The embarassing romance of Park Chanyeol (when a playboy meets an eyeliner freak)

di taemotional
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Step one ***
Capitolo 2: *** Step two ***
Capitolo 3: *** Step three ***



Capitolo 1
*** Step one ***


Commento: Ma nessuno ha notato il mio nuovo avatar?? (・∀・)No? Okay...

Eccomi di nuovo con una coppia un po' più canon! Questa fanfic è, diciamo, il bonus della mia ultima Kao (Circular Life) ma potete benissimo leggere questa fanfic come a sé stante ^^ I riferimenti sono molto vaghi e non importa che l'abbiate letta u.u

Detto questo... la fanfic è ancora in fase di scrittura ma non ho idee LOL Se avete qualche richiesta da fare per una scena in particolare non esistate xD (sì, sto raccattando idee a destra e a manca u.u)

Dimenticavo!! Un ringraziamento speciale a MoCo e Yelling Kinoko
 per il titolo e per avermi fatto da beta-reader!! (♥ó㉨ò)ノ♡

Buona lettura! ♥

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Il Black Out quella sera era piuttosto tranquillo.
La gente ballava e si scatenava sulla pista ma i tavolini non erano troppo affollati. Sarebbe stata la serata perfetta se non fosse stato che quella persona se ne stava con la faccia schiacciata sul tavolino decidendo di rovinarmi di colpo l’umore.
Esatto, è stato lui la causa di tutti i miei mali quella sera (e non solo, perché lui non lo sa che tutte le disgrazie che mi sarebbero accadute in futuro sono sempre colpa sua). E io avevo pure adocchiato due o tre ragazze - apparentemente single - ed ero sicuro che una di queste aveva pure ricambiato il mio sguardo e me lo sentivo che sarei stato fortunato e avrei fatto bingo perché sono sexy, free & single e... ovviamente no. Arrivati a quel punto della serata non ero ancora riuscito a combinare nulla e mi sentivo che la cosa non si sarebbe nemmeno evoluta ed è tutta colpa sua. Perché lui, Kai (nome ancora più idiota della faccia, tra parentesi), aveva deciso di innamorarsi di Bruce Lee. E chi è quello che si è sorbito tutti i suoi sfoghi ogni sera? Io. Mi pare scontato e limpido come la superficie del liquido con cui si stava imbottendo da tre ore. Ma dov’è il problema, dico io? Avrebbe dovuto imparare da me, il maestro del rimorchiaggio! (Non so nemmeno se esista questa parola... ma ci siamo capiti.)
Tornando a noi, Kai era lì, davanti a me, e continuava a fare casini. Aveva pure cacciato malamente due ragazze poco prima. Ma come si fa? E sono certo che una di quelle fosse pure interessata a me. Chi non lo sarebbe dopotutto?
Basta, decisi che dovevo trovare un modo per sbrigarmela e andarmene da quel tavolino o rischiavo di far crescere funghi pure io.
“È che...” provai allora a dire per fare il punto della situazione e svelare a quest’idiota una verità di cui solo lui sembrava non essere al corrente,  “Sei sempre stato un po’ strano... ma gay proprio non me l’aspettavo!”
Il volto di Kai si fece di colpo rosso. Era parecchio che non si prendeva una sbornia del genere, e lo sguardo omicida che mi lanciò dopo non prometteva nulla di buono.
“Ti ho detto che non lo sono!” mi gridò contro, aggrottando le sopracciglia e alzandosi dalla sedia, “Guarda!” quindi mi afferrò per il bavero della maglia e io non capivo che diavolo pensava di fare e... ommioddio.
Oh mio dio.
S-sono rimasto... dire scioccato sarebbe un eufemismo. Meglio inorridito, ecco. Sono rimasto inorridito e schifato e dovevo andarmene da lì prima che quell’essere potesse decidere di fare qualcos’altro di blasfemo mettendo a repentaglio la mia incolumità. Il mio piccolo cuoricino non avrebbe retto un altro colpo simile.
“Povero me”, mormorai a me stesso mentre provavo invano a pulirmi (grattugiarmi) la bocca per rimuovere accuratamente ogni residuo di quella collisione non (e sottolineo NON) voluta.
“Hai visto? Non ho sentito nulla! Non sono mica gay!” continuava a farneticare e io non so come sia riuscito a trattenermi dal mollargli un pugno su quel bel nasino, MA io sono un gentleman e non potevo certo abbassarmi al suo livello.
Inspirai lentamente (continuando sempre a pulire con grazia le mie povere labbra - violate così volgarmente) e dissi: “Sei impazzito di colpo?! Ma che me ne frega a me se sei gay o no! Non usarmi come cavia! Ma tu guarda...! Non ci ha visto nessuno, vero? Oddio, devo andare a rimorchiare qualcuna per togliermi dalla mente questa brutta visione...” e, con quella dimostrazione di maturità, mi alzai, fuggendo da quel maniaco approfittatore.
 
Se la serata era iniziata male, non avevo idea che sarebbe finita peggio.
 
Appena fuori dalla portata di Kai, partii alla ricerca spasmodica di quella ragazza dai capelli biondi e lunghi che avevo intravisto prima. Mi sembrava che fosse al bancone, quindi la mia prima tappa fu sedermi su uno sgabello e ordinare qualcosa per accelerare il processo di rimorchiaggio. Un buon bicchierino aiuta sempre, dico io.
All’improvviso la vidi. Era là, seduta ad appena uno sgabello di distanza, quindi decisi di spostarmi ma... lo sgabello di fianco era occupato da un certo tipo che mi fissava in maniera strana, un po’ troppo insistente.
Feci per chiedergli se voleva fare a cambio di posto ma quel tipo fu più veloce e iniziò a farfugliarmi qualcosa che non afferrai subito.
“Come scusa?”
“Quel ragazzo” ripeté allora, un po’ più lentamente e con l’espressione di chi sta parlando con un ritardato, “Ti piace? State insieme?”
La mia faccia doveva aver assunto le sembianze di un enorme punto interrogativo perché il tipo mi ripeté la stessa frase un’altra volta. Non è che sono ritardato, è che quella domanda non aveva assolutamente senso. Quale ragazzo... ma la visione di un’idiota in canotta bianca mi tornò in mente e impallidii.
“T-tu... tu hai visto... prima...”
“Insomma, state insieme o no? Perché mi sta bene che te la fai con tutte le ragazze di questo mondo e l’altro... ma quello lì no, non mi sta bene.”
Iniziai a balbettare scuse incomprensibili e quel ragazzo assunse uno strano cipiglio. Ma insomma, chi era quello per mettermi in crisi così? Non dovevo di certo dare delle scuse a lui! Ma sì, invece, non si poteva spargere la voce o la mia ottima reputazione al locale sarebbe deceduta, più morta del moscerino che in quel momento aveva deciso di metter fine alla propria vita tuffandosi dentro al mio bicchiere di Cuba Libre.
“Non lo dirai a nessuno vero?”
La sottile linea di eyeliner si tirò insieme alle sue palpebre in un cipiglio, se possibile, ancora più maligno.
“Senti, non ho tempo ora” cercai di sbrigarmela nascondendo la preoccupazione, quindi mi alzai e proseguii diritto verso la mia meta.
La ragazza fu la prima persona quella sera a darmi delle soddisfazioni. Non faceva troppe domande e si fece trascinare ben volentieri in bagno. Aveva pure un buon odore, e quella era una qualità che iniziava a scarseggiare in quei periodi al locale. Insomma, eravamo al bagno, intenti a fare le nostre cose, e di colpo la porta si aprì. La ragazza non si accorse di nulla (dopotutto era normale che la gente venisse in bagno) ma io lo vidi subito.
“Hai intenzione di restare a guardarci tutto il tempo mentre limoniamo?” sbuffai dopo qualche secondo, quando quel tipo non sembrava avere intenzione né di usare il cesso né di andarsene. La ragazza si spaventò e si voltò verso la porta. Io presi a massaggiarmi le tempie, “Ci lasci in pace?”
“No.”
“Come scusa?”
“Devo sapere se ti piace quel ragazzo.”
“Quale ragazzo?” domandò la ragazza visibilmente schifata. No, non ti permetterò di rovinarmi la serata ancora di più, pensai di colpo entrando nel panico.
“Scusami, cara...” le dissi allontanandola con delicatezza, “Ci lasci un attimo soli? Se vorrai continuare ad approfondire la questione ti aspetto tra cinque minuti al bancone. Magari poi ce ne andiamo da qualche parte, okay?”
La ragazza annuì, anche se non sembrava molto convinta, quindi uscì dal bagno.
“Che vuoi da me?”
“Ti piace, sì o no?”
“Ma no che non mi piace!” sbottai di colpo, ma che diavolo! “Sei cieco? Non vedi quali sono le mie preferenze sessuali?”
Quel tipo - che iniziava seriamente a spaventarmi - socchiuse appena gli occhi e si avvicinò di qualche passo. Io, di tutta risposta, arretrai contro il muro. Si avvicinò pericolosamente al mio viso e prese a scrutarmi per un buon paio di minuti.
“Bene” commentò alla fine sorridendo, quindi si allontanò restituendomi il mio spazio bio-riproduttivo e io mi resi conto solo in quel momento di aver trattenuto il respiro per tutto il tempo. Buttai fuori l’aria e tentai di ridarmi un contegno.
“Se hai finito di ostentare la tua spudorata ammirazione nei miei confronti, io avrei altro da fare.”
E uscii evitando di guardarlo negli occhi.
 
 
La seconda volta che lo incontrai ero seduto con i miei amici ad un tavolo della mensa universitaria.
Vederlo in quell’ambiente mi diede una strana sensazione di familiarità. Aggrottai le sopracciglia mentre lo guardavo sedersi al suo solito tavolo insieme a quella plebaglia e capii: non era affatto la seconda volta che lo vedevo, e ci avevo anche parlato qualche volta durante il mio primo anno accademico. Realizzai, sgranando gli occhi, che quel tipo raccapricciante era proprio il mio stalker.
Come avevo potuto non riconoscerlo al locale? Dovevo essere stato accecato dalla mia stessa bellezza riflessa nelle luci caleidoscopiche del locale per non riconoscere quei piccoli occhietti diabolici. Forse era stata colpa della matita, ma non importava più ormai. Se era arrivato pure al punto da seguirmi al Black Out, la mia vita era bella che finita, puff, morta stecchita con tanto di mazzo di fiorellini bianchi sulla lapide.
 
“Tu” gli puntai il dito contro quando, quel pomeriggio, lo incrociai in corridoio. Il ragazzo sobbalzò e i suoi occhi - privi di trucco - si allargarono scioccati guardandomi come se i miei capelli stessero prendendo fuoco.
“Ehm...” di fronte alla sua espressione da coniglio impaurito persi il filo del discorso. Spinsi due dita sulla fronte, cercando di recuperare quello che volevo dire e, sì, dovevo dirgli di farla finita perché ormai eravamo grandi e vaccinati e doveva smetterla di seguirmi ovunque o avrei dovuto denunciarlo. E poi come aveva scoperto che frequentavo quel locale la sera? Ommioddio quel tipo mi seguiva a casa! E aveva di sicuro installato delle telecamere nella mia camera per guardarmi mentre dormivo! Magari erano pure in bagno! OMG, quel bagno aveva visto cose che non si possono descrivere a parole e...
“Sei un pervertito!” gli gridai e la gente di passaggio si voltò a guardarci.
Le linee delle sopracciglia di quel ragazzo - che mi sembrava si chiamasse Baekhyun - si inclinarono in maniera quasi pietosa. Per un secondo pensai che potesse mettersi a piangere e mi sentii una merda. Chanyeol! Dov’è finito il gentleman che è in te, maledizione?
Allungai una mano scusandomi ma quel ragazzo mi diede di colpo le spalle e scappò nella direzione opposta.
 
“Quanto la fai tragica...” commentò il giorno dopo Kyungsoo, mentre si sbucciava con estrema cura una mela.
“Non la faccio tragica!”
“No, infatti è tutto apposto” si intromise Luhan, “Channie ha solo sputtanato quel tipo in mezzo al corridoio. E guarda, oggi lui e suoi amici non sono nemmeno al solito tavolo! Si saranno rintanati a casa di qualcuno a vedere film strappalacrime mangiando gelato alla vaniglia.”
Guardai Luhan con ammirazione, “Preferirei che non mi chiamassi in quel modo, ma grazie per essere sempre al mio fianco, Lulu!”
“Di niente. Mi piace vederti disperare per le tue figure da babbuino sub equatoriale e aiutarti a convincertene.”
“Sei perfido.”
“Oh, io aveLe offeso la tua peLsona? Scusa, io non paLaLe bene tua lingua.”
Stramazzando inerte sul tavolo tornai a rivolgermi a Kyungsoo.
“Kyungsooooooo!”
Lui alzò gli occhi dal torsolo della mela e alzò un sopracciglio, “Il secondo anno non hai fatto altro che lamentarti per quel tipo - hai detto che si chiama Baekhyun? - che ti stalkerava” e mimò delle virgolette con le dita - e io non capii bene il perché, dal momento che era vero e non c’era nulla da virgolettare. Lui mi sta stalkerando e continua a farlo da quattro anni. Il fatto che dopo un po’ di tempo mi sia abituato ai suoi sguardi provenienti dall’altra parte della mensa non significa mica che li voglia. Oddio, bello sono bello, quindi non mi stupisce che anche l’altro sesso lo noti e tragga piacere dal guardarmi... ma insomma, un conto è guardare, un conto è interrompermi mentre dissipo ferormoni al locale. Eh. Comunque, mi ripresi dalla riflessione e tornai a focalizzarmi su quello che stava dicendo Kyungsoo.
“Ma ora di sicuro non si farà più vedere in giro. Dovresti esserne contento” concluse.
“Sì, però...”
“Aaah” sospirò Luhan alzando gli occhi al cielo, o meglio, al soffitto, “Peccato! Quel ragazzino che ti girava intorno dava un tocco di originalità alla tua persona. Ora diventerai noioso e io non ho più nessun motivo per essere tuo amico” e si alzò stiracchiandosi, “Bye.”
“Lulu!” gridai io afferrandolo per la maglia, “Dove vai?”
“Ti lascio alle tue noiosissime lamentele e vado alla ricerca di qualcuno di più interessante da punzecchiare.”
“Ma!”
“Luhan” esordì Kyungsoo con un tono di voce che mi mandò i brividi giù lungo la schiena, “Resta, ho un’idea.”
Luhan si bloccò.
“Dato che quel ragazzo prova evidentemente qualcosa per Chanyeol e Chanyeol non mi sembra indifferente alla questione...”
“Come scusa?” tentai di dire io ma nessuno mi ascoltò. Luhan tornò seduto e, di colpo, pendeva dalle labbra dell’altra folle persona che quel giorno non aveva trovato altro di meglio da fare che sparare sentenze a caso sul mio conto.
“...perché non aiutiamo il nostro piccolo amico a fare breccia nel cuore del freddo playboy aka Chanyeol?”
A Luhan brillò una scintilla negli occhi che non mi piacque affatto. Per niente, nada, nain, out, nisba, no.
“Heeey” sventolai una mano davanti alla faccia di Kyungsoo, “Io sono qui e dal momento che NO, temo che il vostro piano non funzionerà, penso che dovreste lasciar perdere.”
“Fantastico” commentò Luhan e mi diede una pacca sulla spalla, “Non ringraziarci poi.”
“Sentite” continuai io inspirando e alzando le mani come in un coro gospel, “C’è già Kai che mi rompe le scatole coi suoi problemi amorosi e non ho intenzione di invischiarmi pure io in una relazione seria o in queste faccende complicate, okay? Sto tanto bene così, con le mie serate al Black Out e con le mie donne super sexy che non pretendono nulla da me se non una serata piccante diversa dal solito.”
Luhan fece una pernacchia scoppiando a ridere e io non avevo nemmeno più la forza di guardarlo male.
Kyungsoo sorrise e si pulì accuratamente la bocca con un tovagliolo, “Quello che mi sciocca di più, mio caro Chanyeol, è che ti stai lamentando di tutto tranne del fatto che stiamo mettendo in dubbio la tua così tanto sbandierata eterosessualità.”
 
Il piano nome in codice “HanSoo Beautiful Cupid” aveva tutto tranne le sembianze di un piano, se non organizzato, quanto meno un minimo ponderato. No, sembravano due ragazzine delle superiori che tentano a caso di far sbocciare l’amore tra la loro amica zitella e il capitano della squadra di basket. Se non fosse che, primo: dovrei essere io il capitano figo e secondo: non sono affatto zitella. O zitello... o comunque, single alla ricerca di qualcuno. Sì, sì, lo so... all’inizio avevo detto di essere sexy, free & single ma non mi ero spiegato bene. Io voglio restarlo per sempre. Okay? Okay. È diverso.
E così non mancava occasione per cui Luhan, nel momento in cui vedeva Baekhyun nei paraggi, iniziasse ad aggrapparsi al mio braccio come un opossum della Virginia tentando di indurre in gelosia l’altro che, puntualmente - e giustamente, aggiungerei - continuava a chiacchierare indifferente con gli amici. Oppure c’era Kyungsoo che, con la sua solita nonchalance e grazia, mi spingeva a destra e a manca nella vana speranza di farmi finire addosso a Baekhyun. E per fortuna che lui era abbastanza agile da riuscire a spostarsi in tempo ed evitare di farsi travolgere dalla mia imponente e mascolina persona.
“Non funziona” sentenziò un giorno Kyungsoo mentre eravamo a pranzo. Oh, Kyungie, tu e il tuo spiccato senso d’osservazione. Come farei senza di te.
“Io direi che abbiamo peggiorato la situazione” disse Luhan sporgendosi alle mie spalle verso il solito tavolo di Baekhyun e dei suoi amici. “Com’è possibile che il mio charme abbia fallito? Chiunque si sarebbe ingelosito...”
“Sei stato troppo diretto” disse Kyungsoo alle prese con la solita mela del fine pasto, “Le persone si spaventano.”
“Ah sì? Chi è che cercava di farli accoppiare brutalmente in quel modo?”
“Okay, passiamo al piano B.”
“Abbiamo un piano B?” domandai spaventato.
“Ovviamente” rispose Luhan, “Senti. Rapiamo Baekhyun e...” Ma io non potevo più starli ad ascoltare e mi alzai di scatto.
“Guardate come si fa” commentai prima di voltarmi, inspirare profondamente e dirigermi a passo spedito verso il suo tavolo.
Non capii bene perché quella sfilata in passerella che stavo offrendo alla mensa mi sembrò così fastidiosa. Dopotutto dovevo solo andare dallo stalker, parlargli di un qualche argomento a caso in modo da far contente quelle due arpie, e poi tutto sarebbe tornato alla normalità. O almeno, speravo che tutto sarebbe tornato come prima, come una settimana prima, quando i suoi sguardi oltre il tavolo della mensa ancora arrivavano alla mia schiena rassicuranti e... rassicuranti? Chanyeol, torna in te per l’amor del cielo.
Comunque, una volta arrivato al tavolo e incrociati i suoi occhi, il senso di fastidio che mi arricciava le budella poté solo peggiorare.
“Ehm...” evitai di mollarmi uno schiaffo per riprendermi. Su, non è così difficile. “Posso parlarti in privato?” In privato? Che diavolo vai dicendo? Dovevi solo dire qualche stronzata - qualsiasi altra stronzata - e poi te ne saresti potuto andare a testa alta, illuminato dai riflettori dello spettacolo della tua vita e dai coriandoli della vittoria.
“Okay” fu la risposta di Baekhyun, e il barlume di un sorriso gli si formò sul volto. Questa volta mi diedi davvero un pizzico sul braccio, dissimulandolo abilmente con il bisogno di grattare un prurito inesistente.
 
“Devi scusare i miei amici...” iniziai io dopo che mi fui chiuso la porta della palestra alle spalle, “...ogni tanto passano delle strane idee nelle loro testoline bacate e chi li ferma più!”
Baekhyun annuì ma sembrò non capire, e infatti, “Ma a cosa ti riferisci?” domandò.
“Ah... come? Cioè, non hai notato degli strani comportamenti quest’ultima settimana?”
“Se devo essere sincero, sì...”
“Eh, ecco.”
“Quel ragazzo che sembra un angioletto... credo che gli piaci? Oppure state già insieme? Siete inseparabili... e poi l’altro, Kyungsoo?, lui mi mette un po’ in soggezione e non capisco perché ti stia bullando in quel modo. Dovresti dirlo a qualche professore. Ma magari anche a lui piaci ed è solo geloso dell’angioletto? Non saprei... comunque intendi questo? Ma io non credevo, cioè, tu mi hai detto che non avevi queste tendenze e in effetti non capisco, ah, ma perché dovresti dare delle spiegazioni a me?” e concluse il suo volo pindarico col solito sorriso e i soliti occhi imbarazzati.
Mi ci volle qualche secondo per riuscire a richiudere la mascella e assumere un atteggiamento decoroso. La smetti di inventarti scenari improbabili?, volevo rispondere, ma mi trattenni.
“No!” esclamai quindi sventolando le mani, “No, no, no!”
Baekhyun mi guardò e inclinò la testa, “No” ripeté e io annuì con forza.
“No.”
“Okay...” mormorò lui e prese a guardarsi i lacci delle scarpe.
“Non hai la matita agli occhi in facoltà” fu l’unica cosa che mi venne in mente di dire dopo aver passato un paio di minuti a fissare il vuoto e a contorcermi la manica della maglia.
“Oh” mormorò lui e alzò il capo, “Oh... ti riferisci a quella volta al locale... scusami davvero, ero ubriaco e di solito non mi comporto così e...”
“È colpa mia che non ti avevo riconosciuto... la matita, sai... ti dà un’aria da... boh, persona malefica?”
Baekhyun scoppiò a ridere e io mi ritrovai a sorridere a mia volta e a fissargli il volto, almeno finché non si portò il dorso della mano davanti alla bocca e tutto quello che restò furono quegli occhi socchiusi e brillanti. Mi costrinsi a distogliere lo sguardo.
“Okay...” dissi io dopo l’ennesimo minuto di silenzio, “Allora... ci si vede in giro?”
“Certo e... ah!” esclamò tirando fuori il bigliettino pubblicitario di un negozio di cosmetici, “Io lavoro qui, se hai bisogno di qualcosa...”
“Oh.”
“No, dai scherzavo...” mormorò poi agitato e cercò di riprendersi il biglietto ma io lo tenevo forte. Me lo infilai in tasca e gli sorrisi.
 
-Channieeeee-
“Luhan, mi hai ucciso un timpano...”
-Che fine hai fatto? Perché non sei più tornato in mensa?-
“Mhn...” cercai di far funzionare in fretta il cervello per trovare una scusa plausibile, “...il mio criceto non sta tanto bene e sono tornato a casa...”
-Tu non hai un criceto.-
“Ho detto criceto? Volevo dire tartaruga...”
-E la tua tartaruga ti ha telefonato per avvisarti.-
“Yep.”
-CHE GLI HAI DETTO A BAEK?- avvertii distintamente la voce di Kyungsoo dall’altra parte.
“Niente” risposi mentre mi buttavo sul letto. E in effetti era vero. Cosa avrei dovuto dirgli?
-METTI IL VIVAVOCE! ...sshh non urlarmi nelle orecchie, ora lo metto!-
Chiusi gli occhi e presi un profondo sospiro.
-Okay ci siamo!- commentò Luhan dopo pochi secondi, -Dicci tutto.-
“Sentite, non ho molta voglia ora...”
-Channie, cos’hai? Tutto bene? Vuoi venire da noi a mangiare la nutella?-
“Eh?” sforzai una risata, “Va tutto bene! Cos’hai te, semmai! Che discorsi sono questi... ah! La tartaruga mi chiama! Ci vediamo a lezione, eh! Bye!” e riagganciai in fretta.

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Capitolo 2
*** Step two ***


Quando incontrai Kai qualche giorno dopo lui non mi domandò perché non mi fossi più presentato al locale. Ma, probabilmente, nemmeno lui ci era più andato.
“WOH MAN!” esclamai quando quella mattina gli aprii la porta del mio appartamento, “Ma che faccia hai?”
Kai nemmeno finse di sorridere e si accomodò all’interno senza dire nulla. Lo raggiunsi di corsa e, afferrandolo per le spalle, lo costrinsi a guardarmi. Misi il broncio.
“Non abbiamo dormito bene questa notte?”
“Idiota” commentò, “Non dormo da una settimana...”
“Ugh, ma guarda che occhiaie... ho un’idea!”
Lui alzò un sopracciglio, ma si lasciò trascinare fuori di casa senza procurarmi troppi graffi.
 
Quando mi fermai davanti alla Etude House in centro, l’espressione sul volto di Kai era indescrivibile. Nemmeno gli avessi tirato una fetta di prosciutto cotto in faccia.
“Ecco” commentai io puntellando i pugni sui fianchi, “Cerchiamo un bel fondotinta coprente per nascondere quelle borse! Altrimenti al Black Out la gente non ti si avvicina più! E poi Bruce Lee cosa penserebbe, eh?”
Lo sguardo omicida che mi lanciò dopo - accentuato dalle occhiaie - mi tappò la bocca. Ma, alla fine, mi seguì all’interno.
Il pungente odore di profumo mischiato a quello della vaniglia e ad un acuto “Benvenuti!” mi disorientarono un secondo. Quando mi ripresi, Kai aveva già sedotto la commessa e ora stava cercando di convincerla a scontargli un prodotto appena messo sul mercato. Lo ignorai e mi guardai intorno. Maledizione, le commesse erano tutte donne! OMMIODDIO, da quando la presenza femminile è diventata una cosa negativa!? Chanyeol, smettila di distrarti. Sei venuto qui per un motivo: cioè verificare che effettivamente Baekhyun lavora qui. No, mi diedi uno schiaffo: sono venuto per Kai, per le occhiaie e per salvare il suo futuro matrimonio con Bruce Lee. Convincitene!
Una commessa si allontanò impaurita facendo finta di non avermi visto. Sono un pirla.
“Chanyeol” mi chiamò Kai in quel momento - salvatore della patria! - “Vieni, vogliono farmi provare il fondotinta per vedere se funziona.”
Sbuffai, ma decisi di seguirlo dall’altra parte del negozio. Fecero accomodare Kai su uno sgabello in un angolo e presero a guardarlo ammaliate. Pfh, se solo fossi stato in una condizione più decente avrebbero guardato di sicuro me.
“Quindi?” domandò Kai dopo un paio di secondi in cui nessuno si muoveva.
“Non siamo noi le addette al trucco...” cercò di spiegare una di loro. Questo di certo non giustificava il loro essersi mummificate lì davanti, ma nessuno sembrò notare questo particolare.
Il suddetto addetto al trucco si avvicinò poco dopo e aprì la suddetta boccetta di fondotinta. Quindi sorrise verso Kai.
“Sì, questa gradazione dovrebbe essere quella giusta per la tua pel—”
“Baekhyun!” esclamai io senza riuscire a trattenermi.
“Oh” fu la sua risposta una volta che si fu voltato verso di me.
“Allora lavori qui sul serio! E... hai la matita!”
A quella frase Baekhyun iniziò a strofinarsi le palpebre, “Già...” e quando i suoi occhi riemersero da dietro le dita io non potei far altro che mettermi a ridere. Sembrava un piccolo panda addormentato. (Ma cosa...?)
“Hai...” cercai di spiegare io indicandogli gli occhi e lui corse a frugare tra i cosmetici e sistemò il trucco. Quando si voltò, era completamente al naturale e io, senza ombra di dubbio, lo preferivo così.
Mi pestai un piede.
“Non pensavo che saresti venuto...” mormorò lui, ma la magia di quell’incontro inaspettato e voluto certamente dal destino venne distrutta dall’acida voce di Kai.
“Hey piccioncini, io sarei ancora qui.” 
 
Quando ci fermammo davanti all’insegna del Mc Donald’s, io aggrottai il naso.
“Sei sicuro che per te va bene pranzare qui?”
Baekhyun mi guardò con un espressione confusa, “Certo.”
“È che non ho molti soldi...”
“Già... la vita universitaria è dura!” commentò lui mettendosi a ridere, e io non potei far altro che sorridere ed essere d’accordo.
“Pensavo che tu non fossi tipo da fast-food” commentai una volta che ci sedemmo ad un piccolo tavolino al piano di sopra - uno vicino alle finestre - con l’ordinazione nei vassoi.
“Perché?”
“Non so... mi sembri più tipo da insalata o altra roba verde e insapore...” cercai di spiegare io guardando la sottiletta del suo Crispy McBacon che scivolava lungo le pareti del panino. Lui fece spallucce e iniziò a mangiare.
“Crispy McBaekhyun...” mormorai io infilandomi la cannuccia del bicchiere di coca-cola in bocca. Presi un piccolo sorso e quasi mi strozzai per aver iniziato a sogghignare alla mia stessa battuta.
“Tutto bene?” domandò Baekhyun improvvisamente allarmato. Cavoli, la sua espressione preoccupata lo rendeva così carino. Mi ritrovai ad annuire e a sorridergli in una maniera che Kai avrebbe di sicuro definito raccapricciante. Invece lui mi sorrise indietro e un piccolo “Uff” gli uscì dalle labbra tirate.
Okay, non sapevo bene cosa mi stesse prendendo, ma se definire quel tipo carino era tutto fuorché degno di Chanyeol, il battito del mio cuore leggermente accelerato per colpa del suo sorriso non era AFFATTO da ‘Chanyeol, lo sciupa femmine’. Aspettate... avevo aggrottato la fronte cercando di ricordare se quel nomignolo me l’ero inventato o se effettivamente la gente mi chiamava così, quando la vibrazione del cellulare mi fece sobbalzare e “Sorry Sorry” esplose nella sala facendo voltare metà della gente presente.
Stavo per auto-infliggermi qualche altra punizione corporea per la mia reiterata idiozia quando notai Baekhyun accennarne la coreografia con i palmi delle mani uniti. Oh mio dio, sei l’uomo perfetto, pensai mentre mi asciugavo col dito una lacrima invisibile di orgoglio.
“Pronto?”
-Chanyeol!-
“Kai, devi rompermi le scatole proprio ora?” mormorai voltandomi di lato e cercando di non farmi sentire da Baekhyun che, nel frattempo, addentava l’hamburger con una voracità commovente.
-Sì, è questo il motivo per cui ti ho chiamato.-
“Senti, ci sono già Luhan e Kyungsoo a rendermi la vita difficile, non iniziare anche tu...”
-Volevo solo ringraziarti per avermi fatto passare la mattinata nelle mani di commesse arrapate e di un truccatore gay che pare sia il tuo fidanzato. Congratulazioni per il sesso anale!-
Le guance mi diventarono di colpo rosse.
“Ringraziami che ti ho fatto ritrovare il buon umore, piuttosto...” mormorai coprendomi la faccia con una manica della maglia. Fortunatamente Baekhyun sembrava gradire di più il pasto che stare a guardarmi. E questo, forse, mi dava un pochino (tanto) fastidio.
-Giusto, torno nel mio angolino a deprimermi, spero di riuscire a telefonarti mentre sei intento a rotolarti allegramente con il tuo amichetto nel letto. Bye bye!- e riagganciò.
Con un sospiro, tornai a guardare Baekhyun. Ora che mi ci aveva fatto ripensare, nemmeno vedere le sue dita sottili toccare il volto di Kai mi aveva fatto piacere. Se sapeva manovrare così bene pennelli e tubetti di crema, chissà cosa poteva fare col mio— STOP! La fantasia si ferma qui, eh Chanyeol? Che è meglio per tutti. Cioè, la fantasia si sarebbe pure fermata lì, se solo le sue mani non fossero state ricoperte di olio e mostarda e ora non si fosse messo a leccarle.
Buttai vorticosamente lo sguardo sul mio panino ancora intatto e decisi che era meglio, per il momento, riempire lo stomaco e svuotare la mente.
-Non dimenticare la protezione!- mi mandò un messaggio Kai un minuto dopo.
 
Quando uscii dal locale, la pancia piena e la testa un po’ su di giri per colpa di quel deficiente di un ballerino, mi resi conto che stava piovendo e mi bloccai sull’uscita. Baekhyun mi venne a sbattere contro.
“Che c’è?”
Io mi voltai e colsi l’occasione.
“Ha fatto un po’ schifo come primo appuntamento, non trovi?”
I suoi occhi si allargarono e assunse di nuovo quell’espressione stupita che mi faceva tanto venire voglia di afferrarlo per le guancie e baciargli la bocca. Sì, al diavolo la mia eterosessualità, ormai ero bello che andato. E la via di non ritorno mi si srotolava davanti con tanto di putti canterini e petali di rose che piovono dal cielo.
“A-appuntamento?” balbettò stringendosi nella giacca. Smettila di fare quell’espressione, Baekhyun, o giuro che ti spingo sotto la pioggia e ti bacio come in un drama di serie B. Eh, l’idea non suonava troppo malvagia, se non fosse che un cliché così poco ponderato non era affatto da ‘Chanyeol, il romantico principe azzurro’. (Di sicuro, questo epiteto me l’ero inventato invece.)
“Sì” commentai io facendo spallucce, “Ti ho portato fuori a pranzo e ho offerto io. Questo come lo chiami?” ed evitai di prendermi a sberle perché quello non era di sicuro il luogo più adatto per un appuntamento, tantomeno per fare il galantuomo e pagare da mangiare. Evitai di pensare a questi futili dettagli e mi concentrai sulla sua reazione.
“Ah...” mormorò lui e abbozzò un sorriso mezzo nascosto dal collo della giacca. Ma io lo notai lo stesso, perché nulla sfugge al mio occhio attento, e il nodo di ansia mi si sciolse nel petto.
“La prossima volta però... dillo apertamente, okay? Così evito di umiliarmi mangiando in quel modo e ballando coreografie attempate...” commentò ridendo.
“No, ti prego! Eri perfetto.”
E giuro di averlo visto arrossire. Vai così Chanyeol!
 
“Quindi, fammi capire bene...” commentò Luhan in mensa alzando un sopracciglio, “Tutti i nostri sforzi per far sbocciare l’amore, vi vedete per una settimana intera, e ancora non l’hai baciato?”
Kyungsoo annuì da sopra la propria zuppa d’alghe.
“Non capisci, Luhan!” esclamai io con gli occhi che mi brillavano, e ignorai il fatto che i loro sforzi in verità erano stati, per dirlo con un eufemismo, una catastrofe apocalittica, “Devi saper aspettare che il frutto sia ben maturo prima di coglierlo!”
Kyungsoo si strozzò col brodo e non smise di tossire per i successivi dieci minuti.
 
Dopo altri quindici giorni però, ebbi l’impressione che il frutto fosse bello che marcito.
 
“Mi hai rotto le scatole!” saltò su Luhan il giorno che mi vide mezzo agonizzante alla fermata dell’autobus, “Se entro sta sera non fai qualcosa giuro che lo bacio io. E non scherzo.”
“Lulu...” mi lamentai io inclinando la testa di lato, “Non trovo il momento adatto! Cioè, per me ogni momento sarebbe adatto ma non posso mica saltargli addosso!”
“Perché no?”
Misi il broncio e non risposi. Non era così semplice come la metteva lui. Fin’ora ero abituato a saltare addosso alla gente perché sapevo che era quello che voleva. Nessuna ragazza che avevo abbordato aveva in testa altro se non quello. Invece Baekhyun era diverso... lui era sempre gentile, con quegli occhi allungati e ricurvi e ciglia come ali d’uccello e labbra rosa e morbide come pesche che non si potevano profanare così come volevo io. Sì, ero un profanatore! Qualcuno avrebbe dovuto scomunicarmi per quello che mi passava in testa quando pensavo a lui. Non si poteva violare quel luogo sacro. E—
“Chanyeoooool! Svegliaaa!”
Tornai a focalizzarmi su Luhan.
“Significa che non ti piace sul serio.”
Mi riscossi di colpo per quell’eresia.
“Sì che mi piace!”
“Non mi sembra.”
“Sì! Baekhyun mi piace, mi piace, mi piace tantissimo!” urlai, trattenendomi non so come dallo sbattere i piedi per terra come un bambino di cinque anni di fronte al tendone di un circo (avevo paura dei clown da piccolo, qualche problema se non ci volevo andare?).
Luhan alzò un sopracciglio divertito.
“Hai visto? Che ti avevo detto?” chiese ad un punto indefinito oltre la mia spalla e io non capii. Povero Luhan, era impazzito di colpo. Ora parlava anche da solo...
“Voltati, idiota...” sbottò esasperato dopo qualche secondo. E io feci come mi aveva detto.
“Oh” dissi solo alla vista di Baekhyun. Teneva le mani in tasca e indossava la solita giacca dal collo alto che gli copriva la bocca. Ma io sapevo che stava sorridendo, la forma dei suoi occhi quando sorrideva era inconfondibile. “Hai... insomma, eri lì... hai sentito.”
Annuì debolmente, “Anche tu mi piaci...”
Gloriosi cori celesti! I putti lanciarono altre rose e intonarono il Quarto Tempo della Nona Sinfonia di Ludwig Van Beethoven mentre io, ‘Chanyeol il conquistatore’ sfoderavo il mio sorriso da, appunto, conquistatore.
“Ecco, Baekhyun... questa sera hai voglia di venire al locale?”
Le sue pupille tremarono un secondo.
“È un appuntamento” aggiunsi poi, prima di essere abbagliato da un altro dei suoi sorrisi mozzafiato.
 
Quando arrivai davanti al cancello dello stabile in cui abitava, il ragazzo in portineria mi guardò con un cipiglio da mettere i brividi.
“Hem... buonasera...” lo salutai attraverso il vetro del suo piccolo ufficio, “Byun Baekhyun abita qui?”
“Chi lo cerca?” domandò quel tipo con un accento che non era del posto. Io iniziai a contorcermi le maniche della giacca. Chi ero io? Un suo amico? Un suo amico... intimo? Il suo ragazzo? No, sarebbe suonato decisamente strano, e le folte sopracciglia del portiere che si arcuavano sempre di più mi impedivano di ragionare con coerenza. Ma una visita dall’estetista non gli piaceva? Scossi la testa. Chanyeol, apri il tuo cuore e rispondi con sincerità, è questa la soluzione più saggia. Presi fiato e aprii la bocca.
“Sei un pervertito? Vuoi che ti prenda a schiaffi?”
“Eh!?” esclamai io sgranando gli occhi, “Non sono un pervertito! Lui mi sta aspettando... s-sono... il suo ragazzo! C-cioè, non l’ho ancora baciato ma pensavo che stasera sarebbe stata la sera giusta e—”
“Sei decisamente un pervertito, non ti permetterò di toccare il nostro piccolo Baekyunnie...!” e si alzò sbattendo i palmi delle mani sul tavolo. Cavoli, era davvero alto. Ma anche io lo ero, quindi forza e coraggio, Chanyeol! Non a caso sei conosciuto come ‘Il troll’! (E questo appellativo forse è quello più vero di tutti. Comunque...)
“No, no! Davvero! Lo conosco! La prego!”
Quel ragazzo dalle sopracciglia che facevano invidia a Gengoro Daimonji (Sì, quello di Kilari... a proposito, oggi ho perso il centesimo episodio in tv! Disastro!) fece per uscire dal proprio ufficio per, probabilmente, picchiarmi a sangue, ma venne interrotto dal ritornello di Oppa Gangnam Style. 
“Pronto?” rispose al telefono e un secondo dopo mi lanciò un’occhiataccia, “Sì, credo che sia qui... ha una faccia da schiaffi, è troppo alto per te e il suo occhio destro è strano... forse ha una qualche forma di rabbia, non saprei dire... sì... i suoi capelli sono biondicci e la permanente lo rende doloroso agli occhi...  sì, mi sembra che si chiamasse così... lo faccio salire, stai attento. E se c’è qualcosa premi il pulsante di SOS sul muro, bye.”
Io gli sorrisi ignorando una buona parte della conversazione. Quindi lessi il cartellino appuntato sul suo petto, “Buonasera, Kris” e fuggii su per le scale come se fossi a cavallo di uno stallone delle lande. 
 
Ero ancora nel bel mezzo della mia cavalcata trionfante quando raggiunsi il quarto piano e stramazzai di fronte al portone che diceva ‘Byun Baekhyun - Kim Jongdae - Kim Junmyeon’
Finalmente, dopo un paio di minuti passati a evitare di farmi venire un attacco d’asma, suonai il campanello.
Il tipo che mi venne ad aprire aveva una manica della camicia sfilata, i pantaloni sbottonati e un nido di quaglia al posto dei capelli. Lo fissai a bocca aperta per un minuto buono prima che un altro sconosciuto (se possibile ancora più svestito) lo agganciasse e urlasse qualcosa tipo “Baekhyun! C’è il tipo che vuoi frullarti nel letto!”. Quindi trascinò via l’altro fino a scomparire dentro una stanza. La porta che sbatté mi scosse appena e ebbi la decenza di chiudere la bocca appena prima che Baekhyun comparì nella mia visuale.
“Ah, Chanyeol... scusami per Kris - il ragazzo alla reception - è un po’ iperprotettivo nei confronti degli inquilini del suo stabile e... scusami anche per i miei coinquilini... di solito non escono dalla camera quando stanno per... beh, hai capito, no?” mi disse arrossendo leggermente, “...probabilmente Jongdae voleva conoscere la persona che—”
“—che vuoi frullare nel letto?” conclusi la sua frase e mi resi conto solo dopo di quello che avevo appena detto e se ci fosse stata la possibilità avrei preso un pala e mi sarei scavato la fossa in quel preciso istante. Invece mi feci forza e “No... volevo dire che... insomma... è quello che ha detto... il tuo...” balbettai. Scusatemi, ma ero ancora scosso. Non riuscivo a far funzionare bene il canale cervello-bocca e quello che disse Baekhyun dopo non aiutò.
“Sì... cioè... se anche tu vuoi.”
Il mio cervello se ne andò beatamente a quel paese in maniera irreversibile. I miei polmoni - giusto per seguire la brillante idea del cervello - smisero di convertire ossigeno in anidride carbonica e io diedi la colpa alla cavalcata appena conclusa.
Mi infilai due dita nella fronte, spingendo forte in modo da costringere i pochi neuroni ancora attivi a lavorare.
“Sarebbe un onore.”
Neuroni, mi avete tradito.
Baekhyun scoppiò a ridere e la visione dei suoi occhi ridenti ridotti in delle fessure sciolse il tappo che aveva iniziato a strozzarmi. Sorrisi anche io.
“In effetti...” continuò Baekhyun allungando una mano fino a toccarmi una gote, “Quando sorridi il tuo occhio destro... ecco... fa così” e chiuse un occhio in quello che doveva essere un imitazione del mio sorriso più strambo, ma che sulla sua faccia sembrava la cosa più pucciosa che fosse mai esistita sulla faccia della terra.
Stavo per perdere la cognizione del mio corpo e saltargli addosso quando il mio cervello tornò dalla vacanza alle Bahamas e mi ricordò che eravamo ancora sul pianerottolo.
“Posso entrare?” domandai.


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Commento: Okay, questo è tutto quello che ho scritto fin ora... sorry ma ultimamente ho poca ispiration xD Domani (anzi no, oggi, dato che sono le due di notte...) però torno a casa e spero di continuare in fretta! Voi intanto fatemi sapere che ne pensate  (◕‿◕✿) 

Grazie per aver letto fin qui e complimenti a tutti per essere sopravvissuti!! ♥ (scusatemi ma la battuta sui Maya non potevo risparmiarmela u.ù)

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Capitolo 3
*** Step three ***


Da quello che ho potuto vedere lungo il tragitto, il suo appartamento era piuttosto piccolo.
C’erano solo quattro stanze, di cui una era quella che ospitava i due tipi mezzi nudi di primi, un bagno, una piccola cucina e, in fondo al corridoio, la sua camera.
Mi congelai sulla porta perché, per tutte le cavallette tropicali, quella era proprio la sua stanza! Col suo letto sfatto e invitante e il suo angolo toelette con tanto di lucine attorno allo specchio e sgabello in coordinato.
“Faccio subito, finisco di sistemarmi e andiamo, okay?”
In quel momento, l’idea di uscire di casa sembrava la cosa meno invitante sulla faccia della Terra. Baekhyun si sedette sullo sgabello e mi sorrise appena. Notai in quel momento che, in effetti, aveva l’eyeliner solo su un occhio.
Misi in moto il cervello e, sorprendendomi per la mia stessa idea brillante, trovai una scusa per restare un po’ di più.
“Ti trucco io.”
Baekhyun mi guardò scioccato attraverso il riflesso dello specchio e subito dopo scoppiò a ridere.
“No, dico sul serio, insegnami.”
 La risata sfumò e si trasformò in un cipiglio divertito che gli conferì ancora una volta lo stesso sguardo malefico che mi aveva spaventato quella sera al locale. Sì, era proprio colpa della matita.
Afferrai la sedia della scrivania e la avvicinai al suo sgabello. Gli rubai la matita liquida dalle mani.
“Allora?”
“Vuoi proprio farmi diventare cieco?”
“Naaaah” lo rassicurai io ma lui si riappropriò della matita.
“Facciamo che ti trucco io?”
Nemmeno quest’idea sembrava malvagia. Annuii sistemandomi meglio sulla sedia.
Baekhyun mi guardò un attimo, forse contemplando gli angoli perfetti del mio viso, quindi si alzò e, sporgendosi verso di me, tirò la leva della sedia facendomi scivolare in basso finché i miei occhi non si trovarono perfettamente di fronte ai suoi. Quella sera, anche il cuore decise improvvisamente di ammutinarsi e iniziò a battermi così forte nel petto al punto da fare male.
“Okay, chiudi gli occhi...” mormorò senza allontanare quelle maledette labbra e se non avessi saputo che la sua intenzione era quella di pennellarmi le palpebre avrei quasi pensato che avesse voluto baciarmi. Allontanai quel pensiero debilitante e mi concentrai sul nero che avevo ora di fronte agli occhi. Oh che carino che era, con tutti quei puntini gialli che volteggiavano liberi come farfalle.
“Non così, rilassa le palpebre!” disse ancora lui e la risata mi solleticò una guancia. Obbedii e subito dopo le sue dita erano sulla mia faccia. Sperai con tutto il cuore che non si accorgesse di quanto le guancie avevano iniziato a prendermi fuoco. Certo che dovevo proprio essere impazzito... farmi truccare come una donnuccia non rientrava proprio tra i miei hobby, ma come si faceva a dire di no a quegli occhietti luminosi? Sì, ero decisamente impazzito. Ah, Kai mi avrebbe preso in giro fino alla morte. Già mi vedevo il dito indice puntato contro e la sua faccia paonazza per le troppe risate. Feci una smorfia e sospirai.
“Qualcosa non va?” domandò Baekhyun privandomi senza preavviso del suo calore dal viso. Io aprii gli occhi e scossi con forza il capo.
“Ho fatto, ma posso toglierlo se non ti piace...”
Mi guardai allo specchio. Wow, esclamai nella mia testa meravigliandomi per le sue doti. Ero proprio un figo, quasi quanto il cantante di una di quelle band rock che fanno strillare le fan fino a sputare le tonsille. Ugh, brutta immagine. Torniamo a Bekhyun che, intanto, continuava a guardarmi con le sopracciglia ricurve in un espressione preoccupata.
“Ti sta bene... secondo me, ovviamente” iniziò a dire, “Cioè, se non ti piace lo tolgo in un secondo e non c’è problema. Davvero, non me la prendo. Ti sta bene però, sul serio.”
“Quanto mi sta bene?” domandai io sorridendo appena.
“Ah, uhn... molto, penso.”
“Davvero?” inclinai appena il busto in avanti e continuai a sorridere.
“S-sì...”
Schiusi appena le labbra, “Tu invece sei proprio buffo con solo un occhio truccato.”
Baekhyun saltò sullo sgabello imbarazzato e si affrettò a mettere l’eyeliner anche nell’altro. Aww, che carino, pensai mettendomi a ridere.
Stavo per dire un’ultima frase degna di ‘Chanyeol, il conquistatore’ quando uno strano rumore arrivò alle mie orecchie e mi irrigidii. Proveniva dalla camera accanto e anche Baekhyun se ne accorse perché improvvisamente si stava mettendo la giacca e aveva iniziato a blaterare frasi tipo: “È  ora di andare, non credi? Su, andiamo.”
Tutto il romanticismo volato via chissà dove.
Comunque, io ero d’accordo e mi affrettai ad uscire sul corridoio. Passare di fronte alla porta di quei due tipi incestuosi fu l’esperienza più traumatizzante di tutta la mia vita (quasi più di quella volta che sono stato trascinato al circo contro la mia volontà) e non sto qui a riportarvi le frasi imbarazzanti che provenivano da quella camera e che io non riuscii ad evitare di sentire. Un paio comunque me le segnai mentalmente, non si sa mai.
 
Solo quando fummo sul pianerottolo io potei tornare a respirare decentemente.
“Quei due tipi incestuosi fanno sempre così?”
“Eh? Incestuosi?” domandò Baekhyun annaspando con le chiavi dell’appartamento.
“Sì, i due...” lessi sul campanello, “Fratelli Kim?”
Mi guardò come se non capisse, “No, non sono fratelli...”
“Ma qui c’è scritto...” iniziai io quindi capii. Come potevo non averci pensato prima? Che idiota, quei gemiti mi avevano scosso più di quanto avessi pensato. “Aaaaah sono sposati. Ecco, non capivo perché avevano lo stes—”
Baekhyun scoppiò a ridere fino a lacrimare.
“Ma no!” esclamò senza fiato, “Kim...” annaspò per trovare l’aria, “Kim è solo il cognome più diffuso nella Corea del Sud!”
“Oh...” mormorai io passandomi una mano tra i capelli, “Oh! Ma certo che lo sapevo! Era solo per allentare la tensione! Cosa credi...”
Baekhyun si teneva la pancia. Non lo avevo mai visto perdere il controllo così, ma non potei trattenermi dal mettermi a ridere pure io.
 
Quando mi fermai davanti al locale e gli feci cenno di entrare, Baekhyun mi guardò arricciando le sopracciglia.
“Pensavo che saremmo andati a quel locale in cui vai sempre... oh, certo. Non vuoi farti vedere con uno come me dai tuoi amici. Ma va bene, okay, allora entriam—”
“No, non è per quello!” lo interruppi io sventolando le mani davanti alla mia faccia come un piccione che tenta di corteggiare la femmina. “Cioè, i miei amici non c’entrano nulla. Io nemmeno ce li ho degli amici... è che non voglio andare lì perché poi non... io non potrei...” ma mi fermai perché come potevo dirgli che l’ultima volta che una coppia omosessuale era entrata nel locale, Kim, il buttafuori (oh, anche lui si chiamava così! Che buffo!), li aveva defenestrati nel giro di un nanosecondo. E io non potevo permettergli di far del male al mio Baekhyun.
Questo locale quindi faceva al caso mio: era molto più piccolo, meno alla moda e, sebbene non c’ero stato molte volte, le persone lì non facevano caso a quello che succedeva intorno a loro. Ballavano e si divertivano così come dovrebbe succedere in qualsiasi locale, senza nessun occhio indiscreto puntato contro e nessun buttafuori equipaggiato col gay radar alle calcagna. Dovevo restare in quel posto il tempo necessario per riuscire ad attuare il mio piano che battezzai col nome in codice ‘Scoprire che sapore hanno le labbra di Byun Baekhyun’. Perché, sì, signori e signore, quella sera ero deciso ad arrivare in fondo alla questione. 
Prima tappa: ordinare da bere.
Come dico sempre io, un buon bicchiere aiuta sempre. Quindi afferrai Baekhyun per un braccio e lo trascinai al bancone. Il tipo che serviva lì dietro aveva i capelli sparati in aria (non so quale gel antigravitazionale avesse usato ma dovevo assolutamente scoprirlo perché Kai è sempre lì a lamentarsi del mio che non funziona)  (eppure continua a rubarmelo) e una faccia tonda illuminata da un sorriso sghembo.
Ordinai ‘il solito’ - che cambiai prontamente con un ‘Cuba Libre’ nel momento in cui mi resi conto che quel barista non mi aveva mai visto - e chiesi a Baekhyun cosa volesse. Lui mi guardò spaesato.
“Quello... che hai preso tu?”
Gli sorrisi e tornai a rivolgermi al barista trattenendo l’istinto di mordergli quelle guancie appena arrossate per l’imbarazzo.
“Cin cin?” gli domandai una volta che i due bicchieri furono tra le nostre dita (ovviamente, essendo un gentiluomo, avevo pagato io).
Baekhyun annuì alzando il proprio bicchiere, il vetro si scontrò e io buttai giù un lungo sorso. Avevo capito che Baekhyun non era solito frequentare locali o bere alcool, quindi avrebbe imitato ogni mio gesto. E infatti fu così: finì mezzo bicchiere nel giro di un paio di secondi.
“Ti piace?” gli domandai allora e non pensavo che quella bevanda avrebbe potuto avere un effetto così repentino. Baekhyun aveva iniziato a sorridere senza motivo - rispondendomi con mezze frasi spezzate e guardandosi intorno con gli occhi socchiusi di chi non riesce a mettere a fuoco ad un palmo dal naso.
Gli strappai il mezzo bicchiere dalle dita.
“Hey...” si lamentò lui.
“Non è possibile...” borbottai io. Com’era possibile che fosse già ridotto in quel modo? Il mio piano si era incrinato già al primo punto. Non era nel mio stile provarci con gente mezza ubriaca, e sicuramente Baekhyun non faceva eccezione.
“Chanyeol... vedo un po’ strano...”
“Uff, scusami, non pensavo che non reggessi per niente l’alcol...”
“No, no!” mi contraddisse lui dandomi una botta sulla spalla e riprendendosi il bicchiere. “Vedi? Riesco a reggerlo!” e mi sventolò il bicchiere davanti la faccia, “Anche con una mano sola! Sono forte.”
Evitai il face palm e mi maledii per il primo punto del piano che era andato a farsi friggere insieme alle mozzarelline che il tipo lì vicino aveva ordinato. Sono un perfetto idiota.
“Dai, andiamo a ballare!” gridò poi prendendomi a braccetto e iniziando a tirare. Lo guardai con le sopracciglia aggrottate e pensai che forse avrei dovuto riportarlo a casa.
“Dai!” gridò ancora lui e i suoi occhietti socchiusi erano troppo per me: non potevo oppormi a quello sguardo. Sarà stato pure ubriaco, ma sapeva come raggirarmi.
“Solo una canzone, poi torniamo a casa... okay?” proposi io tentando di mantenere un tono fermo. Ho sentito dire che con le persone brille bisogna fare così o non ti ascoltano... un po’ come ho fatto con il cane di mia cugina quando, quella volta, mi aveva morso il cavallo dei pantaloni perché mi ci era caduto un pezzo di carne. Avevo seriamente temuto per le mie potenzialità riproduttive. E in questi casi o ti imponi con un tono duro e convinto, o il cane non ti ascolta e continua a sbavarti addosso. Oppure come quella volta che Kai mi aveva baciato. Se avessi usato un tono più deciso di sicuro - unito a, perché no, un paio di sberle - avremmo evitato quella scena raccapricciante.
Comunque, ho reso quale tono bisogna usare, e io ci avevo provato. Solo che lui era irrigidito in una maniera che mi aveva fatto salire il sudore freddo sul collo. Sembrava essere tornato lucido di colpo. Ma era stata solo una mia impressione, perché un secondo dopo eccolo che riparte a tirarmi il braccio e io non potei fare altro che seguirlo.
Seconda tappa: portarlo in mezzo alla pista. Spuntai anche questo punto della lista sebbene fosse stato lui a trascinarmi a ballare.
Terza tappa: ballare. Questo punto fu un po’ più complicato da portare a termine. Non si poteva dire che Baekhyun fosse un gran ballerino, ma attirava l’attenzione. Sì, l’attenzione di tutti quelli a cui tirava una gomitata mentre si muoveva frenetico e senza prestare la minima attenzione al ritmo della musica.
“Okay, Baekhyun!” dovetti dirgli a un certo punto, “Ora torniamo a casa.”
Si bloccò di nuovo, per la seconda volta. E i suoi occhi mi guardarono immobili.
“Ma siamo appena arrivati...” mormorò sfregandosi un braccio.
“Sì, ma tu non sei in te e io non posso vederti così...”
“Eh?”
“In questo stato non posso farti nulla di quello che avevo pensato!”
“Che volevi farmi?”
“Dovrei spuntare l’ultimo punto della mia lista, vedi?” e alzai una mano mostrandogli il palmo. Lui guardò attentamente la lista e, quando arrivò in fondo, le sopracciglia si incurvarono in un’espressione di sorpresa. Oddio, ritornai in me e ritirai la mano. Gli avevo fatto vedere la mia lista sul serio! Mi guardai il palmo della mano e presi a sfregarlo cercando di eliminare ogni traccia.
“Ah, questo maledetto inchiostro indelebile...”
Baekhyun scoppiò a ridere portandosi le mani sul volto per coprire la bocca, proprio come faceva sempre.
“Prima di arrivare all’ultimo punto...” mormorò poi, “C’è il penultimo che, se non ricordo male, dice: ‘stringerlo dolcemente a me e guardarlo negli occhi’, o sbaglio?”
Il sudore freddo che mi si era fermato sul collo evaporò di colpo.
“B-Baekhyun...?” mormorai mentre lui si avvicinava, troppo sicuro di sé, con quel sorriso e quegli occhi e quelle guancie che volevo accarezzare così tanto e mordere fino a farlo gemere. “Tu... ora non sembri ubriaco...” e sobbalzai nel momento in cui le sue dita si poggiarono sui miei fianchi.
“Mi hai scoperto” rise lui, “Facevo finta.”
Il mio cuore fece una capriola, seguito dai polmoni, dal fegato e da qualsiasi altro organo del petto che sia capace di fare un triplo salto mortale all’indietro. Qui, altro che le farfalle! Nel momento in cui Baekhyun si allungò verso il mio viso, sentii le falene accopparsi nel mio stomaco.
“Chanyeol, Chanyeol, Chanyeol...” soffiò a pochi centimetri dalle mie labbra, “Io non riesco proprio a capire chi sei. Sei davvero lo stesso playboy che ho seguito con lo sguardo per tutti questi anni?”
Gli passai un braccio attorno alla vita.
“Quindi stai ammettendo di essere un mio stalker?” domandai con un mezzo sorriso e lo avvicinai a me.
“Eh? Ma che dici! Sono solo uno fissato con la matita e i cosmetici.”
La musica pulsava attorno a noi e nei corpi delle altre persone, ma noi già non eravamo più in quel mondo. Nella nostra bolla indisturbata, c’era un mondo in cui l'imbarazzante storia d’amore di Park Chanyeol aveva mosso i suoi primi passi.
 
Quinta tappa: baciare Byun Baekhyun. ✓
 

-FINE-
 

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Note finali: Scusate la brevità della storia ma primo: è un bonus, quindi è anche troppo lunga xD secondo: non ho più idee lol e poi ho in mente una storia con gli SHINee che spero sarà interessante. u.u

Ah sì, dedico la storia a FabyHana perché ha letto alcuni pezzi della storia in anteprima, perché è la sua otp e perché ho voglia di dedicargliela u.u

Detto questo, l'ultimo capitolo non è betato quindi segnalatemi gli errori se volete ^^
Grazie a chi ha seguito la storia e commentato! Aspetto i vostri pareri come sempre u.u
Chu ♥

-Crystal

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