Acqua, Sole, Aria, Terra

di Vahonica
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Acqua ***
Capitolo 2: *** Sole ***
Capitolo 3: *** Aria ***
Capitolo 4: *** Terra ***



Capitolo 1
*** Acqua ***


Zayn - Acqua

La voce di Zayn. Louis deve aggrapparsi al davanzale della finestra, per non finire di sotto. Perché la sua voce è come l’acqua di un fiume, scorre calma, liscia, senza increspature. Ti scivola addosso, fresca e rigenerante, ti fa venire mille brividi che ti rotolano giù per la spina dorsale, dal collo.
E poi, come lo guarda… probabilmente vuole farlo morire.
La voce di Zayn è come le acque di un fiume – ma questo l’ha già detto. Il bello è che Zayn potrebbe tranquillamente essere un fiume in sé, la sua voce rispecchia il suo aspetto fisico e il suo carattere.
Potrebbe essere uno di quei fiumi che sfociano in laghi bellissimi in mezzo al bosco, che dopo aver camminato per un’eternità in mezzo a stupidi alberi, ti trovi davanti senza alcun preavviso, con le montagne innevate a fare da sfondo e il cielo terso, senza nessuna nuvola. Uno spettacolo mozzafiato, con tutti i difetti che si trasformano in pregi assurdi, dei quali non eri nemmeno a conoscenza.
E Zayn passa la maggior parte del suo tempo in silenzio, lo stesso silenzio di un fiume e il suo respiro, quando lo guarda e sta zitto, quando lo stringe forte, posando l’orecchio contro il suo petto per sentire il battito accelerato del suo cuore, potrebbe essere associato allo scrosciare dell’acqua contro le rocce.
Zayn è un fiume.
La sua voce, il suo respiro, il battito del suo cuore sono lo stesso suono dell’acqua, calmo, rilassante, un sussurro bellissimo, quasi una ninna nanna, di quelle che le mamme cantano ai bambini prima che questi si addormentino tranquilli e felici, un soffio che ti culla e ti mette in pace col mondo.
Il suo corpo è della stessa consistenza di questo liquido, è liscio, ti scivola via dalle mani come niente, ma comunque è sempre lì, una parte di lui ti resta sempre addosso – che sia il suo odore dopo che ha fumato, una delle sue ciglia lunghissime, che le loro truccatrici hanno sempre la brutta mania di allungare ancora di più col mascara, o un sorrisetto a fior di labbra – ed è di vitale importanza.
E il suo carattere è accidentato come il letto di un fiume. Ci sono rocce, forti, solide – i suoi princìpi, i suoi sentimenti più forti –, alle quali ti aggrappi quando stai annegando ma che vengono affogate loro stesse e levigate quando il fiume è in piena, quando è arrabbiato, quando va contro ciò in cui crede, per amore. Ci sono i sassolini che stanno sul fondo, le piccole cose, i piccoli gesti che compie senza rendersene veramente conto – quando la mattina si sveglia presto, arranca fino in cucina e si aggrappa ad Harry mentre prepara la colazione, in una specie di abbraccio mattutino; quando si siede accanto a Niall, lo guarda e gli offre le patatine dal pacchetto che ha in mano; quando mette su il dvd di Toy Story 3 e sorride quando Liam si commuove guardandolo; quando, distratto, afferra la mano di Louis e la stringe, gli regala un sorriso e un bacio.
E ci sono i ramoscelli, le foglie pesanti, bagnate, che scorrono sulla superficie dopo la tempesta e vanno via, quei pensieri che gli passano per la testa, rapidi, tanto che neanche li coglie, non li prende sul serio e, se lo fa, li lascia andare, quei desideri che, alla fine, capisce che sono inutili perché ha già tutto ciò di cui ha bisogno lì, a portata di mano, quelle lacrime che, come la pioggia, non fanno altro che ingrossare il fiume per poi scorrere via, e tutto torna come prima.
Zayn è un fiume, Louis un incendio. Sono totalmente diversi l’uno dall’altro, sono opposti, ma incredibilmente simili. Entrambi distruggono, annientano, annullano, si eliminano e dopo che sono passati non c’è altro che calma, forse sollievo se non sai come guardarli. Sono uno spettacolo affascinante e angosciante al contempo, sconvolgente, sconcertante. Passano, scorrono senza guardarsi alle spalle e solo chi ne è capace riesce a star loro dietro. E, se non li si contiene, perdono il controllo, uno straripa, l’altro si espande, e radono tutto al suolo, non lasciano nulla. Ma Zayn è l’unico che riesce a spegnere Louis, quando vede che è troppo ed è il momento di dire: adesso basta.
Louis brucia affianco a Zayn e quando si perde in lui viene spento, ma gli piace, perché comunque restano le braci che Zayn accarezza, ci gioca. Gli piace essere spento da Zayn, gli piace affogare in lui, perché è una cosa impossibile, lo calma come nessun altro può o sa fare, lo prende e lo addormenta per poi lasciare che si svegli da solo, dopo essersi asciugato. Gli piace quando Zayn lo tocca e sente quello stesso sfrigolio di quando si getta un secchio d’acqua su un falò. È una cosa piacevole, sì, a Louis piace, e solo Zayn ha il diritto di sedarlo, di spegnerlo e, una volta fatto, di giocare con le sue braci.

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Capitolo 2
*** Sole ***


Harry - Sole

La voce di Harry è – come sempre, maledizione a lui – calda, roca, dolcissima mentre si rivolge a lui con le scuse negli occhi e i fiocchi di neve che gli si posano addosso come una coperta – bellissimo.
Che poi, ad essere precisi, Louis si è innamorato di Harry sin dalla prima volta che ha posato lo sguardo su di lui a The X-Factor. Quella massa di ricci che non hanno né senso, né direzione – un po’ come le cose che diceva Harry –, gli occhi grandi e verdi – verdi quando è sveglio, eccitato, quando ride ed è sereno; grigi appena sveglio, quando è di malumore, è triste o gli manca casa, quando, per oscuri motivi o a causa dell’ignoranza della gente, piange forte, nascondendo il viso perché non gli piace mostrarsi così fragile; dello stesso azzurro sporco di quelli di Louis, quando fanno sesso –, le mani grandi, il sorriso stravolgente, le fossette da bambino, i fianchi che col tempo e l’esercizio fisico si sono asciugati – peccato perché prima Harry era tutto morbido, da mordere, da stringere, da coccolare e strapazzare a piacimento (non che adesso Louis non lo morda, non lo stringa, non lo coccoli o non lo strapazzi, anzi, lo fa anche più di prima, se possibile), mentre adesso… adesso è diventato un uomo, e si vede – le gambe chilometriche che Louis si è immaginato più e più volte che non finissero mai, invece hanno sempre una fine e la voce roca, calda, che esce così lentamente da quelle fantastiche labbra carnose – che l’hanno sempre fatto letteralmente impazzire, fin da subito –, che Louis l’ha immaginata, già al primo impatto, mentre geme, mentre urla dal piacere o, più semplicemente, mentre ride. Di cantare non se ne parla, non gli è neanche passato per l’anticamera del cervello di voler sentire quella voce cantare; l’ha subito voluta in situazioni più intime. Anche se ascoltarlo mentre canticchia qualcosa, soprattutto quando è distratto e non se ne accorge, che lo fa ad alta voce, lo manda in visibilio.
Harry lo fa impazzire. A volte lo fa apposta, altre non se ne accorge nemmeno, ma lo fa impazzire sempre.
L’attenzione di Louis è precaria, fa le cose solo se gl’interessano, sennò si mette subito a cercare qualcos’altro di molto più attraente che possa tenerlo occupato. Ma quando si tratta di Harry, be’, l’attenzione di Louis diventa tutto d’un tratto incredibilmente stabile: lo ascolta, lo guarda, lo ama e si perde in lui; lo farebbe per il resto dei suoi giorni, 24h su 24, senza mai stancarsi, senza mai sentire il bisogno di distrarsi con qualsiasi altra cosa. Perché Harry è tutto ciò che gl’interessa veramente, riesce a catturarlo e non lo lascia più andare, se lo tiene stretto, ma attento a non fargli male, sennò potrebbe scappare.
Ormai l’universo di Louis – e Louis stesso – ruota attorno ad Harry, lui è il suo sole. Harry brilla, riscalda e brucia come Louis, che è un fuoco, amplificato per l’infinito. Harry illumina le giornate cupe di chiunque si metta sulla sua strada, ma chi si avvicina troppo resta scottato, chi lo guarda per troppo tempo resta cieco. Puoi ammirare Harry, ma devi stare attento perché è pericoloso.
Lo guardi e rimani abbagliato, ma comunque tutto attorno a te s’accende di una luce che non hai mai visto e che non puoi comprendere se non accetti che ormai è lui il tuo sole.
E Harry scalda tutto, facendo aumentare la temperatura sempre più rapidamente, finché il fuoco non prende vita. È così che Louis si è acceso, Harry gli ha appiccato fuoco.
Harry Styles è un sole, Louis un fuoco: non illuminerà, non incendierà mai tanto quanto potrebbe fare Harry. A Louis piace essere al centro dell’attenzione – e un fuoco, un incendio com’è Louis, è sempre sotto ai riflettori – ma viene eclissato, tutti gli sguardi si spostano e si posano su Harry se lui è nei paraggi. Ovvio che Louis non resta del tutto ignorato, ma dànno maggiore importanza al riccio, perché è un sole, è bello, inavvicinabile e vitale.
Inavvicinabile per qualsiasi persona, ma non per una brace, non per un fuoco, non per un incendio come Louis, perché lui non avverte il pericolo sulla pelle, non sente il calore quasi insopportabile, quando è vicino a Harry, perché bruciano entrambi, in modi differenti, e la cosa peggiore che può succedergli è quella di essere alimentato proprio dal suo sole. Che poi, essere alimentato da Harry non gli dispiace, e sentire il suo calore, che è mille gradi più forte del suo, è la cosa che preferisce.
E il sole, per un fuoco, è casa, così come Harry è casa per Louis. Si sente sempre a suo agio, sta sempre bene, è sempre abbronzato, perché è sempre a casa, è sempre sotto il sole, brucia con lui, illumina con lui.
A Louis non piace essere ignorato, lo detesta. Lui è quello che deve sempre stare al centro del palco, sotto i riflettori, in mezzo al cielo. Ma se c’è Harry Styles nei paraggi, Louis si fa da parte, perché il riccio è l’unico che può spingerlo dietro le quinte, l’unico che può emanare più luce di lui, l’unico che ci riesce, l’unico che sta sempre e comunque in mezzo al cielo.

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Capitolo 3
*** Aria ***


Niall - Aria

Ecco, e poi ci sono quei momenti in cui Louis sa con precisione millimetrica quanto la gente è ignorante: in un modo assurdo, cioè. Louis pensa che ogni persona che definisce Niall brutto, incapace di cantare e robe del genere, deve per forza essere cieca o sorda, ha bisogno urgente di un bel paio di occhiali con lenti spesse come fondi di bottiglia e di un apparecchio acustico dei migliori; o ancora è gente che ha bisogno di un bravo psicologo senza ombra di dubbio: perché la voce di Niall è quanto più si avvicini al respiro di un angelo e la sua bellezza è incomparabile. Louis non si è mai sentito particolarmente bello, non crede nemmeno di essere un gran figo, a volte si chiede cosa attira così tanto la gente, le fans, i suoi compagni di band, visto che – a parte il suo meraviglioso culo tondeggiante – non c’è nulla di così rilevante in lui, nemmeno la sua voce che, d’altro canto, ha un timbro femminile quasi imbarazzante – delle volte si domanda cosa diamine passava per la testa di Zio Si quando ha deciso di mettere anche lui nella band.
Mentre Niall… Niall ha gli occhi più azzurri, più limpidi, più puri che Louis abbia mai avuto l’onore d’incontrare nella sua giovane vita. Sì, certo, anche lui ha gli occhi azzurri, ma il suo è un azzurro sbiadito, che tende al grigio e a volte si confonde con quello di Harry.
E poi, Niall è biondo. Ci sono loro tre – Liam, Harry e Louis – che sono castani e Zayn che è moro. E in mezzo a loro c’è questa testolina bionda che spicca e brilla, come una stella. Ok, d’accordo, Zayn si è fatto quel ridicolo ciuffo biondo – che, ammettiamolo, lo fa sembrare soltanto più scemo di quello che in realtà non è – ma quella misera spruzzata di giallo canarino non fa altro che far risaltare ancora di più l’importanza dell’unico – e inimitabile – biondo dei One Direction, quindi inutile provarci: di biondo c’è solo Niall tra loro, nessuna imitazione.
Inoltre, Nialler è irlandese, anziché inglese, ed è mancino, mentre tutti loro usano la destra. Louis è affascinato da lui: gli ha chiesto spesso dell’Irlanda, a volte l’ha costretto a parlare anche per ore del suo paese natio, e non si è mai annoiato, e questa è una cosa fuori dal comune, se si parla di Louis William Tomlinson – una volta ha pure passato le vacanze con lui, a Mullingar e ne hanno combinate di un’erba e un fascio, hanno stravolto quel piccolo paesino;
ogni qualvolta vede Niall scrivere gli si avvicina e lo osserva finché non ha finito. Non gl’interessa tanto quello che scrive – anche se, diciamolo, Niall è bravo con le parole, se si tratta di comporre – ma può rimanere per un sacco di tempo incantato a fissarlo mentre lo fa, con la penna stretta fra le dita della mano sinistra – anche Louis ha provato a scrivere con la sinistra ma se la sua scrittura è illeggibile quando usa la destra, be’, con l’altra mano è indecifrabile, tanto che Harry, quando ha provato a leggere, gli ha pure chiesto se era arabo, ma Zayn gli si era avvicinato dicendo che no, non era arabo perché non lo capiva nemmeno lui;
Niall, poi, è diverso da Louis, ma allo stesso tempo uguale. Niall lo completa, se non c’è lui, Louis non è tutto intero. È l’ultimo tassello di ogni suo puzzle, quello fondamentale. Niall è sinistra, luce, blu; Louis è destra, ombra, rosso.
Perché Niall è aria, Louis è fuoco.
E se Louis è fuoco, ha sempre bisogno di aria, perché c’è ossigeno, e l’ossigeno lo alimenta, lo tiene in vita.
Senza aria, senza ossigeno, il fuoco non c’è. È la stessa cosa fra loro due: senza Niall, Louis non c’è.
Niall è una brezza leggera, quando è tranquillo, felice, sereno, che soffia timida fra i capelli ma riesce a passare ovunque, sotto i vestiti, fra le mani, ti entra dentro, ti fa vivere e respirare, ti rinfresca e ti fa sentire leggero come lo è lui, ti fa rabbrividire e stringere nel cappotto, ma comunque ti piace. Quando è irritato, arrabbiato per qualcosa, diventa un vento forte che piega gli alberi, agita le acque, sposta le nuvole a coprire il sole e spegne il fuoco.
Niall non lo puoi fermare, non lo puoi arginare, non lo puoi spegnere. Perché è aria, è vita, ed è sempre presente, ovunque. Rinfresca, ti scompiglia e ti mette sottosopra, ma non puoi non volerlo, perché alla fine hai sempre bisogno di lui.
Louis ha sempre bisogno di lui, in ogni circostanza, in ogni situazione, e Niall è sempre con lui, nei suoi polmoni, nei suoi occhi, nelle sue vene. Niall c’è nelle afose notti estive, c’è nelle gelide mattine invernali, nei soleggiati pomeriggi primaverili e nelle fresche sere autunnali. C’è anche quando non dovrebbe esserci, quando arriva ad alimentare Louis nei momenti meno indicati. Ma a Louis, questo, non dispiace.
Solo Niall riesce a istigarlo, ad accrescerlo fino a farlo sentire completo e allo stesso tempo vuoto e pieno. Niall lo bilancia, lo tiene in piedi e lo fa camminare senza barcollare.
Niall è aria, è l’aria del fuoco, l’aria di Louis.

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Capitolo 4
*** Terra ***


Liam - Terra

Eh no, eh. No. Liam non può fargli questo. Non può guardarlo con la faccia da cucciolo – la faccia da cucciolo di Payne: impossibile dirgli di no – mentre canta con la sua dannatissima voce bassa e sexy. Non può, semplicemente no, è sleale.
Distoglie lo sguardo da Liam – o rischia di commuoversi come una donnetta, non è il caso.
Ma poi torna a guardarlo, sempre e comunque.
Liam.
Eh, sì, Liam.
Liam è quello che fa sciogliere Louis ogni volta che dice qualcosa. È la personificazione della dolcezza. Se Louis dovesse disegnare Liam, farebbe un barattolo, con braccia e gambe, con su scritto “ZUCCHERO” a lettere cubitali, che cammina per le strade. Perché Payne è così schifosamente dolce che Louis, alla fin fine, non può fare a meno di lui. Ha quella faccia da cucciolo – che Louis ha seriamente detestato per un buon periodo di tempo, perché non riesce mai a dirgli di no – che impedisce a chiunque di arrabbiarsi con lui per un qualsiasi motivo e poi, cosa più importante – cosa che gli fa guadagnare dieci punti pieni agli occhi di Louis –, si prende cura di lui, di loro.
Louis, si sa, è un bambino ancora. E ha bisogno di qualcuno che gli stia dietro, che lo sgridi quando fa una cazzata, che lo coccoli quando ne sente il bisogno e che, be’, stia dietro alle sue stupidaggini, anche solo fingendo di dargli corda. Liam è fatto apposta per questo: quando si trovano da qualche parte, non perde mai di vista il maggiore, nemmeno per un secondo; quando Louis ha spaccato la finestra del salotto, gli ha fatto la ramanzina per più di mezz’ora, menandola tanto per dire solo che a calcio si gioca al parco e non dentro casa; quando il maggiore hai suoi momento no – come tutti, d’altronde – e si sente fragile come un bicchiere di cristallo, si accoccola contro di lui, nascondendo il viso nell’incavo del suo collo, sentendosi protetto perché il suo odore è sempre lo stesso, non cambia mai – se cambiasse si sentirebbe orribilmente spaesato, perso, come se lo avessero strappato dalla sua città per piantarlo in un paesino sperduto ai piedi del Kilimangiaro – fino ad addormentarsi stretto a lui, sul divano, così poi il Daddy Directioner lo porta a letto, in braccio, gli rimbocca le coperte e gli dà pure il bacio della buonanotte, sulla fronte; e quando Louis ha estremo bisogno di qualcuno che stia al suo gioco, lui c’è sempre, non importa cosa sia successo: Liam c’è, questa è una certezza sulla quale ormai tutti e quattro si aggrappano saldamente.
Louis, a conti fatti, non può vivere senza Liam, non solo perché con lui si sente protetto, ma anche perché sennò non avrebbe più nessuno da far arrabbiare per poi fargliela passare con quattro coccole e uno di quei suoi sorrisini monelli. E se Louis non ha nessuno da tormentare, che scopo ha la sua vita?
Tormentare Liam è semplice come respirare. Liam è terra, Louis fuoco e dove corre il fuoco? La fiamma di Louis brucia tutto ciò che trova sulla terra, la lascia spoglia, senza nulla, ma le permette di germogliare di nuovo, di tornare verdissima e rigogliosa, prima di distruggere tutto un’altra volta. Louis distrugge Liam ogni volta che ne ha l’occasione, ma poi torna sui suoi passi e aspetta paziente che sia rinato, lo aiuta a tornare come prima e meglio di prima. Louis tempra Liam, cosicché poi non ci sarà più nulla da distruggere, perché è diventato troppo forte per essere bruciato. Gli piace vedere l’effetto che ha su Liam quando passa, lo sconvolge. Ed è vero, lo brucia, brucia la sua terra, ma non arriva mai a fargli veramente del male, perché se annientasse davvero la terra che è Liam, non potrebbe più nemmeno vivere, perché senza una terra da bruciare, il fuoco si estingue.
E la terra trema, si spacca durante il terremoto, quando Liam si arrabbia, e non gli permette di andare avanti, di superare il burrone che si è creato e il fuoco si ferma lì. Quello è il limite che Liam impone ogni volta che giocano: lascia che lo distrugga, lo lascia fare sempre, ma poi gli dice basta, perché Louis perde il controllo senza accorgersene e ha bisogno di essere bloccato, di sentirsi dire che deve smetterla e Liam deve lasciargli il tempo di assimilare il concetto. E quando Louis lo mette in atto, si ferma, aspetta che Liam torni come prima, più forte di prima, più verde, più rigoglioso, sempre più vitale, sempre più difficile da radere al suolo, perché a Louis piacciono le sfide e sa che un giorno Liam sarà così difficile da radere al suolo che non ci riuscirà e arderà per sempre e senza fine su di lui.
Louis non vede l’ora che arrivi, quel giorno. Vuole ardere su Liam senza incenerirlo, vuole fargli sentire quanto può essere caldo, quanto può essere piacevole sentirsi bruciare senza sosta e quanto possono essere belle le sue fiamme se prese sul serio.
Liam è terra, è la terra di Louis. È la terra dove si trova Harry, il suo sole, la sua casa, colui che lo mette in ombra. È la terra dove scorre Zayn, il suo opposto, colui che lo spegne, che gioca con le sue braci. È la terra dove soffia Niall, il suo vento, il suo ossigeno, la sua vita. È la terra dove arde, dove brilla, dove muore, dove vive Louis.
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Eccomi qui...
Sì, lo so che in teoria dovrei postare un nuovo capitolo della mia long-fic, ma sentite, mi è venuta in mente questa cosa qui e dovevo assolutamente postarla u.u
Fatemi sapere cosa ne pensate, perché secondo me non è granché.
Ok, grazie di aver letto, comunque!
Baci :3

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