Snow Light

di Miss Yuri
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bulma e Vegeta ***
Capitolo 2: *** C18 e Crilin ***



Capitolo 1
*** Bulma e Vegeta ***



Bulma e Vegeta


 
Cristalli puri e bianchi ma, allo stesso tempo, leggeri e candidi, scendevano dal cielo velato completamente da morbide nuvole. In un vorticare lento e aggraziato, si andavano a posare sul terreno, tingendo di bianco gli alberi, l’erba e gli edifici della Capsule Corporation. Quella era la prima neve.
In una di quelle costruzioni a cupola stava una giovane donna dai capelli simili a onde marine e flussuose, completamente turchini. Gli occhi turchesi fissavano ammirati il lento scendere di quei cristalli di ghiaccio, concentrandosi sui loro movimenti aggraziati.
Aveva fatto bene Bulma a interrompere il suo lavoro per ammirare i meravigliosi fiocchi di neve che cadevano, posandosi su ogni filo d’erba, trasformando l’area circostante e donandole un’atmosfera da fiaba.
Appoggiò i gomiti sul davanzale della finestra, avvicinando il viso al sottile vetro che dava sul giardino esterno. Tastò la superficie con la mano, quasi volesse toccare quel manto bianco con le dita: come le sarebbe piaciuto uscire fuori, affondando i piedi nella neve morbida e fredda. Camminarci sopra e sentire i fiocchi posarsi delicatamente sui suoi capelli era una cosa che la attraeva molto.
- Sbrigati a prepararmi da mangiare, Bulma. -
La turchina trasalì. Un brivido le percorse la colonna vertebrale fino ad intaccarle il cervello. Quella voce la conosceva troppo bene tanto che non avrebbe mai potuto dimenticarsela. Poiché era troppo impegnata a guardare fuori dalla finestrella, non si era accorta che Vegeta era appena entrato nella sua stanza.
Non badò al modo seccato con cui le aveva formulato la sua “ richiesta “ e si limitò a girare leggermente la testa.
- Vegeta! Guarda! Fuori sta nevicando. - gli disse, accennando un lieve sorriso e mostrando i denti.
Il Saiyan si avvicinò con una lentezza estenuante a Bulma, fermandosi prima alle sue spalle e, poi, davanti al vetro della finestra, chinandosi leggermente per guardare meglio.
Commentò il tutto con un grugnito, fissando i cristalli di neve con i suoi scuri e profondi occhi color della pece.
La turchina sorrise, distogliendo la sua attenzione dal paesaggio fuori dalla finestra e concentrandosi su Vegeta. Teneva le braccia incrociate al petto, lo sguardo fisso che guardava un punto indefinito davanti a sé.
Lei non resistette alla forte tentazione e, non riuscendo a trattenersi, le sue mani si avvolsero automaticamente intorno al suo collo, cercando l’appoggio dell’altro in quel gesto.
Il Saiyan ricambiò il timido abbraccio, cingendola per la vita e avvicinandola a sé. Bulma si sentì incoraggiata e appoggiò la testa sul suo petto, strofinandola leggermente contro la sua tuta blu. Era caldo, terribilmente caldo, scultoreo e prestante. Si alzava e si abbassava ritmicamente ad ogni suo respiro, cullandola in un modo tanto amabile. Il suo odore di maschio afrodisiaco le impregnava le narici, mettendola completamente a suo agio. Un mix di aggettivi rendevano il suo Vegeta attraente e desiderabile da qualsiasi donna. Ma lui apparteneva soltanto a Bulma. Sapeva, per certo,  che la sola femmina che il Saiyan volesse era proprio lei.
Chiuse gli occhi, assaporando intensamente quel momento paradisiaco. Sarebbe rimasta lì per sempre, l’una vicino all’altro.
Improvvisamente, il suo partner interruppe quell’atmosfera intima che si era creata, riportandola alla realtà.
- Ora mi preparerai il pranzo o no? - chiese seccato, voltandosi e guardandola di sottecchi.
- S-sì, dammi qualche minuto. - gli rispose, ricomponendosi e strizzando leggermente gli occhi azzurri.
 
 
 
Ciao a tutti!
Premetto che questa è la mia prima Bulma/Vegeta.
Spero che mi sia venuta abbastanza bene e spero di non essere caduta nell’OOC.
Come avrete già letto nell’introduzione, la mia raccolta comprenderà in tutto cinque one shot, una per ogni coppia che ho scelto.
Mi auguro che apprezzerete questo mio piccolo esperimento e gradirei sapere il vostro parere personale e i vostri conisgli perchè ho bisogno di migliorarmi.
 

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Capitolo 2
*** C18 e Crilin ***


 C18 e Crilin
 
 

La dama vestita di bianco era passata anche quell’anno sulle alte cime delle montagne terrestri. Col suo morbido strascico aveva imbiancato gli abeti e i pini, regalandogli preziosi vestiti di pregiati merletti. Col suo soffio glaciale, ma allo stesso tempo, delicato, aveva portato l’aria fredda e pura e una miriade di soffici nuvole e dai suoi lunghi e folti capelli si erano staccati piccoli fiorellini bianchi che, cadendo, si trasformavano in preziosa neve fresca.
I paesi d'alta montagna si erano, come al solito, preparati all’arrivo di questa incantevole dama.
In un piccolo albergo di uno di questi paesi, affacciata al balcone, stava una donna dai capelli biondi e lunghi fino alla spalla. Una leggera frangia le copriva parzialmente l’occhio destro. Le iridi erano azzurre e cristalline come l’acqua di un torrente alpino, le sue membra erano delicate come un fiore di giglio. Il suo solo sguardo avrebbe potuto provocare brividi di gelo a chiunque la fissasse per troppo tempo. Anche lei, insomma, era una specie di dama di ghiaccio.
Guardava, in modo freddo e distaccato, il paese che si estendeva al di sotto dell’albergo. I fiocchi di neve scendevano lenti e aggraziati e si posavano sui tetti spioventi e sugli alberi di montagna. Aveva appoggiato il gomito sul corrimano, inclinando leggermente la testa di lato, lasciando che alcune ciocche bionde le scivolassero davanti al viso. In breve tempo, le finestre delle case avrebbero preso a brillare di luce propria.
La sera era ormai prossima ma C18 non sentiva il bisogno di rientrare e neanche di coprirsi. Lei, Crilin e la piccola Marron si erano concessi una breve vacanza, con l’intento di allontanarsi, per qualche periodo, dal caldo dell’Isola delle Tartarughe.
Lei, che era venuta alla luce in un freddo laboratorio, si sentiva a suo agio in un ambiente così impervio, anche se questo ricollegava tutti i suoi pensieri e riflessioni al Dottor Gelo.
- Diciotto! Cosa ci fai qua fuori?! - le chiese un umano, sporgendo leggermente la testa al di fuori della finestra scorrevole. Era di statura alquanto bassa, gli occhi, scuri e grandi, erano dello stesso colore dei suoi corti capelli a caschetto.  I muscoli sulle braccia, che erano visibili anche sotto le pieghe del cappotto che indossava, testimoniavano gli anni di allenamento che avevano caratterizzato la sua vita.
Lei non rispose e non si limitò nemmeno a distogliere lo sguardo dal paesaggio circostante.
- Vieni dentro! Qui fa troppo freddo! - le disse Crilin, raggiungendola sul corrimano del balconcino e coprendola con un cappotto.
- Sto bene così. - sussurrò, scostandosi l’indumento dalle spalle e lasciandolo cadere per terra.
- Perdonami C18. Dimentico che tu non soffri il freddo. - si scusò il marito, arrossendo in modo lieve e grattandosi nervosamente la nuca.
Si sporse giù, per ammirare anche lui la splendida vista sotto di loro. Il debole sole lasciava spazio alla notte glaciale e le luci tenui delle baite e dei rari lampioni illuminavano parzialmente le stradine. Quel piccolo paese era come un faro in un mare immenso e burrascoso, ancora di salvezza per le navi disperse. La neve aveva ricoperto i marciapiedi, i davanzali delle finestre e le poche vetrine presentavano gli addobbi tipici del periodo natalizio.
- Capisco perché sei rimasta fuori. E’ meraviglioso, vero? - commentò lui, cercando di incontrare il tuo sguardo.
- Abbastanza. - gli rispose, fissandolo finalmente negli occhi.
Si guardarono per lunghi attimi, cercando di leggere ognuno dentro l’anima dell’altro. Crilin, ogni volta che provava a farlo, si ripeteva che incontrarla fosse stata una delle cose più belle che gli fossero capitate nella sua vita fino ad allora. In lei riusciva a vedere il buono sotto le sue vesti di freddo cyborg. Quando ammirava i suoi splendidi occhi azzurri, riusciva a scorgere una donna completamente diversa rispetto a qualche anno prima. Era riuscito a renderla nuovamente umana e, di questo, era profondamente soddisfatto.
La nascita della piccola Marron aveva contribuito a instaurare un matrimonio felice, la bambina era il simbolo del loro amore.
Avvicinò, lentamente, la sua mano a quella di C18, prendendola delicatamente e stringendogliela. La moglie gliela accarezzò in modo dolce e apprensivo, con le dita lunghe e affusolate.
A Crilin gli parve di scorgere sulle sue gote un leggero rossore, appena visibile a occhio nudo. La sua dama di ghiaccio si stava sciogliendo lentamente sotto il calore della sua mano. Alcuni fiocchi di candida neve si impigliavano fra i capelli di lui e di lei. Scintillavano come stelle sotto la fioca luce dei piccoli lampioni posti davanti all'entrata del loro albergo. Si guardavano l'uno negli occhi dell'altra, assaporando in silenzio quel momento di serenità.
Un pianto disperato interruppe il feeling che si era creato tra i due. Entrambi volsero la testa nello stesso momento verso l'interno della loro stanza.
- Marron deve essersi svegliata. - disse Crilin, sospirando profondamente.
- Vado io. Non preoccuparti. - lo avvisò lei, chinandosi all’altezza del suo viso. Si avvicinò con le morbide labbra alla sua guancia sinistra e gli scoccò un breve bacio.
Il marito divenne paonazzo dopo quel contatto e, allo stesso tempo, estasiato.
C18 rientrò nella loro camera, lasciandolo da solo sul balconcino. Oltre che una moglie perfetta, sapeva essere anche una madre attenta.
 
 
Ciao a tutti!
Stavolta la coppia principale era la C18/Crilin.
E’ da molto tempo che non vedo una fanfiction su questa meravigliosa coppia e questo mi dispiace molto.
Spero che anche qui i personaggi siano abbastanza IC e che vi sia piaciuta.
La dama di ghiaccio era una mia personale personificazione dell’Inverno.
Ringrazio le persone che hanno letto e recensito la scorsa one shot e ci vediamo alla prossima!
 
 
 

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