History of Barbossa

di NuttyFuzzy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** fuga ***
Capitolo 2: *** prove ***
Capitolo 3: *** sogni ***
Capitolo 4: *** La Perla Nera ***
Capitolo 5: *** pericoli ***
Capitolo 6: *** segreti ***
Capitolo 7: *** debolezze ***
Capitolo 8: *** rivalità ***



Capitolo 1
*** fuga ***


Hector sentì le sue mani tremare dal terrore, tanto che la spada gli cadde dalle mani

History of Barbossa - -fuga- -

Hector sentì le sue mani tremare dal terrore, tanto che la spada gli cadde dalle mani. I suoi vestiti erano sporchi di sangue così come il pavimento. Suo padre era immerso in una pozza di sangue.

-Hector...- disse sua madre in lacrime -Hector...che cos’hai fatto?!-

-io...io...- indietreggiò balbettando poi delle lacrime gli rigarono il viso -...è colpa sua! E’ tutta colpa sua!-

Sua madre si avvicinò a lui lentamente, poi allungò una mano verso il suo viso ma Hector scosse la testa e la respinse -è stata tutta colpa sua!- poi spalancò la porta di casa e corse via.

Sua madre chiamò il suo nome più volte, sperando che tornasse indietro, ma non l’avrebbe mai più rivisto.

Per capire cosa accadde bisogna tornare indietro di un po’.

Anno 1604.

Santander (Nord della Spagna).

-Hector! Hector Barbossa!- gridarono in coro un gruppo di ragazzini sui 15 anni -Ehi! Vieni qui!-

Il ragazzino sentì chiamare il suo nome, sistemò la sua bandana sulla testa quasi per nascondere un po’ il viso, era vestito con una maglietta sporca più grande della sua taglia e aveva dei pantaloni stracciati che gli arrivavano alle ginocchia, non aveva scarpe. Il suo viso era di un colore rosa pallido, i capelli erano castani e gli occhi di un azzurro brillante. Si avvicinò lentamente con la testa bassa ai suoi amici.

-che cos’hai?- chiese uno di loro avvicinandosi a lui e notando il suo strano comportamento.

-no...niente!- disse cercando di far finta di nulla. Uno di loro si mise di fronte a lui con fare sospettoso e gli alzò il viso con una mano, Hector gli spostò la mano ma ormai aveva visto il suo occhio gonfio e nero.

-ecco...l’avevo immaginato- disse sbuffando il ragazzo.

-ha ancora messo le mani addosso alla mamma...dovevo fare qualcosa...ma ha picchiato anche me- disse imbarazzato.

-non puoi andare avanti così Hector...tuo padre è pericoloso...dovresti avvertire qualcuno!- disse uno di loro.

-si? E chi? Secondo te la gente crederà a un ragazzino di 13 anni?- disse incrociando le braccia -e poi come hai detto tu mio padre fa paura...credo che nessuno vorrebbe mettersi in mezzo...sono l’unico che ci prova...-

-ed ecco il risultato!- concluse un altro -devi trovare una soluzione!-

-non ne ho bisogno, sono sicuro che tra poco mi imbarcherò in uno di quei mercantili!- disse indicando le navi attraccate al porto -...invidio tantissimo quei marinai...liberi di navigare per il mondo, liberi da ogni pensiero e preoccupazione...-

-continua a sognare Hector...sono anni che dici che ti vuoi imbarcare...eppure sei sempre qui...con qualche livido! Secondo me ti manca il coraggio...-

-sono solo chiacchiere le tue!- disse un altro ridendo.

Hector non si lasciò abbattere da quei commenti -non sono affatto un codardo io! E vedrete che presto sarò un marinaio famosissimo...e tutto questo alla faccia vostra!- improvvisamente un rumore venire dal porto attirò la sua attenzione, alcuni uomini al porto cominciarono a urlare qualcosa, stava per arrivare un altro mercantile.

-ne è arrivata un’altra!- urlò Hector saltando per la felicità e corse verso il porto.

-dove vai?!- urlarono gli amici vedendolo correre via.

-non posso restare qui a far niente, devo vederla!- disse salutandoli.

Il mercantile non era molto grande, ma a Hector non importava, per lui era ugualmente una cosa meravigliosa. Cercò di farsi strada di nascosto dietro alcuni barili e cassette di legno al porto. Senza farsi notare arrivò vicino al mercantile, si sentiva così piccolo in confronto.

I marinai cominciarono a scaricare le merci, alcuni di loro parlavano inglese, era chiaro che arrivassero dalla Gran Bretagna, sua madre aveva origini inglesi, quindi sapeva parlare anche quella lingua.

-Ehi tu!- urlò qualcuno alle sue spalle, Hector si voltò di scatto -non puoi stare qui!-

Hector allora si dileguò tra i marinai del porto. Per fortuna non lo presero, se suo padre lo fosse venuto a sapere lo avrebbe nuovamente picchiato. Hector odiava suo padre, era un buono a nulla, non lavorava e beveva troppo. Sua madre invece lavorava tanto e manteneva la famiglia.

Hector era un sognatore, voleva essere un marinaio e vivere in libertà, in quella città si sentiva come chiuso in gabbia. Doveva evadere.

Non aveva voglia di tornare a casa quella notte, non voleva tornare in quell’orribile posto che era casa sua. Decise che sarebbe rimasto vicino al porto a guardare le navi e il mare. Ormai era quasi il tramonto e quello era davvero uno spettacolo magnifico.

“chissà se si potrà raggiungere l’orizzonte e il sole là in fondo...” si chiedeva ogni tanto.

Si appisolò sopra una grande cassa di legno. Sapendo che il giorno dopo il mercantile se ne sarebbe andato a godersi la sua libertà, sognò di poter far parte del suo equipaggio.

Quando riaprì gli occhi era mattino, Il mercantile inglese davanti ai suoi occhi stava caricando le merci da portare in Gran Bretagna. Sorrise e decise che forse, anche se non ne aveva affatto voglia, era il caso di rientrare a casa.

La porta di casa era semi chiusa e sentì delle urla, le urla di sua madre. Corse a casa a vedere quello che stava succedendo, era uno spettacolo familiare, suo padre stava schiaffeggiando sua madre.

-è colpa tua se non è a casa! Non sai fare la madre! Devi tenerlo d’occhio meglio!- urlò picchiandola.

-lasciala stare maledetto!- urlò Hector piangendo.

Suo padre si voltò di scatto -ah eccoti qui! Ti sembra un comportamento corretto il tuo? Non rientrare a casa la notte? Come se fossi un vagabondo...dove ti eri cacciato?!-

-non ti riguarda e allontanati dalla mamma, non la toccherai mai più!-

- la colpa è solo tua! Da quando sei nato non hai portato altro che sventura!-

-smettila di dire così!- intervenne sua madre, ma l’uomo la gettò a terra e Hector non ci vide più dalla rabbia, gli saltò alle spalle e cercò di colpirlo con qualche pugno, ma fu tutto inutile, suo padre lo scaraventò a terra facendolo urtare contro un tavolo.

Varie cianfrusaglie caddero a terra con lui, tra cui la spada di suo padre, Hector la impugnò con decisione.

-e ora che vorresti fare? Uccidermi?!- disse con ironia –non ne saresti mai capace!-

Hector non rispose.

-nn sei nemmeno capace di usarla!-

-questo perchè tu a casa non ci sei mai e non hai potuto vedermi allenare...al contrario sono molto capace di usarla!- disse sicuro di sè.

Suo padre si avvicinò rabbioso –ridammela subito indietro scarafaggio che non sei altro!-

-stammi lontano!- urlò, ma suo padre lo colpì al viso e Hector per difendersi agitò la spada.

Suo padre cadde a terra in una pozza di sangue ed Hector rimase immobile.

-Hector...- disse sua madre in lacrime -Hector...che cos’hai fatto?!-

-io...io...- indietreggiò balbettando poi delle lacrime gli rigarono il viso -...è colpa sua! E’ tutta colpa sua!-

Sua madre si avvicinò a lui lentamente, poi allungò una mano verso il suo viso ma Hector scosse la testa e la respinse -è stata tutta colpa sua!- poi spalancò la porta di casa e corse via.

Sentì sua madre chiamare più volte il suo nome ma lui fece finta di non sentirla, corse via il più veloce possibile, come se potesse prendere il volo, non si voltò indietro un istante, non sapeva neanche dove scappare, finchè si accorse che inconsciamente stava dirigendosi verso il porto.

Improvvisamente gli fu tutto chiaro.

Vide il mercantile staccarsi dal molo, stava partendo...ma senza di lui, doveva raggiungerla.

Corse con tutte le sue forze e i marinai al porto si accorsero di lui -dove vai ragazzino?!-

-devo salire su quel mercantile!- urlò col fiatone –devo salirci assolutamente!-

-non essere sciocco...ormai sta partendo...aspetta la prossima!-

-io non posso più aspettare!- urlò, poi ricominciò a correre verso la nave –ehi aspettami!- urlò agitando un braccio per farsi notare. Alcuni marinai lo inseguirono per fermarlo ma non ci riuscirono.

Qualcuno sulla nave si accorse di lui e Hector stava ormai per arrivare alla fine del molo, tutti si aspettavano che si sarebbe fermato, invece no, Hector saltò dal molo come per poter raggiungere la nave, ma cadde in acqua.

-gettategli una cima!- urlò qualcuno dal mercantile –uomo in mare!-

Hector afferrò una delle corde che gli lanciarono e così lo portarono a bordo. Era talmente esausto da non riuscire a reggersi in piedi.

I marinai erano tutti intorno a lui –devi esser pazzo ragazzino...stai bene?-

-adesso si...- disse chiudendo gli occhi e sorridendo.

Continua!!

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nota di Nutty: bè...spero che come inizio vi piaccia :D ho cercato di restare il più fedele possibile alla descrizione fatta da Geoffrey Rush riguardo il passato del suo personaggio!

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Capitolo 2
*** prove ***


Fece dei sogni confusi, aveva anche mal di testa, ma si sentiva enormemente felice, non ricordava la ragione precisa

History of Barbossa - -prove- -

Fece dei sogni confusi, aveva anche mal di testa, ma si sentiva enormemente felice, ma non ricordava la ragione precisa. Aprì gli occhi e si trovò davanti a un viso sorridente.

-AAAH!- gridò Hector allontanandosi da lui.

-ehi calmati!- disse il ragazzo coi capelli rossi e gli occhi verdi smeraldo di fronte a lui, stava ridacchiando –come stai?-

-ehm...credo bene...tu chi sei?-

-il mio nome è Edward Low! E ti do il benvenuto sul mercantile Atlan!-

Improvvisamente tutto ciò che successe gli tornò alla mente e si alzò in piedi –oh mio Dio! Sono davvero sul mercantile?! Sono davvero andato via di casa?!-

-credo di si...siamo in mare aperto da ieri!-

-da ieri? da quanto stavo dormendo?-

-da ieri mattina...hai fatto proprio un gran bel volo lo sai? Devi essere un pazzo!-

-EVVAIII!- urlò Hector saltando sulla sua amaca –nn ci posso credere sono in mare aperto! Si si si si!!- saltellò fino a quando raggiunse il ponte e si affacciò per vedere il mare di persona, era uno spettacolo meraviglioso e non stava sognando. Allargò le braccia e fece un respiro profondo.

-ehi tu!- disse Edward dandogli una pacca sulla testa –sei completamente fuori di testa! Non fare tutto questo baccano!-

-non ero mai stato su una nave...non ero mai andato in mare aperto! Il mio sogno si è avverato!-

Edward sorrise –sei un moccioso sognatore e non mi hai ancora detto chi sei!-

-sono Hector Barbossa!- disse non staccando gli occhi dal mare –e ho 13 anni...e non sono un sognatore!-

-però sei un moccioso!- disse ridendo –io ho quasi 19 anni e sono su questo mercantile da circa due anni...e credo che dovrai sapere una cosetta o due se vuoi restare qui...sempre che tu ci voglia restare- disse con un sorrisetto.

-e me lo chiedi?!- disse saltellando sul posto –non me ne andrei per nulla al mondo!!-

-si va bene va bene, comunque prima di darti il permesso di stare qui dovrai guadagnartelo!- disse il ragazzo sorridendo cercando di tenerlo fermo per le spalle –ora ascoltami: io sono il nostromo del mercantile, ciò vuol dire che devi darmi retta! O la mia minestra o quella è la finestra...mi hai capito bene?-

-certo! Tutto chiaro nostromo...nostromo...-

-Edward!- disse quasi offeso –ci siamo presentati prima!-

-lo so scusa! E’ che tutta quest’emozione non mi fa più ragionare!-

-già già...- disse con fare sbrigativo –comunque visto che hai tutto questo grande entusiasmo credo che non ti dispiacerà pulire il ponte!-

-tutto quello che vuoi nostromo Eddy!- disse portando la mano alla fronte con fare militaresco.

-è Edward! Capito? Edward!- disse consegnandogli un mocio e un secchio con l’acqua –datti da fare, il ponte purtroppo non si pulisce da solo!-

Hector afferrò i due oggetti e corse a lavorare.

-caspita! Mai visto tanto estusiasmo nel fare il mozzo!- commentò qualcuno della ciurma osservandolo.

Edward annuì incrociando le braccia e sorrise –vediamo se è davvero così determinato!-

Iniziarono giorni duri per Hector, non faceva altro che correre avanti e indietro per tutto il mercantile. Gli assegnarono qualsiasi genere di compito, dai più duri ai più semplici come lavare le stoviglie, dormiva pochissimo (ma in compenso mangiava per tre persone!) e sembrava non essere mai stanco.

I pochi istanti della giornata in cui Hector si fermava a riposare Edward vedeva bene di rovinarglieli, sembrava una cosa quasi crudele, ma Hector era davvero giovane ed Edward voleva assicurarsi che potesse davvero essere utile alla nave.

Quando vedeva Hector lavorare si chiedeva da dove potesse uscire fuori tutta quell’energia, sembrava che a tutti i costi era intenzionato a non tornare indietro, era chiaro che stava scappando da qualcosa, ma non aveva intenzione di indagare.

Passarono un po’ di giorni. Hector stava mangiando in compagnia della ciurma, anzi, non proprio in compagnia, visto che la ciurma non aveva intenzione di collaborare con un ragazzino così piccolo, cercavano sempre di lasciarlo in disparte, ma a Hector importava davvero poco. Edward in quel momento stava riposando sotto coperta.

Anzi, alcuni uomini cominciarono a complottare su di lui per cercare di levarlo di torno –...e se lo facessimo ammattire sul ponte?- propose Carlos, uno dei mozzi più grossi della ciurma.

-come?- chiese un altro.

-con una scusa lo mandiamo fuori, il sole a quest’ora è rovente, sarà l’una e mezza...vedrai che ci divertiremo!- gli altri sorrisero, erano tutti d’accordo.

-ehi Hector!- lo chiamò Carlos –avvicinati devo parlarti!- il ragazzino ingoiò l’ultimo boccone dal suo piatto e si avvicinò –che c’è?-

-purtroppo io e i ragazzi siamo un po’ impegnati ora, potresti occuparti tu di assicurare le cime all’albero maestro?-

Il ragazzino si voltò verso il ponte –ma...non è troppo presto per lavorare? E oltretutto Edward...-

-ah ma è stato Edward a chiederlo!- disse interrompendolo –ha detto che è un’altra prova per farti entrare nell’equipaggio, non vorrai deluderlo!-

-certo che no!- disse correndo verso il ponte, gli altri chiusero le porte per evitare che potesse rientrare.

Sul ponte Hector afferrò un paio di corde e cominciò con calma a sistemarle per bene sull’albero maestro. Improvvisamente sentì un caldo tremendo, si asciugò il sudore sulla fronte con un braccio e poi decise di togliersi la maglietta sperando che lo aiutasse a sentire meno caldo.

Passarono un paio d’ore, la ciurma stava giocando coi dadi sotto coperta, alcuni scommettevano anche qualche soldo. Edward si alzò dalla sua amaca, si sentiva pieno di forze ora che aveva riposato, mentre si stiracchiava si guardò in giro, mancava qualcuno –dov’è il ragazzino...?- gli altri risposero con un’alzata di spalle.

Lo cercò per tutta la nave ma di lui non c’era traccia, finchè decise di salire sul ponte e trovò un corpo steso per terra immobile.

-oh mio Dio, Hector!- Edward si fiondò per raccoglierlo aveva la pelle ustionata per tutto il torso, la schiena e anche il viso –svegliati, mi senti?-

Hector aprì gli occhi ed Edward si affrettò a portarlo all’ombra –ma che diavolo di è saltato in testa? Sei pazzo? Lavorare sul ponte all’ora di punta...-

-o..ora sono un marinaio?- chiese debolmente –ho...ho superato la prova?- detto questo perse i sensi.

-cos...? che prova?!- disse voltandosi verso la ciurma che fece finta di niente –siete davvero dei bastardi! Chi di voi l’ha mandato fuori a lavorare?-

Naturalmente nessuno rispose visto che erano tutti d’accordo, si limitarono a scuotere la testa.

-vedrete che lo scoprirò!- disse poggiando Hector su un’amaca e bagnandolo con dell’acqua fresca –e non appena lo scoprirò qualcuno di voi finirà a far compagnia ai pesci!-

Continua!!

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Questa è la mia versione di Hector da bambino, spero vi piaccia <a href= http://img262.imageshack.us/img262/28/hector132fd5.jpg

Nota di Nutty: la vita di mare è davvero bastarda...soprattutto se sei un moccioso alle prime armi! Hector dovrà dimostrare la sua forza per crescere! (intanto vado in vacanza, a fine mese metterò il terzo capitolo)

Luluzza: prima di tutto grazie per i complimenti :) e riguardo la data mi sono informata parecchio sulla pirateria per scrivere la fic e una mia amica molto esperta me l’ha confermato, la pirateria si è quasi del tutto estinta alla fine del ‘600 e Barbossa e Co. nel film sembrano essere nel pieno della pirateria, quindi se nel 1604 aveva 13 anni verso metà del ‘600 avrà più o meno l’età che si vede nel film :)

Peeves: grazie e si, Hector è il vero nome di Barbossa, nel film non è mai stato detto ma su internet lo citano sempre con nome è cognome, anche su Wikipedia :)

BlackMoody: si sono la NuttyIsa di Deviantart e mi fa davvero piacere che stai apprezzando la mia fic, grazie mille :D (e si Barbossa è un cognome spagnolo...ma anche portoghese...ho dovuto pensare un po’ prima di decidere XD)

Romy01, Michy90 e Isobel grazie mille per i complimenti :D

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Capitolo 3
*** sogni ***


“un uomo lo stava inseguendo, era un’ombra scura che si ingrandiva sempre di più mano a mano che si avvicinava, cercava di cor

History of Barbossa - -sogni- -

“un uomo lo stava inseguendo, era un’ombra scura che si ingrandiva sempre di più mano a mano che si avvicinava, cercava di correre più veloce che poteva ma le sue gambe erano pesanti, troppo pesanti per superarlo, si voltò verso l’ombra e improvvisamente gli sembrò di riconoscere il suo viso, lo guardò bene poi indietreggiò terrorizzato, era suo padre e del sangue usciva dalla sua bocca e dal suo torace, dove c’era un grande squarcio, quello che gli aveva inferto lui –è stata tutta colpa tua, sei un demonio!- urlò suo padre afferrandolo”

Edward si accorse che Hector si stava agitando parecchio sulla sua amaca –la febbre si è alzata- disse toccandogli la fronte –mi serve altra acqua, svelto!- disse a uno degli uomini li vicino.

Passò una settimana da allora.

Hector riaprì gli occhi, sentiva male d’appertutto.

-come stai?- chiese una voce accanto a lui, era Edward.

-credo bene...- disse poggiando una mano sulla testa –che mi è sucecsso?-

-non te lo ricordi?- disse sorpreso –hai preso una bella insolazione! Avevi deciso di farti arrostire? A proposito, dimmi subito chi è stato a mandarti sul ponte, così lo sistemo io!-

-non...io...non me lo ricordo!- disse confuso -...non so neanche quanti giorni sono passati!-

-è successo una settimana fa...proprio non ti ricordi nulla?-

Hector scosse la testa.

-oh va bè...non importa! Resterai qui abbastanza a lungo da ricordartelo!-

Un sorrisone si stampò sul viso di Hector –questo...questo vuol dire che sono parte dell’equipaggio?!-

-si...- disse fingendo di essere seccato.

-grazie grazie grazieee!- disse abbracciandolo, poi sentì un grosso bruciore al viso –ahi! Che diavolo...?-

-ah si...purtroppo le ustioni ti hanno rovinato un po’ il viso...il dolore passerà a giorni...ma credo che i segni ti rimarranno per sempre...- Hector guardò in basso un po’ sconsolato.

-posso chiederti una cosa?-

-spara!- disse lui rialzando lo sguardo.

-cosa ti spinge il voler stare qui a tutti i costi? Ti ho osservato...e posso capire la passione ma sembra che ci sia molto di più-

-ah...sono scappato di casa, mio padre era un infame bastardo, passava giornate intere ad ubriacarsi e a picchiare me e mia madre...che era l’unica a lavorare...l’unica cosa che mi dispiace è averla lasciata da sola-

-...e tuo padre come avrà reagito alla tua fuga?-

-oh..no vedi io...- si bloccò di scatto, era a un passo dal rivelare cos’aveva fatto a suo padre.

-naah, lascia perdere!- disse dandogli una pacca sulla spalla –ti ho messo a disagio con tutte queste domande! Ora ti lascio riposare in pace!-

Hector sorrise poi si toccò il viso e sentì ruvido -oh no...accidenti...che diranno di questo le ragazze?!-

Edward si mise a ridere –tranquillo Hector!- disse mettendogli una mano sulla testa –sembrano lentiggini!-

Hector sbuffò.

-...le ragazze amano le lentiggini!- concluse con un occhiolino. Hector sorrise.

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Passò un po’ di tempo da allora e Hector aveva ripreso a lavorare con ancora più entusiasmo di prima visto che era parte dell’equipaggio.

Arrivò sera, Hector era stanco morto, mentre si dirigeva verso la sua amaca un oggetto sul comodino di Edward attirò la sua attenzione, sembrava un diario e parlava di...pirati!

C’erano un sacco di appunti scritti a mano e schizzi di navi, non avrebbe mai immaginato che a uno come Edward interessasse la pirateria. Non che non fosse adatto, anzi, aveva un gran carisma che gli avrebbe anche permesso di capitanare una nave ma non se lo sarebbe mai aspettato.

-stai leggendo il mio diario dei sogni?- chiese una voce alle sue spalle.

Hector lo chiuse di scatto –io...chiedo scusa! Non volevo...-

-tranquillo!- disse con un sorriso –non lo nascondo mica! È vero, mi attira la pirateria!-

-ma Edward...la pirateria è illegale! Sono criminali! E se lo scopre il capitano?-

-infatti ti sarei grato se potessi abbassare la voce! Che rimanga tra noi di questa mia passione, ok?- disse con un occhiolino –io la vedo diversamente, vedi, secondo me pirateria è sinonimo di libertà!-

-uccidere secondo te è libertà?-

-dipende da chi si uccide!- disse con noncuranza e improvvisamente a Hector venne in mente suo padre.

-i pirati vagano liberi per i mari, hanno un sacco di soldi...donne...non hanno regole...è un sogno!-

Hector sorrise –bè, non sembra poi così male...-

-già- rispose –vedrai...appena mi si presenterà l’occasione salirò su uno di quei splendidi velieri pirata...e se lo vorrai ti porterò con me! Immagina quante avventure! Solcheremo i mari in piena libertà!-

-per sempre?-

-per sempre!-

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Da quel momento passarono un po’ di anni, Hector era diventato un ottimo timoniere diciottenne, ora aveva i capelli lunghi con i baffi e il pizzetto, mentre Edward era diventato ammiraglio. Quando scendevano a terra passavano le notti ai locali a conoscere donne e bere rum.

-guardate queste...- disse Hector indicandosi il viso –esatto ragazze, sono proprio lentiggini!- era abbastanza ubriaco e teneva sotto braccio due ragazze.

Edward era altrettanto ubriaco e stringeva anche lui due donne –questo posto è il paradiso!-

-siete un po’ troppo ubriachi per i miei gusti!- commentò una delle donne –non vorrei trovarmi in qualche spiacevole situazione!-

-siamo due marinai gentiluomini my lady!- disse Hector baciandole la mano –non mi permetterei mai di farvi qualcosa di sbagliato!-

-il mio compare ha ragione!- disse Edward –coraggio! Andiamo a fare un giro!-

Erano notti piene di follie quelle, tra due giorni sarebbero partiti per una nuova spedizione in giro per i mari e loro non vedevano l’ora. Camminando per il porto si trovarono di fronte a un uomo disteso per terra.

-starà male?- chiese Hector inginocchiandosi vicino per osservarlo.

-non so, proviamo a voltarlo- quando lo voltarono notarono che teneva in mano una bottiglia di liquore e aveva il viso pieno di lividi.

-il classico poveraccio ubriacone!- commentò Hector notando che era vestito con degli stracci- portiamolo vicino alla fontana, un po’ di acqua dovrebbe aiutarlo a riprendersi-

Edward gli sollevò una manica e notò i suoi tatuaggi –aspetta Hector...questo qui è un pirata!-

Continua!!

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Ed ecco a voi il mio Edward Law <a href= http://img67.imageshack.us/img67/1901/edwardlowscrittegz7.jpg

Nota di Nutty: mmh...i pirati portano guai, si sa ;)

Luluzza: ti giuro non mi ero proprio accorta che Jack diceva il suo nome in quel punto, anzi, grazie di avermelo fatto notare, appena ho l’occasione di rivedere il film ci farò caso :D (e grazie anche dei complimenti!)

Romy01, Blackmoody EriS_San grazie dei complimenti!

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Capitolo 4
*** La Perla Nera ***


Edward aveva appena scoperto di stare aiutando un pirata –situazione interessante

History of Barbossa - -la Perla Nera- -

Edward aveva appena scoperto di stare aiutando un pirata –situazione interessante!-

-forse è meglio lasciarlo qui!- disse Hector rimettendolo a terra –se qualcuno ci scopre con un pirata ci farà fuori!-

-ma chi vuoi che ci scopra?! Non c’è nessuno qui!- disse caricandoselo in spalla –dai, lo portiamo velocemente alla fontana, lo svegliamo e poi lo lasciamo perdere, ok?-

-...ok- disse con poca sicurezza.

Appena arrivarono alla fontana gli schizzarono un po’ di acqua sul viso, in pochi istanti l’uomo aprì gli occhi. Sembrava abbastanza giovane, avrà avuto l’età di Edward. Aveva dei lunghi capelli castani, dei piccoli occhi castani profondi come pozzi e degli eleganti baffi e pizzetto; una cuffia blu scura gli copriva il capo.

-come va?- chiese Edward.

-sono stato meglio!- disse cercando di rimettersi in piedi –ah...grazie di avermi dato una mano!-

-figurati!- disse Hector cercando di portare via Edward per un braccio ma egli sembrava quasi affascinato.

-sei un pirata dunque?- chiese Edward.

-già...e vedo che non sei affatto spaventato!- notò l’uomo.

-mi affascina perchè il pirata fa quello che vuole e quando vuole! Vivere senza regole dev’essere stupendo!- disse Edward.

Hector capì che evidentemente Edward sentiva che quella era la sua grande occasione che aspettava da anni.

-anche i pirati hanno le loro regole! Ad esempio io ora dovrei uccidervi perchè potreste farmi catturare- disse sguainando spada e pistola e puntandogliele al collo, un luccichio comparve nei suoi occhi.

Entrambi alzarono le mani –grazie tante Eddy!- disse Hector a bassa voce.

-...tuttavia- aggiunse il pirata, il luccichio scomparve –è vero che però mi avete dato una mano e non mi avete lasciato al porto dove magari avrebbero potuto catturarmi, quindi credo che per questa volta potrei risparmiarvi...- detto questo salutò con un cenno del capo e si allontanò.

-ehi aspetta!- lo richiamò Edward –dove avete ormeggiato la nave?!- chiese di nuovo molto affascinato.

-cercaci, se ci riesci...ma non ve lo consiglio!- disse, poi scomparve nel buio.

I due rimasero immobili e in silenzio per alcuni istanti, poi Hector puntò un dito accusatore in faccia a Edward – TU-SEI-UN-PAZZO!-

-ma dai! Non ci ha fatto niente! Esageri troppo secondo me!-

-adesso non avrai mica intenzione di cercare la nave, vero?-

Edward rimase in silenzio.

-ok, questo significa che ne hai l’intenzione!- disse incrociando le braccia.

-pensaci Hec, i veri criminali sono quelli che per stare in viaggio tutta la nostra vita ci danno una miseria! Senza neanche poter incontrare la donna che amiamo!-

-non mi pare che tu ne abbia una!- commento Hector.

-ma potrei averla!- disse quasi offeso –i pirati sono meno criminali di molta gente che conosco! E poi non avrei nessuno che mi comanda, potrei avere un sacco di soldi e tanta libertà!-

Hector rimase in silenzio, lo capiva benissimo ma per una qualche oscura ragione continuava a contraddirlo, forse il pensiero di abbandonare tutto così lo spaventava un po’.

-sai che ho ragione!- poi lo guardò –anche tu hai desiderato poter cambiare vita un sacco di volte...questa potrebbe essere una buona occasione...non posso crederci che tu desideri marcire su quel mercantile!- detto questo se ne andò, Hector rimase immobile per qualche minuto, in silenzio, poi gli andò dietro.

Lungo la strada sentì degli strani rumori venire dal porto, incuriosito si avvicinò e intravide nel buio delle sagome con degli uomini che portavano via a forza una ragazza.

-ehi voi!- urlò Hector mettendosi in mezzo –lasciatela stare immediatamente!-

-se no che fai?!- dissero sguainando la spada.

Improvvisamente qualcosa lo colpì alle spalle e perse i sensi, Edward si accorse di aver perso di vista Hector, tornando indietro a cercarlo qualcosa colpì alle spalle pure lui, cadde a terra e tutto si fece buio.

Hector riaprì gli occhi, era legato all’albero maestro di una nave con le vele nere insieme a Edward, però lui non si era ancora svegliato.

Davanti a lui c’era il pirata che avevano incontrato la notte prima, un grosso cappello verde scuro con una piuma azzurra gli copriva il capo, gli dava un’aria molto autoritaria –chi si rivede! Ieri mi sentivo magnanimo e vi ho risparmiato e voi ci avete messo ugualmente i bastoni tra le ruote, avete tutta questa voglia di morire?!-

-dove avete messo la ragazza?- chiese Hector.

-è nelle prigioni di sotto...nel caso servisse un po’ di compagnia sappiamo dove trovarla!-

-sei un verme!- disse cercando di slegarsi.

-un po’ di rispetto, stai parlando col capitano della rispettabilissima Perla Nera, mi presento, sono William Turner...ma per tutti sono Sputafuoco!-

-il piacere è tutto tuo!- disse guardando altrove.

-la mia ciurma si è formata da poco e io ho bisogno di uomini, finchè nn capisco a cosa potete essermi utile starete nelle prigioni-

-perfetto Eddy, l’occasione che aspettavi da anni!- ribattè Hector dando una gomitata al suo amico che sembrava non aver voglia di risvegliarsi.

-portateli via...-

Degli uomini li afferrarono e li portarono sotto coperta, dove li schiaffarono in una cella buia.

Hector si alzò in piedi e provò a forzare la porta –mi spiace che sia andata così- disse una voce femminile alle sue spalle, il ragazzo si voltò di scatto e vide la ragazza, i suoi capelli castano chiari le arrivavano alle spalle, alcuni ciuffi le cadevano sul viso, notò immediatamente i suoi occhi verdi luccicare alla poca luce, come grandi smeraldi, non era molto alta ma abbastanza snella –non vi avevo vista!-

-scusate, non volevo spaventarvi...ma mi sento in colpa, è per causa mia se voi e il vostro amico vi trovate qui...-

-non sentitevi in colpa, avevate bisogno di aiuto...purtroppo ho combinato un pasticcio! Ma voi come state?- chiese avvicinandosi –vi hanno toccata?-

-no, per fortuna no, sto bene grazie- disse con un sorriso –il vostro amico invece?- chiese lei.

-non si è ancora ripreso- disse chinandosi per controllare che il suo amico non stesse male –tra un po’ dovrebbe risvegliarsi-

-qual’è il vostro nome?-

-Hector Barbossa, sono il timoniere del mercantile inglese Atlan...o almeno lo ero fino a ieri- disse grattandosi la testa –voi?-

-mi chiamo Alice Walken- disse con un sorriso –e... porto da mangiare e da bere alla locanda della città!- disse un po’ imbarazzata.

-bè? È un lavoro magnifico!-

-blah blah blah!- disse Edward facendo il verso –dove diavolo siamo finiti?- chiese confuso.

-siamo nella prigione della “rispettabilissima” Perla Nera! E questo grazie a te!-

-ehi non credo proprio! Non sono io che mi sono messo a fare l’eroe per salvare la ragazza, senza offesa!- disse rivolto alla ragazza –bè ha dimostrato più coraggio di te!- ribattè lei evidentemente seccata.

-si si...ok, non è proprio quello che ci vuole un bel litigio!- disse dividendo i due –ci vuole un’idea!-

-io so usare la spada!- disse Alice fiera –alla locanda ne arrivano di maniaci...-

-perfetto! Anche io e Eddy sappiamo usare magnificamente la spada! Sei con me?- disse guardando l’amico.

-no...io resto qui!- disse sicuro di se.

-aah, cavolo Edward!- disse incrociando le braccia –non è possibile, tu vuoi unirti a una ciurma che vuole ammazzarti?-

-ne abbiamo già parlato Hector, io voglio fare il pirata! E fidati, non cambio idea!-

Hector sbuffò –e vuoi lasciare che facciano del male ad Alice? Lei non centra niente...-

-per lei si può trovare qualche accordo...- disse guardandola –i pirati vivono di accordi!-

-prima hanno detto di aver bisogno di uomini...magari potremmo arruolarci in cambio di lasciare andare lei...- propose.

-Hector, davvero, se non è quello che vuoi l’accordo potrebbe anche riguardare solo me e tu e lei scendere a terra, non voglio costringerti...-

-Ehi, sull’Atlan mi hai detto che avremo solcato i mari in libertà per sempre, ti ho preso in parola amico!- disse dandogli una pacca sulla spalla.

-non voglio che per colpa mia ci andiate di mezzo voi, davvero...sono disposta a rimanere qui!- disse preoccupata.

-non vi preoccupate Alice- disse Hector con un sorriso –è una nostra scelta...- Edward sorrise, era felice che il suo amico volesse seguirlo.

Passò un giorno e il capitano William Turner fece salire i tre prigionieri sul ponte, era il momento di decidere che fare delle loro vite.

-bene bene...- commentò il capitano osservandoli –ci ho pensato sopra e sono arrivato alla conclusione...-

-arruolateci!- lo interruppe Edward.

-esatto, arruolateci!- ripetè Hector con meno sicurezza.

-in cambio del nostro servizio però vogliamo qualcosa...- riprese Edward.

Il capitano guardò un po’ per aria, come se ci stesse pensando sopra –mmh, si, sembrate due uomini forti...potreste certamente tornare utili...e cosa volete in cambio?-

-che lasci libera...-

-che arruoliate anche me!- intervenne Alice.

-come?!- dissero tutti e tre all’unisono.

-che diavolo state facendo? Non erano i piani questi!- disse Hector a bassa voce.

-questi maledetti sono capaci anche di scaricarmi in acqua...e poi posso riuscire a cavarmela!- disse lei.

-una donna a bordo porta sventura!- disse qualcuno della ciurma.

William Turner annuì –anche io non la voglio una donna a bordo...e poi a cosa sei utile?-

-so...so usare la spada! Mi serve un po’ di pratica ma comunque sono capace! E posso dare una mano a pulire...- disse lei sicura di sè.

-in ogni caso ormai siamo troppo lontani per tornare indietro...quindi resterai a bordo sino a quando non attraccheremo al prossimo porto-

-e dov’è il prossimo porto?- chiese Edward.

-Tortuga!- e poi li fece slegare.

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

Avevano gli stessi incarichi di quando stavano a bordo dell’Atlan, Hector era timoniere e Edward ammiraglio. Alice invece stava sotto coperta a pulire, ovviamente si era dovuta liberare del suo vestito e corsetto e li aveva dovuti sostituire con una camicia e dei pantaloni, così stava molto più comoda.

I tre avevano fatto abbastanza amicizia adesso.

Erano passati solo un paio di giorni da quando erano “diventati” pirati e sia Hector che Edward si sentivano abbastanza elettrizzati (nonostante il primo inizialmente non fosse molto convinto), per raggiungere tortuga ci sarebbero voluti parecchi giorni e loro non avevano mai viaggiato così a lungo senza attraccare.

L’unica che ovviamente non si trovava bene era Alice che, essendo una donna, veniva costantemente offesa e in soli due giorni anche più volte quasi violentata.

Quando questo succedeva correva da Hector in cerca di un po’ di difesa.

-...ancora qui?!- disse con un sorriso badando al suo timone.

-sotto coperta non mi lasciano in pace!- disse attaccandosi al suo braccio.

-dov’è finito tutto il coraggio di quando hai detto che volevi diventare piratessa? Troppe chiacchiere my little lady!- commentò.

-ehi ho solo un anno in meno di te! E poi non immaginavo fosse così complicato!- disse dandogli una gomitata –e potresti almeno far finta di essere più preoccupato, magari riesci a fargli paura e mi lasceranno in pace!-

-e tu usa la spada! Vedrai che capiranno...-

In quel momento Edward li raggiunse con un grosso sorriso stampato sul viso, i due lo guardarono curiosi –che succede?-

-il capitano ha detto che quando arriveremo a Tortuga potremo parlare della nostra prima...- rimase in silenzio per creare suspance -...ricerca di un tesoro nascosto!-

-wow!- commentarono all’unisono Hector e Alice, pieni di stupore, il ragazzo soprattutto.

-non ti emozionare tanto tu!- disse Edward ad Alice –visto che ci lascerai prima! Ci godremo il tesoro anche per te!-

-sei veramente antipatico!- commentò lei incrociando le braccia –torno sotto coperta...e sta volta con la spada!-

I due rimasero da soli.

-certo che potresti cercare di essere più gentile con lei!- commentò Hector con un sorriso.

-...e perchè? Ti da forse fastidio?- disse in tono malizioso.

-no...è che...insomma, già si trova da sola circondata da pirati...e continua a scappare da me perchè metà equipaggio ha provato a violentarla...dico solo che potresti non peggiorare la situazione...-

-aaah, allora ti interessa!- disse continuando con lo stesso tono.

-ma no che non mi interessa...non è neanche così carina! Provaci tu se proprio vuoi!-

-ah per me non c’è problema!- disse sorridendo e Hector lo guardò strano, non pensava che l’avrebbe preso sul serio –guarda che non parlavo sul serio!-

-troppo tardi amico!- disse sorridendo –una notte di queste sarà mia!- disse tornando ai suoi lavori. Hector lo guardò storto, forse un pochino gli importava.

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Passarono un paio di giorni ancora e William Turner entrò sotto coperta velocemente ad avvertire il suo equipaggio –uomini, da adesso le cose si fanno più difficili, stiamo andando incontro a un grosso temporale, le onde si faranno molto alte e il vento molto forte, dovremo rallentare la marcia e dovremo impegnarci parecchio per cercare di arrivare sani e salvi e con la nave intatta alla fine della tempesta!-

Continua!!!

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Ed ecco a voi Hector ragazzo: http://img479.imageshack.us/img479/2072/hectorragazzoscrittebt4.jpg

Nota di Nutty: nuovo personaggio, Alice :) nei prossimi capitoli la conosceremo meglio! Ma soprattutto: William Turner!! Ho pensato che avrebbe potuto essere lui un ottimo capitano per la Perla Nera, prima di Hector e Jack Sparrow...in fondo quest’ultimo stesso dice a Will nel film che suo padre era uno dei pirati della peggior specie! Che ne dite? :) Stay Tuned!!!

Blackmoody: grazie per il consiglio, cercherò di migliorarmi ;) e grazie anche per i complimenti e del sostegno!

EriS_San e Giu91 grazissimo dei complimenti!

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Capitolo 5
*** pericoli ***


Hector si alzò in piedi e andò subito sul ponte per guardare il mare e il cielo, le onde si stavano facendo sempre più alte e

History of Barbossa - -pericoli- -

Hector si alzò in piedi e andò subito sul ponte per guardare il mare e il cielo, le onde si stavano facendo sempre più alte e il cielo sempre più nero. Un’ acquazzone si abbattè sulle loro teste, il vento soffiava fortissimo.

Improvvisamente sentì un brivido corrergli lungo la schiena, si sentiva molto elettrizzato all’idea di guidare lui la nave ma non aveva mai affrontato nulla di simile, sentiva un po’ di timore.

-forza Hec! Vai al timone!- lo incoraggiò Edward col suo solito sorriso amichevole –ora si fa sul serio!-

Si alzò anche Alice e andò verso il ponte, Hector la fermò -...e tu dove stai andando?-

-a dare una mano! Hai visto a che stiamo andando incontro?-

-non scherzare Alice, servono uomini forti per affrontare questa tempesta, è meglio che resti sotto coperta!- disse tenendola per le spalle.

-ehi, sono io che mi sono voluta arruolare! Non trattarmi come se fossi una bambina!- disse liberandosi della presa di Hector, per un secondo gli parve che quegli occhi verdi fossero diventati rossi come tizzoni ardenti.

Hector decise di avviarsi al timone, Alice avrebbe dato una mano sul ponte, inutile dire che entrambi erano un po’ agitati.

Il capitano si mise vicino al ragazzo e cominciò a urlare ordini –coraggio scansafatiche! Bracciate quei dannati pennoni, dobbiamo aiutarci col vento per andarcene via!- Hector osservò il modo in cui Turner dava gli ordini, per un secondo desiderò essere al suo posto, con quel magnifico cappello e quella giacca lunga.

“chissà come starò?” cominciò a fantasticare “magari avrò un pappagallo sulla spalla...e una benda sull’occhio...o una gamba di legno...e i miei uomini faranno ciò che io gli ordinerò...potrei essere un grande capitano!”

-non distrarti ragazzo!- urlò Sputafuoco facendolo tornare alla realtà, non si era accorto di aver lasciato andare il timone. Hector cercò di recuperarlo ma sembrava impazzito, fortunatamente Edward corse in suo aiuto –dai Hector!- disse dandogli una mano a recuperare il timone.

-grazie Edward!- riuscì a riprendere il controllo –ora posso cavarmela da solo!-

-Low, vai a dare una mano all’albero di mezzana, mi sembrano in difficoltà!- ordinò Turner.

Il ragazzo corse all’albero per rendersi utile, trovò Alice a cercare di cazzare la randa ma non era abbastanza forte, afferrò la cima al posto suo.

-ehi che fai?!- disse sorpresa, non l’aveva visto arrivare.

-prendo il tuo posto!- disse tirando la cima con tutta la sua forza, ora la randa era ben distesa –se proprio vuoi renderti utile prova a issare quel fiocco, dovresti farcela!- Alice annuì e cominciò a issarlo.

-vai anche tu laggiù Barbossa, qui posso pensarci io!- disse il capitano, Hector annuì e si fiondò sul ponte.

-serve aiuto Alice?- chiese il ragazzo vedendo che Edward poteva cavarsela benissimo da solo.

-si...ma solo un pochino!- disse facendo uno sforzo immane per reggere la fune –dammi una mano a tirare!-

Hector si avvicinò per aiutarla ma in quell’istante si sentì la voce del capitano –aggrappatevi a qualcosa, presto!-

Tutto l’equipaggio si voltò verso il mare e videro una gigantesca onda dirigersi verso di loro. Tutti si aggrapparono a una cima sicura.

L’onda li investì in pieno e il ponte fu sommerso d’acqua, alcuni uomini volarono in mare, Edward fu il primo a rialzarsi, aveva solo qualche graffio sul viso e sulle braccia –tutto bene Hector?-

Hector si alzò ancora un po’ confuso per la botta –io si...e la mia spalla sinistra che sta poco bene, credo si sia slogata- disse massaggiandosela, poi si guardò intorno –dov’è Alice?-

Il suo corpo stava a pochi metri da loro steso a terra, non si muoveva –Alice!- urlò Hector correndo da lei, fortunatamente era viva ma aveva una ferita abbastanza profonda sulla schiena, aveva bisogno di cure.

-forza, portala sotto coperta!- gli disse Edward.

-qui c’è una nave a cui pensare, non posso lasciarvi!-

-tranquillo, mi sembra che il vento soffi già meno, le onde quindi si abbasseranno presto, coraggio portala al sicuro, qui in mezzo sarà un peso!-

Hector la prese in braccio e la portò di sotto –la prossima donna che mi chiede di arruolarsi le faccio fare una passeggiata sull’asse!- si lamentò Sputafuoco dal timone.

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Sotto coperta Hector la poggiò su un amaca poi si mise a cercare qualche garza e una bottiglia di rum, l’alcool poteva disinfettare.

-che mi è successo ?- chiese debolmente Alice, aveva ripreso conoscenza –sento un dolore tremendo alla schiena...-

-hai preso una bella botta sul ponte, non ti preoccupare, non è grave, adesso ci penso io...- disse continuando a cercare.

-...e tu come stai?- chiese di nuovo.

-abbastanza bene, sta tranquilla- disse avvicinandosi con il necessario, poi afferrò uno sgabello e si sedette –adesso...adesso devo chiederti di togliere...la camicia- disse un po’ imbarazzato.

-come..?!- era quattro volte più imbarazzata di lui.

-non...non pensare che ti voglia guardare!! Vuoi che ti medichi alla schiena si o no?!- disse seccato –per me non fa alcuna differenza, se lo desideri ti lascio in queste condizioni...ma si infetterà presto!-

-...ok...- disse guardando in basso, con le mani tremanti cominciò a sbottonarsi la camicia e Hector per correttezza guardò altrove, anche se in fondo era abbastanza tentato di dare un’occhiata.

-ora sdraiati a pancia in giù...- Alice si sdraiò e Hector cominciò a bagnarle la ferita con l’alcool.

La ragazza mollò un urlo ma lo soffocò stringendo i denti, sentì le lacrime annebbiarle la vista.

-cerca di resistere...devo pulirtela bene...- dopo pochi minuti cominciò a fasciargliela –sai...sei stata in gamba là fuori...- disse Hector per cercare di farle pensare ad altro.

-lo credi davvero?- disse quasi sorpresa –io mi sono sentita un peso...non vedo proprio l’ora di andarmene...-

-ti serve solo un po’ di esperienza!- tirò via lui –ecco fatto!- disse tagliando la garza –e ora hai solo bisogno di riposo!- le poggiò sopra una coperta per non lasciarle la schiena scoperta, dopo di che si diresse verso la porta per tornare a dare una mano ai suoi compagni.

-ehi Hector...- lo chiamò la ragazza prima che uscisse.

-che c’è?- chiese voltandosi.

Alice sorrise -...grazie-

E Hector le restituì il sorriso, poi uscì in coperta.

Continua!!

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Ecco qui un mio disegno di Sputafuoco quando era giovane, Jack lo dice nel primo film a Will “ti giuro che sei uguale!” http://img252.imageshack.us/img252/1740/sputafuocoscrittemd4.jpg

Nota di Nutty: spero che le vicende del giovane Barbie si stiano facendo interessanti ;)

X EriS_San: grazie dei compliments e sono felice di averti sorpresa con l’entrata in scena di Sputafuoco! :) Jack è ancora troppo presto per farlo entrare in scena...ma vedrai che arriverà anche lui ;)

X Giu91: innanzitutto grazie per i complimenti, riguardo il lato più piratesco di Barbossa mi sa che c’è da aspettare un po’, deve ancora prenderci la mano ;)

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Capitolo 6
*** segreti ***


La tempesta scomparve nel giro di poche ore e Hector aiutò tantissimo nonostante la sua spalla fosse slogata, il capitano si s

History of Barbossa - -segreti- -

La tempesta scomparve nel giro di poche ore e Hector aiutò tantissimo nonostante la sua spalla fosse slogata, il capitano si sentiva fiero di aver preso nella ciurma sia lui che Edward. A fine tempesta si contarono tre feriti e due dispersi, in più la nave aveva subito qualche danno, ma nulla di grave, poteva andare peggio.

-credo che avresti bisogno di una fasciatura su quel braccio Hector- consiglio Edward vedendolo faticare al timone la mattina seguente.

-...e tu di qualche cerotto amico mio! Sembra quasi che un gruppo di granchi abbia giocato sulla tua faccia!- poi si accorse che Edward lo stava guardando seriamente –senti, davvero, sto bene, non ho bisogno di fasciature!-

-...ci servi in forma Hector! Sei davvero troppo testardo... non ti costa niente rimanere a riposo un paio di giorni... vedrai che mi ringrazierai!- disse prendendo in mano il timone al posto suo -...tanto per adesso non sono previste burrasche!-

Hector annuì rassegnato -...e va bene!-

Ne approfittò anche per star vicino ad Alice che aveva bisogno di cambiare spesso le fasciature alla schiena per assicurarsi che la ferita non si infettasse.

Lei dormì molto in quei giorni e se ne accorse appena di Hector al suo fianco -...al caldo del sole...al mare scendeva...la bambina portoghese...non c’eran parole...rumori soltanto...come voci sorprese...-

-...chi te l’ha insegnata?- chiese Alice a voce bassa.

-ah, ti sei svegliata!- disse voltandosi verso di lei –me la cantava mia madre quando ero piccolo...lei amava cantare canzoni, ed era anche brava...questa in particolare mi è sempre rimasta impressa!-

-è molto bella...- quando lo guardò vide la fasciatura sul suo braccio sinistro –che ti è successo?-

-nulla di grave, l’ho slogata la notte della tempesta...ora devo rimanere un po’ a riposo- disse alzando le spalle.

Mentre parlava Alice si accorse dei libri che Hector teneva sulle ginocchia –quelli cosa sono?-

-oh, sono di Edward...lui adora Shakespeare, questi sono “Amleto” e “Macbeth”- disse dandoglieli in mano.

-tu sai leggere quindi?- chiese sfogliando uno dei libri.

-si, mi ha insegnato Edward, i miei genitori non potevano permettersi di mandarmi a scuola...- disse guardando altrove.

-neanche io so leggere molto bene...- disse imbarazzata –mia madre ha sempre pensato che l’istruzione non fosse necessaria per gestire una locanda...-

-e tuo padre invece?-

-non l’ho mai conosciuto, ma non ne soffro, stavo molto bene anche solo con mia madre e ci siamo sempre guadagnate da vivere onestamente...- disse guardando il soffitto –tu invece? Come ci sei finito a fare il marinaio?-

-sono scappato di casa...mia madre immaginò avrà sofferto molto..mio padre invece...- poi si frenò all’improvviso.

-...tuo padre?-

-oh bè...lui...non c’era...non c’è mai stato...- disse guardando altrove, stava dicendo troppo, provò a cambiare discorso –anche tu mi dai l’impressione di essere quasi una fuggitiva, altrimenti non avresti mai chiesto di arruolarti!-

-colpevole!- disse alzando la mano e sorridendo –sentivo il bisogno di evadere...i giorni erano tutti uguali e sentivo di voler vedere qualcosa di nuovo, e il mare è qualcosa di meraviglioso...anche se la vita da pirata non mi calza per niente...voglio essere una viaggiatrice...voglio vedere il mondo...chissà com’è Tortuga, non vedo proprio l’ora di andarci!-

-già ti capisco, la libertà è una cosa magnifica! Ehi...se vuoi posso darti una mano...per la lettura intendo...abbiamo due libri-

-mi piacerebbe tantissimo!- disse sorridendo.

Hector allora prese “Macbeth” e lo aprì alla prima pagina, poi lo porse ad Alice –coraggio, prova leggere queste righe...-

-ok- disse facendo un respiro profondo –“In...qual dì...o comp...compagne, ci...uni...unir...”-

-“uniremo”- completò lui.

-ok, “in qual dì...o compagne, ci uniremo?”- disse più sicura –“in dì di...pioggia, di folg...folgori, o di...tuoni?”-

-visto? Non è così difficile!- disse Hector allegramente –coraggio vai avanti!-

Passarono un sacco di tempo a leggere “Macbeth”, passò qualche giorno e Alice sembrava non esserne stanca affatto, più lo leggeva più prendeva padronanza della lettura e Hector dal canto suo si accorse di guardarle un po’ troppo spesso il viso.

-“Macbeth” è un libro magnifico!- disse chiudendolo, l’avevano finito.

-sono felice che ti sia piaciuto, sai...Shakespeare si è basato su una cosa realmente accaduta, ha preso un po’ spunto insomma-

-davvero?- Alice pendeva dalle sue labbra –da cosa?-

-ti dice nente la “congiura delle polveri”? è una cosa successa a Londra qualche anno fa, nel 1605, un uomo, Guy Fawkes, complottò con un’altra decina di persone per far esplodere il parlamento... ma non ci riuscì...-

-ah si, me lo ricordo vagamente, ne hanno parlato per lunghissimo tempo...non sapevo che qualcuno si potesse essere ispirato a questo evento...-

Hector sorrise –bè, magari anche noi compiremo imprese talmente sbalorditive che ne dedicheranno un libro!- poi si accorse che Alice era intenta a fissarlo –che c’è?-

-mi chiedevo...come fa uno come te ad essere un pirata? Insomma...sei colto...sei gentile...mi sembri un bravo ragazzo...-

-oh...grazie!- disse sorridendo –ma vedi, mi dispiace deluderti ma purtroppo al contrario di quello che pensi queste mani sono macchiate di sangue, te lo dico perchè non vorrei che pensi a me come qualcuno che non sono...la verità è questa purtroppo- si sentiva molto strano.

-...quale verità?- Alice lo guardò preoccupata.

-mio padre...quando prima ho detto che non c’era...non intendevo dire che non l’ho mai conosciuto...io l’ho...- “che diavolo stai dicendo Hector?!” gridò una voce dentro la sua testa.

Ma Alice ormai aveva capito e rimase immobile a fissarlo senza dire una parola, Hector allora si alzò velocemente lasciando cadere i libri per terra, andò al ponte a prendere aria “che diavolo mi è preso?!” continuava a chiedersi.

Si era promesso che quel fatto sarebbe per sempre rimansto segreto. Ma ormai Alice lo sapeva, aveva rovinato tutto...e ancora non riusciva a capire il motivo.

Continua!!

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ed eccovi Alice http://img168.imageshack.us/img168/595/alicewalkenscrittexo2.jpg

Nota di Isa: Hector ci tiene che i suoi segreti rimangano segreti ;)

X Blackmoody: sn felice che tu abbia trovato la mia scelta di mettere Sputafuoco come capitano originale, e grazie mille dei complimenti :D

X Peeves: eggià quello è Sputafioco, è più carino nè?? XD grazie dei complimenti!!

X EriS_San: grazie grazie grazie! Sn felice che trovi la mia storia così interessante, davvero tanto!!

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Capitolo 7
*** debolezze ***


Il giorno seguente alla confessione di Hector sia lui che Alice non si calcolarono minimamente

History of Barbossa - -debolezze- -

Il giorno seguente alla confessione di Hector sia lui che Alice non si calcolarono minimamente. Adesso Alice stava bene e poteva fare qualche lavoro leggero sulla nave e il ragazzo vedeva bene di starci alla larga. Non capiva bene il motivo ma non gli piaceva parlare dei fatti suoi, chiunque egli fosse, anche Edward.

E invece di fronte ai suoi occhi tutto gli uscì dalla bocca, eppure si sentiva benissimo, sentiva come se si fosse liberato di un peso. E poi starle vicino lo trovava davvero piacevole...e durante la lettura del libro si sentì più vicina a lei che a qualsiasi altra persona.

Ma allora perchè la evitava? Debolezza probabilmente. Non gli stava bene che una ragazza conoscesse le sue debolezze.

Con fare nervoso scese sotto coperta a prendere la sua spada, non c’era nessuno lì in quel momento, decise di allenarsi un po’. Mentre tirava fendenti la memoria di suo padre tornò nella sua mente, facendogli muovere il braccio con ancora più violenza.

Continuava a chiedersi perchè questa cosa lo tormentava ancora, insomma, ormai era un pirata, chissà quante altre persone avrebbe ucciso. E poi quell’uomo meritava di morire.

“accidenti...vorrei essere più forte!” continuava a urlare la sua testa.

Improvvisamente un rumore lo fece sobbalzare, c’era Alice e le erano cadute delle posate per terra. Frettolosamente le raccolse –scusa, non volevo spaventarti, devo portare queste di sopra, è quasi ora di pranzo...-

Hector scosse la testa –bè sarebbe anche ora di fare più attenzione!- disse seccato.

Alice lo guardò nervosa –ma si può sapere che cosa ti da fastidio?-

Hector lasciò cadere la spada –tutto!- disse avvicinandosi a lei –mi da fastidio tutto! Come che improvvisamente sbuchi fuori dal nulla e quando sai di quello che ho fatto mi guardi con uno sguardo accusatore!!-

-che cosa?!- disse sconvolta –e quando l’avrei fatto?!- disse incrociando le braccia.

Hector rimase in silenzio e poi se nè andò.

-soltanto perchè una volta nella tua vita ti sei voluto confidare con una persona vieni a prendertela con me?!- disse tirandogli dietro un paio di posate ma Hector aveva già salito le scale –mi è solo dispiaciuto per te...- disse guardando in basso.

Hector si accorse di aver fatto la cosa più stupida del mondo, sapeva che la colpa non era di Alice, ma sua, che aveva paura di parlare di se per paura di essere giudicato. Voleva illudersi però che avendo incolpato lei si sarebbe sentito meglio...ma ovviamente non funzionò. E per di più se la prese con l’unica persona con cui stava legando.

Andò ad appoggiarsi sul ponte per smaltire l’ira che l’aveva preso poco prima.

-che ti prende Hector?- chiese Edward appoggiandosi vicino a lui –sei troppo distratto oggi!-

-non puoi immaginare fino a che punto una ragazza può farti saltare i nervi!- disse calciando qualcosa sul ponte.

-aah, dannate femmine...eppure non possiamo farne a meno!- disse mettendogli un braccio sulla spalla –senti un po’...sta notte è possibile che si faccia festa sotto coperta!-

-ah si?- chiese interessato.

-si, Andrew, il mozzo magrolino...è riuscito a prendere un paio di casse di rum al capitano...di nascosto possiamo organizzare qualcosa! Dai ci divertiremo, tu ci sei?-

Hector sorrise –ma certo! Come posso dire di no a un’offerta simile?!-

-sapevo che avresti capito!- disse ammiccando -mi raccomando acqua in bocca, se il capitano ci scopre son dolori!-

- - - - - - - - - - - - - - - - - - - -

A pranzo Alice evitò il più possibile lo sguardo di Hector e quando si incontravano lei sembrava quasi lo stesse fulminando. Le avrebbe chiesto scusa, ma era anche troppo orgoglioso per farlo.

Passò quasi tutto il pomeriggio ad allenarsi con la spada, senza un motivo preciso, tirava colpi al vento, quasi come se stesse cercando di scacciare qualcosa dalla sua mente. Ormai si era fatta sera.

-Barbossa!- urlò qualcuno dietro di lui, Hector buttò via la spada e fece finta di tornare a controllare le cime, era il capitano Sputafuoco.

-si signore?- chiese sperando che non si fosse accorto di nulla.

-nella mia cabina mancano un paio di casse di rum...tu ne sai niente?!- chiese incrociando le braccia.

-no signore!- disse alzando le spalle con non curanza –sono rimasto qui tutto il giorno...magari le avete dimenticate al porto di Inghilterra l’ultima volta che abbiamo fatto porto...lavoravo in un mercantile...posso assicurarvi che può capitare!-

Turner sbuffò –forse hai ragione...va bè, speriamo che basti!- disse chiudendo la porta e tornandosene alla sua cabina.

Hector si alzò e si fece scappare un sorriso, se l’era bevuta! Tornò a recuperare la spada e si accorse con dispiacere che l’aveva lanciata contro la sua camicia, che aveva tolto qualche attimo prima per il caldo...

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Ormai era notte, decise di raggiungere i suoi compagni sotto coperta, probabilmente avevano cominciato a bere senza di lui.

-dov’è il rum?!- chiese guardandosi in giro.

-ma che hai fatto alla camicia?- chiese uno notando lo squarcio all’altezza del torace –comunque arrivi tardi amico, forse è rimasto qualcosa in quella scatola laggiù, controlla...-

Hector si fiondò e trovò solo una bottiglia mezza vuota, le altre erano completamente vuote –diamine, certo che non avete perso tempo!- poi alzò le spalle –va bè, meglio di niente!- disse bevendone un sorso.

Avvicinandosi ai suoi compagni notò che mancava qualcuno –dov’è finito Edward? E Alice?-

-aah l’ammiraglio e la sgualdrina?- disse qualcuno –sono scomparsi prima!-

Hector decise di andare insieme alla sua bottiglia di rum a cercarli, salì sul ponte ma non vide nessuno, proprio quando decise di lasciarli perdere sentì delle voci abbastanza alte, come se qualcuno stesse discutendo animatamente.

Decise di seguire le voci che a un tratto si trasformarono in urla, Hector affrettò il passo, aveva riconosciuto la voce di Alice. Quando raggiunse la prua della nave trovò Alice per terra e Edward sopra di lei che cercava di tenerla ferma...notò i suoi pantaloni slacciati e anche i vestiti di Alice ridotti male, era chiaro quello che Edward aveva provato a fare.

-ma che diavolo...?!- Hector non poteva crederci.

-ehi amico!- disse Edward cercando di tirarsi su, era visibilmente ubriaco –vuoi unirti anche tu?!-

Alice si alzò in piedi e cercò di coprirsi, era in lacrime –gliel’hai detto tu di farmi questo?! C’è l’hai ancora con me per quella cosa inesistente, vero?! Sei una persona orribile!- detto questo scappò via.

-Alice non ho fatto niente io!- disse cercando di afferrarla ma Edward lo prese a un braccio –mi hai rovinato la serata amico! Non potevi arrivare tra dieci minuti?!-

-sei un maledetto bastardo Edward!! Che diavolo ti è saltato in mente!?- disse liberandosi della sua mano.

-eddai Hec, volevo divertirmi un po’! Te l’ho detto che una notte di queste sarebbe stata mia, anche se grazie a te è finita presto...sei un guastafeste! E poi era il mio turno, per queste settimane è stata con te!- disse mettendogli un braccio sulla spalla per reggersi.

-io non l’ho mai toccata! E non parlare di lei come se fosse un oggetto!- gli tirò uno spintone che lo fece cadere per terra, poi decise di trovare Alice, che per quanto fosse scappata non sarebbe stato molto difficile trovarla, poichè erano su una nave.

Alice si era nascosta dietro l’albero di poppa, vicino al timone, aveva le gambe scoperte e la camicia quasi del tutto strappata, non aveva il coraggio di metter piede sotto coperta perchè al 99% erano tutti ubriachi pronti a saltarle addosso. Desiderò non essere mai salita su quel posto. Si asciugò le lacrime con una manica.

Hector si avvicinò lentamente, l’aveva trovata, ma poteva immaginare la sua reazione –ehi Alice...- disse a bassa voce.

La ragazza non appena lo vide saltò in piedi –stammi lontano, stammi lontano maledetto!- disse indietreggiando verso il timone dove si accorse di un paio di spade alle sue spalle.

-lo sai che non voglio farti del male!- disse avvicinandosi –e soprattutto che non ho detto niente ad Edward!-

-ti ho detto: stammi lontano!- sguainò una delle spade alle sue spalle e gliela puntò al collo.

-vuoi uccidermi? Sei libera di farlo!- disse aprendo le braccia –ma poi il resto della ciurma? Non so se loro possiedono la mia indole misericordiosa e la mia innata correttezza!- disse sorridendo.

-fai più schifo di tutti quei manigoldi messi insieme! Io mi sono fidata di te! E tu mi hai tradita!-

-ho avuto solo paura!- disse avvicinandosi di un altro passo ma Alice agitò la spada tagliandolo all’occhio destro.

Hector si toccò la ferita, non era molto profonda ma sanguinava parecchio...e faceva anche male! Provò ad aprire l’occhio per accertarsi di vederci ancora, fortunatamente era tutto aposto. Alzò lo sguardo verso Alice e lesse la paura nei suoi occhi alla vista di quello che aveva appena fatto.

Le mani le tremarono e la spada cadde a terra –oh mio Dio...che cos’ho fatto?!-

Hector improvvisamente ebbe come un deja-vù e si riconobbe nella posizione di Alice, quella situazione era così familiare. Alice si avvicinò al ragazzo, e allungò una mano per potergli sfiorare il viso –non volevo...te lo giuro non volevo...-

-perdonami Alice...- disse lui abbassando lo sguardo e lasciandosi accarezzare –sono stato un idiota...-

-ma cosa dici?!- disse cercando di frenare le lacrime –qui l’unica idiota sono io e tu hai bisogno di cure!-

Hector allora la tirò a sè e l’abbracciò –stai tranquilla...sto bene...- la ragazza sentì le sue braccia avvolgerla e in qualche modo la fece sentire al sicuro, nessuno poteva farle qualcosa in quel momento...e si sfogò piangendo per qualche minuto.

–questa mattina...non volevo dirti quelle cose...mi dispiace- adesso che le aveva chiesto scusa si sentiva meglio –puoi fidarti di me...voglio che tu sappia che da ora in poi nessuno oserà farti più del male...non dovrai più avere paura...- mai in vita sua disse delle parole simili, gli suonavano talmente strane.

Alice allora alzò la testa per guardarlo negli occhi e Hector realizzò una volta per tutte che non avrebbe più voluto guardare altro viso al di fuori di quello, mancava solo una cosa a renderlo per un’istante il ragazzo più felice sulla faccia della terra...

-grazie...- disse Alice prima di alzarsi sulle punte dei piedi e dargli un bacio sulle labbra. Il ragazzo allora la strinse a sè come per non poter farla andare via...aah se solo avesse saputo fermare il tempo. In quell’istante Hector si sentì il ragazzo più felice della terra.

Continua!

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Nota di Nutty: finalmente l’affetto che Hector si è sempre meritato! (ehehe sta volta niente disegno, li ritroverete tra qualche capitolo :D)

X EriS_San: lieta che ti sia piaciuta la mia Alice! Riguardo l’amore di Hector...vediamo se crescerà ;)

X Blackmoody: sn felice che tu abbia apprezzato il “cameo” di Shakespeare, volevo dare la giusta nota di cultura a Hector, nel film non mi sembra affatto uno stupido ;) grazie mille dei complimenti :)

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Capitolo 8
*** rivalità ***


Hector ed Alice rimasero abbracciati vicino al timone sino a quando non cominciò a far freddo, e Alice aveva bisogno di qualch

History of Barbossa - -rivalità- -

Hector ed Alice rimasero abbracciati vicino al timone sino a quando non cominciò a far freddo, e Alice aveva bisogno di qualche vestito nuovo, in più era il caso di curare la ferita sull’occhio di Hector prima che potesse infettarsi.

Scesero sotto coperta dove si accorsero che tutta la ciurma era stesa a terra a russare, ubriachi come spugne.

Per prima cosa Hector cercò qualche vestito in giro per lo scompartimento con i viveri, trovò un baule pieno di roba polverosa. Dentro trovò una maglietta molto larga e un po’ strappata all’altezza del colletto, ma comunque meglio di niente, poi prese anche un paio di pantaloni.

-ecco...- disse porgendoglieli –questi mi sembrano “quelli migliori”...-

-grazie- rispose la ragazza voltandosi di spalle, cominciò a sfilarsi la camicia strappata e i pantaloni, naturalmente Hector guardò altrove per non farla sentire in imbarazzo ma dopo quello che era successo tra loro decise che un occhiata poteva comunque permettersi di dargliela, magari anche veloce veloce, purtroppo quando trovò il coraggio di voltarsi Alice era già pronta.

-adesso sarebbe meglio pensare al tuo occhio- disse prendendolo per mano e portandolo negli alloggi della ciurma. Hector nel frattempo si diede dello stupido una decina di volte per non essersi deciso prima a guardare.

Il ragazzo si sedette su un’amaca e Alice prese qualche garza e una bottiglia dove era sopravvissuto un centimetro e mezzo di rum –purtroppo non è rimasto altro...- disse Alice alzando le spalle.

-comunque non preoccuparti, posso medicarmela da solo...- disse facendo gesto di passargli le garze e il rum.

-scherzi? Ti ho colpito in una zona davvero pericolosa...e non puoi specchiarti da nessuna parte, che succederebbe se magari non ti medicassi bene? Lascia fare a me!-

Hector si arrese e lasciò che Alice si prendesse cura di lui, cosa che lo metteva un po’ a disagio, non avrebbe mai voluto permetterlo a nessuno, ma lei era diversa -...devo togliermi la camicia?- disse con un sorriso alludendo alla volta in cui fu lui a curarla.

Alice colse l’umorismo e gli schiacciò lo straccio imbevuto di alcool dritto sulla ferita, Hector soffocò un urlo che avrebbe sicuramente svegliato tutto l’equipaggio -...lo prendo come un no!- disse il ragazzo stringendo i denti.

Ci volle qualche minuto prima di aver tolto tutto il sangue dal viso di Hector e dopo essersi assicurata di aver pulito per bene la ferita gli coprì l’occhio con una lunga garza. La fece passare più volte intorno alla testa.

Alice sorrise –ecco fatto, almeno una volta al giorno è meglio cambiarla...temo purtroppo che ti rimarrà la cicatrice...- abbassò lo sguardo, si sentiva in colpa.

Hector le alzò il viso con una carezza, non voleva vederla mai più triste –non preoccuparti...porterò questa cicatrice in ricordo di una notte meravigliosa...- Alice sorrise e lui la baciò.

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La mattina dopo Hector si alzò presto e col sorriso sulle labbra, bastò lasciare con una carezza Alice che ancora dormiva sull’amaca affianco alla sua, salire le scale e incontrare Edward sul ponte per capovolgergli la giornata da positivo in negativo.

Un giorno un saggio disse: il buongiorno si vede dal mattino, è la giornata pessima che ti coglie alla sprovvista. Edward stava fissando il mare con uno sguardo assente e Hector si accorse del suo avambraccio destro fasciato.

-che cos’hai fatto al braccio?- chiese restando lontano.

Edward si voltò verso di lui lentamente, aveva delle profonde occhiaie nere sotto gli occhi –questo?- chiese alzando il braccio destro –questo è quello che tu mi hai procurato spingendomi ieri notte! Ho urtato al pavimento lì dove avevo lasciato la mia spada...-

-che ti serva di lezione per la prossima volta che proverai a fare qualcosa ad Alice...- disse Hector con tono sicuro.

Lo sguardo di Edward si fece cupo e avanzò velocemente verso Hector, lo afferrò col braccio sinistro al colletto della camicia e lo spinse contro la porta bloccandolo al collo con l’avambraccio –stai molto attento a quello che dici, “amico”! Per tutti questi anni ti ho trattato come un fratello, mi sono preso cura di te...e tu mi hai umiliato!-

-veramente ti sei umiliato da solo!- disse Hector non perdendo il controllo.

Edward spinse ancora un po’ col braccio al collo -Da ora in poi fai attenzione a come ti comporterai, perchè al contrario di te io le avrei le palle di fare fuori qualcuno che mi da noie, ci metterei cinque minuti! Sono stato chiaro? E ce ne metterei altri cinque per scordarmi di te!-

Hector rimase in silenzio, non poteva credere alle sue parole, era pronto a gettare la loro amicizia in mare come se fosse stata una cosa da nulla...rimase deluso, credeva di averlo conosciuto in quegli anni, l’impavido Edward Low, che aveva tanti magnifici sogni nel cuore, che era il primo ad alzarsi in sua difesa se era in difficoltà...

Hector realizzò che le persone non si smette veramente mai di conoscerle...e possono sorprenderti quanto deluderti.

-parli come se ti avessi frenato dal fare una cosa giusta!- disse con un finto sorriso liberandosi con un calcio dalla presa di Edward –tu hai cercato di violentare Alice, nonostante sapessi benissimo che a me è cara!-

Edward mise la mano sinistra aperta vicino all’orecchio –come scusa? E questo quando me lo avresti fatto sapere?-

Hector in effetti ricordò di non avergli mai accennato nulla.

-ecco, proprio come sospettavo!- disse incrociando le braccia –non l’hai fatto! E l’ultima volta che mi hai parlato di lei mi hai detto chiaramente che non la sopportavi! Il vero problema qui sai qual’è? Il tuo silenzio! Il tuo non dire le cose che tanto ti fa sentire orgoglioso è anche ciò che ti sta mettendo nei guai! Cresci Hector, non hai più tredici anni! E sei un pirata, santo Dio! Prima o poi ti troverai faccia a faccia con qualcuno che ti vorrà fare fuori...e a quel punto dovrai reagire se vuoi sopravvivere! Ma conoscendoti saresti capace di farti sopraffare per tutta la vita dal senso di colpa di aver ucciso qualcuno...-

-tu non hai idea di quello che ho passato!- disse sguainando la spada e puntandogliela al collo.

Edward sorrise -...e prova un po’ a indovinare perchè?! Senti, non puoi continuare a reagire credendo che gli altri sappiano quello che tu provi...la gente non ti può leggere nel pensiero!-

Hector abbassò la spada –io ho ucciso! Adesso sei contento? Ho fatto fuori mio padre, e nonostante sia successo anni fa e continui tutt’ora a perseguitarmi devo ammettere di aver provato una bella soddisfazione a farlo! In fondo ho spedito al Creatore, o chiunque ci sia lassù, un mostro che meritava tutte le pene del mondo!-

-...si può sapere allora perchè ti tormenta tanto?-

-forse perchè alla faccia tua io ho un lato umano, visto che tu prima mi hai dimostrato di avere il coraggio di tradirmi come se fossi un cane- Hector alzò le spalle –o forse perchè provo repulsione al pensiero di aver goduto a uccidere qualcuno! Scegli quella che vuoi...- poi sorrise –tutto questo per farti capire che il coraggio non mi manca, e sarei pronto a battermi con te, qui, anche subito, se servisse a farti abbassare quella cresta che tu chiami frangia!-

Edward sorrise e se ne andò dandogli una spallata, poi si voltò un istante –forse in tutti questi anni mi sono sbagliato sul tuo conto, adesso mi hai dimostrato di non essere un codardo...e, ah già, da ora in poi ti conviene tenere gli occhi aperti quando mi vedrai, o non vedrai...-

-tu fai altrettanto!- disse rimettendo a posto la spada. Hector sentì quasi di aver perso quella che credeva fosse l’amicizia più solida del mondo, Edward aveva tirato fuori il suo lato pirata, sentì di dover fare altrettanto...non erano più ragazzini.

“forse la vita del pirata consiste anche in questo” pensò rientrando sotto coperta “il guardarsi anche dalle persone care...non fidarsi mai di nessuno e non avere legami...chiunque può pugnalarti alla schiena e chiunque se ne può lavare le mani”Hector sorrise “in fondo la cosa mi alletta, non soffrirei per la morte di nessuno...” per un istante si fermo e si rese conto che ciò che stava pensando era anche orribile, ma Edward aveva ragione, era il momento di crescere, e Hector ormai non provava più paura “si, sarò un pirata...il pirata che tutti guarderanno con rispetto...”

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Nota di Nutty: Hector deve imparare a crescere, la bontà nel mondo piratesco non lo porterà da nessuna parte...(chiedo scusa, il capitolo è un po’ cortino!!)

X Blackmoody: Edward Low non guarda in faccia anessuno, pirata inside ihihih :) cerca il suo nome su google ;) e grazie mille dei complimenti!

X EriS_San: grazie milleeeeeeeeee!!!

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