Let me love you.

di someonelikecris
(/viewuser.php?uid=203087)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1. Run, baby run! ***
Capitolo 2: *** 2. We'll take care of you ***
Capitolo 3: *** 3. Welcome back my little sunshine ***
Capitolo 4: *** 4. What if ? ***
Capitolo 5: *** 5. Don't leave me now, I'm alone in the darkness ***
Capitolo 6: *** 6. He can do whatever he wants ***
Capitolo 7: *** 7. What's your problem ? ***
Capitolo 8: *** 8. What are you doing here? ***
Capitolo 9: *** 9. This is not going to be easy ***
Capitolo 10: *** 10. You're such a sweetie, aren't you? ***
Capitolo 11: *** Why not ? ***
Capitolo 12: *** 12. Zayn doesn't care ***
Capitolo 13: *** 13. Stop pretending ***
Capitolo 14: *** 14. Who is stopping you? ***
Capitolo 15: *** 15. Your actions speak louder than words ***
Capitolo 16: *** 16. Confessions ***
Capitolo 17: *** 17. All that you want's under your nose ***
Capitolo 18: *** 18. Once upon a time ***
Capitolo 19: *** 19. You belong with me ***
Capitolo 20: *** 20. This is the start of something beautiful ***
Capitolo 21: *** 21. Nobody said it was easy ***
Capitolo 22: *** 22. You can tell me everything ***
Capitolo 23: *** 23. All our mistakes ***
Capitolo 24: *** 24. What doesn't kill us makes us stronger ***
Capitolo 25: *** 25. Tell me if you need a loving hand to help you fall asleep tonight ***
Capitolo 26: *** 26. These secrets hurt like hell ***
Capitolo 27: *** Pictures of you, pictures of me remind us all of what we used to be ***
Capitolo 28: *** 28. This song saved my life ***
Capitolo 29: *** 29. That's how a man loves ***
Capitolo 30: *** 30. My nightmares are usually about losing you ***
Capitolo 31: *** 31. I should ink my skin with your name ***
Capitolo 32: *** 32. And I told you to be patient, and I told you to be kind ***
Capitolo 33: *** 33. Don't try to make me stay or ask if I'm ok, I don't have the answer ***
Capitolo 34: *** 34. Just because it burns it doesn't mean you're gonna die ***
Capitolo 35: *** 35. You don't have to go it alone ***
Capitolo 36: *** 36. You're my kryptonite ***
Capitolo 37: *** 37. Things are never gonna be the same ***
Capitolo 38: *** 38. I will never walk away again ***
Capitolo 39: *** 39. The dreams that you dare to dream really do come true ***



Capitolo 1
*** 1. Run, baby run! ***


Prima di tutto ringrazio chiunque sia entrato e stia per leggere il mio mostriciattolo num. 1.
E' molto tempo che non scrivevo una fan fiction, quindi piano piano spero di riprendere la mano, voglio qualsiasi tipo di critica purchè costruttiva. La FF nasce da alcuni miei viaggi mentali, enjoy!

Capitolo UNO - Run, baby run!

15 Settembre 2000
 
Le trecce le cadevano dolcemente sulle spalle, i codini, come sempre, erano coordinati al grembiulino rosa, il colore che più odiava al mondo.
Cercava di tranquillizzarsi ma le sue mani continuavano a sudare e non ne volevano sapere di stare ferme, avrebbe tanto voluto la mamma al suo fianco.
Ma lei non c'era, lei non ci sarebbe più stata.
"Tua mamma era un angelo, e adesso è volata via, ma da lassù ti guarda e ti guarderà sempre" le aveva detto suo padre approfittando dell'ingenuità dei sette anni della figlia.
Ma Sam era sempre stata più grande della sua età biologica. Era diventata grande nel momento in cui fu diagnosticato quel maledetto cancro alla madre e dovette farsi forza da sola, perchè nessuno aveva pensato più a lei da quel momento.
Aveva visto suo padre diventare più vecchio giorno dopo giorno, aveva visto quella luce lasciare quei bellissimi occhi verdi, i suoi occhi.
"Forza Samantha, ti accompagno nella tua nuova classe" una piccola pacca sulla spalla la fece tornare alla realtà.
La preside della sua nuova scuola le sorrideva, Sam riusciva a scorgere la vena di compassione nei suoi occhi, quella compassione che proprio non riusciva ad accettare.
Dopo la morte di sua madre, suo padre aveva impacchettato tutto e dalla lontana New York si trasferirono a Bradford cercando di lasciarsi alle spalle quante più cose possibili.
Sam riusciva a sentire il suo stomaco contorcersi per l'ansia.
Non era mai stata brava a fare amicizia e l'idea di dover ricominciare tutto dall'inizio la faceva arrabbiare fino alle lacrime.
Cominciò a camminare esortata dalla preside, ma ad ogni passo sentiva i piedi sempre più pesanti, il respiro sempre meno controllato.
Arrivarono davanti ad una porta marrone, la preside bussò ed entrò con passo leggero nell'aula facendo segno a Sam di seguirla.
Sam continuava a guardarsi i piedi sperando che tutta quella giornata fosse solo l'ennesimo incubo.
"Ragazzi, vi presento la vostra nuova compagna Samantha Dekker, viene da New York e farà parte della vostra classe da oggi in poi, mi raccomando trattatela bene, non è mai facile ambientarsi, bambini, soprattutto per chi viene da così lontano"
Sam sentì le sue guance farsi incandescenti, alzò lo sguardo e vide che tutti gli occhi dei bambini erano puntati su di lei, si sentiva così piccola e insignificante in quel momento, alcuni ridevano del suo rossore, altri sembravano infastiditi e altri ancora la fissavano come se avesse avuto la pelle blu.
"Samantha, mi ascolti?"
Sam tornò alla realtà. "Scusi?" chiese impacciata. Doveva essersi persa qualche parte della conversazione perchè la preside non era più in classe e la maestra la guardava con aria scocciata, tutti scoppiarono a ridere e questo la fece sentire ancora più stupida.
"Ti ho indicato il posto in cui sederti, laggiù, vicino a Thomas"
"G-grazie" altre risatine invesero la classe.
Sam si diresse al banco accanto a Thomas, il ragazzo si mordeva un labbro per trattenere le risate. Ma cosa diamine avevano tutti da ridere lì dentro? Cosa avevano di sbagliato a Bradford?
Non appena toccò la sedia sentì tutto il suo peso schiaffarsi a terra e rimbalzare sulla sua spina dorsale.
Il dolore le fece subito salire le lacrime agli occhi e in quel momento capì perchè tutti ridevano.
Lo sapevano, tutti i bambini sapevano che quella sedia era rotta, quel Thomas lo sapeva e non aveva fatto niente per fermarla.
Nonostante i richiami della maestra ormai le risate erano incontenibili.
Sam si alzò in piedi dolorante e corse fuori dall'aula, non appena aprì la porta trovò un altro corpo a ostacolarla e cadde a terra, sentendo un dolore che le mozzò il fiato.
Anche l'altro ragazzo era caduto a terra di sedere e si stava massaggiando la testa.
"Ehi.." disse "E' per questo che non si corre nei corridoi" disse con una piccola risata, poi si alzò e tese una mano a Sam "Tutto bene?"
Non appena Sam alzò lo sguardo vide due occhi color miele che la fissavano divertito.
Sam afferrò la mano del bambino e lui le sorrise. 
"Sono Zayn" si presentò lui 
"S-sam" balbettò lei. Lui rise. 
"Da cosa scappavi?"
"Dalla realtà, forse.." disse lei sottovoce.
Lui la squadrò.
"Sei strana Sam"
Immediatamente Sam mollò la mano del bambino e ricominciò a correre verso la porta d'uscita lasciandolo di stucco.
Non sarebbe mai stata bene in quella città, aveva voglia di abbracciare la sua mamma e non poteva farlo.
Correva e mentre lo faceva sciolse le trecce e buttò a terra i codini e il grembiule rosa.
Trovò un parco e continuò a correre fino a quando ogni lacrima trovò la sua strada lungo le sue guance.
 
 
N/A
Fatemi sapere cosa ne pensate, dovrei-vorrei postare ogni due giorni verso i primi capitoli. 
Pace!

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** 2. We'll take care of you ***


Capitolo DUE - We'll take care of you
 
15 Settembre 2000 
h 23,00
 
"Sam, l'ultima cosa di cui ho bisogno è che tu faccia macelli di questo genere, non puoi lasciare la scuola il primo giorno correndo coma una pazza perchè ti hanno fatto uno scherzetto!"
Sam strabuzzò gli occhi, come poteva suo padre reputare quell'azione uno scherzetto ? Avrebbe potuto rompersi la colonna vertebrale davanti a 20 stupidi ragazzini.
"Ho già tanti pensieri Sammy, per favore, devo trovare un lavoro, mandare avanti questa casa da solo, badare a te, far quadrare i conti" alcune lacrime rigarono il viso stanco del padre, che instintivamente si coprì con le mani, non voleva che sua figlia lo vedesse crollare.
Ma Sam lo aveva visto fin troppe volte in quello stato negli ultimi quattro mesi che ormai il suo cuore nemmeno se ne accorgeva.
Si alzò e lasciò un leggero bacio sulla guancia del padre "Scusami" sussurrò al suo orecchio.
Il padre le baciò la fronte e la strinse forte.
"Tieni duro Sammy, piano piano tutto comincerà ad andare bene, te lo prometto"
Lei sciolse l'abbraccio e si rifugiò in camera sua.
 
 
"Saaaaaam, porti fuori la spazzatura per favore?"
"Si, papà" Sam sbuffò e afferrò il sacco nero accanto alla porta e uscì nell'aria fresca di Bradford.
Attraversò il prato in silenzio, il buio l'aveva sempre spaventata un po'.
Si guardava intorno, sentendosi quasi soffocata dal buio, strinse le mani attorno al sacco nero.
"Non essere stupida" sussurrò senza convincersi "Oh, dai, non fare la cacasotto" mugugnò.
Finalmente raggiunse il cassonetto, abbandonò il sacco nero e fiera di se stessa tornò verso il portico, con tutti i sensi all'erta.
"Ehi!" in un attimo sussultò, le pareva di aver già sentito quella voce.
Era già nel suo giardino, la voce arrivava dalla casa accanto, si girò e vide il ragazzino dagli occhi color miele.
Le guance si tinsero nuovamente di rosso e lei abbassò lo sguardo.
"Sono Zayn, ci siamo visti oggi a scuola, tu sei Samantha vero? Quella che tutti cercavano?"
Sam annuì alzando finalmente lo sguardo. Ritrovò quegli occhi così ingenui a sorriderle.
"Sam" disse lei "Samantha non mi piace molto.."
"Ok, Sam, la mia mamma ha fatto la limonata, ne vuoi un bicchiere? Ti giuro che è dolcissima" disse lui sorridendo.
Sam lanciò un'occhiata alla porta di casa sua. Si doveva fidare?
Sentì il cuore perdere alcuni battiti al solo pensiero di avere un amico e così i suoi piedi cominciarono ad andare da soli verso casa di quel bambino.
"Siediti qui sul dondolo, te la porto subito" disse il bambino sorridendo.
Sam si appoggiò al dondolo lasciando ciondolare i piedi nel vuoto.
Sentiva parecchie voci venire da dentro, riusciva a sentire il calore della felicità che usciva da quella casa e la avvolgeva.
Il bambino tornò poco dopo e le porse un bicchierone di limonata.
"Adoro la limonata" disse lui sedendosi sul dondolo
Sam assaggiò la bevanda e quasi le mancò il fiato. Era buona quasi quanto quella che faceva la sua mamma nemmeno un anno fa.
Alcune lacrime le salirono agli occhi.
"Va tutto bene Sam?" le chiese Zayn preoccupato
Lei annuì nascondendosi dietro al bicchiere.
"Che facevi prima? Sentivo che parlavi da sola"
"Dovevo buttare la spazzatura..."
"E hai paura del buio!"
"No, non ho paura del buio!" esclamò lei risentita.
"A me puoi dirlo, anche io ho paura del buio" il cuore di Sam perse un battito, non la stava giudicando, non voleva prenderla in giro.
"Ok, forse un po'" disse lei sorridendo.
 

Da quella sera i giorni, gli anni, passarono in fretta e li trovarono così, ogni sera sempre insieme su quel dondolo, fino a diventare migliori amici, fino a quando le gambe di tutti e due arrivarono a toccare terra. Zayn la aiutò ad integrarsi, la aiutò a sentire sempre meno la mancanza della mamma e in questo la famiglia del ragazzo fu indispensabile, la accolsero a braccia aperte e accolsero anche suo padre. Sam trovava un rifugio sicuro tra le braccia del ragazzo ogni volta che un incubo le faceva visita, si aggrappava al calore del ragazzo facendolo suo e Zayn era sempre contento di donarle quella serenità. Sam insegnò a Zayn che a volte bisogna essere il proprio eroe e Zayn le fece capire che chiedere aiuto non era segno di debolezza, ma segno di volercela fare, segno di voler andare avanti.
Sam sentiva la mancanza di sua madre ma aveva cominciato a conviverci ormai e doveva tutto a Zayn, il suo migliore amico.


N/A
Per favore, per favore recensite, ho davvero bisogno di sapere cosa ne pensate. Ho visto che le visite sono state numerose, quindi non fate le timide, non mangio mica ;)

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** 3. Welcome back my little sunshine ***


Oooook, qui la storia finalmente comincia a prendere un ritmo, siamo tornati nel presente e troveremo tutti e due i ragazzi cresciuti.
Sono contenta che le visualizzazioni siano molte e per favore, vi ho postato un capitolo ogni giorno, non me la merito una piccolissima recensione? çç
Scrivete anche per dirmi "cacca pupù" ma please please please, scrivetemi qualcosa!
Vi lascio, buona lettura!

 
Capitolo TRE - Welcome back my little sunshine
 
2012
 
Dodici anni erano passati dalla famosa scena del dondolo. E due ne erano passati da quando Sam e Trisha avevano tirato Zayn giù dal letto a forza per andare a fare il provino ad x factor. Sam lo sapeva che in qualche modo il suo migliore amico ce l'avrebbe fatta, anche dopo quel no.
Ricordava quella telefonata, la più brutta mai ricevuta. Riusciva a sentire il dolore nella voce dell'amico, lo ricordava fin troppo bene.
"Sono stato uno stupido a credere di potercela fare.." sussurrava al telefono.
"Zayn, smettila, gli unici stupidi sono loro che ti lasciano andare via.."
"E volevano anche farmi ballare, mi hanno anche obbligato! Sai quanto lo odio Sam, lo sai!" disse poi scoppiando in un pianto liberatorio.
Aveva sentito Zayn piangere alcune volte prima ma mai come quella volta lei si era sentita così inutile.
"Zayn, andrà tutto bene, ne sono sicura, chi canta Let me love you meglio di te? Ti richiameranno o ci riproverei l'anno prossimo"
"Ricordo ancora quando me l'hai fatta ascoltare quella canzone Sam, ti piaceva tanto quando la cantavo"
"Mi piace anche adesso Zayn, mi piacerà sempre, tieni duro"
 
Ed ora era a casa sua, come sempre, quella casa negli ultimi due anni era diventata sempre più vuota, riprendeva vita solo quando Zayn tornava.
E quel giorno finalmente Zayn sarebbe tornato per restare una settimanella.
Tutti erano in un religioso silenzio dentro casa, cercando di scrutare il rumore di una macchina in avvicinamento.
Trisha a malapena respirava. Lei e Sam parlavano molto, di tutto, e Sam si ritrovava a consolarla sempre più spesso da quando il ragazzo era diventato famoso, passava da lei per cercare di distrarla ma Zayn mancava a tutte e due, constantemente.
In quel momento Trisha stava stringendo così forte la mano di Sam da far diventare le dita della ragazza bianche.
Non appena sentirono una macchina entrare nel vialetto, le sorelle di Zayn si fiondarono fuori.
Quando Sam sentì la voce del ragazzo sorrise. Trisha lasciò andare la sua mano e corse alla porta.
Sam rimase accanto al divano, l'ultima cosa che voleva era rovinare un momento così bello per la famiglia che l'aveva cresciuta.
Non appena Zayn entrò in casa, il cuore di Sam perse un battito e gli occhi le si fecero lucidi.
Trisha lo strinse forte e gli baciò la fronte come solo una mamma poteva fare.
I capelli di Zayn gli ricadevano leggermente sugli occhi ma niente riusciva a coprire quello sguardo.
Lo stesso sguardo che era l'ancora di salvezza di Sam. Non appena Zayn incrociò il suo sguardo si aprì in un sorriso radioso, lo stesso sorriso che era dipinto sul viso di Sam.
"Sammy!" lui le corse incontro e la caricò di peso, sollevandola in aria.
Sam strinse le sue braccia attorno al collo di Zayn per non cadere e inspirò a pieni polmoni il suo profumo.
Dio, quanto le era mancato.
Risero insieme proprio come quando erano bambini e poi Zayn la posò per terra.
Zayn le baciò la fronte. "Devo raccontarti tante di quelle cose Sam, non puoi nemmeno immaginare.."
"Adesso ti lascio alla tua famiglia Zayn, ne parliamo stasera, ok?"
Trisha mi sorrise con le lacrime agli occhi.
"Grazie" disse Zayn muovendo solo le labbra.
Sam salutò tutti e tornò a casa, più contenta che mai.
 
"Ti aspetto sul dondolo :) xx" 
Non appena Sam lesse quel messaggio corse a cercare le sue vecchie converse, le infilò e in un minuto fu fuori di casa.
Lo trovò lì, come sempre, con il solito sorriso, forse un po' più stanco e provato.
"Sono le due" sussurrò la ragazza sedendosi accanto a lui.
"Sei stanca?" chiese lui.
"Io no ma penso che tu lo sia" in quel momento una folata di vento li avvolse e Sam si maledisse per non aver preso una giacca, Zayn, come ogni volta si accorse dei suoi brividi.
"Sammy, sei sempre la solita" disse ridendo. Si sfilò la giacca e la poggiò sulle spalle della ragazza.
"Wow, ho la famosa giacca del famosissimo e fighissimo Zayn Malik!" lo schernì la ragazza.
"Che scema che sei!" disse lui ridendo.
"Ma dai, dimmi per favore che non parlano tutte così, caro Zayn the vain Malik"
"La finisci di chiamarmi in quel modo Samantha Dekker?"
"Chiamami un'altra volta Samantha e ti sgozzo, Jawaad"
"Wohoo, da piccoli il tuo chiamarmi Jawaad era sinonimo di botte"
"E lo è ancora" disse lei tirandogli un piccolo pugno sulla spalla.
"Sempre la solita femminuccia" disse lui togliendosi le scarpe e mettendosi comodo.
Calò un silenzio rilassato, delicato quasi.
"Mi sei mancata tanto Sam, sono serio"
"Anche tu mi sei mancato Zayn, ma a differenza tua io sono rimasta nella cara vecchia Bradford mentre tu ti giravi mezzo mondo.."
"A volte avevo paura sai? Paura che sarei tornato qui e non ti avrei trovato"
"E perchè mai?"
"La lontananza cambia tante cose Sammy, tu sei la mia migliore amica e anche se ci siamo sentiti piuttosto spesso, negli ultimi tempi ti ho sentita distante, c'è qualcosa che non va?"
"Beh..mio padre sta cominciando a vedere questa nuova donna, lei mi sembra apposto, ma l'idea che una donna entri dentro casa nostra dopo tutto questo tempo mi da fastidio, e, come sai, ho un lavoro adesso, scrivo per il giornale locale, niente di che, ma è un inizio no? Mica possiamo fare tutti il botto come te" disse Sam sorridendo.
"Già, a volte penso che il tour e tutte le altre cose sarebbero molto più facili con te accanto"
"E perchè mai? Quei quattro mi sembrano in gamba!"
"Lo sono eccome, li adoro, veramente, ma tu sei diversa, ti basta uno sguardo per capire ciò che penso, capisci i miei silenzi, capisci sempre tutto in effetti.."
"Anche io penso che riuscirei ad affrontare al meglio il tutto con te accanto, sai? Ma poi penso che sei in giro per il mondo a rendere felici un sacco di persone, a divertirti, a volte anche fin troppo, sai, le news arrivano anche a Bradford Zayn" disse Sam con un sorriso malizioso.
"Che posso dire? L'Australia e Harry sono stati una combinazione troppo forte per me quella sera"
Risero tutti e due insieme, come ai vecchi tempi. "Insomma che dovevi raccontarmi?" chiese Sam prima che uno sbadiglio la investisse in pieno.
"Facciamo che domani ti porto a pranzo e ne riparliamo?" Zayn sorrise stanco.
"Si, meglio" Sam si alzò per stiracchiarsi, fece per levarsi la giacca ma Zayn la fermò.
"Puoi tenerla" disse lui sorridendo.
"Zayn, sveglia, sei a Bradford, sono Sam e non una delle ragazze che ti porti a letto la sera dopo le feste" disse Sam restituendogli la giacca.
La ragazza scese le scale e si avviò al portico di casa sua "Mi sono mancate le tue dimostrazioni d'affetto, Sammy! E per la cronaca, non assomigli affatto a quelle che mi porto a letto dopo le feste" le urlò il ragazzo ridendo.
"Sei sempre più simpatico noto, vai a dormire Jawaad!" Sam lo salutò con la mano e poi entrò dentro casa.


N/A
Ok, per un po' di giorni non posterò perchè non sarò a casa, spero che questo mostriciattolo numero 3 vi sia piaciuto!
Pace!

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** 4. What if ? ***


Ok, saaalve gente! Da questo capitolo in poi comincia l'azione, che dire, spero che vi piaccia e che mi lasciate una piccola recensione, anche solo per dire "bene, continua così" oppure "bleah, che schifo, buttati da un ponte" (?)
No, tralasciamo gli scherzi, vedo molte visite e amo leggere quello che la gente pensa delle mie storie, quindi...scrivetemi! Anche su twitter se non volete farlo qui, il mio nick è scritto nel mio profilo EFP!
Enjoy!
Capitolo QUATTRO - What if ?
 
Il sole filtrava dolcemente nella camera di Sam carezzandole il viso.
Zayn entrò in punta di piedi, quasi trattenendo il respiro e si avvicinò al letto.
"Sam" sussurrò. Sapeva che non avrebbe portato a niente, ma era sempre stato un ragazzo educato.
No, con Sam l'educazione non serviva a molto.
"A fuoco, a fuoco, va tutto quanto a fuoco, bisogna evacuaaaaare" il ragazzo cominciò a urlare.
Gli occhi della ragazza si aprirono immediatamente e si tirò su di scatto.
"Cos-che-eehh?" mugugnò la ragazza strofinandosi un occhio.
Zayn scoppiò a ridere indicandole la sveglia. Le 11,00.
"Zayn, sei proprio un idiota, quando riparti e te ne vai?" strascicò Sam prima di ributtare la testa nel cuscino.
Zayn si buttò accanto alla ragazza circondando la sua schiena con un braccio.
Sam sentì il cuore cominciare a battere sempre più forte, non riusciva a capire il perchè, ma stava accadendo.
Il suo cuore batteva così velocemente che aveva paura che Zayn l'avrebbe sentito.
"Ti ho portato una cosa per oggi" sussurrò il ragazzo.
Sam prese un respiro profondo per cercare di ridare al suo cuore un ritmo regolare.
"Addirittura?" chiese lei girandosi verso di lui.
Non avrebbe dovuto farlo, i visi dei ragazzi erano a pochi centimetri di distanza. Sam sentiva il respiro fresco di Zayn sulle guance, lui sorrise e le pizzicò un fianco.
"Alzati, ho poggiato tutto sulla sedia, ti aspetto di sotto"
Il ragazzo si alzò e si diresse al piano inferiore chiudendo delicatamente la porta.
Cos'era appena successo? Sam si passò una mano tra i capelli per spostarli dal viso.
"Dannazione.." sussurrò alzandosi. Si diresse verso la sedia davanti alla sua scrivania e trovò una scatola rettangolare. Un sorriso si impadronì del suo viso.
Poggiò la scatola sul letto e la aprì. Quasi le se mozzò il fiato. Quello era IL vestito, settimane fa avrebbe fatto pazzie per quel pezzo di stoffa e ricordava di averlo raccontato a Zayn una sera dopo un concerto.
Corse sotto la doccia e dopo scivolò nel vestito, si guardò allo specchio. Il vestito si interrompeva a metà coscia e stringeva i fianchi di Sam rendendola armoniosa, ma ciò che più stava bene con quel vestito era il grande sorriso di Sam.
Si infilò un paio di ballerine e corse di sotto dove trovò Zayn seduto al tavolo della cucina, l'espressione del ragazzo fermò il cuore di Sam.
Quegli occhi color miele erano persi in pensieri ai quali la ragazza non sarebbe mai potuta arrivare, Sam notò la paura dal modo in cui il ragazzo si torturava le mani, l'ansia da come batteva freneticamente il piede destro. Quando Sam si avvicinò sfiorandole una spalla, finalmente il ragazzo tornò in se'.
Zayn la guardo dall'alto al basso e poi si alzò "Beh, fatti vedere meglio.." disse facendo girare la ragazza "Si, sembri quasi una ragazza" disse sorridendo.
"Come diamine hai fatto a trovarlo? L'ho visto in TV ad una sfilata e adesso lo sto indossando, non riesco a crederci...grazie!" disse Sam stampando un bacio sulla guancia di Zayn.
"E' un piacere, e poi oggi devi uscire con me, mica il primo che passa per strada eh.." disse lui sorridendo.
"No, giusto il mio vicino di casa" Sam gli lasciò un buffetto sulla guancia e prese le chiavi invitandolo ad uscire.
 
 
"Zayn?"
Un'altra volta lo sguardo del ragazzo si perdeva nel vuoto e Sam riusciva a distinguere sempre di più i segni del panico.
"Zayn, che succede?" chiese Sam posando il bicchiere di Coca Cola sul tavolo.
"C-cosa?"
"Non fare il finto tonto, è da ieri che mi devi dire qualcosa e...il tuo sguardo.."
"Il mio sguardo cosa?" chiese lui un po' duro, cosa che spiazzò del tutto la ragazza.
"Il tuo sguardo è spaventato Zayn, cosa c'è che non va?"
Gli occhi del ragazzo si fissarono in quelli della ragazza paralizzandola "Non riesco a dirlo, Sam, io non ci riesco" disse lui stringendo un pugno.
"Ehi..è tutto ok" disse lei allungando una mano verso il ragazzo, ma lui non la calcolò più di tanto.
"Pensavo che..pensavo che fare musica sarebbe stata la cosa più bella del mondo, soprattutto con quattro ragazzi come loro, Sam, pensavo che da quel 2010 in poi la mia vita sarebbe stata..in discesa, che ingenuo eh?"
"Zayn, dove vuoi arrivare?"
"Il mondo della musica è spaventoso ma ormai ci sono troppo dentro e non potevo dire di no, o avrei rischiato di mandare all'aria non solo il mio futuro ma anche quello dei ragazzi, ma io non voglio, io non riesco a fingere.."
"Zayn, mi stai facendo esplodere la testa, ti prego, parla chiaro e tondo" disse la ragazza visibilmente preoccupata. Sentiva il cuore andare sempre più veloce ad ogni parola del ragazzo.
"Ricordi Perrie delle little mix?"
"....no, chi scusa?" chiese Sam spiazzata da quella domanda.
"Siamo nella stessa casa discografica, i nostri produttori si sono messi d'accordo, a loro serve visibilità, a noi serve che il nostro nome non venga dimenticato mentre registreremo l'album, stanno preparando delle messe in scena, capisci? Collaborazioni addirittura.." il ragazzo si avvicinò cercando di prendere la mano che Sam gli aveva allungato. Lei la scansò immediatamente, aveva capito il perchè del vestito e di tutti quei convenevoli, il perchè Zayn l'aveva portata a pranzo nel migliore ristorante di Bradford...
"E se tu rifiutassi?" chiese lei con un filo di voce.
"E se avessi già accettato?" disse lui incatendando gli occhi della ragazza nei suoi.

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** 5. Don't leave me now, I'm alone in the darkness ***


Salve gente! Prima di tutto ringrazio i cinque che hanno aggiunto la mia storia alle seguite e ringrazio tutta la gente che recensisce, voi non capite la gioia che mi da, mi fa sentire importante per qualcuno finalmente!
Che dire, questo è stato un capitolaccio per me, non avete idea di quanto io ci abbia messo a scriverlo e infatti a distanza di un mesetto ancora non sono soddisfatta del risultato ma ormai...è andata.
E' un capitolo di passaggio, sono una di quelle che li odia abbastanza ma non potete negare che ce ne sia bisogno, quindi, smetto di rompere le palle e vi lascio liberi di leggere! Recensite, per favore, scrivete qualsiasi cosa! O se volete contattatemi su twitter! Sono @someonelikecris


Capitolo CINQUE - Don't leave me now, I'm alone in the darkness
 
 
La mano destra della ragazza scattò a coprire la sua bocca, quasi per nascondere la sorpresa fin troppo palese sul suo volto.
Gli occhi le si riempirono di panico, doveva essere tutto un incubo ma quegli occhi color miele non le stavano mentendo, erano così crudelmente sinceri.
"Sam..." sussurrò Zayn abbassando finalmente lo sguardo "Dovevo farlo.."
"Invece no" disse lei secca, non riconoscendo la sua voce "Non dovevi fare proprio un bel niente, non avete bisogno di tutto questo"
"Chi te lo dice? Tu non capisci niente di quel mondo!" disse lui duro.
"Non mi dire che non capisco, Zayn, non me lo dire" disse Sam scattando in piedi, afferrò la borsa e corse via lasciando Zayn paralizzato, da solo.
 
 
Dovette provare tre volte ad aprire la porta di casa prima di riuscire ad entrare, le mani le tremavano così tanto per il nervoso che le era impossibile trovare la chiave maledetta. Appena riuscì ad entrare corse in camera, vide il suo viso riflesso allo specchio, una maschera di terrore.
Si fissò, non si riconosceva per niente.
Zayn non aveva potuto farlo. Non era mai stato un tipo molto sicuro di se', ma Sam non avrebbe mai creduto che avrebbe potuto cedere ad una cosa del genere, lui che aveva sempre odiato le messe in scena.
E la cosa che più la faceva infuriare era che sapeva di non essere così spaventata per quel motivo. Non poteva provare quegli strani sentimenti per Zayn, lui era la persona più sbagliata al mondo per lei, non poteva permettersi di sentirsi in quel modo, perchè sapeva che non sarebbe mai stata ricambiata e l'ultima cosa di cui aveva bisogno era un cuore infranto. 
Con un gesto deciso si sfilò il vestito e lo buttò a terra. Era stata una stupida, non avrebbe dovuto correre via in quel modo, ma come faceva Zayn a non capirlo? Era tutto completamente sbagliato.
Doveva essere un incubo.
Il suo telefono improvvisamente si illuminò. "Ho bisogno di te, ti prego. Sono fuori casa tua. x"
Sam strinse il telefono tra le mani e si accostò alla finestra, era lì sotto, seduto su un marciapiede con la testa tra le mani.
Quanto era stupida? Come poteva lasciare che il suo migliore amico soffrisse in quel modo? Avrebbe lasciato da parte i suoi stupidi sentimenti, ancora una volta.
Si infilò una maglietta lunga e corse al piano inferiore ad aprire la porta.
Il ragazzo scattò in piedi non appena sentì la porta aprirsi e la sua espressione colpì Sam dritta al cuore.
"Zayn.." sussurrò lei.
Il ragazzo si fiondò tra le braccia di Sam nascondendo il viso sul suo petto nonostante fosse più alto di lei di qualche centimetro.
"Dimmi solo che andrà tutto bene" disse lui.
Come? Come poteva farlo se tutto quello che voleva fare in quel momento era prenderlo a pugni? "Ti prego Sam" sussurrò.
"Andra tutto bene" disse lei stringendo il ragazzo a se'. "Preparo un thè, vai sul divano, così ne parliamo, ok?"
Zayn la lasciò andare e si avviò al divano.
 
 
"I ragazzi lo sanno?" chiese Sam soffiando sul suo thè.
"Sei la prima a cui lo dico, non mi avrebbero mai lasciato accettare"
"Stai facendo una stupidaggine Zayn"
"Non capisci? Io voglio il meglio per loro, io non voglio che tutto questo finisca.."
"Tua madre impazzirà.."
"Lascia stare mia madre, ok?!" disse lui fuori di se'.
"Smettila di parlarmi così, Zayn, sono qui per aiutarti ma lo sai che le sberle mi partono facilmente" disse Sam poggiando la tazza sul tavolino.
"Scusa..è che andava tutto così bene prima di questa storia!"
"Perchè l'hanno proposto proprio a te poi?!"
"Non ci arrivi? Lou e Liam sono felicemente impegnati, Niall è l'intoccabile della band da questo punto di vista e..., dai, chi crederebbe mai a Harry in una relazione in questo periodo? Lui non avrebbe nemmeno accettato.."
"Perchè?"
"Perchè è accecato dalla notorietà penso, non si pone il problema di mesi di silenzio stampa, zero apparizioni e robe varie e poi lui è abbastanza sicuro di se' da credere che ce la faremmo anche senza promozione.."
"E ora?"
"Devo trovare un modo di confondere i ragazzi.."
"Non dirai loro la verità?" chiese la ragazza meravigliata.
"No, mi costringerebbero a rifiutare e ormai le cose sono troppo complicate, e poi la produzione vuole così, dirò loro che questa settimana l'ho passata con lei a Londra e poi vedremo come andrà.."
"Andrà bene, in qualsiasi caso" disse la ragazza posando la tazza di the sul tavolino. Carezzò i capelli del ragazzo e lui posò la testa sulle sue gambe.
Il profumo del ragazzo inondò i polmoni di Sam inebriandola.
Zayn cominciò a fare dei cerchi sul ginocchio nudo della ragazza. "Come fai a saperlo?" sussurrò lui.
"Una sensazione" disse lei lasciando libere le dita tra i capelli morbidi di Zayn.
"La stessa del provino?" Sam lo sentì sorridere.
"Te lo meriti Zayn, meriti che tutto vada bene e i ragazzi..capiranno tutto nel momento in cui ti vedranno con lei, tu non sai fingere un bel niente"

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** 6. He can do whatever he wants ***


 
Capitolo SEI - He can do whatever he wants
 
Sam aprì gli occhi di scatto e si girò verso la sveglia. Le 7,30.
Una giornata di lavoro e studio la aspettava. Si tirò su e sentì la testa pesante, si stropicciò gli occhi e infine si alzò.
Si avvicinò alla scrivania e vide il vestito che le aveva regalato Zayn buttato a terra.
Il suo stomaco si contorse, quanto avrebbe voluto che quello fosse l'ennesimo scherzo di quell'idiota, ma non lo era, stavolta l'aveva fatta grossa.
Raccolse il vestito e lo strinse al petto, lo ripiegò e lo ripose nella scatola.
Il suo sguardo si posò sulla cornice sulla sua scrivania. Una foto di lei e Zayn all'età di 16 anni, lui la teneva in braccio e lei rideva, ricordava quel giorno come se fossero poche ore fa. 
Sam carezzò il vetro della cornice e sospirò, avrebbe mai più avuto dei momenti del genere?
 
 
"Zayn, tesoro, è pronta la colazione" il ragazzo aprì gli occhi e non appena vide la sua camera a circondarlo sentì il cuore scaldarsi.
Sua madre se ne stava seduta sul bordo del letto e gli carezzava i capelli proprio come quando era piccolo, lui si lasciò sfuggire un sorriso.
"Quanto tempo" sussurrò lui.
"Cosa?" chiese sua madre scostandogli i capelli dagli occhi.
"Che non mi sentivo a casa"
Gli occhi della madre si arrossarono improvvisamente. "Mamma" disse Zayn non riuscendo a trattenere una risata "Non puoi piangere per tutto quello che dico"
"Scusa tesoro" disse lei alzandosi dal letto "E' che per me tu non hai mai smesso di essere il mio bambino o l'adolescente che non voleva mai lasciare questa stanza, e ora sei una superstar, tutto il mondo conosce il tuo nome, il tuo viso, la tua voce.." disse lei scacciando una lacrima che le era sfuggita.
"Sono sempre io, mamma, sono Zayn" disse lui sorridendole
"Si, grazie al cielo il mondo delle case discografiche non ti ha cambiato troppo, e non puoi capire quanto sono felice"
Zayn sentì il suo cuore stringersi e lo stomaco contrarsi. Se solo sua madre avesse saputo quanto si stava sbagliando.
Trisha si avvicinò al figlio e gli lasciò un bacio sulla fronte "Ti aspetto giù"
Lui annuì.
 
 
"Sam, il capo vuole parlarti, dice che è urgente"
Sam alzò lo sguardo dal computer e vide che l'espressione della sua collega Charlotte, non era uno degli ennesimi scherzi all'ultima arrivata.
Deglutì con fatica e si diresse verso l'ufficio del capo.
"Voleva vedermi sig. Mason?" chiese la ragazza infilando la testa nello studio.
"Si, si, signorina Dekker, si accomodi"
Sam entrò riluttante nello studio e si accomodò sulla poltrona nera davanti al capo.
"Cara signorina Dekker, posso darle del tu?"
"Certo" disse lei educatamente.
"Allora, Samantha, le cose stanno così. Portare avanti un giornale come sai non è facile e i soldi ultimamente scarseggiano un po' a tutti. Voglio che trovi qualcosa che rìdia vita al giornale, un articolo, un'indagine, qualsiasi cosa, entro la fine del mese o a malincuore sarò costretto a licenziarti"
"Cosa?!" si lasciò sfuggire Sam ad un tono un po' troppo alto "Con tutto il rispetto signore ma qui siamo a Bradford, succedono sempre le stesse cose, cosa dovrei scrivere?"
"Il tuo sogno è fare la giornalista?"
"Si" rispose lei quasi con il cuore in mano.
"Allora troverai qualcosa" disse il signor Mason chiudendo il discorso.
 
 
"Sam è diventata proprio una bella ragazza Zayn, non trovi?" chiese Trisha mettendo a mollo l'ultima pentola.
La cena della madre lo aveva riempito quasi fino a scoppiare e quella domanda lo lasciò completamente di stucco.
"Quasi non la vedo come una ragazza, mamma, insomma, lei è Sam"
"Sam è una bellissima ragazza, peccato che tu non lo veda figlio mio" disse lei sciacquando i piatti.
Non era vero. Aveva visto Sam attraversare tutte le fasi della pubertà, passare dall'essere in carne ad essere un filo d'erba, aveva visto le sue curve cambiare e farsi più morbide nei punti giusti ma non l'aveva mai guardata veramente.
"Sai niente della nuova donna del padre?" chiese lui mentre asciugava delle posate.
"E' un'avvocatessa, lo tiene spesso fuori città e quell'uomo è così alla ricerca della felicità che la segue lasciando Sam da sola proprio ora che ne ha bisogno"
"Ora?" chiese lui confuso.
"Pensaci Zayn, chi ha lei oltre noi e te? Da quando sei partito l'ho vista tornare quella che era a sette anni, sorride di meno, parla di meno e bisogna pregarla per farla rimanere a cena..ho sempre immaginato che avesse una cotta per te, che fossi tu il motivo per cui lei rimaneva a cena" disse Trisha con un sorriso malizioso.
"Sam? Ma smettila mamma, che dici, ha anche avuto più di un ragazzo"
"Si, e quanto sono durati? Dimmi quello che vuoi, ma una donna certe cose le avverte" disse lei facendo un occhiolino al figlio che scoppiò a ridere.
"Beh, devi avere i sensi fuori uso allora mamma, vado fuori ad aspettarla" disse lui lasciandole un bacio sulla fronte.
 
 
"Ti aspetto sul dondolo :) xx"
Il solito vecchio messaggio era arrivato anche quella sera.
La testa di Sam stava scoppiando, non ce la faceva a vedere nessuno e soprattutto non ce la faceva a scendere da quel tetto che da quando Zayn era partito era diventato il suo rifugio. Non poteva permettersi di perdere il lavoro, cosa avrebbe fatto? 
Non appena sentì il panico impadronirsi di lei decise che non voleva rimanere da sola.
"Sono sul tetto, la chiave di casa è sotto lo zerbino :) x"
Dopo neanche cinque minuti il ragazzo l'aveva raggiunta sul tetto e si era seduto accanto a lei.
"Caspita, è bello qui" disse lui strofinando le mani per scaldarsi.
Sam buttò sulle gambe del ragazzo un lembo della sua coperta e lui sorrise.
"Che mi racconti?" chiese lui accendendosi una sigaretta.
"Che sono nella merda, fino al collo"
"Benvenuta nel club" disse lui ridendo "Oggi Paul mi ha mandato l'ok, è tutto confermato e ha detto che i produttori gradirebbero che questa storia non arrivasse all'orecchio dei ragazzi, come immaginavo"
Il cuore di Sam si strinse nel sentire come la voce dell'amico era spenta. "Ehi, a te che succede?" chiese poi girandosi verso di lei.
"Il mio capo vuole che trovi qualcosa che faccia il botto per il giornale o sono fuori"
"E lo può fare?" chiese lui scettico.
"Può fare quello che vuole" disse lei rubando un tiro dalla sigaretta di Zayn "Sono nella merda come non lo sono mai stata. Mio padre non tornerà prima di una settimana e fra pochi giorni tu sarai già lontano in giro per il mondo"
"Non voglio che la mia assenza ti condizioni così tanto"
"Che intendi?"
"Mia madre dice che ti stai lasciando andare, che stai ricadendo nei tuoi silenzi"
"Ho un motivo per non farlo Zayn? A nessuno importa comunque"
"A me si" disse lui non riuscendo a guardarla negli occhi.
"Non dovrebbe più" ribattè lei acida.
"E perchè mai?!" chiese lui stizzito.
"Perchè tu devi pensare a te e alla tua carriera, non a me, sono grande ormai, non ho più bisogno di te" la ragazza sentiva dentro di lei una rabbia che non riusciva a spiegarsi nei confronti di Zayn.
"Guardami negli occhi e dimmi che è così" disse lui girandosi verso di lei.
Lei prontamente si stese, così che i suoi occhi si perdessero nel nero della notte.
"Guardami, ho detto" disse lui avvicinandosi pericolosamente al viso della ragazza.
Sam smise di respirare eppure sentì il cuore cominciare a battere sempre più veloce, quella vicinanza non le faceva bene.
Gli occhi della ragazza si riempirono di lacrime. Non riusciva ad accettare questa cosa, non riusciva ad accettare di avere davvero bisogno di lui, e soprattutto non poteva mentire a quegli occhi.
"Non posso" disse lei con voce rotta.
Gli occhi del ragazzo si spalancarono e poi assunsero quello sguardo che Sam tanto amava, lo sguardo del bambino di sette anni che le aveva teso la mano il primo giorno di scuola per aiutarla ad alzarsi da terra. "Vieni in tour, con me" sussurrò lui.


N/A
Vi ho lasciati con un finale un po' bastardo forse, se volete sfogarvi recensite LOL
Ringrazio le persone che continuano a recensire (Si, Deb, sei tu) il mio cuore si riempie di gioia ogni volta.
Qualsiasi cosa vogliate dirmi, anche "supercalifragilistichespiralidoso" recensite pure o scrivetemi su twitter (@someonelikecris) vi aspetto fiduciosa!
Posterò tra 3/4 giorni ;)
Baci!

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** 7. What's your problem ? ***


Sssssssalve gente!
Questo capitolo mi convince veramente poco, mi è stato difficile scriverlo.
Sam ha parecchia confusione in testa e diciamo che Zayn nel tentativo di aiutarla la confonde ancora di più.
Enjoy!

 
Capitolo SETTE - What's your problem?
 
 
La sveglia suonò e le trapanò il cervello.
Sam la buttò a terra e lentamente si mise a sedere. Pensava che quei giorni le sarebbero volati, beh, stavano facendo proprio il contrario ma grazie al cielo era venerdì.
Il Venerdì era sempre stato il giorno preferito di Sam dai sette anni in poi, tutti i venerdì, per dodici anni consecutivi lei cenava a casa di Zayn, era una tradizione che Trisha aveva sempre consacrato.
La ragazza si alzò dal letto e si buttò sotto la doccia.
La mente le corse veloce alla conversazione di ieri sera con Zayn. Doveva essere impazzito, come avrebbe potuto lei partire con lui? Per fare cosa poi? Vederlo divertirsi con Penny, Berry, o come si chiamava?
La mascella di Sam si indurì al solo pensiero.
"Non ce la potrei fare senza qualcuno che sappia tutto" 
La cosa più egoista che Zayn le avesse mai detto. Non gli passava nemmeno per l'anticamera del cervello a quel ragazzo che Sam non desiderava affatto vederlo tra le braccia di un'altra?
Sam spalancò gli occhi, non poteva pensarla così, doveva smetterla di pensare a Zayn in quel modo, non le avrebbe portato altro che sofferenza.
E poi cosa avrebbe detto al suo capo? "Me ne vado da Bradford per qualche mese, quando torno mi aspetto di ritrovare il mio lavoro" si, certo, come no.
Il suo lavoro.
Doveva trovare un rimedio, non poteva perdere quel posto.
Sam era stata sempre una ragazza indipendente, ma mai come in quel momento si accorse di essere veramente sola. 
Il panico le bloccò la gola. Nonostante fosse stata sempre più grande della sua vera età non si sentiva pronta ad affrontare il mondo da sola.
Sua madre non avrebbe mai permesso una cosa del genere, non l'avrebbe mai lasciata andare alla deriva.
La ragazza chiuse l'acqua e si asciugò velocemente i capelli. Scivolò nei suoi jeans e nella sua felpa verde e corse a lavoro.
 
 
Doveva sbrigarsi o Sam l'avrebbe beccato in pieno sulla scena del crimine.
Tornò con la mente alla sera passata. L'immagine degli occhi spaventati di Sam gli strinse lo stomaco in una morsa d'acciaio, doveva fare qualcosa per lei.
Sam non era ancora pronta per affrontare il mondo da sola, chi lo sarebbe ad appena 19 anni? Non poteva essere forte abbastanza.
"Non posso e non voglio più dipendere da te, Zayn, ho troppo da perdere" le aveva detto.
Quelle parole lo avevano colpito decisamente, aveva sempre visto Sam come una sua responsabilità, come la persona che avrebbe dovuto difendere da tutto e tutti e lentamente la stava perdendo per stare dietro al suo sogno.
"Ho troppo da perdere" gli aveva detto. Solo il pensiero di non parlarle mai più o di non poter più vedere quegli occhi azzurri riempì il ragazzo di panico.
"Signor Malik?" lo chiamò una graziosa ragazza con una gonna che le arrivava sopra il ginocchio e un paio di occhiali dalla montatura semplice.
Immaginò Sam vestita in quel modo e per poco non scoppiò a ridere in faccia alla signorina.
"Si?" chiese lui concentrandosi per guardarla negli occhi.
"Il signor Mason la sta aspettando nel suo ufficio"
"Ottimo" disse lui alzandosi e dirigendosi verso la stanza davanti a lui.
"Si accomodi, si accomodi" disse il signor Mason indicando a Zayn una poltroncina nera "Cosa la porta qui nel mio studio?"
"Il mio nome è Zayn Malik"
"Conosco il suo nome, signor Malik, non capita tutti i giorni che un ragazzo di Bradford faccia parte della boyband più acclamata degli ultimi anni"
Zayn sorrise.
"In cosa le posso essere utile?" chiese il signor Mason sorridendo a sua volta.
"Sono qui per proporle un affare"
"La ascolto"
"Qui nel suo studio lavora una mia carissima amica, Samantha Dekker, la ragazza che lei licenzierà a fine mese" disse Zayn scatenando tutta la forza del suo sguardo in quello del signor Mason, che arrossì un po'.
"Si, una giovane dalle ottime qualità"
"Io faccio parte di una boyband, e cosa vende di più che notizie esclusive sulle star del momento? Faccia partire Sam con me per questi due mesi e avrà notizie esclusive ogni settimana, il suo giornale farà il bum delle vendite, glielo assicuro, ma soprattutto si terrà una giovane di talento nel suo studio"
"E lei chi sarebbe, il protettore di Samantha?" chiese il signor Mason.
"Tengo molto a lei, signore e non posso permettermi di perdere la sua amicizia"
 
 
Appena entrata in ufficio corse a prendersi un caffè.
"Sam? Il signor Mason ti vuole nel suo ufficio" la voce di Charlotte quasi le fece cadere il caffè addosso.
"Vado subito" rispose lei buttando la tazzina di carta.
La ragazza si diresse verso l'ufficio a passo spedito ed entrò senza nemmeno bussare, cosa di cui si pentì subito, ma grazie al cielo il signor Mason sorrideva.
"Accomodati Samantha" le disse sorridendo.
Sam prese posto sulla poltrona nera e non appena poggiò il collo sentì un profumo familiare avvolgerla. Zayn.
No, non poteva arrivare a sentire anche il suo profumo dappertutto adesso.
"Di cosa voleva parlarmi?" chiese Sam in tono educato.
"Volevo solo dirle che l'idea del suo amico è eccezionale e che per ma va bene, quindi corra a preparare le valigie!"
Sam si sentì più confusa che mai.
"Scusi? Può spiegarsi meglio?"
"Certo, il suo amico Zayn stamattina è venuto a propormi un affare molto interessante"
"Ovvero?"
"Notizie esclusive dal tour dei One Direction scritte in suoi articoli settimanali, un genio, quel ragazzo è un genio.."
"Quel piccolo bastardo.." sussurrò Sam.
"Dovrebbe ringraziarlo invece" disse il signor Mason duro "Le ha salvato il posto e sembrava veramente interessato a lei"
"Senta, io non andrò da nessuna parte, troverò qualcosa di meglio" disse Sam uscendo dalla stanza.
Sapeva che se fosse partita i suoi sentimenti per Zayn sarebbero cresciuti e l'avrebbero devastata e proprio non voleva rovinare l'unica cosa bella che aveva mai avuto: l'amicizia di Zayn. Non riusciva a sopportare il fatto che lui fosse convinto che lei non potesse andare avanti senza lui, odiava il fatto che lui l'avesse capito.
 
 
Le otto. 
Zayn non vedeva l'ora di risentire la gioia nella voce di Sam, sarebbero partiti insieme e la loro amicizia sarebbe tornata quella di un tempo.
Il campanello suonò. "Vado io, questa è Sam" annunciò Trisha.
Zayn si sedette sul divano lasciando un po' di spazio per la ragazza.
Sentì Sam salutare la madre e precipitarsi in salone, non appena lei gli fu davanti, quegli occhi azzzurri congelarono Zayn.
"Cosa ti è saltato in mente Zayn?" disse lei parandosi tra la tv e il ragazzo.
"C-cosa? Ma io ti ho fatto un favore!" disse Zayn scattando in piedi.
"Io non voglio partire con te, hai capito? Io sono stanca di dipendere da te, lasciami andare Zayn, lasciami crescere!" disse lei stringendo i pugni. Ognuna di quelle parole le costava uno sforzo inumano.
"Come faccio a lasciarti andare Sam?" disse il ragazzo avvicinandosi pericolosamente a lei.
Le prese il mento e le fece alzare il viso. "Non posso partire, non lasciandoti così, senza di te io non l'avrei nemmeno fatto quel provino"
"Non voglio venire con te Zayn"
"Perchè no?"
"Possibile che tu non lo capisca?! Voglio avere una vita mia e non riuscirei mai a vederti fingere, fingere e fingere!"
"Allora è Perrie il problema?!" chiese lui facendosi più vicino. Lei scansò la mano di Zayn da sotto il suo volto e si allontanò.
"Sei tu il problema Zayn, sei solo tu" afferrò la borsa e uscì da casa Malik correndo.




Come sempre ringrazio con tutto il cuore la gente che mi lascia una recensione, voglio solo dirvi che vi adoro e che i vostri messaggi mi piacciono un casino e a voi, lettori silenziosi chiedo solo un piccolo incoraggiamento, niente di che!
Al prossimo capitolo!
C.

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** 8. What are you doing here? ***


Capitolo OTTO - What are you doing here?
 
 
"Zayn!"
Il ragazzo fece finta di non sentire, la sua testa stava scoppiando e l'ultima cosa che voleva era discutere con sua madre.
"Zayn, non farti chiamare una seconda volta per favore"
Il moro alzò il volume della televisione e socchiuse gli occhi.
Due giorni, due stupidi giorni erano passati da quella sera senza che lei si facesse sentire, che si facesse trovare a casa o che rispondesse al telefono.
Cosa poteva fare ancora? Aveva provato di tutto per aiutarla ma lui era stato sempre un tipo piuttosto orgoglioso, non aveva mai supplicato nessuno, tantomeno Sam.
"Jawaad" Zayn aprì gli occhi e vide sua madre tra lui e il televisore "Ascoltami" disse spegnendo il televisore "Vai a parlarle, è in casa"
"Ci ho provato, ma non vuole, che faccia come vuole quella testona"
Trisha rise. "Lei sarà pure una testona ma tu sei ancora un bambino Zayn"
"Ma di che parli?" disse lui scocciato.
"E' in un periodo difficile" disse Trisha puntando i suoi occhi in quelli del figlio "E dovresti starle accanto"
"E' lei che non mi vuole!" disse lui scattando in piedi "O non te ne sei accorta?"
"E' proprio vero che voi uomini non notate niente" disse Trisha sorridendo.
"Ancora con questa storia.." Zayn alzò gli occhi al cielo quando il suo telefono squillò. Liam.
Zayn sbiancò e corse in camera sua, Liam doveva credere che lui fosse a Londra con Perrie e Zayn ancora non voleva che la madre sapesse niente.
"Ehi fratello!" esordì Liam al telefono. Zayn sorrise, gli era mancata quella voce divenuta ormai così familiare.
"Liam! Come stai?"
"Io tutto bene, sono a Wolverhampton da mia madre, tu piuttosto, Paul mi ha detto di una certa biondina, perchè non mi hai raccontato niente?"
Le ginocchia di Zayn cedettero un attimo e fu costretto a sedersi sul letto.
"Ehm.." balbettò. Tutto era già cominciato allora, non c'era più via di scampo.
"Zayn?" Liam lo chiamò divertito. "Oh, no, non dirmi che è tipo vicino a te e ha sentito tutto"
Zayn sorrise per l'ingenuità dell'amico.
"No, no, tranquillo, lei è...sotto la doccia, ti racconto meglio domani, quando ci vediamo"
"Sotto la doccia? E bravo Zayn, domani voglio il resoconto dettagliato, ciao fratello!"
Zayn chiuse la telefonata e si buttò sotto la doccia per cercare di rilassare i muscoli ormai diventati un groviglio.
 
 
Quei due non sarebbero mai cresciuti, un'altra volta si ritrovava a doversi mettere in mezzo.
Aveva preso un contenitore e l'aveva riempito dei biscotti preferiti di Sam, poi si era diretta verso la casetta con la porta verde.
Trisha suonò una volta ma nessuno aprì, eppure la macchina della ragazza era parcheggiata sul vialetto. Sam non si spostava mai senza la macchina, era sempre stata pigra.
Quando suonò per la seconda volta senza ottenere risposta lo stomaco della donna si aggrovigliò.
Il cuore le batteva forte, quella ragazza era come una figlia per lei e il pensiero che le fosse successo qualcosa la faceva sudare freddo.
Alzò lo zerbino e prese la chiave di casa di riserva.
Entrò senza far rumori. Tutte le serrande erano abbassate e dentro casa non si sentivano rumori.
"Sam?" Trisha la chiamò dolcemente e poi si richiuse la porta alle spalle. Poggiò i biscotti sul ripiano della cucina e aprì le persiane, la ragazza doveva per forza essere al secondo piano, in camera sua.
La donna salì le scale e la trovò accoccolata sotto le coperte, vedeva il respiro non molto regolare alzare e abbassare le coperte.
Trisha si sedette accanto a lei e spense la piccola televisione. Guardò il comodino e risollevò la cornice con la foto di Sam e Zayn all'età di sedici anni nel suo giardino, poi tornò a guardare Sam. La fronte della ragazza era imperlata di sudore, Trisha la sfiorò, era caldissima.
"Sam" la scrollò Trisha "Sam!"
La ragazza spalancò gli occhi azzurri. "Trisha? Che..che ci fai qui?"
"Menomale che sono qui, avrai la febbre minimo a 38, scendo a prenderti una tachipirina!"
"Io, beh.." la ragazza si guardò in giro con sguardo perso.
"Torno tra poco" disse lei carezzandole la mano.
"Grazie"
 
I minuti passarono fino a diventare un quarto d'ora e di Trisha non si vedeva nemmeno l'ombra.
Sam chiuse gli occhi e si accoccolò su un lato dando le spalle alla porta, sarebbe morta da sola in quel caso.
Ad un tratto sentì il letto abbassarsi sotto di lei.
"Sam" sussurrò Zayn carezzandole i capelli.
Rivederlo le strinse il cuore, era stata perfida ad avergli detto quelle cose quando lui cercava solo di aiutarla ed era stata ancora più cattiva a non rispondere a nessuna chiamata.
La ragazza si tirò su di scatto e fiondò le braccia attorno al collo del ragazzo.
"Scusa, scusa, scusa, sono una stupida"
Zayn la strinse forte e le baciò il collo. "Questo l'ho sempre saputo" disse sorridendo.
Lei rise e si ristese sul letto. "Ti ho portato l'aspirina, devi essere in forze per domani, ci aspetta un lungo viaggio e sopportare quei quattro non è roba da tutti" disse lui scostandole i capelli dal viso.
"Non riuscirò mai a sdebitarmi, lo sai?"
"E non devi nemmeno, sono o non sono il tuo migliore amico?"
Il suo migliore amico. Sam si morse il labbro e buttò giù l'aspirina.
Zayn si alzò e fece partire il DVD di "Amore e altri rimedi".
"So che l'unico che può tirarti su quando stai male è Jake Gyllenhaal" disse lui sdraiandosi accanto a lei ridendo.
"Grazie" disse lei alzando il viso verso di lui.
Zayn posò un bacio delicato sulla fronte di Sam e prese i biscotti al cioccolato dal nascondiglio di Sam sotto al letto.
"E' bello vedere che certe cose non cambiano mai" 
Questo viaggio non avrebbe portato niente di buono, perchè il cuore di Sam continuava a battere all'impazzata  dopo quel piccolo tocco, e la febbre non c'entrava niente.



Scusatemi, questo capitolo è corto, me ne rendo conto, infatti pubblicherò in meno tempo il prossimo!
Spero vi sia piaciuto, è tutto quello che mi auguro!
Nel prossimo capitolo finalmente Sam incontrerà i ragazzi e uno di loro sarà fondamentale per lei in questa storia......non aggiungo altro.
Recensite, recensite, recensite! Grazie mille a chi lo fa sempre con una dolcezza inaudita (Fra e Deb :3) e grazie anche a voi lettori silenziosi, vi aspetto!
Baci! 
C.

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** 9. This is not going to be easy ***


Strano ma vero ce l'ho fatta, qui la connessione è schifosissima ma non vedevo l'ora di postare quindi vi lascio leggere...recensite numerosi! 

Capitolo NOVE - This is not going to be easy
 
 
Gli occhi di Sam si aprirono di colpo. Il sole doveva essere sorto da poco perchè la luce filtrava dolcemente tra le tende della sua camera.
Si girò di lato e il respiro le si mozzò.
Zayn era coricato accanto a lei, su un lato, la sua mano destra verso la schiena della ragazza.
Le lunghe ciglia scure gli carezzavano le guance ripiegandosi poi sicure verso l'alto, la linea del naso scendeva perfettamente dritta fino alle labbra.
Il labbro inferiore delicatamente schiuso faceva arrivare il respiro fresco del ragazzo alle guance di Sam incasinandole la testa.
La ragazza scrollò la testa e distolse lo sguardo da Zayn concentrandosi sulla sveglia. Le 6.00.
Grazie al cielo la sera prima Zayn l'aveva aiutata a preparare la valigia o non avrebbero mai fatto in tempo.
"Zayn" Sam lo chiamò dolcemente sfiorando la sua mano.
Le dita del ragazzo si strinsero attorno alla mano della ragazza e un sorriso comparve sul viso del moro.
"Buongiorno" disse lui rivelando quegli occhi che erano la casa di Sam.
"Ehi" disse lei "Ti sei addormentato qui alla fine ieri sera.."
"Tu dici?" disse lui ridendo. Sam rise e lo buttò giù dal letto.
"Sempre bello svegliarsi accanto a te, Samantha"
"Oddio ti prego non ricominciare" disse lei coprendosi il viso con le mani.
"Soprattutto dopo che hai russato tutta la notte" disse lui continuando a ridere steso sul suo pavimento.
"Almeno io non canto anche durante la notte, scemo!" disse lei tirando un cuscino al moro.
Lui afferrò la mano destra della ragazza e la tirò giù dal letto, facendola cadere sul suo petto.
Il cervello di Sam si azzerò del tutto e sentì i suoi occhi sgranarsi.
Ancora una volta Zayn rimase fulminato da quell'azzurro così puro, sorrise.
"Sei proprio un idiota, Zayn" disse lei non riuscendo a trattenere una risata.
"In questi due mesi scoprirai che al mondo ci sono altre quattro persone molto più idiote di me"
Di colpo Sam si paralizzò.
"Oh mio Dio" disse lei scostandosi da Zayn e tirandosi in piedi.
"Che ho detto?" chiese il ragazzo poggiandosi sui gomiti.
"Oh mio Dio, non avevo realizzato!"
"Cosa?!"
"E' troppo tardi secondo te per avere un attacco di panico?"
"Aspetta" disse Zayn squadrandola dalla testa ai piedi "Sei nel panico per loro? Seriamente?" chiese con un sopracciglio alzato "Ma li hai già incontrati!"
"Una volta, di sfuggita" disse lei con l'indice alzato in aria "L'anno scorso!"
Zayn rise. "Mi spieghi cosa c'è da ridere per favore?" chiese Sam poggiandosi una mano sul fianco destro.
"Non ti devi preoccupare, veramente, faccio molto più schifo di te a farmi degli amici e ora è come se fossero miei fratelli"
"Tu stai insieme a loro da due anni, testone" disse lei tirandogli un buffetto per cercare di farlo smettere di ridere. Lui si alzò e si avvicinò alla ragazza.
"Seriamente, l'unica cosa di cui dovresti preoccuparti è controllare il cibo che ti offrono e stare attenta a quello che potrebbero farti mentre dormi" sorrise e posò un bacio delicato sulla fronte di Sam.
"Beh si, adesso sono molto più tranquilla" disse Sam ridendo, finalmente.
 
 
"E adesso ti porti via anche lei?" Trisha abbracciò il figlio sorridendo. Lui rise.
"Te la rubo per due mesi mamma, e grazie della considerazione"
Ridemmo tutti insieme. "Trattala bene Zayn, e sta' attento" disse lei ricacciando indietro qualche lacrima.
"Oh dai mamma, mica.."
"Vado in guerra" concluse Trisha "Si, lo so, me lo dici sempre" disse lasciando l'ultima carezza sul viso del figlio.
La donna si avvicinò a Sam e la strinse forte "Tienimelo d'occhio, Sammy, che non faccia cavolate"
"Oh, quelle le ha sempre fatte o sbaglio?" disse lei ridendo, si girò verso Zayn e vide che il suo sguardo era da tutt'altra parte, subito capì a cosa pensava.
Sam si avvicinò a lui "Ehi" sussurrò. Lui si girò verso di lei "Sorridi, ora" disse la ragazza tra i denti.
Come fosse un robot sfoderò un sorriso un po' forzato e prese la valigia.
"Andiamo o faremo tardi" disse scompigliando i capelli della ragazza.
 
 
 
"E come volevasi dimostrare il signor Malik è sempre elegantemente in ritardo!" esclamò Louis avvicinandosi a Zayn e abbracciandolo.
"Sai com'è fatta mia madre" disse lui sorridendo.
"No, quello è Harry, è con lui che la tua bellissima mamma parla al telefono! Ma, lei è?" chiese poi guardando Sam.
La ragazza era quasi nascosta dietro la spalla del moro, non appena se ne rese conto si spostò, non voleva sembrare troppo nel panico ma ormai il danno era fatto.
"Si, lei è Sam"
"La famosa Sammy!" disse Louis sorridendo "Zayn ci ha parlato taaaanto di te, sai?"
"Ma dai?" chiese la ragazza squadrando il ragazzo.
"Si, ma ti ha quasi sempre tenuta nascosta ai suoi migliori amici a quanto pare" disse il riccio avvicinandosi a noi "Peccato" aggiunse poi sorridendo.
Le guance della ragazza andarono a fuoco e lei sperò che nessuno se ne accorgesse.
"Haz, non è arrivata da nemmeno cinque minuti e già la fai arrossire?" esordì Liam facendosi avanti "Ciao Sam! Zayn ci ha detto tutto di te e anche del fatto che sarai tipo la nostra addetta stampa?" chiese sorridendo.
"Beh io.."
"Ma perchè non la lasciate respirare un attimo?" si intromise Niall e Sam le fu davvero grata.
"Grazie" mimò con le labbra al biondo sorridendo. Lui sorrise accomodante.
"Ragazzi, il nostro aereo sta partendo" disse un omone avvicinandosi ai sei, Sam lo riconobbe come Paul.
"Oh" disse lui notando la ragazza "Piacere, tu devi essere Samantha!" disse tendendomi una mano.
Una strana sensazione si impadronì della ragazza. La colpa non era di quell'uomo ma lui contribuiva a rendere un inferno la vita del suo migliore amico, contribuiva a spingerlo tra le braccia di quella Berry, Pennie, avrebbe mai imparato il suo nome?
Sam strinse la mano di Paul "Sam va bene" disse sorridendo.
"Perfetto ragazzi, tutti a bordo"
 
"Insomma Zayn? Questa Perrie? Cosa avete combinato in questa settimana?" chiese Liam con una voce maliziosa.
Sam sentì il suo viso contrarsi e allontanò lo sguardo da Zayn.
"Beh..non abbiamo fatto molto, qualche passeggiata, qualche cena, poi sono andato a Bradford a.."
"Oh, dai, dicci quello che vogliamo sapere e falla finita" disse Louis ridendo.
Zayn guardò Sam dritta negli occhi per un secondo, il suo sguardo non esprimeva altro che panico.
"Zayn?" Niall lo richiamò all'attenzione
"Zaynie quando pensa a questa ragazza perde sempre il filo, anche l'altro giorno al telefono mentre la bionda era sotto la doccia" disse Liam sapendo di aver appena innescato una bomba.
Sam quasi si strozzò. Zaynie? Ma che razza di soprannome era? Sorrise per evitare altri sguardi e tornò al suo finestrino.
"La doccia!" urlò Louis "Beh, allora Liam ci ha praticamente detto tutto"
"Quindi state insieme?" chiese Niall.
"Si" rispose Zayn secco.
Sam sentì i suoi occhi spalancarsi e farsi umidi e subito dopo si rese conto che Harry la stava fissando con aria interrogativa.
Non appena realizzò che il riccio stava per chiederle qualcosa lei si alzò. "Scusate, ho bisogno del bagno"
Andò verso il bagno sentendo lo sguardo di Harry addosso.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** 10. You're such a sweetie, aren't you? ***


Capitolo DIECI - You're such a sweetie, arent'you?
 
 
"Appena puoi vieni in camera mia? Z. xx"
Sam fissava quel messaggio da trenta minuti esatti.
Ogni certezza lentamente diventava più trasparente. Prese il blocco e cominciò a scrivere qualche appunto poggiando la schiena sulla spalliera del suo letto d'albergo.
Un albergo di lusso davvero, lenzuola morbide e ricamate di un bianco puro, la luce soffusa.
La ragazza poggiò la penna sul foglio e dopo dieci minuti si sorprese a fissare il muro.
Chiuse il blocco e lo gettò in terra insiema alla penna.
Poggiò la testa sul cuscino e inspirò profondamente. 
Si era ripromessa o no di aiutare Zayn? Glielo doveva infondo.
Si alzò di scatto e rispose al messaggio. "Cinque minuti e sono da te :) S."
Lasciò il telefono sul letto e afferrò le chiavi della camera chiudendo la porta alle sue spalle.
 
La camera di Zayn era a esattamente quattro porte di distanza dalla sua, accanto a lei aveva in ordine Harry, Louis, Liam e Niall e ognuna di queste stanze comunicavano tra loro, una cosa che avrebbe aiutato chiunque a fare amicizia facilemente, chiunque tranne lei, così decise di passare per il corridoio.
Zayn le aveva dato una copia delle chiavi della sua camera dato che era solito perdere qualsiasi cosa.
Sam sorrise apprezzando il fatto che certe cose non sarebbero mai cambiate.
Sfilò le chiavi dalla tasca e scivolò in camera del moro. La trovò vuota.
"Zayn?"
Poggiò l'orecchio alla porta del bagno e sentì l'acqua scorrere, doveva essere sotto la doccia.
Sam si sfilò le converse e si buttò sul letto dell'amico.
Il telefono dell'albergo sul comodino cominciò a squillare, anche se indecisa, Sam decise di rispondere.
"Pronto?" chiese cercando di parlare con un tono il più formale possibile.
"Il signor Malik?" chiese la voce di una donna.
"No, ma può dire tranquillamente a me" disse la ragazza sentendo lo stomaco contorcersi. Chiunque avesse voluto parlare con Zayn l'avrebbe chiamato al suo telefono, no? A meno che...a meno che non fosse qualcuno della casa discografica, la stessa casa discografica che pagava l'albergo.
"Il signor Dekker è in linea, posso passarlo a lei? Dice che è urgente"
Il sangue di Sam sembrò congelarsi. Che voleva suo padre da Zayn alle dieci di sera?
"Si, può passarlo a me" disse poggiando la schiena sulla spalliera.
"Zayn?" Sam riconobbe subito la voce del padre, niente di buono.
"Papà, sono Sam"
"Sammy! Tesoro, quanto tempo che non ti sento, stavo cercando proprio te! Perchè non mi hai detto che saresti partita con Zayn? Trisha mi ha detto tutto!"
"Ti sarebbe interessato?" chiese lei fredda.
"Certo che si, sei mia figlia"
"Non sembrerebbe" disse lei risentita.
"Avrai anche diciannove anni ma non parlarmi in quel modo Samantha" replicò lui, duro.
"Manchi per mesi da casa per inseguire una donna entrata nella tua vita in fretta e furia,poche telefonate, pochi soldi, mi hai lasciato a me stessa, ma ehi, è da quando è morta la mamma che lo fai, giusto?" disse lei sarcastica tra i denti.
"Laurel è la cosa più bella che mi sia mai successa da quando tua madre è morta" disse tutto d'un fiato l'uomo. "E abbiamo deciso di sposarci"
Sam sentì gli occhi inondarsi in pochi secondi e bruciare come se ci fosse del sale dentro. Come poteva farle una cosa del genere?
"Tanti auguri" disse con un filo di fiato, poi attaccò il telefono.
La ragazza strinse la testa tra le mani, quasi per impedirle di scoppiare.
"Ehi?" disse una voce vagamente conosciuta alla ragazza.
Sam tirò su la testa di scatto e per poco non urlò.
Il riccio se ne stava in piedi davanti al letto in un accappatoio bianco, i capelli bagnati portati indietro e quegli occhi verdi che lampeggiavano in quelli azzurri della ragazza.
"Che..che ci fai in camera di Louis?" chiese Harry inarcando un sopracciglio.
"Louis? Questa è la camera di Zayn!" disse Sam cercando di mascherare gli occhi rossi.
"Devo essermi confuso un'altra volta con l'ordine delle camere" disse lui grattandosi la testa. "Zayn, Liam, Niall, Louis" lo sentì sussurrare.
La ragazza rise. "No, l'ordine è Louis, Liam, Niall, Zayn" 
"Oh, chissenefrega, tanto non lo imparerei mai comunque"
La situazione era alquanto comica. "Non potresti semplicemente farti la doccia in camera tua?" chiese Sam.
Harry venne fulminato da quello sguardo pieno di sarcasmo.
"Sono il solito sfigato che ha la doccia rotta"
"Beh, io vado" disse Sam infilando le converse.
"Non mi chiedi dov'è Zayn?" chiese Harry poggiandosi allo stipite della porta.
Le mani di Sam si bloccarono prima di completare il fiocco della scarpa destra.
"E' uscito con la biondina" disse il riccio scandendo ogni parola per analizzare meglio lo sguardo della ragazza.
Sam alzò la testa di scatto e per poco non si fratturò il collo. Gli occhi della ragazza si spalancarono istintivamente e i pugni si strinsero.
"Perchè questa reazione?" chiese Harry.
"Perchè non ti fai gli affari tuoi?" sbottò lei avvicinandosi alla porta ma il riccio la ostacolò.
"Aveva ragione Zayn, sei proprio uno zuccherino eh" disse ridendo.
"Ah ah, ma come sei divertente" disse lei carica di sarcasmo "E' venuta lei a prenderlo o l'ha invitata lui?" chiese spontaneamente la ragazza.
Un sorriso compiaciuto si fece strada sul volto di Harry. "I ragazzi stasera escono e a me non va, ordiniamo dal cinese, io ti parlo di lui, di lei, di oggi e tu mi parli di te, di lui, di tuo padre magari.."
I muscoli della mascella di Sam si contrassero. "Mio padre è affar mio e tu non capiresti"
"Oh no" disse lui con un sorriso amaro "Quando si parla di padri e relativi problemi sono il migliore" il riccio scatenò tutta la forza di quegli occhi verdi su Sam.
La ragazza sentì lo stomaco contrarsi, qualcosa nell'amarezza del riccio l'aveva toccata.
"Solo se ora mi lasci uscire da qui e se stasera ti fai trovare vestito"
Il ragazzo sorrise "Camera mia, tra un'ora, beh, l'ordine lo sai tu"


Si, è un capitolo un po' corto, me ne rendo conto ma spero che vi piaccia ugualmente!
Fatemi sapere su twitter se non vi va di scrivermi qui! Sono @someonelikecris
Vi aspetto!
C.

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Why not ? ***


Ok, perdonate il mio ritardo, ma sono tornata con un capitolone sia per il numero di parole sia per il contenuto a mio parere!
Come sempre spero che vi piaccia e che anche per qualche minuto vi distragga e vi rilassi, che vi appassioni insomma!
Recensite se vi va o scrivetemi su twitter, come dico sempre, sono @someonelikecris
Vi aspetto! 
C.

 
Capitolo UNDICI - Why not?
 


Non appena Sam entrò in camera si buttò sul letto in cerca del telefono, se voleva notizie di Zayn le avrebbe trovate lì.
Quattro chiamate perse. Tre di suo padre e una di Zayn più un suo messaggio.
"Ci vediamo domani mattina, ho avuto un imprevisto, Z."
Un imprevisto? Si chiamava così adesso?
Perchè non poteva semplicemente scriverle di Perrie?
Non poteva più continuare a porsi quelle stupide domande o la sua testa sarebbe scoppiata definitivamente.
L'unica cosa che la consolava era che Harry le avrebbe dato sicuramente qualche risposta.
Quel tono amaro mentre le aveva accennato del padre l'aveva spiazzata completamente e forse le avrebbe fatto bene parlarne con qualcuno che poteva comprenderla.
Zayn era il suo migliore amico ovviamente ma la sua famiglia era perfetta, non avrebbe mai capito fino in fondo cosa si prova.
La ragazza si buttò sotto la doccia e quando uscì scivolò nella sua tuta nera della Nike, infilò una maglietta bianca e una felpa rossa e aprì la porta nella sua parete a destra entrando in camera di Harry.
"Ok, l'ho capito che sei un tantino strano ma cosa diamine stai facendo?" chiese Sam non riuscendo a trattenere una risata.
Il riccio se ne stava in piedi sul letto, con il braccio destro verso l'alto e il telefono in mano e ogni tanto saltava.
Harry girò la testa di scatto e sorrise. "Non trovo segnale" disse giustificandosi.
Sam si guardò intorno, era imbarazzata e riusciva a pensare solo ed esclusivamente ad una testa bionda.
"Ho ordinato spaghetti alla piastra e pollo alle mandorle, è ok per te?" disse sedendosi finalmente sul letto.
Sam annuì. "Hai intenzione di rimanere tutta la sera lì impalata?" le chiese lui scuotendo i ricci ancora bagnati "Maledetta umidità" sussurrò.
Sam sorrise e si sedette anche lei sul letto.
"Forza" disse lui "Chiedimi quello che mi devi chiedere"
"E cosa devo chiederti?"
"Ehm, vediamo, capelli scuri e corti, alto, magro, un idiota con degli occhi color nocciola insomma, ti ricorda qualcuno?" chiese avvicinandosi.
Sam sentì le guance avvampare. "Io, beh, lui...lui può fare quello che vuole.."
Il riccio la guardò e scoppiò a ridere. "Davvero? Sei la peggior bugiarda del mondo!"
"Se è per questo tu sei un campione di tatto" disse lei sarcastica. Harry rise, ancora, e lei sbuffò.
"Cosa vuoi che ti dica, Styles?"
"Voglio solo che tu non ti senta sola, tu e Zayn vi assomigliate molto da quello che ho capito e lui mi ha raccontato che i primi giorni a casa mia con tutti i ragazzi sono stati i giorni più difficili della sua vita, quindi ho pensato che.."
"E' davvero una cosa carina, grazie" disse lei dando un buffetto sul ginocchio del riccio.
"Oh, allora un lato tenero ce l'hai" disse lui ridendo.
"Si, ma ha un difetto"
"Quale?"
"Sparisce in fretta" disse Sam ridendo. Risero insieme. Il campanello squillò e Harry si precipitò alla porta, prese il cibo, tornò sul letto e porse il cibo alla ragazza.
"Grazie" disse cominciando a mangiare. Lui sorrise in risposta.
"Quindi?" cominciò lui.
"Quindi cosa?" replicò la ragazza sapendo già dove il riccio voleva andare a parare.
"Seriamente? Va bene, allora te ne parlerò io della bionda.."
"Sei proprio un pettegolo però, lo sai?" chiese lei ridendo.
Harry fissò gli occhi azzurri di Sam senza battere ciglio e a lei mancò il fiato, quegli occhi verdi riuscivano a vedere più di quanto lei volesse.
"Vediamo, di cosa vuoi parlare allora?" la sfidò Harry.
Sam odiava essere messa con le spalle al muro, moriva dalla voglia di sapere di Zayn ma non l'avrebbe data vinta al riccio.
"Parlami di tuo padre" disse lei. L'espressione del ragazzo cambiò ma non si scompose poi più di tanto.
"La storia è semplice Sam, i miei sono divorziati e tutto questo ha fatto credere a mio padre che fosse giusto dimenticarsi di me e di mia sorella, giusto fino a quando sono entrato a xfactor.."
"Cioè?"
"Ha sempre odiato il fatto che mi divertissi a cantare, voleva che diventassi un uomo d'affari, di quelli in giacca e cravatta, mi ci vedi in giacca e cravatta?" chiese lui ridendo.
"Con quei capelli?" ironizzò Sam. Il ragazzo le tirò un pezzo di pollo che andò a finire dritto nel piatto della ragazza.
"Dimmi che non miravi alla mia faccia, ti prego" disse lei ridendo.
Il ragazzo sorrise. "E' passata lei, qui in albergo, Zayn era in camera mia.."
Il sorriso sparì immediatamente dalla faccia della ragazza che sentì tutti i muscoli della mascella contrarsi.
Sam abbassò lo sguardo. "E cosa c'è di male?" provò a dire, sentì lei stessa di non suonare per niente convincente, ma il ragazzo fece finta di non capire, avrebbero avuto tempo per parlarne.
"Lo sguardo di Zayn mi preoccupava, molto" disse Harry.
Sam non fece in tempo a rispondere che dalla porta che comunicava con la stanza di Sam spuntò Zayn.
Non appena Sam lo vide sentì il sangue correre dritto al cervello, lo sguardo del ragazzo la confondeva.
Gli occhi color miele si spostavano da lei a Harry, come se stesse guardando una partita di tennis.
"Sam, io ero venuto a...ma, che? Che diamine state facendo?" chiese allargando le braccia.
"Discutevamo dell'importanza della salsa alle mandorle, cosa stavamo facendo secondo te, Zayn?" chiese Harry portando un piatto sotto il naso del moro.
Harry gli sorrise accomodante. 
"Non hai risposto al telefono tutto il giorno" disse avvicinandosi ai due.
Anche non vedendolo la ragazza riusciva a sentire la sua presenza, la avvertiva forte e chiara.
"Sono venuta a cercarti in camera e ho trovato lui" disse lei indicando Harry.
Zayn lo guardò in modo interrogativo. "Ho sbagliato di nuovo l'ordine delle camere" disse il riccio facendo spallucce.
Il moro sorrise.
"Ti sei divertito con la biondina stasera?" chiese Harry buttando gli avanzi della cena nel cestino "Ti ho visto molto sorpreso quando è arrivata"
Sam guardò il viso di Zayn cercando i segni del panico ma con sua grande sopresa non ne trovò.
"Alla grande" disse lui sorridendo.
A Sam cominciava a mancare l'aria. Si alzò dal letto e si diresse verso la porta per rifugiarsi in camera sua ma la mano di Zayn bloccò prontamente il suo avambraccio.
"Lasciami andare Zayn, ho sonno"
"Ho bisogno di parlarti" sussurrò il moro.
"Del tuo imprevisto? Perchè si chiama così adesso, no?" immediatamente la ragazza sentì lo sguardo bruciante di Harry addosso.
"Haz, ti dispiacerebbe lasciarci soli?"
"No, non mi dispiacerebbe ma questa è la mia camera Zayn" disse il riccio sorridendo "Se vi serve un po' di privacy c'è la terrazza, è bellissima"
"Credo che andrò a letto" disse la ragazza.
Zayn lasciò andare l'avambraccio di Sam e prima che lei potesse rendersi conto di qualcosa il ragazzo se la caricò in spalla.
La ragazza sentì il riccio ridere e poi ributtarsi sul letto.
"Zayn!" Sam tirò pugni contro la schiena del ragazzo sentendo il sangue arrivare dritto al cervello.
"Notte Harry!" disse il moro uscendo dalla camera.
 
Arrivati in terrazza finalmente Zayn lasciò andare la ragazza che a malapena riusciva a tenersi in piedi.
Barcollò un po' fino a quando Zayn non si riavvicinò. "Ehi, tutto ok?" disse lui sorridendo.
La ragazza alzò lo sguardo e lo congelò in un attimo. "Sapevo che saresti stata arrabbiata" disse lui tranquillo.
"Beh, vedo che la cosa non ti turba minimamente" disse lei sedendosi a terra con le gambe penzoloni nel vuoto.
"No, perchè ti ho portato questa" disse il ragazzo porgendole una tavoletta di cioccolato alle mandorle e sedendosi accanto a lei.
Il cuore di Sam si strinse in una morsa. Ricordava? Ricordava ancora quel pomeriggio d'ottobre di quattro anni fa?
"Una ragazza quattro anni fa mi disse che il cioccolato con le mandorle è il miglior rimedio contro la rabbia e me ne portò una tavoletta enorme pregandomi di perdonarla"
Sam sorrise "Mi sento ancora in colpa, sai?"
"E fai bene, mi sono beccato un pugno per te!"
"Ehi, come potevo sapere che Logan fosse così stronzo?"
"Fidandoti di me, così come devi continuare a fare" disse il ragazzo guardandola dritta negli occhi.
"Perchè non mi hai semplicemente detto di Benny?"
"Perrie" disse lui ridendo "Beh, sapevo che ti avrebbe dato fastidio, tu odi quando le persone mentono"
"Ricordi? Io sono qui per aiutarti" disse Sam sentendo il suo cuore sprofondare "Com'è andata?"
"Mi ha portato al cinema, lei alla fine non è malissimo, forse un po' egocentrica..appena siamo usciti i paparazzi ci erano addosso"
"Ti piace?" chiese lei concentrando lo sguardo sulla sua tavoletta di cioccolato.
"Non lo so, forse potrebbe, in futuro"
Sam staccò un pezzo di cioccolata dalla tavoletta e per impedirsi di urlare se lo cacciò in bocca.
"Mi ha baciato, sai?" disse lui accendendosi una sigaretta.
Sam sentì un pezzo di mandorla andarle storto per la gola e gli occhi spalancarsi, rimase in silenzio.
"Ti ricordi Caroline al ballo dell'ultimo anno?" chiese lui prendendo un tiro profondo.
Sam annuì, non parlò, non ci sarebbe riuscita. "Ricordi quando dopo il sesto bicchiere di vodka mi ha preso e mi ha baciato? Non appena ha visto un po' di paparazzi ha fatto così, Perrie intendo, ho come avuto un flashback, solo che non c'eri tu a salvarmi" disse lui carezzando la testa di Sam che intanto stava scoppiando.
"E tu, con Harry?"
"Cosa?" chiese lei confusa.
"Eri nella sua camera, che facevate?" chiese con un tono che Sam non riconosceva.
"...mangiavamo?" disse lei credendo la cosa ovvia.
"Niente altro?"
"Perchè tutte queste domande Zayn?"
"Sei la mia migliore amica, ti trovo in camera di uno dei miei migliori amici, non posso fare domande?" chiese lui un po' duro.
"Certo che puoi" disse lei mandando giù un altro pezzo di cioccolato "Deve aver capito quanto tutto questo possa essere difficile per me, gli altri ragazzi uscivano, a lui non andava, tu non c'eri, voleva solo assicurarsi che non rimanessi da sola"
"E' strano" disse lui spegnendo la sigaretta "Harry non è mai stato molto ospitale, le poche volte che Danielle o Eleanor sono state con noi è sempre stato per i fatti suoi"
"Quindi?" Zayn rimase fulminato dallo sguardo azzurro della ragazza.
"Oh, perchè devi sempre fare la finta tonta?"
In un attimo Sam realizzò quello che Zayn pensava e scoppiò a ridere come non faceva da tempo. Zayn la fissò stupito.
"Seriamente? Perchè ridi?" chiese lui non riuscendo a trattenere un sorriso.
"Tu pensi che io, che Harry?"
"Cosa ci sarebbe di male?"
"Le intenzioni di Harry sono le più pure del mondo, credimi, per quanto tu possa non crederci, voleva solo dare una mano e poi non potrebbe mai succedere qualcosa tra di noi.."
"E perchè no?"
"Perchè no" disse lei guardando negli occhi il motivo di quel no.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** 12. Zayn doesn't care ***


Della serie "meglio tardi che mai" eccomi qui con il dodicesimo capitolo (che pezza, mi dicono che la tiro alla lunga, eh? lol) no, vabbè, stasera non so nemmeno io che cosa dico, QUINDI, non fate caso ai miei scleri post cena e leggete :D
Fatemi sapere, ve ne prego, se non volete scrivere qui - come dico sempre - fatelo su twitter, sono @someonelikecris
Vi aspetto!

 
Capitolo DODICI - Zayn doesn't care
 
 
Il Sole entrava forte e chiaro nella camera del biondino illuminando un profilo angelico e facendo risplendere i capelli disordinati.
Le tende erano completamente aperte, chiunque avrebbe potuto vedere il ragazzo poche ore prima rientrare in camera sua dopo una notte di baldoria.
Il pugno appena schiuso poggiato sul cuscino accanto al suo, nel lato freddo del letto.
Era riuscito a liberarsi solo della magliettina bianca prima di buttarsi esausto sul letto. 
Sapeva che la mattina dopo se ne sarebbe pentito ma non aveva avuto la forza di levarsi nemmeno le scarpe.
D'un tratto la porta della camera di Niall si spalancò e lasciò entrare altri quattro ragazzi insonnoliti ma con dei bellissimi sorrisi in volto.
Nemmeno il botto provocato dalla porta contro il muro riuscì a svegliare il biondino, intrappolato nel più innocente dei sogni, di certo non innocente come la notte appena trascorsa.
"L'ho sempre detto che potrebbero bombardare tutta l'America e lui non se ne accorgerebbe" disse Liam spostando un calzino con il piede.
"Che devo fare con questa torta?" chiese Zayn sbadigliando.
"Da' qui Malik" il ragazzo dagli occhi tremendamente azzurri si avvicinò al moro e gli sfilò la torta dalle mani.
"Louis, è il suo compleanno.." disse Liam non riuscendo a trattenere un sorriso.
Il più grande si avvicinò al letto di Niall, con un cucchiaio prese un po' di panna e delicatamente la posò sul palmo del biondo.
"Lou, che diamine stai facendo?" chiese il riccio avvicinandosi.
"Hai una piuma?" chiese lui.
Harry riuscì a malapena a trattenere una risata. "Perchè diavolo dovrei avere una piuma?"
"Ve lo hanno mai detto che siete i ragazzi più inutili della terra?" sbottò Louis sottovoce "Zayn, prendi della carta igienica"
Il moro lanciò uno sguardo esasperato a Liam che allargò le braccia. "Di mattina sei ancora più inquietante Lou" disse Zayn andando in bagno.
Il moro tornò e porse la carta igienica al più grande che la arrotolò delicatamente.
"Ora state a vedere" disse arrampicandosi lentamente sul letto. Avvicinò il pezzo di carta al biondino e cominciò a solleticargli il naso.
Il naso di Niall si arricciò e in pochi secondi il palmo pieno di panna si ritrovò spiaccicato sul suo viso.
I quattro scoppiarono a ridere. Il biondo aprì gli occhi confuso. "Che caz..?"
"Buon compleanno Niall!" urlò Louis prendendo della panna dal viso di Niall e portandosela alla bocca "Mmmhhh, buona!"
"Che razza di problemi avete?" chiese Niall non riuscendo a nascondere un sorriso.
"Ti vogliamo troppo bene" disse Liam sedendosi sul letto. Harry e Zayn lo seguirono.
"Tagliamo la torta?" chiese il biondino stropicciandosi gli occhi.
"Quello che mi aspettavo!" disse Zayn ridendo.
"Perchè non chiami anche Sam?" chiese Harry immergendo un dito nella panna.
Zayn sentì una scossa attraversargli la spina dorsale. Non riusciva a spiegare a cosa fosse dovuto ma il nome di Sam pronunciato dalla voce di Harry gli sembrava sbagliato, terribile. "Zayn?" lo chiamò il riccio.
"Si, Zayn, chiamala!" disse Niall 
"Ok, vado subito" disse il moro alzandosi prima che Harry potesse sfiorarlo.
 
Dieci minuti dopo Sam e Zayn erano davanti alla porta della camera di Niall.
"Sei sicuro? Magari vuole stare con voi.." disse la ragazza stropicciandosi la magliettina bianca del pigiama.
Zayn la squadrò "Sei seria? Niall?" ma quando vide che negli occhi della ragazza c'era tutt'altro che ironia sorrise e portò un braccio dietro la sua schiena.
Il moro spinse la porta e condusse la ragazza nella stanza.
"Sam! Buongiorno!" disse Liam dal letto di Niall.
La ragazza si guardò intorno e tutto quello che vide le fece nascere un sorriso timido sul viso.
Erano così spensierati e felici tutti insieme che per un attimo invidiò con tutte le sue forze Zayn, oltre a realizzare il suo sogno aveva trovato anche quattro persone favolose...ricoperte di torta in quel momento.
"Che avete combinato?" chiese Zayn porgendo un fazzoletto a Niall che se ne stava ancora seduto a letto.
"Lo sai che Lou è un idiota" disse togliendo delle scaglie di cioccolato dai capelli.
"Sono solo il più divertente e ti costa troppo ammetterlo" disse il più grande che aveva la faccia completamente ricoperta di panna.
La porta del bagno si spalancò in un attimo e Harry si gettò su Zayn prendendolo in pieno volto con della panna.
Tutti quanti scoppiarono a ridere. "Pensavi di scamparla eh?" chiese il riccio che aveva panna spappolata su tutti i capelli.
Zayn si tolse la panna dal viso e si gettò sul riccio buttandolo a terra. Sentirli ridere tutti e due riempiva il cuore di Sam.
La ragazza saggiamente si allontanò da quei due e si diresse verso Niall.
"Tanti auguri" disse abbracciandolo. Il ragazzo ricambiò l'abbraccio, e Sam capì perchè i suoi abbracci erano così famosi, ci si sentiva preziosi, protetti dalle braccia di quel ragazzo.
"Sai una cosa?" le sussurrò il biondino.
"Cosa?"
"Sei l'unica senza nemmeno un po' di panna addosso" immediatamente Sam si scansò e cominciò a sorridere nervosamente.
Qualcuno la buttò sul letto e sentì la panna infiltrarsi tra i capelli color nocciola.
"Ora va meglio!" Sam riconobbe la voce di Harry.
"Bastardi" sussurrò lei rialzandosi. Rideva e così facevano gli altri.
"Direi che può bastare, eh?" disse Zayn dietro ad uno strato di panna e cioccolato.
"Direi di si!" disse Liam togliendo della panna dai capelli del moro.
"Stasera è la nostra ultima sera libera, quindi usciamo e festeggiamo il mio compleanno!" esclamò Niall con un sorrisone.
"Pensavo volessi rimanere da solo con quella ragazza di Mullingar" disse Harry con voce maliziosa.
"Lei viene con noi" disse lui sorridendo "E' solo la mia migliore amica, Haz"
"Certo, tutti sappiamo come va a finire con le migliori amiche" replicò il riccio fulminando Sam con lo sguardo.
"Oh, piantala" disse il biondino arrossendo "Stavo pensando che dato che Liam, Lou e Zayn si sono accasati possono invitare le loro ragazze"
Lo stomaco di Zayn quasi si rovesciò. "Ottima idea" disse Louis
"Per me va benissimo" disse Liam afferrando il cellulare.
"Zayn?" chiese Harry.
"Beh..io..si, si, va bene" disse il moro tenendo gli occhi bassi.
"Sam, naturalmente vieni anche tu!" disse Niall sorridendo alla ragazza.
"Io, beh..credo..non so nemmeno se ho un vestito adatto"
"Voi ragazze e i vestiti, non ci credo che non hai un vestitino in valigia" disse Louis sorridendo.
"Potrei averlo" disse Sam sentendo lo sguardo di Zayn addosso.
Non sarebbe mai riuscita a sopportare la vista di Perrie e del suo migliore amico insieme, lo sapeva.
"Allora ci vieni con me alla festa" disse Harry sorridendo.
"Beh, alla fine andiamo tutti insieme" si intromise Zayn.
"Ovvio, tranquillo Zayn, te la rubo solo per stasera" disse il riccio mandando un'evidente frecciatina a Zayn.
Che avesse capito troppo?
"Solo una cosa" disse Liam interrompendo uno scomodo silenzio "Ricordatemi di chiudere a chiave la porta della mia stanza il giorno del mio compleanno"
 
Sam si stava guardando allo specchio da ormai quindici minuti.
Aveva comprato quel vestito pochi mesi prima con la sorella di Zayn durante un week end parecchio noioso, non avrebbe mai pensato che l'avrebbe usato in un'occasione del genere.
Il vestito rendeva la ragazza raggiante, sexy, splendida.
Il tessuto nero e attillato le fasciava delicatamente le curve fermandosi a metà coscia e il tacco nero slanciava le sue gambe rendendole armoniose.
Le onde dei capelli nocciola le scivolavano delicatamente sulla schiena e gli occhi azzurri risplendevano grazie all'eye-liner.
Il suo vicino di stanza bussò. "Entra" disse Sam tutto d'un fiato.
Il riccio entrò e sorrise smagliante. "Direi che il tuo vestito è perfetto.." disse.
Sam sentì le guance avvampare. Anche lui non stava niente male. La camicia bianca gli fasciava il petto perfettamente allenato, il primo bottone slacciato lasciava intravedere la pelle perfetta del riccio e faceva risaltare il verde dei suoi occhi.
Sam annuì. "Conosco Zayn, gli piacerà molto.." continuò il riccio.
"A Zayn non interessa" disse Sam spiazzata da quella affermazione "E poi ha una ragazza" aggiunse afferrando una giacca.
"Come vuoi" disse il riccio chiudendo la porta della stanza. "Ci aspettano giù"
 
"Mancavate solo voi!" li accolse Liam "Wow, Sam, stai benissimo!"
"Grazie" disse lei arrossendo.
"Non diteglielo più o passerà tutta la serata con questo colore in faccia" disse Harry.
Sam lo fulminò con uno sguardo ma non potè fare a meno di sorridere.
"Manca anche Zayn, come sempre" disse Louis sistemandosi la magliettina bianca.
"Eccolo" disse Niall indicando le scale.
Sam si voltò e lo guardò scendere le scale.
I capelli incorniciavano quel viso dolce ricadendo dolcemente sygli occhi, creando un contrasto che avrebbe incantanto anche un angelo.
Una maglia bianca gli fasciava il petto, più sodo di quello che aveva a sedici anni e l'immancabile giacca della varsity lo copriva mettendo in evidenza le spalle.
Non appena Zayn vide la ragazza sentì gli occhi spalancarsi. Aveva visto altri milioni di volte Sam vestita per andare in discoteca ma quel vestito nero raccontava al ragazzo una storia tutta nuova, come non aveva potuto rendersi conto di quanto l'amica fosse cresciuta?
Quando gli occhi azzurri incontrarono quelli nocciola del moro lui sorrise immediatamente.
Il ragazzo si avvicinò e la abbracciò inspirando il suo profumo. "Stai benissimo stasera" disse continuando a sorridere.
"Anche tu" disse lei abbassando lo sguardo.
"La tua ragazza?" chiese Harry avvicinandosi ai due.
Zayn riuscì finalmente a distogliere lo sguardo dalla ragazza e fissò gli occhi verdi dell'amico.
"Ci aspetta lì" disse il moro facendo contorcere lo stomaco di Sam "Insieme a Danielle e Eleanor"
"Allora andiamo!" incalzò Niall.



Non odiatemi per aver finito così il capitolo, amo la suspense!
Non posterò prima del 28! Causa : connessione di m***a C:
A presto!

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** 13. Stop pretending ***


Ci siamo davvero? Si, ci siamo! (ok, no) eccomi qui con il tanto atteso capitolo tredici, ovvero l'arrivo di Perrie Edwards, non aggiungo altro, leggete e, come sempre, scrivetemi qui o su twitter! (sempre @someonelikecris)


Capitolo TREDICI - Stop pretending

 
La musica la si poteva sentire anche da dentro la macchina nella quale Sam sperava di poter rimanere tutta la serata, ma sapeva che Niall, Louis e soprattutto Harry l'avrebbero tirata fuori a forza.
"Non ci sono mai stato qui.." esordì Louis scrutando il pub da dietro il finestrino della range rover.
"Sonia mi ha detto che è carino, lei c'è stata un paio di volte, a dire il vero l'ho conosciuta qui" disse Harry guardando dietro la sua spalla per fare manovra e parcheggiare.
"E chi sarebbe questa Sonia?" chiese Niall.
"Sei troppo piccolo per saperlo" disse Harry sorridendo.
Louis scoppiò a ridere in faccia al riccio e gli scompigliò i capelli. "Abbassa la cresta Harreh!"
"Ma tu sei più piccolo di me!" protestò Niall.
"Ehi, biondino, lascia perdere, festeggiamo il tuo compleanno e basta, ok?" disse Louis sorridendo a Sam e Niall dal suo posto davanti. 
"E tu, Haz, muoviti, mi stai facendo venire il mal di mare, chi te l'ha data la patente?" continuò lui con quel suo tono ironico che lo rendeva l'anima della festa.
"Infatti, Zayn e Liam saranno già arrivati!" disse Niall per dare fastidio all'amico.
"Smettetela voi due o in albergo stasera ci riporto solo la bambolina lì dietro" disse tirando - finalmente - il freno a mano.
Lo sguardo di Niall fu subito sulla ragazza "Stai bene?" le chiese sorridendo.
"Si" disse lei cercando di abbozzare un sorriso.
"Ci divertiremo stasera!" disse Louis facendole l'occhiolino.
Qualcosa si mosse nello stomaco di Sam, che fosse la cena? 
 
I quattro entrarono nel club e l'odore di alcool fruttato, sudore e profumi costosi inondò i loro polmoni.
"El mi ha mandato un messaggio" urlò Louis all'orecchio del riccio.
"Che vuole?"
"Ci aspetta nel privè, con lei ci sono Liam e Danielle e Zayn e Perrie" urlò poi anche alla ragazza e a Niall.
"Devo cercare Annie" disse il biondino all'orecchio del riccio "Ha detto che sta arrivando"
"Ti aspettiamo nel privè" disse Harry passando un braccio sulle spalle nude della ragazza "Andiamo a conoscere questa Perrie" sussurrò all'orecchio di Sam.
La ragazza ebbe la grande tentazione di tirare un pugno al riccio ma sapeva che gli avrebbe dato solo soddisfazione.
Attraversarono la discoteca sotto l'occhio vigile delle guardie del corpo e dopo qualche intoppo arrivarono al privè.
Non appena la tenda si scostò il moro alzò gli occhi, proprio in quel momento si stava chiedendo dove fossero finiti.
La prima cosa che notò fu lo sguardo perso della sua migliore amica ma poi un rolex attirò la sua attenzione, un rolex che conosceva molto bene, lo stesso rolex che era poggiato sulla spalla di Sammy. Lo stomaco di Zayn ebbe uno strano sussulto.
Sam incontrò lo sguardo del moro e sorrise, quella sera doveva essere la sua spalla, doveva essere forte per lui, per il suo migliore amico.
"Era ora!" disse Liam. 
Louis si sedette accanto alla brunetta e prese un bicchiere pieno di un liquido trasparente.
Harry fece strada a Sam sul divanetto e la fece sedere accanto al moro.
"Zayn, non ci presenti la tua ragazza?" chiese il riccio porgendo un bicchiere a Sam che lo accettò senza pensarci troppo nonostante sentisse lo sguardo del moro addosso.
"Lei è..." cominciò lui ma fu interrotto dalla bionda. "Sono Perrie" disse sorridendo alla ragazza e a Harry.
"Molto piacere" disse il riccio rivelando quelle fossette che avevano fatto cadere ai suoi piedi centinaia di ragazze.
"Conosco la tua fama Styles, ma con me non attacca" disse la bionda stringendo il braccio destro di Zayn.
Il sorriso di Harry si congelò e rivolse a Sam uno sguardo che la fece quasi scoppiare a ridere se non fosse stato per l'aggiunta della bionda. 
"Lei è una delle tue amichette?" chiese rivolta al riccio continuando a sorridere.
Sam quasi si strozzò con la sua vodka alla pesca, la gola le bruciò così forte che alcune lacrime le arrivarono agli occhi.
Avrebbe volentieri versato i rimasugli del suo drink nei capelli finti della bionda ma non avrebbe creato altro che problemi.
"No" disse Sam fissando i suoi occhi azzurri in quelli ghiaccio della bionda. "Sono la migliore amica del tuo ragazzo" disse fingendo disinvoltura e buttando giù un altro sorso di vodka "E' incredibile quanto tu conosca bene il ragazzo che abbracci e baci davanti a decine di macchine fotografiche, vero?" la ragazza si alzò e buttò giù l'ultimo sorso di vodka.
L'alcool le stava portando conforto, la stava scaldando e la rilassava. Era stanca di combattere, stanca di soffrire e di tenere tutto dentro.
"Harry" disse lei poggiando il bicchiere sul tavolino "Balliamo?"
Il riccio non se lo fece ripetere e scattò in piedi prendendo la ragazza per mano. Sam sentiva lo sguardo del migliore amico bruciare sulla sua schiena nuda.
"Le hai fatto il culo!" esordì il riccio portandola in pista.
Un sorriso si fece strada prepotente sul volto di Sam, un sorriso che era morto da troppo tempo.
 
"Harry vado al bagno, mi aspetti nel privè?" urlò Sam all'orecchio del riccio.
Harry annuì. 
Sam si poggiò al lavandino e si bagnò i polsi con dell'acqua fresca.
Erano mesi che non si divertiva così, sentiva che quella sera l'avrebbe ricordata per sempre. Aveva avvistato Zayn solo poche volte, si stava divertendo con Louis vicino alla console, l'importante era che lui fosse felice, ma la ragazza sapeva che una bella ramanzina da parte sua era dietro l'angolo.
"L'amichetta di Harry" disse una voce nasale dietro di lei.
Sam si girò di scatto e riconobbe la chioma bionda. La ragazza fece finta di non vederla e si rigirò verso lo specchio.
"Sai" disse la bionda poggiandosi al lavandino accanto "Non ci vuole molto a capire che sei la solita ragazzina innamorata del suo migliore amico, chi non lo è mai stato?"
Sam mantenne il silenzio, non sarebbe riuscita a formulare una frase abbastanza forte per replicare, l'alcool si stava facendo sentire.
"E sai ancora una cosa? Per quelle ragazzine non esiste un lieto fine"
Gli occhi di Sam cominciarono a bruciare. Non era forse la verità quella?
"Tornatene a Bradford, trovati un ragazzo tuo e lascia stare lui, sta vivendo il suo sogno e non ha tempo per il passato, non rovinare tutto"
Sam sentiva la testa pulsare e gli occhi bruciare sempre di più. Il viso di Zayn era impresso a fuoco nella sua retina.
"E ti conviene lasciar perdere anche quell'angioletto dagli occhi verdi, sei solo la sua ultima sfida, l'ultima amichetta da conquistare"
Il sorriso di Harry comparve davanti agli occhi della ragazza dandole la forza di sbattere la sua mano aperta contro il viso della bionda che girò il volto.
"Non sono l'amichetta di nessuno" disse lei avvicinandosi. Uscendo dal bagno sentì la bionda ridere.
Sam sfilò i tacchi e corse fuori dal locale.
Il riccio, che la stava aspettando fuori dai bagni la intercettò e la seguì.
"Sam!" urlò prendendola per l'avambraccio.
Quando il riccio vide le lacrime rigare il volto di Sam i suoi occhi si riempirono di incredulità.
"Ho visto la bionda entrare in bagno e.."
"E' ok, Harry...pensava che fossi cotta di Zayn, che assurdità!" disse lei cercando di sorridere.
"No, non è ok..perchè non la smetti? Come se non si capisse quello che provi per lui!"
"E' il mio migliore amico" disse Sam tra i denti "Non sarò mai di più per lui ne tantomeno lo voglio" mentì.
"Perchè non la smetti con questa farsa e ti lasci aiutare?"
L'alcool le fece girare la testa, socchiuse gli occhi. Aiuto? Non voleva aiuto, non lo voleva più da nessuno.
"E perchè tu invece non la smetti con questa farsa del puttaniere? Abbindoli tutti, sai? Ma me no, tu non sei questo, Harry, quindi prima di fare la ramanzina a me rifletti su te stesso" disse la ragazza affondando negli occhi verdi di Harry che la fissavano increduli.
"Ragazzi!" li richiamò Liam "E' l'ora della torta".


E' cortino, me ne sono accorta, ma mi pare abbastanza pieno, no?!
Vi aspetto!

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** 14. Who is stopping you? ***


Ok, eccomi qui con il capitolo quattordici, non ho molto da dire oggi, spero solo che vi piaccia!
Fatemi sapere, se non qui anche su twitter va bene c: come sempre sono @someonelikecris
Vi aspetto!

Capitolo QUATTORDICI - Who is stopping you?
 
 

Uno squillo trapanò la testa di Zayn riportandolo alla vita reale.
Schiuse gli occhi e la luce del sole lo accecò, come sempre aveva dimenticato di chiudere le tende della sua camera.
Si tirò su lentamente tenendo gli occhi chiusi e si passò una mano tra i capelli.
Non appena provò a muovere una gamba sentì che era bloccata. Aprì lentamente gli occhi e tutto quel che vide furono vestiti sparsi per terra, gran parte non di sua proprietà. Non era in camera sua.
Spostò lo sguardo sul suo ginocchio e trovò Liam abbracciato alla sua gamba, i capelli in disordine.
Guardò al suo fianco e vide Louis dormire sulla schiena del biondino che ronfava beato in mutande.
Provò ad andare indietro con i ricordi ma la testa cominciò a martellare. Decise di non farsi troppe domande, non era di certo la prima volta che dopo una festa, strapieni di alcool, avevano dormito insieme e nonostante tutto Liam non mancava mai, non li avrebbe mai lasciati in balia di loro stessi.
Zayn provò a muovere il ginocchio ma Liam lo strinse più forte, il ragazzo indossava solo i suoi blue jeans e sulle guance aveva disegnati dei baffi da gatto.
Il moro non fece in tempo a lasciarsi sfuggire una risatina che il suo sangue si congelò.
Il riccio, dov'era Harry? Flash della sera prima riaffiorarono nella testa di Zayn.
Un'idea si impadronì della mente del moro e tutto quello che riusciva a pensare era "no, no, no, non lei, non lui, no"
Dimenticandosi dei compagni scattò fuori dal letto, dovette reggersi alla porta per non cadere, e corse verso la camera del riccio.
Arrivato alla porta cominciò a bussare come un pazzo. "Haz, apri questa porta!" ma nessuno rispose.
"Harry apri questa dannatissima porta o la bu.." il moro non fece in tempo a finire la frase che il riccio aprì la porta.
Zayn lo guardò dalla testa ai piedi, gli occhi verdi socchiusi per la luce e i capelli che sembravano aver fatto a botte con il cuscino, indossava solo i pantaloni del pigiama e la sua espressione non era delle migliori.
"Cosa ho fatto di male adesso?" chiese passandosi una mano tra i capelli.
Zayn lo scansò e si fece strada in camera. Solo quando vide il letto vuoto e le serrande serrate si rese conto di quanto era stato stupido e affrettato. 
Harry non avrebbe mai fatto una cosa del genere, non con Sam sicuramente, cosa gli stava succedendo?
"Si può sapere perchè sei qui?" chiese il moro sedendosi sul letto.
"Perchè sono nella mia camera? Che hai fumato?"
"Intendevo..eravamo tutti in camera di Niall, perchè sei restato qui da solo?"
"Non avevo voglia di continuare a festeggiare, mi stava scoppiando la testa" disse il riccio sedendosi accanto a Zayn.
"Ma che sta succedendo?" esordì Louis affacciandosi in camera di Harry "Zayn, che problemi hai? Ci hai fatto collassare"
Niall entrò strascicando i piedi e si buttò su una poltrona. "Si, mi hai quasi spaccato il collo" disse Liam massaggiandosi la nuca, chiuse la porta dietro di se'.
"Cosa pensavi di trovare qui?" chiese Harry lanciando a Zayn uno sguardo che paralizzò lo stomaco del moro.
Harry era sempre stato bravo a capirlo, più degli altri quattro a volte, non era un ragazzo facile e proprio questo li aveva avvicinati, i suoi silenzi lo avevano sempre intrigato.
Per quanto Sam e il moro volessero nascondere tutto a se' stessi lui aveva capito fin troppo, prima di Zayn soprattutto, ma qualcosa non gli tornava, perchè frequentare una nuova ragazza quando guardava Sam in quel modo?
"Niente Haz, mi sono solo preoccupato a non vederti con noi" disse il moro stendendosi.
Harry fece finta di credergli. Aveva passato tutta la serata con Sam, chiunque avrebbe pensato di ritrovarla nella sua camera da letto la mattina dopo, chiunque tranne lui e la ragazza.
Sam lo aveva spiazzato, per la prima volta era riuscita a togliergli le parole ed erano così arrabbiati l'uno con l'altro che non si erano più parlati per tutta la sera.
Erano arrabbiati per aver sentito la verità che li rendeva deboli uscire dalla bocca di qualcuno conosciuto da così poco tempo.
"Questo è il peggior dopo sbornia della mia vita" rantolò Niall dalla sua poltrona. I quattro risero.
"Meglio per te che Paul non ti senta" disse Liam aiutandolo ad alzarsi. "Dobbiamo essere pronti tra un'ora"
Dei lamenti spaccarono l'aria. "L'ho sempre detto che non dovete esage.." Liam non fece in tempo a finire la frase che Louis gli tirò un cuscino in testa.
"Silenzio, Payne, la mia testa sta scoppiando" disse non riuscendo a trattenere una risata. "E poi con quei baffi non sei credibile" continuò il più grande.
Risero tutti insieme.
 
Arrivati in studio i cinque si fiondarono in sala di registrazione, quel giorno avrebbero cominciato a incidere qualcosina prima di ripartire per le ultime date del tour.
"Siete degli stracci, tutti e cinque, non pensiate che non me ne sia accorto, spero solo che non incontriate qualcuno dei piani alti oggi" aveva esordito Paul.
"Stiamo una favola"
"Tu fai silenzio Lou, siete sempre i soliti" disse Paul non riuscendo a nascondere un sorrisino.
"Io lo avevo detto che.."
"Liam, vale anche per te" continuò Paul.
Louis fece una linguaccia a Liam che si mise immediatamente le cuffie. "Zayn?" Paul lo richiamò alla realtà.
"Non ho detto niente!" disse il moro alzando le mani.
"Devo solo parlarti, niente di che" disse il ragazzone sorridendo.
"Noi non possiamo sentire?" chiese Niall.
"Tu leggiti quei testi, biondino" disse Paul scompigliando i capelli di Niall.
Il ragazzone passò un braccio sulle spalle di Zayn e lo condusse in un'altra stanza.
"Come sta andando?" gli chiese mettendolo a sedere.
"Odio questa situazione Paul, non c'è niente che si possa fare?"
"Non accettano il fatto che queste ragazze pur avendo vinto x factor non vendano, per ora vogliono che andiate avanti"
"Non sono un bravo attore Paul, non ci sto capendo più niente" disse il moro mettendo la testa tra le mani.
Paul gli diede una pacca sulla schiena. "So che è tosta, lo immagino, ma devi esserlo, per te e per i ragazzi"
"Ho paura di combinare un casino" 
"Se magari ti sforzassi ti piacerebbe, è una bella ragazza alla fine, tu, beh..da come urlano le ragazzine non devi essere male, dov'è il problema? Cosa ti ferma?"
L'immagine di un volto si impresse nella retina di Zayn, Sam ieri sera lo aveva spiazzato, come non aveva potuto rendersi conto del cambiamento?
"Non lo so, Paul, non lo so"
 
Le undici di sera, per tutto il giorno Sam non aveva fatto altro che cercare rimedi per un dopo sbornia e dopo quantità industriali di succo d'arancia e sonno si sentiva un fiore, ma la sua testa non riusciva a smettere di ripensare alle parole di Harry.
L'unico contatto con Zayn lo aveva avuto quella mattina, il moro le aveva scritto un messaggio.
"Ti ho fatto mettere da parte la colazione al ristorante, sarò in studio tutto il giorno xx"
La ragazza si buttò sul divano e prese il suo blocco, provò a scrivere qualcosa ma si sentiva oppressa da quella stanza.
Afferrò il blocco e una penna e si diresse verso la terrazza. Riempì i suoi polmoni dell'aria fredda e dell'umidità di Londra.
Si sedette e tirò fuori un pezzo della tavoletta di cioccolato che le aveva regalato Zayn pochi giorni prima.
Ne masticò un pezzo e il suo telefono squillò. Il padre. Fissò lo schermo per qualche secondo e poi rispose.
"Sammy?"
"Sono io"
"Come stai?"
"Come sempre papà.."
"Sai..ti avevo detto del matrimonio?"
"E' per quello che ti ho chiuso il telefono in faccia l'ultima volta"
"Abbiamo una data Sammy, devi esserci, ho bisogno di te, mi rendo conto di non essere stato un padre con i fiocchi ma non ce la farei senza di te, tu e Laurel siete tutto quello che ho"
"Hai invitato Trisha?"
"Certo che si, ma..ma che c'entra?"
"Dovresti capirlo da te cosa c'entra, papà.." disse la ragazza in tono amaro.
"Il ventisei settembre Sam, a New York, ho una sorpresa per te"
New York? Perchè tornare lì dopo così tanto tempo?
"Ciao papà" Sam posò il telefono per terra e allontanò il blocco, tutta la sua buona volontà era andata a farsi benedire.
Una mano si posò sulla spalla della ragazza, lei si voltò e venne fulminata da un paio di occhi verdi.

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** 15. Your actions speak louder than words ***


Capitolo QUINDICI - Your actions speak louder than words
 

 
"Adesso mi segui?"
"La terrazza te l'ho consigliata io, sei tu che mi hai rubato il posto" disse lui freddo.
Qualcosa catturò gli occhi del riccio, le guance della ragazza erano solcate da alcune piccole lacrime ormai quasi asciugate.
"Ehi" disse sedendosi accanto a lei "Che succede?"
"Niente" disse lei secca girandosi dall'altra parte.
"A me puoi dirlo"
"Ho paura di parlare con te Harry" disse lei tutto d'un fiato "Capisci sempre più di quel che io voglia"
Un sorriso sghembo prese possesso del viso di Harry e il suo cuore si scaldò un po'.
"Senti chi parla" disse il riccio.
"E' meglio che vada adesso" disse la ragazza alzandosi.
"No, aspetta" disse il riccio afferrando il suo avambraccio "Si tratta di tuo padre?" chiese inchiodando il suo sguardo in quello della ragazza.
La mano di Sam corse tra i capelli, se li spostò dal viso e si sedette di nuovo accanto al riccio.
Non voleva ammetterlo ma forse tutto quello di cui aveva bisogno era parlarne con qualcuno che avrebbe potuto capirla e Zayn aveva la testa altrove, non voleva caricarlo anche dei suoi pensieri.
"Vuole risposarsi e vuole che io ci sia"
"Naturalmente" disse Harry scrollando le spalle "Anche mia mamma ha un compagno e, sai, prima.."
"E' diverso" disse Sam interrompendo il riccio "Mia madre è morta quando avevo sette anni"
Sam avvertì il respiro di Harry bloccarsi e in quel momento seppe di averlo allontanato definitivamente.
Un numero spropositato di persone una volta scoperta questa cosa non le parlava più allo stesso modo, Sam riusciva a sentire la loro compassione in ogni parola e proprio non riusciva a sopportarla.
"La gente muore ogni giorno" disse lui interrompendo il silenzio della ragazza "La vita di tuo padre non può fermarsi a dodici anni fa"
"Sei veramente un campione di tatto"
"Senti chi parla, di nuovo"
Le parole della sera prima ritornarono violente nella testa della ragazza. "Scusa davvero Harry, non ero arrabbiata con te, non ti conosco e non ho il diritto di dire certe cose"
"Anche io ho paura di parlare con te a volte" disse il riccio alzando le spalle "Proprio perchè non mi conosci eppure mi hai inquadrato subito"
Gli sguardi dei due ragazzi si incrociarono, gli occhi di due sconosciuti, il verde che si mischiava all'azzurro.
"Puoi parlare con me Sam, davvero"
"Di cosa?"
"Di Zayn, di tutto quello che vuoi"
"Perchè?"
"Cosa perchè?" chiese il riccio confuso.
"Perchè ti interessa?"
"Perchè Zayn non è più lo stesso da qualche tempo e tutto coincide con la bionda, e so che tu ne sai qualcosa" disse il riccio fulminandola.
Lo stomaco della ragazza si contorse immediatamente, Harry non doveva scoprirlo per niente al mondo o per Zayn ci sarebbero stati grandi problemi e in più non osava pensare a come i ragazzi avrebbero potuto prenderla, ma infondo una parte di lei sperava disperatamente che Harry sapesse tutto, sarebbe stato più semplice forse.
"E' per Zayn" disse Sam sorridendo per cercare di nascondere il panico "Sono contenta che qualcuno si preoccupi così per lui"
"Sai che non è solo per Zayn, tu non sei male come credi Sam" disse il riccio sorridendo "Quindi?"
"Quindi cosa?" chiese Sam confusa.
"Quindi cosa ci nasconde Zayn?"
 
 
Harry sentiva la testa pesante, aveva lavorato veramente sodo quel giorno ed era contento dei nuovi testi, non ne poteva più di tutti quei "na na na" e di quelle melodie commerciali fino ai limiti della realtà. Naturalmente non avrebbe mai dimenticato il loro primo album ma sapeva che lui e i ragazzi avrebbero potuto fare cento volte meglio.
Esausto entrò in camera e si spalmò sul letto.
Ripensò alle parole di Sam. "Zayn non vi nasconde niente".
Lo aveva capito subito che la ragazza mentiva dal modo in cui i suoi occhi si fecero subito più rossi.
Sam. Quella ragazza era un rompicapo nella mente del riccio. Incasinata, proprio come lui prima dei One Direction, una vita alla rinfusa, un padre inesistente.
"Harreeehh!" una voce amorevolmente familiare lo richiamò alla realtà facendolo sussultare.
"Lou? Che ci fai qui?" chiese Harry mettendosi a sedere.
"Hai detto che volevi vedere un film stasera, non ricordi? Zayn e Niall dormono e Liam vuole fare una twitcam quindi non è dei nostri.."
"L'avevo dimenticato" disse il riccio venendo sopraffatto da uno sbadiglio.
"Oh.." disse il più grande "Dai, ti lascio dormire"
"No Lou" disse il riccio dispiaciuto per il più grande che era tutt'altro che stanco "Vediamo quello che vuoi ma ti prego, non grease un'altra volta"
Louis sorrise e piazzò il lettore dvd portatile sulle sue gambe sedendosi sul divanetto del riccio.
"Sei proprio sicuro che non vuoi vedere grease?" chiese il più grande arricciando il labbro inferiore.
Harry alzò gli occhi al cielo, non sarebbe mai cambiato. "Vada per grease, sarà solo la ventisettesima volta che lo guardiamo" disse sedendosi accanto a Louis.
Il ragazzo con gli occhi più azzurri del mondo sorrise tutto compiaciuto e posò un baciò sulla guancia del riccio.
 
 
Sam strisciò senza far rumore nella camera del moro.
Lo trovò steso sul letto ancora completamente vestito.
Un sorriso si fece strada sul volto di Sam. Zayn sembrava così indifeso.
La ragazza si avvicinò alla fine del letto e slacciò gli scarponcini del moro poggiandoli a terra cercando di fare meno rumore possibile.
Il viso del ragazzo fu attraversato da una smorfia ma fortunatamente non si svegliò. Sam aprì l'armadio e prese una coperta, l'aprì e la stese sul corpo del moro.
Avvicinandosi fu intrappolata dal profumo di Zayn che le ricordava così tanto casa sua da stringerle il cuore.
Sam abbassò le luci e si sedette accanto all'amico. Le lunghe ciglia gli carezzavano le guance e la pelle scura era puntinata da una barba in crescita.
La ragazza rimase qualche minuto ad ascoltare il respiro regolare del moro e poi si alzò.
Nell'alzarsi urtò la borsa del moro che cadde a terra rivelando tutto il contenuto.
Sam si girò subito verso Zayn che però parve non aver sentito nulla.
Si chinò per terra per riordinare le varie carte e il suo cuore si fermò.
Quelle foto le tolsero il fiato. Le labbra di Zayn - quelle labbra - su quelle della bionda, in una posa perfetta per una fotografia.
Prese malamente le foto e le ricacciò nella borsa e poi corse fuori da quella stanza che ad un tratto era diventata più fredda della Siberia.


Ok, vi lascio con un capitolo che mi fa molto schifo, avevamo bisogno di un capitolo di passaggio dopo l'ultimo, no?
Vi butto lì un mezzo spoiler perchè non avete idea di quanto io mi diverta (muahahahah)
Nel prossimo capitolo qualcuno si confesserà con qualcun'altro, lascio a voi la libera immaginazione.
Recensite numerosi, o se volete potete scrivermi su twitter, sono @someonelikecris
Vi aspetto!

ps: non odiatemi <3

Ritorna all'indice


Capitolo 16
*** 16. Confessions ***


Ecco perchè non sono credibile, per il fatto di avervi mollato con uno spoiler mi ritrovo a pubblicare dopo tre giorni perchè non sto nella pelle di leggere i vostri commenti, quindi, bando alle ciance, vi mollo con il mio mostriciattolo numero sedici (dannazione, sedici? Purtroppo la tiro sempre per le lunghe ahahahah)
 
Capitolo SEDICI - Confessions
 
 
Non appena Liam aprì gli occhi nascose la testa sotto al cuscino.
Era stanco, stanco da morire e le ore di sonno perse continuavano ad accumularsi, ma era felice, felice davvero.
Si mise a sedere lentamente, si alzò e si diresse in camera di Zayn, lo avrebbe trovato sicuramente addormentato, la sera prima era uno straccio.
Ultimamente il suo migliore amico era nervoso, distante, freddo, semplicemente non era lui e il sorriso di Zayn era una delle cose che più mancava al ragazzo.
Senza far rumore Liam scivolò nella camera del moro e schiuse le tende in modo che il Sole arrivasse a carezzare il viso del moro.
Zayn era steso sul letto completamente vestito, senza scarpe, con una coperta sopra.
Si avvicinò al letto e notò che la borsa del moro giaceva malamente a terra, si chinò a raccoglierla e della carta spiegazzata attirò la sua attenzione.
Prese le foto tra le mani e osservò l'amico baciare la sua nuova ragazza.
Un altro punto su cui Liam continuava a riflettere era proprio la biondina, Zayn non aveva l'atteggiamento di chi ha appena trovato una ragazza, sembrava addirittura infastidito a volte. Quel ragazzo sarebbe sempre stato un mistero. Forse la lontananza da lei lo agitava?
Liam si sedette sul letto accanto al moro e cominciò a scuoterlo per svegliarlo.
"Zayn, dobbiamo muoverci" disse Liam scuotendo la spalla dell'amico.
Zayn mugugnò qualcosa che il castano non riuscì a capire e poi si mise a sedere.
"Tu lo sai che hanno inventato una cosa chiamata pigiama, no?" gli chiese Liam sogghignando.
Il moro lo spintonò e sorrise. "E questa?" chiese indicando la coperta con voce impastata dal sonno.
Liam scrollò le spalle. "Non lo so, ieri sera sono filato dritto in camera e anche gli altri"
"Che hai in mano?" chiese il moro notando dei fogli tra le dita di Liam.
"Oh, erano accartocciate nella tua borsa" disse tendendogli le foto.
Dei brividi percorsero la schiena del moro e automaticamente si passò una mano tra i capelli, pentendosene immediatamente.
"Non sembri molto felice" osservò Liam. Beccato.
Non lo era, non lo sarebbe mai stato se avesse continuato con quella storia.
Non ce la faceva più, non riusciva più a tenerlo nascosto al suo migliore amico, ai suoi fratelli, e odiava il modo in cui gli occhi di Sam si facevano rossi al nome di Perrie.
"Ma no.." mentì "Sono contento" disse fingendo un sorriso.
"No, non lo sei" disse Liam duro "Lo vedo, sai? Sei nervoso, non lavori bene, hai la testa altrove, dobbiamo ripartire per il tour e non puoi stare così..è per Sam?"
"Sam?" chiese Zayn strabuzzando gli occhi "Che c'entra Sam?"
"Passa molto tempo con Harry, e la sera del compleanno di Niall eri tutt'altro che contento di vederli insieme.."
Zayn si maledisse in tutte le lingue che conosceva. "Sam non c'entra niente"
"E allora che c'è? Parlami, dimmelo Zayn, sai che posso aiutarti"
"Dovremmo prepararci Liam" disse Zayn alzandosi dal letto.
"Stai cambiando discorso?" chiese Liam parandosi davanti alla porta. "Smettila, tutti ci siamo accorti che qualcosa non va, non ce la puoi fare da solo, parla, hai sempre detto tutto a me.."
La testa del moro stava per scoppiare, qualche altro minuto e avrebbe spiattellato tutto, se lo sentiva.
Provò ad immaginare come sarebbe stato bello se i ragazzi fossero stati a conoscenza del suo segreto. 
Per un attimo si sentì libero, rilassato, leggero. "Zayn?" Liam lo richiamò alla realtà.
"Non posso Liam" disse lui freddo. Cominciava a sentirsi un po' più libero.
"Dimmelo, parlami, rimarrà tutto qui, nella tua stanza"
"Non posso" ripetè, ma la verità stava arrivando, la sentiva salire in gola e voleva liberarsene con Liam.
Perchè Liam avrebbe capito, Liam capiva sempre. "Zayn, sono io, sono il tuo migliore amico" gli disse sorridendo.
"Nessuno lo deve sapere, inclusi i ragazzi, nessuno" eccola, sentiva la libertà sempre più vicina, riusciva quasi a sfiorarla.
"Tutto quello che vuoi, sono qui per te"
"Noi e le little mix abbiamo gli stessi manager"
Lo stomaco di Liam ebbe uno strano sussulto. "Zayn?"
"L'album delle little mix è in uscita, loro non si sentivano da troppo tempo e.."
"Ti prego dimmi che non è così" disse il castano portandosi una mano tra i capelli.
Gli occhi color nocciola si piantarono in quelli di Liam. "Ho accettato, avevo paura Liam"
"Perchè? Di cosa?!" 
"Ho paura che tutto questo finisca, ero terrorizzato dall'idea di deludere te, di deludere tutti!"
"E quindi sei sceso a compromessi?! Sei serio? Non abbiamo bisogno di loro, non abbiamo bisogno di altra pubblicità"
"Chi te lo dice?"
"Io! Io credo in noi Zayn, perchè diamine tu non lo fai?!" disse Liam alzando la voce, cosa del tutto estranea al suo modo di essere.
Zayn rimase in silenzio, sapeva che il suo migliore amico non aveva ancora finito. 
Lo guardò prendere un respiro e avvicinarsi. "Non dovevi farlo Zayn"
"Lo so"
"Sam lo sa?"
Il moro annuì. "Come stai?" gli chiese Liam.
Gli occhi dei ragazzi si incontrarono e Zayn lasciò che quelli di Liam gli entrassero nell'anima. "Una merda, Liam, una merda"
"Passerà, in un modo o nell'altro, io sono qui" disse il castano abbracciandolo.
Zayn si lasciò stringere da quelle braccia forti e lasciò la delusione prendere possesso del suo cervello.
Non era libero, non lo sarebbe mai stato.
 
 
"Ultimo giorno in studio, finalmente!" esordì Louis entrando nella piccola sala di registrazione.
"Pensavo vi piacesse" disse Paul lasciando entrare gli altri quattro.
"Molto" disse il più grande "Ma non si può comparare ai concerti, giusto Zayn?" continuò lui dando una pacca sulla spalla del moro.
Tutti si girarono verso Zayn che sorrise in risposta.
"Che c'è? La biondina ti sfianca troppo?" gli chiese Louis sogghignando.
"Louis, mi passi quel foglio per piacere?" gli chiese Liam sviandolo.
Zayn lo guardò e il castano gli sorrise accomodante.
D'un tratto il cellulare del moro cominciò a squillare. La madre.
Il ragazzo si alzò ed uscì dalla saletta.
"Pronto?" rispose dirigendosi verso l'uscita d'emergenza lì vicino che era sempre aperta, aveva bisogno di aria e di una sigaretta possibilmente.
"Tesoro, come va?" risentire la voce della madre riscaldò il cuore del ragazzo.
"Bene mamma, tu?"
"Qui è sempre tutto uguale, Sammy sta bene?"
Stava bene? Ultimamente non avevano tempo per parlare, non lo facevano da dopo il compleanno di Niall e Zayn moriva dalla voglia di stare con lei, di farsi rassicurare dalla sua migliore amica, le sue parole non fallivano mai.
"Sam sta bene" disse tirando fuori il pacchetto di sigarette.
"Mi chiedevo se sei libero per il matrimonio di suo padre, sono sicura che le servirà una spalla, non credi?"
Matrimonio? Il padre si Sam si risposava? E perchè diamine lui non lo sapeva?
Nella sorpresa il pacchetto di sigarette gli cadde dalle mani, lo lasciò per terra. "Zayn?" si sentì richiamare.
"Scusa mamma, devo andare" disse chiudendo malamente il telefono.
Zayn chiuse gli occhi, cosa diamine stava succedendo? Tutto era sbagliato.
Aveva deluso il suo migliore amico, non poteva permettersi di perdere Sam, la sua Sam.
"Ehi" disse una voce accanto a lui. Il moro aprì gli occhi e vide Harry porgergli il pacchetto di sigarette.
"Tutto bene?" chiese.
"Che cazzo avete tutti? Sto bene, bene!" disse Zayn non riconoscendosi.
Il moro notò l'espressione del riccio cambiare, lo guardava come si guarda un pazzo. "Tu staresti bene?"
Harry non c'entrava niente, Zayn non aveva nessun motivo per arrabbiarsi con lui, eppure in quel momento il moro lo sentiva come la minaccia più grande.
"Benissimo" disse duro Zayn accendendosi una sigaretta.
"Bene" replicò Harry rilassato "Quando sarai tornato normale potremo parlare, sappi solo che qualcuno ha bisogno di te qui in mezzo" disse Harry andando via.
"Harry" lo chiamò Zayn rendendosi conto di essere stato un po' troppo duro, stava impazzendo.
"Cosa?" chiese il riccio girandosi.
"Tu sai del matrimonio del padre di Sam, è vero?" chiese il moro prendendo un tiro di sigaretta.
"Si, lo so"
"Beh, io no, a me non lo ha detto" disse poi sedendosi a terra. Harry si avvicinò e si sedette accanto a lui. "Che succede Harry?"
"Succede che sei stanco Zayn, succede che voi due avete bisogno di parlare"
"Ogni cosa che dico la ferisce"
"Allora portala via da qui, da questo mondo per qualche giorno, il matrimonio del padre è il ventisei, due giorni dopo cominceremo il tour, hai tutto il tempo"
"Perchè l'ha detto a te?"
"Perchè tu non ci sei con la testa, non te ne sei accorto?"
Il moro prese un altro tiro di sigaretta. "Non prendertela con lei, non voleva caricarti dei suoi problemi, ieri è venuta a cercarti in camera.."
Zayn rivide davanti agli occhi la coperta. "Stavo dormendo quando è venuta" sussurrò.
"Hai visto? Le manchi sicuramente, e smettila di farti pippe mentali, io non potrò mai rimpiazzarti e nemmeno voglio farlo" disse Harry stringendo il braccio dell'amico.
Zayn gli sorrise. "Grazie Harry"
"Tu e quella ragazza siete veramente un casino" disse sorridendo anche lui.
 
 
"Sam?"
"Zayn! Sono sotto la doccia, cinque minuti e arrivo" 
Il moro si stese sul letto e afferrò il cuscino portandolo sotto la testa. In un attimo il profumo della ragazza, il profumo di casa sua, lo circondò, un sorriso nacque spontaneo sul suo viso e cominciò a sentirsi meno nervoso. Sam scivolò nella sua tuta ed uscì dal bagno.
"Ehi" si sentì chiamare da lei "Chi si vede!" continuò sedendosi accanto a lui.
I capelli umidi le ricadevano sulle spalle e l'azzurro incastonato nei suoi occhi era più splendente che mai.
Zayn le fece segno di stendersi accanto a lui. Sam si stese e poggiò la testa accanto a quella del ragazzo.
"Sei venuta in camera mia ieri?"
Lo stomaco di Sam ebbe un sussulto e le foto le si piazzarono davanti agli occhi.
"Dormivi" sussurrò la ragazza.
"Potevi svegliarmi"
Sam si girò verso il ragazzo "Non era importante"
"Tuo padre si risposa, direi che è molto importante"
Sam sentì gli occhi spalancarsi "Harry ti ha.."
"No, mia madre ha chiamato...e poi ho parlato con Harry"
"Mi dispiace che tu sia venuto a saperlo così, davvero"
"Anche a me" disse Zayn fissando gli occhi dell'amica.
I nasi dei due ragazzi si sfioravano appena, Sam sentì il cuore perdere alcuni battiti a causa di quell'improvvisa vicinanza.
Una mano di Zayn strinse il braccio della ragazza. "Sono ancora il tuo migliore amico? Anche se ti sto deludendo?"
"Tu non mi hai deluso Zayn, non potresti mai farlo" disse Sam con un filo di voce "Sarai sempre il mio migliore amico" continuò lei sentendo il suo stomaco fare le capriole.
"Ho paura che tutta questa storia di Perrie possa allontanarti, ho visto che stai molto bene con Harry e.."
"Ascoltami" disse la ragazza prendendo dolcemente la mascella dell'amico "Non ci sarà mai una Perrie o un Harry che regga, nessuno mi allontanerà da te, mai, sono qui per te, ricordi?"
Il respiro del moro si fece irregolare, l'aria cominciava a mancare ai suoi polmoni e il cuore non si decideva a riprendere un battito decente.
"Ti accompagnerò al matrimonio, voglio esserci, per te, questo mondo non ti fa bene"
"Grazie" disse la ragazza lasciando andare la mascella dell'amico.
Il moro lasciò un delicato bacio sulla fronte della ragazza che diede il via ad altri innumerevoli battiti sfalzati.



Devo ammettere che mentre scrivevo questo capitolo pensavo a te Deb, insomma c'è tutta roba che ti piace ahahah (ziam, mamma M, ammiraglio H e zam finale!) più di così? Welcome back sis! :*
Come sempre, anzi questa volta un po' di più, aspetto i vostri commenti qui o su twitter!
Sono sempre @someonelikecris!
Vi aspetto!

Ritorna all'indice


Capitolo 17
*** 17. All that you want's under your nose ***


Strano ma vero oggi ho poco da dire....è u capitolo abbastanza tranquillo, me ne rendo conto, ma non possiamo collassare ogni volta, no?
Come al solito fatemi sapere cosa ne pensate, perchè, a parer mio questo capitolo è la cosa più brutta che io abbia mai scritto.
Prima di scriverlo lo immaginavo in maniera completamente differente e...boh, non mi piace, ma la smetto di ammorbarvi.
Qualsiasi cosa potete scrivermi anche tu twitter (@someonelikecris)
Vi aspetto!


 
Capitolo DICIASSETTE - All that you want's under your nose
 
 
 
"Zayn, ho bisogno di parlarti" Paul battè una mano sulla spalla del moro e si allontanò verso il balcone.
"Cos'è, tu e Paul avete una relazione?" chiese Louis sorridendo.
Harry si girò verso il più grande allargando le braccia e ridendo "Lou, ti prego, certe immagini preferirei non doverle immaginare!"
Risero tutti e cinque insieme. "Harreh, sei tu il pervertito che ci pensa!" disse Louis scompigliando i capelli del riccio.
"E poi perchè mai dovrebbero?" chiese Niall non riuscendo a trattenere una risata.
"Ultimamente Paul ti dice molte cose Zayn" disse Louis improvvisamente serio "E' tutto ok? Dico, non è che hai preso decisioni affrettate o.."
Harry lo zittì. "Pensavo che queste supposizioni sarebbero rimaste tra noi due, boo" sussurrò il ricciò all'amico.
Il cuore di Zayn si scaldò, nonostante lui fosse distante e scontroso i suoi fratelli continuavano a preoccuparsi e lui non faceva che riempirli di bugie.
Il pugno di Zayn si strinse nella sua tasca ma sorrise ai due. "Da quando voi confabulate senza dire niente?" chiese Niall.
"Non volevamo agitarti, sappiamo che sei, diciamo..un po' drammatico a volte" disse Harry.
Niall lo squadrò dalla testa ai piedi. "Io? Drammatico?"
"Niall, silenzio, sei quello che non ha quasi spiccicato parola davanti a Justin Bieber e poi ha urlato come un pazzo disperato nel camerino" disse Louis tirandogli una 
 
penna.
Zayn rise dei suoi amici. Tutti si pronunciavano, tutti tranne Liam che se ne rimaneva in un angolo, in silenzio.
Lo aveva deluso, se ne rendeva conto, nonostante tutto Liam era ferito e Zayn non lo biasimava.
"Si, e poi abbiamo visto che anche Liam è strano.." aggiunse Louis.
"Boo, basta.." disse il riccio dandogli una gomitata.
"Ormai ho detto quasi tutto Haz, silenzio" disse Louis spintonando il riccio.
"Quasi?" chiese Liam pronunciandosi per la prima volta.
"Che altro ci sarebbe?" chiese Niall.
"Beh, Sam è strana, so che nasconde qualcosa e questo qualcosa la sta logorando, tu ne sai niente?" chiese Harry rivolto a Zayn.
Eccome se lo sapeva. Era il segreto di Zayn a logorare la mente della sua migliore amica.
Stava ferendo tutti, Sam, Liam, e stava facendo preoccupare i suoi fratelli, quattro persone fondamentali per lui ormai.
"Non lascerai la band, vero Zayn?" chiese Louis al moro che se ne stava in piedi davanti ai quattro. "Voglio dire, non puoi farlo.."
"Non vi lascerei per niente al mondo, mai" disse il moro sorridendo. Il suo stomaco si stava contorcendo.
Zayn li guardò un'ultima volta e uscì dalla stanza.
"Liam, tu ne sai qualcosa?" chiese il più grande al castano che era l'unico ad essere rimasto in disparte.
Liam fece segno di no con la testa. "Devi saperlo, con te parla praticamente di tutto" disse Niall.
"Ragazzi, non so niente" disse Liam avvicinandosi finalmente ai tre.
"Ce lo diresti, è vero?" continuò Louis. Vederlo così serio era strano persino per i suoi compagni.
"Ovvio" mentì Liam cercando delle scartoffie nella sua borsa per nascondere il viso agli amici.
"Giuri?" chiese Louis con voce ferma.
"Giuro, ma ora mettiamoci a lavorare, sapete che Zayn non è mai stato particolarmente loquace, se ha un problema ce ne parlerà" Liam si alzò e sentì tre sguardi 
 
bruciare sulla sua schiena.
 
 
"Paul?" Zayn uscì fuori e incontrò il ragazzone.
"Ehi"
"Cosa succede?" chiese il moro accendendosi una sigaretta.
"Zayn ti.."
"Fa male, lo so, ma sono nervoso e non c'è bisogno che io ti spieghi il perchè" disse Zayn interrompendolo.
Prese un tiro profondo dalla sua sigaretta e si preparò alle nuove notizie.
"Hanno fissato degli appuntamenti con la ragazza, feste a cui dovrete apparire insieme"
"Quando?" chiese Zayn buttando fuori tutto il fumo.
"Beh, il ventisei, e poi mi.."
"No, no, no, il ventisei non posso!" disse Zayn alzando un po' troppo la voce.
Paul gli fece segno di parlare più piano e lo guardò come si guarda un bambino un po' tardo. "Non so se te ne rendi conto, ma non stanno per niente ai tuoi comodi"
"Paul, ti giuro, tutto tranne il ventisei, dì loro che..."
"Zayn, non posso"
"No, Paul, non capisci, non ci andrò in nessun caso"
"Si può sapere cosa devi fare? Una svendita di giacche varsity?" chiese ridendo.
Zayn lo fulminò e Paul smise di ridere, "Il padre di Sam si risposa, non posso lasciarla sola"
"Ti piace molto questa ragazza" il cuore di Zayn corse un po' più veloce e il suo sguardo finì sulle sue blazer.
"Io non posso permettermi di pensare a lei in quel modo" finalmente lo aveva detto, filamente stava vendendo tutto fuori.
Si, il suo rapporto con Sam stava cambiando, era cambiato e tutto ciò faceva incazzare Zayn come poche volte in vita sua.
Non poteva starle accanto senza avere la tachicardia a mille, gli occhi lucidi e lo stomaco chiuso. Sam non era più la sua migliore amica, era il suo desiderio più 
 
grande e l'idea di deluderla gli sembrava comparabile alla fine del mondo.
"Tu puoi fare quello che vuoi, Zayn, non hai visto come ti guarda?" chiese una voce alle spalle del moro. Liam li aveva raggiunti.
Lo sguardo di Paul fu immediatamente su Zayn "Lui sa?" chiese.
"Paul, non potevo farcela da solo"
L'espressione del ragazzone si fece un po' più dura "Non che non me lo immaginassi, sapevo che l'avresti detto a Liam"
"Mandalo a quel matrimonio, Paul" disse Liam avvicinandosi ai due.
"Oh, ti ci metti pure tu?"
"Si, perchè so che non è vero che non puoi fare niente" disse il castano sorridendo. "Se serve pubblicità al gruppo andremo io e Danielle"
Gli occhi di Zayn si spalancarono. Liam lo stava proteggendo, di nuovo.
"Io, beh.." borbottò Paul "In effetti le little mix non c'entravano niente con questo evento.."
"Si, lo so" disse Liam battendo una mano sulla spalla di Paul.
"Resta il fatto che il ventisette devi essere qui, la sera c'è la festa di queste ragazze e tu devi essere lì con la bionda"
Avrebbe fatto una toccata e fuga, Sam avrebbe capito. "E il ventotto partiamo per il tour, finalmente" disse Liam sorridendo al moro.
 
 
"Sicura di aver preso tutto?" chiese Zayn caricandosi il borsone di Sam.
"Si" disse la ragazza stranamente seria. "Mi dispiace averti combinato tutto questo casino con i manager e.."
Il ragazzo la zittì con un bacio sulla fronte. "Non dire cretinate, non ti donano per niente" disse il moro scendendo le scale. "Non ci mettere tanto!"
"Cinque minuti e scendo!" disse la ragazza richiudendo la porta della sua camera.
"Quindi partite?" chiese Harry poggiato allo stipite della porta che comunicava con la sua stanza.
"Si" disse la ragazza tenendo lo sguardo basso.
Il riccio si avvicinò a Sam e la abbracciò. Quel gesto lasciò Sam senza parole, interdetta, ma apprezzò quell'abbraccio più di tutte le parole che avrebbe potuto dirle.
"I padri sono fatti così" disse allontanandosi dalla ragazza "Ti farà bene stare un po' lontano da qui, magari anche Zayn rinsavirà" continuò il riccio guardando la porta.
"Lo spero"
"Ma non credo"
"Come, scusa?" chiese Sam sconvolta.
"Sei tu il suo problema, Sam, davvero non lo vedi?"
"Che vuoi dire?"
"Ho la sensazione che lo scoprirai presto" disse Harry aprendole la porta della stanza.
Sam continuava a guardarlo spaventata, quel ragazzo riusciva sempre a lasciarla senza parole, eppure stava cominciando ad apprezzarlo, a volergli bene.
Lo abbracciò un'altra volta e velocemente scese le scale.
 
 
Il moro bussò alla porta di Liam.
"Ehi" disse il castano affacciandosi "Che c'è?" chiese sorridendo.
"Io sto partendo" disse Zayn abbassando lo sguardo.
"Lo vedo"
Zayn rialzò lo sguardo e strinse forte l'amico prima che lui potesse dire qualsiasi cosa "Scusa Liam" sussurrò.
Il ragazzo restituì l'abbraccio e sorrise. "Sta' attento Zayn"
"A cosa?" chiese il moro allontanandosi dall'amico.
"A lei"
"E' al sicuro con me" disse Zayn sorridendo.
"No, non in quel senso, sai cosa intendo"
"Beh, io.."
"Dico solo che tutto quello che stai cercando potrebbe essere sotto il tuo naso" disse Liam sorridendo "Buon viaggio" concluse chiudendo la porta.
Il moro rimase a fissare la porta per qualche secondo quando una voce lo richiamò alla realtà.
"Zayn, andiamo?" Sam era accanto a lui "Tutto ok? Hai la faccia di chi ha visto un fantasma" disse sorridendo.
"Andiamo" disse scendendo le scale.

Ritorna all'indice


Capitolo 18
*** 18. Once upon a time ***


 
Capitolo DICIOTTO - Once upon a time
 
 
"Allacciare le cinture, l'atterraggio sta per avere inizio"
Quell'annuncio riportò Zayn alla realtà.
Scosse dolcemente la ragazza che dormiva profondamente sulla sua spalla e le allacciò la cintura.
"Sam" sussurrò girandosi. Le sue labbra sfiorarono suo naso.
La ragazza mugugnò qualcosa e si strinse ancora un po' al braccio di Zayn.
Quando l'aereo atterrò completamente Sam alzò il viso dal braccio del ragazzo e si stropicciò gli occhi.
"No, dimmi che non siamo arrivati veramente" continuò alzandosi dal suo posto.
"E' un sacco di tempo che non vedo tuo padre" disse Zayn seguendola.
"Oh, anche io, ma non è una tragedia per me"
"Dai, Sam, è tuo padre" la rimbeccò Zayn.
"Peccato che se ne ricordi solo quando gli serve"
Zayn la zittì. "E' laggiù, è venuto a prenderci" Zayn prese la ragazza sotto braccio e si avvicinarono all'uomo.
"Sam!" non appena la vide il padre strinse forte la ragazza che lo lasciò fare senza troppa enfasi "Mi sei mancata molto"
"Oh.." Sam stava per parlare quando uno sguardo di Zayn la fermò, il ragazzo aveva ragione, meglio non litigare subito.
"Ehi popstar!" continuò il padre abbracciando il moro "Sempre più in forma, eh?"
"Ci si prova" disse Zayn sorridendo.
"Oh, andiamo, ho già preso il vostro borsone"
I tre si avviarono in macchina. Sam lasciò che Zayn si sedesse accanto a suo padre, lei prese il posto di dietro.
"Scommetto che ti ricordi veramente poco di New York, Sammy.." disse il padre cercando di attaccare discorso.
Si sbagliava di grosso, ricordava tutto di New York, i negozi e i ristoranti preferiti della mamma, il caos, la musica, quell'atmosfera che ti fa credere che tutto sia possibile.
Nonostante Sam non rispose al padre lui non si spense più di tanto.
"E quindi te la sei portata in tour, eh?" chiese a Zayn.
"Si, aveva bisogno di staccare un po' la spina"
"Ha sempre avuto bisogno di te" continuò il padre sorridendo.
Zayn riusciva a sentire il nervosismo di Sam aumentare ad ogni parola del padre.
Sam aveva avuto bisogno di Zayn proprio perchè lui non c'era mai stato. "Tua madre arriverà tra un'oretta da Bradford, sei contento?" continuò rivolto a Zayn.
Era come se Sam semplicemente non fosse in macchina. "Molto" disse Zayn.
"E' incredibile quanto tu sia cresciuto, l'ho detto a Laurel che sei il ragazzo di mia figlia ma non mi ha creduto, ha scambiato Sammy per una delle vostre fan e me per uno stupido" disse ridendo.
Il sangue di Zayn e Sam si congelò all'unisono. "Papà!" lo richiamò Sam dal suo posto dietro.
"Cosa?"
"Zayn non è il mio ragazzo, smettila di metterlo in imbarazzo, come sempre" disse la ragazza con le guance che le andavano in fiamme.
E' vero. molte volte il padre di Sam aveva alluso ad una relazione tra i due ma mai a Zayn aveva fatto così tanto piacere.
"E tanto per capire" disse Sam riportando Zayn in macchina con loro "Dove ci stai portando?"
"Dalla tua sorpresa, Sammy, è proprio dietro l'angolo, mi meraviglio che tu non abbia ancora riconosciuto il quartiere!"
La ragazza guardò fuori dal finestrino e riconobbe il parco in cui giocava da piccola, il prato era sempre verde e tagliato perfettamente.
Le altalene erano sempre le stesse, erano solo state riverniciate di un altro colore.
La macchina del padre si fermò davanti ad una casa, Sam guardò il portico e il suo cuore cominciò a correre sempre più forte. 
Corse fuori dalla macchina e si fermò sul marciapiede, la mani sulle labbra, a coprire la sorpresa, sentiva le gambe deboli.
Qualche minuto dopo Zayn e il padre scesero dalla macchina, il moro attraversò la strada e andò a fumarsi una sigaretta al parco davanti alla casa di Sam, così da lasciare la ragazza e il padre da soli.
"L'hai riconosciuta" disse il padre con voce rotta.
"Mi hai detto che l'avevi venduta" disse Sam senza riuscire a distogliere lo sguardo da quella casa.
"Non avrei mai potuto, tua zia l'ha tenuta in piedi, tu e Zayn potete restare qui stanotte, c'è del cibo, lenzuola, elettricità, tutto..puoi tornare qui quando vuoi e...ritrovarla" la voce del padre si incrinò "E' come se tua madre fosse ancora lì dentro, ci sono i suoi vestiti, i suoi libri, i suoi cd, ho lasciato qui anche il suo spazzolino.."
Senza riflettere nemmeno un momento Sam si gettò tra le braccia del padre nascondendo il viso nell'incavo del suo collo, come faceva da bambina.
Il padre la strinse forte. "Scusa Samantha, perdonami, per tutto, spero che questo possa portarti niente altro che gioia.."
Un singhiozzo travolse la ragazza. "E' il regalo più bello che io abbia mai ricevuto" disse con un filo di voce "Grazie"
Il padre la strinse più forte "Mi dispiace che le cose siano andate così, davvero, avrei voluto vederti crescere qui.."
Sam lo zittì, quelle parole le facevano male, voleva che quel ricordo fosse perfetto.
L'uomo la lasciò finalmente andare. "Beh, basta piangere" disse asciugando le guance di Sam "Vi lascio il borsone, ci vediamo in comune alle diciannove, avete tutto il tempo di sistemarvi, le chiavi sono sotto lo zerbino" disse dirigendosi verso la macchina. L'uomo salì in macchina e sparì dietro la prima curva.
Sam guardò ancora la casa, non riusciva a distogliere lo sguardo da quella meraviglia, era incredibile come il tempo non avesse cambiato niente, come tutto fosse rimasto immutato. La ragazza si voltò in cerca del moro, lo trovò dietro di lei.
"Ehi" sussurrò scostando una ciocca di capelli dal viso di Sam "Vado a farmi un giro, così ti lascio tutto il.."
"No" disse lei nel panico "Vieni con me" la ragazza allungò una mano e Zayn la prese dolcemente.
 
 
Tutto era esattamente come lo ricordava. Il salone sulla sinistra e la cucina sulla destra, la sua cameretta alla fine del corridoio e quella dei suoi genitori lì accanto, vicino al bagno. La ragazza si fece strada nel salone ed osservò la libreria ancora intatta della madre, quando non aveva sonno da bambina la sera si rinchiudeva nella stanza e tentava di contare tutti i libri che vedeva, inutile dire che si addormentava sempre prima. Uscì dal salone e raggiunse Zayn nella camera dei suoi, il ragazzo osservava una foto sul cassettone color panna. Erano Sam e la mamma, il giorno del suo quinto compleanno.
"Hai un sorriso bellissimo in questa foto" sussurrò il moro.
"Mai quanto quello della mamma"
Zayn si girò verso la ragazza e sorrise "E' uguale al tuo, non riesci a vedere quanto le somigli?"
Sam guardò la foto più attentamente. "Non lo vedo" disse dispiaciuta.
"Vieni" Zayn la prese per mano e la fece fermare davanti allo specchio a figura intera della madre. Il ragazzo si posizionò dietro di lei.
"Le tue labbra, la forma del labbro superiore" dolcemente lo sfiorò facendo passare un braccio sulla spalla della ragazza "E' come il suo" disse con un filo di voce "E la linea del naso, sono identiche Sam, per non parlare del sorriso che ha in questa foto, è lo stesso sorriso che avevi quando ho cantato per la prima volta Let me love you"
La ragazza non riusciva più a controllare i battiti del suo cuore, Zayn l'avrebbe uccisa quello stesso giorno.
Il desiderio, il bisogno di sentirlo vicino la stava mandando fuori di testa, la confondeva e allo stesso tempo la distruggeva.
"Lo ricordi ancora?"
"Non potrò mai dimenticare quel sorriso, è lo stesso che ha tua madre in questa foto, siete più simili di quello che pensi".
La ragazza si voltò e ritrovò Zayn più vicino di quello che si aspettava, il profumo del moro mischiato all'odore di tabacco le invase i polmoni e le fece girare la testa.
"Voglio vedere la mia camera" disse lei prendendo ancora una volta la mano dell'amico.
Zayn posò la cornice sul cassettone e si fece guidare fino alla porta davanti. Sam poggiò una mano sulla maniglia d'ottone e delicatamente la fece scendere. Una stanza azzurro cielo invase la vista di tutti e due, la stanza più luminosa di tutta la casa.
Migliaia di flashback si fecero strada nella memoria della ragazza che strinse la mano dell'amico più forte.
Il letto proprio sotto la finestra, sul quale aveva guardato la luna, dal quale era stata svegliata la notte in cui la madre li lasciò.
La cosa che le fu più difficile assimilare fu la sua scrivania, la scrivania sulla quale era nata la sua voglia di scrivere, i suoi primi racconti, proprio come la madre.
Lì aveva sognato principi, fate, stregoni, draghi e li aveva portati tutti su carta. Si avvicinò e scorse il suo piccolo quanderno verde, quello dei racconti, non aveva avuto il coraggio di portarselo dietro dodici anni fa. Ricacciò indietro il groppone che le si era formato in gola e si girò verso Zayn che la guardava preoccupato.
"Sto bene, andiamo a prepararci" disse sorridendo.




Sempre più strano ma vero, anche oggi non ho niente da dire ahaha tranne che è uno dei capitoli che più mi è piaciuto scrivere, questo mi piace (woohoo)
Enjoy!
Come al solito potete farmi sapere anche su twitter (@someonelikecris).

Ritorna all'indice


Capitolo 19
*** 19. You belong with me ***


Capitolo DICIANNOVE - You belong with me
 
 
Sam continuava a guardare la sua figura nello specchio a grandezza intera della madre, doveva mantenere i nervi saldi.
Il leggero vestito verde scuro stringeva la ragazza in vita e si allargava dolcemente sui fianchi fermandosi a metà coscia.
Il decoltè nero slanciava le gambe magre, ma nonostante tutto Sam non era convinta, c'era qualcosa di sbagliato, nei capelli, nel trucco, nel vestito forse?
Slacciò la cerniera del vestito esasperata e chiuse gli occhi. Il problema era che avrebbe ucciso per essere bella come la madre.
La ragazza sentì la porta aprirsi, spalancò gli occhi e il suo stomaco si contorse.
Zayn indossava quello smoking con una nonchalance che la paralizzava, la camicia bianca fasciava il petto asciutto e la giacca nera creava un contrasto magico con gli occhi color miele del ragazzo. I capelli scuri abbassati ricadevano quasi sugli occhi facendo risaltare un sorriso bianchissimo e il papillon slacciato fece perdere il fiato alla ragazza. "Stai.." cominciò lei.
"Sei bellissima" disse lui avvicinandosi alle spalle della ragazza e tirando su la cerniera. Sam sentiva il respiro fresco del moro sulle spalle.
La ragazza deglutì rumorosamente. Zayn le sorrise nonostante il suo stomaco stesse facendo le capriole e il suo cervello gli stesse implorando di ritirare giù la lampo del vestito per poter riammirare quella pelle perfetta.
I ragazzi riuscivano a sentire la tensione nell'aria. Sam si allontanò da Zayn, nonostante soffrisse solo nel farlo, doveva.
Ravvivò le onde dei capelli nocciola e si sedette sul letto che era stato dei suoi genitori.
"Mia madre sta per arrivare" disse Zayn allacciando gli ultimi bottoni della camicia.
Un sorriso si fece strada sul viso di Sam, avrebbe finalmente rivisto Trisha, le mancavano da morire i suoi abbracci.
"Mi ha chiamato Liam prima" continuò Zayn per allontanare quella strana tensione "Ti salutano tutti, soprattutto Harry" disse enfatizzando il nome dell'amico.
Sam rise. "Che vuol dire sopratutto Harry?"
Non era vero niente, Harry non gli aveva detto nulla, il ragazzo voleva solo vedere quale sarebbe stata la reazione dell'amica.
"Ho visto che vi siete divertiti molto al compleanno di Niall" disse sorridendo.
"E' un buon amico" disse Sam alzando le spalle "Mi ha raccontato di quando hai fatto irruzione in camera sua" disse Sam stuzzicandolo.
La ragazza giurò di aver visto Zayn arrossire prima che si voltasse verso la finestra. "Ti piace?"
"E' un buon amico, ripeto, diciamo che mi ha inquadrata bene" disse Sam stendendosi sul letto.
"Non avrei sopportato l'immagine di te nel suo letto" disse lui tutto d'un fiato.
A Sam scappò una risata. "Io, nel letto di Harry? Questa è buona! Abbiamo anche litigato quella sera.."
"Cosa? Perchè?" chiese incredulo il moro.
"Beh.." disse la ragazza in difficoltà "Ha capito cose che avrei preferito non capisse.."
"Ovvero?" chiese il moro curioso.
Un clacson fuori dalla casa salvò la ragazza dall'imbarazzo totale, sentiva le guance andare a fuoco.
"Questa è tua madre!" disse Sam scappando da quella stanza, corse nel portico e fu accolta dalle braccia della donna che era stata un po' la sua seconda mamma.
"Sam!" gridò quando la strinse tra le braccia "La mia Sammy!"
"Si, ci sono anche io, ciao mamma!" disse Zayn chiudendo la porta di casa dietro le sue spalle.
"Sam, sei bellissima!" disse Trisha guardandola meglio. La ragazza sorrise abbassando lo sguardo.
"Zayn, devo prendere la giacca" disse Sam rivolta al moro.
Il ragazzo le porse il giacchetto nero sorridendo. "Zayn!" lo chiamò la madre. 
"Ehi si mamma, ci sono anche io" disse il moro ridendo.
"Oh, non fare il gelosone" disse stringendolo.
 
La cerimonia al comune era andata perfettamente.
Suo padre era ufficialmente il marito di un'altra donna, la malinconia si fece padrona dello stomaco di Sam ma per fortuna Trisha e Zayn la tenevano su.
Erano seduti tutti e tre allo stesso tavolo al ristorante e chiacchieravano amorevolmente come avevano fatto qualche anno prima al matrimonio dello zio di Zayn, quanti ricordi.
"Scusate, vado in bagno" disse Sam lasciandoli da soli al tavolo.
"Allora che hai combinato Zayn?" gli chiese la madre senza troppe cerimonie, Sam sarebbe tornata in poco tempo.
Il ragazzo quasi si strozzò con il vino bianco. "Non ho fatto niente, mamma!"
"Ho visto come vi guardate voi due, qualcosa deve essere successo" disse la madre versandosi dell'acqua.
"Non è successo niente, te lo assicuro"
La madre lo squadrò "Qualcosa è successo Zayn, perchè tu non la guardi nello stesso modo e lei nemmeno"
"Non so di che cosa tu stia parlando" disse il moro vago.
"Certo" disse la madre sorridendo "Tu non sai mai di cosa io stia parlando ma dimentichi che vi ho cresciuti entrambi e che non vi siete mai guardati come vi guardate stasera, conosco quello sguardo Zayn, non mi inganni"
Il moro sentì le guance farsi viola. "Visto? Stai arrossendo! Sai, non c'è niente di male ad ammettere che ti piace, insomma, è diventata proprio una bella ragazza, non so quante volte te l'ho detto.."
"Mamma, basta, ti prego, è già abbastanza complicato senza che tu.."
"Ah ah, allora qualcosa c'è!" disse Trisha sorridendo maliziosamente.
Zayn si nascose dietro il suo bicchiere dell'acqua. "Dai, Zayn.."
La donna fu interrotta dal padre di Sam che chiese la sua mano per ballare.
"Non cambi mai, Richard" disse Trisha sorridendo.
"Beh, popstar, un ballo con me lo fai?" chiese dolcemente la nuova moglie del padre di Sam. Zayn sorrise e prese delicatamente la mano della sposa.
Non era mai stato molto bravo a ballare, sperava di non distruggere i piedi di quella povera donna.
Dopo l'ennesima piroetta gli occhi di Zayn incontrarono quelli di Sam che lo guardavano divertiti.
La ragazza si avvicinò ai due. La sposa le sorrise "Sei bellissima Sam" disse carezzandole una guancia.
"Grazie" sorrise.
"Stavo ballando con il tuo ragazzo, pensavo fosse peggio da quello che ho visto in tv" disse sorridendo.
Zayn arrossì, di nuovo. "Non è il mio ragazzo" disse Sam in tono gentile "Ma un giro in pista me lo fai fare, vero?" chiese a Zayn.
Come poteva dire di no a quegli occhi azzurri?
 
 
"Dire che sono esausta è poco" disse Sam buttando i tacchi alti da una parte e stendendosi sul divano.
Avevano salutato Trisha poco fa, quando li aveva lasciati al portico.
Zayn entrò in salone e poggiò la giacca su una sedia accanto al divano.
"Non è andata così male, no?" gli chiese la ragazza, lui annuì, si era fatto stranamente silenzioso dopo aver ballato con Laurel.
"Tutti credevano che tu fossi il mio ragazzo" disse Sam punzecchiandolo.
La ragazza si alzò dal divano e si diresse in camera della madre per poggiare la collana e gli orecchini sul cassettone.
Zayn apparve vicino a lei in pochi secondi.
"Ed è così strano?" le chiese tenendo lo sguardo basso.
"Cosa?"
"Che credano che io sia il tuo ragazzo, intendo, ti da fastidio?" le chiese Zayn riuscendo finalmente ad alzare lo sguardo.
Il cuore di Sam cominciò a battere all'impazzata. No, non le dava fastidio, era tutto ciò che voleva ma era anche tutto ciò che poteva distruggerla.
"A te da fastidio?" chiese Sam al ragazzo cercando di non dare a vedere le mani che tremavano.
Il ragazzo si avvicinò a Sam e cautamente carezzò la sua guancia, la guardò negli occhi e il suo stomaco si contorse.
Cosa diamine gli stava dicendo il cervello? In cosa si stava cacciando?
"Dillo Zayn" disse Sam con un filo di voce "Rispondi"
L'azzurro degli occhi della ragazza si mischiò al miele e fu un infinito guardarsi.
"Non posso dirlo" sussurrò il ragazzò, il suo naso sfiorava le guance rosse di Sam.
La ragazza chiuse gli occhi. "Perchè?" chiese.
"Perchè sto morendo dalla voglia di fare una cosa, una cosa che potrebbe cambiarci per sempre"
Sam spalancò gli occhi e ancora una volta lasciò che il profumo del moro la confondesse. "Rispondi" disse lei "Ti da fastidio?"
"No" disse secco Zayn "Mi rende il ragazzo più felice della terra" non appena finì di parlare Zayn si gettò sulle labbra di Sam come se fossero di sua proprietà.
E in quel momento Sam sentì che tutto stava tornando al proprio posto, Zayn era sempre stato suo, si erano sempre appartenuti in un certo senso.
Le mani di Sam finirono irrimediabilmente tra i capelli del moro e quelle di Zayn sui fianchi della ragazza stringendola a se'.
Zayn riusciva finalmente a sentirla, riusciva a sentire tutto quello che la ragazza aveva sempre significato per lui e in un attimo la sua mano destra fu sulla lampo del vestito verde, sicuro, la fece scendere lungo la schiena della ragazza alla quale venne la pelle d'oca.
Quando le labbra dei due si staccarono furono quelle di Sam a cercare quelle di Zayn, il ragazzo le abbandonò solo per lasciare dei piccoli baci sul collo della ragazza mentre lei faceva volare la camicia del moro dall'altra parte della camera.
In un secondo finirono tutti e due fra le lenzuola fresche, brividi percorsero il corpo dei due ragazzi che si strinsero e si amarono, ancora, ancora e ancora come volevano fare da tempo, come avevano sempre segretamente sognato, come purtroppo non era loro permesso.



Ho rilasciato una bomba? 
Bene, forse un po' corto ma direi che è decisamente intenso, no?
Ci ho messo diciannove capitoli (tanto per farvi capire quanto io sia lenta) ma meglio tardi che mai mi dicono!
Francesca, guarda qui! Questo capitolo te lo dedico, guarisci presto! ( <3 )
Come al solito, potete scrivermi qui o su twitter (@someonelikecris)
Vi aspetto!

ps: mamma mia, non vedevo l'ora di postarlo.
pps: il primo capitolo di lmly ha ora 1016 visite, vi giuro che sto esultando da due giorni, sono contentissima.

Ritorna all'indice


Capitolo 20
*** 20. This is the start of something beautiful ***


Capitolo VENTI - This is the start of something beautiful
 
 
Un raggio di sole si infiltrò tra le ciglia del moro riportandolo nel mondo reale.
Una strana sensazione lo percorse. Qualcosa era cambiato, era come se la sua vita avesse deciso di prendere una direzione.
La direzione giusta?
Una piccola paura si insinuò nel suo stomaco. E se avesse sbagliato tutto? Cosa sarebbe successo? Che fine avrebbe fatto?
Zayn continuava a tenere gli occhi chiusi mentre il panico si impossessava di lui.
Avrebbe contato fino a tre e poi avrebbe aperto gli occhi, sperando di trovarla lì, accanto a lui.
Tre, due, uno. Il moro schiuse gli occhi e trovò solo un lenzuolo e un cuscino bianco ad accoglierlo.
Si tirò immediatamente su a sedere sentendo la testa girare vorticosamente. Il lenzuolo bianco scivolò dal suo petto, indossava solo la biancheria, allora era tutto vero.
Le mani del moro corsero tra i suoi capelli, come ad ordinare alla testa di smettere di girare.
Doveva trovarla. Aveva addirittura paura a chiamare il suo nome, se non gli avesse risposto?
Scese dal letto in punta di piedi ed uscì dalla camera, vide che la porta della cameretta azzurra era socchiusa.
Senza emettere un fiato si accostò alla porta e la vide seduta alla scrivania con indosso solo la biancheria e la sua camicia bianca.
Teneva il capo chino su un libro dalla copertina marrone. D'un tratto la ragazza si alzò e si avvicinò al cassettone bianco, ora dava le spalle al moro.
Se ne stava titubante davanti al mobile, cosa diamine stava facendo?
Cercando di fare meno rumore possibile Zayn entrò furtivo in camera e la raggiunse. Fece passare le braccia sui fianchi della ragazza e congiunse le mani sulla sua pancia, stringendola. Il profumo dei capelli di Sam si insinuò nei polmoni del moro.
Nel più completo silenzio la ragazza si lasciò andare contro il corpo del moro che la sorresse e la strinse ancora un po' poggiando la sua testa contro quella della ragazza. 
Sam continuava a rigirarsi tra le mani un libro marroncino.
"Cos'è?" chiese Zayn con la voce impastata dal sonno.
La ragazza provò a parlare ma uno strano nodo alla gola la bloccò.
Troppe cose erano successe, troppe cose stavano succedendo ad una velocità spaventosa.
"Quando ero piccola.." cominciò sentendo la voce non molto stabile.
"Ehi" Zayn la fece girare verso il suo petto, per poterla finalmente vedere in viso.
Pallida, quasi spaventata, come sommersa da qualcosa che il moro non poteva minimamente immaginare.
Sam abbassò lo sguardo e passò il libro al moro che lo accolse tra le sue mani come se fosse la cosa più delicata al mondo.
Lo aprì e con sua grande sorpresa vide che non era stato battuto a macchina, era scritto a mano.
Lesse la dedica ad alta voce. "Sammy, vivrò con te in questo libro e così potrò esserti accanto ogni volta che vorrai, per sempre"
Una firma tanto chiara quanto dolorosa attirò Zayn. Era firmato semplicemente "Mamma".
In quel momento Zayn comprese tutto, o quasi, come avrebbe mai potuto capirla a fondo?
"Aveva cominciato a scrivere una storia quando scoprì di essere malata" Sam interruppe i suoi pensieri "Quando ci trasferimmo cercai il libro in tutta la casa, mio padre mi disse che la mamma aveva preferito buttarlo, odiava dover avere sotto gli occhi un lavoro che non la soffisfacesse, quindi gli credetti.." disse con una voce incrinata.
"Dove lo hai trovato?"
"C'è uno scomparto segreto nella mia scrivania e io l'ho scoperto stamattina" disse la ragazza guardando la piccola scrivania "L'ho scoperto solo stamattina"
 
 
Il silenzio regnava in casa Dekker. I due ragazzi se ne stavano in cucina a piluccare un po' di insalata preparata dalla ragazza.
Nessuno dei due si era ancora espresso sull'accaduto della notte precedente. 
Ogni tanto Zayn si ritrovava ad osservare Sam che a sua volta osservava il suo piatto. Avrebbe dovuto dire qualcosa, ora o mai più, tra poco sarebbero dovuti andare a prendere l'aereo e quella sera lui sarebbe dovuto uscire con Perrie, il suo stomaco si chiuse definitivamente ed allontanò il piatto.
La ragazza fu riportata nel mondo reale dal rumore del piatto spinto via. Cosa diamine stavano combinando? Perchè Zayn non si decideva a dire qualcosa? Perchè non lo faceva lei?
Solo il pensiero che quella sera Zayn sarebbe dovuto uscire con quella bionda fece stringere il pugno di Sam.
"Vogliamo parlare di quello che è successo?" chiese la ragazza di getto alzando lo sguardo dalla sua insalata.
Zayn degluti rumorosamente, e se Sam gli avesse detto che avevano fatto una cazzata? 
Quello era un pensiero che non aveva mollato Zayn per tutta la mattinata perchè per lui era stato tutto tranne che uno sbaglio.
"Oh, andiamo Zayn, siamo amici da cosi tanto te.."
"Siamo ancora amici?" gli chiese Zayn guardandola negli occhi "Voglio dire, tu stai indossando la mia camicia" disse indicandola "Sopra la tua biancheria e...io.."
La ragazza si guardò e si chiuse la camicia bianca sul petto. Zayn rise "E' inutile che le copri ormai, non sono più un segreto per me"
Sam arrossì di colpo e poi si lasciò andare ad una risata liberatoria coprendosi il volto.
"Dimmi una cosa" cominciò Zayn "Ma devi essere sincera, come non lo sei mai stata in vita tua"
Sam annuì e si portò una mano sul cuore continuando a sorridere. "Lo rifaresti o è stato tutto uno sbaglio?" le chiese il moro.
Sam guardò Zayn dritto negli occhi e riuscì a sentire il suo nervosismo. "Cosa vuoi sentire Zayn?"
"Oh no, non mi freghi più con questo gioco" disse il moro alzandosi per chinarsi vicino alle gambe nude della ragazza.
Sam lo guardò dall'alto e lasciandosi andare prese il viso di Zayn tra le mani e baciò quelle labbra così desiderate, bramate.
Una scarica elettrica percorse Zayn un'altra volta. Afferrò le due gambe della ragazza e senza interrompere il bacio la alzò dalla sedia.
Le braccia di Sam si strinsero attorno al collo di Zayn e lasciò che il ragazzo conducesse il bacio con più foga.
Prima che potesse accorgersene si ritrovò di nuovo in camera di letto.
"Zayn" disse Sam staccandosi un momento dalle labbra del moro.
Il ragazzo la poggiò sul letto e scese per dedicarsi al collo della ragazza. Lasciò tanti piccoli baci sul lato sinistro e poi arrivò alla clavicola, continuando a baciare ogni centimetro di pelle. Sam teneva gli occhi chiusi, le mani tra i capelli di Zayn.
"Perderemo l'aereo.." disse la ragazza con un filo di voce.
Il ragazzo si fermò e tornò a guardarla negli occhi. "Sono qui con te, non mi importa di nessun aereo Sam, finalmente, ci sei solo tu"
La ragazza sentì gli occhi bruciare e prima di rendersene contro si ritrovò a baciare ancora le labbra di Zayn, carponi su di lui.
 
 
"Ti giuro, pensavo che l'avremmo perso" disse la ragazza mettendosi finalmente comoda sul suo sedile.
"Nah, sapevo che non l'avremmo perso"
"Ah, hai molto fiducia in te stesso" disse la ragazza stuzzicandolo.
Zayn la guardò e rise "Che idiota" scompigliò i capelli della ragazza che poggiò la testa sulla sua spalla.
"A tua madre verrà un colpo" disse lei ridacchiando.
"Anche a Liam" Zayn sghignazzò.
"Glielo dirai?" 
"Devo, è il mio migliore amico.."
"Sai, Zayn, prima o poi dovrai raccontarlo a tutti gli altri, Harry non è stupido e tenerglielo mi..." lo stomaco di Sam si contorse.
"Lo farò, ma non solo per quello, non posso sopportare il pensiero di non poterti stare vicino come e quando voglio, Sam"
Il cuore della ragazza sprofondò. Era successo tutto così velocemente che non aveva avuto veramente il tempo di pensare bene al fatto che avrebbero dovuto tenere nascosta la loro storia a tutti. Tenerlo nascosto a Harry sarebbe stato difficile, l'unica cosa che voleva in quel momento era una bella chiacchierata con il riccio, sentirsi dire che sarebbe andato tutto bene. Niente riusciva a rassicurarla come i suoi occhi.
"So che ti sto chiedendo troppo, Sam" disse il moro tutto d'un fiato "Ci stavo pensando prima e.."
"Ehi, sono qui, ce la faremo Zayn, ce l'abbiamo sempre fatta o no?"
Il moro baciò una tempia di Sam e strinse la sua mano più forte.
 
 
"Sam!" la ragazza si girò di scatto non appena riconobbe quella voce.
Harry era proprio dietro di lei e le sorrideva, un sorriso da bambino, uno dei più belli che Sam avesse mai visto.
Il ragazzo la raggiunse e la strinse forte tra le sue braccia, Sam quasi non riusciva a credere a quanto il ragazzo gli fosse mancato.
La ragazza si lasciò avvolgere dal suo profumo e ricambiò la stretta.
"Dov'è Zayn?" le chiese il riccio lasciandola andare.
Sam sentì la gola seccarsi. Doverlo salutare le era sembrata una tortura.
"Lui è dovuto scappare a quella festa di Terry, ricordi?"
Harry la squadrò "Perrie?" le chiese poi sorridendo.
Sam si battè una mano contro la fronte, quel nome non le sarebbe mai entrato in testa.
"Perrie, certo" disse ridendo.
Harry afferrò il borsone di Sam e se lo caricò in spalla "Andiamo su, scommetto che devi raccontarmi tante cose!"
"Qualcosa ci sarebbe.." quelle parole sfuggirono alle ragazza senza che lei se ne accorgesse.
Ma che diamine aveva in testa?
"Ovvero?" chiese lui sorridendo accomodante.
No, non poteva farlo, non ancora. Per quanto le costasse, Harry non poteva sapere niente.
"Mi sei mancato" disse lei d'un fiato. Daltronde anche quella era una piccola verità.
Harry si aprì in un sorriso radioso e le tese una mano, la ragazza sorrise e la afferrò.
Moriva dalla voglia di raccontare a Harry di lei e Zayn, ma non poteva, era costretta a tenersi tutto dentro.


Beeeeeeeeene, dopo un capitolo pieno come il precendente eccone uno un po' più tranquillo ma da non sottovalutare.
Il libro che Sam ha ritrovato sarà davvero molto importante più avanti :)
Come sempre, fatemi sapere, o qui o su twitter! :) (@someonelikecris)
Vi aspetto!

Ritorna all'indice


Capitolo 21
*** 21. Nobody said it was easy ***


Capitolo VENTUNO - Nobody said it was easy
 
 

Non avrebbe nemmeno dormito.
Come faceva a reggersi in piedi continuava a chiederselo dal suo sbarco a Londra.
La festa delle little mix lo aveva decisamente steso. 
Tutto quel fingere, quei sorrisi, quegli abbracci lo avevano reso nervoso, sentiva ogni nervo teso.
Per non parlare di quel bacio che la ragazza gli aveva rubato.
Non era stata la prima volta, ma si era sentito così sbagliato, in colpa.
Il pensiero di far soffrire Sam lo terrorizzava più di tutto, perchè lei non lo meritava, la vita era già stata abbastanza ingiusta con lei, non meritava un ragazzo che la facesse soffrire, ma lui non poteva lasciarla andare, non adesso che finalmente l'aveva trovata.
Il moro fece scattare la serratura della sua camera.
Con sua grande sorpresa la trovò rannicchiata sul suo letto davanti alla tv accesa.
La guardò meglio e vide che la ragazza era percorsa da dei piccoli brividi e aveva la pelle d'oca, chissà da quanto tempo era lì.
Zayn prese una coperta dall'armadio e gliela buttò addosso. Guardò l'orologio, erano le 4,30 del mattino.
Alle sei sarebbero dovuti uscire dall'albergo per andare a prendere l'aereo verso New York, finalmente in tour.
Aveva giusto il tempo di una bella doccia e di schiacciare un pisolino accanto a Sam.
Si sfilò la giacca della varsity nera e la buttò per terra,poi passò alle blazer. Le slacciò e si sbarazzò anche dei calzini.
Si sfilò la maglia buttando anche quella per terra. Piccoli brividi percorsero Zayn, la temperatura stava scendendo a Londra.
Uno sbadigliò investì il ragazzo e lentamente si sfilò la cintura dei pantaloni.
Gli occhi quasi si chiudevano, la stanchezza si stava facendo sentire, decisamente.
Quando finalmente riuscì ad aprire il bottone e la cerniera dei jeans li lasciò scivolare sul pavimento.
Estrasse i due piedi e i suoi occhi si fermarono sulla ragazza che, rannicchiata nella stessa posizione, lo guardava divertita, l'azzurro di quegli occhi facilmente distinguibile.
"Ehi!" disse il moro ridendo.
Sam guardò Zayn che se ne stava in mutande davanti a lei, divertito. 
Rise anche lei, prima che uno sbadiglio la investisse. "Sei tornato ora?"
Zayn si arrampicò sul letto e si stese accanto a lei. Sam prese un lembo della coperta e la stese sul corpo nudo del moro.
Prima che se ne potesse rendere conto le braccia di Zayn stavano stringendo i suoi fianchi e i loro nasi si sfioravano.
Sam fu travolta da un risolino. "Ci hai preso gusto per caso?" gli chiese sussurrando.
Zayn rise e poi lasciò un bacio delicato sulle labbra della ragazza "Vuoi dirmi che ti da fastidio?" le chiese guardandola in modo malizioso.
Sam lo spinse contro il materasso e poi si mise carponi sul ragazzo "Non ho mai detto questo" lasciò un bacio sul suo collo.
"Ma è meglio che tu vada a farti una doccia" disse poi baciandogli il mento.
Zayn scostò una ciocca di capelli dal viso di Sam posizionandola dietro un orecchio.
Il ragazzo amava perdersi in quegli occhi che gli avevano sempre fatto venire in mente i mari incontaminati del pacifico.
Zayn fece scivolare la sua mano sulla guancia di Sam, poi passò il pollice sul labbro pieno e rosso della ragazza che lo baciò.
"La festa?" chiese lei.
Zayn distolse lo sguardo.
"Non ne parliamo, ok?"
"Non devi tenermi nascosto niente Zayn"
"Davvero, non voglio parlarne, non mi va"
La ragazza si ributtò sul letto allontanandosi da Zayn. "Devi parlarmi Zayn, per favore"
"Cosa vuoi che ti dica?" le chiese il moro nervoso "Sapevi che non sarebbe stato facile" si mise a sedere.
"Zayn, lo so, calmati, sono cosciente di tutto...ma ti prego" disse avvicinandosi alla schiena del moro "Non tagliarmi fuori, non lasciare che tutto questo divori solo te"
Il moro si girò e la guardò. "Scusa, è che sono veramente stanco e...non so nemmeno quello che faccio, è successo tutto così.."
"Velocemente" conluse la ragazza sorridendo "Tranquillo"
Il ragazzo prese Sam per la nuca e la avvicinò a se', le lasciò un piccolo bacio sulla fronte. "Grazie"
"Non dirlo" disse lei sbadigliando "Ma, seriamente, vatti a fare una doccia, hai il suo profumo addosso e non so per quanto altro tempo posso sopportarlo"
 
 
"Zayn ha una faccia sveglia eh?" sghignazzò Louis.
Era seduto vicino a Sam che lo guardò sorridendo.
Il moro se ne stava seduto davanti a loro, la testa poggiata contro il muro dell'aereoporto, gli occhi chiusi.
"Posso assicurarti che nemmeno la tua lo è" disse Niall sorseggiando un po' del suo caffè.
"Sono sempre le sei del mattino" disse Harry. Il riccio se ne stava seduto con la testa tra le mani e quando alzò il viso Sam riuscì a delineare ogni occhiaia.
"Possibile che siate sempre degli stracci?" chiese Liam. Teneva la voce bassa per non disturbare il sonno del moro.
"Liam" disse fermo Louis "Un giorno di questi io..." cominciò "E' che vorrei dirti qualcosa di cattivo, ma sono troppo stanco per farlo"
Tutti quanti risero insieme. Louis sapeva sempre portare un po' di gioia.
"La biondina deve averlo steso se non riesce a tenere nemmeno un occhio aperto" disse Niall indicando il moro.
Gli sguardi di Sam e Harry si incontrarono e lei pregò Dio che il riccio non si accorgesse di niente. Lui le sorrise e Sam ricambiò sentendo il cuore cominciare a tranquillizzarsi. Sam tirò fuori dalla borsa il libro marrone della madre.
"Cos'è?" le chiese Louis sporgendosi per vederlo meglio.
"Diamine, Boo, fatti i fatti tuoi" disse Harry tirandogli un pezzo di cornetto.
"Oh, no, tranquillo" disse Sam sorridendo a Louis che la guardava un po' imbarazzato.
"Hai visto Harry? Sei proprio scorbutico la mattina" disse il più grande lanciando un pezzo del suo cornetto al riccio.
"I cornetti andrebbero mangiati, non sprecati in questo modo" disse Niall dando un morso al suo. Louis alzò gli occhi al cielo.
Sam rise e poggiò il libro sulle gambe di Louis. Giorni fa non lo avrebbe fatto sicuramente ma ormai si sentiva parte della loro famiglia, si sentiva accettata e protetta. Tutti erano sempre molto attenti a lei, a tutto quanto. "Io almeno lo sono solo la mattina" disse Harry togliendosi dei pezzi di cornetto dai capelli.
Louis aprì il libro e lo sfogliò. "So tutto di tua madre" disse il ragazzo richiudendolo e carezzando la copertina.
"Sai, Zayn" disse indicandolo "Parlava davvero tanto di te, sempre" sorrise "Ma non mi ha detto che tua madre ha scritto un libro.."
"L'ho scoperto solo ora, semplicemente non lo ha finito, non...ha...fatto in tempo, peccato perchè stava scrivendo proprio una bella storia"
Louis la guardò per qualche minuto. Due tipi di azzurro che si mischiavano. "Potresti finirla tu" disse riporgendo il libro alla ragazza.
Dei brividi la percorsero, non ci aveva pensato. "No" disse "Non sono brava come lei"
"Non lo saprai mai finchè non ci provi" disse Liam continuando a tenere la voce bassa.
"Ragazzi, l'aereo è arrivato" disse Paul avvicinandosi ai sei.
Liam cominciò a scuotere Zayn che spalancò gli occhi nel panico. 
"Amico, è tutto ok, ma dobbiamo prendere l'aereo" disse Liam sorridendogli "Dai" gli porse una mano. Zayn la afferrò e si alzò.
Guardò Sam e lei gli sorrise. 
 
 
Zayn dormiva sulla spalla di Liam proprio davanti agli occhi della ragazza.
Le labbra un po' schiuse e il respiro regolare. Finalmente il riposo che si meritava aveva catturato il moro.
Sam riprese il libro tra le mani attenta a non svegliare Harry che dormiva accanto a lei.
Aprì la copertina e per l'ennesima volta guardò quella dedica, poi corse alla pagina in cui le parole si bloccavano.
Fece scorrere le dita sulla carta ruvida. "Louis ha ragione" disse Harry con la voce impastata dal sonno.
"Tu non dormivi?" gli chiese Sam.
"E' difficile dormire quando due cretini ti lanciano delle stupide palline di carta nei capelli" disse indicando Niall e Louis che finsero di guardare altrove sghignazzando.
Harry rise "Sembrano bambini dell'asilo"
"Senti chi parla" disse Sam togliendo due palline di carta dai ricci di Harry.
"E comunque, Louis, per quanto mi costi ammetterlo in questo momento" disse Harry alzando la voce in modo che il più grande lo sentisse "Ha ragione, devi continuare tu la storia"
Louis guardò la ragazza e annuì.
Sam tornò a guardare la pagina lasciata a metà di quel libro, un libro che in effetti pregava di essere continuato.
"Io e te facciamo i conti in albergo, Boo" disse Harry con voce maliziosa tirando una pallina di carta contro il più grande.
Niall rise.
 
 
Finalmente pareva che il moro avesse recuperato un po' di forze, le gambe erano veloci mentre correva verso la stanza del suo migliore amico.
Giunto davanti a quella porta dei brividi percorsero la schiena del moro, parlargliene avrebbe reso tutto finamente ancora più vero.
Tenerlo dentro ormai sembrava possibile, la voglia che tutti sapessero gli faceva torturare le mani.
Dopo essersi accorto che era stato lì a fissare la porta per almeno due minuti decise di bussare.
"Niall, te lo giuro, non l'ho preso io quel pacchetto di patati.." il castano aprì la porta e si bloccò.
Zayn lo squadrò. "Ehi!" esordì Liam aprendosi in uno dei suoi soliti sorrisi "Entra" disse scostandosi dall'uscio.
Il moro entrò e si tolse la giacca lanciandola sul letto.
"Forza, dimmelo" disse Liam richiudendo la valigia.
Come diamine faceva? Come riusciva a capire quando Zayn moriva dalla voglia di parlargli di qualcosa?
"Tu mi spaventi, Lì" disse il moro sedendosi sul letto.
"Oh, piantala" disse lui poggiandosi contro la scrivania "Ti conosco come le mie tasche ormai, che hai combinato?"
Zayn lo guardò negli occhi e un sorriso spontaneo nacque sul suo viso travolgendolo.
"Ok, si tratta di Sam, fino a qui ci sono" disse il castano tirandosi su le maniche della felpa "L'hai baciata?"
Zayn soffocò una risata e abbassò lo sguardo contemplando le sue nike.
"Oh, oh, ferma!" continuò Liam avvicinandosi all'amico "Tu non l'hai solo baciata!"
Il moro alzò lo sguardo e rise. Il tono di voce eccitato dell'amico gli ricordava vagamente quello di sua madre al matrimonio.
Non c'era stato bisogno che lui dicesse niente, Liam aveva fatto tutto da solo.
Gli sguardi dei due ragazzi si incrociarono, il sorrisone di Liam sarebbe rimasto impresso nella retina del moro a vita.
"Lo sapevo che sarebbe successo!" disse il castano buttandosi di peso sull'amico.
Risero, come erano soliti fare tutte le volte. "Questo è il mio Zayn!" disse lui scompigliandogli i capelli.
Il sorriso di Zayn quando era con Liam raccontava serenità, voglia di vivere al massimo, e di farlo accanto al castano.



Eccomi tornata con un capitolo bello lungo mi pare, no?
Abbiamo una scena ziam (*__*) e un Louis che, inconsapevolmente, con il suo consiglio darà una bella svolta alla storia molto più avanti! Grazie a chi rimane con me e questa fic, è tutta per voi! (sono sentimentale oggi, forse perchè sto ascoltando "Use somebody" cantata dai cinque scemi? Probabile ç__ç)
Come sempre scrivetemi qui o su twitter (@someonelikecris)
Vi aspetto!

Ritorna all'indice


Capitolo 22
*** 22. You can tell me everything ***


Capitolo VENTIDUE - You can tell me everything
 
 

Il posto in cui si sarebbero dovuti esibire ragazzi era terribilmente grande.
Non appena entrarono, l'ansia cominciò a scorrere tra le vene dei cinque.
Erano fermi da settimane e ci sarebbe voluto sicuramente un po' per riprendere la mano, ma erano tutti insieme e questo contava più di qualsiasi altra cosa.
Harry quasi sentì le gambe cedere, fu investito da flashback e ricordi che gli mozzarono il fiato.
Si sentiva così piccolo lì dentro.
Gli sembrava ieri di aver incontrato Louis in quel bagno, la sensazione di non essere più da solo ma di essere accompagnato da altre quattro bellissime persone che lo avevano cambiato, qualcuno per sempre.
"Haz" il riccio sentì una mano poggiarsi sulla sua spalla. Abbassò lo sguardo e vide Sam guardarlo preoccupata "E' tutto ok?"
Un sorriso nervoso si fece strada sul viso di Harry. "Hai mai la sensazione di sentirti veramente piccolo?"
"Continuamente" disse Sam squadrandolo "Non che sia difficile qui dentro" continuò ridendo.
"Già.." il riccio rise e continuò a guardarla.
Gli altri erano già a cambiarsi, Paul si sarebbe incavolato se lo avesse trovato a non fare un tubo, ma in quel momento le sue gambe parevano non volersi muovere. 
"E' un attacco di panico?" gli chiese Sam carezzando la schiena del riccio.
"Forse" sussurrò lui "Ehm, distraimi, meglio.."
Sam strabuzzò gli occhi, che diamine avrebbe dovuto fare? "Beh, io, sai, ho incontrato mio padre e mi ha fatto una bella sorpresa"
"Davvero?" 
"Si, mi ha riportato nella mia vecchia casa, è lì che ho trovato il libro"
"E?" chiese il riccio curioso.
"Cosa?"
"Sei sicura che non hai niente altro da dirmi?" lo sguardo di Harry congelò Sam. 
Voleva, moriva dalla voglia di raccontare tutto all'amico, ma le conseguenze sarebbero state troppo grandi.
Harry cominciava a sentire il suo cuore rallentare e aveva finalmente riacquistato un respiro regolare.
"No" disse Sam distogliendo lo sguardo da quegli occhi verdi.
"Io e te parliamo di tutto, vero?" gli chiese il riccio riprendendo a sorridere.
Come? Come poteva mentire a quel sorriso da bambino?
"Di tutto" disse Sam riluttante.
"Sai che qualsiasi cosa puoi dirmela, anche ora, che puoi fidarti di me.." la ragazza sentiva quegli occhi bruciargli addosso.
"Lo so" continuò riluttante "Grazie Harry" lo abbracciò di getto nascondendo il viso nell'incavo del suo collo.
"No, grazie a te che mi hai salvato da un mezzo infarto" i due ragazzi risero insieme.
 
 
La giornata di prove era stata distruttiva.
I ragazzi avevano dovuto riprendere la manualità e la fluidità dei movimenti ma senza nessuna sorpresa in meno di due ore erano già tutti perfetti.
Le voci erano cristalline, sicure, intonate fino all'inverosimile come sempre e anche essendo delle prove tutti e cinque avevano deciso di dare il massimo.
"Per oggi può bastare" disse la coreografa stringendosi la coda ai capelli "Bravi ragazzi" li congedò con un sorrisone e poi scese dal palco.
"Penso di aver bisogno di zuccheri" disse Niall buttandosi a peso morto sul palco. "Ahi" disse quando atterrò con il sedere.
"Che idiota!" lo richiamò Louis tirandogli una bustina di zucchero. Il biondino la strappò e lasciò che i chicchi dolcissimi gli si sciogliessero sulla lingua.
Quando tutti quanti scesero dal palco salutarono Sam, tutti in modo diverso.
Louis le scompigliò i capelli e sparì nello spogliatoio proprio come Niall dopo averle sorriso.
Harry si avvicinò e Sam gli tese un asciugamano. Il riccio se lo passò dietro la nuca. "Come va?" gli chiese la ragazza attenta.
"Tutto ok, andrà ancora meglio dopo una doccia" Harry si sporse fino a lei e le lasciò un leggero bacio sulla guancia prima di sparire anche lui nello spogliatoio. 
Quando Sam vide Liam venirle incontro non potè fare a meno di notare un sorrisetto compiaciuto sul suo viso.
Liam si avvicinò all'orecchio della ragazza e sussurrò. "Sapevo sarebbe successo"
Ogni muscolo di Sam si paralizzò, forse perchè sentendone parlare per la prima volta si rese conto di quanto fosse vero. La risatina divertita di Liam le fece venire i brividi lungo tutta la schiena. Il ragazzo le scompigliò i capelli prima di sparire nello spogliatoio.
Zayn la guardava da lontano e sembrava estremamente divertito da tutta quella situazione.
La ragazza si avvicinò al moro sicura e poggiò la schiena contro il palco. Il moro si mise davanti a lei e scoppiò a ridere.
"Hai la faccia di una che è stata sorpresa a rubare"
"Smettila di ridere!" disse lei non riuscendo a trattenere un sorriso.
"Dovrei farti una foto in questo momento, sei esilarante" disse tirando fuori il telefono dalla tasca.
"Zayn, non ti azzardare a.."
Ma il moro aveva ormai immortalato la smorfia di panico sul viso di Sam nel suo iphone. "Fattaaa!" disse facendo una linguaccia alla ragazza.
"Dammi quel telefono" disse la ragazza seria.
"Prenditelo" disse il moro con un sorriso malizioso aprendo le braccia.
"Non starò al tuo stupido gioco" Sam incrociò le braccia sul petto.
"Penso che me la metterò come sfon.."
In un attimo le braccia di Sam furono attorno al collo di Zayn che cominciò a ridere di gusto.
Alzò il braccio, così che fosse fuori dalla portata della ragazza. "Tanto non ci arrivi" sussurrò Zayn all'orecchio di Sam che fu scossa da brividi.
"Sei sempre il solito sbruffone" soffiò la ragazza sul mento del moro. Zayn fu scosso dall'ennesima risata.
Buttò il telefono su una poltrona lì vicino e la prese per i fianchi, portandola a sbattere contro una porta. "E sei sempre il solito delicato" disse lei ironica. Zayn morse le labbra dì Sam e poi le baciò. Il sangue della ragazza si congelò.
"Ehi, possono vederci" disse a pochi centimetri dal viso del moro.
"E' questo che lo rende divertente, no?"
"Non se puoi finire nei casini per colpa mia.."
Zayn la guardò ancora, la ragazza non aveva tutti i torti. "Diamine..." si lasciò sfuggire il ragazzo.
Alzò lo sguardo e si rese conto di cosa ci fosse dietro di loro. La cabina armadio.
Zayn fece scivolare la maniglia che si trovava accanto al fianco della ragazza e la spinse dentro.
"Ora" disse lui stringendola ancora un po' "Non possono vederci"
Sam sorrise e tornò ad occuparsi delle labbra del moro mentre le sue mani vagavano sotto la maglietta della ragazza.
Tutta quella situazione stava diventando sempre più difficile da sopportare. Lasciando andare le labbra di Sam, il moro si dedicò al suo collo lasciando baci umidi lungo tutto il lato destro per poi scendere a baciare la sua clavicola. Le mani di Sam si perdevano irrimediabilmente tra i capelli di Zayn fino a quando non scesero a levargli la maglietta.
La sfilò dolcemente e la lasciò cadere ai loro piedi, Zayn si avvicinò ancora di più, in modo che non ci fosse una sola parte del suo corpo a non toccare quello di Sam.
La ragazza prese il viso del moro tra le mani e lo ricondusse alle sue labbra quando la porta si spalancò violentemente.
Il sangue dei due ragazzi si congelò immediatamente alla vista di quegli occhi verdi.




Dato che penso di aver rilasciato un'altra bomba è meglio che dica poche cose prima di sparire.
Il capitolo è cortino, me ne rendo conto ma direi che il finale ha un bel botto, no?
Ho postato oggi perchè non sapevo se domani sarei riuscita a collegarmi D: (sono stata carina, no?)
Fatemi sapere che ne pensate!

Ritorna all'indice


Capitolo 23
*** 23. All our mistakes ***


Capitolo VENTITRE - All our mistakes
 
 
"Harry..." Sam sentì gli occhi cominciare a bruciare.
Il riccio la guardò e la ragazza sentì il cuore infrangersi, ancora.
"Non ci posso credere" disse lui spostandosi dalla porta.
"Harry, aspetta!" lo richiamò Zayn seguendolo.
Il moro lo raggiunse e lo afferrò per una spalla costringendolo a girarsi. "Harry, io.."
"No" disse il riccio congelandolo con uno sguardo "Tu lo sai Zayn, sai quanto io odi le bugie e sai quanto io sia capace di detestarle quando vengono dalla bocca di qualcuno a cui tengo, bocche come la tua, come la sua!" disse indicando la ragazza che intanto li aveva raggiunti.
"Harry lascia che.." cominciò lei.
"Non voglio ascoltarti Sam, hai avuto tante di quelle occasioni, hai giurato che mi avresti detto tutto e io mi sono fidato, io mi preoccupavo per te!" urlò il riccio contro il viso della ragazza che intanto sentiva gli occhi pungere. "Mi sono sempre preoccupato per voi!"
"Ehi ma che sta succedendo qui?!" chiese Louis sbucando fuori dallo spogliatoio indossando solo i pantaloni della tuta, i capelli ancora completamente bagnati.
Liam lo seguì immediatamente, anche lui appena uscito dalla doccia. Il castano intercettò subito lo sguardo del panico di Zayn e deglutì rumorosamente.
Harry diede le spalle a Sam e Zayn e cominciò a camminare veloce, poi si girò. "Hai mentito a tutti Zayn!"
"Harry.." Sam sentì la voce del moro incrinarsi e non potè fare altro che incolparsi di tutto quello che stava succedendo.
"Qualcuno può dirmi che diamine sta succedendo?" chiese Louis innervosito.
"Me ne vado, ho chiuso con voi due" disse Harry guardando un'altra volta Zayn e Sam.
Piccole goccie salate cominciarono a scendere lungo le guance di Sam che sentì il suo cuore sprofondarle sotto i piedi.
Il pensiero di perdere Harry cominciò a stringerle lo stomaco, costringendola a chiudere gli occhi per il dolore.
Il riccio cominciò a camminare veloce verso l'uscita quando Sam cominciò a corrergli dietro, prima di essere afferrata da Louis.
"Lou, lasciami, ti prego!" disse lei divincolandosi.
"Lascialo andare Sam" disse lui costringendola a guardarlo "Quando è arrabbiato dice cose che non pensa, lascia che si sfoghi prima, credimi"
La ragazza decise di credere a quegli occhi così spaventosamente limpidi.
"Che succede?" chiese Niall uscendo dallo spogliatoio con un asciugamano in testa.
"E' quello che vorrei sapere anche io" disse Louis lasciando andare Sam "Cosa gli avete fatto per farlo incazzare così?"
Nello stomaco di Zayn pareva esserci la terza guerra mondiale. Il ragazzo cominciava a sentire la terra ballare sotto i suoi piedi.
"Diglielo Zayn" disse Liam raggiungendolo e poggiando una mano sulla spalla del moro "Sarà più semplice"
Zayn guardò il suo migliore amico, Liam aveva ragione, doveva farla finita con tutte quelle bugie.
"Io e Perrie non stiamo insieme" disse lui tutto d'un fiato "Io...io sto con Sam"
Gli sguardi di Louis e Niall finirono sulla ragazza che chiuse gli occhi tentando di non urlare, non stava succedendo davvero, non poteva andare così.
"Non ho capito niente, se tu stai con Sam perchè esci con Perrie?!" chiese Niall.
"Perchè noi e le little mix abbiamo gli stessi manager" disse Louis duro anticipando Zayn "Dovevi dircelo, dovevi chiedere il nostro parere!" continuò Louis sempre più duro. Sam quasi non lo riconosceva, quel tono non poteva essere del castano.
"Siamo una famiglia Zayn" disse il più grande sentendo gli occhi bruciare "Ce lo siamo promesso! Niente bugie, ricordi?!"
"Cosa dovevo fare? Non potevo parlarvene! E poi, Sam e..New York e Paul, è successo tutto così velocemente! Tutto quello che volevo era parlarvene, ma non potevo.."
"E quando mai abbiamo rispettato le regole Zayn, quando?!" gli chiese Niall con un tono gelido. "Mi sembra di non conoscerti in questo momento"
"Ragazzi.." la voce di Zayn era spezzata e questo distrusse Sam più di qualsiasi altra cosa.
"E tu, Liam" continuò Louis non badando minimamente al moro "Tu mi hai giurato di non sapere niente!" disse con tono accusatore.
"Lou, non potevo parlarvene e non l'ho fatto, sapevo che Zayn prima o poi sarebbe riuscito a dirlo a tutti.."
"Mi pare che non l'abbia fatto, mi pare che Harry abbia dovuto scoprirlo da se'" disse Niall dirigendosi verso l'uscita.
"No, Niall, aspetta, per favore.." Zayn gli corse dietro lasciando Liam, Louis e Sam all'interno.
"La sua non era una posizione facile, Lou, è inutile che ora tutti gli state addosso in questo modo, non lo merita, l'ha fatto per noi! E Sam non poteva dire una parola, è un dato di fatto.."
"Non ne avevamo bisogno! Non ne abbiamo bisogno e mai ne avremo!" Louis esplose in faccia a Liam che rimase a guardarlo con tutta la calma del mondo. 
"E tu.." disse poi rivolto a Sam "Harry si fidava di te, non ha fatto altro che ripetermelo, tutti questi giorni, quanto tu fossi brava, sincera, una persona pura, una persona da ammirare.." un sorriso amaro interruppe il viso di Louis "Potevi dirglielo, sai? Non l'avrebbe detto neanche a me" continuò allargando le spalle "E tu Liam, tu me lo hai giurato.."
"Louis, io.."
"Non voglio ascoltarti.." il più grande si girò e uscendo si scontrò con Zayn.
Louis non lo degnò di uno sguardo e passando gli diede una spallata. "Louis.."
"Lasciami stare Zayn, sta' zitto"
 
 
La sera era scesa fredda su New York.
Ma il freddo che quelle piccole sei persone sentivano rinchiuse al quinto piano di un hotel a cinque stelle non dipendeva sicuramente dal tempo.
Il castano si diresse in camera del biondino, sapeva che almeno lui lo avrebbe fatto entare, Zayn era troppo scosso e aveva già Sam a tenergli compagnia. Liam pregò che la porta della camera di Niall fosse aperta come sempre. Poggiò la mano sulla maniglia e la fece scendere dolcemente, grazie al cielo Niall non l'aveva chiusa.
"Niall?" Liam lo chiamò dall'uscio della porta.
"Entra"
Non appena Liam varcò la soglia lo ritrovò seduto sul letto con la sua chitarra tra le braccia. "Che suoni?" gli chiese accomodante.
"So che non sei qui per questo" disse il biondino facendo posto sul letto. Liam lo raggiunse.
"Doveva dircelo"
"Lo so"
"Come sta?" gli chiese Niall allontanando lo sguardo. Il pensiero che Zayn stesse male non lo aveva abbandonato per tutto il pomeriggio.
"Come pensi che stia? Si odia, con tutto se' stesso e sai quanto possa odiarsi bene, è a terra.."
"Ha sbagliato"
"E ne è pienamente cosciente, senti, io non sono qui per difenderlo perchè sono stato il primo a dirgli che aveva sbagliato, sono qui per dirti di provare a metterti nei suoi panni.."
 
 
Il riccio se ne stava steso sul letto intento a guardare il soffitto, la sua testa stava scoppiando e il fare avanti e indietro di Louis nella sua stanza non lo aiutava molto. 
"Che dovremmo fare?" gli chiese per l'ennesima volta.
"Non lo so" ripetè Harry.
"Smettila di dire che non lo sai..sei ripetitivo"
"Lo sei anche tu" disse Harry mettendosi seduto "E per amor del cielo smettila di fare avanti e indietro Boo!"
"Zayn ha fatto un casino" disse il più grande sedendosi accanto al riccio.
"Ripensandoci Lou..noi sapevamo che qualcosa non andava"
Louis lo guardò e sospirò abbassando lo sguardo "Non potevamo esserne sicuri Haz.."
"Potevamo andargli incontro però.."
"Tu l'hai fatto con Sam"
"Ho sempre saputo che non mi avrebbe detto niente, ma ho continuato a sperarci"
"Mi sento così stupido a non essermene reso conto prima" disse Louis stendendosi "Ora tutto torna, Zayn che si porta dietro Sam come sostegno, le continue chiacchierate con Paul, il suo nervosismo, il fatto che noi di questa bionda sappiamo solo il nome..e non abbiamo fatto niente"
"Si chiama fiducia Lou..ci siamo fidati di lui" ribattè il riccio.
"Ci siamo fidati, si, ma tutti quanti tranne Liam abbiamo fatto finta di non vedere, abbiamo tutti smesso di ascoltarlo, siamo colpevoli quanto lui a questo punto"
Harry guardò Louis, ancora, e poi si stese sul letto, chiudendo gli occhi.
 
 
Uno, due, tre, la quarta sigaretta spenta nel posacenere in meno di venti minuti.
Spinse la cicca contro il fondo di vetro spesso e tirò fuori l'ultima boccata di fumo. Si guardò attorno e riafferrò il pacchetto.
"Finiscila, Zayn, basta" disse lei strappando le sigarette dalle mani del moro.
La ragazza aprì la finestra della camera lasciandosi investire dall'aria gelida, tornava finalmente a pensare con lucidità.
Raggiunse Zayn sul letto e si sedette accanto a lui.
Il moro teneva lo sguardo fisso contro il muro, non aveva detto una parola dal loro rientro. Quando la ragazza poggiò una mano sulla sua spalla lui si voltò a guardarla. Sam rimase paralizzata, mai in vita sua aveva visto gli occhi di Zayn così spenti, quegli occhi che erano casa sua non gli erano più neanche lontanamente familiari. 
"Dillo" sussurrò il moro.
La ragazza carezzò la sua guancia e poi lo guardò confuso. "Cosa?"
"Che ho sbagliato" disse lui abbassando lo sguardo.
La ragazza passò un braccio sulle spalle di Zayn e lo attirò a se' stringendolo. Il moro nascose il viso nell'incavo del collo della ragazza.
Sam gli baciò la testa "Abbiamo sbagliato tutti e due" sussurrò "Ma loro sono i tuoi fratelli, sapranno perdonarti Zayn, sono feriti, è normale che abbiano reagito così"
"Credi?"
"Ne sono certa" disse stringendolo "Ma ora è meglio che tu riposi, domani avete un concerto"
Lo stomaco di Zayn si contorse, e se per domani le cose non si fossero sistemate? Decise di non pensarci, doveva riposare.
 
 
Quando finalmente Zayn si fu addormentato Sam si alzò dal letto e decise di prendere un po' d'aria fuori al balcone.
Doveva sciogliere i nervi. Il viso di Harry non aveva lasciato la sua retina per tutto il giorno.
Il vento le frustava le guance e la costringeva a chiudere gli occhi. Il suo cellulare cominciò a squillare, Sam lo afferrò dalla tasca prima che potesse svegliare Zayn. Non appena lesse il nome sullo schermo il suo sangue si congelò, rispose immediatamente.
"Harry" disse tutto d'un fiato sentendo la lingua diventare un mattone.
"Ho bisogno di parlare con te" disse il riccio con un tono che risollevò il cuore di Sam facendolo arrivare in paradiso.
Non aveva più quella voce contratta e fredda, era quasi sereno.
"Ehi, ci sei?" le chiese.
"Si, ci sono, dove?"
"Anche questo hotel ha una bella vista, ci vediamo lì tra dieci minuti"
Il riccio chiuse la telefonata senza aggiungere altro. La ragazza richiuse la porta del balcone cercando di fare meno rumore possibile, afferrò il suo giacchetto di pelle e sempre nel silenzio più completo lasciò la stanza.





Beh, è tipo la prima volta che poso di sera #weird
Mi rendo conto che sono stata abbastanza bastarda con la fina ma come dico sempre io: "L'attesa aumenta il desiderio" e poi amo la suspense! :3
Questo capitolo non mi convince per niente, quindi grazie millemila alla mia beta Deb che l'ha letto e mi ha rassicurata, come farei senza di te? (soprattutto quando mi leggi nella mente e capisci quello che sta per succedere #alittlecreepy)
Buona serata a tutti, fatemi sapere!

Ritorna all'indice


Capitolo 24
*** 24. What doesn't kill us makes us stronger ***


Capitolo VENTIQUATTRO - What doesn't kill us makes us stronger
 
 

Il vento continuava a soffiare imperterrito su New York.
La ragazza si guardò intorno e non trovò nessuno, così decise di aspettare Harry seduta, con la schiena contro un muretto.
La sua telefonata l'aveva alquanto sorpresa, pensava che Harry non le avrebbe mai più rivolto la parola.
Vederlo così arrabbiato quel giorno aveva fatto capire a Sam quanto in realtà quel ragazzo fosse importante e quanto lei lo avesse trattato male.
Louis aveva ragione, si sarebbe dovuta fidare di Harry, anche solo per il semplice fatto che gli occhi del riccio non avrebbero mai potuto mentirle proprio come i suoi non ci erano mai riusciti con lui.
Doveva fidarsi, doveva aprirsi, lasciare che lui l'aiutasse, ma aveva lasciato che tutto soffocasse solo lei.
Harry avrebbe sicuramente trovato il modo giusto per spingere Zayn a dirlo a tutti, perchè il riccio era così.
Harry era una delle persone più buone che Sam avesse mai incontrato. 
La ragazza si strinse nella sua giacca di pelle cercando di impedire al freddo di arrivarle dritto al cuore. "Ehi" Sam quasi sussultò quando riconobbe quella voce.
Il ragazzo si sedette accanto a lei, Sam si voltò a guardarlo e la voglia di abbracciarlo per poco non la soffocò.
Il riccio distolse lo sguardo e guardò dritto davanti a se'.
"Quello è l'empire state building" disse lui indicando un edificio davanti agli occhi della ragazza.
"Harry mi dispiace così tanto" disse lei tutto d'un fiato.
"Lo so" disse lui guardandosi i piedi.
"Avrei dovuto fidarmi di te, avrei dovuto dirti tutto e non puoi capire quanto io volessi farlo, è solo che.."
Harry scosse la testa. "Non potevi farlo, me lo hai detto cento volte oggi..lo so"
"E adesso è successo tutto questo casino e io mi sento responsabile, Zayn è a pezzi e vederlo così mi.." la voce della ragazza si spezzò "Vederlo così, sapere che non posso fare niente, sapere che ha solo bisogno di voi adesso..mi fa sentire inutile" Sam nascose il viso tra le mani e lasciò che le lacrime scendessero copiose lungo le sue guance rosse.
Sentì le braccia di Harry stringerla forte e cullarla. Qualche singhiozzo la scosse e Harry la strinse più forte.
"Facciamo che adesso parlo io" disse lui con voce calma, Sam tenne il viso tra le ginocchia mentre Harry continuava a tenerla al caldo "E tu mi ascolti, ok?"
"Si" sussurrò lei.
"Odio le bugie, odio quando qualcuno me ne dice e odio doverne dire, ma quando fai il mio lavoro le bugie sono all'ordine del giorno. C'è una cosa però, io ammiro le persone che mettono la felicità della persona che amano davanti alla propria, e questo è quello che hai fatto tu Sammy, sarebbe decisamente stato più facile per te parlarne con qualcuno, proprio come ha fatto Zayn con Liam, ma tu non l'hai fatto, sei più forte di quello che credi" la ragazza alzò il viso e trovò ad accoglierla uno dei sorrisi più belli che avesse mai visto.
"Devo dire che in questa storia nessuno è innocente" continuò lui "Io e Louis l'avevamo capito che qualcosa non andava con Zayn e invece di fare qualcosa ce ne siamo stati con le mani in mano" Sam distolse lo sguardo.
Harry le prese dolcemente il mento e la costrinse a guardarlo "E..ehi, non preoccuparti per lui, abbiamo avuto discussioni peggiori e ne siamo usciti sempre vincitori, Louis è andato da Liam e Niall, credo che siano già da lui"
"Voglio solo che lui sia felice Harry, o non sarei mai venuta qui"
"So anche questo e smettila di incolparti per quello che è successo, se ti sentisse non la prenderebbe bene, adesso andiamo giù da loro.."
"No" disse Sam asciugandosi le lacrime sotto gli occhi "Va' tu, è una cosa vostra, io non c'entro niente"
"Ma che.."
"Sono seria Harry, ha bisogno di voi, e io ho bisogno di rivedervi tutti uniti come sempre, rimango un po' qui" disse lei accennando un sorriso.
Harry la lasciò andare e si alzò "Sei sicura?" chiese titubante.
"Hai per caso paura che mi butti di sotto?" gli chiese prendendolo in giro.
Il riccio rise, dio quanto gli era mancato quel suono. "Nah, non sei così stupida" si chinò e lasciò un bacio sulla fronte di Sam.
La ragazza afferrò la mano del riccio e la strinse "Harry.." cominciò "Te lo prometto, te lo giuro, niente più bugie, mai più"
Harry sorrise e gli tese un mignolino. Sam lo strinse con il suo mignolo e sorrise.
"E adesso va'!" disse lei tirandogli un buffetto. Il ragazzo si alzò e prima di sparire per le scale si voltò un'altra volta per sorriderle.
Incredibile come avesse imparato a conoscerla in così poco tempo, incredibile come l'idea di un suo pianto lo facesse soffrire, sentire debole.
Harry si sentiva quasi il suo angelo custode, sorrise, scosse la testa e ricominciò a camminare.
 
Bussò piano contro la porta della camera del moro. 
Riusciva a sentire il suo cuore battere sempre più forte, proprio come ogni volta che litigava con uno di loro.
La sensazione più brutta del pianeta, erano ormai diventati l'uno dipendente dall'altro, non che fosse difficile da credere, esperienze come la loro non potevano fare altro che legare.
Liam gli aprì la porta e quando lo vide si aprì in un sorriso rilassato, il sorriso di chi si è appena liberato di un grandissimo peso.
"Che c'è? Ti sono mancato Lì?" lo canzonò il riccio stringendolo.
Liam lo strinse più forte senza dargli nemmeno il tempo di entrare in stanza, quel piccoletto contava davvero tanto per lui.
Era il più giovane, ma la maggior parte delle volte sembrava essere il più maturo, il più forte lì in mezzo, era sempre stato un'ispirazione per il castano.
"Ma che scena commovente!" disse Louis prendendoli in giro.
Liam lasciò andare Harry e rise "Cos'è, Tomlinson, sei geloso?"
Louis fulminò Liam con uno sguardo "L'ho già detto che un giorno di questi troverò qualcosa di davvero molto cattivo da dirti, vero?" gli chiese sorridendo.
"Si, Lou, lo dici ogni giorno" disse Niall che se ne stava steso sul letto di Zayn.
Il moro li guardava tutti quanti, non appena il suo sguardo incontrò quello di Harry sentì lo stomaco contorcersi.
"Harry mi dispiace così tanto.."
"Lo so" si ritrovò a ripetere Harry risentendo le parole di Sam in testa "Siamo stati tutti un po' troppo duri con te" disse cercando lo sguardo di Louis che annuì.
"No, avrei dovuto dirvi tutto subito, anzi, non avrei mai dovuto accettare"
"Sappiamo che non è stata una scelta facile Zaynie, io non avrei mai avuto il tuo coraggio" disse Niall tirandosi su.
"L'hai fatto per noi, sacrificando te stesso" disse Louis poggiando la schiena contro il muro.
Liam battè un colpo sulla schiena di Zayn per tranquillizzarlo.
"Mi dispiace che siate venuti a scoprirlo cosi" disse il moro guardando Harry.
"Che tra te e Sam prima o poi sarebbe successo qualcosa lo avevamo capito tutti" disse Liam con un ghigno.
"Già, ma a nessuno tornava la storia di Perrie in effetti.." continuò Louis sorridendo anche lui "Avremmo dovuto capirlo, tutti"
Il silenzio piombò nella camera, fino a quando Niall si alzò attirando tutti gli sguardi "Oh, dai, venite qui" il biondo allargò le braccia e li richiamò tutti e quattro. Cinque sorrisi diversi si dipinsero su cinque visi completamente differenti l'uno dall'altro. Si strinsero l'uno all'altro e Zayn sentì che tutto piano piano era tornato al suo posto.
"Siamo veramente dei piagnoni" disse Louis in mezzo all'abbraccio facendoli scoppiare tutti a ridere.
Sciolsero l'abbraccio e ognuno tornò al proprio posto, la tensione era decisamente svanita.
"E ora come farai con Sam?" chiese Niall.
"Ce la faremo fino a quando Paul non scoprirà niente, credo..spero solo che lei riesca a sopportare tutto quanto"
"Paul non verrà a sapere niente" disse Liam stiracchiandosi "Siamo una squadra"
"Sam è forte, Zayn" esordì Harry "Non sottovalutarla, farebbe davvero qualsiasi cosa per te"
Zayn guardò il riccio e gli sorrise, come non faceva da troppo tempo "Lo so" disse.
"Oh mio dio, che piccioncini!" come al solito Louis li fece scoppiare a ridere tutti quanti riportando il clima sereno che li aveva sempre differenziati dagli altri.






Lo so, è corto corto corto e mi sarei aspettata qualcosa di più da questo capitolo ma ormai è andata così.
E' praticamente un miracolo che io sia riuscita a postare, l'ho fatto perchè l'ho promesso a Margherita e Chiara ( <3 ) ieri, dovrei essere a studiare dato che domani rischio in tre materie ç____ç
Spero vi sia piaciuto, nonostante tutto :)
Un'ultima news e poi vi lascio stare: da oggi in poi posterò solo di Martedì dato che i ritmi di scuola mi impediscono di scrivere velocemente come prima e dato che mi sono accorta che siamo ad un buon punto e non voglio che finisca, mi sono affezzionata!
Fatemi sapere, vi prego, rallegrereste la mia giornata di studio matto e disperatissimo :3

ps: perdonatemi qualche errore di battitura ma ho letteralmente dieci minuti che mi sono stati donati dal cielo e dall'assenza di mamma che è sotto al supermercato :P

Ritorna all'indice


Capitolo 25
*** 25. Tell me if you need a loving hand to help you fall asleep tonight ***


Capitolo VENTICINQUE - Tell me if you need a loving hand to help you fall asleep tonight
 
 


Il moro uscì dalla camera di Paul sbattendo forte la porta.
Sentiva il nervoso offuscargli la vista, stringeva i denti. Cominciò a camminare veloce.
Perchè? Perchè proprio quando tutto quello che aveva sempre voluto era tra le sue mani il destino doveva sfotterlo in questo modo?
Il riccio lo vide uscire come una furia e gli fu dietro in poco tempo.
"Zayn" lo richiamò poggiando una mano sulla spalla dell'amico.
Il moro si girò e Harry per la prima volta non riuscì a riconoscere l'espressione dell'amico.
Non lo aveva mai visto così arrabbiato, daltronde non era tipo da incazzatura facile.
Il viso del moro era completamente contratto, gli occhi parevano andare a fuoco.
Sembrava che la pupilla stesse divorando completamente l'iride nocciola. Le labbra ridotte ad un filo sottilissimo.
"Che è successo?" chiese Harry sottovoce.
Il moro si guardò intorno nervosamente, afferrò il polso del riccio e lo portò di corsa in camera sua.
 
 
Sam se ne stava davanti alla valigia, confusa. Se non avesse trovato qualcosa da mettere entro due minuti l'avrebbe buttata dal balcone.
Doveva mantenere la calma, era un concerto, non di certo un gran galà.
Afferrò un paio di jeans chiari e li stese sul letto, in ogni caso avrebbe messo quelli.
Era così concentrata sui vestiti che nemmeno si accorse del ragazzo dietro di lei.
Zayn le cinse i fianchi dolcemente e il viso di Sam si aprì in un sorriso radioso.
"Ehi" sussurrò lui al suo orecchio "Che combini?"
"Non so che diamine mettere"
Zayn alzò gli occhi al cielo "Come sempre" sghignazzò.
Sam si voltò per fulminarlo ma venne bloccata da quegli occhi nocciola.
Possibile che continuassero a farle quell'effetto?
"Mettiti quello che vuoi, non devi impressionare più nessuno ormai" disse lui baciandole il collo.
La ragazza si distese lasciando campo libero ai baci umidi del moro, strinse le sue mani.
Zayn scese poi lentamente sulle sue spalle scostando una bretella della canottiera.
Sam si girò di scatto e si gettò avidamente su quelle labbra rosse.
Morse piano il labbro inferiore del moro e sorrise contro la sua bocca. Il cuore di Zayn perse un battito.
Possibile che le avesse resistito così tanto? Ma come diamine aveva fatto?
Le mani del moro furono sui fianchi della ragazza spingendola sul letto, cadendo dolcemente su di lei.
La ragazza cominciò a lasciare dei baci delicati sul mento del moro mentre lui si liberava finalmente della canottiera di Sam.
Stava quasi per perdere la testa quando una testa bionda apparve davanti agli occhi del moro.
"Aspetta" disse con voce strozzata.
Sam lo guardò confusa. "Devo parlarti" disse lui a pochi millimetri dalle labbra rosse della ragazza.
"Proprio ora?" le chiese Sam soffocando una risata.
"Non ti piacerà" disse Zayn serio. Il sangue di Sam si congelò, poteva voler dire una cosa sola.
Il moro si lasciò cadere accanto a lei, la ragazza si mise a sedere.
"Cosa devi fare stavolta?" gli chiese lei rimettendosi la canottiera.
"Stasera ci sarà anche lei" disse lui guardando il soffitto.
Il cuore di Sam si fece subito più leggero "Dai" disse "Pensavo peggio"
"Non è tutto" disse lui duro "Penso che sospettino qualcosa.."
Sam quasi si strozzò. "Come?!"
"Paul non è stupido, ma so che non è stato lui, questi ordini vengono dall'alto, dicono che molta gente non ci crede nemmeno un po'.."
"Quindi?"
"Quindi hanno pagato dei paparazzi e..."
"Zayn, parla o ti ammazzo di botte" disse lei legandosi i capelli. Cominciava a fare stranamente caldo.
"I paparazzi fotograferanno me e la bionda mentre entriamo in un albergo lì vicino..e, mi ribeccheranno la mattina mentre torno qui.."
Il mondo sembrò crollarle addosso. Come? Come si poteva essere così cattivi?
Notò l'espressione sul viso di Zayn farsi sempre più dura, odiava vederlo così, doveva fargli credere che lei non avrebbe sofferto, che sarebbe stata bene, solo in quel modo Zayn sarebbe stato più rilassato, non poteva affrontare un concerto in quelle condizioni.
"Sapevamo che queste cose sarebbero successe" disse lei prendendo una mano del moro tra le sue.
Zayn si voltò e la guardò. "Non è giusto" riuscì a dire.
"Niente lo è" disse lei baciando la sua mano. Zayn continuò a guardarla, come poteva essere così perfetta in tutto?
"Non voglio che tu soffra"
Un sorriso amaro attraversò il volto di Sam "Si tratta di te, Zayn" si chinò e lasciò un piccolo bacio sulle labbra del ragazzo.
Zayn strinse più forte la sua mano. "Andrà bene" disse poco convinto "E domani mi porterai a fare un giro a New York, solo io e te, possiamo anche tornare a casa tua se vuoi.." disse sorridendo.
"New York è sempre un'ottima idea" disse lei baciando la fronte del moro "Ma assicurati che le sue mani non ti finiscano addosso o potrei non rispondere delle mie azioni"
 
 
Pieno di gente quel posto riusciva ad essere ancora più grande di quanto Sam immaginasse.
Sentì l'ansia crescere dentro di lei, quasi non riusciva a credere che quei cinque fossero abituati a tutto quel casino, che ormai riuscissero a gestirlo come se niente fosse, forse. 
La ragazza sbirciava la folla da dietro le quinte, erano migliaia, migliaia di sorrisi, visi, voci, tutte lì per loro, per quei cinque scemi che in quel momento avevano le maschere del panico addosso.
Harry se ne stava in piedi, fissava lo stesso punto da più di cinque minuti ormai, Louis continuava a fare avanti e indietro, in tutto quel panico Liam sembrava quasi quello più rilassato. Aveva il sorriso della beatitudine dipinto in faccia. Sam lo guardò e sorrise. "Mi sono mancati i concerti" disse lui alzando le spalle.
"Ehi" il moro le strinse una mano facendo saltare la ragazza che non si era accorta del suo arrivo.
Sam vide gli occhi di Zayn spalancati, era nel panico, anche lui. ""Ehi" disse lei stringendo la mano.
"Sono proprio tante" disse lui.
"Non avrai paura?"
"Dovrei?" le chiese lui serio. Sam rise.
"Certo che no" il volto di Zayn sembrò rilassarsi un po', sorrise e lasciò un bacio delicatissimo sulle labbra rosse della ragazza.
"Zayn, Paul sta arrivando" disse Niall tra i denti. Sam e Zayn si allontanarono.
"Sam? Andiamo? Ti porto in prima fila, vicino ai fotografi.." il ragazzone le tese una mano.
Sam deglutì e si avvicinò a Paul, sorrise a tutti e cinque che la guardavano paralizzati.
Passando accanto a Harry lui le scompigliò i capelli. "Andrà bene" disse quasi per convincere se stesso.
"Certo che si" disse lei seguendo finalmente il ragazzone.
Non si voltò, sentiva lo stomaco arrivarle dritto in gola.
Nel momento in cui Paul uscì portandola fuori la folla esplose, tutte quante lo avevano riconosciuto. 
Andando avanti un viso familiare entrò nella traiettoria della ragazza, Perrie era proprio lì, poggiata alla transenna, parlava e faceva foto con delle ragazze. Non appena la bionda la vide le rivolse un sorriso falso come una moneta da tre euro.
Sam prese un bel respiro e si avvicinò, prese il suo blocco e cominciò a scarabocchiare qualcosa.
"Chi si rivede" 
Dei brividi percorsero la ragazza, non si era mai sentita così in soggezione, così fuori posto.
Le immagini della sera del compleanno di Niall tornarono violente davanti agli occhi di Sam che strinse forte la sua penna.
"Ragazze mettetevi vicine, vi faccio una foto!" esordì un fotografo lì vicino.
"E comunque Zayn mi ha detto tutto" sussurrò la bionda all'orecchio della ragazza passando un braccio sulla sua vita.
Sam non fece in tempo ad alzare lo sguardo che fu investita da svariati flash, aveva sempre odiato le foto e ora sarebbe finita in HD su qualche stramaledetto sito, la serata non poteva far altro che andare peggio a quanto pareva.
Il fatto che Zayn lo avesse detto a Perrie la confondeva, era una cosa buona, giusto? Il concerto non era ancora cominciato e le sue facoltà mentali erano già altrove, ottimo.
"Ehi bionda!" d'un tratto Sam scorse una ragazza magrissima e slanciata avvicinarsi a loro due, dai capelli la riconobbe come Danielle, la ragazza di Liam.
"Dani, che bello rivederti!" le due si strinsero e si sorrisero. 
L'unico desiderio di Sam in quel momento era di avere una pala per potersi sotterrare, anche velocemente.
"Ehi, tu sei l'amica di Zayn!" le disse Danielle avvicinandosi "Samantha?"
"Si, quella che ballava con Harry" aggiunse la bionda poggiando una mano sulla spalla di Sam.
La ragazza si scostò, sotto uno sguardo confuso di Danielle che la guardò come se fosse la cosa più buffa al mondo.
"Sam" disse lei guardandosi i piedi "Sam va bene e si, sono la migliore amica di Zayn" concluse con un bel sorriso.
Non l'avrebbe data vinta alla bionda, non quella sera. Ingoiò il magone e strinse più forte la penna.
"E' un piacere rivederti Sam" le disse la riccia sorridendo accomodante "Ci vediamo tra poco ragazze, vado a salutare Ruth, mi pare di averla vista.." la ballerina si allontanò con una grazia che Sam le invidiò profondamente. Lei non era male.
Rimasero lei e la bionda, un'altra volta.
"Ti aspetta una notte solitaria stasera?" le chiese le bionda sorridendo.
Sam si voltò ricambiando il sorriso. Voleva giocare? Avrebbero giocato. "Credimi, non sarà mai solitaria quanto la tua"
Le luci si spensero e le urla riempirono il palazzetto.
 
 
I ragazzi erano stati...straordinari, incredibili, impeccabili.
La mano esile di Sam fu afferrata da quella forte di Paul che la trascinò dietro le quinte prima che la folla potesse investirla.
"Forza, corri a salutarlo prima che lo portino via!" sussurrò all'orecchio della ragazza.
I suoi occhi cominciarono a bruciare. Sapeva davvero?
Paul si accorse dello sguardo di panico dipinto sul volto della ragazza. "Credi davvero che non me ne fossi accorto? Ve lo si legge in faccia!"
"Ma.."
"Fate in modo che nessuno ai piani alti lo venga a sapere e avrete il mio silenzio, ma ora va'!" disse lui sorridendole.
Sam lo guardò ancora un attimo, prima di regalargli il primo vero sorriso della serata.
"Corri!" continuò lui ridendo "Sempre dritta, la prima porta a sinistra!"
Sam si voltò e cominciò a correre più veloce che potè, aveva davvero poco tempo per salutarlo e tutto quello di cui aveva bisogno in quel momento era essere stretta anche per pochi secondi dalle braccia forti di Zayn. Riusciva a sentire il cuore quasi uscirle dal petto.
Arrivò alla porta bianca e ci si tuffò praticamente sopra entrando nel camerino.
Lo trovò intento ad abbottonarsi una camicia a quadri, i capelli completamente bagnati dalla doccia.
Non appena la vide i suoi occhi si riaccesero. "Come? Cosa?"
Sam sorrise e si avvicinò "Ha importanza?" gli chiese guardandolo dal basso.
"Adesso no" il moro prese il suo viso tra le mani e la baciò assaporando ancora una volta quelle labbra incredibilmente rosse.
Sam cominciò a sentire gli occhi pungere, bruciare, e prima che se ne potesse accorgere una lacrima stava solcando, bastarda, la sua guancia.
Zayn la raccolse con un bacio e poi la guardò con un'intensità che la travolse.
"Zayn!" lo richiamò una voce oltre la porta bianca "La macchina è pronta, lei ti sta aspettando!"
Lo stomaco di tutti e due si contorse. "Va'" disse secca Sam sistemandogli il colletto della camicia.
"Andrà bene, te lo prometto" disse continuando a guardarla in quel modo.
Sam provò a sorridere "Lo so, sta' tranquillo"
"Mi dispiace lasciarti sola in.."
"ZAYN!" una voce alterata lo richiamò.
"Va', ti prego" disse Sam riuscendo finalmente a sorridere, doveva farlo per lui.
Zayn posò un leggerissimo bacio sulla fronte della ragazza e sparì oltre la porta bianca.
Sarebbe andata bene?
 
 
Per la prima volta dopo molto tempo quella stanza d'albergo cominciava a sembrarle di nuovo congelata.
Si era infilata nella sua vecchissima tuta nera della nike e aveva indossato la solita magliettina bianca per dormire.
Il freddo però le stava arrivando alle ossa così decise di rifugiarsi nella sua felpona rossa.
Quante prese in giro da parte del moro per quell'indumento, lo aveva sempre fatto ridere come Sam sembrasse una grossa ciliegia avvolta in quella felpa. 
Sorrise. Chissà cosa stava facendo. Cercò di allontanare subito il pensiero, non le faceva assolutamente bene.
La notte era decisamente arrivata e vedendo tutto quel nero fuori dalla finestra Sam sentì di aver paura, paura di perderlo.
Non appena la ragazza si buttò sul letto qualcuno bussò alla porta. Si tirò su di corsa.
Chi diavolo poteva essere alle due?
Corse ad aprire e non appena vide quell'informe massa di ricci davanti a lei sorrise.
"Tu non dovresti essere a dormire, superstar?"
Harry alzò le spalle. "Pensavi davvero che ti avrei lasciato da sola in questa situazione?" disse lui scoprendo quelle fossette.
Sam sentì il cuore riscaldarsi, Harry continuava a stupirla.
Harry rise. "E..dato che so tutto sulla tua passione per Jake Gyllenhaal ho dei DVD con me!" disse mostrandole un porta cd.
"Cosa ho fatto di così buono per meritarmi tutto questo?"
"Ah no, non ti va così bene" disse lui continuando a sorridere "Ho portato compagnia!"
Gli altri tre furono in un attimo davanti a lei. Era troppo, quella sera il cuore di Sam era stato messo a dura prova sul serio.
"Io ho altre coperte" disse Liam sorridendo.
"Io ho la cioccolata calda, il che mi rende il più utile" disse Louis portando un thermos sotto gli occhi della ragazza.
"Oh, silenzio Lou, io ho gli snack" disse il biondo sghignazzando.
 
La serata passò veloce nonostante Liam, Niall e Louis si fossero addormentati a meno di metà di "Love and other drugs".
Harry si ritrovò a sorridere delle lacrime della ragazza durante il finale.
"Oh, dai, era scontato che finisse così!" disse lui a bassa voce per non svegliare il più grande che dormiva sulla sua spalla rannicchiato contro il suo braccio.
"Stai criticando il mio film preferito Haz?" gli rispose Sam minacciosa tenendo anche lei una voce bassa, Liam dormiva proprio accanto a lei, la fronte contro la sua spalla.
"Ti rendi conto che il tuo film preferito parla della nascita del viagra, vero?" 
"Sei tu che sei rimasto su quel pezzo, questo film parla di tutt'altro!" disse lei non riuscendo a trattenere una risata.
I due risero insieme. Niall, che dormiva con la testa poggiata su un polpaccio di Louis russò un po' e li bloccò tutti e due. "Grazie" sussurrò lei.
"E' stato un piacere" disse lui baciando una tempia della ragazza.
Sam scivolò fino a poggiare il viso sulla pancia del riccio e lasciò che la notte la avvolgesse, non aveva paura adesso.
 
 
"Dovevano addirittura darci la camera matrimoniale, eh?" chiese Zayn entrando nella suite di quell'albergo a cinque stelle seguito da Perrie.
La ragazza sbuffò "Non capisci niente, come avrebbero potuto darci delle singole?" chiese alzando un sopracciglio "Non ricordi? Siamo fidanzati" disse lei praticamente sputando quella parola.
Zayn si tolse la giacca e la poggiò sulla scrivania in legno chiaro.
Quella si che sarebbe stata una nottata lunga e complicata.
La ragazza si buttò sul letto e cominciò a guardare il soffitto, prese una ciocca di capelli e cominciò a giocarci.
Il moro decise di sedersi sulla scrivania, prese il telefono e guardò l'orario.
Le tre e mezzo. Sentì lo stomaco rivoltarsi.
Controllò i messaggi. La casella era vuota, sicuramente Sam stava dormendo.
Immaginarsela sola in quel letto gli spezzò il cuore, il freddo lo prese alla sprovvista e chiuse gli occhi, lo aveva sempre aiutato a distendersi.
Poggiò il telefono sulla scrivania e poi si schiarì la voce. La stanchezza lo stava assalendo.
"Io dove dormo?" chiese scendendo dalla scrivania "Voglio dire, non posso dormire a letto con..te.."
La ragazza fu scossa da una risata e si mise a sedere. "Che c'è, hai paura di poter combinare qualche casino?" si alzò e frugò nella sua borsa.
"Hai paura di ferire il cuoricino della tua fidanzatina?" chiese mettendo su una finta faccia triste.
Zayn sentì le mani stringersi e gli occhi spalancarsi, ma di che diamine stava parlando?!
"Sei sempre così stronza?"
La bionda guardò il moro e sorrise "Tu non sai niente di me" si avvicinò "Niente" ripetè con voce ferma.
Zayn venne congelato da quegli occhi che gli ricordavano tanto degli iceberg.
"Vuoi dormire sul pavimento? Bene. Vuoi dormire a letto? Bene, davvero, non me ne frega niente" disse dirigendosi poi verso il bagno.
"Io.." cominciò Zayn.
"Davvero" disse lei di spalle "L'importante è che tu non ti faccia passare in testa di dormire a destra, lì dormo io" e così sparì dietro la porta bianca del bagno.
Era psicopatica o cosa?
Beh, non voleva di certo ne un raffreddore ne un mal di schiena, il letto era l'unica soluzione. Si sfilò le scarpe e si fece piccolo piccolo nel lato sinistro del letto, lasciò che le tenebre e il freddo che regnava in quella stanza lo avvolgessero.







Apettare una settimana è stato veramente difficile, davvero.
Beh, vi ho lasciato un bel capitolone, ci sono un po' di cose da digerire, stiamo approfondendo l'immagine di Perrie, non vedo l'ora di farvi leggere oltre ma per adesso...al prossimo martedì!
Come al solito potete contattarmi anche su twitter (@someonelikecris)

 

Ritorna all'indice


Capitolo 26
*** 26. These secrets hurt like hell ***


Capitolo VENTISEI - These secrets hurt like hell
 
 

"Smettila di essere così duro con lei" gli aveva detto "Smettila di trattarla come se fosse colpa sua" le parole della rossa, Jade? Continuavano a girare nella sua testa, non lo avevano lasciato stare per tutta la mattinata, beccarla nella hall dell'albergo era stata proprio la ciliegina sulla torta.
Perrie non era di certo un suo problema.
Il suo unico problema in quel momento era riuscire ad arrivare in camera e trovare Sam.
Si trascinò fino al secondo piano ed aprì la porta.
Non appena i suoi occhi realizzarono tutto, un sorriso enorme si fece strada sul suo viso, accompagnato però da una stretta al cuore.
I suoi amici avevano dovuto pensare a lei perchè lui non era stato in grado di farlo.
Chiuse la porta dolcemente per non svegliare nessuno. Osservò Liam dormire contro la schiena della ragazza e la mano di Harry sui suoi capelli nocciola, il viso di Louis poggiato sulla spalla del riccio e il biondino dormire con la bocca spalancata.
Spense la tv che i cinque avevano dimenticato accesa e quando si rigirò verso il letto venne fulminato da un azzurro puro.
Sam lo guardava sorridendo da sopra la pancia di Harry.
Si mosse lentamente per non svegliarlo e riuscì a scendere dal letto, sempre nel massimo silenzio si fiondò tra le braccia del moro che la strinse nascondendo il volto tra i suoi capelli.
"Ciao" sussurrò lei con la voce impastata dal sonno cingendo i fianchi del ragazzo.
Zayn le baciò la testa "Che ne dici se ti vesti e andiamo a prendere la colazione a questi quattro?" sussurrò lui.
La ragazza si scostò per prendere un paio di jeans e una felpa. "Avrei bisogno di una doccia.." disse grattandosi la testa.
"Andiamo in camera mia" il moro prese la sua mano e facendo meno rumore possibile uscirono dalla camera della ragazza.
 
 
"Allora com'è andata la nottata?" chiese la ragazza da sotto la doccia.
Il moro si buttò sul letto e grugnì mettendosi un cuscino in faccia.
La mattina quando si era svegliato si era ritrovato da solo, era come se la bionda non ci fosse mai stata.
Sotto la doccia la ragazza sospirò, sapeva che parlarne lo innervosiva ma aveva bisogno di sentire che tutto era andato bene.
"Ok" riuscì a dire il ragazzo mettendosi a sedere "E una di loro mi ha detto di smettere di trattarla male.." disse lui alzando un sopracciglio. Sam storse il naso. 
"Credo che dovrebbe essere il contrario.." la ragazza si maledisse sottovoce. Non aveva mai raccontato niente al moro riguardo le sue chiacchierate con Perrie.
"Che intendi?" chiese lui da dietro la porta.
Sam si picchiò mentalmente e chiuse l'acqua, restò in silenzio, si avvolse in un asciugamano ed aprì la porta trovandoselo davanti.
Lo sguardo di Zayn era confuso, lei cercò di sorridere.
"Che intendi?" domandò nuovamente.
"Niente, davvero.." disse lei stringendosi nell'asciugamano.
Si allontanò dal ragazzo e indossò la biancheria. Zayn si appoggiò allo stipite della porta.
"Ricordi quando mi hai detto che avrei dovuto dirti tutto?"
Sam sentì dei brividi percorrerle la schiena mentre si infilava la maglietta. Rimase in silenzio fino a quando il moro non afferrò il suo braccio e la obbligò a girarsi. "Te lo ricordi?"
La ragazza sospirò abbassando lo sguardo. "Non è importante Zayn.."
"Lo è se ti turba così tanto da non riuscire a guardarmi in faccia.."
Sam alzò gli occhi e si perse in uno sguardo carico di preoccupazione. Sentì le guance arrossire e i brividi regnare sulla sua pelle, sicuramente i capelli bagnati non aiutavano.
"Potrebbe darsi che io e lei abbiamo discusso.." 
"Quando?" chiese Zayn alzando un sopracciglio.
"Al compleanno di Niall e..."
"E?"
"No, questo non lo vuoi sapere.." disse lei lasciandosi scappare una risata nervosa.
"Si che lo voglio sapere" disse lui rilassandosi un po'.
"Beh, potrebbe darsi che io le abbia tirato uno schiaffo.."
Zayn scoppiò a ridere e la ragazza lo guardò strabuzzando gli occhi. Era impazzito?
"Illuminami e dimmi che c'è da ridere!"
"L'immagine di te che tiri uno schiaffo è..è esilarante! Non sei mai stata capace di picchiare nemmeno me!"
"Posso picchiarti adesso se non la smetti di ridere!"
"E perchè poi l'avresti fatto?" chiese lui ricominciando a darsi un contegno, nonostante uno stupido sorrisino rimase sulle sue labbra.
"Beh, io devo vestirmi e..."
Il moro si avvicinò pericolosamente e le afferrò i pugni spingendola contro il muro, era in trappola. "Dimmi perchè" disse lui avvicinandosi alle sue labbra.
In quel momento il cervello di Sam quasi si resettò, quella vicinanza la stava stordendo.
"Oh, mi ha dato della ragazzina innamorata del mio migliore amico.." cominciò.
Zayn sorrise beffardo "E non è quello che sei?" si avvicinò ancora un po', il suo naso sfiorava le ormai incandescenti guance della ragazza. Sarebbe impazzita in pochi secondi.
Zayn era sempre stato un abilissimo provocatore.
"Non l'ho picchiata per quello.." disse lei con un filo di voce "L'ho picchiata perchè ha detto che non saremmo mai stati insieme"
Zayn la guardò ed ebbe la sensazione che mai al mondo avrebbe ritrovato una persona del genere, in nessuna era, in nessun posto. Sam era tutto quello che lui aveva sempre aspettato, desiderato e forse meritato.
Si fiondò sulle labbra della ragazza. Quelle ore senza quel contatto lo stavano lentamente divorando ed averla lì davanti in mutande e reggiseno di sicuro non aiutava.
Poco a poco la ragazza si rilassò tra le sue braccia e come era solita fare fece perdere le mani tra i capelli morbidi di Zayn.
Il ragazzo la prese per i fianchi e la trascinò con lui sul suo letto facendola cadere dolcemente tra le lenzuola.
"Non è bello vedere quanto si sia sbagliata?" sussurrò lui all'orecchio della ragazza prima che lei potesse liberarsi della maglietta del moro.
 
 
"Il lavoro invece come va?" le chiese Zayn cercando di tenere in equilibrio i tre cappuccini e il thè per Louis.
Erano velocemente sgattaiolati a prendere la colazione lì vicino.
"Ho mandato il secondo articolo proprio l'altro giorno, va bene.." disse lei cercando di non scottarsi le mani con la busta dei cornetti.
"Hai scoperto qualcosa sul libro di tua madre? Intendo, di che parla la storia?" chiese salendo le scale.
"Penso che lei si sia immaginata la mia vita, sai, parla di questa ragazza con gli occhi azzurri che da New York è andata a vivere in un piccolo paese inglese, penso che mio padre avesse parlato con lei di queste cose prima che..."
"Allora è proprio vero, nessuno meglio di te può continuarlo.."
"Non saprei.."
"A che punto è arrivata tua madre?"
"Il primo giorno di scuola" disse lei abbassando lo sguardo.
"Io lo ricordo molto bene" disse lui "Una ragazzina con un grembiule rosa che scappando terrorizzata mi atterra.."
Sam rise, anche lei lo ricordava perfettamente. "Non dico di raccontare per forza la tua storia, Sammy, dico che questo mi sembra proprio un segno del destino.."
Arrivarono davanti alla camera della ragazza ed entrarono silenziosamente.
Le tapparelle erano ancora abbassate e i quattro ragazzi giacevano ancora sul letto uno attaccato all'altro.
"Adesso?" chiese Sam sussurrando all'orecchio di Zayn.
Il moro sorrise poggiando tutto sulla scrivania. Prese la busta con i cornetti e ne afferrò uno.
Si avvicinò al letto e lentamente lo fece passare sotto il naso di Niall.
Sam, capito l'intento del moro, liberò tutti i cappuccini del tappo in modo che l'aroma del caffè si disperdesse nella camera.
"E' un cornetto questo?" la voce impastata dal sonno di Niall fece stringere il cuore della ragazza. Era impossibile non trovarlo la persona più dolce del mondo.
"Chi ha detto cornetto?" chiese Liam sbadigliando.
"Ci hanno portato la colazione!" esordì Niall svegliando Louis che in tutta risposta gli tirò un cuscino in testa svegliando Harry.
Quando il riccio si tirò su a sedere, Sam non potè che sorridere, sembrava che i suoi capelli avessero fatto a botte con il cuscino.
Quando lui la salutò sventolando la mano lei sorrise e gli porse il suo cappuccino.
Lui lo afferrò e si beò dell'odore di caffè. "Che genere di angeli siete?" chiese con voce roca.
Ridendo, Zayn aprì le tapparella lasciando che un po' di sole entrasse nella stanza.
Fecero colazione tutti insieme, come una vera famiglia.
 
 
"Non ci credo che finalmente abbiamo una giornata tutta per noi" disse il moro stringendo la mano della ragazza.
Avrebbero passato tutta la giornata in giro per New York dato che da lì a pochi giorni sarebbero ripartiti per riprendere il tour.
"A chi lo dici"
Proprio mentre stavano per uscire dall'albergo una voce li richiamò.
"Zayn, dove state andando?" era Paul e la sua espressione non era delle migliori.
"Andiamo a fare un giro" disse lui stringendo più forte la mano della ragazza.
"Credo che.." cominciò lui avvicinandosi. Lo stomaco di Sam ebbe uno strano sussulto. "Devo parlare con voi due..venite con me"
I ragazzi seguirono Paul fino alla sua camera, dove li fece accomodare e piazzò davanti a loro alcune foto di loro due quella mattina mentre prendevano la colazione.
"Queste hanno fatto il giro del mondo stamattina" disse serio.
Il moro roteò gli occhi e la ragazza si sentì davvero stupida per aver pensato che avrebbero potuto passarla liscia in quel modo.
"Non ci posso credere.." sussurrò Zayn "Siamo usciti solo dieci minuti!"
"Mi chiedo perchè, di tutti e cinque, tu sei l'unico a non aver ancora capito che loro vi pedinano.."
"E adesso?"
"Sono arrivate ai piani alti, non ci hanno messo molto a insospettirsi, e il mondo si domanda perchè hai passato la notte con Perrie ma hai fatto colazione con questa ragazza misteriosa.."
"Hanno capito qualcosa?!"
"A quel punto non potevo più negare Zayn, questo è il mio lavoro, vi lasceranno stare fino a quando la vostra storia non interferirà con la faccenda della bionda, ma vogliono che la gente smetta di parlare di voi due, già in parecchi non credono per niente a te e Perrie..dovrete stare più attenti da ora in poi"
"Quindi?" 
"Quindi oggi ti fai la tua bellissima passeggiata per New York proprio come volevi"
Zayn ricominciò finalmente a prendere fiato "Con la bionda" aggiunse il ragazzone.
"No, non posso, ci sono già stato ieri notte!" 
"Mi spiace ma qui non si tratta di quello che vuoi o non vuoi, si parla di quello che devi e non devi fare"
"Io davvero non.." disse lui alzandosi.
Sam afferrò la sua mano e la strinse forte. "Zayn" disse dura "Lui ha fatto più di quello che poteva, calmo"
Il moro la guardò e sentì gli occhi bruciare. Tutto quello che voleva era una semplice giornata con la sua ragazza, ma tutto stava diventando un incubo.
 
 
"E tu che ci fai qui?" le chiese il riccio squadrandola "Non dovevi passare un super zuccheroso pomeriggio con Zayn?" sorrise.
Quando Sam alzò lo sguardo però Harry la smise, era successo qualcosa di grosso.
"Oh no" disse sedendosi accanto a lei nella hall dell'albergo. "La bionda?"
Lei annuì. "E' stata colpa nostra, stamattina ci hanno fotografato mentre prendevamo la colazione.."
Il riccio le carezzò una spalla. "Lo so, fa schifo"
"Tanto" disse lei stringendosi la testa tra le mani.
"Ehi.." esordì lui, voleva distrarla, odiava vedere quegli occhi azzurri così spenti "Io sto andando a farmi un tatuaggio, mi accompagni?"
Sam alzò la testa e lo squadrò "Un altro?"
"Non puoi dire che non ti piacciono, il tuo ragazzo ne è pieno" Sam sorrise. Ecco, andava già tutto decisamente meglio se lei sorrideva.
"Non ho mai detto che non mi piacciono infatti.."
"E magari indovino anche il tuo preferito" disse lui scoprendo quelle fossette.
"Spara" lo sfidò la ragazza.
"Sono convinto che quel cuore sul basso ventre ti piaccia proprio perchè.."
Sam scoppiò a ridere e gli tirò un pugno. "Sei un cazzo di campione di tatto, Styles!"
In effetti quel cuore l'aveva sempre mandata fuori di testa.
Harry rise e afferrò la mano della ragazza trascinandola fuori.
"Aspetta" disse lei fermandosi "E se ci vedono?"
"Beh?" chiese il riccio alzando le spalle "Io non ho una ragazza"
"Non voglio creare altri casini.."
"Sei la nostra addetta stampa, ok? E che ti vedano con me non può essere che un bene, li svierebbe tutti, non credi?"
"Ogni volta che ti vedono con una ragazza finisci sempre per ricevere odio, e davvero non capisco perchè.."
"Sono quel famoso puttaniere, non ricordi?"
"Io non voglio che tu soffra, Harry" disse lei tornando sui suoi passi.
Harry sorrise e le afferrò un braccio costringendola a voltarsi. "Credi che non ci sia abituato?"
"Si, ma.."
"Non preoccuparti, voglio davvero che tu venga con me"
Sam lo guardò negli occhi e quasi si perse in quel verde così puro. Ogni mossa che faceva avrebbe potuto ferire qualcuno, che razza di mondo era quello?
Il riccio strinse la sua mano e la tirò fuori dall'albergo.
Salirono sulla sua Range Rover nera e in pochi minuti si ritrovarono davanti ad un edificio bianco.
"Li conosci proprio tutti eh?" chiese lei entrando.
Harry rise e si accomodò.
 
Erano lì dentro da ormai due ore e il tatuaggio era quasi finito.
Una gabbia sotto l'ascella destra. Un sinonimo di progionia, di libertà violata, di un segreto da mantenere.
Sam non potè non riconoscersi in quel tatuaggio e dovette veramente faticare per impedire alle lacrime di scendere per le sue guance, così strinse la mano del riccio ancora più forte.
 
 
 

"Sai, odio essere qui quanto lo odi tu" esordì la bionda sorseggiando il suo mocaccino.
"Almeno siamo d'accordo su qualcosa e per la cronaca...lascia stare la mia ragazza, lei non c'entra niente con tutto questo"
La bionda lo squadrò e poi sbottò a ridere lasciandolo di stucco.
"Beh, si povera piccola vittima, e tu chi sei? Il cavaliere che la difende a spada tratta dalla strega malvagia?"
"Mi spieghi perchè devi essere così cattiva?"
"Perchè sono fatta così" disse lei secca.
"No, secondo me non è vero" Zayn cominciò a torturare un povero fazzoletto di carta. "Quando qualcuno si comporta da stronzo di solito ha sempre un ottimo motivo, il tuo qual è?"
Perrie lo guardò sbalordita sentendo gli occhi pungere. Un viso si stava imprimendo a fuoco nella sua retina.
"E a te perchè importa?"
Il moro guardò l'orologio. "Abbiamo ancora due ore da passare insieme, di qualcosa dovremo parlare, no?"
"Proprio di me?"
"Dimmi perchè ce l'hai con Sam, non credo proprio sia per me, quindi voglio sapere"
Ma si, in fondo cosa aveva da perdere? Fare la parte della stronza le piaceva ma era arrivata al punto in cui si sentiva soffocare da quella maschera.
"La invidio"
Zayn strabuzzò gli occhi. No, non poteva essere.
"E non per te, idiota, ma perchè ha la forza che è mancata a qualcun altro, a qualcuno che doveva rimanermi vicino ma che non ce l'ha fatta.."
"Chi?"
"Logan, il mio ex ragazzo, stavamo insieme prima che montassero tutta questa cosa, nessuno sapeva niente, mi aveva promesso che sarebbe stato forte ma..." piccole lacrime cominciarono a solcare le guance della bionda "All'uscita delle prime foto mi ha mollato, è per questo che non sopporto la tua ragazza, e mi odio per questo"
Zayn strinse la sua mano fino a quando ogni lacrima non trovò la sua strada, lasciando la ragazza sbalordita, tutto era più chiaro adesso.
Non poteva non capirla.
Lontano da occhi indiscreti intanto la messa a fuoco veniva ben calibrata, i soggetti individuati e le dita, crudeli, schiacciavano quel tasto ripetutamente.
 






BEEEEENE.
Nonostante il mio sistema nervoso stia tentennando ho deciso di postare lo stesso! Mi sarebbero girati troppo i cosiddetti!
Devo scappare a finire di studiare, scusatemi!
Spero vi sia piaciuto e mmmm, ricomincia l'azione ragazzi!
Al prossimo martedì :*


Fra, quel Logan è tutto per te ahahahahah <3

Ritorna all'indice


Capitolo 27
*** Pictures of you, pictures of me remind us all of what we used to be ***


Capitolo VENTISETTE - Pictures of you, pictures of me remind us all of what we used to be
 
 
 
Le dita scorrevano lentamente sullo schermo del suo telefono.
Ogni volta che lo pizzicava per allargare l'immagine sembrava che qualcuno giocasse con i suoi nervi.
Incredibile come twitter possa tenerti sempre al centro del mondo, come possa farti arrivare news in così poco tempo.
Quelle foto la ferivano più di quelle in cui la baciava, in cui la stringeva, in cui la testa della bionda si poggiava sulla sua spalla.
Sam se ne stava seduta sul letto, una mano a reggere la testa e un'altra che cercava altre foto sul social network.
"Ma che diavolo.." sussurrò quando ne trovò una che le fece stringere i denti più delle altre.
Cos'era? Gelosia? 
La bionda teneva la testa chinata, ma una lacrima era ben visibile lungo la sua guancia, le mani congiunte sul tavolo.
La cosa che più la lasciava perplessa era il corpo di Zayn teso verso la ragazza, il suo sguardo preoccupato e quella mano poggiata sulle sue.
Lo stesso sguardo che aveva dedicato a Sam molte volte. La ragazza strinse il pugnò e scaraventò il telefono a terra maledicendosi quasi subito.
Al diavolo.
In che razza di situazione si era cacciata? Sapeva che partire con Zayn non le avrebbe portato altro che guai ma come sempre non era riuscita a resistere a quegli occhi d'oro colato.
Si stese coprendosi il viso con le mani. 
No, non avrebbe pianto. Piangere avrebbe significato troppo e lei non era pronta, non voleva credere di essere arrivata a quel punto.
Che diavolo stava combinando Zayn? In quale squadra stava giocando ?
Avrebbe voluto vederlo nei suoi panni, chiuso in quella stanza a guardare foto di lei con un altro, gli sarebbe davvero importato così tanto?
Sentiva un mostro verde nascere dentro di lei e divorarle i nervi, stava per impazzire, sentiva l'esaurimento veramente vicino.
Mentre si picchiava mentalmente per l'ottava volta qualcuno bussò alla porta della sua camera.
Si mise a sedere e poi si alzò senza preoccuparsi del giramento di testa.
Doveva essere Zayn, aveva bisogno di risentire il calore di quegli occhi, di sentire che era stato tutto un equivoco.
Quando però aprì la porta venne congelata da un azzurro cristallino e da un sorriso sghembo.
"Louis!" urlò nella sorpresa. Quasi non riconobbe il suo tono di voce.
Il ragazzo la squadrò. "Si" disse sorridendo "Louis!" urlò anche lui.
Sam si battè una mano sulla testa e rise. "Io..scusa, pensavo fosse.."
"Zayn" concluse lui.
"Già, lui non è ancora tornato e.."
"Oh, c'è molto traffico oggi, sai, New York è caotica! Starà sicuramente per tornare, tranquilla.."
"Si.." disse lei guardandosi i piedi "Oh, scusa, non ti ho fatto nemmeno entrare.." disse poi scostandosi dalla porta.
"No, tranquilla" disse mettendo le mani avanti "Harry è con te?"
"Veramente no"
"E' che mi aveva promesso un caffè e non risponde al cellulare, ero un po' preoccupato.." disse lui grattandosi la nuca, abbassando lo sguardo.
Sam sorrise. "Prova in terrazza, sarà sicuramente lì" 
"Ehi ragazzi!" quella voce congelò immediatamente il sangue della ragazza. Zayn si avvicinava con un sorriso a trentadue denti sul viso.
"Non potete capire il traffico che c'è in giro, pensavo di non arrivare più" si sporse un po' per baciare le labbra di Sam che rimase interdetta.
Quel tocco quasi le aveva dato fastidio e non potè non odiarsi per questo. Non poteva lasciare che la gelosia la divorasse in quel modo, era assurdo.
"Andrò a cercarlo in terrazza allora, grazie Sammy" Louis sorrise un'altra volta prima di voltarsi e camminare verso l'ascensore.
"Ha perso Harry un'altra volta?" chiese il moro sghignazzando.
"Così pare" disse lei tornando in camera. Zayn sentì lo stomaco bloccarsi, la seguì e si chiuse la porta dietro le spalle.
"Ehi" disse lui guardando per terra "Che è successo al tuo telefono?"
Sam guardò il cellulare aperto in tre pezzi sul pavimento, si chinò e lo richiuse senza dire una parola.
"Che succede?" chiese Zayn sedendosi sul letto.
"Niente" disse secca la ragazza. Non era mai stata una tipa gelosa, non riusciva a sopportare di esserlo diventato tutto d'un tratto.
Il ragazzo si avvicinò alle sue spalle e delicatamente la abbracciò nascondendo il viso tra i suoi capelli.
"Avrei davvero voluto stare con te oggi.." sussurò al suo orecchio.
Sam strinse i denti. "Non credo ti sia andata tanto male, no?" chiese senza pensare.
"Ma di che parli?" la lasciò andare.
"Lasciami stare, mi passerà.." disse lei dirigendosi verso la porta della camera.
Il moro le afferrò un avambraccio e la bloccò. Dovevano smetterla di avere questioni in sospeso.
"Dimentichi che io di te conosco ogni gesto" disse attirandola verso di se' "Da me non puoi scappare" continuò incatenando i loro sguardi.
E allora Sam capì. Più che gelosia, quella che sentiva lei era una rabbia spaventosa.
Come poteva starsene a consolare la ragazza che glielo aveva portato via quando sarebbe dovuto stare con lei?
Ma da che parte giocava?
"Va' ad asciugare le sue di lacrime, le mie posso asciugarle da sola" disse lei tra i denti.
Zayn strabuzzò gli occhi. "Che..?"
"E' incredibile" disse lei liberandosi della stretta del moro.
"Cosa è incredibile?"
"Come possa ferirmi di più una foto in cui la consoli che una in cui la baci" disse lei con una voce stranamente fredda "E sai perchè?"
"Sam ma.."
"Perchè mentre la baci, mentre sei obbligato a stringerla.." qualcosa cominciò ad incrinarsi però, a partire dalla voce della ragazza.
"Mentre la abbracci io so per certo che stai fingendo, riesco a vederlo addirittura, ma mentre la guardi in quel modo.."
"Quale modo?!" esplose il moro.
"Il modo in cui mi guardavi ogni santa volta che avevo un incubo, ogni volta che eri preoccupato per me, per me Zayn!" le lacrime cominciarono a scendere sulle sue guance, incandescenti.
"Tu non sai quello che ha passato" disse lui senza alcuna emozione nella voce.
L'aveva detto davvero? No, doveva essere tutto un brutto scherzo.
"Non mi interessa quello che ha passato lei!" urlò asciugandosi le lacrime. Dio, se odiava essere vista in quello stato, la rendeva debole.
"Lei mi capisce, sta passando esattamente quello che sto passando io.."
Quelle parole incatenarono i polmoni della ragazza che per qualche secondo si scordarono come fuzionare.
"Lei ti capisce" sussurrò "Capisce quello che stai passando, eh?"
"Si" disse lui avvicinandosi "Lei è stata meno fortunata di me però, il suo ragazzo non è stato forte come te.." continuò prendendo il viso della ragazza tra le mani.
Sam afferrò i polsi di Zayn e li scacciò. Rise nervosamente.
"A quanto pare andreste davvero d'accordo come coppia, non credi?" chiese dura.
"Ma ti rendi conto di quello che stai dicendo?"
"E tu invece ti ascolti? Ma hai capito o no come mi ha trattata?!"
"Era gelosa, proprio come lo sei tu ora"
Sam sentì come uno schiocco, qualcosa scattò nel suo cervello.
La stava comparando a Perrie. "Sono gelosa solo perchè tu mi dai motivo di esserlo"
Il moro allargò le braccia. "Senti chi parla" finalmente lo aveva detto.
Le parole che si teneva chiuso dnetro da troppo tempo stavano uscendo piano piano.
Si erano lasciati indietro troppi conti aperti quei due, sapevano che quel momento sarebbe dovuto arrivare.
Tutto ormai stava venendo a galla, poteva essere la cosa migliore per tutti e due, come poteva essere la fine.
"Ma di che parli?!"
"Sai, le foto arrivano anche a me" disse lui avvicinandosi di nuovo "Accompagni Harry ovunque adesso? E mi pare che vi divertiate abbastanza!"
Finalmente si era liberato. Era più di un mese che la sua gelosia nei confronti del riccio si accumulava.
"Ma ti senti quando parli?" chiese lei strabuzzando gli occhi "Come puoi essere geloso di lui? Come, quando sai che io ho sempre visto solo te?!" ed eccole lì, le lacrime, puntuali come sempre scendere copiose "Sei ridicolo"
"Anche tu lo sei se pensi che potrei mai guardare lei nel modo in cui guardo te" gli occhi del moro si congelarono, diventarono immediatamente più scuri.
Lo stomaco di Sam ormai era quanto c'è di più simile ad un nodo.
"Forse non ce la faccio Zayn" disse lei avvicinandosi alla porta, questa volta il moro nemmeno provò a fermarla, aveva bisogno di stare lontano da lei o avrebbe spaccato qualcosa, come poteva pensare che lui le preferisse Perrie?
"Forse non ho bisogno di te.." disse facendo scendere lentamente la maniglia della porta "Ho bisogno del ragazzino di diciassette anni che canta quella stupidissima canzone" senza voltarsi uscì dalla stanza lasciando il moro da solo, immobile, incredulo.
Non poteva essere successo davvero.
Per la prima volta, dopo tanto tempo, Zayn lasciò libera uscita a quelle lacrime che custodiva da così tanto.
Sentiva il peso del mondo addosso.
Non poteva permettersi di perderla, ma lentamente la stava scivolando dalle mani, la gelosia e la paura li stavano ormai allontanando, li stavano rendendo estranei.
E lui che si preoccupava tanto del management.







Mi lincerete tra 3..2...1....dai, stava andando tutto troppo bene per i miei gusti.
I nervi di questi due erano sovraccarichi da un beeeel po' di tempo, non credete?
Ora scappo perchè devo studiare! (strano, vero? #inseriretonnellatedisarcasmoqui)
Un abbraccio e un grazie enorme a chi continua a seguire questo sclero che è il mio tormento ultimamente!
Fatemi sapere! :*

Ritorna all'indice


Capitolo 28
*** 28. This song saved my life ***


Capitolo VENTOTTO - This song saved my life
 
 
"Adoro Phoenix, tu no?" il castano si stiracchiò sulla sua sedia.
Harry sorrise versando un po' di latte nel suo caffè.
"Non capirò mai come fai a bere quella schifezza.." disse il più grande spremendo un po' di limone nel suo thè.
Harry alzò le spalle e si concesse ben due cucchiaini di zucchero.
"Strano che Liam non si sia ancora alzato, vero?"
Harry continuava a guardare davanti a se' ignorando il più grande, per quanto fosse difficile.
"Cioè, Zayn e Niall posso capirli ma Liam dov'è finito?" continuò lui spalmando un po' di marmellata su una fetta biscottata.
Harry scansò il suo caffè, improvvisamente il suo stomaco si era chiuso.
"Potresti smettere di farmi parlare da solo?"
In un attimo Louis lo riportò alla realtà. I loro sguardi si incontrarono.
"So che stai pensando a quei due, ma non puoi sempre metterti in mezzo.." il più grande si nascose dietro la sua tazza di thè.
"Non posso nemmeno stare a guardarli mentre fanno gli idioti però" disse Harry poggiando la schiena contro la sedia di legno.
"Sono affari loro"
"So che hanno litigato per la bionda, solo che Sam si è chiusa in un silenzio imbarazzante e Zayn..beh, è Zayn e come al solito non parla"
"Ho capito, non se starai fuori" disse Louis mordendo poi la sua fetta biscottata.
"Sono tre giorni che nemmeno si guardano, come faccio a starne fuori?"
"Mi sembri una suocera isterica in questo momento, rilassati" il castano scompigliò i ricci del ragazzo.
"E poi, dove pensi che sia Liam? Sarà da Zayn, sai che lui è più paranoico di me quando si parla di quel ragazzo.."
"Si, lo so, sareste una bella coppia di suocere isteriche"
"La smetti con questa storia?" Harry tirò al castano una zolletta di zucchero che gli rimbalzò sul naso.
Si guardarono per un attimo e poi scoppiarono a ridere insieme. "Sei un idiota" disse Louis sorridendo "Dai, va' da Sam, voglio vedere cosa sei in grado di combinare!"
 Harry si alzò ed afferrò un muffin, tutti erano più inclini a parlare davanti al cioccolato.
"Dovrei aprire un'agenzia matrimoniale.." mormorò il riccio tra se' e se' dirigendosi verso il piano superiore.
 
 
"Zayn, devi alzarti, abbiamo le prove per stasera" disse il castano scuotendo il migliore amico "Zaaaaynieee!"
"Lì, ti prego.." il moro nascose la testa sotto il cuscino.
Liam si battè una mano sulla fronte, svegliarlo era sempre un'impresa mastodontica.
"Mi costringi ad aprire le tende?" chiese il più piccolo avvicinandosi al letto.
Zayn non rispose. 
Indignato, Liam si diresse verso le finestre e con un colpo secco aprì le tende.
La camera fu invasa dal Sole splendente di Phoenix.
"Lì, sei un mostro, davvero" mugugnò il moro mettendosi a sedere "Prima eri più delicato"
"Prima tu non mi snobbavi"
Il moro sapeva esattemente di che cosa Liam stesse parlando. Quei tre giorni a stento si erano scambiati il buongiorno.
"Scusa.." disse poi stropicciandosi gli occhi.
"Hai delle occhiaie che fanno paura, sai?" chiese il castano sedendosi accanto a Zayn.
"Grazie, cos'è questa, la punizione?"
"No" disse Liam guardandosi le mani "Mi sto preoccupando per te, che succede?"
"Sai cosa succede, chi non ci ha sentito urlare?" disse tutto d'un fiato.
Come sempre aveva fatto la scelta sbagliata a tenersi tutto dentro e come ogni volta se ne era accorto troppo tardi.
Raccontò a Liam la discussione di quella sera, come lei le fosse diventata estranea di punto in bianco.
Di come la paura gli stringeva lo stomaco ogni volta che provava a parlarle. Erano sempre state due teste dure, sempre troppo orgogliosi per fare il primo passo.
"Ha detto che non ha bisogno di me" disse lui con le mani tra i capelli "Che ha bisogno del diciassettenne che canta quella dannata canzone"
Il tono della voce di Zayn spiazzava Liam più di tantissimi altri gesti che il moro inconsapevolmente aveva compiuto.
Gesti che non passavano mai inosservati agli occhi del più piccolo. Zayn per lui non era più un segreto, era un bellissimo ed affascinante libro aperto.
Una persona complicata, fatta di silenzi e sguardi ma che una volta inquadrata diventava una delle creature più belle a questo mondo.
Liam si avvicinò e lo strinse. Sapeva quanto il moro amasse ricevere abbracci come quelli.
"Non riesco a parlarle, io non so che cosa dirle.."
Liam gli carezzò i capelli. "Nella sua situazione tutto le sembra più grande, ha solo paura di perderti"
"Sono io che sto perdendo lei"
Liam rise. "Lei è ancora qui, stupido, tu non hai perso proprio nessuno, e poi stasera abbiamo il concerto.."
"E allora?"
"E allora tu sei quello che quando canta si emoziona, che emoziona tutti quanti, la tua voce, i tuoi occhi, hanno sempre parlato per te, solo che non te ne accorgi, andrà tutto bene Zay e quando tra qualche settimana ripenserai a questa mattinata riderai come un matto pensando a quanto sei stato stupido a pensare di perderla"
Il cuore del moro cominciò a battere più forte. Aveva il migliore amico del pianeta.
"Ma come fai?" gli chiese scostandosi dall'abbraccio.
Liam lo guardò confuso. "Tu sai sempre cosa dire, cosa fare, io invece faccio solo casini.."
"Ti sei dimenticato di tutte le volte in cui mi hai salvato da un esaurimento?" il ragazzo scompigliò i suoi capelli scuri e si alzò lasciandolo da solo in quella camera.
 
 
Giunto davanti alla porta della camera della ragazza il riccio si guardò le scarpe e bussò.
Il cuore della ragazza si congelò. Da una parte sperava ardentemente che il suo ragazzo fosse dietro quella porta, dall'altra non era pronta a rivederlo e ad affrontare qualsiasi discorso.
"Sam?" quando sentì quella voce così dolcemente familiare però si rilassò.
"Entra, è aperto" disse tirando le lenzuola del letto.
Una massa informe di ricci si fece strada portando con se' un muffin al cioccolato.
"Non eri a colazione.." disse il riccio posandolo sulla scrivania.
"Si, io..non ho molta fame, ma grazie lo stesso"
"E' un piacere" disse lui sorridendo.
"Ti serviva qualcosa?" chiese lei facendo la vaga. Sapeva che Harry era lì per tutt'altro.
Si sentiva così tremendamente in colpa, aveva ignorato praticamente tutti per quei tre giorni.
"Vuoi che arrivi piano piano alla verità o mi dici tutto subito?" chiese il riccio sedendosi accanto a lei sul letto.
Eccolo lì, il solito vecchio Harry. Nonostante ormai fosse abituata alle parole dirette del riccio Sam riusciva ancora a rimanere spiazzata.
Abbassò lo sguardo e cominciò a torturarsi le mani fino a tirarsi una pellicina e a far uscire del sangue.
Una mano di Harry si posò sulle sue impedendole di distruggerle oltre. "Niente bugie, ricordi?" le chiese lui mostrandole il mignolo.
Sam tornò a guardarlo. "La verità è che non ci sto capendo più niente, forse il destino non vuole che io e lui stiamo insieme, forse ho sbagliato tutto" la voce della ragazza scendeva di tono dopo ogni parola.
Harry passò una mano tra i suoi capelli e la attirò a se'. 
"Forse ho paura che lei riesca a portarmelo via davvero, paura che si stanchi di combattere, ma più di tutto ho paura di non farcela, ho paura di deluderlo. Ti sbagliavi Harry, io non ce la faccio, non ce la farò mai a vederlo con lei, a sentirgli addosso il suo profumo, quasi non sopporto l'idea che abbiano respirato la stessa aria e si, so che è inquietante"
"Non sei inquietante" disse il riccio schignazzando.
"Si invece"
"No, scema, sei solo innamorata"
Quindi questo era l'amore di cui tutti parlavano? Per il quale si scrivevano canzoni, sonetti e poesie?
"Continuo a pensare che io qui non c'entro niente, che sto solo mettendo a rischio la vostra carriera"
Harry le prese il viso e la costrinse a guardarlo. "Ehi, ma tutte queste stupidaggini oggi?"
La ragazza si tirò indietro passandosi una mano tra i capelli. "Forse è solo arrivata l'ora che io vada via, tutto questo non fa bene ne a me ne a lui"
"Sai cosa lo ucciderebbe più di tutto? Vederti andare via per colpa sua Sammy, non essere sciocca"
"E' solo che...ho questa voglia di..di spaccare qualcosa, e poi ogni volta che lo vedo il mio stomaco si contorce, mi tremano le mani, mi manca l'aria"
"Anche questo è amore, come puoi non vederlo?"
"Alterno momenti in cui tutto quello che desidero è stare con lui, vederlo sorridere, avere quegli occhi addosso a momenti in cui l'unica cosa che voglio è prenderlo a pugni"
"Beh spero che questa sera non ti venga in mente di picchiarlo mentre è sul palco"
Lo stomaco della ragazza parve rivoltarsi completamente, si era scordata del concerto, il panico le riempì gli occhi.
Non poteva sentirlo cantare, non mentre era in quello stato, per lei sarebbe stata la fine.
"Perchè verrai, vero?"
La ragazza rifugiò il viso tra le sue mani, la sua testa sarebbe scoppiata da un momento all'altro.
"E' il mio lavoro, io devo venire" disse con un filo di voce.
Il respiro della ragazza cominciò a farsi sempre più veloce e Harry se ne accorse immediatamente.
"Ehi, ehi.." la strinse forte "Davvero, Sam, andrà tutto bene" sussurrò al suo orecchio "Tutto andrà per il verso giusto"
La ragazza serrò una mano attorno all'avambraccio del riccio e ringraziò il cielo per averle donato quell'angelo. Senza di lui non sarebbe stata da nessuna parte a quel punto. 
Harry la tenne stretta fino a quando non tornò ad avere un respiro regolare.
"Questa volta mi hai salvato tu da un attacco di panico"
 
 

Per la prima volta nella storia dei one direction quella sera si sarebbero esibiti in un teatro, sarebbe stato un concerto completamente acustico.
Ci sarebbero state solo le loro voci e una chitarra, sbagliare era vietato più che mai quella sera.
I fan erano già seduti sulle loro poltrone quando Sam sbirciò da dietro il sipario.
Stranamente l'atmosfera era tranquilla, forse perchè quel teatro alla fine non era molto grande.
"Sam" quella voce le congelò il sangue.
Quando si girò venne travolta da tutta la potenza di quello sguardo nocciola quasi coperto dai capelli che quella sera aveva lasciato giù.
Il suo cuore perse un battito nel trovarselo davanti, elegante come non mai nonostante il solito papillon slacciato che rendeva il ragazzo sexy in maniera disumana.
Qualcosa però non andava nel suo tono di voce. Era piatto, piatto come non mai.
E i suoi occhi erano privi della solita luce che faceva sentire la ragazza a casa.
Zayn riusciva a sentire chiaramente le sue mani tremare mentre ne avvicinava una alla guancia della ragazza, sfiorandola.
Sam socchiuse gli occhi e Zayn la vide mordersi le labbra, era nervosa. Quel contatto fu come una scossa elettrica.
Gli occhi dei due ragazzi cominciarono a bruciare quasi nello stesso istante.
Il ragazzo avrebbe voluto stoppare il tempo e stringerla fino a che non fossero diventati una persona sola, ma non poteva, mai come quella sera la gente dei piani alti era in giro.
"Sam" ripetè con un filo di voce.
La ragazza riaprì gli occhi facendo perdere il moro in quell'azzurro sconfinato che, dato il nervoso, quella sera tendeva come non mai al blu.
"Io.." il cuore della ragazza ricominciò a correre sempre più veloce. 
"Zayn, muoviti, siamo in ritardo!" Paul lo richiamò.
Il moro sbuffò e scansò la mano dal viso della ragazza. Sam abbassò lo sguardo mordendosi un labbro, di nuovo, mai era stata tesa come quel giorno.
"Sarai bravissimo stasera" disse con un filo di voce prima di lasciarlo lì da solo.
La ragazza si accomodò nella sua poltroncina, in attesa di quelle voci, soprattutto di una.
 
 
Il concerto stava andando magnificamente.
Tutto il teatro era incantato da quelle voci che non erano mai state intonate come quella sera.
I ragazzi scherzavano e ridevano con il pubblico, tutti tranne uno che non era mai stato assente come quella sera.
Zayn aveva uno sguardo quasi vuoto durante i suoi pezzi ma la sua voce non era mai stata così perfetta.
Il ragazzo preferiva concentrarsi sulla tecnica per non lasciare spazio ai sentimenti veri, o quella sera avrebbe guardato sempre e solo da una parte.
Moments scorreva tranquilla mentre gli occhi della ragazza si facevano naturalmente lucidi.
Quella canzone era sempre stata particolare per lei, era la sua preferita.
Ricordò le innumerevoli volte che aveva obbligato Zayn a canticchiarle il suo pezzo, la strofa più bella per lei.
Le lacrime scesero da sole e sentì le mani cominciare a tremare non appena il moro cominciò il suo pezzo.
"Flashes left in my mind, going back to the time.." immagini nitide e dolorosamente chiare si impressero nella retina del moro.
Quel primo bacio, quella bellissima insicurezza mentre si avvicinava alle sue labbra, quella voglia irrefrenabile di stringerla a se' tutta la notte e il desiderio di sentirla sua, sua come non mai.
"Playing games in the street, kicking ball with my feet" di nuovo immagini di loro due da piccoli, mentre giocavano nel suo giardino.
Il ginocchio sbucciato di Sam e le sue mani, pronte e delicate a porre un cerotto sul taglio.
"Dancing on with my toes, standing close to the edge, there's a pile of my clothes at the end of your bed" e i suoi occhi furono irrimediabilmente su Sam in prima fila. Le lacrime solcavano le guance della ragazza proprio come stavano per solcare le sue.
Stavano sbagliando tutto, si stavano arrendendo troppo in fretta. Si stavano sfuggendo e nessuno dei due era capace di bloccare l'altro. Stavano perdendo senza aver nemmeno cominciato a giocare.
"As I feel myself fall, make a joke of it all" il ragazzo chiuse gli occhi e lasciò che la sua voce, sicura e cristallina riempisse il teatro sovrastando gli applausi e le urla di approvazione, finalmente carica d'emozione.
Il cuore della ragazza aveva perso il normale battito da ormai molto tempo.
Era come se qualcosa fosse scoppiato dentro di lei, qualsiasi cosa fosse non ce la faceva a rimanere lì dentro.
Così le sue gambe agirono da sole, si alzò dal suo posto e furtivamente si avviò verso l'uscita del teatro.
Quando il ragazzo riaprì gli occhi cominciò a cercarla con lo sguardo ma solo quando vide il suo posto vuoto sentì le gambe perdere forza.
Harry si era accorto dello sguardo di panico del moro e stringendogli il braccio gli indicò la ragazza che stava per raggiungere la porta d'uscita.
Zayn avrebbe voluto correre da lei e fermarla, dirle che tutto sarebbe andato bene, che no, lui non si sarebbe mai arreso, che lei contava più di qualsiasi persona al mondo. Liam corse verso Zayn e strinse la sua mano.
"Fallo, fa qualcosa!" sussurrò al suo orecchio "Ora!"
In quel momento tutto fu chiaro. Il moro avrebbe dovuto farlo da tempo.
Era stanco di nascondersi, stanco di fingere, stanco di vederla soffrire, stanco di dover dar retta a chi lo sfruttava per far soldi.
Strinse il microfono e cominciò a cantare quella canzone, la canzone che gli aveva salvato la vita già una volta.
"Baby I just don't get it, do you enjoy being hurt? I know you smelled the perfum, the make up on his shirt" quelle parole uscirono fluide e maledettamente in tempo.
Non appena la ragazza riconobbe la melodia non poté credere alle sue orecchie, non lo stava facendo davvero.
Si voltò e vide Zayn cantare nella sua direzione. Quello sguardo la uccise più di qualsiasi altra cosa.
"You don't believe his stories, you know that they're all lies, bad as you are, you stick around and I just don't know why"
QUESTO era l'amore di cui tutti parlano allora, rischiare, buttare al vento tutto per qualcuno.
Buttarsi senza sapere dove si cade. Sam riuscì a vedere gli sguardi di panico degli altri quattro trasformarsi in sorrisi mentre accompagnavano il moro nella canzone. Il pubblico era ormai in visibilio, così su di giri da non accorgersi che lo sguardo di Zayn non si era mai mosso da quella ragazza accanto alla porta d'uscita. Il ragazzo a quel punto scese le scale per dirigersi nel corridoio centrale.
"If I was your man, baby you, never worry about what I do" cantò dirigendosi verso di lei a passo spedito sotto centinaia e centinaia di sguardi.
"I'd be coming home back to you every night doin' you right" continuò a cantare portandosi una mano sul cuore. Gli occhi sempre più lucidi e le gambe sempre più leggere. 
Quando arrivò vicino alla ragazza si avvicinò a lei fino a scontrare le due fronti. La sua voce riempiva il teatro, niente musica, niente, solo loro due e la voce del moro.
"Baby you should let me love you" gli sguardi dei due ragazzi si incatenarono e in quel momento Sam sentì che tutto era sempre stato al suo posto, che Zayn non sarebbe mai andato da nessuna parte senza di lei. Che no, nessuno l'avrebbe mai obbligata a lasciarlo. Avrebbe affrontato il mondo pur di rimanere accanto a lui. Nessuna bionda avrebbe mai retto, lo leggeva negli occhi di Zayn, leggeva quel disperato bisogno di averla accanto. 
"Let me be the one to give you everything you want and need, baby good love and protection make me your selection" strinse la sua mano.
"Show you the way love's supposed to be" continuò a cantare scandendo ogni parola.
"Baby you should let me love you" continuando a guardarla asciugò una lacrima dalla sua guancia.
Mai, mai Zayn aveva cantato quella canzone in quel modo, mai era stata così importante, nemmeno quei due lontani anni prima.
Il moro spostò il microfono dalle sue labbra e "..è ora che tu capisca chi amo davvero" sussurrò al suo orecchio.
Le lacrime cominciarono a scendere copiose lungo le guance della ragazza nello stesso istante in cui delle braccia possenti la allontanarono dal suo ragazzo sotto il suo sguardo incredulo.
Altri due uomini avevano alzato Zayn di peso e lo stavano già riportando sul palco.
Lo sguardo del moro seguì Sam che veniva portata via, fuori dall'edificio da quel ragazzone.
Prima che il panico potesse assalirlo del tutto Liam gli fu accanto e gli strinse una mano.
"Tranquillo e sorridi o siamo nella merda" sussurrò al suo orecchio "Non le succederà niente, Paul è con lei"
Zayn riuscì a vedere uno dei collaboratori fare dei strani segni a Louis e solo in quel momento si rese conto del grande casino che aveva combinato.
Il più grande guardò Zayn nel panico, quasi chiedendogli scusa con gli occhi prima di gridare "Buon compleanno Sam, sei così fortunata ad avere un amico del genere!".
Il pubblicò esplose nuovamente e Zayn giurò di aver visto sguardi di panico trasformarsi in sorrisi mentre tutto quello che voleva era sotterrarsi.
Quando la musica ricominciò Louis gli fu subito accanto. "Scusa, io...dovevo, loro..sai come sono fatti"
Zayn quasi non si commosse per quel gesto. L'unico che doveva chiedere scusa forse era lui, li aveva messi nei casini.
"Non essere sciocco" disse il moro stringendo la sua mano. Louis si aprì in un sorriso tirato, un sorriso che la diceva lunga.
Purtroppo lui sarebbe stato sempre il solito attore della band, quello più bravo a fingere.






Voi non potete capire l'ansia che ho per questo capitolo.
Tutta la storia è nata da qui, dal pezzo di let me love you, proprio mentre la ascoltavo cantata da quella meraviglia.
Sono così contenta di aver raggiunto questo pezzo e che la storia vi stia piacendo, mi sento come se fosse il primo giorno di scuola, sono nell'ansia pura ahahah ormai sono i miei bambiniii <3
Devo ringraziare di cuore Giorgia che mi ha salvato da un attacco di nervi per questo capitolo, mi hai aiutata tanto tanto cuppycake! Come sempre, grazie a chi legge! Spero di ricevere un vostro commento!
Al prossimo martedì! :*

ps: mi sono fatta perdonare?

Ritorna all'indice


Capitolo 29
*** 29. That's how a man loves ***


Capitolo VENTINOVE - That's how a man loves
 
 
 
Non appena le luci calarono sul palco i nervi di Zayn si sciolsero.
Il cuore ricominciò a prendere una velocità umana. 
Era stato il primo ad abbandonare il palco per dirigersi verso il suo camerino.
Mentre correva tra le quinte sentiva le gambe diventare sempre più deboli, cominciava a sudare freddo.
Cosa sarebbe successo ora? Come ne sarebbero usciti? Sarebbe stata la volta buona forse, avrebbe potuto amare Sam alla luce del sole?
Un sorriso, prepotente, si impadronì del viso di Zayn, lo stesso sorriso si spense miseramente nello stesso momento in cui la sua parte realista lo risvegliò da quel torpore. Niente sarebbe cambiato, le cose sarebbero state addirittura più difficili per loro due.
Sicuramente il moro si sarebbe ritrovato a dover spiegare moltissime cose al mondo, poteva farcela?
Si, poteva farcela. Solo un'ora fa stava per perdere la ragazza e quel pensiero gli era bastato per fare qualcosa, qualcosa di concreto.
Per quanto il suo gesto fosse stato affrettato e rischioso non riusciva proprio a pentirsene, quella canzone era l'inizio di tutto, come poteva esserne la fine?
In un modo o nell'altro ce l'avrebbero fatta, se la sarebbero cavata come come avevano fatto ogni volta.
Cantarle quella canzone davanti a tutta quella gente lo aveva fatto sentire vivo, in grado di cambiare le cose, l'aveva fatto sentire forte.
Quella sera aveva riscoperto perfettamente il perchè della sua passione per il canto.
Cantare per lui era comunicare, esprimere tutti quei sentimenti, quelle parole che in un discorso lui non sarebbe mai riuscito a tirare fuori.
Liam aveva ragione. Quando Zayn cantava erano i suoi occhi a parlare, ad esprimere la sua felicità, la sua rabbia, la sua tristezza.
L'anima di Zayn era perfettamente visibile solo a pochi tramite quegli specchi nocciola e senza ombra di dubbio Sam era una di quelle persone.
Lei l'aveva sempre visto in fondo, quella ragazza era sempre stata a contatto con la sua anima prima che con il suo corpo.
Quando sentì il fiato cominciare a mancargli finalmente vide Paul intento a parlare con uno dei collaboratori.
Non appena Zayn si avvicinò al ragazzone, il collaboratore della Modest! si dileguò tenendo stretta la sua cartellina e rispondendo al cellulare.
Lo sguardo che Paul rivolse a Zayn lo lasciò di stucco.
Non l'aveva mai visto così preoccupato. Il suo stomaco si contorse.
"Dammi un buon motivo per non spaccarti la testa!" disse quello allargando le braccia.
"...dov'è lei?"
"Zayn! Lei sta bene, credo che tu guardi troppi polizeschi, sai? Ora mi devi una spiegazione" il ragazzone posò una mano sulla spalla del moro stringendola.
"Aveva bisogno che io lo facessi.." disse lui guardandosi le scarpe "E ne avevo un disperato bisogno anche io"
"Ti rendi conto di quello che hai combinato?"
Zayn strinse il pugno, sentiva che un fiume di parole stava per uscire dalla sua bocca, nessuno sarebbe riuscito a fermarlo.
"Io voglio cantare, Paul, non intrattenere la folla" disse piantando i suoi occhi nocciola in quelli del suo manager, nessuno era mai riuscito davvero a reggere il suo sguardo fino in fondo "Voglio vivere attraverso l'istinto, voglio che sia la mia voce a decidere per me e non degli uomini dal cuore di ghiaccio dietro ad una scrivania. Cosa ne sanno loro della vera musica? Cantare è sempre stato il mio unico modo per comunicare qualcosa, Paul. La stavo perdendo, quello era l'unico modo in cui avrei potuto fermarla. Non me ne frega un cazzo di tutti gli altri fronzoli. Io voglio fare musica, musica vera, con dei testi che non parlino sempre delle stesse cose in modo imbarazzante, voglio vivere la mia vita come la sognavo..ma loro mi stanno uccidendo, stanno uccidendo il mio sogno"
"Stanno uccidendo il sogno di tutti" disse Harry poggiando una mano sulla spalla di Zayn, stringendola.
Erano tutti e quattro alle sue spalle, come a proteggerlo.
"Rimanderemo questo discorso" disse il ragazzone squadrandoli tutti e cinque.
"Dov'è Sam?" chiese Liam.
Dei brividi percorsero la schiena di Zayn. Sam, doveva trovarla, doveva stringerla.
Paul guardò Zayn. "So che fa schifo, ma se vuoi tenerla qui con te da oggi in poi dovrai attenerti a tutte le regole per filo e per segno, intesi?!"
Gli sguardi dei due si incrociarono, la tensione era palpabile.
I pugni di Louis erano stretti, come gli occhi di Niall. La presa del riccio sulla spalla del moro si era stretta, come a volergli dire che lui era lì, pronto a spalleggiarlo. La mano di Liam corse in automatico a stringere quella di Zayn che ricambiò subito la stretta.
"Intesi" disse il ragazzo sentendo la stretta di Harry allentarsi "Ma ora dimmi dov'è"
"Il tuo camerino, la troverai lì"
Zayn strinse di nuovo la mano di Liam prima di lasciarla andare e si girò verso Harry, poteva lasciarlo andare adesso.
Quel gesto lo aveva incredibilmente calmato.
I due si sorrisero prima che Zayn ricominciasse a correre verso il suo camerino.
Quando arrivò alla porta bianca ci si tuffò sopra entrando in quello stanzino.
La ragazza era un enorme fascio di nervi, respirare era diventata davvero una cosa esemplare ma non appena vide Zayn sentì il blocco di ghiaccio nel suo petto sciogliersi e lasciare il posto ad un cuore che cominciò a battere in maniera non umana.
Rimasero alcuni secondi a guardarsi prima che la ragazza si tuffasse tra le braccia di Zayn riparando il viso nell'incavo del suo collo "Tu sei pazzo" sussurrò.
Il moro la strinse come non l'aveva mai stretta prima, non aveva mai avuto più paura di non poterla vedere più.
Carezzò i capelli della ragazza per calmarla, riusciva a sentire il suo cuore battere all'impazzata contro il suo petto e la sua espressione lo preoccupava.
Quegli occhi blu spaventati potevano essere solo sinonimo di guai.
Ma adesso non gli importava, avrebbero avuto tempo per pensare, per raccontarsi tutto.
L'unica cosa che contava in quel momento era che fossero di nuovo veramente insieme.
"Sono stata una stupida.." sussurrò lei "Non avrei mai dovuto dirti quelle cose, incavolarmi così per.."
"No, non è vero" ribattè il moro "Io sarei dovuto essere più comprensivo, non avrei mai dovuto rinfacciarti il fatto che...Harry..che, dio..che stupido!"
La ragazza si scostò un po' e tornò a perdersi in quel mare nocciola. Quel colore così caldo che per lei era casa.
Sam si buttò sulle labbra del ragazzo facendone una sua proprietà.
Perchè erano sue, non sarebbero potute essere di altre. Il moro la strinse più forte.
"Non facciamolo mai più, mai" disse lui poggiando la sua fronte contro quella della ragazza.
 
 
 
I raggi del Sole filtravano dispettosi tra le tende della loro camera d'albergo.
Un fascio di luce arrivò dritto tra le ciglia della ragazza che schiuse gli occhi e si massaggiò le palpebre.
Quando riuscì a mettere a fuoco per bene tutto ciò che la circondava sentì il cuore riscaldarsi.
Zayn dormiva proprio lì, davanti a lei.
Le ciglia lunghe e scure gli carezzavano le guance e il suo respiro fresco passante tra le labbra piene appena schiuse rinfrescava le guance di Sam.
La sera prima sentiva il suo cuore così pieno che temeva sarebbe potuto esplodere da un momento all'altro.
La ragazza si alzò ed indossò un paio di jeans e una maglietta per scendere a fare colazione e magari portare qualcosa al moro.
Chiuse le tende in modo che il sole non potesse dare fastidio a Zayn, anche se poche cose potevano effettivamente disturbare un sonno profondo come quello.
Quando scese a fare colazione trovò un ammasso di ricci e un paio di fossette tremendamente familiari ad accoglierla.
"Buongiorno!" la salutò Harry da dietro il suo cappuccino.
La ragazza prese posto accanto a lui e guardò l'orologio. Possibile che fossero davvero solo le sette?!
"Che ci fai sveglio a quest'ora tu?" chiese rivolta all'amico.
"Non sono riuscito a chiudere occhio..."
"Perchè?" chiese lei versandosi un po' di latte caldo nella sua tazza.
"Sai che noto sempre troppe cose purtroppo e che rifletto molto su tutto.."
"Arriva al punto Haz" disse la ragazza sorridendo.
"Cosa ti hanno detto dopo che ti hanno portato via?" chiese lui poggiando la tazza sul tavolo.
Il suo sguardo si posò completamente sulla ragazza che si irrigidì in un momento.
Non voleva parlarne, aveva deciso che se lo sarebbe tenuta per se' o Zayn sarebbe praticamente impazzito e ripensandoci nemmeno Harry l'avrebbe presa molto bene. Sam mandò giù un sorso incandescente di latte che le ustionò la gola.
"Puoi parlare con me, vedrai che intanto si raffredderà" disse il riccio sghignazzando.
Sam lo fulminò con uno sguardo ma poi scoppiò a ridere anche lei nonostante sentisse il cuore pesante come un mattone.
I loro sguardi si incontraono e un'altra volta l'azzurro scuro arrivò a confondersi di nuovo con il verde.
Ogni volta che Harry la guardava Sam sentiva che il ragazzo arrivava a leggere tante cose, cose che lei avrebbe preferito lui non sapesse, per non turbarlo.
No, Sam non era decisamente pronta. 
"Potremmo riparlarne in seguito? Credo di aver bisogno di tempo"
"Possiamo parlarne quando vuoi Sammy, è solo che non voglio vederti esplodere, lo sai.."
Lei sentì il cuore scaldarsi e le guance tingersi di rosso. Nonostante tutto Harry rimaneva il solito angelo dagli occhi verdi.
Sam congiunse i loro due mignoli, come quella notte in terrezza a New York.
"Grazie" disse stringendo il mignolo del riccio. Lui rise e riafferrò la sua tazza.
 
 
 
Il continuo squillare del suo telefono lo riportò nel mondo dei vivi.
Si girò verso il comodino per vedere chi si divertiva ad interrompere il suo sonno.
Era sempre stato dipendente da quelle ore di riposo assoluto.
Lesse il semplice nome "Mamma" sullo schermo e solo in quel momento Zayn scoprì di essere terribilmente nei guai.
Sicuramente l'accaduto della sera precedente era ormai arrivato a Bradford e sua madre, per quanto ne sapeva lui, non aveva la minima idea di quello che fosse successo tra lui e Sam. Daltronde nemmeno loro avevano avuto davvero il tempo per accorgersene.
Beh, era spacciato.
"Pronto?" rispose mettendosi seduto.
"Zayn" disse sua madre ferma "Credo che tu mi debba qualche spiegazione"
"Mamma io.."
"Prima di tutto, perchè Sammy era in lacrime? Secondo, perchè ho proprio l'impressione che tra di voi sia stato oltrepassato qualche limite?"
Zayn sorrise. Il tono melodrammatico della madre lo stava disorientando, cercò di buttarla sul ridere.
"Non è quello che ti aspettavi succedesse?" chiese scherzoso.
"Quindi è successo?" chiese lei eccitata da dietro la cornetta. Zayn si passò una mano tra i capelli sorridendo. Quella donna non sarebbe mai cambiata.
"Si, mamma, è successo"
"E perchè diamine io lo so solo adesso? E soprattutto chi è questa bionda con cui esci quasi tutti i giorni, eh?"
Lentamente Zayn riuscì a spiegare tutto a sua madre, nonostante lei continuasse ad interromperlo quando cominciavano a parlare di Sam.
Era peggio di una ragazzina, sembrava quasi più contenta di loro a quella notizia.
"Hai fatto bene amore, non farti mettere i piedi in testa" aveva detto quando Zayn gli aveva raccontato della Modest!
"Ma devi stare attento, non c'è solo la tua vita in mezzo..." e questo il moro lo sapeva benissimo. 
Si aspettava che i compagni lo riprendessero per quel gesto, invece un'altra volta come sempre si era trovato appoggiato.
"Non vedo l'ora di rivedervi, tutti e due, insieme, oh le tue sorelle impazziranno non appena glielo dirò! Sapevo sarebbe successo!" 
"Si, lo so" il moro non riusciva a smettere di sorridere.
"Te l'ho già detto che sono contentissima?"
"Credo di averlo capito da tutti gli issimo che hai usato stamattina" sghignazzò lui.
"Stupido, e che sono davvero orgogliosa del mio bambino l'ho detto?"
"Lo sei davvero?" chiese lui alzandosi.
"Un uomo combatte sempre per ciò che ama..sei...sei diventato un uomo, piccolo" disse la donna con le lacrime agli occhi, strinse più forte il telefono "E mi manchi.."
"Mi manchi anche tu, mamma, ma ora devo andare"
"Si, va' a mangiare qualcosina.." disse lei tirando su con il naso.
Quando chiuse la telefonata Zayn si mise qualcosa addosso prima di raggiungere i ragazzi e Sam al piano di sotto per fare colazione.




Ho pubblicato oggi perchè domani sarò a scuola più o meno fino alle sette e mezza (come oggi :/) dato che abbiamo occupato e...no, vabbè, ho pubblicato oggi perchè mi andava e perchè alla fine questo è un capitolo di passaggio! Mi sembra anche un po' noioso a dirla tutta.
E tanti auguri a Fraaaaaaaaaaaa <3
al prossimo martedì gente! :*

Ritorna all'indice


Capitolo 30
*** 30. My nightmares are usually about losing you ***


Capitolo TRENTA - My nightmares are usually about losing you
 

 
Il freddo la stava investendo come un fiume in piena, lo sentiva scavarle una voragine nel petto e divorarla sempre di più, sempre più a fondo.
Era da sola in quella stanza senza porte ne finestre, era al buio.
Cominciava a mancarle l'aria e il non riuscire a vedere la luce era la cosa che più la gettava nell'ansia.
Doveva essere un incubo, lo sapeva, ma non per questo non poteva sembrarle più spaventoso.
Le sue mani tremavano e il respiro era sempre più corto e accelerato.
D'un tratto una luce, come un occhio di bue, illuminò una larga scrivania in mogano.
Un uomo in giacca e cravatta le dava le spalle, riusciva a vedere solo la sua testa attraverso la grandissima poltrona in pelle nera.
Sentì il suo corpo urlarle "Pericolo!" da ogni poro, eppure non riusciva a muoversi.
Tutto quello che voleva era scappare, ma le sue gambe parevano pensarla in un altro modo.
Si portò una mano sullo stomaco che si stava contorcendo per i crampi.
"Samantha" riecheggiò una voce profonda, simile a quella di un horror scadente.
"Rischi di rovinarli.." sussurrò una voce al suo orecchio.
"Devi lasciarlo andare.." un'altra.
"Lui merita di meglio, merita di amare alla luce del Sole.." questa volta riuscì a sentire il fiato sul collo ma quando si girò trovò solo l'oblio ad accoglierla.
"Cosa succederebbe se il mondo scoprisse?"
"Cosa ne sarebbe di loro?"
"Cosa ne sarebbe di lui?
"Cosa ne sarebbe di te?" tutte quelle voci continuavano ad accumularsi l'una sull'altra.
La ragazza si strinse la testa tra le mani, non doveva permettere a quelle parole di attaccarsi alla sua memoria.
"Va', lascialo vivere, lascialo crescere, prima che comprometta tutto..." cominciò la voce fredda di una donna "Per te"
Una valanga di risate riempì le orecchie della ragazza. Risate di scherno. "Per te, per una semplice ragazzina.." continuarono a dire.
"Lo rovinerai, li rovinerai..."
"Vattene"
Sam si lasciò cadere sulle ginocchia, per quanto altro tempo avrebbe potuto sopportare tutto quanto?
"Nessuno saprà mai di voi due, nessuno" la voce profonda e sicura dell'uomo riecheggiò chiara su tutte le risate "Non ci sarà mai un voi"
"Basta.." sussurrò a se' stessa "Basta!" urlò poi.
Quando riaprì gli occhi l'oscurità la circondò un'altra volta.
Si passò una mano tra i capelli e riscoprì la sua fronte imperlata di sudore.
Una luce si accese all'improvviso e Sam venne congelata da quello sguardo preoccupato che fin troppe volte era stato dedicato a lei.
Gli occhi nocciola erano più scuri di qualche tonalità per l'ansia.
"Che sta succedendo?" chiese lui con tono piatto.
Era sveglio da un po', lo si poteva dire benissimo sia dal suo tono di voce che dal suo sguardo. Che l'avesse guardata agitarsi?
"Niente.." disse lei accennando un sorriso "Credo di aver mangiato troppo a cena" disse distogliendo lo sguardo.
"Non prendermi in giro" disse lui freddo "Non hai toccato niente a cena..come continui a fare da giorni" 
"Ehi.." disse lei distendendosi di nuovo sul cuscino "Davvero, era solo un sogno, non ho niente"
"No" continuò lui freddo "Non so cosa hai, e soprattutto non so perchè non me ne vuoi parlare ma è da giorni che qualcosa non va..e io i tuoi incubi li conosco bene"
"Sto bene" disse lei fredda "Smettila di fare il paranoico.." continuò allungando una mano verso il viso del moro che la scansò.
"Puoi prendere in giro te stessa" disse lui sgusciando fuori dal letto "Ma non puoi prendere in giro me" si infilò in un felpone e si avviò verso la porta di quella stanza.
"E ora dove vai?" chiese lei mettendosi seduta.
"Ho bisogno di una sigaretta" afferrò il suo pacchetto di marlboro rosse.
Senza voltarsi uscì dalla camera sbattendo forte la porta. Sam guardò l'ora. Le quattro e quaranta, ottimo.
Sbuffò e poi lasciò ricadere la sua schiena contro la spalliera del letto.
"Oh vaffanculo" disse tra i denti prima di rifugiarsi sotto il piumone.
Non avrebbe dormito, aveva solo bisogno di un po' di calma, dormire ormai la spaventava.
 
 
L'aria fresca di San Francisco schiaffeggiava le sue guance e feriva i suoi occhi scuri.
Nemmeno lo aveva capito come gli era saltato in mente di andarsene da solo su quella terrazza, lui che aveva sempre odiato le altezze.
Forse tutto quello di cui aveva bisogno era una scarica di adrenalina.
Il gesto che aveva compiuto a Phoenix aveva salvato la situazione, si, ma l'aveva anche complicata in modo assurdo.
Sam scattava come una molla al suono della voce di Paul, era distante, nonostante nei suoi occhi Zayn leggesse quel suo bisogno di averlo accanto.
E il ragazzo era arrivato al punto di non sapere più cosa fare.
Lei aveva smesso di mangiare, lo faceva solo quando lui si ritrovava praticamente a costringerla, e la cosa più brutta era che Sam era sempre stata brava a sviarlo. Non dormiva più tranquilla come un tempo, scattava perfino nel sonno, si rigirava in continuazione e quello di quella sera non era stato di sicuro il primo incubo che aveva avuto ultimamente.
Zayn si lasciò scivolare a terra, con la schiena contro il muro. Aveva bisogno di nicotina e aveva bisogno che quel vento portasse via i suoi pensieri.
Prese una sigaretta dal pacchetto e la accese senza troppi complimenti, proprio nel momento in cui inspirò, una voce lo fece sobbalzare.
"Tu che diamine ci fai qui?" gli chiese il riccio.
"Harry" disse lui fermo reggendosi il petto, sarebbe potuto venirgli un infarto "Potrei farti la stessa domanda" disse quando il ragazzo si sedette accanto a lui.
Tirò fuori il fumo.
"Non riesco a dormire" disse il riccio stringendosi nel suo giacchetto "Ma tu non eri terrorizzato dalle altezze?"
"Terrorizzato è una parola grossa.." disse quello prendendo un altro tiro.
"Come vuoi" disse Harry poggiando poi la testa contro il muro.
Zayn sapeva che quel silenzio non sarebbe durato per molto. Gli era sempre venuto automatico confidarsi con Harry, che fosse colpa dei suoi occhi?
"Posso chiederti un favore?" chiese il moro spegnendo poi la sigaretta ancora non finita.
Harry annuì tenendo gli occhi chiusi. 
"Sam non mi parla più come prima, qualcosa non va, e ho paura che sia qualcosa di grosso, io so che con te parlerebbe e..."
"Non ne parla nemmeno con me, Zay, dice che ha bisogno di tempo...credo che l'unica cosa che possiamo fare sia aspettare"
"Non posso più aspettare" disse il moro accendendo poi un'altra sigaretta.
"Eppure un tempo la pazienza ce l'avevi" il riccio tirò fuori un sorriso amaro.
"Non capisci? Non dorme, non mangia, parla a stento, è sempre con la testa altrove e non dirmi che non te ne sei accorto"
Harry abbassò lo sguardo sulle sue mani. Si che se ne era accorto, chi non lo aveva fatto? Addirittura Louis che quasi viveva in un altro mondo ultimamente aveva chiesto al riccio cosa non andasse con la ragazza. Ma cosa poteva fare lui? 
Questa volta era diverso. Questa volta il silenzio di Sam pareva essere fatto di marmo, la ragazza si era rifugiata dietro ad una muraglia costruita con eccellenza.
"Io credo che l'ultima cosa di cui abbia bisogno adesso sia parlarne, credo che abbia solo bisogno di dimenticare, di rilassarsi.."
Zayn lo guardò confuso. "Di che parli Haz?"
"Di che parlo? Non sembrate più nemmeno una coppia, siete così perennemente preoccupati che a stento vi guardate, non vi vedo sfiorarvi nemmeno per sbaglio neanche quando siamo in albergo, mentre prima lo facevate di continuo, te lo assicuro" disse lui alzando le spalle.
Il moro continuò a guardarlo interdetto. "Le ho cantato una canzone di fronte a migliaia di persone, cosa devo fare? Conosce i miei sentimenti"
"Non lo metto in dubbio questo" Harry sorrise di traverso, rivelando quelle due diaboliche fossette.
"E quindi che dovrei fare?"
"Lo stai davvero chiedendo a me?"
"Io non vedo nessun altro qui" disse il moro guardandosi intorno. Prese un tiro di sigaretta e tenne dentro il fumo fino a quando non gli girò irrimediabilmente la testa, poi lo lasciò andare.
"Segna il territorio, bene, una volta per tutte" disse il riccio alzandosi "C'è qualcosa che i nostri manager non possono portarci via"
La bocca del moro si spalancò, pensava di essere lui quello misterioso e intricato, a quanto pare ultimamente Harry lo aveva superato.
"Ma che..?"
"Oh, dai, sai di che parlo, lo sappiamo tutti e due che tu non hai mai rispettato nessuna regola" disse pulendosi i jeans sporchi di polvere "Torno a letto, adesso"
"Ehi, no, Styles, aspetta!"
"Sì?"
"Quando sei diventato così enigmatico?"
"Zaynie" disse prendendo in giro quello stupido soprannome che Liam aveva affibbiato al moro "Tu lo sai da quando"
Sorridendo un'altra volta scese le scale lasciando Zayn da solo.
Forse sapeva cosa fare, si domandò solo se non fosse decisamente troppo tardi.
 
 
Un Sole infuocato moriva lentamente dietro i palazzi di San Francisco mentre i one direction facevano ritorno nel loro albergo assediato dai fan.
Si fermarono qualche minuto fuori a fare foto, fino a quando la folla non cominciò ad impazzire troppo, a quel punto Paul e i suoi collaboratori riacciuffarono i cinque e li riportarono dentro.
"Dio mio" disse Liam sistemandosi la maglietta sgualcita "Non ci farò mai l'abitudine"
"Tu, eh?" disse Harry aggiustandosi i capelli che intanto erano stati toccati da un numero imprecisato di persone e sembravano davvero stralunati.
"Dire che sono stanco morto è davvero troppo poco" disse Louis chiamando l'ascensore.
Entrarono tutti e cinque trascinandosi letteralmente. Arrivati al secondo piano si trovarono davanti una cascata di onde nocciola ad aspettare l'ascensore.
"Ehi Sam!" disse Niall uscendone "Tutto bene?" le chiese sorridendo.
"Bene, si, bene" disse lei ricambiando il sorriso.
Lo stomaco di Harry si contorse nel vedere quello sguardo così spento in contrasto al sorriso, Zayn aveva ragione, doveva riprovarci.
"Ehi.." le sussurrò il moro baciandole una guancia. Sam strinse la sua mano "Dove vai?" le chiese carezzandone poi il dorso.
"Volevo fare una passeggiata nei giardini dell'albergo, dicono che siano bellissimi, volevo prendere un po' d'aria.."
"Vengo con te" disse il moro prima che uno sbadiglio lo investisse in pieno.
"Vai a riposare e a farti un bagno caldo, non tarderò molto" alzò le spalle.
"Sei sicura?"
"Vado io con lei" disse Harry lanciando uno sguardo d'intesa al moro.
"Ci vediamo dopo allora, ti aspetto, ok?" 
"Certo" disse lei con voce flebile. Si, un po' d'aria e di Sole avrebbero di certo fatto bene alle sue occhiaie.
Zayn si sporse a baciare con dolcezza infinita la sua fronte tenendo una mano dietro la sua nuca.
"A dopo" disse allontanandosi. Il moro guardò Harry e lui gli fece un occhiolino.
"Andiamo?" disse il riccio indicandole l'ascensore.
 
 
Gli ultimi raggi di quel sole infuocato carezzavano i visi dei due ragazzi seduti su una panchina di marmo.
Avevano parlato della loro giornata, di musica, di libri, erano addirittura arrivati a parlare del tempo quando "Sei davvero molto brava a sviare le persone" disse Harry ammiccando "I miei complimenti"
La ragazza avvicinò le ginocchia al petto e le strinse. "Tu non sei stanco? Gli altri erano distrutti.."
"Un'altra volta molto brava" disse scuotendo la testa "No, non sono stanco"
"Ah.." disse lei guardando qualcosa di inesistente per terra.
"Qualcuno mi ha detto che sei più incline a parlare davanti ad una di queste.." il riccio tirò fuori dalla tasca una piccola barretta di cioccolato alle mandorle.
Zayn, doveva capirlo da subito che c'era lui di mezzo.
"Cos'è, ti paga per farmi da psicologo adesso?" chiese lei acida.
"Woo, siamo velenose eh" disse lui scartando il cioccolato "Veramente se lo è fatto sfuggire tempo fa ma.."
"Ma?"
"Ma questo non toglie il fatto che siamo preoccupati per te" disse concentrando la potenza dei suoi occhi verdi in quelli blu della ragazza "E poi non ho bisogno di alcun pagamento per parlare con te.." continuò prendendo un pezzo di cioccolato.
"Scusa" disse lei torurandosi le mani "Sono un'idiota"
"Si, abbastanza" 
"Ehi!" rise, finalmente. Staccò un pezzo di cioccolato dalla barretta e lo masticò con lentezza.
"Come se tu non avessi capito o immaginato quello che mi hanno detto, sei sempre così dannatamente perspicace" un altro morso.
"Qualsiasi cosa ti abbiano detto non devi ascoltarli" disse lui duro, freddo.
In un momento Sam quasi non lo riconobbe, le labbra a forma di cuore si erano strette così tanto da non essere riconoscibili.
"Loro sanno quali nervi toccare, sanno dosare le parole in modo da farti impazzire e soprattutto" disse poggiando la barretta di cioccolato sulla panchina "Sono sempre un passo avanti a tutti, sempre"
"Harry.." disse lei sfiorandogli una spalla.
"Ti hanno detto di svignartela, vero?"
Sam si allontanò come se le parole del riccio fossero fatte di fuoco. "E tu ci stai pensando seriamente?"
"Sarebbe più facile, per lui, per voi, sarebbe più facile anche per me forse.." disse passandosi una mano tra i capelli.
"E gliela vorresti dare vinta così magari, fuggendo?" alzò le spalle "Ciò che è più facile è quasi sempre la cosa più sbagliata"
"No, no, no, io non ho detto questo, ho solo detto che.."
"Non fare stupidaggini Sam, non farle" disse il riccio scuotendo la testa.
E in quel momento la ragazza si sentì più stupida che mai, cosa stava combinando? Cosa stava buttando via?
"Scusa.." sputò fuori in un filo di voce.
"Non farlo" disse, come un disco rotto, con lo sguardo perso nel vuoto "Ne vale la pena" disse tornando a guardarla "Ti giuro che ne vale la pena"
 
 
 
Ritornati in camera dopo cena la ragazza si buttò, letteralmente, tra le braccia del suo ragazzo sedendosi sulle sue gambe.
Sorrise quando lui si coricò supino sul letto tirandosela addosso.
Sam si scostò i capelli dal viso e si chinò su quelle labbra che non sfiorava per davvero da forse troppo tempo.
Cominciò a baciarle con tutta la dolcezza di cui era capace.
Come? Come avrebbe mai potuto lasciarle andare? Come avrebbe potuto vivere senza quel sapore ora che lo conosceva così bene?
Cominciò a carezzare una guancia puntinata dalla barba rada e si dedicò ancora a quelle labbra rosse, Zayn le strinse forte i fianchi.
Quando si scostò dal bacio la guardò negli occhi e le carezzò la punta del naso.
"Sei tornata Sammy?" le chiese con un sorriso a trentadue denti.
"Tornata per non andare più via" disse lei lasciando un piccolo bacio sul naso del moro.
Zayn rise e la ragazza si beò di quel suono così dolce. Il suo stomaco era tornato a fare le capriole.
Il moro la riafferrò più forte per i fianchi, era sua, sua e non di altri, capovolse le posizioni, adesso la sovrastava.
Baciò il suo collo con una lentezza disarmante facendosi spazio tra le sue gambe mentre Sam si beava dell'odore del fumo misto alla sua colonia.
"Se ti facessi una proposta.." disse tra un bacio e l'altro "Accetteresti?" chiese poi stendendosi accanto a lei e coricando la testa sulla sua pancia.
"Di che parli?" chiese lei perdendo le mani tra i capelli scuri.
"Di qualcosa che in qualche modo ti renderebbe mia davanti al mondo" sussurrò lui giocando con il risvolto del maglioncino nero della ragazza.
Sam spalancò gli occhi.
"Qualcosa che non potrai mai dimenticare" continuò alzando il maglioncino e cominciando a disegnare dei piccoli cerchi sul suo fianco con i polpastrelli.
"Arrivi al punto?" chiese ridendo.
"Devi dirmi si o no" disse lui mordendole la pelle scoperta.
Veramente molto leale corromperla in quel modo. "Mi seguiresti ora?"
"Zayn sono le due e mezza, dove vuoi andare?"
Il moro si mise a sedere. Afferrò una mano della ragazza e la costrinse ad alzarsi "Vieni con me?" le chiese sorridendo.
Come avrebbe fatto a dire di no a quel sorriso? Chi ci sarebbe mai riuscito?
"" rispose lei stringendo la sua mano "Vengo con te".












Sorpresaaaaa! Come potete ben notare non è martedì!
Dato che il periodo da incubo a scuola è finito posso tornare ad aggiornare quando voglio/posso, contente?
Cosa combineranno questi due?
Il titolo del capitolo è una citazione di quella meraviglia che non è altro della saga di hunger games, peeta <3 .
Alla prossima e come sempre, grazie a tutti! :*

Ritorna all'indice


Capitolo 31
*** 31. I should ink my skin with your name ***


Capitolo TRENTUNO - I should ink my skin with your name
 
 
Sgattaiolarono fuori dall'albergo infagottati in due felponi neri.
I cappucci tirati su e le sciarpe a coprire i volti.
Le mani strette l'una attorno all'altra. "Dai, corri!" disse Zayn strattonandola. Un sorriso radioso gli percorreva le labbra.
Sam si avvicinò di più e si attaccò al suo braccio continuando a correre senza fiato. "Dove stiamo andando?"
"Entriamo in macchina e ti spiego tutto!"
Continuarono a correre fino al parcheggio. Una volta trovata la mercedes nera ci si catapultarono dentro.
Zayn accese immediatamente il motore e senza troppi complimenti inserì la retromarcia uscendo dal parcheggio.
"E questa?" chiese lei guardando gl interni in pelle.
"L'ha affittata ieri Paul, sono riuscito a rubargli le chiavi" Zayn alzò le spalle.
Sam cominciò a ridere "Sei diventato un ladro adesso?"
"Oh dai" disse lui accelerando "Chi è che rubava le giustificazioni dall'infermeria quando non volevi fare educazione fisica?" le chiese poi svoltando a destra.
Sam continuò a ridere come non faceva da davvero troppo tempo perdendo la testa nel passato. Bei tempi quelli.
"Dove mi porti Lupin?"
"Lupin?!" le chiese lui ridendo "Non ti viene in mente altro?"
"Ehi!" disse lei tirandogli un piccolo pugno "Sei alto, magro, hai i capelli neri...cosa vuoi di più?"
"Beh io.."
"Dai, sarò la tua Margot" disse poi mozzicandogli un lembo di pelle del collo.
Zayn rise ancora. Sam si beò di quel suono che riuscì a riempire tutto l'abitacolo della macchina.
"Rispondi alla mia domanda ora" disse lei regolando bene l'aria calda "Dove mi porti?"
"E' una sorpresa, sarà una cosa nuova per te!"
 
 
Quando Zayn parcheggiò si ritrovarono davanti ad un grande edificio bianco, abbastanza anonimo a dirla tutta.
"Ok, mi stai mettendo ansia, dove diamine siamo?"
"Ssshhh" disse lui frugandosi nelle tasche dei jeans.
Dopo parecchie manovre riuscì a tirare fuori un mazzo di chiavi e le fece tintinnare davanti al naso della ragazza.
"Hai rubato anche queste?" chiese lei sorridendo.
"No, queste no" scese dalla macchina e, con la felpa slacciata, si avviò ad aprire lo sportello della ragazza.
"Ma che galantuomo!" disse lei scendendo.
Zayn si godette per un attimo quel sorriso che riusciva a vedere bello e chiaro anche al buio, solo poche ore fa credeva impossibile riuscire anche solo a ricordarlo.
Il moro riafferrò la sua mano e la condusse all'ingresso.
Frugò tra le chiavi e fece scattare parecchie serrature. Riuscì ad aprire la porta e la fece entrare.
Dopo essersi chiuso la porta alle spalle accese poi le luci rivelando alla ragazza l'interno dell'edificio.
Le si mozzò il fiato.
Quello era un...centro per i tatuaggi?
"Ma che.." disse lei guardandosi intorno "Come?"
"Come ho fatto?" chiese lui appoggiando la felpa su una poltroncina "Uno dei ragazzi che lavora qui mi doveva un favore.."
Si avvicinò alla ragazza e le sfilò la felpa buttando anche quella su una delle poltroncine di pelle.
"Cosa..?"
"Sei di molte parole stasera!" disse lui ridendo ancora.
"E cosa avresti intenzione di fare?" chiese lei avvicinandosi ai tanti libri pieni di figure.
"Niente che tu non voglia" disse lui serio alzandosi le maniche, esibendo la sua larga collezione di tatuaggi "E' solo che ho trovato una cosa l'altro giorno.."
La ragazza lo guardò confusa. Il moro estrasse il portafoglio dalla sua tasca e le mostrò la tesserina di un puzzle.
"Beh?" chiese lei prendendola tra le dita affusolate e rigirandosela tra le mani.
"Quella è la tessera del puzzle che ti ho rubato l'anno scorso, quando eri fissata in maniera spaventosa.."
La ragazza sentì la bocca spalancarsi "E' il puzzle con..."
"Con la vista su Manhattan, si" disse lui grattandosi la nuca.
"Tu non hai idea di quello che ho combinato per questa tesserina! Ho rigirato tutta casa!" disse lei non riuscendo a trattenere una risata "Perchè diamine l'hai presa?" chiese poi alzando un sopracciglio.
"Avevo paura che lo finissi quando io ero via, l'avevamo cominciato insieme" il moro abbassò lo sguardo sulle sue scarpe.
Non era mai stato davvero bravo con quelle cose. Sam sentì il cuore cominciare a correre all'impazzata, le guance farsi rosse.
Guardò Zayn e in un attimo fu tra le sue braccia ritornando a baciare quelle labbra rosse.
"Saresti sempre stato il mio pezzo mancante, scemo" disse con un filo di voce.
In quel momento giurò di aver visto gli occhi di Zayn scintillare. Il sorriso che gli riempì le labbra le fece perdere qualche battito ma non si era mai sentita più viva di così.
"Ti va di essere il mio? In modo indelebile?" le chiese lui indicando la poltrona reclinabile accanto a loro.
Sam deglutì rumorosamente, aveva sempre avuto paura degli aghi, ma voleva davvero essere quel pezzo mancante, voleva davvero avere Zayn addosso per sempre. "Si" disse in un sussurro "Certo che si"
 
 
"Quanto fa male?" gli chiese cercando di rilassarsi su quella poltrona mentre il moro disinfettava la pelle all'interno del suo polso.
Sentiva il petto quasi esploderle ma no, non si sarebbe tirata indietro.
"Non molto" disse lui tamponando con dolcezza "Ma sei ancora in tempo per tirarti indietro, se non vuoi.."
"Certo che lo voglio" disse lei incatendando i loro sguardi.
"Allora comincio?" chiese lui prendendo in mano quella che agli occhi di Sam appariva come una grandissima penna affilata.
Lei annuì tendendo il braccio verso di lui. Zayn la guardò ancora una volta sorridendole. "Dimmi se fa troppo male, ok?"
La ragazza annuì. "Chiudi gli occhi se vuoi!" disse lui quasi più in ansia di lei.
No, Sam non avrebbe chiuso gli occhi, voleva che quell'immagine si stampasse nella sua memoria per sempre, non avrebbe lasciato andare via quel ricordo per niente al mondo. "Vai" disse lei sorridendo, finalmente.
Quando Zayn cominciò a disegnare sulla sua pelle Sam non sentì poi tanto dolore e un po' se ne meravigliò.
Continuò a guardare il moro tracciare con sicurezza i contorni di quella tesserina di puzzle sul suo polso ma nel momento in cui il ragazzo arrivò più vicino all'osso Sam sentì i suoi occhi cominciare a bruciare. Il dolore vero era arrivato.
Si sforzò con tutta se' stessa per non far trasparire niente, non voleva far preoccupare Zayn, ma lui se ne accorse, aveva esperienza e sapeva che a quel punto avrebbe fatto male davvero. Quando alzò lo sguardo vide la ragazza mordersi le labbra tenendo gli occhi chiusi, si fermò.
Cominciò a baciare la pelle intorno al tatuaggio alleviando un po' il dolore, prese poi un po' di cotone e pulì via quelle piccole goccioline di sangue.
Ricominciò a baciare la pelle rossissima  fino a quando lei non si chinò a baciare la sua guancia. Quando Zayn si girò attaccò le sue labbra su quelle della ragazza e le morse con dolcezza. "Dopo tocca a te, Sammy" disse riprendendo poi il suo lavoro.
La ragazza rise, stava sicuramente scherzando. 
Pochi minuti dopo il tatuaggio era concluso e Sam non riusciva a smettere di guardarlo.
Rimase ad osservare il moro cospargere quel pezzo di pelle con della lozione e avvolgerlo poi con della plastica trasparente.
Quando finì baciò nuovamente il suo polso e poi la guardò. "E' stato così male?"
"Per niente" disse lei con le guance rosse e un sorriso da oscar.
"Dai, tocca a te" disse lui passandole la penna-ago. La ragazza scoppiò a ridere.
"Smettila di fare il cretino"
"Non sono mai stato più serio" disse lui squadrandola.
"Oh, no, no metti che sbaglio qualcosa? Metti che ti faccio male? No, dai, non sono capace"
"Non usciremo da qui fino a quando non avrò la mia tesserina, ti avverto" disse lui serio.
Lei alzò gli occhi al cielo "Ho davvero, davvero paura di farti del male, Zayn"
Il moro sorrise e poi le fece segno di sedersi sulle sue gambe. Sam si accomodò su di lui sentendo il suo petto contro la schiena.
Il moro distese il braccio sinistro sul tavolo. "Forza" disse contro la sua spalla "Disinfettalo"
La ragazza prese un batuffolo di cotone e imbevendolo di alcool lo passò sulla pelle tesa del moro con delicatezza.
Non appena il ragazzo azionò quell'aggeggio infernale la ragazza sussultò.
Il moro fece passare il braccio attorno al fianco di Sam arrivando poi al suo braccio. "Metti la mano sopra la mia" disse sempre contro la sua spalla.
Come in trance, Sam obbedì e poggiò il suo palmo sul dorso della mano esperta di Zayn.
Disegnarono insieme sull''interno del gomito del moro e una volta arrivati più vicino all'osso Sam aveva ormai preso confidenza, Zayn le aveva spiegato dei trucchetti.
Liberò così la mano del moro e continuò da sola sentendo Zayn rifugiare il viso contro la sua schiena.
Conosceva bene quel dolore. Una volta finito cosparse il suo braccio con la lozione e con tutta la delicatezza del mondo ricoprì il braccio del moro con la stessa pellicola trasparente. Si chinò poi a baciare l'interno del suo gomito sinistro.
"Te l'ho detto che ce la potevi fare" disse lui con le gote rosse.
Sam baciò il suo naso e si alzò. Aiutò Zayn ad infilare la felpa e chiuse la lampo.
Il moro le baciò la fronte coprendo poi anche lei. "Pronta a tornare in albergo?"
Lei annuì.
Sgattaiolarono di nuovo in macchina, inconscienti del fatto che lontani da occhi indiscreti, ancora una volta dita affusolate ed esperte si divertivano ad immortalare uno dei momenti più belli della loro storia.
 
 
Tornati in albergo il bisogno di appartenersi davvero era sempre più grande.
In pochi minuti le loro felpe erano un'altra volta a terra, così come tutto quello che indossavano.
Fuori faceva un freddo infernale eppure l'uno tra le braccia dell'altro non erano mai stati meglio, non si erano mai sentiti più vivi.
I sorrisi di quando avevano sedici anni erano tornati a governare i loro visi più asciutti e provati da diciannovenni.
Si amarono, tra coccole e lenzuola mentre dall'altra parte della città qualcuno aveva tra le mani uno dei più grandi scoop degli ultimi giorni.
 


 

---------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Tralasciamo il fatto che da quando la mia sis LOListheway mi ha creato questo banner io non ho fatto altro che sorridere come una cretina?
Cioè, quelli sono i miei bimbi :3
QUINDI, tutti gli applausi li voglio per lei perchè è un genio, perchè mi sopporta, perchè ci abbiamo messo una vita a trovare Sam e last but not the least perchè è eccessivamente brava!
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto e vi comunico che posterò il martedì e la domenica e che se tutto va bene e non avrò qualche attacco di matto/rapimento alieno entro il 16 Dicembre avremo l'ultimo capitolo di Let Me Love You, sto soffrendo ma tutto ha purtroppo una fine.
Fatemi sapere!
Ancora grazie mille Deb, ti voglio un bene che non puoi immaginare!




 
 

 

Ritorna all'indice


Capitolo 32
*** 32. And I told you to be patient, and I told you to be kind ***


Capitolo TRENTADUE - And I told you to be patient, and I told you to be kind.
 
 
 

Glielo aveva detto centinaia di volte, glielo aveva ripetuto in tutti i modi usando diversi toni di voce ma niente, Zayn non riusciva a capirlo.
Non sarebbe mai riuscito a rendersi conto della portata della sua immagine, del fatto che ci sarebbe sempre stato qualcuno a spiare le loro mosse.
All'inizio era convinto che quello che gli avrebbe dato più problemi sarebbe stato Harry e fino all'arrivo di Sam era stato così.
Non si era reso conto di quanto sarebbe stato difficile star dietro ad uno Zayn...innamorato?
Cosa avrebbe dovuto fare alla fine? Si era affezzionato a quei ragazzi come fossero suoi fratelli, impedir loro di fare qualsiasi cosa, soprattutto se quella cosa era amare alla luce del sole, lo uccideva davvero.
Per questo mentre si dirigeva verso la camera di Zayn sentiva il cuore correre sempre più veloce.
Si sarebbe arrabbiato, Paul riusciva quasi a sentire le sue parole e il tono di voce deluso.
Stringeva le foto tra le mani come a volerle cancellare, e avrebbe voluto farlo, ma ormai non c'era niente che poteva fare.
Avrebbe dovuto parlare con Sam forse, solo lei sarebbe riuscita a far ragionare Zayn, ma ultimamente la ragazza sembrava quasi spaventata da lui.
Arrivato davanti alla camera del ragazzo bussò.
"Liam, te l'ho detto, Zayn è sotto la.." disse la ragazza aprendo la porta.
Smise di parlare nel momento in cui vide Paul e i suoi occhi si spalancarono come se avesse appena visto la cosa più spaventosa sulla faccia della terra.
"Ehi Sam, buongiorno!" irrimediabilmente il suo sguardo scese sul polso della ragazza ancora coperto dalla plastica trasparente.
Lei sorrise abbassando lo sguardo. Voleva davvero parlare ma non appena aveva visto il ragazzo aveva capito che qualcosa era andato storto, che nonostante tutto non erano stati attenti a sufficienza e quelle cartacce tra le mani di Paul non facevano che confermare le sue paure.
"Zayn è sotto la doccia?" le chiese lui sorridendo.
Sam annuì e si spostò dalla porta per lasciarlo entrare "Ti da fastidio se lo aspetto? Devo parlargli"
"Certo che no.." disse lei stringendosi nella maglietta del ragazzo "Magari mi metto altro addosso e me ne vado.." continuò osservando i suoi pantaloncini che coprivano veramente ben poco.
"Oh scusa" disse Paul distogliendo lo sguardo dalla ragazza.
Lei sorrise e si infilò i jeans con i queli era uscita la sera prima. "Però preferirei che tu restassi" esordì il ragazzone "Devo parlarti"
"Con me?" chiese lei stupita. Non avrebbe potuto sopportare un altro discorso come quello che aveva affrontato con la gente dei piani alti.
Non poteva sopportare ancora quelle parole proprio adesso che iniziava a dimenticarle. Sentì il respiro accelerare e le mani cominciare a sudare.
Possibile che Zayn ci mettesse così tanto a fare una doccia? Si guardò attorno spaesata.
"Ehi.." sussurrò Paul "So cosa ti hanno detto quelli della modest e credimi, non ho intenzione di ripeterti le loro parole, non potrei essere più in disaccordo con loro, ho solo bisogno del tuo aiuto" sorrise incoraggiante "Sammy" continuò dolcemente "Io sono dalla vostra parte, per favore non scordarlo"
Sam lo guardò e si perse nell'espressione estremamente gentile del ragazzo. Stava sbagliando tutto, di nuovo. Ancora non aveva capito di chi fidarsi o no.
"Scusa" disse portandosi i capelli nocciola indietro "E' solo che.."
"Lo so, è difficile, ma so che per certi versi tu sei molto più forte di quella testa calda lì" disse indicando la porta del bagno.
Sam abbassò lo sguardo sulle sue converse nere "Sai che quando si tratta di lui puoi chiedermi quello che vuoi" scosse la testa.
Era così, lo era davvero e Sam non poteva che odiarsi per questo. Fin da quando erano bambini Zayn era sempre stato il suo perchè, il centro del suo piccolo mondo, avrebbe sempre fatto di tutto per quel ragazzo e questa cosa la spaventava da morire a tratti.
"Credo che nessuno lo conosca meglio di te, sai che è uno che si fa guidare dall'istinto, a volte fin troppo..dovete stare attenti Sam" disse porgendole le foto.
Nel momento in cui la ragazza afferrò quei pezzi di carta tra le mani il ragazzo uscì dal bagno indossando solo un asciugamano legato in vita.
"Paul?!" chiese strabuzzando gli occhi 
"Buongiorno, cercavi di battere il record per la doccia più lunga del secolo?" lo pungolò il ragazzone.
"Io..è che...che è successo adesso?" chiese guardando interrogativo la sua ragazza.
Lo sguardo di Sam era ancora fisso sulle foto.
Erano nella merda. Nelle foto si vedeva benissimo come Zayn stringendo la sua mano l'avesse condotta in quell'edificio.
La foto più compromettente era quella di un castissimo bacio sulle labbra, la foto che avrebbe rovinato tutto.
Sam si portò automaticamente una mano sulla bocca mentre sentiva gli occhi pungere.
Aveva rovinato tutto, cosa sarebbe successo adesso?
"Zayn, va a metterti qualcosa addosso, dobbiamo parlare" disse Paul d'un tratto serio.
Il moro guardò un'altra volta Sam, pareva fosse rimasta intrappolata in quelle foto. Si fiondò in bagno, si infilò un paio di mutande e dei pantaloni, avvicinatosi alla valigia si infilò una maglietta e si avvicinò a Sam strappandole quelle foto di mano.
Non appena vide la foto del bacio capì che nonostante continuasse a provare non poteva riuscirci, il mondo era sempre pronto a prenderlo per il culo.
"Ho la vostra attenzione?" chiese loro Paul "Dai, sedetevi"
Sam si mosse per prima e afferrando una mano di Zayn lo trascinò verso il letto, sedendosi al bordo.
Non appena si furono seduti il moro poggiò una mano sulla coscia della ragazza.
"Tutte quelle foto sono uscite, tranne una e credo che voi abbiate capito quale.." Paul prese fiato "La modest ha comprato la foto del bacio e devo dire che siamo stati molto fortunati, questo non toglie il fatto che siano uscite le altre e che già in parecchi ti danno del traditore" guardò Zayn.
Sam strinse la mano del moro, il pensiero che la gente potesse mandargli dell'odio gratuito la inquietava.
"Ma natuaralmente hanno pensato anche a questo.." Paul si stropicciò il viso, anche lui era stanco e non era difficile da intuire "A pranzo sei con lei e per amor di Dio fatti vedere innamorato, ti prego, o lei se ne deve andare" disse guardando Sam "Questi sono i patti purtroppo"
"No!" scattò in piedi il moro "Questo è un ricatto!"
"Zayn.." cominciò il ragazzone.
"Non starò ai loro stupidi giochetti, ci sono già cascato un'altra volta e.."
"Zayn!" ma niente, il moro continuava ad ignorare Paul.
"Nel momento in cui va via lei....vado via anche io!"
"ZAYN!" esordì poi la ragazza, e finalmente il moro tacque.
"Non ti azzardare mai più a dire una cosa del genere, hai capito?" gli disse lei squadrandolo "Non provare nemmeno a pensarlo!" disse scuotendo la testa.
"Zay, questi sono i patti, ora vi lascio soli, ci vediamo dopo e...ti prego, non fare casini" sorridendo a Sam, Paul si dileguò oltre la porta.
"Non andrò a quel pranzo" disse il moro tranquillo.
Sam alzò gli occhi al cielo. "Ti ci mando a calci invece, abbiamo fatto un casino, come fai a non rendertene conto?"
"Chiudiamo il discorso eh? Non starò ai loro giochetti"
"Ma ti ascolti? Tu non hai idea di quello che potresti perdere!"
"Non ne ho idea?!" chiese lui alzando la voce "Credi davvero che non lo sappia? Lo faccio per te, ogni cosa che ho fatto l'ho fatta per te!"
"E tu pensi davvero che io voglia spedirti tra le braccia di Perrie? Lo dico per te, perchè anche io tutto quello che ho fatto l'ho fatto per te e non starò qui a guardarti rovinare tutto...non per la sottoscritta!" disse lei con tutto il fiato che aveva in corpo.
I loro sguardi si incatenarono mentre i loro respiri correvano sempre più veloci, quasi insieme, sulla stessa ansia, la stessa paura.
"Il pensiero che tu mandi tutto all'aria per me mi fa paura Zayn" disse con un filo di voce "Forse è meglio che io vada via per un po' e poi.."
Il moro la afferrò per un polso e la avvicinò al suo petto.
Sam si perse negli occhi del moro e li vide farsi piano piano sempre più lucidi. Lei abbassò lo sguardo.
"Sarebbe più facile e.."
"Andrò a quel pranzo ma ti prego, non dire mai più una cosa del genere, non litighiamo un'altra volta" attirò il polso della ragazza alle sue labbra e baciò delicatamente la tesserina del puzzle "Ce la faremo, te lo prometto"
 
 
Doveva andarsene. Ormai era deciso, e forse l'aveva sempre saputo.
Ne aveva avuto la conferma nel momento in cui non aveva letto altro che verità negli occhi di Zayn e nelle sue affermazioni.
Presto o tardi avrebbe rovinato tutto per lei e Sam non se lo sarebbe mai potuto perdonare.
Non appena il moro abbandonò l'albergo si diresse in camera sua e raccattò le sue cose.
Sarebbe andata via quella notte ma doveva rivederlo un'altra volta, doveva stringerlo di nuovo o non ce l'avrebbe fatta.
Si spaventò di quanto quella consapevolezza fosse sempre stata dentro di lei.
Aveva saputo da sempre che non avrebbero potuto farcela.
Quando chiuse il borsone però quella calma apparente parve rompersi in tante piccole schegge di vetro che le perforarono lo stomaco.
Lo stava davvero abbandonando? Stava gettando la spugna? Si stava arrendendo?
No, non si stava arrendendo, non avrebbe mai lasciato andare Zayn. Lo stava facendo per lui.
L'avrebbe fatto perchè per quanto il ragazzo potesse prometterglielo non ce l'avrebbero mai fatta, non in quelle condizioni.
Erano ormai reduci di troppe battaglie perse e di lacrime e singhiozzi mal celati, di una gelosia che ormai aveva corroso le loro vene e riempito le loro menti di confusione.
Tutto quell'amore li aveva convinti e consumati a tal punto da far loro credere che tutto fosse possibile, che l'amore avrebbe potuto vincere.
Ma come avrebbe potuto farlo, come avrebbe potuto continuare a combattere quando loro erano in quelle condizioni?
Come poteva andare avanti senza avere un futuro concreto davanti? Vivendo nella costante paura di poter rovinare tutto?
Doveva lasciarlo andare, doveva trovare la forza necessaria per prendere quel borsone e andare via, lontano, ma questo solo dopo averlo stretto per l'ultima volta.
 
 
Quando Sam rientrò in stanza lo ritrovò spalmato sul letto a pancia in giù.
Guardava dritto davanti a se' quasi senza vedere, il suo corpo era in quella stanza ma la sua testa era completamente altrove, alla ricerca di una soluzione, di una via d'uscita, ma più cercava più vedeva tutto nero.
La ragazza si sedette accanto a lui e gli scompigliò i capelli.
"Giornata intensa eh?"
Lui annuì. Il pranzo con la bionda alla fine non era andato male, lei cominciava addirittura a diventare simpatica, ma passare del tempo in sua compagnia gli sembrava sempre più sbagliato, gli pesava sempre di più ed era stanco di fingere sorrisi a destra e a manca, così con Sam decise di non farlo.
Non voleva farla preoccupare, ma proprio non ce la faceva a sorridere ancora, era come se qualcuno  avesse attaccato le sue labbra l'una contro l'altra e non volesse lasciarle andare.
Con Sam non aveva bisogno di fingere anche perchè lei se ne sarebbe accorta subito, non poteva sfuggire a quegli occhi.
La ragazza si coricò accanto a lui, incatenò gli sguardi e con tutta la delicatezza che possedeva cominciò a carezzargli una guancia.
Mai come quella sera si perse in quel mare nocciola, si lasciò cullare da quella sensazione che tanto le ricordava casa, che era casa.
C'era silenzio, ma a loro andava bene così, i loro occhi avevano sempre parlato senza aver bisogno di una voce.
Continuò a carezzarlo fino a quando il moro non cadde in un sonno profondo, un sonno meritato.
Sarebbe potuta andare avanti per sempre.
Sarebbe potuta rimanere lì a bearsi di quella visione, a lasciare che la colonia del ragazzo le invadesse i polmoni.
Sarebbe potuta rimanere lì a fissare quelle labbra piene, a bramarle e a baciarle con gli occhi per sempre, ma il suo momento era arrivato.
Se non si fosse alzata entro poco non avrebbe mai più ritrovato la forza necessaria, il pensiero di Zayn l'avrebbe fermata.
L'avrebbe obbligata a rimanere a guardarlo rovinare tutto.
Quella convinzione bastò a far alzare la ragazza dal letto.
Si avvicinò alla scrivania e scrisse sei semplici parole su un bigliettino.
"E' perchè ti amo, non cercarmi"
Si meravigliò di come non fosse ancora scoppiata a piangere, forse perchè in realtà non aveva realizzato un bel niente.
Se ne stava andando, stava lasciando andare Zayn. 
La stava dando vinta ai manager o stava salvando la vita del suo ragazzo?
Non era, ormai, più o meno la stessa cosa?
Distolse lo sguardo dal moro e si guardò intorno. Senza che avesse ordinato al suo braccio di farlo afferrò la giacca della varsity del ragazzo poggiata sulla sedia e la infilò. Sentire quel profumo addosso la fece sentire meglio. Sì, stava facendo la cosa giusta.
Stava regalando un futuro migliore a Zayn. Presto o tardi se ne sarebbe fatto una ragione, non avrebbe avuto un attimo libero per pensarci, piano piano l'avrebbe dimenticata, ce l'avrebbe fatta. E lei? Lei che fine avrebbe fatto?
Solo di una cosa era consapevole. Non poteva sicuramente tornare a Bradford, senza Zayn, quella città non era più casa sua.
Doveva tornare nel posto in cui tutta la sua vita era cominciata, nel posto in cui Zayn non le era servito per essere felice.
Forse solo a New York sarebbe riuscita a crescere, a farcela, a sopravvivere a quella lontananza ma no, Zayn non l'avrebbe mai dimenticato.
Chi avrebbe mai potuto dimenticare uno come lui? Chi sarebbe mai riuscito a togliersi dalla mente quegli occhi? Il tempo? No, lui è solo un abile incantatore.
Il tempo ti fa pensare di aver aggiustato tutto e poi ti illude, ti mette davanti alla cruda verità: certe cose non potrai mai dimenticarle.
Da certe cose non smetterai mai di essere dipendente.
Si chinò sul letto e lasciò un ultimo bacio leggero su quelle labbra rosse.
Non si voltò indietro uscendo dalla porta, le avrebbe fatto solo più male.
Nel momento in cui chiuse la porta dietro le sue spalle sentì le gambe quasi cedere, i condotti lacrimali bruciare come se fossero a contatto con del sale.
Si fece forza e corse in camera sua a recuperare il borsone, lo afferrò e corse al piano di sotto.
Non appena uscì dall'ascensore però si scontrò contro un paio di spalle larghe fasciate da un maglione color panna.
Quando il ragazzo si girò rivelandole quello sguardo verde smeraldo tutte le barriere di Sam cedettero e le lacrime trovarono la loro strada.
Sentì le braccia forti sorreggerla e le mani grandi carezzarle le onde nocciola.
"Lo so, lo so" continuava a ripetere stringendola "So quello che stai per fare".





-----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------
Non riesco a dire niente perchè questo capitolo mi uccide.
Pianegevo mentre lo scrivevo e ho quasi ripianto adesso per rileggerlo, quindi davvero non so che dire (allegria!).
Ho deciso che aggiornerò sabato e martedì che è una cosa un po' più intelligente, no?
Un bacione a tutti voi :*

Ritorna all'indice


Capitolo 33
*** 33. Don't try to make me stay or ask if I'm ok, I don't have the answer ***


Capitolo TRENTATRE - Don't try to make me stay or ask if I'm ok, I don't have the answer.

 

"Come fai a saperlo? Come fai a sapere sempre tutto?" chiese tirando un piccolo pugno sul petto del riccio mentre lui continuava a stringerla.
"Dimmi tu cosa devo fare, perchè sembra davvero che tu abbia sempre le risposte per tutto, dimmelo tu.."
"Che ne dici se ne parliamo fuori? Qui ci guardano tutti" disse lasciandola andare.
La prese per mano e la riportò fuori nei giardini, quei giardini che sembravano essere sempre pronti ad accoglierli.
Harry la fece sedere e le tolse il borsone dalla spalla.
Sam si portò i capelli indietro e si guardò intorno.
Harry prese fiato. Cosa doveva dirle? In ogni caso avrebbe ferito qualcuno. In ogni caso Zayn o Sam non sarebbero stati contenti di lui.
Qualcosa di grosso sarebbe successo in qualsiasi modo.
Avrebbe potuto dirle di rimanere ma il riccio sapeva che non sarebbe durata poi ancora molto, Sam aveva davvero bisogno di una pausa, doveva lasciarsi quel mondo alle spalle per un po' perchè quel sorriso radioso che aveva le prime settimane ormai era davvero un vago ricordo. Quella ragazza sorrideva davvero di rado ultimamente.
Doveva ritrovarsi, doveva ricostruirsi e soprattutto doveva dare quel senso che cercava senza accorgersene alla sua vita, doveva affrontare quella caduta da sola, senza Zayn.
Avrebbe anche potuto dirle di rimanere e combattere per Zayn, cosa che il moro avrebbe sicuramente apprezzato, avrebbe potuto dirle di non darla vinta a quei magnati della musica, che doveva essere forte, che anche questa volta doveva ingoiare quel magone che, Harry sapeva, si stava portando in gola da troppo tempo.
Ma come poteva chiederle di rimanere quando la cosa più giusta era davvero andare via?
Non per sempre naturalmente, avrebbe solo dovuto staccare la spina, sarebbe potuta tornare poi, ma tornare per cosa? Per trovare la stessa situazione?
E Zayn? Zayn sarebbe andato fuori di testa, il pensiero che lei avesse mollato tutto per la band l'avrebbe fatto chiudere in uno di quei silenzi di pietra, quelli spaventosi in cui solo Liam riusciva ad entrare e a sciogliere non si sa come.
Cosa doveva fare lei? Cosa avrebbe fatto lui?
Avrebbe ascoltato il suo cuore, ma no, Harry Styles non avrebbe mai abbassato la testa andandosene via come un cane bastonato.
Harry Styles avrebbe combattuto, Harry Styles lo stava già facendo.
"Devi fare quello che ti rende felice" disse di getto.
Sam lo guardò sconsolata "Per anni lui mi ha protetto dal mondo, adesso è il mio turno"
E la verità traboccava in una maniera quasi imbarazzante dalle parole della ragazza.
Lei scosse la testa e una risata nervosa le attraversò la gola. "Vedi?" chiese guardando il riccio "Proteggerlo mi rende felice"
Lo stomaco di Harry si contorse. Se ne sarebbe andata in qualsiasi caso, non sarebbe mai stata a guardare Zayn rovinare anche solo qualcosina per lei perchè era innamorata persa e saper amare vuol dire anche saper lasciare andare quando è necessario.
Sam non si stava arrendendo, stava semplicemente scegliendo per Zayn che in quel momento non ne era capace.
"Te ne andrai in un modo o nell'altro, non è così?"
"E' così" disse lei alzandosi "Ho un biglietto per il pullmann delle tre del mattino" riafferrò il suo borsone.
Le mani di Harry cominciarono a tremare improvvisamente, stava accandendo davvero?
"Non arriverai mai in tempo alla stazione"
"E' presto invece" disse lei guardando il cellulare.
"Ti prego, non farmi cercare un'altra scusa per accompagnarti" prese il borsone dalla spalla della ragazza e cominciò a camminare verso l'uscita.

"E' davvero così facile rubare le chiavi a Paul?" chiese lei con un tono che strideva completamente con la battuta appena fatta.
Harry mise in moto la mercedes nera. "Sei sicura che non vuoi svegliarlo?" chiese di getto.
"Sai che farebbe una scenata..e sai anche che io non me ne andrei" disse lei stringendosi nella giacca del moro.
Harry annuì ed inserì la retromarcia.
Un pensiero cominciò a formarsi sotto quei ricci, Sam gli sarebbe mancata.
Le sarebbe mancata quella risata stupida, le occhiatacce, i sorrisi, gli abbracci e i pugni.
Aveva trovato in lei una sorella più piccola da proteggere nonostante lei fosse più grande di lui.
Aveva spesso trovato un rifugio in quegli occhi blu e si era sentito realmente importante ogni volta che si era ritrovato ad asciugare quelle lacrime e ad indirizzarla verso la scelta che non l'avrebbe fatta soffrire o che l'avrebbe fatta soffrire meno.
Si era divertito come un pazzo a tirarle fuori ogni volta la verità con le pinzette.
Si era sentito tradito come poche altre volte in vita sua quando Sam aveva deciso di non renderlo partecipe del suo segreto, ma era stato così orgoglioso quando aveva scoperto che non lo aveva fatto che per Zayn. Che nonostante tutto stava portando quel peso sulle sue spalle, da sola.
Si ritrovò a sentire gli occhi bruciare nel ricordo delle sere passate in svariate terrazze mentre lei si godeva qualche sigaretta rubata ad uno Zayn addormentato profondamente.
Ripensò a tutti i discorsi importanti che avevano fatto, a come dopo ogni sua frase ad effetto lei scoppiasse a ridere scompigliandogli i capelli.
Scosse la testa e, prima che quei pensieri lo portassero a riversare delle lacrime calde, erano arrivati alla stazione dei pullmann.
Scesero dalla macchina e si avvicinarono alla banchina in un silenzio immacolato.
"Il pullmann parte tra cinque minuti" disse lui guardandosi le scarpe.
Sam sentiva il cuore uscirle dal petto, non si era mai imbarcata in un'avventura così grande.
Il riccio si mosse spostando il peso da una gamba all'altra e Sam fu sconvolta da un'ondata del suo profumo.
La parte più difficile di tutto quanto era senza ombra di dubbio lasciare Zayn, ma anche l'idea di lasciare il riccio cominciava a farle bruciare gli occhi.
"Due minuti" disse il riccio chiudendo gli occhi.
Sam lo guardò, guardò quell'angelo che continuava a salvarla, sempre.
Si gettò tra le sue braccia e lo strinse forte, avrebbe congelato quel momento se avesse potuto.
Harry ricambiò subito la stretta e affondò il viso tra i suoi capelli. "Non è un addio" sussurrò il riccio al suo orecchio.
E Sam per un attimo quasi ci credette, ci sperò con tutta se stessa e lo strinse ancora di più.
Il motore del pullmann prese vita e allora il riccio lasciò un ultimo dolce bacio sulla fronte della ragazza prima di spingerla vicino al mezzo.
"So che Liam sarà bravissimo ma..." cominciò lei "Prenditi cura di lui, prenditi cura di te"
"Noi non possiamo competere con te Sammy, non abbiamo proprio tutto quello che cerca" disse il riccio cercando di alleggerire la tensione o i suoi occhi avrebbero lasciato scendere delle lacrime.
Sam lo guardò e rise anche lei, tra le lacrime. "Salutameli, Liam, Lou, Niall, digli che...mi dispiace così tanto" disse guardandosi i piedi.
"Lo sapranno senza che io debba dirglielo"
"E Zayn..."
"Lo conosci meglio di me, so che ogni sua reazione l'hai già prevista.."
"Sono un mostro" disse lei scuotendo la testa.
"Un mostro?" chiese lui sbalordito, allargò le braccia "Lo stai amando nel miglior modo che io abbia mai visto"
"Non dirgli dove sto andando"
"Non ci metterà molto a capirlo"
"Lo so" disse lei tirando su con il naso.
L'autista si avvicinò e fece segno a Sam di salire.
La ragazza salì e non appena prese posto tirò giù il finestrino. "Non è un addio" ripetè Harry quando il pullmann cominciò a muoversi.
"Non è un addio" risuonò nella testa della ragazza per tutta la notte.
"Non è un addio" e allora perchè faceva così male?

Quando aprì gli occhi e distese il braccio, ad accoglierlo trovò solo le coperte fredde del letto.
Si tirò su a sedere e si stropicciò gli occhi, doveva essersi addormentato come una pera cotta.
Si guardò intorno, nessuna traccia della ragazza, probabilmente era scesa giù a fare colazione.
Si alzò dal letto e cominciò a spogliarsi, una doccia prima di partire lo avrebbe rilassato.
Quando passò vicino alla scrivania però, un rettangolo bianco attirò la sua attenzione.
"E' perchè ti amo, non cercarmi"
Dovette rileggerlo qualche volta per capire bene. Quella S. alla fine della frase stava lentamente abbattendo tutto il suo autocontrollo.
Accartocciò il foglio e lo buttò a terra.
Era andata via? L'aveva lasciato lì? Si era arresa così?
Non diede nemmeno il tempo al dolore per la perdita di arrivare al suo cervello che era fuori dalla sua camera.
Uscì come una furia, l'avrebbe trovata, a Bradford o in capo al mondo l'avrebbe ritrovata e se la sarebbe ripresa.
"Zayn!" quella voce l'avrebbe riconosciuta in mezzo a milioni. Liam.
Si voltò e non ebbe il tempo di dire niente che l'espressione del più piccolo cambiò.
Liam era davvero bravo a leggerlo.
"Cosa stai per combinare?" chiese serio avvicinandosi.
Quello sguardo preoccupato e quella voce autoritaria però ruppero tutte le sue forze, lasciarono il tempo al suo cervello di realizzare tutto.
Se n'era andata, l'aveva persa davvero, definitivamente.
"Lei.." cominciò a dire "Lei.." riprovò.
"Lo so, la sua camera è vuota" il più piccolo gli strinse una spalla.
Vuota, la sua stanza era vuota.
C'era solo una persona che avrebbe saputo dirgli tutto, che non gli avrebbe mentito mai.
"Devo parlare con Harry" sussurrò.





----------------------------------------------------------------------------------------------
Era indispensabile un altro capitolo cosí triste? Purtroppo si, lo era, lo dovevo al rapporto tra Sam e Harry che credo sia uno dei vostri preferiti. Dal prossimo avremo una risalita, ve (me) lo prometto! Sam è andata, ora tocca vedere cosa combinerá Zayn!
Potrebbero esserci problemi nel postare prossimamente per colpa della mia connessione infatti questo capitolo lo sta postando la mia Gio' a cui devo praticamente un favore enorme ♥<3 a sabato, spero!

 

Ritorna all'indice


Capitolo 34
*** 34. Just because it burns it doesn't mean you're gonna die ***


Capitolo TRENTAQUATTRO - Just because it burns it doesn't mean you're gonna die
 
 
Quando scese dal pullmann fu investita da un'ondata di vento che le graffiò le guance.
Si strinse nella giacca di Zayn e si caricò meglio in spalla il borsone pesante.
Si tirò indietro i capelli e diede un'occhiata alla mappa del quartiere.
Vari flashback continuavano a riempirle la testa. Riconosceva qualche casa e qualche vicolo addirittura.
Sentì un piccolo sorriso crescere lungo le sue labbra quando riconobbe il bar dove sua madre prendeva il caffè ogni mattina prima di portarla a scuola.
Non era cambiato nemmeno un po', l'insegna era sempre la stessa, lo erano i colori, lo erano le porte e i mattoncini rossi.
Senza che lo ordinasse ai suoi arti inferiori si ritrovò davanti alla porta.
Spinse ed entrò rifugiandosi dal freddo di Novembre che sembrava volerle entrare nelle ossa.
Prese posto ad un tavolo e si nascose dietro ad un menù per poter osservare tutto meglio.
I tavoli e le sedie erano stati cambiati, così come il bancone, ma le pietanze erano più o meno ancora le stesse.
Riconobbe il tipo di gelato che era solita prendere qualche pomeriggio e si lasciò sfuggire una piccola risata prima che i suoi occhi cominciassero a pungere.
Non poteva di sicuro cominciare a piangere in un bar, nascosta dietro un menù, vestita come una fuggitiva.
Una fuggitiva, come poteva darsi torto? Lei era fuggita.
Sentì quel piccolo sorriso morirle sulle labbra e si ritrovò a mordersi un labbro e a guardare il soffitto.
Dannazione, era davvero stanca di piangere.
Era stanca di lamentarsi, di non riuscire a farcela da sola.
Quell'esperienza avrebbe potuto ucciderla come avrebbe potuto renderla infinitamente più forte, dipendeva tutto da lei.
Doveve essere forte, decise di esserlo quando scoprì il viso dal menù e prese un respiro profondo.
"Buongiorno!" disse una voce allegra alle sue spalle.
Sam sussultò. Una ragazza dai boccoli scuri e con un paio di occhi dal colore indefinito le stava sorridendo accomodante.
"Direi che ti porto un caffè bollente, che ne dici?"
La ragazza sbattè gli occhi e sorrise guardandosi le mani. Dai Sam, forza.
"Certo, grazie" disse sorridendo.
"Arriva subito!" disse la ragazza con il grembiule rosso sparendo tra i tavoli.
Sam si guardò intorno, possibile che lei fosse la sola cameriera lì dentro? Eppure non ne vedeva altre.
Guardò il suo cellulare e si domandò quando si sarebbe decisa ad accenderlo.
Doveva veramente accenderlo ma sapeva che tutto quello che ci avrebbe trovato l'avrebbe distrutta e si sarebbe dovuta ricostruire, di nuovo.
Lo avrebbe acceso una volta tornata a casa, ora voleva godersi il suo caffè senza annacquarlo con le lacrime.
"Ecco a te" la ragazza riapparve accanto a Sam. Come faceva ad essere così silenziosa?
"Grazie, sei molto gentile"
"Grazie a te" disse dileguandosi, di nuovo.
Versò due cucchiaini di zucchero nel suo caffè e cominciò a girarlo in modo da scioglierlo.
Lanciò uno sguardo veloce al borsone e il suo sguardo fu catturato da un angolino marrone.
Il libro.
Lo afferrò e lo mise davanti alla tazza di caffè ricominciando a leggere quelle parole che ormai sapeva a memoria arrivando fino al punto in cui la storia si concludeva.
Le parole di Louis tornarono violente nella sua testa. "Chi meglio di te può continuarlo?"
Scosse il capo, doveva togliersi dalla mente gli occhi cristallini del ragazzo che l'avevano guardata con immensa fiducia.
"Louis ha ragione" la tradì la sua memoria "Solo tu puoi finirlo" la voce roca di Harry risuonò forte e chiara nella sua testa.
Si ricordò delle occhiate di assenso di Liam e Niall e sentì il cuore scaldarsi.
"Io lo ricordo benissimo il primo giorno di scuola" disse quella voce che aveva cercato di evitare per tutta la notte.
Si ritrovò a chiudere gli occhi e a perdersi nel ricordo di quella voce che la prendeva in giro per l'ennesima volta.
E di nuovo si sentì stupida.
Era di questo che trattava tutto, doveva imparare a incassare i colpi, a renderli quasi indolori.
Non poteva permettere ad un ricordo di mozzarle il fiato in quella maniera.
Faceva male, male da morire ma non per questo avrebbe mollato, non per questo non ne sarebbe uscita.
"Scusami!" disse d'un tratto rivolta alla cameriera dai boccoli scuri "Potresti portarmi una penna?"
La ragazza annuì e dopo poco le portò una penna nera.
Sam se la rigirò tra le mani per alcuni minuti.
Quando la poggiò sulla carta sentì l'adrenalina scorrerle nelle vene, veloce.
Era tantissimo tempo che la scrittura, quello che accumunava lei e la madre, non la faceva sentire...bene, viva.
Scrisse, tantissimo. Descrisse nei dettagli il suo primo giorno di scuola, gli occhi nocciola di quel ragazzino, la limonata dolcissima e quel dondolo a righe bianche e blu.
Qualche lacrima non riuscì a fare a meno di bagnare il foglio ma andava bene, era viva, era finalmente sveglia, sentiva di avere di nuovo il controllo della sua vita tra le mani e lo teneva stretto, non l'avrebbe mai più lasciato andare.
Quando alzò gli occhi dal foglio realizzò di aver passato due ore a scrivere.
Mettere tutto quello che la distruggeva su carta la aiutava, in quel modo riusciva a competere meglio con tutte le sue debolezze.
Si alzò stringendo al petto il libro dalla copertina marrone ed uscì lasciando la mancia sul bancone, più tardi sarebbe tornata.
Sarà stata colpa della luce, delle grandi vetrate o del fatto che tante volte tra quei tavoli era stata seduta sua madre, ma quel posto la ispirava, e quello poteva essere l'inizio della sua rinascita.
 
 
 
Si fiondò sulla porta della camera del riccio battendoci forte i pugni sopra.
"Harry, Harry!" urlò.
"Zayn, smettila di urlare, non ci siamo solo noi qui" lo rimproverò Liam.
Il moro si guardò intorno inquieto. "Al diavolo" disse tra i denti.
Stava per ricominciare a gridare quando un ciuffo biondo gli aprì la porta.
"Niall?" Liam alzò un sopracciglio.
"Ehi ragazzi! Ero passato a svegliare Harry, dobbiamo partire tra qualche ora eh!" disse.
Il suo tono nervoso lo smascherò immediatamente, di sicuro stavano parlando di Sam.
"Beh" disse il moro impaziente "Mi fai entrare? Devo parlare con Harry"
Niall guardò Liam e il castano alzò le spalle, che doveva fare? Quell'argomento andava affrontato, non potevano di certo sfuggirgli.
Zayn fece finta di non notare le occhiate tra i suoi due compagni e si intrufolò in camera trovando Harry seduto sulla scrivania a discutere con Louis.
"Ehi Zayn, buongiorno!" fece il più grande sorridendo.
Buongiorno niente, sarebbe stato un buongiorno solo quando qualcuno si sarebbe degnato di dirgli qualcosa.
"Smettiamola subito con questo teatrino, ok?" disse massaggiandosi la fronte, sentiva che uno di quei mal di testa da paura sarebbe venuto a fargli visita da un momento all'altro.
I quattro ragazzi si lanciarono occhiate preoccupate. Rare volte avevano visto Zayn così. Rare volte avevano assistito ad un suo crollo.
Zayn non era quel tipo di persona che ti include nel suo dolore, non importa quanto sia grande, lui cerca sempre di tenere tutti lontani.
Ma Liam riusciva a percepirlo, riusciva a sentire le forze del suo migliore amico quasi venire meno mentre cercava di capire cosa stava succedendo, mentre cercava di dare un senso a quella situazione paradossale. Perchè nessuno si decideva a parlare?
"Harry" disse Liam con il suo tono autoritario, quel tono che usava solo durante le litigate tra i suoi compagni "Tu cosa sai?"
Il riccio sentì il peso degli sguardi di tutti quanti addosso. Perchè si doveva sempre cacciare in quelle situazioni?
Sarebbe scoppiato se non avesse trovato un briciolo di calma negli occhi cristallini di Louis che lo guardavano incoraggiante.
"Aveva bisogno di farlo, Zayn, doveva staccare la spina e.."
Zayn mise una mano avanti massaggiandosi gli occhi con l'altra. Il mal di testa ormai era arrivato.
"Ok, dimmi dov'è e facciamola finita con questa cretinata"
"Questa non è una cretinata per lei" ribattè Harry.
Liam riuscì a sentire la temperatura calare vertiginosamente in quella camera. Vide lo sguardo scettico di Zayn e Harry prendere un respiro profondo.
Le liti più spaventose dopo quelle tra Louis e Zayn erano sicuramente quelle tra Harry e il moro.
Quei due caratteri così diversamente forti messi in contrasto potevano arrivare anche a non parlarsi per giorni ignorandosi del tutto.
Grazie al cielo litigavano davvero poco ma quando accadeva le loro liti finivano per riscuotersi anche sugli altri tre.
"Questa è una cretinata" ripetè Zayn fermo "E prima tu mi dirai dov'è andata, prima io potrò andare a riprenderla e prima tutto questo finirà" disse non riuscendo a non alzare la voce sulle ultime parole.
"Focalizza la situazione Zayn, tu avresti fatto lo stesso per lei"
Il moro rise nervosamente "Io non l'avrei mai lasciata così, senza dire niente, nel bel mezzo della notte per andare non si sa dove!"
"Invece l'avresti fatto" disse Harry cominciando ad alzare la voce anche lui.
"Harry.." cominciò Zayn "Stanne fuori"
E in quel momento il riccio si sentì davvero colpito. Si sentì inutile nel vero senso della parola. 
Non era stato lui a risolvere svariate volte le cose tra quei due? A rincuorarli entrambi? E adesso Zayn gli veniva a dire di starne fuori?
"Sai perchè dico che l'avresti fatto?" gli chiese avvicinandosi "Perchè io ti conosco più di quanto tu voglia ammettere, perchè io ho fatto l'impossibile per voi due e quindi no, non ne starò fuori" riprese fiato "Devi lasciarla fare, devi lasciarla crescere, lasciala provare, pensi davvero che in questa situazione non vi sareste ritrovati a litigare entro pochi giorni?"
"Harry.." cominciò Niall.
"Non me ne frega niente!" il moro esplose lasciando tutti di stucco "E' andata a New York, vero?" chiese incatenando i suoi occhi in quelli verdi del riccio.
"Non hai mai avuto bisogno di chiedermelo, eppure sei ancora qui, sai perchè? Perchè anche se fa male, anche se fa schifo, nel profondo lo sai che la sua è stata la decisione più coraggiosa e giusta che potesse prendere"
"Guardami Harry" disse Zayn "Sto andando a prenderla" si avviò verso la porta.
Il riccio si parò davanti all'uscita. L'aveva promesso a Sam, le aveva promesso che si sarebbe preso cura di Zayn, e per sua somma sfortuna non era nella sua natura sfuggire ad una promessa.
"Spostati" disse fermo il moro non riuscendo più a controllare il tremolio nella voce "Ti prego spostati"
"Zayn, lascia passare un po' di giorni, noi siamo qui per te...deve solo passare un po' di tempo"
Senza nemmeno rendersene conto il moro si ritrovò a stringere tra le mani il colletto della maglietta di Harry e a sbattere quella schiena larga contro il muro.
L'espressione di Harry però lo bloccò, lo fece sentire un mostro proprio come le braccia forti di Liam che si erano serrate attorno al suo petto e come l'occhiata gelida da parte di Louis che si era già messo tra i due, facendo da scudo al riccio, come se ne avesse bisogno.
Prima che Liam lo trascinasse fuori dalla camera sentì il suo cuore stringersi alla vista di Niall seduto con la testa tra le mani e di Louis che carezzava la schiena del riccio.
 
 
"Che diamine ti prende?! Era Harry, Zayn! Non uno qualsiasi, Harry!" disse Liam sbattendosi forte la porta della sua camera alle spalle.
Cosa avrebbe dovuto dire? Come avrebbe potuto giustificarsi?
Quell'attacco di nervi era stata la cosa più sbagliata che potesse capitare.
"Per quanto tu non voglia capirlo sta solo cercando di aiutarti" lo rimproverò ancora Liam.
Ecco, se c'era una persona che riusciva a far sentire Zayn Malik, diciannovenne cantante di successo, un bambino piccolo era proprio quel viso d'angelo di Liam Payne.
Era come se ogni più piccola parola del ragazzo riuscisse a toccare i nervi giusti, a curare le ferite, soprattutto quelle che agli altri erano invisibili.
Liam aveva imparato a riconoscere ogni reazione.
Era riuscito ad infilarsi in quei silenzi in cui prima di X Factor Zayn aveva lasciato entrare sempre e solo Sam.
Ed era così strano come quelle due persone riuscissero poi a scioglierli, a riportarlo con loro sulla terra.
Sam e Liam erano le sue due àncore per la terra, ma adesso che ne aveva persa una sentiva già di avere difficoltà nell'articolare una frase.
L'unica cosa che voleva era andare a riprenderla, ripeterle che sarebbe andata bene, che avrebbero passato anche quella.
Frasi vecchie e consumate dalle ripetizioni ormai, sembravano sempre la stessa vecchia canzone malinconica.
Aveva sbattuto Harry al muro, Harry Styles, il ragazzo con cui aveva diviso i momenti più belli della sua vita, il ragazzo che stava cercando di proteggerlo dal mondo, lo stesso ragazzo che gli stava impedendo di prendere una scelta avventata...sbagliata?
Era una scelta sbagliata? Riaverla indietro però gli sembrava così giusto.
"Lascia passare un po' di tempo" Liam interruppe i suoi pensieri "Vi servirà, soprattutto a lei, Harry ha ragione, è ora che lei impari a camminare da sola"
Liam si avvicinò e si sedette accanto a lui. "Noi abbiamo lasciato casa a diciassette anni Zayn, lei ne ha diciannove, è una ragazza intelligente e creativa, non se la passerà male, ormai sai dov'è ma lasciale tempo, lasciale spazio, e se è destino tutto si aggiusterà.."
"E se non lo fosse?" chiese flebile.
"Ne dubito" lo strinse forte tra le sue braccia carezzando i capelli scuri.
"Devo scusarmi con Harry" disse nell'incavo del collo di Liam.
"Hai tutto il tempo, Zaynie, hai davvero tutto il tempo, Harry lo sa"
 
 
Ora o mai più.
Aveva lasciato decine di messaggi nella segreteria di Sammy senza ottenere una risposta, non che se ne meravigliasse alla fine.
Se non poteva accertarsi lui che stesse bene però avrebbe trovato qualcun'altro.
Compose il numero e aspettò che quella voce dolce rispondesse dall'altro lato del telefono.
"Zayn, tesoro!"
"Ehi, mamma, devo chiederti un favore.."


-------------------------------------------------------------
Contro ogni avversità ce l'ho fatta a postare sabato!
Ho scritto questo capitolo ocn Try di P!nk sotto, ascoltatevela perchè ne vale la pena e ci rivedo particolarmente Sammy, è perfetta per lei.
Finalmente il libro marrone sta ottenendo l'importanza che merita, ho sofferto molto a non parlarne prima!
Un bacio e a Martedì! 

Ritorna all'indice


Capitolo 35
*** 35. You don't have to go it alone ***


Capitolo TRENTACINQUE - You don't have to go it alone
 
 
Prima di uscire da quella camera guardò per l'ultima volta il suo letto: l'ultimo posto in cui l'aveva vista, l'ultimo posto in cui lei l'aveva stretto.
Se si avvicinava al suo cuscino riusciva ancora a sentire l'odore dei suoi capelli.
Scosse la testa. Tempo, tutto quello di cui avevano bisogno era tempo, era vero.
Ma non perchè se ne fosse reso conto non aveva il diritto di starci male.
Il diritto di sentire lo stomaco ribollire e i muscoli della mascella tendersi.
Alla fine quel mondo c'era riuscito, Sam era andata via, stanca di quella situazione, se lo sarebbe volentieri preso anche lui un po' di tempo lontano da quell'ambiente, ma Zayn semplicemente non poteva. Aveva lottato così tanto per avere tutto quello.
Scosse la testa e afferrando la valigia la trascinò fuori dalla sua camera.
Si lasciò alle spalle il suo profumo e sperò di lasciarsi alle spalle anche quel mal di pancia che non l'aveva lasciato un attimo.
Cominciò a camminare lungo il corridoio quando sentì qualcuno alle sue spalle.
Non fece in tempo a rendersi conto di chi fosse che quell'informe massa di ricci gli urtò una spalla trascinando il suo trolley.
Zayn sentì le guance andare a fuoco.
Aveva trattato Harry come fosse uno sconosciuto poche ore prima, aveva sentito infrangersi qualcosa in quel rapporto che l'aveva sempre rassicurato.
Proprio ora che ne aveva combinata una così grande Zayn si rese conto di quanto Harry fosse un po' un suo porto sicuro.
Quel ragazzo aveva sempre avuto le parole e i consigli giusti per lui, era sempre stato disposto ad ascoltarlo senza mai giudicare.
Tutto quello che aveva fatto l'aveva fatto con lo scopo di proteggerlo e lui l'aveva ripagato attaccandolo al muro.
Per questo il moro non si sorprese quando Harry, senza degnarlo nemmeno di uno sguardo, grugnì uno "Scusa" affrettato e alzò il passo arrivando per primo all'uscita dell'albergo.
Rimase immobile per qualche secondo prima di ricominciare a camminare.
Doveva rimettersi in carreggiata, doveva disperatamente farlo prima di perdere completamente la sua strada.
Non poteva darla vinta a quella situazione.
Potevano prendersi lei, la loro storia, ma non sarebbero mai riusciti ad abbatterlo del tutto.
Lui sarebbe sempre stato in piedi, sorretto dal suo migliore amico o da solo, lui sarebbe rimasto stabile, le spalle dritte e il volto alto.
In fondo, anche lei l'avrebbe voluto.
In fondo, Zayn era sempre stato così, perchè sarebbe dovuto cambiare adesso?
 
 
Saliti sul loro aereo privato Louis si sedette, come sempre, accanto a Harry nei posti a quattro.
"E' tutto ok?" chiese il più grande osservandolo.
Il suo sguardo era perso oltre l'oblò.
Il riccio annuì senza proferire parola.
"Se fosse tutto ok staremmo parlando di qualche cosa stupida" continuò Louis aprendo un pacchetto di noccioline.
Ne mangiò qualcuna e poi nascose il pacchetto - ancora aperto - sotto il sedile.
"Che schifo" sussurrò prima di buttare giù un po' d'acqua.
"Potresti smettere di farlo?" gli chiese freddo il più piccolo.
"Ah ma allora ci sei!" il castano allargò le braccia "Che fai, mi degni della tua presenza?"
Harry non riuscì a fermare quel sorriso e lo lasciò percorrergli le labbra, non era possibile essere freddi con Louis.
Non era possibile usare quel tono duro davanti ad un sorriso del genere, davanti a quegli occhi che lo guardavano preoccupati.
"Ogni volta che saliamo su questo coso" disse indicando l'aereo allargando le braccia "Ne mangi una, ti schifi e le nascondi sotto il sedile, tutti sappiamo che sono disgustose, perfino Niall non le mangia, perchè tu continui a farlo?"
"Perchè ogni volta che lo faccio tu sorridi" disse Louis scrollando le spalle.
Harry rimase a guardarlo per un attimo a bocca aperta. Stava decisamente sfogando la sua frustrazione sulla persona sbagliata.
Sorrise. "Vedi?" lo richiamò il più grande "Hai sorriso!"
"Si, idiota, ho sorriso" abbassò lo sguardo senza lasciare andare via quella smorfia.
"Sai che Zayn non voleva farlo" disse stendendo sulle loro gambe una coperta.
"Certo che lo so" disse guardando da lontano il moro.
Zayn se ne stava a pochi sedili di distanza da loro, le cuffie a coprire le orecchie e la testa poggiata contro il finestrino, gli occhi chiusi.
"Ma non posso certamente andare a consolarlo, a dirgli che non è la fine del mondo o.."
"Ma è quello che farai"
"E' quello che farei" lo corresse il riccio "Se non avesse provato a spaccarmi il cranio!"
Louis lo squadrò. Harry aveva ragione ma non poteva nemmeno non aspettarselo.
"Oh, conosci Zayn" disse il castano sbadigliando "Starà affogando nei sensi di colpa, è per questo che se ne sta lì tutto solo" lo indicò.
"Starà dormendo, come sempre, e poi ha Liam, non ha bisogno di me" Harry tornò a guardare fuori.
Louis rise,  avrebbe volentieri registrato le parole del riccio per fargliele riascoltare.
"Ma ti ascolti?" disse, Harry lo fulmino "E poi ha Liam" continuò imitando il tono del riccio.
"Sei irritante in questo momento" le narici del riccio si allargarono un po', come accadeva sempre quando era in imbarazzo o nervoso e Louis non potè fare a meno di notarlo.
"Zayn ha bisogno di tutti quanti in questo momento, non solo di Liam" sorrise "Ma adesso io ho bisogno di un po' di sonno, ci si vede tra qualche ora!"
Sotto lo sguardo scettico di Harry, Louis abbassò lo schienale del suo sedile, infilò un paio di cuffie e chiuse gli occhi.
Harry riuscì a riconoscere dalla prima nota "I can barely say" dei The Fray prima di scuotere la testa, quella era solita routine in un giorno che di solita routine non aveva proprio niente.
Tornò a guardare le nuvole fuori dal finestrino, pensò che di Chicago ricordava veramente poco, era contento di ritornarci.
Dopo pochi minuti però un movimento attirò la sua attenzione, Zayn si era seduto proprio davanti a lui, le mani sul tavolino che li divideva.
In quegli attimi il verde degli occhi di Harry si perse nel nocciola di quelli di Zayn e il moro si ritrovò a desiderare con tutto se stesso di poter tornare indietro nel tempo per impedirsi di attaccarlo al muro.
Restarono a guardarsi per qualche minuto senza proferire parola, era sempre andata così tra loro.
Il più delle volte erano i loro occhi a parlare al posto delle loro parole.
"Mi dispiace" disse Zayn sentendo il suo cuore farsi più leggero "Mi dispiace così tanto che tu non puoi nemmeno immaginare.."
"Zayn.." cominciò lui.
"No, no, fammi finire" mise le mani avanti "Sono stato il re degli stupidi, tutto questo tempo, tutto quello che hai fatto...l'hai fatto per proteggermi e io sono sempre stato cieco riguardo a questo" prese fiato "Hai aiutato me, hai aiutato lei, lei che senza di te se ne sarebbe andata molto prima, hai saputo ancora una volta indicarle la decisione giusta, quella decisione che io, da egoista quale sono, volevo impedirle di prendere" scosse la testa "Tu hai sempre saputo meglio di me quello di cui lei aveva bisogno, l'hai sempre saputo prima in effetti"
"Zayn.." riprovò il riccio.
"Quindi grazie Harry" Zayn tornò a guardarlo negli occhi e si godette la scintilla che illuminò quegli smeraldi "Grazie perchè te ne saresti potuto fregare e non l'hai fatto"
Harry rimase a fissarlo per qualche secondo prima di realizzare quello che le sue orecchie avevano registrato.
Zayn, il suo amico Zayn, aveva abbassato ogni sorta di barriera, si era spogliato del suo orgoglio per lui.
Harry sapeva quanto quel gesto doveva essere stato difficile per lui, lo leggeva nei suoi occhi.
"Non c'è di che" si ritrovò a dire il riccio con un filo di voce "E non ti preoccupare, ci siamo sempre fatti più male a parole che a gesti, io e te"
Zayn sorrise amaro.
"Anche perchè prima che questo ammasso d'ossa riesca a farti male sul serio ce ne vuole" disse Louis risvegliandosi dal suo sonnellino.
Ma Harry ne era convinto, non aveva mai dormito, sapeva che le cose sarebbero andate così.
Se c'era una persona che Louis conosceva bene quella era Zayn, si somigliavano straordinariamente per certi versi ed erano completamente diversi per altri.
Harry rise e lo fece anche Zayn. "Nah, devo dire che la botta l'ho sentita" disse Harry massaggiandosi il collo.
"Scusa Haz, davvero"
"Non eri in te" il riccio alzò le spalle "Mettiamoci una pietra sopra"
"Volentieri" Zayn si rilassò, finalmente, contro lo schienale dell'aereo.
Ed era proprio vero, non importa quanto un giorno possa essere brutto, finirà e passerà proprio come uno bello.
Ma quanti giorni brutti dovevano passare prima che potesse tornare a stringere Sam?
L'avrebbe fatto mai più?
"Zay, non sei solo, questa volta non scordarlo" disse Louis dolcemente.
"Già" aggiunse Harry "Siamo una famiglia, siamo qui"
 
 
 
Erano passate tre settimane da quando aveva ottenuto quel lavoro al bar e ancora si ritrovava a scottarsi le dita con il latte caldo quelle poche volte che non doveva scappare da un tavolo all'altro.
"Sam!" la richiamò Deb da dietro il bancone "Hai il tavolo 5 pronto!"
Si strinse il grembiule attorno ai fianchi e sfrecciò a prendere il vassoio. 
"Dopo questo hai cinque minuti di pausa" disse la ragazza sorridendole in quel modo che adorava tanto.
Era come se il sorriso di quella ragazza riuscisse a riscaldare la più fredda delle giornate di New York, era contenta di aver trovato un'amica lì.
Consegnò i due cappuccini al tavolo cinque e corse fuori dal locale per la sua strameritata pausa.
Quante cose erano cambiate in tre settimane?
Lo stesso giorno in cui era arrivata era tornata al bar, aveva cominciato a chiacchierare con Deb ed era saltato fuori che stavano cercando una cameriera, Sam non aveva potuto fare altro che cogliere la palla al balzo, le servivano dei soldi.
Non si era mai sentita così viva, aveva una casa - troppo grande - tutta per lei, aveva un lavoro e soprattutto era arrivata a non chiudere più occhio per continuare a scrivere sul libro di sua madre. Libro che aveva quasi finito.
Tornare indietro nel passato la sorprendeva ogni giorno, pensava che avrebbe dovuto soffrire le pene dell'inferno a causa di quei ricordi ma no, scoprì che quelle immagini la facevano stare meglio, in qualche modo tenevano Zayn vicino a lei.
Zayn continuava ad essere il centro dei suoi pensieri, ogni giorno, ma piano piano il suo viso invece di distruggerla aveva cominciato a darle la forza per alzarsi dal letto la mattina.
Doveva essere forte per lui, ci stava riuscendo, per lei.
Stava diventando grande, stava affrontando quella brutta caduta, da sola, finalmente, e con sua grande sorpresa se la stava cavando bene.
Daltronde sia il lavoro che il libro le lasciavano davvero poco tempo per riflettere sulla sua situazione.
A lavoro le ore passavano come se niente fosse e quando si perdeva tra le pagine di quel libro marrone perdeva completamente il rapporto con il presente, tornava ad essere la Sam di mesi prima.
Aveva sentito Harry qualche volta, lui sarebbe stato così orgoglioso.
Le aveva raccontato di Zayn, di come si stessero prendendo cura di lui, di come però lui a volte, la sera, preferisse rintanarsi in camera invece di uscire con loro.
Le aveva raccontato delle prove, di come la concentrazione e la tecnica di Zayn non fossero mai state più perfette.
"Credo che cantare sia tutto quello che lo tenga lontano da una crisi di nervi, Sammy" le aveva detto dall'altro lato del telefono prima di dover attaccare, Zayn stava per arrivare.
Le dispiaceva tanto, le faceva male sapere quelle cose, ma non avrebbe potuto chiedere al moro di reagire in altro modo.
Daltronde anche lei aveva avuto qualche serata in cui la lontanza le era sembrata davvero troppa, in cui era quasi arrivata a rifare il borsone, ma era sempre riuscita a fermarsi in tempo, non se lo sarebbe mai perdonato.
Una sera Deb l'aveva portata a fare un giro per New York e lei, senza nemmeno rendersene conto, le aveva raccontato del libro e del fatto che volesse finirlo.
Gli occhi della ragazza si erano illuminati "Si, devi assolutamente finirlo!" le aveva detto davanti ad una tazza di thè.
"Sam!" la voce di Deb la fece uscire dai suoi pensieri bruscamente "C'è una persona che ti cerca!"
"Chi è?" chese alzando un sopracciglio. Chi poteva essere? Lei non aveva nessuno.
"Una certa Trisha, ha chiesto di te, ti sta aspettando dentro"


----------------------------------------------------------------------------
Scusatemi ma oggi sono di poche parole, sono solo contenta di dirvi che aggiungerò un altro capitolo a questa storia, scollarmene sarà davvero difficile! Un bacione a tutti e a Sabato! :D
ps: tenete d'occhio Deb, sarà super importante.

Ritorna all'indice


Capitolo 36
*** 36. You're my kryptonite ***


Capitolo TRENTASEI - You're my kryptonite



 

Corse nel bar quasi travolgendo Deb.
Una volta entrata dentro cominciò a guardarsi intorno in preda al panico.
Sentiva che da un momento all'altro il suo cuore sarebbe potuto scoppiare.
E poi la vide. Seduta lì al bancone a sorseggiare un caffè.
Era nervosa, riusciva a dirlo da come ticchettava le dita sulla tazza bianca, stessa cosa che insonsciamente anche Zayn faceva.
Scivolò tra i tavoli e non fece in tempo ad arrivare da lei che Trisha si era già girata e l'aveva vista.
Fu come se in quell'attimo non ci fosse più niente attorno a loro.
Sparì il bar, sparirono le persone, i rumori, l'odore di caffè. In quel momento c'era lei tra le braccia di quella donna che l'aveva cresciuta come se fosse figlia sua.
Thisha la strinse forte al petto e lei nascose il viso nell'incavo del suo collo.
In quel momento sentì tutto cedere.
Quelle mura di sicurezza e spavalderia che si era costruita in quelle tre settimane caddero rovinosamente a terra e la fecero sentire piccola come non mai.
Sentì la stretta della donna farsi più calda attorno a lei al suo primo singhiozzo.
"Sammy" sussurrò la donna "Non piangere, piccola" le baciò la testa e quel gesto non fece altro che farla piangere ancora di più.
"Sam" sentì la voce di Deb accanto a lei "Ehi, va' a casa, per oggi hai finito, ok?" le disse dolcemente.
"Grazie mille" disse la donna sorridendo alla ragazza.
"Dovere" disse poi sparendo di nuovo tra i tavoli.
Trisha strinse forte la mano di Sam e la portò fuori da lì slegandole il grembiule che teneva attaccato ai fianchi.


"Non l'ho mai visto così..."
"Silenzioso?" suggerì Liam.
"No, è sempre stato più o meno silenzioso" disse Niall abbassando il tono della voce nonostante Zayn stesse dormendo.
I quattro ragazzi si voltarono all'unisono a guardare il loro amico che se ne stava poggiato contro l'oblò dell'aereo con le cuffie alle orecchie.
Stavano partendo, ancora, per San Francisco.
"Sono settimane che tu e lui non mi fate uno dei vostri scherzi idioti" continuò il biondo indicando il più grande.
Louis sospirò "Non avevamo detto che aveva bisogno di tempo?" chiese retorico.
"Si ma pensavo che le cose sarebbero andate meglio..adesso è silenzioso in modo davvero imbarazzante"
Liam sbuffò e sentì lo sguardo di Harry addosso.
"Tu non dici niente?" chiese il più grande.
"Che dovrei dire?" Liam alzò le spalle "E' Zayn e si comporta da Zayn"
"Ma non mi dire" disse Louis in tono falsamente sorpreso "Sai, mi aspettavo che si comportasse da Harry"
"Oh, Tommo, sai quello che intendo!" 
"Deve esserci un modo..." esordì Harry.
"Di Sam che ci dici?" gli chiese Niall interrompendolo "O almeno, io ieri ti ho sentito al telefono con lei"
"Lei sta...bene" disse poggiando la schiena contro il sedile "Ma io credo che sia una bugia che si racconta tutti i giorni e che le basterà anche una piccola scintilla 
per avere una ricaduta, anche se naturalmente spero non sia così.."
"Allora credo sia già crollata" disse Liam rubando una patatina dal pacchetto di Niall.
"Come fai a saperlo?" chiese il biondino "Lou" aggiunse "Perchè io e te non sappiamo mai niente?"
"Ssshh" lo zittì il più grande "Che vuoi dire Liam?"
"La madre di Zayn andava a trovarla in questi giorni" disse stropicciandosi le mani "Glielo ha chiesto lui"
Harry si passò una mano tra i capelli, avrebbe avuto notizie di Sam presto.
"Finiamola qui" esordì Louis ritrovandosi quattro sguardi confusi addosso "Con la modest intendo"
Niall quasi si strozzò con le patatine che stava mangiando. Liam gli battè qualche pugno contro la schiena mentre guardava Louis come fosse un alieno.
Harry si tirò su e si stropicciò la faccia.
"Sei serio?" chiese Liam alzando un sopracciglio "Sai che ci toccherà pagare una penale spaventosa e potremmo finire in tribunale?"
"Leva il potremmo" Louis si massaggiò la nuca e guardò Zayn che intanto aveva rannicchiato le gambe contro lo stomaco.
"Zayn non può stare così" disse scuotendo la testa il ragazzo con gli occhi color cielo.
"Credi che questo non lo sappia?" chiese Liam un po' troppo duro "E poi chi ti dice che qualcuno ci scritturerà di nuovo?"
A quel punto il più grande scoppiò a ridere portando la testa all'indietro.
"Payne, ma sei serio?"
Harry alzò gli occhi al cielo, stavano davvero tornando per l'ennesima volta su quell'argomento?
Ne avevano discusso decine di volte e in ogni occasione Liam e Louis bisticciavano come due ragazzine.
"Sei tu che sei troppo sicuro di te!" classica frase di Liam che anche quella volta non aveva tardato a essere pronunciata.
"Questa volta sono d'accordo con Louis" disse il biondo mettendosi in mezzo, cosa che nessuno degli altri aveva mai fatto "Nessuno di noi è contento, prima o poitutto questo nervosismo ci porterà a sbagliare qualcosa e a quel punto sì che ci saremo bruciati con le nostre mani"
"Harry?" chiese Liam titubante ma con una luce nuova negli occhi.
"Sai già che sono d'accordo" sorrise "L'ho già detto mille volte come la penso, sono sicuro che tutto sia meglio della Modest e noi sembriamo gli unici troppo spaventati per abbandonarla, lo ha fatto Rebecca, lo ha fatto Cher...lo stanno facendo tutti piano piano"
Niall annuì e Louis sorrise incoraggiante a Liam.
"Zayn non può stare così" ripetè il più grande "Nessuno di noi può" incrociò le braccia sul petto.
Liam si gratto una tempia e poi "Allora credo sia arrivato il momento di parlarne con Paul".



La luce del Sole filtrava dolce nella cucina di casa Dekker e le trovò tutte e due lì, sedute l'una davanti all'altra con una tazza di the davanti, come erano solite fare mesi prima. Quei mesi che a Sam sembravano anni. Quasi si era scordata di quanto potesse essere dolce lo sguardo di quella donna, per non parlare di quel sorriso che era così spaventosamente simile a quello di suo figlio.
"Scusa per prima" riuscì finalmente a dire la ragazza.
L'ultima cosa che avrebbe voluto fare era mettersi a piangere davanti a lei, le avrebbe voluto dimostrare che era diventata forte e indipendente.
Voleva che lei credesse che aveva imparato ad incassare i colpi che stava ricevendo ma forse era stata lei stessa la prima ad illudersene, perchè per un attimo in quel bar aveva scambiato lo sguardo di Trisha per quello di Zayn e si era sentita...vulnerabile, come non lo era da tempo.
E la voglia di poterlo stringere di nuovo in quegli istanti l'aveva soffocata, solo in quegli attimi aveva davvero sentito la mancanza del ragazzo.
L'aveva sentito chiaro e tondo il suo cuore e si era accorta di quanto quel pezzo mancante fosse troppo grande per poter vivere senza.
Per quanto ci stesse provando, per quanto sarebbe stato più semplice, il suo cuore non sarebbe mai più stato intero, non senza di lui.
Le mancava un pezzo.
E in quell'attimo le dita affusolate di Trisha carezzarono la piccola tesserina del puzzle sul polso della ragazza e Sam vide i suoi occhi farsi lucidi.
"Scusa?" sussurrò con voce tremolante e alzando un sopracciglio "Sei stata così brava, Sammy, sei stata così forte" disse calcando l'ultima parola.
"Non è vero" disse scuotendo la testa "Non lo sono"
"Si, lo sei" Trisha sorrise "Sei lontana da casa, sei lontana da tutte le persone che ti amano, sei qui, da sola e stai portando avanti la tua vita come solo una donna sa fare" strinse la sua mano "La piccola donna che io ho cresciuto, di cui sono immensamente fiera"
E allora Sam sorrise, con gli occhi lucidi nascose il viso sentendo le guance farsi rosse.
"Sam, tu hai scritto un libro, te ne rendi conto?" chiese girandoselo tra le mani "Qui dentro c'è la tua storia, c'è la vostra storia da quando eravate bambini" i suoi occhi si fecero pericolosamente lucidi "E Zayn sarebbe così orgoglioso di te...tutti dovrebbero sapere, tutti dovrebbero leggere"
"No" disse lei secca spalancando gli occhi "Non..non è scritto bene come la parte di mia madre e..insomma, l'ho scritto io, io non sono nessuno" 
Trisha ridacchiò. "Proprio come non lo era Monet prima di dare la prima pennellata"
"Si parla di uno su un milione, Trisha"
"A quanto pare la nostra famiglia ne ha appena trovato un altro di uno su un milione, che dici?" chiese retorica "Io credo di si"



"Sei sicuro che sia la scelta giusta?" gli chiese Zayn sedendosi più comodo sulla sedia.
Avevano chiesto un colloquio con Paul, volevano fare le cose per bene.
E quindi eccoli lì, tutti e cinque schierati davanti alla scrivania del loro manager che doveva ancora raggiungerli.
"Non è la scelta giusta" disse Liam poggiando una mano sulla coscia del moro "Ma è la scelta che ci farà stare meglio, più avanti"
Zayn sorrise e sentì lo stomaco contrarsi. Stava andando tutto troppo velocemente.
Si era risvegliato a San Francisco e i ragazzi gli avevano riempito le orecchie di quanto lui non potesse andare avanti così e di quanto tutti fossero stanchi.
Zayn non si sorprese, quel discorso non tardava mai ad uscire fuori ma non avevano mai raggiunto una conclusione.
Zayn li guardò tutti meglio.
Harry teneva lo sguardo sulle sue mani, le stava letteralmente distruggendo e di tanto in tanto una piccola smorfia di dolore per qualche pellicina più sensibile si impadroniva del suo volto. Louis sembrava essere in un mondo tutto suo, era seduto, stranemente fermo e continuava a guaradare un punto davanti a lui. Niall faceva tutto il contrario, non riusciva a stare fermo e Zayn aveva dovuto smettere di guardarlo o gli sarebbe venuto il mal di mare. Liam era il solito Liam. Con un intervallo di ogni due minuti si grattava la nuca, il che poteva dire solo una cosa che era poi più che ovvia, era nervoso, da morire. E poi c'era lui, che da un lato era il ragazzo più felice della terra e dall'altro si stava lasciando consumare dalla paura di fallire e di buttare all'aria tutto.Ma il pensiero di Sam era così forte nella sua mente che riusciva a concentrarsi davvero su poco. Aveva ricevuto un messaggio dalla madre. Sam stava bene. "Saresti orgoglioso di lei" gli aveva scritto, come se già non lo fosse. La cosa che più l'aveva colpito e aveva riacceso ancora più violentemente la voglia di rivederla era il fatto che avesse finito il libro di sua madre.
"Parla di voi, solo ed unicamente di voi" le aveva accennato sua mamma. 
Era convinto che avrebbe letto quel libro tanto quanto era convinto che l'avrebbe ristretta prima o poi.
Sarebbe potuto passare tutto il tempo del mondo, quello sarebbe stato il suo unico obiettivo e quando Zayn Malik si mette qualcosa in testa raramente qualcuno riesce a fargli cambiare idea.
"Ragazzi!" esordì la voce del loro manager facendoli sussultare tutti e cinque.
Zayn vide chiaramente la mano di Louis poggiarsi sulla coscia di Harry e stringerla sotto il tavolo.
Il verde degli occhi del riccio parve invece congelarsi e quell'espressione che tanto contrastava con quel viso tornò a dominare sul suo volto.
Harry era il volto della professionalità e del rispetto in quel momento, ma quegli occhi esprimevano anche il fatto che non si sarebbe mai lasciato mettere davvero i piedi in testa, da nessuno.
"Liam mi ha detto di questa decisione per telefono" disse sedendosi davanti a loro "E francamente non ne sono per niente sorpreso" concluse poggiando lo sguardo su Zayn. Liam carezzò il dorso della sua mano sotto il tavolo e il moro inspirò profondamente.
"Siamo stanchi, Paul" esordì Louis per tutti "Stanchi di essere le loro pedine"
"Già" aggiunse Liam sorridendo al più grande "Questa situazione sta diventando davvero imbarazzante"
Louis annuì, aveva sempre saputo che nel profondo Liam era d'accordo con lui.
"Lo so, e ho intenzione di appoggiarvi" sorrise il ragazzone.
"Cosa?!" chiesero quasi in coro, increduli.
"Ma tu lavori per la Modest!" aggiunse Niall "Che vuoi dire?"
"Che voglio continuare a seguirvi e che mi sto già informando per altre case discografiche"
Un sorriso spezzò il viso concentrato di Zayn e per poco non scoppiò a ridere per la felicità.
Guardò i suoi compagni e si rese conto del fatto che anche loro erano nella sua situazione.
Avrebbe voluto alzarsi e abbracciare tutti quanti perchè gli pareva di essere tornato a vivere dopo così tanto tempo che quasi si era dimenticato come si facesse.
Quasi si era dimenticato di quanto fossero perfetti i suoi compagni.
E non servirono parole a nessuno. Gli occhi dei ragazzi ormai non erano poi tanto più un segreto per Paul.
Li aveva visti crescere, li aveva visti trasformarsi da semplici ragazzini imbranati in popstar di successo mondiale in un batter d'occhio.
Ed era così contento di aver contribuito che mai li avrebbe lasciati andare via, voleva continuare a prendersi cura di loro.
"Non appena consegnerò la lettera in cui decidete di annullare il contratto ci aspetterà un periodo difficile, lo sapete?" chiese poi serio "Probabilmente finiremo in tribunale, siete sicuri di riuscire a reggere?"

"Credo che nessuno di noi sia mai stato sicuro di qualcosa come in questo momento" disse Louis guardando i ragazzi.



--------------------------------------------
Scusatemi ma prima ho dovuto pubblicare in tutta fretta e ho abbastanza pasticciato con gli html, io e efp non andremo mai molto d'accordo purtroppo.
Spero vi sia piaciuto lo stesso, ho potuto provvedere a sistemare solo ora purtroppo.

Ritorna all'indice


Capitolo 37
*** 37. Things are never gonna be the same ***


Capitolo TRENTASETTE - Things are never gonna be the same
 
 
 
"L'ho finito!" Deb piombò alle sue spalle facendola sussultare.
Erano rimaste solo loro due nel bar. Sam stava pulendo la macchina del caffè mentre Deb si occupava di rimettere a posto la sala.
"Aspetta..." Sam si voltò piano cercando di ridare un andamento normale al suo cuore "Te l'ho dato ieri mattina, come diamine hai fatto a finire di leggerlo?"
"Ah giusto" disse lei passando uno strofinaccio umido sul bancone "Ancora non ti ho ringraziato per la nottata che il tuo libro mi ha fatto fare!"
"Mi stai prendendo in giro" disse lei scrollando le spalle e togliendo anche i più piccoli residui di caffè.
Scosse la testa. "Non è possibile che tu non abbia dormito per leggere il mio libro!" aggiunse.
"Perchè no?" le chiese la ragazza alzando un sopracciglio.
"Perchè...perchè l'ho scritto io ed è la mia..." ed è la mia storia stava per dire.
Riuscì a fermarsi giusto in tempo.
Aveva naturalmente dato altri nomi ai personaggi del libro ma della storia non aveva cambiato proprio niente.
"La tua cosa?" Deb sistemò gli ultimi sgabelli.
"Niente, niente" disse facendo la vaga e sciacquandosi le mani dalla polvere di caffè.
"Qualsiasi cosa sia è una storia davvero bella, soprattutto il finale, loro che si ritrovano dopo anni e si amano ancora, come la prima volta, lui che ha vissuto fino in fondo il suo sogno e lei che crescendo è diventata la donna che voleva essere, è perfetta e c'è anche una bella morale.."
Sam arrossì violentemente, non poteva davvero parlare del suo libro in quel modo.
"E se proprio vuoi saperlo non hai niente da invidiare a tua madre" aggiunse Deb sedendosi su uno sgabello per guardare meglio la sua reazione.
Sam rise nervosamente, no, non era possibile.
"E ti prego, non osare contraddirmi, la storia è bellissima, scrivi davvero bene e...a quale casa editrice lo spedirai?"
A quel punto la ragazza non riuscì a trattenersi e cominciò a ridere di pancia.
Pubblicarlo e farlo leggere al mondo?
"Mi fai morire Deb" disse sedendosi anche lei non riuscendo a smettere di ridere.
La ragazza sorrise guardandola confusa "Guarda che non sto scherzando" disse.
"Il lavoro ti da alla testa, andiamocene a casa" Sam si levò il grembiule e afferrò la sua borsa.
Deb la seguì chiudendo il bar alle sue spalle. "Secondo me lo pubblicherebbero" disse sottovoce.
"Non lo faranno" replicò Sam tranquilla.
"Solo perchè non vuoi mandarglielo!" disse poggiando le mani sulle sue spalle.
Sam si lasciò inghiottire da quello sguardo dolce e sorrise. "Per questo" disse "E per altri cento motivi" aggiunse.
"Secondo me dovresti provarci, è davvero sprecato per restare nell'anonimato e.."
"Ehi" la interruppe Sam "Ci vediamo domani, ok? E cerca di dormire stanotte" disse lasciando un piccolo bacio sulla guancia della ragazza e avviandosi verso casa.
Quando era ormai ad alcuni passi di distanza si voltò e salutò Deb con la mano, lei ricambiò.
"Piccola Sammy" sussurrò Deb "Quel libro non può rimanere un segreto" scosse la testa mentre un'idea prese forma nella sua mente.
 
 
Non appena rientrò a casa venne un'altra volta investita dal silenzio di quell'edificio troppo grande solo per lei.
Trisha era dovuta partire pochi giorni dopo, doveva prendersi cura delle ragazze e Sam, per quanto quella donna le fosse mancata, voleva continuare a farcela da sola.  Ma Trisha era fiera di lei e tutto quello le bastava.
"Bradford e casa mia ti aspetteranno sempre a braccia aperte" le aveva detto carezzandole una guancia prima di imbarcarsi.
Tutto quello che le rimaneva di lei adesso erano una ciotola dei suoi biscotti preferiti e la sensazione di un abbraccio al cuore.
Era come se il crollo che aveva avuto con Trisha in qualche modo le avesse permesso di vedere le cose con più lucidità.
Prima del suo arrivo si stava solo illudendo, si era costruita un cartello di carte attorno e Trisha era stata la folata di vento che l'aveva abbattuto per darle la possibilità di costruirne uno di mattoni. Ci avrebbe messo più tempo, ma non sarebbe potuto più cadere poi.
Mentre saliva le scale il suo cellulare squillò. Guardò lo schermo e il nome che vi lesse le scaldò il petto. Harry.
"Haz!" esordì rispondendo.
"Sammy!" risentire quella voce ogni volta la riportava più vicina a Zayn. Quella voce ogni volta però non poteva che farle bene.
"Come stai?" chiese aprendo la porta della sua camera e stendendosi sul letto.
Da quando era arrivata a New York non aveva avuto il coraggio di aprire la porta della camera da letto matrimoniale.
La visione di quella stanza le avrebbe portato troppi ricordi, belli quanto pericolosi per quel periodo.
Se si avvicinava alla porta giurava di riuscire ancora a sentire il profumo della colonia di Zayn e per quanto ricordasse il moro aveva dimenticato lì la sua camicia bianca. Rivederla e ristringerla l'avrebbe portata solo ad un'altra notte insonne.
"Stanco, Sam, stanco ma sto davvero bene, finalmente"
"Sta succedendo qualcosa che dovrei sapere?"
Louis scosse la testa guardando il riccio. Possibile che fosse così facile per lui lasciar trapelare sempre troppo?
Harry guardò il suo telefono - al quale aveva attivato il vivavoce dato che Louis aveva detto di aver voglia di parlare con la ragazza - e strinse gli occhi.
Avevano accordato con Liam e Niall che Sam non avrebbe dovuto sapere niente.
Erano convinti che appena trovato un nuovo contratto Zayn sarebbe corso a New York e mancava davvero poco.
Dirlo a Sam l'avrebbe solo gettata nell'ansia e le cose avrebbero potuto complicarsi, era per il suo bene.
"Mi sto solo...rilassando" concluse Harry con voce sicura.
Louis gli mostrò il pollice come segno d'affermazione. "C'è una persona che vuole parlare con te" aggiunse sorridendo il riccio.
A Sam parve congelarsi il sangue nelle vene, ma non poteva essere Zayn, Harry non avrebbe mai fatto una cosa del genere, nè a lei nè a lui.
Così prese fiato e "Chi?" chiese curiosa.
Harry fece segno a Louis che si avvicinò all'Iphone che il più piccolo teneva stretto tra le mani. "Sammy!" la chiamò ridendo.
E allora un sorriso prepotente si fece strada tra le labbra della ragazza e una risata genuina le nacque nel petto.
Risentire quell'accento inconfondibile e quella voce che sembrava essere fatta di sarcasmo mescolato ad una rara ed eccezionale dolcezza la sciolse.
"Lou!" lo chiamò anche lei stringendo più forte il telefono contro l'orecchio.
Li sentì ridere tutti e due della sua reazione. "Lou, Lou!" lo chiamò lei ansiosa.
Doveva dirgli del libro, doveva dirlo a Louis, in fondo l'idea di continuarlo era stata proprio sua.
"Si, Sam, sono qui, dimmi!"
"L'ho finito" disse tutto d'un fiato.
Louis vide gli smeraldi di Harry spalancarsi insieme alle sua labbra e in pochi attimi anche lui realizzò.
Sam aveva finito il libro della madre, quella ragazza ce l'aveva fatta davvero.
"Perchè diamine io vengo a saperlo così?!" chiese Harry indignato.
E Sam rise, ancora e ancora. Non aveva avuto tempo per dirglielo e solo in quel momento si accorse del fatto che alla fine lei non aveva proprio realizzato di averlo finito. Aveva messo un punto a quella storia che andava avanti da quando lei era nata.
"Harreh, smettila di fare l'amico geloso e lasciala parlare!" disse il più grande tirando una piccola spinta al riccio e "Racconta!" esclamò.
La ragazza raccontò loro di come ci avesse messo tutta la sua vita e la storia con Zayn lì dentro.
Di quanto ci avesse messo per trovare dei nomi e dei luoghi adatti e di quante notti avesse passato senza chiudere occhio perchè il desiderio di scrivere non la lasciava stare, la consumava e la teneva sveglia, di come quel libro fosse diventato una droga bellissima e ricostituente.
"E come finisce?" chiese Harry.
"Come so che purtroppo non potrà finire.." disse lei lasciando trapelare una nota di dolore nella sua voce.
Harry fece per controbattere e Louis lo sapeva che le avrebbe detto tutto, sentirla triste non aveva mai fatto bene al riccio, ma strinse il suo braccio e in silenzio scosse la testa.
"Nel libro loro si rincontrano dopo qualche anno, quando il suo sogno ormai è arrivato alla conclusione, quando ormai sta bene con se' stesso e ha preso tutto quello che la vita poteva dargli. Si è goduto la sua carriera, ha sofferto i primi tempi ma dopo se n'è fatto una ragione, ha voltato pagina ed è stato bravissimo" la sua voce si incrinò "Ed è stato parte di una delle boyband che il mondo non potrà mai dimenticare, ha riso, ha pianto, ha fatto tutto quello che poteva fare senza rimpianti, si è goduto i migliori anni della sua vita.." ma una lacrima riuscì a scapparle, non era stata abbastanza brava da riuscire a trattenerla.
"Ho scritto tutto quello che vorrei lui facesse" disse tirando su con il naso "Tutto quello che ho sempre voluto per lui: una vita piena di felicità, una vita in cui non deve nascondersi da nessuno, in cui non deve mai essere spaventato di dire la cosa sbagliata.."
"E' una cosa meravigliosa" disse Louis serio "Te lo prometto Sammy" aggiunse "Tutto questo finirà presto"
Harry lo guardò spalancando gli occhi ma lo sguardo di Louis rimaneva incollato su quel telefono.
"Buonanotte ragazzi" disse lei.
"Notte Sammy" dissero loro in coro chiudendo la conversazione.
"Menomale che avevamo detto di non dirle niente!" disse Harry sorridendo e carezzando la schiena del più grande che continuava a tenere lo sguardo fisso a terra.
E quella notte Sam cedette.
Abbandonò la sua camera e si diresse verso quella che era stata dei suoi genitori. Aprì la porta e correndo si buttò tra quelle lenzuola che sapevano ancora spaventosamente di loro due, di lei e Zayn. E non si era sbagliata, ritrovò quella camicia bianca aggrovigliata vicino ad un cuscino.
Ci infilò il viso in mezzo e si lasciò cullare dal profumo del ragazzo fino a quando il sonno non mise fine alle sue lacrime gelate.
 
 
Quando Deb tornò a casa abbandonò la sua borsa su una poltrona in salone e come una furia corse in camera sua.
Scannerizzò ogni pagina di quel libro dalla copertina marrone e le allegò in una mail.
Cercò su internet gli indirizzi di più di dieci case editrici e li inserì nei destinatari.
Se il destino non voleva sbrigarsi a dare una mano a quella ragazza allora toccava a lei.
Fin da quando l'aveva vista entrare in quel bar riparata in una giacca si era sentita in dovere di scoprire perchè quel suo sguardo fosse così spento.
Ne aveva avuto l'ennesima conferma quando l'aveva vista crollare tra le braccia di quella donna.
Che fosse stata scelta per essere il suo angelo custode?
Ci credeva davvero?
In quel momento contava anche poco, aveva appena spinto il pulsante "Invia" e aveva dato una svolta alla vita di quella ragazza.
Si sentì bene, si sentì viva.
Sam se lo meritava, davvero, quel bar era troppo stretto per lei e per il suo talento.
 
 
"Ce l'ho, ce l'ho!" Paul irruppe nella camera di Harry certo che li avrebbe trovati tutti e cinque lì dentro.
Ebbe cinque sguardi, ognuno di un colore diverso, addosso in un attimo.
"Paul di che stai parlando?" gli chiese Zayn.
E quel ragazzo aveva ragione, erano passate settimane da quando avevano mollato la Modest e lui si era attivato per trovare un contratto discografico adatto a loro e non credeva di avercela davvero fatta.
Quelle settimane trascorse erano state l'ennesima prova per i nervi di quei cinque pseudoadolescenti e ancora una volta Paul si era meravigliato del loro sangue freddo.
Ma riusciva a vederlo adesso, in quella camera, nei loro occhi, quanta stanchezza aveva portato loro il presentarsi davanti a un giudice e il parlare con avvocati su avvocati. Ma loro volevano di meglio, loro meritavano di meglio.
Per questo Paul non era riuscito a sentire quasi più la terra sotto ai piedi quando finalmente aveva trovato il contratto giusto.
Non aveva creduto ai suoi occhi quando l'aveva stampato per portarlo loro.
"Ecco il vostro contratto!" disse tenendo in mano davanti a loro quel foglio di carta.
I cinque gli furono addosso in un attimo e lo travolsero.
Risero tutti insieme quando caddero a terra.
Risero, risero e lo fecero ancora. Se lo meritavano, meritavano di vivere il loro sogno con tutta la libertà del mondo, perchè è così che sarebbe dovuto essere fin dall'inizio. Zayn prese il foglio dalle mani del ragazzone quando si furono calmati, lo ripiegò e se lo infilò in tasca.
"Io vado" disse tutto d'un fiato.
"Dove?!" gli chiesero quasi in coro.
"Ma come dove?" sorrise, finalmente "Devo correre a New York! Devo andare a riprendermi ciò che è mio!"
Liam si alzò e lo raggiunse sorridendo. "Credo che possiamo andare tutti"
"Voi?" chiese incredulo il moro "Davvero?"
"Oh ma per favore" Louis si alzò "Non mi perderei mai una scena del genere! Sarebbe come guardarsi una commedia amorosa senza il finale!"
Harry rise e tirò Niall aiutandolo ad alzarsi. "Andiamo a New York?" chiese Zayn con un sorriso a trentadue denti.
"Andiamo a prendere questo stupido aereo!" disse Harry afferrando una giacca e aprendo la porta.


------------------------------------------------------------------------------
Tadaaaaaaaaaaan!
Ecco a voi questo terzultimo capitolo!
E' stato un piccolo parto ma alla fine credo sia venuto abbastanza bene, mi piace!
Ora vorrei sapere se piace a voi e soprattutto non vedo l'ora di leggere le vostre recensioni!
Ora scappo che domani rischio in tre materie e molto saggiamente spendo il mio tempo su EFP.
Un bacione a tutte e mi dispiace dirvi che Sabato non potrò aggiornare dato che sono a casa di un'amica tutto il weekend (who cares?) quindi ci si risente Martedì 18 con il penultimo (ç___ç) capitolo!
Sto allungando il brodo anche perchè sono nel panico all'idea che tutto finisca ma da quello che avete capito ci siamo quasi! Grazie mille, grazie sempre.

ps: non appena avrò tempo risponderò a tutte le recensioni arretrate, mi dispiace davvero troppo ma non ho avuto nè tempo nè la connessione giusta, volete aiutarmi a dare fuoco alla sala professori? :D

Ritorna all'indice


Capitolo 38
*** 38. I will never walk away again ***


Capitolo TRENTOTTO  - I will never walk away again
 
 
 
 
"Haz! Liam! Niall! Lou!" Zayn li svegliò tutti e quattro scuotendoli uno alla volta.
A differenza dei suoi compagni non era riuscito a chiudere occhio per tutto il viaggio.
Non gli sembrava vero, non poteva esserlo, erano appena atterrati a New York e tutto gli sembrava uno dei sogni in cui era solito ritrovarsi di quei tempi.
Eppure era lì, nella grande mela, con un nuovo contratto in tasca e pronto a riprendersi la ragazza della sua vita.
La ragazza della sua vita?
Sam era stata la ragazza della sua infanzia, della sua adolescenza e come non sarebbe potuta essere quella della sua vecchiaia dopo aver passato tutti quei guai? Dopo aver lottato con gente decisamente più grande di loro ed esserne usciti vincitori.
Parecchi erano i graffi sulle loro corazze, ma nessun vero vincitore non si porta dietro qualche ferita di guerra.
Le lacrime di entrambi, le notti del moro passate a stringere il cuscino tra i denti per il nervosismo, per impedire a quelle stupide lacrime di lasciare il proprio posto. Quella lontananza che li stava consumando ogni giorno di più.
Il fatto che Zayn a malapena ricordasse il profumo della ragazza stava cominciando a spaventarlo.
Aveva bisogno di quegli occhi addosso, di quella risata che sarebbe stato impossibile non riconoscere, aveva bisogno di quelle carezze che solo lei sembrava in grado di dargli. Aveva bisogno di lei, e dopo averla vissuta così intensamente nessuno avrebbe mai potuto reggere il paragone con lei.
E per un attimo Zayn si ritrovò a credere al destino.
Sam era atterrata nella sua vita in una mattina di Settembre nel suo grembiulino rosa e nelle sue trecce.
Si erano vissuti fino a consumarsi, fino a diventare davvero l'uno parte dell'altro e tutta quella lontananza finalmente stava per finire.
Sentì uno strano movimento alla bocca dello stomaco e gioì quando vide Harry aprire gli occhi e sorridergli.
Liam si stiracchiò accanto a lui e poggiò la testa sulla sua spalla. "Siamo già arrivati?" chiese il biondo stropicciandosi gli occhi.
"Già?!" chiese Zayn alzando la voce.
Louis rise striracchiandosi. "Non hai chiuso occhio, eh?"
Zayn lo guardò e sorrise, dovette abbassare lo sguardo quando sentì i ragazzi guardarlo insistentemente.
"Ci siamo Zaynie, è finita" disse Liam carezzando la sua spalla.
E il moro non riuscì a trattenersi dal saltare in braccio al suo migliore amico e dallo stringerlo forte proprio come Liam aveva fatto per tutto quel tempo.
Harry li guardò e sentì il cuore stringersi.
Ne era valsa la pena. Il sacrificio di Sam aveva dato la svolta giusta alla vita di tutti e cinque.
Grazie alla sua decisione di andarsene, di essere coraggiosa, avevano finalmente avuto la forza di alzare la testa e di farsi rispettare.
Sorrise chiudendo gli occhi, mai una giornata era cominciata meglio di così.
 
 
 
Un brivido le percorse la schiena e la svegliò del tutto.
Si guardò intorno e riconobbe la camicia di Zayn sotto al suo naso.
Si mise a sedere e sentì la testa martellare. Avrebbe fatto tardi a lavoro e nella sua testa sembrava ci fosse un'orchestra con tutti gli strumenti scordati.
Corse velocemente fuori da quella camera e si sbattè la porta forte dietro le spalle.
Non avrebbe più dormito lì. Avesse potuto avrebbe smantellato quella parte di casa, ma sarebbe stato un problema in effetti.
Scese al piano di sotto e si accorse di aver dormito completamente vestita, il suo umore continuava a colare a picco.
Sarebbe stata una giornata immensamente NO. Quel nove Dicembre sarebbe stato un grandissimo fiasco e lei già riusciva a sentirlo.
Si diresse in bagno e levò i residui di mascara da sotto agli occhi, legò i capelli e corse a fare colazione.
Ormai il turno della mattina al bar era saltato. 
Mandò un messaggio a Deb per avvisarla e si sedette a fare colazione.
Non appena versò il latte nella sua tazza il campanello di casa suonò.
Non voleva vedere nessuno, voleva rimanere sola, almeno quel giorno, non le sembrava di chiedere tanto.
Trascinò i piedi per terra e arrivata davanti alla porta chiese "Chi è?"
Il campanello suonò di nuovo. "Ci senti? Ho chiesto chi è!" disse spazientita.
Zayn dall'altra parte della porta trattenne una risata.
Voleva vederla, perchè doveva sempre fare la testona?
Si attaccò al campanello, sapeva che in quel modo avrebbe aperto anche solo per mandarlo a quel paese.
Sam si strinse tra le mani la testa che minacciava seriamente di esplodere ed aprì la porta, non vedeva l'ora che quel tormento finisse.
Quello che vide però la sconvolse.
La svuotò.
La distrusse e la ricostruì allo stesso tempo.
Le bloccò il fiato in gola.
Le fece tremare le gambe.
Le fece bruciare gli occhi in un attimo.
La fece finalmente tornare a vivere davvero.
Perchè si, per quanto le costasse ammetterlo lei viveva attraverso quegli specchi nocciola e mai nessuno avrebbe potuto cambiare questa cosa.
Si portò le mani sul viso per trattenere la sorpresa.
Vide gli occhi del ragazzo illuminarsi come due fari e quel sorriso - che era casa - farsi largo tra le sue labbra, lo guardò essere più bello che mai.
Le parole si bloccarono nella gola di tutti e due e fu come se i loro cervelli si fossero resettati.
Fu il corpo del moro ad agire per entrambi.
Si precipitò in casa e dopo quelli che gli sembrarono anni più che due mesi scarsi si riappropriò di quelle labbra che erano sempre state solo sue.
La ragazza rimase paralizzata nel bacio ma quando si accorse che no, quella non era tutta una macchinazione malvagia e parecchio fantasiosa della sua testa, approfondì quel bacio. Quando le loro lingue si incontrarono Sam tornò a perdere le mani in quei capelli morbidi e Zayn la strinse a se'.
La strinse come se avesse paura che potesse fuggire un'altra volta.
Ma come avrebbe potuto farlo? Come, quando tutto quello che voleva era tra le sue braccia e la stava amando sempre più forte? Fino a sentire il cuore e tutto il corpo fare male.
Interruppe il bacio solo per abbracciarlo e rifugiare il viso nell'incavo del suo collo per ritrovare quel profumo che l'aveva cullata per tutta la notte.
Ed era proprio vero, quel profumo era il suo.
Si aggrappò alla giacca del ragazzo, come se avesse ancora paura che lui potesse sparire da un momento all'altro.
"Ehi Sammy" le disse.
E il tornare a sentire quella voce diede vita a delle farfalle nel suo stomaco e quelle maledette si stavano divertendo a sbattere le proprie ali contro le pareti del suo stomaco. 
"Ce l'hai una penna?" chiese sussurrando al suo orecchio, continuando a stringerla forte.
Sam si allontanò e lo guardò - Dio se lo guardò - stranita.
"..una penna?" chiese confusa.
"Si" sorrise lui "Io e altri quattro pazzi abbiamo qualcosa da firmare"
E il moro rise forte quando vide le sopracciglia della ragazza alzarsi in una maniera assurda, continuava a guardarlo confusa.
"Di che stai parlando?"
E a quel punto Harry non riuscì più ad aspettare, entrò in casa e "Del nostro nuovo contratto!" urlò sorridendo.
E Sam, ancora una volta sentì le gambe cedere.
Harry era lì, davanti a lei. Quegli smeraldi la stavano guardando ancora e quelle fossette erano spiegate solo per lei.
Contratto, nuovo contratto. E tutto fu chiaro nella testa della ragazza. 
Zayn allentò la presa per lasciarla andare e Sam corse tra le braccia del riccio quasi buttandolo a terra.
Harry rise, lo fece Zayn e lo fece anche Sam. 
"Te l'avevo detto che non era un addio" sussurrò al suo orecchio il riccio.
E Sam le sentì quelle lacrime pronte a scendere.
Ma non se ne vergognò, dopo tanto tempo erano lacrime di felicità e non se le sarebbe perse per niente al mondo.
Harry carezzò i suoi capelli e la lasciò andare.
"Beh, è qui che vive la nostra scrittrice?" chiese Louis facendo la sua entrata e ancora una volta Sam rise tra le lacrime.
"Siete tutti qui?!" chiese sbalordita.
"Come avremmo potuto lasciare Zayn da solo?" chiese Liam scostando Louis dall'entrata e sorridendo.
"E non dimentichiamoci" disse Niall chiudendosi la porta dietro le spalle "Che abbiamo un contratto da firmare!"
"Quindi, Sam" disse Zayn arrivando dietro di lei e carezzandole i capelli "Ce la presti questa penna?"
 
 
Sognava, sognava forte.
I suoi occhi erano pieni di quegli specchi nocciola. L'anima del ragazzo era in contatto con lei, la chiamava, l'amava, la cullava.
E il suo tocco era qualcosa di angelico, qualcosa che solo il paradiso aveva potuto creare.
Ogni più piccolo centimentro di quella pelle ambrata non poteva essere opera umana.
Quel sorriso di perle era luce, era calore, era casa, era parte di lei.
E quella voce calda continuava a rincuorarla.
"Sono qui" ripeteva. 
Continuava a dire quello che Sam non aveva mai smesso di sperare: che Zayn prima o poi sarebbe tornato.
Che prima o poi ce l'avrebbero fatta.
Tutti quanti le avevano sempre detto che prima o poi l'amore, quello vero, esplode e rade al suolo tutto il male in cui si incappa lungo il cammino.
E quegli occhi continuavano a guardarla, a scaldarla dalla neve che stava cadendo lenta su New York.
Un tocco leggero sulle sue labbra la svegliò dal dormiveglia.
Quando aprì gli occhi ritrovò ancora un'altra volta quelle nocciole ad accoglierla e a sorriderle.
Le scostò i capelli dal viso e "Ti sei addormentata come al solito" sorrise.
Avevano passato la giornata a parlare di tutto e di più quei sei ed erano arrivati ad essere stanchi morti quella sera.
Così Sam aveva messo su il DVD di uno di quegli stupidi film d'azione della collezione di suo padre e si era accoccolata contro la spalla di Zayn sul divano.
La ragazza si stropicciò gli occhi e si guardò intorno "Dove sono tutti?" chiese.
"A dormire" rispose lui sottovoce, senza distogliere lo sguardo.
E un altra volta il blu incontrò il nocciola, tornarono a guardarsi, sentendo il bisogno di consumarsi.
Il silenzio regnava in quel salone illuminato da una luce fioca.
"Tu non hai idea" cominciò Zayn intrecciando le sue dita con quelle della ragazza e guardandole "Di quanto tutto questo sia stato difficile da ricordare e basta"
E lo disse in un modo che fece guarire tutte quante le famose cicatrici sulla corazza di Sam, le spazzò via.
Le dita fine di Zayn scesero poi a carezzare quella piccola tesserina sul polso della ragazza.
Lei portò una mano dietro la nuca del ragazzo e fece combaciare di nuovo le loro labbra, ancora, per l'ennesima bellissima volta.

 
D'un tratto spalancò gli occhi.
Proprio la sera prima aveva dormito in quella camera abbracciando una camicia bianca ancora intrisa nella colonia di Zayn.
Incredibile come adesso fosse tra le sue braccia, il volto nascosto nell'incavo del suo collo per ripararsi dal freddo, per sentirlo più vicino, per stringerlo e ripetersi che non avrebbe mai più avuto motivo di lasciarlo.
Non si sarebbe mai più dovuta alzare nel bel mezzo della notte, mettere tutto quello che aveva in un borsone e fuggire lontano.
Non avrebbe mai più dovuto amarlo in una camera d'albergo lontano dalla luce del Sole.
Avrebbe potuto amarlo ovunque, in qualsiasi momento e non se ne sarebbe mai stancata.
"Sei sveglia?" le chiese lui sentendola agitarsi.
"Lo sei anche tu" disse Sam spostandosi per poterlo guardare e passare una mano tra i suoi capelli.
"Ho quasi paura a chiudere gli occhi" sussurrò.
"Perchè?" chiese lei passando le dita sulle sue labbra rosse.
"L'ultima volta sei sparita" disse lui con un filo di voce.
"Non ho più ragione di farlo" disse lei sorridendo "E non ne ho la forza, adesso"
Lui le baciò la fronte.
"Dormi Zayn" disse lei dolcemente "Sarò qui quando riaprirai gli occhi"
"Davvero?"
"Fino a quando lo vorrai, prometto".
 
 
L'odore di caffè appena fatto e i raggi del Sole la svegliarono dolcemente.
Si liberò - di malavoglia - delle braccia di Zayn e guardandolo ancora una volta scese al piano di sotto.
Arrivò in cucina e vide un ammasso di ricci affaccendarsi vicino ai fornelli indossando una tuta sgualcita e una felpona nera.
"Ahi" disse scottandosi con il caffè caldo.
Sam trattenne la sua risata solo per continuare a guardare il suo impacciatissimo amico.
Incredibile quanto gli fosse mancato quel ragazzo nonostante tutte le chiamate che si erano scambiati in quei mesi.
Quando Harry si girò, sorrise di scatto e Sam si strabiliò di quanto non si ricordasse bene quelle fossette che stridevano con tutta la merda in cui la casa discografica aveva fatto finire Harry. 
La ragazza sentì il cuore scaldarsi al pensiero che non si sarebbero mai più dovuti preoccupare di quelle cose.
"Buongiorno!" disse lui con la voce ancora impastata dal sonno.
Quella voce roca che ancora strideva con il suo sorriso da bambino.
Sam scosse la testa e lo abbracciò istintivamente, stringendolo come non aveva mai fatto.
"Scusa" disse lei sulla sua spalla ridendo "E' che ogni volta che mi chiamavi volevo farlo"
Harry rise e poi la circondò stringendola. "Adesso puoi" le carezzò i capelli.
"E hai preparato il caffè!"
"Non parliamo di quanto ci ho messo a trovare tutto quanto" disse ridendo e lasciandola andare.
"Sei stato bravissimo" disse lei perdendosi nell'aroma che stava investendo tutta la cucina.
Il riccio versò il liquido caldo in due tazze e ne porse una alla ragazza. 
"Grazie" disse lei stringendola per rubarne il calore.
Harry alzò le spalle. "Il tuo letto è scomodo, come hai fatto a dormirci tutto questo tempo?" chiese lui sbadigliando.
"Sei tu che sei abituato male" 
"E sono anche Louis che l'ha scambiato per un campo da calcio e me per il pallone e Niall che russa" disse stropicciandosi gli occhi.
Liam, Louis, Niall, quanto le era mancato sentire quei nomi?
"E così ce l'hai fatta" disse lui guardandola con quegli occhi scintillanti.
"No" disse lei "Voi ce l'avete fatta. Voi vi siete ribellati, voi avete preso in mano tutto"
"Si, ma la spinta ce l'hai data tu"
"Appunto" sorrise "Io ho aiutato"
Harry scosse la testa. "Infondo l'abbiamo sempre fatto.." disse.
"Cosa?" chiese lei curiosa.
"Aiutarci" rispose lui bevendo un po' di caffè "Tu mi hai aiutato un sacco, Sammy, senza rendertene conto"
"Ma di che parli?" chiese lei confusa.
"Avremo tantissimo tempo per parlarne, giusto? Continueremo a farlo?" chiese lui senza riuscire a smettere di sorridere.
In un gesto automatico Sam gli porse quel loro famoso mignolo.
Harry scoppiò a ridere e in un secondo lo stava già stringendo con il suo.
"Non abbiamo motivo per smettere di farlo, Harry".


---------------------------------------------------------------------
Eccoci qui con il penultimo capitolo di lmly!
La storia sembra finita ma manca ancora qualcosina, no?
L'ultimo capitolo è in fase di stasura e voi non potete capire quanto sia difficile, è una tortura!
Ora la smetto di ammorbarvi e vi saluto!
Ci aggiorniamo Sabato 21, con l'epilogo!
Come sempre, grazie, grazie, grazie.
Cris.

Ritorna all'indice


Capitolo 39
*** 39. The dreams that you dare to dream really do come true ***


Capitolo TRENTANOVE - The dreams that you dare to dream really do come true
 
 

"Dovresti sbrigarti" le disse Zayn stiracchiandosi ancora un po' tra i cuscini.
Se ne stava sbracato a letto a guardarla correre da una parte all'altra della stanza.
Sembrava che in quella camera fosse passato un tornado, c'erano vestiti ovunque e Zayn non aveva mai visto Sam più nervosa.
"Ripetimi un'altra volta che Harry sarà qui tra dieci minuti e te lo giuro sulla mia vita che sarà l'ultima cosa che dirai!" disse lei voltandosi a guardarlo agitata.
Era davvero così semplice per lui? 
Non c'erano più farfalle nello stomaco della ragazza, c'erano tanti piccoli charizard che si stavano divertendo a farle venire la nausea.
Zayn la guardò trattenendo una risata in bocca, quando Sam lo fulminò di nuovo lui, finalmente, si alzò.
"La vuoi smettere?"  chiese imprigionandole i polsi e avvicinando i loro visi.
"Non sei tu quello che deve presentare il suo..." perchè era ancora così difficile da dire?
Perchè era tremendamente irreale.
"Certo che non devo presentare il mio libro! Sei tu la scrittrice qui" disse lui ridendo.
Il suo libro.
Quella mattina sarebbe stata ospite di Nick Grimshaw per presentare il suo...libro al Breakfast Show.
Quello stesso libro che si era ripromessa sarebbe rimasto chiuso in un cassetto, quel libro che era stato graziato dal sorriso dolcissimo di Deb e dalla sua convinzione.
"C'è tutta la nostra storia lì dentro" poggiò la testa contro il petto di Zayn e si lasciò stringere forte.
"Già lo amano, Sam, hai già venduto tantissimo!"
"E' che io..."
"Non te ne rendi conto, lo so, conosco la sensazione" le baciò i capelli "Ma andrà bene, ok?"
"Si?" le chiese lei non molto convinta.
Lui le baciò il naso "Quanto sei stupida, perchè non dovrebbe?"
La ragazza lo guardò male, un'altra volta.
"Ehi ehi" disse lei "Tu sei abituato a tutto questo, io sono solo...Sam, sono solo Sam!"
Lui rise e le scostò i capelli dal viso. "E qui sbagli, per il mondo adesso sei Samantha Dekker, scrittrice emergente dall'indiscutibile talento".
"Io continuo a ripetere che sia stata una botta di..."
"Ma certo!" disse lui allargando le braccia "Lo dici solo da due mesi, smettila Sam, questa volta la fortuna non c'entra niente, sei brava e basta, ok?!"
Lei abbassò lo sguardo. Lui le alzò il mento.
"Smettila di fare la ragazzina, Sammy e torna ad essere la ragazza forte che sei diventata" disse sorridendo "Andrà bene"
"Dillo di nuovo" sorrise lei.
"Andrà magnificamente e poi Harry sarà con te!"
"Non so quale santo ringraziare per il fatto che lui e Nick siano tanto amici"
"Basta che non ne parli con Louis" disse il moro ridendo e sedendosi sul letto.
Si guardò attorno e afferrò un paio di jeans chiari. Li tirò addosso alla ragazza e "Metti questi, fidati"
Lei obbedì e li infilò.
"Vorrei venire io con te" sussurrò il moro.
"Sai che lo vorrei anche io ma...ne abbiamo già parlato" disse lei provandosi una camicia che si sfilò orripilata.
Era da tre mesi che ormai gli One Direction avevano lasciato la Modest!
La relazione finta del moro era finita qualche settimana dopo, in modo da non fare uscire nè il ragazzo nè la ragazza troppo male da quella storia.
Ma da quel giorno Sam e Zayn avevano deciso che più la loro relazione fosse stata lontana dai media più sarebbe stata forte.
Era già stata avvistata con Harry, uscire con lui non era più un problema, erano amici e tutto il mondo lo sapeva.
Eppure qualcosa continuava a tormentare il moro.
Erano stati avvistati e paparazzati qualche volta, ma come tutte le buone storie di gossip erano stati rimpiazzati da altre star nel giro di pochissimi giorni.
E adesso erano tutti e due su diverse copertine di giornali.
"Ehi" la ragazza si avvicinò al suo viso "Smettila di farti esplodere la testa" lasciò un bacio veloce sulle sue labbra prima di correre in bagno a finire di prepararsi.
Zayn si guardò attorno, voleva fare qualcosa.
Il campanello suonò e lo riportò alla realtà. Corse alla porta e si ritrovò davanti un paio di occhi verdi sorridenti.
"Giorno!" disse il riccio entrando "Spero di non aver interrotto niente" disse squadrando Zayn in mutande.
Il moro rise "Sam sta finendo di prepararsi"
"Beh, tanto siamo già naturalmente in ritardo" disse lui continuando a sorridere "Emozionato?" gli chiese.
"Fiero" rispose il ragazzo "E ho una cosa da proporti" disse lui abbassando la voce e avvicinandosi al riccio.
Non appena il moro cominciò a parlare all'orecchio di Harry un sorriso nacque prepotente tra le sue labbra.
Quante cose stavano cambiando, quanti pezzi stavano finalmente prendendo il loro posto.
Quante tessere mancanti erano state ritrovate.
 
 
 
"Sai?" chiese lei abbassando il finestrino della Range Rover "Credo che questo sia decisamente troppo per una ragazzina cresciuta a Bradford"
Harry osservò i fotografi appostati all'entrata di Radio 1 e tornò indietro con i ricordi alla prima volta che era stato assalito da giornalisti e paparazzi.
Spaventoso, decisamente spaventoso.
Ma Sam ci sarebbe dovuta passare comunque, nessuna persona a lui cara, con la quale si era fatto vedere più di una volta era riuscita a sfuggire a cose del genere.
E adesso Sam era un personaggio pubblico.
"Ehi" disse lui poggiando una mano sulla sua coscia.
"No, ti prego, Harry" cominciò "Non dirmi che andrà bene e tutte quelle altre cose perchè ne ho le orecchie piene"
Lui rise del suo nervosisimo e strinse la presa.
Riaccese la macchina e ripartì. "Dove vai?! Dovevamo essere lì dentro cinque minuti fa!"
"Oh" disse lui tenendo d'occhio la strada "Nick è sempre in ritardo e tu non puoi andare in onda in questo stato" alzò le spalle.
"So che la sto facendo lunga ma.."
"E' completamente normale, Sammy" 
Svoltò in un parcheggio quasi vuoto dato l'orario, era davvero prestino per tutti e due.
Spense la macchina e "Adesso ti rilassi un po', ok?" sorrise.
Lei sospirò. Harry accese la radio e rimase fulminato quando riconobbe le prime note di quella canzone.
Si girò sorridendo verso Sam e la ragazza rimase paralizzata. Harry stava sorridendo come un bambino di cinque anni e immediatamente sentì qualcosa riscaldarsi nel suo petto, ancora una volta quel ragazzo la stava salvando da un attacco di panico.
"Somewhere over the rainbow, way up high, there's a land that I dreamed of once in a lullaby.." intonò con la sua voce bassa.
E Sam giurò di riuscire a sentire ogni suo muscolo cominciare a rilassarsi.
Harry continuava a sorridere e alzò il volume dello stereo.
"Somewhere over the rainbow skies are blue.." si avvicinò al suo orecchio e "And the dreams that you dare to dream really do come true" canticchiò ancora per poi baciarle una guancia.
Si perse in quegli smeraldi e sentì tutti i pensieri negativi scivolarle addosso, non erano più parte di lei.
Non aveva più tempo per pensare a cosa sarebbe potuto andare male, non aveva tempo per i rimpianti.
La sua vita era adesso, era accanto a Zayn, tra i sorrisi e le carezze di Harry e anche tra le sue incertezze.
La sua vita era l'abbraccio silenzioso ma così carico di parole - parole che Louis non riusciva a dire - che il ragazzo le aveva regalato dopo aver letto il suo libro, nel sorriso caldo e carico di significato di Liam, in quelle piccole lacrime preziose che quell'angelo di nome Niall aveva lasciato cadere tra le pagine spiegazzate di "This love is brave", il suo libro.
La sua vita era finalmente accanto a Zayn, alla luce del Sole, senza paura di cadere in abissi profondi, senza lacrime o dolore.
La sua vita era fatta di calore e mai come in quei giorni aveva sentito così bene la presenza di sua madre accanto a lei.
La rivedeva nei sorrisi di Harry tra un impegno e l'altro, sentiva l'amore di sua madre nella voce continuamente sovreccitata di Trisha al telefono.
Riusciva a sentire la sua mamma nell'aria, era una carezza sulle sue guance rosse, era quel raro posto in cui ci si rifugia nell'attimo prima di addormentarsi.
Per anni sua madre non era stata altro che un ricordo doloroso e grigio, sorrise, nel realizzare che ora non era altro che un ricordo con il quale era facile vivere.
Riusciva a sentirla, era accanto a lei.
"Someday I'll wish upon a star and wake up where the clouds are far behind me" Harry le sorrise ancora continuando a cantare e di getto lo fece anche lei, sorrise e strinse forte la mano del suo migliore amico "Where troubles melt like lemon drops, away above the chimney tops, that's where you'll find me"
Ed era così dolorosamente vero. Quando quei due si ritrovavano insieme finivano senza accorgersene in un mondo tutto loro.
Un mondo in cui le ingiustizie non erano accette, un mondo in cui l'amore non può essere nascosto o oscurato, un mondo in cui ognuno può essere quello che vuole, senza paura. Ed era in quel mondo che tutti e due ricucivano le ferite dell'altro.
Quel loro mondo era lì, da qualche parte sopra l'arcobaleno, ed era tutto loro.
"Somewhere over the rainbow bluebirds fly" continuò a cantare lui riaccendendo la macchina e ripartendo.
Sam era pronta, ora era pronta, avrebbe stretto la mano di Harry, avrebbe tenuto ferma l'immagine di Zayn davanti agli occhi.
"Birds fly over the rainbow, why then?" si rivolse alla ragazza che rise "Oh why can't I?" concluse ridendo anche lui.
"Sei pronta Sammy" concluse lui spegnendo lo stereo e la macchina.
"Resterai con me quando scenderò da questa macchina?" chiese indicando i fotografi.
"Fino a quando tu resterai con me" disse lui scendendo.
Sam lo seguì e quando vide dei fotografi avvicinarsi si girò nel panico verso Harry.
"E anche dopo" aggiunse al suo orecchio e sorridendole forte.
Sam sorrise a sua volta e "Andrà bene" disse annuendo.
"Andrà meravigliosamente" Harry sorrise  a qualche fotografo prima di riuscire a entrare negli studi.
 
 

"Harry Styles!" esclamò qualcuno alle spalle della ragazza facendola sobbalzare "Possibile che tu sia sempre dentro questo studio?!" 
Un ragazzo alto e magro dai capelli scuri si avvicinò sorridendo a Harry e lo abbraccio.
"Perchè tu mi inviti, Nick" disse il riccio ridendo "Ecco perchè"
"E tu sei la famosa Samantha!" disse il ragazzo tendendo una mano a Sam che la strinse sorridendo incerta "Ho letto il tuo libro!"
"Davvero?" i suoi occhi si illuminarono.
"Tutto" sorrise lui "E mi chiedo perchè una persona intelligente come te esca con uno come Harry" disse indicandolo.
Il riccio alzò gli occhi al cielo, scosse la testa e si avvicinò alle postazioni.
"Lo sa che in realtà gli voglio bene" sussurrò Nick alla ragazza.
Lei rise e cominciò a guardarsi intorno. Sopra le loro teste spiccava un orologio che segnava due minuti all'inizio del programma.
"Sei nervosa?" le chiese il ragazzo posando un braccio dietro la sua schiena e dirigendola verso la sua postazione.
"Un po'" disse lei sedendosi e cercando di sorridere. Harry era sparito.
"E' giusto che sia così, se non sai cosa dire fammi un cenno ok?" le chiese lui accomodante "Ti salvo io" sorrise ancora una volta prima di sedersi davanti a lei e infilarsi le cuffie.
Sam lo imitò e dopo pochi secondi Harry riapparve sedendosi accanto a lei. 
"Ero al telefono" disse sorridendo "Louis ti saluta, voleva sapere come stavi"
"Di sicuro non saluta me, vero Harry?" gli chiese Nick sogghignando.
Harry rise e si infilò le cuffie schiacciandosi i capelli "Dovreste smetterla di comportarvi come due ragazzine voi due".
"E' più divertente di quanto immagini" continuò il ragazzo prima che qualcuno cominciasse a battere sul vetro.
Nick diede l'ok e cominciò a fare il countdown con le dita.
Tre, due, uno, in onda.
E così come ogni mattina la voce di Nick Grimshaw diede vita al Breakfast Show.
La prima ora di trasmissione stranamente le scivolò tra le dita. 
Il ragazzo era riuscito a metterla a proprio agio e piano piano Sam scoprì anche di amare la radio.
Ora capiva perchè Zayn era euforico quando quella mattina si era diretto a Radio 1 per dirigere il programma con Scott Millis.
Harry accanto a lei rideva delle battute di Nick e cercava di distrarre Sam ogni volta che arrivava il suo turno di parlare.
Il riccio non si era mai beccato tanti pugni come quel giorno. E la ragazza rideva, sembrava che ormai non riuscisse a fare altro.
Ma il momento che più la preoccupava era giunto, Nick stava per dare il via alle telefonate.
Sam non era mai stata una di quelle che non sa reggere il confronto con la gente, a dire la verità era sempre andata in cerca di critiche costruttive durante il suo lavoro nel giornale di Bradford, ma lì nessuno sembrava ascoltarla.
Le prime telefonate furono più che altro di congratulazioni e complimenti, di gente che voleva sapere di più della storia, su come le fosse venuta in mente un'idea del genere.
Ma che poteva rispondere? 
Ormai tutto quello che l'aveva distrutta era nero su bianco, era fuori da lei e dalla sua anima, non poteva più farle del male.
Tutto quello che contava era la sua vita ora, la sua vita con Zayn.
"Concludiamo con un'ultima telefonata, Sam, prima di lasciarci, pronta?" le chiese Nick.
Harry accanto a lei si mosse inquieto. Sam si girò a guardarlo e lo beccò a fissarsi le punte delle scarpe mentre si massaggiava la nuca.
Era nervoso, eccome se lo era, ormai quei gesti li conosceva. "Pronta" disse lei continuando a squadrare Harry che non si decideva ad alzare lo sguardo.
"Chi parla?" chiese Nick pimpante.
"Ehi, ciao Nick" e quella voce le fece spalancare gli occhi.
Si voltò verso Harry che aveva alzato lo sguardo e stava tentando con tutte le sue forze di non scoppiare a riderle in faccia.
Lei lo guardò confusa e Harry scosse la testa. Che diamine stavano combinando quei due?!
"E chi non è se non Zayn Malik!" disse Nick guardando Harry che ormai era tendente ad un rosso scarlatto.
Sam si voltò a guardarlo ancora una volta e fece per afferrargli il braccio ma lui fu più veloce.
Si sfilò le cuffie e corse a rifugiarsi dietro le spalle di Nick che continuava a guardare i due sinceramente divertito.
"Che ci fai sveglio a quest'ora, Zayn? Sappiamo tutti quanto ami dormire"
"Si" disse lui da telefono e Sam riuscì quasi a vedere il sorriso sghembo che gli stava percorrendo le labbra "E' solo che volevo fare i complimenti a una persona per il suo libro"
"Hai letto il libro di questa ragazza?" gli chiese lui consapevole di tutto ormai.
Sam sentiva il suo stomaco contrarsi ogni secondo di più e l'espressione di Harry le faceva venire voglia di strozzarlo.
Perchè non potevano mai dirle niente? Perchè dovevano divertirsi a farle perdere numerosi anni di vita ogni volta?
"L'ho letto" disse "E l'ho vissuto" aggiunse ridendo.
E in quel momento la ragazza sentì la testa davvero troppo leggera. Si portò una mano sulle labbra come a cercare di coprire una sorpresa che però era lampante nei suoi occhi lucidi.
Il battito del suo cuore era ormai roba aliena, mai aveva battuto così forte ed ebbe davvero paura che potesse riuscire ad uscirle dal petto.
Si morse le labbra quando Nick, ridendo, le fece segno di dire qualcosa.
Lei scosse la testa, se avesse provato a parlare in quel momento ne sarebbe uscito solo un suono strozzato.
"Vuoi dirci qualcos'altro, Zayn?" chiese Nick.
Harry continuava a guardarla sorridendo, aveva gli occhi lucidi anche lui.
"Si, magari Nick" disse il moro da dietro la cornetta.
"La radio è tua!"
"Volevo solo dire che per la prima volta nella vostra vita potete credere a quello che leggete" disse rivolgendosi al mondo "E che sono qui fuori, Sam, scusa se non ho resistito".
E allora le gambe della ragazza scattarono senza che il suo cervello avesse detto loro niente.
Si sfilò le cuffie e sotto gli occhi vigili di Harry sfrecciò fuori dallo studio di Radio 1.
Lo vide.
Se ne stava lì davanti, una mano nella tasca del cappotto e l'altra che ancora reggeva il telefono.
Non appena la vide buttò il telefono in tasca e sorrise. Gliel'aveva fatta, un'altra volta.
"Tu!" urlò lei dall'altro lato della strada. 
Decine e decine di persone continuavano a camminare noncuranti di loro,  solo poche si fermarono dopo aver riconosciuto Zayn.
E poi cominciò a correre finendo tra le sue braccia, come sempre pronte ad accoglierla.
"Tu devi smetterla di far correre così forte il mio cuore, devi smetterla di essere così...."
"Così?" chiese lui sorridendo.
"Così te, devi smetterla Zayn, perchè io non ce la faccio, ogni giorno mi sembra di amarti sempre di più, e poi tu fai queste cose e...io.."
"Tu?" rise lui.
"Io sono la ragazza più fortunata del mondo. Devi smetterla, smettila di lasciarti amare così tanto"
Lui rise e scosse la testa. Le carezzò una guancia e poi la baciò, proprio lì, nel bel mezzo di quella Londra caotica, sotto gli occhi di tutti quanti i passanti che cominciarono a fermarsi.
Interruppe il bacio e sussurrò al suo orecchio "E invece dovresti lasciare che io ti ami, perchè è l'unica cosa che so fare bene".
"Ma tu..." cominciò lei.
"Ssshh" la zittì lui "Me lo lascerai fare, Sam?" chiese serio, mentre i suoi occhi nocciola si illuminavano.
"L'hai sempre fatto" disse lei "Non vedo l'ora che tu continui a farlo".
 

FINE.

"I'm nothing if I don't have you. What's the point of being on top,?
All the money in the world, is nothing if I can't pull it on on you. 
So, send the cars back, put the house on the market, and my big dreams too. 
Because it's all so clear, that without you here, I'm the loser of the year. "

---------------------------------------------------

Mettere la spunta a "Completa" è stata una cosa dolorosissima, ve lo giuro.
E scrivere queste righe non sarà facile, ho tante cose in mente che credo la mia testa scoppierà da un momento all'altro.
Quindi, prima di cominciare a non vedere più niente per le lacrime faccio partire i ringraziamenti.
Il primo ed il più grande va alla mia sis, Deb, che ha seguito questa storia da quel lontano 12 Luglio e non l'ha mai mollata. Mi ha spronata, mi ha fatto ridere con i suoi scleri e mi ha fatto anche commuovere con le sue recensioni, sei stata fondamentale Deb.
Ringrazio quel cuppycake di Gio' che mi ha betato davvero tanti capitoli e ha minacciato di prendermi a padellate ogni volta ( <3 ).
Ringrazio Francesca che con ogni recensione mi fa piangere e ridere insieme, sei la dolcezza, io lo dico sempre.
Ringrazio Chia ( <3) e Margherita che si legge anche tutti i miei scleri senza senso, Silvia, Andrea, tutte, tutte quante voi.
Questa storia non avrebbe visto la luce senza di voi, non avete idea delle volte in cui ho pensato di mollarla.
Ma se lo meritavano un Happy Ending, che dite?
Ora la smetto perchè sto piangendo e non è assolutamente normale!
Grazie ancora, tantissimo, a tutti e di tutto, è stata un'esperienza fantastica!

ps: e questa storia non è ancora del tutto finita perchè la mia sis sta preparando qualcosina per noi? Non è fantastico? :'''')
pps: mi dispiace non aver risposto alle recensioni ma sono stata pochissimo a casa questi giorni, risponderò a tutte, promesso <3

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1156613