fifteen years, David.

di sat4na
(/viewuser.php?uid=210001)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** la storia ha inizio. ***
Capitolo 2: *** me lo merito. ***
Capitolo 3: *** è la fine. ***
Capitolo 4: *** un nuovo inizio? ***
Capitolo 5: *** insieme si è più forti. ***
Capitolo 6: *** scappiamo insieme. ***
Capitolo 7: *** e se..? ***



Capitolo 1
*** la storia ha inizio. ***


fifteen years,david.
 
David,è così che si chiama il ragazzo che sorride ogni giorno nascondendo le lacrime. David,è quello che viene sempre lasciato in disparte. David è quello che è vittima di bullismo, David è l'autolesionista malato di depressione, David è anoressico. David ha tentato il suicidio ,ora è in ospedale in fin di vita.
 
4 anni prima.
 
David ha 10 anni,è un ragazzino con i capelli scuri e che ama lo stile rock.Ama disegnare,è dolce, e il bambino più buono che si possa immaginare.Ha sempre il sorriso in faccia,è felice,è simpatico e scherza sempre con tutti,oggi è il suo primo giorno di scuola.
Cammino con di fianco mia madre,sto andando alle scuole medie,è il mio primo giorno e non vedo l'ora di entrare.Mentre camminiamo gia mi immagino gl'anni della mia adolescenza che passerò qui dentro,anni felici  ,anni pieni di gioia con i miei nuovi amici.
Entrai in classe,tutti stavano parlando,tutti scherzavano ed erano seduti.Cercai un volto familiare...eccolo!Charlie! Mi avviai verso di lui ma qualcosa mi fermò ,o meglio qualcuno.
 
un ragazzo mi spinsè contro il muro e io caddi a terra.
 
"cosa stavi facendo?" disse lui con aria minacciosa.
 
"io volevo sedermi.." non mi lasciò neanche il tempo di finire che iniziò subito ad alterarsi.
 
"No!Tu devi sederti lì,da solo!" disse indicando un banco in fondo alla classe,tutto isolato.
 
"ma io.."
 
"Tu niente,vai lì,le femminuccie devono stare lì" disse dandomi un altro spintone e senza esitare io ubbidì.
 
il banco era pieno di scritte,ed ero solo.Un nodo alla gola mi bloccò.Questa sensazione l'ho gia provata,questa sensazione non mi piace!Mi ricorda quando i miei genitori hanno divorziato.Mi ricorda quel senso di inferiorità.
Entrò la nuova professoressa che subito mi indicò chiedendomi quale fosse il mio nome.
"David Desrosiers" risposi io.
 
mi guardava strano,forse si chiedeva perchè fossi solo.
 
All'intervallo stessa cosa,nessuno mi parlò,come primo giorno faceva davvero schifo.
 
La campanella finalmente suonò,e io potei uscire da quell'inferno.
 
Nel cortile tutti risero di me,non so perchè.Mi insultavano,mi dicevano che avevo gambe da femmina.
 
Cominciai ad incamminarmi e cominciai a pensare,poi arrivò un messaggio.
 
"Sei trans?Perchè hai quelle gambe da femmina?dio fai schifo!Emo!"
 
non era colpa mia se le mie gambe avevano delle curve,purtroppo ero molto magro per  via di tutto lo sport e l'alimentazione che facevo.
tornai a casa,non mi volevo abbattere,mi feci forza,sarebbe andato tutto meglio,tutti si sarebbero scordati di me.
i giorni a venire furono gli stessi,ma io non mi abbattevo,no,avrei vinto,ne ero più che certo.
Ogni giorno stessi insulti,ogni giorno stesse spinte e nessuno con cui parlarne,dovevo tenere tutto dentro e il mio cuore stava per scoppiare.
Un altro giorno era passato,come quelli precedenti.
 
Un altro messaggio era arrivato ,uno dei tanti,con la stessa scritta.
"EMO,GAMBE DA FEMMINA!"
 
Andai in bagno,mi spogliai e rimasi in boxer.Guardai il mio riflesso dal grande specchio che copriva tutta la parete e finì con una conclusione,ho davvero le gambe da femmina.
 
faccio schifo.
 
quello che dicono su di me è vero.
 
mi sedetti a terra e cominciai a piangere,non ne potevo più.Guardai per l'ultima volta le mie gambe e senza pensarci presi una forbice.
"perchè ho le gambe da femmina? perchè? fate schifo!" 
presi la lama e cominciai a tagliare le mie cosce,quasi come se tagliarle potesse cambiarle.
Mi sentivo realizato ,vedere quei graffi mi facevano sentire meglio,come se stessi scaricando quel dolore.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** me lo merito. ***






i giorni passavano ,gli insulti crescevano,i tagli erano più profondi e il dolore sempre più forte.

 
Ero solo,senza nessuno,come sono sempre stato e questo cominciava a farmi odiare tutto.Stavo perdendo la voglia di fare qualunque cosa,anche di vivere.
forse ero depresso,forse no.Sapevo solo che mi mancava avere qualcuno che mi ascoltasse,un punto di riferimento,anche solo una persona che mi amasse e mi aiutasse.

 
Come ogni mattina mi alzai e mi preparai per andare a scuola e come sempre me ne andavo dopo che la campanella suonava per evitare di incontrare qualcuno che mi potesse insultare.
 
entrai in classe e come sempre appena entrai gl'occhi di tutti erano su di me,con qualche risolino,loro si prendevono gioco di me.
la campanella suonò,per la prima volta andai nel cortile per fare merenda e me ne pentì subito..
"cosa ci fai qui?" mi chiese uno tutto muscoloso e con l'aria da stafottente,forse era il capitano della squadra di football.
"sono venuto a fare merenda mi sembra" risposi io
"Oh povero,mi dispiace ma qui gl'emo non sono ammessi!"
"non sono emo" ribattei io,avevo una gran faccia tosta.
"ah no? e questi capelli neri? e le tue gambe affeminate? Non mi sembri un principe azzurro.Ora vattene se non vuoi essere picchiato!" mi disse lui,altri insulti ma ormai ne ero così abituato che non ci feci caso.
"no." stavo cercando di farmi picchiare,era come autolesionismo,però no me lo procuravo io.Volevo essere picchiato,volevo avere ferite enormi,sentivo di meritarmelo e sapevo che se mi avessero picchiato sarebbero stati espulvi,li volevo fuori,forse così avrebbero smesso di farmi del male.
"no? Ok,ti faremo cambiare idea noi!" 
cominciarono a buttarmi a terra,a prendermi a calci da per tutto,tutti guardavano ma nessuno faceva niente,nessuno mi aiutava.Tutti guardavano mentre sanguinavo.
non ci vedevo neanche,vedevo tutto sfocato,mi faceva male tutto,pensavo di star morendo,ma poco importava.Sentì una voce,una voce adulta.
poi nulla,il vuoto,non ricordo niente..devo essere svenuto.
 
mi risvegliai nel mio letto,non ricordavo molto cosa successe..anzi poco e niente.Girai la testa e vidi mia madre con le mani alla testa.
"mamma.."
"Ehi David,non ti preoccupare per niente.Quei ragazzi sono stati sospesi e la preside mi ha detto che siccome hai voti molto buoni puoi saltare questi ultimi due mesi e ricominciare a gennaio." detto questo mi baciò sulla fronte e se ne andò.
Ricordai una frase..'  questi capelli neri? e le tue gambe affeminate? Non mi sembri un principe azzurro.' forse era questo il motivo,e se cambio? e se magari divento come un principe azzurro? Se mai ci riuscirò per quanto faccio schifo.
Avevo deciso,mi sarei fatto capelli biondi e non mi sarei più vestito di nero.
ma ero troppo piccolo per farmi una tinta.
 
 
25 dicembre.
 
quel Natale fù il più brutto nel arco della mia breve esisteza,non che io amassi il natale.Anzi,l'odiavo.
non capisco perchè tutti fanno festa e si riuniscono un solo giorno all'anno,perchè dimostrano il loro affetto solo questo giono.Perchè? è una cazzata.
nessuno mi fece gl'auguri,anzi gli insulti volavano più di prima.
Ero con la mia famiglia,per quanto famiglia si possa intendere siccome tra divorzi e morte di alcuni parenti..vabè,tralasciando.Vedevo tutti così felice,innamorati,pieni di gioia,che scartavano i loro regali.Ma io non ero come loro,no,io ero triste,senza nessuno da amare e dimostrare il mio affetto e con nessun regalo,oh che bel natale di merda.
 
mi mancava avere amici,mi mancava ricevere affetto.
 
quei dure mesi passarono tranquilli,con qualche messaggio di insulto ma ormai non ci facevo caso.
non so più neanche come mi sentivo.
Sapete quella sensazione di disgusto verso voi stessi? Mi fate schifo più di ogni altra cosa e non riuscite a trovare una spiegazione valida perchè sia dovuto succedere proprio a voi,non riuscito proprio a spiegarvelo.Non capite come sia potuto accadere tutto questo,prima era tutto così bello e ora fa tutto così schifo.
 
Tornai a scuola ma sta volta fù diverso,perchè quei ragazzi erano ancora più incazzati con me e mi picchiarono appena arrivai,sta volta più forte,sta volta credevo davvero di morire.
poi dinuovo buio.
Mi risvegliai in ospedale,avevo delle flebo attaccate,ma non ero confuso,triste ecc,ero felice.Felice di stare in un ospedale.
entrò mia madre che disse solo una frase.
"tu studierai da privatista e ti trasferirai da tuo padre."
 
-----
scusate se il capitolo è corto c.c ma devo far così! I prossimi saranno più lunghi. :)

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** è la fine. ***


Era giorno di fare i bagagli,e ne ero più che felice di andarmene.
 
Avrei ricominciato,forse stavolta tutto sarebbe andato bene.Una nuova vita mi aspettava.
 
mentre facevo i bagagli,se così si può dire,mettevo musica.Avevo voglia di ascoltare qualcosa di nuovo,forse una canzone che descrivesse il mio stato d'animo, ma non trovavo niente e ci ero rimasto anche un pò deluso,per me la musica non aveva mai avuto una grande importanza ma mi faceva uno strano effetto,mi faceva star meglio.
sentì il suono della macchina di mio padre,padre che non vedevo da  qualche anno e le farfalle allo stomaco si facevano sentire.
' su David,il dolore è nel passato ormai,ora andrà tutto bene' cercavo di convincermi e un gran sorriso speranzoso si stampò sulla mia faccia.Scesi le scale di fretta e furia,tanto che ero caduto a faccia avanti due volte.
 
Ad aspettarmi c'era mio padre con mia sorella maggiore Julie,gli volevo molto bene e infatti come la vidi gli corsi incontro.
"Allora David,ora si parte e devi lasciare al passato quello che è accaduto,ok?" disse mio padre abbassandosi alla mia altezza ,guardandomi in faccia.In quella faccia che aveva dei bei lividi.
quel giorno pensai fù l'unico giorno di quell'anno in cui ero davvero felice,fra poco avrei cominciato la seconda media,ma da privatista siccome i miei pensavano che tornare a scuola potrebbe riscaturire delle crisi.
 
 
Sept-Îles  14.56

 
Ero a Sept-Îles dove abitava mio padre e non vedevo l'ora di ricominciare,mi tagliavo ancora qualche volta ma niente di grave come prima,solo nei momenti di rabbia perchè era rimasta la dipendenza,o forse era solo l'unico modo che avevo per sfogarmi.
Eravamo in macchina,e io dal finestrino guardavo la città affascinato siccome ero sempre e solo stato in quel paesino maledetto,che prendesse fuoco,ora!
passarono settimane,e tutto andava bene,si ero chiuso in casa ma stavo bene,non sentivo neanche il bisogno di tagliarmi.Conobbi dei ragazzi che venivano lì nel fine settimana,si chiamavano Chuck e Pierre e mi stavano davvero simpatici,inoltre suonavano e mi avevano chiesto di entrare nella loro band ma io non sapevo suonare niente così Pierre mi dava alcune lezioni di chitarra.
Andava tutto bene.
 
la mia vita era iniziata di nuovo,stavolta migliore.
 
bei voti a scuola,amici,felicità ,l'anno più bella della mia esistenza!
Ma qualcosa rompe quella felicità,qualcosa spaccò il mio cuore,quel qualcosa erano svariati messaggi sulla mia bacheca di Facebook,non so chi erano,ma dicevano cose che mi ferivano,tremendamente. 
quella sensazione,l'avevo dimenticata,quell'odio verso me stesso l'avevo dimenticato.
non era possibbile.

 
Casa Bouvier, ore 16.30.

 
Mentre Pierre spiegava alcuni accordi io ero perso nel nulla,pensavo a tutt'altro.Pensavo a quei messaggi di alcuni giorni prima.Com'è possibbile? come mi hanno trovato? Stai a vedere che sono loro,quei bastardi.Avevo fatto qualche ricerca e avevo potuto constatare che era cyberbullismo.che bello ,ci mancava solo questo.
yuppi,sono nella merda.
"Ma mi stai seguendo" disse Pierre attirando la mia attenzione.
"Emh,no scusa,ero un pò in sovrapensiero.."
"C'è qualcosa che non va?" chiese lui.
Pierre era un bravo amico,forse troppo coglione e parlantina,ma era un buon amico.
"Nono,ora ti seguo!" dissi con un bel sorriso ,intento a seguire stavolta.

 
Le lezioni a casa Bouvier finirono così,mi diressi a piedi verso casa mia da solo.
 
Era strano siccome era la prima volta che tornavo a casa solo nella nuova città e avevo paura,paura che qualcuno spuntasse e potesse picchiarmi dinuovo.
Sentì dei ragazzi alle mie spalle ridere ,avevo paura.Molta paura,si stavano avvicinando a me.Cominciai a camminare più velocemente con il fiatone,avevo davvero paura che potessero picchiarmi.Erano vicino a me.
mi superarono e continuarono con le loro chiacchere.
Forse mi facevo troppe paranoie.
Forse devo solo essere felice.Non sono morto,sono vivo,sono un adolescente è normale.
Tornato a casa andai direttamente sul computer per fare qualche ricerca di autolesionismo su tumbler e quelle foto facevano paura,ma i affascinavano.Avevo ancor più voglia di tagliarmi,non sapevo di preciso perchè,ma avevo preso una lama e mi ero tagliato.
 
Il giorno dopo a scuola alcuni ragazzi mi guardavano strano,anzi guardavano il mio braccio.
Mi girai verso esso e vidi una macchia rossa ,e si notava molto,avevo un pullover bianco.
La macchia rossa era proprio sul taglio di ieri,mi cominciai a preoccupare,molto.
Nascosi la mano e chiesi alla professoressa di poter andare in bagno.Misi la ferita sotto l'acqua ma il sangue non si fermava,se solo non l'avessi fatto così profondamente,se solo non fosi stato così stupido.Non mi accordi che entrarono dei ragazzi che subito videro il mio taglio,sembravano dei bulletti,speravo tanto non lo fossero..
"Che hai fatto al braccio? Perchè quel taglio?"
"mi sono tagliato con un vetro" dissi io abbassando lo sguardo.
"ahh,sicuro?" dissero per poi alzarmi la manica e vedendo tutti gl'altri tagli e cicatrici.
"E questi? Oddio non sarai un emo che si taglia .."
"n-no.." dissi balbettando.
quel ragazzo mi faceva paura,ma il secondo non so perchè stava in disparte a guardare,forse aveva pietà di me o voleva darmi il colpo di grazia dopo.
"Ehi Jared,hai visto è Emo ahahaha,dio,che ne dici se ti picchio? tanto fai schifo e ti fai male gia da solo,godresti."
DINUOVO,AVEVO PAURA ,AVEVO VOGLIA DI URLARE.
Mi picchiarono ,per fortuna non così esageratamente,ma mi facevano male le gambe e la testa.
"ahah,bene domani qui alla stessa ora eh" disse sorridendo.
mi chiusi in un bagno e mi sedetti a terra.
Credevo di poter ricominciare,ma perchè le persone mi odiano cosa gli ho fatto? Avrò mai la felicità dentro di me? probabilmente no.
Alla fine delle lezioni quel bastardo mi picchiò di nuovo,e ancora e ancora.
Non dicevo niente perchè non volevo trasferirmi,volevo bene a Pierre non volevo staccarmi da lui.
Ma pian piano cominciai ad abituarmici ,cominciai a tagliarmi più profondamente da per tutto ma non importava,non provavo niente ma non mi importava,non mi importava più di vivere.
Ero a casa,un altro messaggio di insulti. 
 
Erano due anni,si,due anni che facevo questa vita di merda,che sopportavo tutto.ormai il mio corpo era un unica cicatrice,ormai ero depresso e non volevo vivere.Avevo 13 anni,anzi fra poco 14 perchè era estate.Ma valeva la pena vivere? No,se mi suicido tutti saranno felici.

 
Andai in bagno,presi un cortello a cucina,scrissi una lettera.
 
"Scusate se non sono perfetto,faccio schifo,tutti mi odiano.Vi toglierò un peso." beh come inzio faceva schifo ma non importa.
Alzai la manica,e tagliai dove c'era la vena.
avevo tagliato la vena,ora sarei morto,ed ero felice,io stavo sorridendo.
 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** un nuovo inizio? ***


Guardavo il sangue colare,ma non mi preoccupavo,anzi.Pian piano l'immagine svaniva,stavo morendo? meglio,tanto era questo quello che volevo.



 
                                                                                                                                             *

 
Non so se stessi sognando,o meno.Ero ad un concerto,non so bene di chi.Mi stavo divertento,mi giro e vedo una ragazza,era molto bella.Capelli castani ricci e due grandi occhi truccati di nero con una felpa enorme.

 
poi il vuoto.

 
mi risvegliai in un lettino dell'ospedale ,non mi sentivo i muscoli,non sentivo niente,non avevo forza.Guardai accanto mio padre con le mani in testa chiedersi perchè e i dottori che controllavano.

 
"papà che succede?Sono vivo?" dissi,un pò triste,speravo davvero di esser morto.
"Forse morirai dissanguato,purtroppo è uscito molto sangue e non riusciamo a trovare un donatore col tuo stesso tipo di sangue." disse il dottore.
poi dinuovo vuoto.
Al mio risveglio mi sentivo meglio,dicevano che avevo un bell colorito.
"allora avete trovato il mio stesso tipo di sangue?" dissi io.
"Si,una ragazza si è offerta,ora riposati"
Una ragazza,chissà chi era,chi sa se la conoscevo.
ma non ero morto,io ero vivo e non volevo vivere,odiavo la vita.
mi ripresi in poco tempo ma dovevo frequentare un psichiatra.Sinceramente questa idea non mi andava granchè siccome non capivo come uno stupido potesse aiutarmi,ormai ero così,ormai stavo male,delle stupidissime parole non potevano aggiustare tutto.
 
 
La notizia di un altro trasferimento mi buttò completamente giù.Li avevo i miei due migliori amici,non li volevo lasciare,gli volevo bene.Sono gl'unizi che in 4 anni mi hanno voluto davvero bene.
Mi diressi verso casa Bouvier,dove si trovava anche Chuck.Era l'ultimo pomeriggio insieme.
Eravamo seduti in una panchina con il tramonto,una vera atmosfera d'addio insomma.
"Allora non ti vedremo più?"disse Pierre.
"Ammeno chè Goku non mi aiuta col teletrasporto si." dissi io cercando di sdrammatizzare.
"Dai,nelle vacanze se facciamo qualche viaggio io propongo Londra!" disse Chuck ridendo.
"Ci rivedremo,lo prometto!" disse Pierre abbracciandomi per darmi l'addio difinitivo.
 
*
 
su quell'aereo tutto sembrava andare dannatamente lento.Solo speravo in un nuovo inzio,ancora.Anche se la mia speranza era come la speranza di un elefante di dimagrire.
Londra,non mi piaceva chissà che quella città ma andava bene.
Dovevo andare lo stesso da un psicologo,yuppi.sti cazzi.
Entrai nella sala d'aspetto e vidi una ragazza che si guardava il polso,intravidi qualche taglio ma lei appena mi vide li coprì.
Mi ero tinto i capelli di biondo, e mi sentivo un pò a disagio,siccome quella ragazza sembrava quella del sogno.
Capelli castani,occhi grandi truccati,nasino all'insù e un enorme felpa.
La tristezza nei suoi occhi si vedeva subito,si vedeva subito che stava male.Chissà magari era anche lei un autolesionista..
"Ciao" dissi io per rompere il ghiancio,era carina.
"Ciao" rispose lei con un falso sorriso.
"Ti piacciono gl'AC/DC?" chiesi io notando la sua felpa.
"Si,molto.Tu?"
"anche,ti piace il rock?"
"molto ,lo amo e tu?" 
"idem" dissi sorridendo.
Sembrava simpatica,chissà magari lei non aveva problemi forse era lì per accompagnare qualcuno o per i genitori.è impossibile che una come lei sia presa in giro,è stupenda.
"come mai sei qui,se posso.." chiese lei.
"beh.."dissi abbassando la testa."autolesionismo.."
"oh..anche tu." rispose lei.
"sei un autolesionista?" dissi io.
"si.."
"oh.."
un silenzio imbarazzante interruppe tutto.
"Desrosiers?" 
"io"
"vieni" disse una donna sorridendo.
io e quella ragazza ci guardammo solo ed entrai.
 
non ho molta voglia di dirvi cosa mi disse ma insomma mi chiese come mi chiamavo ,cosa successe e badabum.
 
uscito la ritrovai ancora lì.
"che aspetti?" chiesi io.
"non lo so,so solo che non ho voglia di andare lì dentro."
"come mai?" chiesi sedendomi vicino a lei.
"sei un autolesionista giusto?"
"si."
" e perchè lo sei?
"per bullismo.."
"Allora mi puoi capire perfettamente.Quando sei vittima di bullismo non puoi dire niente,devi stare zitto e pian piano non riesci più a parlare con nessuno e io non ci riesco,ho paura."
"ma con me stai parladno" dissi io sorridendo.
"perchè tu puoi capire." disse lei ricambiando il sorriso.
"Allora parla con me,fa bene sfogarsi."

 
Mi raccontò tutto,mi raccontò che era stata vittima di bullismo per 3 anni,che i suoi la insultavano,che tutti la prendevano per il culo ,che soffriva di bulimia ma non lo sapeva nessuno,mi disse che era malata di depressione e non ce la faceva più,si chiamava Cassie e io non potevo neanche immaginare quanto ne avesse passate e non avesse mai tentato il suicidio,non riuscivo a capire,che aveva che non andava? Era simpatica,bella e sensibile.
Perchè le persone parlano? Non immagino neanche quanto una parola possa far male.
"Cassie,io ti capisco,davvero.So quanto faccia tutto schifo quando ti guardi allo specchio.So che pensi lo stesso che penso io,che uno stupido psicologo non possa far niente e che ti senti sola,ma se vuoi io ci sarà per te!" dissi sorridendole e guardandola negl'occhi.
La conoscevo appena ma mi ispirava fiducia,voleva solo una persona che le volesse bene,mi dispiaceva da morire,così pensai anche io cerco una persone che mi voglia bene allora perchè non diventari amici?
"grazie,ti va i sentirci magari..dopo.."disse lei.
"certo,ti do il mio numero."

 
chissà magari avevo trovato qualcuno con cui sfogarmi,chissà magari era davvero un nuovo inzio.


___________
so che è davvero corto ma non mi uccidete.Nel prossimo ci saranno tante sorpresine MUAHAHAHAHA. (?) ps. grazie per le recensioni :3

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** insieme si è più forti. ***


 
 
 
Passarono alcuni giorni e io e Cassie ci sentivamo molto spesso,ormai era lei a tenermi compagnia tra chiamate e messaggi.Era molto simpatica e non sembrava affatto star male ,anzi parlava normalmente,scherzava e faceva tante battute,aveva l'aria di una spensierata senza problemi.Se non mi avesse raccontato la sua storia e non l'avrei vista da un psicologo l'avrei presa per una ragazza con la vita perfetta.
 
Eravamo diventati amici da subito,come se ci conoscessimo da una vita e gia le volevo bene.
Inoltre ci incontravamo spesso dal psicologo che ormai vedeva miglioramenti in noi.
Un messaggio,era Cassie ovviamente.
 
Cassie"- Ehi Davey :-)-"
 
quanto mi piaceva quel sopranome,nessuno mi aveva mai chiamato così,nessuno mi aveva mai dato un diminuitivo o semplicemente un sopranome carino.Però volevo di più,uscire con lei,come una coppia di migliori amici,parlare ,passeggiare,penso ci farabbe bene.
 
David"- Ehi Cass,volevo chiederti se oggi volevi uscire..-"
Cassie"- Eh che si fa?-"
David"- passeggiamo,parliamo,cose normali insomma..-"
Cassie "-ci sto :-) dimmi quando!-"
mi aveva detto di si,oddio che bella sensazione,ero quasi nervoso.
 
NO LO ERO.
 
Guardai l'orologio e constatai che erano le 16.30 e io ero ancora in pigiama.
 
David "- Fra mezz'ora davanti casa mia,vado a vestirmi lol a dopo :* -"
Cassie "- A dopo <3 -"
un cuore.
mi aveva fatto un cuore.
Ora anche il mio cuore sta impazzendo.
Ma che mi prende? Sarà che avrò trovato una migliore amica?
migliore amica...amico..PIERRE! Lo dovevo chiamare!
 
Cassie.
 
Fra poco sarei dovuta uscire con David e mi stavo agitando,che mi dovevo mettere? Come dovevo truccarmi? oddio.PANICO,PANICO TOTALE.
Cominciai a guardare l'armadio e buttare tutto fuori finchè non trovai dei jeans neri tutti strappati e una maglia rossa dei Ramones a maniche corte.Le vans nere ed ero pronta.
Ora i capelli e il trucco.Dio,tanto la mia faccia farà sempre schifo.
cominciai ad arricciarmi i capelli siccome lisci non mi andavano parecchio a genio.
uno smokey eye nero| marrone e eccomi,in tutta la mia obrobiosità.
mi guardai allo specchio,tanto brutta non ero.Cioè meglio di un leprotto stitico. Guardai l'orologio ed erano gia le 17.00 ,presi il mio iPhone e corsi giù per le scale fino ad arrivare alla porta e fare una corsa per arrivare a casa di David in tempo.
ed eccolò lì seduto su una panchina in tutto il suo splendore.
Creepers bianche,pantaloni neri e una maglia dei Green Day.
era perfetto punto.
e io me ne stavo innamorando.
NO CASSIE,NO DINUOVO.
A farmi riprendere dai miei pensieri fù il saluta di David che si alzò dalla panchina e mi raggiunse.
"Ehi" disse guardandomi negl'occhi e sorridendomi con quel sorriso perfetto che mi faceva venire le farfalle allo stomaco.
"ehi.." dissi abassando la testa e sorridendo.
"allora,vuoi andare a prendere un gelato?"disse lui cercando di rompere il ghiaccio.
"si.."
cominciammo a camminare e un silenzio imbarazzante ci fù.Ero molto agitata e si notava,non so perchè ma al telefono era più semplice,ma quando era con me nella realtà mi bloccavo.
"Come va? oggi come stai?" mi chiese lui girandosi verso di me.
"verità?" chiesi io guardandolo.
"la verità voglio." disse con uno sguardo compiaciuto.
"bene,nessuno mi ha ancora insultata e inefetti ho paura che qualcuno lo possa fare.."
"non ti preccupare,se qualcuno ti insulta ci sono io" disse sorridendomi.
"grazie,davvero,per tutto." dissi io sincera,era la prima persona che faceva così con me.
"non mi devi ringraziare,so cosa hai passato e sai che ti capisco perfettamente.Se vuoi sfogarti,se vuoi dirmi qualcosa io ci sono,sempre."
"allora posso confessarti una cosa che nessuno sa?"dissi io fermandomi.
"certo,puoi dirmi qualunque cosa" disse lui facendo lo stesso e guardandomi.
"ricordi quando ti ho detto che ormai il cyberbullo non mi dava più fastidio? non è vero,non ha mai smesso e io non ce la faccio più."dissi abbassando la testa,avevo voglia di piangere ma mi trattennì.
"cosa? Perchè non lo dici a qualcuno lo so quanto ti fa male e non voglio tu arrivi a tentare il suicidio." disse lui che vedendomi in quelle condizioni mi abracciò,mi sentivo meglio.
ma arrivò un messaggio e lo lessi,volevo morire,lo giuro.
Mi misi a piangere più forte e mi sedetti su una panchina,il dolore che provavo,il disprezzo verso me stessa,la voglia di morire era troppa,ero stanca.
"ehi non piangere,non dargli retta.Questa persona non sa come sei davvero,non sa che persona fantastica tu sia,e tu ce la puoi fare,sei abastanza forte" e mi abracciò,mi mancava avere qualcuno che mi avrebbe aiutato,mi mancava avere un amico.
 
"voglio morire!" dissi solo questo e si mise a piangere anche lui.
"penso sia meglio tornare a casa,che ne dici?Vuoi venire a casa mia?"
Feci cenno di si con la testa e finchè non mi calmai abbracciata a David lui mi consolò,dopo di chè mi asciugo le lacrime e camminammo verso casa.
"Allora che vuoi fare?Vuoi giocare alla wii? O andiamo su Facebook,come vuoi.."
"David,ti posso raccontare tutto?"
"certo,andiamo di sopra e parliamo.
 
Quel pomeriggio raccontai ogni minima cosa a David,il mio stato d'animo,quello che avevo passato e stavo passando,tutto e lui fece lo stesse.Eravamo uguali ,con gli stessi problemi e ci capivamo perfettamente.Io gli feci vedere i miei tagli e lui i suoi,eravamo combinati proprio bene.
"ti voglio bene" disse David mentre eravamo sdraiati sul letto uno di fianco all'altro a guardare il soffitto e a raccontare i nostri sogni.
 
"Anchio Davey"

__________________
nessuno mi ha recensito cc comunque volevo mettere un banner ma non riesco,qualcuno mi aiuta?

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** scappiamo insieme. ***


 
 
 
Fra un pò sarebbe iniziata dinuovo la scuola e io sinceramente mi stavo cagando addosso siccome dovevo anche io ricominciare.
Le superiori,dio,le superiori.
 
Non ne sarei uscito vivo.
 
Cassie ,o meglio Cassandra -questo era il suo nome per intero,ma a lei non piaceva- 
Non avendo una minchia da fare andai su internet e scrissi Cassandra e cliccai sulla pagina di wikipedia,forse il suo nome aveva un significato e lo odiava per questo.
 
• Chi annuncia, inascoltato, eventi negativi, catastrofici
ok,non capisco cosa minchia significhi.
Forse gli piace solo il diminuitivo.
Non avendo ancora una minchia da fare andai a vedere che voleva dire David.
Appena vidi quella scritta odiai il mio nome.
 
AMATO DA DIO.
 
Non ci credo.
Mi state prendendo per il culo?Io amato da dio? DIO MI ODIA.
La rabbia che avevo era insopportabbile e volevo fare...emh quello.Ma mi ricordai di quello che aveva detto Cassie.
Quando hai voglia di tagliarti,o ti senti giù e non sai come fare,scrivi,ti sfogherai.
cominciai a scrivere senza sosta e alla fine uscì quasi una poesia,non molto positiva.
 
Suppongo sia inutile 
Sto incasinando ogni piccola cosa 
Che abbia mai provato a fare 
Sono nato per perdere 
Yeah yeah yeah yeah 
 
Dio deve odiarmi 
Mi ha maledetto per l’eternità 
Dio deve odiarmi 
Forse dovresti pregare per me 
Sto crollando 
E tu non puoi salvarmi 
Bloccato all’inferno 
E voglio andare a casa 
Voglio andare a casa 
 
L’altra notte dovevo studiare per questo test 
L’ho dimenticato e amico sono morto 
E ora il mio cervello 
sta scoppiando fuori dalla mia testa 
non riesco a pensare 
non riesco a respirare 
un’altra volta 
 
Suppongo sia inutile 
Sto incasinando ogni piccola cosa 
Che abbia mai provato a fare 
Sono nato per perdere 
Yeah yeah yeah yeah 
 
Dio deve odiarmi 
Mi ha maledetto per l’eternità 
Dio deve odiarmi 
Forse dovresti pregare per me 
Sto crollando 
E tu non puoi salvarmi 
Bloccato all’inferno 
E voglio andare a casa 
Voglio andare a casa 
 
Allora cosa sto pensando 
Di fare al mondo? 
Non ti ho mai fatto niente 
Allora non potresti trovare qualcos’altro da fare? 
Dio deve odiarmi 
Mi ha maledetto per l’eternità 
Dio deve odiarmi 
Forse dovresti pregare per me 
Sto crollando 
E tu non puoi salvarmi 
Bloccato all’inferno 
 
voglio andare a casa 
Dio deve odiarmi x5 
 
Non puoi salvarmi 
Dio deve odiarmi adesso 
 
sembrava tanto il testo di una possibbile canzone così la modificai qua e là e chiamai Pierre.
 
"Ehi bello"
"Vieni subito qui a casa mia,ho una canzone pronta."
"arrivo....emh magari domenica arrivo." 
"si giusto,allora vieni?"
"vengoo biello!"
 
detto fatto e Pierre fùa casa mia,cercammo una bella melodia che dopo 1 ora e mezza arrivò.
 
God must hate me,suonava bene,mi piaceva e mi sentivo meglio,Cass aveva ragione..gliela devo far sentire!
Alla fine invitai anche Cass ,che subito fece amicizia con Pierre.
Scherzavano,fin troppo per i miei gusti.Pierre la guardava strano,quasi come la guardavo io.Mi avevano lasciato in disparte,li odio.
Se non fossero stati gl'unici al mondo a volermi bene li avrei dato fuoco.
Ero geloso e parecchio,lei era mia.Io l'avevo trovata,io l'avevo aiutata lui non c'entrava una minchia,gli volevo bene ma non ce'entrava una minchia.
Andai in bagno ,tanto nessuno se ne sarebbe accorto,loro giocavano alla play per i cazzi loro ,sti drogari. (?)
 
Chiusi la porta del bagno a chiave come sempre anche se i miei genitori non c'erano,ma non potevo rischiare che Cass devesse il mio corpo orrendo,pieno di tagli,di lividi e cicatrici.Er come sempre solo con i boxer davanti a quell'enorme specchio he rifletteva un corpo estremamente ripugnante,estremamente magro,estremamente schifoso.Stavo per incidere quella lama ma qualcuno bussò alla porta ma non risposi,bussarono ancora finchè una voce non mi fece capire chi era.
 
era il mio gatto.
 
No okay era Cass.
"Davey..che..che cosa stai facendo li dentro?"
" n-niente."
"perfavore posso entrare?"
 
NO,NON PUOI ENTRARE,IO FACCIO SCHIFO,MI VERGOGNO. Ma quello che uscì fu tutt'altro che "si." Ogni che parlavo con lei mi sentivo confuso,non volevo far niente di contrariatook ero cotto diciamocelo.
 
Cass pov

 
Sentì la porta aprirsi e vidi David,davanti un enorme specchio,con una lama nelle mani,ma non vedevo sangue.
Il suo corpo era davvero esile,non chè sembrasse più grosso con i vestiti.
 
Ma secondo me non stava tanto male..beh era coi boxer (e.e)
Aveva davvero tante cicatrici,forse più delle mie,ma sinceramente io non ci trovavo niente di brutto in quel corpo.
"Che vo-volevi fare?"
"io..volevo..." 
 
un pianto finì la frase,non so perchè ma mi sentivo male anch'io,quel dolore lo conoscevo,quel pianto trattenuto lo conoscevo,conoscevo i suoi problemi e sapevo quanto ci stesse male,solo avrei voluto far qualcosa per aiutarlo,qualunque cosa.
 
"David,io ti voglio aiutare...vuoi scappare insieme?"
"si."
quel tardo pomeriggio Pierre tornò a casa e in quel momento cominciammo ad organizarci,presimo uno zaino e misimo festiti,cibo,soldi ,ci preparammo e uscimmo di casa,presimo la sua bici e quella di suo padre e partimmo,eravamo diretti a toronto,e ci saremmo arrivati,ce l'avremmo fatta.

________
grazie per le recensioni,vi prego,ditemi che ci siete ancora.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** e se..? ***


Eravamo in bici da una buona mezz'ora.
ma ci avevano trovati,niente da fare.Avevamo perso tutto,tutte le speranze.Ricordo ancora la delusione nel suo sguardo,in quegl'occhi castani così pieni di odio e rabbia,pieni di una sofferenza atroce.Ma qualcosa sarebbe cambiato perchè le facce dei nostri genitori erano pessime.Guardando il basso uno di loro disse: "non potete farci questo."
nessuno dei due parlò,Cass se ne stava con lo sguardo a fissare il vuoto pensando chi sa quali torture.Quando stava in silenzio era sempre un cattivo segno.Era segno che stava sola con i suoi pensieri,gli stessi che la stavano uccidendo e portando alla pazzia.Ma un altra frase e quegl'occhi che fino a poco tempo fa guardavano il vuoto ora erano pieni di lacrime.
Cass sarebbe partita,sarebbe andata in Italia.
 
Io non l'avrei più vista.
 
sarebbe stata dall'altra parte del mondo.
 
ora posso morire.
 
Non potevano portarla via,era la mia unica ragione di vita.L'unica persona che mi capiva e c'era sempre.L'unica che ogni giorno mi faceva ridere con le sue stupide frasi da pervertita.L'unica che io sia riuscito ad amare sinceramente.Se l'avrebbero portata via probabilmente sarei diventato uno di quei panda obesi che stanno sempre sul divano a mangiare qualunque cosa gli capiti.
 
                                                                                                                             


                                                                                                                                                          **


 
 
Quello stesso giorno avrei dovuto salutare per l'ultima volta David.Era il mio ultimo giorno con lui,l'ultimo. E io volevo passarlo in maniera perfetta.
 
- probabilmente non ci vedremo mai più David. -dissi cercando di non piangere,mentre guardavo david incidere un nome sul suo braccio.
-probabilmente non è vero,fra qualche anno sarò maggiorenne e potrò venire a trovarti,io non ti dimenticherò.mai.- disse guardando ancora il braccio.
-tutti dicono così,ma alla fine mi dimenticano tutti.- dissi io guardando a terra giocherellando con una lama.
-senti,- disse David alzandomi il volto con una mano- guarda questo!Non ho inciso il tuo nome sulle mie braccia perchè ti voglio dimenticare.No l'ho fatto perchè mi voglio ricordare di te per sempre,perchè io ti amo.-disse prima di darmi un dolce bacio,l'ultimo.
-so che tu odi le foto...ma,beh..posso fartele?o meglio farcene? Avrei un ricordo,ti potrei guadare sempre.- disse lui prendendo la sua macchina fotografica.
-certo.
tantissimi flesh provenivano da quella stanza,per quell'ora i pensieri negativi erano scomparsi,eravamo troppo impegnati a passare tempo insieme,divertendoci.Chissà ,magari non si dimenticherà di me,magari farà come dice.
Dopo tutte queste foto cademmo a terra per le risate uno di fianco a l'altro.
-mi aspetterai?- chiede lui.
-certo.-
-allora non è un addio?-
-non lo è mai stato David.-
-sarà una relazione a distanza?-disse ma io gli ficcai subito la lingua in bocca.
-presumo sia un si.-disse lui sorridendomi e trascinandomi a sè.
Mi sarebbe mancato,terribbilmente,era la persona migliore di questo mondo.
 
Dopo poco arrivò mio padre,e io me ne dovetti andare.
 
La mattina dopo ero gia sveglia,non avevo dormito per tutta la notte,avevo avuto qualche attacco d'ansia,avevo paura.Paura di perderla completamente e di ritrovarmi nella stessa situazione merdosa di prima.Odiavo quella situazione,odiavo il modo in cui stava andando a finire la mia stupida vita,ero stanca di tenere tutto dentro,David mi conosceva e mi aveva detto di dire tutto ,anche la minima cazzata per sfogarmi.
 
David,era l'unica cosa che passava nella mia mente,il suo sorriso,i suoi occhi verde smeraldo,i suoi capelli tinti male ma che a me facevano impazzire,le risate,le lotte con i cuscini,le foto,i pianti,gl'abbracci,tutto finito.Mi addormentai per un pò in areo,ero davvero stanca.




 
                                                                                                                                                 **
vedo qualcuno,mi sembra familiare,ha i capelli a spina,neri con un sorriso sotto i baffi..ma certo è Pierre!Ma che ci fa appeso a quell'albero?
-Pierre che fai lì? puoi farti male- dissi io avvicinandomi.
-no,non mi faccio male,salì anche tu,da qui si vede casa di David!-disse lui porgendomi la mano.
-ma è impossibile noi siamo in italia,lui è in canada.- dissi io salendo.
-tu sali. 
-oddio ma è vero,ma com'è possibile?- dissi io guardando nella stessa direzione.
-David non sarà così lontano,pensaci,potrete sentirvi sempre e anche se siete distanti qualche chilometro l'amore si rafforzerà..-
-grazie Pierre..ti voglio bene.Mi dispiace di averti quasi cacciato con la forza ieri pomeriggio.-
-non fa niente,ti voglio bene anch'io.
 
 
 
Mi svegliai dalla voce dell'hostess mezza rincoglionita,il sogno che avevo fatto davvero non lo capivo.Voleva dire che avevo trattata male Pierre?O forse che non sarebbe stata male una relazione a distanza?
Presi i bagagli e scesi,a prenderci c'erano alcuni cugini.
tornati a casa la prima cosa che feci era stato chiamare david ma non rispondeva.
5 squilli,niente.Riprovai a chiamarlo ma niente ancora..eppure in canada erano le 11.
 
 
David.
Hayley mi teneva al telefono più del previsto,odiavo quella ragazza.Mi prendeva sempre in giro e da quando aveva scoperto che ero fidanzato con Cass faceva di tutto per starmi vicino,non la sopportavo,dovevo chiamare Cass,dio che rompi palle.
-emh e allora avete rotto? insomma una relazione a distanza così è impossibile.-disse lei con voce stridula.
-no,non abbiamo rotto.Noi crediamo nel nostro amore e lei dice che mi aspetterà.-dissi io ribattendo.
-certo,e tu ci credi? lei non ti aspetterà,sicuramente il primo che troverà gli andrà adosso.
-no,Cassandra non è così! - dissi io alterando la voce.
-invece si,andiamo.Pensi che ti aspetterà? pensaci,è sola se trova un ragazzo che la vuole e la corteggia pensi lo rifiuterà?-
inefetti ci stavo credendo a quelle parole,lei era sola ,voleva qualcuno e se...no,Cass non lo farebbe mai.Lei mi vuole raggirare.
-non succederà,ora devo chiamarla,ciao.
dissi chiudendogli la cornetta in faccia,non la sopportava,ma come si permetteva? lei non sapeva niente di noi.NIENTE.
provai a chiamarla e dopo qualche squillo rispose.
-ehi,come mai non rispondevi?-dissi io.
-ehi,io ho provato a chiamarti ma mi faceva che eri occupato...-disse lei.
-scusa,una cogliona non voleva lasciarmi in pace.Comunque tutto apposto per il viaggio?
-si,ho fatto uno strano sogno però..ma fa niente.
-va bene,dopo ti chiamo e staremo per ore al telefono ora devo andare..emh..ti amo,molto.
-anchio davey.
era strana,forse irritata,non lo so,ma qualcosa nella sua voce era cambiato. E se Hayley aveva ragione? Io l'avrei persa? non mi avrebbe aspettato? d'altronde sono 3 anni.

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1474873