Avventura nello spazio

di Ranpyon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Richiesta di aiuto ***
Capitolo 2: *** Il ritorno degli alieni ***
Capitolo 3: *** Di nuovo una squadra ***
Capitolo 4: *** Partenza... con sorpresa ***
Capitolo 5: *** Primi pericoli ***



Capitolo 1
*** Richiesta di aiuto ***


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Ciao a tutti e ben ritrovati, sono Ranpyon!!!

Ho deciso di caricarmi di lavoro e di ammazzarmi durante quest’estate, ma voglio assolutamente pubblicare questa fanfiction… Non so se l’aggiornerò frequentemente - molto probabilmente no – però… insomma… è una ff che molti di voi mi hanno richiesto. E chi sono io per deludere le aspettative dei lettori??

…Credo che ormai abbiate capito…

Si tratta nientemeno che del seguito di UN ANNO DOPO!!

Come ho già detto molti di voi mi hanno chiesto il seguito di quella lunghissima fanfiction conclusasi qualche tempo fa…

Ed ora ho mantenuto la promessa, mi sono messa all’opera!!!

Dunque… in questa nuova avventura troveremo le MewMew più grandi di quattro anni rispetto all’ultimo capitolo di UN ANNO DOPO. Le nostre cinque (?) ragazze si troveranno ad affrontare una missione forse troppo grande per loro… o forse no…

Per le fan di Kisch (me inclusa XD): avverto che il bellissimo alieno sarà una presenza costante nella ficcy. Non all’inizio magari, ma dato che la storia gira intorno alla razza aliena e allo spazio, sarà un personaggio importante… Single, purtroppo, perché Strawberry, come ben sapete, è sposata con Ryan… Ma chi lo sa, magari nel corso della storia potrei affiancargli una compagna… (Non Ringo, eh, Kuroneko? ^^’’)

Comunque, per tenere fede a UN ANNO DOPO, ho deciso di usare i nomi del cartone animato, proprio come avevo fatto per la prima fanfiction.

Cercherò di non prolungare troppo questa storia, perché per voi leggere altri 62 capitoli sarebbe veramente troppo… eheh… ^^’’

Comunque vi ringrazio per l’attenzione!

Ora vi lascio al primo capitolo di AVVENTURA NELLO SPAZIO!!

Ci vediamo in fondo al capitolo!!

Ciau!!

Ranpyon!

 

PS: Per chi non avesse letto UN ANNO DOPO e non ne abbia voglia (beh, vi capirei, sono tantissimi capitoli), o anche per chi non se la ricordasse: leggete l’ultimo chappy, il 62, che è una specie di riassunto dell’intera storia!!

 

Buona lettura…!!

 

 

 

**AVVENTURA NELLO SPAZIO**

 

 

 

 

Capitolo 1

Richiesta di aiuto

 

 

“Caro diario…

Forse sono un po’ cresciuta per scrivere sulle tue pagine, ormai…

Ma sai, non riesco ancora a farne a meno.

Ormai sono grande, ho da poco compiuto ventiquattro anni… E la mia vita scorre tranquilla come mai mi era successo prima. Non ricordo molto del periodo in cui ero una MewMew, anche se molto spesso mi ritrovo a pensare con nostalgia a quei tempi… Ancora oggi non posso dire di essere del tutto convinta di voler essere una ragazza normale… Eppure prima questo era il mio unico desiderio. L’unico pensiero che occupava costantemente la mia mente era di tornare normale, di poter vivere come una semplice ragazza. Ma forse la vita tranquilla e agiata che ho sempre desiderato non fa per me… Io, abituata a combattere per salvare la terra, compito affidatomi per ben cinque anni… Io, che ho rischiato mille volte la vita per salvare le persone a me care, ora rimpiango quei tempi.

Può sembrare strano. Parecchio strano.

Ma purtroppo sono fatta così. Durante questi anni ho vissuto qui in America con Ryan e Miki nella più completa felicità. Ho deciso di non lavorare e di passare più tempo possibile con mia figlia, che ormai ha quattro anni e mezzo… E Ryan non ha obiettato, sapendo che per me era importante…”

 

Il trillo di un campanello distolse l’attenzione di Strawberry dal suo diario personale. Sospirò, chiudendolo lentamente e riponendolo accuratamente nel primo cassetto della scrivania. Si alzò dalla sedia stiracchiandosi, mentre il trillo si faceva sempre più insistente. Si voltò per uscire dalla stanza, ma una figura, appena arrivata, le si parò davanti.

La piccola Miki, con le manine poggiate sulle orecchie, attirò l’attenzione di sua madre urlando forse un po’ troppo forte.

“Quel coso non smette di suonare, mamma!!” si lamentò la piccola battendo un piede a terra.

Strawberry sorrise dolcemente e si chinò verso sua figlia, poggiandole con delicatezza una mano sulla testa.

“Quel coso si chiama forno, Miki… E trilla perché ci sta avvertendo che sono pronti i biscotti” spiegò pazientemente prendendo in braccio la piccola.

Dal canto suo, la ragazzina spalancò la bocca, entusiasta di aver fatto una nuova scoperta.

Miki Shirogane, quattro anni e mezzo. Una bambina molto dolce e tranquilla. Capelli rossicci a caschetto che le arrivavano poco più giù delle orecchie. Profondi occhi blu. Molto simili a quelli di suo padre, nonostante la tonalità più scura. La piccola Miki era l’oggetto constante dell’attenzione dei suoi genitori che non le avevano mai fatto mancare niente.

“Allora andiamo a prendere i biscotti!!” esultò portando le braccia intorno al collo della madre, stringendola affettuosamente. Strawberry non potè fare a meno di sorridere: quella bambina era la sua fonte di gioia… Senza di lei quella casa non sarebbe stata la stessa…

Si diressero in cucina, dove il forno trillava come se fosse impazzito.

Strawberry, allarmata, si chinò facendo scendere la bambina e corse verso l’apparecchio, girando la manovella. Il forno, così come il trillo, si spense all’istante. Timorosa, la rossa afferrò una presina dal tavolo e aprì lo sportello, venendo sommersa da un cumulo di fumo.

“Oddio… Si sono bruciati!!” si lamentò piagnucolando la ex Mew Rosa, mentre sua figlia poggiava le mani sui fianchi e sbuffava infastidita.

“Ecco, mamma, è tutta colpa tua. Ti avevo detto di sbrigarti!” esclamò corrugando le sopracciglia.  Strawberry poggiò nel lavandino la teglia piena di (quelli che avrebbero dovuto essere) biscotti e si tolse la presina, poggiandola accanto al lavello.

“Non fa niente, ne faremo un’altra teglia” sorrise voltandosi verso la figlia. Lei non sembrò molto convinta, infatti sospirò di nuovo.

“Sei sempre la solita, mamma…” esclamò sorridendo.

“Su questo sono d’accordo anche io” una voce proveniente dall’esterno della cucina attirò l’attenzione di Strawberry e sua figlia. Un Ryan, ormai ventisettenne, fece il suo ingresso nella stanza. I capelli scompigliati, una camicia bianca con i bottoni del colletto sbottonati e un paio di pantaloni eleganti alquanto stropicciati… Strawberry non potè fare a meno, nemmeno in quel momento, di pensare quanto fosse sexy quel ragazzo.

“Papà!” esclamò la piccola correndo incontro al suo genitore. Ryan si chinò e la prese in braccio, regalandole un dolce bacio sulla fronte.

“Ciao, piccola” proferì mentre lei lo abbracciava.

Il suo sguardo, poi, si spostò verso Strawberry che era rimasta in silenzio ad assistere alla scena.

“Bentornato” lo accolse lei avvicinandosi. Si scambiarono un tenero e fuggevole bacio a fior di labbra, mentre la bambina strepitava.

“Papà!! La mamma ha fatto bruciare i biscotti!” si lamentò con i lucciconi agli occhi, mentre Strawberry sorrideva.

“Sai Miki, anche quando era più piccola la mamma non faceva altro che combinare danni” raccontò il biondo rivolto alla figlia. Strawberry spalancò la bocca, rossa in volto.

“Non è vero!!” esclamò agitando le mani.

“Quando cucinava lei al Caffè rischiavamo tutti di rimanere avvelenati…” concluse il biondo con sguardo compiaciuto, ritornando con la mente a quei tempi.

Erano ormai passati nove anni… Nove anni da quando il progetto Mew era stato aperto… Ed erano passati nove anni da quando la Strawberry quindicenne preparava i dolci per Aoyama, facendo poi assaggiare le sue creazioni a Paddy che, ogni volta, rischiava di rimanere avvelenata.

Sorrise amaramente, pensando a quanto in fretta erano volati quegli anni… Forse troppo in fretta.

“Papà…?”

La bambina attirò l’attenzione di suo padre che, distratto dai suoi pensieri, non aveva sentito la sua vocetta insistente che lo chiamava.

“Dimmi…” rispose uscendo dal ricordo del proprio passato.

“Oggi devi lavorare…?”

“No, per oggi ho finito. Ho staccato prima” rispose sorridendo leggermente.

Miki esultò levando le braccia in aria, mentre Ryan la faceva scendere a terra.

“Allora vado in camera a prendere un gioco!! Giochiamo tutti insieme!” esclamò ridendo felicemente. Strawberry annuì e la bambina corse fuori dalla cucina, diretta verso la propria camera.

“Com’è andata a lavoro?” domandò la rossa avvicinandosi al marito.

“Tutto bene. Sempre le solite cose” rispose lui abbracciandola e baciandola.

Da quando era nata Miki, purtroppo Ryan e Strawberry non avevano passato molto tempo da soli… quella ragazzina era un vulcano in piena eruzione e il biondo era sicuro che quella parte del carattere l’avesse ripresa da Strawberry…

“Davvero oggi non devi lavorare?” domandò lei stringendosi di più a lui.

“Sì, oggi sono completamente libero…” sussurrò maliziosamente all’orecchio della ragazza. Strawberry divenne rossa in volto ma non si scostò: ormai era abituata alle battutine ironiche e maliziose del marito. Ci aveva fatto l’abitudine e, ovviamente, ormai non sarebbe più riuscita a farne a meno.

Si baciarono con dolcezza, unendo le loro labbra per qualche secondo.

Ma, come da copione, lo squillo del telefono li interruppe. Abbastanza scocciata, Strawberry si staccò dal marito e andò in corridoio. Prese il cordless e rispose, mentre tornava in cucina.

“Pronto…?” il tono di voce era diventato estremamente cordiale. Ryan sorrise.

Dall’altra parte del telefono si sentì solo un respiro sommesso. Strawberry, corrugando le sopracciglia, sospirò.

“Pronto…?!” chiese di nuovo con il tono che esprimeva sempre più disappunto.

“…Strawberry…?” sentì una voce di donna dall’altra parte del telefono.

“…Sì, sono io… Chi è?”

“Sono Lory…! Aspetta, scusa un secondo…” la ragazza, all’altro capito del telefono, urlò un “Satoshi, fermo!! Torna qui!” e tornò ad occuparsi della sua amica.

“Scusa, Strawberry, ma Satoshi sta tirando fuori tutte le posate dal cassetto…” si lamentò Lory cercando di mantenere la calma.

Strawberry non potè fare a meno di sorridere, divertita.

“Piuttosto, Strawberry… Come stai?”

“Bene, grazie… E’ tutto a posto…! E tu, con Kyle?”

“Tutto bene… Anche se… c’è Ryan?” chiese Lory deviando il discorso.

Strawberry aggrottò le sopracciglia, voltandosi verso Ryan.

“Sì, è qui. Vuoi parlare con lui?”

“Oh no no! Non io! Kyle vuole dirgli una cosa…!” esclamò Lory agitata.

“D’accordo allora, glielo passo! Salutami tanto Kyle”

Lory rispose con un assenso e passò il telefono al marito, mentre Strawberry faceva lo stesso.

“Chi è?” domandò Ryan vedendo la ragazza andargli incontro con il telefono.

“E’ Kyle. Vuole parlare con te” rispose Strawberry porgendogli l’apparecchio. Ryan sorrise, felice all’idea di poter parlare di nuovo con il suo amico. A causa del lavoro entrambi erano molto impegnati, e quindi sentirsi e vedersi era stato pressoché impossibile.

“Pronto, Kyle?”

La voce cordiale del suo migliore amico gli rispose dall’altro capo del telefono.

“Ciao Ryan! Quanto tempo!”

Il biondo sospirò portandosi una mano tra i capelli.

“Eh già… come stai?”

“Benissimo… però…” il ragazzo lasciò la frase in sospeso. Ryan sapeva bene che quel tono di voce non era affatto rassicurante. Si avvicinò al tavolo e afferrò una sedia, sedendosi sopra di essa.

“Dimmi, che è successo…?”

“Beh…” Kyle esitò un po’, ma poi si decise a parlare.

“Ricordi che dopo la chiusura del progetto Mew abbiamo portato via tutte le apparecchiature dal locale?”

“Sì, certo. Le abbiamo trasferite in un laboratorio apposito…” rammentò Ryan cercando di capire dove voleva andare a parare l’amico.

“Ecco… Ieri sono andato a controllare che fosse tutto a posto. Però ho scoperto che una delle apparecchiature era in funzione”

Ryan sgranò gli occhi.

“Cosa?!” il biondo saltò in piedi, allarmato.

“Esatto” annuì mestamente Kyle.

“Era il computer con il quale captavamo la presenza degli alieni e i messaggi che ci venivano inviati…” spiegò il bruno sfogliando una cartella che aveva in mano.

“E…?”

“Gli alieni ci hanno inviato un messaggio”

Ryan sospirò, portandosi una mano sul viso.

“Cosa… cosa c’è scritto?”

“Gli alieni ci hanno chiesto aiuto. Hanno detto che verranno qui sulla terra fra tre giorni per parlarci” proferì Kyle lentamente.

“Per chiederci aiuto?” ripeté perplesso Ryan mentre Strawberry lo fissava preoccupata. Perché era così agitato?

“Quindi… fra tre giorni” disse sospirando.

“Tre giorni” asserì Kyle.

“Dai, Ryan, vedrai che non sarà niente di preoccupante…!” esclamò il ragazzo cercando di tranquillizzare l’amico. Ma Ryan non era affatto tranquillo. Non dopo tutto quello che avevano passato a causa degli alieni.

“Kyle, vediamoci qui a casa mia. Tutti quanti” ordinò perentorio.

“Allora avverto le altre ragazze. Ci vediamo lì da voi domani, d’accordo?”

Ryan rispose affermativamente e chiuse la conversazione, poggiando la cornetta del telefono non proprio gentilmente sul tavolo.

“Papà, che hai?” la piccola Miki comparve alle spalle di suo padre con una piccola scatola in mano.

Il biondo si voltò di scatto.

“Niente, tesoro… Ma ora la mamma e il papà devono parlare. Perché non torni di sopra?”

La bambina gonfiò le guance come un criceto, arrabbiata.

“Avevi detto che avremmo giocato…!” esclamò piagnucolando.

Ryan sospirò pazientemente. Si avvicinò a sua figlia.

“Miki, ora io e la mamma dobbiamo parlare… Ti prometto che dopo giocherò con te, ma non ora”

Miki annuì lentamente.

“Brava bambina” Ryan le scompigliò affettuosamente i capelli rossicci e le sorrise dolcemente.

Strawberry non potè fare a meno di sorridere a sua volta. Ryan era proprio dolce con quella bambina. Se solo gliel’avessero raccontato qualche anno prima non ci avrebbe creduto.

La piccola Miki uscì dalla cucina e si diresse in camera sua come le aveva ordinato Ryan. Dal canto suo, il biondo scosse la testa, voltandosi verso Strawberry.

“Cos’è successo?”

“…Kisch, Pie e Tart” rispose lui tornando a sedersi.

Strawberry sgranò gli occhi.

“Cosa?” chiese incredula sedendosi di fronte al marito.

“Kyle mi ha detto di aver ricevuto una richiesta di aiuto da parte loro…”

La rossa, spaventata, si portò una mano alla bocca.

Non era dispiaciuta per il fatto che Kisch, Pie e Tart si fossero rifatti vivi… Piuttosto, la preoccupava il fatto che, ogni qual volta gli alieni comparivano nella sua vita, succedeva qualcosa di poco piacevole. La prima volta, durante la prima battaglia, aveva perso Aoyama… La seconda volta, invece, aveva perso uno dei suoi bambini. Senza contare che, anche dopo la nascita di Miki, i problemi erano rimasti. La bambina, nata prematuramente, aveva passato un mese in un’incubatrice… E questo aveva contribuito all’avvicinamento di Ryan e Strawberry che, spaventati, avevano assistito la piccola giorno e notte.

La ragazza deglutì.

Non voleva dover affrontare di nuovo problemi di quel genere.

“…Richiesta di aiuto…?” ripeté prendendosi la testa tra le mani.

Ryan la fissò tristemente. Le afferrò la mano e la strinse nella sua, cercando di rassicurarla.

La rossa, respirando affannosamente, diede voce ai suoi pensieri.

“…Ryan, e se Profondo Blu… fosse ancora vivo…?”

Ryan deglutì: anche lui aveva pensato a quella possibilità, ma aveva deciso di scartarla per semplice ottimismo.

“…Non lo so, Strawberry… ma se gli alieni hanno chiesto il nostro aiuto di sicuro non si tratterà di qualcosa di buono”

La ragazza annuì leggermente, aggrottando le sopracciglia.

“Anche perché noi non potremmo fare niente… Non siamo più delle MewMew” proferì chinando il capo. Ryan non rispose; si limitò a fissare sua moglie con sguardo preoccupato.

Certo, il progetto Mew poteva anche essere riaperto…
Ma le ragazze sarebbero state in grado di sopportare un’altra battaglia come quella che le aveva coinvolte quattro anni prima…?

Sospirò, sperando che, in un modo o nell’altro, le previsioni sue e di Strawberry fossero sbagliate…

Ma lo sapeva.

Sapeva che non era così.

Socchiuse gli occhi.

Tutto stava per ricominciare.

Di nuovo.

 

 

 

 

 

…To be continued…

 

 

 

Ed eccolo qui il primo capitolo del seguito di “UN ANNO DOPO”! Spero di essere stata all’altezza delle vostre aspettative…! Bene, i nostri amici hanno delle vite normali, spensierate… ma il ritorno dei cari alieni potrebbe cambiare questa situazione…! Anzi, togliamo il potrebbe: di sicuro qualcosa cambierà.

E Profondo Blu? E’ veramente tornato?

Lo scoprirete nel prossimo capitolo (che spero di pubblicare al più presto)!!!

Un bacione, e grazie a chi commenta e a chi legge senza commentare… e spero di riavere tutti i lettori di “UN ANNO DOPO” perché questa fanfiction è dedicata a tutti loro!!

Un kiss

Ranpyon

^^

 

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Capitolo 2
*** Il ritorno degli alieni ***


Nuova pagina 1

Capitolo 2

Il ritorno degli alieni

 

 

 

“Strawberry!!!”

Una ragazza dai lunghi e ondulati capelli biondi corse verso Strawberry abbracciandola. Paddy non aveva perso il suo solito entusiasmo.

“Ciao, Paddy! Come stai?” la rossa ricambiò affettuosamente l’abbraccio, sorridendo. Era veramente felice di poter rivedere la sua amica.

“Tutto ok, grazie! E a te come va?”

Strawberry sorrise amaramente.

“Bene… almeno finché non ci ha chiamato Kyle…” proferì mestamente. Paddy aggrotto le sopracciglia.

“Oh, andiamo, Strawberry… Non sei contenta di rivedere Kisch e Pie dopo tutto questo tempo?”

“La scimmietta ha ragione” una voce irruppe nel discorso, facendo voltare le due verso il nuovo arrivato.

“Non chiamarmi scimmietta” si lamentò Paddy incrociando le braccia al petto.

Tart sorrise sarcastico avvicinandosi alle due ragazze.

“Ciao, Strawberry” salutò cordialmente la rossa con un piccolo inchino. Ormai Paddy era riuscita ad insegnargli le abitudini terrestri… In effetti, dopo quattro anni di fidanzamento, Paddy aveva costretto Tart a imparare ogni singola cosa riguardante la terra e i suoi abitanti. L’alieno aveva persino imparato a non disprezzare gli esseri umani e a conviverci pacificamente. Infatti, per poter mantenere Paddy in un prossimo futuro, si era trovato un lavoretto che gli stava procurando un bel po’ di soldi (Sì, il fruttivendolo. U_U NdRanpyon) (>.< NdTart).

“Anche io sono curioso di rivedere Pie e Kisch. Quegli infami non si sono più fatti vivi… Sono quattro anni che non li vediamo”

Strawberry annuì cercando di convincersi che la cosa migliore era guardare il lato positivo.

“Dov’è la piccola Miki?” domandò Paddy guardandosi intorno. Il giardino di villa Shirogane era completamente deserto…

“E’ dentro con le altre” rispose Strawberry voltandosi verso la casa e facendo cenno ai due di seguirla.

“Ah, sono già arrivate? Allora siamo gli ultimi” domandò Tart dando una gomitata a Paddy.

“Che vuoi?” domandò acida lei, sapendo ciò a cui si stava riferendo l’alieno.

“Vuoi dirglielo perché abbiamo fatto tardi?”

Paddy arrossì di botto accelerando il passo e affiancandosi a Strawberry.

“Che hai combinato?” chiese la rossa con un sorriso sornione dipinto sul volto.

“Niente, niente. E’ solo che quando siamo arrivati all’aeroporto mi sono resa conto di aver dimenticato le valigie a casa” mormorò cercando di non farsi sentire da Tart.

Strawberry non potè trattenere una risata divertita mentre oltrepassava la soglia del portone di casa.

“Eccoci!” esclamò entrando in salone seguita dai nuovi arrivati.

“Ragazzi!!”

Lory, commossa, si alzò di scatto dalla sedia e corse incontro a Tart e Paddy, abbracciandoli.

“Come state??”

“Benissimo” sorrise la ex Mew Gialla ricambiando l’abbraccio. Si voltò verso gli altri ospiti e con un inchino salutò tutti, seguita da Tart che la imitò.

Con un cenno, Mina, Pam, Kyle e Ryan ricambiarono il saluto, sorridendo.

La piccola Miki, seduta in braccio a suo padre, poggiò sul tavolo la bambola che aveva in mano e scese dalle ginocchia del suo genitore, correndo verso Paddy.

“Zia Paddy!!!” esclamò sorridendo. Le cinse le gambe, abbracciandola teneramente. La biondina si chinò e poggiò una mano sui capelli carmini della ragazzina, scompigliandoli dolcemente.

“Ciao, Miki. Come stai?”

“Bene!” esclamò lei sorridendo.

Poi spostò lo sguardo verso Tart che era rimasto immobile a fissare la scena.

“Ciao” lo salutò Miki con un tono di voce abbastanza freddo. In questo aveva ripreso da suo padre: credeva di non poter fidarsi degli alieni.

Fortunatamente Ryan aveva cambiato opinione da un bel pezzo, ma Miki invece era rimasta ferma sulla sua idea. Gli alieni erano cattivi e andavano allontanati.

Tart rispose accennando un sorriso. Sapeva di non essere simpatico a quella ragazzina dai capelli rossi… Ma ormai ci aveva fatto l’abitudine.

“Ragazzi, accomodatevi” esclamò Strawberry indicando due delle sedie vuote intorno all’immenso tavolo. I due annuirono e fecero come era stato detto loro, e anche la rossa si sedette accanto a suo marito prendendo in braccio Miki.

“Ehi, Pam, dove hai lasciato Luke?” domandò Paddy fissando l’ormai ex modella.

“E’ a Tokyo con Aoi” rispose lei sorridendo. Da quando il progetto Mew si era concluso e da quando aveva cominciato a vivere la sua vita da semplice ragazza, Pam era diventata molto più spigliata e sorridente… Aveva cominciato ad aprirsi con chi le stava intorno.

“Oh, giusto! Come sta il piccolo Aoi?” domandò Mina intromettendosi nella conversazione.

“Molto bene, grazie” sorrise Pam rivolgendosi all’amica.

“E tu, Mina, dove l’hai lasciato Daisuke?”

“Diciamo che… l’ho lasciato e basta” rispose lei con aria di sufficienza incrociando le braccia.

Tutti, compresi Ryan e Kyle, sgranarono gli occhi, meravigliati.

“Ma come, stavate così bene insieme!” esclamò Kyle fissandola perplesso.

“Beh… diciamo che ha smesso di funzionare e che ormai non potevamo stare più insieme. Comunque… preferirei non parlarne se non vi dispiace” disse la mora chinando la testa. La separazione con Daisuke non era stata delle migliori… Ma era meglio non pensarci.

I presenti annuirono scrutandola, un po’ preoccupata che le fosse successo qualcosa.

“Kyle… quando arriveranno Pie e Kisch?” domandò Strawberry rivolta al bruno. Lui rifletté un attimo.

“Credo che arriveranno dopodomani” rispose.

Strawberry annuì e chinò il capo, ripensando a quando aveva ricevuto la notizia che gli alieni sarebbero tornati.

Aveva davvero tutto a che fare con Profondo Blu?

Sospirò, mentre Miki andava a fissarla.

“Che hai, mamma?” domandò preoccupata la piccola.

La rossa sorrise cercando di avere un atteggiamento naturale.

“Tranquilla, piccola, non ho niente. Piuttosto… perché non vai a giocare nella tua stanza?”

La bambina gonfiò le guance come un criceto.

“Ma io mi annoio da sola”

“Lo so, ma ora la mamma e il papà devono parlare con gli zii” cercò di spiegarle, ma la rossina non sentiva ragioni.

Ryan intervenne, prendendo in braccio Miki e facendola sedere sulle sue gambe.

“Miki, per favore. Noi dobbiamo parlare. Dopo giocheremo con te, promesso”

La piccola fissò suo padre un po’ perplessa. In effetti perché dubitare della sua parola? Ryan aveva sempre mantenuto le promesse che le aveva fatto.

“Ok, va bene…” si rassegnò baciandolo sulla guancia e scendendo a terra. Salutò con un piccolo inchino tutti quanti e corse verso la sua stanza dove i suoi giocattoli non aspettavano altri che lei.

“Mi dispiace di non aver portato Satoshi…” si scusò Lory.

“Però… sapete, ho preferito non rischiare”

Strawberry sorrise amabilmente.

“Tranquilla, non c’è problema. Non sappiamo cosa ci aspetta…”

Nella sala, dopo quella frase, piombò il silenzio più totale. Nessuno parlava, ma un unico pensiero accomunava tutti i presenti. Solo Paddy, con la solita esuberanza, riuscì a prendere la parola.

“Beh, credo che stiamo pensando tutti la stessa cosa ma nessuno ha il coraggio di dirla, quindi parlo io. Profondo Blu è tornato?”

Strawberry e Lory sobbalzarono, mentre Mina e Pam finirono di sorseggiare il the e poggiarono le tazzine sui piccoli piattini posti sul tavolo.

“Sinceramente… non so che pensare…” rispose Ryan scuotendo la testa.

“Non credo, comunque… Durante l’ultima battaglia Profondo Blu è stato ucciso, non vedo come potrebbe ritornare”

“E’ già tornato una volta, non vedo perché non dovrebbe farlo anche una seconda” si intromise Strawberry con voce tremante.

“Ragazzi…” cominciò con sguardo cupo.

“Voi sapete che abbiamo combattuto per quattro lunghi anni contro gli alieni… E so che anche a voi mancano quei momenti passati insieme. A me non dispiacerebbe tornare ad essere una MewMew, detto sinceramente…”

Lory e Mina sgranarono gli occhi, mentre Pam sospirava.

“E’ vero, Strawberry… Abbiamo combattuto per anni contro i nemici, e devo dire che tutto quello che abbiamo passato manca anche a me. Ma non si può tornare indietro, non siamo più le adolescenti di un tempo. La nostra vita è cambiata. E tu mi sembri spaventata da tutto questo, nonostante tu dica di voler tornare a combattere”

Strawberry scosse la testa vigorosamente.

“Non ho paura di tornare a combattere, Pam! Ho paura solo di dover affrontare di nuovo Profondo Blu! Mi va bene qualunque nemico, ma affrontare di nuovo lui per me sarebbe troppo…”

“In effetti ha ragione. Profondo Blu ci ha rovinato la vita… Se dovesse tornare sarebbe una catastrofe” disse Paddy perplessa.

“Comunque è inutile fasciarci la testa prima di essercela rotta. Aspettiamo Pie e Kisch e poi vedremo cosa fare”

“Strawberry, Profondo Blu non può essere tornato” proferì all’improvviso Tart attirando l’attenzione di tutti.

“Quando è morto, quattro anni fa, io, Pie e Kisch abbiamo avvertito chiaramente la sua aura spegnersi… La prima volta che l’hai ucciso, invece, non eravamo presenti e non abbiamo potuto capire se era morto o meno” spiegò con calma apparente. In verità quel discorso stava agitando persino lui.

“Ca… Capisco…” balbettò Strawberry torturandosi le mani.

“Quindi stiamo tranquilli”

“Tart ha ragione, è inutile allarmarsi se non sappiano niente di certo”

“E comunque se si fosse trattato di Profondo Blu, Pie e Kisch l’avrebbero detto nel messaggio che ci hanno inviato. Invece non ne hanno fatto parola” annunciò Kyle sorridendo.

Strawberry tirò un sospiro di sollievo.

Non aveva niente contro il ritorno di Pie e Kisch, anzi, era ansiosa di rivederli, di parlare con loro… Allora perché aveva questa brutta, bruttissima sensazione che non fosse tutto a posto come diceva Kyle?

 

I due giorni erano passati.

Entro pochi minuti Pie e Kisch avrebbero fatto la loro comparsa nel giardino di villa Shirogane, accolti dalle ex MewMew, Ryan, Kyle e Tart.

Tutti erano piuttosto tesi e agitati, un po’ per l’ansia di cosa avrebbero scoperto, un po’ per l’emozione di rivedere gli amici dopo tutti quegli anni. Miki era in braccio a sua madre e si guardava intorno preoccupata. Le avevano spiegato ciò che stava succedendo e si sentiva piuttosto in ansia… Gli alieni non le erano mai piaciuti a causa delle storie che sua madre e suo padre le raccontavano prima di andare a dormire… Quelle favole parlavano di paladine della giustizia chiamate MewMew che avevano protetto la terra dagli alieni “malvagi”, come li definiva lei… E Miki aveva anche scoperto che quelle MewMew erano state proprio la sua mamma e le sue zie qualche anno prima… Aveva accettato la cosa di buon grado e non ne aveva fatto parola con nessuno. Nonostante avesse solo quattro anni, era una bambina molto intelligente.

E ogni volta, Ryan se ne vantava scherzosamente.

“Beh, è mia figlia… il che è tutto dire” esclamava ogni volta provocando le ire di Strawberry.

Ryan e Strawberry non avevano mai avuto un litigio vero e proprio, dopo il matrimonio. Ogni tanto c’erano i soliti stupidi battibecchi tipici delle coppie, che poi si concludevano con una notte di passione (…*ç* NdRanpyon), ma niente di più.

Miki adorava la sua famiglia e, nonostante tutto quello che stava per accadere, sapeva di potersi fidare dei suoi genitori.

Persa in quei pensieri, la piccola non si accorse di due sagome che, all’improvviso, si erano materializzate di fronte a lei e agli altri ragazzi.

Strawberry trattenne il respiro.

Kisch e Pie erano davanti a loro, più adulti e seri che mai.

Pie era rimasto sempre uguale: alto, austero e con i capelli grigi legati in un codino al lato destro del volto.

Sembrava che quei quattro anni per lui non fossero passati.

Kisch, invece, notò Strawberry, era cambiato, e anche molto. I tratti del viso si erano fatti molto più maturi rispetto a quelli di un tempo. Era diventato più alto – ormai raggiungeva quasi l’altezza di Pie – e i capelli, più lunghi e più arruffati, erano sempre trattenuti in due codini ai lati della testa, ma con qualche ciocca che sfuggiva a quei fermagli.

I muscoli erano molto più evidenti di un tempo, segno che, in quei quattro anni, l’inattività non aveva fatto parte dei suoi programmi: evidentemente si era allenato molto duramente.

I vestiti erano pressoché gli stessi, solo un po’ più grandi e consumati.

Ma la cosa che attirò più di tutto l’attenzione di Strawberry furono gli occhi di Kisch. Il suo sguardo, prima piuttosto infantile e a volte considerato penetrante dall’ex Mew Neko, era diventato, se possibile, ancora più profondo. In quegli occhi si potevano scorgere la sofferenza e l’odio provati in passato… E questo gli dava un’espressione più matura.
Che fosse cambiato anche nel carattere?

“Salve, ragazzi” salutò Pie accennando un mezzo sorriso. Forse, in fondo, anche lui era cambiato.

Tart sorrise al compagno, avvicinandosi. Non era mai stato un grande sentimentalista Tart, ma quella situazione era commovente all’inverosimile. Rivedere i suoi fratelli a distanza di anni per lui era stata un’emozione grandissima.

“Ciao” lo abbracciò mentre Pie, spazientito, lo allontanava.

“Niente sdolcinatezze”

Tart sorrise e si voltò verso Kisch, che era rimasto immobile, lo sguardo fisso su qualcosa.

O meglio, su qualcuno.

Strawberry arrossì sentendosi fissare insistentemente e poggiò a terra Miki, sorridendo.

“Ciao, Kisch” lo salutò.

L’alieno accennò un sorriso e si avvicinò a quella che era la sua gattina preferita.

La fissò in silenzio per qualche istante e poi le si avventò addosso abbracciandola, mentre rideva.

“Ciao, micetta!!!” esclamò felicemente baciandole la guancia.

Eh no, si ritrovò a pensare Strawberry. Non era cambiato proprio per niente…

Ryan tossicchiò nervosamente, attirando l’attenzione dell’alieno che, ancora ridente, si staccò dalla MewMew e si voltò verso gli altri.

“Ciao!” esclamò alzando una mano.

Tutti risposero cordialmente, tranne la piccola Miki che era rimasta a fissare la scena impietrita. Un alieno aveva appena abbracciato e baciato sua madre…

Con uno scatto, si avvicinò a Kisch e lo fissò con astio. Lui sorrise chinandosi verso di lei, ma l’unica cosa che ricevette fu uno spintone che lo fece cadere a terra.

Tutti i presenti risero, mentre lui diventava rosso dalla rabbia e Miki incrociava le braccia.

“Non toccare la mia mamma” proferì aggrottando minacciosamente le sopracciglia.

Kisch la fissò perplesso e andò a fissare Strawberry che, ancora sorridente, rispose con una semplice alzata di spalle.

Gli alieni erano tornati sulla terra…
Chissà che piega avrebbe preso la situazione?

 

 

…To be continued…

 

 

 

Povero Kisch, Miki non lo sopporta… ^^’’
L’idea iniziale era che Miki gli avrebbe dato un bel calcio… ma poi ci ho ripensato, mi sembrava troppo esagerato! >.<

Comunque salve a tutti! Ho cercato di aggiornare il più presto possibile questa fanfiction… Ringrazio tantissimo per i commenti che ho ricevuto – graditissimi, ovviamente – e spero di riceverne altrettanti per questo capitolo!!!

Un bacio

Ranpyon

 

Ps- Ormai, abituata a scrivere i nomi giapponesi nelle altre Ficcy, mi risulta difficile scrivere questi italiani… quindi vogliate perdonare un mio qualsiasi errore per quanto riguarda i nomi dei personaggi!! ^^’

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Capitolo 3
*** Di nuovo una squadra ***


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Capitolo 3

Di nuovo una squadra

 

 

 

“Strawberry… quella è davvero tua figlia…?” domandò esterrefatto Kisch fissando la bambina, che ora dormiva beatamente sul divano.

Strawberry annuì felicemente, voltandosi a guardare Ryan che accarezzava dolcemente la testolina della loro bambina.

“Beh… complimenti…” riuscì solo a dire l’alieno. Era rimasto scioccato nello scoprire che quella bambina fosse cresciuta tanto… L’aveva vista una volta quando non aveva ancora un anno e l’aveva trovata talmente simile alla madre… Ora invece era cambiata di parecchio… Il caratteraccio, di sicuro, l’aveva preso da Shirogane.

Sorrise debolmente, mentre Paddy si intrometteva nella discussione.

“Come mai siete qui?” domandò ingenuamente, attirando l’attenzione di tutti. Pie e Kisch si lanciarono un’occhiata d’intesa… Forse era arrivato il momento di parlare del motivo della loro “visita”.

“Ecco… vedete…” cominciò Kisch in evidente difficoltà. Non sapeva da dove cominciare, e Pie si trovò costretto ad intervenire, prendendo la parola.

“Il motivo per cui siamo venuti qui è molto semplice. Se ricordate, durante il primo scontro con Profondo Blu ci avete consegnato l’Acqua Mew…”

Strawberry, a quel nome tanto temuto, trattenne il respiro, seguita dagli altri componenti dell’ex squadra MewMew.

Si morse il labbro inferiore, chiedendosi se Pie stesse per rivelare il ritorno di Profondo Blu…

Ebbe un tuffo al cuore proprio quando Mina, incuriosita e spaventata, chiese a Pie se il nemico dai lunghi capelli corvini e gli occhi di ghiaccio fosse tornato.

“No, state tranquille” scosse leggermente la testa sempre tenendo lo sguardo fisso sui presenti.

“Ormai Profondo Blu è morto per sempre…”

Strawberry tirò un sospiro di sollievo e Ryan, che si era appena avvicinato ai ragazzi, le strinse la mano sorridendo.

Forse il problema non era poi così grave come pensavano.

“E… quindi?” domandò Tart aggrottando le sopracciglia. “C’entra per caso l’Acqua Mew?”

Kisch annuì immediatamente e prese la parola.

“Il potere dell’Acqua Cristallo si sta esaurendo lentamente… Sono anni che lo sfruttiamo per mantenere stabili le condizioni climatiche e ambientali di Keber, ma ora… sembra che abbia esaurito tutta la sua energia” spiegò frettolosamente, contorcendosi le mani.

La situazione sul pianeta Keber non era davvero delle migliori…

“E quindi?” chiese Ryan all’improvviso, attirando l’attenzione di tutti.

“Avete chiesto aiuto a noi… per quale motivo?”

“Perché avremo bisogno di altra Acqua Mew per il nostro pianeta. Ma sappiamo che non ne avete più”

Kyle annuì lentamente.

“Scusate ma… non riesco ancora a capire cosa vogliate da noi. Non vedo quale aiuto possiamo darvi”

“Presto detto” rispose Kisch sistemandosi meglio sulla sedia e poggiando di gomiti sul tavolo.

“I ricercatori del pianeta Keber hanno fatto delle scoperte interessanti… Nei pianeti circostanti, e quindi i pianeti esterni al sistema solare che voi conoscete, c’è traccia di Acqua Mew. Ma l’esercito che abbiamo non è abbastanza forte per poter intraprendere un viaggio di questo genere…”

Ryan chinò la testa, sospirando.

“Ho capito. Vorreste che noi vi aiutassimo a trovare l’Acqua Mew sparsa per i pianeti. Giusto?”

Pie annuì.

“Ma non sarà una cosa semplice. Abbiamo scoperto che in ogni pianeta c’è una piccola quantità di Acqua Cristallo, per niente sufficiente a curare il nostro pianeta. Però, visitando tutti i pianeti e mettendo insieme i cristalli raccolti, dovremmo raggiungere la quantità desiderata” spiegò velocemente, mentre gli altri assimilavano il senso di quel discorso.

“Ma… noi non abbiamo più poteri…” intervenne Lory all’improvviso. Fino a quel momento aveva stretto a sé la mano di Kyle, avendo avuto un brutto presentimento.

“Lo sappiamo, ma non potevamo chiedere a nessun altro”

 “Io sono con voi!” esclamò improvvisamente Tart alzandosi di scatto dalla sedia.

“Anche se ho abbandonato il pianeta per vivere qui sulla terra, voi siete sempre i miei fratelli… e Keber la mia patria, quindi vi aiuterò”

Kisch sorrise, anche se sapeva che il solo aiuto di Tart non poteva fare un granché.

“Grazie, piccoletto”

L’alieno sorrise compiaciuto, ignorando volutamente il “piccoletto”. Del resto lo era davvero, soprattutto di carattere… Non era poi tanto cambiato…

“Davvero, ci piacerebbe aiutarvi… Ma le ragazze non hanno più i poteri” proferì Ryan afferrando una sedia e sedendosi su di essa con le braccia incrociate al petto.

“Ma potreste sempre farglieli tornare…!” esclamò Pie quasi adirato. Sembrava che il biondino non volesse aiutarli.

Strawberry si morse il labbro inferiore.

Qualche giorno prima, sul suo diario segreto, stava scrivendo che le mancava la sua vita da MewMew… Che le sarebbe piaciuto poter vivere di nuovo quell’esperienza.

E sapere che Profondo Blu stavolta non c’entrava niente l’aveva fatta rilassare tantissimo.

Si voltò verso Miki. Avrebbe dovuto lasciarla a casa per non farle correre rischi… Ma non le importava. Kisch e Pie li avevano aiutati nel momento del bisogno, nonostante fossero stati proprio loro i loro primi nemici.

Non potevano non ricambiare il favore.

“Io dico di aiutarli” suggerì voltandosi verso Ryan. “In fondo… loro ci hanno aiutato contro Profondo Blu… inoltre non credo che per te e Kyle sia un problema iniettare di nuovo in noi i geni degli animali codice rosso”

“Sì, ma…” protestò Ryan, ma Strawberry si voltò verso le sue compagne, fissandole, speranzosa in una risposta positiva.

Paddy annuì raggiante, sorridendo all’amica.

“Contate su di me!”

“Beh…” Mina sembrava un po’ combattuta. Ma, dopotutto, le era piaciuto indossare i panni dell’eroina, nonostante le continue sofferenze e i frequenti problemi. Ma voleva darsi da fare per aiutare degli amici nei guai…

“D’accordo…” soffiò rivolta a Strawberry che sorrise. Mancavano solo Pam e Lory.

 La prima si limitò a chinare il capo e Lory annuì tentennando, sotto lo sguardo meravigliato di Ryan e Kyle.

“Ragazze… volete davvero che il progetto Mew venga riaperto… per la quarta volta?!” domandò l’ex cuoco fissandole sbalordito. Durante il primo scontro contro gli alieni le aveva sentite lamentarsi, le aveva viste arrabbiarsi perché non avevano potuto avere una vita normale… E ora? Volevano che tutto accadesse di nuovo?

“La vita da ragazze normali non fa per noi” rispose Mina sorridendo.

Si voltò verso Pie e Kisch.

“Siamo con voi”

I due alieni sorrisero voltandosi verso Ryan e Kyle, che ancora non riuscivano a credere a ciò che avevano sentito.

All’improvviso il moro si alzò dalla sedia.

“Ryan… andiamo a preparare l’occorrente”

Il ragazzo sgranò gli occhi.

“Anche tu sei d’accordo?”

L’altro annuì debolmente.

“Certo. Se lo vogliono le ragazze…”

Il biondo rimase un po’ perplesso. Fissò di sottecchi la piccola Miki che dormiva beatamente sul divano… Strawberry era pronta a rinunciare a vedere sua figlia per interi mesi… Possibile?

“Ma… Miki…” iniziò a dire, ma sua moglie lo interruppe, scuotendo la testa.

“Miki starà dai miei genitori. Voglio aiutarli, Ryan” proferì sicura.

Ryan fu costretto a cedere. Svogliatamente, si alzò e scomparve dalla sala con Kyle.

Il progetto Mew stava per essere riaperto.

 

Passarono velocemente quattro giorni.

Gli alieni erano ospiti in villa Shirogane, così come le componenti della nuova squadra MewMew.

Ryan e Kyle si erano dati da fare giorno e notte, senza mai riposare, per creare nuovi prototipi di armi e dei costumi più adatti all’evenienza. Essendo cresciute, le ragazze avrebbero davvero faticato ad indossare le vecchie “divise” da combattimento…

Kisch aveva continui scontri con Miki, a causa dell’odio della piccola per la razza aliena. Strawberry le aveva spiegato più volte che non c’era da preoccuparsi, ma lei, troppo prevenuta nei confronti di quella razza così diversa dalla loro ma allo stesso tempo così simile, non le dava ascolto.

A peggiorare la situazione, ogni qualvolta Strawberry si trovava da sola con Kisch e lui provava anche solo a sfiorarla con un dito, “in onore dei vecchi tempi” come gli piaceva dire, Miki sbucava all’improvviso e cominciava a urlare, attirando l’attenzione generale della casa.

Ryan, impegnato com’era nei preparativi, faceva finta di niente, sapendo benissimo che Kisch si comportava in quella maniera solo per scherzo… o almeno così sperava.

“Ryan, qui ho finito” proferì Kyle poggiando sul tavolo di fronte a lui cinque spille colorate…

Erano di forma circolare, con al centro un cuore di colore rosso scuro. I cinque ciondoli, invece che essere gialli come in precedenza, erano di diversi colori, ognuno creato apposta per la MewMew che lo avrebbe indossato. Rosa per Strawberry, blu per Mina, verde per Lory, giallo per Paddy e viola per Pam.

Ryan li fissò perplesso.

“Chissà perché hanno voluto accettare l’incarico…” mormorò afferrando il ciondolo rosa e rigirandoselo tra le mani.

“Mi pare ovvio, Ryan, vogliono aiutare Pie e Kisch. Loro in passato ci hanno aiutato a sconfiggere Profondo Blu” rispose l’altro prendendo gli altri quattro ciondoli. Si diressero entrambi verso l’uscita del laboratorio e andarono in giardino, dove le ragazze con gli alieni e la piccola Miki sedevano tranquilli intorno ad un tavolo.

Strawberry, alla vista dei ragazzi, si alzò di scatto dalla sedia e corse verso il biondo, afferrando dalla sua mano la spilla per la trasformazione. La fissò perplessa, spalancando la bocca.

“E’ rosa!!” esclamò entusiasta mostrandolo alle ragazze. Kyle passò le altre quattro spille a Mina, Lory, Paddy e Pam che le esaminarono.

“Le uniformi sono diverse, vero?” domandò Mina fissando il piccolo oggetto.

Kyle annuì, proponendo alle ragazze di trasformarsi per accertare che tutto fosse in ordine.

Senza farselo ripetere due volte, Paddy scattò in piedi e pronunciò la formula “MewPaddy Metamorfosi!”. Una luce gialla l’avvolse completamente e scomparve qualche secondo dopo. Finalmente il tempo della trasformazione era diminuito notevolmente, si ritrovarono a pensare gli alieni.

Paddy, che si era sollevata da terra di qualche centimetro, toccò il terreno e aprì gli occhi, fissando le proprie mani.

Si sentiva potente… Estremamente potente.

Fissò il proprio corpo, notando il vestito che indossava.

Era formato da un bustino giallo canarino con una fascia arancione obliqua che attraversava l’intero corpetto. Le maniche erano totalmente inesistenti, e i guanti erano come quelli precedenti, ossia senza passanti per le dita.

Scendendo verso il basso, notò una gonna a pieghe, gialla anch’essa, lunga quasi fino al ginocchio. La giarrettiera era scomparsa e gli stivali, arancioni, arrivavano fino a metà polpaccio ed avevano un po’ di tacco.

Al collo della MewMew c’era il ciondolo per la trasformazione, legato con un sottile nastro dorato. La voglia, immancabile, appariva sulla fronte in tutta la sua lucentezza.

Le orecchie e la coda da scimmia erano sempre lì, al loro posto. Paddy se le toccò, sorridendo.

“…Mi mancavano!!” esclamò provocando le risate di coloro attorno a lei.

Strawberry, eccitata come non mai, si trasformò insieme alle altre tre compagne e potè constatare che i vestiti erano tutti uguali, tranne che per i colori che, ovviamente, erano personalizzati.

“Anche le armi sono cambiate” proferì Ryan sorridendo all’entusiasmo delle ragazze. “Ora però tornate normali, non dovete consumare troppa energia”

Le ragazze annuirono e premendo il piccolo pulsante a forma di cuore posto sui ciondoli riassunsero il loro aspetto normale.

“Allora possiamo contare sul vostro aiuto…?” domandò Pie facendo un passo avanti. Speranzoso come non mai, fissò il volto di coloro che sarebbero stati i suoi nuovi compagni di avventura, oltre a Tart e Kisch.

“Certo, che domande” esclamò Strawberry riponendo nella tasca il ciondolo.

La piccola Miki, rimasta fino ad allora in silenzio, seduta su una sedia a giocare con la sua bambola, scese e corse da sua madre, chiamandola a gran voce.

“Mamma, vengo anche io!!” esclamò sorridendo.

Ma la rossa mostrò una faccia poco convinta e si voltò verso Ryan.

“Piccola, tu resterai con i nonni” cercò di dire, ma Miki lanciò aperte proteste, urlando.

“No, io voglio venire con voi!!” esclamò battendo i piedi a terra.

Ryan e Strawberry si fissarono perplessi. Non potevano assolutamente portare la bambina: la missione poteva durare molto tempo ed essere pericolosa e lei era troppo piccola per prendervi parte.

“…Miki, tu resterai con i nonni. Punto e basta” proferì all’improvviso Ryan in tono autoritario, facendo ammutolire sua figlia.

Miki mise il broncio e si voltò correndo verso casa.

“D’accordo…” disse Strawberry alzandosi in piedi e fissando gli alieni.

“Dateci qualche ora per prepararci, poi verremo con voi”

Kisch e Pie annuirono, accennando un sorriso.
L’avventura nello spazio stava per cominciare.

 

 

 

 

 

 

…To be continued…

 

 

 

Ed ecco spiegato il motivo della partenza di Pie e Kisch in “UN ANNO DOPO”!!

La Mew Acqua ha esaurito i suoi poteri…. E ora i nostri eroi affronteranno questo entusiasmante viaggio nei pianeti esterni al sistema solare….

Kissà ke accadrà??

Per saperlo continuate a seguirmi…

Grazie mille per i commenti!!!!

Un bacio gigantesco

Ranpyon!!!!

 

PS- Un grazie supermegagalattico e Fujichan (Alias Fujico92) ke mi è stata vicino in un momento difficile … Grazie Fujichan, tvtttttttttttttttttttttttttttttb!!!!!

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Capitolo 4
*** Partenza... con sorpresa ***


Salveeeee

Salveeeee!!!

Eccomi qui con un nuovo capitolo!! Cmq, cm ho già detto nel cap precedente, mi risulta difficile scrivere i nomi italiani piuttosto che quelli giapponesi… Quindi vogliate scusarmi, ma ho deciso di continuare questa ficcy inserendo i nomi giapponesi…^^ Mi ci trovo decisamente meglio e, come alcuni di voi mi hanno fatto notare, sono più belli!

Ora vi lascio al capitolo, buona lettura…!!!!

 

 

Capitolo 4

Partenza… con sorpresa

 

 

 

Un’astronave gigantesca si era materializzata nel giardino di casa Shirogane. Alcuni Keberiani, gli abitanti del pianeta di provenienza di Pai, Kisshu e Taruto, l’avevano teletrasportata lì con l’intento di permettere a quelli che sarebbero stati i loro salvatori di intraprendere il viaggio.

Tutti, nessuno escluso - ovviamente senza contare Miki - stavano facendo la loro parte per preparare l’astronave alla partenza. Minto e Zakuro sistemavano tutto ciò che poteva essere necessario ad affrontare un viaggio così duro e impegnativo. Keiichiro, Ryo, Pai, Taruto e Kisshu stavano programmando la mappa di esplorazione dei pianeti: in tutto avrebbero dovuto visitare sei pianeti, nei quali era conservata la Mew Aqua. Trovarla sarebbe stato tutt’altro che facile e per dei soli alieni sarebbe stato pressoché impossibile, ma con l’aiuto delle MewMew che percepivano a distanza la presenza dell’Acqua Cristallo e emanavano una forte luce nelle vicinanze della stessa, sarebbe stato di certo più semplice. Sempre difficile, certo, perché i pianeti non erano abitati da persone cordiali e bendisposte verso quelli che per loro erano “gli alieni”. O meglio, con molta probabilità i pianeti non erano nemmeno abitati da persone. L’ipotesi di Pai era che i corpi celesti da visitare fossero popolati da strane creature più simili ad animali e a chimeri che a uomini. Ma ora quello non era il problema principale; ci avrebbero pensato in seguito.

“Ichigo, dove lo sistemo questo?” domandò Purin portando tra le braccia una grande cassa.

“Cosa sono?”

“Sono i viveri per il viaggio. E laggiù ci sono altre casse”

“Mettili nella stiva, io vado a prendere le altre”

La biondina annuì e con una piroetta entrò nell’astronave. Ichigo sorrise e si diresse nel punto indicato da Purin. C’erano una decina di casse tutte accatastate e Miki era seduta sopra una di esse. Sul volto, un’espressione tremendamente arrabbiata e malinconica. Ichigo le si avvicinò e le accarezzò affettuosamente i capelli, ma la piccola si limitò a voltare di lato la testa senza dire niente.

“Miki, lo sai che è pericoloso… Non puoi venire con noi. I nonni stanno per arrivare e tu resterai qui con loro…”

“Non voglio!” esclamò la bambina stringendo i piccoli pugni. “Voglio venire con te e papà!”

“E’ inutile che insisti, Miki. Ti ho detto di no” rispose dura Ichigo alzandosi e fissandola seriamente. Aveva sempre dato tutto a sua figlia, non le aveva mai fatto mancare niente… ma stavolta doveva essere irremovibile. La missione era troppo pericolosa e Miki sarebbe stata solo un peso.

Prese una cassa e si voltò, diretta verso l’astronave. Di soppiatto, Miki fissò sua madre e la seguì con lo sguardo mentre entrava nella stiva e riponeva la cassa.

“Scusa, Ichigo, puoi venire un secondo?” Retasu si sbracciò e chiamò l’amica, che la raggiunse.

“Dimmi”

“Ecco… dato che ho lasciato Satoshi a casa con mia cugina maggiore… Vorrei potergli parlare ogni tanto… Non è che ci sarebbe un telefono da portare a bordo dell’astronave?” domandò con apprensione gettando un’occhiata a Miki che, in quel momento, stava scendendo dalla cassa.

“Beh, non si tratta proprio di un telefono, ma Kei e Ryo ci hanno già pensato” rispose sorridendo Ichigo. Sul volto di Retasu si allargò un enorme sorriso.

“Meno male…”

“Oh, scusa, Retasu, torno fra due minuti”

Il campanello aveva appena suonato e aveva subito attirato l’attenzione di Ichigo. Di certo dovevano essere i suoi genitori. Sarebbero rimasti lì a villa Shirogane fino a tempo indeterminato, in attesa del ritorno della loro figlia e di suo marito.

Ichigo si precipitò alla porta, raggiante. La aprì di scatto.

“Mamma, papà… Hazel!!” esclamò entusiasta facendoli accomodare. Era da un bel po’ di tempo che non li vedeva, essendosi trasferita in America.

Ovviamente sua madre aveva scoperto tutto riguardo al Progetto Mew. Anzi, era stata proprio Ichigo a metterla al corrente dei fatti durante il periodo in cui Ryo era ricoverato in un letto di ospedale. Il suo padre adottivo, Yamato, lo aveva scoperto solo qualche tempo più tardi, dopo che la battaglia era finita. Aveva per caso sentito una conversazione tra la sua figliastra e sua moglie e aveva scoperto tutto. Ad Hazel avevano solo accennato qualcosa: avendo circa sei anni, la bambina non aveva prestato attenzione al discorso che le aveva fatto sua madre, ma trovava emozionante il fatto che sua sorella fosse una MewMew.

Ichigo abbracciò i suoi genitori e prese in braccio la sorellina, dandole un affettuoso bacio sulla guancia.

“Hazel, Miki è di fuori, vai da lei”

“Sì!!” la bambina scese dalle braccia della sorella e si precipitò nel giardino.

“Venite” Ichigo condusse i suoi genitori nel cortile e richiamò l’attenzione di tutti.

“Ragazzi, ecco i miei genitori…!”

Ryo scattò subito in piedi - era seduto a terra e stava avvitando con un cacciavite una piastra di metallo sotto la plancia dei comandi - e si precipitò dai coniugi Momomiya, salutandoli con un inchino.

“Benarrivati”

“Grazie, Ryo”

Il biondo sorrise e si voltò verso gli alieni che, non sapendo cosa fare, erano rimasti nell’astronave.

“Loro sono i nostri… ehm… compagni di viaggio” disse Ichigo portandosi una mano dietro la nuca.

Sakura sorrise cordialmente o, perlomeno, cercò di dare questa impressione. Una cosa era sentire i discorsi sugli alieni e sapere che si trovavano sulla terra, un’altra era trovarseli davanti in carne, ossa e orecchie piuttosto lunghe.

Kisshu scese con un balzo dall’astronave e si avvicinò alla coppia. Prese la mano della signora Momomiya e la baciò lievemente, facendola arrossire.

“Piacere di conoscerla. Ora capisco da chi ha preso la sua bellezza Ichigo” disse in tono estremamente sensuale. La donna ridacchiò e il marito fulminò con lo sguardo Kisshu, che intanto si era avvicinato a Ichigo.

“Il lupo perde il pelo ma non il vizio, eh?” lo ammonì la rossina dandogli una leggera gomitata alle costole.

“Che ci vuoi fare, le vecchie abitudini sono dure a morire” rispose lui mostrando una faccia compiaciuta. Ichigo sorrise e si voltò alla ricerca di Hazel e Miki.

Le vide poco lontano, sedute sulle altalene che giocavano.

“Miki, vieni a salutare i nonni!!” esclamò la rossa attirando l’attenzione della figlia.

Tenendo sempre il volto imbronciato, la bambina obbedì e si diresse di corsa dai nonni. Li baciò entrambi e poi, senza dire niente, tornò dove stava giocando prima con Hazel.

“Ma che cos’ha?” domandò Yamato. “Di solito appena ci vede fa i salti di gioia”.

“E’ arrabbiata perché vuole che la portiamo con noi” rispose Ryo voltandosi a fissare la figlia.

“Ma la missione è troppo pericolosa… e non sappiamo nemmeno quanto durerà”

“Terremo noi Miki, non preoccupatevi”

Ichigo sorrise.

“Beh, voi accomodatevi, noi finiamo di preparare e poi partiremo subito”

Nonostante l’invito di Ichigo, i signori Momomiya insistettero per aiutare nei preparativi e, in poco più di due ore, l’astronave era pronta a partire.

“Beh, mamma… ci vediamo al mio ritorno… Ciao, papà”

La rossa baciò i suoi genitori e si chinò per salutare Hazel e Miki.

“Mi raccomando, Hazel, controlla Miki, d’accordo…?”

La bambina annuì vigorosamente con la testa e Ichigo spostò lo sguardo su sua figlia.

“Miki… mamma e papà tornano presto… Tu fai la brava con i nonni, ok?”

Il broncio che aveva accompagnato la bimba fino ad allora sparì all’istante. Dei grandi lacrimoni le caddero dagli occhi.

“Mamma…” piagnucolò abbracciandola. La rossa, lottando contro le lacrime che cercavano di uscire dai suoi occhi, le schioccò un bacio sulla fronte e l’accarezzò dolcemente.

“La mamma torna subito, non ti preoccupare”

Ryo si avvicinò alla bambina e la prese in braccio, schioccandole un bacio sulla guancia.

“E ti porteremo tanti bei regali…!” disse facendole fare una giravolta. Miki tirò su con il naso e annuì lentamente con la testa, continuando a piangere.

Ryo la fece scendere a terra e salutò i signori Momomiya e Hazel e salì a bordo dell’astronave, seguito a ruota da Ichigo - che gli aveva sussurrato all’orecchio “dove diavolo li prendiamo i regali nello spazio?!”- e da tutti gli altri.

L’astronave era di forma più o meno ovoidale. Era di un colore argentato e blu scuro, con dei piccoli oblò tutti intorno che avrebbero permesso di ammirare il panorama circostante. A quella che poteva essere considerata la prua dell’astronave, c’era un enorme vetrata dove si poteva scorgere la plancia di comando e l’interno dell’astronave. C’erano dieci sedili disposti circolarmente al centro del velivolo e altri due sedili per chi comandava l’astronave. Ai lati c’erano dei mobili su cui erano stipati degli strani oggetti su cui Kei e Ryo non avevano indagato. Appartenevano alla razza aliena e di certo loro non avrebbero saputo usarli. Alla poppa, invece, c’erano due grandi motori circolari e, sotto di essi, altri quattro motori molto più piccoli, che erano quelli di emergenza.

E, in fondo all’astronave, una piccola scaletta che conduceva alla parte inferiore, dove c’era la stiva con tutto il carico delle vivande e il necessario per vivere durante quei giorni.

Quando anche Retasu, l’ultima della fila, salì a bordo, l’astronave si mise in moto con uno scossone che fece tremare loro la terra sotto i piedi. Minto dovette aggrapparsi a una parete per non cadere a terra. Ichigo lanciò un’ultima occhiata ai suoi genitori e notò che Miki mancava. Un po’ preoccupata, pensò che di certo era andata in camera sua… o almeno, questo era quello che sperava.

Il portellone dell’astronave si chiuse lentamente e con un cigolio sinistro, per niente rassicurante.

“Siamo sicuri che questa carretta volerà…?” domandò titubante Taruto rivolto ai fratelli.

In risposta, ricevette solo un “tsk” da parte di Kisshu.

L’astronave traballò una seconda volta e i motori principali cominciarono a vibrare. Il velivolo si sollevò da terra di qualche metro e, con uno scatto verticale, partì verso il cielo. Schiacciati dalla pressione, le MewMew, Ryo, Kei e Taruto si trovarono schiacciati a terra, soprattutto a causa della velocità con cui l’astronave aveva preso quota.

“Tranquilli, fra qualche secondo supereremo l’atmosfera terrestre e potrete rialzarvi” li rassicurò Pai che, insieme a Kisshu, stava compiendo uno sforzo enorme cercando di controllare l’astronave. Proprio come aveva detto l’alieno, dopo qualche secondo l’aria tornò a farsi meno pesante e tutti poterono alzarsi. Kisshu premette un paio di pulsanti della tastiera e si alzò stiracchiandosi.

“Ho inserito il pilota automatico… e ho anche fatto in modo che qui, nell’astronave, ci sia forza di gravità, altrimenti ci ritroveremo tutti a galleggiare” disse avvicinandosi agli altri. Pai lo imitò e sospirò.

“Dobbiamo aspettare che l’astronave rintracci la rotta, poi seguiremo il percorso che abbiamo deciso”

“Ok” rispose Ryo abbandonandosi su una sedia.

Ichigo gli si avvicinò.

“Che hai?”

“Ho la sensazione di aver dimenticato qualcosa…” rispose lui mesto, sperando con tutto il cuore che il suo fosse un semplice presentimento.

“Io vado a prendere qualcosa da bere” disse Minto avviandosi verso la stiva.

“Il the?” domandò Purin ridendo della propria battuta e suscitando le risa dei presenti. Minto arrossì, segno che la biondina aveva fatto centro, e le fece la linguaccia. Scese le scale e aprì il portellone.

“…E TU CHE CI FAI QUI?!?!” l’urlo della moretta fece sobbalzare l’intero equipaggio. Tutti restarono in attesa di vedere cosa fosse successo, o meglio, con chi stesse parlando Minto. Dopo qualche secondo, la ragazza sbucò seguita da una bambina piccola. Una bambina dai capelli rossi. 

“Miki!! …E tu… ma… tu… che ci fai qui?!” Ichigo saltò in piedi e corse dalla figlia che, raggiante, si guardava intorno.

“Vengo con voi…!” esclamò lei allegramente prendendo posto su uno dei sedili.

“Come… dove… dove ti sei nascosta?!”

“Laggiù” la piccola indicò una piccola scaletta che conduceva alla parte inferiore dell’astronave, più precisamente alla stiva.

“…Non c’è dubbio, è proprio tua figlia” commentò la rossa voltandosi verso Ryo che ancora non era riuscito a spiccicare parola. Poi il biondo si voltò all’improvviso verso Pai.

“Inverti la rotta, dobbiamo riportare a casa!” esclamò avvicinandosi a lui, ma l’alieno scosse la testa.

“E’ impossibile. Una volta partiti non si può tornare indietro”

Ryo sospirò rassegnato e prese il trasmettitore, porgendolo a Ichigo.

“Avverti i tuoi che Miki è qui con noi… Altrimenti si spaventerebbero non vedendola”

La rossa annuì e fece come le era stato detto.

La piccola Miki, felice, ondeggiava avanti e indietro sul sedile, canticchiando una canzone.

“Ormai il danno è fatto” proferì Purin dando una pacca sulla spalla a Ichigo.

“Non preoccuparti, la proteggeremo”

“…Sì, lo so” rispose la ragazza sospirando.

Sperava solo che Miki non avrebbe corso nessun rischio…

 

 

 

 

 

…To be continued…

  

 

 

 

 

Fine capitolo 4!!! Allora, che ne pensate??? Miki è proprio una peste… alla fine ha raggiunto il suo scopo! Beh, del resto come non aspettarselo? E’ una Shirogane*__*

Spero che il chap vi sia piaciuto… io mi dileguo!!

Un bacio, commentate!!

Un kiss

Ranpyon!

 

 

 

Ps- Ho appena scoperto fino a quando dovrò fare a meno di internet: fino a inizio settembre (si spera non più tardi), quindi non ci risentiremo fino a settembre (mi riferisco a chi ha il mio contatto di MSN)… ma cercherò cmq di aggiornare una volta a settimana tutte e 4 le storie, scroccando internet a casa di amiche ^^

Grazie per l’attenzione, a risentirci presto!!!!! E scusate l’inconveniente!

 

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Capitolo 5
*** Primi pericoli ***


Nuova pagina 1

Capitolo 5

Primi pericoli

 

 

 

Erano in viaggio ormai da tre giorni. Il computer aveva rintracciato facilmente la rotta e la navicella si dirigeva a tutta velocità verso i pianeti prestabiliti.

L’atmosfera all’interno dell’astronave era piuttosto accogliente, nonostante i continui battibecchi tra Kisshu e Miki (E come ti sbagli? XD NdRanpyon). Kisshu, come al solito, non si allontanava mai da Ichigo e la piccola Miki lo costringeva a farlo, a volte anche rifilandogli qualche calcio che però l’alieno evitava. Tutti ridevano nel vedere quelle scene divertenti, ma Ichigo e Ryo erano comunque preoccupati.

La missione era piuttosto pericolosa e, detto francamente, nemmeno loro sapevano quali pericoli avrebbero dovuto affrontare. Sapevano solamente che i pianeti erano quasi certamente in ospitabili, così come i loro abitanti.

“Ohhhhh!!” esclamò ad un tratto Purin, il viso schiacciato contro uno dei tanti piccoli oblò.

“Cos’è quello?? Marte??” domandò indicando una grande sfera rosso fuoco, che si ergeva con imponenza davanti a loro. Taruto afferrò la ragazza per il braccio e la portò davanti la plancia dei comandi, di fronte all’immensa vetrata.

“Da qui si vede meglio” disse indicando Marte. Tutti si avvicinarono per vedere meglio e Retasu spalancò gli occhi. Era uno spettacolo troppo bello da poter descrivere a parole.

“E’ qui che dobbiamo andare?” domandò Minto fissando il pianeta Rosso con interesse.

“No” rispose perentorio Kisshu voltandosi verso l’equipaggio.

“I pianeti che visiteremo non si trovano nel vostro sistema solare” spiegò molto velocemente.

“Nemmeno Keber si trova qui”

“E come facciamo ad arrivarci? Dobbiamo arrivare fino a Plutone ed entrare in un’altra galassia?” domandò Keiichiro fissando la mappa della rotta.

“Nient’affatto” replicò Pai.

“Vedete, il nostro pianeta si trova poco dopo Giove, in un’altra galassia… Per potervi entrare dovremmo prima superare la fascia di meteoriti presente tra Marte e Giove, poi entrare nell’orbita di Giove e deviare in un punto preciso. Solo così si può entrare nella nostra galassia”

Ichigo alzò il sopracciglio, perplessa.

“…Non ho capito una parola”

“Come al tuo solito, micetta” esclamò divertito Kisshu sorridendo ironico. La rossa sbuffò, mentre Miki si attaccava di più alla gamba della madre e faceva una linguaccia all’alieno dagli occhi d’ambra. Kisshu ricambiò la smorfia e si voltò dall’altra parte.
Proprio non la sopportava quella peste… Aveva ripreso in tutto e per tutto da Shirogane, non c’erano dubbi; in fondo nemmeno tra loro era mai scorso buon sangue.

Si voltò dall’altra parte e il suo sguardo cadde su Marte, quell’imponente sfera che si ergeva di fronte a loro. Sembrava fosse immobile, ma ovviamente si muoveva, si ritrovò a pensare. Il pensiero si spostò velocemente sul suo pianeta, dove il potere della Mew Aqua era quasi esaurito…

“Pai, aumenta la velocità dai motori” ordinò all’amico seduto al posto di comando. L’alieno si voltò verso di lui e lo fissò storto, sbuffando.

“Non posso. Tra poco supereremo l’orbita di Marte e quindi dovremo stare attenti ad evitare gli asteroidi che ci separano da Giove. Bisogna essere cauti”

Kisshu sbuffò e si allontanò, andando a sedersi su una delle sedie ai lati dell’astronave. Poggiò la schiena contro la parete e chiuse gli occhi, apparentemente addormentato. Miki non gli aveva staccato gli occhi di dosso un secondo e ora aveva tirato un sospiro di sollievo.

Si avvicinò a suo padre e gli prese la mano, sorridendo felice per essere riuscita nel suo intento, ossia essere partita con loro. Ryo chinò il capo verso di lei e si sporse per prenderla in braccio, ma uno scossone terribile dell’astronave lo fece cadere a terra, come tutto l’equipaggio del resto.

“Che succede?!” esclamò Taruto mentre Kisshu si alzava di scatto e correva alla plancia dei comandi.

“Abbiamo superato Marte. Arrivano gli asteroidi” asserì Pai seriamente allacciandosi la cintura di sicurezza. Imitandolo, tutti presero posto e allacciarono le cinture, piuttosto allarmati. Miki non proferiva parola, ma era cadaverica in volto, mentre Retasu continuava a torturare la mano di Keiichiro stretta nella sua.

Ichigo strinse forte la mano di Ryo, mentre Purin sorrideva piuttosto divertita da quella scena. Non era per niente preoccupata , lei. Si fidava degli alieni e sapeva che con loro la sua vita non sarebbe mai stata in pericolo.

“Che diavolo hai da ridere?!” chiese Taruto a metà tra il sorpreso e l’arrabbiato. La ragazza rispose con un’innocente linguaccia e tornò a concentrare lo sguardo oltre il vetro, dove davanti a loro si estendeva lo spazio infinito.

“Tenetevi forte, ora dovremo superare quelli” dicendo questo, Pai indicò un punto imprecisato di fronte a loro. I presenti dovettero aguzzare lo sguardo per poter capire di cosa stesse parlando, ma subito tutto fu più chiaro.

Un gruppo di asteroidi si dirigeva verso di loro a velocità apparentemente inesistente… Ma si avvicinavano piano piano, inesorabilmente, ed evitarli non sarebbe stato uno scherzo.

“Miki, chiudi gli occhi” proferì Ryo rivolto alla figlia. La piccola obbedì e serrò i pugni, chiudendo ermeticamente gli occhi.

Un altro scossone. I sedili tremarono e anche le pareti dell’astronave, che continuarono a vibrare per parecchi minuti prima di tornare immobili. Pai imprecò contro un meteorite e sterzò verso sinistra con il comando, evitando uno di quegli enormi ammassi di pietra. Kisshu gli dava una mano ma riusciva a fare ben poco, avendo il comando del secondo pilota che aveva un potere notevolmente limitato.

“Kisshu, controlla la rotta” disse continuando a concentrarsi sugli asteroidi che andavano contro l’astronave.

“Tutto ok… siamo sulla strada giusta” rispose l’alieno esaminando la mappa elettronica posta sulla plancia dei comandi. Kisshu andò a fissare il vetro di fronte a lui e sgranò gli occhi: i meteoriti erano aumentati a dismisura.

“Pai…!”

“Lo so, Kisshu… lo so…!!” esclamò l’altro mentre il panico cominciava a impossessarsi dei due piloti. L’ultima volta non era stato così difficile attraversare quella fascia di asteroidi… perché ora era così difficoltoso?

“Che succede?” domandò Zakuro abbastanza preoccupata.

“Non riusciremo… ad evitarli tutti…” proferì Pai mordendosi il labbro inferiore.

Kisshu fissò i presenti piuttosto spaventato. La situazione stava diventando troppo pericolosa…

“Spostati!!” esclamò Kisshu slacciando di colpo la cintura di Pai e facendolo alzare.

“Che diavolo credi di fare…?” ribatté lui adirato perdendo l’equilibrio. Cadde a terra con un tonfo sordo, mentre il silenzio si dilagava nell’astronave.

“Mettiti seduto e zitto” disse Kisshu afferrando il comando.

Pai, perplesso, obbedì continuando a protestare, preoccupato che Kisshu avesse in mente qualche colpo di testa.

Kisshu saldò le mani sul comando e con la coda dell’occhio fissò gli asteroidi che viaggiavano verso di loro.

“Allacciate le cinture di sicurezza. Da ora si viaggia davvero…” commentò aprendo un piccolo sportelletto alla sua destra. Un pulsante rosso fece capolino e Pai sgranò gli occhi, ora seriamente preoccupato.

“Ma Kisshu, non puoi…” cercò di fermarlo, ma l’altro aveva già premuto quel piccolo bottone rosso, provocando il potenziamento dei motori. L’astronave prese a tremare eccessivamente e si vide una fiammata partire dai motori.

“Ah!!” Ichigo slacciò la cintura e si precipitò su Miki, facendole da scudo con il proprio corpo. In effetti però non ce n’era bisogno dato che la fiamma era all’esterno… Ma si sa, il cuore di una madre si muove prima della ragione…

L’astronave, con un ultimo scossone, partì a tutta velocità andando incontro agli asteroidi. Purin stava cominciando a preoccuparsi: era davvero sicuro fidarsi di Kisshu?

“Ci schianteremo, non riusciremo ad evitarli!” esclamò Minto serrando gli occhi impaurita. Zakuro aveva assunto un colorito terreo e deglutiva a fatica; tutti sapevano che Kisshu era una testa calda e questo non aiutava di certo a restare calmi…!

“Zitti e reggetevi forte!” ribatté lui concentrando lo sguardo oltre il vetro. Quegli ammassi di pietre erano a pochi metri da loro a causa dell’improvvisa velocità presa dall’astronave. Qualche secondo e ci sarebbe stato un impatto terribile…

Pai chiuse gli occhi all’improvviso, cercando di mantenere la calma e la voglia di uccidere Kisshu per quello che stava facendo.

L’alieno dagli occhi ambra, con un movimento brusco, sterzò verso destra a tutta velocità ed evitò il primo asteroide… poi un altro… e un altro ancora. Tirò un sospiro di sollievo solo quando l’astronave tornò sulla rotta prestabilita senza apparenti danni.

Pai aprì gli occhi lentamente e sospirò guardando di fronte a lui: ora più niente li avrebbe ostacolati (Eh… troppo facile… XD NdRanpyon) (Come “troppo facile”? Che diavolo vuoi farci capitare? O__O NdRyo) (Lo vedrai… eheh… >_< NdRanpyon).

“Bene” Kisshu premette di nuovo il pulsante rosso e i motori si calmarono, e l’astronave riprese a navigare nello spazio in tutta tranquillità. Si alzò dal sedile del pilota e si voltò verso l’equipaggio che, bianco cadaverico, lo fissava allibito.

“Do… Dove l’hai imparato?” chiese perplesso Taruto. Non aveva mai visto suo fratello fare delle manovre del genere. Con un’astronave grande come quella poi, era pressoché impossibile per un principiante.

“Beh, non per vantarmi, ma…”

“E’ stata tutta fortuna!” esclamò Miki slacciandosi la cintura e scendendo dal proprio sedile. Kisshu digrignò i denti e Ichigo sorrise, avvicinandosi a sua figlia.

“Miki, Kisshu ci ha salvato la vita… Trattalo bene” le disse dolcemente accarezzandole la testa. Quella bambina era davvero intrepida… Aveva superato subito la paura mentre sua madre ancora non c’era riuscita…

“Tua madre ha ragione, piccoletta. Trattami bene” ribadì lui incrociando le braccia, mentre Pai gli si avvicinava.

“Credevo avresti combinato un disastro. Ogni tanto fai anche tu qualcosa di buono”

“Direi più di ogni tanto, ma voi non mi credete mai…!”

Tutto il gruppo scoppiò a ridere alla faccia offesa di Kisshu (Povero, tutti con lui se la prendono! XD NdRanpyon) (ç__ç NdKisshu).

 

Forse era piuttosto riduttivo dire che il viaggio si stava rivelando noioso…

Dopo essere scampati al pericolo degli asteroidi, i motori dell’astronave avevano perso parecchia energia e quindi avevano rallentato di molto la velocità. Erano passate due ore e ogni membro dell’equipaggio stava cercando qualcosa da fare, ma poi tutti avevano constatato che non c’era nulla di interessante da poter fare sulla navicella spaziale. Miki dormiva beatamente su un piccolo lettino posto al lato dell’astronave e stringeva la mano di Ryo, che si era seduto accanto a lei. Ichigo era seduta scompostamente su un sedile, così come Minto e Purin. Retasu e Zakuro fissavano il pavimento, mentre Pai sgridava Kisshu perché a causa sua i motori si erano indeboliti. Taruto rideva insieme a Kei che però era soddisfatto di tutta quella situazione: se non fosse stato per Kisshu a quest’ora non avrebbero nemmeno superato la fascia di asteroidi.

 “Se non fosse per Kisshu saremmo morti, Pai” disse cordialmente cercando di non seminare zizzania tra i due.

“Ecco, Akasaka, diglielo!” esclamò Kisshu sbuffando infastidito.

Taruto continuò a ridere, ma in fondo anche lui la pensava come Kei… A Pai bruciava semplicemente il fatto che Kisshu avesse avuto un’idea migliore della sua.

“Ragazzi, mi annoio!!” esclamò ad un tratto Ichigo attirando l’attenzione generale.

“Ti annoi?” domandò l’alieno dai capelli verdi.

“Se vuoi te lo trovo io un passatempo…” si leccò le labbra con fare sensuale, mentre Ichigo si tingeva color pomodoro e Ryo lo fulminava con lo sguardo.

“Tranquillo, Shirogane… Ho capito l’antifona” esclamò alzando le mani in segno di innocenza.

Ryo tornò a fissare Miki che ormai si era addormentata profondamente e le lasciò la mano, alzandosi.

“Ragazzi” si avvicinò al gruppo.

“Quali sono i pianeti su cui dobbiamo andare?”

Pai prese una cartina da un cassetto e la stese su un tavolino lì accanto, aprendola.

Sopra c’era disegnato una specie di sistema solare, molto simile a quello terrestre ma con decine di pianeti in più contrassegnati da strani nomi.

“Fortunatamente i pianeti dove dobbiamo andare sono vicino Keber” proferì indicando un pallino blu scuro con su scritto Keber.

“I pianeti sono cinque* in tutto… eccoli”

Indicò un altro pianeta arancione, contrassegnato dal nome Giant, a un pianeta di distanza da Keber. Oltre questo, c’erano gli altri quattro pianeti: Mikal, Tumir, Hikis e Lepsed.

“Che nomi strani” commentò Minto avvicinandosi e sbirciando sulla mappa.

“Credi che invece Terra, Marte e Saturno siano nomi normali?” domandò stizzito Taruto ricevendo una gomitata alle costole da Purin.

“Qui si trovano i cinque frammenti dell’Acqua Cristallo. Ve l’ho già detto ma lo ripeto: non sarà facile trovarli… Le popolazioni che vivono su questi pianeti non sono pacifiche, quindi dovremo fare attenzione”

“Ti preoccupi troppo tu! Ci sarò sempre io a salvare la situazione!” esclamò Kisshu rammentando ai presenti il suo gesto eroico di qualche ora prima.

Si aspettò di sentire parlare la piccoletta – ovviamente per offenderlo – ma la vide dormire beatamente sul lettino…

Sospirò.

Quella avrebbe potuto essere sua figlia, se solo alla fine Ichigo non avesse scelto Shirogane..

 

 

 

 

…To be continued…

 

*Nel capitolo precedente ho scritto che i pianeti da visitare erano 6… errorino, scusate, sono 5!

 

 

Mi scuso per l’enorme ritardo nell’aggiornareeee!! Prometto che mi impegnerò per aggiornare più frequentemente, scuola bastarda permettendo… ^^’’

Spero che il chap vi sia piaciuto, io mi dileguo e vado a continuare le altre storie… l’estro artistico è tornatoooooo!!!! XD

Un bacio a tutti e grazie mille per le recensioni!!!! E mi raccomando, recensite questo chap!!

Kissotti

Ranpyon

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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