Aggiungi veleno alle tue lacrime

di FallenAngel1990
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Salvami e allunga le tue mani verso me ***
Capitolo 2: *** La ragazza venuta da lontano ***
Capitolo 3: *** Mi voglio fidare ***



Capitolo 1
*** Salvami e allunga le tue mani verso me ***


 

Salvami e allunga le tue mani verso me

 


Una nuova estate negli Hamptons stava per avere inizio. Ormai per Emily tornare in quella casa sull'oceano era diventata ormai un'abitudine, come quando era piccola, prima che tutto gli venisse portato via dai vicini di casa, nonché una delle più potenti famiglie d'America: i Grayson.

La sua vendetta non era ancora compiuta, ma stava facendo dei passi da gigante. In quegli anni aveva lavorato assiduamente e senza sosta nel vendicare suo padre, ci stava riuscendo, non senza difficoltà, ma poteva quasi iniziare a cantare vittoria. I Grayson si stavano sgretolando sotto i suoi occhi, ma questo aveva portato a scoprire piani ben più complessi. I Grayson erano dei burattini nel complotto ordito contro suo padre, c'era di più, e lei era intenzionata a scoprirlo.

Emily si trovava sul dondolo, nella veranda, fissava l'oceano al tramonto respirando l'aria salmastra a pieni polmoni. Mille pensieri le affollavano la mente.

All'improvviso le squillò il cellulare. Un numero sconosciuto, probabilmente di qualche paese europeo, occupava lo schermo.

Accigliata si affrettò a rispondere, non avevano nascosto il numero, probabilmente era qualcuno che la conosceva.

“Pronto?”

Emily?..Emily, sei tu???”

“Sara?”

Oh, grazie a Dio! Ti cerco da giorni...Emily, sono nei casini...”

“Hey, hey...calmati, che è successo?”

E' una storia lunga, non c'è tempo...Emily, devi farmi entrare in America...”

“Cosa?”

Qualcuno sta cercando di uccidermi...ti prego Emily...”

“Ok, ok...mi spiegherai tutto. Dove sei?”

Roma...al momento.”

“Non muoverti da li...ti richiamo”

Chiuse la chiamata. Era da un paio d'anni che Emily non sentiva questa ragazza, erano state molto legate un tempo, poi gli eventi le avevano divise, ognuna impegnata nella sua personale vendetta.

Compose in fretta un numero sulla tastiera del suo cellulare.

“Nolan...senti, mi dovresti fare un favore enorme. Hai il jet libero per le prossime 12 ore?”

Rimase in silenzio per alcuni secondi.

“Roma...si...no...Nolan, il più velocemente possibile e il più nell'ombra possibile...è in pericolo, non mi avrebbe mai chiamata se non lo fosse stata seriamente...si, è una ragazza...”

Altri secondi di attesa.

“Ti spiegherò tutto, sto venendo da te. Grazie, ti devo un favore enorme.”

Rientrò in casa di corsa, prese la borsa da sopra il bancone della cucina e recuperò le chiavi della macchina. Chiuse la porta d'ingresso a chiave e si avviò verso l'auto, nel frattempo cercò il numero di Sara fra le chiamate recenti.

“Sara...è tutto ok, ti mando un messaggio con l'indirizzo. Sta arrivando un jet, non so che sta succedendo li, ma resisti ancora per qualche ora, ok?”

Chiuse la chiamata e inviò immediatamente il messaggio con il luogo dove sarebbe atterrato il jet, bloccò il telefono e avviò la macchina.

 

“Che stai combinando questa volta Emily?”

“Buonasera, sono contenta di vederti...”

Il biondino la guardò storto tenendogli aperta la porta d'ingresso. Da pochi mesi era ritornato in possesso della sua attività e, con essa, la sua megagalattica casa in riva all'oceano.

“Il jet è già in volo diretto verso il vecchio mondo. Ok, non giriamoci attorno. Chi è?”

“Sara Verda”

“L'ho già sentita nominare. Non è quella ragazza italiana...”

“Si, l'ho conosciuta durante il mio addestramento, lei era molto più avanti di me, è restata con noi solo qualche mese. L'ho rivista poco tempo dopo, in Francia e poi ci siamo sempre tenute in contatto. Pensavo che la sua vendetta fosse conclusa, invece sembra che qualcuno la stia cercando per ucciderla...”

Il ragazzo unì le labbra in un fischio acuto, poi si appoggiò al bancone del bar che ammobiliava il salotto.

“Bel casino, Ems. Ricordami perchè ti ho appena concesso il mio aereo?”

“Per andarla a recuperare a Roma e farla entrare in America.”

“Ora ci diamo pure ai clandestini...”

Emily lo fulminò con lo sguardo.

“Ok, senti...aereo mio, mie le domande...che storia ha alle spalle?”

“Famiglia distrutta, infanzia rovinata, la società di famiglia in mano ai suoi peggior nemici e lei è l'unica ad essersi salvata, ha un fratello che, anche con le prove in mano, non le crede. Ha cercato vendetta e da quel che ne sapevo era tutto concluso. O almeno pensavo...”

“Mia cara Emily, non si esce da questo mondo, lo scoprirai anche tu. Ci sei dentro, non credere che una volta finito con tutto questo, sempre che tu sia ancora viva per raccontarlo, ti sentirai libera...”

“Nolan, evita la ramanzina...sono adulta e vaccinata, so a cosa andrò incontro.”

“Bene...”

I due ragazzi si guardarono negli occhi per alcuni secondi prima che Nolan distogliesse lo sguardo.

“Ok, quindi, abbiamo 12 ore da passare...un drink?”

Sorrise, arrotolandosi le maniche della camicia fin sotto al gomito, tirando fuori qualche bottiglia da sotto al bancone.

Emily scoppiò in una leggera risata.

“Si, se non mi avveleni...”

“Malfidata! Sono il miglior barman della zona.”

Nolan versò il contenuto dello shaker in due bicchieri da cocktail.

“Cin..” fece suonare i bicchieri.

“C'è una cosa che non ti ho detto...”

Nolan la guardò preoccupato con il suo sguardo penetrante che trafiggeva gli occhi della ragazza.

“Non tutte le persone di cui si è vendicata possono...raccontarlo.”

Nolan guardò fuori dalla vetrata sull'oceano il sole che stava tramontando, fece un lungo respiro e tornò a concentrarsi sulla ragazza.

“Ok. Sai già la risposta che ti darei, ma visto che non è la prima volta che mi porti assassini in casa, perchè presumo che starà da me anche lei, vero?” Emily sorrise delicatamente “L'immaginavo. Direi che cambio versione e...Ems, mi spieghi perchè hai come amici metà assassini di questo pianeta?” da serio sorrise improvvisamente, gli occhi pieni di vita.

“Non dirmelo!” sorrise Emily. “Se vuoi può stare da me, non è un problema...”

“No, no tu hai già Daniel che ti gira per casa e questa Sara è nuova nella situazione. Evitiamo di dare spiegazioni inutili e lasciamola fuori da questa storia, poi qui sono solo, sai un po' di compagnia ogni tanto non mi farebbe male.”

“Sicuro?”

“Sicurissimo! Non vedo l'ora di conoscerla...” strascicò le ultime parole, era nel suo modo di fare. Un attimo prima sembrava la persona più felice di questo mondo, un attimo dopo il più “schifato” dalla cosa.

“Nolan, che fine ha fatto Padma?...scusa forse non dovevo chiedertelo.”

Uno sguardo triste comparve sul volto del ragazzo, gli occhi illuminati dall'ultimo sole ormai basso sull'acqua del mare.

“Ha avuto quello che si meritava...”

“Mi dispiace, Nolan...”

“Mi avevi avvisato...” sorrise amaramente.

“L'amavi?”

“Cosa?” sorrise stupito “Se mai più che amarla, ne ero invaghito. Ma no, in fondo non l'amavo. Però posso dirti che è stata la prima donna a farmi quest'effetto, questo devo riconoscerlo. O, a parte te ovviamente!”

Emily rise, quando voleva Nolan sapeva come prenderla.

“E Daniel? Su, sono in vena di gossip!” Intrecciò le braccia sul petto in attesa di una risposta.

“Se vuoi organizzarci il matrimonio sei il benvenuto. Mi sta assillando con i preparativi...” la ragazza si massaggiò la fronte con una mano.

“Hai già preparato le carte per il divorzio?” chiese inclinando la testa di lato.

Emily lo guardò di sottecchi.

“Divertente...”

“Oh oh oh, la cara piccola Ems in fondo prova qualcosa in quel suo gelido cuore. Dai confessa che provi qualcosa per lui...” chiese Nolan appoggiando i gomiti al bancone e sorreggendosi il volto con la palma delle mani.

“Atteniamoci al piano, ok?”

“Mi sa che neanche questa volta otterrò risposta. Sai è frustante...”

“Novità sull'agenzia?”

“Al momento nessuna, ci stò lavorando...fame? Sai avrei un certo languorino...”

“Se cucini tu, no!” sorrise.

“Ems, quando mai mi hai visto in cucina?” sorrise prendo il cellulare dalla tasca dei pantaloni.

Passarono la serata in attesa dell'arrivo del jet, Emily aveva bisogno delle spiegazioni e Nolan era decisamente curioso di conoscere questa nuova “amica vendicatrice”, oltretutto il fatto che qualcuno volesse ucciderla aveva messo in allarme tutti e due e stavano così escogitando un modo per tenerla al sicuro, questo probabilmente voleva dire segregarla in casa per i prossimi mesi, decisamente cambiare nome e molto probabilmente cambiare anche qualcosa nel suo aspetto. Per ora si stavano solo scambiando ipotesi, non potevano far altro che aspettare e raccontasse loro tutta la storia.

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Benvenuti, questo è il primo capitolo della mia ff su Revenge! Devo specificare che è la mia seconda ff ufficialmente in atto (sarebbe la terza, ma la prima l'ho scritta diversi anni fa e non la considero mai), che dirvi, spero che vi piaccia! Un bacione.

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Capitolo 2
*** La ragazza venuta da lontano ***


 

La ragazza venuta da lontano

 

Era quasi l'alba quando una mano la scosse dal sonno profondo in cui era caduta.

Nolan, con destrezza, evitò la mano che stava per raggiungere il suo collo e strangolarlo per l'ennesima volta, il ragazzo era incline agli strangolamenti.

"Sono diventato bravo, è?" disse compiaciuto per lo scatto fulmineo di poco prima, dopo un paio di sequestri e una marea di ematomi e costole doloranti che si era procurato in quegli anni aveva iniziato a darci dentro con gli allenamenti di boxe e karate.

"Fottiti, Nolan!"

Il ragazzo rise, classico comportamento alla Emily.

"Buongiorno anche a te, splendore. Dormito bene?"

"Il tuo divano è scomodo..." ribattè per ripicca.

"Uova o pancetta? O tutte e due?"

"Caffè"

Il biondo si allontanò dirigendosi verso il bancone della cucina, le versò una tazza colma di caffè fumante e la portò alla ragazza.

"Colazione a letto, questo vuol dire che ti sto viziando" Sorrise.

Emily non riuscì a trattenersi e un sorriso le incurvò le labbra. Potevano anche battibeccare qualche volta, a litigare, raramente, ma alla fine Nolan era suo amico, il suo migliore amico, l'amico migliore che avesse mai avuto e soprattutto era suo complice. Di lui si fidava più che di lei stessa. Solo lei poteva permettersi di parlargli male, insultarlo a volte, ma nessun altro aveva questo permesso e quei pochi che l'avevano fatto se l'erano vista con lei.

La suoneria del cellulare di Nolan inondò la stanza. Il ragazzo di precipitò a rispondere, diede alcune istruzioni e riattaccò.

"Era il mio pilota, stanno per arrivare, saranno qui a momenti!"

"Vado a prenderla..."

"Dove credi di andare?"

"Alla tua mega galattica pista d'..."

"Hey hey hey, calma...vengo anch'io, credi che la faccia passare dalla porta principale? La pista sarà anche mia, ma sai...una clandestina probabile assassina, hum vediamo...per quanti anni finiremmo in galera? Probabilmente ci darebbero l'ergastolo." soppesò soprappensiero.

"Nolan, muoviti!!!" Gli gettò la giacca che aveva intravisto sul divano e il ragazzo la prese al volo.

"Wow, sono superman!"

"Stai cercando d'impressionarmi?" chiese la ragazza.

Il ragazzo sorrise.

"E non mi hai ancora visto sparare!"

"Mi è bastato la prima volta, grazie, ma passo!" concluse la frecciatina con un gesto della mano.

Il ragazzo, con l'espressione da finto offeso, inclino il labbro.

"Così mi ferisci..."

"Nolan!!"

"Ok, ok...quanta fretta!"si infilò la giacca di fronte a un specchio e sistemò i capelli ormai corti dopo il nuovo taglio.

La ragazza esasperata, ormai vicino alla porta, tornò indietro e arpionò il ragazzo per un braccio.

"Sei bellissimo, ora andiamo!" disse sbuffando.

"Non ci credo!!!"

La ragazza lo guardò interrogativa.

"E' il primo complimento che mi fai da anni!"

La ragazza rivolse gli occhi all'insù.

Nolan si voltò, prese le chiavi dell'auto da un piccolo, ma costosissimo, portaoggetti e si infilò il cellulare in tasca, arrivò alla porta e l'aprì.

"Dopo di lei, mademoiselle "

Emily sorrise.

La jeep del ragazzo era parcheggiata nel vialetto di fronte alla villa. Salirono in auto e in pochi minuti raggiunsero la pista d'atterraggio privata di Nolan.

Raggiunsero l'hangar e lasciarono la macchina vicino l'ingresso.

“Allora, Ems...” espirò profondamente “Pronta a cacciarti in qualche casino? Perchè lo sai vero che succederà?”

“L'avevo messo in conto” rispose la ragazza seduta sul sedile del passeggero. Guardava fissa di fronte a se, verso l'hangar ancora vuoto.

“Eccoli!” Nolan indicò la pista dove il jet stava atterrando, avviò il motore dell'auto e si avvicino al veivolo che ormai fermo, stava per far scendere la passeggera. Pochi attimi dopo il portellone si aprì e sulla soglia comparve una giovane ragazza italiana sulla ventina, capelli castani cortissimi. Vestiva totalmente in nero e un paio di occhiali scuri le coprivano gli occhi.

Emily aprì lo sportello, scese dall'auto. Con la mano si face ombra sugli occhi e agitò l'altro braccio verso la ragazza.

La ragazza in nero si avvicinò all'auto, con lei solo un piccolo borsone.

“Emily!!!” le due ragazze si abbracciarono. “Non so come ringraziarti!”

“Sara, poi mi racconterai” sorrise “Vieni, dobbiamo muoverci, sali.”

La ragazza salì in auto e Nolan si voltò verso di lei.

“Sara questo è Nolan, Nolan Sara...” Emily li presentò.

“Così ti stavano per uccidere, è?” chiese Nolan dando la mano alla ragazza.

“Nolan!” Emily lo redarguì subito.

“Che c'è? Stavo solo facendo conoscenza” Sorrise verso la nuova arrivata.

“Diciamo che hanno spudoratamente tentato di uccidermi...possiamo parlare da un'altra parte? So che non mi hanno seguita, ma non sono tranquilla.”

“Andiamo subito signore, datemi un secondo...”

Nolan tirò fuori dalla tasca della giacca il suo smartphone e digitò alcuni codici.

Emily lo guardò chiedendosi cosa stesse facendo.

“Sto disattivando le telecamere d'uscita e sostituirò i minuti mancanti con un video falso, ufficialmente il jet non è mai partito.”

“Nolan è tutto tuo qui...”

“Meglio andare sul sicuro, sai...nel caso succedesse qualcosa”

“E' sempre così vero? Tanto per iniziare a farsi un'idea...” chiese la ragazza divertita.

“Sempre” confermò Emily.

“Eeeeeh ci sono! Partiamo?”

“Prego, stiamo aspettando te. Come nostro chauffeur ci porterai a casa.”

“Mia.”

“Piccolo particolare, io ho detto solo casa” ribatté Emily.

Nolan sorrise, avviò il motore e riprese la strada di casa.

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Buon anno a tutti!!! Arrivo giusto in tempo per farvi gli auguri! Volevo ringraziare tutti quelli che hanno letto il primo capitolo di questa ff! Mi piacerebbe ricevere qualche commento, giusto per sapere che ne pensate! Scrivo veramente da poco, vorrei migliorarmi...ditemi che ne pensate! Un bacione e di nuovo buon anno!!! 

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Capitolo 3
*** Mi voglio fidare ***


Mi voglio fidare


Pochi minuti dopo l'auto si fermò nel garage della villa di Nolan.

“Benvenuta nella umile dimora di casa Ross” disse Emily sorridendo.

“Molto umile” ribatté la ragazza.

“Bene, siamo arrivati...” Nolan spense il motore della Jeep e scese dall'auto seguito dalle due ragazze. Attraversarono il garage passando fra una fila di macchina costosissime coperte da un sottile telo azzurro e, seguendo Nolan, salirono una scala che li condusse al piano superiore sbucando di fianco all'ingresso principale.

“Penso che tu voglia riposare un po'...” disse Nolan rivolgendosi alla nuova arrivata.

“Grazie, in aereo non ho chiuso occhio e...”

“Tranquilla, qui sei al sicuro...” la confortò Emily.

“Di sopra ci sono cinque camere per gli ospiti, prendi quella che vuoi, se ti serve qualcosa chiedi pure...” concluse Nolan sentendosi particolarmente protettivo verso questa ragazza, all'inizio era abbastanza prevenuto, ma solo il fatto di averla vista, anche solo per il breve tratto di strada che avevano condiviso insieme, si sentiva fiducioso nei suoi confronti. Non erano di certo le stesse sensazioni che aveva provato trovandosi di fronte la finta Amanda.

Sara si fissò il borsone alla spalla prima di sorride e voltarsi verso gli scaloni che conducevano al piano superiore, dopo un paio di scalini si voltò a fissare i due.

“Hey...grazie. A tutti e due, non so veramente come ringraziarvi.”

Nolan abbassò lo sguardo fissando il pavimento ed Emily sorrise.

“Non ci devi ringraziare, se io avessi avuto bisogno tu non avresti esitato...”

“A buon rendere allora!” sorrise Sara prima di salire al piano superiore e scomparire dietro l'angolo.

“psss...Ems?” sussurrò Nolan indicandogli la porta dello studio.

Nolan ed Emily entrarono chiudendosi la porta alle spalle, la sala era insonorizzata e protetta da ogni genere di dispositivo di sicurezza, era qui che Nolan lavorava a Carrion quando aveva iniziato il progetto.

“E' agitata anche se cerca di non darlo a vedere, anzi direi terrorizzata...” iniziò Emily.

“A me sembrava calmissima...”

“Imparerai a conoscerla, è una delle persone con più autocontrollo che io abbia mai conosciuto, ma penso che questa volta si sia cacciata in qualcosa di veramente serio.”

“Qualcosa di più serio dalle varie vendette che state escogitando? No, perchè già quelle sono abbastanza terrorizzanti...”

“Bhe, lasciamola dormire un po', appena si sveglierà ci racconterà tutto. Nolan, io devo uscire qualche ora, Daniel mi avrà intasato la segreteria di messaggi, oggi ho l'assaggio della torta di matrimonio...”

“Sempre decisa su questa strada, cioè non ci vuoi ripensare? Sicura?”

“Nolan, sai che questa è la nostra unica strada per avvicinarci ancora di più ai Grayson, non possiamo cambiare piano.”

“Ok...portami un po' di torta allora, sposina!” disse con un finto sorriso stampato sul volto.

Nolan odiava pensare alla sua Emily sposata con quel presuntuoso di Daniel Grayson, era la sorellina che aveva sempre desiderato e non aveva mai avuto, si preoccupava per lei come non aveva mai fatto con nessun altro in vita sua, non sapeva di essere capace di provare quei sentimenti fino a quando quella piccola ragazza dai capelli lisci, neri e frangetta a coprirgli gli occhi non era entrata nella sua vita un giorno d'estate di alcuni anni prima, di fronte a un carcere minorile.

Emily lo salutò ed uscì diretta dal suo futuro marito.

 

**

 

Erano quasi le sei del pomeriggio quando Sara si svegliò, le tende che oscuravano completamente il sole pronto a tramontare sull'immenso oceano.

Si alzò dal letto per darsi una rinfrescata in bagno, si era addormentata con i vestiti addosso, non aveva neanche avuto la forza d'infilarsi una maglietta. Con le mani umide d'acqua cercò di togliere le pieghe dalla giacca che si era stropicciata dormendo, si sistemò i capelli corti cercando di dargli una forma decente, al momento sembra aver appena preso la scossa, i ciuffi divisi e sparati verso l'alto. Rifece il trucco che si basava su ombretto e matita nera contornato da una buona dose di mascara nero e tornò in camera dove si trovò di fronte a uno specchio a figura intera. Solo in quel momento si rese conto di sembrare un vampiro conciata in quel modo, il trucco e i capelli potevano andare, ma doveva decisamente cambiare vestiti, sembrava a lutto e la pelle bianchissima esaltava il tutto.

Recuperò un paio di jeans dalla sacca e un maglietta di quelle lunghissime che andavano molto di moda in Italia in quel periodo. Infilò un paio di stivaletti simil-anfibio e si specchiò di nuovo.

“Molto meglio, almeno non sembro Morticia Addams” constatò Sara.

Uscì dalla camera diretta al piano di sotto.

Appena varcata la soglia del salotto vide Nolan seduto sul divano, le gambe appoggiate al tavolino di fronte e il pc in grembo.

Sentiva di potersi fidare di quel ragazzo.

“Hey, dormito bene?” disse vedendola, ripiegando lo schermo del pc e appoggiandolo sul tavolino.

“Ciao...si, grazie. Emily?”

“E' uscita, assaggio torte per il matrimonio, non so se sai?”

“Emily si sposa?” chiese allibita.

“Hem...si...” disse trascinando un po' la risposta “Diciamo per convenienza...”

“Penso di aver intuito il motivo allora...”

“Dovrebbe tornare a breve, avrà chiamato una decina di volte in tutta la giornata, diciamo che è stata trattenuta...”

“La solita. Si preoccupa troppo...”

“Hey siediti, vuoi bere qualcosa? Stavo giusto per prepararmi un Martini...”

“Mi andrebbe tantissimo, ho decisamente bisogno di un po' d'alcol...” sorrise la ragazza.

Seguì Nolan con la vista fino al bancone bar e l'osservò a preparare i due aperitivi.

“Ecco a lei, signorina!”

“Grazie...”

“Che ne dici di proporre un brindisi?... a Emily e al tuo arrivo negli Stati Uniti?”

“A Emily e alla mia clandestinità momentanea” scherzò Sara.

“Cin cin...”

Fecero tintinnare i bicchieri e sorseggiarono in silenzio i cocktail.

“Allora, che hai trovato?” disse la ragazza accennando con la testa al pc chiuso sul tavolino.

“Come scusa?” chiese Nolan dubbioso. Non capiva cosa volesse quella nuova ragazza.

“Su di me. Dai non dirmi che non hai cercato, io l'avrei fatto.”

Nolan sorrise, l'aveva scoperto, forse con questa ragazza ci sarebbe stata più affinità di quanto avesse sperato.

Touchè, si ho cercato informazioni su di te...”

“E?” sorrise “Dai dimmi qualcosa che non so, tutte le volte scopro qualcosa di nuovo sul mio conto di cui sono completamente all'oscuro, strano se avessi avuto dei figli penso che come minimo me ne sarei accorta, anche se mi fossi sposata con uno sceicco, o se avessi sganciato una bomba nel bel mezzo del deserto del Sahara, che poi per quale motivo dovrei lanciare una bomba in un deserto devo ancora spiegarmelo...”

Nolan rimase a bocca aperta, come era riuscita ad accedere a quei documenti segretati su di lei? Aveva avuto problemi lui stesso ad accedere all'archivio e a scovarli.

“Lo so, ogni documento da una versione differenze...”

“Come è possibile, scusa? Sono documenti ufficiali, poi sono accuse pesanti...senti Emily si fida di te, però io devo saperne di più, sono io quello che andrà in galera se succede qualche casino, fino a prova contraria sei a casa mia e sei arrivata qui con il mio jet, voglio bene a Ems, ma...”

“Stai rischiando troppo, ti capisco. E' possibile soprattutto se ai piani alti hanno conoscenze al governo e se stessi sulle palle diciamo...a mezza società delle alte sfere, specialmente ad alcuni a cui hai cercato in ogni modo di rovinare la vita...”

“No, aspetta...qui sei schedata anche dall'FBI e anche la CIA ti cerca, hai un mandato di cattura...”

“Per?”

“Dicono che collabori con Al-Quaeda...”

“Mi meraviglio che non mi abbiano addossato la colpa del crollo delle torri gemelle, forse perchè una bambina di undici anni non era credibile come cosa...”

“Collabori con i terroristi?”

“No!” sgranò gli occhi la ragazza. “Senti ti giuro che ti sto dicendo la verità, so che non ti fidi di me, che dopo quello che stai leggendo li sopra sei sospettoso in tutto, ma ti giuro che queste carte sono tutte false, sono state fatte apposta!!! Farebbero qualsiasi cosa per incastrarmi...credimi non è vero, nulla...”

“Ok...” Nolan socchiuse gli occhi e respirò lentamente “Mi fido. Non sono uno che si fida spesso, anzi non si fida mai di niente e nessuno, quelle poche volte che mi sono fidato sono rimasto fregato, ma di te voglio fidarmi, sento che stai dicendo la verità e spero che lo sia...”

“Lo è...” rispose la ragazza, gli occhi con una debole luce di supplica che risplendeva nell'iride di uno strano colore tendente all'oro reso ancora più marcato dal trucco scuro.

Nolan la fissò per alcuni secondi prima di distogliere lo sguardo.

“Parli bene la nostra lingua...” si complimentò Nolan per cercare di cambiare discorso.

“Grazie...” rispose Sara sorseggiando un goccio di Martini.

“Emily dovrebbe arrivare con la cena a momenti. Direi che i discorsi pesanti li rimandiamo a dopo, mi sa che hai un po' da raccontarci.”

“Giusto un pochino...” sorrise la ragazza.

“Quindi non ti vesti solo a lutto...”

“Piccolo difetto, tendo a preferire il nero in ogni cosa anche se poi sembro un fantasma...” sorrise di nuovo.

“Senti, però questo dubbio me lo devi togliere. Come hai fatto a scappare da tutti? Cioè sei ricercata praticamente in tutto il mondo...”

“Semplice...”

“Semplice?” sgranò gli occhi Nolan.

“Non mi hanno mai visto veramente, non sanno chi sono, hanno solo una misera foto sfocata di quando avevo 4 anni che ovviamente è stata fornita da mio fratello...”

“Quindi neanche tuo fratello ti ha più vista?”

“No, mi ha vista, ma diciamo che ho preso delle precauzioni...”

“Sfregi, rughe, pelle cadente...”

“Hey!!!” rise la ragazza “Ho solo 23 anni!” continuando a ridere rumorosamente “Però si, il concetto è quello...”

“Posso dirti una cosa?”

“Certo...”

“Fino a questa notte pensavo che la persona più pazza che avessi mai conosciuto fosse Emily, ma tu la superi di netto!”

“Grazie per aver messo in dubbio la mia sanità mentale!”

“Ma come fai ad andare avanti?” chiese Nolan, sembrava seriamente interessato a carpire i segreti che quella ragazza nascondeva.

“Non vado avanti, è sempre stata la mia vita questa. Non ricordo un momento, un minimo istante in cui non mi sia sentita braccata od osservata, l'unico ricordo tranquillo che ho è una mia festa di compleanno, avrò avuto sei anni...” gli occhi gli si inumidirono e un ombra oscurò la lucentezza delle iridi.

“Mi dispiace. Non dovevo chiederlo...” si scusò Nolan veramente risentito.

“No, no, tranquillo...è tutto ok...è la mia vita, ci sono abituata” sorrise inclinando le labbra verso l'alto, sincera “Se non me ne fossi fatta una ragione ora sarei 3 metri sotto terra con una pallottola in testa, tranquillo hai tutte le ragioni del mondo a chiedermi certe cose e scusa se sembro scostante o che tenti di celare informazioni, non lo faccio apposta, non sono abituata a parlarne, anzi penso che l'unica persona che sappia la mia vera storia sia Emily. Mi fido di lei...”

“E quindi sei arrivata alla...” Nolan cercava le parole, ma nessuna sembrava adatta al contesto, sapeva che stava girando attorno all'argomento, ma aveva visto la reazione della ragazza alla domanda precedente e non voleva ferirla, sapeva che era forte, ma ai suoi occhi sembrava un semplice uccellino spaurito, non che lui potesse fare molto per proteggerla, era un genio dell'informatica, non un guerriero, ma ci voleva provare.

“...vendetta?” concluse la ragazza notando l'esitazione del ragazzo.

“Si...”

“Bhe, sono italiana è nel mio dna fare certe cose...” sorrise

“Ma gli italiani non sono vendicativi!” affermò Nolan “Sono simpatici, sempre pieni di vita, felici...”

“oooh quanto amo il sogno americano” lo canzonò la ragazza “Credimi quello è solo la superficie, scava veramente nell'anima di un italiano e troverai verità agghiaccianti, non fermarti all'apparenza...”

In quel momento il campanello suonò e il video citofono riprese su un'auto blu scuro, i fari accesi e una ragazza bionda che salutava con la mano dal finestrino.

“Emily è arrivata, hai fame?” sorrise Nolan alzandosi dal divano per aprire il cancello principale.

 

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Buongiorno! Ecco il terzo capitolo di questa ff su Revenge, spero che sia di vostro gradimento!!! Mi devo scusare per il ritardo, ma in questo
periodo ho avuto tantissimo da fare fra università e tutto il resto e mi sono concentrata di più sulla ff di supernatural (devo ammetterlo) però
Revenge mi mancava ed eccomi qua! Devo ringraziare 
rekla992 per i bellissimi commenti nei capitoli precedenti, spero ti piacerà anche questo!
Un bacione grandissimo a tutti quelli che hanno inserito la storia fra le preferite, le seguite e le ricordate, e hai tanti lettori silenzioni!!! Siete in tantissimi! Grazie ancora per tutti e ci vediamo al prossimo capitolo, nel frattempo lasciatemi qualche commento per dire che ne pensate di questa ff!!
Un bacione!!!


     
 

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