tennista russa; ma, i loro fan, non hanno ancora perso le speranze di rivederli insieme. Ed anzi; c’è di più.

Presto, i due, torneranno sul set per girare la prima stagione di una serie-tv innovativa, in cui interpreteranno rispettivamente un’affascinante segretaria e il suo capo maschilista, destinati inevitabilmente ad innamorarsi.. e chissà che non sbocci di nuovo l’amore, quello vero, e che i due decidano stavolta di non lasciarsi mai più! Ops.. ma questo è gossip! Meglio non allargarsi troppo..

 

 

Filippo ha ottenuto un ingaggio in una squadra di calcio di serie A, ed è diventato il nuovo idolo delle ragazzine! I suoi poster nelle pose più disparate si trovano ormai in qualsiasi rivistina, e sulle porte di tutte le adolescenti italiane (si dice anche che gli sia stato proposto di realizzare un calendario senza veli; ma, Filippo, è un ragazzo pudico.. ). E Luce? Sono fidanzati da cinque anni e la loro storia va a gonfie vele: lei si sta laureando in filosofia al DAMS, e molti nell’ambiente del mondo dello spettacolo le stanno proponendo degli ingaggi, abbagliati dalla sua folgorante bellezza. Voci indiscrete giurano perfino che, Luce, sia stata esortata a fare un provino per Striscia la Notizia, e che sia sul punto di accettare! Accidenti! Vuoi vedere che, anche stavolta, il binomio velina-calciatore verrà confermato? Però, non so voi: ma una velina che balla lo ska con le converse a pallini no, accidentaccio. Non me la perderei per nulla al mondo..!

 

 

Matteo sta frequentando la facoltà di medicina, ed è determinato a diventare medico. Le due settimane in ospedale lo hanno colpito a tal punto, da spingerlo a decidere di consacrarsi anima e corpo ad aiutare i meno fortunati di lui. Alan e lui si sono sposati da qualche mese: alla cerimonia è stata invitata anche la signora Bassi, sua madre, con la quale la ragazza è finalmente riuscita a riappacificarsi. Dopo la gravidanza, Alan ha ripreso a frequentare la scuola superiore, che ha ultimato a pieni voti, e ora studia giurisprudenza. Il bambino di Alan è maschio, ed è stato chiamato Giulio: vane le proteste di Matteo, che avrebbe voluto mettergli nome Ippocrate, come il primo grande medico della storia. Veramente troppo strano.

Molti si domandano come faccia una coppia così super-impegnata e così giovane a gestire un bambino piccolo, e a prendersi contemporaneamente i propri spazi, ma per i due non è un problema.

Hanno infatti una tata formidabile, che vive con loro: una tata emiliana specializzata in piadine e in favole della buona notte.

Nessuno sa come si chiami realmente.

Loro, però, la chiamano Pina.

 

 

Boldo, l’insopportabile amico-nemico di Filippo, è stato miseramente piantato da Marta, che è fuggita con uno squattrinato pittore francese di nome Jean.

Ora allena i pulcini del Flora Club, è scapolo, squattrinato, e con un pessimo senso dell’umorismo.

 

 

Marco Sgangheri, il migliore amico di Matteo, studia medicina presso la sua stessa facoltà, e convive felicemente con una rampante redattrice dagli occhi azzurri, di nome Sonia. (Ve la ricordate? L’amica di Alma.. con il nasone!) La loro storia va a gonfie vele: e lui non replica mai, neanche quando lei lo costringe a mangiare cibo  cinese con le bacchette, o a  fare ginnastica per mantenersi in forma.

Ces’t l’amour.

 

 

La signorina Bagatti; proprio lei, la zitellona!! Ha finalmente coronato il suo sogno d’amore. E’ riuscita a sposare il preside Mastagni, e la loro luna di miele è tutt’ora in corso, in qualche sperduto angolo del globo. Di loro, non si sa quasi nulla.

Salvo che cantano spesso e, vivono di vodka e Jack Daniels.

 

 

E Andrea e Beatrice?

Loro, proprio loro; che fine hanno fatto?

Stanno insieme da quel lontano dicembre della quarta liceo, e non si sono mai più lasciati: fra una lite a l’altra non potrebbero essere più felici, anche se ogni tanto fanno fatica a reprimere la tentazione di strapparsi vicendevolmente i capelli.

Si sa, d’altra parte: il lupo perde il pelo; ma il vizio, no!

Lui studia da ingegnere e, una volta ultimata l’università, aprirà uno studio col papà di Beatrice, il vecchio Alberto Loppi, con cui ora va daccordissimo.

Lei fa lettere, e vuole diventare una professoressa di italiano,  per inculcare nelle giovani menti delle generazioni che verranno l’amore per il Divino Poeta: ma, a tempo perso, si dedica anche alla stesura di un romanzo rosa, ispirato alle vicende accadute in quei mesi. Il titolo, resta ancora un segreto editoriale.

Andrea e Beatrice escono spesso con i loro amici di una volta, e non finiscono mai di ridere delle vicende di quello sconclusionato anno scolastico.

Si fanno ancora i dispetti; e hanno portato nel nuovo appartamento, anche PARIDE, il maiale di pezza di Andrea, che ha un posto d’onore sulla trapunta del loro letto.

Sulla porta di casa, hanno appeso uno statuto di dieci regole da rispettare, per riuscite a convivere efficacemente. Ma, è inutile precisare che non funziona molto: e noi, sappiamo benissimo perché...

 

 

 

Ma, la cosa più buffa di tutto questo, è che i signori Loppi, quella rampante coppia milanese, visto che i loro figli erano diventati grandi e avevano spiccato il volo, si sentivano troppo soli nel loro appartamento vuoto.

E così, hanno adottato una bambina nigeriana di otto anni, di nome Lucrezia, che va alla stessa scuola di Giulio: e che, combinazione, non lo sopporta proprio.

I due si fanno le boccacce, si tirano i capelli; cercano di buttarsi giù dall’altalena l’uno con l’altro.

Tanto che, per porre rimedio alla cosa, le maestre hanno deciso di metterli vicini di banco.

A sentire i signori Loppi, il risultato di tale azione avventata, sarà inequivocabile.

Carneficina.

Ma per Luce, Filippo, Andrea, e Beatrice, a cui il tragico misfatto è stato narrato durante una cena- rimpatriata, l’esito della questione sarà ben diverso.   

-Altra storia..- Hanno biascicato gli ultimi due, fingendo improvvisamente di concentrarsi sulle cotolette alla milanese di mamma Elena.

Poi, hanno fatto la faccia di chi la sa lunga.

-Sono solo bambini..-

Filippo e Luce, invece, si sono guardati perplessi, soffocando una risata.

Per loro, verdetto unanime.

Altra storia, altra storia.

 

 

E forse, un giorno, ve la racconterò....

 

 

 

 

 

 

 

Sigh sigh...questo è davvero l’ultimo spazio che mi prendo per rispondere alle vostre recensioni, e sono emozionatissima! Non posso davvero fare nient’altro se non ringraziarvi dal più profondo del cuore per tutto, perché vi voglio bene, perché senza di voi questa storia non sarebbe stata un bel niente, perché mi avete dato forza e coraggio, e per tante altre cose che non vi sto a dire perché questo è l’epilogo e bisogna essere sintetici! Ç__ç Vi ricordo solo che tutta la mia gratitudine va a voi, in primo luogo, perché mi siete state vicine in questi quasi- nove mesi insieme, fantastici più o meno, perché tra alti e bassi ho imparato tante cose sulla vita e soprattutto ho imparato che quando cadi devi rialzarti subito, e camminare a testa alta, e non andare avanti strisciando, nell’attesa che le cose si risolvono. Devi essere tu, a prendere le redini della situazione.

Ora, chiudo questa parentesi un po’ stupida, che sembra non c’entrare niente con la nostra storia ma che, vi assicuro; ha a che fare con Andrea e Beatrice molto di più di quanto si possa pensare...

Come quella genialoide di Cristina, la mia migliore amica, ha saggiamente deciso di svelare nelle recensioni (ma tanto, non me la sento di colpevolizzarla troppo, perché l’avrei fatto io comunque...)

ogni personaggio apparso in “Help! Regole di sopravvivenza”, esiste davvero, sotto la medesima identità o sotto altre: ed è anche a loro, amici o semplici conoscenti, che hanno ispirato queste figure, a cui voglio dire grazie.

A Matteo, che va in giro su uno scooter ammaccato, ed ha occhi verdi e cangianti di tutti i colori: a Marta, che un nome da femmina ce l’ha, ma è forte e caparbia proprio come Alan. A Fiè, che con il suo fascino irriverente, non poteva che divenire il Filippo di questa storia: a Silvia, un piccolo raggio di Luce.  A Marco I, che potrebbe inventare qualsiasi cosa, con la sua intelligenza strepitosa,  e a Marco II, un ragazzo prudente, ma che sceglie sempre il momento giusto per rischiare. Infine ringrazio e abbraccio anche Alma, sperando che trovi pure lei la sua redenzione: Alessia, una ragazza ambiziosa, che vedrei proprio bene come redattrice di punta di un giornale; Luca, che è stronzo o semplicemente invidioso, e che in ogni caso ha quel che si merita, ed è giusto così.

Mia madre; perché assomiglia tanto, e forse troppo, ad Elena Loppi.

Grazie.

Per avermi ispirato, e spinto a scrivere questa storia che, forse, nel suo piccolo, uno scopo ce l’ha avuto pure lei.

E a me basta così.

E grazie anche a Bea; in cui, come avrete già capito, c’è un po’ di me e di tutte voi, della fierezza di essere donne diverse e caparbie: e il suo nome, forse, l’ho scelto anche perché è il secondo che porto io, segnato solo sui registri dell’anagrafe.

O, forse, semplicemente perché mi piaceva tantissimo.

Ho avuto anch’io un Andrea, se mai ve lo state chiedendo: un Andrea speciale, specialissimo, nato da una mamma single ed incazzata con cui mi prendevo così bene da poter litigare per ore, accidenti.

Eravamo così diversi.

Un Andrea che mi ha portato in bilico su un manubrio di bici ricoperto di ruggine, mi ha insegnato a fumare, a violare la proprietà privata, ed altre cose non meno utili e pericolose.

Ma non abbiamo stilato un codice comportamentale di dieci regole, nell’altra storia: siamo stati semplicemente insieme, sino a quando ogni cosa ha iniziato a languire, a scolorare, per noi.

E ci siamo detti semplicemente addio.

Forse era per questo, che inizialmente, avevo pensato di separare Andrea e Beatrice, perché ero arrabbiata: avevo già il finale bel che pronto da aggiustare, battuto su una bianca pagina di word, ma poi ho capito che non sarebbe stato giusto, e mi sono vergognata per il solo fatto di averlo scritto.

Perché meritavano, di stare insieme.

Perché erano troppo belli.

Perché doveva andare così, almeno per loro, e basta.

Scusatemi, se vi ho raccontato questa storia: ma quando sono triste parlo molto, ed ora lo sono, terribilmente.

Non sopporto di lasciare la compagnia dell’Angiolieri, perché mi sono stupidamente affezionata a loro, come spero anche voi.

A costo di sembrare ripetitiva, vi ringrazio ancora, dal più profondo del cuore.

Grazie.

Vi voglio veramente bene.

 

      

 

 

X Damynex: grazie mille per avermi seguita fino a qui, sono davvero commossa! Ç.ç E anche felicissima che l’accoppiata Davide Alma, ti sia piaciuta, è sembrata subito un’idea divertente anche a me quella di unire insieme la Pupa e il secchione xDD con questo ti saluto e ti abbraccio fortissimo..(sigh sigh ç__ç..non riesco a trattenere le lacrime..!) e ti ringrazio di nuovo troppo! >***< un bacione

 

 

X Piccola_Stella_Senza_Cielo: ç___ç uahh! Grazie di tutto anche a te! Il tuo ultimo commento mi ha fatto davvero sciogliere di soddisfazione....sei davvero troppo gentile! Già..anch’io davanti a parole del genere sarei partita per la tangente..e dire che non sono una persona romantica..! Ma metti che Andrea è un bel fustacchione, aggiungici la sua padronanza discreta dell’italiano...e lo chiedo subito in sposo! Beh..eheheheh xD suppongo che Andrea e Beatrice abbiano stappato lo champagne e si siano dati all’aMMore folle, e soprattutto a una partita di gioco del dottore..ma non potremo mai saperlo con certezza! Quei cagnacci avevano anche tirato le tende è___é Ti ricopro ancora di tutta la mia più sincera gratitudine, cara! Kissoniii >__<

 

 

X  Maddy94: ç__ç anche io vorrei tanto continuare, credimi, ma purtroppo è giunto il momento di salutare i nostri amici. Questa è davvero la fine! Ringrazio tantissimo ovviamente anche te per i complimenti gentilissimi e ti abbraccio forte forte...un bacione!

 

 

X Killer: grazieee! >__< sono troppo felice di averti resa felice ^_^ (e ridajè con questi squallidi giochi di parole.. =_=””) e spero che anche l’epilogo ti abbia soddisfatta! Un fiume di grazie anche a te, per essere stata sempre presente, e avermi dato gioia e conforto! Baciii ç__ç   

 

 

X Valentina: non esistono abbastanza unità di misura per attribuire una lunghezza corretta al sorriso che mi ha suscitato, leggere la tua recensione! Sei una vera iniezione di buon umore, prodigiosa, e leggendo le tue parole avrei voluto saltellare come una pazza per la stanza, e l’avrei anche fatto se non abitassi in un condominio, sopra una vecchia pazza °__°”!  Ti ringrazio troppo: diventare una scrittrice sarebbe il mio sogno più grande, che spero presto o tardi di realizzare, e che cercherò di raggiungere con il massimo impegno. Complimenti per la tua pagella! Sono davvero fiera di te, xD anche se sembra un’idiozia da dire, ma già dal tuo linguaggio così ricco avevo supposto che fossi come Beatrice, una cultrice della sapienza!  Montale, l’angoscia esistenziale, e la negatività del vivere sono un’altra delle fisse (che personalmente non condivido...) del mio prof, oltre a Leopardi: e quella poesia l’ho fatta proprio quest’anno, sotto la sua dispotica guida, e me l’ha pure chiesta nell’interrogazione!  “Forse un mattino andando in un’aria di vetro”! Mio malgrado, è diventata uno spauracchio per me, per tutta una seria di disavventure che la riguardano, e con essa il mio libro di testo perduto! °_°! Eh sì...Luce e Filippo piacciono da morire anche a me; specialmente perché anch’io sono una fanatica delle scarpe.. ( e anche perché lui, visto dal vivo, è un gran bel pezzo di figliolo! Te lo garantisco...).! E Davide, manco a dirlo, lo trovo davvero un personaggio buffo e tenerissimo. E che dire, ora: buona fortuna per il quattro luglio (spero che mi farai sapere come sono andati i tuoi esami!), per il classico, che sicuramente è la scuola ideale per te, e per la vita in generale; spero di poter di nuovo scambiare quattro chiacchiere  con te, perché ti trovo davvero straordinaria, una persona veramente incredibile e fuori dagli schemi.

Grazie, Valentina.

Ti voglio bene pure io xD

 

E ne voglio a tutte voi, naturalmente. Tantissimo.

 

 

E per la Cri, beh. xD Non mi spreco neanche a ringraziarla, perché viviamo nella stessa città, siamo amiche da una vita, e la posso strapazzare in qualsiasi momento.   

Quindi, direi che ho proprio finito.

Grazie, a costo di sembrare un pappagallo che conosce solo questa parola.

Grazie.

Ora mi prendo una pausetta ( e finalmente, direte voi!) dallo scrivere istericamente non appena ho l’ispirazione: ma, se vorrete, a settembre tornerò, più agguerrita che mai.

E con me, oltre a un’altra carrellata di personaggi bislacchi, ci sarà Deny, un ragazzo carino, lentigginoso e romanticone, con una vita che niente ha da invidiare a quella della combriccola Angiolieri.

Anche se, ovviamente, il primo amore non si scorda mai...

 

 

Leggete , se vi va, e siate clementi, per l’ultima volta. ^.^

E anche se ve l’ho ripetuto già da un bel po’ di righe, ve lo ripeto, con la stessa sincerità e gratitudine.

Grazie. Di. Tutto.

 

 

Davvero.

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