You and I'll be safe and sound

di SeaweedBrain
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Due Furie mi fanno arrivare tardi al Campo ***
Capitolo 2: *** Scopro che la famiglia si allarga ***
Capitolo 3: *** Torno ad allenarmi ***
Capitolo 4: *** Battiamo Atena durante la Caccia alla Bandiera ***
Capitolo 5: *** Clarisse viene Fulminata ***
Capitolo 6: *** Un flashback con finale da infarto ***
Capitolo 7: *** Mia sorella pensa di essere agli Hunger Games ***
Capitolo 8: *** Seguiamo i Non-Consigli di Chirone ***
Capitolo 9: *** Salgo sull'autobus dell'orrore ***
Capitolo 10: *** Faccio una gita sottomarina con mia sorella ***
Capitolo 11: *** Annabeth ha un piano... geniale ***
Capitolo 12: *** Videochiamo i fratelli Stoll ***
Capitolo 13: *** Getto accidentalmente i miei amici giù dalla finestra ***
Capitolo 14: *** Un mio Bis Nonno mi offre da bere ***
Capitolo 15: *** Inizio a giocare con il fuoco greco ***
Capitolo 16: *** Facciamo una corsa nel buio ***
Capitolo 17: *** Una sorpresa ci attende al Campo ***
Capitolo 18: *** Ricevo una visita inaspettata da mio padre ***
Capitolo 19: *** Ade trova delle idee "grandiose" ***



Capitolo 1
*** Due Furie mi fanno arrivare tardi al Campo ***


Era passato ormai un anno da quando con gli altri abbiamo sconfitto Crono. Non è stata una cosa facile, anzi tutt’altro, avevamo perso molti dei nostri, ma alla fine c’è l’avevamo fatta. Anche grazie a Luke, sebbene ci avesse tradito per tutta la stragrande maggioranza della guerra contro i Titani. Tutto sembrava essere tornato al proprio posto, almeno per quello che poteva per un semidio. In inverno tornai a scuola come avevo promesso a mia madre, anzi le dissi che ormai non avrei avuto più problemi per il resto della mia vita, cosa che sapevo non sarebbe stata vera. Intanto mi sentivo sempre con Annabeth, che ormai era diventata la mia ragazza a tutti gli effetti, anche se non volevo che tutti quanti lo sapessero… lo ammetto mi imbarazza parecchio sentire tutti che mi domandano come sta la fidanzata e cose del genere. Mia madre lo sapeva, ed anche Paul, con il quale ormai si era sposata. Vivevamo tutti quanti assieme e sembravamo una normalissima famiglia di abitanti di New York.
Quel pomeriggio mi venne a trovare Grover, che era stavo molto in viaggio; mi disse che era riuscito a salvare un gruppetto di Semidei, la cosa strana però era che erano tutti quanti assieme e nessuno riusciva a spiegarsi il perché o il come fosse possibile. Comunque mi disse che il pomeriggio seguente li avrebbe portati al Campo Mezzosangue, ed era proprio lo stesso pomeriggio in cui sarei dovuto andare pure io. Mi piaceva tornare in quel posto, amavo ormai la mia Cabina numero Tre, e poi volevo riabbracciare Tyson, il mio unico fratellastro, figlio anche lui di Poseidone. Era un ciclope, però con tutte le avventure (o disavventure, come si vogliano definire) che abbiamo vissuto assieme, era diventato uno dei miei inseparabili amici. Poi forse, a quanto pare, quest’estate avrebbero passato del tempo al Campo anche le Cacciatrici di Artemide. La dea, purtroppo, sarebbe dovuta andare a caccia di uno dei mostri, che continuavano, nonostante la caduta di Crono ad apparire qua e là. Quindi con l’occasione avrei rivisto Talia, ex figlia di Zeus ed anche nuova Luogotenente delle Cacciatrici di Artemide: aveva rinunciato all’amore per gli uomini dedicandosi completamente alla verginità ed alla caccia con Artemide… era stata una scelta difficile, ma l’aveva presa per evitare che compisse sedici anni e quindi potesse far avverare la terribile profezia che gravava su di noi. Anche Annabeth per un periodo pensò di unirsi a loro però fortunatamente non lo fece; sarebbe stato un disastro per me, lo ammetto. Poi Grover mi raccontò anche che al campo avevano aggiunto nuove case per i Semidei, una addirittura anche per Ade, sebbene non sapessimo niente di Nico… però, quando sarebbe voluto ritornare c’era un’abitazione anche per lui. Era fantastico immaginavo da tantissimo tempo quell’estate sarebbe stata sicuramente da ricordare. Così mentre mi trovavo a fare la valigia cercando di decidere cosa portare e cosa no, Grover era gettato sul mio letto nella sua forma caprina, (tanto mia madre lo sapeva prima ancora di me che era un satiro) mentre sgranocchiava la lattina di coca cola che avevo accanto al letto, così chiesi, cercando aiuto:
-Secondo te mi devo portare tutte queste magliette? Oppure pensi che siano troppe…?-
-Percy sei diventato paranoico quanto una femmina, cioè che importa quante magliette hai? male che vada le andiamo a rubare ai novellini!- disse Grover ridendo ma gli lanciai un’occhiataccia
-Dai Grover non ti facevo così cattivo…-
-Non sono cattivo dico solo che ti stai diventando stupido a causa dei vestiti, capisco che sei elettrizzato perché rivedrai Annabeth dopo tantissimo tempo… però tranquillo, calmati, rilassati!-
E così, a quelle parole, mi gettai a sedere a mia volta sul letto cercando di calmare i pensieri e tutto il resto,
-Okay forse hai ragione ma va bene… sono calmo cerco di essere calmo!-
-Ecco così si fa, questa sono sicuro sarà un’estate indimenticabile… poi io rivedrò Juniper! – ammise ora con un mezzo sorrisetto sulle labbra, quasi come un’ebete.
-Si lo so, lo spero davvero…- dissi sospirando.
In quel momento entrò mia madre che, con grande sorpresa, mi vide alle prese con la valigia che spesso invece mi faceva lei. Intanto, sia lei che il mio amico continuarono a prendermi in giro sul fatto che fossi nervoso per il dover rivedere Annabeth. Ammetto che le avevo pure preso una specie di regalo, era una collana a forma di civetta che avevo notato un giorno passando davanti ad un negozio di antiquariato. Il simbolo di Atena infatti era la civetta, così pensai che sarebbe stato carino prenderle quella collana. Mia madre la trovò una cosa altamente carina, Grover invece sdolcinata, ma a me non importava molto.
Quella sera dopo la cena Grover ci abbandonò immediatamente perché doveva andare al campo subito per aiutare gli altri con i preparativi per l’arrivo di quel mucchio di semidei il giorno successivo. Così mangiammo in compagnia: le cose andavano sempre meglio da quando c’era Paul che stava con mia madre. la vedevo raggiante e sempre sorridente… beh, a parte quando vedeva il mio vero padre, Poseidone. iniziava ad arrossire, balbettare e a sembrare stupida, quasi come una tredicenne che riesce ad incontrare il suo idolo. Ammetto che, alla fine, anche io quando incontravo mio padre, quelle poche volte, diventavo nervoso e volevo chiedergli tante di quelle cose che non sarebbe riuscito a rispondere nemmeno se avesse avuto tutto il tempo di questo mondo. Ormai, però, mi ero abituato a vederlo raramente, anzi mi ero abituato a non vederlo, ed ogni volta che succedeva il contrario ero letteralmente esaltato.
Alla fine, dopo tutto il casino con Crono, si era rivelata una cosa piuttosto positiva essere il figlio di Poseidone, ma cercavo di non vantarmi. Così dopo una delle ultime cene con mia madre, finii di sistemare le ultime cose ed andai a dormire stanco. Il giorno dopo sarei partito, finalmente.
Ovviamente, come mi capitava quasi sempre, le cose non mi andarono per niente lisce… anzi più si potevano complicare, più si complicavano. Il giorno seguente mi alzai con calma, e trovai una delle colazioni di mia madre. Quella mattina mi aveva fatto le uova blu ed anche le frittelle blu. Erano buonissime ed io le adoravo.
Dopo che ebbi preparato tutte le ultime cose, presi la collanina e me la misi in tasca, la volevo tenere al sicuro, mentre nell’altra tasca tenevo come sempre Vortice. Era una penna che, all’occorrenza (quindi quasi sempre) si trasformava in spada. Mamma non voleva che usassi armi in casa, non dopo l’ultima volta che avevo distrutto con la spada una delle sue vetrinette preferite, così promisi di tirarla fuori solo nei momenti di pericolo. Bene, le due cose fondamentali le avevo prese, il resto erano dettagli. Indossai poi la maglietta arancione del campo, mi misi dei jeans, delle converse ed ero pronto per andare. Mi avrebbe accompagnato lei fino ai piedi della collina Mezzosangue, da li sarei arrivato poi al campo che si trovava subito dietro di essa. I mortali non potevano entrare, ma era meglio così, perché tutto il luogo era avvolto dalla foschia, quindi più protetto. Presi tutte le mie cose e partimmo in macchina, il viaggio sarebbe durato per un poco.
-Percy…- mormorò mia madre quando partimmo
-Si mamma?- chiesi curioso
-Sei cresciuto ormai..- disse lei sorridente
-Si lo so mamma!-
-Oh però sappi che per me resterai sempre il piccolo Percy!-
-Mamma ma perché mi stai facendo questi discorsi sdolcinati?- chiesi confuso
-Beh non lo so, tutte le volte che vai al campo sono successe cose, non troppo belle ed ho sempre avuto il terrore di perderti… poi ormai ti senti un uomo!- ammise lei ridendo
-Mamma sono cose normali per i semidei, e poi non sono morto, cioè ero semplicemente bloccato sull’isola di Calipso- dissi accennando un sorriso incerto
-Si ma mi hai fatto morire di paura lo stesso…-
-Okay ti prometto che se sto per morire ti faccio uno squillo la prossima volta!-
-Ecco così sei più simpatico!- disse lei guardandomi e facendo una pausa
–E poi ora che hai la fidanzata, sembri sempre più grande!-
-Ti prego, mamma la vuoi finire con questa storia della fidanzata? Okay io ed Annabeth stiamo insieme ma basta…- dissi cercando di non ridere
-Okay va bene cercherò di non pensarci ma sono davvero felice che vi siate messi insieme. lei è così dolce, e brava e poi è anche molto bella e saggia, è perfetta per te che sei completamente l’opposto!- disse quella
-Va bene mamma grazie davvero di tutto cercherò di non morire o roba simile quest’estate solo divertimento!- dissi con un sorrisetto guardandola
-Perfetto era quello che volevo sentirti dire, tu la tua parte l’hai fatta, quindi sei apposto!- disse infine mia madre guardandomi curiosa.
Continuammo su quella scia di discorso per quasi tutta la durata del viaggio. non appena uscimmo dalle trafficatissime strade di New York ci addentrammo per una strada abbastanza sperduta in mezzo alla natura. Era bello ricordare come ero andato per la prima volta al campo e mentre camminavamo avevo dei flash sulla mia prima estate la.
Finalmente dopo parecchio tempo eccola, la vedevo, la Collina Mezzosangue. si trovava proprio davanti a me e man mano che ci avvicinavamo si spostava sempre più sulla mia destra. Sembrava una normalissima collina ma riuscivo ad intravedere, là sopra, le colonne d’ingresso per il campo ed anche, forse se non mi sbagliavo, due persone di guardia lì davanti.
Okay, un momento: ricordo che si faceva la guardia la sera, ma perché in pieno giorno? oltre al drago, che sorvegliava costantemente il vello, perché c’erano anche due come vedetta?! Le cose non sembravano cominciare per il meglio, ma finsi assoluta indifferenza per evitare di far preoccupare mia madre fin da subito. Era appena passata l’ora di pranzo ed ero quasi arrivato, la cosa iniziava ad andare benissimo così quando imboccammo la strada laterale che conduceva ai piedi della collina tirai un respiro di sollievo. Niente mostri per ora, fortunatamente. anche se Crono era andato distrutto i mostri c’erano ancora: alcuni continuavano a credere di essere stati mandati in sua vece, gli altri stolti attaccavano senza più e senza meno, cercando semplicemente nuovi semidei da mangiare. Arrivai allora finalmente la e scesi dalla macchina prendendo lo zaino e tutto il resto delle cose e mi appoggiai al finestrino dicendo
-Allora, mamma, ci sentiamo in questi giorni!-
-In questi giorni? Perseus Jackson voglio come minimo una chiamata al giorno!- ribatté lei, fingendosi severa
-E se non ci riuscissi?-chiesi sarcastico
-Chiamerò io stessa Chirone per cercare di rintracciarti!-
Okay ed io vedrò di chiamarti ogni volta che sarà possibile così tu stai tranquilla!- acconsentii facendole l’occhiolino mentre mi scostavo il ciuffo dagli occhi, come sempre scombinato.
-Allora ci sentiamo tesoro divertiti ancora, e salutami tutti!- ammise lei mentre richiudeva i finestrino e riaccendeva la macchina sorridente.
Ah cosa avevo detto poco fa, niente mostri fortunatamente? Si certo come no. avevo parlato troppo presto, come mio solito. Infatti mentre ero ancora fuori dai confini del campo e quindi dalla sua barriera di protezione, nemmeno avevo iniziato a fare dieci metri che venni scaraventato violentemente a terra.
Lasciai cadere tutte le cose ed allora aprii gli occhi e vidi proprio li accanto a me era appena atterrata un furia. La sua pelle grigiastra faceva davvero schifo, ed i suoi occhi mi scrutavano quasi con ingordigia.
-Vai, ora!- urlai a mia madre che aveva solo messo in moto l’auto.
Quella così rimase leggermente scioccata, ma sapendo bene che non poteva fare niente premette l’acceleratore e cercò di partire. Ma la furia si era appena andata a mettere con un colpo d’ali esattamente davanti alla macchina proprio per non lasciarla passare. Misi la mano in tasca, ma tasca destra e li la sentii, c’era la mia Vortice, ancora non trasformata; la tirai fuori ed, al volo, la trasformai nella mia carissima spada in bronzo celeste, capace di far male solo a mostri e semidei. Ed in quel momento con la spada sguainata, ed il cuore che martellava nel petto, cercai di attirare l’attenzione della furia.
-Ehi io sono qui se vuoi e sono molto più interessante, di quella stupida macchina blu!- dissi mentre la fissavo. la Furia, che si voltò verso di me, digrignando i denti. Allargai le braccia mostrandomi ancora meglio, giusto per dare il tempo a mia madre di scappare con la macchina. Quella fece un piccolo voletto in avanti ed io urlai:
-Vai ora, mamma!-
Mia madre così accese nuovamente il motore della macchina, che le si era spento, e partì a razzo. Mentre scappava vidi i suoi occhi, non voleva abbandonarmi, ma sapeva che quando si trattava di certe cose non poteva far altro che ascoltarmi. Così la macchina partì, cercando di tornare sulla strada normale. La furia rimase li a guardare la scena quasi indignata dopo di ciò non inseguì la macchina anzi rimase ferma e si voltò a guardarmi.
-Fa nulla, preferisco mille volte un piccolo Semidio, figlio di…- disse quella, annusando nell’aria e poi aggiungendo –Ah Poseidone! Ancora meglio!-
-Contenta tu, io odio tutti i mostri in generale quindi penso che siamo pari, forse!-, ma in quel momento la Furia, invece che attaccarmi, lanciò un urlo. Orripilante, davvero. e dire che mi ero abituato a tutte le stranezze dei mostri! Quell’urlo, però, mi fece capire che non stava succedendo niente di buono.
Comunque, mentre stavo per attaccarla, sentii un altro urlo di quello stesso tipo, ma non proveniva da quella furia. alzai gli occhi allora e vidi che sugli alberi, attaccata ad un ramo quasi come una scimmia, c’era una seconda furia, che ruggiva contro di me. Okay ad una furia potevo tener testa, ma a due? Ahia. La cosa si complicava. Anche la seconda scese a terra atterrando alle mie spalle. Così non sapevo quale delle due attaccare per prima.
-Mhm ma bene ottimo lavoro hai trovato un figlio di Poseidone, sono rari!- disse la seconda arrivata, leccandosi le labbra.
-Si è stata davvero un’ottima idea metterci qua all’entrata del campo!- disse invece la prima
-Peccato che ora debba farvi fuori..- mi intromisi io.
-Zitto tu piccolo mezzosangue! però ti ricordo che devono essere portati vivi!- esclamò la numero uno, rivolta alla seconda furia
-Dove dovrebbero… cioè, dovremmo, essere portati?- chiesi impulsivamente tenendo stretta Vortice in mano
-Si, poi quegli stupidi dei Lestrigoni hanno perso un intero carico, quindi non possiamo permetterci di perdere anche questo!-
Non capivo di cosa parlavano era come se stessero parlando di cose loro quasi come se io non esistessi in quel momento. Ma che cavolo stavano dicendo?
-Quelli sono tanto ali quanto stupidi…- disse ora la prima mentre rimaneva immobile fissandomi.
-Scusate ma secondo voi io mi lascerò prendere da voi?- chiesi ironico prima di partire all’attacco scagliandomi verso la prima, che mi sembrava leggermente più debole rispetto alla seconda.
Quella infatti nemmeno se l’aspettava! cercai di colpirla al petto, ma purtroppo, all’ultimo secondo, deviò il mio colpo e mi fece sbandare lateralmente. Mi alzai di botto e mi rivoltai questa volta deciso a non sbagliare. quelle lanciarono entrambe un grido e anche la seconda iniziò ad avvicinarsi minacciosa. Così approfittai nuovamente di quel momento per andare a colpire la furia più vicina. Questa volta il colpo andò a segno e davanti a me non mi ritrovavo più un mostro ma della cenere che cadeva a terra. In quel momento, la seconda furia ne approfittò e mi colpì dritto allo stomaco facendomi cadere a terra. Non l’avevo minimamente vista partire all’attacco e davvero era una sensazione terribile. Mi sentivo incredibilmente fuori allenamento.
Caddi a terra, mentre Vortice rotolò dietro di me, a un paio di metri. Stavo per rialzarmi per correre a recuperarla, ma la Furia mi afferrò per le caviglie, facendomi ruzzolare di nuovo, ancora più lontano dalla spada. Fantastico! Ora non ci sarei mai arrivato. Ciliegina sulla torta, in tutte quelle cadute, mi sfuggì dalla tasca anche la collana che volevo regalare ad Annabeth… anche se, però, in quel momento non mi sembrava il caso di preoccuparsi della collana nonostante non volessi assolutamente perderla. La furia mi teneva fermo, bloccandomi le gambe.
-Bella mossa ragazzino, ma tranquillo, le tue armi non ti serviranno… se non ho come portarti via con me allora significa che ti dovrò uccidere!- Non mi piacevano quelle parole così cercai di perdere tempo
-Si beh… dove mi dovevi portare? – chiesi.
Quella mi guardò con i suoi occhi gialli senza smettere di mollare la presa sulle mie gambe. La sua pelle grigiastra spendeva al sole dandole un effetto squamoso
-Non sono di certo affari tuoi, e comunque è meglio che ti uccida io così non dovrai assistere a cose peggiori nel tuo futuro!- sbottò.
Allora alzò la mano con gli artigli… ahia, quelli facevano male. Non sapevo che fare, probabilmente non avevo neanche il tempo di reagire. Aveva la mano in aria pronta per colpire così socchiusi gli occhi cercando di invocare mio padre per chiedergli aiuto ma in quel momento, mentre ero a metà delle mie stupidissime preghiere, la furia urlò come non mai ed anche lei iniziò a dissolversi in polvere.
A terra ai miei piedi cadde una freccia, così a metà fra il preoccupato ed il felice per quello che era appena successo mi voltai di scatto. Davanti a me c’era una ragazza in jeans argentati però con delle toppe scure qua, una catena attaccata ai jeans ed una maglietta argentata con dei ricami in nero. Era alta slanciata ed aveva in testa un cerchietto argentato che adornava i capelli corvini corti e abbastanza disordinati. Intanto teneva in mano un arco anch’esso argentato che luccicava alla luce del sole. Era pallida ed i suoi occhi blu elettrico erano contornati da dell’eyeliner nero che le dava un’aria da cattiva ragazza. La riconobbi subito: era mia cugina Talia, figlia di Zeus, nonché mia grande amica ed ormai Luogotenente delle Cacciatrici di Artemide.
Aveva un sorrisetto beffardo sul viso, mentre si avvicinava.
-Bene Percy… la tua abilità nel cacciarti nei guai non è andata persa, a quanto pare!-
-Veramente io stavo semplicemente salendo su per la collina e poi dritto al campo quando mi hanno attaccato quelle due!- mi giustificai, alzandomi e sorridendo mentre mi ripulivo i vestiti. Lei roteò gli occhi, con un sorrisetto ironico.
-E’ un piacere rivederti, Tals- aggiunsi, sorridendo.
-Piacere tutto tuo Percy, sbrigati a raccogliere le tue cose. andiamo immediatamente, prima che arrivi qualcos’altro ad attaccarci!- ordinò lei, facendo qualche passo in direzione del campo.
Non esitai neanche un istante: andai a prendere immediatamente Vortice e la ritrasformai in penna, dopo di che presi lo zaino ed il resto dei bagagli che avevo abbandonato accanto alla macchina. Ed infine, mi misi a cercare a terra la collanina per Annabeth. Grazie agli dei, la ritrovai e me la rimisi in tasca, cercando di ripulirla. Talia non era cambiata per niente, anzi forse stare con le cacciatrici aveva addirittura peggiorato il suo atteggiamento verso gli uomini.. anche se, lei ha un carattere scontroso già di suo. In ogni caso, mi fece piacere rivederla, senza contare che mi aveva appena salvato le chiappe da quelle due Furie. Volevo dirle del loro discorso, ma attesi, avrei preferito farlo in un posto più sicuro e poi avrei preferito dirlo prima a Chirone. Forse c’entrava qualcosa con qualche piano, ma (come sempre) non ero riuscito a capire bene di che cosa si trattasse.
Finalmente riuscimmo ad arrivare al Campo. Talia, intanto, mi spiegava che lei si trovava da quelle parti perché era di guardia… non aveva certo perso le vecchie abitudini. Infatti quando aveva sentito l’urlo della Furia si era precipitata a vedere cosa succedesse e appena aveva avuto una buona visuale aveva scoccato la freccia. Le chiesi poi com’era la vita da Cacciatrice e lei mi disse che era proprio come l’aveva sognata, e che adorava le sue sorelle cacciatrici.. Camminammo per la foresta e raggiungemmo, finalmente!, l’ingresso del campo. Era esattamente come lo ricordavo… se non meglio. Vidi che c’era molto movimento, e riuscii a notare delle nuove costruzioni… probabilmente le nuove case per i ragazzi. Lei era tranquillissima e camminava piano accanto a me, mentre io sembravo uno stupido impaziente di rivedere tutti quanti i miei amici. Appena arrivai all’entrata del campo, vidi una chioma bionda ed abbastanza scompigliata corrermi incontro. Indossava una maglietta arancione, quella del campo, e dei jeans ed attaccati ad essi aveva un cappellino degli Yankis abbastanza sgualcito. Era Annabeth, la mia migliore amica, nonché ragazza al momento. Era una figlia di Atena quindi non sapevo bene come i nostri genitori l’avrebbero presa però… diciamo che a noi non importava, io volevo solo stare con lei e lei con me.
Quando la vidi arrivare gettai quasi i bagagli a terra ed allargai le braccia, stringendola forte. Aveva un odore buonissimo e quando appoggiavo la mia testa fra i suoi capelli era come se i neuroni mi fondessero. L’abbracciai fortissimo a me e poi, senza nemmeno pensarci, quando ci ritrovammo faccia a faccia, la baciai sulle labbra. Sperando sempre che non si vergognasse… anche se… in fondo eravamo fidanzati, quindi tecnicamente l’avrei potuta baciare quando volevo. Però non l’avevo mai fatto in mezzo a così tanta gente… Quel momento sembrò durare una vita, non riuscivo a capire per quanto tempo siamo stati in quel … Fu solo quando Grover mi tirò uno spintone che mi fece quasi cadere che mi staccai da lei.
-Ciao Annabeth!- dissi. Cavolo, che stupido. Prima la baci e poi..?
-Ciao Testa d’Alghe, ti stavo proprio aspettando!- mormorò lei,abbassando lo sguardo, leggermente imbarazzata.
-Si l’ho notato… -sorrisi- ed eccomi qua finalmente.. non vedevo l’ora di arrivare!-
-Com’è andato il viaggio?- mi chiese, sorridendomi dolcemente.
-Tutto okay, solite cose, mia madre che mi pregava di non morire, io che le assicuravo che non mi sarei cacciato nei guai, due furie che mi hanno attaccato non appena sono sceso dalla macchina, cose normali insomma!-
-Cosa? Due furie ti hanno attaccato quando sei sceso dalla macchina? Quindi qui vicino al campo?- esclamò lei, spalancando gli occhi, colta di sorpresa.
-Si esattamente, ma niente di preoccupante sto bene tranquilla, la prima l’ho fatta fuori senza problemi…-
-Si e poi sono dovuta intervenire io per salvarti le chiappe perché lo aveva immobilizzato ed aveva Vortice a chilometri di distanza!- si intromise Talia, sorridendo.
-Era tutto calcolato, avevo un piano perfetto… tanto entro qualche secondo mi sarebbe riapparsa la spada nella tasca!- borbottai seccato
-Peccato che tu non l’avevi qualche secondo!- ribatté sarcastica la Cacciatrice.
-Non importa comunque, sono arrivato e sono qua, sto bene e non ho problemi di nessun tipo!- aprii allora le braccia mostrando che stavo bene e che avevo tutte le parti del corpo al loro posto.
-Certo che non hai perso le vecchie abitudini eh?- chiese Annabeth, alzando gli occhi al cielo.
-EHI! non è colpa mia davvero, non sono io che vado alla ricerca di mostri!-
-Ovviamente. Io lo so Percy… non devi scusarti con me!- fece lei, sorridente, mentre mi aiutava a portare le mie cose in cabina.
-Dov’è Grover?- Chiesi dopo un po’, curioso. non l’avevo visto, mentre attraversavamo il campo.
-Grover è andato a recuperare tutti quei ragazzi semidei… quelli che a quanto pare si trovavano tutti insieme!-
-Ma come li hanno scoperti?-
-Uno dei satiri, mentre era in missione, scoprì che il suo semidio si era trasferito di scuola… così si trasferì pure lui. Durante un progetto scolastico, che comprendeva gite e cose del genere, si è ritrovato immerso nei semidei fino al collo.-
-Strana come cosa…- ammisi allora
-Molto strana! Chirone stesso sta iniziando ad indagare, e non vede l’ora che arrivino per potergli parlare!-
-Ovviamente, ma è andato solo?- chiesi
-Non completamente, parte delle Cacciatrici, che per ora stanno qua e si sono offerte volontarie per andare, altri due satiri erano con lui, quindi diciamo che sono apposto al momento!- rispose, scrollando le spalle. -Bene speriamo che arrivino presto!- conclusi, sorridendo.
Intanto entrammo nella mia Cabina dove mi aspettava un’altra grandissima sorpresa. Infatti, intento ad armeggiare con delle molle e dei svariati pezzi di ferro, seduto sul suo letto, c’era Tyson. Quando mi vide arrivare, balzò in piedi urlando:
-Percy!!! Fratello!-
E mi venne ad abbracciare, cercando involontariamente di stritolarmi.
-Ehi Campione! come stai?- chiesi mentre cercavo di non essere soffocato
-Io bene, tu? –
-Benissimo Tyson… ora per favore potresti mollarmi che mi stai incrinando due costole?- chiesi ridendo, e quello mi lasciò immediatamente andare. Era un poco di tempo che non lo vedevo anche se ci video chiamavamo utilizzando l’Iride Phone a ogni occasione.
-Oh si scusa!-
-Tranquillo. comunque cioè che mi racconti? non ti vedo da un bel po’, com’è andato il lavoro nelle fucine dei ciclopi nel regno di Poseidone?- chiesi allora mentre gettavo le mie cose sul letto e mi sedevo, imitato da Annabeth.
-Tutto bene, solite cose cioè lavoriamo e lavoriamo, papà poi ci viene a trovare ogni tanto. è divertente!- rispose sorridendo.
-Capisco, beh d’ora in poi avrai nuovamente il tuo fratellastro a disposizione per tutta l’estate quindi rassegnati!-
-Che bello sono contento che state assieme!- saltò su Tyson, senza che c’entrasse niente. A quelle parole sia io che Annabeth arrossimmo di botto, distogliendo lo sguardo.
-Grazie Tyson sei gentile!- mormorò Annabeth.
-Oh ma è verità questa!- rispose lui, venendoci ad abbracciare.
-Davvero grazie fratello!- sorrisi a mia volta, ricambiando l’abbraccio di gruppo.
Da quando ormai Crono era stato distrutto tutto sembrava tornato alla normalità, le attività si svolgevano regolari al campo e nessuno aveva più troppa paura di quello che c’era. Poi il ritorno clamoroso di Luke aveva un minimo risollevato gli animi, alla fine lui ci aveva aiutato a distruggerlo. Però ammetto che ero realmente preoccupato da questa cosa perché non sapevo ancora bene cosa Annabeth provasse per lui. Erano da sempre stati amici, lei gli voleva bene, fin troppo… però alla fine aveva scelto me, grazie agli dei.
Mentre quel turbine di pensieri mi iniziava ad affollare la testa, sentii delle urla fuori dal campo. Ma non erano urla di rabbia o cose simili, erano semplicemente urla di felicità o di gioia. Travis Stoll passò davanti alla porta e si fermò.
-Su famigliola felice! Andiamo, sono appena arrivati i nuovi ragazzi, su sbrigatevi! e voi piccioncini, chiudete a chiave le porte quando siete soli!- detto, anzi urlato, questo, si volatilizzò scappando e correndo nella direzione degli altri.
Tyson allora uscì di corsa dalla stanza ridendo. Annabeth invece era furiosa, voleva realmente ammazzarlo… e io pure. Però, cercai di non farci caso più di tanto. In effetti, mi avevano avvertito che tutti quanti avrebbero ironizzato sulla coppia… un poco come si faceva in generale. C’era anche Clarisse con Chris poi che erano forse la coppia più strana che potesse esserci sulla faccia della terra ma erano felici, quindi contenti loro. Però, nessuno osava ironizzare su Clarisse… non davanti a lei, perlomeno.
Io e Annabeth ci dirigemmo verso la porta, ma poco prima la fermai. -Annabeth aspetta un attimo, ti avevo preso una cosa…- mormorai imbarazzato mentre prendevo dalla tasca la collana a forma di civetta. Gliela mostrai, facendole spalancare gli occhi dalla sorpresa
-Percy, è meravigliosa non dovevi!- riuscì solamente a dire, troppo felice per parlare.
-Beh l’ho vista ed ho pensato a te!-
-Ma è una civetta, il simbolo di mia madre! Oh, è un pensiero meraviglioso!- esclamò, rigirandosela fra le mani, stupita. L’avevo sorpresa. Fantastico.
-Sono davvero felice che ti piaccia… Avevo rischiato di perderla nel bosco, ma grazie agli dei l’ho ritrovata.- esclamai contento, mentre l’aiutavo a indossarla. Sebbene avesse la collana del campo, voleva metterla subito. Quando finalmente riuscii ad agganciarla, la sfiorò con la punta delle dita e si girò, dandomi un leggero bacio sulla guancia
-Grazie di tutto Percy Jackson!- mi sussurrò dolcemente all’orecchio.
Poi dopo quel momento romantico, diciamo, andammo in mezzo alla folla che si era appena formata al centro del campo sul pavimento in marmo. In mezzo a quella grandissima confusione intravidi i fratelli Stoll che aveva già iniziato a fare scherzi qua… e che quando mi videro con Annabeth non poterono fare a meno di ridere e di imitarci. Grazie al cielo, lei non li vide perché se no sarebbe partita all’attacco, poco ma sicuro. Poi davanti alla folla si erigeva la figura possente di Clarisse. Aveva i capelli sciolti e la sua solita bandana rossa a coprirle il capo. Indossava anche lei la solita maglietta del campo e quando mi vide si limitò a borbottare un:
-Sei arrivato allora Pivello!-
Okay, stranamente era di buon’umore forse perché era con Chris che le teneva la mano. Ormai da quando lei l’aveva salvato dal Labirinto erano diventati inseparabili, soprattutto grazie all’aiuto del signor D che aveva curato la sua pazzia. Osservai gli altri e continuavo a scorgere facce conosciute che mi sorridevano e mi salutavano. Ormai da quando avevo diciamo, salvato il Campo, L’Olimpo ed il mondo, tutti mi trattavano in maniera diversa, anche se non volevo. In disparte dietro a tutti invece appoggiato ad una parete della casa grande c’era Luke. Il mio ex nemico. ormai era tornato al campo in maniera permanente e voleva dimostrare, grazie a questa seconda opportunità, di essere cambiato. Aveva i capelli biondi scombinati ed il suo solito sorrisetto sghembo tipico dei figli di Hermes. Suo padre era stato felicissimo di riaccoglierlo fra le sue braccia, dopo tutto quello che avevano passato. Quando mi vide, anche lui si avvicinò dicendo
-Ehi ciao Percy, bentornato!-
Era strano vederlo così normale, però cercai di superare l’assurdità della cosa.
-Ehi, grazie Luke, come va?- chiesi a mia volta sorridente mentre mi scostavo i capelli dagli occhi. Annabeth era ferma immobile, non proferiva una parola e guardava ostentatamente verso Chirone. Non avevo idea se si fossero già parlato, se avessero chiarito o che so io. -Tutto bene… diciamo solo un poco preoccupato per tutti questi nuovi arrivi!-
-Come mai?- chiesi, curioso.
-Beh quelli indeterminati dovranno venire a stare da Hermes… quindi avremo un bel po’ di casino da gestire e non so come se la caveranno gli Stoll!- ci spiegò allora, sorridendo appena.
-Ah, beh, si certo… ma dai, non penso che saranno così tanti! e poi tranquillo, se la caveranno benissimo!-
-Lo voglio sperare…- mormorò allora accennando un sorriso.
-Per il resto come stai Luke?- chiese Annabeth, parlando per la prima volta.
-Bene. tu invece Annabeth?- rispose lui, un po’ seccamente.
-Benissimo grazie!- fu la risposta di Annabeth, sullo stesso tono del figlio di Ermes.
Okay, non avevano chiarito. Beh, meglio così, no? Continuai a guardarmi in giro e poi sentii che si iniziò a levare un leggero brusio di voci qui e li. Con Annabeth e Tyson ci scambiammo un’occhiata leggermente perplessa, eravamo in fondo quindi non riuscivamo a vedere molto bene quello che succedeva, ma sentii dei ragazzi urlare
-Eccoli sono loro, sono appena arrivati!-
Cercavamo di rimanere silenti per non farci riconoscere, certo poteva sembrare una cosa normale l’arrivo di alcuni semidei al campo, ma l’arrivo di una dozzina di questi ragazzi, beh quello si che iniziava a suonare abbastanza strano, così anche noi iniziammo a farci spazio fra la folla ed andammo a vedere i nuovi arrivati.

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Capitolo 2
*** Scopro che la famiglia si allarga ***


Erano circa una dozzina i ragazzi che arrivarono al campo, a metà fra lo spaventato e l’esaltato. C’erano ragazzi e ragazze di tutte le età: sembravano andare dagli otto anni, ai diciotto. Tutti si guardavano intorno curiosi. Nessuno di noi osò parlare e restammo tutti quanti in silenzio a fissarli. Anche loro si dovevano sentire in imbarazzo… insomma, non era facile per nessuno sapere da dei ragazzi capra che si era figli di uno degli dei dell’Olimpo, che si pensava essere leggenda fino a poco prima.
Non sapevo bene come mai erano tutti quanti assieme, anzi nessuno riusciva ancora a capirlo… però eccoli li davanti a noi, dei nuovi semidei.
Finalmente, gli altri ragazzi del campo iniziarono a parlare con qualcuno di loro… uno degli Stoll che stava cercando di parlare, o meglio, ci stava provando con una delle nuove arrivate. Classico. Proprio davanti a loro vidi arrivare Grover, con un sorrisetto stampato in faccia. Indossava il suo completo… diciamo “mimetico”: nello zaino teneva le gambe finte e poi aveva anche vestiti normalissimi. Quando arrivò non ebbe nemmeno il tempo di parlare che immediatamente Juniper gli saltò addosso abbracciandolo fortissimo. La ninfa era completamente innamorata di lui, si vedeva benissimo, e per sua fortuna lui ricambiava completamente. Accanto al mio amico c’erano altri due satiri che, sempre con un sorriso sulla bocca, andavano a salutare i rispettivi amici e compagni. C’erano anche un paio di ragazze, delle Cacciatrici di Artemide che si erano offerte volontarie per andare a recuperare i “nuovi”. Alcuni dei nuovi arrivati non smettevano di togliere gli occhi di dosso a tutte le ragazze, mentre alcune ragazze si guardavano intorno vispe, altre invece tenevano lo sguardo basso, quasi terrorizzate.
Stavamo per andarci a parlare anche noi ma, in quel momento, sentimmo un rumore di zoccoli alle nostre spalle. Ci voltammo, sorridendo. Avrei riconosciuto ovunque la voce di Chirone, che intimava ad alcuni ragazzi di lasciarlo passare. Era nella sua forma mitologica, quella che preferiva quando era al campo, perciò i nuovi rimasero ad osservarlo scioccati.
Subito dietro di lui ecco che arrivava con aria decisamente annoiata Dionisio, meglio conosciuto come il Signor D. Indossava una delle sue solite tutine ed aveva i capelli scombinati sul viso. Osservava tutti i ragazzi con aria scocciata e, quando mi vide, alzò gli occhi al cielo, come se non potesse credere che fossi già lì. Mi scambiai un’occhiata con Annabeth ed entrambi dovemmo soffocare una risata per evitare che ci sentisse e ci chiudesse in una bottiglia di vino. Quando giunsero vicino ai ragazzi nuovi, tutti quanti indietreggiammo e ci zittimmo in meno di un secondo. -Benvenuti ragazze e ragazzi, so che siete spaventati, volete scappare o ancora non riuscite a crederci ma è così, voi siete dei semidei…- iniziò Chirone… poi guardò i nuovi arrivati in faccia e aggiunse, notando il loro sconcerto: –Oh tranquilli ragazzi, io sono Chirone, direttore delle attività del campo, e si sono un centauro!- Ecco, Ora invece erano realmente affascinati ma nessuno di loro osò spiccicare una parola comunque.
-E lui invece è il direttore del Campo, il Divino Dionisio!- aggiunse Chirone, indicandolo indicandolo.
A quelle parole, alcuni ci restarono realmente secchi, altri invece cercavano di trattenersi dalle risate. Una ragazza con i capelli castani lunghi intrecciati ed una bionda invece con i cappelli un poco più corti della prima soffocarono delle risatine, allontanando lo sguardo; un’altra ragazza invece con i capelli anch’essi castani guardava affascinata e sembrava avere voglia di fare mille domande. Alcuni ragazzi invece continuavano a guardare il Dio cercando di mostrare il loro autocontrollo.
Il Signor D allora si schiarì la voce e disse:
-Si benvenuti ragazzini, beh come ha detto Chirone, questo è il Campo Mezzosangue e voi siete figli degli Dei. Quest’estate farete molte attività tipo allenarvi e cose da “eroi” come alcuni le definiscono… Ora però vediamo di sbrigarci.- disse senza sprizzare troppa allegria mentre con i suoi occhi viola li osservava uno ad uno. Intanto camminava avanti ed indietro davanti a loro sollevato da terra di qualche centimetro… Probabilmente lo faceva per sembrare più alto. O forse per non sporcarsi le scarpe.
-Allora, ora ognuno di voi verrà qua e si presenterà così vedremo anche di chi siete figli!- disse Chirone mentre camminava, per poi dare una pacca sulla schiena ad uno dei ragazzi nuovi. Annabeth era muta accanto a me con le braccia incrociate. Si girò verso di me, gli occhi grigi che luccicavano di curiosità
-Secondo te di chi sono figli?- chiese.
-Non ne ho la più pallida idea, davvero…- risposi a mia volta
-Mmh… guardali, poverini, sembrano preoccupati!-
-Ti ricordo che anche io quando sono arrivato ero terrorizzato-
-Si lo so, è normalissimo infatti. Ma quello che mi lascia perplessa è: come facevano tutti questi semidei ad essere insieme?- chiese, quasi retorica, guardando prima me e poi i ragazzi là davanti. Da parte mia, ero troppo concentrato sui suoi occhi per darle una risposta sensata.
-Non lo so, se vuoi appena si liberano di D. possiamo andare a parlargli per vedere chi sono e come mai erano tutti insieme!-
-Grazie Testa d’alghe!-
-E’ sempre un piacere Sapientona!- esclamai sorridente mentre ritornavo ad osservare i nuovi arrivi. Vidi le facce degli altri compagni, anche loro erano leggermente storditi da questa cosa ma alla fine poteva soltanto fare piacere avere dei nuovi fratelli.
-Okay perfetto ragazzi chi vuole iniziare allora a presentarsi?- chiese Chirone, rompendo il silenzio che si era creato.
Sentii intanto uno dei due fratelli Stoll che disse all’altro:
-Scommetto due dracme d’oro che una delle ragazze more è figlia di Atena…-
-Io invece dico che quella bionda è figlia di Hermes!- rispose sorridendo astutamente l’altro.
Chi più chi meno, si iniziò a fare scommesse e un leggero brusio si levò dalla folla.
-Ragazzi per piacere, i nuovi compagni forse si sentono in imbarazzo se continuate a fissarli così!- ci rimproverò Chirone –Vi pregherei chi ha da fare di tornare alle proprie attività, grazie!-
Chiaramente nessuno prese troppo alla lettera le parole del centauro infatti soltanto alcune figlie di Afrodite che si annoiavano se ne andarono; per il resto gli tutti noi altri restammo. Le cacciatrici poi erano tutte riunite da una parte, con Talia in prima fila, con le braccia conserte sotto al petto ed il suo sguardo blu elettrico che osservava i ragazzi con attenzione. Vidi che ogni tanto divagava con lo sguardo ed andava a finire su Luke, ma lui forse parve non accorgersene, o meglio fingeva di non accorgersene perché, a sua volta, ogni tanto si perdeva a guardare la figlia di Zeus.
-Okay allora ho capito che devo scegliere io, tranquilli toccherà a tutti quanti!- decise Chirone, iniziando a camminare avanti ed indietro.
I ragazzi cercarono di indietreggiare, ma niente, lui fu più veloce di loro. Scelse una ragazza, con i capelli chiarissimi quasi tendenti al bianco, che avrà avuto circa quindici anni. Lei capì di non avere alternative e, tremante, fece due passi avanti. Indossava una gonnellina celeste ed un top coordinato, aveva i lineamenti fini e degli occhi abbastanza chiari.
-Salve signorina, come ti chiami?- le chiese il signor D, piuttosto educatamente per i suoi standard.
-K.. Kendra Malfoy!- ammise lei, facendo uscire una voce abbastanza tremante.
-Bene Kendra, benvenuta al Campo Mezzosangue, allora dobbiamo soltanto capire chi è il tuo genitore Divino!- esclamò Chirone dandole una pacca sulla spalla. Generalmente avveniva da solo però non penso che, in quel momento, con tutti quei nuovi da determinare, si potesse permettere alle cose di evolversi da sole come si faceva solitamente.
-Okay, okay, questo è un caso speciale, sono troppi i marmoc… volevo dire i ragazzi da essere smistati e siccome Hermes non riuscirebbe a prendersi tutti questi indeterminati, per questa volta vi darò una mano io ad essere riconosciuti!- borbottò il Dio abbastanza scocciato.
-Perfetto, era proprio quello che volevo proporre!- concluse Chirone, sorridendo.
Annabeth a quelle parole si voltò verso di me e disse
-E’ la prima volta che Dionisio aiuta i ragazzi ad essere determinati dai loro genitori!- esclamò a bocca aperta.
-Davvero? Non era mai successo?- chiesi a mia volta
-No. E’ incredibile!- esclamò, mordendosi il labbro per l’euforia.
-Bene allora tu hai una madre o un padre Divino, e bla bla bla… solite cose, poi te le farai raccontare dai tuoi amici. Comunque non è detto con sicurezza che verrete determinati, anche con il mio aiuto ci sono alcuni casi che sono piuttosto difficili! Ora dammi la mano, stringi e vediamo che succede-spiegò D, piuttosto sbrigativamente.
Kendra sembrava un po’ più sicura e gli strinse la mano, cercando di sembrare il più possibile tranquilla. Il Dio gliela strinse, poi socchiuse gli occhi.
In quel preciso momento sopra la testa della ragazzina apparve una luce prima debole e poi sempre più intensa mentre un Caduceo prendeva forma. Ermes.
-Vieni qua sorellina, benvenuta nella cabina numero undici!- urlò Connor Stoll, per farsi sentire in mezzo all’applauso della cabina 11.
-Tranquilla non mordiamo mica! questa sera, ovviamente, festa in onore della nostra nuova sorella!- aggiunse suo fratello Travis.
Chirone li guardò malissimo prima ma poi vedendo la faccia entusiasta della ragazza sospirò e fece semplicemente spallucce. Se non l’avessimo conosciuto, avrei detto che si sarebbe vendicato sui due fratelli durante qualche allenamento. La ragazzina si diresse quasi saltellando dagli altri figli di Hermes che continuavano ad applaudire.
Chirone iniziò nuovamente a guardare i ragazzi nuovi ma, prima che lui potesse chiamare qualcuno, una ragazza con i capelli ramati e gli occhi nocciola si fece avanti.
-Posso andare io? Cioè… devo fare in fretta così mi vado a riposare che sono stanchissima!- mormorò con una voce delicata e Chirone annuì, sorridendo.
-Oh si perfetto così si fa, come ti chiami quindi?- chiese.
-Violet, Violet Woods!- si presentò la ragazza, facendo un sorriso. Era aggraziata ed anche piuttosto carina (non dite ad Ann che l’ho pensato!); andò subito dal Signor D che accennò un sorrisetto ma poi tornò annoiato in viso
-Va bene bambolina, sbrighiamoci che non vorrei fare notte perché abbiamo una partita ancora aperta!- Alzai gli occhi al cielo. Ovviamente si riferiva alle partite a pinnacolo che faceva sempre con Chirone.
Lei gli porse la mano e il dio ripeté la procedura della prima volta, stringendogliela e chiudendo gli occhi.
Dopo qualche secondo una cascata di cuori iniziò a scendere sulla testa della ragazza. Beh, ovviamente si trattava di una figlia di Afrodite. Le altre ragazze, capeggiate da Silena, le andarono incontro sorridenti, accompagnandola verso la loro cabina.
-Troppo scontato…- mormorò Grover alle mie spalle. Feci un salto in avanti per lo spavento, dato che non l’avevo sentito arrivare
-Già hai ragione Grover, si vedeva lontano un miglio…- annuì Annabeth mentre si voltava a guardare il satiro.
-Perché, chi ti aspetti di trovare, in mezzo a questi ragazzi?- chiesi allora curioso
-Non ne ho la più pallida idea, davvero! sono troppi ed i loro odori sono tutti confusi e mescolati quindi non riuscirei a riconoscere niente!- mi spiegò il mio amico.
-Beh allora aspetteremo e vediamo che cosa salta fuori…- mi strinsi nelle spalle, sorridendo tranquillo.
-Ah e ragazzi volevo dirvi che gli Stoll danno tre a due che una delle bionde è figlia di Apollo, volete puntare anche voi?- chiese Grover mostrandomi il suo migliore sorriso divertito.
-Grover non ci credo, quei poverini devono scoprire chi è il loro vero genitore e quei due scemi giocano a fare scommesse!- esclamò Annabeth, scuotendo la testa esasperata.
-Dai, è solo un modo divertente per rompere il ghiaccio!- cercai di farla ragionare, sorridendo.
-Se osate scommettere anche voi due, vi rompo io qualcosa in testa!- mi minacciò quella “dolcezza” della mia ragazza.
-Okay okay, calma nessuno rompe niente a nessuno chiaro?!- fece Grover, ammutolendo subito dopo. Intanto, Chirone aveva scelto un altro ragazzo.
Questo tipo aveva i capelli neri che gli ricadevano leggermente sugli occhi, la postura rigida, fin troppo rigida, e lo sguardo abbastanza serio che fissava il centauro.
-Allora ragazzo il tuo nome?- chiese Chirone gentile
-Frederick Schwarz a rapporto, signore!- disse quello, scattando sull’attenti.
-Tranquillo, Frederick non siamo mica nell’esercito!- esclamò il centauro, nascondendo un sorrisetto
Quello allora cercò di trovare una postura non rigida, ma non ci riusciva, era davvero più forte di lui. Disse di avere sedici anni, ma era inquietante in qualche modo. Si avvicinò al il Signor D che, questa volta con riluttanza, gli strinse la mano, e sopra la testa del ragazzo apparve una lancia incrociata con una spada rossa fuoco.
Ares. Mistero dell’aura negativa risolto. Tutti i figli di Ares mettevano timore. Clarisse teneva la mano a Chris ma la lasciò immediatamente incrociando le braccia sotto il petto e applaudendo in maniera seria. Frederick allora fece un sorrisetto e poi prese le sue cose e la stessa capocabina l’accompagnò verso la cabina numero cinque.
Cominciavamo tutti ad esaltarci seriamente, con tutte quelle nuove presentazioni.
Venne chiamata poi un’altra ragazza con i capelli rossi ed il viso allegro che stava sorridendo a tutti. Si presentò come Roxie e si scoprì che anche per lei il suo genitore Divino era Ares. La ragazza manco sapeva chi fosse Ares, e così a Clarisse, che era appena tornata dalla cabina, toccò di spiegarle tutta la storia di loro padre .
Toccava ad un’altra ragazza che si fece avanti tremante sospinta da Chirone. Aveva i capelli castani che le cadevano lisci sulle spalle e gli occhi chiarissimi quasi tendenti al grigio. Ad Annabeth scintillarono gli occhi, ma rimase in silenzio, in attesa.
-Avanti ragazza, vieni avanti non fare la timida!- le disse Chirone. Così quella avanzò di qualche passo e si ritrovò quasi al centro del Campo.
-Allora come ti chiami e quanti anni hai- la incitò.
-Mi chiamo Alexandra Jackson ed ho sedici anni!- balbettò spaventata. Ehi, aveva il mio stesso cognome! Chissà che non fossimo parenti… Improbabile, però. In fondo, Jackson è abbastanza comune. Sembrava spaventata ma il nostro maestro cercò di farle forza e la mandò da D che la squadrava dalla testa ai piedi e poi disse, in modo annoiato:
-Mmh andiamo dai, porgimi la mano e vediamo che succede!-
Alexandra allora porse la sua mano destra e chiuse gli occhi impaurita. Annabeth lanciò un urlo di gioia: sopra la testa della ragazza era appena apparsa una civetta che splendeva di un celeste chiarissimo misto all’argentato. Atena, la madre di Annabeth. Quest’ultima mi guardò sorridente, gli occhi che le sembravano quasi d’argento per quanto scintillavano.
-Percy, è una figlia di Atena!- esclamò contentissima, saltellando sul posto, senza alcuna intenzione di trattenersi. Le sorrisi dolcemente, abbracciandola: era bello vederla così felice.
-Ho capito, avanti valla ad abbracciare, io rimango qui a guardare gli altri!-
-Mi raccomando Testa d’Alghe, cerca di non farti riconoscere come al tuo solito!- mi fece l’occhiolino e mi diede un bacio sulla guancia, prima di avviarsi verso la sua nuova sorella. Appena arrivata, abbracciò Alexandra poi la accompagnò verso la cabina numero sei.
Mi sedetti per terra con Grover, per osservare il resto dello smistamento, quando Luke ci raggiunse.
-Annabeth sembrava felice…- disse rompendo quel silenzio e passandosi una mano fra i capelli
-Già, chiunque sarebbe felice di avere una nuova sorella- ribattei amaramente.
-Dai amico, alla fine non è così male essere l’unico in cabina…-
-Lo dici perché non l’hai provato!-
-Lo dico perché vivo con dozzine di persone… fra i vari figli di Hermes e tutti gli indeterminati è un vero e proprio manicomio quella cabina, prima o poi gli Stoll faranno saltare in aria quel posto me lo sento!- disse Luke in un tono che non ero sicuro si potesse definire divertito, mentre osservava davanti a sé.Beh… In fin dei conti non aveva tutti i torti non era il massimo essere così tanti in una cabina, ma non era bello nemmeno essere solo, visto che Tyson non c’era quasi mai.
-Bene qualcuno di voi vuole scommettere su quel tipo biondo?- saltò su Grover, cambiando completamente argomento.
-Grover ti ricordo le parole di Annabeth…- risposi, anche se la proposta mi tentava.
-No grazie ho già scommesso sulla bambina!- rispose Luke, scuotendo la testa.
-Bambina quale bambina?- domandammo io e Grover in coro, guardandolo.
-Quella bambina penso sia la più piccola…- disse indicando ora realmente una bambina in mezzo a quei ragazzi che pian piano andavano diminuendo.
Chirone la chiamò proprio in quel momento e quella si fece avanti saltellando. Aveva i capelli castano chiaro lunghi, molto lunghi e gli occhi verdi e la carnagione chiarissima.
-Wow poi posso farmi un giro sulla tua schiena?- chiese innocentemente a Chirone.
Chirone rimase leggermente spiazzato da quelle parole, ma sembrò non farci troppo caso.. doveva capitargli spesso con i semidei più piccoli.
-Dopo vediamo! Allora, come ti chiami piccolina?- chiese sorridendo.
-Io non sono piccolina, io sono grande eh! ho otto anni!- esclamò quella, suscitando una leggera risata fra i ragazzi
-Oh ottimo allora…-
-Beh comunque mi chiamo Amber Queen, però tutti quanti mi conoscono con il nome di Bambi, quindi dovete chiamarmi anche voi così!- aggiunse con sicurezza la piccoletta. Era schietta e decisa la bambina, mi stava già simpatica.
-Perfetto. allora Bambi per piacere vuoi andare là così vediamo chi è il tuo genitore divino?- chiese cordialmente Chirone, indicandole Dionisio. Quella sempre saltellando si avviò dal Dio e disse
-Cioè ma lei è davvero Dionisio il Dio del vino? Cioè perché indossa questa brutta tuta, e perché è così annoiato nello stare qua?- chiese con la sua vocina quasi innocua. A quelle parole il Signor D sgranò gli occhi e poi guardò Chirone che gli fece cenno di stare calmo e gli sussurrò:
-Ha solo otto anni, è piccola non sa bene quel che dice!-
-Ma non è vero so benissimo quel che d…- stava dicendo allora Bambi, firmando la propria condanna a morte, ma fortunatamente Chirone le tappò la bocca appena in tempo. Dionisio le afferrò la mano e la strinse, socchiudendo gli occhi.
Nessuno si aspettava che in testa le spuntarono una serie di rose rosse con delle rigogliose foglie verdi. Questo era il simbolo di Demetra. Le foglie si attorcigliavano fra di loro come i rampicanti e la bambina iniziò ad urlare dalla gioia, saltellando come un canguro impazzito.
-Allora avevi indovinato?- chiesi a Luke.
-No purtroppo: pensavo fosse figlia di Atena, prima che aprisse bocca sembrava più timida!- disse allora quello ridendo mentre tutti quanti la guardavamo andare a prendere le sue cose e portarle verso la sua cabina.
Intanto il numero dei ragazzi iniziava a diminuire piano piano, ora fu la volta di un ragazzo alto e ben proporzionato con i capelli castani e gli occhi azzurri che si presentò come Zackary Efron.
Quando arrivò al centro del campo, fece un sorrisetto a delle figlie di Afrodite che erano accorse per guardare e quelle lanciarono degli strilletti degni di un gruppo di fangirls.
-Già questo tipo non mi piace!- mugugnò Grover, incrociando le braccia.
-Solo perché quelle figlie di afrodite non fanno così con te non significa che non è simpatico lui…- provai a farlo ragionare, guardandolo.
Zack, intanto, se ne stava praticamente in posa là in mezzo, mentre Chirone gli chiedeva le stesse cose che aveva chiesto a tutti.
-Bene Zack, sei mio figlio, bene ti devo realmente stringere la mano?- chiese il Signor D sbuffando. Una serie di bocche si spalancarono per la sorpresa.
-Di.. dici sul serio? Papà abbracciamoci!- esclamò quello sorridente mentre cercava di abbracciare il Dio, che ovviamente sgranò gli occhi e si fece abbracciare per due secondi precisi, forse anche meno.
-Bene ora non fare troppo il sentimentale vai nella tua cabina e divertiti!- lo congedò velocemente, con un cenno della mano.
Mentre Zack andava alla sua cabina, molte ninfe e ragazze iniziarono a seguirlo con aria sognante: non solo era un bel ragazzo, ma anche figlio del capo del campo al momento. Poi andò un altro ragazzo un tipo biondino con gli occhi azzurri, anche lui sembrava carino, o almeno questo era quello che sembravano pensare le ragazze, visto che lo fissavano imbambolate.
-Kendal, Kendal Flame signor Chirone!- si presentò, sorridendo.
Chirone a sua volta gli sorrise e disse
-Benvenuto al campo giovane Kendal, su vai e vediamo!-
Il ragazzo avanzò di qualche passo verso il Signor D che inarcò un sopracciglio quando lo vide e, sorridendo leggermente, gli strinse la mano e chiuse gli occhi. Tutti quanti ci aspettavamo di vedere qualcosa, ma non successe niente. Non apparve nulla sopra la sua testa. Kendal stesso rimase un poco deluso in quel momento ma fece spallucce e se ne andò verso gli Stoll che gli andarono incontro spiegandogli la situazione per bene. Lo guardammo allontanarsi tranquillamente. Beh, ecco il primo indeterminato. Venne poi chiamata una ragazza dai capelli castani mossi, che aveva legati in una treccia lunga fino a metà schiena. Aveva gli occhi verde chiarissimo ed un sorrisetto stampato sulla faccia, salutò l’amica bionda che era ancora in mezzo al gruppo e si diresse al centro del campo. Tutti quanti la guardavano silenziosi mentre Chirone le chiese:
-Allora Benvenuta al campo, come ti chiami ragazza? E quanti anni hai?-
-Mi.. mi chiamo Katniss Gilbert, ed ho diciassette anni…- rispose lei facendo un sorrisetto. Intanto si guardava intorno con aria divertita.
-Bene, allora Katniss, benvenuta, ora per favore vai dal Divino Dionisio che così cerchiamo di vedere di chi sei figlia…- mormorò ora poggiandole una mano sulla spalla mentre l’accompagnava.
Lei sembrava tranquilla ma il leggero rossore in viso faceva capire che non era proprio come voleva far credere. Mentre camminava, notai che indossava dei pantaloni neri stretti ed una maglietta a maniche corte sopra. Il dio la guardò ed inarcò un sopracciglio.
-Bene allora, dammi la mano e vediamo…- mormorò allora mentre senza che lei potesse replicare. Infatti le prese la mano e fece lo stesso rituale come aveva fatto con tutti.
Anche la ragazza socchiuse gli occhi quasi terrorizzata, ma li riaprì quasi subito.
Eravamo tutti senza parole. Io, più di tutti gli altri, rimasi senza fiato a quella vista, Grover aveva la bocca spalancata e Luke non preferiva parola. Eravamo tutti intenta a fissarla. Anche lo stesso Chirone sembrava abbastanza sotto shock. Dionisio invece era la con un sorrisetto stampato sul viso. Katniss, invece, non capiva il perché tutti la fissassero.
-Eh ma che succede? Benissimo scommetto di essere ancora senza genitore… Fantastico!- esclamò, sarcastica, roteando gli occhi.
Ma non era così: sopra la sua testa, che risplendeva, c’era il simbolo del tridente, in celeste e verde. Era esattamente lo stesso simbolo che era apparso sulla mia testa e su quella di Tyson. Mi alzai in piedi, cercando di mettere in ordine le idee. Avevo davanti a me una figlia di Poseidone e, di conseguenza, una sorella.
-Veramente, signorina, siete appena stata determinata dal vostro paparino...- disse il Signor D, divertito.
-Da… davvero?- così quella alzò lo sguardo e lo vide anche lei il simbolo che continuava a splendere mentre pian piano svaniva.
-Benvenuta al campo Katniss Gilbert figlia di Poseidone!- esclamò Chirone dandole un colpetto sulla spalla. Quella era senza fiato, e così anche metà campo, alcuni iniziarono ad applaudire altri a mormorare, ed io invece rimasi la come un’ebete a fissarla. Non mi era mai passata per la testa l’idea che potessi avere una sorella, ma eccola la davanti a me. Così, spinto da Grover e Luke, mi diressi da lei cercando di sembrare tranquillo, ma avevo un milione di domande da farle.
Quando ci trovammo faccia a faccia Chirone le disse: -Bene Katniss, lui è tuo fratello, Percy mi raccomando vedi di trattarla bene… ora andate in cabina così le mostri tutto!- mi fece allora l’occhiolino e finalmente, guardai la ragazza da vicino. Beh, in effetti la somiglianza c’era: occhi verdi, capelli scuri, abbronzatura..
-Beh, piacere di conoscerti, Perce… posso chiamarti Perce? Beh, io sono Katniss, ma chiamami Kat. Quiiiindi… siamo fratelli?
-Già. E di nuovo benvenuta. Sai, non mi aspettavo di avere una sorella.- risposi, sorridendo..
-Grazie! cioè sono davvero felice di avere un fratello, certo per un momento ho temuto che mia madre fosse Afrodite, cioè non ho niente di male contro Afrodite per carità, però non sono di certo la tipa che va in giro con tacchi e rossetti vari, dico mi hai vista?- domandò allora Katniss tutto d’un colpo, a quanto pare non era così timida e parlava pure parecchio.
-Oh si, no tranquilla niente rossetti o cose del genere nella mia.. voglio dire nostra cabina!- risposi, leggermente confuso da quel parlare a macchinetta.
-Perfetto cioè sono davvero felice, e dimmi siamo solo noi due come figli di.. Poseidone?- chiese, piegando la testa di lato.
-No c’è anche Tyson è un ciclope ed è anche nostro fratello!-
-Non ci credo un ciclope come fratello? E’ una cosa fortissima! Sum morirà d’invidia quando le dirò di Tyson!- esclamò ora mentre si voltava a guardare il gruppo di ragazzi che ancora erano là.
-Sum?- chiesi non capendo. Chi era Sum?!
-Oh Si Sum, è la mia amica, quella la, la tipa bionda che non smette di ridere!-
-Ah va bene, allora vogliamo andare nella cabina o…- stavo per dirle qualcos’altro ma quella nuovamente iniziò a parlare
-Percy, ti prego so che forse ti annoia ma, per favore, possiamo rimanere per vedere quando tocca a Summer? Cioè penso che a momenti tocchi a lei sono rimasti in pochi!- mi chiese, spalancando gli occhi e unendo le mani in un gesto di implorazione.
-Si certo che possiamo rimanere!- sorrisi, facendo quindi una deviazione in direzione di Grover e Luke.
Grover ci venne subito incontro con un sorriso a trentadue denti stampato sulle labbra.
-Katniss benvenuta!- esclamò sorridendole.
-Ehi! Tu non sei uno di quei ragazzi metà capra che ci sono venuti a prendere con quelle tipe fortissime?- ovviamente si riferiva alle cacciatrici, che se ne stavano sempre in posizione in prima fila ad osservarci. Talia, quando mi vide alle prese con quel tornado che era la mia nuova sorella, sembrò farmi un leggero sorriso per poi alzare gli occhi al cielo.
-Il ragazzo capra ha un nome ed è Grover Underwood! – saltai su sorridendo e facendo le dovute presentazioni.
-Piacere di conoscerti allora Grover!- esclamò lei tendendogli la mano e continuando a sorridere.
Intanto Chirone prese un altro ragazzo con i capelli scuri e che di nome faceva Kevin Parkes. Si scoprì essere un figlio di Afrodite e quello ne parve particolarmente felice infatti andò saltellando dalle altre ragazze. Dopo toccò ad altri due ragazzi di cui uno venne dichiarato figlio di Efesto, mentre l’altro indeterminato e quindi andò ad unirsi ad Ermes ed ai fratelli Stoll, che continuavano ad applaudire ad ogni minima cosa pur di creare scompiglio.
Subito dopo questi due fu il momento dell’amica di Kat, quella che aveva chiamato Sum. Chirone infatti la scelse e quella avanzò piano verso il centro del campo. Sembrava tesa, come un poco tutti ed aveva lo sguardo basso coperto del ciuffo dei capelli biondi che le ricadevano lisci sulle spalle. Indossava una camicia a quadretti rossa e dei jeans e così Chirone le pose le domande di rito:
-Allora ragazza benvenuta, come ti chiami e quanti anni hai…-
-Mi.. mi chiamo Summer Williams ed ho diciassette anni… - il tono della voce era gentile ma allo stesso tempo eccitato.
-Ottimo, piacere di conoscerti allora Summer, per favore vieni avanti così vediamo quello che succede!- esclamò quello ora mentre le sorrideva. Katniss si voltò a guardarmi e disse
-Ecco ora tocca a lei, guardala vorrebbe iniziare a fare mille domande ma si sta trattenendo!-
Intanto Summer aveva fatto dei passi verso il Signor D e così quando si trovarono faccia a faccia disse:
-Wow, sembra grandioso possiamo farla anche noi questa cosa del volare?- chiese immediatamente spalancando gli occhi alla vista di Dionisio parecchi centimetri sollevato da terra
-No, voi non potete ragazzina, ora per piacere dammi la mano così la facciamo finita ed andiamo a riprendere la partita…- borbottò quello seccato mentre le tendeva la mano. Allora la ragazza facendo un leggero sorriso porse incerta la mano verso di lui. Quello l’afferrò e rimase qualche secondo a guardarla e poi fece un sorrisetto e fece spallucce. Chiuse gli occhi violacei e tutti quanti attendemmo con ansia. Katniss quasi si metteva a saltare dall’agitazione, mentre io ero tranquillo e ascoltavo vagamente gli Stoll continuare a scommettere sulla ragazza in questo momento.
Restammo li per quasi trenta secondi, ma non successe niente. Niente apparve sulla sua testa. Quasi tutti rimasero delusi da quell’evento a partire dalla stessa ragazza che alzò la testa ma non vide niente. Il sorriso di Katniss svanì lentamente, come se mia sorella non ci volesse credere.
-Beh sarà per la prossima volta ragazzina!- disse il signor D.
-Ci conti!- mormorò quella con tono basso, sembrava aver perso quelle che erano le sue ultime speranze. Intanto, Travis e Connor le andarono incontro sorridenti e baldanzosi.
-Allora verrai a stare con noi da Ermes per ora piccola!- disse Connor
-Come mi hai chiamato, scusa?!- chiese quella inarcando un sopracciglio.
-Tranquilla non ti facciamo del male promesso!- esclamò Travis mentre la prendevano a braccetto e la portavano con loro.
Summer sembrava davvero spaesata così Katniss si alzò di scatto e si avvicinò a lei. Seguii l’esempio di mia sorella ed anche Grover ci seguì. Intanto Luke aveva raggiunto gli Stoll che sembravano iniziare a cercare di far scommettere la ragazza e cercava di fermarli un minimo. Le due amiche, quando si videro si abbracciarono come se non si vedessero da mesi, anzi direi anni.
-Sum, mi dispiace tantissimo davvero, non m’immaginavo che saresti rimasta indeterminata!- esclamò Kat, ancora abbracciata all’amica.
-Tranquilla Kat, già ho capito che la permanenza con questi qua mi piacerà!- esclamò ora l’amica con un sorriso.
-Si ne sono sicura, ah piacere non mi sono presentata, io sono Katniss!- disse ora mia sorella verso Travis, Connor e Luke. Quelli a loro volta si presentarono alle ragazze.
-Piacere di conoscervi io sono Summer invece!-
-Allora abbiamo una nuova ospite quindi ragazzi vedete di andare a sistemare un poco!- esclamò Luke verso i due che si misero a ridere e risposero in coro
-Contaci, noi andiamo a vedere se ne arrivano altri!- E così restammo il gruppetto di prima più le due ragazze che sembravano elettrizzate all’idea di essere qua
-Oh Summer ti presento un mio fratello! lui è Percy!-
-Piacere!- dissi ora sorridente mentre le tendevo la mano. Quella me la strinse e disse
-Piacere mio Percy, io sono Summer Williams!- rispose quella con tono allegro.
-Io invece sono Grover, e sono un satiro e non un ragazzo capra!- esclamò intromettendosi mentre sorrideva come uno stupido.
-Okay fortuna che me l’hai detto perché ti stavo proprio per chiamare in quel modo!-
-Ma che diavolo avete contro i satiri non ne avete mai visto uno?!- chiese lui fingendosi indignato.
-Senti noi fino a questa mattina non avevamo idea di essere quello che siamo…- saltò su Kat.
-Si eravamo convinti che ci stessero portando ad un campo estivo, cioè questo lo è se non ho capito male, ma non in uno dove ci sono gli Dei dell’olimpo!- aggiunse Sum.
-Tecnicamente non ci sono gli Dei qua…- dissi io azzardando le spiegazioni.
-Ah si è quello la che mi prendeva per i fondelli chi è? Un tizio che è legato a dei lacci invisibili che ti fa piovere cose varie sulla testa?!- chiese ironica la bionda, mentre Kat annuiva, incrociando le braccia sul petto e rivolgendoci un’occhiata di sfida. Oh, dei. Queste due sono una vera impresa.
-Oh si lui è un Dio, ma è anche il capo del Campo, ora vi spieghiamo tutto!- dissi mentre le due si guardavano e ridevano.
Intanto venne chiamata un’altra ragazza bionda questa fu determinata immediatamente anche perché era figlia di Apollo, Ashley Blaze. Per il dio del sole, ogni occasione per mettersi in mostra era buona.
Avevamo quasi finito ormai con i ragazzi, quattro soli non erano stati determinati e poi il resto invece si. Tutte le cabine erano euforiche per i loro acquisti che avevano appena fatto e Chirone capì che era meglio lasciarci il resto del pomeriggio libero per far sistemare i nuovi arrivati. Così Summer si diresse con Luke verso la cabina numero undici di Ermes, dalla quale provenivano più voci del solito, mentre io Katniss e Grover ci dirigemmo verso la cabina numero tre.

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Capitolo 3
*** Torno ad allenarmi ***


Arrivato davanti alla cabina ci scambiammo entrambi una rapida occhiata ed allora io le sorrisi cercando di farle coraggio, quella annuì e Sali le scale in pietra. Aveva con se due zaini piedi di roba proprio come tutti gli altri, fortunatamente erano attrezzati per la permanenza in quel posto. Già gli altri erano entrati nelle loro rispettive cabine e mormorai non sapendo il perché della sua incertezza domandai:
-Ti, ti senti bene Katniss?-
Quella mi guardò e scosse la testa dicendo -Come l’hai presa tu?-
-In che senso?- chiesi leggermente incerto.
-Come hai preso il fatto di essere figlio di Poseidone?-
-Oh all’inizio non volevo crederci poi, mi ci sono abituato, tranquilla non è una cosa negativa, di negativo c’è solo il fatto che c’è sempre qualcosa che cercherà di mangiarti… ma per il resto è ok!- dissi con un sorriso stampato sulle labbra.
-Qualcosa che cerca di mangiarti?-rispose con un altro interrogativo Katniss guardandomi con gli occhi sgranati.
-Si ma tranquilla, ad esempio oggi quando sono arrivato c’erano due Furie che hanno…-
-Due FURIE?- chiese quella alzando la voce di parecchi toni. Non riuscivo a capire se fosse spaventata o altro.
-Si, due furie, avresti preferito due Minotauri?- chiesi ironico fissandola a mia volta.
-Ma è una cosa, grandiosa, davvero non riesco a crederci ancora che tutto questo sia vero!- rispose quella allora allargando le braccia verso il cielo per poi sorridermi.
-Già anche io all’inizio non riuscivo a crederci!-
-Avanti non vedo l’ora di farmi un giretto ti prego, fratellino? Posso chiamarti fratellino?- disse lei ora prendendosi le sue cose ed iniziando a salire le scale velocemente non lasciandomi nemmeno il tempo di rispondere. Allora feci spallucce e la seguii entrando dentro.
Prima di uscire non avevo lasciato molto ordine, anzi avevo gettato tutte le cose sul letto e poi ero scappato con Annabeth per vedere i ragazzi nuovi e non avevo avuto tempo di sistemare niente. Intanto c’era ancora Tyson la dentro che era fin troppo intento a cercare di aggiustare qualcosa ma non riuscii a capire cosa, ed allora quando Katniss lo vide lasciò cadere le cose a terra si voltò con la faccia pallida ed il volto serio e mi disse:
-L.. lui è Tyson?- domandò con un filo di voce.v Intanto mio fratello aveva alzato il grande occhio verde verso di noi e ci fissava non capendo bene cosa ci facesse lei qui. Così risposi a mia volta
-Si è lui… beh Tyson ti presento Katniss, la nostra nuova sorella!-
Lui balzò in piedi con un sorriso a trentadue denti ed andò ad abbracciarla, lei invece che inizialmente sembrava spaventatissima allargò le braccia ed urlò.
-Ho un fratello meraviglioso!- ed allora si lasciò abbracciare.
Tyson non smetteva di farle domande e di toccarle la treccia mentre aiutava a sistemare le cose in uno dei letti vuoti che c’erano all’interno della cabina. Io li aiutai tranquillamente, sembrava che fossimo una reale famiglia.
-E’ meraviglioso davvero, cioè ho sempre pensato che ci fosse qualcosa di sbagliato in me, ed invece ero così solo perché ero figlia di Poseidone!- esclamò quella gettandosi sul suo nuovo letto senza nemmeno disfare i bagagli. Quello capii che era ovviamente un vizio di famiglia.
-Ti capisco anche io all’inizio avevo problemi, poi ho scoperto di essere un semidio, ed i problemi si sono triplicati lo ammetto, ma è una cosa meravigliosa!- dissi sedendomi a terra davanti a lei.
-Tranquillo, io adoro cercare di risolvere i problemi, poi non ho mai avuto due fratelli quindi sono davvero troppo eccitata all’idea di quello che possa accadere-
-Tu hai i capelli lunghi!- esclamò Tyson sorridente mentre continuava a studiarla attentamente.
-Si ho impiegato molto tempo a farli allungare!- esclamò la ragazza.
-Belli io pure!- esclamò lui toccandosi i suoi nella speranza che crescessero, ma così non fu. Intanto io e Kat scoppiammo a ridere per il suo fare.
-Dimmi Kat hai una famiglia?- chiesi allora curioso.
Okay era strano avere una sorella, sapevo che sarebbe successo prima o poi, intanto avevo Tyson ma no era un vero e proprio semidio, anzi lui non lo era proprio, ma lei era diversa, era proprio come me.
-Beh non proprio, cioè mia madre mi ha abbandonata quando avevo tre anni, quindi non ricordo nulla di lei…-
-Ti ha abbandonata?- chiesi leggermente scioccato.
-Aveva un cancro ai polmoni, non sono riusciti a curarglielo, ma è stato meglio così mi hanno detto tutti, ora so che starà sicuramente meglio!- ammise mentre abbassava lo sguardo.
-Scusa davvero non volevo, non avevo idea…- dissi scusandomi.
-Tranquillo Percy, ormai è passato tantissimo tempo, ed io nemmeno la conoscevo bene quindi è meglio così, però se devo essere sincera la mia famiglia è Summer!- rispose quella accennandomi un sorriso.
-Davvero come mai?- chiesi curioso allora.
-Entrambe ci siamo ritrovate dopo un poco nello stesso collegio o orfanotrofio, chiamalo come vuoi, e da li abbiamo fatto sempre tutto insieme compresa la scuola!-
-Capisco, a proposito come mai eravate tutti nella stessa scuola?- domandai per cercare di capire come mai era successo tutto quello.
-Boh giuro non ne ho idea, un giorno sono venuti a dirci che volevano me e Sum nella loro scuola, dai deplian sembrava prestigiosa e ci hanno offerto di stare la quindi abbiamo abbandonato l’orfanotrofio e ci siamo buttate, arrivate li abbiamo visto che non eravamo solo noi ma c’erano anche altri ragazzi di altre età, e quando passi la maggior parte del tuo tempo in un orfanotrofio non ti fai molte domande sul perché e sul come mai hanno scelto te per essere la!- esclamò ora quella guardandomi seria.
-Quindi anche voi non sapete perché, la cosa ci è sembrata troppo strana generalmente massimo due semidei insieme si riescono a trovare, ma da dodici in su qualche dubbio inizia a sorgere!- spiegai allora a mia volta.
-Noi siamo un’eccezione allora, figo!-
-Si dai, ma la cosa non promette bene, erano dei Lestrigoni quelli che vi tenevano sotto sorveglianza e soprattutto dove vi volevano portare?-
-Ci avevano detto che ci avrebbero portato in un campo estivo o qualche gita non ricordo bene, e poi mentre camminavamo sul bus arrivano i ragazzi capra e quelle Cacciatrici con l’arco ed iniziano a combattere contro l’autista e gli insegnanti, dopo un poco quelli si polverizzano e ci portano qua!- mi raccontò brevemente lei.
-E qua siete stati determinati, ma non pensare che qua le cose saranno facili, cioè ci sono allenamenti con la spada, arrampicate sulle pareti con la lava c’è la foresta, la è pericoloso, molto pericoloso!-
-Dai non vedo l’ora davvero di vederlo tutto questo sembra meraviglioso!- disse lei con aria sognante.
-E lo è davvero!- ammisi a mia volta ora sorridendole.
Continuammo a parlare per parecchio tempo, lei volle sapere tutto di me, così partii dal principio e le raccontai di Crono, di tutto quello che era successo, del fatto che prima Talia fosse un albero, di come Luke ci aveva traditi, aveva ospitato nel suo corpo il signore dei Titani e poi si fosse liberato di lui, di come Nico mi odiasse inizialmente, ma poi alla fine siamo diventati per così dire amici. Le raccontai di tutto realmente e lei non smetteva di fare domane e poi mi chiese anche se avessi qualche amica particolare, in maniera sottintesa mi chiedeva se avessi la ragazza, ed io cominciai a divagare su Annabeth. Le dovevo proprio far conoscere le due, così pensai che a cena sarebbe stata un’ottima occasione d’incontro, anche se non potevamo cenare insieme. Le cercai di spiegare alcune cose sulle tradizioni che dovevamo rispettare e cose del genere, cioè le dissi tutto quello che sapevo sul campo.
Finalmente quando vidi dalla finestra che il sole stava per tramontare capii che era arrivato il tempo di andare a mangiare, alla fine non avevamo nemmeno pranzato quindi tutti quanti la dentro iniziavamo a sentire il nostro stomaco borbottare. Lasciammo tutte le cose nella cabina ed uscimmo entrambi sorridenti e ci dirigemmo in mezzo a tutta quella gente verso il centro del campo. Alcuni non la smettevano di guardarci mentre altri, tipo Clarisse sbuffavano quando ci videro passare. Ricordo che il primo giorno Clarisse voleva uccidermi, spero che non vada a finire così anche con Katniss. Arrivati nella sala, il nostro tavolo ovviamente era vuoto c’erano soltanto le cose da mangiare poggiato su di esso. Vidi Annabeth che era già arrivata parlare con Alexandra una delle sue nuove sorelle mentre continuava ad indicare vari punti del campo. Quando mi vide arrivare mi fissò ed accennò un sorrisetto per poi rivolgersi nuovamente ad Alexandra. Come sempre ognuno doveva stare al suo tavolo ed i nuovi arrivati sembravano essersi ambientati. Ovviamente il tavolo più rumoroso come spesso succedeva, era quello di Hermes, che fra nuovi arrivati e nuovi indeterminati creava una vera e propria tribù.
Katniss vide subito Summer che era seduta fra Travis Stoll, che continuava a fare casino con Connor seduto al suo fianco, e Luke dall’altro lato, con il quale parlava molto tranquillamente. Quando ci videro arrivare Summer alzò la mano immediatamente scostandosi il ciuffo dagli occhi, mentre Luke si limitò a fare un cenno con la testa. Katniss stava per andare da loro ma sia io che Tyson la fermammo immediatamente portandola al nostro tavolo e solo dopo che ci sedemmo dissi
-Kat non puoi andare, queste sono le regole!-
-E le regole sono fatte per essere infrante, cioè tu le hai infrante sempre da quello che mi hai detto!- mi rimbeccò lei.
-Si ma non devi iniziare già dal primo giorno se no il Signor D finisce per odiarti come me…-
-Il Signor D?- chiese lei inarcando un sopracciglio prendendo una manciata di patatine nel piatto.
-Si Dionisio lo chiamiamo Signor D… -
-Oh sembrava un tipo simpatico…- mormorò lei allora.
-Si simpatico come un cubetto di ghiaccio nelle mutande!- esclamai ironico a mia volta.
Non eravamo mai andati d’accordo con D, anzi lui faceva finta di odiarmi però alla fin fine cercava di aiutarmi con tutti i guai che avevo. Durante la cena apparve Chirone che ci annunciò l’orario per domani, ci divise in gruppi in base alle varie Cabine quindi domani mattina avremmo avuto un nuovo allenamento di corpo a corpo e poi con la spada. Le cabine per quella mattina sarebbero state Poseidone, Hermes, Atena e Demetra. Non avevo idea in base a cosa le avesse fatte, ma sapevo che era una buona cosa perché avrei rivisto Annabeth. Nel pomeriggio invece avremmo avuto una lezione di tiro con l’arco giusto per iniziare a vedere come c’è la cavavamo. Io ero negato quindi odiavo abbastanza quel tipo di lezioni. Solo la scherma ed il corpo a corpo mi riuscivano a far concentrare realmente.
Dopo cena finalmente ci riunimmo tutti quanti attorno al falò, siccome con Katniss e Tyson eravamo usciti abbastanza tardi dalla cabina per andare a cena, già attorno al falò c’erano molti ragazzi. Subito intravidi Annabeth seduta e la raggiunsi di nascosto andandola ad abbracciare da dietro. Quella in un primo momento si stava per voltare a darmi un schiaffo, dato che non vedeva chi ero, poi appena mi vide arrossì lasciandosi abbracciare a dicendo
-Oh sei tu stavo per darti un colpo…-
-Si sono io, e si l’ho visto che eri partita per mollarmi uno schiaffo!- le sussurrai all’orecchio.
-Non l’avrei mai fatto…- mi rispose sorridente.
-Invece ricordo che non hai assolutamente problemi a lanciarmi addosso libri o darmi colpi senza motivo!-
-Dai sono solo dimostrazioni d’affetto Testa d’Alghe!-
-Come dici tu Sapientona, non ho la forza di contraddirti!- esclamai a mia volta donandole un leggero bacio sulla guancia. Così mi andai a sedere accanto a lei davanti al falò e le dissi subito di Katniss.
-Si l’avevo sentito, davvero non potevo crederci Percy, è una cosa meravigliosa!- esclamò ora più euforica di me.
-Già, cioè quando ho visto il tridente, poi parla un sacco ma è simpatica è… è mia sorella!- dissi a mia volta guardandola negli occhi.
-Sono contenta che tutto va per il meglio Percy, adoro tutto questo e sento che sarà un’estate indimenticabile!- ammise ora lei mentre si guardava in giro.
-Vieni che te la presento!- proposi allora alzandomi immediatamente senza darle un preavviso e tenendola per il polso portarla da mia sorella che era intenta a parlare con la sua amica.
Le due quando ci videro arrivare sorrisero leggermente e così dissi per rompere il ghiaccio:
-Ehi Katniss, Summer, vorrei presentarvi Annabeth, Annabeth loro sono Katniss e Summer!- dissi facendo goffamente le presentazioni. Le tre si scambiarono occhiate tipiche delle donne intimorite e poi sorrisero.
-Piacere di conoscerti Annabeth io sono Katniss Gilbert, ma puoi benissimo chiamarmi Kat, e sono la sorella di Percy!- disse lei tenendole la mano.
Annabeth sorrise a sua volta e poi strinse la sua mano cercando di non sembrare impacciata.
-Piacere mio io come ha detto Percy, sono Annabeth Chase figlia di Atena!-
-Io invece sono Summer Williams, figlia di… non so chi però forte, Atena non è la dea della Sapienza?- domandò la bionda sorridente.
-Piacere di conoscerti Summer, comunque si mia madre è la dea della Sapienza e della strategia militare!- rispose lei con un sorriso orgoglioso ora stampato in faccia.
-Percy mi ha parlato tanto di te… di tutte le avventure che avete avuto e poi quindi se non ho capito male siete fidanzati!- rispose mia sorella guardando prima me e poi lei.
-Anche Luke mi ha parlato di te, mi ha detto che voi siete stati grandi amici, tu ed anche una certa Talia che ancora non so bene chi sia!- disse Summer invece.
-Davvero anche Luke ti ha parlato di me?- domandò Annabeth a metà fra il sorpreso ed il curioso.
-Perché tutti quanti parlano di te Annabeth?!- chiesi allora sarcastico sedendomi a terra accanto a lei.
-Forse perché abbiamo contribuito a salvare il campo Testa d’Alghe?!- rispose lei ironica.
-Dai se voi due volete fare i piccioncini possiamo benissimo lasciarvi da soli!- propose ora Summer guardandoci con un sorrisetto sghembo.
-Si dai Sum, forse è meglio se li…- stava continuando Kat.
-No tranquille ragazze, non vogliamo fare i piccioncini!- protestò Annabeth ridendo mentre si scostava un ciuffetto di capelli dietro le orecchie.
-Oh posso dirvi che state davvero bene insieme?!- disse Kat guardandoci e poi guardando Sum che annuiva.
-Si proprio una bella coppietta, esattamente come noi Kat!- disse lei invece andando ad abbracciare Katniss imitando una sorta di abbraccio e bacio fra ragazze.
Sia io sia Annabeth non riuscimmo a non ridere, erano simpatiche tutte e due insieme. Mi faceva piacere che andassero d’accordo, soprattutto che Annabeth le trovasse simpatiche e non si odiassero come avvolte accadeva fra ragazze.
Restammo la tutto il resto della serata mentre i figli di Apollo cantavano le loro canzoni del campo, poi fummo intrattenuti da un duetto di ballo fra Summer e Katniss che si cimentarono con i fratelli Stoll nella danza irlandese dato che uno dei nuovi ragazzi arrivati aveva origini irlandesi. Ammetto che diedero spettacolo, ma quello spettacolo divertì e soprattutto ci intrattenne piacevolmente per il resto della serata. Dopo tutti i vari saluti della buona notte io e mia sorella andammo a coricarci in cabina. Il giorno dopo non sarebbe stata un passeggiata così le consigliai di dormire tranquillamente.
La mattina seguente ci alzammo tutti quanti di buon’ora, anzi non era stato proprio così infatti, mentre io dormivo beatamente sentii una voce pimpante iniziare a chiamarmi fino a quando non iniziai a dare segni di vita. Quando aprii gli occhi vidi che c’era Katniss con la treccia che le pendeva da un lato, i vestiti già messi, ed un sorrisetto quasi angelico stampato sulla faccia. Era pimpante, forse fin troppo.
-Avanti su svegliati dormiglione, sono le otto ed abbiamo un nuovo giorno davanti e soprattutto un nuovo allenamento!- esclamò alzandosi dal letto dove era seduta ed iniziando a saltellare per la cabina.
-Ma a che ora ti sei alzata per essere già pronta?!- riuscii soltanto a dire a quella vista.
-Percy ti dovrò insegnare un poco di cose sulle donne, loro si svegliano molto presto per prepararsi ed anzi questo è niente, quando c’è qualche festa, li si è una cosa piuttosto complicata!-
-Bene…-
Dopo quelle semplici parole sospirai, leggermente addormentato ancora, e mi alzai andandomi a preparare. Tyson si svegliò qualche minuto dopo di me, però sarebbe rimasto in cabina per continuare il suo lavoro con gli arnesi. Finalmente quando mi misi dei pantaloncini e la maglietta arancione del campo, io e Kat uscimmo da li. Anche a lei ne erano state date alcune perché dovevamo indossarle. Erano tutte arancioni con la scritta davanti “Campo Mezzosangue”. Infatti all’interno del campo vi erano solo persone o con questa maglietta o in armatura. Io avevo la mia armatura ma la tenevo conservata, generalmente si usa per le battaglie o qualche Caccia alla bandiera, che speravo non sarebbe tardata ad arrivare.
Uscendo allora vidi che già c’era molto movimento per il campo, infatti i figli di Ares avevano iniziato a fare degli allenamenti extra di prima mattina, e fra quelli riconobbi il nuovo arrivato Frederick oltre agli altri, con Clarisse in testa a tutti che abbaiava ordini. Poi vi erano i figli di Apollo che con i loro archi si dirigevano alle arene con i bersagli, oppure anche i figli di Afrodite che capeggiati di Silena si dirigevano verso il laghetto per andare a fare due passi. Insomma era una giornata normalissima come le altre.
Arrivammo all’arena centrale dove facevamo gli allenamenti e li trovammo già un bel po’ di gente che era riunita sugli spalti ed anche a terra. Chirone ancora non era arrivato quindi avevamo un poco di tempo per noi. Immediatamente mi vennero incontro Summer con Annabeth che prima erano intente a parlare, erano entrambe bionde solo che una aveva gli occhi grigi ed i capelli molto chiari, l’altra invece aveva i capelli dorati più tendenti al castano che al giallo e gli occhi nocciola. Avevano entrambe un sorrisetto sul volto così dissi:
-Buongiorno ragazze!-
-Giorno Percy!- disse Annabeth abbracciandomi.
-Ciao Percy!- disse invece Summer con uno sbadiglio che ovviamente contagiò pure me.
-Com’è andata la tua notte la?- chiese subito Katniss intromettendosi mentre ci guardava tutti quanti.
-E’ stata grandiosa, cioè prima quando siamo arrivati la dentro c’è di tutto nel vero senso della parola, hanno la play station, la wii, una tv gigante e così ci siamo messi a giocare un poco tutti quanti. Poi dopo che Luke si è andato a coricare, perché prima non voleva, gli Stoll mi hanno portato fuori e mi hanno spiegato come si accende una macchina senza la chiave, poi Luke ci ha visti e ci ha mandati a dormire, ed indovina?! Ho dormito in un sacco a pelo!- esclamò ora tutto d’un fiato Summer. Già la cabina numero undici era sempre molto movimentata, forse fin troppo, ma era una sistemazione di passaggio quella.
-Ha dormito in un sacco a pelo, Percy, perché noi non abbiamo dormito in un sacco a pelo?- mi chiese allora Katniss con una faccia triste.
-Perché forse abbiamo i letti?- risposi facendo spallucce, ma mi beccai solo un colpo alla spalla da parte sua.
-E soprattutto perché non abbiamo una play station in camera!- domandò nuovamente mia sorella delusa mentre guardava me.
-Non penso che l’abbiano ottenuta legalmente quella consolle…-
-Si mi hanno detto che Chirone non ne sa niente!- aggiunse Summer con aria innocente.
-Ovviamente c’era da aspettarselo da quei due!- sospirò Annabeth ridendo.
-Alla fine dovevo trovare dei vantaggi dell’essere indeterminata no?!-
-Mhm okay questa te la faccio passare Sum, ma appena andare a riaccendere la macchina senza chiavi, chiamami!- esclamò ora Kat sorridente mentre le gettava un braccio intorno al collo.
Intanto Luke era seduto a terra con gli occhi socchiusi intento a cercare di prendere un poco di sole, anche se sembrava difficile che si riuscisse ad abbronzare con quella carnagione pallida che aveva. Tutti quanti ci dirigemmo verso il centro dell’arena ed in quel momento arrivò Chirone galoppando. Lui era sveglissimo ed aveva il suo solito sorriso dietro la barba, stampato sul volto. Indossava l’armatura ed era in veste di centauro. Si andò a mettere proprio al centro dell’arena e tutti quanti ci alzammo per andare a vedere quello che dovevamo fare.
-Allora buongiorno ragazzi, vi siete trovati bene? Ovviamente ai nuovi arrivati, ma anche ai vecchi appena tornati..-disse lui sorridente mentre mi fece l’occhiolino e così sorrisi a mia volta.
-Bene allora oggi vediamo intanto di fare un allenamento corpo a corpo, non so se sapete come si fa, il primo o la prima che atterra l’altro diciamo si aggiudica l’incontro!- ci spiegò Chirone, non tanto per noi che già lo sapevamo ma tanto per gli altri che si guardavano cercando bene di capire.
-Okay, come facciamo con le coppie?- chiese Annabeth da parte di tutto il gruppo attirando l’attenzione su di se.
-Dovreste stare mischiati ovviamente, così poi i nuovi possono anche fare amicizia con gli altri!- esclamò il centauro guardandoci uno ad uno. Io ed Annabeth ci scambiammo un’occhiata rapida, sperando che capitassimo insieme come quasi sempre succedeva.
Chirone allora iniziò a dire ad alta voce le coppie che aveva già fatto la sera precedente. Katniss venne assegnata subito a Travis Stoll, e la cosa non sembrava disturbarla affatto anzi, penso che quei due si ritrovarono, infatti iniziarono a scherzare immediatamente; l’altro fratello Stoll, Connor, andò a finire invece con Alexandra Jackson la sorella di Annabeth. Quella leggermente incerta e tremante si avvicinò a lui che se la prese sotto braccio quasi come se ci stesse provando con lei; Annabeth invece venne assegnata al ragazzo nuovo indeterminato Kendal, quello le fece un sorrisetto quando la vide arrivare. Non mi piaceva più tanto quel tipo. Poi venne chiamata la bambina che parlava sempre Bambi che venne assegnata a Luke che inizialmente l’accolse con un gran sorriso, poi quando capì che non avrebbe smesso di fargli domande alzò gli occhi verso il cielo sperando di essere fulminato da Zeus. Io invece venni messo in coppia con Summer. Okay era l’unica cosa positiva, almeno la conoscevo quindi non dovevo spaventarmi di chi mi trovavo davanti. Con quella ci guardammo e ci scambiammo una rapida occhiata d’assenso e ci andammo a posizionare in una zona dell’arena distanziati dagli altri. Tutti quanti tendevano a parlare poco dato che Chirone voleva che ci concentrassimo al massimo.
-Beh allora sai come funziona il combattimento corpo a corpo?- chiesi curioso incrociando le braccia al petto.
-Oh si vince chi stende prima l’altro!- disse lei con un sorrisetto sulle labbra.
-Più o meno, comunque si lo scopo è quello alla fin fine-
-Bene mi è sempre piaciuto fare queste cose…- aggiunse ora lei prima che il nostro insegnante iniziasse nuovamente a parlare prima che tutte le coppie fossero fatte. Abbastanza vicino avevo Katniss che rideva con Travis mentre gli dava colpi sulla spalla in maniera scherzosa.
-Allora ora che le coppie sono fatte, bene iniziate a provare ad atterrare l’avversario!- disse Chirone parecchi toni di voce più alto, mentre dava il via per quell’allenamento.
Io e Summer ci guardammo e ci sistemammo l’una davanti all’altro. Mi misi in posizione di difesa come mi avevano insegnato, e lei fece lo stesso, si mise nella mia stessa posizione in maniera speculare. Teneva i capelli sciolti che le ricadevano sulle spalle e si vedeva che in viso era concentrata. Me l’ero sempre cavata nel corpo a corpo ed anche negli allenamenti con la spada, speravo davvero di non farle troppo male e così sempre quando ebbi il suo consenso con un cenno del capo partii all’attacco, cercando di mollarle un colpo alla spalla, ma quella con mia grande sorpresa per la velocità si spostò immediatamente lateralmente evitando il mio colpo. Feci qualche passo in avanti e quella pure allontanandosi da me. Mi guardò quasi incredula del colpo e poi si rimise in posizione di difesa.
-Brava sei stata veloce a scansarti!- esclamai facendole un complimento.
-Grazie, e tu troppo lento a cercare di colpirmi- rispose quella ironica ricambiando il sorriso.
Sospirai ma sorrisi per la battuta così questa volta decisi di attaccare senza darle preavviso. Tentai nuovamente un colpo alla sua spalla come la prima volta, e di nuovo quella si scansò, però mentre lei si spostava provai a colpirla ora con l’altro braccio mirando al suo collo. Summer però con mia grande sorpresa alzò il braccio sinistro dove stavo per colpirla e deviò il mio colpo e prima che potessi rendermene conto mi diede un colpo sulla spalla sinistra molto forte che mi fece fermare. Il colpo era così ben assestato che realmente riuscì a farmi cadere, infatti persi l’equilibrio ritrovandomi con il sedere a terra. Quando caddi a terra sentii lei che subito disse:
-Scusami davvero non volevo farti cadere, cioè volevo però non volevo…-
-Ma, wow!- esclamai realmente estasiato dalla rapidità e dalla forza della mossa –Non devi scusarti era questo lo scopo- dissi divertito.
-Si però penso di averti fatto un poco male…- disse lei ora accennando un sorriso mentre si avvicinava a me porgendomi una mano per aiutarmi ad alzarmi. Le strinsi la mano ed allora mi alzai.
-Però, complimenti per la mossa davvero ben assestata!- le dissi a mia volta mentre mi pulivo i vestiti.
-Grazie anche la tua era bella, solo che come ti dicevo, troppo lenta!-
-Ma dove hai imparato una cosa del genere?- domandai curioso.
-In orfanotrofio, sai devi imparare a difenderti se vuoi sopravvivere in un posto de genere…- ammise lei facendo spallucce come se fosse una cosa normale.
-Beh quello più che altro mi sembrava un vero e proprio attacco…-
-Okay forse un pochino lo era!-
-Un pochino?!- domandai ironico a mia volta – mi hai fatto cadere all’indietro con un solo colpo, cavolo se era un attacco, sembrava una delle mosse di Karate Kid!-
-Va bene era un poco fatto apposta ma comu…- stava dicendo lei mentre continuava a guardarmi, però il suo discorso venne interrotto da Chirone che arrivò galoppando verso di noi con un sorrisetto stampato sul volto e disse immediatamente fermandosi.
-Ho visto che hai fatto un bel volo Percy!-
-Già…- dissi secco verso di lui. Avvolte gli piaceva prendermi in giro.
-E tu signorinella, Summer giusto? Hai dato un colpo con i fiocchi e senza aver mai fatto allenamento!-
-Grazie, Chirone!- esclamò allora la bionda sorridente mentre incrociava le braccia al petto soddisfatta.
-Si sa colpire davvero bene mi piace, scommetto che te la caverai bene anche con la scherma!- dissi a mia volta dandole una pacca sulla spalla.
-Scherma? Quindi useremo anche le spade?- chiese ora lei sgranando gli occhi ed iniziando a saltellare dalla felicità.
-Si, ma adesso poche chiacchiere e più lavoro voi due, su!- esclamò ora Chirone passando in mezzo a noi per poi continuare a vagare per l’arena andando a controllare i ragazzi. Vidi infatti che Katniss stava facendo a pugni molto stile sumo con Travis che continuava a darle corda cercando di scappare da lei, così quella disperata lo rincorreva cercando di atterrarlo; Annabeth era invece serissima che atterrava ogni due e tre Kendal cercando di dargli consigli su come migliorare le sue mosse, tipico della mia ragazza, quando vide che la guardavo infatti mi accennò un sorriso e poi tornò a combattere; Luke invece era realmente disperato infatti Bambi era riuscito a metterlo KO con tutto il suo parlare e parlare e parlare, infatti c’era lui che mentre provava a farla cadere veniva distratto dalle sue parole e quella facendogli lo sgambetto riusciva a passarla liscia. Era astuta la bambina. Alexandra invece era riuscita ad atterrare Connor parecchie volte dato che quello cercava sempre di scherzare, ed in ultimo vidi un altro fratello di Annabeth (Lo intuii perché era biondino come tutti gli altri) che scappava da Chris che si era beccato un pugno nella faccia. Annabeth infatti in un misto fra le risate ed il serio cercò di aiutarlo chiamando allora Chirone per fermare il ragazzo ispanico, che dopo molte richieste si fermò.
Intanto io e Summer continuammo a combattere fra una battuta e l’altra, una volta io facevo cadere lei, e tre volte lei faceva cadere me. Era veloce e dovevo cercare di fermarla, non era facile.
Continuammo così fino ad ora di pranzo quando il sole era proprio allo zenit ed iniziavamo a sentire la stanchezza dopo l’allenamento prima a corpo libero e poi con la spada. Chirone così ci congedò e ci lasciò andare a pranzare come al solito. Mi erano realmente mancate tutte queste attività, mi era mancato il campo in generale. Quando finimmo allora tutti quanti in gruppo andammo a pranzare.
-E’ stato fantastico, cioè hai visto come ci stavamo ammazzando con Travis? E’ il mio nuovo mito giuro che questa notte vengo a dormire con voi!- esclamò mia sorella euforica non riuscendo a smettere di parlare mentre indicava Sum e Luke, che si scambiarono un’occhiata e poi annuirono.
-Si vi abbiamo visto, ed abbiamo visto anche quando è arrivato Chirone a rimproverarvi perché siete stati voi a fare lo sgambetto a Chris che se l’è presa con Jacopo!- esclamò Annabeth facendo un sorrisetto.
-Complimenti sorella vedo che ti stanno crescendo bene gli Stoll!- aggiunsi a mia volta sospirando.
-Già questa notte mi hanno detto che stanno organizzando un torneo con la Play…- disse anche Summer saltellando con Kat.
-Oh miei Dei devono proprio farci ammazzare tutti da Chirone vero?!- chiese allora ironico Luke mentre sospirava con me.
-Dai mica Chirone ci viene ad ammazzare è così carino!- esclamò protestando Katniss.
-Infatti non mi spavento di Chirone ma del Signor D, non penso che esiterebbe a trasformarci tutti quanti in dei vini che rinchiuderebbe in uno scantinato!- aggiunse lui pessimista.
-Oh si quel simpaticone, già inizia a starmi realmente sulle scatole!- borbottò Summer fra se e se quasi.
-Ehi a me dopo tutto quello che ho fatto continua a chiamarmi Peter Jhonson, che devo fare per fargli ricordare il mio nome, mettermi un gonnellino ed iniziare a ballargli la hula mentre creo onde sulla spiaggia?!- dissi seccato ma allo stesso tempo divertito da quello che avevo detto. Ovviamente non avrei mai fatto una cosa del genere, tanto meno per Dionisio.
-Dai Peter ti si addice alla fin fine Testa d’Alghe!- mi disse Annabeth mentre cercavo di tenere a bada le risate ossessive-compulsive di mia sorella.
-Ovviamente…- ammisi mentre le mettevo un braccio intorno alla spalla per abbracciarla.
Continuammo quella discussione su come avrebbe reagito il Signor D se avesse scoperto del torneo alla Play station nella cabina di Hermes. Luke sembrava essere tranquillo, anzi ogni tanto accennava qualche sorriso, andava d’accordo con i nuovi arrivati, era realmente cambiato. Quella terribile esperienza di Crono l’ha segnato per tutta la vita, quindi ora cerca di essere un ragazzo migliore.
L’ora di pranzo volò fra le chiacchiere continue di Katniss che mi parlava in questo momento soltanto della spada, che non sapeva tenere bene in mano e di come era eccitata per il tiro con l’arco, diceva che le era sempre piaciuto tirare con l’arco, ed una volta in una gita organizzata dal loro orfanotrofio li avevano portato a provare questi sport e mi raccontò di come lei avesse fatto centro subito mentre Sum continuava a beccare l’istruttore. Appena finimmo andai a versare metà del mio pranzo nel fuoco come facevo sempre in offerta a Poseidone e lei fece lo stesso, anche se voleva finirsi le patatine.
Di pomeriggio così andammo correndo verso l’arena di tiro con l’arco che si trovava leggermente più spostata, vicino ai campi di fragole. Quando arrivai vidi una cosa davvero insolita, le Cacciatrici, tre per la precisione messe in posizione eretta accanto ai vari bersagli. Quella centrale era ovviamente Talia che con i suoi occhi blu elettrico osservava tutti quanti con attenzione mettendo i nuovi ragazzi a disagio. Avevano in dosso sempre la loro divisa da Cacciatrici ed il cerchietto argentato splendeva come sempre sui suoi capelli corvini. Subito dopo di noi arrivò Chirone che ci spiegò che quest’estate le nostre Cacciatrici avrebbero tenuto le lezioni di tiro con l’arco, infatti quelle erano bravissime, dopo tutto hanno avuto come insegnante Artemide. Dette queste poche parole ci congedò andando a dividere due figli di Ares che avevano iniziato ad inseguirsi con le lance ed i giavellotti. Talia allora fece qualche passo in avanti e schiarendosi la voce disse allora con tono pacato
-Buon pomeriggio ragazzi, mi presento io sono Talia Grace per chi non mi conosce, loro sono Pheobe e Dora le mie due Cacciatrici più fidate!-
-Cosa sono le Cacciatrici?- domandò una voce in mezzo al gruppo. Era quella di Summer che come Kat mi aveva detto, non riusciva a non fare domande.
-Le Cacciatrici sono le più sincere e fidate compagne della Divina Artemide, che facendole voto di castità e purezza ci concede di stare al suo fianco per l’eternità!- spiegò allora Talia avanzando con passo leggero ma allo stesso tempo tipico di chi vuole incutere timore verso la bionda.
-Quindi tecnicamente, è come se voi non amate….- aggiunse questa volta invece Katniss accanto a me.
Mi voltai a guardarla e quella sembrava essere affascinata da quelle figure.
-No noi amiamo la natura in tutte le sue forme, rinunciamo soltanto agli uomini e quindi all’amore di quel tipo!- continuò sbuffando la Cacciatrice.
-E come riuscite a farlo?- okay stavano realmente impazzendo le ragazze nuove. Continuavano a far domande di questo tipo a Talia che sembrava non avere molta pazienza, infatti alzò gli occhi verso il cielo sospirò e poi disse:
-Quando qualcuno distrugge la tua fiducia, o meglio il tuo cuore, avvolte pensi che sia meglio cercare di proteggerlo per sempre, io la vedo così!-
-Ma ciò significa che qualcuno ha rotto il vostro cuore?- domandò ora invece Alexandra, la sorella di Annabeth sempre con il solito tono curioso che la caratterizzava.
-No…- mormorò esitante la figlia di Zeus.
-E perché sei diventa…-
-Potremmo iniziare gli allenamenti? Grazie!- rispose stroncando le parole di un’altra ragazza nuova.
Ovviamente Talia era abbastanza nervosa dopo tutto quello che le stavano iniziando a chiedere, non era stata una scelta volontaria la sua, però alla fine aveva deciso di diventare Cacciatrice per evitare che la profezia parlasse di lei. Cominciò allora a camminare avanti ed indietro cercando di fulminare e stoppare le domande delle ragazze curiose con un solo sguardo. I suoi occhi blu elettrico mettevano realmente a disagio, ma ormai io mi ero abituato. Quando mi guardò, ci scambiammo un rapidissimo sguardo e poi le feci un cenno col capo per cercare di darle la forza per andare avanti.
Finalmente riuscirono a farle tacere quando scaglio in maniera realmente perfetta una freccia contro un albero. Ormai era diventata una perfetta Cacciatrice e la sua arma era l’arco argentato. Tutti quanti a nostra volta andammo a prendere gli archi normali che usavamo negli allenamenti, erano in legno e secondo me a momenti si sarebbero spezzati, infatti facevamo a gara a chi beccava ogni volta l’arco migliore.
Non sapevo bene come le Cacciatrici ci avrebbero strutturato l’allenamento ma mentre stavamo per andare a prepararci davanti ai vari bersagli ci fermarono. Iniziammo a cercare di posizionare in maniera corretta il gomito, causa molto spesso degli errori di mira. Era una cosa molto noiosa ma fondamentale a turno dovevamo provare come mettere quel maledetto braccio. I ragazzi che erano da più tempo riuscirono a farlo correttamente i nuovi invece ebbero problemi. Chi non riusciva nemmeno a mettere la freccia, e chi invece scagliò in aria l’arco con tutta la faretra rischiando di colpire in testa Talia. Doveva essere armata di molta pazienza, ma stando con Artemide penso che sia riuscita ad acquistarla tranquillamente. Quando venne il turno di Luke quella nemmeno osò avvicinarsi o guardarlo, lasciò posizionare il gomito e dopo lo congedò immediatamente con un semplice
-Avanti un altro!-v Forse lui sembrava deluso in viso, ma a prima vista non lo diede a vedere, soltanto quando la guardava aveva una certa luce triste negli occhi. Era forte e non voleva dimostrare il contrario.
Ad un certo punto, dopo che tutti ci eravamo esercitati con le braccia iniziò la vera e propria lezione di tiro con l’arco. A gruppi di cinque persone ci posizionavamo davanti ognuno ad un bersaglio, e lo scopo ovviamente era quello di centrarlo. Quando toccò a me mi avvicinai abbastanza sicuro, l’avevo già fatto altre volte, quindi sapevo come tirare con l’arco anche se non era la mia specialità. Insieme a me c’era mia sorella e altri due ragazzi, uno era Malcom il fratello di Annabeth, poi c’era Chris ed anche Kendal. Al segnale di Talia tirammo tutti quanti nello stesso momento la freccia.
Vidi la traiettoria di quella, mi sembrava buona, infatti andò a finire due cerchi sopra il centro del bersaglio. Devo ammettere che come primo colpo non c’era male, poi mi voltai a guardare e vidi la faccia seria di Talia che accennava un sorrisetto. Okay non pensavo che fossi andato così bene e quella iniziò a venirmi incontro, ma stranamente non si fermò da me, ma andò a fermarsi accanto a mia sorella.
Spostai lo sguardo verso il suo bersaglio e lo vidi. Aveva colpito il centro in pieno. Gli altri la guardavano abbastanza increduli, ed io ero il primo a non essere tanto convinto.
-Complimenti, rifallo!- disse secca la Cacciatrice mentre aggrottava la fronte.
-Cosa?- chiese Kat abbastanza perplessa.
-Tirare con l’arco!-
-Ah, ma ho fatto centro… okay forse potevo prenderlo un pochino meglio però dai non era per niente male!- disse Katniss alzando lo sguardo verso il cielo sospirando.
-Ritira, grazie!- sibilò Talia a sua volta mentre la guardava con le iridi blu.
Per la prima volta vidi Katniss zittirsi e così sbuffando prese un’altra freccia, la posizionò velocemente, tirò indietro il braccio e la lanciò. Era stata davvero brava. Anche io ero realmente sorpreso da quella bravura, soprattutto le stesse Cacciatrici. Fece nuovamente centro, forse anche meglio del primo e poi disse
-Va bene ora?-
-Perfetto, Katniss, mi piace il tuo modo di usare l’arco!- rispose cordialmente Talia.
-Davvero? Ma grazie!- iniziò ad urlare quella.
-Sa colpire meglio di te Percy!- mormorò ora quella avvicinandosi.
-Già… fin troppo bene Tals, fin troppo!- ammisi a mia volta.
-Forse hai dei nuovi rivali che cercheranno di portati via il titolo di più quotato del campo!-
-Non ho il tito.. dici davvero che mi chiamano così?- chiesi se rimanete allarmato.
-No stupido lo dicevo io, comunque si ha talento per il tiro con l’arco come tu hai talento con la spada, ogni Semidio ha una sua dote!- ammise ora tornando al suo posto.
La guardai quella sembrava soddisfatta di aver trovato finalmente qualcuno che riuscisse a tenerle testa, era una bella cosa. Katniss non smetteva di saltare a più non posso. Successivamente toccò alla piccola Bambi che purtroppo non riuscì a tirare correttamente perché l’arco era troppo grande per lei, Annabeth invece fu abbastanza brava, come sempre, Summer che colpì quasi Talia che a sua volta sospirò quasi disperata. Quelli che normalmente se la cavavano meglio erano i figli di Apollo, ovviamente, ma quel giorno non c’erano quindi facevamo tutti schifo.
Finimmo l’allenamento quando sul tardo pomeriggio eravamo ognuno per i fatti suoi, io ero gettato a terra a parlare con Grover, che era passato a trovarci, le ragazze erano riunite in circolo che parlavano anzi ridevano e non si capiva per cosa, Talia invece si era appoggiata alle sue Cacciatrici e continuava a sbottare ogni volta che qualcuno lanciava una freccia. Eravamo abbastanza stanchi fra tutti gli allenamenti che avevamo fatto quella mattina e gli allenamenti del pomeriggio. Finalmente avevamo concluso tutte le attività di quella giornata, il giorno seguente avremmo avuto la scalata sulla parete di lava ed una serie di altre cose interessantissime. Katniss e Summer non smettevano di saltare su e giù quando iniziammo a parlare dell’arrampicata sulla parete di lava, era una cosa fighissima infatti, ma allo stesso tempo molto pericolosa, e così ci dirigemmo verso le cabine.
Mentre arrivammo allora verso la nostra cabina vidi una figura corrermi incontro. Okay non era proprio una figura normale, era Tyson che alza le braccia. Quella vista mi fece preoccupare abbastanza non lo avevo mai visto correre così verso di me, allora io e mia sorella ci avviammo verso di lui. Il ciclope quasi senza fiato si blocco di scatto e scrutandoci con il suo occhi verde mostrò poi il suo volto sorridente e disse:
-E’ appena andato via!-
-Chi è appena andato via?- chiesi confuso come non mai alle sue parole.
-Qualcuno è appena entrato ed ha toccato le mie cose? Bene primo giorno in questo campo e già mi derubano!- aggiunse mia sorella seccata.
-No che avete capito, non è entrato nessun ladro!- iniziò a spiegarci nostro fratello.
-E perché ci sei venuto incontro così? Ci hai fatto prendere un colpo!- azzardai ancora non campendo bene di quello che parlava.
-Papà… è appena andato via Papà!-
Ecco ora ero certo, se non ero morto in tutti i miei precedenti scontri, mi stava per venire un infarto esattamente in quel momento.
-Papà? Cioè vuoi dire che è appena arrivato Poseidone?- Chiese Katniss urlando.
-Si, ma ora è dovuto tornare a casa sua!- mormorò Tyson mettendo il broncio.
-Ma sei sicuro, cioè non è che l’hai scambiato?- dissi a mia volta incredulo.
-L’ho visto più di te Percy e so riconoscerlo Papà!- ammise mio fratello osservandomi col suo occhio.
-Me lo sono perso, ci sono rimasta malissimo!- sbottò invece Katniss incrociando le braccia al petto.
-Si però ha lasciato una cosa sul tuo letto…-
A quelle parole mi venne nuovamente un colpo al cuore.
Poseidone era venuto al campo e le aveva lasciato qualcosa sul letto. Mentre continuavo a cercare di mettere insieme i pensieri per esprimere qualche concetto logico, vidi Katniss correre verso la cabina ovviamente impaziente di capire e sapere come mai quello stranissimo evento. Corsi dietro di lei e salii in fretta le scale in marmo della mia hem nostra cabina. Quando entrai capii immediatamente che realmente li vi era appena stato papà, infatti l’aria era densa e fresca ed era esattamente il tipico odore di brezza marina, quella che sentivo sempre quando mi avvicinavo al mare. Socchiusi gli occhi ed inspirai e quasi mi sentii meglio ma cercavo di non pensarci, così mi voltai e vidi Katniss seduta sul letto con una busta in mano.

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Capitolo 4
*** Battiamo Atena durante la Caccia alla Bandiera ***


In faccia sembrava che avesse appena visto un fantasma ed io proprio come lei pallido e sudato in viso mi avvicinai al suo letto, in un misto fra il curioso e lo sconcertato. Era rarissimo che gli Dei si presentassero al campo e che soprattutto consegnassero delle cose ai propri figli, a me una volta mi aveva lasciato una busta con poche righe scritte e mi era bastata, ma non riuscivo ancora a capire il perché di quell’azzardato gesto di mio padre. Katniss aprì la busta immediatamente ed una cosa le cadde sul letto, inoltre prese il foglio di carta che vi era al suo interno e lesse velocemente quello che c’era scritto, socchiuse gli occhi e strinse la lettera al sul petto. Solo dopo qualche secondo in quella posizione si ricordò di me così aprì gli occhi e vidi che li aveva lucidi ma non sembrava farci caso più di tanto, prese il piccolo oggetto che era uscito dalla busta e poi lo guardò per qualche secondo.
-Che cosa ti diceva la lettera?- chiesi allora per cercare di capire meglio.
Senza nemmeno darmi il tempo di sedermi mi passò la lettera continuando ad osservare il piccolo oggetto. A mia volta la presi ed aprendola sentii sempre quell’aroma marino che caratterizzava papà, si era lui , così mi misi la lettera davanti agli occhi e cercai di leggere, ormai con la dislessia ci avevo imparato a convivere quindi riuscii a mettere insieme delle frasi sensate:
“Katniss, scusa il ritardo, spero di essere un buon padre d’ora in poi.
Fanne buon’uso e controlla i tuoi fratelli.
Vi voglio Bene”

Ovviamente non era firmata, anche se la sua firma era parecchio riconoscibile. Non capii soltanto a cosa si riferisse con il “fanne buon uso” e solo dopo mi ricordai del piccolo oggetto con cui stava giocando Kat. Poggiai la lettera sul suo letto delicatamente e poi mi avvicinai a quella dicendo:
-Cos’è questo?-
-Non lo so era dentro la busta, è di papà!- ammise lei guardandomi negli occhi sorridente.
-Dice di farne buon’uso, ma non capisco proprio di co…- quella continuava a giocarci mentre stavo parlando e tutto d’un tratto qualcosa di lungo e pericoloso le apparve in mano. Infatti quella spilla le si sprigionò immediatamente diventando un arco, era un’arma ecco il fanne un buon uso, perché non ci avevo pensato prima.
Ero leggermente invidioso, Poseidone non mi aveva mai regalato un’arma a me, mentre a mia sorella riconosciuta da nemmeno ventiquattro ore decide di regalare un arco così su due piedi. Okay era brava, ma non voglio addentrarmi in particolari discussioni sul perché e sul come mai l’abbia fatto, fatto sta che ecco la il suo arco.
-Wow! Non ci posso Credere!- continuava ad urlare quella giocherellando con la corda ed anche con le frecce nella faretra che le era appena apparsa sulle spalle.
-Nemmeno io se devo dirla tutta!-
-Ti rendi conto? Mi ha mandato un arco meraviglioso cioè non penso di aver mai avuto una cosa del genere è grandioso!- esclamava lei saltando sul letto.
-Si è davvero bellissimo!- esclamai a mia volta con un sorrisetto sulle labbra cercando di essere normale, in fondo anche io avevo la mia arma non potevo di certo lamentarmi, anzi era grandiosa io amavo Vortice.
-Ma come diavolo faccio a farlo tornare normale?- domandava lei mentre si calmava.
-Semplice basta che pensi che non ti serve più e lui tornerà normale…-
-Oh okay quindi aspetta un momento!- socchiuse gli occhi e da che aveva l’arco in mano al che si ritrovò nuovamente con una spilla. Ecco il suo arco si sprigionava da una spilla tutta argentata che rappresentava un uccello, se non sbaglio con una freccia nel becco. Quella se la appuntò al petto e poi domandò:
-Wow, ma anche tu hai un arma fratellone?-
-Cosa? Si ovvio anche io ho un’arma tutta mia…- e così orgoglioso estrassi dalla tasca dei jeans la mia micidiale penna. Quella a sua volta proprio come me la guardò e disse:
-E’ una penna!-
-Ne sei così sicura?- chiesi ironico m entre toglievo il cappuccio a Vortice e sprigionavo la mia spada esattamente davanti a lei. Quella rimase senza fiato e cominciò ad urlare:
-E’ meravigliosa anche la tua cioè tu hai una spada mentre io un’arco, meglio di così non si può sono sorpresa, sbalordita, meravigliata, estasiata, non ci credo il massimo che ho ricevuto è stato un cd musicale e per giunta da Sum, ma un arco wow questo le supera tutte!- ecco che aveva ripreso a parlare come sempre, infatti non riuscì a non farmi sorridere mia sorella.
-Si sono fantastiche queste armi, però attenta ricorda di tenerla sempre con te, non tutte ti riappaiono nelle tue mani dal nulla…-
-Quindi la tua penna spada ti ritorna nelle mani da sola? Forte!-
-Non proprio nella mano, nella tasca dei jeans ma siamo la… Hai fatto davvero un ottimo lavoro oggi con l’arco!- dissi ora alzandomi dal suo letto e dirigendomi verso il mio vidi Tyson che rientrava in camera dato che si era trattenuto fuori con Annabeth e Summer che non smettevano di fargli domande su quello che fosse appena successo. Anche io volevo chiedergli ma lui mi anticipò infatti mi disse:
-Percy, ti volevo anche dire una cosa…-
-Si campione, cosa?- domandai curioso allora, ormai non sapevo che aspettarmi.
-Papà ti manda detto di non essere geloso, e soprattutto di essere forte come sempre!-
La rimasi un momento senza fiato, okay Poseidone si era anche ricordato di me, cioè per un momento avevo avuto la sensazione che iniziasse a preferire la sua nuova figlia, Katniss , ma non era così continuava a volermi bene e si preoccupava di me. Era rassicurante come cosa, anche io gli volevo bene.
Dopo quello sconvolgente evento del pomeriggio mi andai a fare una doccia veloce e dopo cena avevo una specie di appuntamento con Annabeth ai campi di fragole e non volevo che mi vedessero uscire tutti quanti. Li sapevo che le arpie in quel periodo non ci sarebbero passate perché erano calmi, molto calmi, quindi era un buon posto per stare un poco da solo con la mia ragazza. Okay non voglio che nessuno pensi a male io amavo Annabeth, ma amavo anche moltissimo stare con lei a livello di amico e per lei era lo stesso. Così dopo che cenammo cercai di desistere Katniss dall’andare da Hermes da Summer e Luke per una delle loro fantomatiche partite con la play station e lasciai che sia lei sia Tyson di si addormentassero. Avevano tutti e due il sonno pesante perché mentre uscivo andai a sbattere contro la fontana perché non vedevo niente al buio, ma non mi sentirono, e quando fui fuori, iniziai a correre. Passai davanti la cabina numero undici e li sentii delle voci.
-Ehi così non vale io ho vinto!-
Ecco era la voce di Summer. Giocavano realmente in quel modo.
-Si certo contaci biondina sei una novellina non puoi vincere tu!- era uno dei fratelli Stoll con certezza.
-Avanti Travis, lasciatela stare non iniziate a catechizzarla al vostro modo e soprattutto evitate di fare tanto Casino!- questo invece era Chris ormai riuscivo a riconoscere le loro voci. Decisi allora di alzarmi leggermente per vedere meglio dalla loro finestra.
-Appunto se no il Signor D se vi becca vi fa fuori realmente, ieri Argo vi ha quasi visti!- disse invece Luke.
-Dai Luke, da quando sei diventato così noioso, mi ricordo di quando eri tu il primo che andavi da Papà a rubare le sue scarpe!- rispose l’altro fratello Stoll.
-Erano vecchi tempi!- rispose lui seccato.
-Scarpe? Che scarpe? Aspettate Ermes ha sempre le scarpe alate, quindi no non ditemi che esistono realmente le scarpe alate!- disse ora Sum gettando il joy stick a terra sconvolta.
-Converse per la precisione!- disse Chris.
-Wow, ma voi siete dei geni del crimine!-
-Modestamente, ma tu non devi prendere esempio da noi siamo di certo quel gruppo di persone dalle quali tua madre dice di stare lontana, bellezza!- ammise ora invece Travis.
Okay a quelle parole e soprattutto a quel tono di voce che si mise il ragazzo non riuscii a non ridere esattamente come la ragazza. Infatti ovviamente mi sentirono e mi beccarono fuori dalla finestra.
-Ehi Percy, amico, che fai ora inizi anche ad origliare?-
-Sai abbiamo la porta quelli che entrano dalle finestre siamo noi!-
Dissero uno dopo l’altro i fratelli Stoll.
-No ragazzi tranquilli ero solo di passaggio, ho sentito le voci e sono venuto a vedere che fosse tutto apposto!- risposi a mia volta sorridente.
-Si è tutto okay, ci sono solo loro che fanno un poco troppa confusione!- esclamò ora Luke gettandosi sul suo letto.
-Si l’ho notato, ma tranquilli, ah domani sera fate ancora questi tornei che passo?- chiesi cercando di sviare il discorso.
-Ogni sera mio caro, ti aspettiamo allora per domani!- risposero in coro i fratelli.
-Si esatto ora comunque, vado che sono in ritardo..- mormorai cercando di allontanarmi dalla finestra.
-Dove vai Percy?- mi chiese allora Sum.
Cavolo perchè sta sempre a fare domande?!
-Hem… io devo vedermi con qualcuno!- sbottai serio.
-Ho capito Hai un appuntamento con Annabeth!- urlò quella balzando giù dal letto sul quale si trovava avvicinandosi alla finestra.
-Hem… si però ora sono in ritardo quindi…- continuai a dire a bassa voce.
-Oh si dai è così romantico un appuntamento di sera dai scommetto che sei in ritardo vai!-
-Okay grazie Sum, ma non dire niente a Kat…-
-Si sarà un segreto…-
Lei mi fece un sorriso ed io ricambiai, sembrava sincera così mi alzò la mano in cenno di saluto e mi iniziai a dirigere verso i campi di fragole, quando sentii alle mie spalle gli Stoll che mi dicevano:
-Oh e Percy, state attenti…-
-Ed usate le giuste precauzioni!-
La poi sentii un colpo secco.
-Ahi Sum, ma cosa abbiamo detto di male?!-
Non potei non sorridere a quella scena abbastanza comica, mentre continuavo a correre verso i campi di fragole. Quelle in quel preciso istante erano addormentate così pensai di essere in anticipo dato che non vedevo nessuno, ma mentre mi addentravo sentii un rumore alle mie spalle, come di qualcuno che si schiarisse la gola. Mi voltai di scatto e vidi Annabeth con le braccia incrociate sotto al seno che mi guardava.
-Okay scusa per il ritardo, è che ho visto che da Ermes facevano realmente i tornei…-
-Tranquillo Testa d’Alghe sono appena arrivata!- disse lei con un sorriso tranquilla mentre mi osservava. Era sempre bellissima, ancora non riuscivo a crederci di aver sprecato così tre anni senza rendermi conto di quello che provavo per lei.
-Va bene sono contento che ci siamo visti!-
-Anche io sai, non parlavamo da moltissimo tempo, ma eccoci qui!- disse allora quella sedendosi a terra, ed io la imitai.
La serata era tipicamente estiva con le stelle chiare che splendevano in cielo e la luna che brillava accanto a loro. Mi distesi accanto a lei ed iniziai a raccontarle dell’avvenimento del pomeriggio, di come Poseidone avesse regalato la spilla arco a Katniss, e di come mi avesse detto di non essere geloso in un qualche senso.
-Appunto Testa d’Alghe, non devi essere geloso, non sei abituato ad aver a che fare con un altro figlio o figlia!-
-Infatti, okay lo ammetto per solo un secondo ho pensato che tenesse di più a lei che a me, ma in realtà non è così tiene a tutti e due alla stessa maniera e non vuole che ad entrambi succeda qualcosa di male!- spiegai. Ovviamente lei concordava in pieno.
-Esatto, quindi stai tranquillo, ora tu sei la sua nuova famiglia devi prenderti cura di lei esattamente come farebbe tuo padre!-
-Lo so ma non farmi sentire vecchio eh!-
-Okay scherzavo si un fratello, io ho iniziato a prendermi cura dei nuovi, poi c’è Alexandra, è davvero dolcissima, sai ho cercato di chiederle qualcosa sul perché ci fossero tutti quei semidei insieme ma anche lei non sapeva niente...-
-Già è inutile chiedere a loro… l’unica cosa che ho capito è che alcuni di loro erano senza famiglia quindi soli!-
-Ti dico la mia opinione?- chiese allora lei alzandosi e guardandomi negli occhi. Anche se non sapevo che aspettarmi annuii silente e così l’ascoltai parlare.
-Secondo qualcosa o qualcuno ha cercato di riunirli, non penso siano stati i Lestrigoni, sono troppo stupidi e li avrebbero spolpati prima di uscire da quella scuola!-
-Era quello che temevo…- mormorai tetro.
-Non voglio fare pronostici o cose del genere sai, ma la cosa non mi piace odio dover dire certe cose ma è così!-
-Lo sapevo, me lo sentivo anche io, sarebbe stato troppo bello, però aspetta secondo te loro hanno qualcosa a che fare con le due furie che mi hanno attaccato prima di arrivare al campo?- Ecco che ora Annabeth mi guardava ed iniziava a ragionare.
-Aspetta hai detto che volevano tenerti e portarti con loro vivo, ma dove?-
-Non hanno detto niente, quando ne ho uccisa una l’altra ha cambiato piano ed aveva deciso di uccidermi.-
-Non lo so Percy, ma se le cose sono collegate non andiamo bene!-
-Miei Dei, ma un’estate tranquilla mai vero?!- chiesi ironico alzando gli occhi verso il cielo abbastanza seccato.
-Dai speriamo che vada tutto bene, intanto cerchiamo di goderci il tempo che ci abbiamo insieme!- ammise ora la mia ragazza sorridente mentre mi dava un bacio sulla guancia. Restammo la ancora per un poco a discutere su cosa avremmo fatto in quei giorni ed anche a guardare le stelle. Ovviamente lei le riconosceva tutte le costellazioni, io si e no riuscivo ad intravedere Zoe, ma non m’importava più di tanto. Era stata una nottata magnifica la ai campi con Annabeth, solo che prima che si facesse eccessivamente tardi quella volle tornare perché doveva essere in forma per il giorno dopo.
Ammetto che dopo i primi giorni le cose iniziarono a stabilizzarsi del tutto al Campo, ed ogni cosa sembrava essere tornata alla normalità come ogni anno. Tutti i ragazzi erano tornati e gli allenamenti e le varie attività si svolgevano tranquillamente. Io e Katniss eravamo diventanti ormai amici proprio come anche con gli altri nuovi arrivati. Anche gli altri ragazzi iniziarono a ricevere doni Divini dai loro genitori, tipo la cosa più strana era vedere Bambi che camminava con una lancia, appuntita più di lei, per tutto il campo, avvolte cercando anche di arpionare il Signor D. Ogni cosa era al suo posto e come sempre succedeva al campo si organizzavano i vari eventi, e quella settimana era prevista una Caccia alla Bandiera. Quello forse era uno degli eventi più esaltanti di tutto il periodo estivo, infatti era un vero e proprio combattimento. I novellini, che non erano più tanto novelli erano esaltati all’idea di poter dimostrare quello che avevano imparato. Era la mia attività preferita proprio come di tutti, mi piaceva non tanto perché dovevo indossare l’armatura ma tanto per provare il brivido di un combattimento.
Chirone infatti il giorno prima ci aveva avvertito che quel venerdì mattina ci sarebbe stata la Caccia. Le regole erano sempre le stesse e così mi toccòl spiegarle anche ai nuovi arrivati. Mise a capo della squadra Blu Poseidone che in questo caso avrebbe avuto la bandiera mentre a capo della squadra Rossa Ares. Le alleanze furono facilissime, Ares ed Atena collaborarono infatti Clarisse ed Annabeth, che dopo gli ultimi eventi degli anni passati avevano iniziato ad avere un rapporto più calmo decisero di collaborare, nella mia squadra invece presi i ragazzi di Ermes, Efesto, i figli di Afrodite nemmeno mi degnarono una riposta, infatti come sempre preferivano stare alle stalle tranquillamente piuttosto che combattere con noi, ed anche qualche ragazzo volenteroso di Demetra. Le Cacciatrici anche loro snobbarono per quella mattina la Caccia preferendo andare a fare i turni per sorvegliare il Vello come sempre, anche se vidi negli occhi di Talia la voglia di partecipare. Ogni volta che partecipava anche lei finivamo sempre per ritrovarci, io con i capelli per metà bruciati a causa sua, lei invece bagnata fradicia a causa mia, ma alla fine era lo stesso divertente. Ovviamente per il campo la sera prima non si finiva di respirare quell’aria di sfida fra le varie case, ma era una competizione a fin di bene, come avrebbe detto Chirone. Sembrava piuttosto soddisfatto dei nuovi ragazzi che si allenavano duramente e miglioravano a vista d’occhio. Katniss ormai aveva imparato ad usare l’arco come una vera e propria Cacciatrice. Anche lei la sera prima con me era molto agitata, era la sua prima Caccia e non sapeva benissimo cosa fare, io ero più nervosa di lei perché avrei dovuto dirigere quell’attacco e la cosa non so se mi piaceva particolarmente.
Riuscimmo ad andare a dormire perché prima io mi addormentai sentendo Katniss parlare della sua nuova armatura che i ragazzi di Efesto le avevano appena fatto, poi si addormentò lei stessa a causa della stanchezza di tutti gli allenamenti di quei giorni. Erano passate circa tre settimane dall’arrivo dei ragazzi e la situazione a detta di Chirone sembrava essere piuttosto tranquilla.
Ed eccomi qua la mattina della nostra Caccia alla bandiera, per la prima volta mi svegliai prima di mia sorella, molto mattiniera e gettai giù dai letti, nel vero senso della parola sia lei sia Tyson che avrebbero dovuto andare a prepararsi già dal letto. Avevo in dosso la mia armatura, la penna nella tasca dei pantaloni e l’elmo con il pennacchio blu sotto braccio. Finalmente quando anche loro si alzarono decisi di andare a vedere a che punto erano gli altri della nostra squadra. I figli di Efesto erano molto pimpanti e giocherellavano con le loro armi costruite da loro stessi (ovviamente Chirone gli aveva detto di non esagerare con le loro diavolerie) quindi fra le loro trappole e le nostre forze, saremmo riusciti a tenere testa ai ragazzi di Atena ed Ares che insieme a mio parere formavano un’armata micidiale. Clarisse a quanto pare era già in giro che abbaiava ordini qua e la ai vari ragazzi nuovi e fra questi riconobbi Frederick che vagava seguendola con un sorrisetto sulla faccia. Sembrava essere diventato il suo nuovo mentore, figuriamoci, Clarisse mentore, che stupidaggine. Annabeth invece la vidi uscire dalla sua cabina tenendo il berretto dell’invisibilità sotto braccio mentre discuteva con Malcom, Alexandra e Jacopo su quello che dovevano fare. Loro sembravano anche abbastanza spaventati ma lei li calmò subito, ed inoltre mentre passai le feci l’occhiolino sorridente e quella ricambiò solo con un:
-Buona fortuna Testa d’Alghe, ci vediamo in campo!- e mi diede un bacio sulla guancia anche se sembrava parecchio imbarazzata dagli sguardi che le rivolsero i suoi fratelli. La penultima tappa poi fu la cabina numero undici dalla quale provenivano molte, anzi troppe urla di gente che non trovava parti della propria armatura e così via. Gli unici due che vidi pronti fuori erano Luke con il suo solito sorrisetto sghembo sulle labbra e Summer che sembravano intenti in una discussione su una lama. Dissi loro di iniziare a dirigerci verso il centro del campo e quelli accettarono volentieri pur di levarsi da quella mischia. Luke indossava la sua vecchia armatura però sistemata e riorganizzata dai ragazzi di Efesto, mentre Summer ne aveva una nuova di zecca e sembrava calzarle a pennello.
Anche lei come Kat non smetteva di parlare e sebbene ancora non fosse stata riconosciuta sembrava trovarsi benissimo da Ermes, Luke la considerava una specie di sorellina da istruire mentre gli Stoll una loro nuova allieva da educare all’arte del furto. Arrivammo al centro del campo e la le due amiche (Sum e Kat) quando si videro iniziarono, come sempre, a fare festa l’una all’altra, emozionate quanto noi per la Caccia alla bandiera.
Finalmente dopo circa un quarto d’ora alle dieci del mattino tutti quanti eravamo la riuniti e schierati su due lati opposti, con Chirone che passeggiava in mezzo tenendoci divisi. Anche lui sembrava tranquillo e così con tono di voce pacato disse:
-Buon giorno ragazzi, spero che abbiate dormito bene e soprattutto che siate pronti per questa Caccia alla bandiera!- esclamò ora guardandoci uno ad uno. Io ero davanti a tutti, anche se non volevo starci. Nessuno rispose, ma li il concetto generale è su per giù "chi tace acconsente".
-Allora le squadre sono la rossa capeggiata dalla cabina di Ares con punto di riferimento il Pugno di Zeus, mentre la squadra blu capeggiata invece da Poseidone con punto di riferimento il Pino di Talia. La squadra che porta per prima la bandiera nella sua metà di campo, ovvero oltre il fiume vincerà la partita!- spiegò semplicemente Chirone continuando a camminare.
-Ovviamente sono permesse le vostre armi, ed anche i trucchi magici, ma non in maniera eccessiva…- ammicco ora verso gli Stoll che lasciarono cadere a terra colpevoli un mucchio di fuochi Greci –Quindi andate verso le vostre rispettive zone della bandiera ed al mio segnale, che sentirete quasi sicuramente, potete iniziare!- e detto questo con un cenno della mano ci indicò la foresta alle nostre spalle.
Tutti quanti con calma andammo verso i propri punti di riferimento dividendoci così subito. Non guardai nemmeno i presenti perché volevo sbrigarmi, prima arrivavamo la prima decidevamo una sorta di strategia prima ci preparavamo, era tutto un circolo vizioso, ma funzionava bene. Camminammo per la foresta tutti quanti silenziosi in eccessiva tensione per la battaglia e finalmente eccoci arrivati davanti al Pino di Talia. Era esattamente come lo ricordavo e la accanto ad esso vi era una bandiera in blu su uno stendardo così tenendo ancora l’elmo sotto braccio dissi schiarendomi la voce -Allora eccoci arrivati, dobbiamo decidere in fretta chi rimane in difesa e chi invece andrà in attacco…-
A quelle parole tutti quanti annuirono così continuai
-Pensavo voi di Efesto penso che sia meglio che restiate in difesa così potete piazzare meglio le vostre trappole…-
La ebbi un mormorio di assenso da parte dei ragazzi che iniziarono a spostarsi con una serie di arnesi in mano piazzando qualche cosa qua e la, non volevo sapere di che si trattasse basta che non permettevano a nessuno di avvicinarsi alla bandiera. -Poi direi che tu Katniss, potresti rimanere in difesa, con l’arco sei molto forte quindi sugli alberi potresti fermare perfettamente i nemici!- Quella mi guardò sembrava delusa ma poi annuii mettendosi in testa l’elmo cercando di sistemarsi inoltre la treccia.
-Perfetto, poi Travis, Connor rimanete qui in difesa della bandiera, mentre Luke, Chirs e Summer in attacco con me!- esclamai allora guardandoli uno ad uno. Non ero azzardato anzi, Luke e Chirs sapevo benissimo come combattevano ma Summer, beh l’ho vista allenarsi e si sa usare la sapda, bene fin troppo bene direi, quindi si era d’obbligo in attacco. Quella guardò sorridente Kat che anche lei voleva andare in attacco e mia sorella rispose con un colpo sulla sua spalla.
Quelli sapevo non si sarebbero fermati quindi dovevamo essere veloci e più forti di loro. Così proprio mentre finivo di spiegare come ci saremmo divisi sentii un fortissimo fischio nell’aria e capii che quello era l’inizio della Caccia. Mi misi l’elmo in testa e tirai fuori Vortice sprigionandola. Ognuno dei miei compagni fece lo stesso e ci guardammo. Feci un cenno allora agli altri che dovevano andare in attacco e partimmo.
Ovviamente eravamo tutti quanti in tensione ma più ci allontanavamo da la più cercavamo di fare silenzio, non era facile però muoversi nella foresta. Luke era il più furtivo di tutti io, mio malgrado, ero in testa a tutti quanti e cercavo di fare meno rumore possibile anche se non ci riuscivo benissimo. Avevamo tutti quanti gli elmi calati sulla testa e dopo un poco di strada arrivammo al fiume e lo superammo, quando misi i piedi in acqua anche se con le scarpe mi sentii leggermente più forte, volevo fermarmi la ma chiaramente non potevo così sospirai e continuai a camminare. Eravamo ormai in campo nemico e dai figli di Atena ed Ares non sapevo cosa aspettarmi. Erano la perfetta arma letale insieme ed ammetto che ero realmente preoccupato.
Camminammo per qualche metro senza problemi e la cosa che più mi stranizzava era che fino a quel momento non avevamo trovato ancora nessuno ad attaccarci, ma chiaramente i miei dubbi vennero spenti immediatamente perché pochi secondi dopo un ragazzo con l’elmo chiaramente rosso ci attaccò subito. Non era molto grande ma abbastanza agguerrito, era infatti un figlio di Ares, Chris non ci mise molto a sbarazzarsi di lui insieme a Luke. Io e Summer invece più furtivi continuammo a camminare per la zona cercando di fare meno rumore possibile e pochissimi secondi dopo sentimmo dei rumori alle nostre spalle. Ci voltammo di scatto e fortunatamente erano i nostri compagni. Era strana la cosa, molto strana, ma cercavamo di non pensarci mentre ci dirigevamo al pugno di Zeus, anche i ragazzi sembravano abbastanza storditi dalla cosa ma meno guai incontravamo meglio e soprattutto più rapida sarebbe stata la nostra azione. Continuavo a guardarmi intorno ma niente dopo un poco eccoci nella fatidica radura dove vi era il pugno di Zeus, un grande ammasso di rocce messe la, cosa ancora più strana era che non c’era ancora nessuno.
-Ma che diavolo significa?- chiese subito Luke più confuso che mai.
-Non lo so la bandiera è qua sembra troppo facile, non hanno nemmeno lasciato qualcuno a sorvegliarla…- risposi a mia volta guardandomi intorno mentre mi avvicinavo alla bandiera.
-E’ normale che si prende la bandiera così facilmente? Cioè niente combattimenti o cose del genere?- chiese allora la ragazza anche lei confusa quanto o forse più di noi.
-Beh generalmente ci si ammazza per prendere la bandiera, ma adesso…- mormorò Luke per poi sentire tutti quanti dei passi.
Ora la cosa iniziava a non piacermi, realmente com’era possibile che ci lasciassero avvicinare alla bandiera tanto. Infatti le risposte non tardarono ad arrivare, in quel preciso istante ci voltammo di scatto verso i cespugli ed ecco che da la balzarono fuori i nostri avversari con dei ghigni sulle loro facce. In primis la davanti c’era Clarisse con la sua lancia in mano che ci fissava e borbottò qualcosa del tipo:
-Aveva ragione la sapientona, i pivelli sarebbero venuti fin qui!-
Accanto a lei c’erano Frederick con un macete in mano ed uno sguardo assassino negli occhi, un’altra ragazza figlia di Ares che l’affiancava, ed accanto a loro tre figli di Atena, una fra questi era Alexandra che ci fece un leggero sorrisetto quasi dispiaciuta tenendo in mano un arco anche lei.
-Oh quindi avevate un piano…- dissi stringendomi con i miei compagni. Ci avevano incastrato circondandoci in quel luogo, avevamo infatti la parete di pietra alle spalle ed i ragazzi in semicerchio davanti a noi.
-Certo che avevamo un piano pivello o pensavate davvero che vi avremmo fatti arrivare alla nostra bandiera così facilmente?!- rispose lei seccata quasi.
-C’era sembrato troppo strano, bella mossa, tanto non vincerete questo incontro!- disse Chris a sua volta verso la sua ragazza. Anche da loro ci sarebbero state liti di coppia in quel momento.
-Zitto Chris!-
-Dai Clar, lo sappiamo che non vincerete ammettilo tesor…-
-NON CHIAMARMI TESORO!- esclamò allora lei irritata lanciandogli un’occhiataccia. Quello sembrava esserci abituato infatti sorrise, uno dei sorrisetti tipici dei figli di Ermes e le mandò un bacio. Erano una coppia bizzarra, ma funzionavano parecchio bene.
-Okay abbiamo scherzato.. prendeteli!- ammise ora Clarisse abbastanza stufa di quella situazione.
Mi scambiai rapidamente un’occhiata con gli altri e subito partimmo all’attacco, io andai contro Clarisse e lo stesso fece lei, volevo evitare lo scontro aperto fra lei e Chris, preferivo prenderle io piuttosto che fare ammazzare quei due, Chris andò invece contro Frederick che sembrava molto accanito, Luke si prese gli altri due figli di Ares, mentre a Summer toccarono i figli di Atena. Tre erano troppi forse per lei, ma quella senza esitare un attimo si scagliò contro di loro evitando le frecce che le lanciava Alexandra.
Clarisse partì subito cercando di menarmi un fendente con la lancia al braccio destro, fortunatamente feci partire lo scudo e parai il colpo anche se sentii una leggera scossa causata dalla stessa lancia. Io a mia volta cercai di colpirla invece alla gamba ma quella evitò il mio colpo in maniera quasi elementare tirandosi indietro di un passo e dandomi un calcio che mi colpì dritto al petto.
Mi aveva preso in pieno petto e così caddi indietro, ma riuscii a non perdere l’equilibrio per cadere a terra e subito mi spostai andando a colpire ora la sua lancia come a volerla disarmare. Non era un combattimento facile, per niente, sia dal mio, sia dal suo punto di vista. Intanto già Luke aveva messo fuori combattimento stendendolo uno dei suoi fratelli contro cui combatteva, e lo stesso aveva appena fatto Summer, mentre Chris cercava di disarmare Fred che lo inseguiva con quel macete. Dovevamo sbrigarci, si non potevamo stare la a perdere tempo con quei combattimenti, dovevamo prendere la bandiera e portarla via da la.
Evitai un paio di colpi della lancia che emetteva scaglie di elettricità, tranne una che mi aveva appena colpito al braccio facendomi perdere lo scudo, e poi partii ad attaccare Clarisse nuovamente a mia volta. Le feci volare via l’elmo che scoprì il suo viso facendole ricadere dietro le orecchie i capelli liscissimi castani, così quella realmente infuriata mi diede un colpo rapidissimo che non riuscii a parare dato che avevo appena parso lo scudo. Questa volta con la lancia mi fece realmente cadere a terra ed avevo anche quasi perso Vortice dalle mie mani. Ecco che mi ritrovavo a terra con qualcosa che cercava di uccidermi sopra di me, non era una buona cosa, ma proprio in quel momento vidi l’espressione di Clarisse contorcersi in un’espressione di dolore. Infatti un sasso l’aveva appena colpita alla spalla destra.
Non era una mossa molto leale ma non c’erano regole che vietavano queste mosse. Quella si voltò realmente infuriata brandendo davanti a se la sua lancia e si ritrovò davanti a se Summer. Infatti quella dopo aver steso i due figli di Atena disarmandoli, aveva preso un sasso da terra e l’aveva lanciato contro Clarisse.
-Come hai osato pivella?- chiese allora quella infuriata.
-Beh esattamente così!- rispose Sum allora.
-Preparati a prenderle sul serio ora!-
-Come dici tu!- esclamò accennando un sorrisetto tenendo davanti a se la sua spada con aria di sfida. Clarisse odiava chi cercava di tenerle testa, ma soprattutto odiava chi l’aveva quasi ferita. Infatti si dimenticò completamente di me e si scagliò contro la ragazza, che sembrava essere più veloce di lei sebbene meno forte. Infatti Clarisse ovviamente voleva spezzarla ma quella parava e rispondeva ai colpi in maniera veloce e decisa, quasi come una professionista. Io ero ancora a terra a fissare le sue che combattevano così sentii che la mia compagna mi urlò:
-Percy, vai prendi la bandiera!-
Già la bandiera mi ero dimenticato, infatti mi alzai immediatamente e corsi verso la bandiera rossa che ancora non era stata toccata. La presi immediatamente con tutto il bastone e così guardai i miei compagni incerto. Quelli continuavano a combattere Summer sembrava tenere testa anche se con molte difficoltà a Clarisse e quella solo dopo si accorse di me.
-Fermatelo ora!- urlò verso i suoi compagni che combattevano contro Luke e Chris e così pensai che una cosa buona da fare era iniziare a correre.
Cercai di andare immediatamente in mezzo alla foresta per raggiungere il fiume nella speranza che gli altri ancora non avessero preso la nostra bandiera, ma vidi che Frederick mi si mise davanti con un ghigno maligno abbandonando Luke in tredici.
-Mi dispiace la via è chiusa!- esclamò quello a sua volta mentre mi attaccava con il macete.
Ora feci una mossa istintiva, molto istintiva infatti mentre stavo per parare il colpo del figlio di Ares, lanciai il bastone con la bandiera verso Luke, che lo prese al volo. La bandiera aveva cambiato possessore e così quello senza esitare un secondo iniziò anche lui a correre verso il bosco gettandosi verso gli alberi. Ecco come potevamo fare passandoci la bandiera l’un l’altro evitando che ci prendessero potevamo farcela, era un’idea folle ma sembrava funzionare. Anche Chris e Sum videro la mossa e ci scambiammo un’occhiata rapida e loro annuirono a loro volta infatti come me cercarono di disarmare il proprio avversario e si gettarono a capofitto nel bosco.
-Nessuno colpisce Clarisse e dopo la passa liscia nessuno!- sbottò quella partendo all’inseguimento mio e di Sum e di Chris seguita da Fred, Alex e tutti gli altri.
Luke era davanti a tutti e cercava di andare veloce, ma i rami ovviamente ci rallentavano e fummo maggiormente rallentati da Alex che iniziò a scagliarci nuovamente frecce da tutti i lati. Una di queste quasi colpì Luke che si era dovuto fermare a causa di un ramo ed allora lanciò a sua volta la bandiera verso Chris che era molto veloce ed aveva già evitato quel ramo essendo senza niente in mano oltre che la spada. Anche lui continuò a correre e la nostra nuova, appena inventata strategia iniziava a piacermi. Ogni tanto anche io mi arrestavo per dare qualche colpo a Clarisse che si avvicinava, ma quella sbottava qualcosa e rispondeva continuando a correre cercando di fermare il suo ragazzo.
Anche Chris ad un certo punto venne arrestato da un ramo particolarmente odioso che intralciava il cammino e lanciò il bastone a Summer che anche lei era riuscita a superarlo passandoci sotto e quindi si ritrovava in testa a tutti. Anche io passai sotto quel ramo proprio come i nostri nemici e mi portai accanto a Summer.
Sembrava davvero fatta, ma chiaramente non era così infatti quella andò a sbattere contro qualcosa o meglio qualcuno di invisibile. Infatti senza rendersene conto si ritrovò a cadere per terra, ma riuscì a fare appena in tempo lanciandomi la bandiera, dato che ero io quello più vicino. Passando accanto a lei allora capii di chi si trattava e allungai il braccio facendo cadere dalla testa il cappellino degli Yankis di Annabeth.
Quella realmente senza parole dalla nostra strategia. Teneva ancora in mano il suo pugnale puntandolo contro la gola di Summer che si era dovuta arrestare a causa della caduta, ma prima che lei potesse muoversi Sum le disse:
-Non lo farei se fossi in te…- Infatti le stava puntando senza nemmeno che se ne rendesse conto la lama della sua spada contro lo stomaco, erano entrambe messe bene.
Non le guardai più di tanto perché dovevo correre, ecco che finalmente riuscii ad uscire dagli alberi e dai vari cespugli e sbucai lungo la riva del fiume. Dall’altro lato poco lontano sentii la voce di Katniss che urlava:
-Fermatelo veloci!-
Okay anche quelli erano riusciti a prendere la bandiera dovevo muovermi così presi la ricorsa e saltai di scatto superando il fiume in parte.
Eccomi dall’altro lato della nostra zona con la bandiera in mano, fra le urla della squadra rossa che non era riuscita a fermarci per pochissimo e le urla della nostra squadra invece che aveva appena vinto la Caccia alla bandiera.
Non feci nemmeno in tempo a voltarmi che mi si scagliarono addosso Luke e Chris a causa della corsa da un lato ed i fratelli Stoll accompagnati da Beckendof dall’altro lato. Nemmeno si erano resi conto che avevo la bandiera e solo dopo che venne a sbattere contro di noi anche Katniss e che volò dritta dritta in acqua, ovviamente anche lei senza bagnarsi, ci alzammo in piedi ed iniziammo ad urlare per la vittoria. Lanciai la bandiera a terra nel nostro territorio e mi feci prendere dall’euforia, infatti in quel momento era anche arrivato Chirone a riprenderci perché ci aveva visto abbastanza esaltati. Vidi anche che Annabeth aiutò Summer a rialzarsi e si sorrisero a vicenda avevano instaurato un buon rapporto proprio come con mia sorella che andò prima incontro a loro e poi prendendo anche gli altri compagni di squadra venne incontro a me canticchiando canzoni che ovviamente non conoscevo. Dall’altro lato invece vidi che i ragazzi erano abbastanza delusi, anzi Clarisse era nera e fumante di rabbia e la cosa non andava affatto bene perché ci guardava come se volesse che il terreno si aprisse e ci risucchiasse, ma quella è la specialità di Nico. Realmente Clarisse non prende mai bene le sconfitte, specialmente questa che poteva evitare, infatti se Sum non l’avesse distratta non avrei mai preso la bandiera e provato quella specie di strategia vincente. Ci guardava male così richiamò i suoi fratelli e se ne andò immediatamente al campo. Invece i figli di Atena vennero a congratularsi con noi in primis Annabeth che era ancora colpita da quella trovata geniale e poi anche tutti gli altri vennero a parlare con noi in maniera civile. Era andata bene questa volta ed era anche già passata da poco l’ora di pranzo quindi Chirone ci promise che questa sera avremmo fatto un falò in onore dei vincitori, ed io non vedevo l’ora di andare a versare tutta la mia cena all’interno del fuoco in onore di Poseidone, ovviamente, ed anche in parte per Atena sebbene la cosa, a mio parere era involontaria. Dopo esserci ripresi finalmente da quelle che sembravano ore di festeggiamenti mentre tornavamo dalla foresta con Katniss sulle spalle di Travis Stoll, quei due iniziavano a passare troppo tempo insieme, non mi piaceva come cosa però non potevo dirglielo se no mi avrebbe preso per uno di quei fratelli iper protettivi che non volevo essere. Cioè si andava bene tenere alla propria sorella però dovevo controllarmi, nemmeno con Annabeth ero così attento, forse perché sapevo che alla fin fine lei se la sapeva cavare benissimo a differenza mia. Okay ecco i soliti complessi da stupido che iniziavo a farmi. Tutti sembravano felici, ma non avevamo idea del casino che stava per succedere quel pomeriggio al centro del campo.

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Capitolo 5
*** Clarisse viene Fulminata ***


Tornammo allora dalle docce, una delle poche volte riuscimmo ad avere l’acqua calda ed il resto del pomeriggio libero, adoravo quel giorno. Katniss come al solito ci aveva messo ore ed ore per asciugarsi e sistemarsi i capelli lunghi che teneva sempre legati con una treccia sulle spalle.
Ed eccoci distesi tutti e due sui nostri letti, io che cercavo di addormentarmi a causa della levataccia della mattina, lei invece che leggeva. Passava troppo tempo con Annabeth anche infatti le aveva iniziato a chiedere dei libri in greco, forse era Harry Potter in greco, si perché Il Signore degli Anelli l’aveva chiesto già qualcun altro, ed invece Tyson se ne stava nelle fucine dei figli di Efesto deciso a fare una specie di quadro sulla nostra vittoria di oggi. Volevo dormire davvero, ma con tutte le urla degli allenamenti degli altri ragazzi non andava bene.
Avevo quasi del tutto chiuso gli occhi e già stavo iniziando a sognare la cena della sera (che volete quando sono stanco cerco di concentrarmi sul cibo o sulle ragazze come le persone normali) ma ecco le urla. Non erano urla di dolore o paura, erano semplicemente urla femminili, e non erano nemmeno di qualcuno che si stesse allenando. Vidi che Katniss si alzò immediatamente dal letto gettando il libro a terra con la sua solita finezza da scaricatrice di porto, andò immediatamente alla finestra si affacciò divenne pallida come un lenzuolo si mise le scarpe e corse fuori senza darmi una degna spiegazione. Non capivo bene quello che stava succedendo così mi alzai mi misi le scarpe a mia volta e controllai che in tasca avevo messo Vortice, si era li potevo andare. Uscii dalla porta e rimasi un momento fermo sopra le scale incerto su quello che vedevo.
Nella zona proprio accanto alle docce c’era un ammasso di ragazzi che erano riuniti in cerchio proprio come quando erano arrivati tutti gli altri ragazzi nuovi, solo che questa volta in mezzo c’erano soltanto pochi ragazzi non tutto il mucchio dell’altra volta. Ipotizzai che forse c’era qualcuno di nuovo ma quando vidi Clarisse in testa a tutti al centro della mischia con la lancia in mano ed ancora l’armatura in dosso, capii che mi stavo sbagliando. Mi feci largo fra la folla cercando di avvicinarmi ad Annabeth che era anche lei la con la faccia abbastanza preoccupata in un misto di terrore e rabbia. Katniss era accanto a lei che sbraitava contro Clarisse e la scena che vidi fu abbastanza strana.
Al centro del cerchio c’erano Clarisse con altri due suoi fratelli piuttosto massicci che puntavano le loro spade contro Luke da un lato e Katniss dall’altro impedendo loro di raggiungere Summer nello spazio vuoto che si era creato in quell’ammasso di gente. Infatti la ragazza era tenuta ferma a qualche centimetro d’altezza sopra il terreno, da Frederick ed un altro ragazzo, mentre Clarisse con un’inaspettata calma parlava e si dirigeva verso di lei con la lancia. Ma certo si voleva vendicare per l’episodio della pietra della mattina che gli era costato la Caccia, tipico dei figli di Ares, ma addirittura da fare questo ad una ragazza, forse quello che bruciava di più alla ragazza era che una novellina indeterminata gli aveva causato tutti quei problemi. Intanto erano anche accorse le Cacciatrici che non volevano avere niente a che fare con tutto quello scompiglio, voglio ben crederci, di li a poco forse si sarebbe scatenata una rissa.
Summer era tutta bagnata, anzi era vestita normale ma aveva i capelli e metà maglietta completamente bagnata, ovviamente non sarebbe potuta essere figlia di Poseidone, io non mi bagnavo mai. I due ragazzi la tenevano in maniera poco gentile dalle braccia tenendola ferma per evitare che scappasse o cose del genere, inoltre era disarmata.
-Clar avanti lasciala andare!- urlò immediatamente Annabeth cercando di farla ragionare preoccupata.
-Zitta tu Chase, abbiamo collaborato oggi però non sono servite a niente le tue stupide strategie!- ringhiò Clarisse lanciandole un’occhiataccia.
-Ma non ti ha fatto niente lei…- aggiunse Luke cercando di fare un passo in avanti ma ovviamente era fermato da quei tipi.
-Appunto Clarisse, se proprio devi prendertela con qualcuno devi prendertela con me!- dissi a mia volta sorpassando tutti e facendo ricadere gli sguardi su di me.
-Zitti voi pivelli, non ammetto che Nessuno, e sottolineo Nessuno tiri qualcosa addosso ad una figlia di Ares e la faccia franca.- disse ora lei iniziando a camminare la in mezzo tenendo la lancia stretta in mano. Ogni tanto la sbatteva a terra e qualche scarica elettrica usciva qua e la.
Talia intanto la guardava con aria severa cercando di farle cambiare idea, ma ovviamente quella continuava a resistere anche a quello sguardo terribile.
-Certo ora devo anche passare come quella che scappa!- urlò Summer arrabbiata dal centro.
-Ragazzina, tu non sai davvero con chi hai a che fare, io sono Clarisse la Rue fig…-
-Io avrei detto Clarisse l’esaltata e montata quello che è!-
A quelle parole la ragazza davvero non riusciva a contenere la rabbia ma strinse più forte la lancia e poi fece uscire qualche altra scossa dalla lancia.
Non andava bene, non doveva insultarla, ricordo ancora di quella anzi quelle volte in cui mi stava per ridurre in polpette, si non era di certo una tipa amorevole. Katniss ed Annabeth si voltarono verso di me con sguardo implorante, le guardai ma non sapevo che dovevo fare così dissi:
-Avanti Clarisse davvero lei non c’entra sono stato io…-
-No non è vero Percy, non le hai lanciato tu la pietra oh che palle, mi sono già beccata la testa nel cesso devo fare altro?!- mi fermò Sum lanciandomi un’occhiata ironica. Ecco perché era mezza bagnata.
-Le hai messo la testa nel cesso?!- chiese indignato Luke cercando di svincolarsi dalla spada di Fred dandogli un colpo con l’elsa della sua spada mentre un mormorio si alzava dalle ragazze ed un risata dai compagni di Clarisse.
-Ma che diavolo ti è saltato in testa Clarisse?? Ti si è fuso il cervello non ti ha fatto niente!- urlò Annabeth facendo due passi in avanti insieme a Katniss lei sfoderò il coltello per sicurezza e Kat sfiorò la spilla facendo apparire l’arco.
-Basta ragazzi finitela, è una cosa fra me e lei e non c’entrate voi!- esclamò Sum mentre tutti continuavano a parlare.
A quelle parole Clarisse fece un cenno ai sui fratelli che la lasciarono andare facendola cadere a terra, e poi disse:
-Okay vediamocela me e te ragazzina!-
Quella si alzò riluttante scostandosi il ciuffo di capelli bagnato e poi dicendo:
-Va bene!-
La guardai scuotendo il capo, non era un’idea saggia, alla fine si trovava in quella situazione per colpa mia perché io stavo combattendo con Clarisse e non volevo realmente che si facesse spezzare le ossa per questo motivo. Mi sentivo in colpa così tirai fuori Vortice e stavo per sprigionarla ma tutti quanti mi guardarono male e mi fermarono. Certo Annabeth e Katniss potevano usare le armi mentre io no. Luke era già pronto ad andare, sembrava che ci tenesse alla fine a quella ragazza proprio come gli Stoll che cercavano di piazzare delle scommesse anche se benevole sulla ragazza.
-Datele un’arma o quello che è non mi va di spaccarti la faccia disarmata!- sbottò Clarisse con un ghigno malefico.
Allora uno dei due ragazzi prese e le diede la sua spada, conoscendo i figli di Ares forse era maledetta, o cose del genere quindi eravamo tutti in tensione, qualcuno anche se improbabile, era andato a chiamare Chirone.
Summer prese la spada e si mise in posizione di difesa mormorando:
-Contenta, se volevi mettermi in imbarazzo ci sei già riuscita inzuppandomi!-
-Cosa?! Ancora quella storia del “bagno” diciamo che quello è niente devo ancora fartela pagare!-
-Non mi spaventi!-
-Non voglio spaventarti, ma solo farti male…- rispose ora Clarisse mettendosi in posizione di difesa puntandole la lancia mentre tutti ci allontanavamo per dargli spazio per il combattimento. Senza dare un minimo di preavviso partì per darle un colpo sulla testa, ma quella fortunatamente prima la parò con la spada e poi si scansò immediatamente. Dalla collisione delle armi uscirono molte scintille unite a scosse che andarono a cadere ai nostri piedi. Continuavo a tenere la spada in mano pronto a partire nel caso in cui le cose si mettevano realmente male.
-Questo è il meglio che sai fare?!- chiese ironica Summer. Ma perché la provocava, voleva proprio farsi staccare la testa nel vero senso della parola.
Anche questa volta Clarisse non esitò e cercò d’infilzarla in pieno petto ad altezza del cuore esattamente per ammazzarla, ma quella fu nuovamente veloce e si scansò in fretta facendo un salto alla sua destra. Fortuna che sapeva combattere con la spada. Partì poi un terzo colpo di Clarisse nuovamente con la punta della lancia diretto alla spalla, ma all’ultimo momento cambiò immediatamente rotta e con il lato del bastone andò a colpirla improvvisamente alla gamba. Questa volta la bionda venne colpita ed un gemito di dolore uscì dalla sua bocca e cadde a terra lasciando cadere la spada.
Quello forse era il momento buono per partire, così sprigionai Vortice ma Fred si voltò verso di me e disse:
-Compagno non ti consiglio di intervenire!-
-Spostati se continua così l’ammazza realmente!- dissi irritato cercando di spostarlo, ma non si voleva muovere.
Intanto Clarisse l’aveva completamente atterrata in maniera abbastanza prevedibile dopo un poco e le puntò la lama che emetteva scariche elettriche a due centimetri dalla gola.
-Adesso di semplicemente che noi figli di Ares siamo i migliori!-
-Questo si chiama essere sadici!- urlò una figlia di Atena indignata.
-No semplicemente i migliori…-
-Dillo ti prego Sum!- urlò poi Katniss disperata.
-Si dillo ragazzina e la chiudiamo qua e nessuno si farà ulteriormente male oltre a te!-
Quella rimase la a terra a pensarci un poco, ma non sapeva cosa fare, ci guardò tutti io con lo sguardo cercai di farle capire che poteva benissimo arrendersi, nessuno dei nuovi arrivati (non considerando me) si era messo così presto messo contro quella tipa e questa cosa era davvero tosta, ma non doveva farsi ammazzare inutilmente.
-Okay ci ho riflettuto, ho pensato che forse si, potrei dirlo, ma no grazie… non siete i migliori forse soltanto i più sadici, ma non i migliori!- rispose Summer arrabbiata. Maledetta la sua linguaccia, dovevo ammettere che era testarda, e che mi ricordava molto qualcuno, ma in quel momento non riuscivo bene ad inquadrare chi, così in quel momento successe un’altra cosa abbastanza strana, forse troppo strana. Infatti quella afferrò proprio nella parte della punta la lancia di Clarisse che continuava ad emanare scariche elettriche quasi come se niente fosse, scostandola dalla sua gola.
Tutti restammo senza parole, penso che nessuno aveva mai toccato quella lancia senza prendere una scossa ma lei niente sembrava tranquillissima infatti si alzò a sorpresa e disarmò Clarisse ancora sconvolta da quella mossa inquietante, ma ovviamente non si sarebbe lasciata abbattere infatti mentre Summer gettava la sua lancia per terra la andò ad afferrare i capelli.
-Oh Non i Capelli!- sibilarono contemporaneamente Summer e Katniss quasi in maniera agghiacciante.
La bionda infatti andò per liberarsi da quella mossa dandole un colpo in pieno petto e non solo la colpì ma uscì anche una fortissima scarica elettrica dal suo corpo quasi come la lancia, solo che proveniva dalle mani.
Ebbi una strana sensazione di stupore ma anche di paura, se lei aveva appena lanciato un scarica elettrica paragonabile ad… ad un fulmine, e li guardai Talia che era con l’arco in mano e gli occhi sgranati. Erano blu acceso contornati come sempre dall’eye liner ma in quel momento non riusciva e proferire parola a causa di quello che stavamo vedendo.
Come immaginai un secondo dopo sulla testa della ragazza apparve una saetta che brillava come non mai e sembrava scagliare realmente i fulmini a destra e sinistra.
-Andiamo non le ho fatto così male, mi aveva preso i capelli…- mormorò Summer ancora confusa, anche la stessa Clarisse era rimasta colpita dalla scena ma poi imprecò e si alzò.
Mia sorella invece si voltò a guardarmi con un sorriso a trentadue denti stampato sul viso mentre tutti gli altri alternavano lo sguardo fra me e lei e Talia. Non volevo crederci quello che vedevo la era il simbolo di Zeus, cioè non l’avevo mai visto in vita mia ma una saetta sopra la testa non penso che voglia significare altro. Talia sembrava pietrificata la davanti non riusciva a muoversi.
-Hem… Sum guarda.. su!- disse allora Kat andandole incontro.
Quella non capì bene così alzò gli occhi e terrorizzata vide il simbolo che iniziava a svanire.
-Cos’era quello?!- chiese insicura.
-Penso che fosse il fatto che ti hanno appena determinato!- esclamai a mia volta avvicinandomi a lei intimorito, in parte.
Lei alzò nuovamente lo sguardo non c’erano dubbi era il simbolo di Zeus. Annabeth venne immediatamente verso di noi con la bocca spalancata non sapeva cosa dire, non sapeva nemmeno se era una cosa positiva o negativa continuava a boccheggiare guardandomi ed indicandola, nemmeno io sapevo bene cosa fare o dire mi sentivo un pesce fuor d’acqua, okay lo ero normalmente, ma in quel momento di più di prima non ero in grado di ragionare. Quella sembrava ancora più sconvolta di tutti quanti noi. Lei era una figlia di Zeus? Era una cosa stranissima realmente, era diversa da noi, cioè dalla stessa Talia, a partire dai capelli poi però guardandole gli occhi quelli cangiavano dal nocciola scuro al blu profondo percorsi da quell’elettricità che avevo visto sempre in Zeus e Talia, non ci avevo mai fatto caso ma era così.
Tutti quanti immediatamente l’accerchiarono per parlarle ma nessuno riusciva a mettere in sesto una frase comprensibile. Katniss non smetteva di sbatterla a destra e sinistra strattonandola e Luke mi raggiunse dicendo:
-La cosa non va bene lo sai vero?-
-Tu dici?- chiesi a mia volta realmente incredulo.
-Ovvio due figlie dei Pezzi Grossi non mi sembra normale sai… poi ci siete ancora tu, Nico e Talia possibilmente scopriamo che Ade ha ancora qualche altro figlio!- disse quasi sconvolto sgranando gli occhi ed allontanandomi dalla mischia.
-Non lo so amico, cioè tu dici davvero che qualcosa non va?-
-Percy sono io il primo a pensare che ci sia qualcosa di strano nel ritrovamento di più di una dozzina di semidei tutti insieme?- domandò sarcastico alzando gli occhi verso il cielo.
-No anche io avevo avuto qualche dubbio, cioè forse le due furie che mi avevano quasi ammazzato prima di arrivare…- mormorai cercando di riflettere.
-Appunto, non voglio dire o fare di certo qualcosa di stupido o sbagliato però spero che Chirone si muova per cercare di capire la cosa, i Lestrigoni sono stupidi non sarebbero mai in grado di fare una cosa del genere da soli!-
-Appunto aspettiamo e vediamo cosa succede!- proposi a mia volta, così con Luke ci scambiammo un’occhiata d’assenso e poi tornammo in mezzo alla folla di gente.
In quel momento era appena arrivato Chirone al trotto più veloce che mai, anche lui era ancora a bocca aperta così come prima cosa la guardò negli occhi e poi disse:
-Di Immortales, non ci avevo mai fatto caso… bene, già ti ho dato il benvenuto tempo fa, comunque benvenuta Figlia di Zeus!-
-Mi mettete in soggezione sapete tutta questa storia Zeus… wow mi sento pure confusa!- continuava a dire lei.
-Non è una cosa stupida e non c’è niente che faccia confondere sei figlia di Zeus punto!- era arrivata sbraitando quasi Talia tirandosi indietro i capelli con il cerchietto argentato. Anche lei a sua volta non smetteva di fissarla incredula quanto tutti gli altri di avere una sorella. Sebbene Talia sembrasse a livello estetico la più piccola fra le due perché Sum la batteva in altezza etc, Talia era la più grande così con molta difficoltà si decise a portarla nella sua Cabina, dove sarebbe stata sola alla fin fine perché lei alloggiava dalle Cacciatrici ormai da un poco di anni a questa parte.
Intanto arrivò anche il Signor D con la sua solita aria annoiata facendosi largo fra la gente spostando anche alcuni con le viti creandosi un percorso.
-Oh quindi paparino ti ha riconosciuta alla fine?!- chiese ironico schioccando le dita studiando prima lei e Tals, poi voltandosi a guardare me e Kat.
-Si… ma un momento… lei lo sapeva! Sapeva benissimo di chi ero figlia ma non me l’ha voluto dire…- urlò ora Sum indicandolo, ma a Dionisio non parve importare molto la cosa infatti iniziò a ridere e disse:
-Ovvio che lo sapevo ragazzina, io so tutto qui solo che per ordini da su non hanno voluto che te lo dicessi…-
-Non volevano fare sapere che aveva un’altra figlia, cercava di tenerlo nascosto, tipico da parte sua!- sbottò Talia seccata.
-Non sei più l’unica, Cacciatrice beh ora che la famiglia intera si è riunita, oh no forse manca ancora qualcuno,però intanto potete anche andare a festeggiare, giusto Peter Jhonson?- ecco come sempre si riferiva a me così mi avvicinai cauto e soprattutto calmo e dissi.
-Cosa c’entro io?-
-Tu c’entri sempre alla fine, dove ci sono guai ci sei anche tu tienilo a mente, ora smammate tutti prima che trasformi qualcuno in qualche bottiglia di Merlot!- ci liquidò con la sua solita gentilezza che lo caratterizzava. Girò i tacchi ed andò nuovamente verso la Big House lasciando nell’aria quel tipico aroma di vino frizzantino che caratterizzava il suo passaggio.
Storsi il naso e poi andò anche Chirone con il viso abbastanza preoccupato, scommetto che realmente Luke non era l’unico a spaventarsi del fatto che una figlia di Zeus fosse stata ritrovata in quel gruppo. Guardai tutti quanti e poi mi avvicinai al gruppo. Talia e Summer si diressero silenti verso la cabina numero uno mentre tutti gli altri continuavano a rimanere la ancora sotto shock dall’avvenimento.
Katniss mi seguì a ruota non voleva di certo disturbare quel momento fraterno fra le due ragazze, ma forse Talia non l’aveva presa bene quanto me infatti ogni due, tre usciva dalla cabina per andare a parlare con alcune Cacciatrici che si trovavano la davanti e che stavano aiutando le due con il trasloco. Io intanto mi ero andato a sedere sotto un albero nella radura con gli altri che ancora parlottavano anche Grover si era appena unito a noi dato che era come al solito tornato da una delle sue missioni di ricognizione alla ricerca di nuovi semidei, sebbene in questo momento non ve ne fosse più bisogno. Quasi gli venne un infarto quando scoprì di chi era figlia Summer così si accasciò sull’albero ed iniziò a sbattere la testa contro il tronco e disse
-Come ho fatto a non capirlo prima, cioè non ho riconosciuto il suo odore!-
-Era nascosto bene nessuno c’è riuscito, solo Dionisio lo sapeva e l’ha tenuto nascosto anche a Chirone!- spiegò immediatamente Annabeth mentre richiudeva il portatile di Dedalo che aveva sempre dietro ultimamente per dei progetti.
-A quanto pare lo stesso Zeus non voleva farlo sapere…- aggiunse immediatamente mia sorella che giocherellava con le punte dei capelli.
-Non è giusto e soprattutto non so se è una cosa buona o meno!!!- iniziò a belare Grover come sempre.
-Perché tutti quanti la vedete come una cosa poco buona questo discorso che o io o Summer o qualunque altra persona venga riconosciuta da uno di quei tre possa creare problemi?- domandò lei seccata come non mai.
-Forse perché l’ultima volta che stava per crollare l’Olimpo una profezia si riferiva ad uno dei loro figli?!- chiesi a mia volta ironico. Perché se la prendeva tanto mica stavamo accusando loro, però forse le stavamo facendo sentire in colpa.
-Oh certo, voi continuate a vederla come una cosa negativa per noi è una grandissima occasione, per tutta la vita abbiamo sperato di avere dei veri genitori ed adesso che sappiamo di averli tutti quanti hanno, diciamo terrore, che possiamo fare qualcosa di sbagliato o di brutto!- ammise mia sorella alzandosi indignata ed aggiungendo –Vado a vedere come sta la mia amica…- dette queste parole anche lei andò immediatamente dirigendosi verso le cabine.
-Complimenti Testa d’Alghe… bel colpo davvero!- esclamò ironica a sua volta Annabeth guardandomi con i suoi occhi grigi.
-Ma che ho detto?-
-Percy non capisci forse, tu hai sempre avuto una madre quindi alla fin fine hai avuto una persona che ti guidasse nella tua vita… beh loro no, sono sempre stati soli sballottati da una famiglia all’altra!-
-E tu come le sai tutte queste cose?- domandò Grover al posto mio mordendo dei fili d’erba.
-Forse perché ho dei fratelli e sorelle che sono in questa condizione? Comunque siate felici per loro… beh ora vado anche io a vedere che stanno facendo nella cabina prima che qualcuno fulmini qualche altro, ah a proposito….- disse Annabeth alzandosi ed iniziando anche lei ad incamminarsi –Ho visto che Katniss con Travis vanno molto d’accordo!-
-Oh davvero? Sai che non sarebbero per niente male…ma che diavolo sto dicendo, inizio a passare troppo tempo con Juniper e le sue amiche ninfe che schifo!- borbottò Grover abbastanza incerto delle sue parole, in fondo ricordo ancora quando l’ho visto con un vestito da sposa quindi ero abituato a vedere il suo lato femminile, sebbene fosse una cosa abbastanza strana.
-Okay di a Kat che ci vediamo a cena o in cabina o al falò della vittoria, se avrà voglia di parlarmi o di darmi qualche pugno o qualunque altra cosa…- ammisi disperato.
Alla fine mi dispiaceva che mia sorella si fosse arrabbiata con me, ci tenevo ormai a lei, anzi diciamo anche a tutti loro. Così restai li con il mio migliore amico a parlare del più e del meno mentre la piccola Bambi si era unita a noi raccontandoci di come aveva fatto fuori un mostro nel pomeriggio ed era per questo che si era persa lo scontro di Clarisse (che a proposito aveva continuato a borbottare arrabbiata ma alla fine se n’era andata indignata dopo l’arrivo di Dionisio). Quella bambina era davvero grandiosa, mi mostrò la sua matita da disegno ed iniziò a scarabocchiare qua e la su dei fogli di carta prima di trasformarla in una lancia con delle piume attaccate.
Era strano vederla così, fra i due quello che più si spaventò fu Grover infatti non esitò un istante a farle fare un giro a cavalluccio proprio come aveva chiesto a Chirone il primo giorno.

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Capitolo 6
*** Un flashback con finale da infarto ***


A cena Katniss arrivò qualche minuto dopo di me con il suo solito sorrisetto stampato sulla faccia, ed addentò immediatamente un pezzo di pane iniziando a raccontarmi ed a descrivermi la stanza e la cabina numero uno dove non ero mai stato a dirla tutta.
-Sai il tetto di Hogwarts quella di Harry Potter? Beh ecco così è il loro tetto a quanto pare varia a secondo dell’umore degli abitanti della cabina, Summer è da sola infatti si spaventa un attimo ad andare la abituata a stare da Ermes in mezzo a tutto quel trambusto mi sembra pure normale…e poi ha paura del buio.. ops forse non dovevo dirtelo questo- iniziò a dire lei parlando come sempre a macchinetta. Anche se non mi lasciava parlare l’adoravo, quindi bevvi un sorso di Diet Coke e continuai ad ascoltarla parlare.
-Davvero il tetto cambia a secondo dell’umore?- chiesi incredulo sembrava una cosa fortissima.
-Si tipo ad un certo punto Sum e Talia avevano iniziato a litigare su non so cosa e sembrava che si stesse scatenando una tempesta la sopra, poi però si sono calmate perché ho fatto partire alla radio una canzone dei Green Day e sembrano avere trovato un punto comune… la musica!-
-Ah wow spero che adesso non inizi anche lei ad andare dietro alle Cacciatrici…-
-Chi Summer?! Lei con le Cacciatrici? Certo e poi il mondo può finire… non si unirebbe a loro nemmeno per tutto l’oro del mondo, anche se ci scherza e cose varie… è giovane ed innamorata dell’idea dell’amore!- sospirò quella quasi sognante.
-Oh certo capisco, roba da donne, e tu invece vuoi unirti alla Cacciatrici per caso?!- chiesi ironico e retorico.
-Si sai ho iniziato a pensarci seriamente…- ammise lei serissima in viso.
La mi affogai con la Diet e dissi:
-Dici sul serio? E… Travis?-
-Cosa Travis? Siamo solo A M I C I!- esclamò quella scandendo bene l’ultima parola.
-O… okay è strana come cosa… - mormorai, fortunatamente in quel momento tutto il trambusto dei vari tavoli si spense quando arrivarono Talia e Summer che andarono verso il tavolo di Zeus, la seconda si sedette la imbarazzata, ed alla fine anche Talia decise di abbandonare le Cacciatrici e farle compagnia al tavolo, alla fine erano sorelle anche loro dovevano iniziare a fidarsi l’una dell’altra e cose simili. Erano entrambe imbarazzate però trovarono degli argomenti comuni tipo la musica e riuscirono a passare la serata senza fulminarsi a vicenda, almeno la genetica non aveva toppato del tutto su questo campo. Nessuno smetteva di guardarle, ed anche io e Kat ogni tanto gli lanciavamo degli sguardi giusto per evitare che iniziassero a litigare, ma sembravano andare bene.
Quella sera dopo aver gettato una gran quantità di cibo nel braciere in onore di papà andammo a sederci intorno al fuoco, come spesso accadeva per ascoltare i vari canti e racconti dei figli di Apollo in onore della vittoria. Sembrava divertente ed il fuoco era particolarmente alto ma stranamente sia Kat sia Sum rimasero parecchio in disparte senza dilettarsi nelle loro danze, non parlarono nemmeno con i figli di Ermes con i quali facevano spesso comunella. Solo Luke andò a parlare con loro ed ovviamente tutte le ragazze (quindi anche Annabeth, Alexandra, Silena, Bambi, Kayla) anche la stessa Clarisse su forte insistenza di Chris andò a parlarle, forse fecero pace fatto sta che borbottò qualcosa del tipo:
-Ti tengo lo stesso d’occhio ragazzina…- ma era normale, anzi aveva smesso di mandarle minacce di morte con la lancia per evitare di far infuriare suo padre.

Ovviamente non iniziarono a mancare i sogni, più che sogni sembravano incubi ed io odiavo gli incubi. Pensavo di essermi liberato di loro con la caduta di Crono, ma no la mia sfortuna non poteva di certo finire li, ovvio che credevo che avrei fatto sogni tranquilli d'ora in poi?! Che avrei passato una tranquillissima estate al Campo? Ma che idee stupide ti vengono in mente Percy, è ovvio che ti deve succedere qualcosa per essere la tua vita normale. Odiavo quelle cose ma intanto non potevo ignorarle davvero infatti in quella notte iniziai prima a rigirarmi nel letto ed iniziai a vedere delle immagini nella mia mente. Inizialmente erano abbastanza sfocate poi solo dopo iniziarono a mettersi a fuoco da sole e quello che vedevo era il mare, o meglio una grande distesa d’acqua davanti a me. Era limpida e tranquilla però non mi trovavo su una spiaggia ma in alto ero a svariati metri sopra il livello di quella distesa d’acqua. La visuale iniziò a ruotare e vidi dietro di me invece delle pareti grigie, era una stanza, composta da tre lati vetrate appunto che mi mostrava quella meravigliosa vista ed il tetto ed un’ultima parete dove vi era una porta in metallo completamente d’acciaio. Al centro vi era una scrivania che guardava il paesaggio dondolandosi a destra e sinistra dandomi le spalle e solo dopo vidi che fissava una città la davanti. Ebbi la sgradevolissima sensazione di ritrovarmi per l’ennesima volta sulla Principessa Andromeda, ma fortunatamente non si muoveva mi continuai a guardare intorno e capii che mi trovavo su una piattaforma, non so di cosa, ma era una vera e propria piattaforma al centro di un lago perché lo sapevo punto e basta.
Il tizio alla scrivania non osava voltarsi ed in quel momento preciso la porta in metallo scricchiolò e si aprì, ma lui rimase impassibile. Da la entrò una delle figure più belle che abbia mai visto era una ragazza, o meglio una donna con i lunghi capelli neri mossi che le scivolavano sulle spalle ed un vestito da sera, anzi una specie di vestito antico greco, di colore azzurro con delle varie sfumature a destra e delle conchiglie e delle perle attaccate da un lato. Era meravigliosa quasi paragonabile ad una dea, solo che vidi che la sua carnagione era bianchissima tendente al celeste e le orecchie erano a punta, e capii solo dopo che si trattava di una delle più belle Nereidi (le ninfe dei mari) che avessi mai visto. Elegante, portamento perfetto, eppure al suo fianco aveva legata ad una cintura argentata un pugnale che teneva stretto. Quando parlò la sua voce era fredda ed agghiacciante e disse:
-Mio signore, ne abbiamo trovati degli altri!-
-Ottimo direi Deirdre…- sibilò quello quasi come se parlasse fra se e se –Dopo la terribile perdita di tutti quei ragazzi della nostra scuola penso che dobbiamo rifarci in fretta molto, in fretta!-
-Assolutamente infatti quegli stupidi stanno continuando a girare in lungo ed in largo per lo stato cercandone altri… io direi di andare direttamente in uno di quei campi dove si trovano tutti i mocciosi…- ammise lei forse leggermente incerta.
-No… devono essere ancora inconsapevoli, dobbiamo raggirarli a nostro favore, dobbiamo impossessarci delle loro menti attraverso la vostra magia e bellezza…-
-Ma… signore- disse lei facendo un passo in avanti quasi contrariata.
-Così belle eppure così fatali, le ragazze eliminatele pure non servono… la dove mio figlio ha fallito miseramente, ora toccherà a me intervenire, gli avevo affidato il regno e lui… ah ma lascia perdere non capiresti!- sbraitò ora rimanendo a darle le spalle.
-Come desidera- mormorò lei delusa.
-Continuate a cercarli e soprattutto riferisci a quegli stolti dei Lestrogoni, delle Dracene e tutti gli altri, che dobbiamo sbrigarci- disse ora quello con assoluta calma e pacatezza continuando a fissare la città come se niente o nulla dovesse succedere. La donna esitò un secondo poi si morse il labbro ed annuii mesta. Abbassò il capo allora ed a sua volta gli diede le spalle andando per uscire dalla porta, e mentre stava camminando si trasformò in una figura fatta completamente d’acqua, era chiaramente una donna ma trasparente proprio come l’acqua, andò sul ponte della piattaforma e poi come se niente fosse si gettò nel lago scomparendo alla vista di chiunque altro. Volevo, anzi dovevo capire chi diavolo ci fosse dietro tutta quella maledettissima nuova messa in scena ma proprio come era apparso il sogno, svanì tempo niente.
Mi ritrovai come al solito sommerso nel sudore freddo a causa della terribile visione e così mi alzai piano piano ed iniziai a camminare per la stanza, alla fine mi ritrovai davanti alla fontana, stavo per immergere la mano nell’acqua ma dopo la visione della Nereide oscura, la cosa mi turbava parecchio. Infatti non immersi la mano ma andai in bagno a sciacquarmi la faccia con dell’acqua normalissima senza cercare di svegliare ne Katniss e Tyson che sembravano dormire tranquillamente, e speravo che così fosse, non volevo che anche loro iniziassero ad avere i miei stessi incubi, non li auguravo nemmeno al mio peggior nemico, che in questo momento stranamente non avevo, ma che sicuramente avrei trovato presto.
La mattina dopo mi svegliai alla solita ora e trovai Katniss davanti allo specchio che continuava a guardarsi sistemandosi i capelli. Okay era normale che le ragazze si sistemassero ma in quel momento sembrava davvero ossessionata, così le domandai ironico:
-Come mai tutta questa cura oggi? Non è che devi far colpo su qualcuno…- ovviamente la buttai li scherzando, ma lei invece era serissima. Si voltò a guardarmi per un attimo e poi si rimise allo specchio dicendo:
-No non pensare sempre a queste cose fratello superficiale…-
-E allora come mai stai facendo tutto questo sorella vanitosa?-
-Fatti miei…- mormorò lei cupa.
-Dai Kat alla fine lo sai che lo verrò a sapere lo stesso dai, tanto me lo verresti a spifferare ad ora di pranzo, non resisti nel non dirmi una cosa- la tentai cercando di farla parlare prima.
-Lo so che alla fine te lo direi lo stesso, solo che…- fece una pausa abbassando lo sguardo davanti allo specchio ed aggiunse –mi vergogno a dirtelo!-
-Okay a meno che non si tratti di…- ma fortunatamente mi fermò subito quella.
-No qualunque cosa tu stia pensando NO!- sbraitò lei tornando la stessa Kat di prima.
-Ed allora di cosa si tratta? Giuro non mi metterò a ridere o qualunque altra cosa…-
-Sicuro Perce? Se lo fai ti ammazzo realmente mi metto a giocare con te al tiro al bersaglio e tu sei il bersagli mobile!- disse severa allora mia sorella.
-Okay promesso!-
-Va bene, allora te lo dico, sono qua davanti allo specchio a sistemarmi perché non mi sento bella questa mattina!-
Oh Miei Dei. Era una cosa davvero terribile per le donne l’aspetto fisico era importante ma Katniss? Non la facevo così stupida.
-Ma che cosa stai dicendo…- chiesi non capendo bene.
-Si ti spiego il perché… ieri notte, anzi questa notte, ho fatto un sogno c’era acqua tanta acqua, lo sai a me piace l’acqua poi però è arrivata una ragazza era no bella di più era meravigliosa aveva i capelli lunghi e mossi ed era…- a quelle parole mi bloccai e la guardai ad occhi aperti anche lei aveva fatto il mio stesso sogno. Era quella nereide chiamata Deirdre.
Per Katniss quello era il primo anno quindi non poteva sapere che ciò che aveva sognato era reale, fin troppo. Lei pensava che avesse appena avuto un sogno normalissimo ma non era così, la cosa non andava bene per niente.
-Dimmi era vestita di azzurro e parlava con un tizio seduto alla scrivania che le dava le spalle?- chiesi rapido mettendomi le mani nei capelli sperando in una risposta negativa.
-Si, è per caso qualche scena di un film perché davvero era meravigliosa…- mormorò lei arrossendo leggermente. Era ovvio le ninfe sono sempre bellissime ma quella lo era maggiormente.
-No niente film…- dissi secco andando immediatamente verso l’uscita della cabina, dovevo dirlo immediatamente ad Annabeth per vedere se qualche altro aveva avuto quello stesso sogno.
-Percy mi dici il titolo così vedo chi è l’attrice?- continuava ad urlarmi mia sorella senza capire.
Non potevo dirglielo non ora, era troppo rischioso, magari dopo che ne avrei capito di più avrei parlato.
Scesi rapido le scale e mi diressi correndo verso la cabina di Atena senza cercare di dare nell’occhio, nello stesso momento vidi arrivare esattamente nella mia stessa direzione Luke pallidissimo in viso come se avesse passato la notte in bianco. Ci guardammo immediatamente e sia io sia lui cercammo di fare un sorrisetto forzato così dissi:
-Ehi ciao amico, come va?-
-Ehi ciao Percy, bene tu invece?- rispose lui battendo il pugno come facevamo sempre.
-Bene dai… come,…. Come mai da queste parti?- chiesi allora curioso indicando la cabina numero sei ancora fuori dalla porta.
-Oh beh dovevo chiedere in prestito un libro su delle cose…-
-Ah capisco…- feci il vago anche io esattamente come stava facendo lui. Non sembrava normale, sembrava preoccupato, forse anche lui aveva appena avuto lo stesso incubo.
-Si tu invece?- -Dovevo chiedere ad Annabeth delle cose, sai avvolte è meglio di un’enciclopedia!- mormorai incerto guardandolo negli occhi. Ci scambiammo un rapidissimo sguardo e si anche lui aveva avuto lo stesso incubo così disse:
-Nereidi giusto?!-
-Si quella la non mi piaceva per niente…- ammisi cupo mentre iniziai a bussare insistentemente contro la porta.
-Già parliamo del tipo alla scrivania? Ne ho conosciuti parecchi mostri, ma quello non mi piace per niente, specialmente lei!- esclamò tetro mentre anche lui iniziava a bussare.
-Anche Katniss ha avuto lo stesso incubo!-
-Ne ero certo e scommetto che non si è esaurita qua la cosa, te l’avevo detto ha a che fare con il ritrovamento dei ragazzi, ma soprattutto con qualcuno che ci vuole…-
Continuavo ad annuire aveva esattamente ragione era terribile come cosa, era ovvio che qualcuno aveva iniziato a darci la caccia, o meglio dava la caccia ai semidei sparsi per lo stato e faceva fuori le femmine. In quel momento pensai che se non li avessero salvati nessuna delle ragazze che ormai conoscevo sarebbe ancora viva. Mi salì un nodo allo stomaco e le gambe iniziarono a tremarmi, ed ecco che incominciavo nuovamente a sudare freddo. Annabeth fortunatamente aprì la porta e quando ci vide così preoccupati. Immediatamente iniziammo a raccontarle prima del sogno, erano esattamente uguali i racconti miei e di Luke e la cosa fece preoccupare anche la mia ragazza. Continuava ad alternare lo sguardo fra noi due mentre ci dirigevamo alle varie attività, ma come al solito ci chiese di fare silenzio se nessun’altro si andava a lamentare di questi strani sogni non dovevamo dire niente a nessuno.
Anche quando mi vide Grover capì grazie al nostro collegamento empatico che qualcosa non andava bene però non volle fare molte domande, preferiva godersi lo spettacolo dei ragazzi più giovani che scalavano la parete di lava.
Ovviamente se in queste notti non avessi sognato altro, potevo stare tranquillo, inoltre sia secondo Luke, sia secondo Annabeth la città che si affacciava su un lago e che mostrava delle determinate caratteristiche architettoniche e paesaggistiche, era Chicago. Io non vi ero mai stato ma Luke si una volta mentre cercava dei semidei da piccolissimo. Ne erano più che sicuri e decisi di fidarmi di loro, se a Chicago si annidava qualcosa lo avremmo scoperto presto, forse fin troppo presto.

Le risposte infatti non tardarono ad arrivare infatti erano appena passati tre giorni da quel fatidico incubo e continuai a fare il vago con mia sorella dicendole che era un film e soprattutto le feci promettere di non parlarne nemmeno con Summer, se anche lei aveva avuto lo stesso sogno probabilmente le due avrebbero capito che qualcosa non andava ed il piano di rimanere nell’anonimato andava a farsi benedire da Poseidone e tutti gli altri. Intanto quelle due furono distratte dalla nuova arma di Sum che aveva anche lei trovato sul letto. Come Talia aveva l’Egidia il suo terribile scudo con la testa di Medusa che si sprigionava dalle catene che aveva al polso sempre con se, la spada si Summer si sprigionava da una collana con un pendente a forma di chiave, era tutta in argento lunga più o meno quanto Vortice ed al tatto sembrava che emettesse scariche elettriche.
Sembravano fatte l’una per l’altra, infatti non se ne separava mai ed iniziava ad allenarsi solo con quella. Dopo questi giorni infernali dove cercavo di dare il massimo in tutti i tipi di allenamenti (specialmente nel tiro con l’arco dove c’era sempre Talia ad allenarci), finalmente ecco che arrivò un pomeriggio semi libero perché i figli di Apollo stavano allestendo una specie di musical in onore di loro padre.
Io onoravo il mio facendo delle offerte nel fuoco, loro facendo un musical, Katniss cercò di farmi cambiare idea sul cantare ma continuai a desistere e la cosa non m’interessava nemmeno. Così quel pomeriggio dato che c’era molto macello in mezzo al campo preferii andare a fare un giro con Annabeth.
Lo giuro era partito come un’incontro abbastanza romantico, dovevamo essere solo noi due ai bordi della foresta, ma ovviamente quando cerchi di mantenere segreta qualcosa tutti lo vengono a scoprire.
Ecco perché ci raggiunse immediatamente Grover che passeggiava e che sentiva la mancanza dei nostri pomeriggi insieme, subito dopo Luke accompagnato da Chris ed anche Alexandra e Bambi, Talia che passava di la con delle Cacciatrici per un turno di ronda, e non potevano mancare Pinco Panco e Panco Pinco (alias Katniss e Summer) che passeggiavano innocue per la foresta, anche se sapevo benissimo che ci stavano seguendo.
Ecco eravamo un gruppo numeroso, molto numeroso, mancavano solo i fratelli Stoll che arrivarono non appena iniziarono a vedere il trambusto e così eravamo al completo. Io ero appoggiato ad un albero ed Annabeth era appoggiata a me, intorno vi erano tutti gli altri che parlottavano e continuavano ad imitare i figli di Apollo, anche se c’era qualcuno che non lo faceva, io non l’avrei mai fatto cioè Apollo non si prendeva molto sul serio ma mai disonorarlo. Continuammo a parlare su quali canzoni stile Glee o High School Musical ci avrebbero cantato, e solo dopo un poco qualcuno fece calare il silenzio.
-Bene ora che siamo qua, non trovate che sia l’atmosfera perfetta?- chiese curiosa Bambi alzandosi, certo che quella piccina riusciva a far zittire tutti.
-Tesoro atmosfera perfetta per che cosa?- chiese Annabeth dolcemente mentre tutti la fissavano.
-Per sentire la storia della vostra battaglia di Manatthan…- ammise lei ora facendo realmente calare il silenzio. Ci guardammo tutti quanti ed allora subito Summer disse:
-Si concordo in pieno voglio sapere tutto per filo e per segno ancora non c’è l’avete raccontata per intero…-
-Ed adesso che siamo qua è perfetto!- urlacchiò mia sorella andando a dare il cinque alla sua amica.
-Dai non mi sembra il caso…- dissi subito io.
-Si invece voglio sapere tutto!- rispose lei allora lanciandomi uno sguardo serio.
-Oh di come Luke sia passato da super cattivo a super buono…- aggiunse Bambi.
-Anche se la figura di Luke malvagia mi affascina…- disse Summer a bassa voce scherzando. Quello divenne leggermente rosso in viso ma sembrava non farci caso e poi Talia sbottò:
-Che stupidaggini, io me ne vado…-
-No dai Tals rimani…- aggiunse ora lui rapido prima che la ragazza se ne andasse. I loro occhi si incontrarono ma lei distolse immediatamente lo sguardo e poi si andò a sedere accanto a Summer che la guardava a bocca aperta, voleva dire qualcosa come se avesse appena capito qualcosa, ma non osò parlare a causa dello sguardo di Talia che diceva “Se osi parlare giuro che ti fulmino, anche se non ti fai niente!” si il suo sguardo voleva dire proprio quello. Le due si guardarono e poi si scambiarono un’ultima occhiata di approvazione.
-Allora Percy vorresti raccontarci tu la storia dato che sei uno dei protagonisti?- chiese Annabeth per rompere il silenzio che si era appena creato dandomi anche un colpo di gomito allo stomaco. La capii che dovevo per forza iniziare a raccontare tutto.
Feci un respiro profondo ed iniziai esattamente da quando tutti quanti avevamo abbandonato il campo. Dissi di come avevamo appena rotto l’incantesimo di Morfeo che teneva tutta Manattam addormentata e di come tutti, compresa mia madre avessero iniziato a combattere contro i mostri. Non era di certo uno dei ricordi migliori, ma quanto meno ero ancora vivo per raccontarlo. Luke ogni tanto aggiungeva alcune cose, parti di piani che avevano ideato dalla parte nemica e che nemmeno io sapevo. Era bello alla fin fine raccontare di come c’è la siamo cavata e tutti sembravano ammaliati da quel racconto, anche gli Stoll sembravano essersi calmati per un poco, persino Kat non parlava.
Avevo tutti gli occhi puntati su di me, anche se quelli di Talia mi mettevano in soggezione, ma continuai a raccontare tutta la storia, ed arrivai a quando eravamo in numero nettamente inferiore.
-Si infatti non riuscivamo davvero a sapere come avremmo dovuto resistere a tutti quei mostri…- ammisi ricordando il terrore e la paura di quegli attimi. Il sole stava iniziando a calare ed il racconto iniziava ad arrivare alla fine.
-Scusami quindi come diavolo avete fatto? Cioè vi stavano letteralmente prendendo a calci nel culo ed alla fine siete vivi?- chiese Katniss con la sua solita finezza.
-Già come ci siete riusciti… come dimmelo Percy inizio ad avere gli incubi se no!- esclamò poi Bambi alzandosi quasi disperata più di me.
-Tra.. tranquille voi due ci stavo arrivando esattamente adesso.. beh eravamo davvero spacciati lo ammetto,tutti quanti eravamo terrorizzati all’idea di quello che sarebbe successo..- e la vidi Chris che annuiva con me – Quando ad un tratto sentii un cane abbaiare…-
La i ragazzi che c’erano fecero un leggero sorrisetto i nuovi invece erano confusi così aggiunsi:
-Si era il guaito della Signora O’Leary, il segugio infernale di cui vi avevo parlato, sapete quello di Dedalo… beh era lei, e così ci girammo tutti quanti increduli e li accanto a lei c’era un semidio con un’armatura completamente nera, che sembrava irradiare morte e mentre ci stava raggiungendo tutti i mostri che aveva intorno si scansavano lasciandolo passare. Ovviamente indossava l’elmo e quando ci trovammo a pochi metri di distanza se lo tolse e disse, un momento mi pare che disse con certezza…- Erano tutti presi però non ricordavo le sue parole con molta precisione, e stavo riflettendo, quando me le ricordai allora aprii la bocca per parlare ma ciò non accadde.
In quel preciso istante sentii una voce alle mie spalle che disse -“Ho ricevuto il tuo messaggio! E’ troppo tardi per unirsi alla festa?” –
Ecco la mi venne quasi un infarto per quello che sentii.
Infatti non era stato nessuno dei presenti, almeno la nel cerchio, a parlare ma quella voce era esattamente di colui che un tempo aveva pronunciato quelle parole.
Voltandomi infatti vidi quella figura alta con i capelli neri scombinati la pelle pallida e gli occhi nocciola che indossava una maglietta nera con un teschio bianco dei jeans strappati e la spada nera al suo fianco. Nico Di Angelo era appena apparso alle nostre spalle procurando uno spavento generale.

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Capitolo 7
*** Mia sorella pensa di essere agli Hunger Games ***


Un sorriso si dipinse sulla faccia dei presenti, anche se alcuni rimasero leggermente spiazzati, in particolare Katniss e Summer che continuavano a lanciarsi occhiate veloci molto incerte, forse rimasero anche a bocca aperta. Mi alzai immediatamente come tutti gli altri e gli andai incontro sorridente, quello inarcò un sopracciglio quasi beffardo e poi ricambiò il sorriso dicendo:
-Vi ho messo paura vero?-
-No ci hai solo fatto venire un infarto…- rispose Annabeth anche se non era per niente arrabbiata.
-Volevo provare il trasporto con le ombre, però a quanto pare devo ancora perfezionarmi, la mia meta era il centro del campo…- disse sorridente quello.
-Nico ma che ci fai qua, cioè da quanto tempo!- esclamai a mia volta dandogli una pacca sulla spalla.
-Già Percy, giusto la scorsa estate ed in perfetto orario come sempre…- ammise vantandosi lui mentre iniziava a muovere qualche passo verso di noi.
-Anche se hai avuto qualche contrattempo se non sbaglio!- aggiunse Grover andandogli incontro saltellando.
-Dettagli, l’importante che sono arrivato- ammise il figlio di Ade con un sorrisetto, cosa molto strana da parte sua.
-Fortissimo, mi devi spiegare come hai fatto- esclamò ora Travis andandogli a cingere le spalle con un braccio.
-Ovviamente anche a me se no non ti lasceremo libero sappilo!- aggiunse Connor imitandolo però dal lato opposto. I due si lanciarono un occhiata d’assenso, i figli del Dio dei ladri dovevano saperle fare certe cose.
-Ci… proverò…- ammise lui facendo spallucce per poi portarsi con lo sguardo sui presenti che lo circondavano, soffermandosi prima su Talia, poi su Luke e disse –Vedo che ti sei ripreso alla grande, amico!-
-Non è stato facile ma ormai, si mi sono ripreso lo stesso vale per te ti ricordavo più piccolo, forse!- ammise ora Luke scherzando.
-Forse si, ma va bene- mormorò quello ricambiando il mio sguardo mentre ci scambiavamo una rapida occhiata, quando ad un certo punto sentii una voce acuta, che iniziò ad urlare:
-Ehi voi altri, capisco che non vi vedete da tanto ma non isolateci, cioè ci fate sentire delle stupide che non hanno partecipato alla battaglia l’anno scorso!- ovviamente era Katniss che ancora seduta a terra aspettava impaziente la fine del racconto interrotto dall’arrivo di Nico.
-Kat dai non urlare… ti prego!- disse ora con tono sommesso Summer tenendo la faccia coperta dai capelli per l’imbarazzo a causa delle urla di mia sorella.
-Dai finiscila, cioè non può arrivare quel tipo e mandare all’aria il racconto!-
-Si lo so, okay ma non c’è bisogno di urlare come stai facendo esattamente TU!- esclamò l’amica lanciandole uno sguardo tipico di quelli di Talia. Mia sorella allora leggermente confusa inarcò gli occhi e disse:
-Sei nervosa Sum?! Si mi sembri abbastanza…- ma fortunatamente Bambi non le fece finire perché si alzò in piedi e si mise fra le due cercando di separarle prima che iniziassero ad accapigliarsi anche se in maniera del tutto amichevole.
-Ignorale, sono strane avvolte tutte e due insieme…- ammise ora la bambina mettendosi i capelli dietro le orecchie e sbattendo più volte le palpebre cercando di avere un’aria abbastanza dolce, e ci riuscì.
-Oh.. o.. okay!- rispose Nico abbastanza confuso.
-Si forse è meglio se vieni con noi intanto ti presento loro, sono delle nuove arrivate!- disse Annabeth ora mentre andava a prendere per il braccio sua sorella Alex che sembrava molto tranquilla facendola alzare e dicendo:
-Sono arrivate all’inizio dell’estate e lei è Alexanda Jackson, mia sorella!-
Alex ora guardando prima sua sorella poi tutti gli altri fece qualche passo in avanti rispondendo:
-Ciao piacere, chiamami anche Alex!- e gli porse la mano gentilmente abbassando lo sguardo.
-Piacere di conoscerti, sono Nico Di Angelo!- rispose lui allora accennando un sorriso cordiale mentre ricambiava la stretta di mano.
-Io invece sono Bambi, cioè mi chiamo Amber Quinn però siccome il mio nome mi sembra troppo da grandi mi faccio chiamare Bambi e sono anche una figlia di Demetra… oh vuoi anche vedere la mia lancia?!- disse tutto d’un colpo lei facendo dei saltelli in avanti mostrando la sua matita micidiale.
-Non ho capito niente di quello che mi hai spiegato perché parlavi troppo veloce però piacere piccolina!-
-Ehi non sono piccolina bada a come mi chiami tu!- ammise lei fingendosi irritata mentre ora si allontanava.
-Il primo giorno voleva salire in groppa a Chirone e prendeva in giro il Signor D, è normale che faccia così!- gli sussurrai mentre quello la guardava andare via ancora incerto non sapendo se spaventarsi o mettersi a ridere. Intanto si alzò mia sorella e si avvicinò a noi e dissi:
-Lei invece che urla e non sta un momento zitta è mia sorella, Katniss Gilbert!- dissi alzando la voce di qualche tono facendomi sentire da entrambi.
-Quindi tu dovresti essere il tipo che è intervenuto dagli inferi per salvargli in parte le chiappe, piacere di conoscerti, mi chiamo Katniss e sono la sorella di questo Calamaro!- disse prontamente lei sorridendo mentre si scostava dei ciuffetti di capelli dagli occhi e poi porgeva la mano.
-Calamaro Percy? Non sapevo di questo tuo soprannome…- ghignò lui stringendo la mano di Kat.
-Nemmeno io se devo essere sincero, Calamaro?! Da dove salta fuori Calamaro, forse era meglio Testa d’Alghe, Merluzzo!- esclamai divertito verso di lei.
-Merluzzo? Hai dato del Merluzzo a me?! Okay Calamaro questa l’hai segnata ti consiglio di iniziare a dormire con un occhio aperto perché non arrivi vivo una di queste notti!- ammise con la sua solita dolcezza lei finendo con un sorriso angelico.
-Bene vedo che andate d’amore e d’accordo come fratello e sorella!- esclamò ora lui leggermente divertito da quella situazione mentre incrociava le braccia al petto.
-Si ecco e la c’è la sua degna amica che stranamente se ne sta zitta!- esclamai ora guardandomi intorno cercando Summer che era dietro Katniss che si guardava intorno annoiata cercando altro su cui concentrarsi.
-Oh no tranquillo mi stavo godendo questa magnifica presentazione del Merluzzo!- ammise ora lei indicando mia sorella.
-Merluzzo, spostati…- dissi a mia volta sorridente spingendo via Katniss e lasciando libera la visuale fra Nico e Summer che si trovavano ad una discreta distanza.
-E tu sei…- mormorò ora Nico guardandola.
-Summer Williams, piacere di co.. conoscerti?!- domandò quasi a se stessa guardandolo a sua volta. Lui allora fece un passo in avanti tendendo la mano per stringergliela come aveva fatto con tutti quando Travis e Connor dissero:
-Ed è figlia di Zeus, specifichiamolo!-
La ragazza si voltò di scatto verso di loro lanciandogli un’occhiataccia e Nico disse mentre le stringeva la mano.
-Si devo ammettere che si nota una certa somiglianza con il vecchio barbuto…-
-Cosa?!- Rispose immediatamente alterata lei facendogli prendere una leggera scossa al contatto.
-Ehi dai stavo solo scherzando!- rispose lui ritirando la mano a causa della scossa.
-Scusa ancora non riesco a controllarle…- disse sbuffando quasi lei nuovamente nervosa in quel momento guardandosi intorno. Era normalissimo per un semidio essere così, era causa dell’iperattività.
-Tranquilla non mi hai mica ucciso!-
-Ma potrebbe farlo di notte…- intervenne Katniss iniziando a passeggiare tranquilla avanti ed indietro andando verso gli Stoll con un sorriso che non faceva pensare a niente di buono, sicuramente iniziava a tramare qualcosa.
-Okay ragazzi, calmiamoci tutti quanti, che ne dite se iniziamo ad andare verso il campo?- domandò ora Grover sorridendo.
-Direi che è un’ottima idea ragazzo capra, Chirone vorrà sapere poi del tuo arrivo Nico!- aggiunse Annabeth alternando lo sguardo fra tutti mentre si sistemava i capelli in una coda disordinata.
-Ottima idea Sapientona…- ammisi facendole l’occhiolino e dandole un bacio sulla guancia abbastanza vicino alle sue labbra.
-Bleha, che schifo dai non in pubblico certe cose ragazzi!- ammise ora invece Nico ridendo. Lo guardai a bocca aperta quasi sorpreso e poi dissi:
-Era un bacio sulla guancia…-
La molti si misero a ridere e poi iniziarono a guardarsi intorno camminando verso il campo.
-Era un bacio sulla guancia!- ripetei nuovamente ora guardando Annabeth che si mise a ridere.
-Dai tranquillo Testa d’Alghe non capiscono niente…- mormorò lei mentre rimanevamo dietro a tutti, così stava per baciarmi prima di camminare ma sentimmo una voce che disse:
-Ed era anche il preludio per altro!- Non capii di chi era ma intuii che si trattasse di uno dei ragazzi, infatti avvampai notevolmente sperando che Annabeth non se ne accorgesse ed iniziai a seguire gli altri andando verso il campo sospirando come succedeva spesso.

L’arrivo di Nico forse non era un buon presagio, cioè non che il figlio del Dio dei morti sia una figura che sprizzava amore e felicità da tutti i pori, anzi diciamo che sprizzava morte da tutti i lati, ma dettagli, alla fine con Nico le cose andavano bene dopo quel piccolo, diciamo, disguido con Bianca abbiamo chiarito e lui non voleva più ammazzarmi o cose del genere tipo spedirmi al Tartaro come ho sempre temuto.
Arrivando finalmente al campo trovammo abbastanza scompiglio mentre tutti si voltavano a guardare l’arrivo di quel ragazzo. Intanto i figli di Apollo avevano finito di sistemare le cose per quel musical o quello che era e quindi questa sera ci sarebbe toccato andare a vederlo per forza. I ragazzi che erano arrivati qauest’estate erano per metà affascinati dalla figura di Nico, tipo alcuni ragazze che iniziarono a sorridere come delle oche mentre i ragazzi erano irrequieti per quell’aria da ragazzo cattivo che poteva avere. Mia sorella, Summer, Annabeth, Alexandra, Bambi e Talia iniziarono a parlare e si allontanarono immediatamente da noi per andarsi a preparare per la serata. Poco dopo ci lasciarono anche tutti i figli di Ermes che andarono a fare un poco di terrorismo ai ragazzi più piccoli (anche se Chris doveva andare da Clarisse che lo cercava da parecchio tempo attendendolo con la lancia in mano), così restai con Grover e Nico ed immediatamente allertato dalle voci arrivò Chirone come sempre al trotto, ultimamente preferiva avere la forma da centauro, diciamo che rendeva maggiormente. Fu anche lui molto sorpreso di vedere il ragazzo appena arrivato al Campo, non c’era quasi mai così disse:
-Sono contento che alla fine Nico hai deciso di venire a passare l’estate qua con noi, abbiamo anche la tua cabina quindi puoi rimanere anche tutto l’anno se vuoi!- esclamò quello sorridente dandogli una pacca sulla spalla.
-Grazie Chirone, ma non so se rimarrò ancora per molto, vengo qua per portare notizie…- disse ora abbassando la voce di qualche tono guardandoci tutti quanti serio. Ecco lo sapevo non era venuto per una semplice visita di piacere, quanto mai.
-Okay, che tipo di notizie…- chiesi immediatamente curioso.
-Beh ultimamente giravo per l’America…- disse lui incrociando le braccia al petto ma venne interrotto da Chirone.
-Nico, Percy, Grover, non penso sia questo il luogo adatto per parlarne!- disse indicando tutta la gente che passeggiava a destra e sinistra.
-Va bene andiamo da un’altra parte allora, dimmi solo che non sono cattive notizie, ti prego!- ammisi scuotendo il capo disperato.
-Non saprei dirti di preciso, ho visto delle cose che non mi convincevano!- rispose ora Nico con tono apatico.
-Hai fatto bene a passare, che ne dici di venirti a bere una Diet Coke e ne parliamo nella Casa Grande?- domandò ora Chirone con tono interrogativo verso Nico.
-C’è anche Dionisio?-
-Ovvio…-
-Andata!-
Come mai tutta quest’urgenza di parlare anche con lo stesso Dionisio? Stavo per andare allora anche io ma Chirone disse:
-No Percy, non voglio allarmarti inutilmente se è qualcosa di realmente grave te lo vengo a dire subito!-
-Perché non posso venire pure io?- risposi seccato, volevo sapere, ero curioso e volevo togliermi il pensiero che la cosa fosse collegata con il sogno fatto.
-Non mi sembra il caso… e poi possibilmente si tratta solo di stupidaggini o di mostri passeggeri!- cercò di tranquillizzarmi lui e Nico fece lo stesso con lo sguardo.
-Va bene- sbottai più seccato che mai mettendo le mani in tasca nervoso.
-Ora vai che a momenti iniziano, in quanto a noi andiamo Nico, ah questa sera dormirai nella tua cabina vero?- ammise Chirone facendomi uno dei suoi sorrisi per poi iniziare a camminare verso la Casa Grande seguito dal ragazzo gesticolando ampiamente.
Non mi andava che mi dovessero tenere segrete le cose, solo io potevo, okay forse avevano ragione a farlo, forse quello che stava per riferire Nico era una stupidaggine, forse non c’entrava nulla con il sogno, ma perchè voleva anche la presenza di Dionisio?
Cercai di non pensarci più di tanto e borbottando andai con Grover nella mia cabina a prepararmi, o quanto meno a rendermi più presentabile del previsto. Trovai Katniss che si metteva quantità esorbitanti di profumo, mentre si metteva le converse, non sia mai che tirasse fuori delle scarpe più femminili, no, penso che Afrodite l’avrebbe voluta ammazzare in certi momenti. Grover continuava a prenderla in giro dicendo che lei faceva così perché le piaceva qualcuno, ma l’unica cosa che ottenne fu una scarpa sulla spalla lanciata alla velocità di quaranta chilometri orari, infatti Katniss continuava a parlarmi delle Cacciatrici e di quanti fosse fico rimanere per sempre giovane, ma era davvero disposta a rinunciare all’amore? Fortunatamente Annabeth ci aveva rinunciato parecchio tempo fa.
Mi misi una maglietta verde acqua che secondo mia sorella risaltava i miei occhi e poi uscimmo dalla cabina, mentre Grover si mangiava una serie di lattine che trovò in camera. Andammo al grande falò dove c’era il palco e mi andai a sedere immediatamente a terra non smettendo di pensare a quello che stava raccontando Nico, volevo saperlo, ma da li a poco le risposte sarebbero arrivate. Subito dopo arrivarono anche gli altri del campo e ci riunimmo ad ascoltare una serie di canzoni su Sparta sul viaggio di Ulisse ed una serie di altri eroi fra cui lo stesso Perseo. Alla fine non fu così male come pensavo, anche se le canzoni non erano il mio genere (penso che Talia e Sum si stessero per suicidare quando sentirono partire l’arpa, le loro facce erano tutte un programma).
Finalmente quello spettacolino finì e proprio alla fine di tutto arrivò Nico camminando tranquillo per il campo non curandosi degli sguardi che molti gli lanciarono, anzi alcune ragazze andarono anche a chiedergli l’autografo, perché a lui si e a me no? Erano figlie di Afrodite, erano carine, cioè non in quel senso… Oh Miei Dei uno non dite niente ad Annie, anzi forse è perché sto con lei che non me lo chiedono, ma fa nulla.
Sembrava una rockstar (qua aveva preso realmente da suo padre), quando arrivò ci disse che era tutto okay. Non sapevo se me lo disse giusto per farmi stare tranquillo, però aggiunse che domani Chirone avrebbe fatto un annuncio importante, ma ovviamente, non ci volle dire cosa.
-Dai, ragazzo dicci ti prego!- iniziò a supplicare mia sorella alzandosi in piedi ed iniziando a girargli intorno proprio come uno squalo affamato in cerca di notizie.
-No non posso giuro, Katniss, domani lo dirà lui!-
-Si ma il bello era saperlo in anteprima…- sbottò quella non smettendo di camminare.
-Avanti Kat, lascialo respirare!- le dissi a mia volta per cercare di farla stare tranquilla ma niente.
-Shhh Calamaro, sto pensando ad un modo per estorcergli le informazioni, aspetta ci sono, ho avuto un’idea!- urlò allora di colpo lei.
-Io Odio le tue idee…- disse subito Sum alzando gli occhi verso il cielo, la conosceva troppo bene e sapeva che le loro idee comprendevano sempre cose illegali, proibite oppure sadiche, quindi quest’idea rientrava fra una di queste.
-Perché scusa?- chiese Nico curioso alternando lo sguardo fra le due.
-Allora Annabeth lo stordisce con uno dei suoi libri, lo portiamo nella cabina, nella nostra..- disse ora indicando me e lei.
-Certo, il crimine perfetto ovviamente lo compiamo in camera nostra dove ci possono beccare subito…- ammisi a mia volta scettico guardandola.
-Shh… dettagli e poi lo leghiamo ad una sedia, o un letto e poi tu…- disse indicando Sum –tu gli fai prendere una serie di scosse tipo quella di prima!-
-Ecco perché le odio le sue idee, e no!- sbottò ora la bionda.
-Certo e pensate che mi farei stordire così facilmente?!- chiese ironico e scettico quanto me Nico.
-Si nella sua mente contorta non reagisce nessuno!- ammise Grover belando.
-Zitto ragazzo capra che ho un’altra scarpa pronta all’uso!-
-Ah mi correggo, la sua mente sadica è più preciso!-
Nico rabbrividì un attimo al pensiero della scarpa che l’avrebbe potuto colpire ma venne distratto da Summer che disse:
-E poi mica l’ho fatto apposta… intendo la scossa di oggi, è capitata!-
-Certo ed io in camera mia trovo gli unicorni…- aggiunse Nico ridendo.
-Se vuoi inizio realmente ad esercitarmi con te come bersaglio per scagliare qualche fulmine!- ammise ora lei seria.
-Certo e poi sappi che i miei amici scheletri ti verranno a fare una visita dal regno dei morti…-
-Oh non oseresti…- sibilò quasi quella avvicinandosi terribilmente agitata all’idea degli scheletri.
-Si che oserei!- ammise il ragazzo ridendo.
-Basta con le minacce voi due, abbiamo capito che potete spaventarvi a vicenda quando e come volete!- disse intervenendo ora Katniss prima che realmente quei due iniziassero a litigare.
-D’accordo finiamola qua, tregua?- aggiunsi a mia volta dividendoli.
-Vedremo!- disse Summer sbuffando ed allontanandosi di qualche passo scostandosi il ciuffo di capelli dagli occhi. Era nervosa, più nervosa ed iperattiva più degli altri giorni, forse l’arrivo di Nico non era il massimo e lo sentiva anche lei che probabilmente qualcosa non andava, ma non volevo impicciarmi dei suoi affari, anche se sapevo che Kat mi avrebbe detto tutto poi.
Un poco dopo, quando Chirone suonò il corno per il coprifuoco capimmo che era ora realmente di andare nelle nostre cabine. Salutai Annabeth fuori da occhi indiscreti e l’accompagnai alla cabina numero sei dove già i suoi fratelli l’aspettavano per spegnere le luci della stanza. Poi io Katniss e Summer ci avviammo verso il lato del campo dove c’erano le cabine più Maschili per così dire, mentre Nico andò verso la sua cabina che si trovava in fondo alle altre. Era scusa molto più scura e non era stata usata da mesi, non sapevo davvero che avrei potuto trovare la dentro, forse cadaveri, però cercai di non pensarci, ed andai a dormire sperando di non fare più sogni strani se no era realmente la fine di tutto.
Quella notte fortunatamente i miei desideri furono accolti da qualcuno degli Dei, e nonostante l’arrivo particolarmente strano di Nico, beh niente sogni strani, niente novità su quella Nereide o l’uomo dietro la scrivania. Mia sorella continuava a chiedermi di che film si trattava ma niente, riuscivo a mantenere il segreto piuttosto bene anche la cosa non era facile perché appena toccava l’argomenti film strano iniziavo a chiederle cose che la facevano arrabbiare. La mattina ci svegliammo al solito orario e tutto sembrava filare liscio, solita routine. Ci alzavamo, ci preparavamo etc, avvolte iniziavo a pensare che la routine fosse noiosa, ma dovevo ricredermi. Quella mattina avremmo avuto allenamenti nell’arena con Chirone tanto per cambiare scherma e corpo a corpo e di pomeriggio un’allegra scalata della parete di lava.
Era una cosa divertente alla fine scalare quella parete, ancora ora avevo qualche problema ad arrivare integro alla fine del percorso, però vedere i ragazzi cimentarsi le prime volte era grandioso. Così tranquillo quella mattina mi diressi con Katniss all’arena da combattimento. Arrivando vidi un mucchietto di gente che come al solito era raggruppato intorno a Nico, dandogli pacche sulle spalle e chiedendogli come mai era arrivato al campo, però stranamente quella mattina eravamo più numerosi, anzi era come se quasi tutti i ragazzi del campo fossero riuniti la.
Chirone arrivando immediatamente al trotto come sempre, e si fece largo fra la folla di ragazzi che c’era la dentro, stranamente abbastanza silenziosi.
-Ragazzi- iniziò con voce squillante –ho un annuncio da farvi, questa sera si terrà una riunione dei capicabina per discutere di alcune faccende!-
Si levò ovviamente un brusio generale.
-Ma la riunione non era programmata per sabato pomeriggio?- domandò ora Katie Gardner della cabina di Demetra, facendo piombare nel silenzio il campo.
-Si mia cara, ma dobbiamo parlare di alcune questioni il prima possibile- esclamò ora Chirone sorridente cercando di farci stare tranquilli –Ora potete andare, continuate i vostri allenamenti quotidiani e ci vediamo questa sera alle dieci con i capicabina!- ci congedò allora con un cenno della mano indicandoci di andare alle varie lezioni.
Con Katniss ci guardammo e così disse:
-Ma, quindi tu hai questa riunione questa sera…-
-Si Kat, sarei io il capo cabina..- aggiunsi guardandola.
-O… Okay, quindi non posso venire?- domandò lei mettendosi gli occhioni da cucciolo.
-Hem, no sorella, cioè non penso…- mormorai in imbarazzo –vediamo, va bene?!- dissi scettico, ma quella sbuffò ed andò ora dalle sue amiche.
Passando vidi passare Luke con il quale ci scambiammo una rapida occhiata di assenso, speravo che ci fosse anche lui questa sera, mi serviva qualcuno nella mia stessa posizione, ed Annabeth mi sorrise dandomi un colpetto sulla testa e salutandomi, mentre andava alle sue lezioni di strategia. Anche io avevo bisogno di molte di quelle lezioni, ma tendevo ad… evitarle diciamo, erano molto noiose perché si doveva parlare tanto e ragionare, ed io ero più impulsivo.
Talia diede un colpo a sua sorella e poi la liquidò e restammo tutti quelli che avevano allenamento, nell’arena. Rimase anche Nico ad allenarsi, cosa molto strana, ma non protestai più di tanto, Katniss cercò ancora di convincerlo a parlare ma niente, non voleva parlare.

L’unico momento interessante di quella giornata fu il giro in canoa perché tre quarti di gente cadde in acqua a causa del mostro che c’era nel lago, per il resto stop. Era stata una giornata come le altre.
Quella sera invece eravamo tutti quanti molto, anzi troppo nervosi per quello che avrebbero detto al Gran Consiglio, ma cercavamo di stare tranquilli, infatti ovviamente c’era chi scherzava sulla cosa e chi invece temeva un nuovo ritorno di Crono, e non riuscivamo a decidere quale delle due cose fosse peggio. Katniss continuò tutto il giorno a rompermi cercando di convincermi a venire, ma quando tornammo in cabina, dopo il falò, sembrava abbastanza tranquilla, anzi andò a farsi lo shampoo, cosa abbastanza normale. Sul mio letto trovai una sorta di invito, dove c’era scritta l’ora ed il luogo, così lo ripiegai e me lo misi nella tasca per evitare che iniziasse a seguirci, ma ovviamente sottovalutavo molto mia sorella.
Quando si fece l’ora prestabilita uscii dalla camera con passo lento salutando Tyson e salutando anche Kat che era ancora sotto la doccia.
Dovete sapere che le nostre riunioni avvengono nella Casa Grande, dove alloggiano Chirone, Dionisio, Argo e per un periodo anche Rache Elizabeth Dare che è diventata il nostro nuovo oracolo perché ha accettato di prendere dentro di se lo spirito dell’Oracolo di Delfi, Apollo l’anno prima aveva progettato di fare una casa tutta particolare per lei, ma ovviamente quella si era opposta, preferiva stare con noi.
Ancora non era tornata dalla sua accademia di buone maniere, ma sapevamo che sarebbe arrivata presto. Comunque all’interno della Casa Grande il nostro quartier generale, segreto è anche la sala ricreativa del ping pong. Arrivai da solo, forse in ritardo come spesso succedeva, e sentii delle voci provenire da fuori la stanza. Aprendo la porta vidi che già c’erano molti dei ragazzi, tipo i fratelli Stoll, Katie Gardner, Micael Yew che come al solito battibeccava con Clarisse e la sua lancia, insomma era una scena normale.
Dall’altro lato invece c’erano Annabeth e Summer (si essendo l’unica figlia di Zeus per ora dato che Talia era diventata cacciatrice, infatti c’era pure per rappresentare la cabina numero otto) sembravano essere abbastanza cupe, e poi con gran sorpresa c’era Nico appoggiato ad un muro accanto all’armadio silente come al suo solito con quell’aria da ragazzo depresso (anche se non lo era… forse). Al mio arrivo si voltarono a guardarmi ma nessuno disse nulla, alcuni sorrisero soltanto e poi gli altri tornarono alle loro normalissime faccende. Andai immediatamente verso Annabeth che appena mi vide mi venne incontro a salutarmi e proprio davanti a tutti mi diede un bacio sulle labbra. Wow rimasi la parecchio imbambolato perché durò una frazione di secondo, ma fu bellissimo, sbattei le palpebre più volte e poi andai a mettermi accanto a lei.
Pochi minuti dopo vidi entrare Chirone nella sua forma con la sedia a rotelle e si andò a mettere proprio a capo tavola davanti a tutti noi. Ci scambiammo delle occhiate rapide ed incerte e poi ci avvicinammo a lui.
-Allora buonasera ragazzi, ho deciso di convocare questo consiglio perché come avete visto tutti ieri sera è tornato Nico!- esclamò ora indicandolo.
-Porterà sicuro cattive notizie!- esclamò immediatamente Clarisse sbuffando e giocando con il coltello.
-Clarisse, cara, ringraziamo gli Dei che ha scoperto queste cose se no – continuò Chirone.
-Se no cosa? Ecco ora siamo sicuri che si tratta di cattive notizie!- ammise seriamente preoccupata Silena.
-Non sono cattive notizie sono solo informazioni…- Chirone cercava di continuare a parlare ma ovviamente Micael disse: -Informazioni su un nuovo ritorno di Crono!-
-Ragazzi, volete farmi parlare?- sbottò ora leggermente seccato quello toccandosi la barba –Allora le notizie sono queste: Mentre girava per l’America, Nico, si è imbattuto in un gruppo di Lestrigoni che stavano portando con loro dei Semidei, stranamente non li stavano mangiando, così li ho seguiti ed ho visto che li portavano a Chicago-
Tutti quanti restammo in silenzio, ecco che forse molte risposte alle nostre domande sui nuovi ragazzi stavano per arrivare. Summer sembrava la più interessata di tutti infatti disse:
-E… e che cosa succedeva a quei ragazzi?-
-Praticamente, li a Chicago ho avuto qualche difficoltà a trovarli, mostri ho sbagliato qualche viaggio nell’ombra, ma comunque non importa, sono riusciti a seguirli per un poco ed ho visto che li portavano in una fabbrica accanto al lago ma la mi sono fermato, non potevo rischiare di essere scoperto immediatamente, dovevo andarci più preparato!- spiegò lo stesso ragazzo guardandoci uno ad uno. Per una volta restammo sena parole, ma collegai immediatamente:
Chicago, i ragazzi che venivano presi, la nereide ed il tizio nella sedia possibilmente si trovava proprio in una piattaforma davanti a quella fabbrica. E così prima che tutti potessero iniziare a fare domande dissi di getto:
-Io so che fanno a quei ragazzi…-
Ecco che tutta la sala si voltava a guardarmi. Mi morsi il labbro inferiore scostandomi i capelli dal viso ed aggiunsi:
-Si ho fatto un sogno dove c’erano una Nereide e c’era anche un tipo…-
-Uccidono le ragazze e prendono i ragazzi grazie alle Nereidi!- disse anticipandomi poi Summer.
Ovviamente anche lei aveva fatto lo stesso sogno mio. Ora tutti gli occhi furono puntati su di lei che sembrò avere un mancamento infatti indietreggiò di qualche passo ed andò ad appoggiarsi all’armadio la dentro. Chirone era scioccato quanto noi infatti si toccò più volte la barba e poi disse con voce calma:
-Quindi ragazzi io direi che qualcosa non va!-
-Dobbiamo andare a scoprire cosa, non si devono permettere di ammazzare le ragazze così semplicemente!- sbraitò Clarisse battendo un pugno sul tavolo altamente infastidita.
Ammetto che era una cosa abbastanza inquietante infatti le ragazze erano sconvolte, la stessa Annabeth non proferiva parola ma stava in silenzio con gli occhi sgranati a fissare il vuoto.
Continuai a raccontare il resto del sogno e dissi che anche Luke, Katniss e Talia avevano fatto questo stesso sogno.
-Una Nereide, sono le creature più pericolose che ci siano sulla faccia della terra!- replicò immediatamente Annabeth ora infuriata –Ecco perché tutti quanti cercavate il libro sulle creature marine!-
Annuii cercando di non metterle ansia e quella allora aggiunse -Serve un piano immediatamente, dobbiamo….-
-Annabeth, cara, prima di ideare un piano ci serve subito sapere cosa succede a quei ragazzi più da vicino… quindi ecco la notiza- disse il nostro insegnante guardandoci – serve una nuova impresa!-
Generalmente gli anni passati eravamo tutti quanti poco impazienti di ricevere un impresa. Ecco che era arrivata la nuova occasione per dimostrare quanto valiamo, i ragazzi si guardarono abbastanza accigliati e così Chirone aggiunse:
-Allora chi si vuole offrire per andare in questa missione a Chicago?- chiese con il suo solito tono tranquillo.
In quel momento nessuno se l’aspettava, e proprio prima che tutti, e dico tutti, perché già c’era Clarisse che stava per urlare a Miacael di farsi da parte, sentimmo una voce che precedette tutti quanti. Non capimmo subito da dove veniva perché la sala era chiusa, senza finestre, ma solo con l’armadio. Ed infatti da la dentro uscì Katniss urlandò:
-Io… Io mi offro volontaria per l’impresa!-

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Capitolo 8
*** Seguiamo i Non-Consigli di Chirone ***


Tutti restammo a bocca aperta perché quando mia sorella uscì da la dentro sembrava molto affannata, ci credo era rimasta chiusa la per parecchio tempo. Non sapevo se ridere per la scena in se e per se o per la gravità di quello che aveva appena fatto, e dire che avevo nascosto il biglietto. La guardai accigliato, in primis c’era Chirone che era molto sorpreso e disse:
-Signorina Katniss Girlbert, cosa diavolo ci facevi nell’armadio?-
-Hem.. io…. Beh si dai si capisce volevo partecipare alla riunione!- esclamò lei scostandosi i capelli dal viso ed abbassando lo sguardo. Sentii i fratelli Stoll cercare di trattenersi dalle risate, ma ovviamente non ci riuscivano.
-Era una riunione segreta, Kat!- esclamai ora avvicinandomi a lei.
-Si ma… ma volevo partecipare pure io!-
-Si ma forse ti sfugge il significato della parola “segreta”-
-Andiamo Percy non arrabbiarti, non voleva fare nulla di male!- esclamò ora invece Annabeth guardandola.
-Si, ma ha iniziato ad infrangere le regole!- esclamai esasperato.
-Tu le hai infrante sempre!- replicò lei.
-Ma si può sapere da che parte stai Annabeth?- domandai allora ironico alzando lo sguardo al cielo.
Tutti gli altri iniziarono a borbottare però Chirone si fece largo fra la folla e disse:
-Puoi spiegarmi dal principio? Come sei arrivata fin qua Katniss?-
-Beh avevo saputo della riunione segreta, e se qualcuno non lo sapesse, so che significa “segreta”- ammise guardandomi torvo –comunque volevo capire anche io cosa succedeva, così Summer mi ha detto che era qua e così sono scappata di nascosto dalla cabina e sono venuta qua prima che iniziasse la riunione e poi mi sono messa dentro l’armadio!- disse tutto di getto quella la. Summer si mise la mani fra i capelli dicendo:
-Dovevi per forza dirlo che te l’avevo detto io? O… ma non hai accennato alle minacce che hai fato eh!-
-Dai questi sono dettagli tecnici!- ammise l’altra facendo un sorrisetto angelico, anche se Sum non sembrava particolarmente entusiasta.
-L’abbiamo cresciuta bene!- disse Connor a bassa voce sorridente.
-Dobbiamo assolutamente premiarla!- ammise pure Travis.
-Si magari con un tuo bacio….-
-Magari che ne dici di farti una manciata di cavoli tuoi?!-
-Magari che ne dite tutti e due di stare seri?- si intromise Clarisse separando di due fratelli che stavano iniziando a scherzare e a litigare.
-Va bene, non te ne faremo una colpa, però perché ti sei proposta per partire per l’impresa?-
Mia sorella esitò un attimo ma poi alzando lo sguardo disse sicura:
-Perché devo scoprire quello che succedeva a quei poveri ragazzi, voglio salvarli!-
-Chirone non starai pensando seriamente di mandare Katniss in missione!- dissi abbastanza incerto.
Quello rimase a pensare silenzioso. Quando pensava così significa che stava decidendo se assegnare l’impresa a qualcuno.
-Chirone!- dissi arrabbiato.
-Zitto pivello, se la tua amata sorellina vuole andare a farsi ammazzare che ben venga!- disse ovviamente miss Finezza Clarisse.
-Clar dai, non esagerare pensa a quelle povere ragazze..- mormorò Silena triste.
-Appunto anche per loro…- aggiunse Katiniss.
-Ma è pericoloso lo sai vero?- chiese ora dal nulla Nico che era rimasto anche lui in silenzio.
-Ovvio che so che è pericoloso, ma ne deve valere la pena!- Quello non disse niente ma fece spallucce e poi osservò i ragazzi soffermandosi su Summer per una frazione di secondo in più. Quella sembrava preoccupatissima, ma accanto a lei c’era Talia che cercava di darle forza.
-Bene ragazzi… ho deciso, Katniss…. – annunciò Chirone alzando la voce di qualche tono – Avrai quest’impresa!-
Io più di tutti rimasi sconcertato, non volevo che andasse, poteva succederle qualcosa e non me lo sarei mai perdonato, Papà non me l’avrebbe mai perdonato. Lei si voltò verso di me con aria sorridente, forse fin troppo e non riuscii a non sorriderle. Era la sua prima impresa, era una cosa incredibile, in fondo doveva andare solo a controllare cosa succedesse la niente di più niente di meno. Andò ad abbracciare Summer con la quale iniziarono a saltellare per la stanza e poi immediatamente Chirone la mandò a parlare con l’oracolo.

Ecco era cambiato qualcosa, infatti da quando Rachel era diventata l’oracolo andavamo da lei a parlare per ricevere le profezie e non più dalla vecchia mummia Hippie. Solo che ora Rachel non c’era quindi l’avrebbe chiamata con un messaggio Iride, che cosa bizzarra.
Mia sorella era elettrizzata infatti uscì dalla stanza con una manciata di dracme che le diedero gli Stoll, ovviamente non si sapeva da dove le avevano prese, e poi andò nell’altra stanza seguita da Chirone. Mi misi a sedere pesantemente a terra ed aspettai. Tutti quanti espressero le loro incertezze ed io più di tutti non ero convinto al cento per certo del piano. Summer si mise anche lei a sedere a terra e Nico accanto a lei ed una volta tanto sembravano non litigare come ormai facevano da una giornata a questa parte. Gli altri fecero lo stesso ed aspettammo una ventina di minuti per sentire cosa diceva la sua profezia. Generalmente mai niente di buono, ma sperammo davvero in qualcosa di meglio, almeno questa volta. Che cosa le avrebbe detto Rachel questa volta? Mi terrorizzava tantissimo l’idea di lasciarla andare da sola sebbene fosse appena arrivata.
Continuai a pensare che le cose potessero andare bene e che la profezia prevedeva arcobaleni, unicorni e pegasi e sopratutto che nessuno si fosse fatto male. Dopo una ventina di minuti passati quasi agonizzando sentimmo e vedemmo la porta aprirsi. Kat entrò per prima con la faccia sconvolta e Chirone la seguiva serio in viso. Okay ovviamente qualcosa non era andata nel verso giusto, o meglio la profezia non prometteva nulla di buono. Quella si andò ad appoggiare al tavolino da ping pong e si scambiò una velocissima occhiata con Summer, quella sembrava agitata quanto lei infatti capiva benissimo che le cose non andavano bene…
-Allora avete fatto? Perché quella faccia?- chiese immediatamente Travis preoccupato. Era strano vederlo serio per una volta tanto.
-Dai Katniss dicci la tua profezia…- la incoraggiò Chirone mentre ora si metteva di lato serio ad ascoltare.
Quella abbassò gli occhi verdi sul terreno e poi iniziò a ricordarsi i versi, si morse il labbro inferiore e così iniziò a recitare:
-A causa delle tenebre del buio eterno, un’antica minaccia è risvegliata dall’inferno…- recitò così i primi due versi lasciandoci senza parole per poter replicare. Era stata come una doccia ghiacciata, non sapevamo che cosa realmente volessero dire quelle parole, ma… eccole la. Ovviamente doveva esserci qualcosa che ritornava, doveva esserci un nuovo nemico se no che bello c’era a stare qua al campo tranquilli.
-Ma non può essere, Crono è andato, definitivamente!- esclamò ora subito Annabeth allarmata quanto me.
-Non è detto che si tratti di Crono, gli Dei hanno molti altri nemici…- ci spiegò Chirone allora sempre serio.
-Ammettiamolo a quanto pare non sono molto popolari i nostri genitori…- disse Connor cercando di sdrammatizzare, ma nessuno riuscì a ridere.
Talia era tesa come una corda di violino e non parlava, ma scrutava mia sorella dalla testa ai piedi. Intanto quella quando tutti fecero silenzio continuò con la profezia.
- In…- fece una pausa abbassando gli occhi forse per le altre cose terribili che stava per dirci – in… tre andranno in cerca della verità e nel luogo dove il tempo si ferma troveranno la lealtà. – recitò tutto d’un colpo poi.
Già questi versi sembravano molto più tranquilli e sensati, cioè trovare la lealtà meglio di così ovviamente non si poteva.
-Ma questo pezzo quando dice, il luogo dove il tempo si ferma… voi pensate che sia…- azzardò ora Miacael serio in viso.
-Non è detto, potrebbe essere di tutto, ma escludo altamente che si tratti di Crono, è stato sconfitto l’anno scorso!- spiegò logicamente la mia ragazza facendo avanti ed indietro per la sala. Diciamo che la tensione si era leggermente allentata in quel momento.
-Avanti c’è altro cara?- domandò infine Chirone per farla andare avanti.
Quella annuii e schiarendosi la voce disse:
-Vedrai infine la tua casa sprofondare nelle fiamme distruttrici, ed il tuo stesso sangue piangere delle morti infelici-
Questo ultimo verso fu invece, come una coltellata in pieno petto. Era stato terribile, mia sorella non mi osò nemmeno guardare ma cercai di capire che stesse davvero male per quello che aveva sentito. Io mi sentivo male quanto lei, la storia de suo stesso sangue piangere delle morti infelici non era una buona notizia, anzi peggiore non poteva darmela. Mi scambiai una rapida occhiata con Chirone e Nico che sembravano alquanto preoccupati, nemmeno loro si immaginavano una profezia tanto terribile. Il cuore batteva nel mio petto e non sapevo che fare.
-Adesso che abbiamo sentito quella profezia- disse Chirone guardandola –Devi dirci chi porterai con te durante quest’impresa!-
-Summer!- esclamò quella immediatamente guardandola.
Cosa diavolo stava facendo? Portava la sua migliore amica in missione? Cioè io lo facevo ma erano abbastanza inesperte tutte e due rispetto a noi.
La bionda si fece serissima in viso ed annuii certa non lasciando nemmeno a Chirone la possibilità di controbattere. Okay Kat voleva partire per l’impresa ma doveva andare con lei qualcuno di più esperto: io.
-Hem… Katniss, come… come mai hai scelto proprio Summer?- molti mormorarono incerti alle parole di Chirone ed iniziarono a guardarle curiose.
-Io conosco Chicago!- spiegò immediatamente Summer alzandosi in piedi.
-Dici sul serio, pivella?- chiese di getto Clarisse interessata forse alla faccenda.
-Si quando avevo otto anni, sono stata adottata per svariati mesi da una famiglia di Chicago…- iniziò a spiegare quella.
-Quindi conosci realmente la zona…- ammise il centauro abbastanza spiazzato.
-Allora Summer, è andata, verrà sicuro!- esclamò allora Katniss sorridente dandole colpi sulla schiena.
-Ma Chirone dici sul serio? Vuoi mandarle?- si intromise Nico anche lui abbastanza incerto della scelta di mia sorella. Qua mi trovavo esattamente d’accordo infatti aggiunsi:
-Esatto, è una missione pericolosa e vanno loro? Sarebbe una specie di missine suicida…-
-Percy, decide Katniss chi portare con se durante il viaggio e se lei vuole andare con Summer, è libera di farlo!- mi spiegò immediatamente Chirone.
-Ma…- non sapevo cosa replicare, alla fine aveva realmente ragione. Quella stupida si stava cacciando in un mare di guai.
-Okay allora chi altro vorresti nella tua impresa? E riflettici benissimo prima di parlare ti prego…-
Mia sorella così aprì la bocca per palare ma non disse nulla, così alzò il braccio ed iniziò a picchiettare le dita sulle labbra guardandosi intorno e meditando. Ogni tanto si voltava ma senza dire continuava il suo giro, fino a quando non si fermò (e la capimmo che sarebbero successi molti casini). Io socchiusi gli occhi cercando di lanciarle un’occhiataccia giusto per farla smettere con quella stupida idea, ma lei niente. Finalmente quando si fermò si mise al centro della stanza e schiarendosi la voce il centauro disse:
-Allora, mia cara, hai scelto qualcuno… sperando che non sia troppo giovane anche lui?-
-Allora se devo essere sincera prima avevo già pensato ad Alexandra Jackson….- disse subito quella. Era una nuova arrivata, visto che parlo a fare.
-Hem Kat…- azzardò Chirone.
-Si non ho finito, però siccome sapevo che non volevate pensavo di chiederlo a te, Annabeth!- Okay, questa volta mi lasciò ancora di più senza fiato. Stava chiedendo ad Annabeth, alla mia ragazza di andare in missione con lei? No questa proprio non l’accettavo. Anche lei rimase leggermente spiazzata, ma guardò gli occhi imploranti di Katniss e poi me e dissie:
-Oh, ma grazie mille per la proposta- iniziò lei facendo un passo in avanti –Comunque si, mi farebbe molto piacere venire con voi!-
Rimasi anche la di stucco non sapendo bene cosa dir, in fondo da un lato aveva fatto una scelta giusta perché Annabeth era molto intelligente ed esperta in tutto quanto, dall’altro lato non volevo, anzi non potevo lasciarla andare in una missione perché era la mia ragazza.
-Katniss, ti prego ripensaci, non è il caso..- azzardai, ma lei mi guardò e poi incrociò le braccia al petto dicendo.
-No Percy, devo andare dobbiamo vedere cosa succede… e tranquillo non ci succederà niente!-
-Allora è deciso- disse Chirone mettendosi in mezzo a noi – Katniss, Summer ed Annabeth andranno in quest’impresa!-

Nessuno ebbe il tempo o la forza di parlare per contestare le parole di Chirone, nemmeno io. Infatti quando uscirono tutti continuai a parlargli spiegandogli di quanto fosse difficile tutto quanto. Le ragazze sarebbero partite quella mattina all’alba, ed avevano pochissimo tempo per riorganizzarsi le idee e tutte le cose da portarsi. Katniss entrò in camera come un razzo ed iniziò a prendere di tutto e di più, così mentre lei faceva il suo zaino passai a salutare Annabeth. Era la prima volta, almeno da quando io ero al campo, che lei andava in un’impresa senza di me, e la cosa mi rattristava. Uscì un paio di minuti per salutarmi e sentivo il cuore a pezzi. Non mi andava di lasciarle andare sole, erano tre ragazze brave, ma alla fine era una cosa pericolosa, le imprese sono sempre pericolose.
-Dai Testa d’alghe, staremo via al massimo per una settimana-
-Lo so, ma se vi succede qualcosa?- domandai scettico guardandola negli occhi proprio davanti alla sua cabina.
-Non ci succederà niente, quelle due possono sembrare delle sprovvedute, ma sanno il fatto loro!- esclamò quella cercando di rassicurarmi – e poi ci sono io!-
Mi fece uno dei sorrisi più belli che avessi mai visto e si scostò un ciuffo di capelli dagli occhi. Non ci pensai neanche, infatti avvicinai le labbra alle sue e la baciai. Non volevo lasciarla andare da sola, avevo troppa paura, quelle cose che avevo visto nel sogno non erano cose incoraggianti, e poi la profezia. La strinsi a me cingendole il bacino con le mani e la portai alla mia altezza. Quella mi mise le braccia intorno al collo e sembrava abbastanza spaventata quanto me, per quello che sarebbe successo. Dopo non so quanto, ci staccammo e la guardai negli occhi, i suoi meravigliosi occhi grigi e dissi:
-Promettimi che baderai anche a loro… non posso permettere di perdere nessuna di voi!-
-E tu promettimi che non cercherai di metterti in pericolo…- rispose lei al mio orecchio.
-Promesso- replicai a mia volta.
-Promesso…- mormorò lei.
E prima che rientrasse nella sua cabina, dissi di getto:
-Ti amo… non dimenticarlo.-
Nemmeno lei riuscì a parlare, mi guardò e mimò con le labbra le parole “Anche io” .
Era stato una sensazione bellissima, le avevo appena detto quello che provavo e cercavo di rassicurarmi mentalmente che stava andando tutto bene, quando forse non era proprio così. Però sentivo che con le ragazze ci saremmo rivisti presto, molto presto. In quel momento stavo tornando nella mia cabina per vedere a che punto fosse mia sorella, quando sentii delle voci discutere poco lontano. Okay non che di solito mi facessi i fatti degli altri, ma le voci provenivano da li vicino e siccome quasi tutti erano a dormire, decisi di avvicinarmi per vedere chi parlava. Mi avvicinai furtivo e vidi Chirone e Nico discutere animatamente, o meglio, Nico sembrava abbastanza agitato, mentre Chirone cercava di parlare tranquillo
-Ma ti dico che è un’idea folle, se avessi saputo che avrebbe mandato quelle ragazze in impresa, non sarei nemmeno passato!-
-Nico, mio caro, hai fatto benissimo a passare ad avvertirci, dovevamo mandare qualcuno e Katniss si è offerta come volontaria!- esclamò quello sulla sedia a rotelle.
-Ma rischierebbero di essere ammazzate!- disse lui abbastanza scontroso –Era meglio se andavo io!-
-Oppure io!- replicai a mia volta mostrandomi ai due. Lo sguardo di Nico si ravvivò, finalmente concordavamo.
-Percy, anche tu con questo discorso?- domandò ora il centauro passandosi una mano fra la barba folta.
-Ovvio la ci sono mia sorella, una mia amica e la mia ragazza!- esclamai abbastanza incerto cercando di non arrossire.
Ci scambiammo con Nico un’occhiata inespressiva cercando di capire cosa potevamo fare, generalmente le sue idee non portavano mai a niente di buono.
-Venite qui voi due che sembrate molto, forse fin troppo, presi da questa storia…- ci intonò Chirone facendoci un cenno con la mano di avvicinarci.
Il padiglione dove c’era la crepa creata da Nico anni addietro era completamente vuoto e non si sentiva nessun rumore. Fissammo entrambi Chirone e quello disse:
-Mentre Katniss diceva la profezia.. ho notato un poco d’indecisione in una parte!-
-Che intendi dire?-
-Quale parte?- furono immediatamente le risposte mie e del figlio di Ade.
-Lei diceva e “in tre andranno alla ricerca della verità” – ripetè Chirone i versi – ma potrebbe essere successo… che la tua simpatica sorellina, abbia cambiato qualcosa nella profezia!- Tipico di Katniss, manomettere le cose in suo favore. Ero abbastanza sconvolto ma non più di tanto.
-Generalmente le profezie non specificano mai il numero delle persone che andranno, ma lei l’ha specificato significa che il numero di persone che dovranno partire sarà un altro!-
-Quindi? Cioè non possiamo andare di punto in bianco basandoci solo su delle supposizioni!- esclamò Nico grattandosi la testa confuso quanto me.
-Appunto tu hai affidato l’impresa a loro tre…- aggiunsi a mia volta.
Quello ci guardò e gli scappò un sorrisetto.
-Ragazzi miei, se io fossi in voi, mi nasconderei nel furgone che deve portarle a Chicago, e sempre se fossi in voi, le seguirei di nascosto cercando di impedire che succeda qualcosa di grave, specialmente in quella fabbrica…- Io e Nico restammo leggermente sconvolti e lo lasciammo continuare a parlare.
-Io farei questo…. Se fossi in voi, ma siccome non sono in voi, non lo farò, ah ed un’ultima cosa, se fossi in voi ci andrei un poco prima che salgano a bordo le ragazze così da poter andare senza problemi… -
-Chirone, quindi ci stai dicendo di andare con loro di nascosto?- domandò Nico incerto.
-No, ma che stai dicendo, io ho semplicemente detto quello che farei se fossi in voi!-
-Quindi siamo liberi di andare?- chiesi a mia volta.
-Si, ma ragazzi vi avverto, questa conversazione non è mai avvenuta, quindi ora andate a fare cioè che io farei se fossi in voi, quando in realtà non sono in voi!- con queste ultime parole Chirone ci liquidò con un sorrisetto beffardo andandosene verso la Casa Grande.
-Quindi non ho capito niente…- disse subito Nico confuso- Andiamo o no?-
-Ovvio che andiamo, anzi vado anche a dirlo a Grover, dobbiamo essere cauti e lui ci sarà d’aiuto!- esclamai.
-Perfetto allora ci vediamo domani mattina davanti al camion…- rispose Nico abbassando lo sguardo.
-Ma perché lo fai? –
-Sai… non lo so nemmeno io, ma sento che devo farlo, non voglio che vadano la, da sole…- esclamò guardandomi. Era sincero, non era la sua miglior dote mentire e così sospirai, forse, e stavo solo ipotizzando, si era affezionato a loro ( forse solo voleva ripagare il debito per Bianca e proteggere Katniss, oppure aiutare Annabeth perchè è sempre stata gentile con lui, oppure gli piaceva Summer, anche se litigavano spesso), ma non volevo azzardare queste ipotesi.
La mattina dopo mi alzai prestissimo e cercai di fare il più piano possibile, con Kat ci eravamo salutati la sera prima come se niente fosse, e mi ero messo a dormire. Mi presi tutto il necessario e lo misi nello zaino sgattaiolando fuori dalla cabina, e lasciando il cuscino a far da sagoma nel mio letto. L’aria era fresca e quella mattina ed il sole non era ancora sorto, così ci ritrovammo con Nico e Grover proprio la davanti, anche loro sembravano abbastanza assonnati, Grover non riusciva a tenere gli occhi aperti, e Nico sembrava essersi appena svegliato a causa dei suoi capelli completamente spettinati, se ci fosse stata Silena lo avrebbe ammazzato sul posto.
Il retro del furgone era stretto, generalmente eravamo abituai ad andare davanti, ma questa volta era un caso particolare, quindi ci arrangiammo. Lasciammo tutte le cose inutili e portammo con noi le armi ed i soldi, giusto per non morire di fame e poi ci stringemmo per entrarci tutti e tre. Grover aveva il suo solito travestimento ed occupava sempre moltissimo spazio fra zampe e stampelle, così io e Nico ci ritrovammo spiaccicati contro il retro del furgone.
Circa mezz’ora dopo, sempre con molta calma, arrivarono le ragazze. Erano stranamente silenziose, sentimmo solo la voce di Chirone dare le sue solite raccomandazioni e poi quelle salirono a bordo. Erano troppo silenziose per i miei gusti, forse ora Katniss riusciva a capire il casino in cui si stava cacciando?
Ecco che finalmente partimmo alla volta di Chicago.

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Capitolo 9
*** Salgo sull'autobus dell'orrore ***


Non ero mai stato da quelle parti, e forse era la prima vera buona occasione per visitare la città, ma ovviamente era una cosa stupida. Grover si addormentò poco dopo, mentre io e Nico restammo per i fatti nostri, a pensare ed ad aspettare. Sembravamo tranquilli, anzi sembravamo degli stalker che seguono le ragazze senza farsi vedere, quelle sono cose da Grover, non di certo da me, ne tanto meno da Nico. Non penso che lui abbia mai avuto una cotta, o qualunque altra cosa per una ragazza, cioè con sua sorella erano stretti, molto stretti, ma non l’ho mai visto con una ragazza, ne tantomeno innamorato o cose simili.
Passavano piano piano le ore, ed era molto stancante, mi si addormentò pure il piede e non riuscivo a muovere nessun muscolo, Grover mi diede un zoccolo in testa e colpì Nico con una stampella, non appena si svegliò dal sonno. Cercavamo di fare il meno rumore possibile, ma ovviamente non era facile. Non so dire con certezza quanto tempo passai la dentro, era davvero snervante il viaggio, ma fummo distratti ad un certo punto dalle discussioni delle ragazze.
-Allora, su un poco di vita ragazze, non stiamo mica andando a morire…- disse Katniss, con la sua solita voce allegra e squillante.
-Ho sonno Kat!- esclamò ora Summer sbadigliando, lo si capiva dalla voce.
-Ma dai, come fai ad avere ancora sonno, guarda Annabeth è così tranquilla, ma non ha sonno!-
-Forse un pochino di sonno l’ho anche io…- aggiunse infine Annabeth.
-Oh… ma, ma è vero quello che mi ha detto Travis, Annie?- domandò di getto Katniss prendendo un discorso. Passava troppo tempo con lui.
-Riguardo cosa?- rispose di scatto lei. Non potevo vedere le loro espressioni in viso, ma forse Annabeth si era appena svegliata completamente.
-Beh, ieri sera… tu, Percy… un bacio...- disse mia sorella con la sua aria innocente. Ma cosa? Lo avevano visto.
La mia ragazza non rispose, quindi penso che stesse arrossendo, ma sentii Sum dire:
-Ma tu non passi troppo tempo con Travis? E si Annabeth, l’ho visto da lontano pure io…- avvolte quella ragazza era come se mi leggesse nel pensiero.
-Si.. beh insomma, era una specie di arrivederci, non ci rivedremo per un poco, ed anche se siamo partite da poco – fece una leggera pausa – mi manca già tantissimo!-
Ora se lei sapesse che sono proprio accanto a lei, forse mi vorrebbe ammazzare, in quel momento Grover diede due gomitate a me e a Nico per farci stare concentrati su quella discussione.
-Oh che siete romantici.. cioè non me lo aspettavo da lui… ma un momento, cosa vuoi Sum, non passo troppo tempo con Travis…- sbottò mia sorella.
-Oh certo ed io vivo a Narnia!- disse sarcastica quella.
-Ci manca poco sai, comunque, No non passo troppo tempo con lui, andiamo d’accordo…- disse mia sorella tranquilla, forse con aria sognante, non potevo vederla in faccia quindi.
-Forse andate più d’accordo del previsto?- domandò ora Annabeth che anche lei si era messa a ironizzare.
-Ehi ma cosa volete almeno io con lui parlo tranquillamente, non come te, quando parli con…- fece un millesimo di secondo di pausa – Nico Di Angelo!-
Non so cosa successe la dentro ma Grover diede l’ennesimo colpo questa volta a Nico dall’altro lato dicendogli:
-Oh amico, parlano di te, ascolta!-
Ci scambiammo tutti e tre una rapida occhiata e sentimmo nuovamente le voci.
-Che cavolo vuoi dire Katniss, non so di cosa tu stia parlando!- sbraitò Summer.
-Andiamo dai, non fate altro che litigare.. io ti fulmino qua, io mando gli scheletri di la…-
-Katniss…- disse Annabeth a mo di ammonizione per farla calmare.
-E poi diventi nervosa, wow… cioè hai visto quando è arrivato? Tu sembravi un pesce fuor d’acqua!- esclamò ora lei. Non potei fare a meno di non sorridere.
-Io non sono il pesce fuor d’acqua, quella sei tu!- rispose secca l’amica.
-Non cambiare discorso Sum.. andiamo sei troppo nervosa, sembra quasi che ti piaccia!- azzardò mia sorella.
Penso che Summer cercò di strangolarla perché sentii Annabeth ridere, ed anche Kat.
-Sciocchezze…- ammise subito lei mentre Grover diede un colpo a Nico, che era diventato tutto rosso, ed era visibile anche al buio.
-Dimostramelo… dimostrami che non ti piace!- propose mia sorella.
-Dai Kat… non penso che sia una buona idea!- si intromise la mia ragazza per fermarle.
-Andata! Dimmi cosa devo fare….-
Ecco che facevano scommesse, lo dovevo immaginare.
-Se mai lui, ti dovesse salvare la vita….- propose subito da brava dittatrice, Katniss –Tu devi ringraziarlo con un bacio…-
-Ma che senso ha- chiesero in coro Annabeth e Summer.
-Perché se non ti piace, avresti accettato senza problemi e soprattutto lo faresti tranquillamente, se ti piaceva invece iniziavi a farti i problemi!-
-Affare fatto…- rispose secca Summer –Non te la darò vinta sappilo, e comunque se volessi baciarlo non lo farei per scommessa!-
-Quindi lo vuoi baciare!- Rimbeccò subito Kat.
-Pensa a te e tutti i baci che volevi dare a Travis!-
-Ragazze ora basta, va bene?!- ovviamente Annabeth si riprendeva dalle risate e cercava di fermarle.


Andarono avanti ancora per un poco con questa storia ed io non potevo fare a meno di ascoltare e sorridere, tanto che Grover bisbigliò:
-Nico, come ben saprai ora è una questione di principio salvare la vita alla figlia di Sparafulmini la dentro!-
-Si…Cioè no… non voglio un bacio, che schifo!- rispose lui sbuffando, facendo quasi come un bambino.
-Dicono tutti così…-
Anche da noi si svolgevano queste discussioni, ma più a livello maschile, quindi meglio lasciare stare.
Non sapevo se essere felice perché stavo andando in un’impresa (l’ennesima) con loro, oppure triste perché sicuramente si sarebbero arrabbiate vedendoci la. Sperai che il momento di scendere dal furgone arrivasse più tardi possibile, e poi, beh quando arrivavamo a Chicago avevamo mille ed uno modi di nasconderci.

Ovviamente le cose non andarono così… mentre diciamo, il caos causato da quella conversazione si era placato, sentii Kat andare a parlare con l’autista Argo. Lui era il capo della sicurezza, e quindi doveva accompagnare i ragazzi fino alla meta prevista. Non riuscii a sentire le parole corrette ma mia sorella disse solo:
-Okay ragazze scendiamo qua!-
-Ma non è Chicago, cioè o è cambiata moltissimo da quando sono cresciuta oppure non ricordo niente…- disse Summer confusa.
-Si ora vi spiego, andiamo non è Chicago!-
Okay questa cosa non l’avevo completamente messa in conto, dovevamo scendere a Chicago, ma la nemmeno sapevamo dove ci trovavamo. Immediatamente iniziammo a muoverci la dentro cercando di non ammazzarci a vicenda, però quando sentii la macchina fermarsi, non dovevamo perdere tempo.
Argo sicuramente avrebbe dato delle raccomandazioni alle ragazze, e quello era il momento migliore per scendere di nascosto.
Spiegai subito il piano a Grover e Nico e poi al mio tre contammo, quando forse le ragazze erano lontane ed aprimmo il portellone del retro.
La luce che entrò ci accecò gli occhi, nel vero senso della parola, quasi come se Apollo fosse la davanti a noi. Strizzai gli occhi per cercare di vedere meglio. Ovviamente non era la città che avevo visto nel sogno, ma nemmeno qualsiasi altra città. Era una zona completamente all'aperto, dove sulla mia sinistra c’erano una serie di rifornitori di benzina, con delle macchine in coda per rifornirsi. Rimasi leggermente spiazzato, accanto alle pompe di servizio vi era una struttura ad un piano in cemento, e sopra recava la scritta “Stazione di Servizio”. Ecco dove ci eravamo fermati, in una stazione, le ragazze scendevano la? Era una cosa stranissima. Mentre continuammo a farci tutti questi problemi, ovviamente fummo troppo lenti nello scendere, e soprattutto Grover fece cadere tutte e due le stampelle a terra, certo che il mio amico era proprio un asso nel non far rumore eh?!
In meno di due secondi infatti quelle girarono, perché le videro cadere, e rimasero a bocca spalancata quando ci videro. Non sapevano bene cosa dire, Annabeth era in un misto di felicità del vedermi, e rabbia per aver disubbidito per l’ennesima volta alle regole. Katniss sembrava completamente spaventata, infatti non riusciva a dire niente, mentre Summer rimase inespressiva per qualche secondo, ma poi spalancò la bocca come per parlare, ma vedendo Nico, e ripensando alla discussione che avevano avuto prima, abbassò subito lo sguardo. -VOI TRE IMBECILLI CHE COSA CI FATE QUI?- domandò subito Katniss puntandomi un dito addosso.
-Si.. beh… hem… non è facile, da spiegare, lo ammetto!-
-PERSEUS JACKSON!- Oh.. oh.. non andava bene, ecco che partiva anche Annabeth a farci la ramanzina.
-Annabeth, che capelli meravigliosi che hai!- si intromise Grover mostrando uno dei suoi sorrisi più seducenti per far concentrare l’attenzione su di lui.
-Non attacca con me, Grover!- esclamò ora infuriata mettendosi davanti a noi.
-MA CHE COSA VI SIETE FUMATI? NON AVEVAMO DETTO CHE RESTAVATE AL CAMPO?- urlò invece Summer verso di no arrabbiandosi quanto Talia.
Ovviamente Nico e Grover mi lasciarono andare davanti e cercai di trovare qualche scusa.
-Sentite ragazze, non ci fidavamo a mandarvi da sole, cioè è una cosa pericolosa!-
-Percy, lo sapevate che non dovevate venire qua con noi, e poi sappiamo cavarcela!-
-Non ho dubbi al riguardo, ma penso che forse un poco di aiuto non vi farebbe male!- propose subito Nico cercando di aiutarmi.
-No non abbiamo bisogno del vostro aiuto!- rispose mia sorella seccata sbuffando rumorosamente.
Mi dispiaceva, e pure parecchio, che le ragazze si fossero infuriate, non volevo davvero che se la prendessero, ma non volevo nemmeno che si facessero male.
Mentre noi continuavamo a discutere fuori dal furgone, Argo ci diede due colpi di clacson e facendoci un centinaio di occhiolini partì senza che tutti quanti potessimo replicare. Ecco ora dovevamo andare la per forza, non c’erano dubbi.
Annabeth continuava a prendersela con noi per aver infranto le regole per l’ennesima volta, Katniss invece nemmeno mi rivolgeva la parola, strana come cosa, e Summer cercava di non ammazzare Grover che cercava di calmarla a sua volta con delle battute idiote. Li guardai tutti quanti incerto e poi sorrisi, eravamo una squadra abbastanza strana, ma almeno eravamo insieme.
-Allora, ora che Argo ci ha definitivamente abbandonati qua che ne dite se cerchiamo di arrivare a Chicago?- domandai facendomi largo fra i ragazzi.
-Okay… vediamo di arrivare a Chicago, poi da la facciamo noi!- rispose secca Kat lanciandomi un occhiataccia stile “Appena siamo soli ti annego” io in tutta risposta sorrisi.

Dovevamo fare i biglietti per un autobus, perché eravamo in una stazione degli autobus abbastanza deserta, quindi prima ci muovevamo da la, prima eravamo più al sicuro, perché fra quattro figli dei pezzi Grossi, una figlia di Atena ed un satiro, di certo il nostro odore non passava del tutto inosservato. Non stentavo a dubitare che prima o poi qualcosa ci avrebbe attaccato se continuavamo a stare la in mezzo litigando e cercando di ammazzarci a vicenda. Presi al volo i soldi che teneva Grover ed andai a prendere i biglietti. Mi dissero che gli autobus passavano casualmente, e che il primo che vedevamo con la scritta Chicago potevamo prenderlo.
A quanto pare intanto Argo doveva tornare al campo perché serviva il suo aiuto a Chirone per questo ci lasciò li. Ecco che dovevamo iniziare ad aspettare, aspettare che passasse quel mezzo di trasporto pubblico. Intanto le acque piano piano si erano calmate, infatti c’era Annabeth che lucidava il suo nuovo coltello, Grover che sentiva musica (sperando che non fosse Jessie McCartney), Nico che meditava (cosa che aveva imparato a fare recentemente a quanto pare) e Sum e Kat che parlavano. Era tutto normale, solo che non sapevamo quanto tempo dovevamo aspettare la, e poi le persone normali diciamo che iniziavano ad incuriosirsi vedendo ragazzi che ogni tanto tiravano fuori delle armi o cose simili.
Io invece cercavo di spiegare la situazione alla mia ragazza, che alla fin fine sembrava molto più ben disposta verso di me che le altre due. Dovevamo aspettare e l’attesa era snervante come sempre, odiavo stare fermo, non sapevo quando passassero gli autobus, e così restammo la ad attendere.

Passò circa un’ora o qualcosa del genere prima che arrivasse e tutti quanti stavamo per addormentarci, così quando vidi arrivare uno di quei cosi enormi e lessi, anche se con moltissime difficoltà, le parole “Chicago” chiamai gli altri e dissi loro immediatamente di prepararsi. Tutti furono felici dell’arrivo del pulman e ci preparammo cercando di non dimenticare niente di niente. Quello era grande e blu scuro lateralmente con dei disegni neri sui fianchi, ma non ci feci caso più di tanto, sembrava normalissimo, appunto sembrava.
L’autista si fermò quando ci vide che facevamo segno di fermarsi, era un tipo giovane con gli occhi azzurri ed i capelli neri sistemati, una camicia celeste ed un sorrisetto sulla faccia quasi inquietante.
-Non… non possiamo aspettarne un altro?- domandò immediatamente Grover incerto annusando l’aria.
-No prendiamo questo, mia l’impresa, io decido!- esclamò immediatamente Kat ignorandolo e salendo la sopra. Non volevamo contraddirle più di tanto.
-Va bene, va bene facciamo come volete voi, alla fine siamo in torto noi!- disse il mio amico con tono sommesso.
Le altre ragazze annuirono e salirono dietro Kat porgendo sorrisetti stupidi all’autista… donne. Io ed i ragazzi nemmeno lo guardammo. Dentro vi era fresco, ovviamente d’estate usavano l’aria condizionata perché non si poteva respirare altrimenti, e c’erano soltanto altre tre persone disposte qua e la saltuariamente per la sala.
Ognuno di noi si andò a mettere in un posto a solo, distendendosi e posando altrove gli zaini, ed intanto le portiere si chiusero. Chicago, stiamo arrivando.

Partimmo nuovamente alla volta della città che dovevamo esplorare, e tutti sembravamo tranquilli, Kat dormiva e contava con Grover le Lamborghini che vedevamo per la strada, Annabeth leggeva tranquillamente e discuteva ogni tanto con Summer su delle cose, mentre Nico ascoltava musica ed ogni tanto parlava con quelle due. Io invece cercavo di addormentarmi perché mi ero svegliato prestissimo e durante il viaggio abbiamo semplicemente origliato le conversazioni, anzi è un miracolo che ancora non ci abbiano pensato, ma aspetta che esce fuori l’argomento, sarà la fine, me lo sento.
Ero tranquillo, lo giuro, me ne stavo per i fatti miei e non davo fastidio a nessuno, e passai così la maggior parte del tempo quando sentii Summer dire:
-Ehi… ma, quella è Chicago!- ammise indicando una città proprio sulla nostra destra. Si era esattamente la città che avevo visto nel sogno, avevano ragione.
-Si e quindi?!- domandò immediatamente Grover sorridente.
-E quindi abbiamo appena superato lo svincolo per Chicago… guardate!- esclamò lei ora mostrandoci una cartina stradale.
Effettivamente aveva ragione avevamo superato quello svincolo che con il suo cartello all’entrata ci diceva “Ciao Ciao” .
-Forse c’è un altro svincolo- propose immediatamente Nico incerto.
-No il prossimo è fra settantacinque chilometri- protestò Annabeth prendendo in mano la cartina e studiandola a sua volta.
Intanto in quel momento l’autista accese il microfono e disse con la voce squillante e strana:
-Din Dong, comunicazione di servizio, la prossima fermata sarà per il pranzo!-
-Oh ottimo mangiamo anche!- esultò Grover contento alzando le braccia.
-No stupido satiro, voi sarete il pranzo!- rispose l’autista sentendoci.
Ecco che iniziavano i guai. A quelle parole tutti quanti ci accigliammo un momento, nessuno se l’aspettava infatti eravamo caduti stupidamente in una trappola perché le tre persone che erano sedute sull’autobus in diversi punti, iniziarono a trasformarsi, ingigandendosi (infatti riuscivano a stare a mala pena dentro l’autobus) e poi mostrando le loro mostruose facce. I Lestrigoni ci avevano appena catturato e volevano mangiarci, e non era una buona cosa. Katniss lanciò un urlo perché non era abituata a vedere mostri e si spaventò.
Ovviamente erano delle creature orrende, ci credo che si spaventava, gli altri invece si prepararono con le armi pronti a combattere.
Immediatamente sfoderai vortice dalla mia tasca e tolsi il cappuccio trasformandola in novanta centimetri di puro terrore, accanto a me (anche se con difficoltà perché vi erano anche i sedili) si venne a mettere Nico che già brandiva la sua spada in acciaio dello Stige, completamente nera.
-Oh Capo, vogliono combattere, che facciamo con loro, li mangiamo o li portiamo direttamente da Lui?- domandò uno dei tre mostri. Ammetto che in maniera piuttosto furba ci avevano circondato perché due si trovavano sul fondo del mezzo, uno invece dalla parte dell’autista e noi non avevamo vie di scappo.
-Vorrei vedere se ne troviamo altri, così facciamo un bel carico, però le ragazze potete prenderle, hanno detto che non servono…- rispose l’autista ancora umano – ah e prendete pure il satiro, puzza ed ho voglia di pecora!-
-Ehi io sono mezzo Capra, non pecora!- urlò Grover terrorizzato.
Erano gli stessi lestrigoni che dovevano portare i ragazzi in quella specie di fabbrica o qualunque cosa fosse. Non potevamo permettergli di portarci li in quel modo.
-Non dovete osare toccare nessuno di noi!- urlai arrabbiato verso due dei mostri, ma quelli risero e non si fecero troppi problemi ad attaccarci, ovviamente.
Il pulman continuava intanto a correre mentre al suo interno si stava per svolgere uno scontro. I mostri, tutti e tre, attaccarono contemporaneamente avventandosi sulle ragazze cercando di afferrarle. Era difficile muoversi in quel modo la dentro, infatti Katniss sfoderò immediatamente l’arco e poi andò a scagliare una freccia che colpì il vetro a causa delle scaffe, intanto il mostro era partito per darle un colpo con l’enorme braccio, ma lei si abbassò di scatto ed evitò il colpo.
Io, a mia volta, partii all’attacco del mostro cercando di fermare uno dei due che veniva da dietro, mentre Nico cercò di fermare l’altro, intanto Summer ed Annabeth andarono ad aiutare Katniss. Erano molto forti, ma non era facilissimo per loro riuscire a muoversi la dentro, esattamente come non lo era per noi. Infatti in quel momento il mostro stava per colpire mia sorella ma intervenne subito l’amica mettendosi davanti a lui con la spada dritta di fronte a lei, e cercò di stenderle tutte e due, Annabeth, invece mentre loro lo distraevano cercò di raggiungere, saltando i vari posti, le spalle del mostro, ed al momento buono, cioè quando stava per schiacciare le due ragazze, gli saltò sulla schiena e gli diede un colpo di lama. Il mostro andò in briciole e la cenere iniziò a cadere la dentro.
Intanto io cercavo di evitare i colpi del mostro ed allo stesso tempo volevo colpirlo, alla fine ero invincibile grazie alla Maledizione di Achille, ma volevo evitare che mi colpisse nel mio tallone. Combattevo come al solito al mio meglio cercando di non colpire gli altri, quando ad un certo punto sentii un urlo.
Mi voltai allarmato e vidi che l’autista, ancora umano si era alzato, lasciando libero il volante che andava da solo, ed aveva preso Annabeth per i capelli. Oh no, questo non doveva farlo, lei non si tocca. Così riuscirono a farmi arrabbiare perché diede pure un colpo a mia sorella che quasi svenne, così diedi le spalle per qualche secondo al mio mostro che partì all’attacco di Summer, che era intenta a far rialzare mia sorella. Nemmeno ebbe il tempo di vederlo arrivare e usare la spada che quello con una mano enorme la afferrò di peso ed iniziò a stritolarla. Vidi il suo vis contorcersi dal dolore ed avvicinarla a se come per tenerla in ostaggio.
-Avanti, mocciosi, arrendetevi e posate le armi, così noi non vi facciamo niente, promesso!- disse in tono pacato l’autista.
-Lasciatele andare, ora!- ringhiai.
-Aspetta, tu… tu sei il figlio di Poseidone, quello della profezia… - iniziò invece con aria tranquilla quello – Lui, ci aveva parlato di te ed aveva detto che dovevamo portarti vivo fin da lui e che prima o poi ti saresti unito a noi!-
-Siete pazzi, io non mi unirò mai a quelli come voi-
-Oh mio caro, sciocco, e piccolo eroe sai ho capito una cosa…- mormorò quello ora parlando all’orecchio di Annabeth che sembrava spaventata e non riusciva a muoversi – per amore, tutti quanti siamo disposti a fare delle follie.... ho conosciuto altri ragazzi che come te non volevano accettare, ma quando abbiamo fra le mani parte del loro mondo… puff… diventano molto più arrendevoli e soprattutto accettano di unirsi a noi!-
-Percy non osare fare niente!- esclamò Annabeth.
-Lasciala andare e ne riparliamo…- mormorai a denti stretti tenendo Vortice in mano.
-Dammi la spada ed inizio a lasciarla andare!- disse il mostro.
Ottima idea, così senza fare troppe storie richiusi la spada a penna e poi la lasciai cadere a terra lontano da me. Tutti mi guardarono abbastanza tetri in viso e lui la lasciò andare.
-Ottimo così si ragiona, allora, facciamo che…- disse quello ora iniziando nuovamente a parlare – ora vi portiamo subito dal nostro Lui e poi Deirdre deciderà che si deve fare con loro!-
-Ma capo, possiamo mangiare almeno la capra?- chiese il mostro che teneva Sum, che cercava di divincolarsi.
Grover accigliato mi guardò, e poi io guardai Nico. Dovevamo agire prima che fosse troppo tardi, così tastai la tasca e sentii che Vortice era già tornata nei miei pantaloni.
Senza che me ne resi conto la ripresi, ovviamente non ero bravo con gli accordi e mi lanciai subito contro l’autista saltando al volo mia sorella ed Annabeth e cercai di colpirlo, ma quello si voltò di scatto e si trasformò. Erano tre ed erano tutti e tre bruttissimi, infatti mi saltai cercando di evitare i suoi colpi ed Annabeth mi raggiunse nel cercare di fermarlo.
Dall’altro lato lo scontro era ripreso, Kat si era rialzata e cercava di colpire il Lestrigone che teneva Sum mentre lei cercava di divincolarsi dalla presa, e Nico e Grover (che aveva tirato fuori il flauto) fermarono in due colpi l’altro mostro per concentrarsi sull’ultimo. Dopo che rimanevano solo questi Nico partì per colpire il mostro al braccio e riuscì soltanto a prenderlo di striscio, ma questo bastò per far liberare la presa sulla ragazza che cadde a terra accanto a lui e sentii dire:
-No… non mi ha salvato la vita Kat!-
Quella rise leggermente perché vidi che stava per sparare qualche battutina delle sue sulla scommessa, ma Nico non sembrò farci molto caso infatti continuava ad attaccare il mostro aiutato anche da Sum che riprese la spada.

Dopo un poco riuscirono a colpirlo, forse da un colpo di spada o una freccia, però fatto sta che li rividi ricoperti di cenere e tutti quanti vennero ad aiutarci.
L’autista ormai era spacciato, dopo svariati colpii riuscii a metterlo con le spalle al muro e gli bloccai la gola con la lama dicendo:
-Dimmi per chi lavori – volevo capirci di più.
-Perché andate alla ricerca di semidei per tutta l’Amercia?-chiese Annabeth arrabbiata quanto me.
-Stupidi Semidei, pensate di aver vinto? No vi sbagliate, noi non siamo i soli a lavorare per Lui, c’è ne sono molti altri in giro che fanno questo lavoro!- rispose quello con un ghigno.
-Siete dei mostri!- domandò mia sorella tenendo puntato l’arco su di lui.
-Che occhio ragazzina… comunque state tranquilli, presto le risposte arriveranno!- mormorò lui.
-No noi vogliamo risposte ora!- dissi io infuriato.
-Non dirò niente, sappiatelo…ed adesso addio!-
Fu troppo veloce, infatti nessuno di noi voleva ucciderlo però quello invece preferì suicidarsi buttandosi di peso sulle nostre spade. Le lame entrarono involontariamente nel suo petto ed il mostro di dissolse in cenere, come al solito.
Eravamo tutti quanti furiosi, non potevo sopportare una cosa del genere, però ora dovevamo cercare realmente di arrivare a Chicago, così inserimmo il pilota automatico (perché Annabeth scoprì che guidava solo così) con destinazione la città e ci andammo a sedere esausti sui vari sedili cercando di riprenderci un momento e fare il punto della situazione.

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Capitolo 10
*** Faccio una gita sottomarina con mia sorella ***


Ovviamente quella fu una brutta imboscata, eppure dovevamo immaginarlo che qualcosa o qualcuno dovesse venire a cercare di ucciderci, come avevo fatto a non pensarci prima?! In più, in tutto quel casino non avevamo fatto nessuna scoperta utile, anzi una si: a momenti qualcosa ci avrebbe attaccati, e non sapevamo di cosa si trattava. Li guardai andandomi a sedere in una delle prime file, controllando che l’autobus ci portasse a destinazione senza prendere strade strane o cose del genere. Non capivamo come dover andare avanti in tutta quella situazione, ma soprattutto volevamo sbrigarci.
Mia sorella si era già procurata un bel graffio al braccio, Annabeth al collo a causa della stretta di quello la, e Sum sul fianco, Nico e Grover invece erano apposto.
-Okay, iniziamo non molto bene, secondo voi il ritorno di cui parla la profezia riguarda questi cosi?- domandò mia sorella gettandosi per morta su uno dei sedili e stravaccandosi, mentre Annabeth le metteva una benda sul braccio.
-Si, penso assolutamente di si, ma chi potrebbe essere?- domandò Nico ora andandosi a sedere in uno dei sedili dietro Kat.
-Io inizierei con l’escludere Crono, non avete detto che lo avete finalmente fatto fuori?- si aggiunse Summer cercando di non mostrare la ferita ed andandosi a sedere dal lato opposto a Nico.
-Non è così semplice la cosa, l’abbiamo rispedito nel Tartaro, ma potrebbe ritornare, non così presto, ma potrebbe!- spiegai immediatamente a mia volta verso i ragazzi.
-E allora chi potrebbe essere che sta ritornando?- domandarono all’unisono Sum e Kat.
-Qualcuno di più antico, e più potente dello stesso Crono!- mormorò Annabeth cupa. Sicuramente il suo cervello le stava facendo elaborare qualche idea.
-Di che stiamo parlando, qualche altro Titano o cose del genere?- suggerì Grover confuso quanto noi.
-No, non lo so, ma il tempo che servirebbe a Crono per rigenerarsi è troppo perché dopo una sola estate cerchi di tornare, quindi no, non si tratta di lui!- spiegò lei serissima guardandoci uno ad uno negli occhi. Cercai di farmi coraggio ed allora ammisi:
-Qualunque cosa sia, siamo pronti ad affrontarlo, abbiamo vinto una battaglia impossibile una volta, possiamo farlo anche la seconda volta!-
-Si Percy, ma ti ricordo solo che le cose non accadono mai due volte nello stesso modo!- ribatte Nico serissimo quanto me, ma purtroppo penso che aveva ragione.
-Concordo con lui, dobbiamo fare attenzione soprattutto alle Nereidi, quella non mi piace per niente!- concordò Summer.
-Esatto, beh allora quando saremo in città facciamo così: tu Sum, sarai i nostri occhi, cioè ci dovrai portare dritti in quella fabbrica senza perdere tempo; voi ragazzi, ormai che siete con noi, dovrete darci una mano a sconfiggere qualunque cosa cerchi di attaccarci; e tu Annabeth, trova un piano per entrare ed uscire inosservati la dentro!- spiegò velocemente Katniss sorridente.
Aveva avuto un buon piano, ecco che la sorella iniziava ad imparare, e pure bene.
-E tu che farai?- chiese Grover incerto del piano.
-Io.. io organizzo tutti questi compiti, che domane sono eh!-
Ecco che tornava la Kat di sempre, come non detto, era rimasta la stessa.
Non la volli contraddire più di tanto, ma il suo piano filava, e fra me, Nico e Grover avevano una protezione assicurata, niente e nessuno avrebbe fatto loro del male.
Continuammo a discutere di quell’argomento in assoluta tranquillità, alla fine il viaggio in autobus senza quei mostri poteva anche essere visto come divertente, infatti parlammo e continuammo ad ipotizzare.


Dopo circa mezz’ora sull’autobus riuscimmo a girare e riprendere il giusto svincolo per Chicago, fino ad arrivare esattamente alla stazione centrale. Era una città grande, molto grande e caotica esattamente come New York e non essendoci mai stato non avrei avuto problemi a perdermi dopo i primi dieci minuti la dentro. Continuavo a guardare qua e la cercando di vedere qualcosa di familiare la in mezzo, ma non trovavo nulla che avesse a che fare con le rive del lago, dovevamo cercarlo. Nel frattempo Summer aveva iniziato a studiare quelle che erano le varie vie per arrivare la sotto, poi Nico ricordava anche la strada, invece Annabeth suggerì che l’unico modo per entrare la dentro in maniera del tutto sicura era quella di trovare dei nuovi mostri e seguirli.
Ottimo prima li ammazziamo, e dopo li seguiamo? Ma che senso aveva? Ma siccome lo propose Annabeth, che sapeva quel che diceva, non potei fare a meno di annuire.
Prima però Katniss era decisa a visitare anche se da lontano la fabbrica, ed anche lei non aveva tutti i torti così Annabeth poteva elaborare meglio una strategia per la nostra fuga dall’interno.
Quindi il piano era, andare in ricognizione dall’esterno della fabbrica, andare a cercare qualche mostro per fingere di essere catturati, e poi entrare, scoprire cosa succede ed alla fine svignarsela tornando al campo il più in fretta possibile. Piano abbastanza semplice ma efficace, anche se non mi convinceva il “farci catturare vivi” non era una buona cosa, ma scacciai quel pensiero immediatamente.
Quando ci accertammo di essere sulla giusta strada, dato che spesso eravamo tutti in disaccordo su che via prendere, iniziammo ad incamminarci per quelle vie. Ovviamente cercammo di sembrare del tutto normali, io ed Annabeth ci prendemmo per mano, Katniss si mise le cuffie alle orecchie sentendo così musica, Grover andava saltellando qua e la vedendo le vetrine, ed infine Nico e Summer che camminavano l’uno accanto all’altra guardandosi in giro ed ogni tanto scambiandosi qualche monosillabo. Scommetto che Katniss godeva nel vedere quelle scene, tutti e due troppo timidi per parlare, ma non vedevo invece l’ora io di osservare il suo ritorno fra le braccia di Travis.
Nonostante quello che dicesse lei, tutti quanti sapevano che fra loro c’era qualcosa, cioè ci doveva essere qualcosa. Ma ora mi chiedo, perché mi faccio tutte queste domande su quelle coppie?
Dovevo solo passare tempo. Continuai a pensare e a parlare con Annabeth mentre camminavamo per Chicago, quando ad un certo punto, ovviamente era ora, iniziammo a sentire il rumore delle navi che salpano dal porto. Si c’era anche un porto da quelle parti. I nostri sensi si allertarono immediatamente, dovevamo tenere gli occhi aperti perché man mano che ci avvicinavamo Grover iniziava ad essere sempre più irrequieto perché sentiva l’odore di mostro. Non sapevamo bene dove andare quando arrivammo, ma non dovevamo farci scoprire, quindi come prima cosa individuai la piattaforma del sogno, era lontana ed era come se si trovasse sospesa in mezzo al mare, anche se era collegata con un corridoio di vetro alla fabbrica che cresceva sulla riva del lago.
-Allora, come prima cosa andiamo in ricognizione per il luogo, siccome in due penso si faccia troppo fracasso, per essere ancora più silenziosi, direi di andare separati!- proposi guardandoli tutti.
-Concordo, al massimo prendono uno di noi e gli altri cinque posso cercare di salvarlo poi…- disse Annabeth sorridente, anche se l’idea del separarci non mi piaceva molto.
-Ottimo, allora direi che ci rivediamo qui fra un paio di ore?- chiese Sum guardandoci. Un paio di ore erano più che sufficienti per andare a perlustrare la zona.
Il lago era molto vasto, e tutti quanto potevamo cercare di osservarlo semplicemente dalla foresta che c’era la, al massimo io e Kat potevamo fare un giro in acqua, infatti ci buttammo in acqua immediatamente lasciando gli altri sparpagliarsi per le radure.
Entrando in acqua, tutti e due non ci bagnammo e scoprimmo che riuscivamo a comunicare in maniera perfetta fra di noi. La cosa non mi sorprese più di tanto. Fra la mia esperienza e forza, e la noncuranza del pericolo da parte di Katniss, sfrecciammo velocissimi in acqua.
In meno di qualche minuto, aiutati dalla corrente ci trovammo sotto la piattaforma metallica, ma un lampo mi balenò in testa: e le Nereidi?
Diamine siamo stato proprio dei cretini ad andare in acqua.
-Porca paletta, hai ragione le Nereidi!- esclamò mia sorella dandosi un colpo sulla fronte come per autopunirsi.
-Dovevamo pensarci, dovevo pensarci…- azzardai, ma lei si voltò guardandomi con aria arrabbiata dicendo:
-Senti, Percy, io sono il capo di questa missione, io dovrei comandare la nave…-
-Nave? Ma non siamo su una nave…-
-Era un modo di dire stupido!-
Non ebbi tempo di replicare alle sue parole che sentii l’acqua intorno a noi muoversi più del previsto, così rapidamente afferrai mia sorella e la portai di scatto accanto alla base della struttura cercando di mimetizzarci.
Qualche secondo dopo, infatti, passarono la accanto un branco di Nereidi, e a capo di quelle vi era proprio Deirdre che andava avanti ed indietro. Non si vedevano bene però io riuscivo a distinguere le loro figure grazie al calore del loro corpo, sperai intensamente che loro non erano in grado di fare lo stesso, e così le osservammo.
Erano tante, e tutte bellissime, ovviamente, ma non penso che Katniss la pensasse come me, ma allo stesso tempo avevano una luce di vendetta negli occhi, non penso che sia proprio loro quello sguardo agguerrito e cattivo che avevano, generalmente le nereidi sono ninfe buone e simpatiche la giù al campo. Sentii la capo ninfa dire qualcosa verso di loro del tipo:
-Tenete gli occhi aperti-
Forse ci avevano visto, purtroppo, e dovevano essere partite all’attacco, così il capo della banda, Deirdre, si diresse verso la riva, ed il resto delle ninfe iniziarono a sparpagliarsi in mezzo al lago. Sapete una cosa? Non riuscivo ad immaginare di dover uccidere quelle creature, e poi Katniss in acqua aveva fuori gioco l’arco, quindi rimanevo solo io con la spada, e la cosa non mi piaceva tanto.
Nonostante i litigi con mia sorella concordammo sul fatto che non dovevamo farci vedere, e che dovevamo sbrigarci. Lei aveva pensato agli altri sulla terra ferma, a piedi, e come mai le ninfe sapessero già del nostro arrivo.
Ad un certo punto una di quelle nereidi ci passò vicinissima, ma andava troppo veloce e nemmeno si accorse di noi così pensammo di seguirla per vedere come agiva o cose simili. Partimmo all’inseguimento della ninfa e le restammo alle calcagna per un poco, ovviamente cercando di non farci vedere. Era facile per noi muoverci sfruttavamo le correnti in nostro favore, andando veloci quasi quanto lei. Ammetto che lavoravamo bene con Kat, ma ancora non eravamo arrivati al punto critico della situazione.

Continuammo quella specie di stalking sottomarino per non so quanto tempo, e capii che ci trovavamo nel lato sud del lago. Non so quanto fosse grandeil lago, ma la pedana e la fabbrica erano più verso ovest, quindi dovevamo tornare da quelle parti. Finalmente quella si arrestò ed io e mia sorella ci arrestammo a nostra volta in un banco di alghe verdi la vicino ed osservammo quello che fece.
La ninfa infatti si avvicinò ad una specie di cancello sottomarino, arrugginito e pieno di alghe e lo aprì entrandoci. Era un poco un controsenso avere un cancello per tenere lontane le persone sott’acqua, così mi avvicinai a quello e cercai di vedere cosa c’era al suo interno.
Davanti ai miei occhi si spalancò un’enorme schiera di Nereidi con forconi, lance scudi e quant’altro. Eravamo arrivati nella loro casa base. Vi erano delle semi costruzioni in pietra che fungevano da casa, immagino, ed una piazza centrale dove vi erano radunate tutte quelle. Sarebbe stato il luogo prediletto di Grover, se non stesse con Juniper, e se tutte quelle ninfe non avessero quelle armi pericolose.
Stavo cercando di rendermi conto di quello che stavano combinando la sotto, quando mia sorella mi indicò con gli occhi sbarrati un punto dicendo:
-Guarda…-
Non capii subito perché non riusciva a guardare e poi mi persi leggermente in quell’ambiente tutto femminile che non ci feci nemmeno tanto caso. Accanto alle costruzioni in pietra c’erano una serie di ragazze legate per i piedi a delle corde che tendevano ad andare verso l’alto. Quella visione mi raggelò il sangue nelle vene, infatti capii che quelli erano i corpi delle ragazze che facevano fuori dopo che dava l’ordine Deirdre.
Erano tutte semidee giovani ed innocenti di qualunque età ed immaginai che possibilmente a Katniss sarebbe toccata la stessa sorte (forse con lei avrebbero fatto cilecca, dopotutto figlia di Poseidone) ma le altre, possibilmente c’erano delle figlie di Afrodite, o di Apollo o di Efesto o ancora di Atena… e la mi sentii davvero malissimo. Come potevano essere così spietate e crudeli? Non riuscivo ancora a capacitarmene.

Abbassai allora lo sguardo verso l’orologio di Tyson che avevo al polso e poi vidi che dovevamo alla svelta tornare in superficie se no ci iniziavano a dare per dispersi. Scappammo letteralmente da quel luogo infernale e capii quello che provavano le ragazze quando dissi quello che sarebbe successo loro. Era una cosa terribile, non avevo la forza di spiegarlo ad Annabeth, ma già quel tizio sulla scrivania iniziava a starmi sulle palle e non poco. Ci dirigemmo velocemente verso ovest tornando verso la piattaforma e la sua base metallica nell’acqua, e poi finalmente riemergemmo da la.
Quando uscii, abituato com’ero al buio la sotto, il sole fu un brutto colpo ai miei occhi, e mi guardai intorno, cercando di individuare immediatamente il luogo dell’incontro. Katniss non perse tempo ed uscì senza nemmeno aspettarmi, ed io la seguii a ruota, eravamo ancora asciutti, era una cosa naturale e quando arrivammo la vidi che già c’era parte della banda.
-Allora com’è andata la sotto?- belò Grover quando ci vide arrivare.
-Non molto bene…- mormorai verso di lui.
Grover era già arrivato e la accanto vi era Nico cupo in viso.
-Che cosa avete scoperto voi invece?- chiese subito katniss non nascondendo il timore che aveva negli occhi.
-E’ stato una giornata fortunata, almeno credo, infatti hanno preso tre semidei, e li stavano portando dentro la fabbrica!- ci disse Nico.
-E…?- chiesi aspettando che finissero.
-Io dalla mia postazione ho visto che c’era una ragazza con loro, e praticamente ad un certo punto è arrivata una nereide, forse era una che comandava tutti perché l’ha portata con se…- aggiunse Grover.
Quindi avranno un altro corpo in più la sotto.
-Si ma non sappiamo che cosa hanno fatto, ho provato ad avvicinarmi alle finestre, ma erano sprangate!- spiegò il figlio di Ade.
-L’hanno uccisa… l’hanno portata sott’acqua, l’hanno annegata, ecco come fanno fuori le ragazze, le annegano!- disse Katniss furiosa e disperata allo stesso tempo. Immagino che anche lei abbia avuto i miei stessi pensieri su di loro.
Io annuii.
-Si, abbiamo seguito una di queste ninfe e poi abbiamo visto il loro punto di raccolta più a sud… la- feci una leggera pausa cercando di formulare il discorso – la, lasciano sott’acqua i corpi delle ragazze…-
Calò immediatamente il silenzio e solo allora mi resi conto che due di noi ancora mancavano. Annabeth e Summer.
Dov’erano finite? Non era normale da parte di Annabeth ritardare, cioè lei era sempre puntualissima. Così una terribile immagine mi apparve in testa. Annabeth legata la sotto sul fondo del lago con i capelli biondi che ondeggiavano a forma di boccoli.
Scacciai immediatamente il pensiero quando accanto alla nostra radura sentimmo uno scuotersi di arbusti, mi voltai e la vidi. Era la stava bene, e non era bagnata, anzi aveva un sorriso sulla faccia. Feci un respiro di sollievo e corsi verso di lei, ma quella mi anticipò dicendo:
-Sto bene Testa d’alghe, ho perso tempo perché forse ho trovato un modo per scappare dalla fabbrica…-
Fu una bellissima notizia quella che ci diede, allora sappiamo cosa succede alle ragazze, avevamo una possibile idea di fuga, mancava solo Summer che ritornasse.
Sinceramente, sperai che fosse insieme ad Annabeth o a qualcuno di essi, ma ovviamente così non era. La figlia di Zeus era ancora dispersa la in mezzo a quella vegetazione che si estendeva per tutto il lago e nessuno di noi l’aveva vista.
Iniziammo a preoccuparci tutti quanti, non era un buon segno, il fatto che tardasse così tanto.
-Io la vado a cercare!- esclamò mia sorella toccando la sua spilla e facendola subito diventare l’arco.
-Vengo con te!- ammise Nico ora serissimo in viso.
-Ragazzi, starà bene, lei è sempre in ritardo…- ammisi io cercando di temporeggiare, anche se volevo andare con loro.
-Si ma non nelle questioni così importanti, Percy!- replicò mia sorella.
-Okay, aspettiamo altri cinque minuti, poi andiamo a cercarla… vorrei davvero evitare che Zeus ci fulmini tutti quanti!- esclamai allora ricevendo il consenso degli altri. Non sapevo se fosse stata la cosa giusta, ma aspettai, ogni minuto sembrava sempre più lungo e nessuno sapeva dove fosse, Grover ammise di averla vista aggirarsi dalle parti della riva, ma solo per qualche secondo.
Il suo odore era forte, molto forte, e non prometteva nulla di buono quella situazione.

Passarono i cinque minuti, anche se sembravano venti, ma Annabeth li cronometrò, e poi partimmo. Mentre stavamo per mettere il piede nella vegetazione, sentimmo dei rumori, ci arrestammo e poi il botto.
Mi voltai lateralmente e vidi che Summer era appena arrivata correndo andando a sbattere contro mia sorella, e tutte e due caddero a terra. Tutti tirammo un respiro di sollievo e Katniss ovviamente la stritolò in un abbraccio che quasi le tolse il fiato ma quella ci guardò, in faccia sembrava abbastanza allarmata e disse:
-Sbrighiamoci, a momenti arriveranno, dobbiamo andarcene via di qui!-
Ecco, ovviamente si era cacciata in qualche guaio, dovevo immaginarlo.
-Chi stanno arrivando?- domandai sfoderando immediatamente Vortice.
-Le nereidi!- esclamò lei senza fiato.
Immediatamente le aiutammo ad alzarsi, mentre cercavamo di raccogliere le idee sul da farsi.
-In città, andiamo immediatamente in città, non dividiamoci, scappiamo, se proprio sono così numerose interveniamo, non possono allontanarsi troppo dal loro regno!- esclamò Annabeth immediatamente mettendo insieme i pensieri spiegandoci il piano.
Il tempo necessario per farle alzare, che sentii una serie di urli e di strilli provenire dal fondo del bosco.
Quando fummo tutti quanti in piedi, Annabeth mi afferrò per il braccio ed iniziammo a correre verso la città che non era per niente distante. Mia sorella correva la davanti velocemente voltandosi ogni tanto indietro per vedere cosa stesse per arrivare. Grover iniziò a saltellare nella sua forma caprina, che gli permetteva di fare più metri in meno tempo, Nico invece aiutò Summer ad alzarsi e poi al afferrò per la mano ed iniziarono a correre. Che aveva combinato per attirare le Ninfe? Sicuramente qualcosa di avventato.

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Capitolo 11
*** Annabeth ha un piano... geniale ***


Non ci pensai due secondi, anzi iniziai a correre a più non posso, dovevamo essere veloci e dirigerci in città il prima possibile, e soprattutto non dovevamo farci prendere, almeno non ora, e non senza un piano ben preciso. Così iniziammo a correre come i disperati verso la città. Saltai un paio di volte dei massi che c’erano ovviamente lungo la strada e poi afferrai a mia volta Annabeth per la mano costringendola ad aumentare la velocità con la quale correvamo, gli altri intanto ci superarono oppure arrivarono al nostro stesso livello e poi continuammo a correre. Sentivo il cuore che batteva contro la gabbia tracica, e l’adrenalina che entrava in circolo per velocizzare al massimo i miei movimenti. Dovevamo sbrigarci e non perdere tempo, se ci beccavano eravamo spacciati. Raggiungemmo subito la strada principale che ci portava al porto e poi da li su per la città verso le stradine per nasconderci. Mi voltai un secondo per guardare indietro e vidi che c’erano realmente un gruppo di ragazze in costume da bagno che ci rincorrevano. A prima vista erano bellissime, però poi feci maggiore attenzione e vidi che avevamo degli occhi fluorescenti e la pelle leggermente celeste.
-Non guardarle Percy!- mi rimbeccarono allo stesso tempo Annabeth, Grover e Nico. Oh già se tipo inizi a fissare una ninfa sei, come posso dire, fregato, perché sono così belle che ti fanno perdere il senso delle cose.
Scrollai di dosso il pensiero delle ninfe dietro di noi ed imboccai la via principale che vi era la a Chicago, era affollata e non so cosa pensava la gente che ci vedeva arrivare con archi, spade in mano ed un branco di ragazze che ci inseguivano. Fortunatamente la foschia farà il suo lavoro. Dovevamo pensare ad un piano, ma non riuscivo a ragionare molto bene in quel momento.
-Annabeth ci serve un piano!- esclamò ora Grover mentre mi fissava continuando a correre. Aveva i capelli scombinati, e quell’ara seria tipica di quando iniziava a riflettere.
-Ed in fretta pure… se rallentiamo di qualche passo quelle ci prendono!- esclamò Nico continuando a correre senza voltarsi dietro.
-Rubiamo delle Moto- suggerì mia sorella indicando una serie di moto che si trovavano davanti ad un bar probabilmente appartenenti ad un gruppo di motociclisti.
-Io direi un’auto, so farla partire in meno tempo- disse di getto Summer, tutti ci voltammo a guardarla ed aggiunse –Sentite sono stata per parecchie settimane da Ermes, me l’hanno spiegato la prima sera!-
-Ecco lei sa fare partire le macchine, e tu non mi fai nemmeno dormire nel sacco a pelo!- urlò mia sorella dandomi uno spintone.
-Ma abbiamo i Letti!- urlai di rimando per farmi sentire in mezzo alla corsa ed alla gente.
Quella sospirò e continuò a correre tenendo stretto il suo arco fra le mani.
Ovviamente rubare un’automobile, non era un’idea tanto sbaglia, sicuramente Annabeth non vorrà e dovremo trovar un altro piano.
-Ho trovato, seguitemi!- urlò la mia ragazza prendendomi per un braccio e facendomi svoltare bruscamente a destra in una strada secondaria. Tutti gli altri fecero lo stesso.
Percorremmo alcuni metri e poi girò a sinistra, cambiando completamente direzione. Forse sapeva dove stavamo andando.
Altri cento metri, e subito quella a destra, poi nuovamente a sinistra, altre due volte a destra ed infine ci ritrovammo in una parte abbastanza sconosciuta della città. Avevamo abbandonato il centro, ovviamente, e ci eravamo diretti in una serie di vicoli. Non sapevo però dove ci stavamo dirigendo. Quando iniziavamo ad essere realmente stanchi ci fermammo in un vicolo con una serie di negozi. Alzai gli occhi cercando di riprendere fiato ed osservai Annabeth.
-Okay penso che le abbiamo seminate- annunciò lei, infatti ci iniziammo a guardare intorno, Grover annusò l’aria e poi ci confermò il fatto che non erano nei paraggi.
-Ottimo piano Sapientona- dissi dandole un colpo sulla spalla –Allora dove stiamo andando?-
-Oh non lo so…- rispose lei con un sorrisetto.
Tutti quanti la guardammo, ci aveva fatto camminare così in lungo ed in largo per tutta la città senza sapere dove andare, anche se alla fine aveva funzionato.
-Complimenti, questo gioco potevo farlo pure io!- belò Grover rimettendosi i pantaloni per sembrare normale.
-Allora, ora che le abbiamo seminate, direi di tornare verso il centro, prima però Annabeth, spiegaci cosa dobbiamo fare- sentenziò mia sorella cercando di assumere le redini del comando.
Tutti quanti ci sistemammo intorno a lei, eravamo stanchi e dovevamo riprenderci.
-Mentre osservavo la fabbrica ho visto che c’erano delle grate vicino al tetto, ed essendo una costruzione abbastanza recente, in quanto fabbrica, dovrà avere delle uscite di emergenza nascoste.
-E tu pensi di averle trovate?- chiesi ad Annabeth a mia volta.
Quella si limitò ad annuire.
Okay il piano iniziava a prendere forma, però l’avremmo messo in atto il giorno dopo, al momento eravamo troppo stanchi per continuare a farci inseguire da mostri.
-Propongo di continuare ad aggirarci per queste strade e cercare un luogo dove andare a riposare…- aggiunse Grover che si sistemava il suo cappellino.
-Si, ci sto!-
-Ovviamente-
-Andiamo?!-
Chiesero l’una dopo l’altra le ragazze, visibilmente stanche. Non perdemmo tanto tempo, anzi ci sbrigammo ed iniziammo a muoverci spostandoci di zona in zona, per cercare un albergo o qualunque altra cosa che ci potesse ospitare per la notte.

Non era così facile muoversi per quei vicoli, penso che anche Summer che era stata li da piccola stentava a riconoscere le varie strade. Noi seguivamo in silenzio, e finalmente, dopo una passeggiata che durò mezzora, e ringrazio gli Dei che non abbiamo rivisto quelle nereidi, trovammo un piccolo albergo che poteva fare al caso nostro. Prendere un albergo normale ed isolato? Era la scelta più saggia, ma no, il capo della “nave” o dell’impresa voleva andare in un quattro stelle per poter stare comoda.
Ogni albergo piccolo che vedeva lo scartava, come minimo dovevano avere una piscina secondo mia sorella, non protestai più di tanto, un poco di relax ci voleva.
Finalmente trovammo l’albergo perfetto, man mano che ci muovevamo ci avvicinammo verso il centro di Chicago, quindi non era una posizione tanto malvagia, e così decidemmo di fermarci in un hotel che si chiamava “Excelsior Hotel” . Da fuori sembrava bello, si trovava su un palazzo, e non fecero nemmeno domande su come mai dei ragazzi piombassero così all’improvviso. Prendemmo delle stanze, cioè prendemmo due triple una per loro ed una per noi, possibilmente vicine e poi salimmo nelle varie camere. Era un albergo molto elegante, infatti vi erano tende raffinate messe da ogni parte, e lampadari con cristalli che illuminavano la zona. Le pareti erano gialline e poi le porte in legno. Sembrava ben fatto, ma ammetto di aver visto pochissimi hotel in vita mia. Per la felicità di mia sorella vi era anche una piscina all’ultimo piano, e quella, ovviamente, non perse tempo ad andare mentre noi ci riposavamo in camera. Erano belle anche quelle, ma non potevamo passarci molto tempo, dovevamo iniziare a riposarci per poi ripartire la mattina dopo.



POV Summer. Ma in che casino mi ero cacciata? Da dove mi era venuta questa cosa di andare in un’impresa del genere, dove possibilmente qualcuno potrà pure perdere la vita? Non ne ho idea, fatto sta che la mia soglia di sopportazione della follia era già stata superata, anzi… anzi ormai l’anormalità era una cosa comune, quindi se le cose erano troppo tranquille iniziavo a spaventarmi. Eravamo in albergo finalmente e dovevamo riposarci. Kat andò in piscina nel giro di trenta secondi, non volevo andarci, non avevo un ottimo rapporto con l’acqua che era diversa da quella della doccia, e poi non avevo un costume sempre a portata di mano come lei. Così decisi di rimanere in camera. Percy ed Annabeth parlavano e stavano abbracciati sul letto, che schifo, ma non volevo di certo interrompere quei loro pochi momenti romantici (anche se di romantico aveva ben poco quel momento). Grover era buttato su un altro letto a dormire, ed io mi misi le cuffie del mio ipod alle orecchie ed uscii nel balcone per prendere una boccata d’aria e cercare di schiarire le idee. Feci partire una delle innumerevoli canzoni dei Green Day e cercai di non concentrarmi su niente in particolare. Chirone mi aveva detto che se mi focalizzavo su qualcosa era peggio perché mettevo in moto i “sensori” divini quindi iniziavo con l’iperattività. Però essere… cioè essere un semideo è figo, lo ammetto, amavo stare al campo, è l’unico posto che posso finalmente chiamare Casa. Non come quelle famiglie normali che dopo tre mesi si stancavano. Forse avevo trovato il mio posto nel mondo, e sapere che avevo un padre, anche se non è proprio MrSimpatia, mi piaceva molto come cosa, nonostante tutto quello che mi abbia raccontato Talia.
A proposito di Talia, dovevo mandarle un messaggio, con qualunque cosa, per farle sapere che eravamo vivi. Okay messaggi iride… ma il sole sta calando, e non riuscirei mai a creare un arcobaleno in questo modo. Rimisi allora la dracma, che avevo rubato a Grover, in tasca.
-A chi dovevi chiamare?-
Mi voltai di scatto, proprio perché mi era quasi venuto un infarto. Ecco che succedeva qualche casino.
-Non sono affari tuoi, Nico!- esclamai staccando la musica, mentre toglievo le cuffie.
Quello mi guardò ed uscì nel balcone dove ero io, sorridendo, o forse era opera delle ombre?!
-Lo sai che senza luce è difficile chiamare con un messaggio Iride, vero?.
-Tranquillo chiamerò Talia domani.- lo dissi di getto e nemmeno ci pensai, ecco che mi ero fregata da sola.
-Quindi dovevi chiamare Talia, e come mai?- mi domandò sempre con aria superficiale quello. Avvolte mi faceva arrabbiare davvero quel ragazzo, se non proprio non te ne importa perché me lo domandi. Poi ebbi il flash della discussione sul furgone con Kat ed Annabeth. Katniss era un merluzzo morto, anzi fritto. Non ci avevo pensato prima, ma quindi lui aveva sentito tutto, quindi sapeva della scommessa con Katniss, sapeva che forse mi piaceva. Un momento, a me lui non piace. Non mi sta nemmeno simpatico, con la sua aria da ragazzo “Ehi, io sono il ragazzo che sa evocare i morti”, quindi una rockstar al Campo, e tutte quelle ragazze che gli chiedevano l’autografo, che cosa inutile.
-Affari fra sorelle, o sorellastre, o fai tu!- risposi secca fra mille pensieri lasciando che i capelli mi ricadessero sul viso.
-Oh capisco… comunque per oggi…- mi disse lui guardando le tenebre prender piede su Chicago.
-No per oggi niente, non contare quello che ha detto Katniss, è una stupida e fa così solo perché ho parlato di Travis e di come passino tempo insieme, non so nemmeno io facendo cosa, quindi lascio alla tua contorta testa di pensare quello che vuoi…- dissi tutte cose di getto come succedeva sempre quando iniziavo ad agitarmi.
-Io mi riferivo veramente alle nereidi-
-Ne.. ah si le nereidi giusto, cancella tutto quello che ho appena detto.-
-Non penso sia possibile, sai ho una memoria uditiva pazzesca!-
-Non esiste la memoria uditiva – azzardai puntandogli un dito contro. -No davvero, non.. fare troppo caso alle cose che dice Kat-
-Quali cose?... Ah dici quelle della scommessa?- domandò ora facendomi fermare il cuore. Sapevo che lo sapeva. Che dovevo dire o fare? Diciamo che il massimo rapporto che avevo con i ragazzi era quello di prenderci a pugni a vicenda, ecco perché da Ermes mi trovavo così bene, Travis, Connor, Chris ed anche Luke erano tipo i miei fratello maggiori, o qualcosa di molto simile, non potevo vederli tipo… fidanzati.
Già la parola stessa mi da il voltastomaco, non capisco come possa piacere Travis a Kat, cioè le piace e non possiamo negarlo.
-Si, ma dimenticala sono solo stupidaggini…-
Lui fece una pausa di riflessione e mi guardo. Non mi piaceva quello sguardo, eravamo soli sul balcone quindi forse stava meditando di gettarmi di sotto, ma non glielo avrei permesso, avrei fatto la stessa cosa io. Quello si scostò i capelli e disse.
-Okay, tanto l’hai detto tu stessa, se mai mi avresti voluto baciare, l’avresti fatto da sola.-
-Appunto, non c’è bisogno di una scommessa!-
-Però l’avresti fatto…- disse quello con un sorriso. Ecco ora mi faceva arrabbiare sul serio.
-Cosa?! No era solo per dire… tu.. io…- Non riuscivo a mettere insieme un discorso logico. No che diavolo mi prende. Volevo ammazzarlo su due piedi.
-Calmati, era solo per dire, non vorrei mai un bacio da te! Non mi piaci neanche.- rispose lui ora incrociando le braccia al petto. Questa cosa non mi piaceva, diceva sul serio?! Ricambiai lo sguardo torvo ed incrociai a mia volta le braccia al petto.
-Non vuoi un bacio da me?! Beh tanto meglio per me, non vorrei mai baciare il figlio di uno dei nemici, anche se fratelli di mio padre.-
-Ed io non vorrei mai un bacio dalla figlia di Zeus “Ehi, tu, via dalla mia nuvola, oppure Mr Saetta facile!” –
Spalancai la bocca e sentii la rabbia iniziare a ribollire dentro di me. No non lo aveva detto sul serio. Lo volevo ammazzare. Cercavo di stare calma ma non ci riuscivo.
-No che non lo hai detto…-
-Oh si invece!-
-Allora non parlarmi più per favore se non vuoi essere fulminato e tornare prima del tempo da tuo papino.-
-Bene!- rispose lui alzando il tono della voce, sembrava alquanto turbato.
-Bene!- replicai a mia volta. Non volevo parlargli, nemmeno guardarlo se no potevo benissimo fulminarlo, così mentre stavo cercando di tornare dentro mi fece lo sgambetto, oppure andai a sbattere contro lo scalino che c’era all’attaccatura fra porta e balcone. L’ipod mi cadde di mano e mi finì di sotto. No l’ipod nano era tutta la mia vita, c’erano tutte le canzoni, no non ci posso credere che ora era finito a terra distrutto. Già era abbastanza andato di suo sicuramente con la caduta sarà sfracellato.
Alzai lo sguardo e vidi Nico che rideva, così gli diedi un pugno e dissi:
-Complimenti davvero, ora non ho nemmeno la musica, grazie figlio di Ade!-
-Dai non sono stato io, sei inciampata, tutto qua!- replicò quello cercando di non ridere.
Non riuscii nemmeno a replicare perché volevo solo prenderlo a pugni forte, molto forte, così gli diedi le spalle e me ne andai, entrano nella camera e soprattutto senza cadere.
Vidi che Percy ed Annabeth ridevano e scherzavano stando abbracciati sul letto. Non sapevo se la cosa mi dava il voltastomaco oppure desideravo anche io un rapporto del genere. Mentre ci pensavo mi andai a distendere nel letto accanto a Grover e mi misi a guardare la tv per distrarmi, anche se poco dopo entrò Katniss portando con se la sua solita vena casinista e mi unii a lei. Alla fine mi ritrovai a dormire ci ritrovammo ad ordinare la cena in camera direttamente dal McDonald’s più vicino, e mi addormentai su uno dei letti, non ricordo nemmeno accanto a chi, ma cercai di lasciare accesa una delle lucine per… beh si sa dai, la mia leggerissima, minima diciamo, impercettibile, paura del buio.
“Si ma finiamola tu inizieresti ad urlare se ti tolgono la lucina” sarebbero le parole di Katniss, forse ha ragione ma solo nella mia testa, fuori non lo ammetterò mai.



POV Percy
La sera era passata tranquillamente, anche se notai una leggera tensione in camera fra tutti quanti, chi per un motivo, chi per un altro non eravamo di cerco del tipico umore “Si andiamo a festeggiare tutta la notte”, per niente. Dopo aver mangiato ognuno si ritirò in camera sua a dormire, le ragazze in una stanza (ovviamente mi avevano categoricamente vietato di dormire con Annabeth, anche perché sua madre mi avrebbe ucciso sul colpo) e poi cercai di addormentarmi, ma con Grover che russava e Nico che guardava la Tv non era facile.
Mi svegliai tranquillamente di buon’ora come al solito e gli altri fecero lo stesso, alla fine ci eravamo riposati perché dopo tutta la fatica del giorno prima dovevamo un minimo riposarci. Era una bella giornata, il sole era alto nel cielo ed erano circa le dieci del mattino. Il piano della nostra giornata prevedeva: andare in giro per la città indisturbati, facendoci trovare dai mostri, poi da la si vedeva come si sarebbe evoluta la situazione. Già Annabeth aveva trovato il modo di riuscire a fuggire da li prima che fosse troppo tardi. Infatti dovevamo evitare che le Nereidi mettessero le mani su una qualunque di loro e fuggire alla svelta non appena avevamo avuto le nostre informazioni. Avevo ancora sonno così andai a farmi una doccia rilassante per svegliarmi maggiormente e per pulirmi, diciamo che era una delle pochissime volte in cui un’impresa avevamo tali confort, tecnicamente ci nascondevamo, ma questi sono dettagli.
Ed eccoci a fare colazione in camera mentre finivamo di sistemare i nostri bagagli.
-Io dico che dovremmo farci un giro per il parco, forse la riusciamo a beccare qualcosa o qualcuno!- disse mia sorella azzardando un’ipotesi mentre si sistemava la treccia.
-Io invece dico di andare in zone sperdute ed abbastanza pericolose…- propose Nico a sua volta.
-Io opto per i boschi ed il parco…- ovviamente disse Grover.
-Secondo me invece dovremmo andare realmente nelle zone più strane e sperdute!- ammise invece Annabeth –Ti ricordi qualche posto del genere?- domandò ora a Summer.
-Ehi, io sono stata qua per qualche mese e soprattutto ad otto anni… non penso che ad otto anni la gente mi lasci andare in giro per questi cosìdetti posti strani e sperduti!- disse lei di scatto sistemandosi i capelli in due code.
-Si ma a nove ti ricordo che abbiamo cercato di rubare l’auto del direttore dell’orfanotrofio!- intervenne Kat dandole una gomitata ed iniziando a ridere con quella.
-Perché la cosa non mi stupisce più di tanto?- chiesi ironico guardandole –Allora, escludiamo il fatto di andare in posti sperduti, direi di iniziare a girare per la città e prima o poi…- feci una pausa drammatica –qualcosa o qualche mostro, ci troverà!-
-Ha ragione Percy, siamo troppo importanti per loro, almeno in questo momento!- ammise Nico annuendo all’unisono con Grover.
-Certo Superstar, andiamo che è meglio!- replicò Annabeth senza nemmeno guardarci mettendosi lo zaino in spalla.
Kat quando passò mi diede una gomitata sulla pancia e poi vidi che andò da Summer a chiederle:
-Sum, mi presteresti il tuo Ipod?-
-Non posso.. purtroppo ha avuto un incontro ravvicinato con l’asfalto!- replicò lei mentre usciva davanti a me dalla camera.
-E come scusami?-
-Semplicemente perché la tua amica ha avuto un incontro ravvicinato con uno scalino ed il pavimento!- disse Nico dando loro le spalle.
Katniss iniziò a ridere, ed ovviamente Summer sbuffò senza nemmeno preoccuparsi di non farsi sentire, anzi.
-Oh dici quando eravate fuori in balcone?- domandai a mia volta sperando di non creare danno.
-Aspettate, eravate in balcone soli?!- chiese Katniss fermandomi e prendendomi per un braccio –Cioè, Calamaro, dici sul serio?-
-Mai stato più serio-
-E che facevate fuori soli?- domandò lei guardandomi e facendo l’occhiolino per poi passare ai due.
-Io ero li tranquilla poi è arrivato qualcuno che mi ha disturbato e mi ha fatto lo sgambetto e sono finita a terra…- ammise Summer cercando di giustificarsi mentre gesticolava.
-Io non l’ho visto perché…- okay stavo parlando e baciando Annabeth, ma la seconda parte è meglio tenerla per me –guardando la tv, quindi non lo so!-
-Amica mia le parole: balcone, soli, fuori, terra.. non fanno pensare a niente di buono!- disse mia sorella alludendo ad altro. Era davvero perversa, non ci avevo pensato. Balcone.. fuori? A Terra? No non ci credo…
-Katniss!- dissero di getto Nico e Summer andandosi a coprire il volto con le mani.
-Katniss!- urlai a mia volta guardandola sconvolta.
-Percy!- rispose lei guardandomi.
-Nico!- balbettò Summer con l’aria assassina.
-Summer!- rispondemmo io e Katniss insieme mentre mia sorella rideva.
-Grover!- disse il satiro dal fondo del corridoio intromettendosi nella discussione così senza senso.
-CIUCHINO!- urlò infine mia sorella guardandoci.
Tutti la guardammo serissimi e lei rispose:
-Ho sentito tutti che urlavate i vostri nomi, così ho aggiunto anche Ciuchino, come possiamo lasciare fuori quell’adorabile bestiola!-
Ecco che non aveva capito niente, fortunatamente. Scoppiai a ridere come uno stupido, ma non riuscivo a controllare le risate.
-Bambini, Andiamo!- urlò ora Annabeth da dietro l’angolo per farci muovere. Non si era nemmeno presa la briga di venire a vedere quello che combinavamo, se no penso che ci avrebbe lasciati li a morire da soli.

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Capitolo 12
*** Videochiamo i fratelli Stoll ***


Dopo quella strana ed assurda scena nel corridoio dell’hotel riuscimmo a calmare mia sorella e a farle dimenticare ciò di cui stavamo parlando, non poteva pensare a male su qualunque cosa succedesse la in mezzo, cioè a momenti se mi vedeva dormire con Grover o con Nico iniziava a chiamarci come una coppia di fatto.
Cercai di ignorala e così fecero tutti, dunque dovevamo andare in giro a cercare dei mostri, non era facile, anzi penso che fosse una delle cose più difficili mai fatte. Di solito non li cerco i mostri, di solito li ammazzo.
Iniziammo, così, la nostra grande ricerca di questi mostri. Eravamo tranquilli e le cose sembravano procedere piuttosto bene. Nessuno litigava (cosa strana), camminavamo insieme per cercare di far aumentare il nostro odore la in mezzo, e tutto sembrava filare liscio. Penso che le nereidi o i lestrigoni, o qualunque altra cosa, non ci avrebbe messo troppo tempo a trovarci.


Purtroppo, mentre passeggiavamo, sia per il centro, sia per le strade più deserte e sperdute della città, nessun incontro ravvicinato con i mostri. Niente. Nine. Nada. Soltanto persone normali che sembravano sorprese, ogni tanto, di vederci sfoderare le armi, solo perché pensavamo di essere giunti in qualche svolta decisiva della giornata. Ovviamente la nostra sfortuna sembrava non avesse limiti.
-Com’è possibile che ancora non ci hanno attaccato?-domandai mentre verso ora di pranzo iniziavo ad avere fame. -Non lo so Testa d’Alghe, ma non so se è un buon segno o meno.- rispose Annabeth piuttosto cupa.
-Dai ragazzi, non sapevo che il vostro scopo nella vita era quello di essere catturati da dei mostri del genere..- disse Grover sorridente.
-Nemmeno io, cioè pensavo che i vostri sogni includessero sposarvi, avere tanti bei figlioli!- aggiunse Kat, sempre scherzando.
Io ed Annabeth ci guardammo e restammo quasi senza parole e così dissi:
-No Katniss, non ci dobbiamo sposare!-
-Quindi stai dicendo che non vorresti sposarla!- irruppe il figlio di Ade con un sorrisetto sghembo sul viso.
-Oh non ho detto questo…-
-Si che lo hai fatto!-
-No che non lo ha fatto!- aggiunse Summer separandoci prima che iniziassimo a battibeccare.
-Lo Stai difendendo?- domandarono in coro Katniss e Nico guardandosi.
-Si che lo difendo, non ha detto questo, ha solo detto che non è questo il momento adatto per sposarsi!- ammise Summer abbastanza seccata.
-Certo e tu quando ti sposerai?- chiese Grover infierendo. Volevo calmarla perché ultimamente sembrava perdere la pazienza troppo facilmente.
-Nel Duemilaemai!- rispose quella secca lanciandogli uno sguardo alla Talia.
-Andiamo perché dovete sempre discutere?- chiese Annabeth disperata.
-Non stiamo discutendo!- urlammo in coro noi cinque guardandoci. Non stavamo discutendo solo parlando in maniera del tutto civile.
Ma ora io mi chiedo, da dove diavolo ha preso Katniss tutta quell’esuberanza? Cioè io sono iperattivo e tutto il resto, ma lei è proprio folle… penso che Poseidone sia compiaciuto del suo lavoro con la figlia.
Mentre continuavamo a discutere su chi si sarebbe sposato per prima, mentre Annabeth decideva dove andare, Summer fece due passi e voltando l’angolo rimase un momento ferma ed un sorriso le apparve sul viso. Così tornò verso di noi e disse:
-Ragazzi, ho appena trovato un Apple Store. La posso vedere se mi riparano immediatamente l’ipod, e poi dovete mangiare qualcosa, quindi voi fate questo ed io vado la!-
-Oh Miei Dei, sei un genio Summer, vai e vedi di fartelo sistemare, magari vediamo se riusciamo a chiamare il campo con gli Ipad che hanno in prova!- disse mia sorella sorridente.
-Chiamare il Campo? Sai che sarebbe una specie di suicidio?- domandò Annabeth, ma poi rimase a bocca spalancata. -Katniss sei un genio.!-
-Modestamente, lo sapevo già!- rispose mia sorella sorridente, senza capire.
Sorrisi a mia volta, avevo capito pure io.
-Beh vedi, caro Merluzzo di una sorella, le chiamate con i cellulari sono come dei rilevatori per i mostri. Quando un semidio chiama sarebbe come a dire, Ehi sono qua, venite a prendermi!-
-Quindi se facciamo questa chiamata, possiamo benissimo farci rintracciare dai mostri e continuare con il piano!- ammise Nico annuendo.
-Okay andata allora cambiamo l’ipod e poi chiamiamo il campo, tanto Travis e Connor ne hanno almeno tre di I pad!-
-E tu che ne sai?- domandò Grover stupendosi.
-Forse perchè li ho visti e li ho pure usati?!- rispose Summer ironica sorridente, mentre iniziava a dirigersi verso il negozio dietro l’angolo.
-Okay vengo con te, ti devo un ipod, giusto?- domandò Nico seguendola e sbuffando.
-Ovvio tonto, vai con lei e salvale la vita!- disse ovviamente mia sorella borbottando quasi fra se e se in un ghigno malvagio.
-Io non salvo niente e nessuno, pensa invece a te ed al tuo ladruncolo!- ricambiò il borbottio quello ghignando verso di lei.
-Ladruncolo? Ha detto ladruncolo, bene preparati ad essere annegato mio caro il piccolo figlio di…-
-Oh Allora interessa davvero Travis, se no avresti lasciato correre!- ribatté Summer urlando prima che mia sorella potesse cercare di annegarli entrambi.
Katniss mi guardò, io ricambiai lo sguardo e dissi:
-Andiamo, merluzzo, non pensarci… lo sai che è così e che prima o poi si dovevano vendicare!- azzardai evitando un pugno proveniente da mia sorella abbastanza agitata ed imbarazzata.

Fortunatamente trovammo un bar la nei paraggi ed usammo i soldi che ci avevano dato per poter mangiare. Ovviamente Katniss ordinò delle schifezze assolute, ci mancava poco e poi si sarebbe portata con se l’intero bancone dei gelati, cosa che non sarebbe dispiaciuta ai proprietari; Grover iniziò a mangiare le sue amate lattine e poi vide che facevano anche delle enchidillas di cui lui vai matto. Sembravano dei bambini in un negozio di caramelle. Io ed Annabeth invece prendemmo cose del tutto normali.
Dopo aver pranzato allora uscimmo dal bar ed iniziammo a dirigerci in quell’Apple Store di cui aveva appena parlato Summer. Katniss continuava ad elencare le utilità di un ipad e tutti quanti non facevamo che annuire pur di lasciarla parlare tranquillamente. Girammo l’angolo ed eccolo proprio davanti a noi. Era una struttura alta tipo quattro piani, completamente bianca e candida con una mela mangiata ed argentata disegnata fuori. Non avevo mai visto un negozio così grande, ma a prima vista sembrava meraviglioso. Ammetto che anche io sono sempre stato parecchio interessato di computer e roba varia, però con questo discorso dei cellulari… diciamo che nemmeno ho provato a chiedere a mia madre un telefonino perché attiro già di mio troppi mostri (anche se in questo momento sembrava quasi una barzelletta dato che non ne trovavamo nemmeno uno).
Tutti e quattro restammo realmente senza parole, era bellissimo e ti invitava ad entrarci ed a comprare qualcosa di loro, si erano realmente superati in questa costruzione.
-E’ meraviglioso andiamo!- urlò Katniss iniziando a correre verso l’entrata del negozio e noi la seguimmo a ruota.
Le porte di vetro si aprirono davanti ai nostri occhi e l’aria condizionata ci avvolse, obiettivamente fuori c’era caldo e non riuscivamo a rendercene conto. All’interno vi era moltissima gente che andava in giro con uno di quegli aggeggi elettronici. Sembravano alienati da quelle cose, e noi non smettevamo di ammirarli a bocca aperta.
-Giuro che mi farò regalare uno di quelli..- dissi indicando ora un computer portatile la vicino. Era tipo quello di Annabeth, solo più interessante, nel suo computer c’erano solo progetti…
-Sembra il paese delle meraviglie…- mormorò Grover non sapendo dove fiondarsi prima, se sui videogiochi oppure sui vari computer.
In quello stesso istante in cui arrivammo la, immediatamente ci vennero ad accogliere alcune ragazze vestite di bianco, con i capelli perfetti e i sorrisi scintillanti. Certo che sapevano sceglierle bene le commesse. Erano gentilissime. Ci si avvicinarono una bionda ed una rossa e così la rossa ci disse:
-Benvenuti in questo centro Apple, come possiamo esservi utili?-
-Oh, noi stavamo cercando dei nostri amici che sono appena entrati…- risposi accennando un sorriso stringendomi nelle spalle.
-Si tipo una biondina con sguardo assassino accompagnata da un tipo più alto di lei, moro e con la faccia da morto… li avete visti per caso?- chiese mia sorella intromettendosi.
-Voi intendete quindi la signorina Williams ed il signor Di Angelo, certamente, loro sono al piano di sopra che cercavano un nuovo ipod per la signorina, mentre il ragazzo è passato dalla nostra sala giochi e progettazione delle varie Applicazioni che vi sono nei nostri dispositivi!- rispose cordialmente quella facendoci cenno di addentrarci.
-Si esatto loro, grazie allora noi… andiamo a cercarli!- risposi verso di quella cercando di passare avanti, ma purtroppo mi fermò dicendo:
-Ovviamente, come volete, prima però gradite qualcosa da bere? Fuori fa molto caldo e di certo un bicchiere di succo non può guastare!-
In quell’esatto istante arrivò una terza signorina con un vassoio argentato e dei bicchieri in vetro bianchi con delle cannucce. Ora offrivano pure da bere? Forse perché sapevano che i clienti la dentro spendevano tanto, però erano stati gentili. Perché non accettarlo un poco di succo.
-Grazie mille, siete davvero gentilissime, ne avevo proprio voglia di un poco di succo!- esclamò mia sorella sorridente prima che tutti potessimo rispondere. Così andò ad afferrare uno di quei bicchieri molto eleganti ed in più vi era un fiore attaccato lateralmente, quasi come i bicchieri hawaiani. Con Annabeth ci scambiammo un rapido sguardo, ed alla fine anche lei sorrise leggermente ed accettò il succo, subito dopo io e Grover prendemmo altri due bicchieri per noi.
-E’ stato un piacere, ora godetevi il giro… -risposero in coro le signorine cordiali come sempre continuando girare per la sala offrendo gentilmente altri bicchieri a tutti.
-Sono state davvero gentili…- disse mia sorella mentre iniziava a bere dal suo bicchiere.
-Concordo, non ci sono mai stata in uno di questi negozi, ma non avevo idea che fossero così… cordiali!- aggiunse Annabeth anche lei iniziando a rilassarsi mentre beveva.
-Io l’ho detto poco fa… è il paese delle meraviglie, cioè cosa posso chiedere di più dalla vita: succo di qualunque cosa sia fresco e buonissimo, computer e videogiochi a mai finire!- belò Grover mentre camminavamo per quel posto.
Obiettivamente era davvero buonissimo il succo, dopo che ne bevvi un sorso, e ti veniva voglia di finirlo in meno di un minuto. Non so il perché…
-Già, ora saliamo di sopra ed andiamo a vedere dove sono quei due, così facciamo questa chiamata!- esclamai a mia volta sorridente verso i miei amici.
Tutto la dentro era perfetto, le luci, l’atmosfera allegra, anzi mettevano pure della musica per evitare che i clienti si annoiassero, e gente allegra che camminava con cellulari, tablet e computer di qua e di la, forse mentre aspettavamo anche io sarei andato a provare uno di questi cosi, ovviamente di nascosto ad Annabeth perché mi aveva fatto giurare di non usarli per la mia incolumità.

Iniziammo a muoverci la dentro e più ci dirigevamo alle scale più il posto era affollato, sicuramente facevano qualche offerta su qualche oggetto, quindi per questo c’era tantissima gente. Io iniziavo a trovarmi bene ed a rilassarmi, avevo finito il succo e poggiai il bicchiere vuoto su un bancone vuoto dove tutti poggiavano i bicchieri vuoti, così iniziai a salire le scale pr arrivare al piano successivo. Quando entrammo vidi immense librerie piene di cd musicali, quello si che era un luogo di perdizione per chi ne capiva di musica. Summer doveva essere sicuro qua, dovevamo trovarla e vedere a che punto fosse, ma non fu difficile trovarla, era messa accanto ad uno di quegli scaffali con delle cuffie in testa ed un bicchiere in mano che cantava e ballava tranquillamente. Ci avvicinammo abbastanza sconvolti e così dissi:
-Sum, ma.. che cosa ci fai qui?-
-Ragazzi… dovete ascoltare l’ultima di Lady Gaga è bellissima!- urlò allora lei accennando delle farsi della canzone.
-Dici sul serio? Anche io adoro Lady Gaga, su dai fammi sentire immediatamente…- disse Grover spingendola via dalle cuffie per poi mettersele lui ed iniziare a ballare.
In quel momento ammetto che non ci pensai subito, e non capii cosa stava succedendo, anzi ero più confuso che persuaso. Summer ascoltava musica, ma non era andata la per un ipod? O ricordo male? E poi lei ascoltava realmente questa musica? Non riuscivo a riordinare le idee ed iniziai a sentirmi la testa più leggera e vuota, quasi come svuotata da mille pensieri per quello che stava avvenendo.
-Okay, allora, voi… voi siete qui giusto? Noi andiamo a prendere Nico e poi lo facciamo… - dissi cercando di fare un discorso sensato, mentre mi toccavo la testa.
-Facciamo… cosa?- chiese subito Katniss andando a prendere una serie di cd musicali mentre li andava a mettere in altre cuffie.
-La.. chiamata, giusto?- domandai ora incerto di quello che stavo dicendo, rivolgendo uno sguardo ad Annabeth. Lei mi sorrise dolcemente e poi annui.
-Si, esatto la chiamata, voi restate qua e non muovetevi!- urlò lei prendendomi così per mano in preda all’allegria mentre iniziava a farmi camminare a zonzo per il piano fino a quando non trovammo le scale per passare al piano superiore.
Così passammo da un luogo particolarmente luminoso che era il piano di sotto ad uno più scuro e tenebroso, ma illuminato artificialmente da una serie di schermi appesi al muro che emettevano luci di tutti i colori. Però davanti ad ogni schermo su per giù c’era qualcuno che lo toccava facendo cambiare le immagini. Alzando allora lo sguardo lessi la scritta “Sala progettazioni App” ecco, era la sala giusta, quella dove ci avevano detto essere Nico.
Stavo iniziando a guardarmi intorno, ma poi quasi dimenticai cosa dovevo fare, infatti tutto quello fu peggiorato dal fatto che Annabeth mi prese a tradimento e mi baciò. Ovviamente fra la confusione che avevo in testa e la confusione che mi provocava Annabeth ogni qual volta faceva una cosa del genere, non riuscii più a capire niente. Fu come se il cervello iniziasse ad andare in tilt. Non ricordo nemmeno che diavolo ci facevo in un posto del genere. L’unica cosa che riuscii a fare fu ricambiare il bacio stringendola a me come non mai. Non ci pensai più di tanto, però sentivo che era quello che volevo fare, e lo feci.
Subito dopo quel bacio, non ricordo quanto durò Annabeth si spostò di scatto e disse:
-Oh miei Dei guarda qua… posso provare a progettare una volta a crociera per il nuovo tempio di mia madre sull’Olimpo, o non ricordo dove, sarebbe perfetto!- andava urlando in mezzo alla gente andandosi ad avvicinare ad uno di quegli schermi che tutti utilizzavano.
-Ma cosa sono? –domandai confuso come non mai.
-Percy, non capisci, sono sistemi operativi avanzatissimi che ti permettono di creare una serie di applicazioni per costruire quello che vuoi..- cercò di spiegarmi quella con gli occhi pieni di gioia.
-Ancora continuo a non capire, giuro, sai che non ne capisco niente di queste cose!-
-Tranquillo Percy, tu… fai quello che devi fare divertiti, io sono qua a progettare, appena finisco ti chiamo. E’ un posto meraviglioso questo!- urlò infine lei prima di darmi un altro bacio e cominciare a lavorare con quel coso.
Okay, tutti stavano facendo quello che volevano ed io no? Così scesi nuovamente a piano terra e la cercai un computer di questi portatili libero, lo presi, senza alcuna difficoltà, anzi se non ne trovavi uno le signorine gentilissime ti aiutavano a prenderne un altro e poi mi misi a giocare con il computer. C’erano una serie di programmi per fare foto, sentire musica, scaricare giochi, scrivere. Perché non mi sono mai fatto regalare un computer? Era meraviglioso. Intanto quando passavano per offrirmi dell’altro succo lo accettai volentieri, e così continuai a giocare con quell’oggetto per un poco di tempo, aspettando che gli altri finissero di fare quello che stavano facendo. Non ricordo perché eravamo entrati la dentro, ma non me ne volevo andare, si stava benissimo, e non potevo desiderare niente di meglio. A quanto pare sopra vi erano pure delle camere tutte fatte in questo stile, quindi potevo anche andare a distendermi e riposarmi, infatti iniziavo ad essere stanco. Mi presi allora, dopo che finii di giocare con il computer un I pad ed iniziai a salire le scale dirigendomi in una delle stanze.
Anche la sopra trovai quelle signorine gentilissime che mi diedero la camera accanto a quella dei miei amici che già c’erano andati. Mi dissero che era in fondo al corridoio, così andai verso la mia nuova camera. L’aprii con qualche difficoltà dato che avevo una chiave elettronica e non sapevo usarla per bene, ma alla fine ci riuscii.
Entrando un’ondata di frescura mi avvolse immediatamente, proprio come tutto il palazzo, ma non riuscivo a capire perché in quel momento mi stavo trovando così bene, cioè non ero così rilassato e fresco e… e non ricordo che altro, non so da quanto tempo. La prima cosa che feci fu andarmi a distendere per morto sul letto bianco e soffice. Davanti a me vi era il letto dove mi andai a distendere ed in più una grandissima finestra che dava sull’intera città di Boston. Non se quello era un buona visione, ma riuscivo a vedere anche il lago, però non ricordo perché era importante il lago. E’ come se tutta la mia memoria si sia andata a far friggere, l’unica cosa che m’interessava fare era vincere la mia partita di Fruit Ninja battendo il record di quello che aveva in precedenza quest’ipad, così mi misi a tagliare la frutta aspettando i miei amici, che prima o poi sarebbero arrivati, più che altro ero davvero impotente, e non mi andava di fare niente.

Non passò molto tempo, almeno penso, fino all’entrata di mia sorella con uno stereo sulle spalle. Aveva assunto l’aria da rapper ed andava intonando motivetti di questo genere qua e la per la camera. Dietro a lei arrivavano Grover che era molto più preparato su questo ambito musicale e Summer che o immaginava di suonare una chitarra elettrica oppure si stava contorcendo dal dolore alla schiena, e pochissimo dopo entrarono Annabeth che discuteva ampiamente con Nico mentre indicava invece un I Pad che aveva lei in mano.
-Ti dico che è così… cioè non è vero che un tempio con stile Ionico è leggermente più aggraziato rispetto uno in stile Dorico!-
-Ma quello è… è troppo da donne, cioè, vuoi mettere il Possente tempio Dorico?-
-Di che parlate voi due?- domandai senza nemmeno capire di cosa stavano discutendo.
-Beh Annabeth ha creato un’app che permette di costruire quello che vuoi… io ho provato a fare un tempio per, mio padre… credo e lei dice che lo stile più appropriato è quello Ionico!- esclamò Nico tutto d’un fiato mentre sospirava ed andava a buttarsi su una poltrona accanto alla vetrata.
-Continuo a non capirne niente, quindi… non so chi ha ragione di voi due!- dissi mentre cercavo di vincere il livello.
-Percy!- esclamò arrabbiata ora Annabeth mentre mi dava un colpo –Dovresti sempre dare ragione a me!-
-Oh, giusto, amico! Ha ragione Annabeth!- dissi rivolto a Nico che sembrava volersi rilassare nonostante il macello che stavano facendo Katniss e Grover.
Si erano pure messi a ballare con la wii che c’era in camera e con il gioco Just Dance, erano davvero incredibili.
-Dai, Grover, muovi quegli zoccoli, so che puoi fare di meglio!, Andiamo Battila!- gli diceva intanto Summer mentre giocava con il suo cellulare.
-Allora, non dobbiamo chiamare?- chiese così dal nulla Nico.
Lo guardai con aria interrogati e tutti quanti facemmo lo stesso.
-A chi dobbiamo chiamare?- domandai allora verso di lui. Non riuscivo a ricordare, ecco che ero andato a fare in quell’Apple Store.
-Si non dovevamo chiamare Talia?- domandò allora rivolto verso Summer. Forse lei se lo ricordava meglio.
-Oh si, andiamo, chiamiamo Travis e Connor e facciamoci passare Talia sarà divertente… cioè vediamo cosa mi dirà!- ammise divertita. Ammetto che l’idea di disturbare Talia mi attirava molto, ed Annabeth non oppose resistenza, anzi iniziò anche lei a saltare sul letto come una bambina piccola perché voleva essere lei a tenere in mano l’Ipad.
Summer ci diede il numero che aveva dei fratelli Stoll e così tutti quanti ci mettemmo a cerchio ed attendemmo che ci video chiamasse con face time, o qualcosa del genere.

Dopo qualche secondo e non so quanti squilli l’immagine sullo schermo da nera iniziò a cambiare, ed ecco che qualcuno ci rispondeva. Era davvero fortissima come cosa, dovevo prendermi davvero una di tali aggeggi. In quel momento iniziarono ad apparire anche se inizialmente a tratti i fratelli Stoll con il loro solito sorrisetto sghembo sulle labbra, anche se abbastanza increduli.
-Travis!!!- urlò Katniss cercando di farsi vedere immediatamente dal ragazzo alla destra dello schermo.
-Ehi, Katniss, che sorpresa vedervi in questo modo!- rispose quello salutandola con la mano.
-Ragazzi!- dissi ora verso di loro cercando di studiarli per poi scoppiare a ridere.
Mi stavo video chiamando con i figli di Ermes, chissà cosa avrei fatto in futuro.
-Percy!!- dissero in coro i due.
Restammo un poco a scambiarci battute intelligenti di questo tipo non sapendo bene di che parlare, quando ad un tratto Travis ci chiese:
-Ragazzi, comunque, menomale che avete chiamato erano giorni che eravamo in pensiero per voi!-
-Ma che dici, bello mio, cioè siamo partiti solo ieri mattina!- disse mia sorella andando a dare una pacca a Grover che annuiva con lei.
-Si… siamo partiti esattamente… ieri mattina- affermai, anche se in quel momento non riuscivo ad avere la piena certezza della situazione. Io ricordo di essere entrato nell’Apple store la mattina dopo essere partito ed aver passato la notte in hotel. Ma non mi pare fossero passati così tanti giorni.
-No, siete partiti quattro giorni fa, esattamente quando Kat ha fatto eruzione… - aggiunse Connor inarcando le sopracciglia cercando di spiegarci per bene.
La cosa non mi piaceva, non… non poteva essere come dicevano loro.
-Non… non mi ricordo bene!-
-Forse avete il fusorario diverso…- borbottò Summer cercando anche lei di capire.
-Siamo sullo stesso meridiano, tonta!- si fece rimproverare da Connor.
-Allora, se voi dite che siete arrivati a Boston ieri, e non vi ricordate assolutamente niente…che diavolo sta succedendo?- chiese Travis abbastanza incerto mentre cercava di ragionare.
Ed ecco che ebbi il flash incredibile di quello che stava succedendo. Mi scambiai una velocissima occhiata con Annabeth e quella parve capire al volo, infatti lasciò cadere sul letto il suo tablet e si mise a sedere mentre scrutava fuori dalla finestra disperata dicendo:
-Non di nuovo, non ci credo!-
-Cosa?- domandò Katniss spaventata- Che diavolo sta succedendo Percy?-
-Beh ragazzi, al momento ci ritroviamo per una seconda volta in un covo di Lotofagi!- replicai secco guardandoli e mettendo insieme i pezzi.

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Capitolo 13
*** Getto accidentalmente i miei amici giù dalla finestra ***


In quel preciso istante, tutti quanti mi guardarono serissimi, ma poi Katniss, Grover e Summer iniziarono a ridere a differenza di Annabeth e Nico che avevano appena capito la gravità della situazione.
-Uno, io non ho idea di cosa siano i lotofagi… -disse Kataniss alzandosi ed iniziando a camminare per la camera –due, qua non è affatto male, cioè, vuoi mettere tutta questa roba?-
-I lotofagi sono i mangiatori di loto, e sono dei veri e propri mostri che ti catturano attirandoti nei loro centri per non lasciarti più andare!- spiegò immediatamente Annabeth con aria seria e preoccupata allo stesso tempo.
-Tipo il Lotus Hotel…- borbottò Nico cupo.
-Il Lot-Hotel-Che?- chiese Katniss mentre rideva –Wow, certo che questi ci hanno proprio fregato.-
-Lotus Hotel, e poi dai… ragazzi, non è per niente male, dico io, le avete viste le signorine all’entrata?- domandò Grover.
-Ti ricordo che l’ultima volta che siamo andati la ti stavi per sposare, amico!- esclamai verso di lui mentre ricordavo in quel momento la scena.
-E quindi? Anche Polifemo ha cercato di sposarmi, ma non per questo mi sono fatto convincere… Sono molto ambito in quanto a matrimoni, ormai me ne sono fatto una ragione!- continuava a ripetere lui.
-Cosa, dici sul serio che quel Polifemo ha cercato di sposarti?- domandò di getto Kat iniziando a ridere.
-Si esatto quanti Polifemi vuoi che esistano?!-
-Ma aspetta, quello che Ulisse accecò? Era realmente lui con la mania delle pecore?- domandò invece Summer sbalordita.
-Ragazze si esatto Polifemo: ciclope con un occhio solo, brutto e che ha anche cercato di sposare prima me e poi Clarisse…-
-Questo a Juniper e Chirs non piacerà come cosa…- commentarono insieme le due amiche.
-Ecco, ora che avete ricordato i vari ed eventuali matrimoni di Grover, possiamo cercare di riconcentrarci tutti quanti e vedere di uscire da qui?- chiese Nico mentre iniziava ad agitarsi la dentro.
Capisco che anche per lui era difficile dato che il Lotus era stato, anche se inconsapevolmente, la sua prigione per molti anni.
-Nel luogo dove il tempo si ferma…. Ecco a cosa si riferiva la profezia… qua per noi è come se il tempo si fosse fermato, ovvio, dovevo arrivarci prima!- esclamò Annabeth seccata, odiava non sapere qualcosa, anche se si trattava di qualcosa futura.
-Okay, comunque certo che questi Lotofagi si sono migliorati, eh… cioè Hotel, Apple Store…e dire che prima erano dei semplici contadini, o isolani o quello che era…- commentò Summer mentre andava a prendere l’ipad dove ancora c’erano i fratelli Stoll che parlavano, così anche io mi avvicinai a lei.
-Benissimo ragazzi, quindi mistero risolto… siete stati presi da dei lotofagi, fico!- disse Travis.
-Andiamo a dirlo a Chirone, così non si preoccupa..-
-No, niente Chirone ragazzi!- esclamai cercando di fermarli, e fortunatamente ci riuscii. Se lo avvertivano iniziavano a preoccuparsi –Chiamatemi Luke e Talia!-
Tutti quanti restarono abbastanza sorpresi dalla mia risposta, ma loro erano davvero gli unici che sapevano anche se in parte dei sogni, e poi dovevamo aggiornarli su quello che avevamo visto, ma soprattutto, avevamo bisogno di un piano per tagliare la corda da quel posto. Al momento eravamo in camera, quindi non potevano venirci a prendere, ma l’unica uscita era al piano di sotto… e non mi pare di aver visto nessuna macchina.
Dopo qualche minuto d’attesa apparvero sullo schermo anche i miei due amici così iniziai a raccontare loro di tutto quello che era successo, ed i miei timori continuarono ad aumentare. Ovviamente anche loro avevano avuto gli stessi incubi.
-Povere ragazze, se lo sapesse la mia signora, queste qua sarebbero condannate a morte!- esclamò dura la cacciatrice.
-Ancora sono davvero agghiacciato, ed io che credevo di aver superato il limite, ammetto che questo qua sta cercando di superarlo ben più di Crono, comunque voi ora non dovete perdervi d’animo, la profezia, come ha detto Annabeth parlava di questo intoppo, quindi… siete sulla strada giusta!- esclamò invece Luke serio.
-Per morire qua dentro…- aggiunse mia sorella depressa, a quanto pare le era passata tutta la felicità nell’essere in quel posto.
-Ottimo, quindi… ora, come usciamo da qui?- chiese Summer incerta quanto tutti noi.
-Bella domanda, Percy tecnicamente tu potresti fare una strage…- azzardarono gli Stoll.
-No, ci sono troppi civili… rischierei davvero di far male a qualcuno di loro, e poi non c’è niente qua!- esclamai a mia volta. Ci avevo già iniziato a pensare, si la maledizione di Achille mi aiutava, ma non potevo compromettere tutta questa gente, non me lo sarei mai perdonato.
-E quindi che facciamo?- chiese Nico ancora più paranoico di noi.
-Moriremo qui…- andava piagnucolando Kat.
-NON moriremo qui, ce la siamo cavata con cose molto peggiori di questa, e dobbiamo confonderci per un Apple store piena di Lotofagi? No!- dissi verso di loro cercando di prendere in mano le redini della situazione.
Annabeth stava zitta ed osservava attentamente il panorama fuori dalla finestra, ed ovviamente stava già elaborando qualcosa, così sperai affondo che elaborasse uno dei suoi piani di fuga.
-Passatemi Talia per favore!- esclamò ora voltandosi verso di noi che parlavamo con i ragazzi ancora usando l’ipad, che poi a pensarci ancora non capisco perché non abbiamo usato un messaggio Iride… ah si perché dovevamo chiamare con un cellulare e farci trovare dai mostri.
Annabeth si prese il tablet ed andò alla finestra parlottando a bassa voce con la Cacciatrice, non capivo cosa c’era di così importante che non poteva dire ad alta voce in quel momento. Rimase la per una decina di minuti facendo calcoli a voce bassa e cose simili, e poi si rivolse verso di noi.
-Annabeth, è pericoloso… cioè tecnicamente è possibile, ma io non ho mai provato!- esclamò Talia.
-In questo momento è l’unica idea che mi viene in mente, cerca di capirmi!- rispose la mia ragazza.
-Che… genere d’idea hai appena avuto, Sapientona?- domandai cautamente alzandomi dal letto, curioso quanto gli altri di capire di che si trattasse.
-E’ una sorta di follia…- ripeté Luke che aveva sentito. Okay, già la cosa non mi piaceva.
-Beh dato che l’uscita di sotto è altamente sorvegliata, e che non possiamo mettere in pericolo tutte quelle persone scagliando Percy contro tutti i Lotofagi… dovremo uscire dalla finestra!- esclamò infine quella dandoci le spalle, mentre continuava ad osservare fuori.
-Ah Ah Ah… bellissima battuta Annabeth, ora dicci qual è il vero piano!- esclamò Summer alzandosi e ridendo.
-Esattamente questo ed ecco che qui entri in gioco tu!- aggiunse ora quella indicando la bionda.
-Lei?- domandammo in coro io, Grover, Kat e Nico.
-Io?!- chiese abbastanza incredula la stessa ragazza.
-Si tu! Beh ti spiego subito, ho pensato che tu sei una figlia di Zeus, e che lui è non solo il signore degli Dei…-
-Ed anche un pochino irascibile..- aggiunsi tossicchiando.
-Percy…- mi ammonì la mia ragazza –Comunque, è anche il signore del cielo e quindi di tutti i fenomeni atmosferici! Quindi ho pensato, dato che puoi tu, come tuo padre, controllare questi fenomeni, forse sei in grado di controllare le correnti d’aria!-
Okay, il ragionamento di Annabeth non faceva una piega, come Poseidone respirava sott’acqua anch’io e Kat potevamo farlo, oppure controllare le acque, le correnti, aveva ragione.
-Bene, fin qui ci sono, ma ancora non capisco dove vuoi arrivare!- esclamò Summer incerta come tutti quanti.
-Esatto, se tu applicassi una forza da parte delle correnti d’aria uguale e contraria a quella di un corpo che si muove all’interno di un fluido…- iniziò Annabeth.
-Saresti in grado di volare!- conclusi la sua frase capendo solo ora dove voleva arrivare. Ovvio come io potevo sfruttare le correnti d’acqua per nuotare ed andare dove volevo, lei poteva fare lo stesso con l’aria.
-Quindi mi, Annabeth, correggimi se sbaglio, ma tu vuoi dirci che dobbiamo scappare di qua… volando?- chiese mia sorella in un misto fra l’eccitato ed il terrorizzato alla sua battuta.
-Precisamente, precisamente, okay sarà un’idea folle, ma è l’unica che abbiamo in questo momento!- concluse quella.
Ammetto che quella proposta ci lasciò parecchio inquieti, dovevamo scappare volando, anche se non eravamo certi di quello che stavamo per fare. Non volevo buttarmi così da un balcone.
Mi alzai allora ed andai alla finestra dove c’eravamo riuniti tutti quanti per osservare l’altezza. Ci trovavamo ad un quarto piano di questo palazzo, ed erano minimo venti metri d’altezza. Sotto c’era la strada e proprio davanti un parco, quindi la nostra “meta” d’atterraggio doveva essere quel parco la davanti.
Summer era diventata pallida come le pareti della stanza, ovviamente capisco che le stavamo mettendo sulle spalle un grosso peso, controllare le correnti d’aria non era una cosa facile e lo capivo.
-Oh Miei Dei… ma è una cosa grandiosa, cioè ti rendi conto Sum? Tu puoi volare, è… è indescrivibile!- urlò mia sorella entusiasta del piano, anche se non capiva che tutti quanti, semmai Summer avesse sbagliato, ci saremmo sfracellati al suolo.
-Dai, Kat non metterle pressione, è un’idea… folle!- dissi cercando di calmarla.
-Si, okay ragazzi, però dobbiamo decidere in fretta e furia, non è che qua abbiamo tutto il tempo di questo mondo, dobbiamo sbrigarci!- belò Grover –Se però potessi dire la mia… non mi piace come idea, si che amo stare all’aria aperta, ma non è fra i miei sogni buttarmi giù da un balcone!-
-Concordo, non possiamo fare una strage sotto, vero?- domandò Nico anche lui preoccupato mentre continuava ad elencare i rischi che c’erano semmai Summer avesse sbagliato con le correnti.
-Certo fatela facile voi, tanto se moriamo è colpa mia!- esclamò piena di terrore quella lanciando un’occhiataccia a tutti quanti. Capivo che era davvero difficile una cosa del genere, ma niente da fare, non riuscivamo a trovare altre soluzioni.
-Allora, io la mia idea ve l’ho proposta, adesso abbiamo un piano, se voi avete altre idee da proporre fatevi avanti- ammise la mia ragazza abbastanza incerta.
Nessuno parlò, a quanto pare era davvero l’unica soluzione in quel preciso momento.


Restammo un altro poco a discutere sui pro ed i contro di quel piano fino a quando non sentimmo bussare alla porta della camera.
-Signor Jackson, va tutto bene? La stiamo aspettando al reparto progettazione App…- disse una voce zuccherosa, tipica delle ragazze che c’erano la sotto. Tutti quanti sbuffammo e cercammo di fare silenzio, quando sentimmo poco dopo una voce maschile profonda che disse:
-Signor Jackson, apra la porta, vorremmo controllare che vada tutto bene nella sua stanza!-
Okay i Lotofagi avevano capito che qualcosa non andava, forse avevano delle videocamere la dentro, ma che importa, noi dovevamo scappare da la.
Continuammo a non rispondere, così Grover disse:
-Okay, allora quando voliamo con la Summer air-express?-
-Io direi il prima possibile, forse è meglio se iniziamo con il bloccare la porta!- suggerì mia sorella mentre prendeva una sedia per bloccare quella porta d’entrata e fargli perdere tempo.
Annabeth si diresse invece con Summer alla finestra e cercò di spiegarle come dovevamo andare.
-Devi cercare di concentrarti sulle correnti d’aria, se tu vuoi davvero che facciano qualcosa, devi obbligarle… è la stessa cosa delle correnti marine!- esclamai cercando di tranquillizzarla davanti alla finestra. Ovviamente non era così facile.
-Certo, in fondo devo solo… farvi volare…- ammise quella con un tocco d’ironia mentre mi accennava un sorrisetto. Non aveva perso il suo tipico spirito.
-Vedi di non farmi rompere l’osso del collo, dolcezza!- esclamò Nico ora dandole un colpo sulla spalla.
-E tu chiamami ancora dolcezza e vedrai che sei il primo che lascio cadere!- replicò quella.
-Ah… l’amour, giuro che se sopravviviamo a questo volo, bacio Summer!- ammise mia sorella ridendo cercando di baciare l’amica, che sembrava più contenta di essere baciata da lei che da Nico.
-Andiamo sorellina, non vorrai davvero tradire Travis…- aggiunsi mentre preparavo lo zaino mettendo anche i vari tablet che avevo preso giu.
-Come no, Calamaro, e tu non vorrai tradire Annabeth con il mio pugno sui tuoi denti!-
Cercammo di alleggerire la tensione del momento ma non era facile, io ero teso esattamente quanto loro e camminavo avanti ed indietro mentre in tasca controllavo Vortice. Quella era pronta a scattare ed io pronto a finire spiaccicato sul terreno.


Ci avvicinammo tutti quanti al bordo della finestra e sporsi in avanti il viso cercando di vedere il fondo. Ammetto che era un bel volo da fare ed iniziai a pregare Zeus fra me e me.
-Siamo proprio sicuri che questa è la soluzione migliore?- domandò Grover che teneva stretto il mio braccio con entrambe le mani. Sentivo attraverso il legame empatico che aveva paura.
-A meno che tu non voglia rimanere per sempre, anche sotto costrizione qua dentro…- disse Annabeth grattandosi il capo e sistemando il suo zaino –Si!-
-Okay ragazzi… alla fine non è così male stare qua dentro: i cellulari, il computer, la musica…- propose Summer mentre faceva un passo indietro dal bordo della finestra. Almeno non soffriva di vertigini, a differenza di Talia.
-Summer!- esclami verso di lei in coro con tutti gli altri –Sei l’unica che fra di noi può farlo, devi solo concentrarti… tranquilla, al massimo… ci spezziamo qualche osso…-
-Oppure moriamo!- ammise a bassa voce Nico dall’altro lato accanto a Katniss.
Come al solito iniziammo a discutere anche sul cornicione della finestra mentre le voci dietro la porta iniziavano a farsi più forti.
-Signor Jackson, purtroppo siamo costretti a chiamare la sicurezza… dovete aprire la porta, Ora!- esclamò da fuori la voce di una degli uomini che lavoravano la dentro. Ecco che ci stavano per prendere. Pochissimi secondi dopo sentii un colpo secco alle nostre spalle. Stavano per abbattere la porta, dovevamo sbrigarci prima di evadere.
-Non c’è la faccio, lo ammetto ho paura… e se moriamo davvero? Come potrei perdonarmelo, prima ho attirato le nereidi verso di noi, ora faccio rischiare la vita a tutti quanti… cavolo ragazzi combino sempre un casino!- esclamava Summer esasperata.
-Andiamo amica, fa nulla, se finiamo come frittelle, almeno lo facciamo tutti insieme appassionatamente!- le urlò Katniss cerando di sembrare convincente, ma la sua voce era incrinata dall’incertezza della sopravvivenza.
-Perfetto ragazzi vi ricordo ancora che non abbiamo tutto il tempo del mondo…ma questi sono solo dettagli eh!- si intromise Grover.
Nuovamente un botto più forte del precedente ci distrasse dalle nostre piacevoli conversazioni. Annabeth mi guardò e nei suoi occhi grigi vidi il lampo di una nuova idea che le balenava in testa, e capii pure io quello che dovevamo fare. Altro botto questa volta fu quello decisivo, infatti la porta venne giù e tutti quanti lanciammo un urlo di terrore. Da la spuntarono tre uomini mastodontici con occhiali da sole scuri e microfoni da mettere all’orecchio, proprio come le guardie del corpo. Erano davvero brutti ed io non volevo restare un momento di più la sopra.
-Salve semidei, avete intenzione di andare da qualche parte?- chiese allora uno di quelli andando per fare un passo in avanti.
-Annabeth ora!- urlai a mia volta verso di lei.
In quel momento io lanciai giù Grover alla mia sinistra e Summer alla mia destra e mi lanciai contemporaneamente con loro, mentre Annabeth fece la stessa identica cosa con Nico e Katniss. Ora consensienti o meno stavamo iniziando a precipitare da venti metri sulla strada proprio sotto l’apple Store.


-Summer, ORA!- iniziammo ad urlare tutti quanti non appena eravamo in aria. Avete presente quando vi lanciate da un trampolino alto in una piscina? Ecco prendete quella sensazione e moltiplicatela per venti. Sentivo dentro di me lo stomaco contorcersi mentre scendevamo alla massima velocità, dovevamo farcela, forse. Oppure ci saremmo sfracellati. Pregai mentalmente Zeus “Ti prego Divino e Potente Zeus, aiutaci con queste correnti d’aria, non farci ammazzare, giuro farò qualsiasi cosa, lo giuro!”
Saranno passati tipo sette metri ed in quel momento fu come se una sorta di barriera invisibile ci facesse fermare a mezz’aria. Non mi preoccupavo più di tanto di quello che vedevano i mortali, ovviamente la Foschia avrebbe fatto tutto. Aprii gli occhi e vidi tutti quanto fermi a mezz’aria esattamente immobili nelle pose più strane mentre qualcosa aveva appena frenato la nostra caduta contro il suolo. Avevamo facce terrorizzate, ovviamente, e Summer era ad occhi chiusi concentratissima.
-SIIII!- fu l’urlo di Grover e Katniss.
-Stiamo Volando!- urlai di Gioia a mia volta in rimando agli altri.
-C’è l’abbiamo fatta!-disse Annabeth con un sorriso abbastanza rassicurata, ora.
-Davvero? Non ci credo è magnifico… aspettate però devo ancora…- disse Summer mentre apriva gli occhi ed iniziava a ridere con noi, ma perse la concentrazione. Non era facile cercare di far stare in aria grazie alle correnti sei ragazzi.
Riiniziammo a precipitare esattamente come prima, solo che questa volta era ancora più inaspettata come cosa, andavamo più piano perché ci eravamo fermati, era terribile. Ecco che lo stomaco iniziava nuovamente a ballarmi dentro il corpo.
-Concentrarti, stavi andando alla grande!- urlai verso Summer che riprese a chiudere gli occhi cercando di concentrarmi. Tutti quanti le urlavamo contro per farla sbrigare. Guardai sotto di me e vidi che il terreno si avvicinava sempre di più.
In quel momento nuovamente ci arrestammo a mezz’aria, ma non per tantissimo. L’arresto durò circa tre secondi, giusto il tempo di battere le palpebre e nuovamente cadevamo nel vuoto.
Gli ultimi metri furono i peggiori, infatti ogni due e tre Summer riusciva a farci fermare, ma non durava tantissimo perché ancora non riusciva a controllare bene queste correnti. Eravamo a pochissimi metri dal suolo quel e non ci fermavamo da parecchio, ovviamente stavamo per schiantarci. L’unica cosa positiva era che ci eravamo lanciati bene e che ormai eravamo sopra il parco accanto al negozio.
Chiusi pure io gli occhi pronto allo scontro. Sperai intensamente di evitare la rottura delle gambe, un braccio poteva anche starci, ma se mi fossi rotto le gambe era la fine. Quando li riaprii incentro, dato che non vi era stato nessun botto dovuto allo schianto, mi trovai a pochissimi centimetri dal suolo. Davanti a me avevo alcuni ciuffi di erba e fiori, dato che c’era da tutti i lati un prato abbastanza rigoglioso, anche se non era niente in confronto a quello dei figli di Demetra. Respirai intensamente restando immobile a mezz’aria. Forse eravamo riusciti a sopravvivere a quella caduta.
Quello stesso momento però tutto ciò che sembrava bloccarmi in aria cessò di esercitare la sua forza su di me, e caddi a peso morto sul terreno.
Fortunatamente erano pochi centimetri, infatti quella botta non mi fece niente, il massimo era un leggero dolore al ginocchio a causa di questa caduta.
Restammo tutti quanti in silenzio nel momento in cui le correnti cessarono di aiutarci ed il primo a prendere la parola fu Grover.
-Siamo vivi!- andò urlando mentre si toccava qua e la ancora con gli occhi sbarrati cercando possibili danni al suo corpo, ma nessuno si era fatto niente.
Annabeth era atterrata su dei cespugli la vicino e si stava giù sistemando in piedi. In testa aveva un groviglio di capelli scombinati dal vento, ma non riusciva a non smettere di sorridere. La sua idea aveva funzionato, e lei adorava far funzionare le sue idee. Nico aveva il viso più pallido del solito e non riusciva a fiatare, anche lui controllava che fosse tutto apposto mentre si ripuliva i vestiti dalla terra.
Katniss invece era a finita sul ramo di un albero la vicino e già stava cercando di scendere, anche se con qualche difficoltà. Summer invece era distesa a faccia in giù e non si muoveva. Mi alzai di scatto ed andai a vedere come stava, e la rigirai su se stessa.
-Non fatemelo fare mai più, vi prego!- disse aprendo gli occhi.
-Sei un mito, ormai abbiamo capito che puoi volare…- esclamò Katniss.
-Questo non si chiamava volare, questo si chiama cadere con stile!- aggiunse Nico ironico alzandosi.
-Però era proprio l’effetto che stavo cercando, e fortunatamente il cadere con stile ci ha tirato fuori di li!- replicò Annabeth mentre nel suo zaino iniziava a cercare dell’ambrosia da dare alla ragazza. Quella cosa ci era quasi costata la pelle, ed io non avevo intenzione di morire in questo modo. Fortunatamente nessuno di noi si era fatto male e così iniziammo a riprenderci tutti quanti piano piano.
Intanto Annabeth diede a Summer del nettare e dell’ambrosia per farla riprendere dato che quell’uso di poteri l’aveva sfinita quasi del tutto ed avevamo quasi rischiato che svenisse, Katniss ne prese anche lei un quadratino per si e per no, dichiarando che era delizioso, ma fui costretta a fermarla perché se no sarebbe pure potuta finire disintegrata, e la cosa non andava per niente bene.
Ovviamente restammo parecchio tempo a riprenderci ed il sole iniziava a calare, fortunatamente avremmo potuto usare il favore delle tenebre per allontanarci da la, e riprendere le forze.
Iniziammo allora a camminare per quel parco, ammetto che non era ai livelli di Central park, ma ci si avvicinava, era spazioso, verdeggiante, ma niente a che fare con i vari giardini dei figli di Demetra, loro erano un pianeta a parte, ma questi sono solo dettagli. La sera iniziava a calare e ci addentrammo sempre di più in quel parco. Sembrava un posto tranquillo niente persone che potevano insospettirsi nel vederci così, niente cani che abbaiano, eravamo solo noi in mezzo a quel verde, anzi sembravamo quasi nella Foresta del campo… senza però tutti i mostri che tentavano di sbranarci non appena facevamo un passo la dentro.

Finalmente decidemmo (ovvero Annabeth ci ordinò) di fermarci vicino ad una radura per poter riposare quella notte, ma ovviamente avremmo dovuto fare i turni di guardia. Com’era prevedibile avrei iniziato io (dopo che abbiamo avuto una lunga discussione in cui Katniss e Grover volevano riposare per un poco perché stremati da tutte quelle avventure del pomeriggio) e fui accompagnato da Nico che non aveva sonno. Gli altri turni sarebbero stato invece: Summer ed Annabeth e poi Grover e Katniss per ultimi. Mangiammo una serie di schifezze che avevamo negli zaini tipo cioccolati e cose varie che ci eravamo procurati prima di entrare nell’Apple store e poi accendemmo un fuoco per poter riscaldarci, sembravamo quasi in campeggio, solo a centinaia di kilometri dal campo.
Nel giro di mezz’ora tutti quanti crollarono ad eccezione mia e del figlio di Ade. Noi invece ci alzammo prima un poco e dopo iniziammo ad osservarci in giro.
Guardai Nico con interesse e poi mi appoggiai ad uno degli alberi che chiudevano la sorta di radura dove ci eravamo andati a mettere e così mi scostai i capelli dal viso dicendogli:
-Nico, senti volevo ringraziarti....-
Quello si voltò verso di me quasi accigliato ed inarcando un sopracciglio disse:
-Oh, beh come mai?-
-Perché sei venuto fin qui con me… cioè mi dispiace di averti cacciato in questo casino!- spiegai verso di lui. In fin dei conti lui era passato li per caso e poi vedendo la mia disperazione quando quel genio di mia sorella si propone per l’impresa, ha deciso di venire con noi per aiutarle.
-Figurati… è un piacere, cioè glielo devo!- ammise ora Nico guardandomi.
In quel momento i nostri occhi, nocciola e verdi, si incontrarono e li vidi quel lampo di tristezza negli occhi del ragazzo.
-In che senso glielo devi, e poi ti senti bene?- domandai di getto mentre mi mettevo con la schiena dritta ed incrociavo le braccia al petto.
-Beh è difficile a dirsi anzi non so nemmeno da dove mi è venuto in mente però sento che è quello che devo fare…- mormorò abbassando lo sguardo.
-Avvolte succede... io non potevo lasciarle andare così, alla fine Annabeth è lei quella esperta ma Katniss no e nemmeno Summer… sono molto ostinate nel fare le cose, ma avvolte rischiano realmente di farsi ammazzare.-
-Appunto voglio evitare proprio questo non riuscirei a perdonarmelo… cioè è già successo una volta…- iniziò a raccontare il figlio di Ade, ed immagino si riferisse a Bianca – e poi io potevo salvare tutte quelle ragazze, potevo evitare che venissero uccise in quel modo terribile…-
-Amico, non è stata colpa tua non ne avevi idea che potesse succedere una cosa simile, e comunque grazie a te sappiamo dove andare ed abbiamo scoperto tutto questo, e poi il gruppo di ragazzi precedenti è arrivato da noi al campo vivo quindi va tutto bene!- esclamai a mia volta cercando di farlo riprendere.
-Si ma non posso rischiare che succeda qualche cosa a loro… e poi lei, lei l’ho sognata lo capisci? E’ terribile, avvolte sognavo Bianca, ma ormai sono svaniti gl’incubi dove c’era mia sorella… ed ora quando l’ho vista al campo… cioè non è normale!-
-Chi? Chi hai sognato, Nico?- domandai con tono curioso cercando di capire quello che diceva.
-Summer, ho sognato Summer… ma non solo lei ho fatto i sogni su tutte quelle ragazze, sulle nereidi e su quel tizio dietro la scrivania, si ma lei non c’entrava niente con questi sogni, mi era apparsa di sfuggita mentre in un sogno vidi che avevano catturato delle ragazze e quel viso e quegli occhi mi sono rimasti impressi…-
Ecco che iniziò a calare il silenzio fra noi due. La cosa non prometteva niente di buono, Nico aveva sognato tutto questo, ma non si era avverato.
-Ma non è successo fortunatamente, non potrei sopportare l’idea di aver perso Katniss… ma non dirglielo ti prego eh, ne va della mia faccia nei confronti del Merluzzo!- ammisi cercando di fare un sorrisetto che venne ricambiato.
-Si e tu non dire alla figlia di MrFulmineFacile che l’ho sognata oppure è la fine e non voglio che tua sorella inizi nuovamente a prenderci in giro per quella storia del bacio o cose simili…- aggiunse Nico facendo la faccia disgustata quasi.
In quel momento cercai di rimanere serio, quasi me ne ero dimenticato di quello che avevano stabilito sul furgone, ma in realtà scoppiai a ridere fragorosamente e lo stesso fece lui.
Ovviamente era poco convinto della cosa, ma decisi di non interferire più di tanto sulla sua vita privata, alla fine io stavo con Annabeth nonostante ad Atena non andasse a genio la cosa, avvolte mi mandava messaggi subliminali del tipo:
stai lontano da mia figlia oppure falla soffrire e sai già che ne pagherai le conseguenze, ma queste sono le mie solite giornaliere minacce di morte.
Stavo per dire qualcosa di rimando a Nico ma in quel momento sentii un rumore provenire da qualche parte dietro dei cespugli. Non esitai un momento a sfoderare Vortice e Nico fece lo stesso con la sua spada nesa in acciaio dello Stige.
-Cos’è stato?- chiesi a voce bassissima cercando di non fare troppo rumore, forse ci stavamo allarmando per niente. -Non ne ho idea.-
Bene, in quel momento allora sentii il rumore farsi sempre più forte e provenire da ogni parte: accanto a me, davanti, dietro a destra e a sinistra, ma non riuscivo a vedere da dove venisse.
-Forse non era niente.- annunciò Nico sperando in bene.
Ma come non detto, la sfortuna è sempre con me in certi casi. Infatti dai cespugli iniziarono ad uscire una serie di ragazze splendide che alla luce della luna e del fuoco che avevamo acceso risultavano avere la pelle alcune bianco candido altre verdi. Non ci misi molto a riconoscerle, ormai le avevo già viste qualche volta. Erano nuovamente le Nereidi. Ecco ora il piano stava funzionando alla grande, eravamo riusciti a farci rintracciare dai mostri. Quelle ci avevano circondato e ci puntavano contro una serie di lance.
-Hem, ragazzi abbiamo visite…- dissi ad alta voce mentre cercavo di svegliare gli altri. Quelli assonnati, dato che stavano riposando fino a poco fa, aprirono gli occhi. La prima cosa che disse Grover quando vide le ragazze fu:
¬-Sono sull’Olimpo!-
-Idiota sono le nereidi, sono cattive ricordi?- ammise Katniss dandogli una gomitata per farlo riprendere.
-Allora siamo nel tartaro…-
-No non ricordo che gli spiriti la sotto sono così carini…- corresse Nico guardandosi intorno.
Annabeth era silenziosa continuava a studiarle ed in quel momento il cerchio di nereidi si aprì e lasciarono entrare una figura più splendente rispetto alle altre. Era Deirdre con i suoi capelli neri, il vestito celeste ed il pugnale argenteo che splendeva alla luce della luna. Mi studiò con i suoi occhi violetti e poi con un cenno alle ragazze ordinò loro di catturarci.

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Capitolo 14
*** Un mio Bis Nonno mi offre da bere ***


Non riuscimmo materialmente ad opporre resistenza eravamo circondati ed in pochissimo spuntarono nereidi a mai finire. Ecco che il piano iniziava ad entrare splendidamente in azione, era questo quello che volevamo: farci catturare per essere portati nel loro covo. Erano giorni che li cercavamo ed adesso finalmente ci avevano trovati. Quando le nereidi ci catturarono, ovviamente ci bloccarono totalmente per evitare che scappassimo, cosa che non volevamo fare. Mia sorella era parecchio brava a fingere di opporre resistenza infatti ogni due o tre iniziava a cercare di scappare, ma si beccava spesso e volentieri un colpo da parte dei bastoni delle ninfe, e la cosa non mi piaceva nemmeno un poco. Le scoccai qualche occhiataccia per farla fermare, ma niente, era un mulo con la testa dura quanto un sasso, ma almeno era tenace. Annabeth era abbastanza tranquilla e si guardava intorno attenta, e silente, Grover russava ancora, quasi, l’aveva beccato in piena fase REM e non si era vegliato del tutto; Summer se ne stava in silenzio a farsi trascinare qua e la, anche lei sembrava essere ancora nel mondo dei sogni, e Nico camminava accanto a me lanciando occhiatacce a tutti quanti, proprio come me. Almeno in questo eravamo bravi, cercare di minacciare la gente con lo sguardo, ma non so quanto credibili potevamo sembrare per quell’ora.
I passi erano lenti, e la strada era molta da fare a piedi, e poi nella notte, non è che fosse il massimo per come passare una tranquilla serata d’estate, avrei preferito tornare indietro, anche ad un paio di settimane prima, quando uscivo di notte di nascosto ed andavo nei campi di fragole con Annabeth per guardare le stelle, Katniss non lo sapeva, almeno ho sempre sperato che non lo sapesse, chissà, forse lo sapeva, ed il merluzzo non diceva niente.
Camminavamo silenti e circondati da tutte quelle ragazze, che in un momento di panico mi sembrarono bellissime, cioè non che le ninfe fossero brutte, ma loro erano cattive, e poi a me piaceva solo Annabeth, e non lo dovevo dimenticare. Ma i loro capelli, l’odore di mare che emanavano erano quasi afrodisiaci per me, però cercavo di scacciare quelle immagini di ragazze dai miei pensieri.
La luna era alta nel cielo e se per caso Artemide ci stava osservando, forse, si stava iniziando a porre una serie di domande strane, ma non fece nulla per aiutarci.
 
Il tempo passava abbastanza velocemente, dato che loro ci facevano marciare come se dovessimo andare ad una maratona, ed in relativamente poco tempo arrivammo lungo le rive del lago. Di sera sembrava ancora più tetro di come me lo ricordavo giornalmente, e temetti davvero per un momento, che portassero le ragazze dentro l’acqua, la si che dovevo intervenire in maniera brutale.  Arrivammo davanti alla struttura in metallo e vidi che esattamente in alto dove avevo avuto il mio primo incubo c’era tutto acceso ed illuminava il lago in maniera tetra. Ecco, la iniziai a pregare che sul serio il piano di Annabeth funzionasse, non potevamo davvero esserci fatti catturare per niente.
Ed ecco il momento della verità.
Quando mi strattonarono poco gentilmente, dentro quella struttura in metallo, pensavo davvero di aspettarmi di peggio: era un luogo, ovviamente oscuro, illuminato da e la da una serie di generatori di corrente blu scuro che non emettevano così tanta luce. C’erano molte casse in legno ammucchiate qua e la senza preciso ordine, ed accatastate l’una sopra l’alta facevano notare maggiormente l’alto soffitto. In quel momento mi resi conto che esattamente attaccato quasi all’altezza del tetto c’era un corrimano sempre in acciaio che conduceva ad una scala a zig zag che collegava il piano terra alla porta che quasi sicuramente aveva visto Annabeth. Ma tutto era oscuro e non riuscivo a capire molto bene dove eravamo.
-Benvenuti nel nostro covo, semidei!- disse distogliendomi dai miei pensieri Deirdre.  La sua voce era sinuosa e soffice, quasi come una melodia piacevole, ma il suo sguardo era simile a quello di uno squalo, e sappiate che io so di cosa stiamo parlando.
-Cosa volete da noi?- domandò di scatto Katniss prima che tutti quanti potessimo pensare a qualcos’altro d’intelligente da dire.
-Oh mia cara, intanto benvenuta, tu dovresti essere…- ammise la Nereide mentre si avvicinava a mia sorella, le sue amiche che sembravano dotate di una forza sovrannaturale, la tenevano ferma.
Le ci vollero pochissimi secondi per mettere a fuoco l’odore ed i colori.
-Sei… sei una figlia di Poeidone, quindi il vecchio ha anche una dolce bambina oltre che al suo carinissimo pargolo!- spiegò quella sfiorandole la guancia. Il complimento non mi piaceva nemmeno un poco.
-Ed invece qui cos’altro abbiamo?- domandò lei fingendo che non esistessi ed iniziò a camminare avanti ed indietro fissando i miei amici.
-Tu… tu sei un satiro…- disse accigliata davanti a Grover –Che schifo…-
-Ehi!- esclamò il mio amico con una faccia sdegnata –Potrei dire lo stesso di voi…-
-Tu… tu invece sei una figlia di Atena, riconoscerei gli occhi di tua madre ovunque, e poi ho conosciuto una serie di tuoi fratelli… sono tutti quanti così intelligenti, forse tu ci sarai utile!- scrollò le spalle Deirdre mentre camminava davanti ad Annabeth osservandola.
-Hai conosciuto dei miei fratelli?- domandò immediatamente la mia ragazza.
-Si, e tutti intelligentissimi, ma abbiamo tenuto solo i migliori, questioni di budget, avere dei prigionieri costa mia cara, e tu ti unirai a loro- rispose molto semplicemente quella.
-Certo, ma vi fabbricano davvero così convinte a voi?- domandai a mia volta alzando il tono della voce. Nessuno toccava Annabeth, nessuno la faceva prigioniera, non dovevano nemmeno minacciarla.
-Ovviamente, mio dolce ragazzino, tranquillo mio caro, dopo che farai due chiacchiere con il Capo, vedremo se non sarai ancora così incline ad aiutarci.- mi lanciò un’occhiataccia lei.
Non potei fare a meno di ricambiare, ecco quindi avrei incontrato forse, il tipo alla scrivania.
-E poi andiamo avanti, mi pare che mi sono dimenticata di qualcuno…- si morse il labbro Deirdre andandosi a sistemare elegantemente le linee del vestito –Un, figlio di Ade…- disse quasi in un soffio mentre osservava solo ora Nico.
-Figliolo, tu sei, una meraviglia, sarai di sicuro il mio eroe preferito quando ti unirai a noi!- sibilò quella mentre lo accarezzava con la mano azzurrina e squamosa, forse. Nico sussultò mezzo inorridito.
-No!- questa volta a parlare fu il turno di Summer.
-E qui invece abbiamo la figlia di Zeus, o che amore, o che meraviglia, tu invece sei proprio una delle persone che almeno io non voglio avere fra i piedi…-
-Sai che novità…- sbuffò la figlia di Zeus.
-Però il capo vorrà sicuramente saperlo prima che si compia il vostro destino…-
Ecco già quelle parole non mi piacevano. Il Destino, che roba inutile, erano anni che tutti ne parlavano, e forse al momento il mio non era troppo chiaro.
Le nereidi che mi bloccavano le mani sembravano avere una presa d’acciaio, non sarei riuscito a liberarmi nemmeno volendo forse, e poi avrei messo in pericolo tutti quanti.  Ecco che dovevo assecondarle, volevano che parlassi con il loro capo? Bene ed ecco me che vado a parlare con il loro capo!
-Andiamo, prima sistemiamo gli altri e poi portiamo il pargolo da Lui!- esclamò la nereide con uno schiocco di dita. La presa intorno alle mie braccia si fece ancora più stretta e fui costretto ad andare dove mi dicevano loro.
Girammo l’angolo dietro due casse di legno, e solo allora vidi un’altra scala che questa volta portava sotto terra. Mi ricordava particolarmente l’entrata negli inferi, ma forse era solo impressione, forse perché era buio, ma l’entrata era completamente immersa nelle tenebre, e soltanto dei faretti blu illuminavano le scale da terra. Mi fecero scendere per primo, e non sapevo realmente cosa aspettarmi, quando feci il primo passo  l’odore di chiuso e le prime urla mi assalirono.
Ebbi un tuffo al cuore, perché c’erano pure le urla. Mi voltai a guardare gli altri che erano terrorizzati esattamente quanto me (Summer forse di più perché aveva paura del buio quindi a momento sveniva e Grover stava già piagnucolando di non voler scendere). Ma perché c’erano quelle urla?
Iniziai a scendere gradino per gradino ponendomi mille ed uno interrogativi sul perché tutti queste voci ed urla, ma ebbi la risposta soltanto quando arrivai alla fine delle scale perché li si che rimasi abbastanza sbalordito.
-Benvenuti nelle nostre prigioni sotterranee…- disse ridendo Deirdre mentre ci indicava il luogo leggermente illuminato da quei faretti blu e delle torce qui e li.
-Ma che cosa vuol dire tutto questo?- chiesi incerto.
-Vedi, caro il mio Pierce…- iniziò a spiegarci la donna mentre continuavamo a camminare lungo quel corridoio.
-E’ percy, idiota!- ringhiò mia sorella dietro di me questa volta seriamente furiosa.
-Tranquilla, Kat, ormai ci sono abituato…- dissi apatico mentre volevo sentire il discorso di lei.
-Comunque ragazzino ascoltami bene, allora, come puoi tu cercare di portare dalla tua parte le persone rendendole schiave dei loro stessi pensieri?- domandò allora Deirdre fermandosi di botto davanti a me.
Nessuno rispose per qualche secondo fino a quando Annabeth non ruppe il silenzio.
-La paura!-
-Lo dicevo che sei intelligente figlia di Atena, ed io non sbaglio mai. Ricordatevi miei cari: la paura ferisce più della spada!- ammise la nereide riprendendo a camminare di scatto.
-No, lo so semplicemente perché è da quando che siamo qua sotto che vedo ragni ovunque, quando in realtà non ci sono…-
-Ecco perché c’erano tutti quegli spiriti che mi circondavano…- ammise anche Nico.
-Io invece vedo: alghe, capre, e tutto buio!- esclamò Summer da dietro la fila –uccidetemi vi prego!-
-Appunto, quindi le opzioni sono tre: o imparate a convivere con le vostre paure e ve ne state in un angolino in silenzio a piangere ed a pregare gli dei; o ci giurate fedeltà con un giuramento di sangue e noi vi liberiamo dalle paure; oppure l’ultima opzione quella meno gettonata, chiedete di essere uccisi!- spiegò freddamente.
-E’ una cosa terribile, No Summer, non vuoi davvero morire, non c’è niente di quello che pensi qua dentro, è tutta un’illusione!- le urlò Katniss cercando di farla calmare, ma non sembrava aiutare.
-Tranquilla, dolcezza, può urlare quanto vuole, poi quando il capo ci darà conferma, poi potremo realmente ucciderla!- sibilò una delle due nereidi che mi tenevano fermo.
Chiaramente il piano da quando eravamo scesi la giù si era andato a far benedire. Come potevamo riuscire ad evadere da la sotto se più che delle prigioni avevo la sgradevolissima sensazione di essere tornato nel labirinto ai tempi più bui, e la cosa non mi metteva per niente allegria.
-Hem, sono solo io, o questo posto mi ricorda qualcosa che abbiamo già visto?- domandò Grover piagnucolando mentre si dimenava.
-Il labirinto di Dedalo!- rispondemmo in coro con Annabeth e Nico.
-Ecco, allora non sto diventando pazzo!-
-Cosa? Il labirinto di Dedalo? Non esiste più da anni, ragazzini!- sbottò un’altra nereide la vicino. Erano così carine nell’aspetto quanto rudi nei modi, forse a causa di questo loro “lavoro”.
-No ti assicuro che esiste e non è un posto bello per niente, anche se la…- ammise Grover facendo una leggerissima pausa –La trovai la mia illuminazione!-
-Hai trovato il Tempio delle Lattine da mangiare?- chiese ironica come sempre mia sorella.
-Meglio, ha trovato Pan!- esclamai a mia volta. Anche se non potevo vederli in faccia, forse quella cosa li aveva scossi, nessuno credeva ancora che Pan fosse vivo ai nostri giorni, ne tanto meno che l’avessimo trovato.
-Figo, dobbiamo andarci più spesso la…- azzardò Katniss, forse stava addirittura ridendo.
-Finitela ragazzini, il Labirinto non c’è più da anni, e poi il Dio Pan è scomparso migliaia di anni fa, non potete averlo visti, stupidi ragazzi sempre a cercare di  mettervi in mostra- sbottò anche Deirdre particolarmente irritata. Ma poi come mai non sapeva che il labirinto esisteva?
Ci fermammo di botto allora ed io andai a sbattere contro la Nereide ritrovandomi a pochi centimetri dal suo viso dato che sentivo il suo respiro vicino alla mia guancia.
-Bene eccoci arrivati…- sentenziò lei dandomi una spinta per allontanarmi.
Prese una delle torce che erano appese ai muri e poi si avvicinò a delle celle vuote. Erano orrende e capii che la dentro ci avrei passato buona parte della mia giornata. Le pareti erano completamente ti pietra, anzi mi correggo, erano in terra, trovandoci la sotto il lago, e poi ogni cella era separata dalle altre soltanto da sbarre luride forgiate in non so quale lega metallica divina.
-Perfetto, ora chiudeteli tutti quanti in celle separate, non voglio più sentire le loro irritanti vocine se non perché implorano di unirsi a noi!- continuò la nereide.
In quel momento automaticamente si aprirono tutte le varie celle si aprirono ed ognuno venne portato dentro, ma non io. Le due ninfe mi tenevano stretto, ma non mi fecero entrare nella gabbia predisposta per me. Vidi Annabeth entrare con riluttanza senza dire una parola, era quasi arresa, immagino che il solo pensiero di avere avuto dei fratelli la sotto non la facesse sentire per niente bene. Anche Katniss, sebbene la vedevo solo alla luce del fuoco, era piuttosto irritata, forse in un momento di follia avrebbe provato ad ammazzare tutti quanti. Intanto le voci che provenivano dai vari prigionieri si facevano sempre più empie, avevano sentito che qualcuno di nuovo era arrivato, e forse questo era il momento per cercare di liberarsi. Summer invece esattamente nella cella accanto a Grover era sull’orlo delle lacrime, teneva gli occhi quasi serrati e bassi cercando di rimanere seria e concentrata, immagino lo facesse solamente per suo padre, e Grover era anche lui sullo stile “Svengo o non svengo”. L’unico che sembrava tranquillo era Nico che entrò nella gabbia senza troppe storie. In quel momento stava per sfoderare la sua spada ma purtroppo le sbarre si richiusero prima che potesse partire all’attacco. La lama scura come quelle tenebre cozzò contro il ferro ma, ovviamente non successe nulla.
-Certo e voi pensavate che vi portavamo qua dentro con le armi senza prendere precauzioni?- domandò derisoria Deirdre –Ma come tu, il mio eroe preferito, non sarà facile convincerti, lo sento… ma sai… io so essere molto persuasiva!- esclamò lei cercando di sfiorargli i capelli quasi con fare suadente. Capii benissimo dove voleva arrivare: Noi eravamo ragazzi, con gli ormoni a mille certe volte, e loro erano delle bellissime donne… ecco ci siamo capiti.
Lui si scansò cautamente indietreggiando e rimettendo la spada attaccata ai jeans.
-Queste sbarre, miei cari semidei, sono magiche, ovviamente, e nessun’arma conosciuta da uomini e semidei è in grado di romperle o aprirle!-
-Ma cosa ci concluderete chiudendoci qua?- chiese ora Kat.
-Non appena arriverete a morire di fame, di sete, ed impazzire a causa di questa foschia eccessivamente manipolata, voglio vedere se preferite non unirvi a noi!- rispose spiegando per l’ennesima volta la ninfa, certo che Kat ci metteva parecchio a capire.
-In conclusione siamo qui fino a quando o non vogliamo morire, oppure non vogliamo unirci a loro e le nostre armi sono altamente inutili, ecco cosa vuole dire Katniss- aggiunse Annabeth stringendo in un pugno una delle sbarre.
-Ottimo, sarai una dei nostri migliori strateghi, i tuoi fratelli sono ancora inesperienti, comunque tu invece, figlio di Poseidone, verrai con noi, e poi potrai venire a passare tutto il tempo che vuoi qua!- ammise quella avvicinandosi spaventosamente a me.
-Okay, ma che non gli venga fatto niente di male o giuro che me la pagherete cara!- esclamai verso di loro serissimo fissandole una ad una, e loro ricambiarono con altrettanta spavalderia il mio sguardo.
-Tranquillo, piccolo ragazzino, non gli verrà fatto loro niente di male..- disse una delle nereidi li.
-Al massimo moriranno di paura…- ghignò quella accanto.
-Ragazze finitela di spaventare i nostri ospiti, adesso che abbiamo sistemato tutto.. possiamo andare, su!- esclamò Deridre invece mentre sorrideva ed andava a riposare al suo posto la torcia che stava perdendo vigore.
Mi riafferrarono per le braccia serrandomele ed iniziarono a spingermi via nonostante non volessi andare con loro.
-Verrò a prendervi, ve lo prometto, non vi sto abbandono!- urlai loro gettandomi un’ultima occhiata alle spalle, mentre lasciavo i miei amici la sotto in preda alle loro paure ed al buio.
Non era quello che avevamo in mente, e non sapevo come rompere quelle sbarre soprattutto non avevo idea di come si aprissero, avevo bisogno di qualcuna di loro per aprirle, e poi non mi dovevo perdere la in mezzo a tutte quelle gabbie.
Mentre tornavamo indietro ora iniziavo a fare più attenzione a quello che c’era lungo la strada per sapermi orientare meglio una volta fuori, semmai fossi riuscito a fuggire. Non tutte le celle erano piene, anzi moltissime erano vuote. Mi guardavo a destra e sinistra e spesso e volentieri vedevo ragazzi gettati a terra mezzi morti. Poco dopo, abbastanza vicini ai miei amici ai lati opposti del corridoio in celle separate c’erano due ragazzi identici che avevano l’aria abbastanza sporca ed affamata, guardavano le nereidi con disgusto. Ci scambiammo una rapida occhiata mentre passavamo e vidi un lampo azzurro nei loro occhi passare rapidissimo, forse addirittura uno mi fece l’occhiolino, certo che era un posto stranissimo quello.
 
Dopo un poco uscimmo da la sotto e sentii l’odore di aria fresca e pura che entrava da alcune finestrelle aperte vicino al tetto. Inspirai profondamente e socchiusi gli occhi. La luce che penetrava il luogo era ancora biancastra e fuori riuscivo a scorgere il buio, almeno la dentro il tempo non passava in maniera accelerata come nell’Apple store oppure nel Labirinto. Ovviamente non mi lasciarono la sotto ma mi condussero a delle scale, quelle che avevo visto in precedenza quando arrivai la dentro. Iniziammo a salire in maniera piuttosto veloce. Avevamo fatto abbastanza strada ed io mi ero leggermente stancato, soprattutto perché non ricordo da quanto non dormivo. Sospirai ad ogni passo che facevo, ma addirittura in qualche punto trascinato dalle ninfe, riuscimmo ad arrivare fino in cima. L’altezza era notevole, di certo non potevo tentare un tutto, ancor meno senza Summer nei paraggi, potevo solo pregare di atterrare sulle scatole, o che il pavimento si trasformasse in cuscini, ma non penso che nessun Dio avrebbe mai preso in considerazione quell’idea. Mi lasciai condurre fino alla porta che c’era lateralmente lungo quei ponti più alti e la mi si apriì una visione abbastanza stupefatta. Davanti a me entrando nella porta c’era un corridoio fatto completamente in vetro, quindi sembrava di camminare in aria, e soprattutto al buio sopra il lago non era una visione molto allettante nonostante fossi figlio di Poseidone.
Passo dopo passo procedevo lungo quella passerella senza guardare in basso.
-Fa paura il lago di notte vero? Non sembra più quella meravigliosa distesa d’acqua che c’è di giorno, ma una densa pozza di petrolio…- mormorò Deirdre camminando accanto a me.
-Mette solo un poco a disagio.- dissi freddo continuando a guardare avanti.
-Ed è proprio questo il suo scopo, ora sorridi, fai il bravo e vedrai che non ti succederà niente, voleva conoscerti, e poi non voglio perdere un viso così bello, siete piuttosto rari, anche se nel tuo gruppetto di semidei non sei il solo così carino!- aggiunse la Ninfa guardandomi e facendomi un sorrisetto inquietante.
Finalmente arrivai davanti alla porta d’ingresso e quella me l’aprì tranquillamente. Era esattamente la stanza che avevo sognato, non prometteva nulla di buono, perché voleva conoscermi? Davvero in quel momento ero più confuso che persuaso. Feci qualche passo in avanti sempre su quella piattaforma di vetro. C’era la scrivania e la c’era la poltrona, sicuramente la dietro c’era l’uomo che parlava nel sogno. Deglutii e poi mi portai al centro della stanza. Deirdre si sistemò il vestito e poi schiarendosi la voce disse:
-Signore, è appena entrato Perseus Jackson…-
-Grazie, mia cara, lasciaci pure soli, quando sarà il momento vi rischiamo io!- rispose quello con la voce esattamente identica a quella che ricordavo. Incrociai le braccia al petto guardandomi intorno. Era un posto bellissimo davanti a me c’erano le luci della città e la scrivania era proprio sospesa in aria, era ordinata c’erano una serie di documenti poggiati su di essa ed una serie di dettagli che caratterizzavano uno studio. C’era un tipo un tavolino più piccolo con una serie di liquori ed i bicchieri, delle poltrone sparse qua e la e delle luci bianche attaccate al soffitto per illuminare il tutto.
-Benvenuto, Percy, scusami davvero tanto per la sgradevole accoglienza che stiamo riservando a te ed ai tuoi amici, ma purtroppo è routine, comprendimi.- mormorò quello con fare tranquillo da dietro la sedia, e solo allora si voltò, finalmente qualche mistero stava per essere svelato.
-Chi è lei, e cosa volete da noi semidei?- domandai freddo verso di lui.
Ed ecco che finalmente avevo davanti a me la figura completa di quel misterioso interlocutore. Era un uomo abbastanza alto e ben proporzionato vestito con un completo bianco e grigio sistemato alla perfezione. In viso non era particolarmente giovane, anzi aveva molte rughe ed i capelli erano grigi e folti, proprio come la sua barba, e poi i suoi occhi erano di un colore che sembrava essere fluorescente e variare dal grigio al celeste al blu scuro. Non avevo idea di chi fosse.
-Mi scuso per la mia scortesia, ma mi presento ora, io sono Urano, figlio del Caos, padre di Crono e marito di Gea, e sono qui per vendicarmi degli Dei!- esclamò ora con tono solenne.
Rimasi particolarmente spiazzato da quelle parole che quasi rischiai di svenire. Ecco che l’ennesimo Nonno pazzoide cerca di farci tutti fuori.Non riuscimmo materialmente ad opporre resistenza eravamo circondati ed in pochissimo spuntarono nereidi a mai finire. Ecco che il piano iniziava ad entrare splendidamente in azione, era questo quello che volevamo: farci catturare per essere portati nel loro covo. Erano giorni che li cercavamo ed adesso finalmente ci avevano trovati. Quando le nereidi ci catturarono, ovviamente ci bloccarono totalmente per evitare che scappassimo, cosa che non volevamo fare. Mia sorella era parecchio brava a fingere di opporre resistenza infatti ogni due o tre iniziava a cercare di scappare, ma si beccava spesso e volentieri un colpo da parte dei bastoni delle ninfe, e la cosa non mi piaceva nemmeno un poco. Le scoccai qualche occhiataccia per farla fermare, ma niente, era un mulo con la testa dura quanto un sasso, ma almeno era tenace. Annabeth era abbastanza tranquilla e si guardava intorno attenta, e silente, Grover russava ancora, quasi, l’aveva beccato in piena fase REM e non si era vegliato del tutto; Summer se ne stava in silenzio a farsi trascinare qua e la, anche lei sembrava essere ancora nel mondo dei sogni, e Nico camminava accanto a me lanciando occhiatacce a tutti quanti, proprio come me. Almeno in questo eravamo bravi, cercare di minacciare la gente con lo sguardo, ma non so quanto credibili potevamo sembrare per quell’ora.
I passi erano lenti, e la strada era molta da fare a piedi, e poi nella notte, non è che fosse il massimo per come passare una tranquilla serata d’estate, avrei preferito tornare indietro, anche ad un paio di settimane prima, quando uscivo di notte di nascosto ed andavo nei campi di fragole con Annabeth per guardare le stelle, Katniss non lo sapeva, almeno ho sempre sperato che non lo sapesse, chissà, forse lo sapeva, ed il merluzzo non diceva niente.
Camminavamo silenti e circondati da tutte quelle ragazze, che in un momento di panico mi sembrarono bellissime, cioè non che le ninfe fossero brutte, ma loro erano cattive, e poi a me piaceva solo Annabeth, e non lo dovevo dimenticare. Ma i loro capelli, l’odore di mare che emanavano erano quasi afrodisiaci per me, però cercavo di scacciare quelle immagini di ragazze dai miei pensieri.
La luna era alta nel cielo e se per caso Artemide ci stava osservando, forse, si stava iniziando a porre una serie di domande strane, ma non fece nulla per aiutarci.
 
Il tempo passava abbastanza velocemente, dato che loro ci facevano marciare come se dovessimo andare ad una maratona, ed in relativamente poco tempo arrivammo lungo le rive del lago. Di sera sembrava ancora più tetro di come me lo ricordavo giornalmente, e temetti davvero per un momento, che portassero le ragazze dentro l’acqua, la si che dovevo intervenire in maniera brutale.  Arrivammo davanti alla struttura in metallo e vidi che esattamente in alto dove avevo avuto il mio primo incubo c’era tutto acceso ed illuminava il lago in maniera tetra. Ecco, la iniziai a pregare che sul serio il piano di Annabeth funzionasse, non potevamo davvero esserci fatti catturare per niente.
Ed ecco il momento della verità.
Quando mi strattonarono poco gentilmente, dentro quella struttura in metallo, pensavo davvero di aspettarmi di peggio: era un luogo, ovviamente oscuro, illuminato da e la da una serie di generatori di corrente blu scuro che non emettevano così tanta luce. C’erano molte casse in legno ammucchiate qua e la senza preciso ordine, ed accatastate l’una sopra l’alta facevano notare maggiormente l’alto soffitto. In quel momento mi resi conto che esattamente attaccato quasi all’altezza del tetto c’era un corrimano sempre in acciaio che conduceva ad una scala a zig zag che collegava il piano terra alla porta che quasi sicuramente aveva visto Annabeth. Ma tutto era oscuro e non riuscivo a capire molto bene dove eravamo.
-Benvenuti nel nostro covo, semidei!- disse distogliendomi dai miei pensieri Deirdre.  La sua voce era sinuosa e soffice, quasi come una melodia piacevole, ma il suo sguardo era simile a quello di uno squalo, e sappiate che io so di cosa stiamo parlando.
-Cosa volete da noi?- domandò di scatto Katniss prima che tutti quanti potessimo pensare a qualcos’altro d’intelligente da dire.
-Oh mia cara, intanto benvenuta, tu dovresti essere…- ammise la Nereide mentre si avvicinava a mia sorella, le sue amiche che sembravano dotate di una forza sovrannaturale, la tenevano ferma.
Le ci vollero pochissimi secondi per mettere a fuoco l’odore ed i colori.
-Sei… sei una figlia di Poeidone, quindi il vecchio ha anche una dolce bambina oltre che al suo carinissimo pargolo!- spiegò quella sfiorandole la guancia. Il complimento non mi piaceva nemmeno un poco.
-Ed invece qui cos’altro abbiamo?- domandò lei fingendo che non esistessi ed iniziò a camminare avanti ed indietro fissando i miei amici.
-Tu… tu sei un satiro…- disse accigliata davanti a Grover –Che schifo…-
-Ehi!- esclamò il mio amico con una faccia sdegnata –Potrei dire lo stesso di voi…-
-Tu… tu invece sei una figlia di Atena, riconoscerei gli occhi di tua madre ovunque, e poi ho conosciuto una serie di tuoi fratelli… sono tutti quanti così intelligenti, forse tu ci sarai utile!- scrollò le spalle Deirdre mentre camminava davanti ad Annabeth osservandola.
-Hai conosciuto dei miei fratelli?- domandò immediatamente la mia ragazza.
-Si, e tutti intelligentissimi, ma abbiamo tenuto solo i migliori, questioni di budget, avere dei prigionieri costa mia cara, e tu ti unirai a loro- rispose molto semplicemente quella.
-Certo, ma vi fabbricano davvero così convinte a voi?- domandai a mia volta alzando il tono della voce. Nessuno toccava Annabeth, nessuno la faceva prigioniera, non dovevano nemmeno minacciarla.
-Ovviamente, mio dolce ragazzino, tranquillo mio caro, dopo che farai due chiacchiere con il Capo, vedremo se non sarai ancora così incline ad aiutarci.- mi lanciò un’occhiataccia lei.
Non potei fare a meno di ricambiare, ecco quindi avrei incontrato forse, il tipo alla scrivania.
-E poi andiamo avanti, mi pare che mi sono dimenticata di qualcuno…- si morse il labbro Deirdre andandosi a sistemare elegantemente le linee del vestito –Un, figlio di Ade…- disse quasi in un soffio mentre osservava solo ora Nico.
-Figliolo, tu sei, una meraviglia, sarai di sicuro il mio eroe preferito quando ti unirai a noi!- sibilò quella mentre lo accarezzava con la mano azzurrina e squamosa, forse. Nico sussultò mezzo inorridito.
-No!- questa volta a parlare fu il turno di Summer.
-E qui invece abbiamo la figlia di Zeus, o che amore, o che meraviglia, tu invece sei proprio una delle persone che almeno io non voglio avere fra i piedi…-
-Sai che novità…- sbuffò la figlia di Zeus.
-Però il capo vorrà sicuramente saperlo prima che si compia il vostro destino…-
Ecco già quelle parole non mi piacevano. Il Destino, che roba inutile, erano anni che tutti ne parlavano, e forse al momento il mio non era troppo chiaro.
Le nereidi che mi bloccavano le mani sembravano avere una presa d’acciaio, non sarei riuscito a liberarmi nemmeno volendo forse, e poi avrei messo in pericolo tutti quanti.  Ecco che dovevo assecondarle, volevano che parlassi con il loro capo? Bene ed ecco me che vado a parlare con il loro capo!
-Andiamo, prima sistemiamo gli altri e poi portiamo il pargolo da Lui!- esclamò la nereide con uno schiocco di dita. La presa intorno alle mie braccia si fece ancora più stretta e fui costretto ad andare dove mi dicevano loro.
Girammo l’angolo dietro due casse di legno, e solo allora vidi un’altra scala che questa volta portava sotto terra. Mi ricordava particolarmente l’entrata negli inferi, ma forse era solo impressione, forse perché era buio, ma l’entrata era completamente immersa nelle tenebre, e soltanto dei faretti blu illuminavano le scale da terra. Mi fecero scendere per primo, e non sapevo realmente cosa aspettarmi, quando feci il primo passo  l’odore di chiuso e le prime urla mi assalirono.
Ebbi un tuffo al cuore, perché c’erano pure le urla. Mi voltai a guardare gli altri che erano terrorizzati esattamente quanto me (Summer forse di più perché aveva paura del buio quindi a momento sveniva e Grover stava già piagnucolando di non voler scendere). Ma perché c’erano quelle urla?
Iniziai a scendere gradino per gradino ponendomi mille ed uno interrogativi sul perché tutti queste voci ed urla, ma ebbi la risposta soltanto quando arrivai alla fine delle scale perché li si che rimasi abbastanza sbalordito.
-Benvenuti nelle nostre prigioni sotterranee…- disse ridendo Deirdre mentre ci indicava il luogo leggermente illuminato da quei faretti blu e delle torce qui e li.
-Ma che cosa vuol dire tutto questo?- chiesi incerto.
-Vedi, caro il mio Pierce…- iniziò a spiegarci la donna mentre continuavamo a camminare lungo quel corridoio.
-E’ percy, idiota!- ringhiò mia sorella dietro di me questa volta seriamente furiosa.
-Tranquilla, Kat, ormai ci sono abituato…- dissi apatico mentre volevo sentire il discorso di lei.
-Comunque ragazzino ascoltami bene, allora, come puoi tu cercare di portare dalla tua parte le persone rendendole schiave dei loro stessi pensieri?- domandò allora Deirdre fermandosi di botto davanti a me.
Nessuno rispose per qualche secondo fino a quando Annabeth non ruppe il silenzio.
-La paura!-
-Lo dicevo che sei intelligente figlia di Atena, ed io non sbaglio mai. Ricordatevi miei cari: la paura ferisce più della spada!- ammise la nereide riprendendo a camminare di scatto.
-No, lo so semplicemente perché è da quando che siamo qua sotto che vedo ragni ovunque, quando in realtà non ci sono…-
-Ecco perché c’erano tutti quegli spiriti che mi circondavano…- ammise anche Nico.
-Io invece vedo: alghe, capre, e tutto buio!- esclamò Summer da dietro la fila –uccidetemi vi prego!-
-Appunto, quindi le opzioni sono tre: o imparate a convivere con le vostre paure e ve ne state in un angolino in silenzio a piangere ed a pregare gli dei; o ci giurate fedeltà con un giuramento di sangue e noi vi liberiamo dalle paure; oppure l’ultima opzione quella meno gettonata, chiedete di essere uccisi!- spiegò freddamente.
-E’ una cosa terribile, No Summer, non vuoi davvero morire, non c’è niente di quello che pensi qua dentro, è tutta un’illusione!- le urlò Katniss cercando di farla calmare, ma non sembrava aiutare.
-Tranquilla, dolcezza, può urlare quanto vuole, poi quando il capo ci darà conferma, poi potremo realmente ucciderla!- sibilò una delle due nereidi che mi tenevano fermo.
Chiaramente il piano da quando eravamo scesi la giù si era andato a far benedire. Come potevamo riuscire ad evadere da la sotto se più che delle prigioni avevo la sgradevolissima sensazione di essere tornato nel labirinto ai tempi più bui, e la cosa non mi metteva per niente allegria.
-Hem, sono solo io, o questo posto mi ricorda qualcosa che abbiamo già visto?- domandò Grover piagnucolando mentre si dimenava.
-Il labirinto di Dedalo!- rispondemmo in coro con Annabeth e Nico.
-Ecco, allora non sto diventando pazzo!-
-Cosa? Il labirinto di Dedalo? Non esiste più da anni, ragazzini!- sbottò un’altra nereide la vicino. Erano così carine nell’aspetto quanto rudi nei modi, forse a causa di questo loro “lavoro”.
-No ti assicuro che esiste e non è un posto bello per niente, anche se la…- ammise Grover facendo una leggerissima pausa –La trovai la mia illuminazione!-
-Hai trovato il Tempio delle Lattine da mangiare?- chiese ironica come sempre mia sorella.
-Meglio, ha trovato Pan!- esclamai a mia volta. Anche se non potevo vederli in faccia, forse quella cosa li aveva scossi, nessuno credeva ancora che Pan fosse vivo ai nostri giorni, ne tanto meno che l’avessimo trovato.
-Figo, dobbiamo andarci più spesso la…- azzardò Katniss, forse stava addirittura ridendo.
-Finitela ragazzini, il Labirinto non c’è più da anni, e poi il Dio Pan è scomparso migliaia di anni fa, non potete averlo visti, stupidi ragazzi sempre a cercare di  mettervi in mostra- sbottò anche Deirdre particolarmente irritata. Ma poi come mai non sapeva che il labirinto esisteva?
Ci fermammo di botto allora ed io andai a sbattere contro la Nereide ritrovandomi a pochi centimetri dal suo viso dato che sentivo il suo respiro vicino alla mia guancia.
-Bene eccoci arrivati…- sentenziò lei dandomi una spinta per allontanarmi.
Prese una delle torce che erano appese ai muri e poi si avvicinò a delle celle vuote. Erano orrende e capii che la dentro ci avrei passato buona parte della mia giornata. Le pareti erano completamente ti pietra, anzi mi correggo, erano in terra, trovandoci la sotto il lago, e poi ogni cella era separata dalle altre soltanto da sbarre luride forgiate in non so quale lega metallica divina.
-Perfetto, ora chiudeteli tutti quanti in celle separate, non voglio più sentire le loro irritanti vocine se non perché implorano di unirsi a noi!- continuò la nereide.
In quel momento automaticamente si aprirono tutte le varie celle si aprirono ed ognuno venne portato dentro, ma non io. Le due ninfe mi tenevano stretto, ma non mi fecero entrare nella gabbia predisposta per me. Vidi Annabeth entrare con riluttanza senza dire una parola, era quasi arresa, immagino che il solo pensiero di avere avuto dei fratelli la sotto non la facesse sentire per niente bene. Anche Katniss, sebbene la vedevo solo alla luce del fuoco, era piuttosto irritata, forse in un momento di follia avrebbe provato ad ammazzare tutti quanti. Intanto le voci che provenivano dai vari prigionieri si facevano sempre più empie, avevano sentito che qualcuno di nuovo era arrivato, e forse questo era il momento per cercare di liberarsi. Summer invece esattamente nella cella accanto a Grover era sull’orlo delle lacrime, teneva gli occhi quasi serrati e bassi cercando di rimanere seria e concentrata, immagino lo facesse solamente per suo padre, e Grover era anche lui sullo stile “Svengo o non svengo”. L’unico che sembrava tranquillo era Nico che entrò nella gabbia senza troppe storie. In quel momento stava per sfoderare la sua spada ma purtroppo le sbarre si richiusero prima che potesse partire all’attacco. La lama scura come quelle tenebre cozzò contro il ferro ma, ovviamente non successe nulla.
-Certo e voi pensavate che vi portavamo qua dentro con le armi senza prendere precauzioni?- domandò derisoria Deirdre –Ma come tu, il mio eroe preferito, non sarà facile convincerti, lo sento… ma sai… io so essere molto persuasiva!- esclamò lei cercando di sfiorargli i capelli quasi con fare suadente. Capii benissimo dove voleva arrivare: Noi eravamo ragazzi, con gli ormoni a mille certe volte, e loro erano delle bellissime donne… ecco ci siamo capiti.
Lui si scansò cautamente indietreggiando e rimettendo la spada attaccata ai jeans.
-Queste sbarre, miei cari semidei, sono magiche, ovviamente, e nessun’arma conosciuta da uomini e semidei è in grado di romperle o aprirle!-
-Ma cosa ci concluderete chiudendoci qua?- chiese ora Kat.
-Non appena arriverete a morire di fame, di sete, ed impazzire a causa di questa foschia eccessivamente manipolata, voglio vedere se preferite non unirvi a noi!- rispose spiegando per l’ennesima volta la ninfa, certo che Kat ci metteva parecchio a capire.
-In conclusione siamo qui fino a quando o non vogliamo morire, oppure non vogliamo unirci a loro e le nostre armi sono altamente inutili, ecco cosa vuole dire Katniss- aggiunse Annabeth stringendo in un pugno una delle sbarre.
-Ottimo, sarai una dei nostri migliori strateghi, i tuoi fratelli sono ancora inesperienti, comunque tu invece, figlio di Poseidone, verrai con noi, e poi potrai venire a passare tutto il tempo che vuoi qua!- ammise quella avvicinandosi spaventosamente a me.
-Okay, ma che non gli venga fatto niente di male o giuro che me la pagherete cara!- esclamai verso di loro serissimo fissandole una ad una, e loro ricambiarono con altrettanta spavalderia il mio sguardo.
-Tranquillo, piccolo ragazzino, non gli verrà fatto loro niente di male..- disse una delle nereidi li.
-Al massimo moriranno di paura…- ghignò quella accanto.
-Ragazze finitela di spaventare i nostri ospiti, adesso che abbiamo sistemato tutto.. possiamo andare, su!- esclamò Deridre invece mentre sorrideva ed andava a riposare al suo posto la torcia che stava perdendo vigore.
Mi riafferrarono per le braccia serrandomele ed iniziarono a spingermi via nonostante non volessi andare con loro.
-Verrò a prendervi, ve lo prometto, non vi sto abbandono!- urlai loro gettandomi un’ultima occhiata alle spalle, mentre lasciavo i miei amici la sotto in preda alle loro paure ed al buio.
Non era quello che avevamo in mente, e non sapevo come rompere quelle sbarre soprattutto non avevo idea di come si aprissero, avevo bisogno di qualcuna di loro per aprirle, e poi non mi dovevo perdere la in mezzo a tutte quelle gabbie.
Mentre tornavamo indietro ora iniziavo a fare più attenzione a quello che c’era lungo la strada per sapermi orientare meglio una volta fuori, semmai fossi riuscito a fuggire. Non tutte le celle erano piene, anzi moltissime erano vuote. Mi guardavo a destra e sinistra e spesso e volentieri vedevo ragazzi gettati a terra mezzi morti. Poco dopo, abbastanza vicini ai miei amici ai lati opposti del corridoio in celle separate c’erano due ragazzi identici che avevano l’aria abbastanza sporca ed affamata, guardavano le nereidi con disgusto. Ci scambiammo una rapida occhiata mentre passavamo e vidi un lampo azzurro nei loro occhi passare rapidissimo, forse addirittura uno mi fece l’occhiolino, certo che era un posto stranissimo quello.
 
Dopo un poco uscimmo da la sotto e sentii l’odore di aria fresca e pura che entrava da alcune finestrelle aperte vicino al tetto. Inspirai profondamente e socchiusi gli occhi. La luce che penetrava il luogo era ancora biancastra e fuori riuscivo a scorgere il buio, almeno la dentro il tempo non passava in maniera accelerata come nell’Apple store oppure nel Labirinto. Ovviamente non mi lasciarono la sotto ma mi condussero a delle scale, quelle che avevo visto in precedenza quando arrivai la dentro. Iniziammo a salire in maniera piuttosto veloce. Avevamo fatto abbastanza strada ed io mi ero leggermente stancato, soprattutto perché non ricordo da quanto non dormivo. Sospirai ad ogni passo che facevo, ma addirittura in qualche punto trascinato dalle ninfe, riuscimmo ad arrivare fino in cima. L’altezza era notevole, di certo non potevo tentare un tutto, ancor meno senza Summer nei paraggi, potevo solo pregare di atterrare sulle scatole, o che il pavimento si trasformasse in cuscini, ma non penso che nessun Dio avrebbe mai preso in considerazione quell’idea. Mi lasciai condurre fino alla porta che c’era lateralmente lungo quei ponti più alti e la mi si apriì una visione abbastanza stupefatta. Davanti a me entrando nella porta c’era un corridoio fatto completamente in vetro, quindi sembrava di camminare in aria, e soprattutto al buio sopra il lago non era una visione molto allettante nonostante fossi figlio di Poseidone.
Passo dopo passo procedevo lungo quella passerella senza guardare in basso.
-Fa paura il lago di notte vero? Non sembra più quella meravigliosa distesa d’acqua che c’è di giorno, ma una densa pozza di petrolio…- mormorò Deirdre camminando accanto a me.
-Mette solo un poco a disagio.- dissi freddo continuando a guardare avanti.
-Ed è proprio questo il suo scopo, ora sorridi, fai il bravo e vedrai che non ti succederà niente, voleva conoscerti, e poi non voglio perdere un viso così bello, siete piuttosto rari, anche se nel tuo gruppetto di semidei non sei il solo così carino!- aggiunse la Ninfa guardandomi e facendomi un sorrisetto inquietante.
Finalmente arrivai davanti alla porta d’ingresso e quella me l’aprì tranquillamente. Era esattamente la stanza che avevo sognato, non prometteva nulla di buono, perché voleva conoscermi? Davvero in quel momento ero più confuso che persuaso. Feci qualche passo in avanti sempre su quella piattaforma di vetro. C’era la scrivania e la c’era la poltrona, sicuramente la dietro c’era l’uomo che parlava nel sogno. Deglutii e poi mi portai al centro della stanza. Deirdre si sistemò il vestito e poi schiarendosi la voce disse:
-Signore, è appena entrato Perseus Jackson…-
-Grazie, mia cara, lasciaci pure soli, quando sarà il momento vi rischiamo io!- rispose quello con la voce esattamente identica a quella che ricordavo. Incrociai le braccia al petto guardandomi intorno. Era un posto bellissimo davanti a me c’erano le luci della città e la scrivania era proprio sospesa in aria, era ordinata c’erano una serie di documenti poggiati su di essa ed una serie di dettagli che caratterizzavano uno studio. C’era un tipo un tavolino più piccolo con una serie di liquori ed i bicchieri, delle poltrone sparse qua e la e delle luci bianche attaccate al soffitto per illuminare il tutto.
-Benvenuto, Percy, scusami davvero tanto per la sgradevole accoglienza che stiamo riservando a te ed ai tuoi amici, ma purtroppo è routine, comprendimi.- mormorò quello con fare tranquillo da dietro la sedia, e solo allora si voltò, finalmente qualche mistero stava per essere svelato.
-Chi è lei, e cosa volete da noi semidei?- domandai freddo verso di lui.
Ed ecco che finalmente avevo davanti a me la figura completa di quel misterioso interlocutore. Era un uomo abbastanza alto e ben proporzionato vestito con un completo bianco e grigio sistemato alla perfezione. In viso non era particolarmente giovane, anzi aveva molte rughe ed i capelli erano grigi e folti, proprio come la sua barba, e poi i suoi occhi erano di un colore che sembrava essere fluorescente e variare dal grigio al celeste al blu scuro. Non avevo idea di chi fosse.
-Mi scuso per la mia scortesia, ma mi presento ora, io sono Urano, figlio del Caos, padre di Crono e marito di Gea, e sono qui per vendicarmi degli Dei! Ti va di bere qualcosa Perseus Jackson?- esclamò ora con tono solenne.
Rimasi particolarmente spiazzato da quelle parole che quasi rischiai di svenire. Ecco che l’ennesimo Nonno pazzoide cerca di farci tutti fuori.



Nota dell'Autrice
Ciao a tutti, grazie per avermi seguito fin qua sono davvero onorata di avere persone che seguono le mie folli idee *o* Cooomunque beh mi scuso solo ora per non aver scritto più molto, ma purtroppo a causa dei compliti e dello studio non ci arrivavo molto.
Beh per farmi perdonare, vi metto qua il Link del TRAILER della mia FF, l'ho fatto così vi potete rendere conto di chi sono i personaggi di cui parlo nella storia Spero possa piacervi.
Un Bacion SeaweedBrian

http://www.youtube.com/watch?v=ywRakL-BUEw

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Capitolo 15
*** Inizio a giocare con il fuoco greco ***


-Andiamo non fare complimenti, mio caro, sono davvero felice ed onorato di conoscerti, ho tanto sentito parlare di te!- propose quello mentre ovviamente mi studiava in viso. Non dovevo avere una delle mie migliori espressioni ma qualcosa del tipo “Wow, questa proprio mi mancava”.
-No grazie mille, sono apposto così!- risposi accennando un sorriso mentre cercavo di sembrare a mio agio la dentro, forse voleva solo parlare, ma dalle prime battute del suo discorso… non penso che volesse discutere sull’ultima partita dei Lakers.
-Sicuro, niente nettare, ambrosia, gin, tequila, bah fai come vuoi tu!- rispose mentre ghignava ed andava a toccarsi la barba e si versava in un bicchiere qualcosa da bere –Perciò, dimmi una cosa sono vere le storie su di te?- domandò ora a tradimento lui.
-Dipende quali storie, signore.-
-Non chiamarmi signore, che mi fa sentire vecchio, ragazzo, chiamami Urano, comunque il fatto della maledizione di Achille, che hai sconfitto Crono… cose così, insomma.- disse Urano ora andandosi a sedere nella sua poltrona ed iniziando a sorseggiare dal suo bicchiere.
-Eh già, vere tutte e due, maledizione di Achille ed anche la sconfitta di Crono, ed alla fine siamo riusciti a salvare il corpo dell’eroe!- esclamai a mia volta rivolto verso di lui. Ammetto che stare in piedi su quella lastra trasparente mi faceva venire le vertigini.
-Quindi era vero, da quello che le mie fonti mi hanno riferito… quel Castellan è ancora piuttosto vivo, e come mai quel mio nipote antipatico e finto depresso, ha deciso di concedergli una cosa del genere?- chiese Urano incuriosito.
-Ha insistito Zeus, perché tutti gli altri Dei hanno fatto pressione su di lui e sul suo animo gentile…-
-AHHHH Zeus… Zeus è un idiota ragazzo mio- sentenziò quasi ridendo –E’ uno sbruffone dalla folgore facile che pensa di riuscire a tenere ancora per molto il potere nelle sue mani, anche se ammetto che da un certo punto di vista lo rispetto…-
Come immaginavo, Zeus non era molto amato, ma come lui, tutti gli Dei.
-Intende perché ha distrutto Crono un tempo?- domandai a mia volta incerto cercando di ricordare la leggenda.
-Si, ha avuto un bel fegato un tempo, quando ancora era giovane e non aveva assaggiato il vero potere, perché distrusse Crono, che a sua volta, con quella maledettissima falce, che gli donò quella megera di mia moglie, mi fece a pezzi e mi gettò nell’Oceano, ma in questo modo è proprio così che sono risorto!- esclamò quello andandosi nuovamente a toccare la barba quasi come se stesse meditando su qualcosa.
-Appunto, Zeus ti ha aiutato a distruggere Crono…-
-Ma non a farmi riacquistare i poteri, cioè ne lui ne tutti i miei altri giovani e bei nipoti e così via si sono degnati di pensare a me, nessuno che si chiedesse che fine aveva fatto il povero Urano, nessuno, invece hanno fatto la guerra a quella strega di Gea, ma da dove mi è venuto in mente di sposarmi con quella donna? Ragazzo mio dammi ascolto, non ti sposare mai perché le donne finiranno sempre per cercare di ucciderti..- sentenziò il vecchio Dio.
Anuii in segno d’approvazione, non volevo di certo contrariarlo.
-Quindi, tornando al nostro discorso, hai davvero avuto il fegato di immergerti nelle acque dello Stige sotto la benedizione di tua madre, vorrei che ne esistessero cento di eroi come te, tu sei una specie rara Percy Jackson, ricordatelo!- ammise ora facendomi un sorriso che quasi mi fece paura. Alla fine pensavo davvero di peggio, ma Urano si stava dimostrano quasi un lord di altri tempi che trattava i nemici con il velluto.
-Non è una bella cosa, sig..- mi corressi immediatamente –Urano, è una maledizione per l’appunto, si da un lato sono invincibile, ma dall’altro ho un unico punto debole, Achille mi ha pregato fino alla fine di non farlo…- spiegai.
-Ma tu l’hai fatto, ed è questo che conta, spero che nessuno sappia quale sia il tuo Tallone, se no è la fine.-
-Nessuno!- esclamai, anche se in realtà Annabeth sapeva molto bene quale fosse senza che gliel’avessi mai detto.
-Ottimo, così mi piaci, ora… direi che è il momento di passare agli affari, ti ho convocato qui per proporti di unirti a noi!-
Ecco era proprio quello che temevo un’offerta da parte del lato oscuro, stavo per replicare qualcosa ma Urano mi fermò alzando una delle sue enormi mani ed aggiungendo:
-Lasciami aggiungere che: tu per noi saresti trattato esattamente come un re, il nostro eroe prediletto, si ne abbiamo svariati ed eventuali eroi, ma tu… tu saresti davvero perfetto.-
-La ringrazio davvero dell’Offerta, ma non rientra nei miei piani cercare di distruggere l’Olimpo dopo che l’anno scorso ho rischiato le chiappe per salvarlo!- esclamai secco verso di lui mentre incrociavo le braccia al petto.
-E chi mai ha parlato di “Distruggere l’Olimpo?” io voglio semplicemente annientare gli Dei che vi risiedono, farli a pezzi e sparpagliare i pezzi in giro per il mondo…- spiegò quello molto tranquillamente.
-Ma le Nereidi, cosa c’entrano loro in tutto questo?- domandai abbastanza incuriosito se era quello il piano.
-Oh già, mi sono dimenticato di spiegarti, scusami, comunque le Nereidi sono mie alleate perché sono state loro a trovare i miei pezzi e quindi a riassemblarmi, loro credevano in me perché gli promisi più potere, ed il dominio assoluto su acque salate e non, e poi Deirdre, è di larghe vedute esattamente come me, è splendida quella nereide!-
-Quindi vuoi soppiantare Poseidone!- esclamai indignato, come poteva fare una cosa del genere a mio padre?!
-Sono punti di vista, ragazzino, dimmi, più di dirti che ti vuole bene, lui ti ha mai dato realmente tutti i poteri che potresti avere se fossi tu a comandare il mare? E dimmi anche, ti ha mai sfiorato l’idea di poter avere un esercito tutto tuo? No perché queste cose Poseidone non le promette, lui è quell’altro bamboccio di Oceano, loro hanno sempre avuto il cervello pieno di alghe e coralli, non riescono a capire il potere che hanno, se invece ad amministrare le acque mettessi qualcuno più vicino a me…- ammise ora Urano alzandosi. Ecco ammetto che ero un attimo incerto su quello che stava dicendo ma la sintesi era breve: voleva che mi unissi a lui, in cambio avrei controllato le acque e gli oceani.
-Non m’importa, lui è sempre mio padre, ed io sostengo sempre la mia famiglia ed i miei amici!- esclamai inferocito quasi, non dovevano permettersi di cercare di comprarmi.
-Beh come vuoi, quindi prendo questa risposta, al momento, per un No da quanto ho capito-
-Esatto-
-Sei sicuro della tua risposta, ragazzo?-
-Assolutamente-
-Quindi sei consapevole che ti dovrò rinchiudere in una segreta ed aspettare che cambi idea, vero?-
-Ci sono abituato-
-Ottimo, questo è lo spirito, allora se non hai altre domande, chiamo Deirdre per farti riportare giù, a proposito, è vero che ci sono anche tua sorella, una figlia di Atena, uno di Ade ed una figlia di Zeus?-
-Si…- risposi incerto, tanto volente o nolente qualcuno glielo avrebbe detto.
-Mhm, interessante, allora… Deridre- disse alzando parecchio la voce –Entra pure!-
La ragazza entrò nuovamente nello studio con lo sguardo parecchio annoiato mentre giocherellava con il coltello che aveva appeso alla cintura. La sua pelle splendeva quasi con quella luce, e sul suo viso apparve un sorriso.
-Capo…-
-Ho finito di parlare con il signor Jackson, potete riportarlo nelle segrete di sotto, e dovete lasciarlo li fino a quando non si convincerà ad unirsi alla nostra armata, però intanto portatemi uno dei suoi altri amichetti..-
Stava andando tutto bene ma a quelle parole fu quasi come se il cuore mi si fermasse, come era stato gentile e tutto il resto soltanto perché avevo addosso la Maledizione di Achille, non avevo invece idea di cosa avrebbe potuto fare agli altri. Purtroppo deglutii e non dissi niente mentre arrivavano quelle due nereidi di prima a cingermi con forza le braccia con le loro catene per riportarmi di sotto. La sola idea di tornare la mi faceva quasi rabbrividire, ma in quel momento non potevo fare molto da solo.
-Allora…- aggiunse Urano avvicinandosi a me con quel bicchiere ormai pieno solo di ghiaccio –E’ stato un piacere conoscerti, Perseus Jackson!-
-Già… Piacere!- esclamai tagliando corto cercando di non incrociare i suoi occhi blu profondi, avevo bruttissimi ricordi degli occhi di Crono, e me ne uscii in silenzio guardando a terra mentre cercavo di elaborare un piano.
Man mano che camminavo non riuscivo a mettere le idee nel giusto rodine, non ero come Annabeth che nel giro di qualche minuto riuscivo a trovare un modo per scappare, combattere, oppure sbarazzarmi semplicemente dei nemici, no io il massimo che potevo fare era cimentarmi in un corpo a corpo, ma questo non era il caso, mi trovavo nel loro territorio.
Deirdre era dietro di noi e ci seguiva stando in silenzio, fuori era ancora notte fonda, non so di preciso che ore fossero, ma suppongo che a momenti sarebbe sorta l’alba.
 
Arrivati alla base delle scale, prima di scendere nelle segrete ci arrestammo un momento su indicazione della nereide che si fermò di scatto. Ci voltammo tutti quanti a guardarla e quella sbadigliò dicendo:
-Alt ferme un attimo… allora Jackson, dimmi hai parlato con il Capo?-
Anuii senza dire niente.
-Ottimo, e quindi deduco che tu abbia rifiutato come solo uno stolto sa fare, dato che ti stiamo riportando nelle segrete!-
Feci spallucce ed andai ad annuire nuovamente.
-Bene… - poi si allontanò dandomi le spalle dicendo –Andate voi, mi scoccia fare tutta quella strada, e poi sono anche stanca…-
Le due nereidi che mi tenevano annuirono di scatto convinte fissando la loro interlocutrice.
-Mettetelo in una cella e poi riportatemi la figlia di Atena ed il figlio di Ade, voglio parlare con loro prima di mandarli da Urano!-
Il mio viso s’infuriò, e cercai in tutti i modi di restare calmo prima di saltarle addosso cercando di non ammazzare su due piedi quella ninfa, per evitare di scatenare l’imminente ira di Urano.
Quelle non poterono fare a meno di annuire, così a mia volta abbassai lo sguardo. Ecco dovevo pensare più veloce ed in fretta perché se Annabeth lei riusciva a contrastarla, ma Nico… ammettiamolo non so quanto poteva resistere sotto ogni punto di vista ad una come Deirdre, e l’idea mi fece quasi rabbrividire. Mi divincolai leggermente, ma niente da fare, mi bloccarono ancora più stretto.
Ad un altro cenno del campo di Deirdre così iniziammo a scendere nuovamente quelle scale orrende che conducevano all’ombra.
Man mano che scendevo sentivo nuovamente la paura iniziare ad assalirmi, nessuna luce, soltanto il fuoco qua e la nelle torci,e questa volta che non c’era la loro guida le nereidi, non si scomodarono a portarmi ad buio. Iniziammo allora come prima, la nostra camminata. Ogni passo che facevo il cuore mi batteva cinque volte più accelerato e speravo che la fine di quel posto non arrivasse mai, più che altro forse quello era il momento buono per scoprire come si aprivano le sbarre, e forse potevamo scappare, ma non potevo rischiare che li prendessero.
Camminavo immerso nei miei pensieri, e dopo parecchi passi, finalmente, stavamo per arrivare, davanti a me vidi quei due ragazzi identici che avevo visto all’andata ancora appoggiati alle sbarre con le braccia che penzolavano fuori e con dei sorrisetti che non mi piacevano per niente, forse ero troppo impressionabile a causa della foschia eccessiva mista a magia. Ma di nuovo notai il lampo nei loro occhi poco prima che gli passassimo accanto, segno che eravamo su per giù vicini a dove c’erano gli altri.
Continuavo a camminare ma qualcosa in quell’esatto momento arrestò la mia camminata facendomi cadere di scatto a terra. Riuscii ad evitare di sbattere la testa, e mi voltai immediatamente per vedere cosa era appena successo, perché miracolosamente le mie braccia erano tornate libere. I due gemelli, avevano afferrato con le loro braccia, abbastanza muscolose da quel che potevo vedere, anche se sporche, le nereidi e le fecero sbattere violentemente contro le sbarre delle loro celle. Quelle colte alla sprovvista caddero a terra prive di sensi. Rimasi abbastanza esterrefatto dall’azione così avventata dei ragazzi così dissi:
-Ehi…-
-Tranquillo, potrai ringraziarci dopo, ragazzo, ora sbrigati, dobbiamo fare tutto in fretta prima qualcuno noti la loro assenza e le venga a cercare- disse quello alla mia destra con lo sguardo più furbo dei due.
-E se tornano e tu ti perdi qua dentro è la fine!- aggiunse il ragazzo alla mia sinistra.
Non sapevo chi fossero, ma avevano ragione.
-Grazie mille davvero…- ammisi verso di loro alzandomi ancora stordito mentre prendevo dalla tasca Vortice. Ovviamente, dato che mi avevano liberato, mi sembrava pure giusto liberarli nonostante tutto. La spada mi apparve rapida in mano e sentendola mi sentii molto più al sicuro di prima.
-No ragazzo, metti via quella spada, non va bene- esclamò il primo.
-No non va bene-  gli fece eco il secondo.
-E voi che ne sapete? Se non posso usare la mia spada, come faccio a rompere queste sbarre?- domandai furioso ricordando allora le parole di Deirdre: Nessun’arma, mortale o magica è in grado di rompere queste sbarre.
-Semplice, usa il fuoco….- disse quello alla mia destra guardandomi di sbieco e ghignando quasi.
-Il Fuooooocoooooo- gli fece nuovamente eco il secondo.
-Castore, la vuoi finire di ripetere tutto quello che dico io?- domandò ora il primo verso il fratello.
-Non ripeto tutto quello che dici tu, e poi io non sono Castore, io sono Polluce!- esclamò invece l’altro alzando le braccia al cielo.
Cosa?! Castore e Polluce, quei due nomi mi fecero scattare in mente qualcosa.
-Scusatemi, ma voi due.. siete realmente….- azzardai nuovamente cercando di non fare una delle mie solite figuracce.
-Si siamo noi, i Dioscuri, Castore e Polluce in carne ed ossa, o almeno quello che ne rimane di loro!- mi disse quello che sembrava il meno fuso fra tutti e due –Io sono Polluce e lui invece… è Castore, come puoi ben immaginare, ora-
Rimasi leggermente senza parole, anzi rimanevo, ogni volta che incontravo qualche personaggio realmente appartenuto alla mitologia, senza parole.
-Ma come siete finiti qui?- domandai curioso abbassando la spada.
-Queste prigioni sono più antiche e spettrali di quanto pensi… e noi siamo degli Automi, non so se sai cosa sono gli automi!-
Tipo Dedalo, pensai fra me e me, i loro corpi sono robot ma le loro anime sono quelle dei grandi eroi, così annuii.
-Si ma un giorno quelle maledette sirene ci hanno catturato, mi pare che si trattava del seicento, c’era la pirateria, e noi vagavamo come sempre per mare…- ammise Castore in quel momento con un barlume di tranquillità.
-Non sono sirene, sono nereidi, Castore, comunque si la storia è pressappoco così, quindi siamo da anni cercando qualcuno che ci aiuti a liberarci e sei arrivato tu con la tua banda di amici!- aggiunse Polluce facendo spallucce.
-Tranquilli, ci penso io a liberarvi, però dovete spiegarmi come, Polluce hai detto fuoco ma che intendi? Devo cercare di darvi fuoco?- chiesi ironico quasi, ma curioso.
-Ehi, io sono Polluce-
-Non è vero, io sono Polluce- urlò il vero fratello per sopraffare la voce dell’altro.
-Senti sono anni che mi chiamano Polluce-
-Ma se ti chiamano Polluce, non è detto che tu sia Polluce, Castore!-
-Zitto Polluce, mi confondi!-
-Ragazzi, giuro quando usciamo di qua possiamo metterci a discutere su chi di voi due sia Polluce, ma ora ditemi, cosa devo farci col fuoco?-
Castore stava per ribattere, ma in quel momento Polluce disse subito:
-Devi creare un fuoco greco...-
Ecco eravamo spacciati. Io non so creare un fuoco Greco. Alzai gli occhi al cielo e cercai con tutte le mie forze di non suicidarmi la davanti a tutti.
-Come Creo un fuoco Greco? Non sono un figlio di Efesto, ne tanto meno ho qua con me dei petardi…- dissi rivolto verso di loro in maniera secca, maledizione dov’erano quei trucchetti degli Stoll quando servivano?!
-Tranquillo, noi conosciamo la ricetta, lo possiamo creare, devi solo seguire le nostre indicazioni.-
-Si le nostre indicazioni!- esclamò anche Castore.
-Come prima cosa: riprenditi e porta qua quella torcia con il fuoco normale…-
Annuii cercando di mantenere la calma e così corsi a prendere la torcia con il fuoco che mi diceva Castore. Era abbastanza calda ed emetteva parecchia luce in mano rispetto a quando era messa normalmente al muro.
Avvicinandomi solo ora osservai attentamente l’aspetto fisico dei due ragazzi. Erano alti, più alti di me, con i capelli scuri mossi e gli occhi blu scuro, se non erro loro padre era Zeus, quindi saranno stati dei “fratellastri” di Talia e Summer.  I loro corpi nonostante risalissero ai tempi della pirateria, erano messi bene, muscolosi, e con vestiti d’epoca ormai ridotti quasi a brandelli. Indossavano dei pantaloni neri sfilacciati e delle camicie tutte rattoppate.
-Allora, ora che abbiamo questo fuoco, cosa devo fare?- domanda in fretta e furia ricordandomi solo allora che dovevamo sbrigarci particolarmente.
-Perfetto, c’è una ricetta da seguire e devi fare esattamente quello che diciamo… aspetta come ti chiami?- mi chiede Polluce.
-Percy, Percy Jackson…-
-Figlio di Poseidone, immagino!- ammise Castore facendomi l’occhiolino. Non volevo sapere come facevano a riconoscere di chi ero figlio, ma non mi posi così tante domande.
-Ottimo, allora ragazzo, ti sto dando questi pezzi delle nostre armi di metalli, tu gettali nel fuoco, poi ci pensiamo io e mio fratello alle parole per il fuoco, e poi servirà un scintilla, non sarà difficile riuscire a crearne una, giusto Castore?-
-Giusto, Polluce, facciamo scintille  noi… mi raccomando però di essere a tempo, se no rischiamo di friggerti, come a quei semidei che ci sono stati prima!-
Ecco ovviamente c’era il trucco, era una cosa pericolosa.
-Cosa? Avete provato altre volte? E non è riuscito?- domandai perplesso.
-Si, ma ormai siamo migliorati, sono passati cinquant’anni dall’ultimo….-
-Andiamo Percy, non farti troppe domande è l’unica occasione che hai per riuscire ad aprire queste gabbie…- ed io dovevo aprirle ad ogni costo, quel fuoco era la nostra salvezza.
-Okay, facciamolo-
In quel momento allora iniziarono a spiegarmi in fretta e furia quello che dovevo fare, ed era semplice: Dovevo  tenere il fuoco, lanciargli dentro una serie di viti, bulloni e pezzi di armi, mentre loro recitavano una preghiera, e poi la scintilla che avrebbero creato.
Mi passarono tutto il materiale.
-Ma dove l’avete presa tutta questa roba?- domandai mentre mi riempivano le tasche di bulloni.
-Amico, siamo qua da quasi quattrocento anni, e siamo degli automi, secondo te Efesto non ci ha messo delle viti di emergenza?!- chiese Ironico Polluce mentre faceva un sorrisetto sghembo.
Erano intelligenti ed arguti, questo glielo dovevo.
-Perfetto, ora possiamo andare, mi raccomando non voglio ridurti carbonizzato, cugino!- esclamò Castore ridendo ed alzandomi il pollice insegno d’approvazione.
 
Al loro segnale iniziai a lanciare nel fuoco ogni sorta di vite o bullone, dopo che loro recitavano alcune parole in greco antico. Quando mi fecero nuovamente segno, andai con i pezzi di armi ed armature che mi avevano dato, sembrava tutto parecchio semplice. Le cose a contatto con il fuoco si liquefacevano, era quasi ammaliante vedere come le viti venivano fuse, anche se quel fuoco ad ogni oggetto che buttavo sembrava ingrandirsi di più, ed iniziava a scaldarmi troppo la mano, ma dovevo resistere, era per il mio bene, e per quello di tutti gli altri.
I Dioscuri continuavano a cantilenare in greco e riuscivo a cogliere tutte le parti del loro discorso, era una sorta di preghiera per Efesto sulla potenza del fuoco e del ferro, appena saremmo usciti da li, giuro che gli avrei chiesto le parole precise per portarle ai ragazzi al campo.
Finalmente finirono di parlare, ed i loro occhi si aprirono di scatto, i gemelli erano in perfetta sintonia, infatti fu come se avessero contato mentalmente ed allo stesso momento allungarono una mano verso il fuoco, quasi come a cercare di toccarlo, e dalle loro dita ne scaturì una potentissima scarica elettrica.
Ora, se io non avessi avuto addosso la Maledizione di Achille, dopo quella potentissima scarica da tutti e due i lati, mi sarei trovato con le chiappe abbrustolite e stecchito a terra, ma fortunatamente, questa maledizione riuscì a proteggermi anche in questo, e gliene fui troppo grato. In compenso la mia maglietta si annerì a causa della scossa ed i miei capelli erano quasi tutti sparati in aria,
-Oh i tuoi capelli…- disse Castore ridendo ed indicandomi.
Senza pensarci andai ad abbassarmeli, giusto per evitare di fare la figura del completo idiota, ed in quel momento mi ricordai del fuoco. Ero così occupato a pensare che ero vivo, che mi scordai il nostro scopo principale.
Davanti a me, non avevo più un fuoco rosso e giallo misto all’arancione, ma un fuoco verde ed intenso che ardeva come non mai. C’ero riuscivo, avevo creato il fuoco greco.
Un sorriso apparve sulla mia faccia.
-Sei sopravvissuto, meno male giuro, ad un certo punto ho pensato che avresti mollato tutto e te ne saresti andato urlando!- mi schernì Polluce.
-Na, non ho avuto così tanta pausa… però la scossa ha fatto male!- ammisi ridendo.
-Tranquillo è solo la prima volta, la prossima, nemmeno la sentirai!-
-Certo…- mormorai annuendo. Non ci sarebbe mai stata una prossima volta, ripensai fra me e me, creare il fuoco greco mi bastava farlo una sola volta nella vita.
Furono le parole dei gemelli a riportarmi alla realtà ed a ricordarmi che dovevamo andare in fretta e furia.
-Cugino, allora, che ne dici ora di liberarci?- domandò di scatto Polluce allontanandosi dalle sbarre.
Aveva ragione un patto era un patto. Mi avvicinai tenendo in mano il fuoco greco e pregai tutti gli Dei che quella cosa funzionasse, altrimenti mi sono fatto fulminare per niente.
Andai verso Polluce, alla mia destra, e così mi tenni a distanza di sicurezza quando andai a toccare leggermente le sbarre con il fuoco greco. Quella fiamma verde nel giro di due secondi iniziò ad avvolgere le sbarre andandole a dilaniare ed a disperdere nel buio lasciando così un enorme varco al posto delle sbarre.
Ed ecco che finalmente Polluce rimetteva piede fuori da quella prigione. Fece un passo verso di me e ci trovammo fianco a fianco, era parecchio più alto e possente, ma sembrava del tutto benevolo.
-Wow fratello com’è il sapore della libertà?- domandò Castore ancora dietro le sbarre.
-Idiota, siamo ancora nelle segrete, dobbiamo cercare di uscire, le sbarre erano il primo passo!- sentenziò quello andandosi a sbattere la faccia contro il palmo della sua mano.
Nuovamente mi avvicinai verso le sbarre della cella di Casotore, e prima ci sfiorarla guardai il fratello dicendo:
-Sei sicuro che vuoi che lo liberi?-
Quello rise e poi annuì.
-Nonostante sia parecchio idiota, è pur sempre mio fratello, e la famiglia non si abbandona mai.-
Annuii a mia volta verso di lui e così in quel momento le fiamme verdi andarono ad avvolgere le sbarre lasciando davanti a noi una vasta apertura, e da la ne sbucò Castore, con un tipico cappello da pirata.
-Non pensi sia un attimino fuori moda, Castore?- domandò il fratello, mentre iniziavamo a dirigerci dai miei amici, non dovevamo perdere tempo.
-Cosa? No un cappello da pirata è sempre alla moda, con vento e con tempesta, con la buona e la cattiva sorte, con salute e…-
-Va bene ci siamo capiti, mica ti devi andare a sposare con quel cappello… rettifico ora… perché gli abbiamo aperto? Non possiamo lasciarlo la?!. -Disse parecchio ironico anche Polluce facendo spallucce.
Iniziai allora a correre per i corridoi bui tenendo alto il fuoco e soprattutto cercando di ricordare la strada. Mi pare che erano vicini, ma ad un bivio mi fermai e cercai di capire da che parte andare, così gettai una voce chiamando:
-Ragazzi mi sentite?-
In tutta risposta ebbi un sonoro:
-PERCYYYY!-
Capii che dovevo dirigermi verso destra, ed i gemelli mi seguirono a ruota senza fare troppe domane, almeno Polluce non faceva domande, Castore continuava a sistemarsi quel suo cappello gongolando su quanto gli stesse bene.

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Capitolo 16
*** Facciamo una corsa nel buio ***


Finalmente girando per l’ennesima volta l’angolo, arrivammo al corridoio dove c’erano i miei amici. Sorrisi nel vedere che stavano bene, per così dire. Erano tutti quanti serissimi, chi sull’orlo delle lacrime, chi su quello della pazzia (ovviamente Katniss), stavano cercando di liberarsi quasi disperatamente dalle sbarre.
-Fratello, allora sei vivo, e soprattutto non sei passato al lato oscuro, giuro stavo cercando qualcosa di diverso dai biscotti per convincerti a rimanere con noi…- disse mia sorella avvicinandosi alle sbarre –Ehi, ma ci hai già rimpiazzato con questi due?- aggiunse indicando i Dioscuri.
-No, loro mi stanno aiutando a tirarvi fuori da qui, abbiamo creato un fuoco greco ed ha funzionato!- esclamai rapido avvicinando le fiamme alle sbarre delle varie celle.
-Hai creato il fuoco greco, testa d’alghe? Davvero notevole…- ammise Annabeth sorridendomi e quando fu fuori m’abbraccio cingendomi il collo con le braccia –Nei miei incubi, immaginavo di perderti e non riuscivo a sopportare già la sola idea… sono felice di rivederti!-
Arrossii di colpo, forse, ma ricambiai l’abbraccio ed aggiunsi:
-Tranquilla, non ti lascerò andare mai…-
-Ecco ora che vi siete giurati amore eterno, potete liberarci?- commentò tossicchiando Grover con sottofondo la risatina di Katniss.
-Oh, giusto, allontanatevi dalle sbarre che è meglio!-
Andai allora a bruciare anche le sbarre della cella di Grover che uscì con un balzo.
-E loro due chi sono, amico?- domandò curioso in quel momento mentre si sentiva osservato dai due fratelli.
-Io sono Polluce-
-Ed invece io sono Castore-
-Quindi finalmente l’hai ammesso…-
-Cosa, oh, no è stato un lapsus…-
-Dite sul serio? Siete quelli che hanno partecipato alle imprese degli Argonauti, con Giasone per recuperare il Vello d’Oro?- domandò il mio amico stupefatto.
I due annuirono all’unisono.
-Non sembrate molto svegli…Tranquilli, comunque, il Vello è al sicuro al campo, forse…- disse Nico appoggiato al muro tranquillo come non mai.
-Grandi, ma quello è un cappello da Pirata?- domandò Katniss in tono d’ammirazione.
-Esattamente!- esclamò Castore verso suo fratello per poi sussurrargli –Visto, che ti avevo detto, è sempre alla moda!-
Polluce Sbuffò sonoramente e mi venne ad aiutare con le sbarre di mia sorella, che uscita si fiondò a parlare con il suo potenziale collega pirata.
Passai poi alla gabbia di Nico, che sembrava parecchio annoiato di stare la dentro, ed infine a quella di Summer, che era appoggiata in fondo al muro della cella senza proferir parola.
-Ehi, Sum, andiamo, è finita, poi guarda abbiamo qua due tuoi… fratellastri!- esclamai verso di lei tendendole la mano.
Quella alzò la testa di scatto e vidi nei suoi occhi il bagliore di un fulmine riflesso.
-Quindi abbiamo anche una sorella? Andiamo sorellina, vieni fuori.-
-Non chiamarmi sorellina …- rispose quella abbastanza acida alla Talia.
-Simpatica eh…- ammisi ironico lasciandola uscire.
-Ed anzi con voi è stata gentile in quanto a rispostacce…- aggiunse Nico spiegandoci che si era preso una serie d’insulti mentre erano la sotto a causa delle paure di Sum.
Finalmente eravamo tutti quanti liberi da quelle prigioni. Intanto ci ripulimmo lo sporco di dosso ed ecco che dovevamo iniziare a pensare ad un nuovo piano per cercare di liberarci da la dentro.
Ci mettemmo in cerchio intono al fuoco greco e dissi:
-Bene, ora che siamo tutti qui, come facciamo ad uscire?- domandai guardando gli altri.
-E che ne so, tu hai visto la fuori com’era…- sbottò Grover indicando la strada da cui ero venuto.
-Si ma non sono mica andato a fare una sauna, amico, ho conosciuto Urano!- risposi a mia volta leggermente scosso.
A quelle parole i visi degli altri sbiancarono quasi.
-U… Urano, dici quello che fu fatto a pezzi da Crono?- chiese Annabeth.
-Il marito di Gea?- domandò Nico.
-Quello che diede origine a quasi tutti gli Dei ed i titani?- si aggiunse Summer.
-Aspettate ma questo Uranio…- si intromise Katniss con molta calma.
-Urano, merluzzo, non Uranio, quello è un elemento chimico!- ribadì la sua amica bionda ridendo.
-Oh si dai, non facciamo i pignoli, comunque questo Urano da te cosa voleva?-
-Poi ve lo dico, ora non mi sembra proprio il momento di stare a discuterne, prima usciamo da qui, meglio sarà per tutti quanti!- dissi verso di loro cercando di rimanere concentrato.
Guardai i gemelli che stavano parlottando fra di loro e così chiesi:
-Voi due avete qualche altro asso nella manica?-
-No, speravamo che voi avevate già un piano su come uscire da qui…-
-Cioè il nostro piano era distruggere le sbarre…- conclusero in due.
-E voi in quattrocento anni di reclusione qua sotto avete pensato solo a quella prima parte del piano?!- domandai alzando le braccia esasperato, certo che non brillavano in intelligenza, e forse Nico aveva ragione.
Annabeth corrugò la fronte pensando intensamente, ma non disse nulla, a quanto pare il piano che aveva pensato prima di essere catturati non si poteva attuare e l’avevo pensato pure io.
-Okay ascoltatemi, se ci dirigiamo verso l’entrata la ci sarebbero tutte le nereidi ad aspettarci ed anche Urano…- spiegai verso di loro.
-Quindi, se non possiamo uscire di la.. siamo bloccati qua dentro…- concluse Grover belando in maniera tragica.
-E rimarremo per sempre qua… al buio… e con gl’incubi! Annabeth, ci serve un piano!- disse Summer alzando il tono della voce tirando indietro i capelli disperatamente.
-Lo so, sto pensando, ma non mi viene in mente niente, al momento siamo bloccati qua sotto, lo ammetto…- rispose la mia ragazza anche lei disperata.
-Dai non è così male qua sotto…-
-NICO!- urlammo tutti in coro verso di lui.
-Okay, scherzo ovviamente… comunque appena avete finito di deprimervi su come non si può uscire dall’entrata principale vi svelo il mio piano…- ammise lui ghignando.
Lo studiai in viso, cioè noi da un ora che cerchiamo come uscire da qui e lui aveva già in testa un piano?! Giuro se non fosse mio amico a quest’ora avrei cercato di strangolarlo… anzi l’avevo già fatto ora che ricordo bene.
-Davvero? Tu, Nico Di Angelo, hai un piano?- domandò Katniss ironica ed incredula come non mai.
-Ovviamente, Kat, ed al momento forse è l’unica cosa che possiamo fare!-
-Nico, dicci il piano, ti prego, dobbiamo andarcene da qui il prima possibile!- esclamai cercando di rimanere calmo la in mezzo a tutti quanti.
-Va bene, va bene, vi dico solo due parole: viaggio nell’ombra!- esclamò il figlio di Ade secco osservandoci uno ad uno.
-Veramente sono tre parole…- corresse subito Kat.
Ecco che una volta tanto, Nico aveva avuto una buonissima idea. Lui era in grado di farlo, e poi la era tutto al buio, quindi eravamo a cavallo.
-Okay, questa è la prima buona idea che hai da quando siamo partiti…- risposi sorridente.
-Grazie…un momento, ehi, io ho sempre buone idee…- replicò quello.
-Certo Nico…- aggiunse Summer ironica dandogli un colpetto alla spalla ghignando non rendendosi ancora conto del piano forse.
-Perfetto, quindi viaggeremo nell’ombra? Che vuol dire viaggiare nell’Ombra?- domandò Katniss sorridente mentre dall’eccitazione non riusciva a stare ferma.
In quel momento mentre cercavamo allora di metterci d’accordo ed iniziare a spiegare bene cosa avremmo dovuto fare, dato che l’avevamo provato solo io e Nico, una freccia si piantò nel terreno accanto a noi.
Ci voltammo di scatto ed intravidi una serie di torce accese che si dirigevano ed iniziavano a scagliare frecce argentee. Ecco che come al solito le cose non si mettevano bene. Sospirai ed alzando la voce dissi:
-Corriamo!-
Ma intanto sguainai Vortice.
-E non perdiamoci!- mi fece coro Annabeth mentre tirava fuori il suo pugnale pronta a combattere.
Katniss invece sprigionò dalla sua spilla il suo arco argenteo ed iniziò a rispondere al fuoco con il fuoco scagliando frecce con la massima precisione nonostante stessimo correndo. Nico tirò fuori la spada nera, Grover il flauto, i Dioscuri si armarono di lance che si erano portati dalle celle, e Summer la sua spada argentata. Eravamo pronti per uno scontro diretto, e nonostante la foschia fosse aumentata la dentro, riuscivamo a resistere.
Intanto iniziammo a correre in mezzo a quei corridoi illuminati solo dalle torce,  il tutto il più velocemente possibile, dovevamo sbrigarci, trovare un posto sicuro e far avvenire il viaggio.
Mentre correvamo iniziai a pensare come sarebbe stato viaggiare a piedi, io l’unica volta che avevo provato ero andato con il segugio infernale, così in mezzo alla nostra fuga abbastanza rocambolesca chiesi verso Nico:
-Come farai a farci passare tutti quanti?-
-Non ti preoccupare, aprirò una sorta di porta che da sul Regno Delle Ombre e poi andremo la dentro, viaggerete con me…- disse lui cercando di farsi capire.
Quindi niente segugi, bene, spero solo che duri poco. Ecco poi che un’altra freccia mi colpì alla spalla, ma questa è rimbalzata come se niente fosse.
-Percy, ma come hai fatto?- domandò Summer che vide l’accaduto incredula correndo.
-Maledizione di Achille…- disse Polluce.
-Non porta bene, ma ti rende invincibile…- aggiunse Castore che nella corsa si teneva stretto il cappello da pirata per evitare che scappasse.
Sorrisi leggermente ricambiando il suo sguardo stupefatto per poi continuare a correre la dentro. Girammo a destra, e poi a sinistra, altre due volte da quella parte ed infine un’ultima volta a destra.
 
Forse finalmente eravamo riusciti a mettere un poco di distanza fra noi e le Nereidi, come prima, ma non dovevamo sprecare quel tempo inutilmente parlando di cose inutili. Mi appoggiai ad un cella per riprendere fiato proprio come tutti gli altri. Corremmo per un poco e la dentro si iniziava a morire di caldo, specialmente dopo la corsa.
-Allora… come… come facciamo per fare questo viaggio?- domandò Annabeth mentre raccoglieva i suoi capelli in una coda alta. Certo che con i capelli in quel modo era ancora più bella, non potevo fare a meno di guardarla, lei ne valeva di cento di quelle ragazze.
-Facile… devo… solo…- disse Nico mentre cercava di riprendere fiato –Devo solo aprire una sorta di passaggio, così andiamo e possiamo uscire dove vogliamo!-
-Perfetto, il campo!- esclamammo tutti quanti in coro!
Sentimmo poi qualcuno tossicchiare alle nostre spalle e vidi i Dioscuri che parlavano fra di loro per poi sorridere e dire:
-Scusate non vorremmo fare i guastafeste, ma anche noi possiamo venire con voi?-
-Si però non vorremmo tornare al campo, noi siamo degli spiriti liberi e la nostra prima tappa usciti da qui saranno le fucine di Efesto per i nostri corpi!-
-Perfetto, allora la foresta, da li potrete andare dove volete, e poi noi facciamo la nostra entrata figa al campo…- rispose Nico sorridente mentre si toglieva un ciuffo di capelli dal viso.
-Ottimo ragazzi, ma quindi tu che fai questa  cosa… sei un Figlio di Ade..-
-Wow non ne avevo mai visto uno…vivo- ammise Castore.
-Hem… inquietante come cosa, ragazzi, perciò pronti ad andare?-Domandò mia sorella con arco e freccia ancora incoccata pronta a contrattaccare.
Tutti quanti annuimmo per qualche secondo e così Nico fece un passo in avanti. Ci trovavamo in uno dei mille cunicoli di quei sotterranei, ed in quel momento c’era tutto buio, non vi erano torce e quindi le ombre regnavano. Quello socchiuse gli occhi concentrandosi pazientemente e poi alzò una mano per concentrarsi meglio ed allora la vidi.
Davanti a noi praticamente le ombre fu quasi che si iniziassero ad addensare creando una vera e propria lastra di oscurità. Quella volta con il cane c’eravamo andati a scontrare contro l’albero, ma non questa volta.
A processo finito il figlio di Ade aprì gli occhi e così soddisfatto del suo lavoro ammise:
-Ecco, date il benvenuto signore e signori all’ingresso nel Mondo Delle Ombre, su andiamo, sbrigatevi ad entrare…-
Guardai gli altri uno più incerto dell’altro sulla nostra nuova idea. Ma non sapevo bene cosa fare così dissi:
-Tranquilli, io l’ho fatto…-
-E si vedono i risultati…- sussurrò Katniss a Summer ridendo per alleggerire la tensione.
Le lanciai un’occhiataccia e poi vidi i Dioscuri avvicinarsi all’entrata nelle ombre e dire:
-Andiamo, noi ne abbiamo viste tante, e se questa è l’unica uscita, io vado!- disse Polluce.
-Io vadooo..- gli fece sempre eco Castore iniziandolo a seguire mentre si immergevano nelle tenebre.
-Si ma fermatevi… cioè lo capirete da soli…- ammise Nico mentre i due entravano.
I Dioscuri così vennero inghiottiti dalle tenebre in men che non si dica. Deglutii vedendo più che altro le facce degli altri, sapevo che avevano paura, ed anche io ricordando l’ultima volta ebbi una spiacevole sensazione di terrore, ma dovevo farmi coraggio davanti agli altri, non potevo lasciare che tutti quanti si facessero prendere dalla paura.
-Allora, vado pure io…- dissi verso di loro.
Annabeth si mise al mio fianco e disse:
-Io vengo con te!-
Sorrisi leggermente e le andai a prendere la mano, e così mi voltai verso le tenebre. Ammetto che per un momento non volevo entrare, ma poi sentendo Annabeth accanto a me tutto apparve normalissimo, iniziai così ad avviarmi verso l’oscurità senza mostrarmi troppo spaventato.
 
Entrando la dentro si ha una stranissima sensazione di cadere, ma dura solo due secondi perché alla fine ti ritrovi in piedi in mezzo al nulla, nel vero senso della parola. Tutto intorno a noi era buio e non riuscivo a distinguere niente. Tenni stretta la mano di Annabeth ed anche lei quando entrò ebbe un sussulto.
-Stai tranquilla, sono qui…- le dissi cercando di darle man forte.
-Io sono tranquilla, Testa d’Alghe, è stato solo un momento!- replicò quella. Non potevo vederla chiaramente in faccia, ma immaginai che stesse sorridendo.
Sentii poco dopo delle voci che litigavano e capii che dovevano trattarsi dei gemelli.
-Percy, amico, ci sei?- domandò uno dei due, al buio non sarei mai riuscito a riconoscerli.
-Si, ci sono, voi invece?- risposi a mia volta verso le voci.
-Tutto apposto, gli altri invece?-
-Stanno arrivando!- ammisi.
Ecco, si, ora mancavano solo gli altri, sperai con tutto me stesso che non ci impiegassero moltissimo tempo, anche se piano piano iniziavo ad abituarmi al buio.
In quel preciso istante sentii un gridolino ed un botto secco. Ovviamente qualcuno era entrato ed era caduto. Immaginai si trattasse di Summer o Katniss, ma in realtà la voce fece cadere le mie ipotesi.
-Percyyy, Annabethhhh, dove siete!- iniziò a piagnucolare Grover.
-Amico, segui la mia voce, noi siamo qui fermi…- dissi verso di lui, cercando di capire dove fosse per andare ad aiutarlo.
-Dai Grover, ti ci abitui subito!- ammise Annabeth.
-Certo, stai tranquillo Grover, non succederà niente di pericoloso, ovvio Grover saliamo sul cornicione della finestra e non ti buttiamo giù, oh si stai tranquillo Grover controlliamo soltanto ed andiamo via… tutte balle, in questo momento mi trovo sotto terra in mezzo alle ombre, non sapendo nemmeno dove siete e voi mi dite di stare calmo e tranquillo? Oh Percy, questa è l’ultima volta che ascolto le tue stupide idee…- iniziò ad urlare Grover.
Fra me e me sorrisi, stava delirando semplicemente perché tutte queste cose insieme gli facevano leggermente paura, ma in realtà scherzava, faceva spesso così.
Un secondo tonfo interruppe il discorso di Grover proprio mentre stava per iniziare ad imprecare in greco antico.
-Ahi… scusate, chi ho colpito?- domandò Katniss in quel momento.
-Indovina?!- rispose Grover.
Chiaramente l’aveva preso in pieno, a quanto pareva.
-Scusa, ho per caso interrotto qualcosa? Percy, Annabeth? Polluce, Barbossa?- domandò facendo un rapido elenco mentre iniziava a ridere, anche nelle Ombre mia sorella riusciva a portare il caos e le risate.
-Ovvio che ci siamo…- risposi.
-Sparrow, dove sei? Non ti vedo!- rispose uno dei Dioscuri, immagino allora Castore.
-Sono qui, stai fermo che arrivo!- urlò mia sorella.
Okay eravamo quasi tutti la dentro, mancavano solo Summer e Nico, e capii che la cosa non doveva essere facile, entrare in un mondo fatto di ombre per Summer.

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Capitolo 17
*** Una sorpresa ci attende al Campo ***


Lasciai passare un poco di tempo, ad un certo punto ammetto che stavo anche iniziando a preoccuparmi. Perché non arrivavano subito?
-Non è che li hanno catturati?- domandò Grover facendosi portavoce dei miei pensieri.
-Na, non penso, sono entrambi abbastanza scaltri da non farsi prendere…- rispose mia sorella.
Tossicchiai un paio di volte alla sua battuta e quella aggiunse
-Okay, mediamente intelligenti… penso che riescano a scappare se capiscono che sono in pericolo!-
Infatti non appena finì di dire queste parole sentii l’ennesima voce iniziare a diffondersi dalle tenere, sembrava quasi un grido di paura, ma quando sentii il botto nuovamente capii che erano soltanto urla a causa del momento in cui non avevi equilibrio.
-Nico?-
-Summer?- domandammo con Annabeth cercando di capire se erano davvero loro.
-Si ci sono, giuro sono viva e sono tranquillissima…-
-Okay ma mi hai preso in pieno,amica!- esclamò Katniss, forse si erano scontrate nel buio.
-Scusa non l’ho fatto apposta..- rispose Summer.
-Si che l’ha fatto…- disse Nico ridendo.
E poi si sentì un colpo.
-Ahi.. okay non l’ha fatto apposta, scherzavo!-
Sorrisi leggermente mentre continuavo a stringere la mano di Annabeth senza lasciarla e poi lei disse:
-Ragazzi allora, vogliamo andare prima che Nico si inizi a stancare eccessivamente?-
-Esatto, non vorrei rimanere qua dentro in eterno!- ammisi a mia volta serio.
-Cosa? Rimanere qua dentro in eterno?- domandò uno dei gemelli in lontananza.
-No tranquillo, non rimaniamo qua dentro per sempre, Castore!- rispose il fratello più calmo.
-Ma… ma io ho paura…-
-Oh Dei, anche tu hai paura del buio? Certo che queste paure sono proprio congenite…- sbottò Annabeth.
-Congenicosa?- chiesero Summer e Katniss ed i gemelli in coro.
Sicuramente lei stava sbuffando ma non la potevo vedere, sentii solo la sua voce dire:
-Lasciamo stare…-
-Disse colei che aveva paura dei ragni!- esclamai sogghignando, cercando di farla ridere, ma mi beccai solamente un colpo alla spalla. Almeno mi colpì li piuttosto che sulla faccia come avrebbe fatto se solo eravamo ancora alla luce.
 
Finalmente dopo che tutti quanti ci riprendemmo e quando tutto dietro di noi divenne pura oscurità, Nico tirò fuori una lucina d’emergenza per poter vedere meglio al buio.
-La uso per quando scendo negl’Inferi, non è che la ci sia molta più luce…-
Spiegò quando tutti quanti iniziammo a fare una serie di strane domande sul perché lui si portasse dietro una lampada.
Ed ecco che ora iniziavamo a camminare in mezzo alle Ombre illuminati solo da una luce d’emergenza, bianca. Sembravano immense, non vi era altro rumore oltre i nostri respiri piuttosto affannosi in parte data la lunga camminata e poi le varie discussioni che ogni tanto si levavano su come lui fosse abituato a fare queste cose. Continuavo a camminare, almeno ora potevo vedere in faccia i miei amici ed erano tutti quanti serissimi, per quanto seri potevano essere. I gemelli erano davanti a tutti armati di lance che fendevano qua e la il buio, fortunatamente Castore non perse il cappello perché se no mia sorella e lui stesso ne avrebbero risentito parecchio.
Ovviamente stavamo tornado a casa e non vedevo l’ora di raccontare a Chirone quello che era successo, quello che mi aveva detto Urano, che penso di aver fatto incazzare al momento, e poi tutto quello che ci era successo, forse mi avrebbero anche mandato dagli Dei per fare un mio rapporto personale, forse. Già stavo iniziando a fantasticare su quello che mi sarebbe toccato al mio ritorno, volevo veramente tornare a casa, era stato un viaggio parecchio stancante, a differenza di quello che può sembrare.
Finalmente iniziammo a vedere un bagliore bianco, che non era la lampadina di Nico, ma ci spiegò essere l’uscita dell’Oscurità.
Non so ben dire quanto restammo la ma suppongo una decina di minuti, non doveva essere particolarmente tardi, anzi al massimo era presto. Secondo Annabeth doveva essere ora di colazione in tutto questo, quindi portavamo le buone notizie proprio di prima mattina, ma non so quanto potessero essere “buone notizie”, anche se l’essere tornati vivi e con informazioni è stata una cosa positiva.
 
Arrivammo davanti alla luce ed ecco l’uscita che ci chiamava a gran voce.
Quel momento fu quasi liberatorio, lo ammetto, era durato più di quello che avevamo fatto l’altra volta e poi molte più persone stavano passando la in mezzo. Non appena tutti quanti mettemmo piede la fuori, Nico svenne all’istante, fu una fortuna che dietro aveva Katniss che lo prese al volo, per così dire perché cadde con lui.
Ovviamente il figlio di Ade era parecchio stanco.
Solo allora cercai di rendermi conto di dove ci trovavamo.
Eravamo appena sbucati in una foresta, gli alberi erano piuttosto alti e parecchio rigogliosi nonostante la stagione, un ottimo profumo di fiori e di fragole era trasportato verso la nostra zona, e più mi guardavo intono più mi ricordava qualcosa. Poi finalmente capii dov’eravamo arrivati. Nico ci aveva portato esattamente nel punto in cui lui era sbucato non appena era arrivato al campo quest’estate. Si eravamo al Campo. Niente poteva farmi sentire meglio di così.
-Ambrosia e nettare ci vogliono…- disse allora Katniss mentre iniziava a rovistare nel suo zaino qualcosa da potergli dare per recuperare le forze.
-Si.. ma stai attenta, non dargliene troppa o rischierai di ucciderlo…- aggiunse Summer mentre tutte e tre le ragazze erano inginocchiate su di lui per cercare di farlo riprendere.
-Cos’è questa linea di sentimentalismo verso di lui? Si direbbe preoccupazione?- chiese inquisitoria Katniss studiando con le iridi verdi Summer. I loro occhi s’incontrarono e l’amica rispose:
-No è solo per evitare di avere un cadavere al campo...-
-Mhm argomentazione interessante , quindi questa volta passi, Williams.-
-Era scontato Gilbert…-
E poi tutte e due scoppiarono a ridere senza senso, certo che le ragazze sono parecchio strane, questo devo ammetterlo. Mi diverte vederle allegre e felici.
Intanto i Dioscuri e Grover avevano iniziato a guardarsi intorno, e li andai a raggiungere con un sorrisetto compiaciuto.
-Visto, finalmente siete liberi!- esclamai verso di loro guardandomi intorno ed osservando gli alberi la intorno.
-Si, non vedevo la luce del giorno da anni, se fossi stato ancora in un corpo mortale a quest’ora i miei occhi sarebbero completamente distrutti!- esclamò Polluce stirandosi i muscoli mentre guardava soddisfatto anche lui il paesaggio.
-Mare, ora voglio solo tornare a mare…- ammise invece Castore togliendosi il cappello.
-Prima le fucine, fratello e poi tutto il mare che vuoi…-
-Ragazzi, scusate come volete andare proprio a mare?- domandò Grover curioso osservandoli mentre abbracciava un albero felice di essere fuori di li ed a casa. Annuii verso di loro per cercare di capire meglio pure io.
-Beh, ragazzi miei, noi siamo figli di Zeus, ed abbiamo partecipato alle imprese degli Argonauti, quindi da quel momento in poi…- spiegò uno.
-Abbiamo deciso di passare la nostra vita in mare a proteggere dalle tempeste i poveri mariani… ma anche ad affondare quelli poco onorevoli…- ammise ghignando l’altro.
Solo ora li osservavo bene, erano alti con la pelle leggermente abbronzata ed i capelli scuri scombinati ed anche leggermente sporchi di polvere e non so che altro, ma avevano un ottimo corpo, erano alti e slanciati, ed in viso anche particolarmente affascinanti, sembravano dei ragazzi di vent’anni, ma con degli abiti tutti vecchi e lerci. Casore portava ancora in testa il suo amato cappello da pirata nero con una piuma verde e gialla, e Polluce invece aveva sul braccio una cicatrice, forse li avrei potuti riconoscere così, perché per il resto erano identici.
-Quindi, non abbiamo possibilità di avervi al campo con noi…- dissi verso di loro.
-Non saprei davvero, cugino, ammetto che sarebbe interessante andare a conoscere il mandante della missione che ci ha salvato il culo!- esclamò Polluce ghignando.
-Ed io vorrei farmi un bagno prima di arrivare da Efesto- aggiunse il fratello.
-Quindi vi abbiamo convinto a rimanere, giuro, tutti quanti saranno entusiasti di avervi al Campo, vedrete sarà grandioso, la sera faremo un falò, poi mangeremo e poi quando vorrete andare, andrete!- disse Grover saltellando felice per l’idea che aveva appena avuto, alla fine che male c’era a far venire con noi i ragazzi?!
-Appunto, non avrei saputo dire di meglio…- dissi a mia volta.
Non potei non sorridere, mi faceva piacere che i miei due salvatori che mi avevano spiegato la formula del fuoco greco sarebbero tornati con noi.
-A proposito ragazzi, mi dovreste ridare la formula del fuoco, non riesco a ricordare le parole precise!-
-Mi sembra giusto!- esclamarono insieme i due.
 
In quel momento il nostro discorso fu interrotto quando sentii mia sorella urlare da dietro le nostre spalle:
-E’ vivo, il figlio dei Morti, principe delle Ombre, Re degli Spettri è vivo!- ovviamente iniziò a ridere mentre Nico la osservava sconvolta con la faccia di chi si era appena svegliato e non voleva rotte le scatole.
-Ti senti bene, Nico?- domandò Annabeth mentre lo studiava cercando di capire se si era fatto qualcosa di grave –Il viaggio nell’Ombra è particolarmente stancante!-
-Si tutto okay, però ora che arrivo penso che dormirò per tre giorni di fila…-  esclamò Nico mettendosi a sedere mentre si scombinava maggiormente i capelli.
-Ed io penso che ti seguirò a ruota, ammetto che sono esausta, a proposito, cosa stiamo aspettando qui, possiamo andare?- domandò mia sorella mettendosi in piedi con un sorriso a trentadue denti stampato sulla faccia –Uh, ma quindi, Barbossa, rimani al Campo, se non ho sentito male?-
-Si Sparrow, ho deciso di rimanere almeno per questa notte!-
-Quindi dovrete alloggiare nella mia cabina?- chiese Summer preoccupata alla notizia mentre li scrutava tutti e due seria.
-Ovvio, sorellina, ormai siamo una famiglia, questa sera ti faremo diventare un’adepta dell’arte del bere il rum tutto in un sorso…- disse Castore avvicinandosi a lei mentre le metteva un braccio sulle spalle ed indicando l’orizzonte con sguardo perso.
-Hem... non vorrei contraddirti, ma dove lo trovate il rum?- chiese lei guardandolo.
-Uffa, Calamaro! Perché…..- iniziò a dire Katniss avvicinandosi a me disperata.
-Cosa perché?-
-Perché loro hanno il rum e noi no? Perché Summer va nelle cabine più divertenti?- chiese lei mentre iniziava progettare di unirsi al party segreto.
-Non prendono davvero il rum, Merluzzo…- sperai intensamente che non prendessero quella bevanda o era la fine.
-Ehi, ma io sono un pirata, cioè io voglio berlo-
-Non sei un pirata-
-E tu non sei divertente-
-Questo viaggio ha fatto male a tutti…- mormorai mentre andavo da Annabeth lasciando mia sorella a discutere da sola.
L’aiutai a sistemare le cose nel suo zaino e poi la guardai, quella mi sorrise  e cercai di ricambiare il sorriso per quanto più convincente possibile.
-Tu, Testa d’Alghe, mi devi ancora dire cosa ti è successo la sopra con Urano, ora che arriviamo al campo mi devi raccontare tutto…- mi disse lei fermandomi di scatto.
-Ovvio che ti avrei detto tutte cose, Sapientona, dammi solo il tempo di riprendermi dalla stanchezza e poi vuoto il sacco!- esclamai a mia volta rivolgendole un sorriso mentre andavo a scostarle una ciocca di capelli dal viso.
Andammo dagli altri che si erano ammucchiati attorno ad un albero mentre aspettavamo che tutti quanti ci ritrovassimo la sotto.
Ecco che eravamo arrivati, stranamente, sani e salvi al Campo, sembrava troppo bello per essere verso, ora l’unica cosa che mancava era informare Chirone e poi prepararci per una nuova missione, per andare da Urano a distruggerlo, prima che lui distrugga gli Dei, alla fine era una cosa da niente, per così dire. I ragazzi già stavano organizzando un mega party nella Cabina uno, ma non so come Zeus avrebbe preso la cosa, forse ci avrebbe risparmiati tutti perché i suoi figli erano tornati sani e salvi, oppure ci avrebbe polverizzati? La seconda ipotesi, a parere mio, era la più probabile, ma immaginare non è illegale di certo.
 
In mezzo a quei folli preparativi, dove ovviamente, non sarebbero mancati anche i figli di Ermes, erano loro a dover procurare il rum, iniziammo ad incamminarci lungo il sentiero che portava al campo. C’era un poco di strada, ma a piedi nel giro di qualche minuto saremmo arrivati. Quando eravamo abbastanza vicini al Campo iniziai a sentire le voci. Più che voci erano urla, se non sbaglio.
-Sicuramente gli Stoll hanno combinato qualche casino…- ipotizzò mia sorella ridendo alla sola idea.
-Già, è nel loro stile.- ammise sorridente Summer.
Ero felice di essere tornato al Campo, al sicuro, in mezzo a tutti gli altri.
-Però.. forse è un poco presto per gli scherzi… andiamo è mattina!- esclamò invece Annabeth non molto convinta.
-Andiamo, Annabeth, ci deve essere un orario ben definito per gli scherzi?- chiese Grover scrollando le spalle –Ah, non vedo l’ora di rivedere Juniper..-
-E scommetto che anche lei non vedrà l’ora di rivederti!- ammisero in coro Sum e Kat.
Geover arrossì di scatto ed io gli diedi una gomitata amichevole e lo stesso fecero i gemelli ghignando.
-Andiamo ragazzi, finitela di tormentarlo…- disse Nico mentre camminava per i fatti suoi guardandosi intorno.
-Se vuoi iniziamo a prendere in giro anche te, Di Angelo!- disse Katniss avvicinandosi a lui.
-No grazie, passo per questa volta Gilbert.- rispose lui con un finto sorrisetto.
Mano a mano che ci avvicinavamo verso il campo però le urla si facevano sempre più forti ed uno stranissimo odore riempiva l’aria. Era stranissimo tutto quello. Così cercando di capire meglio di quello che si trattava iniziai ad aumentare l’andatura fino a mettermi a correre. Gli altri fecero lo stesso perché vidi le loro facce stordite non appena iniziammo a sentire quell’odore. Non era per niente normale.
Più ci avvicinavamo più sentivo le voci chiaramente.
-Non rompete le righe, razza di smidollati, cercate di contenere l’irruzione!-
Ecco Clarisse che urlava a squarciagola, avrei saputo riconoscere quelle urla a migliaia di chilometri di distanza.
Con gli altri scambiammo uno sguardo piuttosto incerto ed allora sentii meglio: ruggiti, urla, ed il suono del metallo che cozzava contro altro metallo.
-Non mi piace per niente- dissi mentre continuavo a correre verso il margine della foresta.
Quando lo raggiunsi fu come se non lo avessi mai voluto raggiungere. Un nodo allo stomaci si formò e le parole mi morirono in gola. Mi arrestai e per poco non caddi a terra.
Davanti ai miei occhi il Campo Mezzosangue era sott’assedio e torce infuocate si alzavano qua e la mentre tutti combattevano.
Le nostre facce erano una più sconvolta dell’altra. La Casa Grande davanti a noi pullulava di nemici.
Non ci pensai due volte così tolsi il tappo dalla penna e sguainai Vortice inferocito lanciando a terra il mio zaino. Gli altri fecero lo stesso.
Clarisse non appena ci vide, prima polverizzò due segugi infernali come se niente fosse, e poi ci fece cenno di avvicinarci urlandoci:
-Era ora che vi muovevate il culo per venire ad aiutarci!-
-Cos’è successo?- domandò Katniss mentre iniziava a prepararsi con l’arco incoccando la prima freccia al centro del padiglione dove quattro anni prima Nico aveva fatto risorgere gli scheletri.
-Sono riusciti ad entrare… qualcuno ha distrutto le nostre difese!- esclamò lei infuriata mentre si sistemava l’armatura rossa scarlatta e la bandana.
-Com’è possibile? Come possono aver superato le nostre difese?- chiese Annabeth sorpresa e spaventata quanto me. I suoi occhi grigi vagavano alla ricerca dei propri fratelli mentre tirava fuori il suo coltello.
-Non ne abbiamo idea, sei tu la sapientona, comunque ora non facciamoci troppe domande, andiamo a rompergli le ossa!- rispose Clarisse con un urlo quasi assatanato.
Summer e Katniss urlarono in tutta risposta, ma eravamo nel bel mezzo dei combattimenti per riuscire a fermarle sull’andare in battaglia.
Così mi unii a loro insieme a Clarisse ,Nico ed i Dioscuri. Annabeth, intanto, raggiunse subito i suoi fratelli che erano poco lontani da noi che discutevano e ricacciavano indietro una serie d’empuse.
I loro colpi per me erano niente, non mi facevo minimamente male, ma ero in grado di distruggerli immediatamente senza eccessive difficoltà.
Katniss scagliava frecce a raffica verso tutti i nemici che osavano avvicinarsi a lei, Summer combatteva proprio come sapeva fare (molto bene) ed io e Nico cercavamo di distruggere i nemici che si perdevano per il Campo mentre Clarisse urlava ordini e poi continuava a combattere esattamente come l’anno prima aveva ammazzato quel dragone sotto i miei occhi.
 
Non riuscivo a capire minimamente com’era possibile che qualcosa fosse riuscita a sfondare le nostre difese, così, mentre colpivo e menavo nemici di ogni tipo, accompagnai Annabeth nella tenda dove c’erano i suoi fratelli.
-Come sono riusciti ad entrare?- urlò non appena eravamo in prossimità della tenda argentata con la bandiera della civetta in cima.
-Sono sbucati dal nulla, nella foresta, le Cacciatrici ci hanno avvertito subito, ed almeno abbiamo avuto il tempo di preparare una minima difesa…- rispose suo fratello Malcom urlandoci mentre si sistemava in testa il suo elmo.
-Era stato programmato, un assalto bello e buono!- rispose quella seria brandendo il coltello e colpendo di scatto un’empusa che si era avvicinata troppo a loro.
-Chi è il loro capo?- domandai intromettendomi mentre cercavo di tenere lontani i nemici.
-Uno di questi lestrigoni, era a capo della spedizione ed ancora non si è fatto vedere in forma mostruosa… è l’unico di loro in forma umana, con un completo elegante!- rispose Malcom secco.
Anuii e lanciando un ultimo sguardo ad Annabeth iniziai a correre per cercarlo, dovevo intanto trovare il loro capo, distruggerlo, e poi cercare di fermare l’incursione.
I ragazzi, mentre correvo, si stavano dando tutti quanti da fare, le Cacciatrici erano un poco ovunque e lanciavano frecce a raffica accompagnate dai figli di Apollo; i figli di Afrodite, anche loro stranamente in armatura, stavano cercando di aiutare gli altri, ma non era facile, infatti quando vidi un ragazzo con l’aratura rossa e rosa essere quasi colpito da uno di questi mostri, mi misi in mezzo e poi distrussi il mostro.
-Grazie!- esclamò il ragazzo fissandomi con gli occhi verdi da sotto l’elmo cercando di sorridere.
-Prego, vai dagli altri…- urlai in tutta risposta continuando a correre.
Non sapevo nemmeno io cosa stavo facendo, ah si, dovevo cercare questo tizio in completo elegante per cercare di ammazzarlo, nessuno doveva osare fare irruzione nel mio Campo, senza passarla liscia.
D’un tratto un nitrito mi fece voltare. Vidi Chirone nella sua magnifica forma da centauro che scagliava anche lui frecce a raffica. Corsi allora verso di lui.
-Percy!- urlò di gioia quando mi vide arrivare –Siete arrivati sani e salvi?-
Annuii in tutta risposta mentre combattevo al suo fianco.
-Mi dispiace che abbiate trovato quest’accoglienza, ora però serve che tu trovi il loro ca…-
-Si lo stavo già facendo, ho delle notizie inoltre!- esclamai.
-Non mi sembra il momento adatto per fare due chiacchiere, appena finiamo qua, sono lieto di invitarti nel mio ufficio per parlare!- disse lui facendomi l’occhiolino e scoccando l’ennesima freccia verso un volatile mostruoso.
Non aggiunsi altro, ricambiai il sorriso e poi continuai a correre per tutto il campo, fino a quando mentre passavo accanto alla Casa Grande, con mia enorme sorpresa un’esplosione mi colse alla sprovvista.
Il botto fu immane e buona parte delle persone o dei mostri la intorno si trovarono a terra. Caddi anche io, ma non mi feci niente, non persi nemmeno Vortice dalla mia mano, ma non appena alzai gli occhi era come se qualcosa fosse esploso dentro di me. La nostra Casa Grande stava iniziando ad incendiarsi, e pochi secondi dopo si ebbero una serie di scoppi uno dopo l’altro. Mi voltai  a guardare fra le grida generali, ed ecco che le nostre cabine  erano immerse nelle fiamme.

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Capitolo 18
*** Ricevo una visita inaspettata da mio padre ***


Era come se l’inferno si fosse trasferito al campo, non riuscivo a muovermi, ero quasi paralizzato, la mia cabina il lontananza stava bruciando. Riuscii a muovermi solo quando una lancia mi si spesso contro il petto, e la ricambiai con un colpo di lama il mostro che aveva appena cercato di ammazzarmi. Alzandomi di scatto vidi che tutti c’eravamo fermati per qualche secondo a vedere questo terribile spettacolo, ed allora i versi della profezia mi tornarono in mente.
Vedrai infine la tua casa sprofondare nelle fiamme distruttrici, ed il tuo stesso sangue piangere delle morti infelici.
Il Campo stava andando al fuoco, ed i miei amici stavano iniziando a prendere eccessivi colpi da questi nemici. Corsi come una furia facendomi largo fra la folla che aveva ripreso i combattimenti con il cuore in gola.
-Percy!- sentii un urlo, l’ennesimo, alle mie spalle, ma riconobbi la voce, anzi, le voci.
Erano Talia e Luke che fianco a fianco, accerchiati da alcuni mostri e combattevano in maniera quasi perfetta, lei usava le frecce e la sua egidia, lui la sua spada.
-Ragazzi!- urlai in tutta risposta cercando di capire.
-TYSON E’ DENTRO!- urlarono in coro.
Tyson. Ecco che il cuore mi si fermava nuovamente. Ecco il mio pensiero era rivolto a lui in quel momento, dov’era? Non lo avevo visto, e non avevo pensato a dove potesse essere, ed ora lo sapevo.
Iniziai a correre più velocemente, Tyson era dentro, il fuoco non faceva male ai ciclopi, ma ero ugualmente preoccupato per lui.
-Katniss!- urlai allora vedendola che combatteva contro un segugio infernale insieme a Summer.
Kat gli lanciò una freccia nell’occhio e Summer gli tranciò la testa in un solo colpo facendolo disintegrare.
Quelle senza pensarci due volte mi seguirono con i volti tetri verso le cabine.
 
Non riuscivo a reggerlo, non potevo sopportarlo. Mentre correvo nel nostro spiazzale, ogni cabina, sia quelle vecchie, sia quelle  nuove, erano state bruciate. Era straziante vedere questa scena. Alcuni ragazzi di Afrodite, fra i quali il ragazzo che avevo salvato prima, stavano piangendo mentre cercavano di spegnere l’incendio, ma niente, altri in momenti di distrazione a causa di questi incendi, vennero colpiti senza pietà, e fu il caso di Katie Gardner, che per proteggere sua sorella minore, la piccola Bambi, che nonostante la sua lancia era ancora piuttosto inesperta ed impaurita.
Già uno dei fratelli Stoll era accorso ad aiutare la piccola mentre piangeva sul corpo della sorella.
Ma la mia cabina. La dentro avevo dei bellissimi ricordi. Era stata edificata migliaia di anni addietro, ed ora era un cumulo di fiamme.
-NO!- continuavano ad urlare Summer e Katniss alla vista delle cabine.
Nessuna delle due riuscì a trattenere le lacrime davanti a quello spettacolo, ed iniziarono a piangere.
Provai a concentrarmi con tutto me stesso, pensando all’acqua, a mio padre, al fiume vicino, a tutto quanto, per cercare di richiamare a me il potere dell’acqua. Un fortissimo getto d’acqua, proveniente dal fiume poco dietro, colpì la cabina, ma niente, continuava a resistere.
-Fuoco greco!- disse una voce alle mie spalle.
Era Nico, anche lui devastato, con i capelli sporchi di terra, ed un graffio sul braccio, intanto era accompagnato da Castore e Polluce anche loro stanchi ed affaticati con le rispettive lance in mano.
-Ha appena evocato degli scheletri-
-Non sappiamo quanto possono tenere a bada qualche mostro…-
Dissero i due sgomentati da quella vista.
-Io entro, c’è Tyson la dentro, devo aiutarlo!- esclamai verso di loro.
-No Percy, non farlo… vado io, non voglio perdervi… la profezia… tu… Tyson… il campo, ti prego!- iniziò a dire mia sorella piangendo.
Andai da lei e l’abbracciai forte, non volevo che capisse quanta paura potevo avere, dovevamo essere forti insieme.
-Va tutto bene, stai con Summer e cercate un uomo vestito elegante e fatelo fuori, io arrivo subito!- esclamai al suo orecchio per poi iniziare a dirigermi verso la Cabina numero tre che andava a fuoco.
 
Entrando le fiamme mi stavano letteralmente bruciando, sentivo il calore iniziare ad arrostirmi, e non era una bella situazione. Uno dei legni del soffitto era caduto a terra ed impediva parzialmente il passaggio delle persone, ma mi abbassai e strisciai a terra riuscendo ad andare.
-TYSON; DOVE SEI?- urlai con tutto il fiato che avevo in corpo, prima che il fumo tossico iniziasse ad entrarmi nei polmoni.
-PERCY… - sentii una voce in lontanaza –SONO QUI!-
Il suo “qui” era parecchio generico, ma voltandomi qualche volta in quel caos di fiamme, lo vidi.
Tyson era a terra con le gambe bloccate da una trave che gli era caduta addosso insieme a parte del tetto e delle cose in marmo che avevamo la dentro. Corsi verso di lui.
-Percy, tu sei venuto a prendere me.-
-Ovvio, sei mio fratello, non ti avrei mai abbandonato!- esclamai cercando di sembrare contento, ma ovviamente la cosa mi riusciva parecchio difficile.
-Ora mi dai la mano ed io cerco di tirarti fuori, tu fai leva e cerca di uscire da li sotto.-
Quello non poté fare a meno di annuire serio mentre il suo unico occhio stava letteralmente piangendo, non so se a causa del fumo o se a causa della situazione.
Iniziai a tirare con tutte le forze che potevo avere, e sentivo che anche lui cercava di aiutarsi, e finalmente dopo qualche minuto, riuscii a tirarlo fuori da li. Aveva forse qualcosa di rotto, perché non riusciva a camminare in maniera corretta ma zoppicava, e finalmente riuscii a portarlo fuori di li.
 
Non appena uscii fu un sollievo prendere una boccata d’aria fresca, per così dire. Castore e Polluce mi vennero ad aiutare a prendere mio fratello Ciclope, Katniss ci corse incontro spaventata ma sorridente mentre aveva ancora le lacrime agli occhi per tutto quello che era successo.
Intanto vidi che Summer era ancora la davanti alla sua cabina poco vicino alla mia in ginocchio che piangeva ed aveva gettato la spada a terra. In quel momento un altro di quegli uccelli demoniaci di prima le planò parecchio vicino mentre cercava di afferrarla con gli artigli metallici che si ritrovava, ma un ragazzo le corse incontro e la fece spostare appena in tempo.
-Lasciami stare!- urlò lei.
Era lo stesso figlio di Afrodite che avevo salvato prima, ora senza elmo e con uno sguardo particolarmente triste.
-Summer!- urlammo tutti quanti dirigendoci verso di lei mentre ancora continuava ad urlare ed a piangere.
-Ehi, quello la ti ha appena rubato il lavoro…- disse mia sorella verso Nico cercando di sorridere, lui la guadò e così andò verso Summer.
La figlia di Zeus era parecchio sconvolta da tutto ciò e non oppose nemmeno così tanta resistenza quando Nico si avvicinò a lei e l’abbracciò per farla calmare.
-Era la nostra casa… ed ora non abbiamo più nemmeno questo!- disse Katniss guardando l’incendio.
-Questo era l’ultimo verso della profezia.- risposi a mia volta sconvolto.
-Non volevo che finisse così, non volevo che nessuno morisse o si facesse male… non volevo…- non la lasciai nemmeno finire di parlare, ma l’abbracciai in silenzio lasciando che anche Katniss per una volta si sfogasse.
 
Non restammo tantissimo in quel modo, sembrava quasi che il casino si stesse calmano, ma ovviamente non era così, la gente iniziava a disperdersi, e proprio mentre abbracciavo mia sorella, vidi Chirone che con Annabeth in groppa e Clarisse lanciavano urli di battaglia contro un mostro in particolare. Era l’unico lestrigone con ancora una cravatta attaccata al collo, che ringhiava e cercava di colpirli. Eccolo, il presunto capo di quella spedizione contro il Campo Mezzosangue, lasciai mia sorella che stringeva ancora l’arco, mentre andava per abbracciarla Travis, e mi diressi dalla mia ragazza tenendo sguainata Vortice.
Superai degli uccelli voltanti che cercarono di prendermi e finalmente mi trovai a fianco di Chirone.
-Oh, bene, finalmente ci incontriamo signor Jackson…- mi disse il mostro.
-Come avete osato attaccare il campo?- domandai quasi retorico mentre in quel momento allora l’ennesimo mostro cercava di attaccarci ma Chirone lo mandava in fumo con una freccia.
-Esattamente così, il mio collega me l’aveva detto che eri un tipo ostinato… comunque penso che quest’attacco basterà per farti cambiare idea e per avere una serie di nuove reclute!-
-MAI!- urlò Clarisse che era sul punto di esplodere di rabbia.
-Ragazzi, arrendetevi ora ed il resto del vostro campo verrà risparmiato, se no continuate a combattere, e morirete combattendo…-
-Preferisco morire combattendo piuttosto che arrendermi a te ed a Urano!- urlai in tutta risposta scattando in avanti per colpirlo. Però era molto veloce, infatti si scansò immediatamente e riuscì anche ad evitare tutti gli altri attacchi degli altri.
-Perfetto… questa è la riposta definitiva?..- disse il lestrigone mentre si toccava un piccolo auricolare all’orecchio –Ragazze venite pure…-
No. Altri nemici davvero non penso che eravamo in grado di contrastarli, specialmente perché avevo capito di chi si trattava.
Un acuto strillo iniziò ad alzarsi dalla foresta, erano voci femminili che conoscevo bene ed ebbi la pelle d’oca per un momento Deirdre era molto altrove, non poteva esserci lei, ma le altre nereidi al suo servizio… beh loro si che potevano.
Tutti quanti sconvolti vedemmo arrivare dai margini del bosco una serie di torce accese con del fuoco greco. Erano bellissime e letali, indossavano delle amature celesti, ed i loro capelli colorati erano adornati con delle perle. Lo facevano apposta.
-Non fatevi ingannare dal loro aspetto, vogliono uccidervi!- urlai ai ragazzi.
Vidi in lontananza un Chris Rodriguez che annuiva e cercava con lo sguardo Clarisse. Ecco questa era realmente la fine.
Dei figli di Demetra vennero accerchiati sotto ai miei occhi e tutti quanti stavamo iniziando a perdere colpi, le frecce scarseggiavano e per ogni mostro che facevo fuori me ne ritrovavo altri tre davanti a me pronti a combattere ed a morire.
 
La goccia che fece traboccare il vaso, penso che fu il fatto che gettarono a terra la statua di Zeus che si erigeva al centro del campo, suscitando un fortissimo frastuono. In quel momento l’ennesima esplosione ci fece sobbalzare ed il fuoco continuava a divampare. Tutto era in fiamme, non potevamo fare niente.
Così, mentre iniziavo a pensare, che forse non potevamo continuare a restare la, un lampo ed un terremoto mi fecero definitivamente perdere l’equilibrio e cadere a terra. La prima cosa che mi  venne in mente in quel secondo, fu che ormai erano riusciti a distruggere completamente le cose, ed io per quanto fossi forte e ben addestrato non riuscivo nemmeno a scalfire quel maledettissimo mostro.
Quando allora stavo riaprendo gli occhi per rialzarmi da terra, mentre tenevo ancora stretta in mano Vortice, fu l’odore di una forte brezza marina.
Lo ammetto, non riuscii a capire immediatamente quello che era successo, era avvenuto tutto molto in fretta. Da che ero a terra, a che vedevo un uomo con un mezzo sorriso in viso, una camicia hawaiana ed un cappellino di quelli da pesca, che mi tendeva la mano come per aiutarmi a rialzarmi.
Mio padre, Poseidone, era la davanti a me che mi tendeva la mano.
Cercai di mettere insieme le idee il più velocemente possibile, ma non riuscivo a capire come mai. Senza pensarci due volte gli strinsi la mano e lui mi tirò in piedi.
-Scusa per il ritardo, Percy, ma Afrodite ci ha fatto perdere tempo perché non sapeva cosa mettere per l'occasione…- mi disse lui facendomi l’occhiolino.
Sorrisi in maniera quasi ebete.
-Nessun problema, ci stiamo pensando noi a loro…-
-Lo vedo, ma non riuscirete mai a sconfiggerli, sono sotto la Protezione di Urano!- esclamò ora con sguardo cupo.
-La Protezione di Urano?-
-Storia lunga, ti spiegherò dopo-
In quel momento Katniss arrivò correndo ed urlando il mio nome, era quasi spaventata, ma la sua faccia divenne ancora più comica quando si rese conto con chi stavo parlando.  Ed ecco che per la prima volta Katniss Gilbert rimase senza parole. Lasciò quasi cadere l’arco ed iniziò a balbettare una serie di cose senza molto senso.
-Katniss, tesoro, sono felice di vederti…- le disse Poseidone allargando le braccia e facendo spallucce.
Mia sorella fece silenzio per un momento e poi scoppiò:
-OH MIEI DEI, CON TANTE OCCASIONI CHE HAI AVUTO PER POTERMI INCONTRARE SCEGLI ESATTAMENTE QUESTA? SE NON LO HAI NOTATO SIAMO IN UNA  BATTAGLIA…- e dopo tutte queste parole corse ad abbracciarlo.
Io ci avevo messo quattro anni per cercare di convincermi ad abbracciarlo, e lei in tre minuti era la fra le sue braccia. Poseidone, ovvimente, ricambiò l’abbraccio e sentii qualcosa nel mio stomaco brontolare.
-Andiamo, Percy, non essere geloso, posso abbracciare pure te se vuoi…- mi disse quello facendomi l’occhiolino. Ecco che mio padre smentiva sempre quello che provavo. Sorrisi e poi finalmente l’abbraccio si sciolse.
Ma solo ora mi guardavo intorno per rendermi conto di quello che era successo, non era arrivato solo Poseidone ad aiutare. Tutti gli Dei Dell’Olimpo erano scesi per salvarci.
In mezzo a quell’ora di mostri misti a ragazze meravigliose che cercavano di farci fuori, c’erano delle figure più luminose di tutti gli altri.
Riuscii a vedere subito Apollo che risplendeva più di tutti, aveva i suoi soliti Ray Ban e stava allontanando suo figlio Micael Yew da una nereide che lo stava per colpire, e nel mentre sorrideva a sua sorella Artemide, che invece, era andata immediatamente ad aiutare Talia. Infatti ora fianco a fianco a lanciare frecce non erano la figlia di Zeus e Luke, ma la Luogotenente delle Cacciatrici e la sua signora. Artemide era velocissima, scagliava tre frecce alla volta e riusciva a colpire altrettanti mostri.
Clarisse invece urlò ancora più forte quando vide arrivare Ares con tanto ti mitra in mano pronto ad usarlo sul primo che si fosse avvicinato più di mezzo centimetro al suo perimetro. I Figli di Ermes erano, invece, riuniti davanti alla loro cabina, molti di loro erano in lacrime perché avevano perso tutto quanto, potevo capire come ci si sentisse, ed Ermes stesso era la insieme a loro ad utilizzare il suo Caduceo in modalità laser contro i mostri (affidò anche a Luke l’uso del suo laser, ma dopo che sfiorò quasi Chris, Ermes capì che era meglio che ci pensasse lui); Afrodite era con Silena davanti alla sua cabina mentre abbracciava i figli e le figlie cercando di non piangere a quella visione (alla fine si era messa un vestito rosa e rosso, non il massimo per una battaglia) ed erano protetti da Efesto, su una gamba sola, ed i suoi figli che cercavano di salvare il possibile dalla Cabina 9. Anche i gemelli Castore e Polluce erano accorsi da Efesto per aiutarlo. La visione migliore fu sicuramente quella di Annabeth. Accanto a lei apparve sua madre, Atena con un’armatura argentea e con la sua civetta che si occupava dei mostri con le ali. Annabeth riuscì a restare seria e concentrata e spiegò rapidamente i piani e le difese alla madre, che li portò fuori dalla loro tenda per combattere, e la cosa rese particolarmente felice la mia ragazza (ovviamente tralasciamo il discorso che mi lanciò un’occhiataccia non appena mi vide, ma la Dea si limitò a far fuori un mostro). La cosa, invece che mi lasciò più senza parole fu che anche Zeus era sceso al Campo. Eccolo la, quasi, da padre premuroso che nel momento del bisogno aiutava la figlia ad alzarsi in piedi. Ma c’era anche Ade e Demetra accanto a lui, uno che parlava con Nico e l’altra che correva da sua figlia a terra.
Quelle erano scene strazianti, non volevo nemmeno pensare che cosa poteva essere successo.
Allora Katniss mi diede un colpo per riportarmi alla realtà, Poseidone ci aveva fatto cenno di avvicinarci con lui verso i suoi fratelli.
-Andiamo, Zeus, che hai intenzione di fare? Hai visto la situazione…- disse mio padre prima ancora di arrivare.
-Ho visto, e non è per niente un buon segno se la Protezione di Urano è già attiva!- rispose in maniera solenne il Dio che nonostante tutto era vestito in giacca e cravatta. Accanto a lui Summer teneva uno sguardo bassissimo.
-Sentite, voi due, se mi avete fatto salire per niente giuro che vi…- iniziò Ade.
-Papà…- tossicchiò Nico guardandolo male.
-Okay, self controll… bene dicevo, che dobbiamo fare qua signori?- domandò Ade scostandosi la sua tunica nera ci osservava a tutti quanti –Oh Jackson, piacere di rivederti, e loro chi dovrebbero essere?- indicando Katniss e Summer.
-Mia figlia e mia nipote, Ade, restiamo concentrati sul da farsi, non hanno come fare e non possiamo di certo lasciarli qua a morire perché si tratta di questo, per ogni mostro che fanno fuori un altro se ne crea, la conosci pure tu la protezione!- esclamò mio padre serio.
-Speriamo che siate più simpatiche dei vostri padri…-
-Papà…- disse nuovamente Nico guardandolo male.
-Ade, farò finta di non avere sentito, comunque, la situazione è critica, hai detto bene Poseidone!- esclamò il signore del cielo. Era possente ed emanava un’aura che anche io riuscivo a percepire, ed i suoi occhi. Con i suoi occhi che racchiudono una tempesta, scrutava tutti quanti, e la cosa mi metteva a disagio, e non solo me.
-Chiamate mia figlia, Atena, voglio chiedere il suo parere…- tuonò allora il Dio.
Ecco, altri occhi che mi avrebbero di certo guardato male.
Non ci mise molto ad arrivare Atena, bellissima e letale con i suoi occhi grigi ed i capelli neri ricci legati, ed ovviamente era accompagnata da Annabeth e Chirone (che sembrava essere ferito ad un braccio)
-Padre…Zii…- disse allora lei chinando leggermente il capo –La situazione è critica, è peggio di quel che pensavamo, non possono reggere un ulteriore attacco e tutto è distrutto qua intorno!- spiegò lei rapida e concisa mentre la civetta le si posava sulla spalla ed  Annabeth stringeva il suo pugnale in mano a disagio.
-Allora è deciso… dovremo portarli via da qui, sul Monte Olimpo!- esclamò quasi tuonando il Dio.
-COSA?- esclamammo invece noi ragazzi a quelle parole.
Chirone fu senz’altro il più confuso infatti rimase interdetto per qualche secondo ma poi si riprese e disse:
-Signori, scusate se m’intrometto, ma mai in tutta la mia vita ho abbandonato questo campo…-
-C’è sempre una prima volta nelle cose amico equino!- esclamò Ade facendo spallucce e mettendo una mano sulla spalla del figlio.
-Stai tranquillo, Chirone, prima vi mettiamo a sicuro, poi penseremo al resto..- disse Atena ora comprendendo i suoi pensieri e le sue preoccupazioni –Allora è deciso… raduniamo tutti quanti e li portiamo via!-
-Perfetto... – esclamò Poseidone ora guardando me e Katniss –Ragazzi, prendete più persone possibili, cercate di salvare chi potete!-
Annuii di scatto e guardai mia sorella che a sua volta guardò l’amica che era accanto al padre con lo stesso sguardo serio ora.
Zeus e Summer si scambiarono allora un rapido sguardo s’assenso e Summer si unì a noi nella ricerca di ragazzi.
-Mhm… quindi anche io devo aiutare? Va bene, su figliolo, vai anche tu a salvare i tuoi amici, lo capisco che è quello che vuoi…- ribadì Ade verso Nico che iniziò a correre –Ammetto che le vostre figliole non sono male… ma da dove possono aver preso?-
-ADE!- dissero in coro Poseidone e Zeus che iniziarono anche loro a combattere.
 
La cosa non fu affatto semplice, era difficile trovare i ragazzi in mezzo a quel caos, tutti che combattevano, ma fortunatamente molti riuscivano ad arrivare dai propri genitori divini. L’unico intoppo si ebbe quando Summer e Kat aiutarono un figlio di Apollo e lo riportarono al Dio che quando le vide iniziò a dire:
-Wow, e voi due chi siete? Apollo il Dio del sole ed un mucchio di altre cose, qui per servirvi, bellezze!-
Ed il tutto chiuso da un elegante baciamano verso le due che iniziarono a ridere nervosamente.
-Apollo, non è il momento di flirtare con nessuno – lo rimproverò Artemide poco lontana da lui.
-Sorellina, mica sono tue cacciatrici…- rispose lui ghignando.
E la ovviamente Artemide iniziò una filippica su quanto fosse un bambino, su come non sapeva mettere a fuoco le priorità e cose così. Ma ovviamente Apollo le rise in faccia ed andò dai suoi ragazzi.
Il resto degli Dei, invece era riuscito a fare tutte cose radunando il resto dei figli, anche se tutti continuavano a combattere cercando di tenere lontani i mostri.
Finalmente con mia sorella, mezzi distrutti tornammo da Poseidone, che era già con Tyson e ci avvicinammo a loro.
-Allora come funziona ora? Okay Percy mi ha spiegato che l’Olimpo si trova sull’Empire State Building, ma come ci arriviamo? E’ anche vero che c’è un ascensore che ci porta al seicentesimo piano e che la dentro mettono canzoncine tipo “Stain alive”? Cioè al massimo voglio che tipo mettano qualcosa come “Gamnam Style” …- ecco che Kat iniziava a sommergerlo letteralmente di domande.
Poseidone sorrise.
-Non sono sicuro della musica nell’ascensore, comunque ora lo vedrai con i tuoi occhi, e mi sa che dovrò riaprire il mio palazzo sull’olimpo!-
-Oh perché dove vivi tu di solito?-
-Io vivo nel fondo dell’oceano!-
-Posso confermare…- ammisi sorridente, ma il ricordo di quella gita sottomrarina insieme a Tritone ed Anfitrite mi fece quasi stare male.
-Quindi tipo la Sirenetta? Oh Miei Dei, che meraviglia!- esclamò mia sorella entusiasta.
Nostro padre sorrise ancora ed aggiunse:
-Qualcosa di simile, ora però state fermi e tranquilli qui che a momenti dobbiamo andare…-
Eravamo in posizione, al centro c’erano gli Dei ed intorno ad ognuno di essi quanti più figli possibile.
Insieme a Nico c’erano Chris ed i fratelli Stoll che avevano deciso di andare a conoscere Ade, mentre insieme a Zeus ed a Summer due figli di Apollo ed uno di Atena, eravamo realmente pronti a lasciare il campo, lasciare la nostra casa.
Non ci avrei mai creduto se non lo avessi visto con i miei occhi, se questi mostri non erano sotto la Protezione di Urano sarebbe stato diverso… Avrei dovuto abbandonare la mia casa, e questa era la cosa che più mi faceva star male, guardai il viso di mia sorella, che nonostante tutti i sorrisi che faceva non smetteva di guardarsi intorno tristemente.
 
Quando fu il momento sott’ordine di Zeus in un momento di relativa calma una serie di lampi e di nuvole colorate iniziavano ad avvolgere gli Dei per poi svanire lasciando il vuoto dove fino a poco prima si trovavano. Fu il nostro momento allora e poi una nuvola di fumo ci avvolse  chiusi gli occhi. La sensazione fu stranissima, infatti quando li riaprii allora ero disteso a terra semi dolorante con Tyson che mi schiacciava una gamba e Katniss il braccio. Ero appena arrivato sul Monte Olimpo.

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Capitolo 19
*** Ade trova delle idee "grandiose" ***


Ancora non riuscivo a credere ai miei occhi, ma riconobbi i lavori in corso che c’erano al momento ai vari tempi che ho quasi distrutto insieme a Luke lo scorso anno. Molti erano sorpresi, ma nessuno poteva essere rimasto a bocca aperta quanto mia sorella e gli altri ragazzi arrivati quell’anno. Intimai molto poco gentilmente a Katniss di alzarsi dal mio braccio perché iniziava a farmi male.
-Wow, non ci credo… cioè, siamo sull’Olimpo?- domandò quella alzandosi di scatto mentre si toglieva la terra dai vestiti. Eravamo arrivati esattamente fuori dal luogo in cui si riuniva il consiglio degli Dei, in un ampio giardino. Intanto le ninfe iniziavano ad avvicinarsi per aiutarci, e Poseidone non smetteva di sorridere mentre vedeva le reazioni di mia sorella e degli altri ragazzi alla vista di quel posto.
-E’… l’Olimpo!- esclamai ora amia volta alzandomi e mettendomi accanto a lei, per la prima volta da quando eravamo partiti aveva l’aria felice.
-Che l’anno scorso avete quasi distrutto… precisiamolo!- sentii la voce di Ade arrivare alle mie spalle con una sorta di ghigno malefico stampato sul volto.
Intanto Nico era l’unico che era riuscito ad arrivare in piedi, realmente, tutti quanti gli altri ragazzi erano finiti a terra l’uno addosso all’altro. Non smettevano di parlare e di ridere. L’unico un poco meno scherzoso era Zeus, ma questo era normalissimo. Summer si stava rialzando ed aiutava ad alzarsi anche i ragazzi che erano andati con loro, sorrideva, ma non sembrava essere al settimo cielo.
-Ci siamo tutti quanti?- domandò serio il signore degli Dei sistemandosi il competo in giacca e cravatta.
Svariati “Si” arrivarono dai vari Dei, ma controllando bene erano tutti la sani e salvi, i ragazzi che si facevano aiutare dalle ninfe e Dei tipo Apollo che sistemavano il ciuffo scombinato dal viaggio o Afrodite la gonna.
-Ottimo, allora, possiamo anche recarci nella sala per il Consiglio in sessione straordinaria!- proclamò allora Zeus guardandoli uno ad uno –E voglio che siano presenti anche i ragazzi di quest’impresa, ed anche i rispettivi capocabina giù al Campo, dobbiamo iniziare a dare nuove direttive!- in quel momento mise una mano sulla spalla di Summer ma la tolse velocemente per poi voltarsi ed iniziare ad andare verso la sala dei Troni.
Mio padre non poté fare a meno di sorridere ed iniziò ad avviarsi anche lui verso la sala, seguito da tutti gli altri Dei che iniziavano ad assumere le loro forme giganti.
Così fui raggiunto in men che non si dica da Annabeth, ma Atena mi lanciò un’occhiata fulminante… la lasciai andare avanti insieme a Katniss mentre attendevo gli altri ragazzi che si avvicinavano leggermente alla porta della sala per origliare, ovviamente gli Stoll erano in prima fila ghignanti.
Mia sorella era davanti a tutti seguita dalla sua amica Summer, ed insieme ad Annabeth si avvicinavano al centro della sala.
Gli Dei ripresero le loro comuni pose sui loro rispettivi troni, così iniziai ad avvicinarmi a loro.
Quando tutto e tutti erano a loro posto, il signore del cielo si schiarì la voce dicendo:
-Ottimo, tralasciamo i discorsi di presentazione e benvenuto, già vi conosciamo…- tagliò corto lui capendo che forse c’era il problema che qualcuno non si ricordava di tutti quanti.
-Allora, Katniss, se non sbaglio l’impresa era stata affidata a te…- iniziò mio padre guardandola. Eravamo tutti quanti schierati al centro della sala.
-Si…- ribattè lei.
Una volta tanto sembrava aver perso la sua solita faccia tosta, almeno con mio padre, ed almeno in questi primi tre minuti di riunione.
-Allora, diteci cosa è successo di preciso…- la invitò Zeus a parlare.
-Okay, ammetto che mi ero nascosta nell’armadio, ma l’impresa l’ho ottenuta lealmente, mi sono proposta e… e sono partita con loro, anche se all’inizio non li volevamo con noi..- aggiunse indicando me, Grover, che tremava, e Nico –Però ci hanno dato una mano, prima sull’autobus del terrore con i lestrigoni, gli stessi del campo, poi con le nereidi che ci inseguivano, poi siamo scappati e siamo finiti in un App Store, ma era un covo dei lotofagi, poi siamo usciti di la volando grazie a Sum... e poi ci hanno presi, cioè Urani.. voglio dire Urano ci ha catturati!- disse tutto d’un fiato lei senza spiegare bene.
-Cosa? Chi ha fatto volare chi?- domandò ora Apollo in quel momento abbassandosi gli occhiali da sole mentre ci squadrava con un sorriso.
Tutti quanti indicammo Summer che arrossì e poi ci guardò male.
-Me l’ha detto Annabeth come poter fare… io ci ho provato ho cercato di controllare le correnti d’aria…-
-Giusto, perché applicando una spinta uguale e contraria al vostro peso, potevate rimanere sospesi in aria, ottimo lavoro figlia mia!-
Zeus ci guardò quasi sorpreso inarcando un sopracciglio.
-Non male considerando il fatto che hai saputo di tutto questo in meno di un mese…- rimasi particolarmente colpito da quelle parole mentre si toccava la barba ma poi tornò serissimo e disse –Ditemi di Urano, invece!-
Questa volta tutti indicarono me ed allora feci un passo in avanti dicendo
-E’ tornato…-
-Molto perspicace da parte tua Jackson, come se non l’avessimo già capito!- esclamò Ares dalla sua poltrona mentre mi osservava ghignando.
-Già… è in forze ed abbiamo parlato, è deciso a venire qua per riprendersi il suo trono!- spiegai ignorando le risatine dei fratelli Stoll dietro.
-Tipico di quel vecchio…- ribatté allora Dionisio in fondo alla sala –Tipico di tutti quanti!-
-Quindi quello che avevi visto tu, Apollo, era vero!- disse mio padre rivolto verso Apollo che era più interessato che mai all’argomento.
-Tutto quello che dico io si avvera, in duemila anni ancora non l’avete capito?- chiese quello quasi esasperato alzando le braccia al cielo in un gesto plateale –Devo comporre un haiku…-
-No… hem, voglio dire, si tu pensaci Apollo, e noi sbrighiamoci a chiudere questo consiglio prima che inizi!- disse invece Ermes che aveva iniziato ad usare il suo caduceo in versione cellulare.
-Concordo con Ermes, vi prego evitiamo le poesie!- aggiunse Artemide lanciando un’occhiataccia al fratello che già era intento a parlare fra se e se facendosi i complimenti da solo per come era riuscito in una rima.
Tornai con lo sguardo a mio padre che era seduto sulla sua sedia da pesca mentre ci osservava attentamente.
-Quindi: Urano e tornato e la sua protezione è attiva, il vostro campo è stato distrutto e voi ora siete qua sull’Olimpo, diciamo che siamo in fase d’allerta!- spiegò Zeus serio.
-I ragazzi saranno costretti a rimanere.. qua, sull’Olimpo.. insieme a noi?- domandò quasi timidamente Era mentre si accarezzava il vestito quasi con fare materno, era la prima volta che la sentivo prendere parte ad una delle discussioni in quella sala.
-Si… i ragazzi devono rimanere qua, non potevamo di certo lasciarli al campo…- ribatté Ade da in fondo alla sala attirando l’attenzione su di se –Per quanto io possa risultare… come dire, il cattivo della situazione, ho un cuore ed ho un figlio che teneva al campo quanto i vostri dolci pargoli, quindi si i ragazzi andavano salvati, ecco perché mi sono unito alla causa!-
-Com’è dolce da parte tua Ade, mostrarci questi sentimenti, non è che ti sei rammollito un poco da quando vivi con Persefone?- domandò sghignazzando Ares.
-Sicuramente molto meno da quando tu accompagni in giro Afrodite? Cioè siete diventati i nuovi BFFE?- chiese ironico il dio dei morti.
Nico voleva seppellirsi dalla vergogna per le parole di Ade, io e gli altri invece cercavamo di trattenere le risate.
-Zio Ade, ti prego, non siamo qua per prendere in giro Ares, cioè lo sappiamo tutti che è un poco al di sotto della media per quanto riguarda il livello intellettivo…- intervenne Atena con il suo solito tono pacato e con i suoi occhi grigi che cercavano di far ragionare gli Dei.
-Si appunto non siamo qua per.. ehi mi hai offeso con uno dei tuoi soliti giri di parole?- scattò Ares.
-Direi di si, ma non importa, Ade ha ragione noi è come se fossimo BFFE..- aggiunse Afrodite con il suo solito tono gentile e pacato.
-Ma che diavolo vuol dire BFFE?- chiese ora Efesto abbastanza confuso quanto tutti noi.
-Best Friends For Ever!- esclamò Afrodite raggiante.
-Ecco ho trovato “Salvo i ragazzi, in cielo e terra, e batto il Nonno”-
-E’ di sei l’ultimo verso…- lo corresse subito Artemide alzando gli occhi al cielo –E poi il “Nonno” per chi sta?-
-Urano ovvio! Non dobbiamo sconfiggerlo? Si… lui non è nostro Nonno? Si... quindi Batteremo il nonnetto!- spiegò Apollo ora ridendo soddisfatto.
Ecco a quelle paroleio e gli altri iniziammo a ridere, ma anche gli altri Dei fecero dei sorrisetti qua e la. Katniss a momenti crollava a terra dalle risate e si reggeva a Summer che era messa quanto lei. Annabeth cercava di trattenersi perché c’era sua madre che la guardava ed io dopo un poco tornai normale. Anche Apollo rideva compiaciuto della sua opera.
-Ma sono sempre così queste riunioni?- domandò Katniss ad alta voce.
-SI!- esclamarono gli Dei esasperati in coro.
-Signori, siamo qui per discutere di questioni importanti, non certo per prenderci in giro o per scrivere poesie, tornando a noi… i ragazzi devono alloggiare qua sull’Olimpo da qualche parte!- lo sguardo di Zeus si posò immediatamente su Ermes, lui accoglieva i viandanti e cose simili, ma come avrebbe fatto con cinquanta semidei?
Quello tossicchio e si appoggiò allo schienale della poltrona dicendo
-Sarebbe un vero… piacere… poter ospitare tutti i ragazzi, però al momento ho centinaia di scatoloni ovunque a causa di una serie di merci che ancora non ho spedito, non avrei dove metterli!- spiegò immediatamente lui mentre dal suo cellulare sentii due voci dire “E’ vero ha ragione…” “E’ abbastanza sfaticato in questo periodo, non mi porta nemmeno i ratti” “Zitto George, sono in riunione” “Ma hai parlato per prima tu!”
-Cos’erano quelle voci?- domandò allora Summer verso di lui abbastanza colpita.
-Soltanto George e Martha!- rispose lui con un sorriso andando a mettere la vibrazione.
-Uh, sembravano simpatici!- aggiunse mia sorella.
-A te tutto sembra simpatico, merluzzo!- dissi verso di lei.
-Signori, lasciate che vi salvi dalla situazione ancora una volta…- disse nuovamente Ade sorridente, era abbastanza inquietante –Nonostante io sia costretto a vivere nel Tartaro per controllare tutte le anime e bla bla bla… vi ricordo che anche io ho un palazzo qua sopra!-
-Anche io, Ade hai proprio ragione, io posso continuare a vivere ad Atlantide, e così i ragazzi possono andare nel mio palazzo che è pressoché vuoto!- esclamò allora Poseidone balzando in piedi e sistemandosi il suo cappello da pesca.
-Io invece pensavo di venire a vivere qua sopra io e mandare i ragazzi giù al tartaro a fare compagnia alle furie, ma la tua idea fratello penso che piacerà di più!- esclamò Ade ghignando.
-Tipo simpatico tuo padre!- disse di soppiatto mia sorella a Nico.
-Uh, non sai quanto!- disse quello sorridendo.
-Io penso che dicesse sul serio…- ammise Summer.
-Io penso pure!- esclamai a mia volta la in mezzo.
Un colpo di tosse allora ci fece tornare in silenzio, in fondo gli Dei stavano decidendo della nostra sorte… come sempre.
-Quindi voi sareste disposti ad ospitare i ragazzi? Perfetto allora, le cose si sistemeranno, ma badate bene le attività che facevate al Campo non finiscono di certo qua, dovrete continuare ad allenarvi, e tu Dionisio dovrai continuare a controllare che svolgano un ottimo lavoro, anzi farete anche qualche lezione speciale con qualcuno di voi!- disse Zeus serissimo andando ad indicare gli Dei che annuirono.
-Yuppie… che meraviglia, e dire che speravo si potessero prendere un periodo di riposo!- disse ironico Dionisio sbuffando.
-No niente riposo, già sono abbastanza rilassati perché hanno battuto Crono, devono rimettersi in forma, domani mattina sveglia alle sei, corsetta veloce intorno alla montagna, poi allenamento con la spada di mattina, attraversata del ponte della morte per pranzo…-iniziò a vaneggiare Ares trascrivendo queste attività su un foglio di carta che ha tirato fuori dalla tasca.
-Sono tutti tuoi, Ares!- esclamò Dionisio sognante.
-Niente cambi, al massimo allenamenti speciali, ed adesso direi che è tutto!- sentenziò ora Zeus allargandosi il nodo che aveva alla cravatta.
Ecco che avevamo finito…. Almeno così pensavamo.
Scambiai un rapido sguardo con gli altri, dopo tutto quello che ci era successo, forse questa era stata la notizia migliore della giornata.
Mio Padre già si era iniziato ad alzare.
-Perfetto, allora posso dire che il Consiglio di oggi è a…- ma Zeus non riuscì a finire la frase perché qualcuno si alzò in piedi e disse con voce parecchio stridula.
-NO! Non possiamo concluderla così!- era Afrodite. I capelli, che al momento mi sembravano biondi, le ricadevano sulle spalle in ordinati boccoli, così catturò su di se tutta la nostra attenzione (qualcuno, non faccio nomi ma dico solo che ha gli zoccoli, si mise pure a sbavare)
-Cosa? Perché mai questo No, mia cara?- domandò il signore degli Dei verso di lei.
-Nessuno se ne ricorda? Davvero nessuno di voi?- domandò ora quella alzando le spalle guardando gli Dei uno ad uno.
Non avevamo idea di quello che volesse dire Afrodite, ma sembrava alquanto dispiaciuta nell’aver appreso quel fatto.
-Cosa dovremmo ricordarci, Afrodite?- domandò allora Artemide cercando di non sbuffare troppo davanti a lei mentre si scostava i capelli dietro il suo cerchietto argentato.
Quella allora con gesto melodrammatico avanzò verso di noi, e la cosa non poteva che metterci a disagio, almeno a me.
-Vi ricordo che l’ultima volta che tutti i semidei si sono ritrovati riuniti sull’Olimpo è successo qualcosa d’importantissimo…- iniziò a dire lei con un sorrisetto.
-Hanno combattuto contro Crono, forse?- chiese Atena abbastanza sospettosa.
-No, quello è stato un caso... io intendo dire, l’ultima volta che siamo stati noi stessi ad andarli a prendere, senza nessun’auto invito da parte loro!- esclamò allora la Dea dell’Amore iniziando a passeggiare avanti ed indietro mentre faceva ondeggiare il suo meraviglioso vestito.
-Hanno composto un poema in nostro onore?- domandò Apollo, ma chiaramente non era così.
-Andiamo, ragazzi, cercate di ricordare… è stato un vero e proprio evento… ed è avvenuto moltissimi anni fa quando ancora eravamo in Grecia, e Crono aveva spazzato uno dei loro maggiori Campi!- ammise quella sempre sorridente, man mano che ci girava intorno vedevo a tratti i suoi capelli cambiare sfumatura di colore, proprio come l’abito e poi si fermò accanto a me e mise una mano sulla mia spalla e su quella di Nico.
-Ti prego, Afrodite…penso di avere capito, e già ti dico No!- intervenne la Dea della saggezza alzandosi in piedi mentre i suoi boccoli scuri le ricadevano sulle spalle.
-Afrodite, ti prego spiegaci pure...- disse invece Zeus stranamente calmo verso la dea.
-Il Ballo!-
Ecco che quella parola mi aveva appena fatto venire un ictus. Mi fermai istintivamente, penso che smisi anche di respirare per qualche secondo, e poi finalmente ebbi il coraggio di alzare lo sguardo verso Zeus che aveva abbassato la faccia disperato quasi.
-Già… me l’ero completamente dimenticato del ballo…- ammise lui.
-Che COSA? Ballo? Ehi questo non c’era nei piani!- esclamò mia sorella allarmata da quelle parole esattamente quanto me.
-Andiamo Afrodite è avvenuto migliaia di anni fa l’ultima volta…- disse invece Atena serissima.
-Appunto perché è stato un evento importantissimo, non possiamo non rispettare queste tradizioni, e lo sai bene pure tu. E’ un evento importante il fatto che tutti quanti siamo riuniti qua… e quindi dobbiamo fare questo Ballo!- disse Afrodite euforica mentre sorrideva ammaliante.
-Su questo hai assolutamente ragione, mia cara… però non so, come dovrebbero prenderla i ragazzi!- mugugnò il divino.
-Male…-
-Molto male!-
-Io non sopravvivrei!-
-Sono tutte sciocchezze, ricordate l’ultima volta che cos’è successo? E’ stato divertentissimo e stupendo e meraviglioso… ed adesso che abbiamo molte più possibilità... ti prego Zeus!- fini con l’implorare, Afrodite mentre si avvicinava con uno dei suoi finti sguardi tristi.
Zeus sbuffò, ma chiaramente nemmeno lui era del tutto immune alle sue parole.
-D’accordo, votiamo… se raggiungiamo la maggioranza, il ballo si farà!-
Quella saltò dalla felicità e poi si andò a sedere al suo posto.
Perché quella votazione mi metteva più ansi di quando dovevano votare per la mia vita o per la mia morte?
-Allora votiamo…. A turno diremo se siete d’accordo o meno se fare il Ballo!-
Ed ecco che iniziò la votazione. Mia sorella mi stringeva la mano fortissimo, non so se volesse che si faceva il ballo o no, non si era ancora espressa. Summer era invece completamente contraria.
-Era?- domandò quello curioso.
La dea scosse le spalle e disse secca.
-Per me è indifferente, al momento mi astengo dal voto!-
-Io voto no, è una perdita di tempo!- sentenziò Atena.
Zeus fece spallucce e poi si rivolse verso Afrodite che saltò in piedi dicendo.
-Io sono per il ballo!-
-Anche io ci sto…- sentenziò Apollo con un sorriso a trentadue denti mentre si metteva gli occhiali da sole –Posso indossare la mia nuova giacca e sperimentare la nuova consolle… ovvio!- e finì alzando i pollici.
Poi fu il momento di Dionisio che non appena ci vide in difficoltà disse:
-Mhm… festa… quindi se il ballo si farà, saranno tutti vestiti… eleganti!-
Dionisio sottolineò la parola “eleganti” ed ebbi un brivido lungo la schiena.
-Si certo, li porterò io stessa a fare compere!- aggiunse Afrodite sorridente.
-Andata, io voto per la festa!-
Maledetto Signor D, quando poteva mettermi i bastoni fra le ruote lo sapeva fare benissimo.
-Ottimo, siamo a due contro uno… prossimo!-
Era il momento di Ermes, quello era invece intento a giocare con il cellulare così quando gli fecero la domanda lui disse:
-Mhm Festa? Ricordo che l’ultima volta che abbiamo avuto una festa mi sono preso mezza giornata libero dalle consegne… io voto di si, ho bisogno materialmente di riposo!- sentenziò il Dio continuando scrivere con il cellulare.
No… non potevano farci davvero una cosa simile.
Quando fu il momento di Ares ed Efesto bastò il semplice sguardo inquisitorio di Afrodite per convincerli a dire di si alla festa.
Artemide si oppose, invece, perché diceva che non avrebbe fatto bene alle sue Cacciatrici.
-Ade, tu cosa vuoi fare?- chiese Zeus, anche se aveva già capito l’andazzo della situazione.
-Io? Oh beh…sembrerà strano, davvero, ma ci sto, ora voglio vedere come se la cavano con un ballo e con lo shopping!- disse quello sorridendo.
Era una maledizione bella e buona.
-Cosa, tu sei a favore di questo Ballo?- domandò ora Demetra alquanto scettica verso di lui.
-Si… sono a favore!-
-Forse ha davvero ragione Ares, da quando stai con mia figlia ormai non vi riconosco più…- commentò quella austera.
-Andiamo donna, se voti a favore della festa.. giuro che... ti farò scendere più spesso e mangeremo più cereali e… e li darò anche a Nico, hai ragione è deperito!- disse Ade indicandolo.
-Ehi, non sono deperito!- commentò secco Nico.
-Mhm quindi dici che potrei scendere di più? Interessante….-
-E potrai anche usare tutti i fiori che vuoi per addobbare la sala ed il giardino!- aggiunse Afrodite dall’altro lato della sala per comprarsela.
Demetra allora annuì esibendo un sorriso.
-Ecco io e la donna ci stiamo e quindi… penso che abbia vinto il ballo?-
-Poseidone?- domandò Zeus ormai appoggiato allo schienale abbastanza sfatto da tutto questo.
-Direi che non è una cattiva idea vedere i miei figli vestiti un poco meglio ogni tanto!- Pure lui, ci si metteva pure lui a farmi questi stupidi scherzi.
Oh si perché continuavo a sperare con tutto me stesso che si trattasse di uno scherzo, che non dovevamo vestirci ne niente.
-Bene.. il consiglio ha deciso, il Ballo si farà, ma in fretta, vi prego, nel giro di qualche giorno vorrei tornare alla normalità!- esclamò serio Zeus.
-Si tranquillo, ho già tutto in mente, luci, musica, addobbi, fiori, oh si Demetra, dovrai aiutarmi, e per te Atena ho già in mente un abito spettacolare che s’intona con i tuoi occhi!- disse Afrodite saltando dalla gioia.
-Perfetto, ma Afrodite… non esagerare, ti prego, ora prima che qualcun altro abbia qualche geniale idea… Potete andare!-
Ovviamente Afrodite non lo stava ascoltando più da un pezzo e si era scapicollata fuori dalla sala per cercare di iniziare a preparare le cose, lo sappiamo tutti che avrebbe esagerato aveva negli occhi quella vena di follia che colpisce le donne quando hanno qualche incarico del genere.
 
Il tempo necessario che tutti si disperdevano e noi uscimmo dalla grande sala dei troni con delle facce sconvolte.
I fratelli Stoll furono i primi che ci vennero incontro con delle facce assurde.
-Quindi è vera?-
-La storia che stanno iniziando ad organizzare un ballo? Afrodite è uscita da li esaltata…-
Annuii cupo, mia sorella, Summer ed Annabeth erano ancora sotto shock per tutta la discussione.
-Quindi è vero! Finalmente le cose iniziano a migliorare, faremo un ballo!- esclamarono in coro Silena e Kevin tutti e due esultanti, Charlie lo era un poco di meno, ma comunque veder felice la sua ragazza lo rendeva felice.
Poco dopo uscirono anche Ade che parlava con Nico e mio padre che rideva alla conversazione.
-Dimmi che non dovrò realmente mangiare i cereali… dimmelo…. Dimmelo ti prego, inizio ad avere gli incubi!- gli continuava a ripetere il figlio.
-Nico, figlio mio, devi imparare che per ottenere qualcosa ogni tanto si deve pur mentire… e poi morivo dalla voglia di mandarvi a fare Shopping con Afrodite… mi sembra una più che giusta punizione per tutto! Ora andiamo al castello…-
Ci dirigemmo fra le domande generali ai due Dei verso i loro palazzi, erano in fondo alla collina dove sorgeva la sala del trono. Da un lato della strada c’era un tempo completamente in marmo, alto, con delle scanalature nella pietra sul celeste, conchiglie disegnate un poco ovunque ed una grandissima statua di mio padre davanti. Sembrava la nostra cabina del campo, solo più grande e più maestosa, ma le decorazioni e tutto erano simili. Dall’altro lato era come se si erigesse una fortezza vera e propria con tanto di torri di guardia ed un fossato. In pietra nera si erigeva il palazzo di Ade, che aveva ben chiamato Castello.
-Wow, sembra la fortezza di Harrenal!- commentò Summer a bocca aperta.
-Se non Hogwarts… o anzi… Castel Granito!- aggiunse Katniss, mentre non sapevo di che parlassero.
-Certo magari quello di Demetra è dei Tyrell, quello di tuo padre invece è dei Greyjoy e mio padre è Baratheon… ma non Robert… quello è il Signor D, lui è Stannis…-
-Uh si e Apollo è Renly… aspetta ma così voglio un Cavaliere di Fiori, ed invece noi abbiamo solo loro...- commentò Katniss disperandosi mentre abbracciava l’amica ed indicava me ed i ragazzi.
In quel momento passò Afrodite sorridente che si dirigeva al suo palazzo e ci disse sorridente:
-Ragazzi, riposatevi per bene che domani andiamo a fare Shopping!-
Mi scambiai una veloce occhiata con Annabeth e capii che non avevamo scelta.

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