My Little Bird

di AngelWithoutWings
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Hayley - Always ***
Capitolo 2: *** Christofer - She Will Be Loved ***
Capitolo 3: *** Summer - Feeling This ***
Capitolo 4: *** Hope - Weightless ***
Capitolo 5: *** Harry - Little Bird ***
Capitolo 6: *** Niall - Whatshername ***
Capitolo 7: *** James - Five Minutes to Midnight ***
Capitolo 8: *** Tutti - Hello Brooklyn ***
Capitolo 9: *** Tutti - Give me Love ***
Capitolo 10: *** Hayley - Kiss Me ***
Capitolo 11: *** Louis - My Stomach's Tied in Knots ***
Capitolo 12: *** Chris - First Date ***
Capitolo 13: *** Tutti - Come to me ***
Capitolo 14: *** Hayley & Camilla - Autumn Leaves ***
Capitolo 15: *** Hope - Enchanted ***
Capitolo 16: *** Harry - Locked Out of the Heaven ***
Capitolo 17: *** Summer - Too Much ***
Capitolo 18: *** James - When I Was Your Man ***
Capitolo 19: *** Liam - Mirrors ***
Capitolo 20: *** Harry vs James - Hate to see your heart break ***
Capitolo 21: *** Summer - Beside You ***
Capitolo 22: *** AVVISO ***



Capitolo 1
*** Hayley - Always ***


Su, lasciami tenerti, toccarti, sentirti 
Sempre 
Baciarti, gustarti, tutta la notte, 
Sempre 

Sono già stato qui altre volte 
E, ne sono consapevole, stiamo morendo 

Always – Blink182


1 ~ Hayley

 
Hayley credeva di avercela fatta, quando Vic la richiamò, dalla cucina “Dove stai andando?”
“Ehm… da Hope!” inventò, pensando che, infondo, non era del tutto una bugia.
“I compiti?” insistette la maggiore.
“Che palle…” sussurrò tra i denti “Finiti!” rispose, aggiungendo sottovoce “…quasi.”
Prima che potesse trovare una scusa per impedirle di uscire, si affrettò e richiuse la porta alle sue spalle. Saltò i tre scalini del portico, correndo fuori dal vialetto.
 
‘Bella bionda, sto arrivando!’ -Lyn
“Esco!” urlò Hope, buttando il cellulare nella borsa, aprendo la finestra.
“Dove vai?” si affacciò alla porta suo fratello.
“Da Hayley.” Sorrise, ammiccando. Scavalcò il davanzale ricoperto di cuscini e afferrò il ramo del castagno davanti alla finestra. Salì su quest’ultimo e raggiunse la finestra della casa di fronte, bussando.
Questa si aprì subito, facendo comparire una ragazza dai capelli dorati che le sorrise “Sei in ritardo.” Le fece notare, facendole spazio per entrare.
“Stavolta non dipende da me!” si difese l’altra, infilandosi dentro agile.
 
Fischiettando una canzone che le martellava il cervello da quando si era alzata, Hayley si dirigeva verso casa del suo migliore amico.
“I want you to rock me! Ro-” si bloccò di colpo, rendendosi conto di aver cantato a voce alta.
Infondo non era un gran problema, non sarebbe stata la prima volta.
E poi le venne in mente di averla ascoltata la sera prima in macchina, mentre James la riaccompagnava a casa e, pur non conoscendola, l’aveva trovata orecchiabile ed aveva alzato il volume.
Il problema era che di quella canzone ricordava solo quelle poche parole, le stesse che continuava a cantare fino allo sfinimento.
Camminava, divagando con la mente fino a lei e James quella sera e fu così che cominciò a camminare fra le nuvole.
Almeno finché un clacson non la riportò alla realtà.
E la realtà era che stava attraversando la strada, senza prima essersi accertata che non passasse nessuno.
Si voltò giusto in tempo, lanciandosi verso il marciapiede, prima che una macchina la investisse.
“Lyn!” sentì la voce del suo migliore amico alle sue spalle “Tutto ok?”
“Ma dico…” brontolò, accettando la mano del suo migliore amico per alzarsi da terra “Dove cazzo te ne vai per Holmes Chapel con quel macchinone!?!” urlò contro la Range Rover che continuava imperterrita a correre.
Chris rise, facendo affondare una manciata di lentiggini nelle fossette che comparvero ai lati della bocca “Bene, vedo che il trauma non ha intaccato la tua delicatezza.”
Lyn alzò le spalle, sorridendo “Ci stanno aspettando.”
“E sei in ritardo.” Puntualizzò lui.
 
“Sei in ritardo!” le piombò addosso Summer, ridendo e le cinse il collo.
“E’ colpa sua.” Indicò il roscio affianco a lei.
Quest’ultimo alzò un sopracciglio, facendole la linguaccia “Lo sai, la prossima volta che stanno per investirti, ti do io una spinta.”
“Investirti?” chiese allarmata Hope.
Hayley si limitò a scuotere la testa, tagliando corto “Niente, tranquilla.” E la schioccò un bacio sulla guancia.
 
I ragazzi raggiunsero la fermata dell’autobus, saltando al volo sul loro.
Occuparono gli ultimi posti, passando il viaggio a scherzare e parlare degli affari loro, incuranti degli altri passeggeri che ascoltavano.
Hope attirò l’attenzione di Chris “Pss… quelle due ti stanno guardando da quando sono salite.” Indicò con il capo due ragazze qualche posto più avanti che si voltarono subito.
Il ragazzo alzò le spalle, incurante, quando Summer propose “Fate la scena degli innamorati?”
Sia Hayley che Chris alzarono un sopracciglio, scocciati.
“Dai!” l’appoggiò l’altra bionda.
“D’accordo.” Sbuffò Lyn, sedendosi sulle gambe del suo migliore amico.
Lui rise, cingendogli le spalle “Dì la verità, è solo una scusa per baciarmi?”
“Sì, certo…” rise lei “Vedi di tenere la lingua a cuccia, ci stanno guardando.”
Lui annuì, avvicinandosi fino a sfiorarle le labbra con le sue e fargliele socchiudere. Da bravi attori, si accarezzarono i capelli, muovendo le teste e le labbra su e giù, facendo sembrare quel semplice bacio appassionato.
L’autobus si fermò e le due ragazze scesero, con un’espressione delusa sul viso.
Tutti e quattro scoppiarono a ridere, battendosi il cinque.
“Funziona sempre.” Commentò Sum.
“Dovresti essere gelosa…”  rise Hope.
Lyn abbracciò amichevolmente Chris, stringendolo a sé “Sei mio, Tigro.”
Lui rise, annuendo “Assolutamente.”
 
“Eccoci nel nostro regno…” esclamò Chris, atterrando dall’altra parte della rete.
I campi da skate dietro i giardini comunali. C’era un’entrata, l’unica e principale, dall’altra parte, ma scavalcare la rete aveva tutto un altro sapore…
Era lì che passavano la maggior parte delle giornate.
Christofer, in particolare, era davvero un asso con lo skate ed era la sua più grande passione da quando aveva poco più di 7 anni.
Anche le ragazze non erano male, ma preferivano sedersi e chiacchierare con le loro amiche, guardando i ragazzi sfrecciare su e giù per le piste.
Infatti, si divisero da subito. Chris, impaziente, tirò fuori dallo zaino lo skate e raggiunse gli altri ragazzi, mentre Lyn, Hope e Summer si sedettero con il loro gruppo, sul solito gradone di cemento.
“Lyn!” sussurrò Sum, attirando l’attenzione della mora. Questa si voltò, scostandosi i capelli lontano dal viso e notò il ragazzo che stava passando dietro di loro.
Lo fissò, palesemente, soppesando con gli occhi scuri ogni centimetro di quel corpo che conosceva fin troppo bene.
I capelli castani e perennemente scompigliati, gli occhi azzurri che spiccavano sulla pelle chiara come i nei sulla guancia e sul collo.
Avrebbe potuto fare una mappa dei suoi nei, perché erano il suo punto debole…
Il corpo alto e snello, dalle spalle ampie alle Converse nere ‘vissute’.
Ogni volta che lo guardava, sentiva il cuore aumentare il ritmo dei battiti e il suo pensiero era sempre lo stesso.
Dio, quanto sei bello.
 
Quando fu più vicino alla gradinata ricoperta di graffiti, alzò lo sguardo, incontrando quello di Lyn per una manciata di secondi. Poi riabbassò la testa, tornò a camminare e sorrise alla stronzetta di turno che gli correva incontro.
Hayley sbuffò, voltandosi e trovò le sue due amiche a fissarla “Che c’è?”
“Nieeente…” alzò le spalle Hope, indicando casualmente con il capo verso James e un trio di ragazze.
“Guarda che non me ne frega niente.” Alzò le spalle, guardando le altre ragazze, che si fecero gli affari loro “Non stiamo mica insieme.”
“Oh, si. Questo l’abbiamo capito tutti, tranquilla.” Rise Summer.
“Parlate di Mr. ‘Nonstiamoufficialmenteinsiememalofacciamoognivoltachepossiamo’?” intervene Chris, sedendosi accanto a loro.
“Non è vero!” si difese Lyn, dando in escandescenza più del dovuto e gli rifilò uno schiaffo dietro al collo, mentre le altre due ridevano. Tutti e tre continuarono a guardarla con un sopracciglio alzato. Si limitò ad alzare gli occhi al cielo “Non dovresti essere lì, a fare su e giù e a portare le tue battutine di merda lontane da me?”
“Mi mancavi troppo.” Scherzò lui, portando una mano sul petto, prima di piombare sulla sua migliore amica, stritolandola in un abbraccio.
“Oh, così fai ingelosire il suo… cioè, James.” Commentò ironica Hope.
“Giusto!” si scansò subito, alzando le mani.
“Ma come siete simpatici oggi!” Hayley finse una risata, rialzandosi “La smettete di parlare di me e James?”
“E’ praticamente impossibile, visto che siete sulla bocca di tutti qui.” Rispose Summer “E nessuno ha ancora capito che cosa c’è tra voi.”
“Dobbiamo parlarne qui?” la mora sentiva su di sé gli occhi di tutte le altre ragazze affianco. Più che sentirsi a disagio, la infastidì.
“Ok, basta.” Sentenziò Hope “Per oggi l’abbiamo torturata abbastanza.”
“Sia ringraziato il cielo!” tirò un sospiro di sollievo.
“Ma sappi…” continuò subito, puntandole il dito contro “Che non ti libererai facilmente di noi finché la situazione non cambierà!”
“Non posso: non stiamo insieme!” sorrise sghemba, alzandosi.
“Dove vai adesso?” le chiese Chris, senza seguirla, rassegnato.
“Lontana da voi!” si voltò, tirando fuori la lingua.
 
La guardarono scendere i gradoni, continuando a camminare verso l’uscita del parco, passando davanti a James e i suoi amici.
“5£ che ora si gira e la guarda.” Sussurrò Chris.
Come previsto, Hayley attirò l’attenzione del ragazzo, che smise di ascoltare i discorsi dei suoi amici e la seguì con lo sguardo.
Osservò l’intera figura fina e sinuosa con i suoi jeans chiari e la felpa larga. Lei si scostò i capelli castani, lasciandoli cadere fin dietro le spalle ad assecondare i suoi movimenti ad ogni passo e ne approfittò per voltarsi appena, come ad assicurarsi che la stesse guardando e quegli occhi grandi e scuri incontrarono i suoi. Piegò le labbra piccole e rosee e sorrisero entrambi all’unisono, poi lei tornò a camminare ed uscì dal suo campo visivo qualche secondo dopo.
E come ogni volta, la trovò bellissima.
 
Nessun altro ci fece caso, perché ormai era nella prassi.
Tutti lì sapevano che tra quei due c’era qualcosa. Tutti sapevano che si vedevano di nascosto. Tutti sapevano che però, davanti agli altri cercavano di ignorarsi; fallendo miseramente. Tutti sapevano che questa situazione dipendeva da James. Tutti sapevano anche che lui non avrebbe mai fatto un passo avanti in quella relazione, se così poteva definirsi.
Tutti i ragazzi sapevano che, quando erano ‘di buon umore’ potevano provarci con chiunque, ma Hayley era off limits.
Lyn era di James.
Tutte le ragazze sapevano che, anche flirtando e mostrandosi a James, per quanto potesse essere il bello e lo stronzo di turno, non avrebbero ottenuto ‘molto’.
James aveva Lyn.
  Ma si poteva dire che James fosse di Lyn?
 
“Le spezzerà il cuore.” Sospirò Hope, posando il mento sulle ginocchia, strette al petto.
“Lo sta già facendo.” Annuì Sum, continuando a guardare James e i suoi amici.
“E’ grande e vaccinata, sa sbagliare da sola.” Chris si sdraiò, piegando le ginocchia, sulle quali Juls poggiò la schiena.
 
‘Puoi andare a fare la spesa per stasera?’ – Spinanelfianco.
Ma Lyn sapeva cosa significava in realtà.
Il frigo è vuoto ergo, se vuoi mangiare, vatti a comprare qualcosa!
Alzò gli occhi al cielo, sbuffando e rinfilò il cellulare in tasca.
Camminando si era allontanata dal parco, ormai la strada principale non distava tanto. Sarebbe potuta arrivare tranquillamente al minimarket a piedi.
Nel giro di 15 minuti, si ritrovò a far suonare il campanello sopra la porta, spingendola.
L’odore di insalata e aria condizionata la investì in pieno come ogni volta, mentre passava tra gli scaffali e prendeva qua e là l’occorrente per una cena accettabile.
Arrivò alla cassa, prendendo dalla borsa una banconota da 20£. Era tutto quello che si era portata, aveva previsto un messaggio del genere dalla sorella quando, quel pomeriggio, era scesa per prendere un bicchiere d’acqua e nel frigo aveva trovato solo la bottiglia d’acqua e tre carote.
Che poi, che ci facevano tre carote nel suo frigo, se le odiava e sua sorella non c’era mai a casa!?!
“Riprovi.” Disse il ragazzo davanti a lei, interrompendo i suoi pensieri su quelle amabili radici arancioni.
“Senti ragazzo, è la terza volta che riprovo.” Sbuffò spazientito il vecchio Ted, dietro la cassa “Deve esserci qualche problema con la tua banca, non riesco a leggere la carta.”
“O forse è il tuo registro che non ne ha mai vista una e non sa riconoscerla.” Lyn non perse l’occasione di fare una battuta acida.
Ted la guardò, alzando un sopracciglio ma non se la prese, essendo troppo affezionato alla ragazza.
Il ragazzo dalle spalle grandi e i capelli ricci si voltò, ridendo divertito.
Hayley inarcò le sopracciglia, sorpresa, quando notò le fossette affianco alle labbra rosee del tizio.
Le ricordarono subito Chris.
Lui, intanto, la studiò velocemente, senza stupirsi della sua espressione sorpresa.
Non era la prima ragazzina ad avere quella reazione davanti a lui.
Lo colpirono invece gli occhi scuri, leggermente più aperti del solito per lo stupore, da sembrare ancora più grandi e profondi.
“Puoi lasciare la roba qui e tornare con i contanti.” Continuò il proprietario del negozio, ricatturando l’attenzione del ragazzo.
Questo sbuffò, prima che Lyn intervenisse “Senti, quanto ti deve?”
“19£.” Rispose Ted, controllando lo scontrino.
“Ok, tieni.” Gli passò la sua banconota.
“No, non devi.” Si affrettò a dirle il riccio “Posso davvero tornare…”
“Oh, tranquillo, oggi non avevo ancora litigato con mia sorella.” Alzò le spalle “Mi hai dato una scusa per farlo.”
Lui rise, guardandola di nuovo e notò che quegli occhi non erano solo belli, ma raccontavano anche di un tipetto dal caratterino interessante “Allora grazie. Ma mi sento in colpa, ti ho fatto spendere tutti i soldi che avevi.” Prese la busta con i suoi acquisti.
“No, non è vero.” Rispose lei, afferrando due liquirizie dall’espositore affianco alla cassa “Quanto vengono?”
“1£” rispose Ted.
Ora, ho speso tutti i miei soldi e non è colpa tua.” Rise, porgendogliene una.
“Te li ridarò, ovviamente.” L’accettò lui, continuando a sorriderle divertito.
“Ovvio, siamo a Holmes Chapel, non puoi scapparmi.” Ammiccò lei, prendendo quello che avrebbe dovuto comprare e si voltò, per andare a rimetterlo a posto.
Il ragazzo alto e riccioluto la guardò allontanarsi, continuando a seguire la testolina castana da sopra gli scaffali. Aspettò che ritornasse, per fermarla “Almeno, posso darti un passaggio?”
Hayley annuì, guardandolo con un po’ troppa insistenza “Hai un viso conosciuto…” lo informò, mentre lui le apriva cavallerescamente la porta.
“Ma davvero?” rise lui.
La scena non gli era del tutto nuova, ma avrebbe giurato che la ragazza lo avesse riconosciuto da subito.
Starà facendo la sostenuta per farsi notare. Pensò.
Le indicò di voltarsi, ritrovandosi davanti ad una Range Rover nera tirata a lucido.
“Ma certo!” esclamò lei, puntandogli la stecca di liquirizia contro “Tu sei il coglione che mi ha quasi messo sotto!”
“Hei, hei, piano con le accuse!” rise lui, riconoscendola “Tu hai attraversato all’improvviso, subito dopo una curva.”
“E tu ti stavi improvvisando pilota di Formula1!” insistette lei.
“Deduco che non accetterai il mio passaggio.” Alzò le spalle, tirando fuori le chiavi dalla tasca dei jeans.
“Assolutamente no!” esclamò Lyn, incrociando le braccia. Lui prese anche la liquirizia insieme al mazzo di chiavi, prima che la ragazza gliela strappasse di mano “E mi devi 20£!”
“19!” puntualizzò, urlandole mentre già se ne andava.
“No, 20 perché mi stai sulle palle e hai rischiato di uccidermi!” gli rispose, senza neanche voltarsi.
Il riccio stava per salire, quando rimase davanti allo sportello aperto e si sporse per farsi sentire da Hayley che continuava a camminare, pestando i piedi ad ogni passo “Comunque sono Harry!”
“’Sti cazzi!” fu l’unica risposta che ottenne.
Si morse il labbro, trattenendo una risata e salì in auto, salutandola con un sorrisetto strafottente quando la superò.
“Coglione…” commentò lei, scuotendo la testa mentre vedeva la macchina allontanarsi.
 
‘Sei viva?’ -Grr
‘No.’ Rispose.
‘Amen. A dmn, bella!’ -Grr
 
“Scommetto che stavi per chiamarmi.” Una voce la riportò alla realtà.
La sua voce.
Concentrata a scrivere cavolate al suo migliore amico, non aveva neanche notato la macchina che gli si era accostata.
Sorrise, lasciando cadere il cellulare nella borsa, sporgendosi verso il finestrino “Chi si vede… e i tuoi amici?”
“Hanno fatto la stessa fine dei tuoi.” Alzò le spalle “Mi ero stufato e li ho mollati al parco.”
“Hai intenzione di mollare anche me qui?” imbronciò la bocca, facendolo ridere.
Si sporse verso lo sportello, aprendolo “Al contrario, ti stavo cercando.”
Lyn sorrise, raggiante ed entrò, buttandosi sul sedile. Respirò per un attimo l’odore dell’abitacolo intriso di fumo e colonia da uomo, guardandolo.
“Hai intenzione di rimanere immobile come una statua tutto il giorno?” la riscosse.
Scosse la testa, cingendogli il collo, avvicinandolo da dietro la nuca al suo viso, per baciarlo. Subito sentì le mani di James sui suoi fianchi e la felpa incresparsi tra le sue dita che la spingevano verso di lui ed entrambi si preoccuparono di approfondire quel bacio.
 
Lei pensava a quanto gli fosse mancato. Ripensava a quanto facesse schifo vederlo in classe, a mensa, a ricreazione e scambiarsi qualche parola come semplicissimi compagni di classe quando in realtà tutti sapevano di loro. Ripensava a tutte le oche che gli giravano intorno e che lui non allontanava perché, effettivamente, lui era single, e a quanto si sentisse morire dentro ogni volta. Pensava a baciarlo con amore, oltre che con passione come se lui potesse leggere i suoi sentimenti in quel bacio.
Lui pensava a quanto avesse dovuto aspettare, per averla finalmente tra le sue braccia. Ripensava a quando l’aveva vista mordicchiarsi il labbro mentre evidenziava il libro di geografia, a quante volte si scostava i capelli o al modo in cui accavallava le gambe seduta sul banco al cambio dell’ora. Ripensava a quanto fosse bella a educazione fisica, quando la coda alta le lasciava il viso completamente scoperto mentre la canotta nera e gli shorts facevano la loro parte. A quanto fosse bella in qualsiasi altro momento della giornata… Pensava a baciarla e stringerla a sé, a respirare il suo profumo e accarezzare la sua pelle e i suoi capelli, per poterla sentire finalmente sua dopo aver aspettato tanto.
 
Si separarono a malincuore, poggiando la fronte su quella dell’altro, ristabilendo fiato e battiti cardiaci mentre l’azzurro limpido degli occhi di James si perdeva in quei pozzi profondi che erano gli occhi scuri di Hayley.
“A che ora va a lavoro tua sorella?” le chiese, tornando al volante.
“Tra due ore.” Lyn controllò sul display verde dell’autoradio, incrociando le gambe nel suo sedile.
Lui annuì, cambiando marcia e partì.
 
Hayley aguzzò la vista, quando entrarono nella sua strada. Si avvicinò al vetro del parabrezza, guardando la figura maschile che usciva da…
“Mio Dio, ma è una persecuzione!” esclamò, sbuffando e si lasciò ricadere sul sedile.
James aggrottò le sopracciglia, fermando la macchina davanti casa di Hayley e guardò il ragazzo riccio e sconosciuto voltarsi verso di loro. Notò comparire un sorrisetto sul suo viso, guardando la persona sul sedile del passeggero.
“Lo conosci?” continuò a guardarlo, senza neanche voltarsi verso Lyn.
“Si chiama Harry, credo.” Rispose lei, aspettando che la guardasse.
Ma lui sembrava continuare a guardare il ragazzo, studiandolo.
Posò la mano sul suo braccio, ancora sul voltante “Ci vediamo dopo?”
Tornato sulla terra, James si voltò verso di lei, rilassando il viso fino a sorriderle “Sì, a dopo.”
Lei lo imitò, sorridendogli e si avvicinò per baciarlo, limitandosi a sfiorargli le labbra dolce, per uscire di corsa.
“Mi stai seguendo?” rise il riccio, non appena scese. Poi Lyn chiuse lo sportello e James non riuscì più a sentire chiaramente i loro discorsi.
 
“Hai le 20£?” gli chiese, sbuffando mentre si avvicinava.
“Cosa sei, uno strozzino?” alzò un sopracciglio Harry “No, ma se vuoi, entro e te le vado a prendere.”
“No, aspetta!” gli fece segno di rallentare con la mano, mentre l’auto di James partiva “Tu abiti qui?”
“Beh, prima.” Alzò le spalle “Ora ci vivono mia madre, il mio padrino, mia sorella e il mio gatto.”
“Ne sei sicuro?” si accertò Hayley.
Harry scoppiò a ridere “Sì, ne sono abbastanza sicuro.”
“Tu sei… il figlio di Anne?” inarcò le sopracciglia, scoprendo gli occhi come aveva fatto quando si erano conosciuti.
Lui annuì, guardandola con più insistenza “O il fratello di Gemma, se preferisci.”
“Mi stai prendendo per il culo?” posò le mani sui fianchi.
“Non mi permetterei mai. Non so neanche come ti chiami.” Sorrise, speranzoso.
“Hayley.” Gli concesse.
Annuì, sorridendo e ripeté il suo nome.
Lei alzò le spalle “Vuoi che ti faccia lo spelling?”
“Ora sei tu che mi stai prendendo per il culo.” Le fece notare.
“Ma io posso faro: conosco già il tuo nome.” Sorrise, vittoriosa, dopo aver avuto l’ultima parola.
“Touché.” Glielo riconobbe, tornando a guardarla.
Hayley lo notò e si sentì infastidita, come sempre quando qualcuno la guardava. Si scostò i capelli nervosa e notò di non averlo distratto, anzi. “Quindi…” ruppe il silenzio “Non ti tratterrai a lungo.”
“Una settimana.” La rassicurò.
“Bene.” Annuì lei, facendo per andarsene.
“Hayley!” la richiamò “Quanti… anni hai?”
“18.” Rispose lei, voltandosi appena.
“Oh, sembravi… più grande.” Commentò lui, puntando di nuovo quegli insopportabili quanto impiccioni occhi verdi su di lei, radiografandola dalla testa ai piedi.
“Già.” Tagliò corto lei, alzando la mano “Ci si vede.” Prima di raggiungere la porta ed entrare.
 
Si richiuse la porta alle spalle, sbuffando “Quanto mi sta sulle palle quello…” Salì le scale, brontolando, cercando di imitare la sua voce, gesticolando come al solito “Oh, sembravi più grande. Ma che cavolo significa!?! Ma chi ti conosce!?! Ma che vuoi!?! Che poi, quanti anni potrà...”
“Con chi stai parlando?” spuntò sua sorella dal bagno.
“Santissimi numi!!!” saltò Lyn “Ora non solo sei un fantasma in questa casa, ma appari anche stile Hitchcock?”
Vic si limitò ad alzare gli occhi al cielo, scuotendo la testa “Hai fatto la spesa?”
“No.” Rispose semplicemente Lyn, con un sorrisetto sulle labbra, mentre la sorella cominciava a brontolare dietro “Mhm, hai proprio ragione.” Annuì, voltandosi dopo non aver ascoltato neanche una parola “Ciao, eh!” le chiuse la porta in faccia.

Ehilà!?!

Salve, eccomi qui.
...Di nuovo.

Intanto, grazie per aver letto il primo capitolo! ;D

Se non vi ha fatto così schifo, allora lasciate che vi spieghi un po'
come ho pensato di strutturare la storia.
La storia è incentrata su Hope, Summer, Hayley e Chris perciò ogni capitolo
avrà un ragazzo diverso per protagonista.
Oh, e poi, ovvio... i One Direction!
Questo perché ognuno di loro, nel corso della storia,
svilupperà una propria storia e
si ritroverà ad affrontare dei problemi, ma troverà anche il suo amore...

Ok, lo ammeto, ho preso spunto da Skins! ;D

Ogni capitolo, inoltre, prende il titolo da una canzone,
come quella dei Blink 182, in questo caso,
che racconta qualcosa dei protagonisti!
...a proposito,
se non l'aveste fatto all'inizio, vi consiglio di andare a sentire "Always"! ;D

Spero davvero che il capitolo che avete appena letto vi sia piaciuto.
Ci ho messo l'anima...
Perciò mi farebbe davvero piacere se lasciaste una recensione.
Fatemi sapere cosa ne pensate, eh? <3

<3 Loz of Lav! <3




 

Dedico questa storia alle mie migliori amiche G&G.
Che mi sostengono ogni volta che mi viene in mente un'altra delle mie storie... 
Vi voglio bene, bellezze! <3

 Hayley <3

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Capitolo 2
*** Christofer - She Will Be Loved ***


Beauty queen of only eighteen 
She had some trouble with herself 
He was always there to help her 
She always belonged to someone else
Maroon 5 – She will be loved 
 

 

2  ~ Chris

 
“Ma che…” brontolò Sum , aprendo gli occhi, continuando a sentire uno strano prurito alle dita dei piedi “Ouch!” saltò, alzandosi a sedere.
Le si presentò davanti Juls, sua sorella minore, che smise di mordicchiarle l’alluce “Buongiorno!” prima di scappare fuori dalla stanza, cantilenando “Tu vai a scuola, io no! Ah, ah, ah!”
Lei, per tutta risposta, sbuffò, buttandosi a peso morto sul materasso “Marmocchia…”
 
La porta sbatté, svegliando Hayley, come quasi ogni mattina.
Sospirò, voltandosi e si accucciò nella parte ormai fredda e vuota del letto, respirando il suo profumo rimasto sulle lenzuola.
Qualche minuto dopo, quando ormai stava per riaddormentarsi, la porta si aprì e si richiuse di nuovo, con più rumore “Alza il culo!”
“Spina nel fianco…” mugugnò, sgattaiolando fuori dal letto infreddolita, vestendosi.
 
“Hope, sono quasi le 8!” bussò Frank alla sua porta, prima di seguire il padre per andare a lavoro.
“Cosa!?!” scattò a sedere, tirandosi fuori dalla montagna di coperte. Si scostò con le mani i capelli biondi ancora arruffati lontani dal viso e si voltò verso il comodino.
‘07:10’ lampeggiava a caratteri cubitali sul display della sveglia.
“Ti odio…” brontolò, sbadigliando. Rabbrividì, alzandosi e ciabattò di malavoglia fino alla cucina.
 
Chris si stropicciò gli occhi, sbadigliando per la quinta volta, mentre posava la tazza di latte e caffè sul tavolo e si sedeva. Accese la tv, sintonizzandosi su MTV mentre la porta si apriva e si richiudeva.
“Buongiorno.” Disse freddo, senza neanche voltarsi.
“Fratellino!” Ammiccò James, sedendosi affianco a lui con il suo solito sorriso beffardo “La mia colazione?”
Ancora, senza guardarlo in faccia, Chris indicò il frigo, poi il caffè dietro il vetro del pensile ed il pacco di biscotti sul bancone.
L’altro annuì, scuotendo la testa e versò il latte nella sua tazza “Devi sempre essere incazzato con me la mattina?”
“Sei stato da Lyn?” si voltò appena.
James annuì, sedendosi affianco a lui.
“Allora sì.” Chris si alzò, lasciando la tazzina nel lavello e il fratello solo in cucina.
 
“Buongiorno!”
Hayley saltò ed Harry sorrise.
“Oh, ciao.” Alzò la mano, noncurante.
“Vai a scuola?” continuò lui, camminando sul proprio vialetto con lo stesso passo della ragazza.
Lei si limitò ad annuire.
“Fai la brava bambina, eh!” ammiccò, salendo nella sua auto prima che potesse rispondergli.
La guardò, prima di fare retromarcia e lei gli sorrise, acida, mostrandogli il medio.
 
“Ciao Zombie!” sorrise Chris, schioccando un bacio sulla guancia di Summer.
“Spiritoso, hai idea di cosa significhi dormire con mia sorella influenzata?” sbadigliò lei “Mamma, ho caldo. Mamma, ho freddo. Mamma, ho il cuscino sudato. Sum, dammi il tuo cuscino. Mamma, devo vomitare…” imitò la voce della sorella.
“Buongiorno!” sorrise Hope, raggiungendoli davanti al cancello di casa di Chris “Hai dormito stanotte?” chiese all’amica quando si avvicinò per salutarla con un bacio.
“Più o meno.” Rise l’altra, alzando le spalle.
“Ecco qualcun altro che non ha dormito stanotte…” commentò Chris, mentre si avvicinava Lyn.
“Di sicuro non sono io.” Si avvicinò, salutandolo con un bacio sulla guancia “Mai dormito meglio…”
Si voltarono, quando la porta si chiuse alle loro spalle e James uscì “Pronti per il test di geografia?” li salutò, sorridendo appena a tutti, soffermandosi su Lyn. Poi si voltò e se ne andò per fatti suoi a scuola.
 
“Foster.” Chiamò la professoressa, scorrendo i nomi sul registro.
Summer alzò la mano.
“Jones.”
Hope alzò la mano.
“Lauren.”
Hayley alzò la mano.
“Trent 1.”
Chris alzò la mano, alzando gli occhi al cielo. Possibile che ancora non avesse capito, dopo quattro anni, che quella non fosse una battuta divertente!?!
“Trent 2.”
James alzò la mano.
“Bene, potete iniziare il vostro test.” Chiuse il registro, alla fine dell’elenco.
 
Suonata la campanella dell’ultima ora, Chris uscì con il resto della classe. Lasciò andare avanti le ragazze, aspettando che il fratello parlasse con il prof.
Notò come, mentre lo raggiungeva nel cortile, il suo sguardo fosse concentrato su qualcun altro dietro di lui. E Chris sapeva esattamente a chi James rivolgeva quello sguardo perciò preferì non voltarsi...
Lo riscosse, chiedendogli “Quando dici che ci tieni a lei…” e non serviva un soggetto, entrambi sapevano di chi stesse parlando “Dici sul serio?”
“Si può sapere chi diavolo è quello!?!” esclamò scocciato James, invece di rispondere.
Chris alzò lo sguardo dal sassolino che stava calciando, trovando le ragazze ferme all’angolo della scuola. Stavano parlando con un ragazzo, che doveva avere qualche anno in più, aveva le mani in tasca ed era poggiato con le spalle e un piede al muro e sembrava fosse concentrato soprattutto su Hayley.
“Certo che ci tengo a lei.” Continuò “Ecco perché ora le raggiungiamo.”
“Questo significa essere gelosi di una persona, non tenerci.” Commentò il minore “O possessivi, visto che lei non è la tua ragazza…”
 
“Un giro della scuola?” stava ridendo Lyn, quando le raggiunsero.
Harry annuì, alzando le spalle “Non posso?”
“E’ l’unica scuola qui, devi esserci venuto anche tu.” Rispose lei “Non capisco perché dovresti visitarla.”
“Magari ne sento la nostalgia e voglio vedere cosa è cambiato.” Sorrise lui, sghembo, scostandosi i capelli con la mano.
“A chi è che manca la scuola?” entrò nel discorso Chris. Lyn indicò Harry.“Io e te la pensiamo diversamente, comunque, io sono Chris.” Gli porse la mano, sorridendogli.
“Harry.” Gliela strinse, restituendogli un sorriso.
“Quanti anni hai?” gli chiese Summer.
“23.” Rispose lui.
“Oh, sembravi più piccolo.” Commentò sarcastica Lyn, facendogli il verso.
Lui rise, tornando a guardarla “Già.” Hayley rise, scuotendo la testa divertita.
“Vivi qui?” continuò Sum.
“Per un paio di giorni sì.” Distolse lo sguardo per un attimo dalla mora, per risponderle “Sto dai miei.”
“I miei vicini.” Sottolineò Hayley.
“Aspetta, tu sei Harry… il figlio di Anne, quell’Harry?” esclamò Hope.
“Sì, direi di sì.” Rise lui.
“A proposito, tua sorella è una dea!” Ammiccò Chris, facendoli ridere.
“Lavoravi nella panetteria dietro la biblioteca, qualche anno fa?” insistette Hope.
Harry annuì, confuso.
“Oh mio Dio!” esclamò la bionda, dando un colpo al braccio di Hayley “Hai capito chi è?”
“Harry. Il figlio irritante della mia vicina di casa.” Rispose, sorridendogli acida quando gli lanciò la frecciatina.
“E…” insistette l’altra. Ma, quando vide che Lyn si limitava ad alzare un sopracciglio, confusa, sbuffò “Ok, lei ha una memoria di merda, lascia stare…” la spinse leggermente con un fianco “Quando aveva più o meno dodici anni aveva una cotta megagalattica per te. Venivamo tutti i giorni a comprare la pizza e…”
“Sì, ok!” le tappò la bocca, incenerendola con gli occhi “Abbiamo capito il concetto, brava.”
Notò Harry sorridere divertito mentre la guardava insistentemente.
Quando Chris scoppiò a ridere si voltò verso di lui e solo allora notò che era insieme a suo fratello.
James alternava uno sguardo glaciale verso di lei e uno assassino verso il riccio.
“Comunque…” interruppe il silenzio quest’ultimo, concentrandosi su Harry “Quello è l’angolo dei pedofili.”
“Oh, scusa.” Harry si allontanò dal muro “Ti ho rubato il posto?”
Chris batté le mani, come faceva ogni volta che rideva di gusto e le altre due ragazze dovettero trattenersi per non fare lo stesso.
Era raro che qualcuno zittisse James…
Lyn, invece, si voltò di scatto verso James, guardandolo arrabbiarsi sempre di più e ne prese le parti, interrompendo il momento di gloria del riccio “Non dovevi fare un giro della scuola?”
“Ah, giusto.” Le si avvicinò, afferrandola per le spalle, cingendogliele con un braccio e la fece voltare “Grazie per esserti offerta volontaria.”
“Volontaria per cosa?” provò a divincolarsi.
“Per farmi da guida.” Sorrise lui, voltandosi appena per salutare gli altri, con un cenno del capo e un sorrisetto diretto a James.
Lyn sbuffò, insultandolo in ogni modo possibile ed immaginabile, rientrando nel cortile.
 
“Io gli spacco la faccia!” commentò James, sistemando lo zaino in spalla, prima di andarsene di fretta.
“Quel tizio è un genio!” Chris stava ancora ridendo “E se Hayley non si fosse completamente rimbecillita a forza di stare con quel mongoloide se ne sarebbe già accorta.”
“Tuo fratello non sembra pensarla allo stesso modo.” Puntualizzò Hope, guardandolo allontanarsi.
“Certo che no. E’ più che evidente che ci sta provando con Lyn.” Rise Summer, riprendendo a camminare.
“Fino adesso, nessun ragazzo lo aveva sfidato, avvicinandola.” Rifletté Hope “Forse James si deciderà a fare un passo avanti.”
“Forse invece Lyn si accorgerà che mio fratello è uno stronzo e capirà che c’è di meglio in giro.” Sperò Chris.
“Chissà che stanno facendo…” sorrise Summer.
 
 
 
Chris non poteva più sopportare quella situazione.
Hayley era la sua migliore amica. La conosceva dai tempi dell’asilo e ormai erano come fratello e sorella.
Lui sentiva di doverla proteggere.
Ma lei non lo stava ad ascoltare…
Possibile che non si accorgesse di come James la stesse usando?
Aveva provato tante volte a farglielo capire, ma Lyn aveva un caratteraccio e non era per niente facile riuscire a prenderla.
“Lui non mi sta usando!”
“Lui ci tiene a me!”
“Lui non vuole davvero le altre!”
“Lui dice che con me è diverso.”
“Lui è gentile.”
“Lui è premuroso.”
“Lui è bello.”
“Lui mi fa sentire bene.”
Povera Lyn…
 
Chris di certo non era un Don Giovanni come suo fratello. Non riusciva a camminare muovendo le spalle da duro, non storceva le labbra quando espirava il fumo di una sigaretta in modo accattivante, non andava in palestra per poter indossare canottiere scollate e maglie aderenti.
No, lui era semplice. Era bello proprio per questo.
Era semplicemente bellissimo.
Portava i pantaloni a vita bassa perché era fiero di mostrare la sua collezione di boxer colorati e stravaganti – e ne aveva davvero di ogni tipo, nel cassetto… - perciò a volte il suo modo di camminare risultava buffo, fumava perché lo rilassava e faceva sport perché lo skate era la sua ancora, a cui si aggrappava nella speranza di andarsene da Holmes Chapel.
Certo, magari le ragazze non cadevano ai suoi piedi perché faceva il capo come il fratello, non gli lanciavano bigliettini o occhiatine durante la lezione e non speravano in una notte con lui ma, se vogliamo dirla tutta, aveva anche lui le sue ammiratrici segrete, solo che era troppo occupato con lo skate e preoccupato per i problemi della sua migliore amica per accorgersene.
Però un po’ ne capiva anche lui di donne.
 
Cos’è che le ragazze desiderano più di ogni altra cosa?
L’amore e la bellezza, pensava.
E poi c’era Lyn, a cui non importava del parere degli altri, che era pronta a prendere a calci in culo gli ipocriti. A lei non era mai importato di essere bella.
Eppure Dio, la genetica o chi ne sapeva lui, gli aveva donato la bellezza, lo stesso.
Ed era stata la sua rovina.
Lei stessa, spesso doveva considerarla tale.
Pur facendo di tutto per non dare nell’occhio, sembrava che gli occhi di tutti fossero sempre puntati su di lei e questo la infastidiva.
Finché, un bel giorno, quasi un anno e mezzo fa, lasciò avvicinare l’unica persona a cui avrebbe dovuto spaccare il culo e se ne innamorò.
 
“La tua amica…” esordì James.
“Hayley?” gli chiesi, alzando lo sguardo dalla ferita sul ginocchio che mi ero procurato sulle piste.
L’altro annuì “E’ carina.”
“Beh, te ne sei accorto presto.” Risi, richiudendo la cassetta del pronto soccorso “Frequenta questa casa da 16 anni.”
Lui alzò le spalle, sdraiandosi sul mio letto “Sarà perché ora che mi hanno steccato e stiamo in classe insieme, le ho prestato più attenzione.”
Aggrottai le sopracciglia, voltandomi verso di lui, serio “In che senso?”
“Credo che sia la ragazza più bella che abbia mai visto.” Confessò, sorridendo trasognato, lasciando perdere lo sguardo sul soffitto, immerso nei suoi pensieri.
Sentii un senso di gelosia attanagliarmi lo stomaco.
No,non pensate male, eh! Gelosia, nel senso…  Un fratello maggiore con il primo ragazzo della sorellina!
“E tu ne hai viste parecchie di ragazze...” Commentai acido, continuando a guardarlo.
“Sì, ma con lei sarebbe diverso.” Insistette lui, continuando a non prestarmi attenzione.
Mio fratello era uno stronzo. Lo era sempre stato, ma era peggiorato da quando aveva scoperto che le ragazze non gli ‘servivano’ solo per copiare i compiti…
Ma, stupidamente,guardandolo,  pensai che Lyn fosse davvero diversa e che magari avrebbe potuto cambiarlo.
“Stasera verrà a vedermi alle piste.” Gli sorrisi “Potresti parlarle.”
 
Stupido. Stupido. Stupido!
 
Chris alzò il volume dell’Ipod, finché la voce di Jim Morrison sovrastò qualsiasi altro suono della realtà.
Era nel parco, nel viale principale. Non c’era quasi nessuno a quell’ora del pomeriggio, con quel freddo.
Accelerò il passo, a mo’ di jogging.
 
“Prometti che non ti arrabbi?” si scostò i capelli, sistemando una ciocca dietro l’orecchio con le dita affusolate.
“Lyn, posso arrabbiarmi con te?” le sorrisi, rassicurandola.
 “Io e James, ieri sera…” mi sorrise, visibilmente felice, guardandomi negli occhi ed io feci lo stesso, perché non avevo idea di quello che mi avrebbe detto poi “…abbiamo fatto l’amore!”
 
Accellerò, alzando il volume.
Respirava tramite la bocca, scambiando nuvolette di condensa con l’ossigeno ad un ritmo sempre maggiore.
 
“Io ti ammazzo!” esordii, piombando in camera di mio fratello dopo che una ragazza se ne era appena andata.
“Addirittura?” rise James, infilandosi un paio di pantaloni “E, posso almeno sapere perché?”
“Non ci arrivi? Allora sei una completa testa di cazzo!” lo incenerii con lo sguardo, mentre si accendeva una sigaretta, dandomi le spalle per avvicinarsi alla finestra, tranquillo “Chi cazzo era la ragazza che ti sei portato? Te lo dico io, non era Lyn!”
Si voltò verso di me, sentendo pronunciare il suo nome e liberò una nuvola di fumo.
“Avevi detto che sarebbe stato diverso.” Lo accusai, stringendo i pugni lungo i fianchi, calmando il tono della voce.
“E’ diverso.” Mi interruppe.
“Ah davvero?” risi, scettico “A me sembri sempre il solito puttaniere…” indicai la porta da cui era uscita quell’altra “Lei qualche ora fa mi ha detto che avete fatto l’amore ed ora ti trovo con un’altra…”
Spense la sigaretta, lasciandola a metà, schiacciandola sul davanzale in marmo “Lei è diversa dalle altre e ora che mi sono avvicinato non posso più lasciarla andare.” Si voltò, avvicinandosi e afferrò la maglietta da terra “Ma io non posso cambiare da un giorno all’altro.”
“Tu non cambierai e basta.” Commentai, stringendo ancora di più i pugni.
 
Chris correva così veloce che quasi non si accorse di essere inciampato in una radice sporgente finché non si ritrovò il terreno sdruccioloso a qualche centimetro dal naso.
Posò le mani a terra, ma non fu grazie a queste che evitò l’impatto.
“Preso!” sentì una voce e solo allora notò la presa salda sui suoi fianchi.
Si rialzò, aiutandosi con le ginocchia e si ritrovò di fronte al ragazzo riccio di quella mattina, che gli aveva appena salvato la faccia “Ti ringrazio… Harry, giusto?”
Lui sorrise, annuendo “Di niente, Chris.”
Fece per congedarsi, con un gesto della mano, ma lo fermò “Scusa!” si voltò, tornando a guardarlo “No, fa niente, se vai di fretta…”
“In realtà mi stavo annoiando facendo su e giù.” Si scosse i capelli, alzando le spalle.
“Oh, perfetto!” sorrise, soddisfatto “Allora posso chiederti che cosa avete fatto tu ed Hayley oggi?”
Harry annuì, indicando una panchina in pietra alle loro spalle. Si sedettero “Allora, dopo avermi insultato e smesso di sbuffare…” premise “Abbiamo camminato per il cortile e poi siamo andati sul retro…”
“Eh, eh… sporcaccioni!” lo prese in giro, ridendo.
Scoppiò a ridere, una risata troppo buffa e spontanea, per un ragazzo di 23 anni e scosse la testa “A giocare a basket!”
“Fingerò di crederci…” ammiccò il roscio.
Sorrise, continuando “Poi ci siamo seduti sugli spalti e abbiamo chiacchierato fino all’ora di pranzo.” Alzò le spalle “Per quanto mi riguarda, il tempo è passato troppo velocemente. Ma credo che anche lei sia stata bene.” Lo guardò, alzando un sopracciglio, curioso “Lei non ti ha raccontato niente?”
“Oh, beh… in realtà sarebbe dovuta venire a casa mia per studiare e poi le avrei estorto la verità…” passò una mano tra i capelli “Cioè, in realtà è venuta a casa mia, ma non è mai arrivata in camera mia.”
Alzò un sopracciglio “E perché?”
“Si è fermata in quella di fronte.” Alzò le spalle, storcendo la bocca “O meglio, mio fratello l’ha rapita.”
Lui annuì, ma non poteva sapere tutta la storia “Lui è… il suo ragazzo?”
Scosse la testa “Non stanno insieme!” feci una faccia buffa “Mi raccomando eh, ci tengono a sottolinearlo!”
Harry rise, confuso “Quindi, sono una specie di… scopamici?”
Stavolta fu Chris a scoppiare a ridere “Non li avevo mai definiti così. James si incazzerebbe da morire…” scosse la testa “No, in realtà nessuno ha ancora capito cosa siano. Si sa solo che mio fratello è un coglione.”
“E lei?” chiese, serio.
“Lei… è complicato.” Sospirò, passando di nuovo una mano tra i capelli.
“Ma lei è forte.” Lo rassicurò lui “O almeno, da questa impressione.”
“Hai detto bene.” Annuì“E’ un’impressione.”
“Beh, ad ogni donna capita uno stronzo, almeno per una volta.” Tentò di nuovo, sorridendogli.
“Che cosa pensi di lei?” lo guardò, interessato, aspettando che parlasse.
Sorrise, impercettibilmente e probabilmente involontariamente mentre pronunciava il suo nome “Lei è una di quelle persone che ti stregano, dal primo momento in cui le conosci.” Annuii, d’accordo “E’ divertente, intelligente… anche un po’ acida a volte.”
“Ma, raramente…” commentò ironico.
Rise, annuendo “Oh, ed è bellissima.”
Annuì, d’accordo. Gli scappò l’occhio sull’orologio da polso del riccio e si alzò “Scusa, ora devo proprio andare.”
“Beh, non so quando ci rivedremo…” si alzò anche lui “Parto domani.”
“Allora, a presto!” gli sorrise, stringendogli la mano “Lyn lo sa?”
“A dire la verità sua sorella mi ha invitato a cena da loro stasera, ma non credo che la minore ne sia a conoscenza.” Si scostò i capelli, alzando le spalle “Non sarei partito senza averla salutata.”
 
Chris rientrò a casa, ripensando a quel ragazzo.
Avrebbe scommesso tutti i suoi denti che se Hayley non avesse perso la testa per quel cretino del fratello, si sarebbe accorta che Harry è…
Beh, in realtà non sapeva come definirlo, perché non si intendeva di classificare i maschi. Però, almeno era meglio di James.
Salì le scale e sentì delle voci dalla camera del fratello.
Si affacciò, guardando dentro dalla fessura che la porta socchiusa lasciava.
Suo fratello era seduto ai piedi del letto, a petto nudo e con la sigaretta in mano, come l’aveva visto tante altre volte e guardava un punto impreciso del muro davanti a lui.
Stava per andarsene, quando oltre la spalliera del letto comparve una testa e poi notò anche un corpo esile sotto le coperte “Sei arrabbiato?”
Lyn.
Entrambi, la guardarono.
“Sai che non posso essere arrabbiato con te.” Rispose lui, espirando del fumo, con un tono dolce, che raramente aveva sentito usare dal fratello.
“Allora perché mi hai chiesto di Harry?” insistette Hayley.
Lui non le rispose subito. Prima si alzò, raggiungendo il davanzale e spense la sigaretta. Si voltò verso di lei e la guardò dalla finestra. Anche nella penombra, Chris riconosceva gli occhi del fratello guardare avidamente il corpo della ragazza. Le si avvicinò a carponi, una volta sul letto, fino a sedersi davanti a lei “Perché non riesco a levarmi dalla testa il modo in cui ti guardava. Quando ti sorrideva o quando ti ha presa per le spalle.” Le accarezzò il viso, allontanandovi i capelli “Dovrei essere l’unico a poterlo fare.”
“Tu sei l’unico.” Posò una mano sul suo viso, accarezzandoglielo dolcemente, avvicinandosi.
L’ultima cosa che Chris vide, fu la schiena nuda di Hayley staccarsi dalla spalliera del letto e le due teste che si avvicinavano, muovendosi in simultanea.
Poi decise che per oggi si era già fatto abbastanza male e si chiuse in camera sua.

Ehilà!?!

Rieccomi, dopo meno di una settimana.
Non so per quanti di voi questa sia una buona notizia,
dato che al capitolo precedente,
solo uno di voi ha lasciato una recensione...

Ma vabbeh...
era solo il primo, spero che andrà aumentando di popolarità scrivendo.

Ma parliamo di questo capitolo.
Che cosa ne pensate?
Chris è un ragazzo d'oro, eh?
E, a giudicare dalla foto sotto, non è neanche maluccio...

Questo è un capitolo di cui sono piuttosto soddisfatta,
ergo,
posterò il prossimo...
a
3 recensioni.

Si può fare?

Un bacio,
 spero di ritrovarvi numerosi! <3

 

  Christofer, Tigro. :3
  Foto scattata da Hope, alle piste.
  

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Capitolo 3
*** Summer - Feeling This ***


Fate fell short this time
Your smile fades in the summer
Place your hand in mine
I’ll leave when I wanna
Feeling This – Blink 182

 

3 ~ Summer

 
Summer aprì gli occhi, fissando il cielo notturno coperto da quell’immancabile strato di nuvole grigie.
Rabbrividì per l’ennesima volta, ma non si mosse.
Rimase sdraiata su quel prato, le ginocchia piegate e le braccia aperte, completamente rilassate. Ogni tanto le dita delle piccole mani si andavano ad attorcigliare ai capelli biondi.
Doveva essere passato parecchio tempo da quando era uscita, dopo cena.
Avrebbe voluto dire di essere riuscita a divagare con la mente su svariati pensieri per tutto questo tempo, ma sarebbe stata una bugia.
Perché da più di un anno, i suoi pensieri si affollavano tutti su un unico soggetto.
Il ragazzo dagli occhi azzurri che le aveva rubato il cuore durante il suo soggiorno di due settimane in Irlanda, l’estate precedente.
Ancora non riusciva a crederci che quel ragazzo dal sorriso imperfettamente perfetto, la risata contagiosa e i modi gentili era lo stesso che poi si era dimostrato essere.
Non poteva averla dimenticata.
Come si fa a dimenticare una persona alla quale hai detto di amarla?
Perché dirle ‘ti amo’ se poi l’avrebbe dimenticata?
Summer non riusciva a capire tutto questo e sicuramente non ci sarebbe riuscita neanche quella sera.
Ma sapeva che era tardi e che avrebbe fatto meglio a muoversi.
 
Si rialzò lentamente, cercando di arrivare dietro la schiena e sul sedere con le mani, per pulirsi dall’erba o la terra.
Passò le mani tra i capelli per ravvivarli e sistemò il cappello blu.
In uno stato accettabile, prese a camminare verso l’uscita del parco.
Infondo, chi l’avrebbe vista lì a quell’ora?
Che poi, in realtà, era bella anche struccata e con quel cappello caldo che lei però odiava.
Bastava riuscire a convincerla…
Quella sera, il parco sembrava ancora più deserto del solito.
Non che amasse particolarmente la presenza di barboni o coppie troppo ‘affettuose’ a quell’ora, ma almeno, non era completamente sola.
 
Qualche passo dal cancello, questa sensazione cambiò.
Sostituita da una molto peggiore.
Quella dinon essere sola.
Senza voltare il viso, guardò a destra e sinistra.
Nessuno.
Prese un respiro profondo e continuò a camminare, convincendosi di esserselo immaginato.
Aveva tutti i sensi in allerta comunque e sentiva i brividi percorrerle la schiena ad ogni fruscio delle foglie.
E poi li sentì distintamente.
Passi sul ciottolato che non erano i suoi.
Senza darlo a vedere, aumentò il passo, stringendosi nella giacca.
Le venne, forse stupidamente, in mente una discussione di qualche mese prima con Chris, su Call of Duty.
“Non devi mai voltarti.” Le stava spiegando “Lo fanno apposta, mettono il rumore dei passi così ti giri e ti sparano. Se invece vai dritta e non ti giri, sopravvivi.” Ammiccò, premendo play “Fidati, funziona sempre!”
Speriamo funzioni anche questa volta. Pensò in quel momento, mordicchiandosi il labbro, nervosa.
Ormai era arrivata al cancello, era sicura che nessuno l’avrebbe seguita oltre.
 
Riprese a camminare normalmente, attraversata la strada.
Il cuore le batteva ancora veloce, però.
E non sarebbe riuscita a sentirsi sicura finché non si fosse voltata, quasi che si aspettasse di vedere il suo inseguitore tornarsene indietro sconsolato, oltre il grande cancello del parco.
Ma la visione che si ritrovò davanti fu del tutto diversa.
Cappuccio. Felpa. Mani in tasca. Dall’altra parte della strada.
Agli occhi di una ragazza da sola di notte, spaventata, quella figura maschile che stava per attraversare la strada non poteva essere altro che uno stupratore…
Panico.
Summer non riuscì più a pensare lucidamente e la testa gli suggerì solo di correre.
E così fece.
Approfittò di un auto che correva e che fece fermare l’uomo alle sue spalle sul marciapiede, dall’altra parte della strada e cominciò a correre, svoltando l’angolo.
Fa che non mi segua, fa che non mi segua. Pregò, stringendo gli occhi per non lasciarsi sfuggire delle lacrime.
Corse a perdifiato, attraversando di nuovo senza neanche guardare.
Per quanto gliene importava, in quel momento sembravano esserci solo lei e l’uomo a cui appartenevano i passi che continuava a sentire.
I passi che continuavano a starle dietro.
Svoltò l’angolo di Chatedral Street e si scontrò in pieno con una figura maschile alta.
“AH!” urlò, cadendo a terra.
“Oh Santo… stai bene?” sentì la voce dolce di un ragazzo.
Alzò gli occhi pieni di lacrime, guardandolo.
Era più alto dell’uomo che aveva visto qualche minuto prima ed indossava una semplice maglia a righe, nonostante fosse novembre e si congelasse.
“Ti sei fatta male?” riprovò questo, piegandosi sulle ginocchia.
Istintivamente, la ragazza portò le mani davanti, coprendosi.
A quell’altezza, Summer riconobbe i tratti dolci di un viso da ragazzo e un sorriso gentile.
“Mi stavi seguendo?” riuscì a dire, singhiozzando.
“Scusa, ma sei tu che mi sei venuta addosso.” Rise lui, sperando che lei lo imitasse “Io stavo semplicemente tornando a casa. Dovrei essere io quello spaventato, semmai…”
Eccolo, ce l’aveva fatta!
Le labbra delicate della ragazza si allargarono in un sorriso timido.
Lui le allungò una mano, per aiutarla ad alzarsi.
Sum accettò, afferrandola e si fece tirare su.
Il ragazzo le accarezzò il braccio, continuando a sorriderle rassicurante “E’ tutto ok?”
Summer scosse la testa, asciugandosi le lacrime con il dorso della mano “Io ero al parco e…” singhiozzò “Qualcuno mi…”
“Tranquilla, non sei più sola.” L’avvicinò a sé, cingendole la vita con un braccio mentre con l’altra mano le accarezzava i capelli “Chiunque fosse, se n’è già andato.”
Summer si lasciò andare alle lacrime, affondando il viso nel petto di quello che aveva appena rinominato ‘eroe’ e si strinse a lui.
“Tremi perché hai freddo?” le sussurrò, senza allontanarla.
“Anche.” Singhiozzò lei.
“Vuoi che ti riaccompagni a casa?” suggerì, sistemandole il berretto che stava scivolando.
“Te ne sarei grata.” Annuì.
Rimasero ancora qualche secondo stretti l’una all’altro, pur non conoscendosi. Summer si sentiva rassicurata dalla presenza del ragazzo e lui non l’avrebbe lasciata sola e spaventata, che sapesse il suo nome o meno.
Le cinse le spalle, tenendola vicino a sé e sentì la sua mano accarezzargli timida la maglia dietro la schiena, posandosi sul suo fianco. Le righe si spiegazzavano tra le dita della sua mano, che si aggrappavano a lui.
“Ti prego, smetti di piangere.” Le disse, accarezzandole il braccio mentre camminavano.
“Non ci riesco…” abbassò il viso, intrecciando le dita della sua mano sinistra a quelle del ragazzo sulla sua spalla.
“Hai ancora paura?” le chiese, guardandola, anche se lei si ostinava ancora a tenergli nascosto il suo viso.
Si mordicchiò il labbro, scuotendo la testa “Non più.”
Lui annuì, tornando a camminare e la lasciò sfogarsi continuando a piangere.
Ripensando alla velocità con cui aveva sentito il suo cuore battere, quando l’aveva abbracciata e allo spavento che doveva essersi presa, era più che normale che fosse ancora frastornata.
“Comunque, non mi hai ancora detto come ti chiami.” Ruppe il silenzio.
Eh beh, non poteva farci nulla… era un gran chiacchierone e il silenzio lo metteva a disagio!
“Summer.” Rispose lei “E tu?”
“Louis.” La guardò, sperando che si voltasse.
“Questa è casa mia.” Si fermò, voltandosi dalla parte opposta.
Lui annuì, aspettando. Guardò la ragazza affianco a lui contemplare la casa e la imitò, notando che le luci erano spente.
“Non c’è nessuno?” Capì perché Summer era rimasta immobile.
Scosse la testa, sospirando. Si mordicchiò il labbro e prese un respiro “Ti dispiacerebbe…”
“Ok.” Le sorrise, anche se non lo guardava.
“Ok!” Non la vedeva, ma sentiva il suo tono sollevato e si sentì soddisfatto, immaginando un sorriso come quello che aveva sbirciato poco prima.
Tornarono a camminare, ancora abbracciati, fino alla porta.
Summer lo lasciò solo per cercare le chiavi nelle tasche ed aprire.
“Per di qua.” Gli prese la mano, guidandolo al buio fino al piano di sopra. Entrarono nella seconda porta a sinistra ed accese la luce.
Louis si guardò intorno, senza nascondere la sua solita curiosità.
“Ti dispiace, aspettarmi qui?” Stavolta fu lei a rompere il silenzio, sbottonandosi il cappotto “Vorrei farmi una doccia.”
“Certo, tranquilla.” Le sorrise, sedendosi sulla sedia alla scrivania.
Prese la biancheria intima pulita dall’armadio, insieme al pigiama sotto il cuscino e poi si diresse in bagno, chiudendo la porta alle sue spalle.
Tutto, senza mai voltarsi verso Louis, che non chiedeva altro, ormai, che poterla vedere in viso.
 
Aspettò che l’acqua calda arrivasse a metà vasca e lo specchio fosse completamente appannato prima di alzarsi dal water e decidersi a spogliarsi avvolta nel calore della stanza.
Si infilò nella vasca, lasciandosi scivolare fino a che l’acqua non le coprì le spalle e reclinò la testa, chiudendo gli occhi.
Se non avesse incontrato Louis…
 
 
La porta si riaprì e il ragazzo sdraiato sul suo letto alzò lo sguardo dal libro che aveva in mano.
Sentendosi finalmente serena, Summer gli sorrise, senza volersi nascondere e senza più mostrarsi imbarazzata.
Lui non poté non apprezzarlo e le restituì uno splendido sorriso, mentre con gli occhi azzurri accarezzava il profilo del viso magro prima di soffermarsi sui suoi occhi, di un colore indefinito tra il castano e il verde.
“Ti senti un po’ meglio?” le chiese.
Sum annuì “Non solo grazie alla doccia.” Si sedette affianco a lui sul letto “Non saprò mai ringraziarti abbastanza.”
“Oh, infondo non ho fatto niente.” Alzò le spalle “Stavo camminando quando, Bum! Mi sei piombata addosso.”
Sum rise, guardandolo indossare ancora i jeans e la maglietta e poi guardò i pantaloni larghi del pigiama e la canottiera bianca che indossava lei “Mi dispiace che tu debba restare vestito.”
“Tranquilla.” Alzò le spalle lui “Di solito dormo in mutande…” notò Sum inarcare le sopracciglia “Ma, ovviamente, non lo farò qui stanotte!” si affrettò ad aggiungere, gesticolando imbarazzato.
La ragazza si alzò “Aspetta, forse…” andò all’armadio, aprendolo e mostrando le ante ricoperte dalle foto con le sue amiche “Eccola!” gli lanciò una maglietta, abbastanza grande da sembrare da uomo.
“Grazie.” Sorrise, afferrandola al volo, senza chiederle a chi appartenesse.
“E’ del mio migliore amico, l’ha lasciata qui secoli fa.” Si sentì comunque in dovere di spiegargli.
“Davvero? Pensavo fosse del tizio che ti ha salvata dalla scimmia evasa dallo zoo ieri sera.” La stuzzicò.
Summer rise, dandogli uno schiaffo sul braccio.
“Ok, questo me lo sono meritato.” Rise anche lui.
“Non è che Indiana Jones aveva anche un paio di pantaloni?” continuò.
Alzò le spalle, quando ricevette un secondo schiaffo “Eh… mi sono meritato anche questo.”
La ragazza continuò a ridere, almeno finché Louis non portò le mani all’orlo della maglietta, alzandola. Rimase a petto nudo mentre risistemava le maniche della maglia che si era sfilato e riprendeva quella di Chris. Tutto, sotto gli occhi di Summer che, per quanto imbarazzata cercasse di non guardarlo, non riusciva a distogliere lo sguardo dal fisico accennato e i pettorali ampi.
“Non ti scandalizzi, vero?” le chiese, una volta infilata la maglietta dei Celtics.
“Come?” la bionda tornò sulla Terra.
“Insomma, se…” indicò i jeans.
“Oh.” Riuscì semplicemente a dire, inarcando di nuovo le sopracciglia.
“No, no, lascia stare. Rimango con i jeans!” Si affrettò a dire.
“No, non importa, davvero!” si schiarì la gola lei, fingendosi indifferente “Non mi va che oltre a dover farmi da balia, debba anche dormire con i jeans. Mettiti… a tuo agio.”
Lui le sorrise e si alzò e Summer si voltò istantaneamente, mordicchiandosi il labbro.
Quando tornò a sedersi davanti a lei, cercò una qualsiasi scusa per non guardarlo. La trovò, posata affianco a lei sul copriletto “Ti piaceva?”
Louis abbassò lo sguardo, capendo di cosa stesse parlando “Oh, era curiosità.” Prese in mano il libro, sfogliandolo velocemente “Non è che sia un grande appassionato di libri.”
“E di cosa sei appassionato?” gli chiese, incrociando le gambe.
Lui la guardò, alzando un sopracciglio.
Forse era scossa. O forse non l’aveva davvero riconosciuto?
“Musica.” Rispose, restando sul vago.
Lei annuì e lui le porse il libro “E’ un bel libro?”
Sum alzò un sopracciglio, confusa ed annuì di nuovo.
“Me lo leggeresti?” le sorrise.
“D’accordo.” Non poté far altro che dire.
Si sistemarono entrambi sotto le coperte. Sum si voltò, posando i due cuscini contro la spalliera bianca imbottita e vi si appoggiarono, uno affianco all’altra.
Summer cominciò a leggere, concentrandosi sulle parole di quel libro che aveva letto e riletto almeno tredici volte.
Ogni volta, però, riusciva a prenderla.
Talmente tanto, che non si accorgeva neanche di come gli occhi azzurri di Louis la studiassero in ogni particolare. Dai capelli che aveva legato in uno chignon improvvisato al profilo delicato del naso, dal modo in cui muoveva le labbra al neo al lato di queste, dal collo sottile alla scollat- cioè… alla collana a forma di chiave.
Si concentrò sul ritmo regolare con cui la pancia si alzava ed abbassava ad intervalli regolari e poi le guardò le mani e le braccia mentre cambiava pagina. Quella ragazza, affianco a lui, sembrava così piccola e delicata.
…e bellissima.
Al pensiero che qualcuno avesse voluto farle del male, rabbrividì.
Istintivamente, alzò il braccio e lo posò sulle sue spalle, come aveva fatto prima in strada, e con fare protettivo l’avvicinò a sé.
Lei si fermò un attimo, sorpresa e si sentì arrossire leggermente.
Ma, per fortuna, lui non avrebbe potuto vederlo.
Quando sentì le dita sul suo braccio nudo cominciare ad accarezzarla, si avvicinò a Louis, fino a poggiare la testa sul suo petto e continuò a leggere.
Lui posò la guancia sui capelli della ragazza e respirò il suo profumo, chiudendo gli occhi.
 
Summer si svegliò, ritrovandosi nel buio della sua stanza.
Provò a muoversi, ma non ci riuscì.
Alzò la testa da quello che pensava fosse il cuscino e vide il viso di Louis, beatamente addormentato.
Il braccio di quest’ultimo scivolò sulla sua schiena, posandosi su un fianco.
Così poté alzare il busto e lo guardò, ricordandosi di quando si era addormentato e lei aveva spento la luce, riponendo il libro affianco alla lampada, come ogni sera.
Man a mano che i suoi occhi si abituarono alla luce, aiutati dal lampione della strada poco distante dalla sua finestra, riuscì a scorgere sempre più dettagli del viso del ragazzo.
Era davvero bello, senza alcun dubbio.
Sum sorrise, inconsciamente, accarezzandogli delicata la guancia.
Non solo Louis l’aveva salvata da una situazione che rischiava di diventare pericolosa, ma era stato anche l’unico ragazzo in grado di farle battere il cuore così veloce da più di un anno.
Si rimise giù, tornando a posare la testa sul suo petto e si strinse a lui e questo, anche se addormentato, tornò a cingerle la vita con il braccio.
 
 
“Beh, è stata una serata… interessante.” Commentò Louis la mattina dopo, aiutandola a rifare il letto.
“Questo è sicuro!” annuì lei, piegando il copriletto.
“Allora, pensi che debba aspettare che ti rapiscano gli alieni per poterti rivedere?” continuò lui, un po’ impacciato.
Sum sorrise, mordicchiandosi il labbro “Sarebbe divertente, ma forse potremmo rincontrarci come le persone normali.” Lanciò il cuscino di Disneyland sul letto e camminò a gattoni fino a Louis, dall’altra parte del letto.
“Sarebbe a dire?” le sorrise, abbassando il viso verso di lei.
Sum si alzò sulle ginocchia, arrivando quasi all’altezza del suo volto “Potrei darti il mio numero e tu potresti chiamarmi.”
“Mi sembra un’ottima idea.” Annuì.
“Lo so, di prima mattina sono un pozzo senza fondo di ottime idee!” ammiccò Sum, scendendo dal letto “Che cosa mangi di solito per colazione?”
La fermò, afferrandole piano la mano prima che uscisse dalla stanza “Senti questa di idea: e se adesso andassimo al caffè qui vicino e ti offrissi la colazione?”
“Anche tu non scherzi con le idee mattutine!” lo prese in giro, rientrando.
“Era un sì?” rise.
Sum annuì “Dammi cinque minuti e sono pronta.”
“Ti aspetto di sotto.” Le sorrise lui, uscendo e chiudendo la porta alle sue spalle.
 
 
“Stavo pensando, ti dispiacerebbe accompagnarmi un attimo a casa?” propose Louis “Almeno il tempo di farmi una doccia e rendermi presentabile.”
“Mi sembra giusto.” Acconsentì Sum, camminandogli affianco “A proposito, come mai non ti ho mai visto da queste parti?”
“Sono arrivato ieri. Io e altri tre siamo ospiti dal mio migliore amico.” Le spiegò, intanto che raggiungevano la sua casa “Siamo a casa sua, mentre lui starà con i suoi.”
Entrarono nella casa, che sembrava deserta.
Louis le disse di mettersi a suo agio nel salotto e aspettarlo lì.
Summer annuì, ascoltandolo.
Qualche minuto dopo, sentì dei passi scendere le scale.
Sorrise istantaneamente, alzandosi dal divano e gli andò incontro “Già fatto?”
Entrò nel corridoio, ritrovandosi davanti un ragazzo biondo che, ancora profondamente insonnolito, si stava stropicciando tutta la faccia con le mani.
“Niall!” Riuscì a dire, spalancando gli occhi.
Il ragazzo, sentendosi chiamare, allontanò le mani dal viso e scese l’ultimo scalino, ritrovandosi a pochi passi da lei. Appena la vide, i suoi occhi azzurri si spalancarono “Summer!”
Questa deglutì a fatica, sentendo le gambe tremare.
Quando riuscì a recuperare l’uso degli arti, li usò per voltarsi ed aprire la porta. Senza ascoltare quello che Niall aveva provato a dirle, cominciò a correre fuori.
Lontana dal ragazzo che le aveva spezzato il cuore e che, ormai ne era certa, non riusciva proprio ad allontanare dalla sua vita.


 

Ehilà!?!

Siamo già arrivati al terzo capitolo! @.@
Troviamo di nuovo i Blink 182 all'inizio,
ma stavolta ad introdurre un nuovo personaggio...
La bella e dolce Summer!
Posso solo dire di aspettare qualche capitolo,
perché il destino, le riserverà parecchie sorprese
visto che non avrà a che fare con uno
ma con ben due componenti dei One Direction!
...E beata lei...

Un bacio,
Di nuovo, aggiornerò a 3 recensioni!

 


  Summer <3

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Capitolo 4
*** Hope - Weightless ***


I wanna feel reckless
I wanna live it up, just because
I wanna feel weightless
Cause that would be enough
Weightless - All Time Low




4 ~ Hope



Hope adorava quella sensazione.
Gli occhi socchiusi per il vento freddo che le arrivava in viso, lo stesso che le alzava i capelli biondi dandole una sensazione di libertà.
I suoi piedi erano un tutt’uno con lo skate, mentre scendeva e risaliva le piste come se avesse le ali.
E qualcun altro, in quel momento, la scambiò davvero per un angelo in jeans.
Si fermò, in cima alla rampa e prese lo skate al volo con la mano.
Passò una mano tra i capelli e li allontanò dal viso.
Si sentì un applauso, che risuonò per le piste deserte.
Avendo pensato di essere sola, Hope si voltò di scatto, notando solo allora il ragazzo dai capelli cortissimi e la felpa della Jack Wills poggiato con la spalla alle gradinate di cemento.
Anche guardandolo meglio, non riuscì a ricordare di averlo mai visto.
E un ragazzo del genere, non si dimentica facilmente.
Aveva un pallone da basket sotto il braccio e le stava sorridendo.
Certo, non avrebbe potuto dirlo con sicurezza, vista la distanza; ma quel sorriso non sembrava strafottente, come quelli che alcuni riservano alle ragazze quando le incontrano per strada.
No, sembrava… dolce?
Lei si scostò i capelli, imbarazzata ma gli restituì il sorriso e rimase a guardarlo.
Quando sembrava che stesse per avvicinarsi, allontanandosi dal muro, vennero interrotti.
“Hope!” la voce di Chris rimbombò e anche lui si stupì, alzando le spalle “Hai iniziato senza di me?”
Quando la ragazza tornò a guardare nella direzione dello sconosciuto, non lo trovò.
Sospirò, scuotendo la testa e si mise seduta, aspettando di essere raggiunta dal suo migliore amico “Che fine avevi fatto?”
“Scusa, mi ero perso.” Ammiccò, raggiungendola.
Hope rise, guardando un’ultima volta le gradinate.
Si rifiutava di esserselo immaginato. Minchia, non era mica pazza!
Continuò a fissare il punto in cui l’aveva visto, quasi che si aspettasse di vederlo spuntare di nuovo, ancora con quel sorriso gentile.
“Ehilà?” Chris schioccò le dita davanti al suo viso, risvegliandola “Ci sei?”
“Eh? Ah, sì!” si riprese, sorridendogli e accettò la sua mano, facendosi tirare su.
“Pronta? Al tre!” suggerì il roscio, prima che partissero insieme.
 
Il ragazzo la guardò un’ultima volta, sorridendo e poi si voltò, diretto verso il campo da basket.
 
“Dì la verità, hai paura che diventi più brava di te!” rise Hope, dando una spinta con la spalla al suo migliore amico.
“Se, bionda… non ti allargare adesso!” schioccò la lingua, imitando il gesto di scrollarsi la polvere dalle spalle “Sei bravina, te lo concedo.”
Rise, scostandosi i capelli e si voltò “Bra-…” fece per protestare, ma si interruppe.
Si fermò, lasciando il suo migliore amico a parlare da solo, finché non si voltò e la raggiunse “Che succede?”
“Chi è quello?” indicò il ragazzo con una maglia aderente nera dall’altra parte della rete, nel campo da basket, intento ad allenarsi.
Vide la felpa azzurra poggiata per terra, affianco ad una bottiglietta d’acqua.
Non c’erano dubbi, era lo stesso ragazzo che aveva visto qualche ora prima.
“Mai visto prima.” Scosse la testa Chris “Perché?”
E’ bellissimo. Pensò Hope, guardandolo correre verso il canestro, palleggiando, prima di alzare le braccia muscolose in un gesto atletico e lanciare la palla dritta nel canestro senza rete.
Ovviamente, non lo disse a Chris, limitandosi ad alzare le spalle “Curiosità…”
Ripresero a camminare, tornando a parlare dei suoi progressi sulle piste.
 
Il ragazzo si abbassò per afferrare la bottiglietta d’acqua ed il suo sguardo fu catturato dalla chioma bionda che stava passando per il parco.
Hope si voltò appena e, notandolo, lo guardò per qualche secondo, continuando a camminare.
Quando il ragazzo affianco a lei richiamò la sua attenzione, si scostò i capelli e tornò a guardare davanti a sé.
Guardandola, sorrise di nuovo, continuando ad osservare la figura snella e i capelli mossi dal vento.
Ancora una volta, quel pomeriggio, si ritrovò a pensare che, chiunque fosse quella ragazza,era bellissima.
 
 
 
“Ma sei sicura?” sussurrò Lyn, avvicinandosi alla sua compagna di banco durante l’ora di arte.
“Mi stai dando della psicopatica?” alzò un sopracciglio Hope.
 “Era solo per essere sicura…” L’amica alzò le mani “Alto, bel fisico e con i capelli a spazzola?” ci rifletté, mordicchiando la matita “Era carino?”
“Oh sì.” Ammiccò Hope, tornando a seguire la spiegazione. O almeno, a fingere di seguire.
“No, non conosco nessuno con queste caratteristiche a Holmes Chapel.” Decretò, ricalcando un cuoricino sul banco.
“Adesso, voglio che voi disegniate una figura umana.” Il prof si alzò, mettendosi davanti alla cattedra “Immaginate una figura perfetta. Almeno, bellissima, per i vostri canoni.” Spiegò “Deve essere una cosa completamente soggettiva, così intima che non la condividerete con gli altri, eccetto me che dovrò valutarvi.”
Lyn sorrise, dando una gomitata a Hope, ignorando il prof che stava avendo una specie di folgorazione artistica “Scommetto che sai già chi disegnare…”
L’altra rise, ammiccando “E tu?”
Hayley si mordicchiò il labbro, guardando all’ultimo banco della fila affianco. Hope la imitò ed entrambe trovarono lo sguardo di James già puntato verso la loro direzione. Ammiccò, rivoltò alla mora e mimò con le labbra “You.” Indicando il foglio.
Lyn sorrise, raggiante e gli mandò un bacio veloce con le labbra, prima che il prof si voltasse verso di loro.
“Ma non mi dire…” la stuzzicò Hope, mentre Mr. William dava le spalle alla classe per tornare al suo posto “A volte anche James sa essere romantico.”
La compagna le fece il verso, tirando fuori la lingua e poi tornò sul suo disegno.
 
 
Hope estrasse il BlackBerry blu dalla tasca, controllando l’orologio.
‘3:02’
Considerando che Chris aveva sempre quei suoi 20-25 minuti di ritardo, decise di aspettarlo sulla gradinata, piuttosto che iniziare senza di lui.
Si sedette sul solito gradone, incrociando le gambe e frugò nella borsa a tracolla, prendendo l’mp3.
Quando notò di avere ancora il blocco dei disegni, lo estrasse, posandolo sulle sue gambe e sfogliò i fogli fino all’ultimo disegno, ancora incompleto. Infilò gli auricolari, ascoltando una canzone dei Guns ‘nd Roses.
Con il braccio nella borsa, cercò a tastoni la matita e quando la trovò, cominciò a mordicchiarla, guardando il suo lavoro.
Ripassò con la punta la curva del collo e le spalle, accentuando le ombre con i polpastrelli.
Fissò quel disegno per parecchi minuti, cercando di ricordare più particolari del ‘ragazzo misterioso’, come lo aveva definito Hayley.
Abbastanza, almeno, da poter disegnare con precisione il suo viso…
 
Poco dopo, sobbalzò, quando vide qualcosa di marrone passarle affianco.
Si voltò, guardando un pallone da basket che, arrivato all’ultimo gradone, riscendeva rimbalzando verso le piste.
Lo seguì con lo sguardo, sentendo il cuore aumentare i battiti, ansiosa, finché la palla non finì tra le mani di un ragazzo dai capelli a spazzola e le spalle grandi.
Quando si rialzò, mostrandole il viso, Hope non ebbe più alcun dubbio.
Si mordicchiò le labbra, trattenendo un sorriso troppo entusiasta e si limitò a guardarlo mentre cominciava a salire.
Il ragazzo le sorrise e lei ricambiò, senza mai distogliere lo sguardo mentre la raggiungeva.
“Scusa.” Le sorrise di nuovo, indicando il pallone “Ho provato a chiamarti, ma non mi sentivi.”
Si scusò, sfilando gli auricolari “Ops…”
Lui rise, piegando le sopracciglia folte in un’espressione dolce “Ti… ti ho disturbata?”
Hope scosse la testa, alzando le spalle “Stavo finendo il mio compito di arte.”
Guardò titubante i fogli, come se aspettasse il suo consenso. Lei se ne accorse e girò il foglio nella sua direzione.
“Sei brava.” Le sorrise, alternando lo sguardo dal disegno al suo viso.
Hope alzò le spalle, scostandosi i capelli in imbarazzo ed abbassò lo sguardo “Grazie.”
“Oh, a proposito…” le porse la mano, come scusa per poter vedere di nuovo quegli occhi azzurri “Io sono Liam.”
“Hope.” Gliela strinse, sorridendogli “Vieni, spesso qui?”
“In realtà sono arrivato tre giorni fa.” Le spiegò “E sono venuto sempre qui.”
Lei annuì “Ti ho visto ieri.”
Liam annuì, sorridendole e la guardò negli occhi “Mi piacequesto posto.”
Hope sorrise, mordicchiandosi il labbro.
“E anch’io ti ho visto ieri.” Continuò lui, indicando le piste davanti a loro.
La ragazza annuì, schiarendosi la gola.
Ecco, ora non abbiamo più argomenti di cui parlare. Pensò.
 
Dai Liam, trova qualcosa da dirle. Si disse, torturandosi le mani.
“Beh, se vuoi ti lascio al tuo disegno.” Si arrese, alzandosi.
“Aspetta!” lo fermò, agendo d’impulso.
Quando lui si voltò, però, dovette sforzarsi di ritrovare tutta quella sicurezza.
“No, non importa. Se devi andare…” scosse la testa, indicando il pallone.
“No, dimmi.” Insistette lui.
“Non è che potresti, darmi una mano?” propose lei, alzando lo sguardo solo alla fine della frase.
“Ecco, non è che io sia proprio un artista.” Si grattò la nuca, imbarazzato.
“No, in realtà mi servi dall’altra parte del foglio.” Rise lei, guardandolo rilassarsi.
“Cioè vuoi ritrarmi?” le chiese.
“Beh, a questo tizio servirà pure una testa. No?” gli mostrò di nuovo il ritratto, senza volto.
Liam rise, annuendo “D’accordo allora.”
Hope sorrise, entusiasta e controllò il cellulare.
‘3:15’
“Ci mettiamo da un’altra parte?” propose “Tra un po’ qui sarà pieno di gente e confusione.”
E preferirei rimanere l’unica ad averti incontrato. Aggiunse mentalmente.
“D’accordo. Preferisci il campo da basket?” suggerì lui.
La ragazza annuì, alzandosi e recuperò la sua borsa, inviando un messaggio a Chris mentre seguiva Liam giù per i gradoni.
 
‘Non serve che mi spieghi, vi ho visti. Zozzona! ;P’ – C <3
 
Sorrise, scuotendo la testa e rimise a posto il cellulare.
“Tutto ok?” le chiese Liam, gustandosi il suo sorriso.
“Eh? Sì, sì.” Lo raggiunse, camminandogli affianco “Era solo quel cretino del mio migliore amico…”
 
Raggiunsero il campo da basket, decidendo di sedersi sul campo di cemento, reso piacevolmente caldo dai raggi del sole che, miracolosamente, avevano battuto su quel punto dalla mattina.
Hope si sedette incrociando le gambe e posò di nuovo il blocco sui jeans scuri. Prese la matita e la gomma e le appoggiò sopra alla copertina dell’album. Raccolse con entrambe le mani i capelli, allontanandoli dal viso tenendoli in una coda alta. Infine si sfilò la felpa troppo ingombrante per poter disegnare, sistemando la maglietta di ‘American Idiot’ tirandola ai bordi, così da coprire i fianchi e sistemare la stampa sotto la scollatura.
Tutto sotto gli occhi di Liam, che osservavano ogni gesto ed ogni particolare del corpo della ragazza seduta di fronte.
Lei ne era cosciente e, compiaciuta, lo guardò sorridendogli, prima di mettersi all’opera.
 
“Puoi farmi i capelli?” le chiese, quando Hope aveva già ritratto gli occhi e il naso.
Lei rise, alzando lo sguardo su di lui “Come?”
“I capelli.” Indicò la testa, dove scarseggiavano “Una volta erano folti.”
“E perché te li sei tagliati allora?” continuò a ridere, tornando a disegnare.
“Li ho tagliati quando la mia ragazza mi ha mollato.” Confessò.
“Oh.” Inarcò le sopracciglia Hope, guardandolo.
Quindi ora sei single? Si trattenne dal chiederglielo.
“Di solito non sono le ragazze che cambiano i capelli dopo una rottura?” disse semplicemente.
“E ora sai perché noi ragazzi non lo facciamo!” rise Liam, indicando di nuovo la testa.
Hope scoppiò a ridere e lui la seguì a ruota, guardandola.
“D’accordo, ti farò i capelli…” gli concesse “Ma ora stai buono, altrimenti non riesco a disegnarti le labbra.”
 
“Allora, come vorresti i tuoi capelli?” tornò a parlare, quando il viso fu completato.
“Mhm…” ci pensò su “Probabilmente come quelli che avevo prima.”
“E io come faccio a sapere che capelli avevi prima se ti ho incontrato ieri?” alzò un sopracciglio “Ieri mi sembra che avessi gli stessi capelli.”
Liam rimase un attimo in silenzio, guardandola.
Possibile, che non sapesse davvero chi fosse?
“Oh, giusto…” rise, grattandosi la nuca “Allora, lasciali così.”
“Sicuro?” si accertò.
Liam annuì “Com’è venuto?”
Hope sorrise, girando l’album per mostrargli il foglio.
Le sorrise, dopo  averlo studiato “Mi assomiglia!”
“Beh, lo prendo come un complimento.” Rise Hope.
Lui rise, annuendo e la guardò rimettere apposto l’album e la matita.
Guardò l’orologio e vide che era passata poco meno di un’ora.
Pregò che non si alzasse dicendo di dover andare.
“Allora, facciamo una partita?” propose lei, afferrando il pallone.
Liam sorrise, raggiante e annuì “Non dirmi che sei brava anche a basket.”
Hope non rispose, si limitò a lanciare la palla e centrare il canestro.
Si voltò, con le mani sui fianchi, un sorriso compiaciuto sulle labbra che non passò inosservato e alzò le spalle.
“Mi stai sfidando?” si alzò anche lui, raggiungendola.
 
“Stai barando!” la rimproverò, ridendo, mentre raggiungeva gli spalti e posava la felpa affianco alla sua borsa.
“Stai perdendo!” ribatté lei, fingendo di non aver notato la sua maglietta…
“A sì?” alzò un sopracciglio, correndole incontro.
Hope rise, voltandosi e prese a correre, palleggiando. Liam la rincorse, fermandola con una mano su un fianco e l’altra a cercare di rubarle la palla, sfiorandole la schiena con il petto.
Si voltò appena, trovando il viso di Liam a pochi centimetri dal suo. Le sorrise, facendo illuminare gli occhi nocciola.
Approfittò del momento di distrazione della ragazza per allungare il braccio.
“No!” protestò quando le rubò la palla.
Lui rise, voltandosi per guardarla e poi andò a canestro, segnando.
Hope continuò a guardarlo, incrociando le braccia al petto.
Quando la palla rimbalzò fino a lei, la lanciò contro Liam, che ancora si vantava e ballava in modo buffo.
Lo colpì esattamente in testa e lui, teatralmente, cadde per terra, come morto.
Hope rise, correndogli incontro e si mise sulle ginocchia, affianco a lui.
“Potrei perdonarti.” Le propose, aprendo un occhio “Se ti scusassi.”
Scosse la testa e tirò fuori la lingua “Mai!”
Lui alzò un sopracciglio, guardandola minaccioso – per quanto quel ragazzo potesse risultare minaccioso – e si alzò di scatto. Sbagliando i suoi calcoli, i due si ritrovarono un po’ troppo vicini.
Hope gli accarezzò il viso, guardandolo negli occhi e lui rimase immobile, a fissarla.
“Se avessi avuto i capelli, non ti saresti fatto male.” Commentò, trattenendo una risata.
“Sei bastarda a farmelo notare.” Osservò lui.
“Un’altra cosa per cui farmi perdonare…” alzò le spalle lei, ridendo.
Liam la guardò per un attimo sorridere, prima di tornare a concentrarsi sui suoi occhi azzurri “E hai già un’idea su come fare?”
Si avvicinò lentamente, abbassando lo sguardo sulle labbra sottili e rosee di Hope.
“Ci stavo pensando…” rispose lei, imitandolo.
 
Avete presente quelle scene nei film?
Ma sì, quelle in cui i due protagonisti stanno per baciarsi e tutti non aspettano altro…
Quando poi invece, arriva qualcosa o qualcuno e rovina tutto?
 
Ecco, in questo caso fu ‘Holiday’ dei Green Day, dalla tasca dei jeans di Hope, che fece sobbalzare sia lei che Liam.
Hope abbassò lo sguardo, allontanandosi e prese il cellulare dalla tasca.
Liam la guardò alzarsi, sospirando e la imitò, riprendendo la felpa.
 
“Sì, sto arrivando.” Stava dicendo Hope al telefono, mentre camminava avanti e indietro sotto al canestro “Ho capito, non è che volo!”
Attaccò, sbuffando e raggiunse Liam.
“Devi andare?” le chiese, imbarazzato.
“A quanto pare…” commentò Hope, stringendo le braccia al petto.
Lo superò, per recuperare la sua roba.
“Ci rivedremo, giusto?” le chiese.
“Hai detto che vieni spesso qui, no?” gli sorrise, tornando a guardarlo.
Lui annuì.
Lei gli si avvicinò “A domani, allora.”
Si alzò sulle punte, baciandogli la guancia. Lui le sorrise, continuando a farlo mentre la guardava andarsene.
 
 
“Portati i fazzoletti?” aprì la porta Hayley.
Hope tirò fuori dalla borsa un pacco intero “Che cosa è successo?”
“Niall.” Si limitò a rispondere l’altra, voltandosi verso le scale.
Hope richiuse la porta alle loro spalle e la seguì, fino alla sua camera.
“Arrivano i rinforzi!” annunciò Lyn, buttandosi sul letto affianco a Summer in lacrime tra le braccia di Chris.
“Sum…” la bionda si sfilò le Converse senza slacciarle, lasciandole cadere sul tappeto verde e si sedette anche lei sul letto. Accarezzò i capelli dorati della sua amica, guardandola preoccupata.
“E’ il tuo turno.” Chris sorrise a Summer, avvicinandola a Hope “Tocca a te bagnarti!” Fece finta di strizzare la maglietta su cui aveva pianto.
Le ragazze risero, compresa Sum, che provò a dargli uno schiaffo e poi si strinse a Hope.
“Adesso che siamo tutti, ci dici che cosa è successo?” le chiese gentile Lyn, sedendosi a gambe incrociate affianco a loro.
“Niall è qui.” Singhiozzò.
“A Holmes Chapel?” esclamarono tutti in coro.
Summer si limitò ad annuire “E’ a casa di Louis.”
“Famosissimo Louis…” commentò Lyn “Chi non conosce Louis?”
“Louis è il ragazzo che ho conosciuto sabato sera.” Spiegò Sum.
“Hai conosciuto un ragazzo?” le sorrise Hope.
“E che ci facevi a casa di questo ragazzo?” Chris incrociò le braccia al petto, alzando un sopracciglio, entrando nei panni del ‘Migliore amico protettivo’.
“E’ una storia lunga…” premise Summer, prima di raccontare ai suoi amici dell’uomo che l’aveva seguita uscendo dal parco e di come si fosse incontrata con Louis. Del fatto che avesse passato la notte a casa sua e di quello che era riuscito a farle provare, durante tutto quel tempo insieme.
“Oh… ti piace?” le chiese Hayley, come se le avessero appena raccontato la trama di un film romantico.
“Ma io sono innamorata di Niall!” scoppiò di nuovo a piangere l’altra.
Tutti e tre i suoi amici, simultaneamente, alzarono gli occhi al cielo.
“Questa l’ho già sentita…” commentò Hope, ironica.
“Non ci posso fare niente, ok?” singhiozzò Sum, afferrando l’ennesimo fazzoletto “Io mi sono innamorata di lui quell’estate e…”
“…ti ha spezzato il cuore!” concluse Chris.
“Ma io lo amo ancora.” Brontolò la bionda.
“E Louis?” insistette Hayley “Lui sembra interessato davvero a te.”
“Sì, ma…” tirò su con il naso “Io non lo conosco davvero.”
“Conoscilo!” suggerì Chris.
“Ma tu non eri quello protettivo?” gli fece notare Hope.
“Sì, ma tra lo stronzo che le ha spezzato il cuore e quello che l’ha salvata da uno stupratore preferisco lo stronzo numero 2.” Rispose Chris, sdraiandosi tra le ragazze, posando la testa sulle gambe di Lyn.
“Hai detto che hai provato qualcosa per lui, che non hai più provato con nessuno dopo Niall, no?” lo appoggiò Hope, sorridendole.
“Ma abitano insieme, probabilmente Niall gli avrà già raccontato tutto…” singhiozzò Summer “E poi, non mi ha più cercato, quindi…”
La riprese Lyn “Stai solo cercando scuse!”
“Scusa tanto se l’ultimo ragazzo di cui mi sono fidata mi ha dato un appuntamento, nel luogo in cui ci eravamo conosciuti, per rivederci un anno dopo e poi non si è presentato!” esclamò l’altra, scostandosi i capelli, frustrata “Hai idea di cosa significhi aspettarlo per tutto il giorno seduta su una panchina in un parco, illudendoti che verrà da un momento all’altro. Proprio come ti aveva promesso l’estate prima!?!”
“Ti ha spezzato il cuore?” insistette l’altra, continuando a guardarla negli occhi.
“Certo!” si soffiò il naso Sum.
“Beh, allora incazzati!” esclamò Hayley “Dopo che ti ha fatto stare così male non puoi perdere altro tempo dietro a lui!”
“Da che pulpito…” tossicchiò Chris, che si beccò un frontino in piena regola.
“Lyn ha ragione.” Annuì Hope.
Summer alzò le spalle, sospirando “Che cosa dovrei fare?”
“Vai dallo stronzo numero 2.” Ammiccò Chris, che ricevette contemporaneamente un secondo frontino e uno schiaffo sul braccio.
“E se c’è Niall?” insistette Sum.
“Lo ignori, perché è questo che si merita.” Alzò le spalle Hope.
Summer annuì “Ci passerò stasera, quando torno a casa.”
Gli altri le sorrisero, incoraggianti.
“Adesso tocca a Hope.” La indicò Chris “Chi era il ragazzo con cui ti ho vista?”
“Il ragazzo misterioso?” ammiccò Lyn, dandogli una gomitata.
Hope sorrise, mordicchiandosi il labbro ed annuì.
“Ragazzo misterioso? Perché io non ne sapevo niente?” aggrottò le sopracciglia Summer.
“Eh, tu sei voluta rimanere a casa a piangere invece di venire a scuola…” la prese in giro Chris “Sei rimasta indietro!”
Hope rise, prima di raccontare il suo pomeriggio.

Ehilà!?!

Stasera mi sento troppo carica:
Ho aggiornato e il video di Kiss You è una figata assurda! @.@

Grazie per le recensioni,
infatti, ho aggiornato molto più velocemente questa volta
e il numero delle persone che seguono è aumentato.

A MASSIVE THANK YOU!!!
Finalmente, non mi sento più una povera scema che parla da sola!
ahahah!

By the way...
Con Hope, avete conosciuto tutte le ragazze
e ormai vi sarete fatti un'idea della storia.
Allora,
C'è già qualche personaggio che vi ha colpito maggiormente!?!
A parte quelle cinque bellezze, dei One Direction, ovviamente! ;D
Io, personalmente, adoro Chris.
E' così Puccioso! (?)

Ma non gliene frega a nessuno, quindi...
Fatemi sapere voi, ESPRIMETEVI!!!
OK?
OK!
A presto. <3

Ci vediamo tra 3 recensioni, Belli!


. Hope <3

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Capitolo 5
*** Harry - Little Bird ***


And you made me scream 
But then I made you cry 
When I left that little bird 
With its broken leg to die 
Little Bird – Ed Sheeran

5 ~ Harry

 
“Sei venuta!” sorrise Harry, guardandola arrivare.
Hayley si scostò i capelli spettinati dal vento con la mano, restituendogli un sorriso che lui trovò splendido.
Anzi, gli sembrava più bello a man a mano che si avvicinava.
Quasi quanto lei, nel suo largo maglione bianco a stampe rigorosamente hipster che scendeva su una spalla, lasciando vedere la spallina spessa del top verde sotto e un paio di jeans scuri con le immancabili Converse basse nere.
“Non ci speravi?” ammiccò, facendo risaltare gli occhi grandi e scuri, contornati dalla matita sottile e il mascara.
“Sei un po’ in ritardo, non credi?” lasciò il muro a cui era appoggiato e fece qualche passo verso di lei.
“Sì, beh… mi ero persa.” Alzò le spalle, continuando a sorridere.
Le si avvicinò, posandole una mano sul fianco, attirandola delicatamente a sé per salutarla, baciandogli le guance.
“Ora che sono qui?” alzò un sopracciglio.
“Vieni.” Le indicò con il capo la macchina parcheggiata poco distante.
 
“Mettiti la cintura.” Le ordinò, prima di fare lo stesso.
“Certo, mamma!” alzò gli occhi al cielo ma fece quanto gli aveva chiesto, prima di accendere l’autoradio.
Harry intanto mise in moto e partì, mentre tamburellava con le dita sul volante a tempo.
Hayley lo guardò, sorridendo divertita e non si preoccupò di distogliere lo sguardo quando lui se ne accorse e si voltò.
Non era solita arrossire, non avrebbe cominciato adesso…
Neanche se quegli occhi smeraldini che la guardavano appartenevano ad Harry e sembravano leggerla dentro ad ogni sguardo.
“Quando hai detto che sei tornato?” gli chiese, poggiando la testa al finestrino.
“Quattro giorni fa.” Rispose, cambiando marcia.
Lei annuì, mordicchiandosi l’unghia dell’indice “Avresti anche potuto dirmelo.” Gli indicò di girare a destra all’incrocio  “Insomma, ci siamo sentiti praticamente tutti i giorni in queste tre settimane, mentre eri a Londra.”
“Scusa, hai ragione.” Seguì le sue indicazioni “Forse credevo di incontrarti prima, essendo vicini di casa.”
“Fingerò di crederci…” ammiccò, prima di tornare a guardare la strada.
Harry rise “E’ stata colpa dei ragazzi, probabilmente, mi hanno tenuto impegnato.”
“I ragazzi?” alzò un sopracciglio, tornando a guardarlo.
Harry la guardò per un attimo e sorrise.
Gli piaceva il fatto che non avesse ancora scoperto chi fosse in realtà.
Con lei poteva essere Harry e basta.
“Sono tornato con alcuni miei amici.” Le spiegò.
“Oh, spero che siano tutti simpatici come te.” Commentò ironica, facendogli la linguaccia.
“E carini come me!” aggiunse lui, restituendogli una boccaccia.
“Allora siamo proprio nella merda…” scosse la testa, fingendo un sospiro.
Rise, fermandosi al semaforo rosso e la spinse leggermente con la spalla.
Hayley scoppiò a ridere e lui rimase a guardarla.
“Che c’è?” si scostò i capelli, sentendo il peso di quegli occhi come ogni volta.
“Mi erano mancate le tue frecciatine.” Le disse.
“Per sms non rendono, eh?” ammiccò.
Scosse la testa “Mi sei mancata.”
Hayley inchiodò gli occhi in quelli del ragazzo per cercare una traccia di umorismo, che non trovò.
Si mordicchiò il labbro, sentendosi a disagio come raramente le succedeva.
E a lei, era mancato Harry?
Glielo avrebbe detto, in tal caso?
Distolse lo sguardo per prima e indicò con il capo davanti a loro “E’ verde.”
Lui annuì, voltandosi e mise in moto.
 
Per i successivi dieci minuti, nessuno dei due osò fiatare.
“Do you remember summer ’09…”
Harry sobbalzò, quando sentì la sua voce arrivare dall’autoradio.
Anche Hayley smise di guardare le goccioline di pioggia che avevano iniziato a picchiettare contro il finestrino e si voltò.
“Io. Amo. Questa. Canzone!” disse, cominciando a cantare dopo aver alzato il volume.
“Sì, anch’io.” Rise Harry, mordicchiandosi il labbro.
“Peccato che non dicano mai il nome del gruppo quando l’annunciano. Non sono ancora riuscita a scaricarla…” disse, tenendo il tempo con le mani sul cruscotto “Li conosci?”
Harry scosse la testa, alzando le spalle “E quale ti piace di più? Intendo, la voce…”
“Mhm…” ci pensò su “Probabilmente il primo che canta.”
Lui si schiarì la gola, continuando a torturare il labbro inferiore per trattenere un sorriso compiaciuto.
“La sua voce mi ricorda James.” Commentò, abbassando leggermente la voce.
“Che cosa!?!” esclamò Harry.
“Guarda la strada, idiota!” lo rimproverò lei, guardandolo confuso.
“James canta?” le chiese, dopo qualche minuto, quando si ritrovarono imbottigliati nel traffico per entrare in città.
“A volte.” Rispose, senza guardarlo “Anche se credo di essere stata l’unica ad averlo mai sentito.” Si lasciò sfuggire un sorriso.
“Romantico…” commentò sottovoce, schiarendosi la gola per coprirlo “E assomiglia al tizio della canzone, quando lo fa?”
“Un po’.” Sorrise di nuovo ed Harry si chiese a cosa stesse pensando.
Questo non me l’aveva mai detto nessuna. Pensò Harry, stringendo il volante, ripartendo.
“Da quanto state insieme?” continuò, guardando la strada.
“Io e lui non stiamo insieme.” E non era difficile scorgere una punta di amarezza nella sua voce “Svolta a sinistra.”
Annuì, facendo quanto gli aveva detto.
“Un anno e mezzo, circa.” Disse, poco dopo.
Harry si voltò, alzando un sopracciglio.
“Ci frequentiamo da un anno e mezzo, circa.” Ripeté lei.
“Wow.” Commentò lui, prendendo una traversa per evitare il traffico “E’… parecchio tempo.”
“Già.” Si mordicchiò l’unghia del pollice.
“E perché non state insieme?” azzardò.
Lei sbuffò, scostandosi i capelli “E perché dobbiamo parlare di me e James?”
“Ok, scusa.” Alzò le spalle “Curiosità.”
“Parcheggia qui, siamo arrivati.” Si slacciò la cintura, mentre imboccavano la strada per la loro destinazione.
 
“Ci sei già stata?” le chiese, chiudendo la macchina, premendo un pulsante dal telecomando attaccato alle chiavi.
Lei annuì, salendo sul marciapiede affianco a lui e si accertò, aprendo la mano, che non piovesse più.
Alzò poi il maglione e la canotta verde sotto e gli mostrò una stella a cinque punte appena sopra le ossa del fianco destro.
Harry spalancò gli occhi, e non riuscì a trattenersi dallo sfiorarla con le dita, sorpreso.
“Hai le mani fredde.” Rise Lyn, scostandosi.
“Scusa.” Balbettò lui, ancora scosso, mentre lei risistemava la maglia “Da quanto tempo hai quella stella?”
“Da quest’estate.” Gli rispose, riprendendo a camminare “E’ stato il mio regalo per i diciotto anni, anticipato, da parte dei miei amici.”
Harry si schiarì la gola, continuando “E… insomma, come mai proprio una stella?”
“Io.” Alzò il pollice “Chris.” Alzò anche l’indice “Summer.” Continuò a contare con le dita “Hope.” Alzò l’anulare “E James.” Aprì l’intera mano “Ogni punta della stella indica uno di noi.”
Harry quasi si strozzò deglutendo e tossicchiò, sentendo la mano di Hayley dargli delle pacche sulla schiena “Tutto ok?”
Lui annuì, commentando “Bella idea, davvero. Originale…”
Istintivamente, si toccò il braccio, dove nascondeva la sua di stella.
“E tu, è il primo tatuaggio?” gli chiese, attraversando la strada.
“No, ne ho alcuni.” Si mantenne vago.
“E hai deciso alla fine cosa farti tatuare?” continuò, stringendosi nel maglioncino quando una folata di vento gelido li investì in pieno.
“Una nave.” Indicò l’intera spalla.
“Una che?” Lyn storse il naso.
“Una nave.” Ripeté lui, ridendo divertito dalla sua espressione “Una specie di veliero, hai presente ‘Pirati dei Caraibi’?”
“Beh, allora perché non ti tatui la faccia di Johnny Depp in fronte?” commentò ironica “Almeno avresti un figo tatuato sulla faccia e la gente non dovrebbe più guardare la tua.”
“Sempre pronta a far complimenti, eh?” le fece la linguaccia.
“No, ti salvo il culo.” Replicò lei “Non ti ha mai detto nessuno che un tatuaggio te lo tieni finché campi?”
“Oh, grazie per le tue perle di saggezza!” ammiccò Harry, alzando gli occhi al cielo “E tu, invece, cosa hai deciso?”
“Una gabbia.” Rispose, sicura.
“Una che?” la imitò, alterando la voce.
Lei lo guardò, incenerendolo con lo sguardo “Una gabbia, come quelle per gli uccelli, stile Art Nouveau.”
“E perché proprio una gabbia?” le chiese, guardandola.
Lei sospirò, scostandosi i capelli “Perché a volte mi sembra di esserci rinchiusa. Una grande gabbia d’oro…”
Stava per dirle qualcosa, fare qualcosa, per levarle quello sguardo triste dal volto, ma lei lo precedette, indicandogli il palazzo in mattoncini rosso davanti a loro.
“Siamo arrivati.” Disse, attraversando la strada.
 
Un ragazzo da dietro il bancone gli disse di aspettare una decina di minuti.
Harry si sedette su un divanetto blu dietro la vetrina, mentre Hayley rimase in piedi, spostando il peso dalla gamba destra a quella sinistra e viceversa.
“Nervosa?” rise lui, guardandola.
Lyn alzò le spalle, sedendosi affianco a lui “Stiamo facendo una cosa folle, lo sai?” lo guardò, mordicchiandosi il labbro.
“Hei, non ti ho mica costretta a farti un tatuaggio.” Cercò di tranquillizzarla.
“Lo so, non è quello.” Annuì, scostandosi i capelli “E’ essere qui con te che mi sembra così strano.”
“Oh.” Riuscì a dire lui, deviando lo sguardo.
Rimasero per un po’ in silenzio, poi Harry le accarezzò appena la spalla con le dita “Io sono felice di essere qui con te.”
Hayley annuì di nuovo, sorridendo timida “Già.”
 
“Avanti il prossimo!” si affacciò una testa pelata da dietro la tenda.
Il ragazzo dietro il bancone gli indicò di entrare e loro si alzarono.
“Allora, chi è il primo?” chiese l’omone, sedendosi alla sua postazione.
I due si guardarono, seguendolo e Lyn alzò la mano “Ti dispiace?”
Harry scosse la testa, sorridendole e fece un passo indietro. Hayley gli prese la mano, senza neanche guardarlo e raggiunse la postazione con lui al seguito.
 
“Ho quasi finito.” Le comunicò il tatuatore.
Hayley annuì, continuando a tenere il labbro inferiore tra i denti per il dolore. Si voltò verso Harry, che le strinse ancora la mano e le sorrise, come aveva fatto ogni volta che si erano guardati durante l’operazione.
“Ecco fatto.” Bill, quello era il nome del proprietario del negozio, allontanò la mano con l’ovatta dopo aver tamponato la pelle per disinfettare.
Lyn guardò, sorridendo, la solita stella dietro alla quale, adesso, c’era una gabbia.
“Ti piace?” le chiese Bill.
“La adoro!” gli sorrise raggiante, prima di tornare a guardarla.
Lasciò che l’uomo le mettesse un cerotto sulla pelle ancora sensibile e intanto si voltò verso Harry, restituendogli lo stesso sorriso.
“A te piace?” gli chiese.
Lui annuì, ammiccando e le sorrise.
“E’ il tuo turno, ragazzo.” Li interruppe Bill, indicandogli di sedersi “Cosa devo disegnare?” prese un foglio pulito, per la bozza.
“Lo stesso.” Indicò il fianco di Hayley, che ora aveva coperto con il maglione.
Lei si voltò, alzando un sopracciglio e si alzò, lasciandogli il posto.
“Dove?” Bill tornò a parlare con il ragazzo, che gli indicò il fianco, appena sotto l’ascella “Perfetto, sfilati la maglia e siediti.”
Harry annuì, afferrando l’orlo della felpa, sfilandola. Si guardò attorno, cercando un posto per appenderla.
“Te la reggo io.” Lyn gli allungò una mano, tenendo lo sguardo basso, imbarazzata.
Quando si voltò, di fronte a lei, notò gli uccelli sul petto e l’altra miriade di piccoli tatuaggi lungo il braccio.
“Qualcuno, eh?” rise, ricordando quello che le aveva detto “Sei pieno di tatuaggi!”
E non solo… Si ritrovò a pensare, accarezzando con gli occhi i pettorali e gli addominali scolpiti del ragazzo.
Dal modo in cui riprese a mordicchiarsi il labbro, Harry capì che il suo fisico non doveva essere passato inosservato e sorrise, divertito e compiaciuto.
Si sedette e il tatuatore gli alzò il braccio, che Harry posò sullo schienale di pelle della poltrona, piegando il gomito dietro la testa.
Bill cominciò a disegnare e lui, nonostante non fosse la prima volta, si ritrovò a socchiudere gli occhi, stringendo lo schienale dietro.
Li riaprì di scatto, quando sentì delle dita sfiorargli delicate l’interno del braccio, all’altezza del bicipite.
“Hai intenzione di copiarmi tutti i tatuaggi?” scherzò Lyn, ammiccando.
Si era seduta sul bracciolo della poltrona, alla destra di Harry. Aveva un fianco poggiato alla sua spalla e il braccio sullo schienale. Harry si voltò, alzando appena il capo e tanto bastò a farlo ritrovare a dieci centimetri da quegli occhioni scuri che lo stregavano ogni volta. Tanto vicino da fargli respirare il suo profumo e tanto vicino, da desiderare quelle labbra rosee e morbide.
Lyn, è questo l’effetto che ha su di me. Avrebbe voluto dirle, prima di imprigionare quelle labbra con le sue.
“Eh?” si riscosse, ricordandosi di essere su un pianeta chiamato Terra e che lei gli aveva posto una domanda.
“La stella.” Indicò, continuando a tenere gli occhi puntati nei suoi.
“Oh.” Si voltò “E’ stato il mio regalo per i diciotto anni. E io ho fatto diciotto anni prima di te.”
“Certo, quindi io ho copiato te!” rise, scuotendo la testa “Poi un giorno mi spiegherai che cosa significano tutti quegli altri scarabocchi.”
“Non sono scarabocchi!” protestò lui.
“Ah, scusa.” Inarcò le sopracciglia, scettica e gli sfiorò di nuovo con la mano il braccio “E ti sei scritto ‘Hi’ per ricordarti come si dice ‘ciao’ nella nostra lingua?”
“E’ una cosa tra me e il mio migliore amico!” Lui tirò fuori la lingua “Diventi più simpatica ogni minuto che passa, sai?”
“Mai quanto te, riccio.” Commentò lei, puntandogli il dito dell’altra mano sulla fossetta.
Lui rise, lasciando che si divertisse a toccargli la fossetta sulla sua guancia e a pizzicarla.
Intanto, ne approfittò per muovere il braccio alzato, prendendo la mano che Hayley teneva sullo schienale.
“Rimani un ricopione, sappilo.” Gli sussurrò all’orecchio, sorridendogli.
“O forse, siamo semplicemente più simili di quanto pensi.” Sussurrò anche lui, tornando a guardarla.
Lei rimase in silenzio, restituendogli uno sguardo attento, per capire cosa intendesse.
“E la gabbia?” si intromise il tatuatore, facendogli distogliere lo sguardo “Non è un simbolo un po’ strano per due fidanzati?”
Hayley alzò un sopracciglio, commentando a bassa voce “Sei pagato per disegnare, non per commentare.”
Harry rise, essendo stato l’unico a sentirla “No, lei non è la mia ragazza.”
Lei annuì, sorridendo acida e ritirò la mano, tirando su la schiena e posò il braccio insieme all’altro sulle sue gambe, sopra la felpa viola del ragazzo.
Harry guardò la sua figura, semi di spalle, per tutta la lunghezza e notò che, spostandosi, non si sfioravano più neanche per un millimetro di pelle.
“Tutto ok?” le chiese e, testardo, posò la mano sulla sua schiena.
Hayley si voltò, sorridendo leggermente e guardò la sua mano.
Lui la ignorò e lei non protestò, perciò continuò a disegnarle dei cerchi con il pollice, accarezzando il tessuto morbido del maglione.
Lyn chiuse gli occhi, scostandosi i capelli e tornò a poggiarsi con un fianco alla poltrona, guardando la tenda da cui erano entrati, cullata.
Harry continuò a guardarla, anche quando gli diede le spalle e trovò una ciocca di capelli, che arrivava fin sotto le scapole e prese ad arricciarla tra le dita.
 
 “Voilà!” strascicò Bill, masticando una gomma.
Entrambi, ripiombarono alla realtà, voltandosi di scatto verso di lui.
Harry abbassò lo sguardo, guardando soddisfatto il suo nuovo tatuaggio.
Si voltò verso Hayley, che stava fissando lo stesso punto “Ti piace?”
Annuì, sorridendogli “Hai fatto bene a seguirmi!”
Harry rise, annuendo e si alzò, recuperando la felpa “Teoricamente, se avessi seguito i tuoi consigli, adesso avrei la faccia di Johnny Depp sulla fronte.”
“Oh, beh… dettagli.” Alzò le spalle, raggiungendo insieme il ragazzo alla cassa.
 
“Credi che tua sorella si arrabbierà con me per la storia del tatuaggio?” richiuse lo sportello dell’auto, raggiungendola sul vialetto.
“No, tranquillo.” Alzò le spalle, ammiccando “Ha una cotta per te o qualcosa del genere...”
Rise, accompagnandola verso casa “Ma dai, non ci credo.”
“Beh, peggio per te.” Rise anche lei, cominciando a cercare nella borsa le chiavi “Perché ho letto il suo diario.”
“Allora…” si schiarì la gola, salendo i gradini del portico “Pensi che mi lascerà uscire con te di nuovo?”
“Per quanto possano contare i divieti di Vic…” sorrise, scostandosi i capelli “Credo di sì.”
Sorrise anche Harry, entusiasta “Tipo domani?”
“Ehm…” si mordicchiò il labbro inferiore e lui cominciò a mordersi la lingua, rimproverandosi di essere stato avventato “Domani non posso.”
Quale miglior rimedio dell’ironia, dopo una figura di merda?
“Giusto, dimenticavo che sei una donna impegnata…” si appoggiò con la spalla alla colonna in legno portante.
“Molto spiritoso…” gli fece la linguaccia, ridendo “Domani è il mio compleanno.”
“Oh.” Disse, sorpreso “E che programmi hai?”
Alzò le spalle “Non lo so ancora. Probabilmente andremo al pub e poi torneremo a casa ubbriachi…”
“Beh, divertitevi.” Le sorrise, alzando la mano in cenno di saluto.
Scese i gradini del portico, prima che lo fermasse. Si voltò, guardandola con le braccia appoggiate alla ringhiera in legno.
“Magari, potreste venire anche tu e i tuoi amici.” Propose.
Annuì, infilando le mani in tasca, fingendosi disinvolto “Fammi sapere, allora.”
“Ok.” Sorrise, prima di salutarlo con un cenno del capo ed entrare.
La guardò finché non si richiuse la porta alle spalle, poi raggiunse la sua.
Salutò velocemente la madre in cucina e salì le scale, entrando nella sua stanza.
 
‘Concluso niente?’ – Boo Bear
‘Siamo stati invitati ad un festa.’
Si limitò a rispondere.

Ehilà!?!

A grande richiesta,
torniamo a parlare della "coppia" Lyrry.
Lei sembra ancora un po'... fredda.
Anche se, non sempre riesce a mostrarsi del tutto indifferente.
Lui, beh... lui è abbastanza cotto! @.@
Chissà cosa combineranno questi due!

Grazie a tutti quelli che hanno recensito lo scorso capitolo,
ma anche a chi ha aggiunto la storia tra 
seguite e preferite.
E anche a chi ha solo letto e apprezzato in silenzio.

Visto che avete dimostrato di esserne capaci,
e che questo è il quinto capitolo,
continuo a 5 recensioni!

 

 Per chi non lo conoscesse, questo è Harry. ;D
 
Il tatuaggio di Hayley dovrebbe essere più o meno così...
L'ho fatto io, fa un po' schifo, ma era per darvi un'idea!

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Capitolo 6
*** Niall - Whatshername ***


Remember, whatever
It seems like forever ago
The regrets are useless
In my mind
She's in my head
I must confess
The regrets are useless
In my mind
She's in my head
From so long ago
(Go, Go, Go, Go..)
And in the darkest night
If my memory serves me right
I'll never turn back time
Forgetting you, but not the time.
Whatshername – Green Day
 

6 ~ Niall
 

La guardò correre lungo il vialetto, spalancare il cancello di corsa e con altrettanta fretta svoltare l’angolo.
Sembrava quasi che stesse scappando da un mostro.
Niall abbassò la testa, stringendo i pugni lungo i fianchi, fino a far diventare le nocche bianche.
Era lui il mostro.
E questa consapevolezza si concentrava sul suo petto, sottoforma di morsa opprimente.
“Sono pronto!” annunciò Louis, superandolo senza farsi troppe domande.
Si affacciò in salone e quando lo trovò deserto notò la porta aperta.
“Niall?” lo richiamò.
Con un enorme sforzo, alzò il viso. Gli occhi azzurri spenti, fissi sulla porta ancora spalancata.
“Che cosa è successo?” gli si avvicinò.
“Niente.” Continuò a non guardarlo.
“C’era una ragazza. L’hai vista?” continuò, guardandolo sempre più confuso.
Era lì per lui?
Si voltò di scatto e lo studiò, come se non fosse il ragazzo che conosceva da più di due anni.
Aspettò ancora, prima di parlare “Io non ho visto nessuno. Quale ragazza?”
“Summer.” Gli rispose, avvicinandosi alla porta per controllare che non fosse lì fuori.
Si conoscono. Registrò mentalmente Niall.
“Perché avrei dovuto vederla?” si schiarì la gola, raggiungendolo.
“E’ una storia lunga, non…” cominciò a dire Louis.
“Voglio sentirla.” Lo interruppe Niall, chiudendo la porta di scatto.
“Ok…” alzò un sopracciglio Louis, guardandolo andare verso il salotto.
Deve essersi svegliato con il piede sbagliato, stamattina. Pensò, seguendolo.
 
“Lei sta bene?” Niall si irrigidì, scattando a sedere sul divano.
“Sì, non so chi fosse a seguirla, ma sono arrivato prima io.” Annuì Louis.
Il biondo tirò un sospiro di sollievo, prima che il suo compagno continuasse.
“L’ho riaccompagnata a casa. E ho passato la notte con lei.”
Niall deglutì rumorosamente, irrigidendo la mascella “In che senso?”
“Mi ha chiesto lei di rimanere.” Precisò Lou e questo innervosì ancora di più Niall.
“Lei si è calmata e abbiamo chiacchierato, poi ha iniziato a leggere un libro e ci siamo addormentati.” Alzò le spalle Louis “E’ un peccato che tu non l’abbia vista, è davvero bellissima.”
“Immagino…” commentò Niall, inarcando le sopracciglia.
Gli vennero in mente le giornate di due anni fa, quando lei aveva passato l’estate in Irlanda e si erano conosciuti. Ricordò il giardino dietro la cioccolateria e la quercia dove l’aveva portata per un pic-nic al loro primo appuntamento. Ricordava persino il vestito azzurro che indossava, quello con il bustino che odiava perché doveva sempre risistemarsi. Quello su cui aveva poggiato la testa, sulle sue gambe, mentre lei gli leggeva il libro che lui stesso le aveva regalato.
“Che libro?” gli chiese.
“Hunger Games.” Rispose Louis.
Quel libro.
Non sapeva se essere contento del fatto che, dopo tutto quel tempo e quello che le aveva fatto, lei continuasse a tenere il libro sul comodino, come gli aveva promesso. O se invece lo infastidisse il fatto che avesse voluto condividere quelle pagine con un altro ragazzo.
“Devo andare da lei.” Si alzò in piedi Louis.
“Cosa?” si risvegliò Niall e si alzò anche lui “No!”
Il moro si voltò, guardandolo confuso.
“Insomma, cosa avresti intenzione di fare?” cercò di riparare, calmandosi.
“Andare a casa sua. Infondo, so dove abita.” Alzò le spalle, ovvio.
“Sì, ma…” si passò una mano tra i capelli “Se è andata via in quel modo, forse non vuole vederti.”
Quelle parole arrivarono taglienti a Louis, che abbassò la testa “Quindi, cosa dovrei fare secondo te?”
“Lasciala perdere.” Rispose secco.
“Cosa?” Louis tornò a guardarlo, inarcando le sopracciglia “Ma io non voglio lasciarla perdere!”
“Ma forse lei vuole essere lasciata andare.” Insiste duro.
“Io…” deglutì a fatica, confuso e continuò a fissare il biondo, che continuava a tenere quello sguardo severo, senza capirne il perché.
“Oh meno male!” comparve Zayn “Se siete svegli immagino che abbiate già preparato la colazione!”
“No, vado.” Disse Louis, superando Niall per raggiungere la cucina.
 
 
Erano passati due giorni da quella mattina.
Louis sembrava aver seguito i suoi consigli e, se da una parte si sentiva sollevato, dall’altra si sentiva tremendamente in colpa per avergli mentito.
Ma cos’altro avrebbe potuto fare?
Lei non era una ragazza qualunque.
Lei era Summer, la ragazza di cui si era innamorato nell’estate del 2009.
Quella che sapeva di aver fatto soffrire, anche se non dipendeva da lui.
Quella che i suoi impegni in giro per l’America avevano fatto soffrire, piuttosto.
Non aveva smesso di pensare a lei e quando credeva di essere riuscito a dimenticarla, le ritornava in mente il suo viso, il suo sorriso e i loro ricordi.
E ora l’aveva ritrovata.
 
“Louis, tutto ok?” gli chiese Liam, mentre tornavano dal supermercato, quel pomeriggio.
Louis annuì, sospirando e indicò la casa davanti alla quale si era fermato “Summer abita qui.”
“Ancora quella ragazza?” Niall gli posò una mano sulla spalla, imitando un tono amichevole “Lou, prima la dimentichi, prima starai meglio.”
Il moro annuì,tornando a camminare “Continuo a pensare che dovrei andare da lei.”
“Anche lei sa dove abiti, ma è venuta a cercarti? No.” Insistette l’irlandese, fingendo ancora di essere dalla sua parte.
E lui sapeva perché Summer non era venuta a casa loro. Sapeva che non l’avrebbe fatto.
Non stava evitando Louis, ma lui.
 
Il giorno dopo, Niall si alzò di buon ora.
Si infilò nella doccia e poi aprì l’armadio, scegliendo una polo rossa e un paio di jeans. Spruzzò mezza bottiglia di profumo e uscì, terminando di sistemare i capelli con la mano, seguito da una scia di profumo, per le scale.
Arrivò fino alla casa che gli aveva indicato Louis e non permise ai sensi di colpa di fermarlo, davanti al cancelletto.
Arrivò alla porta e suonò il campanello, sapendo che l’avrebbe trovata sveglia anche se non erano neanche le 8.
La porta si aprì, ma l’unica bionda in pigiama che Niall si trovò di fronte gli arrivava all’altezza dell’ombelico e non doveva avere più di otto anni.
“Ehm… ciao!” le sorrise.
“E tu chi sei?” gli chiese, studiandolo con gli occhi castani e vispi.
“Sono un amico di Summer.” Si grattò la nuca, imbarazzato “E’ in casa?”
“No, è andata a compare il latte.” Rispose, mentre un enorme cane bianco l’affiancava.
“Oh, ok. Posso aspettarla dentro?” le chiese.
“No.” Scosse la testa “I miei non ci sono e tu non hai una faccia amichevole…”
“Davvero?” rise Niall “E perché?”
“Qui le domande le faccio io.” Lo zittì.
Il ragazzo alzò un sopracciglio, divertito ed annuì “Sissignora!”
“Sei il ragazzo di mia sorella?” si appoggiò allo stipite della porta, occupando l’entrata.
“No.” Alzò le spalle.
“Uscite insieme?” insistette.
“No.” Ripeté.
“Ti piace mia sorella?” continuò.
“Forse.” Gli concesse.
“Hai intenzione di uscire con lei?” alzò un sopracciglio.
“Vedremo.” Sorrise Niall.
“Hai intenzione di baciarla?” posò una manina sul mento, studiandolo.
“Non… non lo so. Non subito. Credo.” Rise, imbarazzato.
Juls annuì “D’accordo, ti dirò una cosa.” Fece un passo verso di lui “Ma solo perché mi stai abbastanza simpatico!” premise, prima di fargli segno di avvicinarsi.
“Ti conviene lasciarla stare…” lo avvertì “Perché lei è cotta di un altro. Un certo Niall…” alzò gli occhi al cielo, come se avesse sentito quel nome migliaia di volte “Ho letto il suo diario, è pieno di cuoricini e di ricordi sui loro sbaciucchiamenti…” storse il naso, schifata.
Niall rise, annuendo e tornò in piedi “D’accordo, lo terrò presente. Grazie.”
“Figurati.” Sorrise la piccola, agitando la mano e schioccò la lingua.
“Ma tu lo sapevi che due persone possono baciarsi anche in altri posti oltre la bocca?” continuò, con la stessa espressione schifata.
“Ma davvero?” si finse sorpreso.
“Mia sorella ha scritto che le piacciono i baci di Niall, quello che ti dicevo prima…” ammiccò.
“Sì, ho presente.” Annuì, continuando ad assecondarla.
“Dice che le piaceva quando la baciava sul collo.” Scosse la testa, scioccata “Cioè… che schifo!” agitò le mani sul collo, come se dovesse pulirsi via qualcosa.
“E tua sorella non ti scopre quando leggi il suo diario?” si trattenne dal ridere il ragazzo.
Juls scosse la testa “Io sono furba, che ti credi?”
“Sì, lo immaginavo…” commentò lui, sorridendo, prima che venissero interrotti da una voce all’interno.
“Quante volte ti ho detto che non devi…” Sum scese le scale, aprendo la porta “…uscire.”
“Ops, io me la svigno!” si affrettò a dire la bambina, scappando dentro con il cane. Raggiunse il salone, ma non prima di alzare il ditino e portarlo alla bocca, facendo intendere a Niall che il loro colloquio doveva restare segreto.
Niall sorrise, divertito, ma non ci badò più di tanto.
Tornò a guardare Summer, che era rimasta immobile a fissarlo, la mano ancora stretta alla maniglia.
“Ciao Sum.” Le sorrise, dolce.
“Ciao Niall.” Cercò di imitarlo.
“Posso entrare?” le chiese, dopo aver passato una ventina di secondi a guardarsi senza proferire parola.
Sum guardò all’interno, poi di nuovo lui.
“Scusa, devo prepararmi per andare a scuola.” Richiuse la porta, prima che lui avesse il tempo di dire qualsiasi cosa.
 
Circa una ventina di minuti dopo, riuscirono sia Juls che Summer.
Niall era ancora lì, appoggiato alla ringhiera del portico.
“Sum…” provò a dire.
Lei lo fulminò con gli occhi, prima di scendere i gradini del portico, prendere per mano la sorella e superarlo senza più degnarlo di uno sguardo o di una parola.
La guardò finché non uscì dalla sua visuale.
Ci mise circa trenta  secondi, prima di capire che non avrebbe mollato al primo tentativo.
 
Summer raggiunse il suo armadietto e tirò un sospiro di sollievo quando vide Hayley, poco distante.
Si affrettò a raggiungerla “Lyn!”
“Hei!” le sorrise, prendendo il libro di algebra.
“Niall è venuto a casa mia.” Disse tutto d’un fiato, sentendosi subito sollevata.
“Quando?” Hayley si fece seria.
“Stamattina.” Rispose la bionda, sospirando e si appoggiò con la schiena agli armadietti.
“E cosa ti ha detto?” l’affiancò l’amica.
“Niente, non gliene ho dato il tempo.” Scosse la testa, sospirando di nuovo “Non volevo vederlo, quindi me ne sono andata…”
“Hai fatto bene.” Le sorrise Lyn, che stava per parlare, prima che venisse interrotta.
Chris corse a perdifiato, spiaccicandosi contro gli armadietti e fece sussultare entrambe le ragazze per il frastuono.
“Ma dico, sei scemo o cosa?” si voltò Hayley per guardarlo mentre si rimetteva in piedi.
“Cosa!” ammiccò lui, sorridendole. Le si avvicinò e la prese in braccio, facendole sfuggire un urletto per la sorpresa e prese a farla girare “Auguri Lyn!”
Hayley rideva, nonostante sentisse gli sguardi degli studenti nei corridoi su di loro e probabilmente sulla gonna della divisa che si alzava.
Il suo migliore amico la lasciò andare, senza smettere di stringerla e lei lo abbracciò di rimando, cingendogli il collo.
“Grazie, Tigro.” Gli sorrise, alzandosi sulle punte per baciarlo sulla guancia.
“Hayley, scusa…” Summer aspettò che i due si lasciassero per intervenire “Che razza di migliore amica…”
“Sum, non preoccuparti.” Ammiccò Lyn “Deve essere stato lo shock di stamattina.”
“Auguri.” Le sorrise, abbracciandola.
“Grazie, bionda!” sorrise anche Lyn, stringendola.
“Non sono in ritardo!” sentirono urlare.
Si voltarono tutti e tre, guardando Hope affrettarsi, allacciandosi al collo la cravatta della divisa.
“Tu sei sempre in ritardo.” Le fece notare Chris, quando li raggiunse.
“Sì, ma non il giorno del suo compleanno.” Ribatté lei. Guardò la sua migliore amica, sorridendole raggiante e allargò le braccia “Auguri Lyn!”
“Grazie Hope!” sorrise anche Hayley, stringendola.
Stavolta, ad interromperle fu la campanella.
“Sarà meglio che raggiunga il mio armadietto.” Disse Hope.
“Sì, anch’io.” Annuì Sum, prendendola a braccetto, approfittandone per raccontare anche a lei di Niall.
“Andiamo?” chiese Chris alla festeggiata, che sembrava imbambolata a fissare il vuoto.
“Eh?” si ridestò “Ah, un attimo. Arrivo subito; aspettami in classe.”
“Ok.” Chris sistemò lo zaino su una spalla e si avviò verso le scale.
 
Ormai erano rimasti pochi studenti per i corridoi, mentre Hayley faceva finta di cercare un fantomatico libro nell’armadietto.
“Buon compleanno, piccola.” Sentì alle sue spalle, contemporaneamente ad una presa sicura e familiare sui suoi fianchi.
Sorrise istantaneamente, chiuse l’anta dell’armadietto e si voltò.
James le sorrise, bellissimo nonostante il viso ancora insonnolito.
“Oh, grazie.” Gli cinse il collo, alzandosi sulle punte.
Lui posò la fronte sulla sua, guardandola per qualche secondo, prima di sfiorarle le labbra con le sue.
Hayley posò le mani sulla sua nuca, tra i suoi capelli e l’avvicinò ancora a sé.
James approfondì quel bacio, facendole socchiudere la bocca con le labbra e stuzzicandole con la lingua, mentre, ancora con le mani sui suoi fianchi, l’avvicinava agli armadietti alle sue spalle.
Lyn sorrise, quando si ritrovò schiacciata tra questi e il petto di James.
La campanella suonò per la seconda volta e, riluttante, Hayley si allontanò da lui “Non vorrai farmi arrivare in ritardo il giorno del mio compleanno…”
James rise, accarezzandole la guancia con il pollice mentre continuava a guardarla negli occhi limpidi “No, ho un’idea migliore.”
Le si avvicinò di nuovo e tornò a baciarla, tenendo la mano sulla sua guancia.
“Sarebbe?” riuscì a dire lei, tra un bacio e l’altro.
“Non entriamo in classe.” La baciò lungo la mascella, accarezzandole il collo con la mano.
“No?” aggrottò le sopracciglia, confusa.
“No.” Le sussurrò lui, sul collo.
Tornò a baciarla, ripercorrendo a ritroso il percorso e la baciò all’angolo della bocca “Sempre che ti vada di passare tutta la giornata con me.”
Si allontanò e la guardò, sorridendo sghembo.
Si gustò il sorriso entusiasta che comparve sul volto della ragazza, attraversandolo da guancia a guancia.
Lyn si lanciò verso di lui, baciandolo di nuovo sulle labbra.
Gli accarezzò i capelli, continuando a sorridere con le labbra premute alle sue.
Non aveva mai fatto una cosa del genere per lei. Pensò.
“Questo era un sì?” rise, allontanandosi appena.
“Assolutamente!” annuì lei, sorridendo come una bambina.
“Allora sarà meglio che ci sbrighiamo.” Le indicò con il capo l’uscita sul retro, prendendole la mano.
 
‘Sono con James. Ci vediamo stasera alle piste per la festa!’ -Lili <3
 
Chris sospirò, scuotendo la testa e si voltò verso Summer e Hope, riportando il messaggio.
Le due sembravano però troppo intente a parlare di qualcos’altro, entrambe con un’espressione seria in volto.
“Che sta succedendo qui?” bisbigliò.
 
La campanella risuonò nella palestra, arrivando fino agli spogliatoi.
Summer e Hope, pronte, uscirono, salutando velocemente le loro compagne e risalirono le scale che avevano l’odoro forte di deodorante da uomo.
Camminavano per il corridoio, raggiungendo il cancello per aspettare come al solito Christofer.
Invece, al cancello, trovarono qualcuno che stava aspettando loro.
E non era Chris.
“Niall.” Si immobilizzò Summer, afferrando il braccio della sua migliore amica “Torniamo indietro.”
Ma era troppo tardi, gli occhi di Niall l’avevano individuata da quando era uscita dalla porta e non l’avevano più lasciata.
Non avevano mai smesso di notare come la sedicenne che aveva incontrato due estati prima, fosse diventata una diciottenne ancora più bella, alta e anche con qualche forma in più.
Il che, non gli dispiacque…
Incontrò i suoi occhi per un attimo, prima che lei si voltasse e tornasse indietro.
Senza pensarci, la seguì, cercando di non essere risucchiato dalla marea di ragazzi che veniva in senso opposto.
“Sum!” la chiamò, quando la raggiunse.
Le prese la mano, per farla fermare.
Questa si voltò, guardandolo con la stessa freddezza che aveva visto quella mattina.
“Hope, puoi lasciarci soli?” si voltò verso l’amica.
Lei la guardò, per accertarsi che stesse bene e poi annuì, salutandola con un bacio sulla guancia.
Rimasti soli, si guardarono a lungo, senza dire una parola.
“Che cosa vuoi?” gli chiese.
Il suo tono non era duro, forse solo rassegnato.
“Volevo vederti. Dobbiamo parlare di quello…” cominciò a dire.
“Dobbiamo?” ripeté lei.
Lui sospirò, avvicinandosi di un passo “Devo spiegarti alcune cose.”
 
Si sedettero ad uno dei tavoli da pic-nic nel cortile al sole.
Summer si mise sul tavolo e lui l’affianco, guardandola.
Accavallò le gambe che calzavano un paio di scaldamuscoli beige e sfilò il cappello, godendosi i raggi di sole che le accarezzavano il viso e si ravvivò i capelli dorati con la mano.
Niall continuò a fissarla durante tutta l’operazione, trovandola bellissima.
Non come un maniaco, semplicemente come uno che ha davanti la ragazza che ama e che non vedeva da troppo tempo.
Summer cominciava a sentire il peso di quegli occhi su di sé e non riuscì ad evitarlo, arrossì.
Si schiarì la gola, scostandosi i capelli di nuovo “Quindi?”
“Volevo vederti per potermi scusare.” Le disse.
Lei annuì, aspettando che andasse avanti.
“Io vorrei che tu sapessi che non mi sono dimenticato di noi, di tutto quello che abbiamo passato e non mi ero neanche dimenticato del nostro appuntamento.” Continuò.
“Però non sei venuto.” Lo interruppe, alzando un sopracciglio.
“Sum, non è stata colpa mia.” Sospirò “Sono quasi tre anni che non ti vedo, mi sei mancata da morire.”
“Così è troppo facile.” Lo inchiodò con lo sguardo “Adesso che ci siamo incontrati e che ti sei scusato, immagino che ti aspetterai che io mi butti tra le tue braccia e ti dica che finalmente la mia vita ha un senso!”
“No, non mi aspetto questo.” Ribatté “Io volevo solo che tu sapessi la verità.”
“In realtà, non mi hai ancora detto perché non c’eri.” Gli fece notare.
Lui abbassò lo sguardo, sospirando.
Aveva promesso ad Harry che non avrebbe rivelato chi fossero.
Ma non poteva mentirle.
Magari, lei e questa Hayley, neanche si conoscevano…
“Sai tenere un segreto?” abbassò la voce.
La ragazza alzò un sopracciglio, confusa ed annuì.
 
“Quindi in questo momento, una pop star di fama mondiale mi sta accompagnando a casa?” ammiccò Sum, guardandolo ridere affianco a lei.
Simultaneamente, pensarono a quanto gli fosse mancata la risata dell’altro.
“Che onore, eh?” rise.
“Beh, ora però sarei arrivata.” Si fermò al cancello di casa sua.
Lui guardò verso il giardino, dispiaciuto “Già.”
Sussultò, quando sentì la mano di Summer accarezzargli la guancia.
Si voltò, guardandola mentre gli sorrideva, dolce.
Prima di incontrare il suo sguardo, accarezzò il suo viso con gli occhi castani “Sei cambiato.”
“Sono cresciuto?” sorrise.
“Forse.” Rise lei, allontanando la mano.
Lui, prontamente, gliela riprese e le si avvicinò “Anche tu, sai?”
“Sono cresciuta?” ammiccò, alzandosi sulle punte.
Sorrise, posandole una mano sul fianco e lei rimase in punta di piedi “Sei ancora più bella.”
Summer sentì le guance avvampare, ma non poté far altro che rimanere a guardare quegli occhi azzurri che le erano mancati.
“In realtà, non ho ancora avuto il coraggio di chiederti se mi hai perdonato.” Sorrise, imbarazzato.
Lei annuì “Mi hai detto la verità, non ho motivo di essere arrabbiata con te.”
“Allora, non mi fermerai?” le chiese.
Summer aggrottò le sopracciglia, ma capì che cosa intendesse quando le si avvicinò.
Ancora in punta di piedi, il viso di Niall non distava molto dal suo e in pochi secondi, sfiorò la punta del naso con la sua. Il tempo di chiudere entrambi gli occhi e le loro labbra si sarebbero sfiorate.
“Niall.” Sum posò la mano sul suo petto, fermandolo.
La guardò, aggrottando le sopracciglia confuso “Scusa.”
Gli sorrise, alzando le spalle “Ti ho perdonato, ma sento di dover ricominciare da zero con te.”
Niall annuì, accarezzandole leggero i capelli “Faremo le cose con calma.”
“Mi sei mancata da morire.” Le sussurrò, cingendole le spalle e l’avvicinò a sé.
“Anche tu.” Gli cinse il collo, affondando il viso nella sua giacca.
Niall la strinse a sé, posando il mento sui suoi capelli e quando alzò la testa, notò la sorellina di Summer intenti a spiarli dal portico. Gli sembrò che si stesse semplicemente sbracciando per salutarlo, ma quando la guardò meglio, vide che gli stava indicando il collo.
Rise, sospirando tra i capelli dorati di Summer, che alzò la testa “Che succede?”
“Credo che tua sorella stia cercando di darmi delle dritte.” Rise di nuovo.
Sum si voltò di scatto, incenerendo con lo sguardo Juls, che scappò all’interno, seguita dal suo fedele Poppy.
Tornò a guardare Niall, sorridendo divertita e imbarazzata “Ti ho mai detto di avere una sorella?”
“No, credo che tu abbia tralasciato questo dettaglio.” Sorrise anche lui, scostandole una ciocca di capelli, nascondendola dietro l’orecchio.
“E ora sai perché!” ammiccò.
Niall rise, scoppiando nella sua caratteristica risata sonora “Beh, forse ora dovresti davvero entrare.”
“Aspetta.” Gli prese la mano, mordicchiandosi il labbro “Io, volevo spiegarti perché ero a casa tua l’altra mattina. Con Louis.”
“Tranquilla, mi ha già raccontato tutto.” Scosse la testa, interrompendola.
“Oh.” Disse sorpresa “E lui sa di me e te?”
“Magari aspetterei a raccontarglielo.” Sorrise lui, nervoso “Tu e lui non…”
“Non l’ho più visto dopo quella sera.” Confermò Sum.
Lui annuì, senza poter nascondere un sorriso.
“Ci vediamo uno di questi giorni?” le chiese.
Summer annuì, alzandosi sulle punte per salutarlo con un bacio sulla guancia e si voltò.
Niall aspettò che entrasse e che lo salutasse con la mano prima di richiudere la porta, poi tornò a casa sua.
 

Ehilà!?!

Stavolta, torniamo a parlare di Niall e Summer.
Infondo, ci aspettavamo tutti che il bel biondo sarebbe tornato dalla sua amata bionda, no?
Quanti si aspettavano che lei lo fermasse, però?
Quanti si stanno chiedendo cosa succederà ora con Louis?
Quanti non si stanno chiedendo nulla di tutto ciò? ;D

E c'è anche un accenno di James e Hayley.
Forse, lui non è poi così bello e dannato,
magari anche lui vuole mostrarvi il suo lato romantico...
Cosa ne pensate?

Fatemi sapere,
anche se lo scopriremo presto,
quando vedremo cosa avrà in mente e cosa succederà...

Avevo detto che aggiornavo a 5 recensioni,
l'ho fatto a 4.
Ringrazio ognuno di voi, comunque e mi fa piacere che le visite
e le persone che aggiungono questa storia alle preferite e seguite aumentino.
Lasciate delle recensioni anche a questo
e ci rivedremo presto con un nuovo capitolo!

 

 Niall :3

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Capitolo 7
*** James - Five Minutes to Midnight ***


You're oh oh oh, like air
I can't stop my breathing in
I'm weak and you were my medicine
I won't stop till I am under your skin
Five Minutes to Midnight - Boys Like Girls

 

7 ~ James

 
“Che bello, non ero mai stata in questo posto!” Lyn posò una mano sul petto, imitando sarcasticamente un tono di voce entusiasta.
James rise, cingendole le spalle e l’avvicinò a sé “Magari se aspettassi…”
Hayley alzò gli occhi al cielo, mordicchiandosi il labbro inferiore e si strinse a lui che, voltandosi dall’altra parte con il viso, espirava l’ultima boccata di fumo della sua Marlboro.
Raggiunsero le piste e cominciarono a salire le gradinate di cemento.
“Io non vedo ancora nulla.” Gli fece notare, quando le chiese di sedersi, sul solito gradone.
James la baciò, senza risponderle.
Si limitò a prendere lo zaino ed aprirlo. Ne estrasse un telo da mare, che stese sul cemento e poi una serie di cose da mangiare.
“C’è anche una torta lì dentro?” ammiccò Hayley, avvicinandosi per aiutarlo.
“Certo, con tanto di candeline accese.” Commentò ironico lui.
Lyn rise, posando l’ultimo pacchetto di patatine sul telo, prima di sedersi su questo.
“Pensi di poter farti andare bene la sorpresa anche senza torta?” la raggiunse, sorridendole e si sedette affianco a lei.
“Ma sì, infondo non è di quella che mi importa davvero.” Gli sorrise, avvicinandosi.
“Ah no?” si avvicinò anche lui.
Lyn scosse la testa, posando la mano sulla sua guancia.
“E cos’è indispensabile allora?” le sorrise, sghembo.
“Tu.” Sussurrò sulle sue labbra, prima di sentire sulle proprie il loro solito sapore intriso al fumo.
 
Erano passate un paio di ore, Lyn se ne stava seduta a gambe incrociate e James con la testa poggiata sulla gonna della divisa scolastica, aveva appena finito un’altra sigaretta.
“Non ci credo!” rise, sfidandolo.
“Perché no?” ribatté lui.
“Non sei capace di sbucciare una mela, adesso vorresti farmi credere che hai preparato tutti questi tramezzini?” alzò un sopracciglio, addentando l’ultimo pezzo del suo panino.
“Ok, forse Chris mi ha dato un piccolo, piccolo, piccolo aiuto.” Confessò, sorridendo innocente.
“Ma piccolo, vero?” continuò a prenderlo in giro, accarezzandogli i capelli.
“Li riconosci: quelli buoni sono i miei. Gli altri li ha fatti mio fratello.” Annuì lui, indicando un paio di panini che erano rimasti.
“Non c’era bisogno di dirlo.” Commentò ironica lei.
Si scostò i capelli, ridendo ancora divertita e lui rimase a guardarla con il naso all’insù.
Lyn se ne accorse, quando tornò a guardarlo e sorrise, alzando un sopracciglio “Che c’è?”
Alzò le spalle “C’è che sei bellissima.”
Hayley sorrise, mentre James si alzava sui gomiti e piegò di poco il capo per baciarlo.
Gli prese il viso tra le mani, tenendolo all’altezza del suo per continuare quel bacio.
“Lyn. Il. Collo!” Si lamentò tra un bacio e l’altro.
Lei rise, baciandolo un’ultima volta. Gli morse appena il labbro inferiore, allontanandosi.
Si alzò a sedere dandole le spalle, muovendo la testa a destra e sinistra.
“Che uomo forte…” lo prese in giro.
Lui si voltò con il capo, facendole la linguaccia.
“…E orgoglioso.” Aggiunse, facendogli di rimando una boccaccia.
Si finse offeso, alzando le spalle e tornò a guardare davanti a sé.
Lyn rise, cingendogli il collo da dietro e fece per baciargli la guancia, ma lui si allontanò.
Le fece di nuovo la linguaccia, scuotendo la testa.
“Ti sei offeso?” gli chiese, alterando la voce come se stesse parlando con un bambino.
Lui annuì, imbronciando le labbra carnose.
Hayley rise, avvicinandosi a lui fino a poggiarsi con il seno alla sua schiena e gli cinse la vita con le gambe. Posò la guancia sulla sua spalla, unendo i nei su quella di James per un disegno immaginario con il dito.
Si voltò verso di lei, piantando quegli occhi azzurri nei suoi.
Lyn lasciò che il dito scorresse lungo la guancia, mentre si voltava e si ritrovò sul suo naso.
Come se fossero davvero tornati due bambini, quella mattina, puntò il dito sulla punta del naso di James e lo fece roteare, muovendo la cartilagine. James aggrottò le sopracciglia, in un’espressione buffa e la lasciò fare, guardandola ridere.
Era così bella quando faceva la bambina.
Quando rideva sonoramente, come una bambina.
Quando gli faceva le boccacce, come una bambina.
Quando gli si avvicinava per chiedergli un semplice bacio, come una bambina.
Quando era lei a rubargliene uno,a stampo, casto, come una bambina.
Lei era una bambina.
Imprigionata in un corpo perfetto da adolescente.
A volte, come Chris, si era ritrovato a pensare, che quella doveva essere stata la sua rovina.
Sua, nel senso di James. Se Hayley non fosse stata così maledettamente bella, forse avrebbe provato comunque qualcosa per lei, ma non quel bisogno morboso.
Sua, anche nel senso di Hayley, quindi. Forse meritava di meglio di quello che lui le stava offrendo.
Continuava a guardare quegli occhi grandi e scuri, impenetrabili. Un limbo, nel quale era caduto e nel quale vagava da molto tempo.
Hayley scese con la punta dell’indice fino a sfiorargli le labbra.
Ne delimitò il contorno come se non le avesse mai conosciute, sentendo la leggera barba intorno che non aveva avuto voglia di tagliare quella mattina.
Tutto sotto gli occhi attenti di James, che continuavano a guardarla e studiare ogni centimetro di quel viso bellissimo. Come ogni volta.
Vide le labbra delicate incresparsi in un sorrisetto “Sei ancora offeso?”
Tornò a guardare i suoi occhi e si accorse che lo stava guardando.
Si limitò ad annuire, alzando le spalle.
“Non mi dai neanche un bacino?” piegò il labbro inferiore, sbattendo le ciglia lunghe per un perfetto sguardo da Bambi.
James rise e si alzò di scatto, prima che lei avesse il tempo di fermarlo con le braccia o le gambe.
“Prima dovrai prendermi!” le disse, prima di voltarsi e cominciare a correre.
Lyn rise, alzandosi e lo rincorse “L’hai voluto tu!”
Scese di corsa le gradinate, con la ragazza al seguito e prese a correre verso il parco.
Si voltò, guardandola dietro di lui, mentre cercava di mandare indietro i capelli castani che le ricadevano scomposti sul volto.
Rise, tornando a guardare avanti e deviò verso l’interno del parco, superando gli alberi del viale principale fino ad un prato enorme.
“James!” lo chiamò, seguendolo “Ma dove stai andando?”
Stava per fermarsi, ma una buca nella terra lo precedette, facendolo scivolare rovinosamente sull’erba.
Si ritrovò quindi con il sedere per terra “Merda, i pantaloni…” imprecò tra i denti.
Arrivò alle sue orecchie la risata di Hayley, che lo raggiunse tenendosi la pancia “Oddio, è stato fantastico!”
La guardò, scuotendo la testa divertito e si lasciò sfuggire una risata.
Hayley gli fu accanto, continuando a sorridere divertita e James alzò lo sguardo, restando per terra, con le mani dietro la schiena per sorreggersi “L’ho fatto apposta!” provò a difendersi.
Lyn si mordicchiò il labbro, fallendo nel tentativo di trattenersi dal ridere “Ah sì?”
Annuì, coprendosi gli occhi dal sole con una mano per poterla guardare “Perché sei bellissima quando ridi.”
Hayley alzò un sopracciglio, scostandosi i capelli “Touché.”
Scavalcò con una gamba quelle di James e gli si mise davanti, con le Converse all’altezza dei suoi fianchi.
Lui alzò lo sguardo, incontrando quello di Lyn, che ammiccò e si abbassò lentamente, fino a sedersi sulle sue gambe mentre lui seguiva ogni suo gesto.
“Mhm molto sexy…” commentò, sorridendo sghembo.
Hayley rise, dandogli una spinta alla spalla per gioco.
James piegò le ginocchia, alle quali si appoggiò con la schiena Lyn, continuando a stare seduta sulle sue gambe “Comunque ti ho preso.” Gli fece notare.
“In teoria.” Puntualizzò lui “In pratica non è stato merito tuo se mi sono fermato.”
Lyn sbuffò, scostandosi i capelli “No, in pratica è il mio compleanno.”
“E allora?” rise, continuando ad arrotolare una ciocca dei suoi capelli all’indice.
“E allora…” rise Hayley, posando le mani sulle sue spalle per spingerlo fino a farlo sdraiare e ritrovarsi sopra di lui “La festeggiata ha sempre ragione!”
“Ma davvero?” alzò un sopracciglio, senza dispiacersi troppo di come si erano ritrovati “Quindi mi hai preso?”
Lyn annuì “Esattamente.”
“Beh, in questo caso…” posò una mano sulla sua nuca, accarezzandola e l’avvicinò delicatamente a sé, fino a sfiorarle le labbra con le sue. Hayley si appoggiò sull’erba con i gomiti, arrivando ad accarezzare con le dita i capelli scuri del ragazzo. Le mani di James, invece, si spostavano lungo la vita sottile della ragazza, accarezzandola e invitandola, allo stesso tempo, ad avvicinarsi di più a lui. I capelli lunghi di Lyn cominciarono a scenderle dalle spalle e qualche ciocca sfiorava le guance di James, prima che prontamente fossero rimandati al loro posto dal ragazzo stesso, accarezzandole guancia e collo.
Nessuno dei due avrebbe mai interrotto uno dei loro baci.
Ma, è risaputo, gli umani hanno bisogno di ossigeno…
Hayley si allontanò, poggiando la fronte sulla sua, recuperando il respiro che si mischiava al suo.
James posò una mano sulla sua guancia, lasciando che ci posasse il viso e l’avvicinò di nuovo a sé, baciandole la pelle delicata del collo intrisa del suo profumo dolce.
“Andiamo a casa.” Sussurrò, continuando la sua strada verso il colletto della camicia.
“Ma è presto!” Aggrottò le sopracciglia, senza alcuna voglia di tornare a casa “Non mi va di tornare a casa.”
“Lyn, ti prego.” Si allontanò, scostandole una ciocca di capelli da davanti gli occhi “Andiamo a casa e facciamo l’amore.”
Hayley sorrise, mordicchiandosi il labbro.
Le piaceva quando le diceva così e James lo sapeva. Le piaceva perché, con chiunque altra fosse andato a letto – e Hayley non gli chiedeva mai con chi, con quante e quando – era sempre stato solo sesso.
Con lei era diverso.
 
Tornarono tenendosi per mano fino alle piste, dove infilarono in fretta e furia gli avanzi e la coperta nello zaino, lasciandosi distrarre da qualche bacio mentre cercavano di far entrare il telo.
“Al diavolo!” sbuffò James, spingendo lo zaino che li divideva con il piede.
Prese il viso di Hayley tra le mani e lo portò al suo, baciandola per l’ennesima volta prima di alzarsi e portare in mano il telo, lo zaino in spalla.
 
Hayley aprì la porta ed entrò.
James non le diede il tempo di posare le chiavi, che la prese in braccio.
“Qualcuno è impaziente?” rise lei, cingendogli il collo mentre salivano le scale.
Lui rise, lasciandole un bacio dolce sulla guancia ed entrò nella sua stanza.
Si abbassò, posandola sul letto e la baciò, poggiando le mani sul copriletto blu.
Hayley si mise in ginocchio, accarezzandogli le guance per tenergli il viso premuto al suo e indietreggiò di qualche passo.
Lui la seguì, inginocchiandosi e la strinse a sé, circondandogli la vita con le braccia, sfilando distrattamente le scarpe con i piedi.
Le accarezzò tutta la lunghezza dei fianchi, fino alle gambe e gliele fece distendere, mettendosi seduta.
Fece saltare il bottone della gonna dall’asola con fare esperto e tornò a baciarla, finché non si ritrovò con la schiena sul materasso e il corpo di James a sovrastarla.
Gli sorrise, quando si allontanò per guardarla.
Lo faceva spesso, ogni volta che facevano l’amore e lei non capiva il perché.
Il motivo, erano i capelli castani che lui stesso aveva scompigliato e che ora ricadevano tutto intorno al suo viso, erano le guance arrossate proprio come le labbra, erano le sue mani che lo accarezzavano, erano i  suoi occhi scuri che assumevano quella luce particolare.
Tutto questo, faceva capire a James quanto lo desiderasse.
Gli stava chiedendo di essere sua e lui non poteva voler nient’altro che questo.
Tornò a baciarla, stavolta lungo il collo, respirando il suo profumo fino a sentirne i polmoni pieni.
Hayley trovò la zip dei pantaloni scuri da uniforme che sembravano da sfigati su chiunque, tranne che su di lui e li aprì, facendoli scivolare lungo le gambe del ragazzo, aiutandosi con i piedi.
Le mani erano tornate tra i capelli neri, ormai totalmente disordinati quando lui aveva iniziato a sbottonarle la camicia bianca.
Lei poi fece lo stesso con quella di James e gli accarezzò il petto con le mani e le labbra, restituendogli i baci e le carezze che lui le aveva appena donato.
Quando Hayley fu ‘in tutta la sua bellezza’ davanti agli occhi di James, questo si rimise sulle ginocchia e sfilò la camicia, già sbottonata, per le maniche in fretta.
Ancora, come ogni volta, rimase a guardarla.
Sapeva quanto odiasse essere fissata, ma non poteva farne a meno.
Da capo a piedi, più la guardava, quella ragazza sembrava perfetta.
E tutta quella perfezione, era solo per lui.
Hayley, con la sua bellezza, appartenevano a lui.
Lyn apparteneva a lui.
E poco dopo, fece suo ciò che più desiderava e di cui aveva più bisogno.
 
Lyn riusciva a percepire tutto questo, perciò amava la sensazione che i suoi baci e la sua presa gli infondevano.
La stringeva a sé come se non volesse mai più lasciarla andare, perché aveva bisogno di lei.
L’accarezzava come se al mondo non ci fosse niente di tanto prezioso quanto delicato.
La baciava con passione, ma lei sapeva leggere qualcosa di più profondo in quei baci.
In quei momenti, sentiva che lui la desiderava come nessun’altra.
In quei momenti, zittiva tutte le voci dei suoi amici che le dicevano che stava sbagliando, che il loro rapporto era sbagliato, che lui era sbagliato. Loro non capivano, non potevano.
In quei momenti, lei si abbandonava completamente a lui. Gli donava tutto il suo amore.
In quei momenti, lei si sentiva amata da James.
E prima o poi, dopo uno di quei lunghi baci, lui l’avrebbe guardata negli occhi e avrebbe detto di amarla.
Ne era sicura.
 
James l’avrebbe baciata ogni secondo della sua vita, senza mai lasciarla andare dalla presa salda delle sue braccia.
In quei momenti, Hayley diventava tutto ciò di cui aveva bisogno e non avrebbe mai potuto lasciarla andare.
In quei momenti, riusciva a sentirla davvero. La sua pelle bruciava, ma non era semplice passione.
In quei momenti, lei lo amava come nessun’altra e gli affidava anche l’anima.
In quei momenti, lei era completamente e unicamente sua.
Per tutte queste sensazioni, amava fare l’amore con lei.
 
“Sicura che tua sorella non tornerà da un momento all’altro?” James guardò la porta, alzando il viso oltre i capelli di Hayley.
“Tranquillo, ha il turno di mattina.” Rise, rassicurandolo per la terza volta.
Gli accarezzò la guancia, alzando il volto per baciarlo, sfiorandogli dolcemente le labbra.
Le sorrise, baciandole la fronte.
“Canti?” gli chiese, disegnando con il polpastrello delle linee immaginarie sul suo petto.
“Di nuovo?” rise James, passandosi una mano tra i capelli.
“Ti prego!” si alzò di nuovo sui gomiti, sostituendo la sua mano tra i capelli corvini “Fallo per me…”
“Mi arrendo.” Sospirò, baciandola.
Lei gli sorrise trionfante, tornando a posare la testa sulla sua spalla.
Chiuse gli occhi e lo ascoltò cantare il ritornello di Wonderwall degli Oasis, mentre le accarezzava i capelli e le spalle.
“Decisamente il miglior compleanno della mia vita.” Commentò Lyn, stringendosi al petto nudo di James, quando terminò di cantare.
Rise, in un sussurro e continuò ad accarezzarla.
Rimasero per un po’ in silenzio, finché lui non si ricordò “Merda, mi stavo dimenticando il tuo regalo!”
Lyn alzò il viso, lasciandolo alzare “Credevo fosse il pic-nic.”
“Beh, in teoria è stato il tatuaggio, mesi fa.” precisò, cercando nella tasca dello zaino “Però sono così fottutamente romantico da averti fatto un altro regalo.”
“Aww…” rise, alzandosi a sedere portando il lenzuolo per coprirsi.
“Auguri piccola.” La baciò, porgendole il pacchetto.
Hayley scartò impaziente e prese in mano una catenina dorata, con un ciondolo a forma di gabbia chiusa.
“Visto che sei fissata con queste gabbie.” Commentò, indicando con il capo il nuovo tatuaggio sul fianco.
“Mi piace da morire!” esclamò entusiasta, saltandogli al collo “Grazie.” Lo baciò di nuovo.
Aprì il palmo della mano, da cui James prese la collanina e si sedette di spalle davanti a lui, prendendo i capelli per spostarli su una spalla. Gliela allacciò, accarezzandole le spalle e le lasciò una scia di baci sulla nuca.
Lyn guardò il suo regalo abbassando il capo, prendendo il ciondolo tra le dita e si voltò, sorridendo di nuovo raggiante per fargli capire che le piaceva davvero.
E non era tanto per la collana, quanto per il pensiero in sé.
James tornò a sdraiarsi e lei lo seguì, posando la testa sulla sua spalla.
“A proposito del tatuaggio…” cominciò, accarezzandole con il dito il fianco sotto le coperte – stando attento a non farle il solletico in quel punto – “Si può sapere perché non l’hai detto a nessuno?”
“E’ stata una cosa improvvisa.” Si limitò a rispondere, guardando le sue dita intrecciate a quelle di James, sul suo petto.
“Chris ci è rimasto malissimo quando ha saputo che non ti sei fatta accompagnare da lui.” Rise, ricordando la scenata del fratello “Anche se in realtà non capisco neanche io perché ci sei andata da sola.”
Lyn sospirò, mordicchiandosi il labbro “Non ero sola.”
La guardò, aggrottando le sopracciglia.
Anche se non lo stava guardando, sapeva che i suoi occhi erano su di lei…
“Sono andata insieme ad Harry.” Confessò, stringendogli la mano.
James serrò la mascella, stringendo inconsciamente la presa sulla sua vita, verso di sé.
Dopo alcuni interminabili minuti di silenzio, Hayley si voltò, reggendosi con i gomiti per poterlo guardare.
Lui non la stava guardando, aveva semplicemente il volto contratto in un’espressione seria e fissava la parete di fronte.
Gli si avvicinò, titubante, baciandogli leggera la guancia.
Quando lui non si mosse, continuò, lasciandogli dei baci dolci per tutta la lunghezza della mascella “Sei arrabbiato?” posò la fronte sulla sua tempia.
James odiava quella situazione.
Sì, era furioso. Ma non con lei, perché non sarebbe mai stato in grado di essere arrabbiato con lei. Ma con quello stronzo che era arrivato da un paio di settimane e aveva provato a portargliela via dal primo istante.
No, non poteva essere arrabbiato. Che diritto aveva di costringerla a non vedere più nessun essere maschile sulla faccia della terra? Nessuno.
Ma era quello che avrebbe voluto.
Scosse la testa, cercando di sorridere convincente e la baciò.
Non abbastanza perché Lyn ci credesse, però.
Gli prese delicatamente il viso tra le mani e l’avvicinò a sé per baciarlo di nuovo. Lui non si sottrasse e lei approfondì quel bacio. Scostò le coperte e si sedette sulle sue gambe, avvicinandosi a lui con tutto il corpo.
Entrambi, si leggevano dentro con troppa facilità.
Lei sapeva quanto fosse geloso James e in quel momento sapeva anche qual’era l’unico modo per convincerlo davvero che lei voleva solo lui e che solo lui poteva averla.
Lui aveva capito cosa gli stava chiedendo Hayley e non si tirò indietro.
 
Non si sarebbe tirato indietro, se qualcuno non avesse suonato alla porta.
“Merda…” sussurrò tra i denti.
“Ma chi…” Hayley afferrò una maglietta e i pantaloni della tuta che indossava a casa, alzandosi “Torno subito.”
Lasciò la stanza e scese le scale.
James sentì i suoi passi arrivare alla porta e la voce del postino quando aprì.
“Non ci credo…” pensò ad alta voce, passandosi una mano tra i capelli “Interrotti dal postino!”
Rise appena, prima che il cellulare di Lyn squillasse dalla tasca della giacca per terra.
Si allungò sul materasso, fino a prendere i vestiti di Hayley sul tappeto, afferrando il BlackBerry e aprì il nuovo messaggio.
 
‘Auguri simpaticona! Ci vediamo stasera alla festa. ;D’ – Riccio
Lo stronzo veniva alla festa?
Perché lui non ne era a conoscenza?
Rimise il cellulare dove l’aveva trovato e si alzò.
“Scusa, era…” tornò Hayley, ma si bloccò appena lo vide rivestirsi “Dove vai?”
“Non mi ero accorto che fosse così tardi.” Rispose, atono.
Era talmente nervoso che non riusciva neanche ad infilare i bottoni della camicia.
Lo raggiunse, allontanandogli le mani per sostituirle alle sue e, in silenzio, gli richiuse la camicia con lo sguardo sempre basso.
“Hei.” Le sussurrò, accarezzandole la guancia.
Posò la mano sotto il suo mento, alzandole il viso.
La linea tra le due sopracciglia gli confermò che Lyn era triste.
“Ci vediamo stasera, no?” Le sorrise.
Lei annuì, continuando a tenere il broncio “Con chi vieni?”
Sarei venuto con te, se… Interruppe i suoi pensieri.
“Non lo so, ancora.” Deviò il suo sguardo, nervoso.
“Vieni con me.” Propose, in un sussurro, poggiando la fronte sulla sua camicia.
“Lyn…” provò a dire, accarezzandole il braccio.
“Sì, lo so.” Alzò gli occhi al cielo, alzando le spalle e si allontanò.
Sono sicuro che ci sarà qualcuno disposto a tenerti compagnia.” Commentò, schiarendosi la voce.
Annuì di nuovo, rassegnata e gli prese la mano, accompagnandolo fino alla porta.
“Ci vediamo stasera.” Le sorrise, baciandola.
“Non vedo l’ora.” Sorrise anche lei, aprendo la porta.
“Sarà una serata memorabile.” Ammiccò, salutandola con un altro bacio prima di lasciare casa sua.
 
Oh tranquilla, non ti dimenticherai mai di questa sera… Pensò.

Ehilà!?!

Sono stata un fulmine, eh?
In realtà era per farmi perdonare il ritardo nell'aggiornare questa settimana
e anche per fare la ruffiana, così mi concederete un paio di giorni in più per scrivere il capitolo nuovo.
Che parlerà...
Ovvio, del PARTY di Hayley.

Non ho ancora finito di scriverlo, ma vi assicuro che non sarà una serata tranquilla.
Anzi, per niente!
Ma non voglio rovinarvi la sorpresa.

Prevedo di aggiornare per mercoledì.
Se non lo faccio,  venitemi a cercare! ;D

Ce la facciamo ad arrivare a 4 recensioni entro mercoledì?
Confido in voi...

 
 
James.
Bene, abbiamo capito che a Hayley piacciono i brutti, eh? xD

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Capitolo 8
*** Tutti - Hello Brooklyn ***


8 ~ Tutti (*)

 
Stavolta non c’è una canzone, troverete i link durante il capitolo, per rendere più reale ciò che leggete!
Perciò alzate il volume, immergetevi nella storia e… divertitevi alla festa!

 
(http://www.youtube.com/watch?v=vxZioMCVmhU) ‘Hello Brooklyn’ degli All Time Low riecheggiava per le piste al massimo volume quando i cinque ragazzi fecero la loro entrata.
Come sempre, non passarono inosservati, ma stavolta non era per la loro fama.
Le ragazze che li stavano guardando non sembravano averli riconosciuti, o erano troppo ubriache per farlo. Li guardavano semplicemente perché, soprattutto quella sera, erano davvero irresistibili.
Chiunque sarebbe rimasta a fissarli mentre raggiungevano la folla.
Harry e Louis stavano davanti, ridendo per qualche battuta delle loro.
Il primo, indossava una camicia di jeans aperta e la maglietta con la scritta ‘Hipsta Please’ sotto, un paio di pantaloni attillati e le solite Converse bianche.
Louis, invece, aveva lasciato le strisce nel suo armadio per quella sera e indossava anche lui una camicia azzurrina con un paio di pantaloni scuri.
Dietro, Zayn aveva una maglia dei Guns ‘nd Roses e il giacchetto di jeans aperto sopra, un paio di jeans chiari e le Blazer rosse. Contribuivano a renderlo un Bradford Bad Boy, quella sera, la sigaretta tra l’indice e il medio della mano destra e l’altra a sistemarsi il ciuffo alzato.
Niall indossava una t-shirt bianca, con una felpa della Jack Wills aperta davanti, i pantaloni con il cavallo basso e le Nike bianche.
Infine Liam con una camicia a quadri rossa aperta fino al terzo bottone, un paio di jeans scuri e le Converse alte dello stesso colore della camicia.
“Allora, dov’è questo angelo?” chiese Louis, sorridendo sornione, quando si fermarono.
Harry alzò un sopracciglio “Angelo?”
“Parole tue!” alzò le mani Liam, dicendosi innocente.
“Ma quando…” provò a ribattere il riccio, senza che gliene dessero il tempo.
“Sì, sì. C’ero anch’io!” confermò Niall.
“Io te l’ho detto mille volte che parlare nel sonno è un brutto vizio…” rise Zayn.
“Hayley…” Louis cercò di imitare, da bravo attore qual’era, un tono di voce innamorato “Angelo…”
Gli altri lo seguirono, ridendo.
“Sì, beh… non me lo ricordo.” Tagliò corto Harry, scostandosi i capelli con la mano.
Si mise a guardare tra la folla che ballava sotto i gradoni di cemento. Cercò tra il gruppo intorno al falò e tra alcune ragazze in cima alle rampe, dove sfrecciavano alcuni ragazzi.
 

If I Had You – Adam Lambert (http://www.youtube.com/watch?v=V0MLV_iWKPI)

 
“Ma guarda un po’ chi si vede!” lo distrasse la sua voce.
Si voltò, guardando Hayley arrivare dalla direzione dell’uscita.
Le sorrise, beandosi della vista, mentre lo raggiungeva in un abito rosso dal bustino stretto senza spalline e la gonna a balze che le arrivava a metà cosce.
Semplice, bellissima e terribilmente sensuale con le spalle coperte da un giacchetto di pelle nera corto e le gambe magre avvolte dalle calze con i ricami dello stesso colore.
Quando gli fu davanti, notò che aveva anche arricciato i capelli e non aveva avuto bisogno di andare oltre l’eye-liner, il mascara e il rossetto per essere perfetta.
Scostò la frangia riccioluta con la mano, sorridendogli.
“Auguri!” l’avvicinò prendendola per i fianchi, delicatamente, e la baciò sulle guancie “Se posso permettermi…” si allontanò di un passo, imitando un inchino con il capo “Sei bellissima stasera.”
“Grazie.” Rise lei, prendendo l’orlo della gonna per imitare anche lei un inchino.
Zayn si schiarì la gola, pestando la cicca della sigaretta con il piede e attirò la loro attenzione.
“Lyn, loro sono i miei amici.” Glieli presentò, partendo dal primo “Niall.”
“Hei, auguri!” le sorrise, porgendole la mano.
“Zayn.” Continuò Harry.
“Auguri.” Ammiccò, stringendole la mano.
“Liam.” Riprese il giro Harry.
“Auguri.” Le sorrise, porgendole la mano “Grazie per averci invitati.”
“E Louis.” Conclusero le presentazioni.
Quello gli allungò la mano, ma lei rimase paralizzata, quando la sua mente rielaborò la situazione.
 
Louis…
“Louis è il ragazzo che ho conosciuto sabato sera.” Spiegò Sum.
 
Liam…
“Alto, bel fisico e con i capelli a spazzola… Era carino?”
“Oh sì.” Ammiccò Hope, tornando a seguire la spiegazione.
 
Niall…
“Niall è qui.” Singhiozzò Summer.
 
 “Oh cazzo!” Hayley si portò una mano alla fronte, scostandosi i capelli.
I ragazzi la guardarono confusi.
Si avvicinò a Louis, stringendogli la mano e si scusò “Per caso, qualche sera fa hai conosciuto una ragazza che si chiama Summer?”
Al sentire il suo nome, Niall puntò i suoi occhi azzurri su Lyn, attento, e su Louis che annuiva.
“La conosci?” le chiese.
“E’ una delle mie migliori amiche.” Rispose Hayley, incenerendolo con lo sguardo.
Non gli servì chiedersi se fosse a conoscenza di tutta la storia del loro appuntamento mancato. Quello sguardo gli bastò per capire che lei sapesse esattamente chi fosse.
Deglutì rumorosamente, quando, ad aggravare la situazione, si ricordò di aver rivelato a Summer che loro fossero i One Direction.
Harry mi ucciderà...
 
“Tu invece!” Lyn si voltò verso Liam “Mi aiuteresti a portare queste buste fino ai tavoli laggiù?”
…dove aspetta una bella bionda. Concluse la frase nella sua testa.
“Ehm… d’accordo.” Non si mostrò scettico e accettò con un sorriso.
Harry corrugò le sopracciglia, guardando prima Liam che si avvicinava prendendo una delle due buste a terra e Lyn, che gli sorrideva cordiale per ringraziarlo.
Perché l’ha chiesto a lui?
“Ti do una mano io con questa!” il riccio si affrettò a prendere la seconda busta, sorridendole entusiasta.
“D’accordo, seguitemi!” disse, precedendoli “Anzi, venite tutti!”
Rivolse uno sguardo a Niall, che nessun altro notò ma che il destinatario interpretò subito ‘Vieni anche tu, che devo tenerti d’occhio!
 
Raggiunsero la parte opposta delle piste rispetto all’entrata e si diressero verso due tavoli straboccanti di bottiglie di birra, bicchieri usati, tovaglioli, tranci di pizza e ciotole di patatine o pop-corn.
“Guarda, le bibite dalle alla ragazza laggiù.” Istruì Liam, indicandogli l’ultimo tavolo.
Lui, seguendo la direzione indicata, riconobbe subito Hope.
Guardò interrogativo Lyn che, ammiccando, gli fece intendere di sapere che i due si conoscessero.
Le sorrise, per ringraziarla e si congedò con un veloce “Ci si vede!”
Harry si schiarì la voce, per ottenere di nuovo l’attenzione della mora “Questa roba?” alzò il braccio con la busta.
“Oh, vieni!” gli prese il polso libero e lo portò davanti alle ciotole di patatine, dove lui l’aiutò a svuotare il contenuto delle buste.
“Sei appena arrivato e già ti ho messo a lavoro…” Disse Lyn, buttando nella busta il cartone vuoto di pizza per poi gettarlo sotto il tavolo.
Lui rise, poggiandosi di schiena ai tavoli, davanti a lei “Già.”
Lyn lo guardò divertita, mentre si avvicinava per provarci spudoratamente con lei.
“Come minimo, stasera mi devi un ballo.” Ammiccò.
“Lyn!” la chiamò Summer, prima che potesse rispondere, raggiungendola “Ti stavo cercando…”
Lasciò la frase a metà, quando notò che era con Harry.
Sentì qualcuno schiarirsi la gola dietro di lei e guardò Lyn per capire se doveva girarsi o meno.
Hayley si grattò il mento, inarcando le sopracciglia e Summer capì che sì, doveva voltarsi.
“Oh oh.” Riuscì a dire, quando davanti a lei si ritrovò Louis e Niall.
“Niall, vieni!” Un terzo ragazzo affianco a loro, arpionò il braccio del biondo “Guarda quello che fa con lo skate!”
Fuori uno. Pensò, quando lo stesso terzo ragazzo lo trascinò via.
Solo che Summer non era sicura che se ne fosse andato il ragazzo giusto.
“Hei!” le sorrise Louis, avvicinandosi di un passo.
“Hei!” ricambiò il sorriso, più timida.
“Che ne dici se… facciamo un giro?” propose.
Sum annuì, accettando il braccio che le porgeva con un sorriso e si allontanarono a braccetto.
“Bene, ora mi sono giocata entrambe le mie migliori amiche.” Commentò Lyn, prendendo una patatina “Grazie mille, riccio!”
“Sarebbe colpa mia?” rise Harry.
Lei annuì, aprendo una bottiglia di birra, che gli porse, prima di prenderne una per sé “Sì, colpa tua che hai portato i tuoi amichetti ruba migliori amiche!”
Harry scosse la testa, ridendo divertito e accettò “Primo, me l’hai detto tu di portarli.” Constatò “Secondo, non sei sola: ci sono io.”
“Sai cosa dice sempre mia sorella?” gli chiese, poggiandosi al tavolo affianco a lui.
Lui scosse la testa, guardandola bere un sorso della sua birra.
“Meglio soli che mal accompagnati!” gli fece la linguaccia.
Harry rise, scostandosi i capelli “Che fine ha fatto Chris?”
Lyn indicò le rampe “L’ultima volta che l’ho visto è andato da quella parte.”
“E… James?” le chiese, cauto.
Hayley alzò le spalle, bevendo ancora “Non si è ancora fatto vedere.”
Annuì, nascondendo un sorriso sulla bottiglia, bevendo “Facciamo un giro?”
 

Love Drunk – Boys Like Girls (http://www.youtube.com/watch?v=buDzp8GfHzQ)

 
 
Liam prese un respiro profondo e si sistemò la camicia, continuando ad avvicinarsi ad Hope.
Era davanti a lui, di spalle e stava bevendo mentre parlava con un ragazzo.
Indossava un tubino blu con le maniche lunghe che le accarezzava il corpo magro e lasciava scoperte le gambe da metà cosce in poi, slanciate dai tacchi dello stesso colore. Davanti, anche se il ragazzo ancora non l’aveva vista, aveva una scollatura quadrata, e al collo sbrilluccicava un ciondolo argentato con l’iniziale del suo nome.
Si schiarì la gola, quando le fu dietro e lei si voltò, pensando che fosse la sua migliore amica.
“Final-… Ciao!” sorrise, sorpresa.
“Final-ciao anche a te!” le sorrise di rimando.
“Ok, io vado…” alzò le mani il ragazzo con cui stava parlando Hope, salutandoli con un cenno della mano in cui teneva un trancio di pizza “Final-bye!”
I due risero e Hope si scostò i capelli, scuotendo la testa “Era mio fratello.”
Liam annuì, tornando a guardarla “A proposito…” alzò il braccio, mostrandogli la busta con le bibite.
“Oh, scusa!” gliela prese, poggiandola sul tavolo “Hayley che fine ha fatto?” gli chiese mentre posava le bottiglie affianco a quelle mezze vuote.
“Mi ha incastrato.” Alzò le spalle, aiutandola.
“A proposito, che ci fai qui?” lo guardò, mordicchiandosi il labbro.
“Ti dispiace?” ammiccò, meritandosi una spinta sulla spalla “Hayley ha invitato Harry, che ha invitato noi.”
“Oh, il tuo amico di qui era Harry?” ricapitolò.
“Già.” Annuì, poggiandosi al tavolo con la schiena “Per fortuna.”
“Perché?” alzò un sopracciglio, davanti a lui.
“Perché se non fosse stato per lui non ti avrei mai visto con questo vestito.” Le si avvicinò.
“Ti piace?” si mordicchiò il labbro, civettando e fece una piroetta.
“Sei bellissima.” Annuì, sorridendole.
“Sì, beh… neanche tu sei male!” ammiccò, sistemandogli il colletto della camicia.
Liam la fissava, mentre le sue mani risvoltavano il colletto e si posarono sulle sue spalle ampie.
Quando ebbe finito, anche Hope lo guardò e lui posò le mani sui suoi fianchi.
Si sorrisero, prima che Liam le si avvicinasse.
Hope socchiuse gli occhi e fece lo stesso, avvicinando le mani fino a cingergli il collo.
“Liam! Li-” lo chiamarono Niall e Zayn, bloccandosi quando lo videro con una ragazza.
“Oh… ehm…” balbettò l’irlandese.
Liam alzò un sopracciglio, guardandoli spazientito “Sì?”
“No, fa niente…” tagliò corto Zayn, agitando la mano “Te lo dico dopo!”
Si voltarono, ridendo divertiti e imbarazzati e li lasciarono di nuovo soli.
“Quindi…” disse imbarazzato Liam.
Hope si allontanò e le lasciò i fianchi e si sforzò di trovare qualcosa da dirgli “Ho consegnato il compito di arte.”
“Davvero?” le sorrise “E come è andata?”
Lei alzò le mani, contando nove con le dita, in risposta.
Liam si passò una mano tra i capelli corti “Sono troppo bello…”
Hope rise, scuotendo la testa e si allontanò di qualche passo, facendo la timida, con le spalle dietro la schiena “Allora, Mr. Universo, hai intenzione di invitarmi a ballare o dovrò aspettare tutta la sera?”
Lui sorrise, alzandosi e la raggiunse, cingendole le spalle per raggiungere la pista da ballo.
 

Make Me Wanna Die – The Pretty Reckless (http://www.youtube.com/watch?v=txBfhpm1jI0)

 
Louis le indicò il primo dei gradoni di cemento, poco distante dalla folla che ballava.
Non c’era nessuno e sembrava un buon posto per poter parlare.
Si sedettero lì, rimanendo entrambi in silenzio.
Summer teneva le mani sulle gambe, lisciandosi pieghe immaginarie sulla gonna a motivi floreali.
Si voltò verso Louis, che invece fissava ancora davanti a lui e tamburellava con le dita sui jeans, mordicchiandosi l’interno delle guance.
Quando si accorse del suo sguardo, si voltò verso di lei e le sorrise.
Sum arrossì leggermente, mordicchiandosi il labbro e sentendo il sapore del lucidalabbra rosato. Sorrise timidamente, tornando a guardare da un’altra parte e stavolta prese a torturare le maniche del copri-spalle cipria, come il corpetto dell’abito.
“Mi dispiace di non averti cercato.” Confessò, rompendo il silenzio.
Si voltò verso di lui, guardandolo mentre era intento a fissare senza interesse la folla che ballava.
Annuì, alzando le spalle “E a me dispiace di essermene andata in quel modo.”
“Ti ho pensato spesso in questi giorni.” Si voltò di nuovo verso di lei, sorridendole dolce.
Lei non poté far altro che imitarlo, abbassando lo sguardo e le mani sul cemento del gradone “Quella mattina…”
“Non importa.” La interruppe, posando la mano sulla sua “So che avevi le tue ragioni e non mi importa sapere quali sono adesso. Non voglio rovinare questa serata e sprecare l’occasione di passarla con te.”
Sum rimase con lo sguardo basso, ma lui riuscì a intravedere l’angolo della bocca alzarsi in un sorriso, avendo il viso sgombro dai capelli biondi legati in una treccia.
Rimase a guardarla qualche secondo, pensando per l’ennesima volta quella sera, quanto fosse bella con quel vestito.
Poi la sua attenzione fu catturata da qualcos’altro, che lo fece saltare leggermente, preso alla sprovvista.
Guardò subito le loro mani, non appena Sum prese ad accarezzargli il dorso della mano con il pollice.
“Anch’io ti ho pensato spesso.” Disse lei, mordicchiandosi il labbro e, titubante, alzò lo sguardo dalle sue gambe per guardare la sua reazione.
Louis la guardava, mentre le sue labbra si allargavano in un sorriso che gli attraversò il viso da guancia a guancia.
Lentamente, intrecciò le dita a quelle della ragazza, senza mai smettere di guardarsi negli occhi e sorridersi finché le loro mani non si strinsero.
Si alzò in piedi, mettendosi davanti a lei e chinò leggermente il capo “Mi concede questo ballo, signorina?”
Sum rise, annuendo “Con piacere, messere.”
L’aiutò ad alzarsi e, continuando a tenersi per mano, raggiunsero gli altri ragazzi intenti a ballare.
Scorse una chioma bionda ed un vestito blu, scambiandosi un occhiolino con Hope prima di lasciarla al suo accompagnatore e tornare dal proprio.
Louis, infatti, si era fermato ed era di fronte a lei.
Sembrava impacciato, perciò fu lei a prendere l’iniziativa e posò la mano libera sulla sua spalla destra, portando le loro mani ancora allacciate sul suo fianco sinistro.
Seguendo il ritmo, prese a ballare e Louis per un po’ si limitò solo ad imitarla.
Poi l’avvicinò a sé, delicatamente e fece un passo verso di lei, fino a sfiorarle la punta delle scarpe.
“Sum, devo confessarti una cosa.” Ammise, sorridendole.
Le scostò il solito ciuffo biondo, accarezzandole la guancia per mandarlo dietro l’orecchio e si guardarono di nuovo negli occhi, in attesa che continuasse.
Avvicinò il viso, fino a posare la fronte sulla sua, aiutato dai tacchi della bionda.
“Tu mi piaci.” Esordì, accarezzandole la stoffa del vestito sul fianco “Mi piaci molto.”
Sum sorrise, inconsciamente e rimase ad ascoltarlo.
“Anzi, credo di essermi preso una cotta pazzesca per te.” Confessò e risero entrambi “Diciamo… dopo aver passato con te i primi quindici minuti.”
Summer si mordicchiò il labbro, continuando a sorridere e tenere gli occhi puntati su quelli azzurri di Louis, che si avvicinavano sempre di più e gli annebbiavano la mente.
Quando la punta del naso di Louis sfiorò la sua, fu troppo tardi.
Bastò chiudere gli occhi e sentì le sue labbra sottili posarsi sulle proprie, dolci e gentili.
All’altezza dello stomaco, sentì liberarsi un plotone di farfalle, che iniziarono a svolazzarle nella pancia.
Le circondò la vita anche con l’altro braccio e l’attirò definitivamente a sé, mentre lei posava la mano sulla sua nuca, ad accarezzargli i capelli quando Louis si preoccupò di approfondire quel bacio e farle socchiudere le labbra.
Si sentiva bene, felice e in un altro mondo, all’interno delle braccia di Louis.
Fu comunque Sum la prima a scostarsi, posando una mano sulla sua spalla “Lou…”
Lo guardò, mordicchiandosi le labbra e lui le restituì lo sguardo, ancora incredulo.
“Io… Anch’io provo qualcosa per te.” Confessò e l’avrebbe baciata di nuovo, se non avesse ripreso a parlare “Però ho bisogno di tempo per pensarci.”
“Pensare a cosa?” le chiese, corrugando le sopracciglia.
“A me e te.” Abbassò lo sguardo, giocando con la tasca sul suo petto “A noi.”
Sorrisero entrambi, convenendo che noi suonasse fin troppo bene.
“E poi…” deglutì a fatica, continuando nella sua mente la frase.
…e poi a Niall.
Louis aspettò ancora un po’ che continuasse, ma quando vide che non l’avrebbe fatto, prese la parola.
“D’accordo.” Le sorrise.
“Grazie.” Tornò a guardarlo, sorridendogli.
“Solo, non sparire più.” Le chiese, prendendole di nuovo le mani “Una seconda volta non lo sopporterei.”
Sum sorrise, annuendo “Te lo prometto.”
“Bene.” Annuì, ammiccando e le si avvicinò per rubarle un ultimo bacio a stampo “Ora che ne sono sicuro, potrei andare a prendere qualcosa da bere e tu potresti aspettarmi lì.” Indicò con il capo il gradone su cui erano seduti poco prima.
“Si può fare.” Rise Lei, annuendo.
“Vado.” Disse Lou, lasciandole le mani e facendo per andarsene.
Summer lo imitò, ma lui la richiamò “Ah, Sum!”
“Sì?” fece appena in tempo a dire, voltandosi di nuovo verso di lui.
Con un passo Louis le fu di nuovo ad un palmo dal naso e, prendendole il viso tra le mani, annullò del tutto quella distanza e la baciò di nuovo come aveva fatto la prima volta.
 

Last Goodbye – Dead by April (http://www.youtube.com/watch?v=h5BuLoPLnPg)

 
Chris fermò lo skate, prendendolo al volo e lo mise sottobraccio “Io faccio una pausa.”
Scese dalla rampa facendo scivolare le Vans sulla superficie curva e si diresse verso il centro della festa per prendere qualcosa da bere.
Si passò una mano tra i capelli, leggermente sudati e controllò l’ora sul display del cellulare, constatando che era passata più di un’ora da quando era salito sullo skate.
Raggiunse i tavoli e controllò alcune bottiglie vuote, alla ricerca di una birra fresca.
La trovò, stappandola con la mano e si appoggiò al tavolo con la schiena, addentando un trancio di pizza.
Che fine avrà fatto Lyn?
Guardò tra i ragazzi intenti a ballare e seduti sugli spalti, ma non riuscì a distinguere la sua migliore amica.
Muovendo la testa, eseguì una panoramica di tutte le piste, per scorgere una faccia conosciuta.
Passò con lo sguardo sulla folla che ballava e i suoi occhi scorsero per un attimo una ragazza.
Continuò a controllare la zona, senza prestargli troppa attenzione, ma si ritrovò a tornare indietro e guardarla subito dopo, bevendo un sorso di birra.
Non sapeva chi fosse, doveva essere nuova.
Per forza, si disse, altrimenti come avrebbe fatto a non essersi mai accorto di lei?
Era bellissima, mentre ballava e i capelli castani ondeggiavano, assecondando i movimenti dei fianchi che erano avvolti da una gonna a stampe hipster. Muoveva la testa e le braccia e la maglia grigia a pipistrello le si alzava, senza lasciar scoprire la pancia, protetta dalla gonna a vita alta. C’era una scritta fucsia sulla maglia, ma da lì non riusciva a leggerla.
E, sinceramente, in quel momento non gli importava.
Erano poche le ragazze che attiravano la sua attenzione, in quel paese.
Sempre le stesse facce. Pensava.
Ma quella ragazza, era tutta un’altra storia…
La canzone che stava ballando terminò e lei si fermò, aspettando che iniziasse la successiva.
Si scostò con la mano i capelli, allontanandoli dal viso sottile e sorrise, probabilmente ad una sua amica affianco.
E in quel momento, si accorse che qualcuno la stava guardando.
Fu facile trovare Chris, perché non c’era molta gente tra i tavoli e la pista da ballo improvvisata.
Si guardarono e rimasero immobili entrambi, anche se la musica era ricominciata.
Adesso o mai più, Chris. Si disse.
Poggiò la bottiglia a metà sul tavolo e si alzò, continuando a guardarla.
Lei rimase immobile, finché la ragazza affianco le fece notare che la musica era ricominciata.
Allora prese a muoversi, ma non era più dentro la canzone come lo era stata fino a qualche minuto prima.
Controllava ancora con la coda dell’occhio il ragazzo dai capelli rossi e la felpa dei Nirvana che si avvicinava.
“Chris!” lo richiamò Freddie, un suo compagno di classe e di piste.
Si fermò, alzando gli occhi al cielo e si voltò verso il suo interlocutore “Che fai, vieni?”
Chris diede un ultimo sguardo alla ragazza, prima di alzare le spalle e seguirlo per tornare alle rampe, recuperando la sua mezza birra.
 

All the Things She Said – Tatu (http://www.youtube.com/watch?v=2jC5WAJzp34)

 
“Da piccolo ci venivo spesso qui.” Ricordò Harry.
Pur essendo la festeggiata, Lyn non aveva passato più di mezz’ora tra i suoi amici e gli imbucati.
Da quando era arrivato Harry e aveva accettato di fare quattro passi, non aveva più avuto voglia di mischiarsi alla folla. Continuarono quindi a camminare uno affianco all’altra lungo il perimetro per il viale alberato che conduceva alle piste, accompagnati dalle loro chiacchiere e la musica che arrivava ovattata.
E poi non c’era James e, se non l’avesse visto, non si sarebbe torturata il cervello chiedendosi con chi sarebbe venuto, perché non fosse ancora arrivato e se fosse venuto.
“C’era anche una bambina con me.” Si scostò i capelli lui, continuando “Giocavamo lì.”
Indicò il prato, oltre gli alberi del viale principale, dove quella mattina Hayley era stata con James.
Annuì, seguendolo mentre si avvicinava al punto indicato.
Harry si appoggiò con la spalla al tronco di un albero e continuò a fissare la distesa d’erba buia davanti a loro “Non riesco a ricordare come si chiamasse.”
Lyn sorrise, passandosi la lingua sulle labbra per nasconderlo e gli si avvicinò “Molto carino, da parte tua…”
Harry rise, scostandosi i capelli e si appoggiò con tutta la schiena al tronco, ritrovandosi di fronte a lei “Avrò avuto… dieci anni?”
“Beh, io ricordo ancora tutti i miei amici dell’asilo quando li incontro.” Si vantò.
“Forse perché vivi qui da diciotto anni e li incontri tutti i giorni?” le fece notare.
Lyn gli fece il verso, alzando gli occhi al cielo e lui rise.
“E poi abbiamo smesso di giocare insieme così, senza motivo.” Tornò ai suoi ricordi.
“Prova a descrivermela, magari la conoscevo anch’io.” Propose, alzando le spalle, avvicinandosi “Ti ricordi almeno com’era?”
Stavolta fu Harry a farle il verso e Lyn a ridere.
“Aveva i capelli castani ed erano sempre legati in una treccia e le guance perennemente rosse.” Harry visualizzò la bambina nella sua mente.
“Wow, mi hai aperto un mondo…” commentò Lyn.
“La memoria non è il mio forte.” Ammise, giocherellando con la zip del giacchetto di Hayley, scusa per farla avvicinare ancora.
“L’avevo notato.” Rise lei.
“Però mi ricordo che avevo una cotta per lei.” Confessò, sorridendo “E ricordo che era divertente ed era l’unica a battermi ad acchiapparella anche se aveva qualche anno in meno.”
“Oh, ma che romanticone!” lo prese in giro, pizzicandogli le guance.
Harry rise, prendendole le mani per liberarsi, ma con quella scusa, non le lasciò.
Lei non disse nulla in contrario, ma fece qualche passo indietro e lo trascinò con sé, facendogli lasciare l’appoggio sull’albero.
Sorrideva furba e Harry sapeva che quella luce negli occhi significava che aveva in mente qualcosa.
Si mordicchiò il labbro ancora rosso di rossetto e questo, accompagnato al suo sguardo, fece si che Harry la trovasse dannatamente sensuale.
“Acchiapparella, eh?” rise, riportandolo alla realtà.
Si fermò, ad un passo da lui “E pensi che anch’io riuscirei a batterti?”
Harry sorrise, il suo stesso sorrisetto.
“Conta fino a dieci.” Gli sussurrò all’orecchio, prima di sfilarsi le scarpe e scendere dai tacchi.
“Ad acchiapparella non si conta fino a dieci!” le ricordò, alzando le mani all’altezza delle loro spalle per intrecciare le dita alle sue.
“Sì, ma tu sei in jeans e Converse, io scalza e poi sono la festeggiata, devi darmi un minimo di vantaggio!” protestò lei, inarcando le sopracciglia.
Harry rise, alzando gli occhi al cielo “Uno…”
Lyn rise, mordicchiandosi il labbro e gli lasciò le mani, correndo verso il prato.
Quando Harry arrivò a cinque, il buio aveva già ingoiato la ragazza.
“Dieci.” Alzò la voce, avvicinandosi “Lyn, sto venendo a prenderti!”
Dovette prendersi qualche secondo per abituarsi al buio visto che, a parte i lampioni dalla luce giallognola lungo il viale, non c’erano altre fonti di illuminazione. C’era la luna, almeno e, abituatosi, cominciò a cercarla.
 

Untuched – The Veronicas (http://www.youtube.com/watch?v=ykW4rtW2eu0)

 
“Non hai paura del buio, vero Harry?” sentì la sua voce alle sue spalle.
Si voltò, vedendo la sua sagoma poco lontana.
Sorrise, infilando le mani in tasca e camminò nella sua direzione “Io no, e tu?”
La sentì ridere e la vide camminare dalla parte opposta, senza rispondergli.
“Se ti prendo, ricevo un premio?” le chiese, continuando a seguire la chioma castana che ondeggiava davanti a lui.
“Dipende.” Alzò le spalle Lyn.
“Da cosa?” aumentò il passo.
“Da cosa vorresti.” Rise lei, voltandosi appena.
Harry non rispose, si limitò a guardarla, finché non tornò a guardare davanti a sé.
Riprese a correre e Lyn fece lo stesso quando lo sentì avvicinarsi, sfuggendogli per un soffio.
Si voltò solo un attimo con il viso, beandolo della visione del suo sorriso.
Continuarono a correre, tornando verso la luce e il viale.
 
“Presa!” esclamò vittorioso quando la prese per i fianchi.
Lyn sorrise, reclinando la testa fino a posarla sulla sua spalla, recuperando il fiato con le labbra ancora scarlatte socchiuse.
Harry intanto, fece lo stesso, solleticandole il collo con il respiro.
Guardandola, si ritrovò a pensare a quanto dovesse essere bello poter baciare quella pelle, respirandone il profumo.
A quanto avrebbe voluto essere lui quello autorizzato a farlo.
Ancora sovrappensiero, le circondò la vita con un braccio e l’avvicinò a sé, in un gesto naturale.
Lyn posò la mano sulla sua e l’altra sul petto, che ancora si alzava e abbassava per il respiro irregolare.
Harry continuava a guardarla e qualunque mossa facesse la ragazza, sembrava mirata a distruggere il suo autocontrollo.
Baciala, baciala! Gli urlava una voce nella testa.
Perché lei non si allontanava? Lo stava mettendo alla prova? Giocava con il fuoco.
Si sarebbero scottati entrambi…
 
Non li avrebbe visti nessuno, non l’avrebbero detto a nessuno.
Un bacio.
Semplice, nascosto, proibito.
Forse era per questo che entrambi, in quel momento, non potevano desiderare altro?
 
Perché sì, quel bacio era desiderato da entrambi.
Lyn non riusciva a spiegarsi il perché.
Forse l’alcol, la delusione di James quando se ne era andato quella mattina, Harry particolarmente desiderabile quella sera, forse per nessuna di queste ipotesi.
Non lo sapeva neanche lei, ma rimaneva immobile, respirando la sua colonia da uomo, beandosi della sua presa.
Aspettava.
 
Lei non ha un ragazzo. Rifletté Harry, guardando la collanina con il simbolo della pace alzarsi e abbassarsi appena sopra la scollatura del vestito rosso.
 
Fallo e poi lasciami andare. Lo pregò con il pensiero.
Cominciò a ripensarci, a pentirsi della situazione in cui si era cacciata non appena le venne in mente James. Era per questo che aspettava.
Se fosse stato lui a baciarla, non sarebbe stato un vero e proprio tradimento, no?
 
Al diavolo. Si decise.
Posò l’altra mano sull’incavo del collo, accarezzandole la pelle sensibile con il pollice.
Prese a salire, lentamente, fino a posarla sulla sua guancia.
Le fece voltare il viso cosicché potessero guardarsi.
Quegli occhi scuri avevano di nuovo quella luce ed erano più belli e magnetici del solito.
Si mordicchiò il labbro, mentre lei continuava a fissarlo e abbassò il viso, avvicinandosi.
 
“Lyn! Lyn!” urlò una voce.
Harry si lasciò sfuggire un verso strozzato, frustrato ed Hayley si morse le labbra, che non avrebbero più incontrato quelle dannatamente invitanti del riccio.
“Hayley, sei tu?” la richiamò quella che, riconobbe, era la voce di Hope.
“Arrivo!” le urlò di rimando, allontanandosi da Harry, che lasciò la presa dalla sua vita.
Non si guardarono, riprendendo a camminare ma, quando le loro mani si sfiorarono procedendo uno affianco all’altra, lui gliel’afferrò e intrecciò le dita alle sue.
Lyn strinse la presa, continuando a camminare “Che c’è?”
“Ti stavamo cercando!” rispose la sua migliore amica, riuscendo a scorgere meglio le due figure.
Notò subito che si tenevano per mano, ma non glielo fece capire, perché sapeva che altrimenti Lyn l’avrebbe lasciato.
“Fin qui c’ero arrivata.” Commentò la festeggiata.
Quando furono poco distanti da Hope e Liam, illuminati dai lampioni, lasciò la mano di Harry.
Notò con la coda dell’occhio che si era voltato subito a guardarla, ma non gli andava di incontrare il suo sguardo.
“Si può sapere che ci facevate laggiù?” le chiese la bionda, mentre Hayley si appoggiava alla sua spalla per rinfilarsi le scarpe.
“Seguivamo il Bian Coniglio sperando che ci conducesse nel Paese delle Meraviglie.” Ripose sarcastica.
Gli altri risero, compresa Hope, che scosse la testa.
“E voi, perché quaggiù?” chiese Harry.
“A cercarvi.” Alzò le spalle Liam.
Hope annuì, guardando Hayley “E’ arrivato.”
Lyn rielaborò l’informazione e si voltò verso Harry, che la fissava con le braccia incrociate al petto.
Di’ che non ti importa. La implorava con gli occhi. Togliti le scarpe e dimmi che vuoi giocare di nuovo. Lasciamo qui Liam. Lasciamo qui la tua amica. Lascia James.
Non sapeva quanto lei avesse capito, ma comunque, tornò a guardare la bionda e annuì “Tu vieni?”
Harry si accorse che stava parlando con lui ed annuì, inespressivo.
Tornarono indietro, finché il suono della musica tornò al massimo e si ritrovarono davanti le piste.
“Noi…” disse semplicemente Hope, guardando la sua amica.
…Vuoi che restiamo o ce ne andiamo?
Lyn sorrise, annuendo “Ci vediamo più tardi.”
Hope ammiccò, sorridendole e, ancora per mano con Liam, gli voltarono le spalle andandosene.
Hayley guardò Harry alla sua destra, stessa domanda.
“Vengo con te.” Rispose lui, cingendole le spalle.
Non sapeva dove fosse James, perciò decisero di andare dove c’era più gente.
Ma fu lui a trovare loro.
 

Te Amo – Rihanna (http://www.youtube.com/watch?v=uagufW76mYc)

 
 
“Buon compleanno, Lyn.” Sentirono alle loro spalle.
Si voltarono di scatto entrambi, restando vicini.
Davanti a loro, si ritrovarono James ed una ragazza dai capelli corti neri.
Corti quasi quanto la sua gonna… Pensò Lyn.
Non avrebbe potuto dire che fosse brutta, ma bastava guardarla per capire che la sua bellezza derivava solo dal trucco abbondante intorno agli occhi e sulle labbra di un rosso troppo acceso da sembrare finto e volgare.
Tutto era troppo da sembrare finto e volgare, in quella ragazza.
Il resto del viso era contornato dai capelli scuri a caschetto, che seguivano il profilo della mascella.
Indossava un giacchetto di jeans nero, che nascondeva un top a fascia bordeaux e una minigonna scozzese sulla stessa tonalità. Le calze scure e infine i tacchi.
Perché una così? Chiese con uno sguardo Lyn a James.
Perché spreca il suo tempo con una così, quando può avere la più bella? Si chiese invece Harry.
 
James intanto stava guardando il braccio di Harry intorno alle spalle di Lyn.
Lyn notò il braccio di James intorno alle spalle della ragazza.
Il moro storse il naso, quando vide la mano di Lyn stretta alla camicia del riccio, sul suo fianco.
Hyley storse il naso, quando non vide dove la ragazza tenesse la mano dietro James.
Si guardarono entrambi negli occhi.
Lyn aveva le sopracciglia aggrottate, ma la solita espressione da bambina capricciosa era molto più seria.
Lo rimproverava con quegli occhi scuri.
James sfoggiava il suo miglior sguardo di ghiaccio. Menefreghista e disinteressato come il suo proprietario.
Ma lei riuscì a leggervi qualcos’altro, che non portava niente di buono.
La stava sfidando.
 
Gli altri due, rimasero immobili e imbarazzati, guardando le scariche elettriche che i due sguardi si lanciavano, a mo’ di cartone animato.
James si schiarì la gola e lasciò la mora, avvicinandosi a Hayley “Auguri Lyn.”
Gli sorrise, lasciando Harry e avvicinandosi a sua volta “Grazie.”
L’abbracciò, imitando al meglio un abbraccio amichevole e le baciò le guance.
“Sei bellissima.” Le sussurrò, premendo le labbra sulla sua tempia più del dovuto, per respirare il suo profumo.
“Grazie.” Ripeté lei, stringendo la camicia nera tra le dita, a dirgli di non lasciarla, mentre ormai si allontanava per sciogliere l’abbraccio.
Tornarono uno di fronte all’altra. Tornarono a guardarsi con indifferenza, come avevano imparato a fare da un anno e mezzo.
“Ci si vede in giro.” Tagliò corto Harry.
James smise di guardare Lyn per concentrarsi su di lui per la prima volta da quando li avevano incontrati.
Lo fulminò con gli occhi, prima che la ragazza alla sua destra gli arpionasse il braccio “Ho voglia di ballare, andiamo?”
Il moro annuì, voltandosi verso di lei.
Le sorrise, non uno di quei sorrisi dolci che rivolgeva solo a Lyn, e abbassò il viso.
La mora fece il resto e un secondo dopo le loro labbra si toccarono.
E dal modo in cui si toccarono, Harry e Hayley capirono che non era la prima volta.
Si staccarono, dopo un tempo che parve interminabile per Hayley e si voltarono senza dire nulla.
Lyn aveva una mano sul petto, recuperando il respiro che aveva trattenuto durante quel bacio schifoso.
Si scostò i capelli con l’altra e abbassò lo sguardo, tenendo il labbro inferiore fra i denti per impedirsi di piangere.
“Beh, poteva almeno presentarsi.” Ruppe il silenzio Harry.
Lyn alzò un sopracciglio, guardandolo.
Lui alzò le spalle, sorridendo e lei lo imitò.
Anzi, lei scoppiò a ridere, di gusto.
Harry fece lo stesso, anche se sapeva che la sua battuta era una di quelle patetiche che si buttano lì per consolare qualcuno.
Hayley tornò a cingergli la vita da dietro e lui le cinse le spalle.
Buttò un ultimo sguardo verso la pista da ballo e non le fu difficile individuare i due che si sbaciucchiavano.
Harry le baciò i capelli, avvicinandola a sé per confortarla e poi la costrinse a camminare nella direzione opposta.

(*) Ricordate all'inizio, quando vi avevo detto che per questa storia mi ero ispirata a Skins?
Beh, come nella serie, ogni capitolo ha un personaggio per protagonista e, come su Skins c'è una puntata con tutti,
Questo capitolo non ha un solo personaggio, come avrete capito...

Ehilà!?!

Avevo detto che avrei aggiornato mercoledì e,
ancora per un'ora,
E' MERCOLEDI'!

Allora, vi siete divertiti alla festa!?!
Vi avevo detto che non vi sareste annoiati...

Ci sono un sacco di coppie:
qual'è la vostra preferita!?!

Non so quando posterò il prossimo,
perché è ancora in fase di scrittura.
Quando lo finirò, lo posterò!
Se volete posso darvi qualche indizio...
Nimmer... Hiam... Chris e la ragazza misteriosa...
... Lyrry ...

Vi aspetto numerosi:
Ce la facciamo a lasciare altre 4 recensioni?
Vi adoro. <3

 

 

   
La ragazza misteriosa, Summer, Harry e Zayn.
Tizio sullo skate all'entrata delle piste.
Gambe indistinte nella mischia.

Gli altri personaggi, vi aspettano al prossimo capitolo! 

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Capitolo 9
*** Tutti - Give me Love ***


9 ~ Tutti

 

Stall me  – Panic! At the Disco (http://www.youtube.com/watch?v=AuIiqAFJyGw)

 
Fischiettando il ritmo di una canzone che conosceva e che riecheggiava in quel momento per le piste, Liam tornò dove aveva lasciato pochi minuti prima Hope, due bicchieri di carta blu in mano.
Lei però non c’era.
Guardò poco più avanti, e la vide.
Era a qualche metro da lui, per il viale che conduceva all’uscita secondaria del parco.
Non era grande come quello principale e, fino a quel momento, non ci aveva neanche fatto caso.
Tornò a guardarla, era in piedi all’inizio della strada ricoperta di foglie secche.
Lo stava guardando, sorridendogli.
Gli fece un leggero cenno con il capo e si voltò, incamminandosi per il viale.
Quella ragazza l’avrebbe fatto impazzire, ne era certo.
Capì che volesse essere seguita e l’assecondò.
Camminava dietro di lei, senza poter smettere di guardare quella figura alta e sinuosa dalla testa ai piedi.
I capelli biondi assecondavano i movimenti dei fianchi, sfiorandole le spalle e lei li ravvivava di tanto in tanto con la mano destra.
Si voltò appena con il viso, per guardare se la stesse ancora seguendo.
Avrebbe potuto fare altrimenti?
Sorrise, quando lo guardò, mordicchiandosi il labbro inferiore, di un rosa intenso e invitante.
“Dove stiamo andando?” la richiamò, quando tornò a guardare davanti a sé.
Sperava che si voltasse di nuovo, per poterla vedere ancora in volto.
Ma lei continuò a camminare, alzando le spalle “Verso l’infinito e oltre!”
Tutti sanno quanto Liam sia ossessionato da Toy Story, ma quella ragazza, senza sapere chi fosse, aveva citato per caso una frase di quel cartone. Liam rise.
Lasciò la stradina, camminando sul bordo, divertendosi a scalciare le foglie secche per terra.
Lui fece lo stesso, accelerando fino ad affiancarla.
“Adoro quel cartone.” Tornò a parlare.
Lei alzò il viso dai suoi piedi, guardandolo. Sorrise, annuendo “Anch’io.”
Si fermò, indicando i bicchieri che ancora teneva in mano “Posso?”
“Alla salute!” ammiccò lui, brindando con i bicchieri di plastica.
Gli occhi di Liam non lasciarono neanche per un attimo quelli azzurri di Hope, neanche mentre bevevano.
Allontanato il bicchiere dalla bocca, si asciugò le labbra passandovi sopra la lingua.
Non voleva provocarlo, era semplicemente una cosa che faceva spesso dopo aver bevuto, ma lui non poté fare a meno di trovarla irresistibile.
Fece un passo indietro, fino a posarsi con la schiena al tronco di un albero.
Si voltò, alzando gli occhi al cielo.
Tra le fronde degli alberi riusciva a scorgere degli squarci di cielo stellato e, come ogni volta, rimase persa nei suoi pensieri sotto quello spettacolo.
“Sai, stavo pensando che non avrebbe avuto importanza.” Si decise a parlare, dopo averla ammirata per qualche secondo.
Hope abbassò lo sguardo, alzando un sopracciglio “Cosa?”
“Dove stessimo andando.” Alzò le spalle, avvicinandosi a lei.
Qualche secondo dopo, la ragazza si ritrovò con la schiena contro la corteccia dell’albero, rischiando di sfiorare il petto di Liam con il seno ad ogni respiro.
Continuarono a guardarsi e sorridersi leggermente, presi maggiormente dallo sguardo dell’altro ad ogni passo.
“Penso che ti avrei seguita ovunque.” Sussurrò, poggiando la mano libera sul tronco, all’altezza della sua spalla.
“Ti fidi così tanto di me?” Sorrise, passando il dito sul bordo del bicchiere, come se fosse di cristallo e potesse suonare.
“Non si tratta di fiducia.” La corresse “Solo che non potrei fare altrimenti.”
“Davvero?” alzò lo sguardo, tornando a guardarlo.
Sentì le guance arrossarsi leggermente, notando la vicinanza e sentendo il cuore battere accelerato.
“Come la prima volta che ti ho visto, rimango ipnotizzato ogni volta che ti guardo.” Confessò.
Lei non disse niente, mosse semplicemente la testa cercando di scostare la frangia bionda che le copriva un occhio. Fallì, però e, per sua fortuna, c’era Liam lì per questo.
Lasciò la presa sul tronco e le accarezzò piano il viso, nascondendo quella ciocca bionda dietro l’orecchio.
Si avvicinò lentamente, peggiorando la situazione dei battiti cardiaci di Hope, che socchiuse gli occhi, intanto.
Sentì la punta del naso di Liam sfiorargli il suo e provò una prima scarica di brividi.
Lui si fermò a pochissimi centimetri da lei, facendole aprire gli occhi.
Vuoi farmi morire!?! Lo ammonì con il pensiero.
“Se qualcuno prova a rovinare questo momento…” esordì, soffiandole sulle labbra “Lo uccido.”
Hope rise, annuendo e posò una mano sulla sua guancia “Adesso però sta zitto.”
Liam annuì, annullando la distanza tra loro.
Le sfiorò le labbra con le proprie, dolce.
Aspettò qualche secondo, prima di fargliele socchiudere e allora combaciare con la stessa dolcezza.
Hope gli accarezzò la guancia, posando la mano sulla sua nuca, avvicinandolo quando le sfiorò il labbro inferiore con la lingua e incontrò la sua.
Anche lui la strinse a sé, tenendole il viso con una mano e, quando si liberò del bicchiere vuoto, lanciandolo per terra, posò la sinistra sul fianco della ragazza, spalmandosela sul petto.
“Che cattivo ragazzo…” si allontanò appena, sfiorandogli le labbra mentre parlava, prendendolo in giro quando le prese la mano, gettando anche il suo bicchiere.
Liam rise, sospirando sul suo viso, prima di ricatturarle le labbra, sentendo le sue mani cingergli il collo.
“Non ti lascerei andare mai più.” Le sussurrò, posando la fronte sulla sua, guardandola negli occhi.
“Allora stringimi.” Sussurrò anche lei, chiudendo gli occhi mentre respirava il suo profumo.
Le baciò la fronte, cingendole la vita con entrambe le braccia e la strinse a sé, facendole posare la testa sul suo petto. Le accarezzò i capelli, posandovi la testa e lei rimase con gli occhi chiusi, stringendo tra le dita il tessuto della camicia a quadri, tenendolo vicino a sé.
“Sii la mia ragazza…” Le chiese, in un sussurro.
Hope si morse il labbro, sorridendo e si allontanò appena, mostrandogli quel sorriso entusiasta, sperando che non notasse il rossore sulle sue guance.
Ma lui se ne era accorto e la trovò ancora più bella, accarezzandogliele.
“Anche per sempre.” Rispose, avvicinandolo a sé per il colletto della camicia.
Si baciarono di nuovo, a lungo, con la stessa dolcezza del loro primo bacio.
Liam si appoggiò con la schiena all’albero, spingendo Hope con sé fino a farla poggiare sul suo petto.
Le allontanò i capelli dal viso, guardandola ancora sorridere.
“Per sempre.” Ripeté, avvicinando il viso al suo per baciarla.
 

Hey Juliet – LMNT (http://www.youtube.com/watch?v=qVzXe6kr9rA)


“Chris!” lo chiamò, per la terza volta.
Finalmente, la sentì e si decise a fermasi, lasciando ricadere lo skate sulla rampa.
Scese, raggiungendola, passandosi una mano tra i capelli sudati, scompigliandoli.
“Dimmi Sum.” Le sorrise, posando le mani sui fianchi, recuperando il respiro.
“Hai visto Hayley o Hope?” gli chiese.
Chris scosse la testa, alzando le spalle “Sono stato sempre qui, non le vedo dall’inizio della serata.”
“D’accordo, grazie.” Sospirò la bionda, salutandolo con un cenno del capo.
Tornò a camminare per le piste, alla ricerca delle sue amiche.
Aveva bisogno di parlare con loro, raccontargli cosa era successo con Louis.
Al pensiero di Louis, si toccò inconsciamente le labbra, passandovi la lingua come se potesse sentirne ancora il sapore. Sorrise.
Quel bacio le era piaciuto, come ovvio e aveva ancora qualche farfalla svolazzante per lo stomaco.
E tutto ciò la rendeva ancora più confusa.
“Summer!” sentì una voce alle sue spalle.
Si voltò, trovandosi davanti Niall, che le correva incontro.
Oh sì, era proprio quello che ci voleva adesso. Commentò nella sua testa.
“Hei!” le sorrise, fermandosi davanti a lei.
“Hei.” Sorrise, timida, come aveva fatto anche con Louis all’inizio della serata.
“Ti stavo cercando.” Confessò.
“Io invece stavo cercando le mie amiche, scusa…” cercò di andarsene, ma Niall le prese delicatamente il polso, fermandola.
“Ti prego, non andartene.” Fece scivolare la sua mano dal polso al palmo, stringendola.
Summer riuscì solamente ad annuire, guardando quegli occhi che la pregavano di restare.
“Ci sediamo?” le indicò i gradoni, nella parte opposta a dove si era seduta poco prima con Louis.
“D’accordo.” Annuì, seguendolo.
Senza lasciarle la mano, camminarono uno affianco all’altra fino a sedersi.
“Sei davvero bella stasera.” Le sorrise, guardandola giocherellare con la treccia sulla sua spalla.
Gli sorrise, arrossendo leggermente “Grazie.”
“Io, dovrei parlarti.” Si schiarì la gola, prendendo coraggio.
Lei annuì, aspettando che parlasse.
“Di quello che ci siamo detti questa mattina.” Continuò Niall.
Sembrava passata un’eternità, invece solo qualche ora.Ne erano successe di cose, però…
“So che ti ho detto che avremmo fatto le cose con calma e, davvero, rispetto questa tua scelta.” Premise, mettendo le mani in tasca, nervoso.
“Però subito dopo che sei entrata in casa, io mi sono ricordato di essermi dimenticato… sì, insomma, avrei voluto… avrei dovuto… dirti…”
Alzò lo sguardo su di lei, che non ci stava capendo molto e sospirò, passandosi una mano tra i capelli.
“Avrei dovuto dirti che ti amo.” Confessò, guardandola in quegli occhi che con quella luce era impossibile distinguere se fossero verdi o castani.
Summer rimase immobile, irrigidendosi e il cuore prese a battere all’impazzata nel petto.
“Mi sono innamorato di te l’estate in cui ci siamo conosciuti e non ho mai smesso di amarti.” Insistette lui.
Lei rimaneva ancora immobile, capace solo di mantenere il suo sguardo, le labbra leggermente aperte per la sorpresa.
Quelle labbra. Niall moriva dalla voglia di baciarla…
Le si avvicinò, posandole una mano sul viso “Di’ qualcosa, ti prego.”
“Io…” boccheggiò, guardandolo avvicinarsi sempre di più.
Quando ormai non riuscì più a distinguere i tratti del suo viso, sentendo il suo respiro vicino, chiuse gli occhi.
Non lo fermò questa volta e le sue labbra si posarono sulle proprie.
Erano come le ricordava e dischiuse da subito le sue, aspettando uno dei baci che erano soliti darsi quelli che sembravano secoli fa.
Ma non arrivò.
Niall si limitò a baciarla, accarezzandole e racchiudendole le labbra con le proprie. La mano sulla sua guancia si posò sul profilo magro della mascella, accarezzandola con le dita che a volte incontravano qualche ciuffo sfuggito alla treccia.
Summer si rese conto di aver posato le mani sul suo petto solo quando, muovendole, si ritrovò ad accarezzargli i capelli.
Sentiva una sensazione di calore all’altezza del torace, proprio lì dove il cuore batteva veloce.
Era la dolcezza di quel bacio, che l’avrebbe fatto sciogliere.
Era la nostalgia di quel contatto, che lo faceva battere così.
Era ciò che desiderava e rimpiangeva da oltre un anno.
Sentì una mano posarsi all’altezza del fianco e avvicinarla repentinamente a lui.
Non ti lascerò mai più andare. Ecco cosa urlava quel gesto.
Sum aprì gli occhi e incontrò per un attimo quelli di ghiaccio di Niall.
Si guardarono, separando le loro labbra.
Niall fu il primo a sorridere, mentre lei era ancora in uno stato di trance.
“Mi sei mancato da morire.” Sentì uscirle dalla bocca, senza che avesse dato a quelle parole il permesso.
“Non ti lascerò più, te lo prometto.” Le prese il viso tra le mani, avvicinandola a sé.
Le baciò la fronte e poi la strinse a sé.
Summer si abbandonò al suo petto e, quasi senza rendersene conto, si ritrovò a piangere.
“Ti amo anch’io.” Sussurrò contro la sua felpa.
Niall sentì sollevarsi un macigno dal petto, poté respirare liberamente e sorridere.
Si allontanò appena, per guardarla in viso. Le baciò le guance e le asciugò quelle lacrime con le labbra.
“Sono qui, siamo di nuovo insieme.” Le sussurrò, baciandola sulle labbra “Niente e nessuno ci separerà più.”
Summer gli gettò le braccia al collo, abbandonandosi di nuovo a lui, che tornò a stringerla a sé.
Niall posò il mento sui suoi capelli, alzando lo sguardo sulle piste.
Non fu difficile notare un ragazzo dal ciuffo castano e la camicia azzurrina come i suoi occhi che camminava da solo, guardandosi intorno come alla ricerca di qualcuno. Louis.
Niente e nessuno. Ripeté nella sua mente, stringendola.
 

Your Body – Christina Aguilera (http://www.youtube.com/watch?v=_oO8vyzHh3Q)

 
Hayley sbuffò sonoramente, imbrociando le labbra e aggrottando le sopracciglia.
Harry non poté fare a meno di ridere, trovandola buffa.
“Dai, non fare il rompipalle!” allungò la mano, per farsi ridare il bicchiere.
“Basta, Lyn.” La rimproverò lui.
“E’ solo il secondo.” Si difese.
Harry alzò un sopracciglio, scettico.
“Il terzo…” alzò le spalle.
“E’ il sesto, Lyn.” Le fece notare.
“Ma chi sei, mio padre?” esclamò, allungandosi verso di lui per cercare di afferrargli il bicchiere.
Harry tirò più su il braccio, per impedire alla ‘bambina’ di arrivarci e lei si allungò ancora, ridendo.
“Ridammelo!” gli ordinò, saltandogli addosso, prendendo il bicchiere.
Harry perse l’equilibrio e finì con la schiena sul cemento del gradone, Hayley sul suo petto.
Lei scoppiò a ridere, posando la fronte sulla sua maglietta.
Il bicchiere, cadendo le aveva macchiato la manica della giacca ma lei non se ne era ancora accorta.
Quando rialzò lo sguardo, facendo leva sulle sue mani, sulle spalle di Harry, si guardarono.
Puntò gli occhi in quelli chiari del ragazzo, che riuscì solo a rimanere immobile, guardandola.
Un ciuffo castano sfuggì dalle sue spalle, ricadendole sul viso e avrebbe voluto scostarglielo, per poterla accarezzare e tornare a guardarla.
“Porti le lenti a contatto?” lo riportò alla realtà.
Harry alzò un sopracciglio, ancora sovrappensiero.
“Hai gli occhi verdi!” sorrise, entusiasta della sua nuova scoperta.
“Sono sempre stati verdi.” Sorrise anche lui, trovandola buffa.
“Oh.” Alzò un sopracciglio, continuando a guardarlo “Credevo fossero azzurri…”
Guardò la manica del suo giacchetto, vedendo la macchia di birra “Oh no!”
Si rimise a sedere, constatando i danni.
“Mi dispiace, mi sei venuta addosso.”  Fece lo stesso, aggiustandosi i capelli con la mano.
“Lyn!” la chiamò Chris “E’ da un pezzo che ti cerco. Dov’eri?”
“Chris!” esclamò lei, allargando le braccia, sorridendogli con una voce di qualche ottava più alta del normale.
“Ehm… sì.” Alzò un sopracciglio, avvicinandosi.
Lyn lo strinse a sé, allacciando le braccia alla sua vita, mentre era ancora in piedi davanti a lei.
Il roscio vide il bicchiere affianco a loro e, mentre la stringeva, portò la mano alla bocca, imitando il gesto di bere. Harry annuì, alzando le spalle.
“Lo sai che Harry ha gli occhi verdi?” si allontanò appena, posando il mento sulla pancia di Chris, guardandolo dal basso.
“Davvero?” finse un tono stupefatto “Meno male che me l’hai detto…”
Harry rise, scuotendo la testa.
“Quindi, che cosa facevate di bello?” Chris si sedette tra di loro, mentre Lyn non accennava a staccarsi da lui “Oltre a bere…”
“Io gliel’ho detto che doveva smettere.” Mentì Hayley, indicando Harry.
“Harry, ha ragione.” Le resse il gioco “Prendi esempio da questa brava ragazza!”
Lyn annuì, soddisfatta e i due ragazzi scoppiarono a ridere.
“Perché ridete?” chiese, strattonando Chris per il cappuccio “Voglio ridere anch’io!”
“Niente, Lyn. Niente…” scosse la testa Harry.
“Cattivi.” Imbronciò le labbra.
Il sorriso di Chris si spense subito, non appena vide davanti a loro una coppia, intenta ad amoreggiare allegramente “Dimmi che quello non è…”
“James.” Concluse Harry, guardando il ragazzo con lo stesso sguardo duro.
“Lyn, non sarà mica per lui che ti stai ubriacando!” la rimproverò, guardandola nascondersi sotto il suo braccio.
“Io!?!” inarcò le sopracciglia, indicandosi “Io non mi sto…”
Entrambi i ragazzi la guardarono scettici.
Sospirò, scostandosi i capelli con la mano “Non l’aveva mai fatto prima.”
“Chi è quella ragazza?” chiese Harry a Chris.
Questo scosse la testa, alzando le spalle e accarezzò la schiena di Lyn, stringendola “Non la conosco.”
“Non è una delle solite.” Aggiunse lei, affondando nella sua felpa.
“Una delle solite?” ripeté Harry.
Chris alzò gli occhi al cielo, spiegandogli quell’assurda situazione  “Hayley e James partecipano a tutte le feste: lei viene da sola, lui arriva con una. Gli serve solo per fare scena, entrano camminando vicini e si lasciano dopo qualche passo. Quando poi sono tutti presi dalla festa o ubriachi, James cerca Lyn.”
“Non ha senso.” Commentò Harry, guardando Lyn e poi James.
“Esatto.” Commentò Chris, posando il mento sui capelli di Lyn “Però non era mai arrivato a tanto.” Indicò di nuovo la coppia “Non davanti a lei, almeno.”
“Non il giorno del suo compleanno.” Aggiunse il riccio.
Chris annuì e restarono in silenzio per un po’, guardando James e la ragazza.
 
James si voltò verso di loro, approfittando di un attimo libero, mentre Taylor andava a prendere da bere.
Era arrivato suo fratello, tra Harry e Lyn.
Si passò una mano tra i capelli, appoggiandosi al muretto con la schiena e poi si accese una sigaretta.
Se li avesse visti di nuovo insieme, come poco prima, quando lei gli era finita sopra, avrebbe…
Niente, non avrebbe potuto fare assolutamente niente.
Proprio come Hayley non poteva far altro che guardarlo con un’altra.
Solo che la gelosia gli stava divorando lo stomaco.
Non solo per Harry, ma per tutti quegli altri ragazzi che le si avvicinavano, approfittandosi del fatto che non ci fosse lui. Almeno in questo, il riccio gli era alleato, cacciando chiunque cercasse di invitarla a ballare.
 

I Feel Like Dancin' – All Time Low (http://www.youtube.com/watch?v=qV2sz06Y0fw)

 
“Chris, mi accompagni a prendere delle patatine?” gli chiese Lyn.
Il suo migliore amico annuì, guardando Harry “Ci aspetti qui?”
Il riccio annuì, sedendosi a gambe incrociate mentre i due se ne andavano.
Raggiunsero i tavoli, canticchiando la canzone che stava ballando la folla.
Riempirono tre bicchieri di ogni varietà di patatine e si voltarono per tornare indietro.
Chris, però, urtò una ragazza, facendole cadere i suoi pop-corn per terra.
“Oh, scu-…” fece per scusarsi, ma lasciò la frase in sospeso quando vide la ragazza davanti a lui.
Era la stessa che aveva visto ballare e aveva catturato la sua attenzione poco prima.
Anche lei rimase un attimo sorpresa, vedendolo.
Si sistemò la maglia larga che, adesso poteva vederlo, portava la scritta fucsia ‘Little Yolo’ e gli sorrise, scostandosi i capelli castani con un gesto del capo “Tranquillo, non fa niente.”
Guardandola, non poté non sorriderle di rimando e gli allungò la mano “Comunque, io sono Christofer.”
Non le diede il tempo di presentarsi, che stava già parlando di nuovo, nervoso “Però chiamami Chris. Mi chiamano tutti Chris. Insomma, se mi cercassi e chiedessi di Christofer, probabilmente nessuno capirebbe che stai cercando me perché sono per tutti Chris.” Continuò gesticolando “Non che… tu debba cercarmi. Cioè…”
La ragazza rise, bloccandolo “Ho afferrato: Chris.”
Lui riprese aria, sorridendo imbarazzato.
Che coglione. Pensò.
“Beh, però Christofer è un nome importante.” Riprese lei, scherzando “Come… Colombo.”
Lui annuì, passandosi una mano tra i capelli “O come Robin.”
“Chi?” alzò un sopracciglio.
“Il migliore amico di Winnie the Pooh; Christofer Robin.” Alzò le spalle, ammiccando.
La ragazza scoppiò di nuovo a ridere, annuendo “Mi pare ovvio.”
“E tu, come ti chiami?” le chiese.
“Camilla.” Gli strinse la mano che gli porgeva.
“Sei straniera?” chiese, senza lasciarle la mano.
“Italiana.” Annuì lei.
 
Mentre Chris continuava a parlare con la sua nuova amica, Hayley tornava verso i gradoni.
“Hayley!” la richiamò qualcuno alle sue spalle.
Si voltò, vedendo Matt, un suo compagno del corso di letteratura inglese, venirle incontro.
“Buon compleanno.” Le sorrise, grattandosi la nuca imbarazzato.
Aveva una cotta per lei da tempi immemori, più o meno dall’inizio del liceo e non aveva mai avuto il coraggio di conoscerla, oltre qualche chiacchiera durante le lezioni.
Ricordava ancora quella volta, l’anno prima, quando era capitato in coppia con lei per un compito su Shakespeare e avevano passato il pomeriggio insieme in biblioteca. Lei era stata sempre divertente e in grado di aprire delle conversazioni, per cui si era salvato e forse era riuscito a non sembrare un completo imbecille, anche se era stato beccato più volte a fissarla.
Farsi illusioni sulla Lauren era solo una perdita di tempo, lo sapevano tutti.
Lei non voleva nessun’altro che non fosse James Trent.
Ma quella sera, lui era con un’altra…
Che si fossero lasciati? Presi una pausa?
Infondo, voleva solo un ballo.
Poteva essere la sua occasione, forse l’unica.
“Grazie!” gli sorrise lei, abbracciandolo come se fossero stati amici da sempre.
Dal tono con cui glielo disse, non ci mise molto a capire che avesse bevuto qualche bicchiere di troppo…
Ma, come aveva detto, quella era la sua unica occasione.
Quando mai gli sarebbe capitato di nuovo di poter avere Hayley Lauren tra le sue braccia?
Dopo un attimo di esitazione, la abbracciò di rimando, sorridendo come un ebete.
“Io… ecco, io…” balbettò, quando sciolsero l’abbraccio “Io mi chiedevo… si, insomma, mi chiedevo se… ecco, se ti andasse…”
Lei lo interruppe “Adoro questa canzone!”
Gli afferrò la mano, trascinandolo con sé verso la pista “Andiamo a ballare!”
“Oh.” Spalancò gli occhi, seguendola “Se proprio insisti…”
 
“Il Red Lion?” ripeté Chris “E perché io non ti ho mai vista?”
Lei alzò le spalle, bevendo un sorso dal suo bicchiere “Forse eri troppo preso dai muffin ai mirtilli.”
“Io adoro i muffin ai mirtilli del Red Lion!” annuì lui, imitando con le mani il gesto di tenerne uno in mano “Sono… paradisiaci!”
Camilla rise, annuendo “Lo so, te ne spazzoli tre ogni sera in meno di un minuto.”
Chirs si grattò la nuca, alzando le spalle “Quindi tu… mi avevi già visto?”
“Ho una buona memoria.” Gli concesse.
Rimasero un po’ in silenzio, mangiando le loro patatine, finché lei non gli chiese l’ora.
“Dio, è tardissimo!” esclamò “La signora Hutcher mi aveva detto di rientrare mezz’ora fa!”
Fece per andarsene, salutandolo con un cenno della mano, ma lui la seguì “Ti accompagno io!”
“Hai un auto?” gli chiese.
Chris scosse la testa.
“Una moto?” riprovò.
“Negativo.” Rispose lui.
“E allora?” rise.
“Ho qualcosa di meglio!” ammiccò.
“Sarebbe?” chiese curiosa.
 
Dieci minuti dopo, Chris aveva un piede sul suo skate, l’altro che li spingeva sulla strada.
Teneva le mani sui fianchi di Camilla, davanti a lui, sulla tavola.
“Sei il ragazzo più strano che abbia mai incontrato.” Stava ridendo, cercando di raccogliere i capelli con la mano, per non farli andare sul suo viso.
“Ma, in modo carino, vero?” le chiese, ritirando il piede sulla tavola.
Si voltò appena con il capo, sorridendogli e annuì.
Anche Chris sorrise, cingendole la vita da dietro, restando abbracciato a lei mentre scendevano la discesa.
Si fermò davanti casa della ragazza, aiutandola a scendere, tenendo fermo lo skate e prendendole una mano.
“Grazie per aver scelto la Chris Company Airline.” Sorrise, impuntando la tavola per poterla prendere con la mano.
Camilla rise, scuotendo la testa.
Guardò la casa, buia se non per la luce della televisione nel salone “Se sono fortunata, la proprietaria di casa si è addormentata sulla sua poltrona e ha dimenticato di chiudere la porta.”
“D’accordo, io aspetto qui, nel caso rimanessi fuori.” Le sorrise.
“Beh, allora…” iniziò a dire lei, torturandosi le mani “Ci si vede in giro?”
Chris annuì “Certo, mi riconosci: sono quello carino con i muffin e lo skate!”
Camilla rise, scostandosi i capelli “E’ stato un piacere conoscerti, Chris.”
“Anche per me.” Le sorrise.
Gli si avvicinò, timida. Posò le mani sulle sue spalle e si alzò sulle punte, avvicinandosi al suo viso.
Gli sfiorò le labbra con le sue, poi, velocemente, tornò con i piedi per terra “Buonanotte.”
Chris lasciò la presa sullo skate, che cadde per terra.
Batté le palpebre un paio di volte, le sopracciglia inarcate e un’espressione ebete sul viso che la fece sorridere e arrossire “Buo… Buonanotte.”
 

Give Me Love – Ed Sheeran (http://www.youtube.com/watch?v=fwccwVbAFMM)

 
Harry stava ancora aspettando Chris e Hayley.
Erano spariti da più di venti minuti.
Aveva cominciato a preoccuparsi, anche se non avrebbe dovuto.
Lei era con Chris, l’avrebbe tenuta d’occhio.
Mentre cercava di convincersi, arrivarono le prime note di Give Me Love, del suo amico Ed.
Vide la folla davanti a lui lasciare la pista, sbuffando quando sentirono la canzone lenta, non adatta a scatenarsi ad una festa, come avevano fatto fino ad allora.
Doveva essere una delle preferite di Lyn, come tutte quelle che avevano ascoltato durante la serata.
E proprio mentre la gente se ne andava, si aprivano degli squarci verso il centro della pista.
Harry scorse un vestito rosso e sgranò gli occhi.
Hayley era al centro esatto della pista, mentre tutti se ne andavano e la lasciavano in mezzo ad un cerchio che le si creava attorno.
Era sola.
Si fa per dire…
Sarebbe stata sola se non avesse avuto tutti gli altri ragazzi intorno a lei.
E tutti la stavano guardando incantati come lui. Tutti, come lui, avrebbero voluto ballare con lei.
Ma Lyn non se ne curava.
Era troppo presa dalla canzone, in un mondo tutto suo.
Muoveva i fianchi a tempo e la gonna del vestito assecondava i movimenti dei fianchi.
Non aveva più il giacchetto, ma non si chiese né perché, né che fine gli avesse fatto fare.
Era troppo preso a guardarla.
Il bustino stretto le risaltava la vita fina e le accarezzava il seno prosperoso. Le spalle erano completamente scoperte, se non per i capelli che le sfioravano e qualche gocciolina di sudore per la danza e l’alcol che brillavano sotto le luci colorate della pista.
Teneva le braccia sopra la testa e tra i capelli, per allontanarli dal viso e farli muovere con la testa.
 
Senza neanche rendersene conto, si alzò in piedi.
Raggiunse la pista, superando senza curarsene le persone che li dividevano, continuando a guardarla dargli la schiena.
Quando le fu vicino, continuò a camminare fino a posare le mani sui suoi fianchi.
La sentì sussultare, sorpresa, ma non lo scansò, continuando a muoversi.
Un ultimo passo e il suo petto combaciò con tutta la lunghezza della sua schiena.
Di nuovo, le cinse la vita da dietro con entrambe le braccia, stringendola a sé e lei reclinò il viso indietro, poggiandolo sulla sua spalla.
Si voltò, e i loro occhi si incontrarono. Rimasero a guardarsi, continuando a muoversi a ritmo della musica.
Le accarezzò la guancia, allontanandole dal viso una ciocca di capelli che si era appiccicata alle sue labbra umide.
Ora che aveva i tacchi, era ancora più vicina.
Harry le accarezzò il viso con lo sguardo e Lyn rimase a fissarlo con la stessa intensità.
Quando gli posò la mano sulla guancia, sembrò scendere dalle nuvole.
Si guardarono negli occhi un’ultima volta, prima che, con le mani sui suoi fianchi, la facesse voltare.
Le cinse la vita con le braccia, avvicinandola a sé, tutto senza mai lasciare i suoi occhi scuri.
Lyn gli accarezzò ancora la guancia, sfiorandogli un riccio sulla tempia, perdendosi nei suoi occhi verdi.
Harry posò la mano sotto al suo mento, alzandole delicato il viso.
Abbassò il volto e si avvicinò, lentamente.
Lyn socchiuse gli occhi quando sentì il suo respiro sulle labbra e lui fece lo stesso, riuscendo a sentire quello della ragazza.
Bastò un attimo e le loro labbra si sfiorarono.
Harry poggiò le proprie su quelle di Lyn e, senza che dovesse fare nulla, le socchiuse.
Combaciavano perfette, tanto che rimasero entrambi immobili per qualche secondo.
Poi Harry le racchiuse il labbro inferiore con le sue, accarezzandogliele e la mano che teneva sul suo mento la fece arrivare sulla guancia, accarezzandola dolce ma allo stesso tempo tenendola vicino a sé.
Lyn sentì la presa dietro la sua vita farsi ancora più salda e, istintivamente, posò una mano sul petto del ragazzo che non era James. Ma quando lui le sfiorò le labbra con la punta della lingua, lasciò che incontrasse la propria e strinse tra le dita la t-shirt, accarezzandogli il petto.
Lasciò che la mano si alzasse, accarezzandogli poi le spalle, il collo, fino a posarsi sulla nuca, ad incontrare quella massa di capelli ricci, mentre cominciava a credere che non si sarebbe mai stancata di quelle labbra morbide e gentili.
Sentiva il cuore batterle veloce, lo sentiva più della musica, nel torpore in cui il loro abbraccio li aveva portati.
Sentiva un caldo pazzesco sulle guance, all’altezza dello stomaco o da qualsiasi altra parte sentisse il corpo di Harry e quella sensazione era così piacevole da voler prolungare quel momento in eterno.
Sentiva che, al di fuori delle sue braccia, avrebbe sentito freddo.
Sentiva che, se l’avesse lasciata, si sarebbe sentita sola. Di nuovo.
Perché lui la baciava come forse neanche James aveva mai fatto e Lyn credeva impossibile che qualcuno potesse eguagliare o addirittura superare i suoi baci o le sensazioni che scaturivano.
Harry la teneva stretta come se stesse per perderla da un momento all’altro, senza pretenderla.
Harry l’accarezzava per sentirla davvero, come se fosse l’ultima volta che avrebbe potuto toccarla, senza sentirsi il proprietario di ciò che teneva tra le mani.
Harry aveva le labbra più dolci e morbide che avessero mai incontrato le sue e le mandavano in subbuglio lo stomaco.
 
A malincuore, si allontanarono.
Lyn posò la fronte sul suo mento, recuperando il respiro.
Harry fece lo stesso, dopo averle dato un bacio sulla fronte.
Rimasero abbracciati per un tempo interminabile, mentre ormai la canzone terminava.
Fu Hayley la prima a muoversi, alzando la testa “Harry.”
Si guardarono per la prima volta dopo il loro bacio. Le accarezzò la guancia, invitandola a parlare.
Gli cinse il collo, stringendosi a lui mentre quella sensazione di freddo che temeva cominciava ad avvicinarsi “Portami via di qui.” Sussurrò contro il suo petto.
Harry annuì, sfilandosi la camicia che, se non altro, l’avrebbe fatta smettere di tremare e le cinse le spalle, stringendola a sé mentre si facevano spazio tra la folla.
 
Chris era appena tornato alle piste, ancora con la testa tra le nuvole, quando li vide.
Erano entrambi al centro della pista, stretti l’uno all’altra come se si appartenessero da sempre e si stavano dando uno di quei baci che la sua migliore amica meritava di ricevere.
Vide Hope, poco distante, poggiata con la schiena al petto di Liam, tra le sue braccia.
Parlottava con Summer, affianco a lei in compagnia di un ragazzo biondo che le cingeva le spalle ed era sicuro che stessero guardando nella stessa direzione.
Non fu difficile distinguere James tra la folla. Era quello con una nuvoletta nera sopra la testa.
Se ne stava sui gradoni, fumando nervoso una sigaretta mentre, non poteva fare altro, guardava la sua Hayley tra le braccia di quello stronzo riccioluto.
Solo.

Ehilàà!?!

Ce l'ho fatta: ho pubblicato!
Allora, ho accontentato tutti!?!
Abbiamo:
Nummer... Hiam... Camis... Lyrry!
E chi più ne ha più ne metta!

Solita domanda, qual'è la vostra coppia preferita?
O il vostro personaggio preferito?
Io, personalmente, sono innamorata di Christofer... *w*
Ma ve l'avevo già detto.

Sono di poche parole stasera, scusate, ma il sonno mi sta portando via.

Solo un attimo per dirvi che non so quando posterò il nuovo capitolo perché sono ancora in alto mare con la scrittura! @.@
Posso dirvi che avrà come protagonista Hayley, però!

Spero che lascerete tante recensioni, eh?

Buonanotte, lettrici e lettori. <3

 

Ah, un'ultima cosa,
Volevo chiedervi un favore.
Io e delle mie amiche abbiamo creato una pagina su Facebook -ovvio, sui One Direction-
e, se non vi rompo, volevo chiedervi di passare e mettere MI PIACE.
NOn ve ne pentirete, la aggiorniamo continuamente con foto, fatti e video.
Grazie in anticipo!!!

http://www.facebook.com/UnaDirezione1Derland?ref=tn_tnmn

  
Non ho trovato delle foto, perciò, ecco i vestiti di Lyn e Hope-
*Considerate però che Hayley non aveva quella spallina e il vestito di Hope non era proprio così provocante e aveva le maniche lunghe!*
Hayley: 
http://www.polyvore.com/cgi/set?id=70271717&.locale=it
Hope: http://www.polyvore.com/cgi/set?id=70274075&.locale=it

 

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Capitolo 10
*** Hayley - Kiss Me ***





10 ~ Hayley

Settle down with me
And I'll be your safety
You'll be my lady
I was made to keep your body warm
But I'm cold as the wind blows so hold me in your arms

Oh no
My heart's against your chest, your lips pressed in my neck
I'm falling for your eyes, but they don't know me yet
And with this feeling I'll forget, I'm in love now
Kiss Me - Ed Sheeran

 
Harry aprì la portiera della sua Range Rover, facendo sedere Lyn.
Le allacciò la cintura di sicurezza e richiuse lo sportello, facendo il giro per salire dalla parte del guidatore.
Partirono, diretti verso casa quando, all’incrocio dell’ospedale, svoltarono a destra.
“Harry, sei ubriaco anche tu?” lo prese in giro, dicendogli di aver sbagliato strada.
Harry rise, continuando lungo la strada, fino alla clinica medica.
Per sua fortuna, non dovette neanche scendere, perché Vic doveva avere una pausa ed era fuori insieme ad alcuni colleghi a fumarsi una sigaretta.
Accostò al marciapiede e abbassò il finestrino, chiamandola.
La ragazza si avvicinò, sistemandosi il camice con le mani, sorpresa “Harry, che ci…” cominciò a chiedergli, prima di vedere la sorella “E’ successo qualcosa?”
“No, tranquilla.” Le sorrise “Ha solo alzato un po’ il gomito. Volevo chiederti se potevi tornare a casa per stare con lei.”
“Oddio, no!” sbuffò Hayley.
La sorella alzò gli occhi al cielo “Sarà contenta di sapere che ho da lavorare fino alle 8:00.”
Alzò le spalle, buttando la cicca della sigaretta “Potresti rimanere tu con lei?”
“Io?” alzò un sopracciglio, sorpreso.
“Ma sì, mi fido di te.” Gli sorrise.
“E preferirei andare a letto con uno scimpanzé piuttosto che con te.” Aggiunse Hayley, pizzicandogli una guancia, ridendo.
“Sembra che non ci siano problemi.” Rise Harry, scuotendo la testa divertito.
 
“Lyn, siamo…” si voltò verso di lei, che era rimasta stranamente silenziosa per il resto del viaggio.
Sorrise, quando la vide addormentata con la guancia poggiata alla cintura sulla sua spalla.
Scese, chiudendo piano la portiera e raggiunse la sua, aprendola.
Le slacciò la cintura e, con la stessa cautela, la prese in braccio.
Arrivato davanti alla porta, ricordò di non avere la più pallida idea di dove avesse le chiavi o a chi l’avesse date, visto che non aveva una borsa o delle tasche.
Per fortuna, gli venne in mente di cercare nel sottovaso della piantina di geranei sul davanzale della finestra affianco all’entrata.
Aprì la porta e la richiuse con cautela, con il piede.
Stando attento a non inciampare, salì le scale e, quando credeva di avercela fatta, sbatté con la spalla contro lo stipite della camera di Hayley.
“Merda…” imprecò sottovoce.
Lei si mosse, stropicciandosi gli occhi mentre entravano in camera sua.
“Harry?” lo chiamò quando la posò sul letto.
Lui accese la lampada sul comodino, per non darle fastidio con la luce troppo forte del lampadario.
All’inizio, dovette coprirsi gli occhi, poi tornò a guardarlo con un’espressione stanca “Mi gira la testa.”
Harry si mise in ginocchio, davanti a lei e le accarezzò il viso sudato “Vieni.”
L’aiutò ad alzarsi, reggendola dietro la vita ed entrarono nella porta antistante alla scrivania.
Accese la luce e la fece sedere sul bordo della vasca.
Lei lo guardò in silenzio, mentre apriva l’acqua e faceva riempire la vasca, spruzzandovi il bagnoschiuma profumato fino a rendere la superficie dell’acqua piena di schiuma e bolle da rendere invisibile il fondo.
Toccò con la mano l’acqua e tornò a guardarla, sorridendole “E’ pronta.”
Lei annuì, lasciando che si mettesse in ginocchio e le slacciasse le scarpe, sfilandole.
Le prese le mani e la portò in piedi.
Lyn gli si mise di fronte, di spalle e Harry le prese la camicia che le aveva dato, sfilandola per la maniche.
Lei si mordicchiò il labbro e raccolse con le mani i capelli su una spalla.
Harry posò una mano sul suo fianco e con l’altra fece scivolare la zip.
Lasciò la presa sul vestito e questo scivolò ai piedi di Hayley.
Tornarono a guardarsi imbarazzati, poi lui si girò di spalle e lasciò che togliesse le calze e l’intimo da sé.
Quando sentì Hayley sospirare sollevata, tra gli schizzi dell’acqua, si voltò di nuovo.
L’acqua le arrivava precisa sopra il seno e il bagnoschiuma sulla superficie dell’acqua nascondeva il resto del corpo, se non per le ginocchia che spuntavano per le gambe piegate.
Gli sorrise, mentre si avvicinava e si sedeva sul bordo della vasca.
Aprì l’acqua, bagnandosi le mani e le accarezzò il viso sciacquandolo. Allontanò il getto d’acqua e con il pollice cancellò i residui del trucco dalle guance e intorno gli occhi.
Riaprì l’acqua e le accarezzò i capelli, lasciando che posasse la testa sul bordo e chiudesse gli occhi mentre con le mani si lavava il resto del corpo da sé.
Richiuse il getto d’acqua, guardando l’espressione completamente rilassata sul suo viso.
“Continua.” Aprì un occhio.
Harry alzò un sopracciglio e lei gli prese la mano, riportandola tra i suoi capelli “Sembra di essere dal parrucchiere, mi piace.”
Lui rise, assecondandola e tornò ad accarezzarle i capelli, mentre Lyn giocava a prendere in mano le bolle di sapone e canticchiava a labbra chiuse.
 
“Lyn, stai tremando.” Constatò.
“No.” Si affrettò a dire, guardandolo “Voglio restare qui. Resta qui.”
Sussurrò l’ultima richiesta, afferrandogli la mano per prenderla tra le sue.
Harry non poté far a meno di sorridere, rassicurandola “Resterò con te anche quando uscirai dalla vasca.”
Alzò le loro mani, baciandole il dorso delle sue e le sorrise.
“Sotto il cuscino è già pronto il mio pigiama e la biancheria pulita.” Si lasciò convincere, lasciandolo.
Harry annuì, asciugandosi le mani mentre tornava nella stanza.
Rientrò poco dopo, afferrando l’accappatoio appeso al muro. Posò i vestiti sulla tavoletta chiusa del wc e aprì l’accappatoio, nascondendosi dietro a questo con il viso.
Sentì le braccia di Lyn entrare prima in una, poi nell’altra manica e lo lasciò quando l’attirò a sé.
Di spalle, richiuse la cintura di spugna intorno alla vita e gli chiese di passargli l’asciugamano per i capelli.
Fece quanto gli aveva chiesto e poi uscì, aspettando seduto sul letto che si rivestisse.
Hayley rientrò nella sua stanza qualche minuto dopo, indossando un paio di pantaloni larghi blu e una canottiera rossa con un panda, sfregando i capelli con l’asciugamano per asciugarli.
Gli sorrise, ringraziandolo.
Lui fece lo stesso, annuendo e poi deviò lo sguardo.
Era strano, lei era stata praticamente nuda davanti a lui fino a qualche minuto prima e a lui non era importato, ora invece si sentiva in imbarazzo e la trovava davvero troppo provocante con i capelli bagnati e la canotta sbrillentata del pigiama.
Fu lei a riportarlo alla realtà, dopo aver attaccato alla presa il fohn “Vuoi andare a casa tua a prendere un pigiama?”
Lui si voltò a guardarla, scuotendo la testa.
“Davvero, se vuoi puoi tornare a casa.” Disse, ma i suoi occhi chiedevano il contrario.
“Resto.” Disse semplicemente.
E a lei bastò.
Si mordicchiò il labbro, abbassando la testa per far cadere quella cascata di capelli castani e asciugarli con il fohn.
Quando furono asciutti, rialzò la testa e si lasciò scappare un urlo, sorpresa “Harry!”
Lui era affianco al letto, a sistemare i vestiti che si era tolto sulla sedia e mostrava le sue spalle ampie nude.
Si voltò, saltando anche lui “Che c’è?”
Allargò le braccia, alzando le spalle, rimanendo tranquillamente in boxer davanti a lei.
Scosse la testa, ridendo e quando notò i boxer di un verde acceso scoppiò in una fragorosa risata “Si illuminano al buio?”
“Hei, non mi faccio prendere in giro da una diciottenne con i panda!” rise anche lui, sedendosi sul letto “Sono i miei boxer portafortuna!”
Lyn ripose il fohn nel cassetto dell’armadio e lo raggiunse, buttandosi a peso morto sul copriletto.
“Come ti senti?” le chiese.
“Una merda.” Mugugnò, con la guancia schiacciata al materasso.
Si posò una mano sulla fronte.
“Ti gira ancora la testa?” le si avvicinò.
“No, è il mondo che mi gira intorno.” Rispose, girandosi a pancia in su, tenendo ancora gli occhi chiusi “Asciugare i capelli a testa in giù non è stata una bella idea.”
Harry annuì, senza poter evitare di guardarle il petto che si alzava e abbassava ad ogni suo respiro, coperto solo da quella maledettissima canottiera.
“E le tue mutande mi fanno male agli occhi.” Aprì un occhio, ridendo divertita.
“Ah. Ah. Ah.” Imitò una risata, facendole la linguaccia.
“Le battutine conservale per domani.” Scostò le coperte e le fece cenno di mettersi sotto “Hai bisogno di riposare ora.”
Lyn si mise, lentamente, a sedere e poi si infilò sotto le coperte.
Harry fece lo stesso, mettendosi affianco a lei, a debita distanza, in imbarazzo.
“Buonanotte.” Disse, allungando il braccio per spegnere la luce.
“Buonanotte.” Ripeté lei, avvicinandosi a lui.
Harry rimase immobile, mentre Lyn posava la testa sulla sua spalla, la mano sul suo petto e gli sfiorava le gambe con le sue.
Alzò gli occhi al cielo, passandosi una mano tra i capelli, prendendo un respiro profondo.
Doveva abbracciarla?
Non voleva fare qualche gesto avventato, perché non voleva che lei pensasse che stesse approfittando del suo stato da ubriaca.
Però lei era lì, calda, poggiata al suo petto e che lo sfiorava con il respiro ancora più caldo.
I suoi istinti, prevalsero sul suo essere cauto e le circondò la vita con un braccio, stringendola a sé.
Non troppo, però!
Inclinò il capo e si ritrovò con la guancia sui suoi capelli che profumavano ancora di più perché appena lavati.
“Harry?” sussurrò, qualche minuto dopo.
Harry aprì gli occhi, cominciando a farsi mille problemi mentali.
Ecco, lo sapevo. Non la dovevo abbracciare. Non dovevo neanche vederla quasi nuda. Forse non voleva neanche che la baciassi. Sono un coglione, sono…
Lei interruppe i suoi pensieri, continuando “Ti ricordi la bambina con cui giocavi a dieci anni?”
Harry aggrottò le sopracciglia e annuì.
“Io lo so perché non avete più giocato insieme.” Disse.
Harry alzò il collo e, sentendolo muoversi, si mosse anche Hayley.
Lui era posato sui gomiti, dietro le spalle e lei aveva i gomiti puntati sul materasso e il mento sorretto tra le mani. I loro visi erano alla stessa altezza, nella penombra.
Harry capì in ritardo a che punto volesse arrivare Lyn, perché era stato troppo impegnato a sopprimere l’impulso di prenderla e baciarla di nuovo.
“Lyn, eri tu?”
Lei annuì.
“Quel pomeriggio mi hai detto che non volevi più giocare con me e che ero antipatico.” Ricordò “Dovevo immaginare che fossi tu, hai sempre avuto questo caratteraccio.”
Lyn rise, spingendogli la spalla.
“Quindi… avevi una cotta per me?” ammiccò, avvicinandosi a lui con tono canzonatore.
“Già.” Rise “Ma, evidentemente, tu non mi volevi.”
Lo prese alla sprovvista, sedendosi sulle sue gambe e lo sentì irrigidirsi.
Ma non ci fece caso, perché era abituata a farlo con James e in quello stato non si rendeva conto che quel gesto sarebbe stato troppo intimo.
Harry tornò sdraiato, piegando il braccio per posare una mano sotto la nuca e la guardò, tenendo con l’altra mano il lenzuolo per non prenderla tra le sua braccia.
“Io ero innamorata persa di te.” confessò senza imbarazzo e lui capì che la sbronza doveva aiutarla in quel momento “Io credevo che tu fossi un alieno, perché eri più bello di tutti gli altri bimbi e non avevo mai visto nessuno con i capelli come i tuoi e poi, quando sorridevi ti si bucavano le guance e chi ti guardava non poteva far altro che ridere con te.” Gli accarezzò i capelli, poi puntò due dita sulle guance con un’espressione buffa sul volto. La stessa con cui gli apostrofò con l’indice la punta del naso.
Harry rise, alzando appena la testa per farle cadere la mano dal naso alle sue labbra e baciarle le dita “Anche tu eri bella.”
Lyn scosse la testa, guardando divertita quelle labbra sui suoi polpastrelli “No, non è vero. L’hai detto tu stesso, ti piacevo perché ero divertente e ti battevo ad acchiapparella.”
Però adesso sei bellissima. Pensò subito lui, guardandola mentre gli posava la mano sulla guancia.
“E poi, perché non hai più voluto giocare con me?” le chiese, piegando il capo di lato, per posarsi sulla mano che lo accarezzava dolce, sfiorandogli i ricci sulla tempia, a dirgli di non smettere.
“Perché un giorno, a scuola, James aveva rubato il robot del fratello e Chris era scoppiato a piangere, quindi io lo stavo inseguendo e siamo entrati nel giardino dei grandi.” Si mordicchiò il labbro, sorridendo divertita al ricordo “E ti ho visto, insieme a una bambina. Tu le facevi vedere le tue macchinine e James mi prendeva in giro perché diceva che tu avresti sposato lei e non me.”
Anche Harry rise, non riuscendo più a non toccarla e le accarezzò il viso, perché riconobbe quegli occhioni scuri e vispi e quel sorriso del viso della bambina che era.
Lei sospirò, tornando a poggiarsi con il viso sulla sua spalla, ritrovandosi praticamente sopra di lui con tutto il corpo “Non è buffo?”
“Che cosa?” le chiese, accarezzandole i capelli.
“Che alla fine della storia, siamo sempre io, te e James?” continuò.
“Già.” Commentò lui, per niente divertito.
Lyn si alzò, puntando le mani sul materasso e sovrastò il viso di Harry con il suo “Non fare cazzate, d’accordo?”
“In che senso?” aggrottò le sopracciglia.
Lei puntò gli occhi nei suoi, seria “Non ti innamorare di me, Harry.”
“Perché no?” le chiese, serio anche lui.
“Perché ti spezzerei il cuore e non voglio.” Rispose, abbassando poi il tono di voce, meno sicura “Io sono innamorata di James.”
“E se ti facessi cambiare idea?” fissò i suoi occhi “Se alla fine ti facessi scegliere me?”
“Io ti piaccio, vero?” sussurrò, abbassando lo sguardo.
Lui annuì “Troppo per lasciarti andare.”
“Lo so.” Rispose, alzando lo sguardo “Lo vedo dal modo in cui mi guardi, mi tocchi o mi baci. Mi fa stare bene.”
Si morse il labbro, pensando ad alta voce “Deve essere bello fare l’amore con te…”
Spalancò gli occhi, non appena si rese conto di averlo detto davvero e nascose il viso nell’incavo del collo di Harry “Dio, ma sono ubriaca fradicia!”
Lui rise, accarezzandole i capelli “Tranquilla, anch’io penso che sarebbe bello fare l’amore con te.”
Hayley alzò appena il viso, strusciando la punta del naso sul suo collo “Sei fortunato che, ubriaca come sono, non ricorderò nulla domani mattina.”
“Non te l’avrei mai detto altrimenti.” Annuì lui, ridendo divertito “Allora non preferisci davvero uno scimpanzé a me.”
Hayley rise, dandogli un cazzotto sul fianco.
Lui scoppiò in una fragorosa risata e la strinse a sé, baciandole la fronte.
“Secondo te, adesso James è insieme a quella ragazza?” sussurrò, posando la mano sul suo petto, sotto la guancia.
“Non lo so.” Sospirò lui, posando la sua sulla mano di Lyn “Probabilmente se ne sarà andato quando ci ha visti andare via insieme.”
Lyn annuì, serrando gli occhi “Ma lui l’ha baciata per tutta la serata, magari adesso…”
“Shh…” la interruppe lui, stringendola a sé “James adesso starà giocando a freccette immaginando la mia faccia sul bersaglio. Da solo.”
“Come fai ad esserne così sicuro?” insistette lei, la voce strozzata tradiva delle imminenti lacrime.
“Perché per quanto sia un coglione, lui vuole solo te.” Intrecciò le dita alle sue, alle quali lei si allacciò, singhiozzando “Ha te, chiunque altra gli sembrerebbe insulsa.”
“Lo pensi davvero?” serrò di nuovo gli occhi, che sentiva pizzicare.
“Tranquilla, vuole solo te.” Ripeté.
“No, intendo…” alzò il viso, per poterlo guardare e lui piegò il mento “Pensi davvero, che le altre ragazze…”
Lasciò la frase a metà, imbarazzata, ma Harry capì cosa intendesse, infatti si mordicchiò il labbro, sapendo di essersi lasciato sfuggire troppo.
Lei sorrise, asciugandosi gli occhi con la mano libera “Puoi dirmelo, sono ubriaca.”
Anche lui sorrise, annuendo “Sì, Lyn. Da quando ti conosco non vorrei stare con nessun’altra che non sia tu.”
Hayley sorrise, dolce e imbarazzata come poche volte l’aveva vista.
Gli si avvicinò, per baciargli la guancia, ma un capogiro improvviso la dirottarono verso l’angolo destro delle sue labbra. Finse che non fosse successo niente e sussurrò “Sei dolce.”
Harry rise, alzando un sopracciglio “E questo che vuol dire?”
Lyn alzò le spalle, mordicchiandosi il labbro “Non lo so…”
Risero entrambi, finché lei non tornò con la testa sul suo petto “Buonanotte, Harry.”
“Buonanotte, Lyn.” Ripeté lui, stringendola.
 
Harry si svegliò di soprassalto, quando Hayley scostò le coperte frettolosamente e si alzò di corsa.
Ci mise un paio di secondi prima di capire che quella sagoma che correva nel buio era lei e poi la luce accecante del bagno gli fece nascondere la faccia nel cuscino.
Sentì un suono strano provenire dal bagno.
Fece mente locale, ricordando di essere con Hayley, in camera sua e di averla portata a casa dopo la festa.
Si alzò a sedere e la vide piegata davanti al water.
“Lyn!” scostò le coperte e si alzò di scatto, precipitandosi in bagno.
Si mise in ginocchio affianco a lei e gli prese i capelli con le mani, raccogliendoli lontani dal suo viso. Tenendoli con una mano, le accarezzava la schiena con l’altra per non guardare il vomito che cominciava ad emanare un odore disgustoso e si concentrò sul vestito rosso che ancora giaceva per terra.
“Grazie.” Riuscì a dirgli, prima di piegarsi di nuovo e vomitare l’anima.
Harry annuì, accarezzandole di nuovo la schiena e guardò la sveglia sulla mensola sopra lo specchio, vedendo che erano passate solo un paio d’ore da quando si erano addormentati.
 
Hayley sospirò, dopo quelle che gli parvero ore, facendo leva sulla mano sulla tazza per arrivare con l’altro braccio allo sciacquone.
Si alzò, con altrettanta lentezza e fiacca, dando le spalle ad Harry e si portò al lavandino, aprendo l’acqua fredda. Mise le mani a conchiglia sotto il getto d’acqua e si sciacquò ripetutamente le labbra, piegandosi poi sul rubinetto per bagnare la bocca e sputare l’acqua.
Sciacquò anche le mani e, ancora bagnate, le passò sulle guance e la fronte accaldate, allontanando i capelli. Allungò la mano sul pensile e si legò i capelli in uno chignon disordinato.
Mise del dentifricio sullo spazzolino e si lavò i denti, volendo levarsi al più presto quel sapore disgustoso dalla bocca. Riuscì nel suo intento, sciacquando poi via il dentifricio dal lavandino.
Alzò la testa e guardò Harry attraverso lo specchio. Non aveva parlato per tutto il tempo e le aveva dato il tempo di riprendersi senza starle addosso, anche se non aveva mai smesso di guardarla.
“Non guardarmi.” Abbassò il capo, sospirando “Sono orribile…”
Si guardò di sfuggita allo specchio, gli occhi arrossati contornati dalle occhiaie che la dicevano lunga sulla sua serata, il viso pallido di una che ha appena vomitato contornato dai ciuffi castani che, sfuggiti all’elastico, spuntavano intorno.
“Non sono d’accordo.” la contraddisse, meritandosi un’occhiataccia attraverso lo specchio.
Rise, alzandosi e lei si voltò, appoggiandosi con il bacino al lavandino.
Continuava a nascondergli il viso, tenendo lo sguardo basso e Harry non poteva sopportarlo.
Quando le fu di fronte, posò la mano sotto il suo mento e le alzò il viso, finché non incontrò i suoi occhi.
“Non serve che ti nascondi: lo sai che ti troverei bellissima in qualsiasi momento.” Le sorrise, scendendo con una mano sul collo, per accarezzarglielo, senza malizia, solo per confortarla “Come ti senti?”
“Razza di domanda…” alzò gli occhi al cielo.
Lui rise “Sono contento di sapere che, nonostante sembri stanca, questo non ha intaccato la tua simpatia.”
“Ti dirò, con tutto questo vomito, mi sento ancora più acida.” Sorrise lei, sghemba.
“Buon per me.” Ammiccò il riccio.
Lyn rise, scuotendo la testa e si lasciò avvicinare dalla sua mano sulla nuca, posando la fronte sul suo petto.
“Vuoi che ti prepari qualcosa di caldo?” le chiese, posando il mento sui suoi capelli.
“No, mi viene da rimettere al pensiero.” Rispose, cingendogli la vita con le braccia “Voglio solo tornare a letto.”
Harry annuì, seguendola in camera sua e recuperò da terra il vestito, posandolo sulla sedia alla scrivania.
Lei lo guardo, stesa sul letto sopra le coperte “Se ti piace così tanto te lo presto una sera.”
Harry rise, sedendosi sul letto “Grazie, ma sono sicuro che non farebbe lo stesso effetto.”
Hayley gli posò una mano sul braccio, come se stesse consolando una sua amica “Non trattarti così, sei bella anche tu. Scommetto che con quelle gambe attireresti l’attenzione di tutti.” Ammiccò, ridendo.
Lui le afferrò il braccio, trascinandola vicino a sé. Si mise a cavalcioni, reggendosi con le mani e le ginocchia al materasso sopra di lei “Pensi di essere simpatica?”
“Ti prego, non farlo mai più.” Si lamentò lei, portando una mano alla fronte “Mi gira tutto…”
“Scusa.” Le sorrise, dispiaciuto e si rimise a sedere affianco a lei.
“Te lo metti davvero?” gli chiese, dopo qualche minuto in silenzio, voltandosi con il viso verso di lui.
Harry alzò un sopracciglio, per nulla divertito.
Ma Lyn rise, dandogli per gioco uno schiaffetto “Saresti sicuramente meno strano con quello che con le mutande di Hulk.”
Sospirò, buttandosi all’indietro con la schiena sul materasso, mentre lei continuava a ridere “Ci rinuncio.”
“Harry?” lo chiamò, quando smise di ridere “Apri la finestra?”
“Hai caldo?” si alzò a sedere, guardandola cercare di farsi aria con la mano.
“Sono bollente.” Sbuffò lei, passando una mano sulla fronte effettivamente sudata e l’altra che alzava e abbassava l’orlo della maglia sulla pancia “Ho bevuto davvero così tanto?”
“No, è solo l’effetto che faccio alle donne.” Alzò le spalle Harry, ammiccando.
Lei alzò un sopracciglio, incrociando le braccia al petto “Il vomito?”
“I brividi per il caldo.” La corresse, facendole la linguaccia.
Lei gli restituì una boccaccia ed entrambi risero.
Harry poi si alzò, andando alla finestra e l’aprì. Si voltò, ridendo, quando la vide “Che stai facendo?”
“Mi faccio aria.” Rispose lei, ovvia, piegando di nuovo il collo per soffiare nella scollatura alzata della maglia.
“Serve aiuto?” sorrise sghembo, in piedi di fronte a lei.
Lyn non rispose, si limitò ad alzare il medio, sorridendo acida.
“Lo dicevo per te, se soffi non ti gira la testa?” continuò a prenderla in giro.
“Ma che gentiluomo...” Commentò lei, poggiandosi sui gomiti dietro le spalle “Come se non mi stessi guardando le tette da quando mi sono messa in pigiama!”
“Chi io?” provò a difendersi, dopo essere stato scoperto “Ma che tette, guardavo il panda!”
Di nuovo, Lyn non rispose, ma allungò le braccia dietro per afferrare un cuscino.
Harry fu più veloce e le pizzicò i fianchi, quando la canottiera si tirò su per il gesto della ragazza.
Lyn saltò, portando le mani a ricoprire la pelle della pancia e lo incenerì con lo sguardo.
“Qualcuno soffre il solletico?” rise Harry, muovendo le dita delle mani per minacciarla.
“Non. Ci. Provare.” Sibilò tra i denti lei, coprendosi la pancia con le braccia.
“Ok.” Alzò le mani lui, fingendosi innocente.
Aspettò che levasse le braccia e poi si piegò su di lei, prendendo a farle il solletico sui fianchi, dove peggio lo sopportava.
“Harry!” urlò, ridendo e contorcendosi “Stro…”
“Come? Non ti capisco…” la ignorò, guardandola ridere sotto di sé.
“Vomito!” protestò, cercando di scansarlo con le mani “Harry, basta!”
D’istinto, cominciò a muovere le gambe e gli tirò un calcio ben assestato proprio in mezzo alle gambe.
“Edward!” grugnì lui, portando le mani in basso, lasciandosi cadere in avanti, atterrando sul petto di Hayley.
“Ti prego, dimmi che non hai chiamato per nome il tuo pene.” Riuscì a dire lei, quando si riprese dalle risate.
Lui non rispose, si limitò ad emettere un lamento e rimanere su di lei, con la fronte premuta alla sua maglia.
“E posso scusarmi con te o devo porgere le mie scuse al diretto interessato?” continuò a prenderlo in giro, giocando con i suoi ricci “Sono sicura che è più simpatico di te.”
“Sbaglio o stai tenendo una conversazione sul mio pene?” le fece il verso.
“Edward.” Lo corresse, scoppiando a ridere. Lui la seguì a ruota.
“E’ ancora più stupido di quando Hope ha dato un nome alla macchia d’infiltrazione sul muro della sua camera a dieci anni.” Rise Lyn.
“E come l’ha chiamata?” rise anche lui.
“Batman.” Rispose, scoppiando in una risata fragorosa al ricordo.
“Batman?”  ripeté Harry, seguendola.
“Sì, perché suo fratello era fissato con i supereroi e diceva che quella macchia la proteggeva dai mostri di notte.” Spiegò “Una volta siamo rimasti seduti sotto a quella fottutissima macchia tutti e quattro per un giorno intero, quando i suoi volevano ripitturare la stanza! Un giorno intero, capisci!?!”
“E alla fine?” le chiese.
“E’ ancora lì.” Confessò e scoppiarono entrambi di nuovo a ridere “Ma non dirlo a Liam, ti prego o mi uccide.”
“Tranquilla.” Alzò una mano Harry “E comunque, Liam dorme con il pigiama di Batman.”
“Allora sono fatti l’uno per l’altra.” Rise.
Rimasero per un po’ in silenzio, ridacchiando.
“Perché non mi hai detto che frequenti un corso di karate?” la prese in giro, pizzicandole un fianco e facendola saltare di nuovo “Mi hai fatto malissimo.”
“Quante storie…” sbuffò “Mi hai fatto più male te atterrandomi sulle tette!”
“Dovevo pur atterrare sul morbido, no?” rise, meritandosi uno scappellotto dietro la nuca.
“Disse quello che aveva un intero letto a disposizione.” Commentò.
“Sì, beh… volevo aiutarti.” Ribatté.
Prima che lei gli chiedesse cosa intendesse si alzò sui gomiti, ai lati dei fianchi di Lyn, abbassò la testa e soffiò sulla scollatura.
“Idiota!” rise lei, spingendolo sul materasso.
Harry scoppiò a ridere e Lyn rimase a guardarlo, lasciandosi sfuggire un sorriso, perché aveva una risata buffa per essere adulto. In senso buono, però.
Gli si avvicinò e si sedette sulle sue gambe, come aveva fatto poco prima. Di nuovo, lui rimase immobile e smise di ridere, guardandola.
“Sei dolce.” Sussurrò, abbassandosi a baciargli l’angolo della bocca.
Solo allora notò il neo che aveva e gli altri tre sulla guancia. Tracciò un arco preciso con il dito, seguendoli, fino al collo e alla clavicola.
“Potremmo rifarlo, una sera di queste.” Disse, quando si rese conto di essere stata indiscreta e tornò a guardare i suoi occhi che non l’avevano mai lasciata.
“Soffiarti sulle tette?” rise, ricevendo un frontino in piena regola.
“Idiota…” rise lei, scuotendo la testa “Passare del tempo insieme.”
Harry annuì “Organizziamo un pigiama party.”
“So che non vedi l’ora di rivedermi in pigiama, ma non dobbiamo per forza dormire insieme.” Gli fece la linguaccia.
“Perché no?” la stuzzicò, rischiando un altro frontino.
Rise, prendendole le mani per ripararsi “Comunque sì, mi piacerebbe passare più tempo con te.”
Lyn sorrise, sincera e lui voltò il viso, alzandolo per mettergli la guancia vicino al volto.
“Che stai facendo?” alzò un sopracciglio.
“Sono stato dolce, me lo dai un bacio?” rise, avvicinando di più la guancia.
Hayley rise, spingendolo di nuovo contro il materasso e lui rise più forte quando commentò “Idiota…”
Gli si avvicinò, sfiorandogli il naso con la punta del suo. Sorrise divertita quando lo vide smettere immediatamente di ridere.
“Tu non hai bisogno di fare il carino per avere un mio bacio.” Gli soffiò sulle labbra e poi lo baciò sul solito punto.
Harry sorrise, prendendole le mani posate sul materasso affianco alle sue spalle e l’aiutò a rimettersi su con lui, ritrovandosi seduto e con lei in braccio.
“Volevo aspettare domani mattina, ma mi sembri sobria.” La guardò, come per averne la conferma.
“Sono sobria!” si levò, lasciandolo alzarsi.
Raggiunse la sedia dove aveva posato il giacchetto ed estrasse dalla tasca una scatolina “Tanti auguri, Lyn.”
Hayley sorrise, sorpresa e afferrò il pacchetto “Grazie!”
Si sedette a gambe incrociate sul letto, facendolo sedere affianco a lei e scartò.
Aprì la scatolina rossa e ne estrasse una collanina dorata. Aveva come ciondolo una gabbia.Aperta.
“Ti piace?” le chiese, quando la vide paralizzata.
“E’… bellissima.” Gli sorrise, voltandosi verso di lui.
Harry tirò un sospiro di sollievo, prima che Lyn gli si lanciasse tra le braccia e gli cingesse il collo.
La strinse a sé, posando la guancia nell’incavo del collo, respirando il suo profumo.
“Mi aiuti?” gli chiese, allontanandosi.
Harry annuì, prendendo tra le mani la collana.
Lyn si mise in ginocchio davanti a lui, dandogli le spalle e non servì raccogliere i capelli, già tenuti su dallo chignon.
Gliela posò sullo sterno, allacciandogliela sulla nuca.
Lei abbassò il viso, guardando il ciondolo e sorrise, sfiorandolo con le dita.
Quasi senza accorgersene, le accarezzò la nuca e sorrise soddisfatto, quando la vide rabbrividire.
Continuò a sfiorarla, sulle spalle, poi lungo le braccia, posando il mento sulla sua spalla sinistra.
Arrivato ai polsi, allungò le mani per intrecciare le dita alle sue e le portò sulla sua pancia, così da cingerle la vita da dietro.
Lyn rimase immobile, ancora con lo sguardo basso, che ora guardava le loro mani.
Harry posò le labbra sulla spalla, delicato e lei, ancora, non si mosse.
Lo fece di nuovo, avvicinandosi alla sporgenza delle ossa della spalla vicino al collo.
Di nuovo, lei rimase immobile.
Socchiuse gli occhi, quando le labbra di lui le sfiorarono la base del collo e si lasciò sfuggire un sospiro mentre continuava a baciarla.
Intanto, Harry lasciò una sua mano, accarezzandole la maglia, poi l’orlo, poi l’alzo e le sfiorò la pelle del fianco, dove c’era il tatuaggio.
Lyn reclinò la testa, lasciandogli libero accesso al collo.
Harry però volevo le sue labbra.
La baciò sotto il mento, sulla mascella e sulla guancia.
Si faceva più vicino, quando lei abbassò di scatto la testa e lo fece allontanare “Harry…”
“Sì, scusa.” La lasciò, schiarendosi la gola imbarazzato.
“Mettiamoci a dormire.” Continuò a non guardarlo, raggiungendo le coperte per infilarcisi all’interno.
Si stese sotto le coperte affianco a lei e spense la luce, augurandosi a vicenda la buonanotte e poi si misero entrambi su un fianco, dandosi le spalle.
La sentì rabbrividire, un paio di volte, ma la situazione in cui si era andato a cacciare poco prima aveva rovinato l’atmosfera scherzosa rendendola pesante e imbarazzante, perciò rimase immobile, fingendo di non essersene accorto.
Quando rabbrividì per la quarta volta, però, si voltò verso di lei e le cinse la vita con il braccio.
Lyn sorrise, interpretando quel gesto gentile per quello che era e posò il braccio sul suo, dandogli la sua approvazione.
Anche Harry sorrise, soffiando sui suoi capelli e la strinse al suo petto.
“Chiudi la finestra?” gli sussurrò, quando neanche il calore di Harry gli bastò.
“No.” Rispose lui.
“Come no?” aggrottò le sopracciglia, girandosi per guardarlo.
“Se lo faccio, tu non vorrai più dormire abbracciata a me.” Confessò, alzando le spalle.
“Sei dolce.” Rise lei, prendendogli il viso tra le mani per baciargli l’angolo delle labbra.
Si rimise con la testa sul cuscino, riconoscendo nella penombra il suo sorriso “Ora chiudi la finestra?”
“Adesso sì.” Annuì lui.
Si alzò, sentendola ridere e si sentì sollevato, sapendo di non aver rovinato l’atmosfera che aveva creato quella sera.
Tornò nel letto e tornò a stringerla, baciandole i capelli per augurarle l’ennesima volta la buonanotte.

 

Ehilààà!?!

I'm back!
Scusate, ci ho messo un po', lo ammetto.
Allora, che cosa ne pensate?
Personalmente, mi sono divertita un sacco a scrivere questo capitolo,
spero abbia coinvolto anche voi.

Ora, le noti dolenti...
Quanti di voi mi vogliono menare per non averli fatti baciare!?!
Lo so, I'm sooooo sorry!

La gabbia chiusa e la gabbia aperta...
James e Harry...
Sono dei piccoli suggerimenti. ;D
A questo proposito, volevo dirvi una cosa:
stavo pensando di cambiare il titolo della FF.
Volevo quindi avvisarvi.
Dalla prossima volta, al posto di This is What Makes Us Girls
troverete My Little Bird.
...Altro indizio...

Una piccola precisazione,
la scena della doccia di Lyn,
mi è venuta in mente guardando una sera Skins.
Perché in quella scena Freddie era troppo dolce con Effy
che volevo ricreare la stessa atmosfera.
Se non ci fossi riuscita, vi lascio il link della scena
:

http://www.youtube.com/watch?v=Lbgk_MWiEFw

C
redo di aver detto tutto...
Ora mi dileguo!


Lasciate delle recensioni, mi raccomando!!! <3

 

Vi lascio sempre il link della pagina sui One Direction su Facebook,
se non aveste niente da fare...

http://www.facebook.com/UnaDirezione1Derland?fref=ts



  Lyn <3




L'ho fatto io. Sì, lo ammetto, Harry è un po' un'ossessione per me...

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Capitolo 11
*** Louis - My Stomach's Tied in Knots ***


11  ~ Louis

 

I only have myself to blame
But do you think we can start again
'Cause I can't live without you

Oh, my stomach’s tied in knots
I’m afraid of what I’ll find if I can see you with him tonight
My stomach’s tied in knots – Sleeping with Sirens
 

“Mattiniere?” rise Vic, aprendo la porta.
“Dobbiamo parlare con Hayley.” Si limitò a rispondere Summer, trascinando dentro con sé Hope.
“E’ in camera sua; sta ancora dormendo.”  Le informò.
“Hayley!” cominciò a chiamarla Sum per le scale, sempre seguita dall’altra bionda, insonnolita “Hayley!”
Entrarono in camera sua, mentre Lyn si voltava verso quel trambusto, stiracchiandosi “Se provi a chiamarmi un’altra volta, giuro che ti fiondo dalla finestra.” Brontolò.
Hope rise, mentre Summer stava per scusarsi.
Rimasero entrambe immobili, però, quando le coperte si alzarono.
Bounjour finesse…” comparve la testa riccioluta di Harry, sul petto di Lyn.
“Oh.” Riuscì a dire Hope “Vi abbiamo… interrotto?”
“Sì.” Rispose Lyn nello stesso momento in cui Harry rispondeva “No.”
Si guardarono, Harry alzò un sopracciglio “Ci hanno interrotto?”
“Beh, stavamo dormendo e ci hanno…” rispose lei, prima di afferrare cosa volesse dire Hope “Oh mio Dio, no! Noi… non… no!”
Le due ragazze la guardarono scettiche e divertite, mentre Harry scostava il lenzuolo per mettersi seduto.
L’attenzione delle due allora si spostò su quest’ultimo e Hayley scattò a sedere, davanti a lui.
Incrociò le braccia al petto, alzando un sopracciglio “Magari potreste aspettare fuori mentre ci rivestiamo?”
Hope ammiccò, uscendo dalla stanza con Sum che si richiuse la porta alle spalle.
Hayley sentì due braccia forti cingerle la vita, spingendola contro il petto caldo di Harry.
“Gelosa?” le sussurrò all’orecchio.
“Chi, io?” imitò una risata, allontanandosi dalla sua stretta e si rimise sdraiata per mettere distanza.
“Sì, tu.” Rise lui, seguendola, poggiando le mani sul materasso, sovrastandola.
Lyn prese a giocherellare con le catenine che Harry aveva al collo, per non guardarlo “Io lo dicevo per te, non vorrai che ti vedano anche loro con quelle mutande.”
Lui rise, scuotendo la testa “A forza di criticarle, secondo me mi trovi sexy così.”
“Oh, sì. Ti sogno tutte le notti con quelli addosso.” Tornò a guardarlo, sorridendo divertita.
“Anzi, l’ultima volta anch’io avevo un completo dello stesso colore.” Ammiccò maliziosa, ironicamente.
Harry la imitò, ammiccando, trattenendosi dal ridere “Magari al prossimo pigiama party.”
“Idiota…” rise lei, spingendolo per la spalla.
Harry scoppiò a ridere, insieme a lei.
“Sei buffo quando ridi.” Gli disse, apostrofandogli la punta del naso con il dito.
“Io buffo?” alzò un sopracciglio “Dico, ti sei sentita mentre ti facevo il solletico?”
“Non…” non fece in tempo ad avvertirlo, che le mani di Harry le stavano già pizzicando i fianchi “Harry!”
 
Intanto, a casa sua era arrivato anche Christofer, che, salendo le scale, aveva trovato Hope e Sum fuori dalla stanza di Lyn.
“Allora, qual’era l’urgenza?” chiese, senza aspettare la risposta ed aprì la porta “Sveglia dor-…”
“Ha- Harry!” gridò Hayley, interrompendolo.
“OH MIO DIO!” esclamò Chris, coprendosi gli occhi con entrambe le mani.
Sia Hayley che Harry si voltarono verso di lui, accorgendosi della sua presenza.
“Che succede?” accorsero le altre due ragazze.
“Ho appena trovato la mia migliore amica impegnata in atteggiamenti osé con un ragazzo!” spiegò lui, voltandosi verso di loro ancora con le mani davanti al viso.
Harry scoppiò a ridere, mentre Lyn si mise seduta “Chris, falla finita…”
“Chris, ti sbagli!” rise Hope, cercando di levargli le mani dal viso.
“Guardaci, siamo vestiti!” continuò Hayley, indicandosi il pigiama.
“No, credo che non avrò più la forza guardarti.” Scosse la testa “Rimarrò traumatizzato per tutta la vita!”
Lyn levò gli occhi al cielo, alzandosi e lo raggiunse “Tigro?”
“Non chiamarmi Tigro, non attacca!” la avvertì.
Lei non lo stette a sentire, levandogli a forza le mani da davanti il viso.
Sorrise vittoriosa quando riuscì a farlo smuovere, prima di accorgersi che teneva gli occhi chiusi, serrati.
“Tigro!” sbuffò, battendo il piede a terra.
Sbuffò anche lui, aprendo prima un solo occhio, abbassandosi per guardare Lyn e poi, accortosi che era davvero vestita, aprì entrambi.
La indicò, guardandola minaccioso con le sopracciglia contratte.
“Lei?” interpretò Sum.
Indicò Harry.
“…e lui?” tradusse ancora Sum.
Imitò con le mani il segno di sbaciucchiarsi.
“None!” ripeté Lyn, per l’ennesima volta.
Chris tirò un sospiro di sollievo, spingendola per la spalla “Perché non l’hai detto subito!”
Lyn scosse la testa, alzando gli occhi al cielo e passò ad Harry i suoi vestiti.
“Wow! Quelli mi mancano alla collezione!” Chris indicò i boxer di Harry, mentre seguiva Hope e Summer di nuovo fuori “Si illuminano al buio?”
Hayley scoppiò a ridere, mentre Harry alzava un sopracciglio, chiudendo la zip dei jeans “Perché non vi sposate voi due?”
“Nah, Hayley è isterica…” storse il naso Chris, prima di ricevere uno scappellotto dietro la nuca “Visto?”
Hayley gli chiuse la porta in faccia ed Harry rise, infilandosi la maglia e si sedette sul letto per infilarsi le scarpe.
Lyn gli si mise di fronte, quando finì, con i piedi scalzi sopra le sue scarpe.
Harry alzò il viso, sorridendole e la trovò già a sorridergli.
L’avvicinò, attirandola delicatamente per il braccio, facendola sedere sulle sue gambe.
    Hope aprì piano la porta, lasciando uno spiraglio per spiarli insieme agli altri due complici.
“Suonerebbe strano se ti dicessi che sono stato benissimo stanotte?” disse, allontanandole dal viso una ciocca di capelli.
“No, suonerebbe strano se ti rispondessi che sono stata bene anch’io.” Rise lei, imitandolo, accarezzandogli i capelli per dargli un’aggiustata.
“Allora sarebbe ancora più strano se ti dicessi che mi dispiace andarmene.” Continuò lui, sorridendole.
Lyn gli prese il viso tra le mani, avvicinandolo a sé fino a posare le labbra sull’angolo della sua bocca “Sei dolce.” Gli sussurrò, poggiando la fronte alla sua tempia.
Risero entrambi e lui la strinse in un abbraccio amichevole, mentre lei gli cingeva il collo.
“Davvero, grazie per ieri sera.” Sussurrò, con la guancia schiacciata alla sua spalla.
“Non serve neanche ringraziarmi.” Rispose, lasciandole un bacio sulla spalla, dolce.
Ti voglio bene, Harry.” Si strinse di più a lui.
Harry sospirò, sapendo di non poter ottenere altro e la strinse, baciandole la tempia “Anch’io, Lyn.”
     “Aww…” si lasciò sfuggire Summer, facendo scoprire i tre intrusi.
 
“Finalmente!” esclamò Louis, piombando addosso al suo migliore amico non appena questo mise piede in camera sua.
“Lou, che ci fai qui?” sbadigliò Harry, lasciandosi soffocare dal suo abbraccio.
“Ero venuto a cercarti, ma non c’eri.” Alzò le spalle “Ti stavo aspettando.”
Harry annuì, buttandosi a peso morto sul letto dopo essersi levato le scarpe.
“Non hai dormito qui.” Constatò Louis.
Harry annuì di nuovo, sbadigliando.
“E dove hai dormito?” insistette.
“Da Hayley.” Aprì un occhio, guardandolo.
Louis alzò un sopracciglio, allungandogli la mano “Styles fa centro un’altra volta?”
“Dormito, Lou. Abbiamo solo dormito.” Ripeté, scandendo bene le parole.
“La tua faccia dice il contrario…” incrociò le braccia sotto al petto, sedendosi affianco a lui.
“Abbiamo dormito un paio d’ore.” Ammise “Ma non è come pensi!”
“Ah, ah…” annuì l’altro, poco convinto e si sdraiò.
“Siamo stati benissimo: abbiamo passato la notte a parlare, a ridere e scherzare e poi io la stringevo e la coccolavo quando le faceva male la testa e lei poi coccolava me e…” sospirò, lasciando la frase in sospeso, facendo cadere le mani con cui aveva gesticolato sul copriletto.
“Cacchio, sei proprio cotto.” Commentò Louis.
“Sì, ehm… Tu che ci facevi qui?” cambiò discorso.
“Devo parlarti di Summer.” Esordì Louis, sedendosi.
“Ah, l’ho appena vista.” Lo informò.
“L’hai vista? E… e come ti è sembrata?” gli chiese Lou.
“Direi bionda, alta…” cominciò a dire Harry, prima che gli arrivasse un cuscino in faccia.
“Non fisicamente, stupido!” alzò gli occhi al cielo, scuotendo la testa “Ah, giusto… C’era la tua Hayley e non ha guardato nessun’altra all’infuori di lei…”
Harry si limitò ad alzare le spalle, annuendo.
“Oh, ma come sei dolce Hazza!” lo prese in giro, tirandogli le guance.
“Fidati, è più piacevole quando me lo dice lei!” protestò Harry, levandogli le mani.
Si mise a sedere anche lui, stiracchiandosi “Allora, cosa dovevi dirmi a proposito di Summer?”
“Ci siamo baciati.” Confessò.
“Finalmente!” sorrise Harry, dandogli una pacca amichevole sulle spalle.
“C’è un però…” frenò il suo entusiasmo “Lei ha detto che ha bisogno di tempo, perché vuole pensarci prima di mettersi con me.”
“Oh, tranquillo, le donne fanno sempre le difficili!” lo rassicurò l’esperto “Ormai è fatta, fidati!”
 
“Allora, siete venuti qui solo in qualità di sveglia o c’è una ragione per la vostra visita?” chiese Lyn, dopo aver accompagnato alla porta Harry.
“Summer ci ha buttati tutti giù dal letto.” Disse Hope, sedendosi sul letto sfatto.
“Devo parlare con voi, non ho chiuso occhio stanotte!” la imitò, stringendo un cuscino con le braccia.
Quando furono tutti e quattro in cerchio sul letto, cominciò a parlare.
“Louis mi ha baciata.” E prima che chiunque potesse dire una parola, continuò “E anche Niall mi ha baciata.”
Stavolta furono gli altri a rimanere in silenzio, di loro spontanea volontà, troppo sorpresi per parlare.
“E io e Niall ci siamo fidanzati.” Concluse, in un sussurrò.
“Fidanzati… in che senso?” balbettò Chris.
Hope si voltò verso di lui, alzando un sopracciglio.
“Mano nella mano, baci, ti amo… hai presente?” sorrise acida Hayley.
“Sì, ma… Perché!?!” esclamò Chris, sempre più confuso.
“Beh,perché… a me piace Niall e voglio stare con lui.” Alzò le spalle Sum.
“Mi pare ovvio…” commentò ironica Lyn, scostandosi i capelli.
“E Louis come l’ha presa?” chiese Hope, ignorandola.
“Ecco… Louis…” si mordicchiò il labbro.
Tutti e tre la guardarono, impazienti.
“Louis non sa ancora nulla.” Sentenziò infine.
E poi, quello che successe in quella stanza, quella mattina,fu il finimondo…
 
Louis si passò una mano tra i capelli, sistemando il ciuffo davanti allo specchio.
Lisciò la maglia a righe e prese la giacca dal letto, pronto ad uscire.
“Ci vediamo a cena!” avvisò gli altri, chiudendo la porta alle sue spalle.
Camminava tranquillo, impaziente di rivederla.
Si sarebbe anche messo a fischiettare, se avesse usato farlo.
Arrivato davanti al cancello di casa Foster, si bloccò con la mano sul ferro battuto.
Avrebbe dovuto avvisare?
In fondo, lei gli aveva chiesto del tempo e lui, per tutta risposta cosa faceva?
Si presentava da lei neanche 24 ore dopo!
Forse si sarebbe salvato con una frase ad effetto tipo ‘Non potevo restare senza di te’.
No, meglio di no, l’avrebbe infastidita e basta.
Entrare o non entrare?
Si mordicchiò le labbra, tamburellando con le dita contro la maniglia del cancelletto, fissando il vialetto fino al portico.
“Hei Summer, passavo di qui e…” provò, schiarendosi la voce.
Scosse la testa, sbuffando.
“Ciao Summer, sono passato per…”
Sbuffò di nuovo, passandosi una mano tra i capelli.
Sono passato per dirti che ti amo e che vorrei baciarti ancora e ancora anche tutto il pomeriggio?
Vai Louis, così sì che la fai scappare a gambe levate!
“Summer…” riprovò, ma stavolta fu interrotto.
“Con chi parli?” gli chiese una vocina.
Si voltò, notando affianco al cancello una bambina bionda, all’interno del giardino.
“Io? Con… con nessuno.” Le sorrise, alzando le spalle.
“Sei un tipo strano.” Lo squadrò lei “Devo chiamare la polizia?”
“La… No!” alzò le mani, facendole segno di rallentare “Sono Louis, sono un amico di Summer.”
“Oh, ecco perché.” Annuì lei, accarezzando il muso di un enorme cane bianco che l’affiancava “Tutti gli amici di mia sorella sono strani.”
“Summer è tua sorella?” la guardò meglio, allungandole la mano da sopra il cancelletto “Piacere, Louis.”
“Juls.” Gliela strinse, sorridendogli “Tu sei uno strano carino, però.”
Louis rise “Tua sorella è in casa?”
“Sì, ma non credo che voglia vederti.” Rispose.
“Non vuole… vedere me?” ripeté.
“Non vuole vedere nessuno e basta, credo.” Alzò le spalle, tornando ad accarezzare il cane.
“E’ successo qualcosa?” si preoccupò.
“No, solo che è con il suo ragazzo.” Rispose, indicando con il capo l’interno della casa “Mi hanno anche sfrattato dal divano!”
“Il suo…” Louis deglutì a vuoto, un paio di volte, prima di riuscire a pronunciare “ragazzo?”
Juls annuì, proprio mentre la porta alle sue spalle si apriva.
Guardarono entrambi in quella direzione, vedendo uscire prima Niall e poi Summer, per mano.
Lui le sorrise, dicendole qualcosa e lei lo imitò, sorridendogli.
Le cinse la vita e lei posò una mano sulla sua spalla, alzando il viso.
Nell’esatto momento in cui le loro labbra si sfiorarono, il cuore di Louis si spezzò in mille pezzi.
I due si allontanarono e Niall si voltò verso il cancelletto, notando solo in quel momento Louis.
La sua espressione sorpresa e terrorizzata spinse Sum a guardare nella stessa direzione, per assumere la stessa espressione.
La faccia di Louis, invece, era una maschera di rabbia.
Gli rivolse un’occhiataccia, scuotendo la testa.
“E’ stato un piacere conoscerti, Juls.” Disse a denti stretti, senza neanche guardare la bambina.
“Torna quando vuoi!” rise lei, imbarazzata, salutandolo con la manina mentre se ne andava, pestando i piedi ad ogni passo.
“Louis!” sentì la voce di Niall chiamarlo, prima che svoltasse l’angolo e iniziasse a camminare senza una meta precisa.
Era ormai sera quando smise di girare per il paese.
Sembrava un matto, non sapeva neanche lui cosa stava facendo.
Ma sapeva che avrebbe voluto stare solo, senza parlare con nessuno e camminare lo aiutava.
Ora però aveva bisogno di Harry, perciò riprese la strada per casa sua.
“Ciao Anne.” Sorrise alla donna, quando gli aprì la porta “Harry?”
Lei lo accolse con un sorriso, facendolo entrare “E’ di sopra.”
“Ok, grazie.” Annuì, prendendo le scale.
“Hei, Harry!” aprì la porta, entrando.
Il suo migliore amico era sdraiato sul letto, nella stanza semi buia per la serranda a metà, davanti alla televisione e con il joystick dell’x-box in mano.
“Lou?” si voltò Harry.
“Hei!” sentì una seconda voce.
Entrò nella stanza, notando la figura di Hayley affianco ad Harry, poggiata al petto del ragazzo.
Si schiarì la voce, confuso.
“Dovevi dirmi…” Harry si voltò di nuovo verso di lui.
“Ho vinto!” esclamò Lyn, interrompendolo.
“Non vale, ero distratto!” protestò lui, tornando a guardarla.
“Peggio per te.” Alzò le spalle, sorridendo vittoriosa.
“Hazza?” lo richiamò Louis, indicandogli la porta “Ti dispiace se te lo rubo un attimo?”
“Al contrario.” Ammiccò Lyn, mettendosi a sedere sul letto per far alzare Harry.
 
Louis seguì Harry fuori dalla sua stanza, richiudendo la porta alle loro spalle.
“Quindi, adesso siete compagni di merende o cosa?” rise, poggiandosi con le spalle al muro.
“Siamo amici.” Alzò le spalle Harry.
Louis annuì “E a te va bene?”
“Non posso chiederle altro, quindi…” fece di nuovo spallucce, giocando con i lacci dei pantaloni della tuta.
“Beh, a quanto pare siamo sulla stessa barca.” Sospirò Louis.
Harry tornò a guardarlo, alzando la testa, con un sopracciglio alzato “Summer?”
Annuì, sorridendo amareggiato “Sono andato da lei oggi pomeriggio e, l’ho trovata con il suo ragazzo.”
“Ragazzo?” ripeté Harry, inarcando le sopracciglia.
“Aspetta, la parte divertente deve ancora arrivare…” rise Lou, senza allegria “Sai chi è il suo ragazzo?”
Harry scosse la testa, lentamente.
“Niall.” Disse Louis.
“Il nostro Niall?” si accertò Harry, spalancando gli occhi.
Louis annuì, senza più alcuna traccia di un sorriso, vero o falso che fosse “Già.”
“Non ci credo…” Harry si scostò i capelli, confuso “Cioè, come… e lei…”
La porta si aprì ed Harry si voltò, guardando Hayley uscire, timidamente “Louis?”
L’interpellato si voltò “Hai ascoltato?”
“No, ma ho sentito il nome Niall.” Rispose lei, mettendosi di fronte a lui.
“Da quanto stanno insieme?” le chiese.
“Si sono rincontrati ieri mattina e si sono messi insieme alla festa.”  Gli spiegò.
“Quindi si conoscevano già?” continuò.
Hayley annuì “Però credo che non dovrei essere io a parlartene.”
“Parlerò con loro, ma prima voglio una versione oggettiva ed esterna della situazione.” La contraddisse, autoritario.
“Ok, se rientrassimo e ci mettessimo seduti?” propose Harry, riaprendo la porta.
 
“Summer e Niall si sono conosciuti due anni fa, durante l’estate del 2009, quando lei è andata per due settimane in Irlanda.” Cominciò a parlare Hayley “Si sono innamorati e messi insieme e si erano dati appuntamento per incontrarsi un anno dopo nel posto in cui si incontravano di solito. Lui non si è presentato, dopo aver passato tutto il resto del 2010 senza darle sue notizie.”
Louis ed Harry si scambiarono un’occhiata d’intesa.
“Summer ha detto che lui le ha spiegato tutto e che la ama ancora, quindi l’ha perdonato.” Terminò Hayley.
Louis annuì, senza dire nulla.
“Io non conosco Niall, so solo che l’ha fatta soffrire e spero davvero per lui che la ragione per cui non l’ha più chiamata sia valida.” Tornò a parlare lei, posandogli una mano sul braccio, sorridendogli “E comunque, Summer non è una bugiarda, lei prova davvero qualcosa per te.”
“Certo, ma il primo amore non si scorda mai.” Commentò Louis, alzando le spalle.
“Posso darti un consiglio?” lo richiamò, facendogli alzare il viso “Stalle vicino, non allontanarla per questo.”
Lou sospirò, passandosi una mano tra i capelli.
“Io ho paura che lei confonda i suoi sentimenti con la nostalgia di ciò che provava per Niall.” Lo ignorò.
“D’accordo, grazie Lyn.” Le sorrise.
Lyn lo imitò, abbracciandolo amichevolmente.
Louis fece lo stesso, stringendola a sé.
Alzò la testa dalla sua spalla, guardando Harry, con le braccia incrociate al petto.
Ammiccò, indicando la ragazza prima di fare ‘Ok’ con la mano, a dargli la sua approvazione.
Harry annuì, mimando con le labbra “Ora levati!”
Louis rise, sciogliendo l’abbraccio “Bene, io vi lascio alla vostra serata.”
“Veramente dovrei tornare a casa anch’io.” Disse Lyn, controllando l’orario sul display del cellulare.
 
Harry accompagnò entrambi alla porta.
“Ci vediamo domani?” chiese ad Hayley, poggiandosi allo stipite della porta con la spalla.
Lyn annuì, sorridendogli e gli lasciò un bacio sulla guancia “A domani, Harry.”
“Ciao, Lou.” Gli sorrise, salutandolo con la mano, prima di scendere i gradini del portico e andarsene.
“A me, non mi vuoi vedere domani?” Louis lo riportò alla realtà, mentre Lyn raggiungeva la porta di casa sua.
“No, tanto già so che mi chiamerai stasera, dopo la terza guerra mondiale.” Rise Harry.
“A stasera, Harry.” Ammiccò, alterando la voce, in quella che sarebbe dovuta essere di Lyn.
Gli lanciò un bacio con la mano, uscendo “Non sbavarti sui calzini mentre guardi il mio culo andarsene, tesoro!”
Harry rise di nuovo, allungando la gamba per dargli un calcio.
“Sei cotto!” gli ricordò, prima di prendere il vialetto per uscire in strada.
 
Louis prese un respiro profondo e abbassò la maniglia della porta, entrando.
Poggiò la giacca sull’attaccapanni nell’ingresso e le chiavi sul tavolino affianco al telefono fisso.
Si voltò, per entrare nel salone e rimase immobile, sorpreso.
“Lou, ti stavamo aspettando.” Lo salutò Niall, visibilmente nervoso.
“Sì, l’avevo intuito.” Commentò Louis.
Li superò, andandosi a sedere sulla poltrona affianco al divano.
Guardò Summer, seduta con le gambe incrociate e lo sguardo basso sulle sue mani.
“So già tutto.” Riempì il silenzio “Quindi, se possiamo passare oltre la parte dei due innamorati in Irlanda, vorrei sentire quella in cui prendete per il culo il sottoscritto.”
“Lou, non è così.” Alzò la testa Sum, di scatto, pregandolo con gli occhi castani.
Louis rise, posando il gomito sulle ginocchia e il mento sulla mano “Quella mattina, quando mi hai accompagnato a casa, hai incontrato Niall, vero?”
Summer si limitò ad annuire.
“E tu, ovviamente, mi hai mentito, dicendomi di non aver visto nessuno.” Guardò Niall.
Niall annuì, facendo per dire qualcosa ma venne interrotto.
“Ieri sera, ti ho detto che non mi importava sapere perché fossi scappata.” Tornò a parlare con Sum “Ma poi ti ho baciata, ti ho detto di provare qualcosa per te e tu mi hai detto di aver bisogno di tempo. Se c’era un momento adatto per dirmi di Niall era proprio quello!”
“Io…” boccheggiò lei “Non avevo ancora parlato con Niall.”
“Ci eravamo visti quella mattina.” La contraddisse Niall.
Louis annuì “Lo so. E tu, di nuovo, non mi ha detto niente!”
“Non sapevo come dirtelo.” Provò a giustificarsi.
“Non sapevi…” rise, alzandosi “Louis, io conosco la ragazza che ho visto nel nostro salone e ne sono innamorato.” Alzò le spalle, allargando le braccia “Avresti potuto dirmi questo, ad esempio.”
“E tu che cosa avresti fatto?” scosse la testa Niall.
“L’avrei lasciata andare, forse no.” Si passò una mano tra i capelli “Ma ne avremmo parlato, ci saremmo chiariti e non saremmo mai arrivati a questo punto!”
“Tu l’avresti fatto al posto mio?” insistette Niall.
“Sì!” esclamò Louis “Cazzo, Niall sì!”
Summer riabbassò la testa, nascondendo gli occhi tra le mani.
“Posso perdonare lei, perché infondo neanche la conosco.” Alzò le spalle “Ma tu… tu sei uno dei miei migliori amici, passiamo insieme ogni giorno da due fottutissimi anni, Niall! Come hai potuto mentirmi, fare tutto questo alle mie spalle!?!”
“Lou, se potessi tornare indietro…” cominciò a scusarsi.
“Non puoi, Niall.” Lo interruppe.
E con questo, lasciò la stanza.
Riprese la giacca ed uscì, sbattendo la porta tanto da far tremare i muri, diretto nuovamente a casa di Harry, per evitare le domande di Zayn e Liam che dovevano averli sentiti dalla cucina.

Ehilààà!?!

Scusate il ritardo,
avrei voluto aggiornare ieri sera,
ma ho avuto un contrattempo...

Spero che, anche se con un giorno di ritardo, il capitolo vi sia piaciuto!

Quindi...
#TeamLou o #TeamNiall!?!

Chissà che succederà...
Chissà chi sceglierà...

Per ora, vi lascio nel dubbbio.
Ci vedremo prossimamente, al prossimo capitolo,
con Christofer!

 

Di nuovo, vi lascio la pagina su Facebook, se vi andasse di farci un salto:
http://www.facebook.com/UnaDirezione1Derland?ref=tn_tnmn

     
    

Fino all'ultimo sangue... 
Ahahah!





 

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Capitolo 12
*** Chris - First Date ***


  

11  ~ Chris

 

When you smile, I melt inside 
I'm not worthy for a minute of your time 
I really wish it was only me and you 
I'm jealous of everybody in the room 
Please don't look at me with those eyes 
Please don't hint that you're capable of lies 
I dread the thought of our very first kiss 
A target that i'm probably gonna miss 
First Date - Blink 182


 


Christofer spinse la porta, entrando.
Respirò a pieni polmoni l’odore di dolci e caffè che emanava il locale.
Adorava andare al Red Lion e amava i loro muffin, ma da quasi una settimana, aveva un’altra ragione per amare quel locale.
Quella ragione, se ne stava dietro il bancone, sorridendo ad una signora che pagava il conto.
Aveva i capelli tenuti indietro da una coda di cavallo e il viso era risaltato da quegli occhi scuri e il sorriso cortese che sfoggiava davanti ad ogni cliente.
Si sfilò il cappello di lana, passando distrattamente una mano tra i capelli color ruggine per  aggiustarli, continuando a guardarla, quando la porta alle sue spalle si aprì e lo colpi in pieno dietro la schiena.
Si voltò, incenerendo con gli occhi Summer, seguita da Hayley e Hope.
“Ops, non ti avevamo visto.” Sorrise innocente la prima.
“Certo…” annuì lui, incrociando le braccia al petto “Non è che mi stavate seguendo?”
“Chi? Noi?” Hope imitò una risata “Bello, guarda che abbiamo di meglio da fare che seguirti, sai?”
Lyn non riuscì più a trattenersi, prendendolo a braccetto “Allora, chi è?”
“Meno male che non mi stavate seguendo…” commentò Chris.
Si voltò di nuovo verso il bancone dove, ovviamente, Camilla si era accorta di loro dopo tutto quel trambusto.
“E’ lei?” sussurrò Hope, dandogli delle gomitate sul fianco.
“Andiamo a parlarle?” la imitò Summer, dandogli delle gomitate dall’altra parte.
Andiamo?” ripeté Chris, alzando un sopracciglio.
“Vogliamo conoscerla!” annuì Hayley.
Christofer scosse la testa, sospirando e si avviò verso un tavolo poco distante, davanti alla vetrina, seguito dalle ragazze.
Passando davanti al bancone, si voltò verso Camilla e le sorrise, salutandola con un “Hei!”
E lei rispose con lo stesso sorriso e lo stesso “Hei!”
“Ciao!” salutò anche Lyn, sorridendole gentile.
Summer la salutò con la mano e Hope le sorrise.
Si sedettero sul divanetto circolare intorno al tavolo rotondo “Potreste evitare di farmi fare figure di merda?”
“Ti vergogni di…” cominciò a dire Lyn, facendo per togliersi la giacca, ma rischiò di dare una gomitata al ragazzo dietro di lei “Oddio, scusa!”
Chris, con i gomiti sul tavolo, nascose il viso tra le mani.
“Faremo le brave, lo promettiamo.” Sorrise Summer, mettendosi con le braccia incrociate sul tavolo.
Le altre due annuirono, ammiccando.
“Volete ordinare?” Camilla richiamò la loro attenzione.
“Quattro cioccolate calde, per favore.” Rispose Hope, mentre la ragazza scriveva su un taccuino le ordinazioni, non accorgendosi delle occhiate che la studiavano “E dei muffin.”
“Ai mirtilli, immagino.” Rise Cami, guardando Chris.
Lui annuì, sorridendole di rimando, imbarazzato.
“Tornerò subito.” Si congedò, voltandosi per tornare al bancone.
“Si ricordava anche che ti piacevano i muffin ai mirtilli!” sussurrò Summer.
“Certo, vengo qui tutti i giorni.” Cercò di contenere il suo entusiasmo, Chris.
“Per vederla?” insistette Hope.
“Ci vengo da sempre!” la zittì, quando vide Camilla ritornare con i muffin “Grazie.”
“Che carino, sei tutto rosso…” gli pizzicò le guance Hayley.
Christofer alzò gli occhi al cielo “Ma voi non dovreste pensare ai vostri problemi amorosi piuttosto che impicciarvi dei miei?”
“Io e Liam non abbiamo problemi.” Alzò le spalle Hope, addentando il suo muffin.
“Ai miei è meglio non pensarci.” La imitò Summer.
“Io scappo dai miei.” Concluse Hayley “E poi tu non ci racconti mai niente!”
“Io… Mi sembra tutto così strano.” Alzò le spalle Chris “Non mi sono mai sentito così per una ragazza.”
Hope stava per dire qualcosa, ma Camilla tornò, posando sul tavolo il resto dell’ordinazione.
Aspettò che li lasciasse di nuovo soli “Ti piace davvero?”
Chris annuì “Credo di sì.”
“Vi siete più baciati?” gli chiese Sum, soffiando sulla sua cioccolata.
Scosse la testa “No, di solito vengo qui, ordino e mi siedo al bancone, chiacchieriamo e aspetto che finisca il turno per riaccompagnarla a casa.”
“Il mio Tigro si è innamorato!” rise Hayley, abbracciandolo.
“Sì, magari se non lo urli!” la riprese, cingendole le spalle.
“Perché non la inviti a venire con noi in campeggio?” propose Summer.
“Questa sì che è un’idea!” convenne Hope.
“Non lo so…” alzò le spalle Chris, affondando il naso nella sua tazza “Perché dovrebbe accettare?”
“Perché non dovrebbe?” alzò le spalle Lyn.
 
Chris rimase in silenzio per qualche minuto, prima di posare deciso la tazzina sul piattino e alzarsi.
“Vai Tigro!” sentì alle sue spalle, mentre raggiungeva il bancone.
“Cami?” la richiamò, mentre era di spalle, alle prese con il registratore di cassa.
“Hei, dimmi Chris.” Gli sorrise, voltandosi.
“Ecco, io mi chiedevo se…” si grattò la nuca, imbarazzato “Sai, io e le mie amiche, andiamo tutti gli anni in campeggio durante le vacanze di natale, ci chiedevamo se…” gesticolò nervoso, come se riuscisse a capirlo.
“Mi stai invitando ad unirmi a voi?” gli sorrise, trovandolo dolce.
“Già.” Annuì, ridendo imbarazzato.
“D’accordo.” Accettò, alzando le spalle.
“D’accordo?” ripeté, sorpreso e sollevato “Grande! Cioè… bene.”
“Solo, non fa un po’ freddo per andare in campeggio?” gli chiese.
“Oh, qui il tempo è una merda tutto l’anno, perciò…” alzò le spalle “E poi noi andiamo sulla costa, lì si sta meglio.”
Cami annuì “Ora devo andare a servire i tavoli, ma se per te e le tue amiche non è un problema, possiamo parlarne alla fine del mio turno?”
“Certo, tranquilla.” Le sorrise, prima di lasciarla al suo lavoro.
 
“Allora?” gli chiese subito Summer.
“Ha accettato.” Sorrise Chris, buttandosi sulla poltroncina.
Lyn allungò le mani dall’altra parte del tavolo e le due ragazze batterono il cinque.
“Se viene lei, allora posso chiedere a Liam di unirsi a noi?” domandò Hope.
“Se viene Liam, allora io invito Niall.” La seguì Summer.
“Beh, se vengono loro allora facciamoli venire tutti.” Alzò le spalle Hayley.
“Era un modo carino per dire che vuoi invitare Harry?” la stuzzicò Chris, puntandola con il cucchiaino.
Lyn gli fece il verso, levandogli il cucchiaino di mano, infastidita.
“Saremo una squadra…” contò lui, riprendendo la tazzina, stranamente più leggera.
Abbassò la testa, notando che il contenuto era sparito “Non ci posso credere, vi siete finite la mia cioccolata!”
Le ragazze trattennero una risata, deviando lo sguardo e Hope fischiettò, facendo la vaga.
“Troppa sdolcinatezza ti fa male.” Gli posò una mano sulla spalla Hayley “Lo facciamo per te.”
Chris alzò un sopracciglio, prima di voltarsi verso la porta, che veniva aperta.
“A proposito di dolcezza…” sussurrò, rivolto a Lyn, affianco a lui.
Hayley alzò lo sguardo dalle molliche del muffin con cui stava facendo una composizione artistica e guardò Hope davanti a lei, che si mordicchiava il labbro e poi Summer, che mimò con le labbra “James.”.
Sospirò, voltandosi verso il bancone.
Era in compagnia di un suo ex compagno di classe, con cui giocava a calcio e che gli stava parlando.
Qualunque cosa gli stesse raccontando, non doveva essere troppo importante da impedirgli di guardarla, come aveva fatto da quando l’aveva notata dalla strada ed aveva deciso di entrare.
Le sorrise, poggiato con i gomiti dietro la schiena al bancone.
Perché doveva trovarlo sempre dannatamente bellissimo!?!
Sentiva già i muscoli facciali mettersi in moto senza neanche il suo consenso per sorridergli di rimando, quando un rumore alle sue spalle la fece voltare.
Si ritrovò Harry, dall’altra parte della vetrina a bussare sul vetro.
Hope la imitò, voltandosi e appena si ritrovò il suo ragazzo davanti, in compagnia del riccio, sorrise raggiante, facendogli segno di entrare.
Liam annuì, seguito da Harry ed entrambi entrarono nel locale.
Raggiunsero il loro tavolo e salutarono tutti, mentre si stringevano nel divanetto e Summer faceva uscire Hope per poter salutare il suo ragazzo come si deve.
Liam le sorrise, cingendole la vita per stringerla a sé e lei gli cinse il collo, alzando il viso per baciarlo.
“Come mai in giro?” chiese intanto Hayley ad Harry, che le si sedeva affianco.
“Mia madre ci ha buttato giù dal divano e costretti a fare la spesa.” Alzò le spalle lui, poggiando il braccio sullo schienale del divanetto, dietro le spalle di Lyn.
“Che uomini di casa…” li prese in giro Hope, sedendosi sulle gambe di Liam.
“E voi, non dovreste fare i compiti?” la punzecchiò lui, sbirciando nella sua tazzina, se avesse lasciato della cioccolata, ma rimase deluso.
“Domani è ufficialmente vacanza!” rispose Summer, visibilmente entusiasta.
“A proposito di questo…” cominciò Chris, prima di notare che qualcuno non lo stava minimamente ascoltando.
Hayley aveva il viso rivolto alla sua destra, ma non stava guardando Harry, come quest’ultimo pensava, ma dietro la sua spalla.
Chris non avrebbe neanche dovuto seguire la sua direzione, per capire chi stesse guardando, ma quando vide suo fratello, James la stava ancora guardando, serio.
“Lyn.” La richiamò, piano “Da quanto non gli parli?”
“Tre giorni.” Rispose lei, sospirando “Dalla festa…”
Harry alzò un sopracciglio, prima di voltarsi e incontrare lo sguardo glaciale che James gli stava rivolgendo.
Anche Liam si accorse solo in quel momento della sua presenza, ma non conosceva tutta quella lunga e complicata storia quanto il suo amico, perciò non vi badò.
“James!” lo chiamò il fratello, alzando la mano per fargli segno di venire.
Lyn si voltò verso di lui, fulminandolo con gli occhi, seguita da Harry “Che stai facendo?”
“Dobbiamo parlare anche con lui del campeggio, no?” si limitò ad alzare le spalle, mentre li raggiungeva.
“Buonasera.” Salutò tutti, con un gesto del capo, aspettando che gli facessero posto.
Summer scalò, avvicinandosi di più a Chris e il pacchetto unico Liam-Hope passò di un posto, facendo mettere James di fronte a Lyn e Harry.
La prima, teneva lo sguardo basso e sentiva gli occhi azzurri di James su di lei, mentre Harry lo guardava spavaldo, avvicinandosi alla ragazza.
“Stavamo parlando del campeggio.” Riprese Chris e James annuì “Voi e gli altri verrete?”
Liam alzò le spalle “Se ci volete…”
“Oh, ma certo che vi vogliamo!” si voltò Hope, prendendogli il viso tra le mani per baciarlo di nuovo.
Lyn alzò gli occhi al cielo, come tutti gli altri, che di scene come quella negli ultimi giorni ne avevano viste fin troppe.
“Potremmo usare la tua testa per accendere i fiammiferi per il fuoco la sera, eh Li?” li interruppe Harry.
Gli altri scoppiarono a ridere, compresa Hope, che si mordicchiò il labbro per trattenersi.
Lyn si voltò verso di lui, coprendo la bocca con la mano “E i tuoi mutandoni fosforescenti allontaneranno le zanzare.”
Harry le fece la linguaccia, ridendo e si scostò con la mano i capelli.
Tornarono a guardare davanti a loro.
Lyn abbassò di nuovo la testa, quando incontrò gli occhi di James che bruciavano dalla gelosia e la voglia di sapere che cosa gli avesse detto.
Harry invece gli sorrise sornione, trionfante e terribilmente irritante.
1 a 0. Ecco cosa sembrava dirgli.
“Bene, allora sarete voi cinque, noi cinque e Camilla.” Concluse Summer.
“La tua ragazza?” rise James, indicando il fratello.
“Vuoi stare zitto!” lo riprese Chris, abbassando la voce.
Gli indicò con la testa il bancone.
“E’ lei?” chiese, guardandola.
“Sì, beh, vedi di non guardarla troppo.” Lo riscosse, schioccando le dita.
James alzò le spalle “Lo sai che ho occhi solo per una.”
Hayley alzò di scatto la testa e stavolta, quando incontrò lo sguardo di lui, sorrise, mordicchiandosi il labbro, prima di tornare a guardare Chris “Non ci basteranno due macchine.”
Il roscio annuì e mentre gli altri ripresero a parlare, James rivolse al riccio di fronte lo stesso sorriso strafottente.
1 a 1.
 
Dopo un po’ li raggiunse anche Camilla alla quale Chris cedette galantemente il posto, sedendosi su una sedia aggiunta.
Stavano decidendo l’ora e con la macchina di chi partire, quando Hayley sobbalzò leggermente.
James rise in un sussurrò, coprendo il sorriso con la mano che teneva sotto il mento e la guardò.
Lei gli rivolse uno sguardo veloce, con la scusa di scostarsi i capelli ma non si mosse.
Con la punta delle Vans, continuò ad accarezzarle il polpaccio sotto al tavolo.
“La Range Rover di Harry?” proponeva Liam.
Lyn annuì, prima di sussultare una seconda volta, mentre la mano di Harry, dallo schienale del divanetto, si allungava per sfiorarle la spalla e i capelli con le dita.
Lo sentì sorridere, continuando.
Ecco, ci mancava…
“Hayley, tutto ok?” le chiese Summer, vedendola assente.
“Eh? Sì.” Si riprese, annuendo “Anzi, no. Sapete, mi gira un po’ la testa…” inventò.
Posò i gomiti sul tavolo, allontanandosi dallo schienale e la testa tra le mani, accavallando le gambe.
“Credo che me ne andrò a casa.” Disse infine, facendo per alzarsi.
“Ti accompagno.” Si alzarono insieme sia Harry che James, prima di rivolgersi un’occhiataccia a vicenda.
“No!” rispose subito lei “Grazie, non ce n’è bisogno.”
“Ti chiamo stasera e ti faccio sapere cosa abbiamo deciso.” La salutò Chris “E per sapere come ti senti.”
Lyn annuì, sorridendogli e salutò gli altri velocemente, infilandosi il giacchetto prima di uscire.
 
All’ora di cena, lasciarono tutti il locale e Chris tornò a casa con James, perché Camilla aveva già accettato il passaggio di una sua amica.
“Ti piace davvero?” lo spinse con la spalla James, le mani nella tasca del giacchetto.
“Non lo so…” Chris si sistemò il cappello, imbarazzato.
“Come non lo sai?” rise James.
“Non mi è mai piaciuta davvero una ragazza.” Alzò le spalle “Non voglio essere come uno di quei frocetti di Dawson’s Creek, però mi ritrovo a pensare sempre a lei e ogni volta che sto con lei…”
“Ti senti un altro.” Concluse James, guardandolo.
Chris annuì, studiando la sua espressione persa nei suoi pensieri “E poi è bellissima…”
“Il mio fratellino è innamorato!” lo prese in giro, cingendogli le spalle per attirarlo a sé e scompigliargli i capelli con l’altra mano.
A Chris venne in mente la stessa scena, con Hayley, qualche ora prima e pensò di dirglielo “Devo preoccuparmi, se comincia ad assomigliarti?”
“Siamo fatti l’uno per l’altra, che ti devo dire…” disse, preparando l’accendino davanti alla sigaretta tra le labbra.
Chris si voltò, prendendogli l’accendino e scoppiarono a ridere entrambi “Che stronzate…”
“Chris, lo sai che io non sono il tipo da cercare l’anima gemella e altre cazzate, però io a Lyn ci tengo davvero.” Si fermò, guardandolo e soffiò il fumo della sua sigaretta.
“Non vi parlate dalla festa, perché?” gli chiese.
“Perché mi evita!” sbuffò e una grande quantità di fumo gli uscì dalla bocca “A scuola scappa ogni volta che mi vede, non risponde ai miei messaggi e non viene più alle piste.”
Chris annuì, espirando una prima boccata di fumo e ricominciarono a camminare.
“E’ stata con il riccio in questi giorni, vero?” gli chiese.
Chris annuì e James rise, amaramente.
“Li hai visti alla festa?” continuò, passandosi una mano tra i capelli “L’ha baciata e se l’è portata via!”
“Beh, non è che tu abbia fatto di meglio quella sera!” gli fece notare.
“Sì, ma…” sbuffò, facendo un altro tiro “Io ero arrabbiato e poi, io voglio lei, lo sa!”
Si fermò di nuovo, guardandolo “Tra lei e il riccio non c’è niente, vero?”
“No, non credo.” Confermò Chris, guardando bene il fratello “E’ la prima volta che sembra che ti importi davvero.”
“E’ la prima volta che ho davvero paura di perderla.” Rispose James, seguendolo, riprendendo a camminare.
“Capisci quanto sia prezioso ciò che hai, solo quando rischi di perderlo.” Commentò Chris, espirando del fumo.
“Che cazzo era questa?” rise James “L’amore ti ha dato al cervello…”
“Preferisci la nuda e cruda verità?” rise anche lui “Sei uno stronzo, hai fatto sempre come cazzo ti pareva e ora che lei comincia a ribellarsi te la fai sotto.”
“Ti preferivo filosofo.” Convenne l’altro.
“Non è che il fratello innamorato sei tu qui?” lo prese in giro Chris, dopo un po’ che rimanevano in silenzio.
James rise, schiacciando con il piede la cicca “Voglio chiederle di essere la mia ragazza, sul serio.”
“Sei sicuro? E’ una cosa importante per lei e non potrai più sbagliare, perché se no ti taglio il collo – e non solo - con una lametta per le unghie!”
Voglio stare solo con lei e la voglio solo per me.” Confermò James.
Chris sorrise, annuendo e buttò la sua sigaretta davanti al muretto di casa loro.
Finalmente! Pensò.
Infilò le mani in tasca e prese le chiavi e il cellulare.
“Chiamala, ti aspetto dentro.” Ammiccò, lasciandolo solo.
 
James sorrise, poggiandosi al muro con le spalle.
Digitò a memoria il numero di Hayley e aspettò che squillasse un paio di volte prima di sentire la chiamata aprirsi.
“Tigro?” rispose lei, dall’altra parte del telefono.
“Ehm no, sono io.” Disse, grattandosi nervoso la guancia.
“Oh.” Si schiarì la gola, sorpresa “Ciao James.”
Sorrise, non appena sentì il tono di voce rilassato e capì che era contenta di sentirlo.

 

  

Ehilààà!?!

E così andranno tutti insieme in campeggio, eh...
Domanda:
"Succederà qualcosa durante il campeggio?"
Risposta:
"Yeah Buddie!"

Purtroppo, però, dovremo aspettare il prossimo capitolo.
Spero di riuscire ad aggiornare al più presto,
perciò voi lasciate delle recensioni!!!

Un bacio. <3

 

 
Chris e la sua faccia 'minchia guaddi' quando si è accorto che Hayley stava scattando la foto.
Perché, le foto sopra le ha scattate lui, ma odia quando sono gli altri a fare le foto a lui!
-in realtà, io me lo immagino senza piercing...-


 

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Capitolo 13
*** Tutti - Come to me ***


  

12 
~ Tutti


Sotto le stelle argentate
Proprio dove lui ti ha spezzato il cuore
Ragazza, lo sai che potrei darti tutto quello che vuoi
E dire parole che lui non ti ha mai detto
Ti ho fatto delle promesse, puoi credermi
 
Lasciami essere l’unico
Dicendoti che è tutto ok
Con cui condividere il sorrisi e le lacrime
Lasciami essere l’unico
Amandoti quando sei debole
Per tutta la forza di cui hai bisogno
Puoi venire da me
Come to me – Jesse McCartney

 
Due settimane dopo, alle 10:00, i ragazzi stavano partendo dalla piazza.
Alla fine erano bastate due macchine, dato che Niall si era beccato l’influenza ed aveva passato gli ultimi tre giorni a letto con la febbre alta.
James guidava la macchina dei genitori e continuava a guardare lo specchietto retrovisore in modo morboso, per controllare la macchina dietro.
Nella Range Rover che lo seguiva, Hayley si stava divertendo a far arrabbiare il guidatore, poggiando i piedi sul cruscotto, aprendo il finestrino per poi richiuderlo e girandosi in continuazione per parlare con Zayn, Liam e Louis.
 
Erano le tre del pomeriggio, quando posarono i loro borsoni sulla spiaggia.
Adoravano quella parte del litorale, perché vi si accedeva solo dopo aver camminato per una mezz’oretta nel bosco che la racchiudeva, conservando quella baia come un segreto prezioso.
“Prima il dovere e poi il piacere?” chiese Chris, guardando le valigie.
“Cioè?” chiese Liam.
“Se vogliamo andare a fare un bagno o prima montiamo le tende.” Spiegò Hope.
“Non sarà gelata l’acqua?” commentò Harry.
“Per questo abbiamo la nostra cavia.” Rise Chris, avvicinandosi a Hayley.
“No, non tutti gli anni!” si lamentò, lanciando le scarpe e prendendo a correre, per scappare dal suo migliore amico.
Gli altri risero e le ragazze, abituate alla scena, si levarono le magliette e i pantaloni, buttandoli affianco ai borsoni, rimanendo in costume.
James fece lo stesso e raggiunse Chris, aiutandolo a prendere la ragazza e buttarla di peso nell’acqua mentre si dimenava e li insultava.
I ragazzi si guardarono, prima di spogliarsi e raggiungerli alla riva, insieme a Camilla.
Hope e Summer l’aspettarono, insieme ad Hayley che, uscita dall’acqua, si levava i vestiti fradici.
“Almeno stavolta ho salvato le scarpe…” commentò, sbuffando.
Stava per rientrare, quando notò Zayn seduto sul bagnasciuga “Tu non vieni?”
Lui scosse la testa “No, non so nuotare.”
“Beh, ma mica puoi restare qui da solo!” gli allungò la mano “Ti accompagniamo noi fino agli scogli.”
Zayn annuì, alzandosi ed entrarono in acqua, mentre le altre ragazze gli si avvicinavano.
Cinse le spalle di Hayley e Hope, quando l’acqua gli arrivò al petto e batté i piedi, seguito dalle altre due ragazze che ogni tanto davano il cambio alle amiche.
Louis, seduto sugli scogli, guardava la scena “Nuova tecnica per rimorchiare, Jawaad?”
Gli altri si voltarono, ridendo.
“Aiuto, ho dimenticato come si nuota!” recitò Harry, sbracciandosi.
“Un crampo!” lo imitò Liam, ridendo.
“Affogo!” li seguì James, andando sott’acqua.
Zayn, raggiunti gli scogli, rise “Visto, sono figo anche se non so nuotare.”
 
“Se…” commentò Louis, ridendo.
Si tuffò, scontrandosi però con Summer.
“Ah!” si lamentò lei, toccandosi la spalla.
Lui non riuscì a trattenersi dal ridere “Scusa, non ti avevo vista…”
“L’avevo notato.” Rise anche lei “Mi hai schiacciato!”
Louis la guardò ridere, rivedendola dopo più di due settimane, dopo quella litigata.
“Scusa, vorresti dire che sono grasso?” alzò un sopracciglio, continuando a scherzare “Non hai notato il mio fisico bestiale?” si lisciò il petto, di profilo.
“Ma sta zitto!” rise di nuovo, schizzandolo.
Lui la seguì, schizzandola e ridendo a sua volta.
 
“Hei, sirenetta!”
Lyn si voltò, ridendo, quando vide Harry nuotarle intorno, a dorso.
“Ciao squalo.” Lo fermò, prendendolo per le spalle.
Si mordicchiò il labbro, mettendo le mani a conca per prendere dell’acqua. Le posò sopra la testa di Harry e poi lasciò cadere l’acqua, ridendo.
“E questo perché?” chiese lui, sorridendo.
“Sembri un leone bagnato.” Gli bagnò di nuovo i capelli, con lo stesso metodo.
“E adesso?” chiese lui, prima di scuotere la testa e i capelli, schizzandola.
 
Hope nuotò fino al suo ragazzo, cingendogli il collo.
Liam le sorrise, cingendole la vita e lasciò che lei facesse lo stesso con le gambe.
“Passato il crampo?” gli chiese, ammiccando.
Lui imbronciò le labbra “Mhm, così e così…”
Hope rise, prendendogli il viso tra le mani per baciarlo e lui la strinse a sé ancora di più.
“Meglio?” gli chiese, strofinando la punta del naso contro il suo.
“Ancora no…” la riavvicinò a sé e la baciò di nuovo.
 
“Tu non nuoti?” le chiese Chris.
Camilla alzò le spalle, staccandosi dalle rocce degli scogli “E tu?”
“Ho trovato una conchiglia.” Aprì la mano.
Lei gli si avvicinò, guardandola “Questo è un paguro.”
Aggrottando le sopracciglia, abbassò il viso sulla propria mano, guardando quello che aveva raccolto, da dove stavano spuntando delle zampette.
“Che schifo!” urlò, lanciandolo lontano.
Camilla scoppiò a ridere “Ti aiuto a cercarne un’altra?”
Chris annuì, prendendole la mano e si immersero insieme.
 
Hayley si avvicinò a James, cingendogli il collo con le braccia e la vita con le gambe, da dietro.
“Solo soletto?” gli chiese, posando il mento sulla sua spalla.
“Pare che qualcuno mi abbia dimenticato.” Rise, voltandosi con il capo verso di lei.
“E chi sarebbe?” aggrottò le sopracciglia, sorridendo “Io non ci riuscirei…”
“E’ una ragazza.” Continuò lui.
“La conosco?” rise Lyn.
James annuì, voltandosi con tutto il corpo, cingendole la vita “Credo di sì.”
Hayley sorrise, cingendogli di nuovo il collo e la vita, appiattendosi al suo petto “E chi è?”
“E’ una ragazza fantastica e molto, molto bella.” Ammiccò “Però adesso è arrabbiata con me.”
“Che cosa brutta…” imbronciò le labbra, accarezzandogli i capelli.
Lui annuì “Perché mi sono comportato male con lei e non avrei dovuto. Vorrei scusarmi e dirle che lei è l’unica che voglio e che mi manca da morire.”
“Secondo me, se ti scusassi, ci sarebbero buone probabilità che questa ragazza ti perdoni.” Gli sussurrò all’orecchio.
“Dici?” sorrise.
Lyn annuì, prendendogli il viso tra le mani, avvicinandolo al proprio fino a sfiorargli le labbra.
Lo sentì sorridere sulle sue labbra, stringendola tra le braccia, facendole capire che gli era mancata davvero come diceva.
 
“Non avevano litigato?” commentò Zayn, voltandosi verso il riccio affianco a lui.
“Avevano.” Ripeté lui, sospirando “A quanto pare hanno fatto pace…”
 
Una volta montate le tende, rimaneva da decidere in quale e con chi dormire.
“Prima di decidere, ricordiamo le regole.” Puntualizzò Chris “Se vi dovete allontanare anche solo per pisciare di notte, non ve ne andate da soli per i boschi.” Contò uno con il pollice “E soprattutto, per una convivenza civile… niente sesso.” Guardò prima Hope e Liam e poi Lyn e James, serio “Non voglio rischiare di ritrovarmi un animale in calore nella tenda; e non sto parlando di mio fratello.”
James rise e gli tirò uno scappellotto sulla nuca, cingendo le spalle di Lyn con l’altro braccio.
“Tranne Liam e Hope che sono fidanzati a tutti gli effetti, direi che noi single dovremmo fare a sorte.” Propose Chris.
“Io voglio stare con Lyn.” Precisò Summer.
“Ma che coincidenza…” commentò James, guardandola con un sopracciglio alzato.
“E poi lasciamo Camilla da sola?” li interruppe Hayley.
“Ok, facciamo a sorte!” si precipitò a dire Zayn.
Chris annuì “Allora qualcuno mi ascolta ogni tanto…”
Prese un foglio di carta dal quadernino nel borsone di qualcuno e lo strappò in pezzettini,  scrivendoci sopra i loro nomi.
“Ok, il primo nome è Louis.” Lesse, prima di prenderne un secondo “E…” rise, alzando lo sguardo sulla sua amica “Summer.”
Lei non disse una parola, si limitò ad arrossire e abbassare lo sguardo, mentre Lyn gli cingeva le spalle.
“Poi, oh… io!” prese un secondo biglietto “E Camilla.”
“Sorte eh?” commentò Hayley.
“Mi stai accusando?” esclamò il roscio “Fai tu, allora!”
Le diede i restanti quattro nomi e lei prese un bigliettino “Zayn con…” prese il secondo, sospirando “James…”
Harry sorrise, fingendo un colpo di tosse per mascherarlo mentre James sbuffando, afferrava il suo borsone e lo portava in una tenda seguito dal moro.
“Lyn e Harry.” Chris lesse gli ultimi due bigliettini.
Lei lo guardò con un sopracciglio alzato “Chris, la prossima volta che vuoi decidere qualcosa affidandoti alla fortuna, ricordami di darti un calcio sui denti.” E poi entrò nella sua tenda con Harry, per posare la propria borsa.
 
“Mi è venuta un’idea!” esordì Chris, mentre stavano scaldando i mashmellow sul falò.
“Un’altra?”  commentò James.
“Sei l’anima dei nostri campeggi…” lo prese in giro Summer.
“Giochiamo al ‘gioco della verità’!” li ignorò.
“Sarebbe?” chiese Louis.
“Ognuno di noi deve dire un segreto, possibilmente imbarazzante, su uno dei presenti.” Spiegò Hayley.
“L’ha inventato Chris, ovviamente.” Aggiunse Hope.
“Sembra divertente.” Alzò le spalle Harry.
“Bene, allora inizia tu.” Chris gli posò una mano sulla spalla “Spiffera il segreto di qualcuno.”
“Mhm…” ci pensò su, prima di sorridere “So che Hope ha una macchia d’infiltrazione nel muro della sua camera che si chiama Batman.”
Gli altri scoppiarono a ridere, tranne la bionda, che lanciò un mashmellow a Hayley “Stronza, glielo hai detto tu?”
Louis scoppiò a ridere “Ok, vado io: Liam non usa i cucchiai perché li trova inquietanti.”
Gli altri risero di nuovo, compresa la sua ragazza.
“Ah sì?” si offese Liam “Louis da ubriaco ha scambiato un poliziotto per sua madre e per poco non l’arrestavano!”
Mentre gli altri ridevano, Lou compreso, Chris alzò la mano per ottenere l’attenzione “Lyn…”
“Occhio a quello che dici.” Lo avvertì, puntandogli l’indice contro.
Lui la ignorò, continuando “Lyn trova il didietro di James tanto sexy quanto…”
“Non ti azzardare!” fece per alzarsi e tappargli la bocca.
James, sorridendo divertito, le cinse le spalle “Tanto quanto?”
“Tanto quanto le spalle di Harry.” Concluse Chris.
Il sorrisetto compiaciuto si spense dal viso di James, accendendosi su quello di Harry.
“Non è vero!” protestò.
“Sì, che è vero.” Rise Chris “Me l’hai detto ieri, testuali parole ‘da prendere entrambi a morsi’.”
“Sta zitto!” gli urlò, lanciandogli una manciata di mashmellow.
Harry scoppiò a ridere, battendo le mani divertito.
“Così impari a raccontare in giro di Batman!” si intromise Hope, lanciandole un altro mashmellow.
Zayn, dopo essersi ripreso dalle risate, parlò “Tranquilla, Lyn. Infondo, il segreto di Harry è che ha la stessa ‘ossessione’ per le tue tette.”
“Bastardo!” esclamò Harry, imitando le ragazze nel lanciargli un mashmellow mentre i ragazzi – escluso ovviamente James - ridevano.
“E Chris…” Lyn li interruppe, facendo segno di azzittirsi “Il più grande segreto del mio caro Tigro è che…”
“Non. Lo. Fare.” La minacciò.
“Chris è…” cominciò a dire, ma Chris si precipitò a tapparle la bocca.
“Vergine!” urlò, quando riuscì a liberarsi.
Stavolta, nessuno rise, ma calò il silenzio su di loro.
“Fanculo.” Disse semplicemente Chris, alzandosi.
“Tigro?” lo richiamò, voltandosi sulle ginocchia, mentre si allontanava.
Camilla lo guardò, facendo per alzarsi ma Hayley scosse la testa “Non farlo, vuole stare da solo.”
Lyn lo conosceva bene, sapeva come prenderlo e come reagisse a determinate situazioni.
Se diceva di lasciarlo da solo, sicuramente sapeva quello che diceva, perciò Camilla annuendo, si rimise seduta.
 
“Mi sento in colpa.” Abbassò la testa Lyn.
“Dovresti.” Infierì Hope, che ricevette un’occhiataccia.
“Ok, cambiamo argomento.” Batté le mani Louis, per attirare l’attenzione di tutti.
“Siamo intorno al fuoco, potremmo cantare!” suggerì Zayn.
“Sì, perché non ci fate sentire una delle vostre canzoni?” esclamò Summer.
Si voltarono tutti verso di lei, le ragazze con un’espressione confusa, i ragazzi sorpresi.
“Tu come…” alzò un sopracciglio Liam, prima di annuire, intuendo “Niall…”
Summer si limitò ad annuire, mordicchiandosi il labbro per essere stata avventata.
“Fate capire qualcosa anche a noi?” alzò le braccia Hayley.
“Loro sono i One Direction.” Spiegò Summer “Sono una band di fama mondiale.”
“Io non li ho mai sentiti…” commentò James, sottovoce.
“Ma sì che li conosci…” lo contraddisse la bionda “La canzone che Hayley ultimamente canta in continuazione è loro.”
“Sarebbe?” chiese Hope.
Summer canticchiò il ritornello di ‘Rock Me’ e Hayley si voltò di scatto verso Harry, con cui l’aveva ascoltata quel pomeriggio in macchina diretti dal tatuatore.
Lui si limitò ad alzare le spalle, ridendo.
“Beh, me la fate sentire?” chiese.
 
“E quale ti piace di più? Intendo, la voce…”
“Mhm…” ci pensò su “Probabilmente il primo che canta.”
 
Battendo le mani, imitarono il ritmo della canzone e le ragazze li seguirono.
Quando Harry, per primo, iniziò a cantare, guardò Hayley scostarsi i capelli, mordicchiandosi il labbro.
Scosse la testa divertita, facendogli la linguaccia e lui rise.
“Non siete male, sapete?” applaudì Chris, tornando dal bosco.
“Ti sei perso qualcosa, credo.” Lo avvertì il fratello.
“Davvero, tipo?” Chris si mise seduto affianco a Lyn, che l’abbracciò.
“Tipo che la canzone è loro e sono famosi nel mondo.” Spiegò Hope.
“Vedi, musone, dividi la tenda con una celebrità invece che con questa psicopatica, dovresti ringraziarmi!” allungò il braccio con il quale stringeva Hayley verso James, per spingerlo.
Quello si limitò ad alzare un sopracciglio, scettico e Lyn gli diede uno scappellotto dietro la nuca.
Poi poggiò la testa sulla spalla di Chris, per sussurrargli all’orecchio “Mi dispiace, sono stata una stronza.”
“Sì, un po’.” Annuì lui, alzando le spalle “Ma sei fortunata ad avere un amico fantasticamente fantastico e meravigliosamente meraviglioso come me che ti ha perdonata.”
Lei sorrise, baciandogli la guancia e lo abbracciò più forte.
 
Dalle varie tende arrivarono i vari buonanotte, prima che le torce elettriche all’interno si spegnessero ad una ad una e calasse il silenzio nella baia.
 
Camilla guardava il tessuto scuro della tenda scosso di tanto in tanto dal vento sopra la sua testa, aspettando di addormentarsi.
Voltò il viso verso il sacco a pelo affianco a lei e trovò Chris su un fianco, la mano sotto la guancia e riconobbe gli occhi aperti nella penombra.
“Ecco perché non riuscivo a prendere sonno.” Gli sorrise “Mi sentivo osservata.”
Chris rise, scusandosi.
Anche lei si mise su un fianco, nell’angolo del sacco a pelo vicino al suo “Stavo scherzando, tranquillo.”
La guardò rabbrividire e alzò la testa dal cuscino gonfiabile “Hai freddo?”
Lei annuì, sorridendo imbarazzata “Sono italiana, non mi sono ancora abituata alle temperature di qui.”
“Vuoi la mia maglia del pigiama?” propose, facendo per levarla.
Camilla scosse la testa, declinando l’offerta con un sorriso gentile.
“Non devi preoccuparti per me, io sono inglese, questa merda di tempo è d’abitudine.”  La fece ridere.
Cami si mordicchiò il labbro, imbarazzata “Chris?”
“Mhm?” le sorrise.
“Ti darebbe fastidio dividere il tuo sacco a pelo con me?” gli chiese,guardandolo.
Chris deglutì rumorosamente, lasciandosi sfuggire in alto le sopracciglia ramate per la sorpresa e si ritrovò ad annuire “Sì. Cioè, no. Voglio dire: no, non mi da fastidio. Sì, puoi venire…”
Lei sorrise, uscendo dal proprio mentre lui le faceva spazio nel suo sacco a pelo.
Infilò i piedi e poi scivolò con tutto il corpo che, dopo un attimo di incertezza, venne circondato dalla braccia di Chris. Posò la testa sulla sua spalla e lui il mento sui suoi capelli.
“Sei stata una scout?” le chiese.
Lei rise “No. Perché?”
“Io sì e mi facevano sempre dormire nel sacco a pelo con mio fratello, per farci stare più caldi.” Sbuffò “Solo che io non volevo dormire con James!”
“Mi sto immaginando te vestito da scout!” rise Camilla, alzando il mento per guardarlo.
“Capo Lupetto!” la corresse ed entrambi risero “E’ stato con gli scout che io e Lyn siamo diventati amici. Cioè, ci conoscevamo già, ma ci sopportavamo a mala pena.”
“E poi, come avete fatto a stringere amicizia?” le chiese, continuando a guardarlo.
“Ci stavano insegnando a pescare quando lei ha tirato l’amo agganciandolo alle mie mutande…” rispose.
Camilla scoppiò a ridere, immaginandoli.
“Se non fossero intervenuti i grandi, ce le saremmo date di santa ragione…” ricordò “Poi ci hanno tenuto per i restanti tre giorni nella tenda d’isolamento e da lì, non ci siamo più separati.”
“Com’è strana la vita…” commentò Cami, ridacchiando.
“Già, il giorno prima ti chiama pesce-mutanda e il giorno dopo siete migliori amici.” Risero entrambi.
Quando smisero di ridere, le chiese “Stavo pensando, perché quando ti sei trasferita in Inghilterra sei venuta proprio ad Holmes Chapel?”
“Ero già stata qui, un’estate, da piccola.” Spiegò “Mi piace vivere qui.”
“Magari ti ho anche vista quell’estate, ma non ricordiamo di esserci incontrati.” Pensò lui.
“Oh no, fidati, mi ricorderei di te.” Rise Cami.
Lui ridacchiò, prima che Cami si avvicinasse, baciandogli la guancia “Buonanotte Chris.”
“Notte.” Sorrise lui, mentre si risistemava sulla sua spalla.
 
Liam strinse a sé Hope, che posò le mani e la testa sul suo petto.
“Hai freddo?” le chiese, lasciandole dei baci dolci tra i capelli biondi.
“No, tu sei bello caldo.” Sussurrò, nascondendogli il viso nell’incavo del collo.
“Sono qui per questo.” Le accarezzò il tessuto del pigiama lungo la schiena “Dispensatore di coccole e calore gratis.”
Hope rise, alzando il viso “Anch’io voglio ‘dispensarti’ di coccole.”
Liam annuì, piegando le braccia per posare le mani sotto la nuca “Dispensami, allora.”
Risero, prima che Hope si abbassasse sulle sue labbra, catturandole in un bacio e lui tornasse a stringerla.
Dopo le labbra, gli lasciò una scia di baci lungo la mascella e sotto il mento, posando una mano sulla sua guancia.
“Mhm, tu dispensi molto meglio di me…” commentò lui, sorridendole.
Le prese il viso tra le mani e la baciò di nuovo, senza avere alcuna fretta di addormentarsi.
 
Summer si rigirò nel sacco a pelo per la centesima volta negli ultimi dieci minuti.
Si ritrovò davanti a Louis che, addormentato, respirava sonoramente con la bocca spalancata.
Le scappò una risata che, nonostante fosse un sussurro, lo svegliò.
Sbatté le palpebre un paio di volte, prima che gli occhi chiari si aprissero. Passando una mano sul viso, se li stropicciò.
“Russavo?” le chiese.
Sum scosse la testa, sorridendo.
“Bene.” Borbottò, annuendo, prima di richiudere gli occhi.
“Louis?” lo richiamò.
“Mhm?” riaprì gli occhi.
“Perché non sei arrabbiato con me?” gli chiese.
“Perché, anche se mi hai nascosto di te e Niall, so che i tuoi sentimenti erano sinceri.” Rispose “I miei lo so non ancora…”
Lei annuì, scostandosi i capelli “Resterai mio amico?”
“Io volevo essere qualcosa di più, ma va bene anche così.” Le sorrise “Se vuol dire starti vicino.”
Summer gli sorrise, avvicinandosi per baciargli la guancia e augurargli la buonanotte.
 
James sbuffò, voltandosi verso il moro affianco a lui che russava da più di dieci minuti, come se avesse due laser al posto degli occhi e potesse fargli saltare quella testa vuota.
Zayn, per tutta risposta, russò ancora più forte.
James ci mise trenta secondi, si alzò e lasciò la tenda, diretto in quella affianco.
Si avvicinò al sacco a pelo a destra, scuotendo piano il bozzolo coperto fino ai capelli “Lyn? Lyn?”
“Hai sbagliato sacco, stronzo.” Brontolò la capoccetta riccioluta che spuntò.
“Fanculo, torna a dormire.” Fece per alzarsi.
“Che cazzo ci fai qui?” lo fermò.
“Fatti i ca-…” rispose, prima che venisse interrotto.
“Oh, Bocca di Rosa e Mr. Bon Ton, vi state zitti?” li riprese Lyn, alzandosi sui gomiti dal suo sacco a pelo.
James lasciò stare il riccio e si avvicinò al suo sacco a pelo “Fammi spazio, vah.”
“Oh, calmino che non sono Harry…” gli fece segno di rallentare con la mano.
Lui rise, annuendo e si infilò nel sacco a pelo, sotto gli occhi vigili di Harry “Scusa, è che si congela…”
Lyn annuì, distendendo il braccio perché lo usasse come cuscino “Come mai non sei nella tua tenda?”
“Il cantante sta facendo un concerto con il naso, di là.” Si lamentò James, posando la testa sul petto di Lyn “Molto meglio la tua di compagnia…”
Lei rise, alzandogli il mento per baciarlo.
Harry rimase a guardarli quando lei si allontanò ma lui tornò sulle sue labbra, fino a puntarsi con le mani e sovrastarla.
Hayley si sentiva terribilmente in imbarazzo.
Non voleva che Harry li vedesse amoreggiare e cercava di non farsi trascinare da James, ma non poteva neanche cacciarlo, perché allora si sarebbe offeso lui.
Passiva, continuò a baciarlo finché non si allontanò e si distese sopra di lei, lasciandole dei baci lungo il collo di tanto in tanto.
Si voltò appena, trovando Harry supino, con gli occhi chiusi. Quello che non sapeva, era che stava stritolando tra le dita l’interno del sacco a pelo, mentre lo stesso faceva la gelosia con il suo stomaco.
Ad occhi serrati, sentiva solo il fruscio dei vestiti e delle coperte, i loro sospiri e gli schiocchi dei baci, desiderando ardentemente che finisse al più presto…
Riaprì appena gli occhi, guardandoli senza neanche voltare la testa e li trovò come li aveva lasciati, con lui che le arpionava le labbra con le sue e la vita con le braccia.
Hayley lo allontanò appena, con il fiato corto.
“Che succede, piccola?” le chiese, accarezzandole il viso “Stasera non mi chiedi di farti le coccole?”
“James!” lo rimproverò, sussurrando tra i denti, guardando Harry preoccupata.
“Di che ti preoccupi, starà già dormendo…” le disse, avvicinandosi di nuovo per baciarla.
“Ti sbagli!” Gli rispose Harry, scocciato.
James sbuffò, lasciando cadere la testa fino a nasconderla nell’incavo del collo di Hayley “E ti pareva…” brontolò, strusciando le labbra contro la sua pelle.
Lyn rise, accarezzandogli i capelli, poggiandoci la guancia sopra, respirandone il profumo familiare.
“Sono venuto fin qui per stare con te, invece quello deve sempre rovinare tutto.” Le sussurrò all’orecchio, sfiorando anche questo con le labbra.
“Non è che tu abbia dovuto attraversare il deserto o combattere un drago per arrivare fin qui…” commentò lei, accarezzandogli la guancia.
“Però lo farei, per te.” Si allontanò appena, per guardarla.
Hayley sorrise, scuotendo la testa “E tutta questa dolcezza?”
“E’ perché mi sei mancata troppo.” Le accarezzò la punta del naso con il suo.
Harry storse il naso, imitandolo con una boccaccia in silenzio e tornò a guardarli: si stavano di nuovo baciando.
Si chiese se fosse davvero pronto a vederli insieme continuamente, ora che aveva accettato di essere amico di Hayley.
Se fosse davvero pronto a vedere un altro ragazzo stringerla, baciarla, dirle sdolcinatezze e quant’altro, al posto suo.
Dio, quanto avrebbe voluto essere al posto di James, in quel momento…
James si allontanò appena, mordendole il labbro. Sorrise, chiedendole ironico “L’hai mai fatto in un sacco a pelo?”
Harry spalancò di nuovo gli occhi e si voltò di scatto “No, e sono sicuro che non vuole provare per la prima volta stasera!”
James alzò gli occhi al cielo, voltandosi verso di lui “Perché non ti vai a fare un giro? Ho visto un bel cespuglio spinoso, vai a fare pipi lì in mezzo!”
“James…” Lyn gli prese il viso tra le mani, per farlo voltare.
“Perché non te ne vai tu, visto che questa non è la tua tenda, ma la mia!” rispose Harry, a tono.
“Beh, si da il caso che in questa tua tenda ci sia la…” si bloccò.
…mia ragazza? Sperava continuasse Hayley, guardandolo attenta.
“Lyn!” si corresse subito, James.
Hayley sospirò e la sentirono entrambi.
Harry sorrise, compiaciuto e si alzò.
“Oh, bravo.” Esultò James, troppo presto.
Invece di uscire, come si aspettavano, Harry raggiunse il sacco a pelo.
“Oh, oh, che cazzo fai!?!” sbottò James, allontanandolo con il braccio.
“Hai ragione, qui c’è Lyn e sai una cosa?” Harry allontanò il braccio, infilandosi nello stretto spazio che rimaneva nel sacco a pelo “Non sei l’unico a cui piace Lyn!”
Hayley inarcò le sopracciglia, sorpresa e sentì un tuffo al cuore.
Infondo l’aveva capito da un bel pezzo e lui glielo aveva confessato mentre lei era ubriaca, ma stavolta era diverso e la lasciò sorpresa e con il cuore che accelerava.
Il viso di James, invece, era una maschera di rabbia e gelosia “Se non evapori entro trenta secondi giuro che…”
“Giuri che!?!” lo stuzzicò Harry, strafottente.
“Basta!” esclamò Hayley “Sono stanca, voglio dormire, quindi finitela di fare i bambini e scassarmi le palle!”
I due si zittirono e tornarono a sdraiarsi ai lati della ragazza.
“Per fortuna il sacco è bello grosso.” Commentò, riuscendo a trovare una posizione comoda per addormentarsi.
“Già, che fortuna.” Annuì Harry “Vero James?”
“Harry…” lo riprese Lyn.
“Finocchio.” Commentò James, posando la testa sul petto di Hayley.
“James…” lo richiamò lei.
“Finocchio proprio no.” Ridacchio il riccio, posando anche lui la testa sul petto di Hayley, dall’altra parte.
“E-v-a-p-o-r-a.” sibilò l’altro tra i denti.
Per tutta risposta, Harry cinse con un braccio la vita di Hayley.
James lo scansò, sostituendo quel braccio al suo, ma riuscì solo a farlo spostare sulla pancia.
L’attirò a sé, allora, ignorando lo sbuffo di lei.
Harry, allora, l’attirò dalla sua parte.
“Jesus!” esclamò Hayley, allontanandoli bruscamente per poi mettendosi a sedere “Non sono né un orsacchiotto, né un cuscino: quindi smettetela di tirarmi la maglietta e, per la cronaca, mi state schiacciando le tette!”
Sospirò, scocciata, risistemandosi con le mani la maglietta “Ognuno dorme nella sua parte.”
Si rimise sotto la coperta, i ragazzi ai lati, nel loro spazio.
“Di chiunque siano le mani sulle mie cosce, è pregato di levarle prima che gliele stacchi dal polso.” Comunicò, con la guancia schiacciata al cuscino.
“Scusa.” Dissero in coro i due, prima di scambiarsi una reciproca occhiataccia.
 
La luce del sole ormai era forte, nonostante questo, i tre dormivano ancora, nella tenda.
Finché non comparve la capoccia rossa di Chris, che li chiamò.
James aprì gli occhi, ritrovandosi a fissare le spalle di Hayley.
Harry aprì gli occhi, ritrovandosi a fissare il panda del pigiama di Hayley.
Hayley aprì gli occhi, ritrovandosi su un fianco, con la guancia tra i capelli di Harry.
Una mano di James la toccava appena su un fianco.
Le sue di mani, erano dietro le spalle di Harry e le braccia l’attiravano a sé mentre quelle di lui le cingevano la vita.
James aveva ancora le gambe piegate, nella posizione fetale in cui era solito dormire quando era solo nel letto.
Le gambe di Harry erano intrecciate a quelle di Lyn e si spingevano l’uno verso l’altra.
Ancora troppo addormentati, sbatterono le palpebre qualche volta per abituarsi alla luce, senza accorgersi di nulla.
Hayley accarezzò i capelli che le solleticavano il collo, lasciandosi scivolare tra l’indice e il pollice quei ricci.
Quei… ricci!?!
Aprì di scatto gli occhi e saltò a sedere, svegliando definitivamente anche gli altri due.
“Bene, intanto che voi vi riprendete dopo qualsiasi cosa sia successa qui ieri sera tra voi tre, io vado a vomitare.” Annunciò Chris, facendo ridere i due ragazzi. Hayley provò a fermarlo e spiegarsi, ma lui se ne era già andato.
“Ti sbagliavi, sai? Non sei niente male come cuscino…” ammiccò Harry.
Lyn lo zittì con un frontino, infastidita.
“Il buongiorno invece non è il massimo…” commentò lui, portandosi una mano alla fronte.
James intanto si alzava a sedere, vicino a Lyn.
Lo guardò, cercando un segno di rabbia o gelosia in quegli occhi azzurri, ma non lo trovò.
Gli si avvicinò, sfiorandogli le labbra prima di prendergli il viso tra le mani e baciarlo come si deve.
Il sorrisetto divertito si spense dal volto di Harry, che rimase a guardarla aggrottando le sopracciglia.
Per qualcuno, il buongiorno era stato molto meglio…
James pensò la stessa cosa, quando gli rivolse appena uno sguardo atono, con un sopracciglio alzato.
“Vado a vestirmi e recuperare mio fratello.” Disse, rivolto solo ad Hayley.
Lei annuì e lo baciò di nuovo quando le si avvicinò, per salutarlo.
 
Lo guardò uscire, mentre Harry si rialzava e si rivestiva.
“Tu meriti di meglio.” Ruppe il silenzio, catturando la sua attenzione.
Lyn si voltò, sospirando, senza dire nulla.
Le si avvicinò, fino a prenderle il viso tra le mani “Lyn, se tu scegliessi me…
Sospirò, abbassando lo sguardo e posò la fronte sulla sua.
Lyn rimase immobile.
“Lascia stare, fa finta che non abbia detto niente.” Scosse la testa, rialzandosi.
Infilò la felpa ed uscì, lasciandola sola e finalmente in grado di riprendere a respirare.

 


Ehilààà!?!

No, aspetta, lo ripeto di nuovo:
EHILAAAA!?!

Ma come, più andiamo avanti, meno recensite?
Non ditemi che devo tornare ai vecchi metodi...
Beh, pare di sì:
Il prossimo capitolo a 5 recensioni!

Ma lasciamo perdere queste note dolenti,
parliamo del capitolo.
Incasinato?
Oh... voi non avete visto niente.
Aspettate di leggere il prossimo capitolo...

Qualche idea? Scommessa?
Cosa succederà!?!
Beh, ragioniamo...
C'è la coppia Hiam, che per ora, è solida e dolcissima.
Poi ci sono Louis e Summer che finalmente si riavvicinano,
ma forse è ancora presto per qualcos'altro.
Camilla e Chris, beh, loro dovrebbero decisametne darsi una mossa, perché sono fatti per stare insieme!
C'è James che, vi ricordate, vorrebbe avanzare una certa proposta a Lyn...
C'è Harry, che comincia ad essere stufo di questo triangolo e stava quasi per confessarlo a Lyn...

Wow.
Pensare che tutto questo casino me lo sono inventato io.
Ho una mente contorta, non c'è che dire...

Allora, a presto.
Non mi deludete, vi prego!
Aspetto le vostre recensioni,
Un bacio. <3

 

     
  Summer -sopra- , Hope, Chris, Hayley, Camilla

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Capitolo 14
*** Hayley & Camilla - Autumn Leaves ***




12 
~ Hayley & Camilla

 

Do you ever wonder if the stars shine out for you?
Autumn Leaves - Ed Sheeran

 
Invece di fare colazione, il gruppo optò per un bagno, che non durò troppo però, dato che l’acqua era ancora più ghiacciata del giorno prima.
 
Usciti dall’acqua, presero gli asciugamani e se li strinsero intorno, per asciugarsi.
Hope sobbalzò, quando, da dietro, Liam l’attirò a sé con l’asciugamano che racchiuse entrambi.
Si voltò, cingendogli la vita per appiattirsi al suo petto e si alzò sulle punte per baciarlo.
“Che carini…” commentò Summer, sorridendo e si sedette sul suo asciugamano.
Louis, seduto sullo stesso, si sdraiò, afferrando l’orlo e la guardò.
Alzando un sopracciglio, acconsentì a sdraiarsi anche lei, come le aveva indicato.
Lui rotolò, portando con se l’orlo, finché non arrivò a lei e la coprì con l’asciugamano e se stesso.
Summer scoppiò a ridere, seguita da lui che, puntando le mani sulla sabbia, la guardava rapito.
Harry rise, scuotendo la testa, guardandoli, finché, con un sospiro sonoro, Lyn si stese sul proprio asciugamano e catturò la sua attenzione.
Seduto sul suo telo, affianco, appoggiò il mento sulle ginocchia al petto e la guardò, mentre se ne stava ad occhi chiusi, riprendendo fiato dopo la nuotata, una mano dietro la nuca, l’altra tra i capelli.
“Harry, quando hai finito con le tue seghe mentali su Hayley in bikini, ci dai una mano?” lo riportò alla realtà Louis, che non riusciva a rialzarsi, impigliato nel telo.
 
Passarono il resto della mattinata giocando a beach volley, passeggiando lungo il bagnasciuga come se fosse una normale giornata estiva al mare.
Ormai era il tramonto.
Louis aveva proposto a Summer di fare una passeggiata lungo la riva e si erano eclissati da più di venti minuti.
Camilla, Hope e Hayley stavano preparando la cena, mentre gli altri sedevano intorno al fuoco ancora spento, chiacchierando.
James lasciò il gruppetto, andando verso Hayley.
Harry lo seguì con gli occhi, mentre le si avvicinava e le chiedeva di seguirlo verso il bosco, prendendole la mano.
Sospirò, abbassando la testa sulla sabbia tra le mani.
I tre non si erano praticamente rivolti la parola per tutta la mattinata, anzi, sembrava che lei stesse evitando sia lui che James. Ma, infondo, gli andava anche bene. Se non stava con lui, almeno non doveva vederla insieme a James.
Le altre due ragazze tornarono a sedersi con gli altri “Aspettiamo che tornino Louis e Summer per accendere il fuoco?” Chiese Camilla.
“Potevamo dire a James e Lyn di portarci qualche ramoscello.” Si ricordò Hope.
“Non credo che gli interessino i ramoscelli in questo momento…” ridacchiò Chris.
“Non vorrai dirmi che si sono appartati…” storse il naso Hope.
Chris rise, scuotendo la testa “James mi ha detto di volerle chiedere di diventare la sua ragazza.”
Harry rialzò di scatto la testa e tutti notarono la sua espressione sorpresa e contrariata.
Si alzò, sentendo gli occhi di tutti addosso e si richiuse nella sua tenda senza dire una parola.
 
“Arriveremo alla strada, se continuiamo a camminare.” Si fermò Lyn.
James rise, fermandosi di fronte a lei “Devo parlarti.”
“L’avevo intuito.” Annuì, sorridendogli.
James la teneva ancora per mano, ma invece di parlare, si avvicinò a lei e le prese il viso tra le mani. La guardò negli occhi, prima di avvicinarsi ancora e sfiorarle le labbra con le sue.
Gliele fece socchiudere e la baciò di più, dolce, mentre posava la mano sul suo fianco e l’avvicinava di più a sé.
Continuò a baciarla a lungo, finché non si ritrovarono entrambi con il fiato corto.
Posò la fronte sulla sua, riprendendole le mani.
“Lyn?” sussurrò, finalmente.
Lei alzò gli occhi, incontrando i suoi e rimase in attesa.
“Mi dispiace.” Continuò, allontanandosi appena, per accarezzarle il viso e guardarla “Mi dispiace per tutte le volte in cui ti ho fatto soffrire, in cui ho fatto lo stronzo e in cui non ti meritavo. Ti chiedo scusa.”
Gli accarezzò la guancia, aggrottando le sopracciglia e fece per baciarlo, ma lui si allontanò.
“Non succederà più.” Le promise “Perché voglio stare con te come si deve, come due fidanzati.”
Hayley spalancò gli occhi, sorpresa, sentendo il cuore accelerare e le ginocchia cedettero per un secondo.
“Senza più nasconderci, senza più mentire.” Tornò a parlare “Faremo vedere a tutti quanto ci amiamo.”
Lei sentì il cuore salirle in gola.
Aveva davvero usato il verbo ‘amare’!?!
Le prese di nuovo il viso tra le mani, ignorando l’espressione sbalordita e si perse nei suoi occhi scuri “Io ti amo, Lyn.”
Sì, aveva davvero usato il verbo ‘amare’!
Hayley dovette reggersi al tronco dietro di lei per restare in piedi.
Abbassò lo sguardo, respirando a pieni polmoni, lentamente.
Dopo essere rimasta in silenzio per quella che gli parve un’eternità, James le sfiorò la spalla. Anche se coperta dalla felpa, rabbrividì al contatto.
“Dì qualcosa, ti prego.” Le sussurrò, continuando ad accarezzarle le braccia fino a prenderle le mani tra le sue.
Quante volte aveva sognato, immaginato, desiderato vivere quel momento?
Ed ora, lui era lì, dolce e innamorato come non l’aveva mai visto e le stava chiedendo un semplice sì per stare con lui e amarlo come aveva sempre voluto fare.
Avrebbe solo dovuto aprire la bocca e far uscire una parolina.
 
La cena era stata strana.
Veloce. Imbarazzante. Tesa. Silenziosa.
Quando terminarono di mangiare, si sbrigarono tutti ad entrare nelle proprie tende.
Faceva freddo quella sera, per via del vento gelido che ogni tanto si alzava, ma era solo una scusa per andarsene.
 
Hayley si voltò, nel suo sacco a pelo, quando sentì Harry alzarsi.
Vide la sua figura lasciare la tenda e richiudere la zip.
Si alzò anche lei, afferrando la mega felpa di Oxford e lo seguì.
Lo vide andare verso il bosco e continuò a seguirlo, riuscendo a non fare rumore.
Arrivato in una minuscola radura, si fermò, sospirando “E se fossi uscito per fare pipì?”
Lyn sorrise, scostandosi i capelli e lo raggiunse, lasciando il suo nascondiglio “Chris ha detto di non allontanarci da soli.”
Rise appena, imbarazzata, aspettando che lo facesse anche lui, ma la sua espressione era fredda.
“Lyn, torna alla tenda.” Sussurrò, imperativo.
Lei non si mosse, imbronciando la bocca e le sopracciglia aggrottate, da bambina capricciosa “Non ho sonno.”
Harry sbuffò, passandosi una mano tra i capelli “Tornatene dal tuo fidanzato, allora.”
Hayley deglutì rumorosamente “Come…”
“E’ così, no?” si voltò verso di lei, un sorriso amaro sulle labbra “Lui ti ha chiesto di essere la sua ragazza e tu hai detto di sì. Non vedevi l’ora di stare insieme a lui, del resto!”
Lyn abbassò la testa e fece per dire qualcosa, ma non le diede il tempo perché continuò “E io sono stato solo una comparsa fastidiosa che ha rafforzato l’amore dei due protagonisti… E’ così che vanno le storie d’amore che ti piace leggere, no?”
“Questo non è un libro.” Commentò lei, stringendo le braccia al petto.
“Ma la storia è sempre la stessa.” La zittì.
“E invece no!” rialzò la testa, puntando gli occhi scuri nei suoi, decisa “Forse in questa storia, l’amore travagliato serve solo a far aprire gli occhi alla protagonista. Forse il lieto fine per lei non è con la persona che si aspettava.”
Harry la ascoltava, le sopracciglia che arrivavano all’attaccatura dei capelli per la sorpresa.
Il suo cuore perse un battito quando tornò a parlare.
“Forse stavolta la protagonista si innamora di quella testa di cazzo della comparsa!” esclamò, scostandosi i capelli che il vento faceva appiccicare alle labbra umide.
Lui continuava a guardarla, mentre gesticolava e gli urlava praticamente contro ogni parola, infastidita dal modo in cui lui l’aveva trattata e i capelli che, scompigliati dal vento, la rendevano ancora più bella e, perché no, anche buffa, da sembrargli ancora più piccola dentro quella felpa enorme.
La bambina voleva farsi vedere grande.
Ma dietro quella corazza c’era sempre la sua piccola Hayley, quella che gli occhioni scuri e la risata allegra nascondevano.
Le afferrò una mano, interrompendola e l’attirò a sé senza preoccuparsi di essere delicato finché Lyn non cozzò contro il suo petto.
Alzò il viso e lui abbassò il proprio e in un secondo, le loro labbra si incontrarono e quel contatto bastò perché entrambi capissero di volere di più. Di star aspettando quel bacio da troppo.
Le prese il viso tra le mani e continuò a baciarla, sempre di più, e lei gli cinse il collo, alzandosi sulle punte.
Mentre lei l’attirava a sé e lui la teneva contro il suo viso, le loro labbra si cercavano bramose e quel bacio toglieva il fiato ad entrambi.
Fece scendere le mani tra i capelli, accarezzandole il collo magro e poi le spalle, lasciando scendere le mani lungo la schiena, fino ai fianchi, cingendole la vita per stringerla.
Lei gli affondava le mani tra i ricci, lasciandoli scivolare tra le dita, stringendoli e scompigliandoli.
Quando si allontanarono, rimasero a fissarsi per alcuni secondi e si stringevano ancora.
Con la fronte poggiata a quella dell’altro, i loro respiri si mischiavano nella stessa nuvoletta di condensa davanti ai loro nasi.
Hayley era troppo concentrata a cercare di regolarizzare il respiro o almeno i battiti del cuore mentre gli occhi di Harry le accarezzavano il viso insistenti.
E quando questi scivolarono sulle sue labbra socchiuse e arrossate, reagì d’impulso.
Si avvicinò di nuovo con il viso e le rubò un bacio a stampo.
Guardandosi negli occhi, si mossero nello stesso momento e si baciarono di nuovo, più a lungo.
Lyn si rimise sulla punta dei piedi quando lui la schiacciò contro il suo petto. Gli prese il labbro inferiore tra le sue labbra, mordendolo appena.
Lo sentì sorridere ancora contro la sua bocca e non poté fare a meno di imitarlo, mentre lui tornava a baciarla, accarezzandole le labbra con la punta della lingua.
Rise, allontanandosi appena “Ma tu non hai bisogno di ossigeno?” gli soffiò sulle labbra.
Harry sorrise, nascondendogli il viso nell’incavo del collo. Respirò a fondo l’odore di salsedine tra i suoi capelli che si mischiava a quello della sua pelle, baciandole la clavicola scoperta dalla maglia “Ho bisogno di te.”
Lyn sorrise, stringendolo, accarezzandogli i ricci dietro la nuca mentre lui le lasciava sul collo una scia di baci.
Le accarezzò i fianchi, posando le mani dietro le sue cosce per prenderla in braccio e si sedette, poggiando la schiena al tronco di un albero e lei sulle sue gambe.
Hayley gli accarezzò la guancia e il mento prima con la mano e poi con le labbra.
Le sorrise, baciandola un’ultima volta prima di posare la testa sul suo petto, stringendola a sé.
“Lo senti?” sussurrò, accarezzandogli i capelli.
“Cosa?” le chiese, allontanandosi per guardarla.
Sorrise, prendendogli la mano. La posò sul petto, a sinistra, sul cuore.
Lui annuì, perché batteva così forte da poterlo sentire anche attraverso il pigiama e la felpa.
Lo baciò veloce, ma lui le prese il viso con l’altra mano e la riportò a sé, facendola ridere “Batte così per me?”
Lyn annuì e la baciò un’altra volta.
“Solo per me?” le chiese ancora, accarezzandole la guancia per scostarle i capelli lontani dal viso.
Mise la mano sulla sua, sul petto “E’ solo tuo.”
Un sorriso raggiante si aprì sul viso di Harry, rendendo visibili le due fossette anche nella penombra, ma Hayley riuscì a godere di quello spettacolo solo per un attimo, prima che lui la baciasse di nuovo. Sorrise, stringendosi a lui, continuando a baciarlo.
“Ma allora oggi… con James?” si ricordò, allontanandosi.
“Gli ho detto di no.” Confessò.
Harry sorrise di nuovo, dandole tanti, dolci baci a stampo.
Lyn rise, prendendogli il viso tra le mani per fermarlo “Non hai niente da dire?”
“Ce ne hai messo di tempo…” rispose, baciandole la guancia.
Appoggiò la testa sulla sua spalla “Scusa.”
Harry rise, abbassando la testa per guardarla. Posò la mano sotto il suo mento e le alzò il viso “Quindi ora sei tutta per me?”
Sorrise, annuendo, accarezzandogli la guancia.
“Bene, perché io voglio essere il tuo ragazzo, Lyn.” Posò la mano sulla sua, sulla sua guancia e la portò alle labbra. Tutto, mentre i suoi occhi verdi guardavano quelli scuri di lei “Voglio stare insieme a te e baciarti, stringerti e dirti quanto sei importante per me, quanto sei bella e… quanto ti amo.”
Lyn si mordicchiò il labbro, sorridendo imbarazzata.
Lui le si avvicinò e le sfiorò la punta del naso con il suo, sfiorandole appena le labbra con le proprie per poggiare la fronte sulla sua “Io mi sono innamorato di te quella sera al minimarket.”
Non l’aveva mai detto a nessuno ad alta voce e quello che le uscì fu appena un sussurro “E anche io ti amo.”
Harry sorrise, baciandola a stampo e la guardò, aspettando che anche lei lo guardasse “Dillo di nuovo.”
Le labbra di Lyn si rilassarono, aprendosi in un sorriso. Posò le mani sul suo viso, accarezzandolo “Ti amo, Harry.”
Sorrisero entrambi, guardandosi e Harry si lanciò di nuovo sulle sue labbra, spingendola indietro fino a sdraiarsi sulla sabbia ricoperta di foglie e aghi di pino. Continuò a baciarla, una mano a sorreggersi, l’altra tra i capelli di Lyn.
“Ti amo.” Gli disse di nuovo, quando si allontanò, piegando indietro il capo per baciargli il naso.
“Io di più.” Rispose, baciandola anche lui sul naso. E sulla fronte. E sulle labbra. E sulle guance. E lungo la mascella. E sul collo. E ovunque trovasse la pelle scoperta.
Hayley rideva, perché era dolce, in modo buffo e perché era felice. Cercò di allontanarlo con la mano, ma lui si voltò e baciò anche quella, prima il palmo e poi i polpastrelli solo per vederla ridere ancora.
Ridendo, gli prese le spalle e lo spostò, ribaltando le posizioni.
“Scusa, mi sono fatto trascinare…” sorrise, alzando le spalle.
Lei rise, puntando le mani nella sabbia all’altezza delle sue spalle. Abbassò il viso e lo baciò “Giusto un po’.”
Quando vide i suoi nei sulla guancia vi posò le labbra, baciandone uno alla volta fino a quelli che aveva sul collo.
Da quanto voleva farlo…
Harry chiuse gli occhi, per niente dispiaciuto da quelle attenzioni e la strinse a sé con una mano dietro la schiena, l’altra ad accarezzarle i capelli “Dio, quanto ti amo…”
Lyn sorrise, lasciando l’appoggio delle mani per crollare su di lui, che emise un verso strozzato.
“Non voglio più muovere un muscolo.” Sussurrò, continuando ad accarezzarle i capelli, cullandola “Restiamo così per sempre, ti prego: io e te, stretti l’uno all’altra…”
Lyn poggiò la testa sulla sua spalla, accarezzandogli il collo con la punta del naso e lui la strinse a sé, sorridendo. Alzò il viso e gli baciò l’angolo della bocca “Sei dolce.”
Harry rise e posò la guancia sui suoi capelli “Posso tornare a baciarti?”
Rise e, ignorandolo, continuò a guardare il cielo “Guarda quante stelle stasera.”
“Lyn?” sbuffò “Un bacino?”
“Harry, guarda!” continuò ad ignorarlo, indicando il cielo.
“Si, si, emozionante.” Tagliò corto, mettendosi su un fianco. La testa di Lyn scivolò dal suo petto al suo braccio, ritrovandosi faccia a faccia.
“Non ti piacciono le stelle?” rise, apostrofandogli con un dito il contorno della mascella.
“Mi piaci tu.” Sussurrò, tagliando la distanza tra i loro visi per baciarla.
 
“Hei!” la chiamò, alle sue spalle.
Cami smise di guardare il mare davanti a lei, voltandosi “Chris.”
Le si sedette affianco, pulendosi la sabbia dalle mani “Russavo così forte?”
Cami rise, scuotendo la testa “Non avevo molto sonno…”
Chris annuì, prima che entrambi tornassero a guardare le onde scure infrangersi davanti ai loro piedi.
Il vento di tanto in tanto li colpiva in pieno viso, allontanandole i capelli scuri e castani dalle guance arrossate.
“Sei bellissima.” Confessò, dopo essere rimasto a guardarla imbambolato.
Lei sorrise, abbassando lo sguardo imbarazzata “Lo pensi davvero?”
Chris annuì “Sì, io davvero ti trovo bellissima.”
Cami si voltò, guardandolo “Grazie.”
Le sorrise, in risposta, prima che tornassero in silenzio.
Cami respirò a pieni polmoni l’odore del mare, chiudendo gli occhi “Si sta da Dio, qui.”
Lui annuì “E sto bene insieme a te.”
“Anch’io sto bene insieme a te.” Gli sorrise, aprendo gli occhi.
“Beh, allora, visto che siamo in vena di confessioni…” Chris si voltò verso di lei con il busto, grattandosi la nuca in imbarazzo “Tu mi piaci. Tanto.”
“E tu piaci a me.” Rise, voltandosi anche lei “Tanto.”
“Forte...” Annuì Chris, sempre più impacciato “Quindi…”
Camilla rise, alzandosi e gli allungò le mani, per aiutarlo ad alzarsi “Quindi vieni con me!”
Non gli servì chiederle dove, perché lei si stava sfilando il pigiama e lui la stava imitando.
Le riprese la mano, correndo dentro l’acqua seguito da lei.
Cami si immerse, riemergendo qualche passo più avanti, lisciando indietro i capelli bagnati.
Chris scorse il suo sorriso nella penombra e la raggiunse. Passò anche lui una mano tra i capelli per evitare che gli andassero delle goccioline negli occhi, lasciando il viso completamente scoperto.
Camilla si mordicchiò il labbro, pensando che in quella situazione, non era di certo l’unica ad essere bella…
“Non avevo mai fatto il bagno di notte.” Gli disse.
“Io un paio di volte, ma non mi piace nuotare troppo al buio.” Alzò le spalle “Il fatto che intorno a me veda solo nero mi fa venire quasi le vertigini.”
“Io invece mi sento così libera…” chiuse gli occhi, buttandosi con la schiena indietro, restando a galla “Cielo, mare, è tutto nero e stelle e tu ci galleggi in mezzo.”
“Molto poetico…” commentò lui.
Cami rise, rimettendosi in piedi, di fronte a lui “Sei diverso dagli altri ragazzi, lo sai?”
“Diverso… in modo carino?” si accertò.
Lei annuì, sorridendo “Sei sempre allegro, riesci a vedere il lato positivo di ogni situazione e la rendi divertente. E poi sei dolce e sai essere serio quando serve…”
“E’ sì, sono proprio io.” Si vantò, imitando il gesto di sistemarsi la cravatta.
Camilla rise, schizzandolo.
“Anche tu sei fantastica.” Tornò serio, avvicinandosi a lei “Sei divertente, gentile e ti impegni in tutto quello che fai. Mi piace guardarti quando sei dietro al bancone, come ti rivolgi ai clienti e come lavori sodo.”
Gli sorrise, dolce, mentre le si avvicinava ancora. Posò una mano sulla sua guancia, guardandola negli occhi scuri e avvicinò il viso al suo. Le sfiorò appena le labbra, incerto e poi prolungò quel contatto, posando le proprie su quelle carnose della ragazza, che le socchiuse. Chris fece combaciare le loro labbra, alzandole appena il viso con la mano ancora sulla sua guancia.
Camilla posò le mani sulle sue spalle, accarezzandogli poi i capelli bagnati dietro la nuca.
Con la punta della lingua, Chris le disegno il contorno delle labbra e poi incontrò la sua.
L’attirò maggiormente a sé, cingendole la vita con l’altro braccio, perdendosi in quel bacio.
Niente a che fare con quello timido e inaspettato che si erano dati la sera della festa, quando l’aveva riaccompagnata a casa.
Nessun dubbio, sul fatto che questo sarebbe stato ricordato come il loro primo bacio da entrambi.
Quando si allontanarono, si sorrisero.
“Lo sai che con questo bacio sei appena diventata la mia ragazza, vero?” Chris le accarezzò la guancia.
Cami rise, annuendo e gli cinse la vita con le gambe “E tu lo sai che adesso non ti libererai più di me, vero?”
“Stasera siamo d’accordo su molti punti, vedo.” Commentò lui, facendola ridere.
Si avvicinò di nuovo a lei, catturando le sue labbra in un bacio che sapeva delle loro risate soffocate.
Chris si allontanò di colpo, spalancando gli occhi “Cazzo, che idea che mi è venuta!”
Camilla lo guardò attenta e divertita “Cioè?”
“Baciamoci sott’acqua, come nei film!” propose “Hai presente quelle scene in cui poi mentre si baciano si girano tutti, muovendo le mani e le gambe e si aggrovigliano tutti…” e mentre parlava, muoveva le mani, le gambe e le braccia per spiegarsi meglio, con l’unico risultato che la sua ragazza scoppiò a ridere, guardandolo.
Le prese le mani, di fronte a lei “Al tre ci immergiamo.”
Cami annuì e contò “…tre!”
Si immersero insieme, avvicinandosi sott’acqua senza vedere un granché, finché non sbatterono l’uno contro l’altra, tornando in superficie ridendo.
“Merda, che capocciata!” commentò Chris, con la mano alla fronte.
“Se c’è una cosa che ho imparato da questo campeggio è che non bisogna mai seguire le tue idee.” Rise Camilla, avvicinandosi a lui per sostituire la mano alla sua, prima di baciarlo sulla fronte.
“Come farei senza di te?” ammiccò, cingendole la vita con il braccio.
Si avvicinarono, baciandosi di nuovo.

Ehilààà!?!

Allora ha ragione la mia prof di greco,
bisogno essere cattivi per essere ascoltati!
Ahaha!
No, va beh...
Grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo.

Come promesso, ecco quello nuovo!

Finalmente...
HARRY E LYN STANNO INSIEME!!!
Non solo...
ANCHE CHRIS E CAMI STANNO INSIEME!!!

A 5 recensioni,
posto il prossimo.

Un bacio. <3


 

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Capitolo 15
*** Hope - Enchanted ***


 



12  ~ Hope

 
“Ma nervosa di cosa, scusa?” le chiese Hayley, dall’altra parte del telefono.
“Nevosa… nervosa e basta!” sbuffò Hope, gesticolando “E’ pur sempre il nostro primo vero appuntamento!”
Lyn annuì, anche se la sua amica non poteva vederla “Che cosa ti sei messa?”
“La sua felpa azzurra, quella che mi sono ritrovata ieri disfando il borsone…” cominciò.
“La sua felpa?” ripeté Hayley “Credevo ti saresti messa il vestito di H&M.”
“Sì, ci ho pensato anche io, ma lo conosco abbastanza da sapere che gli piacerà più questa.” La sistemò con le mani, accarezzando le pieghe sui fianchi “E’ grande e l’apertura per la testa è così larga che mi lascia quasi tutte le spalle scoperte.”
“Mhm… vai avanti.” La seguì interessata.
“Per questo userò la sciarpa blu, quella con le stelline dorate.” Continuò.
“La mia, vorrai dire…” le fece notare Hayley.
Hope alzò gli occhi al cielo, ignorandola “Poi i leggins nuovi e gli stivaletti blu.”
“Molto sexy, bionda.” Commentò l’altra “Approvo!”
Hope rise, guardandosi di nuovo allo specchio, in ansia “E tu, che mi racconti del tuo ‘cucciolo’?”
“Tutto alla grande, anche se ora è un po’ indaffarato.”La sentì ridere, abbassando la voce “Sta cercando i suoi jeans per uscire.”
“Uscite, dove andate di bello?” chiese, ripassando l’eye-liner blu sulle palpebre.
“Io da nessuna parte, se no perché gli avrei nascosto i pantaloni nella credenza in cucina?” Rispose Lyn.
Hope scoppiò a ridere, immaginando il ghigno diabolico della sua amica dall’altra parte della cornetta “Dove dovrebbe andare senza di te?”
“Ad una cena con dei suoi amici.” Sbuffò “E prima che me lo chiedi, no, non può portarmi perché, a quanto pare, i paparazzi aspettano fuori da Holmes Chappel…”
“A proposito, quand’è che direte agli altri, e ad un certo James, che state insieme?”
Domanda da un milione di dollari…
“Presto.” Si limitò a rispondere Hayley “Dopo le vacanze di natale, quando saranno a chilometri di distanza l’uno dall’altro.”
“Scelta saggia, te lo concedo.” Annuì Hope.
“Oh, grazie…”  commentò ironica Hayley.
“Lyn, è in ritardo, che devo…” si lamentò la bionda, prima che venisse interrotta dall’amica.
“Scusa, devo andare, ha trovato i pantaloni!” bisbigliò, prima di augurarle una buona serata e attaccare “Divertiti e fai la brava, bionda!”
 
Hope sbuffò, lasciandosi cadere sul letto.
Quando qualche secondo dopo, suonò il campanello, si alzò di scatto e con il cuore che accelerava.
Prese la borsa e la giacca, sistemandosi i capelli un’ultima volta davanti allo specchio e poi scese le scale.
Prese un respiro profondo e poi aprì, decisa.
Trovò Liam sorridente e bellissimo come sempre davanti a lei “Buonasera.”
“’Sera.” Sorrise anche lei, richiudendosi la porta alle spalle.
Le prese il viso tra le mani, avvicinandolo al suo e la baciò dolce.
Per mano, lasciarono il vialetto di casa sua e uscirono in strada, diretti al ristorante poco distante.
“Mi dispiace, ti avrei portata fuori, ma per ora è meglio se non…” provò a scusarsi, mentre le apriva la porta del locale.
Hope si alzò sulle punte, posando le labbra sulle sue, per zittirlo “E’ perfetto.”
 
La cena passò allegra, chiacchierando tra una portata e l’altra.
Usciti, Liam circondò le spalle di Hope con le braccia, attirandola a sé per tenerla al riparo dal vento gelido che soffiava quella sera.
Aprì il cancelletto con l’altra mano, ridendo ad una battuta della sua ragazza e continuarono a scherzare fino a raggiungere i gradini del portico.
Hope si voltò verso la porta, mordicchiandosi il labbro prima di tornare a guardare Liam.
Lui le sorrise, chiedendole in silenzio cosa non andasse, ma lei si limitò a cingergli il collo con le braccia ed avvicinarlo a sé, baciandolo. Dopo un attimo di incertezza, Liam posò le mani sui suoi fianchi e l’attirò a sé, approfondendo quel bacio.
Hope si allontanò leggermente, posando la fronte sulla sua e sussurrò appena “Ti va… di entrare?”
Liam annuì, sorridendole gentile e la seguì quando gli voltò le spalle, impegnata a cercare le chiavi davanti alla porta d’entrata.
Quando questa fu aperta, la padrona di casa si sporse per accendere la luce dall’interruttore affianco ed entrò, facendo passare Liam.
Si guardò intorno, in imbarazzo “I tuoi…”
“Sono andati dai miei nonni per il weekend.” Rispose lei, lasciando le chiavi sul mobile nel corridoio.
Liam annuì, grattandosi la guancia nervoso “E tuo fratello?”
“Dalla sua ragazza.” Si sentì rispondere.
Si voltò verso di lei, accarezzandole il braccio da sopra il cappotto “Siamo solo io e te?”
Hope annuì, sorridendo imbarazzata, finché lui non posò la mano sotto il suo mento, alzandole il viso. Le mostrò un sorriso rassicurante, prima di baciarla dolce sulle labbra.
Quando si allontanarono, Hope gli prese la mano e gli indicò con il capo le scale. Annuendo, la seguì, senza lasciare la sua mano e salirono al piano superiore, fino alla sua camera.
Non poté fare a meno di guardarsi intorno, curioso di vedere dove viveva la sua ragazza, trovando la stanza non molto diversa da come se l’era aspettata.
Sorrise, quando vide appuntato alla bacheca sopra la scrivania il suo ritratto tra una miriade di foto, quello grazie al quale si erano conosciuti, quel pomeriggio.
Lei gli lasciò la mano per sbottonarsi la giacca e lui, curioso, si avvicinò alla bacheca, trovando anche alcune foto del campeggio, dove c’era anche lui.
“Sei molto fotogenica.” Commentò, studiando il suo sorriso in ogni foto.
Hope rise, lasciando il cappotto sulla sedia e lo affiancò “Stai scherzando, vero?”
Liam si voltò verso di lei, poggiandosi di spalle alla scrivania. La guardò, alzando un sopracciglio, sorridendo “Perché no, hai un sorriso mozzafiato.”
“Dipende dai punti di vista.” Alzò le spalle, guardando anche lei le foto dalle spalle di Liam.
Riportò l’attenzione su di lui “Ti ho già detto che, almeno dal mio punto di vista, stasera sei bellissima?”
Lei annuì, scostandosi i capelli, ridendo “Due o tre volte, sì…”
Rise, indicando con il capo la sua felpa “E questa sta decisamente meglio su di te.”
“Prometto che prima o poi te la ridò.” Sbatté le palpebre, per uno sguardo da cucciolo e si alzò sulle punte per baciarlo, sentendolo ridere contro le sue labbra.
“Ladra di felpe.” Commentò divertito, tra un bacio e l’altro.
Hope rise, allontanandosi appena e commentò ironica “Mhm, carina la maglia che indossi stasera. E’ nuova?”
Gli accarezzò le spalle e il petto, disegnando con l’indice  la scritta ‘Hollister’ sul davanti.
“E’ la tua prossima vittima?” sussurrò lui, seguendo la sua mano.
Lei alzò lo sguardo, sentendo la voce di Liam che perdeva il suo tono ironico.
Continuando a guardarla negli occhi, afferrò l’orlo della felpa e la sfilò con un gesto rapido.
Hope rimase immobile, senza distogliere lo sguardo, finché non tornò a posare la mano sul suo petto, alla sinistra. Voleva sentire il suo cuore e scoprire che batteva veloce quanto il suo la rassicurò.
Lo sfiorò con i polpastrelli, disegnando il profilo dei pettorali ampi e si avvicinò con il viso, posandovi le labbra dolcemente, per qualche secondo.
“Il mio batte molto più veloce.” Sussurrò, sfiorandogli la pelle delle spalle con le labbra.
“Non credo che sia possibile.” Lo sentì sorridere, soffiandogli fra i capelli.
Si allontanò, tornando a guardarlo negli occhi “Dovresti sentirlo, prima di parlare.”
Avrebbe voluto risuonare molto più sicura di sé, come era sempre, ma tutto quello che le uscì fu un sussurro. Ma lui non l’avrebbe giudicata, probabilmente in quel momento non ci fece neanche caso, nelle sue stesse condizioni.
Abbassò il viso, accarezzandole le braccia prima di posare le mani sui suoi fianchi e la baciò, dolce e rassicurante come aveva fatto poco prima nell’ingresso.
Con una mano, le accarezzò la guancia, prima di separare le loro labbra. Con la stessa mano, le sfilò la sciarpa, facendogliela passare intorno al collo delicato, prima di avvicinarsi di nuovo e ricoprire di baci lenti e teneri la pelle ora scoperta.
Hope chiuse gli occhi, posando una mano dietro la sua nuca, accarezzando i capelli corti.
Le mani di Liam le accarezzarono tutta la lunghezza dei fianchi, fino a posarsi sull’orlo della felpa. L’alzò appena, accarezzandole con i pollici la pelle dei fianchi, prima di prendere la maglia tra le mani.
Si allontanò da lei, posando la fronte sulla sua e la guardò come per chiederle il permesso. Lei posò le mani sulle sue. Ma non lo stava fermando, come credeva, stava solo aiutando le sue mani ad alzarle la maglia, finché non fu sopra la sua testa.
Le sorrise, accarezzandole i capelli che si erano elettrizzati a contatto con la stoffa e lei lo imitò.
“Tu non hai questi problemi.” Commentò lei, ridendo e si affrettò a sistemarsi i capelli con le sue mani.
Liam gliele prese tra le sue, abbassandosi ad accarezzarle la punta del naso con la propria “Tranquilla, sei perfetta.”
Hope si mordicchiò il labbro, mentre lui, tenendola ancora per mano, l’avvicinava al letto e vi si sedeva.
Di fronte a lei, all’altezza dell’elastico dei leggins, le sorrise, prima di abbassarli, accarezzandole le gambe e aiutandola a sfilarli dopo gli stivaletti.
Gli si sedette sulle gambe, posando la fronte contro la sua.
“Sei bellissima.” Le sussurrò, accarezzandole la schiena delicato.
Hope sorrise, ignorando i brividi lungo la colonna vertebrale e lo baciò, stringendosi a lui e lasciandosi stringere.
Mosse le gambe e quando sentì il rumore delle Converse che cadevano a terra, lei capì quel movimento.
Mentre lei gli baciava il collo, accarezzandogli le spalle, lui le restituiva le stesse carezze lungo la schiena.
Incontrò il gancetto del reggiseno e, con un po’ di fatica, riuscì a sganciarlo. Sfiorandole le spalle e le braccia, Liam fece scivolare le spalline. Hope si allontanò dal suo petto, lasciando che queste portassero con loro il resto del reggiseno.
Maschi… Pensò divertita, quando lo sguardo di Liam si abbassò dai suoi occhi al seno scoperto.
Si avvicinò e la baciò sulla spalla destra, dove nascondeva il segno dello Ying e Yang tatuato.
La baciò di nuovo, cingendole la vita con le braccia per avvicinarla a sé e si voltò, fino a ritrovarsi sdraiati.
Con una mano a tenersi sul materasso per non pesarle, l’altra si liberò in fretta dei jeans e poi dei boxer, aiutato da Hope.
Quando anche lei fu completamente nuda, le accarezzò il viso con entrambe le mani, cercando i suoi occhi azzurri “Hope?”
Lei non rispose, ma incontrò il suo sguardo e posò una mano sulla sua guancia.
“Ti amo.” Sussurrò, scostandole una ciocca di capelli che le era caduta sull’occhio destro “Da morire.”
Hope sorrise, avvicinandogli il viso al suo “Anch’io ti amo, Liam.” Prima di baciarlo di nuovo.
 
Un ronzio fastidioso riuscì nell’impresa in cui avevano fallito la luce e il cane dei vicini, svegliando i due innamorati.
Hope strabuzzò gli occhi, nascondendosi contro il petto nudo di Liam, che la strinse a sé.
Il ronzio cessò e nessuno dei due se ne curò più.
Alzò il viso, scostandosi i capelli biondi e sorrise, davanti al sorriso del ragazzo che amava e che aveva detto di amarla.
“Buongiorno.” Sussurrò, accarezzandola alla base della schiena.
“Mhm, buongiorno.” Si stiracchiò lei, avvicinandosi al suo viso per baciarlo.
“Allora non era un sogno.” Commentò lui, muovendosi per ritrovarsela spiaccicata al suo petto.
Hope scosse la testa, puntandosi con le mani sul materasso “E’ troppo tardi per tirarsi indietro, mi dispiace.”
“A me no.” Le prese il viso tra le mani, avvicinandola per baciarla di nuovo “Anzi, potrei anche farci l’abitudine.”
“Shh, non farti sentire da mio fratello.” Ammiccò, posando l’indice sulle sue labbra.
Liam sorrise, baciandole il polpastrello del dito sulle sue labbra e poi alzò il mento, per lasciarle un bacio sulla sua spalla, respirando il profumo dei suoi capelli “Ti amo.”
Hope sorrise, stringendosi a lui, posando la testa sul suo petto “Anch’io Li, come nessun altro prima.”
In quel momento, Liam si sentì l’uomo migliore del mondo e il sorriso che si dipinse sul suo volto ne era la conferma “Io non amerò mai nessuna come te, semplicemente perché nessuna è come te.”
Gli lasciò un bacio sul petto, accoccolandosi a lui, con gli occhi chiusi e il sorriso ancora sulle labbra.
“Era il tuo telefono quello che squillava prima?” ricordò, dopo un po’.
“Credo di sì.” Riaprì gli occhi, guardando i suoi pantaloni per terra.
Hope si spostò, per farlo mettere a sedere e lui si sporse a raccogliere i jeans, prendendo dalla tasca il cellulare.
Premette il tasto centrale dell’Iphone, illuminando il display e lesse il nome che comparve affianco all’icona delle chiamate perse.
“Chi era?” lo affianco Hope, cingendogli il collo da dietro per appoggiarsi alle sue spalle con il busto.
Premendo il tasto di blocco, spense prontamente il display, voltandosi di scatto “Mia… era mia madre… lei…” si schiarì la gola, grattandosi la nuca “Sì, lei… aveva detto che… avrebbe chiamato.”
Hope rise, prendendogli il viso con una mano, strofinando la punta del naso alla sua “Non devi mica imbarazzarti se ti chiama tua madre!”
“Sì, hai ragione…” rise, nervoso.
“Allora vado a preparare la colazione, mentre la richiami. Ok?” ammiccò, baciandolo.
Liam annuì, baciandola un’ultima volta “D’accordo.”
Hope afferrò una maglietta dalla sedia e gli sorrise, prima di uscire dalla stanza.
Lui la guardò, tirando un sorriso, sentendosi l’uomo peggiore del mondo
 
“Cioè avete… ah!”  esclamò Summer, prima di saltare al collo di Hope, abbracciandola.
Hayley si aggregò a quell’abbraccio di gruppo, ridendo “Meno male che ti avevo detto di fare la brava!”
Hope rise, rimettendosi a sedere sul letto quando riuscì a respirare di nuovo e alzò le spalle.
“Beh, e non dici nulla?” la incalzò Sum.
“Ma che dovrei dirvi, scusate?” aggrottò le sopracciglia.
“Non dico di volere i dettagli, però almeno… com’è stato?” sorrise Hayley, sedendosi a gambe incrociate davanti all’interrogata.
Hope sospirò trasognata, alzando le spalle “E’ stato tutto perfetto, lui era perfetto.”
“Ah!” urlò la mora, prima di saltarle addosso di nuovo, seguita a ruota dall’altra amica.
“Se mi lasciate vi dico anche un’altra cosa!” riuscì a dire, ottenendo l’effetto sperato.
Quando tornarono al loro posto, le guardò una ad una, mordicchiandosi il labbro “Ha detto che mi ama.”
Hayley si limitò ad urlare di nuovo, mentre Summer alzò le braccia al cielo “Alleluia!”
“Tre volte!” precisò Hope “Una prima di…” le altre due annuirono, intuendo “Una volta stamattina e poi prima di andarsene.”
 
Finiti gli abbracci e gli urli, decisero di prendere il computer e ficcanasare su internet per cercare informazioni sui loro fidanzati, conosciuti anche come One Direction…
Si sdraiarono sul letto, poggiando la schiena alla testiera del letto, Hope al centro con il laptop sulle gambe.
“Ok, Hope per prima, visto che è stata anche la prima a…” Cominciò a dire Lyn, ma venne interrotta da Hope che la spinse mentre Summer scoppiava a ridere.
“Ok, vado.” Hope accese ed entrò su Google.
Arrivò a digitare metà del cognome che già comparivano una decina di risultati.
“Liam Payne One Direction, Liam Payne wikipedia, Liam Payn… gay?” lesse, divertita.
“Tranquilla, dopo ieri hai appurato che non può essere.” Commentò Summer, beccandosi un’occhiataccia.
Lyn, alle spalle dell’amica, alzò il pollice, trattenendosi dal ridere.
Continuò a leggere “Liam Payn fidanzata?”
“O parla di te o sarà una cazzata.” Si affrettò a dire Lyn.
Hope annuì, ma ci cliccò lo stesso.
Apparvero, sopra ai risultati di varie pagine, quattro foto da Google Immagini e, in ognuna di queste, Liam compariva insieme ad una ragazza riccia e dalla carnagione scura.
“Sarà la sua ex, quella per cui si è tagliato i capelli...” Riuscì a dire Hope, dopo che tutte e tre si erano ritrovate in silenzio e con gli occhi sgranati puntati su quelle foto.
“Certo, deve essere sicuramente così.” Annuì Summer.
Anche Hope annuì, ma finì comunque per passare il cursore su una di quelle foto, leggendo l’intestazione “Danielle Peazer…”
Tornò alla barra di ricerca e affianco al nome del suo ragazzo digitò il nome della misteriosa ragazza.
Comparvero altre immagini, troppe, per i suoi gusti.
“Magari è davvero solo la sua ex.” La riscosse Hayley.
Hope scosse la testa, determinata ed entrò su Twitter, digitando di nuovo il nome di Danielle.
“Fa pure la ballerina…” commentò acida, leggendo la sua bio.
“Sono sicura che tu balli meglio.” Disse Summer, in un disperato tentativo di rassicurarla.
La bionda la ignorò, entrando nel suo profilo.
Bastò leggere i primi due tweet, per arrivare al terzo.
“I miss you, come home soon. Xx @Real_Liam_Payne” lesse, con la voce tirata.
“Hope…” tentò di parlare Lyn, ma fu zittita da un gesto della mano della sua amica, che intanto apriva il tweet.
“Miss u 2.” Sussurrò appena, leggendo la risposta di Liam “Gliel’ha inviato due ore fa…”
Le altre due rimasero in silenzio, senza riuscire a trovare qualcosa da dire, mentre Hope apriva schede a raffica, documentandosi sulla loro relazione.
“Altro che i capelli…” commentò a denti stretti “Io gli tagli la testa a quello stronzo!”
“Hope…” provò a fermarla Lyn, posando una mano sulla sua spalla.
“No!” scrollò le spalle, voltandosi verso di lei, con gli occhi lucidi “Ho il diritto di sapere, visto che lui mi ha solo presa per il culo!”
“Ti fai del male e basta.” Provò di nuovo Summer, mentre apriva l’ennesimo fan club ‘Payzer’.
Hope si alzò di scatto, di fronte al letto. Camminò avanti e indietro per un po’, sbuffando e scostandosi i capelli nervosa “Lo sai che cosa fa male? Sapere che quel… che mi ha mentito per tutto il tempo! Che per tutto il tempo, mentre io mi innamoravo di lui, se ne andava con quella ballerina anoressica!”
“Eh no!” la fermò Hayley, puntandole il dito contro “Piangi, incazzati e sfogati con noi: è più che giusto. Ma non cominciare a farti mille problemi su di te perché tu non hai niente da invidiare a nessun’altra ballerina, chiaro?”
“Sia fisicamente che a livello di danza, non hai nulla da invidiarle.” L’appoggiò Summer.
“Però è lei la sua ragazza.” Commentò Hope, prima di scoppiare a piangere.
Si coprì il viso con le mani, singhiozzando e si risedette sul letto. Le sue amiche le furono subito vicine, accarezzandole i capelli e offrendole un fazzoletto.
“Che poi non è una questione di competizione; che se lo tenesse pure quel grandissimo pezzo di merda!” esclamò “Il punto è che mi ha presa in giro, lui mi ha mentito! Lui… lui ha detto di amarmi, abbiamo fatto l’amore… cazzo, per lui non significava niente!”
Aspettò qualche secondo, immersa nei suoi pensieri, più che per aspettare una risposta delle sue amiche, che non sapevano però come confortarla “Ecco perché non volevano farci sapere chi erano!” rise, amaramente, asciugandosi le lacrime che continuavano a straripare sulle sue guance “Quanto sono stupida, avrei dovuto capirlo subito: io sono stata solo un passatempo, ora lui tornerà a Londra dalla sua vera fidanzata!”
Finalmente, Summer stava per dirle qualcosa, quando suonarono al campanello.
“Vuoi che vada io?” chiese Hayley.
“No, tranquilla.” Scosse la testa Hope, asciugandosi il viso prima di scendere le scale.
Aprì la porta, ritrovandosi davanti l’unica persona che non avrebbe voluto vedere .
“Hope, che cosa…” Vedendola in quello stato, Liam si preoccupò, ma non fece in tempo a terminare la frase o ad avvicinarsi che la ragazza gli assestò uno schiaffo che lo colpì su tutta la guancia.
Da fuori non riuscì a sentirlo, ma dalle scale, Hayley si stava trattenendo dal ridere e se avessero potuto, lei e Sum avrebbe tirato fuori uno striscione da stadio con il nome della sua migliore amica per fare il tifo.
Ancora con la mano sulla guancia dolorante, Liam guardava Hope confuso “Che è successo!?!”
“Ah non lo so, dovresti chiederlo a Danielle.” Commentò dura.
Liam deglutì a vuoto un paio di volte prima di riuscire a parlare “No, non è come sembra.”
Hope scosse la testa, sbuffando “Mi sarei aspettata almeno una battuta più originale.” Si aggrappò alla maniglia della porta, immaginando che fosse il suo collo “Hai recitato così bene fin’ora…”
“Hope, stammi a sentire, ti prego.” La interruppe, gesticolando “La situazione è più complicata di quello che sembra e… non dipende da me.”
“Non sei tu che mi hai chiesto di fidanzarmi con te?” alzò un sopracciglio “Non sei tu che hai passato la notte nel mio letto? Non sei tu che hai detto di amarmi? E, ancora, non sei tu che intanto aveva un’altra, brutto stronzo!?!”
“Sì, sì, lo so. Sono uno stronzo, ho tutto il diritto di essere insultato ma, ti prego… ascoltami!” fece per avvicinarsi e toccarla, ma lei si allontanò con un passo.
“Mi hai rifilato fin troppe bugie, Liam. Ne ho abbastanza di essere presa per il culo.” Disse, senza dargli il tempo di rispondere e chiuse la porta, sperando di averlo colpito in faccia.
“Hope!” la richiamò da fuori “Hope, ti prego, apri!”
Dall’altra parte della porta, Hope si lasciò scivolare con la schiena lungo il legno bianco, fino a raccogliere le ginocchia al petto e nasconderci il viso per piangere.
La raggiunsero Hayley e Summer, mentre Liam continuava a chiamarla.
Lyn le prese le mani, invitandola ad alzarsi e, con un cenno del capo, le fece segno di scansarsi.
Summer le cinse le spalle e la riportò al piano di sopra, mentre Hayley riapriva la porta.
“Lyn, ti prego, fammi entrare.” La supplicò Liam.
“Sparisci.” Si limitò a dire, dura.
“Ti prego, io devo parlare con lei!” insistette “Io voglio spiegarle…”
Lyn lo interruppe, incrociando le braccia al petto, posandosi allo stipite della porta “Sì? Io in questo momento vorrei tanto prenderti a testate sul naso, ma, purtroppo, non sempre possiamo fare quello che vogliamo…”
“Hayley, limitati a cacciarlo!” gli urlò Summer, mentre prendeva dalla borsa in sala i fazzoletti.
“Fammi entrare.” La pregò di nuovo.
“Quando vorrà parlarti, sarà lei a cercarti.” Rispose, meno dura.
Lui annuì e fece per andarsene e lei per richiudere la porta, quando la fermò “Io la amo davvero.”
“Quando me lo dimostrerai, ci crederò.” Annuì lei, sorridendogli appena “Ora vai a casa.”

Please don’t be in love with someone else.
Please don’t have somebody waiting on you.
Enchanted – Taylor Swift



Ehilààà!?!

Ok, io penso che mi trasferirò in un altro prima di trovarvi
sotto casa mia con i forconi in mano!

Come ha detto anche Liam
"Non è come sembra!"
Anche perché se sciogliessi la coppia Hiam
per farlo mettere con Danielle,
probabilmente Hope -quella vera, in carne e ossa, la mia vicina di banco-
domani mi staccherebbe la testa! xD

Ma ovvio, non posso svelarvi tutto adesso...
Vi lascio con il dubbio,
aspettando il prossimo capitolo, che sarà su...
Harry!

Grazie a tutti per le recensioni!
Continuate a recensire numerosi e io continuerò a pubblicare.

Un bacio.


 

  

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Capitolo 16
*** Harry - Locked Out of the Heaven ***





15 
~ Harry

Cause your sex takes me to paradise
Yeah your sex takes me to paradise
And it shows, yeah, yeah, yeah
Cause you make feel like, I’ve been locked out of heaven
For too long, for too long
Yeah you make feel like, I’ve been locked out of heaven
For too long, for too long
Locked Out of the Heaven – Bruno Mars

 

Sentii qualcosa di morbido posarsi sulla mia guancia, poi sul mento e lungo il profilo del viso.
Strabuzzai gli occhi, mentre prendevo coscienza e riconoscevo quel qualcosa come dei baci.
Aprii gli occhi, ritrovandomi davanti Hayley, che si era intrufolata nel mio sacco a pelo.
Si avvicinò, posando le labbra sulle mie. Ricambiai e quel bacio si trasformò subito in uno più appassionato. Mentre lei teneva il mio viso tra le mani, passandone una tra i miei capelli, con l’altra prese una delle mie, posandosela sul fianco.
Sentii la sua pelle, invece della canottiera del pigiama.
Senza smettere di baciarla, alzai la mano lungo la sua schiena, cercando la stoffa ma, quando arrivai all’altezza delle scapole senza incontrare alcun intralcio, abbassai la mano sul suo fianco, poi sulla gamba, a tentoni.
Spalancai gli occhi, sentendola ridere ancora contro le mie labbra, prima che mi allontanassi di scatto “Hayley, ma sei nuda!”
Rise, mordicchiandosi il labbro e annuì, posando l’indice sulle mie labbra, con fare accattivante “Shh, sveglierai tutti!”
“Lyn… ma… ma che…” balbettai, guardandola in viso.
Muovevo gli occhi dai suoi alla sua fronte, al naso e poi di nuovo agli occhi, sentendomi terribilmente in imbarazzo ovunque posassi lo sguardo.
Si avvicinò, posando una mano sulla mia guancia, la fronte contro la mia, le gambe a sfiorare le mie e il seno contro il mio petto.
A cuccia Edward, fai il bravo…
Prese ad accarezzarmi i capelli che cadevano sulla tempia, perdendosi a guardare le sue dita intrecciarsi ai miei ricci, mentre io mi perdevo nel suo sguardo.
Tornò a sintonizzare quegli occhioni marroni nei miei “Dopo quello che mi hai detto qualche ora fa, non riesco a chiudere occhio.”
Deglutii a fatica, annuendo “Da- davvero?”
Mi schiarii la gola, per riottenere un po’ di contegno, mentre lei tornava a parlare “Certo, non riesco a non pensarci.” Tornò a guardarmi “A non pensare a te.”
Sorrisi, rilassandomi appena e le accarezzai la guancia. Lei però si accorse che ero ancora teso così, imbronciando le labbra, abbassò lo sguardo “Tu però, non mi vuoi più…”
“Che… no!” Esclamai, accarezzandole il profilo del viso con il pollice “Lyn, ti sbagli, fidati.”
Tornò a sorridere, mordicchiandosi il labbro. Strofinò la punta del naso contro il mio, parlando con le labbra a sfiorare le mie e alzò gli occhi che incontrarono i miei “Allora prendimi, Harry.”
   Ancora non riuscivo a crederci: io e Hayley stavamo insieme, lei mi amava… stavamo facendo l’amore! Tutta quella situazione era bella da sembrare un sogno quasi quanto lei sotto di me che mi baciava, mi stringeva e chiamava il mio nome.
“Lyn…” sussurrai, sulle sue labbra, accarezzandole il viso per scostarle una ciocca di capelli e lei mi sorrise “Finalmente, sei solo mia.” Le rubai un bacio, prima di baciarle il collo.
“Sì, beh… più o meno.” Commentò, accarezzandomi i capelli.
Allontanai il viso di scatto, alzando un sopracciglio “Che vuoi di- ?”
Non riuscii a terminare la frase che una mano mi agguantò la spalla, facendomi voltare per ritrovarmi davanti a James “Levati riccio, è il mio turno!
Serrai la mascella e stavo già per mollargli un pugno “Ora mi hai proprio…”
“Harry, cucciolo, è tutto ok.” Si affrettò a dire Hayley, posando una mano sulla mia guancia.
“Ma come…” mi voltai di nuovo verso di lei, lasciando che James mi spingesse, cadendole affianco.
Lo guardai scioccato posare le mani all’altezza delle spalle di Hayley, sovrastandola, prendendo il mio posto. I miei occhi, spalancati e confusi, passavano da lui a lei, che non faceva nulla per allontanarlo.
“Lyn… ma… io non capisco…” balbettai, passando di riflesso una mano tra i capelli, quando James accarezzò quelli di Hayley con le labbra.
Cucciolo, io ti amo…” mi sorrise, allungando una mano per accarezzarmi il viso, ma James gliela prese e se la portò sulle spalle. Lyn scrollò le sue “Ma non posso rinunciare a James, lo sai.”
“Aspetta, stai dicendo che…” mi bloccai, perché James aveva iniziato a baciarle il collo e lei ad accarezzargli i capelli, come avevamo fatto qualche minuto prima “Cioè, noi dovremmo… condividerti?”
“Scusa, va bene se ne parliamo in un altro momento?” ammiccò, prima che James le prendesse il viso tra le mani, baciandola in modo disgustoso.
“Hayley… no!” urlai.
 
Spalancò gli occhi, ritornando alla realtà e si ritrovò a fissare il poster del Manchester sul soffitto della sua vecchia camera. Sospirò, passandosi una mano sul viso e sorrise, sollevato, al pensiero che quello fosse stato solo un brutto, bruttissimo, sogno.
Abbassò la testa, per cercarne la conferma e sorrise di nuovo.
La sua conferma dormiva accoccolata a lui, il viso nascosto dai capelli castani contro il suo petto, il braccio intorno alla sua vita, le gambe intrecciate alle sue.
Le scostò i capelli dal viso, accarezzandola ogni volta, finché lei non cominciò a muoversi, strabuzzando gli occhi e increspando le labbra come, ormai lo sapeva, era solita fare appena sveglia.
E poi eccoli, grandi e scuri, gli occhi di Hayley si aprirono, incontrando i suoi. Sorrisero entrambi, dolci.
Lyn coprì con la mano la bocca che si spalancava in uno sbadiglio, stiracchiandosi poi. Si alzò sui gomiti, avvicinandosi al viso di Harry “’Giorno, cucciolo.”
Lui rise, come ogni volta che lo chiamava con quello che aveva deciso sarebbe stato il suo appellativo, nonostante le sue richieste di trovarne uno più… virile.
Non le rispose, si limitò a prenderle il viso tra le mani, quando si allontanò, per tenerla a sé e baciarla ancora. La sentì sorridere sulle sue labbra e la lasciò andare, per vederla.
“A cosa devo tanto buon umore stamattina?” rise, lasciandosi cadere di nuovo affianco a lui.
“Al fatto che mi sono svegliato affianco a te.” Si mise su un fianco, il viso sul cuscino di fronte al suo “E ho avuto un incubo…”
Lyn imbronciò la bocca, accarezzandogli i capelli e la guancia “Povero cucciolo, e che cosa hai sognato?”
“Ho sognato che non mi volevi più…” si limitò a raccontare, imitandola con le labbra imbronciate.
“Allora vieni qui che ti rinfresco la memoria sulla realtà…” allargò le braccia, facendogli segno di avvicinarsi e lui non se lo fece ripetere due volte, posando la testa sul suo petto, lasciandosi stringere e accarezzare i capelli “In cui io e te ci amiamo e tu mi hai chiesto di diventare la tua ragazza al campeggio, dal quale siamo tornati tre giorni fa e tu non mi hai più fatto tornare a casa, sequestrandomi in camera tua da allora. Ho dimenticato qualcosa?”
“No, sei stata impeccabile.” Rispose, divertito.
“Ma come sei colto, cucciolo.” Lo prese in giro, allontanandosi per guardarlo “Si vede proprio che sei un uomo di mondo…”
“Era una presa per il culo?” alzò il mento, poggiandolo sulla sua maglietta, per guardarla.
“Sei anche così intelligente, come ho fatto tutti questi anni senza di te?” continuò lei, scostandogli un riccio dalla fronte.
Harry si alzò, puntandosi con le braccia, sovrastandola. Le fece la linguaccia, baciandola a stampo prima di lasciarle una serie di baci lungo il collo e sullo sterno, dove non arrivava il pigiama, premendo le labbra sulla sua pelle a mo’ di pernacchia.
Lyn rideva per il solletico e lui la imitò, continuando, finché lei non esclamò “Harry!”
Alzò di scatto il viso, guardandola con un sopracciglio alzato “Che c’è?”
Lyn scoppiò a ridere “Mi… mi hai fatto una pernacchia su una tetta?”
Harry passò dal suo solito colorito a color peperone in meno di tre secondi “No, non è vero!”
Ma Hayley stava ridendo ancora di più “Sì, invece! Zayn aveva ragione, sei un piccolo maniaco ossessionato da queste!” indicò il seno.
Lui protestò di nuovo, ma lei lo ignorò, continuando a ridere “A volte sembra che tu non abbia mai visto un paio di tette, sai?”
Harry rise, scuotendo la testa “Beh, la mia ex non ce le aveva, per esempio.”
“La conosco?” tornò per un attimo seria, facendosi mentalmente una lista di tutte le ragazze di Holmes Chapel.
Alzò le spalle, annuendo “Credo di sì: Taylor Swift.”
“Taylor…” ripeté, inarcando le sopracciglia “Quella bionda, occhi azzurri, country… Quella Taylor Swift?”
Harry annuì e Lyn gli cinse il collo, riportandolo repentinamente a lei, stringendolo al petto “Oh, ora capisco tutto, povero cucciolo…”
Lui rise, scuotendo la testa e chiuse gli occhi, respirando il suo profumo, finché non la sentì sussultare, trattenendosi dal ridere “Perché ridi adesso?”
“Perché… Perché stavo ripensando a prima.” Si mordicchiò il labbro, per trattenersi, con scarsi risultati.
“Ma io non ho fatto nulla!” protestò sbuffando lui.
“Guarda che faccino, sembri un bambino capriccioso…” Lyn gli prese le guance tra il pollice e l’indice, tirandole.
“No, non è vero…” cercò di difendersi, con una mano a scacciare le sue.
“Sì, sei il mio cucciolo!” lo zittì lei, avvicinandolo a sé tirandolo per le guance, baciandogli il naso.
“Lyn, mi fai male!” si lagnò, ridendo anche lui, buttandosi affianco a lei per nascondere la faccia contro il cuscino.
Aspettò un po’, ma poiché non l’aveva sentita muoversi, provò a rialzare la testa. Lyn era stesa affianco, la testa sul cuscino, che gli sorrideva innocente. La imitò, poggiandosi con una guancia alla federa blu.
“Sappi che esigo le tue scuse.” Disse, imitando un tono duro con le sopracciglia aggrottate.
“Guarda che sei tu che mi hai baciato il seno, pensando che io non me ne accorgessi!” gli fece notare, apostrofandogli il naso con l’indice.
“Ma non è vero!” brontolò, imbronciando le labbra.
E lì Hayley scoppiò di nuovo a ridere, tornando all’attacco: gli si avvicinò e gli morse la guancia.
“Ahi!” esclamò lui, senza riuscire a non ridere, nascondendo di nuovo il viso nel cuscino mentre lei gli mordeva l’orecchio e la mano con cui cercava di scansarla, sentendola ridere.
    La porta, alla loro destra, si aprì di scatto “Harold Edward Styles, sono tre giorni che…”
Si voltarono entrambi verso Anne, che rimase sorpresa di vedere Hayley “Oh, cara, quando sei tornata?”
“Ehm…” esordì l’interpellata, ridacchiando ancora.
“Mamma, hai presente quando siamo tornati dal campeggio e tu l’hai invitata a cena?” parlò Harry, lasciando il suo nascondiglio. Vide la madre annuire e continuò “E poi lei ha salutato tutti e se ne è andata?” Anne annuì di nuovo “Beh, in realtà non se ne è mai andata!”
Hayley annuì d’accordo “Già!” Prima di avvicinarsi ad Harry e mordergli una guancia a tradimento.
Rise, mentre lui prendeva il cuscino per usarlo come scudo, lagnandosi come un bambino “Mamma, la vedi? Mi morde!”
“E lui mi ha fatto una pernacchia su una tetta!” si difese ridendo lei, strattonando il cuscino per disarmarlo.
Anne scosse la testa, sospirando “Chissà perché mi sembra di rivedervi da bambini…”
“Visto, lo dice anche tua madre!” Lyn si mise seduta, strappandogli finalmente il cuscino dalle mani. Gli diede un bacio sul naso prima di prendergli il viso con una mano, schiacciandogli le guance, voltandolo di nuovo verso la porta “Anne, è vero che sembra un cucciolo?”
Anne rise, scuotendo di nuovo la testa, divertita “Vi preparo la colazione, almeno uscirete da questa stanza…”  fece per andarsene, richiudendo la porta, ma si riaffacciò “Non avete fatto niente di cui dovrei essere informata, in questi giorni, qui dentro, vero?”
“No mamma, siamo stati dei bravi bambini: giusto un po’ di coccole!” rispose Harry, imitando una voce da bambino, prima che Lyn gli si lanciasse addosso per tornare a chiamarlo cucciolo e torturargli le guance.
Anne richiuse la porta alle sue spalle, sorridendo divertita “Io l’ho sempre saputo che quei due finivano insieme…”
 
“Hai trovato i pantaloni?” gli chiese, riponendo il cellulare sul comodino, trattenendo le risate.
“Già, erano nella credenza. In cucina.” Disse, guardandola severo.
“Curioso…” commentò lei, alzando le spalle.
“Chissà come ci sono arrivati lì…” insistette lui, chiudendo la zip.
“Chissà…” alzò le spalle Lyn, sedendosi a gambe incrociate sul letto.
Harry rise, scuotendo la testa. Prese le scarpe dal mobiletto e si sedette anche lui sul letto, per allacciarle.
Lyn gli si mise alle spalle, cingendogli il collo e facendo aderire il busto alle sue spalle. Gli accarezzò i capelli dietro la nuca, allontanandoli, prima di baciarlo sotto l’orecchio.
“Lyn…” la riprese, poco convinto anche lui.
“Harry…” lo imitò, accarezzandogli il petto da sopra la camicia con le mani.
“Stai cercando di corrompermi?” rise, reclinando la testa sulla sua spalla.
“Io? No…” Posò una mano sotto al mento e gli alzò il viso, ammiccando “Non posso neanche coccolare il mio cucciolo?”
Harry rise e la baciò dolce sulle labbra “Non tentarmi, mi aspettano.”
Hayley sbuffò, scostandosi di scatto e quasi lo fece cadere all’indietro. Si alzò dal letto e si avvicinò ai suoi vestiti, sulla sedia.
“Lyn, non fare così…” la raggiunse, cingendole la vita da dietro.
“Ti stanno aspettando, no?” commentò lei, voltandosi con il viso “Non vorrai far aspettare i tuoi amici che sono molto più importanti della tua ragazza…”
Harry scosse la testa, divertito e la fece voltare del tutto con un gesto rapido, fino a ritrovarsi a due centimetri dal suo viso “Credimi, vorrei restare anch’io con te.”
“Non si direbbe…” brontolò, da bambina.
Harry alzò gli occhi al cielo, baciandole il naso “Perché non resti e mi aspetti?”
“E magari quando torni ti faccio anche un bel massaggio ai piedi, no?” commentò lei, posando le mani sui fianchi “Da brava mogliettina.”
“Non sarebbe male…” la stuzzicò.
Lyn alzò un sopracciglio “Sta per arrivare un cazzotto sul tuo musetto da cucciolo, sei avvisato.”
Rise, rubandole un bacio e posò la fronte sulla sua “Fallo per me, non credo che riuscirò più ad addormentarmi senza di te.”
“Consideralo un esercizio per quando tornerai a Londra alla fine delle vacanze.” Posò la mano sulla sua spalla per allontanarlo, sorridendo acida.
Prima che potesse rispondere, l’allontanò ancora e, superandolo, lanciò i vestiti sul letto.
Sfilò i pantaloni e indossò il reggiseno prima di sfilare anche la canottiera. Prese la maglia dal letto, quando si voltò alle sue spalle.
Sorrise soddisfatta, guardando Harry che non le staccava gli occhi di dosso “Non dovevi andare?”
Le fece il verso, sospirando “Lo sai che devo andare per forza…”
Infilò la maglia e i pantaloni, alzando le spalle. Buttò il pigiama nel borsone e prese la giacca.
Gli si avvicinò, baciandolo a stampo “Divertiti, senza di me.”
Fece per prenderle i fianchi e trattenerla, ma lei si allontanò, alzando l’indice per dirgli di no ed uscì dalla stanza con quel sorrisetto da stronza.
 
Tra il primo e il secondo, Harry le inviò un messaggio ‘Vorrei essere con te, adesso.’
‘Peggio per te! :P’ – Cucciola
Rise, scuotendo la testa ‘Non ti manco neanche un po’?’
‘No, mi sto facendo consolare dal mio amante.’ – Cucciola
‘6 da Chris?’ E ovviamente, quello che voleva sapere, era se c’era anche il fratello…
‘No, da un altro amante.’ – Cucciola
Aggrottò le sopracciglia ‘E chi sarebbe?’
Dopo qualche minuto, ricevette un messaggio su Whatsapp ed aspettò che il cellulare caricasse l’immagine allegata: Lyn e il cane di Summer che le faceva le feste.
Rispose con ‘Mi hai rimpiazzato con un altro cucciolo! D:’
‘C’est la vie…’ – Cucciola
Rise, digitando ‘Ti amo, buonanotte.’
‘Buonanotte, gelosone. Ti amo anch’io, ma questa te la faccio pagare!’
 
Avevano passato la mattina seguente, quella del 31 dicembre, a scambiarsi messaggi e lei continuava a tenere il muso, anche se Harry sapeva che lo faceva per gioco.
Nel pomeriggio, si stava preparando per andare alla festa in maschera organizzata al pub, quando lo chiamò Zayn, dicendogli di raggiungerli.
 
Nonostante Liam fosse a pezzi, lo convinsero ad indossare il suo vestito e seguirli alla festa, dove avrebbe potuto parlare con Hope.
“Sempre che voglia vedermi…” sospirò, scendendo dall’auto.
I ragazzi si guardarono e fu Louis a parlare, cambiando discorso “Quindi, vi siete vestiti in coppia?”
Harry annuì, sistemandosi sul naso i finti occhiali da nerd “Io e Lyn da scolaretti, Liam e Hope da Batman e Catwoman, ovviamente.”
Entrarono nel locale, ognuno indossando il proprio costume: Zayn era vestito da pirata, bello quanto Jack Sparrow con la parrucca e il pizzetto disegnato con la matita per gli occhi di Gemma; Liam aveva maschera, costume e persino il mantello di Batman; Harry si era fatto prestare la divisa scolastica di Chris, abbottonando la camicia fino all’ultimo bottone, con un orribile cravatta verde presa dal suo patrigno e i Ray-Ban neri da vista con lo scotch sul naso; infine Louis aveva preso il costume da Superman e Niall non era voluto venire per chissà quale ragione.
“Come facciamo a trovare le ragazze in mezzo a tutta questa gente?” urlò Liam, per sovrastare la musica.
Ma le ragazze li avevano già visti e gli stavano venendo incontro.
La prima a raggiungerli fu Summer, indossando un vestito da ballerina con il bustino blu stretto e la gonna con il velo azzurro che sbrilluccicava sotto le luci del locale.
“Wow…” si lasciò sfuggire Louis, guardandola da capo a piedi mentre si avvicinava.
Avendo il viso completamente scoperto per i capelli biondi tenuti raccolti in uno chignon elaborato, neanche le luci riuscirono a coprire il rossore sulle sue guance, mentre gli sorrideva, prima di salutare gli altri.
La raggiunse Hayley, i capelli che ondeggiavano dietro le spalle ad ogni passo, così come la gonna dell’uniforme sui fianchi e un sorrisetto furbo ad incresparle le labbra, illuminandole il viso.
“Chissà perché il costume da scolaretta ha un effetto diverso su di te che su di lei.” Rise Zayn, guardando il riccio che fissava la sua ragazza avvicinarsi, con la bocca aperta.
Indossava un cerchietto spesso rosso che le teneva i capelli lontani dal viso, rosso come la cravatta da donna che portava allentata sulla scollatura della camicia dell’uniforme tirata su e annodata sopra l’ombelico e le calzette fino al ginocchio.
“Sembri la versione mora di Britney Spears in ‘Hit me baby one more time’.” La salutò Zayn.
Harry si voltò verso di lui, incenerendolo con gli occhi “Hai finito di dispensare complimenti stasera?”
Zayn alzò le mani, in segno di resa e si zittì.
“Grazie, sei il quarto che me lo dice stasera.” Rispose al complimento Lyn, guardando divertita il suo ragazzo.
Harry posò le mani sui suoi fianchi nudi, avvicinandola a sé “E sentiamo, quanti altri ragazzi ti hanno fatto dei complimenti stasera?”
Alzò il viso, avvicinandolo al suo senza baciarlo e gli mostrò il suo sorrisetto “Sei geloso, cucciolo?”
“Da morire.” Ammise lui, avvicinandosi per baciarla.
Lei si ritrasse subito, ridendo e gli fece la linguaccia “Era quello che volevo.”
Liam li interruppe, schiarendosi la gola “Hope?”
“Era dietro di me…” si voltò Hayley, guardando la direzione da cui erano venute “Vado a prenderla.”
Tornò subito dopo, tenendo per mano – o trascinando, se preferite – Hope, nei suoi pantaloni neri attillati, il bustino dello stesso colore e la maschera sul viso.
Liam deglutì rumorosamente, scansionando il suo corpo sinuoso avvolto dal costume. Ma lei incontrò il suo sguardo solo per rifilargli un’occhiataccia e fargli abbassare la testa.
“Beh, allora, vi piacciono i nostri vestiti?” chiese Summer, per alleggerire l’atmosfera.
“Siete tutte e tre bellissime.” Sorrise Louis, alzando il pollice e Zayn si limitò ad annuire, già avvisato.
“Scommetto che il tuo vestito è piaciuto soprattutto a Liam.” Commentò Hope, indicando il tutù “Ha un debole per le ballerine, lui…”
Liam sbuffò “Ti prego, non ricominciamo…”
La bionda alzò le spalle “Infatti, me ne vado.”
Le altre due la seguirono, prima che Louis fermasse Summer, prendendole la mano “Balli?”
Sum sorrise, annuendo e si voltò verso Hayley per dirle che le avrebbe raggiunte più tardi.
“Sapevo che sarebbe stato inutile venire.” Sospirò Liam, sfilandosi la maschera.
“Dai, va da lei.” Consigliò Zayn, poggiando una mano sulla sua spalla.
“Sì, ti accompagno.” Annuì Harry “Così al prossimo che guarda la mia ragazza gli stacco la testa…”
Zayn si perse a metà viaggio, incrociando lo sguardo di una che invitò a ballare.
 
Raggiunsero le ragazze sedute al bancone ed occuparono i due sgabelli affianco.
Lyn di spalle a Harry, Hope di spalle a Liam, continuarono a parlare tra di loro ignorandoli, finché non si avvicinò un loro compagno di classe.
“Hope, ti va di ballare?” le chiese, sorridendo.
“Solo se viene anche Lyn.” Rispose lei, riuscendo a vedere Liam irrigidirsi affianco.
“Siamo un pacchetto unico, spiacente.” Sorrise l’altra, posando il suo bicchiere.
Il ragazzo alzò le spalle, sorridendo “Deve essere la mia serata fortunata, allora…”
Le ragazze risero alzandosi e si allontanarono con il ragazzo; la bionda a braccetto a destra, la mora a sinistra.
Harry sbuffò, sbattendo piano la fronte contro il marmo del bar “E io che credevo di poter stare tranquillo stasera perché James è fuori città…”
Liam chiamò il barista, ordinando due birre, sedendosi affianco a lui “Almeno qualcuno si sta divertendo…”
Louis e Summer erano poco lontani, non più in pista ma seduti ad un tavolo, ridendo tra loro mentre bevevano le loro bibite.
 
“Era un bravo ballerino?” commentò Harry, quando Hope e Hayley tornarono al bar.
“Bravissimo.” Ammiccò Hope, sedendosi al suo sgabello.
“Ciao Lyn.” Sentirono alle loro spalle.
“Oh, ciao Matt.” Gli sorrise gentile, mentre lui rispondeva al sorriso imbarazzato prima di andarsene.
“E’ talmente innamorato che neanche mi ha salutato…” commentò Hope, fingendosi offesa.
“L’ho visto alla tua festa.” Disse Harry, guardando la sua ragazza “Ti girava spesso intorno.”
“Ha una cotta per lei dal primo liceo.” Rise Hope, rubando il bicchiere del riccio dal bancone per esaminarlo e, quando vide che il contenuto era di suo gradimento, ne bevve un sorso “E io mi diverto a vederlo balbettare ogni volta che le parla.”
Hayley rise, scuotendo la testa, mentre la sua amica continuava a ridere e ignorare Liam alle sue spalle.
“E’ così divertente?” commentò quest’ultimo.
“Aspettate, ve lo faccio vedere.” Rise Hayley, scendendo dallo sgabello.
“No, non…” provò a trattenerla Harry, ma lei sfuggì alla sua presa e si allontanò.
Sbuffò, guardandola raggiungere un gruppo di compagni e compagne di classe ad un tavolino e guardarsi intorno, cercando un posto dove sedersi. Non essendoci posti liberi sul divanetto, si avvicinò a Matt e gli si mise in braccio, chiedendo se non gli desse troppo fastidio.
Hope rise, guardando il ragazzo scuotere la testa, con gli occhi spalancati per la sorpresa e le guance in ebollizione.
Hayley gli accarezzò le spalle, fingendo di sistemargli la maglia da calciatore e si complimentò per il suo costume, chiedendogli poi se gli piacesse il proprio.
Hope rischiò di sputare la birra che aveva in bocca per ridere, mentre Liam la imitava e persino Harry trovò comica la scenetta che gli si presentò davanti quando Hayley, per fargli vedere le sue calze allungò una gamba, facendo muovere la gonna e la mandibola del ragazzo rischiò di staccarsi dal resto del cranio.
La sua amica arrivò in soccorso, inventando una scusa prima di afferrarle la mano e portarla via, mentre il povero Matt rimaneva a fissare Hayley andarsene, imbambolato.
Scoppiarono entrambe a ridere, raggiungendo i ragazzi, mentre dal palco il dj spegneva la musica e richiamava l’attenzione di tutti “Tutti fuori per il conto alla rovescia!”
Harry si alzò dallo sgabello ed Hayley gli prese la mano, sorridendogli quando lui si voltò sorpreso.
“Ho sofferto abbastanza per stasera?” commentò, avvicinandosi al suo viso.
Lyn annuì, rubandogli un bacio “E poi, mi mancavi.”
Le sorrise, cingendole le spalle con un braccio mentre uscivano dal locale.
 
Contarono in coro, insieme a tutti gli altri.
Allo scoccare della mezzanotte, Harry avvicinò Lyn a sé “Ti amo.”
“Io di più.” Gli sorrise, cingendogli il collo, in punta di piedi.
Harry le cinse la vita, avvicinando il viso al suo e la baciò, come aveva voluto fare da tutta la serata.
 
Liam e Hope erano rimasti in silenzio e immobili, uno affianco all’altra, senza sfiorarsi neanche per sbaglio.
“3… 2… 1…”
Prima che Liam se ne rendesse conto, Hope gli avevo preso il viso tra le mani e l’aveva avvicinato al proprio, baciandolo con trasporto. Lui restituì il bacio, stringendola a sé, perché le era mancata come se fossero passati mesi dal loro ultimo bacio.
Si allontanarono poco dopo, guardandosi negli occhi “Buon anno, Liam.”
Si voltò, prima che avesse il tempo di fermarla o dirle qualcosa e scomparve tra la folla.
 
Quando si separarono, si guardarono a lungo negli occhi, sorridendosi.
“Sei molto sexy stasera, cucciolo.” Commentò Hayley, giocando con la sua cravatta.
Harry rise “Tu invece sei sicura che questo vestito su di te sia legale?”
Lyn lo ignorò, accarezzandogli i capelli dietro la nuca e lo baciò di nuovo a lungo “Andiamo a casa?”
“Ora che posso averti tutta per me, vuoi andartene?” alzò un sopracciglio.
“Proprio perché puoi avermi tutta per te voglio andarmene.” Replicò lei.
Harry la guardò confuso e lei rise, alzandosi di nuovo sulle punte per sussurrargli all’orecchio “Ho voglia di te, cucciolo.”
Magicamente, stavolta il messaggio impiegò tempo tre secondi ad essere elaborato e capito “Oh.”
La prese di nuovo dietro la vita, avvicinandola a lui per baciarla, meno a lungo ma intensamente“Andiamo a casa!”
Rise, quando le afferrò la mano e spinse tutti quelli che incontrava davanti a sé per raggiungere il parcheggio.
“Harry, dobbiamo prendere le giacche per prendere le chiavi!” gli fece notare, ridendo.
“Merda…” commentò lui, facendo dietrofront, trascinandola con sé.
“Gli altri come tornano a casa?” chiese Hayley, quando salirono in macchina.
“Problemi loro.” Tagliò corto lui, sporgendosi per baciarla di nuovo.
Lyn rise, prendendogli il viso tra le mani, scompigliandogli i capelli.
Si allontanò da lei e inserì la marcia tenendola ancora per mano, partendo spedito verso casa.
 
“Non ci ho mai messo così poco a tornare a…” commentò Lyn, prima di essere interrotta.
Harry era già uscito dall’auto e le stava aprendo la portiera, allungandole una mano cavallerescamente. Lyn accettò, afferrandola e scese. Sempre tenendosi per mano, corsero lungo il vialetto fino al portico, ridendo.
Saliti i tre gradini in legno, si fermò per cercare le chiavi e lui le cinse la vita da dietro, baciandole il collo. Lyn lasciò perdere la ricerca delle chiavi nella borsa, voltandosi. Gli cinse il collo e lui tornò a cingerle la vita, stringendosi l’un l’altra mentre tornavano a baciarsi con passione, finché non si ritrovò schiacciata tra la porta e il suo petto.
“Lyn… apri!” le intimò, tra un bacio e l’altro.
Si voltò per tornare alla ricerca delle chiavi, mentre lui tornava a baciarle la guancia. Rise, prendendogli il viso tra le mani per fermarlo “Non ci riesco, se mi distrai!”
“Scusa.” Sorrise, avvicinandosi per quello che doveva essere solo un bacetto, ma che entrambi approfondirono.
“Trovate!” esclamò vittoriosa, afferrando il mazzo di chiavi.
Si voltò, con le braccia di Harry ancora ad avvolgerle la vita e aprì di corsa, richiudendo con un calcio una volta entrati con la stessa fretta.
Fece appena in tempo ad accendere la luce, che Harry le afferrò un polso, strattonandola verso di sé finché non sbatté contro il suo petto e gli cinse il collo mentre lui, baciandola, si abbassò appena per posare le mani sulle sue cosce, prendendola in braccio e facendole legare le gambe intorno alla sua vita.
Cominciarono a muoversi verso le scale, con lei che gli baciava il collo mentre lui si impegnava a individuare gli scalini tra i capelli di Lyn.
A metà scale, suonarono al campanello.
Si fermarono subito, guardandosi. Lyn con un’espressione confusa, Harry che, con gli occhi, la pregava di non andare.
Suonarono di nuovo.
“Saranno i vicini che ci hanno visti fuori e vogliono fare i moralisti…” tagliò corto Harry, cercando di nuovo le sue labbra.
Per la terza volta, suonarono.
Hayley sospirò, sciogliendo la presa delle gambe intorno al busto del ragazzo e lui la lasciò andare.
Lo baciò a stampo, sorridendogli “Aspettami in camera, vedo chi è.”
Harry annuì, tornando a salire le scale mentre Hayley raggiungeva la porta.
“Summer, Hope, che ci fate qui?” le sentì dire.
Sbuffando, raggiunse la sua stanza, sperando che non ci mettesse troppo e si sdraiò sul letto, in attesa.
Sbottonò i bottoni della camicia che ormai lo strozzavano e allentò la cravatta, piegando le braccia per posare le mani dietro la nuca e aspettò…
 
Le ragazze salirono le scale, dopo aver parlato per più di un’ora.
Entrarono in camera di Hayley e si ritrovarono davanti Harry, addormentato sul suo letto.
“Ops…” si scusò Sum.
Hayley scosse la testa, sorridendole “Datemi cinque minuti.”
Hope annuì, dicendo di dover andare in bagno, accompagnata da Summer.
Lyn si sedette sul letto, avvicinandosi ad Harry per chiamarlo, accarezzandogli la fronte per liberarla dai ricci.
Harry strabuzzò gli occhi, prima di mettere a fuoco il viso di Hayley e la camera in cui si trovava. Si alzò di scatto, reggendosi con i gomiti sui fianchi “Lyn, scusa. Mi…”
“No, scusa te, ci ho messo un po’ più del previsto.” Rise lei, guardandolo stropicciarsi gli occhi.
Gli si avvicinò, baciandogli la guancia. Lo sentì sorridere e una mano gli afferrò l’avambraccio, spingendola verso di lui fino a sedersi sulle sue gambe. Rise, abbassandosi sul suo viso per baciarlo.
“Dovrai farti perdonare per stasera.” L’avvertì, prima di baciarla di nuovo, prendendole il viso tra le mani.
“Ah sì?” rise, lasciandogli un bacio all’angolo della bocca.
“Mi accontenterò di qualche coccola prima di addormentarci.” Alzò le spalle lui, accarezzandole la guancia “Anzi, tante coccole.”
Lyn si mordicchiò il labbro “Ehm, veramente…”
“Non ti dispiace se ho usato il tuo…” Hope si bloccò, dopo essere piombata nella stanza ed essersi ritrovata lo sguardo confuso di Harry e quello severo della sua migliore amica, sopra al suo ragazzo “…spazzolino.”
Summer scoppiò a ridere, da dietro la porta e lasciò il suo nascondiglio.
“Summer e Hope restano a dormire qui.” Confessò Lyn, mettendosi a sedere sulle gambe di Harry, che si rialzò a sedere “Non è un problema, vero?”
Harry alzò le spalle, sorridendo sghembo “Saremo un po’ più numerosi di quello che credevo, ma va bene…”
Hayley lo incenerì con lo sguardo, aprendo la bocca per parlare, prima di decidere che un cazzotto sulla spalla sarebbe stato molto più efficace.
Harry scoppiò a ridere, afferrandole le mani con cui lo avrebbe riempito di schiaffi e si voltò verso le ragazze sulla porta, per dire qualcosa.
“Ok, ho capito, torniamo in bagno!” lo precedette Hope, lasciandoli soli.
“Sei gelosa, cucciola?” rise Harry che, afferrando la ragazza per la vita, si voltò, facendola sdraiare di schiena per sovrastarla “Era la mia rivincita per stasera, questa.”
“Non puoi avere una rivincita per stasera, perché stasera era la mia rivincita per l’altra sera!” sbuffò lei, cercando di prenderlo a schiaffi.
Harry alzò un sopracciglio, scuotendo la testa divertito “Ma come fai ad essere gelosa?” si avvicinò a lei, accarezzandole la guancia con la punta del naso “Sai che me ne importa delle altre, se ho te…”
“Si sente tutto, dal bagno!” rispose offesa Summer, dal corridoio.
Hayley rise, alzando gli occhi al cielo e afferrò la catenina di Harry, avvicinandolo a lei fino a baciarlo, cingendogli il collo con l’altra mano.
Quando si allontanarono, lo guardò sorridendo divertita.
“Perché sorridi?” Le chiese, senza riuscire a non imitarla.
“La prima volta che ti ho visto, credevo di vederci doppio perché ero ubriaca…” si mordicchiò il labbro, ridacchiando e gli accarezzò con l’indice il petto “Però tu hai davvero quattro capezzoli!”
Harry rise, scuotendo la testa e le apostrofò il naso con il dito “Che fai, sbirci, cucciola?” ammiccò.
“Sei tu che ti sei addormentato con la camicia sbottonata sul mio letto.” Lyn alzò le spalle “Già che c’ero…”
Lui annuì, ridendo e la baciò di nuovo “Pensa a me e a quanto sono figo stanotte, allora. E’ meglio che vada adesso.”
Mentre si rialzava, sentirono dal corridoio un ‘Alleluia’.
Lyn si alzò con lui, proponendosi di aiutarlo a riabbottonare la camicia “E tu, penserai a me?”
Harry sorrise, prendendole il viso tra le mani “Io penso sempre a te.”
Hayley annuì, sorridendo ironica “Stai ancora cercando di farti perdonare per quella battuta?”
“Ci sto riuscendo?” ammiccò lui, avvicinandosi per rubarle un bacio.
“Va a casa, va’!” rise lei, prendendolo per mano per accompagnarlo alla porta.

    
Cucciolo! :3



Ehilààà!?!

Scusate, il capitolo è un po' lunghetto,
ma spezzarlo sarebbe stato inutile...

Che ne pensate di Hayley e Harry insieme!?!

Il prossimo capitolo...
Summer!

Ancora è in fase di scrittura, perciò passerà un po' di tempo.
Avrete più tempo per recensire, no?
Aggiorno a 6 recensioni!

Un bacio. 

 


Facciamo finta che questi due sono dei compagni di classe di Hayley, Hope e Summer ed erano alla festa.
No, guardateli! Io non riesco a non ridere!!!

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Capitolo 17
*** Summer - Too Much ***




15 
~ Summer

I need to find a reason to feel,
Like everything was meant to be let go,
Take it slow, ’cause I can’t be on my own. 
Too Much - All Time Low
(http://www.youtube.com/watch?v=rDPJKT2sNlU)


Louis rise e Summer non poté far a meno di imitarlo, dopo l’ennesima battuta.
Si fermò a guardarlo, mentre aveva ancora le labbra piegate in un sorriso allegro e gli occhi azzurri socchiusi, la mano tra i capelli umidi.
Era bello.
Ed era bello passeggiare affianco a lui sul bagnasciuga, parlando e ascoltandolo.
Ed era bello essere tornati amici, senza più tensione tra di loro.
Si voltò verso di lei, riportandola alla realtà con un sorriso “Mi sei mancata, Sum.”
Lei si mordicchiò il labbro, imbarazzata, restituendogli quel sorriso “Anche tu, Lou.”
“Quindi… tra te e Niall…” si grattò la nuca, imbarazzato “Sì, insomma… tutto ok?”
“Più o meno…” alzò le spalle.
Louis si voltò di nuovo a guardarla, le sopracciglia aggrottate mentre aspettava che continuasse.
“Recuperare il tempo perso... non è così semplice.” Spiegò, guardando avanti “Non come credevamo.”
A Louis venne in mente ciò che Hayley gli aveva detto, quel pomeriggio a casa di Harry, dopo aver scoperto la storia tra Summer e Niall.
Le prese la mano e si fermò davanti a lei, che lo imitò “So che forse sono l’ultima persona da cui vorresti sentirlo, ma io ci sono se hai bisogno. Come amico.”
Summer sorrise, annuendo e gli si avvicinò, cingendogli la vita con le braccia per abbracciarlo “Grazie Lou.”
 
“Eccoli, finalmente!” richiamò la loro attenzione Zayn.
Sciolsero l’abbraccio, raggiungendo gli altri che accendevano il fuoco.
Hayley e James stavano uscendo in quel momento dal bosco, catturando l’attenzione di tutti.
Hope, seduta affianco a Summer, fece segno a lei e Camilla di seguirla con la scusa di finire la cena e raggiunsero Lyn.
“Dov’è Harry?” chiese Louis, sedendosi affianco a Chris, mentre le ragazze parlavano tra di loro, sottovoce.
“Eccomi.” Rispose l’interpellato, uscendo in quel momento dalla sua tenda.
Si sedette affianco a lui, alzando la testa solo per guardare Lyn, che evitò accuratamente il suo sguardo e poi, sospirando, tornò a guardarsi i piedi.
Il suo migliore amico cercò il suo sguardo, ma rinunciò nell’impresa quando Camilla annunciò che la cena era pronta.
 
James terminò per primo la sua cena, alzandosi. Augurò la buonanotte ed evitò di guardare Hayley, che invece aveva alzato la testa dal suo piatto per guardarlo, e se ne andò nella sua tenda.
Harry li guardò, prima di alzarsi di scatto, salutando tutti velocemente e si ritirò anche lui.
Fu il turno di Zayn, che si allontanò dal gruppo per fumarsi una sigaretta, seguito da Chris.
Il cellulare di Camilla squillò, perciò si alzò e andò a recuperarlo nella tenda, senza più uscirne.
Hayley si offrì di accompagnare Summer a buttare i piatti sporchi.
Intanto, Hope e Liam augurarono la buonanotte ai rimanenti, prima di prendersi per mano ed entrare nella loro tenda.
Al loro ritorno, Hayley raggiunse Chris e Zayn che tornavano verso le loro tende, prendendo il suo migliore amico per mano, parlando mentre si avvicinavano alla riva.
Summer, invece, sorrise a Louis, che era rimasto da solo e gli indicò con un cenno della testa la tenda.
Louis annuì, alzandosi ed entrarono nella tenda.
Zayn li salutò, prima di raggiungere la propria.
Una decina di minuti dopo, Chris e Lyn tornarono al falò, spegnendolo, prima di augurarsi la buonanotte con un abbraccio.
Il roscio entrò nella sua tenda, trovando Camilla seduta sul suo sacco a pelo, che gli sorrise.
Hayley richiuse la zip alle sue spalle, trovando Harry già nel suo sacco a pelo, che fingeva di essersi già addormentato.
 
Summer posò la mano sotto la guancia, sul cuscinetto gonfiabile scomodo e guardò Louis addormentato affianco a lei.
Aveva fatto giusto in tempo a spiegargli quella strana atmosfera, prima che cadesse in coma.
E’ bello anche mentre dorme. Si ritrovò a pensare.
Sospirando, si mise di schiena, fissando il soffitto della tenda.
Perché non passava, quella sensazione strana nello stomaco, ogni volta che era con Louis?
Perché non rallentava il cuore, quando le sorrideva?
Ripensò a Lyn, che aveva appena rifiutato James.
Quando ne avevano parlato prima di cena, le era sembrata così sicura della sua scelta: ormai amava Harry e non avrebbe voluto essere la ragazza di nessun altro anche se, certo, provava ancora qualcosina per James.
Ma non era amore, non era lo stesso che provava per lui prima di Harry.
Non era lo stesso che provava per Harry e presto quel qualcosina sarebbe scomparso.
Era stato semplice scegliere per Hayley.
Allora perché lei non ci riusciva?
Perché, nonostante stesse con Niall, nonostante amasse Niall, continuava a provare qualcosa per Louis, ecco perché.
E non era sottovalutabile come aveva creduto, questo era più di qualcosina…
I suoi pensieri vennero interrotti da Louis, che si mosse nel sonno, nel suo sacco a pelo.
Si voltò di nuovo, giusto in tempo perché lo guardasse aprire le labbra, mormorando “Summer…”
Spalancò gli occhi, posando una mano sul petto per sentire il cuore accelerare e poi sorrise inconsciamente, sentendosi arrossire al pensiero.
La stava sognando.
 
 
“Perché non vieni?” sbuffò, tenendo il telefono tra la spalla e la guancia, mentre prendeva il suo costume dall’armadio.
“Non ne ho voglia.” Rispose Niall, neutro.
“Ma come non…” esclamò, recuperando il cellulare con una mano, scostandosi i capelli con l’altra “Fa come ti pare, guarda. Ultimamente non ti capisco proprio…”
“Tu non capisci me?” imitò una risata, che arrivò storpiata dal telefono “Che coincidenza…”
“Forse è meglio se non vieni.” Commentò lei, buttandosi sul letto “Con questo umore…”
Niall la interruppe “Beh, meno male che c’è Louis. Lui è così simpatico, lui è più divertente, lui…”
“Smettila.” Lo riprese “Ti stai comportando da immaturo.”
“Scusa, se sono arrabbiato perché la mia ragazza è andata tre giorni in campeggio senza di me, in compagnia di un altro che è innamorato di lei e che lei ha rischiato di ricambiare!”
“Eravamo in 10!” esclamò, ricordandoglielo per l’ennesima volta “E poi tu avevi la febbre, non avremmo comunque potuto vederci.”
Niall sbuffò, facendo gracchiare l’altoparlante del cellulare “Non mi va di litigare anche l’ultimo dell’anno…”
“No, neanche a me.” Rispose lei, mordicchiandosi il labbro.
“Allora vado.” Addolcì il tono della voce “Ti amo.”
“Anch’io ti amo.” Sorrise, attaccando.
 
Hayley urlò, per superare il volume della musica nel locale “Ci sono i ragazzi!”
Indicò l’entrata e Summer sospirò, quando ne vide solo quattro…
“Io non vado a salutarlo.” Alzò le spalle Hope, voltandosi di nuovo verso il palco.
Hayley alzò gli occhi al cielo, afferrandole la mano, seguendo Summer verso i ragazzi.
Louis si voltò verso di loro, mentre si avvicinavano e Sum sentì quegli occhi azzurri posarsi sulla sua figura, studiandola per intero, prima di commentare con uno “Wow…”
Liam interruppe Harry e Hayley, chiedendo dove fosse Hope.
Quest’ultima comparve qualche secondo dopo, trascinata da Hayley.
Rifilò un’occhiataccia al suo ragazzo, prima che sul gruppo calasse il silenzio.
“Beh, allora, vi piacciono i nostri vestiti?” chiese Summer, cercando di alleggerire l’atmosfera.
“Siete tutte e tre bellissime.” Sorrise Louis, guardando di nuovo Sum che sorrise, mordicchiandosi il labbro.
“Scommetto che il tuo vestito è piaciuto soprattutto a Liam.” Commentò Hope, interrompendo i loro sguardi “Ha un debole per le ballerine, lui…”
Liam alzò gli occhi al cielo, facendo per avvicinarsi “Ti prego, non ricominciamo…”
Lei, con le braccia incrociate al petto, alzò le spalle e si voltò “Infatti, me ne vado.”
Hayley e Summer si scambiarono un’occhiata d’intesa, prima di seguirla.
Ma Louis prese la mano di Sum tra le sue, facendola voltare “Balli?”
Sorrise, annuendo e si voltò verso Hayley per dirle che le avrebbe raggiunte più tardi.
Raggiunta la pista da ballo, si mischiarono alla folla, piuttosto vicini al dj.
Rivolta al palco, Summer cominciò a ballare, muovendo i fianchi e le braccia a ritmo.
Quelle di Louis, superato un primo momento di incertezza, trovarono la vita della ragazza, circondandola. L’avvicinò a sé e posò le mani sui suoi fianchi, muovendosi con lei.
 
“Ti va di andare a sederci e bere qualcosa?” le chiese, avvicinandosi al suo orecchio per farsi sentire sopra la musica.
Summer, annuì e lui le prese la mano, guidandola fuori dalla calca di ragazzi sudati e ubriachi.
Si sedettero sul divanetto ad un tavolo magicamente libero, ordinando due cocktail ad un cameriere indaffarato.
“Ti invidio, sai?” commentò Louis, prendendo il suo bicchiere.
“Davvero, per che cosa?” sorrise, sistemandosi i capelli che sfuggivano allo chignon dietro le orecchie.
“Per il vestito.” Lo indicò con un cenno della testa, prima di bere un sorso.
“Trovo anch’io che si abbinerebbe perfettamente ai tuoi occhi.” Lo prese in giro lei, alterando la voce.
Louis rise, scuotendo la testa “Ho i miei dubbi… Sicuramente starei più fresco, però.”
“Superman, ti stai lamentando?” alzò un sopracciglio, portando il bicchiere alle labbra.
Scosse la testa, alzando le mani in segno di resa.
Si guardarono entrambi negli occhi e risero, ordinando un altro bicchiere.
 
“Sei un pessimo ballerino!” rise, schiacciandogli la punta del naso con l’indice.
La risata di Louis risuonò allegra nonostante la musica “Non è colpa mia, credo di aver alzato un po’ il gomito stasera.”
Summer alzò le spalle, con finta aria di superiorità “Io ho bevuto quanto te, ma ballo ancora benissimo!”
Alzò le mani sopra la testa, e si mise sulle punte, imitando una piroetta.
Il suo tentativo fallì miseramente, però, perché non riuscì a rimanere in piedi e crollò addosso a Louis.
Scoppiarono entrambi a ridere “Dicevi?”
“Ops…” rise, allacciandogli le braccia al collo.
“Che ne dici se usciamo e prendiamo un po’ d’aria?” propose lui, posando le mani sui suoi fianchi.
Summer annuì, lasciando che le cingesse le spalle con un braccio e lo seguì fuori cingendogli la vita.
Raggiunsero il piccolo giardino dall’altra parte della strada, individuando un paio di altalene grazie alla luce giallastra del lampione a qualche metro.
Rimasero per un po’ in silenzio, finché questo non venne interrotto dal cigolio dell’altalena di Summer, quando cominciò a spingersi muovendo le gambe.
Louis si voltò, mettendo una gamba a destra e una a sinistra dell’altalena, poggiandosi con le spalle alla catena, per guardarla con un sorriso divertito.
Era bella.
Con gli occhi chiusi, le guance arrossate dall’alcool e ora dal vento che le sferzava contro, i capelli che si ribellavano all’acconciatura e la gonna che si muoveva insieme alle gambe affusolate.
“Mi stai fissando.” Lo riscosse, sorridendo.
“Come fai a saperlo, hai gli occhi chiusi.” Le fece notare.
“Lo so.” Li aprì, puntandoli su di lui “Sento i tuoi sulla pelle.”
“Ok, mi arrendo.” Alzò le spalle, posando il piede destro sull’altalena, piegando il ginocchio davanti a lui per poggiarci il mento “Sei incantevole stasera.”
“Incantevole?” ripeté lei, sorridendo “Questo non me l’aveva mai detto nessuno.”
Louis annuì “Sembri una di quelle fate dei libri che le mie sorelline mi chiedono di leggere.”
“Hai delle sorelle?” gli chiese, voltandosi di nuovo verso di lui.
“Cinque.” Rispose “Tutte più piccole.”
Sum spalancò gli occhi, pensando a come sarebbe stato avere per casa altre quattro Juls “A me ne basta una...”
Videro uscire dal locale tutti gli altri ragazzi e affollare il piazzale in mattonato davanti all’entrata, mentre loro restavano di nuovo in silenzio.
“Credo che sia ora del conto alla rovescia.” Disse Louis, alzandosi.
Si mise davanti a lei, che stava cercando di frenarsi senza rovinare le ballerine ai piedi, con scarsi risultati.
Rise, allargando le braccia “Coraggio, fatina; spicca il volo.”
Summer rise, scuotendo la testa “Ma se cinque minuti fa non riuscivi neanche a reggerti in piedi!”
“Beh, l’aria fresca mi ha fatto bene.” Alzò le spalle, tornando a tenderle le braccia “Ti fidi di me?”
“Non siamo sul Titanic, Jack.” Gli fece notare, continuando a tenersi con le mani alle catene.
“Non ti fidi di me?” alzò un sopracciglio.
“So già che me ne pentirò.” Sospirò lei, prima di darsi una spinta con le gambe e poi lasciare la presa dall’altalena per lanciarsi verso Louis.
“Presa!” disse, raccogliendola tra le braccia.
Abbassò il viso, per guardarla e quasi le sfiorò la punta del naso con il suo “Che ti dicevo?”
Si guardarono entrambi negli occhi, accorgendosi della vicinanza e lei non riuscì a rispondergli.
“Puoi fidarti di me.” Sussurrò, soffiandole sulle labbra.
Louis abbassò ancora il viso, tanto lentamente da farla esasperare, finché le punte dei loro nasi non si sfiorarono davvero.
“E’ di me che non mi fido.” Sussurrò lei, alzando gli occhi per incontrare i suoi.
Qualche secondo dopo, non riuscì più a distinguerne i contorni e sentì le labbra che venivano sfiorate da quelle di Louis, lasciandole un sapore di alcool fruttato.
Rimase immobile, ma non si ritrasse, così Louis le accarezzò le labbra con le proprie, prendendole delicatamente il labbro inferiore tra le sue.
Summer gli accarezzò i capelli dietro la nuca, socchiudendo gli occhi e poi le labbra, muovendole delicatamente contro quelle fine di Louis, facendogli capire di essere finalmente pronta per essere baciata come Louis aveva voluto da tutta la sera.
La strinse a sé, approfondendo quel bacio e lei si aggrappò alla sua nuca, tenendolo a sé come se potesse voler allontanarsi.
Lo scoppio del primo fuoco d’artificio li fece allontanare, parecchi secondi dopo.
Summer posò la fronte su quella di Louis, guardando quegli occhi azzurri “Buon anno, Lou.”
Le sorrise, baciandole l’angolo della bocca “Questo è il miglior modo con cui speravo di passare il capodanno.”
Fece per avvicinarsi di nuovo alle sue labbra, ma lei glielo impedì, voltandosi e le sue labbra raggiunsero semplicemente la guancia.
“Dovremmo tornare dagli altri.” Sussurrò, stringendo nel pugno la stoffa del mantello rosso, mentre lui la rimetteva in piedi.
“D’accordo, andiamo.” Annuì, voltandosi.
 
Raggiunsero il piazzale antistante il locale, dove la folla stava rientrando all’interno, uno affianco all’altra, senza né toccarsi né guardarsi.
“Sum!” la voce di Niall fece alzare gli occhi dal mattonato ad entrambi.
Per finire in bellezza...
Louis guardò Summer, mentre il suo ragazzo le correva incontro, sorridendole.
Quando la raggiunse posò le mani sui suoi fianchi e si avvicinò per baciarla.
“Mi dispiace.” Le disse, lasciandole altri dolci baci veloci “Avevi ragione, mi sono comportato da immaturo.”
Lei sorrise appena, lasciando che la baciasse di nuovo, troppo nervosa per poter dire una parola.
“Sarei dovuto venire dall’inizio della serata, l’ho capito tardi.” Continuò lui “Ti stavo cercando, dove eri finita?”
Summer aprì la bocca per parlare, ma non uscì alcun suono.
Intanto, Niall alzò gli occhi, notando Louis affianco a lei. Passò lo sguardo da uno all’altra, allontanandosi di un passo da Summer.
“Eravate insieme?” chiese, serrando la mascella.
Annuirono entrambi, senza guardarsi e senza guardare Niall negli occhi.
Quest’ultimo si passò una mano tra i capelli, respirando lentamente “E..?”
“L’ho baciata.” Ammise Louis, sorprendendo anche Sum, che si voltò di scatto verso di lui. Ma Louis non la guardò, continuando a parlare “E’ stata colpa mia, lei era ubriaca e sapevo che non si sarebbe tirata indietro. Ma mi sbagliavo, mi ha ripreso.”
Niall stava per parlare, ma Summer intervenne “Non è vero!”
L’attenzione di entrambi i ragazzi andò a lei e si sentì addosso due paia di occhi azzurri.
“Io… a me è piaciuto.” Ammise, torturandosi le mani “L’ho baciato e solo dopo, ho capito che non avrei dovuto.”
“Quindi?” incalzò Niall.
“Quindi cosa?” chiese lei, titubante.
“Summer, non puoi continuare a tenerci entrambi legati a te.” Intervenne Louis, mettendosi affianco a Niall, di fronte a lei, come se la stessero interrogando.
“Devi scegliere.” Continuò il biondo “Prima lo farai, prima le cose torneranno alla normalità.”
“Sì, per noi andrà bene chiunque sceglierai.” Annuì Louis “Purché sia la scelta giusta e definitiva.”
Summer sospirò, passando le mani sulle braccia per riscaldarle “Credo… di aver bisogno di tempo.”
Annuirono entrambi e Niall le si avvicinò, sfilandosi la giacca per posarla sulle sue spalle.
Sum scosse la testa, restituendogliela con un sorriso gentile “Tranquillo, torno a casa.”
“Vuoi che…” cercò di dire Louis.
“No, vado da sola.” Gli sorrise, prima di voltarsi e rientrare.
 
Recuperata la giacca, vide Hope prendere le sue cose e le si avvicinò.
Quando la chiamò, questa si voltò mostrandole gli occhi pieni di lacrime. Le si avvicinò e l’abbracciò “Che cosa è successo?”
Hope si limitò a scrollare le spalle “Liam.”
“Ti va di venire a dormire da me?” le chiese “Non mi va proprio di restare da sola.”
“Perché, cos’è successo?” si preoccupò l’amica.
“Un casino, ti spiego dopo.” Scosse la testa, sospirando.
“E se cercassimo Hayley?” propose Hope.
“Credo se ne sia andata, non c’è più la sua roba.” Constatò Sum “Possiamo raggiungerla a casa.”
“Buona idea.” Annuì l’altra.

Ehilàààà!?!

Vi ricordate ancora di me?
Sono quella che, l'8 marzo aveva detto che avrebbe pubblicato
appena avesse raggiunto 6 recensioni!
Già, sono proprio io!

Grazie alle 6 anime pie che hanno recensito,
perché non sarei qui...
Soprattutto, grazie perché mi mancavate,
mi mancavano i miei personaggi!

Come avrete notato, ho inserito il link della canzone sotto l'estratto,
su in cima.
Appena avrò il tempo lo farò anche ai capitoli precedenti
e poi a quelli che verranno, ovviamente!

La scena iniziale, al campeggio,
non è un sogno come nel precedente capitolo,
era un flashback,
successo realmente.
Giusto per precisare...

Che dire...
Cosa ne pensate di questo triangolo amoroso?
La nostra Summer si trova con le spalle al muro, DEVE decidere.
Nelle recensioni i due pretendenti sono in parità,
c'è chi mi scrive di volerla vedere con Louis e chi con Niall...
Chissà cosa deciderà la nostra protagonista!
A proposito, ricordatevi che, in caso non scegliesse il ragazzo con cui voi la shippavate,
non linciate me,
ma la Summer in carne ed ossa:
Io eseguo gli ordini!
Ahaha!
Se adesso stai leggendo qui:
Ti mando un bacio, bellissima! ;)
...Non linciarmi anche tu...

Ora... ho un po' paura a dirlo,
ma avrei intenzione di aggiornare a 4 recesioni.
Ce la facciamo?
In caso contrario, ci vediamo tra un paio d'anni!

Ah, forse posso invogliarvi con un piccolo spoiler...
Il protagonista del prossimo capitolo sarà:
JAMES!

Tratto dal capitolo:

“Lyn, lui non è diverso da me, come vuole farti credere.” Le si avvicinò, puntandola con i suoi occhi azzurri
"Ti ha vista e, ovviamente, si è preso una cotta per te…”
“Una cotta?” ripeté, ridendo lei.
“Sai quanto ci mette un cantante famoso, più grande, neanche troppo male, a far innamorare di sé una ragazza più piccola?” commentò.
“E’ bello, è famoso, e allora?” ribatté lei.
“Allora sei stata una stupida, che gli sei caduta subito ai piedi e hai fatto il suo gioco!” l’accusò.
“Ma di quale gioco stai parlando?” esclamò lei, alzando la voce.
“Il mio gioco!” urlò anche lui, battendosi una mano sul petto “Lo stesso che ho usato io con te!”
“Lui mi ama.” Ribatté lei.
“E io no?” rise James, alzando un sopracciglio.
“Tu non me l’hai mai detto.” Insistette lei, le labbra imbronciate.


A presto!
(Spero...)


Un'ultima cosa, ho scritto una One Shot su Chris e Camilla a capodanno,
se vi interessa, la pubblico,
magari anche domani.
Fatemi sapere, ok?

Ora me ne vado davvero!




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Capitolo 18
*** James - When I Was Your Man ***





17 
~ James

 

My pride, my ego, my needs and my selfish ways 
Caused a good strong woman like you to walk out my life 
Now I never, never get to clean up the mess I made 
And it haunts me every time I close my eyes 
It all just sounds like uh, uh, uh, uh 

Too young, too dumb to realize 
That I should have bought you flowers and held your hand 
Should have gave all my hours when I had the chance 
Take you to every party cause all you wanted to do was dance 
Now my baby is dancing, but she's dancing with another man. 

Although it hurts I'll be the first to say that I was wrong 
Oh, I know I'm probably much too late 
To try and apologize for my mistakes 
But I just want you to know 
I hope he buys you flowers, I hope he holds your hand 
Give you all his hours when he has the chance 
Take you to every party cause I remember how much you loved to dance 
Do all the things I should have done when I was your man! 
When I Was Your Man - Bruno Mars

 

“E tu preferisci credere a quello che dicono i giornali piuttosto che al tuo ragazzo?” l’accusò Harry, girando in tondo nella sua camera d’albergo, il cellulare in mano.
“Ci sono le foto, Harry!” esclamò Lyn, scostandosi i capelli con una mano, nervosa “Vorresti dire che non eri tu?”
“Era solo una cena tra colleghi e in più non è vero che eravamo solo io e lei!” si difese.
“Allora perché non mi hai detto che saresti uscito, se non c’era niente da nascondere?” insistette lei.
“Perché volevo evitare che cominciassi con queste paranoie!” sbuffò.
“Ah, quindi io sarei paranoica?” si offese Lyn “Beh, e tu sei un idiota!”
“Evviva, che bella coppia!” commentò ironico, scostandosi i capelli con la mano.
“Ringrazia il cielo che sei in un’altra città, perché altrimenti ti avrei già preso a schiaffi…” sussurrò tra i denti “E comunque sei davvero un idiota, perché non puoi dirmi che non esci, se sai che ci sono i paparazzi che ti aspettano fuori dall’albergo e che registrano ogni tua mossa: io saprò comunque che mi stavi mentendo!”
“Ok, ho sbagliato!” esclamò esasperato “Mi dispiace, va bene?”
“Guarda che non devi mica farmi un favore a scusarti…” lo riprese, imbronciando le labbra “Me l’avresti detto, se non l’avessi scoperto da sola?”
“Certo che…” Harry allontanò il cellulare dalla bocca, voltandosi verso Paul che lo chiamava “Sì, arrivo!”
“Devi già andare?” il tono di Hayley si era fatto subito più dolce, più malinconico.
“Sì, abbiamo un’intervista in radio tra mezz’ora.” Rispose Harry, più calmo “Ti chiamo stasera.”
Lei annuì, anche se lui non poteva vederla “A stasera.”
“Lyn?” la richiamò, prima che attaccasse “Ti amo.”
“Anch’io ti amo.” Sorrise malinconica, attaccando.
 
Lasciandosi sfuggire un profondo sospiro, si accasciò sul letto, lanciando il cellulare sul materasso affianco a lei. Rimase per qualche tempo a fissare il soffitto, ascoltando il suo respiro regolare, giocherellando con il ciondolo della collana al collo che le aveva regalato al compleanno.
Da quando, una settimana prima, Harry era partito insieme ai ragazzi per Londra, sembrava che non riuscissero ad avere una conversazione telefonica senza che uno dei due piangesse o si arrabbiasse con l’altro. Qualsiasi stupidaggine sembrava acquisire dimensioni stratosferiche, essendo lontani.
Una settimana. Ma non l’avrebbe rivisto che tra altri quindici giorni.
E quando sarebbe cominciato il tour europeo?
Non solo le mancava da morire, adesso ci si era messa anche questa conduttrice televisiva con cui era stato visto a cena.
E il signorino faceva pure l’offeso!
Va a finire che alla fine la colpa è mia, se ci lasciamo… Si ritrovò al pensare.
Al pensiero, rabbrividì. Allungò un braccio ad afferrare il cuscino, stringendoselo al petto.
Lasciare Harry? Non riusciva neanche ad immaginarsi senza di lui.
Anche se, in teoria, lei era senza di lui anche adesso.
Lui era lontano.
Lui le aveva nascosto di essere andato a cena con quella.
Lui le mancava da morire.
Sospirò, nascondendo il viso nel cuscino e si sfogò, piangendo.
 
Quando capì che aveva bisogno di qualcuno con cui sfogarsi che non fosse il suo cuscino, si rialzò. Decise di non vestirsi, sarebbero andati benissimo la sua vecchia t-shirt dei Beatles e i pantaloni della tuta; Chris non si sarebbe certo sconvolto a vederla in tenuta da casalinga.
Afferrò la giacca ed uscì, camminando a passo svelto e con le mani in tasca verso casa del suo migliore amico.
Suonò al campanello e aspettò davanti alla porta blu, stringendosi le braccia al petto per ripararsi dal freddo.
Quando la porta si aprì, però, non comparve Chris.
“Ciao Lyn.” Le sorrise, gentile e imbarazzato come era raro trovarlo.
“Ciao James.” Sorrise anche lei, molto più in imbarazzo di lui.
“Vieni, stai congelando.” Aprì di più la porta, scostandosi per farla entrare.
“Christofer?” chiese, entrando nel salotto.
“E’ andato da Camilla, ovviamente.” Rispose lui, richiudendo la porta “Vuoi che lo chiami e gli dica di venire?”
Hayley scosse la testa, alzando le spalle “Non fa niente. Torno a casa.”
“Aspetta!” la fermò, sfiorandole il braccio prima di ritirare la mano “Io… mi stavo facendo un the, ti andrebbe di farmi compagnia?”
Lyn si mordicchiò l’interno delle guance, indecisa.
Lui le si avvicinò, mettendosi di fronte a lei “Hai detto che volevi rimanessimo amici, ma mi stai evitando come la peste da quando ti sei messa con il riccio.”
Hayley abbassò lo sguardo, sospirando.
Aveva ragione. Da quando gli aveva detto, più di una settimana prima, che lei e Harry stavano insieme, durante la ricreazione il primo giorno di scuola, aveva fatto in modo di parlargli il meno possibile nonostante quello che gli aveva detto.
Tornò a guardarlo, sorridendo divertita quando notò il suo abbigliamento “Stavi dormendo, vero?”
James si passò una mano tra i capelli e abbassò lo sguardo sul suo petto nudo e i pantaloni grigi del pigiama. Alzò lo sguardo per incontrare il suo e rise “Il the è la prima scusa che mi è venuta in mente…”
Lyn scosse la testa, ridendo e si sfilò la giacca, lanciandola sul divano “Troppo tardi, ora lo voglio davvero!”
James sorrise, seguendola nella cucina. La guardò aprire l’anta della credenza affianco alla cappa, andando a parare sicura, come se vivesse anche lei in quella casa.
Si voltò, tenendo nella mano destra il pacco blu del the “C’è anche della cioccolata. Che prepariamo?”
“Cioccolata!” rispose James.
“Allora mi servono i tuoi 180 cm d’altezza, è lì in cima.” Indicò con il capo, posando il pacco di the.
Sussultò qualche secondo dopo, quando sentì il petto di James contro la schiena e si voltò di scatto.
“Voilà.” Le sorrise, fingendo di non aver notato la sua reazione.
“G- grazie.” Prese la confezione rossa che gli porgeva e mise il pentolino sul fornello.
Chiuse con il gomito il frigorifero, tornando alla cucina per versare il latte e la bustina di cioccolata nel pentolino, mentre James osservava ogni suo movimento, poggiato al tavolo.
“Biscotti?” propose, quando lei versò la cioccolata in due tazze.
Lyn si sedette, guardando il pacco di biscotti che James posava sul tavolo “Questi sono i preferiti di Chris.”
“Lo so.” Sorrise diabolico James, sedendosi di fronte a lei.
“Si incazzerà da morire se scoprirà che li abbiamo mangiati.” Insistette lei.
“So anche questo.” Le rispose, intingendone uno nella sua tazza.
Invece di portarlo alla sua di bocca, allungò il braccio dall’altra parte del tavolo, porgendoglielo.
Lyn rise, avvicinandosi con il viso per addentarlo. Si passò la lingua sulle labbra, con un’espressione disgustata “E’ la roba più dolce che abbia mai assaggiato!”
James annuì, addentando la parte rimasta “Lo so, ma diventano buoni se immagini la faccia di mio fratello mentre urla come una ragazzina paranoica.”
Hayley imbronciò le labbra, passandosi una mano tra i capelli “Secondo te, io sono paranoica?” chiese.
James aggrottò le sopracciglia, ridendo “Non mi sembra. Perché, chi te l’ha detto?”
Lyn si mordicchiò le labbra, abbassando lo sguardo sul cucchiaino che faceva girare nella tazza.
“Che cosa è successo con il riccio?” sospirò.
Scosse la testa, continuando a guardare in basso “Niente…”
“Lyn, non è niente, qualsiasi cosa sia successa.” Si allungò a prenderle una mano “Ti fa stare male?”
“No, lui…” sbuffò, ritirando la mano di scatto prima di alzarsi con altrettanta grazia.
Tornò nel salone, avvicinandosi al divano per recuperare le sue cose.
“Aspetta, dove vai?” la seguì.
“E’ meglio se vado a casa.” disse lei, infilando la giacca.
James le prese il polso, facendola voltare verso di lui “Lyn, ti ho già persa come ragazza, mi rifiuto di perdere l’opportunità di starti vicino anche se solo come amico!”
Hayley, dopo essere rimasta in silenzio, mosse un passo, cingendogli la vita per nascondere il viso sul suo petto e pianse per la seconda volta da quella mattina. James rimase sorpreso, ma la strinse a sé, cingendole la vita e le accarezzò i capelli lungo la schiena con una mano.
“Ci sediamo, va bene?” sussurrò contro i suoi capelli.
Strusciando la guancia contro il suo petto nudo annuì, allontanandosi appena per fare qualche passo e sedersi sul divano abbracciata a lui.
Lasciò che piangesse ancora per un po’, stringendola ad ogni singhiozzo e accarezzandole i capelli.
“Mi manca…” sussurrò.
James chiuse gli occhi, prendendo un respiro profondo.
Era davvero pronto per quella discussione?
“Sembra che tutte le donne del mondo possano vederlo tranne me.” Continuò.
“Che intendi?” le chiese.
“Lui… è stato visto a cena con una… conduttrice televisiva.” Si allontanò da lui, sedendosi con le gambe incrociate. Si voltò con il viso, poggiandolo sul braccio di James lungo lo schienale.
“Era solo una cena.” Provò a convincerla.
“Tre.” Lo corresse “Erano tre cene.”
“Oh. E tu pensi che abbiano fatto anche altro?” le chiese, voltandosi con il busto, il mento poggiato sullo stesso braccio, di fronte a lei.
“No. Non ci voglio neanche pensare.” Aggrottò le sopracciglia, singhiozzando “Io non ho paura che mi abbia tradita.”
“E di cosa hai paura?” le chiese, allontanandole una ciocca di capelli dal viso.
“Ho paura che mi menta solo perché siamo lontani.” Abbassò lo sguardo, sfiorando con le labbra bagnate la pelle del braccio di James.
Le si avvicinò, accarezzandole la guancia “Non meriti di essere trattata così.”
Alzò gli occhi scuri e lucidi, sintonizzandoli sull’espressione seria sul bel viso del ragazzo.
“Né da lui, né da me.” Continuò, accarezzandola ancora.
“E’ diverso.” Ribatté lei, allontanando il viso dalla sua mano.
“Cosa è diverso: lui da me o il vostro rapporto?” le chiese lui, con un accenno di ironia nella voce.
“Entrambi.” Rispose.
“No Lyn, è qui che ti sbagli.” La contraddisse “Ok, magari lui ti ha subito fatto capire che voleva che fossi la sua ragazza e io invece ci ho messo secoli prima di decidermi a chiedertelo e ti ho persa…”
“James, il nostro non era un vero rapporto.” Lo interruppe “Uscivamo di nascosto e facevamo l’amore a casa mia quando mia sorella non c’era. Punto.”
“D’accordo Lyn, io ho sbagliato. Questo lo so.” Ammise “Anzi, ho fatto uno sbaglio dopo l’altro con te e non ti biasimo per avermi lasciato, ma è stato un errore fidarti di lui.”
“Ma se tu non lo conosci nemmeno!” esclamò lei, stizzita.
“Oh, andiamo!” sbuffò James “Ci mancava solo che arrivasse qui su un cavallo bianco per recitare meglio il ruolo di principe azzurro! Ti ha riempito la testa di stronzate e tu gli hai creduto.”
“E’ questo che pensi?” aggrottò le sopracciglia, asciugandosi l’ultima lacrima.
“Lyn, lui non è diverso da me, come vuole farti credere.” Le si avvicinò, puntandola con i suoi occhi azzurri “Ti ha vista e, ovviamente, si è preso una cotta per te…”
“Una cotta?” ripeté, ridendo lei.
“Sai quanto ci mette un cantante famoso, più grande, neanche troppo male, a far innamorare di sé una ragazza più piccola?” commentò.
“E’ bello, è famoso, e allora?” ribatté lei.
“Allora sei stata una stupida, che gli sei caduta subito ai piedi e hai fatto il suo gioco!” l’accusò.
“Ma di quale gioco stai parlando?” esclamò lei, alzando la voce.
“Il mio gioco!” urlò anche lui, battendosi una mano sul petto “Lo stesso che ho usato io con te!”
“Lui mi ama.” Ribatté lei.
“E io no?” rise James, alzando un sopracciglio.
“Tu non me l’hai mai detto.” Insistette lei, le labbra imbronciate.
Ancora non riusciva a crederci, dopo quasi due anni, stavano parlando del rapporto che avevano avuto.
“Lyn, io te l’ho detto al nostro primo appuntamento, quando siamo entrati di nascosto nella piscina comunale…” cominciò a dire.
“Lo so, mi ricordo dove siamo stati al nostro primo appuntamento.” Tagliò corto.
“E poi abbiamo fatto l’amore, e io ti ho detto che ti amavo.” Continuò, addolcendo il tono di voce.
“Io… non me lo ricordo.” Aggrottò le sopracciglia, confusa.
“Credo che tu non mi abbia neanche sentito.” Alzò le spalle “Ti stavo dando altro a cui pensare…” ammiccò.
Lyn rise, scuotendo la testa e gli diede un cazzotto sul fianco.
James le prese la mano e le aprì il pugno, intrecciando le sue dita a quelle diafane e affusolate di lei.
“Beh, in un anno e mezzo, me l’ha detto una volta sola.” Commentò lei, abbassando lo sguardo sulle loro mani.
“Lui te lo dice?” le chiese, riappropriandosi della sua attenzione.
“Sì. Lui me lo dice.” Annuì, guardandolo di nuovo, sicura “Me l’ha detto anche un’ora fa, quando ci siamo salutati al telefono.”
“E te lo dice anche quando sta per andare a cena con un’altra?” alzò un sopracciglio, sprezzante.
Hayley ritirò la mano, quasi come se avesse preso la scossa. Aggrottò le sopracciglia, guardandolo in cagnesco “Fanculo.”
James sbuffò, passandosi una mano tra i capelli “Va bene Lyn, se vuoi continuare a vedere me come il cattivo e il riccio come l’eroe, fa pure…” alzò le spalle, poggiando i gomiti sulle ginocchia “Solo, non venire da me a piangere la prossima volta.”
“Hai una bella faccia tosta, lo sai?” esclamò lei “Tu sei l’ultimo che può permettersi di avere voce in capitolo!”
“Dici?” commentò lui, con quel ghigno che la faceva innervosire ogni volta.
“Non sarei mai dovuta restare…” fece per alzarsi, ma James le afferrò il polso e, senza preoccuparsi di essere delicato, la tirò a sedere di nuovo affianco a lui.
“Ascolta Lyn, mi dispiace.” Sintonizzò i suoi occhi di ghiaccio in quelli di Lyn “Mi sono comportato come l’ultimo degli stronzi. Ma lui farà la stessa cosa. Te l’ho detto, sta giocando allo stesso gioco.”
Sospirò, poggiando anche lei i gomiti sulle ginocchia, nascondendo il viso tra le mani.
Si voltò verso di lei, guardandola qualche secondo prima di parlare “Lyn, tu eri come una di quelle bambole da collezione: bellissima e da custodire come un tesoro prezioso sulla mensola. E io potevo divertirmi con tutte le altre bambole che mi giravano intorno, perché tu mi aspettavi al sicuro sulla mia mensola con una bella etichetta sopra che portava il mio nome e nessuno si sarebbe mai azzardato a toccarti, protetta nella teca che io ti avevo costruito intorno.”
“Wow, dovresti proporla come trama per Toy Story 4…” commentò ironica, allontanandosi i capelli dal viso con entrambe le mani.
“Lyn, sono serio.” La riprese “Ti sto chiedendo scusa.”
“Mia sorella aveva delle bambole da collezione in camera sua.” Lo ignorò, intrecciando le dita ai ricami del centrino sul tavolino davanti a loro “Papà ne aveva comprata una anche a me, ma l’ho data a Vic. Che cosa me ne facevo di una bambola con cui non potevo giocare?” Si voltò finalmente verso di lui “Perché tenerla nascosta su uno scaffale?”
James si passò di nuovo una mano tra i capelli, voltandosi con il busto verso di lei “Sono un coglione, un montato. Ho sempre pensato che potessi avere tutte le ragazze che volevo, che potevo permettermelo ed era quello che avevo. ‘Ho 19 anni, se non mi diverto adesso!’ ecco cosa pensavo.” alzò le spalle, sospirando “E poi ho conosciuto te, che eri diversa da tutte le altre. Non solo, eri la ragazza più bella che avessi mai visto e quando sei voluta uscire con me… mi sentivo l’uomo più felice sulla Terra!”
“Ero un trofeo.” Ricapitolò lei.
James annuì “Sì, lo sei stata. E questo ha fatto si che nessuno ti si avvicinasse perché mi temeva. E mi invidiavano.”
Hayley alzò gli occhi al cielo “Voi maschi e il vostro ego…”
Imitarono entrambi una risata, guardandosi.
“Quando ho capito che ti eri innamorata di me, quando sapevo che non avresti avuto intenzione di lasciarmi,  quando fui certo che nessuno avrebbe provato ad avvicinarti, sono tornato sui miei passi.”  Tornò a spiegare “Mi sarei goduto i miei 18 anni, la mia popolarità e il mio aspetto fisico e li avrei sfruttati.”
Lei era tornata a guardare il tavolino davanti a sé, ma lui sapeva che stava ascoltando e che ciò che le stava dicendo l’aveva colpita. Si alzò, sedendosi sul tavolino. Le accarezzò la guancia, posando una mano sotto al suo mento, alzandole il viso all’altezza del suo. Occhi negli occhi.
“Però poi, quando mi chiedevano come mi immaginavo tra qualche anno, quando avrei messo la testa apposto… io vedevo te.” Sussurrò, così vicino al suo viso da sfiorarlo ad ogni respiro “Vedevo te seduta nel salone della nostra futura casa mentre aspettavi che rincasassi dal lavoro.”
Gli occhi scuri e ludici di Lyn parlarono anche meglio delle sue parole, spalancandosi per la sorpresa “Perché non mi hai mai parlato così?”
“Perché sono stato uno stupido, perché davo tutto questo per scontato.” Confessò “Non avevo mai messo in conto la possibilità di perderti.”
“Se pensi che Harry si stia comportando come te, perché dovrei lasciarlo per rimettermi con te?” gli chiese, sospirando.
“Perché io adesso ho capito cosa significa perderti. Ho capito cosa ho sbagliato e, se mi darai un’altra possibilità, ti prometto che non commetterò più gli stessi errori.” La pregò, asciugandole alcune lacrime con i pollici “Lui invece continuerà a farti soffrire.”
Hayley alzò gli occhi per incontrare di nuovo quelli azzurri di James. Aggrottò le sopracciglia, alzando la mano per accarezzargli i capelli.
Lui scosse la testa, voltandosi, ma lei gli prese il viso tra le mani, riportandolo a sé.
Quando i loro sguardi si rincontrarono, James avvicinò il viso al suo e le sue labbra sfiorarono quelle bagnate e socchiuse di Hayley. Rimase immobile, lasciando che le loro labbra combaciassero per qualche secondo, sentendo sulle proprie quel sapore e quella consistenza che adorava e che non erano cambiati.
Quando si allontanò, poggiando la guancia alla sua, le accarezzò i capelli, accompagnando una ciocca castana dietro l’orecchio, al quale si avvicinò con le labbra “Non respingermi, Lyn.”
Le accarezzò il lobo dell’orecchio con le labbra, solleticandole la pelle delle guance con la barba leggera, mentre la baciava lungo il contorno del viso.
Arrivato vicino alle labbra, piegò la testa, baciandola più volte sotto il mento. Posò le mani sui suoi fianchi e l’avvicinò a sé, nascondendo il viso nell’incavo del collo. Chiuse gli occhi e prese un respiro profondo, lasciando che il suo profumo gli riempisse i polmoni.
“Ho bisogno di te.” Posò di nuovo le labbra sulla sua pelle, lasciandole una lenta scia di baci lungo il collo.
Hayley reclinò il capo, sospirando, lasciando a James una nuova porzione di pelle da baciare. Posò le mani sulle sue spalle nude, accarezzandole con la punta delle dita fino a sfiorare i suoi capelli dietro la nuca.
“E tu mi vuoi.” Constatò, risalendo la curva del collo con i baci, tornando sul suo viso.
Posò la fronte sulla sua e lasciò che l’azzurro dei suoi occhi si mescolasse con quelli di Lyn, che avevano assunto quella luce particolare che conosceva bene.
Disegnò il contorno delle labbra a cuoricino della ragazza con la lingua, sostenendo il suo sguardo.
“Ti sto aspettando, Lyn.” Sussurrò, sfiorandole le labbra con le sue per parlare “Prendimi.”
Intendeva: prendimi e baciami orimettiti con me, non sto aspettando altro?
Forse entrambe?
Poco importava, quel ragazzo aveva qualcosa per cui Hayley non poteva resistergli. Era sempre stato così.
Spostò le mani sul suo viso, spingendolo verso di sé come se fosse scomparsa tutta l’aria intorno e la sua unica fonte d’ossigeno fossero lui e le sue labbra.
E lui la strinse a sé con altrettanto ardore, baciandola come non faceva da troppo tempo.
Quelle labbra avevano sempre lo stesso sapore, lo stesso che ricordava. E ora gli appartenevano di nuovo.
Lasciò il tavolino, continuando a baciarla e continuando a tenere le mani sui suoi fianchi. Alzandosi con il busto, la spinse contro il divano e la fece stendere, fino a poggiare la testa sul bracciolo del divano. Posando le ginocchia all’altezza dei suoi fianchi, la sovrastò con il petto nudo.
Le baciò i capelli che le ricaddero sulla stoffa blu del divano intorno al viso e di nuovo ne respirò il profumo.
Neanche quello era cambiato. Sembrava quasi che l’avesse aspettato per tutto quel tempo.
Con la mano di Hayley ad accarezzargli i capelli, riprese a baciarla.
Le mani ancora sui fianchi, sotto la sua maglietta, le accarezzarono la curva della vita sottile, portando con sé la t-shirt, fin sopra il seno. Lei alzò la schiena dal divano, allungando le braccia per far si che potesse sfilargliela.
James le lasciò un bacio veloce sulle labbra, allontanandosi. Si mise in ginocchio davanti a lei e la guardò come aveva sempre fatto.
“Mi sei mancata da morire, piccola.” Sussurrò contro la sua pelle, disegnando con i baci un cerchio intorno all’ombelico.
Lyn sospirò, chiudendo gli occhi mentre lui tracciava ghirigori con la punta delle dita sul suo ventre piatto, poi con la punta del naso e poi con i baci.
Sfiorandole la lunghezza di un fianco, alzò gli occhi per guardarla da sotto le sopracciglia scure “Di’ un po’, il tuo riccio ti fa venire i brividi come faccio io?”
Mentre James tracciava una scia di baci dall’ombelico allo sterno, sussurrò, reclinando il capo all’indietro sul bracciolo “Io e il mio riccio non siamo mai arrivati a questo punto.”
Capì di aver detto troppo quando i muscoli delle braccia di James si fletterono, alzando il corpo del ragazzo. Il suo viso, sul quale spuntò un ghigno soddisfatto tanto insopportabile quanto ammaliante, sovrastò quello di Hayley. Si abbassò, riappropriandosi delle sue labbra.
“Allora… in un certo senso…” parlò, tra un bacio e l’altro “Sei ancora mia.
Anche se avesse voluto, non avrebbe avuto il tempo di rispondere, perché James la baciò ancora.
Si limitò a posare le mani sul suo petto, allontanandolo.
Le rivolse un’espressione confusa, assecondandola.
“Non posso.” Scosse la testa, mordicchiandosi le labbra arrossate.
“Per lui?” le chiese, aggrottando le sopracciglia.
“Per il mio ragazzo, sì.” Confermò lei.
“Per il tuo ragazzo che, mentre tu ti preoccupi per lui, starà scopando con un’altra?” commentò, senza accennare ad alzarsi.
“Non è vero, lui non…” provò a protestare, prendendo il suo petto a cazzotti.
“Ti ha nascosto le loro cene, perché non dovrebbe averti nascosto anche quello che è successo dopo?” insistette James, con un tono di voce duro.
“Sta zitto!” urlò Lyn e alzò la mano, che collassò contro la guancia di James, vergognandosi di essere riuscita a piangere per la terza volta nel giro di un’ora quasi quanto si vergognava di essersi lasciata andare con James.
Quest’ultimo rimase immobile, con il viso ancora girato per l’impatto.
“Lo facevi anche tu.” Singhiozzò.
“Lyn, non è…” provò a dire.
“Sì invece. Lo sapevano tutti che quando non eri con me eri con qualcun’altra!” lo accusò.
James sospirò, tornando a guardarla negli occhi “Ok, l’ammetto: sono stato con altre. Ma solo all’inizio! Più stavo con te e più le altre mi sembravano insulse.”
“Perché dovrei crederti?” ribatté lei.
“Perché come ti fidi del riccio devi fidarti anche di me.” Rispose.
Cercò i suoi occhi, ma Hayley voltò la testa, rivolgendo la sua attenzione alla federa del divano.
Lo sentì sospirare, prima che posasse la testa sul suo seno, il petto contro il suo ventre e le gambe distese tra le sue. Le cinse la vita con un braccio, stringendola a sé come se fosse la sua ancora di salvezza.
Si trattenne per qualche minuto, durante il quale lei rimase immobile, poi alzò il viso nascondendolo nell’incavo del collo sottile della ragazza.
E pianse.
Hayley posò la guancia sulla sua fronte, accarezzandogli i capelli con la mano sinistra, mentre con l’altro braccio lo stringeva a sé, accarezzandogli la schiena.
“Ti amo.” Sussurrò contro la sua pelle.
“James…” sospirò malinconica, baciandogli la fronte.
“Mi mancherai.” Continuò lui, ignorandola “Mi manchi già.”
“Non sto per partire per l’Afghanistan.” Provò a sdrammatizzare “Io voglio averti ancora vicino. Come amico.”
Io voglio averti ancora per me. Pensò lui. Come la mia ragazza.
“Se quel coglione ti fa soffrire di nuovo, io…” serrò la mascella, prima che lei lo baciasse sulla tempia.
“Grazie.” Sussurrò, mettendosi su un fianco.
Lui fece lo stesso, sdraiandosi di fronte a lei sul divano stretto.
“Mi passi la maglia?” indicò la maglia dietro di lui, che era finita sul tavolino.
Lui annuì, voltandosi per afferrarla e gliela passò, guardandola mentre si rivestiva e poi tornava a sdraiarsi, allargando le braccia.
Sorrise, avvicinandosi a lei, lasciandosi stringere da quelle braccia che l’avevano accolto così tante volte contro il suo petto e si lasciò andare ad un pianto liberatorio.
 
“Non dirai a nessuno che mi hai visto piangere, vero?” ruppe il silenzio, qualche minuto dopo, mentre gli accarezzava i capelli.
Lyn rise, scuotendo la testa “Tranquillo, il tuo segreto è al sicuro.”
“Adesso cosa siamo?” le chiese, alzando il viso per guardarla.
“Amici.” Rispose lei “Forse di più, in fondo, mi conosci quanto Chris.”
“E stare abbracciati sul divano è una cosa da migliori amici?” continuò.
Lei annuì “Sfogarsi, piangere sulla spalla dell’altro, dimostrare di essere disponibili con l’altro sono tutte cose da migliori amici, sì.”
“Mhm sì, dieci minuti fa eravamo entrambi decisamente molto disponibili con l’altro.” Commentò James, ridacchiando.
Lyn lo imitò, scuotendo la testa “Ho sbagliato ad ignorarti nelle ultime settimane.”
“Sono stato una merda.” Confermò lui “Non sarà sempre così, vero?”
“No.” Si mordicchiò il labbro, indecisa “Forse, dovremmo uscire tutti insieme. Intendo…”
“Con il riccio?” indovinò lui.
“Harry.” Lo corresse, alzando un sopracciglio “Non dico che dovete diventare amici per la pelle, almeno… sopportarvi.”
James sbuffò, gonfiando le guance “Vedrò cosa posso fare…”
“E’ importante per me.” Abbassò il viso, per guardarlo.
Annuì, baciandole la guancia “Lo so, lo faremo per te.”
 
Rimasero sul divano a guardare e commentare un film, finché la porta, facendo entrare uno spiraglio di luce alla camera ormai illuminata solo dalla televisione, si aprì.
“Oh!” si fermò Chris, puntandogli un dito contro “Oh, oh… che cosa? Oh!”
“Da quando scopi sei diventato ancora più imbecille, lo sai?” commentò James, seguito dalla risata di Hayley.
Chris gli fece il verso, svuotando le tasche di cellulare e mazzo di chiavi sul mobiletto all’ingresso “Mi sono perso qualcosa?”
“Stanno per dire chi è l’assassino.” Lyn indicò la televisione con il telecomando che aveva in mano “Se ti siedi ti racconto brevemente la trama del film.”
“Sì, ma ti siedi per terra.” Puntualizzò James, mentre Chris gli si avvicinava “Perché io e Lyn stiamo comodi e, si sa, chi prima arriva meglio alloggia.”
Fece quanto gli diceva senza lamentarsi, sedendosi a gambe incrociate con la schiena contro il divano “No, intendevo…” gesticolò, indicandoli.
“Ci siamo chiariti.” Spiegò Lyn “Abbiamo chiuso il capitolo ‘amanti’ e ne abbiamo aperto uno nuovo da amici.”
Il roscio annuì, alzandosi “Figo.” E si diresse in cucina.
Ricomparve qualche secondo dopo, pestando i piedi ad ogni passo, con la confezione di biscotti in mano, il fumo che gli usciva dalle orecchie “Chi… cazzo… vi ha dato… il permesso… anche solo di annusare i miei biscotti!?!”
“Ehm, Lyn vieni, ti accompagno a casa!” si affrettò a dire James, alzandosi.
“Oh, sì, grazie.” Lo imitò Lyn, afferrando al volo la giacca.
“Tanto vi ribecco a tutte e due e vi faccio il culo!” furono le ultime parole che sentirono mentre chiudevano la porta alle loro spalle, ridendo.
Guardarono davanti a loro, accorgendosi dell’acquazzone che si stava scatenando.
“Merda, Chris non ci farà mai rientrare neanche per prendere un ombrello.” Sospirò Hayley.
“E io non ho neanche le chiavi della macchina.” Aggiunse James.
“Dai, non fa niente. Torno a casa da sola.” Gli sorrise, alzando le spalle.
“No, ma non se ne parla nemmeno!” scosse la testa lui, fermandola per il polso.
“Ci vediamo a scuola.” Si avvicinò, baciandogli la guancia e poi corse via, sotto la pioggia, lungo il viale.
“Lyn, aspe-…” provò a fermarla, prima di essere interrotto da un clacson.
Si voltarono entrambi verso la strada, dove una Range Rover nera inchiodava, accendendo le quattro frecce.
Dallo sportello del posto del guidatore che si aprì comparve la figura alta e riccioluta di Harry, che corse incontro alla sua ragazza “Lyn!”
Questa, troppo sorpresa, rimase immobile, finché lui non la raggiunse, stringendola tra le braccia tanto da alzarla da terra. Gli cinse il collo, nascondendo il viso nell’incavo del collo, sorridendo mentre stringeva tra le dita il colletto della giacca.
Lui si fermò, stringendola ancora, incurante di trovarsi in mezzo alla strada e sotto la pioggia. Le accarezzò i capelli bagnati, allontanandoli dal suo viso e la baciò a lungo, come aspettava di fare da una settimana.
“Mi sei mancata da morire.” Sussurrò sulle sue labbra.
“Anche tu.” Rispose lei, mentre ripercorreva con la mente gli avvenimenti di qualche ora prima.
Si strinse a lui, nascondendogli il viso contro il suo petto, mordicchiandosi il labbro perché no, si rifiutava di piangere di nuovo, ma era più forte di lei.
Erano lacrime di rabbia, verso se stessa e verso ciò che sarebbe potuto succedere con James...
Ma lui sorrise, interpretandole come lacrime di felicità. E lui era felice tanto quanto lei di rivederla e di poterla stringere di nuovo tra le sue braccia.
“Ti amo.” Disse, ancora contro la pelle della sua giacca.
“Anch’io Lyn, tantissimo.” Le baciò i capelli, prima di allontanarla appena per poterla guardare.
“Mi dispiace.” La baciò di nuovo “Scusa, amore. Avevi ragione, non avrei dovuto mentirti.” La baciò ancora “Non ti mentirò mai più, sarò sempre sincero al 100%.”
“Anche a me dispiace.” Riuscì a dire, prima che le desse un altro bacio “Io…”
… stavo per fare l’amore con James.
“No, tu avevi ragione, sono io che ho sbagliato.” La interruppe, prendendole le mani tra le sue per portarle alle labbra e baciarvi il dorso “Ecco perché, appena ci hanno detto che l’intervista di domani è saltata, io e Liam siamo corsi qui.”
Hayley guardò la Range Rover dietro di lui, trovandola vuota.
“E’ già da Hope.” Rispose alla sua domanda silenziosa.
Annuì, prima che la baciasse di nuovo e le cingesse le spalle, accompagnandola fino alla macchina.
Entrati nell’abitacolo, alzò il riscaldamento al massimo, ripartendo.
Lyn guardò fuori dal finestrino, la figura di James ancora in piedi sul portico, che li guardava allontanarsi.
Doveva dirglielo. Doveva essere sincera come lui aveva promesso di essere.
“Harry, io…” cominciò a dire, ma lui stava già parlando.
“Eri con Chris?” le aveva chiesto, approfittando di un pedone che attraversava per accarezzarle con il dorso della mano il braccio.
“Io…” sospirò, abbassando lo sguardo “Sì, ero con Chris.”


Ehilààà!?!

Vi scrivo dal bunker dove mi sono nascosta per evitare 
che mi picchiate a sangue dopo aver letto questo capitolo!
E siccome sono nascosta, ora vi svelerò un segreto...
Per come avevo immaginato la storia, questo doveva essere - anche se messo più in là -
l'ultimo capitolo. Solo che alla fine, Hayley sceglieva James.
Lei credeva alle parole di James e capiva che era innamorata di lui.
Insomma, Lyrry shippers, dovete ringraziare Hope e Summer (sempre quelle in carne ed ossa)
se adesso Harry e Lyn stanno ancora insieme!
NON ODIATEMI! *Faccia da cucciolo*

No, adesso, così, per curiosità,
possibile che non ce ne sia neanche una tra di voi a cui
ALMENO UN PO'
sto povero cristiano piace?
Tutte contro James?
Beh, certo, Harry... è pur sempre Harry! ;D

Aggiorno ad altre 4 recensioni!
Piccolo spoiler per il prossimo capitolo:


“Ora dovresti dire tu qualcosa.” Disse Hope, incrociando le gambe sulla sedia da ufficio.
Liam annuì “Lo so, è solo che ho paura di dire la cosa sbagliata.”
Alzando le spalle, Hope sorrise “Non può essere peggio di…”
“Ti amo.” La interruppe.
“Questo sarebbe il tuo inizio?” Alzò un sopracciglio.
Liam sospirò, passandosi una mano tra i capelli “No, è che… cioè, io volevo che tu lo sapessi, però… hai ragione, sono un… ricominciamo da capo?”
Hope sorrise divertita, annuendo “Vuoi l’aiuto del pubblico?”




 


Una vecchia foto di Lyn e James

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Capitolo 19
*** Liam - Mirrors ***


19 ~ Liam

Couse I don't wanna lose you
I'm lookin right at the other half of me.
Mirrors - Justin Timberlake 


“Hei, sono Hope. In questo momento non posso rispondere, perciò lasciate un messaggio e vi richiamerò. Se invece sei Liam, puoi anche andare al diavolo. BIP!”
Liam sospirò, rimettendo il cellulare in tasca. Ormai avrebbe potuto recitare ciò che diceva la sua segreteria telefonica a memoria, tante le volte che aveva risposto questa al posto della sua Hope.
Erano più di due settimane che non sentiva più la sua vera voce e, per quanto fosse imbarazzante, un paio di sere l’aveva chiamata, accontentandosi di sentire la sua voce registrata che lo mandava al diavolo prima di addormentarsi…
“Liam, ricominciamo!” lo avvertì Zayn, sorridendogli incoraggiante.
Annuì, posando il cellulare e raggiunse i suoi compagni sul palco per riprendere le prove.
 
Qualche ora più tardi, entrò un’assistente per avvisarli che le interviste radiofoniche previste per il giorno seguente erano state cancellate.
A Liam venne subito un’unica cosa in mente “Io vado da Hope.”
“Aspetta!” lo fermò Harry mentre stava già correndo giù dal palco verso la sua borsa “Vengo con te.”
Sapendo che anche lui aveva avuto qualche problemino con Hayley, accettò.
Salutarono tutti velocemente, uscendo nel parcheggio.
“Ti accompagno a casa, ci facciamo una doccia?” gli chiese Harry, salendo nella sua Range Rover.
Liam scosse la testa, allacciando la cintura nel sedile del passeggero “Tanto mi odia, non farà caso al mio odore comunque.”
In viaggio erano stati piuttosto silenziosi, ognuno perso nei propri pensieri.
Harry, una mano sul volante, si voltò per parlargli la prima volta dopo una sosta in una Autogrill “Sai già cosa le dirai?”
Liam scosse la testa, alzando le spalle “So già che dimenticherò tutto appena me la ritroverò davanti. E tu?”
“Neanche io lo so.” Sospirò, mettendo la freccia per entrare nella corsia di sorpasso “Però devo assolutamente vederla.”
Liam annuì, tornando a guardare la campagna oltre l’asfalto che scorreva davanti ai suoi occhi sempre più veloce.
 
“In bocca al lupo.” Lo salutò Harry, prima che chiudesse lo sportello della sua auto e partisse in quarta.
Liam gli sorrise, prendendo un respiro profondo e si voltò.
Aprì il cancelletto della villa, sistemandosi nervosamente la t-shirt con le mani. Discretamente, voltò il capo, per annusarsi, commentando tra i denti “Merda, avrei dovuto davvero farmi una doccia…”
Sbuffò, passandosi una mano tra i capelli e raggiunse la porta.
Un altro respiro e alzò il dito per suonare il campanello.
Ventisette… ventotto… venti…
La porta si aprì, facendolo sobbalzare leggermente “Oh, ehm… ciao, io sono…”
“Liam, lo so.” Rispose il fratello di Hope, poggiandosi alla porta “Se cerchi Hope mi dispiace, non è in casa.”
“Devo parlarle, è importante.” Insistette Liam.
“Immagino, ma non sto mentendo. Non c’è davvero.” Alzò le spalle l’altro.
“Ok e dove posso trovarla?” gli chiese, grattandosi la nuca.
Il ragazzo biondo scosse la testa “Non ha detto dove…”
“Ti prego, devo assolutamente parlarle!” Lo pregò, interrompendolo.
Sospirando, il ragazzo lo guardò serio “Mia sorella è stata una merda in questa settimana…”
“Anch’io.” Intervenne Liam.
“E starai molto peggio se farai qualche altro casino con lei.” L’avvertì.
Liam annuì, mordicchiandosi il labbro, nervoso.
“E’ alle piste.” Concluse il biondo, richiudendo la porta prima di ricevere un ringraziamento.
 
 
Liam non ricordava di aver mai corso così veloce in tutta la sua vita, mentre attraversava la strada e correva lungo il viale alberato del parco.
Si fermò solo un attimo, chinandosi, posando le mani sulle ginocchia per riprendere fiato.
Alzò la testa, accorgendosi di essere davanti al campo da basket sgangherato dove era venuto ad allenarsi la prima volta che era stato ad Holmes Chapel.
Passò una mano tra i capelli e si alzò, per tornare a correre, quando si accorse che la sua meta non erano più le piste.
Sdraiata su quella che una volta era la prima fila delle gradinate del campo stava una ragazza.
Riconobbe chiaramente la felpa nera con il simbolo di Batman, del resto, quella felpa era stata sua.
Pur avendo il viso coperto dal cappuccio, Liam seppe all’istante che quella era la sua Hope.
Prese un respiro profondo, passò le mani tra i capelli per sistemarli, poi sulla maglietta e infine si decise a muoversi.
Adagiato alla rete che delimitava il campetto, affianco al cancello, c’era il solito pallone da basket senza proprietario.
L’afferrò, entrando e corse per il campo palleggiando il più rumorosamente possibile, tirando a canestro.
Guardò la palla entrare nel cerchio di metallo e ricadere a terra, prima di voltarsi verso le gradinate.
Hope, poggiata ai gomiti dietro la schiena, era rivolta nella sua direzione.
“Oh, Hope, non ti avevo vista!” Mentì Liam, sorridendo “Che coincidenza, non trovi?”
Lei scosse la testa, rinfilando l’auricolare dell’iPod e tornò a sdraiarsi “Va al diavolo, Liam.”
Sospirando, Liam riprese il pallone, palleggiando in attesa di trovare qualcosa da dire.
Si voltò verso il canestro, fece tre passi e tirò di nuovo. Un altro canestro.
Guardando verso di lei, la trovò ancora intenta a fissare le nubi nere sopra le loro teste, le ginocchia piegate nei leggins bianchi e neri.
Riprese per la terza volta il pallone, ritirò a canestro e segnò di nuovo.
Nessun risultato.
Si schiarì la gola, allargando le braccia “Sai, mi annoio a giocare da solo.”
“Problemi tuoi.” Rispose lei, secca.
“Allora mi senti…” La provocò, ridacchiando.
Hope voltò il viso, alzò la mano e gli mostrò il medio.
Liam annuì, alzando le mani in segno di resa “D’accordo, come non detto…”
Si sedette sul cemento rossastro a gambe incrociate, tenendo la palla tra queste per appoggiarcisi con le braccia conserte. La guardò per qualche secondo, mentre rimaneva immobile, lo sguardo rivolto al cielo.
Alzò anche lui lo sguardo “Pensi che pioverà?”
La sentì sbuffare, senza rispondere.
“Spero proprio di no, non ho portato l’ombrello.” Continuò imperterrito Liam “Tu ce l’hai l’ombrello?”
Piegando un braccio e posando l’altro sul gomito sinistro, gli fece il gesto dell’ombrello.
“Ok, questa te l’ho servita sul piatto d’argento, lo ammetto.” Ridacchiò lui “Però tu hai un cappuccio, io non ho neanche quello. Avrei dovuto prenderlo, è vero, ma sono corso qui non appena ho potuto. Per… venire da te.”
Hope non accennò a nessun gesto, né parola.
“Se vogliamo essere sinceri quella felpa è mia, poi.” Aggiunse.
Sbuffando, Hope si alzò a sedere e, con un gesto seccato, prese l’orlo della felpa tra le mani per sfilarla.
Rimasta solo con una t-shirt, lanciò la felpa giù dagli spalti, per terra.
Liam alzò le spalle “Potevi tenerla.”
“Speravo di farti star zitto così.” Commentò lei.
“D’accordo, d’accordo, sto zitto.” Alzò le mani, imitando la chiusura di una zip sulle labbra.
Rimasero in silenzio qualche minuto. Lui guardava lei, lei guardava il cielo.
“Non è che ti va di giocare, aspettando che piova?” Ruppe il silenzio lui, ricevendo in risposta solo uno sbuffo.
Si alzò, pulendo la polvere dai jeans e prese a palleggiare “Mi lasci a giocare da solo?”
In tutta risposta, Hope si voltò, dandogli le spalle.
Sbuffando, Liam fece qualche palleggio e tirò di nuovo a canestro. Lo fece un’altra volta e una terza.
Sospirando, si girò verso di lei e, con un colpo deciso, lanciò la palla sugli spalti, colpendola in pieno.
“Ahi!” esclamò lei, alzandosi a sedere.
“E dai Hope, vieni a giocare con me!” Allargò le braccia, sorridendo divertito “Vengo a prenderti, altrimenti.”
Come a dirle che non scherzava, mosse un passo e Hope scattò in piedi, sbuffando.
Scese gli scalini delle gradinate lentamente, fino a mettersi di fronte a lui.
“Palla mia.” Affermò, strappandogliela dalle mani “E levati quel sorrisetto dalla faccia.” Aggiunse, senza riuscire a nascondere il suo.
“Agli ordini!” commentò Liam, mordicchiandosi il labbro.
 
 
 
“Ti sto solo lasciando vincere, lo sai vero?” commentò Liam, assistendo al canestro di Hope.
Alzando un sopracciglio, Hope recuperò la palla “Fammi vedere quello che sai fare, allora.”
Detto questo, strinse la palla al petto e corse verso il canestro.
“Hei, è sleale!” La rincorse lui.
Hope rise, continuando a correre, finché lui non le si avvicinò e le cinse la vita da dietro.
La spinse di lato, colpendo la palla con la mano libera, facendogliela cadere.
“Anche questo è sleale!” si lamentò lei, che venne lasciata in malo modo.
Liam rispose con una risata divertita, recuperando al volo la palla per avvicinarsi al canestro.
Prima che potesse lanciare, con le braccia già alzate a tenere la palla, Hope, da dietro, saltò per colpire la palla e fargliela cadere. Ridacchiando, approfittò del momento di sorpresa del ragazzo per correre, recuperare la palla, sfuggirgli, lanciare e segnare il canestro della vittoria.
Esultando, si lasciò cadere a terra, riprendendo fiato sonoramente.
Chiuse gli occhi, inspirando ed espirando profondamente per qualche secondo.
Quando li riaprì, voltò il viso, trovando Liam steso affianco a lei che la guardava.
“Sei bellissima, Hope.” Disse, incatenando i loro sguardi “Mi sei mancata da morire.”
Hope sorrise amaramente, tornando a guardare il cielo “Risparmia le smancerie per la tua ragazza.”
“Danielle non è più la mia ragazza da Agosto. Molto prima che ci conoscessimo, insomma.” Ribatté lui, continuando comunque a guardarla.
“Sì, certo. E’ per questo che vi scrivete quasi quotidianamente su Twitter, non è vero?” Commentò lei “Non che io controlli ogni giorno, ovviamente…”
Passandosi la lingua sulle labbra, Liam nascose un sorriso “E’ solo una trovata dei manager.”
La vide aggrottare le sopracciglia, ma non si voltò verso di lui “In che senso?”
“Nel senso che tra qualche settimana uscirà il nuovo album e non vogliono rischiare che la nostra separazione influisca sulle vendite.” Spiegò lei “Hanno paura che le fan di Danielle non compreranno più il cd.”
“Essere un’arrampicatrice sociale porta ad avere fan?” Commentò sprezzante Hope “Questa mi è nuova…”
Liam rise, pizzicandole il fianco “Sei tremenda…”
“E tu sei uno stronzo.” Replicò lei, facendogli la linguaccia.
“Ma non sono un bugiardo.” Disse lui, serio “Non lo ero quando dicevo di amarti e non lo sono neanche ora che ti dico che tra me e Danielle non c’è nulla.”
“Dovrai fingere di stare con lei per sempre?” gli chiese.
“No, dopo l’uscita del cd, sarò tutto tuo.” Rispose, ammiccando “Sempre se mi vorrai ancora.”
“Sono stata malissimo queste ultime settimane.” Aggrottò le sopracciglia, guardandolo “Credevo che tutto quello che c’era stato tra di noi non contasse nulla per te. Che io fossi stata solo un passatempo.”
“Non è così, te lo giuro.” Si affrettò a dire “E queste settimane sono state terribili anche per me.”
“Mi ami, Liam?” Gli chiese, puntando i suoi occhi azzurri in quelli di lui.
“Come nessun’altra prima.” Annuì lui.
Hope lasciò che il guscio protettivo intorno a lei si sgretolasse, lasciandosi scappare un singhiozzo “Mi sei mancato così tanto…”
Liam le fu subito accanto, cingendole la vita con un braccio per attirarla a sé “Anche tu, Hope.”
Posò la mano libera sulla sua guancia e gliel’accarezzò, scivolando sulla nuca per avvicinarla ulteriormente fino a posare le labbra sulle sue.
La baciò con urgenza, perché le era mancata da morire.
La baciò con dolcezza, perché sentì una lacrima solcarle la guancia e non voleva che piangesse.
La baciò con passione, perché aveva ritrovato la sua Hope e non aveva alcuna intenzione di lasciarla più andare.
La baciò nonostante le prime gocce di pioggia cadevano sui loro visi e sui loro vestiti.
Nessuno dei due se ne curava, perché erano in un’altra dimensione, dove esistevano solo loro due e quel bacio.
Quando la pioggia cominciò a farsi più insistente Liam si alzò su un gomito, spostandosi verso di lei, fino a sovrastarla, riparandola con il suo corpo.
Hope gli allacciò le braccia intorno al collo, attirandolo a sé ancora di più, passandosi i capelli corti tra le dita.
“Ti amo.” Sussurrò, lasciando solo per un attimo per poterlo guardare.
Il sorriso che si aprì sul viso di Liam le fece battere il cuore all’impazzata e il bacio che seguì le fece mancare il fiato.
Intanto, la pioggia aumentava, finché divenne impossibile ignorarla.
Liam si alzò, allungandole le mani per aiutarla ad alzarsi. Quando le fu di fronte, sorrise, alzando le spalle “Te l’avevo detto che stava per piovere.”
Hope sorrise, si alzò sulle punte e lo avvicinò a sé afferrando il colletto della maglietta. E lo baciò di nuovo, cingendogli il collo. Lui la strinse a sé, passandole le braccia dietro la vita, finché non si ritrovarono con il petto di uno incollato al petto dell’altra.
Sentendola rabbrividire, si allontanò “Dobbiamo trovare un riparo.”
Hope annuì, prendendogli la mano “Vieni con me.”
Recuperarono la felpa di Batman che aveva lanciato poco prima e poi corsero lungo il viale alberato del parco, schivando le pozzanghere.
“Porca miseria, le Converse nuove!” imprecò Hope.
Liam rise, afferrandola per portarsela tra le braccia. Lei, sorpresa, lanciò un urletto, ma poi non si lamentò, accoccolandosi a lui, cercando di coprire le teste di entrambi con la felpa.
Gli indicò dove andare una volta usciti dal parco e, attraversata la strada, si ritrovarono davanti ad un prefabbricato quadrato.
A quel punto Hope scese a terra, riprendendo la mano di Liam “Seguimi!”
Corsero lungo il perimetro dell’edificio, fin sul retro e poi Hope aprì la porta che serviva da uscita d’emergenza.
“Sicura che possiamo entrare?” le chiese lui, seguendola.
“Sì, tranquillo. Ce l’ha fatto vedere James, ci veniamo sempre…” Rispose lei, entrando.
Si ritrovarono al buio all’interno, una volta chiusa la porta alle loro spalle.
“Non mi hai portato nella caverna di un mostro per vendicarti, vero?” Bisbigliò Liam.
Hope rise e la sua risata riecheggiò all’interno dell’edificio “No.”
Si alzò sulle punte, reggendosi sulle sue spalle e, a tentoni, prima lo baciò sul mento, poi trovò le sue labbra.
Sentì le mani di Liam posarsi sui suoi fianchi e attirarla a sé.
Le sue labbra si incresparono in un sorriso, prima di allontanarsi appena per sussurrarle “Allora che ci facciamo qui, piccola trasgressiva?”
“Aspettami qui, vado a cercare l’interruttore della luce.” Rispose lei, allontanandosi.
Mentre si avvicinava al muro, dove sapeva ci fosse il quadro elettrico, sentì un rumore alle sue spalle, di qualcosa che cadeva a terra.
Aggrottando le sopracciglia, chiese “Liam? Tutto ok?”
“Sì, sono solo… inciampato.” Ammise, rialzandosi.
Hope rise, scuotendo la testa, e continuò a cercare.
“E’ una mia impressione oppure qui c’è odore di…” Liam dovette interrompersi, perché la luce improvvisa gli fece chiudere gli occhi per abituarsi.
Quando li riaprì, inarcò le sopracciglia, sorpreso “… cloro.”
“Beh, di solito, in ogni piscina c’è del cloro.” Commentò Hope, posando le mani sui fianchi.
Liam rise, passandosi una mano tra i capelli bagnati “Mi hai portato in piscina?”
Hope alzò le spalle “Era vicina e poi, siamo comunque bagnati. Ho pensato che magari ti andasse di fare un tuffo…”
Qualunque cosa stesse per risponderle, Liam si interruppe e la guardò sfilarsi la t-shirt. Hope, mordicchiandosi il labbro divertita, alzò la testa e ammiccò, facendo scivolare i leggins lungo le gambe.
Rimasta in intimo, portò le mani sopra la testa e si tuffò in acqua.
Quando riemerse, poco lontana da dove stava Liam, passò una mano tra i capelli, allontanandoli dal viso.
“Ti sei tagliata i capelli?” le chiese, togliendosi la maglia.
“Te ne sei accorto presto…” ridacchiò lei, guardandolo sfilarsi anche i pantaloni.
“Scusa, ero troppo occupato a supplicarti di perdonarmi.” Commentò lui, tuffandosi.
“L’hai detto tu stesso, quando finiscono le storie d’amore si ricorre al taglio di capelli.” Rispose lei.
“Ma la nostra storia non è finita.” La raggiunse, cingendole la vita.
“Ho temuto che lo fosse.” Ammise lei, abbassando il viso.
Le baciò la guancia, sussurrandole all’orecchio “Non ti avrei mai lasciata andare. Ti amo troppo.”
Hope gli cinse il collo, sorridendo “Anch’io ti amo.”
Le si avvicinò, posando le labbra sulle sue. Gliele accarezzò piano, dolce, senza la fretta e l’urgenza che avevano avuto per i loro baci in precedenza, stringendola a sé.
“Per quanto resti?” Gli chiese.
“Per sempre.” Rispose lui, baciandole la punta del naso.
“Intendevo in città.” Rise.
“Oh! Fino a domani.” Rispose lui, ridendo.
“E al mio fianco?” Domandò lei, giocando con le dita a tracciare il contorno della sua mascella.
Liam si lasciò accarezzare le labbra, baciandole i polpastrelli “Fino a quando mi vorrai nel tuo cuore.”
“Allora concordo con quello che hai detto prima.” Sussurrò lei, sostituendo le dita alle labbra “Per sempre.”

Ehilààà!?!

Scusa, il mio ritardo è imperdonabile, lo so...
Ma questo capitolo proprio non voleva saperne di "venire al mondo"!
L'ho scritto, cancellato e riscritto da capo... 3 volte!
(Infatti, lo spoiler che ho messo nel capitolo precedente,
era una scena che poi ho cancellato...)
Spero che il risultato vi sia piaciuto!

Il prossimo capitolo avrà come protagonista...
Harry... E James!

Io ancora devo scriverlo, quindi voi avete tutto il tempo per commentare!
Aggiorno a quattro recensioni.

Un bacio,
AngelWithoutWings.


 

 Hope e il suo nuovo taglio di capelli. <3

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Capitolo 20
*** Harry vs James - Hate to see your heart break ***


20 ~ Harry vs James

And I,
I hate to see your heart break
I hate to see your eyes get darker as they close
But I've been there before

For all the air that's in your lungs
For all the joy that is to come
For all the things that you're alive to feel,
Just let the pain remind you hearts can heal

Hate to see your heart break - Paramore

 

 
“Hei, Harry, qual buon vento?” lo accolse Chris, aprendogli la porta.
“Ho fatto un casino.” Rispose Harry, l’espressione seria che fece preoccupare Chris.
Entrarono, sedendosi sul divano. Chris spense la tv sintonizzata su un canale sportivo e offrì un pacchetto di patatine all’ospite, che scosse il capo, ringraziandolo.
Quando Harry si sfilò la giacca, posandola sul bracciolo del divano, Chris gli chiese “Se sei qui, vuol dire che c’entra Hayley, giusto?”
Harry annuì, passandosi una mano tra i capelli “Ecco, oggi pomeriggio, a casa sua…”
 
Seduti sul suo letto, Harry con la schiena poggiata alla spalliera e Lyn contro il suo petto, il pc poggiato sulle sue gambe. Era divertente scoprire di più sul suo ragazzo alternando le domande alle ricerche su google.
“Quindi sei sicuro di non essere gay?” Gli chiese, guardandolo con occhio critico.
Harry alzò gli occhi al cielo, sospirando “Se sto con te, come faccio ad essere gay?”
“Qua c’è scritto che pure l’ex di Louis, là… Eleanor, in realtà era una…” provò a ribattere.
Harry le prese il viso tra le mani, interrompendola quando posò le labbra sulle sue. Gliele fece socchiudere da subito. L’avvicinò a sé, premendo dietro la nuca e le accarezzò i denti con la lingua, prima di farle incontrare la sua, continuando a baciarla appassionato.
Si allontanò, godendosi l’espressione piacevolmente sorpresa di Hayley “Convinta?”
“No, aspetta, ho ancora dei dubbi...” sorrise lei, mordicchiandosi le labbra. Allontanò il computer e si voltò verso di lui, sedendoglisi in braccio, le gambe ad intrecciargli la schiena.
Harry sorrise sghembo, stringendola a sé e la baciò di nuovo, dimenticandosi in poco tempo delle ricerche su internet sul suo conto.
Lyn adesso era stesa di schiena e il corpo di Harry sovrastava il suo, impegnato a baciarle il collo.
“E che mi dici di tutte queste fan fiction?” Gli chiese, accarezzandogli i capelli.
“Sono delle storie che le fan inventano su di noi.” Le rispose, catturandole le labbra in un bacio per riavere la sua completa attenzione.
“Le hai… mai… lette?” riuscì a dire, tra un bacio e l’altro.
“No.” Sbuffò, baciandole il profilo del viso per cercare di distrarla.
“Perché Hope ne ha lette alcune e ha detto che…” insistette Lyn.
Harry alzò gli occhi al cielo, rotolandosi su un fianco, sbuffando di nuovo “Ha detto che?”
“Ha detto che ce ne sono alcune in cui… sì, insomma… in cui la protagonista fa l’amore con uno di voi. Scene esplicite, intendo.” Disse Lyn, voltandosi con il viso per guardarlo “Non ti da fastidio?”
Harry alzò le spalle, guardandola “No, a te sì?”
“Beh, un po’ sì.” Ammise, giocherellando con il colletto della maglietta “Non mi fa impazzire l’idea che chissà quante ragazze, in chissà quante lingue scrivano scene di sesso con il mio ragazzo come protagonista.”
Harry le sorrise, avvicinandosi per baciarle la punta del naso.
“Se poi ci aggiungi che le stesse ragazze che scrivono ti salterebbero addosso quando ti incontrano ai vostri concerti…” Imbronciò le labbra, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo.
“Già, paradossalmente, l’unica che non me la da è la mia ragazza.” Si lasciò sfuggire.
Si rese conto di quello che aveva detto non appena vide lo sguardo furente della sua ragazza.
Ma, a quel punto, era troppo tardi per riparare.
 
“Ti prego, dimmi che non l’hai detto davvero.” Commentò Chris, scuotendo la testa.
“Mi dispiace, non so neanche io come ho fatto a lasciarmi scappare questa battuta infelice, non volevo!” Si giustificò Harry.
“E lei, cosa ha fatto?” Lo guardò, preparandosi al peggio.
“Ha dato di matto.” Rispose.
“Beh, il fatto che sia arrivato qui con le tue gambe è già una cosa buona.” Constatò Chris “Ti ha fatto del male?”
Harry rise, scostandosi i capelli “Eravamo sul letto, si è limitata a cacciarmi a forza di cuscinate e insulti.”
Chris annuì, convenendo “Sei stato fortunato, allora.”
“Posso chiederti una cosa?” si fece serio di nuovo.
Chris annuì, così continuò “A te ha mai detto niente… su noi due… intendo,sul… sesso?”
“Ah no, mi dispiace, se vuoi sapere quanto ti ha dato da uno a dieci devi chiedere a Summer o Hope, io non voglio sapere niente!” Alzò le mani Chris, coprendosi le orecchie.
“No, non volevo dire questo!” rise Harry “Il punto è che, non c’è… niente a cui dare voti.”
“Cioè tu e lei… in tre mesi… Niente?” Chiese Chris.
Harry scosse la testa “Io non capisco che cosa c’è che non va.”
“Stiamo parlando di te o di lei?” Si accertò Chris.
L’altro alzò un sopracciglio, con espressione ovvia, e Chris annuì “Di lei, ho capito. E perché?”
“Perché, perché ogni volta che…”
 
Due weekend prima.
Harry si buttò sul letto, sospirando.
Lyn sorrise, guardandolo, mentre posava affianco alla scrivania le buste con gli acquisti.
“Ricordami di inventare una scusa, la prossima volta che tu e le tue amiche volete fare shopping con i vostri fidanzati.” Disse, guardandola sedersi affianco a lui.
Gli posò una mano sul petto, accarezzandolo “Ti sei stancato, cucciolo?”
Harry annuì, sporgendo il labbro inferiore, imitando una vocina da bambino “Tanto…”
Gli si sedette a carponi, tenendosi con le mani al materasso e gli si avvicinò, baciandolo a fior di labbra “Adesso mi prendo io cura di te.”
Si scostò, mettendosi a sedere al centro del letto, dicendogli di levarsi le scarpe e sedersi davanti a lei. Seguendo le sue istruzioni, si mise a gambe incrociate davanti a lei.
Lyn posò le mani sulle sue spalle, massaggiando queste e il collo. Quando incominciò a baciarlo dietro l’orecchio, Harry si lasciò sfuggire un sospiro, reclinando la testa.
“Levati la maglia.” Sussurrò.
Senza farsi domande, Harry prese l’orlo della maglietta a maniche lunghe e la sfilò con un gesto fluido.
Lyn si mordicchiò il labbro, guardando quelle spalle muscolose per cui aveva un debole e tornò a massaggiarle.
Posò il mento sulla spalla sinistra, baciandola e gli cinse il collo con le braccia “Mi piacciono da morire le tue spalle.”
Harry rise, compiaciuto “Perché, davanti non ti piaccio?”
Lyn ammiccò, abbassando una mano ad accarezzargli il petto, poi gli addominali “Sì, anche qui davanti non posso lamentarmi.”
“Se ti levi anche tu la maglietta, ti faccio vedere cosa piace a me.” Sussurrò lui, accarezzandole la guancia con le labbra.
Hayley ridacchiò, mordendosi il labbro e tornò a guardarlo “Credevo che fossi stanco.”
“Sì, ma il tuo massaggio fa miracoli.” Ammiccò.
Lyn si allontanò, facendolo voltare per poterla guardare “Beh, io invece sono parecchio stanca.”
“Vuoi un massaggio anche tu?” le si avvicinò, baciandola a stampo.
“No grazie. Preferisco andare a dormire.” Lo liquidò, afferrando il pigiama sotto il cuscino per poi sparire in bagno.
Harry sospirò, passandosi una mano tra i capelli e si lasciò cadere sul letto.
 
 
Il weekend precedente.
“Harry, Harry!” lo svegliò Lyn, scuotendogli la spalla.
Mugolando, Harry aprì gli occhi, abituandosi alla luce dell’abatjour “Che succede, amore?”
“Mi stavi palpando le tette nel sonno, amore.” Rispose lei, un misto tra l’essere divertita e l’essere scocciata.
“Che cosa?” gracchiò Harry, aggrottando le sopracciglia “Lyn, mi… mi dispiace… io…”
“Beh, non voglio sapere che cosa stessi sognando.” Ammiccò lei “Però forse è meglio se per stanotte tu dormi nella tua metà e io nella mia.”
Prima che potesse protestare, Lyn aveva già spento la luce e voltato le spalle.
 
La sera prima.
“Mi sei mancato da morire, cucciolo.” Gli sussurrò all’orecchio.
“Anche tu Lyn, tantissimo.” Le disse, tornando a baciarla.
Lei gli cinse il collo con le braccia e i fianchi con le gambe, spingendolo contro di sé sul divano.
Rimasero nel salone, la televisione accesa ma ad un volume minimo e continuarono a coccolarsi sul divano, riempiendo la stanza degli schiocchi dei loro baci e dei loro sospiri.
Harry, cautamente, le alzò la maglietta su un lato, posandole la mano sulla pelle morbida e calda del suo fianco. Aspettandosi che lo fermasse, si stupì quando non ricevette nessun divieto.
Anzi, continuando a stringerlo, Lyn gli stava lasciando una scia di baci lungo il profilo della mascella.
Abbassò di nuovo il viso e lo nascose nell’incavo del suo collo, baciandola. Intanto, sempre con cautela, alzò la mano sotto la maglietta.
Ancora, lei non si stava opponendo.
Alzò gli occhi al cielo, mimando con le labbra “Grazie!”
Allora si puntellò su un gomito, sistemandosi con il braccio per sistemarsi meglio su di lei, ma finì per posarsi sul telecomando, cambiando canale.
Non sprecò tempo a guardare la tv, avvicinandosi di nuovo alla sua ragazza per tornare a baciarla, ma Lyn lo fermò “Harry, guarda: Titanic!”
Harry alzò lo sguardo da lei, sintonizzandolo sulla tv “E allora, lo sai a memoria, non dirmi che vuoi vederlo.”
“Certo che voglio vederlo!” ribatté lei, spingendolo per farlo allontanare.
“Ma…” provò a protestare Harry, prima che lei lo interrompesse, baciandolo appena sulle labbra.
“Cucciolo, io ti amo e amo stare con te. Però devi essere cosciente di una cosa.” Disse, seria, accarezzandogli la guancia mentre si rimetteva seduta composta affianco a lui.
“Cioè?” aggrottò le sopracciglia.
“Io non ti amerò mai quanto Leo Di Caprio.”
 
Chris scoppiò a ridere, battendo le mani, finché lo sguardo seccato di Harry lo fece smettere “Ok, scusa.”
Si riprese, mettendosi a sedere composto. Si schiarì la gola, proponendo “Adesso, vado a parlarle e poi la porto qui, ok?”
“Grazie, Chris.” Gli sorrise, annuendo “Quindi, ti aspetto qui?”
L’altro si alzò, avvicinandosi all’attaccapanni “Non so quanto potrebbe volerci per convincerla, intanto puoi guardare la tv, mangiare, -ma stai alla larga dai biscotti con l’etichetta Chris!- Insomma, fa come se fossi a casa tua.”
Prese le chiavi ed uscì, lasciandolo solo.
Almeno, così credeva Harry.
Si alzò, raggiungendo la cucina per versarsi un bicchiere d’acqua. Quando lo riposò affianco al lavandino, saltò per la sorpresa, ritrovandosi davanti James.
Questo lo salutò, con un cenno del capo “Hei.”
“Hei.” Ripeté Harry.
Da quando stava insieme a Hayley i rapporti tra lui e James erano migliorati. O almeno, fingevano di non odiarsi ogni volta che uscivano in gruppo. Di certo non erano amici e non lo sarebbero mai stati.
“Non sapevo che fossi in casa.” Disse Harry, poggiandosi con le spalle al frigorifero.
“Ero di sopra.” Alzò le spalle James, poggiandosi al tavolo.
Rimasero qualche secondo in silenzio, prima che parlasse di nuovo “Posso darti il mio parere?”
Harry aggrottò le sopracciglia “Su cosa?”
James fece un mezzo sorriso, alzando le spalle e il suo interlocutore capì che aveva sentito la discussione con Chris e non poté non sentirsi in imbarazzo. Lui era l’ultimo che avrebbe voluto fosse al corrente dei suoi problemi con Lyn. Almeno, di quel tipo di problemi…
Lo incitò ad andare avanti con un gesto del capo “Sentiamo.”
“Secondo me il problema sei tu.” Disse “Hai mai pensato che magari, semplicemente, lei non vuole fare l’amore con te.
Harry strinse i pugni nelle tasche dei jeans, schiarendosi la gola “Quindi, tu e lei non avete mai avuto problemi…”
“Già.” Annuì James “L’abbiamo fatto per la prima volta al primo appuntamento.”
Harry si passò la lingua sulle labbra, nervoso “Magari vuole aspettare per non rifare due volte gli stessi errori.”
“O magari vuole rifarli ma non con te.” Ripeté James, ghignando.
Harry aggrottò le sopracciglia “Che vuoi dire?”
“Voglio dire che io e Lyn abbiamo fatto l’amore.”  James si alzò, scendendo dal tavolo “Mentre voi eravate già insieme.”
“E ti aspetti che ci creda?” ribatté Harry, alzando un sopracciglio.
L’altro lo ignorò, continuando a parlare “Tu e Hayley avevate litigato perché tu eri stato visto a cena con un'altra, qualche tempo fa, giusto? Pensaci, quel giorno sei tornato ad Holmes Chapel e l’hai trovata che usciva da qui. Giusto?”
Harry si limitò ad annuire.
“Lei era venuta a cercarmi. Le ho aperto la porta e stava piangendo. Per colpa tua.” Lo accusò.
“E tu hai colto l’occasione al balzo, no?” Si difese Harry, lasciando l’appoggio del frigo.
“Oh no, io non ho fatto assolutamente niente, credimi. Io la stavo semplicemente consolando.” Sorrise James, ormai ad un passo da lui.
“E’ stata lei ad avvicinarsi, è stata lei a baciarmi ed è stata lei che mi si è seduta in braccio e mi ha pregato di fare l’amore con lei.” Continuò, fissando gli occhi azzurri in quelli di Harry.
“Lei. E’. La. Mia. Ragazza.” Scandì bene le parole, assottigliando gli occhi.
“Ma lei voleva me.” Replicò James, la stessa espressione.
“Non me ne frega un cazzo!” esclamò Harry, puntandogli l’indice sul petto “Tu devi farti da parte.”
“Lo farei, davvero. Mi sarei tirato indietro anche quel pomeriggio, se lei non avesse insistito…” Recitò James, posando una mano sul cuore, allontanando quella di Harry “Solo che poi lei ha cominciato a levarsi i vestiti ed è tornata a baciarmi, a chiedermi di prenderla. E i suoi occhi sono bellissimi, con quella luce particolare, in quei momenti. Lo sai, è impossibile resist… Ah no, giusto, tu non lo sai come sono i suoi occhi mentre fate l’amore perché lei a te non l’ha mai data.”
Harry non ci vide più, alzò il pugno e colpì con tutta la rabbia che aveva in corpo lo zigomo di James, facendolo barcollare. Questo si riprese subito, restituendogli il colpo, sbattendolo di nuovo contro il frigo.
“Non provare più a toccarla.” L’avvisò Harry, spintonandolo.
James l’afferrò per le spalle e, con uno spintone, lo buttò a terra, gettandosi su di lui “Lei era mia, era tutto perfetto e poi sei arrivato tu a rompere i coglioni!”
“Bravo, ERA!” ribatté, parando due colpi prima di colpirlo a sua volta con il gomito.
Lo afferrò per le spalle come aveva fatto lui e lo spinse di lato, a terra, sovrastandolo per colpirlo di nuovo “Lei ha scelto di stare con me!”
“Ma ha scelto di fare l’amore con me!” si difese James, cercando di colpirlo con il ginocchio su un fianco.
“Lei ama me!” ribatté l’altro, riatterrandolo.
James alzò di nuovo la gamba, stavolta dandogli una ginocchiata dritta ai ‘gioielli di famiglia’, che fece piegare Harry dal dolore e lui lo spinse al lato “Tanto non ti servono, no?”
Si rialzò su di lui e lo guardò, ghignando “Continua pure ad essere l’amore della sua vita che io continuo a scoparmela.”
“Io ti ammazzo!” lo minacciò Harry, rialzandosi, prima che sentissero Chris urlare dal salone.
Corse a separarli, spingendo via James da Harry, non prima che quest’ultimo riuscisse a dargli un’altra gomitata sul naso, facendogli perdere sangue.
“Che cazzo state facendo?” urlava Chris, mettendosi tra i due, una volta in piedi.
“Harry! James!” esclamò Lyn, raggiungendoli “Ma che succede?”
Si avvicinò ad Harry, prendendogli il viso livido tra le mani, ma lui, con un gesto seccato, l’allontanò.
“Non hai niente da dirmi?” la guardò, in tono accusatorio.
Hayley guardò prima lui, poi James e non le ci volle molto per capire il motivo della rissa “Harry… io…”
Ed Harry ebbe la conferma che James aveva ragione.
Lui e Hayley avevano fatto l’amore.
La sua Hayley, aveva voluto che fosse James ad averla, piuttosto che lui.
Le aveva promesso che sarebbe stato sempre sincero, ma lei non lo era stata.
Al contrario, l’unico a dire la verità era stato James.
“Lascia stare, non serve che tu dica niente.” La interruppe, la mascella serrata, le sopracciglia aggrottate.
“No, aspetta, dove vai?” Gli si parò davanti, bloccandogli il passaggio attraverso la porta.
“A casa.” Rispose lui, secco “Fammi passare.”
“No, aspetta!” provò a fermarlo, prima che la spingesse con la spalla e la superasse, diretto alla porta “Io posso spiegarti, ascoltami!”
“Non c’è niente da spiegare, Lyn.” Si infilò la giacca, aprendo la porta.
Prima che potesse uscire, Hayley gli cinse la vita da dietro, stringendosi a lui. La sentì singhiozzare contro le sue spalle, prima di riuscire a parlare “Mi dispiace Harry, ti prego, ascoltami. Io… io ti amo.”
Harry sospirò, allontanando le sue mani “Ti prometto che parleremo. Non oggi. Domani, o la settimana prossima, ma non oggi. Non ce la faccio.”
Si voltò, guardandola e le baciò la fronte. Poi se ne andò sentendola piangere e richiamarlo, camminando velocemente senza voltarsi.
 
Lyn si voltò, trovandosi di fronte James e gli corse incontro, tempestando il suo petto di pugni “Perché glielo hai detto!?!”
“Perché tu non gliel’hai detto.” Rispose semplicemente lui, prendendole le mani.
Chris chiuse la porta, facendola sbattere.
“Cazzo, non ci sto capendo un cazzo di niente, mi dite che cazzo succede in questa cazzo di casa!?!” sbraitò, gesticolando “Lo sapete che se mi arrabbio mi fate diventare volgare, cazzo!”
“Ho sentito te e Harry che parlavate e mi sembrava giusto dirgli che io e Lyn avevamo quasi fatto l’amore a gennaio, quando loro stavano già insieme.” Rispose James “Lyn, non credevo che reagisse così.”
“Ma… ma tu gli hai detto che non è successo nie-…” fu interrotta da un botto alle loro spalle.
“Chris!?!” esclamò, guardandolo per terra.
“Cazzoculo, che cosa avete fatto!?!” gracchiò, steso a faccia in giù sul tappeto.
“Niente.” Rispose di nuovo James, prima di tornare a parlare con Hayley, prendendole le spalle “Lyn, io continuavo a ripetergli che non è successo niente, gli ho detto che ci siamo solo baciati e che le cose sarebbero potute andare oltre, ma che tu mi hai fermato. Non gli ho detto neanche che eri mezza nuda.”
Prima che Hayley rispondesse, arrivarono altre imprecazioni colorite da dietro il tavolino da thé, dove giaceva Chris.
Hayley sospirò, tirando su con il naso e annuì “Vieni, ti aiuto a disinfettare queste ferite.”
James le sorrise appena, prendendole la mano e la seguì in bagno mentre Chris mandava a quel paese la gamba del tavolo contro la quale aveva dato una capocciata.
“Ma porca… tutte a me oggi!?!” fu l’ultima cosa che sentirono mentre salivano le scale, facendo ridere entrambi.
Hayley fece mettere seduto James sul bordo della vasca, mettendo del disinfettante su un pezzo d’ovatta prima di passarlo sulle ferite che aveva in viso e pulire il sangue sotto il naso.
“Avrei dovuto dirglielo, quella sera stessa.” Singhiozzò, mentre gli tamponava il labbro spaccato “Ha ragione ad essere arrabbiato con me.”
James sospirò, con un’espressione preoccupata da Oscar “No, Lyn.” Le fermò la mano, prendendo il pezzo d’ovatta per lanciarlo nel lavandino. La fece sedere sulle sue gambe, abbracciandola “Sono io che avrei dovuto stare zitto, hai ragione. Non volevo che succedesse tutto questo. Mi sento così in colpa, ma vedrai che si sistemerà tutto, ti starò vicino.”
Lyn gli cinse il collo, stringendosi a lui mentre piangeva “Grazie, James.”
Un nuovo colpo di genio lo folgorò, facendogli mordicchiare il labbro per nascondere un sorrisetto “Lyn, io… devo dirti un’altra cosa…”
Gli si allontanò appena, passando l’orlo della manica sotto gli occhi, per asciugare le lacrime “C- cosa?”
“Io ho provato a difenderti e a prendermi tutta la colpa, quando mi ha attaccato…” sospirò, addolorato “Ma lui, ha continuato a colpirmi, dicendo…”
“Dicendo?” singhiozzò Hayley.
“Harry ti ha dato della puttana, Lyn.” Confessò, alzando lo sguardo su di lei.
Vide i suoi occhi spalancarsi per la sorpresa, poi chiudersi e lasciar affluire nuove lacrime sul suo viso. Si strinse a lui, singhiozzando più forte, stringendogli la maglia tra le dita “Lo sono…”
“No, Hayley, tu… è stata solo colpa mia. Tu eri triste, arrabbiata con il tuo ragazzo e io non avrei dovuto dirti tutte quelle cose, non avrei dovuto baciarti. E’ solo colpa mia.” Le accarezzò la schiena, baciandole i capelli.
Le prese il viso tra le mani, asciugandole le lacrime con il dorso della mano “Ho sbagliato quel pomeriggio, ho sbagliato anche quando stavamo insieme, ma io non ti ho mai dato della poco di buono e non ci ho visto più quando lui ha detto…”
“Oh! Che cazzo state facendo voi due?” intervenne Chris, trovandoli troppo vicini “Levatevi dai coglioni, devo pisciare!”
 
“Ora capisci perché mi diverto a far arrabbiare mio fratello?” commentò James, quando furono sbattuti fuori dal bagno.
Hayley annuì, ridacchiando. Le fece segno di avvicinarsi a lui, poggiato contro il muro e lei gli si strinse al petto, lasciandosi accarezzare i capelli.
“Vuoi che ci parli io, con Harry, intendo?” le chiese.
“No, dobbiamo parlare noi due.” Rispose Lyn.
“D’accordo. Ti riaccompagno a casa, mh?” propose.
Hayley annuì, mentre lui alzava la voce, per farsi sentire da Chris dall’altra parte della porta “E ti porto da Camilla, così ti calmi un po’, isterico!”
“Isterico lo dici a tuo fratello, non a me.” Puntualizzò Chris, uscendo dal bagno, le mani ancora a sistemarsi la cintura.
“Ma sei tu suo fratello.” Gli fece notare Lyn.
“Cazzo, hai ragione.” Commentò Chris, grattandosi la testa “Sì, portami da Cami, ne ho bisogno.”
James annuì, andando a cambiarsi in camera sua.
Quando tornò, li ritrovò abbracciati, a parlare fitto come loro solito e quando vide un sorriso sulle labbra di Hayley seppe che Chris aveva fatto di nuovo il suo dovere da migliore amico.
“Andiamo?”
 
In macchina, Chris insistette per mettersi nel sedile anteriore affianco a James, lasciando Lyn sola dietro perché non si fidava a lasciarli vicini...
Era ancora nervoso e continuava a mandare a farsi benedire chiunque o qualunque cosa gli capitasse a tiro, compreso il piccione posato sul semaforo che, a suo dire, lo guardava in tono di sfida.
Almeno, finché non arrivarono davanti casa di Cami e la videro impegnata a innaffiare i fiori sul portico.
Chris sorrise, passando da un’espressione dura ad un’altra dolce, come la sua voce “Luce dei miei occhi!”
Scese senza neanche salutarli, correndole incontro saltellando per il vialetto.
James scosse la testa, ridendo insieme a Lyn “E’ proprio vero che i secondi figli non escono mai come i primi.”
“No, scusa, cos’hai contro i secondi figli?” protestò Hayley, scavalcando il freno a mano per sedersi al posto di Chris.
James rise, aiutandola, offrendole il braccio come appoggio “Tu sei un’eccezione, ovviamente.”
“Infatti, io sono molto più intelligente di Vic.” Si vantò Hayley, mentre ripartivano.
James annuì, svoltando a destra “Sì, e hai più tette.”
Rise, mentre Hayley gli dava un cazzotto sulla spalla.
 
Fermò la macchina davanti casa di Lyn e scese con lei “Sicura di voler stare da sola?”
Annuì, sorridendogli.
Le si avvicinò, cingendole la vita per avvicinarla al suo petto “Se ti serve qualcosa, chiamami e sarò da te in pochi minuti.”
“Grazie James.” Gli cinse il collo, lasciandosi cullare per qualche minuto da quell’abbraccio, prima di entrare in casa.
 
Harry seguì l’auto di James svoltare all’incrocio per poi sparire.
Solo allora lasciò la finestra, raggiungendo la madre che lo chiamava dal salone.
 
 
Il pomeriggio dopo, Hayley scese di corsa le scale, per vedere chi si fosse addormentato sul campanello “Arrivo!”
Quando l’aprì, sorrise, sollevata “Harry!”
“Ciao Lyn.” Sorrise appena lui.
“Avevo paura che non venissi.” Gli confessò, prendendogli la mano “Vieni, entra.”
“No, non ci vorrà molto. Non sono qui per parlare.” Rispose, restando fermo.
“Oh.” Riuscì a dire, tristemente “E allora, perché sei qui?”
“Io volevo dirti che… ho bisogno di tempo.” La guardò e se ne pentì subito, perché non avrebbe mai voluto vedere quello sguardo triste nei suoi occhi scuri spalancati, sapendo di esserne la causa “Ti ho promesso che parleremo di… quello che è successo e lo faremo. Ma non credo di essere ancora pronto.”
Lyn strinse la sua mano, nervosa “Quanto tempo?”
Harry sospirò, alzando le spalle “Non lo so. Magari anche solo un paio di giorni. Ho bisogno di stare un po’ da solo e… pensare.”
“Pensare a cosa?” gli si avvicinò, cercando il suo sguardo “Non mi vuoi lasciare, vero? Vero!?!”
“Devo andare, i ragazzi mi stanno…” disse, facendo per voltarsi.
“Rispondi!” provò a fermarlo ancora, strattonandolo per il braccio.
Le si avvicinò, prendendole il viso tra le mani e la baciò fino a toglierle il fiato “Ti amo.”
Poi si voltò e salì in macchina.


  Ok, ricordate il mio bunker?
Mi sa che dopo questo capitolo è meglio se vado a rinchiudermi lì dentro un altra volta!

Il "caro" James è un gran bel bugiardo, eh?
Però è astuto, alla fine, ha vinto lui.
PER ORA!

Nel prossimo capitolo,
Hayley, Harry e James si prendono una pausa,
lasciamo spazio a Summer.
Louis o Niall!?!

Aggiorno a 6 recensioni!

MI raccomando, voglio sapere che cosa ne pensate del capitoloooo!
Insulti, pianti, emozioni... tutto!


Un bacio.


 

 
Ve li immaginate questi due che fanno a botte!?!
asfdgfhhgakhbdfjs,fsnfaks :Q__________

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Capitolo 21
*** Summer - Beside You ***


21 ~ Summer

 
She sleeps alone
My heart wants to come home
I wish I was, I wish I was
Beside you
She lies awake
Trying to find the words to say
I wish I was, I wish I was
Beside you
Beside You - 5 Seconds of Summer

 


“Ci vediamo giovedì!” la salutò Emily, lasciando lo spogliatoio.
“Sì, ciao!” Le sorrise Summer, aprendo lo sportello del suo armadietto.
Prendendo la sua borsa per cambiarsi, fece cadere un foglietto.
“Non di nuovo…” sussurrò, mordendosi il labbro nervosamente.
Si abbassò, raccogliendo quello che, come si era aspettata, non era un foglio ma una foto. Una sua foto.
Era stata scattata da poco, mentre lei era in piscina e affianco al suo viso che spuntava dall’acqua avevano disegnato un cuoricino.
Sospirando, si appoggiò con le spalle all’armadietto, passando una mano tra i capelli ancora umidi.
“Sum? Tutto ok?” Le chiese una sua compagna di squadra, Spencer.
“Sì, certo.” Si ricompose, improvvisando un sorriso “Sono solo stanca. Il mister oggi ci ha massacrate…”
“Hai ragione.” Annuì l’altra, recuperando la sua roba “Infatti non vedo l’ora di andare a casa.”
“Sì, anch’io.” Disse Sum, prendendo i suoi vestiti “Mi aspetti? Così, magari, possiamo tornare insieme.”
“D’accordo.” Le sorrise Spencer, accettando.
 
 
“Ci vediamo domani a scuola!” La salutò Spenser, svoltando a destra all’incrocio.
“A domani!” Ripeté Summer, attraversando la strada.
Prese l’iPod e infilò gli auricolari alle orecchie, percorrendo gli ultimi metri verso casa accompagnata dai Blink 182.
Arrivò al suo cancelletto, aprendolo e spense l’iPod. Lo infilò nel borsone di nuoto, cercando intanto le chiavi all’interno.
I suoi erano partiti stamattina e l’idea di rimanere sola per un intero weekend non la metteva molto a suo agio, nonostante avesse sempre apprezzato di starsene senza la sorellina e i genitori tra i piedi.
Semplicemente, da un po’ di tempo, c’era qualcosa che la preoccupava.
Qualcosa che aveva a che fare con le tre foto, le due rose e i sette bigliettini che qualcuno aveva lasciato nel suo armadietto, gli stessi che ora nascondeva nell’ultimo cassetto dell’armadio, sotto la biancheria estiva.
“Ciao Summer!” Sentì alle sue spalle.
Sobbalzò, sorpresa e spaventata e ritornò sulla terra. Si voltò, posando una mano sul cuore e tirò un sospiro di sollievo.
“Ciao Tommy.” Sorrise con la mano all’innocuo figlio quattordicenne dei nuovi vicini.
Aveva solo quattordici anni, è vero, ma era altro quasi un metro e settanta e un armadio in stazza, nonostante avesse un viso ancora da bambino che stonava con la sua corporatura massiccia.
Lui la guardò aprire la porta ed entrare in casa, poi lasciò il portico e rientrò anche lui.
 
 
“Sei in ritardo.” Fu così che Hope accolse Hayley, quando entrò al Red Lion.
“Lo so, scusate.” Alzò le mani, lasciando cadere la borsa affianco alla sedia al loro tavolo “Ho rischiato di morire affogata tra veli e merletti!”
“Sei stata da Anne?” ridacchiò Summer, bevendo la sua Coca-Cola ghiacciata.
Hayley si limitò ad annuire, sbuffando, mentre portava le mani alla testa per raccogliere i capelli in uno chignon “Sto morendo di caldo, vado a prendere un thé freddo.”
“Allora, il tuo vestito da damigella è pronto?” Le chiese Sum, quando Lyn tornò al tavolo con il suo bicchiere pieno.
Lyn annuì “Prove finite!”
“E… sei pronta per rivedere Harry?” Insistette Sum, fingendo indifferenza mentre faceva tintinnare il ghiaccio nel suo bicchiere con la cannuccia.
“Domande finite!” Si limitò a rispondere Hayley, alzando i pollici.
Hope rise “Vedrai che ti chiamerà, prima del matrimonio. Non sarebbe da lui presentarsi…”
“Dopo non essersi fatto sentire per tre settimane?” completò Lyn “Probabilmente mi eviterà per tutto il giorno…”
“Non lo farà: vi rivedrete, vi chiarirete e tornerà tutto come prima!” Le sorrise Summer, incoraggiante.
Hayley si voltò verso di lei, inarcando un sopracciglio “E tu sai che al matrimonio è stata invitata anche la famiglia Tomlinson?”
“Oh.” Riuscì a dire lei “Beh, ma tanto io non sono invitata. Quindi…”
“Sì, ma Louis sarà in città.” Le fece notare Hope.
Hayley annuì, insistendo “E ci scommetto tutti i denti: lui verrà a cercarti!”
“Guardati le spalle…” Sentì qualcuno sussurrarle all’orecchio.
Summer sussultò, voltandosi di scatto “Chris, ma sei scemo!?! Mi hai fatto prendere un infarto!”
“Hei, calma!” rise lui “Chi credevi che fossi? L’uomo nero di Holmes Chapel?”
“No, certo che no.” Tagliò corto lei, voltandosi “Mi hai solo presa alla sprovvista.”
“Sum, tutto ok?” le chiese Lyn, litigandosi il suo bicchiere di thé con James “Sei appena arrivato e già rompi?”
Lui rise, schioccandole un bacio sulla guancia “Lo so che ti sono mancato.”
“Allora, di che parlavate?” Chiese Chris, chiamando con la mano un cameriere.
“Dell’imminente matrimonio di Anne e dell’altrettanto imminente ritorno del figlio.” Spiegò Summer, sorseggiando la sua Coca.
“Ti ho vista a casa di Anne, prima.” Parlò James, dopo che sul tavolo calò il silenzio “Sono passato ma tua sorella mia ha detto che non c’eri. Eri in mutande nel salone dei vicini con un velo in testa, giusto?”
“Maniaco, non ti ha mai detto nessuno che non è carino spiare dalla finestra?” Commentò Hayley, incrociando le braccia.
“Come se non fosse qualcosa che ho già visto.” Ammiccò lui.
Lyn scosse la testa, ridacchiando “Cretino…”
“Uscite stasera?” Chiese Chris, prendendo la sua limonata “Viene un sacco di gente alle piste, verso le dieci.”
“Io vengo un po’ più tardi, mi faccio accompagnare da mia sorella quando inizia il turno.” Rispose Lyn.
“Ti accompagno io, se vuoi.” Propose James.
“Già che ci sei, non è che daresti uno strappo anche a me?” Si intromise Hope.
“Ehm, certo.” Sorrise lui, annuendo “Non c’è problema. Sum, vuoi che passi a prendere anche te?”
“Non sarebbe male.” Alzò le spalle, accettando.
“Meno male che ho fatto il pieno ieri.” Commentò lui, passandosi una mano tra i capelli.
 
 
“Pensi che dovrei parlarle?” chiese Louis, voltandosi verso il suo amico alla guida “Insomma, è stata lei a dirmi di aspettare.”
“Sì, penso di si.” Annuì Harry “E tu, pensi che dovrei parlarle?”
“La vedrai al matrimonio di tua madre, forse sarebbe bene che ti dessi una mossa.” Rispose Louis.
“Sono stato un coglione, avrei dovuto chiamarla. O sarei dovuto tornare nei weekend con Liam…” Sospirò Harry.
“Sono sicuro che sistemerete tutto.” Gli sorrise Louis.
Anche Harry sorrise, voltandosi appena verso l’amico “Anche te e Summer.”
Lottie, dai sedili posteriori, sbuffò, sfilandosi gli auricolari “Ho scelto di venire in macchina con voi perché pensavo che mi sarei divertita di più. Ma siamo partiti da appena mezz’ora e già non ne posso più di sentirvi lagnare per le vostre fidanzate! Cristo, chiamatele e fatela finita!”
I due si guardarono, ridendo, e alzarono il volume dell’autoradio.
 
 
“Ma come, vai già a casa?” La fermò Hope.
“Sì, credo che il messicano mi abbia fatto male. Non mi sento molto in forma…” Inventò Summer, alzando le spalle.
Hayley insistette “Se aspetti un po’ ti diamo un passa- ah!”
“Ti ho trovata!” L’afferrò per i fianchi James “Ora devi ballare con me!”
“No, aspetta! Summer!” Provò a protestare, prima che lui la prendesse sulle spalle e la portasse via.
“Come non detto.” Rise Hope “Allora torni a casa?”
Sum annuì “Ci sentiamo domani.”
“Mi mandi un messaggio quando arrivi a casa?” Le chiese, salutandola.
“Va bene, mamma!” Rise Sum, dandole un bacio sulla guancia prima di voltarsi e andarsene.
 
 
Camminando per il viale, cercò nella borsa il suo fidato iPod. Sbuffando, immerse tutto il braccio alla disperata ricerca di quell’aggeggio, ma si arrese poi all’idea di averlo dimenticato a casa.
Ok, camminerò in silenzio, pensò.
Dopo qualche passo, però, scoprì che in realtà non c’era tutto questo silenzio.
Dopo qualche passo, scoprì che il rumore dei suoi era accompagnato da quelli di qualcun altro.
Mantieni la calma, pensò, sarà qualcuno che sta lasciando le piste proprio come me.
Si schiarì la gola, stringendosi nelle braccia e continuò a camminare, solo un po’ più veloce.
Passò una mano tra i capelli e, con la scusa di farsi una coda, si voltò.
Oh cazzo…
No, non era possibile.
Due volte a lei!
Ma cosa voleva quel tizio?
Perché, di una cosa era sicura. Quello che le stava dietro era lo stesso uomo che l’aveva seguita tanti mesi prima, in quello stesso tratto di strada.
Accellerò il passo, fino a varcare il cancello. Senza fermarsi al semaforo rosso attraversò la strada.
Allora il suono dei passi alle sue spalle si fece più vicino e così i battiti del suo cuore le rimbombarono nel petto. Accellerò ancora.
Le foto, i biglietti, le rose… non potevano essere coincidenze.
L’uomo che la stava seguendo doveva essere anche il mittente…
E mentre la sua mente ragionava, le sue gambe si muovevano in automatico, sempre più veloce, svoltando gli angoli delle strade e attraversando le strisce pedonali.
Ormai mancavano due traverse a casa sua e, se avesse guadagnato ancora un po’ di terreno, sarebbe riuscita ad arrivare e aprire la porta in tempo perché il suo inseguitore restasse indietro.
Si mise letteralmente a correre, pronta a svoltare l’angolo, quando…
“Ah!” Urlò, cadendo a terra.
“Oddio, mi dispiace, ti sei…” Louis si interruppe, guardando la ragazza a terra “Summer?”
“Louis?” esclamò scioccata lei.
Ridacchiando, le offrì la mano “Credi che io e te riusciremo mai ad incontrarci senza che tu finisca a terra urlando?”
“Qualcuno mi stava seguendo.” Disse lei, facendosi tirare su.
Si guardarono entrambi intorno, ma non c’era nessuno.
“Di nuovo?” Esclamò Louis, preoccupato “Stai bene?”
“Sì, solo… mi fa un po’ male l’osso sacro.” Commentò lei, con un sorriso imbarazzato.
Louis rise “Beh, hai dato una bella culata!”
Anche Summer rise, dandogli un cazzotto sulla spalla.
“Louis, c’è qualcosa che non va.” Confessò, tornando immediatamente seria.
“Cosa?” Le chiese, accarezzandole le braccia.
“No, non qui.” Scosse la testa lei, prendendolo per mano “Vieni, ti offro una tazza di thé da me.”
“O- ok.” Balbettò lui, seguendola, mentre guardava le loro mani unite.
 
 
 
Louis la guardò prendere la teiera, mettervi l’acqua e posarla sul fornello.
“Biscotti?” gli chiese.
Scosse la testa, sorridendo “No, non a quest’ora.”
Lei annuì, mordicchiandosi una pellicina del pollice “Come mai in giro a quest’ora?”
“Facevo due passi. Stavo tornando a casa.” Rispose lui, alzando le spalle “Ascolta, non sono qui per… Voglio dire, non che non mi faccia piacere averti incontrata… solo che non era questo il mio…”
“Sei qui per il matrimonio di Anne.” Concluse lei, prendendo la teiera.
“Era quello che volevo dire.” Annuì lui, grattandosi la nuca imbarazzato.
Summer sorrise, scuotendo la testa e versò il thé nelle due tazzine, al tavolo della cucina.
Si sedettero uno di fronte all’altra, sorseggiando in silenzio il loro thé.
Fu lui ad interrompere quel silenzio “Allora, di cosa volevi parlarmi?”
“Ricordi l’uomo che mi inseguiva la sera che ci siamo incontrati?” Gli chiese.
Louis annuì “Cioè, non l’ho visto, però…”
“Era lo stesso che avevo dietro oggi.” Disse lei, mordicchiandosi il labbro “E, non lo so, ultimamente stanno succedendo delle cose strane…”
Louis aggrottò le sopracciglia, preoccupato “Tipo?”
“Tipo che mi ritrovo dei bigliettini nell’armadietto, mi sono arrivate due rose e tre mie fotografie.” Spiegò Sum “E io non ho idea di chi sia il mittente. Se non che potrebbe essere lo stesso che stasera mi seguiva!”
“Tutta questa roba ce l’hai qui?” Le chiese.
Lei annuì “Di sopra.”
“Mi accompagni?” Propose.
Lei annuì, precedendolo fuori dalla cucina e per le scale, fino alla sua camera.
Si diresse verso l’armadio, tirando fuori dal loro nascondiglio fogli e foto.
Louis le prese, sedendosi sul letto e li esaminò, mentre lei gli si sedeva vicino.
“Beh, qualcuno ha una cotta per te.” Constatò lui “E ti assicuro che non siamo stati né io, né Niall!”
“Certo, lo so.” Annuì lei “Non l’ho mai pensato.”
“E’ piuttosto inquietante…” Commentò, rileggendo i biglietti “Le tue amiche che cosa ne pensano?”
Summer si mordicchiò il labbro, abbassando il viso.
“Non lo sanno?” Le chiese.
Sum scosse la testa “Gli unici che lo sanno siamo io e te.”
“Summer, dovresti dirglielo. Avresti dovuto farlo già da un po’ in realtà.” La riprese “Da quanto va avanti?”
“Un mese.” Confessò lei.
“Un mese!?!” Ripeté lui “Perché non l’hai detto a nessuno?”
“Non volevo che nessuno si preoccupasse.” Si difese lei.
“Quindi se non ti avessi trovata per terra non l’avrei mai saputo neanche io!” Esclamò lui.
“No, a te l’avrei detto.” Rispose lei, guardandolo in viso “Se avessi voluto parlarmi dopo tutto quello che è successo.”
“Sai che puoi contare su di me.” Le sorrise, accarezzandole la guancia “Vuoi che ti aiuti?”
“Te ne sarei grata.” Annuì lui “Sento di aver bisogno di starti vicino.”
“Sono qui, Sum.” L’abbraccio, stringendola a sé “Troveremo il mittente di questi bigliettini, te lo prometto. E poi gli spaccherò la faccia.”
Summer sorrise, nascondendo la testa contro il suo petto “Mi sei mancato, Tommo.”
“Anche tu, Sum.” Confessò lui, baciandole i capelli.
Summer sciolse l’abbraccio per prima, mettendosi a sedere davanti a lui “Immagino che ora dovremmo parlare… dell’altra questione.”
Louis aggrottò le sopracciglia “Cioè?”
“Forse dovremmo porre fine alla questione del triangolo amoroso.” Disse, mordicchiandosi il labbro.
Louis alzò le spalle, schiarendosi la gola “Non voglio metterti fretta, insomma, io posso…”
“Aspettare?” Rise lei, passandosi una mano tra i capelli “Io no. Non ora che tu sei qui.”
“Quindi… il televoto ha eliminato Niall?” Le chiese, grattandosi la nuca.
Summer rise “X-Factor è finito Lou. Qui l’unica che doveva scegliere ero io…”
“E hai scelto me?” Insistette, indicandosi.
Sum annuì, sorridendo timida.
“Lo dici solo perché sono qui o perché lo pensi davvero.” Si accertò.
“Lo dico perché lo penso davvero.” Confessò lei, arrossendo “Perché non ho fatto che pensare a te dall’ultimo dell’anno.”
Louis sorrise, accarezzandole la mano che teneva sul letto “Anch’io ti ho pensata, in questo periodo.”
“E’ stato più facile capire che quello che provavo per Niall non era più amore, ma nostalgia, piuttosto che trovare il coraggio di parlare a lui e poi a te.” Spiegò Summer, avvicinando la mano.
“Aspetta, hai parlato con Niall?” Aggrottò le sopracciglia.
Summer annuì “Ho saputo solo stamattina che saresti tornato e ho pensato che fosse meglio chiarire prima di rivederci. Credevo che te l’avesse detto…”
“No, tra il viaggio e il resto, oggi non ho fatto molto caso al mio telefono.” Ammise lui, prendendole finalmente la mano.
“Quindi… ora siamo solo io e te?” Le sorrise, puntando gli occhi azzurri in quelli di lei.
Summer annuì, accarezzandogli il viso “Esatto.”
“Allora, posso dirti liberamente che ti amo.” Continuò lui.
“E io posso liberamente risponderti che anch’io ti amo.” Sorrise lei.
“E, sempre liberamente, posso fare anche…” le si avvicinò “Questo…”
Posò le labbra su quelle di Summer, prendendole il viso tra le mani. Lei gli si fece più vicina e gli cinse il collo, appiattendosi alla sua maglietta profumata.
“E, adesso che ci penso…” sussurrò lui, baciandole il collo “Siamo soli… anche in casa?”
Summer sorrise, mordicchiandosi il labbro e si limitò ad annuire “Ti sono mancata così tanto, Lou?”
“Spiritosa…” Rise lui, prendendola per farla sedere sulle sue gambe “A te invece non sono mancato neanche un po’?”
“Certo che mi sei mancato.” Sorrise lei, giocando con il colletto della sua t-shirt.
“Non ti credo.” Si avvicinò, sussurrandole all’orecchio “Dimostramelo.”
Sum rise, posando le mani sulle spalle per spingerlo e farlo stendere sul materasso.
Si mise a carponi su di lui e chinò il viso, raggiungendo le sue labbra, mentre le sue mani gli accarezzavano il petto sopra la stoffa della maglia. L’afferrò per il bordo e, lentamente, l’alzò.
Louis sorrise, cingendole la vita con il braccio. Si alzò di nuovo a sedere, permettendole di sfilargli la maglia.
Interruppero il loro bacio solo per permettergli di sfilarsi la t-shirt, prima che lui la stringesse di nuovo a sé.
“Allora ti sono mancato quanto a me sei mancata tu.” Commentò Louis, lasciando che lei gli baciasse la spalla.
“E quanto?” Sussurrò Sum, al suo orecchio.
“Ok, ora tocca a me!” Commentò Louis, prendendola in braccio per invertire le posizioni e far stendere lei sul letto, sovrastandola con il corpo.
Le accarezzò il fianco con la mano, lasciandole dei baci sulle labbra e sul viso.
Posò la mano sul primo bottone della camicetta, facendolo scivolare dall’asola. Subirono lo stesso trattamento i seguenti tre, finché Louis non fece una pausa, infilando la mano all’interno della camicetta.
“Eri molto carina questa sera.” Le sussurrò, baciandole il collo.
“Ti piace la mia camicia?” Sorrise lei, accarezzandogli i capelli.
“Mhm… non molto.” Louis alzò il viso, ammiccando “Scommetto che saresti ancora più carina senza.”
Summer rise “Non ci credo, chiacchieri anche mentre fai l’amore!”
“Beh, in teoria non stiamo ancora facendo l’amore.” Ribatté lui.
“No, ma in pratica mi stai palpando una tetta e mi guardi come se volessi mangiarmi.” Rispose lei, con un sorrisetto.
“Touché.” Rise Louis, tornando a sbottonare la camicia.
Quando anche l’ultimo bottone fu fuori dalla sua asola, Louis si alzò sulle braccia, per guardarla.
“Oh.” Ridacchiò “Questo lo leviamo decisamente!”
“Beh, non era previsto questo finale per la mia serata.” Si difese lei, fingendosi offesa.
“No, no, non fraintendermi. Io adoro i… gattini. Solo…” Ridacchiò, beccandosi un pugno sulla spalla.
Sbuffando, Summer alzò appena la schiena, sganciando il reggiseno “Contento?”
Louis la guardò, mordicchiandosi il labbro “Molto…”
“Ora starai zitto?” Lo prese in giro, apostrofandogli il naso con il dito.
Louis annuì, baciandola “Ah, no, aspetta! Devo dirti un’ultima cosa.”
Alzando gli occhi al cielo, Sum annuì “Dimmi.”
“Ti amo.” Sussurrò, sulle sue labbra.
“Anch’io ti amo.” Rispose, prima di baciarlo.
 
 
“Summer?” la chiamò Hope.
“Pianeta Terra chiama Summer!” Provò anche James.
“Houston, abbiamo un problema.” Rise Chris, passando una mano davanti allo sguardo perso di Summer.
“A mali estremi…” Disse infine Hayley, alzando la mano per darle uno scappellotto dietro la nuca “Estremi rimedi.”
“Ahi!” si lamentò la bionda, massaggiandosi il punto leso.
“Sono cinque minuti che proviamo a farti tornare sulla Terra!” si difese Lyn “Si può sapere dove hai la testa?”
“Devo dirvi una cosa.” Confessò Summer, sorridendo euforica.
I suoi amici, intorno al tavolino del Red Lion, annuirono, in attesa.
“Io e Louis ci siamo messi insieme!” Annunciò.
“Finalmente!” esclamarono in coro le sue due migliori amiche, abbracciandola.
“Quando?” Le chiese Hope.
“Ieri sera, ci siamo incontrati e abbiamo chiarito tutto.” Spiegò.
“Altro che intossicazione dal Messicano…” Commentò Chris.
“E immagino che per chiarirvi avrete dovuto passare tutta la notte… a parlare.” Ridacchiò James, addentando una patatina.
“Solo per un attimo, potresti provare a non essere un maiale?” Gli chiese Lyn, sorridendo acida.
“So che è per questo che mi amate.” Ribatté James.
“Sicuro.” Annuì Hayley, posando una mano sul cuore “Luce dei miei occhi, non è che mi prenderesti un gelato?”
“Amore della mia vita, alza il culo e prenditelo da sola.” La imitò lui.
“Fine e premuroso, cosa posso chiedere di più dalla vita?” Ironizzò Lyn, alzandosi “Voi prendete qualcosa?”
“Un thé freddo per me, orsacchiotta.” Ammiccò James.
“Certo, biscottino mio.” Gli spettinò i capelli, andando verso il bancone.
“No comment.” Scosse la testa Chris, tornando a parlare con Summer “Allora, racconta!”
“Sono cose che racconterà solo a me e Lyn, non credi?” Gli fece notare Hope.
“Beh, ma io non intendevo… quelle cose!” Alzò le mani Chris.
“Comunque, vi racconterò tutto dopo. Ora vorrei davvero parlare solo con le mie migliori amiche.” Disse Summer “Se Hayley si sbriga a tornare…”
“Biscottino, perché non vai dalla tua “orsacchiotta” a darle una mano?”  Domandò Hope.
Annuendo, James si alzò “Vado.”
 
 
“Un thé freddo, un gelato e una bottiglietta di Fanta.” Ordinò Hayley alla cassiera “Grazie.”
“Ciao, Lyn.” Sentì alle sue spalle.
Si voltò di scatto, spalancando gli occhi “Ciao, Harry.”
I due rimasero immobili, guardandosi imbarazzati senza sapere bene cosa dire.
Ma non ce ne fu bisogno, perché in quel momento arrivò James.
“Allora, tesoro, hai preso…” Si bloccò, con il braccio intorno alle spalle di Lyn e l’espressione sorpresa “…il mio thé.”
Harry si schiarì la gola, passandosi una mano tra i ricci “Ok, sono di troppo. Ci vediamo al matrimonio.”
“Harry, aspetta!” provò a fermarlo, ma lui le aveva già voltato le spalle e si stava dirigendo di fretta verso l’uscita.
Si voltò verso James, arrabbiata “Come ti è venuto in mente di piombare così con il ‘tesoro’ e ‘il braccino’ dopo quello che è successo!?!”
“Mi dispiace, ti giuro che non l’avevo visto!” Si scusò, sincero “Io stavo solo continuando a giocare…”
Hayley sospirò, scostandosi i capelli dal viso “Sì, lo so. Hai ragione, scusa. E’ solo che…”
“Lyn, quello che abbiamo visto era Harry?” arrivò Summer.
“Sì.” Annuì “E probabilmente adesso starà pensando che io e James ci siamo messi insieme.”
“Perché dovrebbe pensarlo?” Chiese Hope.
“L’ho chiamata ‘tesoro’ mentre l’abbracciavo.” Alzò le spalle James.
“Ma sei un coglione!” Esclamò Chris “E allontanati da lei, potrebbe tornare!”
“Non credo.” Scosse la testa Lyn “Tanto ormai mi odia…”
“No che non…” provò a consolarla Chris, ma Lyn gli rifilò un’occhiataccia “Forse giusto un pochino…”
“Ti accompagniamo a casa, ok?” propose Summer.
Lyn annuì, tornando a sorridere “Sì, devi raccontarmi tutto di ieri sera!”
 
 
“Sapete cosa dobbiamo fare stasera?” disse Lyn, in camera sua, alle sue amiche “Un pigiama party! Solo noi ragazze, è da un sacco che non ne facciamo uno!”
“Ehm…” provò a dire Hope.
Ma Hayley la ignorò, continuando “Sì, dai! Noleggiamo un film da ragazza, tipo Magic Mike. Ho già il frigo pieno di gelato e birra…”
“Mi piacerebbe davvero tanto, ma non posso.” La interruppe finalmente Summer “Io… avrei già un impegno con Louis stasera.”
“E Liam mi aspetta alle 9:00 su Skype, visto che non è potuto venire questo weekend.” Ammise Hope.
“Certo, quindi lasciate che l’unica zitella del trio rimanga da sola di venerdì sera a mangiare gelato e ruttare con una birra in mano!” Esclamò Lyn.
“Tu non sei zitella!” rise Hope, dandole una gomitata “Stai ancora insieme a Harry.”
“Forse, ma non mi sembra di avere un appuntamento con lui su Skype o… sotto le sue lenzuola.” Commentò Lyn, sospirando.
“Non è colpa mia se in tre mesi non avete mai concluso.” Replicò Summer, offesa.
“Sono una ragazza con dei sani principi.” Si difese Lyn.
“Tu? Ma sta’ zitta!” Risero le sue amiche.
“Cioè mi state dando della poco di buono?” Esclamò Lyn, fingendosi offesa.
Afferrò un cuscino alle sue spalle, colpendole entrambe “Mi sembra che qui le zoccolette siate voi!”
“Brutta stronza!” Esclamò Summer, ridendo.
“Scusala, è solo un po’ acida per la mancanza di attività sessuali.” La stuzzicò Hope, colpendola poi con un cuscino.
Summer rise, afferrandone un altro per aggiungersi a quella che, in poco tempo, divenne una vera e propria battaglia con i cuscini.
 
 
“Finalmente, cominciavo a credere che non saresti…” Summer si fermò, aprendo la porta “Tommy, che ci fai qui?”
“Ehm… ciao Summer.” Balbettò lui, alzando una mano.
“Abbiamo trovato ‘l’uomo nero’.” Comparve Louis, alle sue spalle.
Summer guardò confusa prima il suo ragazzo, poi il figlio dei vicini “Tu?”
“Mi dispiace, non volevo spaventarti.” Si scusò lui, abbassando il viso “Io volevo solo che ti accorgessi di me…”
“Perché non me l’hai detto subito?” Rise Summer.
“Perché… mi vergognavo…” Arrossì Tommy “Mi dispiace, perdonami.”
Sum sorrise, annuendo “Ti perdono, ma non farlo mai più. Né con me, né con nessun’altra. Ok?”
“Lo prometto.” Annuì il ragazzo.
“Hai imparato la lezione?” Gli chiese Louis.
Tommy annuì di nuovo “Sì, scusa ancora.”
“Non fa niente: acqua passata!” Alzò i pollici Summer “Ora va a casa, è quasi ora di cena.”
“Un’ultima cosa…” Tommy si mordicchiò il labbro, timidamente, prima di cominciare a parlare velocemente “Iovolevosolodirticheseibellissimaechecredodiamarti!”
Prima che Summer riuscisse a decifrare che cosa avesse appena detto, Tommy si avvicinò e posò le labbra sulle sue.
“Ciao!” scappò poi, rosso in viso come un peperone.
Summer rimase imbambolata, guardandolo sconvolta mentre correva via, più imbarazzato di lei.
“Ti ha baciata!?!” esclamò Louis “Davanti a me! Dico io, questi giovani non hanno più alcun rispetto!”
Summer scosse la testa, ridendo ed entrò in casa, seguita dal suo ragazzo.
“Non ci posso credere.” Commentò Sum, abbracciandolo “L’uomo nero non era altro che un adolescente in piena tempesta ormonale!”
“Beh, sai, è normale.” Ridacchiò Louis, accarezzandole i capelli “Tommy è appena entrato nella fase della vita di un ragazzo in cui scopriamo che le femmine… non hanno il pisellino.”
Summer rise, annuendo “A proposito, come hai fatto a capire che era lui?”
“L’ho trovato mentre provava a mettere un bigliettino nella tua cassetta delle lettere.” Spiegò Louis “Ci siamo fatti una bella chiacchierata prima di venire da te.”
“Beh, sono felice che non ci sia nessuno stupratore seriale o qualcosa del genere ad Holmes Chapel!” Sorrise Sum, facendosi baciare la fronte.
“Ora non dovrai più preoccuparti di nulla.” Le sorrise, prendendole il viso tra le mani “A parte ricordarti di chiudere le imposte prima di spogliarti, magari.”
“Pensi che Tommy…” Gli chiese.
Lui annuì “Me l’ha detto lui.”
Summer esibì un’espressione disgustata, facendo ridere Louis.
“E comunque, da quando sono arrivato hai baciato Tommy piuttosto che me.” Commentò “Giusto per ricordartelo…”
“Fai il geloso, Tommo?” Rise lei.
Lui ammiccò, abbassando il viso per baciarla.
“Ah, prima che mi dimentichi!” Disse Summer, prendendogli la mano per andare in cucina “Stasera…”
“E voi che ci fate qui!?!” esclamò Louis, sorpreso.
“Prepariamo la cena.” Alzò le spalle Lyn, lavando l’insalata.
“E ti roviniamo la serata.” Aggiunse Chris, mettendo le posate a tavola.
James, affianco a lui, rise, scolando la pasta “Spero che ti piaccia scotta, perché per aspettarti…”
“No, aspettate!” Lo interruppe Louis “Voi restate a cena?”
“Posso spiegarti!” Si affrettò a dire Sum, quando si voltò verso di lei “E’ che oggi Lyn ha visto Harry ed è successo un casino, quindi non me la sentivo di lasciarla sola e l’ho invitata, ma poi James ha detto che si sentiva in colpa per quello che era successo e voleva stare con lei quindi a quel punto Chris ha detto che non voleva rimanere solo visto che Camilla è in Italia a trovare i suoi e suo fratello veniva qui. E questo è tutto.”
“O- ok.” Disse Louis, grattandosi il mento “Beh, allora… mi vado a lavare le mani.”
“D’accordo. Ma non usare il bagno in camera mia!”  Lo avvertì.
“Perché?” Le chiese.
“Perché, visto che eravamo tutti quanti, mi sembrava brutto non includere anche Hope, che quindi è in camera mia, impegnata in una videochiamata su Skype con il suo ragazzo.” Spiegò Summer, sorridendo imbarazzata “Sei arrabbiato?”
Louis sorrise, scuotendo la testa e le si avvicinò, baciandola “No, tranquilla. Mi basta stare con te…”
“Oh, che carini!” commentò Chris, guardandoli come se si trovasse davanti ad un film romantico.
“…anche se c’è qualche spettatore in più.” Aggiunse Louis, ammiccando.

Ehilààà!?!


Scusate il ritardo,
piccolo problema tecnico.
Anzi, logistico,
visto che non ero a casa e non potevo aggiornare!

Comunque, eccoci qui!
Ecco qui i nostri protagonisti.
Quanti di voi avevano capito che alla fine Summer avrebbe scelto Louis?

Fatemi sapere cosa ne pensate!

 

PS: non so quando potrò aggiornare di nuovo,
con le vacanze e tutto il resto...
Spero presto!

Il prossimo capitolo, forse l'avrete già capito,
parla di Hayley e Harry!

Aggiorno a 5 recensioni!
Un bacio. <3

 


Summer <3

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Capitolo 22
*** AVVISO ***


Mi sono trasferita su wattpad, non credo che pubblicherò altre storie su efp.
Vi lascio il link del mio profilo. ❤️
http://www.wattpad.com/user/NobodysWendy

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