Quell'alchimia tra di noi

di Mistress Lay
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Quell'alchimia tra di noi ***
Capitolo 2: *** Quell'alchimia tra di loro ***



Capitolo 1
*** Quell'alchimia tra di noi ***


Sta piovendo

.˙QUELL’ALCHIMIA TRA DI NOI˙.

by Mistress Lay

 

Rating: PG13

Paring: EdXRoy

Avvertimenti: questa è una shot dai toni shonen, quindi, se non gradite, non leggete. È sfacciatamente romantica senza altri fini se non la lettura di una fic serena a happy end.

Disclaimer: i personaggi appartengono a Hiromu Arakawa, questo è un lavoro di pura fantasia (o follia, come la volete chiamare, con me la differenza non si pone… XD)

 

Notes: Ed eccomi approdata anche nella sezione di FMA, non credevo che questo fosse possibile… chi avrebbe mai detto che alla fine avrei trovato abbastanza tempo da scrivere qualcosa anche qui? XD Bè, dopotutto una shot è un piccolo peccato innocente, no? XD (e non ribattete che io con le shot non ci so fare e dopo due giorni sento il desiderio inoppugnabile di scrivervi sopra un seguito! ^^ Ok, è vero, mea culpa.

Voglio fare una precisazione: non sono molto pratica di questo manga/anime, so veramente poco poiché per me è una scoperta molto recente. Chiedo umilmente perdono nel qual caso ho reso i pg troppo OOC (ditemelo, per favore, così da migliorare la prossima volta o risistemare questa shot).

 

Dedica: alla sola ed inimitabile Stè_Wormy, perché taanto tempo fa mi aveva chiesto una shot su una sezione diversa da Hp.

Eccoci qui, che cosa ne pensi? XD

Desideravi qualcosa che non avesse nulla a che fare con la suspence e il mistero. Dire che decisamente questa shot è un miscuglio di romanticomatoso. Scritta interamente per te quando ero ancora in romanticmoments_modeon! XD

A Setsuka, che ha sciolto il mio cuoricino (e ce ne vuole!) con le sue fanfic, consacrandomi alle EdxRoy! ^^

 

 

.

 

 

 

Sta piovendo.

 

Edward è lì da ore e ore, con le dita sfoglia di tanto in tanto le pagine sottili di quel pesante tomo dalla copertina scolorita, i suoi occhi color ambra accarezzano le parole, e quando le sopracciglia dorate si arcuano, la mano metallica si solleva dal grembo e corre ad afferrare la penna per scrivere su un pezzo di carta qualche annotazione, gira la pagina con la mano umana, legge, scorre con lo sguardo le parole alla luce fioca della lampada.

 

Sta piovendo all'esterno.

 

Il piccolo alchimista è dentro, non ascolta i richiami del suo corpo, anzi, questi si piega al suo volere, la sua enorme forza di volontà bandisce la stanchezza e la sonnolenza specifica di quelle ore della tarda notte, la schiena china non reclama attenzione, gli occhi non pizzicano.

Se ne sta lì, chino sui libri, solo.

E' solo perchè non permette a nessuno di sprecare una notte di tranquillità sui libri, è lì perchè ha convinto Al ad andare a riposarsi senza preoccuparsi di nulla, è lì perchè è sempre stato da solo nella sua battaglia personale contro i fantasmi del suo presente.

 

 

Sta piovendo a dirotto, gocce di pioggia rigano i vetri.

 

Edward non è da solo, in realtà.

E' così preso dai suoi studi da non essersi accorto nemmeno di avere una compagnia silenziosa nascosta sulla soglia della porta, nel cono d'ombra.

Roy Mustang è a braccia conserte a fissare l'alchimista d'acciaio, indossa ancora la divisa, le mostrine luccicano alla luce della lampada, l'espressione pare distaccata, è enigmatica, chiusa in se stessa.

 

Non dice nulla, non si muove.

 

E' fermo in quella posizione a fissare Ed da così tempo da aver memorizzato ogni particolare della sua postura. Se volesse potrebbe riprodurre quell'immagine su carta, in tutta la dovizia di particolari.

Se chiudesse gli occhi – in quel momento o a distanza di giorni nel suo ufficio -, Roy vedrebbe la stessa scena che ora ha di fronte agli occhi: scorgerebbe il giovane alchimista chino, le gambe ripiegate, i piedi che difficilmente toccano terra, la mano sana a sostenere il capo, quella metallica abbandonata sul tavolo, a picchiettare ogni tanto, poi a sfogliare qualche pagina, a sollevare la penna, a scrivere con la sua tipica calligrafia sbrigativa e minuta.

Roy rammenterebbe perfettamente come i capelli di Ed ricadrebbero sul viso, quella frangia a ricoprirgli una porzione di guancia, arricciati dalla mano che pigramente sostiene il capo, lì, proprio nella tempia sinistra, la treccia giace sulla giacchetta nera, forma una piega singolare, l'elastico è scuro, qualche capello sfugge della serica pettinatura, risalta il suo color dorato.

Poi Roy, nel riaprire gli occhi, capirebbe che la scena dal vivo è dieci volte meglio di quella immaginaria.

 

 

Sta piovendo.

 

Nemmeno lui se n’accorge, è rapito da qualche pensiero fuggevole, è rapito da una visione mentale e reale, è rapito dalla quieta serenità della posa di Ed, dalla sua espressione concentrata, pensosa.

Non sente il peso dell'ora tarda, nemmeno ricorda la stanchezza accumulata durante la giornata.

Sta piovendo e i due spettatori presenti in quella stanza nemmeno se n’accorgono.

Chissà che cosa possa pensare uno spettatore esterno, vedendo quella scenetta...

Vedrebbe semplicemente un giovane che è chino sui libri in una biblioteca, vedrebbe l'uomo dietro la porta, immobile come una statua di sale. Noterebbe la pioggia?

Forse sì, trovando blando lo scenario di quei due.

Forse no, cercherebbe con lo sguardo un minimo movimento da parte loro, ricercherebbe un perchè di quei gesti.

Forse si chiederebbe come mai la pioggia è così inascoltata, perchè la notte è blandita, perchè c'è qualcuno che passa le sue notti a studiare o a osservare qualcuno che sta studiando, forse, forse, forse...

 

Poi qualcosa si muove.

 

Ed gira una pagina, sospira sconsolato. E' rassegnazione quel sospiro? E' tristezza? E' stanchezza?

Sbadiglia sonoramente, si stiracchia come un gatto, alza le braccia sopra le spalle, concedendosi un secondo di pausa, guarda l'orologio da tasca: sono solo le due. Per fortuna Al ha da sbrigare una pratica, pensa sorridendo leggermente, ancora qualche oretta, tanto Al non si sveglierà se rientro all'alloggio più tardi...

O forse se ne accorgerebbe lo stesso che il fratello maggiore ha passato una notte in bianco, lo noterebbe perchè lo conosce, chiuderebbe un occhio, anche due, sospirando e concedendosi qualche istante di tristezza quando Ed non lo guarda, forse Al lo lascerebbe dormire qualche minuto in più, lo osserverebbe riposare con quell'espressione arcigna di chi pensa anche mentre sogna.

Ed riprende la lettura.

Roy, che fino a quel momento era rimasto fermo, stringe le labbra in una chiara smorfia di disapprovazione, le dita guantate affondano nella stoffa blu della divisa militare. I piedi cominciano a dolergli, stanchi per la lunga giornata.

Avanza qualche passo, i tacchetti delle scarpe rimbombano nella stanza, Ed si gira di scatto, in posizione di attacco. Gli occhi ambra si spalancano, poi tornano di dimensioni normali, uno sbuffo esce dalle sue labbra: - Colonnello... lei... paura dei fantasmi sotto il letto? - domanda caustico.

- Che ci fai ancora qui, Fullmetal? - chiede ignorando la domanda il Flame Alchemist. Si ferma alle spalle dell'altro, le braccia ancora conserte, quell'espressione metà saccente e metà infastidita dipinta a chiare lettere sul viso.

- Ritaglio le figure dai libri. Poi farò un collage e lo appenderò nel suo ufficio - risponde seccamente Ed.

- Va a dormire, Fullmetal - non raccoglie il sarcasmo. Lo lascia semplicemente scivolare via, come le gocce della pioggia sul vetro - E' un ordine -

- Che diavolo vuol dire? - Subito si scalda Ed, stringendo i denti. Doveva ancora finire il capitolo, accidenti, non poteva lasciarsi distrarre proprio adesso.

- Non fare il moccioso, Fullmetal... -

- CHI SAREBBE IL MOCCIOSO? -

- Tu... - un sorrisetto soddisfatto appare sul volto del militare, compiaciuto per aver ottenuto dal ragazzo la reazione sperata - ... i bambini vanno a nanna presto -

Uno stridore sordo, una sedia che sfrega dolorosamente sul pavimento di legno, un adolescente infuriato in piedi: - A CHI AVREBBE DATO DEL POPPANTE IMMATURO CHE DEVE ANDARE A LETTO PRESTO, MALEDETTO VECCHIACCIO DI UN COLONNELLO? -

Altro che immagine calma e tranquilla di un ragazzo chino sui libri...

- Vuoi una punizione, piccolino? - continua a provocarlo Roy.

Ed si erge in tutta la sua ragguardevole statura, si solleva sopra le punte dei piedi per darsi un'aria più minacciosa, ma è tutto inutile, il colonnello è veramente alto, molto più alto di lui, e continua a guardarlo dall'alto in basso, gli angoli della bocca sollevati leggermente in un suo sorrisino strafottente.

- CHE COSA STAI DICENDO, RAZZA DI PERVERTITO CHE NON SEI ALTRO? -

Roy scuote la testa: - Vai nel tuo alloggio, Edward -

 

Ma non posso!, vorrebbe gridare Edward.

 

Stringe i pugni convulsamente.

Non può.

 

- Non posso -

 

Devo rimanere qui. Per Al.

 

- Ti ordino di tornartene nel tuo alloggio -

 

Devi andare. Per te stesso.

 

- Non ci penso nemmeno! -

 

Un attimo.

Un attimo prima erano lì che si squadravano male, Ed in procinto di ribattere come al suo solito, un attimo dopo ecco lo stesso Ed veemente diventare inaspettatamente rosso, preso alla sprovvista da quel gesto apparentemente senza senso.

Le braccia di Mustang lo avevano sollevato da terra, lo avevano preso in braccio e ora è lì che sta. Tra quelle braccia forti. Inerme. Imbarazzato. Confuso.

- Se non ti convinci con le buone... - ghigna Roy.

 

Le cattive sono estremamente buone...

 

Non appena comprende appieno la situazione Ed comincia a scalpitare, grida con tutto il fiato che ha nei polmoni: - MOLLAMI SUBITO MALEDETTO PERVERTITO PEDOFILO DI UN COLONNELLO! -

Una mano gli copre la bocca, bloccandogli la sua filippica di insulti.

- C'è chi fa il suo dovere ed è a letto da un bel po' - lo rimprovera Roy.

 

Ed non capisce.

 

Improvvisamente è come se tutto il suo cervello tacesse, come se tutti i pensieri fossero fuggiti e la mente giacesse vuota, in un angolo, così allibita da non riuscire a spiaccicare un pensiero.

La prima reazione che Ed si sente di fare è tirare calci all'aria, tirare pugni con il suo automail, gridare così forte da far tremare i libri sugli scaffali, mordere la mano che gli sta impedendo di dire alcunché.

La seconda reazione è il silenzio.

 

Ti odio, Roy Mustang, perchè mi piace stare qui.

 

Gli piace.

Gli piace la sensazione di stare lì tra le sue braccia, gli piace il profumo muschiato del colonnello, gli piace sentire contro il petto le medaglie e le onorificenze, gli piace sentirsi così maledettamente sguarnito sotto i suoi occhi onice, gli piace essere a pochi centimetri da quel bel viso, gli piace vedere quel sorrisino strafottente, gli piace Mustang, maledizione.

Gli piace quella mano calda premuta contro le sue labbra, quel guanto morbido.

 

Ti odio, Roy Mustang, perchè non riesco più ad odiarti.

 

 

Roy capisce.

 

Lo capisce quando il cuore fa un lieve sobbalzo mentre i suoi occhi incontrano quelli ambra del ragazzo, lo capisce quando anche il corpo lo capisce, quando risponde a quella vicinanza in un modo tutto suo, lo capisce quando capisce che non c'è niente da capire.

Ed è tra le sue braccia, abbandonato come una bambola, è leggero, non si ribella, semplicemente lo guarda, la bocca è semiaperta, Roy la sente con la mano che tiene premuta contro quella labbra, le sente calde, i capelli di Ed sono scompigliati, la treccia sfiora con dolcezza il braccio del colonnello.

Ed è così vicino.

Così vicino che un qualsiasi loro movimento avrebbe fatto scontrare i loro nasi.

 

C'è qualcosa... qualcosa qui, tra noi...

 

E' una bella sensazione avere il Fullmetal Alchemist tra le braccia, lo ha completamente in sua balia, non c'è Alphonse accanto al fratello, non c'è nessun'altro se non loro stessi.

 

C'è qualcosa di speciale tra noi.

 

Sì, decisamente. Quelle emozioni Flame Alchemist non le ha mai provate in vita sua: anni e anni di donne ai suoi piedi, di corteggiamenti sfacciati, di petali di rosse sparse sul pavimento, ma mai, mai Roy si era sentito così... nudo.

Sì, nudo.

La sua anima era completamente nuda di fronte a quegli occhi, speranze, sogni, orgogli personali sono impalliditi, c'è qualcosa che si propaga nel suo petto, qualcosa.

 

Ed è il primo che reagisce, come prevedibile, pianta le mani contro il petto del colonnello, spingendo per scendere, impreca, grida, insulta, muove le gambe per liberarsi da quella presa un po' troppo intima.

- Ti libero, ma promettimi che andrai a dormire -

- NON HO BISOGNO DELLA TUA BENEDIZIONE, MALEDETTO BASTARDO... -

- Guarda che posso restare anche tutta la notte così... non pesi per niente. Dopotutto con la statura che hai è difficile che... -

- MI HAI DETTO CHE SONO UN MICROBO COSì MINUSCOLO DA NON AVERE NEMMENO UN PESO??? -

- E chi ti ha detto niente... -

- NON L'HAI DETTO AD ALTA VOCE, MA LO HAI PENSATO! LO PENSI SEMPRE E... -

- Cosa ti fa credere che guardandoti veda un microbo minuscolo? - il tono è basso, un sussurro sensuale che accarezza tutta la spina dorsale di Ed - Magari vedo in te ben altro... -

 

Stump.

 

Ed, facendo leva sul petto del colonnello con le mani e grazie ad un calcio ben assestato, si era liberato, atterrando con un sordo rumore di scarponi sul legno: - LA SMETTA! -

 

Non mi mancano per niente le sue braccia! No!

 

- Di fare cosa? - domanda massaggiandosi lo stomaco Roy.

 

Mi manca averlo qui...

 

- DI... DI... FARE COSì! -

- Così come? -

- COME SE... COME SE... -

- Ti devo torcere ogni parola di bocca o riesci a formulare una frase di senso compiuto da solo? Vuoi che ti prenda un vocabolario? -

- IO L'AMMAZZO! - un pugno parte con la velocità di una scheggia, Roy si scansa, ridendo - Tutto qua? - solleva le mani, in segno di arresa o di difesa - Vai a letto, Edward - senza preavviso gli passa una mano sulla guancia, in una carezza.

 

E' una mia impressione o il cuore ha smesso di battere per un minuto? E’ così anche per te, Fullmetal?

 

Ed scaccia la mano con un gesto brusco, guadagna la porta senza uno sguardo al colonnello, se ne va, i passi rimbombano per tutto il corridoio. Quando esce finalmente si rende conto della pioggia.

 

Perchè mi è piaciuto?

 

 

.

 

 

 

Nella notte è difficile non pensare. C'è quella dolorosa fase prima di addormentarsi, quando il cervello è abbastanza assonnato da mettersi d'accordo con il corpo e farlo adagiare su un soffice materasso, e quando il cervello è ancora abbastanza sveglio da dissentire dal sonno.

Il dormiveglia, quando tutti i pensieri affiorano come ninfee sulla superficie di uno stagno.

Arrivano i pensieri, candidi cigni maestosi, a turbare quello stagno placidamente abbandonato a se stesso, arrivano i rimpianti, brutti anatroccoli sproloquianti, cosa tira cosa, e in un attimo ti ritrovi con la mente affollata...

La fase della dormiveglia, per Ed, è quasi sempre rivolta ad Al, al suo fratellino: ci sono domande alle quali vorrebbe rispondere. Lui e Al dormono nella stessa stanza, i due letti accostati a pareti opposte, prima di dormire è abituato a osservare per qualche minuto il suo amato fratellino addormentato, fa scorrere il suo sguardo lungo il suo corpo fittizio e pensa.

La notte precedente Edward non ha pensato ad Al, non ha scorso con lo sguardo ambrato velato di tristezza incredibile il metallo dell'armatura del fratello, no, si è buttato a letto, supino, ha chiuso gli occhi strettamente, cercando di riprendere fiato dopo la corsa mozzafiato che aveva fatto dall'headquarter all'alloggio che divideva con il fratello.

I suoi pensieri non sui erano soffermati nemmeno una volta su Al.

Il cielo di quella mattina è uggioso, triste cappa nuvolosa, un panorama triste dalle finestre lungo il corridoio dell'headquarter, Ed cerca di interessarsi al monologo del fratello ma i suoi occhi cercano con lo sguardo la figura conosciuta del colonnello per prepararsi psicologicamente all'evento: quale comportamento adottare? Rabbia inesorabile? Furia cieca? Indifferenza?

 

Pensa Ed, pensa...

 

Troppo tardi.

 

Dall'incrocio ecco apparire Roy Mustang con la sua solita camminata decisa, le mani congiunte dietro la schiena, un'espressione annoiata sul viso mentre il tenente Riza Hawkeye cerca invano di fargli interessare chissà-quale-pratica, questione di un attimo e gli occhi del colonnello e di Fullmetal si incontrano.

 

Cosa devo fare?

 

Roy lo pensa ma non si ferma in mezzo al corridoio come invece ha appena fatto Ed, gli va incontro senza sapere bene cosa dirgli.

- Buongiorno colonnello, tenente.. - rompe il ghiaccio Al. Riza li saluta calorosamente compensando il mutismo del fratello Elric maggiore.

- Fullmetal, sembri un po' stanco - commenta ironicamente Roy.

- E' solo un'impressione - ribatte pronto Edward 'idiota' vorrebbe aggiungere.

Roy congeda Riza, mandando via anche Alphonse con una scusa idiota - e impedendo a Ed di seguire il fratello -, rimangono soli a guardarsi, uno pensieroso l'altro confuso.

Parole, parole, che dire?

Come esprimere con parole quel guazzabuglio di sentimenti che si alternano dentro di loro? Come spiegare all'altro che quello che era accaduto in biblioteca era un qualcosa alò quale nessuno dei due non solo non era preparato ma anche non sapeva bene come gestirlo?

 

- Fullmetal... -

 

Ed gli volta le spalle, fa per andarsene ma si blocca quando la mano del colonnello lo ferma per un braccio. Ecco, ora la voce dell'uomo è vicina al suo orecchio, il fiato alita sul collo, quel profumo muschiato invade le narici di Ed.

Ancora domande, domande...

 

- Fullmetal... non ti stavo prendendo in giro - sussurra Roy in un mormorio sommesso. Era la risposta alla possibile recriminazione di Ed che mai aveva esplicato in biblioteca.

 

Come hai fatto a leggere nei miei pensieri?

 

- E allora che stava facendo? - domanda retorica. Chiusa in un tono curioso, smaccatamente astioso. Illusioramente antipatico.

Risposta assente, inghiottita dal silenzio del corridoio, dal chiacchiericcio proveniente da un qualche ufficio a caso, risposta retorica, senza bisogno di fronzoli per essere intesa.

Veloce trascorrere delle nuvole nel cielo, prime gocce di pioggia che cadono sul selciato, sulla terra fangosa, sui tetti del quartier generale.

 

- Ed... -

 

Presa che si fa solida, calore trasmesso, desiderio trasmesso. Parole inespresse che volteggiano tra loro come farfalle invisibili.

 

L'hai capito che c'è qualcosa?

 

Alchimia strana, quella che li avvolge.

Un’alchimia che nessun cerchio alchemico può donare, nessuna reazione chimica, nessuna fusione di elementi, nessuno scambio equivalente... ci sono solo loro e quell'altro tipo di alchimia, quella speciale, quella esclusiva, quella più segreta, quella nascosta, quella che non ha bisogno di alchimisti o gradi nell’esercito, quella a cui basta solo un cuore che batte e occhi che trasformano a comando i peggiori difetti dell’altro in pregi ineguagliabili.

 

Urge un intervento che li faccia smettere di guardarsi così.

La voce del colonnello è leziosa, le sue labbra sono vicine alla pelle di Ed, vicinissime.

 

- Di che forma è il tuo orsacchiotto preferito? -

- CHI è L'INFANTILE NANETTO DA GIARDINO ALTO TRE CENTIMETRI E UNO SPUTO? -

 

Risata.

 

Roy gli tocca i capelli, si allontana, non dice altro, il rumore del suo allontanamento coperto dagli insulti di Fullmetal. Quando Mustang scompare dietro l'angolo Ed tace, porta una mano sul collo dove ha sentito le labbra di Roy sfiorarlo in una carezza sensuale, guarda il cielo grigio.

 

Mi sai dire come mai non ti odio?

Forse perchè ti amo.

 

 

.

 

 

 

Non si erano più incontrati durante il giorno, rimpiangendo gli istanti perduti.

La notte scende con le sue lunghe dita di oscurità, unghie adunche che strappano via le nuvole dalla volta celesti, pallide stelle a girotondo attorno alla luna piena, soffio di brezza fredda penetra dagli infissi delle finestre, una sola luce mostra un segno di vita all'interno dell'headquarter che non fossero le sentinelle.

Non avevano concordato alcun appuntamento ma eccoli di nuovo lì.

Forse il non essersi visti per tutto il giorno faceva parte del loro complicato linguaggio segreto per indicare una sorta di 'Stesso posto, stessa ora', o forse semplicemente era accaduto tutto per caso.

Roy è fermo sulla soglia della stanza, osserva con un sorrisino più tranquillo Ed chinato sui libri.

- Non ti arrendi mai - esordisce.

- Si fotta -

- Mi riesce difficile farlo da solo -

Ed diventa rosso, cerca di non darlo a vedere, affonda il naso nel tomo che sta leggendo, ma le parole si fanno sfocate, il significato comincia a sparire, le righe si intersecano. E' la mente che risiede altrove?

Passa un'eternità di silenzio assoluto.

Non una parola, non un movimento, solo orecchie attente ad ogni singolo segno di alchimia nell'aria, quell'alchimia che era tra loro e li attraeva l'uno all'altro come elettroni e protoni.

- Alphonse è fortunato ad avere un fratello come te -

 

Perché sei solo di Al e non puoi essere un po’ anche mio?

 

Silenzio imbarazzato, triste.

 

- Sei ammirevole -

Le labbra di Ed emettono uno sbuffo: - Con le adulazioni non mi porterà a letto, colonnello -

- Mi sottovaluti, Ed -

- MA CHE DICE? - Ed su volta, spiacevolmente imbarazzato, sconvolto da quella sfacciata replica del colonnello, poi torna a guardare il suo libro, irritato - IO NON HO MAI CONOSCIUTO UNA PERSONA COSì ARROGANTE, PRESUNTUOSA, SACCENTE, IRRITANTE COME LEI! E POTREI CONTINUARE ALL'INFINITO CON I SUOI DIFETTI! -

- Ti sei dimenticato sexy, affascinante, intelligente... - aggiunse calmo Roy avvicinandosi poco a poco a Ed, si china su di lui, lo abbraccia, costringendolo ad abbandonarsi allo schienale della sedia - ... ma impegnato. Impegnato a conquistare il violento, piantagrane, suscettibile, insolente Edward Elric... -

 

Posso sentirti un po’ mio?

 

Edward si ritrova senza parole sia per la dichiarazione spassionata sia per il bacio che riceve subito dopo, un bacio appena accennato, sulla guancia. Qualcosa di così innocente da non essere nemmeno preso come provocazione, qualcosa di così intimo che le parole non lo riescono a descrivere.

 

Colonnello… ti odio.

 

- Ti odio, colonnello... – dice Edward. Gli occhi pizzicano dolorosamente.

 

Ti odio perché non ho mai amato nessuno così.

 

Le sue braccia lo tengono stretto, il suo respiro è caldo contro la sua guancia, le sue labbra morbide premono contro lo zigomo del ragazzo. Ed era un alchimista di successo, un prodigio, capace di trasmutare senza cerchio alchemico, eppure questa volta l’alchimia che lo ingloba in sé non riesce a governarla.

 

Roy comprende quello che si agita nel petto dell’alchimista, sorride, appagato per la docilità del ragazzo, lo corregge dolcemente: - ... Roy. Chiamami Roy -

 

- Ti odio… Roy -

- Così va meglio -

L’imbarazzo si impossessa delle guance di Edward, cerca di scostarsi, sputando fuori un impulsivo: - Ora che sai che ti odio non potresti staccarti da me? -

A quella replica denigratoria il colonnello non risponde con il solito sarcasmo: - Sei un bugiardo, Edward –

 

Come se non sapessi cosa si agita nel tuo cuore.

 

Lo sa non per arroganza ma per empatia.

Sente anche lui quella spinta attrattiva verso quel ragazzino così minuto tra le sue braccia ma così adulto dentro. Un bambino cresciuto troppo in fretta, un bambino già uomo dentro che ha avuto il coraggio di assumersi responsabilità anche più grandi di lui con dedizione e costanza.

 

Lo ama.

 

Roy Mustang sente di amarlo.

Ama quel suo modo di parlare sboccato e provocatorio, ama i suoi soffici capelli dorati, i suoi occhi impareggiabili, lo ama dentro e fuori. Lo desidera. Brama di entrare nei pensieri non come ‘colonnello Mustang’ ma come Roy.

Alchimia speciale, quella dell’amore, per quanto la si studi non si riesce ad esserne esperti.

I suoi dolori, i suoi anni passati in guerra, a Ishibal, sono lontani ora, assieme a tutti i suoi rimpianti, i suoi rimorsi sono da qualche parte, accantonati in un angolo della mente, ora tutte le fibre del suo essere sono concentrate su lui.

 

- Vaffanculo colonnello – replica con poca dolcezza Edward, si muove sulla sedia, scrolla le spalle, per il nervosismo dibatte le gambe.

- Non ci siamo -

- Fottiti -

- Questo è decisamente un verbo che preferisco - ghignò il colonnello - Che dici, mi dai una mano? -

Edward si gira, la sedia stride, finalmente il loro contatto fisico si spezza, si alza in piedi, facendo retrocedere di un passo Roy: - MA MOLLAMI SUBITO MALEDETTO DEPRAVATO! NON MI TOCCARE PERVERTITO SESSUALE! E... -

 

Bacio.

 

Contatto lieve di labbra.

 

Mani che sfiorano le guance di Edward, labbra che reclamano una risposta.

Fullmetal si arrende, il corpo si rilassa, chiude gli occhi, rinuncia a protestare come al solito, gli dona un bacio anche lui, un contatto piccolo, lieve, che quasi sembra spezzarsi, un bacio impacciato e sincero.

 

Si baciano per qualche secondo, approfondendo il loro contatto fino a quando Roy, ancora chino su di lui, con un braccio lo attira verso di sé, l’altra mano è tra i suoi capelli per accostare ancora più i loro visi, Ed è in punta di piedi, le sue dita affondano nella stoffa della giacca del colonnello.

 

Infine Roy sorride leggermente: - Posso considerarti un po’ mio ora? –

 

 

 

.The End.

 

 

Notes: Che cosa ne pensate? ^^

Un bacio,

Miss

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Capitolo 2
*** Quell'alchimia tra di loro ***


Quell'alchimia Tra di Loro

. ˙Quell'alchimia tra di loro˙.

(dalla parte di Alphonse)

by Mistress Lay

 

Notes: Mi avevate chiesto un sequel, e voi sapete che per me è irresistibile questo richiamo, vero? >.< cattivi, ad approfittare di questa mia debolezza!

Comunque grazie per aver commentato con così tanta affluenza la mia prima shottina su FMA *Me s'inchina*

Quindi grazie a coloro che hanno letto e in particolare a:

NamiTheNavigator (nonostante tu adori le EnvyXEd hai letto questa RoyXEd? ah, ma come farei senza di te? XD)

elyxys (ti ringrazio per le dritte che mi hai dato, veramente, ci sono ancora molte lacune che devo sanare su questa manga/anime... XD)

Nadeshiko (ma come sono felice di vederti anche qui! ^^ Una shottina? sigh... neanche le shot riesco veramente a terminarle! sono un caso disperato, che ci vuoi fare... Oh sì, il brutto tempo mi ispira sempre, la natura in genere, qui ho usato un'altra sfumatura atmosferica, che ho già usato in Slib! XD)

Moony* (oh my, hai ragione, prima o poi il mio account sarà davvero intasato! XD)

Stè_Wormy (tesoro, lo sai che se mi chiedi qualcosa per il tuo compleanno, quella è! XD In realtà volevo scrivertela su Ygo riprendendo un po' quella sezione che ultimamente ho lasciato un po' andare... ma nel frattempo mi sono appassionata a FMA... XD)

Sango_79 (grazie! ^^ se ti può interessare sto scrivendo una long-ff su questa coppia - e anche altre ad essere sincera -! ^^)

Kira (Sis, ma.. neko-pon-pon? XD Cariino!)

Mistica (moglie! *.* Apprezzo lo sforzo! ^^ Sai, io non ci faccio molto caso se c'è qualche riferimento a quei due testoni di RdS, ma ogni volta che me lo fai notare mi rendo conto che hai ragione... XD)

James_Prongs (non preoccuparti, cercherò di non far cadere nel dimenticatoio la mia FullShot! XD)

Setsuka (Ti ringrazio, sono veramente felice che ti sia piaciuta a tal punto! ^^ Era da tanto che non scrivevo qualcosa di smaccatamente e completamente romantico, credevo di essere un po' arrugginita.. XD Senza contare che FMA è solo una mia recente scoperta... ho sempre il terrore di rendere i pg troppo OOC, quindi la tua recens mi ha davvero confortato. Grazie per le dritte, rimedierò. Mi sono anche documentata più approfonditamente e sto cominciando a leggere anche il manga... ^^ Ah, io non faccio molta differenza tra chi viene o meno prima dello /... quindi per me Ed/Roy e Roy/Ed sono un po' la stessa cosa... XD Sto scrivendo una long-ff anche se aspetto di accumulare qualche capitoletto in più prima di postarlo visto che attualmente sto scrivendo la bellezza di dieci fanfic.. comunque sono sempre aperta a consigli, anche per scrivere! *.* Te l'avevo detto che adoro le tue fic, e dal momento che sei stata tu a farmi conoscere ed apprezzare questa coppia, era il minimo dedicarti la mia prima shot su di loro... pensa che avevo il terrore che non fosse stata di tuo gradimento! O.o)

moccy (ti ringrazio per il commento, allora! ^^)

alicesimone (tesoro! Come sono contenta che ti sia piaciuta! *.*)

 

Questa shot è dedicata ancora a Stè_Wormy, chiamala la seconda parte del tuo regalo di compleanno! ^^

 

 

.

 

 

 

Fiocchi di neve scendono dal cielo, lenti e ricchi di una poesia lontana, piccoli frammenti di pioggia cristallizzata.

 

Alphonse ritrae la mano umana, ora sensibile al freddo e alla dolce carezza della neve, guarda il cielo, il meraviglioso spettacolo sopra di lui.

Sospira e dalla bocca esce una nuvoletta di calore, gli occhi dorati cercano oltre l'orizzonte la figura tanto amata del fratello ma ancora niente, vuoto assoluto, è preoccupato e cerca invano di non darlo a vedere: come mai Edward ritarda? Gli è successo qualcosa?

Al sa di essere fin troppo apprensivo ma ultimamente vede il fratello lontano, perso dietro vecchi e nuovi problemi: Alphonse credeva che quando Ed gli avesse ridato il suo corpo umano avrebbe smesso di affannarsi tanto e avrebbe cominciato a dedicarsi alla propria vita ma evidentemente si era sbagliato. Suo fratello è preso a rendere la vita di Al migliore, controllando in ogni libro l'anatomia umana e i tempi di ripresa.

Alphonse si sente una preziosa statua di cristallo dentro ad una teca.

 

Edward non gli chiede come va, no, lui capisce come sta il fratello solo partendo da un'occhiata.

Lo guarda con i suoi occhi color del miele, stringe le labbra impercettibilmente e sorride.

Al vorrebbe tanto dirgli che sta diventando sempre più simile al loro padre, ma certamente questa considerazione potrebbe farlo arrabbiare.

 

Però è vero.

 

Il viso di suo fratello è chiuso, imperscrutabile, la piega delle labbra è stretta, gli occhi sono duri, le sopracciglia aggrottate pensosamente. E' chiuso in se stesso come dentro un guscio invisibile che nemmeno ad Al è permesso attraversarlo.

 

Alphonse lo sente lontano, sente che il permesso nel suo mondo si sta affievolendo e teme che alla fine il fratello glielo proibisca categoricamente.

 

Ancora scendono i fiocchi di neve, leggiadre gocce di un cielo scuro.

 

Alphonse si siede sulla panca di legno, stringendosi nel cappotto e ignorando il freddo che comincia ad anchilosargli le membra.

Vuole aspettare Edward.

L'headquarter è silenzioso all'esterno, lui, sotto il porticato, è solo e aspetta.

 

- Ti prenderai un raffreddore -

 

Alphonse guarda attentamente la caduta di un fiocco di neve, volteggia leggermente come fatto di aria e poi si posa sulla ringhiera del porticato.

 

Non si volta, sa a chi appartiene quella voce.

Non si volta, non ha bisogno di farlo.

Non si volta, sa che accanto alla panca c'è il generale di brigata Roy Mustang con la sua divisa blu nascosta dal pesante cappotto, lana che cela sotto di sè le onorificenze, le spille e le spalline. I suoi gradi sono riprodotti anche sul cappotto, lucenti.

E' sicuramente a braccia conserte, certamente non lo guarda nemmeno, gli occhi nero pece che vagano dai cancelli, occhi che cercano e scrutano, che vorrebbero rivedere la stessa persona che Alphonse sta aspettando con tanta devozione.

 

Alphonse sa.

Sa della relazione che lega suo fratello maggiore al generale.

 

Lo sa da tanto, da due anni, quando ancora il suo corpo non esisteva e viveva dentro un'armatura, quando Ed non aveva ancora alcuna divisa e alcuna mostrina dell'esercito, quando era ancora il FullMetal e basta, e non il tenente Elric.

 

Due anni sono passati.

 

 

La neve continua a cadere lieve, meno rada di prima.

 

Alphonse lo ha scoperto per caso, ne era completamente inconsapevole, li aveva visti abbracciati una volta, in biblioteca, Mustang che lo stringeva possessivamente, Edward che scalpitava come al suo solito, cercando di respingere il suo contatto. Al si era fatto avanti per vedere meglio che accadeva e aiutare il fratello ma poi Mustang era sceso con il viso sulle labbra di Edward e Edward aveva smesso di scalciare, si era abbandonato all'abbraccio.

 

- Ti odio - aveva detto, ma con un tono del tutto diverso.

 

Non con odio o rabbia o umiliazione, con un tono sommesso, sussurro pronto a spezzarsi, due parole mormorate dolcemente, come un'abitudine. Come se quelle nere parole fossero imbevute nel miele dolce.

 

Era un 'ti odio' fittizio.

Era un 'ti amo' nascosto.

 

In quel momento, Alphonse ricorda, aveva come sentito qualcosa spezzarsi nel cuore. Forse il cuore stesso.

Mustang poi aveva sorriso malizioso: - Onorato, FullMetal - aveva detto, con dolcezza ironica, con qualcosa di trattenuto in quelle parole, come un'antica compostezza, come un sapore diverso dal miele, solo, più dolce.

 

 

Nevicava da quella mattina ormai, Alphonse adorava la neve.

 

Ricorda quando con Ed giocavano a tirarsela.

Quando l'età dell'innocenza era vicina.

 

Al non aveva chiesto spiegazioni al fratello per la sua 'relazione' con l'allora colonnello, Ed aveva comunque capito che l'aveva scoperto e gli aveva rivelato tutto. Con voce bassa, imbarazzata, con occhi sfavillanti, con parole dure, con un sorriso appena accennato.

Alphonse ovviamente aveva accettato tutto senza dire niente... che diritto aveva poi di fare la paternale ad Edward?

Suo fratello aveva sacrificato un braccio per lui, la sua vita, ogni minuto della sua esistenza, gli occhi e la forza, Alphonse sarebbe stato dalla sua parte sempre, in ogni occasione.

 

Solo... doveva abituarsi al nuovo stato di cose.

 

Ora doveva dividere il cuore di Ed con qualcun altro, e Al non ci era per niente abituato.

 

 

Neve, ancora, scende come un sipario cancellando la terra brulla, il fango, le imperfezioni.

 

Al non risponde a Mustang, continua a guardare in avanti aspettando che i cancelli si aprano e l'alchimista d'acciaio scenda dalla macchina. Al è certo che Ed gli avrebbe rivolto un sorrisino, lieve, come sempre, lo avrebbe rimproverato di averlo aspettato, poi avrebbe guardato Roy Mustang e in silenzio i due si sarebbero diretti nell'ufficio di quest'ultimo per un relazione dettagliata, per un abbraccio, per un bacio strappato nell'ombra, per dolci e dure parole, per qualche urla di suo fratello e per la risata dell'ufficiale più alto in grado.

Forse Edward ha incontrato un intoppo.

La neve forse, una lastra di ghiaccio nella strada, forse la macchina deve procedere lentamente.

 

Non c'è bisogno di preoccuparsi.

 

Però anche Mustang è preoccupato, altrimenti non sarebbe uscito dal suo ufficio.

 

- Sa qualcosa, generale? -

- Uhmp - fa una smorfia il generale, rientra nell'headquarter e Alphonse rimane solo.

Forse l'avverte anche lui quella sottile tensione che si è instaurata tra di loro, quella scintilla di freddezza.

In quel momento i cancelli si aprono e una macchina nera si ferma, facendo scendere un giovane con una divisa blu e i capelli raccolti in una coda di cavallo, è Edward, porta tra le braccia un fascicolo voluminoso pieno di fogli spiegazzati, chiude la porta della macchina e cammina nella neve, affonda gli stivali nella coltre bianca, il capo è abbassato, pensoso, non guarda in alto, verso il porticato dove Alphonse è in piedi accanto a Mustang.

 

 

La neve cade, fiocchi freddi ballano al ritmo impartito dal vento.

Fiocchi di neve che si posarono sulle spalline e sulla divisa blu di Edward, tra i suoi capelli dorati.

 

- Nii-san! - Alphonse non riesce a trattenersi, scende le scale con passo veloce, incurante della neve che gli bagna i piedi quando attraversa il cortile e raggiunge il fratello.

Ed alza lo sguardo su di lui finalmente: - Al... che cosa ci fai qui fuori con questo freddo? - gli domanda subito apprensivo.

- Sto bene - afferma con decisione Alphonse.

- Non dovresti fare queste bravate, Al! - esclama Ed serio - Il tuo corpo è ancora... -

- Nii-san! - replica Alphonse - Smettila di essere così apprensivo! -

 

Non vuole ammetterlo ma gli fa male.

 

Gli fa male quello sguardo che il fratello maggiore gli rivolge, quegli occhi ricolmi di preoccupazione eppure così duri. Teme che non rivolgerebbe lo stesso sguardo al generale Mustang.

La gelosia gli brucia sotto la pelle, ignobile pensiero per un fratello, eppure è geloso.

Roy Mustang, il bastardo colonnello di un tempo, ora sta dividendo il cuore di Ed con lui, suo fratello.

 

E' orribile.

Perchè sente la presa del dolore stringergli il cuore.

 

 

Da quando?

 

 

Neve che cade su di loro, Alphonse sbattè più volte le ciglia, sentendo un fiocco di neve incollargliele.

Ed gli sorride, quel piccolo sorrisino accennato, con un dito gli toglie il fiocco di neve dalla ciglia: - Torna dentro, Al -

Un gesto che vale più di mille parole nella mente di Al: è un gesto dolce, famigliare, di fratello preoccupato.

 

Oh, Ed... perchè non possiamo tornare ad essere come prima?

Solo noi due contro il resto del mondo?

Perchè ti devo dividere con lui?

 

Al cerca di nascondere il pensiero oscuro che gli invade la mente: è contento, sotto sotto, che il generale sia rientrato nel suo ufficio, proprio prima che Ed arrivasse, così può avere lo sguardo del fratello solo per sè.

 

Pensiero egoistico, ma vero.

 

- Entriamo - gli dice Ed.

Al gli si affianca, zoppica leggermente per aver sforzato con quella piccola corsa nel freddo le sue gambe, subito Ed lo guarda: - Al? -

- Sto bene! - ribadisce Alphonse - Dai entriamo... scommetto che devi andare in biblioteca! -

Edward stringe le labbra, poi lascia perdere la questione: - Vieni con me, allora - sembra titubare, come se volesse fare qualcosa e ne avesse allo stesso tempo timore.

Alphonse dissipa il suo dissidio interiore aggrappandosi al suo braccio, con la scusa del dolore alle gambe gli si fa ancora più vicino, così vicino da odorare il suo profumo.

 

Ed è sempre così distante ultimamente.

Alphonse lo pensa con rimpianto.

 

- Al... -

- Sì, nii-san? -

- Lo sai che ti voglio bene, vero? - domanda Edward.

 

Oh, Ed.

 

Alphonse abbassa il volto, gli occhi senza preavviso si inumidiscono.

 

Oh, Ed, perchè?

Perchè me lo hai detto?

 

Forse gli legge davvero negli occhi.

La neve gli bagna la nuca, rabbrividisce istintivamente, cercando il calore rassicurante del fratello maggiore, così, istintivamente, come ha sempre voluto fare.

 

Oh, Ed, vuoi davvero volermi bene anche se io sono geloso del generale?

 

- Al? -

 

Alphonse ancora non risponde, il capo rimane chino, assorto, colpevole.

 

- Nii-chan? -

 

Che strano appellativo esce dalle labbra di Edward. Che strano tono di voce.

è basso, dolce, un sussurro lieve.

 

- Lo so - risponde Alphonse.

- E allora dov'è il problema? -

 

Oh, Ed, hai capito tutto allora?

O forse hai capito solo in parte?

Lo sai che cosa si agita nel mio cuore?

 

Alphonse alza le spalle, cercando di minimizzare la portata dei suoi sentimenti: - Nulla, nii-san, nulla -

 

Non posso più averti con me?

 

Erano rientrati in quel momento, lasciandosi alle spalle l’immenso spettacolo nevoso, Al fece per chiedere al fratello qualcosa quando gli occhi di Ed si sollevano e si fissano al di là delle spalle del fratello, un sorrisetto sarcastico nasce dalle sue labbra.

Al si gira e vede il generale Mustang girare le spalle e percorrere il corridoio che lo avrebbe portato nel suo ufficio.

 

È troppo tardi, Ed?

 

- Nii-san… -

Ed gli fa un sorrisino: - Andiamo, allora? –

Al spalanca gli occhi, sorpreso. Si aspettava che Ed gli dicesse che doveva raggiungere il generale con qualche scusa fuorviante come fare rapporto o roba varia, invece, aveva deciso di andare con lui in biblioteca, senza andare a salutare Mustang.

 

Perché?

 

- Dai, abbiamo parecchio lavoro da fare – gli intima Ed.

Aveva capito, allora.

Come al solito aveva capito il fratello.

 

- Posso aspettarti qui – lo interrompe Al – Vai dal generale… ti stava aspettando con me prima. Ci vediamo in biblioteca -

 

Siamo fratelli.

E non devo essere geloso.

Nemmeno se il generale ti ‘ruba’ a me.

Saremo sempre noi due.

Insieme.

 

- Al… -

- Vai, Nii-san. Ho capito -

 

 

.The end.

 

 

Notes: So che è cortissima, e magari squallida ma un giorno Moony mi aveva messo la pulce nell’orecchio mentre guardavano assieme una puntata di FMA. Giusto per non rovinare l’atmosfera che  volevo che si creasse ho lasciato stare così, nonostante sia quasi da considerarsi un pezzetto di vero capitolo.

Per coloro che mi seguono su HP… domani postaggio di una nuova shot! Una Remus/Sirius piuttosto… particolare… XD

 

Commentate!

Miss

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