Adopted.

di EderlyCooper
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Lo stretto necessario. ***
Capitolo 2: *** 2.Zio Per Forza. ***
Capitolo 3: *** Break the Rules. ***
Capitolo 4: *** This is Awkward. ***
Capitolo 5: *** 5. You are Jealous ***
Capitolo 6: *** 6. Anonymous Letter ***
Capitolo 7: *** LE MIE SCUSE. ***
Capitolo 8: *** 7. Say you'll nevere leave me becouse i need you so much. ***
Capitolo 9: *** 8. Save Me ***
Capitolo 10: *** 10. Look After you ***



Capitolo 1
*** Lo stretto necessario. ***


La storia in se è quasi conclusa ma per spronarmi a finirla devo per forza pubblicarla u.u
E' la mia prima AU e la mia seconda Destiel, non vi anticipo nulla sta a voi la lettura e le deduzioni, spero solo che questo sclero dovunto a non so che cosa vi piaccia.
Farò aggiornamenti settimanali e spero di riuscire a rispettare i tempi u.u Comunque, più in la troverete dei riferimenti alla coppi Gabriel/Balthazar che personalmente a me piace molto, vabbeee ciancio alle bande(?) leggete e ditemi cosa ne pensate.

 


1. Lo stretto necessario.

Era una piccola cittadina quella dove si era appena trasferito Dean Winchester, meccanico per professione.

Era uno di quei paesini che avevano lo stretto necessario, una decina di negozi, un orfanotrofio, una scuola, un’università, un grande parco, vari bar e ristoranti per le strade e pochi, pochissimi meccanici.

E Dean aveva proprio bisogno di quello; lo stretto necessario.

La casa che aveva comprato era abbastanza grande da ospitare più di una persona: due piani, due bagni, due camere da letto, una matrimoniale e una singola, una grande cucina e un bel salotto.
Nulla di complicato aveva chiesto il Winchester, e quella casa la trovava perfetta.
Già arredata, lui avrebbe semplicemente aggiunto il suo tocco alla Dean.
L’avrebbe resa più sua, avrebbe vissuto lì d’ora in poi, tanto valeva renderla abbastanza accogliente.


La sua adorata Impala Chevrolet del ’67 se ne stava parcheggiata nel vialetto a riposare dopo un lungo viaggio.
Scaricò la sua roba nella camera matrimoniale e la sistemò per bene nell’armadio, quando il campanello suonò.
Dean scese le scale con riluttanza sapendo che fuori dalla porta lo attendeva il comitato di benvenuto della cittadina.
Aperta la porta un’avvenente biondina gli si presentò sorridente mostrando il suo essere donna in un modo alquanto poco dignitoso.
Puttanella pensò Dean divertito.

<< Ilary Mcguire,  presidente del comitato cittadino >> Cinguettò porgendo la mano.

<< Dean Winchester, il nuovo meccanico della città >> disse stringendo la mano della bionda, che si perse in un sussulto fissando il meraviglioso sorriso sul volto del ragazzo.
Era questo l’effetto che Dean faceva alle ragazze, e non solo a loro.

<< Oh beh.. questi sono per te.. spero che siano di tuo gradimento, e per qualsiasi altra cosa... non esitare a chiamarmi >> Con le unghie laccate di rosso infilò un bigliettino da visita nel taschino della giacca in pelle del ragazzo mentre la giovane si defilava con un sorrisino malizioso sulle labbra lasciando tra le mani del meccanico una teglia di biscotti alla vaniglia.
Dean sbuffò e chiuse la porta.
A lui nemmeno piaceva la vaniglia.

Non fece in tempo a salire le scale che il campanello suonò di nuovo.
Dean alzò gli occhi al cielo, e aprì la porta.
Un ometto dalla faccia leggermente rotondeggiante e un sorriso raggiante era accompagnato da una donna smilza e dai lunghi capelli color del grano che sorrideva felice anche lei.
Quei visi misero una strana felicità in Dean che salutò cordiale presentandosi.

<< Sono Dean Winchester lieto di fare la vostra conoscenza >> Disse sorridendo e porgendo la mano ad entrambi.
<< Oh piacere tutto nostro. >> Disse sorridendo la donna per poi far continuare il marito.
<< Io sono Jeremy Smith e lei è mia moglie Elisabeth.. e lui è ..>>
<< Un Impala del ’67, mica male >> Un ragazzino di all’incirca vent’anni se ne stava con il naso quasi incollato ai finestrini dell’Impala di Dean ammirandola estasiato.
Il Winchester sorrise di rimando e il ragazzo si avvicinò a presentarsi, facendo ondeggiare i corti capelli biondi e grattandosi la barbetta anch’essa bionda.
Nel complesso era un bel ragazzo, fisico asciutto e slanciato con vivaci occhi verdeazzurro.
<< Piacere Balthazar, nome strano dici?!  gran parte dei miei amici hanno nomi di questo tipo, ti ci abituerai. Siamo stati ribattezzati con questi nomi all’orfanotrofio dove stavamo, tutti fissati con gli angeli. >> Dean rimase inizialmente un po’ spiazzato ma venne  subito ridestato dalla risata cristallina della donna lì davanti a lui.
<< Balthazar adora parlare, e non si vergogna affatto di dire che è stato adottato.. lui è il nostro piccolo miracolo >> Disse la donna stringendo una spalla del ragazzo  che sorrise di rimando.
<< Beh questa è la torta io devo andare da Castiel ora, quindi ci vediamo >>  Disse il biondo schiaffandogli tra le braccia una meravigliosa torta farcita e fuggendo via al suo sguardo.
Che diavolo di nome era Castiel? Pensò il Winchester.

<< Ti chiediamo scusa ma Balth è fatto così, e stato un piacere conoscerti Dean >>  E detto questo i genitori scomparvero dal suo portico lasciandolo lì a rimuginare.

Il resto della giornata fu un susseguirsi di incontri, presentazioni e regali.
Dean avrebbe potuto aprire un pasticceria in quel momento.
Ma la cosa più particolare era che  molti dei ragazzi incontrati il giorno erano adottati, non che fosse così strano, ma i loro nomi lo erano eccome.
Tutti di angeli.
E tutti avevano fatto riferimento ad un certo Castiel.
Ancora più particolare fu quello strano ragazzino.. Gabriel, che saltellava euforico qua e là nel suo giardino mentre i genitori lo pregavano di stare fermo che ormai non aveva più dieci anni ma diciannove suonati.

<< E’ un piacere Signor Winchester, Bella macchina signor Winchester, gran bella casa signor Winchester, ora posso andare signor Winchester?  Castiel  e gli altri mi aspettano, sono stato gentile come avevate detto, arrivederci signor Winchester. >> Aveva detto tutto ad una velocità fuori dal comune e tutto ciò non fece altro che incuriosire Dean ancor di più su questo Castiel.

Ci pensò a lungo, troppo a lungo, mentre sgranocchiava qualche dolce per cena.
Sembrava quasi un fratello maggiore per tutti.
Già fratello maggiore.
Dean si perse nei ricordi mentre chiudeva per l’ennesima volta la porta.
Samuel, Sam, Sammy.
Non si vedevano da quando loro padre era morto all’incirca dieci anni fa, non vi era stato un motivo preciso per quel distacco ma si erano persi, allontanati, e probabilmente Dean non l’avrebbe mai ammesso, ma gli mancava.
Era il suo fratellino, e gli voleva bene dopo tutto.

Il campanello suonò un’ennesima volta e Dean si trascinò fino alla porta e la spalancò.

Rimasero dieci minuti buoni a fissarsi, finché l’altro non ruppe il silenzio.
<< Dean…>> sussurrò appena quel ragazzo dai lunghi capelli e le spalle larghe.
<< Sam.. >> il ragazzo deglutì a fatica sentendosi momentaneamente completo.
<< Sam non mi avevi detto di conoscerlo. >> Una voce roca e profonda arrivò dalle spalle di Sam.
Un ragazzo sulla ventina molto più basso di lui stava lì a fissarlo con quegli enormi occhi blu.
Era bello.
Eccome se lo era, ma in quel momento Dean era ancora shockato per l’incontro appena fatto.
<< I-io non sapevo che tu fossi qui..  L-lui è mio fratello, Castiel.. Dean Winchester. >> Disse Sam fissando ancora incredulo l’uomo di fronte a lui.

Castiel, ripeté mentalmente Dean.
Castiel.
Dean si perse a fissarlo.
Era bello, Castiel.
Aveva i capelli neri come la notte, Castiel.
E gli occhi più belli del mondo, Castiel
Aveva una voce melodica e dannatamente sexy, Castiel.
Ma ciò che accompagnò la voce del ragazzino congelò sul posto Dean.

<< Piacere io sono Castiel.. tuo nipote. >>  





Angolo tutto mio:
Bene, giovani pischelli colpo di scena, ta taaaaaaaaaaan,  dai basta.
Comunque il primo capitolo è andato spero che vi sia piaciuto io ne sono abbastanza convinta e me piaje(?).
Basta sto sclerando vi lascio o inizio a parlare e dico solo cazzate, su dai ora recensite in tanti siamo sotto Natale e ho bisogno di tanto amore e Destiel, e sorastutto tante recensioni.
Tanti bacini dolciumosi Ederly :3
  




 




 

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Capitolo 2
*** 2.Zio Per Forza. ***


Allora ragazzuoli miei, sono qui che aggiorno un giorno(sciogli lingua) prima del dovuto poichè domani ho alcuni impegni e temevo di non poter aggiornare u.u Ed eccomi qua, non ho molta da dirvi ma ho molto da dirvi alla fine, vi consiglio di leggere le mie note finali perchè serviranno a capire un po' di più sulla storia, bhe allora a più tardi u.u BUONA LETTURA:3




2. Zio per forza.


Dean rimase a fissare shockato il vuoto per dieci minuti buoni.
Suo fratello aveva un figlio.
Lui aveva appena fatto pensieri sconci su un ragazzo, che come se non bastasse era suo nipote.
Merda.

<< Dean ti posso spiegare >> Disse Sam porgendo le mani avanti.
<< E’ il minimo che tu possa fare >> Rispose perplesso Dean, che si spostò di lato facendo cenno di entrare ai due sul portico.

Castiel era strano.
Questo era un dato di fatto.
Si guardava in giro come se non avesse mai visto una casa e il suo sguardo era spesso invadente.
Dean tirò fuori due birre dal frigo porgendone una al fratello.
<< Come ai vecchi tempi >> Gli sorrise appena il padrone di casa per poi rivolgersi al ragazzino avvolto in uno strano trench.
<< Ehm.. vuoi qualcosa? >> Disse quasi in imbarazzo Dean.
Castiel si girò a fissarlo, gli occhi blu assunsero una sfumatura molto più chiara sotto la luce artificiale che li rendeva ancora più belli 
ed inquietanti al tempo stesso.
Dean si schiarì la gola alquanto imbarazzato cercando aiuto con lo sguardo.
<< No grazie sto bene così >> rispose impassibile il ragazzo.
Sam sorrise appena.


<< Dopo la morte di papà io e Jessica abbiamo deciso di trasferirci e vivere qui insieme. Successivamente siamo venuti a conoscenza del fatto che Jessica non poteva aver bambini. Un anno dopo hanno aperto l’orfanotrofio c’erano ragazzi di tutte le età e come credo tu abbia notato qui tutti hanno adottato almeno un bambino e noi l’abbiamo reputata un’occasione per r’iniziare. E abbiamo visto lui, aveva undici anni e aveva già un nome, Castiel. Il nome di un angelo, lo ammetto è un po’ strano ma è un ragazzo bravissimo e intelligente. Mi dispiace per non avertene parlato Dean.. è che.. ci siamo allontanati così tanto che avevo paura che tu non lo accettassi. >> Sam era il ritratto del pentimento, e Dean sorrise felice.
Rimaneva sempre il suo piccolo fratellino da togliere dai guai.
<< Sei la solita puttana Sam >>
<< E tu il solito coglione >>
<< E io ho fame.  >> Disse Castiel fissando la macchina  dalla finestra.
Dean sorrise, di nuovo.
<< Chi vuole un po’ di torta? >> Chiese Dean con un paio di cucchiai in mano.
Castiel sbuffò divertito e Sam diede un pugno amichevole al fratello.
Gli era mancato tutto quello.
Tutto quello che c’era di vecchio e quel qualcosa che ora aveva di nuovo.

Era passato un mese dall’incontro con Sam ed i due erano tornati più uniti di prima, Dean era felice.
Aveva aperto la sua officina, ogni giorno passava del tempo con suo fratello sua cognata e .. suo nipote.
Suonava strano dirlo, ed era ancora imbarazzante stare con il ragazzo, che tal volta lo chiamava zio,
ed era in momenti come quelli che Dean aveva rischiato di lanciargli una chiave inglese addosso.
Castiel era molto più che strano, e non per il fatto che fosse gay, informazione che non lo sconvolse affatto,
ma per il suo modo di vedere il mondo, era particolare.
Viveva in un mondo suo e aveva amici strani quanto lui.

Non si poteva passare inosservati con Dean e Castiel, entrambi di così bell’aspetto che non era cosa strana se molte ragazze si giravano a fissarli,
cosa di cui Dean ne andava orgoglioso ma di cui Castiel ne era totalmente indifferente.
Dean si ritrovava a passare sempre più tempo con quel ragazzino e con i suoi amici, la casa di Sam era un continuo via vai di gente,
e Jessica era sempre sull’orlo di una crisi isterica.
Il capo di Sam e Jessica li riempiva di lavoro, pratiche da firmare, moduli da consegnare, qualsiasi tipo di scartoffie era consegnata a loro.
Ma era un passaggio fondamentale per riuscire a sfondare nel mondo del lavoro e finalmente arrivò il giorno in cui i due coniugi ebbero la loro opportunità,
e Dean ne sarebbe stato felice se non fosse dovuto rientrare anche lui nei piani.

Era una tiepida giornata di ottobre e il sole se ne stava timido dietro la coltre grigiastra che aleggiava nel cielo.
Dean ancora dormiva quando la famiglia al completo decise di disturbarlo dal suo sonno tranquillo.
Non gli lasciarono nemmeno il tempo di aprire completamente la porta che si catapultarono in casa,
Castiel un po’ più timido entrò adagio nella casa, guardandosi come al solito intorno con aria assorta.

<< Dean sei la mia unica salvezza, ti prego dimmi di si! >> Lo implorò il fratello.
<< Cos’è una di quelle domande a trabocchetto di quei giochi a premio alla Tv? >> Chiese Dean con la voce ancora impastata dal sonno.
Lo sguardo di Castiel lo sondò per una frazione di secondo per poi tornare a fissare il vuoto davanti a se,
Dean sentì un piccolo brivido risalire la schiena, dopotutto era scalzo, e i suoi piedi erano in procinto di ibernazione.

<< Sai Dean, il nostro capo ci ha offerto uno stage di quattro mesi fuori città, e sarebbe un trampolino di lancio per me e Sam >> Disse sorridendo amabile Jessica.

<< Sono veramente felice per voi ragazzi, congratulazioni.. ma c’era bisogno di venire a svegliarmi per questo? >> Chiese confuso il più grande dei due  Winchester.

Castiel sbuffò.
Sam lo guardò per un attimo con uno sguardo preoccupato poi torno a fissare gli occhi verdi del fratello.
<< Vedi Dean noi dobbiamo partire domani e non vogliamo che Castiel stia tutto quel tempo da solo, e sarebbe un problema per andare all’università per i soldi i pasti e tutto il resto.. quindi ci chiedevamo se potessi ospitarlo fino al nostro ritorno. >>
Dean rimase leggermente basito, poi fissò la sagoma smilza del ragazzo affianco al fratello.
Era un ragazzino, che problemi gli avrebbe mai potuto causare?
Sicuramente gli amici ne avrebbero causati, e non pochi.
E se avesse dovuto portare a casa qualche sua conquista, e si sapeva che i gusti di Castiel erano differenti da quelli di Dean.
A quel pensiero il Winchester temette di arrossire.

<< Va bene. >> La voce uscì dalla sua gola graffiata.
<< Seriamente? >> Gli occhi di Sam si illuminarono per poi  gettarsi sul fratello e stritolarlo in un abbraccio.
<< Te ne saremo riconoscenti a vita, Cas andiamo a prendere le tue cose dalla macchina. >> Finì così dicendo Jessica.
<< Siete pur sempre mio fratello, mia cognata e .. mio nipote >> Disse divertito.
Castiel si girò a fissare il padrone di casa con l’accenno di un sorriso sul volto.
Dean sorrise di rimando e vestitosi in modo più comodo andò ad aiutare per portare le cose del suo nuovo coinquilino in casa.

La macchina di Sam era una massa informe di scatoloni che spuntavano ovunque,
e ci volle più di un’ora per scaricare il tutto e portarlo nella camera affianco a quella di Dean.
Quel ragazzo era ancora più strano di quanto Dean pensasse.
Aveva ogni genere di cosa e la maggior parte era alquanto inutile, ma il padrone di casa non se ne fece un problema,
l’importante era non invadere i suoi spazi.

<< Pensa ai lati positivi, hai un’occasione di conoscere meglio tuo nipote >>  Gli sorrise incoraggiante Sam mentre Castiel svuotava gli scatoloni e si voltò a fissarlo.
Quei grandi occhi blu lo perforarono.
Dean si sentì violato.
<< Dovresti smetterla di guardare in quel modo  le persone >> Gli disse passandosi una mano sulle labbra.
<< In che modo? >> Chiese Castiel ingenuo inclinando la testa.
Sam si mise a ridere e Dean sbuffò esasperato lasciando la stanza.

Fu una classica cena in famiglia, se per classica si intende a tratti imbarazzante e poco sensata, ma per Dean fu un toccasana.

Non si sentiva così bene da tantissimo tempo, e pensò che dopotutto accettare la proposta del fratello avrebbe fatto bene al rapporto che si stava creando con Castiel.
Rapporto.
Un serie di immagini attraversarono l’anticamera del cervello di Dean, che si infilò lo spazzolino in bocca stizzito.
Non aveva mai fatto certi pensieri, e non era certo quello l’attimo giusto per farlo, soprattutto se in quel momento un Castiel poco vestito invadeva i suoi spazi.

Mai invadere gli spazi di Dean Winchester.

Il ragazzo da quel giorno in poi per quattro lunghi mesi doveva vivere al suo fianco.
Dean doveva stabilire delle regole.
Il Winchester prese un asciugamano e glielo schiaffò addosso.
<< Allora, stabiliamo un paio di norme per vivere serenamente in questa casa. Punto primo: evita di girare in boxer per casa mia. Punto secondo: rispetta i miei spazi personali. Punto terzo: in bagno uno alla volta. Punto  quarto: i pasti sono ad orari stabiliti non siamo in un albergo. Punto quinto: amici non più di tre per volta. Punto sesto: se devi portare qualche tua.. conquista qui per.. copulare, avvisami. Non vorrei essere partecipe di uno spettacolo che potrebbe traumatizzarmi per il resto della vita. Punto sett..>>
<< Due uomini che fanno sesso ti danno così fastidio? >> Replicò Castiel leggermente offeso mentre lasciava cadere l’asciugamano per terra rimanendo in boxer.
Attillati boxer.
Attillati boxer che lasciavano poco spazio all’immaginazione.

Dean deglutì macigni, non sapeva se per la nudità del ragazzino o per la domanda appena fattagli.
Sapeva solo che i suoi occhi erano ipnotizzati da quelli blu e penetranti del giovane, dal petto glabro e i muscoli appena evidenziati del ragazzino che aveva davanti.
<< Vuoi rispondermi o continuare a mangiarmi con gli occhi Dean? >>
La voce tagliente del moro risvegliò il Winchester dai pensieri incoerenti che stavano aleggiando nella sua mente.
<< Io non ti st.. e comunque no, è che non mi fa piacere vedere alcun tipo di persona fare sesso con nessun’altra persona. Tranne se si tratta di un porno, ma ora sto divagando. Era tanto per dire che non mi va di cogliere mio nipote a fare sesso con qualcuno, e già imbarazzante ora come ora questa situazione non vorrei che diventasse peggio. >>
Si giustificò Dean superandolo per dirigersi verso la sua camera da letto.
<< Meglio così >> Disse Castiel con l’accenno di un sorriso.
<< Si, meglio così.. >> Aggiunse Dean.
<< Bene >> Concluse il ragazzo.
<< Bene >> Ripeté il Winchester.
Lo sguardo invadente di Castiel lo fece rabbrividire.
Aveva gli occhi dannatamente.. blu.

<< Buonanotte allora. >> Rispose infine Dean appoggiato alla porta della sua stanza,
cercando una plausibile via di fuga da quella trappola fatta di sguardi.
<< Buonanotte Dean >> Concluse il più piccolo.
Rimasero un manciata di minuti buoni a fissarsi.
Gli occhi di Castiel erano una sorta di grande pozzo, e Dean finiva per sprofondarci dentro ogni volta.
Il ragazzino gli rivolse un ultimo sorriso sparendo dietro la porta.
Dean rimase a fissare un punto indefinito davanti a se.
Il punto dove poco prima vi era il bel culo di Castiel fasciato dai boxer neri.

Dean si schiaffò una mano sulla faccia.
Fu uno solo il  pensiero con cui Dean Winchester si convinse per andare a dormire.
Dean a te piacciono le tette





Angolo autrice:
ATTENZIONE LEGGERE PER CHIARIMENTI: Allora inanzitutto vorrei specificare un paio di cose: Sam ha 30anni e Dean 34 e Castiel 21, come scritto nel testo Castiel aveva undici anni quando è stato adottato da Sam che ne aveva 21, volevo chiarire questo così che potesse essere chiaro a tutti per qualsiasi altro problema chiedete pure e recensite sarò felice di "helparvi":3
Comunque abbiamo potuto notare che Dean non è totalmente indifferente a Cass, ma è convinto di essere assolutamente e totalmente etero, cosa che io gli farò ricredere u.u, Sam è un grande e grosso scarica barile, ma lo amo nelle vesti di cupido perciò che Cupido sia u.u
Credo di aver detto tutto.. a no un attimo RECENSITE! PERCHE' IO HO I BISCOTTI E PERCHE' VI AMO.

  

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Capitolo 3
*** Break the Rules. ***


Ed ecco il terzo capitolo giovani miei, in questo periodo non ho mai un'attimo libero e per miracolo(grazie Cas u.u) sono riuscita ad aggiornare, poi ho una marea di compiti da iniziare e non so come farò dato che domani ho una festa e dopodomani dovrò riprendermi dal post-sbornia, ma parlo sempre troppo ATTENZIONE!: SE VOLETE CHIARIMENTI SUL CAPITOLO E' ASSOLUTAMENTE NECESSARIO LEGGERE LE NOTE ALLA FINE DELLA LETTUARA VI CHIARIRA' LE IDEE


3. Break the rules.


Dean era la classica testa calda, il tipo che perde le staffe molto facilmente.
Era stato paziente con quel ragazzino dagli occhioni blu; aveva fatto di tutto per metterlo a suo agio e mettersi a suo agio lui stesso, ma non era servito a molto.

Era la quarta volta che se ne stava lì a fissare il piatto vuoto davanti a se mentre il buio prendeva piano possesso della città.
Era la quarta volta che Castiel ritardava per la cena e ogni volta tornava con una scusa diversa: “Eravamo a cercare il cane di Gabriel” l’ultima  subdola cazzata partorita dalla mente malata del ragazzino.
Nemmeno ce l’aveva un cane Gabriel.

Dean era stato chiaro, aveva ripetuto più e più volte le regole imposte in quella casa, e il moccioso ce l’aveva messa tutta per infrangerne il più possibile.
Era stato paziente i primi tre ritardi, ma questa volta si sarebbe incazzato seriamente.
Una settimana era passata dall’arrivo di Castiel in quella casa e tutto il suo mondo si era catapultato in una dimensione fatta di Balthazar, Gabriel e cazzate.

L’uomo si massaggiò le tempie alleggerendo la tensione, mentre metteva via i piatti nel lavabo.
Erano ormai le undici passate e il ritardo di Castiel era pazzesco.
La rabbia montò dentro di Dean che sbatte violentemente un pugno sul tavolo che vacillò leggermente.

Che diamine stava facendo quel moccioso?
Il rumore di qualcuno che armeggiava con la serratura lo distolse dal fare a pezzi il tavolo.
Dean si diresse verso il corridoio ma un rumore umido lo bloccò all’ingresso.

<< Castiel smettila.. >> Una voce maschile a lui sconosciuta sussurrò divertito quelle parole.

<< Non avevi detto che vivevi con tuo zio? Le luci sono ancora accese, se è sveglio mi metti nei casini, facciamo un’altr.. >> Continuò la voce venendo bloccata di nuovo da quel rumore umido di labbra che si scontravano e lingue che si inseguivano.
<< E’ vecchio, e a quest’ora i vecchi vanno a dormire. Rimani ancora un po’ con me, ci divertiamo te lo prometto. >> Sussurrò languido Castiel.

Dean si immobilizzò sul posto.
figlio di puttana.

L’uomo scorse le figure dei ragazzini strusciarsi e continuare a baciarsi dirigendosi verso la tromba delle scale.
La rabbia montò di nuovo e Dean scoppiò.

<< Dove credi di andare ragazzino. >> La voce di Dean usci più come un ringhio che come parole.
Castiel si bloccò di colpo sgranando gli occhi blu, mentre il ragazzino dai biondi capelli al suo fianco tremò.

<< Sparisci prima che ti prenda a calci in culo >> Disse il padrone di casa al biondino che si smaterializzò fuori dalla porta.
Castiel fece un passo indietro trovandosi con le spalle al muro.
Dean eliminò la distanza tra di loro con un paio di falcate.
<< Ho seriamente cercato di accoglierti con le buone, ma non capisci. C’è un ora per i pasti, e c’è un’ora per scoparti qualche bambino appena entrato nella fase della pubertà. >> Gli urlò contro puntandogli il dito su una spalla.
Castiel mantenne lo sguardo saldo mentre Dean si infuriò ancor di più.

<< E’ la quarta volta che non torni a cena, nemmeno avvisi. Non puoi fare il cazzo che vuoi in casa mia. Ci sono delle regole e devi rispettarle porca puttana. E io non sono vecchio solo perché tu sei un moccioso, che questo ti sia ben chiaro. >> Continuò il Winchester con lo stesso tono di voce di chi era veramente incazzato.

<< Le tue regole sono stupide. >> Affermò con semplicità Castiel.

<< Mi stai prendendo per il culo? Se mio fratello è così coglione da permetterti di fare il cazzo che vuoi, sappi che io non sono così perciò, moccioso, vattene in camera e non farti vedere per un po’, vorrei evitare di prendere a pugni quella faccia di culo che ora porti. >>  Concluse Dean con gli occhi colmi di ira.
Il ragazzo di rimandò sbuffò.
<< Ma io ho fame. E di solito prima faccio sesso e poi mangio ma oggi a quanto pare devo fare un’eccezione. >> Commentò il ragazzino inclinando la testa di lato.

Questo idiota ha problemi veramente gravi. Pensò il Winchester.

<< Che c’è per cena? >> Il sorriso irrisorio che increspò le labbra del moccioso fu la goccia che fece traboccare il vaso.
Il pugnò di Dean saettò colpendo volontariamente il muro di fianco al viso del giovane che si strinse nell’impermeabile diventando ancora più piccolo e fragile di quanto già non sembrasse, sgranando gli occhi e deglutendo rumorosamente.
<< Ho detto, vai in camera. >> La voce del padrone di casa tuonò nella stanza.

Castiel si appiattì contro il muro e chiuse gli occhi coprendosi il viso con le mani.

<< Non farmi del male, ti prego >> Sussurrò il ragazzo iniziando a singhiozzare sommessamente.

Dean si congelò sul posto ritraendo il braccio di scatto.
Aveva dimenticato che quel ragazzo era stato un orfano e da tale, bisognava trattarlo con un po’ più di riguardo.

<< Ehi sta tranquillo, non sono qui per farti del male >> Lo tranquillizzo l’uomo portando una mano sulla sua spalla.
Il ragazzino si irrigidì di colpo scansandosi velocemente inciampando e cadendo a terra.

<< Non mi toccare per favore, ti prometto che non accadrà più.. non si ripeterà, ti prego non farmi del male. >> Il viso stravolto del ragazzino era rigato di lacrime mentre lo sguardo acqueo vagava perso in chissà quale angosciante ricordo.

Dean riconobbe subito quello sguardo.
Lo conosceva meglio di chiunque altro.
Dolore, sofferenza, nostalgia.
 Prese le spalle del ragazzo ancora per terra e le strattonò con veemenza.
<< Castiel, sono io, Dean. Dannazione riprenditi, sono io non ti farò del male. >>
Castiel serrò gli occhi e il suo respiro si regolarizzò.
Si buttò con slancio tra le braccia di Dean e lo strinse a se.

<< Dean, promettimi che almeno tu non mi farai del male. >> Il sussurro del ragazzo in trench arrivò flebile alle orecchie dell’uomo
che temette di esserselo sognato.
Il Winchester arrancò un po’ non sapendo cosa dire.

<< Ti prego Dean, promettimelo. >> Il dolore e l’angoscia trasparirono dalle parole di Castiel e gli occhi del uomo si riempirono di tenerezza.
Le mani del ragazzo si aggrapparono alla schiena del Winchester stringendoselo contro e nascondendo il viso bagnato.

<< Te lo prometto. >> La mano di Dean vagò tra i capelli scompigliati del giovane che sorrise docilmente contro il petto dell’uomo.

Dean non concepì quanto tempo passò in quella posizione, sapeva solo che Castiel aveva bisogno di lui, e che lui aveva bisogno di aiutare Castiel.




Angolo autrice:
ATTENZIONE PUNTO CRUCIALE DA LEGGERE ASSOLUTAMENTE PER CAPIRE MEGLIO:
Allora, in questo capitolo ho voluto evidenziare i problemi che Castiel ha dovuto patire prima di essere adottato, questo verrà chiarito più in là durante una conversazione che avverrà tra Dean e Balthazar o Gabriel( devo ancora decidere, voi chi preferireste?), non vi spoilerizzo nulla, ma questa innocua promessa si rivolterà contro il povero Dean, come? Beh fra un paio di capitoli lo scoprirete non sto a dirvi nulla.
Alla prossima bellezze:)
E sappiate che le recensioni sono sempre gradite piccoli angioletti:)


  

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Capitolo 4
*** This is Awkward. ***


Ed eccomi qua, sono tornata (s)fortunatamente per voi:3
Questo capitolo mi è piaciuto molto da scrivere, sarà che in mezzo ci sono Balth e Gab?!
Probabile, comunque sono in uno stato di depressione assoluto, oggi ho rivisto l’ultima puntata della sesta stagione..
E se l’avete cista potete capirne il perché..
Comunque vi lascio al capitolo e ci rivediamo giù <3

 

4. This is Awkward.


Era in quella posizione scomoda che il ragazzino si era addormentato tra le sue braccia, e la trovò una situazione alquanto imbarazzante, non certo paragonabile alla situazione che pensava gli si prospettasse il mattino seguente al loro risveglio; o meglio, al risveglio di Castiel dato che lui non era riuscito a chiudere occhio.

Sensi di colpa?
O qualcos’altro di indefinito che volteggiava nella sua testa?

Questo Dean non lo sapeva, ma sapeva che aveva dormito poco e non era affatto pronto a reggere una situazione imbarazzante di buon mattino, sarebbe stato troppo dopo la scena della sera prima.

Scese silenziosamente la rampa di scale dirigendosi verso la cucina per abbandonarsi all’irrefrenabile bisogno di caffeina, tentando di far meno rumore possibile per evitare di svegliare il moccioso nella stanza affianco alla sua.

Giunto in cucina preparò il suo caffè e ne mandò giù metà d’un sorso rischiando di ustionarsi la lingua, e quando alzò lo sguardo, un Castiel assonnato e avvolto in un ridicolo pigiama a fiori si stiracchiava sulla sedia.
Dean deglutì rumorosamente distogliendo frettolosamente lo sguardo.

<< Ho fame. >> Dichiarò soltanto il ragazzo afflosciandosi sul tavolo.
<< Dean nutrimi. >> Concluse sorridente Castiel indicando i cereali di fianco alla credenza.
L’uomo lo guardò un po’ stranito per poi porgergli i cereali.

<< Senti per ieri ser.. >> Iniziò a parlare Dean, che aveva bisogno di chiarire la situazione, ma venne interrotto dal giovane.

<< Sono veramente buoni i cereali. A Gabriel non piacciono i cereali ma Balthazar li adora perciò Gabriel per farlo contento li mangia sempre. >> Lo informò Castiel agitando in aria il cucchiaio che teneva in mano.

Dean stette zitto.
Molto probabilmente il ragazzo non voleva parlarne, e a lui stava bene così.
Aveva evitato l’imbarazzo della sera precedente, e un sorriso tranquillo gli si dipinse sul volto.

Il ragazzino lo fissò inclinando la tesa nella solita espressione che Dean stava imparando a conoscere, la assumeva ogni volta che osservava qualcosa, e in quel momento qualcuno.
Lo sguardo profondo di Castiel lo violava ogni qual volta che lo fissava mettendolo a disagio.

Per fortuna il giovane dovette lasciare la cucina per prepararsi e recarsi all’università informandolo che il giorno sarebbe tornato a casa prima.
Dean non aveva un granché da fare all’officina e perciò lo avvertì che lo avrebbe trovato a casa.

Il campanello suonò e il padrone di casa saltò sul posto per lo spavento.
Alla porta lo attendevano gli occhi verdi perennemente ricolmi di entusiasmo di Gabriel, che non gli diedero nemmeno il tempo di scostarsi dall’uscio che il ragazzino si  catapultò in casa.

<< Cass, Balth ci aspetta fuori su muoviti. >> Urlò a gran voce.
<< Oh ma buongiorno anche a te Gabriel, si accomodati pure >> Ironizzò Dean alle sue spalle.

<< Ehilà Dean, non ti avevo proprio visto! >> Lo salutò con una pacca sulle spalle il ragazzo.
L’uomo sbuffò di rimando quando qualcosa, o meglio qualcuno, lo travolse.
<< Ehi Castiel muovi quel tuo bel culo che se no perdiamo l’Autobus. >> La voce familiare di Balthazar inondò la casa.

<< Cas non hai mica indetto una riunione di famiglia a mia insaputa per caso? >> Gli disse Dean fissando il ragazzo in questione che scendeva tranquillamente le scale.

<< Scusate ragazzi dovevo annaffiare le mie piantine >> Sorrise Castiel.

Dean rimase un momento interdetto.
Marijuana.
Stava sicuramente parlando di quel tipo di piantine, sicuramente Castiel era una sorta di spacciatore, perché ne lui ne i suoi amici erano completamente sani di testa.
Probabilmente erano fatti.
Si, decisamente fatti.

<< No Dean, non preoccuparti sto parlando di gerani, nulla di illegale. >> Rispose alle sue domande mentali Castiel.

<< Ovviamente >> Lo sbeffeggiò Dean divertito dalla situazione comica che gli si prospettava davanti.
Si guardarono per una manciata di minuti.
Occhi negl’occhi.
Verde nel blu.
Uno sguardo intenso che levò il fiato ad entrambi.

Fino a quando un colpo di tosse non distolse Dean da cotanta bellezza.
Aveva seriamente appena pensato ciò che effettivamente aveva pensato?
A quanto pare, si.

Gabriel mal celava un risolino malizioso mentre fu Balthazar a parlare.
<< Se non vi dispiace, piccioncini, dopo che vi sarete scambiati il bacio del buongiorno vorremo andare a prendere questo santissimo autobus, o se magari vi volete intrattenere per qualcosa di più approfondito.. >>
<< Molto più approfondito.. >> Aggiunse maliziosamente Gabriel.

Dean senti le guance andare in fiamme.
E Castiel sorrise.
Un fottutissimo meraviglioso sorriso.

Le tette Dean, le tette!”

<< Andate a prendere quel fottuto autobus o all’università vi ci spedisco a calci in culo >> Gli ringhiò contro benignamente, mentre i ragazzi sparirono dietro alla porta divertiti.

                                  *****************************

La giornata in officina passò in fretta, e Dean verso le sei e mezzo si recò a casa.
Presosi una birra dal frigo decise di guardare un po’ di televisione.
Come al solito nulla di interessante era mandato in onda a quell’ora e quella casa era vuota, dannatamente vuota.
Aveva bisogno di Castiel e il suo continuo gironzolare che lo distraesse.
E come si dice: parli dell’angelo e spuntano le ali, eccolo lì, Castiel seguito dai due compagni che litigavano per l’unica poltrona libera nel modesto soggiorno, mentre il ragazzo, come suo solito fare, si rannicchiava nel divano fissando gli amici litigare amichevolmente.
Alla fine trovarono una posizione accettabile, ossia: Gabriel su un bracciolo completamente spalmato su di Balth comodamente seduto.

Dean sorrise guardandoli.
In fondo erano carini.
Istintivamente si voltò a guardare Castiel illuminato dalla luce fiocca della tv.
Le labbra carnose, semi dischiuse e gli occhi blu leggermente socchiusi analizzavano la scena di un film a Dean sconosciuto e risaltavano nella penombra della stanza.
Il ragazzo sentendosi osservato si voltò a sua volta fissandolo aprendosi in un piccolo sorriso.

<< Che noia >> Si lamentò in modo infantile Gabriel, attirando l’attenzione dei due.
<< Che ne dite di fare un salto al pub qui vicino, tanto per far qualcosa >> Propose Balthazar guardando speranzoso gli altri.
Castiel si alzò e agguantò l’impermeabile.
<< Intanto non ho di meglio da fare >> Sorrise Dean.

Che cosa sarebbe mai potuto accadere di male?


Le ultime parole famose, pensò Dean entrando nel pub.
Il locale era strapieno tranne per un tavolo appartato in un angolo.
Si sedettero e ordinarono un paio di birre, mentre dal bancone un ragazzo occhieggiava Castiel.

<<  Nemmeno entrati e già qualcuno ti fissa, tu si che sai fare colpo amico. >>  Gli sorrise allusivo il maggiore dei presenti seduti a quel tavolo.
Castiel sorrise.
<< Sai qual è il problema fondamentale? E’ che lui sta fissando te non me. >> Gli rispose divertito Castiel.
Dean non seppe se ritenersi lusingato o altro, ma il ragazzo dai capelli color del miele si stava dirigendo verso di loro.
L’uomo deglutì spostando lo sguardo altrove, incrociando i sorrisi irrisori degl’altri.

<< Ciao, non ti avevo mai visto in questo bar prima d’ora >> Disse, con un sorriso eloquente stampato sul volto, il giovane appena arrivato ignorando completamente gli altri seduti al tavolo.

<< Probabilmente sarà perché è la prima volta che ci vengo?! >> Rispose in modo beffardo Dean.
Castiel trattenne a stento un risolino divertito, guadagnandosi un’occhiataccia dal ragazzo in piedi.

<< Trovi qualcosa di ridicolo in tutto questo Castiel? >> Chiese lo sconosciuto in tono acido.
Dean guardò interrogativo Castiel che si aprì in un ghigno da perfetto bastardo che non si addiceva affatto al suo viso angelico.
<< Oltre al tuo pessimo modo di abbordaggio e la tua faccia, nient’altro di ridicolo Michael. >> Rispose per i toni il nipote.

Il volto del suddetto ragazzo si tramutò in una maschera di disprezzo e riprese a guardare Dean che era totalmente preso dall’espressione di Castiel.
<< Se vuoi divertirti seriamente, io sono sempre disponibile >> Sorrise languidamente.

Dean si accigliò.
Sembrava così tanto gay con quella camicia?
Gli avrebbe dato fuoco se non piacesse così tanto a Castiel…
Si sentì stupido solo a pensarlo.
<< Lui è qui con me e con me rimane. >> Rispose seccamente il ragazzino in trench, che per enfatizzare il concetto  strattonò una manica della camicia verso di se stringendo la mano del Winchester nella sua.
<< Seriamente Michael, va a rompere i coglioni da qualche altra parte >> Sorrise apertamente Balthazar.
<< Se non avessi capito la tua presenza qui non è gradita >> Continuò Dean cercando di pensare il meno possibile alla mano di  Castiel stretta sulla sua.

Si sentiva una fottuta checca.
Per giunta isterica.

Michael rimase spiazzato e dopo  aver lanciato uno sguardo carico di astio nei confronti di Castiel se ne andò tornando verso la combriccola alle sue spalle.

<< Che problemi ha quel tizio? >> Chiese alquanto stralunato Dean, sfilando la sua mano dalla presa possessiva del ragazzo davanti a se.
<< Non si è scopato Castiel e da quel giorno nutre risentimento e odio verso di lui >> La voce di Gabriel era tranquilla e leggera, mentre Dean temette di affogare nella birra che stava sorseggiando.
Castiel sorrise compiaciuto dalla reazione del Winchester che d’altro canto tossicchiava imbarazzato.


Dean Winchester non si divertiva così dai tempi del liceo; era in ottima compagnia, aveva bevuto e raccattato qualche numero di qualche bella ragazza, come quella biondina tutta tette che Castiel aveva prontamente etichettato come “disgustosa troietta” ma che Dean non aveva di certo disdegnato.

Tornarono a casa ubriachi fradici e avvertite entrambe le famiglie di Gabriel e Balthazar, i ragazzi rimasero dal Winchester poiché non potevano tornare in quelle condizioni a casa.
Dean si buttò sul  divano ridendo sguaiatamente per qualcosa di indefinito uscito dalla bocca di Gabriel, steso per terra con la testa sulle gambe di Balthazar che gli accarezzava piano i capelli.

Castiel tentò di sedersi di fianco al Winchester ma per via dell’alcool cadde inesorabilmente a terra, facendo scoppiare Dean in una risata, che  tentando di tirarlo su per un braccio, cadde dal divano sopra di lui.

La risata del biondo andò pian piano a scemare, mentre i loro respiri si confondevano e i loro sguardi si cercavano.
Dean non si era mai sentito così bene, non sapeva se per l’alcool o per la vicinanza con Castiel.

<< Sei bello Dean Winchester >> Gli sussurrò all’orecchio il ragazzo con la voce impastata dall’alcool.
L’uomo gli si accoccolò su un fianco magro del moro stringendolo a se.
<< Sono fottutamente figo, che è diverso >> Strascicò il Winchester.

“Fanculo sono ubriaco posso permettermi di fare certe cose”
Pensò Dean.
<< Probabilmente questo davanti ai nostri occhi  è un incesto Balth, partecipiamo potrebbe non accaderci mai più una situazione del genere. >> Balbettò Gabriel buttandosi su di loro seguito da un Balthazar che urlava frasi sconnesse sull’amore portatore di bene.


Si addormentarono così.
Su un tappeto.

Castiel avvinghiato ad un Dean che non ne voleva sapere di allentare la stretta dai fianchi del ragazzo che aveva la testa incassata nell’incavo del collo dell’uomo, Gabriel con una gamba sui due stretti in quel tenero abbraccio e con le braccia al collo di Balthazar che lo stringeva dolcemente per la vita con un braccio, mentre l’altro si trovava sotto il collo del Winchester.

Uno addossato all’altro, ubriachi e con il sorriso sulle labbra.
Era Novembre, e fuori faceva freddo.
Ma il freddo era l’ultimo pensiero del padrone di quella bizzarra casa.

Solo due occhi blu, in quel momento, occupavano i sogni di Dean Winchester.
Erano bastati quegl’occhi per farlo ubriacare e ridere  come un bambino.
Erano bastati quegl’occhi a renderlo felice.
  




Angolo autrice:
ATTENZIONE LEGGERE PER CHIARIMENTI: Allora in questo capitolo c’è stata l’introduzione del personaggio di Michael, che non so bene come descrivere fisicamente visto che non ce lo vedo nella storia come Adam, ma troverò un modo:’) Dean si sta avvicinando parecchio a Castiel e ai ragazzi e inizierà a scoprire cose nuove (non pensate maleXD) che gli piaceranno.
Bene ora volevo dirvi che se vi va potete passare qui
http://www.facebook.com/WhenCastielFirstLaidAHandOnYouInHellHeWasLost?ref=hll’ho appena aperta e sarebbe bello avere dei Fan che in un certo senso mi conoscono già, basta copiare il link nella barra di ricerca e il gioco è fatto, grazie a tutti quelli che metteranno mi piace.
Ringrazio chi ha recensito, seguito, ricordato o messo tra i preferiti o semplicemente letto la storia:D siete stupendi:3

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Capitolo 5
*** 5. You are Jealous ***


Allora finalmente una volta tanto che aggiorno ad un orario decente e non alle solite undici di notte u.u In questo periodo non ho un cazzo di vita sociale tra allenamenti studio e partite se esco o scrivo qualcosa c’è da ringraziare Castiel!
Comunque eccoci al quinto capitolo, in cui succede un po’ un casino ma si sa, iu masochista u.u
Leggete e fatemi sapere ci si vede in fondo!

P.S: accenno alla Balthazar/Gabriel:3


 5. You are Jealous.

 

La testa gli pulsava e le braccia, messe in chissà quale posizione scomoda, chiedevano pietà.

Aprì gli occhi lentamente; la stanza era buia ma non troppo da non poter notare un folta chioma nera appropriatasi del suo petto.
Le sue braccia d’altro canto stringevano la sottile vita del proprietario di quei capelli, che altro non era che Castiel.

Varie immagini comparvero come flash nella sua testa e Dean credete di poter morire lì sul posto,
ma un mugugno alle sue spalle lo ridestò dal suicidio mentale.

<< Smettila Balth. >> La voce di Gabriel era un sussurro quasi impercettibile che tentava in tutti modi di essere il più serio possibile,
andando però a fallire miseramente.
<< E dai non stiamo mica scopando qui sul tappeto >> Rispose con lo stesso tono di voce Balthazar molto più divertito dell’altro.
<< A Dean potrebbe dare fastidio.. lui non ha i nostri stessi gusti. >> Sussurrò il più piccolo all’orecchio dell’altro mordendogli un lobo.
<< A me non sembra, guarda come stringe il nostro piccolo Cass. >> Pronunciò il maggiore indicando con il mento i due ancora abbracciati, per poi sfiorare le labbra di Gabriel in un piccolo bacio.

Dean si irrigidì, non certo per le effusioni che i due alle sue spalle si stavano scambiando.
Stava ancora abbracciando Castiel e il calore che quel minuto corpo produceva era piacevole, ma destabilizzò Dean.
Che diamine stava facendo?
A lui non piacevano le così dette: tette?

Un rumore fastidioso si insinuò nella mente del Winchester, che udì il semplice squillare della sveglia di un cellulare come un rumore infernale amplificato dal post-sbornia.

Castiel si mosse fra le sue braccia e si stropicciò gli occhi ancora assonnato.
<< Buongiorno Dean >> Pronunciò ad un palmo di distanza dal viso dell’uomo, che slacciò l’abbraccio e si alzò frettolosamente.
<< Buongiorno >> Grugnì stordito.
Castiel lo fissò stranito.
Quel solito sguardo che Dean odiava, da cucciolo ferito.

<< Porca puttana è tardissimo Castiel alza il culo >> Disse Gabriel guardando il suo cellulare.
Il ragazzino si alzò frastornato e si diresse al piano superiore per darsi un’aggiustata, rischiando di finire spiaccicato sui gradini.
I due ragazzini intanto guardavano di sottecchi Dean che si sentiva dannatamente strano.

I ricordi della sera precedente tornavano inesorabili a fare capolino nella sua mente sempre più confusa.

Fino all’arrivo al pub e all’incontro con quel Michael, era tutto chiaro e limpido, poi le immagini iniziavano a farsi vaghe e distorte.
Ricordava quella ragazza bionda che gli passava il suo numero scritto su un fazzoletto,
il viso leggermente arrossato dall’ alcool di Castiel mentre rideva sguaiatamente.

Quell’immagine fu un tuffo al cuore, nemmeno Dean  riuscì a spiegarselo ma si sentì strano e lo stomaco si contorse su se stesso.

Smise di ricordare, non che non potesse, ma non voleva e basta.
Dopo che i ragazzi furono usciti decise di farsi una doccia per lavar via quella sensazione spiacevole che aveva addosso.

Arrivato al bagno si levò la giacca che ancora aveva indosso e la buttò per terra.
Mentre era ancora intento a spogliarsi, notò un foglietto sbucare dall’angolo della tasca dell’indumento a terra.

Era il numero della biondina.
Dean si guardò allo specchio e si passò una mano sul volto.
Aveva bisogno di sesso.
Sano, etero, sesso.
E il fatto che la sua mente specificò quel particolare lo fece rabbrividire.

Finì di fare la doccia e dopo essersi rivestito compose il numero al cellulare e attese.
Una voce squillante gli rispose assordandolo.

<< Pronto, chi è? >>
<< Sono Dean Winchester, sa il ragazzo a cui ha dato il numero ieri sera >> Specificò l’uomo.
<< E come dimenticare >> Disse divertita la giovane.
<< Volevo chiederti se ti va di vederci. A casa mia. >> La richiesta di Dean era precisa.
Niente convenevoli, niente paroline dolci.
Sesso e basta.
La ragazza parve pensarci su ma poi rispose con il tono cinguettuolo di prima.
<< Certamente, ma non ho molto tempo fra tre ore devo essere a lavoro>> Concluse lei.
<< Perfetto >> Rispose Dean, dando numero e indirizzo alla ragazza.

Non dovette aspettare molto e all’incirca mezz’ora dopo la chiamata il campanello suonò,
non ebbe quasi il tempo di aprire la porta che la ragazza gli si fiondò addosso.
Dean non si scompose più di tanto e rispose al bacio trascinando la ragazza al piano superiore, verso la camera da letto.

Non fu nulla di dolce, dallo spogliarsi, al baciarla.
Dean aveva semplicemente bisogno di sentirsi come prima.
Uomo.
Ma quella sensazione persistente non se ne voleva andare, era come avere nella testa sempre la stessa cosa.
Gli occhi di quel fottuto ragazzo.
Persino quando Dean era ormai dentro di lei e i respiri si facevano affannati e le unghie si conficcavano nella carne, gli occhi di Castiel erano sempre lì, nella sua testa.

Il proprietario di quegl’occhi, nel frattempo, si trovavano alla fermata dell’autobus per tornare a casa;
il corso di diritto era saltato e perciò sarebbe tornato a casa prima quel giorno, rifiutando la proposta di uscita dei due migliori amici.
Castiel si era stancato di fare il terzo in comodo tra Balth e Gabriel, perciò reputò che il rientro a casa fosse la cosa migliore da fare.
Ovviamente se Castiel avesse potuto tornare indietro nel tempo si sarebbe volentieri preso a pugni.

Dei mugugni indistinti provenivano dal piano di sopra,  solo dopo Castiel riuscì a identificarli come gemiti sconnessi.
Il ragazzo si immobilizzò sul posto, mentre una sensazione di delusione e rabbia si impossessava di lui.

<< Dean >> Una voce femminile rimbombò nelle  orecchie del giovane, che d’impulso portò le mani a coprirsi le orecchie sgranando gli occhi e boccheggiando incerto.
Il rumore di bacini che si scontravano e di pelli che strusciavano, costrinsero Castiel a indietreggiare e a scendere d’un fiato le scale, chiudendosi alle spalle la porta della casa.

Si sentì tradito, non solo per il fatto che Dean non aveva rispettato le regole e non l’aveva avvisato, ma qualche ora prima il corpo di quell’uomo era stretto al suo e non a quello di qualche puttanella.
Era stata la prima volta che Castiel si era sentito protetto, la prima volta che era stato bene.
 
                                             **********************************

Dean si sentiva sporco, e non per il fatto che aveva appena fatto sesso con una perfetta sconosciuta,
si sentiva sporco dentro, come se avesse fatto qualcosa di sbagliato, quel tipo di sporco che quella seconda doccia non sarebbe riuscita a mandar via.
Passò davanti alla stanza abitata dal nipote, il letto perfettamente intatto sfoggiava un piumino color porpora e le pareti erano tempestate di disegni e qualsiasi cosa si potesse appendere ad un muro. Il ticchettare dell’orologio a pendolo,
di provenienza sconosciuta, gli ricordò dell’estremo ritardo in cui si trovava.
Si vestì frettolosamente sapendo che ormai l’officina non l’avrebbe aperta in orario
Scese le scale con un paio di balzi e mentre spalancava la porta si ritrovò davanti due figure di sua conoscenza.

<< Vi prego ragazzi sono di fretta e… e poi voi non dovreste essere a lezione? >> Chiese basito Dean cercando con lo sguardo Castiel.
<< In realtà cercava il nostro angioletto dagli occhi blu, e comunque no il corso di diritto è saltato, il professore è stato male, le mie bamboline voodoo hanno funzionato.  >> Precisò Balthazar  compiaciuto.
<< Quindi dov’è Cass? >> Chiese Gabriel sbirciando dietro la spalla dell’uomo davanti a se.
Dean rimase dieci minuti buoni a metabolizzare le informazioni.
<< Non è qui, Castiel non è tornato >> Affermò più a se stesso che ai ragazzi che aveva davanti.

<>

<< Sta zitto Gabriel, al massimo qualcuno se lo vorrà fottere con un culo del genere, e Castiel è talmente ingenuo da poterci anche stare. Dobbiamo trovarlo Dean.>> Rispose Balthazar facendo imbronciare Gabriel, e terrorizzando Dean.

<< Io prendo la macchina e lo cerco al centro, voi controllate qui a piedi negli isolati vicino. >> Rispose risoluto Dean.
<< Dobbiamo trovarlo, a tutti i costi. >>


<< Quindi?>> Chiese Castiel.
<< Dove sta il trabocchetto?>> Chiese il ragazzo dagl’occhi verdognoli.
<< Nessun trabocchetto Zacch, vieni a casa mia, scopiamo e te ne vai. >> Rispose il ragazzo più basso.
<< E a te chi ti dice che io abbia voglia di scopare con uno sfigato come te? >> Chiese beffardo Zacchariah.
<< Per favore, tutta la tua combriccola di coglioncelli vorrebbe scoparmi, io sto dando questa possibilità a te. >> Sul volto di Castiel si dipinse un sorrisino divertito vista la reazione del ragazzo davanti a se.
<< Sarà un piacere scoparmi il tuo bel culo Cass >> Rispose il più alto porgendogli il casco della sua moto al ragazzo, che salì sull’Harley con un moto di tristezza a coprirgli lo stomaco.

In una decina di minuti arrivarono a casa e con foga si ritrovarono a baciarsi e strusciarsi sul letto di Castiel.
Non gli importava molto di quello che stava per succedere, ma doveva dimostrare a se stesso che a lui non interessava.

Che non gli interessava di lui, di cosa facesse e di chi si scopasse.

Zacchariah si spinse a fondo dentro di lui con violenza.
Non gli fece male, ma non gli piacque comunque.
Chiuse gli occhi e attese, attese che tutto quello finisse il più presto possibile.

Si sentiva uno schifo, e di solito Castiel dopo il sesso si sentiva tutt’altro che uno schifo, dentro di se era un susseguirsi di “ oh mi uccido o lo uccido” ma il vibrare del suo cellulare lo risveglio dal pugnalarsi mentalmente.

“E’ il ventesimo messaggio che ti mando, dove cazzo sei? Siamo tutti preoccupati ti aspettiamo in fondo alla via davanti a casa.
Balth e Gab.”


Castiel uscì di fretta da casa precipitandosi dagli Smith.
Vide Balthazar e Gabriel sbracciarsi in sua direzione e gli si tuffò in contro.
I due ragazzi lo fissarono, per loro era come un fratello, un libro aperto.
<< Su racconta. >>


Dean tornò a casa spossato e affamato, era ormai l’ora di cena e non aveva nemmeno pranzato e di Castiel nessuna traccia.
 Quel moccioso si doveva essere cacciato in qualche guaio e al solo pensiero l’uomo rabbrividì.
Passando davanti alla camera del ragazzino notò la porta spalancata, che era sicuro di aver chiuso prima di uscire.
Si affacciò nella camera e ciò che vide lo pietrificò.
Il letto era sfatto e puzzava.
Puzzava di sesso.

<< Dean sono a casa ho parlato con Balth..>> La voce di Castiel arrivò dal piano inferiore ovattata dai muri.
La rabbia montò in Dean che ascoltò metà frase e sradicando le lenzuola dal letto, si precipitò nel salotto dove si trovava il ragazzo.

<< Che cazzo ti sale in mente? Ero preoccupato e tu cosa fai?! Ti scopi qualcuno? Tu non ci stai con la testa, ti ho chiamato un centinaio di volte Castiel e hai infranto le regole un ennesima volta. Che diamine ti prende idiota? >> La voce di Dean era un misto di preoccupazione e rabbia che fecero sussultare appena Castiel.
Il padrone di casa schiaffò addosso al ragazzino le lenzuola ancora tiepide per accentuare il concetto del suo terminato discorso.

<< Che mi prende?! Che prende a te! Parli tanto di regole da seguire e cazzate del genere poi torno a casa e chi trovo a scoparsi una troietta?! Indovina Dean, su indovina! >> Sputò con disprezzo Castiel.

Dean aprì  la bocca un paio di volte ma nessun suono uscì.
Castiel sorrise amaramente compiaciuto.

<< Non c’entra niente questo Castiel, sei sparito senza dire nulla mi hai fatto preoccupare >>  Rispose più calmo Dean, cercando di sviare il discorso.

<< Oh si certo, non c’entra niente.. per favore Dean non far finta che ti importi qualcosa di me, devi solo qualche favore a tuo fratello, io non c’entro niente. >> Il tono amareggiato colpì Dean in pieno stomaco facendolo sentire dannatamente in colpa.

<< Non è così Cass, a me importa di te  >> Chiarì con voce calda Dean.
Castiel sbuffò poggiandosi alla parete alla sua sinistra.

<< Sono serio, mi hai fatto preoccupare da morire e  mi fa incazzare il fatto che tu non ti sia fatto sentire per tutto questo tempo mentre io ti cercavo per la città e tu ti fottevi qualche moccioso. >> Rispose leggermente alterato Dean, non sapendo nemmeno lui il perché di quella reazione.

<< In realtà non ero io a fottere ma.. >>
<< Non m’interessano i particolari delle scopate che fai con le tue puttanelle >> Lo interruppe Dean tornando ad infastidirsi inconsapevolmente.

<< Che c’è Dean, sei geloso? >> Ironizzò il moro davanti a lui.

Calò il silenzio nella stanza mentre Dean cercava una risposta al suo silenzio.

<< Sei geloso!>> Affermò Castiel squadrandolo con  i suoi grandi occhi blu.

Lui non era geloso.
Forse un po’, ma solo perché lui era suo nipote.
Nessuno secondo fine, anche se dentro di se quello suonava come una grande e grossa bugia.

<< Non dire cazzate moccioso, e sappi che questa storia non finisce qui, ho solo troppa fame per incazzarmi ancora. >> Disse Dean sfuggendo al discorso, dirigendosi verso la cucina.

Castiel sorrise fra se e se.
In fondo farsi scopare da Zacchariah era servito a qualcosa.



Angolo Autrice:
ATTENZIONE LEGGERE PER CHIARIMENTI: Non uccidetemi! Lo so che non è bello vedere quei due fornicare con qualcun altro ma era d’obbligo dovevo far incazzare Dean D:
Se notate tutte le volte che i due litigano non si arriva mai a un compromesso vero e proprio sto cercando di far tenere tutto dentro a entrambi e farlo esplodere alla fine muuahahuhuahua si sono una gran stronza, ma comunqueeeeeeee non ho descritto più di tanto le scene “HOT” per far risaltare il fatto che non fossero nulla di che ma qualcosa di assolutamente inutile u.u Per il resto boh traete voi le conclusioni e fatemi sapere <3
Bacini bacetti EderlyCooper! <3

http://www.facebook.com/WhenCastielFirstLaidAHandOnYouInHellHeWasLost 
Per tutti i fan di Supernatural fate un saltino quà è la mia pagina di facebook ed è appena nata e mi farebbe piacere vederla crescere:3 (copiate e incollate il link nella barra di ricerca visto che non riesco più a mettere il link diretto alla pagina D:)

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Capitolo 6
*** 6. Anonymous Letter ***


 VI PREGO NON UCCIDETEMI.
Come pochi di voi sanno non ho potuto aggiornare la storia poiché il mio computer si è avadakedavrizzato e perciò ho perso tuttooooo il materiale della storia e ho dovuto andare in giro per la casa alla ricerca di quei rari foglietti con appunti su Adopted, non vi mentirò sul fatto che in un primo momento ho pensato di mollare tutto ma poi ci ho pensato bene e ho detto “NAAAAAAAAAAAAAAAH” e ho tirato su le maniche e ho deciso di riprendere le redini della situazione, ho riscritto codesto capitolo da capo e credo di averlo persino migliorato u.u ma vabbè ci vediamo in fondo che ho un po’ di News da darvi:3 




 

6. Anonymous Letter


<< Dannazione Sam lo hai sentito ieri non c’era bisogno di richiamare oggi >> La voce frustrata di Dean venne trasmessa dall’altra parte del cellulare all’interlocutore che sospirò esausto.

<< Mi manca >> Sussurrò appena Sam.
<< Senti Samantha, questa settimana hai già chiamato quattro volte ed è solo Mercoledì >> Gli rispose il fratello.
<< Posso parlare con lui? >> Chiese il più piccolo dei Winchester ignorando ciò che aveva appena constatato Dean.
<< No. >> Rispose secco l’uomo.
<< Perché no? >> Si agitò l’altro.
<< In questo momento è a prostituirsi sulla tangenziale..  Sam è a scuola ecco perché non puoi parlare con lui >> Gli rise attraverso l’apparecchio Dean.
<< Oh.. giusto. >> Rispose leggermente deluso l’altro.
<< Vi chiamo più tardi allora >> Concluse.

Dean sospirò rassegnato salutando il fratello e chiudendo la chiamata.
Sam era fatto così, troppo sentimentale e i sentimenti non facevano per Dean Winchester.
Non dopo tutto quello che aveva passato.
Non provare niente per lui era la soluzione migliore, e il suo mondo era fatto così.
Quel mondo che però era stato sconvolto da due enormi occhi blu.
Sam li chiamava praticamente tutti i giorni e Castiel era felice per questo perché diceva che la voce del “padre”  lo faceva sentire a casa e al sicuro.
Dean aveva sentito un moto di gelosia propagarsi al centro del petto dopo aver ripensato a quelle parole, gelosia che annidò dentro di se come tutti gli altri sentimenti che pian piano affioravano.
Continuava a chiedersi il perché di quel che gli balenava in mente ma nessuna risposta fu abbastanza esauriente per la sua salute mentale.

L’ora di pranzo arrivò e il Winchester mangiò il suo solito pasto pronto dal giorno prima nell’attesa del rientro a casa del nipote.
Suonava ancora strano dirlo, anche solo pensarlo.
Mentre passò davanti alla camera del ragazzo notò la porta semi aperta e ci si intrufolò come un ladro, anche se quella era casa sua e sicuramente non doveva spiegazioni a nessuno su quello che stesse facendo.

La camera di Castiel era un mondo completamente diverso dal resto della casa, le pareti erano tappezzate di disegni e quant’altro si potesse appendere ad un muro, la stanza sprizzava un senso di irrequietezza e confusione caratteristica del ragazzo che la occupava, ma ciò che colpì Dean fu un quadernetto dalla copertina in cuoio leggermente sgualcita.

L’uomo sapeva che non doveva farlo ma fu più forte di lui, come se quei fogli, rilegati da una strisciolina del medesimo materiale della copertina, urlassero “Prendimi, sfogliami, leggimi”.
 Dean prese in mano il quaderno  rigirandolo su se stesso un paio di volte indeciso sul da farsi.
Lo aprì piano come se da un momento all’altro dall’armadio potesse uscire Pandora puntandogli un dito contro e urlando “La curiosità non è donna, ti ho beccato Winchester”.

Sfogliava piano le pagine accarezzandole e leggendole attentamente.

Odio questo posto voglio andarmene, voglio una famiglia, un padre che mi voglia bene davvero, e che tutto questo finisca presto
A Dean gli si gelò il sangue nelle vene, continuando a leggere frasi molto simili per molte, troppe pagine.
Erano i primi fogli, in cui Castiel era ancora un bambino dai grandi spaesati occhi blu.

Questo posto non è male, Sam è un bravo ragazzo e Jessica sarà una mamma perfetta me lo sento, e poi lo vedo nei loro occhi, lo vedo che mi vogliono bene, sono felice ora.”

Il Winchester sorrise involontariamente capendo che il fratello aveva fatto la scelta giusta, per tutti quanti.
Con la mente andò al padre, ne sarebbe stato orgoglioso, lui lo era.

Dean fu colpito da un attacco di curiosità.
Castiel scriveva si e no tutte le settimane,  con mani veloci fece passare tra le dita anni di vita del ragazzo giungendo a qualche mese prima, quando aveva rincontrato il fratello e conosciuto lui.

“Dean Winchester”

Era il giorno in cui si era trasferito e il suo nome troneggiava, in un perfetto grassetto corsivo, al centro della pagina.

Per vari giorni il ragazzo non annotò altro se non che il suo nome o qualche aneddoto divertente di Balthazar e Gabriel.
Un moto di lusinga si insinuò in Dean che sorrideva soddisfatto, fino a che arrivò al giorno della loro prima disputa.

“Non mi piace litigare con lui, ma le sue regole sono odiose, pensavo che con il fatto di dovermi trasferire da lui avrei dovuto smettere di inventarmi scuse da raccontare a Sammy per poter saltare la cena  e uscire con gli altri. Ma ieri.. ho avuto paura, la stessa paura che mi metteva Raphael all’orfanotrofio.”

Il senso di colpa iniziò a divorare Dean  che riuscì a tranquillizzarsi solo continuando a leggere ciò che il ragazzo aveva annotato nelle pagine seguenti.

“Credo che ubriacarsi con Dean sia stata l’esperienza migliore della mia vita, quasi meglio del sesso.. E’ stata la prima notte senza incubi.”

Il cuore di Dean perse un battito, si sentiva dannatamente strano ma allo stesso tempo felice, stranamente felice.

“Il sesso con Zacchariah fa veramente schifo, l’unica cosa positiva? Dean Winchester è geloso.”

Fu solo in quel momento che decise di chiudere quel quaderno.
La sua dignità in quel momento era in procinto di impiccarsi con qualche neurone andato a male.
Castiel era contento del fatto che lui fosse geloso.
E Dean era inconsciamente felice di tutto quello.

Dei rumori provenienti dal piano inferiore fecero scattare Dean come un molla che corse fuori dalla stanza per evitare di essere scoperto da chissà chi.

<< Dean sono a casa >> Gli urlò il moro dal piano inferiore.
L’uomo di rimando, fece finta di niente,  sforzando un’andatura naturale dirigendosi alle scale ignorando il cuore che pulsava ripetutamente sulla cassa toracica

<< Hai già mangiato? >> Chiese Dean fissando Castiel che teneva una sorta di lettera in mano.
Il ragazzo non gli diede molta importanza e lo congedò con movimento secco del capo.

<< Cos’è? >> Chiese il Winchester incuriosito.

Il moro aveva aperto la busta e con una lentezza quasi estenuante ne lesse il contenuto.

<< Allora? Smettila di ignorarmi!. >> Si scaldò subito Dean.

<< Una lettera anonima. >> Rispose monocorde lui.

<< Che c’è scritto? >> Chiese sempre più curioso il biondo.

<< La mia posta è la mia posta >> Rispose Castiel guardandolo appena continuando a fissare la lettera scritta a macchina con l’accenno di un sorriso.

Dean si avvicinò cauto e con uno scatto fulmineo strappò dalle mani la lettera al ragazzo che cercò di protestare venendo però prontamente interrotto dal più grande.

<< Da tuo tutore che sono in questo preciso momento devo essere a conoscenza di certi fatti e eventualmente impedire che maniaci sessuali o qualche pedofilo dai gusti un po’ strambi metta le mani  sul tuo bel culo. >> Dean si maledì mentalmente.

<< Mi hai appena dato dello stramb.. pensi che io abbia un bel culo? >> Domandò Castiel con il viso ombrato da un sorriso malizioso.

<< Taci moccioso >> Rispose Dean fulminandolo con lo sguardo e iniziando a leggere la lettera a voce alta.

<< “Caro Castiel, posso chiamarti caro? Dato che l’ho già fatto voglio inizialmente chiederti scusa per questa perdita di tempo che ti sto arrecando ma volevo poterti contattare omettendo però la mia identità, data la mia introversa personalità.  Ti ammiro molto. Un così talentuoso studente e allo stesso tempo un così bel ragazzo, ti osservo spesso, e oddio questo ti avrà fatto pensare di me chissà quali brutte cose, ma non sono uno stalker, volevo solo aver la possibilità si scambiare un paio di lettere con te. Se mi degnerai di una risposta ti prego di portarla allo stesso posto in cui questa ti è stata recapitata, o semplicemente trovata. Scusa ancora per il disturbo. Can affetto il tuo Anonymous.” >> Dean rimase basito, e non ci pensò due volte.

<< Non mi fido, può essere chiunque, qualcuno che ti vuole fare uno scherzo, qualche maniaco o quegli idioti dei tuoi amici o qualche maniaco oppure qualche alieno, come sosterrebbe Gabriel o qualche maniaco >> 
Dean non poteva sopportare i maniaci, soprattutto se possibili scrittori anonimi di Castiel.

Il ragazzo lo fissò un attimo di troppo perdendosi nella distesa verde che erano gli occhi del biondo mettendo quest’ultimo in un leggero imbarazzo.

<< Tu non ti fidi mai di nessuno Dean Winchester >> La voce atona del ragazzo colpì nel profondo l’uomo.

Castiel aveva ragione.
Ma il tempo di formulare tale pensiero e il ragazzo era sparito e con lui la lettera.

Quella zazzera scura decorata da due enormi occhi blu, aveva impiegato così poco tempo per conoscerlo che Dean se ne stupì.
Conosceva di lui, cose che lui stesso faticava ad ammettere.
E quella lettera lo preoccupava, ho si che lo preoccupava.




 
ANGOLO AUTRICE:
Ed eccomi qua!
Prima di passare alle news parliamo di questo capitolo.
Dean-non-mi-faccio-i-cazzi-miei-Winchester  ha scoperto il sacro Graal di Castiel (tutto ciò suona mooolto strano) e avrà da contendersi il nostro angioletto con il nostro anonymous.. forse si o forse no chi lo sa!
Io in teoria lo saprei..
Più in là riveleremo anche gli oscuri segreti celati dietro  i maltrattamenti di Raphael ma ora non vi anticipo nulla u.u
Comunque se passiamo alle news  inizio con il dirvi che non sono vere e proprie news u.u
In questo periodo ho iniziato a leggere Games of Thrones e a vedere la serie EVVIVA RENLY E LORAS.. dire che mi sono innamorata è poco, ma se parliamo di serie tv non posso non menzionare Spartacus riscoperto da poco …altro battito cardiaco mancato …  EVVIVA AGRON E NASIR E FANCULO ALLA CENSURA ITALIANA.. e poi mi sto riassillando con Harry Potter e ho iniziato per la non-so-quale-volta i libri. …EVVIVA REMUS E SIRIUS.
Bene ora ho finito.. più che news era un modo per condividere le mie ossessioni u.u
Beh angioletti ci becchiamo al prossimo capitolo e ancora SCUSA per l’attesa<3 

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Capitolo 7
*** LE MIE SCUSE. ***


                                                                                                                   " Giuro solennemente di non avere buone intenzioni "

                                                                                  CHIEDO SCUSA IN GINOCCHIO.

Ormai mi sono resa conto che senza tutti i capitoli pronti in precedenza l’aggiornamento regolare settimanale mi è impossibile, tutta colpa della scuola (LATINO.) e di certi miei problemini personali (quali finire al pronto soccorso per una storta, o tentare di diventare lesbica poiché qualsiasi essere di sesso maschile con le palle, effettivamente le palle non le ha).
Perciò mi ritrovo qui a scrivere con sgomento *me che piange*  che metterò la storia come completa ma solo fino a quando non avrò finito di (ri)scrivere tutti i capitoli.
Non vi preoccupate (anzi fatelo)  non vi abbandonerò!
Nel frattempo che ero senza computer e nel più grande e catastrofico casino per aver perso tutto su questa codesta FF, una mia ENORME(perché grande per lei non basta)  mi ha risollevato il morale e mi ha spronato a scrivere ancora, ma non sono riuscita a scrivere nulla su  ADOPTED la depressione era troppa, infati come ho detto in precedenza avevo quasi pensato di mollare tutto! Comunque questa mia ENORME amica mi ha convinto e oltre a (ri)scrivere i capitoli di ADOPTED (quelli mancanti dovrebbero essere più di 7) mi ha risollevato così tanto l’umore che ho buttato giù delle idee anche per altro, come per HARRY POTTER (di cui in due settimane ho riletto i libri per non so quale volta) o per IL TRONO DI SPADE oppure ancora SPARTACUS o altre che ora non sto ad elencarvi, mi sto prendendo al’incirca un’ora ogni giorno per scrivere qualcosa su tutto, e devo dire che come metodo funziona!

Comunque, ora siete liberi di prendermi a parolacce( vi prego non fatelo, la mia autostima ne risentirebbe) e lanciarmi pomodori addosso (risparmiateveli per una bella zuppa, c’è crisi!)


Siete comunque dei lettori meravigliosi e mi avete aiutato tantissimo e non finirò mai di ringraziarmi, ma non dimenticatemi eh!

                                                                                                                                     SCUSATE.


                                                                                                                 " Fatto il misfatto! "

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Capitolo 8
*** 7. Say you'll nevere leave me becouse i need you so much. ***


Sono tornata:D
Ho vari punti da spiegarvi:
Punto primo: Non uccidetemi.
Punto secondo: Sono tornata nell’intento di non lasciarvi a bocca asciutta per così tanto tempo e poi a questa storia ci tengo.
Punto terzo: Il titolo del capitolo è una strofa della canzone Don't Go dei Bring Me the Horizon che ci calzava a pennelo e che io amo visceralmente
Punto terzo: E di ELEVATISSIMA importanza gli aggiornamenti non saranno regolari ma ogni volta che concluderò un capitolo cercherò di pubblicarlo.
Punto quarto: BUONA LETTURA E CI VEDIAMO LA SOTTO. :3

Punto quinto: ci sono due punti terzi.

7. Say you’ll never leave me becouse i need you so much.

Erano passate parecchie settimane da quella lettera e ormai, insieme alla fine di novembre, era arrivato il fatidico incontro con l’anonimo scrittore.

Dean era sempre del pensiero che non fosse una cosa normale, e non certo perché la gelosia lo stava divorando dall’interno, ma perché non considerava affatto opportuno fidarsi di una persona che non si conoscesse nemmeno.

Con una birra in mano e una comoda poltrona su cui sdraiarsi Dean Winchester stava lì a rimuginare su un modo per poter sabotare quell’incontro, quando una zazzera bionda offuscò i suoi pensieri.

<< Ancora ti crucci d’amore Winchester? >> Domandò Balthazar.
Dean sbuffò di rimando ignorando il ragazzo che continuava imperterrito a fare allusioni sul suo rapporto con il nipote.

Ormai era consuetudine e Il maggiore dei Winchester non ci faceva più caso perché lo ammetteva lui stesso: il rapporto con Castiel era totalmente cambiato.
Gli sguardi più intensi e sogni sempre meno casti.
Non era affatto facile risvegliarsi con un erezione dopo un sogno sul proprio nipote.
E non era nemmeno facile ammettere ciò che gli stava accadendo, probabilmente perché nemmeno luisapeva cosa effettivamente stava succedendo.
Lasciava correre e basta, ignorando le strette allo stomaco quando il moro lo fissava con quei profondi occhi blu, quando per caso i loro corpi si toccavano o quando distrattamente Castiel sorrideva.

Ignorare e andare avanti.

Era questa la nuova politica di Dean Winchester ma in quel momento non poteva affatto ignorare la cosa.
E ormai non poteva più ignorare Balthazar che lo punzecchiava ripetutamente.

<< Taci babbano >> Rispose cercando di congedarlo.
<< Se no che fai Winchester? Sfoderi la tua bacchetta e mi schianti? Se ti vuoi sbattere Castiel non prendertela con me >>
Rise beffardo.

Dean ne aveva fin sopra i capelli e bastò uno dei suoi più truci sguardi per far capitolare il biondo che deglutì rumorosamente.

<< Senti  - continuò il più giovane – non sono venuto qui per litigare ma ho una richiesta ben precisa da farti >> Chiarì Balthazar deciso.

Dean lo guardò interrogativo incitandolo a continuare.

<< Non lasciarlo andare. >>

<< Spiegati dannato ragazzino >> Disse il Winchester sbuffando, anche se dentro di se la riposta la sapeva già.

<< Non mi fido di quelle lettere, Dean devi fare qualcosa per non far andare Castiel a questo incontro, qualsiasi cosa ma non farlo andare >> Rispose ai suoi dubbi il ragazzo, con una voce malinconica che da lui non aveva mai sentito.

<< Credi che non lo sappia?! Io non voglio che ci vada. >> Chiarì il Winchester con un sorriso amaro dipinto sul volto.

<< Fai qualcosa! Castiel è troppo ingenuo per capire che può essere pericoloso e di questa persona sa così poco, si sono scambiati solo delle dannate lettere, come fa a sapere chi c’è dietro? Come fa a sapere che non è tutto uno scherzo di qualche stronzo? >>

Erano domande che Dean si era posto e riposto parecchi volte facendolo preoccupare di più ogni minuto che passava.

<< Non so cosa fare >> Ammise in un sussurro il più grande dei presenti nel salotto.

<< Ti ripeto. Non lasciarlo andare. >> Rispose con sempre più crescente determinazione Balthazar.

<< E io ti ripeto. Non voglio che ci vada. >> La voce dell’uomo era chiara e limpida ma incrinata da una nota d’astio insinuata nel profondo.

<< Ora resta solo capirne il perché. >> La faccia seria che il biondino aveva avuto fino a qualche minuto prima fu scomposta da un sorriso furbo. Un sorriso alla Balthazar.

<< Ovvio, è mio nipote e tutta questa situazione è pericolosa >>
Menzogne. Le sentiva sul petto, scavargli dentro e corroderlo.

<< Diciamocelo: vuoi che non vada perché hai paura che sia pericoloso? O preferiresti che non vada perché vuoi che rimanga con te? >> Di nuovo lo stesso sorriso illuminò il volto del giovane.

Dean tacque, e quel silenzio valse più di mille parole.

Doveva solo accettarlo, prima capire di cosa si trattasse e poi accettarlo.

Balthazar, accortosi del silenzio, se ne andò lasciando l’uomo con la sua birra a rimuginare sul discorso appena fatto.

Non rimase molto a pensare, l’ora dell’appuntamento era così vicina che poteva sentire la paura scivolargli addosso ogni secondo che passava.

Un rumore di passi dietro di se lo distrasse.
Rimase incantato.

Castiel si ergeva in mezzo al corridoio, che collegava cucina e salotto, bello come non mai.
Non aveva il Trench come suo solito, ma il petto glabro era fasciato da una camicia nera abbottonata sino al collo in modo impeccabile, le gambe strette da un paio di pantaloni grigi che gli mettevano in mostra i muscoli slanciati.

<< Come sto? >> Chiese ingenuamente il moro.

Niente di più bello avevano conosciuto gli occhi del Winchester che rimase incantato a fissarlo.

<< Allora? >> Chiese di nuovo Castiel mentre si ravviava i capelli con una mano.

<< Perfetto. >> Sussurrò inconsciamente il biondo.

Gli occhi del moro andarono a cercare quelli imbarazzati di Dean.

Blu nel verde. Verde nel blu.

<< Non andare >> Sussurrò.

Castiel lo squadrò interrogativo.
<< Non sai chi ci sia dietro quelle lettere, può essere pericoloso Cas ti prego non andartene  >> Il tono supplichevole stupì il moro che si ricompose immediatamente.

<< Nemmeno tu sai chi è Dean e io so proteggermi da solo. >> Sbuffò il ragazzo spazientito dirigendosi verso la porta.
Dean gli andò dietro fermandolo per un polso e facendolo voltare verso di lui.

<< Ti prego. Non Andare Cas. >> Supplicò di nuovo.

Castiel accennò un sorriso.

<< Dimmelo Dean. Chiedimi di restare con te e io non me ne andrò. >> Lo sguardo di Castiel vago per il viso del biondo in attesa di una risposta.

D’altro canto l’altro riusciva a parlare.
 La gola secca, il cuore che cercava di scoppiargli fuori dal torace e quello sguardo carico di malcelata speranza lo confusero ancor di più.
 
<< Io.. Cas ti prego… >> Le parole gli morirono in gola.

<< Dimmelo Dean, dimmelo e rimarrò. >> Ripeté il più piccolo.

Il biondo aprì bocca ma non proferì parola.
Lasciò scivolare dalla sua presa il polso di Castiel che lo guardò con un sorriso amareggiato a spegnerli il viso.
La porta si aprì e poi si richiuse in un tonfo che sapeva tanto di tristezza ed abbandono, e in un attimo Castiel non c’era più.

<< Rimani con me. >>

Delle parole dette invano, una frase che risuonò tra le pareti della casa.

Troppo tardi Winchester.



 Angolo autrice (che chiede scusa):
ATTENZIONE LEGGERE PER EVENTUALI CHIARIMERNTI: Spero che data la mia assenza dalle piazze voi non vi siate dimenticati della vostra Ederly u.u
Comunque, questo è uno dei capitoli che preferisco e voglio ringraziare tutti quelli che mi hanno contattata e che mi hanno spronato a continuare la storia, siete meravigliosi.
In questo capitolo considero Dean un gran coglione, e so che anche voi lo considerate tale, scusate la lunghezza(se si può chiamare tale) e la poca presenza di Castiel nel capitolo ma per quel che c’è stato ha avuto battute ad effetto, sto amando sempre di più Balthazar che mi manca da morire nella serie tv ma questi sono futili dettagli.
Con questo e tutto,  ancora grazie a quelle animelle dannate che mi hanno aiutato e alla mia migliore amica che c’è sempre <3
Un bacio, la vostra Ederly <3

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Capitolo 9
*** 8. Save Me ***


Eccomi qua!:D
NON UCCIDETEMI.
Lo so il mio ritardo è imperdonabile, ma ve l’ho detto ho una montagna di problemi per non parlare dello studio, per fortuna due giorni e addio scuola.
Oltre il fatto che quest’anno rischio che mi rimandino in inglese e latino, ma sono futili dettagli che non mi impediranno di saziare i miei amabili cerb..lettori appassionati di Destiel:3
Vi lascio al capitolo ci vediamo sotto:D



8. Save me


In quel momento Dean Winchester avrebbe potuto auto eleggersi il coglione dell’anno.
Perché si, si era comportato da grandissimo coglione, e i pensieri che lo assalivano lo distrassero dal bussare alla porta.

<< Winchester apri o giuro che butto giù questa merda a calci >> La voce di Balthazar si fece sentire chiara e forte da dietro l’uscio.

Il padrone di casa andò ad aprire la porta e venne travolto dalle ramanzine di Balthazar seguite a ruota da quelle di Gabriel che non faceva altro che ripetere come un pappagallo tutto ciò che diceva l’adorato compagno.

<< State zitti! >> Urlò il Winchester mettendo fine al ciarlare dei due ragazzi, passandosi avvilito una mano sul volto.

<< Cosa diamine volete da me? >> Continuò l’uomo.

<< E ce lo chiedi? >> Rispose allibito Gabriel mettendo su un broncio degno di un bambino di cinque anni.

<< Sei un coglione Winchester, ma credo che dallo stato della tua faccia tu te ne sia accorto da solo, quindi ora prendi il tuo bel culo, la tua bella giacca e la tua bella macchina e andiamo a riprendere il tuo bel Castiel >> Chiarì Balthazar marcando l’ultima frase come per enfatizzare la proprietà del nipote.

<< Noi non andiamo da nessuna parte >> Rispose Dean dando le spalle ai due ragazzi.

<<  Ti prego dimmi che stai scherzando, stai rinunciando seriamente a lui ? >> Nessuna nota di ironia trapelò dalla voce di Gabriel.

<< Io non sto rinunciando proprio a niente, non so cosa voi pensiate ma tra me e Castiel non c’è niente, diamine è mio nipote >> Disse innervosito il padrone di casa.

Balthazar sbuffò rumorosamente alzando gli occhi al cielo.
<< Bene. Perfetto. Però mentre tu sei qui a toglierti le fette di prosciutto dagl’occhi Castiel in questo momento sta andando dritto dritto nelle braccia di uno sconosciuto quindi se non vuoi farlo per te, almeno fallo per lui >> Finì con il dire il giovane precedentemente citato.
Dean sbuffò ma si fece immediatamente serio.

<< Prendo le chiavi e andiamo.  >>

Gabriel quasi urlò dalla gioia saltando in braccio a Balthazar e baciandolo con foga.

<< Destinazione Heaven Bar  >> Canticchiò quest’ultimo.


         ********************************************

Una grande insegna rischiarava la serata.
“Heaven Bar” Lesse mentalmente Castiel.

Era giunto al luogo dell’appuntamento in perfetto orario.
Una leggera ansia si insinuò in lui.
E se Dean avesse ragione?
Ma come poteva tornare “a mani vuote” dopo quello che era successo.
Meglio umiliati che stuprati giusto?
Così decise di fare dietro front per dirigersi a casa, quando una voce lo congelò sul posto.

<< Castiel vai già via? >> La voce ghignante di Michael lo folgorò da parte a parte.
Dean aveva ragione e ora lui era nella merda più che mai.

<< Povero il nostro Castiel, pensavi seriamente che qualcuno di mentalmente sano potesse interessarsi a te? >> Ghignò beffardo.

<< Se non ricordo male tu l’hai fatto. >> Disse con un impeto di coraggio il più basso dei due.

Michael digrignò la mascella e in un attimo fu davanti al moro spingendolo con forza contro il muro.

<< Quando ti spaccherò quella bella faccia che porti vediamo se hai ancora le palle per fare l’arrogante, non mi è affatto piaciuto il tono con cui mi hai risposto quella sera al bar. >> Rispose l’altro perforandolo con gli occhi verdi glaciali, non era il verde che piaceva a Castiel, quello era freddo spento, non gioiva incontrando i suoi occhi blu, non gli trasmetteva il calore e i brividi che era solito provare. Questi bruciavano di vendetta e disprezzo.

<< Lasciami in pace coglio.. >> Castiel non riuscì a finire la frase che un pugno lo colpì in pieno volto facendolo capitombolare a terra mentre un rivolo di sangue gli sgorgava dal labbro.

<< Puoi picchiarmi quanto vuoi, ma rimani la testa di cazzo che sei Michael >> Il labbro pulsava e faceva male ma mai così male quanto il secondo pugno che andò a spaccare il setto nasale in un terrificante crack.

<< Smettila di fare il coraggioso Castiel. Sai sei scopabile anche ridotto in questo stato >> Gli sussurrò Michael mentre con un braccio lo riportava attaccato al muro e con l’altro insinuava le mani fredde sotto la camicia nera sporca di sangue sul bavero.

<< Non toccarmi >> Cercò di spingerlo via  il moro , fallendo miseramente data la stazza del suo oppositore.

<< Sta zitto, e ti prometto che sarà veloce e indolore. >> La voce eccitata dell’altro non fece che aumentare il ribrezzo  che provava in quel momento.

Castiel si lasciò in balia di quelle mani fredde.
Il cervello si spense, tutte le sue facoltà di risposta si annientarono.
Non si rese nemmeno conto del tonfo sordo seguito da una bestemmia e delle mani calde che si prendevano cura del suo viso.

<< Sono qui Cas, ora ci sono io >> La voce di Dean Winchester suonò come un miraggio o più che altro come un miracolo divino.

Il moro dischiuse  appena gli occhi oceanici inconsapevolmente pieni di lacrime, incontrato quelli verdi e premurosi dello zio.

<< Dean >> Sussurrò appena con il labbro dolorante il giovane, aggrappandosi alla sua giacca.

<< Va tutto bene Cas non preoccuparti ora torniamo a casa >> Gli rispose dolcemente il biondo passandogli delicatamente una mano tra i capelli arruffati.

<< Cosa ne facciamo di questo qua? >> Chiese Balthazar calciando il corpo senza sensi di Michael.

Dean lo guardò con disprezzo, gli erano bastati un paio di pugni ben assestai per metterlo K.O.
E solo
A ripensare a quelle luride mani sul corpo di Castiel un’insana rabbia gli si montava dentro facendogli venire voglia di colpire quello stronzo fino a ridurlo a una massa informe.

Castiel si aggrappò ancor di più al corpo di Dean.

<< Ti prego portami a casa >> Sussurrò angosciato il nipote.

Il Winchester lo prese cautamente per le spalle portandolo fino alla macchina dove lo posizionò sui sedili posteriori insieme a un preoccupatissimo Gabriel che con l’angolo della camicia cercava di tamponare il naso sanguinante.

Giunti a casa ormai il sole era calato da un pezzo e Castiel dormiva placidamente sul divano affiancato da Dean che cauto gli ripuliva le ferite.

Gabriel e Balthazar avevano deciso di rimanere a dormire e da un pezzo di erano collocati nella stanza del padrone di casa gentilmente offerta da lui stesso.

Finito di disinfettare le ferite Dean decise di alzarsi per sdraiarsi sulla poltrona e riposare un po’.
Quella giornata lo aveva ucciso.

Non fece in tempo ad alzarsi dal dico che una mano lo afferrò per la manica portandolo alla sua posizione originale.

<< Ti prego Dean resta con me. >> Gli occhi blu di Castiel s’illuminarono nella penombra della stanza destabilizzando per un attimo il Winchester.

<< Non vado da nessuna parte te lo prometto. >> Sussurrò appena quelle parole che però furono ugualmente udite dal ragazzo che si addormentò malconcio ma con un dolce sorriso sulle labbra.







ANGOLO AUTRICE:
ATTENZIONE LEGGERE PER EVENTUALI AVVERTIMENTI:  TA TA TA TAAAAAAAAAAAAAAAN  ed ecco scoperto l’arcano.
Ve lo aspettavate?
Io no (?) u.u
Chiedo venia per il capitolo mini ma non ho potuto aggiungere altro per motivi riguardanti la divisione in capitoli della storia D:
Comunque sono qui per chiedervi umilmente scusa per il mio indescrivibile ritardo.
So che mi amate, e so che amate anche questi due, quindi peace and love e al prossimo capitolo <3

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Capitolo 10
*** 10. Look After you ***


Ehm.....ehm... ok.
Sono l'essere più disgustoso presente sul pianeta e se mi odiate non vi posso dar torto.
Ho avuto vari problemi in tutti i campi possibili e immaginabili (Sfigata me, sfigata me e ancora sfigata me) e perciò questo mi ha buttato giù e non ho voluto più scrivere, cosa che è stata accentuata dalla mia professoressa di italiano che ha deciso che più di cinque e mezzo negli scritti non me lo vuole dare, perciò mi sentivo abbastanza abbattuta da questo.
Non sto cercando di giustificarmi dando la colpa a quella grandissima... meravigliosa... donna, perchè davvero nemmeno io so da quanto non aggiorno e vi chiedo millemila scusa perdonatemi e vi regalo un Sam tutto da coccolare! 
Buona lettura ci si vede come al solito giù.

 


10. Look After You


Il risveglio di Castiel fu traumatico, la faccia era dolorante, il labbro pulsava e il naso chiedeva pietà ma un dolce peso sullo stomaco riscaldava le sue membra.

Seduto per terra, con la testa sul suo addome e le braccia incrociate sotto di essa, vi era Dean che dormiva sornione.
Le labbra piene e rosee erano leggermente schiuse e assolutamente invitanti per il povero Castiel che si beava di quella visione.
La luce leggera che filtrava dalle persiane metteva in risalto le lunghe ciglia dell’uomo, e le lentiggini spruzzate ad opera d’arte sul volto.
Avrebbe potuto contarle una ad una.

Il ragazzo decise di mettersi un po’ più comodo tirandosi sul divano facendo inconsapevolmente alzare la sua camicia ancora sporca di sangue, cosicché i capelli del Winchester sfiorarono la sua pancia.

Passò con leggerezza una mano tra quei morbidi fili biondi, coccolandoli e facendosi coccolare da loro.
E fu inevitabile che l’uomo dormiente si risvegliò cauto, socchiudendo un occhio per volta.

<< Buongiorno Dean >> Gli sussurrò il moro, con ancora la mano che gli accarezzava i capelli.
L’uomo rimase impietrito un attimo cercando di analizzare la scena.
Castiel era bellissimo.
Anche così, con il viso disastrato i capelli sfatti e gli occhi umidi dal sonno.

<< B-buongiorno Cas. >> Rispose lui imbarazzato, non solo per il fatto che si trovava accoccolato sul suo corpo, ma perché una mano del giovane accarezzava delicatamente i sui capelli e a lui non dispiaceva affatto.


Non aveva mai provato niente di simile per un uomo, e nemmeno le frivole attenzioni che si guadagnava dalle donne lo appagavano come quelle dolci carezze.

Un mugugno dolorante lo risvegliò dai suoi pensieri.

<< Mi dispiace doverti scomodare ma ieri devo essermi incrinato una costola cadendo >> Disse con un mezzo sorriso Castiel.

Dean si sollevò di scatto dal corpo del nipote rimanendo comunque vicino a lui.

<< Sei davvero messo male >> Constatò malinconico.

<< Sono stato peggio >> Gli rispose il moro tra il divertito e l’imbarazzato.

<< In che senso? >> Si incuriosì il Winchester.

<< All’orfanotrofio c’era un ragazzo, più grande di noi; Raphael. Era violento e per questo non fu mai adottato e sfogava le sue irrequietezze su di noi più giovani >> Disse il ragazzo con un sorriso amaro sul volto.

Dean sapeva di cosa stava parlando, lo aveva letto nel suo diario, ma sentirlo uscire dalle sue labbra lo rendeva partecipe ancor di più del presente, passato e futuro di Castiel.

<< Il giorno che tuo fratello e Jess decisero di adottarmi Raphael me ne diede così tante che dovettero rimandare il mio trasferimento viste le mie condizioni, e per evitare che chiunque vedesse in che modo eravamo trattati. >> Concluse il più giovane.

<< Non l’avevo mai detto a nessuno >> Continuò lui.

A Dean gli si scaldò il cuore. Quel ragazzo ne aveva passate così tante, che si vergognò di tutte le volte che lo aveva sgridato e di quella volta che lo aveva quasi colpito.

<< Ora hai Sam e Jess non ti devi più preoccupare per questo >> Gli sorrise il biondo.


Castiel rimase a fissarlo per un po’ con i suoi grandi occhioni blu. << E tu? >> Gli chiese quest’ultimo.
Il Winchester si accovacciò meglio affianco al divano e stupito chiese: << E io cosa? >>

<< Posso avere anche te? >> Il tono innocente in cui lo disse fece una breccia rovente nel petto dell’uomo.
“Puoi avermi quando vuoi anche su questo divano” urlò una vocina nella testa di Dean.

<< Si >> Rispose soltanto, con voce calda.
Castiel sorrise e passò una mano tra i capelli del più grande facendolo rabbrividire.

Si avvicinò lentamente al suo viso, un paio di centimetri li dividevano e il Winchester non osò spostarsi.
Non voleva.
In quel momento era lì che desideroso stare con le labbra di Castiel a pochi centimetri dalle sue.

Ma non andò a finire come Dean sperava o come finalmente aveva capito di sperare, le labbra di Castiel cambiarono direzione si posarono calde sulla sua tempia.

Un moto di delusione si fece spazio dentro lui mentre pensava a che diavolo pensava di fare.
Baciare un uomo?

<< Io vado a farmi una doccia, Gabriel e Balthazar mi hanno lasciato un messaggio dicendo che mi aspettano a casa loro fra un ora dicono che vogliono risollevarmi il morale >> Disse sventolando il suo cellulare davanti al naso del Winchester, che di rimando annuì e sorrise falsamente al ragazzo.

Qualcosa lo divorava dentro, la consapevolezza che quel ragazzo, suo nipote, un uomo; non gli era così indifferente.
Che fremeva alle sue carezze, il suo battito accelerava ai suoi sguardi e ora aveva sperato in un suo bacio.

Rimase lì seduto fino a quando il nipote non lo salutò e andò via.

Che diamine gli stava succedendo, proprio a lui che pensava di essere il ritratto dell’eterosessualità aveva dei dubbi così grandi.

Fu quasi un movimento incondizionato.
Si alzò.
Si diresse in cucina.
Aprì la credenza.
Una vecchia bottiglia di Whiskey era lì che lo aspettava.
Aveva sempre fatto così, sperando che quel sentimento che lo attanaglia e che ormai era così vivo in lui venisse sepolto dall’amaro sapore dell’alcol.
Bere per dimenticare.
Fino a che non inizierà a chiedersi.

“Dimenticare chi? Dimenticare cosa?”

 

ATTENZIONE LEGGERE PER CHIARIMENTI: in realtà non ci sono veri e propri chiarimenti ma come avete letto Dean è un ottuso finto etero dei nostri coleotteri, e il mio dolce amato Cas che sta venendo alquanto maltrattato nella nona stagione (TRANQUILLI NON FACCIO SPOILER) qui è una dolce creaturina di Dio che sta facendo soffrire il nostro Winchester, spero che il capitolo vi sia piaciuto non so quando aggiornerò spero presto ma ora come ora non ho ancora molto di pronto ma non volevo farvi rimanere con l'amaro in bocca e non volevo che vi scordaste di me, alla prossima Hunter:)

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