Olimpo a confronto: turisti divini

di Sheylen
(/viewuser.php?uid=183727)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Musei italiani (parte prima) ***
Capitolo 2: *** Musei italiani (parte seconda) ***
Capitolo 3: *** SPQD: Sono Pazzi Questi Dei ***
Capitolo 4: *** Di come Dioniso mostrò il suo talento di lanciatore ***
Capitolo 5: *** Riordan vs Disney ***



Capitolo 1
*** Musei italiani (parte prima) ***


-Thermos di ambrosia?-
-Roger-
-Copricapi con visiera?-
-Roger-
-Occhiali da sole?-
-Roger-
-Macchina fotografica?-
-Roger-
-Scranno ripiegabile?-
-Roger-
Atena allargò le braccia, esasperata.
-Come facevi a sapere che poteva servire anche uno scranno ripiegabile?!-
Ermes sorrise sornione: -Sono il dio dei viandanti e dei viaggiatori, quando si tratta di preparare le valigie so sempre cosa portare!-
Atena sbuffò, voltandosi verso gli altri dei presenti.
-A qualcuno viene in mente qualcos’altro?-
-Monete locali?-fece dopo qualche secondo Apollo.
-Ovviamente prese- annuì Ermes, mostrando una sacca colma di euro.
-Vivande per pic-nic?- propose Dioniso, alzando un dito quando gli venne in mente, per poi abbassarlo quando Ermes espose una borsa frigo e uno zaino colmi di sandwiches, tranci di pizza e grappoli di uva fresca.
A turno tutti gli altri dei misero alla prova il parente divino, che puntualmente dimostrava di aver previsto ogni evenienza. Ogni secondo che passava Atena si faceva più tesa, i pugni serrati. Doveva calcolare tutte le possibilità, non dare nulla per scontato, considerare caratteristiche e manie di tutti gli dei… riflettè per alcuni secondi, poi puntò l’indice contro il fratellastro, con aria trionfante.
-Una bomboletta spray! Non puoi averla!-
Ermes corrugò la fronte, socchiudendo le labbra in un’espressione sgomenta.
Attese il tempo necessario per intuire una luce soddisfatta negli occhi di Atena, poi estrasse da una tasca dello zaino un intero set da writer.
-Nera, blu o rossa?- domandò con aria di superiorità.
-Sappi che non mi considero per niente sconfitta.- ringhiò Atena, girando impettita sui tacchi.
-Oh avanti Cervellona, lo sapevi già che avresti perso.- commentò Ermes ritirando tutto ciò che aveva esposto nella sua bisaccia, da cui il mezzosangue Walter aveva preso spunto per la borsa senza fine di Mary Poppins.
-Non ho perso!- ribattè seccata la dea.
-In ogni caso- intervenne Era, prevenendo una lite familiare –è ora di partire. Ermes, guidaci tu, per piacere.-
Il dio annuì, preparandosi a scendere sulla Terra.
-Almeno i biglietti ce li hai?- sibilò al suo fianco Atena.
-Lo vuoi capire che ho vinto?-



*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-
Hi :)
Ecco qui questa sorta di introduzione, pronta per essere criticata e macchiata di pomodori marci ^^" ammetto che non avevo nessun motivo per disturbarvi con questa schifezzuola, ma siamo in un paese libero e temo di avere il diritto di farlo ahahahahaha.
Cavolate a parte, il racconto vero e proprio non so quando riuscirò a postarlo, dato che sono al mare e qui trovare una connessione decente è più o meno frequente quanto le volte che avete visto la vostra vecchia prozia ballare "Ai se eu te pego" con gli occhiali da sole e un gonnellino hawaiano.
Beh, a questo punto tocca a voi se lasciare un commentinoinoino critico o positivo per convincermi a lasciare definitivamente la scrittura (anche se non ci riuscirete mai: sono troppo testarda ahahahahah :P)
Quindi grazie a tutti per avermi sopportato,
BYE!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Musei italiani (parte seconda) ***


loading


loading


 

-…Calcolando il fatto che siamo tutti adulti, moltiplicando per 11 il prezzo del biglietto intero, otteniamo la cifra da pagare per l’ingresso al museo: 82,5 euro.- fece Atena, guardando il cartello appeso vicino al gabbiotto.
-Ehy, come hai fatto a farlo senza calcolatrice?!- chiese subito Apollo, strabuzzando gli occhi.
-Sono la dea dell’intelligenza, Bell’Infusto Senza Capa.-
Apollo chinò la testa facendo gli occhi tristi, mugugnando qualcosa riguardo al profondo odio nei confronti della matematica.
-Calma, calma, aspetta un momento- intervenne Efesto –tu hai moltiplicato il biglietto intero per 11, mentre noi qui siamo in  dodici.-
Atena girò il volto verso il fratello, alzando un sopracciglio.
-Dimentichi che tu non paghi il biglietto, Handicappato.- (ed Efesto si mise accanto ad Apollo a fare gli occhi tristi.)
-Atena! Chiedi subito scusa ai tuoi fratelli!- la rimproverò immediatamente Era, andando a fare delle pacche sulle spalle di Apollo e Efesto.
-Naaaa lascia stare mamma, è che è ancora offesa per la sconfitta di prima…- fece Ermes, lucidandosi le unghie sul petto e soffiandoci sopra.
-Sta zitto, Fattorino!- strillò stizzita la dea, tappandosi le orecchie con i palmi.
-Sentite piantatela con le vostre bambinate, 85 euro e mezzo mi sembrano troppi da pagare, quindi decideremo in un modo a prova di imbroglio e non infantile chi dovrà assumere le sembianze di un bambino.- sentenziò Zeus, interrompendo la discussione.
Tutti gli dei presenti si girarono verso Zeus, socchiudendo la bocca.
-E quale sarebbe questo metodo a prova di imbroglio e non infantile?- domandò in falsetto Afrodite.
-Mama chola.-
Le espressioni sui volti dei parenti di Zeus andarono tutte dall’incredulo, allo sdegnato, allo sconvolto.*
-Forza tutti in cerchio!- esultò Dioniso, mettendosi a suonare un ukulele. (?)
-Dioniso, dobbiamo fare la Mama Chola, posa quella chitarrina.- ordinò Zeus portandosi una mano alla testa, mentre il Signor D metteva via in lacrime lo strumento.
-Ok, chi esce fa il bambino. Pronti?- domandò Zeus.
E tutti quanti in coro: -Alla Ma, alla Ma, alla Ma-ma Cho-la!-
Dopo sei giri di Mama Chola, i prescelti a diventare bambini furono: Ade, Atena, Apollo, Artemide (che non aveva partecipato al gioco dato che si era offerta volontaria per fare la bambina), Era, Efesto e Poseidone.
-Beeeene bene, così va molto meglio. Perfetto: Ares e Afrodite faranno il papà e la mamma- decise Zeus, attirandosi le ire di Efesto e l’adorazione dei due piccioncini.
-Allora io ed Ermes facciamo gli zii, e tu fai il nonno.- concluse Dioniso, incrociando le braccia.
Zeus si voltò indignato: -Perché devo fare IO il nonno? Fallo tu semmai!-
-Ma tu hai i capelli più grigi e la barba più lunga, mio caro.- fece notare Era, tirando fuori da una tasca un block-notes. –Diciamo che assomigli più o meno a…- continuò, scarabocchiando qualcosa su una pagina, per poi mostrare a tutti un eccellente ritratto di… –Babbo Natale-
-Per i morti nelle mutande di mio fratello, io NON assomiglio a Babbo Natale!- protestò offeso il dio.
-Ehy piano con le imprecazioni!- si lamentò un ragazzino emo (alias Ade) sui dodici anni.
-Eh-Ehm…-
La comitiva si voltò interdetta, trovandosi davanti un ometto sulla sessantina. Aveva un camiciotto a quadrati decisamente usato, le maniche arrotolate sui gomiti ad altezze diverse. I jeans erano un po’ sgualciti, e sulla testa era buttata una coppola scura.
Il vecchietto masticò scocciato la pipa che teneva in bocca, facendola muovere sotto ai baffi grigi.
-Ci state facendo un poco di casinotto, signò. Se vi garba, o vi fate il biglietto, o levate le tende-
Ares si gonfiò il petto, puntando minaccioso l’indice verso il vecchietto.
-Come osi, tu, ordinarci di andarcene?! Tu non sai chi…-
-Sta dando un pessimo esempio alle creature, signò- fece notare l’ometto, indicando col mento i sette dei mutati in bambini.
-Tesoro caro, il signore ha ragione…- sostenne Afrodite, appoggiando sensualmente una mano sul petto di Ares.
-… questi mortali irriverenti!- commentò tra i denti il dio, lasciandosi guidare dalla dea fin davanti alla teca di vetro.
Il vecchietto entrò nel gabbiotto e montò su una vecchia sedia girevole, ignorando completamente il computer a sinistra della scrivania.
-Quanti anni tengono le creature?-
Afrodite sorrise, sistemandosi i capelli sulle spalle, e iniziò ad indicare uno per uno i bambini:- 7, 11, 13, 12, 12,14 e 15-
L’ometto allungò il collo per guardare i bambini. Guardò rapidamente il ricciolino sulla sedia a rotelle, la ragazzina con le trecce e gli occhiali tondi da secchiona, i due gemelli biondi, l’emo e la piccola con un tot di Barbie e un paio di Ken, poi soffermò lo sguardo sull’abbronzatissimo adolescente con il costume e una pistola ad acqua in mano.
-Ehy giovanotto, non puoi entrare senza una maglietta.-
Poseidone alzò un sopracciglio, puntando la pistola ad acqua contro il vecchio.
-…prego?- domandò seccato, togliendo la sicura all’arma.
-Ho detto che non puoi entrare a torso nudo.- ripeté l’uomo, soffiando una bolla di fumo dal lato della bocca.
Prima che Poseidone potesse annegare il vecchio o tramutarlo in pesce, Ermes gli saltò praticamente addosso infilandogli una t-shirt blu con su scritto “SONO IL DIO DELLA PASTA ALLE VONGOLE!”.
-Scusi, il piccolo è un po’ testardo… ma non si preoccupi, in fondo è un bravo ragazzo…- lo rassicurò il dio, mormorando poi scuse in greco allo zio.
-È suo figlio?- domandò incurante il vecchietto.
-Oh, no no no no, sono tutti loro.- rispose Ermes, indicando ridendo Ares e Afrodite.
Il custode squadrò per qualche istante la coppia, tirando qualche boccata dalla pipa.
-Dal numero, immagino a cosa dedichiate la maggior parte delle vostre giornate…- commentò a mezza voce, con tono quasi di rimprovero, senza accorgersi del viso del ricciolo disabile che aveva percorso tutte le gradazioni di rosso, viola e blu.
Afrodite si esibì in una risata svenevole, nascondendosi le labbra con una mano, mentre Ares si gonfiò di orgoglio.
-Biglietto intero per voi uomini, la signora la conto come accompagnatrice del bambino in carrozzina.- sentenziò il vecchietto,  porgendo il palmo aperto attraverso il foro nel vetro.
Ermes pose sulla mano dell’uomo la cifra dovuta, prendendo in cambio dodici biglietti di colori differenti.
-Buona visita.- borbottò, in tono per niente amabile.
 
-Peppe! Ti sembra il modo di trattare i nostri clienti?!-
Una donna coi capelli grigi camminò con decisione nella direzione del collega, i pugni stretti intorno a un ventaglietto di pizzo.
-Miei cari, perdonate il nostro Peppe, sente ormai il peso degli anni e il sole del meridione ogni tanto…-
-Il peso degli anni! Ha parlato la donzella! Santuzza terrai due anni in meno di me!- ribatté Peppe, togliendosi la pipa dalla bocca.
La donna lanciò un’occhiata infuocata al vecchietto, rivolgendo poi l’attenzione agli dei.
-Oh, ma che deliziose creature!- esclamò cinguettando, prendendo fra il pollice e l’indice la guancia di Apollo.
-Tu sei proprio bellino, lo sai ragazzino?-
Apollo le sorrise, mostrando i suoi trentadue denti bianchissimi.
-La signora ha ottimi gusti…- commentò, facendo l’occhiolino alla donna, la quale perse un battito.
-Ohh…. Ehm, si, ecco… si, insomma… dato che siete così tanti possiamo offrirvi la guida a gratis…. Insomma ecco…con dei bambini così belli…- balbettò, agitando il ventaglio per farsi aria.
-Eh-ehm, Lisa? Lisa! C’è un gruppo a cui fare la guida!- chiamò la donna, allungando il collo come una gallina.
Gli dei si guardarono un momento. Dopo quei due vecchietti a custodire il gabbiotto, la misteriosa Lisa non poteva che essere una ottantenne sdentata e…
-Santuzza! Ti sembra questo il modo di gridare?-
Una giovane donna era comparsa sulla porta dell’edificio principale. Portava i capelli raccolti in una coda morbida, i ricci castani le scendevano elegantemente sulla spalla sinistra. Gli occhi azzurri erano messi in risalto da un trucco nero e argento, le ciglia folte delineate con il mascara.
Lisa posò lo sguardo sul gruppo, sorridendo dolcemente.
-Prego, venite avanti. Piacere sono Lisa, la vostra guida. Benvenuti al Museo Archeologico Nazionale.-
 
 
 
*tanto per intenderci: o.ò, -.-“ e D: ahahahahah
 

-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-
Piccolo angolo dell’autrice.
We we come stiamo? :D
Ok ragazzi vi devo delle scuse, ci ho messo secoli ad aggiornare!! Perdonatemi, perdonatemi! Ma l’ispirazione ogni tanto fa cilecca e la marea di versioni non aiuta ù.ù quiiiindi, parliamo un po’ del capitolo invece che delle mie sventure (sigh).
Allora, lo so, è il trionfo delle idiozie xD ma ogni tanto mi fa bene staccare dai racconti seriosi e perfettini, è per la mia salute mentale che scrivo certe paccate xD E poi il primo capitolo ha avuto così tanto seguito che mi è venuta l’ansia da prestazione ^^” ma sono cose che capitano… -.-
Allora i nostri beniamini fanno l’allegra famigliola in gita… e giocano a Mama-Chola (aspetta, lo conoscete tutti, vero???? D: quello dove si “buttano” i palmi in mezzo al cerchio o all’insù o verso il basso, e il pirla che lo fa diverso dagli altri “esce”? Ci siamo capiti no? E se non lo conoscete…. Che infanzia triste ahahahaha xD)
Vi aspetto alla pagina recensioni con la mia armatura anti-pomodori, se la storia si blocca sarà perché mi avete depresso troppo con gli insulti xD
Un bacione a tutti, a voi la linea ;)
Bye!
 

P.S. Un enorme grazie a coloro che hanno recensito/seguito lo scorso capitolo, tra cui:
BlackKay97, Dafne Rheb Ariadne, Dandelion to dream, Emily Simoni, Summer38 e Aryadaughter, Blue Sun, Daughter of Poseidon, ladyselena15, LadySlytherin_, lady_hana, Prescelta di Poseidone, Sissi_SeaweedBrain, smileygirl97, Snello, St_rebel 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** SPQD: Sono Pazzi Questi Dei ***


Già solo il corridoio principale poteva tranquillamente paragonarsi ad un labirinto in piena regola.
Enormi pannelli con su impressi in rilievo il numero del percorso stavano appesi davanti a ogni porta, indicando cosa si sarebbe trovato nella sala, il tempo storico a cui risalivano i reperti, la scala di importanza della sala nel resto del museo e la gradazione di apprezzamento che Heidi aveva espresso per quegli oggetti. (?)
-…Questo edificio era in origine un fortino di difesa della costa, utilizzato per secoli dai regnanti del luogo soprattutto per la sua posizione strategico-militare, mentre durante la prima guerra mondiale venne utilizzato come orfanotrofio, venendo abbandonato solo negli anni settanta. Il nostro sindaco decise di adibirlo a museo nel 1978, data in cui vennero effettuati i primi lavori di ristrutturazione dell’ala Nord-occidentale…-
Lisa si girò sorridente verso il gruppo, gran parte dei quali mostrava già evidenti sintomi del conosciuto morbus somni*, tranne la piccola secchioncella con le trecce, il quale sorriso entusiasta andava più o meno da un orecchio all’altro.
-Allora, volete che vi descriva dettagliatamente ogni bastione esterno o volete entrare direttamente al museo?-
Tutti (tranne Atena) strabuzzarono gli occhi, supplicando la guida con lo sguardo di evitare altre noiose spiegazioni.
-…Messaggio ricevuto, passiamo alle sale interne.-
Procedendo come capofila, Lisa si diresse decisa verso la sala indicata dal grande cartello numero 1.
-Oh che meraviglia con quale percorso iniziamo quindi?- domandò Zeus affiancandosi alla donna, con voce profonda e seducente… forse un po’ TROPPO profonda e seducente per il vecchietto che sembrava…
-Ehm, inizieremo con il percorso pre-ellenistico, così potrò mostrarvi tutti i vari ritrovamenti del periodo preced…-
-Perché invece non passiamo direttamente al periodo ellenistico?- propose Era, reggendo con difficoltà le numerose bambole che teneva tra le manine, preoccupandosi inoltre di lanciare al marito un’occhiata dalla potenza di un bazooka.
Zeus subito le puntò l’indice contro, fermandosi. –Non contraddire ciò che dice Li… ehm la guida.-
-Io contraddico chi mi pare e pia…- iniziò Era, interrotta prontamente dallo “zio Ermes”.
Lisa alzò un sopracciglio, poi riprese a sorridere cordiale.
-Non c’è nessun problema, facciamo pure come ha suggerito la creatura.-
Cambiando direzione il gruppo si mosse verso la stanza numero 4, il quale pannello era di un rosso intenso.
Fecero il loro ingresso in un’ampia sala rettangolare, dove già una mezza dozzina di turisti stavano osservando i cimeli esposti.
-Wooooow.- commentò Zeus.
-Wooooow.- commentò Atena.
-Wooooow.- commentò Afrodite.
-Wooooow.- commentò il resto della parentela.
-Wooooow, guarda quanta roba da vecchi papà!- commentò la voce di un mocciosetto dietro al gruppo.
Nel giro di ottantadue nanosecondi ogni dio era girato verso il bambino, che ignorava gli sguardi infuocati (quello di Ares letteralemente) tirando per la maglietta il padre.
-Dai papà andiamo al parco acquatico, qui ci sono solo pietre ammuffite…-
Osservando attentamente gli dei presenti si potevano notare le meravigliose gradazioni di colori, che ricoprivano quasi interamente le principali gamme cromatiche. Effettivamente ognuno stava diventando del colore che più gli si addiceva: Poseidone blu, Zeus giallo, Ade nero, Ares rosso, Atena viola… l’unico volto abbastanza normale era quello di Afrodite, ma considerando i tre centimetri di fondo tinta, fard e terra non poteva considerarsi una novità.
Lisa dovette forse (ripeto, forse) accorgersi delle strane espressioni dei turisti, quindi si schiarì rapidamente la voce, cercando di attirare l’attenzione su di sé. Nel mentre però le cadde un volantino, che dovette chinarsi a raccogliere.
Non ci fu bisogno di mezzo secondo perché lo sguardo di Zeus fosse puntato sulla di lei scollatura, e ancor di meno perché il piccolo (ma ossuto) gomito di Era si andasse a infilare con grazia tra le costole del marito, che elencò tra i denti i nomi di tutta una serie di divinità minori.
-Fallo ancora una volta e ti faccio ingoiare le mie Barbie una per una.- lo minacciò Era, a denti stretti.
Dioniso, sentendola, scoppiò a ridere, bisbigliando poi una battuta alle orecchie di Ermes, il quale si unì alla risata.
Lisa li squadrò all’istante con lo sguardo, guardandosi attorno preoccupata.
-Gradirei che manteneste un tono di voce minimo, dato che ci sono altri visitatori nel museo…-
I due annuirono imbarazzati, chinando il capo.
-Bene, riprendiamo la visita. Alla vostra destra potete vedere una teca con i primi ritrovamenti ellenici nel territorio, quali dei monili, alcuni vasi che probabilmente contenevano unguenti…-
-Veramente là dentro c’erano erbe aromatiche utilizzate nella cucina del tempo.- la interruppe Atena, sistemandosi gli occhiali. Lisa la guardò interdetta, facendo segno di “no” con la testa.
-Veramente c’è scritto che si tenevano creme e balsami…- sostenne, mostrando gli appunti delle spiegazioni.
-Si fidi, altro che creme e creme, là ci stavano solo rosmarino e basilico.- ripeté Atena, annuendo come per consolare la guida.
Lisa annuì lievemente, proseguendo facendo finta di nulla.
-In queste teche invece ci sono utensili e attrezzi della vita quotidiana, come questo tegame in bronzo e questo coltellino utilizzato per tagliare i cibi a tavola. Da questa parte della sala invece sono esposte delle statuette raffiguranti figure umane, probabilmente ex voti o simile.
-In quest’altra sala invece- proseguì dopo qualche secondo, entrando nella sala 5 –potete vedere le prime sculture. Eccone una di Asclepio, che per chi non lo conosce è il dio greco della medicina…-
-Oh Asclepio, vecchio diavolo!- esclamò entusiasta Dioniso, battendo una mano sulla spalla della statua. –Per tutti i peli di un satiro, guarda come l’hanno fatto magro! Manco un rotolino di ciccia sulla pancia…-
-Che cosa sta facendo?!-
Dioniso si girò sorridente verso Lisa, sconvolta dal fatto che si fosse permesso di battere le mano sulla statua.
-È severamente vietato toccare il materiale esposto!- intimò, controllando però ancora la voce.
Dioniso si mise a ridere. –Massì, cosa vuole che sia qualche colpetto come qu…-
Non ci fu il tempo che il dio toccasse più di due volte la vecchia statua che questa si sgretolò.
-…uesto può essere un problema.- concluse il dio, grattandosi la nuca.
-Quel-quella statua… quasi du-duemila cinquecento anni…-
 Neppure Ermes riuscì ad afferrare la guida, che cadde vergognosamente svenuta sul pavimento.
Un numero di visitatori si voltò sentendo i rumori, ma gli dei avevano già creato un capannello intorno alla ex statua e alla donna.
-Che cosa ti salta in mente, imbecille? Non dovevamo attirare l’attenzione dei mortali!- 
-Non pensavo che fosse così fragile!-
-Chi, la guida o la statua?- domandò Apollo.
Atena lo fulminò. –Il tuo cervello!- (ed Apollo si presentò di nuovo, cosa per lui inusuale, al suo angolo di umiliazione ed autocommiserazione).
-Alla donna ci penso io, anche se la strangolerei volentieri…- commentò Era, iniziando a fare aria con una Barbie a Lisa.
-Ermes ce l’hai un Moment?-
Il dio annuì, tuffando una mano nello zaino.
-Come potrei non averlo, voi donne ogni due per tre ne avete bisogno…-
-Questa potevi risparmiartela..- commentò Afrodite, prendendo la pastiglia e infilandola nella bocca della mortale, che iniziò a riaversi.
-La statua… la statua…ditemi che ho avuto un’allucinazione…-
-Diamine la statua!- sibilò tra i denti Atena, cercando gli occhi dei fratelli.
-Keep calm, fasu mi- intervenne Efesto, tirando fuori da una tasca della sedia a rotelle un enorme tubo di colla con su scritto in rosso “IL TUO DRAGO DA GIARDINO TI HA ROTTO UNA COLONNA? NON TEMERE, CI PENSA L’APPICCICOSISSIMA SALIVA DI CERBERO A RISOLVERE OGNI TUO PROBLEMA!” firmata dalla Hephaistos & Co.
Raccolse i vari frantumi, passandoli uno per uno con la colla e dandoli in ordine ad Ade, che li riassemblò.
-Perfetto ora dovrebbe essere come pri…- ragionò Efesto, girandosi verso le statua.
-…Che cos’è sto schifo?!-
Ade incrociò le braccia offeso, guardando bieco l’orribile ammasso di pietruzze che era venuto fuori.
-…Sentite sono il dio dell’Aldilà, non quello dei Lego, ok?!-
Atena lo minacciò con il suo quaderno di appunti, mentre delle scarpe col tacco risuonarono nella sala.
Santuzza si piazzò davanti alla porta, con il ventaglietto stretto nel pugno.
-Che cosa sta succedendo qui?-

 
 
 
* letteralmente malattia del sonno.  A cosa serve fare Latino ad alti livelli, neh? ahahah

 
-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-
Piccolo angolo dell’autrice
Ma come stiamo?? Ahaha dopo quasi un mese preciso (arrendetevi, i tempi più o meno saranno questi, almeno in periodo di verifiche di ingresso) a voi il terzo capitolo di questa enorme boiata xD
Ammetto di bere alcolici e iniettarmi stupefacenti mentre scrivo queste cose, ok? ^^”
Eh ma sono così anche un po’ di natura… perdonate la frasuccia in piemontese di Efesto, ma da noi la diciamo sempre e mi piace troppo! :D
Dai vi lascio andare, un bacione a tutti tutti!!

 
Aryna, BlackKay97, Castiga Akirashi, Dafne Rheb Ariadne, Dandelion to dream, Madama Pigna, Prescelta di Poseidone, Sissi_SeaweedBrain, Summer38 e Aryadaughter, Blue Sun, boscoiattolo, Daughter of Poseidon, GretaJackson16, ladyselena15, LadySlytherin_, lady_hana, smileygirl97, Snello, St_rebel 
VI ADOROOOOOO! **

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Di come Dioniso mostrò il suo talento di lanciatore ***


-…-
-…-
-…-
-…-
-…-
-…-
-…-
-…-
-…-
-…-
-…-
-… Merda.-
Il ventaglietto a fiori picchiettò la guancia di Santuzza, quasi avesse vita propria e non fosse mosso dalla mano della donna.
-Sembrava che fosse caduto qualcosa…-
La donnina mosse qualche passo verso il gruppo, per metà chino su Lisa e per metà stretto a nascondere l’obbrobio di ricostruzione.
-Fate qualcosa!- supplicò Afrodite, riparandosi dietro la schiena di Ares.
-Ma cosa?!-  domandò Apollo, mantenendo il tono basso ma lasciando intuire l’ansia crescente.
-Ricordate che non dovremmo utilizzare i nostri poteri davanti a tutti questi mortali…- fece notare Atena, guardandosi intorno. La maggior parte dei visitatori presenti nella stanza (quasi una ventina), erano voltati verso la scena.
-La Foschia ci permetterebbe comunque di…-
-Lisa, tieni qualcosa che non va…?- domandò con voce stridula Santuzza, che avanzando doveva aver intravisto la guida sdraiata sul pavimento.
-Feb, la maglietta!-
Apollo si girò verso la sorella, alzando le mani e mostrando di non aver capito.
-Che è, è sporca?-
Artemide sbuffò, spazientita dalla lentezza del fratello.
-No, emerito stupido, non è sporca! Toglitela!-
-Ahhhhhn e bastava dirlo, no?-
-Muoviti!-
Nel momento in cui gli occhi di Santuzza si posarono sul fisico scolpito di Apollo, una luce bianca sembrò scendere dal cielo, e un coro di puttini si alzò in volo a cantare “Bello, bello impossibile”.
-…tsè, potevo farlo anche io.- borbottò Poseidone punto sull’orgoglio.
Nella retina della vecchietta sembrò fermarsi irrimediabilmente l’immagine del torso di Apollo, che teneva ancora la maglietta in mano.Sicuramente Peppe non avrebbe approvato.
-…Signora dovremmo andare avanti con la storia.- fece notare Atena.
Santuzza annuì persa, ancora ipnotizzata.
-…Questa è la parte dove dovrebbe uscire, tornare in segreteria o dove sta lei di solito, dimenticare tutto e pensare solo a questa deliziosa “creatura”- suggerì ancora la dea.
Santuzza non sembrò voler uscire dalla modalità Standby.
-Ho capito!- esclamò Dioniso, trionfante.
Il dio prese da sotto le ascelle il bimbo ricciuto biondo, sollevandolo in aria. Gli occhi di Santuzza si spostarono all’istante, seguendo ogni suo minimo spostamento.
-Ah-ahhhhh! Moh ti frego io!-
Dioniso continuò a far oscillare un piccolo Apollo protestante, aumentando sempre di più il ritmo.
-Dioniso mettimi giù!-
-Vuoi sacrificarti per la causa?- gli domandò a mezza voce il Signor D,  senza fermarsi.
-Si, ma io…-
-Perfetto, scusami se puoi, ma ora volaaaaaaaa!-
Dai prati e dalle strade intorno alla fortezza diventata museo, dalle spiagge costiere e le casupole bianche dei pescatori, si intravide una piccola figura che volava fuori da una finestra, seguita da una poco più grossa con la gonna tutta svolazzante.
-…Bel lancio, figliolo.- commentò Zeus, lo sguardo ancora fisso sulla finestra rotta.
-Grazie pa’.-
-Hai defenestrato mio fratello!- urlò sdegnata Artemide, avvicinandosi minacciosamente al dio del vino.
-Beh ma si è defenestrata da sola anche la tizia. E poi non ti ho fatto un favore?-
La dea restò interdetta, poi si illuminò.
-Niente haiku per qualche ora…?-
-Anche qualche giorno, se non riesce a scappare da quella vecchia maniaca.- le fece l’occhiolino Dioniso.
Mentre Artemide si crogiolava nella sua gioia, Lisa si riprese definitivamente, proprio quando Efesto aveva finito di aggiustare la statua di Asclepio.
-Che cosa…?-
-Ci stava illustrando una statua quando è scivolata e ha sbattuto la testa.- intervenne prontamente Atena, vogliosa di continuare al più presto la visita.
-Eppure ricordo che… si la statua…-
-Si fidi, è come le dico io.-
-Oh si certo…-
La guida si alzò traballante, per fortuna senza posare lo sguardo sulla finestra rotta.
-Presto, continuiamo il percorso, non dobbiamo perdere tempo.-
Come se nulla fosse, gli dei e la guida proseguirono il giro delle sale, osservando entusiasti vecchi ricordi (Afrodite trovò un antico pettine di corno che aveva perso in Sicilia, e si sentì alquanto offesa quando Lisa le impedì categoricamente di aprire la vetrina; Atena si fece fotografare vicino alla statua di una civetta a lei dedicata e Ares guardò con rimpianto alcune vecchie spade di bronzo rovinate dal tempo e dalle intemperie).
-Perfetto, ora ci sposteremo nel sito archeologico qui vicino, dove sono stati ritrovati gran parte di questi reperti…-
Attraversarono una passerella sospesa trasparente, da cui si poteva vedere l’incredibile panorama che li circondava. Da lontano, il mare gorgogliava pacifico, sentendo la vicinanza del suo signore (ancora con la maglietta delle vongole ed il fucile ad acqua) mentre il vento spettinava le fronde degli alberi.
Dopo alcuni minuti di camminata, Lisa si fermò indicando la vetrata a sinistra.
-Ecco a voi i resti del tempio di Zeus Protettore.-
-Bello eh? Una schifezzuola, in confronto a quello di Agrigento, ma ha il suo fascino…- commentò saccente il dio, lucidandosi le unghie sulla camicia.
Il gruppo si avvicinò al tempio, che Lisa descrisse con particolare cura. Analizzò la struttura, parlò della storia e dei riti che vi venivano svolti.
-Foto, foto, foto…-inneggiò Zeus, gli occhi a stellina.
-Se volete vi posso tenere io la macchina fotografica…- propose la guida, posizionandosi al fondo della gradinata principale.
-Si, si, dai mettiamoci tutti vicini!- continuò Zeus, sempre più entusiasta.
Chi di buon grado, chi di malavoglia, tutti gli dei (tranne Apollo, buon anima) si sistemarono sulla scala, sorridenti o quasi.
La macchina scattò, e tutti si fiondarono a guardare il display.
-Oh non si vede bene il mio mascara coi glitter…- piagnucolò Afrodite, rassicurata prontamente da Ares (sotto lo sguardo rabbioso di Efesto), mentre Era puntò indignata un dito contro la sua faccia.
-CHI HA OSATO FARMI LE CORNA?!-

 

 -*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-*-
Piccolo angolo dell’autrice
 
Ed eccoci come inizio del mese con il mio delirio personale! :D Confesso di scrivere questa storia per staccare dai racconti seri che solitamente pubblico -.- Quindi chiunque non apprezzi la mia scrittura qui, ha la possibilità di leggere gli altri, per chi dice che sono troppo seria, può trovare qui le prove che posso fare la malata mentale se voglio u.u
Questo è il penultimo capitolo, nell’ultimo ci sarà una sorpresina, quindi vi consiglio di non perdervelo ;)
Un bacione a tutti, spero di ritrovarvi alla pagina recensioni **
Bye!

 
 

Un grazie immenso a:
Ailea Elisewin, BlackKay97, Castiga Akirashi, Dafne Rheb AriadneMadama Pigna, Summer38  e , Dandelion to dream, Sissi_SeaweedBrain, Aryadaughter, Blue Sun, boscoiattolo, GretaJackson16, ladyselena15, LadySlytherin_, lady_hana, mileygirl97, _RememberToSmile_, Snello, St_rebel (spero di non aver dimenticato nessuno)
 
Più le new entri dello scorso capitolo: ObliovionLover, xthismoment, Leone ruggente, fanff, Nanetta 4ever , _Simmiu_Zoe_Jackson_  ;D
 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Riordan vs Disney ***




-CHI HA OSATO FARMI LE CORNA?!-
Bisogna riconoscerlo, tutti gli dei fecero del loro meglio per trattenere le risate, mantenere un’espressione innocente, casta e pura, guardare con aria afflitta e dispiaciuta la povera Era e comunicarle tutta la loro comprensione… ma la maggior parte crollarono a terra dalle risate, sputacchiando divina saliva di qua e di là e sporcandosi i divini abiti di terra e polvere.
-Esigo un minimo di rispetto!- ribatté indignata la dea, buttando per terra le varie Barbie che teneva in mano.
-Era ha ragione… un po’ di rispetto… chi è quel mito che le ha fatto le corna?- caracollò Dioniso, spalmandosi su una colonna in modalità “Philadelphia”.
-Qualcuno mi innalzi un tempio!- annaspò Ermes, alzando la mano mentre rotolava tenendosi la pancia.
-ERMES!- strillò Era, saltandogli addosso e prendendolo per i capelli.
-Ahi ahi ahiahiahiahi Era, Era ti prego, ti prego molla diamine molla! Fai male porca miseria!-
-Dovevi pensarci prima, Uomo delle Pizze!-
-Ehy piano con gli insulti!- rispose Ermes liberandosi, piazzando le mani avanti per evitare ulteriori attacchi.
-Avanti, non dirmi che ci volevo io a informarti che sei…-
-Cornuta! Cornuta!- strillò Zeus, ancora a pancia all’aria per le risa.
Ermes ed Era si volsero nella sua direzione, interrompendo ogni inimicizia.
-Ehm, papà, guarda che la cosa non va molto a tuo favore, insomma se mezzo pantheon prende per il divino fondoschiena tua moglie è colpa del tuo…-
Zeus sembrò riacquisire coscienza e si alzò istantaneamente in piedi, il volto una maschera impenetrabile e illeggibile.
-Ermes chiedi subito scusa a tua madre.- sentenziò con una voce che sembrava venire dall’oltretomba.
-Non sono sua madre, razza di…- borbottò Era, raccogliendo le varie bambole.
-Oh, giusto… già che sei cornuta!- ricrollò miseramente Zeus, mentre nel cielo scoppiava qualche lampo nonostante non ci fosse nemmeno mezza nuvola.
Ma quasi nessuno sembrava ricordarsi della presenza della immobile e - sì, bisogna ammettere che aveva le sue ragioni- un po’ sconvolta Lisa, ancora immobile con la macchina fotografica in mano.
Questi sono completamente fumati…” considerò, sforzandosi di non dar a vedere il terrore che la bambina sadica con le bambole la torturasse per poi murarla in una colonna del tempio.
- Forse è ora di rientrare al museo…- propose, la voce flebile di chi teme quasi di farsi sentire.
Gli dei presero coscienza della presenza della donna, e iniziarono a ricomporsi in maniera ridicola: Zeus si spolverò la camiciola con aria spaesata, Era pettinò le Barbie, Ade si rimise un po’ di matita nel contorno occhi da bravo emo, Poseidone raccattò le ricariche del suo super fucile ad acqua, Efesto controllò le gomme della sua sedia a rotelle,  Afrodite si aggiunse un altro centimetro di fard, Ares controllò che si vedessero bene i bicipiti scolpiti, Atena si sistemò gli occhiali sulla punta del naso, Ermes diede un’occhiata alle notifiche su Facebook, Artemide si limitò ad aggiustarsi la coda di cavallo e Dioniso si scolò una borraccia di vino e ruttò.
Dopo uno sguardo sdegnato di tutti i presenti verso quest’ultimo, Lisa sembrò fare per la prima volta due calcoli: i due uomini normali, quello pervertito, la sorella sconosciuta di Hermione Granger, la bimba sadica, il disabile, la bambina sportiva, il tipetto con la maglia della pasta alle vongole, Miss Sono Gnocca, Mister Muscolo coi capelli…
-Dov’è il CBCR*?!-
I presenti si voltarono interdetti, e solo allora Lisa si accorse di aver pensato ad alta voce.
-Ehm, immagino che si riferisca a mio fratello…- commentò Artemide, alzando gli occhi al cielo.
-Sono qui.-
Apollo emerse arrancando da un cespuglio poco lontano, i capelli biondi arruffati, la maglietta strappata e i pantaloni bucati.
Si avvicinò al gruppo con passo deciso, come avendo riacquistato improvvisamente tutte le forze, e si piazzò davanti a Dioniso, puntandogli l’indice sotto il naso.
-Me la pagherai per avermi lanciato dietro una vecchietta arrapata! Tu NON hai idea di cosa io abbia dovuto fare per staccarmela di dosso!- iniziò urlando, per poi ridurre la voce a un sussurro strozzato.
-Veramente io ho lanciato TE, lei si è buttata da sola.- rispose ridacchiando il dio, trattenendo il volume per non farsi sentire dalla guida.
-Io ti…!- minacciò Apollo, per poi muggendo, preda di un esaurimento nervoso.
-E passi che mi alzo la maglia per ipnotizzarla, e passi che le faccio gli occhi dolci e il sorriso seducente per avere anche la guida, ma QUESTO! Ah! Devo lavarmi la bocca, che schifo… con la dentiera… bleah!…- si allontanò il ragazzino, passandosi le mani sul volto e ignorando il resto della compagnia.
-Facciamo che entrare, eh…- invitò nuovamente la guida, sognando come non mai la fine del turno di lavoro.
Attraversata di nuovo la passerella e rientrati nell’edificio principale, il gruppo passò davanti ad una porta con appesi diversi disegni di bambini. Afrodite osservò per un poco l’entrata, poi si decise a chiamare la guida, che già procedeva decisa verso un qualche percorso.
-Che cosa c’è in questa sala?-
Lisa sospirò esausta, poi sorrise gentilmente.
-Oh, quella è l’area bambini, si fanno vedere cartoni animati sull’antica Grecia, dato che non tutti i piccoli possono apprezzare vecchi pezzi da museo…-
Tutti ignorarono l’ultima parte della frase, fiondandosi invece nella saletta buia.
-Raga ci guardiamo qualcosa, tanto di tempo ne abbiamo!- propose Ermes, trafficando con il lettore CD.
-Ok ok, dai metti il primo che trovi!- ripose Atena, piazzandosi su una poltrona morbida.
Il resto degli dei si sistemò, mentre Ermes dava il Play con il telecomando.
Sul mega-schermo, una grande scritta dorata apparve.
-Hercules! Oh oh è figlio mio!-
-Già: figlio tuo…- commentò Era, incrociando le braccia mentre c’era il simpatico balletto delle Muse.
-Ehy, guardate che figata l’Olimpo così!- esclamò Atena, prendendo carta e penna e progettando qualche architettura che le era piaciuta.
Un uomo su un carro rosso attraversò il cielo, e Apollo ebbe il tempo di saltare in piedi: -Sono io! Avete visto ero io!-
-Si si abbiamo capito Apol…- rispose Era, fino a quando non le morì il fiato in gola.
Lei e Zeus erano in scena, e lei teneva un bambino in braccio, un bambino che posò in una culla e che Zeus chiamò “Ercole”.
-… CHE COSA?! IO MADRE DI QUELL’ESSERE? NOI TRE UN’ALLEGRA FAMIGLIOLA FELICE?!-
-Ehm, è solo un cartone per bambini…- fece notare Ermes, ridacchiando –Mica possono dire che sei corn…-
-Piantala!- gli intimò la dea, mettendo su il divino broncio.
Ermes non fece in tempo a fare mezza risata che un ometto azzurro con le alucce e il caduceo entrò volando in scena e diede alla Era del cartone un mazzo di fiori.
-… vi prego ditemi che quello non sono io…-
-Ooooh! E invece temo proprio di sì, mio caro fattorino! Ah! Ometto rachitico blu!- si vendicò Era, mentre Atena e Afrodite si erano appena riconosciute tra i personaggi secondari con amara delusione.
Zeus nel frattempo stava contemplando la sua immagine, con la barba bianca e tutto.
-…Era? Forse avevi ragione… assomiglio davvero a Babbo Natale…- piagnucolò.
Dopo che Ercole distrusse una colonna che si rimaterializzò e tutte le figure del cartone risero felici, un altro personaggio apparve, e gli occhi di Ade divennero sognanti.
-Sono io! Sono davvero io! E in testa ho… delle fiammelle blu?-
-Ehy sono io il dio del Sole! Li voglio anche io i capelli con le fiammelle!- esclamò entusiasta Apollo, mentre l’Ade del cartone si avvicinava alla “allegra famigliola felice”.
-Però a lui lo invitano alle feste…- commentò lagnoso Ade, incrociando le braccia offeso.
La risata di Zeus scoppiò nella sala, insieme a quella del suo alter ego cartone animato.
-Ti ritroverai nella tomba. Ah! Nella tomba! Ahahahahah- gridarono a vicenda, ma a differenza del cartone animato, tutti gli dei lo guardarono malissimo.
-Tzè, non c’è più rispetto di questi tempi…- borbottò il Re degli Dei, mentre di nuovo le Muse si mettevano a cantare e l’inquadratura passava sull’ingresso degli Inferi.
Ade si asciugò una lacrimuccia:- Casa dolce casa… uh! C’è anche Cerbi! Tenero Cerbi, fai il bravo Cerbi, che bravo cane che sei Cerberuccio bello!-
-Signorina, ma questa sala è già occupata…- commentò una voce alle loro spalle.
Tutti gli dei si voltarono, rimanendo a bocca aperta: Chirone, nella sua forma umana, aveva fatto il suo ingresso nella sala, seguito da un gruppo di ragazzini con una maglietta arancione.
-Non è possibile…- commentò disperato Dioniso, spremendosi le guance.
-Che cosa ci fate voi del Campo QUI?!- strillò esasperato.
Chirone sembrò riconoscere solo allora chi aveva davanti, e scoppiò a ridere.
-Viaggio di istruzione!- sorrise sornione, mentre tutti gli dei sbiancavano.
Una ragazza dai boccoli biondi spuntò da dietro la schiena di Chirone, guardando perplessa la bambina con gli occhiali e le trecce.
-…Mamma?- domandò traumatizzata Annabeth, sperando di sbagliarsi.
-Ehm, ciao tesoro…-
-Papà?!- chiese a sua volta un ragazzo vicino a lei.
-Ciao Percy…-
Nel giro di poco tempo tutti i semidei riconobbero i genitori, che man mano riacquisivano le loro sembianze solite.
-Ehm io direi che è ora di andare, non trovate?- propose Atena.
-Si, si, è davvero tardi…- risposero tutti in coro, e nel giro di qualche istante scomparvero uno per uno in una nube dorata.
Inconsapevole, quasi all’istante entrò Lisa, rispondendo alla domanda di Chirone.
-Oh, si scusate, questo gruppo è arrivato pri…- si interruppe, vedendo la sala vuota.
-Io… li ho visti entrare, ne sono sicura…-
-Non si preoccupi, devono essere già usciti, ci penso io ora.- la rassicurò Chirone, congedandola.
Allontanatasi dalla saletta, Lisa si accasciò stremata su una sedia, tamponandosi la fronte con un fazzoletto.
-Devo chiedere un aumento…-
 
 
 
 
*: passatemela vi prego!! XD Non so se è qualcosa che si dice solo da noi, spero di no perché è una sigla che mi fa morire! Comunque significa “Cresci Bene Che Ripasso”!! E viene ovviemente usata dei bambini... diciamo moooolto ben promettenti xD
 
 
Piccolo ed ultimo angolo dell’autrice
Ed ecco finito questo lungo e imbarazzante mega trip con cui vi ho assillati xD
Per il finale: non so se qualcun altro aveva mai usato questa idea, in quel caso chiedo scusa, ho cercato un po’ negli elenchi ma non mi era sembrato di trovar nulla… in caso contrario ok. :)
Credo che in futuro magari farò qualche storiella sulla falsa riga di questa, mettendo le nostre care divinità in qualche nuova situazione bizzarra :)
Ma non ho intenzione di rompervi oltre le scatole, quindi passo subito ai ringraziamenti, che saranno più lunghi del solito, essendo l’ultimo capitolo:
 
TUTTI COLORO CHE HANNO RECENSITO! (in ordine alfabetico)
-Ailea Elisewin: grazie per la tua recensione, spero che tu abbia seguito anche il resto della storia e che non ne sia delusa :) ;
-Aryna: grazie per essere passata anche in questa sezione, sei stata molto carina a recensire anche;
-BlackKay 97: grazie per aver recensito ogni capitolo di questa serie, quindi un bacione a te, a Connor e a Black u.u;
-Castiga Akirashi: grazie anche a te per aver recensito quasi tutti i capitoli, e aver seguito questa storia :);
-Dafne Rheb Ariadne: grazie anche a te carissima, che non mi hai mai lasciato sola né in questa né nell’altra serie, ricoprendomi sempre di complimenti e facendomi sentire quanto meno non troppo stupida xD <3;
-Dandelion to dream: grazie anche a te oh recensore Master, onoratissima di aver avuto la tua attenzione **;
-Edoatar: grazie per esserti aggiunto alla lista solo da poco, è stato bello trovarti anche qui :);
-Emily Simoni: grazie alla recensione per il primo capitolo;
-Ginevra Gwen White: grazie oh grande dea della parodia ahahahah sono felice che tu abbia seguito anche questa storia, è stato gentilissimo :D;
-Madama Pigna: grazie per avermi seguito anche qui! Viva Efestoooo ^^;
-Prescelta di Poseidone: grazie per la recensione, GrandissimaFanDiPoseidone ;);
-__RimemberToSmile__: grazie per avere anche recensito questa storia, oltre a seguirla :D;
-Sissi_SeaweedBrain: grazie anche a te, tenerissima nelle recensioni dei primi capitoli :3;
-Summer 38: grazie mille anche a te, prima recensitrice e casualmente ultima nell’elenco dei ringraziamenti, hai seguito ogni capitolo di questa storia e sei anche arrivata al livello Master (irraggiungibile per me sempre senza tempo -.-) un bacione anche a te <3.
 
E UN GROSSO GRAZIE ANCHE A COLORO CHE HANNO SEGUITO IN SILENZIO QUESTA STORIA!
 
 
-69with1Direction
-Annie98
-Aryadaughter 
-bertuccia
-Blue Sun
-boscoiattolo
-Cup_Cake
- Erica25
-fanff
-Forever_Alone 
-GretaJackson16
 -ladyselena15
-lady_hana
-LeoneRuggente
-Madama Pigna
- Nanetta4ever
-OblivionLover
-smileygirl97
-St_rebel
- _Simmiu_Zoe_Jackson_
-The_OwL_Gandalf
-xisthemoment
 
  (spero di avervi scritti tutti bene u.u xD)

Un saluto a tutti, e un grazie in anticipo a tutti coloro che recensiranno quest’ultimo capitolo!!
Alla prossima ;D

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1195696