Il ladro del mio cuore

di Lelusc
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** come in verità sono ***
Capitolo 2: *** l'uscita ***
Capitolo 3: *** il regalo e il biglietto ***
Capitolo 4: *** l'avvertimento ***



Capitolo 1
*** come in verità sono ***


Sono contenta di aver scritto questo primo capitolo,spero vi piaccia e ditemi cosa ne pensate grazie. by Lelusc

 

 

Vorrei cominciare dicendo che mi chiamo Rosmery e ho diciannove anni. Sono ricca, molto ricca, e giusto per chi non ha capito, ricca e aggiungerei purtroppo, o forse no, dipende dai punti di vista,però la mia storia inizia con i soldi che diciamo sono fondamentali.

Quella mattina stavo dormendo nel mio comodo letto a baldacchino, sotto le mie morbide trapunte di seta. Cominciando così sembro molto vanitosa e altezzosa ma posso giurarvi che non lo sono, sono solo figlia di un intelligente uomo d’affari, che ha fatto fortuna dopo lunghi anni di lavoro e poiché abbiamo i soldi, non vedo perché non possiamo vivere bene.

Certo ogni tanto così come tutte le ragazze vado a fare spese pazze per centri commerciali, ma non vedo che problemi ci siano.
Comunque ritornando a noi. Ero nel mio caldo letto, alle dieci di una normalissima mattina di un comune sabato.
 Avevo fatto tardi per finire i compiti per lunedì. Che cosa credete, che se sono ricca mi diverto solo e non faccio i compiti? allora avete capito proprio male,io sono molto brava a scuola e non per vantarmi,solo per farvi capire che non dormo sugli allori,però ho piccole comodità.

La luce che filtrava dalla tenda ricamata davanti alla doppia portafinestra mi colpiva esattamente il viso e non so quante volte mi girai e rigirai nel letto per evitare che m’infastidisse, quando un rumore ripetuto sulla porta mi svegliò del tutto. Chiunque fosse entrò senza attendere né chiedere il permesso, non che servisse, siamo una famiglia, però sapete com’è, sono pur sempre una ragazza. 

Era Carl il mio maggiordomo. Carl ed io siamo inseparabili, come fratelli, mio padre l’ha tenuto con sé quando la sua povera madre, la mia governante, si ammalò gravemente e fu trasferita in un’isola dal clima più caldo e assistita dal miglior medico che mio padre riuscì a trovare e curata con le migliori medicine, ma nonostante tutto questo, purtroppo non c’è più da ben quindici anni, io non la ricordo molto bene, ricordo solo qualche parola della dolce ninna nanna che mi cantava, ma giusto qualcosa, visto che sia io che Carl allora avevamo tre anni.

 Carl rimase con noi e diventò per sua volontà nostro “maggiordomo” ci disse che voleva stare al nostro servizio per ripagarci delle medicine del medico e del viaggio, non che servisse, gli avevo dato subito del matto e avevo provato a fargli cambiare idea, ma non c’era stato verso, così ora è il nostro maggiordomo, non che lo veda veramente così, per me è un amico speciale e un fratello “ehi dormigliona, svegliati c’è la colazione".
 
"No, Carl lasciami dormire, ieri ho fatto tardi” “no signorina si deve svegliare” subito mi venne il voltastomaco e feci sbucare la testa da sotto il cuscino dove l’avevo messa per via dei raggi del sole che mi disturbavano e per non sentire lui “quante volte ti ho detto di non chiamarmi così, anche papà è d’accordo” “lo so l’ho fatto apposta così ti svegliavi” “tu sei…   furbo” “certo ci vuole questo e altro per stare con te” “non è vero” “alzati guarda che bella colazione” “chi l’ha fatta?” “io” “allora passo” “ehi! Che vorresti dire?” e ridendo mi misi a sedere sul letto, soffocando con la mano uno sbadiglio, un boccolo color caramello mi calò davanti al viso, lo guardai e cominciai a soffiarlo per togliermelo da davanti “accidenti devo sembrare un mostro” “no sei solo  un po’ scarmigliata” sospirai e scesi dal letto,così che la camicia da notte candida e ricamata che mi si era tirata su mostrando le gambe mi ritornasse a sfiorare i piedi.

Mi sedetti alla toletta e iniziai a sciogliermi la treccia che era rimasta “ma non potevi prima mangiare?” “sai che odio essere in disordine” “fai come vuoi, però potresti sembrare troppo vanitosa” sospirai.

Ad un tratto si spalancò la porta ed entrò  Louise la mia cameriera,ah giusto perché non pensiate male,in famiglia siamo solo in quattro,mio padre,io Carl,Louise.

Mia madre morì dandomi la luce e da allora ho avuto Dalia la madre di Carl, la mia governante, e ora ho Louise e Carl.
“Ancora non hai fatto colazione? Quanto ci metti?” “ecco la mamma, urrà” “quanto voglio io, Louise” “viziata” “grazie siete proprio i famigliari che vorrei sempre con me”mi sorrisero beati loro che si divertono a stuzzicarmi, ma poi toccherà a me “ti ho portato il cellulare che come sempre dimentichi in sala” “oh si dammi” e controllai subito se avevo delle chiamate perse “la colazione che ti ho fatto con tanto amore si sta raffreddando” “si Carl,ora la mangio” non avevo nessuna chiamata,meglio così; “fatemi un favore uscite così mi cambio e poi vengo a mangiare di la in sala come tutte le persone civili” “come desidera” “mi rispose Carl sghignazzando “Carl!” “si signora” “smettila” e mentre rideva si diresse alla porta seguito da Louise.

Finalmente da sola aprii l’armadio a due ante di legno di rovere e guardai tutti i vestiti che avevo, alla fine optai per un paio di pantaloni neri felpati con un maglioncino bianco e ornai il tutto con una collana con il ciondolo d’argento a forma di rosa accompagnata dai suoi orecchini,  che mi aveva regalato mio padre per il compleanno, poi indossai  gli stivaletti neri lunghi fino alla caviglia e mentre uscivo dalla stanza mi legai i capelli in una treccia,che mi arrivava quasi a metà schiena.

Scesi dalla scala che mio padre volle costruire con il marmo di Carrara e mi ritrovai nella sala, il tavolo da otto di legno scuro e massiccio, era davanti al grande camino di marmo bianco decorato, il divano con penisola di un bel color marrone rossiccio dava calore e stile principesco alla stanza chiara, le tende rosso pompeiano con drappeggi davano un senso di oppressione al meno, a me e in fine una grande portafinestra che dava sul giardino della villa che illuminava la stanza.

Sul tavolo c’era la colazione, come sempre troppo abbondante, croissant fatti a mano da Carl che è un mago nel cucinare i dolci, solo quelli però, l’addetta al pranzo e alla cena era Louise.

Così mi sedetti sulla sedia imbottita e cominciai a mangiare un croissant e a bere del caffè nero, poi visto che mi chiedeva di essere mangiata anche la macedonia,portai il vassoio in cucina,e controllai l’ora sul cellulare,avevo un appuntamento con le mie due migliori amiche  ed era quasi ora, meglio dirigersi al nostro punto d’incontro,così presi la giacca dal appendiabiti vicino al entrata, la borsetta e uscii.

Mi poggiai alle colonne di marmo dell’entrata per sistemarmi gli stivali che mi stringevano troppo e scesi le tre scalette. indossai la giacchetta, misi la borsa sulla spalla, e m’incammina fino ad arrivare al cancello. 
 

 

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Capitolo 2
*** l'uscita ***


Uscita dal cancello, m’incamminai lungo il marciapiede verso la fermata dell’autobus, dove avrei preso il mezzo che mi avrebbe portato davanti al parco pubblico dove era il punto d’incontro, avremmo preso poi un altro autobus per andare al centro dove era pieno di negozi.
Non vedevo l’ora di fare spese anche perché mancavano solo due settimane a Natale.

Attesi alla fermata per poco, quanto mi dava fastidio che ogni persona mi guardasse! che sono un poster? ho solo degli abiti firmati, che sarà mai, salita sul autobus andai ad uno degli ultimi posti vicino al uscita,presi dalla borsetta il cellulare e controllai prima l’ora e poi se avevo messaggi,niente e l’orario era giusto, ma forse sarei arrivata con un po’ in anticipo.

Scesi in fretta perché alla mia fermata ad attendere c’era una marea di gente, guardai ma le mie amiche non cerano davanti all’arco del parco, niente e se fossero dentro? Mi domandai. Entrai,ma non le vidi  neanche dentro, così rimasi fuori appoggiata sul cancello di ferro nero ad attendere e guardando ogni persona che scendeva dall’autobus.

Alla fine sospirai stanca e mi misi a leggere un romanzo d’amore tascabile che avevo portato con me. “Che leggi, cara?” normalmente una persona con il mio caratterino avrebbe risposto si faccia gli affari suoi, ma sapevo che Millysent si divertiva a parlare con la voce trasformata, così rimisi il mio romanzo nella borsa e alzai lo sguardo. “Ciao Millysent” “ciao, ma ci sei solo tu?” “si, Haidi non è ancora arrivata” “sempre la solita, si sarà bloccata davanti all’armadio”  “può darsi,” “ma bene, così posso…” “no””e dai, solo una” “no, posa quella macchinetta fotografica” “e dai solo una” sospirai “sei estenuante” “grazie me lo dicono in molti” e mi misi in posa,da una foto diventarono due e poi tre “Ma quando la lascerai in pace, povera ragazza” “Haidi sei in ritardo” le fece notare Millysent ,a me non interessava, mi aveva salvata, “si lo so, ma non sapevo che cosa indossare”. “visto Rosmery, che ti dicevo?” “si, va bene, ma ora sono qui andiamo” e ci dirigemmo verso un'altra fermata.

Scendendo venimmo quasi schiacciate dalla folla che entrava nel autobus, ma riuscimmo a passare,i negozi erano tutti aperti e decorati,i profumi uscivano dolcissimi dalle porte che ogni minuto venivano aperte dai clienti,le luci davano un atmosfera natalizia bellissima e calda, amo il natale proprio per questo, e perché si sta insieme a chi si vuole bene.

 “In che negozio andiamo per primo ragazze?” chiese Haidi, “per me va bene ovunque”le risposi “Voglio cercare un regalo per mio fratello disse Millysent “che è fissato con un certo gruppo rock”. “Va bene allora andiamo al negozio di musica”. Annuii e ci incamminammo.
Non appena entrata sentii una musica natalizia, vidi tante luci e addobbi colorati, sul bancone c’era un alberello, poi tanti immensi scaffali di musica “posso aiutarvi signorine?” ci chiese un ragazzo “si certo vorrei…” lasciai Millysent cercare quello che doveva, mentre io passavo tra gli scaffali e provavo con le cuffie la musica. “Ehi, Rosmery senti questa” “arrivo Haidi, che cosa?” “questa” “è dolcissima” “vero?  penso che la comprerò per mia madre, sai, ama le cose dolci,invece a mia sorella  comprerò un film melenso visto che le piacciono” “e tu che farai a tuo padre?” “non ne ho idea” “che ne pensi di una giacca o un cucciolo? Non desidera un cucciolo da sempre? Me lo avevi detto tu” “si ma papà come ora è sempre al lavoro e sarebbe affidato a Carl e Louise,non mi pare il caso” “forse hai ragione,non so che dirti” “ragazze ,ho fatto, andiamo”.
 
“Guardate che bel pacchetto” “è un semplice pacchetto, Millysent” “antipatica” “dai ragazze non litigate, andiamo di qua non dovevi prendere un film per tua sorella?” “si andiamo” e ora al negozio di dvd,anche lì era tutto bellissimo e tra uno scaffale e l’altro c’erano festoni colorati ovunque e dei film pazzeschi oltre a quelli di natale c’erano i classici,il Titanic,Ghost,la fabbrica di cioccolato e molti altri. “fatto ragazze, andiamo” “e ora ho fame” “ti prego hai appena fatto colazione Millysent” “ma che volete!” “va bene, andiamo a quella caffetteria e riscaldiamoci un po’”dissi alle altre, appena entrammo il campanellino suonò. “Salve che vi porto?” “un caffè al ginseng”, “un caffè macchiato” “e un cappuccino” io e Haidi scoppiammo a ridere “che c’è?” che avete?” era un piccolo pozzo senza fondo e pensare che era magra, ma come fa se mangia così!.

Una volta aver pagato ed essere uscite, ci incamminammo lungo la strada piena di gente e con sopra fili di luci colorate “ah ci voleva proprio!” “si certo Millysent, anche il cornetto” “certo è d’obbligo” e riscoppiai a ridere.
 
Ed ora toccava a mio padre, che regalo faccio a mio padre? Qualche consiglio ?” “ma tuo padre viene per Natale?” “No gli devo spedire il regalo” “io non lo farei” “perché Millysent? “perché un giorno ne ho spedito uno a mamma e non gli è mai arrivato” “allora per non rischiare vorrà dire che lo terrò io, glielo darò quando ritornerà” “si Millysent ha ragione, sotto le feste non arrivano i pacchi” “va bene comunque questa è l’ultima cosa a cui pensare,la cosa fondamentale è vedere cosa fargli” “guarda laggiù c’e il mercatino” “il mercatino? Ma se ha milioni” “si Millysent però immagino che userà i soldi del suo lavoro, se no vuol dire che il padre si fa il regalo da solo” “ah, giusto” scossi la testa sorridendo “si ottima idea andiamo al mercatino,forse gli troverò qualcosa”.

Il mercatino era pieno di persone, non ti potevi quasi muovere, ma c’era di tutto. Qualcosa da uomo pensai.  

 

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Capitolo 3
*** il regalo e il biglietto ***


Il mercatino era pieno di gente e tutti cercavano un regalo per le loro persone care,ed io ero lì , con i soldi che ho risparmiato e che naturalmente sono pochi a confronto di quelli di mio padre, perché volevo comprare qualcosa che non dipenda dai suoi soldi e che fosse veramente da parte mia,ma cosa?

“Guarda Rosmery qui ci sono dei vestiti” mi disse Millysent  “ qui portafogli e oggettistiche di ogni genere,ah che carino questo”

 “Vengo a vedere ragazze” dopo un po’ uscii con un pacco regalo in mano,di solito non lo incartano, ma per me hanno fatto un eccezione, il ragazzo ha detto,che me lo faceva perché ero bella e onestamente un complimento non mi disturba affatto, soprattutto se seguito da una gentilezza.
Avevo comprato una bella camicia di flanella e un portafoglio,riuscendo farlo per il rotto della cuffia, per fortuna avevo qual cosina in più,e pensare che sarei ricca grazie ha mio padre.

 “Visto abbiamo fatto tutte i nostri regali”disse Haidi  “no mi manca ancora qualcosa per Carl e Louise,avevo già separato i soldi per il loro regalo” “santo cielo e quanto hai guadagnato a lavoro?” Mi chiese Millysent molto sorpresa “ho fatto molti turni, ore supplementari e ho preso le ore dei miei colleghi quando non potevano venire” “quindi ti hanno pagato di più,ma non gli hai detto che sei ricca vero?”

“No non gli ho detto che sono ricca,anche se ormai credo l’abbiano capito visto come mi vesto,però ho detto subito che mi servivano dei miei soldi,e che volevo guadagnarli da me,così ho iniziato a lavorare duramente”.

 “Però hai capito la nostra principessa, sa il fatto suo e non si monta la testa,brava”disse Millysent “già non è una persona di mia conoscenza” rispose Haidi “ehi che vorresti dire” “niente” “ragazze non litigate e non vi prendete in giro” “va bene”dissero all’unisono.
Che regali avevi pensato per  Carl e Louise? “ma con Carl sono sotto terra” “ma se Carl ti adora,anche se gli regalassi uno spillo salterebbe di gioia” “quello, forse se lo regalo a Louise,si è messa in testa di cucirmi un abito da sola” “però voglio proprio vederlo alla fine”disse Haidi “ non mancherò di farlo,tranquilla” “beh conoscendola verrà una cosa meravigliosa” disse Millysent “si ne sono certa,comunque per lei avevo pensato a un bel fermaglio,infondo a dei bellissimi capelli lunghi” “allora andiamo, li ho visti prima e di davvero graziosi”.

E dopo poco avevo un altro piccolo pacchettino fra le mani “ma perché a te l'incartano a noi no?”chiese Millysent  “non saprei forse perché andiamo in bancarelle con persone diverse?” “possibile”disse Haidi “ora resta il problema di Carl,quasi quasi non glielo faccio” “ma no! Perché?”chiese Millysent così ad alta voce che molta gente si girò verso di noi,l’ignorai.
“Perché è così complicato” “cosa potrebbe piacere a lui? Cosa?” mi dissi scervellandomi  “se non lo sai tu” “Millysent, sta ragionando, non era una domanda” “ah”.
“Trovato,certo forse sarà un po’ d’intralcio, ma non fa niente” “ehi dove vai aspettaci” dissero in coro le ragazze,mentre mi dirigevo vero un altra bancarella,e anche questa volta me lo incartarono, e ci rincamminammo.

“Ragazze vogliamo mangiare? È quasi ora di pranzo” “va bene,andiamo, dove?” “a mangiare una pizza”propose Millysent guardai Haidi “aggiudicato”.
Il localino era piccolo, non del tutto pieno e  si stava al calduccio, ci sedemmo ad uno dei tavoli infondo,davanti ad una grande vetrata,Haidi era andata a ordinare le nostre solite pizze e io mi ero girata a guardare fuori “Rosmery!” “si che c’è?” chiesi girandomi e sentii un rumore  a me fin troppo conosciuto“ma, no ancora,smettila” “uffa quanto sei noiosa,e pure lo sia che sei il mio modello preferito,o miliardi di tue foto” “appunto smettila,inquadra qualcun’altro”.

“Va bene allora mi troverò un ragazzo,ma fino ad allora tu sarai la mia modella” era inutile parlare con lei,e sospirai stanca e Millysent mi scatto un'altra foto,cosa ne faceva delle foto poi,non lo so “eccomi ed ecco le nostre pizze,piccante Millysent,la mia ai funghi e la capricciosa a Rosmery che mancia tanto,il the la coca e l’aranciata” “bene ora che hai finito di fare la lista, iniziamo a mangiare che ho fame”e iniziammo.
Ci salutammo fuori dalla pizzeria, eravamo state più o meno mezza giornata fuori casa,ed era ora di rincasare.

Millysent doveva andare al ospedale, dove sua madre era in procinto di partorire il suo secondo fratellino,invece Haidi doveva andare a lavorare,e poi doveva fare una sfilata ,ne avrebbe avuto per tutto il giorno. Invece l’indomani sarebbe stata la vigilia e dovevamo andare a vedere la recita di Natale,non vedevo l’ora.

A  casa aprii con le chiavi,che come al solito li per li scordai di avere,ma visto che nessuno mi aveva aperto quando avevo suonato al campanello me ne ricordai.
L’anticamera era al buio, come la sala e tutto il resto, dove stanno tutti? Mi chiesi preoccupata,poi trovai un biglietto sul tavolo della cucina e lessi “stai tranquilla Rosmery io e Carl siamo usciti a fare la spesa di Natale  e gli eventuali regali,tuo padre come sempre a quest’ora è a lavoro,ci vediamo dopo,se prolunghiamo l’assenza la merenda è in frigo,ci ha pensato Carl, Louise. ”Non lo so fatemi un poema la prossima volta,pensai ,poi andai in sala e stranamente c’era un altro bigliettino  sul tavolo,che cos’è una caccia al tesoro? Mi chiesi,ma non c’era scritto che una frase “verrò a trovarti presto,l’angelo nero” ma che scherzo stupido, pensai così senza neanche pensarci accartocciai il foglietto e lo buttai nel cestino e salii di sopra.

Mi cambiai con un abito che uso per casa di lana e continuai a fare un po’ di compiti che ci avevano dato per le vacanze,poi mi sdraiai sul letto a leggere uno dei miei romanzi,fino a che non udii la porta aprirsi. 

 

 

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Capitolo 4
*** l'avvertimento ***


Ero sicura fossero i ragazzi, così scesi di sotto,ma la luce era sempre spenta e al contrario della porta, la portafinestra a doppie ante della sala era aperta, con la tenda bianca ricamata che si gonfiava per via del vento fresco “Non hai creduto alle mie parole vero?”sentendo quella voce mi bloccai,sicuramente era uno scherzo della mia immaginazione,loro e il loro stupido scherzo, mi aveva suggestionato,nonostante non pensassi potesse succedere “no non è uno scherzo arrivo” m’incamminai lentamente verso il divano che avevo davanti, ma seduto sopra non vidi nessuno,fino a che dal nulla si materializzò un ragazzo,lanciai un urlo che avrebbe fatto saltare chiunque a venti isolati di distanza, poi lo vidi alzarsi e girarsi verso di me.

Guardai davanti a me, spaventata e tremante,non c’era nessuno sul divano prima,e ora perché? Come?Quando? O mio Dio! Pensai così velocemente che mi s’ingarbugliarono tutte le domande nella mente.

“Calma tesoro,così ti creerai solamente un forte mal di testa,ora ti spiego chi sono e perché sono qui”.
E in un attimo mi ritrovai a spalle al muro,con ad un lato del viso un braccio dello sconosciuto e dal altra l’altro,così alzai gli occhi e rimasi turbata da quello che vidi,lui era bellissimo rimasi a guardarlo ipnotizzata,il colore dei suoi occhi era strano verde smeraldo con pagliuzze marroni dorate e in mezzo c’era anche del azzurro,che cosa strana pensai,i capelli erano lisci ed erano scuri, non so di preciso di che colore, perché  eravamo al buio,però perché riuscivo a vedergli bene gli occhi se  non c’è luce?

A certo perché lo avevo proprio davanti,a poca distanza dal mio viso,rimasi a guardarlo non so se compiaciuta e spaventata nello stesso tempo, se possibile, o con un altro sguardo.
 “Sentimi bene,il biglietto non era falso e per me la tua è stata una mancanza di rispetto nei miei confronti” “che rispetto, sei un ladro”dissi fredda mi fece un mezzo sorriso “si è vero,ma ho rispetto per tutto poi scoprirai,e,che peccato c’è stato poco tempo,ci rivedremo presto Rosmery,Marina,Elisa,Elimor”disse facendo scivolare una mia ciocca di capelli fra la sua mano,guardai quel gesto e poi lui sparire da dove era entrato,per poi sentire la porta aprirsi un'altra volta e sentire la voce di Louise e Carl,sospirai di sollievo,quel ragazzo era bello ma strano e pauroso.

Corsi a prendere il foglietto che avevo buttato nella spazzatura e mi precipitai da Louise e Carl “ciao Rosmery,che hai? Sei pallida,qualcosa non va? Porsi a Louise il biglietto stropicciato e che avevo spianato alla meglio,non volevo parlare e farmi tradire dai sentimenti che avevo dentro,non so che avrei fatto se sarei scoppiata in un pianto isterico o in una risata isterica o se avrei cominciato a urlare,perché solo ora avevo capito quello che era successo,L’angelo oscuro,voleva rubare qui da noi e sono stata l’unica a vederlo di persona,poi mi guardai la ciocca di capelli che mi aveva tocca,era vero non era un allucinazione da scherzo idiota.

“Cos’è?” poi cominciò a leggere “che scherzo strano potevi inventarti di meglio” la guardai scuotendo lentamente la testa “stai scherzando vero? Mi vuoi dire che è veramente lui e che ci sta avvisando che ruberà qui?”annuii e allungai un braccio,e indicai la sala e  infine decisi di parlare, ma alla minima inclinazione della voce avrei chiuso la bocca “in sala,mi stava parlando un attimo fa” Carl corse subito in sala seguito da Louise e io ci ritornai lentamente.

“La porta finestra è aperta, è entrato da lì” “si” dissi a voce bassa “Louise chiuse la porta finestra e si girò a guardarmi “che ti ha detto?”“che ci era rimasto male che avevo buttato il bigliettino e che era un messaggio vero,non uno scherzo” “allora vuol dire che ti stava spiando” mi venne un brivido e alzai le spalle.
“Capisco allora aspetteremo il suo ritorno con ansia e con un po’ di poliziotti che lo aspettano” annuii, era d’obbligo la polizia, pensai.

“Va bene ora preparo la cena,mangiamo e poi andiamo tutti a dormire,domani è la vigilia” “ha, io e le ragazze volevamo andare alla recita di Natale a teatro” “no! ci hai appena detto che hai visto l’angelo oscuro”disse Carl con troppa enfasi “lo so, ma mica mi uccide,vuole solo rubare qui da noi,io che centro” “non credo che sia una buona idea”disse Louise sbucando dalla cucina.

“Io ci vado lo stesso,volete venire anche voi?” “no non è il caso, però a qualsiasi cosa chiama”disse Louise dandomela vinta “no Louise,se vuole tanto andarci la accompagno io e poi appena entra la lascio,poi qualcuno verrà a riprenderla” “ma così sembro” “non sembri niente ti proteggiamo”disse Carl serio “fate come volete” “allora tutto deciso ora sedetevi sul divano”  “no! La interruppi “lui era seduto lì” “allora una sedia” “si vada per la sedia”mi sentivo più calma, non so cosa di quel ragazzo mi abbia spinto all’irrequietezza,era bello, era ladro, nessuno lo aveva mai visto,non  ha mai fatto male a nessuno,ruba e poi se né va,e poi non si fa più vedere,allora perché?   
 
 

 

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