Allora non pensare...

di Ginevra Turner
(/viewuser.php?uid=27875)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio della storia ***
Capitolo 2: *** Quì ci vuole una bella punizione! ***
Capitolo 3: *** E se te lo provassi? ***
Capitolo 4: *** La verità ***
Capitolo 5: *** Non lo so! ***
Capitolo 6: *** Allora non pensare... ***



Capitolo 1
*** L'inizio della storia ***


Era un fresco Lunedì mattina di Aprile e Hogwarts si stava svegliando.
Sirius si alzò dal letto più assonnato che mai quella mattina.
“Sirius! Sirius!” aprì gli occhi per capire chi lo chiamava. Lupin stava cercando di svegliarlo.
“Dai Sirius! Sono quasi le nove meno venti! Le lezioni iniziano tra venti minuti! Dobbiamo scendere!”
si mise a sedere ancora mezzo addormentato sul letto tra gli sbadigli.
“Non posso dormire un altro po’? Solo cinque minuti”
“Povero Felpato.” disse James in tono ironico, che si era appena seduto sul letto. “Remus, devi capire che le ragazze non gli danno pace. Ieri sera ho visto come studiavi Trasfigurazione con Ann.”
“Ah! Sta’ zitto!” rispose brusco Sirus.
“Ragazzi non mi interessa se ieri avete fatto tardi, mi interessa solo che vi muoviate!” disse Lupin.
“Ok, Remus, ok. Arriviamo” gli risposero in coro. Lupin li lasciò per andare a fare colazione mentre loro si prepararono.
Uscirono dalla Sala Comune dieci minuti dopo.
“Senti un po’, Felpato” disse James mentre percorrevano il corridoio.
“Dimmi”
“Non sei uscito con circa cinque ragazze questa settimana?”
Sirius esitò a rispondere: "Si ma nessuna di loro era qualcosa di serio."
James lo guardò divertito: "A quanto pare fai strage tra le ragazze…"
“Ehi! Turner sta’ attenta!” esclamò Sirius. Una ragazza l’aveva appena urtato alla spalla mentre scendeva di corsa le scale.
“Scusa!” gli gridò da lontano corendo senza nemmeno voltarsi.
James lo guardò poi entrambi esclamarono: "E chi la capisce la Turner!”
Abigail Turner era una Grifondoro del loro stesso anno. Con le ragazze non aveva molto in comune apparte il fatto di esserlo. Molto spesso lei, James e Sirius si ritrovavano a litigare e proprio non la capivano. Finalmente arrivò l’ora di pranzo e dopo un pasto veloce il quartetto, formato da Sirius, James, Lupin e Minus, si andò a riposare in cortile sotto una grande quercia vicina al lago.
“Ragazzi guai in vista…” disse Lupin. Indicò con il dito una ragazza che si avvicinava. Era Abigail. “C’è la Turner!”. Si stava avvicinando sempre più. E aveva l’aria ad ogni passo più infuriata. Ma che cosa voleva questa volta? Perché non li lasciava mai in pace?
“Black!” disse non appena li ebbe raggiunti puntandolo con il dito.
“Dimmi Turner.” rispose con fare strafottente.
“Sono qui per dirti un paio di cosette che la mia amica non ha iol corggio di dirti, stronzetto.”
iniziava bene la conversazione, pensò.
“Ovvero,stronzetta?” a quelle parole la ragazza andò su tutte le furie.
“Sei un idiota! Mi sbaglio o stavi con Jenny? Sai una Grifondoro, capelli castani, non molto alta.”
“Nessuno l’ha mai detto.” Abigail si infuriò ancor di più e prese a urlare.
“STRONZO CHE NON SEI ALTRO! MA COME TI PERMETTI DI TRATTARE A QUESTO MODO UNA MIA AMICA!”
Ormai tutto il cortile aveva gli occhi puntati su di loro. Anche Sirius cominciava a scaldarsi. La situazione era spinosa e non sapeva come uscirne a testa alta. L’unica cosa che poteva fare era cambiare argomento o dileguarsi in modo onorevole. James sembrava cominciare a irritarsi e Sirius capì che voleva entrare in gioco. Sarebbe stato ancora peggio. Lupin li guardava, in modo che sembrava volesse dire: fate come volete io non mi affanno più. Peter, invece, lo guardava con ammirazione. Ma Peter faceva sempre così.
“Bravo. Sei bravo a squagliartela quando si mette male! Buffone!” continuò Abigail. Poi tirò fuori la bacchetta e gliela puntò contro. “TARANTALLEGRA!”.
Improvvisamente le gambe di Sirius cominciarono a ballare con un ritmo tutto loro. James si alzò con la bacchetta pronta a fargliela pagare, ma Lupin di scatto gli abbassò la bacchetta, fermandolo.
“Fermo.” gli disse piano.”Abigail, meglio che torni dalle tue amiche. Se continui dovrò toglierti dei punti. “ proseguì rivolto alla ragazza.
Abigail lo guardò torva poi abbassò la bacchetta e si rivolse a bassa voce a Lupin:
“Ora ho capito perché Silente ti ha nominato prefetto. Devi parare il culo a quei due.”
Lupin sembrò non farci caso. Poi si rivolse a Sirius, che ancora si muoveva in preda ad una danza assurda: “prova ancora a ferire una mia amica e non te la caverai con un balletto.”
Sirius la guardò: “Va' all’inferno!”
“Grazie, stronzetto.” poi si girò e tornò dalle amiche. Gli occhi degli studenti sembravano godersi una partita di tennis. I loro sguardi si posavano ora su Sirius, ora su Abigail.
Lupin seguì la ragazza che si allontanava con lo sguardo, poi si voltò verso Sirius e mormorò un controincantesimo. Le sue gambe si fermarono all’istante.
“Lunastorta! Perché non mi hai permesso di contrattaccare?” gli disse James mentre Remus si sedeva come nulla fosse.
“Perché sarebbe finita male.” si limitò a rispondergli.
Lui e Sirius si sedettero, affranti e umiliati. Non era la prima voltra che ne uscivano sconfitti. Abigail era un osso duro. Sentì la collera esplodere dentro di lui. La doveva pagare cara.
Doveva pur esserci un modo.
Il pomeriggio passò come la mattina tra le lezioni e i compiti. Lupin trascinò a forza il gruppetto in biblioteca per studiare ma sembrava non esserci tregua.
“Dai Sirius! Trasfigurazione non è difficile!” gli disse Lupin.
“Remus, oggi proprio non ce la faccio a studiare. Non ci sto con la mente.” gli rispose con la testa altrove. Alzò lo sguardo e vide Ann venire verso di loro. Era una ragazza del quarto anno, con lunghi capelli castani, anche lei di Grifondoro. Li salutò con la mano e Sirius la salutò a sua volta.
“Ciao Sirius” lo salutò e gli diede un bacio.
“Ciao. Loro sono i miei amici.” disse indicando gli altri che li fissavano. “Lui è Remus Lupin, lui è James Potter e lui è Peter Minus.” disse indicando ognuno di loro.
La salutarono con un cenno della mano poi Lupin li constrinse a rimettersi sui ibri. Ma James non sembrava intenzionato ad obbedire. Seguì con la coda dell’occhio ciò che facevano i due.
“Come va lo studio?” disse a Sirius la ragazza sedendosi sulla sedia accanto.
“Non bene” le rispose guardando i libri. “Sai che io e lo studio non andiamo molto d’accordo.” proseguì sorridendo.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Quì ci vuole una bella punizione! ***


Dal’altra parte della biblioteca c’era qualcun altro ad osservarli. Abigail stava studiando con le sue amiche quando alzando lo sguardo vide Sirius e Ann.
Subito pensò ad un’idea per rovinare a Sirius il momento. Prese la bacchetta e la puntò su un libro che era sul tavolo.
"Wingardium Leviosa" disse piano. Le sue amiche si girarono a guardarla. Il libro si sollevò in aria. Lo diresse con la bacchetta verso Sirius. Quando fu sopra di lui con un gesto della bacchetta lo lasciò cadere sulla sua testa.
"Ahia!" strilò Sirius quandò il libro lo colpì. Gli amici si voltarono a quell’urlo.
"Ma che diavolo…" si guardò attorno e capì subito chi era stato. Abigail Turner stava ridendo a crepapelle con la bacchetta ancora in mano.
Si alzò subito. Estrasse dalla tasca la bacchetta e la puntò contro la ragazza: "Rictusempra!". Abigail fu scagliata via dalla sedia e andò a finire per terra.
Si rialzò e prese la sua bacchetta. Si avvicinò al ragazzo poi con un gesto rapido della bachetta gridò: "Expelliarmus!" ma Sirius fu più veloce di lei.
"Protego!" l’incantesimo non lo colpì. Alzò la bacchetta pronto a farla pagare cara alla compagna. Tutti li guardavano.
"Pietrifucus Tota…"
"Expelliarmus!" la McGrannitt era arrivata in quel momento e in momento le bacchette di Sirius e di Abigail volarono dalla McGrannitt. Entrambisi voltarono sorpresi a guardarla.
"Black! Turner! Nel mio studio! Ora!" tuonò la profesoressa ai due.
Dannazione! pensò Sirius. Ma proprio a me doveva capitare questa scocciatura! La Turner me la pagherà!.
I due la seguirono fuori dalla biblioteca sin nel suo ufficio.
"Entrate." ordinò la McGrannitt. Quando furono dentro chiuse la porta e si voltò a guardarli. Sembrava furiosa.
"Diamine! Non sapete che la biblioteca è un luogo in cui si dovrebbe far silenzio e studiare non duellare! A quanto ne so anche stamattina avete avuto una rappresaglia." proseguì calma. "Non è vero?"
I due annuirono poi Black si rivolse alla professoressa. "Professoressa, mi creda non sono stato io a cominciare questa volta!" cercò di discolparsi. "Che codardo." mormorò Abigail. "Come hai detto?" le disse Sirius che aveva sentito perfettamente. "Ora basta! Toglierò dieci punti a Grifondoro e voi due siete in punizione!" tuonò la profesoressa. "Non siete in grado di gestire una conversazione civile!" proseguì."Occorre porvi rimedio."
Si voltò e aprì un casseto della scrivania. Ne prese un foglio e ci scrisse sopra qualcosa. poi prese una busta, infilò dentro il foglio e la sigillò.
"Ora andrete nell’aula di incantesimi e consegnerete questa busta" disse porgendogliela "Al professor Vitious. Stasera ha una serata libera. Credo gli farà piacere tenervi compagnia.".
Si diresse alla porta e la aprì. "Buonasera ragazzi."
Sirius prese la busta e uscì seguito da Abigail.: "Buonasera professoressa" dissero in coro.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** E se te lo provassi? ***


La porta dell’ufficio si chiuse dietro di loro. Nessuno fiatò. Andarono nell’aula di incantesimi. Quando furono davanti alla porta Sirius bussò.
"Avanti" disse il professor Vitious dall’interno, così aprirono la porta ed entrarono.
"Signor Black, signorina Turner! Cosa ci fate qui?" chiese sorpreso il professore vedendoli entrare. Come risposta Sirus gli porse la busta della McGrannitt.
"È della professoressa McGrannitt." spiegò Abigail. Vitious la prese, estrasse dalla busta la lettera e la lesse.
"Ahah! Incredibile! Il Signor Black e la Signorina Turner sono stati messi in punizione dalla sottoscritta poiché non sono in grado di avere un dialogo civile" disse Vitious leggendo ad alta voce dei frammenti di lettera. "Occorre porre rimedio a questo comportamento e sono certa che lei potrà aiutarli poiché al momento sono nell’impossibilità di farlo io stessa". abbassò il foglio e guardò i due studenti.
"Bene ragazzi. Dato che la professoressa mi ha appena riempito la serata libera direi di cominciare." poi si voltò a guardare una pila enorme di libri accatastati su un tavolo.
"Li metterete a posto." disse indicandoli "E senza la magia" proseguì accennando ad una scala della libreria. "Sono sicuro che non ci metterete molto." sorrise e tornò alla sua scrivania.
Ora il rancore dell'uno verso l'altro era aumentato.
"Bravo Black! Proprio bravo! Per colpa tua ho perso una giornata a mettere a posto i libri di Vitious! Complimenti!" mormorò a Sirus mentre sitemavano i libri.
"Beh non è che tu mi sia stata d’aiuto dato che è da oggi che mi tartassi. Dubito che non ti meriti una punizione." rispose lui a bassa voce.
"Ah! Te la meriti anche tu, stronzetto!" concluse lei e si arrampicò due pioli più su per mettere un libro grosso e polveroso sullo scaffale. Passò un’ora e i due non si rivolsero la parola. Poi Abigail parlò.
"Perché hai tradito Jenny?" gli chiese.
"Non sono stato io. È stata lei." rispose sincero lui.
"Ah sta’ zitto! Non mi raccontare balle!"
"È vero! Fidati di me ogni tanto!". Era vero. Quella volta non stava mentendo. Si ricordava quel Venerdì sera, quando era sceso nella sala comune perché non aveva sonno.
Scendendo aveva sentito dei mormorii. Si era affacciato di nascosto per vedere chi c’era a quell’ora quando la vide. Lei e Charles Gunn, del settimo anno, si stavano baciando appassionatamente sul divano davanti al camino.
Abigail lo guardò sopresa. "Che vuoi dire?" gli chiese.
"Non sono stato io il primo. L’ho vista venerdì scorso verso l’una di notte che si baciava con Gunn in sala comune." le rispose. Lei lo guardò sconvolta.
"No! Non ci credo! Non farebbe mai una cosa del genere!"
"Invece si! Se te lo provassi mi crederesti?" le chiese.
"Come intendi provarmelo?" rispose diffidente.
"Ogni sera più o meno a quest’ora si incontrano in giardino, nella serra numero nove, quella inutilizzata."
"E allora?"
"Allora noi andiamo a vedere che ho ragione." disse scendendo dalla scala.
"Ehi!" esclamò lei afferrandolo per il braccio. "Sei pazzo! E Vitious? Se ci beccano siamo nei guai non trovi?" proseguì scendendo anche lei.
"Oh non ti preoccupare! So io come fare!" rispose ed estrasse dalla tasca la bacchetta "Basta creare un diversivo!" mormorò puntando la bacchetta verso uno scaffale della libreria dalla parte opposta alla loro.
"Mobili libri!" i libri dello scaffale si alzarono e con un gesto della bacchetta li fece cadere in terra sonoramente. Osservarono la scena.
Vitious fece uno scatto sentendo i libri cadere e si alzò subito in piedi. Sirius mosse ancora la bacchetta e altri libri caddero dagli scaffali finchè tutta quella libreria non fu vuota. Il professore nel frattempo si accingeva a raccoglierli con le mani tra i capelli.
"Direi che abbiamo una buona mezzora. Sono caduti un centinaio di libri, avrà parecchio da fare!" mormorò ad Abigail. "Vieni." e con cautela si avviarono alla porta. La aprirono e la richiusero alle loro spalle cercando di fare meno rumore possibile.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** La verità ***


"Visto? Non era difficile!" le disse una volta fuori dal castello. "Ora andiamo. Non dobiamo perdere tempo!" proseguì.
Si diressero alla serra di erbologia e ci misero una decina di minuti per non farsi vedere. Una volta arrivati sentirono delle voci provenire dalla serra.
Sirius si voltò a guardare Abigail. Il volto della ragazza era dipinto da un misto di curiosità, incredulità e terrore.
Arrivarono fino ai vetri, poi cautamente si affacciarono a vedere cosa succedeva all’interno. Abigail sgranò gli occhi alla vista. Jenny e Gunn. I due erano seduti vicini, rannicchiati sotto un tavolo appoggiato alla parete e si stavano baciando.
"Che fortuna che Sirius mi abbia tradita, così potrò stare con te ufficialmente, amore" e lo baciò.
"Quel poveraccio ci ha fatto un favore invece che un torto." disse Gunn.
"Ora mi credi Abigail?" chiese Sirius alla ragazza che ancora non credeva a ciò che stava vedendo. Al suono del suo nome si voltò di scatto.
"Mi hai chiamata…Abigail?" gli chiese, stupita.
Sirius arrossì all’istante. Non lo sapeva perché l’aveva chiamata per nome. Gli era uscito spontaneo. Ma che gli era venuto in mente! Abigail lo fissò poi si volse a guardare gli altri due che si sbaciucchiavano.
"Non ci credo! Jenny non può essere così….così…."
"Ipocrita?" disse Sirius. La ragazza s’incupì.
"Si, ipocrita." rispose annuendo. Sirus guardò l’orologio
. "Diamine! Abbiamo solo cinque minuti! Vieni dobbiamo andare!" le disse prendendola per il braccio. Si alzarono e corsero verso il castello.
"Ehi! È di qua! Dove vai?" chiese la ragazza a Sirius.
"Fidati. Di quà facciamo prima!" lo seguì dentro un piccolo passaggio. Era buio e molto streto. Sbucarono esattamente dentro l’aula, dietro ad uno scaffale.
"Ssh! Fai piano." disse Sirius richiudendo la porta.
"Ma come facevi a saperlo?" gli chiese.
"Poi te lo spiego." si affacciò per vedere dov’era il professore e notò con piacere che era ancora indaffarato con i libri.
"Vieni." e si diressero verso lo scaffale che dovevano mettere a posto. Come se nulla fosse si rimesero a mettere a posto i libri. Un’ora più tardi Vitious diede loro altri tre mucchi di libri da sistemare.
Finirono a notte fonda e finalmente andarno nella sala comune.
Salirono le scale fino alla torre dove si accasciarono esausti sulle poltrone.
"Mi dici come facevi a sapere di quel passaggio?" gli chiese Abigail mentre si sdraiava sulla poltrona.
Anche lui si sedette.
"Beh, diciamo che sono a conoscenza di qualche segreto molto utile." e le sorrise.
"Mi dispiace di averti rovinato la giornata. Non avrei mai creduto che Jenny potesse fare una cosa simile." gli disse chiudendo gli occhi per riposarsi.
"Wow. Tu che mi chiedi scusa. È un giorno memorabile!" commentò lui ridendo.
"Ho scoperto che non sei poi molto diverso da me." si sorrisero.
Ma che faceva? Sorrideva ad Abigail? Lui odiava Abigail! No non la odiava più. Aveva fatto tutto solo per difendere un’amica. Lui avrebbe fatto lo stesso.
"Beh io vado a dormire." disse lei alzandosi.
"Vengo anch’io." le rispose e si alzò anche lui. Salirono le scale fino al dormitorio delle ragazze.
"Beh, buonanotte allora." gli disse Abigail. "Buonanotte." le rispose. La ragazza aprì la porta poi lui le prese il braccio.
"Abigail." lei si voltò.
"Si?" gli chiese. Lui la tirò a se rapidamente e la baciò. Poi si rese conto di ciò che aveva fatto. Lei si staccò da lui e farfugliò qualcosa:
"Tu…cioè io….che…è…forse è meglio che…che vada".
"Abigail, scusa, io…io non volevo" cercò di spiegarle lui ma lei aveva già chiuso la porta.
"Abigail! Abigail!" Urlò ma la porta era chiusa.
Ma che aveva fatto? L’aveva baciata? Perché? Lei era la Turner! Non ci capiva niente. Si sentiva euforico ma spaventato dai suoi stessi sentimenti.
Salì le scale verso il dormitorio dove gli altri dormivano già. Si tolse i vestiti, s’infilò il pigiama e andò a letto.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Non lo so! ***


La mattina successiva Sirius si sveglio presto, o meglio, si alzò presto. Non era riuscito a dormire e la causa la conosceva bene. Non aveva detto niente a nessuno. Non aveva idea di che fare. Non capiva nemmeno perché l’avesse fatto.
"Sirius? Già in piedi? Mi meraviglio!" Disse James, mettendosi a sedere sul letto.
"Hem…si… infatti. Non ho chiuso occhio tutta la notte…" Rispose, un po’ vago.
"Scommetto che è stata la Turner, vero?" chiese ironico. Non sapeva che era davvero lei. non rispose. Si limitò a sorridere.
"Senti James, io vado a mangiare. Ho fame. Scusate se non vi aspetto." disse per poi alzarsi con la mente travolta da mille e mille pensieri.
Scese giù in Sala Grande. Entrò dal grande portone di quercia e vide Abigail seduta al tavolo. No. Non ce la faceva. Ma doveva parlarle! Per un attimo gli balenò l’idea di tornare indietro e aspettare. Ma non poteva evitarla per sempre! Continuò a guardarla e d’improvviso la ragazza si girò.
Lo scorse da lontano e dalla sua espressione non sembrava felice. Posò sul tavolo forchetta e coltello, alzandosi. Salutò le amiche e venne verso di lui. Ma a differenza di ciò che Sirius si aspettava lo ignorò completamente passando oltre. La seguì con lo sguardo, senza capirci niente. Poi ricollegò. Le corse dietro e la fermò per un braccio.
"Abigail!" la chiamò. Lei si girò.
"Che vuoi Black?" gli rispose freddamente. Il suo cuore fece un tuffo.
"Voglio parlarti! E chiederti scusa!" "Beh mi sembra il minimo! Dimmi Black! Che vuoi da me? Vuoi che io sia un’altra preda da aggiungere alla tua collezione eh? Cosa vuoi? Vuoi vantarti di aver conquistato la Turner? Eh?" gli chiese, con l’irritazione dipinta sul volto.
"No! Non è così!" "E allora cos’è?" Gli chiese. Lo guardò male ma quello sguardo sembrava più una supplica. La fissò, non sapendo che dirle. La Grifondoro sembrò spazientita e fece per andarsene.
"Non lo so cos’è! Non lo so nemmeno io, Abigail! " le disse. Lei si voltò indietro. Un ragazzo di Corvonero del sesto anno passò vicino a loro e salutò con un cenno la ragazza. Ricambiò il saluto, un po’ imbarazzata e poi prese Sirius per un braccio, trascinandolo in un posto più isolato.
"Non lo sai? Che vuol dire che non lo sai? Non sai nemmeno renderti conto delle tue azioni?"
"Abigail non lo so! Non lo so perché l’ho fatto! Io… io ieri ho fatto un casino. So solo che non potrei stare senza di te! Non posso pensare che tu mi odi! Non posso!" confessò guardandola negli occhi.
Quelle parole sembravano averla colpita. Ricambiò lo sguardo senza dire nulla.
"Ti prego! Scusa per ciò che ho fatto. Ma ti prego non continuare ad odiarmi!" proseguì il Grifondoro.
"Non so se posso non odiarti. Non lo so. So solo che per ora non voglio avere niente a che fare con te." gli disse, severa. Cercò un ultimo sguardo fugace per poi andare via.
Lui rimase lì. A guardarla andar via. Ma che cavolo le aveva detto? Lei lo odiava! Era inutile fingere di no! Era sempre stato così. E lui aveva sempre vissuto normalmente. Ma allora perché adesso si sentiva a pezzi? Non ci capiva niente.
Tornò in Sala Grande dive trovò gli amici.
"Ehi! Ma dov’eri? Non eri già qui a mangiare?" Chiese Remus
. "Ho avuto un piccolo impiccio strada facendo." Disse mettendosi a sedere su una panca.
Facero colazione e poi come sempre andarono a lezione. Ebbero due ore di pozioni, una di Storia della Magia e una di erbologia. Per quest’ultima lezione la professoressa li portò nella serra numero 9.
Da lontano intravide Abigail parlare con la sua amica che non riusciva a nascondere lo sgomento della sera scorsa. L’amica sembrava piuttosto imbarazzata.
La professoressa iniziò a spiegare loro le proprietà di una strana pianta dal nome assurdo ma né Sirius né Abigail riuscirono a seguire una parola. Quando la lezione fu terminata uscirono dalla serra per una pausa. Come sempre si diressero al lago.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Allora non pensare... ***


Arrivaono sulla riva del Lago Nero e si misero sotto una grossa quercia.
"Allora, Felpato! Non ci hai più detto com’è andata ieri sera con quella pazza della Turner!" Chiese James al ragazzo. Non sapeva che rispondergli.
"Bah…. È stata più sopportabile del previsto!" Disse con un mezzo sorriso.
"Secondo me non è antipatica. È solo… aggressiva e poco femminile ecco." disse Remus con la solita aria pacata. Minus scoppiò in una leggera risatina.
Sirius sbuffò. Ma perché il discorso era dovuto ricadere proprio su di lei? Non bastava aver combinato tutto quel casino?
"Tutto bene, Sirius?" Chiese poi, vedendolo spazientito. Non sapeva che fare. Ma forse loro avrebbero potuto aiutarlo.
"No. Ho un problema…un po’ grosso…parecchio.." Disse. I tre lo guardarono curiosi. Raccontò loro tutto, partendo dalla punizione di Vitious, di come erano andati alla serra numero 9 per vedere i due compagni e di come poi era finita la serata.
"HAI BACIATO LA TURNER?!" Chiese James, sbigottito. "Non ci credo!"
"Si. Ho combinato un casino."
"Beh direi anche un bel casino!" esclamò Remus. "Ma credo che tu debba parlarle."
"Ci ho provato! Stamattina! Per questo non ero in Sala Grande! Ma lei non vuole sentirmi! Mi odia!"
"Non è che sia cambiato molto da prima." osservò James.
"Grazie dell’incoraggiamento!" rispose ironico. Ma Remus li fermò prima che potessero aggiugere altro.
"Guardate! È là! Sirius vai! Prova a parlarle!!"  gli suggerì, indicandogliela tra la folla di studenti.
"Ma che gli dico scusa?"
"Sei tu il latin lover da queste parti! Qualcosa la troverai!" Esclamò James dandogli una pacca sulla spalla a mo’ di incoraggiamento.
Sirius lo guardò, un po’ irritato poi si alzò e s’incamminò verso la Grifondoro.
"Abigail…. Posso parlarti un minuto?" Chiese interrompendola mentre conversava con le amiche. Queste lo guardarono un po’ perplesse. La Turner incrociò il suo sguardo.
"Sai mi sono svegliata con la gola secca stamattina. Non posso parlare!" rispose ironica.
"Molto divertente! Grande battuta! Puoi fare di meglio ne sono certo!"
"Ah ah! Le scuse sono difficili da inventare su due piedi! Ma ce n’è una che è sempre valida, vero? “non lo so”!"
"Non era una scusa era la verità! Perché non mi vuoi credere?!" gli rispose cominciando ad alterarsi.
"Perché io non mi fiderò mai di te! Sei solo uno stupido ragazzino, tronfio e pieno di se a tal punto da non accorgersi di quante persone ferisce con i suoi modi da bel tenebroso!"
"Ieri sera non eri di questo parere però! Ieri ti sei fidata quando ti ho portato alla serra a vedere con i tuoi occhi quanto possa essere ipocrita la tua amica!" le rispose. Jenny li guardò, evidentemente spiazzata.
"Io non mi fidavo di te! Ci sono venuta apposta! Come potrei crederti! Sei solo un’idiota!!" esclamò alzando la voce. Alcuni studenti nelle vicinanze si voltarono a osservare la scenetta.
"Mi hai stancato Abigail! Io ero venuto giusto per parlarti, per chiarire ma sembra che non te ne posso fregare di meno!"
"Si infatti! Non me ne frega niente! Mi devi lasciare in pace!" Gli urlò la Grifondoro che non ce la faceva più.
"E sia! Non ti darò fastidio oltre allora!" Gli disse amaramente. Poi si voltò e andò via. Raggiunse gli amici che li avevano osservati e adesso erano rimasti allibiti dalla scena. Prese le sue cose e rientrò al castello. Era furioso. Ma chi si crede di essere quella!
La giornata passò in fretta. Né Remus né James volevano smuovere quell’argomento spinoso. Né tantomeno Sirius aveva voglia di parlarne.
Il pomeriggio furono occupati dall’ora di trasfigurazione e da quella di Difesa Contro le Arti Oscure. Quando queste finirono gran parte degli studenti si affrettò in giardino, per godersi un po’ di relax. Così fece anche Sirius con gli altri.
Aveva deciso di dimenticare Abigail e tutto ciò che era a lei collegato. Aveva deciso che era inutile impazzire per lei. Ma anche se tentava in ogni modo di dimenticarnese non ci riusciva.
Quando arrivò la sera tornarono tutti in Sala Comune. I dormitori si riempirono e la Sala Comune si svuotò fino ad essere deserta.
Sirius si mise a letto ma ivano Non riusciva a dormire. Si alzò, quatto quatto s’infilò i vestiti e scese in Sala Comune.
Si sedette su una poltrona accanto al fuoco, fissando il cielo fuori della finestra. Ad un tratto sentì dei passi. Qualcuno stava scendendo. Con sua sorpresa vide Abigail. Incrociò il suo sguardo. Era diverso dal solito. Non era come quello che aveva avuto quella mattina. Era come quello della sera precedente, felice di aver scoperto qualcosa di nuovo. La osservò mentre si avvicinava e si sedeva davanti a lui. Non sembrava intenzionata a parlare però.
Così distolse lo sguardo con indifferenza, fissando il fuoco. Con la coda dell’occhio osservava i suoi lineamenti così delicati. In quel momento le pareva tanto diversa dalla ragazza che aveva sempre conosciuto.
"Che c’è Turner?" Gli chiese alla fine, un po’ irritato, un po’ curioso.
"Niente, black. Non avevo sonno. E sono scesa. È per caso territorio tuo?" chiese con strafottenza.
"No affatto. "  le rispose freddamente. La Grifondoro sospirò.
"Senti, Sirius. Oggi ho reagito male lo ammetto. Mi dispiace. Ma io non so che pensare." disse piano…quasi in un sussurro. Felpato si volto e la guardò negli occhi.
"Tu sei….una persona che io ho sempre odiato per il tuo modo di fare…per il tuo essere… ma adesso… adesso …" Aggiuse. Fece una breve pausa, abbassando lo sguardo.
"Adesso non so più che pensare. " Sirius la guardò. Quelle parole l’avevano colpito. Non era da lei fare così, chiedere scusa, aprirsi con qualcuno. Osservò i lineamenti del volto illuminati dalla fioca luce del camino.
Il suo sguardo era così indifeso. Era confuso ma aveva conservato un poco di quella determinazione che la caratterizzava. Il ragazzo si avvicinò al suo volto e l’accarezzò dolcemente.
"Allora non pensare…" le disse con un sorriso. Lei lo guardò interrogativa poi sorrise, scoppiando in una piccola risatina. "Non pensare a niente" Continuò. Le sorrise nuovamente poi si avvicinò e la baciò.

Quella notte le varie discordie tra Sirius e Abigail cessarono, almeno per un po’. Ma il loro bisticciare non cessò mai definitivamente. Ogni tanto un libro cadeva per sbaglio sulla testa di uno, o magari uno strano incantesimo faceva iniziare a danzare le gambe dell’altro, ma nessuno se ne preoccupò più di tanto, visto che erano Black e la Turner.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=147092