dreams can be true, just believe.

di smolderseyes
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** l'inizio di un bellissimo sogno. ***
Capitolo 2: *** 'il ragazzo dagli occhi verdi' ***
Capitolo 3: *** e se fosse amore? ***
Capitolo 4: *** lui e lei. ***
Capitolo 5: *** amore e tradimento. ***



Capitolo 1
*** l'inizio di un bellissimo sogno. ***


Lucia è una ragazza normalissima. Per normalissima intendo che anche lei, come credo tutte, non aveva grande autostima di sé, non si credeva mai abbastanza per gli altri anche se in realtà era bellissima. Frequentava la seconda liceo e quella mattina aveva programmato di alzarsi quindici minuti prima per ripassare latino dato che l’avrebbero interrogata in prima ora. Dopo essersi preparata, indossava un paio di jeans, una maglietta con la scritta ‘don’t give up’, prese di corsa lo zaino e uscì di casa abbastanza frettolosamente, voleva riuscire a prendere l’autobus abbastanza presto così da arrivare prima a scuola e ripassare. Si lo so che Lucia potrebbe sembrare un po’ troppo fissata con lo studio ma quell’interrogazione avrebbe deciso un bel po’ di cose, infatti se fosse andata bene non avrebbe avuto il debito, ciò significava un’estate libera da impegni ma soprattutto poter accettare quella proposta della zia di andare a stare con lei due settimane a Londra. Arrivò quella fatidica prima ora e arrivò anche il momento dell’interrogazione. Passata l’ansia iniziale andò bene e non appena la prof le comunicò che era riuscita a recuperare un sorriso le invase il volto, le brillavano perfino gli occhi dalla gioia. Poteva partire, poteva andare a Londra la città dei suoi sogni. Passarono circa due settimane, le scuole finalmente si erano chiuse, le valige erano pronte e anche il biglietto per partire era stato comprato. quella stessa mattina avrebbe preso il volo delle nove e trenta. Entro mezzogiorno sarebbe stata a casa della zia. Non ci poteva credere, ancora non riusciva a crederci che stava per realizzare il suo sogno. La mamma però l’aveva avvertita che non avrebbe potuto passare le sue giornate a visitare la città, avrebbe dovuto aiutare la zia come cameriera nel suo bar. Questo a Lucia non dispiaceva affatto: avrebbe potuto fare nuove conoscenze e con i soldi delle mance levarsi qualche sfizio.
Il viaggio sarebbe durato circa due orette ma la musica l’avrebbe fatto durare un attimo. Si, Lucia amava la musica, ogni genere di musica ma i suoi artisti preferiti erano gli One Direction, una band nata da poco che in pochi conoscevano ma che lei amava. All’aeroporto londinese la aspettava la zia impaziente di riabbracciare la nipotina che non vedeva da tanto. Dopo saluti, abbracci e qualche lacrima di gioia le due si incamminarono verso casa. Il tempo di disfare le valige, mangiare un boccone che Lucia era già fuori di casa. Voleva vedere quella città che tanto aveva sognato, per cui aveva riempito le pareti della camera di poster; sapeva però che quella sera avrebbe già iniziato a lavorare e quindi non doveva attardarsi troppo. Mentre stava contemplando una vetrinetta assai strana in cui c’erano delle piccole statuette del Tower Bridge assai deformate, guardò l’orologio. Era tardissimo, doveva correre. A quell’ora però le strade erano diventate caotiche, piene di gente e ogni due per tre Lucia rischiava di inciampare o cadere addosso a qualcuno. Arrivò a casa tutta sudata ma solamente con qualche minuto di ritardo. Dopo una supersonica doccia, indossò l’uniforme (una maglietta rossa abbinata con un paio di jeans neri abbastanza attillati da indossare con un grembiule bianco) e uscì di casa. Il bar si trovava a pochi metri da casa e non fu difficile trovarlo. La zia le spiegò che il suo compito era quello di andare dai clienti e chiedere cosa desideravano consumare, le raccomandò soprattutto di farlo con molta gentilezza anche se il suo interlocutore sarebbe stata la persona più sfacciata del pianeta. Iniziò il turno e tutto sembrava filare liscio finché vide entrare un gruppo di tre ragazzi che non si sarebbero potuti definire ‘un bell’esempio’. Quando chiese cosa volessero ordinare questi le risposero in malo modo e la iniziarono a prendere in giro. Lucia non riusciva a sopportarlo ma ricordandosi delle parole della zia cercò di mantenere la calma e chiese nuovamente cosa volessero ma non ottenne risposta, solo insulti. Intanto da una porta sul retro un ragazzo dai capelli castani e gli occhi verdi era entrato nel locale e si era seduto al bancone, aveva visto tutta la scena dall’inizio. Quando i ragazzi incominciarono a urlare pesantemente contro Lucia, il ragazzo castano non poté più rimanere solo a guardare. Si alzò e prese le difese della ragazza, intimò ai tre di andare via dal locale o ‘sarebbe finita male’. Lucia era colpita dall’atteggiamento del ragazzo. riuscì solamente a mormorargli un ‘grazie’ che lui lasciò il locale. Tornata a casa, ripensò al volto di quel ragazzo, le sembrava un volto familiare ma l’aveva visto solo per qualche secondo, non riusciva proprio a capire chi le ricordasse.

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Capitolo 2
*** 'il ragazzo dagli occhi verdi' ***


Nonostante quello che era accaduto poche ore prima, Lucia si addormentò subito, era davvero sfinita. Quella notte sogno quel ragazzo. La mattina si svegliò di soprassalto scossa da quello di cui si era appena ricordata, corse verso la sua valigia e cercò una foto. Quella foto confermava tutto, ecco dove aveva visto quel ragazzo: in una foto dei ‘ragazzi’ (così Lucia era solita chiamare i componenti della sua band preferita), lui appariva sorridente dietro Niall. Aveva letto qualcosa su di lui su un blog, doveva essere il miglior amico del biondo irlandese, le pareva che si chiamasse Simon, no forse Siblon, ah ecco si chiamava Sib. Cioè quello ovviamente non era il suo vero nome, ma ormai tutti lo chiamavano così. Lucia era incuriosita dal sapere il perché di quel buffo soprannome, in realtà tutto in quello sconosciuto l’aveva incuriosita anche solo se l’aveva visto per pochi attimi. Trascorsero le ore senza che niente di speciale fosse successo, arrivò il momento di andare al lavoro. In Lucia si era insinuata la speranza di rincontrare il ragazzo dagli occhi verdi, il cui ricordo l’aveva perseguitata tutto il giorno senza darle tregua. Erano quasi le undici, tra poco il suo turno sarebbe finito e non aveva visto ancora l’ombra di ‘sib’. Beh, si sentiva una stupida ad aver trascorso tutta la sua giornata pensando a un perfetto sconosciuto che aveva fatto solamente un gesto carino, anzi quasi solamente per cortesia e buona educazione. Però c’era stato un momento in cui gli occhi di lei, di un marrone cristallino quasi dorato, si erano incontrati con quelli verdi di lui; in cui, anche se solo per quell’ attimo, lei si era sentita in pace con se stessa. No basta, doveva smetterla di pensarci. Stava quasi per lasciar il blocchetto prendi-ordini sotto al bancone come di consueto, quando dalla porta di ingresso vide una figura alta, magra dirigersi verso di lei. Un brivido le percorse la schiena, era lui. Sib le abbozzò un sorriso, le guance di lei si arrossarono un po’ ma subito gli chiese con un tono di voce gentile cosa voleva ordinare. Gli portò subito quello che voleva e porgendogli quel bicchiere pieno di un liquido semi-trasparente gli mormorò un ‘grazie’ con un movimento delle labbra quasi impercettibile. Lui prontamente le afferrò la mano e la guardo dritta negli occhi, le fece di nuovo quel suo irresistibile sorriso e le disse ‘non c’è di che, erano degli idioti quelli’. Lucia in quel momento si sentiva la ragazza più felice, timida, impacciata, stupida di tutta la Terra. Le batteva forte il cuore, sentiva che il suo viso presto sarebbe diventato come un rosso come un peperone e allora fece l’unica cosa che in quel momento sarebbe stata in grado di fare: regalò un sorriso stupendo e pieno di riconoscenza a sib. Non riusciva però a distogliere il suo sguardo dai suoi occhi e nemmeno a scostare la sua mano dalla presa di lui. Era immobile rapita da lui. Una voce la scosse e la riportò alla realtà. Sua zia la stava chiamando, i clienti appena arrivati erano impazienti di ordinare e si stavano irritando parecchio dato che nessuno li veniva a servire. Lucia mentre si dirigeva a un tavolo poco distante, si voltò verso sib e gli chiese di sfuggita: ‘ci vedremo domani, vero?’. Lui con un movimento delle labbra mormorò un ‘si’ e le regalò, quasi come per salutarla, un sorriso magnifico. Suo malgrado Lucia aveva finito il turno. Non poteva più distrarsi lavorando da quello che era successo quella sera. Non voleva fermarsi a pensare perché se l’avesse fatto, avrebbe iniziato con l’immaginare cose che probabilmente non sarebbero mai accadute, il cuore avrebbe rincominciato a battere all’ impazzata e la raffica delle emozione provate quella sera le avrebbero invaso la testa. Come si può immaginare quella notte, fu una notte passata a dormire per certi momenti sognando ‘il ragazzo dagli occhi verdi’ e per certi altri fantasticando su quello che sarebbe successo tra di loro. Una cosa era certa: domani l’avrebbe rivisto.

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Capitolo 3
*** e se fosse amore? ***


Anche se tra mille pensieri, quella notte passò. La mattina seguente, Lucia fece colazione con una tazza di cappuccino e una fetta di pane tostato anche se non era la tipica colazione britannica che comprende almeno il triplo dell’apporto calorico. Prese la sua borsa a tracolla beige e uscì di fretta. Aveva decisamente bisogno di svagarsi, di liberare la sua testa dai pensieri che per tutta la notte l’avevano perseguitata. Ora che ci rifletteva seriamente quel ragazzo non solo le aveva rapito mente e cuore ma era anche un amico dei ragazzi. Quando realizzò appieno questo, inciampò e quasi non si trovava stesa in mezzo alla strada se una mano stretta attorno al suo braccio non l’avesse trattenuta dal cadere. Quando alzò lo sguardo per ringraziare il gentile passante che l’aveva soccorsa, vide di nuovo quegli occhi verdi. Non era possibile. Come poteva essere di nuovo di fronte a sib? Con tutte le vie di Londra che c’erano aveva una possibilità su un trilione di incontrarlo per strada, eppure eccolo lì, davanti a lei. Era in piedi immobile, con ancora la mano stretta intorno al suo braccio, anche se quella stretta non le faceva per niente male anzi la faceva sentire al sicuro, che sfoggiava uno splendido sorriso. Lucia appena riuscì a riprendersi prima dallo spavento e poi dall’incredulità di quello che stava succedendo riuscì a mormorare un semplice grazie. Sib si mise a ridere. Ma non rideva per finta, con uno di quei falsi sorrisi che la gente sfoggia solo per far piacere a altri, no rideva di cuore. Le disse ‘dobbiamo smetterla di incontrarci così, nei momenti in cui faccio la parte del supereroe che ti salva e tu della ragazza in pericolo’. Anche Lucia, sentendo quelle parole, scoppiò a ridere. Lui le chiese se le andava di andare a bere qualcosa di freddo, dato che si bolliva dal caldo,stranamente. Lei non poté far altro che accettare. In quella buona mezz’ora che passarono in un bar vicino al centro sorseggiando molto lentamente una lattina di the freddo, parlarono di tutto. Lei le raccontò di come fosse riuscita a ottenere che sua madre la lasciasse venire a Londra, degli amici che aveva in Italia e di tutto quello che le passasse per la mente e che a lui interessasse conoscere. La cosa che più la sorprese fu il fatto di sapere che anche lui era italiano. Lui le disse che era venuto qua a Londra a trovare un amico e che sarebbe tornato in Italia per la fine di luglio. Un attimo, lui aveva definito un amico, un semplice amico Niall. Lucia capì all’istante che lui non voleva farsi riconoscere come ‘il ragazzo amico del cantante famoso’ e quindi decise di non fargli domande. Anche se questo le faceva male. Desiderava conoscere tutto dei suoi idoli, desiderava ardentemente incontrarli ma a quanto sembrava ora non poteva parlare di questo con sib. E non aveva la minima intenzione di rovinare quello che si era creato fra di loro rivelandogli di aver scoperto la sua identità. Si perché tra loro era nato qualcosa, dopo quella chiacchierata al bar, lui si era offerto di farle fare un giro turistico di Londra. La cosa la fece un po’ sorridere dato che non capiva come avrebbe fatto lui, turista come lei, a fargli da guida. Sib però la stupì mostrandole di conoscere tutte le curiosità e le stranezze di Londra. Le rivelò poi che lui passava almeno un paio di mesi all’anno lì. In quel suo ‘tour’ Lucia aveva scattato tantissime foto, e molte di queste comprendevano lei e sib che facevano espressioni buffe davanti ai monumenti londinesi. Erano le sei ed era ora di rincasare poiché tra poco Lucia doveva iniziare il suo turno al bar. Lui la accompagnò fino sotto casa. No, era arrivato quel momento. Il momento in cui si sarebbero dovuti salutare. Fu lui a parlare per primo, le disse che se ce la faceva sarebbe passato quella sera al bar. Ma la sua espressione non era molto convincente. Lucia allora gli rispose con un semplice ‘okay’ ma si vedeva che il suo volto esprimeva ansia. Si era in ansia perché non sapeva se l’avrebbe rivisto ancora e lei voleva con tutto il cuore rivederlo. Lucia prese le chiavi dalla borsa e aprì la serratura, stava per dirgli ‘ciao, a dopo’ e lui stava già per voltarsi indietro per imboccare la strada del ritorno, quando si fermò. Si girò verso di lei e le disse: ‘stasera probabilmente non passerò, prima ti ho detto una bugia, volevo solo tranquillizzarti sul fatto che ci saremo rivisti, anche perché l’idea del contrario mi terrorizza’. Lucia era rimasta spiazzata dalla sincerità di quelle parole e agì d’impulso: gli stampò un bacio sulla bocca. Appena si rese conto di quello che aveva fatto si ritrasse arrossendo. Voleva scomparire, e se con quel bacio avesse appena rovinato il rapporto che si era creato tra loro? Se le avesse precluso quella remota possibilità che aveva di incontrare i ragazzi?

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Capitolo 4
*** lui e lei. ***


Aveva tutto il volto rosso. Quel bacio era stato il più bello di tutta la sua vita, le labbra di lui erano calde e carnose e voleva baciarle ancora. Ne sentiva la necessità. Poi realizzò quello che aveva fatto, aveva forse frainteso il rapporto che si era creato tra loro? E se lui la considerava solamente come un’amica? Sib era spiazzato. Quel bacio lo aveva colto di sorpresa. Ma lui per quella ragazza provava un sentimento mai provato prima. Non sapeva bene cosa fosse, ma ogni volta che la vedeva gli batteva forte il cuore, il respiro diventava affannoso e le mani iniziavano a tremare leggermente. Che fosse amore? Dopo quel bacio che Lucia era riuscita a strappare a sib, lei era corsa su per le scale per raggiungere l’appartamento in cui alloggiava che si trovava al secondo piano. Lui non aveva avuto il tempo di fare niente. Voleva urlarle dietro, afferrarla, baciarla di nuovo, gridarle quanto bene gli facesse stare in sua compagnia, ma non fece niente, non ne ebbe il tempo. Quella sera doveva andare al locale, doveva chiarirsi con lei. Mentre si stava avviando verso casa, gli arrivò un messaggio: ‘ho bisogno di te, sto di merda. ti prego corri’. Guardò il mittente: Niall H. Affrettò ancora di più il passo domandandosi cos’altro fosse successo in quella giornata così ‘strana’. Appena aprì la porta dell’appartamento dove il suo amico gentilmente lo ospitava, trovò Niall per terra immerso nelle lacrime. Subito gli domandò il motivo per cui stava così, lui gli disse solo questo ‘Carol’. All’istante sib capì tutto. Carol era una ragazza per cui Niall si era preso una cotta, in realtà se n’era innamorato, lei però abitava a Mullingar, la città natale del bell’irlandese. A causa dei tour e degli impegni che la produzione del nuovo cd comportava, Niall era sempre impegnato con la band, i due si vedevano di rado e ultimamente lei si era molto distaccata da lui. Non si faceva quasi più sentire se non quando rispondeva alle chiamate di lui. Niall spiegò poi a sib che lei l’aveva lasciato, con un sms. Si con un fottuto sms, gli aveva scritto ‘scusa non ce la faccio più a stare con te, è troppo complicata la cosa, addio per sempre’. Sib non poteva andare al locale quella sera. Il suo amico aveva bisogno di lui più di chiunque altro in quel momento, Lucia avrebbe dovuto aspettare. Sperava solo che avrebbe capito. Quella sera sib e Niall decisero di rimanere a casa, ordinare una pizza e finire quel paio di birre che erano rimaste in frigo, insomma di passare una serata tra amici. Verso le dieci li raggiunsero anche gli altri componenti della band: Harry, Louis, Liam e Zayn. Dopo che si furono riuniti tutti la serata passò tra risate, battute stupide e ricordi dei vecchi tempi, alla fine anche Niall si sentì molto meglio. Lucia guardò l’orologio, erano le dieci e dieci. Il suo turno era ormai iniziato da un’ora abbondante e sib ancora non si era fatto vedere. Era stata proprio una stupida a baciarlo. Come gli era saltato in mente? Mentre serviva ai tavoli distrattamente, pensò a cosa avrebbe dovuto fare. Innanzitutto non aveva il suo numero, quindi il chiamarlo era escluso. Anche se probabilmente non l’avrebbe fatto ugualmente. Decise di non fare assolutamente nulla. In fondo se gli interessava qualcosa di lei, lui l’avrebbe cercata. Ne era convinta da quel poco che aveva potuto intuire del suo carattere nelle ore passate insieme. La mattina seguente sib si alzò alle otto e trenta anche se la sera precedente erano rimasti svegli fino alle due del mattino. Non riusciva a dormire, pensava a quel bacio. Ricordava ancora quelle labbra calde accoglienti, il loro splendido sapore. E il profumo della pelle di lei, era come quello che hanno i bambini appena nati. Decise che le avrebbe fatto una sorpresa. Dopo aver lasciato un biglietto all’amico dicendo che usciva per un po’, passò dal fioraio sotto casa e prese un mazzo di rose bianche, i fiori preferiti di Lucia come aveva avuto modo di apprendere il pomeriggio precedente. Appena arrivò sotto al palazzo dove abitava la zia di lei, volse lo sguardo alla finestra che dava sulla strada al secondo piano. Vide, attraverso la tenda di un color pesca, una ragazza che si stava pettinando la folta chioma di capelli e che con piccoli movimenti dei fianchi sembrava stesse ballando sulle note di una canzone dal ritmo piuttosto allegro. Che avesse già dimenticato tutto quello che era successo il giorno prima? Beh questo non gli importava. Prese coraggio e suonò al citofono. Rispose lei. ‘chi è?’ ‘ehy sono sib, scendi un secondo per favore?’ dopo una breve pausa di silenzio Lucia rispose ‘arrivo, solo un secondo’ Dopo qualche minuto sib la vide arrivare giù dalle scale che aveva percorso con un passo spedito anche se un po’ impacciato. Aveva ancora i capelli un po’ arruffati e indossava dei pantaloncini corti di jeans e una maglia abbondante di una tonalità sull’azzurro chiaro. Un brivido freddo percorse la schiena di sib, lei era così bella. Anche se era struccata, anche se il suo viso diceva che non aveva dormito molto per le velate occhiaie che le apparivano in volto. Era bellissima, perfetta. Così decise che l’unica cosa che doveva fare era dirle tutto. Confessarle quello che provava. Così disse tutto di un fiato: ‘scusa se ieri me ne sono andato, se non ti ho fermato, se non ho fatto niente, se sono rimasto lì come un idiota. Il fatto è che mi hai sorpreso, in senso positivo è ovvio. E un’altra cosa, sei bellissima’. Un sorriso affiorò su quella faccia stanca, Lucia gli rispose: ‘cos’hai lì in mano?’ lui le diede quello splendido mazzo di fiori. Poi con aria preoccupata ma al contempo felice le disse ‘ti amo’. A Lucia nessuno aveva mai detto qualcosa del genere, ne si sarebbe mai aspettata che qualcuno lo facesse. Poi capì che forse anche per lei era la stessa cosa. Così gli rispose ‘sai credo di amarti anch’io’. Stavolta però fu lui che la baciò. Fu un bacio lungo, travolgente e appassionato. Nessuno dei due voleva staccarsi dalle labbra dell’altro. E perché mai avrebbero dovuto farlo?

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Capitolo 5
*** amore e tradimento. ***


Erano quasi le sei e Lucia doveva prepararsi per fare il turno al bar. Decise di farsi una doccia per rinfrescarsi un po’ le idee. Mentre il getto d’acqua bollente le accarezzava la pelle, iniziò a pensare a tutti i momenti trascorsi con sib, a quanto lo amasse, a quanto fosse impaziente di rivederlo. Poi pensò anche che quel ragazzo stupendo era il miglior amico dei suoi idoli. Quando questo le riaffiorò nella mente un brivido le percorse il corpo. Forse sarebbe riuscita ad incontrare finalmente i suoi idoli? Un sorriso invase il suo volto. Quando realizzò che erano ormai venti minuti buoni che era nella doccia, uscì di fretta, si cambiò e si diresse verso il locale.
Il suo turno era ormai iniziato da un po’ e ancora sib non si vedeva. Lui le aveva promesso che quella sera sarebbe passato e non capiva come mai non fosse ancora lì. Quando si fermò un attimo dal servire ai tavoli per controllare il suo telefono, vide un nuovo messaggio : ‘ehy piccola, ho una sorpresa per te, ti aspetto nell’appartamento di tua zia appena finisci il turno’. Cosa mai stava tramando?
L’ora seguente fu la più lunga di tutta la mia vita. Ma finalmente arrivarono le undici, il turno era finito e si diresse verso casa correndo. Sua zia non sarebbe arrivata ancora per un paio d’ora quindi, qualunque fosse la sorpresa, aveva tutto il tempo per godersela. Appena aprì il portone principale vide dei vasi colpi di rose che correvano dal fondo delle scale fino alla porta del suo appartamento. Il profumo che quei bellissimi fiori emanavano era qualcosa di mistico e indescrivibile. Quando arrivò in cima alle scale, vide che la porta era socchiusa. La scostò lentamente e vide davanti a sé sib. Indossava un paio di jeans scuri e una t-shirt blu notte con le maniche a tre quarti, e soprattutto sfoderava un sorriso a trentadue denti. Sib con galanteria invitò Lucia ad entrare, la cosa la fece sorridere dato che quella casa era più suo che del suo ragazzo. Dopo essersi salutati con un bacio travolgente, lei gli chiese come avesse fatto ad entrare nell’appartamento e lui disse che aveva concordato tutto con sua zia. Lucia era rimasta stupita, vuol dire che il suo ragazzo e sua zia avevano tramato tutto questo alle sue spalle? Come avevano fatto? Mentre la sua mente si affollava di queste domande, lui le prese la mano e con fare misterioso, rifiutandosi di risponderle, la portò con sé fuori da casa. Chiusero accuratamente la porta e raccomandarono al portiere di controllare che nessuno toccasse i vasi con le rose. Lucia li avrebbe poi sistemati dopo. Usciti dal palazzo, Sib sfoderò dalla sua tasca una benda e la mise sugli occhi della ragazza. Inutile dire che quello che entrambi stavano provando in quel momento superava la sensazione del paradiso. Finalmente arrivarono a destinazione. Erano seduti su uno scompartimento della ruota panoramica londinese. Questa iniziò lentamente a girare. Il braccio di Sib circondò l’esile corpo di Lucia e i due iniziarono a baciarsi dolcemente, gustandosi quell’indescrivibile spettacolo. Lucia non riusciva a credere che lui avesse fatto tutto questo, doveva decisamente essere pazzo. E lui effettivamente lo era. Era pazzo di lei.
Sib guardò l’ora, era mezzanotte passata, e ricordando le parole di raccomandazione della zia sul fatto di non rincasare tardi, decise che era il momento di andare. I due camminarono mano nella mano fino a casa di lei dove si salutarono con un affettuoso bacio. Sib notò un qualcosa che sporgeva dalla borsa di lei: era una foto. Sopra erano riportati i volti di cinque ragazzi che lui conosceva alla perfezione. Dunque anche lei era una loro grande fan? Sapeva come avrebbe potuto stupirla ancora.
 
Qualcuno bussò all’appartamento del biondo irlandese. Lui, con il volto un po’ assonnato vista la tarda ora, andrò ad aprire. Si trovò di fronte l’ultima persona che si sarebbe mai aspettato di vedere. Carol. Contro voglia la fece accomodare e lei le raccontò di come fosse stata stupida quella sera a lasciarlo, perché in fondo non lo voleva. Niall poteva chiaramente leggere la falsità di quelle affermazioni nei suoi occhi. Doveva essere tornata da lui per qualche motivo e doveva scoprirlo prima che il fascino di lei lo travolgesse come era già successo in passato. Così cercò di ricordare qualcosa che avesse potuto turbarlo mentre stavano insieme. Gli riaffiorò il ricordo che il padre di lei era un alcolizzato con perenne bisogno di soldi e che la madre li aveva lasciati quando lei era molto piccola. Questo era in un certo senso la parte che aveva colpito Niall, la triste storia di questa ragazza. Anche quando aveva scoperto che lei rubava per cercare di racimolare qualche soldo, non gli era importato. Lui l’amava ed era questo che contava.
L’irlandese stanco di tutte quelle menzogne le chiese di andare al punto poiché sapeva benissimo che non era venuta fino a lì per chiarire con lui. La ragazza pronunciò chiaramente queste parole ‘Lo so che forse ne rimarrai un po’ deluso, ma io mi sposo con un ragazzo che ha circa trent’anni, suo padre è un imprenditore di successo, e lui ha promesso che aiuterà me e mio padre in tutto e per tutto’. Il volto di Niall diventò paonazzo e gli occhi cominciarono a bruciare. Ma c’era di più. ‘Vorrei chiederti se potessi dichiarare alla stampa che sei stato tu ha lasciarmi, perché sennò la gente penserebbe che io ti abbia mollato per stare con un altro. Non sarebbe un buon inizio per il mio matrimonio’. La rabbia pervase l’irlandese. ‘NON E’ FORSE VERO CHE TU MI HAI LASCIATO PER STARE CON QUESTO QUA’ NON E’ FORSE COSI’? OLTRE AD AVERMI SCARICATO CON UNO STUPIDO MESSAGGIO DOPO TUTTO QUELLO CHE ABBIAMO PASSATO INSIEME, VUOI ANCHE CHE SALVI LA TUA FACCIA DA CULO CON I GIORNALI? SAI PENSAVO FOSSI UNA PERSONA MIGLIORE’. La cacciò in malo modo da casa sua. In quel momento sarebbe stato in grado di compiere qualsiasi pazzia, e non in senso positivo. Per fortuna poco dopo, sentì che sib rientrare. Subito gli raccontò quello che era successo. Sfogarsi con lui gli faceva bene.
Nella mente di sib passarono tutti gli insulti esistenti sulla faccia della terra. Era deciso ad andare a parlare con quella stronza. Nessuno poteva far star male i suoi amici. NESSUNO.




Scusate se ho aggiornato solo ora, ma non sono mai riuscita a trovare tempo per farlo. Spero che questo capitolo vi piaccia. Che ne pensate di quello che sta succedendo a Lucia e a Sib? E della nuova arrivata Carol?
Un bacione 
Lucy

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